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800067769/
9
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SAGGIO
II BIBLIOGRAFIA
Gi;OGltAFI(;A .STOlllCA liTNOOIlAFICA
SANFRANCESCANA
l'IÌ. A{/MÌ(:KI,r.l>>0 HA f'IVr.ZZA M. (I
IN HRATO
-0
SAGGIO
DI BIBLIOGRAFIA
SANFRANGESGANA
Proprietà letlertria.
fmo. Tip. R. Gmmi.
A VOI
ORNAMENTO E PRESIDIO
DELL' ISTITUTO SERAFICO
PADRE RAMON BULDtl
PROVINCIALE E RESTAURATORE DELL' OSSERVANZA
NELLA CATALOGNA
:"• ■ E
PADRE BERNARDO VAN-LOO
PROVINCIALE PIÙ VOLTE NEL BELGIO
E GIÀ PROCURATORE GENERALE DEI RECOLLETTI
PERCHÈ DI TANTI AIUTI HI FOSTE GENEROSI
QUESTI MIEI STUDI BIBLIOGRAFICI
NECESSARIA PREPARAZIONE ALL' OPERA
DELLE MISSIONI FRANCESCANE
CHE L' AUTORITÀ SUPREMA DELL' ORDINE
ORA COLLOCATA DEGNAMENTE
DAL SOMMO PONTEFICE
NEL REVMO PADRE BERNARDINO DA PORTOGRUARO
VOLEVA DA ME CONTINUATA
CON L' AFFETTO DI MINOR FRATELLO
REVERENTE CONSAGRO
PnUo in TtMCUM, Il di de'Santt Cielo e MueelUno, U79.
wm. mAmvwtMtmu ■* «v
AL LETTORE
Basteranno poche parole a dar conto di questa pubblicazione.
Dire dell'importanza della Bibliografia, specialmente per gli
studii della Storia, sarebbe superfluo: tutti sanno che essa ce
ne rivela le genuine fonti, e ci fa conoscere l'autenticità e il
valore de' documenti che ne sono la vita.
Anche la Chiesa e gli Ordini Religiosi debbono essere
riconoscenti a questa novella scienza, per la quale vennero tratti
dall'oblio delle Biblioteche e degli Archivi numerosi mano-
scritti e libri che erano come perduti ; onde a' loro avversari non
riusciva difficile il falsarne la storia, screditandoli nell'opinione
dei popoli, con quel frutto di morale e di civiltà che tutti
vediamo I Da Lutero in qua, bastava ch'ei spacciassero una
calunnia qualunque, perchè si dovesse tenere come verità provata;
e ne hanno spacciate di ogni genere , profittando dell' autorità
che s'erano acquistata con sì pocu fatica.
— vili
La scienza bibliografica, che è come una passione provviden-
ziale del nostro secolo, è venuta a sconcertare i loro rei disegni :
i documenti sono là che parlano : tutti possono vederli, esaminarli
e studiarli a loro agio, a mano a mano che si vengono ordinando,
chiarendo e pubblicando per opera di uomini onesti ed imparziali,
che ne hanno fatto e ne stan facendo argomento de' loro studi.
In tal modo la verità ripiglia il suo posto y e a' nemici di essa
non rimane che Tonta di odiarla.
Questi studi poi vennero facilitati nelle pubbliche Biblioteche
e negli Archivi di quasi tutta V Europa . Non fa molti anni
ancora, che gli Archivi e le Biblioteche erano poco meno che
inaccessibili ; oltre la mancanza di ben compilati cataloghi, senza
di cui torna penosissima ogni ricerca, e spesso senza frutto : oggi
sono luoghi aperti al pubblico studioso, con un ordinamento che
nulla lascia a desiderare, e da per tutto incontri uomini sapienti
e di squisita educazione, che fanno a gara per agevolare le tue
fatiche.
Il pensiero di questa pubblicazione mi venne in Parigi ,
dove tre anni fa m' incontrava a studiare in quelle pubbliche
Biblioteche per la continuazione della mia Storia universale delle
Missioni Francescane, la quale per mancanza di documenti era
rimasta interrotta al VI volume \
Quando ventidue anni fa, il Ministro Generale del mio
Ordine, che in quel tempo era il Padre Bernardino da Monte-
firanco, mi addossò così grave lavoro, manifestandomi inoltre il
desiderio che ne' sei anni del suo ministero lo portassi a fine.
1. Anche restò interrotta, al VI volarne, la pubblicazione della Cbonaca ; periodico mensile, in
cui raccoglieva specialmenle le lettere e le memorie de' presenti nostri Missionari, per preparare i
documenti a quelli che scriveranno dopo di noi. Dentro questo volume ne sono accennate le ragioni.
— IX —
io credeva (lo dirò francamente) che negli AnncUes del Wadingo,
neir Orbis SerapAims del De Gubbrnatis , e in qualche altra
simigliante raccolta, come sono le Cronache di Frate Marco
DA Lisbona, i Secoli Serafici, ec.^ si trovasse la più parte dei
documenti che mi sarebbero occorsi; tanto più che nell'Archivio
del nostro gran Convento di Santa Maria di Aracoeli in Roma
non trovai un solo manoscritto, o una memoria qualunque rela-
tiva alle nostre Missioni : né alcuno mi fece avvertito del mio
inganno.
Con tali raccolte, adunque, e gli Annali del Raynaldo, le
Storie generali della Chiesa, del Flkury, del Rohrbacher, e
qualche altra, misi subito mano all'opera, a cui non avevo potuto
mandare innanzi preparazione di sorta. E poiché tanto nel
Wadingo quanto nel De Gubernatis trovai ad ogni pagina
lamentata la perdita della più parte delle memorie de' nostri
antichi Missionari, o il non aver essi lasciato che brevissimi cenni
delle loro prodigioso fatiche ; diedi un tal giro alla narrazione,
riempiendola di tutte quelle aggiunte che potessero ingrandirla
e nobilitarla, che ora, volendola continuare con quel meto-
do , veggo che a mala pena sarebbero sufficienti altri quindici
volumi.
Non tardai, é vero, ad avvedermi del mio errore; e ne
feci cenno, primamente alla fine del Capitolo XI del volume
secondo, manifestando molto chiaramente quel che fosse da hre ;
e dipoi alla fine del Capitolo III del terzo volume ; e anche
altrove. Ma quelle mie allusioni non furono intese, e non si
potò far nulla. Ciononstante, per mezzo di relazioni' e di amici
miei e del Padre Antonio Maria da Rignano, si ottennero, da
varie parti, importantissime memorie, e alcune ne furono
— X —
pubblicate; né ci mancarono lodi ed incoraggiamenti, che am-
piamente compensarono le nostre fatiche.
Così continuai il racconto fino all' anno 1500, inchiudendovi
la scoperta dell' America : ma procedere oltre, senza raccogliere
i documenti di una storia nuova e maravigliosa, qual'era quella
della diffusione del Vangelo nel Nuovo Mondo, e in tante altre
parti della terra, che furono rinvenute dipoi , era impossibile.
Frattanto i tempi ingrossavano per gli Ordini Religiosi in
Italia, dei quali nel 1867 fu decretata la generale soppressione :
la tempesta crebbe maggiormente qualche anno appresso; e
di tali studi non si fece più parola.
La risoluzione di ripigliarli e portarli a fine si deve al
presente Generale dell' Ordine, Padre Bernardino da Portogruaro.
Celebrato, l'anno 1874, il VI Centenario del nostro Serafico
Dottore San Bonaventura, a cui volle eh' anch' io prendessi parte
scrivendo della Filosofia del Santo Dottore * ; mi comandò d'
intraprendere un viaggio per le principali città d'Europa, e
cercare e raccogliere io stesso i documenti che mancavano. Be-
nedico il momento che, quantunque infermo , mi sobbarcai all'
obbedienza. Da per tutto rinvenni le pubbliche Biblioteche e
gli Archivi ricchissimi di libri nostri molto rari, e d'interes-
santissimi manoscritti d' ogni maniera, per il lavoro che si doveva
proseguire. In due anni visitai la Francia, la Spagna, il Porto-
gallo, il Belgio, una parte dell'Olanda e della Germania; ma mi
sarebbe stato necessario almeno il doppio di tempo, compagni
in aiuto, e mezzi che non può avere un povero Francescano!
Più d'un altro viaggio poi resterebbe a fare in Inghilterra, in
i. Della vera Filosofia e delle doUrine fUotofiche del Serafico Dottor San Bonaventura ,
ttudii del Padre Marcellino da Civesza il. 0. Genova, Tipografia della Gioventù Cattolica, 1874.
— XI —
* •■ — ■ ■ -■ -'
Austria, in Russia, in Palestina, nell'Egitto, nell'Indie Porto-
ghesi, alle Filippine, a' porti Europei della Cina, e sopra tutto
nelle due Americhe ! La Bibliografia, e le pubblicazioni di rac-
colte storiche, incominciate da qualche anno in molti di cotesti
luoghi, hanno fatto vedere che il campo è" ancora inesplorato, e
che amplissima è la messe che resta da raccogliere.
Nondimeno, alla fine del mio viaggio mi trovai d'aver
veduto e, quanto fu possibile, studiato tal numero d'opere a
stampa, la più parte sconosciute, e di manoscritti sopra ogni dire
importanti e preziosi, relativi alla Storia delle nostre Missioni,
(tutti opera di nostri egregi Padri e Missionari), che mi parve
indispensabile ordinare la presente pubblicazione bibliografica,
e premetterla alla continuazione della storia. Primo, perchè
faciliterebbe a me stesso l' ordinamento de' documenti per la
successiva narrazione. Secondo, perchè questo Hbro servirebbe di
citazione per tutte le altre che debbono dare autorità al lavoro ;
e chiunque potrà senza fatica qui verificarle, o, piacendogli,
ricorrere alle fonti. Terzo, perchè i miei confratelli veggano qual
genere di studi esso importi ; quelli specialmente che si sono ma-
ravigliati de' miei indugi. Quarto, perchè mi parve che la rac-
colta riuscirebbe tale, da mettere sott' occhio come un compendio
dell' opera immensa de' nostri Padri nella diffusione della fede
e dell'incivilimento fra tutti i popoli della terra dal principio
dell'Ordine insino a noi. Quinto, perchè il ragguaglio che io do di
tutte le scritture a stampa o manoscritte, da me vedute, e comec-
chessia studiate, renderà facile, a chi ne abbia la volontà, l'am-
maestrarsi e scrivere di tante nostre glorie ignorate, e agevolerà
agli scrittori non nostri il parlare dell' Ordine Francescano, quasi
sempre da essi dimenticato, o maltrattato. Sesto, finalmente, per-
— xn —
che accadendo che la morte m'impedisse di compir T opera, chi
sarà destinato a continuarla e finirla avrà la strada bella e
£Gitta, e non incontrerà le difficoltà e le fatiche che a me tor-
narono penosissime I
Il titolo della pubblicazione dice abbastanza V immensa varietà
degli argomenti, che essa racchiude, e tutti della maggiore im-
portanza ; per cui toma fecile vedere e giudicare quel che debba
riuscire la Storia delle Missioni Francescane, sia per la storia
in generalesse per la scienza, sia per la gloria . dell' Ordine e
della Chiesa. E son sicuro che chi avrà la pazienza di percor-
rere un poco attentamente i titoli dei lavori ricordati, e le brevi
note che gì' illustrano, noA mi accuserà di averli ingannati.
Anche mi consola che questo povero lavoro risponderà con
fatti e documenti autorevolissimi ad una grave questione dei
giorni nostri: vale a dire, se i presenti Governi abbiano fatta
opera utile e sociale, distruggendo gli Ordini Religiosi. Molti
si sono annoiati dal sentirsi ripetere, che gli antichi Monaci
rendettero un immenso servizio alla civiltà, conservando, copiando
e trasmettendoci gli antichi Manoscritti. Sono cose vecchie ( si
dice); ma oggi non è più cosil
Ora, dunque, questo libro mostrerà, che non solo gli antichi
Ordini Monastici, ma tutti gli Ordini Religiosi, sino a'più recenti,
che vivono ancora in seno alla Chiesa cattolica, hanno renduto
anch' essi, rendono, e sono destinati a rendere non minori servigi
alla scienza e alla società, sotto qualunque aspetto si vogliano
considerare ; che l' averli soppressi, a parte la colpa d' ingratitudi-
ne, è stato un grave danno che la Civiltà ha £Gitto a so stessa : ma
essi risorgeranno; risorgeranno, dico, più forti e magnanimi per
la stessa prova, onde piace a Dio di purificarli e risvegliarne
— XIII —
r antico spirito e valore ; perchè la cristiana civiltà non può essere
destinata a perirei
Finalmente debbo avvertire, che questa Bibliografia non
ha che far nulla con le antiche e preziose raccolte che ci hanno
lasciato il Wadingo, il Da Sant' Antonio , e lo Sbaraglia : chi
vorrà darsi la pena di fame il confronto, ne resterà senza molta
fatica persuaso.
Conchiudendo, mi chiamo infinitamente riconoscente a tutti
coloro che mi ^ furono larghi di lumi, di consiglf e di aiuti
durante il mio viaggio e nelle mie ricerche. Se volessi ricor-
darli tutti , dovrei scrivere un lungo elenco. Ma non posso a
meno di nominare qui espressamente it mio amico Cesare Guasti,
che soprintende agli Archivi di Stato in Toscana ; V ora defunto
Prefetto della Biblioteca Nazionale di Firenze Conte Luigi
Passerini ; Y illustre Ferdinando Denis , Conservatore della
Biblioteca di Santa Genovieffa in Parigi ; il signor D. Placido
Aguilò y Fuster, addetto alla pubblica Biblioteca di Barcellona;
il signor D. Manuel Goicoechea y Gavina , Conservatore della
Biblioteca della Reale Accademia di storia in Madrid ; il signor
Silva Tullio, Conservatore della Biblioteca Nazionale di Lisbona ;
e poi gli illustrissimi e reverendissimi, D. Giovacchino Lluch y
Garriga , Vescovo di Barcellona , trasferito appresso alla sede ar-
civescovile di Siviglia; D. Manuel Sanchez, Vescovo di Jaen,
già Vescovo in Pari/ibus e Rettore del Seminario arcivescovile di
Siviglia ; D. Zefirino Gonzalez, de' Predicatori, Vescovo di Cordo-
va ; e finalmente gli illustrissimi e reverendissimi Monsignori ,
Mariano Rampolla , già Incaricato d' affari per la Santa Sede in
Madrid, ed ora mentissimo Segretario della Sacra Congregazione
di Propaganda Fide per gli affari Orientali ; Giovanni Sanguigni,
— XJV —
Arcivescovo di Tebe , e Nunzio Apostolico in Lisbona ; Giacomo
Catani, Arcivescovo di Ancira, Nunzio Apostolico in Madrid ;
e r illustre e coltissimo Monsignor Abel Martins Ferreira ,
Vicario Generale della città di Evora in Portogallo.
Iddio e il mio Serafico Patriarca li rimeriti dell' affetto con
cui tutti contribuirono a rendere pubbliche queste splendidissime
glorie del Minoritico Instituto !
Prato in Toscana, Gonvento di San Domenico,
il primo giorno del Mese di Maria, dell'anno 1879.
rr. Marcellino da civezza.
SAGGIO
DI BIBLIOGRAFIA
GEOGRAFICA STORICA ETNOGRAFICA
SANFRANCESCANA
A
5»«-p. 1. Abreu. — Vida del Serapliin en carne y vera effigies de
Christo san Francisco d' Assis, compuesta por el R. P. Fr. Andres
de Abreu, Lector de prima de Tlieologia del Convento de san Mi-
guel de las Victorias de la cibdad de Laguna, Orden Serafico,
de la Provincia de Canarias. Segunda impression. En Toledo , por
Francisco Martin, impressor del Rey nuestro Senor. 1644.
Un volarne in 4, di 455 pagine. È una vita in versi del Santo Patriarca, come si verseggiava
nel seicento. Vi si parla del sno viaggio in Egitto, e dei grandi prodigi clic accompagnarono la
sua missione:
A Egjplo parto
Ambici oso de ariuel velo
De yacar, que visliò el Nilo
De horrores y de escarmientos.
0 Francisco, de Dios hombre
Traslado! Donde el (huyendo
Del Tyrano) hallo sagrado,
Quieres tu encontrare el riesgo?
Si presenta animoso al Soldano, e in sua presenza rende solenne omaggio alla fede di Cristo:
Penetra, saluda, arguyc
Al Soldan, que el Evangelio
Viò, si armado de prodigio»,
Oironado de respectos.
Poi si reca ad Antiochia a visitare il celebre Monastero della Montagna Nera, i cui Cenobili
abbracciano tutti la sua Regola e sì rendono Francescani. IVrciù il Pinata scherzando sul dilTerenlc
rulore dell'abito de' due Istituti, ci dice che Francesca prodigiosamente
Oonvirtió en Pardo el Negro,
Siendo mas, que de lo malo,
Lograr triwnphos de lo hucìio. eie.
Del sopraddetto Monastero e de' suoi Monaci parla, tra gli altri, il Cardinale De Vilr>' in una
sua lettera che rimaneva inedita, ad Amicos LotharingUp, del Ì2i6, e pubblicata il 4847 dal Rarono
Giulio di Saint-Gkxois , nel tomo Xlll delle Memoires de V Acadèmie Royale des scUnces des lettres
et dei beaux arts de Belgique. — Un esemplare di quest' opera del P. Abreu trovasi nella pubblica
Biblioteca di saot' Isidoro della città di Madrid.
l
ABREU - ACTA
5i«p. 2. Abreu. — Historia de la conquista de las sietes islas de
*^~* Gran Canaria : escrita por el Reverendo Padre Fray Juan de
Abreu Galindo, del Orden del Patriarca san Francisco , hijo de la
Provincia de Andalucia. Ano de 1632. 1848. Sanctii Cruz de Te-
nerife, Imprenta, Lithografia y Libreria Islena, Regente, Miguel
Miranda.
Un volume in 8, di 236 pagine. Opem sin qui sconosciuta, almeno tra noi, e pure im-
portantissima ])er la storia di quelle isole. 11 dotto Francescano vi tratta con senno e sufficiente
erudizione tutte le quistioni più difficili che possono presentarsi: per esempio, deirorigine de' nativi,
e da dove e come primamente approdassero alle Canarie. Naturalmente bisogna tener conto del
tempo in cui egli scriveva. Mi duole ch'io non la conoscessi quando trattai delle prime Missioni
Francescane fra quelle genti; che m'avrebbe giovato per arricchire di belle notizie il racconto.
N' acquistai un esemplare in Madrid. N' è scorrettissima la stampa.
Averta
È., 3. AcEVEDO. — Arte de la Lengua de los Yucatecos , por el
Padre Fray Juan de Acevedo, de la Orden de san Francisco.
— Instrucciones catequisticas y morales para los Indios , por
el Padre Fray Juan de Acevedo.
Tolgo queste indicazioni da un libro inglese intitolato: Monogrnph of Àuthors who hare
written on the languaget of Central America, and collected vocahularies or composed ivorkt in the
native dialecii of that country. By E. G. Squier, M. A., P. S, A., member of the Society Antiquaries of
Fraìice, etc. London: Trubner et Co. Paternoster Roto. M. D. CCC. LXI. \\ Padre Fr. Juan de Acevedo
era nativo della Na varrà; si recò in America il 4592, dove fu Guardiano in vari Conventi;
fondò quello di Majorada fuori le mura di Merida nel Yucatan ; e mori il 18 marzo del 1624
nell'età di 73 anni. Secondo che ci fanno conoscere i suoi confratelli, Cogolludo nella sua Historia
DE Yucatan , e Lizana nel suo Devocionario, lasciò molti manoscritti, tra' quali i due citjiti, che
forse si conservano in qualche pubblica Biblioteca dell' America.
8km»p.
4. AcTA audientiae publicae a D. N. Paulo V Pontif. Max.
Opt. Regis Vouxu Japoni Legatis, Romae die'^3 Novembris in
Palatio Apostolico apud S. Petrum exhibitae, MDCXV. Mexici
apud Joannem de Alcazar , permissu superiorum. Anno Domini
1626.
Sono 40 pagine in 4. che si chiudono con V Oratio Fr. Gregorii Petrochae Mantuani, Ordinis
Minorum de Observantia: e ad hane Orationem, Petri Slrotae SS. D. N. Secret. Apo»t. (Sammi Pon-
tifieis nomine) respon$io. Ve n' è anche una edizione di Roma, che fu la prima: Romae, apud
Jacobum Jfawardum, IfDC.VF, di 12 pagine parimente in 4. Un esemplare dell'una e dell' altra si
trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
Fu uno de' più splendidi e gloriosi trionfi del Cattolicismo nel Giappone, per opera del
celeberrimo Missionario Francescano P. Fr. (oggi Beato) Luigi Sotelo, di cui diremo distesamente
a suo luogo. Ne ha scritto e pubblicato pieno ed esteso racconto il Dottor Scipione Amati, col titolo:
Historia del Regno di Yoxu del Giappone, dell'antica nobiltà, e valore del suo Re Idate Masamune,
delti favori ch'ha fatti alla cristianità e desiderio che tiene d'esser cristiano, e dell'aumento di
nostra santa fede in quelle^parti. E dell'Ambasciata che /M inviata alla Santità di A'. & Papa
ACTA S
I ' ■ I . ■ . I . , ■ , I ^ ■
Paolo V e delli simì sueessi, con olire varie cose d'edificazione e gusto spirituale dei lettori. Dedi-
cata alla Santità di S. S, Papa Paolo V. Fatta per il Dottor Scipione Amati Romano, interprete ed
historieo dell' Ambasciata, Roma, appresso Giacomo Mascardi, i615. A questa storia rimettiamo il
lettore. N'è un esemplare nella Nazionale di Firenze; un altro nella Casanatense di Roma; ed io
ne posseggo uno manoscritto. Non dispiaccia che riferiamo, per sommi capi, in latino, com'è
neirAcTA, la lettera che il Re Idate inviava al Papa per mezzo di Frate Sotelo e del nobile uomo
Faxecura Rotcuyemon.
« Magni et universalis, sanctissimique Orbis Patris, Domini Papae Paul! V pedcs cum profunda
summissione et reverentia osculando, Idate Masamune in Imperio Japonico Rex Yoxij snppliciter dici-
mus: Cum venisset Pater frater Ludovicus Sotelo Ordinis Sancii Francisci Religiosus ad menm
Regnum , et in eum christianam legem praedicasset, me invisit, ab eoque eam audivi, et mysterla
multa, quae de rilu sunt, etceremonia christianonim aperuit; quae sane in corde recondens et per-
^icrutans, cognoscens vera esse, et salubria, susci perem profltenda, nisi me aliqua negotia detur*
barent . . . Si tamen prò tunc ego non valeam, cupio saltem meas gentes et subditos populos
christianos Aeri : hoc ut feliciter eveniat, ad me mittas, quaeso. Beatissime Pater, Religiosos Ordinis
Sanctt Francisci, qui de Observantia noncupantur; hos enim praecipue diligo et observo; tua vero
Altitudo ipsis ampie concedere non horreat omnes licentias, favores etc. . . . Ego autem iam hano
terram ingrcssos adiuvare non desistam .... similìterque expostulo . . . praecipue ... ut crees
quemdam magnum Praelatum . . . cuius observantia et soUicitudine omnes qui in eo (regno) ha-
bìtant, quam pridie christianos fieri non dubito . . . cuius rei causa ad te mitto praefatum Fratrem
Ludovicum Sotelo Legatum meum, a quo possis de corde meo, quae tibi visa fuerint, sciscitari . . .
cui etiam comitabitur quidam nobilis eques domus meae, qui Faxecnra Rotcuyemon nominatur,
qui similiter Legatus meus existit . . . Ck)gnovi practerea quod meum (regnum) a Novae Hispaniae
regnis, quae potestati ac ditioni potentissimi Regis Hispaniae Philippi subsnnt, non multum distai;
quapropter cum desiderio communicandi cum ipso, et cum illis christianorum regnis, eius amici-
tiam exopto ; quod quidem sic fore confldo, si tua autoritas inlerveniat ... Si in hoc regno aliqua
vidcris tuo obsequio et voluntati praetiosa, iubeat Altitudo tua . . . In omnibus aliis nos remittimus
ad praedictum Patrem Sotelum et equitem Rotcuyemon, et ea quae ex parte nostra tractaverint et
rata fecerint, ipsa et rata esse volumus. etc. »
L' arrivo e V entrata in Roma de' due ambasciatori, e il solenne ricevimento avuto dal sommo
Ponteflce Paolo V, non che le feste di tutta la città, furono uno de' più imponenti spettacoli che
mai si fossero veduti. Basta leggere la Relazione ( aggiunta all' opera dell' Amati ) della solenne
entrata fatta in Roma da D. Filippo Francesco Faxecura con il Reverendissimo Padre Fr. Luigi
Sotelo dell' Ordine Min. Oss. ambasciatori per Isate Masamune re di Voxu nel Giappone aUa SanUtà
di S. S. Papa Paolo V V anno XI del suo Pontificato. Finché si trattennero in Roma, ebbero stanza
nel Convento di Santa Maria di Aracoeli. La Relazione fu stampata anche in francese, in Parigi, Io
stesso anno 4615; e ultimamente venne ristampata dal Ternaux nella sua collezione dei documenti
per la storia dell'Asia e dell'America. Finalmente debbo aggiungere, che visitando la Biblioteca
Fortegnerriana di Pistoia, trovai la seguente notizia relativa al viaggio del P. Fr. Luigi Sotelo , nella
Reiazione (Ms.) del Convento di Giaccherino, scritta dal Padre Fr. Bonagratia da Cireglio, di cui diremo
a suo luogo. Ci fa sapere che il celebre Missionario passò di Firenze , e che da Genova inviò una
reliquia al Convento di Ognissanti, che poi venne data a quello di Giaccherino. La notizia sta sotto il
titolo, Reliquiarii, e dice così: « A di 30 di giugno 4673. Fassi indubitata fede, come sotto
il di 16 di febbraio del 1616 il P. Fra Luigi spagnuolo, che venne a Firenze con l' Ambasciatori del
Giapone, quali si battezzarono a Roma, ne mandò di Genova la presente Avemaria della B. Giovanna
della Croce, quale sta chiusa con le presenti reliquie: cioè della Croce del SS. Signore, di S. Ambrosio,
di S. Tommaso d'Aquino, che mi ha date il Padre Fr. Pietro, al presente segretario d'Ognissanti,
e sono estratte dalle reliquie che stanno rinserrate nel reliquiario della sagrestia: e cosi ha giurato
essere la verità: e io afTérmo queste essere le predette reliquie: e di tanto si sottoscrive: et io l'ho
ricevute: mi sottoscrivo di propria mano il di sopra citato. Io fr. Piero , Segretario d' Ognissanti, fo
fede e giuro essere la verità, cwne io ho cavate le suddette reliquie come di sopra e donate (U Padre
etmfeuore per il Convento di Pistoia. Io fr. Jacopo Peri confessore di S. A. S. confermo di bavere
ricevuto le predette reliquie e Avemaria della B. Giovanna come sopra. > Questa notizia ò anche
riferita nella Cronaca (Ms.) del Convento di Giaccherino del Padre Leonardo dalla Serra, che la copiò
dal Padre da Gireglio.
ACTA - A GLORIA
ssn^p. 5. AcTA S. Joannis Capistrani Ordinis Minorum Observantium
^"•^ Sancti Francisci, illustrata a Josepho Van Hecke, Presbitero
Societatis Jesu. Bruxellia, typis Henrici Goemaere, MDCCCLX.
È un volume in foglio, di 2 carte preliminari e 284 pagine. Libro interessantissimo per la
storia delle Missioni Francescane in Alemagna e in tutte le regioni del Nord. L' opera è lavoro
di Francescani : il dotto Padre Yan Hecke V ha con molto amore illustrata, e arricchita di utilissimi
schiarimenti , in una edizione veramente magniflca , di cui vidi l' esemplare che egli ne mandò
gentilmente in dono alla Biblioteca del nostro Convento di Gand nel Belgio.
Am
M,, 6. AcTA delegationis Apostolicae a SS. Dom. Nostro Bene-
dicto XIV per Breve incipiens : Quantopere chantm Christi. Dat.
26 Novembris anno Domini 1744. lUmo. et Rmo. Dno. Patri
Hilario a Jesu Episcopo Coricensi Vicario Apostolixjo Tunquini
Orientalis commissae circa Missiones Regnorum Cocincinae,
Ciampae et Cambodiae. Eminentissimis Patribus Sacrae Congre-
gationis de Propaganda fide Dominus Delegatus praedictus nec
non infrascripti dictorum Missionum Pastores dicant, donant,
devovent.
Manoscritto in carta cinese grande, di 79 fogli, di cui mi venne fatto dono. In line si legge :
Cottatione cum originali facia de verbo ad verbum, concordai . — Fr, loseph Sensio , Committariìu
ProvineialU huiiis Seraphicae Missionis Sìnensis. (1747). Si tratta dei diritti che i Francescani
vendicarono sopra importanti missioni della Goncincìna da essi fondate e governate , dalle quali si
voleva discacciarli; e si risponde ad alcuni quesiti circa il governo spirituale delle stesse missioni.
Africa
Aiwncft
sin,v. 7. A Gloria y loor de Dios: y para dechado y exemplo de
los fieles. Siguese el glorioso martirio del bienaventurado padre
Fray Andres de Espoleto: Frayle de los Menores del Serafico
Padre nuestro sant Francisco. El qual martirio recibiò en la
ciudad de Fez por la verdad de nnestra sagrada Fé. A nneve dias
del mes de Enero del ano de MDXXXII.
Sono 6 carte in 4, di lettera gotica. Rarissimo. Primo è V istoria del martirio di Frate Andrea da
Spoleto, estratta dalle lettere del P. Fernando de Meneses, suo compagno. Queste lettere furono inviato
al Re di Portogallo; e questi ne mandò copia al Padre Fr. Antonio da Olane, nel Convento di Septubal,
affinchè le comunicasse al Capitolo Generale di Tolosa, e quindi fossero pubblicate. Lo ricavo dairedi-
zione che ne venne fatta anche in francese lo stesso anno 153i!, col titolo seguente : Histoire du glorieux
et ìrienhereux Frere André de Spolele de VOrdre des Frere» Mineurs de la RegtUiere Obgervance. Le quel
a touffert martyr en tacite de Fez en Affrique, Van. MDXXXII. et le 9 dejanvier. Comme a ennoncè par
expres metsage le hauti et trespuissant Roi de Portugal et Algarbe au Chapitre General des Freres Mine-
urs celebre en la illustre et magnìflque citè de Tholose. .\nche questa edizione è tra le rarissime della Bi-
blioteca Nazionale di Parigi. Alla storia del beato Andrea seguono due lettere , d' America, inviate
allo stesso Capitolo Generale di Tolosa, celebrato il di della Pentecoste dell' anno sopraddetto;
pna dal primo Vescovo di Messico, Fr. Giovanni Zummaraga, di cui diremo altrove; V altra dal
AGUABO
A
P. Fr. MartiDO da Valenza, il primo Apostulo ( con undici compagni ) dello stesso paese ; tutte e due
della maggiore importanza: per cui a ragione il Leclerc (Biblioiheca Americana, Catalogne rai-
tonné d'une très précieuse coUeciion de livres ancient et modemes etc. Paris 1867) pone questo
libriccino tra i più preziosi che riguardano la storia delle Missioni Americane. L' Harissc e il Ter-
naux credono che sia V estratto d* un' opera che venne poi stampata in Medina del Campo l' anno 1543
col titolo: Lt&ro llamado thesoro de virtudes util et copioso , compilado por un Religioso Portugues...,
Medina de Campo M. D. xliij. Le lettere furono anche pubblicate neir edizione latina di quelle del
Cortez, fatta in Colonia il 1533; nel Novus orbis, edizione del 1535; e nella Cronica di Fr. Amando
Ziriense, stampata in Anversa, nel Belgio, il 1534, di cui diremo a suo luogo.
*«'• 8. Aguado. — Primera parte de la recopilacion historìal re-
solutoria de Sancta Marta y nuebo reyno de Granada de las Indias
del mar Oceano , con la qual se trata del primer descubrimiento
de Sancta Marta y nuebo reyno y lo en el sucedido basta el afio
de sesenta y ocho ( 1568), con las guerras y fundaciones de todas
las cibdades y villas del. Hecho y acabado por el reverendo
Padre Fr. Pedro de Aguado Frayle de la Orden de Sanct Fran-
cisco de la Regular Observancia, Ministro Provincial de la Pro-
vincia de Sancta Fee del mismo nuebo reyno de Granada: el
qual va repartido en dies y seis libros. Dirigido a la S. C. R. M.
del Rey don Felippe nuestro Senor, segundo deste nombre.
— Segunda parte de la historia que compuso Fray Pedro de
Aguado de la Orden de Sanct Francisco de la Observancia, Mini-
stro Provincial de la Provincia de Sancta Fee en el nuovo reyno
de Granada, Indias del mar Oceano. En el qual se trata el de-
scubrimiento y fundacion de la gobemacion y provincia de Ve-
nezuela, con el descubrimento de la isla Trenidad y fundacion
de la cibdad de Cartagena /^su gobemacion en Tierra Firme,
con el algamiento y tirania de Lope Aguirre traidor basta que
fué muerto en la gobemacion de Venezuela por los del campo
del rey. Cuentase todo el discurso del General Pedro de Ossua
que fue muerto por este traidor Aguirre, yendo en busca de la
tierra que Uaman Dorado.
Manoscritto di due grossi volumi in foglio, di lettera antica, non numerati, della Reale Accademia
di Storia di Madrid, di cui fece estrarre una copia in quattro volumi, parimente in foglio, Gio.
Battista Munoz per la Biblioteca del reale Palazzo della stessa città. Il Brassbur {Bibliotheque
MtxUo-Guatemalienne, Paris, Maisonneuve 1871 ) citando questa copia, non Ilaria che della prima
parte: non so come non vedesse la seconda. — Il Padre Aguailo era nativo di Castiglia, dove molto
giuvine vesti 1' abito Francescano ; e questa sua opera è la prima storia che sia stata scritta di
quelle regioni, dove con altri suoi confratelli Missionari accompagnò il conquistatore Quesada, e
fu il primo Provinciale del suo Ordine in santa Fé di Bogota. Il suo confratello Fr. Pedro Simon ,
di cui diremo altrove, e Alfonso di Zamorra, molto profittarono del suo lavoro; di cui, secondo che fu
annooziato in un recente Manifesto di Madrid, si stava preparando la pubblicazione da una Società di
6 AGUADO
dotti della stessa città. Non occorre il dire che è interessantissima per Ustoria delle Missioni Francescane,
non meno che per la geografia e la storia antica delle regioni che descrive. Ne diamo per saggio i
periodi seguenti.
Nella dedica della prima parte a Filippo II dice, che scrivendo quest'opera, non intendeva
già con essa • ilustrar U suo nombre, ni engrandesser la sua fama; sino que està relacion que
procuro dar de las cosas que he visto con los ojos, y tocado con las manos, y con tanto cuydado
he sacado a luz, sea amparada {e' dice) y favorescida para que tenga el ser que es necesario
para ser vista con amor' y leida con aflcion ; pues con ella yo no pretendo sino hazer lo que debo
corno cbristiano y fiel servidor de V. M., porque en el discurso de quinze anos los mejores de mi
Vida, que me empieè en la predicacion y conversion de los idolatras, que comò bestias vivian cn el
nuebo reyno de aquellas Indias, por muchas cedulas que vi de V. M., entendi el zelo que tiene tan
catholico del aprovechamicnto y conversion de aquellas animas, con el qual non solamente prove
de personas eclesiasticas y seglares para que las unas en el magisterio de la Justicia, y las otras
en el de la consciencias, pongan en cxecucion lo que con tanta christianidad y tan costosos medios
V. H. procura, que es la multiplicacion de los christianos y augmento de la Iglesia y fee della eU, •
Nel proemio poi al Leetor ha quanto segue: • Bien veo que algunos, o con embidia, o con
algun otro color que buscaran para dorar su intencion, podrian decir es fuera de mi estado y
profession occuparme en escribir historias, y dar quenta de vidas agenas, para parccerles fuera mas
justo, siendo la vida tan breve, la muerte tan incerta, y mi habito de tanta perfecion, occuparme
en el officio apostolico y evangelica predicacion entre gente tan tierna en la fee y tan dura en la
idolatria: pues este era el mejor aparejo que podria hazer para acabar mi vida, y dar quenta a
Dios de mis pecados: pero quien con claros ojos y desapassionada voluntad revolviere mi libro,
me hallarà fuera de culpa, porque hallarà en ci comò no solamente me he occupado en la con-
version desta miserable gente, procurando el augmento de su christianidad con muchas vigilias
y con ordinarìos trabajos, sino comò a gloria y honra de Dios de quien nos viene toda suflcicncia
virtud y bondad, comò de verdadera fuente, por espacio de quinze anos no ha avido Religioso en
las partes adonde a mi me cupo la suerte, que con mas cuydado aya servido a la Maiestad divina,
y aya procurado el augumcnto da la Iglesia . . . Y no es pequena lastima, ni pequcna cumpassion,
que siendo la rocs tan grande, y el campo tan fertil, sean los obroros tan pucos ... La rclaxacion
y tibieza de que puedo ser acusado, no me ha provenido por la occupacion que he tenido en
recopilar està historia: parte porque los ratos que la necessidad naturai me compelia recrearme
para bi>ir, me occupava en escrbir y recopilar las cosas que mas necessarias me parescian : parte
porque un Religioso de mi Orden, que se llamaba Fr. Antonio Hedrano, tenia comenzado este
trabajo, por cuya muerte se quedaba por salir a luz ; el qual muriò en la jomada que el Ade-
lantado Ximenes de Quesada hizo desde el nuevo reyno al Dorado, por ir en compania suya con
zelo y animo de convertir ahnas, y dar a la Iglesia iffiestra madre nuebos hijos... No quiero tampoco
que se dexe de entender la mucha parte que tengo, si tengo de decir verdad, en el trabajo deste
reverendo Padre, pues no me costò a mi poco al principio despertar muchas cosas y recopilar
otras, para hazer de todas ellas un cuerpo y un discurso; y lo que del restaba procurò pir-
flcionar, despues de cumplir con la obligacion, quo tenia al officio y governo de mi Provincia . . .
Y non me faltò la gana de acrecentar a servir Dios, y de despertar los animos de los bucnos chri-
stianos y animosos soldados, para que vayan a emplear su vida en jornada tan catholica, pues
al fin della Ics tiene Dios aparejada la corona de gloria. • Che uomini Santi I
« Va està primera parte (egli prosegue) repartida en diez y seis libros ... en los quales se
trata de principal intento el descubrimiento de Sancta Marta poblada en Tierra Firme, ribera
del mar Oceano, que fue principal causa de descubrirse el Nuevo Reyno de Granada; en el qual
ha avido y ay tanta abundancia de riquezas y tan excogidos thesoros espirituales y corporales . . .
los espirituales . . . por tener el demonio las almas de tantos Indios occupandose en su servicio
con tan diversos ritos y tan infemales ceremonias, que parescia impossible apartalas de su voluntad ;
lo que se ha hecho con no pequeno trabajo ni con pequeno favor de Dios, en algunas partes de
aquella tierra, y asi espcro se harà en todas ; de manera que podemos decir que no es pequcna riqueza
ganar las almas que estavan perdidas, aviendo Christo dado por ellas la vida en precio a su Padre. •
Nel lib. IV cap. XVII della stessa prima parte parla de' primi Missionari Francescani e Domeni-
cani, che vennero inviati in quelle terre « con los oydores Gongora y Galarza ; personas doctas asi
en letras corno en doctrina vida y exemplo, que comen^ron a cultivar y trabajar en està vina
AGUADO
<lel Scnor. Fundaronsc en cstc tiempo monasterios destas dos Ordcnes en la ciudad de Sancta Fee
Tanja y Veles. En la ciudad de Tunja an permanecido siempre casas de enlraoibas Ordenes. Lo
mismo ha sido en la ciudad de Sancta Fee, que sicmprc han permanecido entrambas casas. »
Finalmente, per non allungarci soverchio, prenderemo dal cap. Il del lib. Vili della seconda
parte la descrizione che fa • de algunas costumbres y cerimonias de los Indìos y naturales de
Camana y Gubagua, y de otras provincias a cstas sufraganeas. Harò aqui (egli dice) una digression
de las costumbres y otras usanzas de los Indios destas provincias de Maracapana y Cubagua. . . .
Estas dos provincias, que arriba nombré de Cubagua y Maracapana, encierran en si otras muchas,
corno son Cumanagosto, Chacopala, Pirituparagota, Chaigoto, Choniigoto, y otras muchas poblaciones,
que pò no ser molesto no digo; en las (piales era tanto el numero de los naturales y poblazones,
que aflrman los que en su prosperidad los vieron, ({ue habia en ellas innumerables naturales de
estas gentes. Algunas habia que va no podemos decir que haya , que comian carne humana por
«ilguna venganza, o rito, o grandeza de alguna Victoria que habian habido; y no la comian de
todo genero de Indios, sino de algun senor o principal que en la guerra acertaban a prender, corno
por esfierìencia lo viò la gente de Geromino Ortal, quando haviendo Ido con los Indios del Penol
Guaramentel a saquear un pueblo de unos contrarios y vecinos suyos, en el saco abieron los Indios
un principal, al qual trageron ante su caciriue o senor, y despues de haber dicho varios razonamientos
cn su lengua al preso, y ciertas ceremonias ({ue costumaban hacer, los Indios mas principalcs
se Ilegahan a el, y vivo corno estaba le iban cortando los miembros y otros pedasos desucuerpo
hasta (lue con aquel tormento lo mataron, y sacandole la asadura la repartieron entre ellos y se la
comieron . . . Tenìan por costumbre de hacerse muy grandes convites lus unos a los otros , que
comunemente entre Espanoles Uaman borraceras : hacian en ellas muy grandes gastos : dabanse entre
ellus muy grandes dadivas y pri^sentes, conforme al possible <iue cada uno tenia. Usaban de medlcos,
qne lus curasen, a los quales llamavan Picache. Era costumbre y lei guardada entre ellos que el medico
habia de dar sano al enfermo que entre manos tomaba, y se le pagaba muy bien su trabajo ....
se el enfermo moria, el medico pagaba con la vida . . . El numero de mngeres que cada uno tenia
Du me lo superion dir mas de que cadauno tenia muchas, y entre aquellas una principal, a quien
todas las demas respetaban y oboilece-an . . . En està tierra heredaba el hijo minor de la principal
muger, y no el mayor, ni el segundo, ni algun de los otros .... Tenian los senores prlncipales
SOS sotos 0 colo de caza y lagunas de pescheria; y ({ualquier particular que en ellos cntraba a
pescar o a cazar, tenia pena de muerte, y sus bienes perdidos y confìscados, y sus hijos y mngeres
csclavus del cacique. Si los senores iban a alguniis guerras, peleaban personalmente, teniendo por su
escudo y amparo tres o quatros Indios, por entre los quiiles disparaban sus flechas; y aunque
siobre estos Indios que estaban por escudo de su cacique caian mucho numero de flechas, alli se
habian de estar. Eran muy temìdos, acatitdos y reverenciados los principalcs y superiores de sus
SQjetos, y aun muy amados y queridos dellos. En los mortuorios de los caciques o senores se usa-
ban los rilos y cerimonias que dire: tomaban el cuerpo del cacique muerto, y enbijavanlo todo,
que es dalle un color, o untallo con un betun Colorado, de que generalmente todos los Indios . . .
usan, emponiendolo de todas la joyas de oro y quentas, que en vida tenia de mas estima y
valor; y asentabanlo sobre una barena, o canizo que tenian, o le hacian aposta, y Inego le ponian
fuegi) por debajo templadamente, de sorte que se iba consumendo el humor del cuerpo y no quemando;
y alli lo tenian basta que acababa de tostar y secar muy bien ; lo que turaba algunos dias, en las
qnales accurrian todos los suditos del senor, y moradores circunvecinos a dar el |)esame a la madre
o parìcntes del muerto. En el qual tiempo tenia por oflcio una India vieja de salir a la plaza
o sitio donde el cuerpo del cacique estaba secando, compuesta de ciertas sartas y corales a manera
de pretales, de cascabeles, y con un paso y sembiante triste al son que los cascabeles hacian cantaba
con triste canto los proezas y valentias, (pie en su vida hizo el muerto ; unas veces sacando a vista
de todos el arco con que peleaba, otras las flechas, otras la macana, otras la lanza, y asl discurria
por todo lo que habia que sacar, no Gallando en sus lamentables ensechas las flestas convites y
regocijos, y otras C(>sas que a ella le parecia que eran grandeza: lo qual turaba el tiem[)o que se
tardaba en consumir la humidad del cuerpo, y aun la carne basta (piedar los huesos solos ; e ya
que no liabia mas que el fuego por gastar, limpiaba muy bien los huesos de la seca carnosidad que
eo cima les quedaba, y untandolos . . . metianlos en un cataure o cestillo , y colgabanlos en la
eombnira de su Buhio. Para este dia de està ultima cerimonia, los parientes del muerto tenian
8 AGUEROS
America
aderezado muy largamente de corner y bebcr. • E cosi mangiando bevendo e ubbriaccandosì, finiva
la cerimonia e se ne tornavano a casa, li Padre Aguado scrìsse la sua opera circa il 1582.
samp. 9. Agueros. — Descripcion historial de la Provincia y Archi-
J,. pielago de Chilóe en el reyno de Chile y obispado de la Con-
cepcion. Dedicada a nuestro catolico Monarca Don Carlos IV
(que Dios guardo). Por el Padre Fray Pedro Gonzalez de Agueros
de la Regular Observancia de nuestro Padre san Francisco, de la
Provincia de la Purisima Concepcion en Castilla la Vieja, Pre-
dicador general Apostolico, Ex-guardian del Colegio de Propa-
ganda Fide de santa Rosa de santa Maria de Ocopa en el Perù,
y Arzobispado de Lima, y su Procurador en està Corte de Madrid.
Madrid, ano de MDCCXCI. En la impronta de Benito Cano.
Un volume in 4, di tre fogli preliminari non numerati e 318 pagine. Fra la pagina 14 e 15 è
un* incisione rappresentante un albero in forma di Croco col Crocifìsso ; e sotto vi si legge : Kerdo-
dtra efigie del Arbol qìie en figura de Cruz y Crucifixo $e hallo en el Valle de Limache reino de
Chile : e inUne del libro è un Mapa de la Provincia y Archipielago de ChUòe en el reino de Chile
obifpado de la Concepcion : fomiado por el P. Fr. Pedro Gonzaleg Àguerot del Orden de san Fran-
cisco etc. L' opera ò divisa in due trattati. Il prìmo : Del estado naturai y politieo de la Provincia
y Archipielago de Chilóe: il secondo : Del estado espiritual y eclesiasiico , sino a pag. 205 : donde
il libro seguita, 1. col Diario de la espedidon que el Piloto Don Francisco Maehado (accompagnato
da valentissimi Missionari Francescani) hizo desde el Puerto de san Antonio de Chacao , en la
Provincia de Chilóe , para reconocer los Archipielagos de Guaitecas y Guaianeco , por orden del
gohernador que entonces era de aquella Provincia Don Carlos de Beranger. 2. Extracto de la espedidon
que los Padres, Fr. Benito Marin , y Fr. Julian Beai, Misioneros del Colegio de Oeopa, y destiìiados
a las Misiones de Archipielago de Chilóe, hicieron a uliimos del ano de 1778 , y jnindpios del de
1779, a los Archipielagos de Guaitecas y Guaianeco , al sud de aqueUa Provincia^ en solicitud de
los Indios gentiles: stendo gohernador del Archipielago Don Tomas de Jauregui, y presidente de
aquellas Missiones el Padre Predicador Misionero Apostolico Fr. Juan Bautista Peirano : 3. Segunda
expedicion hecha a losreferidos Archipielagos de Guaitecas y Guaianeco ^ por los Beligiosos Misio-
neros P. Fr. Francisco Menendez, y P. Fr. Igìiacio Bargas, en solicitud de la reducion de los gen-
tiles, a fines del ano de 1779, y priucipios de 1780, segun consta de la carta escrita al P. Fr. Juan
Beai por el citado P. Fr. Francisco Menendez. Poi — Soticias pracUcas è individuales de las islas
nombradas vulgannente de Othaiti ò Carolinas, situadas en el mar del sud, o Pacifico. — E consistono
1. in un Extracto de la expedicion que en el ano de 1774 se hizo desde el Puerto de Callao de
Lima a las islas de Otahm, conduciendo a ellas a los Beligiosos Misioneros de S. Padre san Fran-
cisco, para que procurasen la reduccion de aquella gentilidad : %. De los acaecimientos particulares
en el Puerto de Santa Cruz de Ojatitura , al regreso de la isla de Orayatea. 3. Extracto de lo que ex-
periìnentaron los Beligiosos Mision.Fr. Geron. Clota, y Fr. Narciso Gonzalez en los indios gentiles de la isla
Othaiti, eie, desde el 28 de Enero de 1775, en que se situaron en ella, hasta el 12 Soviembre del mismo
ano, que se retiraron para el Puerto de Callao de IÀma,segun consta del diario que entregaron al Exmo
Seiior Yirey del Perii . — L' opera ù piena di dottrina e di erudizione, e della maggiore importanza
per la storia delle Missioni Francescane. Anche , chi la legga , vi troverà le vere ragioni perchè la
Spagna ha perdute tutte le sue colonie Americane. Cosi i consigli de'Missionarì fossero stati ascoltati:
i soli, che sempre, sin dal principio della conquista, dissero coraggiosamente la verità ai Monarchi
spagnuoli ! V esemplare che ho studiato , trovasi nella Biblioteca della Reale Accademia di storia
<11 Madrid, e n' ho un altro appresso di me, che acquistai in Parigi dal Maisonneuve al prezzo di
80 franchi. Il Leclerc (Bibliot. Amerie.) errò chiamando il Padre Agaeros ArzoMspo de Llma:ei
lesse male nel titolo dell' opera, ove si dice che T Agueros era Guardiano del Collegio di Propaganda
Fide di santa Rosa di santa Maria de Ocopa nel Perù y Arzobispado (non Arzobispo) di Lima.
ÀGUIRRB - ALARf ON
— Coleccion general de las espediciones practicadas por los
Religiosos Misioneros del Orden de san Francisco del Colegio de
Propaganda Fide de santa Rosa de santa Maria de Ocopa, situado
en el reyno del Perù, Arzobispado de Lima y Provincia de Sauja,
solicitando la conversion de los gentiles ; con descripcion geo-
grafica de la situacion de aquel Colegio y sus Misiones ; y se
expresan tambien los Religiosos que han muerto a manos de
los Infieles por tan santa obra. Dedicala a Nuestro Catolico
Monarca (que Dios guardo) D. Carlos III en su Real y supremo
Consejo de Indias, Fr. Pedro Gonzales Agueros, de la Provincia de
la Concepcion en Castilla la Vieja, Predicador General Apostolico,
Ex-Guardian del citado Colegio, y su Procurador en està Corte de
Madrid, a nombre de aquel gremio de Misiqneros. Ano de 1786.
È un prezioso Manoscritto in 4, di oltre 100 fogli, della Biblioteca della Reale Accademia di
Storia di Madrid. Ne feci estrarrc una copia, che ho appresso di me. in ultimo porta la firma
dell'Autore con la data 24 di Luglio del i786, Madrid.
10. Aguirre. — Poblacion de Valdivia, motivos y medios de
ha^erla, defensas del reyno del Perù, para resistir las invasiones
ennemigas de mar y tierra etc. por Fr. Miguel de Aguirre de
la Orden de san Francisco. Lima, 1647.
Un volume in foglio. È libro rarissimo , di cui non potei incontrare alcun esemplare in
nessuna Biblioteca di Spagna, né altrove.
». H. Alarjon. — Sermones en lengua Cakchiquel, escritos por
Aarria
varios Padres de la Orden de san Francisco, y recogidos por el
M. R. Padre Fray Balthasar de Alargon, Procurador General de
la misma ' Orden en la Provincia del dulce Nombre de Jesus de
Guatemala.
« Un volume in 4 di 153 fogli ( dice il Brasseur ( Bibliot. Me$. Guat. ) che Io vide in
America), contenente ventitre sermoni in lingua Cakchiquel, scritti in diverso tempo da diversi
autori ; tatti di accurata lettera, della flne del XVI secolo. I^ lingua Cakchiqdel, egli continua, che il
Flores ( ¥r. JldefoMO Giuteppe, confratello di Religione dell' Alarfon) chiama la lingua metropolitana
di Guatemala, era in realtà la lingua della città capitale di quella provincia, che i Cakchiquel dicevano
Laxmche, e i Messicani Texpan-Guauhtemalan. Questa città si elevava sopra un' alta pianura,
cireondata da profondi burroni, ad una lega dall' attuale comune di Tepan-Guatemala. Venne rovinata
nelle guerre della conquista, che produssero tante rovine in quelle regioni del Nuovo Mondo; e
Alvarado Tanno i523 vi sostituì la Guatemala Spagnuola, che è ancora capitale di quella Repubblica.
Ma i Cakchiquel si estendevano più oltre, sino ai villaggi posti al Nord e al Nord Ovest dei grandi
vulcani di Fuego e di Àcua: al Nord sino alla riva destra del fiume Motagua, e al Nord-Ovest sino
al piede del vulcano d' Atitan. Il Qoichb ed il Izutuhii. sono dialetti della lingua Cakchiquel. »
dO
ALBANI - ALBUQUERQUE
stamp. 12. Albani. — Relazione dei Padri Fr. Giacomo Albani e Fr.
Giuseppe Maria di Gerusalemme Oss. Rif. Francescani e Mis-
sionari, di ciò che videro nel loro viaggio.
Fu pubblicata da Giovali Francesco Gemelli nel tomo VI Del Giro del Mondo; Napoli, 1699-1700.
II viaggio de' Padri avvenne il 1691. Nell'opera del Gemelli ò anche notizia di altri Missionari
Francescani in diverse parli della terra, e se ne può trarre assai profitto.
Asia
Ms, 13. ALBUQUERQUE. — Carta de Fr. Jo3o de Albuquerque,
Arzebispo de Goa a el Rey de Portugal.
E data in Goa il 13i8, e importantissima. In essa dà conto al Re: 1. della conversione e del
solenne l)attesimo conferito ad un alto capo Indiano: 2 di quel che passò tra lui e il Governatore
rispetto a' libri de' gentili : 3 dei progressi della fede per opera de' Padri Domenicani e de' Gesuiti:
4 di due Capitoli, che dalla Camera di Goa erano stati inviati al Re circa la sua persona: 5 d'un
chierico che aveva ottenuto un»Breve di Protonotario dal Papa: 6 delle virtù del P. Antonio Gomez:
7 di certi fldalghi eh' erano entrati nel Collegio della Compagnia. L'originale è nell'Archivio della
Torre del TomlK) di Lisbona, e una copia nella pubblica Biblioteca della città di Evora.
— Carta de Fr. JoSo Albuquerque , Arzebispo de Goa , etc.
È originale, e data in Goa il 6 dicembre 18i8. Trovasi nell'Archivio della Torre del Tombo di
Lisbona. Vi fa l'elogio delle straordinarie virtù apostoliche di Frate Giovanni da Villa di Conde.
— Carta de Fr. Jo3o de Albuquerque, Arzebispo de Goa, etc.
È data il 1550. Vi si parla della Chiesa della Madre de Deos, data dal Prelato Francescano ai
Padri della Compagnia di Gesù. È autografa, e si trova nell' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona.
Di questo insigne Prelato Francescano accenneremo qui qualcosa della larga biografia che ne
scrisse, tra gli altri, il P. Emmanuele Moxporte nella sua Croìiaca della Provincia Francescana della
Pietà, di cui diremo a suo luogo. Nato nella villa di Albuquerque provincia di Estremadura in
Castiglia, giovinetto mostrò grande ingegno, congiunto a pari virtù, e compiuti tutti gli studi, si
rendette Francescano in detta Provincia da poco fondata e per regolare osservanza florentissima, di
cui addivenne tosto superiore Provinciale il 15Ì6, e dipoi per la seconda volta il 153i. In questo
tempo lo elesse a suo confessore il Duca Giacomo di Portogallo, e dipoi re Giovanni III, che
conosciute in breve le straordinarie sue virtù. Io propose a Papa Paoìo III per primo Vescovo delle
Indie ; e venne preconizzato con lettere apostoliche del 1 Aprile del 1537. Consacrato vescovo, parti
per Goa con l'armata del Viceré D. Garcia de Noronha, giungendovi l'U settembre di quell'anno.
Non potè subito occuparsi della sua diocesi (che cominciando dal Capo di Buona Speranza com-
prendeva tutta l' India ) perchè in que' momenti lutto era quivi in grande confusione per recar
.soccorso alla fortezza di Diu , strettamente assediata dai Rumes. Ma tornato il Viceré a Goa, che fu
il maggio del 1539, di subito si diede a ordinare con grande zelo la sua chiesa. Eretta la cattedrale
dedicata a santa Caterina, vi creò e istituì canonici, cappellani ed altri numerosi ministri, e dipoi
anzi tutto si fece a richiamare al dovere i Portoghesi, che occupati com'erano in continue guerre e
conquiste, non ritenevano quasi più nulla di cristiano. A questo flne divise la città in quattro par-
rocchie, che' provvide di vicarii e di beneficiati ; ed egli primo di tutti predicava senza posa con
graffilo spirito, sicché cominciarono numerosissime conversioni anche d'idolatri; nella quale opera
fu grandemente aiutato da certo Diego de Borba, nativo d'India, che allevato da' Francescani che
quivi avevano stanza, era addivenuto un vero apostolo per la conversione delle sue genti . In tal
modo Goa con tutte le sue adiacenze fu in breve una città cattolica; e perchè 1 nativi venissero
ALGkhk - ALCANTARA 44
IL
Mi
più facilmente ammaestrati della fede, l' Albuquerque col Borba fondarono il Collegio di Santa Fede,
dove raccolsero molti giovanetti^ che addivenissero poi anch' essi Missionari del loro paese. L' Albu-
querque ebbe la ventura di ricevere e ospitare per alcuni mesi in sua casa san Francesco Saverio
clic si recava in missione, ed altri Missionari della Compagnia di Gesù testi> nata nella Chiesa ; e
tanta amicizia si strìnse fra loro, che il Santo volle condurre a ricevere il battesimo dal venerabile
Prolato Francescano il primo Giapponese che gliene fece riciiiesta in Malacca. Ma appena un libro
basterebbe per scrivere ciò cjje fece l' Albuquerque per la propagazione e l'assodamento della fede
cattolica nell'Indie. Dopo molti anni di fatiche, il Re di Portogallo Io autorizzò a tornare in patria:
nu il buon Pastore non volle abbandonare il diletto suo gregge, e mori in Goa I' ultimo di febbraio
del 1559. Oltre le sue lettere di sopra accennate, io credo che frugando nelle Biblioteche e Archi\i
di Portogallo, se ne troverebbero delle altre; e ne varrebbe la pena, essendo di straordinaria importanza
per la stona della predicazione e dell' ordinamento dei Cattolicismo nell'India Portoghese.
14. Alcalà. — Vida maravillosa de san Martin de la Ascension
y Aguirre, Proto-Martyr del Japon, naturai de la muy leal
\illa de Vergara: disertacion historica de su patria y apellido.
Su autor es el Padre Fr. Marcos de Alcalà, Ijector de Theologia,
Misionero Apostolico, Predicador de su Magestad, Califlcador del
Consejo de la suprema y general Inquisicion , y de sus juntas
secretas, revisor general de Librerias, Definidor actual, y Chronista
de la santa Provincia de san Joseph de Religiosos Descalgos de
N, P. S. Francisco. Dedicada al Ilustrisimo Senor D. Andres de
Orbe y Larreatequi, Inquisidor General de todos los R«ynos y
Senorios de Espana. Con licencia : en Madrid : en la Imprenta
y Libreria de Manuel Femandez, fronte de la Cruz de Puerta
Cerrada, ano MDCCXXXIX.
Un volume in 4, di 55 carte di Dedica e dictamines de los Revisores; 310 pagine; ed altre 8
carte non numerate d' Indice de lait cosast notahles, y tablas de los capitulos in flne. È un libro di
preziosi documenti per la storia delle nostre Missioni nel Giappone. Tanto viemaggiormente che ci
dà ragguaglio (come già fanno quasi tutti i nostri scrittori di Spagna e Portogallo) degli Autorete
e delle loro opere, quesirvieroa de fundainenlo a la histona: e sono el Y. Fr. Juan Pobre (Laico)
companero del santo Martire, e la sua Historia Eclesiastica del Japon : Fray Francesco de MontiUa,
qM viviò con el Santo en Manila, e la sua Relacion Historica di quanto era avvenuto : el P. Fray
Antonio de la Uave nella sua Chronica de la Provincia de san Gregorio de Philipinas : Fray AIomo
deJesìU, coetaneo del santo Protomartyr, e il suo Memorial a la santidad da Gregorio XV : Fray
Balthasar de Medina, e la sua Chronica di s. Diego de Mexico con la Vida, Martyrio, y Beatipicacion
DKL INVITO Proto-Martyr del Japon, san Phelipe de Jesus, Patron de Mexico: Fray Nicolas Serrale
e il suo Compendio historico de la Seraphica descalzès: Fray Jacobo de Castro e le sue Chronicas
DB LA Provincia de Santiago ( 2 volumi). Un asemplare di questa Vita trovasi nella Diblioteca della
Reale Accademia di Storia di Madrid.
15. Alcantara. — Relacion muy breve de la perdicion de los
Espanoles y del Martyrio de seis Frayles Franciscanos sus com-
paneros que padeceron por la Fé de nuestro Senor Jesu Christo en
el ano de 1597 en la ciudad de Nangazachi en el Japon.
12 ALEMAN - ALFARO
Alla
Manoscritto di 5 carte in foglio, originale, in carta cinese, segnato Fr, Fedro de Alcantara , S9
dejunio 1597. Trovasi nell'Archivio de Indiae di Siviglia.
te. 16. Aleman. — Historia de todo lo obrado en China por el
senor Patriarcha Toumon, y su defensa, ano de 1709: por P. Fr.
Martin Aleman de la Provincia de san Juan Bautista.
Cosi il Padre Huerta nel suo Ettado geografico, topografico, esladigtieo, historico-religioso de
la Provincia de san Gregorio de FUipinas etc. Binondo 1863 • Fr. Martin Aleman , (egli aggiunge) paso
a Filiplnas ci ano del 1696, y en el mismo ano fue destinando a las misiones de la China, donde
trabajó con gran celo, desempeSando el cargo de Comisario Provincial. Despues de 30 anos de
trabajos apostollcos en China fuè llamado a Mejico por el P. Comisario General, saliendo de Macao
el SO de Enero de 17S6, y habiendo sido despachado en Mejico se dio a la vela por Londres en un
buque ingles. En està ciudad enfermò gravemente, y mnriò en casa del Embajador Portuguez, asistido
de su compaiiero Fr. Juan Fernandez Serrano, a principios del 1737. » Di questi duo Misslonarìi
Francescani sono alcune lettere importanti nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia.
Mi. 17. Alenda. — Relacion de mi viage a Pekin: por el P. Fr.
^ Gaspar Alenda de la Provincia de S. Juan Bautista.
II Padre Huerta, (Estado etc.) che ce ne dà notizia, dice che è segnata il di 12 agosto del 1638. E
aggiunge la seguente biografia. • Fr. Gaspar Alenda, Predicador, profesò en la santa Provincia de
S. Juan Bautista, donde se ejercitò con muchp aplauso en la predicacion, paso a Filipinasel aiìo do
1611, y fue destinado al ministero apostolico. El afio del 1636 paso a las Misiones de la China,
y fneel prlmero que, en compania de Fr. Francisco de Alameda, entrò en ciudad de Pekin, predicando
publicamente el dia 14 de Agosto de 1637. Por està santa causa fuè preso en diclia ciudad,
apaleado en publico tribunal y destcrrado a Neuti, distante de Pekin unas 300 leguas, en cuyu
dilatado camino, cargado de cadenas , sufriò con admirable paciencia indecibles trabajos. En
la ciudad de Neuti fuè condannado a muerte; pero se revocò la sentencia y fue destcrrado a la
ciudad de Macao, donde consiguiò su libertad. Desde Macao paso a Isla Hermosa , y fundò una
Iglesia y Convento, ocupandose en la conversion de los infleles basta el ano de 1672, en cuya epoca
asediaron los Holandeses la citada isla el 18 de Agosto , y se apoderaron de ella el 25 del
mismo mes , muriendo nuestro Fr. Gaspar en uno de los dias que median entrc el 18 y 25 de
Agosto de dicho afio de 1642, por una baia encmiga y en defensa de su religion y de su patria. •
s^. 18. Alfaro. — Viaggio fatto alla Cina dal P. Fr, Pietro Alfaro
^" dell' Ordine di san Francesco della Provincia di san GioseflTo
(mentre era Ministro delle isole Filippine ) insieme con tre Padri
della medesima Religione. Dove si vede, come entrassero mira-
colosamente in quel regno , et si fa mentione di tutte le cose
belle et curiose, che notarono in sette mesi che ci stettero. In
Venetia, appresso Andrea Muschio, MDXC.
Un volumetto di 82 pagine, in 4, tradotto daUo tpagnuolo in italiano dal magnifico Mr,
Francesco Avanzo, cittadino originario di Venezia. Se ne trova un esemplare nella Biblioteca
Nazionale di Firenze. Lo scrittore del viaggio non fu veramente il Padre Alfaro , ma uno de' suoi
compagni, cioè il Padre Agostino de Tordesillas, di coi diremo a suo luogo, parlando del manoscritto
ALIIONDIGA - ALMAS 13
che n' tbbiamo trovato nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. Questa
tradazione italiana venne condotta su la stampa che ne fece in ispagnuolo il P. Giovanni Gonzalez
de Mendoza Agostiniano, che tutto lo interpolò e aggiustò a modo suo. Il viaggio fu fatto nel 1579.
Questi Francescani, dopo gli antichi loro confratelli del 1300, furono i missonari che primi di tutti
entrarono in Cina. Del Padre Alfaro esistono e vidi parecchie importanti Ietterò autografe nell' Archivio
de Indias di Siviglia.
19. Alhondiga.— Relacion do los trabajos y frutos apostolicos
de los Religiosos Franciscanos en el vasto Imperio de la China
por el P. Fr. Roque Alhondiga de la Provincia de S. José.
Cosi il Padre Hubrta. (Estado etc.) : aggiungendo che « se alistó para las Misiones de Filipinas y
llegò a ellas el ano de 1721, y el 2 de Octubre del proprio aHo salìó para las Misiones de China. Llegado
a Canton, estudiò el idioma chinico . . . y murió en la misma ciudad el dia 4 de Marzo de 1731. •
20. Almaden. — Relacion del hermano Predicador Fr. Antonio
de Almaden, de los sucesos de la Mision desde los ultimos del
ano de 1730 hasta el mes de agosto del ano de 1731.
Manoscritto di 5 carte in 8, dell' Archivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da que'buoni
FadrL
— Relacion en que se dize la prision de un Religioso Francisco
Descalzo Espanol , Misionero Apostolico del Imperio de la Gran
China, estando actualmente, despues de dies anos cumplidos de
persecucion, en la Provincia de Xan-tung.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da que' Padri. Sono 17
carte in 4. Il religioso imprigionato fu lo stesso P. Fr. .\ntonio della Madre di Dìo , o Almaden;
e sua è la relazione data el ano quarto del empeiulor Kien-Lung , Luna nona. Ano de la encar^
nacion 1739 dia 3S de octubre.
21. Almas. — Clamores feitos ao céo, suspiros dados na Terra
Santa de Jerusalem, lagrimas e tormentos , com que em Palestina
acabao as vidas os filhos do Serafico P. S. Francisco, que residem
naquellos santos Lugares ; gragas que Ihes sào concedidas , e a
seus bemfeitores , com cuja diligencia e esmolas se conservao ;
mercés com que sao premiados e outras importantes noticias ,
que neste livrinho recopilou a devota curiosidade de Fr. Miguel
das Almas Santas, Religioso do N. P. S. Francisco da Provincia
do Portugal no menor estado de Leigo , Vice-Commissario de
Terra Santa de Jerusalem na comarca de Valenga de Minho e
parte do Arcebispado de Braga. Obra novamente accrescentada.
44 ALVA
' ' ■■.■■■! i» Il ,1, I» 1. ^ . p w^^^^^^-mm^^— I ■ Il II I I ■ W
Lisboa: na officina de Miguel Manescaljmpressor do Santo Officio.
Anno 1755. Con as licen^as necessarias.
Un volume in 8, di Ire carte preliminari non numerate e 352 pagine. Contiene molte notizie
e documenti per le nostre Missioni dell' Oriente. Se ne trova un esemplare nella Biblioteca dell* Acca*
demia (già della Congregazione del Ter// Ordine Regolare di san Francesco) di Lisbona.
skmp. 22. Alva. — Naturae prodigium, gratiae portentum: hoc est
Seraphici P. N. Francisci vitae acta ad Christi Domini Nostri vitam
et mortem regalata et coaptata : in prima columna describuntur
Redemptoris mundi mysteria, incipiendo ab eius aeterna praede-
stinatione usque ad gloriosam ipsius ad coelos ascensionem ; et in
altera correspondente, conformitates, similitudines et parallela Se
raphici Patriarchae , in guadraginta quinque titulos divisa : item
prò apparatu operis viginti sex praemittuntur tabulae, prò princi-
palioris assumpti claritate et illustratione : ad laudem et gloriam
eiusdem Seraphicae Religionis Minorum Patriarchae pertinentia,
enodantur. Omnia elaborata et collecta a R. P. Retro de Alva y
Asterga in eiusdem Seraphicae Regularis Observantiae Instituto
filio, Lectore Jubilato, Supremae Inquisitionis Qualificatore, Pro-
vinciae XII Apostolorum Regni Peruani Occidentalium Indiarum
alumno , et in Curia Romana prò venerabilis (ora santo) P. Fr.
Francisci Solani canonizatione Procuratore Generali. Mattiti,
anno MDCLI.
Un volume in foglio, di 410 pagine , di cui trovai un esemplare nella pubblica Biblioteca di
.nani' Isidoro di Madrid. È lavoro importantissimo per lR*n conoscere il prodigioso apostolato del Solano
nell'America, non altrimenti che le glorie conseguit(*vi merci» l'opera dell' Ordine Francescano dalla
Romana Chiesa. Oltre a ciò, ha una iamla (la prima delle 10 che si seguono l'una all'altra)
veramente preziosa, in qua recementur doctores et authores qui de Seraphico Patre nostro Francisco
scripserunt: non quidem incidenter (nam horum non est numerusj sed Ulorum, qui ex professo
egerunt de ipso vel rebus eius , elaborando libnim , traetatum, opusculum, sermonem, vitam, rei
poemata . . . ordine alphabelico distributi. Un altra dà molti particolari delle nostre Missioni in
varie parti della terra. In un'altra si riferiscono tutti i Conventus et Ecclesiae atque loca sacra,
quae inter barbaros infldeles Saracenos ac Mahumetanos kabitant et possident Fratres Mitiores et
in quibus eultui divino inserviunt. In somma, è opera piena di molta dottrina e di lK'Ui«sime notizie ;
0 meglio, è come una sintesi di tutto quello che sotto ogni rispetto era stato scritto di san Francesco
sino all'anno 1651.
— Delinatio Bullari Seraphici extracta ab indiculo universali
a R. P. Fr. Pedro de Alva et Asterga Regularis Observantiae
elaborato, in quo secundum seriem annorum Christi Domini ac
Summorum Pontificium extant coUectae et dispositae ( sicut hic
ALVAREZ i 5
in Gregorio IX doinonstratiir) 15000 Litterae Apostolicae et Decreta
prò conficendo BuUurio totius nostrae Seraphicae Keligionis.
Sono 24 pagine, in 4. Un esemplare trovasi nella Biblioteca Nazionale di Madrid.
23. Alvarez. — Diario historico-politico - canonico -moral. Su
Auctor el Padre Fray Joseph Alvarez de la Fuente, Predicador
General de numero en su Religion, y de su Magestad catholica,
hijo de la santa Provincia do Castilla del Orden de nuestro P.
S. Francisco de la Observancia, y la dedica al Reverendisimo
Padre Fray Juan de Soto, Lector Jubilado, Teologo de su Mage-
stad en la Real Junta de la Inmaculada Concepcion. Dividido
en doze partes por los doze meses del ano.
Sono 13 volumi in 8. Il tredicesimo contiene l'Indice di UitUi l'opera. Opera ricchi:»sìma di
notizie e di erudizione, che può prestare molto aiuto per scrivere la storia delle nostre Missioni. Xc
è un esemplare nella Biblioteca del palazzo vescovile della città di Cordova.
24. Alvarez. — Memorial ilustre de los famosos hijos del Real,
grande y religioso Convento de S. Maria de Jesus ( vulgo S.
Diego de Alcalà) primado Monasterio de este ilustrissima ciudad
que produxo tantos varones sabios, cuyas brillantes luces en cuna,
virtudes y letras hicieron gloriosa su fundacion : que hizo el
Uustrissimo Senor D. Alonso Carrillo de Acuna , Arzobispo de
Toledo, Primado de las Espanas y Chanciller May or de Castilla.
Escrivele Fr. Diego Alvarez Predicador General de la exclarocida
Provincia de CastiUa de la Regular Observancia de N. P. S.
. Francisco y Sacristan Mayor de diche Convento. Le consagra a
la hermosissima aurora de el mejor Sol Santa Maria de Jesus, por
mano de Don Vicente, Julian, Bentura de Alfaro e Cavaliere de el
habito de Santiago, ayuda de Camara de su Magestad y Sindico de
este Convento. Con licencia : en Alcalà , en la Impronta de Dona
Maria Garcia Briones, impressora de la Universidad. Ano de 1753.
Un volume in foglio, di 13 carte preliminari non numerate e 636 pagine, oltre 4 carte dì
®«M0, in fine, de los Ubros y capilulos que se contienen en està historia. Sono sette libri, e vi sono
*Knissime ed importantissime biograllc di nostri Missionari e Martiri, che dopo aver illustrato quell'
^gne Collegio col loro magisterio e i loro studi , operarono mara% iglie e sparsero il sangue fra
I»POli barbari e selvaggi per la diffusione della fede di Gesù Cristo. Aggiungiamo che nella Bibliotec^i
•^flla Reale Accademia di Storia di Madrid sono numerosi documeidi inediti per scrivere una bellissima
• furiosa storia del sopraddetto Collegio , che si può dire essere stato una delle più splen4lide
«MiivOTsità della Spagna, di cui la dotò il Cardinal Ximcncs. Un esemplare del libro del Padre Alvarez
^ trova nella stessa Biblioteca,
16 AMERICA - AMICU
^, 25. America en el mar del Sur, Uamada Imperio de los Reynos
'^'^ del Sur.
Un volume in foglio, della Biblioteca Nazionale di Madrid. È un lavoro molto ben fatto, ricco
di notizie g^eografìrlie e storiche, e di fatti attinenti all'opera apostolica dell' ordine Francescano nelle
Americhe, itpecinlmento nei vasti regni del Perù. Pare scritto al principio dello scorso secolo, ed
autografo. N' è autore un Francescano che amò tener celato il suo nome.
Amsnoi
26. Amich. — Compendio historico de los trabajos , fatigas ,
sudores y muertes que los Ministros Evangelicos de la Serafica
Religion han padecido por la conversion de las almas de los
gentiles en las montanas de los Andes , pertenecientes a las
provincias del Perù; dedicado al Serafico Doctor san Buena-
ventura; escrito por el P. Fr. José Amich, Predicador Apostolico
y escritor del Colegio Serafico de Propaffanda Fide de santa
Rosa de Ocopa. Van en seguida noticias historicas sobre las
Misiones en la Republica de Bolivia por el P. Ceferino Mussani,
Minimo Observante. Paris, Libreria de Rosa y Bouret, 1857.
Un volume in 8 , di 392 pag. Alla 293 cominciano le SoUeias hUtoricas sobre las Misiones de
la Republica de Bolivia por el P. Ceferino Mussani. Una traduzione italiana di tutta I' opera è presso
di me, fatta a mio invito dal P. Pietro da Belmonte della Provincia Osservante delle Marche. Giova
qui notare quel che dice V Autore alla flne del Prologo, che cioè egli rappiccò e proseguì el ìUlo
historieo de la Cronica Franeiseana del Perù, escrila por el Reverendo Padre Fray Diego de Cordoba
y Salinas, sacada a luz d ano 1651, della quale parleremo a suo luogo. Fu il P. Amich un dottissimo
Missionario e geografo. II Padre Truxillo nel suo Plano de Estudios, ci fa sapere clic el descuhrimienio
y demarcadon de las Islas Carolinas, o de Otageite» siluadas en el Oceano Pacifico , y el recono-
cimiento geografico, y noticia de sus habitantes se debiò unicamente a Fr. Joseph Amich ano de 1772.
Dalla sua oliera trascrìviamo, come saggio, la seguente notizia che nella prefazione dà delle .\ndcs.
« La primera notjible porcion de la America merdional (egli dice) es la Conlillera Real, que comenzando
cerca del mar de norte en las sierras de Santa Marta, prosigue al Sur por espacio de mas de mil
y trescientas leguas , con elevados cerros cubiertos do nieve todo el affo. Està Cordillera Real casi
desde su principio viene dividida en ramos casi paralelos ; y aunque en algunos parajes Ilegao a
unirse (comò en la provìncia de Jaen), siempre se distinguen en sus calìdades. El ramo occìdental
de la Real Cordillera, el cual sirve de orla a la costa del Perù, es mas alto y nevado, y comò dista
poco del Mar del Sur (pues su distancia no escede de veinte leguas), las vertientes que dan
manantial a los rios que desaguan en dicho mar, son de poco caudaU y por consiguiente los rios
son prquefios. Y por el contrario, de lodas las vertientes que caen a la parte orientai . se forman
grandes y caudalosos rios, que despues de halxT corrido por diversos rumbos, tributan los mas
sus raudalcs al gran rio Maranon, y algunos al gran Rio de la PlaUi, Las faldas de este ramo occìdental,
quo caen a los valles del Sur, son regularmente esterìles, pues solamente con el beneficio del riegiì de
las vertientes de la Cordillera produce lo necesario a la vìda huraana en las (luebradas y valles donde
se consigue el riego, dejando muclios espacios de rosta incultos por falla de humedad reducidos a
aridos arenales y algunas salinas. De està generalidad se e.sccptua la costa que media entre Guayaquil
y Panama, que por estar mas distante de la Cordillera tiene el beneficio de las lluvias, y es montana,
con temperamento calido y humedo.
• El ramo orientai de la Real Cordillera ( que vulgamente llaman la Cordillera de los Andes )
dista regularmenU* de dìes a veinte leguas de la Cordillera grande, y tiene muchos cerros nevados
lodo el ano. El espacio que se balla entre estos dos ramos de Cordillera , està cortado do diversas
AMICH 17
quebradas y vallcs frios donde se cria mucho ganado de todas cspccies, y algunos son abundantes
de cebada y trigo . El temperamento es frio y seco , aunque tiene su invicrno de lluvias y en
algunas quebradas por donde corren algunos rios (a lo cual llaman temples) hace bastante calor,
y 9e producen algunas fructas, asi de la tierra comò de las de Europa.
« La segunda porclon notable de la America Meridional, es la Serrania del Brasil, que comen>
zando desde las sierras de Maldonado (en el rio de la Piata) corren al norie basta cerca de la linea
cquinoccial. Y aunque està serrania no es tan elevada ni tiene tanlos cerros nevados corno la Cor-
dillera Rea! , es muy cscabrosa y llena do monte , donde por las frecucntcs lluvias dan sus
vertientes copiosos caudales de agua a muchos y grandes rios, que los mas desaguan en el rio de la
Piata, y olros al mar del norte. Tales son el rio del Para, el de locanti nos, el de san Francisco y otnjs.
« Entrc cstas dos notables porciones de la America Meridional, està situada la tercera, mas
notable por su grandeza. Consiste està porcion en unas grandes Uanuras o Pampas, que ocupan
mas de mil leguas del selenlrion al mediodia, y del occidente al oriente en algunas parles qufnientas
leguas y en otras menos. Todo este grande espacio està cruzado de innumerables rios , muchos de
los cuales son de tal magnitud, que cxceden a los mas famosos de Europa y Asia. Los mas de ellos
contribuyen a formar el famoso rio de las Amazonas, y los otros tributan sus caudales al rio do
la Piata. El terreno (maxime en la zona torrida) està cubierto de espesos monles de arboledas de
todas especies y de grandores estraordinarios. El temperamento es calido y humedo escesi vamente,
por lo cual es criadero de innumerables sabaniiijas nocivas al genero humano . Hay culebras de
muchas especies y tamafios, y algunas muy ponzonosas. Muchos tigres, leopardos y antmales voraces.
La cantidad de hormigas de diferontes especies y grandores, es immensa. Los mosquitos en tanta
machedumbre, que a veces se forman de ellos comò densas nubes, y murciélagos de estraordlnaria
grandeza. Los rios en gran manera abundan de pescado y de caimanes ; los montes crian muchos
anìmales comestibles, y el ayre da muchlsimas aves de varias especies, asi de caza comò de canto,
matizadas de hermosos y vistosos colorcs.
« Todo este vasto espacio de està tercera notable porcion de la Meridional AmcHca, està
poblada de innumerables naciones de Indios infleles, que viven de vida brulal sin ley, ni rey, ni
depondencia: conlentos con lo que produce la tierra y los rios a costa de muy poco trabajo, porque
corno el temperamento es muy calido y humedo, hace el terreno grandemente fertil de todas las
semillas y frutos que suole produci r la montana. Las mas de las naciones no usan mas vestido que
el pe sacaron del vientre de su madre. Viven esparcidos por aquellos montes en casas grandes
lifchas de patos y cubiertas do hojas de palmas. En cada casa vive una familia o parentela de
trienla o mas personas. Solamente se juntan en crecìdo numero para sus borracheras (que es su
vicio dominante) y para las espediciones de guerras que continuamente tienen unas naciones contra
otras: para cuyo efeclo eligen sus cabos o Guracas. Entro ellos se ignora la piedad, porque ni los hijos
hacen caso de sus padres, ni las hijas alienden a los preceplos de sus madres, y los enfcrmos no
tienen mas remedio que sanar naturalmente o morir desamparados ; y dospues de muertos , sus
parienles pegan fuego a la casa y cadaver, y se mudan a vivir a otra parte bien distante.
Ora viene la Montagna (cerro ) del Sai, dove specialnicnlo evangelizzarono, negli ultimi secoli, i
ftancescani. • El ramo orientai de la Cordillera Real,llamado viilgarmenle la Cordillera de los Andes, le
hasituado Dios fan empinado y escarpado por la parte orientai (que es la ((ue mira a la montana)
qne parece habtT querido su altisima providencia impedir a los moradores de la Sierra el transito
^ las Uanuras; pues solo permite bajada a ellas por algunas quebradas de muy dìnciles caminos por
cansa de los precìpicios, nieves y ciénegas de que està guarnecida està Cordillera de los Andes. Estos
«hstacolos fueron la causa para que siempre fuesen sin fruto las espediciones a la montana, asi en el
liempo de los Incas, .Monarcas del Perù, corno de los Espanoles que emprendieron algunas de sus
conquislas, y està misma parece ser la razon porque en los primeros cien anos de la conquista de este
Rino, no se lec haber entrado Religioso algnno a la espiritual conquista de los infleles de les montafias...
• La primera entrada que se hizo a las montanas (omitiendo las ({ue hicieron los conquistadores
deQolio) fué por la quebrada de Chachapoyas y Moyabamba, en cuyo rio se hizo el armamento de ciuco
bergantines, para ir reconocer el rio de las .\mazonas bajo las ordenes del capitan Pedro de Ursua, a
quien matò el tirano Lope Aguirre, y se levante con el armamienlo para las piraterias que ejecutò en
el mar del Norte.
« Otra entrada a la montaiìa so facilita por la quebrada en que està la cindad do Guanuco.
3
18 s AMOR DE DEOS - ANDRADA
Skaitip.
Por estas entraron nuestros Religiosos el ano de 1631 a la conquista espiritual de los Panataguas,
seguo que lo reOere nuestra Cronaca del Perù lib. 7. Gap. XXV.
• Esto Cerro del sai es muy famoso por el grande concurso de Indios infieles, que de las naciones
mas remotas de la montana acuden a el por sai ... . està habitado de indios Amages, y de alg^nos
de las otras naciones que se quedan en el cuando suben por sai. (Cap. I. del Compendio etc.)
I sopra detti primi Missonari Francescani formarono il primo popolo cristiano di Guancabamba;
donde poi « entrò a la montana el siervo de Dios Fr. Geronimo Jimenez . . . el ano de 1635 . . . que
despues fué martirizado en compafiia del venerable Padre Fray Cristoval Larios a manos de los indios
Gampas en el rio de Perene el dia 8 de deciembre de 1637. • (Cap. II). E cosi mano mano la Missione
venne dilatandosi con vicende varie, e immensi sacrifìcii de'Qgli di san Francesco, che vi ottennero
stupendi successi : ed è la storia che l'Autore ci viene narrando insino addi nostri , ricca d' interes-
santissimi fatti. Questa missione ancora continua, ed è una delle presenti belle glorie del nostro
Istituto.
27. Amor de Deos. — Escola de Penitencia, caminho de per-
feigao, estrada segura para a vida etema. Chronica da Santa
Provincia de S. Antonio da Regular Observancia da Ordem do
Serafico Patriarca S. Francisco no Instituto Capucho neste
reyno de Portugal. Tomo I oflTerecido ao eminentissimo senhor
Cardeal Patriarca I D. Thomas de Almeida, Capellao Mor e
conselheiro de Estado, por seu author o doutor Fr. Martinho
do Amor de Deos, Collegial que foy no Collegio Beai de S. Paulo
na Universitade de Coimbra, e nella con graos in utroqìie Jure ;
Missionario Apostolico, Penitenciario de su Santitade , Exami-
nador Synodal da Curia Patriarcal e do Bispado de Leiria pelo
illustrissimo senìior D. Alvaro de Abranches e do grande Priorado
do Grato pelo serenissimo senhor Infante D. Francisco : Filho do
santo Seminario de Bracannes, e incorporado nesta Provincia e
seu Chronista, Lisboa Occidental, na oflBcina dos Herdeiros de
Antonio Pedroyo Galram . MDCCXL. Con todas as licengas
necessarias.
È un volume in foglio, di Ì4 carte preliminari senza numerare e 870. Non fu pubblicalo che questo
primo tomo. Nel libro I parla delle nostre missioni della Provincia di san Thomè neir Indie orientali.
Ne trovai un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
^ 28. Andrada. — Relacion autentica del martirio de Fr. Seba-
^ stian de San José y Fr, Antonio de Santa Ana en las islas de
Macasar y Tagalonda , el ano 1610: por el P. Fr. Pedro Matias
de Andrada de la Provincia de S. José.
Di questo manoscritto ci dà notizia il Padre Huerta {Eitado ec) Il Padre Fr. Pedro Matias do
Andrada nacque da nobili e virtuosi genitori in Toledo : fece tutti i suoi studii in quella Università,
e dipoi vesti l'abito Francescano nella Provincia di san Giuseppe. L'anno 1580 si recò al Messico,
e due anni dipoi di là passò alle Filippine, dove molto lavorò nella Provincia di Camarines. II 1594
ANGEL- ANTICA i9
fu tatto Deflnitore della Provincia, e il 1602 superiore della Provincia e di tutte le Missioni: ufficio
cbe tenne fino al 1605, quando venne inviato Procuratore presso le corti di Madrid e di Roma.
Dalla Spagna poi tornò con buon numero di altri Missionari al Messico, dove fu elevato alla sede
episcopale di Cebù nelle Filippine. La tenne tre anni , e il 1613 fu destinato a quella di Nueva-
Caceres, dove morì il 1615, lasciando grande fama di santità.
29, Angel. — Arte de la Lengua Cakchiquel : compuesto por
el Padre Fray Angel de la Orden de S. Francisco.
Manoscritto in 4, dice il Brasseur (Biblioth. Amer. Guatjy di 94 carte, di scrittura che pare della
fine del XVIII secolo. Veramente non porta in fronte il nome dell' Autore ; ma esso si trova in una
nota air ultima pagina dell' opera seguente, che va unita a questa.
~ Vocabolario de la Lengua Cakchiquel.
Manoscritto parimente in 4, di 225 carte, della stessa scrittura del precedente. La nota dell'ultima
pagina dice : El Padre Fr. Angel supliea a los que lean ette Vocabolario, borren aquellas palabras
fue pueden eausar mina espiritual, V el uso las imprime en la memoria. Dilicatezza di coscienza
che mostra la santità di questi dotti uomini e veri apostoli della Chiesa di Gesù Cristo I
k. 30. Anleo. — Arte de la Lengua Quiche. Compuesto por N.
I,. M. R. P.Fray Bartholomé Anleo, Religioso Menor de N. P. San
Francisco.
Un volume di 69 pag. in 8, e di bellissima lettera, della Biblioteca Nazionale di Parigi (Fond
Àmerie. ) . Comincia come segue : « Arte de Lengua Quiche. Orthografla. De la pronunciacion destos
leoguas y sus caracteres. Antes de entrar en la esplicacion de el arte de està Lengua Quiche, me
pareciò tratar de la buena pronunciacion de està lengua y sus caracteres , que por su diflcultad la
tengo por una de las cosas importantisimas de està arte. Usaron nuestros antiguos Padres, que pianta-
na U Pee en està Provincia de Guatemala, de siete letras, o caracteres, para la buena pronunciacion de
tttas lenguas, y son ^^ ,-^ • ^^ *l i " ^ • Id • H" ' ^® '^ quales trateré en parti-
colar con la brevedad posible , para que los Ministros no hallen tanta diflcultad en la costrucion de
lo qae estabiliré esento con flel orthografla, y se faciliten en la pronunciacion ec. > Il manoscritto
fiBìsce nel modo seguente: «Este arte de Lengua Quiche fué compuesto por N. M. R. P. Bartholomé
de Anleo, cuyo originai tubo N. M. R. P. Fr. Antonio Mclians Betancour, Padre dos veces Ministro
Provincial de està S. Provincia, y Ministro excelcntissimo en los idiomas de los naturales. Y su P. M.
Rev. me le donò a mi Fr. Antonio Ramirez d'Utrilla, de cuyo originai fué translado este de mi mano,
y teacabé en veinte y seis de Agosto en el Pueblo de N. P. S. Francisco, Janchachel. Ano de 1744. —
^- Antonio Ramirez de Utrilla. > — Vedemmo di sopra che, secondo il Brasseur, la lingua Quiche è
^ dialetto della Cakchiquel. Ma noi non ne possiamo sentenziare. Debbo qui aggiungere , che
onusto manoscritto fu pubblicato in Londra il 1865 per il signor E. G. Squier, col titolo seguente:
^•* de lengua Quiche, o Utlateea, compuesto por N. M. R. P. Fray Bartolomè Anleo Religioso
^fwr ie N. S. P. San Francisco. Edited, WUh an Essay on the Quichés, By E, G. Squier.
31. Antica cronaca del discacciamento dei Francescani dal
legno di Danimarca, pubblicata in latino dallo storico Protestante
M. H. Knndsen e voltata in italiano dal P. Marcellino da Civezza
M. 0. Roma, Tipografia Tiberina, 1863.
20 ANTONIO - AQUILA
Mi.
Aria
Dmll*
fitanf>i
Sono 48 pagine in 8 grande. Pubblicata in latino dal Kundsen, venne poi tradotta in Danese
da un altro Protestante» che si segna A. D. F. F. J. S., e da ultimo riprodotta dall' abate Garup
come appendice alla sua Scorta della Chiesa cattoUea in Danimarca . Io la inserii nel fascicolo i
dell' anno III (1863) della mia Cronaca delle Missioni Francescane (pubblicazione mensile che usciva
a luce in Roma), donde la estrassl a parte, dedicandola al Cardinale Pietro Marini. Per farne conoscere
r importanza, basterà citare le parole del traduttore Danese. « 11 signor Kundsen ( egli dice ) si ò
meritamente acquistato grande riputazione, mettendo a stampa un numero senza fine di atti e scritti
che gittano immensa luce su la storia' del modo, con cui venne introdotto il Protestantesimo in Dani-
marca Questa esposizione veridica delle ingiustizie e violenze commesse contro di un sol Ordine,
ci dà un' idea delle tribolazioni sofferte dagli altri , dal Clero secolare , e da tutti coloro che si
tennero fedeli all'antica dottrina. «
32. Antonio. — Carta de Frey Antonio a el Rey D. Manoel
sobre a conversào dos gentios e estabelecimento de seus Beligiosos
Franciscanos.
Son 4 fogli ; e la lettera è data a quatro de novembrOy era de quinientos e dezoUo ; e segnata :
Immeritus Comissarius Indiarum et Guardianus Conventus SerapMd Patris nostri Francisci in hoc
dvUate de Goa. Fr, Antonius, — L' originale è nell' Archivio della Torre del Tomho di Lisbona, e una
copia nella Biblioteca dell' Accademia ( già della Congregazione del Tcrz' Ordine Uegolare di san
Francesco) della stessa città.
33. APRESENTAgAO. — Epitome historico da \ìda do Arcebispo
de Bahia D. Fr. José Fialho : pelo Padre Fr. JoSio da Apresenta^ao
Campellos, Franciscano. 1740.
Ne parla il signor Varnuagen nella sua Storia generale del Brasile, tom. 11: ma non dice se
sia stampato, o manoscritto ; nò io potei incontrarne altre notizie.
34. Aquila. — Arabicae linguae novae et methodicae insti-
tutiones, non ad vulgaris dumtaxat idiomatis, sed etiam ad gram-
maticae doctrinalis intelligentiam, per annotationes in capitum
appendicibus suffixas, accomodatae. Anthore Fr. Antonio ab Aquila
Ordinis Minorum sancti Francisci Strict. Observantiae Theologo
atque in Collegio sancti Petri Mentis Aurei a S. Congregat. de
Propcu/anda Fide Arabicae linguae deputato Lectore . Opus tum
omnibus Arabicae linguae studiosis, tum potissimum apostolicis
viris , per Asiam et Africam fldem propagaturis , utile et neces-
sarium. Romae, typis Sac. Congreg. de Propar/anda Fide, anno
Jubilei, 1650. Superiorum pennissu.
Un volume in 8, di 19 carte preliminari non numerate e 618 pagine. N' ò un esemplare nella
Biblioteca Fabroniana della città di Pistoia.
ÀRAMDA 21
Adi
35. Aranda. — Comienza un tractado, el qual contiene muy
particular y verdadera informacion de la ciudad Santa de Hiera-
salem y de todos los Lugares Sanc1x)s que dentro y fuera desta
ciudad santa estan senalados , de principal intento aquellos donde j>^
Christo nuestro Dios y Redemptor celebrò los misterios de nuestra
Redempcion.
Item : se contiene en este tractado noticia muy particular de
todos los otros Sanctos Lugares en que Christo nuestro Dios obrò
singulares misterios , contenidos en las provincias de Judea ,
Samaria y Galilea, con breve y general descripcion de la tierra
de promission, declarando la causa del nombre y de su santidad.
Y todo esto descripto y escrito lo mas clara y devotamente que
el tiempo sufre y el autor con diligente inquisicion y vista pudo
alcanzar a saber y ent^nder. En el ano de MDXXX. Compuesto
por el muy Reverendo Padre Fray Antonio de Aranda, Guar-
dian de San Francisco de Alcalà de Henares. El qual vió y passeó.
A gloria y honra de nuestro Senor Jesu Christo y consolacion
y provecho de los leyentes.
Un volume in 4, di CXV carte. Libro de' più gentili chMo abbia letti, e prezioso per le notizie che
«là specialmente di quel tempo. La relazione dc'Luogiìi Santi finisce al foglio XGVI, con la data: De la
ciìiiad de Barutk ano del Senor MDXXXI. Poi
— Siguese una relacion o segundo tractado que contiene
en particular la disposicion de las Provincias de Samaria y
Galilea, senalando singularmente algunos Lugares que en.ellas
son mas principales , y de mas santidad, comengando desde el
termino septentrional de la Provincia de Judea y procediendo
camino derecho basta salir de la tierra de promission. Compuesto
assi mesmo por el Autor del precedente. Fue vista y examinada
y aprovada està obra por los Senores del Consejo de su Magestad
en Madrid : y con su licencia y privilegio impressa en la insigne
villa de Alcalà de Henares en casa de Miguel de Eguya, ano de
MDXXXIIL —
Le ultime parole: Fue vista ec. sono in fine dell'ultimo foglio delF opera, tutta egualmente
importante e assai dilettevole.
Non dispiacerà a' lettori udire la visita che l'Autore fece al Monastero di Santa Maria de' Maroniti
sul Monte Libano, la quale ricorda anche una gloriosa missione compita pochi anni prima da' suol
eoDfratclli appresso quella nazione. « Alli nos mostrò el Patriarcha un ornamento rlco con su
nutria y pontificai, que el Sanctissimo Papa Leon X de buena memoria dio al antecessor deste que agora
22 ARANDE - ARESO
Jif.
Alia
es, quando tuvo Concilio : el qual en persona fué a Roma a dar la obediencia al Papa en compania de
Frayles nuestros: los quales fueron los medios desta obediencia En solo este Monasterio de N.
Senora del Monte Libano ay campanas : las qoales tafieron los Religiosos quando nos vieron ir en senal
de plazer : y digo os de verdad que el gozo de oyrias fué tanto ( ca avia ya mas de ano que no las
avia oydo)« que sin poderme contener comencò a llorar y areyrme do mis lagrimas. • Poi dal
Guardiano di Monte Sion venne inviato a predicar y confessar los mercadantes que estavan en Tripol.
E appresso, a la ftresenda del Emperador ( Carlo Y, in Europa ) , per un despacho de grande impor-
tanda locante al fator de los Lugares Sanctos y universal utilidcul de la Iglesia. Nella qual missione
e ritorno in Europa, gli fu assegnato a compagno un honrado Padre de la Provincia de Milan, Uamado
Fr, Miguel de Àcquis : e il lunes de Dominica in Albis (egli continua) en el puerto de Tripol entramos
en una nave Venedana, cuyo patron se Uamava Testa roxa (Testarossa) : y con la ayuda de nuestro
Senor venimos a la instUa de Cypro , donde estuvimos esperando pasaje ÌMsta el dia de la Trinidad.
Un esemplare di questo rarissimo libro trovasi nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid.
36. Arande. — Padron general de la Mision SeralBca en
los reynos de Cochinchina y Camboja perteneciente por dele-
gacion apostolica a los Religiosos de N. P. S. Francisco de la Pro-
vincia de san Gregorio de Filipinas, cuyos Misioneros son susten-
tados con la limosna que nuestro catolico Monarca Carlos IV (que
Dios guardo) liberalmente nos ofrece. Ano de 1794.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui mi mandarono copia quei
Padri. In fine è segnato come segue : Mision y reyno de Cochinchina 20 de Junio del presente ano
1794. Fr. Juan José de Arande, Comisario Provincial.
37. Areso. — Le Lieux Saints et les Missions que les Peres
de la Terre Sainte entretiennent en Palestine et ailleurs, par
le Reverend Pere Fr. Joseph Areso. Bayonne Neuve, Cluzeau,
1856.
Ub volume in IS. Questo venerando e dotto Padre di Spagna, che la rivoluzione del 1834 cacciò dai
suo paese, rifuggitosi in Francia, con la sua virtù e le zelantissime predicazioni che vi tenne, s' acquistò
in breve tanta riputazione, che potè pigliarvi pubblicamente l'abito della sua Religione, e dar principio
alla presente Provincia Minoritica di San Ludovico, che già conta 14 conventi. Ne fu due volte Provin-
ciale, e n' è insino ad oggi l'anima e la vita, tenuto universalmente in conto di santo. Quando su la
fine del 1875 io giunsi a Parigi, egli dimorava, ottuagenario, nel Convento di Saint-Palais, che fu il primo
da lui fondato; e nel mio ritomo dalla Spagna alla fine del 1877, seppi che ancora viveva, ma infermiccio;
e due volte era stato presso a morire. Se la Francia possiede di nuovo i Francescani, che vi operano tanto
bene, a questo venerabile Padre ne deve riconoscenza, e non dimenticherà facilmente i successi delle
sue missioni, e di quelle de' santi suoi compagni e figliuoli. Oltre la riferita opera sopra i Luoghi Santi
della Palestina, ch'egli visitò apostolicamente pellegrinando, e sopra le missioni che vi conserva l'Ordine
Francescano, scrisse e pubblicò molte altre cose, di profonda pietà e di varia erudizione, sia in lingua
francese, sia in quella della sua patria, accolte da per tutto con grande favore.
Posseggo una sua lettera del 1865, con cui me ne inviava un' altra del nostro P. Fr. Francesco
Àrrieta, già Arcivescovo di Lima, per essere pubblicate nel periodico delle Missioni Francescane, ch'io
aveva fondato in Roma, e continuò per sei anni, col titolo : Cooperazione de' Frati Minori neU' opera
della propagazione della Fede, Cronaca, ec. Non giunsero in tempo. Metto qui quella del P. Areso,
certo che tornerà graditissima a lettori.
t Viva Jesus I — Collegio de Misioneros Franciscanos de la Observancia : Bourges, S5 de agosto
del 1865. R. Padre y amantisimo hermano, Marcellno de Civeza. Como su Patemidad sabe leer el espanol.
ARLEQUI 23
me tomo la libertad de escribirle en dicha lengua, y al mismo ticmpo embiarle la carta adiunta. Regi-
strando dias pasados mi correspondencia para quemar las cartas que no pudiesen servir en el porvenir,
he hallado una carta del muy R. Padre Fr. Francesco Arrieta, Franciscano Observanto del convento de
Lima, nombrado Arzobispo de aquella ciudad el 11 de Novicmbre del ano 1839. Suplico a V. que de
logar en los Annales de las Mi^iones ( Annales fu il titolo sostituito a quello di Cooperazionb db' Frati
MiN'ORi ec. nella traduzione francese che se ne faceva nel Belgio ) para que la memoria del limo
y Rmo Padre Arrieta quede estampada en la historia de la Ordcn Seraflca a quien ha dado tanto
onor y gloria por espacio de cerca de medio siglo. Seria muy oportuno que el M. R. Padre Guai
(Pietro), Diflnidor general de la Orden, y Misionero actualmente en Lima (Autore di molte dottissime
opere di polemica cattolica)^ escri blese la Vida del Ilustrlssimo y Reverendisimo Arrieta. Cosas de
grande ediflcacion podria escribir del sabio, celoso y santo Religioso. En Lima hay todavia muchisimas
gentes que le conecieron, le amaron y le admiraron, y de quienes fué director cspirituaL Se puede
decir que murió martir de su celo apostolico. El Gobierno de la Republica de Lima prohibió al limo
Arrieta publi(^r el Jubileo que el Soberano Ponliflce concedió con ocasion de los males que la Religion
santa de Jesu Christo padecia en Elspana. Fué tanta su pena, que se fuó Uorando a torrentes a la Cathe-
dra!, y arrodilado delante del Santisimo Sacramento decia a voz en grilo : Es posiblc que no he poder
poblicar un Jubileo ordenado por el Vicario de Jesu Christo en la ticrra ? Despues de haver pasado
largo rato Uorando y lamentando los males de la Religion, se rctirò al palacio Arzobispal, cnfermò y a
los pQcos dias murió con la muerte de los justos. In memoria aeterna erit itutus t
« Si S. P. M. R. quiere dar lugar en los Annales a està mi carta, podra hacerlo : ella servirà de
preambulo a la carta del Ilustrissimo Arrida.
« Dias pasados embié a S. P. tres osemplares del impreso : Fondations Prandseaines, y otros Ires
rsemplares de la carta que el M. R. P. Antonio da Rignano {Ex Procurator Generale dell' Ordine, ed ora
Vescovo di Marsico e Potenza in Basilicata) se dignò escribirmc sobre el libro : Manuel des Missionaires
Frandscains. Su Paternidad guardare uno para si, otro darà al Reverendisimo General, y el tercero
, por el M. R. P. da Rignano.
« Conservese S. P. M. R. en buena salud, y mande a S. S. S. y Hermano. Fr. José Areso Ex-M. P.
Mentre era in corso la presente stampa, mi pervenne la dolorosa notizia della morte del
venerabile Padre, e il seguente breve cenno, a stampa, di sua vita, che amo resti qui consecrato.
* Le tres R. Pere Joseph Arèso, restaurateur en France des Franciscains de V Obse/vance et premier
Provincial de la Province de Saint-Louis, né à Biguezal, diocèse de Pampelune, le 12 fóvrier 1797,
ordonné prétre le 7 avril 1841, entré dans l' Ordre à Olite (Province de Burgos) le 12 seplembre
18S4, mort au Convent de Saìnt-Palais ( Basses-Pyrénées ) le 17 février 1878 dans la 82 année de
sou àge, la 57 de son sacerdoce et la 53 de sa profession.
« Le T. R. P. Arèso fut envoyé en France comnie Commissaire Provinclal le 12 avril 1849. Il
(onda le Gouvent de Saint-Palais en 1850 et en prit possession le 16 mai 1851. Fonda ensuite
successivement le Gouvent d'AMiBNs en 1852, le Gouvent de Limoobs en 1854, le Gouvent de
Branday (Gironde) en 1859, et le Gouvent de Bourges en 1860. Il fut élu Provincial au Ghapitre
de Bourges le 23 Novembre 1860. Potens opere et sermone, multiplicavit popvXum Dei et oves
poicuae eius, •
^.. 38. Arlbqui — Chronica de la Provincia de N. S. P. S. Fran-
cisco de Zacatecas : compuesta por el M. R. P. Fr. Joseph Arlequi,
Ex-Ministro Provincial y Chronista de dicha Provincia ec. En
Mexico: por Joseph Bernardo de Hogal, ano de 1737.
Un volume in 4, di 14 carte preliminari senza numerazione e 412 pagine, oltre 9 carte di sommarli
in fine. Opera di molto valore, che addivenuta rarissima, venne ristampata nel 1851 in due edizioni, la
seconda delle quali porta il titolo seguente : Memorial para la eontinuadon de la Cronica de la muy
T^igiosa Provincia de N. P. San Francisco de los Zacatecas. Àeopiadas por Fr. Antonio Galvez, ano
de 1827. Reimpreso en Mexico por Cumplido 1851. Esso forma un volume di 11 carte preliminari
seoza numerazione, e 488 pagine.
24- ARIOSTI - ARROTO
39. Ariosti. — Fratris Alexandri Ariosti de Bononia Ord. Min.
Atia Observ. Topographia Terrae Promissìonis nnnc primum edita cura
Patris Marcellini a Civetia. Roma, Tipografia Tiberina, 1861.
Sono 22 pagine in 8; venne pubblicata in appendice al tomo V della nostra Scorta univertale delle
missioni Francescane, e se ne trassero anche alcune copie a parte. È un lavoro di molto pregio. Ce lo
inviò il chiaro nostro confratello P. Antonio da Cento (che poco dipoi la morte mieteva improvvisamente
nel flor di sua vita), che Io copiò da un Manoscritto della pubblica Biblioteca di Ferrara. Nella quale sì
rimane tuttavia inedita la Peregrinano ad Sanctam Catìiarinam Montis Sinai dello stesso Padre Ariosti.
D'una delle più cantiche e nobili famiglie di Bologna, T Ariosti vesti in patria Tabito Francescano , e
compiuti gli studii di fllosofta e di teologia, addivenne uno de' più celebrati dottori del suo tempo.
Dalla Santa Sede inviato Legato ai Maroniti sul Monte Libano, vi compi una stupenda Missione
circa il 1480; e di ritomo, per 1' esperienza fatta da Sisto V della sua prudenza, probità e destrezza,
come dice il Fkstìjuì (Scrittori Bologtiesi, iom. IX. J^ nel grave impegno sostenuto in Terra Santa,
moltissimo e' se ne valse in affari della Chiesa e dello Stato Ecclesiastico, come si rileva dai documenti
che si conservano {dopo la soppressione degli ordini Religiosi non più, e chi sa ove siano andati)
nell'Archivio de' Minori Osservanti della Santissima Annunziata di Bologna, fra' quali sei Brevi
Pontifìcii, risguardanti varie commissioni Apostoliche, spediti dal suddetto Sisto IV. Oltre la
Topographia Terrae Promissionis e la Peregrinano ec. , scrisse 1' Ariosti molte altre opere , che pub-
blicate ebbero l'onore di varie ristampe, come può vedersi nel volume della nostra Storia sopra citato;
e parimente restano inedite due lettere che scrisse, una al Magniiico Giorgio Contareno, l'altra a Frate
Simone da Reggio, uno de' suoi compagni nella Missione a' Maroniti. Il Padre da Cento ci scriveva che
probabilmente si conservavano nella Biblioteca de' Padri Minori Osservanti Riformati di Bologna: ma
dopo la sua morte non ne sapemmo più nulla.
iu, 40i Arochena . — Catalogo y noticia de los escritores del
Orden de San Francisco de la Provincia de Guatemala : con tres
Indices : 1 de los que escribieron en Latin : 2 de los que escri-
bieron en Castellano : 3 de los que escribieron en Lengua de los
Indios: por el P. Fr. Antonio Arochena, Franciscano.
Lo riferisce lo Souier (Monogr. ofAuth.)^ dicendo che l' Arochena fu nativo di Guatemala, dove
vesti l' abito Francescano, e divenne Dottore in Teologia dell' Università di San Carlos della stessa città.
Ama Ica
Amcfka
Slamp.
Ctliionia
.41. Arricivita. — Cronica Serafica y Apostolica del Colegio
de Propaganda Fide de la Santa Cruz de Queretaro en la Nueva
Espana ec. Escrita por el P. Fr. Juan Domingo Arricivita. En
Messico. Por Don Felipe de Zuniga y Antiveros, ano de 1792.
Sono due volumi in foglio, di oltre 600 pagine ciascuno. 11 Brasseur (Biblioih. Mes. GtMi. ) , che
la consultò per i suoi grandi studii sul Messico, la dice importantissima sotto tutti i rispetti, e special-
mente per la descrizione di Casas Grandes del Rio Gila, e le curiose considerazioni che l' Autore fa sol
Nagualismo. È il Gila un grande fiume deli' America del Nord, che scende dalle montagne del
Mimbres, e segna il limite tra gli Stati Uniti e il Messico, entrando poi per la riva sinistra nel (lume
Colorado. Il suo corso ò di 500 chilometri.
42. Arroyo. — Grammar of the Mutsun Language , spoken
at the Mission of San Juan Bautista, Alta California, Bi Father
ARTE - ARTURUS 25
Felipe Arroyo do la Cuesta, of the Order of St. Francis. New- York:
Cramoisy Press. 1861.
«
Un volume in 4, di 48 pagine, in doppia lingua ed edizione inglese e spagnuola. Nella spagnuola
il tìtolo i> espresso come segue :
— Extracto de la Gramatica Mutsun, o de la Lengua de los
Naturales de la Mision' de saa Juan Bautista, compuesta por el
Reverendisimo Padre Fray Felipe Arroyo de la Cuesta del
Orden Serafico de N. P. San Francisco, Ministro de dicha Mision
en 1816. New-York. 1861.
I Hntsen abitano il paese della Missione Franrescana di San Giovan Battista in Monterey
(Califoniia) : e la loro lingua pare essere la stessa che quella degli Indi Diegcno, popolo selvaggio della
Missione della Soledad in riva al Salinas, e dei Rnmseìis o Achnstlinns della Missione di San Carlos,
parimente presso Montrey. Il Padre Filippo Arroyo era nativo di Catalogna, dove prese 1' abito France-
scano, e parti perle Missioni della California il 1810. Amministrò per molti anni la Missione di san
Giovanni Battista, e morì in quella di Santa Inez il 1842. Scrisse la .sua Grammatica della lingua Mutsen
il 1816, e già l'anno innanzi n'aveva compito il Vocabolario, stampato parimente in doppia edizione e
col doppio titolo seguente:
— A Vocabulary of Phrase Book of the Mutsun Language of
Alta California. New- York : Cramoisy Press. 1862.
— Jesus Maria et Josp. Alphab"^- Rivulus obeundus, exprima-
tionum causa horum Indorum Mutsun Missionis Sanct. Jean.
Baptistae , exquisitarum a Fr. Philipp, ab Ar. yo. de la Cuesta,
supradictae Missionis Indor. Minist. Opus pitillum et renascens
elaboratum meatim in tempore attrepidationis meae. Ano de 1815.
Con privilegio de . , . Conveniunt rebus nomina saepe suis .
Un volume in 8, di 96 pagine.
43. Arte de la lengua Tagala, sacada de la que imprimiò el
P. Ft- Francisco de S. Joseph de los Descalzos de la Observancia.
Un volume in 4, di 140 pagine, appartenente alla Biblioteca della Reale Accademia di Storia
di Madrid. La lingua Tagala è la lingua madre delle isole Filippine.
44. Arturus. — Martyrologium Franciscanum, in quo Sancti,
Beati , aliique Servi Dei , Martyres , PontilBces, Confessores , ac
Virgines , qui tum vitae sanctitate , tum miraculorum gloria
claruere in universo Ordine Fratrum Minorum, tote orbe terrarum
cunctis usque nunc saeculis; per omnes Provincias Observantium,
Discalceatorum, RecoUectorum etc. ConventuaUum, Capucinorum
26 ASSUMPCION - ASSDNCION
et Monialium, Clapissarum, Urbanistarum etc. nec non utriusque
sexus tam secularium, quam Regulaxium Tertiariopum pecensen-
tup. Et iam primnm annotationibus commentatum, nunc itepata
editione accupatius pecognitum et auctum prodit in lucem. Opus
fidelissime excepptum, tum ex vetustis codicibus et antiquis Ms.
Monimentis , tum ex probatis gpavibusque authopibus. Cupa ac
labore R. Patpis Apturi a Monasterio Rothomagensis, Recollecti,
Provinciae Sancti Dionysii Concionatopis . Cum amplissimis in-
dicibus diligentep excultis. Editio secunda. Papisiis, apud Edmun-
dum Couterot , via Jacobea , sub signo Boni Pastopis , ppope
Mathurinenses. MDCLIII. Cum privilegio Regis et Doctopum
apppobatione.
Un volume in fogliOt dì 4 carie preliminari e 730 pagine. Libro fatto raro, e di molta autorità,
perchè Fautore studiò i documenti, sopra i quali lo scrisse, negli Archivi e Biblioteche specialmente
d'Italia, di Francia, della Fiandra ec. Egli è anche autore dell'eccellente raccolta Neuitria Pia,
storia compiuta della Normandia, che molto tempo si conservò manoscritta presso i Francescani di
Rouen: ne fu stampato solo il terzo volume nel 1663 in foglio. 11 Martyrologium è una fonte
ricchissima ed indispensabile per la storia delle Missioni Francescane. N'ho appresso di me un esemplare.
M,. 45. AsuMPCiON. — Apte del idioma Tagalog: pop el P. Fp. Diego
de la Asumpcion, Fpanciscano.
— Diccionapio Tagalog.
— Tpaduccion al Tagalog de los sanctos Evangelios,del Génesis
y del libpo titulado Passio dworvm.
— Platicas doctpinales , sepmones dominicales y de festivi-
dades, en el idioma Tagalog.
— Confesonario Tagalog y vapios tpactados devotos, ec.
Cosi il Padre Huerta {EàìoAxì ec. ); aggiungendo : • Este Religioso no se menciona en las listas
de Misiones, ni en las tablas capitulares, ni en el libro de defuntos. Solo hablan del nuestros Cronistas,
diciendo que escribiò las dichas obras. Se ignora la Provincia donde profesò, cuando ilegò a Filipinas,
y donde, o cuando murió. Segun la epoca en que le mencionan nuestros Cronistas, debiò morir anles
del ano de 1690. »
ifc. 46. AssuNCiON. — Sepmones mopales en el idioma Bicol: pop el
^'** P. Fp. Pedpo de la Assuncion de la Ppovincia de S. José.
Un volume.
— Sepmones Panejipicos en el idioma Bicol.
Un volume.
Ani
AUTO - AVEIRO 27
— Camino del cielo en el idioma Bicol.
Un volume. Cosi 1' Huerta {Esiodo ec.) che ci dà le seguenti notizie dell* Autore : • Fr. Pedro
de la Assucion naciò en Avila de los Caballeros, profesò en la santa Provincia de S. José, y habiendo
pasado a Filipinas el ai!o de 1665, fué nombrado ministro deMinalabag cn 1667. Despues adminlstrò en
Quìpayo, y en 1674 desempenó la predicacion conventual de Manila. Regresò a Camarines, y admi-
Distrò sucesivamente en Iriga, Quipayo, Naga, Nabua, Camulig, Lìgao, Polangui Muriò en
Quipayo el dia S8 febrero del ano del 1701. >
47. Auto de fundacion del Convento de N. S.,P. S. Fran-
cisco de Ciudad^Real de Chiapa, del dia 14 del mes de Junio,
ano de 1577.
È un officio pubblico, in foglio, di 14 carte : manoscritto originale in carta e con timbro reale del
1740. Lo riferisce il Rrasseur (Biblioth. Mes. Guai.), che lo vide in America, in un volume di Docu-
wtentas origincUes y copias para servir a la hisloria de ChiapaSy Yucalan y Gualemala.
48. AvEiRO. — Itinerario da Terra Santa e suas particularida-
des, composto por Frey Pantaleam d'Aveiro. Dirigido ao illustris-
simo et reverendissimo senhor Don Miguel de Castro, dignissimo
Arcebispo de Lisboa Metropolitano. Con licenza et privilegio peal
por dezannos. Em Lisboa em casa de Simào Lopez. Taxado em
papel a trezentos reis. MDLXXXXIII.
l'Q volume in 4. Opera riputatissima, come si pare anche dall' esserne stato fatte altre cinque
ediziuDi : la prima del 1596 (Lisboa, por AnloiUo Alvarez:) la seconda del 1600 (Lisboa):
la terza (Ushoa, na officina de Joào GalvUo) 1685 : la quarta (Lisboa Oecidenlal, na officina de
AnUìmPedroso GalvUo) 1721: la quinta (idemj 1732, tutte in 4. E di presente l' opera è ricercatissima.
In Lisbona a gran fatica potei incontrarne un esemplare dell'edizione del 1721, che acquistai: essa
cuDta 3 fogli preliminari non numerati e 527 pagine.
Metteremo qui una parte del Prologo aos devolos et desejosos de visitar a Terra Santa, parendoci
che Don sia senza qualche importanza per ben conoscere la natura della missione che i Francescani con
Umti sacritlcii sostennero insino ad oggi in quelle terre, e per alcuni particolari che racconta.
Dice, dunque, che da gran tempo desideroso di visitare i Luoghi di nostra Redenzione, ilnalmente
IKo pietoso gliene api! il canmiino, e non come che sia, mas cmn lodo o favor et liberdade : cosa che gli
IWfva impossibile. E fu come segue, t Sendo feyto Guardilo do Monte Sion o muyto Reverendo Padre
l^y Bonifacio de Ragusa (ciò fuU 1556) varSo insigne em toda a sciencia, Pregador Apostolico, et
DQoytos annos Leytor de Sagrada Theologia, e agora novamente Bispo de Stagno, cidade principal de
sua patria Macedonica, et havendo necessidadc de fazer nova familia de Frades para a Terra Santa comò
M costuma cada tres annos .... elle mesme me pedió, que quizesse acey tar ser scu companheyro, et ir
^^ elle por algumas provincias de Italia, fazendo a dita familia : o que ti ve por tSo particular
^"^ comò cada huma das muytas que da divina Magestade tenho recebido. Antes que de Roma
D<M partissemos , aonde eu estava posto pela Orden , por companheiro do Procurador da Curia
^^^''^a , que nella reside para os negocios de importancia, que succedem , fomos a tomar a
l>eDCao a sua Santidadc do Pio lY, o qual com mostras de entranhavel amor nos deu sua
^*^^t et em nos despedendo delle . . . . ao dito Padre Bonifacio encomendo-lhe com muyta
^flicacia 08 Lugares da Terra Santa, et que nSo ordenasse cavalleiros do Santo Sepulchro, senSo
tt pessoas muyto nobres et illustrcs. E depois de Ihe dar toda sua authoridadc para o locante ao
Clvistiaoismo da Terra Santa .... nos mandou dar hum rico ornamento, et me fés confessor
28 AVENDANO - AVILA
Apostolico. Parliiios de Uonia, fumos por algumas Provincias mais propin((uas buscando Frades, os mais
devolas, virtuosos et quietos . . Ajunlados desta manovra alò scssenla Frades, et dando-lhe as obedien-
cias para quo com cUas nos fossem esporar a Venosa (VeìieziaJ , acfhde se stava preparando a nào a
uso dos peregrinos quo liavino ir aquolle anno a Terra Santa : com a nossa chogada se partirlo tanto
quo Ihc fez tempo, et nos lambem nos parlimos para a cidadc de Trento , aonde entào se celebrava o
sagrado Concilio, no qual detidos algunos mezes, negoccando o quo convinha para a Terra Santa, nos
tornamos a Venosa. E rum o primeyro tempo, me parti eu primeyro, por ser assim necessario , ficando
na cidade deVenesao Padre Bonifacio, Guardiào do Monte Sion, o qual por sua ordem esperey no
reyno de Chiprc ec. »
Era questa la terza volta che il Padre Bonifazio veniva mandato Supcriore della Terra Santa. La
prima fu il i35l, e vi trovò tutti i Francescani del Monte Sion imprigionati in un antro presso la Torre
delta del Forno, dei quali ottenne la liberazione col Convento di San Salvatile dentro la città di Geru-
salemme, ove ripararono. La seconda fu nel i553 : e la terza nel 1536, che è il viaggio di cui parla il
nostro Autore. Nel 1560 Uni la sua missione, e venne creato Vescovo di Stagno nel suo paese. Cosi gli
Annali manoscritti di Terra Santa, che sono presso di me.
Tornando al Padre d' Aveiro, nel capitolo IV ci fa sapere, tra l'altre cose, che in Corfù era un
Convento de Frades de «flo Francisco Observantes, e che in sua compagnia era un Padre, de muUos mere-
cimentos, que de Hespanha avia ido ao sagrado Concilio de Trento, en companhia de outro Padre do-
cUssimo de nossa Familia Franciscana por nome fray Francisco Orates , que ao mesmo Concilio
foy en nonie do Bispo de Palencia, onde escreveo dociisimamenle contra o herege Calvino ; et despois
su Magestade o fez Bispo de Oviedo... In Zante incontra un altro Mosterio de Frades de ^o Francisco
da Observancia, dedicado a Virgen Nossa Senhora : e cosi segue dando notizia di tutte le altre isole
deir Arcii)elago Greco. In Cipro s' accompagnò con essi hum veneravel et muy douto Padre da
Ordem do grào Patriarcha sUo Domingo, Comissario GercU da misma Ordem no reyno de Chipre ,
recandosi a visitare 1 Santi Luoghi di Gerusalemme. In somma, il libro dei Padre d'.U'oiro è ricco di
notizie della Terra Santa, degli avvenimenti di quel tempo e di interessanti avventure del suo viaggio,
che sì legge con molto gusto ; e però ne vennero fatte tante edizioni, ed anche oggi ò ricercatissimo .
u,. 49. AvENDANO. — Diccìonario de la Lengua de Yucatan: por
el Padre Fray Andres Avendano de la Orden de san Francisco.
— Diccionario abreviado de los adverbios do tiempo y lugar
de la Lengna de Yucatan.
— Diccionario de nombres de personas, idolos, danzas, y otras
antiguedades de los Indios de Yucatan.
— Arte para aprender la Lengua de Yucatan.
— Diccionario botanico y medico de Yucatan.
— Explicacion de varios vaticinios de los antiguos Indios
de Yucatan.
Cosi lo Sqcier {}fonogr. ofAuth.), aggiungendo che nativo T Avendano di Castiglia, dove sì
rese Francescano, quindi passò come missionario al Yucatan, dove tenne anche ufficio di Dcflnitore
del suo Ordine.
Amcricjl
Amena
50. AviLA. — Libro de la explicacion de la Doctrina Chri-
stiana en Lengua Kichè (Quiche): por el Padre Agustin Avila,
de la Orden de san Francisco.
Lo Squier (Monogr, of Auth.) dice che il Padre Avila fu nativo di Murcia in Ispagna, donde si
recò nel Yucatan, e che il manoscritto si conservava nel principale Convento Francescano di Guatemala.
AVILA - AYETA 29
51. AviLA. — Arte de la Lengua Mexicana, y breves platicas
de los mysterios de nnestra Santa Fee Catholica, y otras para exor-
tacion de su obligacion a los Indios. Compuesto por el P. Fr.
Francisco de Avila, Predicador, Cura Ministro por su Magestad
del pueblo de Milpan, y Lector del Idioma Mexicano, del Orden
de los Menores de N. P, S. Francisco. Dedicado al M. R. P. Fr.
Joseph Pedrasa, Predicador General Jubilado, Qualificador del
Santo OflBcio de la Inquisicion, Padre de las Provincias de San
Fedro y San Pablo de Michoacam , y Zacatecas, Ex - Ministro
Provincial, y Padre mas digno de la de Xalisco , y Vice-Comissario
General de todas las Provincias de Nueva Espana e Islas Phi-
lipinas. En Mexico: por los herederos de la viuda de Miguel do
Ribera Calderon, en el Empedradillo. Ano de 1717.
Un volume in 8, di 13 fogli preliminari e 37 seguenli. L'Autore era nativo di Messico, dove'
prese l'abito Seratlco, e fu Lettore dì Teologia e Missionario in Milpa-Alta, diocesi di Messico. Cosi
il BaASSEUR (Bibliolh, Mes. Guat.J.
m
Bmf. 52. AviLES . — Historia de Guatemala desdc los tiempos de
**^ los Indios, basta la fundacion de la Provincia de los Franciscanos;
poblacion de aquellas tierras , propagacion de los Indios , sus
ritos, cerimonias, policia, y Gobierno : por el Padre Fray Esteban
Aviles, Franciscano de Guatemala. Guatemala en 1GC3: por Pi-
neda Ibana.
Vide questa importantissima opera lo Squier (Monogr. of Aulh.) in America; urne in Ispagna
non fu possibile incontrarla.
53. Ayeta. — Crisol de la verdad manifestada por el R.
P. Fr. Francisco de Ayeta, Religioso de la Orden Seraphica de
l^'.P. S. Francisco, Comissario General de S, Officio, Ex-Custodio
J Visitador dos vezes de las conversiones de la de Nuevo Mexico,
l^adre de la Provincia del Santo Evangelio del Mexico, Procu-
^^r General en està Corte de las Provincias de las Indias ,
^^ virtud de sus poderes en defensa de dicha su Provincia
sobre el despojo y sequestro de las 31 doctrinas , de que la
removió el Reverendo Obispo D. Juan de Palafox , siendo
visitador del Reyno. En contravencion de los sagrados privile-
gios, que lo Sumos Ponti j&ces le concedieron a instancias de los
senores Reyes, corno Legados Apostolicos de las Indias, y obtenie-
30 AYETA
roa por el senor Emperador Carlos Quinto, y el senop Rey Don
Phelipe Segundo. Con prevencion de la instancia qne para elio
hizo el insigne y catholico capitan D. Fernardo Cortes , conqui-
stador de aquellos Reynos, y pepetidas juntas, que mandò formar
el senor Emperador , para pedir su Santidad , que la Religion
Seraphica de la Observancia fuesse por especial obrera de aquella
nueva vina. Madrid: 1693.
Un volume in foglio, di 682 pagine. Opera interessantissima per la storia delle nostre Missioni
nella Nuova Spagna . Nella primera parte , dove reducete a declarar nuestra jusiida , fa una
eruditissima ed ordinalissima esposizione dì quel che i Francescani ebbero operato in quelle regioni
dal 1520 al 1693. Mi venne alle mani nella Biblioteca della Reale Accademia di gloria, di Madrid
negli ultimi giorni che fui in quella città : se fosse stato prima, mi avrebbe risparmiato inolte fatiche
e pene nelle mie ricerche.
Ne riferiamo le seguenti linee come di epilogo, dalla pagina 33, dove cita molti suoi confratelli
scrittori. Questa Provincia di Messico, egli dice, « ha sido en todo tan fecunda, que es muy diflcultoso
penetrar sus grandes frutos. Entre ellos uno fué de dar reglas a las lenguas, todas las que se hablaban
en le Nueva Espana, que son muchas y muy diversas, corno son la Mexicana, Othomi, BIataltzinoa,
Mazahua, Populvca, Chocha, Huaztega y Jamcouva, sin escluir la Tarasca, y las muchas de Nueyo
Mexico, donde cada nacion es de lengua diferente : y ha avido Religioso que sàbe siete lenguas ,
y de donde todos han aprehendido, y continuamente administran y predican en ellas mas de 600
Religiosos, comò sucede actualmente, de que consta por varios Autores , Fray Augustin Vetancourt,
Teatro Mexicano T Menologio; Fray Juan Torquemeda, Monarquia Indiana; Fray Diego Cogolludo,
Storia de Yucatan, y en la mi obra: In veritatb defexsata, foL 143. Estc servicio no solo no pareco
pequeno, sino que abunda de irregular y peregrino en su estimacion, facilmente se colige de lo
en que consiste su fuerza; porque aver abierto la pucrta a la comunicacion de los hombrcs, no
solo fué el medio inescusable para cautivar y sujetar la vidas temporales de los Indios, sino , que
es mas , para hazcrlos catholicos , y desvialos de sus supersticiones y errores. » Poi fa la storia
compendiosa di tutti gli avvenimenti, che nel detto tempo si svolsero nella Nuova Spagna : lavoro
profittevolissimo, che mostra la grande aziono de' Missionari e della cattolica Chiesa nella rigenera-
zione di tutte quelle genti. A quest'opera, scritta il 1693, ne aggiunse un'altra non meno importante
l' anno seguente 1694, cioè :
— Ultimo recurso de la Provincia de San Joseph de Yuca-
tan: destierro de tinieblas en que ha estado sepultada su ino-
cencia y confundidos sus meritos. Justicia desagraviada y basta
aera no defendida, ni debidamente manifestada. Pleyto con la
Clerecia de Yucatan sobre diferentes doctrinas que con violentos
despojos, unos con mano de justicia y otros sin ella se han
usurpado a dicha Provincia. Madrid: 1694.
Un volume in foglio, di pagine 248. Libro non meno importante del precedente per la storia
delle Missioni Francescane nel Yucatan , in cui compendia con molta arte il grande lavoro del suo
confratello Fray Diego Cogolludo, in quanto giovava al suo intento, e ne risulta grandissima gloria
all' Ordine Francescano. Vi sono delle pagine di fuoco : onde ebbe a dire il Beristain : • Es preciso
confesar que fué terrible la piuma de- nuestro Ayeta: pareciò no respetar a los Obispos. Pero : quantas
veces equivocamos la ingenuidad y la amargura de la verdad con la desverguenza y la in j uria ! •
Ed ò vero. Chi legga le due opere dell' Ayeta, e i documenti di tale pleyto (litigio), ne resterà convinto.
Anche di quest' opera ò un esemplare nella Biblioteca della Reale Accademia dì Storia di Madrid,
AYORA 31
k. 54. Ayora. — Arte de la Lengua Mejicana : por el Padre Fr.
Juan de Ayora, Franciscano profeso en la santa Observante
Provincia de los Angeles.
— Vocabulario Espanol-Mejicano.
Così il Padre Huerta {Estado, ec): « Fr. Juan de Ayora Doclor en ambos derechos,
profesò en la santa Provincia Observante de los Angeles : celoso de la conversion de las almas, paso
a Mejico, y se encorporò en la Provincia del Santo Evangelio. Fomentò mucho la fondacion de la
Provincia de S. Pedro y S. Pablo de Mechoacan, en la que fué benemerito Provincial. Renando
immildemente la mitra de Mechoacan , con quc le honrò la catolica Magestade de Felipe II. Fué muy
perito en la lengua Mejicana, en cuyo idioma escribiò y dio a luz los tratados, Arie etc. Despues de
desempenar loablemente la prelacia en la Provincia de S. Pedro y S. Pablo de Mechoacan, hizo transito
1 la Provineiiudel Santo Evangelio, de donde saliò para incorporarse en la primera mision , y llegò a
Filipinas et |4^4le>^ Junio de 1577. Aqui aprendiò los idiomas Tagalog, Ilocano, y Ghino, fué el
prìmer Guardian de nucstro Convento de Manila, desempenando a la vez el juzgado provisoral de
todas las Islas Filipinas desde el 20 de Mayo de 1579 basta el mes de Agosto de 1580. En dicho
afio fué destihado a la conversion de las provincias de Ilocos y Pangasinan, donde trabajò con
fervoroso celo, fonnalizò el pueblo de Agoo, dedicando su Iglesia a N. P. S. Francisco, y lleno de
meritos y virtudes, entregò su espirito al Senor en dicho pueblo de Agoo, desnudo sobre la tierra el
afio de 1582. •
B
sémp. 55. Balsobre. — Cien puntos exemplares de la \dda, milagros
^ y martyrio de los gloriosos y bienaventurados Padres Fr. Fedro
Baptista y sus companeros Martyres del Japon: dispuestos por
el Padre Fi*. Alonso de Balsobre Franciscano. En Barcelona:
por Sebastian y Jay me Materad. 1628.
Un volume in 8, di i08 pagine. N' ò un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di
Barcellona. È la vita de' 23 Martiri Francescani martirizzati il 1397 nel Giappone', e il 1862
solennemente canonizzati dal Sommo Pontellce Pio IX.
4ù. 56. Bambach. — Chronica pro\dnciae Argentinae, seu Alemaniae
Superioris Fratrum Miiiorum Strict. Observantiae a saeculo XIII
quo Sanctus Pater Franciscus Assisiensis Serapliicum Ordinem
intulit, conscripta a Patre Valentino Bambach, Lectore Jubilato,
Custode et Chronologo. An. 1798.
Manoscritto in 4, di carte 331, dHl' Archivio del nostro Convento di Sant'Anna di Monaco in
Baviera. È ricco di notizie per la storia dell'Ordine e delie Missioni.
^; 57. Banha. — Vocabulario de lingua Concani: pelo P. Fr.
Manoel Banha da Provincia Franciscana de S. Thomè das Indias.
Un volume in foglio. Così il Cunha Bivara nel suo Emaio historko da lingua Concani , ec.
Nova Goa, 1858. Erra il Baiibosa nella sua Biblioteca Lusitana, dicendo che il P. Banha apparteneva
alla Provincia della Madre de Dcos ; invece apparteneva a quella di San Thomè. Circa la lingua
Concani e le altre numerose lingue dell'India, sono da vedere la Memoria che ne scrisse Sir
Erskine Perry, pubblicata nel Jurnal of the Bombay Branch of the Boyal Àmitic Society, genDaio
1853; e le Osservazioni del Dottore Stevenson, pubblicate nello slesso Ciornalc il gennaio del 1849,
Secondo 1' Erskine, due famiglie di lingue dominano nell'India: la famiglia Ariana, nell'India
del Nord ; e la Toraniana nell' India del Sud. La prima si divide in Hindi ( da cui si generano la
Alia
BAPTISTA - BARBADO 33
nUdustani, la Brij Basha, la Rangri Batìta , la Panjabi, la Multam, la Jatdki, la Sindhi, la
Marwàdi), Kashmiri, Bengali (da cui si genera la TirhuUJ, Gujarati, Marathi (da cui si genera
la Kachi) Konkaxi, Urya. La seconda, in Tblugo, Karnatmka, Tamil, Malatalam, Tulu, Gondwani.
jb. 58. Baptista. — Catechismo em lingua Concani : pelo P. Fr.
^ Manoel Baptista da Provincia Franciscana de S. Thomè das Indias.
Manoscritto in 4. Il Barbosa {Bibliot. Lusit.)^ lo scambia di Provincia, come il precedente.
Il Gunha Rivara ci fa sapere « qiie foi Reilor de Collralc, e Reveddà em Bardez, e vivia em 1654,
corno se ve das Censurai ao Pcraxna do Padre Thomaz Estevao (Gesuita,) •
59. Barajas. — Relacion geografica de los montes de Lanatin
y Limotan en las Filipinas: por el P. Fr, Francisco de Barajas
de la Provincia de S. José.
— Trabajos apostolicos y estadisticos de la Mision de S. Andres
en los Montes de Lanatin y Limotan, en los anos de 1670 a 1672.
Così il Padre Huerta (Esiado ec. ) ; e aggiunge : « Fr. Francisco de Barajas, confesor,
faè naturai del pueblo de su apellido .... Estudió latinidad con los Religiosos en el Convento de
Barajas . . . Filosofia y Teologia en Segovia . . . Concluìdos sus cstudios . . . tornando niiestro habito
profesò en nucstra Provincia de S. José . . . El ano 1662 paso a Filipinas y administrò desdo i665 en
los pueblos de Silangan, Caboan, Lumbang, y Santa Ana de Sapa, cuyo ministerio renunciò el dia
ii de abril de 1670 para ocuparse en la reduccion de los inlieles que habilan los montes de Lanatin
y Limotan, bacia al Nordcste de Tanay . . . Penetrò los citados montes, y fundò una mision bajo la
advocacion del seCor S. Andres Apostol . . . Dcspues administrò los pueblos de Longos, Pangil, y
Maìiayhay, Meycauayan, Tanay, Morong, y los Banos... Faleciò a Polo el dia 17 dcSetiembre de 1704. •
60. B ARBADO. — Compendio historico Lego-Serapliico. Fundacion
de la Orden de los Menores, sns familias , provincias , conventos,
individnos, tymbres, grandezas y glorias mas singnlares: exce-
lencias y prerogativas de el hnmilde estado de los Logos de
ella: vidas de los Santos canonizados, beatificados con culto
ÌDimeinorial , Martyres y venera viles que en el florecieron y
subieron al grado mas alto de perfecion : compuesto, extractado
y traducido por Fr. Manuel Barbado de la Torre y Angulo ,
Religioso de la Provincia de S. Diego en Andalucia de Descalzos
de N. P. S. Francisco. En Madrid : en la Impronta de Joseph
Gonzales, fronte del Cementerio de S. Milan. 1745.
l'n volume in 4 (tomo primero ) di 526 pagine, dì cui trovai un esemplare nella pubblica
Kblioieca della città di Barcellona. Se oltre il tomo priinero , ve ne siano altri, e quanti, non so :
n^ catalogo della sopra delta Biblioteca non se ne dice nulla ; e nelle altre Biblioteche di Spagna
«he visitai, non ne rinvenni traccia. Parla delle nostre antiche Missioni d' Affrica e di quelle del
Cappone.
3
34 BARSÀI4TI
Oceania
e
Awtnlìa
ste*p. 61. Barsanti. — I Protestanti tra i selvaggi della Nuova
Zelanda : ossia storia del Pai Marire pel Padre Ottavio Barsanti
M. 0. Missionario Apostolico nell'Oceania. Torino, Pietro di G.
Marietti, Tipografo Pontificio, 1869.
Un volume in 8, di 6 pagine preliminari e altre 283. Opera dotta ed interessante, scritla nella
Nuova Zelanda, colonia inglese, dove il P. Ottavio si recò il 1860 con undici suoi confratelli a fon-
dare una Missione Francescana. (V. il volume I. della nostra Cronaca delle Missioni Francescane,
Roma 1860). Se il lettore desidera sapere che cosa sia il Pai Marire, l'autore risponde : • Tutti han
convenuto (cap. 1, pag. 9) il chiamare il Pai Marire un nuovo fanatismo, un nuovo barbarismo,
una nuova fede, una nuova superstizioìie: ma in dellnirlo han preso di\erse vie, e si sono atte-
nuti alle loro vedute particolari lo, senza rigettare veruna delle date appellazioni penso
che volendo twcare la natura ed essenza del Pai Marire, sì deve deQnire: Un nuovo sistema reli-
gioso fondato dai selvaggi della \uova Zelanda, adulterando la Bibbia e applicando ai loro bisogni
le cognizioni ricevute dal Protestantismo. La trattazione dell'argomento ò divisa come segue: Par-
te i. Nozioni generali del Pai Marire: Parte 2. Nozioni storiche del Pai Marire: Parte 3. Nozioni
dottrinali del Pai Marire: Parte 4. Nozioni riguardanti lo sviluppo del Pai Marire: Parte 5. Ricerca
delle cagioni cht hanno prodotto il Pai Marire: Parie 6. Risultato del Pai Marire. Il libro porge una
lettura quanto dotta ed erudita altrettanto dilettevole, e mostra: 1. come fuori del Cattollcismo non
vi sieno che stravaganze e misere aberrazioni di spirito; 2. che i Missionari cattolici sono anch'oggi
quo' dotti uomini, che con i loro studi, e con le loro apostoliche fatiche rendono immenso servi-
zio non solo alla fede, ma alla scienza e alla società.
— I Selvaggi dell' Australia dinanzi alla scienza e al Pro-
testantismo pel Padre Ottavio Barsanti, Francescano Minore Osser-
vante, Missionario apostolico nella Australia. Roma Tip. e Lib. Po-
liglotta di Propaganda Fide: e Torino Tip. e Lib. Pontificia, Pietro
di G. Marietti , 1868.
Un volume in 8, di 9 pagine preliminari e altre 255. È una vera storia completa dell' Austra-
lia sotto qualunque aspetto si voglia riguardare. L'Autore ne dà ragione con le parole seguenti:
• Fino ad ora non esiste alcun libro, che parli evprofesso di questi selvjiggi. Varie storie sono stale
stampate concernenti la scoperta della Nuova Olanda, l'esplorazioni fattene, l'occupazione e stabi-
limento degl' Inglesi e i primi scontri cogli Aborigeni ; ma non parlano di questi che di passaggio.
Alcune relazioni o articoli sono staili pubblicati a istigazione di qualche circ4)stanza particolare; ma
né quelle relazioni, nò quegli articoli hanno mai preso un carattere storico. Con ciò non pretendo
dire, che questa sia la prima storia che esca a luce sul selvaggi dell'Australia, e che sia |K?rfelta
in tutte le sue parti. Siccome le cose principali, che possono «lirsi di questi selvaggi, non sono il-
luminate da alcun raggio di certezza, è perciò, che tutto quello che si può dire riguardo ai mede-
simi, è appoggiato a congetture, analogie e deduzioni derivate da circostanze evidenti. Egli ^ per-
tanto, che non intendo d'avere il nome di autore, ma mi contento d' esser consi<leralo come sem-
plice osservatore de' fatti. Monsignor Saivado dell'Ordine di san Hencdetlo, Vescovo di Porto Vittoria
nella parte Occidentale dell'Australia e Missionario di gran merito nella vigna del Signore, pubblicava
fin dall'anno 1861 coi tipi di Propaganda un' opera col titolo Notizie storiche dell' Australia. i^\ì(*st\
si può dir l'opera più completa su tal soggetto, ed è divisa in tre parli. La prima si può dire
naturale, e politica, la seconda religiosa, la terza tutta particolare, perchè in quest'ultima parte
parla esclusivamente degli Australiani, eli descrive nel loro carattere , (lualilà, usi, credenze, bi-
.sogni e risorse. Ma per quanto questo lavoro sia importante, tuttavia paria più de' nativi della
Nuova Norcia, che de' selvaggi tutti dell'Australia; non gli presenta sotto un punto solo dì ve-
duta; non gli leva ad un' unità e a un fatto sintetico, che possa interessare non solo la mente dello
BASSI 35
storico, ma anche quella del lìlosofo, il quale ora come naturalista, ora come fisiologista, ora come
etnograflsta esamina i fenomeni della natura e le qualità degli esseri e individui, per dilucidare e
stabilire i veri più sublimi e fondamentali del Cristianesimo. Ora questo t^ il fine principale di quc-
st' opera, la quale nel descrivere i selvaggi dell'Australia nelle loro particolarità tende a stabilire e
consolidare due grandi verilà, che son' oggidì tanto combattute: cioè la concordia della bibbia coi
FATTI della natura, E LA POTENZA CIVILIZZATRICE DELLA RELIGIONE CATTOLICA. PerCiÒ è divlsa in due
parti: la prima è critico-scientifica; la seconda tf storifo-apologetica. » Fin qui l'Autore nella Pre*
fazione. E basta leggere i titoli de' capiloli dell' una e dell'altra Parte, per vedere com'egli vi tratti
le quistioni più importanti, che riguardano la geografia, la storia, l'etnografia, la creazione e la
reilenzione. Ne togliamo un saggio del Capitolo XVI della parte 1, dove tratta dell'origine degli
Australiani,' in relazione all'unità della specie umana. • Sebbene il Barone Humboldt {e* dice) af-
fermi che né l'analogia, ne l'aflinilà delle lingue è sufficiente a sciogliere il problema della filia-
zione dei popoli , ciò non pertanto è una dignità filologica tra gli etnografi , che se tre parole di due
lingite differenti combinano, la probabilità della loro primitiva identità sta come dieci ad uno.
Anzi il celebre Horne Toole non dubita affermare che dalla lingua d' ogni nazione possiamo con
sicurezza conoscere la loro origine. E con ragione, i)erchò la filologia è l'unica scienza, che dis-
sipa le caligini di tante tenebre, che avvolgono le origini dei popoli, e illumina 1' antichità; scienza
che raccoglie come in una tela tulli i fili, e unisce in un sol corpo le membra disperse del ge-
nere umano. Ecco ora una piccola lista di ])arule della lingua australiana, le di cui affinità colle
parole Indo-europee cosi nel suono come nel significato risalta cospicua; e provano che gli abori-
geni dell'Australia parlavano la lingua di altri popoli, coi quali erano congiunti. — Gin, o Gun,
vuol dire donna , che in greco si direbbe xùvri , e in slavo gella , ed è la radice del verbo genero
e del nome generazione tanto in lingua latina, come italiana e inglese. — Joen vuol dire uomo,
che in i)ersiano si direbbe juen, e in latino juvenis. — Gibber, o Kibba, o Kepa, vuol dire pietra,
che in arabo si direbbe kaba, in lingua morea come si parla in Gibilterra giber , e in Siriaco cefa,
che ha quasi il suono di Kepa. — Cobbera , o Cobra, vuol dire capo, che in lingua inglese si di-
rebbe cob, e in tedesco kopf, e in spagnuolo cobra. — Tiora vuol dire paese , territorio; e si può
considerare come un'accomodazione dì terra, o teìritorio, comesi trova nella lingua latina, italiana
e inglese ec. Alla lingua (e'prosegue) faremo venire di seguilo que* pochi «/rumenW che posseggono
e le loro costumanze. — 11 loro Mogo, o accetta di pietra che u.sano, non è che lo strumento più
antico dei primitivi iiopoli dell'Asia e dell'Europa. La loro unda, che i Latini dicevano umbo, ò lo
scudo dei primi guerrieri che ricordi la storia delle antiche nazioni. 11 loro boomerang è lo strumento più
semplice di legno, che abbia inventato l' ingegno dell' uomo. Si dice che un tale strumento sia stato
tissenato su le muraglie delle antiche tombe di Egitto. L'uso di imbiancarsi la faccia in tutte le loro
feste e spettacoli per contraffare i bianchi, mostra che hanno avuto sempre idea dei medesimi ec. ».
L'.\ulore assistè egli slesso in Roma l'edizione di queste sue opere, venuto dall' Australia i)er
gravi negozii della sua missione: e di poi fece colà ritorno, dove continua il suo apostolato
e i dotti suoi studi; dei quali slam certi che non tarderà a dare altri saggi in utile della scienza e
della Chiesa. Aggiungo che già erano state da me pubblicate alcune sue Memorie sopra la Nuova
Zelanda, nella Cronaca periodica delle Missioni Francescane, e tra l'altre, l'importante Relazione
dello stato delle sette eterodosse nella Nuova Zelanda, pubblicata nel numero 4 dell' anno II.
62. Bassi . — Pellegrinaggio storico e descrittivo di Terra
Santa, del P. Alessandro Bassi M. 0. Teologo della Delegazione
dell'Arabia e dell'Egitto. Torino, 1857. Tipografia Subalpina di
Altero e Cotta.
Due volumi in 8, il primo di 291 pagine, il secondo di 376. Opera bene scritta e molto pregevole.
— Il Tempio Salomonico dopo la distruzione di Tito. Memoria.
Pubblicata, in 8, nel n. 3 dell'anno IV della Cronaca delle Missioni Francescane (Roma i864.)
36 BÀTLLE - BAUTISTA
jft. 63. Batlle. — Chronica de la Provincia de Cathalaunia de
la Regular Observancia : escrita por elR. P. Fp. Joseph Batlle,
Lectop Jubilado, Ex-Definidor , Comissario Provincial, que fue
Colegial del Mayor de S. Pedro y S. Pablo Univepsidad de Alcalà
de Enares, y Chronista de la Provincia.
Manoscritto di 2 grossi volumi in foglio, della pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
L' opera è divisa in cinque Parti : comincia dalla fondazione dell' Ordine Francescano e giunge fino
agli ultimi anni del secolo XVII . È ricca di preziose notizie e storie di tutte le nostre Missioni ,
specialmente delle Filippine, del Giappone e dell'America. M' aiutarono ad estrame molte cose il
M. R. P. Ramon Buldù, Provinciale dell'Osservanza in Catalogna, ed il P. Luigi Serra.
M,, 64. Bautista. — Defensorio del derecho de los Religiosos
^ Franciscanos por predicar en el Japon: por el P. Fr. Pedro Bautista
Fpanciscano Descalzo. 1595.
— Carta pastoral a sus subditos en el Japon : ano de 1595.
Cosi il Padre Huerta {Esiodo ec.) : aggiungendo che restano anche altre sue lettere espirituales
con le quali animava a los Religiosos del Japon al Martyrio. Pier Battista, come già accennammo, fu
il capo di 23 martiri Francescani crocifìssi in Nangazachi nel Giappone il 1397, e il 1863 solennemente
canonizzati dal Sommo Ponteflce Pio IX. In questa circostanza ne scrisse la storia il P. Agostino da
Osimo dell'Osservante Provincia delle Marche, di cui diremo a suo luogo.
Mi.
65. Bautista. Historia de las Islas Filipinas, Japon, China
^ y otpos peinos de la India : por el Padre Fr. Pedro Bautista de la
Provincia de S. José.
— Relacion de la persecucion centra los Cristianos en el reino
del Japon desde 1615 a 1617.
II Padre Huerta (Esiodo ec.) che ci dà notizia di questi Manoscritti, dice che il primo è Armato
il 12 gennaio 1605 , e il secondo il 2( maggio 1617. Non ò da confondere questo Pier Battista
con quello testé nominato, che fu il capo de' 23 Martiri Giapponesi. Figlio, questo, della Pro-
vincia di san Giuseppe « paso a Filipinas {dice lo stesso Huerta) el ailo de 1600, y en 1602 parilo
para las misiones do Japon. Alli trahajò con infatigable celo en la convcrsion de las almas . . . Esto
varon apostolico quedò escondido en dicho reino de Japon cuando salieron desterrados casi todos
los ministros evangelicos el aììo de 1614, pero siendo preso poco despues por la predicacìon, fuò
desterrado tambien, sali^ndo de Japon el 30 de setiembre de 1616, y Uegandu a Mejico el 23 de
febrero de 1617. Nombrado por sus prelados Procurador de la causa de la beati flcacion de los santos
Protomartyres de Japon {Pietro Ballista e compagni) paso de Mejico a Las Cortes de Madrid y Boma,
regresando a Filipinas el ano de 1621. El siguiente ano de 1622 .saliò segunda vez para Espana y
Roma, y habiendo conseguido la beatiflcacion de dichos sanctos Martires , volviò a Filipinas el ano
de 1629. Tercera vez partiò para Espaiiia el ano de 1630, y el Senor quiso premiar sus trabajos
Uevandole para si el dia 30 de diciembre del citado ano 1630, en alta mar, y poco antes de Uegar
a la America. >
66. Bautista. — Confessionario en lengua Mexicana y Castel-
lana, Con muchas advertencias inuy necessarias a los confesso^
Antrica
BAUTISTA 87
res. Compuesto por el Padre Fray Juan Bautista de la Orden
del Seraphico Padre Sanct Francisco , Lector en Theologia nesta
Provincia del Sancto Evangelio y Guardian del Convento de
Sanctiago Tlatilulco. Con privilegio. En Sanctiago Tlatilulco,
pop Melchior Ocharte. Ano de 1599.
Un volume in 8, di 16 carte preliminari, 112 consecutive, e due di errata,
— Platicas antiguas que en la excellentissima lenguaNahuatl
ammendo y crecentò el Padre Fp. Juan Bautista de la Orden
del Seraphico Padre Sanct Fpancisco ec. Mexico 1599.
Un volume in 8.
— Advertencias para los confessores de los Naturales. Com-
puestas por el Padre Fray Juan Bautista de la Orden del Sepaphico
Padre Sanct Francisco, Lectop de Theologia, y Guapdian del Con-
vento de Sanctiago Tlatilulco : de la Provincia del Sancto Evan-
gelio. Ppimepa parte. Con privilegio. En Mexico , en el Convento
de Sanctiago Tlatitulco, pop M. Ochapte, ano 1600.
Un volume in 8, di 8 carte preliminari, 113 consecutive, e altre 58 senza numerare, con V errata
e una tavola. Segue la parie segunda dì 16 carte preliminari, che continua dalla carta 113 alla 443: e
poi altre 104 carte , con l' Index locorum communium kujus secundae partii : e inilne : Excu-
debat Ludovicus Ocharte Figueroa. Mexidf in Regio Collegio Sanctae Crucis, Sancii Jacobi de Tlati-
lulco. Anno Domini 1601. Dalla carta 37 alla 51 contiene una dottrina cristiana in messicano e in
ispagnuolo: e dalla carta 80 air 85, quìstioni relative al matrimonio, parimente in messicano e in
ispagnuolo. Libro rarissimo e dì molto pregio. Ecco un saggio della lingua messicana. — A caso credi
tu in Nostro Signore Iddio onnipotente, che creò il cielo e la terrai Cuix ticmonel toquitia in totecuiyo
Diosixquick i hueli, in oqyocox in ilhuicatl yhua intlalticpactli ?— Si, credo t Ca quemaca 1— Di questo
rarissimo libro n' è un esemplare nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid.
— Platicas mopales de los Indios papa la doctrina de sus hijos
en lengua Mexicana, intitulado Huehuetlatolli : pop el P. Fp. Juan
Bautista de la Opden del Sepaphico Padpe Sanct Fpancisco. Mexico:
1601.
Un volume In 8.
— De la misepia y bpevedad de la vida del hombpe: y de
sus quatpo postpimeipas , en lengua Mexicana. Compuesto pop
el P. Fpay Juan Bautista de la Opden del Sepaphico Padpe
Sanct Francisco, Lectop de Theologia, y Diflanidop de la Provincia
38 BEÀUGRAND - BEAUMONT
del Sancto Evangelio. Dedicado al Doctor Sanctiago del Riego ,
del Consejo del Rey N. S, y su Oydor en està Real Audiencia
de Mexico. En Mexico. En la Emprenta de Diego Lopez Davalos
y a su costa. Ano de 1604.
Un volume in 8.
— A Jesu Christo S, N. ofrece este Sermonario en lengua
Mexicana, su indigno siervo Fr. Juan Bautista de la Orden del
Seraphico Padre Sanct Francisco, de la Provincia del Sancto
Evangelio. Primera parte. En Mexico , con licencia. En casa de
Diego Lopez Davalos : y a su costa : ano de 1606. Vendese en la
tienda de Pedro Arias Librerò , en frente de la Puerta del
Perdon de la Yglesia Mayor de Mexico.
Un volume in 4, di 26 carie preliminari e 710 pagine. Nel frontispizio ha una incisione del buslo
del Salvatore, e all'intorno queste parole: Ego sum veritas. Dico ego opera mea regi. Psal. 44. E
neir ultima pagina è un'incisione che rappresenta sani' Antonio, sotto a cui si legge : Àeabose de impri-
mir està Primera parte, en la muy insigne y muy leal eiudad de Mexico Tenochtitlan, a ireze diat del
met de Junio deste ano, dia del bienaventurado glorioso Sanct Antonio de Padua, de la Orden
del Seraphico Padre Sanct Francisco. En casa de Diego Lopez Davalos y a su eosta : 1606. E si
conchiude con 24 carte di Tablasi? in line dell'ultima queste parole: Acabaronse de imprimir estas
tres tablas a nueve dias del mes de febrero de 1607. Solo se publicò la primera parte deste Sermonario.
Secondo il signor Joaquin Garcia Icazbalceta (Apuntes para un Catalogo de escritores en lenguas
indigenas de America : Mexico 1866) nel Prologo ha notizie molto importanti e curiose, specialmente
Intorno ai primi scrittori in lingua Messicana.
67. Beaugrand. — Relation nouvelle et tres fidelle du voyage
^ de Terre Sainte, dans la quelle se voit tout ce qu'il y a de remar-
quable, tant par mep que par terre depuis le depart de Marseille
jusqu' au retour de ce saint voyage: par Felix Beaugrand, Reli-
gieux de Saint Francois. Paris. Ant. Warin, 1700-1701.
Un volume in 12, che comprende la prima e la seconda parte di detto Viaggio.
ih.
hmtrin
68. Beaumont. — Cronica de la Provincia por antonomasia
Apostolica de los gloriosos apostoles San Pedro y san Pablo de
Mechoacan, esmaltada de vidas ejemplares y santos empleos de
sus esclarecidos hijos: escrita despues dos siglos y aumentada de
noticias historicas del reyno de Mechoacan, a costa de trabajos y
diligencias, que se deseaban en le Cronica antigua. Sirve la de
principio para su mejor inteligencia un aparato copioso que con
BELEM 39
el libro primero de la primera parte de dicha Cronica forma el
tomo primero ec. A solicitud y desvelo del R. Padre F. Pablo
de la Purisima Concepcion Beaumont, Predicador General, Notarlo
Apostolico, Maestro en artes en la Universidad de Paris, Socio de la
Real Academia Medicea Matritense y Cronista de dicha Provincia.
Manoscritto di 3 grossi volumi in foglio : 2 di Apparato, e 3 di Cronaca : ed ù una delle più
dotte e gra\i opere che siano slate scritte sopra F America, e non meno interessante per ia storia delle
Missioni Francescane. Trovo confermato (lucsto mio giudizio dall'erudito Joaquin Garcia Icazbalceta
in una nota al tomo secondo della Coleceion de docnnientos de Mexico , da lui pubblicata in Mexico il
1866, pervenutami questi dì da Madrid: « Està Cronica {egli dice) importante permanece inedita.
El autor muriò antes de concluirla. Hai copias de ella en el Archi vo general (de Mexico), en mi
coleceion y en las de los Senores Andrade y Ramirez. Consta de dos partes. La primera intitulada
Aparato a la Cronica es un compendio de la historia de America , desde el descubrimiento de
Colon basta la toma de Mexico i)or Corlez. La Cronica propriamente dicha abraza desde el descu-
brimiento del reino de Michoac^in basta el ailo del 1575. El autor no solo luvo a la vista las obras
Impresas relalivas a su asunlo, sino (pie junlò con gran diligenc-ia muchos manuscrilos e instru-
nientos autenticos que en parte se ban perdido. Algunos copiò a la letra, y aumentan el merito de
su obra. No se retlere està unicamente al reino de Michoacan, sino (pie comprende todas las pro-
vìncias del interior, basta Nuovo Mexico, y aun .se esliende a la historia general. El pian era
desmasiado \aslo el estilo tiene n'sabios de la epoca en (pie aipiel bizo sus esludios: pero la obra
l's un repertorio de nolicias, de (pie puede sacarse gran partido. » Cosi Joa(iuin Jcazbalceta. E chi
legga .soltanto V Avi$o al benevolo lector y pian de la obra, premessi dal P. Beaumont al suo lavoro,
vedrà che non è soverchia la lode, e che il Francescano era uomo da portare a Une il vasto dise-
gno, so la morte non ne avesse troncalo anzi tempo i giorni. Ci piace anche notare, che Ira l'altre
ttjse, afferma il secondo matrimonio di Cristoforo Colombo con la nobile Ik»atrice Enriquez dì
Conlova, e la legittimità del loro ligliuolo Fernando, e vendica all' immortai Genovese la gloria d' aver
primo di tutti scoperta la Terraferma d'America. L'esemplare dell'opera che noi abbiamo studiato,
appartiene alla Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid.
^^. 69. Belem. — Chronica Serafica da Santa Provincia dos Al-
^ garves da Regular Observancia do nesso Serafico Padre san Fran-
cisco ec. pelo Padre Fr. Jeronimo de Belem, Pregador Jubilado,
Examinador das Ordens Militares, Consultor da Bulla da Santa
Cruzada e Chronistn da mesma Provincia.
Opera di polso, in 5 volumi in foglio: (piatirò editi, e il quinto ancora manoscritto. Il
primo col titolo di parte primeira^ offerecida a' sempre Augusta Magestade do Fidelissimo Rey ì),
JoÙo V: Lisboa, na officina de Ignazio Hodriguez: anno de MUCCL, tratta dell' origem, progresso»
e fuìuiofoes de seus Conventos (cioè della detlji Provincia) e comprende a sua separa(Ùo da ProviU'
da de Portugal, rom as funda^oes de rinco Conventos de Frades e hum Mosteiro de Freirat : conta
8 carte preliminari non numerate e 786 pagine. — Il secondo volume, ossia la parte segwida, tratta
das fundafoes de dez Conventos de Frades e tres Mosteiros de Freiras ; ed è offerecida a* sempre
augusta Magestade do Fidelissimo Rey D. Joze I: Lisboa, MDCCLIU. .Yo mosteiro de S. Yieente
de Fora. Camara real de su Magestade fidelissima : conta 15 carte preliminari non numerate e pagine
905. — 11 terzo volume, ossia parte terceira f parimente d(Mlicalo a Giuseppe I) tratta da origem,
funda^am e progressos do Real Mosteiro da Madre de Deos de Xabregas com as vidas de seus re-
gios fundadores, a Senhora Dona Leonor, mulher do Senhor D. JoÙo il; e o nosso patrono e se-
renissimo Rey. D. Joào III, e comprende j untamente as vidas das Fundadoras e mais Religiosas,
qua neUe florecerùo em virtudes, con gran credito desta casa, e dai mais illusires de Portugal Li^
40 BELTRAN
sboa eie. MDCCLV: conta ii carte preliminari non nmnerate, e 763 pagine. Inoltre vi ha aggiunto
un Suplemento em que se irata do Real Mostevro da Madre de Deos de Xabregas, da primeira Regia
de santa Clara, funda^o da Rainha D. Leonar, Mviher do senhor Rey D. Joào III. Traiase de
algumas Religiosas, que nelle fallecerìio com opinSào de viriuosat; humas qtte fcUtarilo na ChroiUea,
e ouiras que a^creseerào de novo. Lisboa ee. MDCCLVII: conta 5 carte preliminari non numerate e 94
pagine. — 11 quarto volume, ossia parte qiMrta (dedicata anche questa allo stesso Re Giuseppe I) irata
das fundofoes de etneo Convenios de Frades e sete Mosteiros de Freiras. Com as vidas de alguns Re-
ligiosos e Religiosas, que nelles aeabarào eom opiniào de santitade. Comprehende juntamente par-
tieulares noticias do Reyno; fundofoes de ierras e de algumas p'essoas Ulustres delle. Lisboa etc
MDCCLVIII: conta 1( carte preliminari non numerate e 636 pagine. Ed ha aggiunto infine: Descuidos
do eseudo empeneiravel d<ido a luz no anno proxime passado de 1749 eom o nome supposto de
Anastasio Pusym Manfredo , presumido fHho da venerarci Ordem Tereeira da miUeia de Jesu Chri-
sto. Descubertos pelo PcSre Fra Jeronimo de Belem ec. Lisboa, na officina de Joseph de Costa. Coim-
bra MDCCL.
Opera ricca di memorie e di belle biografie di nostri Missionari e Vescovi , specialmente nelle
isole di Capo- Verde e in Cina . Tra V altre cose , v' è un interessantissima Memoria sopra le
Missioni della Cina, e sopra il Padre Fr. Francesco di Santa Rosa da Viterbo, Vescovo Vicario
Apostolico di Nan-Kin, ordinato ii 1743. Questo Prelato Francescano è un uomo di prim' ordine;
e le cose da lui operate, congiuntamente a' suoi confratelli, mostrano come la Religione Francescana
abbia tenuto sempre, inftno agli ultimi tempi, il primato neir opera delle missioni cattoliche, mentre
da coloro che hanno preteso di scrìverne la storia, né anche se n' è fatto menzione! Citiamo fra
gli altrì, i capitoli i7, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 3( del lib. Vili deUa Parte seconda. N' è un esemplare
nella Biblioteca Nazionale di Lisbona. 11 quinto volume, finalmente, manoscritto, è nella Torre
del Tombo della stessa città di Lisbona, e porta il titolo seguente:
— Indiculo cliroiiologico para a Chponica Seraphica da santa
Provincia dos Algarves, que teve seu principio em 4 de septembro
de 1746, dia da traslagao de Santa Rosa de Viterbo. Pelo P. Fr.
Jeronymo de Belem, Chponista da mesma Provincia, nomeado en
huma junta que se fez no Convento de S. Maria de Jesus en
27 de agosto 1746. Sendo Provincial o N. M. R. P. Fp. Lourengo
de Sanato Thomas Let. Jub. e Qualificador do Sancto Officio.
Principia pelo anno de 1533.
k un grosso volume in foglio, di non facile lettura per le molte cancellature e correzioni
fattevi; ma che contiene belle ed importanti notizie di quella Provincia, anche rispetto alle Missioni.
70. Beltran. — Arte del idioma Maya red acido a sucintas
^"^ reglas. Y semi-lexicon Yucateco por el R. P. Fr. Pedro Beltran
de Santa Rosa Maria, bijo de està Santa Recoleccion Franciscana
de Merida ec. Formòlo y dictolo, siendo maestro de lengua Maya
en el Convento Capitular de N. S. P. S. Francisco de dicha
Ciudad. Ano de 1742.
Di questa pregevolissima opera si fece una seconda edizione in Messico per Hogal il 4746,
in 4, di 194 pagine; e una terza in Merida de Yueatan: Imprenta de Jose Dolores Espinosa: JìMù
1859, in 8, di sette carte non numerate e 24S pagine.
Stanip»
BENAVENTE - BETANCUR 41
iltSa
— Declaracion de la doctrina cristiana en el idioma Yucateco.
Por el Reverendo Padre Fr. Pedro Beltran de Santa Rosa Maria , de
la Orden de S. Francisco. Anadiendole el acto de contricion en verso
y en prosa. Merida, reimpresa por J. D. Espinosa. Marzo 1860.
Come il lettore vede, è questa la seconda edizione, in 8, di 23 pagine. II Brassecr (Biblioth,
Met. Guai.) ci dà le seguenti notizie dell' Autore. Nativo di Merida nel Yucatan, giovinetto vi prese
r abito Francescano, e profittando de' dotti lavori de'suoi confratelli, specialmente l'illustre Padre
Gabriele da San Bonaventura, compose la sua Grammatica il 1742, mentre insegnava la lingua Maya
nel principale Convento di san Frafncesc^) della natia sua città ; del qirale Convento fu anche
Guardiano, e inoltre Visitatore del suo Ordine in quelle parti. Egli mori in Merida su la fine dello
scorso secolo : ed oltre la Grammatica , e la Declaracion de la doctrina ec, lasciò altre opere di
pietà, scritte nella stessa lingua Maya, che conosceva a perfezione.
*• 71. Benavente. — Carta de Fr. Antonio de Benavente a el Rey
de Portugal.
È data in Cabo S. Vicentc il 10 marzo 1539. L' originale si trova nell' Archivio della Torre
del Tombe di Lisbona, e riguarda le Missioni Francescane in quc' luoghi d'Affrica, ove s'erano sta-
biliti i Portoghesi.
72. Berdini . — Historia dell' antica e moderna Palestina,
descritta in tre parti dal R. P. Vincenzo Berdini Minore Osservante :
opera utile e necessaria non solo a' professori d'antichità e d'Istorie,
ma anco alli predicatori. Venetia, G. Batt. Surian, 1642.
Un volume in 4. Se ne trova un esemplare nella Biblioteca Njizìunale di Napoli. Il Padre Berdini
en nativo di Sarteano presso Siena, e la prima edizione della sua opera fu fatta in quella cittii
H 1633, parimente in 4.
73. Betancur. — Tratado de las supersticiones de los Indios
' de Matagalpa, Linotega, Muimui y otras del partido de Sevaco, y
de Ics diferentes enredos con que el Demonio engana a los que se
llaman Brujos : por el P. Rodrigo Betancur, de Jesus, Franciscano.
Go6l IoSquier {Monogr. of Auth.), Il Padre Rodrigo Betancur de Jetus, fu nativo di Bacas
in Gnatemala, e compagno del miracoloso Apostolo di quelle regioni, il Venerabile Padre Fr. Antonio
*"^1, con cui fondarono l'Ospizio di Propaganda Fide di Granata in Nicaragua. Del venerabile
^^ Margil fu introdotta la causa di beatiflcazione presso la Sede Apostolica; e crediamo che di
PVcechi suoi compagni si potrebbe tentare la stessa prova; uomini tutti di straordinaria virtù,
cIk riDDovarono in America i prodigi dell' apostolato de' primi tempi della Chiesa. Fra gli altri, il
^^ Antonio Linarez, e il Padre Melcbiorre Lopez, per la cui morte il Margil scrisse una di quelle
^'ii'Btinoventi lettere, che non si possono scrivere che dai Santi. È data nel Collegio di Qucretaro
it^Hessioo, il 9 Febbraio del 1649, e riferita in una Cronaca manoscritta, che si conserva nel Collegio
de* nostri Padri Missionari delle Filippine in Pastrana, Provincia di Guadalajara in Ispagna.
42 BETANCUR - BICILOTTI
AoM^rica
tu. 74. Betancur. — Arte y Vocabulario de la lengua de Guate-
mala: por el P. Fr. Aloaso Betancur, Franciscano de Guatemala.
Cosi lo stesrso Squier (Monogr. of Àuth.)
Antrini
y,, 75. Betanzos. — Arte, Vocabulario, y Doctrina Christiana en
Lengua de Guatemala: por el P. Fr. Pedro de Betanzos de la
Orden de S. Francisco.
Oosl annota questi lavori del Padre da Betanzos lo stesso . Squier ( Monogr, of Auth. ) . E gli
Editori delle Cariai de Indiai publkadat por primera ves por el Minittero de Fomento (}fadrid
1877 ) ne dlnno queste notizie. « El Padre Fr. Pedro de Betanzos naturai de Betanzos, provincia de
Coruna, tomo el habito de San Francisco en el Convento de a(iuella pohlacion, y va profeso , paso a la
Nueva Espana, y de alli al reino de Nicaragua, conio fundador de los Conventos desta provincia.
Tnusladose despues a Guatemala, y en 1550 a Costa Bica, doclrinando cn todas estas partos y
aprendiendo las lenguas Kichè, Kachiquel, Tzutugil, en las c.uales, conio luogo en la Mexicana,
compusu artes, vocabularios y libros de doctrina cristiana. Muriò cerca del pueblo de Chomez on
Nicaragua el ano de 1570. » Il nome del Padn; Betanzos tlgura in molte lettere, con cui i Missionari
Francescani d'.Vmerica difesero le sante raj^ioni de'povcri Indiani, ctniie si può vedere nella sopra
citata pubblicazione Carla* de Indias, leste fatla in Madrid; die è un \ero monumento di giuria
innalzato air Ordine di san Francesco e di san Domenico. E non è che a mahi pena un saggio dui docu-
menti senza numero, che tuttavia rest;ino inediti e sconosciuti nelle Hiblioteche e negli Archivi di Spagna.
Asia
j/,. 76. Betlem. — Breve noticia da cidade santa de Jerusalem,
et mais Lugtires santos , onde Cliristo Redemptor nesso deu prin-
cipio et consumou nossa Redempcao na terra da Palestina, princi-
piando na Provincia de Galilea, et concluindo sua santissima vida
na Provincia de Judea. Do uso do Padre Fr. Hieronimo de Betlem.
Sono 20 fogli in 8, appartenenti alla Biblioteca Nazionale di Lisbona. Comincia: Da corte
e cidade de Lithoa se emharca por Marcella de Franca ec.
SIM^.
77. BiciLOTTi . — Panegirico in onore del Beato Benedetto
d' Arezzo dell' Ordine di San Francesco, detto dal P. Anton Felice
Bicilotti Minore Conventuale in occorrenza del Capitolo Provinciale
dell'Ordine stesso nella suddetta città celebrato il dì 10 maggio
1756. In Arezzo, 1756, per Mieli. Belletti.
Cito questa stampa, di cui trovai notizia nella tìUdiografia- sloHco - ragionata delia Towana
del Sacerdote Domenico Moreni ; Firenze MDCCCIV; iKTchè mi fa conoscere che il celebre missionario
Benedi'tlo d' Arezzo è Ik'ato. Io F ignorava affatto: se l' avessi saputo, me ne sarci valso a illustraa>ll
racconto che feci della sua missione nel primo tomo della S(oria unicenale delle ilimoni Francescant.
Il Moreni aggiunge (luaiito segue: • Di questo Bealo, primo capo della missiont» Minoritìca in
Palestina, parlano i BoUandisli nel toni. YI Aug. pag. 808. Insigne discepolo di san Francesco, col
(|uale mosse per la Palestina, era dell'antica famiglia Sinigardi d'Arezzo: quaecioitas (dice PAlberti,
nella Descrizione dell' Italia, edit. Coloniae Agrippinae del 1366, pag. 94) mundo ac coelo dedit Bene^
dictum, •
i
BIENTINA - BLAVINICH 43
»•• 78. BiENTiNA . — Compendio della storia della persecuzione
mossa contro la Cattolica Religione nell' Impero della Cina Tanno
del Signore 1781, scritta dal Padre Giuseppe Mattei da Bientina,
Missionario Apostolico Minore Osservante della Provincia Toscana.
Questa compendiosa Storia , fatta in Manila nelle Isole Filippine, e data il 30 Luglio 1786,
fu da me pubblicata con alcune annotazioni nel numero 4 dell' anno III della Cronaca deUe Mis-
sioni FraMetcane. Sono li carte in 8 grande, di fitta lettera; ed ^ della maggiore importanza per
la storia delle missioni cattoliche nella Cina.
V 79. BiENVENiDA. — Carta de Fray Lorenzo de Bienvenida a
"** S. A. el Principe Don Felipe, dandole cuenta de varios asuntos
referentes a la provincia de Yucatan, 10 de febrero de 1548.
Lettera importantissima, testé pubblicata , col facsimile dell'autografo, nella testé citata reale
tHlizione delle Cartai de Indian. Sono sette carte. Nei dato» poi biografieos aggiunti alle Cartas,
se ne danno le seguenti notizie. « Bienvenida ( Fr. Lorenzo de ) Ueligioso Francisco , fué a la
Nueva Espana con el Comlsario General Fray Jacobo de Tastiera en 134i, y se le destinò a la
fundacion de convenlos de su Orden en Guatemala y Yucatan. En està Provincia cstableciù varias
doctrinas y dos Conventos , uno en Menda y otro en Campeche, cuya custodia se propuso hacer
indeperidiente de la de Mexico. Al efecto, presentò la proposicion en el (]apitulo General de .\quila,
celebrado el ano 1559, donde se acordò que las de Yucatan y (ìuatemala se refundiesen en una
nueva Provincia; pero ofreciendo eslo inconvenientes , en el otro Capitulo Gen(>ral , celebrado
despues en Valladolid, decidiose (lue se fundaran las del Nombre de Jesus en Guatemala y la de
S. José en Yucatan, que efectivamente lo fucron en ci aiio de 1563. Kesuelto esto, paso el Padre
Bienvenida a Costa Rica con los mismos propositos de fundar Conventos y atender a la conversion
de los naturales, acompafiado de Fray Pedro de Betanzos y otros de su misma Orden y aun cuando
era su edad muy avanzada, hlso nuevo viaje a Esi)ana en busca de Ueligiosos, regresando C4)n 30
que, con otros llevados por el Padre Zayas, primer Obispo de aquella diocesis, levantaron 16 Con-
ventos, con los que se formò en ci aHo de 1579 la Provincia de S. Jorge. Creese que el Padre Bien-
venida muriò en Costa Rica a poco de regresar de Espana, contando 70 anos de edad. •
80. Blavinich. — Origine della Provincia Bosna Croatia , e
•^ come fu divisa dalla Provincia di Bosna Argentina, col numero
de' Monasteri sì antichi come moderni, e in qual tempo fossero
celebrati i Capitoli, ed eletti i Provinciali, e in qual luogo dopo
la loro divisione sin' ai presenti tempi ec. Raccolto dal M. R. P. Fr.
Francesco Blavinich Istriano dell' Ordine de' Minori Osservanti
di San Francesco della sopra detta Provincia di Bosna Croatia,
Theologo e Apostolico Predicatore. Scritto a Tersatto l'anno 1646.
Manoscritto in 4, di. 47 fogli, già appartenente all'Archivio Generale del nostro Convento di
san Francesco di .Madrid, ed ora conservato nella Biblioteca del nostro Collegio de' Missionari per
le Filippine di Pastrana, provincia di Guadalajara, che lo acquistarono. Ne nìetto qui la tavola dei
Capitoli. — Origine della nazione Slava, — Del nome della nazione Slava, — Privilegio di Alessandro
Magno dato alla Nazione Slava. — Del regno di Bosna. — Del tempo quando t Padri Prancesaini
enlromo in Bosna, -^Dei progressi che fecero i Padri Francescani in Bosna.»-^ Come U regno di Bosna
44 BOENERO - BOLOGNA
AoiOin
venne nelle mani del Turco. — - Come e perchè i Francescani rettomo in Bosna. — Della divinone
deUa Bosna Argentina e Bosna Croatia. — Il numero delle Custodie e dei Monasteri sì antichi come
moderni della Provincia della Bosna Croatia. — Descrizione dei Conventi della Bosna Croatia. —
Della Chiesa e Monasteri di Tersatto. ^Di Lubliana. — Di Camnieh. — Di Novamesta. — Di Segna, —
Di Pizino. — Di Berdouaz. — Di San Leonardo di Monteserato — Di Yiascha. — Di Samtibergo. — Di
Cugnaz.—Di Nazaret— Dei Capitoli celebrati neUa Provincia di Bosna Croatia dopo la divisione
di Bosna Argentina con U numero de' Ministri Provinciali e dei loro iwmL
81. BoENERO. — Delineatio historica Fratrum Minorum Pro-
Eun>p» vinciae Germaniae Inferioris a Guesiis in odium fidei crudeliter
occisorum , exhibita per Fr. Joannem Boenerum eiusdem Ordinis
Religiosum. Antuerpiae, ex officina Plantiniana Balthasaris
Moreti, MDCXXXV.
Sono 23 fogli in 4, con bellissime incisioni : e contengono una breve notizia in latino ed in
flammingo dei Francescani quivi morti dagli Eretici in odio alla fede di Cristo. N' è un esemplare
nella Biblioteca del nostro Convento di Gand nel Belgio.
82. Bologna. — Lettera del Reverendo Padre Francisco da
Bologna, scritta dalla città di Messico nell'India o Nuova Spagna,
al Reverendo Padre Clemente da Monella, Provinciale di Bologna,
ed a tutti i reverendi Padri di quella Provincia, regnando Paolo
Papa III: tradotta in lingua volgare da un Frate dello stesso
Ordine dell' Osservanza. 1534.
Questa interessantissima lettera, scritta dalla Nuova Spagna poco dipoi la conquista, fu subito
pubblicata in Venezia e in Bologna: ed ora è addivenuta una delle stampe più rare, quasi impossibile
a trovarsi. L'edizione di Venezia ha il titolo seguente: La lettera mandata dal R. Padre frate
Francesco da Bologna da Lindia, ouer noua Spagna ec. dalla città di Mexico al R. P. frate CU'
mente da Monella ministro della provincia di Bologna ec. tradotta in volgare da un frate del prefato
ordine de' minori d' osservanza ec. In Venezia, per Paula Danza. £ senza data. Il Panzer ( Ànnales
typographici , XI, 231) scrive che il Danza stampava fra il 1526 e il 1534. E da ciò si pare che sia
slata impressa lo stesso anno che fu scritta dal Francescano e V ultimo dell' esercizio della tipografia
del Danza. L' edizione poi di Bologna, citata come rarissima dal Brunet {Manuel du Libraire, Paris
1866) è intitolata cosi: La lettera mandata dal R. Padre Frate Francesco da Bologtia. In Bologna
per Bartholomeo e Marco Antonio Croscio. È parimente senza data, e in 4, gotico, di 4 facciate.
Una terza edizione finalmente dello stesso tempo dice cosi: Copia di lettera cavata dalV originate
scritto dal Messico Vanno 1534 ai fratelli e madre (in) Zaui. 4. La lettera, benché tanto antica,
non ha perduto nulla della sua importanza, per cui ultimamente venne tradotta e pubblicata in
francese dal Tbrnadx ( Archives des Voyages, ou coUection d' anciennes relations inedits et tres rares
ec. Parts 1840-1841.) E perciò crediamo cosa utile il riprodurla in questo nostro lavoro, secondo
un esemplare a penna, che anni fa ce ne venne inviato da Bologna, e già da noi pubblicato nel
numero 5 dell' anno HI della nostra Cronaca delle Missioni Francescane.
t Amatissimi miei Fratelli in Gesù Cristo! Siccome non dubito, ed anzi al contrario son certo, miei
amatissimi, carissimi e reverendissimi Padri in Gesù Cristo, che avreste inteso col maggior piacere
quanto già vi scrissi con altre lettere, le quali però dubito forte sicnvì pervenute, adesso che son persuaso
di avere messaggi fedelissimi, vi farò conoscere la felice situazione in cui mi trovo insieme con trm
Michele, che intanto le mille volte meco saluta le Reverenze Vostre. Proviamo la più grande delle con-
solazioni in vedere un cosi gran numero di creature consacrate al demonio, esseme adesso libere mercè
BOLOGNA 45
le predicaziuni di alcuni servi di Dio, cioè di noi Frali Minori, da Dio invitati in questo paese. Ah I sì,
le Paternità Vostre Reverendissime ponno esserne sicure: scrivo con abbondanti lacrime, pensando che
il nostro dolcissimo signore Gesù Cristo si è manifestato a tutto il mondo per mezzo de'suoi Apostoli, e
certo che adesso vuol rinnuovare per V intromissione de'Qgli del suo campione e servo, il Padre nostro
San Francesco, la sua santissima fede, eh' è quasi spenta. Ma prima di continuare, interterrò le Reve-
renze Vostre circa parecchi altri soggetti, affinchè esortino i loro figli, nostri fratelli, a venire ad aiutarci
neir opera di liberare tante migliaia d'anime dulie mani dell' Inferno, e restituirle al loro Creatore e
Redentore Gesù Cristo. E prima di tutto farò parola del clima.
Del clima e dei prodotti della terra.
Qui il clima è temperalissimo, né troppo freddo, né eccessivamente caldo ; piove rarissime volto
nel verno, ma sovente nella state, e quasi sempre dopo mezzo giorno. Non mai nevica, meno che su
quattro elevatissime montagne, sulle quali la neve rimane per tutto l' anno. Noi siamo fermamente
peisoasi, che il nostro continente sia molto più grande del vostro, poiché componesi di un gran numero
dì Provincie, delle quali quella che abbiamo convertita alla fede di Gesù Cristo, è più grande di tutta
Italia, Francia e Spagna insieme unite. Abbiam qui molte miniere d'oro, d'argento e d' altri metalli e
pietre preziose. Le acque quivi sono eccellenti, e quasi tutti ne beono. Il vino fassi con alcune foglie di
alberi: un bicchier di vino come il vostro, costa uno scudo d'oro, atteso che viene di Spagna: ma si
piantano delle vigne come quelle d'Italia, le quali producono e col tempo in maggior copia produrranno
efcellente vino. Quasi tutto questo paese, ossia piano, ossia montuoso, è abitato; eccettuati i quattro
monti, dei quali feci parola. I boschi compongonsi di lauri, cedri, cipressi, pini, quercic : i cedri ed i
cipressi sono così alti, che appena puossene scorger \h vetta.
Degli Animali.
I soli animali che avessero gl'Indiani, erano cervi, orsi, leoni, tigri, paoni, lepri, conigli, lupi.
Volpi, ed altri bellissimi quadrupedi, quasi tutti salvatichi : si trovano negli stagni molti serpenti simili
^ coccodrilli. Ma dacché noi frequentiamo questi lochi, ci sono stati condotti cavalli, asini, buoi, agnelli.
IKwchi, cani, galline, oche, e molte altre specie di animali, le quali si sono talmente moltiplicate, che la
l^naD'è quasi coperta: le loro carni sono più saporite di quelle degl'animali d'Europa, a tal Vunto,
cbe guplia del maiale, la quale presso di voi vien proibita quasi ancora a chi sta bene, qui non se ne
^ta r uso neppure a coloro, che sono in fine di vita. Un porco si vende per un denaro, moneta che
'wn equivale neppure a tre bolognini : per lo stesso prezzo potreste avere un grosso castrato o venti
S^e. ^on mai ho veduti cavalli più belli, come in questo paese, i quali cibansi del frumento indi-
SQ^o. che non è men buono del vostro, ma che non rassomiglia in nulla: è più scuro ed ha tutt' altra
'«nna : qui non manca però il frumento e^iropeo, che vi fu portato di Spagna con alquanti legumi : e
*n^ti prodotti vi si sono talmente moltiplicati, che una misura equivalente ad una corba delle vostre,
D* produce comunemente cento trenta e qualche volta eziandio cento cinquanta 1 Si fa con la farina di
rivesto girano, unita a quella del vostro, pane bianchissimo. È inutile andare alla cerca del pane o di
*ttro, poiché ci vien portato il tutto fino al CiOnvento : e spesso le vettovaglie son tanto abbondanti,
che siamo costretti riflntarle con dispiacere dei fedeli, che se le ri[)ortano via piangendo. t
Della coititutione degli tiominù
Sono gli abitanti di questi luoghi, grandi e belli quanto gli Europei, ma più forti. Le donne, sp<'-
ciaÌBieDte quelle di ceto nobile, superano in pudore ed in bontà tutte le donne del mondo.
Del costume.
In origine gli uomini si adornavano come gli zingani, le donne non si coprivano che dalla cintura
in gttt; ma, adesso, tutte hanno vesti onestissime. Gli uomini del popolo si contentavano di una sola
moglie legittima, ma i grandi signori possedevano molte'concubine : certuni ne avevano più di ottocento.
Ora per6 vivono tutti da buoni cristiani, e si contentano di una sola sposa. Non erano crudelissimi nelle
A6 BOLOGNA
))unizioni che infliggevano al colpevole, eccettuato però nei delitti di adulterio: la donna venia impalata;
e al suo complice, legati piedi e mani, e disteso sopra un sasso, il marito offeso gli schiacciava il capo
con un pielrone.
Non avevano nessune lettere, e non sapevano dipingere, ma avevano somma memoria e facevano
ìm disegni con penne di uccelli e con pietre di colori diversi : adesso dipingono meglio di noi, e con le
penne fanno figure di Santi : ne ho vedute due, che i Heligiosi, che |>er qui transitarono, presero per
portarle a Roma al nostro Santissimo padre Paolo 111: sono più belle che se fossero in oro od in argento.
Questi Indiani inviano pure tre casse di pietre preziose, e parecchie figure fatte di esse pietre, come pure
due bellissimi cuscini destinati per sua Santità.
Degli edifizi.
Le loro case sono basse, ma ben costrutte: hanno delle città più grandi di quelle d'Europa; altre
della grandezza delle nostre : ve ne sono che crmtano ottanta mila fuochi. Ordinariamente le loro città
non erano chiuse, ma gli Spagnuoli gì' insegnarono a circondarle di mura. Non combattevano mai che
con archi e frecce : le loro spade erano di pietra.
Degl'Idoli.
Adoravano un gran numero d' idoli, fra i quali quattro erano i principali: i Frati nostri portano
seco loro costà l' imagine del più venerato, a fine di consegnarla a Vostra Paternità reverendissima: essi
di viva >oce spiegheranno il culto di cui era l'oggetto, affinchè la Paternità Vostra ne sia pienamente
istrutta.
De' riti funerari.
Come di sopra dissi alle Reverenze Vostre, i capi di questo paese avevano una sposa legittima e
molte concubine. Quando uno di essi era per morire, insti tui va erede la proi)ria moglie e lasciava di
che vi\ere alle concubine: fra quelle che aveva in vita più ardentemente amato, ne sceglieva due, e da
esse voleva essere accompagnato nell' altro mondo, perchè con esso lui vi godessero di una vita prefe-
ribile a ({uesta; avvegnaché que' popoli credevano che dopo morte l'uomo passasse in un altro mondo
simile al Paradiso : quindi sceglieva un figlio delle sue concubine e gli diceva lo stesso. Queste donne
e questa creatura, erano allegrìssime, quando il loro re, amante e padre, le preferiva a tutte le altre; e
promettevano seguirlo. Apjìena il sire era morto, veniva imbalsamato; coslìtuivasi una cappella sot-
terranea: lo mettevano a sedere sur una sedia vestito dei suoi più splendidi abiti, tempestati di pietre
preziose, e delle sue armi ; ponevaglisi una cx>ncubina a destra, un'altra a sinistra, il fanciullo ai piedi;
imbandivaglisi d'intorno un banchetto di eccellenti alimenti ; quindi chiudevasi la sepoltura, e ben
presto quelle donne in un col pargoletto morivano.
De' sacrifizi umani.
Pratic-aronsi le stesse cerimonie rispetUi all'idolo, onde la imagine vien portata in Spagna, idolo
che era jftato un gran principe : quarant' anni e più dopo la sua morte, sì volle vedere ciò che ne fosse
diventato : si scavò la sua tomba, e non furon trovate che le ossa: allora fecesi fare questa statua a sua
imagine, e cominciossi ad adorarla qual Dio, e a<l innalzare molli templi in onor suo : quello dove fu
rinvenuta la sua statua, è più grande della vostra chiewi di San Petronio : avevano avuto per lui tanto
rispetto, quasi quanto ne potreste avere voi p<'l Santo Sacramento; gli sacrificavano umane vittime
nella maniera che segue. 1 Sacerdoti avevano un coltello di pietra, come negli antichi tempi il coltello
della circoncisione: conducevano gli uomini sopra un sito elevato, distendevanli sopra una larga pietra,
ed i sacerdoti, col detto coltello, gli fendevano il petto e ne estraevano il cuore : imbrattavano col san-
fsMie l'altare dell' idolo, tagliavano i piedi e le braccia alle vittime, e siudivano queste membra ai prin-
cipali capi, che le mangiavano con molta devozione ed allegrezza, dicendo che erano reliquie di Santi.
Per cotal guisa sacrificiiv ansi a quell'idolo migliaia e milioni di creature ragionevoli !
Metodo adoperato per convertire gV Indiani alla Fede Cattolica.
Quando arrivammo in questi luoghi, i sacerdoti degl'idoli accortisi che noi altri Religiosi eravamo
BOLOGNA 47
vemiii a predirare il Vangelo del nostro dolcissimo signore e maestro Gesù Cristo, adunaronsi iu consi-
glio e dlsser fra loro: se questi Religiosi, giunti di recente per p/edicare ed introdurre una legge nuova^
hanno in mira di farci cambiar di fede, indurranno il popolo colle loro prediche a distruggere i nostri
idoli, come fecero altrove e nelle città circonvicine: facciamo dunque al nostro Dio una cappella o un
orati^rio sotterraneo, mollo nascosto ; sopra vi jìianteremo una croce e fingeremo adorarla, ma intanto
adoreremo il nostro Dio; e questo fecero. Fino ad ora lo avevano tenuto segreto; ma i nostri Religiosi
(tassando per cotal luogo, quel sacerdoti Illuminati dalla vera fede, e pentiti del fatto, han confessato
la loro malizia e la loro ignoranza, ed han consegnato quest' idolo, che nella loro lingua si chiama
Tesoalipocli, ciò che vuol dire specchio di fumo. Per tal maniera i Religiosi poteron portarlo alle Pater-
nità Vostre Reverendissime.
Ecco come qui ci comportiamo per istruire gl'Indiani nella fede. Abbiamo scuole di ragazzi, chi»
quasi lutti sono figliuoli di gran signori, i quali ce li mandano per istruirli : i ragazzi ammaestrano
((uindi i propri genitori, e gli altri Indiani. In molti luoghi ne abbiamo mille, ed in alcuni <lue mila, e
noi apprendiamo loro a leggere, a scrivere, a cantare e a suonare alcuni strumenti: li facciamo studiare,
polche hanno molta memoria e facilità. Tutte le notti si alzano coi Religiosi per cantare il Mattutino,
ed il giorno celebrano con essi tutti gli uffici sacri alle ore canoniche. Benché i Religiosi sieno «pù in
pìccul numero, poiché al più saremo in tutto un dugento, ed appena siamo tre o quattro riuniti insieme
in ciascun luogo, nulladimeno cantiamo la Messa ogni giorno, adoperando cosi : il prete la intuopa ;
quindi questi giovani cantano il restante in musica, e si accompagnano con organi, arpe flauti ed altri
strumenti di guisa tale che, mio Reverendo Padre, credo che nessun cristiano abbia mai inteso armo-
nia cosi bella : udendo V armonia di quelle voci e di questi strumenti crediamo essere In Paradi-so ad
ascoltare la maslca degli .\ngcli. Ogni giorno, quando si celebra l'uffizio divino, adunansi Immancabil-
mente intorno all' altare più di ottanta mila persone, tra uomini e donne, che vi assistono; i mascfii
stanno separati dalle femmine. Se sentono nominare il soave nome di Gesù, si mettono In ginocchioni,
e quando si canta 11 Gloria Patri, si prostrano lino a terra, e si danno la disciplina come l Religiosi.
Quando II vediamo umiliarsi cosi, non possiamo astenerci dal piangere per gioia, e render grazie Inilnlte
al Signore misericordioso, ed al Redentor nostro Gesù Cristo, che si degnò far risorgere la sua santa
fede per mezzo di tante anime perdute: noi sempre desideriamo che le Paternità Vostre Reverendissime
sieno testimoni di così grande e pura devozione.
Quanto all'Istruzione delle ragazze, noi abbiamo fatto venire di Spagna gran numero di Religiose,
t|uasl tutte del nostro Terz' Ordine ; elle tengono a scuola le fanciulle come farebbejTi in Ispagna, le
«{uall recitano anche l'uffizio della Madonna insieme colle Religiose; in quelle scuole le giovani indiane
apprendono a filare, a cucire, a tessere, ed a fare molte altre cose donnesche. Queste fanciulle sono llglie,
quii.si tutte, di grandi signori; tra esse dìstinguousl le due flgliuole del Sire più potente di (piesta pro-
>incia. Quasi tutte dicono voler conservare una esistita perpetua e senza macchia; infatti la loro con-
dotta è esemplarissima; a quelle poi che vogliono maritarsi, si fa sposare alcuno dei giovani per noi
Utruitl nella santa fede, ed In questo modo formansl famiglie di veri cristiani.
Del Battesimo,
Queste genti hanno tanta conlldenza in noi, che non fa d'uopo di miracoli per convertirle. Qualche
volta i capi si presentano alla testai di trenta o di quaranta mila uomini per farsi biittezzare: ci portaiM»
• i loro Idoli, <' piangono sui loro [leccati con tanta amarezza, die intenerireblKTo l sassi. Spessissimo ci
obldìgano di andare nei lon» villaggi e città, e la hiro devozione è cosi granile, che siamo costretti di
hLSciare l più vicini per andare dai più lontani, affine di so«ldirfarli. Axanti di venire a cercarci , cosli-
talscono dei Conventi nelle loro città, perchi^ ci possiamo abitare con lutto nostro comodo: e quando
ci è imiiossibile di aderire alle loro inchieste, ci domandano almeno uno dei nostri abiti, come pegno
che noi andremo a predicar loro il Vangelo, quando il numero de' Religiosi sarà maggiore; giunti ai
loro domicìli, riempiono quell'abito di paglia o di stoppa, e lo pongono sull' altare nel loro templi,
come pro\a che un giorno anderenio a convertirli. Vengono da 100 leghe di distanza, vale a dire 300
miglia, per vederci e sentirci pn'dicare: sjiesso 80 e anche 100 mila persone assistono al nostri seruKJni,
quantunque molti di essi non intendano l nostri discorsi ; e tutti, uomini e donne di distinzione, ricchi
e poveri, portano al collo una croce, e ci confessano i loro pecciitl con abbondanti lacrime: conlldano
in noi come nei Santi, e non vogliono Frati di altro Ordine fuori del nostro ; anzi i capi di questo paese
scrivono al santo Padre per mezzo dei Religiosi, pregandolo di non spedire nei loro paesi preti secolari.
48
BONAZZI
Anwnct
né Frati, quando non sieno dei nostri; e vorrebbero specialmente che fossero Italiani^ perchè ci preferì-
riscono agli altri. Laonde, miei carissimi Padri e mie Madri carissime, prego le Reverenze Vostre di
venire in aiuto di queste povere anime, gran nunu^ro delle quali, che saranno dannate, potrebbero
essere in luogo di salvazione, se voi le aveste aiutale.
Noi preghiamo le Reverenze Vostre di fare le nostre scuse ai nostri parenti per non avere loro
scritto, e la ragione si è, che abbiamo quasi affatto dimenticata la nostra lingua materna. Vi preghiamo
eziandio di mostrar questa lettera a tutti i fratelli della vostra Provincia, onde incoraggiarli a venire a
trovarci, lo mi raccomando sempre alle loro ardenti preghiere.
Dal Messico nella Nuova Spagna
Di vostra reverenza, il figlio in Gesù Cristo,
Fratcl Francisco
Da Bologna
ir.. 83. BOiNAzzi. — Historia de la Misiones de la Republica de
Chile desde la conquista hasta nuestros dias al cargo de los mui
Reverendos Padres Franciscanos. Escrita por el Padre Predicador
Apostolico General, Fr. José Maria Bonazzi. Ano de 1854.
Un volume di 139 pagine in 4, e altrettante di documenti, .\utografo, inviatomi qualche anno
fa dall' Autore, naturale di Roma, e figlio dell' Osservante Provincia Romana.
Per far conoscere a' nostri lettori l' importanza di questo lavoro ne daremo qui la breve Intro-
duccion. • La historia {dice V Autore) que pone de manifiesto las acciones generosas de aquellos
hombres, que se dejaron guiar por un rayo de luz todo divino, de una caridad ardiente para hacer
felices a sus semejanles, interesa a lasociedad y a los ministros de la Religion. Pues, estos està-
dian con ella los medios que usaron para conquistar y civilizar a naciones barbaras; y aquella
lee con gusto y se recrea contemplando los progresos que han hecho en tudo el mundo , trasfor-
mando lus espesos bosqucs en hermosas ciudadcs, salvajes en ombres civilizados, en ciudananos.
La historia de los costantes sacrificios y padecimientos de aquellos hombres, que supieron desnudarse
de las aflccioncs, que Ics instaban permanecer en su pays natal y disfrutar en el las delicias de una Vida
comoda y tranquilla, y dcjando las sendas de Academo , para dibtar al re}'no de Jesu Christo.
Pues , para esto cmprendieron largos y peligrosos viajes , esploraron mares desconocidos , escala-
run inacesibles montafias, y por abrirse un camino seguro en ellas, derribaron con su bianca mano
lun envejceidos gìgantrs y las virjenes selvas de America fueron el teatro de sus hcroicas hazanas.
La historia enfln de la revolucion mora! de los selvajes, ubrada por aquellos hombres (que hi so-
ciedad moderna mira dcreojo) los Misioneros, los sacerdotes catholicos, que animados por el espirìtu
dfl Evangelio, hicicron el voluntario sacrificio de una total abnegacion de simismos y de todas las
cosas ( sin la cual nada puede emprender el hombre des grande y de Ideilo) para prestar a tudo el
mundo grandes scrvicios, la trasformacion pro<ligiosa del individuo, de la familia y de la sociedad,
cuyos echos eucontramos consignados en las doradas paginas de la historia de las Misiones genc-
rales y particulares, que despues de sus grandes fatigas, veian levantadas de la humiiiacion de-
gradante en que yacian millones de seres desgraciados, y roalizados sus gencrosos dcsignios. Los
Misioneros dieron a los Monarcas nuevos vasallos y ensancharon sus estados.
• La historia de las Misiones de America, es la historia de su civilizacion y progresos. En
cste vasto continente los Misioneros trahajaron con teson desde el momento que lo recorrieron
con los conquistadores Heman Cortes, Pizzarro y Valdivia. Estos piantando el pabellon de su sefior,
aquellos el frondoso arbol de la Cruz, hicicron rayar en su orizonte la luz del Christianismo civili-
zador. Si los Espauoles buscahan los tesoros escondidos en las entraiias de la tierra; los Misioneros
desinteresados buscaban selvajes, a costa de grandes fatigas, para hacerles conocer la dignidad del
hombre con»relacion a Dios y a la sociedad. Si los primeros con sus fulmiuantes armas amagaban
su liberdad y su vida; los segundos se constituivan proctetores de los selvajes, y estos que poco
antes habian resisiido heroicamentc a las morliferas boccas de fuego de sus enemigos que-
daban desarmadus con solo el atractivo de la palabra encantadora de los Misioneros, que con el
Evangelio cn una mano y la cruz en la olra, les predicaban, despertandolos a nucva vida.
BONAZZI 49
• Los (Icscondientes de los Aztecas, los hijos del Sol, los Clìilenos, los Araucanos, los Pehu-
t*nclies, los Calla-Calla, los Hiielliches, los Chilotes, los Chonas, y Palagoncs oyeron por la primera
VOI la voz de los Misioneros Franciscanos Juan de Tecto, Marcos de Niza, Barrionuevo, Aguero,
Axonzalos, Hernandez, Quadramiro y otros, prostraronse a sus pies, y en adcman de suplica y
^umision podian las rcgencradoras acpias del santo Baiilismo.
« Mas los Araucanos no permanecioron niucho tiempo en el Cristianismo que habian abra-
^ado. Desde la aurora de los progresos de la civilizacion encerraban en su seno un germen de
itt^struccion , el sistema de esclaVUud, que habian adoptado los conquistadores. Los Araucanos, na-
cion puerrera por caracler, no àofriò mucho liompo el duro yugo do la esclavitud y la cruel niu-
lilacìon de sus connacionales ; se sublevaron ; y los Espanoles perdieron sus vidas , las hermosas
cìudades de la hermosa tierra de los Lautaros , Colocolos y Caupolicanes, y los Misioneros fueron
niarlirizjdos , quedando el territorio Araucano olra vez independienle. Desde està epoca han cor-
Tìdo ya dos siglos y medio, y los Araucanos en conlinuas alternali vas ya de paz, ya de guerra,
va de Iriunfos, ya de esclavitud, han parmanecldo insensibles a la voz de los Misioneros, y han
hecho infrnctuosos todos sus heroicos esfuerzos, para reducir outra vez a el greroio de la Iglesia
a ICM aiKistaL-us, y convertir a los infleles.
« La historìa de los Araucanos es interesanle, pues han sabido conservar desde su conqui-
sta hasla al dia de boy su antiguo caracter y sus coslumbres salvajes, sosleniendo loda via su alla-
nera frente en faz de la civilizacion, blandiendo su amenazadora lanza del medio de sus selvas,y
dislinguicndose entrc las demas naciones Americanas por su sello peculiar. Al trazar està historia,
dedico exdusivamente mi piuma para hacer progresar el Cristianismo en la Araucania, locando
lijermente las guerras de los Indios con los valientes Espanoles.
« La historia de las Misiones de la Araucania, es originai, y el leclor la contemplerà por la
primera vez. En escrivirla no me anima la pasion de realizar los merilos de mis hermanos, no;
al contrario narrar los progresos y atrasos de ellas tales corno han sucedido. Siendo mi unico obje-
cto, a fin de que no ne pierda la memoria de las grandes y maravillosas azanas, corno ha di-
che el padre de la histora Herodoto ationto siempre a sacar los hechos los mas veridicos de
la abscarìdad y de la falsedad, que se hallan entralazados con la historia politica de la conquista.
^ Para reunir hechos tan aislados y sacar en claro la verdad de los sucesos de los prime-
ras anas de la conquista espiritual, hacer conocer sus prìmeros Misioneros, las primenis funda-
riones do Misiones, he tenido que desenterrar de los Archivos del Colejio de Chillan y de la Pre-
f?ftura (le Misiones muchos manuscritos de memorias, relaciones y cartas escritas por los primeros
Misioneros, y colejarlas con los historiadores mas veridicos, cuyos documenlos, ciertamentc to-
dos interesantes, donde he encontrado bastantes hechos consignados que no se hallan en los otras
historiajlores , me han dado bastante luz para lejer està historia. Advertiendo empero que hallarà
siempn? un vado, que no he podido llenar , la falla da los nombres de muchos Misioneros
nwiirizados y fundadorex de Misiones, cuyos manuscritos se perdieron en liempo de la guerra de la
ìDdependencia ! » Si perdettero, e furono venduti e si vendono tuttavia a carissimo prezzo in (piesta e
in qnella città dell' America e dell' Europa!
Finalmente trascriviamo qui l'elenco degli ffwformdorcx y Croaw/a.s , dai quali l' Autore ci fa
sapere che ha sacado su historia. Parecchi son Francescani, e alcuni lenuli come perduti: è già
molto il sapere che esistono e il luogo dove s' incontrano. Padre Torrubia, Cronica general de
SA?i Francisco: Padre Fray Diego Mendoza, Cronica de la Provincia de san Antonio de los
CIiMRCw: P. Fr. Antonio Fernandez, Historia Eclesiastica : D. Fray Reginaldo Lisarraga, Obispo
de la Imperiai, Descripcion v poblacion de las Indias : D. Fray Geroninm de Ore , Obispo de la
CoDcepcion de Chile, De.scripcion del Nuevo Muxdo y sus naturales: P. Fray Diego de Cordoba
Salinps , Chronica de la Provincia de Lima : P. Fray Francisco Savier Ramirez , Cronica Impe-
iial: P. Fray Pedro Gonzales de Agueros , Descripcion historial de la Provincia de ChiIìOE : P.
¥nj Jose Savier Guzman, El Chileno instruido en la historia topografica civil y politica de
so Pais: P. Alonso Ovalle, Noticias del revno de Chile: Molina, Abate, Compendio historico del reyno
M Chile: D. José Ignacio Victor Eyzaguirre, presbitero, Historia Eclesiastica de Chile: D. Alonzo
Ercilla de Zuniga, La Araucania: D. Francisco Bascunan , Cautiverio Felyz: D. Herrera, Descripcion de
LOS Indios: I). Pédro de Ona, Arauco domado: D. Cosme Bueno, Descripcion de Chile: D. Claudio Gay,
ffiSToaiA moderna de Chile: D. Federico La Croix , Historia de la Patagonia.
50 BONDOY
Mi. 84. BoNDOY. — Chronica Serafica de la Santa Provincia de
Mallorca de la Regalar Observancia de N. S. P. S. Francisco,
en que se da noticia de su origen y fundacion de sus Conventos
y de los varones ilustres que han florecido en ella en sus tres
Ordenes : ordenada y escrita por el R. P. Fr. Francisco Bondoy,
Lector Jubilado, hijo de la misma Provincia: ano 1814: dedicada
al mismo Serafico Patriarca.
Un volume in foglio, di 780 pagine; autografo. Nella carta che precede il frontespizio si leggono
queste pietose parole : « Esle libre despues de la muerte de su Autor sera custodiado en la Libreria
del D. Jayme Bondoy, presbitero beneflciado en la Parroquia de Felanitx y de sus sucesores en su
benefìcio paraquc se conserve y no estè espuosto a perderse. Pero si por Providencia de Dios se
restableciesc en algun ticmpo el Convento de san Francisco de Asis de Palma, es mi absoluta
voluntad que se cntregue al Provincial o Guardian del dicho Convento , para que sea custodiado en
el Archivo de la Provincia. Declaro ser està mi voluntad en la villa de Puebla a los 4 de septiembre
de 1838. — Fr. Francisco Bondoy presbitero exclaustrado. » Povero Padre Bondoy I che amore al suo
Ordine, da vero^ Francescano!
È una Cronica ricchissima di notizie e ^i documenti importantissimi per la storia dell'Ordine
Francescano nelle isole di Maiorica, Minorica, e del regno d'Aragona in Ispagna, e per quella delle
Missioni nostre nell'America, specialmente la Nuova Spagna, ossia il Messico, il Nuovo Regno di
Leone, e la California. V è anche la Vita del V. P. Giunipero Serra, il primo e maravigliosisslmo
Apostolo di quelle ultime parti dell' America. Vidi questo prezioso Manoscritto in Barcellona, invia-
tomi dal zelantissimo e gentilissimo Padre Pajaros, da Palma di Maiorica, subilo che seppe dal
Padre Buldù ch'io era in quella città. Lo scorsi rapidamente; e lo stesso Padre Buldù me ne fece
copiare tutto ciò ch'io giudicai necessario per il mio lavoro della Storia universale delle nostre
Missioni, mentr' io proseguii per Saragozza e Madrid.
Da un capitolo, ove si riferiscono gli scrittori che ebbe quella Provincia Francescana di Maiorica,
io stesso ne trassi le seguenti notizie.
• P. Fr. Buenaventura .\rmengual, naturai de LIumayon, aviendo veslido el santo habito en el
Convento de Jesus, hizo uno particular estudio de las humanidades, que enseno despues en varias
Conventos : fue religioso de grandes prendas y rcligiosidad, por las quales toda suerte de personas
acudian a el . . . .Escriviò dos tomos en folio: De rebus Majoricarum ; pero eslos libros padecieron
naufragio viniendo esle Padre de Menorca. Escriviò asi: Archielogium vitae, martyrii et doctrinae
B, Raymundi tulli y tambien un libro de las cosas mas memorables de està Provincia ( de
Mallorca) y reino .... pero no concluió està obra, por averle arrebatado la muerte en este Convento
de Palma en 5 diciembre 1645.
• El P. Fr. Juan Barcelò en el ano 1654 con otros Uoligiosos compendiò el viage de laTierra
Santa para visitar los Santos Lugares consacrados con los mislerios de nuestra Redencion , cuyo
viage nos dejò escrito en un libro con este titulo: Viage que hizieron los Padres Fr. Juan BarceWt,
y F. Juan Baltasar, Predicadores, y el hermano Fr. Miguel Garan Lego da la S. Provincia de MaUorea
de la Regular Observancia de N. P. S. Francisco y movidos de devocion particular que tenian a los
Santos Lugares de la Palestina y santa ciudad de Jerusalem: Ms. digno de darse a la imprenta por
la moltitud, variedad y exactitud de noticias que contiene. El P. Fr. Juan Baltasar muriò en el camino
veniendo de està peregrinacion a 9 de oclubre de 1657, y el P. Juan Barcelò en 49 agosto 1695.
• El P. Fr. Antonio Balaguer, Profesor de gramatica en el Convento de Palma. Era muy inteligcnte
en las reglas de la latinidad ; y dio al publico los signiflcados de las ocho partes de la oracion, del
primer libro del Doctor en medicina D. Andres Semperio, con dos ortograflas latina y castellana; el que
se ha impreso muchas vezes en 8, para el uso de los estudiantes. Mas un Dicionario de los vocablos
de la lengua vulgar Mallorquina, con los terminos correspotuiientes en la lengua espaghola y latina,
manoscritto. Muriò en el Convento de Palma.
BONTHIER • 51
85. BoNTHiER. — Histoire de la premiere descou verte et con-
queste des Canaries faite des V an 1402 par Messire Jean de Bet-
hancourt, chambellan du Roy Charles VI ; escrite du temps me-
sme par Fr. Pierre Bonthier, Religieux de Saint Francois, et Jean
Preste Le-Verrier, et mise en lumiere par M. Galier de Bethan-
court ec. Paris, chez Jean de Henque ville, rue saint Jacques a la
Paix. MDCXXX.
Un volume in 8. È la prima storia, interessantissima, delle Canarie : oggi rarissima ; e ne trovai
un esemplare nella Biblioteca Barberiniana di Roma, di cui mi giovai per scrivere il capitolo YIII del V
libro della mia Storia universale delle Mitsioni Francescane. Poi, in Madrid, venni a conoscere che
non molti anni addietro se n'era fatta una traduzione ed edizione in lingua Spagnuola, nell'Isola di
Teneriffe, con lo stesso titolo; cioè:
— Historia del primer descubrim lento y conquista de las Ca-
narias principiada en el ano de 1402 por el Senor Juan -de Bethan-
court, Chambelan del Rey Carlos VI. Escrita en el mismo tiempo
por Fr. Pedro Bonthier, Religioso de S. Francisco y Juan Le-Ver-
rier Presbitero , Capelanes domesticos de diche Senor de Bethan-
court. Dada a luz por el Senor Galier de Bethancourt, consejero
del Rey en el Parlamento de Ruen. Producida de la edicion hecha
en Paris el ano de 1630, por D. Pedro M. Ramirez. Imprenta Islena:
Santa Cruz de Tenerife: 1847.
È un volume in 8, di VII coirle eli? pagine. Un esemplare trovasi nella Biblioteca Nazionale di
Madrid. Il Padre Bonthier e il Prete Le-Verrier accompagnarono il Bethancourt nella sua impresa, e
furono i primi missionari cattolici che annunziarono la parola evangelica nelle Canario. Il lavoro del
Bonthier e del Le-Verrier non è solamente prezioso come storia di quelle isole, e della conquista fattane
dal Bethancourt, ma ancora per averci conservato notizia d'un manoscritto, di cui il Bethancourt si
valse per la sua impresa, e per allargarla, se gli fosse stato possibile, sino alla costa ferma d'Africa.
Il manoscritto posseduto dal P. Bonthier era opera di un suo confratello di Spagna, viaggiatore della
prima metà del secolo XIV. Egli lo comunicò al Bethancourt, e di{>oi ne inserì nella sua Storia quella
parte che si riferiva alle coste e a' paesi d'Africa, e che gioverà qui riferire. Essa è sempre importante.
• Quand il fut {dice il Bonthier) entre le monts de Clere, il vint a la cité de Maroch, qui iadis
souloit estre nommée Carthages, et etolt chef de tonte 1' Afrique. Et de là s' en vint vers la mer •
Oceane a Nsfet et Samor et a Saphi, qui est bien pres du cap Cantin. Despuis vient a Maguedor, qui est
en une outre province qui s'appelle de Gasulle; et là comencent les monts de Clere: et de là s'en vint
a la GasaUe desnsdite, qui est un grand pays garny de tous biens, et s' en alla vers la marine a un i)ort
qui se nomme Samatene: et de là au cap de Non, qui est en venant vers nos isles, et de là se mit en
mer en un pensi I, et vint au port de Sanbrun, el toute la costiere des Mores, qui se nomme les plaigues
arencuses ìusque au cap de Bugeder, qui marche douze lieus pres de nous , et est un grand royaume
qui s' appelle le Guinoye... et là prindent leur chemin et allerent voir et adviser les isles de par deca; et
chercherent maint autres pays par mer et par terre, dont nous ne faisons nulle mention. Et se partit le
Frere d' eux, et s' en alla contro Orìcnt par maintes contrées iusquc a un royaume qui s' appelle Don-
galle , qui est en la provinco de Nubie, habitA de chrestiens , et s' appello Prestre-Jean, en un de ses
tiltres, Patriarchc de Nubie; qui marchit d'une des costes aux deserts d'Egj'pte, et de l' autre cxwtè a
la riviere du Nile, qui vient des marches du Prestrc-Jcan ; et se cstent le royaume de Dongallc iusquo
52 BORMIO
oa la riviere da Nile se foarche en deux parties, dont l' une fait le fleuve de V Or qui vient vers nous,
et V autre s' en va en Egypte, et entra au mer de Damiette. Et de celles marches sen alla le Frere en
Egypte au Gaire ; et de Damiette entra en une nef des Ghrestiens , et despuis revint a Sarette ,
qui est front a front de Granade, et s' en alla arriere par terre a la cité de Maroch, et traversa les Monts
de Glere, et passa par la Sasulle; et là trouva Mores qui armoient une galere pour aller au fleuve d'Or,
et se leva avec eux , et entrerent en mer, et tindrent le chemln au cap de Non, et au cap de Sanbrun ;
et puis au cap de Bugedor, et loute la costiere devers Midy iusque au fleuve de V Or. E selon que dit le
livre da Frere, quand ils furent là, ils trouverent formis sur le rivage du fleuve, dunt les formls
estoient moult grands, qui tiroient granelles d'or de dessoubs la terre, et gagnerent les marchands mer-
villeusement en ce voyagc. Puis se partirent de là et tiendrent le chemin selun le ri vago de la mer, et
trouverent mie isle moult bonne et rìche, ou ils (Irent grandement leur proflte, qui s- appelle isle Gul-
pis: là sont les gens idolatres. Et de là se partirent et alierent plus avant, et trouverent une autre isle
qui s' appelle Gaable, et la laisserent a main destre. Et puis trouverent une montaigne en terre ferme
moult haute et moult abondantc de tous biens, qui s' appelle Alboc ; et de là s' en retouma la galere
de Mores, et le Frere demoura aucun temps ilice: puis s' en entra au royaume de Gotome: là sont les
montagnes si hautes que l' on dit que se sont les plus hautes du mond, et aucunes les appellent en leurs
langages les Monts de la Lune, et les autres les Monts do Or; et son six, et naissent d' elles si grosses
rivieres, que toutes cheent au fleuve de l'Or, et y font un gran lac, et dedans ce lac à une isle qui s' ap-
pelle Palloye, qui est peupiè de gents noires: et de là s' en alla le Frere touiours avant iusque a une
riviere nommèe Euphrate, qui vient du Paradis terrestre; et la traversa, et s' en balla par maints pays
et par maints diverses contrèes iusque a la citè de Melee, là oa demeure le Prestre Jean, et là demoura
moult de jours, pour ce qu' il y voyoit assez de choses marveilleuses, ec .Su questa relazione del
Francescano Spagnuolo, sin qui inedita, si i> disputato in varia sentenza da' Geografi; dal Bergeron,
dal Visconte di Santarem, dal D'Avezac, dal Morel-Fatio, dal Perschcl, e dal Jimencs de la Spada.
Quest' ultimo crede di aver ora trovato il prezioso Manoscritto, di cui ha cominciato la pubblicazione
in Madrid. 1 dotti di geografia ne giudicheranno.
y,. 86. Bormio. — Relatio carcerationis, iudicii et espulsionis ab
imperio Sinarum P. Fr. Joannis Baptistae de Bormio in Rethia,
Ordinis Minorum Obs. Reformatorum Provinciae Mediolanensis
filli, Concionatoris , Lectoris ac in eodera imperio Missionarii
Apostolici prò Sacra Congregatione de Propagand/i Fide,
Manoscritto della Biblioteca dì Brera in Milano, di cui feci estrar copia, in 78 carte in foglio.
La relazione è data in Macao addi ti dicembre 1747. In una nota in fine l'Autore ci fa sapere
che ne fece di propria mano due copie: una delle quali per la via di Francia spedi alla Congrega-
zione di Propaganda in Boma, l'altra alla sua Provincia, ove giunse il 1749. Essa è interessantis*
sima, trattandosi di una delle più terribili persecuzioni a cui fu fatto segno il Cristianesimo in
Cina. Alla fine del Manoscritto poi seguitano alcune aggiunto e schiarimenti di un Padre della Phì*
vincia Milanese, di cui egli dà conto con la nota seguente.
« Concementi alla suddetta Belazione usriron' anche diversi paragrafi in due stampe, una in
Francia, e l'altra in Manilla nell'Isole Filippine, le quali stampe amcndue, nell'atto slesso che mi
venivano tradotte , le ebbi io nelle proprie mani. E in quanto alla prima, eccone qui la traduzione
dal francese: Copia deUa leltera di Monsignor Maigrot, Prete Misnionario, Pro-Vicario Apo$tolieo
delle Provincie di Yun-nan, Su-ehtien e Ktiei'Cheu nella Cina, Procuralor Generale delle Missioni degli
Vescovi, Vicari Apostolici Francesi nelle Indie Orientali, e di tutti gli Missionari, scritta agU nostri
Signori Vescovi, Vicari Apostolici Francesi, e ai Signori delle Missioni Straniere di Parigi.
« A Macao li Agosto 1748. La pace di N. S. G. C. Monsignori, e Signori.
« Io vi ho renduto conto sin' al presente della violenta persecuzione , che si è sollevata nella
Cina, sono già più di due anni. Vi ho rapportati li fatti a misura che sono arrivati, e che sono
venuti al mio conoscimento. Io ho continuato quest' anno a farvi una raccolta degli avvenimenti,
che mi sono paniti li più interessanti, ma che sono nel medesimo tempo dei più infausti. Lo siiUo
Ana
BORMIO 53
di questa povera Ghicsji è sì deplorabile, ciie se il Signore, il quale n'è il padrone supremo, non vi
inette la mano, noi la possiamo riguardare come totalmente ruinata. Mille circostanze, più tristi le une
che le altre, paiono concorrere alla sua mina. La mano di Dio aggravata evidentemente sopra gli per>
secntori, non gli rende che più furiosi e più eccitati alla sua perdita.
e Al terzo paragrafo così prosegue la stampa: Fu sul flne di giugno del 1746, che il fuoco
delia persecuzione cominciò ad accendersi in qnest' Imperio , e si può dire che fu nella provincia
FO'kien , che subito attaccò; imperciocché quantunque il P. Gio. Batta da Bormio Iteoletto,
e Missionario della Propaganda , fu preso li 10 aprile del medesimo anno nella provincia di
Xan-gi, questo fu per accidente; non si pensava ancora a torbidare la tranquillità che godeva
la Missione: la detenzione di questo Padre non pare avere influito punto sopra tuttJ' quello che
è arrivato dopo per rapporto alla Missione e alla sua persecuzione ingenerale. Egli fu nonostante
trattato con molto rigore, l)enchò non si mostrasse ancora un odio totalmente furioso contro la
Religione : V offiziale che lo prese, aveva con sé una grande sequela di gente armata , che si gettò vio-
lentemente sopra li Cristiani, li quali erano adunati per celebrare la Pasqua. Molti furono de' Cri-
stiani feriti , e in particolare un domestico del Padre il fu sì crudelmente, che morì poco dopo. Il Mis-
sionario ha ricevuto egli medesimo molte battiture: lo legarono con tanto di violenza, che il sangue
sortiva per le estremità delie di lui dita. In questo stato compassionevole lo strascinarono alla città di
Ho-eheu , distante tre leghe. In tutto questo viaggio dovette il poverello soffrire le furie di un popolo
grossolano, che gli dava mille maledizioni, per aver egli colla conversione di molta gente dato
causa alla dissensione in molti luoghi : e dopo aver passata una cosi cruda giornata, per un poco di
refrigerio di acqua fresca che egli dimandava, gli diedero dell'orina da bere. Il Magistrato interrogò
questo Padre, il quale si dichiarò Europeo, e predlcator dell' Evangelio. Come egli parlava molto bene
la lingua Cinese, e si spiegava con facilità, non rese punto cattiva la sua causa: ella passò per tutti li
tribunali , e arrivò ancora a quel supremo del Crimen in Pecchino. Stante questa lentezza cinese , fa
messo in una insopportabii prigione, ove ebbe a soffrire pene di tutte le qualità; la fame, il caldo, il
freddo cogli insetti e altre immondezze ; e molto ancora per parte de' suoi compagni gli prigionieri. Il
suo zelo fu di profitto a qualcheduno dei medesimi , li quali abbracciarono per di lui mezzo e per-
suasione la Religione cristiana. Le guardie delle prigioni , e gli sbirri , gente avida che vive della so-
stanza dei disgraziati, esercitarono spesse volte la pazienza del povero Padre: l'attaccarono alle volte
al muro, e qualctie volta con la faccia contro terra, ove lo lasciavano li giorni intieri. L' ofBziale, che lo
aveva arrestato , temette che il Padre V accusa.sse di aver fatto morire il suo domestico, e per questo lo
fece rinserrare sì strettamente, che non poteva parlare a persona veruna: con tutto ciò alcuni cristiani,
che erano fortemente attaccati di cuore a questo Missionario, scalarono le mura della prigione per por-
targli alcun soccorso; ma gli miserabili furon presi, e li cattivi trattamenti furono raddopiati al Padre:
in fine dopo molti mesi di prigionia lo esigliarono a Macao (città situata sul bordo del mare nella pro-
vìncia di Cantone, ove abitano gli Portoghesi); imperciocché non trovarono in lui nessun delitto: al-
l' incontro li Missionari di Fo-kien venivano in quel tempo condannati a morte ; benché anch' essi
innocenti come lui. Dovette , facendo questo gran viaggio, andare di giurisdizione in giurisdizione,
di città in città, secondo il costume cinese. (Il primo Mandarino invia l' esiliato al più vicino Manda-
rino, e questo al suo vicino, e così di seguito nel cammino di 500, o 600 leghe. S'inviano l'un all'al-
tro la ricevuta, e in flne la ricevuta dell' ultimo Mandarino rimonta sino al tribunale d' onde è sortito
il colpévole, e questo tribunale lo invia al tribunal supremo di Pecchino; ciò che allunga di molto,
e t^ restar molto tempo in cammino gli colpevoli.) Arrivato a Cantone si esaminò di nuovo il suo affare,
e vi» restò quasi due mesi, detenuto in custodia; ma vi ebbe meno a soffrire che altrove. 11 signor Den
Velacr de la Barre, capo delli fondachi della nazion Francese, gli procurò molto sollievo colle suo
caritative sollecitudini. Era destinata V ultima udienza del tribunale , ove il povero Missionario do-
vette s(»irtire tanto in un sol giorno, quanto aveva sofferto fln' allora. Il Governatore della città di Hiang-
xan (città quindici leghe distante da Macao , il di cui primo offiziale Mandarino ha inspezione so-
pra questa ultima città, cioè. Macao) uomo crudele, senza altra ragione che la sua rabbia, lo fece
mettere all' esame della tortura, per cui restò incomodato per molto tempo, e gli ha fatto dare 30
schiaffi, e gli ha dette tante e così sporche ingiurie, che non si possono pure immaginare. (Bisogna sapere
che questo è il costume delli Mandarini, di opprimere colle ingiurie li colpevoli, e dicono loro cosi spor-
che parole, che solo l'Inferno le può suggerire: non rispiarmano pure le femmine da queste ingiurie:
V Imperador sedato sopra lo suo trono, fa Io stesso quando qualche reo gli compare davanti. Per
esempio, si diceva al P. Bormio : io ho violata tua madre: ta sei on tìglio di Sodoma: e qualche
54 BORMIO
cosa di più infame ancura.) Dopo di questo lo iii\iarono agli Portoghesi , con ordine di farlo passare
alla sua patria; il che fu eseguito nel gennaio seguente, che s' imbarcò per Goa.
« Il suddetto Monsignor Maigrot, da cui si scrisse la lettera precedente, mi si dice del medesimo
stipite deir altro famosissimo Monsignor Maìgrot,già Prete dell'Oratorio, o sia Missionario delle
Missioni Straniere di Parigi, indi Vescovo di Gonon; uno de' più zelanti difensori e sostenitori della
santa Fede, e Vicario Apostolico nella provincia di Tuo-kin nella Cina; ove nell'anno 1706, ai tempi
della legazione dell' Eminentissimo di Tournon soffri catene (avendogli scritto alla prigione il medesimo
Cardinale, in data del 3 Ottobre 1706, da Un-chin), e da dove esiliato, ripassò in Europa e mori
analmente in Roma. Dal racconto eziandio dell'altra legazione di Monsignor Mezzabarba nell'anno
1720, si comprende chiaramente quanto fosse odiato da queir imperio il detto Monsignor Maigrot,
Vescovo di Conon, poiché più volte fu fatta istanza al Legato, o che il Papa lo castigasse in Roma,
0 che lo rimandasse in Gina ad ivi essere decapitato.
• In quanto alla seconda delle due sopracitate stampe, ecconc qui la traduzione dallo spa-
gnuolo : Relazione del Martirio delli venerabili PP. Illus, e Reoendit. Signore Don Franciuo Serrano
Vescovo Tipatitano, e Vicario Apostolico nella Provincia di Fo-kien , Fra GiovantU di Aeober , Fra
Gioachino Rojo , e Fra Francesco Diaz, del sacro Ordine degli Predicatori, e Missionari Apostolici
neW impero della Cina, con altri successi appartenenti alla persecuzione, che in varie proviìiàe di
quello Impero si esperimenta contro la religione cristiana. In Manilla neW Isole Filippine, nei
Collegio e Università di San Tommaso, anno 1749. Con le licenze necessarie.
• Al paragrafo, o sia numero 22, della detta relazione si legge che nel mese di giugno del 1746,
furono le prigionie dei Missionarii Domenicani. Posto questo, diamo un'occhiata alla provincia
di Xan-si, e troveremo che il giorno 10 del mese di aprile del detto anno fu preso il M. R. P. Fra Gio.
Batta da Bormio dell'Ordine Seranco, Missionario Apostolico per la Sacra Congregazione di Propa^
ganda Fide, il qual fu detenuto nella prigione un'anno e due mesi , e pati molte tribolazioni ; a capo
del qual tempo andando esiliato a Macao, nel passar per la città di Hiam-xang gli diedero trenta
schiaffi, e due volte il crudel tormento della tortura delle noci, da noi dette cavicchie de* piedi.
• Al paragrafo, numero 59, cosi prosegue: 11 giorno 10 di aprile la prima tejza Luna dell'anno
undecimo dell' Imperatore ATten-Lunor del 1746, fu improvisamente preso nella provincia di Xan-si il R.
P. Fra Gio. Ratta da Bormio, Francescano, e Missionario nella Cina per la S. Congregazione di Pro-
paganda Fide. Furono molti li disastri, con cui nella medesima sua cattura fu afflitto, poiché, oltre il
rubargli in essa la sua necessaria provisionc, e le suppelletili sacre, irritandosi gli soldati e ministri
per la difesa che del suo Padre spirituale facevano gli cristiani, lo ferirono gravemente nella testa,
braccia, spalle e piedi, e facendogli buttar fuori un dente molare con la violenza delli colpi e schiafli
che gli diedero, non ostante di non vedere in lui resistenza nissuna; e non soddisfatto con questo il
rigore, ferirono cosi crudelmente un servitore del Padre, che poco dopo mori. Fu condotto alla città
di Ping-yang-fu, e quantunque ivi non fu posto nella prigione, stette con tutto ciò con la suggezione
di tre Ministri, che lo custodivano. In uno di quelli tribunali dichiarò il Giudice la sua innocenza ;
però fu tanta la perfidia delli Mandarini , che ritornandolo alla città di Ho-eheu , lo imprigionarooo
di nuovo , patendo innumerabili necessità e miserie per lo spazio di un' anno e due mesL Alle
antiche custodie della prigione aggiunse la malizia d'un Mandarino una nuova porta per più sicura
reclusione, ordinando sotto rigorose pene alli carcerieri , che non permettessero ad alcuno di fuori
comunicare, o portare cosa alcuna al Padre.
• Al paragrafo, o numero 60: Non ostante tanto rigore non potè contenersi la pietà di tre cristiani,
e deposto tutto il timore, gli buttarono per una fenestrina della porta alcuni pani. Gli C4>lse in fra-
grante un Ministro , e prendendogli , gli tenne molti giorni con manette ; dalla qual molestia si
redensero con il prezzo di alcune pezze: però calunniandogli che ave>ano passata la porta, furono
due di quelli crudelmente bastonati, e il terzo tormentato c^Ilc noci dei piedi. Si proibì di nuovo
con stretissimo comando l' entrata di qualunque persona nella prigione ; anzi di più si pubblicò
un' editto, proibendosi con esso nel medesimo tempo la legge cristiana. Con questa occasione furono
txuite le calamità, che sopra di lui caddero, che pareva distare un solo grado dalla morte. Lo pri-
varono d'alcuni libri, che teneva conservati in suo potere, dicendogli che nissun reo nella prigione
(Uitcva sollevarsi né ricreare l'animo con lezioni, scritture, e vino, ma che doveva contentarsi con on
limitato soccorso, cioò d' una scudeletta di miglio.
• Al numero 61: A tanti travagli contrapose il Signore il grande piacere, che detto Padre ebbe nella
ctmvcrsione di alcuni prigionieri, malfattori; e quantunque i suoi dolori e angustie si moltiplicassero»
BORMIO 55
non per questo hisciò l' uffizio d'evangelizzare nella medesima prigione il regno del Signore: e là,
secondo che quella strettezza gli permetteva, con speziale allegrezza del suo cuore , li battezzò, e poi
gli furono compagni nelle lodi e orazioni , che nella stéssa carcere offriva a Dio ad alta voce in cinese.
« Al numero 62: Arrivò Analmente a uscire dalla prigione per esser condotto tra' Ministri a
Cantone. In questa città stette detenuto alcuni mesi, mentre passava la causa (secondo il costume
cinese) per tutti li tribunali ; benché la carcere fu con molta soavità per diligenze del Signor Giu-
seppe Den Yelaer de la Barre, Direttore della Compagnia Reale di Francia, e insigne benefattore di
tutti gli Missionaria Da detta città fu rimesso alla città di Hiam-xang, nella quale lo attendevano
nuovi travagli, poiché in essa gli diedero 30 schiaffi, e il tormento delle noci ne' piedi, dei quali
colpi e contusioni potè migliorare dopo molti giorni nella città di Macao, donde usci per Goa e Lisbona
nel gennaio del 1748.
« Nella precedente relazione, stampata in Manilla nelle Isole Filippine, si fa la storia de' quattro
Missionari Domenicani, Serrano, Alcober, Rojo, e Diaz, strozzati in Cina per la santa Fede ec. : ma vi ò
anche un quinto Domenicano, martirizzato nel 17(7, pubblicamente e distintamente; il quale si è
Monsignor Pietro Sans, Vescovo di Mauricastro, e Vicario Appostolico della Provincia di Fo-kien^
decapitato da solo, e in pubblico nella cittìi di Fu-cheu della suddetta provincia di Fo-kien, distante
da Pecchino in circa a mille miglia italiane ; dei quali tutti cinque ne fa per appunto gloriosa menzione
il nostro P. Gio. Batta da Bormio nella Relazione della sua prigionia e del suo esigilo ai numeri
i34 e 155.
« Anzi il detto Padre Gio. Ratta da Bormio mi diede qui in Milano una lettera circolare del
sopradetto Monsignor Pietro Sans , in occasione della promulgazione della Constituzione di Papa
Benedetto XIV: Ex quo giugulari ec, allorché giunse nella Cina: della qual Pastorale ne feci
copia, e qui immediatamente la pongo, con qualche frammento della Bolla , aggiungendovi appresso
la stampa (che dispensossi ancora per queste strade di Milano ) dell' estratto di una lettera ec. toc-
cante li cinque detti Martiri Dominicani, ma senza alcuna data né di luogo né di anno, né di persona ec.
• Nos Fr. Petrus Sans, Dei et Apostolicae sedis gratia Episcopus Mauricastrcnsis, Vie. Aposlolicus
Provinciae Fo-kien, Administratorque Provinciarum Che-kang , et Kiang-sy : omnibus Ad. RR. PP.
Missionariis Apostolicis ad nostram iurisdictionem pertincntibus salutem in Domino sempiternam.
Noi ne lasciamo il resto, perché non importa riferirlo , e proseguiamo cogli altri documenti,
che seguitano, disposti come appresso.
« Estratto d' una lettera particolare : Dalla Cina é giunta notizia a questa Congregazione di PrO'
paganda Fide^ qualmente Monsignor Serrano Vescovo Tipasitano, nostro Vicario Apostolico, ed i
Padri Giovanni de Alcober, Giovacchino Rojo, e Francesco Diaz, tutti Religiasi Domenicani, i quali
Vennero carcerati con Monsig. Pietro Sans , Vescovo Mauricastrense ( che fu, come si disse, in odio
della fede decapitato dagli infedeli nel mese di ottobre dello scorso anno) siano stati crudelmente
dopo una lunga prigionia, strozzati pure per la nostra S. Religione , e che la persecuzione di quei
popoli contro a' Cristiani sia stata generale in quell'impero, e^endone stati ultimamente carcerati
molti, tra' quali in Pecchino anco due Padri della Compagnia di Gesù.
e Giunto il detto P. Gio. Batta da Bormio in Macao il di 2 di luglio deU'anno 1747, come é detto
nella suddetta di lui Relazione al numero 150, fcrmossi ivi nel Convento de' Francescani Scalzi
Portoghesi per lo spazio di quattro mesi in circa; dopo del qual tempo, in quattro mesi in circa di
viaggio pervenuto a Goa, fu persuaso a rientrare in Cina, come é chiaro dai seguenti attcstati da me
copiati dalli medesimi originali, relativi alla di lui nuova inspirazione. — Nos Fr. Laurentius a S.
Maria, Dei et Apostolicae Sedis gratia Archiepiscopus Goanus, et Primas Indianim, a Consiliis Regiae
Maiestatis Lusitanae, universis pracsentes littcras inspecturis fldem facimus atque testamur, quod A. R. P.
F. Joannes Baptista de Bormio Ordinis Minorum Provinciae Mediolanensis Filius, Concionator, Lector ac
Missionarius Apostolicus S. Gong, de Propaganda Fide in imperio Cinarum, in octuali oxercitio misssio-
nis ab inQdelibus captus, per quindccim menses dignus habitus est prò nomine Jesu carceres, torturas,
et contumelias pati, atque ab universis conQniis eiusdem imperii in odium Fidei coactos exulare, ac
redire ad Europam. Cum autem ad expectandum tempus navigationis moratus sit in hac civitate per
decem menses cum optima morum exemplaritate ac bono odore prudentiae, scientiae ac virtutis,pluries
instanter petiit, ut dignaremur ipsi consilium dare super hac re , quod essct divinae voluntati confor-
mius. Nos igitur serio perpendentes , quod in magno ilio imperio messis multa, et operarli panel,
pracsertim qui idonei sint prò hoc tempore persecutionis , et praelaudatus Pater in perfecta virilita-
lis aetate constitutus, in sancto vocationis apostolicae proposito perseverans, Missionarius insaper pra-
56 BORMIO
ticus est, callcns lìnguani, scienlias, et rcs sinicas; quapropter tam niaiori gloriae Dei et servitio
S. Congregationis , quam spirituali bono totins Sinìcae Missionis luagis consentaDeum in Domino
iudicamus, ut contempto quocumque humano respectu praepediente , rcdeat ad Sinas « et qua
parte viderit faciliorem adì tuoi, clam intret in suae Missìunis regioncs ìam albas ad messem , ad
strenue congregandum triticum electum in horrea coelesti. Deus vero, qui iam liberavit illum a
vinculis persecutorum Fidei una vice, putens est vel iterum li]>erare, vel certe aureola martyrii et feli-
citatis aeternae eum coronare, quod illi e\ corde adprecamur. In quorum fldem praesentes litteras manu
nostra subscriptas, et sigillo nostro llrmatas dedinius. Goae die 17 decembris anni 1748. Loco t
Sigilli, Cardosa ec. Laurentius Archiepiscopus Primas ec. De mandato praedicti Excell et Rmi. Domini
mei Archiepiscopi Primatis, Canonicus Joannes Barbosa Coehlo, Camerae Pontiflciae Notarius, haec
scribi iussi, atque subscripsi ec. — La legalizazione è in lingua Portoghese, e tradotta, è questa: Don
Gio. Alberto di Castel Bianco , Desembargador di Sua Maestà, Uditore Generale del civile, Desem-
bargador degli aggravii in tutti gli stati dell'India, e Giudice delle giustificazioni, attesta esser
questa patente sottoscritta dal medesimo Eccell. e Rev. Primate d'Oriente, .\rcivcscovo di Goa, e se-
gnata iti suo sigillo maggiore per suo ordine, colla sottoscrizione del notalo della Camera Pontiflcia
Canonico Giovanni Barbosa Coehlo, e segnata colle loro cifre ec; ed essere del tutto autentica.
t Nos infrascripti Provincialis, et Deflnitores huius Sanctae Provinciae Matris Dei in Indite
Orientalibus, fidem facimus, Ad R. P. F. Joannem Baptistam de Bormio nostri Scraphici Ordinis,
Provinciae vero Mediolanensis Filium, Concionatorem, Leclorem, ac Missionarium Ap. S. Gong, de
Prop<iganda Fide , post plurium annorum exanthlatos labores ad conversionem paganorum in impe-
rio Sinensi, ab infldeUum tribunalibus captum, per qnindecim menses in carceribus et vinculis Inter
passiones et torturas, ante Reges et Praesides constantissimum ubique Fidei catholicae testiroonium
reddidisse. Tandem damnatus ad exilium extra (Ines totìus imperii, navem conscendens ad Europam
rediturus, appulit ad portum huius Metropolis Indiarum, ubi a die 8 aprilis praeteriti usque ad hanc
14 ianuarii currentis anni in hoc sacro Conventu Matris Dei ita nobiscum hospilatus est, ut non tan-
tum irreprehensibilem se ostenderit, sed etiam virtutum omnium nobis specimen dederit, et tamquam
Angelus Domini ad omnibus habitus sit. Nos prae oculis haljcntes verba Chrisli : Nemo mittens ma-
num ad aratrum et aspìciens retro aptus est regno Dei: si persecuti vos fuerint in una civitate, fa-
gite in aliam; item exempla sanctorum Aposlolorum et Martyrum, qui aliquando fugientes et expulsi,
dabant locum irae persecutorum; postquam autem paululum respirarunt, tanquam genorosi catuli e
latrebis emergentes, ad apostolicam luctam redibant ; considerantes amplius permultos ex pratic&s Mis-
sionariis illus imperii vel occisos, vel eiectos fuisse ab infedilibus, vel prae meta persecutionis fugisse
et oviculas sommi Pastoris in medio luporum deseruisse,*et quam arduum sit his temporibus novos
Missionarios, difficillimac linguae et scicntiae Sinicae expertos, introduci, aut missionem exercere;
hortati sumus, quantum in Domino potuimus, ac hortamur dictum R. P. Joannem Baptistam, quem spi-
ritus Dei, prudentia, scientia, ac experientia linguae, rerum(iue Sinicarum maxime idoneum Missiona-
rium constituit prò imperio Sinico, ut revertatur ad culluram vineae Domini, ne penitus extinguantur
reliquiae christianitatis in illis partibus, et si appropinquaret tempus moriendi, moriatur forti ter in
bello Domini prò catholica Fide, ac animabus , prò quibus mortuus est ipse Filius Dei, ne martyrii
c^ronam sibi forte a Domino paratam amittat. Quod autem ita sit, testamur et has litteras propriis
manibus et nominibus subscribimus , et sigillo nostrae Provinciae communimus. Goae , in hoc
S. Conventu Matris Dei, die 18 Ianuarii anni 1749. Fr. Alexander a Domina Nastra a Bono
Successu , Custos — Fr. Vlctorinus a Maire Dei , Mlnister Prov. — Fr. Emmanuel a S. Dominico, 1
DeQnitor. — Fr. Bernardinus a S. Maria, prò Deflnitore 2. — Fr. Franciscus a Puriflcatione, 3 Deflnitor.
— Fr. loachim a Conceptione, 4 Dennitor. — Fr. Ioannes ab Omnibus Sanctis, Ex-Custos, et Secrelarlus
Prov. Loco t Sigilli. — La legalizazione in lingua portoghese, ò del suddetto Don Gio. Alberto di Castel
Bianco, Dcsembragador ec, il quale attesta nominatamente ad una ad una tutte le sette sopraddette
sottoscrizioni ec.
« Ritornò pertanto il detto P. Gio. Batta da Bormio dalla città di Goa alla città di Macao, per indi
rientrare nella Cina, e in vicinanza della città di Malacca ebbe l'incontro, che qui sotto trascrivo dal
medesimo originale. — Nos D. Fr. Gcrardus aSancto Josepho, Dei et S. Sedis Apostoliche gratia Episcopus
Malacensis, ex S. Praedicatonim Ordine, a Gonsiliis Serenissimi Regis Lusitaniae ec universis et
singulis praesentes litteras inspecturis fldem facimus atque testamur, quod cum ad expectandum
tempug navigationis ad Sinas detineretur in portu Anglorum, Taliceyra d'icio, Indiarum Orientaliam,
die 33 mensis aprilis currentis anni orta est dispotatio super sanctam legem catholicam romanam inter
BORMIO 57
Adm. R. P. Lectorem Fr. Joannem Haplislani de Ronnio Onl. Min. Provinrlao Mwliolanensis Illium,
Missìonarium Apostolìcum Sìnarum, et daos crcticos consiliarios socictatis Anglicac, qui se convictos
videntes, in vindictaro et in odium ndel egenint, ut per Thomam Bysield terrac Gubernatorem prae-
landatus Pater a dicto Porta exularet, et nobìs absentibus, et in alio portu commorantìbus, intimaturn
fait illi hoc e\ilii mandatum die secunda currentis maii, et eodem quadrante horae executioni
demandaturo. Ut antem omnibus constet hoc factum esse sic, et non aliter, nec ob alias causas evenisse,
has praesentes litteras signo et sigillo nostro flrmatas dedimus in portu CkLlecut, die decima roaii, anni
1749. Nos, D. Gerardus Episcopus Malacensis. Loco f Sigilli.
Arrivato che fu alla città di Macao, ed alloggiato dinuovo nel sopraddetto Convento de' nostri
Scalzi Portoghesi, fu subito spedita dal Signor Don Antonio Perejra e Silva, Descmbragador di S. M. il
Re di Portogallo, Giudice del civile e criminale (inviato dal Signor Vice-Re di Goa, Don Pietro Marchese
de Alorna, per Sindicatore generale sopra il Senato, Governatore, e cittii di Macao), fu subito, dissi,
spedita al Padre Guardiano del detto Convento la seguente lettera, tradotta dal linguaggio Portoghese.
• Rmo. P. Fra Girolamo della Incarnazione. Ho udito per notizia che è arrivato in questa terra,
e si trova raccolto in questo Convento il P. Gio. Ratta da Rormio ; e, come è notorio, e V. P. ndtt ignora,
mandandosi dall'imperio di Cina con molta istanza a richiederlo da questa città, ed essendosi
risposto dalla medesima, che egli era morto; non pare bene che nel medesimo tempo che il Signor
Vice-Re ha procurati tutti li mezzi di evitare le perturbazioni con gli Cinesi , si dia occasione a
nuove dissensioni , comparendo detto Padre pubblicamente. Il che supposto , prego V. P. che
proibisca al detto Padre qualunque uscita dal Convento, e volendo esso celebrare Messa nella
Chiesa, sia ciò senza barba e treccia, che si dovrà far tagliare, acciocché resti sconosciuto agli
Cinesi ; e di questo medesimo parere fu il Signor Governatore , ed il Capitan Generale della
città, a cui in mia presenza si comunicò questo affare e consiglio: e certamente che se il Signor
Marchese Vice-Re fo«Jse stato pienamente informato del riferito, non avrebbe concessa la licenza che
concesse al detto Padre ( s' intende qui la licenza, che ebbe eziandio dal Vicerìi di Goa di ripassar
nella Cina); e supposto che sia lodevole il desiderio, col quale pretende dar esercizio alla sua vo-
cazione nella conversione degl'infedeli alla nostra S. Fede f^ittolica, con tutto questo, essendo notoria
la difficoltà che v' è per gli altri Missionarii ancora di continuare nel medesimo santo ministero,
mentre sono tanti quegli che si trovano In questa città detenuti con il medesimo fervoroso zelo
deUa salvazione delle anime, deve detto Padre per adesso conformarsi alla volontà di Dio, sino a che
gli apra il cammino di poter continuare nell'impiego, che già lodevolmente esercitò nell'imperio
di Cina, e non volere porre questa città in qualche nuova constemazionc , se sapendo gli Cinesi
esser falsa la notizia che loro si è data, di esser morto, instino a richiederlo alla città , acciocché lo
riconsegni nelle loro mani. E se V. P. terrà un poco di tempo disoccupato, spero che faccia questa
medesima rappresentazione al Rmo. Procuratore della Propaganda (cioè al P. Arc^mgiolo Miralta,
Genovese, Cherico Regolare Minore di S. Lorenzo in Lucina in Roma, morto poi in Roma verso il
principio dell'anno 1752): e per quello che è di servizio di V. P., sempre mi tenga pronto per
obbedirla. Dio guardi V. P. Rma molti anni. Macao 29 Agosto 17*9. Servo molto veneratore D.
Antonio Perejra e Silva ec.
■ Per proseguire il suo ritorno da Macao alla Cina, diede il detto P. Gio. Ratta da Rormio il seguente
memoriale, e ne ottenne la qui sotto segnata concessione ; tradotto il tutto dall'originale portoghese In
italiano. — Illustrissimo Signor Dottore Sindicatore ec. Dice il P. Gio. Ratta da Rormio, Missionario
Apostolico della S. Congregazione di Propaganda , che ritornato dalle Indie a questa città di Macao
con intenzione di entrar un' altra volta nella Missione di Cina a predicare il S. Vangelo agi' infedeli^ é
impedito di conseguire 1 suoi desiderli dalla medesima città per le presenti circostanze di oppressione
che soffre da' Cinesi , ed è obbligato per questo ritornarsi all' Europa. Prega umilmente V. S.
Illustrissima dichiari, che l'esser stato il supplicante preso ed esigliato dagli tribunali Gentili fuori
dell' imperio di Cina in odio della S. legge di Dio, e 1' essere nell'opinione dei Cinesi tenuto per
morto, non gli è d' impedimento che passati due o tre altri anni, possa entrare un'altra volta nella
detta Missione di Cina, o per questo, o per altro porto, senza pericolo di danno, o [»regiudizio alla
detta città di Macao, accioché gli suoi Superiori per questo motivo non gli impediscano la sua
vocazione.
> Dispaccio. Il supplicante avendone ordine da' suoi Superiori, non tiene impedimento da questa
città di esercitarsi nel sacro ministero del suo Instituto, di predicare la S. Fede cattolica agi' Infedeli in
questo Regno. Macao, S3 Dicembre 1749. D. Antonio Perejra e Silva ec.
58 BORMIO
• Viaggiò pertanto dalla città di Macao insino a quella di Cantone ; ma non potè passar più oltre
del distretto di questa, come si vede dal seguente attestato, tradotto dall' originale francese. — Noi
sottosegnati capitano, officiali, e incaricati degli afEsiri della Compagnia Real dì Francia, e Cappellano del
vascello della medesima Compagnia dell'Indie di Francia, Il Duca di Bettuno, attestiamo che il R. P.
Gio. Batta da Bormio, Francescano, Missionario Apostolico della Propaganda, preso nella provincia di
^an-^ Tanno i746 li iO d'aprile, ed esiliato fuor della Cina in odio della S. Fede, dopo d' aver fatto il
suo possibile per entrare un' altra volta nella sua Mb^sione, non aver potuto venirne a termine per
gli impedimenti insuperabili trovati nella provincia di Cantone , onde passò su questo vascello per
ritornare in Francia, e di là in Italia ; e in tutto questo lungo viaggio si è diportato in tutte le sue
parole e azioni come un Religioso esemplare e un virtuoso e zelante Missionario, avendo edificato tutto
r equipaggio di questo vascello. In fede di che noi segniamo di propria mano questo certificato a
lK)rdo del medesimo vascello, vicino al porto dell'Oriente nella Bretagna, questo duodecimo giorno
di luglio 1750. De la Chaiso, Surville, 0-Cahan, pretre. De Gennes, Becdelieure, Mayoutt, La
Villebague. — Quindi il detto P. Gio. Batta da Bormio, ripigliato il viaggio per Europa, giunse a Cadice.
« Oa Cadice, dopo qualche giro di viaggio, passò al porto di Barcellona, dal qual porto navigando
insino a Genova, da qui prosegui poi per terra il suo viaggio insino a Roma, ove giunse il giorno i7
del mese di dicembre dell'anno i750; essendo già pervenuti a Roma, incirca alli 6 del mese di no-
vembre dello stesso anno i750, gli altri Missionari della Cina in numero di tre, cioè il P. Gio. Pietro
da Mantova, e il P. Rmo Arcangiolo Miralta, Procuratore di Propaganda Fide in quelle parti, col P. Gio.
Pietro Gulielmi, amendue Cherici Regolari Minori de' Santi Lorenzo e Lucina.
• Nella dimora che fece in Roma, il P. Gio. Batta da Bormio ebbe molti particolari e lunghi
colloqui con sua Santità, Cardinali, e Principi, con tutti insomma li personaggi più qualificati , sì
ecclesiastici , che secolari ; avendo avuti ovunque per la sua erudita e divota conversazione
cortesL<isimi accoglimenti e felicissimi incontri. Tenne per qualche tempo la barba e la treccia in
capo all'usanza cinese, ma finalmente poi le dimise; né le tenne in quel tempo se non per comando
di Sua Santità. Alloggiava nel nostro Convento di San Pietro in Mon torio. Ricevette in Roma una lettera
da Parigi, inv iatagli da Monsignor Gioachino Martiliat, Vescovo d'Ecrinea, Vicario Apostolico ec, il
quale {)er molti anni era stato assieme con lui nella Cina, e sen fuggi dalla prigionia ; la qual lettera
tradotta dal francese si è come sicgue: — Molto Reverendo Padre. Parigi li 18 Febbraio 1751.
Io sono molto consolato , mio reverendissimo e carissimo Padre da Bormio, di apprendere il fine
dei vostri lunghi viaggi e il vostro felice arrivo a Roma : io desidero, mio carissimo Padre, che godiate
in fine del riposo, della tranquillità, e delle altre ricompense, che il vostro zelo per la propagazione della
Fede, e tutto quello che voi avete sofferto per una sì bella causa, si meritano. Voi siete veramente un
confessore di Gesù Cristo : voi avete soflìerto una lunga prigionia, li ferri , le battiture , la nudità, la la-
me, e tutti gli orrori che accompagnano le prigioni della Cina (voi convenirete con me, che le nostre
prigioni d' Europa non hanno cosa alcuna di comparabile con quelle della Cina : almeno io credo
cosi ) : io non dubito punto che tante pene soflTerte con tanto di costanza e tanto di quella libertà pro-
pria dei figliuoli di Dio, ( mentre nel mezzo delle vostre catene voi avete avuto la consolazione di
predicare il santo nome di Dio, di far ammirare la sua dottrina, e di più di farla abbracciare ad alcuni )
io non dubito punto , dico , che si penosi e lunghi travagli non ricevano dagli vostri Frati tutta
la considerazione che vi è dovuta, e che non siate stato ricevuto a braccia aperte dalle Eminenze loro
gli nostri signori Cardinali, preposti agli affari della Propagazione della Fede. Le Eminenze loro sono
riempite di un si gran zelo per la gloria di Dio, che riguardano con piacere e con venerazione gli ope-
rai come siete voi, li quali in pochi anni hanno riempito molto tempo ben gloriosamente. 11 R. P.
Miralta, e il P. Gio. Pietro di Mantova saranno lieti di farvi le testimonianze che vi devono:
voi troverete ancora nel signor Abate di Vertemon un testimonio dei vostri meriti : ei si farà pregio di
ri'ndenf giustizia alla verità. Io ancora avrei una grande soddisfazione se pcte.ssi venire a Roma a
!KU!iare li piedi d'uno dei più grandi Papi, che la Chiesa ha mai avuto, e onorare gli sepolcri degli
Apostoli S. Pietro e S. Paolo, e del numero infinito degli altri martiri ; e il piacere di potervi
abbracciare in Roma, sarebbe una nuova ragione di muovermi a fare il viaggio, se alcuni affari del
nostro Seminario non mi tenes-nero legato del corpo in Parigi. Frattanto donatemi frequentemente
novelle di voi, e contate sempre sopra li sentimenti di clii con un rispettoso attaccamento si dichiara.
Mio Reverendissimo Padre, Vostro umilissimo e obbligatissimo servitore, Gioachino Martiliat, Vescovo
d' Ecrìnea, e Vicario Apostolico in Cina.
• Parti poi da Roma il detto P. Gio Batta da Bormio, col commodo del viaggio pagatogli da Sua
>
BORMIO 59
Santità, e con una bella reliquia di S. Croce, donatagli di propria mano dalla stessa Santità Sua; ed
arrivò felicemente in questo Convento del Giardino nei primi giorni del mese di Ottobre dell'anno 175i.
« Unitamente a tutti gli altri di lui ricapiti portò una lettera della Sacra Congregazione al Superior
Provinciale, la quale diceva cosi: — Al Reverendo Padre il Padre Provinciale de' Minori Oss. Riformati
della Provincia di Milano. Reverendo Padre I Ancorché questa S. Congregazione sia persuasa che giada
qualche tempo sia giunta per fama alla P. V. la notizia del merito ben distinto, che si è fatto appresso
Iddio ilP. Gio. Batta da Bormio, mediante il travaglioso esercizio dell'apostolico ministero nelle spinose
e tanto perseguitate Missioni della Cina ; giudica nulladimeno la medesima opportuno di dame alla
stessa P. V., e per suo mezzo anche agli altri Padri più graduati di cotesta sua Provincia, la presente
non dubbia testimonianza. In fatti non sono cosi agevoli a descriversi in breve i lunghi e tormentosi
patìHienti, che ha sofferto per la zelante diffesa della catolica Fede nella prolungata e strettissima
sua prigionia di quindici mesi, carico di catene e di ceppi ; nelli frequenti constituti in diversi
tribunali; nei replicati schiaffeggiamenti, e nelle ritcrate torture de' piedi: sarebbe un offender troppo
sul vivo l'umiltà e modestia di questo benemerito operaio, se a parte a parte si volessero individuare
le costanti riprove, che in si ardui cimenti ha date del fervido suo zelo e dell'ardente sua Fede, con-
forme distesamente n' ò stata ragguagliata questa S. Congregazione nelle uniformi relazioni ricevute
da quelle parti. Non può però, senza far torlo al vero, tacersi che, quantunque in sommo grado angu-
stiato, non ha lasciato di procurare la conversione di quei medesimi Giudici, avanti dei quali egli
era stato costituito, mostrando loro la verità della cristiana Religione con prove evidenti, e con-
vincendo la loro ostinazione coi medesimi loro testi cinesi, e traendo nelle stesse carceri alla pro-
fessione della vera Fede alcuni de' malfattori più perduti, con esso carcerati, acquistati cosi col mezzo
del S. battesimo non meno alla grazia, che, come deve sperarsi, alla gloria di Dio, nel punto stes.so
che erano per precipitare nell'eterna perdizione. È per tanto sicura questa S. Congregazione, che la
P. V. e gli altri Padri di cotesta Provincia, non solamente saranno per accoglierlo con amorevolezza
e con giubilo, ma che lo riguarderanno con tutta quella stima , e lo avranno in quella considera-
zione che merita un Religioso, il quale ha saputo fare tanto onore alla Provincia medesima sua
madre. Ciò facendo, confoime non può dubitarsene, faranno cosa ben grata a questa S. Congre-
gazione, e accetta alla Santità di Nostro Signore. Con che io, per fine, alle orazioni della P. V.
e de* suoi Religiosi affettuosamente mi raccomando. Roma 3 ottobre i75i. Al piacere di V. P.
S. Valenti Prefetto. — Nicolò Lercari Segretario. Nella mattina poi del giorno 9 dicembre 175i, si
le.sse in piena comunità del Giardino il seguente recapito del detto P. Gio. Batta da Bormio.
• Fr. Raphael a Lugagnano, Lector Emerìtus, ex Minister Generalis , ac totius Cismontanae
Pamiliae Fratrum Minorum S. P. N. Francisci Commissarius Generalis, Visitator, et Reformator Aposto-
lii^us ec. Dilecto nobis in Christo Patri F. Joanni Baptistae a Bormio nostrae Obs. Reformatao Provinciae
Mediolani alumno, ac Missionario Apostolico, salutem et Seraphicam Benedictionem. Ut ea, qua par est,
animi promptitudine ac veneratione Sacrae Congregationis de Propaganda Fide mandatis sub die iO
decembris 1668 emanatis obsequamur, et cxanthelatos a te labores quantum cum DSo possumus, remu-
ncremur,tibi, quem ad formam laudati decreti, Missionarii Apostolici munere in Sinarum regno functum
fuisse anthenticis documentis comperimus, harum serie facultatem facimus, ut ex universis tuae Pro-
vinciae Conventibus, unum, quem malueris, elìgere, ac in eodem, sublata Superioribus facultate alio te
oblegandi, commorari ac degerc valeas. Concedimus praeterea, ut primum post actuales Deflnitores
locura teneas ac post illos immediate praecedentia fruaris. Praecipientes in virtute sanctae obedientiae
omnibus ac singulis superioribus et subditis , ad quos special , vel prò tempore spectabit , ut te
huiusmodis privilegiis , iuribus, ac praerogativis libere ac citra contradictiones fruì ac gaudere
permittant; non obstantibus constilutio'hibus, decretis, ac consueludinibns quibuscumque. Vale. Dat.
Romaeex Aracoeli, Pridie nonas oclobris i751. Fr. Raphael a Lugagnano, Commissarius generalis. Loco
t sigilli De mandato Reverendissimi in Chr. Patris Fr. Paulus Joannes a Bastia Secretarius Generalis.
« Portò seco eziandio il seguente attestalo, fattogli in Macao, in occasione del di lui ritorno in
Europa. — Fr. Hilarius a Sancta Rosa, Dei et Apostolicae sedis gratia Episcopus Macaonensis in imperio
Sinarum, a Consiliis Regis Portugaliae ec. Notum facimius atque testamur Ad R. P. Joannem Baptistam
de Bormio in Rhetia, Franciscanum Provinciae Obs. Reformalae Mediolanensis Filium, Concionatorcm,
I^^lorem, ac Sacrae Congregationis de Prop<iganda Fide Missionarium Apostolicum, sacrosanclum Jesu
Christi Evangclium barbaris bisce nationibus cum magno fructu per scptem annos annunciasse; de-
mum in actuali Missionis exercitio in provincia JTan-st prope Tartarìam , anno elapso, in solemni
Paschatls lèsto a paganis captum, vincula, carceres, et tormenta prò Christi fide per qnlndecim menscs,
60 BOBMIO
Dei graliu, constanter perpessum, ab imperatore in odiam fldei a totias imperli conflnis exulem factum,
per tribunalium ministronim manus publice osqae ad hanc civitatem relegatum fuisse. Cum fgitar per
Indias et alias regiones se ad Europam et Romam conferre necesse sit, charìtati et aequitati consenta-
neum iudicamus eum bis testimonialibus litteris munire. Rogantes insuper omnes et singulos, ad qiios
dictus R. P. a Bormio, sanctac fldei confessor et exul, in itinere ac redilu suo di vertere contlgérit, ut
illum prò Jesu Cbisti amore in omni re, qua potuerìnt, adiuvare dìgnentur. In quorum fldem et
testimonium pracsentes litteras propria manu subscriptas , sìgilloque nostro munitas dedirous. Macai
in solito nostrae residentiae palatio, die 29 deccmbris anni 1747. Hilarius Episcopus Macaonensis.
Loco t Sigilli De mandato Eccellentissimi ac Reverendissimi Episcopi, Yincentius Ferrcrius nolarius ec.
« Qui nel Convento del Giardino ricevette il detto Padre da Bormio una lettera scrittagli dalla
Cina del P. Gio. Gatta Maoletti da Sisrravalle, rimasto in quelle Missioni dopo la detta persecuzione,
ma occultamente nei monti, in distanza da Pecchino in circa a quattordici giornate (una giornata in
queir imperio, mi spiegò il detto P. Gio. Batta da Bormio, che si computa per il viaggio di dieci leghe,
che vaPa dire, di cento miglia cinesi, che fanno trenta miglia italiano), ad a.ssistere a que' cristianL
La copia è questa.
« Molto Reverendo Padre I La stimatissima di V. P. M. R. data in Macao l'anno trascorso 1747
in ottobre, è stata da me ricevuta li 2G d'aprile del corrente 1748, con tutta la stima e venerazione
che le debbo. Prima di questa debbo accusare la ricevuta d'altre due, che la P. V. M. R. si
compiac(iuc scrivermi essendo ancora in carcere per amore di Gesucristo : in leggendole , non
posso a meno di confessarlo , mi scorrevano le lagrime dagli occhi ; nel leggere, dico, li gran-
dissimi patimenti sofferti con tanta nostra ediflcazione per amor del Signore, e di cui né meno una
menoma parte per la sua umiltà me ne ha comunicato, in paragone di quello ho inteso da' cristiani. A me
che in China le fui e sarò sempre il più intimo e sincero di tutti) corre l'obbligo, più che ad ogn' altro,
di ringraziare il Signore per averle dato tanta forza di sofTerire per amor suo que* patimenti , che nee
lingua valet dieere, nee luterà exprimere : e veramente è stato di grande ammirazione a' gentili, di
grande ediflcazione a' cristiani, e di grande esempio a noi Missionarii ridotti in numero di 4.
■ Non manco, pertanto, dame , come si richiede, notizia alli PP. MM. RR. della Provincia, con
quanti amici che tengo, pregandogli tutti pubblicare li suoi meriti e predicare le sue glorie, e se io
potessi ritornare in Provincia, mal non cesserei, come né pure cesserò per lettere, di dare quelle notizie
di V. P. M. R. che si richiedono, pregandola intanto a far tutto il possibile, acciocché qualcheduno
della nostra Provincia venga in queste parti meco, giacché ho perduto per mia disavventura V. P. M. R.
che molto e poi molto mi era cara.
< Gli affari della santa Religione sono più che mai in pessimo stato, mentre essendo stati presi nel
Kian-nam tre Padri Gesuiti nel corrente anno 1748 in aprile, dicesi, come scrive il P. Sigismondo da
Pecchino, che l'imperadore sia per mandare fuori nuovi editti contro della santa Religione e li Europei:
lo che succedendo, temo debba in breve succedere quel che già é succeduto al Giappone; e noi
trattanto anderemo disponendoci per quello che dulia bont/i di nostro Signore ci verrà ordinato.
Monsignor Porti mense é nascosto in casa di un cristiano in Sigan-fu , il P. R. Seraflno Rumpler , Pro
Vicario Apostolico, ÌUne inde per agros et eampos, come mi scrive il Vang-Tome, sacerdote in Stgan-ftì,
il P. Odoardo d' Olatc in Tartaria, ed io in Gìieu-iu-Ung, sino a tanto che Dio lo permetterà.
• In questo punto ricevo lettera di Monsignor Portimcnse, in cui mi scrive esser di già il nuovo
editto uscito da Pecchino : io però ad imitazion sua ho risoluto non abbandonar questi cristiani, se non
sarò costretto con catene ; che però prego la bontà di V. P. M. R. come più accetta al Signore , racco-
mandarmi al medesimo, accioché mi dia quelle grazie che sono necessarie ; e per servirmi del detto
del santo Eliseo Profeta, dirò ciò che già esso disse ad Elia : Òro, Pater, ut fiat in me duplex spiritus
tuu$: mentre cordinalmente abbracciandola, e baciandole divotamentc le sacre mani e 1' abito, son per
sempre, I). V. P. M. R. Gueu-gu-ling, 11 maggio 1768. AfTezionatisslmo, Obbidentissimo e Devotis.simo
sempre servo. Fra Gio. Balta da Serravalle.
« Mi feci chiarificare dal medesimo P. Gio. Batta da Bormio quel che sta scritto nella suddetta
lettera : a noi Misgionarii , ridotti in numero di 4: e mi diede la seguente minuta dello stato di
({ue' Missionarii e della Missione: cioè. Francescani Oss. Riformati numero 4 : Os.^er\anti numero 3,
un Dominicano di nazione Cine^, un'Agostiniano, un Carmelitano Scabro, e Gesuiti 40 in circa.
Tutti li Missionarii dispersi per l' imperio, sono tutti segreti , e sono solamente palesi li Missionarii
abitanti nella città di Pecchino: nella qnal città vi sono rimaste tuttora cinque Chiese pubblicamente
allerte, essendo tutte le altre pubbliche dell'impero state confiscate: le quali Chiese pubbliche confi-
BORNIO 61
scale e perdute saranno circa a cento. Delle dette Chiese rimaste aperte in Pecchino, tre sono in
custodia de* PP. Gesuiti , e due in custodia de* Propagandisti ; ma presentemente de' Missionaril
Propagandisti ve n'ò rimasto un solo per ciascuna delle dette due Chiese, cioè, in una il detto Agosti-
niano, e nell'altra o il Dominicano, o il Carmelitano. Il numero de'cattolici, i quali apostatarono in
tutto il decorso della detta persecuzione, mi dice che sarà stato per lo meno di cento mila, I^ perdita
ò veramente dolorosa!
« Eppure, dicono alcuni, e lo registra il Sàlmon volume I, cap. Vili, pag. 188, e 189, dell' edizione
di Venezia del 1740, che Tlmperadore per atto di sola politica si trattiene dall' abbracciare la cattolica
Fedét Dicono che conosca perfettamente le favole dei Lamas e dei Bonzi, ed ecconc un caso
pratico. Subito che l'Imperatrice madre cessò di vivere, molte fra le damigelle che l'avevano
servita vivente, andarono a prostrarsi a piedi del flgliuol regnante, supplicandolo con molte lagrime a
voler lor permettere d'accompagnare la defunta sovrana nell'altro mondo, asserendo che certamente
culà avrebbe molto bisogno della fedele lor servitù: rispose l'Imperadore a tali fanatiche: Ho già
pengato al rottro stabilimento : ho fatto li nece$$arii provedimenti , coniche sopra questo punto
potete vivere con V animo vostro in riposo. Nulladimeno, temendo che accecate dal troppo zelo e
dall'amore, si dessero barbaramente la morte, ordinò che, recisi loro immediatamente i capelli,
fossero poste in un luogo rinchiuso : giacehè corre qui superstizione, che quando son così rase, diven-
tino inutili a più ser\ire ìd tale stato a'morti nell'altra vita. Dicono che costuma dire a' cristiani : La
vostra legge è dura , ma con tutto ciò , qualunque violenza sia necessario farsi , io non resterei
un solo momento in dubbio per abbracciarla, se la credessi vera. Quando poi mi fossi fatto
cristiano, pretenderei che dentro allo spazio di tre anni tutto V imperio seguisse il mio esempio ,
perchè so d'essere l'assoluto e solo padrone della volontà de' miei sudditi. Questo discorso non
rappresenta per verità un uomo che sia cristiano nel cuore; poiché, se i suoi sudditi li sono cosi
afTezionatl, o gli conosce tanto obbedienti per seguire, senza e^ser costretti, il suo esempio, qual ragione
poi lo trattiene dal dichiararsi pubblicamente? e d'onde gli viene il timore di porsi nel rischio di
perder la corona ? L' esperienza si è che , o sia politica , o sia incredulità , o sia ostinazione , o sia
qualunque altro motivo, egli di fatto rifiuta la nostra vera Fede, ed è contrario ai seguaci suoi.
• Il detto P. Gio. Balla da Bormio, dimorò in questo Convento del Giardino incirca tre
mesi, nel qual tempo sua Eminenza e il P. Inquisitore, il Conte Beltrami, Gran Cancelliere , e
tutti in somma gli personaggi più ragguardevoli di ogni ordine lo vollero a gara vedere e
trattare , rimasti tutti soddisfatissimi del religioso , prudente ed erudito suo procedere : con di
più il contento di vagheggiar le figure dei misteri principali della nostra santa Religione, stam-
pate in legno all' usanza de' Cinesi, con sei tometti, stampati in lingua cinese, contenenti la dottrina di
Confucio (il qual Confucio^ mi disse egli che visse in circa ad anni 560 avanti alla venuta di Gesucristo,
ed è sepolto nella provincia di Xan-tung, una delie sette settentrionali, nella città di terzo ordine, detta
Kin-fu'hien,sotlo la città di primo ordine detta Jen-cheu-fu), impresso il tutto in carta composta di polpa
di canne, che nel tempo della persecuzione ebbe l'occhio di far trasmettere da un buon cattolico di lui
amico alla città di Macao, ove di fatto le ritrovò, e per la parte di Francia da Macao trasmetter fece
in Italia. Dopo, poi, la suddetta dimora, in età d'anni 41 in circa, nel giorno 8 di marzo dell'anno
1752, se ne parti dal detto Convento del Giardino per la strada di Como alla propria patria, ed indi
pi»r la Germania a ritrovare in Vienna un proprio fratello.
« Dalla qual città di Vicnnji, in data del 4 luglio 1752, scrisse qui al Giardino al P. L. Plerantonio
Testa da Borghetto una lettera, di cui la copia è la seguente. — Padre Borglietto amatissimo. Aiqiena
giunto in questa Metropoli vi diedi nove di me: ora ve le replico, e molto liete: cioè d'aver
avuto la grazia di baciare le mani alli Augustissimi. Alli 29 di giugno fui introdotto dall' Im-
pcradore, che mi tratti>nne umanissimamente in discorso l)en due ore continue. .Vili 2 del corrente
all' Imperadrice, che per un buon quarto d'ora meco parlò graziosamente; interrogandomi con somma
affabilità di molte cose, e le risposte mostrò di gradire assaissimo. Alia fine dell' udienz^i ella stessa
mi chiese se io bramava di vedere i suoi figliuoli datile dal Signore: e udendo, che ciò sarebliemi di
sommo onore e piacere, fece tosto chiamare la Principessa Marianna sua primogenita, di circa anni
12, e simile nella statura e nel taglio della persona alla D. Peppa ( una figlia del Conte Sola in
Milano), ma bella e graziosa come un'angioletto, la quale meco rimase per un pezzetto e si
trattenne familiarissimamente, ragionando in francese. Dopo sopravvenne sua Maestà, e mi assegnò
l'Aia deir Arciduca Giuseppe, con altra dama principale di Corte, le quali mi condussero per tutto
il palazzo, e coé\ vidi tutta l'imperiai figliolanza, e parlai coli' Arciduca Giuseppe, coi Principi Carlo,
62
DOUCHER
e Leopoldo, e collo altre quattro Principesse loro sorelle, che sono tutte belle e graziose come
angiolini , e vollero che io dessi loro la benedizione. Questi graziosissimi Principi poi nelF atto di
congedarmi, per ben due volte mi fecero istanza di tornare a vedergli prima della mia partenza da
Vienna; il che farò tra pochi giorni. 0 vedete che grande umanità e degnazione di tutta questa
augusta famiglia I Giunto in Provincia, vi conterò poi altre cose ec.
• Ritornato da Germania in Provincia nello stesso suddetto anno 175S, si fissò di famiglia nel
Convento di Traona, con idea (tenendo sempre conto degli emergenti delle vicende umane) di
là finire in religiosa pace li giorni suoi. >
— Oratio supra regressum ad Missionem Sinicam Patris Fra-
tris Joannis Baptistae de Bormio, Ordinis Minorum Obser. Reform.
Provinciae Mediolanensis filii, Concionatoris, Lectoris et Missio-
narii Apostoloci S. Congregat. de Propaganda Fide in Imperio
Sinarum.
Questa Orazione fa parte del manoscritto della Biblioteca di Brera in Milano, già ricordato. L'Au-
tore la compose in Macao il 1749, dove s'era rifuggito da Cantone. Sono 9 carte in foglio, e la
breve Praemonitio ad Lectorem ne fa intendere lo scopo.
« Postquam Pater orator (egli dice)^ qui in provincia Xan-si imperii Sinarum in festo Resur-
rectionis D. N. J. Canni 1746, in actuali exercitiu Missionis captus a tribunalibus gentilium, et
post 15 menses carceris et calamitatum in odium fldei eiectus in exilium, Iraditus fuit civitati Macaensl
remiteudus ad Earopam; post modicum temporìs iterum a Mandarinis instanler postulatus fuit ad
iudicium : sed civitatis (qui manca wui parola ; forte Gubernator ) eum tradcre nolens, die qua ex.ul
Sinensibus Minoriticum habitum induit, ad eludcndam eorum praepotentiam et vexationes, mortuum
nunciavit. Mandarini dictum oratorem vivum , vel eiu.sdem mortul caput repetierunt a civitate ,
quac ei mittens mortui leprosi calvariam, quam in aliquibus imaginibus pingi fecit, eorumque mandatls
sic obsecuta, nuUam amplius molesliam a tribunalibus passa est ob pracfatum oratorem Inter mor-
tuos computatum : qui dans locum irae persecutorum , cedensque vi et necessitati, ad Indias pru
interim coactus fuit divcrtere ; sed vocationi divinae obtemperans , obtenta ab hoc Exmo D. Pru-
Rege Indiarium, post vigintis menses, licentia, reversus estMacaum, ut hinc data occasione regrederetur
in suam missionem ad evaugclizandum regnum Dei, et ad recolligendas christianitatis reliquias , -ob
furentem pcrsecutionem dispersas. Verum cum multas ad intentum suum assequendum espertas
sit coutraddictiones in civitate^ intus et forìs vexata, a cuius insuper Dominis, Doctore sindicante Anto-
nio Perejra et Silva, et Gubernatorc Joanne Emmanuele de Mello, iu conventu invlolabililer includi
iussus est ; ut ei in imperium ex hac insula clam regrediendi facultas concederelur . . . liane oratiunem
composuit, et ab Exmo et Rmo D. Hilario a S. Rosa (Francescano anch' essoj Episcopo dioecesano pctiit,
eam in cattedrali Ecclesia Macaensi coram principalibus civitatis publicc pronunciandi.* Egli mostrava,
1. che talis regretsus avrt>bbe arrecato magnum adiutorium Sinkae ÈtUtioni ; 2. che non ne sarebbe
venulo alcun danno Macaensi civitati. Ma la politica prevalse, e non potè recitarla, né rientrare in Cina.
— Oratio Fr. Ioannis Baptistae de Bormio Ordinis Minorum
Obser. Reformatorum , Missionarii Apostolici S. Congregationis
de Propagarìda Fide^ in odium fidei ab imperio Sinarum in exi-
lium missi, circa res Missionum.
Anche questa Orazione fa parte del sopraddetto manoscritto, e conia 10 carte in foglio : la scrisse
in Roma. Il Padre da Bormio mori il 1761.
s*--p. 87. BouCHER. — Le bouquet sacre , ou le voyage de la Terre
Sainte, compose des roses du Calvaire, des lys de Betlem, des
Atia
BOURCHIER - BOVO 63
hyacints du Mont Olivet, et de plusieurs autres pensées de la
Terre Sainte, par le P. Jean Boucher, Frere Mineur Observantln.
Rouen, La Besogne, 1698.
Un volarne in i3, col ritratto deir Autore. N'èun esemplare nella Biblioteca del nostro Con-
vento di Sant*Anna dì Parigi. Se ne sono fatte cinque edizioni: la prima in Parigi* in 8, il i626;
le altre tre in i3, in Caen e Ruen gli anni i679, 1698 e 1738« e la quinta in Lione senza data.
L'Autore visitò la Grecia, l'Egitto, l'Arabia, la Palestina, ec. Il libro non manca di notizie, ma v'è
poca o nissuna critica. Qrediamo che il maggior suo pregio consista nella profonda pietà , che 1'
Autore addimostra verso i Santi Luoghi di nostra Redenzione.
88. BouRCHiER. — Historla ecclesiastica de martyrio Fratrum
Ordinis Minorum Divi Francisci de Observantia, qui partim in
Anglia sub Henrico IIX , partim in Belgio sub Principe Auriaco,
et partim in Hibernia tempore Elisabethae regnantis Reginae
passi sunt. Auctore Fr. Thoma Bourchier Angle, Ordinis Sancti
Francisci de Observantia. Inglostadii, ex officina Wolfangi Ederi ,
an. 1583.
Un volume in 8, di 278 carte. Libro raro e prezioso per la storia dell' Inghilterra e dell' erobmo
mostrato da' Francescani al tempo dello scisma, e dipoi , per sostenervi e conservarvi la cattolica fede :
i quali, con esempio unico, riuscirono a tenervisi nascosti in Regolare Osservanza, sempre apostoli-
camente operando, sino al i840. L' Autore fu, si può dire, contemporaneo di que' terribili avvenimenti,
e zelantissimo Missionario. Raccolse molti documenti ed autorevoli testimonianze, e ne compose un
8QO libro in latino non senza qualche eleganza, dedicandolo generoso admodum et iUustri viro
Domino JuUo Bustin Fiorentino. Habebam (egli dice) aliqua de Àngliae, BelgU, et Hibemiae Martyri-
biu meditata, quorum quaedam in scriptis erant, alia proborum vivorum fida relatione acceperam :
haee ti in unum aliquetn cathalogum eomponerentur, putabam me rem non piane deplaralam
fadwrum, tOd etiam forte gratam, nipote ab homine lui amantissimo profectam Neque euiquam
hominum eommodius dedicare potui, quam libi, qui Martyribus in poenit et tormentis sodus fueris ;
ita tamen, un inde constantissime evaseris. In arce enim Rammekensi, quae in littore Zeelandiae
est constituta, etsi mori propter acerbissima tormenta cruciatusque saevissimos libi a tortoribus isiis
propter fidem tuam amicorumque iHata non recusaris, nudus tamen, relietis ibidem vestibut, elapsus
e* : no» dubium autem id eo factum esse animo, ut in gravintmis negotUs ReipubliecLe christianae
sedìiiam (quod et fads) operam navares. N' è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze,
89. Bovo. — Brillante pervenir del Cuzco. 0 esposicion de
las esperanzas de engrandecimiento de este departamento y sus
unmediatos, fundadas en las ventajas que pueden redundarles de
utilizar el immenso territorio Peniano al nordeste de sus Andes,
^fegado por el caudaloso Rio de la Madre de Dios o Mano, y sus
tributarios ; intentando por diche Rio y el de Maranon ( Amazonas)
le navegacion a los Puertos Atlanticos y de Europa; se traza asi-
^liisino un pian de reduccion a vida social y cristiana de los
Chunchos que habitan las montanas de la gran Pampa de la Madre
64
DOVO
de Dios, vulgarmentc llamados de Paucartambo y demas naciones
infieles y barbaras. Memoria presentada al senor Jeneral Prefecto
del Departamento D. José Miguel Medina por el P. Fr. Julian
Bovo de Revello, Religioso Francisco, Misionero Apostolico de
Propaganda Fide, miembro honorario de la sociedad de Agricultura
y Beneficencia de Santiago de Chile. Dedicada al Pueblo Cuzqueno.
Cusco, 1848 : Iraprenta libre por Manuel Celestino Torres.
Un volume in 4, di Vili - 83 pagine di minutissima e fittissima lettera, inviatomi dall' Aoture.
Scopo dei dotto e zelante Missionario nello scrivere questa memoria, fu di indurre il Governo del Perù
ad occuparsi della sorte di molte tribù selvagge, che restano tuttavia abbandonate, specialmente
nelle valli di Paucartambo, ossia nella gran Pampa della Madre di Dio. • Sin embargo {e' dice) de
que va existen numcrosas naciones participes de los consuelos de la religion cristiana y goces de
la civilizacion, por eroicos esfuerzos y perennes sacrìllcìos de innumerables Misioneros, todavia quedun
niuohisimas, principalmente en la America del Sud, que a vista de los pueblos civilizados permanecen
estacionarias en su primitivo estado de salvaje, ocupando cabalmenle una de las mas fertilcs y
deliciosas porciones del globo. — E son specialmente le nazioni che vivono nelle valli di Paucartambo
0 sìa della gran Paroi>a della Madre di Dio. — « EIntre las orìentales {e' prosegue ) feracisimas regiuncs
que componen la integridad del territorio de la Republica del Perù, la conocida vulgarmente hajo
el apelativo de Valles de Paucartambo, o mejor llamada Gran Pampa de la Madre de Dlos, es la que
presenta las mas reales prospectivas de una brillante aurora de prosperidad , no solamente para las
provincias de los Departamentos Cuzco y Puno, sino tambien por toda la Republica. Esas tierras y sus
habitantes nunca han sido desde la conquista el objecto de fctrmales y vigorosos esfuerzos de Iqs
Gobiemos para utilizar las primera^s, y Itamar los segundos al seno de la Religion cristiana y
disfrute de las comodidades de la vida civilizada. • — Dopo profondi studi egli propone il modo di
venire a ca|)o di tale impresa, che espone a parte e |)arte in (iue|ta sua Memoria indirizzata al
Governo del Perù. — • La Imporlancia del asunto {e' dice) de que me voi a ocupar en està memoria,
re(iuiere el desarollo <le muchas y diferentes consideracioues, que se me ofrecen pare senlar debi-
<tamente los principios fundamentale.s que sìrvan de base a las disposicioues generales, a (In de
civilizar y reducira le fé cristiana los Chunchos de Paucartambo, colouizar e.se pais que por oprobrio de
los Geografos sigue en los Mapas seiialado por paù desconocido,y habilitar ala navegacion y comercio
los caudalosos Rios que lo cruzan » E primamente consacra un largo capitolo alla topografia
e ad algunai produccionen de las mas lucrativas de la Gran Pampa y Rio de la Madre de Dios.
In un altro poi accenna varias de Uis infinilas ventajas que puede producir la navegacion por el
Rio de la Madre di Dios. In un terzo compendia las entradas de Capitanes y Misioneros a las
conquistas temporales y espiritualei de los Chunchos al Oriente de los Andes del Cuzco , e contiene
stupende glorie dell' Ordine Francescano. Dopo ciò egli espone il suo • pian de medios para rediicii*
a Vida social y cristiana los Chunchos de las montatias de la Madre di Dios, vulyannente llamados
de Paucartambo, e indicante tambien algunas otrns conreniencias de promovér està impresa, E
siHìcialmente le Missioni ne sono il mezzo principale: ma vogliono e.ssere sapientemente ordinate, ed
efficacemente prolette dal Governo. Ascoltiamo V Autore : • En consccuencla de la obligacion format
([ue tiene el liombre civilizado de tender la mano al Indio salvaje, y hacer que tome parte en la
civilizacion, estimulandolo con los alicientes mas lisonjeros e mas nobles, mas humanos y convenienles,
se tleja ver claramente que todo esto, solo se puede conseguir mediante una organizacion mista de
misiones, desempenadas por Misioneros euerjicos y virtuosos, y sus pueblos usisi idos de una gu.)ruicion
de colonos — militiires honrados y laborlosos, que sirvan a la vez de ejemplo a los Chuncho^;
con proprias obras en diferentes labores y de respeto a los va reducidos y a los que queden por
reducir. Me parece que està es la principal medida que delM? recomandarse a la consideracion del
Gobierno : porque sin el movi! de Misiones sera siemprc una pura utopia imajinar el logro de la
reduccion de los salvajes. No son pues las bayonetas (dire con las espressiones do 1). Zelix Pria»
a su Gobierno de Boliv'ui) las que han de reducir a laobediencia de las auloridades Peruanas a las
BOVO 65
^1^—^—^^— m^^^-m 11» 1 I II -^»— ■ ■ Il I ■ I I »^— »^
tribus s<*lvaj(\s, que boy viven en su territorio fucra de la orbita de su accion, sino ci arado, el
cateclsmo y la Cruz de las M isiones . Resulta pues de lo espuesto , que es necesario llamar
Misioneros dotados de las prendas oportunas para el fructuoso desempeflo de su ministerio . . .
Persuadido que el dulce encanto de la musica, ejerce un inesplicablc poder en las tribus barbaras,
y que suaviza y tempia las costumbrea mas violentas llegando a domar ci corazon y el alma del
selvaje mas feroz, be hecho sacriflcios, que a mi solo son notos para adquirir un organilo portatil
a eilindru. Al atractivo del armonioso son de la musica, a que son extraordinariamcnte apasionados
Ics selvajes, juzgo (por Io que fclizmente ya ha sucedido a los PP. Misioneros Jesuitas sobre las
roarjenes de los caudalosos rias Paraguay y Orinoco) que por este medio me abrirò camino a la
conquista de sus corazones. Tampoco he dojado de hacer otros csfuerzos (basta boy sin concurrencia
de auxilios ajenos) a fln de proporcionarme una selccta coleccion de obras, principalmente sobre
matertas de bistoria naturai, economia domestica, artes y oflcios, agricuUura y botanica, con el
objeto de estudiar y clasiflcar las producciones animales y vejetales de las montafias e indicar con-
secnentemente a los Golonos, Espedicionarios, y a los Chunchos los ramos y articulos de valiosas
especies que se puedan introducir veutajosamente en el jiro del comercio , o bien baccrlas entrar
en los propios usos economicos: he procurado tambi^ provcerme, para las investigaciones en los
viajcs de exploracion y otras observaciones cientiflcas, de diferentes instrumentos, y otros accesorios,
corno Barometro de M. Gay-Lussac, Termometro, Microscopios compuesto y sencillo, Anteojo do
largavista ctc Yolviendo a las cualidadcs que es menestcr adornen a los Misioneros, soy de
iwrecer, que estos, para sacar boy mas cabale» y tempranos fmtos de sus trabajos entre los infleles,
deben posecr a mas de los requisitos y dotes de perfecto Pastor, algun odcio, arte, o ciencia. Se
necesitan, quiero decir, Religiosos, que sobre celosos, ejemplarcs, Instruidos en las ciencias ecle<
siastiras y de su Instituto, posean alguna de las ciencias naturales, flsicas, bistoricas, geogratlcas,
o artes industriales , o agricolas; por ejemplo, buen Matematico, Botanico, Ingeniero, Quimico,
Mecanico, Mineralogista, Geografo, Naturalista, Historiador, Filologo, Musico, Pintor, Tornerò, Herrcro,
Carplntero, Agricultor y otros. La razon principal con que pretendo aflanzar estas propuestas, es
mny sencilla, Todo bombre tiene inclinacion y afecto a alguna ciencia, arte ù oflcio. El Misioncro
pnes que sepa alguna destas facultades o ejercicios, ya pudrà utilmente distraersc entre la soledad
be las montaifas Entonces ya no babria soledad para ci , ni en ningun ticmpo ccharia de
roenos la falla de sociedad . Tendria siempre delanle mil variados objcctos en que cjercitarse con
agrado y utilidad. Al Naturalista obscrvador le ofrecerian las montai^as variada caza de pajaros y
coadrupedos, los rios abundante pezca, los cicnagales millares de vistosisimas mariposas, la tierra
«liversidad de rìcos metales y brillant(*s insectos. El Botanico baria sus colccciones de semillas de
nores, plantas, raices, recìnas, gomas, balsamos y ensayaria en una hnerta normal las diversas
fnilas, legumbrcs y raices comestibles, que todavia incognitas y sin destinos yacen en los bosques.
El Quimico procederla a analizar una inflnidad de matcrias organicas. El Filologo subirla en sus
investigaciones el descrubimiento del parcntesco de las lenguas Amerlcanas. El Historiador y el
Anttcuarìo algo sacarìan de sus pesquisas en los usos, ritos, tradiciones y antignidades de los selvajes;
quien por (In se ocuparia en ol dibujo, quìen en Icvantar planos, mapos, y redactar relacioncs;
quien enseneria a sus neoUtos a cantar o locar algun instrumento , quien los adiestraria en los
oflcios del tornerò, carpintero, berrero, y otros de tanto agrado, ventajosos para los Chunchos, y
poderosos resortes para fljurlos en una util y amena ocupacion •
Ma per avere sempre in pronto un numero di cosi fatti Missionari, è necessario un gran Collegio,
ove vengano educati. Già ve n' eran due, uno in Moquegua, l'altro in Ocopa. Ma nò 1' uno nò l'al-
tro si |K)rgevano sufficienti. Onde proponeva , che « a no asìgnarse por el supremo Gobierno algun
locai competente en està ciudad ( Cuzco ) , ne ne edificasse uno en los altos de la hacienda de
.\cobamba, sobre los bordes del camino nuovo a las valles de Paucartambo, en ias immediacio-
nes del gran pico Canachuay. &sta indicicion (egli dice) no està destituida de importancia. El
Misioncro aqui llegado no dìsiparia su fervoroso espiritu y su ardicnto celo, comò comunemente
acontece en su mancion en ciudades, donde por la proporcion del contìnuo Irato social, se com-
promete a otros destinos El immenso orizonte y la diversidad de objetos de recreo quo ofre-
ren los alrededores de Canachuay son impreciables : està vista presentarla de continuo a la ima-
glnacion y reflec^iion del Misioncro, la gran porcion de sus hermanos los Chunchos, que jiemen
bajo la degradacion y las tinicblas en aquellas estensas montanas que tendria a sus pies ! ... La
fundacion del Colegio, ù Hospicio en este lugar produciria otra ventaja de no poca tra.scendcncia;
5
66 BOXNAY - BRENAN
porque, aplicados por el Gobierno a dicho establecimento, algunos de los muchos terrenos de pana y
de monte que bay en osos puntos, se eosayaria a criar en ellos algun ganado, de cultivarlus y habi-
litarlos a la produccion de aquellas especies que no se dan en Uis valles > E qui dolendosi T Autore
cbe i poveri Missionari non incontrino sempre il favore de' Governi, anzi spesso ne vengano contrariati
nelle loro imprese: * Seamos imparciales {esclama giuitamente); depongase la acrimonia cuntra los
Misioneros; instruyamonos a fondo de las causas y de los procedimientos de las divergencias y estorto»
en su trabajos, y se cesarà de achacarseles esterilidad en sus empresas apostolicasl El genio (egli prO'
segue) emprendedor de los Apostolicos varones, gloria del Guiegio Franciscano deOcopa, Padres
Antonio Vidal, Francisco Yiedma, Francisco de San José, Paolo Alonzo Carballo, Manuel Sobreviela,
Narciso Girbal, y ultimamente el del R. P. Fr. Manuel Plaza obispo de Guenca, en la Republica del
Ecuador, ya dieron a ver de cuanto fueron capaces en sus espediciones y adelantos por el Ucayali, y sus
tributarios Pacbitea, Huanacha, Zapotc, Pisqui, Perene y Pangoa. Ghavini, Sonomoro, Lima-Rosa,
Gharasmana, y Sarayaca ya serian quizà boy centros de concurso, si diferentes vlcisitudines y falta de
proteccion no los hubiesen be<:bo desvanecer... * Questi cenni mostrano quali uomini apostolici abbia
dato, ancbe in questi ultimi anni, all'America l'Ordine Francescano. E se ad alcuno paresse sospetta la
testimonianza d'un loro confratello, lo invitiamo a leggere Y Histoire de la Geographie du Noveau
Continent ec, e i Tableaux de la nature del Barone Alessandro Humboldt, unitamente alla Mission
sàentifique au Mexlque et dans l Amerique centrai, e al Manuscrit Troano, étude ec. par M. Bras-
SEUR DB BouRBOURG. Finalmente non vogliamo omettere come il valoroso Missionario proponesse tra
l'altre cose che ancbe si formasse in Guzco una Società scientifica, che corrispondesse co' sopra delti
Missionari, e intanto venisse raccogliendo una Biblioteca di libri e manoscritti aventi relazione con
la letteratura e la storia del paese. • Unos de los cuidados de superiur imporlancia para la sociedad de-
berà ser el buscar, recojer, y acopiar en su Biblioteca particular cuantos impresos antìquos y moder-
no», y cuantos manuscrilos tengan relacion en general y en particular con la litcratura e historia del
pais. Guando haya diflcultad en conseguir los originales de estos ultimos, se empenarà por lo menos en
hacer sacar copias para depositarlas en dicba Biblioteca. Las obras de mayor interes y utilidad para
el Pais seran reimpresas o publicadas a costa de la Sociedad. Gausa dolor que cronistas e bisturiadorcs
del Perù, comò Gieza de Leon, el Palentino, Montcsinos, los Padres Diego Torres, Marcos de Niza y Gre-
gorio Garcia, Guillermo Sirmio, Jacobo Gohori, Levino Apolonio, Domingo Gaztelù, Vicentc Marincr
y tantos otros historiadores del Perù , impresos y manuscritos no se encuentreu ni en las Bi-
bliotecas publicas ni en particulares. Manuscritos de la mas alta importancia o han sido estraviados a
extranjero, 0 yacen olvidados en manos ineplas y egoislas . . . . Documenlos, Historiadores y Manu-
scritos poseo que consegui en virtud de mi teson en buscarlos en Ghìie y en las Bibliotecas y Ar-
chivios de Lima, que pueden difundir ya luces de trascendente interes. Estos documentos, impre-
sos y manuscritos los franquearé con el mayor gusto a los Kedactores del Benefico ( giornale ) , come
tambien los demas demi pequefia coleccion de libros cieutilicos los uias modcrnos y clasicos, para
que estracten y publiquen cuanto crean de interes. • Non sappiamo quale favore egli incontrasse ap-
presso il Governo del Perù: ma, certo, il suo nome resterà grandemente onorato sia nella storia del
Perù, sia in quella dell' Italia sua patria, non meno die negli Annali delle Missioni Francescane.
90. BoxNAY. — Relacion de la administracion de los Sanctos
Sacramentos en las Villas, Aldeas y demas lugares que pertene-
cen a la Iglesia de nuestro P. S. Francisco extramnros de la
ciudad de Canton : ano del 1733.
Manoscritto, nell' .\rchivio del nostro Convento di Manila, di cui m' inviarono copia que' Padri.
Conta, questa, 4 carte in 8, e in line si legge: En esie Convento de N. S. P. S. Francisco de la
ciudad de Macao, hoy a 29 Abril, 1733. Fr. loseph, Boxnay.
^ 91. Brenan. — An Ecclesiastical History of Ireland, From
«•"»!* the introduction of Christanyty into that country, to the Year
ktìM
BREVE 67
MDCCCXXIX. By the Rev. M. J. Brenan 0. S. F. A new edition.
Revised, and with notes. Complete in one volume. Dublin: James
Dufty, 15 Wellington-Guay ; and London 22 Paternoster — Row.
1864.
Leiniiìalì 0. S. F. signitlcano Ordinis Sancii Francisci. È una Storia eccletiastica dell'Irlanda
dalla introduzione del Cristianesimo in quel paese insino all'anno 1829; in cui l'autore parla
quanto basti delle stupende cose operate dall' ordine Minoritico a sostegno della Fede in quella
generosa nazione. L'opera conta Vili e 682 pagine in 8, ed è la seconda edizione accresciuta di
note, e compresa in un sol volume. N' è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di Gand
nel Belgio.
X questa Storia ecclesiastica dell'Irlanda del Padre Brenax, vuoisi aggiungere, per la storia
dell'Ordine, quella che ultimamente scrisse de' nostri Conventi nello stesso paese il Reverendo C
0. Meetian: The rive and Fall of the Irish Franciscan Monasteries, the Jrish Hierarchy, in the
seventeenth century ec, Dublin 1878. L'.\utore potè proUttare dei preziosi documenti lasciati già
nel nostro Collegio di Sant'Isidoro di Roma, dai Padri Wading, Colgan e Baron. Né meno importante
è l'opera seguente: A life of Saint Francis of Assisi. With a sketch of the Franciscan Order : by a
Religious of the Order of Poor Clares. Revised and edited by Rev. W. H. Anderdon. M. A. London,
1861. Di questi due interessantissimi lavori ebbi un esemplare in dono a Malines dal M. R. Padre
Bernardo Van-Loo.
92. Breve istoria delle Missioni Francescane nel Peloponneso
dal 1690 a 1714, e nelle Sole Jonie dal 1716 al 1791.
Fu pubblicata, in 8, nel numero 5 dell'anno III della Cronaca delle Missioni Francescane (Roma,
186S).
93. Breve relacion del yllustre martirio que por nuestra
santa Fee catholica, y a manos de los Yndios apostatas o infìeles
pedeció (en la conversion viva y mision del Cerro del Sai, Rio de
las Amazones y sus montanas en el reyno del Perù) el Rev. Padre
y Siervo de Dios, Fr. Domingo Garcia, Predicador y Misionero
Apostolico de Propaganda Fide, del Orden de nuestro Padre San
Francisco, hijo de està Santa Provincia de Santiago, y del Con-
vento de Oviedo , con otros companeros. Copiada fldelmente de los
papeles que de dichas Misiones y sus subcesos trajo el R. P.
Comisario de ellas Fray Joseph de S. Antonio, para presentarlos
a la Fee catholica a fin de conducir mas operarios a està tan
gloriosa empresa. Cuyo martirio succedió dia 21 de septiembre
del ano de 1742.
Breve relazione, esistente nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid , di cui
estrassi copia.
94. Breve relazione del miserabile stato , in cui al presente
68 BREVE - BREVIS
si ritrova V Abissinia, e della causa e modo del martirio dei Padri
Frat' Antonio da Pescho Pagano , di Fra Giuseppe di Atino, e di
Fra Felice da San Severino, Sacerdoti Predicatori dell' Ordine dei
Minori Osservanti Riformati del Padre San Francesco , nell' isola
di Suaquen nel fine del Mare Rosso, Tanno del Signore 1648.
Manoscritto di pochi fogli, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, Armato inflne : Torquato Pari"
itani della Compagnia di Geni.
sto»p. 95. Breve saggio delle apostoliche fatiche del devotissimo
Servo del Signore P. Giambattista da Bormio dell' Oss. Riformata
Provincia di Milano , già Missionario nella Cina , che mori nel
Signore in Brusciano nel Cicoli, regno di Napoli, diocesi di Rieti ,
Provincia di Abruzzo, il dì 22 marzo 1761, dedicato airiUus. e Re-
verendis. sig. Monsignore Girolamo Clarelli , Vescovo di Rieti.
Rieti ed in Milano, MDCCLXL Appresso Giuseppe Galleazzi, con
licenza de' Superiori.
Un volume.
st^, 96. Breve compendio del martirio e morte delli ventitre
^ Martiri dell' Ordine Minore di S. Francesco dell' Osservanza della
Provincia di S. Gregorio delle Filippine e del Giappone, con i
nomi , titoli , e patrie loro, crocifissi nel regno del Giappone per
difesa della Santa Fede , dei quali la Santità di N. S. Papa Ur-
bano Vili ha concesso, sotto il 14 settembre 1627, che si celebri
la Messa e Offizio. È la festività il dì 9 febbraio , giorno del loro
martirio. In Milano, per l'her. di Gio. Baptista Colonna, 1627.
Un volume in 4, clie non m' incontrò di vedere.
m. 97. Brevis relatio novae missionis Superioris Aegypti, Achmin
"«'" et Genge.
È un importante relazione dei trionfi che i Francescani ottennero tra gli Arabi e i Cofti del>
Tatto Egitto circa il 1719. Infine è segnata : Pater Fr. I. Zim , die non si legge bene. La trovai
rovistando l'Archivio del nostro Convento di Gand nel Belgio. Di questa missione fece cenno il Pa-
dre Masseo Kresslinger, nella sua opera dell' Orfuf et progressus sacri Ordinis Minorum ec, di
cui diremo a suo luogo. • Hoc saeculo (egli dice all' anno 1723; in Aegyplo quoque superiori no-
stri Patres prò reducendis Cophtis indefesse laborarunt, quorum solununodo in urbe Gergini , iuxla
reiationem anni 1723,... per anni spatium 500 una cum suo Episcopo; in civitate Àchmin veru
ultra 300 publice catholicam religionem sunt professi, nun sine gravi tumulto, ab aliis pertinaci-
bus Cophtis excitato, brevi tamen, ipsis Turcis opem nostris fercntibus, sopito. •
BRENGAS - BRUNIS 69
98. Bringas. — Sermon que en las solemnes honras celebra-
das en obsequio de los VV. PP. Predicadores Apostolicos Fr.
jrrancisco Tomas Hennenegildo Garcés , Fr. Juan Marcelo Diaz ,
Ft. José Matias Moreno , Fr. Juan Antonio Barreneche , Misio-
neros del Colegio de Propaganda Fide de la Santa Cruz de
Queretaro, fundadores de las Conversiones de la Purisima Con-
cepcion y de S. Pedro y S. Pablo del Rio Colorado entre los
g^entiles Yumas, y muertos en ellas gloriosamente a manos de los
mismos barbaros en los dias 17 y 19 de Julio de 1781, dixo en
la Iglesia de diche Colegio el 19 de Julio de 1795 en que se
sepultaron sus cenizas, Fr. Diego Bringas de Manzaneda y Enci-
nas, Misionero Apostolico, e hijo del mismo Seminario, que reve-
rente lo consagra a las doctisimas, religiosisimas y santa's Pro-
vincias de Franciscanos Observantes de la antigua y nuova
Espana, a nombre del expresado Colegio de Misioneros de la
Santa Cruz de Queretaro. Madrid. Ano de 1819. En la Impronta
de D. Firmin Villapando, impresor de Camarji de S. M.
Sono 94 pagine in 8, di minuta e Otta lettera, die contengono tutta la commovente storia del
martirio de* suddetti Padri, ed altre preziose notizie delle nostre Missioni Americane. L' acquistai in
3(a<tri<l. Il Sbrmon comincia alla pagina 48, ed è corredato di note interessantissime sia per la geografìa
^^ per la storia. Per esempio (pag. 52), circa le nazioni barbare evangelizzate da' sopradetti Martiri,
«•1 fa conoscere i Cajuenches o YumaSf gli Jalchedunes e Jamajàb», ì Chemegue» e Jàbetuag, i Cuer-
^^^^'^i^^chet e JaquesUas che abitano le rive del Colorado, dai gradi 32 sino ai 37 di altura boreale. E i
^i^Mxlof, i Sebintas, \ Chemeguahas che vìvono tra il Colorado e la costa occidentale della Nuova Cali-
fornia. E gli Jalicuamais, o Quiquimas, che abitano tra il Porto di San Diego e le rive del sopra detto
fittine air Est E i Cucupat, e l Serranos, che occupano parte dello stesso paese. E gli Jeariches^ o come
S^i chiama nel suo Diario il Padre Garcés, Danzarineg, tribù nomade, ma che per lo più si tiene tra i
P^'^Ueli 33 e 37 di altura boreale tra la costa del Sud e il Colorado. E gli Jenigueehe$ ec. i Cuheils, ec.
^ P^g^e poi precedenti contengono un catalogo e una breve notizia de* più celebri Missionari dell' Os-
avanza di tutte le Province Francescane di Spagna e d' alcune dell'America, che nel corso di i36
*°^» si recarono al Collegio di Santa Cruz di Queretaro nel Messico, e si segnalarono nell* opera delle
■ùsicini. Le Provincie sono: di Castilla, di Aragona, di Santiago di Galicia, della Concepcion, di
<AXDAI.^CIA, di BURGOS, DB LOS ANGELES, di CARTAGBNA, del SaNTO EVANGELIO DE MEXICO, di MaLLORCA,
^I^A^K Miguel, di Cantabria, delle Canarias, di Valencia, di Cataluua, di Mechoacan, di Granada,
* Z^oateca-s di Xalisco, di Sancta Hblena db la Florida.
89. Brochart . — Voyage de Jerusalem et du Monte Sinai
^^ 1533 par Greffin Arzagar, Signeur de CourtelUes et Frere
Borxstventure Brochart, des Freres Mineurs.
llanoscritto in 4, pergameno, e di bellissima lettera, con miniature, nella Biblioteca Nazionale
100. Brunis. — Reductorium Hierosolymitanum in quo candide
70 • BULDÙ - BUOCHER
describitur quidquid diu desiderabatur siri (sciri) de omnibus ad
sanctam Hierusalem spectantibus, videlicet numerus loconim rer.
Patrum divi Francisci .... Admirabilis denotio sanctuapiorum
quamplurium . Multitudo precipuarum reliquiarum , copia in-
dulgentiarum Et tandem generosa condonatio pri\ilegiopum
multorum, quibus gaudent in primis .... Pater Guardianus S.
Montis Sion. Haec omnia collecta et conscripta sunt per Patrem
Josephum de Brunis. Venetiis, G. B. Bonfadini, 1616.
Un volume, in i2. Ve n' è un' altra edizione in 8, Àuguttae 1651. Cosi i Compilatori degli
Studii Bibliografici b Biografici su la storia della Geografia in Italia, pubblicati per cura della
Deputazione minitterialet instituita presso la Società Geografica Italiana. Roma, 1875. Il de Brunis,
nato in Venezia e rendutosi Francescano dell'Osservanza, fu Missionario e Guardiano del Monte Sion in
Palestina. Frutto del suo soggiorno in quel paese fu quest'opera, molto pregevole e stimata, e
ornai rarissima.
101. BuLDu. — Revista Franciscana, publicacion mensual desti-
nada a la propagacion de la venerable Orden Tercera de Peni-
tencia del Serafico Padre S. Francisco d'Asis, dirigida por el
M. R. P. Fr. Ramon Buldù, Provincial de la Orden. Barcellona:
Tipografia Cattolica, Calle del Pino, n. 5. bajos.
Questa interessantissima Rivista mensuale, la migliore di quante ne conosciamo, e ricchissima di
notizie delle nostre antiche e recenti Missioni, conta già il sesto anno: 1873, 1874, 1875, 1876, 1877, e
il corrente 1878. Ha eccellenti corrispondenze dall' Italia, dalla Palestina, dalle Filippine, e da molte
parti dell'America. Del Padre Buldù dobbiamo aggiungere, che inoltre egli è in particolar modo bene-
merito della storia dell'Ordine, per avere curata la traduzione dal francese in lingua spagnuola della
Storia universale delle Missioni cattoliche del Barone d' Henrion ; correggendola di molte inesattezze,
e supplendo con note copiose le non poche lacune che quegli vi aveva lasciato.
102. BuLLARiuM peculiare Terrae Sanctae ex quatuor supra
sexaginta BuUis Apostolicis, nonnullisque aliis litteris a Sancta
Sede et Sacra de Propaganda Fide Congregatione in favorem
Snperiorum, Fratrum et Commissariorum Terrae Sanctae variis
temporibus emanatis , a SS. Domino nostro Benedicto Papa XIII
approbatis, confirmatis atque perpetuo firmitatis robore inno-
vatis et munitis, a moderno Commissario Generali Terrae San-
ctae in Romana Curia coordinatimi. Romae 1727. Typis Reve-
rendae Camerae Apostolicae.
Un volume in foglio, di 178 pagine.
Ut. 103. BuoCHER. — Breve e sincera relazione come io sottocritto
^'" il dì 16 dicembre dell'anno 1755 fui catturato dai Gentili con
SlBMpt
BURGOS • 71
cinque cristiani di mio seguito, mentre mi portavo ad un territo-
rio Sinico, detto Hum-ciung della provincia di Xien-si, e di quanto
mi occorse per tutto il tempo di mia cattura, quale durò lo spazio
di mesi 9 e giorni 20, e come finalmente ebbe conclusione. Fi.
Gian Antonio Buocher , de' Minori Osservanti , Vescovo Rosaliense
e Ppo-Vicario Apostolico di Xansi e Xensi.
Sono 30 carte in foglio, copiate dall' originale dal P. Facondo Giannotti M. 0. che me ne fece
dono. Il P. Gian Antonio Buocher era nativo dell'isola di Portoferraio presso Livorno, e Aglio
dell'Osservante Provincia Toscana. La relazione è data da< porto di Macao a' di 30 novembre i756.
« Il Padre Antonio Buocher da Portoferraio mori il 5 novembre del 1765 nel Convento di Macao.
Era vescovo di Rosalia, Commissario Apostolico in tutto l'Impero Cinese, instituito da Benedetto
XIV. Era figlio dell'Osservante Provincia Toscana, e la di lui morte fu ad essa annunziata dalla
Sacra Congregazione di Propaganda. > Così il Padre Frediani in alcuni Ricordi di MiMìonarii Fran»
cescani dell' Osservante Provincia Toscana, ùa noi pubblicati nel numero 5 dell'anno V della nostra
Cronacn delle Missioni Francescane. Noi poi aggiungiamo, che dopo il suo arrivo in Cina, che
fu Tanno 1731, si tenne in contìnua corrispondenza, quanto era possibile , col Padre Bonaventura
da Firenze, Maestro de'Novizii in San Romano, Ano al 1764: e di questa importante corrispondenza è
copia appresso di me, procuratami dal sopra detto Padre Giannotti. Sono 26 lettere interessantissime
e piene di tanta pietà, che lo mostrano un santo. Dalla prima, data in Canton 10 dicembre 1731, pare
eh' egli scrivesse anche un Giornale del suo viaggio, che non sappiamo se sia capitato in Europa. • Sa-
pendo (e* dice) che voi vi dilettate di geografìa, ero di parere trasmettervi il Giornale del mio viaggio;
ma dubitando del recapito, non voglio far la fatica invano.» Dalla diciottesima lettera, data nella città
di Kiang-un il 1 agosto del 1754, si conosce che la sua ordinazione come Vescovo e Vicario Apostolico,
avvenne la terza domenica dell'Avvento dell'anno 1753; con quella radunanza di cristiani, egli dice,
che fu possibile ammettere, stante il grave pericolo in cui si sta ; quale per brevemente intenderlo, basta
pensare lo stato di Roma e di tutta l'Italia a tempo de'Neroni. Per verità egli s'incontrò in Cina
in tempi di continue e terribili persecuzioni e sventure, che desolarono quelle Missioni : e il suo apo-
stolato con quello di parecchi suoi confratelli, d'Italia, di Spagna, e di Germania, riuscì di non leggero
conforto a quella desolata chiesa! Nelle sue lettere ne sta la storia. Conservò sempre tenerissimo
amore alla sua madre Provincia di Toscana, e il riceverne buone nuove gli riusciva di straordinaria
consolazione . « Godetti assai {scriveva al Padre Buonaventura dal suo esilio di Macao il 10 dicembre
1758) nell'udire che la nostra Provincia di Toscana sempre mai florisca di celebri Predicatori e Teologi,
e che specialmente il Padre Luigi da Siena, del quale io feci sempre somma stima, si mantenga con
.«uilute da poter continuare nel suo apostolico e santo impiego, e li desidero che debba fìnire, come si
b«^ne han Unito in questo secolo tanti Religiosi Osservanti in Italia, in concetto di santità, come mi rife-
riste. » Ben meriterebbe questo insigne Prelato Francescano che qualcuno ne scrivesse almeno una
sufficiente biografìa, come del Salvctti fece il Padre Frediani.
104. BuRGOS . — Relacion historica de los progresos de la
*•• christianidad en Filipinas y China : por el P. Fr. Geronimo de
Burgos, de la Provincia Franciscana de S. José. 1583.
Dì questo manoscritto ci dà notizia il Padre Huerta (Estado ec.Jj aggiungendo le .seguenti notizie
deirAutore: • El V. P. Fr. Geronimo de BurgosJPredicador, profesò en la claustra de N. P. S. Francisco,
agregandose despues a nuestra dcscalgez en la santa Provincia de S. José, donde perseverò 12 aiios,
dando raros ejemplos de virtud. El ano de 1580 se alistò para las Misiones de Filipinas, y en el
mismo aSo llcgò a Mejico. En està ciudad se detuvo dos anos , ayudando a la fundacion de naestro
Convento de S. Cosme, y fué ci primer maestro de novicios de dicho Convento. El afio de 1583 fuè
nombrado (>)misario visitador de està Provincia de S. Gregorio, y en el mismo paso a Filipinas con
Ut.
Asm
72 • BURGUILLOS - BtSTAMANTE
una misioD. En Janio del refendo ano de I58i se embarcó para China, donde fué preso, maltratadc
y conducido a Canton de carcel en carceL En està ciudad faé rescatado por un piadoso Portughes,
y de aqni paso a Macao , donde erigió la nueva Custodia de Malaea , nombrando prìmer Cnstodk
Fr. Martin Ignacio de Loyola. De Macao regresò a Manila en 1383 y se hallo nombrado embajadoi
pira los reynos de China por la catolica Slagestad de Felipe II, cnyo nombramiento se balla flrmado poi
S. M. en Santaren, a 5 de Junio de I58i, y cuya embajada no siguió nuestro V. Pr. Geronimc
por mnerte del senor Govemador D. Gonzalo Ronquillo de Penalosa. Por octubre del refierido aio
saliò segunda vez para China, de aqui partiò a Malaea, y de està ciudad paso a Espana en 1587.
En Madrid y Roma ncgociò la ereccion de la Custodia de S. Gregorio en Provincia, y por los alioi
de 1588 se retirò al Convento de S. Gii de Madrid, donde . . . entregò su espirtn el ajio de 1593. >
105. BuRGUiLLOS. — Relacion hecha por Fp. Fedro de Burguil-
los , Frayle Lego de la Orden de San Francisco de la Provincia
de san Gregorio de los Descalgos de Philipinas. Mandada hazer
por el Padre Fray Alonso Munez, Comisario Provincial de la
dicha Provincia por santa obediencia, de las cosas sucedidas en
el Japon desde el ano pasado 1601 hasta el de 1602.
Manoscritto nella Biblioteca del Real Palazzo di Madrid , di i3 fogli in 4 senza numerazione.
Comincia: Por eumpUr en el preeepto de Usted corno Wjo de obediencia y aìuique lego y sùnple,
dire lo que con loda verdad p<uamo8 el hermano fray Gomez taeerdote^ V yo y nuestro hermano
fray Geronimo de Jetut, que iva para prelado nuestro . . . SaHmos de la dudad de Manila el aie
pasado 1601 ee. Chi conosce la storia del Giappone, sa come in tal tempo si svolgesse l'ultimo dramma
commoventissimo delle sorti del Cristianesimo in quel paese : e i particolari non ne sono ancora bene
conosciuti. 1 manoscritti de* Francescani di Manila, che vi tenevano il campo, sono della più alta
importanza. Del Burguillos ci dà le seguenti notizie il Padre Hderta : • Pr. Pedro de Burguillos, Lego,
profesò en la santa Provincia de S. José, paso a Filipinas el aSo de 1600, y en el siguiente 1601 saliò
para las Misiones del Japon. El aiSo de 160i regresò a Manila c^n cartas del Emperador de Japon
para el senor Govemador de estas islas (e allora fece la ioprcuidetta Relazione), y paso segunda vez
al Japon el siguiente de 1603. AUi permaneció oceupado en catequizar a los infleles y otros ejercicios
de caridad hasta que el ano de 1614 saliò desterrado del Japon por predicar el santo Evangelio. •
E allora scrisse una seconda Relazione, cioè :
— Relacion de los sucesos y persecucion contra los cristianos
en el Japon desde el ano de 1608 hasta el de 1614.
È nell* Archivio del nostro Convento di panila, dove il santo Religioso morì l'anno 161S.
106. BusTAMANTE. — Carta de Fray Francisco de Bustamante
Am«i«, y de otros Religiosos de la Orden de san Francisco al Empera-
dor D. Carlos, exponiendo la necesidad do adoptar disposiciones
para evitar competencias entro el Virey y la Audiencia de la
Nueva Espana. *•
k stata testé pubblicata nelle Cartas db India ; Madrid, 1878. È data in Messico il SO di ottobre
del 1553. Gli altri Religiosi sottoscritti col Bustamante, Commissario Generalo delle Missioni della
Nuova Spagna, sono: Fray Diego de Olartb, Guardi as db Mexico: Fray Toribio Motounia: Frat
JuanFochbr: Fray Bernardino db Sahagun: Fray Joan db Sanct Francisco, Minister Provinciaus:
Fray Juan de Gaonna: Fray Antonio db Cibdad Rodrigo: Fray Juan de Ribas.
fvtntp.
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BUYSA 73
Nei datos biografieoi della stessa pubblicazione, sono del Padre Bustamante le seguenti notizie:
« Bustamante ( Fray Francisco de ) , naturai dei reino de Toledo , tomo en su capital a princi-
pios del siglo XVI el habito del S. Francisco, eligiéndole su Provincia por sus letras y virtudes,
para el Capitulo General de la Orden celebrado en Mantua el aiio i54i. En el siguiente de 4542,
paso a la Nuova Espai^a, aprendiò la lengna Mexicana, leyò Artes y Teologia en el gran Ck>logio
de Santa Cruz o Santiago de Tlatelolco, y desempenó cargos comò el de Comisario General de In-
diai en 1547, i564, y el de Provincia! de la Provincia dei Santo Evangelio de Mexico en 1555 y
1562, prestando importantes servicios cn las dos vcces que fué Comisario General y al establecerse
las dos Custodias de la Ordcn en Guetcmala y Yucatan. A principios de dicho ano de 1562 vino
l'I Padre Bustamante desde Mexico a la Corte con Fray Fedro de la Pena, Rrovincial de los Domi-
nicos, y Fray Agustin de Coruna, de los Agustinos, a pedir que sus Ordenes respectivas continua-
sen en el disfructe de los privilegios que se les habian concedido, y mientras sus companeros cran
nombrados obispos, Pena, de Quito, y Coruna, de Popayan , muriò Bustamante en Madrid a 1 de
Noviembre des mismo ano de 1562, en cuya iglesia de San Francisco se le dio sepultura. >
107. BuYSA. — Relacion verdadera y copiosa de los Sagrados
Lugares de Jerusalem y Tierra Santa, de la miserìcordias divinas,
que en ellos resplendecen , de los muchos trabajos y afliciones, que
pop conservarlos en piedad Christiana padecen los Religiosos del
Seraphico Padre S. Francisco que los habitan, y de los grandes
gastos que tienen con los Turcos : ordenada por el P. Fray Blas
de Buysa, de la misma Orden , Segretario en la Curia Romana y
Comisario de la Tierra Santa. En Madrid, por la Viuda de Alonso
Martin, ano 1622.
È un volume in 8, di 122 pagine. Opera per la storia Minoritica della Palestina di moltis-
sima importanza. Ne daremo un saggio. Primamente il Dottor Palo de Zamora ncir approvazione che
vi appose, altamente commendando r Autore per il suo lavoro, ci dà le seguenti preziose notizie circa
i viaggi in Terra Santa: « Por mandado de V. A. he visto la Relacion de los Lugares santos ec. y digo...
que el Autor muestra en ella ser muy docto Theologo, y de mas desto es muY digna de sor leyda por las
singulares cosas que contiene. Porque yo por particolar devocion mia he leydo casi cuanto han
escrito hombres doctos de toda la christianidad, quales son Adamo de Hibemia, Monge del senor
San Benito, que ha 900 afios que escrivió la Descripcion db la Tierra Santa : la qual a nuestros
dias ha sacado a luz el P. Jacobo Grestero de la Compafìia, y es està obra la que abreviò el santo
y venerable Bcda despues, que està en el tomo 4 de sus obras, con titulo De Locis Sanctis: pero
està de Beda no es mas de una breve suma de la obra mayor, que he leydo, y es muy docta.
He visto de autores naturales de las Indias Ocidentales, la Relacion t viaje de Juan Ceberio de Vera,
naturai del Pirù. De los Andai uzes el Viaje que don Parafan de Ribera,de buena memoria, Mar-
ques de Tarìsa, hizo desde Napoles, donde era Virrey, a la Tierra Santa, y el Viaje del maestro
Guerrero, famoso musico de la santa Iglesia de Sevilla. De Portugal el Itinerahio de Fray Panta-
leon d'Aveiro, de la Orden del sefior san Francisco. De Caslilla, la Relacion de Fray Antonio
Aranda, de la misma Religion; y el Lucerò de la Tierra Santa de Escobar Cabeza de Vaca. Do
Francia las Curiosas observaciones que hizo Pedro Belonio, que en compania de Mosieur de Fu-
met, Embaxador del Bey de Francia, pasco la Tierra Santa; la que hizo Andres Thevet (Frate
Andrea Thevet^ Fraìieeseano franceie) en ci tomo I de la su grande Cosmografia francesa, que con
licencia del Papa dexò el habito del senor San Francisco, para peregrinar lodo el mundo, comò lo hizo
en vcynle y tres anos por mandado de Henrico segundo rey de Francia. De Italia, he visto el Viaje
de Fray Noe el Bianco de la Orden de los Servitas, y de otro Fray Noe mas antiguo, Frayle Fran-
cisco, que anduvo todo el Egypto, Arabia, y Tierra Santa, y contò menudamentc sus cosas; los
DiALOGos del Doctor Pedro Arribabene Fiorentino, theologo; las Epistolas del Doctor Pedro Dane-
sio, theologo de Montepulciano, que con otros cinco peregrinos visitò aquellos Santos Lugares, y
74 BUYSA
Io que en nuestros dias docta y cariosamente escrivió Fray Bernardino Amico de Galipoli, Prayle
Francisco, que ha vivido en Jenisalem mactìos anos. De Flandes , el Itinerario de Don Juan Zua-
lardo, cavallcro del S. Sepulcro, que prìmero imprimiò en italiano, en Roma, y dies aiios despaes
muy augmentado en lengua francesa en Amberes: el Grande Itinerario, repartido en siete libros,
que ha poco que escrivió el doctor Juan Cotovico Jurista. De Alcmania, la Rblacion de Guillelmo
de Baldensel, Gavallero aleman, que sacó a luz en sus tomos las antiguas lecciones del Doctor Hen-
rico Canisio, cathedratico de Dcrechos en la universidad de Inglostat, sobrino del santo y docti-
simo Padre (ora Beato) Fedro Canisio de la Compafiia (di Gesù): y el Grande Itinerario de Ber-
nardo de Brindenbach, dean de la S. Iglesia de Maguncia, Primada de Alemania. De Ungria, la Re-
ij^cioN de Fr. Anselmo de Montesion (sobre nombre suyu). De Polonia, las quatro doctisimas y lar-
gas Epistolas del Principe Nicolao Radcivilio, Duque de Olica, y gran Condestable de Lituania; y
otros que no me acuerdo, demas de los que andan en manos de los doctos, que son Pr. Brocardo
de la sagrada Religion del sefior S. Domingo, y el Teatro de la Tierra Santa de Christiano Andri-
comio; y aflrmo que en todos ellos no se hallan cosas tan singulares, devotas y dignas de ser notadas
comò en està Relacion. •
Ora vegnamo all' opera. Primamente l'Autore ci fa sapere come avvenne che si recasse in Pale-
stina. • Avicndo venido a Roma (e'dite) el afìo de 1615 el senor Don Fray Antonio de Trejo, Obispo
de Cartagena, entonces Vicario General de toda nuestra sagrada Religion, a celebrar la Gongregacion
General, en la qual cabé yo de hazer el oQcio de Secretano de la Curia Romana, me mandò por sus
patentes, que fuese a Tierra Santa, en compania del P. Fr. Diego de Sicilia, Comisarìo General de
los Lugares Santos, a pagar las deudas que de presente tenian, y ver la neresidad que hnviese de
repararlos, con otras cosas tocantes al govierno de los Religiosos que en aquellas partes habitan ; con
que quedandose en Venecia por justos respectos el dicho P. Fr. Diego de Sicilia , me hizo entregar
quinze mil noveciento y ochenta y nueve reales de a ocho, los quales hize embarcar en la nave
llamada Barcalonga, que partiò por Alexandreta a 7 de Setiembre de dicho ano, pagando seys por ciento
en asegurarlos. Y negando con ellos a Jerusalem, despues de varios sucesus, y ballando que los Lugares
Santos stavan empeUados en veynte y siete mil reales de a ocho, por causa de no averlos socorrìdo
en mucho tiempo, y aver sucedido la muerte del P. Fr. Angelo de Me-ssina, con que los Turcos
metieron grandemente la mano; y despues del P. Fr. Rufino de Saboca, Presidente que en su Ingar
se hizo, pagué todos los dichos quinze mil novecientas ochenta y nueve reales de a ocho a diferentes
acreednres, Chrislianos, Moros, y Hebreos, a los quales se debian, y quedaron de deuda otros nueve mil
y tan los ec. »
Poi dà un'esatta notizia de los Lugares Santos mas priticipales della città di Gennsalemme e
suoi dintorni ; e de los gastos que se ÌMzen con Ics Turcos , Turcimans , Peregrinos ec E
finalmente accenna a quanto soffrivano i Francescani in tal Missione, specialmente i Superiori di quel
tempo : il P. Angelo de Messina , che dai maltrattamenti ricevuti aveva una mano e un piede storpi , e
morì in officio; il Padre Basilio da Caprarola, che similmente ne perdo la vita; è il Padre Francesco da
Dulcedo, con ventitre altri, rimasti vittima della peste. « Agora ultimamente {egli dice) ha venido nueva
cierta, de que es muerto el Padre Fray Francisco de Dulcedo (grossa borgata nella riviera ocddentaie
della Liguria), su sucesor y Vicario y mas de 33 Religiosos basta ci mes de agosto del afio I6S0
per causa de la peste, y se ha elegido en su lugar el P. Fr. Thomas de Novarra, Religioso que ha muchos
a5os que està en aquellos Sanctos Lugares, con grandisima estimacion de todas las naciones, y ha
rcduzido a los Nestorianos y los Caldeos a la devocion de la Iglesia catolica con suma laude suya, y
honra de la Religion. El dicho 1\ Fr. Francisco de Dulcedo partiò con la familia nueva de Venecia a
i3 de Junio de mil y sescientos y dies y nueve, y llegò a Jerusalem a los i de agosto dicho. »
p.
108. Caccia. — Compendium, seu brevis relatio Locorum
Sanctorum, quae Seraphicus Ordo Franciscanorum ultra quadrin-
gentos annos legitime possedit, ec. a Patre Francisco Caccia Ord.
S. Francisci de Observantia, ec. Vienna. A. A. Heyninger 1693.
Un volume in 4.
— Jerusalem, seu Palestina nova, ec. Wien. C. Lercher, 1706.
Un volume in 4 con incisioni. Così i compilatori degli Studi Bibliografici e Biografici bc.
Il Padre Caccia fu Commissario Generale in Terra Santa, e i suoi libri intorno alla Palestina sono
molto lodati.
109. Calahorra . — Historia Cronologica della Provincia di
Soria e Terra Santa di Gerusalemme, dove nostro Salvatore
operò le maraviglie della Redenzione ec. con li felici progressi
fatti in quella dalla Religione Serafica del Padre San Francesco,
cominciando dall'anno 1219. Opera composta in Spagnuolo dal
R. P. F. Giovanni di Calahorra, tradotta nella lingua italiana
dal R. P. Angelico di Milano Minore Osservante Riformato , es-
sendo attuale Guardiano e Custode della medesima Provincia
di Terra Santa. In Venezia. MDCXCIV, appresso Antonio Tivani.
È un volume in 4, di 890 pagine. Raro. Se ne trova un esemplare nella Biblioteca Nazionale di
Firenze, e un altro in quella del nostro Convento di Sant'Anna di Parigi. Quanto air edizione
Spagnuola, non è vero quel che dice il signor Escalopier nel Catalogue della sua ricca Biblioteca,
che essa non si conosca. A me ne fu inviato un esemplare dal nostro Convento di San Salvatore
di Gerusalemme, quando comincai la Storia delle Missioni Francescane; e partendo da Roma, lo lasciai
nella Curia Generalizia con ricevuta del Padre Segretario Generale di quel tempo. Padre Ermete da
Recanati. Mancava del frontispizio e di alcune prime pagine, ed è veramente libro rarissimo ; tanto
più prezioso, in quanto il Traduttore lo ha qui e là interpolalo, cosi che la traduzione non corrisponde
punto all'originale. In una Bibliografia a stampa in francese, lo trovai riferito col titolo seguente:
De Calaìunrat Cronica de la Provincia de Siria y Tierra Santa. Madrid, in foL, 1684.
76 GAMARA - CANfiS
„,. 110. Camara. — Traducion del Portuguez al Castellano de la
^ historia de las cosas memorables de Tunkin ( escrita por el P.
Filipo Marino ) por el P. Fr. Juan de la Camara de la Provincia
de S. Pedro de Alcantara.
L' Hderta (Ettado ee.) dice che il Padre dalla Camara fece questa traduzione in Cina, circa il
i67i, per dove s'era imbarcato dalle Filippine il i670, avendo già evangelizzato per 4 anni in Siniloan.
11 1673 fece ritorno alle Filippine, e fu Missionario nei popoli di Mauban, Mambulao, Longos,
Nagcarlan e Capolangan, dove morì il i683.
Skemp.
HI. CaBes. — Gramatica Arabigo-Espanola vulgar y literal
con un Diccionario Arabigo-Espanol, en quien se ponen las voces
mas usuales para una conversacion familiar con el texto de la
doctrina cristiana en el idioma arabigo, por Fray Francisco Ca-
nes, Religioso Francisco Descal^o de la Provincia de S. Juan
Baptista, Misionero Apostolico en el Asia, Lector de lengua
Arabe, Guardian y Cura que ha sido del Convento de S. Juan
Baptista en Judea, y del Colegio de Padres Misioneros Espaiioles
de Tierra Santa en la ciudad de Damasco. Madrid. En la Im-
prenta de D. Antonio Perez de Soto : ano MDCCLXXV.
Un volume in 4, di i79 pagine. N" è un esemplare nella pubblica Biblioteca di S. Isidoro di Madrid.
V importanza di questo lavoro si vede dalle notizie che dà nella prefazione, intorno a questo genere
di studii, coltivato con tanto frutto da' Francescani. • Por cumplir (egli dice) la superior orden de la
Keal Camara ... me he dedic^ado a ajustar la presente en nuestro idioma espanol, que con el mayor
gusto ofresco a la publica utilidad de la nacion y al uso de las Misiones de Tierra Santa .... Con
ella los Rellgiosos pueden llevar anticipado el conocimiento de este idioma, que es casi universal
en todo el Oriente. Aunque la Gramatica de Fr. Pedro de Alcalà, Gcrcmimo (dell'Ordine GeronimitaJ
se imprimìó en lengua espanola el affo 1505, faltaron caracteres arabes, y asi no es posible atinar con
la escritura y pronunciacion de las palabras que contiene de aquel idioma en su vocabulario y ejm-
p1(»8 . . . (xjnsiderando la grande dtflcultad que hay en poder acertar un solo en la composicion de ana
Gramatica, que sea del gusto de todos, por la diverston de opiniones que rej'nan entre los mi.<mnos
autores, he prucurado con el mayor cuì<lado leer e releer para el ajuste de està las Gramaticas de Fr.
Pedro de Alcalà , de Fr. Felipc Guadandli , de Tomas Erpenio , de Fr. Antonio de Aquila , de Fr.
Agapito de Vallenamniarum, de Fr. Francisco Gonzalez ec. Asimismo me he valido de un conside-
ble numero de Manuscritos, que me han franqueado gustosos algunos aflcionados a la lengua Arabe,
Finalmente he aprovech;<dj lo que me enseiìó el estudlo y la esperiencla de diez y seis ano» que estube
predicando y confesando en aralx; en las Misiones del Asia Ctm justa rason colocin los hombres do-
clus {la lingtM araba) entre las lengiias madres, por tener probado su origen en la familia de Ebcr... Es
neiTsaria la lengua Aralie, no solo para la inleligencia de tantos codices (parla specialtnente di quelli
dell' Escuriale , di cui era Bibliotecario il ir. Michele Casimiri, con cui era legato di stretta amicizia) y
escrituras; sino tambien para pronunciar con perfecion la lengua ebrea, y entender la sagrada Bibia
en sus frases. Porque comò la lengua ebrea es escasa de voces en el dia , habiendo dexado de ser len-
gua viva , y està reducida al texto sagrado , no es comparable por està parte con la fecundidad de la
arabiga, que aun existc entera. Con facilidad puede suplirse con su auxìlio la que falla a la ebrea, por
ser arabigas y promiscuas muchas de las ralzes ebreas; corno lo hizo Eben-Esra en los Coment arios db
Los cAN'Ticos, exponiendo y aumentado por el arabe aquellas voces ebreas, que suelen ocurrir una
vez sola en el Testamento viejo. De suerte que si la lengua arabe se puede aprender sin el cc«
CANES 77
nocimiento de la ebrea, jamas se alcanyara la inteligencia porfecta de la ebrea sin al conocimiento
previo 0 simultaneo de la lengua arabe La grande utilidad que se saca de la inteligencia de la
lengua arabe ha sido el motivo de haberse fandado en casi todas las Univcrsidades de Europa ca-
tedras donde se enscne. En el Concilio Yienese cclebrado per orden de Clemente V en I3i2, en el
decreto que hizo sobre el estudio de las lenguas, que despues renovò Martino V» se pone la len-
gua arabe por una de las principales, que se deben ensenar. En nuestra Espana, ademas de las cate-
dras que se fundaron en algunas universidades , para que se ensenase el arabe en el restableci-
miento de estudios de i770 se estableciò tambien la catedra de la lengua arabiga. Deseoso . . .
Carlos III de contribuir por todos los medios y protcger està ensenanza . . . . no solo para que se do
el culto y veneracion debida a los Santos Lugares sino tambien al aumento y conservacion de
las Misiones de Asia tiene ordinado por sua Real cedula de i7 noviembre de i772, que se
desponga una casa de estudios, o sea Seminario al cuidado de nues tra Orden Serallca, en ci
qual sean instniidos de ante mano por principio en la lengua arabe y griega todos aquellos Re-
lìgiosos, que han de pasar a Tierra Santa, y otras partcs de Asia, a ocnparse en el santo y apo-
stolico exercicio de Misiones ( Por la tocantc a la lengua griega ha impreso su Gramatica vulgar
Fr. Fedro Fuentcs Observante , que risidiò en el Seminario da Nicosia de Chipre, y ahora està
imprimiendo la Gramatica literal con el mismo obiecto de que sirva en el Seminario de Tierra Santa
de orden da R. Gamara ....)• * /'^ nota,
— Diccionario Espanol-Latino-Arabigo, en que seguiendo el
Dìccionario abreviado de la Academia se ponen las corresponden-
cias latinas y arabes, para facilitar el estudio de la lengua arabiga
a los Misioneros, y a los que viajeran ò contratan en Africa y Le-
vante : compuesto por el P. Fr. Francisco Canes, Religioso Franci-
sco Descalfo, de la Provincia de S. Juan Baptista, su Ex-Deflnidor,
Misionero y Lector que fue de Arabe en el Colegio de Damasco,
individuo de la Academia de la Historia. Dedicado al Rey nue-
stro Sefior. Madrid MDCCLXXXVIL En la Impronta de D, Anto-
nio Sanche.
Sono tre volumi in foglio: magnifica edizione in c^rta reale. 11 primo tomo (A-D) conta 595
pagine: il secondo (B-O) 554: il terzo (P-Z), 6i2. Nel primo tomo, dopo la dedica al Re, è un
Prologo, da cui crediamo bene riferire i particolari seguenti. Premesso che fallita l'impresa delle
Crociate, Dio destinò i Francescani alla custodia de' Santi Luoghi, soggiunge: « La predicacion evan-
gelica y admiuistracion de los Sacramentos necesariamente deben hacerse en el idioma comun y |)er-
ceptible a los naturales del pais Ia)s Religiosos Franciscanos Observantes y Descalgos para
Uenar su obligacion han necesitado dedicarsc costantemente al esludio del idioma arabe, y han dado
por estc medio copioso fruto de doctrina y edificacion en la Tierra Santa y sus conflnes, superando
con su aplicacion las diflcultades en que se veian por falta de auxilios que alcviasen el gran peso
de aprender una lengua diflcultosa en la escritura, en la pronunciacion , en las voces y en las fra-
ses. Paolo V ,penetrado de està imporlancia. ordenò por su Buia que empieza: Foelieis recardatio-
ni$ ee. ano de 4610, que los Regulares ensenasen las lenguas orientales en sus Colegios. La Con-
gregacion de Propaganda Fide estableciò en 25 septiembre de i628 que de los Religiosos que pa-
san a la Tierra Santa se destinasen algunos sugetos habiles para que aprendiesen las lenguas arabe,
turca i griega, que son las que se hablan mas generalmente en las provincias del Imperio Oto-
mano. La Orden de S. Francisco para dar compUmicnto a losreferidos decretos,en el Capitulo Ge-
neral que se celebrò en Toledo afiio de 4672, acordò se fundaran Colegios en los Conventos de Sa-
lamanca, Alcalà, Paris, y Tolosa, en los quales por maestros de la misma Orden se ensefSase a los
Religiosos las lenguas ebrea, araba, griega. En el Capitulo General celebrado en Vitoria en 29 de
Mayo de 1694 se conflrmò el decreto antecedente del Capitulo de Toledo . El Papa Clemente XI expi-
78 CANES
dio una Boia en ii de Encro de i710 que empieza: Commisti nobi$, en la que manda se funde un
Colegìo de la Orden de S. Francisco, en donde estudien las tres lenguas los Religlosus que huble-
8cn de pasar al Asia e ocuparsc en et ministerio de Misioneros La falta de Gramaticas y Diccio-
narios arabes acomodados a la lengua espafiola, ha retardado el cumplimiento de tan saludables
disposiciones, basta que la munincencia de Carlos III tuvo bien ordenar se cscribiesen las
Gramaticas de la lengua arabe y griega, encargandoseme la primera, y la griega a Fray Fedro Fuen-
tes, Religioso Observante de la Provincia de Santiago, Misionero de Tierra Santa y en el Golegio do
Lamica situado en la isla de Chipre. La publicacion de mi Gramatica arabe y la de la Griega en
1776, conduxo naturalmente laprogresion de las cosas a la formacion de un Diccionarìo de las dos
lenguas, cabicndome a mi el presente de la lengua arabe. La lectura sola de los libros y las reglas
gramaticales hubieron sido insuncientes a tamafia impresa , si el trate con los naturales de Tierra
Santa y regiones circunvecinas nos me hubieso proporcionado ci exercicio y uso de este idioma por diez
y seis anos continuos con una particular aplicacion a su ìnteligencia; para lo qual no sera inutil dar
una rcsumida noticia de mi viages y ocupaciones en aquellos paises. En 7 de septiembre de i755 me
embarqué en el puerto de Alicante, destinado por mis Superiores con otros Religiosos a la Tierra Santa
y sus Misiones. Desdc alti pasé a la ciuda^i de Marsella, y sucesivamente navegamos a Ptolcmayda, u
S. Juan de Acre, donde residió por algun tiempo la Orden Militar de S. Juan de Jerusalem, y cs una de
las escalas celebrcs de Levante. Da Ptolemayda segui a Jafa, y de este puerto a Rama, que dista 4 horas
de camino de Jafa, y continuando Ilegué a Jerusiilem, siluada a siete leguas de Rama; habiendo entrado
en aquella ciudad y Santos Lugares ei dia i3 de Diciembre del propio ano de i755. Sali para la ciu-
dad de Damasco en 2 de Febreru de i737 por el proprio camino basta Ptolemayda.De Acre, o Ptolemayda,
paso a Sayda, que habrd 15 leguas, y es otra poblacion mercantil y considerable. En el pais que media
entre estes dos famosos pueblos habitan los Mituales , que viven levantados baxo de cierto tributo
al Baxa de Sayda. De alli continue por tierra mi viage a Damasco, ciudad populosa donde reside el
Baxa. En Damasco bay Golegio de Espafioles baxo el dictado de la Conversion de S. Fabio, y tenia en
aquel tiempo siete Misioneros peritos en la lengua arabe, que cuidaban de los catholicos de Damasco,
los quales ascendian a siete mil. En Damasco existia tambien un Golegio de la Compania, y un Convento
de Capuchinos de corto numero, emjileados en aquella Mision En Damasco residi por tres vece»
enscflando la lengua arabe Mi permacencia en aquellas misiones durò el espacio de i6 ai!os....
En 26 de Septiembre de 1770 me embarqué a Tolemayda... entré en Valencia el die li de Enero de 1771.
Sucesivamente fui destinado por mis Superiores al Golegio de Misionistas de Bcniganim de la
Provincia de S. Juan Baptista, donde residia el ano de 1773, en que fui llamado de orden de la
Real Camara (a Madrid.) Desdc aquella epoca he empleado uno estudio inccsante en utilidad de
las Misiones de la Tierra Santa, empezando por la formacion de la Gramatica Arabe pubhcada cn
el ano siguiente de 1776. Concluida, me dediquó a la composicion del presento Diccionarìo con la
diligencia y estudio que requiere una obra tan prolixa y dillcil, y para cuya ordenacion mediaban
los ordenes de su Magestad . . . Omito recomendar el gran trabajo y aplicacion que fue precisa en
una obra que abraza tres lenguas, que habia de salir a la censura de los sabios ... No hubiera sido
posible llevarla a su Un a no mediar la soverana protecion del Bey . . . Los caracleres asi espanoles
comò arabes, so han fundido . . . oc.
Al proemio segue un dotto ed eruditissimo Dincorso preliminar sobre la utilidad de la UngtM
Arabiga, di cui accenniamo le tessionit in cui è diviso. 1. Progresos de la lengua arabiga y su uso en
Espaiìa : 2. Tentativas hechas en Espana en los tres ultimos siglos para el uso etimologico e Ìnteligencia
del Arabe. Da questa sessione togliamo quanto segue: • El destino de losBegulares Observantes y
Descalcos de S. Francisco a los Santos Lugares y Misiones de aquellas partes, hace precisa la ensefianza y
conocimiento de la lengua arabe... Couocìendo asi el R. P. Fr. Francisco Albin General de la Orden... eu
el siglo pasado promoviò en Espana la enseilansa de este idioma, tornando eu su tiempo todas las
medidas que juzgò necesarias para conseguirlo con la formacion del Golegio trilingue de Sevilla. A este
(>)legio de debe que Fr. Joseph de Leon, Lector de Teologia y Segretario del mismo Orden, siendu
Lector do lengua Arabiga en el, diese principio a la ordenacion de un Diccionario. Para pcrfccio-
iiamiento pa.sò a la Tierra Santa Fr. Bernardin Gonzales y continuò aquel trabajo, de que da noticia
en su Prologo crm estas palabras (habla del pn*mier borrador del Diccionario formado en Sevilla):
Yine a la cttidod de Damasco » en donde con la ayuda del Cura Jorge Eben Barhak, que era mae-
stro de lengua Arabiga en Colegio de Damasco de los Padres de Tierra Santa , y con asistencia
del maestro Jauna Eben Juseph Abu Jauna, repasè e hice un acopio grande de terminos que haeen
CAPANNORI 79
no pequena parte de esU Diccioìmrio ; teniendo giempre delante , para la ìnayor puntualidad e/i
ia escritura, el Lexicon de Jaeobo GoliOt que e* el mas corredo que hasta ahora ha salido. £n ci
afio de 1709 los Religiosos Espaffoles residentes eu Jerusalcm concluyeron aquel Diccionario de
)a$ dos lenguas Arabe y Espafiola para acudir en los casos necessarios a la inteligencia de un
idioma que es comun y vulgar en todas aquel las regiones . . . Està obra, despues de la del P. Alcalà,
es seguramente la mas completa que se ha escrito en nuestra lengua, y existia originai en la Pro-
curacion del Convento de S. Salvador de Jenisalem. Su informacion es concisa, y se escribiò para ci
uso de aquellos Regulares . . . Tampoco habia Gramatica en que los Religiosos Espanoles pudiesen
aprehender el Arabe, siendo raro y diflcil de encontrar el Arte del P. Alcalà ...» (e il Padre Cuiìes, come
abbiamo veduto « la scrisse). La sessione terza contiene noticiai delot Diccionarios Arahoi publicados
en el presente y anterior siglo. Nella quarta sessione si fa V analysis de esle Diccionario. Nella
quinta si mostra la necessità de entender el Àrabe para decifrar el origen de muchas voces espa^olas.
Tanto la Grammatica quanto il Dizionario si trovano nella pubblica Biblioteca di S. Isidoro di Madrid.
Qui ci piace aggiungere, che non solamente i Francescani di Spagna si distinsero nello studio spe-
cialmente della lingua Araba; ma anche gì' Italiani. I lettori già hanno veduto il valore del Padre dal-
l'Aquila: un altro Padre, di cui diremo appresso, ne fu Professore neir Uui versila di Pisa; e un
altro, non molti anni fa, nella Pontificia Università di Roma. Intorno a quest'ultimo pubblicbiamu
qui una lettera, che ce ne scriveva il dottissimo Orientalista, di fama europea, Michelangiolu Lanci.
• Molto Reverendo Padre Marcellino! — Nel chiedermi la Paternità vostra chi slato fosse il
precettor mio nell'Araba lingua, fu contenta al sapere, ch'ebbi maestro in questa nel Romano .archi-
ginnasio il Padre Milani, pertcnutosi all'Ordine dei Minori Osservanti, e stanziatosi nel Convento del-
VÀra-coeli. Egli, qual Missionario, dimorò per anni otto in Oriente sul Libano e in Aleppo. Colà intese
allo studio dell'Arabo idioma al modo che nell'universale quivi si parla, poco o nulla curandosi di
mettersi per entro la scienza di que' letterati scrittori, che in prosa o in verso primeggiano. Nel ricon-
dursi a Roma, fatto gruzzolo di più arabici manoscritti del tempo suo, se li guardò cari sino al puntu,
che, fermatosi in questa Metropoli , e nominato per pontificio Breve Professore di essa lingua nella Sa-
pienza, potè servirsene allo ammaestramento di quanti si presentavano alla sua cattedra per ascoltar
sue lezioni. Quando nel 1804 io venni in Roma, per apprendervi le Orientali favelle, tenni dietro al
corso scolastico di lui; il quale esercizio soltanto aggi ravasi nella volgar lingua degli Arabi, adope-
rando egli la grammatica dell'Aquila, che tutta si attiene al favellare del volgo. Né ciò favorava le mie
intenzioni. Laonde per istruirmi nel parlare e nello scrivere de' sapienti autori, usai lungamente col
Cubbie damasceno, e con lo Alkusci, stati ambiduo valenti d'assai nella Orientale letteratura. Il che
fummi di giovamento a poter guadagnare il concorso per quell'essa cattedra, ed essergli successore.
.\llora egli mi fé' dono de' manoscritti che portali avea seco dal Levante, fra i quali molte lettere ori-
ginali di svariato carattere, e un Corano di elegante scrittura. Egli tenne cattedra per anni 36, e nel
1807 fu annoverato tra' Professori in riposo. Non fu uomo di alto ingegno , ma amoroso nello inse-
gnare le poche acquistatesi cognizioni. Ebbemi in grande benevolenza; ed io gli risposi in amicizia fino
agli estremi del viver suu. Ciò sobbrevità significato alla Paternità Vostra, ho il piacere di attestarle
slima e venerazione, segnandomi, della Paternità Vostra, di Roma 9 luglio 1861, Devotis. per servirla
MICHELANGELO LANCL >
Ninno si maraviglierà che il Padre Milani fosse dotto della lingua Araba volgare, piuttosto die
di quella dei sapienti : perchè quella , e non questi) , è necessaria al Missionario , ovunque ei si
rechi ad evangelizzare, affinchè possa compiere gli uffici dell'Apostolico Ministero. E il Padre Milani
per tal fine solamente si era condotto nelle Orientali regioni.
112. Capannori. — Lettera di relazione scritta da Tripoli di
Barberia dal P. Fr. Francesco (da Capannori) Missionario (Fran-
cescano) 29 novembre 1686.
Sono 9 fogli in 4. Manoscritto autografo nella pubblica Biblioteca della città di Lucca. Comincia:
Partii da Livorno il 15 del passato mese di setlembre sopra un bastimento francese ec. Non è
scrìtta male, né manca d'importanza.
80 CÀPISTRANO - CARGERES
u,, 113. Capistrano. — Lettres du Frere Jean de Cupistrano Cor-
delier au Due de Borgogne poup Tengager a reconquerir la
Terre Sainte.
Sono due lettere , esistenti nella Biblioteca Nazionale di Parigi. La prima è data il 19 marzo
del 1439.
smmp, 114. Caprarola. — Vita del gran Servo di Dio Fr. Fran-
cesco Solano della Regolare Osservanza di san Francesco ,
illustre in virtù e prodigi, Predicatore Apostolico delle Indie
Occidentali, acclamato Patrono della città di Lima, Metropoli
del Perù, e da altre famose città dell'Indie. Rescritta da varii
autori e processi appresso la Sede Apostolica, per Frate Antonio
di Caprarola, Lettor di Teologia in Aracoeli e Custode della Pro-
vincia Romana. A petitione e divotione di Fr. Giovanni da San
Diego Villalon, Religioso del medesimo Ordine e della Provincia
di Andalusia in Spagna, Procuratore nella Curia Romana alla
beatiflcatione e santiflcatione del Servo di Dio Fr. Francesco
Solano, ed insieme di Fr. Francesco Ximenes de Cisneros , Arci-
vescovo Cardinal di Toledo e di Suor Giovanna della Croce. In
Roma, per Michele Hercole. MDCLXXII : con licenza de' Superiori,
Un volume in i, di 11 fogli preliminari non numerati e 288 pagine. Inflnc altri 13 fogli di
ìndke di cose più notabili. N'è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze; un altro ne
incontrai nella Biblioteca Provinciale della città di Ck)rdova.
M».
Asia
otanip.
Jtfj.
Ainenai
115. Carabaxal. — Compendio historial de Tierra Santa. De-
dicado a Jesu Christo nuestro Serìor Dios i hombre verdadero ,
crucifigado en el Monte Calbario. Por el Padre Fray Aleso de
Carabaxal, del Orden de los Menores , Predicador y Presidente
del Santo Sepulcro, hijo de la santa Provincia de Andalusia y
naturai de la ciudad de Gibraltar. 1654.
Manoscritto in 4, di 158 fogli, nella Biblioteca Colornhina di Siviglia. È una compendiosa ed eru-
dita Storia di Gerusalemme e di quella Missione Francescana, scritta con molta semplicità ed eleganza.
116. Carbognano. — Primi principii della Grammatica Turca
per il Padre da Carbognano Min. Oss. Roma, 1794.
Un volume in 4.
117. Carceres. — Enel nombre delS. Comien^a una Artezilla
CARDENAS 81
de 1^ lengua Otoini cogida de las migajas de los Padres beneme-
ritos deUa y del comadìUo oflfrecido pop el Menor de los Menores a
g-lojria y alabanga de nro senor Ihu Xpo y de la Sagrada Virgen su
Sarxc^tissima Madre y utilidad desta pobre gente. Recopilada por
el I^ • F. P®. de Carceres, Guardian de Queretaro.
[anoscritto in 4, di 57 carte, lettera gotica del secolo XVI, piccola e ben formata, che a
priioa, i^ista pare stampa. Cosi Joaquin Garcia Icazbalceta (Àpuntes para un Catalogo de eécritores
em i^wm^fuas indigena» de America ec. Mexico, 1866/ Forse si conserva ora nella pubblica Biblioteca
di Messico.
418. Cardenas. — Memorial y relacion verdadera para el Rey
niiestro Senor y su real Consejo de Indias, de cosas de reyno
de Inerii, muy importantes a su real servicio y cosciencia, por el P.
Fr. Bernardino de Cardenas, Predicador General de la Orden de
San PranciscoyLegado del Santo Concilio Argentino. Madrid, 1634.
L.ibro rarissimo, dice il Ternaux (Biblioth, Àmer.J, perchè stampato in pochissimi esemplari
P^'solì membri del Consiglio deirindie. L'Autore venne dipoi nominato vescovo del Paraguay;
e fa uno de' più grandi e straordinari apostoli che avesse V America , adorato dai nativi di quelle
i^oot, dove operò veramente maraviglie. La vita di questo illustre Francescano sarebbe una
splendidissima gloria dell'Ordine. Il Padre Bernardino Cardenas fu nativo della città di Chuquiabo
"*1 IVsrù, e Aglio della Provincia di Lima. Pareva ( dice il Cordoba nella sua Cronaca della Pro-
^uiciji. del Perù, di cui diremo appresso ) che Dio gli avesse* « comunicado el don de las lenguas
^nen&les de los Indios, con tanto conocido fruto, que no ha avido ministro alguno en estos reynos
Q^e lo aya hecho mayor en estos tiempos (circa il 1620-1650), ni a quien los Indios hayen tenido
'^^ singular amor y reverenda, siguiendole a millares, llamandole padre de los pobres, predicador
•PORtolico, y angel de su guarda, con que òbligó a lodos los Prclados, Arzobispos, Obispos y Padres
del S&nto Concilio Provincial Argentino, que se celebrò el ano de 16i9, que le nombrasen por su
'^^^^o para la cstirpacion de la idolatria de su Arzobispado y sufraganeos : en cuya execucion no
*^^^^ pueblo, estamia, quebrada, ni retiro de Indios, por inacessible que fucse, donde no publicasse
^^ fcyno de Dios. Llevoles la luz del Evangelio en partes donde jamas avia Uegado; estirpando
'"'^i^viUosameDte las idolatrias, desterrando ritos gentiles, derribandolcs mas de ii mil idolos,
I^'^^^lic^odo casi todos los dias dos y tres sermones a Espanoles, y a Indios, en las dos lenguas
^'^'^dhles del Perù ; siendo inmemorable el concorso que le seguia ; saliendo los Indios de sus
^^^vas^ zimas y retiros a buscarle, y a oyrle , con que han sido innumerables las almas que ha
9aiiA<tf) para Dios. Revestido del zelo del Senor se entrò a los Indios barbaras, infleles y sin con-
^^staj>^ que llaman Chunchos, donde padeciò innumerables trabajos, passando a piò y descalzo sierras
^ iioiitanas espantosas . . . reduciò a la obediencia los pueblos Challana, Songo, Chacapa y Simaco
^® lOftios muy belicosos ec ».
— Coleccion general de documentos tocantes a la persecucion,
*^sde 1644 basta 1660, centra el Illus. y Rmo. Senor Fr. D. Ber-
^^^dino de Cardenas, Religioso del Orden de San Francisco, Obispo
^^1 Paraguay ec. por evitar que este Prelado entrase ni visitase
^^s Migiones de Paranà, Uraguay e Jtati. Madrid. Impronta Real.
^Tf 68-1770.
82 CARMENil - CARRADORI
Ms
Am
Mi.
Egitto
Sono 3 volumi in 4 grande : il primo, di pagine LVIII e 387 ; il secondo, di 4 pagine prellminart
senza numerazione, e 883 numerate; il terzo, XXIV e 374. « Collectlon extrèmement importante {dite
U Ternadx, Biblioth. Amer,) pour l' liistoire du Paraguay. > Ed è vero: sono tutti gravissimi docu-
menti autentici, pubblicati per cura del Governo Spagnuolo. Se ne trova un esemplare nella pubblica
Biblioteca dell* Università di Siviglia. Vogliamo qui avvertire che ci fu un altro Francescano Gardenas,
che molto si segnalò nelle conversioni di Guatemala, e fu anche Dcflnitore di quella Provincia,
Missionario circa il 1654, e scrisse parecchie opere nelle lingue di quo' nativi ; ma sventuratamente
pare che siano andate tutte perdute. È ricordato dallo Souier (Monogr. of. AuthJ.
119. Carmen A. — Estado y pelacion de la Provincia de S. Gre-
gorio: por el P. Fr. Martin de Carmena de la Provincia de S.
José.
Cosi V HuERTA {Ettculo ec), aggiungendo che il Manoscritto è segnato 11 80 di agosto del 1637. Non
si sa quando il Carmena partisse di Spagna e giungesse alle Filippine. • La primera vez que se mcnciona
(dice lo steuo HueriaJ , es en la tabla capitular de 18 de Noviembrc de 1628 comò ministro de Lilio. •
Mori nel Convento dì Manila il 1646.
120. Carradori. — Dizionario Turco-Italiano-Turco. — Dizio-
nario Italiano Nubiano — del Padre Fr. Arcangelo de' Carradori da
Pistoia, Minore Osservante.
Il primo è disposto come segue: testo turco, poi T italiano corrispondente, e da ultimo il turco in
caratteri latini. Il Nubiano poi è in caratteri latini. È un manoscritto cartaceo in foglio, non numerato.
UCinelli diede questo Dizionario come imperfetto ; ma egli sMngannò: l'opera è compiuta. Il preziosi»
manoscritto apparteneva alla Biblioteca del Con\ento de* Padri Minori Osservanti di Giaccherino. Ne
fu tolto il 1867, quando vennero soppressi i Conventi e spogliali di quanto possedevano. Ora 6 nella
Biblioteca Forteguerrlaua di Pistoia. In fine dell' ultimo foglio del volume si leggono queste parole:
Cavato per interprete da Girge delV Egitto dal Padre Frate Arcangelo da Pixtoia de' Carradori
Minore Oiservante di San Francesco, Missionario Apostolico in quelle parti, e compito li 37 di ottobre
1635 con pericoli di vita fr'iquenti, e ricopiato nel Convento di Giaccherino fuor di Pistoia, e ter-
minato il 21 di settembre 1650.
— Relazione delle cose che ha potuto vedere Frat' Arcangiolo
Carradori da Pistoia , Minore Osservante , Missionario nell' Alto
Egitto dal 1630 al 1638.
Manoscritto in foglio, posseduto dal signor Filippo Rossi-Cassigoli di Pistoia, che gentilmente ce
lo forniva per cstrarnc copia, non appena por mezzo dt-l Vescovo di quella città, Mt)nsìgnor Niccolò Soz-
zi fan ti, gliene facemmo richiesta. All'uno e all'altro ne attestiamo viva riconoscenza. In una Cronaca
manoscritta delle cose notabili del nostro Con\cnto di Giaccherino in Pistoia trovai del Carradori le
seguenti notizie : • Il P. Arcangelo Carradori da Pistoiji, fatto che hebbe il corso delle Arti, s' applicò
allo studio della lingua Arabica, della quale approfittatosi e sufficientemente instniito, fu dalla Sacra
Congregazione de Propaganda Fide spedito nel Gran Cairo Missionario Apostolico. Dimorò quivi molti
anni fra travagli, angustie e persecuzioni. Ritornato alla patria, ottenne una cattedra di lingua Arabica
nella Università di Pisa, ove lesse alquanti anni. Sbrigatosi da questa, fu d'ordine della Sacra Congrega-
zione dal Superior Generale chiamato a Roma con intenzione che la U'ggesso in quella città: ma preve-
nuto dalla morte, che segui in Pistoia l'anno 1653, non potò rispondere nò corrispondere alla chiamata.»
Anche ne parla nel suo Teatro Etrusco Serafico il Terinca : • Arcangelus Carradorius (ei dice ) Pittar,
lingua Arabica apprime eruditus, quampubUca in Universitate Pisana edocuit et de eadem Dictioxarium J
CARRADORI 83
tff ardine ad praelum scrìpsii : sed morte preventtu, edere non potuU. Iste sub hoc nottra iempe'
state $ub Urbano Vili Mitsionarius per ieptemnium, totam fere orientalem et aquUonarem regionem
dreuivit, angustiatut, afflieitu, carcere » fame^ nudUate tentatus ^ virgis eaesus (quorum stigmata in
torpore eiut ego ipse vidij oc pluries in vUae diicrimine adduetus^ sed a Christianis redemptus, in
patriam reversus, me presente» anno i652 spiritum exalavit. » I^ Relazione del P. Carradori non è
senza interesse, sia per le notizie che dà, sia per le trattative che egli condusse col Patriarca Greco
d' Alessandria e con quello dei Cofti per ridurli air unità della romana Chiesa. Vuoisi da ultimo aggiun-
gere che tornato a Roma, vi fu trattenuto dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide» per assistere
r edizione della Bibbia che vi si faceva in lingua Araba, intervenendo alle adunanze che per tal flne
teiievansi nel Palazzo dell' Emincntissimo Cardinal Pallavicino, quattro volle la settimana. Della Rela-
zione metteremo qui alcuni brani, dai quali il Lettore potrà giudicare del rimanente.
Del Cristianesimo in Egitto.
« Circa la fede cattolica diXpto nostro Signore in quelle parti, non si trova che in quei pochi mer-
canti Venetiani e Franzesi che abitano in Aliessandria e nel Gran Cairo, li quali hanno le lor chiese
nelle case, o fondachi de' Consoli , nelle quali posson convenire tutti li Christiani a lor beneplacito ; e
benché nelli tempi passati in Aliessandria vi fossero quattro nazioni , cioè Franzesi, Venetiani, Geno-
vesi, e Ragugei; e ciascheduna natione haveva il suo palazzo, o fondaco, con gran claustro, et
appartamento per habitationi delli Consoli, e delli mercanti; et ogni natione aveva la sua chiesa; in
questi tempi per mancamento di negotii, se bene li fondachi sono in piedi, benché molto rovinati,
non vi habita se non le due nationi predette ; e se altri d' altra natione vi arriva, dimorano per lo
più sotto la tutela del Consolo franzese per certe Capitolationi che stanno fra loro et il Gran Turco.
• Queste due nationi vanno però con li loro Cappellani a celebrar la messa a certe cappelle che
hanno fatte nelle chiese principali delle Nationi scismatiche, come nella chiesa di S. Caterina Ver-
gine e Martire , dove si vede una colonna sopra della quale si crede fluisse il suo martirio la santa
Verginella; vedendosi anco in questi tempi in essa alcune goccie di sangue. Questa è Chiesa e
convento tenuto dalli Greci; ma le due nationi ci hanno ciascheduna la sua cappella et altare; li
Venetiani di S. Caterina, e li Franzesi di S. Anna. Li Venetiani tengono ancora una cappella nella
Chiesa di S. Marco, dove sta ancora il pulpito sopra del quale predicava l'Evangelista; et una
cappella della chiesa di S. Michele Arcangelo, alla qual cappella sta un'immagine dell'Arcangelo in
tavola, si crede di mano di S. Luca; e queste due chiese son possedute dalli Copti; et una di S. Giorgio
fuori della città.
« Quanto alla fede di queste nationi, perché si vede nelli libri stampati , dirò solo che li Greci ,
oltre all'essere ostinali contro la S. Chiesa e fede cattolica, le lor funtioni ecclesiastiche e sacramen-
tali, come messe, confessioni , matrimoni, licentie di non digiunare , o far quadragesima, o assolu-
tione di peccali, non le danno, e non l'esercitano senza ricever prima tal somma di denari, o senza la
conventionc almeno.
« Li Copti poi, se bene son più familiari nel praticar con li Cattolici, lo fanno più per interesse
(essendo essi per lo più poveri ) che per amore.
Della città di Alessandria , e del cammino fino al Cairo.
« La città d' Aliessandria é falla in quadro, e sarà intorno a cinque miglia di contenuto, tutta de-
slrutta e rovinata, piena di calletti che sono le rovine de' palazzi e quartieri. Si vede però molte colonne
in piedi, et una guglia in piedi, et una cascata, tutte piene di gerogliflci. Si dice che la città si possa
tutta caminar sotto terra, fatta con artifltio da Allessandro. Le muraglie attorno son quasi tutte in piedi
con li suoi merli e bastioncelli all'antica, et è murus antemurale, si che fra di essi potria caminar eser-
cito in ordinanza; e nel veder la città di fuora, mostra gran bella cosa; tanto più che vi è campagna
aperta e pianura dalla parte di levante verso mezzogiorno: da Garbino son montagne non molto alte;
ma tutto spogliato. Fuora della città circa mezzo miglio, da mezzo giorno, vi é una colonna dell' istcssa
pietra delle guglie di Roma, eretta sopra la sua base, e col suo capitello in cima, tutta di un pezzo, e
più grossa et alta della Traiana di Roma , quale si dice fussc eretta da Pompeo. Dentro, come dis-
si, son poche case: solo dalla parte in verso il mare vi sono le chiese e case de* Christiani Greci e
Copti, et Ebrei, e mercanti Catholici; ma pochi Turchi habitan dentro per la mala aria, causata
Si CARRADORI
dall' acque anoaali che vengano del Nilo, che riempiendo le parti sotterranee della città, maodan
fuoEa l'aria corrotta: e questo ò da mezz'agosto An a novembre. Li Turchi habitano fuor della città al
porto, dove è la dogana, et il traffico. Il porto è volto a tramontana, et ha due fortezze , una alla
punta del Faro, e l'altra fuora della città da levante: e fra questo castello è la città sul porto.
dicano fosse il palazzo di Cleopatra, dove si vedono anco molte colonne rovinate in mare; ma s'al-
lungava molto in terra verso levante.
« Il Faro d'Allessandria è una lingua di scoglio, quale spiccandosi da terra s'allarga in mare
tanto che forma un gran porto e sicuro, tirando la sua punta verso ponente, dove fa la bocca del
porto, nel quale stanno le galere sicure; ncir altro vi stanno li vascelli di mercantie, e Corsari; dove
ne vengano in gran numero di Costantinopoli, diBarberìa, e di Christianità. Ma ogn' anno vi se ne
fracassano per la fortuna, avendo per traversia la tramontana. In questo scoglietto, detto il Faro, si dice
che stettero e scrissero li Settanta Interpreti. Ma oggi non vi è vestigio alcuno, nò memoria di questo.
• Dentro alla città è una gran Moschea, forse nella casa di S. Atanasio, dove quando si adunano
li Turchi il venerdì sul mezzo giorno, rinserrano li Christiani chattolici nelli loro fondachi a chiave,
come fanno anco ogni nòtte, e le chiavi la notte e nell' bora dell' oratione stanno appresso del Da-
scià, o in Castello.
• Da Allessandria a Rossetto, verso levante si camina quaranta miglia in circa appresso alla ma-
rina, et a mezza strada si trova la bocca d'un lago che dal mare entra in terra; e s'alloga forse due
mila scudi l'anno per le pesche che vi fanno di cefali per salarli; dove passata questa bocca con barca,
vi ò un osteria disabitata, dove si fermano alle \olte di notte li passeggieri per fuggir li pericoli delli
assassini Arabi. Avvicinandosi a Rossetto a cinque miglia su la marina, si trova un pilastro di terra
eotta per segno che si lassa la marina per andare a Rossetto; e cosi se ne trovano sin a dieci, lon-
tani uno da l'altro quanto si può scoprir di vista, per rispetto della notte , caminandosi per arene
dove li venti coprono la strada.
• Rossetto è un luogo di gran traffico per le mercanzie , quali escono dell' Egitto per Costanti-
nopoli, et altre parti di Turchia, e per Christianità; come riso, legumi, zucchero, lino, coiri, tele,
tappeti e droghe; tanto che visi carica più di cinquecento vascelli l'anno fra caramussali, saiche,
et altro barche, e di quivi passano e s' imbarcano per il Aume Nilo tutte le mercantie che vengano
di Christianità, et in particolar da Venetia, Marsilia e Messina; come panni venetiani e franzesi, e rasi
di Firenze ec. Vi vengano alcuni mercanti di Candia, quali portano vini, e quivi insalano celali e
mandano in Candia ; si che mandano in Candia circa quattro cento botte di pesce salato l'anno, oltre
alle buttarghe, lini e coiri. Questo pesce si cava per lo più del lago di Rrulles, quale è nell'isola
del Delta fra Rossetto e DamiaLa, quale sbocca nel mare, di dove entra il pesce, uscendo dall'acqua
salsa et entrando nella dolce.
« Da Rossetto al mare son quattro miglia, dove presso alla bucca del fiume Nilo vi è una buona
fortezza; ma mal tenuta per p<jco bisogno, essendo che il mare alle volte serra la bocca del llumc , che
non possono passare le barche piccole ; come anco le fortezze di Allessandria e di Damiata son ma]
tenute, e poco ci vorria a prenderle.
« Vicino a Rossetto presso al flunie Nilo dalla parte del mare , et in molte isolette che fa il
fiume in verso la bocca, si semina molto riso, e presso alla città vi son molti giardini di limoncini da
sugo, e naranci, e palme.
« Da Rossetto al Gran Cairo sono circa trecento o più miglia di navigatione; et l' istesso da Damiata
al Cairo. Dove da Rossetto sin al Cairo si trovano ne la riva del fiume sin a trecento ville, e l'istesso
sarà sopra il ramo che va a Damiata : perchè il fiume Nilo una giornata abbasso dal Cairo si divide in
dui rami ; uno va a Rossetto, e l' altro a Damiata.
« Damiata pure sarà grande quanto Rossetto ; ma non pare di tanto traffico: perchè da Damiata
solo si va in Cipro, oggi poco habitato, e verso Gerusalem, e la costa della Palestina, Soria, Natalia e
Caramania.
« Da Damiata si va in due giorni con un poco divento a JafTa, porto di Gerusalem, lontano
quaranta miglia dal mare.
« L'isola del Delta sarà dugento miglia di diametro da Rossetto a Damiata, piena di ville e
terre grosse, fra le quali vi è Mahalle, dove s'ammazza 300 bovi la settimana. In quest'isola vie
il Iago di Rrulles, largo cento miglia , o più, di diametro , di dove si cava gran ({uantità di pesce.
L'isola vien tutta coltivata e si raccoglie gran quantità di frumento, riso, e d'ogni sorte di legumi;
zucheri, frutti, e melloni d' acqua in copia grossi e rossi.
CARRADORI 85
« Li mercanti venetiani tengano da marzo a tutto luglio homìni loro agenti per le ville del Delta
a fatr cucinare li zuchcri, e poi a Rossetto a farli incassare et inbottare.
« Al gran Cairo si tratta vi sia circa due milioni d'anime, dove si serrano ogni notte li capi
delle contrade V quali si dice sieno in sin a venticinque mila, e che vi siano altre tante Moschee.
In <Tuesta città habita il Bascià \\ce re dell'Egitto, mandato da Costantinopoli, e si muta di tre in
tre Anxfi, et alle volte in sei mesi , o un anno. Vi son venti quattro signori Giachi capitani , alli
quali «appartiene costodirc il Cairo, che però ne stanno sempre due in guardia, uno al Cairo Vecchio
dalla parte di mezzogiorno, e l'altro presso alla Matarea dalla parte della marina, quali stanno
sempi-e con gran soldatesca di giannizzeri e spcini a cavallo. La Matarea è un luogo dove si tiene
che ivi si fermasse la Madonna Santissima col Bambino Giesù e S. Giuseppe mentre fuggi in Egitto,
e vi è una fonte d'acqua dolce. Un mercante vi fece una gran loggia per devozione, e prima vi
s' aiida.^a a celebrare la messa ; ma ora li mercanti non vogliono, per timor di vanle delli Turchi.
Del Monte Sinai e delle Piramidi.
• Dal Cairo al Monte Sinai si va in dodici giornate con cammelli, con spesa di venticinque o trenta
scudi. Questo viaggio è pericoloso degli Arabi, ma si va con li caloieri o frati greci, quali portano la
provisione alli Monaci Greci del Monte Sinai, quali son Monaci di S. Basilio. A questo convento danno
P^i* <ia> mangiare agli Arabi, come si disse di quel di S. Machario. In questo convento a pie del Monte
^ sUmno le reliquie di S. Caterina V. e M., quali furon trovale in cima del monte. Sopra un'altra cima
fu data la legge a Moisò. Presso al convento a basso si mostra il luogo dove fu eretto il serpente
^**®^ ; e poco lontano dove Moisè percosse la pietra, e détte acqua . In altra parte erano le settanta
P**na© al tempo che passò il popolo d'Israel: ma oggi si son moltiplicate assai.
« Dal Cairo Vecchio si passa il flume daUa parte di ponente, e si va alle Piramide, quali son tre
*lte, et una piccola, delle quali una sola è aperta ; se bene questa porta sta serrata dall' arena, sendo
^^ luogo profondò; qual porta s'apre con la zappa, o altro stromento, di dove s'entra, come in una
^'^n srotta con lanterna ; dentro la quale si trova una scala sdrucciola di marmo, dove per poter
»lìre y\ han fatto certe bucarelle con scalpelli per potere aggrapparsi con mani e piedi : e questa
^^^^^ alta più che la scala santa di Roma, ha anco dalie parti dui sdruccioli alti come la Scala Santa.
In cìnta di .questa si trova una sala sei braccia dì larghezza e dodici di lunghezza, coperta con
pietre lunghe quanto bisogna alla larghezza dalla parte di mezzo giorno . In testa
^*J» sala vi è una urna di porfido tutta d'un pezzo. Per di fuora della piramide dalla cantonata
*^ Verso al Cairo si può salire in cima, essendo la fabrica in tal modo, che ogni pietra si ritira e
'^^^^ lo scalino. In cima si trova una piazza di sei o più braccia di lunghezza, se ben da lontano
*Pp»aiisce appuntata come l' altre per l' altezza , quale é di dugento braccia o più ; e tanto è larga
ciascheduna delle quattro facciate da piedi. Questa non è compiuta, perchè doveva esser la sepoltura
"> Parraone che fu sommerso nel Mare Rosso. L'altre son compite, serrate, pulite per di fuora, e
puntile. Presso a queste Piramide un mìglio vi è una testa di pietra dì smisurata grandezza, quale
dicono che parlava ne' tempi antichi, e dicono dalla scala dentro alla piramide si andasse per vìe
**>lterranee a questa Sfinge. Sopra al Cairo inverso il Seit navigando per il flume, si vedano dalla parte
°' ponente molte Piramide grandi ; altre compite, altre imperfette.
Caverne e Mummie.
• Dal Cairo Vecchio in verso a ponente una giornata, si trovano certe caverne sotterranee fatte
'*^ Volta nel tufo, o pietra, dove son molte sepolture e casse dipinte di gerogliflcì , colorite di diversi
***"^*rt» e casse tonde in forma d'homo, o di donna fasciata, o dì putto, secondo la persona, et il
^**P^i^liio tutto d' un pezzo, e sopra la testa una maschera d' homo, o di donna, o di putto, secondo
" ^^tpo che sta dentro. Il corpo poi è involto con molte fasce, e quella che torna di sopra è pur dipinta
^^ Serogllflci, e tal bora homata d'oro, o di gemme, secondo che era la persona povera, o richa : e
^^'^'^te ion le Mummie, e se ne trovano anche in molti luoghi per le montagne dell'Egitto presso
•^ ftume.
Conventi Caffi in Arabia.
« Navigando per il flume verso il Seit, doppo tre giornate si trova una terra detta Ebensnef, di dove
86 CARRADORI
si piglia il viaggio per andare al convento di S. Antonio Abate nella Arabia presso al Mar Rosso mezza
giornata ; e si va con accompagnatura di Arabi per il pericolo che si potria incontrare. Vi s* arriva in
tre giornate, nel qual tempo si magna e si beve di qael che si porta con il cammello che si cavalca,
pigliandosi l' acqua al partir dal Nilo per tre giorni ; e si spende due piastre in un cammello e dui
homini; ma bisogna spenderne un'altra o più in pane et altro.
• Il convento di S. Antonio sta nell'Arabia trogloditica, appresso alla montagna dalla quale esce
tre vene d'acqua, quali per condotti sotterranei entrano nel giardino del convento, di competente clau-
sura e giardino, dove sono olivi dottoliori , pomi granati e carotte e poche erbette. li convento ha
una clausura di muraglia molto alta, e senza porta per il pericolo degl'Arabi , quali invasero il con-
vento; et ad un frate che non li volse loro insegnare dove stava la provisione del convento, e non fu
a tempo a fuggirsi con gli altri nella torre, gii Arabi doppo molte percosse gli cavarono gli occhi, e
visse cosi cieco li anni o più ; per il che li frati murarono la porta, et bora tirano li frati pelle-
grini e provisione dalla muraglia con argano. Danno però la portione ordinaria agli Arabi quando
vengano ; che però ancora essi seminano senza decima ; anzi più degli altri, perche vi stanno più
monaci e frati, e son più lontani dall' habitato. L' Abate non sta mai in convento, ma fuora a proc-
curare con molti frati. Dal convento si vede il Mare Rosso lontano mezza giornata.
• Dal convento di S. Antonio al convento di S. Paolo primo Eremita, è di viaggio una giornata e
mezzo a girar i)er la marina, e per la montagna manco d' una giornata. Ma il convento di S. Paolo è
disabitato per il passo degli Arabi. Di questi Arabi, quali habitano per le montagne, ve ne son di
quelli che non han mangiato pane se una volta in vent'anni, e donne in particolare; ma sempre
carne e latte.
• Seguitando da Ebensuef per il flumc Nilo, sempre si trovano conventi di giorno in giorno di
questi Ck>fli, ma non tanto habitati : in alcuni vi starà un frate o dui, o qualche famiglia di secolari
che non hanno dove stare altrove, o per fugire le pt^rsecutioni delli Turchi o degli Arabi. In altri vi sta-
ranno poveri frati ciechi et haveranno un prete che li dice la messa, e (luesti frati convengano in chiesa,
o presso alla chiesa a recitar certi salmi. Uno di questi è il convento del Moharrach della Madonna,
dove li Ck>fti dicono che Ivi arrivasse la Madonna nella sua fuga e che \ i stesse circa sei mesi. Questo
convento ha pur qualche privilegio di seminare per l' aggravio degli Arabi , e tengano delle bufale
per bavere il latte. Questi frati hanno dal convento due o tre volte la settimana il pan fresco et
un poco di minestra in simili giorni, o nelli tempi delle loro quadragesime dilette.
• Accanto a questo convento ve n'è un altro, dove stanno gii Etiopi, fabricato dal prete Janni, dove
son alcune famiglie di Etiopi negri ; ma non hanno sacerdoti, e \^erò quando nell' altro convento degli
Egitii si celebra la messa, tutti convengano, se non vi sono Arabi attorno; ma se si sente niente di
mormorio d' Arabi nelli contomi, tutti stanno con le porte del convento serrate ; et quando questi
battano, o chiamano, il Superiore solo, o altro ofltiale, va a rispondere e dan loro la portione.
Un Miitionario Francescano in Arabia; grotte di qitel paese, e tua natura.
« Essendo andato un mio compagno a visitar una chiesa della Madonna dentro una grotta drilli mj
montagna, una giornata lontano da Siut, il Governatore venne a i>osta a domandar del Missionario^.^
dicendo che era uno stregone di Barberia venuto a cavar tesori dalla città di Sergie, rovinala, qulvF* -«
\ icina , havendovelo menato a vederla il Aglio del vescovo ; onde in quel punto corse dui pericoli d M^
morte grandissimi, uno del Governatore, e l'altro nel partire ; chò arrivarono certi ladri, quali
forza lo volevan condur per quelle caverne a farsi mostrare dove erano li tesori, stimandolo per tala
Onde questo fu causa che il Missionario non volse più andar a veder curiosità.
« Prima haveva visto presso a Siut nella montagna una grotta, dove è all'entrata un gran volr
tutto dipinto di turchino e di oro ^in dal tempo de' Romani antichi. In questo luogo si vedono me
statuette scolpite in diversi luoghi nell'istesso masso. Si vede ancora dalla città una gran Ala di
e finestre assai ben ordinate, essendo questa habitationc delli Re d' Egitto.
• Molte altre grotte si trovano i>er quelle montagne, grandi quanto qual si sia gran sala di
sia palazzo di Principi ; quali anco hoggi servono per conNcnti e \ì€t chiese. Alla città di Sergie ro'
nata, (lual r in una valletta (tanto che la città pigliava anche le coste dell'una e l'altra parte, e seg*
tava due miglia di lunghezza), si vede qualche vestigio d'una gran chiesa cavata nel masso, dove
anco degli Angeli e Santi dipinti, ma guastati da Turchi, e molte scrittioni in lingua greca; stimati
gente di quei paesi note e contrassegni di tesori. Vi è ancor una gran caverna sotterranea liunin
GARHADORt 87
due s>Arti, dall'entrata et uscita ; quale dicoDo fussc Tabitazione del Uè con tutta la corte : et in vero è
gra,iM esosa, una montagna di pietra forata a forza di scarpello da una parte all' altra, e lassati li suoi
pil&^Cvi per far le debite divisioni.
« Si vedano altre loggie fabricate sopra grosse colonne, come quelle dell'atrio della Rotonda di Roma,
con fi Ksscritioni di lettere greche maiuscole; ma perchè era in parte rovinata, non si poteva cavar senso;
et ^MM<^o per non si poter molto trattenere per li pericoli, con tutto che si fosse in compagnia degli scri-
vani <lel Governatore per titolo di Governo Cacief ; e questa è a Cao dalla parte di levante. Dalla parte
di {ponente fu detto csservene un altra molto grande, quale non si vedde per essere lontana dal flume,
e p^K-i.coloso andarvi senza buona compagnia.
« Cirge è come una gran città, lontana dal Cairo diciotto, o venti giornate di navigatione, et è luogo
aperC^3. Ivi sta in Governo un signor Giacho de' principali, quale bavera più di dugento soldati archibu-
sieri SÈ. cavallo, e gran numero di ginizzeri, e spaini ; et ogni mattina e sera elli fa la scoperta e passeg-
S)er la città, e fuora l'esercizio della soldatesca con una gran compagnia di cavalli bravi: e questo
LSpetto degli Arabi, perchè essendo lontano dal Cairo, anco che stia in pace con li capi degli Arabi,
li spesso fanno scaramucce d' archibusate per lo campagne vicine. In questo luogo si fanno le
^ane grosse per andare al Mar Rosso; per andare per li paesi de'Nogri, dove si fanno schiavi l' un
^ a-lt:x"o ; per andar nel paese detto l' Uaa, dove si dice anda.sse a predicare S. Matteo, e che miracolosa-
vn^r\ t^ vi facesse scaturir certi fonti ancor hoggi detti di S. Matteo ; e se ben non ci piova, con questi
^**^*^* adacquano il terreno tanto che produce gran quantitii di dattoli, susine, et uva: tanto che questi
-^■^^^i tengan fomite le piazze di dattoli e susine sedie e zibibbo quasi tutto l'Egitto lutto l'anno. Il
**finfK>r Giacho di Girge per il gran Governo tiene dieci o dodici scrivani principali, e tutti questi han-
"^'•^It'* aiutanti. Vi son dui mila christiani Cofti, ma non hanno Chiesa nella città; però quelli che
^■^glÀono sentir messa le feste, passano il flume e vanno ad un convento di S. Michele, quando non vi
son Csi^Udi di Arabi; o vero ad altre Chiese o conventi, dieci o più miglia lontano. Fu detto esservi
nell^ montagne cose degne d'esser viste, ma per li pericoli sì lassò d'andarvi.
^ Dal Cairo sino a Girge è la grande abbondanza dell' Egitto di frumenti et altro; ma sopra non
7**^*o» perchè le montagne si cominciano a ristringere; solo a luogo a luogo il fiume e le montagne
larghezza di paese da coltivare.
• Sopra a Girge tre giornate vi è Ghene, dove si fanno le cara vane per andare al Mar Rosso; e
Ghene due giornate vi è Cus, luogo di gran concorso di Arabi per le fiere e mercati che ivi si
*^Oo di cammelli et altro, e carovane per il Mar Rosso al Cosier; e quivi si vede grand' antichità
^ *>a lira glie, ma rovinate.
* Sopra Cus tre giornate si trova un luogo di antichità, detto gli Achossori, dove sono loggie belle et
■*^ sopra colonne con loro fregi et architravi, ne' quali sono scolpite lettere greche maiuscole e
Li ; ma parte rovinate e parte consumate dall'aria, tanto che non si poteva leggere. Vi è una
, o arco trionfale, quale è in mezzo a due guglie sopra le lor base lunghe più di quelle di
■*^«n^ ma più sottili, e per finimento in cima hanno due teste di moro, e piene di geroglifici; e
^•^•itro alle guglie vi sono due statue di porfido di esquisita bellezza, e grandi tanto che son dodici
^**lnai di homo di larghezza nelle spalle, e gli orecchi quasi dui palmi di- lunghezza, e son solo li
^*^ti, ma con la Caccia rotta. Da questo luogo si spic^ un corridore o loggia sopra colle bellissime,
^ ^^or delle colonne, di quando in quando guglie, et è una tirata d'ochio di lungliezza, non allon-
^^a^dosi però dal flume se non mezzo miglio in circa ; si che navigando per il fiume, fa bellissima
^**sUi. : e dicano che vi f ussero due città, dove s' andava da una all'altra sotto e sopra a detto corridore
^^ tempi antichi.
« Passato questo luogo, si vede in una campagna, quasi per una giornata intiera di navigatione
^^^^ un gran giro che fa il fiume, due statue lontane l'una dall'altra mezzo miglio ip circa, quali sono
^^te eome colonne, et appariscono man teliate; son però lontane dal flume tanto, che con diflcoltà
^> può conoscere se sono effigie di homo o di donna.
« Navigando due giornate si trova Esne, tanto celebre, die dicono che sia sotto il tropico del
^^^Xicio, 0 principio della zona torrida, e che nel solstitio dell'estate, il sole non facci ivi ombra
^Wsuna; anzi, che vi sia un pozzo profondo, dove che in tal tempo i raggi del sole battano nel
Profondo; ma non si vedde il pozzo per essere alquanto lontano; né vi s'andò per non correr
l^^^G«lo. SI vedde bene nella città una gran volta, o loggia di pietra serrata, e drento grosse colonne,
^ BeUa tacciata certe pitture d' idoli con ale cerulee e dorate , et intorno molti idoli e figure
^^Ipite e gieroglifici. Sopra a Esne due o tre bore di cammino vi è un convento, dicono fatto da
88 CARTA - CASTELLO
S. Elena, e lo chiamano il Convento de* Martiri, perchè vi è una campagna di otto , o dieci miglia
di circuito piena di sepoltare grandi sotterrane piene di christiani accisi da Diocletlano ; e vi tono
da cinquanta di queste sepolture che hanno sopra una cupola tonda, nelle quali posero li pattini
separatamente, et altre quadre a modo di cappella e bianche dentro e fuora. Et in mexzo di quosta
campagna vi è un pozzo d'acqua dolce, dove li Christian! vanno a lavarsi e bever di queU'acqna
per devozione delli Martiri, come fece ancora il sopradetto mio compagno frat' Arcangelo Missionario.
Par cosa notabile esservi quell'acqua dolce, perchè in tutto l'Egitto li pozzi son d' acqua salmastra, né si
trova altra acqua dolce se non quella del fiume, o alla costa della montagna se vi è qualche pono. •
u: 121. Carta del Rey de Calonga a el Provincial de S. Francisco
de Manila. Ano de 1655.
Copia cstratta dall'Archivio del nostro Convento di Manila, e inviatami da que' Padri. Calonga
è il piccolo regno dell'isola di Sanguir tra le Filippine al Nord e le Cclébi al Sud, al 3. 40 di
latitudine Nord,e liS. 57 di longitudine Est; della lunghezza di circa iS chilometri; abbondante di bnoi,
porci, capre, e uccelli. 1 suoi abitanti non oltrepassano i 43,000. Primi a predicare in quest'isola
il Vangelo di Gesù Cristo furono i Francescani Giovanni Iranzo e Francesco di AlcalA , battez-
zando il Re e la Regina , con trentadue persone della loro corte , e fondandovi una chiesa
con un convento il 1639: i quali l'anno 1634 vi avevano già battezzato tre mila persone. (HuntTA,
Bttado ec e Padre Fr. Domingo Martinez, Compendio hiitorico de la Provincia de PhiUpinai te
Madrid, 1755.) La lettera del Re al Ministro Provinciale de' Francescani di Manila, Fr. Alonso di
S. Francesco, data nella città di Sant'Antonio di Temura , il 48 giugno 4655, è per chiedere
nuovi Missionari, essendosi infermati quelli che stavano ivi lavorando. « El Padre Fr. Fedro de
San Buenaventura (e'dieej es mui buen Padre, y sabc gobemar mi gente; santo Padre ; pero tiene
sicmpre malo si muere, yo mucho triste; y asi pido a V. Reverenda por amor de nuestro SeiEoi
Jesu Christo no me dejc porque yo hijo de S. Francisco, ec. • Parla dei Padri che erano ad evan-
gelizzare nel regno di Siao, donde avrebbero potuto recargli soccorso: ma egli li vuole direttamente
da Manila, perchè non paia che dipenda da quel Re. « No quiero Padres de Siao, que entendert
Rey de Siao yo soy su basallo: yo basalto no mas de Rey de Espana. • È un documento commo-
vente e curioso delie prime missioni cattoliche nell'Arcipelago Indo-Cinese. E neir Archi\io del no-
stro Convento di Manila, ve ne sarebbe da fkre una raccolta, che non mancherebbe d'importanza
per la storia generale delle Missioni del Cattolicismo.
,a^ 122. Castel A. — Le saint voyage de Hierusalem et Mont
^ Synai par le P. Fr. Henri Castola. Bordeaux. Ant. du Brel, 1603.
Un volume in 4, con il fh>ntespizio adomo d' incisioni. Secondo V Escalopibr ( Cataloffue ee.>,
il Padre Henri fu nativo di Tolosa, e fece il suo viaggio nel 4600. Nel 4604 poi pubblicò ima
GumA per coloro che volessero recarsi alla visita de' Santi Luoghi: • libro talmente raro (aggiunge
l'Escalopier) che fu impossibile di procurarmelo. •
uu 123. Castello. — Viagem do Congo do Missionario Fr. Rapha-
el de Castello de Vide, hoje Bispo de sSo Thomè: diviso em tres
relagoes : o : Descripgào da viagem que fez para Angola e Congo e
Missionario Fr. Raphael de Castello de Vide, Religioso do nossc
Padre sào Francisco, diche da Provincia da Piedade: seus tra-
balhos e servigos ao Senhor na sua Missdo : escrito pelo mesmc
Padre , para gloria de Deos , pela obediencia , e animar a outros
para o mesmo fin.
Afri»
CASTILLO 89
*
Blanuscritto in i, di 309 pagioe, e in fine una lettera aggiunta di i fogli. È una relazione
jnCieressantissima delle vicende del Congo, e delle Missioni con cui si fece opera di stabilirvi la
li«a Religione; delle leggi, dei costumi e dell'indole di quella gente; della natura del paese
suoi prodotti: insomma, è uno scritto pieno d'interesse per ogni riguardo, che vorrebbe esser
pubblicato. Lo rinvenni fra' Manoscritti della Biblioteca dell'Accademia (già della Gongrega-
ziovm^ del Terz' Ordine Regolare di San Francesco) di Lisbona, e ne estrassi copia. Il Padre Raffaele
da> C^LStelk) de Vide, della Francescana Provincia della Piedade, fu capo della grande missione, che
inviata al Congo V anno 4777. La sua relazione comincia il SI di luglio 4781, ed è indiriz-
.1 Padre Provinciale. Possiam dire che fosse un manoscritto adatto ignorato. Neppure il Paiva
nella sua Histwia do Congo (Documentos), Li^oa, 4877, ne fa menzione. Se Dio ci conceda
tempo di vita, farà parte d' un'importante pubblicazione di documenti, che seguiteranno
al presente volume.
In un manoscritto della Provincia della Piedade di Portogallo, di cui diremo a suo luogo,
ircyvaLÌ le seguenti notizie circa al Padre Raffaello e alla sua partenza per la sopra detta Mis-
sione, t No tempo deste Prelado (P. Fr. Giovanni da Evora-Monte, Ministro della Provincia) par-
tivSo «lesta Provincia tres Religiosos por Angola, Fr. Raphel de Castello de Vide, que principiava a
ler moral; e sem embargo dos poucos annos, que este Religioso contava, ponpie tinha somente 33
e de habito 18; com tudo nSo se conhecia Religioso, que na innooenciae costumes o exce-
Logo no noviciado, que foi em Borba servia de amirao^o e de exemplo a comunidade
'E està conducta em tudo edificante observose impreterivelmente em todo o tempo que esteve
Provincia. A ora^o e penitencia era quasi continua ; a obediencia prompta ; a abstinencia
Mlmiravel, e a caritade para com todos, e principalmente para os pobres, extrema Era elle
o qiie tornava por sua conda o dar, depois de jantar, a esmola aos pobres, o que fazia de joel-
Imm e rezando com mnita devocSo, e as vezes com lagrimas, o salmo Misbrere. Em todo o tempo
qoe esteve a Lisboa, esperando ocasiSo de viagem, nao tcve seu espiritu alevio, nSo so dando
exempiu de virtudes a religiosa comunidade de N. P. S. Domingos, para onde a Rainha N. S.
o m^iidou, mas tambem obtendo licencia do P. Provincial da Provincia de S. Maria da Arrabida
P^nt tiir ler os exercicios ao rcformadissimo Convento que està santa Provincia tem na dita serra. B
depois se occupou com pregar missSo em Consilhas e Almada com edin^ao das gentes, e multo fruto
nas almas. 0 Ministro de Estado, que entSo era o Senhor Martinho de Melo e Castro, e a quem
a B^oba commeteo a expedicSo dos Missionarios para Angola, noticiado das bellas e virtnosas
<Pi^dade8 deste Religioso, Ihe fez elogios, e o distinguio entre todos que de diferentes Ordines Re-
ligiosos forSo a està emprcza. Com elle foi^o mais o P. Fr. Balthasar de Campo Major, Pregador,
^ t». Fr. Raphael de Monte Mor o Novo, Confesor, que todos voluntariamente se ofrecerSo, e quize-
*^ subir o incommodo de tSo larga e pcrigrosa viagem, so pela gloria de Deus, e a salvacSo das
^inus. Mais Religiosos se animarSo a està miss9o; mas estes tres for3o os que com effeito partirSo
siesta Provincia da Piedade. 0 dia em que salirSo barra fora , foi o da Visitac3o de N. S. de lulho
*• 1779. F6ra dos Religiosos fllhos desta Provincia da Piedade, forSo mais os seguientes. — Da Pro-
vincia daSoledade foi hum xamado Fr. Sizinando de Beja, e ainda este era Franciscano desta Pro-
^^incia da Piedade, que poucos annos havia que tinha feito pasage para a dita Provincia da Solc-
^^l para a qual passou, sendo ja pregador, sem otro motivo mais que huma profunda malan-
MHa que o dominava — Dos Padres Conegos da Santa Cruz forSo tSobem 3. — Da Provincia dos
^ttres forio 3. — Dos Padres Agostinhos Descalzos 4. — Dos Padres Paulistas I. — Dos Padres
^ Terccra Ordem a. — Da Provincia de S. Antonio 1. — •
^ 124. Castillo. — El devoto Peregrino. Viage de Tierra San-
^ ta, oompuesto por el Padre Fray Antonio de Castillo, Predica-
doT Apostolico , Padre de la Provincia de S. Juan Baptista , y
Comissario General de Jerusalem on los reinos de Espana, Guar-
dian de Belen. Dirigido al limo, y Rmo. D. Pedro Manero , Mi-
niBtro General de toda la Orden de nuestro Padre San Franci-
sco yObispo de Tarragona, del Consejo de S. M. Con privilegio.
90 CASTILLO - CASTORANO
En Madrid, en la Imprenta Real, ano 1656. Fedro de Villafranca,
scriptw regius, fecit.
Un volume in 8, figurato, di Si pagine preliminari, ed altre 511 pagine, con una tavola di
altre 16 in fine. Ve ne sono quattro edizioni, o dirò meglio cinque. La prima fatta in Madrid del 1654.
I^ seconda parimente in Madrid, del 1656, ed è quella da noi riferita. La terza del 1666, non so
dove. I^ quarta in Barcellona il 1743, in 8. La quinta, finalmente, non è veramente un'edizione
dell'opera del Padre CastilIo;ma l'opera servi di guida, e, diciamo cosi, di fondamento al signor
Mathias Rodriguez Sobrino (com'egli stesso confessa ) nello scrivere ultimamente la sua Histoire de la
Terre ScUnte, in due volumi in 8, il primo di 616 pagine, il secondo di 577 (Pari», II, Cattermat^
1857). Cosi già al Goethe, per comporre il suo Divano , avevano servito i Viaggi dì Pietro Della valle,
come al nostro Padre Alessandro Bassi si porse speciale aiuto per comporre il suo Pellegrinaggio la
Deseriplion topographique det Saintt Lieux del Padre Eugenio Roger. Inoltre, il signor Rodriguez
Sobrino si dichiara molto obbligato al Minorità Padre Sebastiano Vehil, Procurator Generale deUa
Terra Santa in Ispagna. « Imbattutomi a ca.so (egli dice, tom. 1, preface, pag. XVI J in questo
egregio Francescano in Madrid, non solamente ne fui secondato nel divisamento della mia opera,
ma inoltre si compiacque faro intorno a molti punti di essa [>eregrìne osservazioni, e suggerirmi utili
pensieri, e, dirò cosi, guidare la mia mente e la mia mano c^n quella sicura maestria, che si acquista
vivendo e meditando lunghi anni sopra i luoghi, che noi non visitiamo altro che con la nostra
imaginazione. > Delle edizioni dell'opera del Padre Gaslillo n'ho una appresso di me, regalatami
dal Padre Ramon Buldù iu Barcellona: ma non so di che anno sia, perchè mancante del fron-
tespizio e delle pagine preliminari. Un esemplare dell' edizione sopra riferita trovasi nella Biblioteca
della Reale Accademia di storia di Madrid.
stmnp, 125. Castillo. — Grammatikee tées gloossees Helleenikees en
tee dialectoo Jbeerikee. Gramatica de le lengua Griega en idio-
ma espanol. Por el R. Padre Fr. Martin de Castillo , Lector Ju-
bilado en Theologia, y Provincial que fue de està Provincia del
Santo Evangelio de Mexico, del Orden de N. P. S. Francisco. Con
todo lo necessario para poder por si solo qualquier afficionado
leer , escrebir , pronunciar , y saver la general y muy noble
lengua griega. En Leon de Francia, a costa de Florian Anis-
son, mercader de libros en Madrid. MDCLXXVIII. Con aproba^
don V licencia.
Un volume in 8, di 15 fogli preliminari non numerati e 557 pagine. Nella dedicatoria che l'Au*
tc»re ne fa alla sua Provincia dice: « Innumerables hijos tuyos (Evangelica Madre!) han escrito ar-
les de lenguas propias de este pais, corno son Mbxicana, othomita, Matalzinga, Ghocha, Goastica»
Tarasca ec. Gon singular claridad y erudicion los anos pasados sacò a luz tos Mexicanos rudimentos
el R. P. Lector de Theologia y Predicador Jubilado Fr. Agustin de Velancourl ; bien necessario empieo
para la evangelica instniccion de nucstros Americanos Indios. Excilado con tal exemplo, y con reli-
giosa emulacion de agradecido , cuydé no atrasarme en la correspondencia , anadicndo al Arte Ue-
brea Hispana ec. quetia della Greca. • Vuol dire che ne ha pubblicata una anche per la lingua Ebrai-
ca. Tutte e due sono rarissime. Della sola greca, di cui ho dato il titolo, incontrai un esemplare nella
Biblioteca Colombina di Siviglia.
Stump»
f.
Ut.
A»b
126. Castorano. — Brevissima notizia, o relazione di varii
viaggi, fatiche, patimenti, opere ec. nell'imperio della Cina del
CASTORANO 91
R. Padre Fra Carlo Horatii da Castorano, Minore Osservante di
San Francesco, Ex-Vicario Generale, Ex-Delegato Apostolico,
Missionario di Propaganda Fide. In Livorno, 1759. Per gli Eredi
Santini, con licenza de' Superiori.
Un volumetto in 8 di 79 pagine , importantissimo per la storia del Cristianesimo in Cina. N' ò
un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
— Observationes in Bullam S. D. N. Benedicti XII Pont. Ma-
ximi qua ritus Sinici iter uni danmantur ( P. Fr. Caroli Horatii
a Castorano) ec. Bononiae, MDCCXXXXII.
Sono otto pagine in 8. r<r è un esemplare nella stessa Riblioteca Nazionale di Firenze.
— I. M. I. Libri sinenses ab Illmo et Rmo D. Archiepiscopo
Myrensi Jeanne Francisco de Nicolais relieti , de ordine Sanctis-
simi Dni Nostri Clementis Papae XII prudenter recuperati, ac
de mandato Emi. et Rmi. D. Card. Gentili Pro-Datarii in ordi-
nem et in catalogum digesti , cum brevibus annotationibus , ru-
bricis, seu summis dictorum librorum, etiam de quolibet in
particulari ; et maxime de omnibus Libris Classicis, seu Scriptu-
ris Canonicis Sinensibus , deque eorum Philosophia : de quibus
rebus videlicet tractent et quid singuli in substantia contineant:
studio ac labore P. Fr. Caroli Horatii a Castorano, Regularis
Observantiae S. P. Francisci, in Sina per 33 et amplius annos
prò Sac. Congregatione de Pt^opaganda Fide Missionarii Aposto-
lici. Acta Romae in Aracoeli, anno Domini MDCCXXXIX.
Un volume in 4 di 632 pagine, di bellissima lettera, e magnificamente legato, ma un po' mal-
concio, già appartenuto al nostro Padre Michele Navarro (Spagnuolo), morto da qualche anno Vicario
Apostolico in Cina, e da lui passato alla cara memoria del nostro Monsignor Rizzolati, parimente Vicario
Apostolico per molti anni in quelle regioni , che tornato in Roma ne faceva dono a me poco prima
dì morire. È un dottissimo ed interessantissimo lavoro, che giunge sino alla pagina 434.
E perchè il lettore ne acquisti un' idea , riferiremo qui alcune parole del Proemio , ad
Eminentissimum et Reverendisximum D. Cardinalem Xaverìum GentiU, SS. D. ClemenHt Papae XII
PrO'Daiarium , che glielo aveva commesso.
Primamente fa notare le difficoltà di questo studio, specialmente per un europeo: • Licetolim
in Sina legerim plures ex praedictis libris, tamen aliud est scire, et aliud est velie in cartam ponere
omnibusque ad legendum exponere agitur enim non solum de allqnibus libris sìnicis ad Reli-
gionem christianam spcctantibus, aut de libris sinicis velutl profani» aut comunibus ; sed agitur
etiam de omnibus libris seu Scripturis Canonicis antiquioribus: agitur de quatuor Libris Canonicis
recentioribus: agitur demum de Ritualibus Sinicis, tam antiquiori et canonico , (luam de moderniori,
et in toto imperio sinico iam comuni . Agitur denique de Sinensium pmiu)S0PH1a, seu naturali Thbolo-
01A : uno verbo, in bis libris, ut ita dicam, agitur ferme de omni necessario scibili, quoad h'istorias,
quoad religionem, quoad ritus, ceremonias, oblationes et sacritlcia sinicae nationis, seu sectae Giu-
KiAO litteratorum sinensium, ab antiquo usque in praesens. >
92 CASTORANO
Tocca poi del modo che condusse il suo lavoro: « Quid profulsset solum dicere: Hi sunt tate
ac tales libri sinenses de Religione cliristiana tractantes? aut istae sunt tales aut tales scripturae cano-
nicae sinenses? ec Ergo ut Eminentiae vestrae et studiorum amantibus satisfacerem ac sanctae
matri Ecclesiae poenum prepararem primo in catalogum digessi praedictos libroa sineiiMB
de Religione Christiana tractantes, de quolibet in particulari dicendo: a quo liber factus slt? quid li-
ber contineat? an sit bonas aut proflcuus? an contineat aliquid falsum? an sit emendabilis? ec. . .. Si-
militer de quinque librìs, seu scrìpturis canonicis Sinensium, de quolibet in particulari succinte tra-
cto. Quis sit auctor libri primi: I-King? qualiter et quomodo ab antiquissimo aoctorore foerit forma-
tus? quanto tempore iacuerit sine explicatione ? et quinam postea fnerìnt auctores explicmtìonoin
eiusdem libri? an explicationes illac sint eaedem, aut aliqualitcr diversae? et ad quid hniusmodi
liber inserviat, qnalcmque usum habeat? ec »
E cosi di tutti gli altri. E il metodo che tenne fu il seguente : • In huiusmodi lucubratioae et
adnotationibns faciendis, veras notitias verasque sententias, adverto me desumpsisse ab tpsis fontibos
et auctoribus, seu doctoribus classicis sinensibus.... eorum intelligentias, sententias atque explleatlonet
scquendo ac referendo ».
Ci duole di non poter qui dare un saggio di tale studio sopra questo o quell' altro libro , perchè
ci porterebbe troppo in lungo : ma questi cenni , e quel che segue, basteranno perchè gli avvedati
lettori possano da per loro giudicarne. A questo primo lavoro poi segue:
— Vita Confusii , apud Sinenses philosophi sapientissimi ac
sanctissimi magistri.
Sono 76 pagine, cioè dalla 435 alla 510. È un lavoro non meno importante per conoscere la
vera storia e le vere dottrine di questo principale filosofo e maestro della Cina. E poi segue:
— Additio ad supra positam parvam elucubrationem.
Altre 56 pagine, cioè dalla 510 alla 566, ed è ricca di rosi preziose notizie, che ci duole di
non poterla tutta qui pubblicare. Ma non possiamo a meno di darne il principio, e tutto quello che si
riferisce allo studio della lingua cinese e ai lavori fatti e lasciati da nostri Padri , che il mondo alKitto
ignora. 11 principio è questo: « Cum post multos annos meac manslonis in sinico Imperio, Deus be-
nedictus dlsposucrit ut tandem rcdirem ad hanc Romanam Curiam propter grave negotium Religionis
christianae, providenter mecum attuti varios libros sinenses, tum ad nostram Religionem christia-
nam attinentes, tum ad gentem et religionem sinlcam spectantes: et praesortim sunt omnes scripturae
aut Libri Canonici sinensis natìonis, nec non Rituali a et agenda rituum, caeremonialium, oblationoti,
ET SAGRinciORCM siNKNsiuM : Ut mclius ac rite causam Dei et Religionis Christianae (propter quam rais-
sus fui et veni apud hanc Sanctam Sedem) agerem ; sicut cum Dei adiutorio diligenter usque moto fecL
Unde flrmiter spero quod post non multos menses, mediante fervido zelo Sanctitatis Suae ( Benedicti
XIV ) pracfatae causae Rituum ginemium . . . flnis debitus ac ullimatus tandem dabitur. Et ideo
cum dictos libros et scripturas sinenses, si in Sinam revertar, non sit necesse omnes mecum deferre,
si autem in Italia remanebo, usui mihi perpetuo esse non possint; bine est quod in casu meae absen-
tlae, deflcientiae, aut mortis, nunc prò ttfnc praedictos libros sinenses ( aliquot solum exceptis prò
memoria in paterna domo ) applico et destino , quantum mihi licet , buie praeclarae Bibliothecae
AracelitanaeOrdinisMinorum Observantium Sancti Francisci,ut in ea dicti libri sinenses in memoriam
aut etiam in usum perpetuo asserventur (Furono portati via con tutti gli altri manoserUti ntìla
toppretsione fatta degli ordini ReUgioti il i$iO, e né anche ce n'è rimasto memoria t) Propterea de
iisdem libris sinensibus feci hunc subiectum catalogum: non solum de nominibus dictorum libronam,
sed etiam breviter indicando materias, argumentaque, de quibus iidem libri tractent ac loquantur. »
Noi, lasciati i caratteri cinesi, ne daremo solo il suono in lettere latine, e dipoi i titoli latini,
come gli ha posti V Autore.
I. TiEN-ciu-sci-i, idest: —Dei vera iusliUa, aui ratio: duo tomi, facti a P. Maltheo Ried, & i.
i. CiNQ-Hio-UKC-sci , idest: —Redae dodrinae lydiut lapit : tomui unut, factut a Patre Ànionio
a S, Maria, Ordinit Minorum Obiervantiwn ìH»caleeatorum S, Frandsci,
CASTORANO 93
3. TusN-ciu-KiANG-sENG-Ki-Lio , scu : — Dei incarnati verborum et operum brevi» notiUa, aut
kUloria : duo tomi, facti a P. JuUo Aleni S. J.
4. KiANG-SENG-ciu-siÀNG-KiNG-KiAi, ìdest: — Dei inearnatiinuiginumverae explieaiiones : parvtu
iomus , faetu9 ab eodem.
5. TiBX-au-KiAO-iAO-siu-LUN, idest: — Dei legis necessarU et ordinati éUseursus: parvut tomug.
6. Su-zu-KiNG-VEN , ìdesii — Quatuor eharacterum doetrina (ehristianae legi$): parvus tomut ,
faetu$ a iupradicto P, Aleni.
7. SciNG-MU-KiNG-sci , idest : — Sanetae Matrit Mariae opera , seu vita : duo tonU , facti a R. P.
.V. & /.
8. Pi-VANG, idest: — Aperitio, seu impugnatio disparatorum: pan^us liber, factus a quodam
Ministro sinico , iam christiano.
9. SciNG-KiAO'io-iKN, ìdcst: — Sanetae legis (Dei) breviata verba, aut discursus: parvus liber.
10. Jao-king-uo-kiai , seu: — Necessariarum orationum parva expUcatio: parvus tomuSy fa-
etus a quodam Patre Ordinis S. AugustinL Tamen iste liber est posterior aUo simili libro, facto a Rmo
Patre Basilio a Glemona, Franciscano, de quo in Elueubratione.
li. SciNG-KiAO- KING- YEN, idesl: — Parvus liber orationum prò christianis, cui sequUur brevis
et necessarius eatechismus prò catecumenis baptizandis , praesertim prò rudibus et mulieribus:
factus a me fruire Carolo Horatii circa annum Domini 1708.
li. TiEN-ciu-sciXG-KiAO-PE-vEN-TA , sivc : — DH sauctue legis centum interrogationes et respon-
siones: parvus liber, factus a P. Couplet S. J.
13. SciNO-KiAO-zuNG-TU-KiNG-VEN, sìvc : — Sanctue legis {Dei) universalis theca , seu liber
orationum. In eo eontinentur mtUtae orationes et preces {lingua sinica) prò ehristianis sinensibus...
Item modus audiendi Missam : modus recipiendi sacram Eueharistiam: modus recitandi Rosarium
B. M. y. Item Lytaniae Sanctissimi nominis Jesu, et sanctissimae passionis eius , oc Lytaniae B. M.
Virginis. Item Lytaniae SS. Angelorum, Sancii Josephi et omnium Sanctorum. Item ... variae orationes
prò mortuis : item Lytaniae S. P. Franeisci: et circa finem parvus et egregius Tractatus de Poenitentia ee.:
liber prò Christianis sinensibus valde bonus et utHis.
U. Van-vu-cin-iuen, idest: — Omnium rerum vera origo, aut principium : liber facttu a Patre
JuUo Aleni, S. J.
15. TaI'I-pien, idest : — Variorum dubiorum capitula, seu Uber : unus tomus, factus a quodam
Christiano sinensi.
16. Ti-TiEN-KAO, si ve: — Imperatoris Ti et Coeli examen: libellus manuseriptM a quodam
Christiano Confusiano.
17. Ta-su-tuox , siy e:— Magna quatuor eapituia : parvus libellus manuscriptus , factus a quo-
dam Christiano catechista.
18. GiNG-sci-Lio-sciUE, idest : — Ad opittdandum saeculo pauci discursus : unus tomus, factus a
quodam sinensi lÀtterato, neopMto.
19. Ciu-KiAO-iUEN-Ki , sive: — Domini, velDei lex ob quales raliones instituta sit: duo tomi:
Uber factus a R. P. Adamo Schal. S. J.
SO. Ciu-ci-Kiu?»-GiNG , idest: — Domini {seu Dei) gubemU turma probationum : tomus divisus in
duos libros, factus ab eodem.
il. KiBN'GiN-saNG-sci-KUEi-i , seu: — Confirmationis sacramenti modus et ratio : parvus Uber,
factus a Rmo P. Basilio a Glemona Ord. Min. posiea Vicario Apostolico in Provincia Scensi.
ii. ME'Siang-scin-kung , idest : — Medilationis spirituale opus , seu exerciiium : unus tomus ,
fadus a R. Patre Petro de la Pinuela Ord. Min. Obs. Discalceatorum Sancii Franeisci.
Ì3. Informatio, prò vanitale: libellus impressus Pekini lingua latina, 1717, a P. N. S. J.
Ì4. Su-MO-ciN-LUN , idest: — Quatuor novissimorum veri discursus: parvus liber, factus a
P. Couplet, S. J.
35. TiBN«sciN-KVEi-KO , 8ive: — Angelorum exerdUa: unus tomìis , factus a PP. S. J.
Ì6. ScEN-GiUNG-i iNG-Li-TiEN, idest : — Boni finis {seu mortis) oc sepullurae caeremoniarum Uber,
faUus a P. Ludovico N. S. J.
Ì7. TiNG-MisA-FAN-Li , idcst : — Audicudi Missam Regulae : parvus liber, factus a R. P. Petro
de la Pinuela Ord. Min. Obs. S. Franeisci DisccUceatorum.
i8. SciKa-FD-rAKG-zi-KO-HiKG-sci , idest: — Saneti Patris Frandsd vita: tres tomi, facti a
Patre Josepho Navarro Ord, Min. Obs. Saneti Frandsd Discalceatorum.
94 CASTORANO
S9. Zi-KE , sive : — Septem defrenationes : quaiuor tomi , facH a R. P. Didaco Pantoxa & J,
30. KiNG-TiEN-Ki-Lio-vEN-TA , ìdest : — Scfipturae Sturae memoriae brevU itUerrùgcUkmei ei
responsionei : unus tomus , f(utu8 ad R. D. Joanne Banet ex Seminario Paritiensi,
Zi. Omnei libri canonici tinenset cum suit commentariis aut interpretationibus : idett quinqmt
antiquiores , et liber Philo$op1Uae Maximae , cum quatuor reeentioribus : sive : 1 opu$ regiMM :
SiN6-Li-TA-ziiffeN : 2 primus liber canonicìtt: I-ki>'6: 3 liber $eeundus: Sciu-king: i Idber terUm:
Sci-KiN'G : 5 liber qtiartus : Li-Ki : 6 liber quintus : Ciun-ziec : 7 liber phUosophiae maximtie Sinen'
iium : sive : Sixg-li-ta-ziuen : ex reeentioribus vero : 9 liber primM : Ta-hio : IO liber seeumdut :
Ciung-iung: li liber tertius, Luq[-iu : iS liber quartus : Meng-zu.
34. KuNG-sciNG-KiA-iu . i(lest : — Confusa sancii domestica verba aut colloquia.
33. Ven-kung-kia-li , idest : — Rituale sinicum .* sive domestici ritus aut caeremoniae.
34. KiAO-KiNG-siAO-Hio , idest — Obsequentiae fUialis parvulorum studium aut dottrina.
35. MiNG-siN-PAO-KiEN , idcst : — Ad elarifieandum cor pretiosum speculum.
36. Tai-sciang-kaN'ING-pien , idest: — Ubri revelati a dttobus Diis Sinensibus.
37. Sbu-scin-ki , idest : — Disquisitio spirituum seu idolorum, aut deorum historia.
38. Ld-cing-iao-lan, idest; — ItinerarUum per totum imperium sinicum, tamitinerit terrestrii
quam fluvialis.
39. Ieu-hio-za-zu , idest : — Puerorum studentium miscellanae litterae, ieu characteres.
kO. Alius liber dietus : Ta-paxg-lieu-ien : prò pueris ac tenellis scholaribus.
4i. Li.N-ci-ciN-zi , idest: — Libri ad addiscendum litteras, seu characteres sinieos.
45. ZiEN-zu-vEN , sive : — Mille litterarum seu characterum compositio.
43. Libri tres: i Pe-kia-hing, idest : Centum familiarum sinensum cognomina: S Tc!CG-vbx-
ZA-zi% idest: parvae figurae, quae inserviunt prò pueris et scholaribus tenellis, tam sinensibus, quam
Tartaris: 3 Zie.x-zu-ven, seu: — Compositio rethorica mUle characteribus constans.
44. Duo kalendaria seu ephemerides imperii Sinici : primus dietus : Sci-hibn-u : secundui :
l-TUXG-TA-ZIUEN.
43. IIoANG— Ti-i-ciAo , sive : — Testamentum imperatoris sinensis vocali KAXG-Hr.
46. Van-pao-ziuex-sciu, sive: — Omnium praetiosarum rerum integri libri: odo tomi..
47. Kuox-zio-ziuEN-LAX , idcst : — Duo magni tomi, ad hoc expresse facti, ut ex his libris qui'
sque cognoscere et scire possit omnes magistratus, gubernatores et ofiiciales publieos qui sunt in
actualibus officiis magistratibusque etc. tum in Regia Pekinensi, tum in omnibìis provineiis et dfi-
tatibus imperii sinici.
48. ZiT-GOEi, idcst: — Litterarum, seu characterum adunatio : constai quatuordecim parvis tomis.
49. DicTiONARiux, seu potitts LiTTERAmuM SiNicuN — Latinum. Unus tomus in 4.
« Hoc DicTio.NARicx (u mo infrascripto Padre Carolo Horatii anno Domini 1706 propria mana
descriptum fuit et more europeo ligatum ; constatquc in universum paginis 1018) fiictnm fUit a R. P.
Basilio a Glcmona (di cui diremo a suo luogo) Regularis Obscrvantiae Rcform. S. P. Francisci (postea
Rmus Virarìus Aposlolicus Provinciae Scen-si ) : qui R. Pater antea feceral , aut verterat aliud Lit-
TEHARiuM brevius , secundum ordinem Litterarii Sinici supradicti . At vero cum illud ossei
parum accomodalum prò Patribus Missionariis Europeis in Sina novis , "(0011 aliud Littk-
RARirM-Sixico-LATiMii ox alìo LiTTERARio SiNico, magìs accedente ad nostrum modum europeum, et
est ferine secundum ordinem nostri ahphabeti latini : omnes enim littcrae seu characteres sinici, qui
incipiunt V. g. per litteras C. F. G. H. 1. K. L. ec. redacti sunt por ordinem , et per classes dispositi
sunt sub eisdem nostris latinis litteris : undc audita voce sinic^i. facilius inveniri possunt characteres
sinici . . . Meo judicio hoc Rev. P. Basilii Dictinnarium seu Littcrarium prae omnibus aliis Dictionariis
lingua Hispanica aut Lusitanica quae ego legi, est melius, clarius et >erius ; univoce enim rcddit sen-
sum sinicum et est suflicienter copiosum ; unde sentio dictum Patrem in hoc esse aeterna gloria
dignum . . . • Aggiunge che il Padre da Gemona era giunto in Gina circa il 1684, e aveva imparato I
primi principii della lingua cinese e i caratteri di essa da nostri Padri Spagnuoli, Portoghesi, e PraDccsi
che vi ebbe trovati.
50. He sostro Dictionario- Latino- Italico- Sinico tam vocum quam CH.utACTKRUM sinensium.
• Cum in Sinica Missione prò Patribus Missionariis Italis, aut eiiam prò cuiusvis natlonis europcac
scientibus linguam latinam, nultum adesset Dictionarium latino-Sìnicum ad addìsccndam lingaam
sinicam , hanc necessitatem plusquam alii expertì fuimus nos quatuor Missionarìi Itali Regularis
Ubservantiae Sancti Francisci, quando in Sinam, Deo protegentc, pervenimus mense augusto anno
CASTORANO 95
xii 1700, cum DOS vix aliquid tunc temporis intoUigeremus de praedictis linguLs, Hispanica, Lusi-
aut etiam Gallica : unde nostrorum quotuor primus, aut provectior, P. Joanne. Uaptista ab llli-
ceCo« ^^erìo iniunxU mihi (tunc omnibus iuniori), ut cum habilitas et possibilitas aflbret, congruuni
j[>icnr'0!<ARiUM I^tino-Sinicum prò nobis Italis et prò omnibus Latinis pararem.Cui Patri debite parendo,
prontB i^i, me si vita c^mis fuisset, necessarium Dictionarium paraturum. In signum autem meae pron-
priCmx3.inis mature descripsi et paravi Dictionarium, relinquendo spatia vel quasi arcolas faci ondo, ad
'Kftendum postea in els tum sinica verba respondentia, tum etiam characteres eius. In quibus spatiis
'«olis processu temporis de facto multa nomina aut verba, dum opportuna occurrerent, scribcbam
aiatX ^^lebam. At vero cum nostrac chrlstianltates et Missiones, Dco protegente et miserente, in dìes
cres^r careni ac muUiplicarentur, ego solus (praedictis meis sociis aut morte aut exilio perdi tis), de
cis o mja.Tare debebam: ex altera autem parte auxilìo esse debebam meo lllmo D. Episcopo Pekinensì, Fra-
tri '^^rnardino de Ecclesia, in adimplendo partes sui muneris , et praescrtim in publicatione Decreto-
rtmjxft l^nius Sanctae Sedis et Constitutionis Apostolicac super ritus sinicos Sunimi Pontitlcis Clemcutis
Kl : o'fc quam et catena et carceres multaque alia passus, multum etiam tempus mihi conslitit: unde
n'Olio modo mihi vacuum erat prò Dictionario pracdicto faciendo ; et ideo multum distuli. Hoc autem
non ^tne speciali Dei providentia factum indico, ut nempe magis in Sina provectus, et in rebus sinicis
p^rttmu, aptius etiam Dictionarium praefatum pararem. Quod tandem, Deo bene artiuvante, iam feci,
Uludciiie compievi non sine multo studio ac laboribus, paulo anlequam Pekino Romam versus disoe-
4lereKn. Feci ergo DicTiONAmuM Latino-Italico-Sinicum, Iam vocum aut vorborum, quam characlerum
sinen^ium, eodem ordine alphabeti quo factus est Caiepinus. Ergo in isto nostro Dictionario: 1 quc-
ren<!Lak sunt nomina verbaque latina, et statini in eadem linea babentur corrospondentia verba nomina-
«fue sinica. 2 In eadem linea supra praedicta verba aut nomina sinica babentur litterae seu charactercs
^^nici^ genuine correspondentes subiectis verbis aut nomìnibus sinicis usualibus ^ vulgaribus. Etenini
luterai seu characteres sinici sunt valde multi : suntque alii prò scriptura, aut etiam prò relhorica,
^^ akltt prò loquutione vulgari et usuali. Igitur praedictae litterae aut characteres, quos in hoc Dictio-
XARjc> pono, omnes sunt correspondentes loquutioni vulgari et usuali. Posui etiam aliquando chara-
cteres rethoricales magis obvios, quia bonum est illos agnosccre, licei prò loquutione vulgari
mìQiKiie uti possint: unde islos characteres duplici stellula seu asterisco dislinxi. Porro hoc Dictionarum
<lQplic:em habet usum : i ad addiscendam linguam sinicam, et quidem sufficienter, aut etiam copiose,
coni ^lurìbus synonimis et modis loquendi diversis : i inservire etiam poterit prò iis PP. Missionariìs,
^ Il tteras seu characteres sinicos pari ter ediscere voluerìnt: uno cnim codemque tempore (absque
P^ir^s.isitionc longa in aliis Dictionahiis aut Littehahiis) addiscere poterunt et linguam sinic;im et
ehar«i.«:tere$ eius. Istud nostrum Dictionarium est in folio, uti vocant, ligatum (a me) more Europeo :
ft cx>M:i8tat paginis duplicibus 510, unde sunt paginac simplices iOiO. Feci etiam Grammatkam, seu
Mam.'ms^uciUmem ad linguam sinicam facilius addiscendam : et eam distinxi per capita vigìnli cum
^^ C»aragraphi.s prò distinctione rerum, eamque posui in principio dicti Dictionarii. Qune Gramma-
tica ooDstat paginis 102: unde in universum hoc Dictionarium (meum originale) constai paginis 1122.
In tma.c autem Grammatica plura invcnient lectorcs tum ad bene recloquc scribendum verba seu voces
^^sfe^ tum ad bene et genuine eas pronunciandum , tum etiam ad coguoscendum phrasim sinicam
et Kiodam loquendi Sincnsium. Huius autem Dictionarii Latini-Itauci-Sinici iam feci quatuor exem-
plarì^ Prìmom fuit quasi embrio (sborro) totum manu mea scriptum, tain litterae seu characteres
sinici, quam reliqua omnia. At illud prìmum solum inserviet prò meìnoria ac testimonio. Hoc vero
s«c**o^iim, de quo hic loquiraur, est nieum originale ; at characteres sìnici descripti sunt ex ilio primo
^•^•■^itMw a meo amanuensi Bac^laureo Sinensi. Feci etiam tertium exempfar, et ligavi similiter more
europa manens Pekini, ut illud mittcrem Romam ad hanc Sacram Congregationem de Propaganda
^*^9 a qua et mandatum acccperam praedictum Dictionarium perficiendi. Parabam etìani «luartuni
esemplar, ut illud donarem R. Patri Dominico Pinheyro Vice-Provinciali Swnetalis Jesu Sinicae Mis-
sìonift, qui plurìcs a me illud efflagitaverat. At vero contigit, ut ob graves causas Kcligionis cliristiu-
B^ circa ritus et coeremonias Sinensium,repetitis (idhort;aiouibus lUmi. Episcopi Hephestiensis, Fratris
^*ncisci Garreto, debuissem venire Romam: ideo dictuni tertium exemplar reliqui in manibus R. P.
^- ^oannis Antoni! a Portu Ferraio, quem in nostris chrìstìanitiilibus et Missionibus in Sina meo
toco relUiquebam , eique enixe recomendando , ut ex Dictionario faceret quintum exemplar , et
m*® nomine donarct praedicto Patri Vice-Provinciali Dominico Pinheyro. Qui Pater Joannes Antonius
TC^<*a fecit quintum exemplar, et lideliter dicto P. Pinheyro meo nomine praesentavit ; et ego
\à^ Homae manco» epistola» accepi ab eodem Patre Pinheyro Pekini datas, in quibus testatur praefatum
96 CASTORANO
meum Dictionarium apraedicto P. Joanne Antonio recepisse, et de favore mihi gratias agit. Item
praedictus P. PinliejTo Vice-Provincialis S. J. cum alia sua epistola data Pekini die 30 novem-
bris 1738, secunda vice de praedicto Dictionario (alias VoaibìUario ) bis terminiif gratias agit :
Gratias ago Paternitati Y. Adm. Rev. prò donatione VocabìUarU {teu DUlionarii) Sinici, et fgaudé'
rem utiqtie, ut, si iUud P. V. Adm, Rev. iterum praelo dedil, me pariieipem faceret umus vel aiteriu*
eopiae de novo aeditae , ad meam et aliorum utitiiatem : praetium vero et expensae in impressione
et portatione Mque hue , vel ibi solvi faeiam, vel hic persolvam hono Patri Joanni Antonio a Poriw-
Ferraio. Romam demum, Deo duce, pencni di 12 novcmbris 1734: et hic Romae absolvi praedfccti
OicTiONARii qaartam exemplar. Obtali etiam Memoriale Summo Pontillci Clementi XII rogans ut
illud prò bono pubblico pubblicae luci daret: sed nihii factum fuit Deinde Rmus Pater Josephus Maria
ab E\ora (mulUs titulis et factis hic Romae famosus, et nunc dignissimus episcopus de Portu ìù re-
gno Lusitaniae) motus tum dignitate operis, tum ab amore boni publici, praefacti Dictionarìi quarium
exemplar suis impensis in tabulis incidi iussit et praelo dari. At vero ( rcs miseranda!) iDcidimiu in
ncquam nebulonem incisorem Phllippum Zenobij, qui multi» mendaciis, fraudibus et artibus solum
carpebat pecuniam et opus totaliter In vanum rcddidit. Et ideo quarium hoc exemplar ( Anita iam
causa Rituum Sinensium, si Deo placuerit) ofTeram summo Pontifici foelicitcr regnanti Benedicto XIV
prò Bibliotheca Vaticana; secundum exemplar vero, seu meum Originale Dictionarium dabo liaic
Conventni, seu Mairi Religioni prò hac nostra Bibliotheca Aracoelitana. Et haec de libris sinensibus
dieta sufficiant Mea antem meraorialia scriptaque hic Romae facta, oblataque prò causa Rituum Si-
nensium, ob quam e Sina missus sum et veni, si Deus voluerit, uno volumine aut libro omnia
comprehendam , ut in eadem Aracoelitana Bibliotheca, una cum prdcdictis Dictionario, Parva Elocd-
BRATioNE ET LiBRis SiNicis, paritcr ad pcrpetuam rei memoriam asserventur. Datum Romae in Aracoeli
die 30 Aprilis i74S. • E tutti questi tesori sono andati perduti, come dissi, nella soppressione de* Con-
venti fatta il i810.
— Jesus , Maria , Joseph ! Brevi notizie della Cina. Come e
quando, da chi e quanto volte è stata predicata nella Cina la
Religione Christiana? E dove, quali e quanti Padri Missionarii
sono attualmente nell' imperio della Cina ? Per il molto Illustre
Signore Domenico Baiardi Archivista in Propcuganda Fide. Date
dal P. Carlo Horatii da Castorano della Diocesi Ascolana, Mi-
nore Osservante di San Francesco , provetto Missionario Aposto-
lico nell'imperio della Cina. Addì 11 Aprile, Anno Domini 1740.
È un'altra Importantissima scrittura, che fa parte del manoscritto di cui ci stiamo occupando, e che
piglia dalla pagina 567 alla 619. Memoria dotta e bellissima, che se fosse stata conosciuta, ninno si sarebbe
maravigliato di trovare ne' primi volumi della nostra Storia delle Missioni dell' Ordine, i Francescani in j
Cina sin dalla fine del secolo XIII! Por lo che non possiamo far a meno di riferirne ciò che riguarda lari
petuta introduzione delCristianesimo in queir Impero ; le diverse epoche in cui ciò avvenne; e le tenibili^ j
persecuzioni, per le quali vi fu sempre quasi estinto: storia, nella cpiale flgura grandemente P Ordine^
Francescano, e con esso i Pailri dell'Ordine Domenicano, e di quello di Sant'Agostino; e nondimeiK^ j
da coloro che ne scrissero insino a' dì nostri, non se n'è fatta nessuna menzione I Ne escludiamo
l'abbate Huc, che nella riputatissima sua Ilùttoire du christianisme en Chine: Paris, Gaume Frères, ISS'
rese giustizia a tutti indistintamente gli Onlini Religiosi, che lavorano in quel difficile campo,
alle Missioni antiche, cìck» dal secolo Xll sino al principio del XVI; ma neppure egli ha v<
di quel che segui insino a noi. Gravissima mancanza (come si vedrà dai soli cenni che riportlai
dalla relazione del Padre da Ciistorano ), che falsa e travolge inleramenle un periodo cosi impoi
di storia ecclesiastica, '-on danno gravissimo de' sopra detti Ordini Religiosi e della stessa Chi<
La Cina.
• 11 regno, o Imperio della Cina (chiamato da essi Cinesi dung-huè, idestMedii Regnum, Cituig-
CASTORANO 97
et HaD-hue, da Tartari et Armeni viene detta Cataio: e da noi Europei chiamata comunemente la Cina)
è situata neir ultimo dell'Asia, dentro li gradi di longitudine i30 sino a i50; e di latitudine da gradi
33 sino alli 44 incirca. All'Austro et Oriente è circondata dal mare Oceano: all'Occidente confina
con li Regni di Tunkino, Tibet e Tartari : e da Borea o Settentrione è circondata da un grandissimo
e lunghissimo muro, il quale fu fatto edificare da un cinese imperatore, chiamato Zm-ici-lioaiHf, da
300 anni incirca avanti l' incarnazione di N. S. Gesù Cristo, per difenderla dalle incursioni de' Tartari
boreali ad essa confinanti. — E benché, al principio, la Cina fosse tutta un regno et imperio, col tempo
fa divisa in molti regni: et al presente è divisa in i5 Provincie: cioè la provincia Pehing, o Pekino,
detta comunemente Pe-ci-lh et in essa attualmente ù la Regia della Cina, chiamata dalli Cinesi Pehing^
cioè Borealis Regia, posta al grado 40 e pochi minuti di latitudine, dove attualmente risiede l' im-
peratore cinese. Però la metropoli di detta provincia chiamasi Pao-ting-fu, circa due giornate da
Pekino, S. È la provincia detta Sciang-tuìig, la di cui metropoli diccsi Zi-nan-fu. In essa provincia
floSerivtnte) ha dimorato buona parte di sua vita, e vi ha la maggior parte delle sue christianità e
Missioni La provincia non è grande, né piccola; e fra le città di i. 2. e 3. ordine, sono in tutto
cento et otto città. 3. È la provincia detta Sdan-ti, la di cui metropoli dicesi Tai-itten-fu . La 4.
provincia chiamasi Scensi, e la sua metropoli è Si-ngan-fu, et è una grande provincia. 5. È la provincia
dctca Ho-nariy e la sua metropoli si chiama Kai-fung-fu: in essa risiederono varii antichi imperatori
cinesi, e sta quasi in mezzo alla Cina: e da qui prese nome di dung-kìie appresso li medesimi
Cinesi ; e non perchè la Cina ttU in mezzo al mondo, come adulando a' Cinesi dissero e scrissero alcuni
nostri PP. europei. 6. È la provincia detta A'o»-Wngf : et in essa risiederono li imperatori dell'ante-
cedente dinastia imperiale, detta Ming-ciao : ma gì' ultimi imperatori trasferirono la loro residentia o
regìa a Peking, o Pekino, regia cinese anco al presente. 7. È la provincia chiamata Hu-kuang, la cui
fnetropoli chiamasi Yu-eiang-fu, et è una grande provincia. 8. È la provincia A'tangr-st, e lasua
mctTopoli dicesi San-ciang-fu. 9. È la provincia nominata Ce-kiang, la di cui metropoli si nomina
l^an^.^ett, chiamata da alcuni scrittori europei e da Marco Polo Veneto, Quin-sai; ma deve dirsi
^i»iQ^9ci, idest Regia, perchè anco ivi risiederono li imperatori cinesi nei secoli ii e i3 della nostra
*<^ cristiana . IO. È la provincia delta Fu-kien, e la sua metropoli si dice Fu-ceu-fu. il. È la provincia
chl^uijita Kuang-tung: la sua metropoli chiamasi Kuang-ceu'fu (e da Europei viene detta Cantone);
^^ è situata fra il Tropico di Cancro e la Linea equinoctiale, al grado 23 in circa di latitudine; sta
P^^ta al lido di un fiume poco lontana dal mare : ivi vanno ogni anno le navi e mercanti Europei
^ ^^"^i^wUare ogni anno alcuni mUlioni di argento, di cui privano e spogliano la nostra povera
^^ftpgMi, per comprare varie merci, quali noi in Europa già l' habbiamo , o di esse anco abbondamo.
^^- EI la provincia detta Kuang-st, sua metropoli Kuei-lin. 13. È la provincia chiamata Kuei-ceu, sua
"^«Iropoli Kuei'iang-fu. 14. È la provincia di Su-ciuen, sua metropoli Cing-tu-fu, 15. L'ultima pro-
^ ÌQcia. chiamasi Jun-nan, sua metropoli Jun-nan-fu.
Antichità dell'impero Cinese,
« Lasciando da parte le favole, e varie altre opinioni, dico che (secondo la mia cognitionc e
**Pere delle cose et historie de' Cinesi), li primi certi et innegabili imperatori cinesi, furono Jao, Sciu
^^ "^U* e di questi il primo, Jao, incominciò a regnare in Cina l'anno 460 dopo il diluvio universale : e
*^^*' Varie dinastie o famiglie imperiali, come pure per interregni et imperio de' Tartari Occidentali,
^ IH>i a' tempi nostri anco de' Tartari Orientali sino al presente imperatore Tartaro-Cinese , chiamato
^*^n-Lung, et anno 5 del suo regnato (anno Christi 1740), vi sono passati anni 4230 in circa, li
*^^*^1 tempo (o anni) si deduce molto conforme al computo o èra delli Settanta , seguitalo dal Car-
*^*^*1 Baronìo, relalo nel Martirologio Romano nella vigilia del Santo Natale, e permesso pubblica
^biennemente dalla Santa Sede e Chiesa Qittolica Romana, il quale computo io tengo por vero ( e
^1 ciuellodi varii privati authori tra di loro discordanti e diversi) per esser anco corroborato da una
^^ interrotta cronologia cinese, ec.
Cristianesimo in Cina.
« La prima volta che la Religione Christiana entrò in Cina, si crede da varii scrittori che fosse
^^i* mezzo dell'Apostolo S. Thomasso. E I. si raccoglie da varii monumenti delli Indiani e dall' Of-
7
98 CASTORANO *
Ario, et orationi di S. Thomasso, dicendosi in essi di bavere predicata la Religione cristiana anco
nel Cataio, cioè la Cina boreale. 2. Fra i molti ìdoli cbe si adorano nelll templi di Cina , uno di essi
si rassomiglia alla figura di S. Tbomasso Apostolo, e cbiamasi anco Tomo: però la seconda sillaba
mo , benché nelle parti più boreali di Cina si pronuncii come la e ottusa , o pure o, il proprio e
genuino suono o voce del carattere cinese si deve pronunciare me coire chiara, e non o: onde
questi due caratteri cinesi, colli quali si scrive il nome di detto Idolo, devono leggersi TO'me:e
cosi nell'India da tutti ò chiamato S. Thomasso: dunque convenendo la flgura et il nome di dello
S. Apostolo, si raccoglie e si crede che tra gli altri regni dell'Indie orientali , dove predicò l'Evan-
gelio S. Thomasso, predicasse ancora nel Cataio, cioè nella Cina, ec,
9.
• La seconda volta fu predicata in C'ma la Religione Christiana da alcuni Sacerdoti (o Reli-
giosi) della Giudea, o Caldea, come apertamente consta da un monumento, o lapide trovala In
Cina (circa l' anno del Signore i570), vicino la metropoli detta Si-ngan-fu della provincia di Scen-ti:
la quale lapide fu scoperta Fotto le ro\ine di un tempio (o monasterio) di Idoli, che forse fa
una chie<:a di Cristiani; per la quale certamente sappiamo che la detta lapide fu eretta sotto la fa-
miglia Imperiale Tang, l'anno secondo dell'imperatore cine>e o regnato Kien-ciung, In memoria e
lode di essersi predicato in Cina la Religione cristiana. Nel principio della quale lapide, o inscri-
tione, si dà una notizia di Dio Trino et Uno; di bavere fatte tutte le cose, e di essersi incarnalo
il Messia, ec. Il tutto però si fa in frase sinica molto alla et oscurissima, per non dire impropria: nel
progresso poi si dice che detti sacerdoti (o Religiosi, secondo 11 senso sinico) dalla Giudea andarono
alla Cina (espressamente chiamandola Ciung-kue , come li Cinesi la chiamarono già anticamente,
e chiamano sino al presente), e che varii imperatori cinesi furono già christiani, quali fecero ediflcare
tempii e monasterii per li detti Religiosi. Item si dice in delta lapide, che la Religione Christiana
pati in Cina alcuna persecutlone: ma poi per la pietà e giustizia di un imperatore cinese riflori più di
prima. E di più, al lato e al basso di detta lapide, vi gono anche lettere chaldaiche antiche ; e vi si
scrivono i nomi di detti Sacerdoti, o Religiosi, del Vescovo, e delli Chorepiscopi. L'anno poi della
crettione di detta lapide si scrìve pure in lettere caldee, et è l'anno 1092 (secondo il computo delli
Greci ), quale corrisponde all'anno 782 incirca dell' incarnatlone del Verbo, secondo il computo o èra
della Chiesa cattolica romana. Onde per tutto ciò ò evidente che nel dotto tempo nella Cina vi era la
Religione Christiana. Io ho meco ìa^ In scrit tione Cinese di detto monumento, et è stampata sopra la mede-
sima lapide, onde è anche cosa authentica. Di più ho fatto una fedele versione della medesima Inscrit-
tione. 11 R. P. Athanasio Kircherio Soc. Jesu rapporta similmente il detto monumento, nella sua China
illustrata, pagina 12 e seguenti; benché circa la expositione facla ad sensum, ci è qualche cosa da dire, ec
3.
• La terza volta fu predicata la Religione Christiana cattolica nel Cataio, cioè nella Cina boreal j
da' nostri Religiosi Minori di S. Francesco sul (Ine del dodicesimo e principio del tredicesimo secok
come pure nella Tarlarla anco inferiore; nel qual tempo regnava nella Cina l'imperatore de' Tarlar -j
chiamato Cublai-Han, col nome di regno o regnalo, luen-riao, come consta dalle historie dc'Clncs -«=
il quale imperatore subiugò prima la Cina boreale, chiamata dai Tartari Cataio (o Catet Curuitj^^
come al principio si è detto; e poi sogiogò anco la Cina australe, che d;i' medesimi Tartari viene chi^ j
mata la Provincia del Mangi, cioè a dire degli uomini australi. Imperocché fino al giorno di hoggi
Cina è divisa o considerata dai medesimi come in due parti distinte; e li Cinesi australi sprezzane
boreali, chiamandoli Kua-zu, e questi viciversa sprezzano li Cinesi australi, e come per disprezzi
chiamano Ifan-gm , et jVan-rnan-zu, idest esteri, vel barbari australes. E da qui quella parte
strale della Cina fu chiamata la provincia del Man-gin, o Mangi. Tutto ciò consta anco da Vi
scrittori, e specialmente lo rapportano gli .annali del nostro Wadingo, tomi 5 e 6: ( novae
tionis) parlandosi de Patre Joanne à Monte Corvino, ordinis Minonim, qui cum sociis Ivit Tartari
etCathaium: il quale con altri Religiosi partì a tempo del Pontefice Niccolò IV, et essendovi
cristiani, dopo crealus fuit Archiepiscopus Cambaliensis a Clemente V; mentre in detti Regni
erano già da quattro o cinque altri Vescovi. Però detto monsignore Arcivescovo non deve dirsi
baliensis, sed Ham-Paluensis , cioè a dire della città di Ham-Palu, che vuol dire regia, ani
CASTORANO 99
perìalù dvUas del detto imperatore Cublai-Ham: qnale città di Kam-Palu è appunto la regia di
Pekino attualmente. — Item tutto ciò consta pure dalli viaggi di Marco Polo Veneto e dal nostro
Venerabile Odorico di Udine nel Friuli , rapportati dal Ramucio : imperocchò il detto Marco
Polo per extensum descrive il Cataio, la Provincia del Mangi e la detta città regia di Ham-Palu:
così pure scrive alcuni suoi viaggi fatti nella Gina : et io ho examinato e trovato che la detta città
di Ham-Palu è veramente la presente regìa di Pekino: il che ho esaminato stando in Cina, leg-
gendo e confrontando detto Marco Polo con li luoghi e cose che lui dice di Pekino, di Gina, e dei
suoi viaggi in essa. Et il medesimo Beato Odorico di Udine parla più expressamente di detti nostri
Religiosi et Arcivescovo della detta Regia di Gambalu , o Ham-Palu ; benché alcuni nomi poco si
confrontino, per bavere egli malamente inteso, o perchè cosi li chiamavano quelli che con lui par-
lavano. Et egli dice che arrivò in Zaiton, cioè Ganton, o Cantone: poi andò a Fugià cioè a Fu-eeu,
metropoli della provincia di Fu-kien ; e da qui passando per varie città (e quasi tutta la Cina),
arrivò a Cambalu, cioè Ham-Palu. Dove una volta tra T altre dice che ritornando il detto imperatore
CubUU'Ham dalla caccia di Tartaria alla sua regia di Ham-Palu, cioè a Pekino, il detto monsignor
Arcivescovo Giovanni da Monte Corvino ( che era della Provìncia di S. Angelo nella Puglia ) , ac-
compagnato dai suoi Religiosi, e fra essi il detto B. Odorico, assieme con altri grandi della Corte,
de more andarono ad incontrare detto imperatore; e per non andare manibus vacuis, altro non gli
venne a mano che un piatto di pomi; et ofTeriti a sua maestà, l' Imperatore gratissimamente li ricevè,
prendendone in mano tre di essi: de' quali uno ne mangiò esso imperatore, il secondo diede ad
un grande a suo lado, et il terzo diede al medesimo ofTerente Arcivescovo, acciò a sua imitatione
li mangiassero , come de facto fecero. Dopo ciò il detto Beato Odorico ritornò in Europa a tempo
di Papa Giovanni XXII (quale dimorava in Avignone), e venne per condurre altri nostri Religiosi
nelli detti regni di Tartaria e Cataio : ma arrivato sino alla città di Pisa , hebbe una visione del
nostro Padre san Francesco , nella quale gli fu annunziata la sua morte dentro non molto tempo ,
e che non ritornasse in Oriente, ma tornasse in sua Provincia, dove morirebbe: e de facto ritornato
in Udine, e dopo scritto li suoi viaggi per ordine del Padre Provinciale, passò da questa all' altra vita, ec.
« Il predetto Marco Polo racconta che in detto tempo nella Gina vi erano anco Mahomettani,
Giudei, e Christiani Nestorini, o Nestoriani. Col tempo poi, morto già il detto imperatore Cablai-Ham,
succede respettivamente come ad Alexandre Magno; perchè li suoi Generali (quali occuparono molti
regni de' Tartari, il Mogol, la Persia, et altri fecero scorrerìe anco nella Moscovia, e sino alla Polonia),
si fecero signori delle terre o regni ne' quali già si trovavano : li di lui figliuoli poi che regnarono
nella Gina, poco vi durarono che perdcrono l'imperio, e finalmente furono estinti, mentre un huo-
mo ordinario cinese ( detto , dopo fattosi signore, Hung-vu ) si ribellò , et ogni giorno aumentan-
doseli gente e facendo grande esercito, si impadroni di tutta la Gina, si dichiarò imperatore, e
fondò la famiglia, o regnato, detto Ming-eiao. La ([uale dinastia, o famiglia, ha regnato nella Cina
anni S76 incirca, sino all'invasione, prima di un rebello cinese, detto Li-hia-zu, e poi delli Tartari
orientali dell' imperio della Cina, quali presentemente tuttavia vi regnano, sotto il regnato di Tai-
zing. Che perciò serrata la Cina alli Tartari dalli imperatori del Ming-ciao, e li Tartari fattisi
signori ne' regni dove erano generali , essendo poco concordi , o anco discordi fra di loro ; morti
quei Religiosi e Vescovi che vi erano, non potendo penetrarvi altri per viaggi di terra (e non
essendo all' bora aperta agli europei la navigatione de' mari orientali come adesso), et li poveri
Christiani, rimasti già senza pastori e cultori , poco a poco si estinsero. — Sono però restati in Cina
li Mahomettani, et anco si sono moltiplicati, perchè essi non dilatano la loro setta con la predUcatione ,
come fanno li ministri evangelici, ma colla generatione de' figliuoli, e comprando schiavi e schiave.
Hanno nondimeno anch' essi Mahomettani perdute varie cose o dottrina della loro setta : e più volte
discorrendo io con essi,l' hanno confessato meco, dicendo, come lamentandosi: Noi altri (Maomettani
di Cina) habhiamo perdtUo la nostra legge. Sono essi seguaci di Bali, come sono li Persiani: onde
alcune volte vengono li delegati Persiani per visitare li Mahomettani cinesi.
« Li Giudei in Gina pure sono quasi affatto estinti : io mai ne ho incontrato in tanti anni di
Cina, e solo ho inteso dire dal fu P. Gio. Paolo Gozani Societ. Jesu, che nella metropoli di Ho-nan,
detta Kai-fung-fUf vi sono tuttavia pochissime famiglie de' Giudei , e vi hanno piccola Sinagoga.
4.
« La quarta volta la Religione latina è stata predicata nella Gina in questo modo. Circa gli anni di
400 CASTORANO
Gesù Cristo 1570 dalla città di Manila et Isole FilippìDe passarono nella Cina due PP. di S. Domenico;
ma non poterono fermarcisi, essendo prohibitione nella Cina di dare adito a' foraslierL
« Poco dopo neir anno 1578, dalle medesime Isole Filippine e città di Manila passarono pure alla
Gina quattro Religiosi di S. Francesco, chiamati PP. Alfaro, Augustin de Tordecillas , Sebastiano Zaoca,
e Gio. Batta di Pesaro (questo era un nostro Italiano e gli altri tre erano Spagnuoli): i quali de facto
entrarono in Cina, e si fermarono nella città di Kuang-ceu'fu , da noi altri europei detta Cantone, et
in essa stiedero alcun tempo : ma dopo, anch' essi furono mandati via di Cina. Dopo questi, circa gli
anni del Signore i582 o pure i583 entrò nella Cina il P. Rogerio della Compagnia di Gesù, e poco
dopo vi entrò anco il P. Mattheo Ricci Italiano, Maceratense, della medesima Compagnia di Gesù. Li
quali, parte coir aggiuto de' signori Portoghesi di Macao , e parte con curiosità et istrumenti mathema-
tici, si fermarono in Cina; e poi fecero casa nella città detta Sciao-eeu della provincia di £iian-
tung. Poco dopo però il detto P. Rogerio parti dalla Cina, e vi restò il solo P. Mattheo Ricci . li quale
però, come più volte ho inteso raccontare da mio Monsignore Vescovo di Pelcino, Frate Bernardino
della Chiesa , da un Governatore, o Officiale di quella città fu cacciato da detta sua casa, compostasi
politamente, e fu mandato ad habitare in un tempio d' Idoli , o monastcrio de Bonzi religiosi idolatri,
dove il P. Ricci stiede alcun' anni senza potere fare niente.
« Dopo alcun tempo passando un grande Mandarino che daNankino era dall' imperatore mandato
a Cantone, e da Cantone ritornava a Nankino, per curiosità volse vedere detto europeo P. Ricci: il quale
haveva già suflicentemente imparato la lingua cinese , e poteva farsi intendere . Parlando dunque
col detto grande Mandarino , et essendo dimandato di varie cose , esso conobbe che 1' europeo P.
Ricci era intendente e dotto in varie scienze, e nella Mathematica: onde restando ammirato come stasse
tra li Bonzi , e poco meno che vestito da Ronzio ( in Cina li Bonzi sono per lo più huomini viti e
quasi la feccia della gente), lo esortò che andasse seco in Corte, o Regia, che ivi Io havrebbe introdotto
coli' imperatore. Il P. Ricci, che non desiderava altra cosa che di introdursi in Cina per predicarvi la •
santa Religione Christiana, volentieri accettò l' ofTerta del grande Mandarino : onde lasciato quell'abito
e vestitosi alla cinese, con habito o vesti dclli letterati cinesi, andò con esso lui a Nankino, dove in
quel tempo era la Regia dell' imperatori di Cina. Et ivi de facto dal detto grande fu introdotto a vedere
r imperatore cinese, il quale si chiamava Van-li , oc.
Dopo V instituzione della Congregazione di Propaganda Fide.
• In processo poi di tempo, circa l'anno del Signore i630, o 31, dalle sopraddette Isole Filippine,
e città di Manila rientrarono in Cina alcuni PP. Domenicani, e con essi similmente alcuni PP. France-
scani, due delli quali furono li PP. Gio. Batta Morales Domenicano, et Antonio di Santa Maria
Francescano. Li PP. Domenicani si fermarono nella Provincia di Fn-ìàen , et uno di essi (P. N. Coronato)
arrivò sino alla provincia di Sdan-tung, e comprò pìccola casa nella città detta Zi-ning-ceu. Li PP.
Francescani dopo poco tempo andarono nella prov incia di Scian-tung, et alla sua metropoli chiamata
Zi'nan-fu : ì\ì 81 fermarono, e comprarono casa in essa metropoli. Aitn) Padre Francescano parmaa
che restasse in detta provincia di Fu-kien nella città detta Scio-iiie-fu » ec.
9.
« LI PP. Domenicani da Manila successivamente entrarono nella Cina, come di sopra si é detto, e ^
hanno aperto e fondato ehristianità e Missioni nelle due Provincie di Fu-hien o Ce-kiang, dove hann^
varie case, chiese, o residenze. E l'unico Padre di S. Domenico, Padre Pietro Mufioz, che restò in Cina nelL ^
persecutione detta del Signore Cardinale di Tournon (nel 1707) fece anco una casa o chiesa nella meris:
tropoli di Cantone. E gì' altri PP. Domenicani furono tutti scacciati da Cina per l' obbedienza al -^
decreti del mdesimo Legato; ma poco a poco vi rientrarono successivamente, quali al principio stavaiE"~=
occulti nelle dette due Provincie, in loro case e Missioni : ma poi stavano già quasi pubblicamenl^B
sin a tanto che nella persecutione generale del 17ii, come tutti gl'altri PP. Missionari!, furono
ciati 0 esiliati dalla Cina a Cantone: e dopo furono anco scacciati da Cantone a Macao, con
gì' altri PP. Missionarii . Con tutto ciò alcuni di detti PP. Domenicani sono rientrati occultamei
in Cina , et attualmente stanno occulti nelle dette due Provincie Fu-kien e Ce-kiang. De* quaU
Domenicani, neir anno 1733, ne furono scoperti due, e presi, furono mandati alla metropoli detta
CASTORANO 101
€eu'fu, dove vari mesi stìedero carcerati. Ma però sutto il riflesso o timore che i signori Spagnuoli
^ Manila non trattassero male li mercanti cinesi, che vanno a quella città dì Manila a causa delle
loro mercantie , li detti due PP. Domenicani furono liberali dalle carceri , e rimandati ambi dove
«rano venuti : cioè, uno a Macao, e l'altro alla detta città di Manila. Però li poveri christiani ricettatori
^lli detti PP. nelle loro case, patirono grandemente ; perchè alcuni castigati gravemente, furono
condannati all' esilio; et uno di essi fu anche condannato a morte, perchè da Manila avea condotto uno
cii detti PP. alla Cina. Ho inteso nondimeno dire che la detta sentenza con li christiani non fu piena-
mente eseguita, ec.
« Li PP. Francescani Oss. Scalzi di Spagna, dopo la predetta persecutione di Jang-ìcuang-tUn ,
ancor essi, come li PP. Domenicani, da Manila rientrorono successivamente nella Gina, e vi hanno
aperto e fondato molte cristianità e missioni , et hanno anco comprato o fatte molte case, chiese,
e residenze : in Cantone hanno due case e chiese : alcun' altre dentro la medesima provincia è metropoli
. di MLWin'tung. Item nella provìncia e metropoli di Seian-tung, detta Zi-nan-fUt hanno pure casa, chiesa
et r«3sidenza : ed i' quella medesima che al principio ( avanti la detta pcrsi'cuzione ) comprò et hebbe,
coix>« si è detto, il P. Antonio da S. Maria: mentre, nonostante ch'esso Padre morisse nell'esilio
in Cantone, come sopra si è detto , però il compagno e Missionario in quella detta metropoli (Gesuita )
ritornato che fu dall' esilio di Cantone, per grazia e permissione del nuovo imperatore cinese Kang-hi
avexBdo ricuperato la sua casa e chiesa in detta metropoli di Zi-nan-fu, con ogni carità e fedeltà ricuperò
anclie la detta casa e chiesa de PP. Francescani. Dopo poi consecutivamente li medesimi PP. Fran-
cis€:^ni hanno aperto christianità e fondato Chiese e residenze in altre sette o otto città della detta
pr«>vincia di Sdan-tung . Di modo che coli' altre tre case o chiese in altre tre città, distinte da noi
Fi'^ncescani Osservanti Italiani, Missionari di Propaganda nella detta Provincia di Seian-tung, la
in&Sigior parte sono christianità e Missioni Francescane (non havendovi li PP. Gesuiti che una sola
ehiesa o residenza nella predetta metropoli di Zi-nan-fu), con altre cristianità et anco varii oratorii
fuori di essa. Item li detti PP. Francescani di Manila hanno altre cristianità, chiese, e case o resi*
denze nella provincia di Kiang-si, di Fu-kien , et sluco in quella de^Nan-king, o Nankino, Ma però
nella persecutione generale, fatta dall' imperatore Tartaro Cinese, chiamato Jung-eingt nell'anno 17S4
li detti PP. Francescani di Manila con tutti gli altri, furono pivati di dette case chiese , ec. e scacciati
via, prima a Cantone, e poi anco da Cantone scacciati via a Macao, ec.
4.
« Dopo questa universale espulsione nondimeno, passato alquanto il primo furore della perse-
catione, alcuni di essi PP. Francescani sono occultamente rientrati in Cina e andati alle predette
loro christianità e Missioni : et attualmente due di essi sono nella detta provincia di Scian-tung ; e
sono alcuni anco nella provincia di Kiang-$i, Se anco nella provincia di Fu-kien sia alcuno di essi
Pi^. pilo essere, ma non lo so di certo. Delle Missioni poi o christianità che li detti PP. hanno nella
provincia di KxMng-tung non lungi dal mare, ne tengono cura quelli PP. che tuttavia sono rifu-
giati nella città di Macao : li quali con barchette vanno per mare a consolare li loro christiani ed
^ ministrargli li Santi Sacramenti. E questo è ciò che spetta alli nostri PP. Francescani Oss. Scalzi
^^ Manila, o Spagnoli.
« Dalle lettere ricevute dalla Cina in ottobre 1740, intendo che uno delli sopradetti PP. Missio-
^^^i Francescani Oss. Scalzi nella Provincia di Scian-tung, chiamato P. Antonio della Madre di Dio,
^^ scoperto, e preso, carcerato con varii christiani e condotto in catene alla detta metropoli di 7i-
^^^J^^fu , e dal Viceré di essa fu mandato alla Regia di Pekino, diretto al tribunale de' criminosi o
^i> dove stato pochi giorni nelle carceri, dai Pekino fu mandato a Cantone , e d'indi esiliato dalla
^"^ . Li Christiani però, presi assieme col detto P. Antonio, furono castigati rigorosamente ; ma
^n con pena di morte. E questo ha succeduto nell'anno passato 1739 in settembre et ottobre, ec
s.
^ U PP. Agostiniani di Manila ancor essi finalmente passarono alla Cina, ma in poco numero,
'^^^no aperte alcune christianità e Missioni, e comprato o fatte due o tre case o chiese : una
^^ tnetropoli detta Kuang-ceu-fu^ cioè Cantone , r altra nella città detta Nan-hiang^fu nella mede-
102 CASTORANO
sima provincia di Kuang-tung. La terza panni cbe sia tra le due Provincie A'uang-tuitg e JlLuang^tL.
Però nelle predette due persecuxioni del 1707 e 17S4 , anch' essi PP. Agostiniani furono scacciati
via. — Quando io partii da Cina, e da Cantone, per venire a Roma (in gennaro del 1734) intesi dira
che nelle dette Missioni de' PP. Agostiniani attualmente vi era un Agostiniano di Manila, et era
naturale di quell'Isole Filippine, di natìone Pampango; onde nella fisonomia era quasi simile alli
Cinesi , et occultamente haveva cura di dette chrìstianità e Missioni de* PP. Agostiniani , essendo
dette loro case o chiese confiscate come tutte l' altre , ec.
• Neil' anno 1680, dalla Sacra Congrcgaxione di Propaganda Fide furono mandati similmente
verso la Cina cinque PP. Francescani Osservanti Riformali italiani : et il primo di essi chiamavasi
P. Bernardino della Chiesa (venetiano), il quale qui in Roma fu eletto Vescovo Angolicense, e fu
consacrato 'nella Chiesa dentro Propaganda. Poi fu mandato Coadministratore in secondo looco del
sopradetto Monsignor Vescovo Heliopolitano ; e dopo varii anni, il detto Monsignor Angolicense
assieme con li suoi quattro compagni arrivò nel regno di Siam neW indie, dove vi rimase un anno
continuo. Poi lasciato due de' suoi compagni in esso regno di Siam per Missionari, esso Monsi-
gnor Angolicense con gl'altri due PP. compagni si imbarcò per la Cina. De' quali compagni uno
era il P. Gio. Francesco de Nicolais, e l'altro il P. Basilio, da Gemona, e coli' agginto di Dio,
nonostante essere interdetto in quel tempo l' ingresso in Cina a' forasticri, vi entrarono felicemente et
arrivarono in Cantone ( parmi a S8 di agosto del 1684). Dove furono con carità ricevuti in casa o
Chiesa da' nostri PP. Francescani Oss. Scalzi Spagnoli , ec.
«.
« Nell'anno 1697 (come mi pare) la Sacra Congregazione di Propaganda Fide tece speditione
di altri Missionarii per l' impero della Cina. De' quali furono tre signori Preti secolari, cioè, il signor
Gio. Donato Mezzafalce Italiano, il signore D. Giovanni Mullener Tedesco, et alunno di Propaganda,
et il signore D. Ludovico Antonio Appiani Piemontese , Prete di Monte Citorio, un P. Agostiniano,
(P. Cima), e sei Francescani, due Minori Osservanti, e quattro Riformati. Li quali Missionarii In
vari tempi arrivarono alla Cina. — E di essi il detto signore Don Gio. Donato Mezzafalce, dopo
alcuni anni comprò casa in piccola città, detta Siao-tdan-tUen nella provincia di Ce-kiang, e fu poi
fatto Vicario Apostolico della medesima provincia da Monsignor de Toumon (poi Eminentissimo
Cardinale ) e f u esiliato dalla Cina assieme col predetto Monsignor Maigrot , Vescovo O>nonense nel
1706 come speciale corrispondente del medesimo Eminentissimo di Toumon: arrivò sano in Roma,
hebbe beneficio in S. Pietro, et in Roma poi mori, ve.
• Il signore D. Ludovico Antonio Appiani, assieme col signore Don Gio. Mullener, aggregatosi
già alla sua O>ngregazione , andarono nella Provincia delta Su-ciuen, e comprarono poi casa nella
città, chiamata dung-king-fu. Dopo, il detto signore Appiani parti dalla della provincia , et arrivato
poi in Cina V illustrissimo Monsignor de Tournon, e determinatosi di andare alla Regia di Pekino,
lo pigliò per suo interprete, e andò col medesimo a Pekino; da do\e, partendo poi detto Monsignor
di Toumon , ... il detto signore D. Ludovico Antonio Appiaifi fu catturato nel viaggio per ordine
dell'imperatore cinese l^ang-hi nell'anno 1706, e fu portato a Pekino: da Pekino fu mandato nella
predetta provincia di Su-duen, e d'indi di nuovo ricondotto a Pekino; e dopo essere stato ivi
alcuni anni come in carcere , .... da Pekino fu mandato a Cantone , et ivi fu detenuto in una
habitationc pubblica per molti anni (loco carceris, sed non rigorose): alla Une fu liberato circa
l'anno 17i7 dall'imperatore Tartaro Cinese ad intercessione del Sommo l^ontefice Benedetto XIU.
Sino a tantoché nell'espulsione generale di tutti li PP. Missionari dalla detta città e metropoli di
Cantone, circa l'anno 1732, benché esso signore D. Ludovico Antonio Appiani stasse inferni»
gravemente, fu parimente scacciato e portato a Macao : dove arrivato, rese l' anima al Signore per
andare e ricevere il premio di si lunghe tribolationi, come piamente speriamo.
« 11 predetto signore Giovanni Mullener, nella suddetta persecutione del signore Cardinale?
di Toumon, fu anco lui esiliato dalla Cina: ma poi col suo fervoroso zelo vi rientrò secretamente «
et alla fine ritornò anco in detta sua missione di Ciung^tìng-fu , dove dimorando insegnava lettera
europee, 0 latine, a' giovani cinesi por liabilitarli poi al sacerdotio. Dopo fu eletto Vescovo Myriopolà ^
CASTORANO 403
Uno, e Catto Vicario Apostolico delle due Provincie Su-duen et Hu-kuang, dove pure col tempo comprò
luia piccola casa, sino che nella perseculione generale del 1724 bisognò che di nuovo uscisse via dalle
sae Missioni, come tutti gì' altri, e si venne a rifugiarsi a Pekino dal signore D. Theodorico Pedrini
(fetta medesima Congregazione, dove restatovi alcuni mesi, parti et andò a Cantone. Ma dopo esser
sUU> alcun' anni in Cantone, costantemente persistendo nel suo zelo e fervore, con ingegnosa fk>ode
Tìtorwkò alle dette sue christianità e Missioni, dove ha anco ordinato due o tre sacerdoti cinesi,
coUm «piali attualmente , se come credo vive, cultiva le dette sue Missioni e christianità nella detta
proavi scia di Su-ciuen.
* Delli predetti sei Missionarii Francescani, uno de'quattro Oss. Riformati si incorporò (in Manila)
coUm predetti Francescani Oss. Scalzi Spagnuoli: gl'altri cinque successivamente fecero tutti capo da
Motft^'lgnor di Pekino, F. Bernardino della Chiesa : ma due di essi PP. Oss. Riformati (Gioseppe di Lan-
gascr^z»^ e Placido di Valsio ) bisognò che uscissero fuori della Cina , perchè dati li loro nomi nel
porS^z» di Hia^muetìf o emoù e partitisene per dentro la Cina senza licenza de' magistrati , questi
voUr^j'Mì) assolutamente che uscissero dalla Cina. — Cosi pure il sopradetto P. Agostiniano Cima, ben-
ché 'Cosse già andato alla Corte di Pekino per servire l' imperatore cinese , bùsognò che partisse e
ancLa^-asse via dalla Cina. Né più vi tornarono questi tre .soggetti.
« Dclli due predetti PP. Osservanti, uno di essi (P. Stefano da llllceto) fu mandato da Mon-
sigrm«:>r Vescovo Pekinense predetto nel regno di Cocincina, ricercato per compagno da Monsignore
Ves-<?avo Bugiensc, Vicario Apostolico di quel regno; ma dimoratovi un poco tempo, cominciò ad
infe^r^mnarsi, e poi mori dentro pochi anni. — L'altro P. Antonio di Frosinone, pure Osservante,
resi:*!» compagno del medesimo Monsignor Vescovo di Pekino , Fr. Bernardino della Chiesa, nella prò-
vinari 41 di Sdan-tung; il quale poi comprò casa nella città detta Lin-zing-ceu con denari però di detto
Mo»iks».ìgnore Vescovo: et ivi detto P. da Frosinone (o Pacccco) cominciò con fervore a fare 1' uflScio
di IbAìssionario , predicando la santa Religione cristiana , sino a tanto che nella perseculione chia-
ma.Y4> del signore Cardinale di Tournon, stante che esso Padre era stato in Pekino et ivi conosciuto,
per l'obbedienza del decreto NanìUnense (del 1707) del predetto signore Cardinale di Tournon , e
per la purità della stessa Religione cristiana , fu esiliato dalla Cina dall' imperatore cinese detto
i'*»»|^W: onde detto P.Antonio di Frosinone, o Pacecco, ritornò in Europa, in Roma, e nella sua
Provincia di S. Angelo in Puglia. E dopo varii anni finalmente dal sommo Pontefice Benedetto XllI
fa f4s,tto Vescovo di Bisceglia nella medesima Puglia, dove l' anno passato ( 1739 ), facendo 1' officio
^^ t>aoQ pastore, rese l'anima al Signore.
« L'altro quarto (Oss. Riformato) Antonio da Castrocaro in Toscana andò compagno del sopra*
detto Reverendissimo P. Basilio da Gemona nella provincia di Scensi^ dove era Vicario Apostolico,
il ^uale fece casa e chiesa in piccola città detta San-iuen-hien ; ma il detto Reverendissimo P. Basilio
™*^rt dentro pochi anni dell' arrivo in quella provincia , e lasciò suo Provicario il detto P. Antonio
^ Castrocaro. — Dopo di ciò andò nella detta provincia di Scien-si altro P. Oss. Riformato, chiamato
^' Giovanni Battista da Serravalle, Milanese, et ambi fecero casa e chiesa nella metropoli detta Si-ngan'
r> ; et il detto P. da Serravalle andò poi all' Occidente di detta provincia di Scensi e confini anco
^^ regno di Tibet. Il quale Padre da Serravalle poi parti dalle dette Missioni, et andò nella provincia
di Su^tuang , fatto in essa Provicario Apostolico da questa Sacra Congregazione di Prapaganda Fide,
^^ ivi mori di accidente nell' anno 1725 (nella detta persecutione generale del 1724), avanti di essere
stato scacciato fuori della Cina. — 11 predetto P. Antonio da Castrocaro conseguentemente fu eletto
Vescovo Lirimense, e fatto Vicario Apostolico delle due Provincie Scen-ti e Scian-si: alla qualq
^vlncia di Scen-èi consecutivamente andarono altri PP. Oss. Riformati : et uno di essi fu il P. Francesco
^ Conca, col suo compagno P. Francesco da Ottaiano: e questo P. da Ottaiano andò nelle dette
■issioni e christianità delle cìitài Lang-ceu e LcLeang-ceu, di dove parti il sopraddetto P. da Serravalle.
^^Ua. persecuzione poi generale dell'anno 1724 il detto monsignore Vescovo Lorimense, e cosi pure
detto p. dn Ottaiano, et altro Padre, scacciati finalmente dalle loro Missioni e chiese, come tutti gli
altri pp. Missionarii, andarono a Cantone in eiettione o esilio . Il detto P. Francesco da Conca pure
3<^^cia4o dalla sua missione, parti per andare similmente a Cantone : ma passando per un monte
^^^ Knedesima provincia di Seen-ti, un Gentile di quel villaggio, sapendo la tribolatione et eiettione
^&i europei, si mosse a compassione di lui, e si exhibl di ritenerlo occulto in sua casa per alcun
'^^Po, come de facto fece: onde detto P. Conca non parti da quella Provincia.
« U predetti, monsignore Vescovo Lorimense, et il P. Francesco da Ottaiano , dopo essere stati
"^ CajiioQ^ alcuni anni, occultamente rientrarono in Cina, e ritornarono in Scen^si sani e salvi nelle
i 04 GASTORANO
luro predelle cliristianilà e Missiuni. — Sino che il iletto monsignure Vescovo Lorimeiise stando In
una sua clirislianità in attuale ministerìo per dire messa, fa assalito da un accidente, o apoplessia,
e da buon pastore rese l' anima a Dio. — Dopo di che in suo loco, per meno di questa Sacra
Congrcgatione fu eletto Ve^scovo e Vicario Apostolico il predetto P. Francesco da Conca (o Saraceni)
col medesimo titolo di Vescovo Lorimense: il quale è zelante Prelato della purità della santa
cattolica Religione Christiana, e contro le già note permittioni di Mczzabarba. (Di cu! monsignore
I^riraense nuovo io fo anco le veci, ed ho dal medesimo commissione di agire appresso la Santa Sede.)
« Et attualmente dello monsignor Lorimense dimora tuttavia nella detta provincia di Scen-sf »
con un suo compagno, P. Rocco VomhsUer , Boemo : et ha anco ordinato sacerdote un giOTine ci-
nese, chiamato Ciao-Thome: a causa poi di detta perseculione, detto monsignore Vescovo sta ritirato
in un monte, dove già vi sono varii christiani, conforme il medesimo monsignore Vescovo Lori-
mense mi avvisava con sue lettere dell! 10 agosto dell'anno 1739.
• Il predetto P. Francesco da Otlaiano col tempo ancor lui fu eletto Vescovo Onense e Goadintofe
in Su'duen del predetto monsignor Vescovo Myriofltano: però avanti di consacrarsi e di andare
nelle predette Missioni e christianilà air Occidente della provincia di Seen-H , come buon operalo
rese l'anima al Signore. Circa 1' anno 1726 ii P. Francesco da Ferrere pure Oss. Riformato (il quale
da poco tempo era andato nella detta provincia di Scensi, e nella perseculione predetta dell'anno 17S4
era uscitone et andato in Cantone ) , occultamente rientrò nella Cina, e passando varii luoghi e
Provincie senza potervisi fermare, venne sino a Pckino da me; e da qui andò nella provincia di
Sdan-si, dove fu fatto Provicariu da Monsignore Lorimense Francesco Conca, et ambi indussero
molli christiani di quella provincia all'obbedienza della nota Costi tutione Apostolica: Ex Ula die ec
Il detto P. Ferrere camino tutte quelle chrislianita e Missioni, ... il quale poco tempo dopo fa eletto
Vescovo Hephestiense, e fallo Coadiutore del medesimo monsignore lorimense 0>nca. Il detto P. al
principio aggiustosst una grotta in un monte vicino la metropoli di Seian-si^ detta Tai-iuen-fu, qoalc
serviva per suo rifugio et habitatione; ma dopo fatto già Vescovo, sotto nome di un suo fido domestico
(chiamato U-iuo ) , comprò casa nella città detta Kiang-ceu, nella detta provincia di Setan^si, e
la predetta grotta consegnatala al P. Gabriele da Torino del proprio Instituto, esso monsignore Hephes-
tiense stava occulto nella predetta sua nuova casa : a cui fra poco si aggiunse il P. Eugenio di
Passano: et avvisato da me detto monsignore Hephestiense, che correva voce per Pekino di essere stato
scoperto e ricercato , se no fuggi fuori del gran muro in Tarlarla in piccolo luoco o villaggio, dove
erano christiani de' PP. (ìesuitì ; ma però essendo da ivi escluso , venne a rifugiarsi da noi In
//ai-(i«n ( vicino a Pekino), in casa di questa Sacra Congregazione di PropcLganda, comprata dal-
l'illustrissimo monsignore Mezzabarba; et ivi dimorando, fu scoperto essere stata falsa la voce
sparsa, che era stato scoperto e ricercato detto monsignore Vescovo Hephestiense; e questo monsi- -
gnore Vescovo fu ({uello che ripetutamente exhortò questo suo servo e scrittore delle presenti no- —
titie, di venire a Roma per difendere , anco a nome loro , l' onore di Dio e la perdita della
santa Religione Christiana, con informare di lutto quello che occorre in Cina questa Santa Sede,
e pregarne il dovuto rimedio , il che fu in settembre et ottobre del 1733 : come net nome di
Dio io feci a maggior sua gloria, vedendo la grave necessità di rimediare a tanti inconvenienti.
« Il quale monsignore Vescovo Hephestiense, dopo la mia partenza da Pekino, o Hai-tien,
ne ritornò nella detta sua casa e Missioni di Kiang-ceu, Cosi pure fece dopo di lui il detto P. Enge — -
nio da Rassano (che parimente era rifugiatosi da noi in Hai-iUn); nella quale casa e città d^ -
Kiang-ceu dimorando ambi, il detto monsignore Vescovo Hephestiense fu assalito da fiero accidente l:m
apoplessia sul fine dell'anno 17i7, e di ripetuti accidenti mori in gennaro del 1738. Ora poi In-
tendo dire che il detto suo compagno P. Eugenio di liassano sia eletto Vescovo Portimcnse e Goa —
diutore del sopraddetto monsignore Lorimense in luoco del defunto Vescovo Hephestiense. — E qnest '^
sin' bora dette, sono le christianilà e missioni in Cina de' nostri PP. Osservanti Riformati nelle predctL:^
due Provincie Scen-ii e Sdan-sU — Et attualmente vi sono quattro sacri operarli, cioè due Vescovi,
due PP. Missionarii,et un sacerdote di nalione cine.se, conforme ho inteso dire, chiamato Clao-Tftom»-
« Di più, quattro altri nostri PP. Oss. Riformati furono mandati alla Cina ed alle dette Missioni ^^
questa Sacra Congregazione di Propaganda: due delli quali partirono da Roma nell'anno 1736,
due nel 1739; e giorni passali liebbi nova che già sono arrivali nella Cina , et In dette missioi
Nelle quali similmente vi è un P. de' Servi di Maria di San Marcello , mandato via da Pekino ;
accolto dal detto monsignor Vescovo Portimense nella provincia di 5daft-s<, fu destinato mlssionai
e ministro nella città detta ìéUnQ*nang'fu, ec
CASTORANO 105
a.
« Delli due illustrissimi monsignori Legati Apostolici mandati alla Cina dalla Santa Sede Apo-
stolica e da questa Sacra Congregazione di Propaganda , il primo monsignore di Toumon ( poi
emì ss cnentissimo Cardinale) prima comprò casa o chiesa, in Nankino, dalli nostri PP. Francescani
Oss. Scalzi Spagnuoli, quella medesima che era stata di monsignore Vescovo Argolicense, poi Pekinensc
sopraddetto ; ma detta casa o chiesa per Io più ò stata senza P. Missionario, e già era mezza de-
sCraCta, e di più occupata dalli Gentili, anco avanti la detta persecutione generale del 1724: e cosi
né EVBeno vi sono christianità o Missioni ad essa casa o chiesa spettanti. Il detto Eminentissimo si-
gncBWC di Toumon un'altra casa, pure al principio, comprò in Cantone, e fu riedificala una portione
di «^SiSa mezzo air europea; nella quale casa, o chiesa, per molti anni vi sono stati et hanno habi-
ia.to 11 PP. Procuratori di questa Sacra Congregatione di Propaganda, et anco altri PP. Missionari!
dell^aL medesima; ma però scacciati alla Une (circa l'anno 1732) tutti li Missionarii da quella me-
tro^>oU di Cantone a Macao, anco essa casa, o chiesa, come tutte l'altre, fu occupata da' Gentili;
et laLltimamente dalli tre gioveni venuti dalla Cina ho inteso dire che la detta casa, in maggior
part^ fa distrutta dalli Gentili occupatori; e poi ci hanno riedificato alla cinese ( forse per togliere
affi&Kfto la memoria de' europei Missionarii. Deus eù non permiitat!) ec.
« W compagni poi portati seco in Cina dal detto Eminentissimo di Tournon, per quanto io so,
niSiSVUio fondò Missioni, case, o chiese, né resta alcun di essi, ec.
• Di quei signori Preti o PP. Missionarii che arrivarono in Macao (parmi sul flne del 1709),
colla, berretta cardinalltia per il detto Eminentissimo di Tournon , duo furono chiamati alla corte
di Pekìno ( dopo la morte del medesimo) per servire all' imperatore cinese I^ang-hi ; il reverendo si-
gnore abbate Mattheo Ripa , et il signore D. Theodorico Pedrini : quello per incidere in rame ;
questo per musica, ciambali ec. II signore abbate Ripa dopo essere stato in Pekino da 10 in 11 anni
ci liavere exercitato con fervore et zelo , quantum licuit , l' officio di missionario , lasciò la Cina vo-
lontariamente e ritornò a Roma et in Napoli, dove sta attualmente fondando un Collegio per gli
alunni cinesi. E con questa bella occasione fonda ancho un nuovo In$tituto de' signori preti nella
Chiesa di Dio, come è già noto, se non bastano quei tanti Instituti che già vi sono, ec.
« Il signore don Theodosio Pedrini , sotto varie vicende , alla flne comprò casa in Pekino ( al-
* occidente dentro la porta detta Si-ci-muen, e dice che 1' ha donata a questa Sacra Congregatione
^* Propaganda.)
• Altri due soggetti venuti assieme con la sopradetta berretta cardinalltia , uno chiamato P. Gio-
^'^PPe Cerù, Chierico Minore, e l'altro, P. Domenico Perroni, prete di Campiteli! , dopo la morte
^^ predetto signore Cardinale di Tournon (nel 1710), da Macao andarono a Cantone nella predetta
^^^'^ comprata da Sua Eminenza, dove sempre habitarono, senza entrare mai nell' interiore della
^tna ; e% il dello P. Cerù dopo pochi anni fu fatto Procuratore in Cina di questa Sacra Congrega-
^ioiie: il quale P. Cerù nella venuta alla Cina dell'Illustrissimo monsignor Legato Mezzabarba
nebbe anche lui alcune tribolationi. E cosi il detto P. Gioseppe Cerù volontariamente parli da
rf^^ne e dalla Cina (nel 1721), quando detto monsignore Legato Mezzabarba similmente parti dalla
^'^a per Europa ; et al presente vivo e sano dimora qui in Roma, in S. Lorenzo in Lucina, come
^'"Ui è noto. II detto P. Domenico Perroni fu fatto Procuratore di Propaganda (da monsignor Mez-
"^rha) in Inoco, o mancanza del predetto P. Cerù , e dopo alcuni anni mori stando nella medesima
^®* dì Propaganda in Cantone. — L'illustrissimo monsignor Legato Mezzabarba, dopo arrivato
^^linente in Pekino, comprò piccola casa in un villaggio detto Hai-tien tre miglia e più fuori di
*^"^Ho, fra occidente e borea fuori la porta Si-ci-muen , oppure Te-ècing-muen , vicino alla villa
^^^rtlino del fu imperatore cinese Kang-hi, et in casa vi sono stati vari Missionari di Propaganda ,
^^^ già è noto : a cui dal medesimo illustrissimo monsignor compratore fu cITcttivamente donata.
^^i^liDente stanno in essa casa di Hai-tien solamente quelli due PP. Agostiniani mandati da questa
^*** Congregazione nel 1736 per servire T imperatore della Cina — Delli compagni poi, o Missionarii
^ portò seco il detto Legato monsignor Mezzabarba, per quanto io so, altro non resta in Cina, o Macao,
^^ U R. p. Archangelo Miralda, Gherico Minore, quale attualmente sta in Macao et è Procuratore di
*^^^ Sacra Congregazione di Propaganda Fide.
106 CASTORANO
« Nell'anno del Signore 1698 fu fatta altra spedizione di cinque religiosi Minori Osservanti di
Francesco per la Cina dalia Sacra Congregazione di Propaganda Fide^ et uno di essi era il scritton
cfueste poche notizie; li quali, dopo lunghi viaggi di terra per la Germania, Polonia, Mosoovla, re
di Caian et Attracant per il mare Caspio, e per tutta la Persia, da parte a parte (dove il scrittoi
notitiatore infermatosi gravemente , pervenU utque ad porUu mortit ) ; dopo nel porto di ossa Per
detto Bondar Bassi in prospetto dell' isolctta Ormus , si imbarcarono sopra una nave di Tui
Arabi sino a Surat porto nell'Indie Orientali, e primo imperio del re^no di Mogol. E quivi poi imb
calici sopra nave inglese , passassimo per Malacca, e dopo quattro mesi di navigazione arrivassi
alla Cina, nel porto da Cinesi detto Hia-mueny e da europei Emoy , della provincia di Fii-j(t«it, e
alla fine 23 agosto 1700. Uno però di detti religiosi ( P. Antonio della Ripa Butoni della Provincia
S. Angelo) restò in dietro nel detto porto in Persia, e poi arrivò in Cina l'anno seguente i701
quale infermatosi , poco a poco ( sapeva di medicina ) il quarto anno del suo arrivo in C
( come mi pare ) mori in Cantone nella casa o chiesa de'nostri Religiosi Oss. Scalzi Spagnoli —
noi altri quattro, uno andò verso Cantone per abboccarsi col P. superiore di detti PP. Pranceic
Spagnoli: noi altri tre andassimo alla metropoli di quella provincia di Fu-kien , detta Fu-een-fu,
Vicario Apostolico monsignor Vescovo Cononense, Carlo Maigrot ; e dopo stati varii giorni con e
monsignor Vescovo, non havendo egli bisogno di noi , n(> havendo noi con che alimentarci, andassi
in due case o chiese di detti nostri Francescani Spagnoli ; e dopo alcuni mesi fossimo fatti andare ti
quattro nella pn)vincia di JLÌang-si in una casa o chiesa de' medesimi Padri nella città chiamata T<
eeu'fu , dove il datore di queste notitie cominciò ad bavere cura de' Christiani (cinesi), et a confess
in lingua cinese, coli' approvarono del Vicario Apostolico di quella provincia, monsignor Alfaro Bei
vente Vescovo Ascolenense, non ancora intieramente compito l' anno dell'arrivo in Cina. — E da quc
città Tan-eeu-fUt non havendo noi possibilità di mantenerci, andassimo nella provincia di Seian'tu\
a ricoverarci dal sopradetlo monsignor Vescovo di Pekino, Fr. Bernardino della Chiesa , dimori
nella città delta Un'Zing-eeUy in casa novamente comprata. Il quale monsignor Vescovo, con digi
ci ricevè et accolse, et il primo di noi quattro. Padre Ciò. Battista da Illiceto, offerì al medesi
monsignor Vescovo il scrittore di queste notitie per suo individuo compagno, come un altro TobU
Ma perchè quella rasa era nuovamente comprata e senza comodità per tutti noi, perciò con quali
nostro iK)co risiduo et impresHto havuto da esso monsignor Vescovo, comprassimo ancor noi una (
cola casa nella prossima città, detta Tung-àang-fu. Et essendo che noi partissimo da Roma in jk
periate seraphica^ senza ricevere viatico, né sussidii, .... necessitate compulsi, determinassi
di andare uno di noi tre sacerdoti nel Mexico (o Nuova Spagna) a cercare limosine per poter ylv
in Cina e fare la Missione : e cosi posti nell' urna li nostri nomi e tirati a sorte, sino alla terza ve
uscì sempre il nome del detto P. Gio. Battista da Illiceto: onde esso Padre, con la benedition<
lettere del medesimo monsignor Vescovo di Pekino, parti da Cina per Manila ncU' Isole Filippi
Et il fratello laico F. Vincenzo da Boiate ( della provincia Bomana ) lo mandassimo nel regno
Cocincina, per assistere al sopradetto Padre Stefano da Illiceto che stava in quella missione poco b
di salute ; ma però arrivato in quel regno di Concincina, detto F. Vincenzo si infermò, e mori pres
mente, prima deir infermo Padre di cui doveva ha\er cura; e non molto dopo fu anco dall' infei
P. Stefano all'altra vita seguito.
• 11 detto Padre Gio. Batta da Illiceto, arrivato con salute in Manila, fu ricevuto benigiiamc
da' signori Spagnoli, maxime dal signore Governatore Generale di quella città et Isole Filippine
quale non solamente concedè il passo iK>r Mexico al P. Illiceto, ma di più gli conferì la Cappella
della nave, o galeone, e gli diede la paga, o limosina anticipata, acciò che potesse mandarla a no
Cina, e noi soddisfare potessimo al debito con monsignor Vescovo come sopra contratto : il che et i
Padre in verità fece, e noi anco con sicerità eseguimmo. Felicemente andò la navigatione <lel galeone
Acapttlco;ei il P. Illiceto, da Acaputco, con salute arrivò in Mexico, dove con ogni cliarità fu ricevut
accolto da nostri PP. Francescani Osservanti di Mexico ; et introducendolo questi con varii sigi
Spagnoli benefattori, onde trovare ivi sufficienti limosine, il detto P. Illiceto con ogni celerità e i
sperila nel medesimo galeone salvo ritornò in Manila, dove sotto nome del signore Abbate Sid
(per maggior sicurezza di nostra Begola, come ei pensò ) fece un fondo nella Mensa della Miserici
di detta città di Manila, acciochè essendo noi sonza sussidii di Propaganda, primo potessimo sussis
CASTORANO 407
nella Cina nella prediciitione della santa ruligione Christiana, et secondo, acciochù avessimo speciale
cura di fare raccogliere li miseri inCanti exposti o proietti; il quale Utrumento di fondatione fa stipulato
nella città di Manila a'di 3 luglio 1706, et io ho in mie mani copia authentica del medesimo istrumento:
dal quale fondo o rendita però mai habbiamo potuto bavere cosa alcuna : et bora lo dimanda questa
Sacra Congregazione di Propaganda Fide ec. Ma con tutta la permissione del Serenissimo Re di Spa-
gna, lì signori di detta Mensa di Misericordia di Manila nò meno hanno volsuto dar niente, con-
forme io ho inteso dire : e lo può giustificare il R. P. Stefano Signorini, babitante nella casa o chiesa
della Bladalena qui in Roma , il quale da Cantone fu mandato a posta in Manila per esìgere detta
rendita del detto fondo, e non potè haverla.
« Fatto il detto fondo, il predetto P. llliceto subito parti da Manila, per ritornare alla Cina e da
noi : ma il Une fu contrario al principio; perchè questo fu molto felice, et in fine assai infelice : mentre,
primo, la navigazione di Manila a Cina andò male, e la nave da fiera tempesta fu portata a Batavia
nelP Indie; secondo, da Batavia arrivato di ritorno a Macao il detto P. llliceto, trovò e la Cina e Macao
medesimo in molta perturbatione e confusione per la perseputione già esposta di sopra, detta del
signore Cardinale di Toumon; terzo, non potendo detto P. llliceto stare in pace nella detta città di
Macao, dove era da signori Portoghesi perseguitato a causa che obbediva airordini del signor Cardinale
di Toumon , né potendo entrare pubblicamente nella Cina per causa della detta persecutione, pensò
entrarvi di nascosto e venire occultamente da me in Sdan-tung: però (oh dolendum l) imbarcatosi
detto P. Gio. Batta da llliceto sopra piccola nave in Macao per venire a Cantone, mai più si ha havuta
nova certa dì lui . Tornarono bensì in Macao alcuni huomini di quella nave a vendere alcune cose
sacre, inditio certo del tradimento et assasinamento fatto al detto povero P. llliceto ; ma nissuno
i\i in Macao fece inquisitione di lui , per essere (all' bora) quei signori Macaensi poco favorevoli a
noi altri Missionarìi mandati da Roma. L'altro mio compagno, P. Gabriele Antonio da S. Giovanni, che
stava nella nostra predetta casa o chiesa nella città di Tung-àan-fu , per importuni scrupoli e peni-
tenze indiscrete presto perde la salute di mente: onde fu necessario mandarlo via nell'anno 1706.
Il quale dopo varii anni già alquanto migliorato, arrivò in Europa et in Roma, di donde era partito ;
e Analmente tornò nella sua provincia di S. Angelo in Puglia, et alla fine morì con odore di santità,
stando predicando la Quaresima in una terra, et ivi fu sepolto e giace; mentre quei signori preti
et il popolo, conforme dicerto ho inteso dire, per la loro devotione non poterono mai indursi a resti-
tuire il dì luì corpo a' suoi Religiosi, come essi con replicate instanze volevano.
« Partiti , 0 periti, dunque, tutti li suoi compagni degl' Osservanti, rimase in Cina il solo povero
Toòtolo ( compagno individuo del predetto monsignore Vescovo di Pekino, Fra Bernardino della
Chiesa). Hor questo Tobiolo per infinita misericordia dell'Altissimo ancor vive, e coll'aggiuto del
medesimo ha faticato e patito molto, servendo il detto monsignor Vescovo di fedele compagno, economo,
secretano, e poi anco di Vicario Generale; non omettendo però il suo primario flne et officio di
Missionario: onde apri e fondò sufficienti christianità e Missioni, anco per campo$, valle» et monte»,
non solamente sotto il territorio di detta città di Lin-zing-eeu, ma anco in tcrritorìi di altre città, co-
me tono Kuon-hen, Tang-i-hien^Tung-eiang-fu, Ci-ping-IUen, Sen-hien, Jang-ku-hien, Tung-ngo-hien,
Pitig-in-hien, Vu-eing-hien, Hia-zin-hien, Sghen-hien, Te-ceu, King-ceu, per il tratto da Austro a Borea
dì cinque giornate nelle due Provincie Sciang-tung e Peking^o Pe-ei-lù Comperò casa,o residentia grande
nella detta città di Tung-ciang-fu, mutando quella piccola comprata prima. Et altra chiesa fece nella detta
città di Vu-eing-kien. Item exhortò et anco aggiutò li christiani a fare varii oratorii nelli villaggi.E queste
.sono le christianità e Missioni in Cina de' Religiosi Oss. di san Francesco, Missionarìi di Propaganda
Fide, per la manutentione et accrescimento delle quali ha sempre dimandato e prega aggiuti di altri
operarli suoi Religiosi, tanto stando nella Cina come dimorante, al presente, in Roma: mentre,
benché col corpo visìbile stia in Roma, col cuore e spirito tuttavia sta in Cina, acciocché quei
che col suo mezzo Iddio ha ridotti nella via della salute, per mezzo di altri operarli suoi fratelli,
si degni di introdurli nella vita etema. Et attualmente nelle dette christianità e Missioni vi sono
tre no6tri Religiosi Osservanti Missionarìi, ed il quarto parti ultimamente, il quale, al presente
(Novembre 1740), già sarà arrivato in Cina et in Macao; il quinto si desidera per metterlo dì
residenza in Pekino, o Hai-tien, per il flne più volte rappresentato. — Li detti Religiosi a causa della
persecutione fatta nel 1724, che ancora dura, stanno occulti in Cina, e dimorano nelli predetti orato-
rii, o in case de* pii fedeli ; perché nella predetta persecutione generale del 17S4 fatta dal detto cinese
imperatore Jung-àng, le dette tre case, chiese o residenze di Tung^ciang-fu, Un-zing-ceu, et f«-
ting-hien, sucessivamente, come tutte le altre, furono confiscate et occupate già da Magistrati gentili:
1 08 CASTRO
benché in LU-zùag-ceu resti tutlavia (con indiulria e duni) alcuno residuo. Cosi pure resta liben
la sepoltura, o cemeterio, quale lo feci al predetto mio monsignore Vescovo di Pekino dopo su morte:
e poi vi feri anco un oratorio contiguo, ec. > — Finalmente il Manoscritto si conchiude con la seritcwm
seguente.
— j. M. J. Versio monumenti, seu lapidis sinici, cum notitia
de praedicata Religione Christiana in Imperio Sinico , litteris seu
characteribus sinicis insculpti circa annum Domini N. J. Xti 786,
et inventi prope moenia civitatis Si-ngan-fii provinciae Seen^si in
imperio Sinarum.
Sudo altre i3 pagine, cioè dalla 619 alla 63i. • liane versionem {tgìi dke im principio}
lacere conatus sum ad litteram quantum licuit: parentheses vero addidi sive prò notis, sire etiam
ad maiorcm claritatem. » Ed in Une aggiunge: « Ego Fr. Carolus Horatii a Castorano Regolaris
Obser>antiae Sancii P. Francisci, in Sina per triginta conlìnuos annos et amplius llissioiiariiis» !■
dioecesi Pekinensi Vicari us Generalis, et dcmum in eadcm dioecesi in Tarlarla et in regno Goreae
Delegatus Ap(^istolicus, c\ lingua et characteribus sinicis (e papiri folio super ipsummet lapidan
orig^nalem impresso) in latinum scrmonem fldcliter transtuii. Dalum Romac in Aracoeli die 14
mensis iulii, anno Domini 1741, manu propria. • Non occ(»rre che accenniamo qui l'altissii
importanza di questo monumento cinese, del quale si sono occupati tanti distinti ingegni; tra
altri, de' più antichi, il Kirker nella sua China iUtuttrata, e de' più recenti, il valoroso abate Hi
nella sua HUtoire du diritiianitme eu Chine ec. Tanto la traduzione che le note del Padre
Castorano crediamo che debl»ano tenersi in molto conto, essendo stato cosi pratico della storia
della letteratura cinese.
127. Castro. — Historia eclesiastica y seglar de la Coloni____a
Betis, aora la ciudad de Baxalance. Sus primeros Obispos y
tronos, invictissimos martires y gloriosos confessores. Varoni
ilustres en virtud, letras y armas, hijos de la mesma ciu<
Escri viola Fr. Christoval de S. Antonio y Castro , de la Obse»^
vancia de San Francisco, Lector Jubilado, Califlcador de el San. "
Oficio, y Guardian del Convento de San Francisco de la ciud;
de Baeza. Dedicada a la mesma ciudad de Baxalance. Con p-
vilegio. Impressa en Granada, en la Imprenta Real, por
tasar de Bolibar. En la calle de Abenamar. Ano del 1657. A co^<^
de Agustin Matia de Velasco , mercader de libros.
Vii volume in foglio, <ll 2 carto pn^liminari non numerato e ii9, con altre 7 A^ Indice in ^%*^^'
Vi sono le biogranc di alcuni celebri nostri Missionari, che forse non s'incontrano altrove. Come*
P. Fr. Antonio <Ia l^ira, tres vefeg MiniHro Provincial de Granada, Comit*ario Yititador de tot
vincias de Valencia y Canaria9f che renunció mnehof oficio» y el Ohinpado de Parag%ULy a
IK'I P. Fr. Antonio di Jesus y Velasco, che paso a la* India» en Campania del tanto Fr. FraneifC^^ ^
Morente, con deseo de padecer martirio, y murv'i adornadn de nnuha» virtude» el ano i608 . M^l
P. Fr. Bartolomeo daCabecon, Ministro Provincial en el Suevo Reyno de CMranada en Indi4u,
murió. Del Padre Fr. Francesco da Morente, apo9tolico Predieador, per l cui meriti Mzo Dtot aiffU
milagro», renunció el ofieio de Guardian y pagò a India» con de»eo de padecer martirio. Ed altri ^
clii, tutti nativi di Baxalance presso Cordova. N' A nn esemplare nella Biblioteca Colombina di SU-faC"^*^
CASTRUCCI - CATECHISMO 1 09
p, 128. Castrucci. — Viaggio da Callao (Perù) alle tribù infedeli
" de Zapari e dei Givari del Padre Emmanuele Castrucci de Vemazza,
Minore Osservante Riformato.
Pubblicato , in 8, nei numeri i, 2 e 3 deir anno primo delia Cronaca delle Missioni Fran-
cescane {Roma, 1860). Fa scritto in ispagnuolo e messo a stampa in America. Questa è la traduzione
eh* io ne feci in italiano a preghiera dell' autore . Non cito l'edizione americana, perchè l'esemplare
eh* io n' aveva avuto, e su cui condussi la traduzione, andò smarrito nel trasporto d' una parte de' li-
bri di mio uso da Roma a Genova. Il viaggio fu fatto, partendo da Callao nel Perù, gli anni 1845 e
18i6, per tentare d' introdurvi il Cristianesimo.
1 Zapari e i Givari sono tribù selvagge e feroci in riva al Pastaza e al Bobanaza, nelle contrade
attraversate dal Maranon, che diconsi appartenere al Perù. D' una di queste tribù (di Zapari) così
parla il valoroso Missionario: • Arrivati al quinto popolo dei Zapari, conobbi da essi che la loro tribù
non si componeva che di un 1000 individui, sparsi per immenso paese, e divisi in tanti piccoli popoli,
che abitano grandi capanne ; ciascuno di circa 100 individui, e tutti independenti l' uno dall'altro, con
OD proprio capo, che si eleggono, e chiamano Curuca Sono le capanne tessute di rami d' albero,
ctùamato Tarrapoto, coperte di crini, o di foglie di palma, in forma d' alveare, di circa 25 palmi di
larghezza, e 18 di lunghezza. Dormono poi in una specie di reti sospese in aria, tenendo tutta la notte
ttD lume acceso da presso .... V è uso di poligamia In generale sono molto superstiziosi; ma
non credono in divinità di sorta, né hanno idea dell' immortalità dell' anima: mettono ogni loro fede in
cerV erba chiamata Pirripirri, tenendo che masticata e sputata in aria, abbia virtù di contenere le piug-
sic* l venti ed ogni altra intemperie. Abborriscono dai bianchi La loro .veste consiste in un
grembiule di corteccia d' albero con cui si coprono la metà del corpo ; e il loro lusso maggiore, nel
dipingersi assai, a varii colori, faccia, mani, gambe, piedi. . . Le donne poi s'adornano di piume
variamente dipinte il capo e per mezzo di conchiglie pescate nei laghi si tagliano i capelli , che gli
^mini conservano come uno de' principali loro ornamenti.... Le loro armi sono cannoni di legno , lan-
c« di acero ; ... e tutta la loro vita consiste in tagliare alberi e costruir capanne .... Loro cibo sono ba-
'^■^i • scimmie, cocodrilli, quadrupedi. ; . . . bevanda la CMcha, fatta con radiche d'alberi .... Quando
muoiono, se è uomo, lo seppelliscono nella stessa capanna in cui visse, con le sue lance, e un vaso pieno
^^ Chicha ; . . se è donna, con i vezzi suoi più preziosi ; . . se bambino, con una ampolla di latte , trat-
^ dal petto di sua madre. •
»^ 129. Castuera. — Historia de la persecucion y guerras de
^ Cochinchina el ano de 1785: por el P. Fr. Manuel de Castuera
^^ Nostra Senora de los Angeles de la Provincia de S. Gabriel.
Nativo di Magacela, professò l'instituto Francescano nella Provincia di S.Gabriel il 1770, e
^^^^ per le Filippine il 1779, donde fu mandato alle Missioni della Concincina. Vi lavorò con multo
'^'U), e vi ebbe a soffrire durissimi travagli, finendovi la vita il 12 di febbraio del 1790 in età di 37
*"*^*- Così il Padre Huehta (EHado , eU.)
■^ 130. Catechismo in Arabo ed in Italiano ad uso dei fedeli
^ Terra Santa. Gerusalemme, nel Convento de' Padri Francescani,
^^"7. Dedicato al Sommo Pontefice Pio IX dal Padre Paolo Anto-
^^^ da Moretta, Presidente di Terra Santa.
Chi sia Fautore del Catechismo non so. Il Padre Paolo fu poi Deflnitore generale dell' Ordine,
^ olentissimo del ristoramento de' buoni studii. Mori in Roma nel convento di Aracoeli al temiK)
^^ generalato del Padre Bernardino da Montefranco, presentemente vescovo di Terracina , Sezze e
110 CAULIN - CHAGAS
Sàmmf,.
Pipemo , e gii anch' egli per sei anni Custode della Terra Santa; a cui si deve il pensiero di scrivei
la Storia dmversale delle xosthb hissiom, che a me volle affidata , benché non \i fossi oonveniei
temente preparato. Ed egli desiderava, anzi voleva, che si compisse nel suo sessennio, temeiid
che poi avesse a rimanere interrotta. E così avvenne. Mancavano i documenti, i libri indispensabili,
non era possibile proseguire: forse bisognerebbe rifare da capo tutto il lavoro. Ben era sua volonl
die i documenti si raccogliessero, e nessuno mai mostn'j generosità maggiore della sua per la glori
dell'Ordine: ma, causa i tempi che ingrossavano, non ebbe corrispondenza. Diciannov' anni dipoi I
stesso andetti a frugare per le principali Biblioteche d' Europa, invialo dal presente Superiore G«oera!
dell' Ordine, Padre Bernardino da Portogruaro ; e da questi soli cenni veggano i lettori qual ne tosi
r importanza.
131. Caulin. — Historia coro-graphica naturai y evangelica d
la Nueva Andalucia, provincias de Cumanà, Guayana y vertien
tes del rio Orinoco, por el R. P. Fr. Antonio Caulin, dos vece
Provincial de los Observantes de Granada , dada a luz de orden ^
a expensas de S. M. (Carlo III) ano de 1779. En Madrid, por Juai
de S. Martin, impresor de la secreteria de Estado y del despacb
universal de'Indias.
l'n volume in foglio, di 8 carte nun numerate e 483 pagine, col frontispizio inciso, un Mapa à
la Sueva Andaluda , e tre altre incisioni dentro, che rappresentano il martirio dei Padi
Ix)pez e Sebastiano Delgado con due compagni fratelli laici, e del sacerdote francese Nicola Gervasi
de i^bride, nominato vescovo da Benedetto XIII. È un opera del massimo interesse per la geografi
e la storia, sotto ogni aspetto, cosi della Nuova Andalusia come delle Missioni Francescane, verament
gloriosissime in quelle contrade; e specialmente |>er T ampia deschpdon che ^ del famoio Orimoe
haxta su rerdadera origen, y de Un rio$ subalternos de que se compone y naciones que habUan e\
ellos. N*!^ un es(>mplare nella Biblioteca dell' Uni\er8ità di Valenza, e<l io n'acquistai uno dal Maison
neuvc in Parigi al prezzo di 100 franchi. È opterà ricercatissima, e perciò fatta assai rara e difllcU
a trovare.
132. Cea. — Thesaurus Terrae Sanctae, quem Seraphica Mi
A^ nonim Religio de Observantia inter infideles, per trecentos e
amplius annos, religiose custodit, fideliterque administrat: Ah
thore R. P. Fr. Didaco de Cea. Romae, Tjt)Ìs Propag. 1639.
Sfetinp
Vn volume in 4, di cui posseileva un t>somplare rEsc.\u»PiER (Catalog. della sua HibUol.J^
tre ultimi fugli del testo manoscritti. Il Padre Diego da Cea era nativo di SfKigna, e fu valente teol«^
e Commissario generale deir Ordine nel convento d' Aracoeli in Roma, do\e mori il !670.
133. Chagas. — Rela^ao do que aconteceu na cidade de
da Ilha Terceira, depois da felix acclamagiìo d' el rei D. JoSio
na restora^ao do castello de S. Jo5o Baptista, pelo P. Fr. Diogo
Chagas, Franciscano dos Agores.
Relazione molto importante, dice il Silva (Diccionario Bibliographieo Porlughez^ Lùidoa,
pubblicata qualche anno fa dal signor Jasè i»e Torres nel voi. XV del Panorama {Pubblie,
di Lisbona. ) Comincia alla pagina 140, e Qniscc alla 230. Pare che di questo Padre esistano
manoscritti di non minor valore.
CHAGAS - CHIESA 1 1 1
134. Chagas. — Verdadeira e individua relagSo do que se tem
obrado em Costantinople sobre a reedifigsio do tempio do santo
Sejpixlcho de Jesu Christo, situado na santa cidade de Jerusalem.
Fr. Joào das Chagas fez inxprimir. Lisboa Occidental, na oflBcina
de José Manescal, 1722.
Sono 43 pagine in 4, tradotte dall'italiano.
4 35. Champs. — Voyage de la Terre Sainte et du Levant, par
le P^. Fr. Barthelemnxi des Champs, Recolect. Liege , Danthez,
1678.
Un piccolo volume in 8.
136. Chiesa. — Lettere del Padre Fr. Bernardino della Chiesa,
de** Minori Osservanti Riformati, Vescovo di Argoli e Vicario Apo-
stolico nella Cina.
Il Padre Bernardino della Chiesa, dell'Osservante Riformata Provincia di Venezia, fu inviato in
Cina con quattro suoi compagni dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide l'anno 1680, eletto
e consacrato Vescovo Argolicense prima di partire, e destinato ad coadministratorc del Vescovo Elipo-
U^no nella Provincia di lun-nan. Correvano difficilissimi tempi per le Missioni cattoliche in Cina,
e difficilissimo ebbe il viaggio e la Missione.
Ne parla il Padre da Castorano nelle suo Notizie della Citia da noi sopra citate; e largamente
se ne parla in un Manoscritto (Alterìano) della Reale Biblioteca del Palazzo di Ajuda in Lisbona, ove
sono anche riferite parecchie sue lettere interessantissime e piene di carità apostolica. Un'altra la
rtnvenni nell'Archivio Mediceo di Firenze, nel carteggio del Canonico Apollonio Bassetti , Segretario
di Cosimo III. È indirizzata al Gran Duca di Toscana, e dice cosi :
• Altezza!
• Sono a notiilcare a vostra Altezza il mio felicissimo ingrosso in questo grand' imperio della
^^Qa, con due Religiosi miei compagni (gli altri due gli aveva lasciati in Missione nel regno di Siam),
la dove dal S. Pontefice e dalla S. Congregazione di Propaganda Fide fui inviato per promovero e
procurare con ogni modo possibile la conversione di questi popoli infedeli, e curare molti cristiani,
che per molti anni s'aumentarono col mezzodì tanti buoni Religiosi di diverse Religioni in questo
■•issionL II mio arrivo seguì alll 24 d' agosto 1684 nella provincia di Quantum , et alli 27 dol
^'JtHleslmo terminai con delti miei compagni il viaggio travaglioso di qualtr' anni e cinque mesi in
^luesta città di Quam-cheu, metropoli di detta Provincia, dove fummo ricevuti dai nostri Religiosi
^®*>^anti Scalzi di Spagna dell' Ospizio e Chiesa del N. P. S. Francesco. 11 modo sì facile con cui
^''^rammo in questa gran China, quando temevamo gravissime difficoltà ed impedimenti, fu più
*^lno che umano ; onde possiamo sperare che il Signore, il quale il più delle volle si serve d'inutili
"^nienti in opere di gran considerazione, magnificando in ciò la sua onnipotenza, voglia valersi
^'^^'^^ di noi altri, mentre sani e salvi ci ha condotti in hoc mare magnum, dove li pescatori evan-
^'ici ritrovano innumerevoli gentili, che non ancora gustarono il pabolo della divina parola. È
^ Vero che la conversione di questi ò molto poco in comparazione di quella che polria essere,
k ^^^ operai fossero molti : né vi è altro modo a provvedere a tal difetto, se non d' instituire catc-
^^t naturali; il che non può effettuarsi senza somministrare a ciascuno d' essi il proprio sostento:
**** impossibile senza copiose limosine de'Principl cristiani ec. . . Quam-cheu, 29 novembre !684. •
Altre sue lettere, ed interessantissime , sono nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia: vale a dire:
^*traitod*una lettene scritta da Monsignor Bernardino della Chiesa, oggi Vescovo diPekino,a
112 CIIINCIULLÀ
«•■••p.
Monsignor Vescovo di Berito, dalla Cina, in data de' ^6 ottobre 1698, giunta in Roma e ricapitata nel
mete di deeembre 1702. Nella quale lettera esponeva le necessità delle Missioni cinesi, e la guerra cbe
si faceva allo stabilimento di una chiesa Francescana nella corte di Pekino. È data in Nang-king.
2. Quattro lettere del Re di Portogallo al Vescovo di Pekino, Fr, Bernardino della Chiesay Francescano,
La prima è data il 22 di marzo 1697: la seconda, il 20 mar/o 1700: la terza, il 10 maggio 1700: la
quarta, il 6 maggio 1701. Esse riguardano 1 diritti che il Re di Portogallo pretendeva di avere nella
creazione dei Vicariati Apostolici della Cina. 3. Traslato del capitolo di una lettera del Vescovo di
Pekino, Fr. Bernardino della Chiesa, scritta in Lin-chim-chieu neM2 di maggio del 1701 , a D. Rodrigo
de Costa, essendo Viceré e Capitano generale dello stalo dell' Indie. Vi parla del Patriarca di Tournon e
delle difficoltà gravissime delle Missioni della Cina. 4. Lettera del Padre Bernardino della CìUesa , in
cui dà notizia de' favori avuti dall' Imperator della Cina. È data in Kian-ning il li agosto 1699.
Un' altra ne trovai nella Laurenziana di Firenze con questo titolo: intiera di monsignor Bemat'
dino della Chiesa, Minore Osservante Riformalo» Vescovo della Cina, ni Patriarca MezzabarbcL Essa
ò data in Lin-zin-ceu, addì 17 agosto 1719.
Finalmente una sua lettera pastorale latina trovasi fra' codici latini della Biblioteca Nazionale di
Parigi. Essa incomincia cosi : « Nos Fr. Bernardintu ab Ecclesia , Ord. Min. S. Francisei, Dei et Apo-
stoUcae Sedis gratta ^piscopus Pekinensis, omnibus dioec^sis nostrae Patribus Missionariis ee. » Ed ò
data in Lin-zin-ceu, il 24 settembre 1718.
137. Chinchilla. — Memorial a el Rey de Espana, por el Padre
Fr. Antonio de Chinchilla de la Orden de S. Francisco, Califlcador
del Consejo de la Inquisicion, Procurador General de la Provincia
de S. Cruz de Caracas.
È un foglio a stampa, senza data, e difficilissimo a rinvenire; onde stimiamo utile riprodorlo
qui interamente, essendo un documento di non poca importanza perla storia delle Missioni Fran*
cescanc fra i selvaggi dell'America nel principio del secolo XVII.
« Senor.
• Fray Antonio de Cliinchilla, de la Orden de nuestro Serafico Padre S. Francisso, Padre y
Dinnidor mas antiguo de la Provincia de Santacruz, y Caracas, y su Procurador general, Gomis-
sario del Santo Otlcio de todo el Arcobispado de Santo Domingo, Califlcador de los Tribunalcs de Car—
lagena, y Mexico, y del Consejo de la santa y general Inquisicion, dize: Que ha mas de treinU yi
cinco afios, que passò a aqucUas parlcs a expensas de V. Magostad (corno consta por certiflcacioiE
de la Real Casa de la contratacion de Sevilla) y se ha ocupado on ellas en la conversion y cnsc-
ilanvA de sus naturales , porque es bien notoria a V. Magcstad la con<iuista de los Indios Cumana.
gotos, vezinos a la dicha Provincia de Caracas, que se ha encargado a difercntes personas.y dt
spues de mas de ochenta anos, y varios iiccidcntes, se Ita fundadu y poblado la ciudad de la Nue\ -.
Ilarcelona, a vista de los naturales, i»or el Goveriiador don Juan de Orpin, y en loda su jurlsd^^r
l'ion ay muchas naciones, que son la de los misinos Cumanagotos , que es muy cstendida de p^^^
blaciones, y la de los Caribes, y sus aliados, y contldentes, corno son Curumucuares , Chacopata-^^H
Piritus, Aguarequenes , Guachas, que por olro nombre se Ilaman Palenqucs, Tagari's, Topocul
y Cores, y otras muchas que habitan a ias espaldas de la ciudad de Cumanà, y los Llanos,
son los Chaymas, Chaymagolos, Ayayes, y Apolonios, gente perjudicial, y que tienen infesl
aquellas Provincias, y sus costas de Cumanà, Margarita, C-iracas, y Guayana, robando, y
tando a quantos topan , sin perdonar a uinguno , sustentandoso de carne humana , que es el
a que les obliga a hazer la dicha infostncion, y por tierra cicrran los caminos, y comercio
dichas Governaciont^ , sin que tengan seguridad Ias hazicndas de los Espanoles, adonde llega^
matar los que eslan en ellas para su sustenlo , que es su ordinario , dano que pide breve
elicAZ remedio en tan precisa necessidad. El Governador de la dicha ciudad de la Nueva Barcelc
y sus Regìdores, y Alcaldes ordinarios, y su Procurador general, y demas vezinos princii^;
della, con assislencia del Cura, y Vicario do aquella jurisdicion , citados (ante dicm) en dos
bildos abicrtos, que hizieron en Ireintade Novicmbre de seiscientos y quarenla y tres , y de i
de sciscientos y quarcnta y siete, acordaron, y rcsolvicron cn diciia ciudad se fundasse un
cimoNicA 113
vento de la Religion d(3 nuGStro Padre S. Francisco , por no aver ella otro de las dcmas Heligioncs,
y por la falla quo ay de Religiosos, pues en loda la dicha Provincia de Santacruz, y Caracas
abrd ochenta, poco mas ò raenos, en catorze Conventos, que son Santo Donìingo, Puertorico,
Jaiuayca, Trinidad, Margarita, Cunaana, Caracas, Valencia, Varquisimcto , Tocuyo, Carora, Tni-
\illo, Maracaybo, Coro, y en ios mas de los referidos lugares hau muerto de las pestes muchos
Religiosos , qae aun para la dicha Provincia faltan Predicadores, y Ministros Evangelicos , cuya falla
ubligò a que se le pidiesse al Capitalo Provincial, que eniLiassc cuatro que administrassen desde
Inego los Santos Sacramentos, y que para la casa, y su sustento los vezinos acudirian con sus
liniosna^, y por no averlos no luvo efcclo, con que se ocurrc a V. Magcstad, y se le da cuenUi
para su remedio, y para el dicho Convento sonalaron un solar, y casa, y olro que dio el Maestre
de Campo Juan Scdcno de Àlhomoz (de que hizo especial donacion para ci dicho efecto) en onze
de Abrii de dicho ano de quarenta y siete, y para elio el suplicantc tornò possession para la di-
cha fundacion; y el Governador de dicha ciudad Francisco Berrocal de Ocampo; y el Licenciado
don Pedro Luis de Salazar, Oidor de la Real Audiencia de Santo Domingo ; y ci Governador Fran-
cisco Turrillo de Yebra, que lo fue de Cumanà; y ci Licenciado don Manuel Pacheco Salgado Abo-
^tulo de dicha Real Audiencia, y otras personas de credito informan a V. M. quanto conviene, que
los Religiosos de la Orden de nuestro Padre san Francisco hagan la dicha fundacion en la dicha
ciudad de Barcelona, y Ics den el pasto espiri lual a los vezinos della, por la falla que liencn de
Ministros, a que les obligó a hazer la suplica a V. Mageslad, corno lodo consta por los papcles,
informacion, y carlas que presenta.
Suplica a V. Mageslad aya por presentados los dìchos papeles, y recaudos, y en su virtud
mande aprovar la dicha fundacion, y que se le dò liccncia al suplicante para llcvar dichos doze
Religiosos que administren los Santos Sacramentos, assi a los dichos vezinos, y a Uis demas nacio-
nes mencionadas, por quanto ay muchos dellos, que han comen^ado a recibir el santo Evange-
lio, comò lo informò el Obispo don Fray Juan Alonso Solis, Obispo de Puertorico, que lodo consta
IKir sus informes, y del dicho Governador don Juan Orpin. Todos estos medios cQcacissimos se en-
caminan al mayor servicio de Dios, y de V. Mageslad, que guarde para defensa, y amparo de la
Monarquia Catolica, ec. •
9
138. Chronica da Ordem de S. Francisco [incompleta),
(^)si è segnata nel Catalogo della Torre del Tombo di Lisbona. Ma dovrebbe dire : Chronica da
Terra Santa, di cui il Manoscritto è il libro HI, in 8. Di fatti, comincia : Do Monte Sion nos-chama
a proposifùo e instiluto da presente ohra para o Monte-Calvario ; e d'aqui para o$ mas santuario^
fora da cidade santa. È un lavoro mollo ben fatto e compiuto : peccato che manchino i primi due libri !
139. Chronica Serafica de la Provincia de Castilla.
Manoscritto di tre volumi in foglio: il primo, di pagine 434 : il secondo, di 480: il terzo, di
440.Non ha nome di autore. Appartenne già all'Archivio Generale del grande Convento di S. Francesco
di Madrid. Disperso con tutta la immensa ricchezza degli altri Manoscritti che vi sì conservavano
nella rivoluzione del 1834 , venne a caso trovalo e riacquistato da zelanti nostri Padri Missionari
per le Filippine del Collegio Francescano dì Pastrana, Provincia di Guadalajani, dove potei studiarlo
a mio agio: e veramente per la storia delle nostre Missioni è prezioso, specialmente per le missioni
del Collegio di Santa Croce di Queretaro , della Florida, dell' Orenoco, del Piritu, del Messico, non
«•he di Algeri in Africa, e per alcune stupende biograQe di insigni nostri Missionari che vi si distin-
sero. Mi si consenta rammentarmi qui a' buoni Padri del Collegio di Pastrana, dei quali conservo
e finché viva conserverò sempre dolcissima memoria: io so V aiuto che mi prestarono, e T editlcazione
che ricevei dalla loro santa conversazione e dallo spettacolo della loro vita apostolica ! Oltre di avere
albergato per più che sei mesi nel loro Ospizio di Madrid, dove dal Padre Vincenzio del Moral, che lo
presie<le, r. dal suo compagno Fratel Pasquale, ebbi tanta e cosi gentile carità, che solo Dio può
rimeritameli ! Se accaderà che leggano queste mie parole, li prego a non dimenticarmi mai nelle
loro orazioni.
8
\\i CHRONICA - CIUDAD REAL
». 140. Chronica de la Pro\ància de Castilla.
Manoscritto in foglio, di 513 pagine, senza nome d* autore, e diviso in tre libri; già appartenutt
air Archivio Generale del nostro grande Convento di San Francesco di Madrid, ed ora del Collegio de
nostri Padri Missionari per le Filippine in Pastrana. Ricco anche questo di preziose notizie delle nostri
antiche Missioni , è specialmente notabile per quel che narra del viaggio di Frate Giovanni da Piai
(tarpino in Tartaria, della scoperta delF America, fatta dal Colombo, e della conquista e delle prioM
nostre missioni delle Canarie.
«• 141. Ciprio. — Januensium monumenta per Fratrem Christo-
"^^ forum Ciprium Ordinis Minorum confecta ab anno 1049 usque ad
1470.
Manoscritto cartaceo in foglio, appartenente alla Biblioteca dell* Università di Genova. È ricordati
anche dall' Olivieri ( Carte e croruuhe manotcrUU per la storia di Genova. Genova, Sordo^MuU, i855)
jfi.
142. CiREGLio. — Relatione del Convento di Giaccherino della
Religione di San Francesco Minori Osservanti della città di Pistoia
scritta dal Padre Fr. Bonagratia da Cireglio , di ordine del M. R
Padre Fr. Giovanbattista da Borgo alla Collina, Ministro Provin-
ciale del medesimo Ordine nella medesima Provincia di Toschana
Nel anno 1663-1664.
Manoscritto cartaceo in 4, del secolo XVII, di carte 109 numerate, con molte altre carte aggiun
qua e là nel Codice, senza numerazione. Vi si dà notizia del Convento, e de' suoi obblighi ce, e se^s
registnino gli inventarli : seguono notizie d' illustri Keligiosi e Missionari che in quello vissero
morirono, e si narrano le lotte che i Francescani Osser\anli ebl>ero a sostenere por conservare il li»
Convento. A carte poi 103 è una Relazione delle feste fatte in Pistoia per la promozione al Poitti/fcca
di Clemente IX nel 1667. È nella Biblioteca Fortiguerriana di Pistoia.
143. Cittadella. — Successi d'alcuni nostri Frati Minori I^
^"^ fonnati, Missionari d' Albania, et altri fatti adherenti nelli
vagli dell' Albania, scritti di propria mano dall'occulato testimo
Fr. Leone da Cittadella, sacerdote Missionario.
Cosi il P. Antonio Maria da Vicenza, in una recente sua Bibliografia riguardante VOss.
l*rovincia di Venezia, dicendo che il Padre da Cittadella mori in sua patria il 1678.
Mt
Anerioi
n.. 144. CiUDAD Real. — Gran Diccionario o Calepino de la L
gua Maya de Yucatan : por el P. Fray Antonio de Ciudad
de la Orden de San Francisco.
Quest'opera numerava sei grossi volumi in foglio, e si ronser\'ava Manoscritta nel nostro Conv
di Merida. 11 Padre Fr. Antonio nativo della Mancha, erasi recato <l:illa Spagna in America V e
1373, coli' insigne suo confratello Diego Landa, di cui diremo a suo luogo; imparò molte li
native dell'America, e scrisse di vario argomento. Oltre il Dizionario, si conservavano nel sopradcS
Convento i suoi lavori seguenti:
CLAIRMONT - COELIIO H 5
— Sennones de Santos eii Lengua Maya.
Manoscritto in 4.
— Tratado curioso de las grandezas de Nuova Espana.
È anche ricordato dallo Squier f" Jfono^. of Àuth.J. Credo che sarebbe utile, anzi necessario,
che r Ordine incaricasse qualche giovane Padre di un viaggio per le due Americhe, onde raccogliere
notizie de' numerosi e interessantissimi documenti relativi alle nostre Missioni, che ancora restano
ne' nostri Conventi, o sono stati accolli e si conservano nelle pubbliche Biblioteche, come testé ha
fatto l'Ordine Domenicano: allora soltanto si potrà scrivere la vera storia delle nostre Missioni. Ho
dello come testé ha fatto 1* Ordine Domenicano ; e lo rilevo dal seguente annunzio della Revue
littèraire: BuUetin Mensuel de Bibliographie di Parigi, année 2, 25 Juin iSISi—Les Domimcaint en
Aìn^riqtu par le R. P. M. Augustin Koze, dei Freres-Precheurs. Paris, Poussielgue. — «Ce livre
(dicono i compilatori J fait le recil de la fondation des diverses provinces de l' Ordre de Saint-
Dominique, dans le nouveau monde, et raconte rapidement la vie des Religie'ux Dominicains, quo
leura* travaux ont rendus plus illustres, dans ce pays, despuis Christophe Colomb jusqu' a nos jours.
^" y apprend le ròle important et glorieux qu'ont joué ces inlrépides Missionnaires dans l'affran-
ctiissement des Indicns , le développcment de la civilisation et la propagation de l'Evangile sur le
sul amóricain. Le R. P. Rozc a percouru, cn lous sens, Ics deux Américiues pendant cinq années,
♦'l Cesi à la suite de ce voyage, où il a rccueilli les tradilions antiqucs, fouillé Ics vìeilles archives
de convents et étudié les meilleurs auteurs conlemporains , quMl a compose cel ouvrage, plein
<!' intérét et écrit du style qui convieni à l' histoire. •
145. Clairmont. — Le transport du Mont-Calvaire de Hierusa-
leru en Franco par la piote d'un catholiquo Dauphinois, publié
par le P. Archange de Clairmont, Recollect. Lion, I. Didier, 1638.
Un volume in 8, figurato.
146. CoELHO. — Memorias verdadeiras de deus lastimosos cazos,
succedidos em Guine en 22 de Fovereiro de 1742 et em 26 de
^bril de 1743 em dous Religiosos Missionarios da Santa Provincia
i^ Soledade de mais estreita e Reguiar Observancia do Seraphico
Patiriarca S. Francisco, assistentes no hospicio de N. S. da Con-
^^i^So da Ilha de Bissao, e em tres escravos que os acompanhavào
^lia,inados Agostinho, Antonio e Sento, e outros que nao erào
^^ tospicio, tambem christsos. Escritas por Antonio Coelho. Li-
^t>oa,, na officina de Pedro Ferreira, impressor da Augustissima
^ixiha N. S. Anno de 1749. Con todas as licengas necessaria^.
È una stampa rarissima di otto pagine in 8. La relazione, preceduta da^poche righe di prc-
^^f^*»!!, contiene un magnillco e commovente episodio delle Missioni Francescane nella Guinea,
^ ^ <^piai per intero dall* esemplare che ne è nella Biblioteca Nazionale di Lisbona. Riserbandomi
l^^liiblicarla con altri documenti per la storia delle nostre Missioni , non posso qui omettere le
l^rol^ con cui la relazione si chiude, e per le quali ci è dato sapere che uno de' Missionari caduti
** filila di quelle barbare genti, spirò chiedendo mercè a Dìopelos mesmos que Ihe tiravUo a vida;
116 COGOLLUDO
Ammca
e che non ai potrà mai lodare quanto tKi:$ti la santa Provincia Francescana della Soledade pela p
seoerandaf en que eoiiUnua a mandar o» teut Religioios com o exercicio de MUsionairoi pt
bem da$ alnias de todos os innumeraveis hahitante$ daquelia conquista, kindo hun» e vindo 0Ì9
a cento e tantos annoi, em tempo do Rey Joilo IV . . . para reduzir no ovil da Igreja Romana
ovelhas desgarradas pelas cegas varedai e caminhoi da gentilidade : e perchè que' tlori faquet
ftores) mediante il dono della fede retpiraftm para Deos a» fragrandae dai virtudes, quando
plantada» e radicadas no jardim da Igreja se tornassen a fazer silvestrei ; colhendo con effi
nos primeirot annos e muitos depois, cotUiecidos fructos de la grande stara.
•*«^. 147. CoGOLLUDO . — Historia de Yucatan, compuesta por
Padre Fr. Diego Lopez de Cogolludo , Lector Jubilado y Pad
perpetuo de dicha Provincia : consacrada y dedicada al Excele:
tissimo Sefior D. Fernando Joachin Faxordo de Requezens
Luniga, Marques de los Velez, Molina, y Martorel, Senor de l
Varonias de Castel vi, de Rosanes, Molins del Rey, y otras (
el Principado de Catalana, Senor de las villas de Muela , Alban
y Librilla y do las siete del Rio de Alcazar, de las ciudades <
Murcia y Lorca, Adelantado y Capitan Mayor del Reyno i
Mnrcia, Marquesado de Villena, Arcedianato de Alcaraz, Cam]
de Montiel, Sierra de Segura y sus Partidos , Comendadop (
la Encomienda de los Bastimentos de Castilla, del Orden (
Santiago, Gentilhombre de Camara de su Magestad , de s\
Consejos de Estado y Guerra, Presidente en el de las Indias
Soprintendente General de la Real Hazienda ec. Sacala a luz
M. R. P. Fr. Francisco de Ayeta, Predicador, Ex-Custodio d
Nuovo Mexico, Comissario General del Santo Ofìcio, Custod
actual de la Provincia del Santo Evangelio enei Reyno de la Nue\
Espana, y Procurador General on osta Corte de todas las Pn
vincias de la Religion Serafica de dicho Reyno. Con privilegi!
en Madrid, por Juan Garcia Infanzon. 1688.
l'n volume in foglio, di i3 carti.' non numerate t> 760 pagine, col frontespizio inciso da Oroz-
e a pag. 133 le insegne del Caciru Mani. Libro rarissimo e ricercatissimo. Ne trovai un escmpk
nella Iliblioteca della Il(>ale Accademia di storia di Madrid e un altro nella Nazionale di Firenze. Quel a
valga (fuesto lavoro del (k)golludo, lo diranno i seguenti giudizi del Ternaux e <lel Brassbur, il qii
ultimo nt* prolittò assai pe'suoi studi sul Messico. ■ In quest'opera, dice il Ternaux (BibUot. inu
pubblicata molti anni dopo la morte dell' .\utore, s' incontrano preziose notizie circa quel paese qk
ancora sconosciuto: essa arriva sino alla metà del XVII secolo. Il Padre Diego Cogolludo era nate
Alcalà di Henares, dove prese l'abito Francescano nel Convento di San Diego il 31 di marzo del i6
quando nascesse e morisse non potei rinvenire. Passò la sua viUi nel Vucatan, e vi fu Lettor di toolci
(iuardiano e Provinciale. Fece uno studio particolare e profondo sopra le antichità e la storia poli
ed ecclesiastica del Yucatan , e com|H>se la sua opera sopra numerosi Manoscritti , che si coascrva*^
nelle Hiblioteche de' Conventi di quella Provincia. >
Quest' opera del Padre Cogolludo venne anni fa ristampata dal signor Giusto Sierra col Ci
seguente : Los tres siglos de la dominacion espanola en Yucatan: o sea: llifloria de està fV094
COGOLLUDO 117
desde la conquista hasta la independeneia . Eserihiola Fr. Diego y>pez de CogoUudo , Provincial
que fue de la Orden Franciscana, y la continua un Yucaleco — tom. I. Campeche : Imprenta de Jose
Maria Peralla, 1842 — tom. II. Merida : Imprenta de Castillo y C. 18i6-m 4.
• Non sappiamo con qual diritto e gusto, dice giustamente il Brasseur (Bibliot Amer. Guat.), si
possa mutare il titolo alle opere antiche, come ha fatto il signor Sierra rispetto al CogoUudo, e il
BusTAM ANTE nella pubblicazione d' un' opera dell' altro Francescano Padre Emmanuelc della Vega. Chi
le riconoscerà, se non corrispondono al titolo delle prime stampe o del manoscritto 1 1n quanto alle
appendici che il Sierra vi aggiunse, non hanno alcun merito : e se il CogoUudo aveva i difetti del suo
tempo, e forse era troppo facile a credere a' miracoli ; i suoi critici lavorano per compiere la rovina della
Chiesa, da cui il Yucatan ricevè quanto ha di bene. E già queir Università, che era la luce e la gloria del
paese, invasa dalla novità delle dottrine ostili alla fede, n'è addivenuta il flagello I • Rimettendo
pertanto gli amatori di geografìa e di storia al lavoro del Padre CogoUudo, noi ne riferiamo qui le sole
date circa il principio e lo svolgimento deUe nostre Missioni nel Yucatan, che sono come segue.
« 1. La primera mission Franciscana (nel Yucatan) fue quando vino N. P. Fr. Jacobo Textera, con
otros cuatro compaìieros, y Ucgaron a Champoton a 16 de marzo de 1534. —2. Siguió a està Mission
otra de cinco Religiosos, que vinieron el ano de 1535, y no permanccicron en ella, comò ni los primeros.
— 3. El ano de 1536 vino otra de sois Relìgiosos, cuyo Comissario fue el P. Fr. Luis de Villalpando, y
fucron los que fundaron està Provincia. — 4. La Provincia del Santo Evangelio de Mexico embió ci afio
de 1546 otra de seis Religiosos, su Comissario el P. Fr. Juan de la Puerta. — 5. El P. Fr. Juan de Abaiate
traxo la primera que vino dircela de Espana, y Uegò ano de 1549, en que vinieron seis Religiosos.
— 6. Desde la referida no hallo aver venido otra hasta el ano de 1561, que el P. Fr. Lorenzo de Bicnve-
nida traxo una de diez Religiosos. Tiengo por cierto vinieron en los anos inlermedios otras, segua
el ferviente zelo, con que siempre se han dado ministros, pero no he hallado escrilo algun que lo diga
— 7. Secunda vez fue a Espana et P. Bienvenida, y traxo a està Provincia doze Religiosos ci ano
de 1566. — 8. Quando el Scnor D. Obispo D. Fr. Diego de Landa (celebre Francescano, di cui diremo
a suo luogo) vino consagrado, le dio el Rey una mission de treinla Religiosos, que nombraron por su
Cumis.sarìo ci santo Padre Fr. Pedro Cardete, y Uegaron ano de 1573. — 9. Aunque las missione» siguien-
les hasta el aiìo de 1605 no bay total certidumbre de los aiios en que Uegaron, porquc no las he hallado
en el Archivo de la Provincia, ni en la Cantaduria Real, las referiré segun me dixo acordarse (dos anos
mas o menos) el R. P. Fr. Juan Coronel. Y assi digo que haviendo ido a Espana por Procurador
desta Provincia el P. Fr. Juan de Padilla, traxo una mission de diez y odio Religiosos, que Uegaron
el aiìo de 1576. — 10. Fue el V. P. Cardete por Procurador y traxo otra de diez el ano de 1578. — 11.
Segunda ves fue el P. Fr. Juan de Padilla, y traxo una de doze Religiosos el ano de 1581. — 12.
El Padre Fr. Gaspar de Nazara fue a Espana y traxo doze Religiosos el ano de 1584. — 13. El P. Fr.
Pablo Maldonado trayendo de Espana doze Religiosos, murió en el viage, y ellos Uegaron a està
Provincia el ano de 1593. -—14. HasUi el de 1601 no vino mission, y en ci traxo el P. Fr. Alonso Perez
de Guzman doze Religisos de Espana. — 15. El P. Fr. Alonso de Oraga aviendo ido por Custodio y
Procurador de està Provincia, traxo a ella de Espana ci ano de 1603 doze ReUgiosos. — 16. El Padre Fr.
Juan de Pena traxo otros doze en 1605. — 17. El siguiente de 1606 conduxo otra mission de doze Reli-
giosos de Espana el Padre Fr. Diego de Castro. — 18. Passò hasta el ano de 1615 sin venir Religiosos
de Espaua, y en el traxo et Padre Fr. Dionisio Guerrero veinle ysinco. — 19. El Padre Fr. Francisco
Ximenes de S. Marta, aviendo ido por Procurador a Espaìia bolvió a ella con una mission de doze
Religiosos el 1625. -—20. Fue por Custodio al Capitulo General, que se celebrò en Toledo el ano
de 1623, y juntamente por Procurador desta Provincia el P. Fr. Pedro Enriquez, y traxo el ano siguiente
1634 veinte y sinco Religiosos. — 21. Dcspues fue por Procurador el P. Fr. Diego Perez de Merida,
y traxo el ano de 1638 treinla y tres Religiosos. — 22. El N. P. Fr. Antonio Ramirez, aviendo ido
corno Custodio que era de la Provincia al Capitulo General de Toledo del 1645 y juntamente por
Procurador, traxo el ano del 1646 una mission de veinte Religiosos. — 23. A los Reverendos Padres
Fr. Alonso Quadron, Custodio para al Capitulo General de Roma celebrado el ano de 1651, y Fr.
Alonso de Quiiiones, Comissario Provincial, que Uevaron orden de traer Religiosos, les dio treinla y
sinco su Magestad informado en su real Consejo de Indias de los muitos Ministros que en està
Provincia havian muerto con la peste los dos aiìos de 1628 y 1629. Llegaron estes Religiosos a Campe-
che el mes de Octubre del ano pasado 1653. •
Se poi alcuno desiderasse conoscere che cosa facessero tanti Religiosi nel Y'ucatan , si pigli la
pena di leggere il capitolo XX del lib. IV, intitolato De Uu doctrinas (ossia Missioni ) que administran
118 COIMBRA - GOLAT
(vuol dire amministravano al t^po dell' Autore) lo$ Religiotos de està Provincia, e ne resterà pie-
namente soddisfatto.
Questo grande campo evangelico, dove tanto si segnalò T Ordine Minorìtico dal tempo che il
paese fa scoperto insino a noi, v uno degli stati Me^ssicani, in una penisola verso il Nord che si
avanza dentro il golfo di Messico all'Ovest e il mar delle A.utille all'Est, conflnante al Sud con la
Repubblica di Guatemala e al Sud-Ovest con gli stati di Chiapa e di Tabasco. Il golfo di Messico
forma all' ovest la baia di Campeche e la laguna di Terminos ; il mare delle Antille, quella di
Yucatan ; e il capo Catoche termina la penisola al Nord-Est di contro a Cuba. Primo a scoprire
questo paese fu Cristoforo Colombo V anno 130i, navigando lungo le coste di Honduras ; ma egli
non vi approdò, e restò per una delle ultime conquisti' degli Spagnnoli. Però incontratosi in un
ranoto di Mayas, avverti che il toro modo di vestire e di fare li mostrava un popolo differente dai
selvaggi e giunto ad una certa civiltà : e per tale incontro forse si confermò neir opinione, che non
dovesse essere molto lontana l' isola di Zipango.
j^ 148. CoiMBRA. — Carta de Fr. Simào de Coimbra a el Rey
**» de Portugal.
È data nell'isola di Ceilan il 25 Aprile 4546, e riferisce la conversione del redi queir isola.
Trovasi nell' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona.
^ 149. CoLAT. — Confesonario Latino-Anamitico, por el P. Fr^
^* Juan Colat de la Provincia de S. Juan Bautista.
t — Tratado de proverbios Latino-Anamitico.
— Catecismo de doctrina cristiana, en idioma Anamitico.
— Arte del idioma Anamitico.
— Tratado de las particulas del idioma Anamitico. •
— Catalogrus cliristianitatum omnium ad districtum Missi(=
nariorum Ordinis S. P. N. S. Francisci in Cocincina attinei
tium, in quo continetur numerus christianorum cuiuscumqi
pa^i , per quatuor columnas distributorum.
I primi cinque lavori sono riferiti dal Padre Huerta (Eslado^ ec): aggiungendo che il
Colat fu nativo di Valenza, [irofessò la Regola Francescana il 1793, e s'imbarcò per le Filipffr % '■c^^
il 1797. 11 1800 venne destinato alle missioni della Concincìna, dove fu Commissario Provincie M^p
e lavorò con molto zelo e frullo. Dopo tredici anni <li missione, l' oblKMlienza lo richiamò alle ^•^a-
lippine, e morì in Manila T 11 di maggio del 18:29, in età di 60 anni.
II sesto poi mi venne in>ialo da' nostri Padri di Manila, ed è autografo. Forse all' Hdb»»-'"^*'*
sfuggi quando studiò in quel nostro Archivio. In fine si leggono queste parole: Ego Fr. Joarm^r
CA>lat , religiogus Ordini* Fratrum Minorum Strictioris Observantiae IHscalceatorum , Misfiona^
ApottolicuK in regno Cocincinae ne Commix»nriu» Provineialis in praedicta mifsione, fidem fado ,
ex triims catalogi$. nempe ex meo constante li pnginis , et R. P. Fr. Fraiuisei a S.
Finoquieto, ne R. iteni P. Fr. Joaiinit Montamer, hune totalem catalogum exacte ac fidelUer
fecisse; in quorum fidem me mhgcribo. Datum in Conventu S. Mariae Angelorum Macai di^ *'
decembris anni 1809. Fr. Joanne» Colat qui fupra.
In quanto all' Impero e idioma Anamitico, diremo che il primo comprende la parte orieO^ ^If
dell' Indo-Cina tra 1' 8 45 e 23 15 di lulitudine Noni, e il 99 e 107 di longitudine Est; conaaa-:v=s<l^
al Nord con la Cina; all'Ovest con l'impero de' Birmani e il re di Siam; all'Est col mare d-^^l**
Cina, che vi forma il golfo di Tonchino; al Sud con le colonie francesi. 11 quale pertanto incli»- "■-*"*
i regni di Concincina, di Tonchino e di Ljios. Poco conosciuto i> l' interiore del paese, atlravef'^^*^
I*-
COLL - CONCEICAO 119
p-
da grandi montagne, e bagnato da numerosi flumi, come il Mei-Kong e il Song-eo, che ne sono
i principalL Ed è ricco di miniere di ferro, d' oro, d' argento , di rame e di sale ; con vegetazione
rigogliosissima, e abbondanti ricolti di riso, zucchero, caffè, cotone, cocos ec. Le foreste poi sono piene
di elefanti, rinoceronti, bufali, tigri, scimmie, uccelli di bellissime penne, ed enormi serpenti Né
vi mancano tartarughe, coccodrilli ec. Pare che da principio sia stato popolato da colonie cinesi,
che vi portarono la religione di Ck)nfucio ; e però la lingua e i costumi degli Annamiti non sono
che una derivazione della lingua e de' costumi cinesi ; e Ano alla metà del XIV secolo il paese fu
tutto soggetto al Celeste Impero. 1 Francescani furono i primi Missionari, che vi penetrarono l' anno
1583: cioè i Padri Diego da Oropesa, Bartolommeo Ruiz, Pietro Ortiz Gabezas, Francesco di Montilla,
Cristoforo Gomez, Diego Gimenez, Francesco Vellorino e Manuele di Santiago; continuandovi dipoi
senza interruzióne insino a noi. Fra gli altri, ne tratta largamente, nel suo Compendio hùtorico de
la Apostolica Provincia de PhUipinas ec, il Padre Domingo Martinez.
150. CoLL. — Chronica Serafica de la Santa Provincia de Ca-
thalaunia de la Regular Observancia de N. P. S. Francisco, escrita
por el Padre Fr. Jayme Coli, Chronista de la Provincia. Bar-
celona, en la Imprenta de los herederos de Juan Pablo y Ma-
tia Marti, ano de 1738.
Un volume in foglio, di 380 pagine. Contiene lai unturias de 1200 y 1300, e non manca di
notizie per la storia delle Missioni Francescane. N' e un esemplare nella pubblica Biblioteca della città
di Barcellona.
151. CoNCEigAO. — Primazia Serafica na regiam da Ame-
rica, novo descobrimento de santos e veneraveis Religiosos da
Ordem Serafica , que ennobrecen o Novo Mundo com suas vir-
tudes e acgoens. Oflferecida ao Seilhor Domingos Martins Brito,
em a cidade do Rio de Janeiro, primeiro Irmao Goral da Con-
frademidade das tres Ordens do Serafico Patriarcha sào Francisco,
especial da Provincia da Iinmaculada Conceigao de N. Senhora
do Estado do Brasil, Syndico Geral perpetuo da mesma, e Ministro
tres vezes da Veneravel Ordem Terceira da Penitenpia. Escrita
por Fr. Apollinario da Conceigào , Religioso Leigo Capucho , filho
professo da dita Provincia , e naturai da cidade de Lisboa Occi-
dental. Na officina de Antonio de Souza de Sylva. Com todas al
licengas necessaria^. MDCCXXXIL
Un volume in 4, di 17 carte preliminari senza numerazione e 366 pagine: bellissima edizione.
Libro prezioso e raro perchè ricercatissimo, come notò anche il Lbclerc (Biblioth, Amer. ;, che vorrebbe
essere tutto inserito nella storia delle Missioni Francescane. Frate Apollinare nacque in Lisbona il
I69i, donde con la famiglia passò al Brasile, ed ivi prese l'abito Francescano nel Convento della
città di san Paolo il 3 settembre del 1711. Della Primazia è un esemplare nella Biblioteca Nazionale
di Lisbona.
— Pequenos na terra , grandes no geo. Memorias historicas
120 CONCEICAO
dos Religiosos da Orden Serafica, que do humilde estado de Leigos
subirlo ao mais alto grao de perfeicào : escritas por Fr. ApoUinario
da Conceigao de Nossa Senhora do Rio de Janeiro , do Instituto
Capucho e naturai da cidade de Lisboa Occidental.
I
Sono 5 volumi in foglio, contenenti una raccolta di vite di grandissimo valore: vite di fra-
telli Laici Francescani, moltissimi de' quali resero segnalati servigi nelle nostre Missioni fra vari
popoli della terra, o vi sostennero il martirio, o le nobilitarono con istraordinarìa virtù e magna-
nime imprese. Diciamo magnanime imprese : come furono, per esempio, quelle di Fr. Pietro di Gami
nel Messico, di Frate Pietro Fardè in AflTrica, e di Frat(; Francesco da Laureano nella scoperta del
Maranon in America.
11 primo volume, che t^ la parte I (Lisboa Occidental , nn officina da Musica, MDCCXXXII J ,
conta il carte preliminari non numerate, e 588 pagine. Ci sin consentito riferire da una delle
avvertenze premesso dall'autore, le parole seguenti: Com incansavel zelo se empregarUo outroM na
pregafUo da mesma fé, e aumento da S. Madre Igreja, colhendo copiosissimo fruto nas innume-
raveis almas , que converterllo para Deos , metendo-as no gremio dos filhos da mesma Igresia por
meyo do bantismo . que Ihe administrarùo : il che non deve far maraviglia ; porque a convertào
dos infieis, corno he obra soberana e divina, ntlo necessita precisamente de ministros, que hajUo
cursado em universidades , ou que seiUo doutos en humanas ciencias: antes costuma Bios para
esse ministerio eleger aos que o mundo jnlga por idiotas. Ed eccovi ( egli proseguo ) Ha India
Orientai o N. Fr. Fedro da Madre de Deos, o qual converteo na Hha de CeyUlo muytos infieis... Eccovi
no Brasil en Capilania do Espirito santo Fr. Fedro Faleceos que nas aldeas dos gentios
converteo e bautizou por suas proprias maos a muytos Indios.... Eccovi en a mesma America PortU'
gueza o V. Fr. Francisco do Rosaiio doutrinando e ensinando as ora^oes aos gentios , cuja
lingua sabia corno ellos, e assim que fora mandado por obediencia ao MaranhUo, rompendo aquelle
inatto bravo do sertUo com o arado da fé, catcquizando a huns e bautizando a outros, in breve
trouxe innumeraveis ao conhecimento della Poi Fr. Pietro di (land nel Messico , e os
VV. Jervos de Deos Fr. André de Cordova e Fr. Jono de Faos, os quaes camplectarào o nwnero
de 12 Apostolos Francescani del Perù. E il V. Fr. tì iacinto <ii San Francesco in Zac^tecas , dove
in sei anni que pregou a fé aos gentios, coìiverteo a muytos e bautizou graììde numero dtUes.
E quivi stesso frate Daniele d' Italia, che vi durò apostolo por 50 annos continuos. E Fr. Gio-
vanni da S. Michele nel Messico, il quale persuadio aos silvestres que vivido em os montes comò
feras , se reduziessem ao Irato comun e politico , e assim fez grandes povoafoens, fondou hatpi'
taes ec. Poi san Diego nelle Canarie, Fr. Francesco della Gata nelle Filippine, ec.
Il secondo volume, ossia parte 11 ( Lisboa Occidental , na officina da Musica , debaixo da prò-
tefcilo dos Fatriarcas SUO Domingo e Silo Francisco. MDCCXXXV ), conta i7 carte preliminari non
numerate e 692 pagine.
11 terzo voliftne, ossia parte III (Lisboa Occidental, na officina da Musica de Theotonio An-
tunes Lima , Impressor da Sagrada Religiùo de Malta, debaixo da protete^cào dos Patrìareas, ec.
MDCCXXXVIIIJ, conta 19 carte preliminari non numerate e 577 pagine.
Il quarto volume, ossia parte IV (Lisboa, na officina de Jozè Antonio Flates , MDCCXLIY J,
conta 9 carte preliminari non numerate e 712 pagine.
Il quinto volume finalmente, ossia parte V (Lisboa, na officina do Doutor Manoel Alvarez
Sollano, anno de MDCCLIV), conta 20 carte preliminari non numerate e 734 pagine. Se ne trova
un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona, e un altro in quella della città di Barcellona;
ma questo secondo è mancante della parte V.
— Claustro Franciscano erecto no Dominio da Corca Portu-
gueza, e establecido sobre dezeseis venerabilissimas columnas.
Expoem-se sua origem e estado presente. A de seus Conventos
0 Mosterios, annos de suas fundacoes, numero de Hospicios,
CONCEICAO 121
Prefecturas, Recolhimentos , Parroquias e Missoens, dos quaes
seda individuai noticia, e do numero de seus Religiosos, Re-
ligiosas, Terceiros e Terceiras, que viven coUegiadamente, tanto
em Portugal, corno en sus conquistas. Dedicado a' Sacra, Real,
Augusta Magestade del Rey D. Joao V, nostro Senhor, por Fr.
Apollinario da Conceigào, Religioso Leigo Capucho da Provin-
cisL da Conceigao em o Estado do Brasil. Lisboa Occidental : na of-
ficina de Antonio Isidoro da Fonseca. MDCCXL. Com todas as
lioen^as necessarias.
Un volarne in 4, di 23 carte preliminari e 235 pagine. Libro indispensabile per la storia
«Ielle nostre Missioni, dove sono dati slatislici minutissimi circa le Provincie F^ancescan(^ il nu-
ni^ro dei conventi e dei monasteri di Francescani e Francescane, e di tulle le loro missioni in lutto il
«lominiodel Portogallo, ciòò nel Brasile, nelle Azzorre, Madera, Indie, Affrica continentale, olire il
l*ortogallo. W è un esemplare nella Hi bliuteca Nazionale di Lisbona. E in Lisbona mi riuscì d' acquistarne
un aliro esemplare a 25 franchi. Un altro esemplare mi scrive averlo testé rinvenuto il chiarissimo mio
con fratello Padre Prospero Peragallo, Parroco di S. Maria di Loreto in Lisbona, ma a maggior prezzo.
Daremo un saggio di quest' t)pera di Frale Apollinare con 1' elenco che si legge a pagina 106
•leg:H Ospizi e delle Missioni della Provincia del Hritsile, della Concezione. E così fa di tutte le altre.
PROVINCIA DA CONCEYCAO DO IIBASIL.
Hospicios,
4.. Sosta Senhora da Concei^o, provimo a cìdade da Nova Colonia do Sacramento^ fundado a
primeira vez conio titulo de Santo Antonio, anno de 1681 e destruido com a cidade no de 1703.
^^RUricJa funda^Ho no de 1729 e havendo nelle enlrado os llespanhoes no anno de 1735 para dalli
•deiiu-^^jjj a cidade por Ihe lìcar algum tanto sobranceiro, foy pelos nossoscou a Artelharia demolido,
'' ^ssirii alnda que seni casa propria, no nosso modo de callar, vivem os Ueligiosos na mesma cidade.
S. X Senhora da Couccifflo, sito na tra vessa da Eslrella cm a cidade de Lisboa Occidental, e
'•regviosia de N. Senhora das Mercès, o qual goza a Provincia desde o dia 19 de Abril de 1703 e cou-
"fina.0.0 por Decreto Real desde 0 dia 22 de Fevereiro de 1709.
3. S. Senìwra da Concei^Uo dt) Bairro de Irirnama, distante da ciclade de Cabo Frio pouco
'nais ff^ gpjg legoas; e ainda que sua origem seja mais antiga, que a do anno de 1728, Ihe assino esle
^^ so-r 0 em que se Ihe erigio Capella, e reediflcou cm fórma Uegular.
Missoens. *
4. A Aldeya de S. Miguel no districto da cidade de S. Paulo, de Indios de nacao Carijós. 2. A
* *^ ^> Joao^ no da villa da ConceiQìio de lUinhahcm. 3. A de Santo Antonio, na da villa de S. Salvador
"''* Cl^mpos Guaytacazcs, està de nacao Garulha, e a outra de Carijós. 4. A de -V. Senhora da Escada,
,^ ^ìsjtricto da villa de Jacarabi, da qual dista duas legoas , e quatorze da cidade de S. Paulo.
"^'^ tiabitadores tambem de nagao Carijós, ce.
152. C0NCE15AO — Relagào da viagem e successo que te ve a
'^/^\x Capitania Nossa Senhora do Bom Despacho , de que era ca-
f^^^t^o Francisco de Mello, vindo da India no anno de 1630: por
^-*^- Nuno da Conceigao, Religioso da Terceira Ordem de S. Fran-
^^Oo, naturai de Torres Vedras. Lisboa, na Officina de Fedro
^^«"^esbeeck, 1631.
1 22 CONCEPCION - CONTRERAS
A«ki
Sono 47 pagine in 4, clie vennero poi ristampate nella CaUezione de' AavfraffiL 11 TenfOnllM
Francescano Regolare, che tanto si segnalò per uomini di straordinaria dottrina e virtù in Portosallo
insino alla soppressione clie venne fatta il 1834 , a quel tempo era sotto la direzione del mnfartio
Generale di tutto r Ordine, clic ha la sua residenza in Roma nel Convento di S. Maria d* Araooeli.
ssamp. 153. CoNCEPCiON. — Historia de los admirables progresos de
lu nuestra santa Fé Catolica en los reinos de Cocliincliiiia y Cambo-
dja: por el P. Fr. Felipe de la Concepcion Toledo, de la Provincia
de S. José. En Mexico, por José Bernardo de Hogal, ano de 1734.
In tutte lo Riblioleche della Spagna che visitai non mi fu possibile incontrarne un esemplare.
— Apologia de las Misiones Franciscanas en el reino de Co-
cliincliina, y retutacion de las doctrinas de un Misionero Frances.
11 Padre Huerta, che ci dà notizia deiruiia e dell' altra, ilic(.' che ijuesta ù manoscritta in latino»,
e segnata Tanno 1741. Del Padre Filippo pui ci fa sa|K.>re, che « este gran misionero fué siempi
mui iierfecto Religiaso, sufrió prìsiones y gniiules trabajus en b mision , y contando ja 54 afios d
edad, falleció en Cochinchina el di 14 de at»ril del 1749. > (Estado, ecj
— Carta de Fr. Felipe de la Concepcion , y catalogo veridii
de todas las Iglesias y Oratorios que hoydia tiene y conserva
Serafica Mision del revno de Cochinchina. Ano de 1747.
IH questo Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, non fa menzione il PaA. :
llrERTA, e testé me ne inviarunu cupia que* Padri. Conta, questa, sei carte in foglio.
.SlBMp.
154. CoNFLUENTiif[. — Epitome historica, in qua ab anno 120
usque ad annum 1525 res Franciscanae generatim : dein ve
solae Minorum Cappuccinorum usque ad annum 1774 serie clir
nologica positao fideliter praesentantur, opera et studio Fr. Stie
thei Confluontini Ord. Min. Cappuccinorum in Provincia Rhe
Ministri Provincialis. Cum permissu Superiorum et privilegi
Heidelbegae, T\^)is et sumptibus Joannis Jacobi Haener, TypO;
Aul. Academ.
AnMrka
Un volume in 4, di 11 fogli preliminari non numerati, 5iO pagine, e 9 fogli di Index
imeriem aìphabethieam ec. in line. Lii)ro non facile a trovare, e di nioKu comodo, e abbasUnia ri
di nutizie deir Ordine e delle Missioni Francescane. N'* li un esemiilarc nella Biblioteca Pruviotb g^ ^
della città di Cordo\a.
155. CoNTRERAs. — Mauual de administrar los sanctos
cpamentos a los Espanoles y naturales desta Nueva Espana
COPIA 123
forme a la reforma de Paulo V Pont. Max. ordenado por el Padre
Fray Pedro de Contreras Gallardo, Predicador y Guardian del
Convento de la Concepcion de Nra Senora de Theoacan, hijo desta
santa Provincia del Sancto Evangelio de Mexico. Impresso con
licencia y privilegio. En Mexico. En la imprenta de Jean Ruiz.
Ario de 1638.
Un volume in 8, di 8 carte preliminari e altre 147. Tranne il titolo, T opera è tutta in lin-
gua Messicana.
156. Copia de una carta que su Magestad mandò escrivir al
Rey de la China en recomendacion de ciertos Frayles Franciscos
Descalzos, ano de 1581.
E in un Manoscritto di varia della Biblioteca dell'Episcopio di Cordova. I Padri Francescani,
a cui si accenna, sono senza dubbio Pietro Alfaro e suoi compagni , penetrati in quel difllcilo
Impero per ristorarvi la fede di Gesù Cristo.
157. Copia collationata interpretationis processus remissorialis
de partibus in causa 26 Martyrum, videlicet Patris Fratris Petri
Baptistae, Commissarii Ordinis Discalceatorum Sancti Francisci
de Observantia cum suis sociis , Fratribus eiusdem Ordinis , nec
non XX laycis Japponensibas christianis. In Nova Hispania ac
ci vitate Mexici fabricati. (Novembre e Decembre 1620).
È un manoscritto di 165 fogli, che si conservava du' Padri Gesuiti nel Convento del Gesù in
Roma. Dei XX Laycis Japponensihus, 3 erano affigliati alla Compagnia, e 17 appartenevano come
Terziari all'Ordine Francescano. Ora sono annoverati tra' Santi. ^
158. Copia de huma carta escripta pelo Padre Guardilo do
^ Real Convento de Mequinez , e Vice-Prefeito das santas Missones,
que nas partes da Barbarla conserva a Religiosa Provincia de
S. Diogo dos Reverendos Padres Franci^canos Descalzos, ao Padre
Procurador d' ellas sobre or effeitos do terremoto do primeiro de
Novembre de 1755. Lisboa 1756.
Sono otto pagine in 4 , eh' io copiai nella Biblioteca Nazionale di Lisbona. Terribile caso, cUe
addivenne per quei poveri Missionari una doppia sventura gravissima per la feroce barbarie di
que' selvaggi musulmani, sempre implacabili nemici del nome cristiano!
159. Copia de los documentos pertenecientes a los meritoa del
R. Padre Predicador Apostolico General Fr. Geronimo Clota.
Contiene el memorial del Exmo senor Virrey del Perù, cartas
f»-
1 24 CORDOVA
H'uttip.
e
Ut.
Ancrìca
de ofBcio escpitas por su comandante del navio del Rey, nombrado
EL AQUILA , y su Diario de aquel descubrimiento de las Islas de
Otageti, hecho el ano de 1774.
Manoscritto nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid , che ha relazione con
l'opera del P. Fr. Pedro Gonzales dr Agueros, nescripcion hUtorìal de la Provincia y ArekipMago
ile Chiloe, ce.
160. Cordova. — De la religiosissima Provincia de los doze
Apostoles del Perù de la Orden de N. P. S. Francisco de la Regu-
lar Observancia, dispuesta en seys libros con relacion de las Pro-
vincias que della han salido y son sus hijas. Rapresenta la pìedad
y zelo con que los Reyes de Castilla y de Leon goviernan el
Nuevo Mundo, dilatando la Fé catholica y conocimiento del verda-
dero Dios por innumerables reynos y naciones de Indios, y lo
mucho que para esto han servido y sirven las Religiones Sagradas
con las acciones mas memorables de los Predicadores Evangelicos,
que con zelo apostolico acabaron sus vidas en tan gloriosa empresa.
Hazese una breve descripcion de todas la tierras del Perù y
entrada en ellas de muchos Espanoles, la riqueza, poder , culto y
politica de los Reyes Ingas. Compuesta por el R. P. Fr. Diego de
Cordova Salinas, Predicador, Guardian del insigne Convento de
S. Fracisco de Jesus de Lima, naturai de la misma ciudad, metro-
poli y corte del Perù, Padre perpetuo de dieta Provincia de los
doze Apostoles, Notarlo Apostolico y Coronista de todas las del
Perù de su Serafico Orden. Dirigida a la catolica Magestad de D.
Felipe IV. N. S. Rey potentissimo de las Espanas, Monarca invito
del Nuevo Orbe, en su Real Consejo de las Indias. Con licencia.
En Lima, por Jorge Lopez, ano de 1651.
Un vulume in foglio, di 695 pagin», diviso in quattro libri. N' ò un esemplare nella Biblioteca
della Reale Accademia di storia di Madrid. È un opera dottissima e delle più ricche di notizie d'ogni
modo «lei Perù, e dei popoli selvaggi quivi evangelizzali e inciviliti da' Missionari Francescani. Vendica
al celebre nostro Frate Marco da Nizza il primato di Apostolo di quelle regioni, e seguendo il rapidissi-
mo e direi quasi miracoloso dilTondersi e stabilirsi che fecero i santi suoi confratelli in ogni lato dell*
inmienso paese, narra con solenni documenti quel che operarono in Lima, in Guzco, in Quito, nella
Paz, in Cuquiabo, in Truxillo, in Chuquisaca, in Collao, in Pacajes, nella Concepcion de Xaun, in
Quamanga, in Casamarca, in Potosi, in Guanuco, in Chachapoyas, in CoUaguas ec. Più che una storia,
ò un epopea che ti rapisce e t'incanta. Poi narra la scoperta delle isole di Salomone, in cui ebbero
tanta parte i Francescani, e ce ne fa conoscere i nomi ; poi le loro gloriose gesta nel Paraguay e nel Rio
della Piata, e la scoperta che fecero del Rio delle Amazzoni. Inoltre dà ampie notizie de* luoghi, dei
prodotti, e delle genti che vi abitavano; della loro indole, della religione, delle leggi, delle tradizioni,
dei costumi; dello selvagge tribù dei Panataguas, dei Payansos, degli Idibaez ec. Per dame un saggio,
riferirò una parte del Capitolo XXXIV, intorno al Rio delle Amazzoni.
CORDOVA
125
• Lasenlradas {egli dice) a este grande Rio de las Amazouas (pelago de aguas dulces) i)or las parles
del Para, 8on quantaspor la una y otra vanda de sus riberas le comimican otro numero de otros muy
caudolosos rìos. >E sono questi il rio della Coca, il Napo, e l' Aguarico, abbondantissimo d' oro, perlocUò
venne denominato Rio dell' oro. «En su boca {egli continua) de la una y otra vanda da principio la gran
provincia de los Encabellados, que corriendo por la del Norte mas del 180 leguas, goza siempre de las
agoas que el gran rio de las Amazonas explaya por caudolosos lagos. Llamaron a estes Indios con nom-
bre de £ncabeUados (los Espanoles) por lor largos cabellos, que assi hombres comò mugeres usan. Sus
armiis son dardos, sus abitaciones, casas pajizas, hechas con curiosidad. Traen continua» guerras con
las naciones circumvesinàs, que son los Ccnos, Becanas, Tamas, Cbutias, Rumos. Corren en frente deslii
provincia del los Encabellados, por la vanda del Sur, las de los Avixiras, Yurusunes, Zaparas, Yquitos;
y encerradas cntre las aguas deste rio y del Curaray fenecen. — 80 leguas de Curaray a la misma vanda
desemboca el famoso rio Tumburagua, que baxa por los Maynas con nombre de Maranon. — 60 le^^uas
mas al>axo de Tumburagua, comienza la mayor y mas dilatada provincia de quantas se concccn en esse
grande rio, que es la de los Amaguas. Tiene està provincia de longitud mas de 200 leguas, continuan-
dosc sus poblaciones tam amenudo, que apenas se pierde una de vista, quando ya se descubre otra.
Su ancbura es al parecer poca, pues no passa de la que tiene el rio, en cuyas islas, que son muchas,
y algunas muy grandes, tienen su habitacion, y todos muy pobladas. Andan lodos en decencia, vestidos
'«si tiombres corno mugeres , las quales de niucho algodon que cuitivan, texen no solo la ropa qur
han nieuester, sino otra mucha, que las sirve de trato para las naciones vecinas. — Son todos de cabeza
ckata. Tienen por la una y otra vanda del rio continuas guerras con las provincias estranas , de la
pwte del Sur, entre otros contra los Curinas, y por la vanda del Norte contra los Tecunas. — 16 leguas
«ieslas poblaciones a la vanda del Norte desemboca el gran rio Putumayn, que deciende de las Gordillcras
Je Pasto, hazia el Nuevo Reyno de Granada. Tiene rancho oro, y està muy pobiado de genliles. Los
ooinl>res de las provincias que le habitan, son Yuruuas, Guaraicus, Yacariguaras, Parianes, Ziyus,
Aluais^ Cunas. Y los que mas a su principio de una y otra vanda comò senores de este rio le puebian.
'^n los Omaguas, a quienes los Aguas de la isla Uaman Omaguasyeté (e signillca veri Omaguas ). — A
iiO leguas desta boca a la parte contraria, se encuentra la de un hermoso y caudaloso rio que trajendo
**u ori^n de hazia el Cuzco, fenece en ci de las Amazonas, en altura de Ires grados y medio : llamanh'
»^*s na.turales Yetaù, y tiene entre ellos mucbo nombre, assi por sus riquezas, comò por la mullilud
"® **a.ciones, cpie sustenta, comò son los Tipunas, Quanarus, Ozuanas, Moruas, Naunas, Conomomas,
Jtaria.nas. Entra en el de los Amazonas en 5 grados de altura, y llamanle los nalurales Yuruà. —
^O lei^as mas abaxo, a la misma vanda del Sur, en tierras de muy altas barrancas, da principio
** niuy poblada nacion de los Curuziararis , que siguiendo siempre una ribera corre por espacio
de %^ leguas, tan contìnuadas sus poblaciones, que apenas se passavan 4 horas sin encontrar olras
*le nucvo, y a vezes por espacio de medio dia no cessavan sus rancherias. Estan estos barbaros
'*esnuUos todos, assi hombres corno mugeres, sin que le sirva su riqueza (è terra, la loro, di
"•ol^ Q^Q^ jg u^g^ jjg yjj pequefio atavio con que adornan orejas y narizcs, que casi todos tienen
^^^^ietadas. Por la vanda de frente de todas eslas poblaciones altas, es tierra liana a una mano
> tan cerradu assi de otros rios comò de los trazos que el Caquera rienda por sus orillas, que aislada
^'^ Sr^ndes lagos, corre por muchas leguas, basta que todos encorporados en el rio Negro se j un tan
ton el principal. Estan pobladas eslas islas de muchas naciones, però la quo mas se estiende \ìììt
^^ Kxias populosa, es la de Zuanas. Estan en altura de dos grados y medio. Gozan de limpias campi nas,
j ytirl^as para ganados , arboledas no muy cerradas, abundantes de lagos .... En la vanda del Sur
*^ ^iia poblacion situada sobre una grande barranca al desembocar de un candaloso y claro rio,
^^^ los naturales llaman Tapi, y tiene en su ribera mucha multitud de genliles, que Uaman Paguanas.
~~~~ ^^ leguas del rio Tapi, desagua cn el de las Amazonas el Gatua, que formando en la boca un gran
^^ de agua verde, trae su origea de muchas leguas de tierra adentro, en la vanda del Sur, muy
»^*>l^clas sus orillas de barbaros, si bien le haze ventaja en multitud de naciones diversas olro rio,
/^^ llaman Araganatuna. Llamanse estas naciones Yaguanais, Mucunes, Mapierus, Againaus, Huirunas,
' ^'^ilias, Yamorinas, Terarus, Siguiyal, Guanespuris, Piras, Mopitirus, Ygnaranis, Aturiaris, Macagujis,
**^Pias, Guayacaris, Anduras, Cagnaraus, Maraymumas, y Guanibis . . .
« Dos leguas mas abaxo comienca la mas nombrada y belicosa nacion de lodo el rio de las Ama-
^^s a la vanda del Sur, està es la de Yoriman ; ocupa no sola la tierra Arme de sus orillas , sino
^^•^ien mucha parte de sus islas. • Terra ed isole tutte popolatissime. « Son comunemente muy
*^^^^^^os, andan desnudos, y son innumerables sus pueblos. • Poi viene « el rio Uaroado de la Madcni,
1 26 9" CORDOVA
y por los natarales Gayari, qae decieiide de la vanda del Sur , y formasc de dos c&udalosos lios. .
algunas Icgua-s adentro ... ; y es ci lugar , sogun la seuas de los Tupinambas, por donde mas
breve se ha de descubrir salìda a los mas cercanos rios de la Comarca de Potosi. De las naciones dei
rio que son machas, las primeras se nombran Zurinas y Cayanas. » Seguono poi • los Urarinai
Anamaris, Guarinumas, Curanaris, Erepunacas, y Abaca tis ec. — 26 leguas deste rio a la vanda del S
està una hennosa isla, que tiene 60 leguas de largo, y mas de iOO de circuito, poblada todade los valieDl
Tupinambas, gente que de las conquistas del Brasil en tierra de Pamanibuco salieron derrotadoa mncl]
anos huyendo del rigor con que los Portugueses le van sugctando. Salieron tan numero dellos, q
dcspoblando a un mismo tiempo 84 aldeas, donde estavan situados, no quedó dellos nlngono. Cogier
sicmpre a mano izcfuierda las faldas de la Cordi llera, que viniendo desde el estrecho de Magallanes, ci
loda la America, y descabegando quatro rios della cn el Oceano, ilegaron al rio de la Madera, y airoja
4lose en el por sus corrientes vinieron a dar en la isla que al presente Iiabitan. • Per la nazione (
Tupinambi sono da vedere i dotti studi pubblicati dall' illustre Ferdinando Denis in Francia. Poi ve
gono i famosi fiumi di Felipe, il Negro de los Tapajosos, il Curupatuba, il Panayua, il Pacaxa ec
« Los ritos de toda està gentilidad, naciones y proviucias (pronegue il Cordova) son casi
general unos mesmos. Adoran idolos , que fabrican con sus manos, atribuyendo a unos el poder sol
las aguas, a otros escogen por ducfìos de las sementeras, y a otros por valedores en sus batallas. Dix
que estos Dioses se baxaron del cielo para acompaiìarlos y hazerles bien. No usan de alguna cerìmoi
para adorarlos, mas autes les tienen olvidados en un ri neon basta el tiempo que los han menester ;
assi ({uando han de ir a la guerra, He van en la proa de la.< canoas el idolo, cn quien tienen paesta
esperanca de la vitoria. Y quando saien a hazer sus pesiiuerias, echan mano de aquel a qnien Uen
oiitregado el dominio de las aguas. Pero ni en unos ni en utros flan tanto, que no reconoscan pue
aver otro mayor. Un Indio principal aviendo oydo algunas cosas del poder del nuestro Dios, dixo a 1
Missioiiarios (Franctscanos) de la armada , qua en paga del ospedaje que nos hazia, no qoeria o>
merccd, sino que le dexassemos alli un Dios de los nuestros , que comò tan poderosos en lodo le gu.
dase a el y a sus vasallos en paz y salud, y esto repetia con grandes ansias. »
— Vida , virtudes y luilagros del Apostol del Perù el ver:
rable Padre Fray Francisco Solano de la Serafica Orden de 1
Menores de la Regular Observancia, Patron de la ciudad <
Lima, cabeza y Metropoli de los estendidos Keynos y Provincie
del Perù. Sacada de las declaraciones de quinientos testigos
que juraron ante los Ilustrissimos Argobispos y Obispos d
Sevilla , Granada , Lima , Cordova y Malaga , y de otras mu
chas inlbrmacionos , que por authoridad apostolica se an actua
do en diferentes villas y ciudades. Por el P. Fr. Diego de Coi
dova, naturai de la misma ciudad de Lima, Notarlo Apostolict
Predicador y Chronista General de las Provincias del Perù d(
Orden de nuestro Padre san Francisco, en està edicion aiiadid
por el Padre Fr. Alonso de Mendieta de la misma Orden, Ci
liftcador del S. Officio, Comissario Provincial de la santa Pr(
vincia de los XII Apostoles del Perù y Procurador General à
la ciudad de los Reyes en la causa de la canonigacion del mfem
Siervo des Dios Solano. Al Rey nuestro Seiìor Felipe III , Rey ^
las Espanas y ambas la.s Indias. Con licencia. En Madrid : en
Imprenta Real, aiìo de 1643.
CORDOVA 127
Un volume in 4 , di 39 fogli senza numerazione e 688 pagine. È inutile il dire la parte che
ha nella storia delle Missioni Francescane questo straordinario Apostolo delle Americhe , che fu pos-
siain dire il Xaverio Occidentale: e il libro del Padre Cordova ha bellissimi documenti e partico-
lari da arricchire il racconto. N' è un esemplare nel particolare Archivio della Biblioteca della Reale
Accademia di storia di Madrid.
— Relacion de la fundacion de la Santa Provincia de los
do^o Apostoles del Perù de la Orden de N. P. S. Francisco y de
los servicios que sus Frayles han hecho a la Iglesia Romana.
Dase cuenta de sus Prelados y de las vidas maravillosas de mu-
clios Religiosos que florecieron en toda virtud y santidad. Esen-
ta j>or el P. Predicador Fray Diego de Cordova, Coronista de las
Pro^ncias del Perù de la dicha Orden, Notarlo Apostolico , hijo
del Convento de N. P. S. Francisco de Jesus de Lima, naturai
i© Xa dicha ciudad. Ano de 1638. Dirigida al catolico y poderoso
^^y de las Espanas y Monarca de ambas Indias D. Felice IV
^- S. en el Real Consejo de las Indias.
Dfanoscritto in foglio, di cinque carte preliminari non numerate e altre 142. È ricco, come le
Pr^c^^enti opere, di notizie delle nostre Missioni in que' paesi. Appartiene al particolare Archivio
•l^lLa. Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
Dal titolo: Ewritores de Ubros, crediamo utile annotare quanto segue: • El Kmo Obispo de la
''^^n-^Tial de Chile, Pr. Luis Geronimo de Ore, hijo deste convento de Lima, naturai de la ciudad
^^ C^miamanga ìmprlmiò en està ciudad de Lima en dos tomos: El simbolo catholko de la lengua
'**<l»«»iia, Espanola, y latina, y en la mesma lengua el otro tomo: Rilual para Sacramentos, y
^^i"»^ obras muy estimadas de todos los Curas, Clerigos y Religiosos de estos Reynos, y son el
'*iool y regia que tienen para la administracion de los Sacramentos y buena educacion y catequisacion
*•<? loss Indios: en especial eìManual en siete lenguas diferentes de provincias y reynos del Perù.
"^ biblioteca Jndiana del Licenziado Antonio Leon impresa en Madrid ano de 1629, en la segunda
l^a.rt^ hace memoria de algunos destos libros, que Fray Luis de Ore imprimiò en las lenguas
Qcic:»«uA y Atmara. » E tra gli altri sono 1 1' Orden de ensenar la dottrina Christiana , y la Relacion
***^ tc»si Martyres que han habido en la Florida (1604). Y el Doctor D. Juan de Larrinaga Sa-
•^^■* Cavallero del Avito de Santiago, Oydor de la Real Audiencia, en su Biblioteca de Oro , manu-
^'■^•^a. , donde da noticia de los escriptores de las Yndias y de sus obras, reflcre las de nuestro Obi-
*Po , dicendo: — Fr. Luis Geronimo de Ore, naturai de la ciudad de Guamanga, hijo de la Pro-
^ int^l^ de XII Apostoles de Lima, de la Seraphica Orden , que muriò Obispo de la Imperiai de Chile,
^^^'•^li Apostolico, imprimiò en Lima por el ano de 1598 el Simbolo catholico Indiano con aproba-
«^ion <ie los Obispos de Tucnman y el de Cuzco, y del Arsobispo de los Reyes. Oeclara en esle libro
los xsiisterios de la fee, conlenidos en los tres simbolos catolicos, el Apostolico, el Nizeno, y de
^*** Atanasio. Hizo en el una descripcion del Nuevo Orbe y de sus naturales. Y puso un orden de
^nseBaies la doctrina Christiana en las lenguas Quichua y Aymara; y anadio en este cuerpo mu-
«••noas himnos del Breviario Romano en la lengua de los Y'ndianos, que los cantan en sus casas y
<^hacras y en las Yglesias. • — Poi • imprimiò en Napoles el aiìo de 1607 un libro con este titulo: Ri-
*ua4e , teli Manuale Perwinum et forma brevis administrandi apud Indox iacrosanta Sacramenta.
^^^ e«te se rigen y gubieman todos los Curas y Ooctrineros de Yndios de los Reynos del Perù en la
*^™inisiraclon de los sacramentos y ensenanza de la doctrina Christiana en las lenguas de los Ar-
^bisfiados de los Reyes, de los Charcas, y de los Obispados sufraganeos de Cusco, Quito, Chu-
^^^» Arequipa, Guamanga, Truxillo, Santa Cruz, Tncuman y Rio de la Piata, y basta en Bra-
^'^ inclusive en distancia de 800 leguas. Y asi fuera de la lenguas latina y Castellana, tiene este
<^nu€^l la Quichua, Aymara, Paquina, Mochica, Guarani, y Brasilica. « ^ Questi particolari sono
'l!28 COUNEJO - COKOjSKL
taDto più preziosi, in quanto che è quasi impossibile incontrare in fiun)pa alcuna delle opere riferite.
E qui non possiamo a meno di non altamente maravigliarci del signor abate Eysaguirre , il quale
nella sua Histoire du Chili (Paris 1835) appena dà un breve cenno di quest'uomo santo straordinario
sia cume Missionario, sia come dotto, sia come Arci\escu>o di Santiago, senza nominare un solo
di tanti suoi dottissimi lavuri, mentre per altri, che non ne valgono la centesima parte, ebbe lodi
a larghissima profusione!
— Relacion de la fundacion de la santa Provincia de los
doce Apostoles del Perù : por el Padre Fr. Diego de Cordova. Ano
de 1638.
Manoscritto in foglio dell'Archivio della Hiblioteca della Iteale Accademia di storia di Madrid,
interessantissimo non meno della Cronaca per la storia delle Missioni Francescane.
•*«"•/' 161. CoRNEJO. --- Chronica Seraphica, escrita por el R. P. Fr.
Dainian Cornejo, Colegial que fue del Major de S. Pedro y S. Pa-
blo en la Universidad de Alcalà, Lector Jubilado, Ex-Custodio de
la Provincia de CastiUa Regolar Observancia, Examinador Syno-
dal de este Arzobispado y Chronista General de su Orden. En
Madrid. Por Juan Garcia Infanzon. 1682-1698.
Sono 4 volumi in foglio. È la Cronaca più pregevole ed importante dell'Ordine; nulla togliendo
del suo merito a quella di Frate Marco da Lisbona ; dico V edizione originale, non la traduzione che ne
venne fattoi in Italia. Sventuratamente il Cornejo non lini la sua: ma ebbe due eccellenti continuatori
nel Padre Gonzales, e nel Padre Torrubia, giungendo cosi 1' opera a 9 volumi. Vi si parla larghissi-
niamente delle nostre Missioni, ed è indispensabile a chi si occui»i della storia dell' Ordine Franc^xscauo.
11 Cornejo mori Vescovo di Oreiise in Castiglia. Un esemplare di quattro primi volumi è posseduto dal
M. R. Padre Ramon Ruldù in Barcellona ; e un altro di tutti i 9 tomi trovasi nella pubblica Biblioteca
della stessa città.
u,, 162. CoRONEL. — Arte para aprender la Lengua Maya: por
s..!^. el Padre Fr. Juan Coronel , de la Orden de S. Francisco.
America
r^)sl lo SouiER (Monogr. of Anih.J. Il Padre Coronel, nativo di Spagna e addottoralo nel-
l'Università di Alcalà, erasi recato in America il 1590, ove imparò con tanta perfezione le lingue
de' nativi, elicne addivenne pubblico professore. Ebbe a discepolo il Cogolludo, di cui si disse di
sopra, fu Guardiano ne' Conventi di Mejorada e di Merida, e in quesl' ultimo mori il 1651 nell'età di
Si anni.
— Discursos predicables, con otras diversas niaterias espi-
rituales , con la Doctrina XpFia , y los articulos de la Fé : recopi-
lados y emendados por el P. Fr. Juan Coronel del Orden^ del
Seraphico Padre S. Francisco, Guardian del Convento de Tikax,
y Lector de Lengua, ec. Megico, 1020.
tu volume in li, di iil |iagine.
GOUnADO - COZZA 129
— Doctrina Christiana en Lengua Maya recopilada.
Un esemplare di questo manoscritto esisteva nel nostro Collegio di san Bonaventura di Siviglia:
che ne sia avvenuto dopo la distruzione de' Conventi inlspagna, non so: per quanto ricerche facessi
in quella città, non mi riuscì d' averne notizia.
1 63. Corrado. — Almae Taurinensis Ord. Minorum de Obser-
vantia Provinciae sub Divi Thomae Apostoli auspiciis historica et
cliroiiologica Synopsis, aP. Fr. Honorato Corrado a Veteri-Capite
eiusdem Proviaciae alumno edita. Taurini , ex Typis Castellazzo
et Garetti, 1856.
Un volume di 186 pagine in foglio. Vi sono alcune brevi biograflo di nostri Missionarii, spe-
fialmei^le in Palestina.
464. CosTiTUCiON de estaProvincia de San Gregorio deFilipinas
de la Orden de S. Francisco. Manila, B. Lampaos.
^on l'ho veduta: la cito dalla BibUothéque Asiatique et Afrieaine del Tek^ìwj., Paris , 1841.
465. CoTO. — Thesaurus verborum: o Frases y elegancias de
la lengua de Guatemala: por elP. Fr. Tomàs Cote, Franciscano.
Così lo Sqdibr (Monogr, of Anih.). 11 Padre Coto era nativo di Guatemala, e il manoscritto si
consoi-\ava nel principale Convento di quella Provincia.
466. Cozza. — Historia polemica de Graecorum schismate ex
^colesiasticis monumentis concinnata labore et studio Patris Lau-
^^n.l;ii Cozza a Sancto Laurentio Ordinis Minorum Regularis
^l>servantiae, Provinciae Romanae, Lectoris jubilati, Ex-Guar-
iiani Sacri Mentis Sion totiusque Terrae Sanctae Ex-Custodis,
^^orae Congregationis Indicis Consultoris, supremae ac univer-
sa! ig Inquisì tionis Qualificatoris , et in Cismontana Observantium
famiUa Vice-Commissarii generalis : in qua praeter historiam
^xacte digestam , omnes et singulae contro versiae post Concilium
Constantinopolitanum I usque ad Florentinum , sive occasione
l^aeresis , sive schismatis Inter Ecclesiam Orientalem et Romanam
C>ccidentalem exortae summa cum diligentia discutiuntur. Oblata
Sanctissimo D. N. D. Clementi divina Providentia Papae XI.
^omae, Typis Georgii Placho, prope S. Marcum, MDCCXIX-XX.
^"^upejiorum licentia.
Sono 4 volumi in foglio: il primo, di pagine XII-33:2: il secondo, XlI-560: il terzo, XlI-361: il
'''^> XlI-386. L* autore la scrisse in Gerusalemme, come si vede dalle parole seguenti, che chiu-
9
130 CRESPEL
dono r ultimo volume: Hartenu* hUtoria de Grae.coruin srhistnate, quam Uierotolymis incoepimm, ae
ibidem divina opittUante grada absolvimuf pontfeslum AnnunciationiK glorio$ae YirgirUi Mariae, dif.
videlieet XXV mensis marlii anno Domini MDCCXV, ad laudem omnipoieniit Dei . cui kU honor et glo-
ria per iaeeula saecìUorum. È il lavoro più dotto e compiato che si conosca intorno allo scisma dei
Greci , del quale non si può fare a meno scrivendo di quella storia. N' (^ un esemplare nella Biblioteca
Nazionale di Firenze.
In un Manoscritto Francescano in lingua catalana, della pubblica Biblioteca di Barcellona (Rela-
ciò DE LA Peregrinaciò A Jercsalem 1762), di cui diremo a suo luogo, sono del Cozza le notizie se-
guenti. Successe nel governo della Terra Santa air insigne P. Francesco da S. Floro r anno t704. Partito
da Roma con la benedizione del Sommo Ponteflce, s' imbarcò per Malta, e di là passò in Egitto, al
Cairo, dove subito diede pruova della molta scienza e delie grandi virtù di cui era fornito. Avutone
notizia il Patriarca Greco di Alessandria, di nome Samuele, cliìesc di vederlo ed abboccarsi con Ini.Illoro
incontro fu cordialissimo. Disputarono sopra varii punti; la consacrazione in pane azimo, il Purgato-
rio, r efficacia de' suffragi, il Concilio Niceno e il Costnntinupolitano, la processione dello Spirito San-
to, ec. E bastò quel colloquio perchè il Patriarca rimanesse pienamente convinto della verità cattolica,
e si profTerissc pronto ad aderire alla Romana Chiesa, e a sottomettersi intieramente al Papa. Ma il Padre
Ixjrenzo avendo dovuto proseguire nella sua missione, il Patriarca fece T abiura nelle mani del Padre
.arcangelo da Malta, supcriore del Convento del Cairo, clic venne portatii a Roma dal Padre Giovanni
Giuseppe Mazet unitamente a due Apocrisarii del Prelato. Sulennissima fu in Roma la sacra funzione
del suo ingresso nel seno della cattolica Chiesa : il santo Padre vi disse una commovente allocuzione,
rendendo grazie a Dio di cosi bel trionfo. Frattanto al Padre Lorenzo (?rano riserbate altre glorie. Uno
scisma nacque a que'di tra' Maroniti del Monte Libano. Avendo eletto il novello loro Patriarca, una
mano di turbolenti ed ambiziosi, ribellandosi, gliene contrapposero un altro, cagionando gravi scandali
e rovine in quella nazione. Pervenutane notizia al Romano Pontellce, con un suo Breve che comincia
Cujn sicut ad aure$ nostrat ec, delegò Visitatore Apostolico di quella nazione il P. I/)renzo, con piena
potestà di giudicare di quel conflitto e in quel modo che stimasse meglio provvedere. Mosse il Cozza
con alquanti compagni alla difficile missione, e tanto seppe adoperare , che il legittimo Patriarca venne
da tutti riconosciuto, e fu ricomposta la pace. Allora il Papa dichiarò il P. Lorenzo Ministro Generale di
tutto r Ordine Francescano, e dipoi in premio delle sue belle fatiche lo nominò Cardinale di Santa Chiesa.
skn^. i67. Crespel. — Voyage au Noveau-Monde et histoire interes-
Amene g^nte du Haufrage du "R. P. Emmanuel Crespel, RecoUect (Fran-
ciscain) d' Avesnes dans le Hainaut, avec des notes historiqiies et
geographiques. Amsterdam (Paris) 1757.
Un volume in ii, di circa 200 pagine, di cui rinvenni un esemplare nella Biblioteca Nazionale di
Parigi, e un altro in quella dell'Arsenale della stessa città. Studiò per me questo raro e importantissimo
libro il Padre Federico da Dunkerquc della Oss. Provincia di san Lodovico di Francia, che tutto il temp4i
che dimorai in Parigi mi fu amorosissimo compagno nelle faticose ricerche che io doveva fare in quelle
Biblioteche, e con la sua intelligenza attività e virtù mi prestò tale aiuto, che nessuna mia parola
sarebbe sufficiente a rimeritamelo. Io mi disponeva a partir per la Spagna, quand'egli ricevè dal Padre
Generale l'obbedienza che lo destinava alle Missioni della Terra Santa. Il dividermene mi costò
immenso dolore I Attraversò rapidamente l'Italia, e ne pubblicò belle note nella Revue Franeiteaine
di Bordeaux. Lo Messo fa ora, ma più ampiamente, della Palestina e dell'Egitto. Sono lietissimo di
mettere qui il sunto eh' egli in poche ore mi fece dell' Istoria del Crespel, copiandomi dipoi a lettera
tutto il racconto del naufragio, che conservo come dolcissima sua memoria.
• La relation éscrile par le notre Pere Emanuel Crespel Recollet d' Avesiies dans le Hainaut dans
un slyle simple et naturel, avait été destinée par l' auleur à rester dans l' intimité de sa famille. Son
frére (dont on ignore le nom et la profession)a qui cette relation etait destinée, flt des instances auprés de
r humble Missionanire a Paderborn lors du passagc dans celle ville de l' armée frangaise commandée
par lo Marechal Mailiebois, pour oblenir de sa modestie la permission de livrer la relation au public;
elle lui fui accordeé. ÌjQ Pere Crespel, etant (vers la fin de 1723) a .\vesnes, recoit de ses Snpcrìeurs
la permission de passer dans le Nouveau Monde. 11 part le 25 de lanvier ilH. Lorqueje fu$ a Parit,
CRESPEF. 1 31
liit'iì^ je pris une obedience du H. Pere Julien Guesdony Provincial de S. DeniSy de qui dependent
ìe$ Mistiont de la Nouvelle Franee . Le 17 Mars 1726 il est ordonné prdtre par l'Evequc de Quebec,
qui pea de temps apres lui donne une mission ou cure appellée Horel, au Sud du fleuve St-Lau-
reni, cntre les villes des Trois Rivieres et Montreal. Deux ans apres il est nommé aumonier de 400
francals que le Harquis de Beauharnais avait joint a 800 ou 900 Sauvagcs de toutes nations, surtout
InMiuois, Hurons, Nepissings et Outaonacs, auxquels M. Préfet prdtre et le Pere de la Bardonniérc
itervaient d'aumoniers. Ces troupes commandécs par M. de Liguerie avaient mission d' aller détruirc
anc nation appellée les Renards (ce sont Ics Outogamis ; leur pais etait a l'ouest du lac Michigan).
Le Pere Crespcl constate la bonté naturelle des Sauvages (qui faisaient part de V expedition) qui lui
ofh-ent cordialement, dans une halte, du fruit de leur chasse. Ils arrivent chez les Renards, qui pre-
venus sans doute avaient abandonnó leur village. Nou$ n'y irouvames, dit le Pere, que quelques fem-
^M9, que H09 sauvages firent esdaves et un viellard qu' Us brulerent a petit feu, sans paraitre avohr
avctsne repugnanee a eommettre une action aussi barbare. Le Pere leur demànde par interprete ,
raison de cet acte : un Iroquois repond tout simplement que e' est la coutume parmi eux de traiter leur
ennemis comme ils en seraient traités, s* ils etaicnt vaincus. Le Pere essaya, mais inutilement, de le
eonvaincre qu* il partait d'un faux principe. On passe jusq'au dernier poste cnncmi qu'on trouvc inoc-
fopó; Ils reviennont de cette expedition inutile a Montreal dont ils sont éloignes d'environs 450 lieues.
Le Pere passe a Montreal et arrivo au prin temps a Quebec, d'ou incontinent le Pere Cctomissairc
r envoie au poste de Niagara. Depuis la SL Martin, dit le Pere (le manque de vin m' avait empéché
de dire la messe) atissUot que le batiment endommagé par la tempéte fut arrivé, je fis faire la
^QueaUmte la Gamison, et je partis pour le Detroit (Detroit, poste sittié sur le detroit qui joint
le toc Huron au lae ErU) a la sollicitation d'un Religieux de mon Ordre, qui y etait Missionnaire...
^^ Beligieux que j'allais visiterme refut d'une maniere qui caracterisait a merreille le plaisir que
nofut gentons ordinairement, losrque nous trouvons un de nos compatriotes dans un pays eloigné ;
^Jouiez a cela qtie noìts etions du mente Ordre, et que le mème motif nous avait éloignes de nostre
V<^rie, Ye lui étais done cher par plus d' un endroit, aussi n' oublia-V il rien pour me marquer
combien il etait sensible a ma visite. C etait un homme un peu plus ngé que moi , et tres
^^<>nimandable par les succès qu'avaint eus ses travaux apostoUques. Sa maison etait agréable et
(onitnode, c'etait pour ainsi dirCy son ouvrage et le sejour de la vertù. Il partageait le temps qui n'etait
P** rentpli par les devoirs de sa charge, entre V eslude et les occupations de la campagne: U avait quel-
ft»e« livres^ et le choix qu'il en avait fait, donnait une idée de la puretè de ses moeurs et de Vetendue
^^ *e-s eonnaissances. La langtie du pays lui etait assez familière et la facilité avec laquelle il la
P^fÌ4xii le rendait cher à plusieurs Sauvages qui lui communiqtiaient leurs reflexions sur toutes
'**^« de svjet et principalement sur la Religion. L'affàbilUé attirati de la eonfiance, et personne n'en
^*^'^€t.u plus que ce Meligieux. Il avait poussé la complaisance envers quelques habitants du De-
****. Jusqu'à leur apprendre la langue fran^aise. Parmi ceux-làj'en ai ru plusieurs dont le sens
'**^* et le jugement solide et profond auraient fait des hommes admirables mème en Franee , si
^*'' esprit avait eté cultivé par V étude. Pendant tout le temps que je restai chez ce Religieux, je trou-
,7** totts les jours de nouvelles raisons d' envier un sort pareU au sien. — Le Pere retoumc a
ra, ou il reste deux ans, et apprend l' Iroquois et la langue des Outaonacs. Apres trois ans il
^ tre au Couvent de Quebec : il passe ensuite deux ans au poste de Iroctenac : do là va a Montreal : on
<^n voya a la pointe de la Chevelure dans le lac Champlain. C'est un des plus pcniblcs voyages qui
' * ^oii t en Canada. Le jour de son de part de Ghambly poste a 40 lieues cnvìron de St. Frederic
^'^ ctans le lac Champlain) ils furent obligés de coucher dehors, et pendant le nuil il leur tomba
f**>>s ci' un pied de neige. 11 fut rcmplacé là par un autro Pere, nommé Pere Verquaillé qui arriva
^* scptembrc 1736. »
. . Questa è la storia della Missione del P. CrespeL Poi viene il racconto del naufragio, che posse-
'^^'^o alla lettera : avvenimento d' una terribilità e pietà che non ha pari. Dell* una e dell' altro
"^^o questo giudizio nella Bibliographie des Voyages. « Les observations qu' il a faites sur les
^r*lades vers Ics quelles il eté envoyé en mission, sont assez judicieuses, et la narration de son
f^ ^^r^age a vraimcnt de Tinteret • 11 medesimo giudizio ne dà il signor G. B. Faribault nel suo
/"***** €4)jfii« d'ouvrages sur Vhistoire de V Ameriaue et en particiUier sur celle du Canada, de la
^^**^*icinf. de V Acadie, ec. Quebec, 1837. Noi qui ne daremo la sostanza con lo parole della Biografia
'arsale del Michaijd: « En 1736 il recut une obedience de son Provincial pour revenir en Franco,
lit de Quebec le 3 novembre. Le 14 le navirc Ut naufragc prcs d' Anlicost. On se sauva dans une
Vi
132 CRESPI
16.
cbaloupe, et Fon aborda dans Tile. Une panie de l' équipage la quitta le 27. Un descanots s*ctant
perdù, et la gelée sarvenue en decembre, Crcspel et scs comitagnons furent obligés d'allcr a terre, sor
la cote de Labrador, et de s' y construire des cabancs ; ils y passerent l'hivcr dans l'ctat le plus alTh^ux.
Un grand nombre y périt. Enfln, au mois d' avril on aperQut un sauvage qui s' enfuit a 1' approchc
des Eu/opéens. Quelques-uns arrivèrent enfln a une butte, ou on leur donna du secours. Ils allerent
a la recherche de leurs compagnons d'infortune restés sur Tile; la plupart ctaient morts. Ils
retoumèrent a Quebec au mois de juin. Grespel en partii au mois d'octobrc 1738, et arriva en France
en décembre. Il alla ensuite a Douai, et retourna a son Couvcnt d' Avesnes. Scs fatigucs avaient tcUement
dolabre son estomac, quMl obli nt la permission de se rendre a Paris. Lorsqu'il fut rétabli, on le
nomma Aumonier dans V armóe du maréchal de Muillebois. • Questa è la sostanza del fatto , che
non ce ne mostra n(> la bellezza nò l'importanza : bisogna leggerlo. Non dubitiamo di ripetere
cbc è uno de' più interessanti e commoventi che abbia la storia dei naufragi. Ne sta ora pubblicando
un bel racconto il Padre Servasio Dirks nel Meèsager de Saint Francois de Saint-Trond ,^cojm
già fece delle avventure di Frate Pietro Fardè in Affrica, e della Missione di Frate Pietro di
Gano nel Messico.
168. Crespi. — Diario de la expedicion de Mar que hizo la
nueva Fragata Santiago, en la que fueron los Padres Prediea-
dores Fr. Juan Crespi, y Fr. Tomas de la Pena: por el Padre
Fr. Juan Crespi de la Regular Observancia de N. S. P. S. Fran-
cisco ec.
Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. La spedizione fa
fatta in giugno del 1774.
— Expedicion y registro del viage que de orden del Exmo
senor Bailio D. Antonio Maria Bucareli , Virrey de està Nueva
Espana se hizo por el mes de Noviembre de 1774 de las cerca-
nias del Puerto de San Francisco en la costa del Mar Pacifico
de la California Septentrional , a fin de ocuparlas con nuevas
Misiones , encomendadas a mi Apostolico Colegio de' Misioneros
Franciscanos de la Regular Observancia de Propaf/anda Fide de
San Fernando de Mexico, ec.
Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Beale Accademia di Storia di Madrid.
— Diario del viage y descripcion de los dilatados caminos
que a mayor gloria de Dios nuestro Senor y de nuestro Rey,
que Dios guardo, hizieron los Misioneros Apostolicos del Col-
legio de San Fernando de Mexico del Orden de nuestro S. P.
S. Francisco, recien entregados de las Misiones de California
bacia el Norte de la Peninsula ^àe la mision fpontera llamada
Santa Maria de los Angeles , basta los puertos de San Diego y
Monterrey, teda tierra de gentiles, en los anos del senor de 1779
CRONICA - CROUZET i33
ì 1780, de que fueroa proatas resultas las fundaciones de las
los ]VIisiones de San Diego y san Carlos de Monterrey nuevamente
)lantadas en los puertos de sus respectivos- nombres, y las proximas
lisposiciones para la fundacion de la tercera en la playa del
principio de la canal de Santa Barbara , con el titulo de San
Buenaventura. Describelo el P. Fr. Juan Crespi, Predicador Apo-
stolico del expresado Colegio ec.
' Manoscritto in foglio nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid. Il lettore vede
Ja per so la grande importanza di questi Diarii per la storia della scoperta, della geograQa, e delle
Missioni della California.
— Copia de lo particular que vió la expedicion de mar en
is costas de el Norie , sacada del Diario originai que se formò
bordo de la Fragata Santiago por los Padres Fr. Juan Crespi y
". Tomas de la Pena de la Regalar Observancia de S. Francisco,
te iban en dicha fragata.
Sono ii fogli; ed è tra' manoscritti della Biblioteca Colombina di Siviglia. Comincia: « Saliò
-scc pucrto de San Carlos de Monterrey la nueba Fragata de sa Hagestad, nombrada Santuoo, alias
Va Galicia, mandada por su capitan D. Juan Perez con el encargo y orden ec. •
469. Cronica de la Provincia de S. Joseph de la Religion de
IX Francisco desde su fundacion basta el ano de 1584, siendo
'ixeral de teda la Religion Fray Francisco Gonzaga.
XjVì volume in 8, di 253 carte, nella Biblioteca Nazionale di Madrid. È un lavoro ben fatto, con
^6 notizie delle nostre Missioni nelle Filippine e in Cina; e tra gli altri documenti, ha un bel
pendio del viaggio alla Cina del Padre Pietro Alfaro e suoi compagni, fatto Panno 1578.
470. Cronica Generalium Ministrorum Ordinis Sancti Fran-
ad annum 1374.
Codice nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, di cui mi procurai copia. E interessantissima,
^"V* la storia delP Ordine e per quella delle nostre antiche Missioni; anzi è uno de' più importanti
tinnenti. Non lia nome di autore : ma da quel che ne dice Bartolommeo da Pisa (Lib, Conformit,)
* argomentarsi clie fosse scritta da Frate Arnoldo da Semano, o Serrano, della Provincia di Aquitania.
171. Crouzet. — Les regards d'un chretien tournés vers la
Sepulclire de Jerusalem, ou invitation auxrois de l'Europe
- prendre des mesures pour ' garantir le Tombeau de N. S. des
siiltes des infideles, par C. A. C. Cordelier, dit le Pere La-
'^"^be. Paris, Delespinasse, 1819.
134 CRUZ
Sono SS pagine in 8. Le iniziali C A. G. contengono il nome dell'autore, eh' è Claudio Agrevè
Crouzet. Nel CatcUogue della Biblioteca del signor Escalopier ne trovai queste notizie. Il P. Crouzet
nacque in S. Agrevé (Ardeche) addi S5 ottobre del 1762, e mori in Parigi addi IO dello stesso mc^
del 1834. Dottore dell' antica fac4)ltà di Teologia di Parigi , addivenne Guardiano e Commissario gene-
rale del Santo Sepolcro nella famiglia dell' Ossenanza.
ib. 172. Cruz. — Relacion de mi mision y trabajos en el reino
de Mongami en Japon : por el P. Fr. Diego de la Cruz.
Cosi l'HuERTA (Estado, ee.J^ aggiungendo che è segnata il 13 di maggio del Ì6i5. Il Padre della
Cruz era nativo di Palomares: passò dalla Spagna alle Filippine il 1609, onde il 1619 si recò alle
Missioni del Giappone. Quando nel 1634 quell'impero venne severissimamente chiuso a tutti gli stra-
nieri, egli vi si nascoso dentro: e dipoi non se ne seppe più nulla, tranne alcune vaghe notizie che
fosse stato martirizzato.
Alla
jfr. 173. Cruz. — Doctrina Christiana en idioma Japon: por el P.
Fr. Geronimo de la Cruz, de la Provincia de S. Gregorio de
Filipinas.
— Platicas doctrinales en idioma Japon.
— Troduccion del Castellano al Japon del Flos Sanctorum.
Cosi l'HuBRTA (Estado, ec). Nativo del Giappone, il P. Fr. Geronimo venne quivi battezzato dai
Francescani, che lo ammaestrarono del castellano e del latino, e lo inviarono dipoi alle Filippine,
ove si rese sacerdote. Il 16i8 tornato al Giappone , abbracciò 1' istituto Francescano , e ne fece la
solenne professione nelle mani del P. Fr. Diego da S. Francesco, dandosi tutto alla conversione de'sooi
C/Onnazionali. Scoperto e catturato, fu rinchiuso nelle carceri di Nangazaqui, da dove poi lo traspor-
tarono ai bagni bollenti di Ungen, ìmmergendovelo per cinque continui giorni. Ma non bastando quel
tormento a vincere la sua costanza, rimenatolo a Nangazaqui, quivi lo abbruciarono il 3 settembre del
1633. La S. Congregazione lo dichiarava martire il SI aprile del 1668, e il decreto veniva approvato
dal Sommo Pontefice.
Vuoisi qui avvertire, che vi fu un altro Frate Geronimo della Cruz, distinto Missionario in
America , del quale fanno menzione anche gli Editori delle Cartas de Indias. Nativo di Andalusia,
venne inviato dall' obbedienza alla Nuova Spagna, e propriamente alla Custodia di Guadalajara, ove
imparò a perfezione le lingue de' nativi , e n' ottenne numerose conversioni. L'anno 1569 era
Deflnitore nel Convento di Tarecuato della Provincia de' santi Apostoli Pietro e Paolo, Vescovado di
Micboacan nella Nuova Galizia, e quivi mori in avanzata età il S2 febbraio del sopraddetto anno 1569.
D
174. Dacia. — Declamacion del pueblo bàrbaro de los Indios,
que habiendo recibido el bautismo desean recibir los demas Sa-
cramentos , por el Patre Fr. Jacobo de Dacia de la Orden de San
Francisco.
Manoscritto, che si conservò nella Biblioteca di Tlatelolco sino al principio di questo secolo. Il
Padre Giacomo fa nativo di Danimarca, dove vesti V abito di San Francesco e fu Provinciale del suo
Ordine. Perseguitato da un Vescovo luterano, riparò in Ispagna, dove da Carlo Y ottenne facoltà di
recarsi Missionario al Nuovo Mondo. Andò nel Messico, e vi evangelizzò con gran frutto, passando
dipoi alla Custodia di Michoacan, di cui fu fatto Deflnitore il 1562. Quivi imparò a perfezione la lingua
Tarassi de la que (dicono gli Editori delle Cartas de Ixdias ec.) llegò ser tan erudito, corno en la
LATINA, GRECA y hebrea; 6)1 ella predUaha con gran celo a los naturales. Essendo Guardiano di Tare-
cuato, fondò il popolo di Arancaraqua, e quivi in ufficio Unì in grave età i suoi giorni.-
175. Dalphini. — Lettera di Frate Giacomo Dalpliini de' Min.
Oss. Guardiano de' Santi Luoghi , a Cosimo e Lorenzo de' Medici.
È ncir Archivio di Stato in Firenze, fra i carteggi Medicei. Ha la data di Monte Sion il ii giugno
1437. Ringrazia Cosimo e Lorenzo dei soccorsi inviati a quelle missioni; dice che si trovavano intricati
in guerre e infiniti peccati, e fa menzione d' una certa Domenica, per molte virtù commendabile y la
quale lor farebbe testimonio delle cose necessarie per V edificazione di que* Luoghi.
176. Damonte. — Viaggio in Siria e Palestina nel 1861 del
Padre Perpetuo Damonte Minore Osservante, Professore di lin-
gua italiana nel Collegio-Convitto di ferra Santa in Aleppo.
Fu pubblicato in 8, nei numeri dell'anno 111 e IV della Cronaca delle Missioni Francescani
(Roma 1863-1864.)
177. Dannoot. — Abregé des fruits acquis par 1' Ordre des
Freres Mineurs ès quattres parties de l'univers, par le Pere
Dannoot. Bruxelles, 1652,
Un volume in 12, figurato.
136 DAVALOS - DAZA
Ut. 178. Davalos. — Serinones de Quaresma y Festividades , ea
^""^ idioma Kiché : por el Padre Fr. Luis Davalos , Franciscano.
Cosi lo Sqdier (Monogr. of Auth.).
stamp. 179. Daza. — Quarta parte de la Coronica general de nuestro
Serafico Padre S. Francisco y su Apostolica Orden ec. por el
Padre Fr. Antonio Daza, Difinidor do la Provincia de la Conce-
pcion y Coronista General do la Orden del Serafico Padre San
Francisco.
Libro rarissimo, od insiomo interessantissimo per la storia delle Missioni Francescano, die
possiam dire continuazione della classica opera di Frale Marco da Lisbona. Antonio Nicolas ( BiMM.
Hisp.) dice che fu stampalo Pinciac,apud Joan. Godinez, 1611. in foìium. A me non ò riuscito trovarlo in
alcuna Biblioteca d'Italia, di Francia, di Spagna, di Portogallo. Quando per caso invitato ad esaminare
alcuni vecchi libri in un hionaslero di \cnerabili Clarisse vicino ad estinguersi, là lo rinvenni, e
generatamente me ne \enne fatto duno. Come dice il Nicolas, ò veramente in foglio : ma il mio esem-
plare manca del frontispizio, e non ho potuti» > erillcare il luogo dove fu impresso. Sono 314 pagine, e poi
altre 304, che ù il libro IV, che comincia con una nuova numerazione. Perchè il lettore n'acquisti
un'idea, daremo qui il breve Prologo dell'Autore, e i titoli dei Libri in cui T opera è divisa.
« Las vidas de novecientos y «{uarenta y tres Santos, quo en estos ultimos tiempos ha produ-
cido la Regular Obser>'ancia de nuestro Padre San Francisco, son los quc a honnt y gloria de DIos
manifesta està historia, do los quales sctecienlos y quarenta y dos, oponiendose a la furia infemal de
los hereges, y otros inileles, derramaron su sangrc por la confcssion de la Fé. Salen tambien en ella
las que ^an descubierto y convertidos a la Fé catholica los nucvos mundos tan dichosamente, y los
principales hechos de las mas ilustres personas de la Orden. Quince Generalcs que en osto iiempo
gobemaron, un Sumo Ponti lìce, Heligioso della, ooho Cardinales, inflnitos Arzobispos y Obìspos.
grande numero do confcssores, de reyes, reynas, y emperalrizes, muchos Inquisidores centra It
heretica pravedad, y mui eminentes dotorcs, que con sus admirables escriptos lian ilustrado mucho
la igìesia santa de Dios. 1 esto sin ruido, ni ostentacion de palabras ... Pongo en l.is margenes los
autores, los processos, y las informaciones de que me he valido . . . Sigo muchos memoriales de mano,
sacados de fldelissimos archivos, relaciones autenticas, liechas por autoridad de justicia ante nniaric»s
publicos, y escrivanos reales: muchos processos autenticos i sellados con sellos publicos, pon]UC
c^mo algunos son de tierras tan remotas y estraiias, base pretendido ([ue todos vengan bien
autorizados y sean muy sin sospccha: entrc los quales se hallaran algunos con cientos, duciontos,
trecientos, y algunos mas de mil testigos jurados, y e\aniinados en diversos tribunales, i>ur dife-
rentes Obìspos y Arzobispos, en forma quc hazen fé en qualiiuicr tribunal y juyzio con tradi torlo.
Tambien me valgo de hislorias lldc diguas de otros reynos, y roligiones, de las quales he sucado lo
que della hallo con mucha verdad escrito : y de papeles, relaciones, y processos de di>ersas naciones,
de que dan buen testimonio los muchos que se hallaran en mi poder escritos en varias lenguas,
Latina, Italiana, Portuguesa, Catalana, Japona, y Castellana. El trabajo (jne ha costado recoger y
ordenar tantos papeles, y i>onerlos «listilo ( que ha sido immenso y lieno de inflnitas diflcultades )
quedara mui bien premiado, si mi Padre S. Francisco re4*il>e este pequefio servicio, que le ofrece lo mas
indigno hijo de su Orden ... ». Or ecco i titoli de' Libri in cui l'opera è divisa.
Libro prirnero de la qìuirta parte de la Coronica general que contiene seys aiioi del tiempo de
tres Ministros Generales : en que xe irata de la nucstra mudanfa que huvo en ella, trocandose $u
$uperioridad y govienio: la eonversion de la India Orientaly milagros, martyrio», vidas de santos
ReligiosoSt y otros varios acaeeimientos deste tiempo. — Libro seguiulo ec. que contiene seys anos del
tiempo de un Ministro General de la Orden : la eonversion de las Indias Ocidentales a la ianta
Fé cathoUea: los tnartyrios de ochenta y cinco Religiosos, martirizados por la exaltadon de la Fé
en diversas partes de estas Indias : con mucìias vidas de Santos , milagros y varios acaeeimientos
deste tiempo. — Libro tercero ecy que contiene cincuenta niios del tiempo de ocho Minittros Geìierales:
DE GLORIOSO - DE GUBERNATIS 1 37
ta apostasia de Iiiglaierra, y la persecacio.i general que la Ordea padccUì en aquel reyno, y otras
ìaries : eu tot qucUei los ìiereges y enemigos de la Fé haii queìnado y destruydo mas de seyscientos
onvenioit y marUrizado quinienlos y sesenta y nueve Religiosos, con otras muy nolables vidas de
antos, mUagros y varios acaedmientos deste tiempo. — Libro quarto ee. que contiene veynte y seys
^inistros Generales de la Orden : las vidas de algunos santos Religiosos, Martyres y Confessores,
tn Tntuhos milagros, y varios acaecimentos deste tiempo, oc.
Bastano questi cenni per giudicare dell' importanza deli' opera del Daza; tanto più preziosa
qua.nto che l' incontrarne un qualche esemplare torna presso che impossì1)iIe.
480. De glorioso nomine Fratrum Minorum in Cataluniae
Tincipatu.
t^ono 8 fogli, contenenti 28 brevi biografìe di Padri che si segnalarono nella Provincia Osser-
tnte ili Catalogna, specialmente nell'opera delle Missioni. Pare scrittura dol principio di questo
'Colo. L'ebbi in dono dal Padre Buldù in Barcellona.
481. De Gubernatis. — Orbis Soraphicus. Historia de tribus
^rdinibus a Serapliico Patriarclia S. Francisco institutis, deque
orxxm progressibus et honoribus per quatuor mundi partes , sci-
Lcet Europam, Asiam, Africani, et Americam, in obsequium
esxx Christi et Ecclesiae Romanae, atque in fidei catholicae
l^^fonsionem et dilatationem reportatis : per Fr. Dominicum De
«■ixtiernatis a Sospitello, Ordinis Minorum de Strictiori Observan-
^^-, ex Reformata Provincia Di^a Thomae Apostoli, totius Ordinis
'Ixrcnologum , descripta.
t)i quest' opera immensa, che aveva concepita il De Gubernatis, non uscirono che 5 volumi in
^^^>- Il primo tratta : De institutione Ordinis Minorum : de fine ad quem institutus fuit Ordo
*<^»"it»i; de Ordine fratrum Minorum quoad eius materiale; e de essentiali formalitate Ordinis Mi-
'**»»i; Romae, Typis Stephani Caballi, MDCLXXXI. ConUi i8 carte preliminari , met/i numerale, e
-^ mo, e 723 pagine. Il secondo tratta del primo, del secondo e del lerz' Ordine in parti-
***< , w.; Lugduni, apud Anissonios, Joannem Posuel et Clandium Rigaud, MDCLXXXV. Conta 10
^ preliminari, e 9iO pagine; ed inoltre portii aggiunta: Antiquioritas Franciscana ad lUfrum
**"*«ic veritatis examinala eie. opusculum Emo ac Rmo Principi Alderano S. R. E. Cjirdinali
* «/<r. dieatum a P. Fr. Fortunato a Sospitello; Lugduni ec. Di pag. 106. Il terzo, statum poli-
»* Ordinis complectens; Roìnae, apwl Nieolaum Angclum Tinessium impressorem Cameralem,
- Conta 8 carte preliminari non numerate e 703 pagine. Il quarto, seguitando 1' argomento
^»€ ec. 1685). Conta 427 pagine; e ha un Imlex rerum notaffUium di altre 117. 11 quinto. De Mis-
t^us inter infideles, tomus primus, ec. Romae , typis /<j||yi»« Jctcobi Komarek Rohemi apud
ium Custodem, 1689. Conta 9 carte preliminari senza numerazione e 703 pagine. Questo tomo è
Ci importante raccolta generale di documenti che abbiamo per la storia delle nostre antiche
oni. Ma la morte impedì all'Autore di Unire il classico lavoro.
• Habent singuli ( diceva il zelante Padre in un indirizzo ai suoi confratelli ) suos annales ,
-hronica, in (juibus ex maiorum exemplis posterorum commendabilem zelum accendant : sunt
i qui accuratiori per lileras annuas sua prò Christo insignia facta cliaracteribus aeternis posteri-
ommendont, uiide uni versus orbis in eorum gloriis misericordiam Dei alle commendet. Hoc
» in nostro Minorum Ordine, continuis, nusquam tamen sufficientibus lacrymis cx)gimur deplorare...
'li Minoritate, ut taciti, sic oliosi esse videantur; quodquc Seraphicus Ordo, qui a primo
iae suae primordio, hac in excellentissima gloria nulli alteri secundus .... ad haec usque tempora
Ines barbaras mundi naliones, a solis orta usque ad occasam, Evangdiam Christi et praedica-
138 DELGADO - DE MISSIONIBUS
lionis efficacia et exemplo vitae praedicationi conformis, deportare non cessavit, et continuo tot i
lium marlyrum conflrmare non cessat Ce lo steuo potiiamo dir oggi) ; adeo iam vilis existat, ni
minuR iniuri08i, ut saeculares ab eius arcerent affectn, eum inutilem, in olio et ignavia despicaU
imhlicare non erubueriutl 0 venerandi Patresl . . . > .
È difficilissimo incontrare tutti e cinque i volumi uniti : nelle Biblioteche nostre di Italia
mi vennero mai veduti.
«». 182. Delgado. — Informe que hizo el Padre Fr. Carlos Delga
'"'^ a N. Reverendo Padre Ximeno sobre las execrables hostilìdac
y tiranias de los Gubernadores y Alcaldes mayores centra
Indios en consternacion de le Custodia do Nuevo Mexico. A
de 1750.
Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
*" 183. De MISSIONIBUS Apostolicis Fratrum Minorum ad infic
les a Sacra Conj2npegatione de Propaganda Fide dependentibu
Questo Manoscritto in foglio, non numerato, diciannov' anni fa rinvenuto a caso tra vec
carte racquistatc, tutto manomesso e disciolto, mi fu dato ad esaminare percliò vedessi di
trattava, e mi avvidi che era la continuazione della classica opera del Padre Db GuBEmUTit.
Mitsióinibut ec. 1/ ordinai e lo feci accuratamente legare come un prezioso tesoro. Non pori
nome dell' Autore: ma dev'essere stato un Padre della stessa Provincia del De Gul)ematis, ci
l'Osservante Iti formala Provincia di Torino. È lavoro di i)olso, ed interessantissimo; ma non o
pleto, mancandovi la storia di tutte le nostri^ Missioni dal 1300 al 1600, che furono sopra n
grandi e gloriose: e dal 16i0 al 1720, che ù il periodo trattato dall'Autore, egli si ristringe a'
Missionari d'Italia. L'anno 1862, io ed il Padre Antonio Maria da Rignano, di presente VcscoTt
Marsico e Potenza in Basilicata , tentammo di pubblicarlo con una ristampa del volume
De Gubernatis ; si fece un Manifesto Ialino, che venne largamente divulgato per mezio e
stampa periodica, e s|)ecialmente dalla Civiltà Cattouca: ma, per le vicende de' tempi, non s' (
nessuna accoglienza. Metterò qui i titoli de' libri in cui il Manoscritto!^ diviso, e da essi i Let
potranno giudicare della importanza del lavoro.
LiBER I. De attinenlUnis cui MiitSMneit Franciscaiuis in communi. Ove si Irattadella instituz.
della Sacra Congregazione di Propaganda, e dei Collegi di controversie e «li lingue nell'Ordine Mi
ritiro per l'opera d«»Ile Missioni.
LiDKH II. Ih' Miifioiiibu* AposlolicU Fratrum Obs. Reformatorum od valles Luumae 1»
demontio.
LiBER III. De Mifsitmibua ApottuUcis Fratrum Minorum tam Ohiervantium quam Obi, Bt
matorum ad Aegyptum et ad Aethiopiam.
LiBER IV. De MUtsionibux Apottolici* in Alhaniam, Macedoniam et Serviam.
LiBER V. De Mitsionibus Apostolici* in Cipntm, Pamphiliam et Caramaniam.
LiBER VI. De Missionibux Apostolicis in Barbariam, ad Algerii, Tuneti et TripolU regna.
LiBER VII. De Missionibus .ipostolicis in regno Marochiano, Fessano, Sale, etc.
LiBER Vili. De novissimis Apostolicis Missionibus ad regna Fesseni. Bomò, et GerolfeinÀ
ra, et nuper ad Laodiceam, Insulam Rhodi, Moream et Moseoviam.
LiBEH IX. De aliis Missionibus Apostolicis Fratrum Minorum.
E sono queste altre Missioni: 1. De Missionittus Regularis Observantiae , et StrieiiùrU, »
Tertii Ordinis, ad Galloligures , Occitanos , ad Montes Sabaeneos, et alias Galliorum prwimdM
missive. 2. De Missionibus eorumdem in Angliam^ Scotiam et Hibemiam remissive, 3. De Iff
niXmt eorumdeni in Hollandiam et reliqucu provincias unitas remissive. 4. De MiuionSInu mm
dem in Palatinatum , Saxoniam et per alias Aquilonis regione* remisiive. 5. De MMatUbuM m^i
DEN WYNGAERT - DEOS 139
V-
dem in Auttrianij Bohetnianiy Moraviam, SUesiaiiiy Carinthiam, Stiriam, Poloniam, Rìissiam, et
Lithuaniam remUsive. 6. De Mistionibuf eommdeiìì in Hungariam et TransUvaniam remittive, 7. De
Missionibut Regìdaris Observanti(ie in Albaniam, Bosinam, Bulgariam, Croatiam^ Dalmatiam,
Moldaviam, Serviam et Yalaehiam remissive. 8. De Missionibtu Observantiae, RecoUectorutn et Ter-
tu Ordinis ad Canadam, seu Novam Franciam. 9. De MissUmibus Regularis Observantiae et Discal-
eeatorum, oc Tertii Ordinis ad regna Synarum , Siami , Cocincinae, et Tunchini remissive. 10. De
novissimis Missionibus Regularis Observantiae ad Indias remissive, ii. De Missionibus Patrum Con-
venttMlium remissive. 12. De Missionibus Patrum Capucinorum remissive.
184. Den Wyngaert van sinte Franciscus voi schoonre historien
legenden ende duechdelycke leeringhen alien menschen seer
profytelyck.
Questa Vigna di san Francesco, piena di belle storie e leggende e dottrine che muovono alle
virtù, e che tornano a tutti profittevoli, è un rarissimo libro stampato in Anversa nell'interno
della Porta de' Petlinari nella casa di Delfi , presso Enrico Ckert van Ifomberck , V anno del Si-
gnore 1518. sono 3 carte preliminari non numerate, e CCCCXVllI, con 6 altre di Tavola in flnc. Fra
l'altre cose, vi si parla de' viaggi di San Francesco in Oriente, e delle prime missioni de' suoi llgli
in quelle contrade. N^ è un esemplare nella Riblioteca del nostro Convento di Gand nel Belgio. ^
185. Deos. — Vergei de plantas e flores da Provincia da
Madre de Deos, dos Capuchos Reformados, composto pello M. R.
P. M. Fr. Jacinto de Deos, Lente de Theologia, primeiro Pa-
dre da mesma Provincia, Ex-Comissario Geral e Deputado do
Santo Officio da Inquisigao de Goa na India Orientai. Offerecido
e dedicado ao Exmo Senhor D. Fr. Diego Hernandez de Angulo y
Sandoval, Comissario Geral, que Ibi de teda a familia de N. P. S.
Francisco, Arcebispo de Sardenlia, Govemador e Viz-Rey no espiri-
tnal e temperai na quelle Reyno, e hoje do Concellio da Mage-
stade Catholica, Bispo de Avila, Embayxador Extraordinario
nestes Reynos de Portugal: pello P. Fr. Amazo de Santo Anto-
nio , Ministro Provincial , e primeiro Padre da Provincia da Ma-
dre de Deos de Goa. Lisboa: na officina de Miguel Deslandes,
impressor de su Magestade. Com todas as licen^as necessatias.
Anno 1690.
Un volume in foglio, di 479 pagine. Ove è specialmente da notare un Trattato storico de-
scrittivo DELLA Cina, Intromesso fra la pagina 149 e S64. Tutto il libro poi è ricco di notizie e do-
cumenti interessantissimi delle nostre Missioni nell'Indie Portoghesi, In Cina, in Conclncina enei
Tonchino: libro molto raro e ricercatissimo, di cui incontrai un esemplare nella Biblioteca Nazio-
nale di Lisbona, e un altro ne rinvenni dopo molte ricerche al prezzo di 40 franchi; mancante però
del frontispizio e delle prime il pagine, che vi furono aggiunte a mano. Del Trattato della Cina
sono questi i capitoli.
I. Diierifam do imperio da CMna. — 2. Da grandeza do reyno da China. — 3, Da antiguidade
do reyno da China, — 4. Da$ letras e lingua da China. — 5. Do engenho e habilitade desta nofào.
— 6. Da grandepoUeia deete imperio. — 7. Dosedifieios e òbrasjmbUeoi deste imperio. — 8. Da grande
440
DEOS
industria desta nofào. ^9. Da navegofào. — 10. Da grande abundaneia deste ia^eria.
noifresa deste imperio. — i±. Do admiravel governo desta nofào. — 13. Do grande k
China.
Deir opera poi metto qui V Index dos eapUuios e artigos^ che danno an' idea di
furono le Missioni Francescane nellMndia Orientale; storia Insin qui poco tra noi cono«
CAPITOLO 1.
Como, et quando entràram os Fradcs Menores em a India.
Artigo I. Dos prineipios da Provincia^
li. Da Vida do Arcebispo Dom Gaspar.
III. Da solemnidade eom que forào os Religiosos para o Convento da Madre de
lY. De Fr. André de Santa Maria, Bispo de Cochim.
V. De hum homem que viveo quatrocentos annos.
VI. De hum niUagre de N. P. S. Frandseo nas prayas de Caulào.
VII. Da Vida de Prey Fedro da Magdalena.
VIIL De Fr. Luis de Nossa Senhora.
IX. Vida de Fr. Diogo dos Anjos. *
X. Da Vida de Fr. Antonio de Monfào.
XI. De Fr. Luis de Santo André.
XII. De Fr. Francisco das Chagas.
XIII. De sua orofam, et contemplofam.
XIV. De sua grande, et admiravel pobreza.
XV. De sua santa morte.
CAPITOLO II.
Da erecc^o do Convento da Madre de Deos em Custodia.
Artigo I. Da funda^am do Convento em DamUo.
II. Da voectfam de Fr. Fedro de Santo Antonio.
Ili. De Fr. Antonio dos Reys,
IV. De Fr. Ambrosio da Madre de Deos.
V. Da fundafam do Convento de Santo Antonio em Tana.
VI. Do nascimento do Convento da Madre de Deos em Chaul.
VII. Da criafam do Convento de S. JoHo em Cochim.
Vili. Fundapam do Convento de S. Senhora dos Anjox de Diu.
IX. De Fr. Francisco de Santo Agostinho.
X. Renunciofam do Convento de Santo Antonio de Meliapor.
XL Do Convento de \. Senhora do Cabo.
XII. Do Convento de N. Senhora do PUar.
CAPITOLO 111.
I>a criagam destas rasas cni Custmii:!.
Artigo I. De Fr. Francisco da Satividade.
IL De Fr. Fedro de Santo André.
III. De Fr. Luis da Concei^m.
IV. Dos trahathos que padeceo.
\\ De sua grande mansidùo.
VI. De sua morte, et sepuUura,
VIL De Fr. Gregorio.
Vili. De Fr. Frandseo BautUta Sacerdote.
DEOS 44-1
CAPITOLO IV.
Como 08 nossos Religìosos entràrao em o Imperio da China.
Àriigo I. Mostrase a prìoridade dos Pradet Menores.
II. Fundofam do Convento de Macao,
III. De Fr. Fedro de Alfaro.
\\. Cresce a perseguicào contra Frey Jodo Bautisia de Pezaro.
V. Do Convento das Freyras de Macao.
VI. Da morte da Madre Soror Joanna da Conceifdo.
VII. Da Madre Abbadessa Soror Leonor de S. Francisco.
Vili. Da Madre Soror BeatrU de Santa Maria, et Maria da Madre de Deos sua flUia.
IX. Como do Convento de Macao entrarlo em o Reyno da China,
X. Como Fr, Joao Bautista fundou o' Convento de Malaca.
CAPITOLO V.
Criaro Custodia de Malaca.
Arligo I. Partese o CustodU) Fr. Diogo da Conceif^o de Portugal para Mataca.
II. De quem foy o Bey Pretto de Siào.
III. Dos trabalhos de Fr. André do Espirito Santo de MaUKa para SiHo.
IV. Do que the suc^edeo no caminho de terra.
V. Das honras et favores que Ihe fez Et Bey Pretto.
VI. Que forUo mayores os favores, que suas tyranniojs.
VII. Que prosegue a mesma materia, et irata do Convento de Siào,
Vili. Do motivo que teve El Bey da Siao para pedir os Frades.
CAPITOLO VI.
Dàsc conta da nossa assistcncia cm Camboia.
.irtigo \. Chama El Bey de Camboia et pede Frades para seu Bey no.
IL Como do Convento de Malaca forilo a Jaoa.
III. Do Convento de Malaca forào a Maluco, et Champa, ec.
IV. Da conversilo que fizeram na Ilha de Macassn.
V. BazUo por que deixaram os nossos estas missocns. '
Vl.^f; Fr. Luis da Cruz, et sua conversilo.
VII. Dos seus santos exeràcios.
Vili. Dos milagres que fez em sua Vida,
IX. De sua gloriosa morte.
X. De alguns milagres que fez depois de sua morte.
XI. Que refere ontros milagres.
XII. Da satisfa^m que deu aos desejos de huma mulher.
XIII. De outros milagres seus.
XIV. De outros milagres seus.
XV. De hum nUlagre que pRZ de parar o Sol.
XVI. De Frey Antonio de JESUS, que foy Inquisidor Apostolico.
CAPITOLO VII.
Da crìacam da nossa Custodia em Provincia.
Artigo 1. Como se eregio de Custodia em Provincia.
II. Manda o Provindal Fr. Antonio dos Anjos Procurador a sua Santidade.
• ni. Desfaz o Comissario Pr. Luis da Cruz a Provincia.
• IV. Das perturba^oens que padeeeo a Provincia na defènsno de sua justifo.
14-2
DESCUIPCAO - DKSCRIPTIO
V. Restituese a Provincia.
VI. Nascem novas perturbaifoens, por se entender mal huma provisUo do CoUedor.
VII. De outros tormento» qtte padeeeo a Provincia.
Vili. Prosegue Fr. leandro Carmelita sua perturbafilo.
IX. Quem foy o Proeurador Fr. Antonio de Santiago.
X. Incautamente faz o Provindal Proeurador a Fr. Manoel BautiHa.
XI. Os Guardiaens morem novas duvidas.
XII. Vida de Frey Antonio dos Anjos, primeiro Provindal.
XIII. De sua paciencia.
XIV. Vio a Christo S. iV. atado a columna.
XV. Carta para seu irmao.
XVI. Da eontinua^m de seìis trabalhos et morte.
XVII. De Fr. Fedro da Madre de Deos.
.v«.
CAPITOLO Vili.
De varios rcquerimentos de muitaji cidadcs, que pediSo nossos Religiosos.
Artigo. I. Fundase Casa em Mofambique, terra de Africa.
II. Fundafam do Convento de Columòo.
III. De Fr. Jotto Peccador.
IV. De Fr. Domingos dos Sanios, Leigo.
V. De Fr. JoUo da Assumpfdm, alias de Ataide.
VI. Da Vida et morte de Agostinho de S. Senhora do Filar, de nafùo Cafre.
VII. Do Irmao Fr. Francisco Bautista, HortelOo da Madre de Deos.
Vili. De Francisco Mourato, Tereeiro professo.
IX. Martyrio de Fr. Manoel do Desterro, et Fr. Francisco da Conceifam.
X. Da assisleìicia dos nossos Religiosos no Reyno do Achem.
186. Descripcao breve da origem e fundafao da Pro vinci
de Santo Maria de Arrabida em Portugal. Com dous memoriale^
hum de todos os Religiosos que nella sào mortos , outro dos bene
feitores qne con notavil charitade a aiudaram a sustentar.
Manoscritto in 4, di 93 carte , nella Biblioteca Nazionale di Lislwna. Tra l'allre cose, co-
tiene 320 brevi ma care biografie di tìgli della Provincia, che con la loro virtù onorarono asjss-
r Ordine n la propria nazione: molti di essi. Missionari di distinto merito, nell'Indie, in Africa
in altre parti della terra. Giunge sino verso il 1640.
187. Descriptio Provinciae Hungaricae S, Mariae Virginfi
ab an. 1240 ad an. 1658.
Manoscritto di 53 carte in 4, nell'Archivio del nostro Convento di Sant'Anna di Monaco. Percf
1 lettori veggano in qual modo i Francescani evangelizzassero sempre con grande zelo e success
fra gli Eretici, specialmente della parte del Nord d' Europa, ne riferiamo qui il .seguente paragra'
• — De Haereticis perFratrcs huius Provinciae conversis. — Numerum haereticorum ad fldemcatl^
licam opera Fratrum huius Provinciae conversorum, nobis assignare quasi impossibile videlur; ti*
(fuia .similia numquam postulata fucre, atcpie ideo Patres talia notare non curarunt ; tum quia
senioribus Patribus quamplurìmis ex hoc mundo sublatis, nobis nihil aerti relictum, unde talia
certo numero sciri potuissent. Dubium tamen nulli debet esse multa millia animarum ad fi<^
Christi reducta fui.sse per Fratres nostras. Quod vel e.xinde palet; nam cum paucos ante annos, ^
ferme Hungaria, haeretica, tam Ariana, quam Lutherana ac Calvinistica penersa doctrina imb-"*
l>enc totaliter ex bisce partibus veram fldem eliminasset, paucissimiquc catholici extitisscnt, i
DIALOGHI 143
autcìu per ìh'ì gratiam inaiori e\ parlo res o contrario se habet : nam ralholica fldes praedomì natii r,
ac tioeresis de die in diem magis ac magis labefactatur : quod post Dcum nomini adscribendum«
qaafD Religionis nostrac et Provinciae huius Fratrum ìndustriis ac laboribus; utpoto cum omnes
alìAe Religiones in Hungaria ante plurimos annos defecissent, saecularesque saccrdoles sat pauci
ha.l>erentur. Quare Franciscanae familiae incumbebat fldcm catholicam per plurima annorum spatia
ronscTvare, animasque Ghristo lucrifacere^ usque dnm RR. PI\ Societatis Jesu in hoc Regnum recepti
faìss^nt, quorum etiam labore multos Hungarorum fldem catholicam amplc\os esse negandum non
est. Brcviter itaque sciendum, vix aliquani praelerire seplimanam, quod nostri Pa'res, vcl in uno vcl
in alio convcntu, aliquot animas Christo non Incrarentur: determinate tamen sciri non potest numcrus
"onnitiED conversorum, quia, ut dictum est, talia ad haec usque tempora numquam notata furrc.
Ab ultimo autem Capituio Generali, hoc est ab anno 1651 quos notare potuimus ad 1637, eoruni
<^tAlo^um in calce libri huius adiiciemus. • E ne sono segnati, col loro nome, cognome, e luogo don*
■^i verificò la loro conversione, 376: d'altri 1359 restò ignoto il nome.
188. Dialoghi avuti coi Negri della tribù dei Kic nella staziono
rfi Santa Croce della Missione Francescana dell' Africa Centrale , il
1861.
Ouesti Dialoghi, tenuti da' Missionari i Francescani nella loro staziono di Santa Croce deir.VITrica
<'<^'ntr:a.l4>^ vennero pubblicati nel numero 1 dell' anno li della Cronaca delle Missioni Francescane.
^^*t«-^
''^^•^ia. 1861.) Crediamo far cosa utile e gradita a' lettori, riproducendone qui uno, da cui sì vedr
'lUitlc? idea abbiano quelle tribù, di Dio, della ereazione e di una vita futura. I dotti intendono
^ ""^l^atione che hanno questi studii con le supreme ragioni della storia.
DIALOGO 111.
DeWidea che hanno di JHo^ della creasione e di una vila futura.
K Chi ha creato il cielo, la terra, il sole, la luna, le stelle, le [)iante, le bestie, gli uomini,
quante le cose?
I. Den-Diol (cioè pioggia grande). Con questo nome esprimono la Divinitìi.
-^^. E come fece Iddio a crear tutte queste case?
^^. Noi noi sappiamo: ma lo sapete voi Bianchi, ai quali soli Iddio parlò.
^1. Noi udimmo, che nella vostra lingua avete il nome di Angelo : dove sono gli Angeli ?
4R. Gli Angeli trovansi nella casa di Dio.
-#7. E quali ne sono gli ufficii?
ÌR. Essi una volta parlavano coi nostri grandi ; ma ora non parlano più.
^. Donde viene il demonio.
^. Noi sappiamo; questo solo sappiamo, ch'egli abita dentro la terra.
^. II Signore quando creò gli uomini, li creò Bianchi o Negri?
Mt. I Bianchi Iddio li creò in luogo netto , ed i Negri in mezzo al carbone : per «luesto noi
•*»*»«;» Negri.
M). Quanti uomini creò a principio Iddio?
Jì. Noi sappiamo.
dì. Che cosa fa il demonio entro la terra?
it. Fa a noi tutto il male che può, se non siamo pronti a placarlo.
i). Dove abita Iddio ?
J{. ^mpre nella casa del cielo.
IW
nESCIUPC.VO - DKSCRIPTR)
V. Regtituese a Provincia.
VI. Nateem novcu perturbafoens, por te efUender mal hnma prorùtUo do CoUector.
VII. De outrof tormentos que padeeeo a Provincia.
Vili. Prosegue Fr. Leandro Carmelita sua perlurbafào.
IX. Quem foy o Proeurndor Fr, Antonio de Santiago.
X. Incautamente faz o Provincial Procnrador a Fr. Ma-noel Bautistn.
XI. Os Guardiaens movem novas duvidas.
Xn. Vida de Frey Antonio do* Anjos, primeiro Provincial.
XIII. De sua paciencia.
XIV. Vio a Chrislo S. iV. atado a columna.
XV. Carta para seu irmao.
XVI. Da eontinuapam de seus trabalhos et morte.
XVII. De Fr. Fedro da Madre de Deos.
.v«.
CAPITOLO Vili,
he varios rcqucrimcntos <le muitas cidadcs, quc pcdiSo nossos Relìgiosos.
.Artigo. I. Fundase Casa em Mognmbique, terra de Africa.
II. Funda^am do Convento de Columbo.
III. De Fr. JoUo Peccador.
IV. De Fr. Domingos dos Santos, Leigo.
V. De Fr. JoHo da Assumpfam, alias de Ataide.
VI. Da rida et morte de Agostinìw de .V. Senhora do PUar^ de nofùo Cafre.
VII. Do Irmao Fr. Francisco Baulista, HorteUHo dn Madre de Deos.
Vili. De Francisco MouraiOy Terceiro professo.
IX. Mariyrio de Fr. Manoel do Desterro, et Fr. Francisco da Conceif^m.
X. Da assistencia dos nossos Religiosos no Reyno do Aehem.
186. Descripcao breve da origem e funda^ào da Provincia
de Santa Maria de Arrabida em Portugal. Com dous memoriales ,
hum de todos os Religiosos que nella s5o mortos , outro dos bene-
feitores que con nota\àl charitade a aiudaram a sustentar.
.Vi».
Manoscritto in 4, di 93 carte, nella Biblioteca Nazionale di Lisbona. Tra Fallre cose, con-
tiene 320 brevi ma care biografie di llgli della Provincia, che con la loro virtù onorarono «L^isai
r Ordine 0 la propria nazione: molti di essi, Missionari di distinto merito, nell'Indie, in Africa e
in altre parti della terra. Giunge sino verso il 1640.
187. Descriptio Provinciae Hungaricae S. Mariae Virginis
ab an. 1240 ad an. 1658.
Manoscritto di 53 carte in 4, neir Archivio del nostro Convento di Sant'Anna di Monaco. Perch»-
i lettori veggano in qual modo i Francescani evangelizzassero sempre con grande zelo e successi»
fra gli Eretici, specialmente della parte del Nord d'Europa, ne riferiamo qui il seguente paragrafo.
• — De Haereticis perFratres huius Provinciale conversis. — Numerum haereticorum ad fldemcatho-
licam opera Fratrum huius Provinciae conversorum. nobis assignare quasi impossibile videtur ; tuni
quiasimilia numquam postulata fuere, at^ine ideo Patres talia notare non curarunt : tum quia ex
senioriluis Patribus quamplurimis ex hoc m un do sublalis, nobis nihii oerti relictum, undo talia in
certo numero sciri potuissent. Dubium tamen nulli debet esse multa millia aniniarum ad fldcm
(ìhristi reducta fuisse per Fralres nostros. Quod vel exinde patet; nam cum paucos ante annos, tota
ferme Hungaria, haeretica, tam Ariana, quam Lnthcrana ac Calvinistica perversa doctrìna imbuta,
pene tolaliter ex bisce partibus veram lldem climinassct, paucissimique catholici extitissent, iani
DIALOr.Hf 143
autcni per I)r*i graliain maìurì o\ parlo res o contrario so liabet : nam calholira fldos praedominalnr,
AC haercsis de die in dicm magis ac magis labefactatar : quod post Dcum ncniini adscribenduni,
quam Religlonis nostrac et Provinciac huius Fratrum industriis ac laboribus; utpotc cum onines
aliae Religiones in Hungaria ante pinrimos annos defecisscnt, saecularcsquc saccrdotcs sat pauci
haberentur. Qaare Franciscanac familiac incumbcbat fldcm catholicam per plurima annorum spatia
r^nsorvare, animasque Christo lucri faccrc, usquc dum KR. PP. Societatis Jesu in hoc Rcgnum recepti
fuissent, quorum otiam labore multos Hungarorum fldem catholicam ampIe\os esse negandum non
est Rrcvilor itaque scicndum. vi\ aliquam praelerire septimanam, quod nostri Pa'rcs, vel in uno \v\
in alio convcntu, alìquot nnimas Christo non lucrarentur: determinate tamen sciri non potcst numcru^
umnitim conversornm, quia, ut dictum est, talia ad haec usquc tempora numquam notata fuero.
Ab ultimo autcm Capitulo Generali, hoc est ab anno 1651 quos notare potuimus ad 1657 , coruni
t^talogum in calce libri huius adiiciemus. » E ne sono segnati, col loro nome, cognome, e luogo dove
>i vcriflcò la loro conversione, 576: d'altri 1359 restò ignoto il nome.
188. Dialoghi avuti coi Negri della tribù deiKic nella stazione
di Santa Croce della Missione Francescana dell' Africa Centrale , il
1861.
Questi Dialoghi, tenuti da' Missionarii Frances^r^ni nella loro staziono di Santa Croce dell' Affrici
Centrale , vennero pubblicati nel numero 1 dell' anno II della Cronaca delle Missioni Francescane.
I Roma 1861. ) Crediamo far cosa utile e gradita a' lettori, riproducendone qui uno, da cui si vede
quale idea abbiano quelle tribù, di Dio, della creazione e di una vita futura. I dotti intendono
la relazione che hanno questi studii con le supreme ragioni della storia.
DIALOGO III.
Dell'idea cìie hanno di Dio, della ereazione e di una vita futura.
D. Chi ha creato il cielo, la terra, il sole, la luna, le stelle, le (liantc, le bestie, gli uomini,
ir tutte quante le c^sc?
R. Den-Diol (cioè pioggia grande). Con questo nome esprimono la Divinità.
/). E come fece Iddio a crear tutte queste cose?
R. Noi noi sappiamo: ma lo sapete voi Bianchi, ai quali .soli Iddio pcirlò.
D. Noi udimmo, che nella vostra lingua avete il nome di Angelo : dove sono gli Angeli ?
/{. fili Angeli trovansi nella casa di Dio.
D. E quali ne sono gli uflicii?
R. Essi una volta parlavano coi nostri grandi ; ma ora non parlano più.
/). Donde viene il demonio.
R. Noi sappiamo; questo solo sappiamo, ch'egli abita dentro la terra.
D. 11 Signore quando creò gli uomini, li creò Bianchi o Negri?
R. I Bianchi Iddio li creò in luogo netto , ed i Negri in mezzo al carbone : per questo noi
siamo Negri.
/). Quanti uomini creò a principio Iddio?
R, Noi sappiamo.
/). Che cosa fa il demonio entro la terra?
R. Fa a noi tutto il male che può, se non siamo pronti a placarlo.
/). Dove abita Iddio?
R, Sempre nella casa del cielo.
//. E che cosa fa?
R. Ogni bene viene da lui.
D. Dio è sempre stato?
R. Noi .sappiamo.
n. Dio morirà mai?
ÌU
DIAZ
•SMM/'»
R. MaL
D. Dio ò in ogni luogo?
R. Dio è in ciclo: ma dal ciclo vede e sente ogni cosa di questo mondo.
II. Dio ha corpo?
R. Noi sappiamo, pcrchò noi non l'abbiamo mai veduto.
I). Dio può far tutto?
R. Si, può far tutto.
D. Anche il male?
R. No, no: il male lo fa solo il demonio; Iddio non fa che il bene.
I). Quando muore un uomo, che fu cattivo in questo mondo, dove va?
R. Morto che sia, viene dal deserto il demonio, e di notte se ne porta l'anima nelle bragia
del fuoco.
/). E se quell'uomo fu buono?
R. S'egli fu buono, la sua anima va con Dio nella rasa del cielo.
D. E quanto tempo dovrà slare il cattivo nella casa del fuoco, ed il buono nella casa di Dio?
R. Noi sappiamo.
Noi non avremmo creduto mai che questi barbari, con si bella conoscenza che lianno di Dio, non
riconoscano la necessitai di un cullo verso di lui, e non abbiano quindi alcun segno esteriore che li»
manifesti. Sapendo noi che gii anticlii usavano esprimere molle volle coi canti le loro idee religiose, un
giorno che un drappello di .Negri ci stava d' intorno, gì' intcrroganmio se avessero nessuna antica can-
zone. \ questa domanda, senz'altn», cominciarono tutti d'accordo a dondolare il ca|K), dimenare le
spaile, e intuonare il cantico seguente:
Quando Iddio creò le cose
Creò il sole, e nasce, e muore, e ritorna;
Creò la luna, e nasce, e muore, e ritorna;
Creò le stelle, e nascono, e muoiono, e ritornano;
Creò l'uomo, e nasce, e muore, e non ritorna più.
Questa ci dissero essere la più antica canzone die si avessero.
189. Diaz. — Lucerna hierosolymitana ardens per quinque
integra saocnla in manibus Fratrum Minorum, a P. Fr. Francisco
Diaz a S. Bonaventura, Patruum eiusdem Ordinis Decano ac
Terrae Sanctae per hos ultimos viginti sex annos Romae Procu-
ratore, succinto descripta. Et novissime per P. Fr. Bernardum a
Calesia Terrae Sanctae Commissarium Generaleni in Curia hoc
anno MDCCXIX ultimo quinti saeculi ah eodem Fratrum ingressu
in eam Redemptoris patriam, Sanctae Sedi reverenter praesen-
tata. Typis de Comitibus, 1719.
Un grosso volume in foglio, non numeralo. È rarissimo, e contiene preziosissimi di^umenti per la
storia delle Missioni Francescane in Palestina. NV> un esemplare nella Biblioteca Fabronìana di Pistoia.
— Relatio Missionum occidentalium sub vexillis Seraphici
Instituti peractarum, a P. Francisco Diaz a S. Bonaventura,
eorumdem promotore, conserta et sacrae Congregationi de Pro-
paganda Fide praesentata. Romae, anno Jubilei MDCC. Typis
Rev. Camerae Apostolicae,
DIAZ - DIEZ 145
Un volume di 389 pagino. È un prezioso compendìo di quel cbo hanno operalo i Francescani per
dijhisione della fede e della civiltà fra molte nazioni dell'America. Dice mollo in poco, e dà interes-
ntissimi documenti dell'azione apostolica de' Frati Minori in quelle regioni. N'ò un esemplare nella
ibblica Biblioteca della città di Barcellona. Un altro era nella Biblioteca del nostro Convento di
"acoeli in Roma.
190. Diaz. — Vita, virtù, doni, martirio e miracoli del Beato
riovanni da Prado, Minore Osservante Scalzo e primo Provinciale
i San Diego nell' Andalusia : dedicata al Rmo Padre Matteo da
'areta, Ministro Generale di tutto l'Ordine de' Minori, dal M. R. P.
r. Giovanni Diaz della Concezione , figlio della mentovata Pro-
incia, Procurator Generale degli Scalzi e Recolletti, e Postulator
ella causa dell' istesso Beato. In Roma, nella stamperia del Ber-
labò. MDCCXXVIII. Con licenza de' superiori.
Un volume in 4, di 6 carte preliminari non numerate e 144 pagine. Opera utilissima per la storia
Me nostre Missioni nell' Affrica settentrionale. N' ò un esemplare nella Biblioteca Provinciale della
tà di Cordova.
— Extracto de el Diario que hizo el Padre Fr. Juan Diaz Mis-
n^ro de la Orden de S. Francisco de el Colegio de Sancta Cruz
Queretaro, en el viaje que hizo con el Capitan D. Juan Baptista
Sa para abrir el camino a los establecimientos de Montrey
^e la primera alta para los rios Gila y Colorado.
Sono 19 fogli d'uno de' più importanti fatti della scoperta e dello stabilimento delle prime Mis-
% n California. Ne parla largamente nella vita del Y. Padre Giunipero Serra il suo discepolo Padre
cr, di cui diremo a suo luogo. Il Diario incomincia come segue : • El di;« 8 de Encro de 1773
^""c^n de el Presidio de Tul)ac despne^ de cantada una Misa solemnc para la felizidad de ci viage el
* dicho capitan Ansa, los Padres Missioneros Fr. Juan Diaz y Fr. Francisco Garces, ec.»
— Extracto de el Diario que formò el Padre Fr. Juan Diaz a
t>uelta de su viage para Sonora, desde la Mission de san Gabriel
sta el presidio de Tubac.
Sono 6 fogli concernenti lo stesso argomento. Incomincia: t Avlendo dcterminado el Comandante
*^^«irs€ con sus soldados y Padres a el Presidio de Tuba*^, de donde havian salido, ec. • Questi due
coscrìtti appartengono alla Biblioteca Colombina di Siviglia.
191. DiEZ. — Noticias de la Misiones de Guatemala por el
a^re Fr. José Diez, de la Orden de S. Francisco.
Cosi lo SouiER (Monogr. of Àuth.J. 11 Padre Diez fu guardiano del Collegio di Propaganda
de di Qucretaro nel Messico l'anno 1705, e quivi stesso morì il 1722.
10
1 A6 DTEZ
— Noticias de la conquista de los Talamancas de Costa
Rica.
Fa pena che di questi interessanti lavori e preziosi manascritti non no abbiamo che le scarsis-
sime notizie che ce ne dà qualche Bibliografo d' America, come b. lo Squier.
I Talamancas erano barbari selvaggi abitanti fra il Panama ed il regno di Guatemala. Sopra
queste conversioni e conquiste operate da Francescani, gitta qualche Iur« la seguente lettera inedita
del Vescovo di Guatemala al Re di Spagna, dell'anno 1736.
• SeSor.
• El M. Pr. Alonzo del Gastillo, Religioso del Collegio de Christo Cruzificado, de los Padres Mis-
sioneros de S. Francisco de està ciudad, pasa a esa corte en solicitud deque V. M. le conceda el socorru
de una nueva mission de Rcliglosos, en atenzion aque de la que V. M. die servido concederle el afio
de 1708 los mas ya han muerto, y los demas se hallan tan deviles, y estropeados de su continuo
exercicio spiritual, que no pueden continuar en sus cxpediciones y tareas. Estas, Seiior, no se ordenaD
a otro fin, que a la maior gloria de Dios, y bicn spiritual de los proximos: a quicnes continuamente
en està ciudad sustentan estos religiosos con ci pasto spiritual sano y abnndantc de la doctrina
Christiana , que les distribuien en la continua prcdìcazion en su Yglecia, y en todas las mias con
grande fruto , publicando mizion cada quatro afios por toda la ciudad, confezando todos los dias en
su Iglecia, y ministrando la Eucharistia a crccido numero de pueblo que a ella concnrre aun los dias
de trabajo y asistiendoles con toda charidad en sus enfcrmedades a consolarlos , confcssarlos , y
disponerlos para la bora de su muerte : guardando al mesmo tiempo gran recojimicnto, y retiro de
el siglo en lo interior de su monasterio, ocupados en ci estndio , choro , y orazion , C/on cdiflcazion
y exemplo generalmente de todos.
« A que anaden todos los veranos las excurciones, quo hazen por todo estc Reyno apostolicas
conforme al Evangelio apie, y sin viatico, por los caminos mas fragozos, arresgados, incomodos, e in-
andables, que pueda haver en el mundo: con ci fin de predicar por todas partes la palabra de Dios,
corregir los vicios, instruir las gentes, y emendar sus costumbres, confesando, y curando conciencias
cnvcgccidas en el pecado, y logrando indeciblc fruto de estc ministerio apostolico por todo este Rcino.
• En cuio confln, contiguo al de Panama, hallandosc situado el pais que llaman de Talamanca,
poblado de barbaros salvages en crecido numero, intentaron, estos religiosos, afìos passados, redurcir-
los a la yglecia, y vuestro real servicio, iendo de hecho a predicArles, e instruirlos en nuestra santa Re-
ligion. Pero comò gente toda via mui ruda, y barbara, no dicron lugar a elio, matando dos Religiosos;
dando claramente aentender, que para oir la vcrdad de nuestra santa fcé , neseci tan los missione-
ros de asegurar ante todas cosas la defensa de sus vidas , donde para moverlos al conocimiento del
verdadero Dios, importa tan poco el perderlas, corno si fuera cntre solas lleras. Por ser estas gentes
tanto comò ellas negadas a toda razon al presente, y obrar cn sus cosas por impetu de su flcrezacomo
los mesmos brutos.
« En cuias circumstancias los Doctores mas graves que nos dcjaron escritas reglas para reducir
estc genero de gente, nos aconscjan con el S. Apostol S. Pablo que procurcmos en tales hombres
primero que todo ensenarles lo que toca a la vida animai y corporal, y despues la espiritual: siend(»
en bano el pretender ensei^arles està segunda, sin ci fundamcnto de la primera.
« Para cuia inslrucion tambien nos dizcn, que los varones apostolicos neccssitan de ir defen-
didos con mano armada para solo su defenza , comò se ha ordcnado prudentissimamente en mu-
chas ocaziones en vuestro Real Conzejo : donde se ha tenido presente siempre ci diverso y conveniente
modo de evangelizar en este nuebo mundo, del que con vino cn el vicjo por los Santo Apostoles.
« En cuia conciderazion el dicho P. M. fr. Alonzo del Castillo movido del zelo del bìen de
aqucllas miseras almas, que perecen para siempre sin el conocimiento do nuestro Dios, assimosmo
solicita de la piedad do V. M. el que le mando proveer a los Missioneros que haian de ir a la santa
expedizion de reducir a estas almas, de una conpetente etcolta de soldados, que sujetos a sus onlenes
les sirvan de custodia a los Religiosos, y con su Christiana direccion , a los barbaras de macstros cn
las costumbres humanas, y naturales, para recevir commodamente la semilla de las spirituales,
y chrislianas.
DIRETTORE - DIRKS 447
« En caio asumpto (sobreel fruto grande spiritual, que se paode esperar con la prcdicazion
de eslos apostolicos varoncs del iogro de tantas almas ) se me ofrece poner en concidcrazion de Y.
M. las razoncs y momentos temporales de la convcniencia del estado de ostos paizes de la reduczion
ai Cliristianìsmo de cstos salvages.
« Lo primero por que hallandose situados cntre cstos dos reinos de Panama y Guathemala,
cunvertidos y reducidos a Vida sivil, se facilita notablemente ci tragin y comercio entro diclios
reinos para la comodidad del comercio, y utilidad de sas moradores.
« Lo segundo porgue hallandose asimesmo dichos salvajes vecinos y conflnantes de nueslros
lK;rjudiciaIes enemigos los Mosqiiitos, cstos al presente sacan tiurtadas mugeres de la Talamanca
para procrear y aumentar su nazion; tanto quo me dizen tener el dia de oi hasta dies mill homhres de
armas; y si sucede el que agreguen a su gente ci crecido numero do los de Talamanca puedcn
armar muchos mas, pues assimcsmo nos dizen que en dicho paiz paSan de ochentamil log barbaros.
De los quales al presente los Mosquitos cautivan los que pueden, para venderlos a los Ingleses,
([uicnes por la experiencia han conocido, que para el corte del palo de tinta en los paìses humedos
donde nace, son mas a proposito, que los negros, estos Talamancos.
• En culo estado, y cìrcunstancias, estas gentes barbaras perdiendose para el reino de Dios por
vivir en su ignorancia, y para el de V. M. por no tenerlos bajo de su obediencia, y servir solo de
acresentar elpoder de sus enemigos vczinos al presente, y mucho mas en lo futuro; no dudo re-
presentar a V. M, la suma importancia de la pretenzion de cstos rcligiosos en ambos asumptos
de la mizion, y escolta, que pretenden, para dilatar el reino de Dios en el cielo , y el de V. M. en la
ticrra, con su prcdicazion y cxemplo; conllando V. M. de la virlud solida, prudenciay todas pren-
das rcligiosas de dicho P. fr. Alonzo del Caslillo ( que tencmos todos bicn conocidas ) ci que sabra
disponer los medios particulares , comò conbcngan a las presentcs circunstancias , y al glorioso y
santo asumpto de sus deseos.
• Nueslro Senor guardo la catholica real persona de V. M. los muchos anos que le ruego para
bicn de su santa Yglecia. Guathemala, y Marzo 13 de 1736.
« Juan Obispo de Guatemala. •
192. Direttore del cristiano in Lingua Turca. Gerusalemme,
nel Convento dei Padri Francescani. 1852.
Un volume in 4, di 254 pagine. Ignoro il nome del Padre che lo scrisse.
193. DiRKS. — Nouvelles et legendes chretiennes , precédées
d' un discours sur la mission du Litterateur par le Pere Fr. Ser-
vais Dirks de V Ordre des Freres Mineurs Recollets de la Belgi-
que. Saint-Trond: Typographie Vanwest Pluymars, 1860.
È un volume in 8, di 6 fogli preliminari e 331 pagine. La più parte sono bellissime cose
delle nostre prime Missioni nel Messico. L' Autore 1' aveva primamente pubblicato col titolo : Les
Caciques de Tlaseala; bellissimo episodio dell'introduzione del Cristianesimo nella Nuova Spagna
I)er mezzo de' Francescani , di cui ultimamente fece una bella versione italiana il mio confratello
P. Lorenzo da Volturino, Professore di letteratura greca nelle Provincie di Napoli , e per alcuni
mesi mio compagno di studi in Parigi. Hi lasciò per causa di malattia, che lo costrinse a far ritorno
nel proprio paese. La sua A'crsione si pubblicò per la tipografìa di Ranieri Guasti in Prato , col titolo
seguente: / Ckidehi di Tlaseala del Padre Servasio Dirks Minore Reeolletlo del Belgio, tradotti dal
Padre Utrenzo da Volturino M. 0. Prato, 1876.
— Voyages et aventures du Frère Pierre Fardé, Recollet
du Couvent de Gand, d' apres les lettres originales, par le P.
148 DISCORSO - DISCURSO
Fr. Servais Dirks , ec. Gand : Typographie de Vander Schelden,
rue basse, 26 — MDCCCLXXVIII.
Un volume in 8 , di 237 pagine. Ma la storia del Fanié. giungo solo Ano alla pagina 171.
Dalla seguente sino alla line d la storia di Frere Pierre de Gand , ossia sa vie et set travaux au
Mexique. La prima ha t;ilc incanto, che non e' è romanzo storico che le si |>assa paragonare, ed
oltre a cioè interessantissima per la storia deirAfTricu, che il valoroso Franceìicano Un dalla mela
del XYIl secolo eblie traverse dans presqìie tonte sa longìieur, depui* Bòne sur la Mediterranée
iusqu'aux limites des regioM awtrales (InlroducL pag. 6). N<'^ meno interessante i'; la seconda rispetto
all' introduzione della fede cattolica e dell' incivilimento cristiano ncll\\merica del Nord. N'ho on
i*scmplare, gentilmente regalatomi dair Autore. Della Storia del Fardo sta ora pubblic-ando una elegante
traduzione italiana il cliiarissimo Professore ab. Silvio Villoresi di Prato.
Del Fardo poi trovai la seguente memoria nell'Archivio del nostro Griuvento di Gand nel Bel-
gio. • Jesus, Maria, Joseph 1 Aquisgrani in (k)nventu Fratrum Minonim Recollectomm, an 1691, 16
Junii, aetatis suae il, professionis religi(.>s<'ie 20, extremis sanctae matris Ecck'siae sacramenti»
praemunitus vivere desiit dilectus nobis in Christo Frater PetriLs Fardo Laicus, Provinciae Gomi-
tatns Flandriae Sancii Joseph FF. Minonim Uecollectorum alumnus. Qui postquam totam Terram Sin*
clam pcragrasset, vestigia Cliristi Sahatoris devote medit;itus, iterati ex obedientia co appellendì
mari .sccommisit; sed post acerU-im cum piratis Algeriensibus pugnam ab illis suporatur, et Aga<
des in servitutem deducitur. l'bi cum domini suo Africano familiariter de rebus (Idei agerc coepii
cum tanto spiritu et affectu, ut illuni totanique familiam ac b(>ne ducenta variac (Idei mancipia Eccle —
siae Christi adscripserit. Qua re mi iudices dclata, in carcereni detrusus est. Post cxaminatos, ci
cuncta libera voce coram confessus essel, nudus ducitur ikt civitatem, ad singulos platcanim angnl
flagcUatur, ac tandem in ordinario loco iustitiae ad [lalum per brarliia distenta in altum suspcnditu
lialiens ad utrumquo pedem pondus apiiensum 40 librarum, utroritus magisdislenderetur;ubi ite;
l>er omnem corporis parlem sic caiHlelmtur, ac si in sanguineo I)alneo immersus fuisset; c\ quibus
carcere emortuus fuisset, \el iudices alio modo ipsum ocridi curassent, nisi Dominas cius ipsi
redimisset. Dein almam Provinciam nialrem suam cogitavit , naufragium cedit, tribus diebns
qnatuor noctibus ieiunus in marìs undis fluctuans ad rupem inter aquas eminentem appolit,
ascendens per omnia nudus, acqua e celo cadente, et pisriculis quibusdam crudis, qui recedei
mari rui>is conravitatilius inhaen^K'int , underini mons«>s vitani protraxit. Inde mirabiliter a priv;
praetiT navigantibus in Sale delatus, et in Provincia redux, olisetiuio R. adni. Patris Ministri
Provincialis in Thcrmis Acquisgranensibus incumliens, continuo ingravescente febre ohrulns»
alTectuosa gnitiaruni actione Deo et B. M. V. prò omnibus Iteueliciis in tot ac lantis necessitali
acx'eptis placi«lc cxpiravit. •
194. Discorso intorno all' Itinorario del Boato Odorico Matiu
da Udine Missionario Apostolico dell' Ordine de' Minori. Con
pendice.
Pubblicato nei numeri 5 e 6 dell'anno V della Cronaca delle Missioni Francescane (Rot
1863). È un interessante lavoro, con cui viene vendicata la \irlii e la verità rio' viaggi del Be-;
dagli insulti tlell' anonimo traduttore italiano della Storia nnivcrxnlc delle Missioni CatioUehe
Barone d'IIenrion.
195. DiscuRSO apologetico em que se mostra a falsit^de
A»« queixa, quo os Canarins, com informe do Bispo de Goa, D. Igi
ciò de S. Teresa , remetterào as Conseillio de Ultramar contn
Religiosos Franciscanos Paroclios da Provincia de Bardes.
Manoscritto in foglio, fatto circa il 1700. È nell'Archivio della Torre del Tombe di Li?
Shrmy.
Mi.
DisiroiA 149
s
p- 196. Distinta Relazione della lettera scrittali! Roma in data di
20 Settembre 1751 in Sacra Congregazione di Propaganda Fide
che dà avviso della morte, che ha fatto in Algeri, il P. Francesco
Girano, Sardo, Padre Conventuale di S. Francesco, ec. in Milano
nella stamp. di Carlo Bolzani, 1752, con licenza dei Superiori.
Crediamo cosa utile riferire qui questa breve Relazione non facile a rinvenire.
« Tra gli uomini illustri, che ogni giorno produce la nobilissima città di Sassari nel regno di
Sardegna a' nostri tempi in santa vita e religiosi costumi, è stato Fra Francesco di Girano, il quale
<lalla sua fanciullezza visse sempre sotto la regola del Seraflco Padre S. Francesco nel bellissimo
convento di Bethlem, in antichità et in architettura uno de^più nobili, che abbiano i Padri Con-
ventuali nel regno di Sardegna.
« Si esercitava dì contìnuo questo Padre nelle opere di carità, e tra le altre assai desiderava li-
berar suo cugino Fr. Francesco Serra, del medesimo Ordine, tredici anni schiavo tra i barbari infedeli ,
sopportando ogni sorta di travagli, come suole quella fiera gente dar a persone religiose; a tal
effetto con ferventissìmo zelo di carità andò alla sede Apostolica, ed ottenne dal Pontefice regnante di
poter andar negl'infedeli per ricattare quel povero schiavo.
• Ed il signor Iddio, acni tanto piace le buone opere, non lasciò di aiutarlo, porgendogli
buonissima occasione, quando il Re cattolico questi anni passati per il ben comune de' cristiani, e
liberar l'Italia da' latrocini de' corsari, tentò l' impresa d' Algeri, dell'Ordine di S. Francesco, . . . (qui
mancano alcune parole , che , non avendo io la ttampa , ma una copia di essa , non posso
riscontrare^ né dare la vera lezione) dandogli per compagno il P. Francesco Girano.
• Arrivati in Affrica, il P. Girano andò in Algeri per liberar suo cugino, e dopo alcuni giorni
il P. Matteo scrisse al P. Girano, ed a caso preso il corriere, e vedute le lettere, che andavano al
P. Girano, ed a molti altri cristiani, fu subito attaccato il corriere ad un ancino alla turchesca.
Don Salvatore della Crus Portoghese abbruciato vivo, ed otto cristiani impalati. Il P. Girano si partì
d'Algeri, ed andò a dar relazione al Re Cucco di quanto vidde.
« Dopo questo il Re Cucco ebbe bisogno trattar negozi d'importanza col Re Cattolico, per-
ciò mandò il P. Girano con un squadrone di soldati, che l'accompagnasse ìnsino al Porto, dove si
doveva imbarcare : dopo lungo viaggio vide che il Re d' Algeri stava aspettando con sei bandiere
se veniva gente dal Re Cucco. ) Morì che accompagnavano il P. Girano, vedendo tanta multitu-
dine, determinarono per salvarsi darsi in potere del Re d' Algeri, e palesargli i negozi.
• Ebbe il Re grandissimo contento, e fece suonar trombe e tamburi, avendo lette le lettere
che il Re Cucco scriveva al Re di Spagna.
« Subito il Re comandò fosse spogliato nudo con una catena al collo , e le mani attaccate
dietro, ed in questo modo fu condotto in città, sputandogli in viso per vituperio, e battendolo.
« Corse tutto il popolo a vedere, e fece il bando sotto pena della vita, che niun cristiano gli
potesse parlare; ma suo cugino stimando più la salute del Padre che la sua vita, un venerdì i
Morì stando ncll' Omeschù , gli disse, se apparecchiasse, che per cosa certa sarebbe abbruciato vivo.
Rispose con animo intrepido il P. Girano : « Piaccia al signor Iddio, concedermi grazia, che patisca
simil morte I • Ed il cugino parti.
« Poi ceriiflcò che la mattina sarebbe giustiziato. Restò contentissimo il Padre, e pregò il
Signore che almeno quegl' infedeli rìcevessero qualche frutto della sua morte , e disse al cugino
gli menasse un Confessore. Rispose essere impossibile, essendo pena capitale avvicinandosi alle prigioni.
Allora il Padre, come buon cristiano, si raccomandò al signor Iddio con ardentissimo dolore e con-
trizione de' suoi peccati , aspettando ogni momento la morte , ricorrendo sempre alla gloriosa Ver-
gine, ed al P. S. Francesco.
« Il Sabbato mattina adi 30 luglio nel Rcal Consiglio determinò il Re che il Padre fosse scorticato
vivo, e la sua pelle piena dì paglia posta sopra la porta chiamata Barbason. Intimata la sentenza, il P.
Girano alzò gli occhi al cielo dicendo: Gratias agamus Domino Deo nostro, quia me indignum sef'
vtivi elegit. Restarono stupiti i Mori vedendo che il Padre nemmeno si mutò in viso: lo persuadevano
rinegasse la S. Fede, ed abbracciasse quella del suo Profeta Maometto, promettendogli, dì più della vita,
150 DOCUBIENTS - DOLCI
M*.
onori, griizic, e doni. Lui rifiutò con-slantcmenle simil partito, ed aspettava la morte per il suo Signor-i««
« Essendo già concorso tutto il i)opolo , venne alla prigione il carnefice , e spogliato ignudo f
Padre, niisegli una canìicia lunga insino ai piedi, ed una catena al collo, e con fretta partirono daUft^
prigioni al luogo solito di giustiziare fuori della porta Barbason, andando innanzi un ministro ba^i.
dendo la causa perchè il Padre era giustizialo in questo modo, com' è lor solito: Comanda il Re scor-
ticar vivo questo cristiano per si»ia del He di Spagna e del Cucco, ed aver rubbati i cristiani d' Algeii
Ma esso conio agnello mansueto, sebbene gli era imposto a torto tale misfatto, solo con vi\a voee <!/•
ceva: Benedicite omnia opera Domini Domino t
« Giunto al luogo determinato, si fece un fosso alto tre palmi: mise dentro i piedi, e postogli od
iMLStone a man dritta, e F altro alla sinistra, restò in cruce tutto nudo. Allora uno de'cameflci gli
«lisse: «Se vuoi seguit^ire la nostra legge, non patirai questo tormento!» Rispose il Padre: «Son cristiano,
e Religioso del mio Padre S. Francesco, e cosi voglio morire, e prego Iddio benedetto che vi raveda
|H'r rice\er la S. Fede ! • E seguitava il suo eantico: Benedicite spiritus et animae iuttorum Domino.
Allora il carnefice con un rasoio tagliò la i>elle per la schena dritta dal collo insino alla centara,e
dalla spalla dritta sino alla sinistra, e fece una croce sopra la testa, e quattro carnefici lo scorticavano,
e stavano attoniti i Mori, come i cristiani, vedendo non faceva motivo di dolore alcuno, né cessava
dicendo : Bniecitcife i4N0d» Domini Domino. E scorticavano il vUo , che appena poteva pariaie:
nondinìeno s' udiva dicendo: Sancta Maria , ora prò nobis t Scorticato già tutto, restando 1' ombelico,
allora rest^ T anima al Creatore, dicendo: In manus tua$^ Domine, commendo gpiritum meum!
• Subito morto, \enue una grandissima tempesta e traversia di \enti ; e spauriti i Morì lasciarono «
il corpo solo, dicendo: • Queir è un sant'uomo! • Nt> lo poterono abbruciare, com'era determinalo
Vedendo il cugino il coriK> solo, lo seppellì nel cimiterio de' cristiani , con una lastra di piombo» pei^
la memoria del suo uonìe e morte. •
197. DocuMENTS originaux, copies et pieces imprimes relati£=!
a la Terre Sainte et aux Commissaires cliargerfde raministratio^
des Saints Lieux.
Questa collezione, fatta o ai^iuistata dal Signor Escalopier, apparteneva alla ricca sua
qualche anno fa venduta in Ihirigi. E i documenti ohe conteneva erano i seguenti : — 1. Brevi
l\tpi CUmenie /.V, i*io /)*. l'rbano Vili, .He$sandro Vili, ai Francescani addetti alta custodia
Santi Luoghi. — j. Lettere originali, memorie, ec. de' Commix$arii di Terra Santa reiatice aita
amministrazione : oltre ÌOO. — 3. Permessi accordati da' Vescovi e Magistrati di Francia ai
incaricati di guardare i Santi Luoghi, per far la questua nelle loro dioce*i ec: 15 documenii
scritti. — 4. Piìtenti de' Re di Francia in favore de' Francescani addetti alla custodia del Santo
sono 16 documenti, il primo firmato da Luigi XIII. — 5. .4//rì due documenti del 1663, e
acctmlata dai Magistrati delle città di tìand e di Tournaf/ ai medesimi Religiosi per
liberamente in mantenimento del Tempio di derusalemme. — 6. .Altre consimili facoltà accordaU
Vescovi di Francia. — 7. Tniduzione del comandiimento del Gran Signore al Pascià e ai Cadi
Gerusalemme, perchè consentiuero rieiUlicarsi la cupola del tempio del Santo Sepolcro. — 8w
al Re di Francia perchè fossero restituite a'Francescani di Terra Santa i5000 picuttre . loro
da un armatore fi'ancese. — 9. Conto delle spese fatte nell' Ospizio della Terra Santa in
il Hoveml^re 1775 ai 177$. Chi abbia aciiuistato questa interessante collezione, non V ho potato s
198. Dolci. — Monumenta historiae Franciscanae Rahxisae,
P. Fr. Sebastiani Dolci. Napoli, 1744.
È questa Tunica notiiia che m'incontrò di questo Padre e della sua opera. Mai
da luì racivltì i>er la storia Francescana di Kuvni>a, non può a men^ che non abbiano imj
(HT la storia delle Missioni Frauct^^^ane uellMlliria, n»'lb Schiavonta, nella Bosiùa ec.. dove T
FraiHTescauvx fira mezzo a continue e sanguinose lotte, ha consertato la fede cattolica insino
nostri.
DOMINA - D0MIN6UEZ 151
199. Domina nostra (a). — Algarabica Epidiegesis. Chronica
Provinciae Algabriorum in catalo^is veluti annalibus , Provincia-
les, Difinitores Generales, Episcopos,S. Inquisitionis Deputatos,
Conventuum et Monsterionim antiquitates, resque cunctas eonim
mirabiles, venerabiles tam Religiosos quam Moniales, publicos
scriptores , viros literatos, Tertiarios virtute famosos, et omnia ab
origine Provinciae usque in nostrum praesens tempns comple-
ctentibns, distributa et concinnata, insimulque, patrocinante Vir-
gine, titulo Matre hominum, Maria, in lucem edita a Padre Fr.
Jeanne a Domina Nostra, Sancti OflBcii Consultore eiusdemque
Provinciae Chronologo.
Sono due grossi volami in foglio, nel!' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona. L'Autore ci
fa sapere che V opera fu ex praescripto Remi Patrit Fr. CaUlani a Laurino totius Ordinis Miniitri
Generali^ anno 1741 colkcta et concimiata. Vi sono delle notizie concernenti le nostre Missioni d'Africa.
b. 200. DoMiNGUEZ. — Historia de las guerras de los Holande-
ses y Pori;ugueses en las Islas Molucas : por el P. Fr. Rafael Car-
los Dominguez, de los Descalcos de Filipinas.
Il Padre Huerta (Estado, ec.) dice che il Manoscritto è segnato il di % luglio del 1656. Nacque
il Padre Francesco in Yalladolìd da Francesco Dominguez e Agata Aparicio il 1620. Imbarcatosi per
10 Filippine, quivi vestì l'abito Francescano nel convento di Manila, e professò il 36 ottobre 1650.
11 1654 fu destinato alle Missioni nelle isole Moluche, e là scrisse la sua opera. Tornato alle Filip-
pine, morì nel Convento di Pila il 1666.
Le Moluche, o Isole delle spezie, formano l'arcipelago Malese (Oceania) fra il 3 di latitudine
Nord e 5 30 di latitudine ; e il 124 e 127 di longitudine est, al sud delle Filippine, all' Ovest della
Paupasia , all' Est delle Celebi e al Nord dell' Australia. Le isole principali sono Ternate , Tidor e
Batchian, dette le piccole Moluche ; e Gilolo, Ceram, Bouro, Amboine e Banda, chiamate le grandi
Moluche. Sono isole di origine vulcanica, e però soggette a frequenti tremuoti ; e il clima n' ò caldo,
umido, e poco salubre agli Europei. Ma il suolo v' è fecondissimo d' ogni maniera frutti tropicali,
e di legni preziosi , come il legno del ferro , l' ebano , e alberi di spezie , specialmente la noce
moscata e la cannella. Scoperte e conquistate dai Portoghesi l'anno 1511, caddero di poi in potere
degli Olandesi il 1607. 1 Francescani v' entrarono immediatamente co' Portoghesi, e vi fecero prodigi.
Ne parla a lungo il Padre Ferdinando da Solbdade nel capitolo XXXII del libro lY della sua
Bitioria Serafica ec. , da Provincia de Portugal, di cui si dirà più sotto. Immediatamente vi con-
vertirono il Re di Taberija, che andò a ricevere solennemente il battesimo in Goa. Poi, tra gli altri,
vi lavorò con grandissimo zelo un certo Frate Andrea dello Spirito Santo, primamente por la
riforma de' Portoghesi, che avevano i)erduto affatto ogni timor di Dio, ed era addivenuto unico loro
dio il commercio e il soddisfare a tutte lo loro più sfrenate passioni. La sua missione riuscì
efficacissima, e avcrebbe dato frutti maravigliosi, se non vi si fosse opposto un certo Capitano D.
Giuliano, che mal ne soffriva le gravi apostoliche ammonizioni, e lo costrinse a partirsene. Già
aveva battezzato (continua il Padre Da Soledade) numerosi gentili; e il lasciarli appena rigenerati
a Cristo gli costò immenso dolore! Ma altri suoi confratelli si recarono a proseguire la missione
dalle Filippine ; tra' quali meritano speciale menzione i venerabili servi di Dio Padre Sebastiano
da San Giuseppe e il fratello laico Antonio da Santa Maria. I quali convertirono in quelle isole cinque
Re con molti popoli, e raffermarono nella fede quelli che già r avevano abbracciata. Ma in questo
tempo V isola, dove si trovavano ad evangelizzare, cadde sventuratamente in potere degli Olandesi,
i 52 DOUAY - DUBLIULIO
che luro fecero solTrire ogni maniera di umiiiiizioiii e di oltraggi, gittandoli da ultimo con raffinata
crudeltà di eretici in un' isola deserta, affinchè vi perissero di disperazione , o vittime di belve
feroci. So non che Dio benedetto dispose, che a caso approdasse all'isola una nave di Mori, dai
quali vennero raccolti e menati nel paese di Talangodos. Erano gente barbara e cnidelìasima ; e i
due Missionari avendo cominciato a predicar Gesù Oisto, n' ebbero la morte ; il Padre Sebastiano
Unito di lancia, e Frate Antonio fatto a pezzi. Ciò fu il 1610. Due anni di pòi, cioò il 161S , vi
conseguirono la stessa corona del martirio i venerabili Padri Biagio Palomino e Giovanni da
Palma, trucidati anch' essi dai Morì ; e per i molti miracoli operati a loro intercessione, il 1625 già
era cominciata la causa delb loro canonizzazione. > Sin qui il Padre Da Soledade.
Il Padre HoERTA poi C Esiodo, ec.) ci dà le seguenti notizie relative in particolare all'isoli
di Ternate. « Està isla (ei dice) es una de les denominadas Molucas. A ella fueron nuestros
Misioneros Fr. Alonso Guerrero, Fr. José de S. Maria, Fr. Diego de S. Maria, y Fr. Agustin de
Jesus, el aiio de 1606, acompauando al S. Gobemador Capitan General D. Pedro de Acuna quieD
despues de un refiido combate se apoderó de la ciudad y la isla el dia 31 de Abril del citado aio
(le 1606, dejaudo por Gobernador el maestre de Campo D. Juan de Esquivel.
« Nuestros Ueligiosos fundaron un Convento de tabla y un hospital dcdicado al Patriarca S.
José. No siendo el sitio bastante espacioso para lo que exijia un hospital y Convento, donò un
terreno un 1610 D. Christoval de Ascueta, cuyo terreno se hallaba cerca de la playa y fuera de la
ciudad, mas por falla de recursos no pudo llevar:«c a efecto la obra basta ci ano del 1626, ea
cuya epoca, ci seùor Gobernador I). Pedro de Heredia coustruyó a sus espensas el Convento,
colocandose la primera pedra el dia 29 de Octubre de 1G26 bajo la direccion de Fr. Christoval
del Castillo, quien dedicò la iglesia a S. Antonio de Padua. Ei ano de 1655 fundò la Teroeia
Orden, y la Archicofradia del Gordon, Fr. Pablo de la Natividad. Este Convento fué la matrizdesde
donde salian nuestros Ueligiosos a predicar en las diversas islas, que cxisten en el Archipialago
de Celebes, basta que el ano de 1662 abandonaron los Espanoles las islas Molucas, y nuestros
Religiosos se vieron precisados a retirarse, abandonando sus trabajo apostolicos. •
201. DouAY. — Relation des decouvertes de M. de La Salle
par le Pere Anastase Douay , Franciscain Observant RecoUect de
'^^^ la Province de S. Antoine.
Questa preziosa Relazione sopra le scoperte del Canada è andata sventuratamente perduta. For-
tuna clìe ce ne ha conservato un sunto il Padre Le-Clcrque, di cui diremo a suo luogo, nel capi-
tolo XXV della sua Opera : Elablissement de la Poi danx la Nueve Praiue , ec. È anche ricordata
nelle Dernieres découverles dans V Amerique Septentrionale de M. de La Salle, mùes aujawr par
M. le Chavalier Tondi, Gouvenieur du Fort Si. Louis aiix ìllitiois. Paris 1679. Se avessi pototo,
nel mio viaggio, re<;armi per qualche tempo nell' Artois, forse in quelle pubbliche Biblioteche, od
altrove, chi sa che non mi fòsse riuscito di trovare qualcosa sia del Padre Douay , sia del Padre
Zanobi Mambré. Ma non ebbi tempo di occuparmi di tali minute ricerche, che avrebbero richiesto
qualche mese, e conoscenze ed aiuti, che al tutto mi mancavano. Credo che tali documenti, se à
potessero rinvenire, accresc<2rebbero luco ed interesse alla storia già sì bella e gloriosa delle
Missioni Francescane nel Canada.
M$.
SieoRp.
Slamp
202. DuBLiULio. — Hierosolymitanae peregrinationis hodoepo-
>i0iiip. ,
A.I. ricum. Septem dialogorum libris explicatum, m quo de ratione
itineris in Palaestinam, de sanctis locis , vicinisque provinciis, de
illarum gentium religione et moribus , aliisque eo pertinentibus
accurate disseritur. F. Jeanne Dubliulio, Nervio, Franciseano
Theologo auctore. Ad Reverendum in Christo Patrem et Domi-
num Reinerum , Imperialis monasterii S. Maximini apud Trevi-
DUBLIULIO 153
POS Abbatem dignissimum. Coloniae. Ex oflBcina Gerardi Gre-
venbruch. Anno MDIC.
Un volume in 8, di 15 carte preliminari non numerate, 399 pagine, ed altre 8 carte d* Index
wrum memorabUium^ ordine alphabetieo digestus. Libro molto raro, di cui era un esemplare nella
ricca Biblioteca del signor Escalopibr. È opera dottissima, letteraria ed amena, che si legge con un
grandissimo diletto, e vi si gusta il classico fare dei latini. Metto qui gli argomenti dei 7 libri
in cui è divisa.
« In primo libro ante omnia ratio navigationis in Sirlam cxponitur: bine de sanctis Hiere-
$ol>7nae locis aliisque eo pertinentibus agitur: ad exlrcmum de ridicula Turcarum religione , de
Palestina vicinisque provlnciis nonnulla dicuntur.
« In secundo libro ex occasione prìmum agitur de Tostato, bine religionem divinitus Insti-
totatn esse praedictam. De Propbetarum et Sibyllarum vaticiniis, caque a cristianis non esse con-
conllcta. Inde in Mahnmetanam superstitioncm et Alcorani fabulas multa dicuntur. Saracenorum
Idolatria demostrata, illorum de paradiso vanitas rcfutatur. Ad extremum cum Delpbines circa na-
v-em loderent, disputationis finis imponi tur.
s.
« In tertio libro primnm de Macedoniae et Thessaliae montibus panca dicuntur. Hinc de irae
i stillatione et Turca non suis viribus, sed cbristianorum vitiis forti. Inde Machometi insania
emonstrata, de quibusdam Cbristianae religionis flrmamcntis , nostrorumque auctorum concordia,
ethnicis qui Ghristi mentionem faciunt, et de philosophorum dissensionlbus agitur.
4.
« In libro quarto ostenditnr, primum, quam difficile sit, scrìptorem placare omnibus. Hinc de
C^rcyrae amplissimo portu. Inde in Judaeos multa dicuntur. Quo tempore, et a quibus puncta
& «Tenta. Utrum a Judaeis corrupta scriptura divina. Quae sit correctio Scribarum. Eorum impudens
^^erecundia. Loca quae ab iis mutata dicuntur. Legendi ratio apud Hebraeos. Ambiguitas Hcbraicae
^ingaae. Ghristus Deus nbique rex: in quem non in Salomonem psalmus est Ob Ghristi in terfectio-
«lem Jadaei, mille qningentis annis totius mundi cxules.
ft.
« In quinto libro scriptornm lectorumque studium ac diflérentia: hinc senectutis bona et
inala ostendnntur. Cbristianorum hostes, a nobis non docendos , sed refellendos. Hebraicae linguae
ambiguitas. Punctorum apices de 90 interpretibus, aliiaque multa. In cxtremo illorum demonstratur
auctoritas. Mendas quasdam in Ecclesia ferri.
« In sexto libro, industria comitem esse invidiam. De quibusdam Ionici maris insulis. Hinc
de Ecclesiae flnnitate disseritur. Illius signa ostendnntur. Primum , ipsum Gatholicae nomen. 3. an-
Uqaitas, eamque uni Romanac Ecclesiae convenire. 3. perpetuitas ac duratio Inter adversa. 4. Huius
vavis, unum esse gubernatorem. 5. Gonspiratio doctrinae cum antiqua Ecclesia. 6. Goniunctio mem-
lironim cum capite, conscnsus Inter se. 7. Doctrinae efficacia. Gontra in haereticis esse omnia.
f.
• In septlmo libro primum est ivoxi^Xatodi^ dictoram in sexto. Hinc de octavd Ecclesiae
154 DUBLIULIO
nota qaae est verorum ntiniculorum efficacia, disserilur. 9. Prophetiae lumea. 10. infelicitas ac
miscr exìtus eonim sive principum sivc hacresiarcharam , qui cathoiicam Ecclesiam oppognant :
et haercticos semper in graviorom crrorum baralhrum mere. Inde verae Ecclesiae et haeres«9D an-
thithesis. Fidem esse donum Dei et causam cur haeretici non credanL Ad extremam de fertilitale et
monasterio Montis Libani multa dicuntur. •
Della scienza poi ed arte dell'Autore sia saggio il seguente tratto del libro quarto.
• Difficile imo impossibile est, piacere omnibus, nec tanta vultuum, quanta sententiaram
diversitas est. Et quemadmodum qui saepe navigat, aliquando patitur tempestatem. Nemo dio tutus
est periculo proximus, qui viam frequenter ingreditur, latronum impctus aut sustinet, aut certe
mctuit: omniaque in arte, tam gloria quam obtrcctatio secundis adversisque ventis oritur: dum aul
amici plus merito laudani, aut inimici plus insto detrahunt; rarumque invonias, qui in altenitram
partem non favore aut odio, sed rerum acquitate ducatur. Quod mihi quibusdam in orationibus,
quas prò catbolicae ìldci conflrmatione , superioribus annis a me scriptas, in lucem, emisi, acci-
dere video. Alii enim quasi parva contemnunt, magisque aiiorum silentium quam nostrum studium
probant: quasi post Hosios, Staphylas, Beliarminos, qui in boc genere multa scripscre divinitus
mutire ncmini licet Nisi et parva fuerint, magna emincre non possunt. Alii nostris studils ae-
quiorcs, audacter nos facere asscvcrant, quod nos a scribendo, non iilornm magnitudo detemiit,
sed exemplum accendit: atque in praeclaris rebus, ut ait summus orator, praeciarum esse, prima
sectanli, in secundis tcrtiisque consistere. Quidam in eo se disertos arbitrantur et doctos, si alieno
operi detrahant: et non <iuid ipsi possint, sed quid nos non possimus, diiudicent. Quibus rispon-
dere possemus, nihil esse facilius , quam de aliis indicare: Mufif&TcacTt Tt« Oàaaoix % {iifiiiafTa. Ipsi
interim moveant manum stilumque tìgentes, tria, ut dicitur, verba componant, et quid possint,
scriptis oslendaut. Delicata doctrina est, pugnanti ictus dictare de muro, et cum ipso ocio torpo-
reas, cruentum mililem accusare formidinis. Respondeant ipsi adversariis. Patet campus, stat con-
tra liostium acies, et ut Vergilianum aliquid inferam: Hlum aspice contra, qui vocat. Et alibi: Sic
pater ille Deum faciat, sic altus Apollo, incipias conferre manum. Non est magnum garrire per
angulos, et Inter cyuthos de scriptoribus ferro sententiam. Hic benedixit, illc male, iste eloquens
est: illc delirat, iste loquax, ille infantissimus est Ut de omnibus iudicet, cuius hoc iudicio me-
mi t? Possem et ego remordere, si vcllem. Et nos tela pater ferrumque band debile dextra, spar-
gimus, et nostro sequitur -de vulnere sanguis. Alii Ciceronianorum in morem, qui nihil nisi politum
ac tinuulum probant, nostra fastidìunt, ({uod in iis verborum lenocinia pompamque sermonis forte de-
sideraut: quibus respondemus, nobis non esso propositum paneg>Ticum scribcre, sed eruditissimi
bominis in S>Tiaca navigatione prolatas , quocumque dicendi gelare sentenlias explicarc. Proinde
stridentia quaedam et anhclantia verba meditantem, praesertim in hoc libro, ([ui in ludeos potis-
simum scriptus est, hiulta et impolita sequetur oratio. Cum enim in Gorc>Tam, quae quondam Phaea-
eia, nunc vulgo Corfu dicitur, insulam Homcri Carmine, et Ulyssis adventu nobilem pervenisse-
mus, non procul ab eius insulae oppido pridie calendas iunii sereno coelo in media navi, qoae
slabat in ancoris, mane amljulantibus nobis, Rabbi Moses aliique nonnulli Hebraei, qui Thoodorum
hebraicac linguae peritissimum esse intellexeranl, accedcnles, cum suo more nos salutasscnt, su-
umque Salom Elech admota peclori dextra utrinque gcminossent: is Hcbraicum, psalmorum , quos
illi ihcphilim ulii thehillim vocant, librum Yenctiis excusum manut tenens, nescio quid dìcere
coperai, cum omnibus, qui aderant, reSpicientibus, ecce duae Venelorum triremes ex oppido ad
nos recla ferobantur. Gorcyrae portus est maximus atque amplissimus, inter altissimos Macedoniae
Tbessaliaequc montcs ad aquiloncm, et ipsius insulae colles haud exiguos ad meridiem medius,
contra omnem venloruni ac maris iniurias, longitudine decem millium piissuum, latitudine sex
mìllìum, liincinde tectus. In co portu semper est Yenetorum classis, multaeque triremes, ei insu-
lae niari({uc praesidio. E quibus cum illac duae, quas paulo ante memoravi mus, nostrae navi ap-
propinquassent , intelleximus esse praefectum classis, qui honoris causa ad Arionistum veniebat, et
siniul, ut do Germaniae statu nonnulla cognosc<;ret. Illi cum aliquandiu coUocuti fuissent, Vene-
titiuo ad triremes rediissent, flante atiuilone paulo post sublatis ancoris, vela suspendimus. Itaque
cum Hebraeis in certo puppis loco consedimus. Hic igitur dialogus, qui cum Rabbinis habitus est,
tale habebit exordium.
« Theod. Quid ais Rabbi Mose? In vestris, id est Hebraicis voluminibus nihil esse mutatum*
proplerea quod haec Yenetorum, nostraeque religionis hominum typis excusa sunt? Atqui in omni
arte, optimis mista sunt pessima. Typographiam ego artem semper elegantissimam iudicavi, quain
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tinam in oriente tmberemus, ut optimi libri Syriaca et Arabica lingua scripli, passini exlarenl.
• Mos. Atqui si hoc in oriente fleret, plures etiam csscnt Alcorani.
• TuEOD. Recte, plures enim homines illa deliramenta riderent. Quolus enim quisque Turca-
rum, qui contra Alcorani praecepla et vinum bibunt, et iam oculos aperire ceperunl: illam bostiam
cum suis somniis et inepliis non mente deridel? Sed tacent, quoniam in ilio luto voluptale rcli-
nentur: nec in Machometum loqui tutum est. Quod si aliquis ex vestris, ad illorum castra transfu-
Serit, eum vos quoque execrabilem iudicatis.
• Mos. Merito Theodore, tamquam perfugam ac religlonis divinitus institutae desertorcm. Quan-
lus enim ille Moses, quem nuper, ut audio iure laudabas, quales fucrint Esaias, Hieremias, cae-
t«riquc nostri vates, quorum intacta tot saeculis adhuc scripta scrvamus.
• Theod. Servatis quidcm, sed utrum in iis nihil mutatum sit, iure dubitamus.
• Mos. Maiores nostros optimos atquc integerrimos viros faLsis criminibus accusatis, quibus
neciuo Christus vester, neque Aposlolorum eius quisquam, huiuscemodi crimen obìecit.
• Theod. De Cbristo et Apostolis eius post viderimus. Sed apud Hieremiam prophetam, quid
sibi vuli illud 0^*1Q'1QÌ T)\^ Qìf Het Sceker Sophrim, id est , slilius mendax scribarum ? Quae
proplictae verba nostri Hebraicae linguae peritissimi, ut mille quadringentis abbine annis magnus
Origines, mendaces ac falsas scribarum traditione^, illasque sapientum vestrorum dtMxt^òati<i eas
vnaxime, quas illi de oblationibus contra Dei praeceptum sacerdotibus in tempio ofTerendis, ex ar-
l)itrìo constituerant et cuiuscumquc gravissimi sccleris poenam , in oblationem, ut omnia in eorum
lucra cedcrent, impie callideque mutaverant, esse demonstrat. Quid non mortalia pectora cogis,
anri sacra fames? Eam insaliabilem magistrorum vestrorum cupiditatem, Hieremias eodem capi-
tolo arguens: Nolite, inquit, confldere in verbis mendacii, diccnles: Templum Domini, templum
Domini, templum Domini est. Alii per mendacem hunc scribarum stilum, illas divinarum scriptura-
Tum correctiones, quas magistri vestri postca excogitaverunt, putant esse praedictas. Illi enim cum
ex Babylonica captivitate redissent, quoddam emcndationis gcnus, Thalmudicls literis conprehen-
sum, quod ab illis 0^*lpììM ItHil thicum sophrim, id est corrcctio scribarum dicitur, excogi-
tarunt: ne in divinis ullum turpitudinis videretur esse vestigium. Itaque urbani et honesti homi-
nes quemadmodum inferius ostendemus, quaedam prophetarum dieta mutarunt.
« Sed ad illa praeclara puncta veniamus. An forte Deus in monte Sinai legem Mosi eam huiu-
scemodi punctis tradidit?
« Mos. Ita magistrorum nostrorum plaerique existimant, istorumque punctorum inventionem non
ad Rabbinos, qui posterioribus saeculis eversa Hierosolyma floruerunt: sed ad Synagogae magnae
viros referunt.
« Theod. Quam dicis synagogam magnam?
« Mos. Eam , quae Christi vestri tempora nonnullis saeculis antecessit : in qua magni illi
prophetae, Aggaeus, Zacharias, Malachias , Daniel, Ezras, Nehemias, caetcrique, quos etiam vos
probatis, fuisse dicuntur.
« Theod. Cur igitur post nostri Christi felicissima tempora, aliquot saeculis huiuscemodi voca-
libus punctis vestrae literae caruerunt?
« Mos. Unde id constai o Theodore?
« Theod. Ex vestris auctoribus ipsisque Rabbinis, e quibus multi fatentur, scripturam , a ve-
stris maioribus, quemadmodum inferius ostendemus, multis in locis fuisse mutatam. Rabbi Helias
Levites, quem apud Coloniam Agrippinam inferloris Germaniae urbem saepe conveni, in praefatione
libri masoreth Hammasoreth, scriptum reliquit: Rabbinos urbis Tyberiadis , prac caeteris in lin-
gua sancta exercitatos, haec puncta vocalia excogi tasse, legique divinae, quam Thorah dicitis, ad-
dìdisse: ìdque ab illis post ultimam templi devastationem, annis quadringentis triginta sex, fa-
ctum esse commemorat Denique multi Synagogae vestrae codices, istis vocalibus punctis etiamnum
careni, solaeque in iis sunt literae consonantes. Quid potest magis esse persplcuum? Alii hoc pun-
ctorum genus, non à Tyberiensibus , seda Rabinis Babylonis Aegyptiae, quae olim Memphis, nunc
Cayms dicitur, Rabbinorum Hammaiet Asse, Thalmudicae doctrinae auctorum opera excogi tatum
esse dicunt, idque in Christianorum odium, utantiquam Hebraicae scripturae veritatem, hoc novo
impietatis artiQcio depravarent atquc corrumperenL Sed ego Iam acerbus et rigidus censor in omnes
Hebraeos esse nolo, nec ad vivum, ut dicitur, omnia resecare, propterea quod, ut non semel, sed
saepius animadverti , nostrae interpretationes Graecae et Latinae, in praecipais divinao scriptarac
156 DUBLIUUO
locis quibus Christiaiiae lldei veritas coiu|irol)atur, ut do quibus iuU-r nos et vostrum genus contro-
versia est, saepe rum ipsa punctuaria lectionc consentiunt. Certe non desunt alia loca, in qoibas
nonnunquam nostrac interpretationes ab Ilebraica, ut loqni suletis, ventate dissentiant. Sed cum baoc
minoris niomcuti esse vidcantur, Iih(>nter umitto. Ktiam praetereo, quod in synagogis vestrÌ8,no-
slru Christo quotidie inaledicore, nobìsque omnibus Christìanis, omne malorum genus imprecarì di-
cimini. Non arbilror ludaeos usquc adoo fatuos esse, [iraesertìm Romae ubi Hebraicam lingoam
nunnulli intelligunl. Coutra quusduiii e vestris in oriente nonnumquam audivi , qui HierosolTmi-
tanis maioribus suis maliniicerent, quod Christum cruci flgendnm occidcndumque cnrassent : ck co-
que fonte malorum omnium et r^lamitatum genera in se reduniLisse dicelvant. Sed die mihi rabbi
Biase, nonne veslri maiores in Ikibyionica captivitate ita Hebraicat' lingUcie obliti sunt, ut admodum
multa sint, quae Hebraicae jironunciare non possint?
• Mos. Non est ita o Theodore. Nam apud Sephorim, quae nunc Saphet dici tur, Galilac oppi-
duni, in quo sunt Allienae nostrae, dielius sabbalhorum adhuc Hebraìce loquuntur.
• Theod. Cur ergo eaerasum aut melonem Hebraice pronunciare non possunt?
• Mos. Quia haec vocabula in divinis literis non bal)entur, nec hoc pomi genus in Syria, ut
nosti, inveniri solet. Melonum autem est copia, ncque nomen in Palestina decst.
« Theou. Proìnde nihil a vobis Hebraioae pronunriari potest , nisi quod in sacris literis inve-
nitur.
• &l(»s. Sii; est, al illa Chaldaire \el Syriace pronunciare consuevimus. Syriaca autem lingaa,
ut nosti, Ilebraire adeo llnitima est, ut prope eadem esse videatur.
• Theod. Sod rur eorum v(>rl>oruni quae in divinis literis inveniunt, pnmunciationem muta-
stìs? Ex sorore Mosis Maria, fecistis Miriana: ncque desunt in Germania ot Gallia, qui a vestris id
nomen dissyllabum esse didicerunt, ut ^ iod litera non solum vocalis, sed etiam consonans esse vi-
deatur. Certe 70. interpretes summi viri llebraìcaeque linguae peritissimi, aliiquc omncs , Mariani
non Miriam dicere soieliani, ipse quo(|ue losephus sine controversia vester, cuius opera Greecae
et Latine extant, sororem Mosis, aliamque oiusdem nominis, Herodis uxorcm , Mariammen non
Miriammen vocat. Ex quo intelligitur novus vester iotacismus , ab omnium veterum pronuncia- .^ ^.
tione dissentiens. Postellum Lutetiae Parisiornm saepe risimus, cum sua Miriam, quam Galli qol- — JPjì.
dam matrem loannam, nescio quam, vel primam materiam esse suspicabantur. Sed de Marianune ^^^^ae
baclenns. Halleluia quatuor Syllabarum vestri esse contendunt, imo Gallos atquc Germanos ila ms.^ ita
docendo deridenl. Sed de imperitìa aul malitia viderint.
• M()s. At nobis «iuoipie quemadmodum Grae<*is iotacismus obrepsil. Ttenlm illl littcraset di-— f M:Ai'
pbtongos,^. t, u, |t, u. ot. indiscreto sono pronunciant, ita nos Miriam jiro Mariam, ) iod autem litemrs-v ^rra
cum ntH^ue voralis sii, multo minus potest esse ronsonans. Proindt^ viderint imperiti , potins quam mali, m X'.«aili.
« TuEon. At liuee fortasse kniora. Nunr ad maiora veniamus. hivinam scriptnram a vestris ma— .«^ M~mTi'
ioribus fuisse corniptam, pluribns argumentis ostendimus. Pximum nb varias atque di.scordcs eìvtsMMMlm
interpretationes. Multi enim eruditissimi vi exeellenti in^.^enio viri, ut septiginta duo interpretes ^s^^j&t,
deinde Aquila, Symniacbus, Theodtition aliiiiue nonnulli, divinas literas ex Hebraeo in Graeennn Mi^um
superioribus saerulis converlerunl: quibus aocessiTunl aliae tres vi»rsiones, quae quinta, sexta, se^fr^^s se-
ptima nunrupanlur, et post ras etiam ootava, quae nostri IIieron\iui creditur. Quae omncs adf'fL»^»!»»
dui dii nafTwix ut dicitur , inler sr pugnanl atque dissentiunt , ut baec plura, illa pauciora, tlìS M^maìia
diversa maleque transp<isita, alia non solum in verbis, sed etiam in sensibus ad (Idem pertinentif^^ Miti'
bus, non \ aria, Sfd omnino contraria alijsque edìtionibus repugnantia multa contineat Quod ceif « •*We
doctLssimorum hitminum optimorunupic inlerpretum vicio, praesertìni In re maximi pondcriss ^ ni;,
adscrìbi non potest. Nam si in iis (fui Platonis aut ])bilosopborum libros e Gracco in Latinur .^k7Q7
convertunt, tanta est religio ac fldes, ut vorbum alitpuKl etiam levissimum mutare non aadean^ET^Dr
divinas literas, ex quibus snlus pendei, quanta fide atipie integritale ab illis summis viris ex H ^^Vf*
braco ess<* conversas existimare dcl)eHius? Cum igitur rx eodiTu font»», illi tam diversos abr ^fc*
eontrarios inlerprelationnm rìNnlos duxcrint, lleri non potrst, quin fons ipse viclatus sit atq- — ^le
corruptus. Antiqua sententia est: Non potest verum esse, quod variuni est. Ex hac 8uppatatl<^ JDc
illa summa nascitur : Ifebraicorum librorum fontem , ex quo tam varii atque pugnantes Int^^r-
prctatiouem rivull fluunt, esse rorruplum.
« lUud omitto, quod maxime arguii veteris instrumenti con((?xtum, ab antiqua sinceritate
tatum. In llcbraeis libris olim multa erant carminum genera, quae ut summi ac eraditissimi
mines Gracci et Latini memoriae prodiderunt, in morem oporum Pindari atquc Alcacl, aut Vir^^ li^l
I
DUBLIUUO 157
et Horatii, spondaeo etdactylo currerent. Alia tetrametro iambico sapputari, alia sapphico carmino
ex tribus versicalis, heroico semper commate, adonto ve conclusis, scripta esse. Certe Cacsariensis
Eosebios scriptam reliquit, in vcteri testamento esse quaedam elegantissima carmina, at Mosi
ranticam, quod a vobis magnum dicitur, et nonnullos Davidis psalmos, heroicìs versibus scriptos,
aliaque trimetra ac tetrametra summo artiQcio elaborata, Vesler quoque losephus sccundo à%x^\uìXoxitiii.
libro, Mosen Pharaone Aegyptiisque demersis, «otvlxtof* hexametris versibus Deo cecinisse com-
memorat Sed nunc in vestris Hebraicis libris, nuUum herolci aut lirici carminis vestigium , nihil
«laclylo vel spondaeo, Graeconim aut Latinorum more contexlum: nec duo cola vel commata possunt
distendi , quae iuxta rythmi leges aut pari syllabarum numero, aut qnac òfioiòirTora tf* òfioto^ìTcuTa
clicuntur a nostris , eadcm flnalis syllabae terminationc claudantur. Sed tiaec, inquam, universa
praeterco, nec illud urgeo, quod noster lustinus Rabbinos de psalmo quodam , nescìo quid crasisse
commemorat , et magnus ille Origenes in Hieremiao commcntariis ait , illud a propheta dicium :
reccatum luda scriptum est in ungue adamantino: a vestris , qui peccatores haberi nole-
l>aDt, sed se iustos ac pios esse dicebant, ita fuisse mutalum, ut prò peccato Inda, legeretur pec-
catum corum, et quod a 70. interpretibus ex Hebraico Deuteronomii loco versum est : Malcdiclus
omnb qui non pcrmanserit in omnibus et quae sequuntur: illud _S^chol, id est omnis a
vestris crasum, ne sub maledicto esse viderentur, quod omnia legis praecepta servare non possent
ci illud: Maledictus a Deo omnis qui pendei in ligno, plaerique exislimant, in Christianorum con-
tumeliam, qui Christum à Deo malcdictum adorarent, a vobis fuisse vicìatam atque corruptam.
Illod etiam omitto, maioribus vestris olim puncta vocalia, ut diximus, defuisse, sine quibus ab
Ksdra divinos libros conscriptos fuisse, perspicuum est. At Rabbini vostri cum viderent Constan-
tìDum magnum Augustum, ad Christum esse conversum, vcriti, ne de se actum csset, novam quan-
«lam Icgendi rationem, qua divinam scripturam in impietatis suae scntentiam traherent repugnan-
tem, excogitaverunt. Et quanquam ista puncta quae fortasse posterìus excogitata sunt, a plaeri-
ssque veatrum removeantur, tamen ab incunabilis secundum ea legendum esse didicìstis, memo-
Tiaeque mandaslis. Adeo a teneris consuescere multum est.
• Sed quid bis nostrorum hominum tcstimoniis opus esU quando ipsi Flcbraei falenlur , suos
libros multis abbine saeculis fuisse corruptos? Capta enim a Chaldaeis Hierosolyma, Nabuzardaii
Tegis Assyriorum praefectus, quemadmodum habetur in quarto rcgum voluminc, succendit domuni
Domini, el domum regis, et omnes domos Hierusalcm combussit. Tunc sacra Illa volumina, quae
publìce servabantur, vorax flamma consumpsit: net unquam ex eo tempore in intcgrum restituì
potuenint, tametsi multi in eo studii genere postea diligentissime laborarunt . Huius calamitatis
testes sunt plaerique Rabbini, ac interalios rabbi Kimchi, cuius auctoritatem atque scntentiam ingcns
rabbinonim numerus sequitur . Is in tertium librum Regum, et in praefationc sui operis in propho-
tas, exemplaria sacrae Scripturae in illa prima captivitatc pcriissc conflrmat. Rabbinos autem,
qui postea fuerunt, ita conatos esse restituere, ut collatis exemplaribus qnaecunque invenirc polue-
runt, elicuerint ex hoc volnmine unum aliquod vcrbum, ex ilio aliud. Libris autem minime
ronsentientibus, visum est illis, hanc dictionem scribere in textu, altcram in margine. Proinde
multa verba in bibliis esse mutata. Thalmudistae autem pene omnes in Thalmudicis libris una voce
coDsenliunt, ac saepissime mentionem faciunt, cuiusdam corrcctionis veteris testamenti, quam a<l
emendationem sanctae scripturae ab iis adhibìtam Tikum Sophr[m, id est correctionem sapìentum
scribarum vocanl, iuxta quam illi aliquot ante nostri Christi tempora saeculis, in voluminibus legis
et prophetarum, nunc scripturam quibusdam apicibus dìstinguentes, nunc alia quaedam in margine,
quae prò iis, quae in contexlu scripta erant, urbanius honestiusque legi iudicabant, adscribentcs,
multa mntarunt. Et quoniam, ut loquuntur, verba non foetent, exempli causa, ut res fiat illustrior,
dliqaid ponam. Ubi scriptum erat coire cum concubina: hoc illi minus honestc dictum putantcs,
J»ro co, dormire cum anelila : et prò humano stercore, egestionem substituerunt. Ita paulatim factum
«^t , ut quod a propheta scriptum esset, eradentes ; in locum illius, quod ipsi magis decorum et
^onestam arbitrabanlur, supponentes, verecundi honestique hominem dum corrigere se putant,
Tiuita cormperint. Quid opus est multis? Hoc mendaci scribarum stilo factum est, ut multis in
locìs sensus a prophetae sententia dì versus emerserit
« At ne pios homines falsis criminibus accusare vidcamur , nonnulla ab iis in prophetarum
'*<"ripiis mutata, in medium adferamus, necesse est. In Malachiae primo capile, cum olim scriptum
tiiftisset: ^n^K^ olhi, id est a me, in eius locum a vestris sapienlibus subrogalum est, ^nt>{
158 DUBLrULTO
otho , id est eum, vel iilum , ex quu setiuitiir, ul ubi iuxUi scribanim correctionem Icgimiis : Ecce
de labore vestro, el exuinastis illum : ibi quondam a propheta dictnm esse : Ecce de labore vestro,
<*t e\uinastis me, dicit Dominus. Ita quod apud Micheam modo legìmus : In domo pulvcris pulvcns
aspergite vos, vel involvete, iusta alìan) translatioriem, hoc est, inquit U. Salomon, correctio scribaram
qui punta facientes, correxerunt el dixerunl: {{^7^ J^n ^^^^ palaschiti, id est, Involvi le; ubi apro-
piiela scriptum erat {Jr^^J^n *"' palaschi: id est involvi me. Sic enim a Michea scriptum crai: In
domo pulveris pulvore aspersi me. Praeterea quod nunc legimus apud Oseam : In recessu meo, vel
recessio mea, aut: Cum recessero ab eis;R. Salomon et R. Kimi dicunt, ila legi iuxta correctionem
scribarum, videlicet Q^J^ ^Tltì^S ì)essuri mechem , id est incarnatio mea ex eis, quarum sontcntìa-
ruin intelligcntia quemadmodum iuxta lextum a scrihis correctum habemus, multum abest ab ilio
sensu, quem scriptura initio proferebat Longum essct referre caetera, quac H. Salomon, D. Klmì,
K. Simeoh aliique Rabbini a scribis olim correda dixerunt. Igitur ut iìnem iungam principio, ex
bis omnibus facillime intelligi potest, prophetarum libros vestrorum sapicntum correclione, imo corm-
plione esse mulalos. Sed haec nimis antitiua praetereo, rc«leoque ad recentiores, e quibus nonnulli
vestrum, ipsa veritate superati, quemadmodum superius ostendimus, haec ila se habere conflrmanL
• Mos. Multa Theodore, memoriter copioseque dixisti : nostrosque sapienlcs gravissimorum crimi-
iium accusasti : prò quorum innoc^ntia, paucis verbis, nisi molestum est , libi respondcre conabor.
Illud in primis, nos vestrorum auctorum patrocìnio sublevari. Et quemadmodum accurate, ut video,
nostra pervolulasti , Hebraìcamque linguam ac divìnas literas imbibisti: sic iuvat me, quacdam
vestrorum scripta vidisse. Ex quorum lectione nonulla didicisse me falcor. Proinde si ludaei quemad-
modum dicitis, prophetarum libros corruperunt : aut ante Christi, quem colitis, tempora, aut post,
id fecerint, necesse est Si ante illius adventum, cur ergo Chrislus vester, qui minora Indaeis obiicit,
aut de tanto crimine tacuit , aut ad illos , quos super cathedram Mosi sedere ait , discipulos suos
mittit? Quod si a nostris postca factum est, ridiculum est, Christum et apostolas eius, ex illis scrì-
pturis, quas ludaei corrupturi essent, sumere testimonia. Ex quo sequitur, utrumlibct snmpseris, pro-
phetarum scripta, a nostris non fuisse corrupta. Nisi forte ludaeos usque adeo fatuos arbitrarìs, ut
dum alios in tenebras coniicere cupiunt, se ipsi veritatis luce privarcnt. At Tertullianus vestrorum
antiquissimus scriptor, in apologetico refert, Ptolemeaum Philadelphum Alexandriae regcm per 7S
celebres interpretes Hebraeos scripturas sanctas in Graecum convertcndas curasse, quae etiam hodie,
in(iuit apud .\lexandriam in illius bibliothcca, cum ipsis Hebrairis literis exhibentur. Quac eousque
inrorruptae integracque manserunt, ut non solum losephus noster in ludaicarum antiquitatum
libris, verum etiam Aristaeas refcrat, illustres quosdam viros Theodorum ac Theopompum ea de
causa, adversa mentis valitudine et languore corporis diu conflictatos. Quorum ille, tragaediarum
scriptor, cum ex iudaicae scriplurae verbis, ad fabulam quandam nonnulla vellet accommodare,
slatim oculis captus est: hìc autem cum aliqua ex divina lege in Graccam linguam transferre
cepissct, evestigio mentis cmoliune percussus, in somniis monitus est, in illam calamitatcm Incidiase,
quod divinas literas inquinasset. Adeo scripturam suam inviolabilem esse voluit summa divinitas.
Quae cum ita sint , minime mirum est, si imperiti quidam interpretes, qualcs Aquilam, Sym-
niachum, Theodotioncm fuisse non dubium est, qui etiam a vobis iure damnantur: ex purissimo
fonte, coenosos ac turbidos, ut Ut, rivulos duxeriut. De scptuaginta interpretibus, quos plurimi
facilis lacco. Certe multi vestrorum illos certis gravibusquo de causis , de industria quibosdam in
\oc\s aliter, quam in Hebraicis habebatur, nonnulla in Graecum vertisse commcmorant. Quod autem
libros quosdam veteris instrumenti diversis carminum generibus dicis fuisse composito», nuUumque
in iis illorum carminum restare vestigium, facile diluitur. Nam quod ait Caesariensis Eusebius, et
post illum vester Hieronymus homines eruditissimi, in morem Pindari et Alcaei multa spondeo et
dactylo currere, id ab omnibus non intelligitur. Ncque enim ita est accipienda similitudo, ut He-
braeorum versus, Graecorum Latinorumque carminibus similes esse videantur, sed quod antiqua
illa poesis Hebraica, pedes illorum in morem dactylum, spondaeum, iambum, aliosquc, item ccrtos
numeros, in hexamclro, trimetro, tetrametro Carmine adhibere consuevcrit. Alia tamen est illorum
pedunì disposino. Nam Hebraeorum hexametri, praeter spondaeum et dactylum etiam alios pedes
recipiunl: ordine quo apud Latinos et Graecos collocari solent, plaerumque mutalo. Sed de bis
musicis salis multa. Quod autem quidam e vestris nonnulla prophetarum valicinìa ex Hebraicis
voluminibus a Rabinis erasa fuisse contendunt, ut illud: Regnavi t a ligno, et si quid est huiusce-
modi, iam pridem a R. Helia, qui apud Coloniam Agrippinam in inferiore Germania, non solum in
DUBLIULIO 159
vestram aciem tausiil, verum oliaui Hebraicas literas docuil , ila refutaluiu esl, et quideiii Latine,
ut est de re, quod dicendum sit, nihii superesse videatur. Ad extrcmum de correctione scrlbarum
multa dixisti. Sed si quid aliquando huiuscemodi fuit , nos illud vobiscum iure meritoque damna-
mus, totoque mundo audiente clamamus: Esdram et collegas eius invenisse Bibita sacra, ìntegra
et illaesa, quae a nobis toto terrarum orbe servantur. Quod si non desunt inter vos improbi qui-
dam, a vobis haeretici dicti, ut Marcion aliquis, aliique huius farinae, qui novum instrumentum
vestrum murium instar non uno loco roserunt; quid mirum est, si inter nostros unus aut alter
illonim imitatur audaciam? Una hirundo non facit ver: ncque unius improbitas, nobis omnibus
debet adscribi. Sed quoniam adeo invidiosa haec punctorum ratio vobis videtur: de hac pluribus
verbis agendum est, utquam necessario haec a summis doctissimisque viris excogitata fucrit, intclligi
lìossìu Hebraica lingua quae iure sancta dici tur, propterca quod et ea Deus in mundi exordio usus
est, et divina oracula scripta sunt, et prophetae omnes sua vaticinia condiderunt, et ìpsc Esdras
sacros libros, quibus nihil potcst esse divinius, a Chaldaeis incendio absumptos, diligentissimc
lidelissimeque restituii : duas et viginti literas habet, inter quas nulla vocalis est, quemadmodum
apud Graecos et Latinos, sed omnes sunt consonantes, quae per se sine ulterius adminiculo sonare
non possinl. Quanquam cnim Jn^ Aleph et V Ain et j^ He et J lod et J Vau, Hebracorum literae prima
fronte vocales esse videanlur, sunt tamcn a9b)va( ac vcluti mutae, ncque aliquid per se auribus
prestant. Itaque maiores nostri vocalibus literis destituii, sola consonantìum lìterarum scriplura
cogebantur esse contenti: quam cum legerc vellent, dictionesque ex illis sive i^ovots sine conso-
nantibus literis compositas, conarentur exprimere, ciuod scripturae deeral, vivae vocis pronuncia-
lione supplebant : consonantibusque literis ex communi propriae genlis loculione ac vulgat<r con-
suetudine mutuatum sonum addebant. Verbi causa, ut res exemplis fiat illustrior , cum hoc nomen
Lamech, scrìbendum csset : id tribus tantum consonantibus literis adumbrabant, in hunc modum ,
*yi2^ L. M. e. deinde cum hoc nomen pronunciandum crai , ex usitata quadam atque comuni
pcritia, quam a pueris imbiberant, ita vocem addebant, ut literae L. A. M> E, vocalem adiungcrent;
ita tribus consonantibus literis duas vocales addebant: et Lamech pronunciare consueverant Idem
in Adam aliisque verbis facile possem ostendere, sed brevitati studendum est. Hierosolymitano
regno a Chaldaeis everso, et exinde ob Romanorum in nos saevitatem posterioribus Hierosolymis a
Tito Adrianoque deletis, maioribusque nostris post secundi templi dcvastationem , loto terrarum
orbe dispersis, cum paulatim Hebraica lingua in oblivionem venire cepìssct, adeo ut divinas literas,
uti superius ostendimus, vocalibus destitutas, prò suo quisipie arbitrio non solum legeret, veruni
etiam interpretaretur : Rabbinos quosdam summa eruditione doctrinaque praestantes, qui huic
malo remedium adferrent, propitia divinitas excitaviL Hi proinde vcrili, ne vera atque germana
scripturae sacrae letio, vocalibus literis destituta tandem interiret, prò vocalibus notas quasdam et
puDCta, quae singulis consonantibus affixae, sum cuiusque literae sonum prodcrent , ac propriam
cuiosque dictionis signidcationem ostcnderent, prope necessario excogitaverunL Hoc igitur religiosum
ac pium studium, in odium Ghristianorum , arbilraris o Theodore ab illis t;ilibus tantisque viris
fnisse susceptum? 0 miserabilis humana conditio, et ut ait noster sapiens, vanos laborcs et indu-
strìas, quae patent invidiac proximi. Sed ad proposi tum revertamur, ec. >
E
M: 203. Edictum Imperatoris lung-tchin , quo die in aulam
admissus fuit Lusitaniae Nuntius, adversus S. Religionem so-
lemniter publicatum anno 1727.
Copia inviatami da' Padri del nostro Convento di ManiLi. È una traduzione latina dell* origi-
nalo cinese.
'^p- 204. Elencus cleri Regularis Ordinis Minorum S. Patris
""^ Francisci Observantium Lithuaniae, 1842 et 1859. Vilnae, Typis
Josephi Zawadzki.
Un volume in 8. È questa la Provincia Francescana di Lituania, conservatasi come per pro-
digio insino a' di nostri florentissima in spirituale vantaggio di que' popoli, nonostante che c6*fti-
nesti trattati del 1773, i793 e 1795, la più parto di quel regno venisse ceduto alla Russia, e il
rimanente a' Prussiani: governi clic tutti sanno di qual modo abbiano trattato e trattino il Catto-
licismo. Nel 1843 contava ancora 29 conventi di Francescani Osservanti, e sei monasteri di Clarisse,
nel 4859 ridotti dalla persecuzione, i primi a 12, e i secondi a 4, e, peggio, costretti a reggersi senza
supcriore Provinciale, e lor vietato il raccogliersi a capitolo per venire all'elezione di esso. In questo
tempo avevano ancora le parrocchie seguenti. In Lituania, di Vilna, di Creting, di Citovian, dì Mo-
liilow, di Trascun, di Dotnow, di Valozyn, e di Dedercal; e nelle Colonie Russe, di Archangelsk, di
Kazan, di Crei, di Tomsk, di Krasnoiarsk, dì Ncrczynsk, di Landau, di Jambnrg, di Taganrog, di
Alessandrowsk , di Bachmutskaja, di Kazikaja, di Astrakan, di Carskie-Kolodec, di Piatyhorsk, di ^la<
dykaukas, e di Kussaray; vere missioni in mezzo a nazioni barbare ed infedeli. Da quel tempo non
se n'ebbe più notizia, e non sappiamo se vi resti ancora qualcuno dì quelli eroici figliuoli del Serafico
Palriarcal I nomi de' Padri che nel 1859 lavoravano in quel difficile campo, erano i seguenti, ben degni
die restino in etema benedizione. — Innocenzo Wolodkìewicz — Ostiano Galimski — Benigno
Lipien — Zenone Jwaszkiewicz — Vincenzio Rielski — Andrea Purewicz — Diego Sambror — Gio-
vanni Canzio Garty — Telcsforo Grzegorzewski — Paolino Balcewicz — Donato Midrowscki — Corra-
do Legowicz — Viatore Zyzniewski — Ferdinando Sienkiewicz — Ivonc Zawaddzki — Bernardino
Grodwki.
y.. 205. Encarnacion (de la). — Estado y progresos de la mision
^"* do Xang-tun on China por el P. Fr. Bernardo de la Encarnacion
de la Provincia de S. PabloT
EPISTOLAE 161
Il Padre Hubrta (Estado, ec.J dice che il Manoscritto è segnato in Gi-nan-fU agli 8 di maggio del
SS. Il Padre Bernardo fu nativo di Almansa diocesi di Leon. S' imbarcò per le Filippine il i659, e di
Tu inviato alle missioni della Gina il i668: ma una grave infermità lo costrinse a tornare alleFilip-
le. Restò qui missionario Ano al 1675, e due anni appresso partì dinuovo per la Cina, dove fondò 9
ese, tra T altre quelle della città di Ghing-chui-fu, e del borgo Lin-quiu. Parecchie volte scoperto,
ine incarcerato, e finalmente esiliato a Goa nell'Indio orientali. Ha e* trovò modo di fuggire e tornare
? sua missione. Pieno di meriti mori in Gantone il 29 di luglio del 17i9, di 90 anni di età, e 57 di
ssione, 16 nelle Filippine, e 41 in Gina.
206. Epistolae Missionariorum Ordinis Sanctì Francìsci ex
risia et Hollandia.
Manoscritto di due volumi in foglio, nella Regia Biblioteca di Monaco in Baveria: il primo, di
le 646 ; il secondo, di 199. 1 documenti del primo sono questi.
I. BuUae Romanorum Pontificumy decUiones S. Congregationis de Propaganda Fide, BpUtolae
rdincMt PraefeeH et Nuntti Apostolici» quae Miitionarios in HoUandia et Frisia eoneemunt, AecedufU
ormaHones de $tatu Misiionis, quas Missionarii ad S. Congregationem retuierunt. A fol, i ad 96.
3. Epistolae Missionariorum variae ad PP. Provindales datae , quitms nonnulla de stoftt
tsionis referuntur. A fol. 96 ad 138.
3. Fructus Missionariorum. Relatio laborum Missionariorum ApostoUeorum Promndae Cotùnien-
Min. Strici. Ohs. seu ReeoUet. ab an. 1656 usque ad festum Pentecostes an. 1657 ex proprOs
orum lUeris desumpta, praesertim ex ttteris P. Amoldi Perezens. Ponuntur, omnia ad ttteram.
• Uteris P. Constantii Antonii Harlemii in HoUandUa Idborantis, ad Uteram. Ex Uieris P.
\ttachU Beecky omnia ut intus y propria mnnti datis. Ex Uteris P. Ahysii Henséler in Frisia
bcrantis, omnia ad Uteram. Ex Uteris P. Laurentii Simonis in Frisia occidentali ìaboranUs, omnia
( Uteram. Ex Uteris P. Christiani Becker, qui suecessit hoc anno in locum P. Antonii Vervey a 40
ni Missionarii. Omnia in Utteris. Loeus eius in eonfinibus Frisiae et Transilvaniae iuxta dviiatem
enwecanam. A pag. 138 ad 185.
4. P. Fr. Frandsci AngeUni epistoUie quatuor. A 185 ad 193.
5. P. Fr. Christianus Becker. 1. Literae testantes de UU>oriims et fruetilms, 3. Laus mairi'
n4L 3. Causa Beckeri contra ArcMpresbit. Volker. A fol. 193 ad 335;
6. P. Fr. EustacìUus Beeek. Literae Husdem. A fol. 335 a 346.
7. P. Fr. Felix Camp. Eiusdem literae. A fol. 346 ad 358.
8. P. Fr. AnionU ConstantU epistolae. A fol. 358 ad 380.
9. P. Fr. Mechior Van-Dyck. Eiusdem literae. A fol. 380 ad 388.
10. P. Fr. Gaspar German. Eiusdem Uterae. A ftd. 388 ad 394.
II. P. Fr. Nicolaus Hania. Eiusdem Uterae. A fol 394 ad 316.
13. P. Fr. Aloffsius Henseler. Eiusdem Uterae, A fol. 316 ad 336.
13. PP. Fr. Hodngs GuiUelmus et Isendoom Henricus. Eorundem literae, A fol, 336 ad 360.
14. P. Fr. Henricus Lotzius. Eiusdem literae. A fol. 360 a 365.
15. P. Fr. Seraphinus Ludùvicus. Eiusdem Uterae. A fai. 365 od 371.
16. P. Fr. Michael Mors. Eiusdem Uterae. A fol. 371 ad 386.
17. P. Fr. Opfermann Emestus. Eiusdem Uterae. A fai. 386 ad 393.
18. P. Fr. Amoldus Peerkens. Eiusdem Uterae. A fot. 393 ad 434.
19. P. Fr. Henricus Pieters. Eitisdem literae. A fol. 434 ad 459.
10. P. Fr. Ioannes Putz. Eiusdem lUerae. A fol. 459 ad 491.
31. P. Fr. Bonaventura Reul, P. Fr. Riddere, et P. Fr. Franeiscus Roosen, Eorundem literae.
^«(. 491 ad 534.
13. Epistolae Fr. Petri Rietz Confluentiae Guardiani 1631. A foL 534 ad 541.
13. P. Fr. LaurenUus Simonis. Eiusdem Uterae. A fol, 541 ad 574.
14. P. Fr. Antonius Vemey. Eiusdem literae. A fol. 574 ad 590.
15. P. Fr. Bemardinus Vetwds. A pag. 590 ad 640.
Il tomo secondo contiene i documenti che seguono:
1. Statuta spedaUa a MissionarUs Franeiseanis in HoUandia et Frisia otftervamda, i fbl. 1 ad 35.
11
162 EPISTOLAE
2. Documenta quae erecHonem MoruuterU in loco Hoppant et Enckeridi retpieiunL i A^ 38 ad 41
3. lÀterae de bonU mor&ms iHstionariorum nonnuUorum testantet. A fot. 45 ad 89.
4. Miscellanea quae Missionem in HoUandia et Frisia eoncemunt. A fM. 59 ad 87.
5. Epistolae et documenta Ungua Flandrifa exarata, quae eoncemunt MissionariOM OrdimU
5. Francisei in HoUandia et Frisia, A fol. 87 ad i39.
6. Uterae indneratUtnem, quam dkehani, cadaverum concementes, A foL iZ9 ad 183.
7. PersecutUmet Missiùnariorum in Trarback. A fol. i83 a 199.
Questa gran collezione incomincia con un Deeretum Sacrae CongregatUmU de PropaguuU
Fide, hahitae die 4 decembris 1631, coram SSmo, referente Emo Cardinali Ubaldo, de tuMeeUom
MissoniarUjrum Regularium. E, quel che la rende sopra modo preziosa, sono tatti docamenti orlgiiull
Dal titolo 3 del tomo I tolgo la seguente:
« Informatio brevis quoad initium et soccessum Missionis Patmm Provinciae ColoDleasb
Strict. Ohs, Harlemii et in partibus Frisiae occidentalìs , ex protocollo Provinciae et relationlbns
Patmm Missionariorum, Sacrae Gong. an. 1640 Romam missis.
« Fnit R. Pater Nicolaus Vigerig, Harlemensis patritius, qui circa an. 1581, dum omnia ìd Belgin
essent confusa et multi sacerdotes catholici si ne ullo solatio, iste vir plus Ducis patrimonio futus
sacerdos, per Hollandiam et Frisiam proflcisccns , fldeles confortabat et cleeinosinis fovebaL Icoes-
serant duo insignes viri, D. Sasbolot, postea Archiepis. Philippensis, et Adelbertus Eggios : hi pariter
coUaborarunt, qui sicut in vita fuerunt coniuncti, sic in morte non sunt separati : nam omnea tres
hic Coloniae mortui sunt, et eorum corpora in nostra ecclesia ante summum altare tumulata sunt ;
duobus illis insignia epitaphia erecta. P. Nicolaus volcns pium opus augeri, collegit quosdam adole-
scentes, quos in studiis aluit, ut sacerdotes forent : sic paulatim seminaria sunt incohata. Postea circi
annum 1603, P. Nicolaus singulari dei instinctu, exislens 40 annorum, Ordinis habitum soscepit, et
Provinciam Strict. Obs. reformavit. Nihilominos per singulos annos descendens in partes Hollandiae
et Frisiae, fldelibus divina administrabat, donec labore et senio gravatus, circa an. 1613 V. P. Ar-
noldum de Wytt ad partes Hollandiae mitteret, qui ad illas partes veniens, per vicos, castella, civilates
illius patriao magno cum labore et periculo decurrebat, ut desolatis plerisque in praesenti necessitate
succorreret, tum religiosis, tum saecularibus. Amhemii ministravit sanctimonialibus desolatis aliqnol
annis, non sine periculo evidenti et labore. In Duetwcrt una nocte baptizavit 30 circiter tam adullos
quam parvulos, ubi non fuerat a tempore rebeUionis sacerdos. Deinde in Wageninghen repertebaf
Religiosas Regulares S. Augustini, quibus inservivit aliquot annis. In adhaerenti pago, ubi et a tempora
rebellionis sacerdos non fuerat, tam adultos quam parvulos fere tO baptizavit una nocte. Deinde venti
Harlemiuro, ubi accepit possessionem , et toto tempore laboravit, maximas persccutiones, proscriptioi
nes perpessus a Praetore, saepe in Congrcgatione turbatus : per singulos dies et annos concionibos
catbecbismis et aliis piis opcribus insistebat : quae prolixissimum esset recensore. Praeter Harlemiuin
ìnserviebat a parte septentrionali Seholen, Sanctperel, Veolson, Vecisurduyn, Presaep, Beverriwìch:
Wich-op-zec, ad an. 16t8; et Himskcrcic, Himsl^erkerduyn, Kustrrkum, Backum, Egmond-op-zec,
locis sabiacenlibus, Limmen, Hello, Helder, Hysduhyen, ubi 15 prules una nocte baptizavit, doi^
multiplicatis catholicis, circa an. 1624, pastores proprii successive praeflccrentur. Pericula autem qam
sustinebat in iisdem locis, noctu diuque in vesto peregrina, soli Deo cognita sunL A parte meridiob.
Hcemsto, Vogelsang, Silok-Nordtw>ck, Norotwjckor-Hovol , Noordwyck-op-zec Dc-Kley , Rattwic=
buyten-en-binnem, Voslgeesl, Reinsburgh, Hasson. Lyss, Heylogundl, quibus locis serviebat, down
venirent Pastores. Maxime autem Noordwyek, per quod adinvabat, et aliis locis, ubi homincs ita rumi
erant, ut vix formare possent rrucem, ibi, spatio 2i horarum, quarto saopius fuit concionatus, serv^
quoque Cathechismum, noctu diuque, conversìs multis. lisdemque locis aliquos c^'ntenos baptiza^^
roultosque coniunxit. A parte orientali Spar^-an, Harlomorley, Spar^'ancrlcy , multis in pericn
laborabat In occidentali parte, Zanetforet, ubi secundus fuit qui a tempore rebellionis habuit conci
nes. Interim quandoque intorrumpens laboros, in Frisiam occidentalom oxcurrebat, maximis exantlal
laboribns et periculis, tum concionando, tum baptizando. Inde Teansisn, Caniam in Cuncra, quo in Km
nonnisi semel transiens sacerdos fuerat a tempore rebellionis ; et Iselham , Blanckemkam, Vollenhoei
Bloxeel-oudenmark, in quo loco sepius confessiones audivit, et a summo mane usque post prandian
rudes homines, quasi atheos, informabat; et Stonwich, Stoni»' ickwoudt, ubi diaconum Calvinistanu
convertii ; et Guteren, ubi duas familias baptizavit, subpraetorem convertit, familiam baptizavit, Pr^ictc
rem ad confessionnm fldei adduxit, in qua et obiit. Non erat tunc temporis in ilio pago fldelisqui «ss*
patrìnus baptizandomm, quos ex aliis locis adducere debebat. Roendebles et Langcvill baptizavit p^
EPISTOLAE 163
trem et matrem cnm novem prolibus. In locis speciflcatis numerum conversorum, baptizatomm ,
eoDlugatorum, prae multilndine numerare non potuit Soli Deo gloria. Circa an. i617 R. P. Nicolaus ad
loca confederata in adiutorium V. P. Arnoldi misit P. Antonium Vecwey Amstelodamensem, qui Amste-
lodami, Harlemii et in partlbus Frisiae occidentalis pluribus locis inservivit: scilicet Steniwick, Couctai,
Stenwick-eravaldt-passeloe, Gethorn, Blesdick, Steygerdts, Peperga, Oldenmarck, Hare, Iselhan, Blanc-
Kenham, Canera, Yenhaysen, Langelille , Spangendike, Nieu-trintendick. Escarrebat etiam seape in
Trentiam, Deventiam^ Vollen-hove, alìaquc loca remotiora Frisiae , dispersos catholicos congregans et
sacramenta administrans, ac plures baptizans. Anno i62i idem P. Nicolaus Vigerius misit Harlemium
V. P. Michaelem Homcs, et P. V, P. Joannem Slalpart ad partes Frisiae, qui ibidem inter labores In
Domino obierunt. An. 1628, Harlemium, in locum P. Homes missus est P. Franciscus Roosen, qui per-
rexit ad partes Frisiae, ubi P. Antonius Vecwey laborabat; et dum per diversa loca in maxima
difficultate noctu diuque laboraret, rogatus a fldelìbus ut apud illos Pastorem ageret, respondit se
sine consensu superiorum id facere non velie nec posse. Quare petito et obtento consensu eximii D. Mary
Archiep. Philippensis, Vicarii, in praescntia Magistri Viti Archidiaconi, ad loca Frisale rediit, in quibus
locis aderat peculiaris sacerdos M. Gerardus, qui videns zelum P. Francisci, cum ipso convenit, ut quia
missus esset, maxima quisque prò sua comoditate loca visitaret. Post haec obtento consensu et bene-
placito lUus. Philippensis, circa an. 1633 elegit loca sex, scilicet WolflTega, Sonnega, Oldetring, Oldelemer,
Nyelemer, Oldchollwolde. In bis aliisquc locis plurimis pastoralia administravit, donec an. 1636 Y. P.
Amoldus Perckens a superioribus, ex ordìnatione et consensu Philippensis, ad partes Frisaie mitteretur.
Cum autem plurima essent loca admistranda, in praesidium Praesbiterorum missus est Y. P. Laurentius
Simonis, et loca inter ipsos distributa sunt, ubi indefesse laborarunL Et horum Patrum fructus et
labores Romam missi sunt ad S. Congregationem de Propaganda Fide. Cum autem a quibusdam
sacerdotibu!» contra hos Patres difficultates moverentur, non obstante quod de consensu Illus. Philip-
pensis et eximii Domini Mary in locis illis laborarent, Superiores Romam ad S. Gong, circa an. 1637
recufrerunt , et post legittimas et certas factas informationes, tam Papa Urbanus quam S. Congre-
gatio Missiones illorum Patrum conflrmavit. • Ecco ora una lettera del Padre Beeck Eustachio al suo
Provinciale.
• Reverende admodum Pater I Fructus hi sunt. Numerus communicantium a quadragesima an.
1663 usque 22 iunii an. 1663, ut semper computavi, est circiter 11 millia. — Cathechismus, qui altero
anno fuit omissus ob corporis debilitatem, in anni huius principio est resumptus, in quo ultra 100
puerì plerumque comparent. — Unicus ignorans hoc anno catholicam fldem, coram me assumpsit.
Sacrum musicum feriis quintis de Yenerab. Sacramento, diebus sabbatinis de Immaculata Conceptione
modo Gregoriano cantatnr. — Quolidie sacrum facio, cui plerumque 100, aut 80, vel ultra 100 intersunt.
— In Paschalibus feslis ultra 700 communicantes fuere. — In festo Portiunculae ultra 900 communi-
cantes, quibus solus servire non possem, nisi alii Patres concionibus, confessionum auditione, et
sacerdote^ saeculares missarum celebratione mihi assisterent. In festo S. P. N. F. etiam sine aliorum
adiutorìo populi concursui satisfacere non possem. — Pro diebus dominicis et festis marioribus locus
licet tam amplus, uti est in civitate hac, saepe tamen non sufficit — Ex communitate mea, a 10
annorum tempore quo hic fui, ultra 350 obiere, in quorum ìncinerationibus et exequiis secundo exhor-
tationem facere debui. In vesperis , dominicis diebus, plerumque intersunt 900, in maioribus festis
alteri plures — Concursus ad confratemitatem S. P. N. F. quotidie augetur. Paucos copulavi et baptizavi:
siquidem in civitate Harlemii Rcligiosis aministrare pastoralia non licct. — In loco solito, die 22 Juni,
an. 1663. Rev. ad P. tuae obedientissimus fllius Fr. E. Beeck. •
Aggiungo una delle relazioni che questi Missionarii Francescani inviavano ai loro Superiori a
Roma. • Ego frater Laurentius Ord. FF. Min. Recoll. Provincae Coloniensis, Missionarius Frisiae occi-
dentalis, abito in oppido Heeren Yeen, catholicisque loci illius inservio, sicut et in pagis Langeswage ,
Korteswage, Terwispel, et in circumiacenlibus locis contiguis ad aliquot milllaria teneo ordinarie
congregationem et concionem omnibus diebus dominicis et festis totius anni bis, idest nocte io uno
IpAgo, et die in alio pago, etiam 2 vel 3 milliaribus a se distantibus, cum frequentia populi satis
ampia, 100, 200, et 300 hominum in una congregatione convenicntium, dissimulante et connivente ex
singulari aliquo affectu erga me officiale loci. Habeo confltentes et communicantes circiter 600. Pestis
hoc anno multos comsumpsit in Heeren^en, Langeswage, Corteswage : non defùi nlli quantum scio :
admirati sunt et haeretici meam constantiam in visitatione et administratione Sacramentoram pesti-
ferìs. Adultos pestiferos baptizavi 4, qui immediate post obiere. In morbo ilio ad fldem catholicam et
susceptionem Sacramentorum addncti sunt 10. Ego ipse tactus lue, divina gratta evasi. AUos adultos
1 &i EPITOME - ESGALON A
Mi.
.\mniai
baptiiavi 5 : ad fldcm catholicam ex haeresi Calviiiiaua vi Aiiabaptistica redaxi 3: hominei proveelae
aetatis 60 et 70 annorum , qui numquam , vel certe a pluiibos annis abstiniierant, ad soaeeptloiiai
Sacramentorum Ecclesiae adduxi 15. Baptizavi infantes 72. Pro modulo meo in omnibos fervorem ei
amorem ad divina studui augere. Obiit hoc anno in fcstis natalitiis in Steiqwickerwoadt, pago TranflU-
vaniae, praedilectus noster in Xpto P. F. Antonius Vecwey, qui fldem catholicam in illls locis a 40 auUs
piantavi t et excoluit. Mors illa, prò officio meo superìoris Missionis, nobis soUicltadinem et laborai
addidit, dum tam in morbo qnam post obitum cum P. Aloysio fraterne onus illins commiultatis
suscepimus, donec substitueretur a superioribus nostris succcssor P. Gtuistianus Beckher . . . Dabam
Harlemii, an. i657, 31 lulii. Fr. Laurcntins Simonis qui supra. »
207. Epitome historica chronologica do Convento do Varatojo.
•
Manoscritto di 114 carte nel nostro Convento del Varatojo presso Torres Vedras in Portogallo. Si
legge nella prima pagina: t Aplico estc libro, que comprei no espolio e livrarìa do Exmo Senhor Bispo
de Porto Dom Fr. José Maria de AfTonsequa e Evora, ao excmplarissimo Seminario do Varatojo a qnein
pertense, par comter as vidas e preciosas mortcs de alguns do suas (llbos Missionarios, e scrtptoreB,
e Bispos, que nello florcsciiio, e principalmente a milhor porsSo da vida e admiravel morte de avo
fundador e instituidor, o sempre V. Fr. Antonio das Chagas, primeiro Missionario Apostolico destes rei-
nos. Porto, 39 de abril de 1773. — Gualter Antunez. • Il Convento del Varatojo è l'unica reliquia die-
rimane in Portogallo deir Ordine Francescano, comprato parecchi anni fa con limosine di pU fedeli
venerando Padre Gioacchino do Espiritu Santo, che vi si raccolse con alcuni santi suoi confrateUi,
vi ricevono alcuni giovani per conservare l' istituto. Vi passai alcuni di in vera spirituale
È un luogo di perfetta santità. Il P. Gioacchino me ne regalò la storia, veramente ammlrabi
che vorrebbe essere tradotta in (juante lingue si possa, e andare per le mani di tutti i Francetean^
Il suo titolo è: • Hiitoria da fundaeUo do real Convento e Seminario do Varatilo,
compendiosa noticia da vida do venererei Padre Fr. Antonio da» Chagat , e dt
varoem iUuttres , filhot do mesmo Convento e Seminario ec, por Fr. Manuel de Maria Saìit:
Mittionario Apontolico, e indigno fUho do dicto Seminario. Porto: Sa officina de AnUnUo Al
Ribeiro, Anno MDCCXCIX. »
208. EscALONA. — Sennones en Lengua Megicana, que tradiL^j
despues a la Achi Guatemalteca el Padre Fr. Alonso de la Ordì
de S. Francisco.
— Comentario sobre los diez preceptos del Decalogo en h
gua Megicana.
Cosi lo Squier (Monogr. of AìUh.). Il Padre Alonso fu nativo di Escalona nella diocesi di Toledo
in Ispagna. Rcndutosi Francescano, il 1531 parli per la Nuova Spagna, e in Tlascala imparò la 111
Messicana, passandoli 1554 a Guatemala, donde ritornò 11 1572. Evangelizzando nei monti di
temala, imparò la lingua Achi, in cui dal messicano tradusse i Sermoni sopraddetti. 11 1568 vea.
eletto Ministro della Provincia di Messico, e il 1584 lini qui\i i suoi giorni.
209. EscALONA. — Relacion del viage al reino de la
^•« China y de lo que ha sucedido en aquella conversion, y do l^^
que ha visto en honra do Dios nuestro Senor y de nuestra sm^-^
grada Religion Serafica, por el P. Fr. Francisco de Escalona, ec^-
Ano de 1645.
Manoscritto nelU Archivio del nostro Convento di Manila, di coi mi hanno mandato copia qO^
ESCOBEDO 185
rte
Pidri; e conta, questa, 34 carte in 8. È interessantissima, anche per ie notizie geofi^che che dà di
qaell' impero.
210. EscoBEDO. — La Florida, primera, segunda y tersera
partes de la Florida , donde se canta vida muerte y milagros del
glorioso S. Diego de S. Nicnlas del Puerile, Frayle Menor. Y el
martyrio de quatro Religiosos , y an los hechos de mnchos Espa-
noles, y con los ritos y costumbres, y an {con) version de los Indios.
Y au la nnieri;e de un Frances y su gente. Dedicadas a D. Manuel
de Guzman y de Mendoza, Conde de Niebla y Heredero del Ducado
de Medina Cidonia : por Fr. A. de Escobedo, Confessor de la Orden
de sant Francisco de la Provincia de Andalusia.
è un Poema in ottava rima, inedito, di circa 400 carte in 8, scritto intorno la fine del i500; e
contiene una completa storia della Florida, preziosa per le notizie che ci dà del paese e degli avveni-
menti che vi si compirono al tempo dell' Autore; ed anche come poesia, non è senza pregi. La vita di san
Diego e* entra, in quanto che la lettura che se ne faceva nel Convento, dove il Padre Escobedo dimorava,
fa quella che accese in lui e in altri il desiderio di recarsi a predicare il Vangelo nell'Indie. E
V occasione non tardò a presentarsi, i La Florida C dice il nostro Padre Torquemada ) es una tierra
continua de la Nueva Espana, corriendo la buelta del Norte, a fenecer a cabo de Labrador. Tiene
de f^ente la isla de Cuba, que le cae al Oriente, y su principio es una punta de tierra, que sale a
la mar, que se llama la Cabcza de los Martires. Entro està tierra de los Martires y la isla de Cuba,
corre la canal de Dahama, que llaman el Desembocadero , y por està parte salen al mar ancho del
vìage de Espafia totos los navios que pasan de Indias. Està tierra se descubriò a los principios
del descubrimiento de la Nueva Espana, y tuvo diversos sucesos, en el discurso de tiempo, y en-
trando y saliendo Espanoles, basta que va quedaron de asiento, vencicndo algunas diflcultades,
queofrecia la misma tierra. Para las variacìones que ha tenido, quedó al Un fundado pueblo y
presidio el lugar que aora llaman San Agustin. Luego a los principios, que los Espanoles queda-
ron de asiento en està lugar, entraron con ellos algunos Religiosos de la Orden de mi Padre San
Francisco; pero comò la tierra ha estado tenida en opinion de pobre, y los nuestros por està causa
no se han multiplicado, asi los ministros Evangclicos eran pocos, y los que havia cran contados por
del gobiemo del Comisario General de la Nueva Espana , y el nombraba el Prelado de ellos ,
que de ordinario era el Guardian del Convento de S. Francisco de la Habana. De està manera estuvo
està Florida, en lo tocante al ministerio evangelico, ganando los Religiosos, en la ensenanza do
estos idolatras, la mas tierra que podian, aunque todo era poco, por ser pocos los ministros y la
tierra pobre, i los Indios barbaros Estando pues las cosas en este... punto, hizose relacion de
esto a el Rey D. Felipe II y a su rcal Conscjo de las Indias, y concedìeron doce Religiosos para
el dicho effecto. Para culo Comisario fue nombrado Frai Juan de Silva, Predicador de la Provin-
cis de Castilla, que antes havia estado en Nueva Espana ... gli altri furono Fr. Miguel de ASon,
Fr. Pedro Fernandez de Cho^as, Fr. Pedro de Aunon, Predicadorcs: Fr. Blas deMontes, Fr. Pedro
Bermejo, Fr. Francisco Pareja (que despues traduxo en lengua de los naturales la Doctrina Chri-
stiana y la imprimiò), Fr. Pedro de san Gregorio, Fr. Francisco de Yelascola, Fr. Francisco de Avi-
la, Fr. Francisco de Bonilla, Fr. Pedro Ruiz, sacerdotes, y confessores; y Fr. Pedro de Vinegra,
Lego, que per su mucha virtud, fue ordenado sacerdote. Uegados a la Florida, se presentaron al
Padre Francisco Marron, que era Custodio. Los quales fueron repartidos entre los Indios, por sitios
y lugares apartados, para comencar a predicar la palabra de Dios, y coger el fruto de la doctrina
evangelica. • (Monarq. IndL pari. III.). Non sappiamo se prima o dopo di questi l' autore co' suoi
compagni si recò Missionario alla Florida: solo dalla seconda parte del suo Poema conosciamo che
furono tredici, e tra essi il Torquemada.
166 ^ ESGOBEDO
Tre^e les ofreció corno aqui digo,
Que por Cristo Jesus divino amante
Predicaron al Indio su cnemigo
Con valeroso animo constante:
El uno fue Reinoso, el otro Vigo
Hojeda, y fray Antonio, y Bustamante,
Corpa, Mancano, Torquemada, Oviedo,
Gomez, Lopez y Ruiz con Escobedo.
Ancora ci fa sapere clie fu al tempo del capitano Pietro Mencndez, conquistatore della Florida,
che vi governò dal i565 al i574.
Y Dios nos dio tam prospero suceso
£n el santo viajo de memoria,
Que fuera mcnester largo proccso
Para contar Io menos desta historia.
En la balanza de su santo peso
Nos dio segura carta de Victoria
Para Ucgar con paz, salud y vida
A las provincias de la Florida.
Despucs de san Francisco el pie estampamos
En la desnuda y polverosa arena,
AI General Menendez visitamos
El qual nos ricibiò con faz serena:
Todos de su salud nos alegramos ,
Y el de la nuestra y con fcrtil vena:
Hablò Fedro Menendez qual si fuera
Aposlol del SeSor, desta manera:
— Padres Franciscos, pues habeis venido
De las remotas partes del Oriente
A ocupar este seco y pobre nido.
Adonde asconde el sol su roja frente.
Lo que con humildad a todos pido,
Prediqueis a estos Indios de ocidente
Que tiencn el Demonio por amigo
Y a Dios que los creo por enemigo.
Vede pertanto il lettore di quale importanza sia questo Manoscritto del Padre Escobedo, tanto
maggiormente che pochissime memorie ci pervennero della Florida rispetto alle nostre Missioni ; e
nondimeno fu un campo di splendidissime glorie per la SeraHca Famiglia.
Il Poema, come si disse, ò diviso in tre parti. Nella prima se canta vida , muerte y mUa-
grog del glorioso san Diego, e come salieron irete varones Aposiolicos de la santa Provincia de
CastUla a predicar a los infieks de la Florida (dei quali el Padre Chozas y el Padre Ferafcoto
eonvirtieron quatro reinos), e el martirio de quatro Religiosos de la Orden de San Franàseo» gutf
reeibieron en la Florida : el primero fue el Padre Verascola , y el Padre Arwn Aragones , y el Padre
Corpa , y el Padre Fr. Antonio Castellano. La seconda parte canta come l'Autore fu robado y la
disputa che ebbe con los Ingleses, e quel che vide en la Yaguana : appresso come navigarono por él
puertode Baracoa (que es en la isla Dorada), e come vicino alla città di Avana, presi da fieri
tempesta, facessero un voto, e sbarcassero in Baracoa. Segue poi la storia d' una rivolta nel porto di
Avana, e di una lotta tra Portoghesi e Francesi, e delle piraterie del famoso capitan Drack, ec La terza
parte contiene el viage de la Habana a la Florida , e las pritneras platieas che l' Autore fece ai
suoi Indiani, la relaeion de el simbolo che gli fece un Cacique, el asiento y tempie de la Florida^
con los ritos, y costumbres de los Indios ec., le arti de los heehieeros , le cerimonie dei defunti e le
ESPERANgA V 167
«vYenture di un corsaro Francese, e finalmente un Confesionario pei naturali con parecchie plaHeat
che contengono tutta la dottrina e storia del Cristianesimo. Questo prezioso Manoscritto si conserva
nella Biblioteca Nazionale di Madrid.
211. EsPERANgA. — Historia Serafica da Ordem dos Frades
Menores de San Francisco na Provincia de Portugal: por Fray
Manoel da Esperanga, naturai da cidade de Porto, fìlho da me-
sma Provincia, Leitor Jubilado na santa Theologia et Examinador
das Ordens Militares. Em Lisboa, ec.
Sono 3 volumi in foglio: ma l'Autore non ne scrisse che due. Egli è annoverato tra' classici scrittori
del Portogallo. 11 primo volume, ossia la primeira parte eontem $eu principio (della Provincia)
et augmentos primeiro de Custodia. Conta 7 carte preliminari senza numerazione, e 684 pagine
(Lisboa: eom todas as licenfas neeessarias. Na offUinàCraesbeekiana, 1658^ ed è interessantissima
per le prime nostre Missioni d'Oriente, dell'Africa e della Tartaria. Il secondo volume, ossia la
segunda parte conta os seus progressos no estado de tres CustodiaSy principio de Provincia e Re-
fórma Observante; e non è meno importante perla continuazione delle sopraddette nostre Missioni
e per le prime dell'India. (Lisboa ec. 1666;. Conta 7 carte preliminari non numerate, e 753 pagine.
Colto da morte, l'Autore non potò finire il lavoro, che venne proseguito con lo stesso titolo dal suo
confratello Padre Ferdinando della Soledadb. Ed è il volume III, che perciò annotiamo qui, e refére ot
seus progressos (della Provincia) em tempo de iincoenta et dous annos, do de UiS aie o de 1500. Conta
as Missoens que fezeram os Religiosos delle a varias partes do mundo, et em particular a India Orien-
tal, aonde arvorarUo o estandarte da Fé, baptizarUo muytos mUhoes de ereaturaSt agregatao
a coroa de Portugal muytas coroas , eom o zelo da virtude» affeeto da patria, despesa da sangre et
sacrificio das vidas, Compuesto por Fr. Fernando da Soledade» Cronista et Padre da mesma Pro-
vincia, e por elle consacrada a Santa Rosa de Viterbo. Yay no firn hum discurso apologetico em
defensno do quinto libro desta tereeira parte. Lisboa. Na officina de Manoel et Joseph Lopez Per-
reyra. M. D. CC. Y. Com todas as facultades neeessarias. Conta 11 carte preliminari non numerate, e
690 pagine. Un esemplare di tutta l'opera trovasi nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
Dire del pregio e della grandissima importanza di questo classico lavoro, sarebbe inutile. In
particolare noterò soltanto del III tomo, che il libro V in 33 capitoli e 120 pagine, è tutto consacrato
alle nostre Missioni nelle Indie Orientali, ossia Portoghesi; e come dice l'Autore, « eontem adi-
vulgac^o do sagrado Evangelho pelos climas do Oriente: os baptismos de vinte y hum Reys, qua-
torze Rainhas et quarenta Principes: refere a conversSo de muytos milhoes de almas, numerosidade
de martyrios, ere^oes de conventos y christianidades, destruQoes depagodes, idolos et seytas. Conta
casos notaveis, castigos de ceo, portentos de graca, et muytas maravillas de omnipotencia. • Ma egli
amaramente si duole , che per difetto di scritture de* nostri Missionari, o di non essere state gelosa-
mente conservate, e os nossos cscritores em outras materias dilatados, forSo nesto notavelmente
resumidos .... He verdade, (egli prosegue) que ja com seus escritos comecar^o a quebrar este
, lastimoso encanto o P. Fr. Francisco NegrSo, muyto versado nas conversoes dos Indios , et o P. Fr.
Paulo da Trinidade nosso Comissario Geral na nossa India 0 Padre Negr9o compoz a
primeyra parte da Cronica da nossa Provincia de S. Thomè ; o segundo a conquista espiritual do
Oriente, que. ... foy aprobada no anno 1645. E sendo obra notavel, até agora n9o saberoos que
lograsse a luz da impress9o, comò tanbem sucedeu a dita Cronica, a qual teve t9o adversa fortuna,
corno muytos libros que compoem os nossos Religiosos. De tudo esto h8o de dar conta a Deos os
Superiores, porque ainda que a pobreza do nosso estado nSo se atreva a muitos dispendios, para
tudo ha remedio fàcil ; e parece crueldade , que consumSo os escritores a vida no servico et credito
da ReligiSo , sem que alguns dos seus Ministros reparem naquelle credito, ou respeyten aquelle
trabalho ! . . . Da nossa verdade damos por tesmunhas aos sobreditos autores com outros da nossa
Ordem . . . muytas relagoes autenticas, que temos em nosso poder , as historias do Reyno, decadas de
India feytas por JoSo de Barro et Diego de Conto, ec N9o observamos a direccao dos tempos,
nem a ordem dos successos (dò per la perdita de' sopra detti manoscrUH gli Ac imposeihUe) , mas
168 ESPERAlf(A
— 1
a vubanca das terras na forma seguinte. Depois de cstar quieta cn Gochim a chrìsUndade CqrU
pelos primeiros (nossos) Relìgiusos, os deixaremos nesta santa impresa; et retrocedcDdo 0 pano ao
cabo de Boa Esperanga, iremos correndo u costa i\v. Africa atò a illia de Socotara na entrada do Mar
Vcrmelho ; desta proiìeguiromos iH.>la Arabia , et depois de entrarnos na ensenada do Mar Persico,
sahiremos pelas custas do inìi)orio quc llie dcu o nume, alt* o Iteynu d«^ Camhaya. Da hi porsoguiremoK
nossa derrota até u cabo do (A)morin, o qual dobrado, faremos assento na costa da Puscaria, em
quanto pondcramos os successos da illia de (IcylSo, que fica de frente. lA>go continuaremos pelo
famoso reyno de Bisnaga, ou Narsinga. Passada Bengala, discorreremos (lelos rejnos de Arra^,
Pegù, SiRo, et outros. Cliegaremos i>eIo Mar de Caml)a>a, i>t travessando o de (lorlilnchina , chegaremos
a China, imperio tTio faniusu rumo desgra^ado i»ela resistencia que sempre mostrou aos clamores
da graca divina . . . Finalizada desta manera a nc>ssa jomad:i, discorreremos pelas islas que a8o quasi
inflnitas et demarcadas vn varios arcliipelapos: et tomando postu narpiella» quo nos pertenecerem,
iremos de passagem pelas Filippinas uo JapHo , aonde porremos termo a nossas relagoes. »
E i'Autortf ha tenuta la parola, dandoci una ordinata e piena narrazione, clie, uunoslante la
mancanza delle date, «^ preziosa. Onde nui ne metteremo ipii un rapido sunto, o meglio i titoli
do* capitoli, essendo imi>ossibile S4>nza questi guida di tratt'ire convenientemente di questa parto
di storia delle nostre Missioni. Ben ne dissero (Kireccliie cose il Wauingo (AnntUei Ord. MI».), il
Gonzaga (De origine Seraphicae Religinnis), ed altri; ma le loro notizie sono cosi confuse, incomplete
ed incerte, che Y animo ne sente i»en.'i, e non riesce aii avere il Ilio, su cui lia da correre la alorla.
Adunque dopo le dette premesse del capitolo I, nel 11 dice quanti furono e come si chiamassero
i Francescani ctie il Be di Porti)gallo inviò con V armata di Vasco di (ìama in India : vale a dire
i Padri , Frate Enrico ila Coindira , Frate (ìasparo , Frate Francesco della Croce, Frale Simone da
Goimaraez, e Frate Luigi Salvatore, tutti religiosi di lettere e distinti predicatori, ed il Padre Fiale
Masseo ecccllcnle organista e compositore di canto, con Frati* Pietro Neto, non ancora sacerdote, ^
e il Fratello Laico Giovanni della Vittoria. Nel caiùtolo IH narra le ^vu^nture della loro navigailooe;^p
e tra l'altre, la fortuita sco|)erta die fecero del Brasile, dove sa>si'ro e celebrarono il divin saerilicio;^'
poi, ripreso il viaggio, la loro oi)era apostolica in Mozamlùco, in Quiloe, in Melinde, dove la Iloti
successivamente approdò, avendo ad interprete certo Gaspare di Gama, nativo di que* Luoghi,
cristiano; ed appresso i loro successi in Angediva ed in Calicut, dove tre di essi ebbero a lascia'
la vita per una sommoss;i di popolo eccitati da' Mori, cliu mal soffrivano lo stabilimento de^
toghesi in quelle terre, per timore che il proprio commercio n'andasse perduto. Nel capitolo P^flp |V
racconta come i Portogliesi co' rimanenti Francescani, guadagnate a stento le navi, muovessero ^a
(kKhin, dove i Padri si stabilirono e fondarono una tlorentLssima missione. Nel V capitolo tocca» ^dj
quei che fecero per la citsta d' Affrica sino al fiumi; Indo, cuti' lungo la costa di Monomapada, ]g
quale per assai migliaia di leghe si distende sino al GiapiN»ne, seminata in terra di vastissimi Imperi -^iBrij^
e in mare sparsa d' isole innumerevoli : ne' quali tutti luo;;hi invano, dice i nostro storico, tu cerei
un palmo di terra, do>e i Francescani non abbiano annunziato il Vangelo, non fondato case
loro istituto, e non versato il sangue iht Cristo. Pass^ita {hj'ì la eosta d'Affrica, ed entrando r
mar Ho.sso, che la divide dall' Aratila, si stabilirono in Socat;ira, in Ormus, in Mazcate,ec
Segue il capitolo VI, che tratt<i di quel che oiverarono i Francescani nella città e territi* alfa
di Bacaim e paesi confinanti. Nel VII si raccontano le loro apostoliche impn>se in Diu, Damao, Qla '^u/
e suo territorio. Dice l' Vili le loro imprese nell' isola di Goa e nella |»euisoLi di Bardez. Il VH^^ k
loro andata da Goa al gran Mogol, dove alcuni incontrano il martirio, ed altri lavorano nella e --«JO-
versionc della provincia di Canarà. Seguono nel X le lon» conquiste lungo la costa del Ma]at9<air,
s|iecialuiente nei regnidi Cananor e Cranganor. L'Xl parla del regno di (À)ul^o, e de' copiosi fr «affi
che vi raccoUi'fo. Il XII, delle loro opere nei regni di Tanor, Porca e Ariolo. Il XIII racconta i pati-
menti di alcuni Francescani fatti schia>i da un pirata in una punta del regno di Calicut. 11)^ IV,
li martirio che alcuni di essi sostennero ne** mari del Malabar, e la fondazione di una cristia.iii(^
nella costa di i\-scheria. 11 XV racconta 1' entrata che feirero nell'isola di (A'vlan, e le prodigiosa
conversioni che vi conseguirono. I XVI e XVII dicono !♦' open* e i |»atimenti de' Francescani nel re*
gno di C^ndia. Narra il XVIII i loro travagli e la morte incontrata predìcandt» la fede nei regno <i^
Jafanapatao. Il XIX, i frutti del loro ai)ostolato. Aiiostolato veramente ammirabile {e$elatna V autori ) '
basti saperi' che nel 155B battezzarono quasi tutta la nazione dei Careas , composta di più ctS'
settantamila pi'rsone, che vivevano nelle parti marittime di Gota, e col loro re abbracciarono i
roT\ìo la fe<le di Cristi». A cui nei 159i s'aggiuns<>ro i re, o regoli, e poiwìli di CoTÌas e di Geytarac^
ESPINO - ESPIMOSA 1 69
e dipoi il re e popolo di Urà, eU altre più che ottantamila persone dui 1610 al 16i6; oltre le
conversioni ottenute nelle isole di Pongardiva e di Pagode, e nelle terre di Manatota ed isole adiacenti.
Nel XX capitolo seguono le loro opero nel regno di Bisoega. Nel XXI, i loro lavori apostolici
nelle colonie portoghesi di Ncgapatao. Nel XXII, ciò che operarono in Bengala e nel regno di Arra-
c3o. Nei XXIU e XXIV, le loro predicazioni e i frutti raccolti nel regno di Pegù. 11 XXV dice delle loro
missioni in quello di SiSo. Il XXVI, la fondazione del Convento di Malacca , e quanto quivi ebbero a
soOrire. II XXVII, le loro fatiche ne' regni di Camboya, Champa e Gonchinchina. Il XXVIII, l' edificazione
del convento di Macao in Cina. Il XXIX, il loro arrivo e le loro missioni neir isola di Sumatra. Il
XXX, il loro apostolato e le grandi conversioni ottenute nell' isole di Jaoa. Il XXXI, il loro passaggio
all'isola di Macassà , e il solenne battesimo dei re di Sapa e di Sci3o. Il XXXII, il loro apostolato nelle
isole Moluche. Il XXXIII, la storia de' Francescani nelle Filippine. È un racconto pieno ed ordinatissimo,
ricco di nomi e di particolari interessantissimi, che danno una storia nuova e maravigliosa.
212. Espino. — Historia de la reduccion y conversion de la
Provincia de Taguzgalpa, con la vida de los tres Martires:
por el Padre Fr. Fernando Espino de la Orden de S. Francisco.
Guatemala. Imprenta Ibarra, 1674.
Lo ricorda lo Squier (Monogr. of Auth.). 11 Padre Espino fu nativo di Honduras, e appar-
leone alla Provincia Francescana di Guatemala.
213. EspiNOSA. — El peregrino septentrional. Atlante delineado
en la exemplarissima vida del venerable Padre Fr. Antonio
Margil de Jesus , finito de la floridissima ciudad de Valencia ,
liyo de su Observante Provincia , Predicador Missionero , No-
iiario Apostolico , Comissario del S. OflScio , Fundadop y Ex-
Guardian des tre Colegios , Prefecto de las Missiones de Pro-
^pdganda Fide en todas las Indias Occidentales , aclamando de la
3>iedad por Nuovo Apostol de Guatemala. Dedicase al atlante de
juajor cielo San Antonio de Padua: a expensas de los amante-
lados del Venerable Padre: escribela el P. Fr. Isidoro Felix de
Espinosa, Predicador y Missionero Apostolico, Ex-Guardian del
Colegio de la santa Cruz de Queretaro , su Chronista y menor
liy 0. Con licencia de los Superiores. A Mexico , por Joseph Ber-
nardo de Hogal, Ministro e impressor del Real y Apostolico Tri-
bunal de la santa Cruzada en todo este Reyno. Ano de 1737.
Un Yolnme in 4, di 18 carte preliminari non numerato e 456 pagine. Sono tre libri: i primi
dne danno una splendida storia delle nostre Missioni di Guatemala, di Zacatecas, del Nuovo Mes-
sico, e del Texas; ed il terzo, la vita del venerabile Margil, uno de' più maravigliosi apostoli della
>sii^ Chiesa di Gesù Cristo. E un libro rarissimo e prezioso, che incontrai per caso nel particolare
^rcliiirjo della Reale Accademia di Storia di Madrid , essendo sul lasciare quella città : a mala
VcuM potei rapidamente percorrerlo.
— Chroniea Apostolica y Seraphica de todos los Colegios de
170 ESTABLEGIMIENTO
Propaganda Fide de està Nueva Espana de Missioneros Franci-
scanos Observantes, erigidos con authoridad Pontificia y Regia
para la refonnacion de los fieles y conversion de los gentiles.
Consacrada a la milagrosa Cruz de Piedra, qne corno titillar se
venera en su primero Colegio de Propaganda Fide de la muy
ilustre ciudad de Santiago de Queretaro, sita en el Arzobispado
de Mexico. Escrita por el M. R. P. Fr. Isidoro Felix de Espi-
nosa, Predicador y Missionero Apostolico, hijo y Ex-Guardian
de dicho Colegio, Qualiflcador y Revisor del santo Officio, Chpo-
nista de la Santa Provincia de San Pedro y San Pablo de Mi-
choacan, y de todos los Colegios de Missioneros Apostolicos Obser-
vantes de està Nueva Espana. Parte primera: con licencia, en
Mexico. Por la Viuda de D. Joseph Bernardo de Hogal , Impres-
sora del Real y Apostolico Tribunal de la Santa Cruzada en todo
este Reyno: ano de 1746.
' Un volume in foglio, di 49 carte preliminari senza numerazione, che contengono una succosi
notizia di ((uasi tutti i nostri antichi celebri Missionari, ed ò come un compendio di tutte le no-
stre Missioni: e dipoi 590 pagine di fittissima lettera, che sono la maravigliosa storia de* soprad-
detti Collegi , aRktto ignorata. Libro rarissimo e veramente prezioso , senza del quale 6 imposslbUc
conoscere le stupende cose operate da Dio per mezzo de' Francescani neir America, specialmente ne
secolo XVI e metà del se«;uente. Se sia stata pubblicata la seconda parte non so. I>ella riferita, divisa il
cinque libri, n' (> un (esemplare nel particolare Archivio della Biblioteca della Reale Accademia dì Stoii
di Madrid. Anche questa a mala pena potei vedere in sul partire. Ne annotai le cose seguenti.
Libro L Fondazione del popolo di Queretaro che addivenne illuntre città. — Origine defl-
Santa Croce di Queretaro. — / Religioni Francescani vi fondano un Romitorio , poi un Convenim
che diviene Soviziato. — Il Padre Antonio Linaz pnxm in Europa a trattare della fondaziof^
del Collegio. — Ritorno con numerosi Apostoli alla \uova Spagna. — Sbarcano e ranno a Qu-
retaro. — Ordinamento del Collegio, che viene dichiarato di Propaganda Fide. — / Padri danm
principio al loro Apostolico ministero tra' fedeli. — Frutti mirabili che ne ottengono. —
Libro II. Vita del V. Padre Linaz, in 24 capitoli.
Libro IH. Continuazione^ in altri i5.
Libro IV. Vita e morte preziosa de' primi Missionari P. Gio. Rallista ÌAiro, P. MichOe f!c3
tenbenta. — Vita in 23 capitoli del Protomartire dell' America settentrionale. Padre Frane^^
Casaiias.— Vita, parimente in 23 capitoli, del P. Melchior Ixtpez Apostolo del regno di GuatemàUa
Libro V. Della conversione di Gìiatemala. — Costumi dei gentili di Tdlamanca. — Strm^
dinarie fatiche apostoliche che costò lo conversione di quelle genti. — Scoprimento del Texas,
Sotizie di quei popoli , loro costumi e religione. — Missioni del Rio Grande del Sorde. — ^oi
dazione delle Missioni de los Dolores. — Fondazione del Collegio di Propaganda Fide di 6iMS/<
mala. — Fondazione del Collegio di San Ferdinando in Messico. — Del Collegio della PueMa de h
Angeles. — Vita e martirio, in 12 capitoli, del celebre Missionario di Guatemala Padre Fr, Pa»à
da Rebulida.
An«k>
^ 214. EsTABLECiMiENTO v progreso de las Misiones de la anti-
gua California. Dispuesto por un Religioso Franciscano de 1»
Provincia del Santo Evangelio de Mexico. Ano de 1792.
EXEQUUS - EXTRACTUS 471
Manoscritto di 188 carte ìq foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid.
Va dal 1531 al 1694, e narra largamente le famose imprese del Gesuita Padre Kin con quelle
degli altri Padri della Compagnia.
215. ExEQUiAS funebres celebradas por el Colegio de Misiones
de la ciudad de Cali, el dia 3 de Setiembre de 1851 en lionor
de su benemerito hijo i morador el limo Senor D'*. Frai Fer-
nando Cuero i Caicedo, esclarerido Obispo qne fuè de està Dio-
cesis , habiendo sido cince vezes Guardian i una Vicario del
refendo Colegio. Faleciò el dia siete de Agosto del mismo ano.
Bogota. Imprenta de Echevema Hennanos. Carrera del Norte-
Calle 2. num. 86.
Sono 98 pagine in 8 grande : alla 29 poi comincia ana NotUia biografica del limo Senor Dr.
Pr. Fernando Cuero i Caicedo, che comprende Ano alla 36.
216. ExTRACTUS ex Annalibus R. p. Adami Burvenih quoad
■^ florentissimam Provinciam Saxoniae s. Joannis Baptistae.
Pubblico questo documento inedito, perchè serve a chiarire e ordinare le vicende dell' Ordine
e la sua apostolica azione in mezzo agli eretici del Nord, non abbastanza conosciuta.
« Anno 1518, 4 Februarii, P. Hermannus Nedewold provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae
Minister ex comitiis provincialibus Francofurti ad Oderam habitis, P. Conrado Klingio ob meritorum
exigentlam et exquisitam idoncitatem, de Consilio PP. Vocalium indulsit, et in meritum salutaris
obedientiae iniunxit, ad doctoratum sacrae Theologiae in universitate Erfordiensi ascendere, ubi
anno 1520 in die Maurorum immatriculatus est. Extitit acerrimus prodigator haereseos Lutheranae,
quem tota suspexit Saxonia. Erfordiae pracfuit, cui se disertissimum orthodoxae fldei exhibuit
coDcionatorem. Eidem provinciae antiquissimae accrevit hoc anno titulus s. Joannis Baptistae in
capitulo Lugdunensi conformiter schemati eiusdem sigilli maioris et titulo Conventus Erfordiensis :
parturìit autem praedicta provincia olim anno 1260 Thuringiae Custodiam , cuius caput est Erfordia,
et prae aliis 12 Custodiis prima in provinciam evasit anno 1523. Decretum autem praefati Capituli
generalis sic sonat: In provincia Saxoniae omnes conventus, seu loca, quae sunt sub obedientia
R. P. Joannis, Ambergae Ministrri dictae provinciae, quoad Fratres olim de familla, habebunt unum
provincialem, qui dicetur provincialis Saxoniae S. Crucis : et domus ac conventus, seu loca, quae
sunt sub obedientia Ministri eiusdem provinciae , quo ad fratres olim reformatos appcUatos , tam
fratrum, quam monialium aut sororum tertii Ordinis, habebunt alium Ministrum provincialem,
qui dicetur provincialis Saxoniae S. Joannis Baptistae.
« Anno 1523, in Pentecoste, Burgis in Hispania celebrantur comitia generalia, in quibus provin-
cia Flandriae erigitur, provincia vero Saxoniae S. Joannis Baptistae dividitur ob amplitudinem , in
provinciam Saxoniae S. Joannis Baptistae, et in provinciam Thuringiae, cui ex amplissima provincia
Saxoniae S. Joannis Baptistae cesserunt certi Conventus, praeter illos qui ante hac ad Thuringiae
custodiam spectabant.
« Anno 1526, in Congregatione generali, praeside Rmo P. Francisco Ministro Generali, apud S.
Marìam de Angelis Assisii hablta, provinciae ad nationem nostram Germano-Belgicam spectantes,
hoc ordine recensentur: provincia Saxoniae S. Crucis, Saxoniae S. Joannis Baptistae, Argentinae,
seu AUemaniae superloris, Colonlae, Scotiae, Daciae, Angliae, Flandriae, Thuringiae, quibus aliae
ex post accrevere, scilìcet Hibemiae, inferioris Germaniae S. Andreae, comitatus Flandriae S. Josephì,
ut iam sint 13.
• Anno 1585 provincia Saxoniae S. Joannis Bapti5rac ex tot conventibus, qnot olim mlmeraba^
479 EXTRACTDS
ante praedominantcni haercsiu, ìimi anuu tauluiii numiTavit, IO superesse, ruliquus haeretlcls eenlsfe,
fratrcs vero valde paucas. Daza rcfert, quod post exilia e( mar ty ria tolorata non iDcolaerlnt eoo»
vcntus, sed soHLarii et in montihus et locis dcscrtis altsconditi corroJMrarint cathoUeos, et vitm
in din dilato martyrio traduxerint.
« Anno i539, in provincia Saxoniae S. Joannis BaptisUie , ipso festo assumptionis B. M. VirginU,
si^rvatur Ilall)erstadìi Conp:n>gatio rapitularis, in qua ob Vocalium et Dellnitomm defectum alil patres
sufTecti sunt, et de amplissima ista provincia non su|w>nTant nisi 7 convcntus, scilicet HoibeniodiauU,
hrandenburgentU, Àngennudentif, HaUenniSt EgrentUy Guìuhrgheimenxi* , et luterbìiceuMiM.
• Annus 1583 falalis erat pmvinciae S. Joannis Baptistiae, in caius vestibulo R. P. Tlieodorìci»
(ìerliardi ex provincia CoJoniae, huius pn)vinciac S;ixoniac Ministor et Guardianus Halbcrstadiensls,
haebraice et graece docliis, zelalor suae professionis, ot>itae santimonia clarus, anlmam soain
reddidil Dco, mense martio, qui prò conventu et Ade strenue deoertaL>at cum haereticis; post
mortcm eius feria sexta iNist l\ischa Lutlienuii canonici cath<HlraIes nomine capitali sai , e dicln
con>entu, sub titulo depositi, suksignari fecerunt Si caJices inauratos, et alia sacra vasa: in loeam
vero defuni'ti, autboritate limi I*. Ilaii substilutus est \\ Petrus Traiectinus, quondam Vicarius
Rìlfeidiensis, ut imnc esset (ìuardianus Halberstadiensis, et simul provinciac S. Joannis SapHstee
Vicarius. •
• Anno 1585, ii iulii, Hall)erstadii H. P. Riinavcnturae de Aquila, deputato Commissario ad
inspectlonem provinciac S;i\oniae S. Crucis extreme lalnirantis, et sub gravi iago lìaereticonim
gementis, scripsit II. P. Petrus Traiectìnus Minisler, seu Vicarius provincialis provinciac Saxoniae S.
Joannis Raptistae et Guardianus Hall)ersLidiensis, seipienlrs litteras.
• H. Ad. in Christo I^aler. Non aUsque singulari animi mei voluptate litcras R. P. V. aeoepi, ci
ex iisdem aliquid tandem de restauratione et conservatione liuius adeo cullapsae pruviciac spci coDcepi
Faxit Deus. Inllnitis iH>ne intra 3 annorum spatium literis tum apud R. P. Ministrum Gcncralem, ti
apud Commissiirium R. I\ Ilaiium lal>oravi, ut aliquid sulisidii ex adventu proborum et idoneo —
rum patrum balRTe (K)ss<'m: at hactenus nibil obtinui. I*atres inferioris Germaniae, ob idioinal
defectum, bisce in partibus nibil fructus efficere possunt : quandoquidem continuo conciooibus
vacandum sit. Ego solus tribus et dimidio annis in catbedrali ecclesia Halbcrstadii servivi pr— .
ec<:lesiasto parum idoneus : iam autem senio conllcior , semper valetudinari os : habeo et natr *%.
adbuc duos laicos, unum senem, alium exulem, a R. i*. Ifaiio bue missum: iam si ego lawtem, il'
Deus \olueril, defecero, actum est de hoc Conventu: dedeieute enim causa, cessare quoque
efTectus: si in illa catbedrab Ecclesia non fuerit a nobis concio administrata , nulla erit soste
tatio : liactenus babuere RR. Ad. et gratiosi Domini catliedralis ccciesiae canonici e nostra tkmL^i^
concionatores, idioma buius patriae et prunitalem callenles, atque iam in hoc ufficii genere nàfii
aliud exiM'tunt, quani deinceps buiusmodi lialKTe patres: bine est, mi R. P., quod magnam pecuiai««:
summam in labellionum >ersus ('«oloniam expeditione consumpsi . et tandem literis ad Reve^
rendisimum Ministrum Generalem datis bumillime pelli , ut si forsan i^ssent aliqui patres i wm
Ikivaria, i»uri idionialis germanici non ignari, pacis et bonesiatis amantcs , atque morum liaiiL9c>
patriae non inqiatìentes (\ivendum enim et diccnduni nolus «'St Inter haereticos et catliolicos) IB.C
ego vel unicum liic prò conservatione buius convenlus in eivlesiastico negotio possem liabere; rC-
«luia Kgrensis noster (A)n\entus aegn* provisus «>t iH>rsonis, ipiae in regimine et conciooandi ofldc;^
praee.ss(^ possint , bine etiam in literis nosiris dicti con>entus causam et necessitatcm sublevar d
rogavi. Si iant tua Re\. patcrnitas auxilium et solatium nobis in tam necossariis rebus exhìbiiait.*—
rem certe Deo gralam , et Ecclesiae C^tbolicac Inter liaereticorum tela bic gravitcr militanti utilis — ■
simam elTecerit, (lueniadnKìtlum re ipsa experietur Ikk- idem, .si ad me venerit. Ne<|ueo onniS'
carlis cummittere, quat; in bor> argumenti genere merito inserenda forent: summatim: liic moii*^'^
multa, at operarli catbulici pauci. PraetiT catbetlralem suggestum baI)eo adhuc 4 Virginam caenobi^i-^
seu monasteria, quibus, dum tantillum mihi teniporis conceditur, in sacrameutorum adminifttn-
tiunc deservio: accedit quintum, cum, dum licuerit, verbi Dei pabulum spirituale porrigo: diet
autem c^jenobia c^ireiil omni catholiro subsidio ; quod piane ilohndum. Haec scribcndo non pi
R. P. tua (luod me taitleat tam pii lal>uris, quin percuperem divina fretus gratia, plora
Ecclesiae Dei exan tiare onera , sed intelligat , quam merito liactenus exi>etierim et eupectarinr"^
collaboratorem lldelem et idoncum. Sed nec silentio praetereundum existimo, quo pacto vel
statu sit nobis bic ctmversandum. In coenobin quidem, simiUter et in platcis , dum snmmiun
vel aliud templum adeundum est , tuto in Ordinis babitu incedere licet, at extra civitatis moenii
EXTRACTUS i 73
opus est saeculari habitu : iiia enim consaetodo ita propagata est ab ilio tempore gravissimao
seditioDis, quo Lutberana factio bisce in locis incnidait. Insupcr ante multos annos navim Ecclesiae
Dostrae, sicut et in aliis fere coenobiis, quibnsdam per bebdomadam diebus occuparunt, iam
quo<iue occupant Luterani : cborus autem cam sacello usui nostro incontaminatus rcmansit : caeteris
in rebus agimus libere nostra. Ad instantiam Reverendissimi P. N. Generalis Ministri expedivi
Chronica universa conventuum fratrum et sororum utriusque provinciae Saxoniae , quae per R. P.
Haiium iam provinciae Goloniensis Ministrum fldeliter suac Romae patemitati sunt transmissa
circa festum Paschae huius anni. Nullìns convcntus sigilla malora vel minora reperi, neque vidi :
provinciae sanctae Crucis minoris sigilli impressionem bisci affixi. De statu conventuum tam fra-
trum quam sororum in Egra multa sollicitudine simul et deliberatione post obitum R. P. Ministri
ac huius conventus Guardiani praedecessoris nostri, anxius fui, et ob personarum defectum parum
in re agere potui: statim quoque post obitum R. P. Ministri, obiit etiam P. Guardianus Egrensis,
cuius loco hunc P. Meierum statuere coactus sum prò conservatione istius Conventus; alioqui aliis
in usum cessisset, sicut a viris probis intellexi : si iam ibidem esset Guardianus doctrina , moribus
et prudentia praedìtus, qui posset tam in sacris concionibus , quam in monastico regimine suffi-
cere, hat)eretque aliquem cooperatorem , forct e re utriusque ibidem conventus. Prudentiae R.
P. tuae haec commendo, commitoque. R. P. Theodoricus Gerhardi praedecessor mcus, qui iam ante
duos annos diem clausit cxtremum, summae fuit prudentiae, remanetque sanctissim\ memoria cius,
cum diem et horam obìtus sui praesciverit, et nobis praedixerit Octo bebdomadibus antequam migraret,
mihi, in praesentiamaliorum, huius conventus et provinciae iam pene exstlnctae onera commisit. Inter .
caetera non fuit immemor conventus sororum S. Glarae in Egra, cuius dispositionem, ut ferunt tempora,
loca, hominunque mores, satis laudabilem commendavit. Cum de usu novi Brevarii inquirerem, rcs-
pendii, neque se, neque fratres suos, neque sorores notitiam novi Breviari! accepisse, nec aliquod
exempUir vldisse: ego unum tantum ex provincia Coloniensi mecum tuli, quo In divinis utor
oi&ciis: adiecit, sorores S. Clarae in Egra non esse tantae eruditionis, ut rubricas et usum novi
Breviarli addiscere vel intelligere possent abque praevia dilucida instructione; ad haec pctiit a
me, ut sorores easdem ultra posse non adstringerem , donec aliud medium vel a generali Capitulo,
vel a Reverendissimo Ministro Generali, illis insinuatum fuerit: cum iam in augusto anni i584
Bgram vocatus ( quod tamen maxima cum difficultate fieri potuit, eo quod non haberem vices nostra^
in ecclesiae cathedrali agentcm , si Dominicanus non supplesset ) venissem , sororumque ingenia
explorassem, facili negotio pottii intelligere, rem tam seriam ingeniis ipsarum imparem esse:
aliam ego meditabar viam : sunt enim Coloniac Virgines S. Clarae exules , in usu novi Brevarii ,
sicut a P. commissario intellexi, aliquamdiu instructae et expertae : petii a R. P. Commissario, ut,
si fieri posset, aliquot earundem virginum Egram mitterentur; de viatico et itlneris dispositiono
virgines Egrenses providere fucrunt paratae: ad quod ultimum mihi responsum fuit, quod pleracquac
civitates inferioris Germaniae se dedant Ecclesiae Catholicac et regis imperio; ideoque alTulgeat spcs,
brevi exules illas ad propria loca revcrti posse. Faxit Altissimus ! Optarem nostras sorores Egrenses
habere posse nova Breviaria prò choro apta, et eorundem verum usum: petierunt a me, ut iisdem
aliqua grossiere littcra impressa mitterem: sed cum in Saxoniae oppidis non extent venalia, et
Colonia circiter 80 millìaribns ab Egra distet, per tabellloncm ferri non potcrunt : si Virgines Colo-
nienses Egram vehi potuissent, salva fuisset res ea sat diu deliberata. Misit mihi R. P. Haiius
Minister Goloniensis unum exemplar , quod cum tabellarìo mitto Egram : si quid inde addisccro
possent , optarem. Monere fratres et sorores Egrenses ad religiose vivendum nunquam omisi : sed
quod omnia Ordìnis nostri statula et vivendi negotia Inter haereticorum insidias tam cxacte in
esteriore habitu (de interiore non diffido ) servari et instaurari possint , sicut in iis locis , ubi
adhuc viget Illa pura et catholica religio, impossibile esse cxperior. In silentio et spe erit fortitudo
nostra: faxit Deus, qui est omnium rerum absolutissimus moderator, ut nostra niminm collapsa
Religio meliorem faciem tandem sortiatur. Id tuae R. P. indefessis commendo precibus, sis, mi
Reverende Pater, nobis secundum posse auxillo, et Deus crit merces magna nimis. Vale fcliclter.
Dabam Halberstadii, die 14 iulii anno 1585.
I Tuae R. P. ad obsequia paratissimus.
« F. Petrus Traiectinus.
• iMcriptio erat. Reverendo Admodum in Cristo Patri Bonaventurac de Aquila, Commissario
provincia Saxoniae S. Crucis dignissimo, patri meo semper colendo.
1 74 FATRACTUS
• Anno i6i9 cum provìDcia Saxoniae S. Crucis csset sequestrala a provincia Golonleiui, <
arinis invictissimi Caesaris Ferdinandi II acquirerentur in dies in imperio plures eivltales, forala
batur a Reverendo P. Jesepho lU^rgaigne Commissario Generali et R. P. Theodoro Relnfel
Ministro provinciue Coloniensis apud impcratorem strenue et foliciter collaboranti bus prò restiti
tìonc conventuum Minuriticorum « conceptus de resuscitanda provincia Thuringiae, eaque dlTMend
a provincia Sa\oniac S. Crucis, et de resuscitanda provincia S. Joannis Baptistae, seu Dadae. A
liunc Ilnem etiani adiiibebatur P. Jacobus Nolius provincìae Coloniensis Delinitor, et chronologw
curiose et laboriose disquircns et indagans de stata et qualitate conventuum utriusque SaxoDi»
Thuringiae et Daciae. Ea de re ad P. Reverendum Commissarium Generalem hoc anno t6t9 Ipi
feria 6 parasceves inter caetera scribebat : De provincia Saxoniae ccrtum est, quod utraque pno
vincia Saxoniae commixta fuerit. Bene fleret, si a primo ìnitio sequestrando illas ab invleem
utraque Marchia Brandeburgica et Ducatus Megapolitanus una cum Livonia, Prussia et Pome
rania absolute adscriberentur provinciae Saxoniae S. Joannis Baptìstae , Daniae vero praeti
Holsatiaro atque Jutiandiam, Ditmarschia quoque novae provinciae S. Elisabeth, praeter coslodli
Hassiae et Thuringiae tractns siivae Herciniae; sed et prò Damia et Saxonia S. Joannis Baptisti
seminaria novitiatus Bilfeldiae et Durstenae poni deberent, praesupposito quod in Brabantia
Fiandria et provincia Coloniensi novitii prò istis novis provinciis reciperentur.
• Anno Ì6i9 post factam sequestratiouem provinciae Saxoniae S. Crucis resuscitatae, a pr«
vincia Coloniensi , et felicem recuperationem multarum civitatnm in Germaniae regtonibos
victoriosissimo Imperatore obtentam, dataque ab eodem diversa decreta ad Reverendum P. Joa
phum Bcrgaigue et R. P. Theodorum Reinfeld pro\incue Coloniae Ministrum de restituendls Ord '
nostro conventibus antiquis, insìgniter promovente executionem horum decretorum ReTerendlssIi
et Illustrissimo principe et Episcopo Osnabrugeusi Francisco Guilielmo, Adelissimo Ordinis do^
patrono, aliisque S. C. Maiestatis belli ducibus, ita excreverunt loca patribus regularis Obsenrantl.
ut de nova provincia Saxoniae S. Joannis Baptistae penitus emortua, praeter conventum Hatt^
stadiensem et Egrensem , Reverendissimus P. Minister Generalis Bemardinus de Senls dfó 6 A
gusti emitteret patentes sequentes ad Reverendum P. Commissarium Generalem nationalem
Josephum Rergaigue hoc ìpsum urgentem:
• F. Bemardinus de Senis Ordinis Seraphci S. P. N. Francisci Minister Generalis et serro
dilectis in Christo patribus, Ministro provinciali. Custodi, Dellnitoribus, et caeteris PP. ac Fratrlbi
provinciae nostrae S. Joannis Ita[itistae salutem in Domino sempitcrnam.
• Cum intelk'xerimus , quantum IX'i gratia, et invictissimi imperatoris Ferdinandi seinf»«
augusti auspiciis, per Gi'rmaniaui lU'ligio ratholica et SiTaphicus noster Ordo profecerint, et Inter aliJ
oiusdem provincias nostrani provinriam Saxoniae S.Crucis in illum excrevisse numerum conventoax:
ac tam lato dirtani nustram provinciam extondi, ut eiusdom rogimini unus Minister provincialis d«.
possit sutlicore, atque ideo opus esse, ut ah oa separemus cunventus , qui olim pertinueruot 0
pro\ incium Saxoniae S. Jitannis Raptistae, et ìpsos distincto Ministri provinciali, prò ut olim subB
ciebantur, itorum committamus : hinc est, quinl nos tldei catholicae et Ordinis nostri augmento |^
Gornianiam congratulantes, et eiusdom propagai ionem, quantum in nobis est, promovere volente*
duximus provìiirium Saxoniae S. Joannis Baptistae, quao iniuria tomporum et haeresi defecetai
reflitrescente iam in Germania Ecclesia, restiluendam suo iuri et Ordini, sicut virtule pnesentiv^
illam rostltuimus, et rostilutam deolaranius, nominantos et cunllrmantes in Ministruoi provinciale^
et Custuilom, ac Detinilores : in Ministrum R. A. P. F. Theodorum Reinfeld provinciae Golonien^
patron), in Cuslodoni P. Àegidiuni llautnìann, alias a Hruxelli* , in IK'flnitores P. F. Lamberti»
IViiVr, Guardianum Limburgonsom, P. And rea m Kircher, P. Reinerum Heinsbtrg, Guardianum Fitf
donsom, ot P. Alardum Betque, ole: concodentos illis rospeclive oninoni authorìtatem in provincia^:
ot ronvontus , ot omnos facultatos , iura, ot privilegia , quac Ministris provincialibus, custodibns
dellnitoribus ox stalutis et consuotudino Ordinis nu>tri competunt. Ut vero haec nostra ordinai»
omnibus, quorum interest, apportuno innotosont , committimus R. A. P. F. Josepho Bergli^
commissario Ministri Gonoralis por provincias Gormaniae et Beigli, ut illam in prima cong^
gationo dictac provinciae nostrao Saxoniae S. Crucis proponat, ot do patrum Consilio de omnìti
disponat, quao ad augmentum rostitutao provinciae nostrae S. Joannis Baptistae iudicaverìt expedi-i
sìngularitor autom altendat, ut in hac nova eiusdom restitutione evitetur anliquum inconvenìei
quiKl olim sentiohatur ex permixtiono provinciarum Saxoniae S. Crucis ot S. Joannis Baptistae io*
eosdem terminos et terras, et ad hoc disponat aliter de earundem provinciarum et conTeDtoii'
EXTRACTUS 1 75
constitatione el limitìbus, ne sit opus Mioistros provinciales et alios fratres continuo transire per
matuas provincias; ad quod evitanduui concedimus ipsi plenam potestatem, de eorum jmtnim
Consilio, conventus aliquos provinciarum illarum ex una in aliam permutandi, prò ut videbitur
opportunum. Datum Madriti, in nostro conventu sub nostro chyrographo, offici ique sigillo malore,
hac die 6. Augusti 4629.
« Ut autem scìatur, quinam conventus olim ad provinciam Saxoniae S. Joannis Baptistae
spectaverint, operae pretium erit cosdem hic rccensere ordine alphabelico.
« i. Aldenburgensis in Misnia ab Electore Saxone extructus, pronitur septimus in Lipsensi
costodia.
« S. Anclaminii ad Panim fluvium non procul ab ora maris Althici, Ducatus Stetinensis.
« 3. Antiquae Brandenburgae in urbe Marchiae hanseatica conventus Minorum pervetustus ,
quartus in custodia Brandenburgensi.
« 4. Arenswaldac ad Slavìm lacum in urbe conventus tertius custodiae Stetinensis.
« 5. Aurei Montis in Silesia, vulgo Goldburg in provincia Saxoniae fuit caput: at incitatore
Friderico Electore Saxoniae anno 4523 scholis immutatis, et haercticis Wittenbergaaccitis, et scho«
lae professoribus praefectis, paulatim omnes ecclesiae cesserunt haeresi.
« 6. Barbi prope Albim celebri oppido, quartus conventus custodiae Magdeburgensis , anno
iS64 fabricae complementum accepisse dici tur.
< 7. Berolini in media Marchia civitate hanseatica principis Electoris Brandeburgensis resi-
dentia illustris, quam Sprea fluvius alluit, conventus quintus custodiae Brandeburgensis, prò quo
fondando anno i27i Otto et Albertus Marchiones Brandeburgenses aream contulerunt; adhuc vacai
hic conventus, et anno 1570 ultimum inquilinum Minoritam habuìt, sed anno 4575 in scholas
haereticoram mutatus est.
« 8. Bernwaldae ultra Viadrum in novae Marchiae oppido settimus custodiae Branderbungensis
conventus.
< 9. Brigae metropoli proprii ducatus in Silesia conventus octavus in custodia Vratislaviensi.
« iO. Bremae ad Visurgim in inferiori Saxonia Minoriticus conventus extitit , quem haeresis
fecit desertum: ecclesia servii calvinistis, ob sepulluram B. Electi Minori lae Celebris.
« ii. Brusherae conventum Minorum in provincia Saxoniae custodia Prussiao primum locant
veteres.
• li. Brunswigae in inferiori Saxoniae proprii ducatus, dioecesis Hildesiensis, Fratres Minores
recepii anno 1210: tempio ncque pulchrius ncque augustius Saxonia uUum habuit. Anno 1340 ab
Episcopo Hildesiensis XXXVI Henrico Brunswicensi consacratum, ab haerelicis prò parochia usurpatur.
Anno 1524 Comilia provincialia a noslris ibi habila sunt. Ala ambitus et pars conventus supersunt.
« 13. Burgensis in satrapia Altenplaten urbe ex 28 archidioecesis Magdeburgensis facile
praecipua, licei fuerit amplissimus, prae aliis infelicior fuit: remansit namquc habilaculum ad pia-
team, fundamenta portae ecclesiae et rudera unius alae Monaslerii ; conventus fuerat schola, quam
in obsidione Caesareana per lUustrissimum Comitem Schilick facla incendi um absumpsit
• 14. Camicensis civitas in Lusatia conventum habuit, qui malilia lemporum evanuit
« 15. Codeberae conventus Ghronicac ordinis statuunt secundum in custodia Misnensi; an
Oderen? quaestio est.
« 16. Culmae ad Vistulam episcopali civitate jn Russia in Thuroniam et Dantiscum conventus
s. lacobo apostolo dicalus in custodia Prussiae tertius, qui B. Joanni Minorilae sepulluram dedil.
« 17. Curiensis civitas, Germanis Hove in Voillandia: in hac civitate conventum erexit Fratri-
bus Minoribus Henricus Comes de Wida, fllius fundatricis monaslerii Clarissiarum ibidem , qui et
flUuro eiusdem nominis Minoritam factum post temporis curriculum meruit videre Guardianum
buius Conventus, sub haeresi in scholam conversi: fuit quintus in custodia Lipsiensi.
• 18. Dresensis ad fluvium Norelaz Marchiae novae conventus in custodia Aurei Montis
octavus, ob baeresin eadem iactura evanuit.
« 49. Dresda electoris Saxoniae scdcs in Misnia anno 1525 habuit P. lacobum Suedericum
custodem Misniae, strenuuir^ fldei calholicae propugnatorem : sed non diu stetit hic conventus,
quartus in custodia Misniae.
« 20. S. Elisabeth conventum in custodia Brandeburgensi primicerium vocant Pisanus et Ru-
dolphus.
« 21. Etorii apud Pìsanum obtinuit quartum locum custodia Prussiae.
476 EXTRACTUS
« S). Prancofarti ad Oderam intra limites Marchiae novae convAotus anno tS€9 caeptut, m
scqufmti exstructus iuxta metam pauperiatìs nostrae, donec 15i6 privatonim stipe coltati. Fra
insignem aediflcanint ecclesiam, propropiaquc industria cursum fabricae direxerunt: bteraili
stca locaro in scholiis convertii.
• 23. Frcibergae ad Muldam fluvium in Misnia conventus tcrtius custodiae MisnUte.
« 2i. Gloggavia et Gogla civitatcs Silesiae iuxta Viadrum fluvium sitae snnt, qwunun ili
niaior est urbs Silesiae, post Vratislaviam primaria, caput proprii ducatus: anno 1410 die f
Ascensibnis Domini tota, exccpto Monasterio Pracdicatorum, conflagravi! , sed anno I4SS itenun I
periit, salvo tantum pen'ctusto conventu Minoritico, qui est nonus custodiae Aurei MontllL A
est conventus Goglaviae, quem septimum Bohemiae et anno 1465 primitus conditnm Gonxaga ads
bit ss. Apostolis Pctro et Paulo. Alius est Giglorii in Bohemia : olim s. Alberto , iam B. V. Lameta
adscrìptus nuper exurrexit.
• 25. Gorlizae in Lusatìa conventus quartus custodiae Aurei Montis.
« 26. Greiflénbergae in Cassubia ducatus Pomeraniae ad fluvium Regam erat conventoa sei
in custodia Stetinensi.
• 27. Hamburgum ad Albim in solo Holsatiac , hodie circulo inferioris Saxoniae adscripto,
signem habuit ab olim conventum Minorum anno 1232 extructum a Duce ottone BnmswinceitBi
somnis praemonito ut Fratribus gryseo habitu indutis faveret: domum regressus inventeui 91
tres Mìnores, praehabitae vlsoniis memor, eis in clivo amaenisssimi monticuli monasterliim Be<!
cavit, et Ordini apprime afléctus fuit.
€ 28. Hanouraio ad ripam Leìnac flluvii e regione vctustae arcis Gomitum a Lawenrode, i
ritorii Brunswicensis , dioecesis Hildesiensis urbs hanseatica et munita, Hamburgo coaeva, ei
annum 1297, fautore Gonrado undecimo Mindensi Episcopo, accepit conventum amoenisaimam , I
tio loco custodiae Halberstadiensi adscriptum, qui etiam num superest ad usum scholae et e
cinae monetarii ac trium civium incolatum. Ecclesia vero in armamentarium conversa est.
« 29. Halberstadionsis Conventus iam provinciae Saxoniae S. Crucis adscriptns manet
• 30. Hallae Saxonum ad Salam fluvium urbs est post Magdeburgum primaria. Anno t
praematurc Lutheranismo respersa, conventum liabuitin custodia Magheburgensl quintmn, sed
rata temporis introductae reformationis in hac provincia octavum. Fratribus tertia Yiee eiec
liaerctici conventum hunc cum fornicato ctiam num ambitu post annum 1560 novissime ^irepl
litulum scholae possederunt.
« 31. Hammelensis ad Visurgim civitas antiquitus habuit propc portam orientalem con^
tum Sororum terlii Ordinis S. Francisci ab haeretico magistratu in hospitale conversum, in quo a
1630 feria tertia Pcntecostes authoritate Reverendissimi et Illustrissimi Episcopi Osnaborgn
Francisci Guilielmi Apostolici et Caesarei Commissarii, residentia Fratrum Minorum Regalar. OIm
vantiae inchoata est, et dominica 20 post Pentecostem anni sequentis in comitis provlncial/I
Osnabrugi habitis incorporala est provinciae Saxoniae S. Crucis.
• 32. Kiricensis conventus custodiae Brandeburgensis oclavus gaudel>at sacro B. Conradi
Stongelem Minoritae sarcophago.
• 33. Leol)ergensis insignis civitas Silesiae habuit conventum in custodia Aurei Mentis.
• 3i. I.igcnitii proprii ducatus in Silesia Metropoli , tertius praedictac Custodiae Aurei Moni
anliquissimus conventus.
• 35. Lubeca Wandaliae urbs hanseatica circuii inferioris Saxoniae ad mare Balthieum, co
vontum habct propriae custodiae ab Adolpho IV cornile Schawburgico ex arce sua adaptatus,
una cum Hamburgensi B. Mariae Magdalenae consecrala est Ecclesia: hic Adolphus ex Li venia an
1238 redux iuxta votum, quod in espeditione fecerat, quod prospere Victor revcrtens veUet
consecrare Ordini Minonim in statn Fratris laici, anno 1239 Hamburgi votum compievi!, et qi
suflicienlis orai litteraturae, ad sacerdotium urgentibus patribus ascendi!, et Hamburgi in Ecde
a se acdiflcata primitias omnibus collachymanlibus celebravit. Post in Kilensi conventu aedUleu
manibus suis humililer loboravit. Lacte iuxta Ordinis morem mendicato, fllii comititms casti obvi
erubescenliam passus, animum recolligens, caput et corpus lacte perfndit.
• 36. Lubani Conventus, Pisano et Rudolpho teslibus, in Custodia Montis Aurei qaintus a
sctur.
• 37. Lubussensis vcl Lobevicensis conventus non procul Francofurto ad Oderam a M
chiono Joanne exstructus, secundus in Brandeburgensi custodia recitatur.
EXTRACTUS 177
• 38. Mersburgum ad SaUm Thuringiae fluviiim, provinciae Magdeburgonsis habuit conventum
MìDoriticam.
t 39. Misna sea Missena superiorU Saxoniae ad ripam Albis conventum Minorum habuit
proprìae custodiae Misnensis caput, et sacris ossibus B. Oderici seu Theodorici gloriosum.
« 40. MoUenbecum.
« 41. Mnnsterberga urbs *metropolUica proprii ducatus in Silesia in custodia Vratislaviensi
settimum habuit conventum.
« 4S. Nanislaviae sestus conventus in custodia Vratislaviensi fuit : a duobus saeculis per ra-
l)iem Hussitarum deturbatus est.
• 43. Neompinus in Marchia Brandeburgica conventus per haereticos dircptus est: ecclesia
vtiamnum subsistiL
« 44. Nissa proprii ducatus caput a primis Ordinis exordiis quintus custodiae Vratislaviae cen-
setur, sub tituio S. Crucis: prò hoc et aliis disceptavit Polonia contra binas provincias S. Joannis
Baptistae et Thuringiae : verum provincia Bohemiae extra litem posita, in possessionem intravit,
doncc ab Hussitis in acervum lapidum conversus fuit.
« 45. Nordhusa urbs vetus Cheruscorum et imperiaiis in conflnio Misnìae et Thuringiae. Anno
Ii30 loco perampk) prope moenia assignato conventus S. Prancisci patrocinio eadiflcatus, anno 1239
Flammls absumitur, et restauratur ecclesia alta et longa, asseribus superne compacta adhuc su-
perstes, habens turrim lapideam cum fornicato tecto, sed concionibus Lutheranis deformatur.
€ 46. Nordhemiae ad Ehumam fluvium ducatus Brunswicensis in Hercinia 12)5 a fratribus
Erfurto missis habuit conventum.
« 47. Novae domus ad Yistulam in Prussia secundum locum obtinuit in custodia eiusdem
nomtnis.
€ 48. Novi Fori conventus custodiae Vratislaviae quartus In ordine.
« 49. Oscatiae in Misnia conventus quintus custodiae Misnìae tumulo B. Joannis Marpurgensis
miraculis ab obitu gloriosi felii fuit
« 50. Osterwer Lingenburgi secundum in custodia Magdeburgensi conventum statuunt libri
Ordinis, sed nescitur.
« 51. Parchemii in custodia Lubecensi septimum conventum nominat Pisanus.
• 52. Pirizius ducatus Stetinensis oppidum, habuit conventum Minorum in custodia stctinensi.
« 53. Richtene conventum nomine tenus novimus; de si tu et statu nihil.
I 54. Riga metropolis Letorum conventum habuit antiquissimum , in custodia Lubecensi
secundum.
« 55. Rostochium est urbs marltima, universitate Celebris, ubi e conventu Minorum scho-
lae haereticorum factae: erat celeberrimus, et ordine sestus in custodia Lubecensi.
• 56. Saganum in Silesia proprii ducatus caput, cum anno 1294 haberet ducem humanissi-
mum Woldemarum, Marchionem Brandeburgicum, accepit ab eo fundatum conventum, qui fuit
sestus custodiae Aurei Montis.
• 57. Sitaviae in cxtremitate Lusatiae Misnlam versus fuit decimus conventus custodiae Au-
rei Montis.
• 58. Silvenetz Pisanus et Rudolphus assignant sestum locum custodiae Yratislaviensis.
« 59. Soldwedelum vetcris Marchiae civitas est : tertium in custodia Brandeburgensi locum
habuit hic conventus, quem haeretici in quatuor scholas transformarunt : ecclesia opero magnifico
etlamnum perennai, cuius aitarla, excepto summo, demoliti sunt
« 60. Streliz seu Strelen in Silesia custodiae Vratislaviensis tertius conventus fuit, sed cum
caeteris evanuit
« 61. Sunda, alias Stralsunda in littore Balthico urbs est portuelcommerciis muitarum gentium
admodnm frequens; haec quintum Ordinis seraphici in Lubecensi custodia nactus est locum: anno 1522
imaglnes conftactae, sacra profonata, et omnes Religiosi una die per lutheranos ex urbe fugati sunt.
« 62. Suselitz ad Albim in Collimitia dioecesis Misnensis conventus Minorum septimum locum
habuit in custodia Misnensi.
« 63. Torgam ad Albim in Misnia sub electore Saxone conventus in custodia Misniae sestus
oh haereses vacat.
• 64. Travenburg octavum custodiae Stetinensis faciunt conventum Pisanus et Rudolphus.
• 65. Vratislavia ad Viadnim urbs Episcopalis, proprii ducatus in Silesia noetropolis, et hufus
178 EXTRACTUS
10 cQStodiae capai, ab anno 15)5 Lntheranismo rcspersa: convenlus S. lacobo Apostolo saeer ab
anno iS36 Duccm Henricum H fundaturem agnoscit.
« 66. Warenae ad Maveliom nuviom conventos Minonim quartos in Lubecensi custodia su-
perfnii.
« 67. Weisiienfcltza ad Salam fluvium in Misniac flnibus habuit in Lipsicnsi custodia con-
ventam octavum.
« 68. Wismaria ad mare Germaniae Ballbicum Megapolitana arbs banseatica conventam libe-
raliter fundavit, qni fuit octa\iis in Labecensi custodia, sed per irruptionem haereticam anno tSli
caeptus est turbari.
« 69. Wittenberga ad Albim superioris circuii et electoralis Saxoniae caput, conventam Mino-
riticum fundatrice Helcna ducis Brunswiccnsis Alia, Alberti! Imperatorìs Saxoniae coniuge, et Al-
berti li genitrice, anno 1366 accepit sestum in custodia Lipsiensi.
^ • 70. Zcrbsta Wittenbergam inter et Magdeburgum districtus Anbaltini civitas obUnait ter-
tium in dioecesi Magdeburgensi et custodia conventum Minonim.
t 7i. Zuiclcavia in Voitlandia, quondam imperìalis, hodie ducum Saxoniae civitas Misniae
apposita, quartum in custodia Lipsiensi conventum Minorìticum habuit
« Hisce conventibus provinciae Saxoniae S. loannis Baptistae iuncli erant seguentes conven-
lus Alveldensis^ Coburgensis , EgreruU, Halbentadiensis , Erfurtensit , henaeeniit , Muhiu$anu$^
sicque erant olim in hac provincia conventus 78. Venim, quia erant Thuringiac, postea adiudicati
sunt provinciae Saxoniae S. Crucis, exceptis conventibus Halberstadicnsi et Egrensi, qal semper
mansore Saxoniae S. loannis Baptistae, donec Halberstadiensis omnino croortuus, resuscitatos ad
provinciam Coloniae accessit, et Egrensis provinciae Argentinae iungeretur. Anno vero 16S7, cum
resuscitatao provinciae Saxoniae S. Crucis a provincia Coloniensi assignati sunt conventus, etitm
Halberstadiensis eidem provinciae S. Crucis adiudicatus esL
Monialium Monasteria habuit olim provincia Saxoniae S. Joannis Baptittae uquentia,
« 1. Aldensaliae nobllium tertii Ordinis S. Francisci.
• a. Arcnstedae clarissarum Monastcrium.
• 3. Butzbachii in extremilate Hassiae conventus tertiariarum extra oppidum, nunc hospitale,
« i. Birbacliii apud Cattos Mcliboecos cocnobium clarissarum.
« 5. Camocnac in Wcstphalia tertiariarum conventus prope Hammonam.
t 6. Cosfcldiac tertiariac magno numero cum Patre confessarlo ex provincia S. Crucis.
t 7. Curiae prope Castrum Principis, illustre nobilium virginum clarissarum monasterium an-
no 1348 a Margharctha ab Huttenhofen vidua comitis de Veda, prima Abbatissa, et flliabus eins
Thecla et Catharina cxstructnm est, quod comitcs Orlemundae miriflce dotarunt, principam et
comitum Ulias habuit plurimas: ea occasione anno 1376 a Friderico IV Norici Burggra\io bonia et
privilegiis adauctum ; sed post eamdem , quam fratrum conventus subiit haereticorum rabiem ,
quamvis serius.
t 8. Dresdae Monasterium S. Joannis Baptistae Ordinis S. Clarae anno 1291 a Nicolao IV
niultis indulgentiis dotatum.
• 9. Egrac sororum S. Clarae sub huius Ordinis primordiis a nobili bus Bohcmis Hecht et
Kòningcr coeptum monasterium traditur, sed anno 1270 cum tota urbe conflagravit : ad annom
1279 rcstauratio fabricac attentata, et anno 1288 clausura imposita. Anno 1463, 8 kalendas oclobris
Romae Pius II Bulla, Supremo ce. et anno 1464 12 decembris Paulus II Brevi suo, SuppUeatum
futi ec, ad preces miiitum et nobilium Ratisbonensis dioecesis , quorum flliae, sorores et neptes in
Monasterio praefato degcbant, praecepit reforroationem , anno 1465 per quinque sorores clarissas
Norimbergcnses introductam. Anno 1470 24 novembris Vratislaviensis decanus prò confinnatiooe
flnalem processum executorialem expedivil. Anno 1603 Ministcr provinciae Saxoniae S. Crucis altUnam
visitationem habuit; sed anno 1606 ex provincia Argentina subrogatus est. Demum aothoritate
Capitoli Gencralis Saxoniae restitutus, anno 1C28 in capitulo Fuldensi reassumendus putabalor.
« Ibidem in ci vitale Egrensi erat tertiariarum domus : anno 1499 infortunio conflagravit; bine
sorores ad alios vicinos conventus tertii Ordinis translatae sunt.
« 10. Freiiendietz castellum Westcrwaldiae habuit domum tertiariarum ecclesiae parochiali
cohtigunm
EXTRACTUS i 79
• il. Gelnhausae binas fuisse sororum tertiariarum domos colligitur ex vulgi opinione, quìa
ocabant magnum et parvum conventnm.
« li. Gollingae prope convcnlum fralrum ex consensu et conUrmatione Reverendissimi et Se-
nìssimi Alberti Brandeburgensis Archiepiscopi Moguntìni et Magdeburgensis erectus est convcntus
roniin tertiariarum S. Agathae anno 1510, et ad exactiorem Regulae Observantiam anno 1523
dactus.
« 13. Hammeliae Iocils tertiariarum dominio acatholici senatus in hospitale aedesquae laicas
»n versus, anno 1630 authoritatc Reverendissimi et Illustrissimi Episcopi Osnabnigensis Francisci
uilielmi fratribus provinciae Saxoniac S. Crucis cessit.
« 14. Hermansteinium pagus prope Wetzflariam dominii Schenck a Schweinsbcrg domum so-
>ninì tertii Ordinis forti opere ex lapidibus exstructam ecclesiae parochiali contiguam habuit,
uam haereticus praedicans incolit; etiamnum Reclusorium vulgo vocatur; redditibus alii gaudent.
« 15. Isenaci domus tertiariarum stetit, quae una cum conventu Minoritico asectariis avnl-
a est.
• 16. Magdeburgi Monasterium Clarissarum extitit usque ad annum 1631, quo ob pertinaciam
itisessonim civium ab exercitu caesareo in violenta urbis invasione vorax ignis hoc monasterium
Lt>sumpsiL
• 17. Mùhlhusae conventus clarissarum fuit, sed evanuit.
• 18. Norlingae ad Albim sub electore Saxone floruit monasterium clarissarum; in co princì-
»issa Hisniae fuit abbatissa; frater eius Germanus fuit creatus Archiepiscopus Magdeburgensis, et
Jfera soror Burgravio Norico nupta est.
• 19. OldendorfTii ad Yisurgim conventus tertiariarum extitit; fundator idem, qui Stadhagae
Dnventam fratrum Regularis Observantiae fundavit.
• 30. Osnabrugi fuit conventus tertiariarum ex opposito conventus Minoritici, quem favore
ìverendissimi et Illustrissimi principis et Episcopi Osnabnigensis Francisci Guiglielmi dominica
<^t festum Ascensionis Domini anno 1631 occuparunt Clarissac de prima Regula S. Clarae e
nventu Monasteriensi evocatae,
< 21. Saitzensis sororum tertiariarum conventus extitit florentissimus ex opposito ecclesiae
trunri.
« 32. Stendalae conventus sororum tertii Ordinis anno 1523 ad meliorem stabili tatcm instru-
^ fuerat, quem etiamnum cum eleganti ecclesia 14 moniales Luthcranae incolunt.
« 23. Ibidem conventus Clarissarum alit similes 28 foemellas Lutheranas, quae missas et ho-
*?crmanice canunt.
« 24. Suselitz ad Albim Misnensis dioecesis fundatum extitit Monasterium Clarissarum.
* 25. Schweinfurthi ad Moenum in Franconia monasterium Clarissarum extinxit haeresis.
« 26. Vachingae in comitatu Westcrburgensi fuere tertiariae; sacellum duabus campanis in-
^^tum cum contiguo habitaculo perstat, sed ob hacreses desolatum.
* 27. Yerdae Episcopalis cathedrae urbe sororum tertiariarum conventus ab haereticis dire-
^ anno 1639, ipso praesentationis, rccuperatus est a patribus novae provinciae Saxoniae S. Cru-
* ^^ in comitiis provincialibus solemniter incorporatus. Everhardus ab Holle pseudo-Episcopus,
'^^^ conventus reditus anno 1566 applicaverat; successor eius Sigismundus, applaudente Capitulo
-Petlco, ecclesiam et conventum descrtum fecerat, et locum suo cancellano consignarat, quo de-
^^>^, horto spatiosissimo remanente, domus laica sublimata est, cuius inquilinis ultrice Dei
'^'^ì^ amentia aut vita brevis usquequo accrevit.
« 28. Vratisiaviae vìguit monasterium clarissarum nobilium, in quo Abbatissam egit Marga-
"^ Henrici ducis Lignitii, Brigac et Vratisiaviae, ac Annae Alberti I Imperatoris flliae coniugum
*®- Huic Monasterio Alexander papa IV indulgentias contulit anno 1257.
« 29. Weissenfeitz diocesis Naumburgensis illustrium et nobilium virginum S. Clarae opulen-
^ Uìonasterium S. Nicolao Episcopo sacrum habuit sub directione Guardiani Erfordiensis una
^ ivionasterio Clarissarum in Suselitz. Anno 1294 Nicolaus IV huic monasterio certas dedit
^^^«entias,
« 30. Wetzflariae domus S. Marthae tertii Ordinis iuxta conventum Fratrum Minorum situ
^Destissimo perstitit, postea domus S. Martini abusive vocata, prò qua sibi incorporanda senatus
^'^lìcus anno 1563 apud reverendissimum principem electorcm Trevirensem summa instantia
^^vìt. Plures indubie in hac ampia provincia Saxoniae fuere conventus sororum, sed illos cxplo-
180 EXTRACTUS
raro prò dudc non licait: ex hac vero provincia diversi postca ccsserunt provinciae Saxoniae S.
Crucis, et provinciae Thuringiae, sicut et diversi conventus fratrum.
« Nane conseqaenter etiam referendi sunt ministri provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae.
Ministri provinciae huios a primaeva sui erectione usque ad annum i4il quando distìncla U-
milia Regularis observantiae in Saxonia coepit, et Commissarios Vicariosque pruvinciales incepenint
habere ipsi fratres dictae observantiae , numerantur 37 : nec minun , quod duo saecula tam panoos
produxerint provinciales, cum ab Ordinis initio perpetuitas praelatorum invalescere coeperit: postqiuun
vero decretum concilii Constantiensis anno i4i5 PP. Conventuales a praedicta familia Obaervan-
tium segregajis, indulscrat quod Conventuales se possent reformare, et olsscrvanter vivere, sta-
tim fervida aemulatione tam in Saxoniae, quam in Franciae Burgundiae et Thuroniae provin-
cils Conventualeii vitam suam in melius transformarunt, plus solito observantcr vixerunt, et prò
talibus se gesserunt , quamvis posteuiones , gradva promotionum in univerzUatihta , ei finulatu-
rarum perpti%Maiem in Saxonia nunquam abiecerint: sed cum anno 1506, lulius papa II buia-
smodi reformatos Conventuales dccrevit deberc uniri familiae Observantium , orta est acris disce-
ptatio, an sub Ministris, an vero sub Vicariis deberet unio lleri? demum Leo X anno 1517 in
gloriosissimo capitulo Romae ex omnibus Observantibus et vere Reformatis, nuUos omnino redditus
liabentibus, nec pecuniae proprietatem , nec caiceamentorum usum, sed Rcgulam Minorum stride
sine ulia dispensatione ad litteram, et ad menlera S. P. Francisci iuxta declarationes papales obscrvare
volentibus, unum corpus compegit, eorum praelatos declaravit esse ministros provinciales, et eorum
caput Ministrum Generalem verum S. P. Francisci successorem , qui etiam nominar! deberet Gene-
ralis Minister totius Ordinis S. Francisci, et servare sigilium eiusdem sancti: Conventualium vero
caput vocaretur Magistcr Generalis PP. Minorum Conventualium S. Francisci, et alio sigillo uteretnr.
« Proinde huius provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae Ministri provinciales praeteritonim
annorum usque ad annum 1517 fuere viri doctrina cultiore, et praeclaris dotibus eminentiores
hi reverendi Patres: « MatlMat Doring: Henriciu Kune: Nicolaui ÌAUkemann: Joannes HerìnsUde:
Ludovicus de Segen : Joannes de Kemnitz : Everhardut llUlemann, et alii ec. Post unioncm vero praelSi-
tam R. P. Hermannut Nedewold S. Theologiae baccalaureus factus anno 1517, ex placito apostolicOp
decreto quoque Capituli generalissimi Romani eiusdem anni, ipsius P. Reverendissimi Ministri Generalis
Chrislophori a Forlivio consensu in ministerialu continuatus, anno sequenti Francofurti ad Odcram
in comitiis provincialibus habitis, ad plures annos pacitlce provineiam illam rexit. R. P. Everhardui
Krupe anno 1527 ministeriatus sarcina premebatur , cum omnia advcrso vento afflarentur et
turbarentur, atque monasticam vitam professum esse, vulgo et dominis passim a tlde catholica
dìlabentibus non degenerare, sed professionis tenacem mancre, daretur passim crimini. Huius sue-
cessorum nomina et gesta tam haeresis absorpsit, quam longa annorum curricula oblitterarunU
t Post descriptam matrem sequitur lllia, scilicet provincia Saxoniae S. Crucis, quae a pro-
vincia Saxoniae S. Joannis Baptistae prodiit, et sic cum ea conformis (licet conventibus distincta)
semper permansit, ut non solum littcras pontiflcias utramque simul concernentes inveniamua, sed
etiam provincia Saxoniae S. Crucis aliquando usurparit sibi nomen provinciae Saxoniae S. Joannis
Baptistae et e contra etc.
« Anno 1630 33 februarii in Congregatione dednitoriali provinciae Saxoniae S. Crucis (cum
anno 1638, dominica octava post Pentccosten istius neo-resuscitatae provinciae capitulum pro-
vinciale celebratum esset Fuldao in monte Mariano , praeside Reverendissimo P. Josepho Bergaigne
Commissario Generali nationis Gcrmano-Belgicac , et ab eodem autboritate Reverendissimi P. Mi-
nistri Generalis primus huius provinciae Saxoniae S. Crucis Minister provincialis nominatus et
institutus esset R. A. P. Henricus Lotzius Hagiopolitanus , provinciae Coloniensis alumnus , et in
ea anno 1611, 30 novembris professus et cducatus , vir bonus, et honoris divini ac regularis
observantiae zelantissimus) tractabatur de rcstauratione provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae,
consensitque deflnitorium , salvo consensu totius discretorii , quod isti provinciae assignentur
conventus tam recuperati, quam recuperandì in Thuringia, Hassia, ^udtonta, Wetteravia, ifìtnia,
Saxonia superiore, quae est in Electoratu, et in episcopalibus ab clcctorc Saxoniae invasis . Saxonia
autem S. Crucis retinet sibi conventus omnes rccuperatos et recuperandos , qui sunt in Saxonia
inferiori, circulo Westphaliae, Marca Brandeburgensi, Ducatu MegapolUano, Pomerania et utra^ue
Frisia,
« Anno 1631, 25 octobris celebrarunt Patres provinciae Saxoniae S. Crucis comitia provin-
cialia Osnabrugi io Westphalia , praeside R. A. P. Thcodoro Reinfcld provinciae Coloniensis Ei-
EXTRACTUS 481
Ministro provinciali, Commissario visitatore dictae provinciae Saxoniae: in his comitiis Minister pro-
vincialis huios provinciae omnitm votis eligcbatnr R. A. P. Henricus Wuesten Ex-Guardiano Fal-
densi, filius provinciae Goloniae, anno 1615 22 iulii Coloniae professus, et in eadem S. Theologiae
lector; P. Leonardas Helm patria Fuldensis, provinciae Ck)loniae Iliius, professus anno 1621 20
augusti Coloniae , Vicarius Heidelbergae et sccretarius Reverendissimi P. Commissari! Generalis
Joseph! Bergaigne, custos ; DeOnitores , P. Paulus Wolffirath Conflaentinus Ex-Guardiano Erfnrtensl,
P. Petrus Merckelbach Ex-Guardiano Stadensi, P. Lambertus Weiier Ex-Guardiano Llmburgensi, P.
Ghrisostomus Hein patria Fuldensis.
« In his comitiis provincialibus de communi consensu Patrum huins provinciae actum est
de resuscitanda provincia Saxonia S. Joannis Baptistae olim celeberrima et amplissima, postea
autem ob praevalentes hacreses exstincta, ad quam resuscitandam resignarunt Patres provinciae
Saxoniae S. Crucis onmes antiquos conventns Thuringiae et Hassiae cum Limburgensi, PiUdenii,
Wetzflarienti , Gélrihusano, et aliis, quos in istis regionibus provincia Coloniae magno labore
acquìsiverat huc usque , qua de re Reverendissimus P. Ministcr Generalis omiserat patentcs 1629
6 augusti Hadriti signatas, quas vide supra notatas.
« Annus 1633 tandem annus ille dudum desideratus est, quo provincia Thuringiae ante annos
centum et decem, scilicct anno 1523 primum in Capituio generali Burgensi seguenti verborum tenore
erecta: Provincia Saxoniae S. Joannis Baptistae dividUur in provindam Saxoniae 5. Joannis
Baptistae, et in provinciam Thuringiae , sed paulo post per doctoris Martini Lutheri haeresin in
omnibus civitatibus et uppidis exstincta, rcvixit per singularem solcrtiam Reverendissimi P. Josephi
Bcrgaigne Commissarii generalis, et Fatrum provinciae Coloniensis et Saxoniae S. Crucis.
« Anno 1633 in vigilia Epiphaniae dedit Reverendissimus P. Josephus Bergaigne Gommissarius
generaUs nationis Germano- Belgicae littcras prò executione mandati Ministri Generalis ad erigen-
dam, seu resuscitandam emortuani provinciam Saxoniae S. Joannis Baptistae sub sequenti tenore.
« Fr. Josephus Bergaigne totius Ordinìs FF. Minorum DeAnitor Generalis, et super provincias
Germaniae, Beigli, Angliae, Scotiac, Hyberniae ec. cum plenitudine potestatis in utroque foro
Gommissarius generalis. Dilectissimis in Christo Patribus et Fratribus provinciae Saxoniae S. Crucis,
et provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae tam superioribus quam, subditis salutcm et pacem in
Domino sempitemam.
« Notum facimus vobis, quod Reverendissimus P. F. Bernardinus de Senis, totius Ordinis
Minister Generalis , anno 1629 die 6 mensis augusti sub manu sua et sigillo malori offlcii, prò
rcslitutione provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae dederit litteras patcntes, quae incipiunt: Cum
inteUexerimus, quantum Dei gratta et invictissinU Imperatoris Ferdinandi semper augusti auspi-
dif etc., quas vide supra.
« Post has Ministri Generalis litteras subsequitur: Virtuteharum praesentium Patres provin-
ciae Saxoniae S. Crucis capitulariter congregati in conventu Osnabrugensi die 15 octobris anno
1631 communi consensu iudicarunt expedire, ut prò initio provinciae Saxoniae S. Crucis separa-
rentur et transferrentur in provinciam Saxoniae S. Joannis Baptistae conventus tAmburgenHs ,
Fuldensis, Wetzflariensis, Gelnhausanus, Erfurtensis, Hirsfeldensis, Marpurgensis, Isenaeensis, Cor-
baeensis, Sigenensis, Francofurtensis ad Moenum, Grunenbergensis, Saltzensis ec. huius iudicii et
cnnsensus Patrum sicut et ipsarum literarum patcntium Reverendissimi P. Ministri Generalis nobis
commis.sam executionem ob gravia intervenientia impedimenta, et in primis ob translationem dicti
Reverendissimi P. Ministri Generalis ad episcopatum Yicenscm, et deinde ob mortom successoris Re-
verendissimi P. Petri Jover, qui prcdecessoris sui circa restitutioncm dictae provinciae Saxoniae ordina-
tionem inter alias conflrmaverat, novis litteris patentìbus datis Yallisoleti die 26 aprìlisanno 1632, coa-
cti sumus differre : nunc vero postquam Reverendissimus P. N. Antonius Henriquez in praesenti totius
Ordinis Serafici Vicarius Generalis, rursus novis patentibus manu sua et sigillo malori offlcii datis Ma-
driti die 17 mensis septembris anno 1632 eandem praedecessorum suorum ordinationem renova verat,
ac proinde ante discessum ad Capitulum generale debeamus ad reerigendam et formandam provinciam
S. Joannis Baptistae procedere, atquc a Rcverendissimis PP. Generalibus nominatos et institutos supe-
rìores declarare; bine est, quod tam iustae ordinationi supcriorum obedieiUes dcclaremus, virtute
praesentium , supra nominatos a Patribus capitulariter congrcgatis Osnabrugi conventus de facto
spectare, et prò tempore spectaturos ad provinciam Saxoniae S. Joannis Baptistae, atque omnes
Patres, et Fratres, qui prò praesenti in eis commorantur, vcl in posteruro sunt moraturi , subiici
(*t subiiciendos obedìentiae R. A. P. Ministri per patente» Reverendissimi P. Ministri Generalis
182 EXTRACTUS
insti tuli, et aitorum superiorura eiusdem proviiiciue, quos idem Kcvercndissimus P. Minister Geoe-
ralis instituit, vel per nos vcl per alios supcriores sunt legitimo Instituti, vel in postemm iosti-
tuentur. Declaramus practcrca , quod interim , quo Guardiani prò dictis convontibus Saxoniae S.
Joannis Baptistae a nubis nominati ad sua loca non pervcncrint, sicut forte ob pericala itioemm
et persecutiones haercticorum non poterunt tam cito pervenire, mancbunt et c^nsebuntiir eonun
legitimi convcntnum Commissarii, virtute harum litterarum ad hoc constitati omncs ìi , qui tam
de facto in iisdem sunt Guardiani vel superiores, etiamsi ratione dcflnitoriatus vel alio titolo per-
tinereat ad provinciam Saxoniae S. Crucis. Quae omnia, sicut et alia per nos, vel per R. A. P.
Ministrum circa reforniationcm huius provinciao ordinata vel ordinanda , volumus per sanettm
obedientiam ab omnibus et singulis rata haberi , monentes , quod siculi in clansulis litennun
Reverendissimdhim Patrum Generalium continetur: si quis ausu temerario aliquid in contrartuii
attentare praesumpserit , utriusquc vocis privationem, maioris item excommunicationis poenam se
noverit incursurum. Valete, Dcumque prò nobis orate. Datum in vigilia Epiplianiae anno 1633 sub
nostro chyrographo, offlciique sigillo malori.
F. Josephus Bergaigne, qui supra.
« Anno 4633 13 februarìi R. \. P. F. Theodorus Reinfeld primus provinciae Saxoniae resv-
scitatae S. Joannis Baptistae Minister provincialis edidìt sequentes patentcs Bruxellis.
« F. Joannes Theodorus Reinfeld Ordinis Fratrum Minorum Regularis Observantiae provinciae
Saxoniae S. Joannis Baptistae Minister et servus. V. in Christo dilecto Patri P. F. Lamberto
Weiier eiusdem provinciae DeAnitori salutem et paccm in Domino sempiternam.
€ Cum a praelatis nostris Generalibus sim nominatus et institutus, et a Reverendissimo P.
Josepho Bergaigne totius Ordinis Definì tore generali , et per provincia» Germaniae et Belgii Com-
missario generali, per literas patentcs, ad conventus et Patres ac fratres provinciae Saxoniae miasas
declaratus Minister provincialis provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae, ncc potnerim ob profes-
sionis mcao et iniunctae singularis obedientiae mandatum illud officium non acceptare, modo vero,
ante visitatos conventus et perfectam omnium ordinationem , cogar vi offlcii et regulac com pro-
vinciae custode proflcisci ad Capitulum generale, ac proinde obliger (cum ob bella et persecutiones
haercticorum, et pericula itinerum non |>ossim Deflnitores convocare) instituere aliquem provinciae
vicariuni, qui tempore absentiae ineae possit eidem praeesse, et ea, quae ob brevitatem et adver-
sitatem temporis non potui componcre , componat : hinc est , quod de zelo et prudentia tua in
Domino bene conAsu-s, virtute praesentium te in dictae noslrae provinciae Saxoniae S. Joannis
Baptistae vicarium istituo, ac institulum dcclaro, mandans per sauctam obedientiam, ut illud munns
in te suscipias, et secundum gratiam tibi a Deo datam ac dandam, et secundum exigentiam lite-
rarum patentium Reverendissimorum praelatorum Generaliuni fldeliter et diligentcr administres:
quod ut facilius possis exequi , mando harum carundem tenore in virtute Spiritos Sancii , et sub
poena excommunìcationis latae sententiae, omnibus et singulis designatorum Conventuom pro-
vinciao Saxoniae S. Joannis Baptistae patribus et fratribus, ut te tanquam legitimum superiorem et
provinciae vicarium recipiant, et in omnibus ad officium tuum spectantibus pareant cum eflècto.
Vale, et Deum prò me ora. Datum Bruxellis in conventu Fratrum Minorum sub meo chyrograpbo
die i3 Februarìi.
F. Joannes Theodorus Reinfeld.
Loco Sigilli. In quo erat incisus s. Joannes Baptista baptizans Christum.
« Eodem anno et die P. Rcverendissimus Commissarius Generalis scripsit V. A. P. Lamberto
Weiier sequentes literas.
« F. Josephus de Bergaigne totius Ordinis Fratrum Minorum Deflnitor Generalis, ec. ut sopra.
« V. A. P. F. Lamberto Weiier provinciae nostrae Saxoniae S. Joannis Baptistae salutem.
t Cum a Revcrendissìmis Patribus ac Praelatis totius Ordinis Generalibus sis nominatus et
electus in Deiinitorem provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae, et iustìssimum sit, ut tali electioni
ccdat alìorum praelatorum inferiorum electìo, hinc est, quod virtute praesentium mandemus, ut
statim renuntiato Dellnitoriatu provinciae Saxoniae S. Crucis, assumas officium, quod Reverendis-
simi PP. nostri Gener{^es tibi imposucrunt, et sis in posterum per S. obedientiam subditus R. k.
P. Ministro provintiali provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae, ac iuxta factam ipsius insti tutionem,
per patentcs literas tibi transmissas, agas prò tempore absentiae ipsius vicarium provinciae. Vale, et
Deum prò nobis ora. Datum Bruxellis in nostro conventu Minorum die i3 februarii anno i633«
t F. Josephus Bergaigne, qui supra.
EXTRACTUS 483
« Doni haec fierent praefatus R. A. P. Theodoras Reiofeld agcbat Guardianum conventos
Coloniensis : quia autem iter suum ad Capitulum generale ìnchoabat, in iocum cius Goloniae
saccessit ex ordinalionp Dcflnitorii 12 ianuarii Coloniae congregati facta, V. A. P. Petrus Schutz
provinciae Coloniensis Dcflnitor. Rcverondus vero P. Theodorus Rcinfcld, tanquam Minister provin-
cialis Saxoniae S. Joannis Baptist^ie , cum vcnil ad Gapitulam illud generale Toleti in Hispania
celebratum, electos est in Deflnitorena Generalem, et Revercndissimus P. Joannes Baptista a Cam-
panea in Ministrum Generalem. In hoc Capitulo generali provincia Tharingiae iuribus et priviiegiis
antiquis rcstituta fuit, ac eiusdem generalis Capitali decreto R. P. iEgidias a Braxellis institatas
fait provincialis Minister huios provinciae Thuringiae ex custode provinciae Saxoniae S. Joannis
Baptistae. Expeditas desuper patentes subiicio, quac sunt sequentis tenoris.
• F. Joannes Baptista a Gampanea Strictae Obscrvatiae totius Ordinis Minonim Minister Generalis
et scrvos, dilecto Nobis in Christo patri F. ^Egidio a Bruxellis eiusdem Ordinis ac instituti, nostrae
vero provinciae Saxoniae S. Joannis Baptistae pracdicatori et custodi custodum salutem in Domino
sempitemam.
« Cum Seraphica nostra religio tam longe lateque diffusa, per orbem quasi totum propagines
soas extcuderit, multasque iam provincias, cam pracsertim, quae Thuringiae S. Elisabethae nomine
gaudebat , baereticorum furore et porsccutionc non sine magno fldei detrimento amiserit , Deiquc
nihiloroinus misericordia succurrente sperandum sit, brevi memoratam proviciam tolaliter ad (Idem
catholicam Imperiumque Romanum rcversuram: cumque insuper facto verbo in generali Capitulo
naperrimc Toleti celebrato, de eiusdem provinciae restitutionc et restauratione facienda, et re
accaratius ibidem inspecta, et maturius considerata, fuerit tandem consulto decretum, omnino
forc in pristinum statum , suisque iuribus , honoribus et priviiegiis restitucndam , ca pra caeteris
suadente ratione, quod etiam nunc Inter occupantes et persequentes haereticos nonnuUi sint ordi-
nis nostri Religiosi, qui quantum ipsis e coelo tribuitur, verbo et cxemplo catholicac fldei propu-
gnationi incumbunt : quapropter nos eiusdem Capitulì generalis decreto et vestigiis inhaerentes,
praesentium vigore dictam pro>inciam nostram Thuringiae S. Elisabethae in pristinum statum
restituimus, suisque iuribus, honoribus, praerogativis, exemptionibus, immunitatibus et priviiegiis
totaliter et ea lege plenarie reddimus, ac si nunquam excidisset ab ipsis : atque adeo ita ìpsa pro-
prìs, sicut et reliquac nostri Ordinis provinciae suis gaudere possit et valeat. Et inde flt, ut cum
ad nos pertineat, eiusdem restitutae provinciae institutio et provisio rectoris, qui cam gubernet et
rcgat, quique quantum in Domino poterit, ipsius accretioni fldelius insudct, et regularìs disciplinae
promotioni vigilantius studcat: de tuae igitur vitae probitate, doctrinae sufBcienlia , ac rerum agen-
darum dexteritate plurimum in Domino conflsi , te dictae nostrae provinciae Thuringiae S. Eli-
sabethae Ministrum provincialem nominamus, instituimus, et declaramus, ac sic per nos nomina-
tum, institutum et declaratum authoritate nostra conflrmamus, concedentes tibi omnimodam nostram
authoritatcm, quae in hac parte Ministris provincialibus Ordinis nostri tribui consuevit, volentes,
ut de facto omnes et singuli conventus tam Fratrum quam Monialium, quos olim ad dictam pro-
vinciam nostram spectasse deprehenderis, tum eos, qui utcunque in praesentiarum existunt, tum
illos, qui favente Deo successive ex hacreticorum unguibus eripientur, obedientiae, tuoque regimini
sine ulla controversia subdantur; ita ut ex nunc authoritate tua ordinaria et nostra tibi specialiter
et plenarie, ot saprà, commissa, illos regere et dirigere poteris, prò ut melius secundum Deam
prò bono et augmento dictae provinciae nostrae expedire tibi videbitur: praecipientes omnibus et sin-
golis fratribus et monialibus, superioribus et subditis dictae nostrae provinciae, ut te velut legitimnm
corum supcriorem a nobis, ut supra, institutum recipere, recognoscere, et revereri velint et debeant,
libi In omnibus, quac non sunt contra animam suam et regulam nostram, hilariter obtemperaturi.
Te demum monemus et in Domino obtestamur, ut in huiusmodi tibi iniuncto obeundo munere
talem te ipsum exhibeas. Dei ministrum irreprensibilem, prudentem, zelatorem, discretum, vigilem,
fldelem, soUicitum, qualem omnes laudare et venerar! possint et debeant. Vale, Deumque prò Nobis
oxora. Datis Odone in Conventu nostro S. Francisci die 13 augusti anno 1633.
Loco SigUli.
• P. Joannes Baptista a Campanea Minister Generalis.
• Quod praesens extractus ex Annalibus R. p. Adami Burvenich p. M. hinc inde, prò annorum
di versi tato et temponim exigentia, ad habondam aliqualem notitiam florentissimae olim provinciae
184 EXTRACTUS
Saxoniae S. Joannis Baptistac fldeliter cxcerptus et collectas cam ipso originali concordet, snbscripUoiie
manos propriae attestor.
t F. Hermannns Bario, provincìae Thoringiae S. Elisabethae Ordinis Fratrom Minonun ReooUe-
ctomm S. p. GL et Notarios Apostolicus Ordinis m. p.
A questo documento si connettono, come continuazione di storia, le dolorose vicende che di
questi di l'Ordine ha provate in Prussia, donde tutta una florentissima Provincia di dotti e ope-
rosissimi Francescani venne espulsa senza nessuna pietà, i loro Conventi chiusi, le chiese profanate.
Diresti che Lutero fosse riapparso a compiere V opera della sua distruzione 1 Ma la Provvidenza ne
ha cavato un gran bene f Ottantacinque di questi egregi Padri s' imbarcavano in Inghilterra per
V America del Nord, dove giunti vennero accolti come Angioli di cielo, e vi hanno aperto fhittuo-
sissime Missioni. Di là forse un di torneranno i Minori a rievangelizzarc l'Europa!
Della loro opera i Giornali Americani ci recano la seguente notizia ( 20 agosto 1878 ) che
mettiamo qui, e tornerà graditissima a' nostri lettori.
• I Francescani in America. I Minori Osservanti della Provincia di Westfalia sono in
questi giorni occupatissimi nella fondazione di un loro Convento a Saint-Bernard ^Nebraska) negli
Stati Uniti. Saint-Bernard ò una colonia tedesca, la quale promette di divenire una delle più
florenti città del Dard-West. Le Suore del Terz' Ordine poi hanno già aperto a Winstead nel
Connecticut un convitto per fanciulle, intitolato r Accademia di S. Margherita, il quale è situato io
posizione che unisce la salubrità del clima alla bellezza della prospettiva. >
Ancora vogliam avvertire, per quelli che verranno dopo di noi , che molti documenti inforno
alla ristorazione delle Missioni Francescane dell'America del Nord sono stati pubblicati negli
Annaìet det Mistioni Frandseainet par le Pere MarcelUn de Civezsa ( con aggiunte de' nostri
egregi Padri del Belgio) Louvain, chez Peetert, Libraire editeur. Bue de Namur 29. 4867. Sono
6. volumi; e nel Meuager de Saint Francois d'Atnte, Revue mensueUe du Tier$ Ordre,pukttie
par let Perei Recottects de Bel{fiqM, che conta già il 4 anno, ed è diretta dal chiaro Padre Servasio
DUIES.
ÈMna
217. Facultas erigendi custodias prò Missionariis de Obser-
vantia S. Francisci in America Septentrionali , supplicante Re-
ge Catholico. 17 Novembris 1779,
Manoscritto in foglio, di 12 carte, che anni fa ebbi in dono dal M. R. P. Fulgenzio da Torino
(di felice memoria) Ex-Segretario ed Ex- Procuratore generale dell'Ordine, fondatore del presente
nostro Convento di S. Anna di Parigi, dove mori verso la (lue del 1877, .e quivi venne sepolto.
218. Faro. — Relagao do qne obrarao na segunda missào,
OS annos de 1663 e de 1667, os Religiosos Capuchos da Piedad
^^ lieyno de Portugal, em a terra firme de Gninè na conversao
dos Gentios , e descorrendo da povoagao de Cacheu , Rio de Sam
^oxcxingos, passando ao Rio Grande, Rio do Nuno, Rio de Pongas,
^io dos Carceres , Rio da Serra Leoa ; escrivendo nao so o que
ot>:ra.Tao no servilo de Deos, e as mnitas almas que converterao
^ ^e de Christo nos muitos reynos em que estiverso , mas ainda
^^^i^evendo alguns ritos e costumes de Gentios de aquellas terras.
Poir Fr. André de Faro, Missionario na mesma terra firme de Guinè
^ ^t^ligioso de nuestra Provincia. Dedicados ao muito ornado Irmao
^ ^*^i Ministro Provincial da mesma.
Bianoscritto in 4, dì 2 carte di dedicatoria, 3 di prologo non numerate, ed altre 90. Lavoro interes-
^*^Ussimo ed inedito. Appartiene alla pubbUca Biblioteca della città di Evora in Portogallo. Nella
^^ioa.toria 9, Fedro Pemandez Monteiro do Conselho de tu Magettade, l'Autore dice: • Nao trato
^ '^ais que reprezentar a V. BL e a totos os demais devotos nossos, ho que ha realidade temos
^^^^^cio, para que com estes breves e verdadeiros informes creja mais em V. M. o fervor e o dezejo
fomentar com su Magestade e com nossos Prelados a conservaQSo desta MissSo , tam esquesida
. ^ Teyno ha tantos annos. Este ho mcu intento principal , e o que em primeiro lugar animou
™^^)i«s conflancas, porqae pello que temos visto e experimcntado no dccurso de cinco annos,
^^ tanto averà quo nossos hirmaos comesarSo a pizar està costa e terra Arme de Guinè, ec
^^^^ta nestc Hospicio da Piedade, povoacSo de Cacheu, 10 de agosto i66i annos. •
i 86 PELI - FERNANDEZ
E questa relazione della maggiore importanza per la storia della Guinea e delle Missioni che
vi aprirono e tennero con tanto frutto e tanta gloria i Francescani. Il Padre Emmanuele Da B(0!(fOftTB,
di cui diremo a suo luogo, ne riferì una parte nella sua Chronaea da Provincia da Piedadi;
ma forse ne lasciò il migliore. Si di\ide in 43 capitoli, disposti come segue. — Il I, narra la
partenza della Missione dal Portogallo, che fu la seconda. — Il II, le vicende del viaggio, e V arrivo
all'isola di Santiago di Capo Verde. — Hill, com' entrarono in Santiago, e quel che quivi feeero
inllno a che lo scrittore parti per la Guinea. — Il IV, le loro imprese in Guinea: come vennero
ricevuti dalla popolazione di Cacheu ; la prima loro uscita nel regno dos Banhut, terra di gentili,
e quel che vi operarono inflno a che l' autore partì per il Rio di Nuno. — II V, i successi del loro
viaggio : come furono neir isola di Bizzao ; l' arrivo al Rio del Nuno, e di ciò che quivi fecero
inflno a che l'Autore partì per la Serra Leoa. — Il VI, i successi del viaggio alla Serra Leoa, e
quel che quivi fece Y Autore ne' dieci mesi che vi si trattenne. — Il VII, quel che incontrò all'Autore
neW Ilheo Doloso, \n compagnia degli Inglesi, e lo .sue entrate nelle terre dei gentili. — L'VIII,
come s' imbarcò per il regno di Boyloes, e di quel che gli avvenne. — Il IX, come s' imbarcò per
la Serra Leoa, e le avventure della sua impresa. — Il X, ciò che gli avvenne nel detto /lfc«o,e
come s' incontrò col suo compagno, dal quale s' era diviso ; ed altre cose notabili di questa terra. —
V XI, come l' Autore s' imljarcò col suo compagno per il Rio de lo$ Carceres , e ciò che fece in quattro
mesi. — Il XII, quel che operò nelle Aldeas do Rio dos Carceres. — Il XIII, come s* imbarcò per il
Rio Grande*, e de' successi dell' impresa. — Il XIV, come entrò nel Rio Grande, e quel che gli
incontrò flnchò giunse a Cacheu. — 11 XV, come l'Autore .s'incontrò col suo compagno in Cacheu,
e di quel che questi aveva fatto dopo la loro separazione.
Que.sto suo compagno chiamavasi Fr. Salvatore da Taveiro : erasi fermato dieci mesi al Rio
del Nuno, battezzandovi in questo temfio 130 persone, parte figli di cristiani, parte gentili da lui
convertiti. Poi era andato al Rio do Deponga, e vi stette quattro mesi; dove i bianchi avevano
edificato una chiesa, ai quali prestò la sua assistenza : e frattanto si spinse parecchie* volte tnl
gentili dentro il paese ; ma non ne ottenne alcun frutto , perchè erano feroci e superstiziosissimi.
11 nome di questa gente era Bagas, molto amici dei bianchi per ragione del commercio che facevano
con essi; ma ostinatissimi nell'adorazione della Chinai che è, dice l'Autore, una pietra, sopra
la quale offrono farina di riso e vino di palma, ec.
Oltre a questa missione largamente descritta dall'Autore, essi ne fecero una seconda, della
quale infine del manoscritto si promette parimente la Relazione con queste parole : Prometm
escrever as obras e successo* da segunda entrada pella terra dos genUos, È stata scritta? Esiste
essa? 0 è andata perduta? Ciò ò che non sappiamo: forse più comode e diligenti ricerche nelle
Biblioteche e negli Archivi del Portogallo potranno render compiuti questi preziosi documenti delle
Missioni Francescane in Guinea.
^' 219. Feli. — Fratris Felicis in Terrae Sanctae, Arabiae et
Aegypti peregrinationem. Edidit. L. D. Hassles, Stugarti, 1833-
1835.
Sono tre volumi in 8, pubblicati per la società de' Bibliofili Alemanni. Non gli ho veduti, né
ho potuto verificare se l'Autore sia Francescano, o appartenga ad altro Ordine. Sempre gioverà
l'averlo ricordato.
su,.n,.. 220. Fernandez. — Compendio de la Doctrina Cristiana en
J,. idioma y caracteres chinicos por el P. Fr. Juan Fernandez de la
Provincia de S. Juan Bautista: impreso el ano de 1705.
■
— Tractado sobre el modo de confessar , impreso en 1705 en
el mismo idioma y caracteres.
Akia
e
Africa
AsU
>.
FEBNANDEZ - FIGUEROA i 87
— Tractado mistico sobre la comunion espiritual, impreso
al ano de 1705, en el mismo idioma que los anteriores.
Cosi 1' HuERTA (Ettado, ec); ma non dice dove siano stati impressi: probabilmente nella stessa
Cina, o nelle Filippine.
— Diccionario Chinico-Espanol.
Manoscritto, che probabilmente si conserva nell' Archivio del nostro Convento di Manila. Il P.
Giovanni, nativo di Almansa,*pervenne dalla Spagna alle Filippine il 1696 , e l' anno seguente parti
per le Missioni della Cina , dove evangelizzò per 28 anni. Il 1736 poi, chiamato dal Commissario
generale delle Missioni, tornò al Messico, e di là in Ispagna; e mori in Almansa il 3 febbraio del
4735 in etÀ di 80 anni.
— Epistolae R. P. Fr. Joannis Fernandez Ordinis Minorum,
Missionarii antiqui in Sina.
Sono due lettere dello stesso Padre, indirizzale ad R. Patrem Kilianum Stumpf Socieiatis Jeiu ,
Japoniae et Sinarum VisUalorem. La prima è data in Nan-gan il 38 agosto del 1705; la seconda, in
Cantone 23 gennaio 1717. Ve n'è aggiunta anche una del Padre Fr. Martino Aleman Commissario
Provinciale deTrancescani in Cina, data parimente in Cantone il 26 novembre 1716, ad Patrem
Hieronymum Franchi Sodetatis Jesu^ Mistionarium in provincia Xan-tung.
221. Fernandez. — ^Exemplar unius epistolae R. P. Fr. Michaelis
Fernandez Ordinis Sancti Francisci ad RR. PP. FF. Martinum
Aleman et Franciscum a S. Josepho.
È data in Nan-fu il 20 ottobre del 1702. Espone alcuni tratti circa i punti controversi rispetto
a' riti cinesi. L'esemplare con le due lettere prectnlenti del Padre Giovanni trovasi nella Biblioteca
Fabroniana di Pistoia.
222. Fernandez. — Costituciones de là santa y apostolica Pro-
vincia de S. Gregorio, impresas en Manila el ano de 1623, las
cuales fueron las primeras que se formaron : por el P. Fr. Juan
Dantista Fernandez.
Cosi THoERTA ^Eftodo ec.J, Gio. Battista nacque nel popolo di Villarejo, Arcivescovado di
Toledo, V anno 1574, e fece i suoi studi in Alcali dove ottenne il grado di baccelliere in filosofia.
Recatosi poi con un suo zio in America, quivi prese V abito e professò V instinito Francescano nel
Convento di S. Cosimo della Custodia di S. Diego di Messico V anno 1591. Il 1598 poi passò alle
Filippine, dove assai si distinse nella predicazione. Il 1622 venne eletto superiore della Provincia
e di tutte le Missioni di quell' Arcipelago; e il 1625, uscito d' ufficio, fu destinato all' amministrazione
del popolo di Sampaloc. Poi fu guardiano del Convento di Manila, e Commissario visitatore del
Terz' Ordine nelle Filippine, dove finalmente mori con grande fama di virtù il 1635.
223. FiGUEROA. — Arte del idioma Visaya de Samar y Leyte,
compuesto por el P. Fr. Antonio Figueroa, Religioso Fpaaiciscano
i88 FIRMAMENTUM - PLORANO
profeso en el Real Colegio de Araujes, e hijo de la Apostolica
Provincia de S. Gregorio Magno de Religiosos Descal^ de la
Regular y mas estrecha Observancia de N. P. S. Francisco en las
Islas Filipinas. Binondo, ano 1870. Impronta de Bruno Gonzalez
Moras. Anloague. 6.
(In volarne in 4, di 135 pagine.
— Vida Christiana traducida en Visaya por Fr. Antonio
Figueroa, ec. Binondo, ano de 1869. Impronta ec.
l'n volarne in 16, di 147 pagine.
— Auxilio para enfermos en idioma Visaya, traducido por
Fr. Antonio Figueroa, ec. Binondo, ano de 1869. Impronta ec.
Un volarne in 16, di 63 pagine. Conobbi il valente Missionario e scrittore nel nostro Collegio
di Pastrana, Provincia di Guadalajara, dove da poco aveva fatto ritomo dalle Filippine: di là poi
seppi che era stato in>iato lettore di Teologia nel Collegio di Consuegra. Essendo oggi taiiU) in
pregio e di tanta importanza lo stadio delle lingue e dello loro derivazioni, noto qai come libro
utilissimo rispetto alle Filippine l'opera seguente di i. Mallat : Ut Itles Philippinei contidèréei
au point de vue de V hidrograpìUe el de la linguitlique. Suivi d' un coup d* oeil $ur les idioma
de cet iflety d* un reeueil de phra$es, de dialogues, et d'un Vocabulaire Franfais, Tù^atog d
Bisaya. Patii, Polkt el Compagnie, 1853.
»«p- 224. FiRMAMENTUM trium Ordinum beatissimi Patris nostri
Francisci.
SerapMci turmis Francitei connumerande
Firmamenla libi solida sume citun
Hit equidem celebrit vivendi regula forme
Lueidior liei: fruclus et uber erit.
Su$cipias igitur compaela hee munere grato
Sepiug et memori mente revolve libù
Un grosso volume in 4. In flne del quale si legge : t Supremo iuvantc Deo ( hac quina parte stBdiu
completa) presenti lil)ro Firmamenta trium Divi Patris Francisci Ordinum vocitato: faustus Pirtsiv
imponitur finis expensis honestorum viroram librariorum alme universitatis Johannis Petit, Francisci
Rcgnault et Johannis Frcllon. Anno Dominice nativitatis millesimo quingentesimo duodecima Iduoin
ianuarii scptimo. I^us et gloria soli Deo. > Libro rarissimo, e prezioso per la storia dell' Ordine t
delle nostre antiche Missioni, per il Memoriale Ordinis e il Traetalut «ucctn(u< (inseriti nella prima parte,
pagine XLI) de illuttrioribiM viri» et fenUnit Ordinum Saneti Francisci, vel Fratrum Minonm,
Sanele dare, el fratrum tororumque de penitentia diclorum. In quo primo ponuniur eanonisaU
predictorum trium Ordinum : gecundo summi Ponlifiees et Cardinalet Ordini» Minorum : terU» .
nohilisle : quarto , doctores el ecdetiaftici uriplores prindpaìiores et notiores Ordinis MkMnm
cum suif seriptis, etc N'ù un esemplare nella Biblioteca dell'Accademia (già della CongregaiioDe
del Terz' Ordine Regolare Francescano) di Lisbona.
«tomp. 225. Plorano. De Origine Fidei Christianae Melitae. Opus
FLORES - FOCHER 189
fcris Caroli Josephi a S. Fiorano, Ordinis Minorum Observantiuin,
xietiis 1759.
È r unica notizia che ne ho incontrato.
226. Flores. — Arte de la Lengua metropolitana del Reyno
tcchiquel , o Guatemalico , con un paralelo de las lenguas
5^;ropolitanas de los Reynos Kich, Cakchiquel y Zutuhil, que
57 integran el Reyno de Guatemala. Compuesto por el P. Fr.
«fonso Joseph Flores, hijo de la santa Provincia del dulci-
ZEO nombre de Jesus de Guatemala de la Regular Observancia
N. Seraphico P. S. Francisco, Ex-Lector de Phylosophia ,
^dicador, y Cura Doctrinero por el Real Patronato del Pueblo
Santa Maria de Jesus. En Guatemala (Antigua), por Sebastian
Arebalo. Ano de 1753.
Un volume in 4, di 36 fogli non numerati e 387 pagine, avente impresso nel frontespizio lo
nma Francescano. Quest' opera ( dice il Brasseur, Bibliot. Mex, Guat.) innanzi al mio primo viaggio
Liatemala era afRsitto sconosciuta alla bibliograHa europea, come può vedersi ncll'itAenoeum, numero
1.S gennaio 1856, quando io era amministratore ecclesiastico degli Indiani di Robinal (Vera-
). L'Jdarro, parlando del Padre Flores, ci fa sapere che fu Religioso di santa vita, e valente
-«Sfatico di lingua Cakchiquel nelP Università di Guatemala, e che il suo lavoro fu e sarà
^S^re di molto profitto a quelli che vogliono apprendere quella lingua; e che Analmente scrisse
^ cose non meno importanti, come la Theoiogia degli Indiani (1 volume in foglio), e I'Esposizione
^<A Dottrina Cristiana, adattata alla capacità di que' naturali. Mori Tanno 1773.
227. Flores. — Resolucion moral a varias dudas de los Misio-
x^os de China: por el P. Fr. Miguel Flores de la Provincia
S. Juan Bautista. 1684.
— Respuesta a los puntos en que los Vicarios Apostolicos
China pretenden sujetar à los Regulares. Ano de 1686.
Cosi PHuERTA (Esiodo, ec). Il Padre Flores, giunto dalla Spagna alle Filippine nel 1674, il 1676
"^ andato alle Missioni della Cina, dove evangelizzò con molto zelo. Dopo 11 anni tornò alle Filip-
- :» donde il 1689 parti con alcune gravi commissioni per la Spagna, e quivi mentre attendeva
- Sbrigo di esse, mori nel Convento di S. Gii, il 16 di novembre del 1702.
228. FocHER. — Arte de la lengua Mexicana por el P. Fr. Juan
^ ^her de la Orden de S, Francisco.
Nativo della provìncia di Aquitania, studiò nella Sorbona, dove consegui il grado dì
V)re in diritto. Poi vesti V abito Francescano nella stessa provincia, e vi compi anche gli
^ di Teologia. Ne' pruni anni della conquista del Messico, si recò missionario in quelle regioni,
^ breve si rendè valentissimo nella lingua dei nativi , che evangelizzò per oltre quarant' anni :
Qnahnente mori nel Convento di Messico il 30 settembre del 1572. Compose una Grammatica
190 FODERE
(Iella lingua Messicana, che non sappiamo se sia andata smarrita, o resti ancora ignorata ed inedila
in qualclie Biblioteca. 11 suo nomo figura in molti documenti imporlantissimi del Messico, come
si può vedere in quelli testé pubblicati in Madrid col titolo di Gartas de Indias, ec Madrid, t878.
fitam,, 229. Fodere. — Narration historique et topographique des
Convents de V Orare S. Francois et Monasteres de S. Claire , erìgez
en la Province anciennement appellée de Bourgougne , apresent
de S. Bonaventure. Enrichie des singularites plus remarquables
des villes et lieux ou les dicts Couvents sont situes , et ou
primerement est une compendieuse deduction du progrez du-
dict Ordre de S. Francois , depuis son origine jusques a V erectioii
de la diete Province, sous le titre do S. Bonaventure, le tout
exactement recueilly des aneiens documents par le R, P, Fr.
Jacques Fodere, Religieux de la Reguliere Observance dudict
Ordre, dediée aux Peres de la diete Province. A Lion, ches Pierre
Rigaud , rue Merciere aux deux coings de la rue Ferrandiere , a
r inseigne de la Fortune. MDCXIX. Avec aprobation des Docteurs
et privilege du Roy.
È un grosso volume in 4, e trovasi nella Kiblioteca Naziunale dì Parigi. Libro preziaso per
la topografìa e le notizie d'ogni maniera, che dà di tutti i conventi della Provincia e de'laogbl
in cui esistevano: né manca di nomi e fatti gloriosissimi, anche delle nostre Missioni, e sopra tatto
della virtù e dell' eroismo cho i Francescani addimostrarono al tempo che i Calvinisti invasero li
Francia. Sono racconti di una semplicità e pietà , che profondamente commovono. Ne daremo un
saggio.
L'anno 1562 i sopra detti eretici dettero l'assalto a Lione. E inutile il dire che il Convento
de* Francescani fu preso specialmente di mira, perocchù era quivi il corpo del serafico Dottor S.
Bonaventura, una preziosa pianeta già usata dal santo, e ricchissimi ornamenti della sua cappella
e della chiesa. Vedendo che i nemici stavano por entrare in città, due di que' Religiosi , rane
di nome Giacomo Astieri, l'altro, Filippo Terrier, all'insaputa di tutti gli altri , scavata una
profonda fossa nel giardino , vi nascondono ogni cosa per modo che fosse impossibile il
rinvenirla. Pochi momenti dopo i calvinisti, abbattute le porte del convento e della chiesa, vi
si slanciano dentro come belve feroci; e ti capitano, fattisi menare dinanzi quanti eomponevanu
quella famiglia, l' interroga ad uno ad uno dove abbianu nascosto il corpo di San Bonaventura. Nes-
sun rispondei Io vetu: connaitre le lieu (grida feroce) qui rècèle le corpi de Bonaveniwrtl —
— ^oun ne le savoiis ! ù la risposta di tutti. Li minaccia di terribile morte : e nessuno se ne com-
move, ripetendo tranquilli: .You< ne le savons! Come se tanta serenità lo avesse colpito e imi-
tato in altro, comanda che siano tutti condotti alla porta della città, chiamata La Croix-Roosse,
e quivi lasciati liberi ; eccetto il Guardiano P. Fr. Giacomo Gaiete. Quelli dunque, dice il Foduk,
• comme pauvres brebis cgarées sans pasteur, se réfugièrent les uns au coste de Bourgoogne, te
autres en Savoie, ou il fureut très charitablement recus par les Ueligieux et Couvents de l' Ordre. Or
ces tygres enfcrmòrent le bon pòro Gaiete, Gardicn, dans la chambre du thrésor où on tonoit les re-
liques de Saint Bonaventure, avec menace de l'y fairc mourir de faim, s' il ne leur metoit en
main l'argenterie et orncmenls. Commede faict, ils ne lui donnoìent que par fois et grands ìd-
lervalles un bien peu de pain; mais plusicurs pies matrones du quarlier de Saint-Nizier lui ten-
doient souvent quelques morceaux de pain au bout d' un baston, par la fenestre de la diete cham-
brette qui donne dans l'église; mais elles ne lui pouvoient donner a boiro a cause du treiUisd«
fer qui étoit a la diete fenestre (e fu costretto a bevero urinam in biretotj, et fut dètcna en
PODERE 191
cette inhamaìne tyrannie trois sepmaines, pendant lesquelles les heretiques écrivoient souvent
aax sosdìts Pères, Frères J. Astleri et et P. Terrier, que sMls vouloient déclarer le lieo, où estoient
les reliqnes et joyaux, ils mettrotent le dict Pere Gaiete en liberto sans lui faire aucun mal. Au
contraire le saint Pére fassoit journellement escrire d'autrcs lettres aux susdits deux Religieax, avcc
de très grandes comminations au nom de Dieu et imprécations de sa malédiction, qu' ils se gar-
dassent bien de ce faire, leur représentant que les heretiques estanl trattres à Dieu et perfldes à
la Religion , ils le seroient encore mieux aux bommes. Et jà fut que moyennant ceste déclaration ,
Ils lui donnassent la vie , il proteste devant Dieu qu' il ne vouloit, et disoit n' étre convenable de
racheter ce peu de jours qu' il auroit encore de reste , altendu son aage , avec des thrósors si ine<
stimables. Chose, certe, qui tenoit tous nos Maistres et Peres de Province en une extréme perple*
xité: car, d'une parte, ils ne désiroient rien plus ardemment que de racheter ce saiQct homme, et
d'ailleurs ils craignaient de perdre et l'un et l'autre. Or durant ces trois sepmaines, ces faux mi-
nistres de Sathan venoient tous les jours disputer contre lui estimant le convaincre; mais cora-
me il estoU très docte et verse en toutes bonnes lectres, principalment en la lecture de la Bible
(la quelle on tenoit qu'il scavoit presque toute par coeur), il les rendoit si muets qu'ils s'en re-
toornoyent confus et honteux, et sortout ils monstroil un coeur généreux et embrazé en la foy
catholique, quand le Ministre Viret (il capo de' Calvinisti) preschoit en la grande chalre de l'Egli-
se. Car a tous les articles qu'il preschait contre la croyance chrétienne, le saint Pere Gaiete, qui
l'escoutoit despuis la diete fenètre, lui respondoit et crioit tout haut: Tu as menti, faitssaire, et
avec une hardiesse incroyable , exhortoit les auditeurs à ne croire ce que cet impostcur disoit,
les animant à demeurer fermes en la croyance de l' Eglise. Durant ces trois sepmaines ( chose de-
plorable à larmes de sang), les cerbòres qui ne cessoint de bécher, fouir et terraillier par tous
les colngs du couvent, cherchèrent tant qu'ils trouvèrent là où estoit le corps precieùx de saint
Bonaventure et aultres joyaux de l' Eglise. • E qui il cuore ci si spezza , dicendo a' nostri lettori
quel che già sanno , che cioè abbruciatolo nella stessa piazza del convento , ne gittarono le ceneri
nel Rodano t Poi cavato fuora dalla prigione il Padre Gaiete con un officiale cattolico , parimente
prigioniero, chiamato Saconnay, que' feroci eretici li avviarono fuora del convento, dando loro ad
intendere e qu'on les menoit a Rouanne (qui sont les prisons royales de l' anitre costò de la Sao-
ne); mais le bon Pére Gaiete par un esprit prophétique cognoissant leur perfldie, se toùrna vers
son compagnon , et lui dict : Gourage , mon capitaine , voici l' hcurc qu' il faut recommander nos
ames à leur Crealeur et penser a nos consciences , car dans moins d' un cart d' heure nous nous
tronverons devant son tribunal; mais si nous mourrons conslants en la foy asseurons-nous qu'il
est tout prét de nous recevoir. — Les satellites qui les conduysoient , s'eflTor^ient de leur falrc
croire, qu'on les menoit esdictes prisons. Mais ce sainct homme s'arrestant contr'eux, leur dil:
Ponrquoi prenez vous plaisir de mentir aussi hardimcnt, car jo s^y le contraire de ce que vous
dites? — et se toumant de rechef vers le capitaine, lui dict: Ne vous arrestez pas à ce que ces
perfldes disent, ains pensez bien à votre conscience et recommandez votre ame à Dieu pour mon-
rtr en sa grace. Sus donc, mon capitaine , courage, si par cy-devant vous n' avez paz appréhendè
les arquebusades des ennemis, ains avez toujours bataillé d'un courage invincible por le nom et
religion de Dieu, monlrez-vous a présent d' autant plus généreux que vous en allcz recevoir la cou-
ronne , car je vous asseure en véritó que nons ne passerons pas le milieu du pont de Saóne. —
Et arriva ainsi: car estant parvenus au milieu du dict pont, ces barbares donnèrent cinq coups
de poignard au capitaine, et le jetèrcnt dans la rivière. De là ils dirent au bon Pere Gaiete qu'il
luì en falloit faire autant; le quel respondit qu'il en étoit très content, requórant qu'on lui per*
mist premièrement faire sa ^evotion ; et se jette proptement à genoux , fait la signe de la croix sur
la terre et la baise. Quoi voyant, un des enfants de Bélial lui donne un grand' coup de pied, di-
sant: — Nes s^urais tu prier le Seigneur aans tes superstitions ? — Lui ne se souciant ni des cou-
ps, ni des parolles, lève les yeux et les mains au ciel, rendanl actions de graces immortelles à
Dieu de la faveur qu' il recevoit de se voir digne de mourir pour la gioire de son nom et défense
de sa Religion. Puis prononcant haulicment sa priérc, si pie, si chrétienne , si ardente, avcc de
paroles si doctes et pénélrantes òs entrailles des assistants, que la plupart fut provoquée aux lar-
mes. Les autres de furie et de rage lui donnèrent cinq coups do poincte d' hallebarde , et le jetè-
rcnt dans laSaone, et ainsi rendit l'ame glorieuse a son Dieu par le martyre. » L'anno appresso
il suo corpo fu rinvenuto da alcuni battellieri • d'une paroisse à deux lieues loin de la ville, au
rivage du Rhone; mais (qui est remarquable) le corps estoit encore tout entier, sans estre cor-
192 FONT - FRATTA MAGGIORE
America
rumpu, revestu de son habit et ceint de sa corde. Et de là les paroissiens T emportèrent prooes-
siunellement et T eiiterrèrent fort solenncUement en lear cglise, d'où ils ne voalnrent JamaU k
laisser enlcver, disant que e' étoit tout leur bonheur, et que par ses mérites ils ont reca plUHieius
hénóflccs de Dieu, comme cortes nous Ics devons cruire et lenir pour un bienherreox maiiyr. •
Credo che la Osservante Provincia di S. I^ovico di Francia renderebbe un grande seniiio
a sé e all'Ordine, se procurasse una novella edizione dell'opera rara ed InteressantìMima dd
Fodere, ed avrebbe larghissima dilTlisiiine.
MS. 230. Font. — Diario que formò el P. Fr. Fedro Font, Predi-
cador Apostolico del Colegio de Santa Cruz de Queretaro, sacado
del borrador que escribió en el eamino del viaje que hizo a
Monterrey y Puerto de San Francisco , en compania del seaor
Teniente Coronel de caballeria, Capitan del Presidio de Tubac
y Comandante de la espedicion de conduccion de familias y
soldados para el nuebo establecimiento de aquel Puerto D. Juan
Dantista Dechura, por orden del sefior Balio Don Antonio Buca-
reli y Urcia, Teniente General de està Nueba Espana, comuni-
cada al R. Padre Guardian del Colegio de S. Cruz de Quere-
taro Fr. Romualdo de Cartagena por carta que escribió dada a
2 de Enero de 1774 e intimada a mi por dicho R. Padre Guar-
dian por carta en fecha 20 de Enero de dicho ano , con encargo
de acompanar el dicho senor Comandante en todo el viaje y de
observar las alturas del camino.
Manoscritto in foglio, della Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. È aggianta
al Diario una Mappa geografica di tutto il viaggio. La sua importanza si manifesta dal solo titolo,
senza che noi vi aggiungiamo parole.
aiamp.
231. Fratta maggiore. — Vita dell' apostolico eroe S. Giacomo
della Marca , dell' Ordine de' Minori Osservanti di S. Francesco :
opera del M. R. P. Giuseppe Arcangelo da Fratta Maggiore dei
Minori Osservanti, ec.
Un volume in 8, di cinque carte preliminari numerate, e 358 pagine, con l' immagine del Santo.
Seconda edizione. Napoli, dalla Tipografia di Luigi Banzolì, Largo S. Giacomo Maggiore, n. t3. ISSI.
— La necessità e l' eccellenza dell' Opera Pia di Terra Santa,
esposta dal M. R. P. Fr. Giuseppe Arcangelo da Fratta Maggiore,
Minore Osservante ec. Terza edizione per cura del P. Cherubino
da Forio, Commissario della Terra Santa in Napoli. Napoli, dalla
Tipografia Flantina, 1842.
Un volumetto in 8 piccolo, di ita i>agine.
FREJES - FRBMAUT 193
232. Frejes. — Historia breve de la conquista de los estados
independientes del Imperio Mexicano , escrita por Fr. Francisco
Frejes, de la Orden de N. S. P. S. Francisco, Cronista del Colegio
de Nuestra Sonora de Guadalnpe de Zacatecas. Zacatecas : Impronta
a cargo de Antonio Villagrana, 1838.
Un TOlmne in 4, di 166 pagine. Opera, dice il Brasseur (Biblioth, Mex, GuaUJ, che contiene
interessantissime notizie, e in generale poco o nulla conosciate, intomo alle conquiste Spagnuole del
Michoacan, della Nuova Galizia, di Yalisco, del Colhuacan, e della Sonora. Nello scriverla, l'Autore
si giovò di Cronache manoscritte de' Conventi ed Archivi di Guadalajara e di Messico.
233. Fremaut. — De Serephiensche Palmboom of levens van
de heiligen en vermaerde mannen en vrouwen vit de dry Orden
van S. Franciscus door P. Benignns Fremaut Minderbroeder-
Recollect. Uitgegeven en vermeerderd met de levensschetesen
der heiligen en gelnkzaligen die na de dood des schryvers in
het getydenboek der Orde geplaest zin; door de Minderbroeders-
RecoUecten der Provincien van S. Joseph in Belgio St. Trniden,
Eoekdrukkery Vanwest-Pluymer. 1867.
Sono l'i grossi volumi, in 8 grande. Il titolo dell'opera è Palmeto Serafico, che contiene giorno
per giorno di ciascun mese dell'anno la vita de' principali santi, beati, venerabili, o distinti nomini
dell'Ordine: opera pregevolissima, perchè scritta dall'Autore sopra documenti autentici, che studiò nei
principali Archivi d'Europa. Questa è la seconda edizione fatta su la prima, ma accresciuta, come
dice il frontespizio, da' nostri Padri del Belgio. Della prima edizione si servi l'abate Guerin per
pubblicare il suo Pdltnier SéraphiquBt ou vie des saints et des hommes et femmes illutires des
ordres de Saint-Fratifois. Bar-Le-Duc. TypograpìUe des Célestins 1875, parimente in 13 volumi in
8, che è la stessa opera del Padre Fremaut ; ma disgraziatamente egli l' ebbe qui ò là interpolata, e,
quel che più è a dolere, lasciò di citare le fonti a cui l'Autore attinse, e da lui fedelmente
riferite. La raccolta del Padre Fremaut è importantissima per la storia delle nostre Missioni. Vi
sono stupende biografìe de' principali nostri uomini Apostolici, che evangelizzarono fra le varie
genti della terra. »
« Le Pere Benigne Fremaut (dice lo stesso Abate Guerin, Palmier Séraphiquey tom. I) nacquil
en Fiandre vers le milieu du XVII siede; ... et devenu homme, il résolut de quitter le monde
pouf se consacrer a Dieu, et il demanda l' habit de Saint Francois. Au couvent, 11 donna l' exemplc
de toutes les vertus et en méme temps il se livrait a l'ctude avec ardeur, résolu qu' il était
à se consacrer tout entier, corps et àme, au bien du prochain. ... Le General de l'Ordro, Joseph-
Ximenes Samaniego, voulant réformer la discipline de l'Ordre un pen relàchée ( neUe Provincie di
Napoli), appela a Rome les plus pieux et les plus parfaits Religieux; e' est ainsi que Benigne
Fremaut fut appeló le 30 luin 1680 . . . C'est pendant son sejour a Rome qu'il concut l' idée et
le plaìn du Palmier Seraphique. Il se mit a l'oeuvre soutenu par les encouragcments et Ics
conseils du vénérable Pere Harold, qui, lui aussi, avait écritdes vies de Saints et de Bicuheureux.
Il parcoumt presque toutes les Provinces de l'Ordre pour rechercher des docnments et des materiaux,
et à force de travail et de persévérancc, il eleva aux personages celebres de l' Ordre Seraphique un
magnlflque monument. Puisse l'abrégé que nous donnons de son livre fai re qnelque bien dans le
monde, et jeter dans les ames de bonncs semences. Il morut a Gand en age trcs-avancé en 1734. •
L'opera trovasi in tutte le Biblioteche de' nostri Conventi nel Belgio.
13
194 FRICCIUS - FUENTE
234. Friccius. — Indianìscher Relìgionstandt der gantzen
newen Welt, beider Indien gegen AuflF und Nidergang der
Sonnen. Schleinigister Form ausz grundtlichen Historien, Son-
derbar desz Hochwirdigen Vatters Francisci Gonzagen Baifds-
serische Ordens croniken , und Didaci Vallades , geistelicher.
Rhetoric zusammen gezogen, und auszm Latein in hochteutsch ^
verwendt: Durch F. Valentinum Friccium Barfusser Ordens, F. _
D. Matthiassen Ertz Hertzogen in Oesterreich, ec. Getruckt zil«
Ingolstadt, durch Wolfl^ng Eder. 1588.
America
Un volume in 8, di 15 carte preliminari e 200 pagine. Opera rarissima e quasi soonoficinti.
è la traduzione d' una parte dell'opera del Gonzaga, De origine Seraphieae Religionit, e di oaa parte
della Reihoriea Christiana del Padre Vallaoes : il Padre Friggio ne ha composto come un nuovo
lavoro, che in modo speciale riguarda le Missioni . Delle opere del Gonzaga e del Vallàdis diremo
a suo luogo.
235. Frydal. — Geschiedenis der twee Konder en vqt Marte-
laars van Japan Zalic verklaard door Z. H. Pius IX. op 7 Julii 1867,
door P. F. Franciscus-Xaverius Frydal Minder brooder Recollect.
Gent J. B. D. Hemelsoet Druker bij S. Baafskerk 1867.
Un volume in 8, di Vili e S19 pagine. È la storia di 350 Martiri Giapponesi beatificati dal
Sommo Ponteflce Pio IX il 1867 , scritta dal Padre Francesco Saverio Frydal della Provincia del
Belgio, che fui lieto di conoscere personalmente nel nostro Convento di Anversa.
236. FuENTE. — Memorial al Rey del P. Fr. Diego Joseph
de la Fuente Procurador general de las Provincias de Indias
del Orden de nuestro Padre S. Francisco, en que expresa las
providencias que se iuzgaron necessarias a fin de emprender
ìns Misiones de los Talamancas. Ano de 1737.
Stampa senza data dì luogo, di lu pagine in foglio; rarissima. Mostra le grandi Cattclie e
difficoltà incontrato e sostenute da' Francescani per la conversione di que' selvaggi Talamancas de^quali
già si ò parlalo. Di questi ducumenti nelle Biblioteclie ed Archivi di Spagna se ne potrebbe rac-
cogliere dei volumi : essi rimangono affatto ignorali, e nondimeno sono di grandissima imporlania per
la storia dello Missioni nelle conquiste Spagnuole. Onde stimiamo far cosa utile pubblicar qui per
intero «luesto del Padre de la Fuente.
« Scnor.
• 1. Fray Diego Joseph de la Fuente, l^rocurador General de las Provincias de Indias del Onkn
de nuestro Seralìco Padre San Francisco, puesto a los Reales pies de V. Mag. con ci mayor reapeto,
dice : Que en el Ythsmo, o Lengua do Tierra, que se dexa ver entro los dos Mares de Sur, y Norte,
desde el Reyno de Goatemala a el de Panama, y Puertu-Velo, habilan siete naciones de Indiofi
infleles, y barbaros, tan numerosas, que la primera, Uamada de los Talamaneai, eicede de doee
iiiii iiidividuos; la segunda, nombrada los Terravoi ^ passa de cinco mil; la terccra, que se dice
FUENTE i95
los Toxaru, se reputa por mas de seis mil; y la quarta , entendida por de los ChanQuenet , snpercrece
al numero de catorce mil, seguo el practico conocimiento, que empleados en las apostolicas tareas
de su ministerio, han adquirido y observado de ellas los Religiosos Missioneros del Colegio de
Christo Sefior nuestro Cruciflcado de Goatemala, quienes de noticias ciertas, y por comunes
admitidas entre aquellos Indios, saben que a estas quatro se siguen otras tres naciones, que
Uaman los Bonugues, los Zegwu, y los Guaimies.
« 2. Todas siete, estando situadas en medio de la chrisliandad, tan cercanas entre si, que
(por la estrechez de la tierra) se puede en dos dias transitar de una a otra, se miran circumvaladas:
por un costado, de la Provincia de Costa- Rica al Aquilon : por otro, de la de Chirique, y Yeraguas
al Mediodia: y por los otros dos de los Mares de el Sur, y Nortc, que contienen tanta immedia-
clou, que es facil passar de el uno al otro, por medio de la nacion Talamanea (de donde toman
estas montafias, y sus reducciones el nombre) en menos de diez dias.
« 3. Yivieron en su antigua, ciega, y deplorable gentilidad, sin que alguno les huviesse
iluminado con la luz de el santo Evangelio, basta que el venerable Padre Predicador Apostolico
Fr. Antonio Margil de Jesus, Fundador del citado Colegio, con la ocasion de bacer Missiones en
la Provincia de Costa-Rica, tuvo noticia de ellos; y deseoso de que conociessen las verdades do
nnestra santa Fé, se entrò por aquellas desconocidas tierras con su compaSero el Padre Fr. Mel-
chor Lopez de Jesus, logrando ser los primeros, que empezaron a desterrar de ellas el gentilìsmo,
y desde entonces se continuaron las reducciones, por el cuidado del Colegio de Goatemala, pro-
veyendolas de Religiosos, a proporcion de la necessidad, con tanto fruto, que a costa de impon-
derables trabajos, y peligros, se llegaron a ver en el aSo de 1709 diez y seis pueblos formados
eoa crecida poblacion: de suerte que el menor passaba de 400, y algunos excedian de mil Indios:
aviendose en todos fabricado Iglesias, donde se tributaban a Dios los debidos cultos.
« 4. En este afio el Cacique principal, llamado Presveri, sin mas motivo, que la desgracia
de apetecer su primiera ceguedad, y barbaro libre goviemo , commoviò a los demas Indios , que
faciles , segun suelen por su observada inconstancia , le siguieron : y rebeldes, valiendose de las
annas , dieron muerte a diez soldados , una muger, y un nino ; y de los Religiosos quitaron la
Vida a los Padre Fray Pablo de Rebullida, y Fray Antonio Zamora. Y buviera passado su tyrana
sublevacion a mayores excessos cn las vidas, a no averlas podìdo libertar los demas, que aviendola
con anticipacion prevenido, pudieron retirarse; porque su amotinado despecbo creciò basta suble-
varse enteramente de los diez y seis pueblos ; los catorce , quemando las iglesias , y profanando
con sacrilega bostilidad los altares , y vasos sagrados : de suerte que solo se mantuvieron paciflcas
las dos poblaciones, llamadas Borucat y San Francisco de Terrava» situadas con alguna distancia
de las referidas, y basta aora permanecen con Religiosos, que continùan instruyendolas.
« 5. El Governador de Costa-Rica Don Lorenzo Antonio de Granda y Balbin, entendido del
socesso, temiendo que tanta multitud do Indios acomeliesse a aquella Provincia, y previniendo
mayores estragos , si hacian alianza con los negros Sambos de la isla de Mosquitos ( que es lo que
requiere la mas seria atencion, por lo que se expondrà a Y. Mag.) entrò con 300 hombres por la
Boruca en los pueblos sublevados , y baciendo que su Theniente se internasse con 200 en la Ta-
lamanea, consiguiò desvaratar los rebeldes, y de ellos bizo prisioneros mas de 500 con el Cacique,
principal motor, a quien bizo dar su merecido castigo, repartiendo los demas vencidos entre los
Espanoles de Costa-Rica, donde se mantuvieron basta que despues se agregaron a otros pueblos
de Indios de aquella Provincia.
« 6. De todo con justiflcacion de autos, y en carta de dos de Enero de i7ii el Marques de
Torre-Campo Don Torìbio de Cossio, Capitan General, y Presidente de Goatemala, dio quenta a Y.
Mag. quien por su real cedula, expedida en Madrid a 1 de Septiembre de 1713 fue servido ma-
nifestar su gratitud con los que concurrioron a lo executado, y mandar, que en quanto al fomento
de Missiones, con assistencia delSuperior de estas, se convocasse una Junta de Ministros, y per-
sonas practicas de aquellos terrenos, donde se discurriesse con la mas seria prudente reflexion lo
que fuera mas a proposito , o para restablecer las Missiones de la Talamanea , o para fomentar y
poner en termino de perfecta defensa las de Boruca, atendiendo a que en ningun tiempo los
negros Sambos puedan tener comunicacion con los Indios, que median desde Costa-Rica a Panama,
determinando, segun la mayor parte de votos, lo que se considerasse mas acertado, y executandolo
con tanta brevedad, que a ser possible, se ganassen las horas en su practica, y de todo se diesse
qiienta a Y. Mag. en primera ocasion.
196 FUBNTE
« 7. Ed camplimiento de està real cedola, vteta la respuesta fiscal, y pan. deliberar ooft
mas conocimiento, se pidiò informe al maestre de campo Don Francisco Brano Serrano, theniepte
de oilcial real de la Provincia de Costa-Rica, quc accidentalmente se hallaba en Goalemala; y
por el que dio en 5 de Septiembre de 1716, espuso: Seria may conveniente, y aun neoesaario,
restablecer la Missiones de Talamanca, assi por la mayor gloria y exaltacion de nuestra Santa Fé,
que podia esperarsc de la conquista espiritual de estos Indios , y demas naciones , qoe se les
siguen , corno porque su restablecimiento scria el medio de impedir , que los negros Sambos se
comuniquen, unan, y aun pucblen la Talamanca, formando todos un basto formidable cuerpo^ que
causarla notablo iniiuietud y petjuicio a la provincia de Costa-Rica.
« 8. De que assimismo se seguiria non leve servicio a V. M. y a los dos Reynos; porque
continuando las Missiones en forma de sacar los Talamancas a la comprehension de Boruca, que
cs de igual temperamento, se formarla una Provincia, que sirviendo de escala para Panama, rio-
diesse crecidas utilidades, por la fertilidad de sus frutos, en especial el de hilo morado, y pìta, v
jiallarsc commodamentc cercana a sitios donde abundan las perlas.
« 9. Pero que no convenia restablecer las Missiones , formando las iglesias y paebloe en U
misma Talamanca, por ser montana muy aspera, y de terrenos, que por su fragosidad pudieraD
diflcultar la sujecion do los Indios: y que assi le parecia ser mas util sacarlos todos a qoe po-
blassen en la provincia de Boruca, cuyo temperamento en nada era contrario a su complexioD,
segun noticias, y cxperiencia, por un pueblo, que de ellos formò el Padre Predicador Apostolico
Fray Pablo de Rebullida; pues no solo no se ha disminudo, sino antes bien aumeotado: con lo
que concurria hallarse situada està provincia en tiorra liana, con rios, y proporcionados montes,
y en todo a proposito para la manutenciou de sus habitadores.
< 10. En quanto a los medios, y practica de està empressa, representò ser preciso asststir a
los Padres Missioneros con la escolta de 100 soldados, mantenidos puntualmente por los anos que
fuessen necessarios, basta la mas assegurada permanencia de las Missiones, y sacar todos los Indios
de las naciones expressadas, remltiendo a cste fin el dinero en que se regulassen los gastoe a
Costa-Rica, por no tener la caja de està para suplirlos, ni aun para cumplir los annuales de aqnella
provincia.
e 11. Y que corno se fuessen sacando los Indios, y fomentando los pueblos, se hiciessen conducir,
para su mayor seguridad y sujecion, algunas familias de Espanoles, costeandoles los viages, y
repartiendolcs tierras que poder labrar. Y concluyò , proponiendo olras providencias en orden a se-
iìalar terminos a los lugares, y declarar la division, que debian tener los reynos Goatemala, y Panami.
• 13. fjon vista de este informe, se celebrò Junta de reducciones el dia 9 de Septiembre del
proprio ano, y en ella, comò tambien en la de Real Hacienda, celebrada el dia li se resolviò,
cntre otras cosas : Que para la seguridad, y escolta de los religiosos Missioneros, y sigetar nneva-
mente a los Indios, ({ue despucs de reducidos se avian negado a la obedicncia, se reclatassen eo
la provincia de Costa-Rica cinquenta hombres, los mas cxperlos, y de mayor satisfaccion para el
caso, y quu a cada uno de los Religiosos so les assistiesse annualmente con 200 pesos para su
manutcncion, quc era lo mismo que sicmpre se ha acustumbrado senalar a semejantes Missioneros,
mandando que los Oflciales de la caja de Goatemala remitiessen a los de la provincia de Nicara-
gua, y estos a la de Costa-Rica ocho mil pesos para los gastos acordados.
t 13. Entendida està resolucion, y considerando el Padre Predicador Apostolico Fr. Alonso
del Castillo , Guardian de aquel Colegio , lo insuflcionte do la cscolta assignada en el numero de
hombres, y que de no continuarse mas anos que los que tardarian en gastarse los ocho mil pesos,
seria perder con nuevo dolor lo adquirido en estc liempo, exponer nuevamenie las vidas de los
Religiosos, con peligro de irrcverencia a su catholica doctrina, y gastrarlc a V. Mag. frustranea-
mente la cantidad refcrida, lo representò assi al vuestro Presidente, proponiendole las rtizones, que
impedian practicar la reduccion con los medios resueltos.
• 14. Y concluyò pidiendo se formasse nuova Junta, y en ella se conUriessen varias provi-
dencias indispensable^ en el assumpto; y entre ellas, la de senalar 200 hombres, o a lo menos
150 de escolta; con tal, quc està minoracion se supliesse de Indios del pueblo de Boruca, a kis
quales se les concediera en premio el que por el tiempo de su ocupacion no pagasscn el coito
tributo de cacao con que contribuyen a V. M. Y que se senalassen annualmente ocho mil pesot
para los gastos, ademas de lo ({ue pudieran importar las provisiones, que para entablar la conqai*
sta se hiciessen.
PUBNTE 197
« i5. Admìtiose està representacion ; pero se suspendiò celebrar nueva Jnnta, a causa de
esUr pendiente un commisso de Negros en la Provincia de Costa-Rica, y averse pedido otros in-
formes. Durò este litigio muchos anos, y por consìguiente aquella suspension, basta que concluso,
y visto aver producido corta cantidad a favor de vuestra Beai Hacienda, se formò la Junta, pre-
tendida por el Guardian en el dia 5 de Junio de 1726.
« 16. En ella se determinò, que para la custodia y escolta de los Religiosos, se reclutassen,
con la calidad de por aora, cien hombrcs escogidos, y vcteranos de la provincia de Costa-Rica,
seSalandoles cabo, Alferez, y Sargento con sueldos competentcs, y se destinaron quatro synodos
para otros tantos Missioncros , a razon de 200 pesos cada uno al ano , que uno , y otro importa
11 u 330 pesos, a los quales se anadiessen por una vez 670 complimiento a IS u para el coste
de machetes, achas, y otras cosas, que debian pervenirse.
« 17. Que està cantidad se remiticssc de las reales cajas de la ciudad de Cartago con las
armas, polvora, y balas, que fuesscn necessarias ; y que los IS u pesos se guardaran en una caja
de tres llaves, con un libro dentro, quedando la una a cargo del theniente de oAcial real, otraa
el del cabo principal de la escolta, y otra a ci cuidado del Supcrior de las Missiones, o su syndico,
perdonando por quatro afìos, con la calidad de poder prorrogarselcs , cn vista de informes , a los
Indios de Boruca el corto tributo, o reconocimicnto, que pagan en cacao, para que pucdan assistir
a lo que la prudencia do los Beligìosos los aplique.
« 18. Que para cscusar a V. Mag. la manutencion de presidio, medio de conservar en ade-
lante lo adquirido, solicitasscn el Govemador de aquella provincia, el capo principal, y los Misslo-
neros la rcmission de cien familias de la misma provincia de Costa-Bica, que es la mas immediata
a dichas redncciones, para que se pueblen en el centro de las situaciones, que se eligieren para
los redncidos , costeandoles la conduccion , y dandoles casas y tierras compctentes , a cuyo fin se
hiciesse consulta a V. Mag. para que por via de Panama , o del Registro de Honduras se sirva
mandar remitir de las islas de Canarias doscientas familias, con prcvencion de armas, para que se
establezcan en el valle de Boruca y tierras cercancs a las nuevas poblacioncs, que se han de eregir.
« 19. Y que para los gastos de scgundo, y tercero aiSo de ascolta , y reducciones se remitan
ocho mil pesos en cada uno, quedando a cargo de los Missioneros el informar lo que se podrla
moderar en los siguientes, con refle\ìon a las cargas de la Beai Hacienda, y crccidos gastos, que a
V. Mag. se ofrecen en estas, y otras semejantes reducciones; y se prohibiò a los cabos, vecinos,
y soldados el poder sacar de los pueblos algunos Indios de los reducidos, con especialidad los
fMirvnlos, previniendo, que en caso de salir alguno para viages precisos , lo huvicssen de bolver ,
segnn lodo mas latamente resulta del testimonio, y copia de autos adiuntos, que Y. Mag. puede
mandar reconocer.
< 20. Quasi al tiempo de està determinacion sucedio en Goatemala la violenta muerte de un
ecleslastico presbytero, la de su crìada, y un niilo, que fuc el orìgen de las grandes dissensiones,
y turbulencias , que acaecicron entre vuestro presidente Don Antonio de Echevers ySubiza, y 01-
dores de aquella audiencia, especialmente el decano Don Thomas de Arana, que se reftigiò a la
ìmmnnidad del referido colegìo de Ghristo senor nuestro Crucifìcado, por cuya causa no se llevò
a debldo efecto lo determinado en la citada Junta, ni basta aora se ha puesto en execucion.
« 21. Siendo, comò es, tan urgente la necessidad de practicarse, y mucho mas la de que
La escolta de los Beligiosos consto a lo menos de los cien hombres sefialados , por no ser possible
uygan la verdad de nuestra santa Fé tan barbaros rudos paganos, sin que ante todas cosas se as-
seguren las vidas de los Missioneros ; pues segun el impetu de su brutal flereza, importarà tan
poco el perderla» , para atraerlos al conocimiento del verdadero Dios , comò si se perdiessen entre
solo fleras: en cuyas circunstancias, siendo preciso para reducir este genero de gentes instruirles
lo que toca à la vida animai, y civil, domesticandolos antes de enseilarles lo perteneciente k la
cspiritual, necessitan los Predicadorcs Apostolicos ir defendidos con mano militar, corno V. Mag.
ha resuelto repetidas veces.
• 22. Y en la presente milita snperior razon; porque siendo a quellos Indios tantos en nu-
mero, y tan diestros en el manejo de sus armas de lanza, flecha, sin suflciente escolta se ve-
rin precisados los Beligiosos, siempre que aquellos se embriagan ( vicio en que incurren con fire-
quencia) a retirarse, y vivir ocultos en los montes a la inclemencia de los temporales, basta que
passada la embriaguez de los Indios, puedan restituirse.
« 23. A cuyo no despreciable rìesgo se signe otro mayor, y pomun a loda la provincia; por-
198 FUENTE
que los negros Sambos de la isla de Mosquitos, ocupando la costa del Mar del Norie, y con el oso d
canoas, y piragaas Uegan en qnince dias a la Talamanca, saqueando con f^equencia ras psebloi
aplicados al robo de Indios, de cayas presas, reservaDdo para si las mugeres, venden los rtJmn
a los Ingleses de Jamaica , que en pago los surten de escopetas , polvora, y balas : y es tanto i
ossadia, que se llevaron a los habitadores todos del pueblo, llamado UriSama, recien conYertMa
y bautizados, y entre ellos al Religioso Missionero Fr. Lucas Murillo, àcuyo cargo corria ra a
seiSanza, aunque este pudo libertarse, huyendo desde lo playa al Uempo del embaroo.
« 34. Cuyos eslragos, que cada dia crecen a proporcion de lo que se aumento su nido
con la pluridad de mugeres; pues se dice, que ya mantlenen basto diez mil bombres de annai
no solo se contendran, conquistondo la Talamanca, y reduclendola al dominio de V. Ua^ sin
que al mismo tiempo se impedirà , que haciendo los Sambos alianza con aquellas naciones de li
dios infleles, (que es lo que mas tcmen las immediaUs provincias de catbolicos) llegae a aer ta
copioso el numero de estos barbaros, que unidos con aquellos, y apoderados de sns provinctoi
que median entre los dos reynos de Goatemala, y Panama, o les tàlten à estos fuenas para resisi
sus tyranias , o no lo puedan hacer sin peligrosas guerras, y crecidissimos gastos, que oy pvedc
escusarse con el costo, y apresto de la escolto accordada en la Junto de 5 de Junio de i7t<.
« 35. Y comprucba cste justo recelo lo sucedido siendo Govcmador interino de Gosto-Rli
Don Josepb Lacayo; pues de orden de Annibal (que es el que se nombra rey de los Sambos M<
squitos) Uegaron algunos en sus piraguas al puerto de Matina , pidiendo tierra en que pobUrsi
porque ya eran tontos , que vivian con incommodìdad en sus Islas , y que les diessen Missioneros
que los instruyeran en nuestra santo Icy, por quercr vivir baxo la obediencia de V. Mag. aiSa
niendo que dentro de tontas lunas bolverian por la respuesto. Con esto noticia, participada pò
los de aqucl puerto al Govemador, y por cste al al Capitan General Presidente de GoalemaU, Mar
ques de Torre-Campo, se hizo instancia al Guardian del citado Colegio Fr. Alonso del Gastillo , quiei
embiò tres Religiosos, que lo fucron Fr. Antonio Yalverde, Fr. Antonio Andrade, y Fr. Ak>ns
Villarejo , los quales estuvieron en el referido puerto al tiempo aplazado por lo Sambos ; pero a?i6Dd
buelto estos, dixcron, que ya su rey Annibal avia mudado de dictamen, porqno unos Iiigleies 1
avian persuadìdo no hiciera tol cosa, pues los Espanoles los obligarian comò esdavos a trabi4>
en las minas; y por mas que procuraron desvanecerles ton mal consejo, no pudieron consegii
admitiessen lo que avian propuesto.
« S6. A visto de esto, si tontos anos ha apetecian mas dilatodas tierras para pobtoise; qu
se deberà temer de estos. gcntiles, aumentondosc copiosamente cada dia? Repetidos clamores se ha
hecho a Y. Mag. de ias hostilidades, y robos, que con frcqucncia executan, basto llevarse pne
blos enteros de catbolicos de toda la costo, desde Campechc à las cercanias de Puerto- Yelo:
siendo assi, por mas que los incline su zelo apostolico, que esperanza de fruto pueden tener k
Religiosos sin escolto competente, que pucda resistirles, a proporcion de hallarse expertos en ai
mas iguales, y en su manejo ton dìestrd^ comò los soldados? Ni comò podràn, sin dolor, expc
ner los pueblos , que a costo de impondcrables trabajos huviercn reducido à las violentas invasic
nes de esto nacion?
e %7. Fuera de que haciendo la roduccion con la formalidad de escolto prevenida, demas d
assegurarse la deseada permancncia en los flnes , se logra mas facil el provecho en los principini
porque el temora los soldados, sin. que estos les hagan extorsion , antes sì continuos benefidos
concilia, e infonde en los Indios un reverencial respeto a los sacerdotes , que los precisa a obedeoei
y a que conociendo las tinieblas de su ignorancia , admitan sin violcncia la luz de nuestra sani
Fò: y porel contrario, faltandoles el freno del tcmor, ni hacen caso de los Religiosos, ni les hac
fuerza la razon, porque no se paran a conocerla, ni aprecian su mismo bien, porque le tiene
fundado en su barbara libertod.
« 38. Y es consiguiente, que al mismo tiempo se escusen mayores gastos con el que U eseolt
puede tener; porque sin ella, seràn muchos lo anos, que se avrà de trabajar basto reducir esti
provincias, (si acaso assi se reducen) y con ella se persuaden los Religiosos, (de los quales F
Alonso del Castillu y Fr. Antonio Yaiverde actualmente se hallan en esto corte a la soUcitnd e
estas Missiones) que en diez aiSos, poco mas, o menos podràn roducirse, y cessar con su tmpc^
te el de los 3000 pesos annuos, que a cada sacerdote se acostumbran dar en estos casos para vln.
cera, hostias, socorro de sus necessidades, que con el transcurso de dilatodos aSos sapercrecers
a lo que puedo gastorso en la osrolta en los diex, que van referidos.
FUENTE - FUENTES 199
« S9. Con lo que concurre el que redacidas estos nacioneSf se formarà de ellas una numerosa
pro^w^lnda, que criando para Dios muchas almas, aumente a V. Mag. el numero de vassallos,
<Io^ le trìbuten, resarciendo por este medio quanto se gastare de quenta de laReal Hacienda; y
al Kz&ismo tiempo conseguiran crecidas utilidades los dos reynos de Goatemala y Panama, facilì-
ta.imcS.c8e a sus habitadores el passo por tierra, para el traflco, y comercios de uno a otro. Y con-
spi.v*suido a la justiflcacion , a las razones expuestas , demas del testimonio, que queda expressado,
los miìformes del Reverendo Obispo, y Audiencia de Goatemala, de sus dos cabildos, eclesiatsico ,
y s^scolar, que V. Mag. podrà mandar reconocer:
« A V. Mag. suplica se sirva conflrmar lo determinado en la Junta de 5 de Junio de 17S6,
es|>^»cialmente en quanto a la escolta, y numero de soldados, con la consignacion de sueldos, y
gasCos, que en ella se hizo, mandando que sobre su mas exacto cumplimiento , y puntual obser-
vazitsìa, se den las ordenes y providencias, que su Real agrado tuvierc por convenientes; y que
respccto de ser pocos los fusìles, que en Goatemala, y Costa-Rica se encuentran, y reusar entregar-
ìos Ics Gapitanes generales, por ser necessarios para lo que en sus provincias se ofrece, se remi-
tum de estos reynos todos los que sean convenientes a costa de la Real Hacienda , que sobre todo
se ^secute lo que a V. Mag. pareciere disponer. •
Questi documenti mostrano le difficoltà che nel loro santo ministerìo incontravano i Missionarii,
nowM. solo nella barbara natura de' popoli, che si recavano ad evangelizzare, ma ancora, e forse più,
da parte del governo di Spagna, che non valutava se no V utile materiale che ne potrebbe ritrarre,
^ ^>* Kissionari faceva stentare i miseri sussidiì, che chiedevano, e che erano assolutamente indìs-
pexm&abili. La quale condotta del Governo spagnuolo si fa sempre più indegna, come più la storia
si avvicina a noi. Non dubitiamo di affermare, che la decadenza in cui su la fine del secolo passato
^ ^ principi! del presente vediamo le missioni Americane, fu specialmente opera del governo, e non
de* Bfiasionarii e de' loro Ordini.
237. FuENTE. — De lo buono lo mejor goviemo espiritual
" politico. Por el capitan Francisco de la Fuente, Sindico Apostolico
S^xieral de las conversiones de la Seraphica Orden en este reyno
del Perù y naturai de el. Lima, Joseph de Contreras y Alvarado.
1693.
Sono due volumi in foglio: il primo di 5 carte non numerate e 693 pagine, il secondo di
non numerate e pagine 657. Libro molto raro.
238. FuENTES. — Gramatica griega literal para el uso de los
^^'O.dios de Espana y Seminario (Franciscano) de Tierra Santa,
®^ la qual se hallan los rudimentos de la doctrina Christiana
®^ griego y un breve Diccionario de los verbos y nombres mas
^^^Tines por clases para la mas facil inteligencia y manejo de
^ jxiventud: por el P. Fr. Fedro Fuentes de la Orden de S.
^^^oicisco. En Madrid: en casa de Joaquin de Ibarra, ano de 1776.
^^ ^n volume in 4. Di questo dotto Francescano già si disse parlando della Grammatica e del
^^^<^ Dizionario Arabico del Padre Ganes. Il quale in una nota al Diteurto preliminar del detto
-^Hedonario ci avverte, che in questa Grammatica t se debe tener a vista el Prologo en que
f^^^ noticia de los decretos Gonciliares y los expedidos por la Santa Sede y Capitulos Generales
jTgf*** <>rdine FrancucanoJ recomendando a los Religiosos el estndio de las lenguas orientales ,
"^**^*^<lamente la griega, hebrea y arabiga. »
ac
Jfc.
Simip.
G
239. Galvez. — Version del Flos sanctorum al idioma Japon ,
por el P. Fr. Francisco Galvez ; de la Provincia de S. Juan Bau-
tista.
— Explicacion de la doctrina cristiana en idioma Japon, ec.
A quanto ne dice il Padre Huerta {Extado, ec.) , la prima opera sono tre volami in foglio. Il P. Galvez
fu nativo di Utìel, e già diacono abbracciò l'Instiluto Francescano nel Convento di San Giovanni de
Ribera il 1600. Tre anni appresso passò alle Filippine, dove imparò la lingua giapponese, e poi parti
in Missione per quell'Impero. Esiliatone il 1614, tornò a Manila. Ma due anni appresso con inten-
dimento di nuovamente penetrarvi, sMmbarcò per Malacca ; quindi recandosi a Macao , dove rimise
un anno e mezzo: « basta quc (dice T Huerta) pintandose el cuerpo de negro, se ofreciò de ma-
rinerò en un buquc que emprendia su viaje al dicho reino de Japon el ano de 1618. Inter-
nado ya en el Japon se dedicò, sin intermision, a la conversion de las almas en el reino del Quan-
to. Despnes le destinò la obediencia a la corte de Vendo , y hallandose en la ciudad de Camaeora
fué acusado al Governador por un falso cristiano, siendo preso y conducido con ignominia al car-
cel de Yendo. Àqui sufriò con admirable paciencia indecibles trabajos, confcsò con valentia de espi-
ritu la santa Fé catolica en los trìbunales, fué azotado cruelmente y consiguiò la corona del mar-
tirio , siendo quemado vivo en la referida ciudad de Yendo el dia 4 de Diciembre del aiSo de 1693
a los 49 de su edad. La sagrada Congregacion de Ritos le declarò verdadero martir el dia 26 de
Agosto del ano del 1645. >
240. Galvez. — Memorias para le continuacion de la Cronica
de la muy Religiosa Provincia de N. P. San Francisco de las
Zacatecas. Acopiadas por Fr. Antonio Galvez. Ano de 1827.
È una giunta che il Padre Galvez fece alla Cronica de la Provincia de Zacatecas del Padre
Arlbqdi, di cui abbiamo parlato, e unitamente a questa venne pubblicata il 1827, e poi ristampata
in Mexico, por CumpUdo, il 1851.
241. Gallemant. — Provincia S. Dionysii Fratrum Mina-
rum Recollectorum in Gallia a venerando Patre Placido Galle-
mant eiusdem Provinciae DeflBnitore. Catalauni , apud Henricum
Geofifroy Typographum, MDCXLIX.
GALLIPOLI - GALLUCCI 201
».
Un volume in 8, interessante anzi necessario perla storia delle Missioni Francescane nel Ca-
nada. L'Aatore dà la biografia de' primi Padri che evangelizzarono quel paese. Libro non facile a
incontrarsi. L' esemplare eh' io studiai, appartenente alla Biblioteca Nazionale di Parigi , è anche più
pregevole per essere segnato dall' autore con queste parole a mano : Admodum dUeeto cognato meo
Francisco Le-Grand — Placidìis Gallemant anctor.
242. Gallipoli. — Trattato delle piante e immagini de sacri
edifizii di Terra Santa, disegnate in Gerusalemme secondo le
regole della prospettiva e vera misura della loro grandezza dal
R. P. Fr. Bernardino da Gallipoli dell' Ordine di S. Francesco
de' Minori Osservanti, stampate in Roma e di nuovo ristampate
dall' istesso Autore in più piccola forma, aggiuntavi la Strada
dolorosa et altre figure. In Firenze appresso Pietro Cecconcelli
alle Stelle Medicee. Con licenza de' superiori , 1620.
Un volume in foglio di 65 pagine con trentasette figure incise dal Callot. Anche l' edizione di
Roma è in foglio, e fu fatta nel 1609. 11 Padre Bernardino, nativo di Gallipoli uell' Italia Meridionale,
fa. pare, in Gerusalemme tra 1596 e il 1600, e la descrizione che ci dà de' Santi Luoghi è abbastanza
pregevole. N' è un esemplare nella nostra Biblioteca del Convento di Sant'Anna di Parigi.
243. Gallucci. — San Francesco: ovvero Gerusalemme ce-
leste acquistata. Poema sacro con gli argomenti , annotationi et
allegorie. Ove con devoto affetto si narrano la vita esemplare i
miracoli maravigliosi et i documenti santi del glorioso et Sera-
fico Padre. Con una copiosissima tavola , di Frate Agostino Gal-
lucci da Mondolfo minore Osservante Riformato. Al Serenissimo
Signore il signor Duca di Urbino. Con licenza de' Superiori et
privilegi.
Un volume in 4, di 7 carte preliminari e 536 pagine, col frontispizio inciso degli emblemi
Serafici e del Duca. Infine dell' ultima pagina si legge : € Venetia MOCXYIII apresso Barezzo Barezzi,
con licenza de' superiori et privilegi. • Seguono HO carte non numerate di Tavola delle cose. N* è un
esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze. I canti sono i5 in ottava rima, ciascuno con
annotazioni e allegorie, ricche di erudizione anche per la storia delle nostre Missioni. I versi sanno
dell'età dell'Autore. Ne diamo per saggio i seguenti dal canto VI. San Francesco inviando i suol
figli a predicare nell'universo, vede in profetica visione il Nuovo Mondo, dove conseguiranno ma-
ravigliosi successi; e lor dice:
Nò sol di qua, dove diviso il mare.
Si va chiudendo a l'ampia terra in seno;
Ma sin colà, dove più grande appare,
Et ove stringe in so tutto il terreno,
Dove Alcide arrivò, nò volle entrare.
Dove l'Italo entrò, ma venne meno
Nel più vasto Ocean ch'or giace occulto
Da' nostri remi al marinaro insulta
202 GANTE
Sltutp»
Aintriei
Occulto giace, il navigarlo è vano.
Che chi fremer rudi, cadde e merlo;
Ma verrà chi lo solchi , e chi con mano
Governi il fren del periglioso rio.
Un Colombo, an Vespucci, un Magalano,
Degni eh' a tanta impresa il cìel sortlo,
E dopo questi a cui si deve il merto.
Pia l'incerto camln facile e certo.
Voi, voi, fratelli, infjra le spine e 1' herbe
Con l'asprezza del vitto e del vestito.
Con Phumiltà, con l'astinenze acerbe.
Gol vivere ritratto, anzi romito,
Torrcte al mondo l'anime superbe,
E ne farete un parto a Dio gradito:
Questi flan nostri figli, e questi un giorno
Empiranno la terra intorno intomo.
Né sol l'ultima Tbile, e le vicine
Isole, che circonda il mar Britanno;
Ma corron le Canarie, e le Marine
Ch'a più moderni regni il pasto danno:
Indi per l' onde infide oltr* il confine
Infortunati scogli essi ne vanno;
Vanno a la Desiata, a Capoverde,
E dove il mar s'acquista, e ove si perde.
244. Gante. — Carta de Fray Fedro de Gante al Emperador
J,. D. Carlos, exponiendole sus trabajos en la doctrina e instniccion
de los Indìos. Mexico, 31 de octubre de 1532.
È stata testé pubblicata nelle Cartas db Indias (Madrid i878). Sone due carte in foglio reale.
— Carta de Fray Fedro de Gante al Emperador D. Carlos,
exponiendole el sensible estado a que tenia reducido à los Indios
el servicio personal. — De S. Francisco de Mexico, 15 de febrero
1552.
Fa parte della stessa pubblicazione, e conta sei carte in foglio reale. Un'altra, data in Mexico 17
giugno 1539, è riferita dal Daza (Quarta parte de la Chroniea ec,J,o ultimamente venne ristampata
dal Ternadx nel tomo X della sua grande raccolta di Voyaget, rélationt et mèmoiret originaux pour
tervir a Vhiftoire de V Àmerique. Paris, 1840-1841.
Altre lettere di Fr. Pietro restano inedite negli Archivi di Spagna. Ne citerò una soltanto deir
Archivio de Indiai di Siviglia, del SO luglio 1548 allo stesso Imperatore. Sfoga in essa il suo dolore
per la morte del primo Arcivescovo di Messico, suo compagno e Padre, Fr. Giovanni Zumarragi.
« Yeinte y cinco aiios estoi con este habito : estos nalurales me miran comò padre : nunca he
estado tan triste comò el dia de boi, a causa aver muerto el Obispo Zumarraga, verdadero padre
destos naturales .... Fue siempro mi eompaSero en trabajo con ellos .... Trabajò en la convenion
i doctrina destos naturales asi en lo espiritual corno en lo temporal, dandole limosnas .... A eansa
GANTE 203
Bi^ntas limosnas i obras pias asi para casas hnerfanas, corno en sostentar viadas i hacer enfermerias
1^ los Religiosos come eotre los naturales, mori ienza poter pelare la pattuita mercede al
Mtaggiorduomo, a qaìen suplico (dice Fr. Pietro aW Imperatore) se le pague. » Scrisse Fr. Pietro,
^ annotò anclie il Daza, muehat vezes (fra gli altri) a tue amigot y conoddot ReUgiotot
^iandee. Gli Editori delle Cartas db Indias ne danno la seguente breve biografia : • Gante Fray
ro, naturai de Gante, pariente muy cercano del Imperador Carlos V, y Religioso Lego de la
su de S. Francisco, paso a la Nueva Espana en 1533 con el catedrÀtico quo habia sido de la
/"crsidad de Paris Fr. Juan de Tecto e con Fray Juan de Ayora. Dedicando Fray Fedro su talento
iiegiado, su muctia virtud e inQuencia en bien das los Indios, edificò en la cornar*» de Mexico
de cien iglesias, fundò capillas, conventos, escnelas y colegios para ninos y ninas; fué el
^ero que instituyó confradlas entre los naturales, quien mejor los trató y mas simpatlas se
|o de espafioles e indigenas. Repetidas veces le dieron licencias para que se ordenase, y basta
::m ismo Emperador le rogò que admitiese el Obispado de Mexico, a lo cual contestaba, que a todas
cftìgnitades y casas orzabispales , preferia su condicion de pobre Lego y la celdita del Golegio ;
de murió de muy avanzada edad, el 39 de junio di 1573. »
Trattano largamente della sua vita, tra gli altri, il Torodemada (Monarq. Indiati, tom, L), il
k^LàNo ( Prandscui redivivus : Chroniea ee. ) ; dei quali diremo a suo luogo ; il Daza
t^rta parte della Chroniea^ ecj, e molti altrL Ma chi ami ben conoscere la storia di questo
^oe Missionario del Messico, legga il racconto, di maraviglioso effètto, che n' ha testé pubblicato
CMtro chiarissimo confratello Padre Servasio Dirks della Provincia di S. Giuseppe nel Belgio, con
sto titolo : La Frere Pierre de Mura. Sa vie et set travaux au Mexique, Gand, H. Fander
elden, éditeur ; Parie, Victor Palme ; Bruxellee, G, Lebrocquy, 1878. Anche n' ha assai belle cose
ìrassedr, Hieioire dee natione eivUieèee du Mexique et de V Amerique-Centrale, durant lee eièelee
^érieur» a Chrietophe Colonib, écrite sur dee documente originaux et entièrement inedite, puieee
e andene archivee dee indigènee, etc. Parie, Arthue Beltrand, editeur, 1858. Quattro volumi in
grande. Aggiungiamo finalmente per la storia del Messico, non esclusa l'opera di Missionari
ncescani, V Hietoire de la eonquéte da Mexique ec. di Williah Presgott. Parie, lÀbrairie de
«Ito Didot, ec. 1864.
— Doctrina cristiana en lengua Mexicana.
Un volume in 16, di 173 carte. In fine si legge: t A honra y gloria de nuestro SeSor Jesu
* y de su bendita Madre aqui se acaba la presente doctrina Xpiana en lengua Mexicana. La
^é recopilada por el R. Fr. Fedro de Gante de la Orden san Francisco. Fué impressa en casa de
I^los impressor de libros afi. de 1555. »
245. Gante. — Epistola Fr. Joannis de Gandavo Ordinis Mino-
m. Anno 1541.
Fr. Giovanni da Gand fu un altro celebre Missionario Fiammingo, de' primi Francescani che
bearono ad evangelizzare nella Nuova Spagna, e più specialmente nella Provincia di Nicaragua,
lìella città di Granata V anno 1536, quando il suo confratello Fr. Biagio del Castillo gli appalesò
^o disegno di esplorare il cratere del Vulcano, chiamato l'Inferno di Maeeaya, Unito a Frate
^cesco di Aragona, propagò largamente la fede in quelle parti fino alla morte del Vescovo Fr.
^^cesco di Mendavia , che comunicò al Consiglio dell' Indie con lettera data nella predetta città
franata di Nicaragua, il 1 gennaio 1541. Questa lettera in lingua spagnuola, con la sopra citata
'^no, trovasi nell' ArOUvio de Indiae di Siviglia. L' una e l' altra sono gravissimi documenti
^^ fatiche e delle pene d'ogni genere sostenute dai primi Missionari Francescani nel Nuovo
CHlo per compiere degnamente il loro apostolico Ministero. Metto qui il principio e la fine della
^^^ indirizzata parimente al Consiglio dell'Indie: t S. C C BL sane quam generosis et cum
^nis observandis V. D. Doctorìbus sacri ac Regalis Consilii auditoribus clarissimis, Frater Joannès
>^davo, Ordinis Minorum Regulatae Observationis, totins mundi imperium et salntem ciun
^Q>peritate pinrimam optat Snperloribos annls, domini magniflcentlssimi, plnrimomm religioflomm
S04 GAONA - GARCES
Patrum nostri Ordiais, uliorumquc prorenim vchcmcnli exortatiunc fui lacessitus, ut Indomm
peterem, ob glorìam summi maximiqoe Jcsu Ghristi, ac fldei catholicae ampliaUonem ,
solnm in velcri via, venim etiam in ea vinea oborcs froctns collectunu. Ipse vero hoc
cuniectans, quam magnam mcrccdom coUigerem» de qaa scriptum est: Majorem eharUaiem
habet qwim ut animam tìiam pimat quU prò amieìn tuis , idest proximis ; quippe ego
rupiditate ductus ser\iendi ac parendi rcvcrendorum Patrum imperiis, praecipue Reverenc
Gcneralis Ministri, ad cumplendnm quod iubebant, maximo vitac meac discrimine; tmn ob
scentcm actatem meam, quac labrirìbus iuvcntutis minime respondct, lice spondere et open eompl
socius curavi. Venim cnimvero quum in terra de Nicaragua sex et eo amplius anno8 comi
istandu opportune ci importune, argoens aequales, seniores maioresque observans, ìd(
iuniores, annunciavi verbum abreviatnm quod fecit hominus super terram, ec. •
Qui poi narra lungamente la guerra eh' egli co' suoi compagni ebbe a sostenere flerissìmt ^
quelli che maggiormente avrebbero dovuto assisterlo e prestargli aiuto. E conchinde dloem^j^^
• Precor igitur ilerumque precor benignilatem lustiliamque vestram, ut Nicaragoam proriiicL^^fa
vestrìK piis auxiliis suc^urrcre dignemini, ab ipso qui nos praetiosissimo rcdemit sanguine ellt^y^
praemia accepturi. »
E qui, poiché ho do\uto far menzione dell' Archivio de Indiaf di Siviglia, dove venne tnsponu^^
anche quello di Simancas, \oglio notare che, esaminando posatamente gl'immensi doenmentl eh^
C4)ntiene dell' America, di sole lettere inedite di Francescani si potrebbero raccogliere parecchi vcrtuil^
A mala pena io potei studiarvi un mese; e non si richiederebbe meno di un anno; tanto piA,i
manca afTatto ogni Catalogo , e non si ha i>er aiuto che i titoli delle Audiendàt , ciascuna
quali conta 50, 60, 400 e più legajo$ ( fasci ) di carte, che devi svolgere ed esaminare nna peri
Quel che si potrebbe raccogliere in questo Archivio, il più ricco delle Spagne, per la storia
Missioni Francescane, lo vedrà il lettore in altro luogo, dove metterò i semplici appunti cbe
so[>ra detto brevissimo tempo potei prendere, oltre alcuni documenti che copiai letteralmente.
s^nv. 246. Gaona. — Coloquios de la paz y tranquilidad Christiana ^
^"•**" en lengua Mexicana. Su autor el P. Fr. Juan Gaona Frand —
scano. Con licencia y privilegio. En Mexico en casa de Pedice
Ocharte. MDLXXXII.
Vìi volume in 8, di i6 carte preliminari e iii pagine. Nel frontespizio porta inciso San
Cesco, e in uuu coirla in line si legge: « A honra y gloria de nro Seìior Jesu Christo, y de su bendktt^
Madre : acabaronse de inipriniir estos rolotiuios con licencia y privilegio : en Mexico , en casa cJlt;
Pedro Ocharte, a X.XI1J de octuhn' do MDLXWIIJ. » Seguono poi alcuni versi. Secondo il BEMSTA.m3K,
questa edizione sarebbe la sei'onda: ma non ne indica Tanno. Il Tbrnaux cita anch' egli <Ì.ue
edizioni, l'uiia dei 1583, V altre del 1593. • Ma io (dice Joaquin Garcia Icazbauxta, Apunie$, te)
ho mai veduto che ipiella del i58i , e credo che sia l' unica. Che poi sia essa la prima si vedo clii;
dalla dt^dicatoria data il i6 maggio 158J, che ne ft^'e al Viceré il Padre Fr. Miguel de Zarata
pubblicò l'opera; chi' il Padre Gaona era morto sin dal 1560. Un esemplare curioso (egli continui*}
n'ho appresso di me, al quair* foglio per foglio è intraniessa e unita una traduzione manoscritta
degli stessi collociui in un altra lingua indigena, che insin «lui nessuno ha saputo dirmi cbe lìo*
gua fosse. I^ lettera, bellissima, è del secolo XVI, ed ha i titoli colorati in rosso. >
11 Padre Giovanni Gaona, o Gaonna, fu nativo della città di Burgos. Vestito P abito di smO
Francesco, e compiti gli studii di tllosolla e di t(H)logia, passò all'Università di Parigi peradd^'
torarvisi. Uichiamato in Ispagno, insegnò scienze teologiche in Vailadolid, e V anno 1538 Plmperafric^
lo scelse perche con altri compagni si recassi» alla Nuova Spagna, ove imparò a perfezione li Ung**
Messicana. Quivi fu (ìuardiano del Convento di Tlatelolco, ove insegnò Grammatica, e di qwIlP ^
Xochimilco. Nel 1554 venne eletto Provinciale, ufficio che [>oco dopo rinunciò per aver perMft ^
vista. Ove morisse non sappiamo.
M.. 247. Garces. — Diario que ha formado el Padre Fr. Frandfloo
America
GARGIA 205
Gr«i.rces, hijo del Colegio de S. Cruz de Queretaro en el viaje
Ixoolio en este ano de 1775 por mandado del Exmo Senor Virrey
Kr- D. Antonio de Bucareli y Urcua, Theniente Coronel, digo
Goxieral Virrey Govemador y Capitan General de està Nueva
Espana, ultimado en su Carta de 2 de Enero del citado ano,
y cieterminado en la junta de guerra hecha en Mejico en 28 de
Novembre del ano antecedente, asi mismo mandado por el R.
Padre Fray Romualdo Cartagena, Guardian de diche Colegio por
cairta de 20 de Enero del espresado ano de 1775, y por etra de
su sucesor el R. P. Fr. Diego Ximenez en 28 de Febrero del
mismo ano, en la que me ordena que acompanado de otre Reli-
gioso e con el Theniente Coronel D. Juan Rautista Anza y el P.
Fr. Pedro Font destinados al Puerto de S. Francisco y que acom-
pansndolos basta el Rio Colorado, espere allì con mi companero
su l)uelta , y en este intermedio esamine los parages , trate con
las naciones immediatas, y esplore el animo y disposicion de
sus naturales al catequismo i vasallage de nuestro Soberano.
Manoscritto in foglio, appartenente alla Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
^ scio titolo il lettore vede l' importanza grande del lavoro. In flnc del Manoscritto è una Carta
(lettera) del P. Fr, Antonio Barbastro Mitionero de Tubutama, al R. P. Morfi, noticiandole la mner-
'^ ^^^i P. Fr. Frandteo Garces y de loi otros tres Religiotos, suoi compagni, Giovanni Marcello Diaz ,
GiiLseppe Mattia Moreno , e Giovanni Antonio Barrenche , Misioneros del Colegio de Propaganda Fide
^ ^Sesiito Cruz de Queretaro , Fundadores de las conversione» de la Purisima Coìicepcion y de S.
'^^'o y S. Pablo del Rio Colorado entre los gentiles Yumas^ y muertos en ellas gloriosamente a
de los mismos barbaros en los dias ÌT y i9 de lulio de i78i.
— Diario de las ultimas peregrinaciones del P. Fr. Franci-
sco Garces ( de la Orden de S. Francisco ) basta la Provincia
d^ IMoqui , acompanando plano que demuestra las naciones explo-
ra<ias.
Grosso volume manoscritto in 4, che si conserva nella Biblioteca del real Palazzo di Madrid.
248. Garcia . — Historia Bethelemitica . Vida exemplar y
'^^^Ooirable del Venerable Siervo de Dios y Padre Pedro de S.
^^^eph Betancour, fundador de el Regular Instituto de Bethlehen
^^ las Indias Occidentales , frutos singulares de su fecondo
^piritu y sucesos varios de està Religion : escrita por el P,
^. Joseph Garcia ' de la Concepcion, Lector de Theologia, Reli-
gioso Descalgo de el Orden de N, S. P. S. Francisco, y hyo de
306 GARGIA
la Provincia de S. Diego de Andalucia. En Sevilla, por Juan
de la Puerta, impressor de libros en las siete Revueltas. ,^ìo
de 1723.
È un volume In fogliu, di 593 pagine. L'opera è divisa In 4 libri: il primo, di pagine S16: il
secondo, di SOS: il terzo, di 173, il quario di 39, ed altre undici carte non numerate. Opera bellissiiDa
ed interessantissima per la storia universale delle Missioni Francescane, mostrandoci come lo spirito del
Seraflco Patriarca, dopo di aver rigeneralo milioni di quelle genti a Cristo, vi creasse mirabili Institailoii
di beneflcenza, che noi nella presente nostra umanità non sappiamo né anche immaginare, fc tal slorii
delPinstituzione d'una Congregazione di spirito Francescano fatta da un Terziario, che si propose di
fondare ospedali pe' poveri in tutta l' America, e per assisterli non solo nelle loro infermità, ma aDclw
nelle convalescenze ; instituzione che ottenne maravlgliosi successi Cominciò in Guatemala, e Teuae
solennemente approvata dal Pontefice Clemente X. Le parole della Bolla ce no dicono lo spirito ed il
fine. • Poco ha (dice il Pontefice) que por parte de los amados hijos Rodrigo de la Cruz y
tambien otros hermanos llamados de Betlehen de la compania llamada de la Misericordia
erigida en la ciudad de Guatemala, nos fuc presentada una peticion, la qual contenta , que en
certo tiempo antes de aora, Fedro de S. Joseph Betancour, de la diocesis de Canarias, con adml-
rable fcrvor, y afecto de los pobres, aviendo venldo de la isla Tenerife, de adonde era originario,
4>n la dicha ciudad de Guatemala, considerando que ordinariamente muchos pobres, que saliu
achacosos y convaleclentes de los haspitales, destituldos de todo humano soccorro, y no haìtieodo
con que bolver a restituirse a sus naturales fuerzas, acaban miseramente la vida; lo primero los
fue alvergando en su pequeHa habitacion, y pidiendo y recogiendo limosna de dia y de nocbe
continua y InCatlgablemente por las calles y plazas de dicha ciudad, los iba rehaziendo; basta que
creciendo el numero de los pobres que ocurrian a el y no cabiendo en la corta capacidad de aqod
hospedage . . . conflando en sola la misericordia de Dios ... se resolviò a fabricar un grande hospital,
y recibiendo algunos compafieros fundó alli una compafiia eriglò y instituyò diche hospitil
con el nonibre de Betlehen de pobres convaleclentes, con sus offlcinas, cerdas, salas de enfennos y
(le ensenanca de muchachos . . . Nos por autoridad apostolica y ci tcnor de la presente aprobamoi
y conflrmamos la ereccion y institucion de dlcho hospital y Compania ec. » Romae apud S. Bbriun
Malorem, an. Dominicac incamations 4672 die S mali. Fon ti f. nostri an. II. (Lib. II. Cap. 11)
Poi Fra Rodrigo fondò un ospedale per le donne, con una Compagnia, o Congregazione di
sorelle Bellemitiche, delle quali fu prima Superiora Marianna di Gesù; e vennero con altro Brere
approvate dallo stesso Pontefice Clemente X. Da Guatemala, Fratelli e Sorelle passarono a fondare
Ospedali nel Perù, nel Messico, e via via in tutta l'America, e da per tutto operando veri prodigi Se
in tali Ospedali l'umanità e la carità avessero raggiunto quella perfezione che da molti si spaeda
essere efTelto della civiltà moderna (e non del Vangelo, come se la nostra civiltà non fosse open
del Vangelo 1) lo dica la seguente descrizione dell'Ospedale che i Betlomiti fondarono in Messico
con le sole limosine ch'essi medesimi raccolsero. Questa carità, dice V Autore, fu talmente abbos-
dante, che in pochissimo tempo « se dispusieron (nel locale dato da un Santo Prete, di nome Antonio
d'Avila) tres salas con el primor conveniente por la convalccencia una dellas dedlcada paia
Indios, Negros y Mulatos ; otra para los Espanoles ; y otra por los venerables Sacerdotes. • E mano
mano poi si venne sempre più ingrandendo • con quanto los convaleclentes pudlessen desear pan
su allivio. Està fundado el hospital en el centro de la ciudad de Mexico : y estando en el corazoi
de la poblaciun, tiene las dilataciones , que pudiera en el mas desembarazado terreno; pues aao
le sobra espacio para dilatar mucho su fabrlca. La Iglesla , en cuyos fundamentos , quando se
labraba, puso la primera pedra el scnor Arzobispo Virrey don Fray Fabio de Ribcra, es de primonso
edificio . . . Todo el hospital es un tesoro de primorosissimas pinturas, escogidas de los mas die-
stros pincelcs de todo el reyno, cuyo ornado se debe a las limosnas que en este han querido gastir
los caritativos y generosos naturales. La porteria y una espaciosa escala, que franquea el passo a
los altos de el hospital , muestran vestidas sus paredes de varias sagradas historias y imagines de
Santos, en que se admira el aderto de el arte de la pintura. El claustro alto de està casa, que o
muy espacioso, sirve a los pobres de desahogo: y en ci tienen para su mejor diversioB piBladss
en diversos quadros, que adornan sus paredes, la vida y nuerte de nuestro Redemptor, y Junti-
mente de su SS. Madre. Desdc este elevado sitio logran los convaleclentes quanto en la Inféilor
GARCIA - GARROVILLAS 207
km
parte puede recrear la vista : un belissimo jardin, y una hermosissima fuente, qoe en aquel sudo
se mostran, ec . . . Las enfennerìas de este hospital son singulares alhajas, en cuyo alegre y capaz
espacio luzen mas de Ueno los esplendores de la caridad, porque en ellas es notable el alino y
riqueza, en que son servidos los convalescienles. Tienen estas mucho numero de camas cuya curiosa
disposicion es mas que decente ; pues estan adomadas con ricas cortinas y colgaduras de escarlata
y cnbiertas de hermosas colchas de seda. A proporcion de està grandeza es el cuidado de los
Bethlemitas en la assistencia de los convalecientes : porque los sierven con extraordinario asseo y
regalada magniflcencia; siendo su fervorosa applicacion remedio de las miserias de los pobrcs, y
singular exemplo de edillcacion a todos los fleles (lib. IL Cap, 24 J .> Intorno a questa mirabile in-
stituzlone, che pochi anni fa durava ancora nel Perù, e al gran bene che ha fatto in tutta l'Ame-
rica, incontrai bellissimi documenti nella Biblioteca delP Accademia di storia di Madrid.
249. Garcia. — Derechos legales y estado de Tierra Santa :
coleccion de documentos y noticias pertenecientes al derecho, que
las Potencias christianas tienen a la posesion de los Sanctuarios :
por el R. P. Fr. Manuel Garcia Franciscano. Palma, Fel. Guasp.
1814.
Un volume in 8, di moltissima importanza per la storia delia Terra Santa e i diritti dell'
Occidente su la Palestina. Anni fa Io vidi ed ebbi a mano in Roma. Credo che ne sia un esemplare
nella Commissaria Apostolica di Spagna nel nostro Convento di Araceli.
250. Garcia. — Manual para administrar los santos Sacra-
mentos de Penitencia, Eucharistia, Extrema-uncion y Matrimo-
nio : dar gracias despues de comulgar y ayudar a bien morir a los
Indios de las Naciones: Pajalates, Orejones, Pacaos, Pacoas, Tilya-
yas, Alasapas, Pansenes, y otras muchas diferentes, que se hallan
en las Misiones del Rio de San Antonio y Rio Grande, perte-
necientes a el Colegio de la Santissima Cruz de la Ciudad de
Queretaro, comò son : los Pascuaches, Mescales, Pampopas , Taca-
mes, Cheyopines, Venados, Pamaques, y toda la Juventud de
Pihuiques, Borrados, Sanipaos , i Manos de Porro. Compuesto por
el P. Fr. Bartholomè Garcia, Predicador Apostolico, y actual
Missionero de la Mission de N. S. P. S. Francisco de diche Colegio,
y Rio de S. Antonio en la Provincia de Texas. Impresso con las
licencias necessarias en la impronta de los Herederos de Dona
Maria de Rivera, en la Calle de S. Bernardo, y esquina de la
Plazuela de el Volador. Ano de 1760.
Un volume in 4, di IV carte preliminari e 88 pagine. Il Bbristain non ne fa menzione.
251. Garrovillas. — Estado de la Apostolica Provincia de
S. Gregorio (de Filipinas) el ano de 1594, por el P. Fr. Juan
de Gart*ovillas de la Provincia de S. José.
t208 GEMONA
Asia
— Tratado del modo de conversar y portarse los Relìgiosos
en los ministerios de Indios.
Cosi il Padre Huerta fEstado» ecj. Il Padre Giovanni nacque dall' illustre famiglia dei Tilk-
lobos y Gutierrez nel paese da cui tuLse la sua dcnoininazione. Prese V abito Francescano nel Con-
vento di S. Bernardino di Madrid: s'imbarcò per il Messico il 1580, e di là passò alle Filippine.
Vi evangelizzò con grande zelo e frutto molti anni, e mori nel Ojnvento di Lumbang il 1619.
sfamp. 252. Gemona. — Dictionnaire Chinois-Frangois-Latin par le
M.. Pere Basile de Gemona ( Franciscain ) pubblié par M. Guignes ,
resident de France en Chine. Paris 1813.
Un volume in foglio, il prezioso originale è nella Laurenziana di Firenze.
— Dictionnaire Chinois-Latin , par ordre de clef , extrait de"
celui du P, Basile de Gemona.
Manoscritto in 8, di oltre 800 pagine; con la spiegazione di più che ottomila cinqueoento
caratteri. Esso apparteneva alla Biblioteca linguistica del Marchese de La Fertè-Senoctere , e venne
messo in vendita in Parigi l'aprile del 1873. Chi l'abbia acquistato non sappiamo.
— Supplement au Dictionnaire Chinois-Latin du Pere Basile
de Gemona, imprimé en 1813 par les soins de M. de Guignes,
pubblié d' apres Y ordre de sa Majesté le Eoi de Prusse Federio-
Guillaume III , par Jules Klaproth. A Paris , de Y Imprimerie
Royale, MDCCCXIX.
Un volume in foglio reale grande, di pagine X e 168; nel quale il Klaproth fa un esame crì-
tico dell'edizione fatta dal Guignes, che qui riferiamo in compendio.
Nella prima metà del XYII secolo (egli dice) viveva in Cina un letterato di nome Tchaòg-
eul-Koung. Impiegato nella grande Biblioteca di Nan-thch3ng-fou, occupava il suo tempo nel leg-
gere e rileggere le molte opere antiche e moderne che vi erano raccolte. E frutto delle sue fatiche
(li non pochi anni fu la compilazione d' un gran Dizionario, che intitolò : Tching-tou-thoung, cioè
Spiegazione dei caratteri regolari. Il Bibliotecario capo, di nomo Uao-wcn-ing, uomo di poco
studio ed intendimento, ma amante di gloria senza fatiche, pensò che gli fosse capitata un' ottima
occasione per acquistarsi fama; perchè il buon Tchang-eul-Koung essendo povero, facilmente
s'indurrebbe a cedergli il Manoscritto del Dizionario per una buona somma di danaro, come avvenne,
dandogli cento once in oro. Poco di poi Tchang-eul-Koung morì senza Agline eredi; e Lìao-weo-
ing senz' altro pubblicò il lavoro col suo nome. Ma non appena il Dizionario si sparse per U. Qua,
gli eruditi s'accorsero che esso era opera del valente pennello di Tchailg-eul-Koung; e levatosene
grande rumore, specialmente nelle adunanze letterarie di Nan-tchh9ng-fou, la pubblica autorità che
in Cina s' immìschia d'ogni cosa, vi prese parte ; e provato il furio di Liao-wen-ing, di subito si
fece una seconda edizione del Dizionario con l' attestato di tutti i letterati e magistrati della città,
che Tchang-eul-Koung n' era il vero e solo autore : e da questo momento portò sempre il suo
nome. Questo aneddoto è tolto alla lettera dal proemio che va innanzi all'edizione del 1678.
Il Padre Basilio da Gemona, dell' Ordine de' Minori della più stretta Osservanza di San Fran-
cesco e Missionario Apostolico in Cina ( continua sempre il Klaproth ) , avendo sperimentati insafi-
cicnti i Dizionari, di cui sin qui i suoi confratelli s'cran serviti nelle Missioni, si mise all' open
GENERALE REPERTORIUM 209
[% ^i^tf^mpilarne un noovo, giovandosi di quelli eh' essi avevano fatti e di altri originali , dai quali
T^j^^^ circa mille caratteri , e tradusse le spiegazioni europee o cinesi in latino . Intitolò il suo
L&voTo: Han-tsu-si-i ; ed è stato sin qui tenuto da tutti come il migliore che sia stato composto.
1. s.mmcce8sori del Padre da Gemona l'ebbero {)er modello, pur facendovi dei cangiamenti e delle
a^^^ ijnzioni, secondo il flne che ciascuno si proponeva nello studiare il Cinese. Alcuni ne tradus-
sero le spiegazioni latine nelle lingue del proprio paese, o ne variarono l' ortografia per . renderne
plÌB. facile l' intelligenza e la pronuncia : e cosi n'abbiamo una traduzione in lingua spagnuola, un'
altrak in russo, e una terza, metà francese e metà portoghese, e gli esemplari del Han-tsu-si-i si sono
gratrademente moltiplicati in tutta l' Europa. Vi s' incontrano, si certo, delle differenze , sia nel nome,
sia oella disposizione de' caratteri, sia Analmente nelle spiegazioni; ma esse non toccano la sostanza;
è sempre il Dizionario del Padre da Gemona, compilato, rivisto, accresciuto, o guastato dai
diflferenti editori, che la più parte fecero sparire dal frontespizio il nome del modesto e laborioso
Francescano. Ed uno di questi esemplari è appunto quello che due anni fa apparve in Parigi col
tìtolo dì DietionncUre CMnois , Francois , et Latin , publié d' apres V ordre de S. M. V Empereur
(Napoleone I) par M. de Guignes, resident de France a la Chine ec. PariSt de V Imprimerie imperiale
18t3. Il titolo è giusto, ma vi manca una cosa essenziale : perocché leggendolo, cosi come sta, ninno
Penserà mai, né anche per sogno, che fosse lavoro del Padre Basilio da Gemona, il cui nome è
affatto taciuto» e v'è solo quello dell'editore, a cui pare che appartenga. Vorremmo pensare che
fosse stata questa una semplice inavvertenza del signor Guignes, ma pur troppo alcune parole della
prefazione mostrano eh' egli voleva esserne creduto Autore I .... Ci corre obbligo pertanto di dire,
che del signor de Guignes non v' è che la prefazione, eh' egli chiama introduzione, e un discorso
preliminare, che dice proemio , e non ha col Dizionario alcuna relazione. E qui entra il Klaproth
a largamente discorrere e mostrare come il detto signore guastasse il Dizionario, e il 'grande
merito del Padre da Gemona, che l'avea composto, di cui pare che il de Guignes avesse poca
0 nessuna conoscenza, supponendo che l' Han-tsu-si-i non sia che una copia di altri Dizionari più
antichi e scritta nel 1726. Doppio errore, che facilmente avrebbe potuto cansare: perchè sebbene
la copia appartenente alla Biblioteca di Parigi col titolo di Manuscrit du Yatican abbia la data del
1736, n'esiste un' altra cominciata il 1714 e finita il 1715: come tutti sanno che sul lavoro del
Padre da Gemona mentre s'incontrò col Cardinal Tuoron in Cina, venne corretto il Dizionario fatto
dai silo confratello Padre Fr. Bernardino de las Llagas, che fu il 1707; ed inoltre v' è la copia della
pabblica Biblioteca di Praga fatta il 1709. Finalmente abbiamo la testimonianza del Padre Orazio
^ Castorano, anch' egli Missionario Francescano di gran valore in Cina, il quale ci fa sapere che
ebbe alle mani il Dizionario del suo confratello Padre da Gemona il 1706, e non già come opera di
recente data, ma come compilazione fatta da tempo dal suddetto Padre, parte sopra i Dizionari cinesi
^'^^inali, e parte sopra i Dizionari portoghesi e spagnuoli composti dagli antichi Missionarii
'francescani. Sin qui il Klaproth. Già riferimmo testualmente le parole del Padre da Castorano, e non
^^^^^^rret più ritornarvi.
A queste opere del Padre da Gemona II P. Huerta (Estado, ec.) aggiunge le seguenti, delle
fltiali forse ha copia nell' Archivio del nostro Convento di Manila.
■ — Metodo per confessare in lingua cinese.
— Catechismo della dottrina cristiana in lingua cinese.
— Trattato di avvertimenti per quelli che desiderano battez-
^^^•^^i, in lingua cinese.
— Esposizione latina de' caratteri cinesi.
Il Padre da Gemona partì Missionario per la Cina circa il 1683, e si ascrisse alla Provincia
^i S. Gregorio delle Filippine. Fu zelantissimo Apostolo , e la Santa Sede rimunerò le sue fatiche
nominandolo Vicario Apostolico. Mori in Cina il luglio del 1704.
253. Generale repertorium librorum, documentonim, seri-
210 GENERALE REPERTORIUM
ptorum, omniumque alionim contentorum in Archivio Almae
Provinciae Comitatus Flandriae S. Joseph Fratrum Miaorum Re-
coUectorum, extructo in Conventu Gandavensi.
Sono 4 tomi in foglio, manoscritti, nel nostro Convento di Gand nel Belgio. Nel I troiai segnati i
seguenti documenti come esistenti nello stesso Archivio, e riguardanti le nostre MissionL Ma lo Terltà
essi non vi sono più. Come andassero smarriti non so. Probabilmente ciò avvenne nei tempo cbe
r Archivio, quando sotto la dominazione francese furono chiusi i conventi, venne trasportato in
rasa particolare. Anche mi dissero que' buoni Padri, come prima della ristorazione della Provincia un
vecchio Fratello laico che lo aveva in deposito, ne avesse ceduto una parte al Padri della Compagnia
di Gesù che si occupavano della pubblicazione delle vite dei Santi , detti i Padri Bouanduti. Ha in
Bruxelles i loro continuatori mi affermarono di non .saperne nulla. Ecco intanto V elenco de'docomenti.
Fascicolo 1. in capsula decima uctava sub titulo Missio. — 1. Tractatus de Missione in se, et an
Fratrìbus Minoribus conveniat f — Ostenditur quibus competat potcstas activa mittendi Pratres inter
infldeles. — Quae sit obligatio Ministrorum mittentium et Missionariorium ex Regula. — An mis^
prout hoc tempore est, sii licita Fr. Minoribus. — Quanou ratione Misslones lìceant, vel non lioeant
Fr. Minoribus quoad mutationcm habitus, usum pecuniae, etc. — An liceat Missionariis particulaies
domos inhabitare, familiam alere, etc — An Fratres Missionari! possint et debcant personis fidelibos
committere pecunias recipiendas aut iam receptas,ut per eospro ipsorum necessitatlbus expendantnrt
— An licitum sit Fratribus Minoribus Missionaris reci|>erc pecunias non solum prò snis necessitatibos,
scd etiam suorum confratrum. in terris fldelium expendendas. — Quid liceat Missionariis, dnm ad
terras fldelium veniunt prò brevi tempore. — An expediat et possit cum Missionariis dispensari
quoad usum pecuniae. — Ilabentur duo exemplaria in 4, et unum in 8. Dicontnr desompta ex
scriptis R. Ad. P. Joannis a Cruco, Lecl. Jubil. Pro\incìae Angliae Ministri Prov.
2. Formula iuramenti a sacerdotibus praestandi ad instantiam Statuum cum resolationibns
quoad illud.
3. Extractum ex Registro resolution um altepotentium Statuum 1730. etc.
4. Item gallice.
5. Extractum ex capsulis Hagae-Gomitis et ex regesto supradicto, i730, de eliminandis ìfissio-
nariis Regularibus.
6. Libelliis supplox in causa Missionariorum Belgii iniustc oppressorum ad Gongregallonem de
Propaganda Fide. 1665.
Fascicouì II. 1. Ci)pia authcnticu Bullae l'rb. Vili do 6 ortobris 1626 quae conflrmat ordinationem
Ciirdinalium circa Missiones Hullundicas rcspectu sacrnlolum rogularium et saecularium, loca mis-
sionum, siibieclionem Vicario Apostolico.
2. Copia aulhentlca facultalum concossarum <iuibuscumque nostris Missionariis ab InnocentioX
19 dccembris 1647.
3. Duo exemplaria Inilulgentlae Plen. concossae Missionariis et sibi subiectis prò ana vice ab
Inn. XII 1699.
4. Copia aulhenlica supplicao et decreti S. Congregalionis quoti Missionarii nostri possint reclpere
pecunias 12 no\embris 1713.
5. Innucentius XllI 16 Juli 1722 concedit ecclesiis nostrorum Missionariorum indnlgentias in
festis Ordinis usque ad docennium. Copia authenlica.
6. Idem facit Clomens XII 26 novenibris 1732.
7. Idem Benediclus XIV 11 Juli 1743.
K. Concedi tur altare privilegiatum prò duobus diebus hebdomadariis absque determinatione
numeri sacrurum, in Kcclesiis nostrorum convcntuuni Missi^nibus inservicntium, 1747. «
9. Copia non aulhentica facultatuum concessarum Provinciali Inferioris Germaniae , qua
Missionis Praefeclo a Bened. XIV 1741.
Fascicot^ì III. 1. Agens 1645 notiflrat apparenliani exercilus catholicae fldel Hulsti.
2. Supplicanl llulslenscs prò habendis Missionariis 22 marlii 16i8.
3. Supplica Regi, ut nostri «pia Missionari possint continuare funcliones, 1646.
5. Decrotum originalo ( item aliquae copiae ) Congregationis de Propaganda Fide die 9 deoem-
bris 1647, quo quatuor ex nostris nominatim instituuntur Missionari et designatar Praefectus.
GEOGRAPHU 21 1
6. Supplica Regi prò hospitio obtineodo in Nasia 1648.
9. Edictmn Statunm Hollandiae eliminaos sacerdotes, Jesoitas, Honachos ex territorio 1649.
10. Epistola originalis Nuntii Bnixellensis , qua petit a Provinciali informari de Missione
Holstensi 16 dicembris i654.
Fascigolo vii. i. Edictum Altepotentium contra Missionarios Regulares 19 iulii 1730.
5. Forma declarationis faciendae in fide sacerdotis a Misslonariis, Resolutio Deflnitorii qnoad
illain 10 aprilis 1731, et reflexiones tlieologicae.
7. Copiae admissionam nostrorum Missionariomm a Statibos Hollandiae 1731.
8. Supplica incola rum in Lamswerde prò habendo alio Minorità Missionario loco defuncti, alle-
gata insufflcientia alendi sacerdotes saeculares, 1734.
9. Item similis ex parte Hulstensinm, etc.
Fascigolo X. 1. Supplica Axelensium prò habendo Patre Augustino Le Coeq qua Missionario
praesentato Episcopo Gandavensi, 13 ianuarii 1684.
Fascicolo XIY. 1. Epistolae P. Amandi de Brossechere, qui cum P. Alexio Ally 1686 legitime
ad Missionem Smymensem missus ibidem obiit 1689. Pater vero Alexius 4688. In iis continetur,
quid ibidem agerint, quis fructus sit faciendus, et varia alia notatu dignissima. Item aliquae Epi-
stolae P. Antonii Ckwtenoble, qui pariiter obit Smyrnis.
Fascicolo XY. 1. Litterae Cardinalis protectoris ad Provincialem prò asslstentia in Gandia. 17
decembris 1668.
3. Copiae duarum litterarum P. Frederici Hofstadt ex India Occidentali, 1684.
4. Litterae P. Eliae Yander Eeche ex Anglia 1689, in quibus de miseriis ibidem.
5. Litterae tangentes reditum P. Pacifici Smits Gestantinopolim 1690.
6. Litterae Nuntii Bruxellensis die 26 novembris 1736, quibus petit a Provinciali, ut duo
Religiosi Ordinis nostri prò Missione Mochae destinati possint morari in Conventu nostro Brugensi.
7. Epistola horum Missionariorum de 1729, qua annunciant tractum itineris, et qualiter inci-
derint in manus Barbarorum ac captivi detineantur.
8. Epistola P. Jacobi Rzimarsz a Cremisirio ex Moravia, qua annuntiat se se iterato destinar!
in Aethiopiam, ubi quidam ex nostris 1716 lapidibus fuerunt obruti,et mire commendat sororem
Góletetam penitendem in Monasterio S. Petri iuxta Gandavium.
9. Assecuratio prò aliquo Missionario in territorio Sylvadensi.
iO. Goncementia Missionem in Maddelburgh, 1687.
li. Goncementia Missionem circa partes Slusenses.
12. Registrum mortuorum et baptizatorum circa illas partes.
i3. Obedientiales et alia concernentia Missionem V. P. Henrici Hunghe-haga.
i4. Epistola Y. P. Henrici Hunghe-haga comitis, 2 iunii 1767, quibus petit libros et conciones.
15. Registrum, sive libellus in quo de benefactoribus, qui contribuerunt prò aediflcatione sacelli
ìd Lamsweerde, et series PP. Missionariorum ab an. 1645 ad an. 1729.
In capsula 4. sub titulo. — Acta defunt. cum opinione Sanctitatis.
Fascicolo 1. 1. Martyrium P. Petri Pruus prope Gandavium 1571, F. Francisci Pennemam propc
pagum S. Laurentii 1575, et P. Gulielmi Olys in pago de Knesselacre 1575
2. Quoddam memoriale P. Insti Rychy Marslary Gonventus Gandavensis Peruanorum Apostoli.
3. Ms. relatio Fandrica itineris et Missionis P. Amandi de Brosschere, Alexii Ally et Paciflci
Smits ad imperium Ottomanicum i7 mail 1686.
5. Narratio liberationis Fr. Ottomarì Laici Ordinis nostri a durissima captivitate per aliquem
Provinciae nostrae 1690.
6. Litterae P. Petri Fardé Gandavensis, continentes relationem historicam ad Terram Sanctam, et
qoae fuerit passus.
7. Item Litterae ejusdem impressae.
9. Litterae Reverendissimi P. Procuratoris Generalis nostri, quibus signillcat Patrem Generalem
Societatis Jesu sibi Romae gratias egisse prò adiutorio singulari a P. Petro Fardé praestito in incendio
Collegii Gandav. idibus feb. 1679.
10. Fragmentum Martyrii cuiusdam Patris in Provincia Saxoniae i6 iulii 1631.
254. Geographia Terrae Sanctae.
212 GERALDINO - GILBERTI
Manoscritto in 8, appartenente alla Biblioteca del signor Francesco Vande-Velde nel Bdgio.
Non so se potesse essere la stessa cosa con la Topographia Terrae Sanetat del Padre Aaiqitl
w,. 255. Geraldino. — Informatio novissima habita a Patre Fr.
'""^•^ Bonaventura Geraldino Minorità Hybemo, Guardiano.
È data il S6 di luglio del 1694. Riguarda lo stato delle Missioni Francescane in inghillem
ed in Irlanda. Trovasi nella Biblioteca Fortegaerriana di Pistola.
Starti/).
r
Amcria
256. GiLBERTi. — Cartilla para los ninos en lengua Tarasca,
por el P. Fr. Maturino Gilberti de la Orden de S. Francisco. Mexico,
por Antonio Espinosa, 1575.
Un volume in 8. È ricordato da D. M. R. Zìirco del Valle nel suo Emayo de una INMIoIms
Etpàìiola de libros raros y eurioso$ con los apuntamientos de D. Bartholomé José GaUardo, coi^
tinuados y aumentados por ee. Opera prenUada por la Biblioteca Nadonal en la ajania psMIes
de Enero de 1869 , e impresa a expensas del Gobiemo. Madrid , Imprenta y BstereoUpia de M.
RivadeMyra. Catte de la Madera, n. 8. 1863. Due volumi. II signor Zaaro del Valle è Bibliotecario
della Biblioteca del R. Palazzo di Madrid ; gentile ed intelligente signore , che mi è dolce qui il
ricordare, e riconfermargli la mia molta stima e riconoscenza.
— Arte en lengua de Mechoacan.
Un volume in 8, in caratteri corsivi. E in (ine si legge : « A honra y gloria de nuestro Senor
Jesu Cristo, y de su bendita Madre : aqui se acaba el Arte en lengua Castellana, y en la lengua de
Mechoacan, hecha por el muy R. padre Fr. Maturino Gilberti de la Orden del Seraphico Padre Sant
Francisco : con la qual se podran aprovechar de ella todos los quc pretendieren aprender la lengua
de Mechoacan : i tambien podrà servir para los Indios de Mechoacan para aprender la lengua
Castellana; acabosc de imprimir a ocho de octubre do 1558 aììos. »
— Dialogo de doctrina Christiana en la lengua de Mechoacan.
Hecho y copilado de muchos libros de sana doctrina, por el muy
Reverendo padre Fray Maturino Gilberti de la Orden del Seraphico
Padre Sant Francisco. Trata de lo que ha de saber, creer, hazer,
desear, y aborrecer el Christiane. Va preguntando el discipulo al
maestro.
Un volume in foglio. AI titolo spagnuolo, ne segue un altro in lingua Tarasca. 1 preliminari
sono in caratteri latini, il resto in lettera gotica. Numera CCXCVI carte. E duplicata la COVI, ed
è ripetuta la numerazione delle CCV e CCXII. Nella seconda faccia della CCLIV è una soscrizlone
in lingua Tarasca, e un altra nella seconda faccia della CCXCV. Seguono poi altre S5 carte cod
numerazione arabica, e nella seconda faccia della 23 si legge: « A honra y gloria de nnestro
. Senor Jesu Xpo y de su bendita Madre la Virgen Maria, aqui se acaba el libro llamado Dialogo
de doctrina Christiana en lengua de Mechoacan : hecho y copilado de muchos libros de sana
doctrina por ci muy R. P. Fray Maturino Gilberti de la Orden del Seraphico Padre Sant Francisco:
iì\ qual fue visto y examinado por el muy R. Padre Fray Alonso de Veracruz, maestro en santa
ihcologia y Provincial de la Orden del SeiSor Sant Agustin. Fue impresso en casa de Juan Pablos
Uressano, con licencia del Illustrissimo Sefior D. Luys de Velasco Visorrey y Capitan General en
GILI 213
est» Nueva Espafia por sa Magestad. Y assimesmo con licoDcia del muy lllastre y Reverendissimo
Sefior D. Alonso de Montafar, Arcobispo desta grande, ynsigne y muy leal ciudad de Mexico. Acabose
de imprimir a XV dias del mes de Janio de 1539. Anos. (^) > Le altre sei pagine contengono
la 7Vi6la de materia$, e duo note in lingua Tarasca.
— Vocabulario en lengua de Mechoacan. Compuesto por el
Ro^verendo Padre Fray Maturino Gilbert! de la Orden del Seraphico
Pa.djre Sant Francisco. Fue visto y examinando y con licencia
impresso. Dirigido al muy Illustre y Reverendissimo senor Don
Vasco de Quiroga Obispo de Mechoacan. Ano de 1559.
Un volarne in 4. Dalla carta 9 alla 79 contiene la parte Tarasco-Espanola a due colonne; e
dalla, 80 alle 87 sono unos verbot . . . alos quales algunot han querido llafnar rayzes. . . . y no
Ì09 h^ querido poner (dice l'Autore) en el Arte porquè es materia difieultosa. Poi comincia una
nuova numerazione che va sino alla carta i80, e contiene la parte Espafiola-Taratca. E in fino
dell* ultima si legge : • A bonra y gloria de nucstro Seiior Jesu Ghristo, y de su bendila Madre la
^^l^Sen Maria, aqui se acaba el Vocabulario en lengua de Mechoacan y Castellano: hecho y copi-
Udo por el muy R. Padre Fray Maturino Gilberti, de la Orden del Seraflco padre Sant Francisco.
^ue impresso en casa de Juan Pablos Bressano , con licencia del Illustrissimo Senor D. Luys de
Velasco, Visorrey y Capitan General en està Nueva Espana por su Magestad. Y assimesmo con
licencia del muy Illustre y Reverendissimo Senor Don Alonso de Montufar Argobispo desta grande,
y^^igne, y muy leal ciudad de Mexico. Acabose de imprimir a siete dias del mes de Setiembre de
^559. » Neil' altra Caccia della carta si leggono alcuni versi latini in lode dell' Autore e una nota
ìQ lingua Tarasca.
— Thesoro spiritual de pobres en lengua de Mechoacan. Diri-
&ìdo al muy Illustre y R. Senor Don Fray Juan de Molina Rincon
©lecto dignissimo Obispo de la dicha Provincia. Por el muy R.
Padre Fray Maturino Gilberti de la Orden de los Menores. En
M^^xico. Con licencia, por Antonio de Spinosa, 1575.
Un volume in 8, di 309 carte.
— Evangelios en Tarasco.
Hanoscritto di 3S4 carte, in 8. Se ne parla largamente nel Museo Mexicano, tom. III. pag. 430.
^' 257. GiLi. — Breve resumen de doctrina cristiana, traducida
^^^ Castellano al idioma Tacana, por el R. P. Fr. Antonio, Gili
^^^isionero Apostolico y Cura Conversor de la Mision de Tumu-
P^^a. Paz de Ayacucho, ano de 1859. Impronta de Vapor, Calle
*^ Adauna n. 36.
Questa è la prima edizione: la seconda fu fatta in Parigi, imprenia de Simon Racon y
^^^'^'H^oìUa, Catte de Erfurth, 18SS.
2U
GINESTAR - GIURISICHIA
Mettiamo qui come saggio di questo idioma dei selvaggi dell' America il Patse noma e
l' AwEMMARiA con la corrispondente tradazione italiana, secondo che anni fa ce V inviava F Autore.
IL PATER NOSTER
Padre nostro, che sei ne' cieli, sia santificato
il nome tuo; venga a noi il tuo regno; sia fattoi
la volontà tua come in cielo, cosi in terra. Dacci
oggi il nostro pane quotidiano ; perdonaci i nostri
debiti, come noi li perdoniamo a' nostri debitori ;
non ci lasciar cadere in tentazione ; ma liberaci da
ogni male. Cosi sia.
L' AVE MARIA
Dio ti salvi, 0 Maria, piena di grazia; il
Signore é teco;sei benedetta fra tutte lo donne;
e benedetto è il frutto del tuo ventre Gesù. Santa
Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Cosi sia.
MI EQUANASA TATA
Mi equanasaTata, Ebacuepachasu heani mi,
padrujiji papu miquc ebani ; mi que Ebacaepacha
cquanasa papu , mique cnime cni papa hibe
eauvasu Ebacuepachasu biame. Amen. Pamapa
zincsu cquanasa ettemiji jeave eqaana tìaqae;
equanasa Juchacuana perdona haqae , eqaana
equanasa manu equinattanicuana perdona beaoia
tupu; ba equana dajajameji Ychauva sa Jabaciat-
ticuanasu , pamapa madadacuanasu eyde liaqne
equana. Ameni
DIOSUA MI QUINATTAQUE
Diosua mi quinattaque, Maria, grada sejea-
jijive, seìlor Dios mi neje heani ve: pamapa epona-
cuana biasu, mi padrujijive; padrujìjive vecba
mique santo edesu bacuynajiji Jesus. Santa Maria,
Dioso sa cuara biamimiaque equana juch^Jicoana
biasu, jeave equanasa manu horasu biame. Amrat
«A.
Aria
258. GiNESTAR. — Historia de las guerras de CocMnchina y
Cambodja ano de 1784: por el P. Fr. Santiago Ginestar de la
Provincia de S. Juan Bautista.
Brtsnk
Cosi THuERTA (Estado, ec). Nativo di Gata diocesi di Valenza, il Padre Ginestar parti per
le Filippine il i779, e il i783 venne inviato alle Missioni della Goncincina, dove fa Commissario
Provinciale per i4 anni. Quivi scrisse la sua opera: e il i796 fece ritomo alle Filippine. Vi
evangelizzò parecchi anni e vi tenne vari ufflcii, tra gli altri di Guardiano del Convento di Manila.
Mori nel popolo di S. Croce a' S3 di novembre del 1809.
259. GiURisiCHiA. — Lettera del Padre Fr. Luca Giurisichia
Procuratore della Provincia de' Minori Osservanti della Bosnia al
Gran Duca di Toscana.
È neir Archivio Mediceo di Firenze nella Corrispondenza dei Gran Duchi. Ha la data di
Venezia, il i maggio 1604. II Padre raccomanda al Gran Duca le Missioni Francescane di Bosnìi»
fieramente travagliate dai Turchi. Ei recava seco il seguente documento latino del suo Provinciale,
che è come una storia di quella Missioni.
• Fr. Stephanus Slacarlus Ordinis Minorum S. Francisci de Observantia, Provincìae Boiniae
Argentinae Ministcr et servus, dilecto nobis in Christo R. P. Fr. Lucao Jurisichia eiusdem Ordinis ic
Provlnciae sacerdoti confessori, concionatori egregio, ac olim Commissario Apostolico, salatemi Cam
in tantum nos tyrannorum crudelitas oppressero, quod scripturis magni Turcae vinctos, carceri
mancipatos, flagellatos, spoliatos, ac tres ex nostris vix semivlvos reliquerit .... minime permittentes
nos monasteria Inhabitare, nisi prius persoluta tria millia nummonim; idcirco ne scintilla fldei lo
bis infldelium partibus omnino extinguatur,non habentes nos unde ista dare, ad Summum Poatifloeni»
IleKes, Principes , Duees ot Ranmes, runctosquc chrisrianos humililer recurrentes, aaxUiailHIM
GOES - GONZAGA 215
K.«BJaDtes; te, ut capta temporom opportuni tate . . . cunctos adire veleas, ad hoc opus cum merito
B^Caris obbedientiae destinamus mittimusque etc. Datum Plambi in aedibus Sanctae Mariae
m^anun, mense aug. XX MDCIII. »
260. GoES. — Carta de Fr. Lorenfo de Goes a el Rey dePortugal.
È data in Cochim il 28 decembre 1536. Si conserva nel!' Archivio della Torre del Tombo di
»na. Originale.
261. GoMEZ. — Relatio martyrii V. P. Fr. Joannis a S. Martha,
P. Fr. Luigi Gomez da Beja in Andalusia, e dipoi appartenente
Lsi Provincia Francescana di S. Gregorio nelle Filippine.
Cosi in una recente Bibliografia Francese ( di cui non ricordo V Autore ) trovai segnata questa
ione, non so se scritta in latino od in ispagnuolo , a stampa o manoscritta . Il nostro erudito
^jK-atello, P. Fr. Felix de Huerta ( Estado, ee. ) dice che il P. Luigi Gomez scrisse Actas del
t^^ìrio de Fr. Juan de S. Marta, che certo sono la stessa cosa; ma anch' egli ci lascia nella stessa
K^&^tà riguardo alla lingua e alia stampa. Lo stesso fa nella sua Chroniea manuseriia de la
"^^411010 de Cathalaunia il Padre Batle, che scrisse una compiuta e commoventissima storia di
- 1 martirio, chMo feci estrarre in Barcellona. Nel cap. 45 intitolato : ReUuion del glorioso Martirio
dodas las circunslancias heeha por el Padre Luis Gomez^ si ristringe a dire, che il Gomez ne
^•cialse tutti i particolari, alcuni de' quali egli accenna, con ciò ponendo fine al suo racconto. È
^-^0 che egli si servi largamente della relazione del Gomez: ma nulla dice deUa sua persona.
^^^Mlre Huerta ne somministra le notizie seguenti: t Fr. Luis Gomez Palomino, Predicador, profesó
^<si santa Provincia Observante de Andalucia, paso a Filippinas el ano de i594, y fué destinado
^^^ conversion del partido de Camarines. El ano de 1598 partió para las Misiones del Japon, donde
^Jercitó con fervoroso celo por espacio de 35 anos, sufriendo con admirable constancia todos los
^^^^jos de una continuada persecucion. Por los anos de 1619 escrivìó : Actas del Martirio de Fr.
■-On de Santa Marta. Siendo ya de 70 anos de edad fué preso y encerrado en la carcel de Osaca,
i <iespues de sufrir el tormento que llamaban de las cuevas, el qual consistia en poner en el
^^^Uo una tabla, y colgando de los pies a los Martyres , meterlos la cabeza en una olla llena de
^bandijas venenosas, y quando se hinchaban por efeclo del veneno , los separaban y daban conlra-
veneno; despues de sufrir, repito, por seis dias tan cruel tormento, fué quemado vivo por la
confesion de nuestra santa Fé en la referida ciudad de Osaca, el dia 6 de Junio de 1634 a la edad
venerable de 70 anos. » Che croi ! scrittori ad un tempo delle gloriose lotte de' loro compagni di
missione e di martirio 1
Qui dobbiamo ricordare un altro Gomez (Francesco), celebre Missionario in America, i cui
scritti andaron perduti. Nativo di Valladolid, era partito per il Nuovo Mondo l'anno 1533, e si
recò ad evangelizzare in Guatemala col suo confratello Alonso Escalona. Il nostro Torquemada
fMonarq. Indian. ee.) dice che • en aquella tierra. (Guatemala) aprendió brevemente la lengua
AcBi ; que es la de sus naturales, y muy diflcultuosa de aprender, porque le avia comunicado Dios
el don de lenguas, que reflere su apostol san Pablo, y en ella aprovechò algunos anos. >
262. Gonzaga. — De origine Seraphicae Religionis Francisca-
nae eiusque progressibus, de Regularis Obervantiae institutione,
fonna administrationis ac legibus admirabilique eius propagatio-
ne. Fr. Francisci Gonzaga eiusdem Religionis Ministri Generalis.
Ad S. D. N. Sixtum V opus in quatuor partes divisum. Forum
qtiid unaquaeque contineat sequens pagina indicabit. Romae, cum
licencia Superiorum, 1587.
9i6 GOMZALEZ
Hump,
Un volarne flgarato in foglio, di 1363 pagine. 11 lavoro del P. Gonzaga è nn vero capolavoro:
basta leggere l' Elenehiu eorum quae in hoc opere contUuntur . Cioè : • In prima . . . parte agltir
de initiis ac progressibus Ordinis, qooties et quo tempore novis legibus sit astrictus, atqiie ad
veteris disciplinae severitatem rovocatus cum in virorum tum ctiam in mulieram monasteriis. —
Quam haec Religio sit honestata in coelis copia, praestantique Martyriun, Gonfessoram, Vlrginnm:
et in terris numero ornamentisque Pontiflcum, Cardinalium, Patriarcharum , Episcoponim atqve
Doctorum. — linde originem duxerit Obscrvantia, ex qua nominamur, et de eius propagatone.—
Monasteria Observautium duobus modis gubernari , alia proxime subiecta esse Ministro Generali ,
alia Ministris Provincialibus. — Quot sunt Monasteria, quam antiqua, quibus ornata prìvilegiis, quae
proxime subsunt Ministro Generali. — In secunda de numero, fundatione, rebus insignibus Mona-
steriorum Cismontanorum , quae proxime subsunt Ministris Provincialibus. — In tertia traiCtantor
eadem de ultramontanis. — In quarta de Transmarinis , in quibus comprchendontur Monasteria
Indiae Orientalis , Indiae Occidcntalis, Novac Hipaiìiae et Regni Peruani. » Quest' opera comincia ad
essere rara : io ne posseggo un esemplare. Neil' Archivio poi della Torre del Tombo di Lisbona ne
trovai una bella traduzione Manoscritta in lingua spagnuola con questo titolo : Gonzaga — HMoria
Serafica en Espanol: in 4 tomi in foglio: manca però del primo, in cui per avventura stava
segnato ii nome del traduttore. È lavoro inedito.
263. GoNZALEZ. — Chronica Seraphica escrita por el R. P. Fr.
Eusebio Gonzalez de Torres, Ex-Lector de Theologia, Ex-Defìnidor
de està Provincia de CastiUa de la Regular Observancia de N. S.
P. S. Francisco y Chronista General de su Orden. En Madrid : en
la Imprenta de la Viuda de Juan Infangon.
Sono quattro volumi, ossia quattro parti, in foglio : il primo di pagine 580, pubblicato l'anno
1719: il secondo di pagine 598, il i725: il terzo di pagine 564, il 1729: il quarto di pagine 39i,
il 1737. È la continuazione dell'opera del Gornejo e ha molte e belle biografie di nostri Missionarii
e Martiri in America, nel Giappone, in Cina, che non s'incontrano in altri storici e cronisti
dell'Ordine: ne feci cstrarre parecchie: per la storia delle Missioni è un vero tesoro. N' è no
esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
264. Gonzalez. — Hierusalemsche Reyse vanden eerrw. Pater
Fr. Antonius Gonzales, Minder-Broeder RecoUect, voor desen Guar-
Affrica (ìiaen tot Betleem, President de Tripoly in Syrien, Pastoor in
groot Cayro , Commissaris van het H. Landt et Verdeylt in ses
boekens. — I. vervattende de Reyse uyt Antwerpen tot de Have
van Jerusalem. — II. Bescbryft de H. Plaetsen vant H. Laudi—
III. Wort Beschreven Tkoninckryck Syrien. — IV. Vennaert
Ryck van Egypten. V. De Wederkomste uyt Het Heyligh Landt
tot Antwerpen. — VI. Rare boomen , bloemen , kruyden vier-
voetighe beesten, voghelen visschen ende Kostelycke ghesteen-
ten. Tantwerpen By Michiel Cnobbaert, woonende by het Pro-
fessen. huys der Societeyt Jesu, in S. Pecter 1673.
Questo interessante viaggio a Gerusalemme del Padre Antonio Gonzalez della Provincia Beool*
letta del Belgio» è diviso in 2 volumi in 4: il primo, di tre carte preliminari e 639 pagine: fl
Siamp.
Asia
GONZALBZ - GOUJON 817
1^
secoodo, di 495 pagine e ii carte di Regisler der Caputele», e di aa Generale Tafd^ (indice)
in fine. V opera è divisa in $ libri. Il primo contiene il viaggio da Anversa al porto di Gerusa-
iemme, ossia Giaffa: il secondo la descrizione de' Luoghi Santi: il terzo, la descrizione della Siria:
il qoarto, la descrizione dell'Egitto: il quinto, il ri tomo dalla Terra Santa ad Anversa: il sesto dà
belle notizie degli alberi rari, {lori, erbe, quadrupedi, uccelli, pesci, e pietre preziose, che sono
in quelle parti. N' è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di Anversa nel Belgio.
265. GoNZALEZ. — Relacion de las Misiones de los Ilongotes en
los montes de Tabueyon: por el P. Fr. José Gonzalez de S. Pascual.
Cosi l'HoBRTA (Bxtado, ec). 11 P. Gonzales nacquB in Elche, e vesti l' abito Francescano nella
Provincia di S. Gio. Battista Panno 1739. Parti Missionario per le Filippine, dove giunse il 1747.
Evangelizzò primamente nel popolo di Gasiguran ; e poi passò alle Missioni degli Ilongotes , dove
mori nella giovine età di 38 anni il 1756. Quivi scrisse la sua Relazione.
266. GouJON. — Histoire et voyage de la Terre Sainte, ou tout
ce qu' il y a de plus remarquable dans les Saints Lieux et tres
exactement descript par le R. Pere Jacques Goujon Religieux de
r Observance de S. Frangois, Lecteur Jubilé de la FamiUe de Terre
Sainte. Ouvrage enrichi de plusieurs figures eu taile douce. Lion
ches Pierre Compagnon et Robert : rue Merciere au Coeur ben.
MDCLXXI.
Un volume in 8, ben interessante. Per esempio, tra l'altre cose, ci dà notizia d'una straor-
dinaria Missione Francescana inviata in Etiopia dal S. Pontefice Clemente XI U 1668, di cui egli,
r Autore, doveva far parte. • S' il faut (egli dice) de noveau rentrer dans le fond de l' Ethiopie, et
rajnasser le sang de nos Martyres, Clement XI, aujourd^huy pape, et la sacrée Gongregation de
Propaganda Fide, n*en donnent la commission qu'au tres R. Pere Francois Marie de Polizio,
Commissaire Apostolique et Gardien du Sacre Mont de Sion, qui y eut envoyé plus de 60 Religieux,
s' il eut admis tous ceux, qui s'ofroient et se precipitoicnt au martyre. Je arrivay d'Egyptc un
peu trop tard en Jerusalem, puisque temoignant apres le depart de douzes do nos Peres le deplaisir
de n* avoir esté de cette sainte compagnie, le tres R. Pere sousnommé m' assura, quMl m' auroit
preferè a toute autre pour un si digne employ, etc. > Un esemplare di questa Storia trovasi nella
Biblioteca del nostro Convento di Sant' Anna di Parigi.
Poiché ci è avvenuto di ricordare nuovamente l' Etiopia, o Abissinia , ed oggi si fanno tante
ricerche e tanti studii, specialmente in Portogallo, sopra quel paese, sin qui tanto poco conosciuto,
credo far cosa utile pubblicando alcune notizie, inedite, che incontrai in un Codice cartaceo della
Nazionale di Firenze , che riguardano specialmente la geografia e alcuni Missionari Francescani e
Domenicani della fine del secolo XV e del principio del XVI, a noi aflktto sconosciuti. Gli intelligenti
dì cosi fatti studii, giudicheranno dell' importanza che possano avere.
1470. Frate Nicola di Oliveto Frate di San Michele narra quanto segue: • Del 1470 un Frate
Italiano che veniva d' Etiopia, mi riferi che il NUo nasceva fra due Provincie, cioè Bfarona et Salgu,
cbe è in Abbassia, e eh' egli corre giù per la costiera di monte altissimo, chiamato Marona, ovvero
Camir, et per gran quantità di nuvoli che discorre per quella costa fino al piano fra tre laghi ,
chi guarda dalla sommità di quella montagna non vede fiumana alcuna, ned altr* acque : et di que-
sto modo li ditti tre laghi fanno il fiume che tira verso il nostro Polo al monte Tubit
entrando di sotto a' ditti monti. Et poi s' entra l'altro monte che è in la parte di Nubia, dove
cade con gran rumore. In detto monte finisce. Et poi per il Dosait et per la parte del Sion eh' è
in Egitto, lasciando Tebais da Oriente scorre al Cairo, et sotto Bolarcho et Sat-mifl si divide in
due. Et una parte tira a Rosseto, et a Bularcho dividendosi di sotto, va fino .... dell'ore: et
2i8 GOUJON
r altre parte tire a Damlau et Altenosa, dividendosi dal Messore e dal Minia e dal Molale, e dal
remo che tire a Rosseto al mare. Il quale va a Messore et Damlata. Un altro ramo Tiene da cMI
padoli, dove nasce etiam il flome Nìcas, o Nigris, dalla parte di Garamati, ec. » Dopo eie foM
Nicola mette « r itinerario (geograficamente segnato) de* Preti al Presto Znan di BUopia. » E nove-
rendo le città che s'incontrano, dice : • Ayo è lontana dal Nilo miglia 70, dove per viaggio ti trofa
on castello con Monastcrio di Frati Bianchi, et chiamase ditto castello Denraearbe, et è lontano da
Ayo 0 A\o, miglia 40, et lontano dal Nilo miglia 30. Lelia è tutto Monisterio di San Dominieo,
dove su più di Frati 500. > Quindi scguiu V itinerario di Prete Zorzi Domenicano, che fb in ie-
rusalem Tanno i5i4. • Quando il Turco (dice Prete Nicola) prese la Soria e'I Cairo che Ai del 1917,
si parti il Priore de' Preti di San Domenico, chiamato Pra Zorzi, per essersi rovinato II Monatterio,
et essendo in Venezia dell'anno 1519, lo menai a desinare a casa mia, e dimandandoli del viaggio
avea fatto a partirsi dal suo paese di Etiopia di Presto Ianni a venire in Jenualem, mi dette
in nota tutte le città e provincio e luoghi. Et prima disse che la prima città del Presto Unni, che
avea nome Davit, ere in la provincia dì Oreb, dov'è Barara, metropoli, dove il detto Pieslo Ianni Ci
la sua residenza la più parte del tempo ; e su '1 monte ò un castello dove sta lo Patriarca. Da Baiaia
si va, ec. • Seguita appresso il manoscritto : • Addi 1 marzo 15S3, Prete Raflbello dell'Ordine di Santo
Francesco, il quale veniva di Jcrusalem dal paese del Presto Ianni, da una città chiamala Axon,
dove sono tutti cristiani battezzati con l'acqua come noi, et non con il fuoco ; in questo dì lopn
ditto, qui in Venezia, avendo assai buona lingua latina per essere stato anni 4 in Italia, mi resonò
di tutti i lor paesi, et massime di quelli luoghi dov' era stato. Et prima mi narrù dello itlnenrio
avea fatto quando andò de Axun sua patria inflno alla princlpal città di Presto Ianni chiamala
Barerà. Mi cominciò a dire che partissi di ditta città per dritto cammin per venire al Cairo: dì
loco in loco fece in questo modo. Da Barerà insino a Gheso si va a miglia iO a S5 il di per
fertili di formenti et vini et altre biade. Giornata 1. Da Gheso a Scacher, per pianure. Giornate %
Seacher a Ensnoso, per pianure. Giornate 4. Da Ensuoso a Modoge pur per piani. Giornate 5. Da Modof^^
a Bcdcuegì, dove prima è pianura, et poi al ditto Bedeuegi son montagne grandi. Giornate 7. Et
da ditto Bedeuegi una flumera rhiamata Zcrma. Da Be(leu(>gi ad Amltat per pianL Giornate t. Da
a Chcgefage per montagne grendi et vallate che vi sono. Giornate 1. Item passa da detto ChegeC^*'
una flumera chiamata Ochiet. Da Chcgefage a Degdon per pianure. Giornate 5. Da Degdon a Uasel
colline. Da Uasel a Foara si va per boschi. Giornate 3. Item passa da Poare una flumera. Da Ftera.
a Doncona per colline. Giornate 3. Et passa per mezzo de Doncona il fiume Ala, il quale corre veis^
Levante. Da IKmcon-'i a Sunaro, si va per boschi et sonvi grendi caldi. Giornate 5. Da Sonaro a Balta
Giornate 4. Et per mezzo a ditto camino si trova il fiume Mela. Da Ballo a Gora. Giornate t. Da
Gore a Fandon. Giornate i. Da Fandon a Meladele. Giornate 5. Et Meladele si è gren città. Da Meladek
a Corcar, dove si va per montagne. Giornate 4. Da Corcar a Inasa. Giornate 3. Da Inasa a BeleL Giornate
4. Et Belet è una gran città. Da Belct a Ancuc : iglesia grande di canonici, et sonovi altari più di 40.
Giornate ... Da Ancuc a Toro. Giornate 2. Et da Ancuc passa una flumere grande, che si chiami
Solno . Da Uero a Soucanct. Da Soncanet a Quòat Da Quoat a Mensenuam. Et per Mensenuam li
])assa il fiume chi* va nel Nilo, et si chiama Sumet. Da Mensenuam ad Angaban. Da Angaban ad
Diquaro : et a Diquaro passa il fiume Schedia, et va al Nilo. Da Diquaro a Plemona : et da Flemona
passa il fiume Asen grande, che va al Nilo. Da Flemona a Axon. >
• Axon città grande (^ lontana dal Nilo da 3 in 4 giornate, et avvi gren caldo, e vi nasce
fromento, vino, leghumi, segala due volte l'anno, come fa tutti li paesi del Presto Ianni. VI nasce d*
ogni frutti eccito che castagne: et nasce ligumi, fava, ceseri, fasoli. Et in ottimo terreno gruso
nasce alberi assai, et dataleri : ma li datali non sono cosi buoni come quelli del Cairo, perchè amano
il sabion. Vi nasce limoni, cetroni, aranci. In tutta Etiopia non nasce meloni , ma zucche et altre
cose, et erbe, et fiori di diverse sorti, et rase tutte molto odorifere, et soavissimi odori; miele,
zucchero assai; bestiami domestici, infiniti, come bufali, buo, vacche, pecore, capre, dromedari,
cavalli belli ed in gran quantità, muli, asini et cani grandissimi, cervi, caprioli , lepri, gaiele, ele-
fanti, infiniti leoni, pantere, giraphe, leonce. Item molti altri animali silvestri, tra li quali un che
chiamano Arit, che é grande come una vacca, ma grossissimo, di colore leonato, con coma dne
in testa; una nel fronte cuna indietro, V altra tra le orecchie curva innanzi, con la quale am-
mazza uomini assai, e corre veloce Dice si trova gran serpenti, cioè bise, che mangiano di
giumenti e castroni (forse il serpente Boa). Si fa seda assai et bambaso, et fassi panni di teda, i«m^ el
bambaso, bellissimi, in quantità, co'iiuali ve«tono. Et sono hHli uomini e donne; et hanno li capelli
GOUJON ^19
luoghi come noi: et io l)attaglia armano benissimo, et massime di panzierc, di maglie, et spade,
lance, archi, et che hanno ferro in gran quantità, che si cava in quelle montagne, et che poco
lontano di Axon è un'ottima miniera di ferro et acial. Et che si cava colori per picturar in li suoi templi
divini: ma che scultura non usano; ma li suoi templi sono di pietre, et 5 volte coperti di piombo:
et cosi palazzi et mura. E vi sono Religiosi assai d'ogni Ordine, et preti, canonici, vescovi, et
arcivescovi, et ottimi cristiani. Non si spergiura nò menziona Dio con disprezzo alcuno ; ma sempre
lo benedicono. Sono uomini limosinieri : hanno libri assai scritti di sua lettera, la quale è antichis-
sima. 11 paese è abbondantissimo di ogni cosa, fertilissimo , oltre ottimo. Et dice aver visto uomini
assai che vivono da 130 a 150 anni; et che l'aria è sempre temperata più presto in caldo che in
freddo. Et in la città et paese di Axon, et massime in la Lelia, città et provincia, che è lontana
due giornate da Axon, è caldo grandissimo che arde, et massime di Quaresima. Dove in detta Lelia
in ire iglesie grandissime ha Frati 5000; et che in la città di Barara di Presto Ianni e suo territorio
non ò troppo caldo, ma è aire temperato. Dicono che il Presto Ianni poi far levare l' acqua del Nilo ai
JWiori, che non anderà al Cairo; ma che ei non vole perchè dubita che i Mori ruinerian i templi
oon 11 Religiosi cristiani, che sono si in Jerusalem, come in Egitto, che ci ne sono gran quantità.
13ÌCODO che li Etiopi in la parte estrema de' lor paesi sono neri con li capegli corti , arricciati , e
txan li musi in fora che paiono musi di cani. Dicono in loro paesi sono medici, che hanno erbe,
radici et gome eccellenti in guarir malatio, et che non vogliono astrologi che indovinino et facciano
Indìcii, che li castigherian. Dicono che hanno spcciarie assai, che li son portate da porto Galesi
^t per via di Adem et di Sarchon, ctie v' è il mare più per primo. Da Axon ha detto essere caldis-
simo* andando per colline et piani et belli paesi fruttiferi et vignati inflno a Lelia. Et ditta Lelia ha da
3 iglesie grandissime di Frati di 5000, con montagna grande, et passavi da rente uno fiume grande,
grandissimo, che si chiama Marab. Da Lelia si va a Seraue per montagne. Da Seraue a Deuarua
colline et boschi et lochi forti, fertili et piani . Da Seraue ad Amasen per li lochi sopra ditti .
Amasen a Bachela per montagne e valli, dove sono elefanti , e leoni, ed altri animali. Da Bachela a
Soacben per gran pianure piene di pastori cristiani, si di buoi come di vacche, di cavalli, di bufali,
dromedari, pecore, capre, et con boschi ; ma non sono campi troppo fertili, né troppo per erbe. Soacben
é insula con gran città in mar Rosso, dove Andrea Corsali Fiorentino dice essere in gradi 18 abi-
tata da Mori, che andando per mare fino a Coser, si va in giornate 5, e per terra per la provincia
di Bragnal giornate 24 ; e per la provincia di Anda, dove son tutti pastori, fino a una città grande,
che si chiama Nocada, la quale è arrente al Nilo di Egitto, si va in giornate 16. Da Nocada fino
al Cairo diritto il Nilo, che è fruttifero di biade, giornate 12. Detto Frate Raffaele dice che da
Barara in Axo si va in giornate 30, e da Axo a Soachen 22. • Ora seguita la relaziono dell'altro
Francescano del 17 aprile 1523.
1523. « Fraie Tommaso dell' Ordine di S. Francesco , il quale veniva di Jerusalem e dalli
paesi del Presto Davit, potentissimo signore dell' Etiopia Tragloditica, avendo assai buono linguaggio,
mi narrò di terra in terra con sue circostanzìe, del viaggio che fece a venir di Barara infino a
Jerusalem. Et prima mi disse che da Barara per megio vi era Damot, provincia grandissima, dove era
clima caldissimo et torrido, per essere sotto il capricorno. La qual provincia era ricca d' oro finissimo,
et di là da tal parte confinante con il mare Oceano verso Megedis, dove è la provincia di Voge,
sottoposta a regine e non re ; et con questo gran reame et molti altri, regna regina una gran regina
chiamata la quale faceva guerra con il lor Presto imperatore, et che ora con questo Presto Davit
s' era accordata et pacificata, pagando tributo. Et che l' usi di tali Provincie sono di non voler se non
donne per regine, et sono bellicosi uomini; et che di qua dalla detta provincia di Damot era una
Besegai città, lontana da giornate 8, et fino alla citta Ugie, corte de Re Davit, avete verso ponente
montagne grandi, chiamate Gatat, dove nasce uno fiume che passa per detta città Ugie et va
verso l'Oriente, et chiamasi. tal fiume Auas. Da Ugie città infino a Barara, città grande del ditto
Presto Davit , dove stava lo Patriarca con iglesia grande et patriarcale , giornate 8. Da Barara
a Utàt, la quale ha uno monte, dove è su la cima un tempio grande di frati da circa 3000,
è di cammino miglia 8. Da Ufat a Eson, città grande, in la quale è lo studio di molti scolari, circa
miglia 8. Da Eson a Zancar città grande, dov'è corte del Re Davit, tutto pianure, e v' è uno
fiume detto Duchra, miglia 5. Da Zancar a Bedeuegi, dove è pianure e poi montagne, et ditto
Bedenegi, ha un forte castello con fiumera che si chiama Zerma e va al mare in Oriente, giornate
5. Da Bedeuegi pur per montagne si va a uno castello detto Alala, et qui è il fiume Onchiet, che
si conglunge con il fiume Zerma. Giornata una e mezza. Da Alala a Digino per pianure, fra uno fiume
290 GOUJON
che va a Digino, sta un tempio di 300 canonici. Tal tempio si chiama Santa Trinità. Giornale
due e mezzo. Da Digino a Uasel, città grande per pianare et colline, et a ditta citti stacanonicL
Giornate 4. Da Uasel ad Aich, lago grande di acqua dolce con montagne attorno, che Tolge detto
lago miglia 8, dove in megio è un isola di miglia S, con monistero di Santo Stellano vesti di
bianco. Giornate 1. Da Aich a Fichara son pianure e uno flume che si chiama Mele, che va al
mare Orientale, vi sono da miglia 10. Da Fichara a Zaget con vallate di pianure, et ewi studio
grande, miglia 6. Da Zaget ad Almo, miglia IG: bella pianura fruttiva con assai oliverl et altri fratti
Da Almo a Durbit, miglia 35: nel qual luogo di Durbit si fa tre volto Fanno le Aere, cioè la
prima maggio, da San Martin, e da mogia quaresima. E in dotto loco non vi sono se non osterie,
et tutti li mercatanti che vengono da diverse parti, con loro pavioni et tende alloggiano sa le
campagna ... et tali mercatanti alcuni vengono di verso merigio da Damot et dalla provincia di Ball
verso Oriente, et da Gogian verso il Nilo a Occidente; et questi portano oro, argento, gioie, e perie
e cavalli, e muli, e radici e erbe diverse di medicina, et panni di seda, et de un' altra sorte più
sottile e più lustra e più bella che non è la seda: et questo che vi ò un certo arbore chiamato
Arid, grande, con foglie bianche, simile a pomagrana, et fa uno frutto come un pugno di lana
sottilissima, che se ne fa panni per i loro Re et signori. Itcm conviene altri mercanti da Tegre,
provincia di cinque Re, che so molto mala gente, che vengono verso griego. Item ne viene anche
dalla provincia Agau, che so buone persone. ... E da detto Almo infino a detto Durbit, dove si
fa detta Aera, so da Almo distante giornate 1. Da Durbit ad Aldit, città grande con pianura, sono giornate
1 e mezzo. Da Aldit a Gumat, che e città grande. con studio per pianura , giornate I. Da Gumata
Dunchona con la flumera Tuchieroca un' acqua nera , che va verso oriente in mare, con monte e
castello di canonici, giornate mezza. Da Dunchona per montagne si va ad un castello detto Asqoaga.
Giornate 1. Da Asquaga aUruuar, che vi sta un re, e sono iglicse IS di canonici et vescovo, et
sepolto un re santo che fa miracoli , et ha nome Lalireca , dove assaissimi pellegrini vanno da
tutti 11 paesi, gioratc 3. Da Uruuar, si va in provincia Bugna, dove ha monte grande, dove nasce
uno fiume chiamato Tacagi, che va in nel Nilo, che vlen da Gugan, detto di sopra, che si chiama
Abaui, giornata mezza. Da Bugna a Tegre si va in giornate 5 per piani e colli, ed è provincia di cinque
re. Da Tegre ad Axon, città grandissima, vi è di cammino giornate 3. Da Axon a Lelia, dove ò regione
caldissima et torrida, dove è un flume grande detto Mauas, che scorre inverso Oriente in mare,
giornate 2. Da Lelia a Seraue giornata 1 e mezza. Da Seraue a Diuarua giornate 2. Da Dioaroa a
Bisen per monti, giornata 1. Da Bisen a Megua, giornata mezza, dove 6 il mare che è in la provincia
Seraue, la quale Megua lo Imperator Davit l'ha donata allo Re di Portogallo, ed è in sul mar
Rosso, dove poi vicn con sue caravane. Da Megua fino a Soachen per terra, che è in sol detto
mare Arabico, giornate 15. Il quale è del re Moro, che per essere loco di molte seche, li Portogaksi
non r ban potuto prendere. Questo loco è dove si sbarca li pellegrini che vanno in Jerosalem, et è
in gradi 13 verso l' Artico ; et da detta Megua a Soachen giornate 14: per terra son pianure ....
et di ponente sono assai montagne et grandi. Da Soachen al monte Sinai di Santa Caterina pd
mare detto Arabico, si va in giornate 15. Da Monte Sinai in Jerusalcm sono altrettanto cammino di
giornate 15. Et volendo da Soachen andar per terra al Cairo, giornate 34. Et dice il detto Frate
Tommaso, che il Nilo passa per Goza e va a Tegre. E da Bignan vi è il flume Tacage grande di
verso il ponente, et entra in nel Nilo in la provincia di Sire .... Da Damot a Barara giornale
15. Da Barara ad Axon per merigio si va in giornale 60. Da Barara a Damot fa gran caldi in tal paese.
Da Lelia a Diuarua fa gran caldi e intemperie. In Barara gli uomini vivono 150 anni . . . Fra RafEKlo
diceva che da Barara inflno ad Axon si andava in giornate 30, facendo ora miglia SO, ora S5, et
questa tale distanzia si accorda con Frate Tommaso. Itcm Fra Raffaele diceva che da Axon inflno a
Soachen si andava in 22 di ; et cosi questa tal distanzia si accorda con detto Fra Tommaso.
« Della città di Gaget in la provincia di Anguot. Fra Tommaso si parti dalla provincia Seraae dalla
città Besen per venire al mare Arabico, et si fece la via più verso lavante, et innanzi che capitasse a
Soachen andò a dirittura prima ad un altro porto et città sul detto mare Arabico, che si chiama Megoa
che il Presto Davit 1' ha donata al Re di Portogallo. Benché più verso scirocco lontano da questo,
detto Re aveva un altro porto, che si chiama Dancano, lontano da Megua per terra dritto al mare
per tramontana, giornate 3, et per mare con barca si va in un di. Poi da Megua andò a Soachen.
Fra RafCiclo si partì da Denna città in la provincia di Anguot , et andò da Maria in la provincia
di Amase, e tenncse più verso il Nilo, e non andò a Megua porto, ma venne a dirittura a Soachen.
« Avviso avuto da detto Fra Tommaso delle provincìe, cioA paesi, che molti per avanti han posti per
GOUJON 921
dttà, et cosi di altre cose, ec Et prima sotto il capricorno dov* è la provincia di Uoge verso merifi^o
che è paese che li abitanti non vogliono se non regine che li governino, come ho detto di sopra,
passa una flumea detta Uobi, che nasce da monti di detta provincia per più verso ponente, e una
i^erso Levante. Dipoi a dritta cammin verso tramontana, si trova la provincia di Damot, che è
grande per giornate 60, dove è una città che si chiama Auesga, che è giornate 15 lontano
da, Barara. Dipoi pur per dritto commin si trova la città chiamata Us, la quale è lontana da Barara
pomate 6, dove arriva a miglia 15 una flumera detta Auas, grandissima, che viene da tramontana di
Rarara, et da Barara si volgie per ponente, et ha origine da gran montagna, chesi chiama Gatat, e che
é in la gran provincia di Gogian, che ancor dicon nasca un ramo del Nilo. Tal flumera di Auas si trova
da Us, città verso la parte d'Oriente; stimo sia verso Quiloa, ovver Mididi, città del mare Indico.
Oipol per verso tramontana a dritto cammin si trova la gran città di Barara, dove la più parte sta
1 Presto Davit ed ha Patriarca et è in la provincia Urab. Dove per miglia 8 verso Levante è la
rmttit Garma, dove è grande studio in ogni facoltà. Dalla quale pur verso Levante giornate 1, è la
:&tt4 detta Masegue tra colline. Dipoi pur a Levante si va in la provincia di Fesegar, che è grande
pomate SO, et ha una città lontana da Masegue giornate 1, che si chiama Sogra. La quale ha il
>iù buono et fresco e temperato et perfetto aire, che sia in tutta la provincia del Presto; et vedesi
>iir infinite pianure da ogni parte ; et un tal loco il ditto Presto ha donato a Messer Gregorio, cioè
^ieronimo , veneto pictor, del qual di sotto si dirà. Et cosi il ditto Presto tutti li homeni virtuosi
t tie vengono da varie parti, li mette ad abitar tal città et paese . Et nota che da Levante si vede
i^ppena da lontan montagne alte, dove regnano di continuo aire perfetto con soavi venti. Dalla provincia
3. i Fesagar si confina con la provincia Doaro. È Doaro tra Griego e Levante, che tal provincia cir-
:?<»nda da giornate 40. Et di qui si va per tale cammino a Bali, provincia confinante a questa, et
attorno da giornate 30, dove verso griego sono montagne grandi et le specierìe che vengono
mare Indico. L' altra provincia Adel verso il mare, che è giornate 60, lontana dalla detta provincia
Bali per queste giornate 60, se trova molti boschi et pasture di bestiami, dove passa grandi carichi
tali specie et panine, et altre cose. Dalla provincia Urab, dove è la gran città di Barara, pur si
^va per alla provincia grande di Gogian, dove ho detto di sopra che nasce alli monti il fiume Auas. Tal
proTìncia è lontana da Barara per giornate 40 per ponente. Di tal provincia nasce uno ramo del Nilo,
che va verso tramontana: tal provincia è grandissima e gira da giornate 60. Et alla strada di ditta
provincia, venendo da Barara, si trova Nemese, città dentro in tal provincia per tre giornate. Dicon in
tal provincia nasce etiam specierìe e le condncono con muli. Dalla provincia Urab andando per
tramontana verso Ufat, si trova la provincia di Soa, dov'è la città di Zancar; dalla quale città andando
per verso Griego a Levante si trova la provincia di Sera, et è grande per giorni 12. Et da tal provincia
per tal cammino si va in la provincia di Ufat , che so giornate 5 ... Et da tal provincia si va in la pro-
vincia Geten pur verso griego, di giornate 5. Item confina, venendo pur per grìego con la provincia
Gegni, la qual provincia Gegni è grande di giornate 3, che confina per Levante con la provincia
Sera. Dalla provincia Soa, sopra detta, dove confina andando per tramontana la città di Bedeuegì,
a miglia 5 si trova la provincia di Anara, dalla quale pur per tramontana si va alia provincia di
Angnot, che ha una città chiamata Ganget, patria dì Fra Tommaso, dal quale ho tale informazione.
Et ancora più verso tramontana ha un' altra città chiamata Demna : cosi Fra Raflisiele in la sua
prima informazione. Et tra le ditte Provincie è una città chiamata Uasel, grande, che è di giornate 2
appresso il Nilo. Et ha una provincia verso potente chiamata Ajaua, et confinante a questa più verso
potente è la provincia Dembiani. Et così da questa più verso ponente è la provincia Infrai, et più
%'er80 ponente confina a questa la provincia Agenmender, la qual confina con selve et montagne
che di là abitano li Negri, cioè Etiopi, che vanno al mare. . . E dalla detta Anguot andando verso el
^ego, per giornate 3, è fertile, et poi si trova arene et boschi, dette Gabel, per giornate 50; et poi si
trova più verso Levante la provincia Danchele di giornate 2, dov* è la città Agda verso il mare.
Dalla detta provincia Anguot pur andando verso tramontana, si trova la provincia Bugna, et tra le
dette due Provincie è il fiume Nilo. Tal paese si chiama Uaedeb, che per giornate 15 attoma di
là dal Nilo. È selva piena di romiti et frati cristiani . . . che vivono di erbe e fanno grande penitenzia.
La provincia di Bugna confina per Levante con la provincia Cheda; et così da questa più verso Levante
è la provincia Giauamora, e di là è la selva Pegreri, che confina con la provincia Cheda. Et in provincia
Bagna si è monti che nasce un fiume, che se chiama Tacagi, che va in nel Nilo. Confina con la pro-
vincia Bugna la provincia Tegre, dove è la città di Axon, grande, che è giornate 2 lontano dal Nilo,
et lontana dal mare giornate 3. La provincia Seraue confina con quella dei Tegre più verso tra-
222 GOUJON
montana , dov' è la città Dioarua. La provincia Amasen conflna con la provincia Sarant par ver
ponente, dov' è la città Ambanderon. Tra la provincia di Amasen e il Nilo vi è la provincia di Maria
de* Negri arricciati il capo, e sotto il Presto Davit hanno i capelli lunghi. La provincia di Ifuba è ìd
Amasen. La provincia Bacbela verso tramontana conflna per Amasen. Da Bisen città. Fra Tomniso
andò a Megua di Portogallo, porto sol mar Rosso verso griego, e Fra Raffaele da detta Megna a Soacbeo,
insula verso tramontana su ditto mare; et ditta Soachen è de' Mori, et Megua era del Presto, il quale Pha
donata al Redi Portogallo. Drieto tal lido di mare si trova verso Levante Recano, che è un altro porto,
dove più oltre è Barbara e Meli infra terra. Tal provincia si chiama Abbasit, e sono Ablwsslnl, et sonvi
assai gicnte pastorale. Nelli sopra detti paesi del Presto Ianni son tutti li animali, come sono ne'nostri
paesi italici, et etiam molti altri, i quali son questi. Et prima Haric, o Hauruors, grande più d' un bo, et
ha la sua testa boegna, et ha uno corno sul naso de uno pie lungo, et altro più corto ha In sol fronte, e
un altro più alto dalla banda ciancha sopra l'orecchio, tutti tre corni dritti di color roseto . „ Et ha gambe
corte, et ha la eoa come asino: ò feroce animale e non perdona a ninno, come fa lo elicomo, il quale
voleva essere il primo scritto. Hahadaramu, nome volgare, chiamato dalli detti Etiopi; et in loro latino
io chiamano Fuchuor; et noi lo chiamian unicorno. II quale animale ha la so testa come il cavallo, e li
pie un poco fessi, cioè divisi, di color macchiati di diversi colori ; et ha in la fronte un corno lungo un
brazo, in brazauno e megio, di color zalctto: et il Presto ne mandò a donare un piccolo al Redi
Portogallo, che morì per via. Torat animale feroce, et è bon da mangiare, et è Silvestro, di color
rosso simile al bo, con cuda corta, et pericoloso, che non perdona a nissuno, come fa lo anicomo,
che non è si Aero. Defasca, animai grande più di un bo , ma con due gran comi lunghi distesi
silvestri: ma non ò animai feroce, et ò buono da mangiare. Gagen è animai grande come un eamelo.
con due comi storti in forma di vide grandissimi, di color giallo rossetti, et ha i piedi e testa
come ha il bo , et è bon da mangiare. Goma è animalo grande corno capra selvaggia con due
comi , et è bon da mangiare. Ducola son grandi come capre e sono rossi con dui corni dretti :
boni da mangiare. Nabre simili a lepardi ; item sonovi lioni bianchi ; et cx>sì elefanti ; item vi sono
giraphe, et cosi cameli, et dromedari, et tigre. Item cani grandissimi che nascono in la provincia di
Agau, et sono come asini grandi, ferocissimi. Sono in detto paese tutti li fratti come li nostri, eceito
che castagne; ma sono migor frutti delli nostri; et hanno molti altri frutti, che non l'abbiamo noL Et
prima quello che i Mori chiamano Muse , che son magori et miglori di quelli di Soria. Sola si è
grand' albero, fa a modo uva attorno al fusto come il sicomoro. Babo si è grand' albero, e fa pomi
grandi e grossi miglori de* pomi nostri. Coca fa fratti grandi come persico. Tambera è albero grande et
lungo come i datali et fa foia piccola. Agan è albero megian et fa frutti come le cieriesa, et è negra
e dolcio come uva, e foie piccole bianche. Trongo ^ frutto che ha odor di ìimon , ma grande come
una barila, e nasce su l'all>ero attorno, dove nasce i tronchi: ha spini grandi attomo e foie bianche.
Datali maggior e miori che non è tra' Mori. Et narance, limoni e cetroni ottimi. Item dico essere in
sopra detto paese et nascere fromento in quantità miorc del nostro. Mescla è grano di che fanno poi
mior del nostro formonto Taf fa grano menudo come barena, con vene di bianco, di rosso e di
nero .... et fassi pane ottimo. Tamoie fa grano simile al formonto, e sono di tre sorta, bianco, rosso,
nera Di tutte l'altre biave e legumi hanno come noi. Le lane dolio so pecore sono grosse, e di
esse fanno panni grossi .... ma di India e Persia sono portati panni Ani, che vengono di qui
a Italia. Non hanno carta da scrittura: sono di capretto et pecorino: ma ne vengono portate da' nostri
paesi. Battono le biave con cavalli e buo. Il Presto Davit, vuol dire imperatore, re e signore. Davìl
ò non il suo nomo proprio, et dicono essere di tal linea di Davit. Et dicono che in una provincia
si è un gran monte, dove abitano e stanno da poi la morte tutti li floli di tal Presto, eceito
che il primo, che è fatto signore; et se i Presto non hanno liolì, togliono uno di quelli di tkl
linea, che sono in tal montagna. La lingua latina di tal paese ò difTercnte dallo vulgare . Dice
il ditto Fra Tommaso che a Barara col suddetto Presto Davit si trovava un italiano della città di
Venezia, che si chiama Gregorio, ovvero Hieronimo Becini, il quale io andai a trovare a Santa
Margherita sul campo, in la sua casa antica, et parlai con una sua flola che si chiama Maria.
La quale mi disse che ditto suo padre si partì del li8j, et andò in Alessandria con mercatanzie, et la
sua moiere che avea, chiamata Dionora .... Le donne et uomini sono bianchi, perchè stanno in casa,
ma quelli che vanno all'aire, sono neri. I capegli degli uomini son lunghi, ma li tagliano a guisa di
cappello, .ec. •
Seguita poi. « Nota di Fra Antonio della città di Urcuzar nella provincia Bugna, compagno del
sopradetto Fra Tommaso, il quale ha navigato in India, et è venuto in Portogallo co* Portogalesi. •
Sono quasi le stesse notizie, che non occorre ripetere.
GOUVEA - GRANADOS 223
267. GouvEA. — Carta do Exmo e Rmo Bispo de Pekin, D. Fr.
Alexandre de Gouvea Franciscano da Congregagao da Terceira
Ordem em Portugal, ao limo e Rmo Bispo de Calandro sobre a
introduc^ao do Christianismo na penisula da Corea desde 1784 até
1797. Lisboa, na officina de Joao Rodriguez Naves, 1808.
Tornarono vane quante ricerche feci nelle Biblioteche di Lisbona per leggere questa lettera,
che probabilmente fa parte di qualche raccolta di Varia ; ma i cataloghi non sono finiti ; e tutte
le mie pazienze rimasero senza successo.
— Relagao fìel da persegui^ao centra o Christianismo da China
em 0 anno de 1784: por Fr. Alexandre de Gouvea Bispo de Pekin.
Manoscritto in 4, di 10 carte, ove sono bellissime glorie cattoliche e francescane affatto ignorate:
la copiai tutta nella Biblioteca dell' Accademia < già della Congregazione del Terz' Ordine Regolare
di San Francesco ) di Lisbona.
268. Granada. — Constituciones de Santa Cruz de la Indias ,
hechas en el capitulo Provincial celebrado en el Convento de San
Francisco on la ciudad de San Domingo de està isla Espanda en
el ano de 1538, por Fray Juan de Granada, Comissario de las Indias
del Mar Oceano.
Manoscritto nella Biblioteca dell' Escuriale. Sono 19 carte, in 8. Riguarda P ordinamento delle
Missioni del Nuovo Mondo.
269. Granados. — Tardes Americanas: Gobierno gentil y
catolico : breve y particular noticia de teda la historia Indiana :
sucesos, casos notables y cosas ignoradas, desde la entrada de la
gran nacion Tulteca a està tierra de Anahuac, basta los presentes
tiempos. Trabajadas un Indio y un EspaSol. Sacalas a luz el M. R.
P. Fr. Joseph Joaquin Granados y Galvez, Predicador General de
Jtcre, Ex-Definidor de la Provincia de Michoacan y Guardian
que fue de los Conventos de Xiquilpan, Valladolid, Rio verde, y
Custodie de todas sus Misiones, y las dedica al Exmo Sr. D. Joseph
de Galves, Caballer da la Real distinguida Orden de Carlos III,
del Consejo de Estado, Gobernador del supremo de las Indias, y
Segretario del Despacho universal de ellas. Mexico : en la nueva
Impronta Matritense de D. Felipe de Zuniga y Ontiveros, calle de
la Palma, ano de 1778,
23^ GRECO
Un volume in 4, di 70 pagine non numerato e altre 540. Alla fine dell' ultima si legge in nome
dello stampatore :
Condui tut ditcursot sahios , — Grancidos , y por tributot
Sut bien sazonadot fruto» — Dexan la miei en los lùbio$.
Mis elogiot son agraviot-Para obra tan elegante;
Y asi tin perder Ulante, — Espero que tus desvelos
Den a la America vuelot — Hasta ponerla Triuxfante.
Ed ha ragione : ò opera dottissima e scritta inoltre con molto gusto letterario. Basta leggerne
il proemio; e i nostri lettori, che si conoscono dell' importanza de' presenti studi storici, ne giudi-
cheranno daW Indice, che qui trascriviamo, de lo que eontienen las tardes amerieanat.
Tarde I. — AcredUase el caracter de la hisioria Indiana con la luz de variot monumenlos. —
Tarde II. — Gubiemo gentil. Principio y fin de lon Tulteca* : varia» operaciones, y Uegada de lot
ChicMmecas^ con la resolucion de los problemas de quien^s, de donde, y por donde vinUron las
primeras gentes pobladoras de esias tieìras. — Tarde III. — Continuase la serie monarquiea, y u
da una breve istrìudon de la teogonia y kalendarios Indianos. — Tarde IV. — CiencUis, cuUura,
y dvilidad de los antiguos y cictuales Indios. Breve relacion de los feudos al Imperio de Tetzuco.
— Tarde V. — Origen, progressos y fin de los Azleeas, o Mexicanos, y expUcadon de aigunos
fenomenos. — Tarde VI. — Poder Tlatelulcano, breve noticia del reyno de Michoacan, y otras eosas
digncu de leerse. — Tarde VII. — Descripcion de la grandeza de las dos cortes, Tetzcuco y Mexico. —
Tarde Vili. — Eimerros, septilcros, casamintos y coronaciones de los antiguos Indios. — Tarde IX. —
Conquista del reyno :hechos y glorias de Cortez : derecho que fundan a estas tierras lot Reyes
catolicos. — Tarde. X. — Gobiemo catolico prudente. — Tarde XI. — Reladon de los primeros
Misioneros Evangelicos, y apologia hecìia a favor del Y. P. Fr. Juan de S. Miguel, primer fundador
de la hospitcUidad Michoacana. — Tarde XII. — Ereceion de Inglesùis y Provindas Reguiarts, con
una breve notida de sus primeros Prelados. — Tarde XIII. — Virtudes y fama poslhnma de muànos
varones Indianos, que florederon en santidad. — Tarde Xrv. — Gobiemo catolico justo. Bstabledmienio
de Alcabelas y otros sucesos. — Tarde XV. — indoles, genio, y talentos de los Espahoies, Americanos,
y notidas de varios acontedmientos. — Tarde XVI. — Gobiemo cntolico fiel. Alteradon de aigunos
pueblos, su purificctdon y eondusion del gobiemo Americano. — Tarde XVII. — CondUo lY Mexi-
eano, y prognostico de la durctcion y fecundidad futura Americana. — Crediamo che qucst' opera si
possa leggere anch' oggi con quelle dell' Humboldt, del Brasseur de Bourg-Bourg, ec. N' 6 un esemplare
nella Biblioteca de la Bealo Accademia di storia di Madrid.
stemp. 270. Greco. — Lettere scritte da Monsignor Dionisio Greco
dell' Ordine di S. Francesco dell'Osservanza, Vescovo di Chironesso,
a Marcello Cervini Cardinale di S. Croce. A Trento , a Bologna e
a Roma, l' anno 1545 e 1547.
Sono 7 lettere che non mancano d' importanza per la gravità degli avvenimenti di que* tempi,
a' quali accennano. Vennero pubblicate nella Miscellanea Stefani BcUtizii, novo ordine digesia et non
paucis iMditis monumentis opportunisque animadversionibus aucta , opera oc stìidio JoannU
Dominid Mansi, tom. lY. Lucae 1762; extraetae ex Mss. Codd. Cervinianis apud Arehiep. Senensm.
11 Greco era Vescovo in Candia, stazione delle Missioni Francescane dell' Oriente ; male lettere sono
date, sci di Venezia, e la settima di Bologna, Ne riferirò due, la prima e la terza, che sono come segue.
t lUustriss. ac Beverendiss. I)D. mi singularissime.
Siccome già gli promisi menandai in Candia per provvedere a quella povera mia Ecclesia, et
deliberato di slare qualche anno, ma ritrovandomi in quella parte mi fu intimata la buia del Concilio.
Io per obedir ho lassato ogni altra cosa e mi son partito più presto che io abbia possalo trovan
navilio securo ; il partir mio fu alli 22 d' Avosto, il zonzer mio ò stato alli doi d' ottobrio che siamo
(ÌREIDERER 225
;>K'eseote in Venetia laudata sempre sia la Divina Maiestà che ze ha liberati da innniti pericoli si
rortuna di mare, come etiandio da corsari; non mi voglio in particalare difundere a dar notitia
Kion essere molesto. Ma uno est che io posso dire con verità che per miracolo evidente da Dio
Kso stati liberati. Non ho mancato di fare ogni diligentia per ritrovar libri Greci, secondo che io
naesse a quella, et ne ho ritrovato, ma non in quella quantità, che io desiderava; imperocché oltra
a.1 tri che si hanno sforzato di portar via libri Greci di Candia fu uno M. Carlo Capello, el quale
o Duca in Candia, et ha spogliato li Monasterìi et altri lochi. Di tal libri quando giongeranno,
iciarò la lista et li libri dove a V. Hi. et Rev. li parerà, insieme con moscato di Candia che ne
^orlato un poco in segno della servitù perpetua che io tengo, et obligo grande con quella, ec.
Dato in Venetia a li 5 d'ottobre del 45.
IlL ac Reverendiss. D. V.
Humilis Scriptor Dionysius Graecus
Episcopus Chironensis. •
« lllustriss. ac Reverendiss. D. D. mi singularissime.
« Hoggi ho ricevuto le sue de XYI di Novembrio, per le quali mi persuado non mancar del
to mio a ritrovarmi al Concilio Tridentino universale, et io non sono per mancar se dovesse
ir, et fattomi tol intimation in Candia posposi ogni mio comodo, et interesse, son partito di li
e lo era per star qualche anno, et quelli che erano ivi non solamente non hanno voluto venire
• oì>edientia di Sua Santità ( parlo li Prelati ) ma mi hanno fatto mille oltrazi perchè son venuto
le por altra mia li notificai. Son ben certo che in quel santo Concilio si trovarano de li signori
^U, et altri Religiosi dottissimi, che io non son sufficiente a compararmi con essi in dottrina;
ardisco di dir, se gli è presumption a perdonar vaglia, che io non son per ceder a ninno de li
nori detti in aflRecto et desiderio per defension orthodoxae fldei catholicao, la quale principalmente
isiste nella divina et suprema autorità che tien il Summo Ponteflce Romano, Principe de la
"leslaslica Hierarchia sopra il gregge di Cristo, et sopra tutti li Concilii, et sopra ogni lor actione,
^nllione et determinatione loro, come al tempo et loco suo son per dimostrare por mezzi, ragioni,
principi infallibili si Greci come Latini. Per tanto V. 111. et Rev. sia avvisato come di quelli che
■^gono de li mandati da sua Santità prò defeosione Fidei, essi son di contraria opinion, et tengan
^ ^1 Concilio Basilense et Constontiense è sopra il Ponteflce Romano; il che è falsissimo: et di
^^ opinione erronea son quasi tutti li Parisini, seguendo il lor Gersone Parisino che fu di questo
'tnion parlando di tol Concilio, sedutto da falsi fondamenti ; et alcuni Prelati del Concilio dcputoti
'o imbuti di questo zizania, siccome ho possuto colligere parlando con loro, li quali non lo fano
^ OQalicia, ma credono che cussi sia, per esserli dato ad intendere; il che importo essere avvisato
l'I- et Rev. Non mi faccia autor, ma che io sia tenuto secreto; questo articolo è la chiave del
^' Spero in Dio che quando parlaran di questo articulo, mi troverò li, et allora si vederà il bon
^o, che io ho a questo S. Sede apostolica, et a Sua Santità, ec.
Dato in Venetia a li 3 di decembrio del 45.
Humilis Dionysius Graecus
Episcopus Chironensis. •
271. Greiderkr. — P. Fr. Oratii Greiderer Ordinis Minonim
>servant. Refor. Provinciae Tyrolensis divi Leopoldi Custodis
't^itualis, Germania Franciscana, seu dironicon Geographicon-
^toricum Ordinis S. Patris Francisci : tractans primario de Pro-
'^cìis et domiciliis dicti Ordinis sub stemmate Observantium
^^Htantibus, secondario etiam de aliis sub iurisdictione aliorum
^''^pepiorum repositis. Oeniponte : Typis Johannis Thomae Nobilis
^^ Trattnem. C. R. Aulae Typographi et Bibliopolae. Anno
MDCCLXXVIL
15
226 «il'ADALUPE - GLADIX
Sono due volumi in foglio: il primo di 3 carte preliminari « 67S pagine, e infine an /«d»
generalis di 39. Il secondo di 1 carta preliminare, 878 pagine, ed altre 63 di Index generaUs in
(Ine. N' è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di S. Anna in Monaco di Baviera: ma
il 2 volume è mancante delle prime i7 pagine del libro I. 11 Db Vogel (Specimen BOMoth. Ger»
maniae Austtiaeaey ec. Viennae, 1119) ha detto che il lavoro del Greiderer è opus immensi teòorù :
e disse bene. È libro di cui non si può fare a meno per scrivere delle nostre Missioni nell'Europa
settentrionale; né manca di notizie importanti di altre contrade.
s(Mv. 272. GuADALUPE . — Historia de la Santa Provincia de los
Angeles de la Regalar Observancia y Orden de Nuestro Serafico
Padre S. Francisco : author el Rmo Padre Fray Andres de Gua-
dalupe, Lector Jubilado, hijo y Padre de la mesma Provincia. Eii
Madrid, por Mateo Fernandez, impressor del Rey nuestro Senor.
Alio de MDCLXII.
Un volume in foglio, di Gii pagine. Vi sono alcune bolle biogratie di nostri Missionari nelle
Filippine e in America; e la maravigliosa e commoventissima istoria della misteriosa Maddalena
della Sierra Morena in Amlalusia. N' è un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
.Vii.
273. GuADix. — De una recopilacion de algunos nombres ara-
bigos , que los Arabes ( en Espana , Francia , y Italia ) pusieron a
algunas ciudades y otras muchas cosas que se potran ver a la
buelta desta hoja. Dirigida a la C. R. M. del gran Rey D. Felippe
II de este nombre , nuestro Senor. Lo contenido en està primera
parte es una recopilacion de algunos nombres arabigos , que los
Moros 0 Arabes (en Espana, Francia y Italia, y Islas del mar Medi-
terraneo, y en otras muchas partes del mundo) pusieron a algunas
ciudades, villas, castillos, islas, montes,torres, rios, puentes, valles,
fuentes , puertas de ciudades : con algunos vocablos y verbos
arabigos y frases , o maneras de liablar de Arabes , de que comu-
nemente se usa en las lenguas. Latina, Espanola y Italiana. Reco-
gidos y declarados por Fray Diego de Guadix de S. Francisco, y
de la Provincia de Granada. Interprete de la lengua arabiga en
el santo Oflcio de la Inquisicion de la ciudad de Granada y su
Revno.
Manoscritto di un grosso volume in foglio non numerato, forse un 600 carte. V'è anzi latto
la licertela del Padre Generale dell'Ordine, Bonaventura da Caltagirone, data Romae ex Conventi
Sanctae Marine de Araceli die 28 decembris 1593, p(>rchò potesse stamparsi. Segue il Prohemio • n
Magextad : poi un altro Prohemio ni discreto y curioso Lector con diez adverteiidas. E flnalmeiile
incomincia la Inlerpretadon de los notnòres arabigos. Libro di profondi studi e di vasta erudizione,
di cui più d'uno s'è giovato, senza ut> anche citarlo. È nella Bibliutcca Colombina di Siviglia.
K qui mi si permetta di far cenno d'un altro Manoscritto della Biblioteca del Rea! PaUao
di Madrid, che col sopraddetto ha qualche relazione. Esso i* una Coleccion alfabetica general de Utim
los csivacteres que hasta nuestros tiempos se conocen. Fonnada y esenta por Fr, Antonio Àlgon,
GUAL - GUASCO 227
HeHgioÈO Menor Obtervanie. È an volarne in foglio, scrittura della fine del passato secolo, o de' primi
anni del presente.
274. GuAL. — La India cristiana : o Cartas Biblicas contra los
libros de Luis Jacolliot La Bibita en la India y Los hijos de Dios.
Opera escrita por el M. P. Fray Fedro Guai, Comisario General de
los PP. Misioneros y Religiosos Franciscanos en el Perù y Ecua-
dor. Con las debidas licencias. Lima : Impronta de J. Francisco
Solis, Plazuela de Santo Tomas n. 255. 1878.
Cito questa opera non come storia di Missioni , ma come lavoro che tratta un argomento
capitale de' di nostri, vale a dire le relazioni che possano rinvenirsi tra il Buddismo Indiano e il
^ns tianesimo, e quindi necessariamente discorre d'un campo (l'India) dove molto si esercitò lo zelo
isL scienza de'Missionari cattolici, per cui non può a meno di non entrare anche nella loro storia.
vi entra in fatti l'Autore nella Carta, o capitolo, XI, di cui pongo qui il sommario. Carta XI
t^. 257.) Milagrosa propagacion del Cristianismo por lodo el mundo. — Demostracion Mstorica
? ioM Apottoles San Barlholomé y San Tomàs predicaron el Evangelio en la India. — Atombrosa
^J>agaeion del Cristianismo por casi toda la India por diferentes Misioneros Apostolicos y los Monjes
fos siglos eonsecutivos hasta el siglo VII, — Causas de la decadencia del Cristianismo en la India
'« aa fecha. — Reaccion cristiana en la India desde el siglo XIII por los Missioneros Franciscanos^
'****i<ro«, & Francisco Javier, y los PP. Jesuitas. — Su estado actìML
Quest' opera del Padre Gual, come tutte le altre che ha scritte, è piena di profonda dottrina e vasta
dizione. Missionario e scrittore di polso, ha reso molto servigio alla religione e all'America del Sud,
ì t suo nome è popolare , con parecchie opere di vario argomento : come la DeffinibiUtà delP
'^^Kcoto/a Concezione della Vergine, ch'io voltai in italiano, ed ebbe l' alto onore d' esser inserita nella
azione de' pareri di tutto l' Episcopato cattolico per espressa ordinazione del santo Pontence Pio
'K'CS confessione principio della salvezza e delle inciviUmento del mondOy parimente da me vol-
^^z^ta, e pubblicata in Roma per la TipograQa Tiberina l' anno 1864. E poi una Vita di Gesù
^'o in cofulazione degli errori del Renan ; /( trionfo della Concezione nella Bolla dommatica
^ommo Pontefice Pio IX per la solenne definizione di quel domma; e El equilibro entre
^o« potestades, o sea los derechos de la Iglesia vindicados contra los ataques del D. D. F. de P.
^*oil; tre volumi in 8; ec. Barcellona per Pons y C.» 1852. Di quest' ultima, a mio invito, aveva
"^Preso la traduzione italiana il mio egregio confratello P. Agostino da Osimo l' anno 1863 ; e
^bl>e fatto un bel lavoro, con note proprie per l' Italia , specialmente relative agli errori del
Messore Nuytz, quando la morte ne troncò in pochi dì la vita, contando a mala pena 36 anni.
^' Mnidia cristiana poi ha intrapresa e cominciata la traduzione italiana il chiarissimo Professore
Seminario di questa città di Prato, abate Silvio Villorbsi, che già fummo lieti di ricordare in
^to nostro povero lavoro.
375. Guasco. — Relazione su i costumi degli Egiziani spedita
Lione ai componenti il venerabile Consiglio della Propagazione
Hat Fede da Monsignor Perpetuo Guasco de' Minori Osservanti,
^covo di Fez, Vicario e Delegato Apostolico dell' Egitto.
Sono 6 carte, in 4 grande. Non so se venisse pubblicata negli Annali di lAone. Il Padre
Petuo Guasco apparteneva alla Osservante Provincia Serafica. Recatosi Missionario in Palestina ,
^<^ creato Vicario e Delegato Apostolico dell'Egitto, dove ha lasciato grande memoria di sé,
^oyendo e coadiuvando tutte le istituzioni, che potessero efficacemente contribuire alla morale
^^ìle trasformazione di quelle contrade. Morì poco prima del 1860, e gli successe il P. Fr. Pasquale
^^ìc, presentemente Vicario Apostolico della Bosnia.
328 GUERRA - GYORFI
Stamp,
ÀAtrìca
Ut.
Aoirnai
Traii-il\3iiia
276. Guerra. — Arte de la lengua mexicana segun la acostum-
bran hablar los Indios en todo el Obispado de Guadala] ara, parte
del de Guadiana, y de Mechoacan. Dispuesto por orden y mandato
de N. M. R. P. Fr. Joseph de Alcaras, Predicador, Padre de la santa
Provincia de Zacatecas y Ministro Provin'cial de està santa Pro-
vincia de Xalisco , y por el Reverendo y Venerable Definitorio
ella en Capitulo intermedio. Dedicado a la santa Provincia de
Santiago de Xalisco , por el R. P. Fr. Jean Guerra , Predicador y
Definidor actual de dieta Provincia. Con licencia, en Mexico, por
la Vidua de Francisco Rodriguez Lupercio, en la Puente de Pala-
ciò, ano de 1692.
Un volume in 8, di 8 carte preliminari ed altre 62. Dalla 1 alla i? è la Grammatica ; dalla
i8 alla 49 un piccolo Vocabolario; e dalla 49 alla 6Ì, una In$tniceUm para adminiitrtar lot
Saeramentot.
277. GuTTiEREZ. — Historia de las guerras del Perù, por el P,
Fr. Pedro Guttierez de S. Clara, Franciscano.
Di questo prezioso Manoscritto parlali Brasseur (Bibliolh. Mex. Gnat.) dicendo che ne possederà
i tre capitoli risguardanti la storia del Messico, avuti in dono nella capitale di quel regno dal Padre
Fr. Arrilaga. E noi che da parecchi anni ci siamo ripetutamente raccomandati di aver qualcosa,
almeno notizie, de' molti e importantissimi lavori, antichi e moderni, fatti da' nostri Padri in quelle
contrade, sin qui non ottenemmo nulla. In Parigi io feci molte ricerche per sapere chi avesse
ereditati i molti manoscritti, che il Brasseur aveva seco trasportato dall'America, non pochi ap-
partenenti a Conventi Francescani; ma le mie sollecitudini restarono senza effetto.
278. Gyorfi. — Ortiis, progressus, vicissitudines , excisio, et
restauratio, oliiu Custodiae, nunc ab anno AIDCCXXIX Provin-
ciae Transvlvaniae Ordinis Minorum Strict. Observantiae S. Re^is
Stephani, ex gravissimis fideque dignis authoritatibus clara ac
succinta methodo compilatus, primum in urbe orbis capite revi-
sus, castigatus approbatus et excusus Typis Keverendae Camerae
Apostolicae. Ex urbe septicolle redux ornine fausto , hac secunda
editione sub gratiosissimis auspiciis Excellentissimi Domini Co-
mitis Dominici Joannis Haller L. B. de Haller-Ko, Sac. Caes. Re-
giaeque Catholicae Maiest. Camerarii, status eiusdem actualis,
ac intimi consiliarii, Principatus Transylvaniae , partiumque
eisdem annexarum Regio-Principalis Gubematoris, etc. Domini et
Patroni nostri gratiosissimi , colendissimi, a R. P. Paulo Gyorfi,
cum facultate superiorum luci familiaris solis expositus. Typis
Ven. Conventus Csikiensis ad B. Virginem Visitandam, 1732.
GYORFI 229
Sono 51 pagina in 4 , con due carte preliminari senza numerazione. Pagine preziose , che ci
mostrano con quali sacriflci e zelo di prodigiosa carità i Francescani, cominciando dalla fine del XVI
secolo, vi ristorassero e vi abbiano a poco a poco con le loro Missioni accresciuta dipoi la cattolica
fede : Missioni e storia gloriosissime por V Ordine nostro , affatto ignote. È memoria assolutamente
indispensabile per la storia universale delle stesse Missioni e degli Annali dell'Ordine. N' è un esem-
plare nella Regia Biblioteca di Monaco in Baveria.
Essa mostra con solenni fatti e documenti, che se in Transilvania, dopo che il 1536 restò divisa
dall'Ungheria, si conservò qualche barlume di fede cattolica, e dopo il 1629 a poco a poco nuo-
vamente vi si riaccese, fu sola e unica opera dell'Ordine Francescano. Onde il 1727 il Governo
del paese gli rendeva la seguente testimonianza.
« Nos inclyti Status Catholici Transylvanici , universis et singulis cuiuscumque status, ordinis
et dignitatis fuerint, in quorum manus hae nostrae litterae praesentes venerint, praesentium tenore
el testimonio irrefragabili mediante, conscientiose attestamur, Religionem Franciscanam, seu Ordinem
S. Francisci f dum in memorato hoc regno Transylvaniao Catholica Ecclesia valde multis revera
calamitosissimìs annis, propter variorum haereticorum eo tum grassantium, iuratam in catholicos
persecutionem maxime afllicta, et quodammodo omni consolatone orbata, in stalu pene lamentabili
miserrime constituta fuisset, eo tum omnibus cuiuscumque Ordinis alterius ac Religionis viris de
longe existentibus, inter tot et tanta vitae discrimina et mortis pcricula, cum manifestissimo vitae
SQae periculo constanter perseverasse. Qui praemonitus sacer Ordo Franciscanus . . . hanc nostram
Transylvanam catholicam Ecclesiam, vere protunc pusillum gregem, indefesso labore, utpote con-
tinuis missionariis excursionibus, verbi Dei praedicationibus, haereticorum conversionibus , catho-
licoram sat paucorum bine inde hac in patria promiscue degentium conservationibus , iuvenum
scholasticorum instructonibus, ac tandem praeter haec omnia, propriae vitae suae sanctimonia
et exemplaritate a primordio semper conservavit, dilatavit et suo possibili modo exaltavit; unde
propter eorum singularem expertam religiosam pietatem, et palam conservatum ferventissimum
zelnm, non tantum inter haereticos huius patriae, sed etiam invasores paganos, Turcas et Tartaros,
hanc in patriam semper zelosos fuisse. Nos etiam eosdcm singulari nostra protectione et prò bis
omnibus iam iam praemissis zelosis laboribus, reciproca conservatione dignissimos iudicamus, et
inerito eis hoc testimonium perpetue valiturum tribuere possumus, imo debemus, tamquam ma-
nifestae dignitatis recognitores et defensores. Insuper maioris fldei gratia supremi huius regni
Offlciales et Catholici Status assessores sigillo nostro obsignamus, et nomine suscriblmus. Claudiopoli
die 14 decembris 1727.
SlOISMUNDUS KUN
excelsi Regii Gubemii et Incliti Status Catholici Segretarios. •
Il libro del P. GTonn vorrebbe essere ristampato, perchè raro e quasi sconosciuto, e perché
non è mancato chi si provasse con infami calunnie a denigrare l' Ordine Minoritico per bandirlo
da quelle Missioni.
H
Akia
^»- 279. Habito. — Carta de Fr. Michel do Habito , Fr. Antoaio ^
Fr. Francisco da Orden de S. Francisco a El Rey de PortugaL
È data in Benym nelle Indie orientali, il 30 agosto 1539. Racconta le difficoltà grandinlE^^ .
che i detti Padri provavano nella loro Missione. Si trova nell'Archivio della Torre del Tombo ^^
Lisbona. Originale.
280. Haroldus. — Epitome Annalium Ordinis Minorum, oper^*
R. P. Fr. Francisci Haroldi Hiberni Limericensis, eiusdem Ordini^
Strictioris Observantiae , Pragae , Viennae et Romae quondam
Pliilosophiae et sacrae Theologiae Professoris : nunc in Collegio
Rom. S. Isidori Lectoris Jubilati , ac totius Ordinis Cosmographi
Generalis. Concinnata ex octo tomis, quibus venerabilis memoriae
Pater Fr. Lucas Wadingus res omnes trium Ordinum a S. Fran-
cisce institutorum ab anno 1208 ad annum 1540 e fide ponderosius
asseruit, et calumniis vindicavit, omniaque illius temporis sacra
prophana, rebus Ordinis cognata illustravit, multa praeclara mo-
numenta e tenebris et oblivione, magno labore ac laude, in lucem
produxit . Romae ex Typographia Nicolai Angeli Tinass\j .
MDCLXIL Superiorum permissu.
Due volumi in foglio : il primo di C carte preliminari non numerate e 4585 pagine : il secondo
di pagine 990. N' e un esemplare nella Biblioteca deir .\ccademia ( già della Congre^ifaziODe del Terz*
Ordine Regolare di San Francesco) di Lisbona.
— Lima limata conciliis , constitutionibusque synodalibus et
aliis monumentis, quibus venerab. Servus Dei Toribius Alphon-
sus Mogroveius Archiepisc. Limanus provinciam Limensem, seu
Peruanum Imperium elimavit et ad normam SS. Canonum com-
posuit. Omnia fere ex hispanico sermone latine reddidit, apparatu
HEBRERA - HENNEPIN 231
historico, notis , scholiis et indicibus illustra vit Fr. Haroldus
Hibemus Limericensis Ordinis Minorum. Romae, Typis Joseph!
Corvi, 1673.
Un volume in foglio di 15 carte non numerate e XXXlV-379 pagine. Gol ritratto del Beato
Torribio inciso dal Gaudet. Libro assai raro.
281. Hebrera. — Chronica Serafica de la Santa Provincia de
Aragon de la Regular Oservancia de N. P. S. Francisco : escrita
por el P. Fr. Joseph Antonio de Hebrera, Predicador General, Ex-
Definidor y Chronista de la Provincia y del reyno de Aragon , y
Ex-Secretario General de la Orden, naturai de la villa de Ambel.
En Zaragoza por Diego de Larumbe , impressor. Ano MDCCIII e
MDCCV.
Sono due volumi in foglio ; parte primeray y parie iegunda : la prima di 564 pagine, la se-
conda di 45S. Cronaca veramente ricchissima di notizie e particolari di tutte le nostre Missioni,
che se avessi conosciuta prima di cominciare la Storia, mi avrebbe risparmiate di molte fatiche
e pene, e avrebbe renduto ben più ricco e pregevole il racconto. N'è un esemplare nella pubblica
Biblioteca della città di Barcellona.
282. Helyot. — Histoire des Ordres Monastiques religieux et
militaires, et des Congregations de V un et de V autre sexe , qui
ont eté etablis" jusqu' a present, contenent leur origine, fondation,
progres, evenements considerables, leur decadence, suppression
ou reforme : par Pierre Helyot du Tiers Ordre de S. Francois.
Paris, Coignard, 1714-1721.
Sono 8 volumi, in 4. 1 compilatori del Dizionario di biografia universale dicono, che è l'opera
più compiuta che si abbia in tale argomento, e grandemente stimata. Vuoisi però notare che i tre
ultimi volumi non sono del Padre Helyot, ma del suo confratello Padre Massimiliano BuUot. Se ne
fecero due compendi ; uno, sotto il titolo d* Histoire du dergé Regulier, pubblicato in Amsterdam il
1716 in 4 volumi in 8: l'altro, intitolato Histoire des Ordres militaires, parimente pubblicato
in Amsterdam in 4 volumi. 11 P. Helyot nacque da illustre famiglia in Parigi il 1G60 : di 33 anni
vi vestì l'abito Francescano; e dipoi inviato da' suoi superiori a Roma, profittò del viaggio per
istudiare l' italiano, donde tornò corredato di molte utili cognizioni. Appresso, chiamato ripetutamente
all'ufficio di segretario della sua Provincia, nel visitare i Conventi raccolse molti materiali e concepì il
disegno dell'opera riferita, della quale si occupò per ben 25 anni; ne pubblicò i primi quattro
volami, e morì in Parigi, mentre lavorava al quinto, nella fresca età di 66 anni.
283. Hennepin. — Louisiane nouvellement decou verte au
Sud Ovest de la Nouvelle Franco avec la carte du pays, les moeurs
et la maniere de vivre des Sauvages, ec. par le R. Pere Louis Hen-
nepin, Missionaire (Franciscain) RecoUet et Notaire Apostolique.
232 HENNEPIN
A Paris chez la Veuve Sebastien Huré, rue Saint Jacques a
r immage S. Jerome pres S. Severin. MDCLXXXIII.
Un volume in 12, che tosto venne ristampato nella stessa Parigi ii 1688; e poi tradotto in
italiano da Giusepiie HoroUoggi, api^ariva in Bologna U 16 — ; e in lingua alemauDa in Nuremberg
il 1689. Del merito del libro diremo sotto. N' è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di ParigL
— Nouvelle decou verte d' un tres grand Pays situé dans 1'
Amerique entre le Nu veau Mexique et la Mer glaciale : par le B.
Pere Louis Hennepin, ec. A Utrecht , chez Guillaume Broedelet«
Marchand Libraire, MDCXCVII.
Un volume in Ij, di 34 carte preliminari non numerate e 506 pagine, con varie incisioni; di
cui poi sì fecero altre 4 edizioni in Amsterdam, il 1628, il 1704, 11 1711 e il 1720. Alla seconda di
Amsterdam {Ansterdamy Adriana Braakman, 1704) va aggiunto un voyage qui contieni une reiatftm
exaete de V origine, moeurs, coutumes, religion, guerre et voyages det Caraibet, ecrile par te tiew
De la Borde, Uree du cabinet de M. Bloìidel. N' ò un esemplare nella Nazionale di Parigi.
— Nouveau voyage dans un pays plus grand que T Europe
avec les reflections des entreprises du sieur de la Salle sur les
Mines de St. Barbe, ec. enrichi de la carte, des figures expressi ves,
des moeurs et manieres de vivre des sauvages du Nord et Sud,
de la prise de Quebec , ville capitale de la Nouvelle Franca par
les Anglois, et des avantages qu' on peut retirer du chemin re-
courci de la Chine et du Japon, par le moien de tant de vastes
contrées et de nouvelles colonies. Avec aprobation et dedié a S.
Majeste Guillaume III Roy de la grande Bretagne par le R. Pere
Louis Hennepin Missionaire Recollect et Notaire Apostolique. A
Utrecht, chez Antoine Scouten Marchand Libraire. 1698,
Parimente un volume in 12, di 34 carte preliminari e 385 pagine, tradotto e ristampato m
lingua Alemanna (Breme) il 1698. N'ò un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di Maliies
nel Belgio.
— Carte d' un tres grand Pays entro le Noveau Mexique et
la Mer Glaciale. Utrecht, chez Broedelet, et chez Spechi, 1698 , e
Amsterdam, chez A. Someren, 1698.
Il Faribault nel suo Catalogue d^ ouvrages tur V hittoire du Canada, ec (Quebec II W dice
che questa carta, come tutte le opere dell' Hennepin, è di molta importanza.
L'Hi>nnepin nacque nelle Fiandre il 1640, dove vesti I* abito Francescano. Giovanissimo disilo
r Italia, e dipui venne inviato Predicatore in Hai neir Hainaut, da duve passò nelP Artois, e dipoi i
(^alais e a Dunkerque per cercarvi limosine per l' edìQcazione e ristorazione d* alconi ConveatL
Appresso fu inviato Missionario in Olanda, e di ritorno per Maestricht, quivi accettò i' uficio ebe gli
HENNEPm 233
oflHrono, di cappellano d' un reggimento, assistendo alla battaglia di Sener. Finalmente venne inviato
^ la Rochelle, dove s' imbarcò per il Canada, destinato Missionario in quelle regioni. Basta leggere
^ sua Louisiane per vedere quel che vi operò e vi pati co' santi suoi confratelli di Francia, che
primi di tutti vi portarono il Vangelo, e vi levarono si alta fama di sé, che dura insino a' di
'^tri. La Louisiane, dedicata a Luigi XIV, è come una raccolta de' suoi viaggi, o vogliam dire delle
^^e apostoliche pellegrinazioni. Nella Nouvelle decouverte, e nel Nouveau vofoge ec. compie il racconto
^^la scoperta del Mississipl, che diede tronco nella prima, e ne dà le ragioni, che fanno un im-
^nso onore alla delicatezza del suo cuore. Sua , unicamente sua, era la gloria di avere sco-
perto quel fiume, ed esplorato dal Canada sino al Golfo del Messico : ma il comandante Lasalle prò-
Aitando del ritorno che il Padre Hennepin aveva fatto in Europa, e degli scritti che aveva lasciati
^ un suo confratello in Quebec, si attribuì quella gloria. Il buon Francescano non volle contristare
i' Lasalle che molto amava, rivelando l'usurpazione fatta; ma quando fu morto, mise fuori le
sue ragioni: e non c'è dubbio, dicono i compilatori della Bibliografia universale, che esse sono
CQQcladentL Come è evidentissima, essi aggiungono, la scoperta che fece anche del Missurl, rispon-
'endo la descrizione che egli ce n'ebbe lasciata e ciò che n'udì da' selvaggi, con quel che ne sap-
amo dalle moderne esplorazioni. Né merita le critiche fattegli dal Gesuita Charlevoix ; come furono
ri uste e crudeli le accuse mosse contro la purezza della sua fede per le relazioni che ebbe coi
narchi protestanti di Olanda e d'Inghilterra. Finalmente (conchiuderemo con le parole de' sopra
iii compilatori), come se tutto questo non fosse stato abbastanza per oltraggiarlo, abbiamo
tato degli scrittori profittarsi largamente de' suoi lavori, senza nò anche citarne il nomel Pochi
i si fanno leggere con tanto gusto come quelli dell' Hennepin , addivenuti omai rarissimi, e ben
ntterebbe alla storia il darne una ristampa; come fece il Tross di quelli del Saoard, di cui diremo
no luogo. C'è tutto ; geografia, storia, avventure d'ogni maniera, commoventissime : la vita di
' selvaggi, le loro leggi, le tradizioni, i costumi, i riti, la religione I Ma la guerra de' Francesi
tro p Hennepin non è ancor finita : seppi in Parigi che si stavano quivi facendo degli studi per
^*d>'r'e, che invece egli si sarebbe appropiati non so quali Manoscritti, e gli avrebbe pubblicati con
Icl^c aggiunta in suo nome. Se sono rose, diciamo in Italia, fioriranno. La verità, prima e sopra
^ le cose e le persone.
Intanto riferiremo qui alcuni tratti del Noveau voyage, che chiariranno e confermeranno le nostre
rri^^xionL Rispondendo dunque il valoroso Missionario e scrittore agli invidiosi della sua gloria,
^^Tidavan spacciando nulla di straordinario incontrarsi ne' suoi libri, che da tutte parti venivano
't^m e richiesti, dice: « Ces pecores du bon Dieu se rendent ridiculesi . . . Peut on rien dire de
^ e'xtraordinaire, que de faire mention, come je fais de 4 a 5 lacs ,qui sont de 3 de 4 et de 5,
^' ^^11 de 700 lieues de circuit, que nous pouvons appeller des mers douces, et ou jamais navire
¥^^ru que celui de 60 tonneaux que nous y avons construit, et avec le quel nous avons navigez
^^o en lacs plus que 500 lieues de chemin avec admiration de tous les sauvages de ce gran
^*x^«nt, qui ne pouvoient comprendre ce fort ambulant d'une nation a l'autre, et quand fls
^^c^oient le bruit du canon que nous y avions conduit, ces barbares crioient que la tonnerre les
'^^ abimer? Peut on rien de plus extraordinaire que le gran sault de Nicaragua? Que j' ai
■"tt^ et qui est la plus grand, la plus prodigieuse cascade o cheute de l' univers ? Veu que cetle
^^•<^e vient a tomber d' une hauteur de 6 o 7 cents pieds, et provicns de ces grands lacs , qui
'^^nt le grande fieuve de Saint Laurent? Peut on rien de plus extraordinaire que decrire un
^ cjue nous avons decouvert, qui est plus grand que l' Europe, et rempli de plus de SOO nations
igues diflierentes, et dont jamais historien n' a fait mention devant moi, et que jamais aucunes
ny mappes-mondes n' on fait connoitre au public, qu' apres moi ? . . . J' ai fait voir que le
comprend de plus de 100 lieues de pais, depuis l' Isle Percée et la grand Baie en remontant
S^'^^Dde fieuve Saint Laurent J'ai fait ce voyage jusque a la source, et j' al reconnu qu' il se forme
W^insieurs grandes rivieres, et des surmentiones 5 grands lacs, ou mers douces, les queb nous
^^^ percourus en navires, ou en canots d'ecorce, coumie on peut le voir dans les cartes que
^^^ avons données. Je puis dire la meme chose de l' incomparable fieuve Mechasipi, le quel est
^^r« de plus grande etendue que c«lui de Saint Laurent. J' ai mis aussi dans la carte generale
^ ma decouverte le grand fieuve des Amazones, que l' on volt au de la de la ligne equinoctiale dans
V Kmerique Meridionale Je suis moralemente convaincu que toutes les nations , que nous
avons decouvertes le long du fieuve Mechasipi , seront plus susceptibles du christianisme que les
iQtres parce qu'ils sont plus dociles, moins farouches et plu.o debonnaires que les peuplcs, qui
234 HENNEPTN
habitent vers le Nord . . . Je ne suis pas surpris, de ce qae les scavants avoaent, qu' ils ignoreiil
encore comment l' Amerique s' est peaplóe et cornine ce nombre inflni de nations, qne V on y tronre,
e' est etabli dans ce vaste continent. L' Amerique forme la moitie da globe de la terre. Lei plus
habiles Geographes n'en ont point encore une connoissance entiere, et les habltans meme ds
Noveau Monde, lesquels nous avons dcconverts La plus grande partie des barbares, qui
habitent l' Amerique Septentrionele, croient comunemcnt un espece de creation du monde. Ils disent
que le ciel, la terre, et les hommes ont eté faits par une femme , qui goveme le monde avec son
flls. C*est peut etre pour cela, quMls content leur genealogies par les femmes. Ils ajoutent, qne
ce flls est le principe de toutes les choses bonnes, et que la femme est la cause de tout le mal, ee... •
Ma a che citare dei brani? Bisognerebbe riferire il libro intero, tutto, anch' oggi, interessantiasiino
per la geografla e la storia del Canada. Aggiungeremo solo il seguente su la Beante e feriUUé du paif
des sauvages au Nord du Canada ^ e basterà perchè gl'intelligenti possano giudicarne. « Il bnt
avouer (egli dice) qu' il y a de vastes foreLs a defricher, depuis du Canada jusq'aux terres de la UMilsiane
le long du fleuve du Mechasipi . . . on a tire de grandes avantages, et on en tire encore anjourd* Imi
de fort considerables da la peche des poissons, dont on sechoit une partie, parce qn'onen fasoit
un grande commerce dans les pais chauds: et cela montoit au siede passe a plus de 1000 cu liOO
vaisseux. Le grand banc de Terre Nueve, les bancs voisins. Ics isles voisines, le Cap Breton. Tlsle
Percée et V Acadie sont les plus abondans du monde pour la peche. . . . on scait que le seni commerce
de la peche, qui se fait sur les cotes du Canada sont la cause del premiers ctablissemens considen-
bles, que 1' on a fait dans ces androits de l' Amerique. Il est vrai que l' on n' avoit pas encore eo
le temps, ni le moien de sonder le pais pour le reconnaitre, il y avoit des mines. Cependanton
y avoit trouvé de l'etain, du plomb, du cuivre, et du fer .. . D'ailleurs le pays est fort propre
a fournir les bois necessaires pour faire valoir les mines^ qu* on y trouverà, a cause des grandes
forets, qui y sont. Il y a plusieurs endroits ou on trouve une espece de marbré batard et des
grandes mines de carbon de terre ( carbon fossile ) , propre pour les forges , et . . . . encore un
certain platre, qui rcssemblc assez a de l' alabatre. Plus on avance dans le pais, et plus on trouve
des bellcs forets pleines d' arbres gommes ... des ])ins , des sapins, des cedres, et des Erables,
propres a tonte sorte d' ouvrages, et sortout a costruire des vaisseaux .... Les colonies qu' Us y
etabliront, seront bientot peuplées et se fortifleront dans ces lieux-ld avec une despenso mediocre
dans le comencement. Mais dans la suite on etabliroit davantage le commerce, et on le rendroil
plus grand en trasportant les choses dans l' Amerique, ou en pourroit faire un prodic^enx debiL
Et par là on rcconnotroit encore mieux, qu'on n'a fait jusqu'a present, les merveilles de U
Providence, qui n'a pas voulu, que tous les pais du monde fussent egalement foumis de toutes
clioses, a fln d'entrctenir la societè, la communication et le commerce entre les diflTerents nations
de l'univers, et de faire porter par ce moien les verites de l' Evangile par tonte la terre, et de
rendre les di vers pcuples, qui sont repaudus d'une coté et d'autre, participans du salut et deli
Kcsdemption, qui nous est acquise par notre seigneur Jesus. C est quelque chose de grand et de
glorieux, des ^gagner des batailles, et de dompter des sujcts rebellcs. Mais il est certain, qu' il est
inlinitcroent plus glorieux de gagncr Ics ames a Jesus Christ, et les tirant de leur profonde
ignorancie, et deleur aveuglement naturel, etc. >
Debbo ancora aggiungere, che la relazione del Padre Hennepin circa la scoperta da lui fatta
del Missìsipi venne tradotta in inglese e pubblicata in Londra V anno 1698, e poi ristampata il 1836
nel tomo 1 dell' Arcuaeologia Americana. Transactions and CoUeetionx of the American anliquarian
society. PublUhed by direction of the society. Worcester, Massachussetts, 1820, Cambrigde ( Mass.)
1836, voi I. et II in 8. Collezione interessantissima specialmente per la Filologia Americana, che
venne pubblicata per la terza volta in Cambrigde il 1856. Il titolo della relazione del P. Hrxnipu
in questa Collezione è come segue : Discovery of the river Mississippi and the adjacent eoutUry
B. L. Hennepin. I Compilatori dicono di averla fatta ristampare per la sua rarità, e per servire
d' introduzione ad un articolo sopra novelle scoperte fatte in quelle contrade.
Finalmente ci si permetta qui riferire le belle parole che consacrava al valoroso Missionaria,
il nostro confratello P. Panfllo da Magliano , già Missionario negli Stati Uniti di America, in ona
sua larga Memoria sopra l'America Settentrionale, pubblicata nella nostra Cronaca dbllb Missioni
Francescane, ec.
« 11 Padre Luigi, o Ludovico Hennepin, comecché nativo Olandese, era figlio della Provineia
Ricolletta di Parigi. 1^ lettura, com' egli stosso racconta, della storia delle operazioni e viaggi dei
IIENNEPIN 235
Lssionari dell' Ordine suo , gli fece nascere il desiderio di seguire le loro tracce : la relazione
ecialmente delle Missioni di America, che, secondo la statistica del Capitolo Generale del 1621,
Dtenevano cinquecento Conventi, determinò la sua vocazione, e nel 1676 la Provvidenza dispose
* egli fosse inviato da' suoi superiori qual Missionario nel Canada. La prima stazione, nella quale
minciò a dispiegare il suo zelo, si fu all'imboccatura del flume S. Lorenzo nel lago Ontario
^rola indiana che signiflca Bel lago), ove vicino alla Chiesa da lui fondata, venne eretto il
•rte Prontenac. Il suo genio però era destinato ed adatto più a fare grandi esplorazioni e scoverte,
e alla vita stazionaria. Partito da Prontenac il di 5 dicembre i678, e traversato il lago da circa
indici leghe, entrò nel flume Niagara con una barca, che essendo di dieci tonnellate, era di una
aridezza, che non mai la consimile avca solcato quelle acque. Per lo che rendè solenni grazie a
o, cantando il Te Deum con gli altri sedici di sua compagnia, e nel dì li dello stesso mese
"k-l r incruento sacrifizio, che fu 11 primo celebrato d' innanzi ad una delle maraviglie del mondo,
cascate di Niagara. Ma a cagione delle cascate non si potè procedere oltre con la stessa barca,
indi fo d' uopo costruirne un' altra al di sopra delle medesime in vicinanza d' Erie ( voce indiana
e signiflca Lago del gotto), e carreggiare frattanto sulle sue spalle i suoi arnesi di Missionario.
vascello essendosi compito sotto la soprain tendenza del signor Tonti, esule Italiano, fu benedetto
condo il Rituale romano, battezzato col nome di Grifone, varato nelle acque del Niagara, e dopo
sparo di tre tiri di cannone, fu cantato il Te Deum, che seguito veniva da gridi di gioia. Prima
TÒ d' imbarcarsi per continuare l' impresa, il P. Hennepin fu obbligato a tornare al Forte Prontenac,
prendere in suo aiuto altri due confratelli , che furomo .... il P. de la Ribourde , a cui
a sacceduto Commissario Provinciale il P. Valentino le Roux , ed il P. Membro 11 P.
ilithon li accompagnò per rimanere al Porto del Niagara. Tutto essendo oramai in ordine, ai 7
;osto 1679 il naviglio Grifone, avendo a bordo i tre Missionari, il signor La Salle, ed altre 28
arsone, entrò nell'imboccatura del lago Erie e fece vela per l'occidente. Allora il Te Deum fu
l' altra volta cantato fra il rimbombo di sette cannoni e lo scarico degli archibugi che aveano
^o. I selvaggi, che numerosi trovavansi nel dintorno, udivansi forte gridare Gannoron, voce per
iprimere la loro ammirazione. Qui giova notare che ciò accadeva appunto dirimpetto al sito, dove
}rge ora la citt^'i di Duflalo, soprannomuta la Regina de' Laghi, nella quale città e diocesi noi
amo attualmente stabiliti. 11 Grifone era il primo vascello che navigava nel vasto lago d'Erie,
1 essendo di sessanta tonnellate, dovea essere al certo di una sorprendente dimensione per chi
un era uso a vedere che piccoli canotti. Il primo Capo ch'esplorarono, chiamarono Capo San
rancesco. Nel dì 11 agosto passarono allo stretto che congiunge il lago Erie col lago Huron;ma
ccome lo stretto si allarga per modo nel mezzo, da formare un pìccolo lago, così diedero a questo
nome di S. Chiara, nome che tuttora ritiene. Il dì 23 detto entrarono nel lago Huron, nelle
ji vicinanze i Recolletti , avevano sparso la luce del Vangelo più di mezzo secolo
manzi. In tale occasione un altro Te Deum fu cantato in rendimento di grazie a Dio per
i felice navigazione fra sconosciute acque, e pericolose correnti. Non potendo andar oltre nel lago
uperìore, per l'impedimento delle Cascate di S. Maria, passarono al lago Illinois, ora Michigan,
ontrarìo all' avviso de'Missionari, il signor La Salle volle mandar indietro il vascello carico di pellami
er poter soddisfare ad alcuni debiti contratti ; ma sfortunatamente questo naufragò , e, come poi
i seppe^ di lì a non molta distanza. Eglino frattanto ebbero a continuare l' esplorazione con piccoli
anotti. Tralasciando vari incidenti, notiamo solo che nel passaggio eh' ebbero a fare dal detto lago
1 flome Illinois, dovettero viaggiare tre leghe per terra, portando sulle spalle le loro bagaglie. Ivi
;ianti, ediflcarono un Forte che nominarono Crepacuore a cagione delle angustie sofferte per la
liserzione di una parte della compagnia. Aspettarono qualche tempo pel ritorno del Grifone, ma
nutilmente: epperciò il signor La Salle risolvette di tornare egli stesso nel Canada. Indusse nondimeno
1 P. Hennepin a continuare V esplorazione, con la condizione però che giunto al Mississipì, dovesse
volgersi al Nord. 11 P. Hennepin infatti, avendo a suo equipaggio Antonio Augel e Michele Ako,
>artì in un canotto il dì 29 febbraio 1680, lasciando nel Forte Crepacuore il P. Zenobio, ed il P.
jabrìele, il quale ultimo nell' accomiatarlo l'animò colle parole della Scrittura: ViriUter age et
'4mfàrietur cor tuum. Dopo il corso di otto giorni entrava nel Mississipì. Quindi, invece di volgersi
immediatamente verso la parte del Nord, secondo il desiderio di La Salle, il quale ambiva la gloria
li esplorarlo dalla parte del Sud, il P. Hennepin fu persuaso, anche con minacele, dai suoi due
x)mpagni, ad andare prima verso il Sud, e poi tornare al Nord. Uno degl' incontri degni di
larticolare menzione, si fu quello che nel dì 21 marzo s'imbatterono con una tribù di selvaggi.
936 HENNEPIN
che si appellavano Taensi, i quali lo Iratlaronu in una maniera straordluarìamente amicherole
rispettosa. Oltre all'aver ricevuto con molti segni di gioia il Calumet di pace, comincUroiio
rendergli ossequi nel modo stesso come faceano al loro Capo, ed a lui di più baciavano il
deir abito. Oa ciò egli ebbe ad argomentare che quei selvaggi avessero già conoscenza de*!
Spagnuoli, i quali da lungo tempo avevano stabilito Missioni nel nuovo Messico, nelle cui viciiiai]to.a^
ci suppose dovere allora rattrovarsi. Il 23 marzo, in cui accadeva Pasqua in queir anno, fe'MC'^a^
e comecché per mancanza di vino 'non potò celebrare la S. Messa, cercò di santiflcare la soleoikYxtf
con pie devozioni. Continuò poscia il viaggio sino a che arrivasse Analmente alP imboccatan del
Mississipi nel golfo di Messico. In quei dintorni non trovarono abitanti di sorta. Egli voleva ivi
trattenersi qualche tempo per fare tutte le possibili osservazioni ; ma i due compagni, che si
curavano poco d'informazioni, l'obbligarono a tornare in dietro. Tuttociò che potò fare, si (b di
piantare in quel luogo una gran croco di legno duro, alta circa dodici piedi, a cui attaccò Uno
nome, e i nomi dei due compagni, ed un succinto di sA e del loro viaggio, ed Inginocchiitovlii
d' innanzi, cantarono l' inno VexiUa regis.
« Il primo di aprile si accinsero a rimontare 11 Mississipi, e per dodici giorni non ebbe aknn
sinistro incontro, che anzi dallo dìfTcrenti tribù di selvaggi lunghesso il flume fu trattato assai
amichevolmente. Il giorno 13 pen> fu per lui veramente male avventurato, conciossiachè egli Tenisse.
preso da una l)anda di Lioux Indiani, e trasportato in un villaggio preciso, dove il Mississipi eessa
di essere navigabile a cagione dello Cascate. Egli diede a quelle il nome di Cattate di S. Àniomkt
da Padova, in onore del gran Santo Taumaturgo dell' Ordine suo, sotto la cui protexione erasi
inaugurata l'impresa. Per tre mesi ci fu tra loro iiual prigioniero, durante il qnal tempo egli
ebbe molto a soffrire da quei selvaggi, e più di una volta fu in pericolo di essere sacrificato. Non
mancò tuttavia nel tempo stesso di annunziare, per quanto fosse in lui, a quella tribù Gesù Cristo,
e le verità del Vangelo, e fu almeno in parte consolato da poter assicurare la salute di un'anima:
poiché ottenne di poter battezzare una fanciulla morente, a cui dìo il nome di Antonietta In onora
anche di S. Antonio di Padova. Nel mese di luglio alla perflne egli fu liberato dalla sua cattività
per mezzo del Sig. Luthu, che nell'anno antecedente avea esplorato la contrada de'Lioax, e
contratto con loro amicizia.
• Tornato a Quebec, i suoi Religiosi confratelli facevano le maraviglie a rivederlo, e special-
mente il P. Hilarion Jeunet gli andava rìi»etendo. Lazzaro rituitcitato. I^ ragione di ciò si era,
che da circa due anni erano stati informati ch'egli fosse morto per mano de' selvaggi , epperciù
gli aveano celebrato un solenne funerale colla Messa di Requiem.
« K questo un breve estratto del racconto della sua esplorazione del Mississipi, che il P.
Hennepin fa nelle sue opere, specialmente in (lucila intitolata SoHvelte decouverte. 11 nome del P.
Hennepin, e le sue opere avendo incontralo molto favore presso il pubblico, addivenne segno di
qualche attacco. Nella prefazione ali' opera citala, egli attesta con giuramento della verità del fatti
che egli racconta. Le sue parole originali sono le seguenti: • Je vous proteste ici devant Dìeu,
que ma Relation est lidt'le et sincere, e que vous pouvex ajoùter foy a tout ce qui est rapportè. »
N«^ Religione né ragione perciò lascia a dubitare della veracità di lui in quel che narra. Quanto
si può dire del P. Hennepin, si è che fosse un gonio alquanto eccentrico, perchè pubblica fatti
riguardo a sì^ e ad altri, che chiunque men veridico e più riservato, avrebbe omesso o modificata
Nella prefazione dà pure la ragione perch«> dedicasse quel libro a Guglielmo III Re
d'Inghilterra. Ki si fu \wt gratitudine di un favore ritrvuto a prò di un Monastero di Soore
Francescane, delle (|uali egli era confessore, ed anche perch<> a quel tempo colui era alleato del
Re Cattolico, di cui egli era suddito. Del resto si rileva dalle stesse sue opere ch'egli fosse on
pio e zelante Missionario, e che avesse più che ordinari talenti.
• Il P. Hennepin con uno spirito quasi profetico scriveva a proposito delle Cascate dlS. Antonio
di Padova, eh' egli avea dato a quelle un tal nome, e che secondo tutte le apparenze esso sarebbe
rimasto in futuro. Non solo la sua predizione si ^ verificata, perchè rattengono finora 11 nome di
Cascate di S. Antonio (St. Authonys Falls); ma una Chiesa sorge ivi dedicata a S. Antonio di
Padova, ed il popolo Americano riconoscente ha voluto perpetuare con più onore la memoria di
lui, dando alla Contea che include le dette Cascalo, il nome del primo esploratore del Mississipi,
cioi*' Hennepin, chiamandola Hennepin Coìiniy. >
HERMOSA - IIERHEUO / 237
284. Hermosa. — Diccionario Castellano-Siamitico : por el P.
Fr. Francisco Hermosa de San Buenaventnra de la Provincia de
S. Pablo.
— Consituciones para los Misioneros Franciscanos de China y
Cochinchina, ec: ano de 1769.
— Diccionario Castellano-Anamitico.
Cosi V HoERTA (EtkLdo, ee.J. 11 Padre Hermosa nacque in Plasenica, e vesti l'abito Francescano
nella Provincia di San Paolo il 1732. Il 1747 si recò alle Filippine, donde l'anno seguente fa inviato
alte liissioni della Concincina. Vi lavorò con molto zelo Ano al 1749, quando venne preso nella
provincia di Saygon, e ctiiuso in carcere, ove soffri molti travagli, finché venne bandito da quel
regno alle Filippine. Ma il 1753 s'imbarcò di nuovo per la stessa Missione; ed avendo incontrato
in Siam alcuni poveri spagnuoli prigioni per debito che non avevano potuto sodisfare, si diede
ostaggio per essi, che vennerono lasciati liberi e fecero ritorno al loro paese. In due anni pagò
il debito, e cosi anchò egli racquistò la sua libertà. Ma le fatiche e i patimenti sostenuti n' avevano
logora per modo la salute, che gli fu mestieri abbandonare quel campo evangelico, imbarcandosi
per la sua patria. Ei però non doveva rivederla, colto dalla morte in alto mare l'anno 1772,
dopo 24 di penoso apostolato.
— Breve relacion que yo Fr. Francisco Hermosa de S. Buena-
ventur Comisario Provincial de estas Misiones da Kan-kao, Cam-
boja y de Cochinchina hago a nuestra S. Provincia de S. Gregorio
de Filipinas, para inteligencia de estas Misiones 1763.
Manoscritto delP Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m' inviarono copia que' Padri ; e
conta, questa, 6 carte in 8.
285. Hernandez. — Gramatica de la lengua Chilena. Addicio-
nada y correjida por el Padre Antonio Hernandez Calzada de la
Orden de S. Francisco. Santiago, Imprenta de los Tribunales, 1846.
Un volume in 8, di V e 225 pagine, con una Appendice di Dialoghi CUeno-tpagnuoU » che
dalla pagina 227 va alla 292. Anche v' è aggiunto un Breve Diccionario di altre 29 pagine ; e
Analmente un Indice di 11. Il primo getto dell'opera fa lavoro del Padre Andrea Febres della
Compagnia di Gesù, Missionario nel Perù al tempo che la Compagnia venne estinta.
— Diccionario Hispano-Chileno y Chileno-Hispano , enrique-
cido de mejorado por el Padre Antonio Hernandez Calzada de la
Orden de S. Francisco. Santiago, Imprenta del progreso , 1846.
Un volume in 8, che comprende le due parti: la prima di II e 108 pagine: la seconda di
IV e «7,
286. HEftRERO. — Doctrina y Oraciones cristianas en lengua
Mosetena, traducidas en espanol palabra por palabra, por el P. Fr.
Ìj8 IIEIIZO*^
Sittmp.
Herrero Misionero Apostolico de la Orden de S. Francisco de imj
Regalar Observancia. Roma, Imprenta de Propaganda , 1834.
Un fasciculo in li, dì ii pagine. La lingua Mosetana (> lingua che si parla nel Perù.
— Epistola encyclica ad Fratres omnes de Observantia Sera-
phici Patris nostri S. Francisci. Gades noviter excus. 1836.
Un fascicolo in 12, di 18 pagine, stampato primamente in Homa l'anno 1834. Lo icopo delU
lettera erano le Missioni dWmerica, specialmente della Bolivia, che per la lunga guerra cbc ti combattè
tra gli .'Imericani e gli Spagnuolì erano rimaste desolate. Questo buon Padre di Spagna, già Missumuio
in quelle regioni, venne a raccogliere operai del suo Ordine in Italia, e ne menù seco oltre 80.
Ne riferiamo le seguenti parole: • (Consideranti^ (diceva a* Padri de' nostri conventi, che allon
fiori vano e godevano pace ) considerantes, Fratres mei amaulissimi, ({uod per os menni loquanlnr
eliam miseri illi Americae Meridiunulis Indi, quorum docilitas, lenitas, humilitas, et aliaeplnres
commendabiles qualitates, quao illis felicilcr inhaerent, et tanti.>pere conferunt ad conim conver-
sionem, enixe a vobis postulant ut illos adiuvelis! . . . Pulalis quod absque mutuo dolore et pUncla
e illurum praesentia divelli potuerim? Si'io enim ((uia e regione nus aspicienles, non nisi renovatam
scenam illam pulavelis, quando a Miloto Paulus miltens Ephesum vocavit majores natu Ecclesìae. Ecce
quoniodu super C(»llum meuni procumbentes prorunlM^ntes deoscuIalKintur , dolente» maxime in
timore praeconcepto quod amplius faciem meam non essi>nt visuri. Ecce quomndo ne dedaeebant
iid na\im, et quasi dubitantos de me«) regressu, quem ego iterum atquc iterum spoponderam, heul
heut dolentcs dicebanl,f«r wo«, Pater, deaeri* i dir noi desolati* reUnquis f ^on ego vos deserò»
niii, non vos derelinquo, res|)ondeI»Hm , sed elsi ad motlirum tempus discedo, prò majorì vostro
commodo discedo. Ilaoc et alia \erl)a, quae Indorum illorum simplicitas et amor ad me dirigebanl,
etiam ad vos directii ronsiderare dcl)elis, eie. • .\llora ci fu ohi a.scoltò quelle voci pietose: ora,
soppressi gli Ordini Religiosi, chi le ascollerà?
287. Herzog. — Cosmo«;^raphia Austriaco-Franciscana , seu
oxacta descriptio Provinciae Austriae Ordinis Minorum S. Fran-
cisci Strict. Observantiae sub nomino et patrocinio S. Bernardini
Senonsis, auctoritate Nicolai Pontif. Max. clementia Friderici III.
Rom. Imp. a S. Joanno Capistrano post partum virgineum anno
MCCCCLI fundatae. Pars prior in qua eiusdem ortus et progres-
sus, Convontuumquo omnium tam Fratrum quam Sororum (suc^
cinte praemissa singulorum topoj^raphia) primordia, incrementa ,
fundatores, fundationes, desolalionos, restauratores, conservatores :
noe non alia memoratu digniora ex arcliivis, protocollis, authogra-
phis, aliisque litteris et manuscriptis sedulo cum labore in unum
congesta referunt : atque omnium eorum domicilia, et iconice et
motrice exprimuntur. In utilitatem et lavorem almae huius Pro-
vinciae professorum, voi maxime superiorum localium,ad fundate
instituendum do cunctis sormonom : ne veridice reddendum in-
terrogantibus responsum, compilata per P. Fr. Placìdum Herzog,
eiusdem Provinciae Austriae alumnum, olim Segretarium, nunc
HISTOIUK 239
iterato Definitorem. Superiorum pennissu . Coloniae Agrippìnae.
Typis haeredum Francisci Metternich, typog. et bibliop. Coloniae,
anno MDCCXL.
Un volume in foglio, di 15 carte preliminari non numerate, 790 pagine, e infine 16 carte d'
Index rerum prior, e poi altre 15 d^ Index poiterior rerum et verborum toHtu operis.
— Pars posterior priori ad modum supplementi adnexa ; in
qua ab anno 1451, seu initiis Provinciae Austriacae usque ad an.
1710 eius actitata memoratu digniora : Ministrorum Provincialium
et Generalium electiones : Summorum Pontij&cum , Imperatorum
Romanorumque Regum coronationes : temporum vicissitudines ,
calamitates , bella , etc. quae potissimum res austriacas , Austriao
Principes et Caesares concernunt, epitomatim adducuntur. In uti-
litatem et favorem almae huius Provinciae Professorum , vel
maxime Superiorum localium ad ampliorem praecedentium in-
telligentiam studiose in unum coUecta per P. Fr. Placidum
Herzog, etc.
Sono altre 202 pagine. Nella prima Parte di quest' opera, oltre una bella e compendiosa storia delle
maravigliose cose operate da san Giovanni da Capistrano e suoi compagni in tutta la Germania, che
fanno molta parte della storia delle nostre Missioni di quel secolo, si Iianno notizie di fatti e di martirii
importanti dei secoli seguenti, sia per causa degli Eretici che dei Tartari e dei Turchi, oltre non pochi
Missionari che di là si recarono ad evangelizzare e con il sacrificio della loro vita rendettero
testimonianza a Cristo in altre lontane contrade della terra: come il P. Liberato Wcis co' suoi
compagni Michele Pio da Zerbe e Samuele da Diurne, nunzi In Etiopia il 1716. È opera di molto
pregio, perchè scritta sopra documenti autentici raccolti dalP Autore o consultati in tutti gli Archivi
della Provincia e di altre parli della Germania. Il De Vogbl (Specimen BibUolhecae Germaniae Àu-
siriaeae, eie. Viennae 1779.^ ne fa grandissimi elogi; e dice inoltre, che ah hoc laborioso opere
$eparari non debet Ubellu» cui tUulus:
— Facies nascentis et succrescentis Provinciae Seraphico-
Austriacae , seu compendiosa descriptio Obs. Refor. eiusdem Pro-
vinciae Fratrum Minorum, variis monumentis et notulis antiquio-
ribus, nunc primo repertis, expolita et venustata per Patres
Archivarios almae Provinciae. Ratisbonae, anno 1743. in 8.
Che sia dello stesso Herzog? A me non capitò alle mani. Un esemplare della Cosmografia
trovasi nella Biblioteca del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera.
288. HiSTOiRE de la persecution de deux saints evéques : V un
Dom Bernardin de Cardenas , evéque du Paraguay dans Y Ameri-
que Meridionale ; V autre Dom Philippe Pardo , Archeveque de V
W) IllSTOlKE - llUEBEi;
Eglise de Manile Metropolitaine dea Isles Philippines. S. L. (Hol-
lande) 1691.
Libru raro e difficile ad incontrare. 1 nostri lettori già sanno come il Cardenas fosse Fnn-
ccscano, ed uno de' più straordinari apostoli clic illustrassero 1' America. Gli stessi documenti venaeru
pubblicati nella Coleccion general de documentott, di cui già abbiamo dato ragguaglio.
^^^, 289. HiSTOiRE du glorieux et 'bienheureux Frere André de
^■;*^ Spoleto de V Ordre des Freres Mineurs de la Reguliere Observance,
An.™ etc. Et est contenu aussi la teneur de aultres certaines lettres
^ de la miraculeuse conversion et augmentation de la foy catholique
au pays de Duke-tan autrement dict terre neufve, ou bien Neufve
Hespaigne.
Libro gotico, rarissimo. N'ò un esemplare trvC riitervati nella Biblioteca Nazionale di PaiigL
Mn.
290. HiSTORiA y Cronica Franciscana de la Provincia del Santo
\«. rin. Nombre de Jesus de Goattmala , que trata de la conversion de Ics
Indios del reino de Utlatan y de Goattmala a la ley de Dios , con
iioticias del estado que tenian en su iuj&delidad y gentilismo, ritos
y costunbres que observaban, gobierno y policia con que se regian,
y leyes con que se gobernaban independient-es do gobemio Me-
xicano. De la venida de los FiSpanoles, etc.
Il lettore vede l' importante nmnoscritlo che ò questo, che il Hrassbur (Biblioth. Mex.GwU.f
dice aver acquistato in America, proveniente dall'antico Convento di S. Francesco di Guatemala.
11 ItHAssEUR è morto. Chi V ereditò? Dove si trova? In Parigi, per dimando che feci, non mi riuscì
saperne nulla. Dolorose vicende degli Ordini l\eIigiosi 1 11 venerabile Missionario che lo scrisse non
vi pose il suo nome: il Convento fu soppresso: dall'America il Manoscritto passò in Francia:
quale sarà la sua (Ine?
Stamp,
291. HiSTORiA de la Cochinchina. *
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m' inviarono copia que* Padri,
k la storia interessantissima e commoventissima della terribile persecuzione scoppiata il 1749 contro
le Missioni cattoliche della Concincina. Va divisa in tre parli: della prima m'hanno inviato oiu
copia «antica, del tempo che la relazione fu scritta, di 42 pagine in 4: della seconda e della terza
sono copie recenti: la prima di 40 carte in foglio; la seconda di 36, numerata a pagine, che dalli
41 carta della precedente va Ano alla pagina Hi. Ci duole che sia anonima, perchè ben meri-
terebbe d' esser conosciuto il nome del dotto e santo Missionario che la scrisse.
292. HuEBER . — Menologium, seu brevis et compendiosa illu-
minatio, relucens in splendoribus Sanctorum, Beatorum, miraeu-
losoriun, incorruptornm, extaticorum, beneflcomm, et quocumque
IIUEBER ^i\
sanctìmoniae, vel virtutis fulgore, illustrium , singularium, aut
praecellentium famulorum famularumque Dei, martyrum, confes-
Bomin, virginum, viduarum, poenitentium : ab initio Minoritici
Instituti usque ad moderna tempora; ex triplici Ordine, 1 Fratrum
Minonim, qua Conventualium, qua Observantium, qua Reforma-
lorum, qua Discalceatorum, qua Recollectorum , qua Cappuccino-
rum, etc., 2 Clarissarum, seu Inclusarum, qua Damianitarum, qua
Urbanistarum : 3 Utriusque sexus Poenitentium, qua saecularium,
qua claustralium, qua solitariorum. Quos omnes Seraphicus Pater
aoster S. Franciscus ab Assisio in Umbria luci datus, ex meduUa
S- Evangelii, militanti ac triumpbanti Ecclesiis parturivit, ger-
ininavit, produxit, fundavit, instruxit, educavit, roboravit legi-
bus, verbis et exemplis : per modum Martyrologii, iuxta dies obitus
et anni periodos compilatum, vulgatum, ac publicae utilitati,
aedificationique authentice consecratum : authore R. P. Fr. Fortu-
nato Huebero, totius praefati Ordinis et Ref. Provinciae Bavariae
Patre , quondam Custode , Definitore , Lectore et Concionatore
Generali, Scriptore Ordinis, ac per Germaniam Chronologo p. t.
Guardiano, etc, Cum facultate Superiorum. Monachij, impensis et
sumptibus cuisdem specialissimi Patroni ac Benefactoris Ordinis,
Typis Joannis Lucae Straubii, Statuum Provincialium Typogra-
phi. Anno Domini MDCLXXXXVIII.
Ud volume in foglio, di 5 carte preliminari non numerate, e 2419 pagine, e in Une un
UorMuiy un elenco nonUnum, un amplissimo sillabo locorum, e un eguale indice rerum memora-
bilium. Opera omai rara e molto stimata. Vi sono molti ricordi bibliografici, che non si trovano
altrove ; e per la storia delle nostre Missioni torna di grande aiuto. Ne trovai un esemplare nella
Biblioteca del nostro Convento di Sant'Anna di Parigi. Un altro, in vendita dal Maisonneuve, l'acquistai
per 150 franchi. Appartenne già Bibliothecae Fratrum Minorum S. Francisci RecoUedorum Mogun-
tiensit, 1699: cosisi legge scritto a mano in fondo alla bella incisione che precede il frontespizio,
rapprttentanle il trionfo dell' Ordine Francescano. Sono le spoglie de' poveri Conventi soppressi
dall'Impero Prussiano!
— Dreifache Chronicht von dem dreifachen Orden dess gros-
sen H. Seraphinischen Ordens StiflFters Francisci, so Weith er
sich in ober: und nider Teutschland, auch alien angrezenden
Laenderen, in seinen Cloesteren und Provinzen erstreckket zu
allgemainer Erkandtnus , und andaechtigen genbrauch , etc. vie
solche auss den SchriflPt laeden oder Archiven verfertiget hat R.
P. Fr. Fortunatus Hueber dess heiligen Seraphinischen Ordens ,
einest General Diffinitor, etc. Muenchen. Gedrukt und verlegt
10
242 IIUERTA
Aria
durch Johann Jaeklin Churfurstl hof Puchrucher und Buchhan-
delern. An. MDCLXXXVI.
Un volume in foglio, di 8 carte preliminari non numerate e 1451. N' è un esemplare nella sopraddetta
Biblioteca del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera. È una Tripucb Cronaca de* tre
Ordini instituiti da S. Francesco, ove si mostra specialmente come si propagassero nella Gennann
Inferiore e conHnanti paesi, scritta sopra documenti autentici e carte degli Archivi. E libro molto
interessante anch' esso per la storia delle nostre Missioni.
5M..„. 293. HuERTA. — Estado geografico , topografico , estadistico ,
historico-religioso de la Santa y Apostolica Provincia de S. Gre-
gorio Magno, de Religiosos Menores Descalzos de la Regalar y
mas estrecha Observancia de N. S. P. S. Francisco, en las islas
Filipinas. Comprende el numero de Religiosos, Conventos, Pue-
blos, situacion de estos, anos de su fundacion , tributos, almas ,
produciones, industrias, cosas y casos especiales de su admini-
stracion espiritual, en el Archipielago Filipino, desde su fundacion
en el ano de 1577 basta el de 1865. Compuesto por el R. P. Fr.
Felix de Huerta, Predicador, Lector de Sagrada Teologia, Exa-
minador Sinodal del Arzobispado de Manila y actual Ministro
de S. Lazaro. Mandado dar a luz, en nombre de està santa Pro-
vincia, por el M. R. P. Ministro Provincial de la misma. Con
las licencias necesarias. Bìnondo : Imprenta de M. Sanchez y C*
1865.
Un volume in 8 grande, di 713 pagine; di cui ebbi in dono un esemplare da' nostri Padri
del Collegio Missionario di Pastrana provincia di Guadulajara. È un libro ricco d'ogni maniera
di notizie antiche e recenti, profittevolissimo e necessario per la storia delle Missioni Franceseaix
e delle Isole Filippine.
Larghe notizie dell'opera de' Francescani in tutto quell'Arcipelago s'incontrano anche nelb
importantissima Historia general de Philipinai, conquistai eipiritualeM y iemparaies de estot etpa-
Tìoles dominiot , estahleeimientos ^ progresso» y decadencias. Comprehende ìos imperios, reinos y
jìi'ovineias de islas y continentes con quienes ha avido comunicgcion y comereio por iwimediéUs
coincideìicias ; con nolicias universcUes geographkas, hidrographicas de historia naturai, depoUlkù.
de costunibres y de religiones, en lo que deba interesarse tnn universal tUtUo. Por el P. Fr. Jn»
de la Concepcion Recokto Àugiutino Descalzo, Lector JuhUado, ex-Provineial, ExanUnador Stnodo/
de el Arzobispado de Manila, y Coronista de sa Provincia de S. Nicolas de l(u Islas Phii^lMS,
Socio numerario de la Regia Sociedad de Madrid. Con permiso de los Superiores. En la lmprt»l§
del Seminario Conciliar y Real de S. Carlos : Por Àugustin de la Rosa, y Balagtas. ÀHo de 1788.
Sono 14 volumi, in 8. L'acquistai in Parigi dal Maisonneuve al prezzo di iOO franchi. È la pi«
dotta ed erudita Istoria che sia stata scritta sopra le Filippine, indispensabile a chi piglia a
scrivere di queir .arcipelago. Per ciò l'ho qui citata.
*;
I
,. 294. Ibanez. — Historia de la predicacion del santo Evangelio
en China : por el P. Fr. Juan Buenaventura Ibanez de la Pro-
vincia de S. Juan Bautista. Impreso en Colonia el ano de 1706.
— Catecismo ordinario para el uso de la Mision, ec. Impreso
en Canton el ano de 1681 en idioma y caracteres cinicos.
— Tres informes sobre las Misiones de China, en los afios de
1673, 1674, y 1675.
— Relacion de los progresos de la Mision de China ( data in
Macao, il gennaio 1678.)
— Vida y virtudes del Apostolico varon Fr. Antonio de S.
Maria.
— Relacion de su viaje desde Macao, a Roma, Madrid, Mejico,
Filipinas y China.
Cosi il Padre Huerta (EsiadOy ec), aggiangendo che lasciò anche la storia della propria vita,
scritta 19 mesi prima di morire. Figlio di una nobile famiglia di Elche nel Valenziano, dopo Io
studio della lingua latina, parti con un suo fratello per Roma : ma giunti in Genova, si arruolarono
in una compagnia di soldati Spagnuoli, e andarono di presidio a Casale nel Monferrato. Mortogli
quivi il fratello, egli disertò; e visitata Roma, fece ritomo a Valenza, dove prese l'abito Francescano,
e dopo molti anni di vita esemplarissima passò alle Filippine. Ciò fu il 1645. il i649 dalle
Filippine s' imbarcò per la Cina, e vi rimase sino al 166i, fondando parecchie cristianità col Padre
Antonio da S. Maria. L'aprile del sopraddetto anno dalla città di Ci-nau-fu si recò a Macao, e di là
due anni appresso parti per Roma per gravi negozi di quelle Missioni. « Verificò su viaje (dice il
citato Padre Huerta) por la India pasando por Malaca, Bengala y Masulapatan , atravesò el gran
Mogol y Golfo Persico, locò en el puerto de Surrate, paso por Basora y Babilonia, donde fué
craelmente azotado, visitò a Ninive, Ede.sa, Alejandria, Chipre, y de aquì por Sicilia llegò a la
corte Romana, despues do los trabajos que se dejan considerar en un viaje tan dilatado, por tan
diversas regiones y sin mas provision quc la pobresa franciscana. En Roma hallo bastantes obsta-
calos al logro de sus pretensiones, pero todo lo superò su humilidad y paciencia, mediante tamblcn
la proteccion del Emo Cardinal Barberino. Despachado felìzmente de la Corte Romana regresò a
Espaiia el ano de 1669, en cuyo ano recogiò una Mision y saliò para Mejico, si bien le ftté preciso
244 l>AUD - INNOilENClA
bacer su vUje por Honduras y Guatemala, en cuyo clilatado.. transito sufricron immensos tnbajos,
enfermando todos y falleciendo dos de sus companeros. • Giunse alle Filippine il 167i, e l' anno
seguente riparti per le Missioni della Cina, dove lavorò conseguendo grandi conversioni e fondandii
chiese Ano al i69i, quando la morte lo colse in Canton l' il del mese di ottobre nelFetà di 8i
anni, 65 di religione e 4S di ministero apostolico. Se ne celebrarono con istraordinaria solennità
i funerali nella chiesa Francescana extramuros di Canton , officiando pontiflcalmente 1* illustra
Francescano Fr. Bernardino della Chiesa, Vescovo di Argolis e Vicario Apostolico in Cina. E il suu
cadavere venne sepolto accanto a quello del diletto suo compagno P. Fr. Antonio de S. Maria f
postavi sopra la lapida seguente:
I). 0. M.
SUO
ET PARENTI ET FUNDATOKI
QUEM
OCTUAGENARIO MAIOREM POST DIMIDIUM
AETATIS APOSTOLICIS MINISTERIIS IMPENSl'M :
CIRCUMDATUMQUE TERRARUM ORBEM
COELESTES ORBES IN AETERNUM VICTIRUM
3 IDUS OCTOB. M. DC XCI.
RECEPERE
A. R. P. FR. JOAN. BONAVENTURAE IBANEZ
MINORITAE HISPANO EX REGNO VALENTIA E
SERAPHICA MISSIO
LAPIDEM HUNC GRATI ANIMI
MONUMENTUMQUE POSUIT.
swv. 295. Inard. — Eloge historique des hoinmens illu^tres des
trois Ordres de Saint Francois d' Assise , par le R. P. Benoit
Inard de Candié F. M. (Frere Mineur) Bachelier en Theologie
de la Faculté de Paris , Premier Custode de la meme Province,
Ministre Provinciale ec. A Paris, rue de S. Jacques, chez Charles
Asmout, ou r Olivier, Lamberto a la Sagesse, et Durand a S. Lan-
diy. MDCCXL. Avec aprobation et privilege du Roy.
Un volume in 8, di 175 pagine, assai raro; dove l' autore con grande ingegno ha raccolto un'im-
mensità di pellegrine notizie dell'Ordine e delle sue belle glorie. Ne trovai un esemplare nella Biblioteca
dell' .accademia ( già della Congregazione del Terz' Ordine Regolare di S. Francesco ) di Lisbona.
Affrira
298. Innocencia insultada, ou noticia da barbara atrocidade
com que os Negros Mahometanos sem outro motivo mais que o odio
que tem nos professores da Fé de Christo insultarSo o Convento
da ConceyQào , que os Missionarios de Sào Francisco tem na
cidade de Mequinez, colhida de varias cartas chegadas da quelle
paiz. Lisboa Occidental, na officina de Pedro Ferreira, Anno
MDCCXXVIII. Con todas os licengas necessarias e privilegio Real.
Sono 13 carte « in 4. Nell'avvertenza al Lettore si dice, che queste notizie sono tratte da
lettera che il Padre Fr. Manoel do Rosario, Guardiano del Convento di Mequinez e Vlce-Prefcllo
.Vpostolico di quella Missione, inviò al Provinciale di San Francesco in Spagna, dove venne Impreisi.
N* ò un esemplare nella Riblioteca Nazionale di Lisbona.
IRANZO 245
297. Iranzo. — Relacion de los progresos de la Fé en el reìno
de Manados: por el P. Fr. Juan Iranzo de la Provincia de S. Juan
flautista.
Cosi V HuERTA (Ettado, ecj. Dice che è data in Manila il 4 agosto del 1645.
— Historia de los sucesos de Ternate, ec.
Fu alle Missioni delle Filippine e delle Molacche, e lavorò con grande zelo e successo nei
regni di Manados, Galonga e Tabuca. Conosceva a perfezione l'idioma Bicol; e morì in alto mare
a principio del 1654, recandosi dalle Filippine nella Spagna.
— Relacion de lo sucedido en Manados desde el ano de 1639
basta 1644, hecha por Fr. Juan Iranzo el ano de 1645.
Sono 7 carte in 8, autografe, inviatemi da' Padri del nostro Convento di Manila. Del regno di
Manados e delle Missioni che vi fondarono e coltivarono i Francescani, abbiamo le seguenti preziose
notizie forniteci dallo stesso Padre Hubrta.
MANADOS.
Era uno de los reinos de la isla de Célebes , situado al NE. de la roisma. Por los aSos de
1612 fueron à està conversion nuestros religiosos Fr. Pascual Torrellas y Pray Benito Diaz, quienes
pìantaron la ensena gloriosa de la cruz en la plaza pùblica, y la que fué respetada por los indigenas
à pesar de haberse rctirado los Misioneros. El ano de 1619 volvieron segunda vez nuestros religiosos
y hallaron la cruz muy respetada y venerada por los naturales desde el aSo de 1612, segun dejamos
dicho, y con tan buenos auspicios y licencia del Bey fundaron las inglesias siguientes :
BANTA.
Ciudad principal y residencia del Bey de Manados, donde en 1619 piantò la santa cruz nueslro
Fr. Diego de Bojas, y el primero à quien bautizó fué al Bey. Fundó una iglesia y la administró con
gran celo basta el aSo de 1624 que falleció, sicndo sepultado con gran veneracion por los indigenas
en la misma plaza de Banta, que servia de àtrio à la iglesia. Con la muerte de dicho Fr. Diego
quedó abandonada està iglesia, pero el alio de 1640 fué restaurada por nuestro Fr. Juan Iranzo,
.quien Ilegó à bautizar mas de 4000 almas, basta que en una sublevacion contra los espaSoles,
acaecida el dia 10 de agosto de 1644, fué preso el religioso con 22 espafioles, y despues de ocho
meses de prision fueron desterrados à Manila, perdiéndose aquella florida cristiandad.
CALE.
Poblacion del reino de Manados, donde piantò la santa cruz nuestro Fr. Pascual Torrellas,
la cual conservaron con veneracion los indigenas basta el ano de 1619, en cuya època fundaron
lina iglesia nuestros Fr. Blàs Paloroino y Fr. Diego de BoJas, la que quedò abandonada por muerte
de los religiosos, pero fué restaurada en 1639 por Fray Juan Iranzo y Fr. Lorenzo Garralda. Este
ùlCimo quedò administrando dicha iglesia y fué alanceado en òdio de la fé, en el mismo pueblo
de Cale en 1642, perdiéndose dicha mision.
Seguitano poi quelle dei regni di Calonga e di Tubuca nell'isola di Sanguir.
ISLA DE SANGUIB.
Por los ai^os de 1637 se componia està isia de dos reinos llamados Calonga y Tahucn, rnyos
246 IRONDO
JUutrka
reyes mandaron en dicho afio ud embajador à Manila pidiendo rdigiosos FraDCiscaoos, y con ebckt
en 1639 fueron nuestros celosos misioneros Fr. Juan Iranzo, Fr. Bartolomé de S. Diego, Fr. Miguel
de S. Baenaventura y Fr. Francisco de Alcalà, los cuales trabajaron con apostòlico celo y fondiron
las dos iglesias siguientes:
CALONGA.
Keino de la isla de Sanguìr, donde Fr. Juan Iranzo y Fr. Francisco de Alcalà planUron la
santa cruz, baulizaron al Bey, à la Reina y 92 personas de su real familia, fundando una igtt«ia
y convento en 1639 siguientes. Hasta el ano de 1634 en que se haliaba en i^ta Ddision nuestru
Fr. José de Trujillo, Uevaban convertidas mas de 3000 almas, la que fué preciso abandonar por
escasez de opcrarios evangelicos.
TABUCA.
Beino da la isla de Sanguir, a cuya conversion fueron destinados nuestros celosos misioneros
Fr. Bartolomé de S. Diego y Fr. Miguel de S. Buenaventura, los cuales, recibidos cordialmente por
el Bey, consìguieron la conversion de mas de 3000 almas, y fundaron iglesia y convento desde el
afio de 1639 hasta que se dejó està mision por escasez de relìgiosos, que fué por los aoos de i6ii
à 1657.
298. Irondo. — Esposicion del Simbolo de San Atanasio, en
Idioma Kachiquel: por el Padre Fray Juan Francisco Irondo
Franciscano en Guatemala.
Cosi lo Squibr (Monogr, of ÀutÌLj.
J
m
•»:
299. Jaboatam . — Novo orbe Serafico Brasilico , ou Chroaica
dos Frades Menores da Provincia do Brasil por Fr. Antonio de
Santa Maria Jaboatam, impressa em Lisboa em 1761, e reimpressa
por ordem do Instituto historico e geografico Brasileiro. Rio de
Janeiro, Typ. Brasiliense de Maximiano Gomes Ribeiro, nia do
Sabao n. 114. 1858.
Sono tre volumi in 8 grande: il primo di V pagine preliminari e 437. E di questo solo v
la ristampa del 1858. Del secondo poi e del terzo, che rimanevano inediti, è la prima edizione
(1859, 186i); ma sono uniti in uno, il primo da pagine 1 a 622; l'altro, continuando da 623 a 835.
Me ne procurai un esemplare da Rio Janeiro. L' aver risoluto V Istituto istorico del Brasile che
si ristampasse a sue spese il primo volume con gli altri due inediti, dice abbastanza dell' importanza
sotto ogni riguardo della dotta opera del Padre Jaboatam, senza la quale è impossibile scrivere
della storia delle gloriosissime nostre Missioni in quell'immenso paese.
300. Jennes. — Lettre de Berthelemy de Jennes Ministre
General de Y Ordre des Freres Mineurs es parties d' Orient au
Prior de Saint Jean de Jerusalem, sur les mais que les Turchs
font aulx chrestiens et des moyens d'y remedier.
È data in Gonstantinopoli, III de fevrier Van, MCCCC et XLIL È nella Nazionale di Parigi. Inedita.
Il Wadingo, che parla largamente di questo Padre, non ne fa cenno. Le notizie che ce ne dà il Wadingo,
sono queste (Annal. tom. X. Romae ilZiJ: • Frater Bartholomaeus de Yano Provinciae Sancti
Francisci, sacrae Theologiae Magister, qui sancti Bernardini exemplo ad Observantes transivit,
eiusque sucius fuit Qdelissimus, Ituliam universam, et magnam Graeciae partem praedicando circuì vit,
et Cunstantinopolim annis haesit duodeclm Joanni Paleolog*) Imperatori , et Josepho Patrìarchae
gralissimus. t E in questo tempo cominciò in quelle città un grande Convento, a finire il quale
San Bernardino, Vicario Generale dell'Ordine, mandò poi (come dice lo stesso Wadingo, Annal.
tom. XI. ee.J due Religiosi architetti d'Italia: • Bernardinus Vicarius Generalis Ordinis . . . . misit
CoDStantinopolim Fratres Gasparem et Joannem Urbinates, architectos et fabros, qui Incoactum a
fratre Bartholomeo de Yano Gonventum absolverent. • Finalmente (conchiude il Wadingo, ilnnol.,
tom. X.) I amissa civitate constantinopolitana, in Italiam regressus, sanctisslmo fine quevit Perusiae
ad S. Francisci de Monte Goenobinm. •
Akia
248 JESUS
Anch' egli, il Padre da Jenne, nella sua lettera parla del Convento ; ma V argomento principale
sono le vittorie dei Turchi, e i grandissimi mali che minacciavano la cristianità. « Sono già 6 anni
(egli diceva) che il nostro santo Padre Eugenio lY ci ebbe inviati in Costantinopoli, in numero di 30
Frati Minori, parte dei quali ho mandati nella città di Tafusa, e gli altri ritengo appresso di me in
Costantinopoli , dove voi slessi avete veduto il nostro Convento riediflcarsi : ... ma li Catto più
importante .... è che da sci anni a questa parte . . . . ( lo so dalle testimonianze dei mereadanti
Veneziani e Genovesi , e da' miei Frati che dimorano in Adrianopoli , dove ha la principale sua
sede il Turco) hanno rapito, tra' cristiani, più che 4000, e tutti sono loro schiavi o messi a morie,
e hanno distrutti tanti regni e paesi, Slavoni, Dalmati, Valacchi, Transilvani, Bulgari, Bosnesi, ec • E
prosegue lungamente nella dolorosa narrazione; proponendo appresso quel che restava a fare per
salvare Costantinopoli e 1' Europa ! Ma era tempo gittato. L' Europa era venuta meno nelF entu-
siasmo della sua fede, e non restava che la totale rovina t
La lettera del Padre da Jenne è uno de' più interessanti documenti di quel tempo : ma la
sua lunghezza non ci consente di riferirla per disteso. Se a Ao piacerà, la daremo con altri
documenti in un altro lavoro.
>fc 301. Jesus (De). Historia del Japon por el P. Fr. Juan de Jesus
de la Provìncia de S. Pablo.
Un volume in foglio.
— Descripcion de las Islas Filipinas y Misiones Franciscanas
en las mismas.
— Catalogo de los martyres de la Apostolica Provincia de S.
Gregorio.
— Traducion del latin al castellano del Arte del idioma Japon,
esento por el R. P. Dominicano Fr. Diego Collado. Ano de 1682
— Vida del venerable Fr. Antonio de S. Maria.
Cosi l'HcKRTA (Eittado,ecJA\ Padre Giovanni professò nell'Osservante Provincia di S. Paolo,
e recatosi alle Filippine il 1679, vi tenne ufficio di Presidente del Convento di Manila, e di Delinitore,
e quivi morì il 1706, dopo 35 anni di Missione. Oltre le sopra riferite opere, scrìsse, come lia lo
stesso HuERTA, Veinte disciirèof *obre el tanto xaerificio de la MUa, impresos en M^ieo el ajio àe
1689 por Fr. Melchor lludamox, en la Officina de la viuda de Franeiteo Rodriguez Lupenio,
e ancora una RecapUolacion de Iok decretos sobre la clausura de la* Jfoi^cK, aho de 1699.
Sktni]'
Mi.
302. Jesus (De). Doctrina y pruebas de que no bay mas que un
Dios trino en porsonas y uno en esencia, por el P. Fp. Francisco de
Jesus, 0 Escalona, de la Provincia de S. José. Impreso en ^uansi
en idioma y caracteres chinicos, ano de 1639.
— Explicacion de todos los misterios necesarios para salvarse, ec.
Impreso uf supra.
— Razones de falsedad en los idolos y sectas de China, ec,
Impreso ut siipra.
— Recopilacion de decretos dados por los Emperadores de
China a favor de la ley Christiana, ec. Impreso ìd suprc^
JESUS 249
— Descripcion geografica de China, con espresion de las ciuda-
des de primero y segnndo orden, y el numero de villas y pueblos.
— Relacion de su viaje a China, y trabjgos sufridos por la
predicacion de la santa Ley de Dios.
Così V HuBRTA (Estado ee,J. Il quale ce ne dà le seguenti notizie. « Naturai de Escalona, en
el Arzobispado de Toledo, proteso en la santa Provincia de S. José . . . El i636 saliò de Manila para
las Mtsiones de China, y consta que cn 1637 predicò en la ciudad de Chincheu, donde fnè preso,
y ozotado cnielmente, desterrandole despues a Macao, y pasando de aqui a Manila en abril de
1640. . . Faleciò a Manila el ano de 1660. » Debbo qui avvertire, che questo scrittore e Missionario
è stato già da noi citato alla lettera m col suo cognome di Escalana, com' è segnato nel Manoscritto
che riferimmo; invece il P. Husrta lo cita con la denominazione de Jesus: da ciò il nostro errore,
e r esser nominato due volte. L' ultimo manoscritto, ossia la Rekuion, è quello già annotato.
303. Jesus (De). Arte del idioma Tagalog por el P. Fr. Bernardi-
* no de Jesus Descalzo de la Provincia de San Gregorio de Filipinas.
Così PHuERTA (Esiodo, ec): aggiungendo che mori in Messico il 1604.
304. Jesus (De). Coleccion de decretos: por el P. Fr. Juan de
"* Jesus de la Orden Serafica, de la Provincia de S. Pablo.
Un volume in foglio, fatto il 1776, in cui raccolse tutti i decreti che debbono osservarsi dai
Missionari.
— Letama, Tota-Pulchra y varias oraciones de Nuestra Sonora,
en idioma Anamitico, ano de 1775.
#
Cosi l'HuERTA (Esiodo, te), 11 Padre Giovanni nacque in Ecija l'anno 1739, e vesti l'abito
Francescano e professò il 1761. Mandato dipoi alle Filippine il 1770; di là, il 1773, passò alle Missioni
della Concincina; ma la sua inferma salute lo costrinse a ritirarsi, e morì in Macao il 1778, assistito
dai suoi coofratelli di Portogallo, e quivi nella loro Chiesa venne sepolto.
u. 305. Jesus (De). Arte Grammatical de Lingua Canarina, por Fr.
Christovao de Jesus, Franciscano.
Cosi il Cdnha Rivara (Ensoio historieo da Linguo ConeanU etej,
K,. 306. Jesus (De). Historia de la Christandad del Japon, con espre-
^ Sion de todas las senales misteriosas y milagros que antecedieron,
acompmiaron j subsiguieron al glorioso Martirio de S. Pedro
Bautista y sus Companeros , por el Padre Fr. Geronimo de Jesus ,
0 de Castro, de la Obser vanto Provincia de Granada. 1601.
Cosi il P. Hubrta nel suo Estodo^ ec. Il Padre Geronimo era nativo di Lisbona , della illustre
^miglia dei de Castro : vestì V abito Francescano e professò nel Convento di Cordova in Ispagna della
Stai^,
!250 JESUS
Osservante Provincia di Granata. Compiti gli studii, l' anno 1583 passò alle Missioni delle Filippine, da
dove si recò al Giappone con San Pier Battista e compagni, e fu il primo Guardiano dei GonvoiU) ete
fondarono in Nangazachi. Il i597 San Pier Battista prevedendo il suo martirio, lo nominò Commiwario
Provinciale della Missione. Morti i suoi compagni, egli si tenne lungo tempo qua e là nmsoosto In
conforto di quella cristianità desolata. Finalmente scoperti^ e incarcerato, ebbe a gemere per ben 7
mesi in dura prigione, flnclit' venne confinato a Macao in Gina, da dove il 1598 tornò alle Ftlip-
pine. Ma « el mes de mayo dt-l mismo a5o (continua il Padre Huerta) saliò segunda vez pan Japon
y cstuvo adniinistrando a los nucvos cristianos ucultamente basta el mes de dicicmbre, en cìiysi
epoca fuè Uamado por el Emperadur Dayfusama, y le conccdlò licencia para predicar Ubremente la
Fé de Jesucristo en el rcinu del Quanto, de cuyo rcino fu primcr apostol, fundandouna Iglesiaen
la ciudud de Vendo, capital de dicho reino, cuya Iglesia detlicò a N. S. del Rosario y en la cnal
celebrò la primera Misa ci primer dia de Pentecoste» del ano de 1599. El mes de noviembre de
dicho afio fuè nombrado ambajador por ci Emporador Dayfusama, para ajustar paces y tratadoa de
comercio con el Senor (ìubernador de Filipina.s, y con este caracter rogresò a Manila en el me* de
febrero del anu de 1600, trayendo la cruz, donde fuò crucingado S. Martin de la Ascension, cou
la qual entrò en Manila Uevandola sobrc sus liumbros en medio de un concurso immenso
El mes de mayo de IGOi vulviù a salir para Japon; y tiabicndo sidu bien recibido dei Emperador
por el despacho de su embajada, obtuvu pi'rmìso para entrar en Japon las sagradas Rellglones de
S. Domingo y S. Agustiu de estes islas, y licencia para fundar un Convento eu la clndad de
Meaco. Al efecto se irasladò a diclia ciudad, pero asaltole a poco a poco la enfermedad de la muerte,
y recibidos los santos Sacranientos por mano de nuestro Fr. Luis Gomez, muriu el dia 6 de octobre
de 1601, y fuè si'pultado en el misniu sitio donde habia estado fundada nuestra Iglesia de Meaco,
dejando gran fama de sanlidad, justameute adquirida pur una vida en todo evangelica. •
■
307. Jesus (De). Viagemde hum Peregrino a Jenisalem, e visita
que fez aos Lugares Santos em 1817 Fr. Joao de Jesus Christo,
indigno flUio do Serafico Patriarcha S. Francisco. Terceira edigao
mais accrescentada. Lisboa na impressào de Eugenio Augusto,
1831, rua do S. Catharina n. 12. A Cruz do Pao. Con licencia da
mesa do desembargo do Pago.
K un volume in 8, di 17 carte preliminari non numerate, 308 pagine e due carte d'/ndkein
fine. N' (• un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisl}ona. La prima edizione fu fatta in LMtoa «a
hup. HegUi 1819; poi sene fece una sectmda 1832, parimente in Lisbona; una qUarta li 1835, e
finalmente una quinta in Hio Janeiro nel Brasile il 1851, col titolo seguente: A Terra Santa, oh
Peregrinando a Jerusalein e outros LHgares Santo» da Rscriplura Sagrada.
« Sahimos da barra de Liscia (dice nel capitolo 3) no ultimo de majo de 1816, em hum
navio portuguez, com direcc^o a Leorne (Livorno), aonde chegamos em 25 lunho. Depois de 10 dlas
de quarentena no Lazareto de S. Roque, se nos permittio entrar no nosso Convento, onde espera-
mos 43 dias por embarcavcio, que nos conduzesse ao nosso destino. Està cidade he, ainda qae
pequena, niuito bella, populosa e commerciante. Duas cosas notei nesta cidade: a assidua pledadc
e ri'liginn (los catliolicos , o religioso silencio e respcilo que guardSo nos templos, e a eserupolosa
educac'^o que os maestres inspirSo aos meninos scus discipulos. •
Nel capitolo 37 ha quanto segue: «Tem-se conhecido por esperiencia nos Turcos, Moaros, Araltes
e outros infleis certo agrado e respeito ao habilo de San Francisco ... està veridade he Ja t9o conheclda,
que OS Padri's Carmelitas Descalgos, quando caminhHo as Missoes de Syria e Persia, vestem mi
Aleppo 0 liabito de S. Francisco para irem com alguma seguranca. •
308. Jesus Maria (De). Clironica da Provincia de Santa Maria
da Arrabida da Regular e mais estreita Observancia da Orden do
Serafico Patriarca S. Francisco. Tomo segundo, offerecido a' sempre
JESUS 251
Augusta Magestade del Rey U. Joào V nosso Senhor por seu
Fr. authop Joseph de Jesus Maria , Leitor de Theologia moral ,
Qualificadop do Santo OflBicio, Examinador das tres Ordens mili-
tares , Custodio actual e Chronista da mesma Provincia. Lisboa
Occidental: na oflBicina de Joseph Antonio de Sylva, impressor da
Academia Real. MDCCXXXVII. Con todas as Ucengas.
Uo volume in foglio, di carte 13 preliminari non numerate e 1008 pagine. Il primo volume
di quest'opera era stato scritto e pubblicato col titolo di Espelho de Penitentes e Chronica, te. dal
P. Fr. Antonio da Piedàoe, di cui diremo a suo luogo : il lavoro del P. Giuseppe da Gesù Maria n' è
la continuazione e il compimento. L' uno e V altro sono ricchi ed importanti per notizie delle
nostre Missioni in Affrica, in Asia, e specialmente nel Brasile. In questo tecondo tomo del Padre
Giuseppe è notabilissima la Missione che 1 Francescani dirigevano fra i Grcns e i Procuruxas lungo
il Rio das Cartas a 40 leghe da Bahia, l'anno 1716.
su^. 309. Jesus Maria (De). Primera parte de las Chronicas de la
Provincia de S. Diego en Andalucia de Religiosos Descalgos de N.
Padre San Francisco, escrita por el P. Fr. Francisco de Jesus Maria
de S. Juan de el Puerto, Misionero Apostolico en los reynos de el
Africa, Lector de Theologia, Chronista General de las Misiones de
Marruecos, de Tierra Santa, y especial de su Provincia, y Definidor
que ha sido en ella. En Sevilla, en el Convento de S. Diego. Ano
de 1724.
Un volume in foglio, di 869 pagine. N' è un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di
Barcellona. Vi sono belle cose delle nostre Missioni d' Affrica, e una larga vita del Beato Giovanni
da Prado,chene fu uno de' più splendidi episodii. Se sia stata scritta e stampata anche la seconda
parte di questo interessante lavoro non so : non mi riuscì d' incontrarne vestigio. Ma di questo
dottissimo Padre e Missionario dovremo riparlare in altro luogo, riferendo un altro interessantissimu
suo lavoro, che stampò sotto dilTcrente denominazione.
— Patrimonio Seraphico de Tierra Santa fundado por Christo
nuestro Redentor con su preciosa sangre, prometido por su Magestad
a N. P. S. Francisco para si y para sus hijos, adquirido por el mismo
Santo, heredado y posseido por sus hijos de la Regular Observancia,
y conservado hasta el tiempo presente. Dedicado a la Catholica
Magestad de el Rey nuestro senor D. Luis primero (que Dios
guarde ). Ecrito por el R. P. Fr. Francisco de Jesus Maria, etc. En
Madrid: en la Imprenta de la causa de la V. M. Maria Jesus de
Agreda. Ano de 1724.
Un volume in foglio, di 18 carte preliminari non numerate, 688 pagine, e 5 carte in dm*
di Tobia de lot CapUulot» È una delle opere più compite che siano state scritte sopra le Missioni
Francescane della Palestina.
252 JESUS - JODOCO
310. Jesus AJaria Joseph (De ). Chronica da Santa e Real
Provincia da Immaculada ConceigSo de Portugal da mais estreita
e Regalar Observancia do Seraphim Chagado S. Francisco: a qual
consagra e humilmente oflFerece a' Serenissima Rainha dos Ai^jos
Maria Santissima , sua Padroeira debaixo do ineflFavel mysteipo
de sua purissima Conceigao, Fr. Pedro de Jesus Maria Joseph
Vianes, Interamnense, filho da mesma Provincia e seu Chronista.
Lisboa, na officina de Miguel Manescal da Costa, MDCCLX.
Sono àìté volumi in foglio , ed è questa la seconda edizione ; che la prima venne fatta nella
stessa città il i75(. Il primo tomo conta SS carte preliminari senza numerazione e 714, e in esso
• se mostra a sua origem (della ProvineiaJ de entre todas as Provincias deste reino (di PortogaUoJ :
a sua ererc^io : mcrc^s e beneflcios, que Ihc flziei^o os Monarcas e pessoas reaes desde a sea prin-
cipio: a fundacao dos primeiros tres Conventos e do ultimo, que fondarìio os primitivos Obser-
vantes, com todos os seus progressos ain o presente. » Nel secondo, di 18 carte preliminari non
numerate e 83S pagine, « se prosegue a rclacSo de sinco Conventos, Santo Antonio de Ponte de
Lima, San Francisco de Lamego, San Francisco da Torre de Moncorvo, San Francisco da Villa
Real, e Santo Antonio de Viana, com a noticia das suas origens, principios, fundacoes e todos os
seus progressos att^ o presente, e tambem de todos os Religiosos e fllhos da Terceira Ordem da
Penitencia de opinSo veneravel , que dizem respeito aus mesmos Conventos. » II primo tomo è molto
interessante per la storia delle nostre Missioni nel Brasile, specialmente alla fine del XVI secolo e
principio del XVII. Vi sono assai belle cose delle Missioni di S. Louis del MarantiSo, di Belem
del Grand Para, di San Francisco del Cava, della Concezione dMguerapé Grande, di Santo Antonio
de Acarajò, detta dipoi San Francisco dos Grianazes (fra i quali t>arbari si distinsero per slopeadi
successi i Padri Fr. Luis da Annunciacion , Fr. Jo3o de S. Athanasio, e Fr. Faustino da Gra^a),
della Concezione di Marajò, di Santo Antonio de Tuaré, poi trasferita all' Aidea de Santo Antonio
de Joari, ec. PT è un esemplare nella Kiblioteca Nazionale di Lisbona.
M.. 311. JoANiNO. — Carta de Frei Joanino, Custodie da Provincia
da India a el Rey D. Joao III sobre a fundagt'ìo do Convento de
Bacaim e conversào dos gentios.
Sono due foKli- L' originale è nell' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona, e una copia nella
Biblioteca dell' Accademia (già della Congregazione del Terz' Ordine Regolare di S. Francesco) della
stessa città. K data il 1557.
Alia
Siaì4p.
f
M*.
Annict
312. JoDOCO. — Lettere dal Perù del Padre Fr. Jodoco de Ricke
dell' Osservante Provincia delle Fiandre.
11 Padre Jod<»co fu un altro celebre Missionario Fiammingo, che appena scoperta P America,
si recò ad evangelizzare in quelle regioni, portandovi tra l'altre cose il grano che primamente vi
venne seminalo. Era nati\o di Malincs. Edilicato il convento di Quito l'anno 153(, ne fu il primo
Guardiano. Trovandomi in Madrid, preparavano colà alcune sue lettene per essere poblilieate nelle
Cartas np. Indias; ma nel volume uscito a luce non apparvero; forse le hanno riserlmte per vm
altro appresso. Una di queste sue lettere già fu pubblicata in latino; e la riferisce, tra gli altri. Il
Padre Pietro Vandbn-Hautb nella sua Brevit hiiioria Ordini* Minorum, di cui diremo a suo luogoi
È data in Quito il 12 gennaio 1556, e indirizzata al Guardiano di Gand. Dice cosi:
.ir.MiLLA 253
Mi.
• Noscat tua reverentia, me resedisse in civitate divi Patris nostri Francisci de Quito viginti
duobus annls; in liis partìbus messis magna et messores non liabentur, cum tamen omnes fldem
sitiaot. Givitas haec de Quito participat de aequinoctio, et aliquando de austro, per anni circuluni
temperata est haec provincia; quemadmodum finis aprilis, ibidem sic per anni circulum. Longum
foret hominum illorum conditiones et mores enarrare. Quamvis t>arbari et slne litteris, tamen ex
natura habent optimas consuetudincs. Inter ipsos pauper non invenitur: quamvis paupcres sint
omnes in victu et vestitu. Apud hos tanta iustitia et reclitudo vivendi, ut superent iUos qui legibus,
et Ubris, et Htteris abundant Facile in fide instituntur. Omnium rerum Creadorem affirmant, quem
venerantur qaidem, sed Soli summam venerationem exhibeot Divinationes, supcrstitiones, et similia
abundant inter eos. Sunt ingeniosi et facile litteras addiscunt : cauere item et ludere inslrumentis
musicis. Oremus Deum ut mittat operarios in hanc Domini novam vineam, et nos conservet in
salate animae et corporis, ut tandem. Domino annuente, coelestibus perfruamur. Tantae sunt nostrae
occupationes, ut hanc epistolam sine impedimento scribere nequiverim .... Ego fui jprimus Fran-
ciscanorum, qui hanc civitatem divi Patris Francisci incolui: et bine reliqui omnes Conventus et
Custodiae principium habuerunt. Gonsodalem hal)eo F. Petrum Gosseal a Lovanio, professum Brugìs
in Provincia Flandriae, qui in hunc usque diem comes/ìttdtviduus existit; hic apud omnes in
veneratione est, etc. »
Di questo egregio Missionario parla anche il Ternaux nella sua grande Collezione di documenti
per la storia d' America. A me poi in un Manoscritto dell' Archivio de Indias di Siviglia, fatto
nell' isola Spagnuola 1' anno i575, e intitolato, El espejo de verdades, incontrarono le notizie seguenti :
• Ensenó (a los Indios) a arar con buyes, hacer yngos, arados, i carretas. . . la manera de contar
en cifras de Guarismo i Castellano. . . . ademas enseno a los Indios a leer i escrivir .... i tancr
totos los instrumentos de musica, teda i cuerdas, salabuches i cheremias, Hautos i trompetas i
cometas, i el canto de organo ì Ilano .... Como era astrologo devio de alcanzar corno bava de
ir en aumento aquella provincia, i preveniendo a los tiempos advenideros, i que havian de ser
roenester los oficios mecanios en la tierra, i que los Espanoles no havian de qucrer usar los
oficios que supiesen ; enseno a los Indios todos los generos de oflcios , ÌÒ9 que' deprcndieron mui
bien, con los que se sirve a poca costa i barato toda aqucUa tierra, sin tener necesidad de oticiales
espanoles... basta mui perfectos pinctores, i escrìtorcs, i apuntadores de libros: que pone gran
admiracion la gran habilidad que tienen i perfecion cn las obras que de sus manos liacen : que
parece tuvo esle Fraile espirito profetico Dcbe ser tenido por inventor de las buenas artes en
aquellas provincias . . . . Es a Fr. Jodoco a 4]a\en todo se deviò. >
Se avessi avuto tempo e mezzi che bastassero per far lunghe e diligenti ricerche neW Archivio
de Indias di Siviglia, son certo che averci rinvenuto nuovi ed interessanti documenti relativi ai
primi nostri Missionari! dell' America, come furono, tra gli altri, i parecchi Francescani Fiamminghi
che evangelizzarono nel Messico e nel Perù, e dei quali non ci è ancora ben nota la storia. Mi
conferma in questo mio giudizio una lettera che mi scriveva testé dal Belgio il mio chiarissimo con-
fratello Padre Servasìo Dirks, in cui dandomi raguaglio d' un Congresso internazionale di .imericanisti,
che sta per raccogliersi' in Bruxelles, mi dice tra 1' altre cose, che secondo che gli scrive colui che
n' è destinato secretarlo , pare che anche Cristoforo Colombo , nel primo suo viaggio , 0 in quelli
appresso, avesse seco de' Francescani Belgi. « Il parait, d'après ce que ce Monsicur m'òcrit, que
Chistophe Colomb avait avec lui des Franciscaines Belges. « Può essere. Anch'io nell'Archivio
Municipale della città di Cordova rinvenni de' dati, dai quali si vede che il grande Navigatore
fu accompagnato nel primo suo viaggio da Religiosi, i nomi de' quali non furono sin qui conosciuti ;
e vi concorda una antica stampa italiana, che ultimamente nelle controversie circa il Colombo
venne citata dalla Libertà Cattolica di Napoli, e dal Pensiero Cattolico di Genova.
313. JuMiLLA. — Edicto real prohibitivo del tirano e impissimo
Rey Nuevo de Cochinchina contra la santa y catholica Religion ,
centra los Misioneros , y todos los christianos de todo su reyno ,
expedido a los 10 del mes de abril (dia de nuestra Senora de los
Dolores ) de este presente ano de 1767. Traducido fielraente do
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314. King. — Idea Cosmographiae Seraphicae concepta et
concinnata a Fr. Paulo KingHibemo (OrdinisS. Francisci). Romae
typis Joannis Petri Collimi. MDCLIV. Superioriim permissu.
Sono poche pagine in 8, che danno il prospectus di questa grand' opera che Y Autore aveva
concepita. Ebbe un validissimo aiuto nel Ministro Generale di quel tempo P. Fr. Pietro Manero, di
cui si riferisce una bella lettera che gli scrisse. L'Autore poi con le seguenti parole ci fa conoscere
i materiali che già aveva raccolti, e quelli che tuttavia gli mancavano. Peccato che il magniflro
lavoro non sia stato, non sappiamo per quali ragioni, condotto a nne.
t Ut ergo non Ignores (diceva l'Autore a' lettori dell' /dea), quel che abbiamo e quel che ci
manca, scias nos habere in hoc Collegio S. Isidori (di Roma, ov' è il noviziato de'nostri Missionari
dell'Irlanda) praeter Manuscriptum Archivium, Bibliothecam selectis libris instructam. Pervia etiam
nobis est celeberrima Eminentis. Cardinalis Barberini Protectoris nostri, qui dignatus est exprcsse
praecipere omnia nobis necessaria subministrari. Facilis est nobis praeterea accessus ad omnes
Bibliothecas Urbis, maxime Religiosorum. Supponas nos habere Gonzageac Chronicon , Annales et
Scriptores Ordinis; Martirologium Franciscanum R. P. Arturi a Monasterìo, optime de Ordine meriti.
Item Ghronologiam historico-legalem consultissiml Patris Michaelis aNeapoli, nunc Secretarli Genc-
ralis Ordinis, quae pari passu te inducat in semitam iustitiae et veritatis. Relationes Provinciae S.
Thoraae in Italia, conscriptas ab Illus. D. Fr. Paulo Britio : Sancii Bonaventurae a Patribus Foderò et
Picquet: Castellae a Patre Salazar: S. Joseph a Patre Johanne a S. Maria. Alias aliarum Provincia-
rum in Gallia, Hispania et aliis nationibus novi prodisse in lucem, easque expecto cum multis
libris manuscriptis, quae secum ducit Rmus Pater noster Generalis. Dietim etiam expecto Chronicam
Provinciae Limensis et aliarum Regni Peruani elaboratam per P. Didacum de Cordoba, huc destina-
tam cum aliis Indiae Orientalis per R. P. Michaelem a Puriflcatione digestis. Habeo novìssima s
relationes manuscriptas omnium fere Provinciarum Ilaliae tam Observantium quam Reformatorum,
aliquas optime, alias non male, quasdam mediocriter elaboratas. Germaniae item et Beigli plerasque
accurate digestas; alias non ita, imo aliquae ex toto desìderantur, sicut et Galliae omnes, praeter
Provincias Britanniae, Conceptionis, Franciac Parisiensis, S. Mariae Magdalenae et SS. Sacramenti.
De Portngallia nihii novi hactenus. Multas habeo Hispaniae cum diligentia et labore digestas :
Patres Discalceati, praesertim Provinciae S. Joannis Baptistae, et S. Pauli, ostenderunt se solertes in
hoc negocto. Dicunt Relationem Provinciae S. Joseph cum magna cura transcriptam et transmissam
in Italia visam fuisse in Urbe : scd iam non comparet. Habeo Ghronologiam Mannscriptam Provin-
ciae S. Gregorii Philippinarum, opus R. Patris Blasìi a Maire Dei. Supponas ultimo nos habere eu
omnia quae transmissa sunt ad nostrum Patrem Alva, ijui illa sine invidia comunicai, imo pari
diligentia procurai res omnes sibi, mihi et omnibus, eie. • Dove sono andati tanti tesori raccolti in
Sant'Isidoro di Roma? Un esemplare dell' Idea Cosmographica (libriccino rarissimo) si trova nella
Biblioteca Nazionale di Madrid.
ioi) KRALIEVIÉ - KKESSLINGER
La lettera che gli scrisse il Padre Generale, è la seguente:
• Fr. Petrus Maneru Minisler Gencralis Fr. Paulo King.
> Cum iam dudum curam libi dcdcrimus cmitteudi in lucem, ad maiorem Dei gloriam,
CiOsmographiam Seraphicam ; illudque varium atque vastum opus raeqnirat in exarante disUnctam
et exactam notitiam Pruvinciarum omnium, Gonventuum, Monasteriorum, nec non reram ceiebrium
in eis gestarum, et existentium ; ut scilicet, nihil utile ant honoriflcum nostro Instituto omlttatur,
nihiive adroittalur inane, vel apocriphum; et alias nobis signitlcaveris pleraque MS. a ProTindls,
esse indigesta, dubia, mutila et mendosa, indeque cogaris tua quodammodo deformare hinlcis,
confusis et incertis; nos proinde hniusmodi incovenientiam auferre, tuoque ac nostro desiderio
satisfacere satagentes, tenore praesentium facultatem tibi concedimus, quatenus cum merito salutarb
obedientiae, atque socio grato et idoneo, lustrare valeas loca etc., ubi vel unde sperare possis aliquid
supellectilis, apti, utilis vel necessari! prò complemento praelibatae nostrae Gosmographiae. Porro ne
forte in vanum currere, aut cucurrisse contingat, teneantur per sanctam obedientiam superlores
locales ad haec nomine nostro requisiti aperire Bibliothecas et Archivia, estendere qaoqae scrivia,
atque procurare etiam Inter saeculares ( si operae praetium erit ) notata quaeque digna, tradereqne
tandem tibi omnia, cr singula huc spectantia, seu hoc nostrum propositum quomodolibet concer-
nentia orìginalla, aut saltem eorum copias authcnticas. Praecipimus ìnsuper superiurìbus omnibus ad
quos scripseris ( nequis enini ad omnes personaliter accedere) ut correspondeant tibi , per exhib&tionem
supradictorum, meliori quo putabunt et potonint modo. Denique nos monebis de singolorum circa
haec proniptitudine , vel negligentia, ut rcspective scntiant nostram benevolentiam vel animad-
versioncro. Gommendantes, etc.
• Datum Matriti die l maii MDGLlil.
Fr. I^trus Manero Min. Gem. •
»-."P. 315. Kralievié. — Grammatica Latino-Illirica, in utile dei
Missionari Apostolici Francescani dell'Erzegovina, per il R Padre
Angelo Kralievié dell'Osservante Custodia di Erzegovina.
Così fu da noi annunziata, per la notizia che ce ne diede V Autore, nel numero 6 dell' anno
IV della Cho.naca delle Missioni Francescane. (Roma i86i J Ci duole di non poter aggiungere altri
schiarimenti.
>•■''•/• 316. Kres^linger. — Ortus et progressus sacri Ordinis Fratrum
Minorum S. P. Francisci, ultra quinque iam saecula perdurantis:
compendiose conscriptus et tam ex Bullis Pontifìciis, quam ex
probatissimis authoribus extractus a P. Fr. Massaeo Kresslinger,
Ord. Min. Strict. Observantiae Lectore Jubilato , ac Provinciae
Bavariae iterato Ex-Provinciali. Cum facultate Superiorum. Sum-
ptibus Jean. Andreae de laHaye Bibliopolae Academici Ingolstadii.
Monacbii, typis Mariae Magdalenae Riedlin. MDCCXXXII.
Un volume in 8, di 45 carte preliminari non numerate e 331 pagine. Non so se questa sia la prtma
edizione, bensì ve n' ha un'altra del 1736. Claudwpoli, typi* Academicif Societatis Jesu per Simamgm
Thndeum Wcichenberg. Un esemplare dell' una e l'altra trovjisi nella Biblioteca del nostro Goaventodi
S. Anna di Monaco in Baviera. Libro roolUj hen fatto, che contiene un bellissimo compendio cronologicu
<iì tutte le nostre Missioni dalla fondazione dell' Online sino al tempo dell' Autore. A cui fan seghilo
KRESSLIKGER 257
due Tatmlae ehronologicae : la prima (Generalis ) , de origine et progressu Religionis SerapìUcae : la
quale succinte sub ociUos ponit Sffnehronismum eorum , quae in prMcedenUbus dieta sunt ; et
quidem i. Seriem Summorum Pontificum : 2. PP. Generalium Ordinis : 3. Memorabilia quaedam
Ordinis in compendio relata (praecipue quoad MissionesJ. La seconda poi è Tabula ehronologica
pariieularis de origine et progressu Custodiae» nunc Provinciae Bavariae sub titulo S. Antonii de
Podtia. Queste due tavolo per la numerazione fanno corpo con l'opera: cominciando la prima
dalla pagina 259 sino alla 286, o dalla pagina 387 sino a 35 i la seconda. Oltre a ciò v' ò un Index
rerum et verborum in flne, di 33 carie non numerale.
Prima metteremo qui, tra l'altre, la notizia e un grave documento che ci dà d'una interes-
santissima Missione Francescana nel regno di Gamboja il 1724, e che ò uno de' tanti fatti sconosciuti
e trascurati in tutte le recenti storie ecclesiastiche, pubblicate specialmente in Francia; e co' soli
dati raccolti dal Padre Kresslinger si potrebbe scrivere un bel volume. Poi daremo la prima delle
sopraddette due tavole, che servirà per fornire a' lettori un' idea dell' Ordine, ed anchi; potrà invogliare
qualche nostro confratello a intrapendere un quadro sinottico completo sino al presente della nostra
Storia, tenendo a guida questo del Padre Kresslinger.
E sarebbe necessario; perchè chi, a' di nostri, avrà la pazienza e il tempo di percorrere il
Wadingo, il De GuBKRNATis, l'HuEBBR, l' ARTURO ? Oltre che, dal tempo che queste opere vennero
pubblicate, abbiamo un'altra storia non meno vasta e gloriosa, sparsa in un numero senza fine
di Cronache e Memorie a stampa e manoscritte, la più parte o cadute in dimenticanza o ignorate.
Né sarebbe lavoro di leggera fatica e di poca gloria!
• In Regno Camboiae , seu Cambogiae» . . . Indiae Orìentalis, anno i724 novus scse aperuit
campus, plnrìmos Gentilium ad veram convertendi (idem. Dum enim P. Valeritu Rist^ strictioris
Observantiae Provinciae Bavariae alumnus, ac socius suus P. Seraphinus de Borgia ex Portugaliia,
ambo Missionarii Apostolici, in Regnum Ihor destinati, sanctum praedicando Evangelium apud
induratos Mauros ibidem, sectae Mahometis a potiori addictos, surdas invenissent aures, ex man-
dato S. Congregationis inter gravissima maris pericula in Cambojam sese contulerunt, in quo
regno septingentos circiter christianos, omnibus reliquis, cum ipso Rege, Gcntilismi errorìbus
cxcaecatis , solum repererunt sine Pastore , nam unicum quem habucrunt clcricum saecularem
octo ab hinc annis impius quidam ex ipsis christianis sicari us nefarie traditur occidisse.
« Puerunt tamcn, hoc non obstante, a Hege, praesertim seniore, et optimatibus magno honoro
excepti, ipsisque concessae amplissimae facultates per totum regnum libere pracdicandi Evangelium,
conferendi baptismum, ubilibet erigendi Ecclcsias, et in adiutorium plures vocandi ex Ordine
oiMTarios, etc. Formalia concessionis inchoabant, uti scquitur:
• PotestaSf libertaSf et authoritas, quam nos Nae Samdaich Praquefà Prauncar, Rex Cambogiae
eum nostro socero, ac nostro fUio prò nnnc gubernante, concedimus PP. Valerio Rist et Seraphino à
Borgia, qui venerunt de Roma ex mandato suae SanctUaiis in hoc nostrum Regnum ad succurrendum
christianis, qui in Ulo existunt, et ad praedieandum et docendum suam S. legem illos , qui de bona
voluntate eam volunt amplexari. Et quia NB. primi Missionarii, qui fuerunt in isto regno nostro,
erant ejusdem religionis, eosque nostri antecessores aestimarunt, et plurimum protexentnt , Nos aim
nostro socero, et nostro fUio prò nunc gnbernante, moti bona qualitate praediclorum Patrum , ipsis
concedimus sequentes facultates, etc
• NB. Hic eacdem erant insertae, superius iam saltcm quoad principaics in compendio relatae.
• Steterunt in hac Missione ultra triennium, plurcsque Gentilium baptizarunt; nec exigua afful-
getNit spes, Regem senion^m ipsumniet convertendi, qui summo erga eos amore a(Ikctus,pro ipsis
construi curavit domum prope suum palatium; ast murs eiusdem improvisa plures sanctissimos
conceptus impedivit: ctenim, uti sonant formalia P. Valerii Rist de dal. in Cambogia 5. iuuii an.
1726, insperato quadam apoplexia tactus , in spatio dimidiae horae, occlusa sibi loquela, me
( ucmpe P. Valerio) praesente, et a sorore Regis ad aulam vocato, vitam suam finivit.
i7
258
KRESSLINGBR
TABULA CHRONOLOGIGA UNIVERSALE DE ORIGINE
ET PROGRESSU RELIGIONIS SERAPHICAE USQUE AD ANNUM 1'
/. Poniifieet, mori. an.
iDDOcentius III.
Honorios IIL
Gregorias IX.
Caelestinos IV.
Innocenlios IV.
Alexander IV.
1316.
1337.
1S41.
1241.
1354.
1861.
Urbanns IV.
1364.
Clemens IV.
1368.
Gregorius X.
1376.
lonocentius V.
1376.
Adrianus V. et
Vicedomi nus ,
omnes mortui.
1376.
Joannes XXI.
1377.
Nicolaiift ni.
1380.
Hartinns IV.
1385.
Honorios IV.
1387.
Nicolans IV.
1393.
S. Caelestinus resignavit.
1394.
Bonifacios Vili.
1303.
//. GenercUet Ordinis u$que at
1. S. P. N. Franciscus
3. Elias depositus
3. B. Joannes Parens
4. Elias depositus secundo
5. B. Albertus Pisanus mori.
6. B. Haymo
7. Grescentius Picaenus amotus
8. B. Joannes a Parma resignavit
9. S. Bonaventura postea Cardinal
10. Hieronymus ab Asculo dein Ca
Nicol. IV.
11. Bonagratia
13. Arlottus de Prato
13. Matthaeus de Aquasparta poste;
14. Baymundus Gaufrcdi
15. Joannes de Muro Gardinalis.
Saeeulum II. Ordinis
Bcncdiclus XI. 1304.
Clemens V. 1314.
Joannes XXII. 1334.
* Petrus Corbariu$ Antipapa diclus Nicol. Y.
ullro $e tubmisit 1339, obUt 1333.
Bencdictus XII. 1342.
Clemens VI. 1352.
Innocentius VI. 1362.
Urbanus V. 1370.
Gregorius XI. 1378.
Urbanus VI. 1389.
* Roberttu Antipapa eontra Urbanum VI. Cle-
mens VII, dictus obiit 1394.
Bonifacius IX. 1404.
* Petrìis de Lwta Antipapa Benedictut XIII.
vocatus obiit. 1433.
16. Gondisalvus do Vallcbona
17. Alexander al) Alexandria niort.
18. Michael Caesenas depositus ab
19. Gerardus Oddonis l'alriareh. Ai
20. Forlanerius Cardinalis
21. Guilielmus Furinerius Oirdinali
22. Joannes Buchius niort.
23. Marcus de Viterbio Cardinalis.
24. Tliomas de Farignano Cardinali
25. Leonardus de l\ubeis Cardinali
26. Ludovlcus Donatus Cardinalis.
27. Petrus de Cassana
28. Marlinus de S. Giorgio.
29. Henricus Al feri us
KRBSSL1N6ER 259
lU. Quaedam MemorabUia Ordinis.
S. P. Franciscus Ordinem inchoat 1209.
— erigit Ordinem S. Glarae. ISiS.
— abit ad Soldanum ifigypti, eumque chrìstiaois conciliat 1S19.
— Instituit Tertium Ordinem, et obtinet Indolgent. Portiuneulae. issi.
— recipit irapressionem SS. Sligmat. ^ 12S4.
— mori tur. 12S6.
— canonizatar. iSS8.
SS. Bemardus cum Soc. Marochii martyrium subit. . 1219.
SS. Daniel cum soc. Geptae prò fide occiditur. 1SS7.
S. Anton, de Pad. lyrannum Ezelinum compescit, et moritar. 1231.
— canonizatur. 1S38.
S. Elisabeth Hungar. canon izatnr. 1S35.
Pr. Agnellos primut Episc. Haroch. cui saccedit Fr. Lupus, etc. etc. 1S46.
Fr. Laurentius baptizat Regem Sartaco, et Tartariae Ghamum. 1148.
S. Clara canonizatur. 1S55.
S. Bonaventura Instit. primam Gonfraternit. prò laicis sub titulo Contàlonis B. V. M. 1)64.
Laurentius flt Episc. Geptae. It67.
S. Bonaventura flt GardinaL 1173.
— dirigit Goncil. Lugdun. 1174.
Declarat Nicolai III. Exiit qtU senUnat etc edita 1180.
Hieronymus abAsculo missus prò reduct; Imperat. Mich. Palaeologi 1172.
— flt Generalis 1174.
— Gardinalis 1178.
— Papa. Nicol. IV. 1187.
Jacobus a Rosario converti t Hayton II. Regem Armeniae post haec factum Franciscanum 1194.
In China Aquilonari, seu Cathayumy circa flnem hujus saeculi magna operatus est Joannes
de Monte Corvino.
ab anno 1300 u$que 1400.
Jo. Duns Scoti dìsputatio prò Immaculata Goncep. B. V. M. Parisiis babita 1304.
— Ejusdem discipuli insignes floruere hoc saeculo : Joannes de Ripa, Franciscus Haioranus,
Antonius Andres, Galfredus de la Fuente, Hugo de Gaserò, etc. etc
Joannes de Monte Corvino, Orientis Apostolus vocatus, Gobylam Imperatorem Tartarorum
baptizat circa 1305.
Declaratio Glementis V. Exivi de Paradiso edita 1311.
Odoricus Forliviensis ex Medis, Persis, Indianis etc. ultra 10000 baptismate abluit, mortuus 1331.
Terra sancta custodiae Fratrum concessa circa an. 1336 et 1341.
Nicol. Liranus famos. Gommentator In S. Scriptur. mori tur 1340.
Mich. Gaesenas et Gutl. Occamus Lndov. Bav. centra Joan. XXII adhaereotes, obierunt poe-
nitentes Monachi! an. 1348. et 1347.
In Bulgaria et confinibus intra 50 dies ultra 100 millia a FF. Min. conversa sunt 1366.
Paulus de Trincis (alias Paulutius) fundamenta Regularis Observantiae ponit 1368.
Schisma 40 annorum in Ecclesia inchoatum electo Urbano VI. 1378.
Lithnaniae Rex Jagello cum toto Regno per Fratres in Ade instructus 1386.
Bonifacius IX. Indulgentias Portiuneulae Glarissis in Anger estendit ad 4. dies 1401,
HnESSLIHCKR
iDDOcenUiu VII. I*«.
Giegorliu XIL deposllui In Conc Pisano 1409.
Uexwider V. IHO.
joannes XXIU. eiancioratiu in Condì. Con-
ataoL im.
lUrUnna V. Itìl.
■ JSgiàiut AiUipapa lub ihmIm ClmmtL VIU.
MnuM 1413. «e tuhnltU Martino V. anno
1(14.
Engeaius IV. i4i7.
Htcolaiu V. I4SS.
■ Àmadtttut dt Sabaudàa JnHpaiNi fntnuM
cùntra Eugen. ir. ei fikol. r. le ultra
Sofculun III, Generala.
ir. Generala Ordinit.
30. Aaionlns .^Dgeliu de Pereto
Slxtu IV.
Innoceatim Vili.
Alexander VL
1484.
un.
IS03.
31. Angelus Salvcbj
31. Antonlus de Massa EpìsTop. Hai
33. Gullielmus tlv Casali
34. Aniunius de Rosconlbus
35. Angelus Serpciriu
38. Jacobus de Uutaolca
37. Jacobus de Sanucla
3S. Pranciscus de Ruvcre posi Papa
3B. Joannes Zanctus Archlep. Tbel
TrevLsan.
40. FrancLscus Nanliu Sanuon.
Plus III.
Julius 11.
Hadriaous VI.
Clcmons VII.
Paul US 111.
Julius 111.
Harccllus 11.
Paulus IV.
Plus V.
Grcgorlw
XIII.
Slxlas V.
Urhanus Vii.
GrcgorliM XIV.
iDDOceailus IX.
il. Raynaldus Gralunus Arcbiep.
43. l'hilippus Bagii.icaballen.
44. Beraardus l■rul^^
4J. Clirisluiih, PorllM'nsis Caidinaljs
4C. Pranclsciu Delie tuii
47. Pnulua Sonciatt.1..
IB. Krinclscus Quluiioiiliu
49. Paulus Plsollu-s
50. YìdcvdUus Lontlll
51. Joanues Calvius
51. Andrv^Li InsulanuA
53. Clemcn.'^ llolcr.i Cardinali^.
54. Prunciscus de Zaniora
51. Aloysius Puk'us
56. Cliristojitiurus de Capile Puiilìun
Caesartens.
57. Pranciscns Gi>nuga Eplsc. Hanli)
18. Prancisi-us de Tulosa Episc. Thyeo
RRBSSLINGER 261
ab anno 1400 usque i500.
///. MemorabiUa Ordinit.
Albertus IV. Archidux Aostr. suscipil Ordinem EquiL S. Sepulchi Hierosolymis 1401.
Capilalom Generale celebratom Monachii in Bavaria 1405.
Gonciliam Gonstantiense inchoalum '^ 1414.
P. Joannes de Baeza venit ad Insulas Canarias 1417.
—ad quas S. Didacos missosest an. 1441,sabseqaente ulrobiqne copiosissima animamm messe.
Gonventuales primo sic vocali ab Eugen. IV. 1431.
In Conc Florent. multa praestitemnt Pranciscani, quod Ferrarìae inchoatum 1437.
Albertus de Sartiane Joan. Palaeologum ad Conc. Florent. perduxit 1438.
Jacob, de Primadicìo Patriarcham Armeniae, et Antonios de Troia Patr. Syrìae convert 1438 1442.
DiVisio Observ. in Cismontanos et Ultramontanos 1443.
S. Bernardini canonizatio 1450.
Viennae FF. de Observant. acqnirunt domum an. 1451.
Bulla Concordiae Callisti III. 1455.
S. Joan. Capistran. venit Viennam 1451, ibi celebrat Capitul. 1454 moritur 1456.
Paulus II omnes gratias ab antecessoribus suis Ordini coliatas, conQrmat per Bullam Inter
caeteros 1465.
C3rypho de Flandria Patriarch. Maronitarum convertit miraculo solis retrogradientis 1475.
S. Jacobus de Marchia mort. 1476.
Strane. Samson Immacul. Concepì. B. V. M. pnblice gloriosissime defendit 1477.
Yn Insulam Madera veniunt Franciscani an. USO; ad Insul. Hesperides an. 1446; in Americam
sub Patre Fr. Joan. Perez cum Chrlstophoro Columbo 1493.
'K. Bemardinus de Feltro, mort. 1494.
ab anno 1500 ugque 1600.
Ordo Conceptionistarum Fratribus subjectus 1506.
^cneralatus totius Ordinis cum Sigillo ObserVantibus coUatus, et Conventuales separati a
Leone X. 1517.
In America Martinus de Valentia cum soc. ultra 10 centena millia baptizavit ab an. 1523.
usque 1531.
In Asia Rex et Regina de Septem Corlis baptizati 1540.
S. Frane. Xaver. venit Goam ad nostrum Joan. Albuquerquium tum solum Episcop. in India
Orientali 1542.
In Conc. Trid. ex nostris claruemnt Frane. Qnlnnonius, Frane. Zamora, Joannes Calvius,
Andreas della Vega, etc. circa 1545.
Kartinus a Jesu et alii Missionari! nostri in Mechoacan et Xalisco pene innnmeros Infìdeles;
et in Congo iEthiopiae Regem, Reginam, cum Alio et plurimos vasallos hoc saeculo
converterunl.
— Item Imperatorem et Imperatricem in Geylan. 1549.
— ac in Malabaria ultra 50 millia 1550.
Contra Lutherum steterunt praeprimis in Germania Joan. Glapion Caesarls confessarius circa
an. 1520. In Bavaria Caspar Schazgerus, mort 1527, et Joan. Nass, mort. 1590. In
Algoia Joan. Winzlenu, etc. etc
^mlae in Hollandia passi snnt BB. Martyres Gorcomlenses 1572.
Petrus Alvarus cum sociis Ia Insulis Phllippinis 200 millia convertit 1575.
^odem tempore Rex Canarum cum 70 milibus et Rex Candeae cum filio, matre, et 7 mlll.
subdit, fldem suscepere.
^- Franciscus Solanus in Tucumania et alils Prov. multa millia ad fldem perduxit. Abijt
iliuc 1589.
S62
KRESSLIMGER
/. PonHfkes mort. an.
Clemens Vili.
1605.
//. GeneraUs Ordinit utque ad an,
59. Bonaventura SeciLsius a Catalagiroiie Pa-
trlarch. GonstantinopoL 1600.
Saeeulum F. Ordinis
Leo XI.
Paiilus V.
Gregorius XV.
Urbanus Vili.
Innocentius X.
Alexander VII.
Clemens IX.
Clemens X.
Innocentius XJ.
Alexander. Vili.
Innocentius XII.
1605.
16Si.
1623.
1644.
1655.
1667.
1669.
1676.
1689.
1691.
1700.
60. Franciscus a Scusa Episcop. Canar. 1606.
61. Arcangelus Gualterius de Messana Archiep.
Mont Regal. 1611
6i. Joannes de Jero 1618.
63. Benignus a Genua 1615.
64. Bernardinus de Senis Episcop. Viseccens.
1633.
65. Jean. Bapt. u Campa nea Episc. Puteolaois
1639.
66. Joannes Merinero Episcop. Civitaten. 1645.
67. Joannes de Neapoli 1651.
68. Petrus Manerus Episcop. Tyrasonens. 1658.
69. Mich. Angelus de Sambucca Episcop. Ga-
tanen. 1664.
70. Ildephonsus Salizanes Episcop. Cordnbeo.
1670.
71. Frane. Maria Rliini Arcliiep. Syracusan. 1676.
7i. Joseph Ximenez Episcop. PlacenUn. 1681
73. Petrus Marinus Sormanus Episc. Viguaeos.
1688.
74. Marcus a Zarzosa 1694.
75. Bonaventura Boerius Archiep. Salemitan.
1700.
Saeeulum VI. Ordinis
Clemens XI.
Innocentius XIII.
Benedictus XIII.
Clemens XII. elect. an.
1781.
1724.
1730.
1730.
76. Ludovicus de la Torre
77. Laurent! US Cozza Cardìualis
78. Joannes de Soto elect. an.
1701.
1726.
1729.
KRESSLINGER SGS*
B. Petrus Baptisla cum socils martyriuni passus Nangasaki in Japouia 1597.
ah antio 1600 utgue 1700.
In Bamba Africae Mich. Bapt Rangel plorimos eoBvertit t60S.
Franciscos Ziranus, in Africa post graves iegationes occisus A§P3.
In JafTanatapan haercs Regni cum matre etc. et multis millibus conversus a P. Ludovico a
S. Didaco 1613.
In Japonia Bcatus Ludovicus Sotellus jmperatorìs Japon. et Regis Voxnanl.Legatns post
multorum millium conversionem martyrio coronatus 1614.
In Canada nova Missio inchoata 1615.
Thomas Obicinus Nestorianos ad (Idem reduxit in Aleppo 1616.
Rartliulumacus a Salutio Praedicator pocnitentiae in Italia 1617.
In Japonia Bictiardus a S. Anna cum sociis Hartyres òbierunt 1629.
l^rovincia Ravariae erecta 1685.
Alpiionsus de Benavidcs cum sociis in America apud varias gentes plurima praestitit 1626.
1627 i629.
B. Joannes de Prado Marlyr Marochii. t<J31.
Juan, de Solas, et Didacus Lopez in America boreali innumcros baptizarunt, mortui 1636.
In Insula Suaqucna Joscphus Torculanus et alij martyrio affecti 1648.
Bavariam defenderunt contra haereticos, Frane. Keminger mort. 1606; Martinus Nagele. m.
1617; Martinus Leo m. i654.
S. Petri de Alcantara canonìzatio 1669.
In ^ICgypto Antonius a Pisticeia Cophtos reduiLlt i681.
In Louisiana nova Missio introducta 1682.
Canonizatio S. Joan. a Gapistrano et S. Paschalls Baylon 4690.
Mich. Angelus a Creta Conventus erigit in Peloponeso iò^O.
Via Crucis dilatata per P. Diaz *6W.
Inventio Regionis Missisipi per P. Hennepin propagata circa i695.
Missiones in China faclae a Petro Alvaro 1579, promotae a Hieron. de Bnrgos 1582, et allis
an. 1584, 1586, continuatae ab Antonio a S. Maria usque ad 1673.
Multa in iisdem praestitit Jo. Frane. Nicolai (post Vicar. Gener. in Vaticano et archiep. Myrae)
ab anno 1684 usque i698.
Rem Bernardi nus ab Ecclesia Christinae Reginae Sueciae Theologus, Episcop. et Vicarius
Apostolicus in Pekin super 4. Regna per 20 annos ab anno 1680 usque 1700.
ab anno 1700 utque 1731.
Missio in Abbassiam, et conversio Imperatoris per P. Josephum, quem comitatns est P.
Theodor. Krump ex Bavaria 1702.
P. Liberatus Weiss in Gondar martyrio coronatus 1711.
Patriarcha Antiochenus suae sedi rcstitutus, et Patriarch. Alexandrinus ad veram Ecclesiam
reductus per P. Laurentium Cozza 1711 et i713.
In Gallia resìstunt Franciscani doctrinae Quesnelli damnatae a Clem. XI. 1719.
In .€gypti urbibus Gerges et Achim etc. etc. multi Cophti conversi per nostros 1723.
In Camboia P. Valerius Rist Bavarus, et P. Seraphinus Borgia Lusitanus, adhnc existunt,
illuc missi i724.
In Moscovia nova Missio aperta, sub P. Jacobo ab Oleggio, etc. etc. i7S7.
Liber Ven. Marìae de Agreda per Germaniam propagatus 1716, a Bened. XIII eius usus
concessus i719
In Constantinopolitana Praefectura Celebris erat P. Petrus Bapt. Mauri Archiep. Episcopus
Cartaginensis etc. Obiit circiter 4730.
In China P. Basìlius de Gemona multa millia baptizat, declaratus Vie. ApostoL ^n Xensi.
In America 17. Provinclae Franciscanorum erecta demonstrent labores eorum
264 KRUMP
317. Krump. — Hoher und fnichtbaher Palm Raum des Hei-
ligen Evangelii : das ist : tieff eingepflanzter glaubens-Lehr , in
das Herz dess hohen Abissiner Monarchen erwisen. In einem
Diario oder taeglich , und ordentlicher Reis , beschreibung der
muehesamen Verrichtungen ienenm apostolischen Glaubens Sen-
dlingen auss dem Orden des beli Seraphischen Vatters Francisci
der Reformiten, so anno 1700 von der Paepftl. Heiligheit Innocen-
tio XII. Von Rom anss biss zu dem grossmaechtigen Abissiner
Kaiser Adiam Saghed Jasu, ec. Von P. Fr. Theodoro Krump Or-
dinis Minorum Sancii Francisci Reformatae Provinciae Bavariae
Lectore, Concionatore, Missionario Apostolico Aethiopiae. Auspurg
in fuer Feriegung Georg Schlueter und Martin Happach. Ge-
drucht bei Joseph Gruber, 1710.
Questo titolo vale in nostra lingua : Alto e fruttifero albero di Palma pianttUo nel cuore del
Monarca Abistino Adiam Saghed , ce : Diario , o quotidiana e ordinata narrazione delle gravissime
fatiche sostenute da' Missionarii Apostolici Francescani inviati al grande (mperator dell' Abissinia
Adiam Saghed, ec. dal Sommo Pontefice Innocen7.oXII. È un volume in 4 con bellissime incisioDi, di 4
carte prehminari e 479 pagine. Fu questa un' importantissima Missione, della quale trovai notisie inebe
in un Manoscritto Nazionale di Parigi.. Un esemplare dell'opera è nella Regia Biblioteca di Monaco.
Nel proemio l' Autore dà un cenno delle Missioni in generale dell' Ordine. Poi comincia il suo viaggio:
— 1. Da Monaco a Roma — 2. Da Roma per mare a Livorno — 3. Da Livorno a Tunisi — 4. Da Tonisi
a Susa — 5. Da Susa ad Alessandria — 6. Da Alessandria al Gran Cairo — 7. Descrizione del Gran
Cairo — 8. Dal Gran Cairo a Siud — 9. Da Siud a Essua— 10. Da Essua a Moshaa — 11. Da Ifoshaa
a Dongula — 12. Da Dongula a Sennaar — 13. Racconto di quel che in Sennaar avvenne a' Missionari
— 14. Conversione dell'Imperatore Abissino — 15. Di quel che segui appresso — 16. Ritorno da
Sennaar a Mushaa — 17. Arrivo al Gran Cairo — 18. Dal Gran Cairo a Malta— 19. Da Malta a
Roma —20. Da Roma in Baviera. I nomi de' Missionari erano i seguenti: Padre Mariano da Saleme
della Provincia di Palermo. — Padre Giuseppe Maria da Gerusalemme della Provincia Romana.—
Padre Teodoro Krump della Provincia di Baviera. — Padre Carlo da Cilento della Provincia di
Basilicata.
L
318. Lado (Do). — Cathecismo em Lingua Concani : por el P.
r. Manoel do Lado.
Un volume in 4. Cosi il Cunha Ri vara (Ensaio historico da Lingua Concani, Nova Goa, 1858 >,
:endo • qae foi Provincial cm i6Gl e 1662. »
319. Ladoire. — Voyage fait a la Terre Sainte en V année
[DCCXIX, contenant la description de la ville de Jerusalem tant
acienne que moderne avec les moeurs et les costumes des Turcs,
ar Fr. Marcel Ladoire, ec. A Paris, chez Jean Baptiste Coignard,
oaprimeur et libraire ordinaire du Roy, rue S. Jacques MDCCXX.
Un volume in 8, di 398 pagine. Libro non senza qualche pregio. Neir ultime pagine parla
ià ristorazione che si fece al suo tempo della Chiesa del Santo Sepolcro e di quella della
ività a Betlem. « Je recu (egli dice) peu de jours trois lettres du Levant, Fune escrite par
isigneur Ponllard Consul a Seyde en date du 29 janvier 1720, F autre par Monsigneur Carbonnel
"Consul a Saint-Jean d'Acre du 16 fevrier, et la troisieme par le R. Pere Louis Le Fevre
i<iaìre de la Terre Sainte du 11 fevrier : elles m* apprennent toutes les trois, que le grand dòme
' Higlise du Saint Sepulchre de Notre Seigneur Jesus-Christ fnt heureusement fini le 13 decem-
^ 719, que Monsigneur le Marquis de Bonnac avoit obtenu du Grand Seigneur deux Chatieherifj
otsmandements absolus; Fune pour faire enduire et bianchir Finterieur de FEglise, F autre
Taire renouveler la couverture de plomb de F Eglise de la Nativitè a Betlem ; et que son
l^Icnce avoit eu la bonté de les en voler a nos Religieux de Jerusalem, qui les avoient faits
en exccution avec toute le diligence possìble. » E dà il testo de' sopra detti ChcMdierif.
esemplare nella Biblioteca del Seminario Conciliare di Barcellona.
320. Laguna . — Monarquia spiritual y temporal del reyno de
>CDn, por Fr. Andreas Bravo de Laguna del Orden de S. Francisco.
Lo riferisce nella sua Bibliografia per la Storia del Giappone Leon Paaes, citando il Nioolao.
- notizie non ne ho potuto rinvenire; né anche F Hubrta, che è così esatto, ne fia parola. Forse
^ Manoscritto che rimane ancora sepolto nel grande nostro Archivio, sin qui possiam dire
'Plorato, di Manila , ed altrove. Il Padre Hurrta a mala pena ne ha cominciato lo studio, e ci
^alo un volume di preziosissime notizie : sarebbe un grande servigio reso all' Ordine , alla
^*^a e alla scienza se venisse finito.
26G LAMEGO - LANDA
Ms.
321. Lamego. — Carta de Fr. Gonzalo de Lemego a El-Rey de
'''' Portugal.
È data nel Convento di S. Antonio di Cochim il 1 deccmbre del 1527. Sta nelP Archivio della
Torre del Tombo di Lisbona. Originale.
^ 322. Landa. — Relacion de las cosas de Yucatan, por el P. Fr.
America Diego Landa, de la Orden de San Francisco, Obispo de Menda.
Questo imporl^mtissimo lavoro del Padre Landa, ohe restava inedito nella Biblioteca della Reale
Accademia di storia di Madriii (non l' originalo, ma una copia fatta circa 30 anni dopo la sua morte),
venne anni fa (18G2) pubblicato in un grosso volume in 8 grande dal Urasseur, col titolo seguente:
Relation des choxes de Yucatan de Diego de ÌAinda. Texto espagnol et traduction Franpaise cu
regardy comprenanl lei signex dn Calendrier et de V Alphahet hieroglipìUque de la langue Mapa^
accompngné de docnments diven hixtoriques et chronoligiqucìt. Aver, une Gammaire et un Voeaktt-
taire ahrègéx Fran(ain-Mayn, précède* d' un essai sur les sources de V ìUstoire primitive du Mtxiqw
et de ì' Amèrique centrale, ec. d' aprcs les monumeuts ègyptieìis et de V histoire primitive deVIS^ìn^
d'apres les monuments americains ec. Paris, Arthus Bertrand Editeur, 21 rue HautefeuiUe ; London»
Trubner and co. 60. Paternoster-Roic. 1864.
In questa edizione del Drasseur, prima di tutto è un Aranl-propos, in cui si dà ragione degli
studii intrapresi sopra le anticliità del Messico e della loro alta importanza. « L' avenir ( egli dice),
un avenir, nous l'esperons, qui n' est pas éloignè, deciderà de l'importance des rechercbes qie
nous avons commencées, comme do celle (ju'on doil attacher a T étudc des langues Americaiues ,
trop longtcmps négligées des savants: on se demanderà bientòt, par cxemple, comment il est
possible de faire un cours de philologie generale comparée , en laissant de cùtó les langues de
presque une moitié du monde. On feint encore d' ignorer qu' il existe en Ameriquc des langues
qui meritent d'étre etudiées tout autant que le sanscrit; car sMl est cerlain quec'ost dusanscrìt
que la plupart de celles qui se parlent en Europe soni dérivées , on devrait commencer à savoir
aussi que les éléments qui n' y dérivenl pas de cette langue-mère, ont trés-problablement leu
sourcc dans celle de l' Amèrique. •
Poi detto dell' importanza di alcuni Manoscritti da lui pubblicati in utilità di tali studii, passa
a quello del Landa, di cui dice: « Cette relation (Uelation des choses de Yucatan) de Landa, que
nous avons copice . . . aux an-liivos de l' Académie royale d' bistoire de Madrid rcnferme la
nomenclature complète dos signcs du calendrier Maya, qui seront d' une grande importancc poor
la tecture des inscriptions iucrustòes dans Ics édiilces du Yucatan : aux signes du calendrier et à
des details d' un grand intéròt sur les moeurs el Ics usages du pays , sur les fétes de V antique
Rituel Maya, Landa a eu le bon esprit de joimirc Ics signes qui coustiluienl F alpbabet qui, bien
qu' incompiet, pout-étre, sous quohiues rapports, n' est pas moins d' un inlérél considerable , en ce
(tu' il est la premiere clef des incriplions myslériensos , exislant encore en si grand nombre an
Yucatan, a Palenquò, à Copan, ec. ».
.V questo Acant-propos di Vili pagine segue un largo discorso: Des sources de V hiitoire
primitive du Mexiquc et de l' Amèrique centrale, ec. dans les monuments ègyptiens et de l'hisioift
primitive de /' Ègypte dans les monuments americains ; introdurction a la Relation des chotes et
Ync^ilan ; rlie piglia dalla pag. IX alla CXII.
Appresso incomincia la Relacion de las cosas de Yucatan^ in lìngua spagnnola con la rispon'
denti» traduzione francese di fronte; da pagine 1 a 347. Daremo qui i titoli de' paragrafi , di cui
la Ilelazione si compone.
1. Descripcion de Yucatan. Estcìciones varias. — 2. Origen del nombre desta provincia, SUuadon
della. — 3. Geronimo de AguUar. Cu cautiverio entre los Indios de Yiu^tan. Navegan Hemandei
de Cordoba f y Grijalva a Yucatan. — 4. Savegacion de Cortes a CuzmU. Eseribe a ÀguUar,^^
Provincias de Yucatan. Sus edificios antiguos mas princlpales. — 6. De Cueulcan y de la edifieodon
de Mayapan. — 7. Gobiemo politico^ Sacerdotes, ciendas y libros de Yucatan, — 8. lAegada de tot
LANDA 267
Tuluxtvù y alianza que hicieron con los sehores de Mayapan. Tirania de Cocom » mina de iu
poder y de la eiudad de Mayapan. — 9. Monumento cronologico de Mayapan. EstahUcimiento del
reino de Zututa. Origen de los Cheles. Los tres reinos prinàpales de Yueatan. — 10. Varia» cala-
midadet etperimentadat en Yueatan en el siglo anterior a la conquista , hurcuian , pestHendas ,
guerras, ee. — 11. Profecias de la Uegada de los Espanoles. Historia de Francisco de Monito,
primer Adelandado de Yueatan. — 12. Monito navega a Yueatan y toma posesion de la tierra.
Los Cheles le conceden el asiento de Chieheniza. Los Indios le obUgan a que lo deje. — 13. Monterò
d^a a Yueatan con loda su gente y vuelve a Mexico. Su hijo Francisco de Montejo pacifica despues
a Yueatan. 14. — Estcuio de Yueatan despues de la salida de los Espafioles. />. Francisco h^o del
Adelantado Monterò restableee el goviemo espafiol en Yueatan. — 15. Crv^ldades de los Espanoles
en los naiurales. Como se disculparon. — 16. Modo de los pueblos de Yueatan. Ceduta real en
favor de los Indios. Muere el Adelantado : sus discendientes por su hijo don Francisco de Montico.
— 17. Los Frayles Franciscanos vienen a Yueatan. Toman la defensa de los naturales. Odio de
los Espanoles contre ellos. — 18. Vicios de los Indios. De corno los Frayles les enseharon. Ensehamza
de la lengua y letras. Castigo de cUgunos apostatas. — 19. Llegada del Obispo Toral : suelta a los
Indios presos. El Provincial de S. Francisco va a Espaìia para justificarse. — 20. Manera de las
easas en Yueatan. Obediencia y respete de los Indios a sus sehores. Modo de ornar sus cabezas y de
Uevar sus vestidos. — 21. Mantenimientos y comidas de los Indios de Yueatan. — 22. Como estos
Indios se labravan el cnerpo , borracheraà, vino, banquetes. Farsantes , musica y bailes. — 23.
Comercio y moneda. AgricuHura y semillas. Justicia y hospitalidad. — 24. Modo de contar de los
Yucateneses. Nombres. Eredades y tutela de los huerfanos. Sucesion de los sehores. — 25. Repudia-
eion frecuente entre los Yucateneses. Sus casamientos. — 2G. Modo de bautismo en Yueatan. Como
lo celebravan. — 27. Confesion entre los Yucateneses. Abstinencias y super sticiones. Variedad de
Jndios. Oflcios de los sacerdotes. — 28. Sacrificios crueles y sucios de los Yucateneses. Victimas
humanas matadas a flechazas y otros. — 29. Armas de los Yucateneses. Dos capitanes , uno herc'
dUario, atro electivo. Abstinencia de este. Milicia y soldada, guerra ec. — 30. Castigo de los adulteros ,
homicidas y ladrones. Educacion de los mancebos. Uso de llanar la cabe^a a los ninos. — 31.
Modo de vestir y de adornarse entre las Indias de Yueatan. — 32. Castidad de las mugeres y
su educacion. Sus grandes calidades, su economia^ ec. Su devocion ysus partos. — 33. Duelo para
los muertos en Yueatan. Entierro de los sacerdotes. Estatuas con las cenizas de los Senores. Heve-
renda para eUas, Su gloria e inflerno. -— 34. Cuenta del afio Yueateco. Caracteres de los diax.
Agueros de los anos. Los cuatro Bacabes y sus nombres. Dioses de los dias aciagos. — 35. Fiestas
de los dias aciagos . Sacrificios del principio del ano nuevo en la tetra de Kan. — 36. Saerifieios
del aiio nuevo de la tetra Mutue. BcUles de los Zaneos. Otro de las viejas con perros de barro .
— 37. Sacrificios del ano nu£VO de la tetra Yx. Pronosticos malos y modo de remediar sus efeetos.
— 38. Sckcrificios del atio nuevo en la tetra Cauac . Pronosticos malos y su remedio en el baile del
fuego. — 39. ExpUca el Autor varias cosas del Calendario. Su intento al dar estas noticias. — 40.
Camienfa el Calendario romano y Yucatense . — 41. Ahau Katun o siglo de los Mayas. Escritura
de ellos. — 42. Multitud de los edificios de Yueatan. Los de Jzamaly de Merida y de Chieheniza.
Il Padre Fr. Diego Landa nacque dalla nobile famiglia dei Calderon io Cifuentes de TAlcaria
in Ispagna il 1524, e il 1541 vesti T abito Francescano nel Convento di S. Juan de los Reyes in
Toledo. Destinato da' superiori alle Missioni dell'America, fu uno de'primi che penetrarono nel Yueatan,
dove lavorò con molto zelo alla conversione de' nativi. Accusato di troppa severità, e di essersi usur-
pati i diritti episcopali nell' esercizio del suo ministero , dovè recarsi in Ispagna a giustificarsi
appresso il Monarca e il Consiglio dell'Indie. Dove meglio conosciute le straordinarie sue virtù, il
1573 fu rinviato alla sua Missione fatto Vescovo di Merida; e quivi mori il 1579, nella fresca età di 54
anni. Il primo suo biografo, Padre Fr. Diego Cogolludo, dice che mori in concetto di santità. Ma nell'
edizione dell'opera del Cogolludo (Historia de Yueatan) fatta in Campeche il 1842, è stata aggiunta
una Biografia in appendice, che lo dipinge come l' uomo più fanatico, stravagante e crudele che sia mai
esistito. E lavoro { come avverte il Brasseor) dettato da chi non sa vedere nulla di buono ne' ministri
della Chiesa di Gesù Cristo, e vorrebbe una Chiesa e ministri che la governassero, non come P istituì
Gesù Cristo, ma secondo le idee del presente secolo, che ne sono la distruzione.
« 11 suffit (dice il medesimo scrittore) de parcourir Fouvrage de Landa, pour apprécier son ve-
ritable caraclère. C'était un esprit violent, maiscurieux, plus sage qu' on ne pourralt le croire, et
sincérement ami des indigénes qu'il protégea constamment contre les violences des conquérants. Au
268 LARDIZAVAL - LAUREANO
point de vne ou il se pla^ait, il peut paraitre cxcusablc d' avoir livró aui flammes Umt de statues
et de docoinents precieax, ce qu' il avoae lui-méme ingéDuement : en cela, il ne fai pas plus coopa*
ble qac Znmarraga a Mexico, quc Las-Gasas aa Guatemala. Mais, an milieu de ces excés de lele »...
Landa rendit un immense service aux sciences historiques, en compilant les renseigDements pre-
cieux ... qui nous consen'ant les caractéros de V alphabet Maya . . . Son livre est la clef des inscri-
ptions amèricaines : sans lui, ellcs fusscnt demeurées une éuigme peut-étre pour toajoms , oomme
les hiorogliphcs égyptiens , avant de la decouvertc de la pierre de Rosette , et les magniflqiMS
travaux de Champollion. •
Parlano del Landa, oltre il Cogolludo, il Tobocbiada nel tom. Ili della sua MonarquSa In4iana,
e il Padre Salazar nel libro II della sua Cronica Seneca ; dei quali diremo a suo luogo.
stamp. 323. Lardizaval. — Religione dei Santi Luoghi di Grerusa-
salemme restituiti per comandamento del gran Turco, nel mese
scorso di Aprile 1690, a Frati Minori Osservanti di San Fran-
cesco, sotto il 25 di giugno, da Greci scismatici, che se n'era-
no impadroniti con false scritture: mandata dal Padre Procu-
ratore Generale di Gerusalemme Fr. Domenico di Lardizaval
Spagnolo, al Padre Baldassarre Caldora, Commissario Generale di
Terra Santa, dello stato di Milano e Lombardia, Min. Oss. di
san Francesco. In Firenze , Milano et in Bologna. Per Pier-Ma-
ria Monti. Con licenza de' superiori.
Sono 4 carte in quarto, non numerate. N* ho appresso di me un esemplare. La Relazione è data
in Gerusalemme a dì li agosto 1690.
stamp. 324. Latera. — Manuale de' Frati Minori disposto dal P.
Flaminio Annibali da Latera del medesimo Ordine, Frate Osser-
vante della Provincia di Roma, con una appendice, ossia rispo-
sta air autore del Saggio compendioso della dottrina di Giustino
Febbronio, dedicato alla Santità di Nostro Signore Papa Pio VI.
In Roma MDCCLXX VI. Dalle stampe del Casaletti a Sani' Eu-
stachio, col permesso dei Superiori.
Un volume in 4, di XVIll e 460 pagine. Libro ricchissimo di notizie e molto bene ordinate,
specialmente de* nostri più celebri Missionari. Vorrebbe essere accresciuto di quel die ora manca,
e ristampato por mettersi in mano a' giovani, affinchè acquistassero una chiara idea dell' Ordine a
cui si consacrano. Ne ho un esemplare postillato dal ì\ Francesco Frediani.
Aniri il- 1
325. Laureano . — Nuovo descrubrimento del Rio de Maranon
llamado de las Amazonas hecho por la Religion de S. Francisco,
ano de 1051, siendo Misionero el Padre Fr. Laureano de La Cruz
y el Padre Fr. Juan de Quincoces, escrito por la obediencia de los
Superiores en Madrid ano de 1653, por Fr. Laureano de La Cruz,
hijo de la Provincia de Quito , de la Orden de S. Francisco.
LAUREANO ^269
Blanoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid, di cui feci estrar copia; e conta, questa,
63 pagine in foglio.
La scoperta e T esplorazione del Maranon, ossia del ttume delle Amazzoni, fu esclusivamente
opera e gloria de* Francescani della Provincia di Quito. Ha trattalo largamente e trionfalmente questo
argomento il Padre Diego Cordoba de Salinas nella sua Croniea de la reUgiosUima Provincia de
ios doze Apottoles del Perù, di cui già abbiamo dato ragguaglio, e dipoi con maggior copia di
documenti ed erudizioni il Padre Tena nella sua /ntrodiwcton ( Manoscritta e inedita) al Aparato
de la Cronica de la Santa Provincia de Ios gloriosos do^ Apostoles , di cui diremo al suo luogo.
11 Padre Laureano poi ce ne fa un ordinalissimo racconto, scritto con tanto garbo, cbe poche altre
scritture di simigliarne genere credo che si posatilo paragonare alla sua; e chi si pigliasse la pena
di confrontarla con certe opere a stampa, dove si fece prova di togliere a' Francescani questa grande
gloria, troverebbe che flnanco si son serviti della Relazione inedita del Francescano, appropriandosi
anche le sue parole, e facendosene merito come di proprio studio e lavoro I
Per bene intendere come naturalmente avvenisse che i Francescani riuscissero alla scoperta
del gran fiume, bisogna aver un' idea del modo che si dilatarono nel Perù, tosto che vi si furono
recati il 1532. Il Cordoba, dopo aver detto delle straordinarie apostoliche virtù de' primi dodici
apostoli di quelle terre, che furono i Padri Marco da Nizza, Giovanni di Monte^on, Francesco degli
Angioli, Francesco della Croce, Francesco di Sant'Anna, Pietro Portoghese, Matteo da Lumilla,
Francesco di Marchena, e Francesco di Aragona, sacerdoti, e i fratelli laici Alonso Alcanizcs, Alonso
de Escarcena, e Matteo da Lumilla; e dipoi annotati i primi Conventi che fondarono; il 1 nella
città di Lima, il 2 in quella dì Cuzco, il 3 in quella di Quito, il 4 in quella di Chuquiabo
della Paz, il 5 in quella di Truxillo, il 6 in quella di Chuquisaca; narra largamente come con
mirabile rapidità si diffondessero e moltiplicassero ad evangelizzare in quelle immense regioni;
passando inoltre all' Isole di Salomone, alla scoperta delle quali non poco contribuirono ; e cosi al
Paragual e al Rio de la Piata. 11 Cordoba annovera tutti i luoghi e i popoli, fra' quali a mano a
mano penetrarono e che convertirono; clie sono senza (Ine; e cosi pervennero a scoprire, e dipui
animosamente esplorarono in tutto il suo corso il Maranon. Essendo questa impresa Francescana affatto
sconosciuta, non avendone pubblicato il Cordoba che una parte (la cui opera in Italia è ignota), o
r altra rimanendo inedita nei manoscritti del dottissimo nostro Padre Tena, che si conservano nella
Biblioteca della Reale .\ccademia di storia di Madrid, e sono continuazione dell'opera del Cordoba;
e inoltre avendosi altri usurpata questa gloria che spelta esclusivamente all' Ordine Francescano ;
crediamo necessario pubblicar qui questa Relazione, anche essa sconosciuta ed inedita, del Padre
Laureano, che ebbe molta parte nell'impresa: tanto viemmaggiormcnte , che è per avventura, come
he detto, una delle migliori scritture spagnuole di questo genere, e ricca di notizie d' ogni maniera
delle immense regioni, che percorre il gigantesco Qume delle Amazzoni ; liume che ognuno sa essere
una delle più grandi meraviglie della Creazione.
ADVERTIMIENTO PARA LOS LECTORES
« Ne escribo està relacion por que la crean todos, sino para que la crcan mis superiores, y creo la
crceran, pues el dia que me la mandaron escribir me dieron conflanza de su creencia. Teniendo
pues credito mis Prelados de lo que dijere aqui y de las nccesidades espirituales que padecen las
inftnitas almas, que vivcn sin Dios en Ios parages de nuestros descrubrimientos, no importa que Ios
olros no la crean, que si cree la necesidad del menesteroso el que ha de dar el remedio, la fé
de Ios otros no hace falla para nada. En estos tiempos veo que todos Ios apercebimientos que
hacen Ios que escribcn relaciones de cosas extraordinarias para grangear crédito en Ios que
han de leer sus escritos , no persuaden mas que una ciega incredulidad , nacida de la demasiada
afeetacion en buscar credito (que la afectacion cuidadosa suele hacer sospechosa la verdad), o
nacida del mal esemplo que les dieron otros, Ios cuales asegurando que unicamente escribian lo
que vieron , nunca se vió lo que escribieron : o de una obstinacion no nacida sino naturai, para
no creer que haya en otra parte lo que nunca han visto en su tierra. Lejisimo andò yo de mendigar
esle credito de la cortesia de Ios otros, pues si me mandaron escribir Ios mismos que me conocen
dentro de casa, ya sabran la autoridad que puede tener mi testimonio: y para Ios que son fuera
de casa no escribimos, y si escribicramos , Ios que profesamos vivir sin amor proprio, no haccmos
singun reparo en no ser creidos , gozandonos solamente en el testimonio de nucstra conciencia.
270 LAUREANO
HUEVO DESCDBRIMIEXTO DEL MARANON ANO 1631.
• Para honra y gloria de Dios Nacstro Sefior en ci ai!o de nucstra salnd 1633 tSo, ìos Heli-
giosos de la Santa Provincia de niiestro Serafico Padre San Francisco del Qoito en el resmo del
Perù de las Indias occidentAles , dieron principio al descubrimicnto de las provincias y nadones
de Indios infleles quc habitan en las faldas y vcrtientcs de las sierras y cordilleras de la provin-
cia del Qiiito y de las de Popayan, de los Cuixos y Macas, de donde nacen y tienen sa prìneipio
murhos caudalosos rios, principalmente el grande Rio de Napo, que es el mayor de todos km qw
pur aquella parte se han deseubierto, el cual corre y hace su curso con los demas que entrali en
ci drl Ponicnto bacia donde tienen su origen del Oriente, {)or un lado de la linea equlnocial,
npartandose muy poco de ella bacia la Vanda de ci Sur, basta entrar en el Mar Oceano, comò ade-
lante diromos. Dlerou principio los diclius Religiosos al dicbo descubrimicnto, movidos de el espirilo
divino, y con las noticias que tuvioron de las primeras naciones de Gentiles que paeblan aqnellos
rios, y primoro que otras las del rio Putumayo, corno son los Zenos y Pecabas, qne alg^os Es-
panoles vecinos de los Sucumbios di.'l gobierno de Popayan batnun reconocido ycomanicado, andando
I>or aquellas partes buscando Indios cristianos fugilivos de sus encomiendas. Movidos pnes de el
amor de Nuestro Seflor y con desco de la propagacion de nnestra santa Fò y convention de aqneDa
;;entilidad, habiendo lo primcro encomendado muy de veras a Nuestro Sefior en la santa oradon,
ejercicio muy frecuentado de los Siervos de Nuestro Senor, se convincieron y concertaron cineo oom-
paneros, hijos de la dicha Provincia y de los Conventos de San Pablo y de la Recoleocion de San
Diego de Quito ; y segun y corno nuestro Seraflco Padre San Francisco dispone y ordena en el
ultimo capitulo de su evangelica Regia, pidieron licencia a su Prelado, y Ministro Provincial, que
entonces lo era el Rev. Padre Fray Fedro Dorado, el cual corno tan celoso de la honra de Dk», de
nuestra sagrada Religion y bien de las almas, les conccdió licencia, y su bendlclon con grande
gusto, y Consuelo espiritual, babiendo lo primero tratado y conferido con los SeSores de la Real
Audiencia de aquella ciudad; los cuales comò tan cristianos, y fleles Ministros de sa Magestad,
en su real nombro aprobaron, y tenieron por bueno aquel santo viage, y juntamente aceptaron d
ufrecimiento que para 1(» de addante hizo li Rev. Padre Provincial de su persona, y de los Reli-
giosos do aquella santa Provincia en nombre de la Religion Serafica.
• Hespacliados ya con provisiones do la Real Audiencia, con la benedicion de Dios y de sns
Prolailos, llevandoso tras si los c«»razonos de lo»; Religiosos sus bermanos, salieron de la ciudad de
nuilii a los ultiinos ikl nus do Ajroslo, los cine»» Religiosos, llamados el Padre Fray Francisco
AnìjMiita, (lomisario y ol Padre Fray Lorenzo Cararubia, Sacerdotes, y los Hermanos Fray Domingo
Brilla, Fray IVdro do Mova y Fray Pedro P(?cador, Logos, ci los solos sin compania de soldados, ni
olra ayuiia «le losla lomponil , pursta en IMos totia su ronflanza, ol cual los llevò con bien a la
oiiidaii do Kcija. m la pru\ lucia ile los Sn('unil)ii»s , quo ^!<l\ do la olra vanda de la corrtillera,
Ilaria el Oriento, distaneia de 00 loguas de la ciudad do (juito, totlo por tierra y los mas de elio
por niiiy mal oamiiio. Rjen rooihidi»s fiieron los ohreros del Senor de los vecinos y muradores de la
eludali df Krija, y todos eon muelio amor los liospedaron y regalaron los dias quc alti estuvicron, con-
teiilÌNÌino-; «h? quo lus liijos de nuoslr») Padre San Frauoisoo so omploasen en tan s^mto ejercicio, y
se nuiien/iuso por aquella parlo à obrar en la vina del Senor, (|uc ollos mucbo deseaban. Acndieron
todos à tratar de avìarlos on virtud do las rodulas quc para osto llovaban, y movidos del amor
di Dios pro\eyeronlos laslantomonte de canoas, Indios romeros y lenguas, y algunos cspanolcs qne
por su devocion los quisieron seguir. Kmbarcaronso on ol puerto que llaman de la Quebrada, y
na\ogando [)or ol rio llamado Putumayo, uno de los (pie ontran en el grande de Napo, y tiene su
principio on la provincia de los Sucumbios y Moosa , gobierno de Popayan , llegaron à los onoe
dias de su navogacion a una provincia do Indios llamados Seilos , poblada su tierra firme à la parte
del Norie, no muy lojos de la linea e»piinociaL
■ Con mucbo gusto recibieron los naluralos do acpiella provincia a los Religiosos, los eoaies
por medio de las lenguas quo llovaban , los dieron razon de quienes eran , y a lo que iban à su
tierra, ipie ora à tratar del romedio do sus almas. Habiendo oido esto y entendidolo bien, los Indioi
Senos mostrandose agradocidos, Uevaron à los siorvos de Dios a sus casas que tienen algo aparta-
das del rio, à donde les dieron una on quo morasen y rogalaron con lo que pudieron. Contento^
los Religiosos con oste buon principio, romenzaron à aprender la lengua de aquellos Gentiles , y
LAUREANO 271
se ocuparon al tiempo que con ellos estuvieron, en predicarles y darlcs conocimiento del verdadero
Dios por medio del interprete ; y juntamente bautìzaron algunos ninos en el articolo de la muerte,
en que tuvieron hecha para el cielo, hasta que obligados de la necesidad por haberse vuelto los
Espanoles à los Sucumbios, de donde habian salldo cn su compania, y tambien huidosele el Indio
interprete de lalengaa, viendose imposibilitados de poder pasar adelante en locomenzado, aunque no
sin dolor de sus corazones, dejaron por cntonces el evangelico ejercicio y se volvìeron por el rio
Putumayo arriba, por donde habian bajado à la ciudad de Ecìja de los Sucumbios , con mucho
trabajo, y de alli pasaron a la ciudad de Quito à dar razon de Io succdido , y a prcvcnirse de
mejor disposicion para volver à conliauar la obra de el Sefior va comenzada. Este fuè el primero
descubrimiento y la primora cntrada, quo los Religiosos de la Provincia de Nucstro Padre San Fran-
cisco de Quilo hicieron y los primeros Minislros de Dios que en aquellas partcs lan remotas plantaron
el arbol de de la santa Cruz, ofrecieron a Dios el santo sacriflcio de la Misa, y administraron Sacra-
mentos. Y si no se les hubiera ido el Indio interprete, con animo estaban los sìervos de Dios
de no dejar de la mano aquella evangelica obra ; mas justos son sus juicios. En llegando a su casa
el miserable interprete huido se ahorcó de un arbol ; y si este no fuè castigo de Dios , à lo menos
lo parece.
t Habiendo llegado à la ciudad de Quito los ciuco Religiosos, muy fatigados del largo y penoso
ramino, y alguno de ellos enfermo, y hecho relacion de lo sucedido en su viage A sus Prelados,
y a la Real Audiencia, à pocos dias que descansaron, con nnevas fuerzas, y deseos de la salvarion
de aquellas pobres almas que ya habian visto y esperimentado, pidieron para continuar su comenzada
obra licencia al Reverendo Provincial, que ya lo era en aquella santa Provincia el Reverendo
Padre Fray Pedro Hecerra, el cual muy gozoso de ver el fervoroso animo de sus hijos, les concedió
la licencia que pedian , habiendolo ya comunicado con los Senores de Real Audiencia, que todos con
buena volontad convinieron en que se continuase aquella santa Mision por ser mucho del servicit»
de Dios y de su Magestad; y para elio revalidaron las primeras cedulas, y despacharon à los Reli-
giosos que fueron coatro, llamados, el Padre Fray Lorenzo Fernandez, Comisario, y el Padre Fray
Joan Caycedo, y los Hermanos Fray Domingo Brispa y Fray Pedro Pecador. Salieron eslos obreros
del Senior segunda vez de la ciudad de Quito, y de el Convento de San Pablo, para la provinri.i
de los Sucumbios, a los ultimos meses del ano del Seiìor 1635, de la misma suerte y nianera
qne salieron los primeros. Habiendo llegado con bien a la ciudad de Ecija, la Justicia y vecinos
de ella, recibieron à los Religiosos con mucho gusto, y en breve liempo los avìaron y proveyeron
de embarcaciones y de buenas lenguas y mas cuatro Espanoles que les acompanasen. Con este buen
dcspacho se embarc^ron los siervos de Dios, y demas compania en el Rio llamado de San Miguel.
uno de los que entran cn el Putumayo, por donde se hizo la entrada primcra. Navegaron [>or è!
en busca de los Indios Senos, donde se habia ya dado principio a la predicacion del santo Evan-
gelio, por ser aquella provincia conocida , muy dilatada y de mucha gente , segun los Religiosos
ya habian visto y enlendido.
« Al cabo de ocho dias de navegacion llcgaron à reconocer unas poblaciones de Indios llamadus
Becabas, poblados al parecer de Islas que bay enlre eslos rios, y no lantos en numero corno los
Senos. Y por parecerles à los siervos del Scnor cosa conveniente que estos Indios por estar mas
cerca y ser mejor gente que los olros, se procurasen reducir primero, tomaron puerto en sus
poblaciones, y ellos los recibieron con muestras de mucha alegria, y agasajaron en sus casas , acu-
diendoles con el sustento necesario y juntamente recibiendo bien su predicacion y doclrina: de
lo cual dieron muchas gracias à Nueslro Senor. Con grandes esperanz<is de la converslon de aquella
gcntilìdad estaban los siervos del Seiìor, ocupandose en aprender la lengua de los Indios Becabas,
y en instruirlos en los mislerios de nuestra santa Fé y bautizar los niffos que morlan y tambien
algunos adultos, habiendolos primero dispuesto para elio, en lo cual tuverion muy buenos sucesos;
caando repentinamente è ignorando la causa, dieron en el pequeiìo rebano aquellos crueles barbaros
instlgados del demonio, y con sus armas, que son dardos y macanas, los hirieron y dejaron muy
maltratados y huyeron. Fuè Nueslro Senor servido de guardar sin lesion a uno de estos sus siervos
para que curase y socorriese à los demas companeros, lo cual hizo c^n mucha caridad. Habiendo
pnes considerado este repentino suceso los ser\'Os de Dios , temiendo que los Indios volviesen ^
acabarlos de matar, asi corno estaban camìnaron para el rio adonde tenian las canoas, procurando
con el ayuda de Dios guardar sus vidas para mejor servirle. Embarcaronse luego y raminando
por el rio por donde habian bajado, Uegaron aunque con mucha incomodidad y trabajo à los
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LAUREANO
Sucumbios y ciudad de Ecija, a donde Ics vccinos de ella, lastimados de sus trabajos, los cuidaitm ood
loda caridad; y està fuè la seguada entrada y descubrim lento.
Muy aQijidos estaban ics cuatro companeros, slervus de Dios, viendo al parecer frnitados sos
intentos , y no pudlondoles sufrir 8us corazones ci dejar «quella obra de la mano , tnlarOD de
buscar medlos para continuarla ; y para esto habiendo ya mejorado de las heridas se putleiOD ,
ci Padre Fray Lorenzo Fernandcz, Comisario, y el Hcrmano Fray Domingo Brieva, para la provineU
de los Cofanes, que està 40 leguas de Ecija, caminando por la falda de la cordlllera basta la banda
del Sur: y el Hcrmano Fray Fedro Pecador, dejando al Padre Fray Antonio Gayccdo cn Ecym,
partió pani Hocoa, provincia de Popayan, bacia la vanda del Norte, en busca del Gobcmador de
ella à darle cuenta del estado cn que estaba la obra del Senor, y à pedlrle ayuda para llevaria
addante. Lo cual no les fué concedido por que no estaba de Dios, sin cuya voluntad nada le mueve.
Vulviose el Hermano Fr. Fedro FtHrador a los Sucumbios, a donde le aguardaba el eompafiero.
Y considerandose ya despedidos de volver à entrar en la provincia de los SeDOs,que era lo que mas
cuìdado les daba por su disposicion, determinaron irse el Padre Fray Antonio Gaycedo i laeuldad
de Quito, comò lo hizo por el camino por donde habian venido, y el Hermano Fray Fedro Pecador
cn seguimiento de su Comisario, à los Cofanes. Habiendo pues llegado el Padre Fray Loienio
Fcrnandez, Comisario y ci Hermano Fray Domingo Brieva à la ciudad de Alcali del Rio del Oro,
\ìOT otro nombre de los Cofanes, los recibiò en ella y cn su casa el Capitan Gabriel llachacim
vecino encomendero y unu de los primeros conquistadores -de aquella provincia y actual Tenlente
Cenerai de ella, y los onru y regalò con mucho amor y caridad, basta que estuvieron para poncrse
en camino para la ciudad de Quito, para donde ses particron i>or la provincia de los Qaijos qve
està en la falda de los cordilleras, continuada con las otras que ya liemos dicho, i dar cuenla
de lo sucedido y prontamente tratar lo que con el Teniente Cenerai de los Cofanes babian co-
muuicado, de lo cual diremos mas adelaute. LIegó tambien el Hermano Fray Fedro Pecador i la
ciudad de Aicalà y a la casa del Capitan Gabriel Macliacon y sabido comò los compaìleros se
babian ido ya t\ ci Quito, aunque tuvo de elio algun seniim lento se detuvo alli algunos dìas,
encomendando a Nucstro Senor su obra cn la santa oracion y ordi narios ejercicios . En oste tiempo ,
«'omunicando con el Capitan Gabriel Machacon y otras personas que alli estaban, akanió i saber
comu en el gran rio de Napo undaba un Capitan Juan de Palacios, con una compania de soldadus
Kspafioles é Iiulios amigus, ocupados por urden del dicho Teniente General en buscar y reducir
à muctios Indios crislianos huidos de las Ericumiendas de atiuella provincia , y tamblcn le dieron
notiria de ronio en el rio del Napo habia niuolius Indios Gentiles; todo Io cual nioviò al aleno
i\v. Dios a quererlo ver pur sus ujos untes de pasar .i Quito. Y poniendolo en esecucion, pidió al
Capitan y Teniente (ìeneral lo mandase dar avio de comer y gente que lo llevase adondc estaba
el Capitan Juan de Palacios y su gente.
• De muy buena gana acudió el Capitan Gabriel Machacon à la peticion del Hermano Fray
IVdri) Pecador y con loda brevedad Io avió de io necesario y lo despachó por el rio de Agnarìco,
lianiado de ci oro por haber en «'1 mucha canlidad . Habiendo pues navegado por él bacia atHyo
sieti; ù odio dias, desenihocaron en el gran rio de Napo, pur el cual yendo bacia arriba nevegaron
ruatru dias, y al cabo de ellus ilegaruu à un siliu llamado del Beai de Anele, adonde estaba el
Capitan Juan del Palacios cun tod.i su gente. Muchu se hulgaron todos con la Uegada del sieno
de Dios à aquelliis partes, donde jamas habia llegado otro ningun religioso. Estimò macho el
Cii[)itan Juan Palacios la llegada del Hermano Fray Fedro Pecador, que fué en tiempo que tenia
él mucha necesidad, i>ur que de la mucha gente que se habia reunido asi cristianos corno Indios,
estaban los mas enfermos y ncccsitados de remedio espiritual y temporal. Luego comenzó el obrero
del Senor a trabajar en la viììa, curando a lus enfermos, para lo cual le dio Nuestro Scnor particular
gracia. Rezabalus y ensetiabalus la Doctrina Cristiana, I)autizaba los niilos que estaban para morir,
y algunos Indios grandes cateti uisandolus firimero, en (pie tuvu el siervo de Dios muy bnena
cosecha. Este fué el priiner Ueligiusu de nuestru Padre San Francisco y de la Provincia de Qnilo,
que puso los piès en el gran rio de Napo, llamado por otro nombre de el Maranon, y esle es d
rio tan nombrado y el que, comò dijimos, tien su origen y principio en las cordilleras ccrcanas a
la ciudad de Quito (que està fundada cerca de ellas, medio grado de la linea cqolnoeial bacia
el Sur ), y este es el que cantina basta entrar en ol mar Oceano por un lado de la linea, aparlanduse
muy poco de ella \ìot la vanda del Sur, recogiendu é iticor|>urando en si todas las aguas que
\iertiMi las cordilleras del Perù, ({ue corren dcsdc el Nue\o Keyno de Granada casi Nurte Sv,
LAUREANO 27;j
hasU la Imperiai de Potosi, y tiene de longitud mas de 600 leguas» y este es finalmente el que
tiene desde su principio basta entrar en la mar 1300 legaas de largo y de ancho unas dos ó tres,
y en partes mas y en partes menos, y el que en sus primipios es muy rico de oro, y en lo restante
de mnchas almas, criataras de Dios necesitadas de remedio. En este gran rio de Napo ó Marafion
y en ci sitio del Beai de Anele y en compaùia del Capitan Juan de Palacios y toda su gente,
dejaremos por ahora al Hcrmano Fray Predro Pecador, ocupado en sus ejercicios de caridad y
puntualmente tratando de reconocer las naciones de Infieles que habitan en sus primeras orillas,
y pararemos à la ciudad de Quito a saber de la llegada de el Padre Comisario Fray Lorenzo
Fernandez y sus compafieros.
« Grande desconsuelo causò en la Santa Provincia de Quito la vuelta de los Religiosos, que
segando ver se volvieron de la segunda mision sin haber conseguido lo que tanto se deseaba,
si bien se tempio algo el justo sentimiento con saber que el Hermano Fray Pédro Pecador quedaba
todavia, comò por prenda de la obra y que no se habia dejado del todo de la mano ; y lo que
mas es una carta que el Capitan Gabriel Machacon, Teniente General de la provincia de los Cofa-
nes (movido de los fervorosos deseos, y santo celo de los Religiosos, que en su casa habia tenido)
escrìbiò al Reverendo Padre Provincial Fray Pedro Becerra, en la cual se ofrece à si en persona
con sus soldados, Indios y todo lo neccsario al gran rio de Napo, adonde él ya babia estado otras
veces, y tenia de paz una provincia de Indios infieles llamados Abixiras, de los cnales tenia buenas
lenguas, que le enviascn Religiosos que predicasen la palabra de Dios en aquella provincia y que
él los acompaiiaria con su gente, y ayudaria cuanto le fuese posible para que aquelios Gentiles
vìDìesen al verdadero conocimiento de su Dios y Seilor. Grande cosa fuè aquesta para volver à
encender los corazones de los siervos del Seiior, que parecia haberse refriado con los sucesos pasados.
Y sin sufrir mas dilaciones, luogo se trató de hacer tercera entrada, tcniendose por mas cierta que
las dos primeras, por ir al parecer de cosa hecha. Para lo cual se aprontaron ciuco Religiosos hijos
del Convento de Recoleccion de San Diego de la ciudad de Quito, llamados el Padre Fray Juan
Calderon, Comisario, el Padre Fray Laureano de la Cruz ( que soy yo) , y los Hermanos Fray Domingo
Brieva, Fray Pedro de la Cruz y Fray Franciso Pina ; los cuales con la bendicion de Dios y de sus
Prelados, y buenos despachos de la Real Audiencia, salieron de Quito para los Cofanes en 29 de
dicìembre de 1636 anos, dia de Santo Tomas Cantuariense.
• Hay desde la ciudad de Quito a la de Alcalà de los Cofanes mas de 50 leguas de camino por
ticrra, para por la Cordillera que està ocho leguas de Quito, y por la Provincia de los Quijos, que
se sigue luego caminando casi siemprc al Oriente, por sierras y vailes de mucha arboleda y
aspereza. Hay en està Provincia de los Quijos muchos rios muy rapidos que corren por peSas y
se pasan algunos por puente^ de maderas, y otros por unas puentes de Bejucos (que son comò
maromas) que se crian entre aquellas arboledas , las cuales se amarran en los arboies que estan
en las orillas de una y otra vanda. Las unas y las otras se pasan con trabajo y riezgo, y si del
todo se quilasen se haria imposible el paso. Habiendo pucs los siervos de Nuestro Senor pasado
por estos trabajosos camìnos, llegaron con bien a 'la ciudad de Alcalà, donde estaba el Capitan
Gabriel Machacon a cuyo pedimento hablan ido , y il buen caballero y la demas gente de el lugar
los recibieron con grande alegria, hospedaron y rcgalaron con mucho amor y caridad ; y habiendo
descansado algunos dias y en ellos tratado y conferido sobre la entrada a la provincia de los
AbUiras, se determinò que fuesen dos Religiosos al rio grande de Napo, adonde estaba el Capi-
tan Juan de Palacios para que enviase canoas y gente para hacer el viage, y entretanto se hiciesen
otras nuevas, y se previniesen las demas cosas necesarias, comò en efecto se hizo. Nombrò para
eslo el Padre Comisario Fray Juan Calderon al Hcrmano Fr. Domingo Brieva y Fr. Pedro de la
Cruz, y para que de camino supiesen del Hermano Fr. Pedro Pecador (que es el Religioso que
dejamos en compaiìia del Capitan Palacios), los cuales bien aviados por el Teniente General, con
una canoa y la gente neccsaria , se embarcaron en el rio de Aguanco , que està cerca de està
ciudad de Alcalà, y caminando por el bacia abajo ocho dias, desembocaron en el grande de Napo,
y subiendo por él bacia arriba cuatro dias, llegaron à el Real de Anete, adonde hallaron al Capi-
tan Juan del Palacios y su gente que los recibieron con mucho gusto, teniendo à buena suerle
ver tan a menudo Frailes Franciscos en aquellas partes, y mas cuando supieron à lo que iban por
las cartas que llevaban, y orden para que despachasen canoas à los Cofanes, para hacer la entrada
à los Indios Abixiras; lo cual hizo el Capitan dentro de pocos dias, aunque no enviò tantas cuantas
eran necesarias, por tracrlas por alla ocupadas.
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274 LAUREANO
• Qucdaron cuii el (Capitan Juan ile Pularii.» 1>j> lios Uoliglosus y con su genie |Mn baceriet
compania, y para ocuparsc en los cjercicios de caridad en que se habia ocupado antes el HemuDO
Fray Pedro Pecador. De quien ya es tiempo que tratemi>s, entretanto que las canoas y gente vu
à los Cofanes, que tardaran por lo menos un mes, por que lo que se camìna en un dia rio abaju,
se anda en tres rio arriiKi, por ir en contra de las eurrieutes. ostando el Hermano Fray Pedro
Pecador en el sitio de Ancte con el Capitan Juan de Palacius y su gente, ocupado, corno j*» lUilmus
arriba, supo de ci dicho Capitan que habia pocos dias que con algunas de sus canoas y gente habia
entrado en una provincia de Indius inlleles Uaniadns Icajnatex (que por traer el cabello largo 1»
pusicron nombre de Encnl)eIIados > , y que habia sentado paces con ellos. Esto sabido por el sienu
de Nuestro Seilor, le rogò lo llevase alla para verlos y la disposiciun de la tierra, lo que hUo de
muy buena gana; y para elio mandò aprestar sus canoas y la gente necesaria, y embarcandùsc
todos caminaron por el gran lUo del Napo abajo dos dias, y dojaitdo à la mano isquierda el Riu
de Aguartes, por donde habian t>ajado, que es à la vanda ilei Norte, à pocas leguas y à la misma
Vanda, toraaron puerto en los EncalK'Ilados, los cuali.>s salieron luogo à recibir al Capitan Juan de -
Palacios, y i^l Ics dio cuenta da quien era aquol Padre, con la lengua que llevaban. El sien'o dt— -
Nuestro Senor, viendo la docilidad ile quellos (ìentiles, y los muchos que alli se juntarun, tratù de~—
darles luz del verdadero Dios ])er minilo de los iuterpretes, y enseilandoles un santo CmcìUjo ^
hizo que todos lo adorasen, y otras buenas diligenci.is en ipie >e ocupò dosde que alli estavieron ^
de lo cual el siervo de Dios no cabia do contento. Despidieronso de los Kncabellados y embarcandi
en sus canoas, caminaron por el ;;rande Hit) Napo arribi, y en ihjcos dias Ilegaron al'Real d -
Aneto, donde el Capitan hizo informaciones con los de su compania «le la buona disposicion <k.
aquella ])roviucia y gontos Enealn^lladas, y con ella> y sus cartas ])ara la Real Audiencia, desp
chò al Hormano Fray Pedro, el culi bion aviad»> saliò do Aneto y camino por el gran rio de Nar
arriba para la ciudad de Quito; siendo el primero Heligiosn e hijo de nuestro Padre San Francisc^«^
quo entrò en la provincia de los Encabellados, y que na>egò el gran rio del Napo y de eJ Marafic^ i
• Llegaron las canoas y gentos despai^hadas jior el Cipitan Juan de Palaeios à la ciudad ^^-^
Alcalà do los Cofanos, con sus cartas y a>iso de b» que habia pasado en los Encal)elladcis , y m^
romo el Hermann Fray Pedro Pecador era ya parlido para ouilo, ciiandn llegaron à Anele "^ ^^
Hermanijs Fray Domingo ttriova y Fray Pedro de la Ouz. Macho Consuelo recibieron el Pacfl. ■
Comisario Fray Juan Calderon y sus cnmpanoros ron istas buenas nuovas, y tratando conelCa^^^i
fan (ìabriol Machacon quo se dispusiese ci >iage quo >a era tienipo, dandole para elio todaprm^«-.£
no putlo sor pur entouocs p«»r no tener sullrii.'iiii's enibarcaciones , y ostar esperando de (>i.ai£4
aignnas cusa^ quo i»ara la rntrada habia en>iailn a Imscar, Nu fu»'' posihle detener al Padre Comi-
sario y su> coinpanenis en !(•> Cufain-s, y a>i pidieroii al Tenieiile (ìeiuTal que les dieso avio i^ar?'
irse al rio grande de Napn, adontiti eslaba « 1 Capitan Juan de Palarin> y demas riiinpafiia, y «|1J»''
:illi le aguardarian ha^la que baja>r inmi la deina.s ^'enle para lìacrr la eittrada. Ili/ose a>i y siti
dar lugar a mas dilacioiies se aprestariJii Ire^ ratina» y la genie nercsaria de lndio> \ EspaTh^e.-^-*
> por calli) de «llos UH >e<'ino de aqiieila l'iudad lianiado Pedro Iterniudr/.. Y caminando los lìdi —
glosos > dtiuas foiiipania dos dia> pur tierra, ll«'giri'ii al juwrlo de la Concepeion del rio AguarJCi •-
en dontle e>lal)an las eain»a>, eii las enale> s«* eiiiharearon. y na\egaiid<» ri<» abajo desemlwrcan^»
à los die/, dia.s en il grande ili.- Napn, »•! eual v.i va por aqnel parage lan grande, que con vM^ri».*
nuieh») el de Agnarieo. <'s en su ei'nqìaraeii.m ifn pniurfn» arn.ixo. Por él arriba, caminaron \c^
>iervf)s d»| Seiì«jr y dema> coniiiafHTos nii dia de ramin».». y llegaron a un silio llamado el Rcal
de San FranciM-.j, adonde hahia Iieeho su prinier a>ieiito el Ca[»ilan Juan de Palacios. En «le
paragi' se delu\ieron lo»; Heligiosos e»»n r| (^ipiian Pedro llerinu<l«'/y demas gente, ) de.spacliarou
una canoa al Heal de Anele con a>iso de su llr}:ada jiara el Caiiltan Palacios y companoros; loy
l'ual»'» hajaron luogo muy ronli'iilo»^, y haliieiidn Decado oiui nuicha alegrìa, los unos y los olrus^
so dieron Ins parabienes. Alli esiu\ieroii juritos unos piu-os de dia**, en los cuales tratando del»,
eutrada de los Abiviras, panciò a lo» mas de acpjella rompaHia ser mas a proi»osito la de lo« Ed-
eabollatlos, y aunque uose determinò nada por eiilonees, pidiò el Padre (ìomisario Fray Juai»
Calderon al Capitan, quo pue» (slahaii de spacio > la pro>incìa de los EncalH'llados tan cerca»
gustarla niucho Ims fueson à \er entretanto «pi»' el Capitan (Jabriel Machacon y su gente bajabaa»-
oste ri<» \ el llermano Frav Pedro Perailor volsia <ìe Ouilo.
« Ojiieedieronlc su pelicion al Padre Comisario, y habiendi» primero confosado y comulgaA-^^
todos, se hi/o la ontrada en los F^ncal>ellados ; sienilo esla la sogunda que hiccéron los KeUgid
LAUREANO H^ì
de Duestro Padre San Francisco, hijus de la ciudad de Quilu, y los quc tercera vcz navegaron el
gran Rio de Napo> dcsde su puerto, qua es el de Archidona, basta la boca del rio de Aguarico,
de donde comienzan sus poblaciones, y se van continuando por aquella vanda (quo es la del Norie)
por ei gran rio de Napo abajo, distancia de 150 leguas, entrando aqui la provincia quo llaman
de los Rumos, quc por ser toda està tierra continuada y todos estos Gentiles y hablar una misma
lengua, se pucdc tener loda està està gente por una misma nacion. Tiene de anchura està provincia
treinta leguas, por partes mas, y por partes menos : confina por sus espaldas con el rio Putumayo
(de qnien ya dijimos), ci cual divide està nacion de la de los Senos, que estan à la o tra orlila.
« La Provincia de los indios Abixiras, que era donde habiamos de entrar, està poblada en el
[^ran rio de Napo , yendo por él bacia abajo , d la mano derecha , quo es a la vanda del Sur , y
tiene su principio en el mismo parage que la de los Encabellados, y se van continuando poblaciones
por mas de cincuenta leguas, dicen que es provincia de mucba gente. Todas estas ticrras son llanas
y de mucba arboleda, si bien donde ellos tienen sus casas, que seran dos ó tres leguas apartadas
de ci rio, es la montana mas clara. Sus ploblaciones estan partidas en aldeillas de a cualro , de
a seis y de à ocbo casas, y en cada una vive uno ó dos Indios con sus mugeres y bijos. Las
aldeas estaran apartadas las unas de las otras un cuarto de legna, media legna y una legna. Las
casas son de madera y cubiertas de palma y abiertas todas. Andan todos estos Indios desnudos,
duermen en jamacas y sintentanse de maiz, que cogen en abundancia, y de yucas, que son unas
raices que sierobran, de que bacen mucbo Casabe, y de chontaruras, que es una fruta de palmas
que ellos cultivan; y estos géneros y otros semejantcs que bay en està Provincia le sirven de
comida y de bebida. Tienen miei de abejas que se cria en los buecos de los arboles, aunquc
no usan de la cera. Tienen mucbo pescado, caza de monte y fruta de la tierra. Tienen mucbo
tabaco, de quc todos usan tomandolo en humo. Prometen estas tierras cultivadas otros géneros,
arroz, cacao, canas dulces y bucn algodon, comò ya se vido alguno de que usan para ceSirse lus
brazos y piemas, con unas fajas quc las Indias hilan y tcscn, y dicen bacen esto para ser ligeros
y fuertcs.
« A los 14 dias de el mes de Junio de 1637, tomaron puerto los dos Gapitanes, con lus
Religiosos y demas compania, en un riachuelo que sale de la provincia de los Encabellados, y se
lo puso por nombre Rio de Sant' Antonio, por hàber Ilegado a su boca el dia antes que fué el de
hU flcsta, y dicbo Misa en aquel parage, quc estarà del rio de Aguarico 20 leguas mas abajo.
Tomose alli puerto por estar cerca las casas de lus Indios, a las cuales llcgó la compauia cristiana,
y al mimo parage adonde ci Capitan Juan de Palacios habia cntrado con el Hermano Fray Pedro
Pccador. Salieron luego los Indios muy alegres a recibirlos, y fueron viniendo por su orden de
aguellas aldeillas primeras en cuadrillas de a ocbo, de à diez y de à doce, con algunas mugeres
y muchacbos, trayendo todos de las comidas que tenian, y palmas en las manos en serial de la
paz que tenian asentada. Dieronles algunas ninerias con que fueron muy conlentus. Estuvieron en
este sitio los Gapitanes y demas gente tres dias, y en ellos lus Religiosos, por medio de las Icnguas,
predicaron à aquellos Gentiles, y Ics dieron noticias de quienes eran y de comò venian à ensenarles
las cosas de Dios y à haccrlus cristianos si ellos quisiesen , y quc para e^to se quedarian con elloe.
Todos respondieron que se bolgaban mucbo y que se quedasen que ellos los regalarian y acudirian
à lo que se les mandase. Juntó el Padre Gumisario sus compaiìeros, y babiendolo consultado con
Dios y con ellos, se determinò que se (jucdasen, puesto que se habia de entrar despucs cuando
el Hermano Fray Pedro Pecador vìniese, en lo cual no se puso ninguna duda. Los Gapitanes
vinieron en elio, aunque con algun teraor y recelo, y dejando a los Religiosos solos y con una
India lengua para interprete, se volvieron a salir de la provincia y se fueron al Real de San
Francisco y al de Anele, à esperar al Gapilan Gabriel Machacon y al Hermano Fray Pedro Pecador,
para con sus venidas determinar lo que conviniese. Alegres y contentos en el Senor se quedaron
los siervus de Dios entro aquellos lobos, y por su mansedumbre ovejas, so ocuparon en el ministerio
evangelico desde 17 de Junio basta S6 de Agosto del diclio ano, ocupandose en aprender la lengua
de los Indios, en enseiiarles à rezar, a que ellos acudian mal. Guraban los enfermos, bautizaban los
nìnos y procuraban componer las disensioues que entro ellos se ofrecian, en lo cual nada gustaban
por la mala inclinacion que todos tienen à pelear y a matarse unos à otros.
• Kn oste poco tiempo fuimos reconociendo algunas aldeas, yendo con las duenos de ellas,
y asi llamados de dos en dos, yendo unus y quedando otros. Hicieron algunas juntas y bailes cele-
brando nuestra vcnida, y juntarianso para esto de cada vez de 300 à iOO Indios en unas casas
976 LAIUEANC»
niuy grandes, quc para este cfccto tieiien cun muchos bancos, en que se sientan a la traza ile esciteli
do inuchai'hos . En estas juntas aunque beben de sus vinos y de unas aguas que cnecen de ratei
no se embriagan, ni tal cosa vìmos en el tiemivo que alli estuvimos. No tienen idolos ni adoncic
ninguna; mas usan de algunas hechiccrias , para lo cual hay entre ellos algunos viejos que ce
sus embustes engafìan à los otros, y por elio les tienen algun respetu. Pero obligacion no
tienen à nadie, ni entre ellos hay principales, ni cabeza, ni gobierno y muy poca poHcia. Tieni
à dos nmgen^s, y algunos a mas , y utros hay que no tienen mas de una. (juieren muchisimo a si
hijcts, à cuya causa se crian cun mucha libertad y desenvultura. Conservamonos con està gente &
bucna paz y amistad y recibimos ile muchos de ellus muy buenas cosas; pero otros nos dien
mucho è merecer. Dejemos esto en este estado, y pasemos à Quito, à sabcr corno le va de desp
cho al Hermano Fray Pedro Pec.'idor.
• Uegò el siervo del SeHor a la ciudad de Quito y fué de todos bicn recibido, y las bnen
noi^vas que llevò fueron do mucho consueto. Tratò luego de negociar à lo (|ue iba con toda pri
y cuidado. De la Orden fuò di?spacbado, aunque >a la Provincia habia dado lus Religiosus, y paes
quc no se podian hacer dos entradas a un tiempu, i>or no haber gente y disposicion para elli
quc se hiciesc la entrada con los quo alla va estaban, y ({ue si despues fnesen menester mas, 1
asignarian, avisando de elio. De la Heal Audiencia le fué cnncedido lo que pedia ci Capitan Jn.'
de Palacios, que fuè darle permisu para que entnise cun 30 hombn*s voluntarios à la provincia i
los Encabellados, à hacer escolta, y a asistir à los Keligiosus fque enviaba a pedir), para que cj
seguridad pudiesen predicar y redimir aquella fientilidad al gremio de la Iglesia; y para elio
nombraron por cabo de los 30 soldadus, y en nnmbre de su MagesUid le prometieron hacer merci
de socorro y ayuda de costas si fuese necesario, siendo avisado de los bucnos progrcsos de
entrada de los Encabellados. Con estos buenos dt^spachos y con un compaiiero quc el Kevereni
Padre Provincial Fray Pedro Bocerra le dio para que le ayudase, Ilamado Fray Andrea de Tuied
y con algunos soldados, que àsudevocion, y [Kir servir à Dins, quisieron arompafiarle bien pr
vcidos de iKistimentos y demas cosas necessarias para el ^ia^'e, quo los devotos de la ciudad
(Juitocon iiberalidad le ofrecieron de limosna, salió de la dicha ciudad el Hermano Fray Pedro Pecad
para los Quijo<<, adonde (amhiru nìò algunos de\otos que de buena voluntad quisieron acompan
à los .»«iervos de Nueslro Seilor. Y con ellos y los demns, tndos juntos, se embarcaron en el Rio i
Avila, y por «'l salieron al grande de Napo en las rannns y con la gente qne los Enconicnden
iìr a'iiii'Ila Provincia dìeron de muy huena gana, sin otro interes fjue el servicio de Dios. Cimi
uaron Io^ sìitvos de Nuestro Srfiur con este ;H'<>inp.-tnauiiento pur el gran rio de Napi» abajo yw
jiMii») dia»* llr^raron al lU-al d«' Anele, donde hallarun al C*.»pitan Juan del Palacios n)n su gente
»1 iMJ.il Ii»s pribiò ct»n grande alcgria y muy ronifiit.» r.ui t-l bui'U «lesparliD «pie el Hermano Fraj
VitUo pi'radnr le traia , se tratò liu'go fon loda la prcslrza de liafcr la entrada, y mas ciuod*
"Upi'Ton los Ti'cWu llegados corno i^l Padn> Fray Juan Calderon, C<»misario, y sus «'ompaiirn^
liatjim (pnilailii s«)los en los Kn<.*alM.'llad«»>. Numbrò ri Capitan Palarios los «itlfiales necesarios, v
aju-tandu «1 riumerii de Ims trcinta soldatios dr su romisimi con algunos «io b)s quir tenia, prc-
\i'nidas va las embarracioiies y niny bien aviadns, suliiiron con mu> buenos a bentos del RealJf
Ain'ti', y «•aniinaiido por ri gran rii» «li' Napo ahajn, llrj:ariin al Rral «le San Francisco, à lajonb
di" .Vguaririi, a dDndi' liallaron al Capitan (Gabriel Marhacoii, Teiiifnt»* (Jenenil de los C'»fanes, qih
liabia bajado )»ara hacer lo enirada a la pro\inria de los Abi\iras, corno lo habia prometido, ma?
viendo la buena disposicinn cnn qm* se iba a |i»s Kru'alH'llados, y que ya estaban alla lt»s Religioso^
rlcjando su entrada para mejor orasion, si se ofrccicse a<lelanle, despidiendose de tod«>s se vubi'
à los Cofanes pi>r v\ Hio Aguari'-o pnr dundo habia bajado.
• Prnsiguit?ron el C^iftitan Juan d«' Palarids y «Irnias com[)aneros su viage por el gran de Nap
abajo, y al dia siguientf llrgaron al pm^rio de San Aiil«»nio de los Encabellados, durmieron ali
aipiclla norlic y fi otro dia qur fu»'* 2r» de Viinsto del diebo afit) , entraron por el camino qo
siempre, y llegaron à la aidea donde los Ueligjosos estaban juntos, corno li >s habian dejado aanqu
enfernios. Crande fuè r\ re;,'ocijo «le lus nnos y de los Miri».s dando gracias à Nueslro S«ilur. IKscn
terraron Ins ornamenlos, que Ims sier\os <le IHus babìan enterrado muchos dias habia y guarditoi
de bajo de tierra por lemor <le que los Inditis Eiirab«llados, qn«' son muy atrevidos, no se los quitasci
V profanasen. hijeron Mlsa y ofrecieron el santo Saerìneio a Dios Nuestn> Sefior en hacimienlo d»
gracias, y por los buenos sucesos de aquella e«inversion. Fuè niurha la gente que à la veoidi de
(j,q»itan se juntò de todas partes por verle, y por locar algo de lu «tue traia que darlos, conio avalorio:
LAUREANO 277
y c2«js<^abelas, de que son muy amigos; cuchiUos y herramicntas que Ics fué poco à poco repar-
liencl43. En està aldca, qiic era pequeìia cstuvicron cuatro dias, y por no scr sitio acomodado para
tantat g^nte, se mudaron de alli una legna d otra aidea mayor, de mas casas y mejor silio. AHI
se Uì:ko palenque y parcciendolcs a loda està compania ser aquella provincia y tierra de considc-
racioKB* de comun conformidad, y con animo de no desampararla, tornò el Capitan Juan de Pala-
cìos y la demas compania posecion de ella en nombro de su Magestad (que Dios guarde) y los
Beli^^csos en nombre de la Santa Madre Iglesia, con las ceremonias acostumbradas , y con muy
guerci regocijo, y pusieron por nombre a este lugar la Giudad de San Diego de Alcalà. Los Reli-
gìuso^ no cesaron de hacer lo posible con los Indios, aunque por ser tantos los que entraban y
sali&.n en el Beai, y grande el ruido que hacian, no se bacia Io que se quisiera. Asi se pasaron
algunos dias esperando mejor disposicion, asi de salud, corno de ci poner en orden las cosas de
aquella conversion. Quando por muertc de un vecino de la ciudad de Avila, llamado el Capitan
Juan de Aguilar, los deudos y amigos que alti (^staban (o por que no hubo orden de cojer luogo
de cootado mucho oro) trataron de voi verse à sus casas à los Quijos. Procuraron los Religiosos
«livertir està dcterminacion y no fuò posible. ni el Capitan Juan de Paiacios los pudo detener, que
osto haccn hombres volunlarios. Salierionse de la provincia y llevaronsc consigo los Indios amigos
que Iiabian traido, y en verdad que hicieron falla los unos ylosotros. El Padre Comisario Fray
Juaiì Calderon y el Hcrmano Fray Pedro de la Cruz, tambicn se salieron con eslos hombres, por
eslar onfermos, y unos y otros se fueron por los Quijos, dejando bien aflijidos a los demas que por
ser i>ocos recelaban lo que despues sucediò. Acordose que para remediar està necesidad funse à
Quil4> el Hermano Fray Pedro Pecador à dar cuenta de los hechos, y pedir socorro à la Real Au-
diencia.. Lo cual el siervo de Dios hizo de muy buena gaua, y se partiò con los demas luego,
dcjancto con su Ida algo consolados a los que quedabamos, esperando en Nueslro Seiìor que por
oste vneclio nos vendria socorro y no se malograrian tan buenos principios.
« Por lo ausencia de el Padre Fray Juan Calderon, sucedió en la Comisaria el Padre Fray Lau-
reano de la Cruz (que soy yo.) Quedaronse en mi compafiia los Hermanos Fray Domingo de Brieva
y Fray Francisco de Pina y Fray Andres de Toledo, quedando el Capitan Juan de Paiacios con 18
soldados y cosa de 60 Indios y alguna chusma. Procuramos lo posible conservarnos en buena paz
con los Indios Encabellados. Acudieron comò de antes a los ejercicios ordinarios y procurabamos
que todos estuviesen consolados. Diole gana al Capitan Paiacios de que nos mudasemos de este
sitìo i. QifQ mejor y mas cerca de el rio por las canoas y por la pesqueria; hizose asi (que no
debiera) y mudados, en pocos dias se mudaron tambien los Indios con algunos agravios que les
hicieron que aunque à nosotros no nos parecian grandes, para ellos si lo eran , por ser gente tan
hìdal^-^ que aun de sus mismos hermanos no sufren un papirote. Fueronse retirando y ya no vc-
nian a. vemos ni traian el sustento corno soUan, lo cual tuvìmos a novedad y novedad de mucho
cuidado. Encomendamoslo a Nucstro Senor y cada dia esperabamos el golpe, coando el dia de Santa
Bngìfia 4 8 de octubre del 1637, tuvimos aviso que los Encabellados venian de mano armada sobre
nosotros. Inquietose la gente con està nueva y trataron de prevenirse con sus armas, mas el Capitan,
mas Valeroso que prudente, hizo que se quietasen todos y que no tavicsen miedo. Estando en està
qniet\id, aunque no sin recelos, dentro de media bora tocaron a rebato y dieron sobre nosotros
tantos Indios, que fuè misericordia de Dios no acabarnos à todos. El Capitan con su acostumbrado
corale, ^on solo espada y rodela, embistió él y dos companeros con los Encabellados que le cogieron
por ^ciu^iiii parte y haciendo ricia en ellos, los fuè siguendo y a pocos pasos se hallo cercado de
^^^ Srande emboscada , que matandole y haciendole pedazos se lo llevaron . Los demas soldados
con I03 j^f^bnces, dieron una rociada al enemigo, con que matandoles algunos hicieron retirar a
los Qeinas. A este mismo tiempo se nos cayò un fuerte de madera que se estaba haciendo, con el
P^*^ ^e la gente que se subló en él, y de este trabajo y de la pelea quedamos muchos lastimados y
nendos, fio murió mas que el Capitan, que nos lastìmó mucho, y una India que la mataron los
1^^^ de el fuerte. Los heridos se curaron , y con alguna mejoria, al tercero dia nos salimos todos
^^ ^aito trabajo y riesgo al puerto donde estaban las canoas , y embarcandonos en ellas salimos
a i^^estro gran rio à una isla que alli cerca estaba, à esperar al Padre Fray Pedro Pecador y el
»<*^»^^ que habla ido é buscar.
< Puestos ya en salvo y dado gpacias àNuestro Senor, tratamos de imos al Real de Anete, por
^^ ^o]or sitio y tener aJlì casas y que comer, lo cual no habia en la isla. Estando ya para par-
* Salieron unos de aquellos soldados con una novedad que me causò mucho cuidado; y faé el
278 LAUREANO
caso, que entre cllos cstaba un Portugues, llamado Francisco Heroandez, marinerò que decia haber
estado en ci Gran Para, alla por la costa del Brasil, y que nuestro rio de Napo iba sin dada à
salir a aqnellas partes, y que estando alla habia tenido notìcias que en medio de aqaellos relnos
estaba el Dorado y la casa de ci Sol, y que si bajasen por nuestro rio darian en aqnellas gnm-
dezas; con lo cual inclinò los animos de algunos codiciosos. Yo procure cuanto pnde divertirle»,
y para evitar los pcligros à que se querian arrojar, hice aqucUa noche cuando todos dormian,
que un soldado echase por el rio abajo una canoa grande que teniamos ; y asi se hizo , con que
otro dia por fallar la canoa grande cn que los soldados se querian ir, se tempio algo su determi-
cion. Mas no parò en esto ni fuò posible ci detencrlos, antes conviniendose i:eis de ellos, aprestaron
otra canoa, aunque pequcna, y con dos Indios que las dieron se aviaron para irse. El Hermano
Fray Domingo de Brieva y Fray Andres de Toledo, con mejor espiritu y mas animo que el mio,
movidos de las noticias que les habian dado de muchas naciones de Gcntiles que habia en nuestro
rio de Napo o del Marailon abajo , ballando està ocasion no la quisieron perder. Y aprovechandose
de una clausula de nuestra patente en que ci Reverendo Padre Provincial ordenaba que los Beli-
gìosos de la Mision que quisiescn salirse a Quito se saliesen, y los que quisiesen qnedar se que-
dasen, con la bendicion de Dios y grandcs espcranzas del descubrimiento de aquellas naciones y sv
conversion, partieron por Rio grande, rio abajo, à 17 de octubre del dicho ano, vispera del Evan-
gelista San Lucas, con los scis soldados y dos Indios cn la canoa pequena. Acompaiiemos i los
siervos de Nuestro Scìior, y despues subiremos el rio arrìba para el Real de Anete.
« Caminan pues los dos Religiosos por el gran rio de Napo o Maranon, juntos con sus com-
paneros, y al segundo dia de navegacion hallaron en una playa la canoa grande que yo hice echar
por el rio abajo. Embarcaronse en ella dejando la otra que llevaban, y prosiguieron su viage.
Huyeronseles luegq los dos Indios que Ics habian dado ; y ellos solos y bien desprevenldos pasaron
<idelante en prosecucion de su descubrimiento. Ya habian caminado los siervos de Dios 200 legnas
sin ver gente ninguna (por estar poblados los Gcntiles que por alli bay, apartados de el rio), cuando
Uegaron à la provincia de las Omaguas ( de quicn despues diremos ) , adonde fueron proveidos de
mantenimientos de que iban muy necesitados. Fueron continuando su viage, reconociendo las pobla-
ciones de Gcntiles, y pasando addante sin estorvo ni contradiccion alguna. Cerca de las conqui^tas
de Portugal (sin haber hallado Dorado alguno ni la casa del Sol) Uegaron a una provincia que
llaman de los Rapajosos, adonde sus moradores codiciosos y atrevidos desnudaron 4 los pobres y h»
quitaron Io poco que llevaban ; de està manera prosiquieron su viage, basta que pocas leguas de
alli, al cabo de tres meses que habian navegado, Uegaron à una plaza de Portugueses que se Uama
Gurupa, que cs la primcra de sus poblaciones y la que està mas cerca de donde dcsemboca nae-
stro gran rio en el Mar. AHI fueron muy bien rccibidos, y el Capitan mayor de aquella plaza,
llamado Juan Pereira de Caceres, persona de mucha caridad, los hizo vestir a todos y regalarlos. V
para memoria de este descubrimiento , casi milagroso de aquellos siervos de Dios , mandò que se
sacase fucra de el agua aquella canoa cn quo habian vcnido y se pusicse junto à la Iglesia. Ku
fuè posible, aunque con mucha gente se trabajò para sacarla, y asi se quedò en aquella misma
adonde tomarun puertu. Contare otro prodìgio y misericordia de Dios- que les sucediò navegando
el rio abajo , y fuè que se Ics abrìó la canoa à la larga de popa à proa ( que aunque era nueva
era de madera debil), con lo cual todos se vieron muy afligidos y desconsolados. Tomo entooces
uno de los Religiosos con gran fò un poco de lodo, y en nombre do la Santisima Trinidad pasu
con él la mano por la rolura de la canoa, y luego al punto se ccrrò comò estaba de antes, con
que dando gracias à Dio hicìeron su viage à salvamento. Despues de haber estado descansando y
reformandose cn aquella plaza de el Curupa , el buen Capitan mayor les avió y despacbó à la
ciudad del Gran Para, dcsde donde los enviaron à la de San Luis de Maranon , adonde estaba fi
Gobernador de aquel estado, que enlonccs lo era Jacome Raymando de Norefia.
« Llegados que fueron los Ilermanos Fray Domingo de Brieva y Fray Andres de Toledo y te
scis soldados sus companeros a la ciudad do Maranon, el Gobernador de ella Jes bizo machas
caricias , y los agasajó y regalò con mucho amor. Sabido ya de donde venian y de qué manera y sos
buenos intentos, tratò luego de poncr en esecucion unas Reales cédulas que tenia de su Mageitad
(que Dios guarde), cn que le mandaba descubriese aquel gran rio, que por alli llamaban de bs
Amazonas, por las grandcs noticias que de él se tenian. Despachò primero al Hermano Fray Andrei
(le Toledo A Espana con sus rnrlas y aviso de la llcgada de aquellos siervos de Dios, de eomo
quedaba aprestada una armaila para despachurla con el Hermano Fray Domingo Brieva por el
LAUREANO 279
rio por donde habia bajado , para qiic so viesc mas despacio y reconociescn las naciones de
Genliles y lodas las dcmas cosas que en aqiiel gran rio vicse digno de adverlencia, para dar
cnenta de lodo à su Magestad y a su Real Consejo . El Hermanu Fray Andres de Toledo se embarcó
para Lisboa y de alli paso a està Corte, y habiendo camplido con su legacìa, se quedó en Espafia.
JSi Hermano Fray Domingo Brieva quedó en la ciudad de ci Maranon para ser guia y norte de la
annada que ya se cslaba aprestando con toda consideracion , por ser el viage largo y diftcultoso y
no haber de parar de alli basta llegar a Quito, corno addante diremos. Abora dejemos esto en estc
estado, y volvamos à las ìslas de lor Encabellados en busca de los companeros que alla quedaron
de partida para el Real de Anetc.
« Quedaron en aqucllas playas el Padre Fray Laureano de la Cruz y el Hermano Fray Francisco
de Pina con la poca gente que habia quedado, no con pequefio cuidado por los compaHeros que
iban navegando ci rio abajo. Enconiendaronlo lodo à Nuestro Senor, y fueron subiendo por el rio
de Napo arriba para el Real de Anele. A poco camino andado, los Indios amigos que eran del
Capitan difunto, y otros mas que tcnian cogidus, se fueron huyendo y llcvandose las canoas, de
tal suerte que vinimos à quedar solos diez Espaiìoles, nosotros los dos Religiosos, con no mas do
Ires Indios y algunas Indias y mucliachos, y con sola una canoa, y esa vicja y quebrada. Diose
ordcu que fuesemos en està embarcacion los Heligiosos, cualro Espanoles y lus tres Indios con sus
mugeres para remar, y la demas gente marchar por licrra. Hizose asi y fuimos caminando con
mucho trabajo los unos y los otros, y tardamos en llegar al Real de Anele mas de Ireinta dias,
sicndo camino de seis. Sustentonos Nuestro Sefior lodo cste liempo con huevos de lortugas (juc
hallabamos por aquellas playas, y con algunos pescadillos, con frutas del monte y cogollos de palmas,
que con trabajo se buscaban. Llegados que fuimos al sitio de Anele, hallamos alli mucho maiz,
yuca, plàtanos y patatas que comer, y casas en que alvergarnos y descansar. Dentro de pocos dias nos
Ilegó una canoa de los Quijos con un Donado que nosotros habiamos despachado de los Encabellados
para Quito, cuando nos quedamos solos, con aviso de nuestra entrada, y venia de vuelta en busca
noestra con muy buen socorro de bastimento y cosas de que teniamos necessidad, que el Reverendo
Padre Provincial y personas devotas nos enviaban de Quito. De cste Donado supimos comò el
Padre Fray Juan Calderon y su companero, enfermos pasaron à Quito à curarse y que el Hermano
Fray Pedro Pecador habia ido mucho delanle à buscar el socorro y dar cuenta de comò quedabamos
en los Encabellados muy necesitados. Recibimos està caridad y despachamos luego el mismo
Donado en la propia canoa à dar aviso de la muerte del Capitan Juan de Palacios, de la salida
que hicimos, de corno los demas companeros fueron el rio abajo, de comò se huyeron los Indios,
y que nosotros con aquclla poca gente aguardabamos alli la resolucion de Quito. Partiose el
hermano Donado y antes de llegar al puerto de Avila en los Quijos encontró tres canoas bien
aviadas, que el Teniente de aquella ciudad, llamado el Capitan Lanzobcja despachaba à buscarnos,
porque tuvo aviso de lodo lo ya refendo por un mozo y dos Indios de nuestra compania, que
partieron para Avila en una canoilla, cuando se huyeron los demas» y nos dejaron solos en aquellas
playas.
LIegaron las tres canoas à Anele Pascua de Natividad, la cual celebramos con tanto gusto,
corno tuvieramos si fuera aquel socorro el que esperàbamos de Quito y hubieramos de entrar à los
Encabellados à proseguir en nuestra obra. Venian estas canoas y gente à cargo de un vecino de Avila
llamado Pedro do Azaque, el cual dio cuenta comò el Capitan Lanzobeja, asi corno le despachó
à él con las canoas à buscarnos , despachó tambien aviso de el alzam lento de los Encabellados y
muerte de el Capitan Palacios y todo lo demas à la Real Audiencia de Quito. Con lo cual comenzamos à
perder las esperanzas de el socorso y entrada que esperàbamos, corno en efecto sucedió. Porque apenas
Ilegaron los avisos à Quito, asi el que hizo el Teniente, comò el que yo hice con el Donado cuando se
sospendió el viage, que ya el Hermano Fray Pedro Pecador trataba de hacer con la gente y bastimento
que con beneplàcito de los Seilores de la Real Audiencia y licencia de los Prelados, ya iba juntando
para efecto de el socorro y de Io que se pretendia. Con que parò la obra de lodo punto, dejandolo todo
à Dios, que sabe lo que conviene. Dispuso luego el cabo Pedro de Azaque que todos los que alli està-
bamos nos embarcasemos para la ciudad de Avila en las canoas que él trajo y en la que nosotros alli
teniamos, que asi era órden del Teniente Lanzobeja. Hizose el matalolage que se pudo para el camino,
y la vispera de ano nuevo, que fué el de 1638, nos embarcamos, y comenzamos nuestro viage por
nuestro gran rio arriba, y en iO dìasllegamos con bien al puerto de Avila, que està apartado de nuestro
gran rio dos dias de camino por otro rio menor de mucba corriente y piedras y muy malo de
280 LAUREANO
navegar. Rstando en este puerto, que se llama de la Cuncepciun, ya de partida para la coidad deÀTUii
qu« està distancia de tres dias de mal camìDO por tierra, llegó alli el HermAPO Fray Fedro Peeador en
busca nuestra con una patente del Reverendo Padre Provincial Fray Fedro Becerra,en Uqnenoi
mandaba ir à su prcsencia, corno lo hicimos con mucha puntualidad, y gracias à Naestro Sefior, en
pocos dias llcgamos. Dimos cuenta de lodo lo succdido con tanto sentimiento de todos, que ya bien I9
sabian. Pedimos licencia para ir nos à nuestra Recolcccion à recogernos y entregar lo lodo à Nnestnr^
Senor, y ù osperar nuevas de nucstro Fray Diego Brieva, que ya es ticmpo de irle à buscar.
t DcspachaUa por el Gobernador de el Maranon Jacome de Noreiia la armada que de}iuiioi
apuntada, con 40 canoas de buen porte y 1300 Indios rcmeros, y de pelea setenta y tantos PortiigiMsei.4
y mas cuatro Castellanos de los seis (pie bajaron con los Rcligiasos, todo à cargo de el GeneraM
Fedro Tejeira, persona de toda satisfaccion , llevando por guia à Dios Nuestro SeSor y tà Henninn^
Fray Domingo Brieva y por CaptMlan al Padre Fray Augustin de las Llagas, h^o de una de la^
Frovincias de nuestro Padre San Francisco de Portugal, y Presidente del Convento de San Antonie:::
de el Gran Farà. Junto y apcrcibido ya todo esto y las cosas ncccsarias para tan largo viage
la plaza de el Curupa, que es la ultima que tiene aquel estado, y està mas cercana à la boca qn
tiene nuestro gran rio , que ya no tiene otro nombre que ci que los Portugueses con mucha
le pusieron, de San Francisco do el Quito, por liaberlo descubierto y navegado los Religlosof (^e
Nuestro Padre San Francisco y de la Provincia de el Quito. Y ya de aqui adelante no le hemos de
nombrar de otra manera, pues tan justamente le conviene el nombre de el Rio de San Francteeo
de el Quito. A los i7 dias del mes do octubre de 1638 salió la armada Portuguesa de la plaza de
el Curupa con fer\'orosos alien tos de toda aquella gran compania, con ànimo de morir antes que
dejar de Uegar à la ciudad de Quitu, segun las órdenes que Uevaban. Caminaron à Tela y remo
algunas leguas, basta que faltandoles los viontos ( que no los bay sino cerca de el Mar) les faè fonow
andar este camino y hacer este viage à fuerza de remos, que es cosa trabajoslsima, y mas eoo
canoas tan grandes comò Uevaban, y si no fueran tales no pudiera hacerse este viage. Uevilii
cada una de ellas SO remeros, y algunas à mas, y muy pocas à menos. Desde Inego fiieroo eoo
mucha cuenta y razon, reconociendo todos los rìos que por cntrambos lados iban entrando end
nuestro de San Francisco de Quito, numerando lasleguas que habia de uno à otro y nombrudoloi
por sus nombres, marcando y tornando la altura de los parages y sondando nuestro rio por sa culi
principal, advirtiendo con toda atencion las poblaciones de Gentiles que iban encontrando, 7
lomando notirias de algunas otras que estaban apartadas de nuestro rio la tierra adentro y k)
que en elljLs habia ó podia haber de provwlio. Finalmente iban obrando aquello para qoe foem
enviados, pues no ihaii de otra casa, y para elio Hevaron un buen piloto que con todo cuidado ibi
haciendo todo lo refendo.
• Està fuè la segunda vez que los hijos de uuestro Serafico Padre navegaron el gran Rio de
San Francisco de el Quilo, y la terrera seria ouando volvió la armada de Quito al Farà, y eH«
con ella. Habrian ya caminado (yisi 800 legiias, ouando pareciendole al General asl convenir, desi»-
chó adelante à el (Corone! B<>nito Rodriguez con 8 canoas y la pente noc<»saria, para cumplir eoa
el ordj'H i|ue llevalKi, y harer con està diligencia mas cierto su viage: por que mncha de su genie
ya cansada con el niuclio tratmjo y discomodidail<>s qu«? pasaban, st» quisieran volver al Farà, con»
se voherion algunus, que se huyeron. Con esUi buena traza fueron continuando su camino tanti
que Uegaron à his isUus del Puerto de San Antonio de los Encaliellados. Aqui se quedó la nafor
parte de la armada à cargo de el Capitan Pi^lro de Arosta. Y el General, con algnnos compaDeroi
y el Pailre Fray Augustin de las Llagas, parlieron para Quito, slguiendo siempre el Goronel y M
comiKtilia, que con el Hermano Fray Domingo Brieva, y uno de sus companeros, platico en aqoeUos
rios y puertos de los Quij<w que los guiaban , iban delante . Llegò està prlmera escuadra histt
diez K'guas uuls abajo de el puerto de Archidona (que se llama de Napo), de adonde por In
muchas piiHlnLs y corrienti^ de nuestro gran rio, no fut^ posible pasar à tomar puerto. Fneles
forzoso volver alras |>ara entnir |»or otro rio mas hondable, que si' llama Payansino, à loBir
puerto en el de Xini, que i>slà tn-s dias de mal camino de la ciudad de Avila. Aqui Uegtfooàtl
de junio de 1639, dia de San Juan Bautista. Dejaron en este parage las canoas y marcharoo d
Coronel, el Hermano Fray Domingo y demas coropaiiia para Avila, adoude Uegaron mny neced-
tados. Estaba en està ciudad por Teniente un vecino Encomendero Ilamado el Capitan Sebastian Diai*
el cual los recibiò con su acostuinbrada caridad y los soccorrió y remedió sus necesidades,
omo cpudo. y no come el quisicra. pur ser la tierra falla de bastimentos, y los hoespedes nnidMM.
LAUREANO 981
HsUf por el Ueriuaoo Fray Domingo Brieva la prcseutc necesidad, y que habia de ser mayor con
a Uegada de la armada, que los venia sigutendo, partiò con toda prisa à Qaito, asi para procurar
1 remedio, comò para dar cuenta de su venida. El Capitan Sebastian Diaz despachó aviso luego
e la llegada de los Portugueses à los nuestros de la Real Audencia de Quito, y de la falla de ba-
tiiiMHitos que habia en aquella tierra para socorrerlos.
« Uegò este aviso y el Hermano Fray Domingo casi à un tiempo à la ciudad de Quito, y se
>DiDoviò toda con tal novedad. Informado de lodo Io ya dicho el Reverendo Padre Provincia!, que
% lo era el Padre Fray Martin de Ocboa, y el Reverendo Padre Fray Pedro Doradu (que fuè ci
rimerò que despacbo Religiosos para estos descubrimientos ) fueron juntamente con el Hermano
ray Domingo à dar cuenta de lodo à los Senores de la Real Audiencia y à manifestarles la necesi-
id de aquella gente que habia venido por orden de su Magestad y en su servicio , traidos por
iiestros Frailes, para que fuesen servidos de los mandar socorrer. Los Seìiores acudieron luego con
luy buena voluntad y en nombre de su Magestad despacharon 600 pesos que se sacaron de sus
eales cajas, y nombrando una persona de toda satisfaccion, Ilamado Juan do Golibar, los entre-
aron, y con asislencia del Hermano Fray Pedro Pecador se emplearon en mantenimientos y en lodo
> que fuè necesario, y con toda prisa fueron à llevarlo à los Quijos, para soccorro de las escuadras
ortuguesas, por que ya habian llegado; el General Pedro Tejeira, y el Padre Fray Augustin de las
lagcas y demas companeros que dijimos vcnian en seguimicnto de los primeros. Algunos Por-
i^cses habian ya llegado à Quito cuando saliò el socorro , y otros venian caminando en tropas ,
el Hermano Fray Pedro Pecador los iba socorriendo comò los iba encontrando, dandoles lo que
labtan menester, y pasando adelante con lo demas basta alcanzar los ultimos que fueron el Gene-
ai y sus companeros, de los cuales supo come se les habian muerto muchos Indios de hambre y
le el trabajo de el camino. Supo tambien que el General y companeros habian hecho matar un
aballo, que les habia dado el Teniente de Avila para que en el subiesen à ratos los mas necesi-
ados, y que se lo habian comido lodo. A tanto comò esto Uegò su necessidad. Finalmente conel
lacn socorro que se les envió se alentaron y pudiron muy bien Ucgar à la ciudad de Quito , à
londe fueron muy bien recibidos.
« Juntaronse el General Pedro Tejeira, el Padre Fray Agustin de las Llagas y algunos oflciales
le la armada, y fueron el Maese de campo, el Sargento mayor, el Coronel , y otros con alguna de
a gente, en un lugar de Indios cerca de la ciudad de Quito, y desde allì camtnaron con algunas
tersonas que los acompanaron, basta llegar à un Ilano que se llama Anaquito y està junto à la
licha ciudad, adonde los salieron à recibir Don Juan de Acuna, Corregidor de Quito y Teniente de
Capitan General, con muchas personas de cuenta, todos à caballo, y otra mucha gente de à pie, y
labiendose saludado con mucha cortesia, puestos todos en orden entraron en la ciudad y fueron
i las canoas Reales, adonde los Sefiores Presidente y Oidores recibieron la cedulas de su Magestad, y
irdenes que llevaba el dicho General, en cuya conformidad habia hecho aquel viage, dando en breve
oeDta de lodo. Mandaron los Senores darle casa y proveer de lo necesario al General y à su gente,
' despues se les senaló tantos pesos cada dia para su sustento. Por ser este negocio de mucha impor-
ancia, remitieron los Seiiores de la Real Audiencia su despachó à el Yirrey del Perù, que entonces era
•1 Conde de Chinchon, à quien hicieron informe y dieron de todo bastante cuenta. Al Padre Fray Agu-
>Un de las Llagas lo llevamos à nuestro Convento de nuestro Padre San Francisco de San Pablo de
Joito, adonde con todo amor y caridad fuè recibido de todos, y por que venia enfermo de los trabajos
le el camino, lo llevamos à la enfermeria adonde se le acudió con todo culdado basta que estuvo sano.
U Piloto de la armada Portuguesa, à pedimento de aquellos Senores hizo una mapa da nuestro gran
io corno persona que lo habia marcado y tanteado bien, comò ya dijimos, que fuè de mucho gusto para
;odos los que lo vieron. Yo lo vi muchas veces y cotejandolo con su originai , me parece està cabai, y
rerdadero. Despues de hecho esto y el descubrimiento acabado, se fuè el Piloto à la ciudad de los Reyes
>D compaiLia del Padre Fray Pedro Dorado, que en este tiempo partiò para Lima à negocios de la
3rden.
• Dentro de pocos dias Uegò aviso à Quito del Capitan Pedro de Acosta, à cuyo cuidado quedò la
nayor parte de la armada Portuguesa, de comò entrando en los Encabellados con su gente, à buscar
nanleDimientos, de que necesitaban, le habian muerto algunos de sus Indios cristianos, y que su gente
liabia prendido cosa de 50 Encabellados para hacer justicia de ellos, y por no estar ciertos si eran
iquellos los agresores no los habia castigado, que los Senores de la Real Audiencia enviasen orden de Io
foe se habia de hacer. Tambien inviò el dicho Capitan y sus compafieros à pedir à so General Pedro
282 LAUREANO
Tpjeira que Ics cnvìase al Padre Fray Augustin de las Llagas, Capellan de la Armada, para qnealli
les dijeso Misa y los confesase, que por falta de Ministroji se habian muerto algunos sin confesioo. A
lo primero mandaron los Senores qae por la duda que habia que aquellos Indio» Encabellados fiiesen
culpadosen las muertes de que avlsaban, que los rcmitiesen luego à aqnella ctudad, y se repartieseB
en lus Conventos de las Religiosos. Para lo segundo hicieron el General y sus Oflciales una petiekm tm
que pidieron al Reverendo Provincìal y al Deflnitorio un Religioso sacerdote para que fucse à las islas
de los Encabellados à consolar à aquella gente de su armada, por no estar el Padre Fny Augnstin
do las Llagas para ponerse en camino. Vista por el Deflnitorio y por el Padre ProvìDcial à qulen se
remitió fuera de ci Quilo la justa peticion de los Portugueses, nombraron luego para està Mìsion al
Padre Fray Laureano de la Cruz y por su companero al Hermano Fray Francisco de Pina, y con loda
brevedad salimos de Quito con la bcnedicion de Dios y de los Prelados. £1 General Pedro Tejeira ow
dio un Alferez para que con la gente que fuesc menestt^r y con buen matalotage, que ellos y nosostros
juntamos, fuesemos à los Encabellados. Fuimos delante yo y mi compaficro y un soldado Portognes,
y en 10 dias llegamos à la ciudad de Archidona en los Quijos, que està un dia de camino del pnertu
de Napo; adonde nos habiamos de embarcar, y alli estuvimos esperando algunos dias, en tanto
que la gente «luc nos habia de Uevar, llegaba y se juntaba.
• Estando va aprestados y para irnos à embarcar, nos alcanzó una cArta del Reverendo Padrr
Provi noial en que nos mandaba voi ver a Quito, por que habia venido el despairho del Virrey de Lima
en que mandaba que se volvicse al Para el General con toda su armada. Y supuesto que Ics Portugw-
.ses se volvian à sus casas, nos volvieremos nosolros à la uucstra, que ya el Padre Fray Agustin estabi
con fuerzas para haccr su viage y se andaba ya aviando con la demas gente para embarcarse. Con
esto salimos luego de Archidona para Quito, y fuimos cncontrando en el camino muchos de los de
la armada que se iban ya do vuelta, y todos nos mostraban sentimierito de que nos volviesemost
à Quito. Llegamos con bien al Convento de i>an Pablo, y no hallamos al Reverendo Padre Provin-
cial, (lue se habia ido à visitar algunos Conventos, aunqne no tardo mucho. Supc corno el Senor
Virrey habia enviado orden para que dos personas de toda satisfaceion fuesen en la armada For-
iuguesa basta el Gran Para y viesen con cuidado y consideracion todo aquello de que le balw
hecho rclacion , y que pasasen de alll à Espaila y diesen cuenta de elio à su Real ìlagestad y
Senores de su Consejo. Supe tambien que el Reverendo Padre Provincial de la Compailia de Jesis
habia ofrecido por una peticion para tal Mision al Padre Cristoval de Acuna y al Padre Andrea df
Artieda, personas de mucha cuenta en aquella provincia y muy grandcs siervos de el Senor, à los
cuales los S(?nores de la Real Audiencia (les[)acharon con sus provisìones y recados necesaiios.
Supe tambien corno el Licenciado Perez de Salazar Presidente de aquella Audiencia , pretendiù U
con(iuista de nuestro descubrimienlo para un hijo suyo , en compania de el General Don José de
Acuna, Corregidor de Quito, para lo cual fué grande conveniencia que el Padre Cristoval de Acuna &o
hermano hìciese este viage, (lue otro ninguno seria tan a propuisto para solicitar sus pretcnciones.
Lo que negocìaron los siervos de Dios no ho sabido, mas supe de cierlo que el General Don Juan
de Acuiia fué de Quito à Potosi Corregidor y el Licenciado D. Alonso Perez de Salazar por Presidente
de los Charcas, con que se puso silenciu à este negocio.
« Salen ultimamente de Quito el General Pedro Tejeira y toda su gente, mcnos algunos com-
paìieros (lue se lo quedaron. Salen los Padres de la Compania de Jesus y otros Padres de noestn
Scnora de la Merced, que a pedimento de los Portugueses fueron a fundar al Gran Para; solo de
la Religion de San Francisco, siendo la mas interesada, no salen mas que el Padre FrayAgustii
de las Llagas, Capellan de la Armada. Con todo fué Nuestru Seììor servido que el Reverendo Padre
Provincial Fmy Martin de Ochoa volvicse à este tiempo de su visita, y habiendo sabido el despacbo
que habian hecho los Senores de la Real Audencia, y lo dcroas que hemos dicho, y que los Po^
tugueses iban desconsolados por no llevar Religiosos de nuestro Orden, junto luego sa Definilonu,
y habiendo consultado el caso, se determinò que el Hermano Fray Domingo Brieva viniese aesb
Corte à dar cuenta de todo a su Magestad y Real Consejo. En està conformidad dispacbó el Re*
verendo Padre Provincial con su patente al Hermano Fray Domingo de Brieva, para que en U
armada Portuguesa, en que habia venido a Quito, volviese al Gran Para, y de aiU se embarease
para Espaììa, y comò persona de todo credito y que habia hecho el descubriroiento y navo^di»
tres veces (con està) el gran Rio de San Francisco del Quito, visto y considerado lo qne en él t
sus Riveras habia, hiciese de todo relacion y dieso buena cuenta à su Magestad (que Dios guarde) f
su Real Consejo, pues ninguno lo podiahacermejory con mascerteza. La patente es la qneMiiiV*
LAUREANO 283
« Fray Martin Ocboa, de la Regular Observancia, Comisario y Galiflcador de esto Santo Oflcio
de la Inquìsicion , Ministro Provincial y siervo de los Frayles Menores de està Santa Provincia de
nuestro Padre San Francisco de el Quito, à nuestro carisimo Hermano Fray Domingo de Brieva, Reli-
gioso Lego, salud y gracia en Nuestro Senor. Esperimentando en Vucsa caridad el gran celo que ha de
Li conversion de las almas, y que se reduzcan al conocimiento de Dios y à la observancia de la
ley Evangelica, y atendiendo juntamente à las grandes mercedes y favores que la Magestad divina
ha hecho à los Religiosos hijos de nuestro Padre San Francisco y à està su santa Provincia del
Quito, descubriendo grande multitud de inlleles , tierras tan incognitas , rios y navcgaciones tan
deseadas y pretendidas de nuestros catolicos Reyes ; siendo justo quo la Magestad Gatolica y
nuestros Prelados superiores conozcan que està empresa se ha conseguido por medio de Religio-
sos que han salido de està santa Provincia de Quito, que celosos de la conversion de aquellos
Infleles otras veces y con tan fervorosas instancias han entrado en sus tierras , teniendo en poco
sus vidas por que ellos alcanzasen el conocimiento de la salud eterna. Y asimismo por Io que Vuesa
caridad tiene de està conversion que es la experiencia y conocimiento de aquellas tierras, por haber
estado otras veces ya en ellas con otros Religiosos à conseguir los flnes referidos por conocer y
haber venido en compania de la armada que llegó à està ciudad de Quito de la provincia del
Gran Para, donde Vuesa caridad fué, y ù cuya instancia vinieron el General y soldados que residen
en aquellas tierras, pertenecientes à la Corona de Portugal, para que se enterasen en la navegacion
de el gran rio de el Napo (que boy se intitula San Francisco de ci Quito por los Religiosos que
Io descubrieron) , y estando de partida la dicha armada para volverse à las ciudades de el Para
y Maranon, de donde salieron, y habiendomc pedido con notable instancia el General y soldados,
por el Consuelo espiritual suyo , y de los Indios cristianos que trajeron , los vaya Vucsa caridad
acompanando y enterandose mas bicn de las provincias y navcgaciones de los rios ; por tanto con
parecer de el Deflnitorio de està Provincia, y en virtud de la Constitucion general, que nos dà
facultades para cnviar à los reynos de Espafia uno o mas Religiosos à negocios que se ofrezcan,
coDcedemos à Vuesa caridad liccncia para que pueda volverse con la dicha armada y que vaya
por el gran rio referido, basta llegar à la provincia de el Gran Para à los dcmas lugaros de olla,
y en ballando embarcacion pueda pasar à los reynos de Espana à la presencia de nuestros Reve-
rendos Padres Ministro General y Comisario General de Indias, y darà cuenta de este descubrimiento
de el gran rio de Napo, y con su parecer postrarse à los pies de nuestro catolico Rey y à su
Real Consejo de Indias, y bara informes con gran legalidad y fldelidad, de todos los rios, navega-
ciones y tierras que con tanto trabajo ha descubierto. Y para mayor espedicion de las cosas, que
se ofrecieren en las dichas tierras y navegaciones de ci gran rio de el Napo, pedirà Vuesa caridad
à nuestro Reverendo Padre Comisario General de Indias, todos los pedimentos necesarios, y por
que en viage tan largo no carezca de merito, le impongo el de la santa obediencia, y se Io
mando en virtud de el Espirìtu-Santo. Que es dado en nuestro Convento de San Pablo de Quito
en 1 de marzo de 1639 anos, flrmado de nuestro nombre , sellado con el sello mayor de nuestro
oflcio y refrendado de nuestro Secrelario — Fr. Martin Ochoa, Ministro ProvinciaL — Por mandado de
nuestro Padre Provincial — Fray Cristoval Saguer, Secretarlo.
« Salió ci Hermano Fray Domingo Brieva de la ciudad de Quito, cuatro dias despues que se le
dio la dicha licencia y patente con la bendicion de Dios y de sus Prelados, en seguimiento de los
companeros que ya se habian ido delante. Y llegado à la ciudad de Haeza, cabeza del gobiemo de
los Quijos y Macus, hallo alli al Gobemador de aqucl partido D. Francisco Mogollon de Ovando ,
el cual (aunquc con mucho sentimiento y pena) le hìzo notiflcar una providencia do los Seiiores de
la Real Audiencia de Quito, en que mandaban que do ninguna manera pasase el tal Religioso à
EspaSa, ni otra persona alguna mas que los que ya habian pasado. Con grande pacicncia snfriò
este golpe el siervo de Dios, y mas considerando de donde podia venir. Encomendólo à Nuestro
Sefior y por su amor repartió à los pobres todo el matalo^ge que Ilevaba para su viage de limo-
sna que los bienheehores le habian hecho caridad. Y aquella noche solo y con su bordor, y con su
patente colgada al cucilo, saliò de Baeza en prosecucion de su viage, conflado en aquel divino
Senor, por cuyo amor se ofrecia à tantos trabajos, que le sacaria bien de todos. El dia siguiente de
maSana echando mcnos el Gobemador al Hermano Fray Domingo , y sabiendo que se habia ido ,
mandò por cumplir con ci orden que tenia, que tantos soldados fuesen tras de él, pero con orden
secreta de que se lo alcanzaban lo dejasen ir su camino y que no se le impidiesen, por que sabia
muy bion la verdad de todas los cof^is. Alcanzarnn los f;oldados à nuestro Religioso y dlcenle que
i84 LAURBANO
vuelva culi cUos k Rat*za, quo nsi con\ient\ mas el siervo de Dios sin ninguoa torbaocUm les
ensenó sa patente y Ics dijo quo convenia sa camplimiento, y qae de nlDgima minefa votrerU
paso atras, quc si quesian llevarlo que Io agarrasen à cuestas; y sentandose en el snelo esperò
à qae los suldados hicìcscn de (';! lo que quisiesen. Ellos le dijeron el orden secreto que traiu de
el Got)ernador y quo aun que no lo trajeran , perdioran antes la vida qoe locarle , sino pira
rcvercnciarlu. Estimò mucho ci siervo de Dios està action y la del Gobemador, y despldiendate
de elloSf dio por lodo muchas gracias à Nnestro Sefior o prosìguió sn camino tan deseado.
• Llegó el Hermano Fray Domingo Rrieva à la riudad de Archidona, adonde hallo todm aqnella.
buena compania, que ti»dn's alegres de su venida le dicron los parabìenes y juntos se faeroD àu
embarcar al puerto de NaiM», que està de alli un dia de camino por tierra (à donde los vecinos d<*
Ar«*hidona tienen {Kiblados los mas de sus Indios). Embarraronse en ranoas pequeffas para paiaa
las prlmeras horas de nnestro gran rio , por que alli por sn mucha corriente o piedras no dS
lugar à mayores emliarcariones. Juntemos ahora està diflcultad con las demas qae hemos àkbm
de los puertos de los nuijos, y de sus caminns, y hallan^mos tan diflcuUoso por alli el paso pais
estrangeras naiMones, (luc lo p^nlremos tener por imposible, y al Perù i>or muy segaro de enemìgoa
à lo menos por està parte. Ilabiendo pues navegadt) tns dias el rio grande abajo, llegaron à \.:
junta de la (^oca, y es un rio que recoge la mayor parte de las aguas de la provincia de los Qa%
jos, y se junta con el nnestro à las 25 leguas de el puerto de Napo , este es rio de mncha co^
riente y piedras, y de ninguna manera navegable. Aqui es|)eraron las ranoas grandes que los Pov
lugueses habian dejado à la subida en el rio do l^ayansino, quo està muy cerca de la janta «fi
las Cocas, en ci puerto de Xini , de que ya dijimos. Llegadas las canoas se emharcaron en eOai
y navegand<i por nutstro Ilio de San Fnmcìsco abajo, en poros dias llegaron al pnerto de San
Antonio de los Enral>ellados , donde hallaron al Capitan Fedro de Acosta con lo restante de b
armada , quc con sn llegada fueron muy consolados y regalados con lo que les Uevaban de Qailc^
y luego todos junlivs prosignieron su viage con mucho alivio, por ((U^ navegando rio ab«jo» y aJ
amor del agna, sv trabaja i>oco, y comò ya este descubrimiento estalia hecho, tuvieron may poco
quc liarer à la vuelta.
• Habiendo navegado la armada Portuguesa casi IO meses, llegaron à la plaza de Campa, y de
alli sin detenerse pasaron al Gran Pani, donde se qucdó el Padre Fray Agustin de las Llagas eo so
Convento y los Padres de la Merced en una casa que les dieron ( que fué el principio de sn ta^
dacion), y algunos compaìieros soldados. Y lo restante de la armada paso a la ciudad de el Mi'
ranon y <*<>n ellos el llermanno Fray Domingo Krieva, aunque con mucho trabajo por ir con iia.-m
pierna (|u<'brada y muy maltratado de un arbol que le cayó enrima, casi en Io ultimo de nnestn
gran rio, no ninchas leguas del Curupa. Llegados con Itien al Maraìion , donde ya era Gobenu*
dur Benito Manil Parente, se emharoó nuestn» Ileligioso para la ciudad de Lisboa, adonde Ilegù
salvamento, y desde alli à està Corte t rabajosa mente , y habiendo llegado el siervo de Dio
sin ninguna dilacion, comò cosa que tanto «ieseaba , puesto à los pies de su Magt^tad (qaeD
guarde) hizo relarion y dìo menta d^» nueslro tlesrubriniento, y a*«iniismo à su Beai Consfjo.
de palabra e(»mo pur eserilo, palrorinandoln nueslro He\ erendo Padre Fray Joseph MaldoD
(^onii^ario General de Itnlas las Indias , «pie cnuio duefio de està obra , la valió y tomo à si
eiita, à (luien ya el Hermano Fray Domingo Hrieva hahia dado listante razon de su ver
tornado su santa benedicion. Dejemos lodo en este estado, «ine à buen seguro que tenga todt
«lespacho, pues està en tan buenas uianos, y vuhamos a la Provincia <le Quito y Convento
Palilo y hallarenids en el algunos Hermanos nuestros, rnmiianeros de nueslro descubriroier
por lo tardanza del Hermano Fray Domingo padecen algunos desronsueK)s, si bien comò si
Dios los lle\an con paeiencia ; con todo e.vo por haber tttnido notioias (|ue los Helìgiosos d
vincia de nnestro Padre San Franrisr») de los doce Apóstoles de Lima hacian mucho fru'
tual en la Provincia de los Indios Pan^taguas, que es de Inlieles, cerranus à las rordilk
ciudad de (ìuannco pocas leguas de Lima, querian si les diesen licencia irlos à ayuda
hal)er encontrado disposicion en la obra de nuestro descubrimiento.
« En el ano de nuestro Sah;ulor de 1641 por el mes de fobrero con lirencia y
del Heverendo Padre Fray Joseph de (^isneros, Comisario General de el Perù, salieron i'
de Quito dos Heligiosos, hijos de la Keeolecrion de San Diego, Ilaniados Fray Pedro d
Fray Francisco de Pifia (companeros nuestros que lo fueron en la entrada de los E
para la ciudad de los Hcyes, cabczuy corte del reino del Perù (que està de Quito 3C
LAUREANO " 285
minando siempre al Sur) para entrar con lo Religiosos de la santa Provincia de Lima à la de lus
Panataguas y otras de Infleles ya descubiertas y por descubrir, y con ellos trabajar en la vifla de
el SeSor. Llegados que fueron los siervos de Dios à la ciudad de lus Ucyes, les dio el Seilor un
bnen compailero , sacerdote de bnen espiritu , qne con licencia de su prelado los acompaiió, y los
tres apostolicamente partieron de Lima para los Panataguas ya cunvertidos por los Religiosos de
aquella Provincia, y por hacer mayor servicio a Nuestro Senor entraron mas dentro à una grande
de Indios infleles de que tuvieron noticia. De estos tres Religiosos tuvimos cn diferentes tiempos
diferentes nuevas, unas de que los habian muerto aquellos bàrbaros, otras que los habian reci-
bido bien y que estaban vivos trabajando en el ministerio apostòlico y bien qucridos de aquellos
naturales. Aquellas tierras estan alla muy remotas, y nosotros ha mucho tiempo que salimos de
nnéstra Provincia de Quito, y asi no hemos sabido mas de lo referido. Un ano despues de haber
ido à està Mision los dichos dos Religiosos de nnestra Provincia con santa emulacion y deseos de
trabajar en la vifia del Senor, el Hermano Fray Pedro Pecador, el primero descubridor de nuestro
gran Rio de San Francisco de Quito y de el Putumayo, alcanzó lirencia del Reverendo Padre Co-
misario General Fray Joseph de Cisneros, para con un sacerdote entrar en la provincia de los
Omaguas (de que tuvimos grandes noticias ) para disponer aquella gente inllcl, y poner la obra
del Senor en estado, que cuando volviese à Quito el Hermano Fray Domingo, fuese su cntrada, y
lo conversion de aquellos Indios mas factl con lo que ya se hubiese obrado y trabajado.
« Con està patente y muy consolado ci Hermano Fray Pedro Perador, me fuè à buscar al
Convento de Recoleccion de Quito, donde yo estaba, por saber si yo deseaba lo mismo; communi-
calo conmigo , yo y él con el Reverendo Padre Provincial , quo cntonces lo era segunda vez ol
Padre Fray Pedro Dorado, el cual nos amonestó (pudiendolo mshidar) que aguardasemos al Her-
mano Fray Domingo Brieva, que ya tenia nuevas que habia salido de Espana bien despachado,
y que en negando se haria la entrada con mejor aderto y disposicion; hicimoslo asi y cada uno
se fué à su cerda à encomendarlo a Nuestro Senor. Pasados tres o cuatro meses vòlvió el siervo de
Dios Fray Pedro Pecador con su fervoroso espiritu à tratar de la entrada, por que no venia el Her-
mano Fray Domingo y pareciendole que se pcrdia tiempo. El Reverendo Padre Provincial viendo
su perseverancia , lo despachó à la Villa de San Miguel de Ibarra, 15 leguas de Quito, adonde
estaban dos Religiosos sacerdotes que descaban tener parte en la obra (en un Convento de Recolec-
cion que alli tenemos), con orden para que el uno de ellos le acompanase. Llegò el siervo de Dios
al Convento, habló con los Religiosos para efecto de la cntrada, y no se concertaron, quizas por
gozar de mejor ocasion, comò yo habia hocho. Tuvo aqui nuevas ci Hermano Fray Pedro de comò
en la ciudad de Pasto (que està de la dìcha Villa 50 leguas, y de Quito 65, caminando bacia el
Nuevo Re>'no de Granada, que es à la vanda del Norie) se cslaba ordenando una entrada por el
Gobemador de Popayan para la provincia de los Cenos, adonde el siervo de Dios habia ya entrado
y dcseaba entrar de nuevo. Partiò luego para alla solo con un Donado Indio por companero, y
habiendo avisado al Reverendo Padre Provincial de su determinaclop, se fué con aquella compania
tle soldados à los Sucumbios y ciudad de Ecija, y de alli por el rio Putumayo a los Cefios, à donde
iba aquella gente con animo de poblar y paciQcar aquella nacion. Llegados que fueron al puerto y
playa de la dicha provincia, se desavinieron aquellos hombres y de tal suerle lo hicieron, que unos
por el rio arriba y otros por el rio abajo se desparecieron todos, y no sirvió de mas su entrada que
de inquietar los Indios, y de pcrderse muchos de ellos, que esto hacen hombres voluntarios. Nue-
stro Hermano Fray Pedro Pecador viendo este desavio, con la bendicion de Dios y con un com-
paffero, se fué el rio abajo à salir à la provincia de los Omaguas (para donde era su patente)
corno en efecto salió. De està provincia y del Hermano Fray Pedro Pecador diremos mas addante.
• Fué Nuestro Senor servido que el Hermano Fray Domingo Brieva, con su piema quebrada ,
liero muy erforzado cn el Sefior, llegase à Quito, al cabo de mas de tres aflos que tardò en su
vlage. Fué de todos muy bien recibido, por que todos lequeriamos mucho. Dio cuenta de su
huen despachó y presentose en la Real Audiencia una ceduta Real de su Magestad, su data en
18 de setiembre de 164!, en que mandaba qne se hiciese la paciflcacion de las naciones de Infleles
de nuestro Rio de San Francisco de el Quito, por aquellas personas que à sus costas lo quisiescn
hacer, prometiendoles las mercedes que se suelen hacer à los conquistailores segim la ordcnacion
aniigua, y qne para su efecto capitulasen con la Audiencia de Quito. Los Senores de la dicha Real
Audiencia obcdccieron la Real cednla con las ceremonias acostumbradas y la hicieron publicar.
De alli à algunos meses se publicò otra cedula Real despachada en 31 de diciembre de i643 en
2Xf} LAUREANO
unlen à quo se guardasc y cumpliesc lo urdcnado y mandado por su Magpslad en su Beai cedali
priincra, quc lus Rcligiosos de uucstro Padre San Francisco y lus de la Companla de Jesus te tpU-
eascn à la predicacion y cuiiversion de Ics nalurales de nuestro gran riu, sin que se emfaMuasen
lus unus à lus utrus. Muchus dias (?spcraron los siervos del Senor, hijos de nuestro Padre Sin
Francisco de la Provincia de el Quito, à que se efectuase lu que su Magestad mandala en i«s
Keak's cedulas , lo cual no fué pusiblo ni hul)o persuna alguna quc so ofreciera à hacer la tal
cunquisla, quizas temiondu Ins gaslos y pt)r no estar ciertos de los provcchos temporales (q«e
estos sun los que mueven inuchas veccs à algunos mas que el amor de Dios y salvacion de las almas).
Los siervos de Dios con su acostumbrado celo, no dcjaljan de diligencias cuanto podian el toItct
à entrar, auixiue fucsen solos à continuar lo nbra de Nuestro Seilor , ya comcnzada y tanto tn-
bajada. No surtió efecto por entonces su santa pretension, pur el reparo que se bacia, segunyise
habia estierimeiitado, que en no tornando està conquista y paciiìcacion su Beai Magestad à n
cuidado, mandandola hacer à su costa con oliciales y gente pagada, y con la disposicion ooove-
niente, no era posible (moralmente hablandu) hacer cosa de c^nsideracion, y elio es asivenUd.y
:isi lo siento segun Dios; y fiuo se procure lu primero la gloria y bonra de Dios y la salvacion de
liis almas, que lo dcmas sera à su tiempo y à èi darà su frutu la tiernu Dios nuestro SeiSor qw
es el dueilu de lodo, y por quien se ha de hacer, lu sasunarà todo de tal suertc que se balle m»
y se goce mucho, muchu mas de lo que se piensa. Ksperemus en su divina Magestad que tcodn
esto muy felices sucesus, si se hace comò se ha dicho.
« S.-iIieron de la ciudad de Quito y del. C^onventu de Recoleccion de San Diego à lo prìnieroi
dias de el mes de mayo de 1643 dus Religiosus sari-rdotes Uamados el Padre Fray Laureano de h
Cruz Oiue soy yu) y el Padre Fray Andres Fernandez para entrar a la reducciuu y paciflcacion de
la pruvincia quc llaman de los Xivarus, que se iba à hacer por la ciudad de Cuenca y otras piries,
por orden «le Don Pedro Vaca de la C^idena , (ìoiiernadur y Capitan General de la provincia da
lus Maynas y Jeverus , à cuyo ciudado e>taha el hacer la conijuista y paciiicacion de los dieto
\i\aros pur muerle de su iiadre L>on Diego Vara de la Cadena, à quien la Magi'stad de Fellpeto^
cero ((|ue esté en gloria) habia birbo nierccd pur dus \'u\ns. La cual iiacillcaciun, i>or uo poderia
hacer el dicho General Dun Pedro Vaca por sus acbaqucs y falla de dineros, capitulócon el Sliett
de Campo Antuniu Carrello, niercader y no de muchu caudal para que tomasc el trabajo y hlsleK
la tal paclllcaciun y conquista à su costa con sus conveniencias, que cunsta por instrnmentos qw
entonces se bisieron, y se haiiaban en el ollrio de (ìabildu de la ciudad de Luja , donde el General
Don Pedro Vaca tienr su rasa y a'iistencia. Salieron pues lus dus Religiosus de Quilo C4)n labcn^
(ijj'ion de lìius y la de nuestro Padre Provin<!ial, que entonces era de aquella pruvincia el Reperendo
Padre Fray Francesru Decorra, para la reilupi»>n i-n lo espiritual de lus Indius Xivaros, à pelicii*
ilei Maese de Cani])0 Antonio Carreno, (pie con niucba instancia lu ililigenció, prometiendo que w
entrarla vn la dirba proxlnria de los Xivarus utros ningunos Ib-ligiusos mas que los de micstrt
Scrallca Orden, y babiendo llegado cun bicn a la ciudad de Cuenra, que està 60 leguas de Quitta
doiidi* s(> ('Stalla «iisponiendo la cntrada, y di.spuniendo paru ella ludo lo necesario; ayudaroD pan
.su buen efecto en todu lo que pudieron , aunque no se pudu hacer por donde y comò se hai»!
Iralatlu. liabian «le hacer ]o eiitrada à la pacitlracion «le b»s Xivaros por Cuenca, Macas y [wr
Zainora, repartiendose la grnte en tre^s trupas para c«)ger los Indios en medio y con mas tocilidad
hacer la «'oniiuìsla. Para rsto el Maese de («inipo Antonio Carreno , se habia c(mvenido cun V»
\ecinos «le la ciudad de Ma«'as para que c«)n sus Indios ayudasen pur aquella parte. No quiso \eBÌr
en (Ilo el Gub('rnad«>r de a(|ucl {uirtido, «pie «ntoiices lo era (N) Santander, con que faltò esU
ayuda, <]uc era la m.Ls necessaria y faltarunle tanibien los Indios de Zamora por no liaberlo»
«luerido dar el (>>rregi«lur de la ciudad de Loja, llama«lo el Capitan Diego de Castro, sin cuya ayuda
no se podia conseguir lo «lue se pretondia, conio «n efecto no se consigui«j.
• Ki Maese «le Camp«) Girrenu y «lemas oliciales y compafierus de la en I rada, que todoscnn
\«)Iiuilarlos, o iban a ella de muy bucna gana (con esperanzas de grandes intereses), por que nosele>
mal(»gra*^en los gastos «pie tenian becb«is, se «leterniinaron à hacer la ent rada tudosjuntos porCoeiKai
«•un int«'nlu «le llegar à 1;ls primeras pobijiciunes de los Xivaros, y alli hacer alto y fortiiìcarse V>
niejur «pie pudiesen, y lueg«) pedir suc«'orru à las ciuiladrs vecinas, para con él y con otras traias
lograr sus esperanzas. Sucedìoles estu miiy al contrario, por «lue babiendo entrado con mucbo tra-
bajo, por scr el tiempo riguroso y dillcultoso et camino , y llegado à las primeras casas que »
ballaron vacias, salvo una en que se ballò una India con sus ninos y oiros dos muchacbos, qw
LAUREANO
287
unbien se cogieruu, anles de forliflcarse, que era lo que tenian delerminado , por fallar Indios
*«bajadores, que se les habian huido los que sacaron de Cuenca, y pos haberles muerto los Xi-
aros dos Espafioles, por un descuido que luvieron ; tralaron luego de volverse à salir y dejar la
bra de la mano, aun antes de dar principio. Algunos contrarios pareccres hubo, acerca de la
ilida, y ultimamente se resolvieron y volvieron todus à Cuenca, los mas de ellos encontrados y
esavenidos. Casi de està manera ha sucedido otras veces que se ba intentado està conquista y
aciùcacioD, por entrarla à hacer gente voluntaria, que de ordinario hacen lo que quieren. Los Re-
gii>sos entramos y salimos con los demas, y no servimos cn este viage mas que de acompanarlos,
ti decirles Misa, de administrarles los santos Sacramentos y de apaciguarlos en sus discordias,
ncque no sucedia siempre corno quisieramos . El Maese de Campo Antonio Carrefio se fué a la
iudad de Lima à pedir al Virrey del Perù favor, que era entonces el Marques de Mancera, para
olver à hacer la dicha conquista (mas no se ha hecho nada, corno ya lo hemos sabido). Nosotros
)s Religiosos nos volvimos à la ciudad de Quito y à nuestro Convento à encomendarlo à Nuestro
enor. Ahora sera bien que digamos que cosa cs la provincia de los Xivaros , lo que bay cn ella,
lo que sentimos, segun Dios.
« Es la provincia de los Xivaros 80 leguas de la ciudad de Quito, à la vanda del Sur , ca-
linando bacia Lima, dentro de la jurisdiccion y distrito de la Real Audiencia de la dicha ciudad,
letìda entro dos cordilloras, que la cercan, y tienen en medio à la traza de un valle, pero muy
;rando, por que tcndrà al parecer IO ó 12 leguas de ancho y mas de 40 do largo, toda tierra
le arbolado y muy doblada de muchas lomas y rios pequenos que la dividen. Pasa por medio de
iìla provincia un rio que tiene su principio cerca de los Macus, y la va prolungando à la larga
lasta que entra por el Pongo, que asi se llama una grande avertura que hizo ci diluvio en una
le las cordilleras que cercan la dicha provincia de los Xivaros, que es la que està por la mano
zquierda bacia el oriente, la cual està despoblada por su muclia aspereza. En desembocando ese
'io de los Xivaros, con otros que se le allegan por el dicho Pongo de los Maynos, corre por tierra
lana, toda de arbolado, liasta entrar en nuestro Rio de San Francisco del Quito à las 330 leguas
uas abajo del puerto del Napo, por la vanda de el Sur. Por la mano derccha bacia ci ponientc à
la otra vanda de nucstra cordillera principal, tienen los Xivaros por vecina la ciudad de Cuenca,
lue estarà de ellos distancia de 26 leguas, y la ciudad de Zamora, que està otras tantas. En esto
[uedio cstan poblados los tales Xivaros, à la una y otra vanda del rio que ya dijimos , la coge por
ruedio à lo largo, en aldeillas de pocas casas bechas de madera y cubiertas de palma. Es tierra
uuy fertil y abundaute en los mantenimientos necesarios de la tierra; tiene mucha caza y buen
[)escado y es de muy lindo tempie. Tiene cerca à Cuenca y à Loja que là pueden proveer con
tQUcba abuudancia de los mantenimientos que le faltaren, come se bacia cuando la tenian poblada
iiueslros Espafioles. Que no sera pequena ayuda de costas para sus pobladores.
• Los dos generos mas principalcs que la provincia de los Xivaros tiene son 2C0 Indios de
lanza (que dicen los Baquianos que babrà) y 400 mugeres y muchachos, que por todos seran 600
ilnias poco mas o menos, que cada una de ellos vale mas que lodo el mundo. Son todos ellos
bijos y nietos de Cristianos, y estando està provincia convertida y pacifica comò las demas y poblada
ile Espaiioles, y donde su Real Magestad tenia sus casas y otlciales Reales, en la ciudad de Lo-
^runo, se rcvelaron los dichos Xivaros, y malandò à los Espafioles, sin escaparse vìvos mas que
ilus o tres, quo liuyerou, se alzaron con la tierra mas ha de 70 anos, y se han estado alzados
basta boy y se eslaran asi, si su Magestad (que Dios guardo) no lo remedia. El segundo gènero
es la raayor riqueza de oro que tiene todo el Perù, comò consta, no de noticias, sino de espe-
riencias. Por que cu aquellos anos que estuvo la provincia pacifica ( que no fueron muchos ) se
ilierou de quintos à su Real Magestad las partidas que Se ballan en los libros Reales en la comarca
ile Quito, que son nìuchas y muy grandes. Y de esto se podrà inferir lo mucho que los vecinos
Lncomendcros de los Xivaros sacariau en aquel tiempo. El Tesoro espiritual y temperai ha mas de
70 auos que està escoudido, no en tierra incognita y apartada, sino à las puertas de casas yen
medio de nucstras poblaciones cristianas, comò hemos refendo y es cosa cierta. El dueno de todo
Ls su Real Magestad, y por haberse hecho merced de la reduccion y paciRcacion de aquellos pobres
[laturales ( que euganados de el demonio se alzaron ) al General Don Diego Vaca de la Cadeua y
1 su hijo Don Pedro, se han malogrado muchas almas (que se deben mucho llorar), y Unta riqueza
rumo se ha dejado de sacar de aquella tierra, que hubiera sido de mucho importe à la Real
[lorona, y sus aumentos, mas con nmclia facilìdad se pudiera hacer la dicha conqqista y reduce
^88 LAUREANO
cion, si su Beai Bfagestad mandare que se haga por sa cuenta, y à su costa, que mayorai diflei
tades venccran su gran podcr y fuerza, ayudado con la divina gracia, à quien sea la gloria de loi
• En el ano de nuestra Redencion de i6i7, en el mes de mayo, movidos del auiur da U
y puesta en él loda su confianza, salieron de la ciadad de Quito cuatro Religiosos, hijos de aneD
Padre San Francisco del Convento de San Diego de la diclia ciudad, para ir à aua provincia
Indios infleles Uamados Omaguas, que habitan en las islas del Rio de San Francisco del Quilo^
estan 300 Icguas abajo de su nacimiento, adonde el Hermano Fray Domingo Brieva habla eita
ya tres veces cuando lo discubrió y navegó. Salieron pues los cuatro Religiosos Uamados el Pm
Fray Laureano de la Cruz, Comisario, el Padre Fray Juan- de Quincoces, y los Herroanos Rray I
mingo Brieva y Fray Diego Ordofiez, à procurar la conversion y remedio de aqnellas pobres alm
que seguo tuvimos nolicia, debian de ser mucbos millarcs, por que decian ser aquella proTlnda
lus Omaguas de mas de 300 leguas de largo, y de tal suerte publada, que casi se velan las ■
poblaciones de las otras, no muy diflcultosa, al parecer, su reduccion por ser gente apaeible, politi
y la de mas razon y gobierno de todo nuestro gran rio, que tenian Caciques princlpales, à qui
estaban muy obedienles, y tenian romercio y cumunicaccion ron las naciones vecinas, y otr
casas, que nos obligarun à hacer de està nacion y provincia un muy elevado concepto. Y si el
fuese asi verdad por lo riue entendimos de las relacioncs, hubiera sido està la mejor entrada ^
se bubiera hecho en todo el Perù. Salimos con la benedicion de Dios y de el Reverendo Padi
Fray Juan de Durana, Comisario General de el Perù, vencidas ya muclias diOcultades y contnutt
ciones que para hacer està entrada se nos ofrccieron, por no haccrse con gente de guamieioa ooo
convenia para el efecto de nuestra pretension , y verdaderamenle que no se hiciera si no fuera pt
una cedula Real que su Magestad mando dcspachar à su Real Audicncia de Quito, ea qi
ultimamente mandaba que por todos los caminos y medios posiblos se procurase la reducdon
conversion de todos los habitadures de nuestro gran rio, por medio de la predicaccion del sant
Evangelio ; en vista de la cual los SeHorcs de la Audiencia dieron licencia y dcspacharoD sos prò
visiones para que se hiciesc la dicha entrada. I^ cédula Real cs la que sigue.
EL RBT
• Presidente y Oìdores de mi Audiencia Real de la ciudad do San Francisco en la Provinfu
de Quito, por cedula de 18 de setiembre del ano pasudu de l6U,os enviA à mandar miraseisqvi
personas habia en esa provincia que quisìesen encargarse do la paciflcacion y poblacion de las de
rio de las Amazonas, y que halucndo Iratado con eilus, biciesedes los asientos y capltulaciunes qn*
conviniesen, guardando en todo lo dispuesto por una carta y provision del Rey mi seiìor abaci»
(que santa gloria bava), su data en el Bosque de Segovia à 13 do julio de el ai!o pasadodel573
y las demas cedulas y provisiones Reales, que en razon de semejantes poblaciones estan dadas. ^
por otra mi cedula de 31 de dicicmbre del ano pasado del 16(2 os envié h mandar procediesedes ;
la esecucion y complimiento de la dicha mi ct'uiula con toda puntualidad y cuidado, disponiendoP
de forma (lue en la conversion de los naturales no se cmbarazasen ni encontrasen los Religioso
de San Francisco con los de la Compania de Jesus, sino que unos y otros pudiesen obrar en l
conversion y doctrina de los Indìos, que era lo que principalmente se habia de mirar por ambi
Koligiones, mostrandoci colo que tenian de el sor\icio de Dios y mio, y bien de aquellos naturile!
comò mas particularmonto se contiene en las dichas mis cédulas à quo me reflero. Y por que n
iutencion y voluntad cs que proccdan por los caminos y meilios que fueron posibles se consiga I
reduccion de los habitadores de aquella tìerra por medio de la prodicacion de ci santo Evangeli
para que dejen la gentilidad ydolatrica , que boy siguen ; y habiendose visto en mi Consejo Re.
do l:is Indias, y consultadome sobre elio, he acordado mandaros, y ordenaros, comò por la presenl
OS ordeno y mando, pongais particular cuidado en la paciUcacion , conversion y desrrubrimienl
del rio de las Amazonas y sus poblaciones, procurando so dispongan y apliquen à elio con particufa
celo de los dichos Religiosos de San Francisco y de la Compania de Jesus y los de Santo Domingi
San Augustin y la Merced, quo residen y tienen Convento en osa provincia, para que todos entre
cuando sea menoster à cultivar y estender la fé y predicar el santo Evangelio, y se ayudeo mo
à otros con tal fervor y conformidad que por t^ste medio se consiga la reducion de los naturale
liaciflcacion y poblacion de aquellas provincias, que asi conviene al servicio de Dios y mio, ypir.
que mejor se pueda conseguir lo refcrido , se ordena al Obispo de esa ciudad , que por sa pirt
LAIRKANO ^80
lo ayu<lo y fornente, para quc retiulteii los buuiiUvS efectos que deseo. Fecha cn Madrid ù 12 de abril
de l<(4-6 aSos • lo el Rey > Por mandado de ci Rcy naestro ScHor « Don Gabriel de Ocana y Alarcon. •
« Aanqae sabian por esperìencia los dichos Religosos, que la tal paciflcacion y reduccion no
86 habia de conseguir sin armas y gente que fuese conquistando y poblando las naciones de
loflelcs de nuestro rio de San Francisco, con todo eso se ofrecieron à hacer este viage, solo por la
baeasL disposicion, que segun los informos parecia tener la provincia de los Omaguas, pareciendoles
qae a-preDdiendo la lengua, acariciandolos y atraycndolos al conocimicnto de Dìos y obediencia
à su Bfagestad, con toda suavidad y amor; y ballando ser cierto lo quc decian las rclaciones,
reeooocida bien la tierra y las cosas de ella, visto su disposicion ser tan buena comò se bubia
eotendido, entablarse alli con los dichos Indios y avisar à su Magestad y à su Real Audiencia de
OuiCo* para que siendo servido, mandase enviar gente que poblase la dìcha provincia, y pedir por
mercecl que aquellos Indios Omaguas, habiendose ya convertido y hecbos cristianos y vasallos de su
Magestad, fusen de su Real corona, y no se encomcndasen à los pobladores (corno estan los del
Perù > para que con ellos ( por ser buenos canoeros è in«tlinados h. las armas ) y con los Espanolcs
soldados se fuesen conquistando y rcducicndo las dcmas naciones. Este fué nuestro intento y para eslo
tnbajsiinos lo que Dios sabe en déligenciar està ùltima entrada, corno consta por los autos quc se
hicieron en està razon, y se hallaran juntus con las tres Realcs cédulas dn su Magestad en el
Archivio de la Real Audiencia de Quito y en los oflcios de Don Juan Cornejo y Antonio Sanchez
Bfaldonado, escribanos de Càmara, con otros muchos autos que se hicieron por las otras entradas
qne los Beligiosos, hijos de nuestro Padre S.in Francisco de la Provincia de Quito han hecho, que
son las que hemos rcferido. Salimos finalmente de la dicha ciudad y Convento con muchas esperanzas
de muy baenos sucesos, muy bien proveidos de bastimentos y de vestuarios y otras cosas necesarias
para nuestro uso, de que nuestros bienhechores nos proveyeron con mucba caridad. Llevamos
asimismo ornamentos para celebrar, 6 imagencs para hacer Iglesìa, comò quien Iba muy de aisento
vii conformidad con los Informes, mas no tuvimos ventura, comò dìremos.
« Habiendo pasado la cordillera de Quito y Pàramos de los Quijos, llegamos à la ciudad de
Baeza, donde hallamos al Capitan Bemabé Hidalgo de Pinto, Teniente General de aquel partido, el
cual con mucho amor hizo que nos dicsen ci avio necesario para pasar à la ciudad de Archìdona,
que està de alli SO leguas, adonde habiendo llegado con bien, nos recibió y hospedó cn su casa
el LlccTìciado Pedro Ballejo, Cura de la dicha ciudad y nos hizo mucba caridad. Alli nos detuvimos
murhos dlas por estar los Indios que nos habian de llevar ocupados en la Demora, que asi llaman
al tieiupo en que se saca el oro. Por lo qué habiendo acabado y prevenido de todo lo necesario
de eatuas y gente para el viage, por ci Capitan Diego Diaz de Paz, vecino encomendcro de Archìdona
y de Avila y bienhechor nuestro; 61 en persona con su gente y todo lo domas, nos fuimos à
cmbarcar al.puerto de Napo que està de Archìdona un dia de camino. Ocupamos nos el tìempo
que esiuvimos esperando este avìo, en escrìblr y aprender parte de la lengna Omagua, con que
llevatnos muy buen princìpio y nos fué con csto no muy dificultoso el aprenderla. Embarcamonos
en el p^erto de Napo al 27 de sellembre del dicho afio y comenzamos à navcgar por nuestro gran
"'<> <ie San Francisco del Quito (siendo este su primcr pucrto navegable, por quo dcsde aqul à
sa ^acimienlo, que no bay muchas leguas, corre mucho y por cntre muchas pefìas ) , y à los dos
dia.<i <|jj jjQggti-a navegacion llegamos à la junta de el rio de la Coca, que està del puerto de donde
salinios 28 leguas. Habiendo ya pasado los rios de Archìdona, de Avila y Payansinos, que son los
^**® bemos dicho que salen de la provincia de los Quijos, todos por la vanda de el Norte, y es à
^ano izquierda caminando nuestro rio abajo. En este parage dicen que fabricó Orellana el
"^'K^ntin con que navegó por nuestro gran rio y fué à salir à la Margarita.
« tendo pnes prosìguicndo nuestro viage, à las i7 leguas de la unta de la Coca, bacìa la
\ana^ del Sur, que es à la mano derecha, caminando por nuestro rio abajo, pasamos ci Real de
Aneio^ adonde dijimos tuvo su asistencia el Capitan Juan de Palacios con su gente. Pocas leguas
™** abajo desemboca en el nuestro un rio, al parecer no muy grande, cn el cual dicen està una
pro"^ ÌDcla de Indios Omaguas, de cabezas chatas, de donde los vecinos de la ciudad de Archìdona
"^'^ ^cado algunos, de que se sirven. A his 18 leguas del Real de Ancte à la vanda del nuestro,
V^^boca el rio Aguarico y se junla con el grande nuestro, y de alli comienzan las primeras pro-
^*^^^as y naciones de Infleles que pueblan el gran Rio de San Francisco del Quito; por lavanda
* Maestro los Encabellados y Rumas que todo es uno; por la otra vanda, que es la del Sur, la
ilei
OS Abiglnas ; fenecc csla nacion y provincia en un rio, que se Rama Curaray, quc desemboca
10
Ì2W LAinEANO
y entra en ol nuestru por la propia valida de el Sur, y tendrà de ancho comò ud coaiIo de
En cste rio, dicen que hay mnchos Genti les y hay pcrsonas que han llegado à sas pobUctones
se Uaman Equitos. Estas suo las primeras poblaclunes de Infleles y mas cercanas il distrilo A^
(juito, y jurisdiccion de los Qnijos, de donde se ha de comenzar à hacer la conquista, si noestr^^j
Senor os servido que se liaya de hacer. Dilicultoso parece por set tierra de monliiìa, j por esta^f
la gente tan mal poblada y sin orden ni gobierno, mas con la ayuda de Naestro Sefior todo ^k#
hard bicn. A la vanda dei Sur 80 ieguas mas abajo del Curaray, deseml)0ca un grande rio en «?;
naestro de San Francisco que tendrà una legna de boca , liamanle los naturales Paramangnaso ,
«lue quierc decir Rio tirando. Estc es el MaraHon que baja de el Perù y por eso se llama nueslto
rio de Napo do Maranim, y despues que nuestros Frayles lo descubrieron y navagaron se llama de
San Francisco de el t^uito. Juntanse con el rio Maraiion el rio de los Xivaros, el de los Magna;
y otros antos de entrar en el nuestru. Entre estas Juntas de estos rios està una provincia de Infiefe
que se Uaman Aguanatios, y son tanibien Omaguas , de cabezas chazas. Seteota legoas mas abaJo
de estas juntas esrà la provincia de los t;)magnas, que tanto ciudado nos dieron y son Iob qse
ibamos à buscar.
• Corca de las dichas juntas, dia de Santa Teresa à quince de octubre, eDContramos din
oanoas con 50 Indios Omaguas do la pn»\incia que nisotros ibamos a buscar, que segun elloio««
dijoron ilKin à una provincia do Indios que se liamnn Icagnates (y son los Rumos y EueabeUidw
que dijìmos.) à matar y robar conio supimos lo tonian do costunibre. Algunos de ellos bayvroo
cuando vieron nueslras caiioas, y la niayor parto do ollos conociendo ser Espaiiules (que eli»
Uaman r<aripunas) osperaron y saltando todos en tierra en una playa kis saludamos y àbrami»
con muestrjis de amor, y ellos hicioron Io niismo con nosotros. Ilablamoslos con las lenguas qw
Uovabamos, y dijinioslos conio ibamos en bu<ca de ellos para que fuesemos amigos y enseSarlfs
las cosas de Dios y hacerlos cristianos para quo se salvasen, y que si gostaban nos quedariasM^
los Religiosos nuestros con ell(»s. Dijoron quo si y que se bolgaban mucho de elio. Persuadino»-
los à que dejasen aquel mal viago quo iban à hacor y que nos fuesemos juntos à sos eu»s^
Hìcieronlo a.si y Uamanilo à los quo se babian escondido v muy contentos nos fuimus todos JODtue^
por nnestro rio abajo. A los 19 do octubro, dia de San Pinlro de Alcantara, Uegamos à b«.
provincia de los Omaguns y a la isla primera de olla Uamada Piramola, y nosotros la Uamamos d^^-
San Podro do Alcantara por bab<T llo(j:ado à olla en su dia. Con mueslras de mucho gusto nu J~
rtv'ibioroii los dichos Indios y luogo nos hospodarnn on una de sus casas , que para eUo desocu ^-•
paron, y al Capitan hii'go hiaz do Pa/, y para su gonio dloron oira, y en olla y en nuestra com —
pania ostuxiorini Ics Espaiinlos no mas quo cuatro dias, en los cual^s los Omaguas nos regalaru^c -
a ttidos on lo (\\iii toiii.iii y oso cmi iiiuy buona vnliintad. Lovantamos un aliar y en ól ofn'Ciinos -^
ol Padro Felonio ol sanlo Sarrillrio do la Misa. Planlaiiios i-l arhol santo do la Cruz y en el nombi^^»-
do l»io< N'uostro Sofior tmnamos posrcion do aqnollas liorras pur nuostra Santa Madre Iglesia, ^t"
por nuostro catnlico Boy, y pur lodo diriios à Nnostm Sofior muchas gracias. Procuramos liieg<^
infnrniarnos do la pronto y dcmas onsas do la Provinola y no fuó posible sat>er c(»sa cierta pn ^
onloncfs, solamofito ontcndiinos do ollos quo la ^'onlo ora inuoha, la cual dejamos para su tìemiKF'^*'
roniitiondolii à la vista.
« La l^la do San Po<lro do Alcantara tondrà do larpro dos loguas y do ancho menos de meUuua-^
y asi ola oonio las ib-nias («pn* soran dr osto porlr > al^:unas mucho mayores) ««stan pobladas ik — '■
mny alla y o>posa arboloda. Ti-niaii sus oas.-o*, quo oran i8. on la orilla dol rio, hechas de madcfì»^
y rubìortas do palniiolias, (pio alla Uaman Pinagita, lodas iniosLis on liilora à mancra de GaleFU=^
cntolcladas con las pntas liaoia ol rio, tndas mny juntas las unas ci«n las otras, y cada una cok-
dos iMiorlas, una para ol rio y utra para ol innntc. Vjvian on rada una do estas casas dos, tre^
y cualro \ooinos, quo so Uaman hnlitis do lanzas, y sorian p(»r todos 80, y de mugercs v mucba-^
l'hos habia oonio 2.*iO. Do to<lo osto dinios a^is<l à nuostros Preiados y à la Real Audieocia dc^
Quito por ol Capitan Diojin Diaz do Paz , ol oual nos tenia promotido que vendria à visìlamo:^
ron su jronio una \o/, rada ano por los \oranos, y con osta conformiilad prometimtjs para la prì —
mora \oz quo nos \iniosr à \or, tonor \ista y lantoada la dicha provincia, para dar cuenta d^
todn. Pariió ol Capitan Diogo Diaz y su gonto para nuito, dojandonos un Indio Omagua crlstìaik^^
con su mugor para intorproios, y nosotros cpiodamos solos y mny consolados en nuestro Sefior
por vernos ya conio dosoabamos, si bion con alguna pena, de que lo que viamos no conformabacoB
lis rolacionos, mas encomomlamoslo à Dios, y romitìmoslo àia vista y esperìencla. Aquella misnos
LAUREANO 2t)I
noche despues que el Capilau y denias gente se habinn ido, se nos huyeron el Indio y su muger,
qne habian quedado en nuestra compafiia, para Interpretes de la lengua, con que quedamos de el
todo puestos en las manos de Dios. Fuimos prosiguiendo con nuestra obra y aprovechonos mucho
lo qae ya Iraiamos aprendido y escrito de la lengua, y con ese principio y buona dlligencìa fui-
mos a prisa aprendiendula, y obrando aquello à que habianìos ido, y lo que tanto Irabajo nos costaba.
A los cuatro meses poco mas qUe asistimos juntos en esle puebtecillo y con osta gente, que nos acudió
muy bien, di orden de Ir à reconocer algunos de los pueblos mas cercanos à esle , y habiendolo con-
snltado con nucslros companeros, dejandolos encargados à los Indios que quedaron, con 30 de cllos,
qoe me acompanaron en sus canoas y en una que nos dejó el Capitan, hicimos està prim era salida.
• Salimos de San Fedro de Alcantara, llevando en mi compania un Donadito Indio de Quito,
por mi intèrprete y compafSero, dejando otro alla con los companeros, y caminando por nuestro
Rio de San Francisco de el Quito bacia abajo, llegamos en el mismo dia A un pueblo pequeno de
li easas Uamado Sacayey en otra isla semejante à la primera, que tendria 30 Indios y ma^ sus
mngeres y muchacbos, que no eran muchos. Estaba està isla de la otra ocho leguas, recibieronnos
bien sus moradores y acudièronnos con el sustento que ellos tienen, comò son yucas, maiz y las
otras frutas ordenarias de la tierra y mucho pcscado de que abundan todos aquellos rios. Dormi mos
aUi una noche y el dia siguiente seguimos adelante y llegamos à otro pueblo llamado Mayti con
solas ocho casas en una isla mas grande que las primeras, 9 leguas de el otro pueblo de Sacayey;
paramos sin llegar a ól y a cuatro leguas andadas llegamos à una isla tambien grande con un
pueblo de !6 casas llamado Caraùto, que tendria 40 vecinos y mas sus mugeres y muchachos que
por todos llegarian à 120 almas. Aqui me recibieron muy bien y regalaron con lo que pudieron,
y yo les correspondia à estos comò à los demas con avalorios, cascabeles, anzuelos y otras muchas
meondencias semejantes que ellos estiman mucho. En este lugarrito pequeno estuvimos tres dias
y al cabo de ellos volvimos atràs al pueblo de Mayti que habiamos pasado sin estar en él; llegamos,
y SQS vecinos , que serian 20, nos recibieron muy alegres y acudieron corno los demas. Aqui
dormimos por la noche y en ella fuè Nuestro Senor servido consolarnos con un nino que hallamos
va casi para espirar, que bautìzado se fué al cielo, y fué este el primero de los que bantizamos
en aquella provincia, que no fueron pocos gracias à Dios. Salimos de este pueblecito y llegamos
al otro donde hicimos noche y al otro dia fuimos d dormir à San Fedro de Alcantara, adonde
hallamos d nuestros compafSeros alegres en Nuestro Sefior, y yo me holgué mucho de hallarlos
baenos. Dilos cuenta de lo que pasaba y no dejó de aguarsenos el gusto con lo que ibamos viendo,
tao diferente de lo que teniamos en tendi do segun los informes.
t Dentro de pocos dias Ilegó adonde cstabamos una canoa con siete Indios del pueblo de
Garante, donde ya habia estado yo, que venian à buscarnos para llevarme d su lugarcillo, diciendo
que gustaban de nuestra compania y para que le pusieramos una Cruz, comò habiamos becho en
San Fedro de Alcdntara. Fuime de buena gana con ellos, llevando con migo al Donadito mi com-
panero, dejando d los demas comò la otra vez, ocupados en aprender la lengua y en conservar y
aumentar la amistad de los Indios y cuidando de los Senos ({ue morian para bautizarlos, que
estos ftieron los cjercicios en que nos ocupamos el tiempo que estuvimos en aquella provincia,
ultra de los de obligacion y devocion, que es lo primero. Llegamos al pueblo de CaraAte, adonde
ibamos, y donde estuvimos dias que dijimos. Fusimos la santa Cruz y todos la adoraron y besaron,
de la suerle que yo los enseiìé, con que se consolaron. De aqui pasamos d otro pueblo que estaria
de este ocho leguas, en otra isla muy grande y tenia 22 casas y en ellas cosa de 50 Indios con
mas chusma. De este pasamos a otro que estaba 10 leguas mas abajo con 9 casas y en ellas corno
16 personas entre grandes y pequenos muy afligidos porque se les habian muerto los demas
(annque algunos huyeron) de una gran peste de viruelas que les habia dado d todos, de que
ya ellos estaban convalecientes. Dieronme por nuevas que loda la provincia de alli para abajo
estaba apestada y que se habia muerto mucha gente. Con esto nos volvimos atras al lugarcito de
Caraùte , a donde ya d esle tiempo se iba anegando toda la tierra con las avenidas y de sus allegados,
qne esto sucede en aquellas islas casi todos los anos. Hicieron los Indios dentro de sus mismas
casas unos tablados de madera que ellos llaman luzas y encima de ellos estubimos tres meses,
ijue fueron los de abrii, mayo y junio con mas de seis palmos de agua debajo. Entraban y salian
las canoas dentre de las casas, y de noche quedaban debajo de los tablados. Iban en ellas los
Indios por el monte adentro a buscar frutas de palmas y de otros arboles, y pescado para corner,
porque los mantenimientos quo teinan sembrados, casi todos se perdicron.
392 LALIIKAXO
« Eli este tiempo cstaodo corno estabamos anegados una ooche cou un grande viento , agua y
trueuos, ({uc vino de el rio abajo para arriba, Uegó d nuestro pueblo de Caraùte la peste rio ab^u,
y ei dia siguientc ainanccierun heridos de ella un inozuclo, y una India vieja, en casas difemiiet,
y de ostos se fué cundiendo y pegando en los deinas, de tal suerte que cn poco mas de ud mes^
no quedó en todo el lugaroito persona grande ni pequcna que no cayese miserablemeote, basta eft
iKjuadito mi cuuipaiìero no se escapó de este trabajo. Solo à mi Dios fué servido que no toease^
andando corno audube eutre aquellos miserables apestados de enfermedad tan peg^josa y tasi
asquerosa que sulo el ver el miserable estado de los tales enfermos, y su mal olor, bastaba para.
mutar. Otro trabiijo se nos allegò à estos (aunque no durò niucho), y fué que cubrìendose loda la
tierra de muy espesa nehlina , que venia de bacia el Mar , y caminaba para las cordilleras , con
un recisimo aire, y aj^ua menuda quu los Indios llamun Jocamari, y quicre decir tiempo frio,
y Io cspcrimenlan dos o Ires ve:es cada ai:o, y cada vez dos, trcs, y cuatro dias sin verse el Sol, ni
aun casi luz. Temporal fué aqueste tan frio que no liabia ropa con que repararlo y que nos obligù
à calentar el agua [tara poderla LH.'ber. Y aquellos miserables heridos de la peste, y todos Ilagadu
echados sobre aifuellos lablados, ilesnudos sin ningun genero de reparos ni socorro Icmpunl, sioo
era un poco de lumbre, y no todos la alcanzaron, pasaronlo tan dedichadameute que mndios
murieron. Los aullida<i que los enfermos daban, y los Uautos (|ue se hacian por los muertos,cn&
tales que se me representa ban las penas que sus almas va padecian do los unos que csperabao
à los otros. No tenian aipiellds miserables medicina cun que curarse, mas que con unas cortczu de
arboles y hojas de ulros, que cocidas se lavabjin con el agua, mas casi no les fué do provecfao. Loi
cuerpos de los muertos llevaban con un lazu arrastrando, y ecbal>;inlos en medio de ci rio. Ylos
(]ue escaparou de la muerte, quedaron tales que en mucho tiempo no fueron de provccho pan
nada. Sea Nuestro Seiìor bendilo por todo.
« Pasados ciuco meses que estubimos ac este pueblecito , y pasada la inuodacìon que duù
3 meses, y la peste que durò casi otro tanto , y el frio, que durò cerca de 4 dias habiendo moertu
la terza parte de aquella desventurada gente, y comalecido la demas y nuestro Donadltoja
sano, nos volvimos à donde estatian nuestros companeros bario cuidadosos de nosolros. Hallifflos-
los buenos y todo el lugarcillo sano, y libre de la iK'sle, siendo solu este ci que se libro de ella
en lodala provincia. Acabatlns va los K'feridos trabajos, quise volver à caminar y descubir lu n-
stante de la provincia, [torque nos decian Kis Indins (]uu abajo estaba lo grueso de la gente, ynu
pude porque enfennaron dos compailerus, y no me atre\i à dejarlos. Quando à cabo de 17 mcscs
de nueslra lle^ada à eslo.s oiuaguas, à los li de marzo del 1(H9 lliegò el Capii, n Diego Diaz de
Paz con su pente, y canoas, y cmi un Ueligiosu que ei Ue\ «Tendo Patire Fray Fernando deCozar,
l'rovincìal, nus en\ió dm nin\ t»U(ii soccorro y una patente en que nos mandalia que si se bacia
frulo en ai]uelia!> lierras , o liahia e>perauza «le bacerse , perseverasenios en elias, y que sino que
nos xohiesanios à iiuotra l'ri>\ini'ìa. l.o quo hicimos fué einiarlus dos eoin|iaiìeros enfermos, qne
eràn lo^ Uerniaiioh Fray hoiningo brie\a, y Fr. l»ii-^o iJrdofji.'/. à Quiio, quedandose en nueslra cum-
pania el llennano (jue nos Irajo el socorro, Ihmiado Fray Francisco (ìonzalez. Y escribimos al Reve-
rendo Padre Provincia! lo poco que basta entonees haliianios \isloy ({ue nos quedabamos para ver
io deinaN, ([ui; nos decian era Fnucbo, y que cn haltjendolo \i>to, Iratadt), y considenido, à oln^
viaje que xiniese à vernos el Capitan l)ieg«i l>ia/, reviheriainos lo cpte se babia de hacer, de tal
suerle que si fuese <'o>a de imjiorlaneia etimo nos h.ibian <liclio, nos quedariamos y enviarìamus
à ]Kdir ayuda. y sino fuese asi, nos vol\«Tiainos à nnrslros Con\enlos, y con esto despacbamos al
(wipilan, conìpafuTos, y demas ;;enle, que estubienm con nosolros solos tres dias.
• Pocos di.is despues de ido el Capitan y denia.s coni|).tnia, dejando en nuestro pueblecito de
San Pedrtj de Alcantara los co[nparn'n»> qui* eràn e| Padre Juan Quincoces, el llermanu Fny
Franeesco Conzalez, y un houailo liaciendo «!«' su jìarte lo «pie era eoino siempre, yo y el otn»
lUuiadito ini coniiiafiero bajanios pur nuestro Hio de San Francisct» en nuestra canoa y con Indiu»
lìastantes, ron animo de \er y reeonocer toda la pro\incia,> bal)iendo caminado iO leguas dfjamo»
los Indios i|ue llexabanios, ])or c]ue tcinientn los matasen lii> propios de su naciou (que tateS5C&
ipie no se tlan los unos de l'>s olros ), y con otros, qu»' fio> «{uisieron acompanar caminamos noesin)
rio aliajo olras 60 leguas, rei*onoeiendo los puel)Ios que il>amos encontrando ( que eràn poCOS, y
com(» los demas), basta que llegauios al paraje «loinle di-semboca y entra en el nuestro ei n«
Pulumayo, que fué el primero «pie nuestros Heligiosos navegaron y por donde el Hcrmano Fr. Pedw
Pecador bajó dcsdc los Zenos, y saliò à està provincia de los Omagua^. Uc este paraje y de u
LAUREANO 393
lugarcito que està cerca de él de 45 casas y poco mas de 30 Jndios, no pasamos, ni fué posible,
rorque los Indios de él, especialmente uno liamado Mayrcatizi, grande hechicero, no nos dejaron
pasar, diciendo que los Indios dcmas abajo nos liabian de malar, con lo cual Irate de informarme
de lo restante de està provincia, y halle segun el informe que nos hicieron, y lo que yo tenia visto,
qne no teniamos nada, y que nos habìamos enganado. Pues en 200 leguas que lienen de largo los
Omaguas con 34 pueblos pequefìos no hallamos 10 Indios cabales, fuera de sus mujercs y mucliachos
que no son muchos ni lo pueden ser por lo que addante dirémos. Aqui pregunlamos por el Her-
mano Fray Fedro Pecador y supimos corno habia llegado à està provincia y de ella pasado ù otra que
està 50 leguas mas abajo y se Uama de los Aysuaccs, con un mozo por companero que seria el
Donado que sacó de Quito. AIH me dijeron que estubieron mucho ticrapo, y que quedandesc el
mozo, liamado Pascual, acomodado con una India inttel, se fué por nuestro rio abajo el Ilermano
Fr. Fedro Pecador solo en busca de los Portugucses (que los Indios llaman Carayguas), quedandose
allf el miserable Pascual hecho Indio y peor.
« Volvimos otra vcz por nucslro Rio de San Francisco arriba, y llegamos con bien à San Pedro
de Alcantara à donde hallamos à nueslros conipaneros, y habicndolcs rcferido toto lo que hemos diche,
y considerado de espacio à aquella provincia tan larga, y de fan poca gente y tan apartados los unos
de los otros, sin policia, razon, ni gobierno, sin principales Caziques, ni obediencia à nadie, y quo
su comercìo con los vecinos era matarse, y caulivarse unos a otros corno lo vimos todo y eperi-
mentamos bastantemente. Las islas donde habitan anegadizas, mucho calor é inflnidad de mosquitos,
y otras cosas con que se hacen las tales islas inhabilables à lo menos para Espanoles. Con resolucion
nos determinanos volvemos d miestra provincia, pues no tubìmos mas ventaja. Aguardabamos
para el verano que ya se acercabaà nuestro Capitan Diego Diaz, comò nos lo habia prometido, ya
dispnestos para imos. Para lo cual rescatamos cinco muchachos de los que tenien los Omaguas
cautivos, que no hallamos mas para llevarlos a Quito, con algunos bordones, y pajaros, que los
hay por alli muy buenos, mas no vino el Capitan, aunque paso el verano y tiempo en que habia
de venir. Pareciendonos pues, que el no haber venido à buscamos seria por no haber podido mas ,
y que vendria por el ano siguiente, encomendamoslo al Seiìor, y esperamos, ocupandonos esle
tiempo en los acostumbrados cjercicios , especialmente en cuidar de los enfermos. Contare para
mayor gloria de Dios , un caso adroirable y estrano que me atrevo à decir que no ha sucedido
en el mnndo otro semejante. Cerca de la casa de nuestra morada parió una India un nino, el
cual acabado de nacer, dio tan grandes grltos que me obligó enviar los companeros à verlo. Fueron
luego, y cuando llegaron lo habian ya sus mismos padres enlerrado vivo en un montecillo cerca
de su casa; asi que yo lo entendi fui alia con los muchachos y un companero, y buscando en la
parte donde le habian enterrado, quiso Dios ({ue lo hallamos al cabo de un largo cnarlo de bora
que tardariamos buscarlo. Desenterramoslo dando ya las ultimas boqueadas y bauticélo. Hecho esto,
comenzó Juan, que asi le pusimos por nombre , à volver en si y tomar alientos. Hice traer un
cantaro de agua, lavamoslo, y cortamosle la vid, que aun estaba con sus pares; envolvimoslo en
unos panos, llevamoslo à nuestra casa, y fué Nuestro Senor servido que viviese ocho dias. Susten-
tamoslo con teche de otras Indias (que su madre nunca mas lo vió), al cabo de elio se lo llevó Dios
para si, y nosotros le dimos mnchas gracias. Con la esperiencia de el caso refendo, creimos ser
cierto lo que ya nos habian dicho algunas veces los mismos Omaguas, que enterraban vivos à sus
hijos acabados de nacer, ó porque queriendo los padres hijo varon , nacia hembra , ó porque nacia
uno estando la madre criando otro, y de està suerte habian enterrado muchos, y supimos que la
madre de nuestro nino habia enterrado ya otros dos, y de otras madres de à uno, de à dos y à
trés. Reprendimosle este maleficio, y nos respondieron, que siempre lo hacìan asI, y que era entre
ellos antigua costumbre.
« De lo dicho se podrà inferir la policia, razon, y buen gobierno de los Omaguas, y que no
pueden ser muchos, por las razones ya dichas de matarse unos à otros, de enterrar vivos à los
hijos acabados de nacer, y fuera de los que mueren de enfermedades (que ellos no quieren creer
sino que los hechiceros los matan) mueren tambien despedazados de tigres, mordidos de viboras,
y comidos de caimanes, que todo esto vlmos y entendimos en el tiempo que estubimos con ellos
que fueron tres anos cabales. La ropa que visten los Omaguas son los varones unas camisetas
de algodon pintadas que les llegan à la rodilla, y sin manga, y estas no les sirven lo mas del
afio, por que sin ellas andan mas desembarazados. Las mujeres se rnvuelven en unas mantillas de
algodon tan cortas y angostas que les honestan muy poco. El modo que tienen en aplastarse las
29.Ì LAUREANO
cabezas es el siguiente. Toman la criatura de pocos dias nacida, y cinenle la cabeu por la parie .
del ccrebro con una faja de algodón ancha, y por la frenle con una planchuela que baeen de
canas bravas, quo les cogc desdt^ los ojos hasta ci cabcllo muy bien apretada, y de està maneia
lo quo la cabeza habia de crecer en redonda, crecc para arriba y queda larga, chata, y nany da-
propurcionada. Sustentanse los Omaguas de los mantcnimientus ordinarioi de la tierra, de qneya
hemos dicho. El ano que no se anega la tierra es muy ferlìl, mas el que se anega muy esterìL
El pescado de estos rios es mucho y bueno, y hay muchas tortugas, que es muy baen sosleoto,
y tambien es buen sustento el peje bucy, que es tan grande cada uno corno un becerro, y tiene la
cabeza de la mìsma hechura, paci'n yerba en las orillas de los rios, su carne es conio de vaca, y
de mucha sustanciu. El modo de pescar, y de cazar aves y animales de aquellos montes, la naturaleu
y necesidad ha ensenado à sus habitadores. Lo ordinario son flechas, harpones, cerbatanas y lazos
({ue ellos hacen à su modo. Un genero de ganado de cerda hay en todas aquellas tieiras que
tiene el ombligo en el lomo, y cuando los malan es necesario cortarseles luego, perque sioo toma al
olor la carne que es muy sana y buena. Tambien hay unos animales que llamamos Dantas tan graodes
comò terneras, y casi de la misma hechura, que sirve su carne de sustenlo y los cueros para rodelas,
y hacen de ellos los Indios con que se reparan cuando pelean. De estos generos y otros mas , que hay
en aquellas montanas, gozan mucho los Indios que estàn poblados en la tierra firme à donde el
tempie es mejor, y donde no hay mosquitos, y son menos lasplagas que en las islas de nnestroi
Omaguas. Finalmente la tierra firme es habitable, y las islas no, està promete provechos, y de aqnelltt
no se sigue ninguno, y si los Omaguas han de tener remedio, ha de ser mudandolos à la tierra firme
« En las dichas islas, y con todas las incomodidades que hemos refendo, pasamos tres a&os,
y nos conservò Nuestro Sciior con los miserables Omaguas en buena paz y amistad. Comiamos de
lo que ellos comlan , y nos daban de buena gana, que nunca nos faltó, y beblamos de los vinos
que ellos hacian à mas no poder , por no ser nada limpios. Para reparo de los mosquitos osamos
para dormir de unos toldos de licnzo, de que tambien ellos usan, aunque de diferente materia,
porque los hacen de los desechos de las mantas y camisas de que se visten. Y estus toldos tambiea
servian para reparo de unas avecillas nocturnas, que nosotros llamamos M urcielagos , y ellos
Aneras, que muerden à la gente estando durmiendo, y les chupan la sangre sin sentirlo. Para k»
mosquitos que molestan de dia, y tambien para el c^lor, usamos de unos abanlcos de plumas qoe
ellos nos daban, y de que tambien usaban, aunque no siempre sino en el tiempo de sns flestis
que son las borracheras, de que usan mucho, y muy desatinadamente, por que hacen unos convites
para solo bebcr vinos hechos de aquellos raices que comen, y de maiz, y de patatas en tanti
cantidad que tienen que beber en cada (lesta dos, tres y cuatro dias, hombres y mujeres sin fallar
ninguno, y un convìte hccho y acabado por un vecino, se dispone luego otro por otro vecino, y
de està suertc la mayor parte del alio gastan en eslas solemnidades (menos aquellos tienipos en
que se inundan sus islas). Son las tales borracheras el origen de lodos los males de aquellos des-
dicliadus, porque en etlas se hacen todas las consultas, y se decretan las muertes, cantiverìos y
nialdades que han de hacer y de hecho hacen. En esios tiempos y ocasiones no cstabamos nosotros
seguros, si Dios no nos guardara ; ponfuc aunque los Omaguas no estando embriagados, es geote
apacible, en estandolo, se ponen tales que no conocen à nadie, y no estan seguros padrcs ni madres,
hijos ni parientes.'
« Llegado ya el ultimo verano en que esperabamos socorro de Quito, y que vinieran ì
buscarnos, aguardo por horas, se pasé casi todo, con que comenzamos à perder las esperanzss,
y los Indios à maquiuar sobre nuestras vidas, corno veian que los Espanoles no venian (que es lo qoe
ellos mas temen por losarcabuces). Delerminamos hacer una canoa buena para irnos si pndiesemos
por nueslro rio arriba à nue.stra provincia de Quito, y sino bajarnos por él abajo à buscar camiao
por la provincia de Caracas, ciue està no muchas leguas por donde desemboca en el Mar. Hicimos
la canoa de un arbol (jue tenia do grueso 19 palmos, y mas de 100 de largo, y no era éste de los
mayores. Los mismos Indios nos la ayudaron à hacer no sabiendo ellos para lo que era. SalìOQOi
muy buena y tenia de largo 64 palmos y de ancho 5. Acabada la canoa y pasado ya el venao
y tiempo en »iue esperabamos el socorro que no vino, dia de Santa Teresa por la noche, que e»
à i5 de octubre de 1650, dejando la casa comò se estaba, con todas las cosas de nueslro uso,
encomendada à unos viejos que nos querian bien, à quien llamabanios Abuelo.s, dijendo que ibamof
à buscar tortugas à las playas, nos embarcamos los tres compaueros Religiosos, los dos OonadiU»»
y los ciuco muchachos rescatados con un poco bastimento que ocultamente babiamos hecho. Y ooft
LAUREANO 295
la bendiciOD de Dios no pudienrlo navcgar por uuestro gran rio arriba por su mucha corhente
y nuesiras pocas fuerzas, nos dcjamos ir rio abajo con mucha suavidad procurando con el ayuda y
favor de Dios guardar nuestras vidas para mejor servirlo. Dejamos una carta escrita y fijada en
parte donde si venian los Espanoles la pudiesen ver, en la cual dabamos cuenta de nuestra
derrata, y de las causas que nos obligaron à desam parar aqucUa nacion que son las ({ue ya en
toda claridad tengo referidas.
« Ibamos en amor de Dios haciendo nuestro viajc, posando sin detenernos en los pucblus de
los Omaguas donde ya eramos conocidos, y ellos nos proveian del mantenimiento necesario, de tal
suerte , que con lo que nos daban , y nos otros Ucvabamos lo pasamos bien. Pasada yo la mitad
de està provincia, que esUi entre otras, que pueblan la tierra llrmc, comò són a la vanda del Sur
los Mayuzunas y Guaraycos, y à la del Norie los Jaunas, llegamos ù donde desamboca el rio Putu-
mayo, uno de los grandes que entran en nuestro Rio de San Francisco, y los Indios llaman Iza. No
pudimos ver su boca por impedirlo algunas islas que estan delante , ni menos pudimos ver un
paramo y sierras nevadas que los Omaguas nos dijeron estaban bacia la banda de el Sur, poro uiuy
apartadas del rio por estar cuando pasamos lodo aquello culiierto de nieblas. Cincuenta leguus
mas abajo del Putiimayo vimos un rio que descmboca en el nuestro, bacia la banda del Sur, que
me parece tendria de ancho un cuarto de legua, no tubimos à quien preguntar, y asi pasamos de
largo. El dia de antes que pasamos eslc rio, quo despues supiinos que se liamaba Jutac, nos salió
al encuentro una canoa con dos Indios Omaguas, el uno de ellos mi conocido, y el que con otros
antes, me habia dado nuevas del Hermano Fray Pedro Pecador. Hìce que Uegasen à nuestra canoa,
y hablando con él, me dijó, que los Indios Omaguas de los ultimos pueblos habian muerto al
miserable Pascual (de quein dijimos), y un hijo suyo que estaba en uno de ellos me darla' razon
mejor de todo. Diome el nombre de su hijo y unos platanos y yo le di unos abalorios, y despi-
diendonos se fué a un pueblo que estaba alli cerca, y nos otros pasamos adeUnte laslimados de
la muerte de aquel pobrecillo PascuaL
• Llegamos en breve à los ultimos pueblos de la provincia de los Omaguas y hallamos al
Indio hijo del que encontramas, y de el supimos, que habian muerto à Pascual en una borrachera
sobre quitarle algunos traslillos con que habia veindo, à restar por ventaja algunas mantas para
vestirse. Tambien nos dijeron que los Portugueses andaban cerca de alli en nuestro rio buscando
oro. Aqui nos proveyeron de mucho bastimento con que pasamos addante. A las 34 leguas de los
ultimos Omaguas vimos un rio al parecer no muy grande, Uamado Jurva, que entra en el nuestro
por la banda de el Sur. A està misma banda 28 leguas mas abajo deeste rio Jurva, comienza la
provincia de los Aysuaris, à donde nuestro Hermano Fray Pedro Pecador estubo. Antes de llegar a las
casas, que estan sobre grandes barrancos, encontramos algunos de sus moradores en canoas que
usan, unos a buscar tortugas, y otros à sus sementeras, que tienan en islas, y de ellos supimos,
corno el Hermano Pecador habia estado con ellos mucho tiempo, y que ya se habia ido nuestro
rio abajo a los Portugueses y que los Indios de su nacion lo habian ido llevando de unos pue-
blos en otros. Con esto pasamos adelante, y tomamos puerto en dos parajes de està nacion que
cada uno tenia dos casas, à las cuales subimos a buscar mantenimiento, y hallamos poco por que
DOS dijeron, que los Portugueses y su gente les habian acabado los tenian, y que ya iban de vuelta
por nuestro rio abajo. Està provincia tendrà 80 leguas de largo, sus casas son de mardera ypaja,
todas cerradas con sola una puerta y esa muy pequena, y tapada por los mosquitos. Vanse con-
tinuando estas rancherias por las orillas de nuestro rio , apartadas unas de otras comò media
legua, à una, y a mas. La gente està toda desnuda asi hombres corno mujcres, hacen oUas y canta ros y
cuyas en que beben de unos calabazos que ellos crian» y estos generos truecan estos Aysuaris por
otros de que ellos necesitan con sus vecinos. Toda està tierra es de arboleda aunque al parecer no
muy espesa.
« Casi al fin de la dlcha provincia, y à la misma banda desemboca en nuestro rio, otro do
muy grande al paracer, llamado . . . , en este, y en los que hemos dicho e iremos diciendo,
bay Doticias de nuevas naciones de Gentiles, pero comò no entramos ni navegamos por ellos, no
los vimos. A la banda del Norte pasamos otro rio que entra en el nuestro pocas leguas mas abajo
de el de Tapi que dejamos à la otra banda, y en su boca hallamos un pueblo que tendria 40
casas, llamase el Rio Aragatuva y sus habitadores Jaguanais. Aqui nos dieron un poco de basti-
mento, y aqui se nos acabó la lengua, y no se pudò de aqui adelante hablar à los Indios ni enten-
derlof. Pocas leguas mas abajo comienza bacia la banda del Sur y se va continuando por la una
396 LAUREANO
y otra banda de nuestro rio la provincia que llaman do Joriman , que tiene de largo 60 Uflsus,
llegamas à Ics primeros pneblos que serian de à 30, y de à 3V casas cada uno, y ras habltadoret
todos desnudos. Venian à vernos cargados de armas, que son unas flechas que tiran con sola «na
mano, y con un istrumento que llaman Pallcta, de manderà; no Uegamos à sos casas por qoe eiL
su proceder echamos de ver su mala intencion y asi procuramos pasar de noche por sos pobla— -
ciones, aunque ci ultimo dia que los pasamos fut^ menester para libramos de ellos nneslro SfBn^
nos enviase un temporal de viento por la popa tan fuerte que en poco ticmpo, con una velaqp^
armamos de una mata, nos vimos libre.s de muchas canoas de Indios que nos iban cereando, d^
que dimos muchas gracias à Dìos. Pasada està provincia de los Jorimanes, que es la demas gnt^
y mas atrevida, que vimos, caminamos 70 leguas por nuestro rio , sin ver gente^ ni pneblos, slD-««
arbolcdas, islas, y dos boras de rios que entraban en el nuestro por la una banda, y por la otra..^
• Habiendo pasado todo lo dicho, Uegamos al rio Negro que desemboca en el Doestro por ^
banda del Norte, pusieronle este nombre nuestros Religiosos la primera vcz que aqui Hegaron,
scr sus aguas al parveer muy negras, y causòlo su mucho fondo, y ser muy claro. Tendrà de
en su boca una legna, y el nuestro de San Francisco algo menos, aunque entra aqui todo el jan^^
pero muy hondo. Este sitio de estas juntas es para muy ver, porque cerca de sus orlUas (doacft«
bay muchas piedras, cosa que no bay en todo el nuestro, sino es en su principio) tiene alguma^
sierras no muy altas, y de la una, y otra banda, muchas y muy altas palmas, y muy graeso* j
bermosos arboles, y lo que mas es, ver estos dos grandes rios juntarse el uno con el otro, y asf
juntos baccr su curso y camino lado à lado a]gun<is legua<;, distinguiendose las unas aguas de lai
otras sin revolversc, ocupando cada uno de ellos una legna, y los dos juntos, dos de anchan.
Despues de haber visto todo esto en que gastamos un buen rato, nos roetimos en noestra canoi
en medio de los dos rios, y asi comenzamos à navegar, cuando à poco camino andado descubrinoi .
li canoas de Indios infleles, que desembocaban por el rio Negro, y parecia que nos seguian. IHódob
mucho cuidado, por que teniamos noticias que los tales Indios eran muy Caribcs, y que ussbude
flechas envencnadas y las tiraban con unos grandes arcos que alcanzaban mucho con ellas. Mas Nue-
stro Senor, à quien mucho debemos , fui> servido que ellos se divirtiesen por alla , y nosostros en
poco tiempo los perdie.«iemos de vista. A las 40 leguas mas abajo do el rio Negro, pasamos, avD-
que apartados por la boca de un grande rio, (lue por la banda de el Sur desemboca en el nuestro,
al cual pusieron por nombre Rio de la Madera , por la mucha que trala cuando nuestros Religioni
pasaron por él, vesto sucede de ordinario con los demas rios en tiempo de inviemo, por qoewB
las grandes avcnidas de las cordilleras, se derrumtmn muchos pedazas de tierra de sus orillas,
con lus arboles que en si lienen , y con algunos otros que se habian caldo , bajan por los noi
abajo, basta parar en las islas o en el Mar. EsIm lo vimos en el tiempo que estubimos eo lui
Omaguas, y vimos que s^ilian lus Indios al encuentro, en conociendo que eran cedros, y echandolrt
un lazo los arrimalmn à tierra , y pasado el timipo de las crecientes labraban de ellos canoas
con hachas de piedra, y otros inslrumentus herlios de conrhas de lorlugas, y huesos de animales.
• Veinle y odio leguas de el rio de la Madera està una provincia que llaman de los Topi*
nambaranes, à la banda del Sur, en un brazo de nuestro rio, que ai)artandosc de su cuerpo pfin-
cipal se entra por la tierra tlrnie adenlro , y vuelve à salir y juntarse otra vez con él à las 60
leguas mini abajo, en cuya boca eslii el ultimo de los pueblos de los dichos Tupinambaranes. A
esle Uegamos G dias despues que pasamos el rio Negro, sin ver en todo aquel camioo gente
ninguna. Y lo que siento de estos que parer<^n despoblados es, que las naciones , que babitan eo
tan dìlat^ulas tierras (de que bay muchas noticias) estan apartadas de los rios, o por las
inundaciones , o por los mos(iuitos, conio lo eslan en el principio de nuestro gran rio. Eo eslc
medio camino se nos murió uno de los mucliachos que babiamos ri«catido, hautizamo6le,ypQSÌ-
mosle por iKtmbre Ventura, y enterramosle en una isla de las muchas que bay por aUi despobladas.
Llegamos al dicho pueblo de Tupinamtiaranes à los 10 dias de el mese de noviembre del dicho
ano. Despues de iC dias que salimos de la isla de San Pedn» de Alcantara de los Omaguas, bibieiKlo
en ellos caniinando mas de 600 leguas liallamos aqui un hombre bianco, y bermejo en trage de
Espanol. llolgamonos mucho de vcrlo, y niur|i<» mas una Cruz que estaba junto à las casas. Q
hombre se espant»'» de v».'rnos , de tal suerte, que aun no acertal)a a hablarnos . Preguntamosle si
era crisUano, y respi>ndionos que si, y que se llamaba Francisco. En la lengua conocimos qoeen
Portugues, y ayudónos à saltar en tierra, y habiendonos saludado, nos dijo que aquel pueblo eri
de Indios crisUanos y que ci habia venidu à buscar unos Indios liuidos de otro pueblo» qoe estabi
LAUREANO 397
de alli 36 leguais, à doude eslabao una Iropa de Portugueses quo andabao rescalando Indtos cautivos,
y qae ya estaba para volverse y nos irìamos juntos. Adoramos la santa Cruz, y dando à Dios
muchas gracias nos fuunos muy consolados à las casas.
« Salionos à recibir un Indio de buena presencia, con un baston en la mano, insignia qua
traen en aquellas provincias los Indios principales, qne en el Perù se llaman Caziques; llamabase
éste Jaguaramiri , que quiere decir Leon pequeno , y él , y los que le acompafiaban , hombres y
mujeres, todos desnudos, y segun entendimos no tenian de cristianos mas que el serio y los
nombres. Saludónos por medio del soldado Portugués, y nosotros hicimos lo mismo, y le dimos
coenta de nuestro viaje. Holgòse mucho , é hizo que nos diesen mucho casabe , pescado, tortugas,
pinas, y vino de los que ellos bebian. Dimosles algunas medallas y abalorios que nos habian
quedado. En este lugar que tendria 80 casas, estubimos cuatro dias. Todos nos fuimos con nuestro
Francisco Lopez Portugués, y mas tres Indios en nuestra canoa, en busca d^ la gente Portuguesa.
Al cabo de dos dias llegamos à un lugarcito de seis casas, situado en la boca de un mediano rio,
que Uamaban de los Gondurises, y este mismo nombre tenian sus habitadores. Supimos de ellos
corno la tropa de los Portugueses se habia ya ido de alli à otra provincia 50 Icguas mas abajo
llamada del los Trapajosos, pedimosles Indios para que nos llevasen alla, y mientras nos los buscaban,
nos detubimos alli casi dos dias, dlcronnos de comer de lo que tenian, y supimos que eran cri-
stianos, comò los que alla dejamos. Antes que pasemos adelante, diremos quo rio es este, y lo que
DOS dijeron de él, y corre por aquellas partes. En los Omaguas oimos decir, que en nuestro grande
rio abajo habia una provincia de mujeres que vivian solas sin varones, y que solo tenian ami-
stad con aquellos, que cada ano por cierto tiempo las iban à visitar, y que usaban de ara y flecha
y que eran muy valientes. Por medio de el dicho soldado Portugues, supimos lo mismo, y tam-
bìen de otros, que nos lo dijeron ; y que en este rio que llaman de los Cundurìses muy arriba
se decia estar las tales mujeres, que se Uamaban Amazonas. Todo esto, y algo mas que oimos, son
tao solamente noticias, mas nada de vista, ni tal pudimos averiguar, ni de los Indios, ni de los
Portugueses, que de ordinario navegan por aquellos rios. De aqui se tomo ocasion para dar el tal
Dorobre de las Amazonas a nuestro gran Rio de San Francisco de el Quito, siendo asi que desde
este rio pequeilo de las dichas Amazonas basta el nacimiento de el grande nuestro bay cerca de
1... legnas, y desde este rio de las Amazonas à la mar, habrà poco mas de 300. Y en comparacìon
de nuestro gran Rio de San Francisco, es el que llaman de las Amazonas muy pequeno rio.
> Partimos de este dicho de los Gondurises, ó rio de las Amazonas, con nuestro soldado
Portugues, y con los Indios, que alli nos dieron, y al tercero dia que navegamos por nuestro
gran Rio de San Francisco abajo, llegamos al que llaman de los Trapajosos, y entra en el nuestro
por la banda de el Sur, y de la otra banda hallamos las canoas y tropa de los Portugeses, y
por cabo de ellos al Capitan Manuel de los Santos, uno de los Oflciales de la armnda Portuguesa,
que fué à Quito con nuestro Hermano Fray Domingo, cuando descubrió y navegó nuestro gran
Rio. Admiraronse mucho de vemos, y recibieronnos con mucho amor, y con mucha caridad nos
regalaron, y acudieron à todas nuestras necesidades. Y por queno causase nuestra venida en ellos
alguna sospecha por ser Gastellanos, mostramosles nuestras patenies, y dimosles verdadera y
bastante cuenta de nuestro viaje, y las causas de nuestra impensada venida. con que al parecer
quedaron satisfeohos. Tratamos ultimamente de el orden que habìamos de tener para pasar à la
provincia de Caracas, que era la que pretendiamos. A lo cual nos respondieron, no ser posiblc
bacer tal viaje, porque con el alzamiento de Portugal, tambien se habia alzado el comercio y
comunicacion que antes tenian por aquellas partes los Gastellanos con ellos, que no habia otro
remedio sino parar à la eiudad de el MaraSon , à donde estaba el Gobemador de aquel estado ,
que entonces era Luis de Magallanes, para donde él ya estaba de partida, con una tropa, y que
nos llevaria de buena gana en su compai!ia y en sus canoas, y que alla regociariamos de pasar à
Espana, annque no sarla esto muy facil, por que habia en aquel estado mucha falla de sacerdotes,
y de Religiosos de nuestra Orden, y que nos habian de detener ( corno lo intentaron). Encomen-
damoslo à Nuestro Senor y puestos en sus manos, y en las de los Portugueses, esperamos de todu
bnenos sucesos. Preguntamos por nuestro hermano Fray Pedro Pecador, y nos dijeron que no
habia llegado à aquellas partes, ni tenian noticia de el, con que podemos creer que se muriò, ó
que lo mataron aquellos barbaros. Supimos mas de està gente, que los Portugueses de quien alla en el
fln de la provincia de los Omaguas tubimos nuevas, que andaban en nuestro rio, era una armada,
y por orden de el Duque de Vorganza, habia ido al descubrimicnto de nnas minas de oro, muy
298 LAUREANO
ricas, de que le liabian dado nulicia, y que andubieruu pur aquellos rius niuchu tiempo, bnsa&o
(lolas y al cabo sin ballar nada, y con mucba gente menos que se les muriò, se volvieron à la
ciudad de Maranon, de donde habian salido, y à donde despues vimos al que fné por genenl
preso y muy apretado por los gaslos y desperdicio de la dicba armada.
• Estubimos aigunos dias en esle paraje, en compania de està gente Portuguesa, y en vd
pueblo de 10 casas que en el habia de Indios amigos, pero no cristianos, Uamados Trapajoios, à
donde desnudaron à nuestros Religiosos, y à sus compafieros, la primera vez que por aqui pasoron.
En este tiempo se le ollció al Capitan Manuel de los Santos, cabo de la dicba tropa» ir dos dlas
de camino de esle sitio, à asentar unas paces entre los Trapajosos y otros Indios sus Tecinos, que
ya se habian comenzado à bacer. Ofrecime à irle acompanando , y él lo estimò mucbo , y dejaiido
alli un Capitan y parte de su gente, con la mas lucida fuimos à bacer estc viaje. Yo Uevè por mi
companero al Hermano Fray Francisco Gonzalez, y dejé alli al Padre Fray Juan Quincoces con loi
mucbachus. Llegamos à tomar puerto a una playa muy grande, cerca de el lugar donde los Indios
estaban poblados, y alli nos salicron à recibir, y nos trajeron de corner, y se asentaron las paees,
aunquo mal, porque aquellos bombres no procuraban mas que sus aprovecbamientos teooponlOw
Hechas las tales paces, trataron luego de rescatar cautivos , que ellos llaman asi à los que los lodios
cautivan en sus guerrìllas, que comò son injustas, tambicn lo son los cauliverios. Las raiunes eoo
que los Portugueses quieren paliar su iniquidad, son decir que aquellos indios que ellos ibao à
rescatar, los tieoen ya sus amos sentenciados a muerte para comerselos, y que les hacen bueoa
obra en librarlos de la muerte, y sacarlos à tierra de cristianos, à donde lo sean aunque escUvos.
No bay duda de que cn los primeros de aquellas conquistas habria algo de esto, por lo coal se
les dio permiso para que pudiesen bacer los tales rescates, dando por cada pieza ( que asi llamao
à cualquiera persona ) très berramientas, una camisa, y dos cuchillos, algo mas, ò menos. Pero el
dia de boy por lo que vimos, y oimos à los mismos Portugueses, no bay tales Indios de cuerda,
que asi se Uamaban los que se babian de matar, y comer. Yoy diciendo lo que vi, y lo qoe
entendimos con toda certeza. Los Indios con quienes se babian bechos aquellas paces, comenzaron i
sentir mucho que les pidiesen esclavos, y aigunos de ellos huycron, tcmiendo se hiclese con elk»
lo que ya se habia cccho en otras partes con otros. No quedò alli mas de un Indio principal, y
aigunos Indios con él. Este trajo dos piezas, un mozuelo, y una muchacha, y por ellos le dieroB
sus berramientas. Y comò no trajesen mas, se mostraron los Portugueses muy enfadados, y dìjeroD
que yo Io oj (sino apremiamos à cstos, y usamos de rigor con ellos, no hemos de bacer nada).
Finalmente no se bizo mas por entonces quizàs por que estabamos alli los Frayles Fnncisco&
Fuimonos con esto, y antes que liegasemos à lus Trapajosos, se les huyeron las dos piezas qoe
babian rescatado.
« Llegamos al pueblo y haliamos a nuestros compaììerus y la demas gente con otra trupa
mas de Portugeses que andaba por alli ocopada en el mismo ejercicio que los otros. Concerlaron»
las dos Iropas para ir à cercar un pueblo, que dccian los ludios amigos, que era de esclavos suyos,
que se les habian rebelado, y que cogidos éstos que eràn muchos, partirian, pues habria para todos.
Hicieronlo asi, yendonos para elio à otro sitio mas abajo de los Trapajosos de donde se hizò la
entrada, que nosotros no pudimos estorbar; entraron y volvieronse à salir sin presa ninguna,
porque fueron sentidos , y los Indios huyeron. De este modo nos dijeron que habian becho eslos
y otros graodes presas é injustos cautiverios. Y lo que entendimos de esto es qoe los Iddios
amigos à quien los Portugeses pedian esclavos, viendo que sino los daban los prendian, y con sos
rigores les obligaban à dar sus mismos parientes (corno algunas veces lo hicieron por redimir
su vejacion) decian que tenian esclavos, mas que se les habian alzado, y que si los Portugueses
les daban ayuda, irlan à cogerlos para darselos; y à la verdad no eràn esclavos, sino otns pa^
cialidades con quienes ellos tenian sus guerrìllas, y con està diabolica traza contentaban à k»
Portugueses, y se vengaban de sus enemigos. Tambien supimos que los Indios amigos y recien eoa-
vertidos ellos solos hacian sus armadas é iban à cauti var la gente que podian de otras niciooes
para dar à los Portugueses ò por la codicia de los rescates, ó por librarse de sus rigores. Asi no
hay tropa niuguna de las que salen à cauti var que no vuelvan cargadas de gente, los cuales vendes
por esclavos, y lus llaman Negros, teniendo en este buen trato los Gobernadores, y Capitanei
mayores de aquellas plazas la mayor parte. Los danos que de lo dicho se sigue , ultra de d
erapefio de sus conciencias, y ofensas de Dios, que es lo primero, son el mal ejemplo que kw
Portugueses dan à los Indios nuovamente convertidos, pues por contontarlos se matan y caattvao
LAUREANO 299
los uDos à los otros; el odio grande que aquella geDtilidad ha cuacebidu conlra el numbre crbtiaoo,
por las injusticias que les han hecho; los muchos Indios que mueren de los que iDjustamente
sacan de sus naturales y hachen esclavos siendo libres. A roenoscabo de los Indios cristianos del
Curapa, del Para y de el Maranon , que por ocuparlos en los lales viajes de el trabajo de remar en
las canoas, y de hambres, y muertos por los contrarios, se ban consuoiido y acabado. Con lo cual
las aldeas de los Indios cristianos estan despobladas, y tambien las provincias de los Indios
gentìles. Dios Nuestro Senor lo remedie y sea tan presto corno yo lo desco. Muy grande escrupolo
hiciera yo, si pasara éstas cosas en silencio, y mas habiendo flrmes esperanzas que de referirlas
han de tener remedio, stendo Nuestro Senor servido, que aquella Corona de Portugal vuelva i su
verdadero y legitimo dueno, que Dios guarde muchos anos.
« Entre los desconsuelos que lo referido y otras cosas nos causaban estando en compai!ia
de aquella gente Portuguesa, fué Nuestro Senor servido de consolar à sus siervos con la buena
cosecha que les ofreció de niììos enfermos en aquellos pueblos por donde pasaron, y entre la gente
que aquellas tropas habian sacado, que bautizados murieron para vivir eternamente. De la provincia
de los Trapajosos à la plaza de el Curupa habrà comò i60 leguas, estas andubimos en pocos dias,
caminando siempre por la banda de el Sur, por la cual salen algunos rios que entran en el nuestro
de San Francisco, y en particular uno que Uaman Paranayva, que tendrà de ancho mas de una
legna. Pasamos por algunas aldeìllas de pocos Indios de paz, unos cristianos y otros infleles, y
unos y otros sin sacerdote ni quien se dolieze de ellos. Llegamos al Curupa vispera de Natividad
de el Senor de el dicho ano de 1650. Tendrd este lugar entre vecinos y soldadus 50 hombres ,un
fucrte con algunas piczas de artilleria, y un Capitan mayor que lo gobierna todo. Hay en este dicho
lugar un Convento de Nuestra Seiiora del Carmen, con dos Religiosos, y un clcrigo, que hace
oflcio de Cura, y todos lo pasan no con mucha abundancia por la falla de Indios. Desde aqui se
divide nuestro gran rio en muchos brazos, haciendo en los medios muchas islas, y vagios de
arenas, y asi camina basta entrar en el mar Oceano que eslaba de el Curupa cosa de ICO leguas.
Dicen que tiene muchas leguas de anchura su boca ; sus muchas bocas no las pongo aqui por no
saber cuantas son. La entrada por ellas para nuestro gran rio parece muy dlflcultosa para los
enemigos que lo quisiesen intentar por lo que hemos referido. Salimos de està plaza de Curupa
para la ciudad de el gran Para, que estarà de ella 100 leguas caminando sempre por la banda de
el Sur, dejando à la de el Norte nuestro gran Rio de San Francisco que lo perdemos de vista
muchas leguas antes de el Para; por algunos pueblos fuimos pasando por este camino, y todos
son pequenos. Tambien pasamos algunos rios, y el de mas cuenta es el de los Tocantines.
> Llegamos à la ciudad de el gran Para y al Convento de nuestro Padre San Francisco el dia
primero de febrero de 1631, en el cual hallamos al Padre Fray Agustin de las Llagas. Recibionos
corno buen hermano con mucho amor, y carìdad, y por estar solo quisiera que nos queda.semos
con él .Acudieronnos muy bien en el tiempo que alli estubimos, aunque no faltó quien nos tubiese
por espias, por que solo el nombre de Castel lanos les ocasiona sobrcsaltos. Tendrà este ciudad
entre vicinos y soldados de presidio comò 300 personas,'un Capitan mayor, y otros Oflciales de
justicia y milicia. Tiene tres Conventos, uno de Nuestra SeiSora del Carmen, y otro de la Merced,
con pocos Frayles, y todavia en los principios de su fundacion, el de Nuestro Padre San Francisco es
el mayor y el mejor, y de menos moradores. Hay iglesia malriz con un Canonìgo que hace oflcio
de Cura y Vicario: la fortaleza no vi; dicen que es buena, y de buena artilleria. Las cosechas de la
tierra són de azucàr, y de tabaco que envian a Lisboa, para lo cual vienen algunos navios à este
puerto, y les traen vino, aceite, harina, y ropa, y lo demas que necesitan, con que lo pasan bien
en està plaza. De està ciudad de el Para, pasamos à la de el Maranon, que està distancia de 300
leguas caminando por la banda de el Sur, y por la costa de el Mar bacia ci Brasi 1 en canoas
grandes, y con mucho trabajo y riesgo. Llegamos à la ciudad de San Luis y nos fuimos al Con-
vento de nuestro Padre San Francisco que alli tenemos, con un solo Religioso, Uamado el Padre
Fray Francisco de el Presepio, recibiònos con mucho amor, y nos regalò mucho el tiempo que
alli estubimos.
• Visitamos al Gobernador Luis de Magallanes, dimosle cuenta de nuestro viaje, y de las
causas de nuestra venida à aquel estado, mostrandole nuestros papeles con que quedaban satisfechos.
Pedimosle licencia para pasar à Lisboa, ya que no habla orden para Caracas, y tampoco hubo
lugar, ni nos la dio, basta pasado un afio que nos tubieron entre ellos. Tendrà està ciudad de el
MaraSon la mistna vesindad y soldados que la de el Para, poco mas. Tiene dos faertes con buena
500 LAZARO-LE CLERCE
artilleria, tiene dus Conventus , el de nuestro Padre San Francisco, y otro de Naestia SeSon del
Cannen. Tiene iglesia matriz, con su Cura, y Vicario, y la Hermandad de la Misericordia con un
Capellan. Los generos de la tierra son azncar, algodon, y algunas madcras preciosas , llevank) i
Lisboa de donde se provee està plaza comò la de el Para. Pasado un afio movid Dios Noestro
Senor al Gobernador, para que nos diese licencia, con tra la voluntad de muchos que erin de
contrario parecer, y nos embarcó en un navio suyo nuevo, hccho en el mismo Marafion que eoTìó
d Lisboa cargado de azucàr, muy bien acomodados y proveidos de bastimentus. Tardamos desde
el pnerto de Maranon basta Lisboa 57 dias y llegamos con bien, domingo de Ramos Si de marzo
del 1633. Habiendonos Dios librado de enemigus en los ocasiones que nos corrieron , llegados que
fuimos y avisado el Duque de Vcrganza (que los Portugescs Itaman Rey), ordcnò que nos lle^-ascD
al Convento de nuestro Padre San Francisco, donde de los Prelados de él, y demas Religiosos
nuestros hermanos fuimos bien recìbidos y agasajados, (aunque por ser Castellanos, no sé lo quf
sentian cuando nos mìraban). Los primeros dias no nos permitieron que saliesemos de casa, mas
enterados de la verdad de nuestro informe, pudimos salir libiTamente, y nos dieron pasaporte pan
Castilia, por el Algarbe. Salimos de Lisboa bien avidos, y pasamos a Levilla por Ayamonte, y de
allià està Corte, y Convento de Nuestro Padre San Francisco, aunque por miedo y flaqueza con
mucho trabajo. Rccibimos la bendicion de nuestros Prelados Superìoros que tanto deseabaroos,
dimos en breve cucnta de nuestro dilatado viaje, y de otros de que ya tonian noticias. Mandaron-
me lo escribiese lodo, é hiciese està relacion, yo la be becho de muy buena gana, con eslilo
llano, sencìllo, y verdadero; alegraréme haber acertado. asi comò lo he deseado, y que lodo sea
para gloria y honra de Dios Nuestro Senor. Amen. •
jfc. 326. Lazaro. — Combinacion y analogia de diversos idìomas
del reyno de Guatemala; por el Padre Fr. Juan Lazaro, Fran-
ciscano.
Nativo di Spagna, si recò in America il Ì6i0, e mori in Guatemala il 1650. La sua vitafÉ
fra gli Indiani, dei quali imparò a perfezione le varie lingue, e pare che scrivesse più d'una gram-
matica e di un dizionario, oltre molti sermoni. Ma rammentato col proprio titolo non abbiamo che
il lavoro citato, riferito anche dallo Souier (Monogr. of Auth.)
mwStKMm
_^. 327. Lecce. — Osservazioni grammaticali nella lingua Alba-
^"^ nese del P. F. M. da Lecce , de' Minori Osserv^anti di san Fran-
cesco. In Roma nella stamperia della Sacra Congregazione di
Prapagaìida Fide. 1716.
Un volume in 4. Rarissimo.
SVltNf».
Auirrka
328. Le Clerc . — Premier etablissement de la foy dans la
Nouvelle France, contenant la publication de V È vangile, Thistoire
des Colonies Frangoises , et les fameuses découvertes depuis le
fleuve de Saint Laurent, la Lousiane et le fleuve Colbert jusqu'au
golplie du Mexique, achevées sous la conduite de feu M. De La salle
por ordre du Roy. Avec les victoires remportées en Canada par
les armes de sa Majesté sur les Anglais et les Iroquois en 1690,
par le Pere Chrestien Le Clerc, etc. Paris, Amable Auroy, 1691.
LE CLERC 301
Sono due volumi in 8. 11 primo di 9 carte non numerate e 559 papine : il secondo di 4 carie
OQ numerate e pagine 468 , ed altre 10 carte non numerate di Catalogue. N' è un esemplare nella
iblioteca Nazionale di Parigi. U Brunet (Manuel du Libraire, ee. J dice ctie • cet ouvrage est
xact et assez bien écrit. On le recherche beaacoup au Canada, et comme il est peu commun, il
'est vendu jusqu'à 75 frane en 1858. • Ma da quel tempo il prezzo n'è cresciuto favolosamente;
iDto che a me fu impossibile acquistarne un esemplare, clie il 1876 era in vendita appresso il
laisonneuve in Parigi. £ poclii di dopo già era stato venduto a maggior prezzo di quello che a me
e o' era rictiiesto.
— Nouvelle relation de la Gaspesìe, qui contient les moeurs et
l^a Religion des sauvages Gaspesiens Port-Croix, adorateurs du
Soleil et d' autres peuples de V Amerique Septentrionale, dite le
Canada, par le Pere Chrestien Le Clerc, etc. Paris, Amable Auroy,
1691.
Un volume in 8, di 13 carte preliminari non numerate e 572 pagine. In nne dell'ultima si
r^c, de l'imprimerie de Laurent Rondet. Opera non meno importante e rara della precedente.
t> un esemplare nella stessa Biblioteca Nazionale di Parigi.
11 Padre Le Clerc era nativo dell' Àrtoìs, dove vestì l'abito Francescano nella Provincia di Sant'
•«=3nio, e compiuti gli studi, i Superiori Io destinarono alle Missioni del Canada per dove s' im-
<zrò il 27 ottobre del 1675. Giunto all'Isola Percée, e imparata tosto la lingua de' Gaspesiani ,
lavorò parecchi anni con grande zelo alla loro conversione.
« La Gaspesìa (egli dice, Nouvelle Relation ee. chap. /.), da cui i nostri selvaggi traggono
^^ne, è famosa non solo perchè quivi tenevano loro dimora i capitani o regoli di parecchio
■ <^ni americane ( popoli guerrieri che si avanzarono vittoriosi fino agli Exkimas e a' rimanenti
<siggi che abitano lungo le coste del gran fiume di San Lorenzo) , ma inoltre perché vi si faceva
^ H-lentc pesca di merluzzi, e vi s'erano scoperte miniere di piombo che potevano dare mollo
^ tlo alla Francia. È paese lutto montagne, boschi e roccie; e però sterile ed ingrato: o meglio
=^ a baia all' imboccatura del gran fiume di San Lorenzo, all' altezza di 48 gradi sopra 4 o 5 di
^nezza e 6 e 7 di profondila, che termina in un bellissimo bacino e tre Riviere assai abbondanti
^•^?sci, a 7 leghe dall'Isola Percée, tutta roccie e dirupi, che probabilmente venne divisa dalla
^^ per qualche violento oragano. Qui dunque (egli continua), in questo paese, noi avevamo una
=^ vole missione; ma mentre mi sto occupando della stampa di questa Relazione, t-on grande
dolore mi vien fatto sapere da uno de' nostri missionari (il Padre Emmanuele Jumeau) che
* -sri fece testé ritorno, come l'ospizio e la chiesa da noi edificali e che i selvaggi avevano in
^'^nda venerazione, slcno stati distrutti e ridotti in cenere dai barbari europei, che si chiamano
^ ^3si, Olandesi, e Francesi rinnegati 1 •
Nel tempo che accadeva questa scelleraggine, di cui fa la storia, egli si trovava in Francia,
^^ato definitivamente da quelle missioni. Magia v'era stato un'altra volta, inviato da' suoi confratelli
^ ottener facoltà di fondare un' ospizio in Quebec, e per altre bisogne della missione. Le pratiche
^Ckno lunghe e difiicili ; ma alla fine si riconobbe la necessità de' provvedimenti che i Francescani chic-
^^ano, e ne vennero soddisfatti. 1 compilatori della Biographie universelle notano che il Padre Le
-•Vrc s' era acquistato talmente l'alTctto de' selvaggi, che della sua partenza rimasero desolati, e non
'^libero più pace, finché non lo rividero fra loro, ricevendolo con segni di straordinaria allegrezza. Ciò
Vedranno i lettori dalla Relazione ch'egli fa del primo suo viaggio, di cui daremo qui un saggio,
dopo aver prima compendiala la lettera del P. Jumeau, che narra l'accennata desolazione.
• Mio Reverendo Padre. Mi passo in silenzio dei dolorosi particolari del naufragio, che
u scorso anno c'incontrò in una notte buia contro il Capo delle Rose, il 23 di novembre a 15
>ghe dall'Isola Percée, e della sventura che vi si aggiunse di esser catturati da un armatore di
lessingue a 56 leghe dalla Rochclle. Tutto questo è nulla. Quel che mi strazia, e che desolerà
riialmente il vostro cuore, é la rovina della Missione, che voi tanto contribuiste a fondare nell'
^la, lavorandovi con tanto zelo per la gloria di Dio e della salute delle anime. Pare che il Signore
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tanto celebre e fiorente mediante lo zelo aposti)lico de' figli del Serafico Padre; e di certo vidnrerà
eterna la loro memoria, specialmente dei Padri Ilarione Guesnin ed Bsuperio di Thunes, che tanto
vi si distinsero con le gloriose loro fatiche. •
Il Padre Le Clerc, come si disse, vi era stato invialo Panno 1675. Ed era allora Superiore
della Provincia di Sant' Antonio dell' Artois il Padre Potenziano Ozon, che già due volte aveva visitate
le Missioni del Canada e tenerissimamente le amava. Partito sul vascello detto II lAon d'oro,
comandato dal Capitano Couturier, giunse alF isola Percée il 37 ottobre, miracolosamente campati
la violentissima tempesta, che doveva avvolgerli ne' profondi gorghi del mare, e sbarcarono appresso
l'abitazione di Monsignor Denis su la riva del bacino, chiamato la Piccola Riviera, formata da
ana lingua di terra, che la divide dal mare; dov'egli, il Padre Le Clerc, si fermò per alcun tempo
some in cara solitudine, per ben disporsi alla missione a cui era destinato.
« Era quivi (egli dice) uno de' servi di Monsignor Denis, tutto zelo della gloria di Dio; e
il trattenermi con lui delle cose dell'eterna salvezza mi dava un gusto che non so dire. Egli
pensava a destarmi ogni mattino alle quattro, perché potessi prepararmi alla celebrazione della
•anta Messa, che dicevo al farsi del giorno dopo le preghiere del mattino; e la sera, secondo il
^nto costume di tutte le famiglie cristiane della Novella Francia, recitavamo insieme il Rosario, e
le altre preghiere della notte, conchìudendo con la lettura di qualche tratto delle commoventi
considerazioni che sopra il finale giudizio compose il nostro Padre Giacinto Le Febvre: opera soda
« di grande erudizione, che mi fu sempre di grande aiuto dovunque l' obbedienza mi destinò in uffici
^i missione, lo chiamava questo libro il mìo maestro per eccellenza, ed operò di grandi conversioni;
perchè avendolo dato a leggere a parecchi Francesi che s'erano allontanati dalle pratiche della vita
ristiana, eccitò in essi tanto timore del divino giudizio e pentimento delle loro colpe, che vollero
re a' miei piedi una generale confessione di tutta la loro vita, dopo essersi tenuti lunghi anni
n Vanì da' Sacramenti.
• Anche mi occupai (e' continua) nello studio di certi scritti della lingua Algomquinne,
-ndomi fatto credere che mi profitterebbe per poter ammaestrare nella fede i nostri selvaggi
i-ciclo tornassero dalla caccia. Ma non ne fu nulla; perchè non ne intendevano verbo. Sicché mi
v-enne studiare la lingua Gaspesiana. Per cominciare, mi feci inviare da Quebec le preghiere
Chiane che i nostri in essa avevano scrìtte, e non durai molto ad impararle. Partiti poi dalla
^ i navìgli francesi, e cessato il bisogno di quivi rimanere per la loro assistenza, mi risolsi a
^ire i nativi ne' loro boschi, vivere nelle loro capanne, e cosi imparare la loro lingua a perfezione.
^f verità, in breve me la resi cosi familiare, che potei compilare un Dizionario, che lasciai nel
'*"o Convento di Nostra Signora degli Angioli di Quebec, in aiuto de' miei confratelli che si
sperebbero nel santo ministero, che io aveva esercitato per oltre 200 leghe di quella parte del
'^o Mondo, fra tribù di diiferenti nomi secondo le differenti riviere e i distretti, ove hanno
"•^1-a la lor dimora. »
Il l*adre Le Clerc, per poterli facilmente ammaestrare, inventò un genere di scrittura geroglifica
ol^re, che riuscì a maraviglia. • I Gaspeslani ( egli dice nel capitolo VII della sua Nouvelle Relation)
si conoscono né di scrittura né di letture; ma hanno intelletto e memoria da divenire eccellenti
'^Tia e nell'altra: strano e doloroso che siansi fitti in capo, che coli' addiventare sapienti come
^•^cesi, morirebbero I Per iniziarli alla coltura dello spirito, immaginai io un metodo, che mi riuscì
*^ radamente. Il mio ritrovato consiste in ciò, che ogni lettera arbitraria da me immaginata significa
T^-arola particolare e talvolta due insieme ; e lor riuscì così facile questo genere di scrittura, che
'^•^ dì imparavano quel che altrimenti avrebbe richiesto settimane Intere.
iDi questa invenzione del Padre Le Clerc diremo appresso, e ne daremo il fac-simile, con un
'^'-^lo che l' accompagna, tratto da uno de' più autorevoli Giornali scientifico-letterari dell'America
^<^rd. Ora vediamo come dopo parecchi anni di fatiche apostoliche, fruttuosissime, venisse rinviato
"■"^ncia, per accrescere di forza e di successi la missione. •
« Da sei anni (egli dice, Nouvelle Relation, etc, ehap. XXI) io assisteva la missione dei
P^^iani, quando il nostro superiore Padre Leroux, vista l'assoluta necessità che avessimo un
'>xìn in Quebec, ed inoltre sollecitato da' principali abitanti di Porto Reale che anche in queir
^ flettessimo una stazione, e per aver modo di rendere stabili ad un tempo le missioni che
^^tiio augurato fra i selvaggi, onde umanizzarli e abituarli a coltivar la terra, stabilì d'inviar
^ol Padre Esuperio al Rmo nostro Padre Germano Allart (fatto e poi morto Vescovo di Vences)
*^*"^ticia, per conseguire quanto al sopra detto fine era necessario, Ne avvertii un selvaggio che si
30i LK ciìim:
chiamava mìo padre, ed io ilgurava come suo llgliuolu. Chi saprebbe dire da quale costernazione ne
fosse preso? 11 suo viso cangiò di colore, come a chi sopravvenisse improvvisamente la piùgnTO
sventura della vita. E lasciatomi bruscamente contro il suo costume, s' internò nel bosco fort^
singhiozzando, da dove inviò all' istante due de' suoi Agli ad avvertire della mia partenza tutti l
Gaspeslani recatisi alla pesca, come se si trattasse della morte della persona loro più cara. ^&
immantinente tutti fecero ritorno; i quali con pianti e grida da intenerire un sasso, mi scongiuravaa«>
di uou abbandonarli : e di certo avrei mutato consiglio, se V obbedienza me V avesse cunsentlto. 1|
mattino seguente, tutti quelli eh' io aveva battezzati si raccolsero nella cappella per confessarsi,
assistere alla santa Messa, e udire il mio sermone. Me ne accomiatai con le parole di Samuele quando
lasciò il governo del popolo di Dio, e con quelle di san Paolo quando da Efeso parti per Gerusaleaune;
u la scena non fu meno commovente ! Dopo mi recarono varii doni, specialmente tabacco del Brasile
Finalmente armati i canoti, co' quali io doveva partire, il capo mi fece P allocuzione seguente;
> Hai dunque tu risoluto di tornare in Francia? 0 Aglio mio, se tu in questo momento potessi vedere
il mio cuore, tu lo vedresti far sangue ! > Poi ripigliò: • Ma ò dunque possibile che tu abbia dimentico
il festino che demmo in tuo onore quando giungesti in (ìaspesia, in cui con farina e carne dlorignan
facemmo tanti cuori quanti v' erano (ìaspesiani, e sopra vi mettemmo il tuo, affinchè fossimo scmpra
tutti un cuore solo ? Dunque tu non se' più quel desso, tornato di nuovo talmente francese, che nulla
t'ò rimasto di Gaspesiaiio? Tu non puoi ignorare che t'amai qual Aglio, e che capo comMo sono
lic'Gaspesiani, ho potestà dì terribilmente punire chiunque osasse furti pur ombra della minima ofllssa!
Che cosa dunque ti abbiamo fatto, che così ci abbandoni? Parla, Aglio mio, e abbi compassione del
nostro dolore! > Ciò detto, mi fece deporre a' piedi una grande quantità di pelli di castoro, ec^ io
dono, che io riAutai. Allora ripigliò: * Debito renderti, o Aglio, questa giustizia, che tu sempre riflnia-
sti queste cose! Tu non hai fatto come gli altri Francesi venuti qui per arricchire: V unico tuo penslere
fu di salvare le anime nostre ! Ma se ora il poco che abbiamo non 6 bastante i>er tenerti fra noi, bisogna
rh' io in faccia del sole che ti rischiara, ti volga una dimanda: Dimmi, ci hai tu sempre insegnata la
verità, 0])pure hai anche mentito? Perchi^ una delle due: o hai mentilo, o non sei buon cristlaoo,
come insegnavi a noi I Tu hai detto a' nostri Agli, che sono obbligati di onorare il padre e la madre
sotto pena di bruciare etcrnamento nell' inferno , ed essere enorme delitto alibandonare i propri genitori,
e non assisterli in tutte le necessità della vita! E cosi lia fatto il mio primogenito, rimasto nel passato
inverno con me nella capanna ad assistermi 1 Ha ucciso gran numero dì orìgnaux, ed ha fatto sempre
l)Uona cera anche a le, ìnvìtanduti s«'mpre a' nostri festini ! In una parola, egli t> rimasto col i?uo
padre e con la sua madre per amore di Cristo, e per I' amore die lo legava a te, o Patriarca! Orto,
maestro, come non ne sejiui tu l'esempio? Tu mi hai cliiamato sempre padre; la mia donna diceva a
tutti i selvaggi che tu le eri Agliuolo; e come vero fratello ti tennero i miei Agli! E tu abbandoni cosL
indilTerentemente padre, madre, fratelli e sorelle? Dun(|ue per te non tiene il comandamento di Dio^^
0 non Ila) timore di annef^are nei lago <> nelle aiMine salse, u\e li disponi di entrare? E poi se qualcum
di noi verrà a morire ne* boscliì, chi \i\\ mostrerà ia \ ia del cielo e lo aiuterà a l»en morire? 0 valevr
eglì la pena che tu venissi ad amuiaeslrarei nella fede di Gesù, se poi divisavi dì abbandonarci^
Ali! se ii tuo cuore è così duro che non si piega, ti ripelo die il mio fa sangue! •
È (luesla, per verità, cuuimovenli.Nsima scena; e il lilìro del Padre Le Clerc n'è pieno; e m Pi-
pare die sarebbero materia da racronli i»en più inleres>aiiti e i>roAllevoli, die non sono le strane-'^
immaginazioni del presentii nimanlicisnio!
• (ili ris[>osi ( ripiglia il Padre Le Clerc ; die il mio cuore non meno del suo era straziato ^
avendo sempre tenerissimamente amato ia inissione tìa^peslana, e lui tenuto in conto di vero padre —
Ma con tulio ciò io doveva partire, non già per trasgredire ìi divino comandamento, anzi pe^"
meglio osservarlo. Perocché partendo i(» non li al)liandonava, mali lasciavo ad un altro me stess<^ -^
die era il Padre Claudio Moreau, il quale av rdtbe lottala possibile cura della loro salvezza. Il niii
more restare in (ìaspesia, dove presi»» speravo far ritorno con altri miei confratelli per ripigliarvi cor*
più iena l'apostolico minislerol — Se è «'om, disse un altro capo, bisogna dr io mi rechi col nostr*-
Patriarca in Francia! Non possiamo ablKiniionarlo ! Noi anderenio, ciascun di noi, in un navigli*
di>tante dal suo, aflindiè se l'uno di noi jierisse, l'altro possa recarne la notizia! — Egli continuava'
( eonchiude il Padre Le Clerc), quaiulo il Capitano ci av vertì esser giunta P ora della partenza. Salimni. ^
in nave, e con feliri.ssima navigazione giungemmo in 30 dì dall'isola Percée a HenAeur, da dove*-*
avviammo per Parigi; e quivi col limo nostn) Padre Allarl, e il Ueverendo Padre Potenziano Ozlt*
Provinciale trattammo col He dell' Ospizio che ora abbiamo in <Jucbcc. •
LE CLERC rK)5
Da Parigi il Padre Le Clerc passò neir Artois, dove tatto il mondo ( com' egli dice) gli si stringeva
dintorno per saper notizie del Nuovo Mondo I Poco stante ripartì per la missione con altri compagni,
fra'qnali il Padre Francesco Wasson, religioso di molta scienza e virtù, che lavorò con prodigioso frutto
tra le tribù Irochesi. Accompagnarono nel viaggio due Religiose Ospitaliere di Beaufort, che Monsignor
D'Angers volle loro affidate. « Esse si chiamavano (dice il Padre Le Clerc ) Suora Gallard e Suora
MoDmussem, la prima flgliuolad'un Consigliere d' Angers, V altra d' un gran mercante. C imbarcammo
^Ua Rochelle, e Dio ci diede eosl prospera navigazione, che durante il viaggio si faceva V orazione
nientale, e la spirituale lettura, e si recitava ogni dì l' ufficio divino. Esse non soffrirono quasi nulla.
Incontratici con un naviglio di corsari turchi, che minacciò di assalirci, V unico sgomento che ebbero
fu che potesse esser fatto oltraggio alla loro verginità; onde mi pregarono in ginocchio, che se mai
il nemico prevalesse, le aiutassi a gittafsi nelle onde 1 Ma Dio ci salvò l • E così dopo 30 giorni di mare,
giunsero felicemente all' imboccatura del flume di San Lorenzo, da dove elle si recarono ad assistere
r Ospedale di Montreal fondato dalia carità di Madama di Bullion.
Ci duole di non averci potuto dilungare, quanto avremmo voluto, nel dar conto delle Nouvelle
/ieUUion del Padre Le Clerc: è un libro, che cominciato a leggere, non te ne puoi distaccare!
E così V Etablissement de la foy dans la Nùuvelle France. Libri, Timo e V altro, ornai fatti rari e ricer-
afissimi, e in Italia affatto sconosciuti : sarebbe un segnalato servigio, renduto anch' oggi all' Ordine e
/a. Chiesa, se venissero ristampati in Francia, e se qualche nostro confratello ce ne desse una buona
id uzione italiana ! Non temiamo di affermare che sarebbero avidamente letti, e avrebbero larghissimo
Locio. Almeno, di questo genere di libri ( e non ne abbiamo pochi ) se ne diano larghi tratti nelle
"ecchie Riviste Francescane che si pubblicano in varie parti d' Europa, come di alcuni ha cominciato
■.re con tanto successo nel Metsager de Saint Francois di Saint-Trond nel Belgio il chiarissimo Padre
L^VAsio DiRKs. Della NouveUe Relactipn vogliamo ancora notare , che è un libro interessantissimo per
■otizìe che dà del paese, de' suoi prodotti ed animali, de' selvaggi e delle loro leggi, delle tradizioni,
'^ religione, dei riti e de' costumi, specialmente della nazione dei Porta-Croce, abitante lungo la
6ra di Mizamiche, appresso i quali da remoti secoli era sacro il culto della Croce. Egli discorre
rumente dell' origine di questo culto nel capitolo X, secondo le minute ed esatte notizie che n'ebbe
quelle tribù; e nel XI dà la storia della Missione che egli inaugurò tra essi il 1677, appena un
^ dopo che era giunto nel Canada. « Ho studiato di proposito (egli dice) questo fatto impor-
rissimo per ben dodici anni, quanti sono stato fra que' selvaggi ; e però ne do qui la storia. Le
^^venture poi in questa nazione dei Porta-Croce, come quelle di parecchi de' suoi compagni, sono
^n incanto che rapisce, e inteneriscono profondamente il cuore 1 Del resto, questo argomento
culto della Croce appresso gif antichissimi popoli dell'uno e dell' altro emisfero, è del maggior
'vo per la storia del Cristianesimo; e tutti sanno r interesse che parecchi anni fa destò nell'Europa
^<ìra dell' illustre Conte Roselly De Lorgues : La Croce ne' due mondi. Il libro del Padre Le Clerc
P^r questo lato una speciale importanza.
Hd ora ecco il J|ic-simile dei caratteri inventati dal Padre Le Clerc per insegnare a leggere ai
''^S6i del Canada, come fu già da noi pubblicato nel numero I dell' anno III della nostra Cronaca
'l'È MISSIONI FRANCESCANE.
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LK CLKIU:
GERUGLIFICI INVENTATI DAL MISSIONARIO FRANCESCANO RECOLLETTO PADRE CRUTIAMO
LE CLERC, PER ESPRIMERE LA LINGUA DELLA TRIBÙ INDIANA DEI MICMAGS.
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\uiteckiner traxok ebin Uehiptuk
Nostro Padre (che in) cielo sei sedente sii
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come nomato
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onorato
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cui andiamo
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(in) cielo coloro (che) sono siccome ohl)ediscono te {tussiamo anche noi cosi obbedire le
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lo stesso cib<» (che) ci hai dato
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di nuovo ora
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<»;jR! lo slesFo cibo ci veii^ja per nosin> nutriir.enlo siccome noi fverdoniaino
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di ojjiii Sorla
fimrhluiii
rimuoNì da noi
n' drlitifsrtì.
Ciò ('• \oro.
• K qiH'«;to il p\TEH NosTEH in jrprocHlIri «Irlla iribiì Indiana doi Micmacs. ai «|u.ili insinuali
•lì (l'o^'ìzi ininlo daj;li enidili non -^i |»o<;e monfo. On<le noi. d<»|>o profon«li sludi, avvisiamo darne «ini
ni»ii/.ia a'noslri lettori, mosiramlo, s»^ non r'in};annianio, rom'e<'JÌ siano una invenzione eurup*»»,
fra III da elemenli Indiani.
• K priniieramenle ^riova notare come lo scrivere in freroKliUci. o caratteri tltnirati, fosse corouDC
a tulle le trihii Americane, ridotto a rara Iwllezza da' Messicani. Ma in alcuni luojihi non siusa^a
per avventura che in particolari rasi: on<le qui era la frualdrappa dì un bufai.», ad«»rna delle armi
•Ir ;;uerrieri ; là una roccia, con incisovi sopra il ran-onlo «li «fualche p:rande azione, o conlrassejrnalivi,
in diverso tempo, nudti trioni», dai valorosi, rln» trli avevano riportati, quasi in un rejristro storio», per
tramandarli alla immortalità. Ancìie avvenemlo ch.-.una iriln'i vincesse una baltaplia sul terrilorì*»
nemico, ne incideva la memoria sopra la rorlen-ia di qnilrlK. MllM.rn, vale a dire il successo e il noirn:
«Ielle parti combattenti.
LE CLERC ^Mìl
« Ma i Missionari che uppiicarunu l'ingegno alla cunvcrÀione degl'Indiani, d'uidinariD fecero
uso dei caratteri romani neir esprimere i suoni della lingua, e nell' ammaestrarne i loro neofiti. Guss
Le Cuewkec inventò un alfabeto sillabico di 85 lettere, molte di forma complesse, che venne adottato,
sì che furono scritti nel medesimo alcuni libri, ed anche diari : ma i Missionari della Baja di Hudson
ne tennero uno più semplice, di cui ciascuna lettera rappresentava una sillaba; erano in tutte 56;
oltre IO Anali : nel quale alfabeto furono parimente pubblicati de' libri.
• Air incontro ì caratteri, che qui abbiamo riportali del Padre Le Clerc, sono pienamente
simbolici; ma numerosissimi, ascendendo, secondo che ce ne scriveva il Reverendo Carlo Kander, a
hen settemila, benché insino al presente non venissero scritti con essi che tre libri di Religione;
onde pare che ne abbisognerebbe un numero influito, volendo signiflcarc con gli stessi altre dottrine
«lilTerenti da quelle. Ciononostante sappiamo che quell'ecclesiastico, dalla cui gentilezza ricevemmo
il presente pater noster, e la aggiuntavi spiegazione, ha fatto già preparare in Vienna i necessari
strumenti, per stampare i tre libri memorali, che presto saranno pubblicati; uno di preghiere, l'altro
(li devozioni per ascoltare la Messa, di cui io posseggo una copia fatta per un Comandante di Capo
Jlreton, inviatami dal medesimo; il terzo contiene un Catechismo.
« Per rintracciare l' istoria di questi caratteri , fa duopo richiamarci alle prime comunicazioni
degli Europei con la tribù dei Micmacs, posti all'Est di Etechemins,con un territorio che allungandosi
al Nord, tocca le terre dei montanari, sino alla foce di San Lorenzo, e racchiude il Capo Breton, la
Nuova Brunswik, e la Novella Scozia.
« Champlain, Lescarbot, e il Padre Biard non ne fanno punto menzione prima del 1613, benché
avessero tutta l'opportunità di ciò avvertire. Qualche tempo appresso vi si stabili una Missione di
Francescani Rocollelti; ma il racconto delle loro fatiche, benché ii Le Clerc asserisca essere slato
messo a luce, è libro sconosciuto in America, onde non ci è dato sapere quali lumi porgerebbe circa
tale argomento.
« In quanto a' Missionari Gesuiti, dopo il Padre Biard, ei non giunsero sino alla Nuova
Scozia, ma si ristrinse la loro operazione nel lenimento superiore dei Micmacs, o Souriquois.
Cn d'essi, che fu il Padre Guglielmo Perrault, ci lasciò un breve racconto di Capo Breton, ove
fu Missionario l'anno 1635, e i sopra detti caratteri sono ancora in uso; ma egli non ne fa alcun
motto. Come non ne è indìzio nella storia delle opere apostoliche dei Padri Andrea Richard,
Missionario a Michon in quel tempo medesimo, il quale sol treni' anni appresso mostra d'averne
a mala pena avvertila l'esistenza.
« Una vera notizia ci ò fornita l'anno 1652, dal Padre Gabriele Druisllets, che fondò la Missione
di Kennebek il 1646, il quale nel modo come appresso tocca del metodo che teneva nell'ammae-
i»trare i suoi Indiani.— Alcuni di essi (egli dice), scrivendo le lezioni a morto loro, si servivano
d' un pezzo di carbone come di penna ; per carta usavano una corteccia d' albero; e i loro caratteri
erano si nuovi e singolari da tulli, che 1' uno era incapace di leggere ed intendere lo scritto dell'
altro. E ciò vuol dire che usano di certi segni, rispondenti alle loro idee, per avere ferma memoria
di ogni punto, articolo, o massima udita; e portando seco quello scritto, vi studiavano la lezione
durante la nolle. — Ma checche sia di ciò, certo é che nò lui, né alcun altro Gesuita pensò di
approflttarsi di tali caratteri simbolici degli Indiani per istruirli, quantunque qualche anno dopo
si giovassero a tal fine delle figure di Le Nobletz.
• Per contrario, il Francescano Rocolletto Padre Cristiano Le Clerc, autore dell'opera che ha
per titolo: Stabilimento della fede, ec, avvedutosi di quella maniera di scrivere, mirabilmente se ne
giovò neir esercizio del suo aposiolico ministero. Ecco come ce ne dà egli stesso contezza nella sua
\oveUa Relazione della Gaspesia, pagina iìO. — Il Signore (egli dice) m'inspirò questo metodo. Il
secondo anno della mia Missione, che fu il 1679, trovandomi in grave imbarazzo circa il modo d' in-
segnare agli Indiani come pregare, m'avvidi che alcuni fanciulli disegnavano delle figure sopra la
corteccia d' un albero con carbone, n^jlando esattamente ogni preghiera che recitavano. Ciò mi fe'credere
che dando loro un formolario, con cui per mezzo di certi segni venisse aiutata la loro memoria, io ne
avrei tratto più profitto, di (piello che faceva ripetendo ai medesimi le mie parole di ammaestramento.
E in verità ebbi meco stesso a stupire d' aver colto pienamente nel segno; imperocché i caratteri
da me .segnati sopra la carta, producevano il desideralo efi'etlo, talmente che in pochi giorni senza
difficoltà ebbero apparate tutte le preghiere. Non ho parole per dire con quale sollecitudine quei
poveri Indiani gareggiassero in santa emulazione , chi di loro più s'avanzasse nel profitto. Bene
è il vero che mi costava gran tempo e fatica il formare tanti segni quanti si richiedevano alP uopo,
308 LE CLERC
massimamente poiché ebbi stabilito di far loro imparare tutte le preghiere della Chiesa, e la compiata
notizia dei santi misteri cristiani, della Trinità, dell' Incarnazione, del Battesimo, della Penitenza, e
della Eucaristia. Ma io mi confortava del vantaggio che essi ne ritraevano, il quale in breve tempo e
facilmente cresceva a maraviglia ; come mi inanimirono all' opera le amorose parole e le lettere di
molte persone di studio e di virtù, che eccitandomi a continuare, mi pregavano ad un tempo che oe
mandassi qualche saggio in Francia, per farlo quivi conoscere, e mostrare come Iddio si senrissedi
umili strumenti a manifestare la gloria del santo suo nome ai popoli della Gaspesia. L' aatorìti poi
di Monsignor de Saint Vallier, ora vescovo di Quebec, mi teneva tranquillo circa l'uso di questo
formolario: imperocché quel degno Prelato, dopo averne pigliata piena ed esatta conoscenza, durante
il difficile viaggio che fece ad Acadia, lie domandò un modello al mio confratello Reverendo
Padre Moreau, a cui i(» parecchi anni prima ne aveva fatto tener copia; e avutolo, il forni ad iidu
de* suoi Missionari : ed io non dubito punto che quel buon Servo di Dìo ne riceverà molto aiuto nelf
ammaestramento degli Indiani della sua diocesi. I nostri Neofiti poi hanno in tanta yenerazioDc
questi caratteri, che si fanno scnipolo di gittarli al fuoco; e rotti, no conservano con riverenu
i frammenti. Ei li appellano Oukate Iguenne Kigmttimonocr. —
• E in altro luogo del suo libro (pag. 129) scrive il medesimo Padre: — Il metodo facile ch'io
inventai per insegnare le preghiere ai nostri Gaspesiani, mercédi certi caratteri da me formati, mi
par tale che, se essi vorranno, compirà la loro educazione; imperocché io non trovo più difficoltà prr
insegnare loro a leggere e scrivere con le mie carte, di cui ogni lettera arbitraria signìflca una parob
particolare, e qualche volta due. Ei l'intendono cosi bene, che in un sol di imparano più che per
lo innanzi in una settimana. Ei danno a quelle carte il nomo di Kignntimonoer Oukate Jguenne ; ek
conservano con tanta cura ed affetto, che le alluogano in astucci di legno, variamente ricamati.
Ne usano poi, come noi dei libri, tenendoli fra mani durante la Messa; finita la quale, li rimettooc
negli astucci. Il principale vantaggio di questo metodo consiste in ciò, che ei s' istrui.scono gii uni
e gli altri ovunque accada di trovarsi; i figli il padre, la madre i figli, la sposa il marito, i
giovani i vecchi: i quali a vero dire non hanno verun rilegno d'imparare i principi del Cristia-
nesimo dai loro piccoli figliuoli e figliuole. E questi, benché non posseggano ancora V uso perfetlu
della lingua, pronunciano, in quel mudo che meglio possono, qualche parola delle memorate carte,
che odono nelle loro capanne , allorché gli Indiani con santa emulazione se le vengono ripetendo.
In fatti un fanciullo di appena sette anni, venne spesso meritamente ammirato nel nostro Convento
di Quebec, leggendo distintamente ed ammirabilmente nel suo libro. Ei decifrava cosi l>ene qnei
ciratteri, che i nostri Frali coi secolari n'erano trasecolali di stupore, non meno che etliflcati del
modo come stanno alla santa Messa , lenendo fra le mani i loro libri , ove si contengono gli ammae-
stramenti per assister!*, con frullo all' augusto Sagrillzio dell' aliare. — Sin (lui il Padre Le Clerc.
• 11 quale nondimeno conviene confessare (continua lo scrillore delP Articolo ) che teneva
opinioni da non potersi sostenere, intorno a' Gaspesiani, indotto in errore dalla riverenza che portavaoiì
alla Croce, di che il Padre Perrault già aveva dalo spiegazione ; imperocché, come adoperano anchf
oggidì coloro che pigliano alTelto a qualche tribù , voleva farri credere che fossero un poi>olo primitivo.
Certo é dio i Gaspesiani non sono altro che un ramo dei .Mirmacs , o Sonriquois ; e in fatti il
terreno che loro assegna da (ìas]>c a Nlipsìguil, trovasi nel distretto d(!i Micmacs. »
Ma (diciam noi ), popolo primitivo , o no ; é sempre un fatto dolla maggiore importanza U
conoscenza e r adorazione della Croce fra quelle tribù da remotissimi secoli; e questo specialmentf
\ olle far avvertire 11 Padre Le Clerc.
• Certo é (conchiude T Articolo) che il Padre Le Clerc ha introdotto i caratteri simbolici fra i
Micmacs, i quali rimastivi in uso, come che per avventura modificato dal tempo, a lui devesi l'onore di
avere inventate quelle lettere, ed arriechilone que' popoli. Edessi sono il monumento più importante,
che insinora si conosca, delle antiche fatiche de' Recolletli Francescani in America,
t Abbiamo udito che uu manoscritlo in tali caratteri sia in una delle pubbliche Biblioteche di
Parigi, ed abbiamo fatto delle pratiche per ottenerne copia in tutto o in parte. Da quel che ce ne
fu riferito, pensiamo dover essere del secolo XVII, uno ])robabilmenle di quelli che il Padre Le Cuxc
mandò in Francia; e avverato il tempo in cui fu fatto, tornerà della più grande importanza il fame
comparazione, lo ne conosco un modello del secolo passalo, che é nel Museo Britannico, di cui
vidi copia; e non ha dubbio che i caratteri, in cui è scritto, sono identici a quelli da noi qui riferiti*
Questo articolo é tolto dal The Hixtorìcnl Mngazine di .Ve»r Jorfc, odober 1861, inviatoci
dall'erudito e molto cortese signor She.v, che anche vi aggiunse la lamina di metallo, coi sopra
detti caratteri rilevati, e la rispondente versione italiana, da noi riprodotti.
LE FEBVRE
309
329. Le Febvre. — Histoire Chronologique de la Province des
RecoUets de Paris sous le titre de Saint Denis en France depuis 1612
qu'elle fut erigée jusqu' en Tan 1676,composée par le tres-Reverend
Pere Hyacinthe Le Febvre , Pere de la Province des RecoUets
d'Artois, des Custodies des Flandres et Provincial de la Province
de Paris. A Paris, chez Deniz Thierry, Rue Saint Jacques a Tensei-
gne de la Ville de Paris, MDCLXXVII. Avec privilege du Roy.
Un volume in 4, di 172 pagine. Poi seguono due aggiunte, Addiiions: la prima, depuis l'année
i616 jusqu' a l'année 1686; la seconda, depuis l'année 1686 jusqu' a V année 1688. Libro fatto
raro, di cui vidi un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Parigi, e un altro nella pubblica Biblioteca
di Bordeaux; ed ò indispensabile per la storia delle Missioni Francescane nel Canada, di cui riferisce
i primi e più importanti documenti. Anche dà notizia d' una grande Missione Francescana nell' isola
di Madagascar, di cui non è altrove menzione.
Riferiremo qui da questa importantissima opera, primo la Missione del Madagascar, e dipoi il
principio e le date di quelle del Canada, con i nomi de' Padri che successivamente visi recarono dal
1615 al 1680; e da ultimo compiremo il quadro con quel che di questi di ne ha scritto un pio
signore del Canada, J. B. Meillrur, nel suo Memorial de V education du Bas-Canaéà^ etani un
exposé des principaux faits,qui ont eu Heu relativemenl a V education depuis de 1615 ju^qu' a 1865
inclusivcment, par J. B.Meilleur M. A. M. LL. D. an^n membre du Parlemeni, ancien surintendant
de r Instruction publique pour le lias-Canadà, auteur d* un Traile de chimie et de plusieurs autres
ouvrages a l'usage des ecoles, eie. Seconde édition (in SJ. Quebec, Des presses a Vapeur de Leger
Brousseauj 9 Rue Buade, 1877. Da questi accennamenti l'onesto lettore potrà vedere e giudicare quel
che valgono gli Ordini Religiosi e i loro Missionari, per la vera rigenerazione dei popoli, e giudicare
delle calunnie a cui vennero fatti segno per ottenerne l'estinzione.
Per avere dunque esatta notizia dell' isola di Madagascar e come l' occupassero e vi inaugurassero
il Cristianesimo i Francesi, è mestieri ricorrere all' Histoire da la grande iste Madagascar , composèe
par le sieur de Flaeourt, Directeur general de la compagnie Franf^oise de VOrient et Comandant pour S.
Majeslé dans ladite iste et isles adiacentes. Paris,.ehez Pierre L'Arni^ au secondPilier de la grande Snlle
du Palais au grand Cesar, MDCLVIII. Avec privilege. « L' Histoire de Madagascar par Flacourt (dice
con molta ragione il signor Grandidier, , Archives des missions scientiflques et UtteraireSf chois
de raports et instructions , puhliès sous les auspices du Ministre de V instruction publique, deuxieme
««rie, tom. Vili, premiere livraison, 15 iuliet, 1871) est la seule qui portele cachet de la verité. •
Il Flacourt diceva al Re di Francia, a cui l'opera è dedicata, che l'isola gli si presentava
chiedendo operai, per cui i suoi abitanti fossero eccitati a comporsi a modo delle altre nazioni
d'Europa, e venissero ammaestrati delle arti di coltivar la terra, e de' mestieri e manifatture,
onde potessero trar frutto delle cose che il paese racchiude; e leggi, e ordinanze sapienti, e ufficiali
che promovessero e invigilassero il loro incivilimento. Ma sopra tutto , e che est de plus precieux
que toutes les choses du monde, elle vout demande ( aggiungeva il nobil uomo ) des eclesiastiques,
des pretres et des predicateurs par convertir ses peuples, et leur enseigner les misteret de la veritable
Religion. »
Adunque l'anno 1660, cioè due anni appresso, il signor Casset (dice il Padre Le Febvre)
venne deputato dalla Compagnia delle Indie Orientali, di cui era capo il signor Fouquet, a chiedere
al Provinciale de' Francescani RecoUetli di Parigi, Padre Bernardo Le Grand, sei Religiosi predicatori
per l'isola; il quale di subito designò i seguenti Padri: Edmondo Le Clerc, antico Lettore e Prelato
della spedizione, e 1 Padri RafTaele Poulet, già Guardiano, Eliseo Benoist, Andrea I^uget, Filippo
Salomon e Giuseppe da Marsiglia, che raccoltisi in Dieppe con tutto l'occorrente per la Missione,
quindi fecero vela verso la fine di marzo sopra un vascello di 3000 tonnellate, dei titolo di Nostra Donna,
Dopo tre giorni tiì navigazione, essendo all' altezza di Lisbona, vennero incontrati da tre fregate
d'AigerifChe attaccarono il vascello alle 4 del mattino, e la mischia durò sino allo 8 della sera.
Prima di tutto ì sei Francescani confessarono e dettero 1' assoluzione a tutti i cattolici eh* erano nel
;Ì10 LIC KKBVHK
legno, e poi cui croci (Isso in inaiiu incuraggiavano o aiutavano con tutte le loro forze la difeu;
quando un obice nemico appiccò il Ttioro al magazzino delle polveri, e il vascello senza più saltò in
aria, fatti a brani tutti <iuelli che v' eran sopra. Soli diciotto passeggieri si salvarono sopra on avanzo
della pru.!, galleggiando per tre ore sopra le ac<iue, e poi raccolti da' Turchi, cheli chiusero deotru
la sentina d' una delle tre loro fregale. Due dei quali riscattali e tornati dopo aleno tempo a Parigi,
raccontarono il terribile avvenimento a Frate Luca Francois, diacono della Provincia Francescana
Recolletta di San Dionigi, clie unitamente al Padre Policarpo Millet aveva accompagnato! suddetti
Padri a Dieppe. •
In quanto alle Mi$.Muni Francescane dt:l Ganaiù, esse cominciarono il 1G15; e i Padri che visi
recarono furono i primi .Missionari cattolici che posero pitnle in quelle lontane regioni. Ne fecero
richiesta i signori della Compagnia che vi tralicava in pelli specialmente di castoro; e dal Ministro della
Provincia di Parigi, Padre Chupouln , venne designato il Padre Dionigio Jamaycouie Commissario della
Missione, il Padre Giovanni Dolt)eau che gli succedesse neir ufficio se mai accadesse ch^ egli morisse, e il
Padre Giuseppe Le Caron, col fratello Laico Frate Pacillco Du Plessis. Ei vennero forniti prò intaim
delle necessarie facoltà dal Nunzio .\postulico presso la Corte di Francia, (ìuidoDentivoglio, e dopodoe
anni ricevettero il Breve del Sommo Pontellcc Paolo V, die lor solennemente oonlidava quelle Missiuoi:
r uno e i' altro documento sono inseriti per intero dal Padre Le Febvrc nella sua Storia, con le lettere
del He di Francia che parimente li sceglieva e deputava a quella impresa.
Essi dunque s' imbarcarono in Ilonlleur il !2i aprile del 1615, e giunsero alla rada di Tadoussacil
25 maggio, da dove qualche giorno appresso il Padre Giovanni Dolbeau si recò a Quebec, ove dispows
una cappella sotto il titolo di San (^rlo per celebrarvi il divin sacrificio, e (jualche celletta per allogani
i Keligiosì; e il 25 di giugno vi fu celebrala la [irima Messa che sia stata detta in quel vaste»
continente. Essi erano stali inviati specialmente per assistere a' Francesi; ma non tardarono di*
consacrarsi con ardente zelo alla conversione de' nativi. 11 di i dicembre il Padre Dolbeau parC^
per raggiungere i selvaggi delle montagne e impararvi la loro lingua. Lo stesso fece il Padr""*
Giuseppe Le Caron recandosi nel [)aese degli Huroni, da dove passò tino alla nazione dei PetanetUL
ma trovati avversi que' barbari, ebbe a far ritorno agli Huroni, de'iiuali imparò la lingua, e ^B
dispose a ricevere una vita più umana, per quindi occuparsi di proposito della loro conversiuD^b^
Vi restò un anno intero; e difioi il 20 luglio del 161G s'imbarcò col Padre Dionigio Jamay pf^—
tornare in Francia in cerca di novelli soccorsi.
Il loro viaggio durò sette settimane, e restarono in patria tino all'anno seguente 1617: quiDC=
ripigiiando la via del Canadii, col Padre Paolo Huet e un fratello laico di nome Frate lionaventur -^
li Padre Paolo primo di tutti celebrò la Messa in Tadoussac dentro una cappella fatta di pali
coperta di rami d'albero, che durò più di sei anni.
L'anno seguente, per lo sle>so line tornò iit Francia il Padre Dolbeau, che senza nulla pot-^K
ottenere di quanto era andato a chiedere, tornò con allri Missionari, e un altro fratello I^ico, -^k-
nonie Frate Modesti) (ìuynes : solo portò se<'o V indulto del (ìiublleo pubblicato dal soniiC^
Pontelice, che solennemente annunziò nella cappella di Quebec il i9 luglio 1618.
Frananti» il Padre Paolo lluet si recò alle Tre Riviere, dove celebrò la santa Messa lutto
tempo che vi si trattenne; e il Padre (ìiuscppe Le Caron ripigliò la via pe' suoi cari Huroni, fr" *
([uali restò quattro mesi, cioè sino al marzo del 1620. L'anno antecedente era morto il 23 ago^ ^
il fratello laico Frate Pacifico Du Plessis, pianto dai Francesi e dai selvaggi, che gli avevano prc!=*-'
straordinario affetto; e il 13 di giugno del 1020 il Padre Dolbeau aveva messa la prima pietra A^^
nostro Convento di Nostra Signora degli Angioli in Quebec.
Il 18 ago.sto del 1621 fu inviato in Francia uno de' Padri ultimamente giunti, di nome Giorg^^^"
percht'* vede.sse di conseguire dal He quanto da pezza chiedevano i>er il buon successo delle MissiuKi* -
e ottenne che l' anno seguente vi fosse invialo Commissario il Padre Guglielmo Gallerau, con autori***
e titolo di Commissario, in compagnia del Padre Ireneo Piai, che vi restarono lino al 1624.
Lavorarono i noslri (prosegue sempre il Padre Le Febvre) k'oiì raddoppiato zelo nella spirito:»!*^
assistenza de' Francesi e nella conversione de' selvaggi: ma vedendo di non bastare essi soli a taiit-^
impresa (essendo nata da pochi anni, cioè dal 1612, la loro Provincia , a cui il Re volle affidata tal«^
missione), si divisarono di chiamare in loro aiuto i Padri della Conjpagnia di Gesù, clie in effetto vi ?- ■•
recarono il 1625, e furono da essi ospitati per ])en «juallr' anni nel loro Convento, cioè Andai 1629, quand^^
gli Inglesi, avendo fatto una discesa armala nel pa«"!e. li trassero (gii uni e gli altri) prigionieri -
Ma il 1623 ai .sopra detii Francescani se n' erano aggiunti altri ; vale a dire i Padri Nioui«>
LE FEBVRE 311
Vieil co' fratelli laici Gabriele Sagard e Gerva^io Moyvr, che vi uperarunu veri prodigi. £ appresso
nel 1628 s' imbarcaronu iu Francia per la stessa destina/àone i Padri Daniele Bolavier e Francesco
Girard, che catturati in mare dagli Inglesi, vennero menati in Ispagna, donde fecero ritorno in
Francia.
Il Ì6i9 poi avendo gli stessi Inglesi preso Quebec, ne portarono via, come già si accennò, i nostri
Padri con quelli della Compagnia di Gesù, che avevano nel proprio Convento, trasportandoli in
Inghilterra, e di là a Calais, dove sbarcarono il 29 ottobre dello stesso anno. Appresso restituito il
Canada alla Francia, i Francescani francesi si disposero a far ritorno a quelle loro Missioni, e ne
vennoro autorizzati da un decreto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide del 28 febbraio
1635, che il Padre Le Febvre riferisce letteralmente. Ma per ragioni che qui non vogliamo dire
(prosegue il Padre), non fu possibile che ne conseguissero la facoltà dal Re Ano al 1669 (È da
vedere su questo punto la Storia del Padre LeClerc: Etablissement de la foy, etc. , che chia-
risce ogni cosa); quando quel Monarca dovette cedere alle richieste dei popoli del Canada, che
ad ogni costo rivollero i loro Padri ! Fu dunque primamente inviato il Padre Cesario Harveau,
Deflnitore della Provincia di Parigi in qualità di Commissario e Superiore della missione , con
i venerabili suoi confratelli Romualdo Papillon, Ilario Gucsnin e il fratello laico Cosimo Graveran,
che s'imbarcarono alla Kochelle il 19 luglio 1669: ma investito il legno da liera procella, dovettero
approdare a Lisbona; da dove poi ripresa la via per Francia, appena usciti dal Iago naufragarono.
11 Padre Romualdo Papillon peri; e i suoi compagni salvarono a grande fatica la vita, perduto
quanto portavano seco per il ristoramento della Missione. Dopo di che il 30 aprile il Deflnitorio
della Provincia, secondando il desiderio del Re, risolvè un' altra spedizione . E conciossiachè il Re
avesse scritto di propria mano al Rmo Padre Germano AUart, che avrebbe come cosa graditissima,
.se egli personalmente accompagnasse i novelli Missionari al Canada, immantinente parti per la
Rochelle, dove s' imbarcò co' Padri GabrieH; de la Ribourde, Simplicio Landon, e Ilario Guesnin,
e i fratelli laici Francesco e Anselmo Baldon; e dopo tre mesi di navigazione toccarono Quebec. 11
Padre Allart vi si trattenne due mesi, quanto fu necessario per bene ordinare la Missione , dopo di
che fece ritorno in Francia.
L' anno seguento 1771 partirono per la stessa destinazione a rinforzare i loro confratelli, i Padri
Eustachio Maupassant, Claudio Moreau, Stefano Sangé, Marziale Limosin, e il fratello laico Frate
Innocenzo Desmarais.
Altri li seguirono il 1675, guidati dal Custode Provinciale, Padre Potenziano Ozon; e furono i
Padri Luigi Uennepin, Luca Buisset, Cristiano Le Clerc e Zenobio Membré, della Provincia France-
scana Recolletta dell' Artois; e l'anno appresso 1676 i Padri Giovenale Cointrean e Sisto Tacq co'
fratelli laici Leonardo Pareut e Vincenzo Du Fournel ec. Speciale menzione poi merita la spedi-
zione di altri quattro Padri fatta il 1682, affinchè accompagnassero il Signor De La Salle ne'nuovi suoi
tentativi per scoprire il Mare del Sud. 11 primo tentativo lo aveva fatto il 1681 co\ Padri Gabriele de
la Ribourde e Luigi Hennepin. Quest' ultimo ne scrisse la Storia, e noi già l' abbiamo illustrata.
1 quattro Padri suddetti dunque furono Zenobio Membré, eletto superiore della Missione che
doveva inaugurarsi nelle nuove contrade che scoprirebbero , il Padre Massimo Le Clerc, Anastasio
Dooay e Dionisio Morguet, che partirono dalla Rochelle il detto anno, muniti di amplissime facoltà
della Sacra Congregazione di Propaganda Fide per il felice successo della loro impresa. 1 quali docu-
menti sono riferiti alla lettera nello Addizioni {zhe^ come si disse, sono due) fatte alla Storia
del Padre Le Febvre che stiamo illustrando. Vorremmo allungarci di più in questa rivista, che ben
V argomento lo richiederebbe ; ma la natura di questo nostro lavoro non cel consente : e però la
chiuderemo con alcuni cenni dell'opera del signor Meilleur, di cui abbiamo detto in principio.
Egli, dunque, dopo di aver in breve compendiato la gloriosa storia delle Missioni de'Francescani
Recolletti nel Canada, piglia a considerarli specialmente dal lato della pubblica istruzione che da-
vano al paese, e quindi fa risaltare il gravissimo delitto che nel farli perire venne commesso dal
lato sociale, mentre non si parla d' altro che di sociali utilità, e si accusano gli Ordini Religiosi e
Uoro Missionari di non rendere a'popoli alcun reale servigio.
« Con la venuta (egli dice) del Padre Allart nel Canada furono cedute parecchie proprietà al Padre
Gabriele de la Ribourde Superiore della Missione, perchè avessero mezzo i buoni Padri di occuparsi
dell' istruzione de' fanciulli ; ma ceduto il paese all' Inghilterra, ne furono spogliati interamente. In
Montreal divennero privata proprietà del Signor Villiam Grant, che poi 1' 8 di aprile del 1818 ne
fece una permuta con sua Maestà Britannica. Tutti i beni, a dir breve, furono confiscati in' profitto
312 LE FEBVBE
della corona dMoghilterra, e i Canadesi rimasero privi de' servìgii e della baona Istruzione che rioe-
vevano da' Francescani Rccollelti, senza die ne siano stali in alcun modo compensati. R meo male, te I
nemici de' Frati sopprimendo que' zelanti istitutori , ci avessero lasciato i beni , di cui non erano
essi che depositarli e conscienziosi amministratori per la pubblica istruzione : ma noi e^ci tolsero i
beni e i maestri : così dovemmo restare lungo tempo privi afbtto di mezzi per avere V insegnainento
primario.
• Inoltre, vivendo ancora i buoni Padri, ci toccò vedere i loro Conventi convertiti in osi proCuii,
e le loro chiese tramutate in tempi protestanti. A Quebec, convento e chiesa essendo stati divorati dalle
fiamme il 6 settembre del 1796, 11 Governo s'impossessò subito del terreno; ed ora Invece di quei
gloriosi monumenti della fede e della carità de* nostri intrepidi Missionari, vi s' innalza la chiesa
Anglicana e II palazzo di giustizia della città, edificato il 1873. Anche nelle Tre Riviere la Chiesa è stata
tramutata in tempio protestante, e il Panon't Manoir non t* altro che il Convento, già prima, parte
fatto corte dì giustizia e parte prigione del distretto. Desolante metamorfosi e Aero strazio de*
cattolici Canadesi, veder così iniquamente spogliati i loro Padri e Maestri di quanto possedevano e
do' mezzi di Instruirlil
« Dopo tutto ciò , i poveri Padri dovettero disperdersi nel paese, e per i terribili avvenimenti
che sconvolsero la Francia, e la persecuzione a cui essi erano fatti segno nel Canada, non
potendo ricevere aiuti di fuori , nò rifornire le loro case di nativi , ne cominciò la lenta estin-
zione! Ma non perciò s'era punto rallentato il loro spirito religioso, né la loro disciplina: anche
dispersi proseguirono eroicamente il loro ministero evangelico, chi occupandosi nelP Istrozione de*
franciulli, chi nel visitare e assistere gli infermi a domicilio. E (cosa ammirabile!) tennero le scuole
aperte in Quebec fino al 1870!
« Quebec, Saint Thomas, Vercheres e Montreal sono i luoghi ove durarono più lungamente.
Frate Paolo Founiier la tenne in Montreal fino al 18i6; e quanti furono suoi scolari, che furono
moltissimi, e la più parte ancora vivono, sono tutti ottimi padri di famiglia . Quasi tutti figliatili
di poveri, appartengono tutti alle chissi operale ; ma l' educazione ricevuta gli ha renduti relìgioii,
modesti, pacifici, contenti del loro slato, e nello stesso tempo industriosi e felici. Lo stésso aweooe
degli allievi di Frate Luigi Bonamy originario dell' Assunzione . Per più che quarant' anni egli fece
scuola nel sobborgo di Saint Vallier in Quebec, con tanto valore e tanta virtù, che di eerto
non gli mancherà una pagina assai onorevole nella storia del Canada. Egli mori il 1848. Frale
Marco Contant poi, morto qualche anno prima in Saint Thomas di Montmagny, teneva «nilvi una scuoia
serale, e si procacciava la vita accomodando gii orologi ! Questi Frati, clie giustamente ToglioDS^
chiamare benefattori dell' umanità, non solamente davano ai giovanetti lor confidati un*edncaiiune
propria per farne uomini utili e rispettabili , veri esemplari di cristiana virtù e nella prati
di essa felici; ma inoltre ei sapevano renderli cosi dolci ne' costumi, ameni nel carattere, e piacevo!,
nella società, che invano cerclieremmo altrettanto da coloro che li hanno oppressi, calunniandoli, «
pigliandone il posto I Frate Paolo, fra l'altre cose, s' intendeva a perfezione di canto, specialment
il canto fermo, edera ottimo cantore, ed inoltre coltivava le matematiche, delle quali spesso facev-.
argomento di conversazione co' suoi amiri. Egli mori in Montreal il 15 novembre i8i8, di 78 anni.Priro
che morisse, si procurò che ne fosse fatto il ritratto in pittura al naturale, che ricorderà lunga pezz
a' Montrealesi le virtù dell'Ordine Francescano, e i meriti personali non comuni del venerabile
• Appresso, come si disse, cotesti ottimi Padri si occupavano della cura e dell' assistenza deg'
infermi, e nel predicare, confessare, ec. Le loro stazioni erano specialmente in Percée, In Quebec^
nelle Tre Riviere e in Montreal . 11 Padre Crisostomo Dugast era parroco in Sant' Anna ^^
Yamachiche il 1798. Prima era stato missionario fra gii Abenakis, selvaggi ch'avevano emigraV-^^
dallo stato di Maine il 1780, e s'eran fermati in San Francesco il 1785. 11 Padre Domenico Petrus '
moulx tenne la Cura di Becancourt dal 1767 al 17G9. 11 Padre (jiuseppo Daillon aveva studiata ^
imparata a perfezione la lingua montagnese sin dal 16i6. Nel 1798 il Padre Ilario di Saint HilaKre
era Missionario in Sorci, dove già era stato il Padre Emanuele Oespel il 17i7. Il Padre Simon
Dupont fu Parroco di Nicolet dal 1716 al 1729. Il Padre Pacomio Legrand, di Saint Pierre neirisols
d'Orleans dal 1713 al 1719; e il Padre Medardo Petrimoulx morì parroco nell' Assunzione, dorf
ebbe per successore il suo fratello Domenico, di cui si disse di sopra, morto nel 1799. Nel 17€i
il Padre Felice di Bercy andò a sostituire in San Francesco il Gesuita Padre Roubaud. Da Su
Francesco passò poi a Chanibly, dove tenne officio di parroco sino al 1769; appresso, per qualche
mese fo*in Sant'Eustachio il 1770; e finalmente in Reauport negli anni 1783, 1700, 1701. InoltitMi
LEON 313
namero dei parruchi di BecaDcourt, vicino a Sao Francesco, troviamo i Padri Felice Bercy e Luigi
Demers negli anni 1764 e 1767 ; Domenico Petrimoulx dal 1767 al 1769, e Niccolò Couturier; i quali
tutti successero al Padre Pietro Gaunon. H Padre Couturier poi ebbe a successore per oltre quattr'anni
il Padre Teodoro, che fu l'ultimo, e vi esercitò il suo ministero dal 1774 al 1779. Il Padre Medardo
Petrimoulx, ordinato sacerdote il 13 ottobre del 1754, era succeduto al Padre Bercy nella Cura di
San Giuseppe di Chambly, e la tenne fino al 1777, quando divenne parroco di Saint Pierre du
Portage, vulgo l'Assunzione, ove mori il 1799 di 69 anni. Fra l'altre cose, egli aveva gettato qui
le fondamenta d' un Monastero per le Religiose della Congregazione di Nostra Donna: ma esse non
n' ebbero V uso che dopo il 1845, come parte del bello stabilimento che or vi tengono per V educazione
di questa Parrocchia. 11 Padre Domenico Petrimoulx, ordinato sacerdote nel 1758, morì il 13 di giugno
del 1799 parroco dell'Assunzione nel Basso Canada. Successe al suo fratello Medardo in detto anno
1799, e in esso mori 11 Padre Felice Bercy, nato in Montereal il 10 giugno 1720, e ordinato sacerdote
il 1753, fu nominato Commissario dei beni del suo Ordine, e ne fu l'ultimo Superiore nel Canada:
morì in Quebec il 18 maggio del 1800, di 79 anni e U mesi. L'ultimo Padre Francescano Luigi
Demers, ordinato sacerdote il 34 settembre 1787, trapassò in Montreal il S settembre 1843, di 81
anno e 8 mesi, in una piccola casa presso la chiesa, che il governo protestante gli aveva tolto, e
n' usava per raccogliervi al sermone i suoi soldati, che in parte alloggiavano nell' adiacente Convento.
Il buon Padre viveva nella detta piccola e* povera casa col suo genitore , il fratello Alessio e una
nipote che li serviva nella loro miseria. Fu 1' ultimo sacerdote dell' Instituto Minoritico ordinato nel
Canada. S'intendeva assai di medicina, e i suoi unguenti e farmachi erano tenuti per miracolosi. Certo
è, che aveva molto ingegno, unito ad un generosissimo cuore ; onde la sua morte fu un pubblico lutto t
« Così si cstinse nel Canada un Ordine Religioso, consacrato ali* apostolico ministero e alla
pubblica istruzione ed educazione, a cui il paese deve quanto ha di benel •
Sin qui, in compendio, il signor Meilleur, a cui l'Ordine Francescano sarà sempre ricono-
scente della giustizia rendula a' suoi generosi Agli, che con tanta gloria ne tennero alto il vessillo in
quelle regioni, e dei quali tanto ci commove il flne non meno bello e onorato. Come non
dimenticherà il viaggio che egli, il signor Mbilleur, fece dal Canada a Roma per aver una novella
missione che ristorasse quelle ajitiche glorie i
Ohimè! Le amare vicende^be con tutti gli altri Ordini attraversa il Serafico Instituto in Italia
come nel rimanente d'Europ^JBol consentirono! Avrebbe forse accettata 1' offerta l' esemplarissima
Provincia di Sta Giuseppe nel Belgio, retta da quel dotto e valoroso Padre, che è il Padre Bernardo
Yan-Loo: mft nò anch' ella potè, per aver aperto in quel momento alcuni conventi in Francia,
in Inghilterra, In Iscozia e nell'Irlanda; che sono altrettante missioni!
Deloome sarebbero nuovamente ricevuti colà i Francescani, dice la seguente lettera del Padre
Huygens della Compagnia di Gesù allo stesso Padre Yan-Loo.
« Mon Rev. Pére,
• Le nom des Péres RecoUets (Franciscains) est encore en bcnediction dans le Bas-Canadò. Le
Saint Eveque de Montreal, Monsigneur Bourget, les rec^vroit a bras ouvertcs. Les Tertiaires y sont
tres nombreuses de deux sexes: il y a des reunlons regulieres a Montreal. Rtant Chapellain au
Couvent des Dames du Sacre Coeur au Sault-au-RecoIlet, ou est notre Noviclat a 8 milles de
Montreal, un Tertiaire me servali la Messe la dimanche et les jours de fete en habit de Franciscain
avec la corde aux reins. Les Peres de la Charitó Bclges, y font tres bien. Le materiel ne ferali
pas defaut. Les habitans de la ville de Montreal batirent un beau monastere aux Carmelites. Elles
sont tres contentes. Je n'eus jamais si peu soufTert de froid que cet hiver, quo! qu' il ait eté bien
rigoureux ... Ce sont les bonnes Péres RecoUets qui ont fait venir les Jesuites au Canada , nous
Doos estimerons tres beureux de pouvoir faire quelquechose popr y faire revenir les Péres RecoUets.
Quebec, le 7 luin 1876.
P. Huygens S. J. •
330. Leon. — Vida y mila^os de San Juan de Capistrano ,
Religioso Menor de la Regular Observancia de N. S. P. S. Franci-
3U LEONESSA
9
ih.
SCO. Coinpuesta y ponderuda por el M. lì. Padre Fray Joseph
de Leon, Lector de Theologia, Ex-Secretario General del Orden,
y Padre de la santa Provincia de Granada. Dada a publica luz
por el M. R. Fr. Juan de Cabrerà y Aranda, Predicador habi-
tual de la misma Provincia y primero del C!on vento de N. P. S.
Francisco de la ciudad de Alcalà la Real. Dedicala D. Rodrigo
Hurtado de Mendoza Presbitero, su primo, al Ilustrissimo Senor
D. Gregorio del Valle Arredondo, Cavaliere del Orden de Cala-
trava, Presidente de Granada y del Consejo Real de CastiUa.
Vn volume in 4, di i6 carte preliminari non numerato, e i33 pagine. In fine: • Impreso cn la
Imprcnta do la SS. Trinidad pur .\ntoiiiu do Torruhia, improsor del Ilustrissimo Scfior IK MartiD de
Ascarguta, Argobispo de Uranada y do la Santa Iglosia Calhodral do dicha eiudad.» Eccellente libro per
la storia delle antiotie nostro Missioni dell' Tn^Micria, delta Moravia, della Boemia, della Transilvania,
della TuR'hia, oc. N'i^ un esemplare nella Biblioteca I*roNinciale di Cordova.
331. Leonessa. — disposta di Fr. Gio. Francisco da Leonessa
( Nicolai ) Minore Oss. Kif. Vescovo eletto di Berito , Vicario
^ Apostolico di Hu-Qan<j in China, alli punti contenuti nelli
fogli inviatigli dall' Eminentissimo e Reverendissimo Signor
Cardinale Casanatte il primo di luglio 1699.
Sono 23 carte in piccolo 8, inserite in italiano ed in francese nel libro intitolato: Omformité dei
ceremonies cìUiioixes avec l' idolatrU' tjn'cqne et rumaiite, etc, par un lìeligeux Doeieur et Frofetseur
en Theologie. A Coìogne, chez lei lleritiers de (^rncille d'Egnioud, 1700. i ree approbation et per^
mixxioii des Su pt' rie ars. Libro raro, cUv acquistai in Parijji. Il 1*. Da Leonessa professò Dell' Osser.
Hifor. Provincia Ibunana, e parti Missionario por (lina l'anno 1684, ascrivendosi alla Provincia di S.
(ìrcgorio dollt.' Filippine. Zcl.mte Mis.sìonario, il 1697 venne elfllo Vicario Apostòlico di llu-quang e
Vcsco\o di Ucrilo. lUM'atosi a Uonia p«'r gravi negozi iì«'llo .Mis.sioni della Cina, soniniinistrù as-^ai
huni alla Sacra (ìongrega/.ione M)pra lo cuntrovi-rsie rlio tennero tanto agitati gli spirili circa i riti
(linosi. E quivi mori nominato Arcivescovo e Vicario del Capitolo di San Pietro.
Egli lasciò una preziosissima e for>e unica niccolta di libri cinesi, che alla sua morte, de
ordine SS. Ihimini CJeinentix Papae XI recuperati, [)oi de mandato Eininentissimi et Reverendiisimi
1). CardinaliH Gentili Pro-Datarii, vennero ordinati e illustrati dal nostro Padre Carlo Orazio Da
Castokano, di cui già abbiamo parlato.
Credo die del Padre da Leonessa, o Nicolai, si dol»l»ano trovare non poche lettere d^mportanza
riguardanti gli stessi altari delle Missioni cinesi, specialmente negli Archivi della Sacra CougregazioDt*
di Propaganda Fide : tre io ne rinvenni fra i manoscritti della lliblioleca Fabrouiana di Pistoia. Esse
sono registrato come segue:
— Lettera dol Padre Fr. Giovan Francesco Nicolai Vescovo di
lierito 0 Vicario Apostolico di llu-quan^? in Cina alli illustrissimi
0 Reverendissimi signori Cardinali della Sacra Congregazione di
Propoffanda Fide.
Non ha data, e riguarda V u<to delle facoltà concesse dalla Santa Sede ai Vicari ApotCoIici io Cimi.
LEQUILE - LETONA 315
— Due lettere di Monsignor Fr. Giovan Francesco Nicolai
Vescovo di Borito e Vicario Apostolico di Hu-quang in Cina.
Sono copie, e parimente mancano di data.
332. Lequile . — Hierarchia Franciscana in quatuor facies
historice distributa. Quarum singulae quatuor facies patefacient.
Cuius Hierarcha cruciformis Christi fungens legationem cuni
suo Dominico consodali lectissimo, monarcliiam ecclesiasticam
stellis duabus noviter et feliciter exorientibus, Columna Romana
firmiter patrocinante ac protegente, inseparabiliter reparat, susti-
netque. Qui variis sobolibus, prolibus, prosapiis, synodis, pro-
vinciis, sedibus, dominibus,. collegiis, per totum terrarum orbem ,
veterem, novum, in fidei ac Sedis Apostolicae dilatationem et
firmitatem eam amplissime diflFundit. Authore Fr. Didaco Lequile
Minimo inter Minores Sancti Francisci Transtiberini in Urbe
cenobita. Romae, ex Typograhia Jacobi Dragondelli, 1664. Supe-
riorum permissu.
Sono 2 volumi, in 4 grande: il primo, exMbens faciem hominU et faciem leonis, di 13 carte
preliminari e 364 pagine, con due indici in Une duodecim capilum faciemm et rerum notabili um :
il secondo, exhibem faciem bovis et faciem aquilae, di due carte preliminari e 556 pagine, con in
tine gli stessi indici. Libro. ricco di molte notizie dell'Ordine e delle sue Missioni; specialmente il
tomo II, dove delle Missioni dà lo stato in cui trovavansi al suo tempo, con questo titolo: Praefecti
neoterici ad Missiones Apostolicas prò Propaganda Fide in partibus Turcharum, Schismaticoì'um ,
Ilaeretieorum et Infidelium. N' è un esemplare nella Biblioteca Provinciale di Cordova; e un altro
esemplare mi ricordo che era nella Biblioteca del nostro Convento di Aracoeli in Roma.
333. Lerchundi . — Rudimentos del Arabe vulgar , que se
habla en el imperio de Marruecos, por el P. Fr. J. Lerchundi
^ Misionero Franciscano de Ti erra Santa y Marruecos. Madrid, 1872.
Un volume in 4. In Madrid si vendeva 15 franchi.
334. Letona. — Descripcion de las Islas Filipinas por el P. Fr.
Bartolomé de Letona de la Provincia Obser vanto da Cantabria.
Cosi l'UuERTA (Estado, ee,J. Dapprima fu Missionario nel Messico, donde passò alle Filippine
il 1649, e il 1654 tornò al Messico, ove Uni la sua vita. Era nativo d'ilibarri nella provincia di
Alava.
Lasciò anche le seguenti opere, -parte edite e parte manoscritte: 1. Vida de la Venerable
Mckdre Sor Geronima de la Agumpcion^ fandadora del real Monasterio de Monjas Clarisas de
Manila: 2. Vida de la Venerable Madre Sor Magdalena de la Cruz, compahera de la venerable
Madre Sor Geronima de la Asumpcion: 3. Confesionario de Moì\Jai: 4. Perfetta Religiosa; impreso
«A AngelopoU^ ofMna de la Viuda de Juan de Borgia^ Ano de 1661 : 5. Catalogo de ReUgiotos de
31 6 LETTERE
Asia
sangrc reni, con su* vidas ; impreso 166i : 6. SertnoMg de S. Francisco y S, Clara; impreiot en
AngelolopoU, oficina de Francisco Robledo, ano de 1662: 7. Vida de Fr. Sebastian Aparieio.
335. Lettere di Missionari Francescani Spagnnoli delle Filip-
pine, della Cina, della Concincina, di Camboia ec, ed altri docu-
menti riguardanti le Missioni Francescane in dette regioni.
Preziosa raccolta di cui mi venne fallo dono. Tutte le lettere sono autografe in carta cinese;
e cosi i documenti. Vi é la storia de' principali memorabili avvenimenti onde la fede fu cotanto
agitata in tutti i sopra detti regni durante lo scorso secolo. Quel che se ne scrisse fln qui, è storia
monca ed imperfetta; solo mediante la pubblicazione de' numerosi ed importaDtisslmi documenti
che restano inediti, si potrà vedere quel che la Chiesa in detto tempo pati; i fatti eroici d'ogni
genere che nobilitarono i suoi ti^li, e fecero maravigliosamente risplondere la sua luco immortale;
e di quanta dottrina, virtù, zelo e annegazione dessero prova gli Ordini Religiosi, di San Francescu,
di San Domenico, e di Sant' Agostino, ne* numerasi loro Missionari sparsi in tutti i memorati regni,
ai quali da un certo genere di storici, ciie sin qui per fas o per nefas tennero il campo, non si fece
neppur l'onore di una menzione.
E qui voglio ripetere, che senza la raccolta e pubblicazione di tutti cotesti documenti, una
storia vera degli ultimi tre secoli della Chiesa b impossibile. Nei quali documenti , ci dobbiamo
persuadere (cjme mi diceva in Parigi l' illustre Ferdinando Denis, Conservatore della Biblioteca di
S. Genovieffa) che sta la giustificazione degli Ordini Religiosi dalle calunnie a cui furono fatti segms
e nello studio di essi il secreto per ridestarne e ritlorirne la vita.
Dei 36 lunghi documenti, de' quali si compone la nostra raccolta, metteremo qui per saggiu
il più breve, che è il seguente del 1739.
MINUTA PROVINCIAE FRANCISCANAE S. GREUORII PHILIPPINARUM.
« Provincia S. Gregoril Magni Discalceatorum l\cgularis Observantiae S. P. N. S. Francisci
ìstis in insulis Philippinis, non longe a Magnae Sinac, Japoniue et Cochinchinac amplissimis maio-
risquc Asiac romotìorilnis ab Europa regnis, sita, cuius praecipua institutio et porpetuum studium
est sacrosancti E\angelii ad genliuni cunsersionem praedicatio et earumdem conversarum in Ode
catholica manutenlio et cunfirmatio, atque in honorum operum vìrtutumque execjuutione assidua
inslructio, eOìcaxque cumpulsio et compellatio; in praesentiarum habet sua sub cura et administra-
tionc duceuta millia animarum, ex Indis, Sinis, Cochinchinis , Cambodianis, aliisque nationibu^
ronversis, in Dominum Nostrum Jesum Christum noviter crcdentibus, omniaque et singula mysteria,
({uae sancta et Apostolica Romana Ecclesia, mater nostra, credit, coniitetur et docet, Qmiiter crc-
dentibus, ac pie devoteque, reieclis Idolis, adorantibus.
• Ad qucm effectum habot haec Provincia 66 conventus, doctrinae, scu ministerla communiler
noiicupatos, duo<iue xenodochia, in quibus omnilms educantur indigenae, eisquc a Fratibus nostris,
exomptis ab Ordinariorum visitatione, catholica doctrina et ecclesiastica Sacramenta administrantur.
absque rigorosa H ex iustitia.subventione; de quorum apostolico fruclo centum ([u&draglnta quitoor
millia signati characlere baptismi catholiceque vivcntes numerantur. Quibus in ministerìis, praeter
assiduos labores curac animarum (et etiam corporum, propter Indorum stupiditatem), non desont
alii plurimi ob defendendum oves a lupis; ob pestcm grassantem pluribus in locis; et deniqw
oh Maururum, iteratis vicibus per tres annos, et praesentem irruptionem, praecipue in provincia
de Camarines, episcopatus Novue Caceres: cumque ad expugnandos Maurorum incursns. Decesse
sit Religiosos agere duces belli et pacis ob Indorum timiditatem; bine est illos molta pati, ove*
sibi concreditas in spiritualibns temporalibusque adiuvantes et defensantes. Duoqne ex dictis Reli-
giosìs Inter veprcla per triduum errantes abque cibo et potu, in montibus fugientes, e maoibos
Maurorum ipsos captivarc cupientium, miraculose evaserunt. Unus namque ex illis erat gravissimi)
morbo praepcditus; attamen sic a Mauris hac illacque fugiens , et Inter arundineta et herbas, ìb
({uibus latebat, ab ipsis ter conquisilus, Religioso eos prope audiente et videntc, a Mauris, tamd.
Deo opitulante, nnllimode inventus est, post triduumqui perfccte sanus ab inflrmitate sua* VM
LETTERE 317
plarìraum fatigatus ieiunusquc, ac pene nudus, ad Coenobium securus, gratias agcns Deo, pervenit.
Deinde populus, LiDgmanan vocatus, caius Ecclesiae et Gonventus titulus et advocatus est S. Jacobus
Maior, Apostolas, miraculo pergrandi a S. Apostolo est liberaius a Mauris : oam oppidanis bellan-
tibas adversus multi tudinem Maurorum irruentem, magnisque vocibus S. Jacobum invocantibas,
post aliqua vulnera ex utraque parte, praecipue in Mauris, aliquibusquc ipsorum occisis, insperato
Mauri fugerunt, praecipitesque, nullo persequenle, recesserunt. Captivi vero christiani, qui ex ipsis ad
nos tranfugerunt, asseveranter narrabant, Mauros fugisse, quia viderunt in aera contra illos belli-
gerantes equites hispanos, praetiosis armis stipatos bellicisque magnis tormentis Mauros destruentes;
in quo exercitu unus praccipuus videbatur sedens in albo equo. Hoc quippe modo ipsi Mauri
retulerunt. Multoties, certe, experimur, Religionem catholicam, ministrosque evangelicos in bisce
plagis a Domino visibilibus portenlis defendi.
« Extant praetcrea nunc temporis in montibus, quamplurium infidclium et apostatarum refertis,
harum insularum , novem Missiones , in quìbus totidem Religiosi huius Provinciae prò ipsorum
conversione ac reductione per deserta, et invia, et inaquosa, perque impenetrabilia quippe nemoribus
consita, loca, magnis cum periculis infatigabiliter, Dco adiuvanfe, laborant. Quorum pracsens fructus
uberior est duodecim millia christiani. Nunc ergo ad novas Missiones deveniamus, quae bis ultimis
annis sumroo labore et constantia a nostris aperiuntur in pracruptis et bucusque inaccessis mon-
tibus dioeccsis Novae Segoviac , in quibus habitant plures barbari adeo truces et bellicosi , ut
(fuotidie mutuo se occidantsine causa: hi enim truculenti homines quampluries a ministris evangelicis
temporibus diversis ad fldem catholicam et humanitatem incitati, toties ipsis fortiter resistere; doncc,
sacru (avente numine, anno practerito quinquagesimo quarto, aliqui ex ipsis ultro ministros evan-
gelicos pctierunt, sccuritatemque et obbcdientiam illis spoponderunt , ut vìam salutis (ipsimet sic
dicebant) eo doccrent, ne in ìnfernum misere retrudantur. Mirabile dictu ! Quatuor millia hominum
ex dictis usque in praesens sunt iam instructi et baptizati; aliiquc plurimi (licct non omncs , ut
optamus) in dies ad populos construendos redncuntur, atque feritale atrocitate et inndelitate relicUi,
buroanitatem, miserationem , sociubilitatem , Memque catholicam amplectuntur. Haec est mutatio
dexterac Excelsì : quod clarius apparel in duobus superius visionibus relatis a quodam Indo ex
praedictis, cuius nomen Limay. Ilic ergo,, licet infldclis, bonus, et morigeratus sencx, sub gravi
attestatione multisque aliis signis piae credibilitatis, fatetur se vidisse, primo S. Patrem Nostrum
Franciscum, stimagtizatum, se suosquc monentem ad sacrum baptisma recipiendum; secundo
Dominum cruciflxum, sic secum alTantem : Veni, filU mi ; en vulnera mea, quibus vos a damnatione
redemi : haec sunt militi» chrixtiani arma , haec mea tormenta bellica , non ad occidendum , $ed
ad vos beatificandum , ut nunc vides, praeparata : eia ergo , convertimini ad me et baptizamini,
et ne addatis iniquitatem super iniquitatem, ne forte irascar robixcum, demergamque in Isto mari.
Ex tunc, vero, temporis, diabolus hos neophilos visibililer perturbare non cessai; qui lamen ab
ipsis signo Crucis, ac spiritualibus armis, quovis momento fugatur: quod etiam frequenter accidit
cathecumenis et neophllis caeterarum Missionum. Pro nunc tres sunt hae novae Missiones, impensis
Regis Calbolici subsidiatae, in quibus tres Religiosi ex primis fundatoribus , videlicet Fraternosler
Dominicus de Martorell, praedicator ac Ex-Deflnitor, qui herniam aliasque ìnflrmitates habitualitor
patiebatur, Frater Joseph a S. Pascliale, et Frater Emmanuel a Jesu Maria Fermosellc, praedicatores
et Ex-Guardiani, aernmnis et calamitatibus opressi, peregrinationibus et inllrmitatibusa terrae climate
contractis ; attenuati , spiritu, zeloque apostolico pieni, praetiosa morte, virtuose diem iam snpremum
obiere. Non, ergo, minore difficultatum pondcre ac fastidioso labore inceptum opus sex de nostris,
I>co dante, dictis in Missionibus prosequuntur.
• In magno Sinarum imperio, diversis remotisque in provinciis, civitatibns et villls, triginta a
nostris administrantur Ecclesiae; quibus oratoria quamplurima, tam in domibus, quam in xeno-
dochiis, prò animarum et corponim salute, aduectuntur in vicinis adiacentibus vìcis, ad nostrorum
Missionariorum curam spectantia. In quibus copiosa christianorum multitudine pollens (usque ad
centum millia animarum et plus perventum ante persecutionem, huius saeculi anno vigesimotertio;
annoque quinquagesimo erant quinquaginta milla christiani ; nunc, vero, ob crudeles ac continuai
I)ersecutiones vigìntiquinque millia fldeles in missionibus nostris Sinensibus tantnmmodo nume-
rantur et extant), sicut rosa inter spinas, sic inter tot paganorum gcntes tldes catholica miriflce
exaltatur. Pro cuius assidua propagatione sex de nostris apostolici operarli inibì hodie conslanter
assistunt; aliique quatuor illur quamprìmum ex hac provincia transibunt ad idemmet munns vi
idem ODUS subituri. Veruni tamenjiis temporibus dira persecutio, odiumque in sanctamFidem (Deo
.>
I N LETTEKK
sic permitteute) omnia penitus contrivit: Ecclesiae namque dirulae et propliaiiaUit; cliriòtini!i iJi«i'«fM
l'I odio hahiti; evangelici ministri persecuti, ad necemque vel exilium conquisiti sunl et fueruul;
quam ob causam , ut fugiant a facie arcus tyramnorum, subveniantquc ndciibus occultU pabulo
SacTamentorum evangelicaeciue doctrinae, circumeunt in melotis et pellibus caprinis, egeDtes, angn-
stiati, afUicti, quìbus dignus non erat mundus, In solitudinibus errantes, in mootibus et speloncis
et in cavernis terrae; et quia testimonio fldei probati inventi sunt, a Christo Jesu DumìDO Noslru
suis in lahoribus cflScaciter iuvantur, atque do manifestìs periculis multoties miraculose erìpiuntar.
Et ideo, gratias agentes Deo Patri per ipsum , opus Dei constanter prosequuntur, tot ioteremmoas
gaudio spirituali perfusi ; expectantesqiie univer^alem ipsius imperii ad Christi fldem conversiunen,
ipsam fusis precibus inenarrabìlibusque lacrymis ab omnipolenti Domino deVotissime exoranL
• In Cochinchinac vero, magno, Sinis, vicino regno, anno praeterito 1750, duodecime nostm
Heligiosis evangelici ministri numerabantur.Qui quidem, muUipricatislaboribu$,sed copiosis fractiboft
magis ac magis in dies crescentibus, continua sanctì Evangeli predicatione Sacramentoruoque adini-
nistratione collcctis, in triginta septem Ecclesiis iam ab illis et suis antecessoribas aedìflcatis,
adnexis etiam quinquaginta octo oratoriis,iam in curia Regia habitabant, iam in vicis abscondebaDUir,
iam per deserta peregrinabantur ; atque ex istis uliisque pormultis laboribus prò Ade catholicaao-
plianda sustentatis, sexdecim millia ducentaesexaginta animae ab ipsis in spirituaiibus pascebantur.
Sed (proh! dolor) eodem anno quinquagesimo contra omnes ministros evangelicos valida tempesta
exhorta, diraque persccutio stabilita, omnia penitus subvertit. Siquidem, ex decreto Regis MìssiuDarìb
Ai>ostolicis in Macaum relegatis, Ecclesiae eversac sunt. Aliqui vero ex dictis nostris Missionarii«,
relatis in laboribus vita functi, alii in alias missiones trauslati, alii deniquo in hanc rrovinciamredìeiv,
ex quibus Frater noster Josephus a Conreptiono, qui Irigesimum annum In illis MissioDÌbus
expleverat, sexagenarius, factusciue Diflinitor, uullactenus acqiiievit, donec, renunciato officio, «un
duubus oporariis anno quinquagesimo quarto iterum ad Cambodiam, Cochinchinae vicinam, se
contulit : ubi sulus (duo enim socii sunt defuncti) ministrai in spirituaiibus tribus niillìbus fldelibos
Ciambodianis, qunmplurimosque chrìslìanos Cocbinchinas ad eum venientes recipit, refuvet ac pabnk
spirituali solatur. Nunc vero, unus, voi alter huius Pros inciac lllius sociabitur dicto Patri, ut qaoqw»-
modo in illa Domini vinea laborent; cumque voluntas Dei sit, in Conchinchinam intrent et inibì vlan
aperiant; hacteuus namque ibi quibusvis Missionariis aditus est interclusus. In Missionibus Sineo-
sibus laboravit noster Frater Antonius a Matre Dei, aliter de Almaden, praedicator, qui rigurosa io
perseculione, cum clam et per noctem sacrum peragebat, aliaque Sacramenta lldelibas aministnbat,
inventus fuit ab persecutoribus et requirentibus eum; qui catervatim il illum irruentes, nipote ab
omni umanitate alieni, ipsum fustibus ac nagcllis crudelissime cnecidcrunt, pracsertim iu capile;
cumque iam animam agerc viderunt, reliqucrunt. Caeterum, Dcd >itam illius ad alia tolleramU
supplicia prò cathuliea fide reservante, catenis a feris sattelitibus vinctus, permultis laboribus prò
amore Dei animarumque salute, tum in carceribus locorum (ubi tamquam reus mortis iDclnsas
custodiebatur), tum in diutino itinere superatis, pervenit tandem ad imperialem curiam Pekinefi-
Sem : perpensaque inibi illius causa, nempe quod contra Imperatoris decretum lìdem Christi prae-
dicabat, quamvis primum fuit capite damnatus, postea, tamen, in exilium ab omnibus illius inpefii
dominis mutata sententia, executioni tandem fuit aman<lata : quod quidem egerrime tulit, resignatu
tainen divinae vuluntati, noster Fraler Antonius, vitam prò Ade catholica Domino domlnantium sani-
llcare toto corde desiderans. Igitur cum Macaum pervenisset prò Christo relegatus, obtentaque Supe-
riorum lioentia, ad Cochincbinam se contulit , ubi per annos quinque illis in Mìssiouibus abondanter
laborans, demum in naufragio demersus et arquis praefocatus occubuit, l)onum de se nomen et
exemplum caeteris relinqnens. De ipsius etiam praetiosa morte hoc venit notandum , quod fon
a sociis christianis eius radaver, iuxta litus repcrtum, in ipso litore sepullum fuissel, tamen Reli-
gi»>si viciniores decreverunt ad Ecclesiam deportandum in ipsaque sepeliendum. Cumque in trigesima
die ab eius morte cadaver exhumaretur (o beatam animam!) runclis ccrnentibus,inlegrum et flexibile.
et absquc ulta corruptione, imo potius suavem spirans odorem, est repertum. Mortai sunt piae-
terea in China his temporibus alii Missionari!, huius Provinciae filii specialìs notac; scìllcet Frater
noster Joannes de Villena, praedicator, qui per vlginti annos et amplius ibi laboraus, aberes fracms
collegit, mortuusque in bona virtiitis fama, cum quatriduo insepultus iacuisset ob atisentiam sacer-
dotis, et oh christianorum devotionem, postremo inrorruptus, flexihilis hilarique vultn gratiosos a
Fralre nostro Emmanuele, qui hic ordine sequitur, inventus et sepultus est. Fraler noster Emmanirl
a S. Joanne de Capistrano, qui post obitum laudalur a socis buie Provinciae scrìbentibas: IHctuiH
LETTEHE M^
Fratrem maiorem fructum fecisse io Missionibus per deecm annos, temporeque persecutionis, quam
alius possit facere per viginti tempore pacis I Hic, demum , intensos vesicae dolores propter lapillos
habitualiter patiebatur; cum vero eral occupatus in ministerio verbi Dei, vcl in Sacraraentoruni
distri butione, nullum senlicbat dolorem. Frater Antonius a Conceplione, Laicas, mcdicus et chirur-
giis Missionariorum Sincnsium, adeo virtiiosus et charitativus, ut omnes curaret egrotos, tam (Idcles
iiuam infldeles; quibii3 multum prodcrat tam verbis quam exemplis ad ipsorum convcrsionem ;
hocque fecit per duos supra quinquaginta annos; ideoquc ab omnibus Sinis, etiam Mandarinis et
Imperatoribus magni habitus; passimque ab omnibus pater pauperum dicebatur. Magnifìcae exequiau
in eius praetiosa morte a multis in Macao, et praecipue ab Illustrissimo Domino Episcopo do
Malaca celebratao sunt. Frater noster Didacus a S. Josepho, praedicator, animarum indcfessus lucra-
tur et conquisitor , quampluries a Domino suis in ]aI)oribus sanctisque lucris mirabiliter fuit adiuctus;
trlginta quinquc annis suae Missionis Inter persecutionis procellas explctis, septuagenarius in paco
reqoievit. Goronidem impunat Sinensibus Missionibus unius saeculi vir, noster Frater Michael Roca,
praedicator, anno immediate practerito (1758) roortuius, aetatis nonaginta sex annis, Sinicac Mis-
Hionis sexaginta duobus: qui pluries Commissarius Provincialis illarum Missionum fuit, plurìmumquc
et forti ter in ipsis iaboravit.
• In Cochincliina, vero, praeter alios, apostulìcis laboribas insudantes, ex hac vita mortali
migravere sequentes: Frater noster Hyeronimus a SS. Trinitato, praedicator, illiusquc Seraphicae
MissÌMiis bis temporibus fundator, vel potius rcstaurator; qui plurimum Iaboravit in illa Domìni
vinea per vigintiquinque annos; ubi Commissarius Provincialis illius Missionis, ac Pro-Vicarius
Apostolicus totius Gochinchinae, Camboiae et Chiampae cxlitit non paucis annis. — Frater noster
Philippus a D)nceplione, vel de Toledo, praedicator et Commissarius; qui, praeter conlinuos laboros
ipsius Missionis Inter infldeles et malos cbristianos per annos vigintiocto, ipsemct cum dicto
Fratre nostro Hyerunimo in tempestate valida contra romanam fldem eiusquc praedicatores apostolicos
a Jansenislis excitata, vlncula et carceres, verbera, ludibriaque pcrmulla (supra cacteros Missionarios
aliarum Institutionum) ipsi duo fortiter et patienter (Deo adiuvante) sustinuerunt. — Deniquc
frater noster Franciscus a Conceptione, praedicator, qui, praeter ordinarios inter infldeles labores per
viginti annos toleratos, ob pacem Missionis Seraphicae consequendam, a dominis GalHs, Franciscanos
e Gochinchina cxpeliere conantibus,perturbatam; utpote tunc temporis pluribus annis Commissarius,
pcrmuKa in contentionibus ac litigiis prò nostro iure tuendo, hac illacquc in ilineribus hanc
Provinciam de sui muneris negotiis consulturus, humili religiosaque constantìa perpcssus est.
• lo civitate Manilensi, Philipt)inarum metropoli, habet haec Provincia unum tantum communi-
(atis Conventum, ubi rigorosa nostri Hegularis strictiorìs Instituti observatio viget. Ad Novitiorumque
educa tionnm et Professorum publìcam studiosi tatem quandocumque necessitas postulai, inibì
inagistri instituutur.
• In praedicta civitate habet insoper Monialìum Conventum, ubi triginta septem domìnac paupe-
res ac Christi sponsae summa vigilantia, admìrabilique chrislianorum excmploS. Clarae Regulam et
profitentur et observant. Habet praeterea, et prò tunc exlant Fratres centum quinquaginta octo. Ex qui-
has: Palres Provinciae tres solummodo munerantur; Sacrae Theologiae Lector unus; Praedicatores us-
que ad nunerumcentesimum decimum quintum; Confessores inveniunturt riginta; Laici vero duodecim.
• A data minutae ( videlicet vìgesima prima augusti anni 1753) prò Capìtulo Generali practerito,
Murciae celebrato, usquc in praesens, mortoi sunt Fratres quadraginla duo. Qui omnes, tam prò fldc
ratholica propaganda, quam ipsis in neophitis conservanda etconflrmanda magnos labores sustulere,
relìgioseque et excmplariter viventes, viiae ipsonim uitimum dicm clauserunt.
« Ex Monialibus tandem a supradicto anno et die usquc nunc sex decesserunt e vita; omnesque
magno cum odore virtutum.
< Haec sunt, quac ad hanc Divi Gregorii Philippinarum Provinciam pertioent. In quorum tldem
praeseotes dedimus,easquc manibuspropriis subscripsimusac sigillo malori huius dictae Provinciae
munivimus in nostro Gonventu PuriQcationis B. Marìae Opidi de Dilao, die trigesima meosis iulii
anni Incaroationis millesimi septìngentesimi quinquagesimi noni.
Frater Franciscus a s. Rosa, Frater Joseph de Yadila,
Minister Provincialis f Sigillo) Deflnilor
Frater Michael Garcia, Frater Franciscus Vessado pr Rroja,
Deflnitor Deflnitor.
Frater Michael de Sevìlla,
Deflnitor.
o20 LKTTKIIE
A»M
Ita est
Fr. Joannos a Santo Antuxh»,
Custos
Da questo solo documento può giudìcaa' Taveduto lettore di quale importanza sii siala
razione dei Francescani in tutto l'Arcipelago Indiano, nella Cina, Concincina, ec., e quali (atklie
e travagli costò a' Missionari della Chiesa cattolica il ditTondere 1* evangelica lace fra quelle ancora
ottenebrate nazioni* e il trarre le anime alla luce della fede e ai bcnctlct del CrisUano incìvilìmeolol
«.. 336. Lettere della Cina dei Padri Francescani Osservanti,
Fr. Luigi da Signa, eletto Vescovo Anthedonense, Fr. Fortuna'
Brazzini, Fr. Giovanni Antonio Buocher da Portoferraio, Vescov
Rosaliense, e Fr. Gioacchino Salvetti, Vescovo di Euria.
(■n volume in foglio. Sono 32 lettere copiate dagli originali dal P. Facondo Giannotti, IL
clie me ne fece dono. Del Salvetti scrisse una liella Biognifla il Padre Francesco Frediari, inserii
nel volume l*ro»e e Verni dello stesso Padre, pubblicati in Prato il i853« e V anno appresso rislamptv.^.-»
in Napoli nella Tip<jgrafla del Vaglio.
Di quelle del Pa4lre Bcik^her già abbiamo parlato: le altre non sono meno importanti per 1 ■■
storia delle Missioni Cinesi. E il lettore, meglio che da qualche brano che ne potremmo qui rifeiiv^^^
vogliamo che lo giudichi da una breve notizia storica della vita di cotesti Missionari, la qita&l^
possiam dire che si compendii nella sopradilofta Iliografla che d'uno d'essi (che fu il Padre SalvelCi >
lasciò il Frkdiam. E riproducendola qui, come già abbiam fatto di (lualchc altro documento consimll^y
uniamo a questo Saggio Itibliografico, secondo che promettemmo, come nna tela di tatle le nostro
Missioni.
« Nel convento de' Minori Osservanti di S. Homano nel Valdarno inferiore, il di 35 di febliraio
del 1787, il nLiestro de' iiovizii poneva questo ricordo nel libro delle vestizioni : « Oggi si è rieemto
all'Ordine il giovane Domenico Salvetli, mutandogli il nome natalizio in quello di Giovaccfalno. •
Cinquantotto anni dopo, nel libro de' morti di quel conventosi scriveva: t Si ò avuta noUiia della
morte di monsignor (ìiovacoliino Salvetti, avvenuta nella Cina il 'ìi di settembre del 1843. > Bla •
poi<*hf> queste non sarebliero di (ut sr cose degne di tramandarsi alla posterità, era debito far me-
moria ddlc eminenti virtù di un n-ligioso, il quale nel More degli anni e delle s()eranze, abbandO'
nato il cielo ridenti* d' Italia, i parenti, gli amici e le cos<> più caramente dilette, si spinge altra'
M>rso d'immensi pericoli, iit Iracria di nuovo mondo v. di nui>vi fratelli, per operare la loro stiate.
Kd io, secondo la tenuità lielT ingegno e delle forze mie, sonomi in ciò adoperati», affinchè di isolo
onore ed esemfiio derivatori da lui non sen»bri sconoscente il suo Online.
• Il i9 di gennaio ilei i7(>>j nacipie (gli a Bagno ud Aqua, detto volgarmente Bagno di Ca-
sciana, da (ìiuliano Salvelli e dalla Colomba Marconeini, coniugi di specchiato costume, e agiati
de'beni della fortuna. La quale ultima parlicolartà de' genitori io non avn>l punto toccala, se non
gli fosse venuta a grande onore nell'umile e penitente vita che prese dip«»i rendendosi reli^«*o-
• Baro è l'Ile la puerizia non lasci intrn vedere quello che sarà 1' uomo nella vita. E la pueriri*
di lui consolò i genitori di liete speranze, le (|ua]i a suo bMnpo recò pienamente ad effi^tto. Perl**
ehe, scorgenilo in esso forte amore e tendenza allo studio, e non amando disgiungere l'utilità deU*
istruzione dalle dolcezze della educazione domestica, lo affidarono assai per tempo al maglslettìdi
un dabbene ecclesiastico che teneva la pubblica scuola di quel paese. I^a sua dolce natOfSi 1'
ingenuitii, il candore e tutte le care doti che fanno amabile quella prima età si guardagnarono ÌM
presto l'animo del maestro e de' condiscepoli. E la costoro benevolenza gli dovette riuscire a$tti
t»pportuna a tem])erargli il dolore rbe cosi di buon'ora venne ad amareggiargli in vita per la morte
del padre. Le onorevoli testimonianze, che gli rendono molti stati con lui a quella scuola, (Uìih)
fede della diligenza e assiduità sua allo studio, rara a quella età: come anche della sua sa\'iem
e della lM)ntà de' costumi, che seppe eonservare illibati in quegli anni giovanili ai quali ordinali^
mente tanti pericoli Duino insidia.
LETTERE o21
• Secondo che i tempi portavano, lo studio di quasi tutta ia giovinezza, per ragioni che qui
non fa di ridire, era nel latino. Se a lui pure toccasse, e Ano a che segno, quella ventura, non so.
So bene che V aver molto studiato in quella lingua gli fu in appresso d' assai giovamento ad appren-
dere ed insegnare le scienze che in quella solamente si solevano scrivere. Del resto non entrerò io
qui giudice né del troppo d'allora, nò del troppo poco che alcuni lamentano dei tempi nostri.
Persuaso, com'era, il buon giovinetto, che princìpio e cardine del sapere si è il timore di Dio,
questo ad ogni studio mandò sempre innanzi, e in ogni studio altro non cercò mai che il vero, il
buono, l'utile. £ poiché l'animo suo signoreggiarono sempre due affetti potenti: desiderio della
propria salvezza e amor dei fratelli; per meglio ciò conseguire, rispose al celeste invito che lo
chiamava alla religione, e ai diciotto anni prese l' abito di san Francesco.
• Compiuto con molta lode l' anno del tirocinio, e fatta solenne professione de' voti, i superiori
lo mandarono agli studii della filosofia e quindi della teologia ; ne' quali fece tali progressi, che nel
1794 in un concorso provinciale tenutosi a Poggibonsi ebbe grado di lettore nella prima di queste
discipline. A legger la quale vennegli destinato il convento d' Ognissanti in Firenze, ove le più care
speranze del suo istituto crescevano al decorp della religione e della patria: e cosi cominciò per
tempo a compiere 1' uflcio dell' uomo sapiente, che é giovare i simili del proprio sapere. Ivi se gli
aperse largo campo a spargere la buona dottrina e rintuzzare la falsa, che di que'di riproducevasi
oltremonte, affatto opposta a quella di Gesù Cristo: L'anima, perchè materiale, passare col corpo:
le operazioni di lei essere nulla più che movimento delia slessa materia: la rivelazione, una fola:
impostura e guadagneria di preti la religione. Perciò faceva ammoniti que' giovani si guardassero
da' lóro sofismi, e ripulsassero con dirittura di ragionamento le loro cavillazioni. Soprattutto poi
tenessero per fermo, scaturigine e fonte di quelle e di altrettali stranezze e delirii essere la superbia.
Perocché ove l' intelletto del superbo si avvenga in cose a capir le quali non basta l'acume naturale
dell' uomo, fieramente s' irrita del non poterle di per so comprendere, ma doversi umiliare all' auto-
rità d' un Dio che parla. Quindi sdegnando quejl' umile soggezione, e nella sola ragione fidando ,
cade in mille stravaganze e assurdità. Per questo non dimenticassero l'avviso di Paolo: di non
brigarsi cioè di sapere più là di quello che è d' uopo sapere, ma sapere a sobrietà. 11 mondo fu poi
testimone de* frutti che si colsero si ncll' una come ncll' altra scuola : in quella cioè del superbo
che nulla crede perchè nulla intende, e in quella dell' umile che tutto intonde perchè tutto crede.
E piaccia a Dio che questa ragione dell' uomo, intorno alla cui preminenza pur oggidì si travagliano
tanti, non tenti di nuovo farsi donna di province non sue.
I Compiuto il consueto triennio di qucU' insegnamento, i superiori, che bene intendeano quanto
importi ad avere buoni ed utili religiosi la scelta di savio e discreto institutore che ne guidi i
primi passi nel nuovo sentiero e sia loro a vece di padre e di madre , lo elessero a maestro de'
novizi!. E questo uficio, eh' egli tenne prima in Siena e poi a San Romano, crebbe in lui lo studio
della perfezione. Poiché, sentendo necessità di questa massima, che chi è maggiore in dignità debba
pure soprastare in virtù, e come il reggitore, cosi i sudditi ; pose l'animo a confermare coli' opere
la santità della dottrina che andava inculcando a que' giovani. Non austero cipiglio, non oltraggiosa
burbanza, non rigidezza superstiziosa; ma soavi maniere, temperato e bene inteso rigore, affabilità,
cortesia, affetto paterno, erano i modi con che gli veniva accendendo noli' amore della virtù, e nell'
esercizio delle pratiche della religione. E 1' esempio che loro porgeva da imitare era la vita di quel
poverello sotto le cui umili ma pur gloriose bandiere intendevano di militare. Della costui umiltà,
povertà e amor grande a Dio e agli uomini informava que' teneri petti, animandoli a smentire col
(atto proprio quella ingiusta e villana taccia, essere i frati danno e fastidioso ingombro della civil
società. E che nemmeno egli fosse tale il dimostrò per prova, allora che, dopo alquanti anni di
quel ministero, deliberò di porre in atto un suo bel divìsamcnto, dico, la missione ne' paesi degl'
Infedeli, alla quale sentivasi da molto tempo divinamente inspirato. Per la qual cosa chiesto, e dopo
lunghe prove ottenuto il sospirato passaggio alla Cina, il 2 di febbraio 1804 si mise in mare a Livorno
per alla volta di Lisbona, ove prese terra il 2 4|^ marzo, dopo non molto prospera navigazione.
« Assai prima di muovere da Livorno avea scritte lettere di commiato alla madre e agli amici,
le quali fanno aperta testimonianza della santità del fine per cui prendeva quel difficile ministero,
e della bontà dell'animo suo. « Ora, cara mamma (così chiudeva una lettera a lei, del 39 novembre
1803), fra tante altre cose che vorrei dirvi, queste sole scelgo, che giudico le più essenziali; e sono,
che non lasciamo, tutti d' accordo, di pensare e spesso riflettere alla caducità di tutte queste nostre cose
terrene ; alla brevità della nostra vita ; all' iicertezza non solo della morte, ma del «ome dovremo
SI
322 LETTEUE
morire ; a quanto imporli d' assicurare un eterno riposo alle anime nostre che costano il sangne
preziosissimo di un Dio morto per noi ; a quant' alto ascenda il nostro dovere d' amar Dio sopn
ogni altra cosa ; alla brevità del patire di questa vita , e ali* etemo godere dell' altra. • E indi a
pochi mesi, pur di Livorno, era tornato a scrìverle in queste parole. • Sappiate che questo giorao
(era il primo di febbraio del 1804) nel nome del Signore e della sua purissima madre Maria an-
tissima, unitamente al mio compagno abbiamo intrapreso il viaggio della Gina, dove se avremo b
sorte di potere esercitare r assuntoci ministero, laverò per una grazia singolarissima deldatord*
ogni bene. Grazia desiderata e bramata da tante anime grandi, eppure loro non conceduta per toi
sapientissimi e giustissimi del nostro Dio . . . Con tutto questo però non voglio scoragglrmi; perchè,
quantunque io mi riconosca e realmente sia un soggetto miserabile e meschino, tanto più appontu
risplenderà in me 1' opera di Dio , di cui tutto è , e da cui tutto ripeto quanto vorrà degnarsi
operare per mio mezzo. «
« Nò erano giovate a sconfortarlo dalla presa risoluzione le difficoltà che si attraversavano •
quel passaggio por la troppo barbara gelosia de' Cinesi di non ricevere nessun forestiere nel paese
loro; talché l'entrarvi furtivamente fosse un cimenlArsi alla morte o a perpetua prigionia, o^per
minor male, a lunghissimo esilio. E non doveva essergli ignoto il fatto d'una nave portoghesr
che, dall'impeto di sfrenata tempesta sospinta a quelle spiagge, fu dì presente con le merci «»•
liscata, e quanti v'eran sopra battuti inumanamente, e per di più dannati a perpetua catena. Ih
il santo sacerdote, caldo il petto di quella carità che tutto patisce, tutto sostiene, tutto spera ed
aspetta, nulla pensoso di sé, molto d'altrui, non paventava pericoli, non ricusava travagli, noi
dolori, non morte. Lo faceva animoso il pensare che aveva fratelli in quelle remote regioni bisognoiì
di lui, ed egli poteva far loro del bene. Il perchè, aspettato in Lisbona che il tempo si racconciasse,
ne partì il 29 di marzo, e a'S5 di maggio toccò il porto di Rio Janerio, dove prese stanza neir
ospizio de' Cappuccini italiani, missionari! nell'America portoghese. Statovi diciassette giorni, si mise
nuovamente in mare, e il sedici di settembre coq felice navigazione per\'enne a Macao. « È Maeu
(sono sue stesso parole) una colonia di Portoghesi, alle frontiere qui della Gina, permessa loro di
ciuesto imperatore, dove essi si sono fortificati , e disciplinati all' usanza d' Europa , con chiese t
religione pubblica; e però anche la chiave di tutte queste missioni, la Cina cioè, Tonctiino, G)di-
Cina, e luoghi adlancenti. > Ivi soprastette più d' otto mesi, attendendo buona opportunità d'introdoni
in quel difficile impero. Ed una se gliene ofTrl la sera del 22 di maggio 1805, che, attese le pw-
cauzioni e i riguardi tutti che furono a ciò messi in opera, faceva pronosticare un «sito fortuna-
tissimo. E da quel giorno agli otto di giugno di quell'anno medesimo andarono sì bene le cose,
che nulla restava meglio a desiderare. Se non che un infedele, che il padron della nave a'rea messo
dentro per aiuto di quella, mandò improvidamcnte fallito il disegno. Giunti al luogo divisato, contò
d'uno straniero ch'era arrivalo con seco. Il che bastò perchè, rapporiata la cosa al mandarino,
fossero di subito mandati sgherri, che lui e i compagni il di otto di quel mese tradussero oelk
pubbliche carceri ; dalle quali non uscirono se non per passare, dopo alcuni giorni, a quelle defla
provincia di Quanton. Là per ordinario le cose si sbrigano assai lentamente; e agii esami che wt
fecero quattro mandarini, cinque mesi appena bastarono. Ecco la relazione che di questa sua pri*
gionia ci ha lasciato in lettera. • Furono meco incarcerati altri tre cristiani cinesi, uno ch'era il
principale mio conduttore, uomo di merito per l' attaccamento e travaglio in vantaggio delle mis-
sioni, per cui dieci anni sono sofh*! un'altra volta la carcere, un altro preso per aiuto del medesi-
mo, e il padron della barca. Negli esami le cose passarono assai lisciamente, ad eccezione del
secondo, in cui il mandarino venuto in cognizione che anche i due ultimi suddetti mìei compagni
erano cristiani, volle tentarne la verità, esponendoli a calpestare l' adorabilissimo segno della noitra
redenzione, la santissima Croce, con promessa di tosto liberali e mandarli alle case loro se e»
facevano, e con minaccia di percosse e di rimanersene in carcere come noi se ricusavano. Per grazia
del cielo ricusarono il primo, ed elessero ti secondo ; e cosi mitigarono ancora in qualche maDìm
r orrore ed il raccapriccio concepito nel vedere disprezzare si vilmente e conculcare il suddetto adoia-
bilissimo segno della santissima Croce. •
« Stavano frattanto i buoni confessori di Cristo attendendo più mite la sentenza delF impen-
tore ; ma la congiuntura di una troppo severa persecuzione mossa contro i cristiani in PechlDO, fo
cagiono che ancora su di loro egli aggravasse la mano. Il padre Giovacchino in fatti tn. senleuiaio
a tre anni di prigionia; e il suo conduttore, che nativo era di quella provincia di Chan-Si, oltre
il tormento della canga per tre mesi, ebbe anche condanna di perpetuo esilio nella Tartaria àtnat,
LETTERE 323
langi di colà sei mesi di cammiDo. È la canga, secondo la descrive il sanV uomo, un arnese fatto
di due grosse e larghe tavole, dalle quali per un foro a ciò ordinato viene chiuso e serrato il collo
del paziente. Gli altri due prigionieri ebbero pur l' esilio di un mese di cammino. Per sentenza del
28 di marzo 1806 il padre Salvetti dalle comuni carceri fu tramutato in quelle del più grande fra i
mandarini dopo il viceré. E fu gran ventura per lui che mercè le cure di uno sconosciuto, d' una
cioè di quelle anime generose che non rendono grave il beneficio con V ostentazione, ma nascondono
perflno alla sinistra quello che la destra fa, gli fosse data quella carcere appunto ove solitamente
chiudevansi i mandarini delinquenti. Di che poi serbò sempre nell'animo riconoscente viva la me-
moria, come fanno fede le lettere sue, nelle quali a disacerbare i dolori di sua prigionia va spesso
ricordando con affetto soave le cure pietose che gli prestavano gli Europei quivi stanziati, e i larghi
sussidi di che gli erano liberali il procuratore di Propaganda residente a Macao, e un personaggio
di nazione inglese. Sebbene, a dir vero, a quel petto sacerdotale, a quell'anima eminentemente
evangelica il conforto maggiore veniva dal pensare, che fornito il tempo di sua prigionia, e riman»
dato colà d' onde era venuto, poteva pur di nuovo tentare quel viaggio, e sortire un esito meglio
rispondente ai suoi desiderii. t Con tutto che (scriveva dalla carcere) sia volontà di chi mi detiene in
questo stato, che, terminata la mia prigionia, me ne ritomi d'onde sono venuto, io però penso all'
opposto: e quando mi sarà dato pormi in libertà, confidato nell'aiuto del Signore, spero nuova-
mente intraprendere ciò che intrapresi la sera del 22 maggio 1805. • Dal che si fa manifesto come
la filosofia della croce di Gesù Cristo ha massime tanto remote dal comprendimento della umana
sapienza, da parere stoltezza. Essendoché, mentre i seguaci di questa rifuggono fatiche e pericoli,
e vedono un bene nella cessazione loro, i professori di quella esultano nei travagli, nei pericoli si
riconfortano. Sola una cosa per altro dava dolore all'illustre prigionero, la privazione cioè dei san-
tissimi sacramenti e del suo breviario.
« Uscito di quel carcere il 28 dicembre del 1808, e risospinto a Macao, fermo nella presa
risoluzione, in minore spazio d'un mese ne riparti, indirizzandosi verso la Cocincina, di dove si
tragittò al Tonchino, e quindi tentò introdursi per la seconda volta nella Cina. E ciò vennegU fatto
con migliore successo. Poiché, attraversate tre province di quel vasto impero, cioè Yunnan, Setchuen,
e Ghen-Si, e abbracciato in quest'ultima il santo suo confratello padre Giovanni da Triora, che
poi più tardi diede la vita per Gesù Cristo, il 5 di maggio del 1810 pervenne alla meta del suo
lunghissimo viaggio, a Ghan-Si.
« In tutto quello smisurato impero cinese erano , secondo le relazioni eh' egli ne diede
poi in lettera del 1825, solamente tre sedi vescovili ; cioè Pechino, Nanchino e Macao, dirette sempre
da prelati portoghesi che ne avevano l' annuo stipendio dal loro governo. V erano poi tre vicariati
apostolici; cioè Succinan, Fockien e Chan-Si. Il primo era governato da preti francesi di quella
Congregazione che dicesi delle Missioni estere; il secondo, dai Domenicani spagnuoli; il terzo, dalla
Congregazione di Propaganda che da molti anni valevasi dell' opera de' Minori Osservanti d' Italia.
A Chan-Si teneva allora quel grado ii padre Luigi Laudi , toscano e vescovo Antedonese; dal quale
in quel primo suo arrivo colà fu il Salvetti deputato alla direzione di un seminario da lui edifi-
cato qualche dieci anni addietro.
« Ora mentre si stava con amorosa sollecitudine educando que' giovani bramosi d'iniziarsi all'
ecclcsliastico ministero per diventare un giorno essi pure angeli di salute a immensi popoli che
perivano miseramente nel difetto di chi recasse loro il tesoro della fede, dovette abbandonare quella
pacifica dimora. Fu cagione di ciò il rumore che si sparse d' una persecuzione contra i cristiani .
Por Io che gli parve spediente porsi a sicurtà sull'alto d'una montagna, ove erano alcune famiglie
cristiane, ed ove per settanta intieri giorni si tenne appiattato dentro una spelonca cavata nella
terra, ordinaria abitazione si di quello come di altri luoghi montuosi di colà. E posciachè quei
timori furono cessati, egli si restituì alle cure di quel seminario; il buon reggimento del quale non
è a dire quanto a lui stesse nell' anima. Poiché vedeva bene, che a mantenere in istato cosi bella
primizia di cristianità, e a fare che non isterilisse o si perdesse miseramente il frutto di tante fatiche,
era bisogno formare nuovi ministri, e tali che senza ambizione, senza gelosie, senza gare d' onore,
ma gli uni esempio agli altri di virtù, nella sola carità del vangelo, santificassero i popoli, fratelli
e compagni nel pastoratico, e degni del primo pastore Gesù Cristo. E a questo erano volte con
indefesso studio le sue sollecitudini.
« E poiché, assai prima che monaco, stato era e figliuolo e fratello e cittadino, non dimenticava
i parenti e la patria che egli amava veramente, ma di quell'amore che la natura inspira e la
324 LETTERE
religioDe santifica, lì perchè in data del 39 d'agosto 1811 scrìveva al fratello parole di motto
rammarico per non aver mai vedute, dacchò era partito d' Italia, lettere de' suoi ; e tante ne avet
egli scritte loro, < acciò non avessero a dire (sono sue parole) che chi si assenta dalla patria si
scorda in breve della patria stessa e dei parenti. » Ivi con affannosa soUecitudine domanda novelle
della madre sua, e degli altri della famiglia. Tocca poi mestamente dello stato infelice d'Italia
in que* giorni che videro tante contaminazioni ; e lamenta il disordine e il guasto che portato n'
avcano forestiere armi , straniera favella , insolite leggi e costumi. Ma soprattutto lo aoconva il
sapere sbanditi dagli antichi domicilii i pacifici claustrali ; e ingratamente tacciati d* ignavia e d*
impedimento al civile progresso gli eredi di quei prodi, che in altri tempi stettero soli contn la
barbarie del mondo. Finisce : « Fratello mio caro, se i presenti tempi calimitosi, co' quali per i
nostri peccati va Iddio gastigando il suo popolo, non serviranno per emendare in meglio la nosUa
vita, e riformare i nostri costumi, ci saranno di un forte rammarico al tribunale di Dio. ■
< Morto a' 26 d'ottobre di quell' anno medesimo quel suo vicario apostolico mentovato di lopra,
e rimasto cosi presto privo di tanta consolazione quanta gliene veniva dal conversare continuo eoo
quel fiore de' sacerdoti e de' vescovi, s' ebbe anche l'altro sconforto del dovere sobbarcarsi a quel
difficile ministero. Le bolle del pontefice che, oltre ad instituirlo vicario apostolico, lo eleggevano
vescovo d' Euria in Epiro, comecché speditegli il 31 di febbraio del 1815, a lui non pervennem
prima del novembre dell' anno seguente. Laonde, condottosi dal vescovo di Nanchino, che risedeva
a Pechino, lungi 130 leghe da Chan-Si, il 15 di febbraio del 1817 ricevette dallo mani di lui 1'
episcopale consecrazione. Tornato alla sua dimora, fra le tante fatiche e travagli che gli davano le
cure di quel ministero, egli mantenne quella fermezza e costanza d' animo che a ciò si richiedevano;
e buono e modesto com' era, a prodigio e tratto speciale di Provvidenza ascrìveva se a mal grado
della insufficenza e tenuità sua e de' tentativi di quel governo, 1' umile navicella di Cristo non en
naufragata. E per vero molte tempeste se l'erano levate contro in quel tempo: poiché allora le cose
della Gina, in ordine a religione, erano in pericoloso fragante ; e parecchi operai evangelici venivano
tutto giorno in odio della fede giudicati all' esilio o alla morte. Tra' quali ultimi e' novera tre Et-
ropei di quel vicariato medesimo di cui aveva egli il reggimento. Il più poi che quella persecuzione
incrudelisse si fu dal 1811 iosino al 1819: dopo, le cose parvero pigliare migliore aspetto; e, te
ella non era adatto cessata nell' anno 1833 , di cui è data una sua lettera a' fratelli , aveva però
alquanto rimesso del primitivo vigore, o potevano que' buoni fedeli godere di una certa tranquillità.
In quella lettera, ricordando ad essi i corsi pericoli e lo obbligazioni di uno stato che, come dice
il Nazianzeno, importa non sovvenimento di vita ma forma di virtù, non libera e assoluta signoria
ma ministero da renderne conto, gli richiedo dell'aiuto di loro orazioni per compiere fedelmente
1' uflcìo suo e condur seco a salvamento tante anime a lui commesse. E ciò maggiormente perché
sebbene non ancor vecchio, ma giunto appena a quella età ove l' arco della vita comincia a discen-
dere, pur tuttavia sentiva che le forze, le quali per le fatiche e i disagi gli venivano mancando,
lo avvisavano del sepolcro. Per lo che aveva chiesto e ottenuto dal pontefice a suo coadiutore un
tal p. Antonio da Pompeiana del suo istituto e di nazion genovese, cui egli sacrò vescovo d'Ekinam
nelle parti degl' infedeli, il 2i di giugno di quel medesimo anno. Né ometteva d' inculcar a' suoi
r esercizio delle cristiane virtù : pensassero gli abblighi strettissimi che ha il fedele con Dio, eoo
gli uomini, con sé medesimo: non seguissero i molti ciechi che si fanno duci: conformassero u
vece la loro vita all' esempio de' ferventi cristiani : fuggissero la compagnia de' tristi : si stringesseru
ai buoni: non odii, non risse, non dissipamenti, non usurc^ non tresche: brevi e fugaci essere!
godimenti di questa vita, interminabili le pene riserbatc ai trasgressori nell' altra. Del resto, sé pare
accusava peccatore miserìssimo , e bisognoso però delle loro orazioni. Di questo tenore erano le
lettere con le quali, cosi lontano, amava intcrtcnersi co' suoi cari parenti che maravigliavano in Ini
tanta bontà d' animo e tanto rara modestia. Della quale virtù si mostrò così tenero, che, se alcuna
volta, per contentare i pietosi desiderii di chi ne lo richiedeva, era costretto a dire alcun che del
moltissimo bene che per lui si faceva in quelle missioni, egli con prudente accorgimento a Dio solu
e alla sola virtù di lui ne riferiva la gloria. Faceva avvertire che, essendo Iddio prima cagione d'
ogni bene, vuole in tutte le cose procacciare la gloria sua; la quale, quantunque nelle opere deili
sua mano si appalesi in diverse maniere, là ove si mostra più apertamente é nell' eleggere agnndi
imprese deboli e infermi strumenti; e per ciò non dovere far punto meraviglia se a condurre opeff
d' infinito travaglio erasi Iddio servito dì lui, dandogli mente e cuore da rimettere in istato qoelU
LETTERE 825
crislianiti provata con tante tribolazioni. Avvegnaché colui clic pianta e colui che innaffia è un
nulla: ma il tutto è colui che dà il crescere, Iddio.
• Era ben naturale che si care doti e di cuore e di mente dovessero acquistargli la riverenza
e r amore de' buoni. Nel lft9, passando per colà monsignor VeroHe vescovo di Colomblca, che
andava nella Tartaria, fu a visitarlo. Onde poi in lettera ad un amico, contando dì quel suo viaggio,
ne lasciò parole di molto affetto. < Il 39 d' ottobre giunsi finalmente presso il vicario apostolico del
Cban-Si nella sua residenza di Tai-Yuen-Fou, eh' è sulla via maestra, discosto quindici leghe dalla
capitale. Quel vecchio venerando, più che settuagenario, mi accolse con un' amorevolezza veramente
patema. Le sue infermità, più ancora che gli anni, gli vietano di camminare : e questo doloroso stalo
ridonda pure in sua gloria ; perocché nell' entrare in Cina, riconosciuto nella provincia di Quanton,
e posto in catene, l'umido del carcere gli fu cagione d' una paralisia alle gambe. »
« Cosi logorato frattanto dalle fatiche, si veniva lentamente avvicinando al suo fine eh' egli
vedeva senza terrore. E che poteva spaventare il suo animo? Non aveva egli sempre ardentemente
bramato di dar la vita per Gesù Cristo in prò de* fratelli 1 Non aveva per ciò intrapresi lunghi e
disastrosi viaggi, affrontati pericoli, patite persecuzioni, tollerati osilii e prigione? Ed ora non
Iscorgeva nella morte, vicina la patria, rotte le catene, Unita le servitù? Oh ben poteva ripetere
coir Apostolo : € Ho combattuto il buon combattimento, ho compito il corso, ho servata la fede.
Mi sta ora preparata la corona, della quale mi farà in quella giornata retribuzione il Signore,
giusto giudice. > E certo , tanti sudori sparsi in servigio di Dio , a beneflzio dei prossimi , nei
quarant'anni del suo apostolato, tanti rinnegamenti di volontà, tanti sacriflzii;e, d'altra parte,
tante lagrime rasciugate, tanti cuori racconsolati, tanti popoli redenti, erano un soave ricordo al
suo cuore, e un pegno anticipato di quella eterna mercede, alla quale andò la sera del ventun di
settembre del 1843. Fu grande e sentitoli dolore che que' buoni fedeli provarono nella sua morte ;
e ne' loro petti vive e vivrà eternamente cara e benedetta la memoria d' una vita di sacriftzio e
di amore. Che il bene dal santo prelato fatto in quelle missioni non ristringevasi al tempo presente;
ma era germe che, confortato da amico raggio di sole, doveva un giorno portare più larghi e
ubertosi frutti. Il zelo operoso di lui e di altrettali banditori avangelici preparava l'odierno dila-
tamento della fede in que' remoti paesi; e in quelle care primizie si maturavano le speranze di
un' immensa generazione di credenti , che doveva sorgere da cosi lieve principio. E a me non
sembra troppo lontano quel tempo in cui per lo incivilimento presente che tante novelle vie aperse
e tante delle antiche agevolò, mercè tanto favore di potenti, tanta carità di privati, tanta operosità
di sacerdoti, l' umana famiglia si stringa in santa concordia d' affetti, diventando un solo ovile ed
un solo pastore. »
Povero Padre Frediani t Chi gli avesse detto , quando scriveva queste parole di cara speranza,
che pochi anni dipoi il suo Ordine con tutti gli altri sodalizii Regolari della cattolica Chiesa,
sarebbe stato soppresso e disperso; e alla soppressione conseguiterebbero leggi, per le quali,
umanamente parlando, ogni loro ristoramento tornerebbe impossibile t E il danno maggiore é appunto
quello che ne portano le Missioni cattoliche, che i sopra detti Religiosi Instituti mantenevano con
tanto amore e con si gravi sacriflcii fra' popoli ancora pagani e selvaggi deli' Oriente e dell' Occi-
dente: desolazione che strazia fieramente 1' animo di chi non abbia perduto ogni sentimento di
fede e di umanità; e crudeltà, che con ragione ci fa dubitare se l'amore che oggi si vanta e si
Iiredica con tanto zelo dell' incivilimento dei popoli, sia una verità o piuttosto un insulto al più
santi e cari affetti dell' uman cuore 1
I lettori ci passeranno questa intramessa; perchè il fine de' nostri studi è specialmente di
mostrare l' importanza che hanno gli Ordini Religiosi, sia nella società già cristianamente constltuita,
per mantenerla e condurla sempre più innanzi nel cammino della sua verace perfezione, sia nell'
apostolico ufficio di evangelizzare i popoli che tuttavia restano nelle tenebre e nella barbarie del
gentilesimo , privi della vera luce dell' intelligenza, e come separati dalla grande famiglia del
nostro Padre celeste , rigenerata nella fede e nell' incivilimento, che ci hanno fatto quel che noi
siamo, e non ci vennero che da Gesù Cristo I E di certo, se gli Ordini Religiosi dovessero perire,
la redenzione de* suddetti popoli dall* abbrutimento in col rimangono, non so quando si effettuerebbe I
326 LETTERE - LETTRES
t In patria (coachiade il Frediani), al Salvettì furono dal nipoti rendati solenni onori fonebri
il IO d' ottobre del i844 ; nella qoale occasione monsignor Torello Pierazzi, vescovo di Samminiito,
ne disse V elogio fanebre, stampato poi in Firenze dal Mazzoni nel 1845 ; e sulla porta maggiore
della chiesa si leggeva questa iscrizione dettata da lui:
D • 0 • M-
PARENTALIA • ET • LACRYMAE
SINENSIVM • APOSTOLO
lOACHIMO • SALVETTÌ • NOSTRO
QVI
SVA VITATE • SAPIENTIA • RELLIGIONE • PRAEaARVS
PRO • DOMINO • DEO • EXEROTWM
ZELO • ZELATVS * EST
FRANQSCANaE * SOROUS
SOLERTER • EDVCAMT • ALVMNOS
ECCLESIAE • CHRISTI • AD • ANNOS • XXXIX
SACRIS • MANQPATVS • MISSIONIDVS
RARRARAS * GENTES * SVRIEGIT
CATHOUCAE * FIDEI
IN • PRESSVRIS • IN • CARCERlRy? • IN • ANGVSTIIS
GLORIOSVM • REDDIDIT * TESTIMONIVM
EPISCOPALI • CARACTERE • INSIGNITVS
VICARU • PETRl • POTESTATE • HONESTATVS
IN • LOCO • EXCELSO • PRO • HOMINIRVS • CONSTITVTVS
M^XTORVM • ORTINVIT • SALVTEM
ET • IN • HIS • QVAE • SVNT • AD • DEVM
ASSIDVE • VERSATVS * EST
IVSTORVM • MORTE • PEREMPTO
SIT • LOCVS • IN • PACE
AETERNVM
SITQVE • NOMEN • IN • GLORIA
337. Lettere di Missionari Francescani da varie parti della
Terra.
Un volume in foglio. Sono tutte lettere da me raccolte, o inviatemi ne' testé passati anni dalle
varie nostre Missioni dell' America del Nord e del Sud, dalle Filippine, dalla Cina, dall' Egitto, dalla
Palestina , dalla Bosnia , dall' Erzegovina , dall' Albania, ce. Il numero di esse è di più che 150;
olire un i50 che ne pubblicai nei cinque volumi della Cronaca delle Missioni Francbscani ; eoo
note e schiarimenti e non poche interessanti memorie e notizie antiche e recenti. Quattr* aani
fa in Genova mi ero proposto ,di ripigliare e continuare quella pubblicazione, senza la quale
succederà delle presenti nostre Missioni quel che avvenne delle antiche; vale a dire, che sari difficile
lo scriverne per non avere una facile e regolare raccolta di documenti che le concernono; oltreché
il presente secolo più che di opere gravi, che non legge, ha bisogno di diari d' ogni maniera, ove
vedere come d'un colpo d'occhio ciò che accade nelle diverse parti della terra. Ma dod fai
secondato nel mio pensiero. E questa sia risposta alle diverse ragguardevoli persone, che da Tane
parti d' Italia, e di fuora, mi raccomandavano tanto caldamente e con sì vivo amore dell' Ordine nostro
di proseguire la Cronaca delle presenti nostre Missioni nelle varie parti e nazioni del giobo.
338. Lbttres envoyées au chapitre des Fréres Mineurs de la
Reguliere Observance celebre en tresillustre et magniflque cite
de Tholose en la solemnité de la Penthecoste V an. mil D. XXXII.
LEYDANO 327
par magnitìcque homme sire Jehan de Bernal docteur en droicts
et conseiller de la Cesaree Magesté touchant les aflFaires des
Indes et parties orientales. Nouvellement translatées du latin
en fpangoys au plus prez de la lettre que a esté possible. loincte
a icelles une salutaire exhortacion , a tous bons et loyaulx chre-
stiens utile et profitable. In Tholose, Mil cinq cens XXXII. a la
requete du marchant Jean Barrii.
Libriccino gotico, rarissimo. N' è un esemplare fra i riservati della Biblioteca Nazionale di Parigi.
339. Leydano . — Historia passionis novorum in Germaniae
Inferioris Provincia constantissimorum Martyrum Ordinis Sancti
Francisci ex Observantia: a Reverendo Patre Fiorentino Leydano,
eiusdem Provinciae Ministro collecta: sicut ab eis accepit, qui
sanctissimorum Fratrum martyrio adfuerunt, et propriis oculis
ad finem usque conspexerunt. Cui accedit enarratio martyrii alio-
rum quorumdam eiusdem Ordinis Religiosorum in partibus Gal-
liarum, prò fide Christi occisorum. Ingolstadi, ex officina Wolfangi
Ederi, anno CIOIOXXCII.
Un volumetto in 13, di 95 pagine. Il solo titolo dice l' importanza di questo libriccino, per la
storia delle Missioni Francescane. Esso ò rarissimo, e ne incontrai un esemplare nella pubblica Biblioteca
della città di Barcellona; ed è una seconda edizione. La prima pare che fosse fatta nel regno di Napoli,
e che riuscisse scorrettissima. Ciò si rileva dalle seguenti parole dell' editore Volfango Edero al chriMUO'
no Lectori: « Cum haud ita pridem (e'dice) commentariolum de persccutione Anglicana lypis excude-
rem (cioè la Storia del Padre Bourchier) et eumdem tibi , Cliristiane Lector, gratum fuisse aperte
intelligerem ; ofTerebat mihi vir quidam plus et doctus alium libellum (che è questo) Neapoli in Apulia
perquam mendose in lucem editum , qui breviter Historiam passionis novorum Martyrum, ec. »
A questo prezioso libro, e agli altri che abbiamo già illustrati riguardanti le nostre gloriosissime
Missioni in Inghilterra, dobbiamo qui aggiungere il seguente testé uscito a luce, di cui ci dà
notìzia r eruditissimo ed instancabile nostro confratello Padre Servasio Dirks della Provincia del
Belgio , nel numero V dell' anno IV del Messager de Saint Francois, etc. i5 octobre 1878. Il suo titolo
è come segue Prandsean Martyrs in England by Mn Hope, London, Bums and Oatet : ossia :
Marttrs Pranciscains en Angleterrb, ec.
« Tel est le titre (scrive il P. Dirks) d' un charmant petit volume qui peut compter sur un accueil
empressé partout où se parie la langue de la Grande-Bretagne. Produit d' une piume de talent, drama-
tique dans la forme et rempli de récits émouvants , le livre de Mrs Hope est plus qu' un recueil
d' anecdotes édiflantes. On peut méme dire qu' il réalise plus que ne promet le titre, car e' est , en
definitive, une historie abrégée mais complète de l'Ordre Séraphique en Angleterre. Seulement
Pauteur glisse rapidament sur les trois siécles qui précédèrent l'epoque de Henri Vili; arrivée là,
elle Dons donne une suite de récits émouvants, la plupart tels que nous les ont conservés les
actes publics relatife aux procès des martyrs. Ce beau livre est écrit en anglais ; en attendant qu' od
le tradoise, nous tenons à le Caire connaltre à nos lecteurs par une succincte analyse et un choix
de quelques traits remarquables.
« A la suite de Thomas Eeclèston (De adventu Fratrum Minorum in AngUam) et d'atttrei
328 LETDANO
historieDS coDtemporains, Mrs Hope racont l' anivée des Frères-Minears en Ani^elerre et la foDdatfOB
de Icurs premiers couvents dans les villes principales. Elle reprodalt Ics vues d* un émineot éeriTsin
qui, bien qne protcstant, met dans un jour tout nouveau les grandes idées religieases et social»
réalisées au moyen de son Ordre par Saint Francois d'Assise. (Brbwer, Prefaee to MonwmtmU
Pranciseana). Elle rctrace à larges traits les travaux de ces Prèret GriSt qui furent aecneUlis comne
des anges par l'Angleterre catholique; le soin qu' ils prirent des indigents et des lépreux, TlTint
eux-m6mos dans la plus stride pauvretó. Elle dit comment ces simples frères relcvèrent le prestìge
évanoui de V Unlversité d* Oxford, et en fuerent cumme les nouveaux fondatears.
< A Icur arrivée en Anglelerre les Universités de ce pays ètaient dans un état très-avaoeé de
décadcnce. Les anglals allaient faire leurs i^tudes sur le continent, et ceux qui avaient acqui quelque
r/'putation dans les sciences, préfóraient occuper des chaires dans les Universités étrangères plutòt
que chcz eux. La fondation dn ColkSge des Perirei GrU, à Oxford, produisit un cliangement total
l^cs étrangcrs affluaicnt par containes. Des millicrs d'étudiants remplissaient les mes, et une
immense activité intcllectuelle caractórisait bientót cettc ville. Les autrcs provinoes de P Ordre
envoyòrent leurs jeunes frOres en Angletcrre pour y étudier, et en obtinrcnt à lear tour des
profcsseurs |)our cnselgner chez eux ; les Universités étrangères reconnurent la préémlnence scin-
tillque des docteurs anglais. > (Prancisean Martyn, eie p. 38.)
• Les Fròres-Mineurs cultivòrent surtout, à Tcxcmple de leur ami et maitre, l'evéqne
Grosthead, les scienees exactes et la physique expérimentalc, tandis que dans la philosophie et la
tbéologie scholastique ils donnòrent un mome-nt le ton à toute 1' Europe savante.
• En mòmc temps ils ne négligeaient point la prèdication et T administration des sacremeots;
aussi les souverains et les grands feudataires rivalisérent-ils avec les communes, en cómblant de
bien faits les Franciscains; plusieurs de leurs monastéres étalent de fondation royale.
« L' Observance fut introduite de bonnc tieure en Angletcrre, et il est digne de remarqne. qse
durant les premières années de son régne, Henri Vili en fut un des principaux promotenrs. Mail
lorsque, voulant asservir l' Ordre à ses desseins schismatiques il ne rcncontra que la plus énergiqie
résistance, il en devìnt le plus ardcnt persécutcur. A cette epoque d' oppression sanglante, l' Ordre
Séraphique n' cut à déplorcr acune défection ; il cut des martyrs jusqu' à ce que les lois de proscrì-
ption tombérent en désuctude.
« Lorsque Henri Vili voulut forcer la cour de Rome à prononcer la sentence de nnllité an svjet
do son marìage avec la tertiaire Catherine d' Aragon, tous Ics thóologiens de TObservance s'y opposémit
et s' èrigérent en défenseurs de la résistance du Saint-Siége, et aprés la consommation de V iniqnilé
par le couronnemcnt d' Anne de Boleyn comme reinc d' Anglelerre, les Frères-Minears préchèrmt
publiqueme'nt contro le tyran. On peut lire diins le livre de Mrs Hope la curieuse scène qui se pasuit
le premier dimanchc de mai 1533, dans l'église de Greenwich, à l'occasion d'un sermon pnkhé devant
le roi par le P. Guillaume Peto, ou Peyton, gardicn du couvcut des Franciscains. On sera force d'
admirer la liborté evangélique, la saintc hardicsse, aveclaquelle les fidèles predicatears de cette époqv
osèrent dire aux rois de durcs vérilés.
« Henri, accoutumó aux adulations et a la scrvilité d'une cour corrompue, n' était pas Ikomme i.
soufTrir les hardiesses de la parole, mOmc dans Ics oratcurs sacrés. La persócutìon commenca, cruelle,
implacable. Déja en 1534, deux cents Franciscains se trouvèrent en prison ; il est difficile de dire k
nombre de ceux qui furent mis à mort, apròs avoir subì la torture, ni de ceux qui moururentili
suite des mauvais traitements. Aux condamnés a mort on appliqua la peine infligée aux trattres. Ce
supplice était cruci et infamant. On tratnait le coudamné sur une claie jusqu' au iieu do Pexécatioo;
on le suspendait au gibet, mais on le detachait avant qu' il n'eùt rendu le demier soupir ; puis on T
. óvcntrait, le cocur lui fut arraché de la poitrine et on jeta au feu ses entrailles. C est ainsi que nrao-
rurcnt une foulc de Franciscains sous Henri Vili et sous les rògnos suivants jusqu' è Jacques II. Lev
Seul crime consistali à rester fldèle au Pape et a ne pas reconnaltre la suprématie religieuse da Clef
de r EUL
« Un des martyrs les plus célèbres fut le R. P. Heath, récollet, én religion, frére Pftul de StiBle-
Madeleinc, qui soulTrlt a Londres en 1643. Je crois qu' on nous saura grò si nous donnons an leetetr
uno idée de la vie du glorieux athléte et quelques extraits du long récit de son sappllce
• Le P. Heath naquit dans le proteslantisme. Etudiant au collège de Corpui Chriitt, k GuBbrldg^
il menali au scin de l' hérésie une vie exemplalre. Il se voua entlèrement à l' étude de la tbéologie, el
son emploi de bibliotécaire lui procura toutes les lacililés pour lire méme les oavrages des oaUMliqBei
LEYDANO
329
.T
ture des controverses de Bellarmin avec le Dr. Whilakerlui ouvrlrentle» yeux, el après clnq ans
d' ^rwA^^ assidues il abjara le protestantlsnie et se déclara catholìque. Quatre autres étudiants, ses amis,
^tJLt^^^ «^nt WD exemple; llsentrèrent tous eu rellgìon ; trois se lìrent récollets , le quatrième devlnt
« Apréa bien des aventures el avoir snrmonté mille difflculté, il fut recu au couvent des Récollets
L Is i Donai, collège fonde pour fonmir des misslonnaires à V Anglelerre. Il fut dans la sulte
jssivement Vicaire du couvent et Préfet des étndiants, Lecleur de Tlièologie morale, Gardien du
ci>«a^' ^nt et Custode de la provìnce. Mrs Hope nous donne beaucou de délalls très édlflants sur les ver-
tasi l«i vie intérìeure et les travaux du P. Heath. 11 publia plusieurs livres de piété et dirigea dàns la
voie de la perfection quelques communautés de religìenses anglalses, établies on Belgique. 11 eut V
inslerv^ebonlieur d'obtenir par IMntercession de la Sainte Viergc la converslon de son pére, vieillard de
qimaftrc-vingtsans, qui quitta l' Angleterre et vint à Donai, où il entra comme frère-lai au couvent des
|i«*«o1 lets, afln de terminer ses jours sous la direction de son pieux flls.
• Durant le court espace de temps pendant lequel V église d* Angleterre put respirer un peu, le
P- l^^ath recut de son Provinciali' Ordre de reloumer dans son pays en qualité de missionnaire ; mais
quel cjue pùt ètre pour lui V attrai l de la patrie, il demanda à genoux la gràce de pouvoìr rcsler à
DouAi. Gependant dès que la persécution eùt éclaté dans les lles Britanniques, il solliciu avec instance
la i>ermis8ion de partir, afln d* obtenir la couronne du martyre. Mrs Hope nous communique V elo-
qucn te et ardente lettere qn' il ècrivit au Provincial ; mais celul-ci lui repondit que son départ de
DouAi serait une perte irréparable pour le collège ; que les bons supérieurs et lecteurs étaient rares, et
qti' il devait attendre Jusqu'à un moment plus opportun.
« Ce dèlai ne flt que rendre plus ardente en lui la soif du martyre. Valncu par ses pieux désirs ,
U alla, trouver la P. Mason, Commissaire de sa province en Belgique, et le pria avec un torrent de
larmes de le laisser aller en Angleterre. Mais ce religleux lui parla comme lui avait parie son Provincial.
Vojraat qu* il n' obtcnait rien de ses supérieurs sur la terre, il se touma du còte du elei ; Il demanda
et obtint la permission de faire un pèlerinage à N.-D. de Montaigu. Avant son départ il ècrivit une lon-
gtao piière qu' il appelalt • sa lettre à la Mère de Dleu. • Nous regrettons avec Mrs Hope de ne pouvoir
la donner en entier ; elle est très longue, mais pleinc de la plus ardente piété et extrèmement touchante.
« Dans son voyage vers Montaigu, il passa par Gand, où il trouva le P. Pierre Marchanl, alors
Commissaire General de V Ordre, auprès duquel il flt de nouvclles Instances. Celuici lui donna une
obódience par laquellcil lui enjolgnait de se conformer à la volonté de son Supérieur immèdiat. Ce
Supérieur, e' était le P. Mason, qui déjà lui avait refusé la permission si ardemment sollicltèe, et ne
conce vani plus d' espoir du còtó des hommes, il continua son pèlerinage. Le P. Mason, qui plus tard
*crlvU la vie de notre martyr, a avoué lui-mème que, rencontrant le P. Heath àson relour de Montaigu,
Il se sentU comme intérieurement force à donner au bon pére la permission si longtemps désirée.
« Le P. Heath partit donc pour l' Angleterre. Observateur enthousiaste de la Sainte Pauvreté,
li n'acoepta ni argent pour frais de voyage, ni hablts séculiers; Il se contenta de couper et d'
^franger son froc monastlque de facon à lui donner la forme d*un habit de matelot
« r arrivai à Londres, ditali dans une relation, après le coucher du solell, et me rendis à une
^'^Uerie appelée r BtoUe, près du pont de la clté; on me V avait recommandée. Mais à huit heures
OD me mit à la porte sous prétexte qu' Il n'y avait plus de piane. Je ne savals où tour^b" ™^ P^*
?•*▼»«, saus argent, dènué de tout. J' étals venu de Douvres nupleds, et ce jour-là j' avals fait qua-
*^lo milles. Epuisé de fatigue Je m' assls i la porte d' une maison bourgeolse, en attendant que
i^*^»9e repris des forces poor aller à la recherche du P. Coiman, pour lequel j' avals une lettre.
^^ qnelqQes moments après, le maitre de la maison m' accosta, me flt une infinite de questlons
^ ci&voya chercher un constable. Celul-cl me flt entourer de ses gens, et après quelques quesffons
*^ fouiUa. Il trouva sur mol quelques traltés manuscrìts que j' avals rédigés pour la dèfense del'
H^ eatholique, et oette cireonstance lui parut une raison sufBsante pour me condulre en prlsoo. •
« Le P. Heath subit un premier interrogatolre devant le Lord-Maire, dans lequel 11 avoua
^'^'Aiiieiit sa qualité de prétre et de rècollet, ajouUnt qu' il étalt venu en Angleterre pour sauver
^ ^trelBieB de F hérésle les àmes de ses compatrlotes. Devant une commlsslon du Parlement, li
"^ apologie da sacerdoce eatholique, et Interrogò sur ceux qui lui avaient procure des secours,
" Vvoma par les piineipes de la théologle qu' Il ne lui étalt pas permls méme en présence des exi-
de k loi, de Crahlr ses blenfalteurs. Quelques jours après 11 fut tradult devant une coar de
, aiprès vnÀT parie longtemps, aree une satnte llberté, il fut eondamné à mort comme coupa-
^ ^ htate trahison.
»k'
X * -
Asia
330 LIBRO
• Nous uiiietluus ù rt'gret une fonie ile circustances trì*s-édilUuites; les bornes qui now M
prescrites ne nous pemietlent point de parler des nombreiues visites qu' il recnt àtam sa prlM
de ses controvcrses avec les protestanU; des leUres qu'U écrivit pour exliorter et coDiolerd
àmes catholiques.
« L' heure de son exécution avait soDoé. 11 dcscendit le grand escalier de U priMn en Un
à haute volx une déclaration sur le serment de fidéllté, qu' il avait rédigée el signèe eft pièm
(le trois pères Jésuites.
t Arrivò dans la me et voyant la claie, sur laquelle il devait taire soo demler et doakMuei
voyage, il se jeta par terre et demanda en grice d' étre attaché aux queues des clievaux et trati
ainsi Jusqu' k Tybum. Gette gràce lui fut refusée. En route il chanU le cantiqoe, Nunc éimttÈii
puis il il s'écria souvent: « Jesus, Jesus, Jesus, pardonnez-moi mes péchés! Jesus, Jesus, Jésn
reccvez mon àme i > Il pria Dieu pour la conversion de son pays. « Angleterre, Angleterre, criait-i
reviens à ton Dieui •
« On venait déjà de lui passer le lacet autour dn cou, el il continuait de parler sur i'ind
fectibiUté de V Eglise catholique et sur le caractère éphémère des hérésies. Les ministres protestar
craignant refTet de ses paroles sur le peuple, le contraignirent de se taire. 11 demanda alois
ShcriflT de pouvoir mourir nu, à l' ìmitation do son Sauveur, mais on ne flt point attention à ce
prière. Pendant quc les ministres chahtaient des liymnes protestantes, le martyr eut le bonbeur
réconcilier avec Dieu un voleur, qui allait étre exécuté en méme temps que lui.
« Aprés une longuc priùre mentale, se souvenant que ce jour ótait la féle de S. Auicet, |m
et martyr, il entonna d' une voix eclatante Thymne, Inviete Martyr, et la chanta jusqu' à la !
Levant alors les mains au ciel, il s' écria avec bcaucoup de tendresse : Jesus , Marie, pardon de n
pallósi Jesus! convertissez T Angleterre 1 Jesus, ayez pitie de mon pays! Angleterre, reviens
Seigncur ton Dieu ! > A ce moment on retira l' échelle, el le martyr resta suspendu, les mai
cncore levécs au ciel, les yeux baissés,un sourise de bonheur sus les lévres; il venait d'eipin
{Franeitean Martyre, etc. Chap. XIII.)
• Le livre de Mrs Hope contieni encore d' autres histories aussi édilìantes que celle que noi
venons de raconter. Nous voudrions encore citer en entier le martyrc si glorieux du P. Bell,iic
ilont le Tablet a donne des fragments, mais nous dcvons nous bomer. L' auteur conduit so
hìstoìrc jusqu' à nos jours; le dernier survivant de r ancienne Province d' Angleterre, le vénénb!
Pére 0' FarrclI, mourul en 1877 au couvent de Ste Elisabeth, à Taunton ; il avait eu le bontieu
(io voir renaìtre dans sa patrie TOrdre de S. Francois par les soius des RécoUcts belgcs, qui
fundiroDt une maison cn 1858, et en possèdcnt en ce moment quatre, unies à la province beif^
de Si. Joseph.
• Mrs Hope, par la publication de son livre, a donne un exemple bon à suivre; plnsieai
autres Ordres religieux ont eu leurs martyrs en Angleterre, sans compier les nombreux prèlrc
siVuliers el les pieux laics, qui répandirent leur sang i)our la (ol. Ecrire des livres dans le geni
de colui-ci, publier los acles des martyr, enfants de la grande patrie britannique, est pour PAn
glelerre surtout une iBuvre patriotique, car celle nation, apprenant les faits glorieux quejusqa'i*
rhistoire lui avait systémaliquement cachós. Unirà par aimer celle Eglise Catholique-Romtine q«
produit doi» hèros parcils. •
340. Libro y relacion de las grandezas del reyno de la China
hecho por un Frayle Franciscano Descalgo de la Orden de Sai
Francisco , de seys que fueron presos en el diche reyno en la isl
de Haynan, en el ano de 1585. S. L. et A. in 4. 1585.
Da queste lettere poste in ultimo e dalla ripetizione dell'anno, argomento che sia un libn
slampa: ma non lo vidi, nò per quanto cercai, mi riuscì di averlo a mano. 1 Francescani dei (|U
si parla, furono non sei, ma olio ; cioè Fr. Diego D' Oropesa, Fr. liartolommeo Ruiz, Fr. Franeei
da Monlìlla e Fr. Pietro Orlis, sacerdoti, e i fralelli I^ici, Fr. Christoval Gomez, Fr. Diego Ximeo
Fr. Francesco VilUrino e Fr. Manuele da Santiago, 1 quali trovandosi selle Missioni delie Tdip^
>
LIBRO 3.S1
la' sixKMriori Tanno i585 vennero inviati in Concincina: « a cuya lierra (dice il l^adrc Huerta,
g>tfrtiTÌ€>i 9c) Uegoron felizmente, y tuvieron el piacer de ser los primeros Apostolos, que celebraron Misa
en dlciioreync . . . El Emperador (de Gochinchina) los mandò pasar a la corte, y dandose a la vela
con este obieto, an temporal los arrojò a las costas de la isla de Àynan, perteneciante a la China,
donde faeroD presos, encatenados y maltratados. C^onseguida sa iibertad, pasaron a Macao, etc. •
QOLesto beliissimo episodio delle nostre Missioni in Gina viene largamente narrato dal Padre Domenico
Mamtemez nel sao Compendio hitlorUo de la AposloUea Provincia de S. Gregorio de PhiUpinat , Ub.
IL cop. TI, V isola di Aynan nel mar della Gina presso la costa della provincia di Ganton , da cui
per nno stretto canale è divisa, trovasi all' Est del golfo di Tonkino tra il 18 IO e 30 40 di latitudine
Nord, e 105 50 e i08 43 di longitudine. Venne scoperta da' Ginesi T anno 108 avanti (Sesù Cristo, e
conUt circa un 1,000,000 di abitanti, la più parte selvaggi.
341. Libro del conosgimiento de todos los reynos y tierras
y senorios que son por el mundo y de las senales y annas que
liaii cada tierra y senorio por sy y de los reyes y senores que
los ppoveen.
Manoscritto in 4, di poco più che 100 pagine, della metÀ del XfV secolo, che rinvenni in doppio
esemplare nella Biblioteca Nazionale di Madrid, e un altro esemplare in quella del Reale Palazzo della
stessa città. N'é autore un anonimo Francescano Spagnuolo (probabilmente di Siviglia), di cui
parlano 1 Cappellani del conquistatore delle Canarie Giovanni Bethanconrt, il Minorità Padre Pietro
Bonthler e Giovanni Le-Verreir, che lo accompagnarono in quell'impresa e ne scrissero la storia;
eome già per noi fu detto illustrando la storia de' sopraddetti due scrittori. Anche si accennò alla
pubblicazione del Manoscritto, che cominciò in Madrid il signor D. Marco Jimenes de la Espada,
ehe me ne inviò i primi fogli ; ed io da Malines nel Belgio V annunziai ne* pubblici giornali con
te Iiarole seguenti.
« Da pezza si sta disputando su l' esistenza d' un mio confratello di Spagna del secolo XIV , e sul
vikHre d'una relazione, che a detta del Francescano Padre Pietro Bonthier e del Prete Giovanni Le-
Verrier, Cappellani di Giovanni di Bethancourt nella conquista delle Canarie e storici di quell'impresa,
egli ci avrebbe lasciata d'un come quasi prodigioso suo viaggio in tutto il mondo allora conosciuto, e
specialmente in Affrica, dove sin qui si è tenuto che primi di tutti pervenissero i Portoghesi. II Visconte
d'^ Santauem opinò che né il Frate nò la relazione avessero mai esistito, o essendoci qualcosa di vero ,
che il Minorità fosse non già spagnuolo, ma portoghese. Ultimamente poi il Morbl-Fatio e il Pbrschel
Mgirono ricisamente il viaggio e la relazione del Francescano. Più riserbato si tenne il IVAvkzac,
ttendo notato che nel poco che ce ne trasmisero i due storici del Bethancourt era qualcosa che non
poteva tflèrmarsi se non da chi avesse visitato quelle contrade. Finalmente eoo più amore il dotto abate
l^>KAii&,nel numero i60 della Revuedu monde eathoUque de Parie (IO octobre I877,an. XVI), dopo aver
Ivevemente ragionato dell' importanza sia delle notizie lasciateci dal Bonthier e dal Le-Verrier, sia
delle stazioni di Missione che i Francescani ebbero da remoti tempi in Affrica, faceva voti che la
nhzioQe del Minorità Spagnuolo uscisse quando che sia dagli Archivil, ove per avventura si rima-
>>eTi sepolta, affinchè con la storia delle scoperte e della geografia, se ne approfittassero quelle dell'
^▼ilimento e della chiesa. Or noi slam lieti di annunziare che il prezioso libro si è rinvenuto,
* ^ qneito momento si sta pubblicando in Madrid da signor D. Marco Jimenes de la Espada col
tttolo segaente. Ubro del eonoteimiento de todoi loi reynoi y sehorios que ion por el mundo y de
^ uSkalet y armai que han cada tierra y seflorio por ty y de los reyes y stìiores que los proveen,
^*rifo por un Prandscano Bspafiol a mediados del tiffio XIY , Fra pochi di la pubblicazione sarà
fine, e i dotti ne giudicheranno. Ad ogni modo avremo un compiuto trattato di Geografia, quanto
Hevi essere nel principio del XIV secolo. C^erto il libro è rarissimo, e se il Francescano visitò
nuneote tutti i paesi dei quali dà notizia, il suo viaggio han del prodigioso; forse egli era
on della famosa Sodeià di Frati Pellegrinanti per Gesù C^to in tutta la terra, la quale a dir
• operò mirabili cose, come sappiamo dalla storia. »
Mi duole di non poter aggiungere altro a queste parole da me pubblicate nel Belgio e in
. fa qualche mese, mi scrivevano da Barcellona, che la pubblictzlone fosse stata, non so per
33S LISBONA
liliali mutivi, Sospesi!. Sl* sia slata cuiilinuata nuo Ilo ancora potato sapere. Ad ogni modo» gioverà
sempre conoscere resistenza de* sopra detti manoscritti ; e chi si occupa di cosi fatti stidii, polii direi
quel che la relazione contenga d'importante. Ne diamo per saggio il principio, che è come segue.
« En el nonbre de dios padre i fljo i spirita santo que son tres personas IndevlduBS en Tna
esencia yo foy nascido en el Reynado de castilla Reynante en vno Bl may noble Rejr don lémaiMlo
lljo del may noble Rey don sancho quando andana la era del mundo segando los abraleos en
Cinco mill i sesenta ( c^nco anos g la era del general diluuio en quatro . . . miU g qaatro0entos
g siete g la era de nabucodonosor Rey de Caldea en dos mill g cinqvienta g dos aSot g U era
dei grande alixandre de macedonia en mill g seyscienlos g diez g siete Afios E la era de cesar
enperador de Roma en mill g trezientos g quarenta g tres aSos E la era de christns en mill g
trezientos g quatro afSos g la era da los alarabes en sietecientos g seys . En onze dias dei mes
de setienbre i; avia en el Reynado del dicho Reyno veynte g ocho cibdades g con otras mnchas
villas g castellos g logares las tres gibdades son arfobispados que sun seuilla g toledo g conpostela
g las veynte g sìnco cibdados son obispados que son algezira g cordona Jahen marcia badajoz
corta cibdat Rodrigo famora Salamanca plazencia avita segoula palencla caenca osma astorga
burgos leoo Oviedo urens tuy lugo mondonedo calahorra ciguenca E falle en este Relnado
principalmente quatro montes . altos los montcs de bizcaya que son Ribera del mar ocldental g
que se ticnen con las sierras de las asturias . al otro monte dizen la Sierra de segoaia a do son
muchas villas g lugares al utro monte dizen la Sierra morena . al quarto monte dizen la Sierra de
segura donde nascen dos Rios muy grandes . al vno dizen guadalqueuyr que antigaamenle deiian
bctis g pasa por cordona g por seuilla g entra en el mar ocidental en vn logar qne dben
barramcda Al otro rrio dizen segura g va por murcia g entra en el mar medioterreno cerca de vn
lugar que dizen guardamar E falle en cstc rreinado seys Rios grandes guadalqueuir qne ya conte
Al otro rrio dizen ti^o que corre por toledo g por santaren g entra en la mar ocidental cerca de
vna cibdat que dizen lisboa en el Reynado de portogal . Al otro Rio dizen duero g corre por
camora g entra en el mar de pòoiente c^rca de la cibdat que dizen Portogallo Al otro Rio diaen
guadiana g va a la cibdat de badajoz g entra en la mar de poniente en >ii lagar que diien
castro marìn Al otro Rio dicen ebru que va por tudela g por caragoca cibdades del Relnado de
aragon g entra en el mar mediotcrreno cerca de vna cibdat que dizen tortosa . E aabeC qne en
este Reynado de castilla s leon tiene toda la marisma dei poniente fasta bayona la mayor g parte
con nauarra g aragon g granada . las sefiaies deste Reyno es vn pendon con dos CastiUos g dus
leoncs feclios en quarteroocs tales corno cstos que udelanto se siguco. Party, ec »
smmp. 342. Lisbona. — Primeira parte das Chronicas da Ordem dos
Frades Menores do Serafico Padre Sani Francisco, seu instituidor
et primero Ministro Geral. Que se pode chamar vidas Patrum dos
Menores. Conta dos principios et primeiros sanctos Padres desta
sagrada Religiam. Novamente copilada et ordenada dos aatiguos
livros et memorias da Ordem por Frei Marcos da Lisboa Frade
Menor da Provincia de PortugaL Contem està primeira parte dez
livros em que he divisa, pera mayor clareza da liistoria , corno na
volta desta folha se vera. Com privilegio real por dez annos . Ein-
fine : Imprimiose està obra em Lisboa, em casa de Joaunes Blavio
de Colonia, et acabouse XXX de marzo anno 1557.
L'opera h in foglio: e questa prima parte cunta 7 carte preliminari non numerate ed altre
CCXCIIII. I^ seconda parte tratta da Orden dot Frade» Menare*, et das auiroi Ordem. Sigiiiida
et terceirat inttituidat na Igenia por o santittimo Padre Sam Franciteo. Comprende a Mitoria
do que aeonteeeo em tempo de vintequatro Miniitrot Geraet que iouderam ao Padre Sam
USBONA 333
M^raneUeo, et ot prindpioi da reformafam da Obtervanda na Ordem por etpofo de eenio y
cùiCoenUk annoi. Numera 5 carte preliminari ed altri GGLXXXVI: in flne dei quali si legge.
« Acaboose a presente obra imprimir em Lisboa em casa de Joannes Blavlo impressor del Bey
DOSSO senhor a custos de Joam Borgonha Llvreiro do Bey nosso senhor et vendese em a rua nova
em casa do dito Joam de Borgonha. Anno de mil quinnentos sessenta et dous a XXV dabril. t
Queste, dae parti le trovai nella Biblioteca dell' Episcopio di Cordova. La terza parte mancava ; ma
con le altre due la rinvenni nella Biblioteca Nazionale di Lisbona : se non che , nel tempo eh' io
fui in quella città, essendo in mano di non so chi particolare che vi studiava, non potei vederla.
Marco da Lisbona è scrittore classico nel Portogallo. Il DioLAche voltò tutta l'opera in italiano, ci dice,
che nella terza parte ti descrivono le vite e miracoli di ducento e più ianti e sante ; e si racconta la
Riforma, et Osservanza dell' Ordine et suo accrescimento. « Il beato Marco da Lisbona (dice Emilio
Chavi.n de Malan) fece dei lunghi viaggi scientiflci in Germania in Francia e in Ispagna, e dopo tanto
e coscenziose ricerche scrisse la sua Cronaca ... È libro scritto con grande ingenuità e altamente
cristiano. • E noi aggiungiamo che è una ricca ed eccellente raccolta di notizie dell' Ordine e delle sue
Missioni fino al tempo dell' autore. Non vi si accennano le fonti : ma che importa ? Essa stessa è una
fonte, e grave è la sua autorità. Come si disse, fu voltata in italiano da Orazio Diola ; e pare se no
facessero due edizioni ; la prima in Parma il i58S, la seconda in Venezia il 1585, che è la più comune.
Fa tradotta anche in castigliano da Diego di Navarra e dal Padre Fr. Filippo de Soza, e in
Francese dal Santeuil; e di tutte le traduzioni si fecero varie ristampe. Frate Marco fu creato
Vescovo di Oporto dove, dopo una santa e laboriosa vita, mori nel 1591. Se ne vedeva il ritratto
nella Biblioteca del Convento di Nostra Donna di Saliceto con questa scritta :
Mas parece de Francisco
Su Blarcos evangelista
Que su Marcos Coronist<i.
Alla terza parte aggiunse, la quarta, in Italia, Barezzo Barkzzi; e in Ispagna il Padre Daza,
di cui si disse a suo luogo. La prima edizione di Lisbona è rarissima.
343. Lisbona. — Arte deir idioma Bicol : por el P. Fr. Marcos
de Lisboa, de la Orden de S. Francisco de la Observancia Descalzos.
Non bisogna confondere questo Fr. Marco col precedente : se non v' è differenza di nome e
«li patria, v' è quella del tempo, della Provincia Francescana a cui appartennero, o degli uffici che
esercitarono. Di questo ci dà la seguente breve, ma compiuta biografia il nostro Padre Huerta.
« Fr. Marcos de Lisboa, Predicador, naturai de la ciudad de su appellido, hijo de nobles y acomo-
dados padres, quienes le enviaron al comercio de la India, siendo aun bastante joven , fijó su
residencia en la ciudad de Malaca. El ano de i58i llegó a dicha ciudad nuestro Fr. Juan Bautista
Pisaro (da Pesaro in Italia) quien fundó un Convento bajo la advocacion del seììor San José,
y nuestro Fray Marcos despues de arreglados los asnntos de su comercio, vistiò nuestro santo
habito y profesó en dicho Convento de està Provincia de San Gregorio de Filipinas, donde .se
ocupó en la conversion con fervoroso celo. Esto Beligioso proyectó la fundacion de la hermandad
de Ut santa Misericordia de Manila, y contribuyó a su realizacion en 1694, siendo uno de los
\ocales que votaron en la primera junta para la eleccion de Proveedor. Despues paso a la conversion
del partldo de Camarines, donde administró los pueblos de Polangui, y Oas. En el capitulo celebrado
en 8 de setiembre del i602 fué electo Deflnidor y ministro de Naga, y en 1605 paso a Oas.
Segunda vez fué electo Deflnidor en el capitulo de 24 de Mayo del 1608, y en 16 de Enero de
1609 le elijìeron Vicario Provincial, gobernando con mucho aderto basta el dia 29 de Octubre de
1611, en cuyo tiempo se comenzaron las Misiones de la Provincia de Ituy, fundaron los pueblos
de S. Bernardo y S. Juan Bautista de Marinduque, Iguey, Calaguimi, Casiguran de Albay, Ibalon ,
y la venerable Orden Tercera de Manila. Concluido su gubierno, fué nombrado Guardian de Naga,
y en 1616 le elljieron tercera vez Deflnidor y ministro de Oilao ... Por los afios del 1618 salió
para Mejico, y habiendo sido oombrado Gostodio para votar al Capitulo Gràeral, pasà da Mejico
A14 LISTA
a Madrid, y de aqui a Roma, donde asisUó al Gapitulo general, y conclulda su comisioii, vegresó a
Madrid, retirandose a naestro Convento de San Gii, donde lleno de meritos y virtudes entr^ la
espiritu al Senor a principios de i6S8.» La Grammatica della lingua INcol ( che è una dellei lingue delle
Filippine ) fu la prima grammatica scritta di queir idioma.
— Diccionario del idioma Bicol.
Parimente fu il primo che venisse scritto.
— Confesonario Bicol.
— Doctrina Christiana en idioma Bicol.
Questi Manoscritti, che rHoEHTA ci fa conoscere, sono senza dubbio nell'Archivio del noslru
(>}nvento di Manila, che egli ebbe lungamente studiato, [>er pubblicare il suo B$tmdo geograiieo,
topografico, estadùtico, hittorieo, etc, che per la storia dell' Arcipelago Filippino vale un vero tesoro.
Io vidi del Padre Fr. Marcos de Lisbona parecchie interessantissimo lettere nell' Archivio ée Inàiu
di Siviglia.
u,. 344. Lista de los bautizados por nuestros Misioneros en nue-
stras Misiones de este Imperio de la Gran China correspondente
al ano pasado de 1766.
Manoscritto dell' Archivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da que* Padri.
Alia
Jls.
Asia
.Unerkra
345. Lista do las christiandades que administra y cuida el
hermano P. Fr. Salvador de Valencia en la provincia de Kiang-si.
Ano de 1767.
Manuscritto dello stesso Archivio, parimente inviatomi i>cr la continuazione della Storia delk
nostre Missioni.
tu. 346. Lista de todos los Religiosos , que en el dia existen de
familia en este Colegio de Misioneros Apostolicos de Propaganda
fde de Christo crucificado de Guathemala con expression de sus
nombres, edades y oficios; y Relacion de todas las Misiones y
reducciones de infieles, que estan a su cargo y cuidado con otros
puntos conducentes a este asunto. Ano de 1763.
Manoscritto in foglio , di 30 carte non numerate, interessantissimo per le notizie che dà dei
luoghi e dello svolgimento detrazione apostolica de* Francescani in dette Missioni, e delle loro
relazioni co* governatori, capitani e uditori, che rappresentavano il Governo Spagnnolo. IT era un
esemplare nell'Archivio del nostro Convento di San Francesco di Madrid.
LISTA - LLAGAS 335
347. Lista de las christiandades de la Mision de Chan-Cheu
en la provincia de Canton. Ano de 1766.
Manoscritto inviatomi dai nostri del Convento di Manila.
348. Lista de los bauptizados por nuestros Misioneros en
nuestras Misiones Seraficas de China, en el ano pasado de 1765.
Dono degli stessi Padri.
349. Lista de las christiandades de la Provincia de Xan-
tung, que estan a cargo y administracion de nnestro Hennano
Fr. Martin de S. Theresa Alcazar. Ano de 1766.
Della medesima provenienza.
350. Liste chronologique des Eveques et des Pretres tant
seculiers que regulieres , employes au service de V Eglise du
Canada, depuis V etablissement de les pays, et aussi la liste des
Eveques des autres possessions Britanniques de V Amerique du
Nord. Quebec, T. Cary et C". 1834.
Un volume in 8. È citato dal Faribault, Catalogue d' ouvraget fur Vhittoire del' Amerique,
et en particuUer du Canada , etc.
351. Livorno. — Grammatica Araba, in utile de' Missionarii
Francescani dell' Egitto e della Palestina, per il R. P. Ortensio
da Livorno dell'Osservante Provincia Toscana.
Cosi fu da noi annunziata, per la notizia che ce ne diede T Autore, nel numero 6 dell'anno
IV della Cronaca delle Missioni Francescane (Roma 1864.) L'Autore da 16 anni Missionario in Egitto,
in quel tempo lavorava ancora con molto zelo nelle stesse Missioni.
352. LiZANA. Devocionario de Nuestra Sonora de Itzmal : Hi-
storia de la Provincia de Yucatan , y su conquista espiritual, ec.
por el Padre Fr. Bernardo Lizana, Franciscano. Valladolid, 1633.
Un volume in 8. Il Lizana fu nativo di Toledo : si recò nel Yucatan il 1606 ; e morì in
Messico il 1631 di 50 anni. E opera rarissima e difficilissima a rinvenire. Se n'è giovato molto
il Brasseur ne' suoi studii sul Messico; e ne riferisce alcuni capitoli nella pubblicazione che fece
(Iella Reladon de las eosai de Yucaian del Landa, di cui già abbiamo discorso. Ma non dice ove
la incontrasse: probabilmente ciò fu in America. A me non riuscì di vederne alcun esemplare.
353. Llagas. — Arte del idioma Japon por el corista Fran-
ciscano Fr. Diego de las Llagas.
•i36 LLAGAS - LOMBARDI
Xm
Hi.
— Diccionario Castellano-Latino-Japon.
— Traduccion del Flos Sanctornm al idioma Japon.
Così THuERTA CEitado ee.J. Nativo del Giappone, fa convertito e battezzato da P. Fr. Diego
da Ctiinctien, nelle cui mani professò la regola dei Terz' Ordine, e da lui e dagli altri ÌCìssioDari
Francescani imparò il latino ed il castigliano. Il Ì6i3 vesti V abito del prim' Ordine, e fece la sokone
professione Fanno seguente Ì6i4. Non fu ordinato sacerdote per mancanza di Vescovi. Allorcbè
V anno 1634 il Giappone venne severissimamente chiuso a' cristiani, egli vi restò deotro OMOosto:
corse la novella che vi fosse martirizzato ; ma non se n' ha autentica relazione.
il,. 354. Llagas. — Ano de 1685. Descripcion de las cosas e Igle-
sias que la Mision Serafica tiene al presente ano de 1695 en este
imperio de China, de los Religiosos que tiene y fhitos que hacen,
por orden de nuestro Hermano Fr. Jaime Tarin Comissario
Provincial de dicha Mision.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m'inviarono copia que' Padri.
Essa contiene 5 carte in foglio ; ed è segnata in fine i8 de odubre de 1605. Fr. BsmNARMSio db las
Llagas.
355. Llave. — Chronica de la santa y apostolica Provincia de
^ San Gregorio en las Filipinas desde su fundacion en el afk) del
1577 basta el de 1644: por el Padre Fr. Antonio de la Llave de la
Orden de San Francisco.
Manoscritto di 21 volumi in foglio, nell'Archivio del nostro Convento di Manila. PTeraanchr
un esemplare nel grande Archivio della Commisseria de Indias del nostro Convento di San
Francesco di Madrid; ma nella rivoluzione del 1834, come già si disse, tutto andò miseramenle perdata
— Vida de la Venerable Madre Sor Geronima de la Asuncion
fundadora del Real Monasterio de Religiosas Clarisas de Manila.
Il Padre Fr. Antonio de la Llave , chiamato al secolo Gonzalo, passò dalla Spagna alle
Filippine in compagnia dei Governatore Gomcz Perez Dasmarinas l'anno i590, vi prese Fabitu
Francescano il 1591, e solennemente professò in quella celebre Provincia Missionaria di S. Gregoriu
il 19 mano del 1593, mutando il nome di Gonzalo in quello di Antonio. « Corso los estadios (dice
l'lIuEmTA)en nuestro Convento de Manila, yen 160i fué de Ministro (cioè Missionario) al pueUv
de San Miguel de Guilinguiling admioistrando sucessivamente en los pueblos de Paete , Santa
Cruz, Siniloan , Lilio, Mabiuc, Pangil y Santa Cruz segunda vcz. En el capitnlo de 18 de
noviembre de 1628 fué electo DeQnidor, y en el 1630 paso desde Santa Cruz a la administnàon
de Lilio, y de aqui a Pila.. Hallandose ministro de Pila (1635) recibió el nombramiento de
Comisario Visìtador gobernando basta ol dicembre de 1638 . . . Fuè el primer Cronista ée
e^ta Apostolica Provincia de San Gregorio ... En 1641 paso de Ministro a Siniloan, y de aqui a Saatt
Cruz, donde se hallaba en agosto de 1634. Murió en nuestro Convento de Mahayhay elafio 164S.*
356. Lombardi. — Descrizione del Serraglio Turco, fatta dil
K«"p« Padre Fr. Mansueto Lombardi, Francescano Conventuale, Vicario
Patriarcale di Costantinopoli, 1667.
LOPEZ :^:\^
Manoscritto nell' Archivio Mediceo di Firenze, filza 4274, di cui ottenni copia, ctie conta 15 carte
in foglio di fitta lettera.
— Lettere di Monsignor Fr. Mansueto Lombardi, Francescano
Conventuale, Vicario Patriarcale di Costantinopoli.
Sono due lunghe lettere: la prima data in Pera li 5 marzo 1667, la seconda in Costantinopoli
li SS luglio dello stesso anno.
In margine della prima si leggono queste parole : « Con quattro quinternini consegnati
air Eccellentissimo Durazzo, che contengono la descrizione del Serraglio : se non s' intende la lettera
per essere scritta in pressia, compatisca ; in tutto carte quaranta, scritte in quarto foglio: avendo
corrispondenza in Genova sotto piego deiri Ilustrissimo Residente Fiesco, saran sicure le risposte; et
io terrò la stessa strada. •
Questi documenti non sono senza importanza per la storia delle Missioni Francescane fra i
Turchi, specialmente di Costantinopoli.
357. Lopez. — Relació de la peregrinació a Jerusalem 1762, por
el P. Fr. Juan Lopez Franciscano.
Manoscritto in lingua Catalana di 306 pagine in 4, nella pubblica Biblioteca della città di
Barcellona. Il nome del P. Giovanni Lopez non è nel frontispizio, ma nella prima faccia della pagina
bianca che lo procedo e copre. Sotto poi, d'altro carattere, vi si leggono queste parole: Ex librit
Raymundì Ferrer, Presb. Congregai. Oratorii, 1816. È un Manoscritto interessantissimo per la storia
delle nostre Missioni in Oriente: specialmente di quoUe di Damasco ha notizie e particolari di
inulta importanza, che non incontrammo in altre memorie. L' Autore parti da Barcellona il 22 di
gennaio 1762 con quattro altri Religiosi suoi compugni, tre della Provincia di Bisca va, che erano
i Padri Gioacchino Eyzaguirre, Emmannele Loydi, e Giuseppe di.Quevedo, e il Padre Francesco
Pasqual della Provincia di Catalogna. Imbarcatisi sopra una nave Olandese, ebbero molto a sofl'rire
dal Capitano eretico. Toccarono Marsiglia, Genova e Livorno; e in Livorno si fermarono un giorno
e mezzo, beali d'avervi incontrati altri tre Religiosi Spagnuoll, che parimente andavano alla Terra
Santa, coi quali salirono sopra un' altra nave per liberarsi de aqnel capitan enemieh de Deu.
Ripreso il cammino, e costeggiata la Sicilia, approdarono ad .Alessandria, ove nell'ospizio Francescano
trovarono 25 loro confratelli Missionari, che li accolsero con grandissimo affetto. Poi sopra un
pinco francese continuarono per Tolemaide , già moli gran y famota cintai , situata in una gran
pianura, al peit del mar, davant del Carmelo: ma ora moli derruida . , . , . però ben forti-
ficata por haberH fet fori un cabo , o gefe anomenat Dquer — el — Homer , home , enrora que
turehj molt amant de ly cristiani. Da Tolemaide, dopo alquanti di, si recarono a Nazaret,
attraversando urtai plunarai de doi horoi de camin e poi unai montagnai no molt asperai
ni esefibroicu en ver V Orient. Visitata Nazaret, e dipoi il Tabor, e il mare di Tiberiade, in riva
al quale al pretent, exeepto la eiutat de Tiberiai» no ie ven casa ni lloch en lai riberai de tantas
que ni habia en tempi del poble de Yxrael, passarono a Cana di Galilea e quindi a (ìialTa; da
Glaflk a Rama, e da Rama per difficilissima via a Gerusalemme. Quivi trovarono Presidente di
tutta la Terra Santa il P. Fr. Gioan Domenico di Livorno, Vicario il P. Giacomo Vasti, e Procurator
Generale il P. Luigi Benavent, dai quali parimente ebbero amorevolissima accoglienza. Visitarono
tutti i Luoghi Santi della città, e dipoi il Giordano, Bellem ec; e poi partirono per Damasco, dove
arribals, nos receberen (egli dice) aquells bons Religiosos ab molta allegria, y tota aquella gens
ab senyals de gran amor y benevolencia. Era superiore di quella Missione il P. Francesco Canes ,
che aveva seco i Padri Francesco Barahona, Michele Mas, Giovanni Carrera, e Manuele di Sani'
Antonio. Era missione mantenuta a espensas del Rey catolich de Espana. I più degli abitanti erano
mosalmani: poi cristiani di did^renti riti; Greci, Armeni, Soriani, Maroniti; questi ultimi cattolici:
if\\ altri scismatici. La Terra Santa (egli prosegue) casi deideli principii que comemà a venerar
!n$ Uochi ians^ està ei la Religion Serafica envia obrenpara redudr aquelUu animai y cnteqìUzarlas.
:1'58 LOPKZ - I.OKA
En Damasco pasan de dos cent» anyt qtie sempre y a agut Religiosos nostros: y iibe no «tlobaii
en Conventi eom ora estan^ però estaban en lo hospici y casa dels MaroAUas casi oeuiis, por eamta
de no haberli ealhoUes de altres riius. Ma lìnalmeate mosso Dio a pietà di quelU selsraatlea
gente, vi mandò (circa il 1700) un segon Aposts ah altres obrers de moH esprit, y comeneà la
Catolieisme a alzar lo capo. Questo famoso Apostolo fu il P. Joan Gallego con altrU che essendo
molto dotto di medicina, che aveva esercitata prima di rendersi Religioso, comenzà a tetier intra-
dudò en lo serallo del Baixa, y en breu oblingue Uieeneia par obrir ospid, y formar una JBj^iefia,
la qual en pochs anys eumplia y tamhè lo hospici. K via via viene narrando questa bellissima
Missione , i frutti che produsse , e le terribili persecuzioni che le mossero gli scismatici : iosomn» è
un episodio pieno d' interesse per la storia della Une del XVIII e principio del XIX secolo rispetto
alle sorti della cattolica fede in quella città.
H'. 358. Lopez. — Relacion de la conversion a la Fé de los Indios
Amtrx^
Stamp,
Antrira
de Talamanca : dirigida al Sr. D. Jacinto Barrios Leal , Presidente
de Guatemala, ano de 1690: por el Padre Fr. Melehor Lopez de
Jesus, Franciscano.
Nativo di Toledo, dove \<3Stl l'abito francescano, il P. Mclchor Lopez sì recò in America
il 1683, e fu Missionario in Messico, in Puebla, nel Michoacan , nel Yncatan, in Guatemala, In
Honduras, e in Nicaragua; e mori nulla citlà di Tegucigalpa nello Provincie di Hondoras il
1698. Lo ricorda lo Squier (Monogr. of, Auth.J.
— Relacion de la pacificacion de los Indios de Vera Paz.
Lo stesso Squier.
359. Lopez. — Catechismo v declaracion de la doctrina cristiana
en lengua Otomi, con un Vocabulario del mismo idioma. Compu-
esto por el R. Padre Fr. Joaquin Lopez Yepes, Predicador apostolico
y discreto del Colegio àePropaffa?id^ Fide de N. S. P. S. Francisco
de Pachuca. Con las licencias necesarias. Mesico, 1826. Impreso en
la Oficina del ciudadano Alejandro Valdes, Calle de Santo Domingo
y erquina de Tacuba.
Vii volume in 8, di pagine i56. K notato anelie dall' Icazbalcbta ( Apunles para un eatalof
de escritores en lenguas de America, ec).
SI.. 360. LoRA. — Dos cartas al sar^^ento mayor D. Matliias de
Annona de el Padre Fr. Juan Ramos de Lord, de la Orden de San
Francisco.
Sono 7 carte, e riguardano le scoperte e missioni della California. La prima comincia: «Aiiiiif%),.
me he detenido en escrivir a V. M. , lo he echo assi por no haverseme ofrecido cosa de nov^^
dad, eie. » La seconda: • Aunqiie ha dias ({iie lie estado en la determinncion de escrivir a V.^
noticiandole de las novedades, que por aca ocurreren, especialmente a cerca de nueslros deseo^
hrimientos y conquistas de Monteroy, no lo he podidohacer, eie. •. Manoscritto nella Biblioleei
Colominua di Siviglia.
C^IìKmiim
L' OIlDiNE - LOSSADA 339
361. L'Ordine di San Francesco e la presente sua Missione in
Inghilterra, 1861.
Documenti pubblicali nel numero 2 dell'anno II della Cronaca delle Missioni Francescane.
{Roma 1862.)
362. LossADA. — Memorial a el Rey de Espana del Padre Fr.
Domingo Lossada del Orden de Santo Francisco , Comisario Ge-
neral de todas las Provincias de las Indias Occidentales. Ano de
1737.
Stampa di 5 carte in 4, senza data di luogo, rarissima a trovare. In essa espone, come per
la conservazione e P accrescimento delle conversioni ottenute nella provincia di Cumana, siano
necessari altri Missionari , essendo i novelli convertili ( otto popoli ) dispersi qua e là in tutta la
parte dell' Cren oco, i quali uniti a' quindici più antichi, già formavano ventitre; e frattanto si
presentavano novelle conquiste di là dal fiume suddetto. È uno de' documenti, come già accennai
altrove, che gittano molta luce sopra le apostoliche fatiche de* Francescani in quelle regioni, e che
rimangono affatto sconosciute. Da essi si vede lo zelo, che mai non rimetteva, di que' generosi
apostoli di Gesù Cristo, e come dovessero volta per volta mendicare facoltà e sussidii da' governi
che atiche temporalmente coglievano dalle loro fatiche copiosi frutti.
l Francescani di quelle Missioni avevano finalmente potuto ottenere, non senza gravi contra-
dizioni, di non aver più che far nulla con i conquistatori di quelle genti; ma la loro impresa
fuese solo conquista de la Cruz. E tosto se n'ebbero stupendi effetti, che furono (dice il Padre
l.ossada ) opimos frutos de eathoUcidad en su» hahitadores, che però costarono martyiioi de fuego,
ftechas, venenos, y lanzag, que han padecido los Misioneros. Ma che importa (egli prosegue) se frattanto
abbiamo la consolazione di contemplare diciassettemila anime rigenerate a Cristo; e ventitre bellissime
popolazioni, con lor chiese, case, strade, e civile governo, che impromettono il più bello avvenire?
Questi popoli erano: Nostra Signora della Concezione di Pìritu; Sant'Antonio di Clarines; San
Giovanni Evangelista del Tucuyo; San Giovanni daCapistrano del Puruey;San Michele di Alauriquar;
San Francesco dì Guere; San Paolo di Mataruco; San Lorenzo di Guere; Gesù, Maria e Giuseppe
di Caìgua; Nostra Signora del Pilar di Guayamacuar; San Bernardino di Guertccuar; Nostra
Signora dell' Amparo dei Pozuelos; San Domenico di Araguita. Appresso, San Matteo di Prepuntar;
San Gioacchino del Paril; Santa Rosa di Viterbo di Ocopi; Santa Barbara di Aragua; Sant'Anna
di Anaco; San Bonaventura di Panapotar; la Santissima Trinità della Margarita ; Nostra Signora
de los Remedios del Mamo.
• Con que (diceva il Padre Lossada al Re di Spagna ) dexando ya (i Missionari Francescani)
a la obediencia de V. Magestad y en el rebafio de la Iglesia toda la basta distancia de mas de
cien leguas , que habitan los Cumanagotos , Palenques , Caribes , Chaimas , Guaraunos , Aruros,
Quaquas, Cores, que ahora 80 anos eran gentiles barbaros, y oy, por la misericordia de Dios, hijos
suyos, de su Iglesia, y vasallos de V. Magestad, corren comò angelcs veloces, a estender le Fé por
los sitios, que con beneplacito de V. Magestad se han senalado de nuevo.
• Para tanto trabajo y maquinada tan elevada, los sacerdotes Franciscanos que han pasado
destinados por V. Magestad desde el dicho ano de 1656 de la fundacion de dichas Misiones basta
ci presente, han sido solos 99: de los quales, el venerable Fray Sebastian Delgado y el venerable
Fray Juan Villegas fueron martyrizados con cruelissimos tormentos ; y otros muchos muertos
impiamente con veneno, que les administraron los barbaros. Ahora nuevamente a 18 de septiembre
de 1735 el venerable fray Andrcs Lopez, Misionero en la conversion nueva de Nuestra Senora de
los Remedios, en ci rio Orinoco, fué assaltado de los Caribes barbaros, y despues de haver quemadu
el pueblo, profanado las aras, imagenes y vasos sagrados, haviendo muerto a todos los habitadores,
hombres, mugores y ninos (pues solo ciuco christianos se lìbertaron, y de ellos los Ires heridos)
el dicho venerable Fray Andres fùé hallado despues de algunos dias colgado de un arbol, desnudo,
•M)rtados los brazos por los codos, con un macanazo en la cabeza, y otro en la boca, y dehaxo de
StaMji.
Ut.
:Ì4U LUYOI.A
él mucha lefia qaeniada, sin la inenor lessiun de el cuerpo, que su Magestad conservò ineornipto
a disUncion de lus deiiias cuerpos muertos, que Uenaban todo el mismo ambito, cuyo hedor en
intolerable, etc. •
363. LoYOLA. — Viaggio fatto da Siviglia alla China dal P. Fr.
Martino Egaatio (da Loyola) dell' Ordine di San Francesco insieme
con alquanti Padri della medesima Religione , di ordine della
Maestà cattolica del Re Filippo. Nel quale passando per V India
Orientale , et per molti regni , circondarono tutto il mondo ; dove
si raccontano le cose più notabili , eh' essi intesero e videro nel
camino: si tratta de i riti, delle cerimonie et de i costumi de i popoli
che trovarono, della ricchezza, dell'abbondanza et della fortezza
de i paesi, che scorsero, et si descrivono, quanto più distintamente
si può, i siti et le qualità de i luochi, che videro, secondo la noticia,
che poterono averne passando. In Venetia, appresso AndreaMuschio,
M. D. XC.
Questa pabbllcazione, come la Relazione del viaggio del Padre Fr. Pietro Alfaro, di cai già
si 6 parlato, va unita alla Hittoria della China del P. Maestro Giovanni Gonzalbz db Mesidqki
dell' Ordine di sanV Agostino , che del pari tutta la guastò e interpolò a suo modo; e oompreiide
da pagine 367 a 469. Un esemplare della citata traduzione italiana dell'opera del Padre Goìoalbz
(omai rara) trovasi nella Uibliuteca Nazionale di Firenze. II Padre Hlerta ^Eikido , efc ^ crede che
il Viaggio del Padre da Loyola fosse primamente pubblicato da lui stesso in Madrid il 1583 , col
titolo di Itinerario del Nuovo mondo. Ma io pensu che s'inganni, e lo confonda con quello del
Padre Gonzalez ; giacchù non se ne trova vestigio. E così mi pare che si rilevi anche dalle
parole del celebre (ìio. Ballista Mciioz, che per fortuna avendo trovalo in Siviglia un esemplare del
Viaggio, come venne originariamente scritto, ed i^lrattane ropia per la Biblioteca della Reale Acca-
demia di Storia di Madrid, \i premesse queste parole: « Viajò este Custodio de los Franci^os
Delcalzos dcsde Sevill.i a Lislioa, por Canarias, .\ntillas, Nueva Espana, Filipinas, Cliina , varìas
provincias de India, Calx) de Buona Esperanza, Isla «le Siincta Elena, y C<»sla de Guinea, dando
vuelta al globo terraqueo . De todas eslas parles bay buenas noticias y descripciones , tomadaA
de las que de palabra y por escrito hubo del mismo Custodio el Autor, que puede ser algun
lleligioso de sus companeros. Escribia en 1584. tiein])«) en que se acal>al>a de harer el viage.
Aunque anda improso este IlìFierario al tln de la Hintoria d#» la China de Fr. Juan Goiizales ds
Mendoza, OS muy apreciable el Maiiuscrito, que tiene mucbas variedades y aìiadiduras de importancia.
Al parecer se suprimicron en la impresion mucbas cosas por miras politicas. El nianuscrìto de que
se ha tornado osta copia, posee en S<'villa ci Conde de .\(riTiL.\ en un tomo en 4. pergami no, tetra
romo de principios del siglo pa^^ado. • Il titolo del Manoscritto e della copia fatta dal MoiSoz è come
segue: Itinerario del Padre Custodio Fr. .ìfartin Ifinacio (de Loyola) Franciscano DescalfO. QacsU
copia io potei studiare a tutto mio agio nella sopraddetta Biblioteca della Reale Accademia di Storia
di Madrid.
E qui creilo bene dare il titolo esatto dell'opera del Padre Gonzalez, e delle varie edizioni che
ne fecero sia in ispagnuolo, sia in altre lingue, in cui venne tradotta.
La prima edizione, dunque, è di Uoma, e dico C(»si: Hintoria de las cosas mas notabies, riios
V eostnmbres del (tran Reyno de la China, xnhidns assi por los libro» de los mesmo* Chino», mmo
por relacion de Religioso» y otras persona* que an extado en el dicho Reyno. Con un Ittnermrio
del Suevo Mundo. En Roma, a costa de Rartholomé Grassi, iSg-'i, in 8. Conta 14 r4irle nun nonie»
rate e 440 pagine. Di questa edizione dic« il Leclerc ( Hihliotheca Americana, Paris IMS) :« Ce
qui donne de l' Intéròt a cet uuvrage e' est r itinérairc da Noveau Monde, qui oGCHpo les pa^ )41-
LOYOLA 341
440, 01 qai eommence ainsi: Ititierario del Padre Cutlodio Fr. Martin Iunacio, de ta Orden de
Sani FraneitcOt que paso a la China en compania de otro9 Religiosot de la tni$ma Orden, y de
la Provincia de 8, Joseph, por orden del Rey D. Philippe . . . Qaoique bref , le reclt da voyage de
ce Religieux ne manque pas d'iutérét, el mérile d' etre mieux connu qu'il ne V a été Josqu' a
présent >
L' opera del Gonzalez con lo stesso tilolo veniva pubblicata in Madrid, Pedro Madrigol, pari-
mente in 8, ma divisa in due parti, Tanno appresso 1586. La prima parte di il carte non nume-
rate, e altre 116: la seconda, di 324 carte: 88 contenenti il libro segundo de la tecunda parte;
dalla 90 alla 146, el viage que hizieron a este gran Reyno el aho de 1579, lot Padret Pedro
DE Alfaro, Cutiodio en las Itlas Filipinas , eie.; e dalla 147 alla S44, V Itinerario y epitome
de todas las eo$as notables qtie ay desde Espaha hasta el Reyno de la Chitia y y de la China a
E»paha, boloiendo por la India Orientai, despues de aver dado buelta a cati lodo el mundo.
La terza edizione si fece in Anvers, Pedro Sellerò, l'anno 1596. Essa è in 8, e conta 11 carte
preliminari non numerale, e 380 pagine.
A queste tre edizioni dell* opera originale s' hanno da aggiungere le seguenti traduzioni: 1.
DelVhitloria della China tradotta dalla lingua Spagnuola neW italiana da Francesco Avanzo,
Cittadino di Venetia. In Venetia, appresso Andrea Muschio, 1586, t'n 8, e 1590. Di questa edizione è V
esemplare della Biblioteca Nazionale di Firenze. Conta 14 carte preliminari non numerate , e 462
pagine. 2. Dell' historia della China tradotta dalla lingua Spagnuola neU' italiana da Francesco
AvAi<^o, cittadino di Venetia. Roma, B. Grassi, 1586. In 4. Conta 22 carte preliminari non numerate
e 379 pagine. 3. Uistoire du grand royaume de la Chine, situé aux Indes orientales , divisèe en deux
parties : contenant en la premiere la sUuation, antiquité, fertUité, reUgion, ceremonies, sacrifices ,
rois, magistrats, etc, et en la seconde, trois voyages faits vers iceluy en l' an 1577, 1579, et 1581,
avec les singularitez plus remarquables y veuès et entendues: ensemble un Itineraire du noveau
monde, et le deseouvrement du Noveau Mexique en l' an 1583 . . . mise en franfoit por LiJC de la
Porte, Parsien. Paris, Jeremie Perier, 1588. In 8. Conta 11 carte preliminari non numerate, altre
323, e di nuovo altre 23 senza numerazione.
Ora ecco il sommario del Viaggio secondo che 1' abbiamo dal Manoscritto di Siviglia, riscon-
trato con quello della pubblicazione interpolata che ne fece il Gonzalez Menooza.
Ms. — Itinerario del Padre Custodia Fr. Martin Ignado Franeiscano Descalfo
GoNz. — Per qualche causa il Re catholico mandasse i Padri di San Francesco alia China, che
s'imbarcarono et giunsero all'Isole Canarie. Cap. i.
Ms. — Capit. II. Parten de las Islas de Canariaspara Santo Domingo de la Isla Espahola
p de alti van a la Nueva Espaiia.
GoNz. — Si partono dall' Isole Canarie verso l' Isola di San Domenico, et di là vanno a la Nuova
Spagna. Cap. ii.
Ms. — Capit. ih. Parten del Puerto de Santo Domingo, y llegan al de Veraeruz en la Nueva
Sspana, y cuentase lo que hay en el eamino.
GoNz. — Si partono dall' Isola di San Domenico, et giungono al Porto della Vera Croce nella
Nuova Spagna, et si parla di quello che trovarono nel viaggio. Cap. hi.
Ms. — Capit. iv. De euanto sea grande el Reino de Meocico y de algunas cosas partieulares
p notables que en el hay.
GoNz. — Della grandezza del Regno del Messico et d' alcune altre sue particolari qualità. Cap. iv.
Ms. — Capit. v. Prosiguese la* cosas del Reino de Mexico.
GoNz. — Si continua a ragionare del Regno del Messico. Cap. v.
Ms. — Capit. vi. Parten de la dudad de Mexico y van al Puerto de Aeapulco en la mar de Sur,
donde te embarcan para las Islas FiUplnas : pasan por las Islas de Ics Ladrones, y ponense Uu
condieiones y ritos de aquella gente.
GoNz. — Si partono dal Messico, et passando al Porto d' Aeapulco, s'imbarcano per le Isole
Filippine, et giungono all'Isole de' Ladroni , delle quali si parla copiosamente, et si descrivono i
costami, et le qualità di quelle genti. Cap. vi.
Ms. — Capit. vii. Parten de lai Itlat de los Ladrones, y llegan a las de Luton, o FUipinas
por otro nombre : euentanse las eosai partieulares de aqueUas Islas.
Sii LOYOLA
GoNz. —Si partODo dall' Isole de' Ladroni e giungono alle Filippine, delle quali sì Ca partieolaie
menzione. Gap. vii.
Ms.— Gapit. vili. Dedarame algunoi eo$as notdblei qu9 haf y te han tfiito en etioi iridt
FìUpinas.
GuNz. — Si parla di alcune cose notabili, che si trovano et si son vedute all'Isole FUippioe.
Gap. vili.
Ms. — Gapit. ix. Parten de la Itla de Luzon para la China : cuentanse lat couu que em eUa
vieron.
GoNz. — Si partono dair Isola di Luzon per la Ghina, et si racconta quello che videro. Gap. u.
Ms. — Gapit. x. Prosiguen las cosa» que lot nuettros vieron y entendierùn en el Beino de la
China, y lot trabajot que padecieron.
GoNz. — Si continua a ragionar delle cose che gli Spagnuoli videro et intesero nel regno della
Ghina, et dei travagli che vi patirono. Gap. x.
Ms. — Gapit. xi. Son enviadot lot nuettrot a la ciudad de Aneheofa» y cuenUue lo que em dU
let tucedió.
GoNz. Son mandati ad llcliieofu, et di là a Ganton, dove son liberati dal Gapitan Maggiore di
Macao. Gap. xi.
Ms. — Gapit. xii. Tratate de la grandeza, bondad, riqueza y forlaieza del Reina de la China,
GoNz. — Si tratta della grandezza, bontà, ricchezza et fortezza del Regno della China. Gap. xil
Ms. — Gapit. xiii. Traiate de algunot ritot y cerimoniat , y olrat tehalet, que en eete Reimo m
hallan de haber lenido noticia de la ley evangelica.
Go.sz. — Si tratta d' alcuni riti, cerimonie et d'altri segni che mostrano i Chini bavere havntu
notilia della legge evangelica. Gap. xiii.
Ms. — Gapit. xiv. Tralate de lat itlat de Japon y de lat eotat de aquel Reina,
GoNz. — Si tratta dell' Isole del Giapon, et di quello che s' appartiene a quel Regno. Gap. xit.
Ms. — Gapit. xv. Date notiàa de algutiot Reinot comarcanot a ettat Itlat de Japon^ y tratanee
algunat cotat de ellot, tegun lat notieiat mat verdaderat que por aquellat parlet $e ham ienido ; y
de un milagro que aeaeciò en el Reino de Coehinchina, que fuè notablc.
GoNz. — Si dà notitìa d' alcuni Regni confinì all' Isole del Giapon, secondo la più vera Information
che se n' è havula in quelle parli; et si narra un notabile miracolo nel Regno della Cochinchiua. Gap. xv.
Ms. — Capit. XVI. Prosignen lat cotat de lot Reinot comarcanot al de Coehinchina, y digunat
eotat notahlet dello* con lot rilot y cottumbret de lot moradoret.
GoNz. — Si cuntinua a ragionar de' Regni, che cunlinanu con quello di Coehinchina, et d' alcune
cose notabili, che vi sono, et dei riti et costumi degli habitatori. Gap. xvi.
Ms. — Gapit* xvii . De otrot mv^^hot Reinox que hay en ette Suevo Mundo, de su$ nombret,
propriedadet, y en etpecial de la famota ciudad de Malaca,
GoNz. — Di molti altri regni che sono in quella parte di Mondo Nuovo, dei nomi et delle proprietà,
et sperialmoule della famosa citlà di .Malacca. Cai», xvii.
Ms. — (]\piT. wiiLProtiguete de algunos Rcynot del\uevo Mondo, y de cotat particuìares que
en ellot xe han rislu, y traiate de la ciudad de Malaca y del Rio Ganget.
GoNz. — Si continua a parlare d' alcuni Regni del Mondo Nuovo, et delle cose particolari, che
vi si son vedute, el del (lume Ganjje. Gap. xviii.
Ms. — Capit. XIX. Tratate del Reino de Corotnandcl, y de otrot tut eomareano», y de la ciudad
de Calatnina, donde estuvo y ìnuriò el ylorioto Apottol Santo Tomat, y del poder y riqueza del Rey
de ette Reino, y la manera que te entierra, y olrat cotat de mucha curiotidad.
GoNz. — Si parla di Coromandel el d'altri Regni circonvicini, et de la città di Calamioa, dove
stelle et morì S. Tomaso Apostolo, et delle forze et ricchezze di ({uel Re ; et si parla di molte altre cose
curiose. Gap. xix.
Ms. —Capit. xx. Trata de muehot Reinot de aquel Nuevo Mundo, de lot ritot y costumhret de
lot moradoret y algunat cotat muy euriotat. Gap. xx.
GoNZ.— Si tratu di molti altri Regni del Mondo Nuovo, dei costumi dei popoli, et d'altre cose
curiose. Gap. xx.
Ms. — Capit. xxi. Tratate de muehot Reinot del Suevo Mundo y de lat cotat parUevlafet
euriotat de ellot.
LOYOLA 343
GoNz. — Si continua a parlar di molti regni del Mondu Nuovo, et delle cose notabili che ci
sono. Gap. xxi.
Ms. — Gapit. xxii. De los demas Reinos y cosat notahlei que hay hastaUegar a Espafia» y aeabar
de dar vuella al mundo.
GoNz. — Di altri Regni et cose notabili che si trovano (Ino in Spagna. Gap. xxii.
titoli de' Capitoli, come il lettore vede, non differiscono gran fatto tra loro: ma il racconto
che contengono, nella pubblicazione del Gonzalez è in molta parte monco, guasto, e interpolato.
Se Dio ci conceda tempo e forze, ne daremo, quando che sia, un' edizione italiana corrispondente al
Manoscritto Sivigliano. Intorno al quale sarà bene riferire qui anche le seguenti parole del Mofioz
che lo rinvenne, come si leggono nella copia che ne estrasse per la Biblioteca della Reale
Accademia di Storia di Madrid.
• El Manuscrito de que se ha tornado està copia, posee en Se villa el Gonde de Aguila en un tom.
4. pergamino, tetra comò de principios del siglo pasado : non tien titulo sino el siguiente en el dorso:
Itinerario del P. Fr. Martin Ignacio : el cual en la obra es llamado Gustodio de la Orden de los
Frauciscos Descalzos, de quicnes salieron de Sevilla siete, bajo la obediencia de Fr. Martin, al parecer
con designio de ir a piantar el Evangelio en la Ghina : lo cual hicieron con maniflesto peligro de
sus vidas, saliendo de Gavite en junio de 1382. El autor riflere por via de Itinerario la vuelta
que el dicho Padre dio al globo tcrraqueo desde Sevilla a Lisboa por Ganarias, Antillas, Nueva
Espana, Marianas, Filipinas, Ghina, varias provincias de la India, Gabo de Bucna Esperanza, Isla
de Santa Eleua, y Costa de Guinea. De todas estas partes da buenas noticias y dcscripciones, tomadas
de las que de palabra y por escrito hubo del citato Gustodio; a que anade otras observaciones
de experiencia propia. Valese tambien de noticias de otros particulares y de libros impresos. No hallo
nombrado al autor, que a caso es alguno de los Gompaneros del Gustodio : escribia en tiempo de
Felipe II poco despues del ano de 1583, ano en que Fray Marlin, restituido a Espana, intenta juntar
cooperarios para vulver a su primer proposito, segun aqui se reflere comò de tiempo psesente. — Se
contejó.-^Munoz.
t Despues he visto impreso este itinerario al Un de la Historia de la China del maestro Fray
Juan Gonzalez de Mendoza, Agustino (que es tambien quien escribió el Itinerario) impreso en Amberes,
1596 en 8; si bien hay algunas variedades entre impreso i manuscrito, las cuales van notadas en este
traslado, compulsado por mi en Lisboa 6 julio 1785. — Munoz.
« Fray Juan Gonzalez de Mendoza {Historia de la Chinai parL IL lib. S. Gapitulo ultimo) acaba
asi: « Està es la sustancia de la carta (que de Macao escribió a Manila el Gustodio Fray Fedro Alfaro),
con la cual me parece sera justo aeabar està segunda relacion, y dar principio a la tercera, que
creo ha de ser de mucho gusto, y se pondrà con titulo de Itinerario, en el cual se contienen cosas
moy curiosas, comò se vera despues de leido, y son dichas, escritas, y referidas del mismo Padre
qne las vió todas, llamado Fr. Martin Ignacio, Religioso de la Orden del glorioso San Francisco,
el cual despues de baber dado una vuelta al mundo, Ilegó aqui a Roma, con Mas Simbon, Obispo de la
Isla de la Psinienta en la India Orientai, con quien yo he hablado diversas veces, y es Caldeo de
naeion , y naturai de la ciudad de Ninive en Babilonia , y Obispo por el Patriarca de la misma
Babilonia, el que vinió a dar la obediencia a Nuestro muy Santo Padre Gregorio XIII, y a la Santa
Iglesia Romana a los 24 de noviembre de 1584 anos. >
Da questa nota del MuSios, e dalle parole che riferisce del Gonzalbz, è messo fuor di dubbio che
il Padre Martino Ignazio scrisse il suo Viaggio, che poi il Gonzalbz compilò a modo suo; ed inoltre
impariamo che il grande viaggiatore Francescano condusse seco a Roma il sopra detto Vescovo
Babilonese a riconoscere l'augusta autorità del supremo Capo di tutta la Chiesa di Gesù Cristo.
Il Padre Huerta poi (Ettado, ec.) ci dà del Padre Martin Ignazio le seguenti notizie:
• El limo senor D. Fr. Martin Ignacio de Loyola Predicador, naciò en un pueblo de Can-
tabrìa, y era pariente muy cercano de S. Ignacio de Loyola. Tomo el habito y profesò
en la claustra de N. P. S. Francisco, incorporandose despues a nuestra Descalces en la Santa
Provincia de S. José. El ano de 1580 se alistò para Filipinas, y en el mismo afio llegò a Mejico,
donde se detuvo, cooperando eflcazmente a la fundacion de nuestro Convento de S. Gosme, basta el
aSo de 1582 que paso a Filipinas. Por Junio del mismo afio salió para China, donde fuó preso y
maltratado; pero rescatado por un Portuguez, paso desde Canton a Macao en agosto del citado
aSo. Habiendo sido nombrado primer Gustodio de la nueva Custodia de Malaca en 1583, paso a
etta eiudad, y de aqui salió a ultimos del referido ano de 1583 para Madrid y Roma« El afio de
344
LUGDUNO
1383 cscribió y dio a la prcusa cu Madrid ud iibru que tilulu: Itinerario del Xutco Mundo* Eli
fi historiaba su$ \iajes de Espana a Mejico, Fiilpinas, China, Malaca y vuelta por la India OiienUi
a Espana, cuyo libro fué inuy bien rccibido, especialmente cn la parte relativa a Fìlìplnas, qne
quizà futi el primero iiuo dcscribió el Archipielago Filipino. El ano de 1586 saiiò segunda vez para
Cliina, y cn la ciudad de Macao hallo lantas y tan insupcrables dillcullades por parte de los
Religiosos, que le fuc preciso rogresar por Mejicu a lilspana, pcrmanccicndo en la Santa Provincia
de S. José basta ci ailu de 139i, quc se alistù en una mision para Bucnos-Ayres. AUi se hallaha
ejercitando su fervoruso celo, cuando S. M. le hizo la grada del bispado del Paraguay en 9 de
octubrc de lG01,yen ci Consisturio cclcbrado pur Su Sanlidad el 19 de noviembre del proprio
allo fué precoiii/adu , siendu ponicnie el Emo Cardinal Avita. El ano de 1605 fué promovido al
arzobispado del Hiu de la Piala, donde llenu de mcritos y virtudes entrejó sa espirita al Senor bacia
el ano de 1612. •
*/-*p. 364. LuGDUNO . — Historica descriptio Conventuum Fratrum
Mìnoruin KecoUectorum Provinciale Sancti Francisci in Calila, in
qua Religiosi piotate, sanctitate et virtute celebres qui in eis
conventibus defuncti iacent,reconsentur. Opusfldelitep decerptum
vel ex diptycis Conventuum, vel ex viris fide dignis, cura et
labore Fr. Juvenalis a Lugduno Recollecti, eiusdem Ppovinciae
alunni. Accedunt ad tìnem brevis Chronologia Custodum et Ppo-
vincialium ab origine Provinciae usque ad praesentem diem et
Constitutiones Pontitìcum in hoc opere sparsim citatae. Avenione,
apud Jacobum Duperier, M. DC. LXXVIII. Cum apppobationibus
et permissu Superiorum.
Un volume in 8, dì 7 carU^ [treliminari non numerate e :264 pagine, e un Index rerum nofoW-
lium In Une. N' è un esemplare nella Uibliotrca Na/ii>nal(> dì Parigi, e un altro in quella dell* Accademia
(già della r.ontJfrega/.ìne ibi Ter/.'Ordlne Heg.dare di San Francesco) di Lisbona. Vi sodo di bei
fatti dì quel clic* uperaruiio i Fraiieesoani in Francia al tempo degli eretici, e di quanto ebbero a
solTrire per la difesa della caltulira fede: come la Institutio e/ receptio mis$ionis Saiurti Privati
e la Cnnittructio et institutio Miaionis S. Mariae prope Xeouianuin, ec.
M
365. Machetti. — Breve memoria della nuova Missione Fran-
cescana nel Norde del Brasile, per il Padre Fr. Gesualdo Machetti
dell'Osservante Provincia Toscana, Missionario Apostolico. Milano,
Tip. di S. Giuseppe, Via S. Calocero n. 9. 1877.
Pubblichiamo qui per intero questa memoria, perchè interessantissima per la continua/ione
della Storia delle nostre Missioni tra le tribù del flume delle Amazzoni, e perchè stampata in
pochissimi esemplari è quasi sconosciuta, e tra breve sarà rara. Essa non manca di notizie che
possano interessare anche alla geografia e alla storia naturale. La mettiamo qui senza levarne verbo;
e Siam certi che i lettori ce ne saranno grati.
lUustrisrimo BccellentUsimo Signor Visconte de Araguaya, degnissimo ministro di S. M.
V imperatore del Brasile presso la Santa Sede,
« Dovendo il sottoscritto missionario publicare una breve relazione delle apostoliche fatiche da
lai sostenute insieme a' suoi quattro zelantissimi compagni nella provincia Amazzonese del nord
del Brasile, gli è oltremodo caro e doveroso dedicare, con tutta 1* ingenua riconoscenza del cuore,
questa tenue e meschina operetta air Eccellenza Vostra, degnissima e ragguardevolissima per tanti
ineriti ed illustri titoli. A ciò fare viene stimolato non da vana pompa ed ostentazione di quanto
operò nell' esercizio del suo religioso ministero, ma dall' unico flne propostosi che l' opuscolo possa
essere in qualche modo proflcuo e vantaggioso alle anime dei veri credenti, di fronte ai tempi tristi
e calamitosi, imperversanti a danno della santissima religione di Gesù Cristo ; e possa muovere
parimente alcuni dei miei Confratelli a cooperare alla civilizzazione ed al bene spirituale de'popoli
selvaggi della Riviera delle Amazzoni.
t II rispettoso scrivente nutre la speranza che V incomparabile bontà dell' Eccellenza Vostra
degnerassi aggradire questo povero lavoro , servendo esso anche a sicura testimonianza della sua
sentita stima ed alta considerazione per l' Eccellenza Vostra Illustrissima , di cui con tutta la più
viva e non peritura gratitudine si ra£terma
Umil.mo, dev.mo, obblig.mo servo
Mis. Apost. Min. Oss.
346 MAGHETTl
I.
IL R. P. SAMUELE MANCINI DA VITERBO ATTUALMENTE SUPERIORE DI QUESTA MISSIONB I I SUOI OOMMailli
« Il 4 di marzo dell'anno del Signore 1833, un numero considerabile di ii giovani Franee-
scani, fra i quali io, i chierici Fra Vincenzo Rocchi, Fra Samuele Mancini e Fra Luigi ZaccagDi,
partivamo da Bordeaux per il nostro collegio di Propaganda Fide della città della Pax nella Ite*
publica di Bolivia, America meridionale, sotto l'obbedienza del M. R. P. RaOsiello Sanz, spagnuolo.
• Dopo un lungo, penoso e pericolosissimo viaggio di sei mesi in bastimento a vela, rimasti
essendo sani e salvi fra le furiose tempeste del Capo de Fìornox per grazia speciale del cielo, giu-
livi arrivammo a quel collegio.
• Fino air anno 1869 ci occupammo nelle Missioni della provincia di Caupolicàn. La pi6 labo-
riosa e difficile la disimpegnò il P. Samuele, già sacerdote, poiché io, essendo mandato alla Ionia-
nissima Missione di Cavinas per occuparmi della civilizzazione delle tanto numerose tribù cbe U
circondano, non oltrepassai la Missione di Isiamas , per motivo delle continue febbri che assidoa-
mente mi assalirono per più di due anni, e cosi restai alla cura delle Missioni già civilizzate fino
all'anno 1869. Egli però, cioè il detto P. Samuele, fu destinato insieme col M. R. P. Paolo Emi-
lio Rainaud all'infelice Missione di Chimanes in un luogo centrale e deserto, lontana dalle piò
vicine Missioni di lot Mu$etenot nel nume Veni, non meno di otto giornate a piedi, dovendo pas-
sare per mezzo d'immense solve, attraversate da impetuosi flumi e da dirupate montagne, dove
non si trova altro alimento che frutte silvestre e quel poco che gl'Indiani che aocompagnano il
Padre Missionario portano sulle loro spalle. I principali alimenti in si disastrosi viaggi consistonc
in farina di granturco indolcita con banano maturo pesto colla stessa farina, granturco ablMWto»
lito e un poco di riso. Essi, i detti due Religiosi, colla loro costanza e coraggio poterono dooinara
quella assai numerosa nazione, (;ià negli anni anteriori visitata più volte da altri virtuosi Misiio—
narii e particolarmente dal R. Prefetto delle Missioni, P. Paolo Corda; in seguito fondaroDO di
numerose popolazioni poco distanti l'una dalF altra, di oltre 200 anime ciascuna. Impararono
perfezione il loro difficilissimo idioma, e non ancora compiuti due anni, quel barbari erano
battezzati; i quali |»erò forse per i delitti che avevano commessi , particolarmente negli ultimi aDi^
di loro infedeltà, Dio non li lasciò impuniti: una peste li decimò della metà. Allora i due Missio^- -
narii di comune accordo risolsero riunire le due Missioni in una sola, ove restò solo il P. Paol -^
Emilio.
• Questa Missione v perduta per sempre : pokhè nel mese di giugno dell'anno 1863 quei barbar
cristiani commisero V ultimo dei delitti; trucidarono in un modo il piti barbaro qiusto loro aiftorof- -^
Padre, fingendo dipoi colla maggiore ipocrisia che fosse stato sbranato da una tigre, come di fu^^^
propria mano ci scrisse il principale di loro : ma dopo che si scoperse questo orrendo sacrilegio, niC '^
spersero guerreggiandosi gli uni cogli altri, andando erranti nuovamente per le selve, iperimin "
landa il peso della giustizia divina.
• Tutto questo non disanimò il P. Samuele, anzi sempre più coraggioso, col permesso Acr
superiori, s' incamminò alla remotissima Missione di (^vinas a lavorare in quella stessa missione che "
come dissi più sopra, era stata a me affidala. Col len)i)0 fece molte escursioni fra i barbari non cow^- '^
sriuli, accompagnato per un poco di tempo dal R. P. Fwli-le Codinac; ma trovandosi nel centro dell ^^
barbarie, e mancanti delle rose più necessarie alla vita, caddero vittima della terzana ambedue, ^ ^^
quantuiKiue ricolmassero i barbari di generose promesse, non senza grandi difficoltà furono ricondof*" '
dai me<lesimi per terra senza strada di sorta alcuna alla mentovata missione di Cavinas.
t Dopo otto 0 nove anni di simiglianti fatiche, stenti e pericoli , che per brevità passo in silentft^
(poiché non «'• mio s«upo tessere la storia delle Missioni in quelle regioni veniane), e dopo di averd * "^
sposto molle tribù a ricevere i religiosi Missionarii e per mezzo di essi il tesoro della fede, rilornù *•-■
convento nostro della Pace, e presentò al presidente della Repubblica un memoriale, affin di ottener
sussidii pecuniarii per sopperire alle spese. Il presidente promise in vero una buona somma, ma,
sendo il tesoro esausto per le continue rivolte politiche, mai non effettuò la sua promessa.
MACHETTI 347
« Iq quel tempo si trovava nella città della Pace l' Ecmo sig. consigliere di S. M. l'Imperatore del
Brasile e ministro plenipotenziario presso il governo della Bolivia, Lopper Netto. Questo egregio si-
gnore, cattivatosi l'animo dei Missionarii di quel collegio per le loro imprese e scoperte, e partico-
larmente del P. Samuele, col quale contrasse anche dell'intimità, datone avviso al suo Imperatore,
persuase detto Padre di portarsi a fondare una Missione Francescana nel nord del Brasile. Di fatti col
permesso dei superiori il P. Samuele dopo pochi mesi, nell'occasione che prese il cammino d'Italia,
si fermò nella capitale del Brasile, ove allora si trovava anche il sig. Lopper Netto, reduce dalla
Bolivia. Questi lo condusse alla presenza dell'Imperatore, già da prima informato, il quale lo pregò di
voler fondare una Missione Francescana nella provincia delle Amazzoni. II P. Samuele accettò la com-
missione, e prosegui il cammino verso Roma per conferire col Rmo Padre Generale e col Ministro
del Brasile presso la Santa Sede, che era autorizzato per le spese necessarie.
« Io in quel tempo avea ricevuto da Roma l' obbedienza per tornare in Italia per motivi di salu-
te, e mi risolvetti di intraprendere il penoso e lungo viaggio, scendendo per i (lumi che dal luoghi
della mia Missione scaricano le loro acque nel maestoso fiume delle Amazzoni ; e ciò per due pre-
cipui motivi: primieramente perchè mi era difficile e pericoloso valicare 300 leghe di alte e freddis-
sime montagne, atteso le mie abituali infermità, e farla via del Pacifico: secondariamente perchè
molti negozianti boliviani venuti dagli affluenti del detto Re dei fiumi, e particolarmente dal Ma-
dera, mi narravano esservi tanti indiani o interamente barbari o semicivilizzati, onde io, passando,
voleva osservare, se un giorno ci fosse dato fondarvi una Missione Francescana.
• Infatti scesi il fiume Madera sino a Manaos e Para; vidi, m'informai e seppi ancora le
buone disposizioni del Governo, che desiderava Missionarii, e venni a Roma. Qui, oh sorpresa! mi
trovai col P. Samuele (io lo credeva nella Pace in Bolivia) che vi era venuto a questo fine. Egli
avea già parlato col Reverendissimo Padre Generale , ma non lo aveva trovato disposto a permet-
tere la fondazione di questa nuova Missione, attesala penuria dei Religiosi a causa della soppres-
sione dei conventi. Io pure significai al P. Samuele lo stesso desiderio e colla maggiore volontà mi
unii a lui, sperando che il Reverendissimo Padre Generale, visto l'impegno del Ministro io
nome del suo Imperatore, ce ne avrebbe dato il permesso.
• In questa occasione si unirono a noi altri due antichi compagni del collegio Pacense, già
mentovati, che si trovavano in Italia, il P. Vincenzo Rocchi e il P. Luigi Zaccagni; eravamo già
quattro: però, con tutto l'impegno del Ministro del Brasile presso il Generale dell'Ordine, non po-
temmo ottenere il permesso per un numero maggiore di Religiosi: ciò nonostante, la nostra spe-
ranza non diminuiva; aspettavamo pazienti e ansiosi, e con questa speranza ci ritirammo cia-
scuno nella terra natale.
IL
LICENZA E PARTENZA.
« Non era per anche trascorso un mese, quando ricevetti ordini di recarmi nuovamente a
Roma, perchè ci era stata concessa licenza di partire con altri due Religiosi sacerdoti. Sebbene il
numero fosse sempre scarso, pure lieti e contenti ricevemmo l' obbedienza. Quindi, colla istruzione
del signor Ministro, ci riunimmo a Marsiglia, traversammo la Francia, e ci imbarcammo a Bordeaux
il 16 d' agosto dello stesso anno, dirigendoci alla capitale dell' impero di Santa Croce per ordine dello
stesso Imperatore che desiderava vederci. Il % di settembre, verso sera, arrivammo a quella vasta
metropoli, e il giorno seguente venne a visitarci il segretario del ministero dei lavori publici, in
nome dì S. M. l'Imperatore.
• Il terzo giorno dopo il nostro arrivo fummo ricevuti da S. M. in udienza particolare. Egli si
mostrò alquanto dispiacente per essere il nostro numero assai tenue : pure ci animò ad occuparci con
impegno nella civilizzazione delle molte tribù indigene qua e là nei fiumi della provincia delle
Amazzoni, assicurandoci della sua protezione e di quella del suo Governo, e promettendoci che le
spese fatte e da farsi in seguito starebbero a carico del ministero dei lavori publici, industria e
commercio.
• Rimasti circa un mese in Rio de Janeiro, partimmo su di un piroscafo postale nazionale
per Para, capitale della provincia dello stesso nome, e vi arrivammo dopo sedici giorni di viaggio,
avendo sbarcato nelle principali città marittime, cioè Baika, Pemanbuco e Maragnon.
> Para è a un 30 leghe entro la bocca del Gran fiume (la bocca è di 80 leghe), sulla foce del
348 MAGIlETTi
(ìuajaras v Tu(*atiii>, pui'lii iiììiìiUì al mkI ilt'U' Kiiuuturc, Ira il 50 «' 31 di Parigi. In qiiesU cilti ri
Tormammo puclii giurai e partimmo alla volta di Manaus, imbarcandoci in ano dei belli e grandi
Itattelli a vapore a gallerie di due piani e comodissimi, che navigano in grandi scale questo Re
dei fiumi e i suui graniiiosi affluenti: in sei giorni arrivamniu a Manaos, essendoci fermati pia
volte in varie e pittoresche iiurgate poste sopra le sponde. La distanza da Para a questa dlU
centrale calcolasi 150() miglia marine (» di 60 al grado.
• Il viaggio, come sempre nei grandi affluenti, fu molto riposato e tranquillo tanto pel comodi
e prr il buon vitto, ipiantn {ler la calma delle acque, pnicht' nuli si sperimenta maggior moviroeolo
di quello deir impulso della macchina, nò si soffre il noios) mal di mare.
« In questa estesissima pruvincia delle Amazzoni (do AmatoiMS in portoghese) come io quella
del Para già mentovato, è mestieri viaggiare sempre sopra le acque, o in vapore o in barca, polcbr
non \i sono altre strade, e le città, come pure gli abitanti disseminati qua e là, si trovano sola-
mente siipra le sjionde dei llumi o dei laghi che hanno comunicazione diretta cogli stessi flomi.
• Dumiue con trentasei giorni di navigazione a vapore eravamo arrivati al termine del nostn»
viaggio, cioi; a Manaus.
« Manaus i> una picc4)la città di 5,000 anime, situala alla sinistra del Rio Negro, un SO miglia
avanti di unirsi cui Mara^Miun o Solinao, totalmente commerciale, moderna mollo, con |>oche fall-
brirhe di un piano, t> niente avvi in essa che degno sia di particolare memoria.
IH.
1 NOSTRI SKoRZI PKH FUNDARB LE PRIMK MISSIONI E DIFFICOLTA CHE INOOTTRAliaO.
« 11 presidente d<>Ila provinria, che risiede nella capitale di Manaos, per nostro ospizio pru-
visorio ci assegnò una c:isa fuori della città, situata in una nuova e spaziosa piazza quasi senza
abilazioiii, o\e esiste una capiK'Ila dedicata al glorioso martire s. Sebastiano, appartcneote aduna
Confraternita che ne cede a noi l'uso. Da quel tempo il (ìoxerno ci promise di costruire un ospizio
pro|irio con rispettiva eappella, ma finn ad ora non si venne mai all'esecuzione; se non che avanti U
mia partenza si trattò nuovamente di una tale costruzione a conto del tesoro nazionale, a tenore delU
pubblica7.ìone di un decrelo imperiale.
• Dopo un mese rirca dal nostro arrivo a Manaus, ci risolvemmo di andare alPaltn Madeira
(tluine). per leiilar di fiiiidare una Missione tra i >el\a^i;i, secondo le istruzioni del ministero &1
presidente liell.i |irM\ imi.-i. Fatti i pre|)arati\i, tanfo di arredi sacri e paramenti per il culto, quaDt«i
di n;/;reiii iier.'sxarii p«r reu'alir>i apli indiani, il i7 delji» sle>s..i anno il W. \\ Teotl<»ro Maria Porlarax»
<-d il» ri irnbarcaiiiniii a biiiilu ilei piroscafo Mtult'ira, nonie del llume in rui era destinalo a navigare.
Dn|H» diiM'i s^inrnj, riim|ire>(» il tempo delle fermale nei \arii |»iiiili «li scala per lasciare il carico, sbar-
canifiio in un piintn del (itiiu iiiiine Madeira, deiiMiuiiiatn Viainari ((ìiamari) per la foce di un piccul"
llunie di questo nome, alquanto maggiore del Tevere. In (juestt) viaggio ci accompagnò anche il Patire
Samuele per informarsi di quei Innj^qd ci^nie Prefetl»» delle Missioni. Eravamo già distanti da Manaii«
200 le^jhe eirra. Al di siqira di questo llume \i s«)no pochissimi abitanti, e poi incomincianu le for-
midabili cateratte, o\ e min possono navigare i battelli a vapore; ivi si viaggia con barche minori,
ma Con grande travagli»»: anzi \'ì sono alcuni luo;;hi nei quali le barche si trascinano per una vi»
terrestre. (Queste rati>ratle sono in numero di dìciotto: ed i l(<>liviani con numeroso seguito di indiani
scendono al lirasile con nego/io e rilornam» alla Dolixiu con altri generi, viaggiando con penosa
dilTicoltà per tre o quattro mesi, esposti a continui naufragi e perdite personali, lo feci questo viaggt(>
nel luirlio del 1869. quando, come dissi, scesi dalla Bolivia.
IV.
IL FUMÉ MVDERA.
• II nume Madera ha le sue principali sor;;enti in quella Republica: la più lunga P ha presso
la capitale Cliuquisaca, o città della IMata, c(»sì chiamata perchè ivi ha pure la .sua sorgente il secondu
llume del inondo, il Rio della Piata; l'altra T ha .sopra la città della Paz, ricevendo le acque del
più alto monte dell' .\merica (il secondo del (ìlotto), il Llampn: quella colla riunione del Chiappiri
ed altri molti forma il Mamoré, questa col Tipuani, Tuìchi, ecc., forma il Veni, che riuniti al IO
MACIIKTTI rlifl
grado latitudine Sud danno l'essere al Madera con un corso fin dalla sua più lontana sorgente di
700 leghe circa, scaricando maestoso le sue acque nel primo fiume del mondo , 30 leghe circa sotto
Maoaos : la sua larghezza è di 3 a 3 chilometri e non meno di uno e mezzo ove è più stretto, di
quando in quando coperto di grandi isole di iO a 15 miglia di lunghezza, e circa una metà di larghezza,
divise bellamente da grossi canali, coperte tutte di folte selve, e più o meno soggette a inondazioni nei
mesi della maggiore grossezza dei fiumi, e perciò tutte quasi disabitate.
« Il Madera è bastantemente popolato , poiché conta già 13,000 abitanti , non compresi gli
indigeni indipendenti : tali abitanti sono venuti nella maggior parte dalle altre Provincie dell'impero ,
e tra questi anche molti stranieri.
« Il motivo di questa grande immigrazione (il medesimo si dica degli altri fiumi con poca
differenza) sono le ricciiezze naturali, e in ispecial modo la teringa o gomma elastica : questo ricco
vegetale è abbondantissimo in tutta la provincia, e se ne estrae, solamente dal Madera, più di otto
milioni e mezzo di chilogrammi all'anno, e si vende a un prezzo non minore di lire 3 30 il chi-
logrammo, oltre all'olio di copauba, o balsamo del Perù, carissimo ivi e in Europa.
« Seringa o gomma elastica è un latte bianco seroso, che si estrae da un albero denominato
Serlngueira per incisione^ che poi si fa condensare per mezzo del fumo del cocco di varie palme.
» Copàuba, copaibà, o comunemente conosciuto sotto il nome di balsamo del Perù, è un olio
balsamico di grande pregio e di un uso generale in medicina, che si estrae dall' albero chiamato
Capàuba per mezzo di una incisione fino al centro dell' ciberò stesso che è pieno di questo liquore, e
per il foro fatto colla scure ne scaturisce tutto fuori.
< Ma disgraziatamente la popolazione di questo flume è disseminata lunghesso le sponde por lo
più in semplici baracche di legno, di solida costruzione per causa dei continui e furiosi uragani
tanto frequenti in quelle regioni entretropicali, coperte rusticamente con foglie di palma, e cinte di
legname, o più comunemente della suddetta foglia. Queste abitazioni d'ordinario son grandi, spaziose
e assai comode : ora però si cominciano a fabbricare anche delle buone case coperte di tegoli, ed i
più facoltosi 0 di miglior gusto costruiscono le loro abitazioni anche di pietra e calce di Portogallo,
e vi sono anclie facoltosi negozianti con magazzini pieni e con un battello a vapore loro proprio.
• In tutto il suddetto fiume non vi sono più che due parrocchie sole nel basso Madera, e a
cura del paroco superiore sono tutti i fedeli da quol punto in su; di maniera che se questo paroco, che
noi consideriamo zelantissimo, volesse visitare tutti i fedeli della sua parrocchia, dovrebbe navigare
tatto r anno senza darsi posa; ed anche cosi facendo non vi riuscirebbe, percliò ve ne ha a 30, 40,
80, 100 leglie lontani! Ne ha anche entro i flumicelli e laghi molte volte inaccessibili, specialmente
nei mesi della maggiore decrescenza dei fiumi. In conseguenza di questo la ignoranza religiosa ò
generale, e universale l'indifferentismo.
V.
TAMARI.
« Questo punto era considerato come frontiera, però vi era un drappello di soldati di arti-
glieria con un comandante per ispezionare 1 passeggieri che vanno e vengono dalla Bolivia.
« Noi eravamo raccomandati al detto ufficiale; ma non essendovi nessun comodo, anche i
.>oIdati col loro comandante dimoravano malissimo sotto le baracche coperte di foglie di palma all'
uso del paese, e molto umide in quell' epoca, perchè già cominciavano le pioggie.
• Il degno comandante di quel drappello era il sig. Luigi Correa de Maraes, che, ad onta di
tutto il suo buon cuore, non altro potè assegnarci che -una piccola baracca vecchia, lunga metri 10
e larga 3 o mezzo, quasi fangosa , cinta di foglie dì palma, vero covilo di grossi topi, per cui ci
era impossibile riposare la notte per il rumore che facevano. Chi non conosce la moltitudine e
gro&sezza di questi animali in quelle regioni è impossibile che se ne formi un' idea esatta.
• Dopo pochi giorni tutti e tre fummo vittima delle febbri palustri accompagnate dal vomito:
queste febbri in quei paesi son comuni a tutti : su di me poi infierirono con maggior forza fino a porre
in pericolo la mia esistenza, se non fosse stato un medico prussiano, che non era di lì molto lon-
tano; il quale fu chiamato, venne e mi sanò per allora.
« Dopo un mese il Padre Samuele ritornò alla capitale colle febbri, e noi restammo soli e infer-
micci fino alla cessazione delle pioggie, cioè fino ai mese di maggio.
AV) MARIETTI
• In questo frattempo però non istemmo mai inoperosi, poicliè in quell- allo Madera, cume lu
chiamano, mai non era arrivato un sacerdote: onde \i erano adulti anche con Agli, che Udo allora
non erano stali battezzati, essendo loro impossibile intraprendere un viaggio di centinaut di miglia
per ricevere i sacramenti. Povera gente!
« Il comandante coi soldati , e col soccorso anche personale degli abitanti più immediati ,
mandò a costruire una piccola capannuccia che ci servi di cappella, uve ammìDistrammo il sacra-
mento della pcnitonza e la comunione a molti fedeli, celebrammo una quarantina di maUinonii,
V cunferiromo più di duecento battesimi.
« Versoi primi di giugno (1871) i soldati furono mandati più in alto, vicino alla priOM
cateratta denominata di Sant'Antonio, e per conseguenza anche noi seguimmo la medesima sorte,
t^ui non e' era nò casa né tetto. 1 soldati si occupavano a tagliare la selva per edificarvi banccbe.
\o fui nuovamente attaccalo dalle frhbri, e non essendovi altri abitanti nò abitazioni vicine, rfsoUelti
cui compagno di scendere al dello punto di Tamari, ove fummo generosamente da un portngfaeM
ricevuti nella sua baracca.
« Nel mese di luglio mi trasferii a Manaos per conferire col superiore e col presidente ddk
provincia sul modo di rendere più facile la vUlta delle tribù selvaggie: polche noi nò avevamo
liarca propria, né gente per il remo.
• Neir agosto ritornai collo stesso vapore col quale era sceso , con ordini al comandante di
tutelarci : ma i soldati col comandante medico erano tutti malati : inoltre esso non era più queUo
di prima; era un libero pensatore (oh ({uanto ri fece soffrire!), e poco si curava delle MissionL
• Mio intento allora era di andare un 30 leghe più oltre, dovendo superare cinque grandi
cateratte, e verso le frontiere di Bolivia, in cerca dei selvaggi Caripunas; non vi poteva andare con
meno di due barchette bene equipaggiate, e aveva bisogno almeno di quindici uominL
« Finalmente ne ottenni undici, e >cesi al tiume Machado (pronunzia Maciado); visitai una
tribù di Ananas prossima al fiume principale: seguitai il detto llunie con perìcolo di qualche
imboscala degli indi IVrenlintins che assassinano quanti possono, a tradimento: dopo tre giorni
di navigazione arrivammo a una maloccn , popolazione indigena di Toràs: feci chiamare i capi di
un'altra popolazione più olirà di Ananas, fermandomi li alcuni giorni per persuaderli a nscire
deirinleruo e venire a riunirsi eoi primi, prossimi al tlume Madeira, ove rimarrebbe con loro no
Padre Missionario per istruirli nella reli^Mone e nella vita sociale. Tutti questi intendevano alquanto
il portoghese (mi servii però anche liell' inleri»rete)), poiché negli anni anteriori orano penetrati
fra loro negozianti dd Madeira, e si [miò dire che li consideravano cume schiavi della loro ambizione
rd avarizia, predicando lon» eolle parole e ruiresemjiio il cullo di Bacco e Venere, senza una
parola della vera reiìi^ioni', senza insegnar loro nemnienii il se^no della santa croce, e accustumandoli,
solo per loro iulercs>e, ad andare vestili e a fare uso delle aniacclie e zanzariere.
• V tulli di ogni età e di o^'ni sesso feei dei regali in nome del Governo: questi regali
cou'jislevano in tele liiaiirlie e cidoril»-, in an'etle, [K'iinate, collelli, anelli, ntsarini di vetro, urecchini, ec.,
ptTsuadefidoli ad areondiseendere al mio desiderio [ter migliorare la loro condizione e abbandonare il
rmtro delle selve. La doint'iiiea li riunii perché assistessero alla Mestar in prima insegnai loro a fare
il fsv.i^iuj della croce |>rendendo io sU'sso la loro mano, e aiutalo dal mio compagno ; poi feci lon»
reriiare il Pahr noxter e r.4fc Maria, cerimoniii, a parer loro, molto strana: ma più si meravigliaroDo
quando li aspersi e^tn acipia benedetta. (Quindi celebrai la santa Messa, e dopo ripetei loro alcuno
eose che già altre volle avea detto.
• La majjj^ior parte di loro erano hallez/ali, poiché circa diciasetle anni indietro un Frali'
Francescano deir antico nostro convento del Para era stato in questo llume alcuni mesi. Riuniva
degl'indi e li hatle/zava; in seguito i Muras di Qiparia Io assalirono in una barca, gli uccisero
uno sriiiavd ed altri ilell'equipa^^gio, e di tutto \n derubarono. Allora questo buon Religioso
abbandonando o;:ni rosa, ritornò in Porto^Mllo sua patria, ove, or son pochi anni, murL Cosi ancbe
il paroco di Mani'-oné, che l'anno 1871 visitando la sua parrocchia arrivò Ano a Gratto, hatlenù
nello ste.s.so modo tulli ;;li indi, grandi e piccoli, ehe ^li si presentavano. .\.nche gli stessi negozianti
o in c.Lso dì malattia, o per altri lini, alcune volte non l«Mlev</li, li battezzavano.
• Dopo ali|uaiiti giorni srendemmo nuovamente il lìnme, con un letto però non minore di
metri ioo, per ritornare a vedere i [trimi presso il grande Madera, e vicino alla bocca dì questo.
per ivi stabilire una coloida di abitanti: la lo<:<'ilità conteneva venti famiglie circa, sebbene disse*
minate, a poca distanza fra loro.
MACIIETTJ 351
pyi- ■^■ip^pM,,^,.,ip ^^B»^ ^ ^ai I M 11 m^^im^^fi^t^mwm
VI.
MISSIONE DI SAN FRANCESCO D' ASSISI.
• Questo era il luogo scelto per fondare la prima Missione : radunai quegli indiani, tre dei
quali parlavano perfettamente l'idioma portoghese, li esortai a ricevere il Padre Missionario che
veniva fln dalle più remote regioni coli' unico flne di migliorare il loro stato in questa vita e poi
Dell' altra, distribuii loro gli stessi oggetti che avevo distribuito agli altri , e dissi che anche i
loro confratelli dell'alto Rio Machado verrebbero a riunirsi con essi per formare una sola popo-
lazione. Quivi cercammo il luogo piò adatto per costruire una cappella e la casa per il Padre
Missionario: a questo lavoro si prestarono tutti con buona volontà: vennero meco con pennate a
ripulire e preparare il terreno: erano venti uomini, e lavorando anche io, dopo pochi giorni la
cappella fu costruita, e non mancava più che la foglia per coprire il tetto.
« Frattanto il Padre Teodoro riuniva intomo a sé i ragazzi di ambo i sessi, e insegnava loro la
dottrina cristiana e le lettere dell' alfabeto. Dedicammo questa prima missione al Patriarca San
Francesco, e però è denominata Missione di San Francesco del Rio Machado.
< Stando cosi le cose, lasciai la nuova Missione a cura del R. Padre Teodoro, che anche adesso
r amministra, e gli raccomandai che fact^se coprire la detta cappella, e facesse costruire le pareti
di legname e terra per la casa. Ritornai a Sani' Antonio conducendo meco alcuni indi rematori, e
vi arrivammo in sei giorni: ivi presi tutto ciò che poteva servire per il mio compagno; di più ,
ferramenti e pezze di tela per i soliti regali, e ritornai alla detta Missione; ma mi vi trattenni
assai poco, poiché passando il vapore postale ritornai a Sant'Antonio, tormentato dalle febbri, e
fui alloggiato in una pessima baracca di un .soldato che era anche mio camerata o servitore.
« Dirò anche che in tutti i vapori postali stipendiati a carico del tesoro nazionale noi Mis-
slonarii abbiamo gratU il passaggio di prima classe.
« Nel mese di gennaio del 1872 ritornai a vedere il P. Teodoro e la Missione: egli già fun-
zionava nella cappella, e gli avevano anche costruita una casa assai comoda. Macon mìa sorpresa
seppi che quelli del Rio Machado non erano venuti e vi era poca speranza di farli venire: avevano
bensì mandato alcuni ragazzi alla scuola della Missione. Laonde non essendo in grado di portarmi
presso di loro personalmente per motivi di salute, mandai alcuni indiani a chiamarli, ma invano. Il
perchè dopo alcuni mesi fui obbligato a ritornarvi io stesso, e tanto li persuasi che vennero a poco a
poco, e cosi si formò una missione di quarantasei famiglie, diverse però di lingua, di sentimenti,
d* idee.
« Non sono però queste le uniche difficoltà che s'incontrano: la maggiore è la opposizione degli
abitanti del Madeira, i quali negoziano in modo ignobile e tiranno con questi poveri indi, attesa la
turo ignoranza, per cui ci fanno continuamente una guerra più o meno sorda, e alcune volte si sono
dichiarati apertamente contro quel povero Missionario, ricorrendo anche alla calunnia. In vero il pre-
sidente della provincia, conoscendo pienamente le loro pessime intenzioni, o non curando le loro fro*
di, ci fece sempre giustizia.
VII.
CARIPUNAS.
« Dopo poco tempo ascesi le cateratte e visitai i Garipunas, ma non arrivai fino al luogo delle
loro abitazioni, poiché m'incontrai con loro a mezza strada. Sono interamente nudi e totalmente sel-
vaggi: non parlano altro idioma che il proprio, tranne alcune parole di portoghese o spagnuolo che
lianno appreso dai viaggiatori. Sono importuni e traditori, e in special modo quando vedono i viaggia-
tori male accompagnati: spesso insomma ne fanno alcuna delle loro. L'anno 1868 uccisero a colpi di
freccia un mio amico boliviano, il sig. Edoardo Montano, e altre undici persone: e tre sole che riusci-
rono a scampare, narravano che erano state assalite da essi nascosti dietro alcuni macigni , perché il
padrone avendo nella sua casa una somma di oltre 3,000 scudi, avea loro negato quanto essi esi-
gevano.
« Io invero li conosceva: m' incontrai con essi allo scendere dalla Bolivia, ma essendo più di
centocinquanta persone non ci fecero alcun male : quando vedono molta gente sono pacillci. Pure ora
i visitava accompagnato solamente da cinque soldati vestiti alla paesana senz'armi , e con un indiano
barbaro che avea condotto meco dal Rio Machado,
Xd
MACIfETTl
« Li incontrai in mezzo al liumc: li chiamai, e fra strepitose grida si accostarono a me; mi rtco-
nohl)ero, dalle loro canoe di biiccie d'albero saltarono nella mia barca, e quindi fummo a terra. Fra
tutti erano ventisette persone; e nel miglior modo possibile feci loro intendere che li visllaTa eon
molti regali. Infatti avendo detto loro che tutto ciò che era nella mia barca era per essi, e avendo ac-
cennato clic venissero a prenderlo, non se lo fecero ripetere ; non vennero, volarono; ed lo rotti I
coiRTfhi donai a ciascuno tela azzurra, tela bianca allo donne, e per i Agli, un'accetta, ana pennata,
coltelli e molle altre coserelle. In verità mi fecero molta festa, e particolarmente il capitano Pico arrivò
a tal punto di generosi ti'i, che mi offerse una sua Hglia nubile in sui quindici anni: ma avendogli latto
intendere che non al>bisognava di dono sifTatlo, mi regalò alcune spighe di granoturco e farina di
macacheira. Ma io non me ne fidava, essendo noi molto pochi ; onde dopo alcune ore li lasciai im-
iKircandoci in fretta per allontanarci da essi. Io no avea trop()a conoscenxa, ma sperava catlivarmi
il loro animo per mezzodì regali; onde, sceso alla mia residenza di Sant'Antonio, chiesi al supe-
riore un altro compagno per proseguire l'impresa, e fare ogni sforzo per seminare in meizo ad
essi la fe<le di Cristo. I^ febbri non mi abbandonavano, onde io mi misi in cura attendendo il
compagno.
« Le loro barchette sono formate di una sola buccia d' albero , e earieaAO più di otto persone
roi loro oggetti.
« Macacheira, in spagnuolo yuca, è una radice farinacea del sapore quoti delia eattagma:
la grattano e la teec-ano sul fuoco, ed è un alimento che tiene luogo del pane, e ta usano in
tutto U BrasUe.
Vili.
MISSIONE I»l GAUlEHAO.
• In »iiiel frattempo il Patire Samuelf» in compagnia del Padre .\ugclo Fratteggìani si portava per il
Maragnon o Solinao alla frontiera «lei Prrù \h'T foinlarvi una Missione; infatti anche là fecero una
numerosa riunione. Amministra «(uosta missione il detto P. Angelo, ma disgraziatamente adesso è
poco numerosa, perche la epidemia del vainolo, che Inlleri in tutta la provincia Fauno I87J, la
decimò assai: più di sessanta persone morirono, altre si ritirarono nell'interno delle selve, ove
forse incontrarono la morte; pun» conia ancora centotrenta anime. Vi è la chiesa e una ca^a co-
moda per il Missionario, già coperto "di tegoli. È distante da Manaos iOO leghe, e perù 500 dalia
mia ri'sideiiza. Io non smu» >lato nja'. in qnelle parti, però me ne è ijrnola la tupografla, né mi
.sono del lutit. note le fatiche del Padn- Angelo; ma posso alTermare che ha sofferto pcrsecuxioui e
calnnnie |kt parte dei ìijjinchi. IH più, nel principio del prescnJe anno, cadde infermo anch'esso per
terzane e mal di fegato: cusi malate» lo lasciai a Manaos nel luglio; ma adesso sta a.s.sai meglio, e«l
è tornalo alla Missione. Anche in iiuel ^'raii lUnne non vi sono parochi, sebbene vi siano alcune
panurchie erette cancmicamente; se non m'inganno, sono tutte vacanti, ad wcezìone di una, per
mancanza «li sacerdoti secolari v regolari in (piella diocesi. 11 Missionario amministra i sacramenti
in «piella frontiera ai fedeli che cuncurroiio alla slessa Missione, e quando e chiamato va egli stcssu
alle loro baracche.
IX.
cahipvìas. ri.TiMo tentati v«».
« Nel me>c di maggio del 1873 (giunse il ini«» compagno H. Padre Luigi Zacc^giii; ma pochi
giorni dopo il suo arrivo cadde anch' egli maialo. Quei luoghi sono molto epidemici, e noi non
potevamo essi-r certi di viverci un mese in salute: quel luogo del tlume Madera denominalo San-
t'Antonio è il terrore degli altri abitanti del detto llnme, di Manaos e di tutti quelli che sono ob-
bligati a dimorarxi.
t Ina compagnia inirlese, inipresaria di ferrovie. \<'nne per fare una strada ferrata dal men-
zionalo punto di Sant'Antonio lino all' ultima cateratta del Mamon-, una distanza di 30 leghe.
Tutti caddero malati, molli ne morirono, e dopo un anno «li tempo .spcs«» infruttuosamente sospe-
sen» l'impresa. Questa via renjlcreblie facih' il transito dal Br.isile alla Bolivia, evitando le cate-
ratte, e per T initTno della Ilepubblica siireblu* continuala la navigazione coi va|K)rì fluviali.
> Ritornando ai mio sc4q)o,dirò che nel giugno scesi tino al Gratto, e un poco più sotto, nel ponto
MACIIETTI 35d
chuimaU) PupunKoi, ove erano alcuni indiani di origine Muras, diretti in nome del Governo da un
secolare chiamato Direttore. Li visitai, e feci loro alcuni regalucci. Il mio flne era di fondarvi , se
fosse stato possibile, una Missione, dato clie non fosse riuscita quella fra i Caripunas. Di questi Maras
ne condussi tre meco fino a Sant'Antonio, e con otto soldati, che mi concesse il comandante di quella
frontiera, approvigionai due piccole barche, e coraggiosi il detto mio compagno ed io ci mettenmio in
viaggio fino al paese stesso di questi indiani già menzionati. I soldati erano vestiti da paesani : coti
aveva io disposto per non recar timore, ma portavamo alcune armi da caccia cariche e due revolvin
in caso di un tradimento.
• Al quarto giorno di navigazione li trovammo sulla sponda del fiume con otto gusci, come dissi
più sopra, di buccia d'albero, un dei quali avevano rubato ai viaggiatori boliviani.
« Prima di tutto ci si presentò una truppa numerosa di fameiici e rabbiosi cani che si schierarono
iQDgo la sponda, assordandoci le orecchie coi loro prolungati latrati: gli indiani che erano occupati fila
caccia nell' intemo della selva, tutti accorsero sentendo il latrato dei loro cani.
« Dissi loro che anche questa volta portava molte cose da regalare ; ma che io volevo andare
fino alle loro abitazioni ordinarie. Essi si consultarono fra loro, poi fecero segno di seguirmi : dopo
quasi mezz' ora tutta la flottiglia mi seguiva, e in ciascun guscio non vi erano meno di quattro per-
sone e cinque cani.
t Verso le quattro della sera ci fermammo in una bella spiaggia arenosa, in parte popolata di
salci ; noi mandammo ad armare la nostra baracca portabile di tela : essi legarono da un salcio all'
altro le loro baracche o reti, pensando quindi a prepararci la cucina, il che fecero anche le loro donne.
• Sull'imbrunire della sera il tempo si annuvolò, e cominciò a cadere una minutissima pioggia
con un vento assai freddo delle regioni del Sud. Inutilmente si af&ticavano di accendere il fuoco
intorno alle loro amacche, 11 freddo li molestava, e noi incomodava il piagnisteo dei bambini, e
in certo modo avevamo piacere che soffrissero, sperando che avrebbero approfittato dei mezzi che
noi loro procacciavamo per vestirsi: ma perchè questi venti delle regioni australi soffiano poche
volte all' anno e sono di poca durata, facilmente li sopportano. Infatti nel far del giorno, cambiato
il vento, era tornato il caldo, e n' eran contenti.
« Alle tre della sera arrivammo al luogo ove questi barbari lasciano le loro barche entro un
piccolo' flumicello non atto per la navigazione. Per andare alle loro capanne nell'interno della selva
passano per un cammino terrestre per circa tre ore ; però ordinammo alla nostra gente di fare un po'
di spazio tagliando la stipa, per poter tendere le nostre baracche : essi osservavano in piedi senza
degnarsi di prestarci aiuto ; anzi profittarono del nostro lavoro per legare i loro letti pensili ; se non
che il loro operare ci ispirava fiducia.
« Come ho detto, essi son molto esigenti, vogliono tutto ciò che vedono : anzi nella mattina
prendendo io il caffè, uno di essi ne volle per forza ; io glie ne porsi senza zucchero e rimastone
disgustato, né esso nò gli altri più ne chiesero.
« Ansiosi di vedere i regali loro promessi, non ci lasciavano un momento di pace, tanto che verso
le dieci della mattina, noiati dalle loro maniere zotiche e silvestri, distribuimmo i doni cominciando
dal primo capitano: questi doni erano presso a poco quelli nominati altra volta. Le donne sono più
incontentabili degli uomini, e con esse davvero non sarebbe bastante la pazienza del re Idumeo. Per
narrare a che punto arriva la sfacciataggine di questa gente, dirò che un ragazzone voleva sedere meco
nella stessa amacca : lo tollerai molto tempo, ma alfine avendolo sgridato, si pose a sedere vicino a
me, ma in terra: meno male.
« Fatti i regali, chi andò alla pesca, chi a caccia insieme ai miei indi Muras e soldati ; restammo
li soli con alcune donne e due armi cariche, sebbene non dimostrassero alcun segno di ostilità.
< La notte riposammo alquanto meglio : non sentimmo il solito piagnisteo, perchè non faceva
freddo. La mattina fui sorpreso da violenta febbre, di che quei barbari si ridevano: passò questo
giorno eia notte come l'altra. 11 terzo giorno avevamo determinato internarci fino alle loro baracobe;
ma durandomi la febbre, vi andò il mio compagno con l'altra gente, ed io restai in letto assistito da
due soldati.
X.
LA MALOCCA.
« Dopo quattr' ore di viaggio per un viottolo interamente serrato, con molte curve ove nessuno
avrebbe trovato la v'ui, arrivarono alla loro popolazione, o Malocca. Era una casa lunga settanta passi,
33
354 MACIIETTI
coperta flou a terra di foglie di palma, poi altre due aperte e una semicircolare, ove il Tnchana (Toediiia)
li riunisce a bevere il cachiri, bibita fatta di granturco, molto inebriante, quasi simile alla nostn
birra. Esso dirige le loro cerimonie religiose, che consistono in stregonerie e divinazioni, e sono
seguite poi da strepitose danze. LI avevano molte piantagioni di banano, macachelra, granturco, eanoa
di zucchero, cotone, ec. Avevano anche un sufficiente deposito di granturco vecchio. Essi però poco
tempo dell'anno vivono fermi nella loro abitazione; più che altro sono nomadi: solo in tempo delle
pioggie e della seminagione vivono fermi nel medesimo luogo.
« Dopo cinque giorni li lasciammo in buona armonia, pace e concordia, dopo averli incaricali di
costruire una baracca per noi, che saremmo ivi tornati fra tre mesi, cioè in ottobre. Scendemmo, come
era nostro costume, al quartiere dei soldati in Sant' Antonio: il mio compagno prosegni poi anche più
oltre, cioè Ano alla Missione di San Francesco. 11 Padre Teodoro mi chiamava a sé, ma io non poteva
andarvi, perchè sempre afflitto dalle febbri.
XI.
PAMAS.
« Questi indiani vivono nella sinistra del flume Madera, ma molto internamente flra il Madera e
il Purus, in un affluente di quesf ultimo denominato Muccu. Erano passati undici anni da ctie non
avevamo avuto più alcuna notizia di loro; mai più non si erano veduti sulle spiaggie del Madera da
che un tal Cavalcanti li aveva inimicati: essi però non avevano fatto alcun danno ad alcuno, anzi erano
stimati per le loro buone azioni e qualità.
t Andando un giorno alcuni soldati alla pesca e oltrepassando la prima cateratta, videro da
lontano gente nuda : andarono loro incontro, pensando che fossero i Caripunas, ma invece erano 1 Pamas.
La sera i pescatori avendomi narrato il fatto, ansioso come oro da molto tempo di vedere questi
buoni Pamas, nel giorno seguente mi posi in viaggio insieme ad un amico, no suo schiavo e tre
soldati di equipaggio ; tanta era la mia confidenza in quei buoni barbari, dei quali ricevevo qualche
volta notizie dalle persone che li conoscevano.
« Non m' ingannai : verso le quattro di sera approdai alla foce di un flumicello denominato
.\ruana, ove era una piccola baracca ptT ricoverarci la notte, e dopo tre esplosioni di fucili non larda-
rono ad apparire con le risa in borea, uno avente in mano una freccia, l'altro un arco, alcuni a mani
vuote; sejjni non equivoci di pace. Molti non si fecero vedere, e rimasero più internamente. Dopo
pochi minuti, quelli che erano apparsi se ne andarono ad avvisare i compagni.
• La notte fu srnza timore. Suiralbrpiriare d«l %r;:nonte giorno vennero tutti, uomini e donne,
Coi figli, e fra quosti un rioni di 20 anni, tìjjlio dil capitano.
• Il mio dispiarcre era di non poterli intendere: pure nrl modo migliore feci loro comprendere
per mezzo di pesti che io era il loro Missionario, e feri alruni doni.
• l'no di loro, che in altra rirrtistanza aveva ronosrjuto qui*l Cavalcanti pia menzionato, mi
domandò ove esso dimorava. Costui, dieri o undici anni innanzi, lo aveva condotto legato con altri
sei alla sua baracca per utilizzare del loro sorvi/.jo; «mde io, ctimprendendo bene lo scopo di quella
domanda, gli risposi che si trovava molto lontano, «mde esso e gli altri si tranquillizzarono.
• Mentre mi divertiva Ncr^o lo dieci antimrridiane a^l insegnare a due giovanetti a tirare al
l»ersaglio col mio fucilo, ecco apparire i Caripnnas ohe passojrffiavano le spaziose spiaggie poco al
di sotto la grande ratoratta di Tooingno. I Pamas si intimorirono, particolarmente il capitano, cbr
volea fuggire con la sua gente ; ma rassirnrand(>lo io. e dioondo ohe erano miei amici, si acquietai.
contentandosi di licenziare Io donne e i tìgli : da ciò ronobbi che erano nemici fra loro, e questo
salvò la vita a me e ai miei compagni, come si dirà in appresso.
• Benché questi selvaggi incutessero qualche timore anche a me, pure mandai Io schiavo di
quel signore che mi accompagnava a chiamarli, perche molto desiderava di rivederli e sapere w
mi avevano costruito la baracca, come avea loro detto: lo che sarebbe stato un segno che mi
avroblMTO gradito fra loro, e anche por meglio esporare l'animo loro.
• Sapendo essi, dal negro che corso ad avvisarli, cho poco lontano in compagnia di altri sì
trovava il Padre Cesualdo, accorsero subito , gridandt» secondo il loro costume, e mi circondarono
allegri e contenti in apparenza, ma sempre importuni ed osìgonti ; costume loro proprio, come si
disse, come anche in generale di tutti i selvaggi, lo non aveva che poclii coltelli e armi, ma non
volli dar niente, poiché dicendo che fra poco sarei tornato fra loro, e domandando se mi avevano
MACHETTI 355
fabbricato una baracca per ricoverarmi, mi fecero intendere clie non i' avrebbero mai falla, e dissero
alle mie genti che non avrebbero tollerato mai alcun padrone.
« Da più di un'ora sdraiato sulla mia amacca stava circondato in mezzo a loro: a diritta
i Pamas umili e pazienti, a sinistra i Caripunas nauseanti ed altieri, ed io realmente infastidito di loro.
Ad un tratto il capitano Caripuna mi fa intendere che voleva andare colla sua gente fino nellMnterno
ove i Pamas avevano le loro famiglie e capannuccie provinciali ; io gli dissi che andasse pure ,
sperando che si riconciliassero gli animi, si ristabilisse la pace, e mi lasciassero tranquillo. Ciò che
passasse fra loro non so: ma poco dopo ritornarono i Caripunas con aspetto truce e severo , col
corpo e volto tinti di rosso, ma con l'arco non preparato a scagliare. Cattivi prognostici son questi,
sig. Carlo, dissi al mio compagno, che anch' egli stava sdraiato nella sua amacca a me vicino: essi
se ne vanno più nemici di prima. Ma io non sospettava che la vittima del loro furore dovessi
essere io e la mia gente; ma lo diremo a suo luogo.
« Di nuovo mi chiesero degli oggetti a loro utili; di nuovo li negai loro, e perchè imparas-
sero ad esser più buoni, e perchè nelle altre due volte avevano ricevuto doni per un valore di
oltre 200 scudi. Solo il mio compagno, per cattivarseli, donò loro un coltello di suo uso, alquanta
farina e piccoli ami: ma se ne andarono poco contenti.
« Tutte le mie speranze erano riposte nei Pamas, che vedea uniti, pronti a qualunque ser-
vizio, e niente petulanti. Essi, come seppi, non erano tutti: ne aspettavano altri rimasti lontani.
Li feci avvisati che dopo dieci soli, secondo il loro modo di parlare, sarei ritornato con molte
cose, e scesi a Sant'Antonio in tre ore, nonostante due cateratte.
XII.
MISSIONE DEI PAMAS
« Attesi che tornasse il mio compagno, che si trovava nella Missione di San Francesco. Al
sao arrivo gli partecipai la notizia dei buoni Pamas che erano non lungi da noi, e la ingratitu-
dine dei Caripunas, dietro i quali perdevamo il tempo e il denaro del Governo. Di comune accordo
equipaggiammo una canoa portando con noi ferramenti, oggetti di nostro uso e farina di mandioc-
ca per aiutarli, poiché niente avevano da mangiare, tranne frutta silvestri e ciò che si procac-
ciavano colla pesca e caccia.
« Arrivammo al luogo ove mi era incontrato con loro pochi giorni innanzi: appena scaricata la
nostra barca, cominciò a piovere sì dirottamente che non fu possibile agli indiani di vederci per
quella sera: un fulmine cadde a quattro passi di distanza e quasi privandomi di sentimento mi
costernò non poco; era chiaro che l'inferno tentava ogni mezzo per intimorirci.
« La mattina assai per tempo alzammo l'altare portatile e celebrammo la santa Messa: a
metà di essa ecco venire un dopo l'altro i nostri cari indiani, che ad un mio cenno si fermaro-
no fuori della baracca. Finita la Messa, entrarono e sedettero in terra. Eranvi tutti, anche quelli
che abitavano nel più interno della selva, e ve ne era anche uno che, avendo viaggiato alquanto,
parlava il portoghese, onde fu facile farci intendere. Avevo però meco anche un interprete.
« La prima nostra conversazione cadde sopra i Caripunas: ci narrarono che in quel giorno
sopra menzionato erano andati a loro per persuaderli ad assassinar me e tutti 1 miei compagni.
Essi non acconsentirono, rispondendo: « Pama non ammazza bianco. » Allora si condussero seco
tre fanciulli dei Pamas, e questi temevano che dovessero ucciderli. Io veramente non mi persua-
deva che i Caripunas fossero a me tanto ostili, avendoli molto beneficati : ma vi credeva, attesala
loro naturale ferocia.
XIII.
CAUSA PER CUI I PAMAS ERAN PARTITI DAL FIUME NUCIU.
« Questi Pamas abitano un fiume secondario, ancora sconosciuto agli stranieri , che corre fra
il Madeira ed il Purus, influente di quest'ultimo, e distante dal primo, nel punto ove eravamo,
dieci ore di cammino terrestre (vedi e. xi). Là furono assaliti da una tribù di Araras che abitalo
stesso fiume, e avevan loro ucciso cinque persone, due uomini e tre donne: dicevano che erano
una tribù feroce che non patteggia con alcuno, onde amavan meglio abbandonare la patria e sta-
bilirsi in altri luoghi.
:r)5G machetti
t Noi, approQttando di questa circostanu favorevole, li invitammo a stabilirli in quello iteMO
luogo, dichiarandoci loro protettori: per cui dispensammo a ciascuno accette, pennati e eollelli,ed
altri oggetti di minor valore , e pensammo a vestirli.
• Molti giorni stettero dubbiosi, ma dipoi scelsero un bel piano inclinato presso la boect del
flumicello denominato Aruana, vicino alla sponda del Madera, e vi atterrarono in poco tempo un gran
tratto di bosco. Molti di loro lavoravano, ed altri andavano alla caccia e alla pesca per fornire a tatti e
anche a noi la carne: noi in ricompensa ogni giorno concedevamo loro alquanta farina di man-
diocca per ciascuno. In seguito ci fecero una bella baracca, e un' altra più piccola senza cinta, perchè
servisse di cucina e di dimora per due soldati, che per nostro peculiare servizio ci concedeva il Governo.
Questi Pamas erano cinquanta persone, fra grandi e piccoli ; ma noi di niente temevamo. La nostra
maggiore inquietudine era quella di non potere indurre le donne a usare delle vesti, almeno una
camicia: llnalmente io stesso cucii una camicia senza maniche a guisa di sacco, e la indossai ad ona
ragazzctta di 8 anni che più frequentava la nostra baracca : la imitarono le altre donne, e da qael tempo
si presentavano mezzo coperte: agli uomini però piaceva molto portar brache o calzoni, e ad aleanl
ne davamo di già cuciti.
• In quel frattempo ecco ritornare quei poveri ragazzi, che con mille astuzie si erano portati
via i Caripunas. Erano fuggiti di notte tempo, ed erano sempre spaventati di ciò che aveano odilo.
Imperocché non solo li volevano trucidare, ma avevano anche detto che volevano uccidere me e
tutti i bianchi che io aveva introdotti nei loro domini. I Pamas, di natura un po' timidi, credevano a
tutto questo e se ne stavano molto pensierosi : io ed il compagno procurammo di rassicurarli, dicendo
loro che ciò non poteva avvenire, perchè i Caripunas non uccidono che a tradimento.
t Questi Pamas avevano costruito le loro baracchine dietro alle nostre , vicine le une alle
altre sotto grossi albori, in guisa che ciascuna famiglia ne aveva una indipendentemente dagli altri.
t Un giorno verso le tre pomeridiane incominciarono ad alzarsi grossi e neri nuvoloni, e dopo
poco n' ere ricoperto tutto il cielo : io non avea mai visto un tempo cosi spaventevole, essendosi
fatto un gran buio ; dopo poco si scatenò una furiosa tempesta di acqua, e vento e tuoni che schian-
tavano da per tutto i più annosi alberi fin dalle radici : sembrava veramente la fine del mondo; tanto
era il fracasso degli alberi, il fragore dei tuoni, e la dirottissima pioggia! In quel giorno ambedue noi
eravamo afflitti dalla febbre, ma temendo che qualche albero cadesse sopra la nostra Inraoca, ci
alzammo dalla nostra amacr^i, ed io osai levare il capo fuori dell' uscio : Dio mio ! in quel momentu
un lampo e uno strepitoso scru<;cio di fulminei .... era caduto entro le Iiaracchc. . . . odo grida e
abbaiare di cani . . . Non polendo io, pregili il mio compagno ad accorrere, volare per soccorrere quegl'
infelici. Dopo pochi momenti ritornò, e con esso portavano il Aglio dei capitano esanime . . . subilo
mi provo con alcool, alcali vulalili, panni di lana, a richiamarlo ai sensi .... tutto inutile. In quel
tempo mi portano nel medesimo stato anche il llglio del Tucciana, che era, come anche V altro , un
ragazzo dai li ai 15 anni : pnMligai i medesimi rimedii, ma con nessun effetto; poco dopo spirarono
ambedue arcinto al capitano stesso trasportato li morto .... anche dieci altre ])ersone rimasero prese
da asfissia, ma riuscii a farle ritornare ai sensi. A questo spettacolo timidi e tremanti entrarono tutti
nella mia capanna. Pensino i lettori in che costerna/ione ci trovassimo noi, e in che pericolo insieme
coi nostri camerati, se i Pamas avessero attribuito a noi le loro disgrazie, come 1 Caripunas ci attri-
buivano le loro ! Ma Dio ebbe compassione di noi.
XIV.
SEPOLTURA, E UN TRIDUO DI SOLENNI ESEQUIE.
• La sera medesima volevano dar sepoltura ai litro morti, ma per essere inoltrata la notte,
ottenemmo facilmente che la cerimonia fosse trasferita alla mattina seguente, rimanendo i cadaveri
nella mia cucina.
« Sul far del giorno celebrammo la santa Messa entro la nostra baracca; ma essi avanti cht-
fosse Anita ci aspettavano fuori della porta per avvisarci del luogo ove volevano seppellirli. È loro
costume seppellire i loro confratelli nei Inogo stesso e sotto la baracca ove abitavano, ma dopoi
superstiti abbandonano il luogo colle baracche e si stabiliscono altrove. Conoscendo che non avevan»
alcuna animosità contro di noi, ci opponemmo a questo loro costume, perchè li avrebbero seppelliti
circa dodici passi lungi dalla nostra abitazione e nelle baracche ove morirono : e quantunque addi*.
MAGHETTI 857
tassimo altri luoghi adatti poco lontani, non fu possibile rimuoverli ; scelsero però una baracchina
alquanto separata dalie altre, e avendovi scavata una fossa ben grande, la destinarono per tomba
di tutti e tre. Vi collocarono in mezzo il capitano ed i giovani ai Iati con tutti i loro utensili, cioè
accette, pennati, coltelli, archi, freccie, vestiti, penne, pentole con bibite ed altre coserellc; in vero
con molto nostro rincrescimento, essendo tutti oggetti nuovi da noi loro donati alcuni giorni innanzi:
ma che fare? non era per anche il tempo di farci obbedire, e però rispettammo i loro costumi.
« Nel momento che cominciarono a coprire i cadaveri cominciò il piagnisteo e diverse canti-
lene più o meno piacevoli , incominciando, per dare il tono , il Jucciana o Apaygé : alcune volte
quelle cantilene erano a tre cori, cioè dell' Apaygé coi vecchi, degli uomini e delle donne riuniti a
pie degli alberi, ma in luoghi separati e distanti alcuni passi fra loro; e questa cerimonia durò
tre giorni senza interruzione.
« Dopo aver finito di colmare di terra la fossa, andarono in processione fino alla baracca
dei morti: da prima T Apaygé o sacerdote ruppe tutte le pentole e tutte le altre cose frangibili:
fece ammazzare cani, scimmie, uccelli e tutti gli altri animali che erano di proprietà dei defunti ,
terminanda la cerimonia coir appiccare il fuoco anche alle baracche. È loro costume di non conservar
niente dei trapassati, tranne le donne e i figli, e ciò per sfuggirne anche la memoria. Dopo questo
ritornarono alle loro baracche e vi continuarono il piagnisteo in modo molto monotono e con flebili
cantilene; ma essendo stanchi, seguivano ad intervalli. Per nostra buona fortuna T Apaygé (era
fratello del defunto capitano) diede alle loro disgrazie una spiegazione del tutto a noi favorevole.
Il defunto suo fratello di fatti aveva un mortale nemico, che era anch' egli Apaygé, e quantunque
gli avesse fatti molti favori, dandogli per suo personale servizio una figlia ed un figlio, e non so
che altro, pur non di meno l' odiava sempre mortalmente : ora per essersi egli allontanato dairintemo
delle selve e non sapendo come vendicarsi, gli mandò quel fulmine che lo uccise insieme ad un
Aglio e ad un nipote : e cosi se n' era vendicato. Ognuno dunque si può imaginare che le loro
cantilene in sufflragio dei defunti consistevano in lagni di compassione per gli estinti, in motti
ingiuriosi contro il nemico, e in progetti per vendicarsene.
XV.
MISSIONE DI SANT* ANTONIO.
« Nonostante queste vicende, dopo resi gli onori funebri al loro capitano e ai confratelli, tornò
di nuovo la calma ed il buon ordine nella tribù. Gpn nostro permesso, un buon numero si assentò
per pochi giorni , per procacciarsi per mezzo della caccia e della pesca il vitto, per poi costruire
nuove baracche nel terreno già preparato : alcuni andarono fino al 11 ucui per prendere delle vetto-
vaglie, e andò con essi anche uno dei nostri camerati: questi si trattennero venti giorni, perchè
arrivarono fino alle loro antiche baracche, ove avevano delle piantagioni.
t Io pure lasciai il Padre Luigi, e scesi fino a Sant' Antonio, al quartiere dei soldati, per prove-
dere viveri ed altri oggetti, e piante, come di banano , macacheira, aranci, limoni e alcuni semi :
partii verso il 15 di novembre e toni^ alla fine del mese. Vi trovai già dieci baracche quasi finite,
e altre tre in disparte per le donne.
« I poveri indiani sembravano contenti e dimentichi del passato, tantoché volevano chiamare
altri confratelli in numero maggiore di loro, che erano nelP intemo delle selve : noi dicemmo loro
che non era tempo, non perchè non avessimo da alimentarli , ma perchè il demonio volea vincere
e cercava ogni modo di fare mutare di proposito anche quelli che già vi erano. In fatti li sorprese
tutti, di ogni età e di ogni sesso, un catarro cosi tenace che fU ribelle ad ogni farmaco: per favore
speciale del cielo non ne morì alcuno, e non ne incolparono noi bianchi, come usano fare sini-
stramente i Caripunas : noi somministrammo loro alcuni purganti e del té. Essi si meravigliarono
oltremodo che non fosse morto nessuno di questa infermità; poiché per solito questa malattia suol
fare degli indiani abbandonati a sé stessi molta strage. Essi erano molto riconoscenti verso noi
anche per alcuni benefizii che avevano ricevuto sul principio, poiché essendovene quattro o cinque
con terzane inveterate, che non avevano ceduto alle medicine del loro sacerdote o Apaygé, che è
anche il loro medico, avevano ceduto a quelle che noi avevamo loro preparato, e ohe sebbene
amarlssime avevano preso. •
t Con tuUo ciò notavamo qualche incostanza nel loro dire ed operare; e verso il SO di
358 MACHETTl
dicembre avendoci chiesto licenza di andare al loro paese per an mese, se De partirooo tatti; e
questo ci costernò non poco, temendo del loro ritorno.
• In questo tempo presi la risoluzione di scendere il fiume fino al Grotto, ove, tapiilofti appena
il mio arrivo, si riunì molto popolo per udire la santa Messa nella notte del Santo NnUle. Tenne
anche il Padre Luigi per pochi giorni, e in quel giorno solenne disse la Messa presso la cnlentta di
Sant'Antonio, ove gli inglesi ivi sUbiliti per V impresa della ferrovia lo avevano invitato e gli avevino
costruito una baracca: tutti, cattulici e protestanti, udirono le tre Messe, e in quel ponto non ti erano
riunite meno di cinquecento persone. Passato il Santo Natale, il Padre Luigi ritornò alla sollinrìa eqtan-
na di Sant' Antonio di Aruanù con un solo camerata per compagno, per procacciargli allo stesso tempo
selvaggina e pesce per il vitto, lo scesi at Pupunìuu, albergandomi nella sua baracca un amico,
col quale anche i Muras avevano amicizia. I pochi indiani che erano in quel luogo col loro capitano
parlavano alquanto il portoghese, e alcuni si facevano intendere. Feci loro alcuni regalnccl, e pregai
il capitano a far venire gli altri confratelli che dimoravano in altri luoghi più o meno distanti,
perchè presto sarei tornato in mezzo a loro.
XVL
IL 11 DI 0EI«?(AI0 DEL 1873.
« Partii dunque da questo luogo , conducendo meco quattro Muras e nna piccola barehetta
che avea comprato, e mi misi in viaggio per tornare a vedere il Padre Luigi: arrivato al Grotto.
e venuto il vapore, presi il passaggio per me e per i miei indiani, a conto del Governo, e fed
anche caricare la barchetta, e cosi in tre giorni arrivammo al quartiere dei soldati in Sant' Antonio,
mentre ne avrei impiegati otto o dicci, se avessi do^-uto fare il viaggio a remo con la mia canoa.
• Quivi m'informai del compagno, e seppi che era solo, e che i Pamas non erano per anche
tornati, né vi era speranza che venissero, perchè la inondazione era grande, né potevamo mandarli
a chiamare. Allora risolvetti di andarvi personalmente per caricare le nostre cose, e abbandonare
l'impresa; ma al prima cateratta, per la impetuosità della corrente contro le scogliere, perdei la
canoa che scarica tentavamo tirare per mezzo delle funi.
« Come dissi altra volta, quivi erano stabiliti alcuni inglesi per l'impresa di una ferrovia:
essi vedendomi senza canoa, ebbero la compiacenza di prestarmene una che avevano in cima alla
cateratta. Accettai grato V offerta, ma siccome la canoa era molto piccola per poter navigare on si
gran fiume, e oltremodo gonfio in quel tempo, però v' imbarcai solo tre persone, e scrissi al Padre
Luigi che se ne venisse con altra barca maggiore; e cosi fece: e nel giorno dopo era meco a
Sant'Antonio, nostra residenza ordinaria, ove restò fino al giugno, aspettando 1' ultimo risultato
dei Pamas: ma essi non comparvero mai più.
• Dipoi scese fino a Manaos, da dove parti per la capitale dell'Impero, ove anche adesso
dislmpcfrna il carico di Commissario di Terra Santa. In quell'epoca lasciai il Padre Luigi solo, e
mi recai risoluto as Pupunhas per fondare una Missione coi Muras già menzionati.
XVU.
MISSIONE 01 SAN PIETRO APOSTOLO.
• La nazione dei Muras è molto estesa e divisa in innumerabili tribù, quasi tutte semlcivillzzale:
almeno da molti anni esse sono in conlatto coi bianchi, dai quali apprendono vizi! loro ignoti,
particolarmento quello dell* ubbriachezza per mezzo di bibite alcoolirhe, che questi fra loro intro-
ducono per loro speciale interesse: «luesli generalmente vanno tulli vestiti, anche quelli dell'interno
« Evvi opinione generale fra gli abitanti della provincia che questi indiani siano indomabili,
e sia impossibile ridurli all' obl>edienza e alla vita sociale: in generale quasi tutti gli abitanti di
quei contorni mi pronosticavano cattiva riuscita, se mi fossi messo coi Muras. Sapeva io per certo
esser loro particolare costume abbandonare i padroni con la canoa in mezzo alle spiaggia e luoghi
solitarii e fuggire: al Padre Giovacchino, che altra volta ne aveva riuniti un gran numero nel Grotto
ed in Ca pana, assalirono, come dissi, la barca proveniente da Manaos, carica di oggetti per loro,
derubando tutto, e uccidendo la maggior parte dell' equipaggio. Negli anni antecedenti verso li
bocca del Madeira abbandonarono in luogo solitario il vescovo D. Giuseppe, nonostante tatti 1 regali
MAGHETTI 359
che aveva loro fatti, il buoD trattamento e considerazioni che aveva loro manifestato, facendo loro
prendere il calle e il buon cognac. Per questi fatti che mi contarono, e mi contano tuttora, mi face-
vano credere essere essi la stessa ingratitudine; ma pure io sperava di modiQcare colla religione
quel loro istinto e quella loro naturale antipatìa per i bianchi. Feci la prova, e non m' ingannai.
t La prima cosa che feci dopo il mio arrivo a questo luogo, chiamato fino allora la Meloeea
doi MurcUt fu di mandare a ricostruire una baracca vecchia : la divisi, facendone servire la metà
per ricoverarmi, e l'altra metà pef cappella provisoria, ove alzai l'altare.
t Questo luogo è situato sopra il margine diritto del fiume Madeira, denominato Pupughat
{PupugnatJt circa 8 leghe sotto il Grotto e al 7 grado latitudine Sud con poca differenza.
« Essi vi abitavano già da alcuni anni, ma non sempre né tutti vivevano insieme. Il capitano,
che si chiama Feiiciano, vi aveva costruito una spaziosa baracca, ma essi abitavano nel lago sulle
loro barchette giorno e notte: molti di loro si trovavano in un altro lago vicino, ed altri in un
flomicello poco lontano.
t Eravi anche un direttore, postovi a carico del Governo, che abitava e. abita anche adesso,
di fronte alla Missione, nella riva opposta del fiume ; ma dacché io presi possesso di loro , non si
ingerisce più negli affari di quegli indiani.
• La vita dell' indiano Mura è questa : vagare tutto il di dietro al pesce e alle tartarughe, e
per prò vedersi delle altre cose necessarie approssimarsi alle baracche del bianco, offrire della pesca
per conseguire ciò che desidera, specialmente l' acquavite, delia quale é molto ghiotto.
*.La tartaruga comune in tutti i tributarti delV Amazzone è molto grande: le maggiori eoi
guscio pesano anche 30 chilogrammi, È carne tana, ed è il principale alimento di quella provincia.
Anche le uova sono buone, ma ;molto oleose : una tartaruga ne ha fino a centoventi, groue come
quelle di gallina, ma rotonde,
« Per descrivere in una sola espressione l'indiano Mura, dirò che è chiamato o homem do
gappò, r uomo che vive sopra le acque. Egli non si cura tli niente : non pianta, non semina, e
allo stesso tempo in quanto ad alimenti non fa sacrifizii : in critiche circostanze, le stesse frutta di
che si alimentano le scimmie, sfamano egualmente V indiano Mura. Anche quando ne hanno, non
sono voraci come tutta in generale la razza americana. Io, che ho navigato tanto con loro , li ho
veduti remigare tutta la mattina fino alle dieci o alle undici con un solo bicchierino di acquavite
preso la mattina a buon'ora: prendere fra il giorno un po' di chibè; bagnarsi in seguito, e remare
fino a tarda sera : questa per vero é cosa ammirabile.
« Chibé è una tazza di acqua con alquanta farina di mandioeca: ehi può, vi unisce anche
/succherò : cosi piace anche a me: è una bibita sostanziosa e refrigerante,
« Nel mese di marzo aveva riunito venti famiglie circa: le avvezzai a venire alla cappella
latte le mattine per imparare la dottrina cristiana: nel medesimo tempo non cessava di inculcar
loro i principi! di nostra santa religione, l'obbedienza a Dio, alla Chiesa, alle autorità di questo
mondo, che sono superiori agli altri in forza dell'autorità che hanno ricevuta da Dio. Spiegava
loro che senza la sommissione a un capo non é possibile vivere riuniti in società, di maniera che
io desiderava per loro un avvenire migliore; e questo era il fine per cui volontariamente era venuto
a soffrire infermità e privazioni in quei paesi, e pel quale il Governo mi autorizzava.
« Nel primo anno in vero ritrassi poco frutto, e appena mi riusciva di congiungere i
matrimonio alcuni di quelli già battezzati nel Grotto dal Religioso due volte menzionato.
t In seguito mandai a costruire una baracca serrata in circuito con foglia di palma per
ripararmi dall'umidità, e ne costrussero delle nuove essi stessi: il peggio era che le febbri non
mi lasciavano, e nemmeno il mal di fegato, che mi tormenta anche ora.
• Nonostante nell' agosto fui a visitare altri loro confratelli al di sotto un 13 leghe , nella
sinistra del fiume ; ed altri più oltre 8 leghe, nella destra : i primi stanno nel lago di Garapanaituba,
i secondi in quello di Antonio: tra gli uni e gli altri sono centocinquanta persone: dai primi ho
conseguito l'intento conducendone alcuni alla Missione, nessuno però d^i secondi: i primi sono
più rozzi ed incivili; e gli uni e gli altri avrei riunito con facilità in un solo ovile, se non fossero
•tati vicini certi soggetti, tanto brasiliani che europei, che ci hanno fatto sempre forte opposizione
per U loro sordido e vile interesse. Il capitano del lago di Antonio mi disse apertamente: Padre,
i
360 MACHBTn
il bianco non vuole che noi veniamo quassù con lei. Chiesi piii volle riutenciiUj ilei tiovcmu» aa
nulla ottenni : non vogliono molle volle dispiacere agli amici , e poco loro import» Il piugiUH»
delle Missioni. Con tutto ciò, ai primi del 1875 la Missione di San Pietro cooUva pia éì eato
anime riunite, lo vado nei detti luoghi due volte all' anno per visitarti , ma sema fratto « padiè
BOB manca chi predica loro tutto il contrario, e sopra tutto coli* acquavite fanuo progrmì mira-
colosi: ciò nonostante ho colà un individuo mio incaricato, mollo religioso, a coi obbeditruan
quando vogliono ; io però li coBsidero come mìei sudditi.
XMIL
B A B T A S.
« Scendendo fl iume Madeira un SO leghe più al basso e muovendo dalla mia MIbbìqm di
San Pietro, alla sinistra si trova un luogo di terre alle con alcune poggiale, ove sono stabilill al-
cuni negozianti, denominato Baeias. In questo luogo stesso un paroco, del basso Madeira, orsoB
quindici anni, vi si stabili per riunire le varie tribù Muras circonv icine. In quei tempi, nei quali
gr indiani non erano stali corrotti dagli abitanti che di poi vi si stabilirono adescati dal negodo
delia seringa, gli fu facile mandare a termine l'impresa, e molto più che gli indiani erano allora
poverissimi e quasi nudi. Secondo le notizie di testimoni oculari, radunò più di cento famiglie;
ma siccome il Une non era puramente religioso, cosi vennero in discordia il prete eoi sodo Im-
presario; e per questi ed altri mutivi gli indiani scontenti si ritirarono chi qua chi là per quei laghi,
sebbene molti avessero ricevuto il battesimo: anche il prete e il negoziante se ne allontanaiODO.
• Dopo alcuni anni. In occasione della guerra del Brasile con la Repubblica del Paraguay, il
sig. maggiore Là renne al fiume Madeira con forza annata a prendere quanti indiani poteva di
tutte le nazioni per fame soldati voluntarii ! I poveri indiani non difesi , onde evitare questa
ingiusta persecuzione, s' internarono nel Atto delle selve, e solo cominciarono ad apparire timida-
mente quando fu ristabilita la calma.
• Nel maggio del medesimo anno fui a visitarli , e li esortai ad uscir fuori e stabilirsi sopn
le sponde del pittoresco ed ameno lago di Baeias , non lungi dal fiume Madeira più che 1 miglia.
« Nominai un mio incaricato che li raggiungesse e li dirigesse in mio nome e secondo le
mie istruzioni per mancanza di sacerdoti: ho conseguito la riunione di oltre a venti famiglie, ed altre
in maggior numero non sono molto distanti, e spero che a poco a poco si riuniranno alle prime.
• L'ultima visita io ve la feci in gennaio del presente anno. Mi avevano costruita una bella
baracca tutta cinta di stuoie di foglia di palma per albergo e cappella provvisoria: ne unii in ma-
trimonio alcuni: battezzai i bambini, promettendo loro che avrei mandato un Padre Missionario, se
lo avessi potuto trovare: in mia assenza li dovea visitare il Padre Michele che lasciai a cura della
mia Missione. L'anno avanti, il vaiuolo ci aveva fatto strage; ne morirono fra grandi e piccoli
più di quaranta.
• Ho notato una virtù naturale fra i Muras, cioè che non hanno più che una donna, e or-
dinariamente stanno uniti alla prima, e poche volte succede il cambio, come fanno gli indiani
Araras: questi amano averne anche due o tre alla volta: e lo stesso è degli indiani Toras.
• »/ fiume Machado un Indiano Ararca denominato Nanbù ( pendice J era molto infermo,
ed aveva tre donne dai 'iO ai S5 anni ciaMcuua: io gli dim: • Caro Sanbù, perchè non lasà le
tue donne e rexti con una noia come fanno i cristiana non vedi che alcuni tuoi confhJiMii non
ne hanno? • Kgli miriupose in iua lingua: e Sarebbe bene, o Padre: non ho più forze, miiono
inutiU, •
XIX.
virus IHIS MARHBLOS.
« Scendendo anche un poco più al basso alla diritta, trovasi la foce di questo fiume, che ha
origine in vicinanza del Machado, ed ha un corso di oltre 190 leghe.
• Nella foce vi sono gli indiani Toras, in numero di trenta o quaranta famiglie. Vi feeluna
breve visita nel maggio del 4874: battezzai tre bambini ed un'adulta per maritarla con un blan-
do, u piuttosto indiano civilizzato, nativo di Manaos, che convive con loro. Questi sono di buona
«Àcmm 864
indole; una parte di. loro sono queglino stessi dei quali feci menzione quando la prima volta an-
dai al llume Hachado.
• Neil' interno vi è tuttora una Domerosa tribù d' indiani denominati Mattanahui , circa ses-
santa famiglie, interamente barbari, i quali non ammettevano i bianchi fra loro, ma or sono tre
anni, vennero alcuni di loro al Madeira, ed in seguito alcuni bianchi si portarono più volte
tra loro.
• In questo (lume con due Religiosi si potrebbe fondare una bella e numerosa Missione; poi-
ché, oltre ai mentovati, in un affluente del suddetto flume vi sono i Piriaha: questi non sono né
barbari né civilizzati: vengono di quando in quando al flume Madeira in cerca di ferramenti e ve-
stito. L'anno 1873, nel mese di maggio, mentre stava io nel punto menzionato di Baetas, e am-
ministrava i santi sacramenti ai fedeli di quei dintorni, uscirono fuori e vennero a trovare i loro
confratelli nel detto luogo di Baetas. Un Ul sig. Giuseppe Ferreira Horta, cUbÉ conosceva, si pre-
sentò a loro, e disse che si trovava vicino il Padre Missionario, onde si disponessero a battezzar-
si: obbedirono a queste di lui parole, e un giorno li introdusse tutti nella mia stanza: con essi
vennero anche due Muras, del detto luogo di Baetas, per far da interpreti; e mi domandarono il
battesimo. Erano fra tutti circa trenta persone, compresi i bambini.
« lo feci loro intendere che senza alcuna istruzione non li potea battezzare, tanto più che
sarebbero poi tornati nell'interno dei boschi; e se altri sacerdoti in altre circostanze lo avevano
fatto, io certamente noi potea fare. Dissi loro anche altre cose e li licenziai, essendo allora molto
occupato in varii matrimonile confessioni : mi sembrarono buona gente; parlavano l' idioma Mura
e appartenevano alla stessa nazione: ignoro quanti fossero: ma sembra che non fossero molti.
« Nella foce dello stesso flume, avanti di trovare le baracche degli indiani, si incontra prima
quella di un negro, assai devoto, che sa leggere e scrivere: io lo costituii direttore, perché inse-
gnasse la dottrina ai giovanetti.
< Con tutto ciò non mi feci carico degli indiani, perchè per la molta lontananza, ed essendo
solo, non poteva attendere a tutu.
XX.
e A P A N X.
« Capane é il nome di un Iago assai più basso alla sinistra del Madeira, ove sono molti in-
diani Muras: non li conosco personalmente, ma un mio amico nel maggio del presente anno mi
scriveva che erano intieramente liberi di sé stessi, senza un direttore nominato dal Governo: mi di-
ceva anche che, se non mi era possibile andarvi personalmente, mandassi almeno la nomina a un
tale che io ben conosceva: cosi feci, promettendo di andarvi io stesso al mio ri tomo dall'Europa.
« Anche questo sarebbe un luogo atto a fondare una Missione; ma ove sono i Religiosi? i
governi anticattolici hanno chiusi i conventi e i Religiosi mancano anche per incivilire i selvaggi!
XXI.
PROGRESSI DELLA MISSIONE DI SAN PIETRO.
« Oltre il vainolo, di che furono vittima due terzi della popolazione che avea riunito, ma
dei quali per grazia speciale del santo Patrono non morì alcuno; altra epidemia non meno terri-
bile della prima li colse e non risparmiò neppur me, il catarro. Generalmente questa malattia si
sviluppa tutti gli anni, è epidemica e comune a tutti gli abitanti dell' America torrida, ma in ispe-
cial modo attacca con più forza l'indiano o indigeno: ma grazie a Dio, neppure di questa ne mori
alcuno. La miglior medicina è un purgante leggiero e un' infusione di té.
• Vi è anche di più: una maggior parte di questi indiani erano carichi di debiti: dopo poco
tempo che erano arrivati alla Missione ed essendo già miei sudditi, varii individui di quelle vici-
nanze mi presentarono i loro conti, alcuni anche considerevoli: vi era anche chi doveva pagare
più di 500 franchi 1 Ciò per altro avevan fatto espressamente perché io abbandonassi l'impresa, e
cosi poter essi restare soli con la liberta di speculare su questi poveri ignoranti. Il fatto è che per
fona portavano via tutte le tartarughe. Il pesce secco e fresco al pre;^ che volevano; e cosi l'In-
diano, ebe nessun vantaggio ne ritraeva, era sempre poverissimo.
I
362 MACHETTI
« Pur nuDusiautc, nei primi due anni elio fui con loro, costrassi una decente cbictetu lOBia
15 metri e larga 6 e mezzo» di legname solido e incorruUibile, coperta di foglie di palnMit e le
pareti costruite di legno e terra. Feci in seguito venire alcune botti di calcina, e da un muntoR
le feci intonacare e imbiancare.
« Io stesso insegnai a tre giovani a lavorare di falegname, e con essi feci un aliare tatto di
codro inverniciato, e in ultimo anche il pavimento di tavole. Quindi, nello stesso modo che la
chiesa, feci anche la casa parrochiale.
« Essendovi bisogno di una fucina, a mia richiesta fu proveduta dal Governo, e mi eoncesie
un maestro, sotto il quale, quantunque poco abile, in tre mesi uno dei giovani imparò a te
qualche cosa: al resto supplisco io.
m Ho fatto piantare anche molte canne di zucchero, ed ho costruito un congegno cilindrieo
per spremerle e fabbricarne acquavite e miele per uso della Missione.
• Gli indiani si sono dedicati assai all' agricoltura, in modo sufficiente al loro sostentameoto,
vendendo anche dei generi per sopperire ad altri loro bisogni. Si occupano pure della pesca, alta
quale sono molto affezionati, e vi si avvezzano fino dall'Infanzia. Da vero l'indiano Mura, una
volta die abbia ricevuto un po' d'educazione, lavora nonostante la naturale Indolenza. Al presente
tutti sono battezzati e congiunti in matrimonio: vengono la mattina alla chiesa a recitare b
dottrina cristiana, ed il sat)ato sera anche al rosario e litanie, e non mancano a Messa le domeniche:
in una parola in questa Missione vi ò ordine, obbedienza, moralità e timor di Dio.
« Quest'anno in occasione della Pasqua ne confessai una maggior parte per la prima volta;
io ne sono molto contento, ed essi pure mi mostrano confidenza e son lieti del mio operare.
« Nonostante molte difficoltà, a poco a poco ho potuto ottenere pagassero tutti i debiti antichi,
• migliorassero cosi di condizione : ma perchè T perchè si sono persuasi che la direzione del Padre
Missionario era loro utile.
t In mia assenza, li lasciai alle cure del R. Padre Michele Prenofeta, spagnaolo: questo
Religioso venne fra noi l' anno scorso dal Perù. Apparteneva al nostro Collegio di Ocoiw , ed è
molto amante delle Missioni e zelante Religioso.
XXll.
RIO NEGRO.
« Nella città di Manaos risiede il Supcriore delle nostre Missioni, il R. Padre Samaele Mancin i
egli mantiene la corrisponilen?^ col Governo e rol Presidente della provincia riguardo alle MissioDÌ,
comunicandoci k* loro disposizioni. Egli fa le visite ora a una Missione, ora ad un' altra, e accom
anche in (luei luoghi della provincia ove non sono parrochi, per soccorrere gli abitanti di tante
parrocchie vacanti, o in quei llumi ove non sono né parrucchie nò sacerdoti.
« Il Rio Negro è un liunie navigabile, e sene fa il viaggio in tre giorni col vapore finoalU
prima cateratta, ov'è un'unica parrocchia denoniinat^i Rarcellos, col paroco: né al di sotto né ai
di sopra vi è altro sacerdote. Oltre la detta parrocchia, il fiume è ingombro di molte cateratte e
scogliere fino alla frontiera della Republica di Venezuela, che è un tratto di nìolte centinaia di
miglia: pure vi si sono introdotti dei negozianti, oltre a molte tribù indiane che abitano questo
fiume. II Padre Samuele fu ivilato da quegli abitanti ad andarvi per amministrare i sacramenti,
perchè non vedono quasi mai il sacerdote. Nel settembre del 1874 annui alle loro richieste; viandi
e visitò le tredici popolazioni, tanto indigene che forestiere. Undici popolazioni Indigene vi Iisboc
la loro cappella ben costruita di pietra e calce: manca solamente un sacerdote per istabilirviiL
Egli vi si trattenne quattro mesi: celebrò molti matrimonii, e amministrò il battesimo a pii di
cinquecento persone.
« Giovani Francescani miei confratelli! non vedete quante migliaia di anime vivono neff
ignoranza e fuori del cammino della salute 1 È «luesto il luogo di esclamare nuovamente: ^antli
petierunt pattern, et non erat qui frangerei eis.
« Possa Iddio ispirarvi d'accompagnarmi per soccorrere quegl' infelici , che aspettanOi M
invano, un Padre che li consoli e dispensi loro il pane di eterna vital Coraggio, andlanoK): sevi
sgomentano e il calore di quelle regioni antitropicali , il mare, i disagi, i pericoli, gli incomodii
l'aria in alcuni luoghi malsana, non temete; se vi sentite ispirati da Dio, obl>edite: egli vi dai
le forze per superare tutte le difficoltà che forse il demonio per iscoraggiarvi vi fa vedere qM
MAGHBTTI 363
iosoperabili; e dopo il Tostro travaglio, quando non sarete più in questo mondo, vi ricompenserà
con premio imperituro, il premio dei martiri I
XXIII.
FIUME PURUS.
« Questo flume corre quasi parallelo al Madeira : ha origine nelle onde del Perù verso il
Gurco, ma non è per anche tutto conosciuto. Scarica le sue acque nel Solinao o Maragnon, avanti
che questo si unisca col Rio Negro, ed ambedue formano il grandioso flume delle Amazzoni.
« Or bene, anche questo è abitato da una colonia di forestieri di otto o dieci mila anime, oltre
le tribù indiane: il fine della immigrazione fu quello stesso delia immigrazione del Madeira, cioè
il traffico della gomma elastica.
« Dopo il nostro arrivo alla capitale della provincia, quegli abitanti fecero ripetute richieste
al Padre Samuele e al Presidente dilla provincia per ottenere almeno un Missionario, ma non fu
possibile concederlo, essendo molto poctii per sopperire alle necessità di tutti. Anche adesso i bianchi
e gli indigeni sono senza sacerdote, 100 e 300 leghe distanti da Manaos, ove è il loro parocol
Questi in sei anni vi andò due volte.
XXIV.
I
STATO ATTUALE DELLA MISSIONE DI SAN FRANCESCO.
« 11 Padre Teodoro fu costantemente instancabile per dirozzare gli abitanti della sua Missione,
più numerosa, come è, delle altre, e basta dire che tutti i ragazzi sanno leggere, scrivere e fare
l conti. Ciò nonostante non mancarono perversi fra essi, che ebbero ordine di propinargli il veleno
in una bibita vegetale : per grazia speciale di Dio la dose fu piccola, e fu conosciuto il veleno in
tempo: pur non di meno soffrì mal di stomaco per molti mesi.
« L' anno scorso entrò nelP interno in cerca di altri indiani intieramente barbari : si stabili
lontano dalla sua Missione dodici giornate di navigazione, perchè più oltre il fiume non si può
più navigare per impedimenti naturali di grandi scogliere, di modo che era mestieri seguitare per
mezzo alle selve per arrivare fin dove abitano gli indiani Giarùs. Risolvette pertanto mandarli a
chiamare: vennero, e arrivarono al luogo ove si trovava il Padre da più di due mesi, essendo
lontani circa ventiquattro giorni di cammino a piedi. In poco tempo apprese il loro idioma, e
seppe essere essi molto numerosi: un mille anime circa. Ottenne in seguito di riunirne un buon
numero, coi quali viaggiava in canoa senza diffidenza alcuna; anzi venne Qno alla mia Missione
con sette di essi di equipaggio.
« La Missione di San Francesco era in quel tempo affidata al Padre Michele, ed egli viveva
in mezzo a loro sperando fondarvi una buona e beila Missione, ma dopo otto o dodici mesi di
molti stenti e fatiche, dopo averli beneficati e regalati di tutto ciò onde abbisognavano per vivere,
non più come animali, ma come uomini, ritornarono alla loro terra natale.
« Senza dubbio è una razza di gente ben singolare quella che non apprezza 1 benefizi o dà
segno d' indole incostante. Anche fra gli indiani civilizzati ve ne sono alcuni che non si curano
di lasciar le loro comodità e perdere tutto ciò che hanno di proprio, per seguire le loro stravaganti
inclinazioni. Per questo non dobbiamo maravigliarci che lo facciano quelli che per la prima volta
escono dalP interno delle selve, ignari assolutamente delle comodità di una vita civile : essi sopratutto
amano la loro indipendenza ed il suolo natale. Credo essere arrivato al termine delle mie relazioni
riguardo a ciò che abbiamo fatto nella nascente Missione Amazzonese, essendo noi soli cinque
Religiosi, ed essendo un campo tanto vasto che non basterebbero a coltivarlo più di cinquanta
zelanti sacerdoti, poiché non ho fatto parola di innumerevoli fiumi, tutti popolati di selvaggi più
o meno barbari ed anche feroci, che vivono tutti quanti nella più crassa ignoranza e vita silvestre.
« NeUa provincia del Para fondarono alcune MittiorU i RR, PP, Cappuccini, Nel 1868 il R,
Padre Lodovico da Mazzarino ne aveva fondata una nel fiume Xingù o Yngii, ove t* infermò e
poco mancò che non vi laeciasse la vita. Ritornato egli in salute, gli morì U compagno. L'anno
iS70 rtf lo feriU> grav9menU dcMé ftecde dei barbari : poco dopo abbandonò queUa Miuiùné,
364 MADRE DB DBOS - MADRm
finitile
« Altri due »i recarono al fiume Cappum : tu meno di due anni avevamo ^Mutato dm§
Mittioni, e ricevettero un beli' elogio dai ffiomaU e da un. delegato del governo mandato a vUUare U
Mitsioni appositamente per vendicarli daUe atcu$e dei biandU nemid dei FratL In eeguiio $U indioM
0 delle Miuioni già ttabilite o del vicinato, presero a colpi di freccia un di guei Padri, menire andava
in canoa, e lo uccisero con tutta la gente del suo equipaggio : quello che rimase in vita /W ridiiamat»
dal Superiore ; e però le Missioni si abbandonarono.
t Finalmente due anni fa due coraggiosi Cappuccini fondarono una Uiteione oltre te taUratU
del Tapajos, ove riunirono più di cinquecento indiani: attualmente vi è un solo operaio : U Saperiert
non ne ha più mandati, e forse non ne manderà altri alla demoralizzata provincia dei Pura, ove
hanno sofferto una grande opposizione per parte dei negozianti e dei fratelli universaU,
« Iddio voglia ehe almeno il mio viaggio intrapreso (Ino a queste nostre eontrade aUoieopo
di trovare de' compagni laboriosi fra i miei confratelli per aumentare il numero degli opeiai
evangelici , non riesca del tutto infruttuoso I >
Af.. 366. Madre de Deos (da). — Diario da esquadra que sahiu do
Rio de Janeiro a dar fundo na ensenada de S. Catharina , para
dalli socorrer o Rio Grande, sendo chefe da esquadra Roberto Mal-
cuduval, 1775: por Fr. Manoel da Madre de Deos, Franciscano.
Manoscritto autografo, in 4, di 4 carte preliminari non numerate ed altre 45, nella pobblkt
Biblioteca della città di Evora. Il Padre Emmanuclc accompagnò la squadra e da Rio Janeiro mandò
il suo Diario al signor Cenaculo in Cartagua, con lettera del 3 di maggio 1776, che vi è unita.
367. Madre di Dio (della). — Storia della vita, virtù, doni, e
grazie del Venerabile servo di Dio P. Fr. Pietro di S. Giuseppe
Betancur, fondatore dell'Ordine Betlemitico nell'Indie Occidentali.
Cavata da' processi ordinari fatti per la sua beatificazione , dal
Padre Fr. Giuseppe della Madre di Dio. Roma, Antonio Rossi, 1739.
Un volume in i, di 10 carte non numerate e 332 i)aginis col ritratto del Betancur, e molte
vignette. Del BeUncur e della sua mirabile instituzione Betlemitica, già s'è per noi parlato; e
sarebbe inutile il ritornarvi.
ABtrfat
M$.
\M
368. Madrid. — Relacion del viage, que higo el Abad D. Juan
J^, Baptista Sidoti desde Manila al Japon, embiado par el Papa Cle-
mente XI; por el Rev. P. Fr. Augustin de Madrid. 1717,
k una scrittura in fuglio, che credo tuttavia inediU; ma n'abbiamo a stampa una tndoiiooe
italiana, il cui titolo ò come segue:
— Breve relazione estratta da varie lettere per il Reverendo
Padre Fr. Agostino da Madrid, dell'Ordine Serafico, Commissario
e Procuratore Generale della Provincia di San Gregorio e Missioni
de' Francescani Scalzi nell' isole Filippine , China ed altri regni
del gentilesimo: sopra l'arrivo nelle città di Manila, partenza per
MÀGDALENA - MAGLIANO 365
l' impero del Giappone , arrivo e dimora in quello dell' abate Gio.
Battista Sidoti : con un esatto diariQ del viaggio del Giappone e
stato in cui si trova : tradotto dall' idioma spagnuolo nell' ita-
liano da Gio. Francesco Sangermano Corvo. Roma, Bernabò, 1718.
Sono 45 pagine in 4. E ne sono tre esemplari nella Biblioteca della Minerva di Roma, nei
volumi di Miscellanee in 4, 233, 486 e 503.
— Memoria! sobre las Misiones de Filipinas y China. Por el
Padre Fray Agustin de Madrid de la Provincia de S. José. Impreso
en el ano de 1715.
L'HuERTA (Eitado, ee.) ci fa sapere che il Padre Agostino si recò alle Filippine nel 1696, e vi
disimpegnò vari affici. Dalle Filippine viaggiò ripetutamente in Ispagna e a Roma per gravi negozi
delle Missioni, e mori nel convento di S. Gii di Madrid il 1736.
369. Magdalena. — Arte de el idioma Tagalog, por el P. Fr.
Agustin de la Magdalena , de la Provincia de S. Pablo. Impreso
a Mexico, ano de 1679.
Cosi V HìJEKTK ( Ettado, ee.J. Era nativo di Lillo, vescovado di Leon. Passò alle Filippine il
1665. Vi sostenne vari uffici, e per il Capitolo generale del 1684 andò a Roma. Morì nel convento
di Santa Cruz delle Filippine il 1689.
. 370. Magliano. — Storia compendiosa di San Francesco e dei
Francescani, per Fr. Panfilo da Magliano M. 0. R. Roma, Tipo-
grafia Cattolica di F. Chiapperini, 1874.
Ne sono usciti 2 volami in 8, di oltre 600 pagine ciascuno; manca il terzo, che l'Autore
non potè condurre a fine, colto da morte in ancor fresca età, e mentre prometteva altri belli studi
per la gloria delV Ordine.
Ne' sopraddetti due volumi usciti a stampa l' Autore ha compendiato anche con molto senno
molle cose de' primi libri della nostra Storia universale delle Mistioni Francescane. Ed è lavoro assai
ben fatto, che dà un' esatta notizia dell' Ordine ; chiarisce molti punti di storia incerti o controversi ;
empie qui e là non poche lacune ; e soprattutto appalesa un amore schietto e vivo della Serafica
Famiglia eh' egli, il Padre Panfilo, vedeva nella grandezza ed unità del suo concetto, e ne desiderava
ardentemente la ristorazione.
Ma affinchè i lettori possano meglio stimare il suo lavoro, ne riferiremo qui la breve prefazione,
avvertendo che l'Autore si tenne fermo nel suo disegno, e che l'opera, fin dove fu condotta,
pienamente vi corrisponde.
« Neil' accingermi al lavoro della Storia compendiosa di San Franceisco e de* Francescani , stimo
opportuno premettere alcune avvertenze per far meglio conoscere lo scopo che mi propongo.
Avverto dunque in prima che, rispetto a S. Francesco ed ai Francescani, quantunque vi fossero
anticamente delle memorie sparse in diversi libri, pure il primo a raccoglierle in un sul corpo, ed
a ridarle ad ordinata cronica universale fu Fr. Mariano da Firenze, che, morendo nel 15S7, lasciò
cinque grandi volumi manoscritti, ne' quali egli aveva esposto cronologicamente le sue narrazioni
sino al 1486. Fr. Marco da Lisbona, alcuni anni dopo, compose le Cronache di S, Francesco ; nelle
quali restringendo ciò che dal suo confratello si era scritto, ed aggiungendovi altre notizie, da lui
3f)6 MAGLIANO
ritrovato nelle sue i)eIIegrinazioni, le diede alle stampe dal 1556 al 1568. Circa la flne dello stesso
secolo, il p. Francesco Gonzaga diede alla luce la Storia della Serafica Religione^ descrIv«)do prin-
cipalmente r origine e il progresso delle Province e de' Conventi dell' Osservanza. Contemporaneamente
al Gonzaga il P. Pietro Ridolfl da Tossignano pubblicò la sua Storia Serafica, Assorbite fbrono eotrite
croniche e storie negli Annali de' Minori di Luca Waddìug, che tutti lasciò Indietro per crìtiei,
erudizione, e soda dottrina, e per 1m>I1o stile. Egli stesso, per altro, tuttoché ammirabile per la gran-
dezza ed eccellenza della sua opera, non era a sperarsi per avventura che potesse In latte le cose
accertare nel meglio. Né ci ò da stupirne. Mancarono a lui le principali memorie genuine dei
pimordt dell'Ordine, scritte dagli autorevoli storici. Fra Tommaso da Celano, e i tre Compagni ~
Fra Leone, Fra Uuflno e Frat' Angelo — Fra Tommaso Eccleston, Fra Bernardo da Bessa segretario
di San Bonaventura, e Fra Salimbcne degli Adami; imperocché quelle da lui citate appariscono noe
essere le vere. Fidò egli troppo nelle asserzioni e citazioni di Fra Mariano, riconosciuto già quale
scrittore di troppa buona fede; ed incorse |)erciò delle volle in anacronismi ed inesattezze. Vari scrittori
10 seguirono poi in tutto con fldanza, senza neppure avvertire le rettincazioni e correzioni ditte dilP
Annalista nel corso dell'opera.
« Tra le Vite di San Francesco, venute alla luce nei tempi moderni, due hanno acquisito pre*
cìpuamentc gran rinomanza, quella cioè pia ed apologetica, scritta nel secolo passato dal Recolletlo
Padre Candido Chalìppe, e l'altra, composta con bello stile poetico nel secolo presente, dal Signor
Chavin de Malan, ambidue francesi; l'uno però non meno che l'altro, comechò degni di gru
lode, non si dipartirono punto dall'autorità del Wadding.
« In materia di storie generali dell'Ordine Francescano desidereremmo potere almeno dire
altrettanto; ma o non ne furono pubblicate, o solo incompletamente ne fu scritto qualcosa. Noi
occorre, al certo, farne qui particolare disamina. Ardua veramente é l'Impresa di scrìvere udì
storia completa di tutto l' Ordine Seraflco. Sarebbe d' uopo in prima che compiuti fossero gli
annali, fin qua mancanti degli ultimi tre secoli, e che riempite fossero le lagune di quelli già
scritti, per aver quindi in pronto i materiali necessari per una storia completa. Sappiamo esser
fra le grandiose idee del nostro intelligente e zelante Padre Ministro Generale il far compiere no
tanto volo; e quando ciò fosse recato ad efTftto, sareblK! allora men difficile scriver la detta Storia.
Sarà dunque temiTità il voler d.ire alla luce una storia compendiosa di San Francesco e dei
Francescani? Sarebbe invero una j;ran presunzione, se pretendessi di fare un'opera perfetta. Io
nondimeno sono indotto ad imprendere questo compendio soltanto per sopperire in qualche modo
.-il bisosno di una grande storia. 11 mio intendimento è di presentare come in un quadro I fitti
principali dHT Ordine Franre^^rano, a rdillcazione dei miri fratelli, e per illuminare il popolo cri-
stiano «Mie iniqui scrittori si sforzano di ottenebrare, incitando gli animi contro gli Ordini Religiosi,
si benemeriti dell'Italia e di tulle le altre nazioni del mondo.
• Nrjrli Stati L'nili di America ebbi occasione di compilare e pulddicare in inglese un volume
rijjuardante le glorie francescane ; il quale mi incornj^jjiò col suo buon esito a scrivere la presente
storia. f.<infesso, nimdimeno, che per manraza di op|u>rtuiii libri e documenti non restai contento
di ine slesso. Ora seblK.'n«ì io mi possa in qualche cosa jjiovnre di quel lavoro, pure sarà di
me<li«'ri fare opera tutta nuova. Nc;,'li Annali del W.-iiMin!; si troverà per fermo abbondanza di
noii/ie de' primi secoli dell'Ordine: ma con lutto il ri'?pello dovuto ad un tanto Scrittore, avrò
raj^ione di ilovermi talvolta da lui scost;ire. Mi ci)?i\errà profirtare dcRli scritti sopraccitati, e degli
sludi critici fatti all'uopo occasiitnalmente dai dotti Rollandisti. dal Padre Antonio da Melissano,
dallo Sliara;;iia, dui Bonelli, dall' A/zo<;uidi , dall' Atfò, dal llenoffl , dal Padre Flaminio Annibali,
dal Padre Nicola Papini e da altri ; non intendo [lerò aver a guida .se non la giusta e sana critica.
11 Signor r.ha>in de Malan parlò con orrore della Storia di San France.uo del Papini, dicendola
« opi>ra critica molto cattiva •; ed il Guasti stimò • libro di molta erudizione, ma indigesta e sti-
racchiata » l'opuscolo intitolato Notizie ficure. Noi dobbiamo, ciò non ostante, essere grati al Papìoi
per averci messo in guardia rispelt<> a molti punti da chiarire ne' fasti Francescani.
> Qn.intunquo io intenda di trattare principalmente del prim' Ordine del Padre San Francesco,
non pertanto al capo, dove avrò a parlare dell' istituzione del second' Ordine, dirò in breve quanto
vi .sia di più importante della storia del medesimo: e farò lo stesso del Terz' Ordine ; por rivolgere
di poi l'attenzione specialmente al primo, cioè all' Ordine propriamente Minoritico.
• Veri Frati Minori e tigli dello stesso Serafico Padre .sono certamente si i nostri confntelR
della Regolare e più stretta Osservanza, come i (ì<>nventuali, ed i Cappuccini. Siccome la verità e
MAJOLO - MALDONADO 367
ra
I.
ria
V imparzialità sono i requisiti necessari dello storico, così dal canto mio studierò, com* è di dovere,
essere con tutta buona fede veridico ed imparziale, a lode e gloria di Dio. •
La morte del Padre Panfilo, avvenuta mentre io era in viaggio per l'Europa, grandemente
mi addolorò , essendo da molti anni a lui stretto per cordiali relazioni ; al quale debbo rendere
anche l' onore d' aver meco efficacemente cooperato alla pubblicazione della Cronaca delle Missioni
Francescane, inviandomi importantissime memorie dagli Stati Uniti d'America, dove con alcuni
compagni si recò ad aprire una Missione il 1850, e ne fu il primo Superiore. Tornato in Europa
per causa di salute, mori illustrando il suo Ordine con l' opera da noi annunziata.
371. Majolo. — Carta de Fr. Antonio Majolo, o Macedo, Guar-
dilo de Arzila, a el Rey de Portugal.
È data in Arzila il 10 aprile 1548. Si trova nelP Archivio della Torre del Tombo di Lisbona.
Originale.
Di questa lettera fa cenno il Visconte Paiva Manso nella sua Hittoria EcdesiattUa ultramarina,
tomo 1, Africa septentrional. Lisboa, Imprensa Sacional, 1873, dicendo : « Em Arzilla, cidade que fazia
parte do bispado de Tanger, tinhamos o Convento da Ordem de S. Francisco. Em 1548 era n'elle
Guardi3(o Fr. Angelo de Majolo, do quel existe uma carta em data 10 de abril d'esse anno para D.
JoaoUL •
372. Maldonado. — Sermones super Evangelia quae in San-
ctorum festivitatibus leguntur, cum eorumdem vitis et transi-
tis , idiomate Guatimalensi Cakchiquel : per P. Fratrem Franci-
cum Maldonado Ordinis Divi Francisci Praedicatorem olimque
Definitorem , nominis Jesu Guatemelensis Provinciae alumnum,
licet Matriti natum. Anno DMLXXI.
Un volume in foglio (dice il Brasseur che lo vide e lo esaminò) di 2 carte non numerate ed
altre 153. Manoscritto eccellentemente scritto e ottimamente conservato. L'Autore, comesi vede dal
titolo, era nativo di Madrid, e non di Guatemala, come scrissero il suo confratello Padre Arochena
e il Beristain. Possedè a perfezione (continua ii Brasseur) i tre principali dialetti del paese, Quichò,
Cakchiquel e Izutuhil, ne' quali scrisse molti trattati e opere spirituali , rimasti tutti inediti: e per
la grande stima che giustamente se ne faceva, la più parte vennero tradotti in spagnolo per uso
dei Missionari e delle parrocchie. Del suo specialissimo merito si fa menzione nelle approvazioni pre-
messe all'irte de la lengua metropolitana del suo dotto confratello Padre Flores; e questi nelF
introduzione r appella dottissimo di tale lingua: « Come dice nuestro doctissimo Padre Maldonado,
qaienen varias partes de sus eloquentes obras la escribe , comò en el sermon de la Samaritana. >
— Ha nima Vuh vae Thelogia Indorum ru binaam : Auctore
P. Francisco Maldonado.
È un manoscritto in foglio di 129 carte. Nella prima ha queste parole: — Ahauh ti qohe
auiqnin at nulokol ah tata — cioè: Dio sia con te, mio amabile Padre. — E sotto: — Della libre-
rìa del N. P. S. Francesco di Guatemala. — Due soli de' Missionari hanno scritto su questo argomento;
il Francescano Maldonado, in lingua Cakchiquel, e il Domenicano Fr. Domingo Vico, compagno del
Las-Casas, e dipoi Vescovo di Vera-Paz, in lingua Quichè. Il titolo del lavoro del Domenicano in
Utino è lo stesso che quello del manoscritto del Francescano , e in lingua Quiche snona: — Vac
ro-eam m Vahil nimac biitz. —
tiGS UALEO - MÀNEKDA
Alia
Ife.
Aria
Ud altro Frate MaldoDado fu parimeote celebre Missionario in America innanzi al suo con-
fratello suddetto , il cai nome figura segnato in parecechie lettere che i primi Fnnecfcaoi
del Nuovo Mondo indirizzarono a' Monarchi di Spagna a difesa degP Indiani. Parte di queste lettera
sono state testé pubblicate in Madrid, e un numero maggiore restano ancore inedite negli AraUvi
e Biblioteche di Spagna. Di lui si fa parola nei Datos Biograficos, che accompagnano le pabbUale
(Cartas de Indias, puMicadai por primeva vez i>er ordine del Minitterio de Famenio, Madrid, 1877.)
• Maldonado Fray Antonio (quivi si legge) era naturai de Salamanca, hijo de padre» BoUei,
y niayorazco de una renta de gran consideracion ; fue desposado con la bija de un aeilor de
vasallos, y al dia siguicnte de tornear en las flestas de su desposorio, menospreclando la gloria
del mundo, tomo el habito de la Orden de S. Francisco en aquella cindad. Se trasladó despnesa
la Provincia de S. Gabriel, y de està a la del Santo Evangelio de Mexico, bacia el aSo deiSM;
en 1532 fué Guardian del Convento do Tlamanalco, y con uumbre de varon bnmikle y ^mplar
por su virtud, mnriò en Mexico en 9 de Abril de 1545. •
373. Maleo. — Terra Santa nuovamente illustrata dal Padre
Fr. Mariano da Maleo de' Minori Osservanti, già Commissario
Apostolico neir Oriente, Custode della medesima Terra Santa e
Guardiano del Monte Sion. Piacenza , nella Stamperia Ducale di
Giovanni Bazachi, 1669.
Due volumi in 4: il primo di 498 pagine; il secondo di 435. È opere di molto pregio per la
storia della Palestina, e rarissima. N* è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di S. Anu
di Parigi.
374. Manerba. — Lettera del Padre Francesco Manerba, inde-
AflHct gnissimo Guardiano de' Santi Luoghi, al Gran Duca di Toscana.
È nell'archivio Mediceo di Firenze, nella Corrispondenza generale de' Gean Duchi, ed ha
la data di Cienisa lemme ii 20 gennaio 1603. Espone al (ìran Ducale angustie de' poveri Francescani
di quella Missione, minacciati di sti>rminìo dal Bascià del Cairo, e ne implora la protezione. Gli
accbiudc copia della lettera di quel liranno, tradotta dall' arabo, che dice cosi: « A quelli che sono tenuti
per dare ammaestramento alla nazione cristiana, e che mettono in via la generazione di Jesu, il
Guardiano e capi de' Frati Religiosi, che ahitano nella chiesa di Gerusalemme nobile. Dappoi arri-
vato questo n(>slro Memoriale, saprranno che tulli diesi tro> ano d'Adam del clima abitabile sottd
la feliciti del Gran Signore (sia manlenula la sua vittoria sin al giorno del giudizio 1) sono In
pace, requie, e sicurtà; e voi sete il moderno sotto l'ale felici e signoria allegri e pacifici. Et a
noi è un j^ran piacere di star così; et doveressimo di questo rendere grandissima lande et esser veri
servitori, come dovcria essere il nostro ohltlìgo. Ma al ccmlrlaro sapemo del certo, rome voi tenete
da fare et sete mescolati con tutta la generazione Franca, loro a voi, et voi a loro. Del continuo li
vostri uomini, e nuove, e presenti, e cose di prezzo sanno e vengono a voi, e vi tengono in grande
stima per conto che siete una medema fede, et hannt» ^^ran riguardo e stima. Et a voi tatte k
l'ose vengono ricercale, e mai fanno contro ai vostro solere; et in somma sete uniti et accordati
con loro. Et insino ad ora non ù causato da vostra [larte cosa contraria che al presente. Per esser
necessario alla felicitA del Signor del Mondo fier la <;uerra magna, li fu necessario Riandar la poi-
sere dal Cairo, e mandandola fu presa dalle galee cristiane chea posta l'aspettavano, e la mag-
gior parte intendono che sia per causa vostra. Però dappoi sarà arrivato questo nostro Memoriale*
('' mestieri che mandiate a Messina et al Duca di Firenze et a Malta lettere e nomini, che consegnìBO
alia Porta felice la firopria polvere; e questo lo farete con grande diligenza et efficacia; et in con-
clusione se la polvere non sarà restituitii integralmente con quelli uomini che v'erano, sapeietf
che le Chiese vostre saranno tutte al fuoco l)ruciate e sradicate da' fondamenti; e voi sanie Istti
MANSILLA - MANTOVA 369
dispersi e rovinati, ctie non resterà segno che non sia dai vento scovato: e sarà questo del certo!
E però pensate bene al fatto vostro, et non vi scordate che se la polvere e li uomini non siano inte-
gramente consegnati alla felice Portai E con gran procura e diligenzia farete con li cristiani che
noQ sia altramente! Cosi saperete e secondo il tenore della nostra farete sin' a un punto! Fatta
nel principio del mese di Mazzhara 1011. Data nel Cairo. —Il Bascià del Cairo.— Luogo del sigillo.—
11 lettore veda qual genere di vita sia stata quella de' Francescani Missionari in Palestina da
San Francesco insino a noi!
375. Mansilla. — Hechos y trabajos de los venerables Mar-
tyres Fr. Sebastian de S. José y Fr. Antonio de S. Ana: por
el P. Fr. Juan de Mansilla de la Obser vanto Provincia de Granada.
Cosi r HuERTA (Esiodo, ec.J. Si recò dalla Spagna alle Filippine il 1609. Evangelizzò parecchi
anni ne' popoli di Binangonan, Lampon, Tayabas, Lumbange Paete. Dipoi s' imbarcò per il regno
di Siam, e non se n'ebbe più notizie di sorta.
376. Mansilla. — Carta dirigida por Fr. Juan de Mansilla,
*• de la Orden de S. Francisco, al Rey Don Filipe II, dando conoci-
miento de los abusos que se cometian en Veracruz , y proponien-
dole el medio de remediarlos. Xalapa, 24 de Mayo del 1562.
Pubblicata nelle Cartas db Indias testé citate. Sono 3 pagine In foglio reale.
377. Mantova. — Relazione del Martirio dei Padri Fr. Pietro
*
» Martire Sans Vescovo Mauricastrense, Fr. Francesco Serrano eletto
Vescovo Tipositano, Fr. Giovanni Alcober, Fr. Giovacchino Royo
e Fr. Francesco Diaz, e del viaggio da Venezia alla Cina fatto V
anno 1745 e seguenti da me Fr. Giampietro da Mantova, Minore
Osservante Riformato della Provincia di Venezia, spedito dalla S.
Congregazione di Propaganda Fide Missionario Apostolico in
quell'Impero, con suo decreto dato il dì 10 settembre 1745.
Cosi (se ben ricordo) il Padre Anton Maria da Vicenza nella sua Bt&/togra/!a della Oss.
Riformata Provincia di Venezia.
Del Padre Gampietro trovo le seguenti notizie in un Manoscritto eh' io posseggo di lettere della Cina.
« Il Padre Giampietro nacque da onesta famiglia in Mantova il 1706. In llcligione fu Lettore
di fllosofla e teologia, e Segretario Provinciale. Passò nel 4735 alle Missioni delPalto Egitto.
Ritornato in Provincia, conservò il desiderio di ricondursi nelle Missioni, avendo di mira special^
mente la Cina, dolcemente spìnto eziandio dalle informazioni del Padre Eugenio da Bassano. Dopo
varie vicende, potè finalmente nel 17i5 compiere i suoi desideri, ed avviarsi alla volta di queir
Imperio. Se non che infierendovi allora una sanguinosa persecuzione, ei dovette fermarsi in Macao,
donde poi i Superiori della Missione Io spedirono a Roma a trattarvi alcuni negozi concernenti
alla Missione medesima. Egli aveva già con destrezza adempito in tutto, e si era disposto pel
ritorno, qoando la morte Io colse nella città di Porto-Luis in Francia il 29 maggio 1756, in età
di 50 annL Oltre una lettera dall'Egitto, egli aveva scritto in un grosso volume in foglio il
Ragguaglio del $%u) viaggio alla Cina , e tradotta dallo spagnuolo la Relazione del martino dei
PP. Pietro Martire Sans, Vescovo Mauricastrense, e quattro compagni Domenicani, successo nella
Provincia di Fokien neUa dna negli anni 1747-1748.
24
370 MARCA - MARCHANT
Sfi^,
378. Marca. — Chponica Seraphica de la S. Provincia de Ca-
talana de la Regalar Observaacia de naestro Padre S. Francisco:
escrita por el Padre Fr. Francisco Marca, Chronista de la misma
Provincia. Barcellona, en la Impronta de los Padres Carmelitas
Descalfos.
Sudo due volami in foglio : primera parte y HQUfida, Della tegunda parte n'è un ewmpUre
nella pubblica Biblioteca di Barcellona con la data del 1759, e contiene i fatti che passarono dnde
tot amt 1400 batta los de 1759. Conta 57S pagine, ed ha molte belle cose delle nostre MìssIodi.
La parte primera non l' incontrai in alcuna Biblioteca.
379. Marchant. — Fandamenta daodecim Ordinis Fratrum
Minor am S. Francisci fandamentis daodecim Apostolorum civi-
tatis S. Jerasalem etc. saperaedificata, ipso sammo angulari lapide
Christo Jesa. Aactore R. P. Fr. Petro Marchant Conviniensi,
eiasdem Ordinis et Provinciaram atriasqae Flandriae Patte per-
petao et S. Theologiae Lectore emerito. Dedicata SS. D. N. Alexan-
dre VII Pontifici Maximo sab patrociniis Emi. S. R. E. Cardinalis
Francisci Barberini, Ordinis Minoram Gabematoris, Protectoris
et Correctoris , etc. Accedant ad calcem Brevis explicatio Testar
menti S. P. Francisci et Chronologia Generaliam Ordinis , cum
copiosis indicibas . Braxellis , apad Franciscam Vivienum •
MDCLVII.
Un volume in foglio, di 16 carte preliminari senza numerazione e 365 pagine; con nn Indice
locorum saerae Seripturae di 6 rarte, e un altro rerum praeripuarum di 2H in tlne. Ne vidi un esemplare
nella Biblioteca del nostro Om vento di Maiines. Lil»ru raro, ed importantissimo per la storia delk
Missioni Francescane. Tutto il titulng XII, fiindamentum \\\, ìthUh di questo argomento: ed è un
su^^oso compendio di tutto l'iò clie i Fratu'esrani hanno operato per la diffusione della Tede cattolica
fra le penti infedeli, o errticiie, o scismaticiie, dal tempo di i^an Francesco sino al 1657. Ha poi una
speciale importanza il paragrafo ( della sectio II delio stesso titolo e fondamento ^ dove mostra
quanti» laboribut et quihu* fructibui haereticos et eorum harrexe» intrctati sint ( i Minori), qui
eontra Lutentm, Calrinum et godo*, doctrina, verbo, sanguine dimicarunt et in hane usqus horam
(i6ol) dimicant non sìne uberrimis fructibns. È per l' Ordine Francescano una gloriosissima pagina
di storia, tra noi afTatto sconosciuta.
— Lacerna fidei per Fratres Minores Re^laris et Strictioris
Observantiae in Palatinata et nonnallis Provinciis Germaniae
accensa, etc. per Patrem Petrum Marchantiam, etc.
Libro cosi raro, clie quasi si dlrel)bi* perduto. E nondimeno T Autore stesso ci attcsta dia\erlu
pubblicato, dicendo: Dedi aliquando Lucemam etc, in qua ampia et authentica testimonia exii*
bentur Principum^ Begiminum, Archisatrapianim , Satrapiarum amplissimorum , oppidorum, rie
quibus conrersiones totius populi ab hneresi data fide adxcribuntur Fratribus Minoribus, et conrertiù'
net plurium ministrorum dexcribuntur. Et hoc tempore testimonia authentica mihi aliata sul
plnrimarum conversionum , quae Dei gratin per Fratres Minores adhue hitc tempore /funi: ywf
Tuxuii particularem reqnirunt, et libenter ei qui eonversiones eas publUMS facere voluerit exktktèitmt
MARCÒ - MARIANO o71
La storia di ciò che operarono i Francescani in difesa della fede cattolica al tempo di Lutero,
di Calvino e degli altri eretici di quel tempo, sarebbe uno de' più be' lavori che si potesse fare ;
e rovistando negii Archivi e nelle Biblioteche dell' alta e bassa Germania , abbiam veduto che si
troverebbero amplissimi documenti, aflàtto ignorati, nonché inediti: ed anche potrebbe prestare molto
aiate l'opera rarissima, ma che non è impossibile a trovare, del Domenicano P.Alonso Fernandez:
Historia eelesiatiiea de nuetiras tiempos, que es compendio de los excelentet Prutot gue en ellos
ti eeiado eeelesiastico y sagradas Religiones han hecho y hazen en la eonvertion de idolaWat y
reducion de hereges, y de lot ilusiree martiriot de varonet apoàtoUeos, que en estat heroicas
empretat han padecido. Toledo, per la Viuda de Fedro Rodriguez impressor del Rey: atio de 16ii.
Io n'incontrai un esemplare nella pubblica Biblioteca di Barcellona, e un altro in quella della Reale
Accademia di Storia di Madrid.
380. Marcò. — Apuntes sobre la Palestina : o sea relacion
dada por los venerables Padres Fr. Juan Marcò y Trifon sobre los
principales hechos ocurridos en Oriente, desde 1799 basta 1858.
Manoscritto di 16 carte in 4, di minutissima lettera, datomi da un nostro Padre Missionario
Spagnuolo.
381. Marial sacro y Santoral: Sermones en lengna Quiche,
escritos por varios autores, principalmente por un Indio, por lo
qual bay mucho que correjir o emendar en todos los textos
latinos. Pertenece al uso del Px. Pr. Fr. Je. A'Sz. bjio de la santa
Provincia Franciscana del dulcissimo nombre de I. H. S. de Gua-
temala. Ano 1796.
Manoscritto dblla Biblioteca Nazionale di Parigi , a cui va unito anche un Vocabolario en
lengua Castellana y Guatemalica» que se llama Cak-ehi-que-chel. È chiaro che pur il Voeabulario fu
opera de' Francescani e che ad essi apparleneva. Quanto all' Indio, che si dice avere prinàpaimente
scritto i sermoni, è da sapere che i Missionari si servivano de' nativi per farli copiare, dopo che gii
avevano composti, e correggerli per la loro lìngua : i quali non s' intendendo di latino, nei copiare
1 sacri testi commettevano di molti errori.
382. Mariano. — Gloriosus Franciscus redivivus. Sive Chro-
nica Observantiae strictioris, reparatae, reductae etc. eiusdemque
per christianos orbes , non solum , sed et Americam, Perù, Chinas,
Japones, Chichimecas, Zacatecas , Indos Orientis, et Occidui Solis,
Turcas et Barbaras gentes, diflFusae et Evangelio fructificantis.
Distincta VI libris et 28 figuris aeneis ornata . Cum facultate
Superiorum. Ingolstadii: ex Officina Wilhelmi Ederi, anno 1625.
Stve : Mirabilia Seraphica Novi ac veteris Orbis. Id est, gesta
genuinae familiae Franciscanae, etc. EtBeatorum zelotum in ea,
iam inde a centum annis et aliquot lustris, argumentosa veritate,
deducta et debite censurata. FF. P. Patribus Custodiae Seraphicae
Boiariae ditionis cooperatoribus . Auctore et compilatore R. P.
Mariano.
372 MARIGNOLLIS
Un volume in ^, di S6 carte preliminari non numerate, e 85i pagine. Opus perquam
scriveva il Feder; ed io aggiungo rarissimo, e di capilale importanza per la storia delle Mlsslooi
Minoritiche. Ne vidi un beli' esemplare in Parigi, che già appartenne al fZofl«r Biidkmumn , e
un altro nella Dililiuteca del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera, in flDe delqmale
suno scritte a mano le parole seguenti : Author Auiuf libri est R. Pater Marianui Orteeitr Q^Mdufnu,
ìiatione Belgas, oUm S. Theologiae et utriusque iuris doctor, mire ab haertH ad /IdAn eomwrmu,
deinde alumnus Prorineiae Davariae, in fama tanetitatis mortuut die i6 iulU 1539. K<de¥arl|rrolOf.
R, P. Forunati Hueber ad 16 iuUL
si^f^p. 383. Marignollis (de). Chronicon Boemorum Fr. Joannis de
Marignollis, de Florentia, Ordinis Minorum.
Io non vidi mai questo Chronico!C, e mi servirò per darne notizia di quel che n'ha teslè
pubblicato il Professure Angelo De Gubernatis nella recento sua ^orto dei Vio^gialori /folteiii «dlt
Indie orientali, te. ÌÀvorno, coi tipi di Fran. Vigo, editore, 1873; il quale con le seguenti parole ci
fa sapere cuuic ne potesse aciiuistar cunusci*nza.
• Avendo potuto (egli dice, Supplemento al primo capii., pag. 95), per la cortesia del mio
eccellente amico professor Knrico Gigmoli, insigne zoologo, di cui si attende con impailenia la
vasta illustrazione che egli stampa a Milano dei Viaggio intorno al mondo della Magenta, adoperare
dopo la stampa del primo rapitolo, la magnillca opera del Culonncllo Yclb, intitolala: Caikaf amd
the ìcay thither (Londra 1866, in i vol.)f mi restano qui ad aggiungere alcune notiiie intorno ad
alcuni viaggiatori nostri, che mi passarono inosservati, i quali recandosi alla Cina attraveraarono
r India o vi furono trovati da nostri Missionari destinati alla Cina. L' opera del Yule è specialmente
intesa ad illustrare le relazioni del viaggio del beato Odorlco del Friuli, e del Fiurentlno GiOTannl
Marignolli, Frati del secolo XIV: egli le reca tradotte, e, come fece pel Milione di Marco Polo,
soggiunge un ampio e dotto commento storico e geografico. >
Dopo questa notìzia, per verità interessantissima , egli riferisce alquanti capitoli del viaggio
elle il Missionario e \ia^giatore Fraiii'cscano dei st-colo XIV intromesse nei detto Chronicon, scrìtto,
senindo che leggo nella flintoire generale dr* Mììhom Csatholique* deputi le Xllì tièefejutqu'n
no» jours par le Uarun IIevrion, Ili). 1. chap. XII {Parif, (ìaume Frèret èditeurs, 1846), per
citmandamento dell'Imperatore Carlo IV. E noi lietissimi d'averli conosciuti, li riferiremo anche
noi alla lettera, rome ce li dà il 1»k (ìubernajis.
Di questo relet>re Missionario e viaggiatore Francescano in Oriente nel secolo XIV , parla
quanto l>asii il \Vaiiiii<;o, e lini [)ure ne parlammo largiimonto nel libro III della nostra Storia
universale delle Mixxianì VraneeMnne. Solo diibitanimo se fosse veramente ilella nobile famiglia
Fiorentina di Marignolli, di rut n(^ il Wadingo né alcun altri» de' nostri Cronisti fa parola; quan-
tunque in tal tempo ri fosse \eram(>tile anche un Frate (ìiovanni de Marignolli, che si sarebbe
distinto per altre doti, e venne crealo Vtscovo di Hisjgnano in (!lalabria l' anno appresso che quello
avreblic fatto ritorno tlall' esfremo Oriente.
HIpeterò qui le mie parole. • Ci piace in questo rapitolo (cap. XV del lib. III.) muovere una
domanda sopra «piosto Frate (Giovanni da Firenze, testé tornato dalla Tarlarla. (Ciò fu il Ì3S3.)
Il Darono IlRNnioN lo chiama do Marignolli, nobilissima famiglia Fiorentina, afTermando che
tornato dalla Cina per la via dell'Indie, drlla Palestina e di Cipro, venne nominato Vescovo di
ltÌNÌ<;nano in Calaliria e Cappellano dell'Imperatore Carlo IV, che gli commise di scrivere un
compendio delle Oonarhe antiche delta Hormia, ove intromesse parte del suo viaggio in Oriente,
in cui fa menziono del zenzero e del legno del Brasile (ma il traduttore italiano della Storia
deirilENRioN credt^ che invece di &r/i«i2/<>f. come hall testo Francese, s' abbia a leggere emafotidio.
eniatoxilum tindorinm ) . . . Ma, a vero dire, tutti i nostri C^ronisti distinguono il Missionario drlla
Tarlarla e della Cina dal .Marignolli, e né all'uno né air altro attribuiscono alcuna scrittura che
riguardi viajj:gi per I' Oriente. Citerò tra tutti lo Sbara(ìlia.
« Gioxanni de Marignolli di San L(*ren7o ^ e^di dice, Suplenienta et castigatio ad Saiptani
Ordiniti Minor, paij. ^56), nato da nubile famiglia llorentina ora estinta, in rimunerazione de'saoi
grandi meriti e segnalala dottrina, l' anno 135i fu dato \ escovo alla Chiesa di Disignano in Calabria
MAfUGNOLLIS 373
da loooceozo VJ, al quale poi lo vediamo inviato l'aunu i356 dalla Repubblica Fiorenliiia legato
pei Malatesta, onde ne componesse la causa; e l'anno appresso in Bologna, ove concesse indul-
genze nella chiesa di Santa Maria della Misericordia, si con autorità propria e si dell'Arcivescovo
di quella città, parimente Minorità, Frate Nazzareno Riccardi, di cui nella carta della predetta
dispensazione d' indulgenze aflèrma di tenere le veci .... Ora cbe quegli scrivesse molte opere è
assai verisimile: ciò nondimeno non sono riconosci ulti come suol cbe 1 due opuscoli del titolo, il
primo. Storia di S. Onofrio ; il secondo, gli Aiii ApottoUd ; libro della cui autorità, come testo di
lingua, si avvalgono gli Autori del Vocabolario della Crusca. Era anche nella Biblioteca del signor
Guadagni Fiorentino un' opera col titolo: Traetatut Pratrii de MarignolUs: ma ora più non vi si
trova; del quale nondimeno io credo autore quel Frate Giovanni Fiorentino, fllosoXo e teologo
celebre, e chiarissimo ricercatore d' antichità, il quale» al dire del Wadingo, scrisse anche una Storia
del suo Ordine, che si conservava manoscritta nel Convento di Santa Croce de' Padri Minori Con-
ventuali. Al quale il detto Wadingo aggiudica un' altra opera : De Canonizatione Saneti Francitei ,
e vi concordano il Poccianti e il Posse vino. Certo è che nella Biblioteca di Santa Croce di Firenze
si conservava il Manoscritto seguente: Chroniea gettorum beati Prancisd et tociorum eius usque
ad tempora modemaf che ora è andato smarrito : ma se sia da crederne autore questo Frate Gio-
vanni, il giudicheranno coloro ai quali toccherà in sorte di avere quei codici alle mani. Se non
che fioriva nel medesimo secolo un altro Frate Giovanni da Firenze, da Benedetto XII l'anno 1338
inviato con due compagni al gran Khan de' Tartari , che è fama vi fosse stato ricevuto con ogni
maniera di onore, ottenuto licenza di predicare liberamente la fede di Cristo in tutte quelle contrade,
ove converti di gran gente ed edificò molte Chiese e Conventi . Ma niuno è che gii dia il titolo
di scrittore. Io nondimeno avviso lui essere autore dell' operetta Italiana : Fioretti di San Franeetco ,
che vaga anonima, e n'ho ragioni alquante conghietture , che sono: primo, il tempo; scrivendo
l'autore al capitolo quarantesimosettimo, a' suoi dì essere vissuto il beato Giovanni dell' Alvemia,
che si sa morisse 1' anno 13Ì2; e al capo quarantaquattro, aver saputo molte cose da Frate
Ugolino, che già mostrai essere passato di questa vita il 1322: dipoi l'elegante stile toscano, in
cui quel libro è dettato, giovandosene i compilatori del Vocabolario della Crusca, in quanto
modello di purezza della nostra lingua : da ultimo, un antichissimo Codice manoscritto, eh' io vidi
nel nostro Convento di Bologna, in fine al quale sono i versi seguenti:
0 confessor Francesco benedetto.
Riguarda il tuo servo Zohanne,
Ch'ha scritto tuo Fioretto.
Quantunque non di mano dell' autore, ma del copiatore o d' alcun altro credo fossero quc' versi
aggiunti. > Fin qui lo Sbaraglia.
• Che dunque? io conchiudeva: è forse da dire pura immaginazione la sentenza dell' Hsnrion ?
No, certo: anzi citando egli le Cronache di Boemia, ove quella relazione del Frate Fiorentino ò
inserita, abbiamo argomento da credere che in fatti esista; e però è che tal fatto vuol essere da qualche
nostro confratello con dotte ricerche chiarito, per aggiungere un altro celebre viaggiatore e scrittore
a Giovanni da Pian-Carpino , al Rubriquis, a Odorico da Udine, a Nicolò da Poggibonsi, ed altri. *
Ed ora dunque la pubblicazione del Colonnello Yclb, di cui il Professor Db Gubernatis si è potuto
servire col dotto commento storico e geografico che 1' accompagna, leva ogni dubbio, e mostra
come veramente il de MarignoUis fosse il Missionario e viaggiatore di cui si tratta, e sua la Cronaca
di Boemia con la relazione del suo viaggio nell'estremo Oriente. I
Ciò posto, ecco i capitoli del detto viaggio, come sono riferiti nell' opera del De Gubernatis.
DAL CHRONIGON BOBMORUM DI GIOVANNI DB* MARIONOLLl FIORENTINO VESCOVO DI B1SI6NAN0.
De creatione.
• Plantaverat autem Dominus paradisum volnptatis a principio, id est, in parte orientali, qui
loCQS dici tur Eden ultra Jndiam,
'ili MARIGNOLLIS
• Nam ut ex vlsis aliqua brevitcr inseramus, nos fratcr Johannes de Florentla Ordinis MiDomm
indignus Episcopas Bysiniancnsis, anno Domini millesimo trecentesimo tricesimo quarto, a Sancto
papa Bcnedicto duodecimo cum aliis missiis fui cum apostolicis lilcrls et donis nuncins et legatns
ad Kaam, sommum umniam Thartaroriim, qui tonet quasi dominium modietatis orbis orientalis, cujos
potcstas et copia civitatum, tcrrarum, linguarum, divitianim, et rcgimìnis inflnitoram qaudaminodo
populorum excedit omnem narrationcm. Recossinuis de Avinione mense decembrìs, pervenlmns Kea-
polim in principio quadragesimae et ibi usque ad pascha, quod fuit in flne Marcii, expectavimiK
navigium lanuensium venturum cum nunciis Thartarorum, quos misit Kaam de Cambal$e (Pechino)
maxima civitate ad papam, prò miltendis legatisel ad apericndam viam et fedas componendnin cmn
Christianis, eo quod multum honorat et diligit fldcni nostram. Summi ctiam prìncipes sui imperiì
totius, plus quam triginta millia, qui vocantur Alani et totum gubernant imperiuoi orientis, sant
Christiani, re vel nomine, et dicunt se sclavos papae, parati mori prò franqui»; sic enim vocant nos
non a fronda, sed a franquia. Iloruni primus Apostolus fuit fraler Joannet dietut de monte Còrriiia,
qui primo miles, judex et doctor Friderici im[>eratorìs post LXXII annos faclus frater Minor doctisslmns
et scicntissimus. Pervcnimus autem in Constantinopolim por mare in Kalendls Malj, et fùimus in
Peffra (Pera) usquc ad festum Santi Joannis Baptistac non otiose, quia summam disputationen
habuimus cum patriarcha Grecorum, et toto concilio eorum in palatiu sanctae Sophlae, ubi Deus
fecit in nobis novum miraculum, dans nobis os et sapientiam , cui non potuerant resistere, et se
necessario esse scimaticos conflteri compulsi sunt, nihil in suae damnationis pallìum pretendeotes.
Disi superbiam in tollerai )i lem presulum Romanorum. Inde navigavlmus Mare Maurum (il mar Nero},
et In octo diebus pervcnimus in Caffa, ubi multanim seotarum sunt Christiani. Inde ad prlmam
Thartarorum imperatorem Vthec pervenimus et ubtulimus literas, pan nos, dextrarium, csrtiacam, et
dona papae, et post hiemem tH>ne pasti , vestiti et remunerati magnillce , et cum eius eqois et
expensis penenimus in Armalec imperii medii, ubi fecimus Eccleslam, cmimos aream, feciDUS
fontes, cantavimus missas, baptisavimus plures, libere et publice predicantes, non obstante quod.
anno precedenti , solemne martirium passi sunt ibidem prò Christo , Episcopus et te.\ alii fratrcs
Minores. mìraculis coruscantes, quorum nomina: Frater Rychardus Episcupns, natione Burgandus,
frater Franeiteus de Alexandria, fratcr Paschalis Hyspauus, qui fuit propheta et vidit celum apertom
et prcdixit sibi et sociis suis martirium, et Thariaros de Saray destruendos diluvio, irmaXec peri-
turam prupter Ipsorum martirium et niult;i alla gluriusa; frater Laurentiu» de Ancona: frater Pdmi,
frater Indus interprcs illorum ot Gilottua mereator. Annu tortio post nostrum recessum de curia
circa (Ines de Armalec rocedentos pt>r\enimus ad Cyolloi Kagon, id est, ad montes arenae, qao$
faciunt venti, ultra iiuas ante Tiiartarus nullus putuvit terram habitabilcm, nec putabatur oltn
aliquam terram esse. Thartari autrin voluntatr lìv\ mirabili industria transicrunt et fuenint in
campo maxime», uhi dicitur torrida zona, et impertransibilis a philosophis, quam tamen Thartari
transierunt, et egu etiam l»is, de qua in psalmo David : posuit dosertum etc. Qua pertransita, pene-
nimus in Camhalee, uiii est sumnia Sedes Imperi! Orit'ntis, de cuius magnitudine incredibili ei
populo, ordine niilitum sili-alur. Maximus autem Kaam, visis dextrariis, et donis papac, et literis
bullatis et regls etiam ilob<Tti rum auro, et nobis, gavisus est gaudio magno, valde reputaus bonum,
immo optimum umne, el summi.' iius honuravit. Kgu autem solemuiter indutus cum Crucc pokhcr-
rima, que iiu* prect'debat cum luminaribus el incenso cantando: (Tredo in unum Deunt. in travioiiu
corani ilio Ivaam in glorioso palatio residente, vt canto Unito, largam dedi recipienti humiliter
b(!uedictionen). Kt sic missi fuimus ad Imperialem aulam, nohìs honorabiliter preparatami assignatis
duobus principit)us, (^ui nobis in oninìt)Us necessilatibus habundantissime ministrahant in cibis et
potibus, et iixfiue adpapirum prò laternis, deputatis et mìnistris de curia, et sic per annos quasi
quatuor servierunt ìntlnitis scnipcr bonorilius, vestilms pretiosis prò nobis et familiis exloUendi'.
Et si boni* omnia computarcm , ultra valori'm expendìt quatuor millium marcaruni prò ooIk?;
eramus personac triginta duo. Fueruut autem disputationt's factae oontra Judcus et alias serus
multae et gloriosao, sed rt multus animaruni fruotus in ilio Imperio factus est. Habent etiam Fratrci
Minores Camhalec ecck'siam catlicdralem immediate justa [lalalium et solemneoi archiepìscopatnm
et alias ccclosias pluros in ci\itate et canipanas, et omnes vivunt de mensa Imperatoris honorìtirt
vaidc. ViiU-ns autdii Inipi-ratnr illc i|uuil nullo modo volui remaueri , concessit quod cum sui^
annoruni trlum (Apeiisis d donis nMiinni ad Papam et cito v^n \el alius mitteretur Cardrnalis
suleninì> cum plenitudine potestatis et esset episcopus, quia illum gradum summc veneranlor oDoes
oriontales. sive sisi Christiani, sive non, et esset de Ordine Minorum, quia illos solOB eogooicfiftl
MARIGNOLLIS 375
sacerdotes et putaDl Papam semper talem, sicut fuit ille lerunimus (Innocenzo IV) papa qui mislt
eU legatam, quem Sanctum venerantur Thartari et Alani, fratrem lohannem de monte Corvino
Ordinis Minorum, de quo supra. Fuimus autem in Cambalee annis quasi tribus, inde per Mauzi (o
Manzi), iter nostrum direximus cum expensis Imperatoris magniQcis et equis quasi ducentis, et
vidimus gloriam mundi in tot civitatit)U8 , terris, villis et rebus, quae nulla lingua posset reprimere
sufficienter. A festo autem Sancii Stephani usque ad Dominicam olivarum per mare Indieum, per-
▼enimus ad nobilissimam civitatem Columbum ubi nascitur piper totius orbis . Nascitur autem in
vitìbus, quae plantantur ad modum vinearum omnino et facit vitis primo racemos, quasi labruscas
viridis coloris, post facit quasi racemos, et est intus vinum rubeum, quod manu mea prò salsa
expressi in scutella. Post maturantur et exiccantur in arbore et arescit prae nimio calore, et siccum
excutitur parvo baculo, cadens super linteamina et recollitur. Ista oculis vidi et manibus contrectavi
mensibns quatuordecim ; nec comburitur utmentiuntuf scriptores, nec nascitur in desertis, sed in
Ortis, nec Saraceni sunt Domini, sed Ctiristiani Sancti Thomae, qui habent stateram ponderis totius
mundi, de qua prò meo officio tanquam legatus Papae habebam omni mense fan de auro talis
monelae centum, in fine mille. Ibi est Ecclesia Sancti Georgii latinorum, ubi mansi, et picturis egregiis
decoravi, et docui sacram legem. Tandem transiens gloriam maximi Alexandri, qui erexit colnmnam,
ego in cono mundi contra paradisum erexi lapidem in titulum, fundens oleum desuper; scilicet
Golumnam marmoream, desuper crucem lapideam usque ad flnem mundi duraturam, quam praesenti-
bus quasi inflnitis populis erexi, consecravi et benedixi, sculptis armis Papae et nostris et literis tam
Indicis quam latinis princìpibus illis super bumeros portantibus me in lectulo, seu ferculo Salomonis.
Inde valefaciens Fratribus post annum et quatuor menses, muUis patratit gloriosit operibus, perrexi
ad famosissimam Reginam Sahomi , a qua honorati post fructum ibidem animarum ; sunt enim ibi
pauci Ghristiani. Deinde perreximus per mare ad SeyUanum montem gloriosum, ex opposito paradisi,
et de SeyUano usque ad paradisum, ut dicunt incolae ex traditione patrum sunt milliaria italica
qnadraginta, ita quod, ut dicitur, auditur sonitus aquarom fontis cadentium de paradiso.
Capitulum de Parodilo.
, • Est autem paradisus locus in terra, circumvallatus mari Oceano, in parte orientali ultra
Indiam Columbinam, contra montem Sei^tonum locus altissimus super omnem terram, attingens,
ut probat Johannes Scotus, globum lunarem, ab omni altercatione remotus, locus omni suavitate ac
claritate amenus, in cuius medio oritur fons de terra scaturiens et irrigat prò tempore paradisum et
omnia Ugna eius. Sunt autem ibi piantata omnia ligna producentia fructus optimos mirae pulchritu-
dinis, suavitatis et odoris in cibum hominis. Fons autem ille derivatur de monte, et cadit in lacum ,
qui dicitur a phìlosophis Enphirattes, et intrat sub alia aqua spissa et post egreditur ex alia parte
et dividitur in quatuor flumina, quae transeunt per SeyUanum et baec nomina eorum : Qffon qui
Circuit terram Ethiope, ubi sunt modo homines nigri, quae dicitur terra presbiteri Jobannis, et iste
putatur esse Nylus, qui descendit In Egyptum, etc.
De arboribut ParadUL
t In medio etlam Paradisi duas arbores sapientia divina plantavit, unam ad exercitium, aliam
ad Sacramentum, nam de Ugno vitae comedisset homo prò Sacramento et in restaurationem, ita quod
comedendo potuisset non mori, et gratiam meruisset In alia obedientiam exercuisset, non tangendo
et meruisset vitam aetemam , unde fuisset translatus ad gloriam perpetuam sine morte. Ad istum
locnm deliciosum gloriosum et beatum transtulit Deus Adam ministerio Angelorum. Creatus autem
fuit Adam in aetate perfecta, sicut est homo triginta annorum, omni scientia etdecore, virtuteqne
omnimodo plenus, in tali statu quod nunquam fuisset mortuus, nec infirmus, si non peccassetet
sine libidine, ut dicit Augustinus, perfectos filios procreasset, et potuit non mori, et tandem fuisset
Id celum translatus. Fuit autem omni sapientia plenus, ideo omnia animalia et creata Deus addnxit
coram eo ut videret, quid vocaret ea et omne quod vocavit Adam animae viventis, hoc e«t nomen
eius in lingua sua, et posult eum in paradiso, ut operaretur manibus prò delectatione et exercitio,
et custodiret locum ab ingressu omnium animalium, quod, si fecisset, et non permisisset intrare
serpentem instinctu diaboli, forte non fuisset Eva seducta, diabolo enim utente lingua ipstus tanquam
istrumento seducta est muiier. Comedisset etiam de omnibus fructibus paradisi, namque ibi sunt.
376 MARIGNOLLIS
ut, (licil Panteon, palet per fructus-ot folla, quae aliqnando erampuntde fluminibus illisiamedi-
cinam, et odori:» suavitatcm. Noe miriim, quia in vicinis provinciis Indiae arbores qoaedam fniclai
mirabilos, sicut \idi, pruferunt uiniii mense. In predicta felicitate posito homine misit Denssoporeoi
et de costa ipsius dorinientis forniavit Evam et vocavit nomea amburum Adam, per alias Ulens MB
hebraicas, scriptum, qunniam quando signitlcat \irum, sicut apud nos dicitar hic et haee humo ec
aliter hic vir. Et pust extasim somni adduxit eam ad Adam, dicens : nosti istam, qai respondit:
quamobrcm relinquot hunio patreni et matrem suam , et adhaerebit uxori. Non dixlt uxoribus qnU
eruut duo non piures in carne una. Deus vocavit nomen eorum Adam alio modo quam \iraiii. Adam
tamen vocavit Evam \irago, co quod de viro sumpta est. Et dedit Deus eis praeceptum comedendi et
generandi et domiuaudi omnibus creaturìs in terra.
De tran sgretf ione primorum parentum induciione serpentU,
• Sed et serpens crat callidior cunctis animantibus terrae, id est creatos magia propter exer-
citium prudentiae ad hominis utili tatem quam propter aliam oecessitatem. Unde dicitar in E^ao-
gelio estote prudente», sicut serpentes etc., non quod hal)oret loquelam naturalem vel asum ratioDiii
tamen fuit pcrmissum ilyaltulo. uti tamquam ministro et nmi aliud, aliter nobilius, ut ex sai ati>
lilate citius mo\ere posset animam Evae; qui dixit Evae, quam invenit solam vagabaodam : cor
prccepit vobis Deus, quod non nianducaretis de omni liij;no? Eva respondit, nos comedimos de
omnibus fructibus panidisi, sed de ilio scicntiae lioni et mali precepit ne comederemus neque tange-
rcmus, ne forte moriamur. Nola, quod jani Adam in parte erat trasgressor, quia ^'agaliatar solus ei
nimiis deliciis iht paradisum, Eva etiaiii sola vagabiinda. Item argumentum. quod JamcomedermL Ilem
quod praeceptum affirmatum Dei vo<!avit in dubium, ne forte, inquit. Tunc^diabolus fecii de dabio
in Ade inlldelem; uequaquam, inquit. Fecit etiam invidum Deum; quasi nollet eis commaoicaie
DeiUitem, seu scientiam l)oni et mali. Mulier ergo fjcta ìnlldelis, videns lignnm pulchrum optimi odo-
ris, et per consequens estimans dclectalnlissinìi saporis, appett^ns nihilominus e<inaiitateni Dei, oblila
Dei comedit. Vidensque se non mori, inxento \iro, obtulitfructum mortiferum viro, seu Adam qai doo
comedisset, sed quia vidit E\am tristari, et tìmens ex tristitia illius rarerc deiectatione et gravatione
prulis, et videns eani non mori, comedit, et tunc statini aperti suut oculi amborum et scivenut
bonum perditum et se malurn incurrisso, quod est prima mors. Et statim membra pudenda, qote
sine libidine fuisserit mola, sicut modo manus vel oculus, quando o[ius fuisset ad actum generandi,
facta sunt in ei>, motu turpissimo, rebellia cum land) pruritu , (luod se ipsos horrenies fugeruDl
ab invii^ein et abscondoruiit se. Serpens etiani qui prius, ut dicunt <iuidam, \ultu placido apparebat,
et omnia alia animalia farla sunt homini inobedientia, quae prius ol>edissent ad nutum. Acceperuiit
auteru folia ficus, seu mumrum, et fi'ccrunt sibi peri/omata, foliis pudibunda velantes. Tunc poft
merìdiem, bora scilicet \espcrtina auditus est sonìlus foiioruni in paradiso, et Deus in subjecta crea-
tura clamai: Adam ubi oii bene tamen sciens ubi esset , sed sicut ex passione loquitar homo
incanrerato, ul)ì es miseri Et alt Adam: Abscondi me, (^uia nudus sum ; tunc dixit Deus: nisi
fuisses iiiobediens, nescires te e^ise nuduni : (]ui culpain restorsit in Deum, dicens : mulier, quiim
dedisti niihi Tecil liaec fieri; mulier rulpat Deum, allegando serpentis iistutiam. Tunc Deus dedit
sententiam post eonfessìonen) culpae, primo rontra sorpeiitem, quod gradiatur sui>cr pcctus reptando
per torram, licei ego viderim in parlibus fllis mullos et niaximos eunles medio corporc crcclo oomino,
quasi mulieres eunles por \iam conspectu eloi'ulis gratis, sed non contìnue. Secunda penitentìa, quod
comedat lerrarn. Tertia, quod iiisidieiur ralmnoo mulieris nnrendo et ipsa conterai caput eius
calcando: vestigium enim mulieris occidit serpentem in i)rofunda fovea latitantem , qaod maxime
comidrtum est in Virgiue gloriosa. Nec petixit Deus a serpente confessionem, quia non dabatorsft»!
locus veniae, sicut hoinini {M-nitenli. Evae autem dedit Deus primo viri prelationem, dolorem in
conceptu et parlu lU fetoreni, et laborem in pndis nulrìlione : primo enim generassot fllios perfe-
ctos sine defeclu. Adae autem non maledixit Deus, ut dicit Pantheon, (jnia primo 1>eDcdixit, s^
alt, maledicta terra in opere tuo: cum operatus fueris eam, non dabit fructus suos, sed spinaset
Iribulos germinabil tihì et in sudore vullus lui ve>reris pane tuo. Primo enim nec terra ftaiswt
infruetUDs.i, nei' cum tribulìs inutililMis, nec cum spini<. Fecit autem eis tunic-as peli iceas. DOS
coiiiinuiiiti-r dìi'inius pellire.iN, ri)« liu<i tainoii dicjtur fìlitrnx, quia de quadam materia, quae fllonUB
1^1, qii.-K' ni-^i'itur iTiter sun'ulo'^ iinruill'irMin ad inudum retis , sicut portavi et dimisi FioreDllM.
Et priiliibuit Deus esum lìgni vil.te. Videle, inquii, Angelis, nesumant de lìgno titao, et viriotlB
MARIGNOLLIS 377
aeterouni , et statini Augilus ccpit Adam per brachiuni et pobuit euiii ultra lacum in monlem
Seyllanum, ubi fui qualuor mensibus et in caso posuit Adam pedem dextnim super lapidem qui
adhuc est, et statini miraculo Divino forma plantae pedis eius inflxa est In marmore, et usqne hodie
perseverai et est magnitudo, seii longitudo duorum nostrorum palmomm et dimidii plus, seu,
quam media ulna de Praga, quara non ego solus mensuravi, sed alius peregrinus Saracenus Hispa-
nus, quia vadunt multi ad peregrìnationem Adae. In alio autem monte ad quatuor quasi parvas
dictas exposita etiam fuit per Angelum Eva. Et ut historìae illamm gentium narrant, nec sacrae
scripturae contradicunt, fuerunt ab invicem separati diebus quadraginta in luctu, post quos Angelus
daxit Evam ad Adam quodammodo disperantem : et consolatus est eos.
De mùnte Sepllafw Mstoria,
• Verum quia materia requirit et credo delectabile et aliquibus proflcuum hlstoriam de ^I-
lano duximus presentibus inserendam, dummodo placeat Gesareae Maiestati ; si vero non placeat,
obelus citius emendabit. Et primo videndum est, quomodo pervenlmus ad euro et qualiter, secundo
de eius conditionibus. Primo namque cum nos dimissi a Kaam summo Imperatore cum donis
maxirois et cspensis transire per Indiam temptaremus, alia via per terram clausa propter guerras
et nullomodo pateret transitus, praeceptum fuit Kaam quod venircmus per Ifauzi, quae olim maxima
India vocabatur. Habet autem Mauzi civitates et populos sine numero et nobis incredibilìa sunt.
Disi vidissem copiam omnium rerum , fructuum , quos nunquam gignit terra latina , et civitates
maximas triginta millia, exceptis villis et oppidis inflnitis. Et Inter illas est civitas famosissima
nomine Campsay mirabilior, pulchrior, ditior et maìor cum malori populo et pluribus divltiis et
dellciis, edificiis et maxime idolorum tcmplis, ubi sunt M. et duo millia religiosi simul habitantes,
quam aliqua civitas, quae sit in mundo vcl forte fuerìt unqiiam. Ubi scribunt scribentes esse decem
millia pontium nobilium de lapide cum sculpturis et imaginìbus principium armatorum, incredibile
est non videnti et tamen forte non mcntiuntur. Est etiam Zaiton portus maris mirabilis, civitas nobis
incredlbilis, ubi Fratres Minores habent tres Ecclesias pulcberrimas, optimas et ditissimas, balneum
fnndaturo, omnium mercatonim dcpositorium , habent etiam campanas optimas et pulcberrimas ,
quarum duas ego feci fieri cum magna sulemni tate, quarum unam lohanniniam, aliam Antoninam
decrevimus nominandas, et in medio Sarracenorum sitas. Rccessimus autem de Zayton in festo san-
cii Stephani et in quarta feria majoris ebdomade pervenlmus ad Columbum, Deinde volentes navigare
ad Sanctum Thomam apoitolum et inde ad Terram Sanctam, ascendentes jnnkos, de inferiori India,
qoaie Nimbar vocatur, in vigilia Sancii Georgi, tot procellis ferebamur, quod sexaginta vicibus vel
amplius fuimus quasi demersi sub aqua usque ad profundum maris, et solo divino miraculo evadentes,
tot mirabilia vidimus, seu ardere mare, dracones ignivomos volantes, et occidentes aliorum junkorum
personas in suo transito, nostro Divina ope manente illeso, virlute Corporls Christi, quod portabam,
et meritis Virginis gloriosae etSanctae Clarae. Et quia omnes Christianos induxeram ad lamentum
el penitentiam, ipsaque procella durante dedimus vela venlis, nos Divino regìmini committentes ,
de solis animabus curantes. Divina autem clementia nos ducente, die inventionls sanctae Crucis
invenimus nos perductos ad porfum Seyllani nomine pervilis, ex opposito paradisi, in quo domi na-
bator contra verum Regem Tyrannus quidam nomine Goya Paan castratus, pessimus Sarracenus, qui
prò mag^a parte occupaverat rcgnum, propter inflnitos Ihesauros, quos bahebat, qui tamen prima
(àcie nos honoravil fiele, postmodum curialiter nomine mutui accepit nobis LX. M. marcarum in
auro, in argento, serico, pannis aureis, lapidibus preciosis, perlis, camphora, musto, mirra el
aromatibus ex dono maximo Kaam et aliorum principium et Xenia missa Papae et fuimus curia-
liter capti quatuor mensibus.
t In isto altissimo monte forte post paradisum altiore, qui sit in terra, putant quidam esse
paradisum el male quia nomen contradiclt; vocatur enim ab incolis Zindanbaba; babà id est pater,
et marna id est mater in omni idiomate mundi, et Zindan idem est quod infernus patris, quia ibi
de paradiso expulsus, positus fuit pater quasi in inferno. In isto etiam altissimo monte est cacumen
snpereminens, quod raro videri potest propter nebulam. Deus autem mlsertus lacrimis nostris,
quodam mane in aurora fecit ipsum luminosum, et vidimus flammam clarissimam illustrantem
ipsum. In descensu collis ejusdem montis est planitìes altissima pulcra, in qua sunt per ordinem,
primo forma pedis Adae, secundo: Statua quaedam sedens, sinistra manu super genu quiescente,
dextra levata, extensa contra oceidentem. Item domns eius, quam fecit matiibus suis quasi perroo-
378 MARIGNOLLIS
dum sepulcn qiiatiraiigulu iililuiiga liustio in medio de luaximis lapidibus marniureU UbalU non
muratis, sed sappositis. Dicunt incoUc, maximi reiigiosi, qui stani ad pedes montis sine fidesas-
ctissimae vitae, quod illuc nunquam ascendit diluvium. Ideo est permaneos domns Illa, sonmianKs
contra sacram scripturam et dieta sanctorum; ipsi tamen habent prò se argomenU appaientii
valde, et dicunt se non descendissc de Caym, nec de Setb, sed de aliis flliis Adae, qui gennilflUoi
alios et Alias; quia tamon est contra sacram scripturam, pertranseo. Nunquam lamen eomediiDt
carncs, quia Adam nec alii cumederunt carnes usque post diluvium. Nudi vadunt a lambii et
sursum, et prò certo sunt boni moris. Habent domos de foliis palmarum, quae cam digito fran-
gerentur et disporsas per silvas, plenas divitiis; et tamen .securissime habitant a faribns, niùsiat
aliundc et inopos vagadundi. In codem monte versus paradisum est fons maximus bene deeen
miliarum italicorum aquis opttmis perspicuus quem dicunt derivari de fonte paradisi et ibi eram-
pere, quod probant; quia nliquando erumpunt de fundo quaedam folia ignota et in magna copia,
lignum alocs, et lapides pretiosi, sicut Carbunculus et Saphirus, et poma quaedam ad Mnitatfm
■Dicunt etiam lapillos ilio causatos de lacrimis Adae, quod falsum omnino videtur. De moltii aliis
pertranseundum puto ad praesens.
De horto Àdae et fruciibus iptiui.
• Sunt cnim in borio ilio Adae de Seyllano, primo, musae, quas incolae flcus vocanl. Masi
aulem magis videtur pianta hortensis quam arboa. Est enim grossa arbor, sicut quereus, ettanlae
teneritudinis, quod forlìs bomu |K)sset eam digito perforare, et exit de ea aqua contlnae; folla istiv
musae sunt pulcherrima, longa et lata valde, viriditatis smaragdi, ita quod de foliis illis tacioat
tohalias in uno prandio tantum; quando etiam primo nascuntur pucri, post lotionem condilos sale
et aloes et rosis, involvunt ods sine fascia in fuliis istis, et In arcnam ponunt; folia Illa sunt
longitudinis secundum magis et minus bene decem ulnarum, et similitudinem nesclmns ponere,
nisi emilac campanae. Fructum producit tantum in sumniitate, et in uno bacalo faciaot bene
treccntos fructos et prius non valent ad comedendum ; applicantur in domo et sani optimi odoris
et mclioris saporis, et sunt Inngi ad modum longorum digttorum manus, et per se alando mato-
rantur. Et istud vidimus oculis nustris, qui ubicumquc inciditur per transversam, in atraqve parte
incisurae videtur imago hominis crucilixi, quasi si bumo cum acu scuipsisset, et de istis foliis Ocu
Adam et Eva fecerunt sibi perizomata ad couperiendaro turpitudinem suam. Sunt ibi et aliae
artNires muKae et fructns mirabilcs, quos nunquam vidimus bic, scilicet nargìllns. Est aotem
nargillus nu\ Indirà; arbur eìus est in <\>rtice delicalissinia; fi)lia hal)et pulcberrinia, quasi palata,
de quibus fiunt xportae, se\taria, cooperiunt domos de ligno, scilicet bastas et trabes, de callo
sive xcorlia faciuul funes, de U-sta cuppas vi Nas. Item contra venenum flunt de ipsis coclearea:
in tosta osi carnositas duorum digitoruni optima ad comendum, quasi amigdala; comburitur etiam,
et .sir til inde oleum optimum et Zukara. Intus est liquor, ad modum lactis bullìt, et sic fltinde
oleum optimum, et Zuiiara. Intus est liquor; ad modum lactis buUit et flt viuum optimum. Est
ibi alia arbur, qnar vocatur Amburanus optimi odoris et saporis quasi ad modum persici. Est et
alia arl)or mirabilis nomine Ciakeharuhe ingens, quasi <iuercus ; in grosso, non in ramis produrit
fructos mirabiles ad magnitudinem unius grossi agnelli, vel pueri trium annorum; cortex ejus
dura, ut pini apud nos; inciditur securi; habet intus c4irnositatcm plenam omnis saporis, soavilaie
quasi mellis et optimi peiMmìs it^ilici , et bene quingenas castaneas continent eiusdem saporii;
quando sunt coctae, bene romestibiles; fructus alios non recordor me vidisse, nec pira, nec poma,
nec llcus, neo vites, nisi quue faciunt tantum folia, non racemos. Nisi quod in Ecclesia Salirti
Thomae Apostoli pnlcberrima, ubi ipse fuit Episcopus, est vinca parva, faciens panim vini, quam
vidi; dicitur autem ; quando ivit, portavit secum parum vini prò mìssis, sicut ego feci annis quasi
duobus, «luo deficiente ivit ad paradisum, ministiTio angelico introductus, portavit secum de uvi*
illis, et grana seminavit, et crevit vinca, et fecit sibi vinum, et ego vidi eam ibi: alibi tamen
sunt vites, uvas tamen non faciunt et probavi: similiter peponeii et cucurbitas, nullam berbam vel
olerà comestibilia vidi, nisi silvas de basilico. Ista sunt in orto Adae. Sed de qua arbore fhicliun
comedcrit, ignoratur; tamon per coniecturam lial)eri potest quia do Cedro, nam scribitur; ipK
lignum lune notavìt, damna tigni ut soixerct. Fuerunt itaque in ligno crucis palma, oliva, cipressos,
et cedrus, qui solus dicitur esse fructus delecLibilis ad manducandum, ut tale videtur iignom cncis
apud Dnminum nostrum Karolum impcralorem in sua cruce, quam vis llli dlcant de musa, qiM
MARI6N0LLIS 379
dicitar ficus, et repraesentat imaginem cruciflxi, tioc sine prejudicio et assertione. De predictu aulem
frartu dicit quaedam glosa liebraica super illud proverbium Ezecliielis: Paires eomederunt uvam
aeerbam, et dentet fUìorum obstupuerunt ; ubi enim nostra litera hahet patres, hebraica veritas
habet Adam, scriptum aliis et aliis flguris. Nam Adam uno modo apud eos scribitur, quando
signiflcat parentes, seu virum et uxorem juxta illud Genesis; vocavit nomen eorum Adam in
numero plurali. Aliis lìteris scrlbitur, quando signiflcat tantum virum, sicut in nostra lingua dicitur
kic et haee homo et alio modo dicitur hic vir. Sed non habemus distinctos apices et sonantes per
se, sicut hebraei. Nam Sem scribitur aliquando per Zade , alio modo per Samech , et ita Abram
aliquando per Aleph, aliquando per he» et vario signiflcat modo; Adam eomederunt uvam aeerbam,
Sed non consonat haec glosa nostris doctoribns, quia in cruce non fuit lignum vitis. Idem de flcu,
de quo tenent fllii Adae de Seyllano, nec de musis propter eamdem causam, non obstante, quod
fecerunt perizomata de foliis illis propter magnitudinem foliorum. De olivis nullus dicit, nec de
dactilis, quamvis sint delcctabilcs. Fuit tamen palma in cruce, sicut bene apparet in Ugno Impe-
rialium Reliquiarum aperte meo judicio. Si enim vera esset relatio Yiterbiensis in Pantheon^ tunc
non esset quaestio : dicit enim, quod quando Adam fuit inflrmus, roisit fllium suum ad paradisum,
petendo oleum misericordiae repromissum. Angelus custos paradisi dixit: nondum est tempus;
tamen accipe tres istos ramos, seu olivae, cedri et cipressi; et pianta; quando facient oleum, tunc
pater tuus surget sanus. Venìt Seth et invenit patrem mortuum in Ebron et contorsit tres ramos
istos, et plantavit super corpus Adae et statim facti sunt unum. Tandem arbor Illa crescens tran-
spiantata fuit, primo in monte Libani, postmodum prope lerusalem et est ibi hodie monasterium
Grecorum, ubi fuit incisum illud lignum, et est sub altari fossa illa, et vocatur monasterium ex
eventu, Mater crucis in bebraico, et illud lignum fuit revelatum Salomoni per Reginam Saba, quod
Salomon sepeliri fecit sub profundissima turri, et facto terrae motu in nativitate Christi erupit,
scisso fundamento turrls, et illius virtute facta fuit probatica piscina.
De amictu Parentum.
»
• Fecit autem Dominus Adae et uxori eius tunicas pelliceas et induit eos. Sed queritur de
qulbus pellibus, vel de novo creavit, quod non sapit; vd animai occidit, quod non placet; quia
noodum erant muitipllcata per generationem , et duo et duo tantum in principio creata fuisse
creduntur; ideo videtur sine assertione dicendum, quod non pelliceas tunicas est legendum, sed
flllceas. Nan Inter folla nargillorum, de quibus supra dictum est, nascuntur flla ad modum telae,
staminis quasi grossi et rari sicci, de quibus etiam hodie flunt apud illos et apud Jndaeos vestos
prò pluvia rusticorum, qui vocantur camalli, portantes onera, et etiam homines et mulieres portanl
soper scapulas in lecticis, de quibus in canticis ; ferculum fecit sibi Salomon de lignis Lybani, ìd
est lectulum portatilem, sicut portabam ego in Zayton et in India. Unam talem vestem de fliis
illis camallorum, non camelorum, portavi ego usqne Florentiam et dimisi in sacristia Minorum
similem vesti Ioannis Baptistae. Nam pili camelorum sunt delicatior lana, quae sit in mundo post
serìcum. Fui enim aliquando cum inflnitis camelis et pullis camelorum in deserto vastissimo
descendendo de Babilon confusionis versus Aegyptum per viam Damasci cum Arabibus inflnitis .
Nec in Seyllano sunt camelì, sed elepbantes innumeri, qui, licet sint ferocissimi, raro tamen nocent
homini peregrino. Ego equitavi super unum Reginae Sabae, qui videbatur habere usum rationis,
si non esset contra fldem.
De vietu Parentum,
« Vlxerunt autem in Seyllano primi parentes de fructibus istis, et bibebant lac animalium,
non carnesante diluvium, sicut nec adhuc comedunt homines, qui se dicuntfllios Adae,comede-
ront. Fuit autem positus Adam in monte Seyllano , et inceplt ibi ediflcare domum , ut dictum est
sapra, de tabulis maximis marmoreis etc. Ibi habitant homines religiosi ( Buddhisti) et mundissimi,
immo tantae munditiae quod nullus habitaret io domo, ubi spuisset aliquis, immo, quamvis raro
spoant, tamen vadunt longe tam prò sputo , quam prò alia materia. Comedunt tantum semel in
die, numquam bis; nullum potum praeter lac et aquam bibunt, orant mundissime, scribunt primo
in arena digito, et sic docent formare literas pueros, postmodum stilo ferreo in foliis papiri, sci-
licet arboris cnitisdam. In claustro sunt doae arbores dlssimiles in foliis ab omni alia; sunt cir-
:)80 ^ MARIGNOLLIS
cumdutac curonis aureis elgeiiiiuis, ci luminaria suntant« eas et illas colanUlali eliam nuiMpuB
in crastinum scrvant aliquid in domo sua, io arena jacent, nudipedes incedont, bacnlos innaatt
gestant; tunica quasi Fratrum Minorum sinc capacio, et mantello, ad modum ^kostoiorom pli-
catu bupcr humerum, sunt contenti. Vadunt omni mane processionai iter prò prandio
rlsum, uccurrunt eis Principes cum maxima devolione, velalìiet dant ad mensuram et
pcrsonarum, lixum in aqua comedunt cum lacte nargillorum et musis. Haec vidi ocolls iiiels,et
feccrunt mihi fcstum, quasi csem de ordine eorum.
De cuUu poti diluvium.
t Gcnuit autem Sem xziiii Principes familiarum, Caam xxxiu, laphet pater Doster xv, et
tot postmodum divisao sunt linguac minus tantummodo una etc. ArCaxat (llias Sem anno aetatis
XXXV genuit Sola vel Sale, a quo India populata est et divisa in tria regna. Quorum prtmum vo-
catur Malici, olim Cpn . ubi usque bodic est portus et civitas nobilis , quae dicitar Cynkalao,
id est magna India, nam Kalan est magnum ad torram secundac Indiae quae dicitur Nymbar,
ubi est Cynkali, id est parvum, parva India. Secundum Indiae rcgnum vocatur Sffmbar, dcqao
loquitur beatus Augustiuus, de philosophis caninis, qui ideo Canini dicti sunt, quia oatnram
canum imilari doccbant, ne videlicet de naturalibus bomo verccundari deberel, nectamen potw-
runt persuadere pupulis, quod etiam lllii non verecundarentur coram patrìbus balneari, vel pn-
diMida ostendere. Ibi esl civitas Columbi, ubi nascitur piper, de quo supra.Tertia proviocU India
viicatur Maabar, ubi est Ecclesia Sancti Thomae, quam manu propria editlcavit, et alia quamedi-
flcavit cum opcrariis, quibus solvebat de lapillis maximis, quos vidimus, et de uno Ugno inciso
in monte Adae in Scyllano, quod fecit sccari, et de pnlvere secaturac sunt arborea. Fuit anien
lignum illud ita maximum incisum per duos sclavos suus, et ipsius cingulo tractum in mare, et
precepit ligno, diccns: vade, exptn^ta nos in portis civitatisJItrapoIis, ( Meliapur) quo cum pervenisse!
Rox cum luto esercita suo, conabatur trabere in terram, nec movere potuenint homines decem millia;
lune supervenit Sanctus Thomas Apostolus indutus camisia, stola et mantello de pennis pav<»iam
super asinum, sociatus duobus illis sclavis, et duobus magnis leonibus, sicut pingitur, et dama-
vit: nolitc inquit, tangere lignum, quia meum est. Unde, inquit Rex, probas tuum? Qui solvens
funiculum, quo erat precinctus, procepit sclavis, ligate lignum et trabile in terram, quo (acillime
in tnrrani Irarto, llex cunvertitur vi donai sibi de terra, quantum voluit cum asino circuire. Ec-
clesi.'is l'tiiiirat in civitale in die, sed noote ad tria miliaria italica fcrebatur, ubi sunt pavones in-
nuniori, unde sagiltas, quam fricciam vocant, in latore, sicut misit manum in latus ClirisU, per-
cussus, bora coinplclorii ante suum uratoriuni iarens ol sanguineni sacrum totum per latus effUu-
dens, tota nucte prrdiraiis , mane rttldil animam Di'u. Sacerdotes tunc terram illam sanguine
mixlam collegerunt, et secum sopoilerunt, de qua vidi expressum miraculum in Persona niea
duplìcatuni, alibi rocitandum. Mirum autem continuum ibidem apparel, tam de apertione maris,
quam de pavonibus, ci quia quanto plus trahitur terra de i Ila fovea una die, tantum scaturii alia,
de qua bibita rurantur languores, lam per Christianos, qunm per Tharlaros et paganos , finnt aperta
miracola, bedit etiam Rex iile statcrani ponderis piporis beato Thoma(>, et omnium specierum aro-
matum in aeternum, quam nullus potest eis auferre sine periculo mortis. Fuimus ibi diebus qua-
tuor; ibi est summa porlarum piscalio.
« ,
t De monstris quae bysturiac vp| fabulac llngunt vel pinpunt et dicunturesse in India, de
quibus eliam beatus Augustinus Lib. de cìvitate Dei xvi facit memoriam, pula quod sunt qui tan-
tum in fronte unum habcnt oculum, quidam plantas vcrsas posi cnira, quibusdam utriusquese-
xus naturam, et dextram mammam virilem, sinislram ntuliebrem esse flngunt, ali i sine capite et
sine ore, in pectore tantum babere foramen. Alii ptr nares tantum alitu vivere, aliì statura cubi-
tali cum gruibus dimicare. Alii octavuni annuni non excedere, quinquies concipere et parere. Alii
sine iunctura, alii supini jacentes, plantam pedis unibram sibi faciendo, quidam babentes capita
canina, yppopotanios ci alia multa monstra poctac fliixiTunt. De istis omnibus si concludit bea-
tus Augustinus, ani nullo mudo sunt, aut si snnl et ratiunc utunlur vel uti possunt, ex Adam
omnes, homines sunt, aul monslra in natura; sunl tamen ex Adam, sicut Inter nos aliquaodi»
nata sunl, panca in illis partibus et in loto genere humanosunt multa, sicut ponlt exemplnmdc
MARIGNOLLIS 381
vaiiis gibbosìs, de homine babente sex dìgitos et de aliis maltis Ego tamen, omnium prò-
vindarum indorum cariosissimas peragrator, sicat sepe plus babai animum curiosum quam vir-
taosam, volens omnia nosse si possem, et qui plus dedi operam, ut puto, quam alius, qui le-
gatar vel scialur ad investigandum mirabilia mundi, et transivi per principaliores mundi provin-
cias maxime ubi totius orbis mercatores conveniunt, scilicet in insula dieta Ormes (Ormuz), nunquam
potui investigare prò vero tales gentes esse in mundo , immo ipsi a me petebant ulrum essent. Nec est
aliqua natio talis, nisi ut dixi, monstrum, nec illi qui flnguntur uno pede sibi umbram faeere,
sunt natio una, sed quia omnes Indi communiter nudi vadunt, portant in arundine parvum papi-
lionem semper in mann, quem vocant Cyatpr (il sanscrito ch'atra ombrello, onde eh' atrin om-
brellifero), sìcut ego babui Florenciae et extendunt contra solem et pluviam, quando volunt;
istud poctae (Inxerunt pedem.
Incidens de quodam Indo bapHzato.
• Cum etiam essem in Columbo, cum principibus illis Christianis, qui ModiUal vocantur Domini
Piperis, ante Eccle^iam quodam mane venit bomo nudus a lumbis supra venerandae staturae, alba
barba , solo pallio coopertus cordala nodosa ad modum stolae diaconi , et toto corpore in arena
prostratus adoravit, caput ter ad solum percutìens ; tandem surgens cepit pedes meos nudos osculari
desiderans; prohibitus autem surrexit; postmodum residens in arena per interpretem flllum, qui
captus aliquando a Piratis venditus fuit enidam lanueniti mercatori et baptiiatus, et casa tunc
erat nobiscum et patrem ex circumstantiis recognovit , dixit nobis totam vitim suam. Numquam
cames comederat, nunquam nisi unam cognoverat causam prolis procreandae, quatucir mensibus
in anno purissime ieiunabat, granum risii parum in aqua bnllitum et fructus et herbas de sero
manducabat , in oratione pernoctabat , et antcquam intraret oratorium suum , corpus totum aqua
lavabat, et induebat mundissimam lineam vestem ad hoc solummodo preparatam; tunc intrabat
et eolebat diabulum in idolo sao purissima devotione, et erat sacerdos totius insulae, quae sita
est in ultimis finibus Indorum. Deus videns eius pnritatem illuminavit eum primo per sapientiam,
tandem demon coactus per os idoli dixit sibi; non es in via salatis; ideo precipit tibi Deus, ut
vadas in Columbum itinere per mare annorum duornm; ibi invenies nuncium Dei, qui docebit
te viam salutis; ideo, inqnit, veni ad pedes tuos, paratns in omnibus obedire, et quod plus est,
in somnis vidi faciem tuam, sicut modo agnosco. Tane cum lacrimis facta oratione confortantem
eum^dedimusslbi fllium suum baptizatum interpretem et doctorem. Tunc post tres menses instructum
baptizaTimus Michaelem vocantes et percepta benedictione remisimus ipsum, promittentem quod
fldem quam didicerat aliis predicaret. Haec hystoria utilis est ad ostendendum quod non est
personarum acceptio apud Deum , sed quicumque legem scriptam in corde adeo servat , quod
slgnatum est super nos lumen vultus tui. Domine, acceptus est illi et docct viam saluti*. Utrum
autem iste, quia per duos annos navigans per mare et per Indorum insulas olim ignotas aliquid
vidisset de monstris istis, vel saltem audisset, inquisivimus , qui omnino nihil scivit. Nec etiam
apud Reginam Saba, ubi tamcn oritur sol modo opposi to nobis, et in meridie transit umbra viri
ad dextrum, sicut bic ad sinistrum, et occultatur ibi polus articus nobis gradibus sex, et antarticus
totidem elevatur, sicut Dominus Lemon de lanua nobilis astrologus nobis ostendit et multa in
astris mira. Sunt tamen bene quidam gigantes, quorum unum vidi, cui non potui cum capite
attingere ultra cingulum, turpissimae flgurae et fetidae valde. Sunt homines silvestres in silvis
cnm flliis et nxoribus nudi et pilosi habitante-s, inter homines non apparent, et raro potui videre
aliquem, quia abscondunt se in silvis, quando sentiunt homines transeuntcs, faciunt multa opera,
seminant et coUigunt biada, et multa alta, et quando mercatores ad eos vadunt, ut vidi, illi
exponunt venalia in medio viae, et fugiunt et stant absconsi, tunc currentes vadunt, et ponunt
pretlum, et mercator accipìt res relictas. Sunt etiam monstruosi serpentes, et fere sicut habet in
clausura sua Pragensi Dominus imperator Carolus. Sunt etiam animalia quaedam, quasi ad flguram
homìnis, maxime apud reginam Saba, et in claustro de Campsay, in ilio famosissimo monasterio,
abi sunt tot monstruosa animalia quae volunt esse animas defunctorum. Sed ex certa scientia
didici esse animalia irrationabilia , nisi quod diabolus utitur eis, sicut olim lingua serpentis
demerentibus illis inftdelibus propter infldelitatera eornm, alias vita illoram in religiosis moribus
et oraiionibus contenta et Jeiuniis, si essent in vera nde, excederet omnem observatiam et conti-
oentlam nostram. Yeniunt cnim Illa animalia ordinarie ad comedendum dato signo, vcrum tamcn
38:2 NARIGNOLLIS
nunquam venerunt cruce presente, post venerunt cruce recedente, ideo concludo quod ista fflonslra
homines non sunt, lìcet videantur habere aliquos actus, sed sunt sicul timeae, quas si nanqnam
vldissemiu» , pataremus hominet ette, nisi cautum illa monstre, ut dixi, quae nata sunt, prieler
consueludinem de Adam. Nec putandam est, ut dicit beatus Augustinus. antipodes esse quasi
homines plantas con tra nos tcnentes, quod nullomodo putandum est, quia terra Armala esl saper
aquas, et ut experientia eerta didicimut, dividendo oceanum in modum crucis, duae quadrae sani
navlgabiles, et due aliae nullo modo. Noluit enim Deus quod homo posset circuire per mjure
totum mundum. Ermafroditam vidimus, pon tamen generantem, slcut est, nequo ctiam molus
generat.
De Yotfoda PonUfUe,
« Dicunt etìam illi de Saba, quod ibi nunc etlam aliquando apparet et est ibi foDS, onde
dicnnt eum blbisse in pede montis, et ego bibi de fonte ilio, non tamen potui ascendere montem
illum beatum (GybeitJ gravatus inflrmitate propter fortisslmum venenum, quod blberam in CohtmbOp
mihi propinatum ab bis, qui volebant repere quae habebam, quamvis proiicerem frustretim spolla,
cames omnium intestinorum cum infinito sanguine, et passus fuerlm tertiae speciei Incarabilem
dissenteriam, monsis quasi undecim, de qua forte nullus dicitur alius evasisse. Deus tamen misertus
est mei , ut refcrrem , quae vidoram et auxilio cujusdam medicae illìus reginae evasi, quae cam
succis herbarum tantum et abstinentia me curavlt. Rcgtnam etiam illam frequenter vidi et solemniter
benedlxi, et super eius elefantem equitavl, et in eius convivio glorioso fui, et ipsa me in conspectu
totius civitalis in solio residentem hunoravit dunis roagnitlcls, nam cingulum aurenm, sicut ipsa
donabat prlnciplbus institutis mihi donavit, quam latrones mihi acceperunt in Seyllano. Donavit
etlam mihi vestes, petias integras pretlosas subtiles, centum quinqnaginta, de quibus novem recepì
prò Domino Papa, quinque prò me, sociis principalibus dedi tres prò quolibct, minoribus daos,
et omnes alias in eius conspectu distrbui immediate astantlbus servitorlbus eius, ne essem avams,
ffuod fuit summe commendatum et magnificum reportatum. Hoc incidens non despliceaL •
Da questo saggio si vede l' importanza grendissima della pubblicazione fatta dal Colonnello
YuLE, la quale aggiungo nuovo giurie all' Ordine Minoritico.
Ora metteremo qui alcune noto, o schiarimenti, con cui il Chiarissimo De Gubbrnatis spiega
qualche vocabulu uscuro, dei capituli riferiti, o fa avvertire la rispondenza o dissonanza delle
notìzie storiche che dà il De Marh;nollis, e della sua scienza con i presenti studi.
Nel primo: De Creatione, fa avvertire • essere notevole il contrasto del modo con cui furono
accolti i nostri italiani, Giovanni da Montecorvino, Marco Polo e Giovanni MarignoUi nel secolo XIII
e XIV, con quello che usanu i Cinesi da qualche secolo in qua nell' accogliere ogni maniera di
stranieri. Ma non doversi neppure dimenticare la diversa maniera che tenevano i nostri primi
intrepidi, ma cavullereschi viaggiatori, e gli odierni forse troppo violenti e cupidi esploretori di
terre. • Ed inoltre, « iieH* originalo ingresso che fecero alla corte dell'Imperatore della Cina, essere
qualcosa di grandioso. Invece d'inchinarsi, di umiliarsi al sovrano orientale, MarignoUi entra
gioriosamrnte come un conquistatore, fatto forte della sua fede cristiana, ed obbliga l' Imperatore
ad inchinarsi a lui per ricoveri' la t>enedizione. • Nota anche nel Francescano « l'irresistibile buon
umore fiorentino. Il quale in una descrizione di viaggio fatto cosi lontano ad una città dell'
importanza di Pekino, ove egli rimase quasi quattr'anni, trova posto speciale al ricordo di cosa che
nessuno si attenderebbe di trovare indicata in una cosi breve e sommaria relazione di viaggio ( cìoìmI
papirum prò laternit, che egli e i suoi compagni ricevevano col resto della Corte di Pekino). •
Ancora, il Mxrzi, o Manzi, che quivi nomina, e in altro luogo poi dice Maxima India, è la
Cina meridionale; e il Columbum, ove diro che natcitur piper, non s' ha da confondere cai Colombo
di Seillan; ma è il Colon, o Conia m , o Kulam nel Dekan meridionale. TI cono mundi contra
paradisnm, par debba essere la punta del conico Dekan, di fronte a Seillan. L'avere poi il
.MarignoUi scritto sopra la colonna, che quivi elevò, Utterit latinit e indicit, mostrerebbe eh' egli avesse
avuto sufficiente conoscenza di qualche dialetto del Dekan. La Regina Saba, che visitò, probabil-
mente era la regina di Va\a, o almeno di quella punta ove dice\ano comandare le donne. Final-
mente direndo che per mare andò ad SeyUaitum monlem gloriotum e^ oppo$Uo paroditi, e che de
MARTI 383
Sepìlano wque ad paradisum sùnt miUiaria italica quadraginta, farebbe « credere che il Harignolli,
dopo essersi trattenuto sedici mesi presso i cristiani di San Tommaso, si fosse avanzato Ano alla
punta del capo, e poi di là imbarcato per Giava, e da Giava per Seillan, ove gli si potè indicare
a 40 miglia di distanza qualche parte dell' isola stessa come sede del Paradiso. » Ma, a vero dire,
in questo punto il discorso è cosi confuso, che non lascia alcuna speranza di seguire in modo
sicuro il suo itinerario.
Capitolo secondo: Di Paradiso. Dove dice che il fonte del Paradiso si divide in quatuor
(lumina, quae tranteunt per SepUanun^ il Db Gubernatis nota: « Per la stessa ragione, proba-
bilmente, per la quale si collocò in Seilan la mitica Lanka, sede di Ràvana, rivale in ricchezza del
Dio delle ricchezze Kuvera, si dovette dallMmmaginazione indiana flgurare il Paradiso in Seylan.
È noto come nel mito, l'inferno e il paradiso siano strettamente congiunti; Qiva, Yama, Kuvera
son nomi paradisiaci ed infernali. •
Capitolo terzo: De arboribut Paradisi. 11 Panteon che quivi si cita dal Marignolli, è la
Cronaca di Goffredo da Viterbo, del secolo XII.
Capìtolo quarto: De transfiressione primorum parenium indtictione serpentis. Quel che quivi
dice il Marignolli dell' all}ero di fico, o musarum, è antichissima tradizione indiana. • La stessa
tradizione (dice il Db Gobernatis) trovò ancora il Padre Vincenzio Maria di Santa Caterina presso
i cristiani di San Tommaso, dai quali senza dubbio il Marignolli tolse informazione. • A quel che
dice poi il Missionario, citando le storie indiane, dell' essere stati divisi Adamo ed Eva per quaranta
dì dopo il peccato, il De Gobernatis, aggiunge : « Non è forse affatto e-stranea a questa leggenda
quella che servì di tema a Meghaduta di Kalidasa. Un yaksha o guardiano del Paradiso di Kuvera,
per una colpa è disgiunto dalla sua sposa, che manda a salutare per mezzo d' una nuvola messaggera.»
Capitolo quinto: De Monte Seyllano historia. Quivi è da notare che la città di Campsay, non
é già Cambaya, come suppose il Dobner, ma Cansai nella Cina. Lo stesso Dobner poi annotava
le parole del Marignolli : Deinde volentes navigare (de Columbo) ad Sanctum Thomam apostolum;
« nempe ad montem S. Thomae a Madras dissitum in litoribus Coromandelae ; ad quem etiam
bodie multae peregri nationes flunt a vicinis christianis. Mons biceps est, in quorum altissimo
specus est, quam S. Thomas Apostolus incoluisse traditur. » In quanto poi al nome di Zindanbaba,
che il Marignolli dice che era dato a quel monte, il Db Gubernatis dubita che sia riferito con
esattezza; e il zindan, che il Missionario spiega infemus patris, quia ibi de paradiso espulsus,
positut fuit pater qucui in infèrno, il De Gubernatis osserva che « zindan, anziché all' inferno, ci
farebbe pensare al e' andana o santaio, da cui si intitola appunto una montagna del vicino
Malabar {e' andanagiri, c'andanac' ala, montagna del Santaio); e dubito che anche nel Zindan-baba
si nasconda un signiflcato analogo e' andanapatha , che sarebbe ti paese del Santaio; le palatali
sono spesso rese con una z, nella trascrizione de' nostri viaggiatori. >
Capitolo sesto: De horto Adae et fructibus ipsius. Qui parla il Marignolli della corteccia d' un
albero, qui ubieumque inciditurper transversum, in utraque parte videtur imago hominis crudfixi.
« Questa singolare notizia (dice il De Gubernatis) è confermata dal Padre Vincenzio Maria da
Santa Caterina e da altri viaggiatori. > Anche parla il Missionario di un albero maraviglioso nominato
Gkebaruke, che è l' albero della giacca. Finalmente parlando dei diversi legni d' albero, di cui si
supponeva composta la Croce di Gesù Cristo, il Marignolli cita di nuovo 1' autorità della relazione di
Goffredo da Viterbo; t la quale conviene in buona parte (dice il Db Gubernatis) con La leggenda
di Adamo ed Eva, edita nel 1870 dal Prof. D' Ancona a Bologna presso Romagnoli. >
Capitolo settimo: De amictu Parentum. Qui abbiamo il genovese camali, facchini, derivante
dall'indiano ammel.
384. Marti. — Origen de las Misiones Franciscanas en China
por el P. Fr. Juan Marti de la Provincia de S. Juan Bautista.
Così l'HuERTA (Estado, ec.).lì P. Marti partì dalla Spagna per le Filippine il 1669, giun-
gendovi il 1671. L' anno appresso s' imbarcò per la Cina, dove entrò col nome di Ting, e vi sparse
per 9 anni la divina parola con molto flutto. Tornato alle Filippine, morì in Manila il 17 di mag-
gio del 1704.
384
MARTIMEZ - MARTOREL
385. Martinez. — Compendio historico de la apostolica Pro-
jL. vincia de S. Gregorio de Philipinas de Religiosos Menores Descalzos,
en que se declaran sus heroycas empressas para la dilatacion de
nuestra santa Fé, por varios reynos y provincias del Assia : con
las vidas, martyrios, y hechos en comun , y en particular de sus
venerables hijos, correspondientes a la succession de los trienios
y Missiones , desde su fundacion , basta los arios del Seiior mil
setecientos y oche. Dividese, para mayor claridad, en tres libros.
El primero compendia todo lo que teca a està Provincia e Islas
Philipinas. El segundo a la gran China, Cochinchina y otros
reynos. Y el tercero de lo porteneciente a el Japon. Obra que dexó
escrita el Reverendo Padre Fray Domingo Martinez, Predicadop,
Ex-Difinidor, Chronista general de la Provincia y Comissario del
Santo Oficio . Sacalo a luz la misma Provincia en el trienio de el
R. P. Fr. Alexandre Ferrer , Predicador , Ex-Difinidor y Ministro
Provincial, etc. Impreso en Madrid el ano de 1756.
Uo volume in foglio, di 13 carte preliminari non numerate, e 340 pag. il lib. I; 116 il
secondo; e S18 il terzo. È uno de' più importanti lavori per la storia delle nostre Missioni nelT
Arcipelago Filippino, nella Gina e nel Giappone. Ne trovai un esemplare nella Biblioteca del nostro
Collegio di Pastrana in Ispagna ; un altro era nella Biblioteca del nostro Convento de* Santi
Quaranta in Roma; e un terzo ò appresso di me, regalatomi da' Padri del sopraddetto Collegio.
— Esposicion de la doctrina cristiana con varios opusculos
piadosos, en idioma Bicol : por el P. Fr. Domingo Martinez de la
Provincia de S. Juan Dantista. Impreso en Manila por Francisco
de los Sanctos, ano de 1708.
— Vida admirable del venerable Fr. Francisco de la Con-
cepcion.
Frale Francesco della Guncczione fu un celeberrimo Missionario in Gina nella seconda metà del
secolo XVI. Io posseggo alcune sue relazioni inviatemi dallo Filippine.
Questi due ultimi lavori sunu ricordati dall' Hcertà (Estado, ec.J, il quale ci fa sapere che il
Padre Martinez recatosi alle Filippine il 1696, quivi amministrò parecchi popoli, come Quipayo,
Gas, Triga, S. Gruz de la Laguna: e in qucst' ultimo morì l'ottobre del 17i7, di 59 anni.
Mi.
Asia
386. Martorel. — Catecismo de doctrina cristiana en idio-
ma Iraya o Egongot: por el P. Fr. Domingo Martorel de la
Provincia de S. Juan Dantista.
Gosì l'HuERTA (FMado, ec). Si recò alle Filippine il 1726. Vi amministrò vari popoli, co-
me Bay, Gatalangan, ec; e il 1735 mori in Lallo presso i Padri Domenicani, che lo seppellirono nella
Chiesa di S. Fernando di Ilagan.
MARVAO - MATRITENSIS 385
Brata*
M-. 387. Marvao. — Memorial a el Rey sobre o deploravel estado
da Missao da Aidea de S. Joao Baptista, junto a villa de Ca-
rnuta, Capitania do Para. Por Fr. Manoel de Marsrao, Commissario
Provincial da Provincia (Franciseana ) da Piedade."
Così nell'Indice della pubblica Biblioteca della città di Evora in Portogallo, ove si aggiunge:
Datado do Hogpieio de S. José do Para a li de Ociuhro de 1740. Àssignatura authographa do
metmo CommUtario. Ma il Manoscritto non esiste più nella Biblioteca. Come trovai mancante il
lAvro de Ley$ e orden$ regio» para a Estado do Maranhao e Para , Manoscritto di oltre 800 pa-
gine in foglio, in cui erano amplissime e particolareggiate notizie delle Missioni Francescane nel
Brasile. E cosi l'altro Manoscritto, Aegim«n<o e Leys sohra as Missoes do Brasiì , di 148 pagine: e
Analmente Duas eartat de Roma sohre as Missoes do Brasil. Eppure il Catalogo è recentissimo,
e a stampa. Quel Custode non me ne seppe dir nulla , dolendosi di avvertire cbe tali preziosi
Manoscritti fossero andati smarriti!
M*
388. Mathbos. — Lettere del P. Fr. Alessandro Matheos,
A^ Spagnuolo Min. Oss. al Gran Duca di Toscana.
Son date dal Convento del S. Sepolcro di Gerusalemme il di 12 Aprile 1695. Trovansi ncl-
r Archivio Mediceo di Firenze, nella Corrispondenza del Bassetti, Segretario di Cosimo 111.
^ 389. Matraja. — Genigrafia italiana : nuovo metodo di scri-
vere quest'idioma aflBnchè riesca indentificamente leggibile in
tutti gli altri del mondo ; inventato e pul?blicato dal M. R.
Padre Fr. Giuseppe Matraja da Lucca M. 0. della Provincia To-
scana; Predicatore Generale Apostolico, Ex-Missionario di Pro-
paganda Fide nell'America Meridionale, Consultor Teologo ed
Esaminatore Sinodale dell'Arcivescovado della Piata e del Perù,
Professor pubblico di Matematica e di Teologia Morale in quel
regno, nelle cui vastissime diocesi di Cordova, S. Michele del
Tauman, Salta, Chuquisaca, S. Croce della Sierra, La Pace,
Arequipa e Lima ha esercitato il suo ministero tanto fra i cri-
stiani quanto fra i gentili per lo spazio di 32 anni. Lucca, dalla
• Tipografia Genigrafica, 1831.
Un volumetto in 13, di 459 pagine di minutissima e fittissima lettera. Ognuno vede di per
su di qual proQtto sarebbe tornato a' Missionari cattolici neir esercizio del loro difficile ministero
il tentativo del Padre Matraja, se fosse riuscito. Egli era Religioso di molta e soda virtù, e di pro-
fondi studi; ma poco accurato nello scrivere italiano. Dettò e pubblicò parecchi Trattati di Teolo-
gia dommatica e morale, di astronomia, di flsica, di chimica, di medicina, di grammatica; ideò e
costruì un istrumento per misurare le altezze, chiamato Teodolfte, che ebbe molti encomi! dal-
l'Accademia di scienze in Vienna. Mori in Lucca sua patria circa il 1840.
390. Matritensis. — BuUarium Fratrum Ordinis Minorum
Sancti Francisci strictioris Observantiae Discalceatorum, simulque
25
386 MATTHAEJYS
Sacrarum Congregationum decisiones spectantes adDiscalceatos,
ab Alexandre VI Hispaiiico,Pontifice Maximo, usque ad Benedictum
XIV hodie feliciter regnantem, et ad calcem decreta Capituloram
et Congregationum, Superiorumque Generalium Ordinis ad prae-
dictos Discalceatos spectantia : a patre Fr. Francisco Matritensi
Praedicatore Apostolico et scriptore publico alumnoque Provinciae
Sancti Joseph in Nova Castella eorumdem Fratrum Discalceatomm
elaboratum sub auspiciis Conceptionis Virginig Mariae. Matriti,
et Typographia Emmanuelis Feraandez, Chalcographi Reverendae
Camerae Apostolicae.
Sono 4 grossi volumi in foglio « contenenti molte Bolle e Decreti risguardanti IniUt le nustre
Missioni in Asia, in AfTIrica, in America, ec. Ognun vede da so T importanza di questa collezione ;
e cosi dovrebbe rifarsi oggi quella concernente tutto l' Ordine. N' 6 un esemplare nella Biblioteea
del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera.
si^p. 391 . Matthaej vs. — Vita Nicolai Papae IV Ordinis Sancti Fran-
cisci a Hieronymo Rubeo composita, nunc primum ex Ms. Vaticano
edita, adnotationibus, novisque accessionibus illustrata a Patre M.
Antonio Felice Matthaej o eiusdem Ordinis alumno, in Imperiali
Pisano Lyceo Sacrae Teologiae publico Professore, Academiarum
Etruscae Cortonensis et Lucensis historiae Ecclesiasticae socio.
Accedit Monumentorum appendix. Pisis A. D. MDCCLXI. Job.
Paulus Giovanellius cum sociis typographus almae Pisanae
Academiae excudebat. Praesidibus adprobantibus.
Questa Vita del grande I^onteflce Nicrulò IV edita ed illustrata dal Mattei , mi venne fatta
conoscere dal gentile ed enidito Priore di Orreto pressi» Prato, Matteo Mattei, della famiglia dclP
Autore che pigliamo ad illustrare: e per noi é libro prezioso, narrando i fatti d'uno de' più celebri
Missionari Francescani in Grecia nel sih^oIo XIII, il quale tanto contribuì alla riunione della Chiesa
greca alla latina nel generale Concilio di Lione; e dipoi creato Cardinale da Niccolò III Panno
li78, dieci anni appresso, cioù il 1288, veniva eletto Sommo Ponteike, pigliando il nome di Niccolò
IV. Fu uno de' più grandi Papi che illustrò la Chiesa di Gesù Cristo, e che in modo speciale dio
vita (secondo il maraviglioso concetto del suo Serafico Padre, di trarre tutto il mondo a Gesù
Cristo ) a quel prodigioso movimento per la propagazione della Fede tra le genti infedeli , che si
manifestò cosi vivo e potente per mezzo de' Frati Minori e Predicatori, appena fondati i loro Istituti ;
il quale dipoi a poco a poco, sotto 1' azione immediata del romano Pontidcato, si venne organando
in quella mirabile Congregazione di Propaganda Fide, che è una delle più stupende institazioni
e glorie della cattolica Chiesa.
Di questo insigne Missionario e glorioso Pontefice già io parlai largamente nel II volarne
della mia Storia universale delle Missioni Francescane : ciononostante mi sia qui consentito com-
pendiare quell'ampia storia in quanto riguarda il movimento da lui dato alle Missioni, come
Pontefice, con le parole del dotto Padre Mattei (Nola 4. alla Vita, pag. 80).
• Curae, quac Nìcolaum cogebant, manebantque sub cius pectore fixae non in eo soluin ver-
sabantur, quod hic scribit Rubens. Id, in quod summa cogitatione hoc anno li89 etiam incabuit,
falt ut veram fldem per varias mundi regionos evulgaret, servarctque, ubi laro evulgata csset.
MATTHAEJVS 387
Cum ab Argone Tarlarorum rege iam baptizato, et a Fratre Joanne de Monte-Corvino Minorità,
allisque sodalibus suis ex Orientis regionibus reversis audivisset et illarum populos verbum Dei
sitire, et viros Principes optare, ut Religio Christiana longe lateque dilateretnr, mense inlio iisdem
Fratribus in Orìentem missis ad Argonem, Sobylam Cham summum Tartarorum imperatorem, et
Caydoniam virum Principem litteras dedit, quibus alteriim in vera fide conflrmabat, alteros ad
eam suscipiendam hortabatur; resque iuxta Pontiflcis vota evenit. Memoratas litteras exhibent
Wadingus, Raynaldus et Moshemlus. Scripsit etiam hoc eodem anno ad Aytonum Regem Harmeniae,
ad Imperatorem Aethiopiue, Demetrium Georgianorum, Davidem Regem Hiberorum, ad Patriarchas,
Episcopos,aIiosque Praelatos Jacobitarum, Nestorianorum acAethiopum, speciali affecta,eonim quosdam
admonens , ut ad Ecclesiam Romanam redirent, quosdam ut Christum colerent Vide Raynaldum et
Wadingum. In Arrica quoque rei christianae cultum maxime promovit, nam anno laudato, tertio idus
decembris, in Episcopum Marochitanum elegit Pr. Rodericum Ordinis Minorum, quem item in variis
Europae partibus Croeiatae predicatorem, et anno sequenti in Africa universa Apostolicae Sedis legatum
constituit. Literas praeterea misit ad christianos qui in Tremesino, Morochitano et Tunetano regnis
versabantur, ut Mauros ad sacra Christi instituta adduccre vellent. lura pariter ecclesiastica strenue
defendi t Nicolaus hoc eodem anno ; enim vero cum Dionysius Lusitaniae Rex in clerum praesertim
iniurius nimis esset, Pontifex scriptis ad Regem literis cum eo convenit, ut libertas ecclesiastica
póstliminio restitueretur, gravissimis statutis poenis in Regem, aliosque inposterum audentes eidem
libertati derogare ; utque conventiones servarentur Priori Fratrum Praedicatorum, et Guardiano Mino-
rum urbis Ulyssiponensis pracepit, a Rege, caeterisquc antea delinquentibus sacramentum reciperc
mandatis Ecclesiae parendi. Lege Raynadum. Multum quoque laboravit apud Rodulphum Imperatorem,
aliosque viros principes Gennaniàe, quo e carcere educeretur Siffridus Archiepiscopns Coloniensis,
ubi detinebatur a duce Rrabanti Henrico e Juliaeo et Adolpho a Monte Comitibus. Etc. »
In quanto al Padre Antonio Felice, che ci ha data questa dotta pubblicazione, e importantissima
per la storia delle Missioni Francescane, mettiam qui il cenno biografico, che ce ne faceva tenere il
suddetto signor Priore di Cerreto, ove si dà notizia anche delle altre molte opere, specialmente di
storia, da esso pubblicate, in cui era dottissimo. Ed il suo nome accresce un^ altra bella gloria all'
Ordine Minori tico, a cui appartenne.
« Antonio Felice, al secolo Nicolao, figlio di Domenico Mattei, e di Maria parimente Mattei,
nacque il 16 febbraio 1736 in Fossato, piccolo paese nella Montagna bassa di Pistoia in Toscana.
« Nel decembre del 1740 vestì l'abito clericale, e si portò a Bologna, dove ricevè la tonsura
e il primo ordine minore da Monsignore Gio. Batista Scarselli Vescovo in partibus. Trovandosi un
giorno nella chiesa di S. Francesco in detta città , e vedendo il decoro delle funzioni e i modi e
il tratto di quei Religiosi Conventuali, si sentì ispirato a entrare in quell' Ordine, talché il 33 marzo
del 1743 ne vestì l'abito presso i Minori Conventuali di S. Croce in Firenze.
• Recatosi a Roma per cagione di studio, contrasse amicizia strettissima col P. Ganganelli,
unitamente al quale sostenne diverse ingerenze nel Santo Uffizio; amicizia che non venne meno
quando il Ganganelli fu eletto Cardinale, e neppure quando fu innalzato al Pontificato sotto nome di
Clemente XIV. Alieno dagli onori, ricusò diversi impieghi offerti dall' amico Pontefice, e in ultimo
chiamato da lui espressamente a Roma, per non sappiamo quale destinazione, nel corso del viaggio
apprese la di lui morte, talché senza proseguire fece ritorno a Pisa, dove fino dal 1758 era stato
eletto professore di Teologia in quella Università.
« Abitava nel Convento di S. Francesco presso i suoi confratelli , e quando Pietro Leopoldo
vi collocò gli Agostiniani levandone i Francescani, ottenne al Padre Mattei, a sua insaputa, il Breve
di secolarizzazione: ei non volle però profittarne, amando ritenere quelle sacre lane che aveva prefe-
rito nella sua gioventù. Allora il Granduca, per grazia speciale, gli concesse di continuare ad abitare
il suo quartiere consueto, dove morì nel 14 marzo 1794.
« Ebbe sepoltura nel famoso Camposanto di Pisa, ed ebbe l'onore di un modesto monumento col
busto in marmo, e iscrizione, che in breve tratteggia la sua vita e le principali opere pubblicate.
« 11 Convento dei Minori Conventuali di S. Miniato al Tedesco, del quale amò esser figlio, fu
erede dei suoi libri, e in conseguenza dei manoscritti, fra i quali non è a dubitare fossero lavori
importanti, non esclusa la Storia delle Chiese particolari Pisane, promessa nella prefazione alla Storia
dei Prelati che aveva pubblicata fino dall' anno 1772 e che, per quanto so, non vide la pubblica luce.
« Le opere pubblicate, per quanto è a mia notizia, sono le seguenti :
1. Sardinia Saera, feu de Epieeopis Sordiniae. —Romae, 1758, in fol
388 MAZARA - MRD1NA
SMMip.
a. Histoiia Ecdetiae PUanae. — \o\. S. Lucae, 1773.
3. Vita Nicolai lY e M. SS. Vaticano, ec. Pisis, 1761. Scritta dal De Rossi, tradotta in latino,
annotata e corredata di documenti dal Padre Mattei.
4. Oiservazioni sopra un tigiUo dei Bassi tempi. — Nei nuovi Miscellanei Lucchesi di Seba-
stiano Donati ec. Lucca, 1773.
5. Diversi elogi di lUustH PUani nella raccolu —Uomini Illustri Pisani. —Voi 4. Pisa, 1791
Quelli scritti dal Padre Mattei sono controsegnati colle lettere P. M. B. P. e sono : 1. Elogio dd
Cardinale Pandolfo , Tom. L 53-69.-3. Di Guido da Caprona, Tom. II. 31-48. — 3. Di Arrigii
Moricotti, Tom. U. 117-138.-4. Di Pietro Ralbi, Tom. IH. 305-324.-5. Di Buono Accorso, Tom.
in. 353-367.-6. Di Giovanni Pagni. Tom, IIL 347-359.-7. Del Graziano. Tom. IV. 37-39.— 8. Dì
Ugo da Fagiano, Tom. IV. 91-117.
6. Nella dedica della Storia Pisana al Cardinal Ganganclli , dichiara di avere scritta la fata
Ànionii Rhaudensis.
7. Lo credo anche Autore di una Orazione Accademica sulla storia Pisana, pubblicata in Pisa
nel 1787.
8. E suoi sono diversi opuscoli, non senza importanza, in una controversia col Padre Ireneu
AITÒ di Parma.
Gli opuscoli del Padre Antonio Felice Mattei nella controversia col Padre Venuti e col Padre Affùi,
relativa a F. Elia, sono quattro, pubblicati — Anonimo Pisano.
Si aggiungano le seguenti produzioni.
9. De Antonio Massario (Minorità Conventuale). Pisis, 1760. 8.
10. Giunte ed Osservazioni alla Sardinia sacra, in forma di lettera al Padre Paolo Parenti suo
correligioso, in data di Pisa, 24 agosto 1772. Lo asserisce Pietro Martini nella Storia ecclesiastica di
Sardegna.
Secondo il P. Affò nella Vita del B. Giovanni da Parma, pag. 206, il Padre Mattei fu coUaboratOR
al Padre Giacinto Sbaraglia nella compilazione del Bollano Francescano.
392. Mazara. — Leggendario Francescano, nel quale secon-
do r ordine de' mesi si rapportano le vite e morti de' Santi , Bea-
ti, et altri uomini venerabili et illustri, che per le loro rare
virtù et erpiche azioni si sono segnalati nella santità ne' tre
Ordini instituiti dal Serafico P. S. Francesco. Raccolte et com-
pilate da Fr. Benedetto Mazara, Francescano Oss. Riformato della
Provincia di S. Bernardino. In Vcnetia, MCLXXVI, appresso Bar-
tolomeo Tramontino. Con licenza de' Superiori et privilegio.
Sono 3 volumi in 4, con tre tavole in fine; una contenente le cose più notabili; l'altra, i
nomi tutti secondo Palfahelo; la terza disposta per ordine di mesi.
393« Medina. — Viaggio di Terra Santa con le sue stazioni
e misteri, del M. R. Fr. Antonio Medina Spagnuolo dell' Ordine di
S. Francesco degli Scalzi : tradotto di lingua Castigliana nella
Toscana dal M. R. Pietro Burafani Piovano di Bibbiena. In Firenze,
appresso Giorgio Marescotti, 1590.
l'n volume in 8. 11 viaggio venne fatto circa il 1530, come si riieva dalle parole dall'Autore a
pagine 236: FinU di scrivere questo trattato Vanno 1536. Trovò i suoi confratelli in Gialli, Q-
pro. Rodi, Candia, ec. Mi parve libro molto I)en fatto, e bella la traduzione. N'è un esemplare nella
Biblioteca dell' Arsenale di Parigi.
MEDINA 389
394. Medina. — Chronica de la S. Provincia de S. Diego de
Mexico de Religiosos Descalgos de nuestro Seraphico iPadre San
Francisco en la Nuova Espana. Vida de illustres y venerables
varones que le han edificado con excelentes virtudes. Escribelas
y consagralas a S. Diego de Alcalà, Patron y titular de la
misma Provincia, Fray Balthassar de Medina, naturai de la óiudad
de Mexico, Lector de Theologia , hijo y Difinidor de la misma
Provincia de S. Diego , y Comissario Visitador que fué de la
de San Gregorio de Philipinas. Con licencia de los Superiorés.
En Mexico : por Juan de Ribera, Imptessor y Merdàder de libròs
en el Empedradillo. Ano de .1681.
Un volume in Toglio di 21 carte preliminari non numerale, e 258 numerate; cioè 5i6 pagine.
L' opera è divisa , oltre il preludio importantissimo, in 4 libri. Nel primefo si tratta del principio
della custodia de San Diego de Mexico e su ereceion a Provincia : e vi sono molte belle biografie
di celebri nostri Missionari, come Fr. Antonio da San Gregorio, Fr. Pietro del Monte, Fr. Miguel de
Tavalera, ec. Nel segundo si ragiona de tot progrettot y varones Uustres de la Provincia. Nel tereero
€ontinuase los suussos y vidas de apostoUcos Religiosos de la Provincia. Nel coarto coneluyen
ios sucessos y vidas de los Religiosos Uustres de la Provincia. Poi segue una — Breve geographia
f/ panegirica descripeion de las ciudades, villcts, y puebtot, en que estan fundadoi loi eonventos
de està Provincia. — Non si può fare a meno dello spoglio di questo importantissimo libro, e
rarissimo, scrivendo la storia delle Missioni Francescane. Lo rinvenni a caso (non essendo segnato
nel Catalogo) nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid, essendo sul lasciare quella
città. È prezioso anche (come avvertì pure il Brasseur) per le notizie che dà de' Manoscritti e oegli
autori de' quali si servi distendendo il suo lavoro : « Los prìncipales authores e instrumentos Manu-
seri tos, que han ayudado a formar estos anales, registrados con puntualidad ycitas. « Ne accenno
i seguenti : 1. — Informaciones juridicas que de XVI Religiosos venerables tornò Fr. Thomas de S.
Diego, con autoridad y delegacion de los Ilus. Sehores D. Juan de Manosca» Àrzobispo de Mexico,
D. Juan de Palafox, Obispo de Puebla, D. Bartholome de Benavides, Obispo de Huaxaca, ec. 9. —
Reladon authorizada de Fr. Juan del S. Àna, qualificador de S. Officio, y Ministro Provincial de
està S. Provincia , con breve memoria de algunos Religiosos Uustres. 3. — Relaciones manuscritas
de Nuevo Mexico de Fr. Agustin de Cuellar, aiio de 1626. 4. — Reladon de Fr. Roque Figueredo,
ano de 1629 : cuyos originales estan en el Arehivo del Convento grande de N. P. 3. Francisco de
Mexico. Quanti tesori, dei quali or non sappiam più nulla!
— Vida, Martirio , y beatificacion del in vieto Protomartyr de
el Japon, San Fr. Phelipe de Jesus, Patron de Mexico, su patria.
Imperiai Corte de Nuova Espana en el Nuevo Mundo : que escrivió,
el P. Fr. Balthassar de Medina su compatriota, Lector de Theo-
logia, Difinidor habitual, y Chronista de la santa Provincia de
San Diego de Religiosos Descalfos de N. P. S. Francisco en
Nueva Espana , y Comissario Visitador que fuè de la de S. Gre-
gorio de Fhilipinas. Segunda impression a expensas de la devota,
noble y generosa Plateria de Mexico , a quien se dedica . Con
licencia. En Madrid, en la Impronta de los Herederos de la Viuda
de Juan Garcia Infanzon. 1751.
390 MEDITAGIONBS - MEMORIA
Un volume in 4, di 13 carte prelimiDari non numerate e 176 pagine. La prima ediiloiM fti
fatta in Mexico por JiMn de Ribera, 1683. Libro ricco d'importantissime notizie delle ooftre
Missioni del Giappone. Parimente n' è un esemplare nella Biblioteca della Reale Accademia di storia
di Madrid.
395. Meditaciones del Santo Via Crucis que compuso en
lengua italiana el Beato Leonardo de Porto Mauricio, y tradujo en
la Castellana el R. P. Fr. Juan de S. José de la Provincia de los
Descalzos de Castilla la Nuova. Transladadas al idioma Mexicano
por un Cura del Obispado de Puebla. Impronta del Hospital de
SanPedro, Portai de las Flores, 1837
Sono 34 pagine. In 8.
396. Mblissano. — Annalium Ordinis Minorum supplementa
ab admodum Reverendo Padre Fr. Antonio Melissano de Macro,
Ordinis Minorum strictioris Observantiae Refonnat. Divi Tho-
mae Lectore Theologo, Ex-Provinciali , et eiusdem Ordinis Chro-
nologo Generali ab an. 1223 usque ad 1600 collecta. In lucem
edita per Fr. Antonium Mariam de Turre ab Augusta Praeto-
ria, eiusdem Provinciae Ex-Ministrum et Ordinis Chronogra-
phum, etc. Augustae Thaurinorum, MDCCX. Ex Typographia
Joannis Jacobi GMringhelli , et Pauli Mariae Datti. Superionim
permissu.
Un volume in foglio, di 4 carte preliminari e 593 pagine. No trovai un esemplare ncir Archivio
del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera.
il,. 397. Memoria dos Religiosos que em està Provincia de Arrabida
tem falecido e das cousas mais notaveis que em ella tem sucedido.
Manoscritto in 8, dì 281 pagine, nell'Archivio della Torre del Tombo di Lisbona. È interessan-
tissimo per la storia delle Missioni Francescane nelle Colonie Portoghesi.
I,,. 398. Memoria de las iglesias y oratorios que actualmente tiene
^' la Mision Serafica en este reyno de Cochinchina, fundadas y
administradas por los Religiosos Franciscanos Espanoles, hijos
todos de la S. Provincia de S. Gregorio de las Islas Filipinas.
Manoscritto autografo, segnato del sigillo della Missione, inviatomi da nostri Padri di Manila.
Sono 8 pagine in carta cinese.
M, 399. Memoria de alguns Religiosos de santa vida, que morer&o
ìlEMOfttA 39i
nesta Provincia dos Algarves, da qual eu sou indigno filho. An.
1679.
Manoscritto in iS, di ai carte. Chi ne fosse l'Autore non apparisce. È nell' Archivio della
Torre del Tombo di Lisbona. Pare originale.
400. Memoria y padron de los Conventos, Religiosos, y doctri-
nas de la Provincia del Nombre de Jesus, del Orden de San Fran-
cisco, de Goatemala . Y de los Pueblos y Indios, que administra :
de que da quenta , y haze informe a su Magestad el Obispo de
Goatemala , en conformidad de su R. Cedula de quatro de abril
del ano pasado de mil y seigientos y cinquenta y nueve. Hizose
este Padron en el mes de setiembre del ano de mil y seisgientos y
sesenta y uno.
Pubblichiamo questo padron , perchè mette sott' occhio V azione de' Missionari Francescani
nella conversione degli infedeli, anche doV erano constituiti in regolare Provincia; ed è documento
fatto dal Vescovo di Guatemala, che ne rendeva ragione al Governo spagnuolo.
I. Convento db Guatsmala.
Tine, y sustenta de ordinario setenta y mas Religiosos.
Religiotos. Indiai
070 Tiene vna Gapilla de administracion con titulo de Santa Ana, de Indios del Varrio, cuyo
numero es 036
S. Convento t doctrina db almolonga.
005 Tiene este Conuento cincò Religiosos ; los dos Doctrineros , y los tres coadjutores.
Administra los pueblos siguientes. La Goncepcion de Almolonga S56
San Joan Alotenango 506
San Lorenzo 093
Santa Cathalina. 046
San Antonio 091
San Andrea 017
Santiago 040
San Joan de Duenas 070
San Pedro 097
Estancia de San Sebastian 016
Estancia de San Diego , 016
ÌÌ48
3. Convento t doctrina db san ioan del obispo.
003 Tiene tres Religiosos; uno Doctrinero, y dos coadjutores. Administra los pueblos siguentes.
San Joan del Obispo *'*
SanU Maria de Jesus *^*®
San Xptoval Alto, y Vaxo ®**
San Lucas Chabac ®**
San Bartholome ^*
SanU Yatbel ^
997
S92 MBMOIUA
4. Convento t doctrina de s. Antonio acathenanoos.
003 Tiene tres Religiosos; ano Doctrinero, y los dos coadjatores . Administra tos pueblos
siguientes. San Antooio 179
San Bernabe Sii
San Fedro 1*4
Santa Ana. 035
Santa Lucia 019
574
3. Convento t dogteina db santa cathalina siouinala.
003 Tiene tres Religiosos; uno Doctrinero, y los dos coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. Santa Cathalina 168
La Asuncion 906
San Andres 067
La Magdalena 051
4M
6. Convento t doctrina de Santiago cosumalguapam.
005 Tiene (inco Religiosos; uno Docatrinero, y los quatro coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. Santiago 916
San Joan IM
San Andres 046
Santa Lucia 085
San Francisco 099
Santo Domingo 083
San Xptoval 061
779
7. Convento t doctrina del patulul.
004 Tiene quatro Religiosos; uno Doctrincro, y los tres coadjutores. Administra los pueblos
sigucntcs. La Magdalena 490
San Miguel 365
San Geronimo 060
San Joan 030
9i5
8. Convento y doctrina db s. Francisco de la costilla.
003 Tiene tres Religiosos; uno Doclrinero, y dos coadjuiores. Administra los pueblos siguientes.
San Francisco 959
Santa Barbara 193
San Andres 094
471
9. Convento t doctrina db s. bartholome de la costilla.
003 Tiene Ircs Bciigiosos; uno Doctrincro, y lus dos coadj utores. Administra los pueblo siguientes.
San Bartholome , 105
San Gregorio 161
Santo Thomas 160
San Miguel 053
479
10. Convento y doctrina de la concepcion de samayaque.
003 Tiene quatro Religiosos; uno Doctrinero, y los tres coadjuiores. Administra los pueblos
siguientes. La Concepcion 453
MEMORU 393
- j . ■ '
San Pablo 350
San Bernardino 080
Santo Domingo 080
965
il. Convento t doctrina db quesaltenango.
04 Tiene quatro Religiosos; ano Doctrinero, y Ics tre coat^utores. Admioistra los paeblos
siguientes. Espirila Santo 894
San Joan 178
San Fedro 113
Santa Galhallna 053
1337
13. Convento y doctrina de Santiago momostbnango.
03 Tiene tres Religiosos ; uno Doctrinero, y los dos coadjatores. Administra los pueblos
siguientes. Santiago 835
San Bartholome 045
Chiquimulilla 080
1 360
13. Convento y ooctri.na de s. Miguel totonicapa.
•04 Tiene quatre Religiosos; uno Doctrinero, y los tres coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. San Miguel 603
San Xploval 368
San Francisco 183
Santa Calhalina 165
1319
14. Convento y doctrina de la asunsion de tecpanatitlan.
>04 Tiene quatro Religiosos; uno Doctrinero, y los tres coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. La Asunsion 878
Santa Lugia 096
San lorge 187
Santa Cruz 025
San Marcos 030
1316
15. Convento y doctrina de s. francizco panaxachel.
)03 Tiene tres Religiosos; uno Doctrinero, y los dos coadjutores. Administra lus pueblos
siguientes. San Frangisco 403
San Andres ' 330
La Concepgion 050
San Antonio 035
Santa Cathalina 047
755
16. Convento t doctrina db Santiago atitan.
>04 Tiene quatro Religiosos; uno Doctrinero, y los tres coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. Santiago 903
San Lucas 348
Santo Thomas ì 113
1363
17. Convento, y doctrina de san pedro de la laguna.
303 Tiene tres Religiosos; uno Doctrinero, y los dos coadjatores. Admioistra los paeblos
siguientes. San Pedro 180
394 MEMORIA
SanJoan 119
San Pablo 07»
LaVisilaclon 050
Santa Clara * 157
571
i8. Convento t doctaina db tbcpanguatbmala.
OOi Tiene qnatro Religiosos; ano Doctrinero, y los tres coadlatores. Administra los paeblos
siguientes. San Francisco de Tecpangaatemala 445
San Bernardino de Pason 545
Santa Polonia 080
1070
19. Convento t doctrina de san ioan db comalapa.
006 Tiene seis Religiosos; uno Doctrinero , y los cinco coadjatores. Administra los pueblos
siguientes. San Joan de Comalapa .•...••• 700
Santa Cmz 004
Santiago de Pasisia 545
San Andres de Ysapu 575
Los Ynocentes de Parramus 315
tiii.
so. EL Convento db san Salvador.
003. Tiene ciuco Religiosos ,
004. Tiene una Vicaria con uno Doclrineru, y un coadjulor, y otros dos Religiosos. Admiuistra
los pueblos siguientes
Santiago 050
Santo Thomas 045
San Marcos 030
Texistepeque 045
Chiquengueca 040
Masagua 015
Guyjar 008
Tacaciiico 005
il. Convento de la cicdad db s. Miguel.
003 Tiene Ires Heligiosos
OOi Tiene una Vicaria cono uno Doctrinero. Administra los pueblo:» ^iguiellles. Ereguayquin. . 030
locoran 030
Santa Maria 005
Comacaran Oi4
Vluasapa OJO
Yocaycliin 030
locoro 0J5
16i
23. Convento y doctrina de amapal.
003 Tiene tres Religiosos ; uno Doctrinero y los dos coadjutores. Administra los pueblos
siguientes. Las Nieves 005
Tìpuca 010
Yayanlique 0J5
Lamiangola 030
La Conctiaba 050
La Teca OIS
Monleo 000
19S
MfiMORIAL 395
23. Convento y doctrina db san andrbs nacaome.
>03. Tiene tres Religiosos ; vdo Docrinero , y los dos coadjutores. Administra los paeblos
siguientes. San Andres 005
Pispi OJO
Guaxilope 015
Guaxoran 045
Lftngue 0i9
Aramesina OSO
Apasapo 008
Anamoros 040
Poloros 050
Lapigre 016
931
24. Convento db la villa db la ss. Trinidad db sonconatb
04. Tiene tres Religiosos, y vna Vicaria con un Doctrinero* Administra los pueblos siguientes.
San Andres de Apanecn 120
Santa Lucìa .•-«...... 030
San Miguel . 025
175
Los Conventos referidos, que son'todos los que tiene en este oblspado de Goatemala la Provincia
el nombrc de Jesus del Orden de San Francisco son veynte y quatro. Los Religiosos todos queay
Q ellus, son cicnto y sesenta y dos: los pueblos referidos que administran , son ciento y veinte.
OS lodios tributarios de dichos pueblos, que se contienen en las partidas puestas, son diez y siete
lill, novecientos y ochenta y tres. A estos se anaden los reservados por edad, o por officios y asi-
tencia a Iglesia y choro; y muchachos y muchachas pertenecientes a la doctrina: con quienes el
umero todo de almas de dichos pueblos y docrinas, sera de cinquenta mill. En Goatemala a diez
ocho de setiembre de mill seis cientos y sesenta y vn anos.
P. PAIO OBISPO DE OOATBMALA.
401. Memorial de las doctrinas y Religiosos de la Provincia
Lei SS. Nombre de Jesus de Guatemala, Honduras y Chiapa
Le los Frayles Menores ( de San Francisco ) , hecho por mandado
Lei limo. Sr. Conde de Lemos y Andrada, Presidente del R.
^nsejo de las Indias.
È un' altra breve, ma importante , relazione dello stato de' Conventi e delle Missioni che i
rancescani avevano in quelle contrade l'anno 1603. È data in Guatemala, 15 di Maggio 1608.
rovasi nella Biblioteca del Beai Palazzo di Madrid.
402. Memorial. Ingresso en Cochinchina de los Religiosos
)escalzos Espaiioles de le Provincia de S. Gregorio , del Or-
lon de S. Francisco, legitima fundacion de sus Missiones, y
Tecion de Iglesias en aquel reyno, sacada de los documentos
ìomunicados a el Procurador General por la sagrada Congre-
jacion de Propaganda.
Sono 6 cario in foglio a stampa. Me lo inviarono i nostri Padri di Manila nelle Filippine.
396 MEMORIALE - MEHCHERO
Vs.
403. Memokialk apostolicue Provinciae S. Gregorii Pliilippi-
narum Discalceatorum Regularis Observantiae Seraphici Patris
S. Francisci prò defensione in modo evangelizandi regnum Dei
in nova conversione perquam magni Sinarum Imponi, ec.
Manoscritto in foglio, in carta cinese, di carte SO, di cui mi venne fatto dono, sottoscritto in
flne: « Fratcr Antonius de S. Maria, Procnrator Generalis Provinciae S. Gregorii. •
M.. 404. Memorias para a vida do V. P. Fr. Hyacintho dea
Anjos, fillio da S. Provincia da Ordem Serafica, com outras perte-
necientes a vida do V. P. Fr. José de Santa Anna, filho da mesma
Provincia, que escreveu o P. Fr. leronimo de Beleem Chroiiista,
e se imprimiò no anno de 1743.
È un Manoscritto in foglio. Vi sono delle notizie per le Missioni Francescane di Capoverde.
È neir Archivio della Torre del Tunibo di Lisbona.
California
*r.. 405. Memorias para la historia naturai de California por
un Religioso de la Provincia del Santo Evangelio de Mexico. Ano
de 1790.
Importante Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid.
I capitoli sono i seguenti: — AnimaUs dometticot. — Aniinalet xilvestres. — Avet conocidas de la
California. — De log vegetale» de la California cipilizada. — Hortaliza. — Frutoi de la region, —
Minerales. — De los pece*. — Pintnras de los antiguos Californios.
Aiwrica
Uè.
Aiumn
406. Mena . — Sermones y opusculos piadosos en Lengua
Yucateca : por el Padre Fr. Carlos Mena Franciscano.
Nativo di Valladolid del Yuoatan, (luivi vt-sil l'abito Francescano, e fu Guardiano del Con-
vento di Moncucba. Ne fa menzione il Padre Cogolludo (liixtoria de Yacaian, ec.J.
407. Mencheho. — Declaracion que yo Fr. Juan Miguel de
Menclioro Predicador Apostolico y general, Calificador del Santo
Oficio de la Inquisicion, Notare Apostolico, Ex-Custodio de està
Provincia del Santo Evangelio, Ex-Visitador de la Custodia de
la Provincia de San Pablo de la Nueva Mejico, su actual Pro-
curador General, corno tal hago on virtud de licencia in excriptis
que me dio i)ara elio nuestro M. R. P. Fr. Manuel de Enciso,
Lector Jubilado, Calificador del Santo Oficio, Ex-Difinidor, Padre
de la Provincia de Yucatan v dulcissimo nombre de Jesus de
Guatemala, Padre de la del Santo Evangelio y Ministro Provincal
MENDIETA 397
de ella ; y en virtud de la carta orden dimanada del Exmo Senor
Conte de Fuenclara, Virrey Gobemador y Capitan General de
està Nueva Espana , por la comision conferida a el Contador
General de Reales (Azognes) D. José Sanches de Villasenor, por
quien me fue remetida, en que haga demarcacion de este vasto
reino y Nuevo Mundo, de sus ciudades, villas, pueblos, parrochias
conventos , haciendas , ranchos y Misiones. De estas corno tal
Procurador General, harè descripcion de las de Nuevo Mejico
que son a mi cargo , sus fundaciones, ramos y progressos.
Manoscritto \n Toglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. Comincia :
« Fundacion de la Custodia. En el ano de 1638 despues de la entrada ((ue hizo el P. Fr. Alonso
Reynaldo ec. • Manoscritto della più grande importanza, pieno ài preziosi documenti per la storia di
quelle contrade e Missioni. Segnato in fine: 19 aprile 1780.
408. Mendieta. — Historia Ecclesiastica Indiana. Obra escrita
a fines del siglo XVI por Fray Geronimo de Mendieta de la
Orden de S. Francisco. La publica por la primera vez Joaquin
Garcia Icazbalceta. Mexico : antigua Libreria, Portai de Agu-
stinos, numero 3. MDCCCLXX.
Questo è il titolo della pubblicazione fattane dall' Icazbalceta. Ma il vero titolo del Manoscritto
del Padre Mendieta ò il seguente:
— Historia Eclesiastica Indiana. Compuesta por el Padre Fray
Geronimo de Mendieta, Predicador de la Orden de N. S. P. S.
Francisco, naturai de la ciudad de Viteria v morador en la
Provincia del Santo Evangelio en las Indias. — Con algunas ad-
vertencias del Padre Fray Jean de Domayquia , Predicador y
Guardian de S. Francisco de la dicha ciudad de Viteria. — Dirigida
a nuestro P. Fr. Antonio de Trejo, Lector Jubilado, y Comisario
General de todas las Indias.
L'pdizlone fatta dalP Icazbalceta è d'un volume in 4, di XLV e 790 pagine: bella edizione
che onora V editore e il tipografo. Quanto al valore dell* opera, basterà sapere che il Brasseur, si
valoroso negli studii della storia Americana, la chiama opera capitale per la storia civile e religiosa
del Messico e delle provineie circonvicine ; oltre gli imporiantissimi capitoli che contiene circa i
costumi e le cerimonie dell'antica religione messicana.
II Padre Mendieta nacque in Vittoria di Alcava nella Spagna tra il 1524 e il 1538. Giovine prese V
abito di Frate Minore nel Convento di San Francesco di Bilbao, e passò al Messico in Missione Tanno
1554. Là nel Convento dì Xochimilco si applicò allo stadio della lingua Messicana, che imparò a per-
fezione. Nel 1570 fece ritorno in patria; ma l'obbedienza lo rinviò in quelle contrade il 1578 , e vi
restò sino al 1604, disimpegnandovi con pieno successo alte cariche dell'Ordine. Scrisse, tra l'altre
cose, la Storia Eckticutica Indiana, che gli acquistò gran nome. Ma da molto tempo non se ne potc\a
398 MENDOZA
Anerict
trovar più traccia, e tcmevasi che il prezioso Manoscritto fosse andato perduto, quando Tanno 1860
8Ì rinvenne fra' libri e manoscritti lasciati dal signor D. Bartolommeo Giuseppe Gallardo in Madrid:
ne fece acquisto il signor D. Giuseppe Maria Andrade del Messico, e così V Icazbalcbta potè averlo e
pubblicarlo.
Abbiamo desunti questi cenni dalle Notieiat del autor y de la ohra, premesse all'opera stampata
dal signor Icazbalceta, che ci duole di non poter copiare per intero, essendo per verità inte-
ressantissime. Ma non possiamo tralasciare i passi seguenti: « En santas y utiles ocupaciones llegò
nuestro autor al termino de su larga carrera. Habia pcdido a Dios que su ultima enfermedad faese
penosa, y tal que le sirviese de explacion a sus culpas : su peticion fuè escuchada, porque sufrìò largo
tiempo de una diarrea o disenteria, sin que se agotase nunca su paciencia, basta que llegò la ultìnna
bora el dia 9 de mayo de 1604. Tenia proximamente 80 anos. Fuè sepultado en el Convento de Mexico,
y sus ccnizas, corno las de tantos otros insignes varones, ban sido dispersadas por el huracan revo-
lucionario que arrasò ci vencrable edificio donde reposaban 1
« Entre las innumcrables cartas que escribiò el Padre Mendieta al Rey, al Consejo de Indias,
a los Vireyes, a los Prclados do la Orden, y a individuos particulares, stendo muchas de ellas en favor
de los Indios, solodos han llegado basta ahora a mi noticia. Una cs la que dirìgiò al General Gon-
zaga : tracia el Torquemada ... la otra es la que publiquò en el tomo II de la Colecdon para la
fattoria del Mexico . . . tiene la fecha de 156i : va dirigida al Padre Comissairo General Fr. Francisco
de Bustamante, y es tan extensa comò importante .... Si se conservaran los e^critos sueltos de
nuestro Fr. Geronimo , formarian una coleccion incstimable para el futuro bistoriador de aquella
epoca. *
Un esemplare della Hiitoria eclesiastica fu da me acquistato in Parigi dal. Maisonneave al
prezzo di 100 franchi.
409. Mendoza. — Chronica de la Provincia de S. Antonio de
los Charcas del Orden de Nuestro Serafico Padre S. Francisco
en las Indias Occidentalos reyno del Perù : escrita por el R. P.
Predicador Fr. Diego de Mendoza Chronista j Padre de la mesma
Provincia. Dedicala al limo, y Rmo. S. D. Fr. Gabriel de Guil-
lestegui del Consejo de su Magestad y Obispo de Paraguay. Ma-
drid, 1604.
Un volume in foglio a due colonne numerate, che sommano 601 pagine. N' A un esemplare nella
Hibliuteca delia Reale Accademia dì storia di Madrid. Un altro ne incontrai appresso il signor
Maisonnouvc in i*arigi, che me no dimandò per ultimo prezzo 300 franchi.
Veramente ò libro di molta importanza e raro. Oltre una rapida storia delle nostre Missioni
in tutta r America, con fatti e schiarimenti non riferiti da altri, e che spargono molta luce sopra
le prime conquiste, e l'opera benetlca che prestarono i Francescani, ha poi una piena e partico-
lareggiata storia delle loro apostoliche fatiche nella Provincia de los Charcas, che veramente for-
mano un'epopea gloriosissima e delle più belle che mi sia accaduto di leggere, e possiam dire che
è affatto ignorala.
« La Provincia de los Charcas (dice l'autore nel capitolo 3 del lib. I) està en la mitad de
estos reynos del Perù, y corazon deste Nuevo Mundo. Porque selon la demarcacion destos orbes,
tendrà de largo Norte Sur mas de mil leguas castellanas . . . . en que se incluye todo el imperio
de los Heyes Incas. . . que se dividiò w dos gobernaciones por el Sefìor Emperador Carlos V a los
dos primeros contiuistadores de estes reynos: al Marques Don Francisco Pizzaro docientas y setenta
leguiis de dislrito y jurisdicion, desdeQuito, medidas por la costa del mar, basta ci Cuzco, se-
tenta leguas mas al>ajo de Chincha en los llanos al Sur: al adclantado Don Diego dei Mmagru
docientas loguas por la costa, dcsde los terminos de Don Francisco Pizarro'azia Chile .... Segon
la demercacion de estos orbes, advierte no se han de entender todas las Indias Oc^identales del me-
dio dia por reyno del Perù .... sin desde Quito, que està debaxo de la linea equinocial , y corre
de largo basta Chile, saliendo de los tropicos que seran 700 leguas de largo y 60 de ancho de la
MENDOZA 399
costa del Mar a la Ck)rdillcra Grande, aunque por algunas partes hai mas de 80 legnas. Desde el
Cozco a Quito ponen dozientas y setenta leguas: y desde los ultimos termlnos del distrilo de està
Provincia (de la 160 leguas que contiene) a Ghile, ponen 480 leguas de demarcacion ; y por ella queda
la Provincia de S. Antonio de los Gharcas ( que comienca desde la ciudad del Cuzco y acaba en
la villa d Tarixa ) en la mitad de estos reynos . . . donde la influencia del sol y demas astros,
en obediencia de la voluntad y disposicion divina, han producido y prodncen las mayores riquezas. . . »
In mezzo poi al distretto della Provincia di S. Antonio de los Gharcas è la Provincia di Col-
lao (cap. 5 lib. I.): tutta terra piana, abbondantissima di pascoli per ogni maniera di gregge; ed
è corsa da gran flumi navigabili in tempo di piogge, che tutti vanno a flnire nella gran laguna
chiamata Chncuito, le cui rive sono popolatissime d' Indi. « Baja la laguna quasi 80 leguas , y tiene
sii desague estrecho y profundissimo azia la parte del mar, culo remanente sale a Gballacollo
(tre leghe da Orcuro, terre bcuse), y alli se pierde basta salir al mar. • In mezzo alla laguna sono
isole grandi e piccole, piene di gregge per gli eccellenti pascoli che forniscono; e vi si fa ottima
pesca. Quantunque la terra sia tutta piana, tiene la stessa altura che è da Potosi a lo» alto» de
VUeatiotat 30 leghe da Guzco. Alle falde del cerro Vilcanota formasi dallo scioglimento delle nevi
una piccola laguna, da cui nasce e s' avvia verso il Nord un piccolo rdscello, che mano mano ri-
cevendone altri da diverse si&rre, a poco a poco addiventa il famoso fiume Maragnon, e dalla parte
del Sur formansi quello di Ayaviri e il Pucarà, che entra nella luguna di Chucuito con quello di
Azangaro; non già il Rio della Piata, che nasce nelle alture (alto») delle Lagonillas a 46 leghe
da Potosi, ed entrando per la valle di Yocalla, riceve la Ribera de lo» Ingenio» di Potosi, « a cuya
causa se viste de el color de los metalos y lamas que beneflcian aquellos Ingenios , y toma cuer-
po en el valle de Pilcomayo, de donde uniendose otros poderosos rios, corre sobervio y caudaloso
la tierra adentro basta el Paraguay, y sale por Buenosayres al mar. •
È questo l' immenso campo dove dispiegò in modo maraviglioso il suo apostolico zelo la
Provincia Francescana de los Gharcas; e lo ripetiamo, è un dramma de* più belli e sorprendenti
nella storia delle Missioni deir Ordine ; specialmente le ardite spedizioni eh' essi fecero fra i barbari
dentro terra, e che l'autore largamente racconta. Di quelle genti ci dà la notizia seguente: • Todos
los Indios infleles, que habitan las regiones de la otra parte de la Cordillera Grande, que contigua-
mente cine por mitad, Norte-Sur, a este Nnevo Mundo, hablan un general idioma, fuera del que
tiene cada provincia de las suyas, particular, desde el Brasil a los Panataguas, y Darien (que al
paracer corre mas de dos mil leguas entorno), al modo que de està parte de la Gordillera usavan
la lengua general Quicbua, que establecieron los Beyes Incas; sin embargo de especiales, varias
lenguas, que hablan diversas regiones : mas comò todos aquellos barbaros infleles viven brutalmente,
sin genero de obediencia, ni policia , estos que son mas nuestros vezinos, son bijas sus costumbres
del apetito y voracidad; pues tan solamente los varones se ocupan en la caca con arco y flecha
y en la pesca de los rios, que tienen en abundancia para el sustento de la vida, sin mas sazon
de viandas que el naturai desabrimiento de las carnes y pescados crudos que comen , y muchas
vezes unos a otros, quando se canti van en las guerras, que traen continuas con los circun vezinos
fronterizos : y las mugeres se ocupan en la labor de la tierra, hacer los bervages de Chicha para
sus embriaguezes, y algunas en hilar algodon, para vcstirse . . . Visten de algudon tan solamente
una camiseta, o tunica sin mangas, que les cubre de los ombros a las rodillas; traen el cabello
largo sin corte . . . y muchos de ellos traen coronas en las cabezas, que labran del mesmo cabello, con
agttdissimos pedernales , que afllan para el efecto. Todos tienen buena disposicion de cuerpos ,
menbrndos, adustos de color, y de facciones ferozes : las mugeres algo meno adustas que los hom-
bres, de buena disposicion todas, camudas y no bien agestadas ... Su vivienda comun son unos
galpones grandes, con puertas a una y otra parte de la montala (los que moran entre arboledas
espesas), y dentre tienen puestas hamacas de cordeles pendientes de unos maderos, y alli duermen
siempre rezelosos de enemigos circunvezinos: de noche tienen centinelas de una y otra parte de
la vivienda, por los continuos robos, que se hazen de sus mugeres, y familias, comidas y ropas,
cantlvandose unos a otros, y en teniendo aviso de una parte, por la otra huyen, y llevan consigo
tudo el ajuar a lo mas espeso del monte, donde tienen senaladas emboscadas: en las llanadas
vlven en aldeas, o rancherias de a 30 a 30 casas de ramas, juntas las casas, sin orden ni concierto
alguno; estos se sugetan a un Cacique, o capitan que eligen por Caudillo en las guerras, y vien
a ser cabeza de cien Indios. ... No tienen culto, ni adoracion politica conocida: los mas adoran
el sul y luna, que reverencian por Dioses, mas cada uno tiene en los campos su espccial idolo
V4N)
MENDOZA - MEKENDEZ
•» mrichaittTo: -in 'iii^ »-| .li.S(!iir5(> Uà .-ideliDte a mayor conociroiento; y assi en cudiud a nadie
■ulorin. V ^n partiriilar snn iiiitUtras i^randes. ijnaodo han de hazer algan assalto a sus enemigos,
>«* luntan «-n rn)pas. ^iiniiendo ;i un «*apitan <|iie numbrao , y a<inel ubedecen todos, basta acabar
la f.irrion. v '-n •livulienrlu la presa, no le roiiecen mas por superior, y buelven a su antìgna
•'nsiiimtirf*. Sirrcn.se iM^n .'rande imperio ile lus [ndìos qne canti van , osando mal de ellos. Sos
■irmos >i.n irru y ilecha; ■•\erricio «'n 'jne todus soo diestros, por exercitarle desde la DlSez; y
• lesde "ntoncefi ^e iradan •'! lahiu mferinr, donde se ponen un boton de oro, o piata, o eslaSo, o
.'oma, •nn un ;lador. 'iue it.>s <'uge pur ambua lados la dentadura por dentro .... Salen alganas
''trzei >w iiaz 1 nni'stn);} nufhlos. j sat'an frutos de la tiem a feriarlos por eochillos, ropas de la
rierra. / lucntas «le ^ ulriti. :«js «lue saii>n pur Tanja, sacan gran eantidad de monos y papagayos ec ..
l'js -lue -^aitMi ;>or .mr ri.>mina ■ (It^rhabamba, en los Charcas , sacan eantidad de resina clorosa
■le |uiuaM">iia. me xssi llamao los irijuies qae «lan està resina; y està desecha al foego, hazen
iinu!» :hi11us. i-diiti<. ine 'raen i vender, y joa may medirinales. Los que salen por Chaquiabo,
^acau ^nu -aniKijiii le vavniUas -le 4randL»imo «Wor, que S4)n may codiciadas en todo esto reyno...
^:LÌen le <^u!i irrrts 'lì -anuu» le madera por in^ndes rìos« que los diriden de està noestra reglon,
i iieinpu -cilaiaiit*. iuanii«) ^axao la& acuas de lus rìus, que es desde el mes de mayo basta fines
le MCDstu. r< ila > ^nu* nuy cixUciusa . . . enemiga de trabajo, erobidiosissima , veodida al Ticio
• ie la •(.'luMiiaii. ^rtti .'"ineaura. . . . Mn fee. ni palabra, inclinada al horto, ec. ■ Quanto al iiiatri>
'OiMitM « Viiuei «'s ;uaÀ ^^.*•> v .te mayor estimacion entre eiius, que paede sostentar mas concabi-
!ia.N ^in '-\cv|K*i>.>ii ie ^raiiu u;:unu 'le .uini«iad; <|ue sol el primer grado de consanguinidad respetan;
^ Hyd*^ lu l«iifa> M%«.* LÌ intujti ile su apetitu. * liib. I. «'ap. 13.)
^111 IMI tri :iLm> :<niuii. Nei «ientndu T Autore dà le biografie dì oltre 50 Missionari, la cui
Mfa rtrhir.Unom- iti.i niraituue a ;>ane; o sono tra gli altri, P. Alonso deArgoello, V. P. Gaspero
•le v.ii\rnie. i* >niv;<* le llan> . P. Stefano de Ytumìela. P. Loca dì Cuenca, P. Benedetto di
lliirrtuii. P (ii«i\aniii Ks4rn\an«>, P. Bemanki Navam». P. Antonio Qaìntero, P. Francesco Cayrasco,
i*. Vntiiiiiu w Nili liuiiaveiiiura. P IK^menicu de Alcitnrieta, P. Pietn> de Mendoza, P. Filippo
Sfilano. <-«'.. '.utti MTaiiK'iiie .iimsiniì .ti <tmtinlinaria virtù in quelle contrade, versatissimi nelle
itiviTM' liii^cnt' iv Tia(tw, • 'auiuaiur^hi nelle •*on\ersioni. i quali posero suggello alle loro eroiche
bilichi' -'Mii itn.i inorU- -ia Niiitl.
>ri »rr<i» :i;ìrt» sMrJa U iroMiiie «il S. <*hiam. ohe parimente tanto fiorì nella Provincia de
l<w »'.lKin:i'*. •• la il«Mni h «K- ^»»»:criiìt' .\i \M\,zu*^ di non unlinaria virtù.
N. I lu.ir*" hi limi iiii' ri:M i« ile •nar:iM;:he «Ifl T»»rz' Ordine, ohe da per tutto, e specialmente
Il XiiiiT'.- 1. im Nifi- i'iiiMi- t:iM ii.e ■• lUnhuitii lila nf;»'iieri/i<>iie sociale di cjuelle g'^nti, ora in molta
«• 410. Mkndo/v. — Portriiia i.*hristiana en Leng:ua Mexicana :
por ^^l Pnilr»* Fr»\ Ju*m Mt^iuloza, de la Orden de S. Francisco.
— F'' v v.'//.". '•''///. '^ \ ida (le los Santos en Lengua Kachiquel.
— Pbiti<*as d.HTriiiales sobre b>s Evanijelios de todo el ano,
!: l*iMr- M'Tiil.^/a. nafnt«liiLi Nuova S|«a^:iM. fu litologo di multij valore in Guatemala, do>e
4H. \fKNENnKz . — Diario de la seirnnda expedicion que se
Ur/.h (,rirj dr»>:r-uhrir la Lairuiia de Nahuelhuapi ano de 1791. Lo
f'<f'rì/\h Vr. Francisco MfMiendez, Misionario Franciscano de la
ffU^T'uiìfìu de Onopa en Chiloe.
W in .^' nffo fliiioj(r>ifo di 13 rarte in V. p.^ssedulo, o meglio, (^nscrvato dal M. R. Padre Giovanni
\ in#r /^
MliiUGADU 401
Antonio Lopez Provinciale della Provincia de los Angeles di Andalusia, già Missionario in quelle
regioni, ed ora Direttore spirituale del Seminario Conciliare di Cordova. È una interessantissima
relazione , di cui presi copia. E qui non posso a meno di mettere una parola di affettuosa e viva
riconoscenza per queir eccellente Padre, da cui ricevetti segnalati favori; non altrimenti che per
l'IIlus. Monsignor Gonzalcz Sanchez, Vescovo di Caen, che allora, ausiliare delF Arcivescovo di
Siviglia, stava al governo del Seminario; e cosi ancora per tutti gli ottimi sacerdoti e giovani
che lo componevano. Le amorevolezze d' ogni maniera che mi usarono, con la memoria della loro bella
e nobile virtù , non si cancelleranno mai dal mio cuore .
412. Mercado. — Encyclopaedia Missionis Apostolicae in
regno Cypri , seu Institutiones Linguae Graecae-Vulgaris , cum
aliquibus additamentis apprime necessariis ad vernaculam Grae-
corum facilius addiscendam prò malori Apostolicae Missionis com-
modo. Auctore R. P. F. Fedro Mercado Reg. Observantiae S. P.
Francisci Provinciae Aragoniae filio , Custodie Terrae Sanctae
Praedicatore Apostolico et Missionario Linguae Graecae, ejusdem-
que Lectore. Romae , Typis Salvioni , MDCCXXXII. Superiorum
pennissu.
È un volume in 4, di XII e 21i pagine a tre colonne, e in 4 lingue; spagnuola, latina,
italiana, e greca. N'è un esemplare nella Biblioteca Colombina di Siviglia.
• Ardentisslmus (dice l'Autore nel preambolo) apprime erga apostolicum Missionis munus, quo
tamquam salutaris obedientiae mancipium aliquot iam annorum spatio in insula Cypro perfunctus sum,
zelus celitusque mihi innata propensìo, ad id adiiecit animum et incitavitorexim, ut nonnuUas verna-
culae linguae graecae institutiones conscrit>erem, quibus alii, meiquc praesertium nationales, qui ad
Evangelii ministerii culmen Inter Graecos anhelant, atque devote suspirant, habeant illam lucem, qua
me ab initioob defcclum librorum orbatum fuisscdeflevi; ideotiue zelus domus Dei comedìt me, ut vel
ante nieum Missionis cursum funditus consummatum, quadrilinguem hanc Grammaticam cum nomen-
clatura, suisque additamentis, in studiose inventutis utilitatem concinnatam, praevia eimsdem praesen*
tatione, quorum intererat, superioribus, atque peritonim unanimi approbatione obtenta, in lucem tan-
topere a me suspìratam parerem . . . Animadvertendum tnmen erit, quod aliqua praecepta a me in
grammatica insti tutione tradita et cxemplis comprobata, aliquando non in nostris Ilnguis, sed solum
ingraeca vulgari constructione veriflcantur. . . Admoneo, me nonnulla hic inseruisse gracca vocabula
peritis captu aliquantulum difficilia; sed non inde vituperiis me aliquis constrìngere debet,cum sit luce
clarius, quod graecismus vulgaris nunc dicrum aliis quamplurimis linguis permixtus pluribus bar-
barismis scatet, quod ipsemet propria doctus experieniia in meis pcregrinationibus passim obser-
varam. Nam in Cypro insula, ubi aliquot annorum spatio apostolico ministerio vacavi, cum lingua
Turcica varie confusum observavi: in Syria vero, Palestina et Aeprypto, cum lingua Arabica: et
in Creta, vulgo Candia, Millo, Argentarla, Cithera, aliisque Cycladibus, sive Archipelagi insulis (elsi
transeunter) cum lingua italica varie permixtum inveni, proinde debere stare usui provinciaruro. •
In nne poi del volume è aggiunta V operetta seguente :
— Brevis instructio ( latina et graeca ) qua christiani , prae-
sertim catholici orientales, per decem praecepta Decalogi possint
examinare suas conscientias , et Missionarii Apostolici illos inter-
rogare ut faciant integram et perfectam peccatorum suorum
confessionem.
J6
402 MESSINA - MIGLIONICO
m, 413. Messina. — Lettere dei P. Fr. Santo da Messina dei
^* Minori Osservanti, Guardiano di Terra Santa, al Gran Duca di
Toscana,
Sono due lettere, che rinvenni nell'Archivio Mediceo di Firenze, nella CorrispondeDza di
Urbino. La prima ha la data dalla santa città di Gerusalemme il 20 aprUe 163i; la seconda, dalla
santa città di Sazaret U 25 febbraio 16Ì7. Sono nuove oppressioni e persecuzioni dei Turchi. Nella
prima parla, tra V altre cose, d' una vistosa limosina che i Francescani della Terra Santa avevano
raccolta in Europa ; • e il Bassa di Tripoli di Soria spogliò i Frati di Cipro che la portavano, colà per
fortuna di mare capitati, dì tutto quello che per sostentamento de* Santi Luoghi seco avevano. •
Anche più dolorosa è la seconda. • Troppo saria fegli dice) e impossibile, s' io pretendessi appieno
informarla degli eccessivi travagli e tirannie , ove mi ritrovo con tutta questa famiglia per conserva»
zione de' Luoghi Sacri della nostra Redenzione! . . . Siamo giunti in tale termine, che persa ò ogni
speranza di poter sussistere con qualsiasi genere di pazienza, dopo che ogni gran somma di danaro
per niente è riputata all' insaziabile ingordigia di questi tiranni! ... lo con il Patriarca de' Greci e
e tutti gli altri Prelati delle altre nazioni abitanti nella santa città , ci siamo assentati per ricorrere
alla Porta, ... per provare se con quest' ultimo rimedio si potesse ultimare! . . . • Scongiura il Gran
Duca che l'aiuti per mezzo del suo Residente in Costantinopoli ; e frattanto gliene sarà riconoscente,
pregando, unitamente a' suoi Religiosi, per sua A. S. e tutta la sua famiglia, come già facevano in
quel santo locello di Nazaret, ove è stato ed ha operato l'umanissimo e divinissimo Verbo!
Asia
M.. 414. MiGGENES. — Missio Seraphica in Imperio Sinarum : sive
brevis sinceraque relatio ortus, progressus praesentisque status
Missionis Sinensis Fratrum Minorum Strictioris Observantiae S.
P. N. Francisci Discalceatorum Provinciae S. Gregorii Magni in
Insulis Filippinis : a Fr. Francisco Miggenes eiusdem Apostolicae
S. Grogorii Provinciae filio, Pro-Ministro Provinciali nec non in
Romana Curia Generali Procuratore concinnata.
Manoscritto in 8, di carte iO in i, aiifografo, llrnialo die, 13 auijusti i76i; di cui mi venne fatto
dono. Dall'ultimo § segnato 66, ne togliamo (luanto segue: • In praesonti cxtant in Sinis (ex
Provincia Francescana S. firegorii) Chrìstum annunlianles, quantum persecutionis turbo patitur,
Palres Josepli Sensio, Joannes Ortuno. Joseph Hornav, Malhias a S. Theresia Airazar, Bornardus a
Sanctis (queni carceri mancipatum prò Chrislo lilterae recentiores asscrunt ), Franciscus Abbas, Ber-
nandus de ci ('orral, Bonaventura a ('.orde Jesu , Thomas a Santissimo Sacramento, Salvator u
Valentia, et Frater Marlinus Palau Laicus, qui curae Missionariorum in inllrmitalibus allondit. •
K un interessantissimo Manoscritto.
A«ia
" • 415. MiGLiONico. — Lettore del V, Fr. Paolo da Miglionico,
Minoro Osservante Kitbrmalo, al Gran Duca di Toscana.
Altre due lettere parimente nell'Archivi) Me<liceo di Firenze, nella Corrispondenza del Rassetti. I.a
prima ha la data di Gerusalemme del 25 fehraio del 1686; la seconda, del i lui^lio dello stesso anno. Vi
parla, fra l'altre cose, qu<*sto Padre, d' una prospettiva che aveva disegnala di quella città, e che inviava
al Gran Duca. • Sapendo (ei dire nella lettera prima ;quanto l'A. V. abbia devozione alli Santi Luoghi
di nostra Redenzione, prendo ardire d' inviargli (per il P. Antonio RonaNcnfura da Firenze, suddito di
V. A. che predicando V \vvento in Hetlenime si è dimostrato tale, che c«(n il suo zelo ha ridotto molti
Armeni e Greci alla vera e santissima nostra Religione cattolici, facendoli pubblicamente nella chiesa
MILAiNO - MINISTROS Mìo
iti.
M».
abiurare gli errori cbe tenevano) una carta lineata da me. Non rimirerà in essa le regole che usano li
disegnatori e pittori, perchè no ho avuto chi mi abbia guidato; ma perchè sono al servizio di
Terra Santa dall'anno 1671, Ano adesso mi sono talmente impressi nella mente i Santi Luoghi,
che non mi rende difficile il disegnarli con la penna .... Compatisca alla mia cadente età di 8i
anni... Questa prospettiva della santa città è conforme si vede dal sacro monte Oliveto. Ho cominciato
a disegnare un' altra carta come sta oggi la santa città, fondata, edlQcata e murata, con le strade,
conventi, chiese, moschee di Turchi, e Santuarii tanto di dentro quanto di fuori, con la carovana
delle nazioni che vanno al sacro Qumo Giordano , la Quarantana, Mar Morto, con le città brugiale,
e moltissime altre cose ...»
Nella seconda poi parla di un disegno di tutta la terra Santa. « Oltre di queste ho lineata
tutta la Terra Santa; cioè dintorno a questa descrizione vi ho disignate tutte le piante de* Santuarii,
u dintorno a questi Santuarii vi ho disignate tutte le cerimonie e usanze turchesche ed arabe : di
sopra a tutti questi vi ho fatto il Papa, appresso , l'Imperatore, appresso, il Re di Spagna, appresso,
tutti li Re cattolici et eretici, appresso, gli infedeli, tutti a cavallo.. . . Vi sono ancora la maggior
parte degli officiali di Costantinopoli, come anche molte dame che tiene la Sultana nelli serragli, che
suonano diversi strumenti. Dippiù vi sono le donne di questi paesi, conforme stanno in casa, e
quando escono fuori di casa , e il lunedi e giovedì vanno nelli sepolcri a piangere li loro morti .
Sicché chi se vuole dare alla curiosità, guarda questi personaggi ; ma chi se vuol dare alla divozione,
guarda come il Figliuolo di Dio andava per le città e castelli , predicando e facendo miracoli. 11
Padre Commissario di Terra Santa di Parigi è stato qui in Terra Santa sei anni passati , e 1' ha
vista questa descrizione: adesso mi ha scritto che la mandassi, che lui la farà stampare. Ma perchè
ò troppo lontano e non posso averne le stampo, ed ho caro che sìa stampata in Italia, Dio mi ha
ispirato di mandarla a V. A., ec. •
416. Milano. — Della Minoritica Riforma di Milano. Cronica
quinta raccolta e scritta dal P. Fr. Benvenuto da Milano, alunno
della medesima.
Un volume in foglio manoscritto nella Biblioteca Brera di Milano, in cui si parla largamente
delle Missioni Cinesi, e de' Padri Gio. Battista da Bormio, Gio. Battista da Serravalle il Seniore,
e Gio. Battista da Serravalle il Giuniore, eletto, ma non consacrato vescovo Maggidano, morto in
Cina , e del P. Francesco Maria da Dervio vescovo Miletapolitano e parimente Vicario apostolico in Cina.
417. Milano. — Fioretti storici di cose curiose in Levante rac-
colti dal Padre Fr. Angelico da Milano M. 0. R. In Milano, per
Ambrogio Ramellati, 1639.
Un volume in 8. Il P. Angelico è il traduttore e interpolatore della Cronaca della Siria del P.
da Calahorra. E da questa sono estratte le cose curiose qui riferite.
418. MiNiSTROS Provinciais que tem tenido està Provincia da
Piedado desde o ultimo, de que fas mengao a Cronica da Pro-
vincia (del P. Monforte), que foi o Padre Fr. Manoel de Castello
de Vide, conforme que foi em numero o quinquagesimo sexto.
Eleito no anno de 1690 a 4 de lulho. Ponemse taobem os acon-
tecimientos mas notaveis no tempo de cada bum dos Prelados.
Ordenouse este livro por ordem do N. Commissario P. Fr. Joào
de Evora-Monte, Ex-Leitor de Theologia, Qualificador do Santo
AOi MINORITÀ - MOr.ES
Sf'mp.
31$.
Asia
Officio, Examinador das tres Ordines Militares, Consultor da Buia,
sendo Ministro Provincial de està Provincia no anno de 1780.
Socu 48 pagine In 4, possedute da un Padre Francescano di Lisbona. Vi ho trovate parec-
cliie utilissime notizie por la storia delle nostre Missioni, e parecchi nomi di Missionari nostri glo-
riosi affatto ignorati. Tra gli altri, il Padre Fr. Raffaele da C:iStello de Vide, che Fanno i785, ci/
suoi compagni, fu capo d' una solenne missione in Guinea, e ce ne lasciò ampia e bellissima
relazione manuscritta, di cui già abbiami parlato. Senza queste notizie forse non F avrei trovata,
e chi sa per quanto tempo ancora sarebtie rimasta per noi nelP oblio.
419. MiNOUiTA. — Chronicon de gestis centra Fraticellos, au-
ctorc Joanne Minorità.
Publ)licata nel tomo IH delle MUcellanee Stepham Balutii, ec. cun la seguente nota innanzi
del Mansi : • liane Fraticcllorum historiani scripsil Fr. loannes Ord. Minorum , ut est in Praefa-
tione. Ser\ari iliam I\omac in OibliutluTa Cullegii Capranici docuit me per litcras D. Silvcrias Or-
bini 1. V. D. signilìcavil»|ut' curaturum se ut accurate describerelur ; quod et praestitit diligen-
ter. Ut vero hic darem in causa fuil, quud fere tota conlexta sii e\ literis, instrumentis, et di-
plomatibus, «juae buie vulumini destinata buut. » Piglia dalLi pagina (in foglio a due colonne) 206
alla 367.
420. MisiON do China. 1735,
breve memoria in>iatami da' nostri Padri di Manila nello Filippine.
»»m;.. *21. MisiON Sornphira Rspanola do Xan-tung en osto imperio
'"-^ (1(3 la (Iran China de- la Provincia de San Gregorio. Nomina de
los lugares dondo liay christianos y los quo on oUos conservan
la toc esto ano de 1757. Apuntase la distancia de unos lu^^ares
a otros. Madrid 17()().
Simo Sri fiij;li (li slaiiipa, pr« /i<»si v r.irissimi, clif .ipparlciH'Nano alla rckbn' Hibliufrca Svi.vx,
aniui.si.ila pni da un Conte di Madrid. Lo \isitai, fintandolo di lasriarmi pi;^li.'ir nota di questo
fd allri irift'n'ssanfi>sin)i «l'.riuni'nti •he \i >ono: n'rl»lii ln'lk- promessi'; ma in verità nun ne po-
tei eonseiiuir nulla! ^
^imp.
422. MissioNKs Apostolicao Provinciao Coloniao.
K una hn-se ma interessantissima memoria delle nostre Missioni in Olanda e iu Frisia, dovi-
si dà un cenno delle opere prodigiose di-i Padri Nirolò Vi^'rrio, Michele Homes, (ìiovanni Slalparl.
Antonio VerNxey, (iio\anni Huener, Arnoldo prerkens, Francesco Huson , Lorenzo Simonis, Oistau-
tino Anttinii, Fluslachi(j lUrk, Knrico Isendorn, Berardo Koiiinps, Luijji Ilonseler, (ìristiano Becker,
(ìiovanni Putz, Nictdò llania. K inoltre \'è aggiunta notizia della Missione Palatinatns Àustriaf: et
Vtnjh arine.
423. MoLEs. — Moinorial do la Provincia do S. Gabriel de la
Orden de los Frayles Menores de Observancia, recopilado por
MOLINA 405
A«ìa
Fray Juan Baptista Moles, hijo de la dicha Provincia y Ministro
Provincial della. En Madrid, por Fedro Madrigal. Ano MDXCII.
Ud volume io 4 , di 614 pagine. N'incontrai un esemplare nella pubblica Biblioteca della
città di Barcellona. È opera interessantissima per la storia delle Missioni Francescane nel Messico.
424. Molina . — Memorial que por parte de la Provincia de
San Gregorio de Philipinas y sus Religiosos que assisten en ìns
Missiones de las gentilidades del reyno de Conchinchina , hizo
el M. R. P. Fr. Petro Juan de Molina , Procurador General en
la Corte Romana de Descalzos de Espana y Recoletos de Fran-
cia : dirigido al Eminentissimo Senor Cardenal de Aquaviva , Mi-
nistro de Espana y Protector de nuestro Seraphico Orden: con
el fin de instruir a su Eminencia en la justicia y derecho, que
tienen dicha Provincia y Religiosos a ser mantenidos en la le-
gitima propriedad y possession de sus Missiones, con 20 Iglesias
y 4 Oratorios, de que les mandò violentemente despojar Mon-
senor Obispo Alicarnasio, Vicario Apostolico (que de Dios goce)
el ano passado de 1756. Sacalo a el publico ilustrado con sus
antecedentes Fr. Pedro de Jesus, Custodie, y Procurador Gene-
ral por la sopradicha Provincia.
Stampa di 15 carte, rarissima, di cui mi fu fatto dono.
425. Molina. — Qui comienza un Vocabolario en la lengua
Castellana y Mexicana, compuesto por el muy Reverendo Pa-
dre Frav Alonso de Molina, Guardian del Convento de Sant An-
ionio de Tezcuco de la Orden de los Frayles Menores.
Un volume in 4, di Scarte preliminari ed altre 859 a due colonne. Nel fronlospizio, dopo il
titolo, è un'incisione delle Stimmate di S. Francesco con questa leggenda all' intorno: Signasti,
Domine t servum tuum Praneiscum signit redemptionis nostrae; e sotto l' incisione, questi versi:
Indorum nimia te fecit prole parentem
Qui genuit moriens, quos Pater alme foves.
Conflxus vivìs, langues; cum mente revolvis
Vulnera, cum spectas, stigmata carne geris.
In flne poi del volume si legge: • A honra et gloria de nuestro Senor Jesu Xpo y de su ben-
dita Madre. Aqui se acaba la presente obra: la qual fué compuesla por el muy reverendo padre
Fray Alonso de Molina. Imprimiose en la muy grande et insigne y muy Ical ciudad de Mexico, en
casa de Jua Pablos, con licencia del Ilustrlssimo Senor Don Luys de Velasco Visorrey y Governa-
dor està Nneva Esp.iiia , y de la Audiencìa Real que en ella resìde. Y assìmismo con licencia dr 1
Reverendissimo Seiìor Do Fray Alonso de Montufar por la gracia do Dìos Arcobispo meritisslmo de
^> MOLINA
la diclia ciudad de Mexico. Fué vista y examìDada la presente ubra por el Reverendo Padre Fray
Francisco de Lintorne, Guardian del Monestero de Sani Francisco de Mexico, y por ei reverendo
Padre Fray Bernardino de Sahagun de la dicha Orden a (luicnes ci examen della fué cometido. Aca-
bose de imprimir a ({uatro del mes de mayo de 1555. l^
È questa la prima edizione del classico Vocabolario del Padre Molina, ristampato poi Del 1571
in due volumi: conlenente il primo, di 4 carte preliminari ed altre 121, la parte Castellana M^xi'
cana; e il secondo, di i ciirte preliminari ed altre 16i, la Mexicana Castellana ; mentre runico
volume della prima edizione non ha che la parte Castellana Mexicana . Questa seconda edizione è
parimente stampata in Mexico, en casa de Antonio de Espinosa, 1571. E alla (Ine del secondo volu-
me si leggono le parole seguenti : Soli Beo honor et gloria. • Aqui hazen fln los dos Vocabola-
rios, en lengua Castellana y Mahual, o Mexicana, que hizo y recopiló el muy reverendo Padre Pr.
Alonso de Molina, de la Orden del senor Sant Francesco. Imprimieronsc f n la muy insigne y gran
ciudad de Mexico, en casa de Antonio de Espinosa, en el ano de nuestra redempcion de 4571. •
Segue lo stemma dello stampatore col motto: YirtVLS in infirmitate perficitur , che è ripetuto in
lìngua messicana.
Tanto dell' Autore quanto del lavoro del Vocabolario, ecco quel che dice il Leclerc (BibUot. Amerie.)
t II Padre Alonso de Molina, o d*Escalona, Religioso Francescano, nacque, secondo che ha Aotooio
Nicolas, il 1496, e fu uno de* più dotti Missionarii del Messico; versatissimo nella lingua di quel
paese, per la quale compose un Vocabolario ed una Grammatica, e scrisse nella medesima ser-
moni, catechismi, preghiere per gli Indiani, ec. 11 lavoro principale è il Vocabolario Spagnuolo Mes-
sicano e Messicano Spagnuolo; libro tanto più prezioso, in quanto che ne cercheresti Invano un altro
che ne potesse sostenere il confronto, ed ò V unico che viene citato da' litologi Americani. Questo Re-
ligioso, a cui dobbiamo questo insigne monumento della lingua Nahuatl, morì nel Convento del
suo Ordine in Messico il 1584 di 88 anni. • « Nativo di S|)agna (aggiunge il Brassecr) passò co'saoi
parenti ai Messico il 15i3, e giovinetto di pochi anni avendo facilmente imparata la lingua Mes-
sicana, i Francescani lo tolsero a loro interprete ne U' evangelizzare quelle genti, ai quali poi si ag-
gregò vestendone l'abito e professandone solennemente l'Instiluto. Fu celebre Missionario , e scrisse
molte opere. La principale è il Vocabolario, che ebbe due edizioni, l' una il 1555, l'altra il 1371;
e questa ò l' unica opera di questo genere che pos.sediamo per lo studio della lingua Messicana. • 11
Ternaux parimente la chiama V opera più dotta e completa che si conosca. Dell'Autore e delle
sue opere si fa bella menzione anche nei Datos biographicos che accompagnano le Cartas de Indias,
da noi più volte citate.
— Arte de la lengua Mexicana y Castellana , compuesta por
el muv R. P. Fr. Alonso de Molina, de la Orden del senor Sant
Francisco, de nuevo en està se^^unda impression corregida, emen-
dada y anadida, mas copiosa y clara que la primera. Dirigida al muy
excelento senor Visorrey, ec. Mexico, en casa de Fedro Balli, 1576.
l'n volume in 8 di due carte preliminari ed altre 112. l.a prima edizione fu fatta per Pedro
Ocharte, 1571, in lettera gotica, e conta 3 carte preliminari, ed altre 8i, iO e 55. li Pi.nkllo ne cita
un'altra del 1578.
— Doctrina Christiana en lenguaMexicana muy necessaria : en
laqual se contienen todos los principales misterios de nuestra santa
Fee catholica. Compuesta por el muy Reverendo Padre Fray Alonso
de Molina, de la Orden del glorioso Padre Sant Francisco. Con
privilegio. En Mexico. En casa de Pedro Ocharte, MDLXXVIII.
Un volume in 8 di carte XC, el altri quattro di Tavola,
MouNÀ 407
— Doctrina Christiana y Catechismo en lengua Mexicana :
compuesta por el P. Fr. Alonso de Molina de la Orden del glo-
rioso Seraphico Padre San Francisco. Corregida fielmente por su
originai. Ano de 1732. Reimpressa en Mexico. Por la Viuda de
Francisco de Rivera Calderon, en la calle de San Agustin.
Sodo 46 carte in 8, senza numerazione. Secondo il Beristain era stata già ristampata in Sivi-
glia il i584.
A questa ristampa se n' hanno da aggiungere altre due: la prima nuevamente emendada, di-
sjmefta y afiadida; para el uto y emehanza de los ncUurales. Àìio de 1675. En Mexico, por la
Viuda de Bernardo Calderon. È in 8, e conta anch'essa 16 carte. L'altra, corregida ahora nue-
vamente por el R. Padre Lector Fr. Manuel Perez^ cathed^atico de lengua Mexicana en la Real Uni-
vernidad, del Orden de San Agustin. Para la huena ensehanza de lo» naturalef. Ano del 1718.
En Mexico, per Francisco de Ribera Calderon. Parimente conta 16 catte.
— Confessonario Mayor en lengua Mexicana y Castellana ,
compuesto por el muy Reverendo Padre Fr. Alonso de Molina,
de la Orden del Seraphico P. sant Francisco : En Mexico. En casa
de Pedro Balli, ano de 1578.
Un volume in 4, di lettera gotica, a due colonne. (1 frontespizio e la dedica sono 2 carte; dalla
3 alla 132 (ma che per errore dice 113) è il Confessionario. Poi seguono altre quattro carte non
numerate. E in line v'è aggiunto il Confesfsnario breve, di cui diremo appresso.
E questa è la seconda edizione; che la prima fu fatta en Mexico, por Antonio de Espinosa,
1565, in 4, parimente di lettera gotica. Dalla carta 3 alla 121 contiene il Confessonario, a due co-
lonne, aggiuntovi il modo di amministrare i Sacramenti, e un modulo per i testamenti. Dalla carta
121 alla 124 è una tavola alfabetica delle materie; e nelU seconda faccia dell'ultima carta si leg-
ge: « Acabose de imprimir e^te Confessonario en la muy insigne y gran ciudad de Mexico, en ca.«(a
de Antonio de Espinosa, impresor del libros, junto a la Iglesia de Senor Sant Agustin a quinzc
de Mayo. Ano de 1565. >
— Confessonario breve en lengua Mexicana y Castellana:
compuesto por el muy reverendo Padre Fr. Alonso de Molina,
de la Orden del Seraphico Padre Sant Francisco. En Mexico, en
casa de Antonio de Espinosa, impressor 1565, Acabose de im-
primir este Confessonario en XXVI de Henero de 1565.
Nel frontispizio sono impresse in rosso e nero cinque piaghe, cinte da una corona di fiori,
con altri fiori sciolti; e allMntorno si leggono queste parole: AcdpUe Spiritum sanetwn: quorum
remiseritispecctUaremituntur eis; et quorum retinueritis retenta sunt. Ioan. 20. Questo Confesso-
nario breve, nel Confessonario Mayor a cui è aggiunto, conta 18 carte in 4.
Oltre questi lavori, che tutti ebbero parecchie edizioni , il Pinello cita anche una tra-
duzione che il Molina fece in Messicano degli Evangelii per tutto Tanno, e dell' Officio della B. Vergine;
molti Sermoni ; una vita di san Francesco; un Trattato de* Sacramenti, e npn poche divote orazioni
per uso d<,*gli Indiani: manoscritti che forse sono andati perduti.
408 MOLINA - MONTE ALVERNE
1/». 426. Molina. — Memorial al Rey de Espana : por el Padre
Amrnc» p^ Christoval de Molina, de la Orden de S. Francisco, Comisario
Visitador de Piritu sobre las Misiojies de Cumanà. Ano de 1713.
Sono 16 carte in foglio, e n'ho appresso di me un esemplare. Questo interessantissimo
Memoriale inedito, quando verrà pubblicato, mostrerà in modo sempre più luminoso quale umanità
fosse ne' Governi che estinsero gli Ordini Religiosi , caricandoli d' ogni maniera calunnie, mentre
non ignoravano che, quand' altro non fosse, molti de' loro membri erano in officio di Missione fra
popoli ancor barbari e selvaggi del globo; e mostrerà ad un tempo quali padri e benefattori
abbiano perduto quelle sventurate genti che tuttavia restano fuori della luce del Vangelo e dell'
incivilimento! Povere nazioni, in cui Governi che si chiamavano cattolici non videro mai altroché
strumenti della loro avarìzia e libidine! N' era un esemplare nel grande Archivio della nostra
Commisseria dell'Indie in Madrid.
SHnrf,. 427. MoNFORTE. — Chronica da Provincia da Piedade, primera
Capucha de toda a Ordem e Regular Observancia do nesso Sera-
fico Padre S. Francisco , dedicada na primera impressào ao sere-
nissimo SenhorDom Joào, Principe de Portugal, e Duque da Real
Casa de Braganga. En està segunda offerecida a' Magestade Fide-
lissima de Dom Jose I. nesso Senhor : composta por Fr. Manoel de
Monforte, Pregador, filho de mesma Provincia. Lisboa, na oflBcina
de Miguel Manescal da Costa, impressor do Santo OflScio. Anno
1751. Con as licengas necessarias.
Un volume in foglio, di 7 carte preliminari non numerale e 871 pagine. Opera ricca di notizie
delle nostre Missioni nello Indie Orientali' ed Occidentali , e indispensabile per la storia di quelle
delle isole di Capo Verde, li Padre Manuel ù annoverai) tra' classici scrittori in lingua portoghese.
• Fr. Manuel df Monforte (dice l'Autore del Mappa do Portngal antiguo e moderno, tom. lì,
seconda edi/.ioue, Lisl)oa 1870) naturai da vIIIh do seu appellido, fui Ileligiuso Franciscano da Pro-
vincia (la Piedade, de «jue eMTcveu a su (ihrouica tao aceila pelos doulos, que he numerado entre
OS nn'Ihons historiadores pela pureza do estylo, e prudencla eni a narrarlo dos factos. Falereu no
anno ile 1711. • Ne vidi un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
428. Monte Alveune . — Chronica da Provincia de S. Joào
Evanfff^listji das Islhas Acores, on quo se da rehicao comò forain
descobertas as Islas de S. Miguel e S. Maria e da creac^o de
sus villas e citados com sus ermidas, freguezias, ec. composta
por Fr. Agostinho de Monte Alverne, Franciscano, ec.
Di questo importante manoscritto dà notizia il Silva nella sua liibliografia Porlugtieta, dicendo
che è diviso in 3 parti, e appartiene alla pubblica liiblioteca della città di Ponta Delgada nell'isola
di S. Michele; e n' estrasse una copia il signor José [)E Torhks per la sua vasta e preziosa CoUefao
de variedadex A^orianas. Il P. Agostino fu liglio della Provincia Francescana di S. Giovanni Evan-
gelista, che comprendeva tulle le isole Azorre, e tenne ufficio di Guardiano nel Convento di Ribeira
Grande nella sopraddetta isola di S. Michele sua patria, dov'era nato ni dì febbraio del 466i, e
mori il 47i6.
MONTE CORVINO
409
429. Monte Corvino. — Lettere di Frate Giovanni da Monte
Corvino dell'Ordine de' Minori, scritte da Tauris e da Cambalù,
ossia Pekino, gli anni 1292, 1305 e 1306.
Di questo straordinario Apostolo delia Cina, e Arcivescovo di Pekino, con sei suflTraganei,
alla fine del XIIl secolo, fu per noi largamente parlalo nel III volume della nostra Storia Universale
delle Missioni Francescane, riportando anche in italiano le sue lettere, già pubblicate In latino
dal Wadingo e dal Raynaldo. Per non ripetere qui le nostre parole, daremo la breve biografia che
teste ne hanno pubblicalo i Compilatori degli Studi bibliografici e biografici sulla storia deUa
Geografia in Italia, pubblicati per cura della Deputazione nUnisteriale instituita presso la Società
Geografica Italiana, Roma, 1873.
«Giovanni da Montecorvino , nato nel i247 , morto nel 1333. Montecorvino è paese nel
Napoletano; ivi nacque nel li47 Giovanni che trovo talvolta ricordato col nome di Giovanni
Valente; e indagini da me fatte non mi permettono di affermare se questo sia casato di famiglia.
• Papa Nicolò IV, per secondare la domanda d'un Kan tartaro che gli offriva l'opportunità
di predicare l'Evangelio nelle regioni centrali dell'Asia, spedi una camiti va di Frati Francescani
alla cui testa pose il Montecorvino, munendolo di credenziali scritte a parecchi Principi Asiatici ed
al celebre Kublay.
« Il Montecorvino partiva nel 1391 "e conduceasi a Tauris capitale della Persia; poscia, presi
a compagni il mercante genovese Pietro di Lucolongo ed un Frate Domenicano, penetrò nell'Indie,
fu a Meliapur, e di là dirigendosi verso Oriente, entrò nel Calai, e dopo lungo viaggio pervenne a
Kan-Balik. Poi ebbe udienza da Kublay, cui presentò le lettere papali ; ricevè buone accoglienze e
libertà di predicare la religione cristiana.
« Nella lettera che scrisse da Pekino nel 1305, racconta le fatiche incontrate nel suo apostolato,
come pure fornisce non poche notizie intorno alle cose vedute in quelle regioni.
• Elevato nel 1307 da Clemente VII al nuovo Arcivescovato di Pekino, ebl3e sotto di sé altri
sci Vescovi suffragane!; ed a quella dignità furono chiamati alcuni suoi confratelli che lo avevano
raggiunto in diverse epoche nella Cina. Affranto dalle fatiche e dagli anni, il Montecorvino moriva di
86 anni in Pekino nel 1333. >
Ma l' importanza delle lettere del nostro Missionario è messa meglio in rilievo dal Profossore
Angelo Db Gubernatis nel Supplemento al primo capitolo della sua Storia dei Viaggiatori italiani
nelle Indie Orientali» ec. Livorno, 1875, le cui parole ci giova qui riferire.
« La prima lettera di Frate Giovanni da Montecorvino c'insegna come questo Francescano,
partito da Tauris nel 1291, si recò nell'India presso i Cristiani di San Tommaso, ove in 13 mesi
battezzò circa 100 persone, e seppellì il proprio compagno Fr. Niccolò da Pistoia, dell'Ordine dei
Predicatori, morto in quel luogo. Quindi Giovanni da Montecorvino s' indirizza verso il Cathay, e
presenta al gran Cham una lettera del Papa. A Cambalù ( Pekino ) nei primi sei anni del suo
soggiorno battezza circa sei mila persone. Giovanni da Montecorvino trova in Cina già stabilita come
nell'India una setta di cristiani Nestoriani. Scrive che gli mandino altri Frati, e eh' egli se ne ripro-
mette grandi vantaggi per la Missione; indica come la vìa più breve e sicura per arrivare al Cathay,
la sirada di Tarlarla per Tana ; richiede un Antifonario con le leggende de' Santi, un Graduale ed un
Salterio. Annunzia che due anni innanzi (cioè nel 1303) è arrivato colaggiù un chirurgo lombardo, il
quale spacciò le più strane ed empie novelle sulla Corte di Roma e lo stato delle cose in Occidente.
Racconta com' egli ha 58 anni, come sa la lingua tartara, e che in essa tradusse il Nuovo Testamento
e il Salterio ; infine come ad un figlio d'un re Giorgio, cristiano nestoriano della stessa famiglia del
Prete Gianni d' India, in onore del Montecorvino, fu messo nome Giovanni. Nella sua seconda lettera,
dell' anno 1306, Giovanni da Montecorvino fa sapere come al suo arrivo a Cambalec, dove 1' aveva
accompagnato da Tauris un mastro Pietro da Lucolongo, buon cristiano e gran mercante, questi gli
forni i mezzi di fabbricare una chiesa cattolica. Questo mastro Pietro di Lucoloìigo vuol essere com-
preso col Montecorvino nella serie de' più antichi viaggiatori nell' India. Nella seconda lettera, Giovanni
da Montecorvino esorta a mandare nell' India a predicare la fede di Cristo Frati robusti, che resistano
al caldo e a quella maniera di cibi. La terza delle lettere da Montecorvino, prima tuttavia per ordine
di tempo, poiché scritta dall' India nel lt9i o 1293, fa portata da qualche Frate eh' era pur nelPIndLi,
41 0 MONTES - MONTI LL A
ina che duo vien nominatu, al Domenicanu Frate Meneotillu da Spoletu, il quale la spedi al notissimo
suo confratelk» Bartolomroo da San Concordfo. VI si parla esclusivamente deir India ; anzi tatto del
rliiiiii e (Ielle stagioni ; dell' abbassamento della stella polare , appena percettibile nell' India merìdio-
Italo. • Moliti guardai (egli scrive) di vedere e vidi più segni che gli andavano intorno, per lì quali li
ro;ior^ (conobbi) e parvemi ch'ellì fussiTo vicini veramente, perchè le fumosità vi sono continue
rhontra quella parte si tene (sottana) per li calori e per li venti ella è molto al disotto non me
tie potei certlUcare : • dell' auipiezza dell' India, delle grandi città che vi si trovano e delle cattive
nise; dell'aspetto flsico del paese e de' suoi prodotti natu^li : avverte che non vi ha trovati quegli
uomini mostruosi e straordinarii che gli era stato detto; che le vacche vi sono sacre, e però non
vi si mangiano, ad*jperandone tuttavia il latte; die gl'Indiani sono idolatri, che hanno una ìcm
lingua speciale per le preghiere, e che scrivono su foglie di palma; che 1 matrimoni si fanno a
tempo fisso, che le vedove non si maritano, che gì' Indiani bruciano i cadaveri ; che l' India del
resto ha molte favelle; che gì' Indiani sono « assai domestichi e familiari e di poche parole; »
che non sono neri, ma olivastri e ben fatti; che vanno nudi ; che si lavano spesso; che non hanno
uè pane né vino, ma che usano molto riso e frutti a noi sconosciuti, e che mangiano con l«*
mani ; che la sicurezza pubblica ò grande, ma che si pagano nell' India molti pedaggi ; che i
soldati combattono ignudi con le spade; che il mare indiano ha molti pesci, e, in alcune parti,
perle e pietre preziose : e, nella parte meridionale, molte isole : tocca d' alcune distanze fra paesi da
lui percorsi, cioè dal Malabar ( Minat)ar ) al Maabar ( 300 miglia ) , e dallo stesso Malabar a Siu
Simmoncota ( la cui posizione geograflca è ancora da determinarsi ) ; de' venti che soffiano presso
le coste indiane. Da questo breve sunto appare evidente quanto serio e attento ed esatto osservatore
fosse pi>l suo tempo Giovanni da Montccorviuo, per avere potuto, dopo cosi breve tempo, dare dell'
India un conto relativamente cosi compiuto e preciso. • Sin qui il De Guberxatis.
lo aggiungerò, che un esemplare di questa lettera (credo inedita) si trova nella Biblioteca
Laurenziana di Firenze.
ji.. 430. MoNTES. — Arte del idioma Tagalog : por el P. Fr.
Geronimo Montes y Escamilla, de la Provincia de S. José,
— Diccionario del idioma Tagalog , etc.
— Confesonario Tagalog, etc.
— Version al idioma Tagalog do la Gnia de PecadoreSy eie.
— Uevocional Tagalog, etc.
Cosi il Padre IIukrta ( FMado ec. ). 1 primi quattro sono manoscritti; l'ultimo, in 4, fu
stampato due voIU' in Manila: la prima, 1' anno I6i0; la seconda, il 1648 nella oficina de Tomai
Pimpin. i;Aut(»re parli dalla Spagna perle Filippine il 1580, dove lavorò molto nella conversione
di (luelle genti, specialmente nei popoli di tìumaca, Meycauayan , S. .\na de Sapa, Morong y
Nagc^irlan; e muri in quello di Lumbani il 1610.
e
Stamp
Ahm
431. MoNTiLLA. — Memorial a la Majestad del Senor D. Felipe
II por el P. Fr. Francisco de Montilla de la Franciscaaa Pro-
vincia de S. José.
— Memorial a la Santidad de Clemente Vili, etc.
Questi due Memoriali sono scritti in latino, dice il Padre II ubrta ( Kitodo, er. ), e riguardano
le Missioni della Cina, Siam, Cioncincina, ec.
— Historia de la propagacion de la Fé en Filipìnas , Japon
Cocliinchina y Siam, por el P. Fr. Francisco de Montilla, etc.
MONTOYA - MONUMENTA FRANCISCANA AH
Lo slessu Padre Huerta, die ce ne dà nolizia, dice che è ^egiiaUi il dì ii novombre dei
4602. Il P. Da MoDtilla nacque da Luis Ponce di Leon, dell' illustre famiglia dei Godoyes di
Cordova, in Montilla, e vesti l'abito Francescano nel Convento di Arenas della Provincia di S.
Giuseppe. II 1580 partì per il Messico, dove rimase alcun tempo, e dal Messico per le Filippine, dove
giunse il 1582. Di là, l'anno seguente, con alcuni compagni s'imbarcò per la Concincina, e vi
giunsero felicemente. Ma rimbarcatisi per recarsi alla corte del Monarca che li desiderava, una
violenta bufera li gettò su l'isola di Aynan, dove vennero presi, e quindi menati nell'interno della
China. Da ultimo, dopo molti patimenti, poterono passare a Macao. E di là il Monti Ila con Frale
Girolamo di Aguilar partì per le Missioni di Siam, dove, imparata tosto la lingua del paese, ottenne
da quel re di liberamente predicare il Vangelo nella stessa sua corte e in tu^to il regno. Ma
scoppiata fiera guerra tra i Siamesi e il regno di Pegù, ebbe a far ritorno a Macao, da dove
ripartì per le Filippine, giungendo in Manila il 1385. Quivi lavorò molto nella conversione di quelle
genti; finché l'anno 1593 s'imbarcò col Governatore Gomez Perez Desmarinas per la i:onquistadi
Moluco. Disgraziata impresa ! Perchè ribellatisi i numerosi Cinesi , che erano nella nave di quel
capitano, • dieron muerte (dice il Padre Huerta) a este y a la mayor parte de los Espanoles, en
punta Azufre el dia 26 de octubro, • e per vero miracolo • respetaron a Fr. Francisco, y a ruegos
de este perdonaron la vida al Senur Secretarlo D. Juan de Cuellar, los quales Uegaron a Manila
despues de muchos sustos y trabajos. • Poi da' suoi fu nominato Commissario e Procuratore delle
Missioni presso le Corti di Madrid e di Roma: e compite alcune importanti incombenze, il 1599
da Roma tornato in Ispagna, si ricoverò nel Convento di Alcalà di Henares, dove ebbe ufficio di
Maestro de' Novizi. Poi passò in Almagro, e in Almodovar del Campo, dove morì il 1603 in grande
concetto dì santità.
«#.. 432. Montoya. — Chronica de la Custodia de ^yria y Tierra
^^ Santa de Jerusalem, dedicada al Rey immortai de los siglos, y
Senor de los Senores Christo, sacrificado en el ara de la Santa
Cruz y pendulo en el Monte Calvario por los hombres. Escrita
por el Padre Fr. Andres de Montoya, hijo de la santa Provincia
de S. Miguel en la Estremadura, Padre de ella, Colegial que
fuè de Nuestra Sonora de los Angeles en la Bien Parada, Mi-
sionero Apostolico en el Colegio de Sahagun , Comissario de
Tierra Santa a la Porta Othomana y Procurador General en
Jerusalem y su Custodia. Parte I y II basta el ano de 1700.
Manoscritto in due grossi volumi in foglio, nelP Archivio della Torre del Tombo di Lisbona.
5,,^. 433. Monumenta Franciscana : scilicet, 1."* Tbomas de Ec-
^•^ cleston de adventu Fratrum in Angliam. 2.° Adae de Marisco
Epistolae. 3."* Registrum Fratrum Minorum Londoniae. Edited
by J. S. Brewer, M. A., Professor of english Literature, King's
College, London, and Reader at the RoUs. Publisbed of the
Lords Commissioners of ber majesty's treasury, under the di-
rection of the master of the Rolls. London : Longman Prown ,
Green, Longmans, and Roberts. 1858.
Un volarne in 8, di CXXXVIl! e 669 pagine. N' ft un esemplare nHP Archivio di Stato di Firenze.
ii 2 MONUMENTA - MORFI
Soiiu tulli «liM'iiinenti iiiiitort.iiiii^Miiii, t.niti» per la sinria dcilu Chiosa, quanto doir Ordine Fraoce&cauo
in IiiKliiltcrra.
s.'./.. 434. Monumenta Ordinis Minorum.
Un grosso volume in 4, in line del quale si legge «Finis totias libri. Fait presens liber sea
opusculum in nobili civiiate Salinantina per mandatum Reverendi Patris Fratris Francisci de Ledesma
(ìuanliani ConM'ntus Fratruin Minorum Observantie eiusdem civitatis ma\imo cum labore vigili isquc
compilatum , ibiUcm(|uc ctiam anno Domini M(X(XCV1 mense luliì ope spensisque iioDorabilis viri
loannis de Porras imprcssum. Cuius in presentis libri prusecutionc quaiitus labor quantaque cura
exactaque diligentia ncc nun rbarìtaliva erga nos impvnsa fuerit elemosina: ut a quolibet lecloro
liunc singulariter I>eo ronimendatum reddanius . hoc eius nuticic tradimus. Dee gratias. • Libru
rarissimo, e importantissimo per la storia delP Ordine e delle Missioni nustre di que* secoli. N'è un
esemplare nella Biblioteca dell' Accademia (già della Congregazione del Terz' Ordine Regolare Fran-
cescano) di Lisbona.
AtMTira
*/«. 435. MoREiiA. — Noticias de la Provincia de Guatemala, con
un Tratado de la Mision v Martvrio de los Padres Misioneros
V t.
Franciscanos Verdelete y Monteagudo : por el Padre Fray José
Morera de la Orden de S. Francisco.
Il Padre Morera era nuliv«) di <iuatemala, e fu Oeflnilore di quella Provincia del suo Ordine.
M<»rì il 4666.11 suo Manoscritti» si conservava nel Convento di Cuatemala. È ricordalo anche dallo
SouiKR (Monograf. of AulhJ.
Aiitrrka
**- 436. MoRFi. — Momorias para la liìstoria de la Provincia do
Texas, escritns por o\ Koverendo Padre Fr. Juan Auf^ustin d(^
Morfi, Leotor Jul)ila(lo, o liijo de la Provincia del Santo Evan-
frelio do Moxico.
S.tni) i {^ro>si volumi in foglio, appartenenti alla Hibiloirca della Heale Accademia di storia di
Madrid. Anciie «juesla «'■ una delie più inlt-ressaiili opere dir Mano siale siTìtte sopra l'America.
Pece.ito elle l' Autore, sorpreso dalla morie, nr»n vi desso 1' ultimo compimento, come si vede dalla
Une del secondo Nohinie, o\e si legger • Hasia aqui el H. Padre Morii, quien antes de concluir està
ubra riiuriù de una maliij:na tie\re, siendo (.ìuardian de estc Convento (ìrande de Mexico a ti) do
octubre <lel 1783. •
— Viage de Indios y Diario del Nuovo Mexico, escrito por
el R. P. Fr. Juan Agustin de Morfì. 1777.
Manoscritto in foglio nella Hibliotoca della Koalo Ac<'ademia di storia di Madrid. Una nota
al Manu>critlo dice: • Kn oste derotero el R. P. Fr. Juan Augustin de Morii detrdiò todas las
parlicuKirliladesque sr presenlaron a >u ob.servacinn cun a (luel arn-}:!.», amenidail y hormosura corre-
spendienl«'s a la critica, iUi<lraeion y buon ttiisto quo brillan en tiMlas sus producionos. • Va unita al
Manoscritto una carta jieoj^rallca di Zaraloeas, falla dallo stcìiso Padre. Fra l'altre cose, v*è una
iH'ilissima relazione (\c\V iirigen de lai MUionei Franciicana» y Pre$idio del Rio Grande.
MOTOLINIA /l-IS
— Descripcion geografica del Nuevo Mejico : escrita por el
P. Fr. Juan Augustin de Morfi, Lector Jubilado de la Provincia
de S. Evangelio de Mexico. Ano de 1782.
Manoscritto in foglio, nella stessa Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
437. MoTOLiNiA. — Historia de los Indios de Nueva Espana ,
dividida en tres partes. En la primera irata de los rìtos, sacri-
ficios, e idolatrias del tiempo de la gentilidad. En la segunda
de su mara villosa conversion a la fee , y modo de celebrar las
fiestas de nuestra santa Iglesia. En la torcerà del genio y cara-
cter de aquella gente y figuras con que notaban los acontecimien-
tos con otras particularidades y noticias de las principales ciu-
dades de aquel reyno. Escrita el aSo de 1541 por un de los dofe
Religiosos Franciscos ( Fray Toribio Motolinia) que primero pasa-
ron a entender en su conversion. Pedicada al Ilus. Senor D.
Antonio Pimentel Conde sexto de Benevente.
Magnifico Manoscritto di un grosso volarne in foglio, nella Biblioteca del Beai Palazzo di Madrid.
L' opera del Motolinia , uno de' primi Francescani che al tempo del Cortez si recarono dalla
Spagna apostoli al Messico, ò una delle più dotte ed interessanti che siano state scritte. Ultimamente,
sopra un esemplare del Messico, venne pubblicata in bellissima edizione in 4, nella Coleccion de
doaimentos para la historia del Mexico, dal benemerito Joaquin Icazbalceta, preceduta da una
larga e dotta biografìa (Noticias de la vida y escritos del P. Motolinia) scritta del cb. D. José Fer-
nando Ramirez (Mexico, Libreria de I. M. Andrade, Portas de Agustinos, numero 3, 4858; e: Paris
llector Bossange et iils. quai Voltaire, 25). Per quanto facessi in Parigi ed in Ispagna, non mi
fu possibile acquistarne un esemplare, essendo esaurita T edizione. Diremo chi fosse il Padre
Motolinia con le seguenti brevi notizie che ne danno gli Editori delle Cartas de Lndia (Madrid 4877) ,
tra le quali ne sono alcune di lui.
« Motolinia Fray Toribio de Benavente, naciò en la poblacion de este nombre (Zamora)
en los nltimos anos del siglo XV , y paso con los primeros Religiosos Pranciscanos a la
Nueva Espana en 4524, en donde cambiò su apellido por el de Motolinia , porque al entrar en
Tlascala, viendolc sus habitantes à pie, descalzo y tan derrotado, esclamaron en tono de compasion:
Motolinia! Es decir: Pobrecito! de cuya palabra, que adoptó por santa humilidad, hizo el sobre-
nombre que conservò toda su vida , y por el que generalmente se le conoce. Instalado con sus
companeros en Mexico en junio de aquel ano, dedicose desde luego con fervor e incansable celo a
la doctrina de los Indios de los qiiales bautizò muchos millares en la provincia de Mexico , en
Iluexotzingo, donde dio refugio en 4529 a los Caciques que se veian acosados por las gentes de la
Audiencia de Guatemala, Nicaragua y en las otras partes que liabian disfrutado los bienes de su
predìcacion. Fray Toribio que se titulaba visitador, defensor, protector y juez de los Indios en
his provincias de Huexotzingo, Huacachula, y Tlascala, desde cuyo punto coadiuvò ala fundacion
de la Puebla de los Angeles en 1530, fuè Guardian del Convento de Tezcoco, y en 4538 electo sexto
Provincial; escribiò en castellano muchas y entercsantes obras y en Mexicano algunos tratados,
y muriò tras una larga, laboriosa, humanitaria y arreglada vida en su Convento de Mexico el 9
de agosto de 45C8. > Ma questo non ò che un cenno: per vedere la gigantesca flgura che presenta
questo celebre Missionario e scrittore Francescano, bisogna leggere lo Soticias sopra citate del
Hajiirbz. Intanto delle sue opere accenniamo le scgaentt:
ili MOVILLA
— Vida de tres niiìos Tlaxcaltecas y los martirios que pade-
cieron por la fé de Cristo.
— Historia del martirio y muerte que padecieron dos ninos
principales de Tlaxcala, nombrados Antonio y Juan.
Suno due commovcntissimi epis<jdii delle prtme Mi.ssiuni Francescane del Messico , da uno do'
(|uali prese argomento del suo bel racconto, Le$ Cadquet de Tlaxcala, il nostro Padre Servasìo Dibks,
di cui abbiamo parlato. Il primo conta 11 capitoli, F altro 8, e tutti due vennero tradotti io Messicano
da un altro celebre Missionario Francescano d'America, Padre Fr. Juan Bautista, che il lettor già
conosce. Oediamo che su ne sia fatta anticamente ({ualche stampa: un esemplare manoscritto dell'
uno e dell'altro in Castellano, di Iiellissima lettera, trovasi nella Biblioteca della Reale Accademia
di storia di Madrid.
— Carta de Fr. Toribio de Motolinia. Tlaxcala 2 de Enero
da 1555.
Som* 18 carte in 8, nella pubblicazione che se n'ù fatta nel tom. Vili della CoUccion de
docunienlos inedUot relaliros al deirubrimienlo conquMa y orgauizacion de lat antigtia* potè-
sione/t espafiolan de America, ee. por D. Lui$ Tohres de Memn)/.a (Madrid, fmprenta de Frias y campa-
luii, Misericordia 2, 1867), e venne condotta sulla copia che dall' (iriginale dell' Archivio di Simanras
estrasse il Munoz, e che trovasi nella nil)lio(eca d»>llu Reale Accademia di storia di Madrid. Già era
stata pubblicata anche dai signor Hcckingcuam Smith nella Coleccion de rario$ documento* para ta
hUftoria de la Florida y tierras adiacenten, e dall' Icazbalcbta nella Coleccion de documenios para la
hitloria de Mexico, tom. I. È un documento do' più gravi ed importanti che si abbia su le conquiste
degli Spagnuoli in America, che bisogna assolutamente leggere per poter dar giudizio delle terribili
accuse lanciate contro gli Spagnuoli dal Las-Casas.
^^^ 438. MoviLLA. — Explicacion do la doctrina que compuso el
v..,.ri« CardcMial Belarmino por mandado del Senor Papa Clemente Vili.
Traduoida on lengua Floridana por ol Padre Fr. Gregorio de Mo-
villa, Difmidor do la Provincia de Santa Elena de la Orden de
San Francisco, naturai de la villa de Carrion de los Condes ;
hijo de la Provincia de la Concepion y del Convento Recolecto
de Nuostra Senora de Calahorra. Corre<:rida, emendada y ana-
dida en està seijunda impresion por el mesmo autor. En Mexico.
Impressa con licencia en la impronta de Juan Ruyz. Ano de 1035.
In vulium- in 8, di ti carte preliminari, 197, oid'imlii'e in line, non numerale. Neil' ultima
ilflli' quali si Ir-,';:!': « Acaboso a 9 de EruTo de ÌG:\(\. Om lii.'encia. En Mexico, por Ju.au Uuyz. • Fa
coiitinua/.ioiic poi dt'll' opera l' t){iusn)|o srixuiMife :
— Forma l)reve de administrar los Sacramentos a los Indios
y Espanoles que viven entro ellos. Aprobado por autoridad apo-
stolica, y sacado del Manual Mexicano, que se usa en teda la
MOVA - MUNOZ il 5
Nueva Espana y Pirù. Mutatis mutandis, esto es lo que estava
ea lengua Mexicana traducido en lengua Floridana . Para uso
de los Religiosos de nuestro Padre *S. Francisco, que son los
Ministros de la Provincia de la Florida. Por el Padre Fr. Gre-
gorio de Movilla. Con licencia del Sefior D. Lopez Altamarino ,
Comisario General de la santa Cruzada. Impresso en Mexico. Por
Juan Ruyz. Ano de 1636.
Sono 32 carte in 8. La prima edizione dì questo opuscolo fu fatta in Madrid il 1631, parimente in
8 : ma essendo riuscita assai scorretta, l'Autore lo ristampò in Messico, corretto ed accresciuto. Tanto
si rileva dal Prologo.
439. MoYA. — Memoria per i Collegi di Missione dell' Ame-
rica Meridionale del P. Fr. Pablo de Moya, Comissario Gene-
ral de Indias.
Sono 5 fogli in 4 , in lingua spagnuula; ed è data in Madrid il dì 8 febraio del 1840. L'ettlù
in dono dal M. R. Padre Fulgenzio da Torino, E\-Procurator Generale dell'Ordine e già Commissario
della Terra Santa in Parigi.
440. MuLLOCK. — Notizie storiche intorno a Terra Nuova nel-
l'America Settentrionale, e intorno a' Frati Minori che v'intro-
dussero il Cattolicismo , tratte alla lettera da una conferenza di
Monsignor Tommaso MuUock de' Min. Oss. Vescovo di quella
Diocesi.
Pubblicata in 8 , nei numeri 4 , e 5 dell' anno I della Cronaca delie Missioni Francescane
(Roma 1860). Èia traduzione dall'inglese dell'edizione americana, fatta dal Padre Anselmo Knap-
PEN della Provincia di S. Giuseppe del Belgio.
441. Munoz. — Copia de la Relacion o carta escrita por el
R. P. Fr. Joseph Gii Munoz, Predicador Apostolico y Comis-
sario del Colegio de Santa Rosa de Ocopa y Misiones de Infle-
les del Cerro del Sai, a D. Domingo de linda Syndico Apostolico
de las Misiones en la Imperiai ciudad de Cusco : en la que da
noticia de la entrada que hizo en ellas el escandaloso apostata
y fingido Rey Juan Santos Aragualca Apuinga Quainacapac ,
Indio Christiane de dicha ciudad: ano de 1742.
Manoscritto nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid,
Amrki
410 MtZZAM
Ito. 442. MuzzANi. — Memoria latiaa sopra le Missioni France-
scane di Tarij a dell' America Meridionale, del P. ZeflSrino Muz-
zani, dell'Osservante Provincia di S. Tommaso di Torino, Mis-
sionario Apostolico nell'America Meridionale.
Sono 8 carte in 4 , indirizzate all' Emo Cardinale Barnabò Prefetto della Sacra CongregazioDe
di Propaganda Fide^ il 28 agosto del 1851. L' ebbi in dono dal M. R. Padre Fulgenzio di Toiìdo, di
sopra memorato. Il Padre ZefBrino è un Religioso di molti studii, che lasciò bella fama di sé in Italia,
e in grave età sta tuttavia lavorando alla conversione e all'incivilimento de' selvaggi dell' America.
N
443. Napolbs. — Asia Menor. Estado presente que tiene en
ella la Religion de San Francisco . Escrita por Fr. Miguel An-
gel de Napoles , Lector Jubilado y Secretarlo General de la di-
cha Orden: dirigida a nuestro Reverendissimo Padre Fray Fe-
dro Manero, Ministro General de toda la Orden de San Francisco.
En Madrid, en la Impronta Real, ano de 1654.
Sono 93 pagine in foglio; e contiene particolari interessantissimi delle Bfissioni Francescane della
Palestina Ano al 1653.
« Viendo ( dice V autore nella dedica al P. Generale Pietro Manero ) que Vuestra Rma ocu-
para algunos Religiosos en sacar a luz el estado presente que tiene nuestra sagrada Religion en
las naciones del mundo , tome yo la ocupacion de monstrar el que tiene en la Asia Menor
A este exercicio me animò tambien la oportunidad de instrumentos que halle en el Archivo ge-
neral de la Orden, que Vuestra Rma ha fabricado en està Corte fH liodiià). *
Il libro del P. Michelangiolo oontiene una succinta storia iella Tèrra Santa, e vi st narrano
fatti commoventlssimi delle vessazioni e de' martini che, pur al suo tempo, ebbero a sofflrire i Fran-
cescani per conservare que' Santi Luoghi in proprietà della Chiesa Latina.
No annoteremo brevemente alcuni. L'amo 1 OSI, sborsando buona socama di denaro, avevano
ottenuto dal Rascia di GerusalemoM di poter edifleare un ospizio nella casa di Zaccaria padre del
Battista su le montagne della Giudea. Ma come prima lo seppero l Mori, fieramente se ne richia-
marono , negando che quella facoltà potesse essere loro concessa. E non trovato ascolto appresso il
Rascia di Gerusalemme , ricorsero a quel di Damasco , che subito rispose l' impedissero , anzi H
cacciassero via da quel luogo : e tanto bastò perchè que' barbari li assalissero furiosamente in tutta
la Terra Santa, mettendone parecchi a morte ; e li avrebbero tutti finiti, se 11 Caeayas con una squr
dra di Giannizzeri non fosse accorso a sedare la rivolta. L' anno appr<^sao I6M alcune galee di Malta
avendo catturato due barche di Mori cariche di carbone, lo stesso Rasdà di Gennatemme intima a'
Francescani le facciano immediatamente restituire, o altrimenti verranno tutti impieeatL II i61t i
Turchi invadono il Convento di San Salvatore, ek> saccheggiano; e i Padri debbono soArire et»*
cere, per non aver danni maggiori. 11 1638 il Rascia va a chiedere al Guardiano di Qenuakm*
me, P. Fr. Diego da San Severino, 300 dollari, che questi si scusa di bob poter dare. Il Rascia qmal-
che di appresso tornalo al Convento, n' esce d' un tratto tutto sdegnato, come se avcase trovate
(|ualehe gran delitto, gridando per le pubbliche vie, che i Frati aprivano un muro per farvi cn-
n
418 NAKKAZIONC
Nf.
trar di Dotte e nascostamente i cristiani a danno dei Turchi . L' incendio era appiccato t Tutta la
città si solleva con grida di morte, e la tempesta non cessa, Onchò i Frati non abbiano pagato i
dollari richiesti. Peggio av\'iene il 1649 , essendo superiore il Padre Antonio da Gaeta, che già en
stato costretto a pagar due volte il tributo solito darsi al Bascià quando giungeva un nuovo Guar-
diano. Si sparse la voce, che rimosso questo Bascià, ne veniva un altro nimiclssimo da' Franchi,
de' Greci, degli Armeni, e terribile contro gli stessi Turchi. « In quel momento era in Betlem (scrive
il P. Antonio al Ministro Generale dell'Ordine) celebrando la festa della Natività: e quella voce mise
tanto sgomento in tutti, che Greci ed Armeni si disposero a fuggire, invitando me a seguirli; come
di fatto si fece la notte, camminando per ben sette di e sette notti il più possibile nascostamente,
finché si giunse alla città di Sayda , che è nella giurisdizione di Damasco. • Arrivato intanto il
nuovo Bascià di Gerusalemme, e saputa la fuga de' Francescani , ne monta in furore, minacciando
atterrare i conventi e scannare quanti Religiosi gli vengano alle mani, se tutti all' istante non fac-
ciano ritorno al loro pusto. Alcuni Turchi allora s'interpongono per placarlo, promettendogli due
mila reali da otto, che accetta. « Quantunque io sapessi (prosegue il P. Antonio) che non era da
prestar fede alcuna alle sue promesse, pure, per salvare Frati e Convento, tornai, facendogli su-
bito tenere, non due solamente, ma ben cinque mila reali. Ma che! Mentre la notte dell'Ascensione
ci disponevamo per recarci a celebrare sul monte Olivclo, ecco una baronda di soldati circondare «
il Convento, ed entrati dentro, ci minacciano furiosamente della vita. Chiediamo che cosa sia. .
— 0 altri quattro mila reali, rispondono, o la morte! — Per mezzo dell'interprete, mostro l'im- ~
possibilità in cui eravamo di far tal sacrincio! Il Bascià senz'altro fa numerare i Religiosi, e me -^^
con i Frati Antonio da Buonsuccesso e Fedele da Genova chiudere ben guardati dentro jm dor- —
mentorio , e frattanto comanda che si drizzino fuora i pali su i quali ci dovevano tutti infilzare. L'in- —
terpretc s' interpone : tutto 6 vano : bisognò dunque cercare ad imprestito e sborsare all' istante i quattru«_^
mila reali per aver salva la vita! « Esto si (esclama il P. Antonio) que es padecer en Tierra Santa,..
0 Padre Rmo, pues los antiguos Religiosos que habitaron estos lugares, fueron atormentados y mu-^^
ertos por la confession de la santa fé ; pero ahora los atormentan y matan por sacarnos los dineros «
No sabemos en que ha de parar està tragedia, porque el tirano es cruel, blasphemo y alevoso: espero«=3
en la misericordia de Dios, o que a el lo amiinzerà de su flereza, o que a nosotros nos darà^K
la paciencia necessaria para que moramos por su santa fé, y por guardar estos Santos Lugares,..
para <iuc no lleguen a ser profanados de los enemigos de Dios. •
E la storia continua sempre più dolorosa: ma questo cenno basti. Un esemplare del libro dcK '
P. Michele, che riferisce questi ed altri molti particolari inlfressantissimì, trovasi nella pubblicc'^
Biblioteca di Sant'Isidoro di Madrid. K libro rarissimo, non facile a rinvenirsi: ù que:>to 1' unìci
esemplare che incontrai nelle mie ricerche.
444. Narrazione del Martirio sofferto da Frate Junipero di
Catania in Turchia adì primo marzo 1547,
Fa parte di un Codice cartaceo della Biblioteca Bodleiana di Oxford. Questo Codice ò così illu —
strato dal Conte Alessandro Mortara f Catalogo dei Manofcritti italiani, che sotto la denominazion é^
di Codici Canoniciani italici si conservano nella Biblioteca Bodleiana a Oxford, ec. Oxonii ; e typo -
grapheo Clarendoniano. 1864. • Codice cartaceo, in 4, del secolo XVI, di due diverse mani, e composto
di carte scritte 72. i. Carte i-70. Fioretti novelli della vita di San Francesco e d'alquanti Frati deW
Ordine suo , tratti per la maggior parte dal libro delle Conformità di Fra Bartolommeo da Pisa, e
volgarizzati da suor Maddalena del Convento di Santa Maria Maggiore di Venezia. Precede il prologc
della traduttrice, che incomincia: Priego cadauna persona che legera qsto devoto libro ec, e finisce:
et del poverello S. Francesco. Principiano quindi i detti Fioretti così: Prima de la natività del beato F.
Cercha la natività ec; e terminano: passo di questa vita al suo signor Dio II qual sia honor tt
glori in secula secxUor. Amen. Il nome della traduttrice da noi aggiunto al titolo, è ricavato dalla
seguente nota, che di carattere diverso da tutto il rimanente sta appiè della prima faccia: Della Comu-
nitta de S.'« M.' Mazzore il qual scrisse la Mre S. Madalena de sua propia mani U Signor U
merita tanto bene che ne a fatto a nui altre sue povere fiolla. D'onde inoltre raccogliamo che questa
sua opera ù qui scritta da lei medesima. 3. Carta 71. Della grande potenza di San Franeetco contro al
NAVARRO - NEEF 419
k ^
Demonio (opuscolo senza titolo ed in carattere diverso da quello del precedente). Incomincia: Il segno
per il quale se poi comprendere, ec. ; e finisce : p la moltiludine delli angeli che erano (/. 3. Carte
73. De molti mali che advengano a qulli che perseguita lordine. Incomincia : ninno che a pssumesto
de psequitar lordine d S. Francesco, ec; e termina : si de hon core avera amato lordine. Questo bre-
vissimo opuscolo è della mano stessa che ha scritto i Fioretti sopraccennati. 4. Carte 74. Narrazione
del Martirio, ec. Principia: Essendo Frate Felice da Venetia Vicario, ec; e finisce: cui se fida i la
sua imensa Clementia. Finis. Senza titolo, e della medesima mano che ha scritto V opuscolo di num. S.
445. Navarro. — Noticia historica de los misterios de nuestra
santa Fé desde la creacion del mundo : por el P. Fr. José Na-
varro de la Provincia de S. Juan Bautista. En lengua China.
— Vida de S. Francisco de Asis et en lingua China, ec.
Cosi r Hderta (Eslado, ec). Parti dalla Spagna Missionario per le Filippine il 1684, donde V
anno seguente fu inviato alle Missioni della Gina, e addivenne versatissimo nella lingua del paese.
Il 1700 fondò una chiesa nella città di Kun-ten , e dipoi per negozi! della Missione si recò a
Pekino. Morì in via, facendo ritorno alla sua missione, il 9 di ottobre del 1709 , dopo ventiquattr' anni
di fruttuosissime fatiche apostoliche.
La Vida de San Francisco è in 3 volumi, in 4.
446. Navarro. — Carta de Fray Miguel Navarro y otros Reli-
giosos de la Orden de San Francisco al Real Consejo de las Indias
recomendando al licenciado Munos. San Francisco de Mexico 24
de Mayo de 1568. Carta de Fray Miguel Navarro y otros Religiosos
de la Orden de San Francisco al Rey Don Felipe II, exponiendo
los inconvenientes que se presentaban para admitir bajo su pro-
tecion al Convento de Monjas que le fué recomendado. San Fran-
cisco de Mexico, 6 de Noviembre de 1569.
Queste due Lettere del Padre Navarro sono state testò pubblicate nella collezione delle Cartas
DE Indias fatta in Madrid. Egli fu Ministro della Missionaria Provincia Francescana del Messico
gli anni 1368 e 1569.
447. Neef. — Tabula chronologica de origine et progressu
Provinciae Comitatus Flandriae S. Joseph Fratrum Minorum Re-
collectorum, ex authenticis monumentis, authore Fratre Stephano
de Neef S. Theologiae Lectore Jubilato ac praefatae Provinciae
Ex-Provinciali.
Manoscritto in 4, di 148 pagine; appartenente alla pubblica Biblioteca di Gand nel Belgio.
Nel Catalogo a stampa della stessa Biblioteca si legge : « Cette Chronique ou histoire de V origine
el du progres de V Ordre des Freres Mineurs dans la Province de Fiandre, commence a V année H06.
L' Auteur, le frere Etienne de Neef, à tire ses renseignements non soulement du Waddingus, Meyer,
Foppeos, et aulres auteurs recommendables, mais encore d* un grand nombre de sources authenti-
ques, qu'il dit avoir consultées . . . La Chronique flnit a T année 1745. > E noi aggiungiamo, che
è della massima importanza per la storia delle nostre Missioni, specialmente della Terra Santa, di
Smirne, dell' Etiopia, della Turchia, nel secoIaXVI e XVIL Come n* ebbe notizia il dotto e zelantissimo
Aio NECIiOhOGlK - iMZZA
PMlre Van-Loo, attuale Ministro Prx)viDciale della Provincia di S. Giasepp« del Belgio, subito dispose
che ne Tenisse estratta una copia, per metterla poi, accresciuta di alquante aggiunte, a stampa.
n». 448. Necrologie, ou Table generale de tous les Religieux
Franciscains Recollets de la Pro viace de S^ Denis de France ,
morts depuis Terection de la Province.
Manoscritto di circa 100 pagine. Dà molti nomi per la storia specialmente delle nostre Missioni
nel Canada. Giunge fino alla grande ri?oluxione Francese, quando tutti i Religiosi vennero banditi
da' loro Conventi, e molti di essi crudelmente trucidati È nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
M,. 449. NiEUWENHUiZEN. — Monumenta concementia historiam
*^"^ Fratrum Minonim Sancti Francisci eorumque Missiones in Ger-
mania Inferiori, per P. Fr. Antonium Franciscum Nieuwenhuizen
ex Provincia Franciscana Holandiae.
Sono sin qui ii volumi di documenti importantissimi, raccolti da questo dotto e laborioso
Padre, che io ebbi piacere di conoscere nella città di Maestrich in Olanda. Le Missioni Francescane in
Olanda e in tutta l'antica Germania inferiore non'Sonu punto conosciute; e nondimeno formano una
delle più Splendide giurie delia Minoritica famiglia, come già ho detto, ed anche accennai tempo fa
nella Riviita Prandicana di Barcellona. Con quell' egregio Padre si ragionò a lungo dell' importanza
di raccogliere tutti i documenti delle nostre Missioni, ordinarli e pubblicarli, se si desidera di avere
una vera e compiuta Storia di esse ; che è il presente metodo, e giusto, di fare la storia ; e appresso
i sapienti estimatori se n* accrescerel>be del doppio l'onore dell' Ordine. Ma a' poveri non ò dato fare
tutto quello che vorrebbero, e gl'intelligenti di cosi fatti studi non sono molti. Auguriamo al P.
Nieuwenhuizen, che possa compiere la sua raccolta: egli avrà renduto un segnalato servigio alla
sua madre Keligione ed alla Chiesa.
450. Nizza. — Relazione del Reverendo Fra Marco da Nizza
Siamp.
Anurie dell' Ordine di San Francesco.
Di questo insigne Missionario Francescano non al)bian)0 ancora , eh' io sappia, una biogratla
degna di lui. E tanto più importerebbe farla, in quanto clic anche a lui, come a t;inti altri, si è
provalo ili levare la gloria che ebbft acquistata, a s^ e al suo Online, co' suoi viaggi, con le sue
esplorazioni e le sue apostoliche fatiche. Primo Missionario del Pitù , gli si contrastò questo
onoro: ma chi leggerà le opere elei dotto Cordova, de Salinas, che abbiamo illustrate, ve<lrà per
irrepugnabili documenti come sia incontrastabile. Scopritore di un Immenso paese, cbiainato Cibula
e C^ivira, si voleva che la sua relazione non fosse che una strana immaginazione: ma i recenti
studi cominciano a fargli giustizia; e noi rimettiamo il lettore alla grande Collezione di documenti
e memorie per la Horia d' America del Termaux. E per ciò abbiamo divisato di qui riportarla, come
già la pubblicò in italiano il Raxusio; dati prinui i migliori cenni che abbiamo incontrati di lui,
che sono i seguenti lasciatici dal Torouemada.
• Dios (egli dice, Monarq. India, tom. IH, cap. 52) comò piadoso y cuidadoso de osta su
villa indiana, la qual havia «lescubierto a nueslros Espanalcs, andaba por lodas las partes de la
christiandad haciendo gente para (raerla a estas en lo principio de su conversion. Poniue conio
corrió la fama por todas ellas de el grandisimo gentio, hallado en las nuevas tierras, y quo
padecian grande necesidad de doctrina, muchos se movian con la inspiracion interna de Dios, a
venir a ellas. Y entrc otros grandes siervos de Dios, que vinieron, fué uno Fr. Marcos de Niia,
naturai de la misma ciudad en el ducado de Saboia; el qual partió para Espaìia el ano de 1531,
sin reparar la muchas leguas, que por mar j por tierra tenia que caminar, a fln de hacer està
Jornada. Y haviendola hecho, con mucho trabajo, basta la Isla de Santo Domingo, no luego se vino
a està .Nueva Kspana; porque oió que la tierra del Perù èra recien conquistada, para donde se
mzstA iìi
partiù con fervor i celo de aprovechar a Jas gentes idoUtras alU desoubiertat : p«ro Dio», quo le
queria para ministro de eKaa, no le quieto et corazon eo aquelias, porque ite ballò eon moeha
inquietud y muy desacomodadas para &m inlentos, y ask se vino laego a esU Provincia de el Sa«to
Evangelio, adonde por sus letras, religion y baenas parles fué recibido con nmcbo gusto, y a pocoa
anos elegido on lercero Ministro Provincia!, despues quc aoabó su officio el santo varon Pr. Antonio
de Ciudad-Rodriguo: y con el cargo de Provincia! partiòen demanda de la lierra nueva de Ciboia,
de qoe tnvo nolìcia por relacion de olro Religioso ( corno decimos en otra parte), y satislèchoen
alguna manera de las poblaciones que por li havia, bolviò por segunda vei en demanda «k la
misma tierra, llevando algunos Religioaos en compaSia de el capitan Francisco Vasqaez de Goronado,
que faé por general de los Espanoles. Anduvieron macba tierra desierta, y pasaron grandes
trabajos, basta llegar a la tierra de Cibola e Quivira. Dìo la boelta, no con menos trabajos que a
la ida, e resultr»le de aquella larga Jornada una grave enfermedad, de que quedò tuUido basta la
muerte. Era Fr. Maroos varon muy religioso, docto y celoso da la conversion y salvaeion de las
almas; por la qual se sacriflcaba a Dios en todos los riesgos y peligros que se ofrecian, aleodiendo
mas (siendo Provincia!) a dar pasto de doctrina a sus ovejas que a tornar refecion para el descanso
de su cuerpo, diciendo que su manjar verdadero era hacer la voluntad de el Padre oeleatiaL Muriò
santamente en el Convento de Mexiso, donde està enierrado. » Or ecco la sua Relasione.
Fra Marco da Nizza parte da Culnacan» et gionto a Peiatlan, riee9$ molte eortetie da que^i
Indiani: di quivi partito, havuta relatione éi tnoUe hole^et d'un paete grande habiialù da gente
dvUe, perviene a Vaet^pa: mentre ivi dimora gU è dato relatione di Cevola, et dallo stalo delle sette
Città, et d'altre Provincie, et Itole rieiM di perle, quali corrano a tramontana dietro laeotia.
• Con l'aiuto, et favore della Sacratissima Vergine Maria, nostra Signora, adelSeraAco no-
stro padre S. Francesco, io Fra Marco da Nicza, profésso delF Ordine di S. Fraoeesoo, per «ssecutione
deir instrnttione di sopra contenuta dellMllustrissimo Signor Don Antonio di Mendoua (quetU
documenti ti potton vedere aeUa topra citata Collezione del Tihnaux ) Viceré , et capitano
generale per sua Maestà , nella nuova Spagna , parti' dalU villa di S. Micbiel della Provincia di
Culnacan venerdì alli 7 del mese di Marzo i539, havendo per compagno Fra Honorato, et
menato meco Stefano di Dorante negro, et alcuni Indiani di quelli cbe il detto Signor Viceré ba
fatto liberi, et li comprò per questo effetto, li quali mi consignò Francesco Vazques di Goronado
Govemator delia Nuova Galitla, et con altra gran quantità d'Indiani di Petailan, et della villa,
cbe si cbiama del Cucbillo , cbe può esser da cinquanta legbe da Petailan , li quali vennero alla
valle di Culiacan mostrando grandissima allegrezza per baverli certificati gl'Indiani liberati, cbe
il detto Governator mandò avanti a farli a saper la sua libertà, che non si doveva far più alcuni
scbiavi di loro, né farli guerra, né mal trattamento akuno, dicendoli cbe cosi vuole, et ordina
sua Maestà; et con questa compagnia cb' io dico presi il mio cammino flneb' le arrivai al popolo
di Petatlan, trovando nel cammino grandi ricevimenti, et apparecchi da mangiar eoo rose, et fio-
ri , et altre co<e di questa qualità, et case cbe mi facevano di creta con rami infrascati in tutte le
parti , dove non erano babitationì. In questo popolo di Petatlan riposai tre giorni , perchò il mio
compagno fra Honorato s' ammalò di sorte , eh' io fui astretto a lasciarlo tt , et secondo la detta
instruttione seguitai il mio cammino per dove mi guidava il Spirito Santo, senxa alcuno mio me-
rito, et venendo meco il detto Stefano Dorantes negro, et alcuni degl'Indiani liberali, et molte
genti del paese, facendomi io tutte le parti eh' io arrivavo grandi ricevimenti , el allegrezze , et
frascati d'arbori, dandomi da mangiar di quel cbe havevano ancbor cbe fusse poco» perchò di-
cevano, che erano tre anni cbe non vi baveva piovuto, et percbè gl'Indiani di quel paese bave-
-vano più atteso a nascondersi, che a seminare per paura de' Christiani della villa di S, Micbiel,
che Ano lì solevano trascorrere facendoli guerra, et menandoti scbiavi.
« In tutto questo cammino, cbe possono essere da venticinque in trenta legbe, da quella parte
di Petatlan non vidi cosa degna da notare, eccetto che mi vennero a trovar alcuni UKliani dal-
l'Isola, dove andò Fernando Cortese Marchese di Vales, dalli quali mi certificai, come la eia Iso-
la, et non (come alcuni vogliono dire) esser terra ferma: passavano sopra alcune zatUre» et dalla
terra ferma all'Isola v' è il spatio di mezza lega di mare, poco più o meno, umilmente mi ven-
nero a vedere alcuni Indiani d'un' altra Fsola maggior di questa, la qual è posta più avanti,
dalli quali hebbi relatiune esservi altro 30 Isole piccole, babitate da gente, et povere di vettova-
422 NIZZA
glia, eccetto due, che tengono del Mahlz. Qaesti Indiani havevanu intorno al collo niolte coppe
grandi, madre di perle. Io li mostrai perle che portavo con me per mostra: mi dissero che di
quelle ve n'erano molte, et molto grosse nell'Isole, nientedimeno non ve ne vìddi alcuna. Segui*
tal il mio cammino per un luogo dishabitato, da 4 giorni, venendo meco gl'Indiani così dell'I-
sole, come de* monti, che lasciavo a dietro; et in capo di questo paese dishabitato trovai altri In-
diani , che si maravigliavano di vedermi , perchè nluna notitia tenevano de' Ghristiani per non
esser contrattation alcuna con quelli da dietro, essendo tanto paese dishabitato : questi mi fecero
grandissimo ricevimento, et mi dettero molto da mangiare, et procuravano di toccarmi in la ve-
sta, et mi chiamavano Hayota, che vuol dire nella sua lingua, huomo dal cielo, alli quali meglio
che potette feci intender 1' interprete quanto si contiene nella instrultione del conoscimento del
nostro Signor Dio nel cielo , et sua Maestà. In queste terre, et sempre per tutte le vie, et meni
che potevo, procuravo di saper paese dove fussero molte città , et gente di più civilità et intel-
letto di quelli, che mi incontravano , et non hebbi nuova alcuna ; ma mi dissero che dentro fra
terra quattro o cinque giornate dove s'abbassano le falde de' monti, si fa una pianura larga, et di
gran paese, nella qual mi dissero esser molte grandi habitationi, dove è gente vestita di cottone;
et mostrandoli io alcuni metalli, che portavo per prender instrutione delti metalli della terra, pre-
sero il metallo dell'oro, et mi dissero, che di quello v'erano vasi tra quella gente della pianura,
et che portano attaccate alli buchi del naso , et all'orecchie certo cose tonde verdi, et che ten-
gono certe palette di quell' oro con le quali si radono, et tirano via il sudore, et che nelli tempii
i pareti stanno coperti di quello , et che l' usano in tutte le cose di casa : et perchè questa pianura
s'apparta dalla costa del mare , et la mia instrultione era dì non partirmi da quella, determinai
di lasciarla per la ritornata, et che all' bora si potria veder meglio, et cosi andai per tre giorni per
luoghi habitati dalle dette genti, dalle quali fui ricevuto, come da quelli da drieto, e arrivai ad un
ragionevole riduto, che si chiama Vacapa, dove mi fecero gran carezze, et mi dettero ben da man-
giare, et abbondantemente, perchè è terra fertile, et che si può adacquare. Sono da questa habi-
tatione fino al mare quaranta leghe, et per trovarmi tanto a largo dal mare, et per esser duoi
giorni avanti la Domenica di Passione , determinai di star quivi fino a Pasqua per certificarmi
dell'Isole, che di sopra ho detto havcme havuto notitia, et cosi mandai alcuni messi Indiani al
mare per tre vie, alli quali ordinai che mi menassero Indiani della costa, et di alcune di quel-
le Isole, per informarmi da loro; et per un'altra parte mandai Stefano Dorantes negro, al qual
dissi, che andasse per il dritto delia Tramontana cinquanta, o sessanta leghe per veder se per
quella via si potesse haver relatione d'alcuna cosa notabile di quelle eh' andavamo cercando, et
composi con lui , che se egli havesse nutilia dì terra popolata, et ricca, che fosse cosa grande,
che '1 non andasse avanti , ma che '1 se no tornasse in persona , over che '1 mandasse Indiani
con questo segnale, che convenimmo insieme, cioè che se la cosa fosse ragionevole , mi mandasse
una croce bianca d' un palmo, et se la fosse grande, di duoi palmi, et se la fasse cosa maggior
et migliore delia nuova Spagna, mi mandasse una gran croce: et cosi si parti il detto Stefano da
me la Domenica di Passione dopo' desinare, et de li a quattro giorni vennero li messi di Stefano
con una croce grande di statura d'un huomo; et mi dissero da parte di Stefano, che in queir bora
mi partisse seguitandolo, iHTchi^ gii haveva trovato gente, cheli davano relatione d'una provincia
grandissima, et che gli haveva seco Indiani, die erano slati in quella, et mi mandò un di loro, et
mi disse, che v'erano trenta giornate da quel luogo dove stava Stefano tino alia prima città della
terra, che si nomina Cevola. Afferma, che in questa provincia vi sono sette città mollo grande,
tutte sotto un Signore, et di case fatte di pietra, et calcina molto grandi, et la più piccohi con un
solaro di sopra, et altre di duoi, et tre solari: et quella del Signor di quattro, tutte l' una appresso
l'altra per il suo ordine, et in li portali delle case principali vi sono molti lavori di pietre tur-
chese, delle quali disse, che ve n'erano in grande abondantia, et che le genti dì queste città vanno
molto ben vestite, et che vi sono altre Provincie più avanti, ciascuna delle quali disse esser mol-
to più grande, che queste sette città. Io gliel credette, perchè lo viddi huomo di buon'intelletto,
et cosi dilTerlti il mio partir a seguir Stefano Dorantes pensando, che U mi aspettaria, et anco
per aspettar li messi, che avevo mandato al mare, quali vennero il di di Pasqua fiorila, et con
loro gente della costa del maro, et di due Isole, dalli quali seppi l'Isole, che di sopra dico esser
povere di vettovaglia, come I' havevo saputo avanti, et che sono hat)itato da gente, che portano
coppe di perle sopra la fronte, et dicono di tener perle grosse, et molto oro: mi certiflcorono di
trentaquattro Isole una appresso l'altra; la gente della costa del mar dicono haver poca vetto\a*
tmlk 423
glia, cosi loro, come quelli dell'Isole, et contrattano un con l'altro con zatte. Quella costa corre
alla tramontana quanto si può vedere. Questi Indiani della costa mi portarono rotelle di cuoi di
vacca molto ben lavorate, tanto grande che li coprivano dalla testa fin alla punta de' piedi, con
un buco in cima dell' imbracciatura, per poter veder di drietodi quelle: sono tanto forte, eh' lo
credo che non le passarla una balestra.
« Da eerti Indiani detti Pintados, ha di nuovo relatUme delle tette città, et d'altri tre Regni
detU Marata, Usacue, et Tolanteae^ paesi molto ricchi di turchese, et cuoi d' animali. Seguendo U
tfiaggio per quelli luoghi, prende per sua Maestà U possesso , et è da gì' Indiani molto honorato et di
vettovaglie servito.
« In questo giorno mi vennero a trovare tre Indiani di quelli, che chiamano Pintados, che
haveano dipinto il volto, li petto , et le braccia . Questi stanno in alto alla parte di Levante , et
vengono a confinar alcuni di loro circa delle sette città, quali dissero, che mi venivano a vedere,
perchè hebbero notitia di me , et tra I' altre cose mi dettero notitia delle sette città, et Provincie
che l' Indiano di Stefano mi haveva detto, quasi per la medesima maniera , che Stefano mi havea
mandato adire; et cosi licentiai le genti della costa, et duoi Indiani dell'Isole dissero, che vole-
vano venir meco sette, over otto di, et con quelli, et con li tre dipinti, ch'Io dico, mi partii da
Vacapa il secondo di di Pasqua fiorita per 11 cammino che tenea Stefano, dal qnal havevo ricevuto
altri messi con un'altra Croce della grandezza della prima, la qual mi mandò, dandomi pressa,
et afflrmandomi esser la terra, la qual lo cercavo, la maggior et miglior cosa che sia In quelle
parli; l quali messi, particolarmente mi dissero senza mancar In cosa, né punto alcuno di quello
che mi disse il primo, anzi dissero molto più, et mi dettero più chiara relatione, et cosi camminai
quel giorno secondo di Pasqua, et altri duoi di per le medesime strade eh' era andato Stefano,
in capo delle quali mi dissero, che de \\ s'anderla in trenta giorni alla città di Cevola, eh' è la
prima delle sette; et non mi disse questo un solo, ma molti, et molto particolarmente mi dissero
hi grandezza delle case, et la maniera di quelle, come m' havevano detto l primi , et mi dissero ,
che di più di queste sette città vi sono altri tre regni, che si chiamano Marata, Vacus, Totonteac
Volsi sapere perchè andavano cosi da lungi delle sue case ; mi dissero, che andavano per turchese,
per cuoi di vacche, et altre cose , et che dell' una et 1' altra vi si ha In questo paese gran quantità:
et similmente volsi saper con che modo et via si havevano : mi dissero , che col servitio , et
sudore delle sue persone, che andavano alla prima città, che si chiama Cevola, et che servano 11
in lavorare la terra, et altri servigi, et che li danno cuoi di vacca di quelli che hanno in quel
luogo, et turchese per il suo servitio ; et questi di questa città portano tutti turchese attaccate all'
orecchie, et alli buchi del naso finissime, et buone : et dicono che di quelle sono fatti lavori nelle
porte principali delle case di Cevola: mi dissero, che la maniera delle vesti degli habiUnti in
Cevola, è una camicia di cotton lunga fino alla punta de' piedi con un botton alla gohi, et un
cordon lungo, che pende da quello, et le maniche di queste camicie large tanto di sopra come
di sotto: dicono che vanno cinti con cinture di turchese, et che sopra queste camicie, alcuni por-
Uno buone vesti, altri cuoi di vacca ben lavorati, quali tengono miglior vestir di quel paese, dove
n' è gran quantità. Il medesimo le donne vanno vestite , et ben coperte fino alli piedi anchor lor
slmilmente. Questi Indiani mi ricevettero molto bene, et volsero sapere con diligenza li giorno che
mi parti' da Vacapa , per potermi proveder nel viaggio al ritomo del vivere , et del dormire. MI
menavano avanti alcuni ammalati, acclochè gli sanassi: procuravano di toccarmi la veste: mi
dettero alcuni cuoi di vacca, tanto bene acconci, et lavorati, che da quelli si poteva estimar essere
stati fatti da huomini molto civili, et tutti dicevano, che venivano da Cevola. L' altro giorno seguitai
il mio cammino menando meco 11 Plntadl, quali non mi volsero lasciare. Arrivai ad un altro vil-
laggio, dove fui ben ricevuto dalle genti di quello, i quali slmilmente procuravano di toccanni la
Teste, et mi dettero notitia della terra, la qual lo sapevo cosi particolarmente, come havevo havuto
da quelli per avanti, et mi dissero, come da quel luogo era andata gente con Stefano Dorantes,
quattro, o cinque giornate, et qui trovai una Croce grande, che Stefano mi haveva lasciato per segno,
che la nuova della buona terra cresceva, et ordinò che mi desslno molta pressa, perchè m'aspet-
terla al capo del primo del disbabitato. Qui lo posi due Croci, et presi 11 possesso conforme alla
instruttione , perchè quella terra mi pareva esser migliore di quella e' havevo lasciato a dietro, et
che mi conveniva fino li far un atro di possessione , et in questa maniera andai cinque giorni
4)4 NOIA
trovando sempre luoghi habitati, et grande bospitalità, et ricevimenti, et multe turcbeie, el cuoi di
vacca, et la medesima relation della terra. Quivi intesi, che doppo due giornate ritroveria un pane
dishabitato, dove non v' è da mangiare, ma che già era stato prevenuto di farmi case, et portami
vettovaglia : per il che sollecitai il cammino, pensando di trovar al Un di quello Stefano , perchè
in quel luogo mi mandò a dire , che '1 mi aspetteria. Avanti che arrivassi al diriuibilato mi
trovai in un villaggio fresco per molte acque, che vi sono condotte per adacquare : qui mi vennero
incontro molte genti, si uomini come donne, vestiti di cottone, et alcuni coperti con cuoi di vacca,
che generalmente tengono per miglior vestito che quello di cottone, tutti quelli che di questo
villaggio vanno in Caconados, cioè con turchese, che gli pendono dalli buchi del naso, et orecchie,
et chiamano queste turcliese cacona, fra li quali veniva il signor di questo villaggio, et dooi suoi
fratelli molto ben vestiti di cottone ancor loro in Caconados col suo celiar ciascuno di turchese
al collo, et mi appresentarono molte salvaticine, come conigli, coturnici, mahiz, pignoli, et tutto «
in grande abbondantia, et mi offersero molte turchese et cuoi di vacca, et vasi da bevere molto «
belli, et altre cose, delle quali non volsi tor cosa alcuna; et io bavevo la mia veste di panno berretin, ,^
che si chiama io Spagna da Xaragosa, et questo signor di questo villaggio, et altri Indiani toc
corono V habito con le mani, et mi dissero che di quello ve n' era molto in Totonteac , et che lo^c:j
portavano per vesti gli habitatori di quel paese ; del che io mi risi, et dissi che non saria, se
di quelle vesti di cottone che loro portano ; et loro mi dissero, pensa che noi sappiamo, che
che tu porti, et quelle che noi portiamo è differente. Sappi che in Ce vola tutte le case sono piene d'
questa robba che noi portiamo, ma in Totonteac sono alcuni animali piccoli dalli quali levano
col quale si fa quel che tu porti. Io volsi Information più particolarmente di questo : mi dissero ^
cke gli animali sono della grandezza di duoi bracchi di Castiglia, che menava seco Stefano, e/
dicono che di detti animali ve ne sono molti in Totonteac.
« Entra in una vaile diihabiiata, $t da gV Indiami tum ffii è latdalo patire akuno ineommodo:
seiuendo a viaggio, entra in paese fertile, et f^i è dato eertezza (ti come prima) del etato di Cevola,
et di Totonteac, et chela eotta del tnare àa trentaeinque gradi , volge molto a ponente, et deUi regai
di Marala, et Àeut.
• L'altro di entrai nel diahabitato, et dove havevo a desinare trovai case fatte, vettovaglia a
bastanza appresso ad un rivo d' acqua, et alla notte trovai case, et similmente vettovaglia, et cosi
trovai per quattro di, che durò il dishabitato, al capo delti quali entrai in una valle molto ben
habitata da gente: nel primo villaggio mi vennero incontra molti huomini, et donne con cose da
mangiare, et tutti havevano turchese, che li pendevano dalli buchi dei naso et dell' orecchie, et
alcuni havean collari di turchese della sorte che portava il Signore, et gli suoi fratelli del vil-
laggio avanti il dishabitato, eccetto che quelli gli havevano d' una sola volta, et questi 3, et 4, con
buona veste, et cuoi di vacca, et le donne le medesime turchese ncUi buchi del naso, et delle orecchie,
et molte buone Naguas et camicie . Quivi era tanta notitia di Cevola , come nella Nuova Spagna
di Temistitan, el nel Perù del Cusco, el tanto particolarmente raccontavano la maniera delle case,
delle habitationi, strade, et piazze di quelle , come persone che v' erano state molte volte , et che
si fornivano da quelle delle cose necessarie per scrvitio di casa sua, si come quelli di drieto
facevano. Io li diceva, che non era possibile, che le case fossero della maniera che mi dicevano, et
loro per darmelo ad intendere prendevano terra o cenere, et la buttavano sopra acqua, et mi mostra-
vano come mettevano le pietre, et cresceva lo edificio in suso, mettendoli in quello le pietre fino
che gli andava in alto. Io li domandavo se gli huomini di quella terra havevano ale per montar
sopra quelli solari; si ridevano, et mi mostravano la scala cosi ben, come io la potria designare.
Prendevano un legno, et se lo mettevano sopra la testa, et dicevano, che queir altezza era da solaro
e solaro. Similmente ebbi qui relatione del panno di lana di Totonteac, dove dicono che vi sodo
case come quelle di Cevola, et migliori, et molto più, et che è una cosa grande, et che non tien
capo. Qui seppi, che la costa del mare si voltava verso ponente molto forte, perchè fin alla intrata
di questo primo dishabitato ch'io passai, sempre la costa s'andava mettendo verso tramontana,
et come cosa, che Importa molto il voltar della costa, lo volsi saper et vedere, et cosi fui in
dimanda di quella, et viddi chiaramente che li a 35 gradi la volge al ponente, del che minore
allegrezza non hebbi che della buona nuova della terra: et cosi mi ritornai a proseguire il mio
cammino, et fui per quella valle cinque giorni , la qual è habitata da bella gente , et tanto abon-
nwLk 435
dante di veilovtglie, che basteria per dar da mangiare a più di tre mila cavalli; adacquasi tutta,
et è come an giardino: sono li borghi, et casali mezza lega, et un quarto di lega, et in ciascuno di
questi villaggi trovavo moUo larga relatione di Cevola, et tasto particolarmente mi raccontavano
di quella, come gent6 eiie va ogn* anno a guadagnar il suo vivere. Qui trovai un' huomo naturale
di Cevoia, il qua! disse esser venuto 11, fuggendo il governatore , o la persona che v' è posta per
il Signore, perchè il Signore di queste sette città vive et tiene la sua residentia in una di quelle ,
che si chiama Ahacus, et nelle altre tieo posto persone che comandano per lui. Questo habitator
di Cevola è huomo bianco, di buona dispositione, alquanto vecchio, et di molto più intelletto che
gli habi latori di questa valle, et di quelli deir altre a dietro: mi disse che '1 voleva venir meco,
acciochè gli facesse perdonare: mMnformai particolarmente da lui; mi disse, che Cevola è una
gran città, nella quale v' è molta gente, et strade, et piazze, et che in alcune parti della città vi
sono certe case mollo grandi, che hanno dieci solari , et io queste si riducono li principali certi
giorni dell' anno : dice, che case sono di pietra, et calcina, della maniera che mi dissero quelli di
sopra, et che le porte, et pilastri delle case principali sono di turchese, et li vasi con li quali si
servono , et altri ornamenti sono d' oro, et che della forma di questa città sono l' altre sette, alcune
maggiori, et che la più principale di quelle è Ahacus. Dice, che dalla parte di sirocco v' è un regno,
che si chiama Marata, et vi solevano essere assai città, et molto grandi, le qual tutte erano fatte
con case di pietra, et solari , et che questi hanno fatto guerra, et U fatino col Signor delle sette
città, per la qual guerra si ha sminuito in gran parte questo regno di Marata, ancbor che tuttavia
stia in piedi, et mantenga la guerra contra questi altri. Similmente dice, che alla parte di ponente
v' è il regno nominato Totonteac, qual dice essere cosa grandissima, et d' inQnila gente, et ricchezze,
et che nel detto regno vestono panno della sorte che è quello che io porto , et d' alcuni più deli-
cati, che si cavano dagli animali, che di sopra mi designarono, et che la gente è molto civile, et
differente dalla gente che ho veduto. Similmente mi disse, che v' è un'altra provincia, et regno
molto grande, che si chiama Acus, perchè v' è Acub et Ahacus, con l' aspiratione, che è una delle sette
città, la più principale, et senza aspiratione Acus è regno et provincia da perse. Mi disse, che le veste
che portano in Cevola , sono della maniera che per avanti m' haveano detto , et che tutti gli habi-
tatori della città dormono in letti alti dal suolo, con coltre, et padiglioni di sopra, che coprono li
letti, et mi disse che veneriano con meco in Cevola, et più avanti se volesse menarlo. La medesima
relatione mi fu data in questo villaggio per altre molte persone , ma non così particolarmente. Io
camminai per questa valle tre giorni, facendomi gli habitatori di quella grandissima festa et acco-
glienza. In questa valle viddi più di mille cuoi di vacche eccellentissimamente acconci et lavorati ;
viddi molto maggior quantità di tvchese, et collari fatti di quelle in questa valle, che in tutte quelle
che havevo lasciato a dietro; et dicono che tutto viene dalla città di Cevola, della qual tengono molta
notitia, et similmente del regno di Marata, et di quel di Acus, et di Totonteac
• D'un animale molto grande, qual' ha un corno in fronte, et delle cortesie, quale da
quMìli Indiani per il viaggio f^i fìimo usate . Stefano Dorantei con tuoi compagni quanto f ussero
§nal trattati nel giungere a Cevola da quél ^gnore.
• Qui mi mostrarono un cuoio , la metà maggiore di quello d' una gran vacca, et mi disse-
ro eh' era d' un animale, che tien un sol corno nella fronte , et che questo corno si torze verso
il petto, et che de lì volge una ponta dritta, nella quale ha tanta forza, che ninna cosa, per forte
che la sia, non lascia di rompere, se '1 s'incontra con quella , et che di questi tal animali ve ne
sono molti in quel paese. Il color del cuoio è come d'un caprone, et il pelo tanto grosso come il
detto. Qui hebbi messi da Stefano , li quali da sua parte mi dissero, che gli andava già nell' ulti-
ma parte del dishabitato, et molto allegro per andare molto più certificato della grandezza del
paese, et mi mandò a dire, che dapoi che 'I si partì da me , mai non haveva trovato gl'Indiani
in alcuna bugia, perchè Ano lì il tutto haveva trovato della maniera che gli bavevano detto, et
così pensava di trovar nell' avenlre in questa valle , come ne gli altri villaggi da dietro. Io posi
croci, et feci gli atti, et diligenze che si convenivano conformi alla instruttione. Li paesani mi
pregorono eh' io dovesse riposar qui tre o quattro giorni , perchè fino al dishabitato , yI erano
ancora quattro giornate da quel luogo, et dal principio di quello fino all' arrivar alla città di Ce-
dola, vi sono larghi quindeci giorni di camino, et che mi voleano far da mangiare, et appa-
recchiarmi le cose necessarie per quello; et mi dissero, che con Stefano nero erano andati di quel
496 NIZZA
luogo più di trecento liuuuiìni per accompagnarlo, et portargli dietro 11 vivere, et che meco si-
milmente volevano venire molti per servirmi, perchè pensavano, che tomerUno riechi. Io gUrfah
gratiai , et gli dissi che lo mettessero ad ordine presto ; et così stetti tre giorni senza passar
avanti, nelli quali sempre m'informai di Gevola, et di tutto quel più eh* io potevo, et non fa-
cevo altro, se non chiamar Indiani, et interrogarli a parte ciascun da per sé; et tutti si confor-
mavano in una medesima cosa, et mi dicevano della moltitudine grande di gente, et P ordine delle
strade, la grandezza delle cose, et la forza dell! portali, il tutto come quelli per avanti mi lia-
vean detto. Passati li tre giorni si missero insieme molti per venire meco , delli quali perfino a
trenta delli principali, molto ben vestiti, et con quelli colari di turchese, che alcuni di loro te-
nevano cinque o sei volte, et con questi la gente necessaria, che portasse il vivere per loro et per
me, et mi posi in cammino, et entrai nel deserto a' nove di maggio , et così andammo il primo
dì per un camino molto largo et usato, arrivammo a desinare appresso un' acqua dove gl'In-
diani mi haveano apparecchiato, et a dormire appresso un'altra acqua, dove trovai una casa, che
haveano compita di fare per me , et un' altra stava fatta , dove dormì Stefano quando egli passò,
et molte capanne vecchie, molti segnali di fuoco della gente, che andava a Gevola per questo
mino; et con questo medesimo ordine caminai dodeei dì, sempre ben proveduto del vivere, d^^ \
salvaticine, lepri, et pernici del medesimo colore et sapore che sono quelle di Spagna, ancor — -•
che non siano così grandi, perche sono un poco minori. Quivi arrivò un'Indiano figliuolo d'u^^cin
principale di quelli che venivano meco, il qual era andato in compagnia di Stefano, qual veniva -a
tutto spaventato, havendo tutto il viso et il corpo coperto di sudore, et mostrava grandissima
tristezza nella persona , et mi disse , che una giornata avanti che Stefano arrivasse a Gevola
mandò il suo gran Cajipel di zucca con suoi messi, come sempre costumava di mandare avanti
acciochù sapessero come, lui veniva , il qual zuccon havea una filza di sonagli , et due penne-
una bianca, et l'altra di rulur, die ò in segnai di dimandar sicurtà, et mostrar che non si vie
per far danno; et come arri veruno a Gevola avanti la persona, che il Signor tlen lì posto per
pò, li dettero il detto zuccon: lui lo preso nello mani, et visti li sonagli con grand' Ira, et n<
trasse il zuccon per terra, et disse alli messi , che subito si partissero via, perchè conosceva
gente era quella, et che li dicessero che non dovessero entrar nella città, perchè facendo alt
mente tutti li ammazzeria. Li messi ritornarono, et dissero a Stefano come la cosa passava;
qual gli rispose, che questo non era d'importanza, et volse proseguire il suo viaggio fino all'j
rivare alla città di Gevola, dove trovò gente clic non li permissero entrar dentro, et Io mlssei
in una casa grande, qual era pusia fuori della città , et gli tdsero subito tutto quello che '1
porta\a per (Mintrattare, et alcuno turrhese, et altn> rose che gli havea havutu per camino da^^ssl'
Indiani, et elio 1:11 stette qui\i quella notte senza darli da mangiare, né da bere, et che l'a- N
tro dì (la mattina, questo Indiano helilte sete, et usci di'Ua «-asa a bere in un rio clie era lì a^Ki.^'
appresso, et de lì a un pochello viiidc Slifano andare fiijf;:('n(lo, et dietro di lui v'andava gea te
della città, et clie ammazzavano alcuni di quelli che erano andati in sua compagnia; et coi^vi^ie
questo indiano vidde ({uesta cosa, s'andò a nascondere sopra del rio, et dipoi attraversò il e ^a*
mino dei deserto ; le quali nuo\e udite da gl'Indiani che venivano meco, subito cominciorno a
piangere, et io per rosi triste et cattive nuove dubitai di perdermi, et non temevo tanto di pertM ^f
la vita, quanto era di non poter ritornare a dare aviso della grandezza della terra dove il n. i»'
Siro Signor Iddio possi esser servito, et soluto tagliai le corde delle valigie che portavo con 1^
robbe da contrattare, che fin' all'liora non havevo voluto fare, n^ dar cosa ad alcuno, et comi n-
ciai a partir quanto eh' io portavo con li principali, et li dissi che non temessero, et venisse '-^^
meco, et cosi fecero: et andando per il nostro camino una giornata da Gevola, trovammo altri (W_ oe
indiani di quelli ch'erano andati con Stefano, i quali venivano insanguinati, et con molte t&^ ri-
te, et come arrivarono, «luelli che venivano meco cominciorono a far un gran pianto. Dlman^^s-Jai
alti feriti, di Stefano, et conformandosi co'l primo indiano in tutto, dissero che dapoi che gli
veva tenuti in quella casa senza darli da mangiare, ne da bere tutto quel giorno, et la no
tolsero a Stefano tutto (|uel che lui portava. L'altro giorno essendo il Sole alto una lancia,
Stefano della casa, et alcuni de' principali con lui, et suliito venne molta gente dalla città, etc(^' ^sd«
lui li vidde Cominciò a fuggire, et noi altri similmente, et subito ne dettero delle frezze, et f^^r/-
te, et cademmo, et sopra noi caddero alcuni morti, et così stemmo fino la notte senza ardir ài
muoversi, et udimmo di gran voci nella città, et vedemmo sopra le terrazze molti huominiv ''
milk 427
donne che guardavano, et non vedemmo più Stefano» et crediamo che i'habbino infrezzato, come.
hanno fatto tutti gli altri, che andavano con lui, siche non è scampato se non noi soli.
« Sito et grandezza detta città di Cevola, et come di quella et altre provinde fra Marco ne
^ende il possesso, nominandola il nuovo Regno di S. Francesco; et di quivi partito, preservato
dal nostro Signor Dio in sì periglioso viaggio giunge in Compostella,
« Veduto io quello che gli Indiani dicevano, et il mal ordine che era per seguire il mio viaggio,
come desideravo, non vobte consentire di perder la mia vita insieme con quella di Stefano, et dissi
che 4 nostro Signor Dio castigheria quelli di Gevola, et come il Viceré sapesse quel che fosse intra-
venuto, manderia molti christiani, che gli castigheriano, et non me lo volsero credere, perchè dicevano
che niuno era bastante contra il potere di Gevola, et con questo gli lasciai et mi discostai un tratto,
o duoi, di pietra, et quando ritornai trovai un'indiano mio, chMo menai da Messico, nominato
Marco, il qual piangeva, et mi disse: Padre, costoro si sono consigliati d' ammazzarci, perchè dicono
che per te et per Stefano sono stati morti i suoi padri, et che non ha da restar di tutti loro huomo,
né donna, che non sia morto. Io tornai a repartire fra costoro alcune altre cose, che mi restavano
per mitigarli: con questo si placorono alquanto, ancorché tuttavia mostravano gran dolore per la
gente ch'era stata morta. Io pregai alcuni di loro che volessero andar a Gevola, a vedere s'era
scampato alcuno altro Indiano, et questo, acciochè sapessero alcuna nuova di Stefano : la qual cosa
non potette impetrare da loro. Visto questo, io gli dissi che in ogni caso io volevo vedere la città
di Gevola; mi dissero che niuno vorria venire con me; et alla fine, vedendomi determinato, duoi
de* principali mi dissero , che vernano meco, con li quali , et con gli miei indiani, et interpreti ,
seguitai il mio cammino fln' alla vista di Gevola , la qual è posta in una pianura alla costa d'
un monte ritondo, et fa una bella mostra di città, et più bel sito d' alcuna che in queste parti io
habbia veduto. Sono le case all' ordine, secondo che gì' Indiani mi dissero, tutte di pietra con li
suoi solari, et terrazze, a quel che mi parve di vedere da un monte , dove mi posi a guardare la
città. La città è maggior che la città di Temistitan, la qual passa venti mila case: le genti sono quasi
bianche, vanno vestiti, et dormono in letti, tengono archi per arme, hanno molti smeraldi, et altre
gioie, ancorché non apprezzino se non turchese, con le quali adornano li pareti delli portali delle
case, et le vesti, et li vasi, et si spende, come moneta, in tutto quel paese. Vestono di cottone et
di cuoi di vacca, et questo è il più apprezzato et honorevole vestire : usano vasi d' oro et d'argento,
perchè non hanno altro metallo, del quale vi è maggior uso et maggior abondanza che nel Perù;
et questo comprano per turchese nella Provincia delli Pintadi , dove si dice che vi sono le minere
in grande abondanza. D'altri regni non potette bavere instruttione così particolare'; alcune volte fui
tentato andarmene Uno lì, perché sapevo che non arrisigavo se non la vita, et questa io havevo
offerta a Dio il primo dì eh' io cominciai l' andata : alla flne mi venne paura, considerando il mio
l>ericoIo, che se io morivo, non si poteva haver relatione di questa terra, che al mio parere è la
maggiore et miglior di tutte le discoperte : et dicendo io alli principali , quanto bella mi pareva
Gevola, mi risposero che l'era la minor delle sette città, et che Totonteac è la maggior et miglior
di tutte per tante case et gente che tiene, che non v' è flne. Vista la dispositione et sito del luogo,
mi parve di nominar quel paese, il nuovo regno di San Francesco ; nel qual luogo feci con l'aiuto
de gì' indiani un gran monton di pietre, et in cima di quello vi posi una Groce piccola et sottile,
perchè non havevo modo di farvela maggiore; et disse che quella Groce et monton mettevo in nome
dell'Illustrissimo signor D. Antonio di Mendoza, Viceré, et Gapitano generale della Nuova Spagna,
per l' Imperator nostro Signore, in segno di possession conforme alla instruttione; la quale posses-
Sion disse che io prendevo in quel luogo di tutte le città, et delli regni di Totonteac, di Acus,
di Marata ; et così ritornai con molto più paura che vettovaglia , et andai fino eh' io trovai la
gente che era a dietro restata, con la maggior pressa, eh' io potetti; alli quali arrivai in due giornate
di cammino, et con loro venni Ano a passar il diserto, dove non mi fu fatto tanto carezze come
per avanti, perché così gli uomini come le donne facevano gran pianto per le persone, che gli erano
state ammazzate in Gevola, et con paura mi espedi dalla gente di quella valle, et camminai il primo
dì 10 leghe, et così andai a otto, et 10 leghe, senza tenermi Ano al passare il secondo luogo
dishabitato ritornando; et ancor eh' io avessi paura, determinai d' arrivare alla campagna, della qual
di sopra dico che havevo relatione, dove s'abbassarno le montagne; et in quel luogo intesi che
quella campagna è habitata per molte giornate verso Levante, non ardivo entrare in quella, paren-
e
AArk»
428 Nofi
domi, che se havevo da venire ad habitarc quest'altra terra delle sette città et regoi ch'io dko»
all' bora si potria meglio vedere senza metter a pericolo la mia persona, et lasciar per questo di
dar relatione delle cose vedale : solamente viddi dalla bocca della campagna sette villaggi ragio-
nevoli, alquanto lontani, in una valle di sotto, molto fresca e di molto buona terra, onde «sci vano
molti fiumi: hcbbc inforroatiune che in quella era molto oro, et die gli habitatorl F adoperano in
vasi, et palettine, con le quali si radono, et levano via il sudore ; et che sono gente che non con-
sentono che quelli d' altra parte delia campagna contrattino con loro, et non mi seppero dir la causa.
Qui posi due Croci , et tolsi il possesso di tutta la campagna , et valle , per la maniera et ordine
delli possessi tolti da me di sopra conforme alla instruttione, et de lì proseguì' il ritomo del mio viag-
gio con la maggior pressa , eh' io potei , Anch' io arrivai alla terra di San Michiele della provincia di
Guliacan, credendo trovar in quel luogo Francesco Vaszquez di Goronado Govemator della Nnova
Galitia, et non trovandolo proseguì' il mio cammino fino alla città di Compostella, dove lo trovai.
Non scrivo qui molte altre particolarità, perchè non sono pertinenti a questo caso : solamente dico
quello ch'io viddi, et mi fu detto delle terre per dove andai, et di quelle, che bebbi inforroatione. •
yi^mp. 451. Noè. — Viaggio da Venetia al Santo Sepolcro et al Mon-
te Sinai co '1 dissegno delle città, castelli, ville, chiese, mona-
sterii, isole , porti , et fiumi, che in là si ritrovano. Et una breve
regola di quanto si deve osservare nel detto viaggio, e quello
che si pagha da luoco a luoco sì di datii come d' altre cose. Com-
posto dal R. P. Noè dell' Ordine di San Francesco. Aggiontovi
il modo di pigliare le sante Indulgenze et a che chiese , mona-
sterii et altri luochi siano concesse. Di nuovo aggiontovi una
tavola , che denota quante miglia sono da luoco a luoco infino
a Girusalem. In Venetia, per Michiel Miloco, MDCLX...
In volumetto in 8, non numerato, fra le 300 e 400 paginr, con flgure in legno. Ve ne sono
parcrrliio edizioni: Venezia 1570, i575, 4638, 1684, che crediamo essere quella da noi riferita :
e Hassano i685, i697, 4742, i753. Negli Studi bibliografici e biografici tulla storia della geogra-
fia in Italia pubblicati per cura della deputazione Ministeriale instituita presso la Società Geogra-
fica Italiana, ec. Roma, Tipografia Elzeviriana, 1875, 8i dice die il Padre Noè Bianco Francescano
nacque a Venezia verso la Une del XV secolo, e visitata la Terra Santa, al ritorno pubblicò per
comodo de' pellegrini V itinerario del viaggio , con la descrizione e i disegni delle città , chiese,
monumenti e luoghi più notevoli, che si incontravano nella via da lui seguila, partendo da Vene-
zia, e sbarcando a GiaiTa, indi visitando Genisalemm» ed i principali santuari e monasteri della
Palestina.
Osserviamo primamente, che v' è il grave errore di chiamarlo Noè Bianco. Soé Bianco , viag-
giatore parimente in Palestina, e scrittore del suo viaggio, non era Francescano, si bbene dell* Or-
dine de' Servi di Maria, e posteriore al nostro: n'abbiamo la testimonianza di autorevole persona, che
riferimmo illustrando il viaggio del P. Buysa; che io non vidi veramente l'opera del Bianco, e forse è
quella che ne' sopraddetti studi è riferita col tìtolo di Viaggio fatto in Terra Santa e deterUtoper
benefizio de' Pellegrini, ec. Un altro errore, se non c'inganniamo, proveniente forse dal primo, t
la data assegnata alla nascita del Francescano, cioè sul chiudersi del XV secolo. Infatti il nostro
Padre verso la fine del suo viaggio, parlando del suo ritorno in Italia, dice « che partito da Bet-
tania, in brevi disi ritrovò a Nicosia, dove dimorava il Re di Cipro: e andammo (prosegue) per
la licentia, che niuno può uscire dal suo reame senza licentia: anco gli conviene avere il suo bol-
lo; e cosi andammo al porto di Famagasta, ec. • Dunque il suo viaggio dovè compiersi prinu del
1470; ed egli. Il meno, doveva essere nato alquanto prima della seconda metà del secolo XV. Nella
pubblica Biblioteca dell'Arsenale di Parigi trovai l'edizione di Rassano, Remondlnl, i€85.
NOTICE - NOTICIAS
429
^ 452. NoTiCB historique sur la situation actuelle des Péres
Gardiens du S. Sepulchre et des Catholiques de la Judée , suivie
du plaa d' une souscriptioa libre et volontaire pour venir au se-
cours des etablissements Religieux de Terre Sainte. MarseiUe,
Achard, 1828.
Ud volarne in 8, che faceva parte della ricchissima Biblioteca di Carlo Escalopibr.
M,. 453. NoTiciA de Zacatecas y su Provincia de Padres Franci-
scanos Observantes , extrahida de la Cronica que por el ano de
mil setecientos treinta y seis escribia el P. Arlequi.
Manoscritto in foglio, della Biblioteca della Reale Àccadenoia di storia di Madrid. È interessan-
tissimo specialmente per la geografìa, la storia natarale e l'etnografìa di quelle regioni.
M*.
454. Notici A de la California, Sonora, Nueva Vizcaya y Nuo-
vo Mexico, en cuyos territorios se han de fundar las Custodias
de Misioneros de Propaganda Fide del Orden de S. Francisco.
Con algunas breves reflexiones.
Manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid, molto accurato e giudizioso, della fìno dello
scorso secolo. In fine v' è aggiunto un Examen de la Historia de America escrita por el Doctor Don
GuiUermo Robertson, Reeior de la universidad de Edimburgo y cronista de Escoda. Esame assai
ben fatto, con cui si correggono molti errori dello storico inglese: ed è lavoro dello stesso anoni-
mo Francescano.
455. NoTiciA geographica da Provincia (Franciscana) da Con-
ceicao de Rio de Janeiro. Compomse està Provincia de 13 con-
ventos; a saber 7 no Bispado de Rio de Janeiro, e 6 no Bispado
de Sao Paulo. A mesma Provincia estao actualmente anexos 8
Missoes de Indios no Bispado de Rio, e seis no Bispado de Sào
Paulo.
Sono 3 carte, senza data, nella pubblica Biblioteca della città di Evora in Portogallo.
»
456. NoTiciAS fidedignas de lo que obran los Religiosos
de nuestro Serafico Padre San Francisco de su mas estrecha
Observancia en los reynos de la Gran China y Cochinchina, en
cumplimiento de sus empleos de Missioneros Apostolicos, y
Ministros evangelicos, enviados por la Magestad Catholica del
Rey nuestro Senor a aquellos bastos clymas . Sacase a luz a
diligencias del Procurador general de la Santa Provincia de
430 NOTIGIAS
Philippinas : y las dedica en paga de cierta culpa a nuestros
charissimos hermanos Provincial y Venerable Diffinitorio de
està Santa Provincia de San Diego de Mexico. Con licencia de
los Superiores : en Mexico, por Joseph Bernardo de Hogal, Mi-
nistro e Impressor del Real y Apostolico Tribunal de la Santa
Cruzada en todo este reyno. Ano de 1739.
Sono 30 pagine in 4, di Atta lettera ; ed è stampa rarissima. V esemplare eh' io posseggo mi
venne inviato da' nostri Padri di Manila. Importantissimi poi sono i documenti che contiene, pe^
la vera storia di quelle Missioni.
M. 457. Notici AS historicas de la Misiones de infieles y fiele?-
AiWfka
del Colegio de Propaganda Fide de Santa Rosa de Ocopa ; par=^
proseguir al Compendio historico del R. P. Fr. José Amich.
Sono 8 carte, in 4, di fitta lettera, inviatemi dall' America. Di questo lavoro l' Autore anonii^^
dà ragione con le seguenti parole:
« £1 compendio historico de los trabajos y muertes qne padecieron los Misioncros de
Religion Serafica por la conversion de los gentiles en las montanas de los .\ndes del R. P. Mis^B
nero Apostolico Fr. José Amich, impreso cn Paris en 1854, contiene desde el alio de 17i4,en «k. ^
se concedió por la Provincia de los doce Apostoles de Lima, al M. R. P. Comissario de Misiones "S<^
Francisco de S. José para hospicio de conversione» el anejo de Santa Rosa de Ocopa, la hist(»s-/j
de las Misipncs de este Colegio, hasta el ano de 1773; concluyendo con el abandono de las Misio-nes
de Lamas.
« Con la espulsion de los PP. Jesuitas, fueron encargadas a este Colegio la Misiones del Arctì/-
pielago Chlloe por los anos del 1770; y en 4787 lenian los Misionoros de Ocopa visìtadas, con no
zelo verdaderamente apostolico, tanto las ishus del Archipielago conio su continente : catequizaroo
a muchos innclos, y adminislraban los S.irraniontDs a 26685 cliristianos quo encontraron «liseminado!!
en ellos. El Cabildo de la riudad de Santiago de Castro, capitai de la Provincia de Chiloc, en una
certiflcacion de 7 seliembre de 1781 aflrma quo lodos los Misioncros exislentes en aquellas islas r
tierra firme, guiadus de zelo y amor de las almas, se ocupan sin perdonar Irabajo ni fatiga en confe-
sarles y doctrinarles ; y en otro informe dado por ol propio Cabildo en 7 diciembre de 1789, se
conflrma io misnio; manifestando la necesìdad que bay de mayor numero de operarios , para que
puedan dar el mas pronto y ])ruporcìonado pasto espiritual a 26683 almas , que moran entre la
tierra firme y en 26 islas. I). Francisco Garos, Gobernador Intendente de dlcha provincia, en suoflcio
de 1 diriembre del referido ano de 1789, informa lo propio sobre los trabajos de los Misioncros
y sobre la neresidad de mayor numero de operarios.
• A flncs del ano de 1786, ci P. Misionero Fr. Francisco Menondez, acompanado de D. Manuel
Rarientos y algunos Indios emprendiò un penoso viage que cuncluyò a 18 de Enero de 1787, de culo
Diario costa, que dirigiendo su rumbo por el Este de la ultima Isla que se balla a la parte de la
Cordillera llamada Rutachauqui, se internò por el esteso de Marinino, siguiendo por el Rio l^xliialjfc
liasta la confiuencia de Reremo ; y continuando su viage por tierra, llegò a pasar la famosa Cordillcw
iievada de los Andes, y babiendo bajado a una llanura de casi dos leguas, descubrió varias lagunas,)'
despues de estas reconoció Ires cerros que bacian frenle a otros cerros quo bacian frenleaolros d*
colorados : pasados estos, mirando por la parte del Este, vió una llanura o pampa interminable; y
cerca a los dichos cerros registrò el mismo tres raminos muy trillados, con huellas recientcs de caballo?.
I^ fatta de provisiones, yel temor imminente de dar, sin las pervenciones y precauciones necesarias.eo
manos de los gentiles, le detuvo el proseguir la emprcsa. Eslo laborioso Misionero merece en recuerdo
particular: egercitose continuamente dando Misionrs en aquellas Islas, sufriendo immensos trabajus
por mar y tierra; y en la espedicion que bizo hasta la altura de 17 grados en el afio de 1773, pudo
a costa de evidcntes peligros atraer a la fé varios gentiles.
WOTICIAS 4-31
• Los pueblos y capillas de Misiones, que por este tiempo tenia a sa carga el Colegio de Ocopa
eu las montafias del Perù, fueras de las que tenia a sa cargo en la tierra firme, y 26 Islas de Cbiloe,
eran noeve. Cuatro en las de Gajamarquilla o Huallas, nombradas Pajatem, Valle, Sion y Pampa-
bermosa: cuatro en las de Hnanuco, a saber. Pueblo Nuevo, OhagUa, Muna, Pozuso , y una captila
con el nombre de Simariba en las de Huanta. » Poi seguono i titoli seguenti :
Progresos de lat Misianes durante la Guardiania del Rev, P, Sohreviela, — Reeonquista de
Uu Misiones del Rio Ocayali. — Piogresos de las Misiones de Ocayali, — Estado de las Misiones
hasta el tiempo de la Independeneia del Perù,
458. NoTiciAS do que obrarso os Frades de S. Francisco filhos
da Provincia do Apostolo S. Thomé no servilo de Deos e de su
Magestad ( que Deos guarde ) depois que passarào a està India
orientai.
Manoscritto di 62 carte, nella Biblioteca Nazionale di Lisbona. È un compendio molto parti-
colareggiato delle Missioni Francescane dell'Indie. La scrittura è data in Goa, 15 gennaio 1793, e
segnata — Fr. Clemente da santa Eyria Provincial de Observanda de Indias.. — Rispetto a' Missionari
scrittori, nomina tra gli altri i seguenti: « 0 P. Fr. Francesco Negi^o, nascido na India, compoz
huma Chronica dando notìcia das antiguidades. Anda impreca ( Se non è andata perduta , è
addivenuta cosi rara , cbe torna impossibile incontrarla ) . 0 Padre Fray Miguel da Puriflcac9o ,
nascido na India, compoz Vida Evangelica (opera interessantissima, di cui diremo a suo luogo). 0
Padre Fr. Gaspar de San Miguel, nascido na India, compoz na lingua da terra huma obra en estilo
poetico sobre os coatro novissimos, os sete sacramentos e os preceitos do Decalogo. Emprimiouse, e
anda entre os naturaes comò thesouro. 0 Padre Fray Àmador de S. Anna, e Fray Joao de S.
Matbias, ambos compuzerSo em dois mil versos em lingua da terra a doutrina cbristam e os mysterios
da Feo. Fr. Miguel Banha compoz bum Vocabolario na mesma lengua dos naturaes . Fr. Christovai
fez huma Arte gramatical. Fr. Manuel Bautista compoz bum cathecismo copioso, e actualmente o
Padre Fr. Diogo de S. Bernardino compoz na mesma lengua huma explica^So do Credo, etc. *
459. NoTiciAS de las Misiones de Tampico sacadas de papeles
originales existentes en el Archivo del Convento grande de nuestro
Padre San Francisco de Mexico.
Un grosso volume in foglio, appartenente alla Biblioteca della Reale Accademia di storia di
Madrid. Sono tutti documenti interessantissimi e affatto sconosciuti, che porgono argomento per
una bellissima storia.
460. NoTiciAS da fundagao das Igrejas de Bardes,
Sono 6 carte in 4, nella Biblioteca delP Accademia (già della Congregazione del Terz' Ordine
Regolare di San Francesco) di Lisbona. Non porta il nome deir Autore t ma in principio ha questa
nota: « Fr. Antonio de Padua, Lente Jubilado, deputado do S. Officio e da junta das Missoes,
Examinador Synodal, Ex-Provincial immediato e Chronista desta santa Provincia do .\postolo S.
Thomè da India Orientai, certiflco que examinando os documentos authenticos que se guard3o no
Archivo da mesma Provìncia, entre ellas aciiei o das fundacoes das S4 Igrejas da Provincia de
Bardes. • Queste fondazioni cominciando dai 1555 giungono Ano al 1697. E il manoscritto finisce
come segue: « He qne consta do refcrido documento , que se acha authentico no Archivo desta S.
Provincia, e a elle me reporto nesta copia, que bem e flelmente trasladai. Rea! Convento do Espi-
rìto Santo de Goa, 31 de laneiro de 1767. Fr. Antonio de Padua Chronista da Provincia. •
43:2 NOTIZIE - NOVO triunfo
M.. 461. Notizie e Documenti per las Apostolicas Missiones, que
en el Africa Tingitana , o Imperio de Maruecos y Reynos de
Mequinez, Fez, Tetuan, Sale, Sus y Tafilete, tiene la Provincia
de San Diego de Menores Descalzos de N. P. S. Francisco de
Andalusia. Dal 1620 al 1764.
Sono 34 pagine in foglio.
Cìm
sfc-v. 462. Novella. — Catalogna omnium civitatum in singulis
Imperli Sinarum provinciis existentium, cum orthographia, qua
ipsorum nomina exprimere solent ex diversis nationibus Missio-
sionarii ibidem commorantes, in commodum S. C. de Propuganda
Fide digestus a Fr. Josepho Novella Ordinis Minorum Strictioris
Observantiae S. Francisci, Episcopo Patarensi, et Vicario Aposto-
lico in Imperio Sinensi. Romae, Lithogr. Danesi. 1854.
11 Novella era nativo di Carpasio nella Liguria Occidentale. Recatosi Missionario ApostoUoù in
Cina, venne consacrato Vescovo di Patara in partibus il ii maggio i8(7. • Fu uno de'PreUtt
(dicono i compilatori del Quadro nominaUvo dei MUiionari ApottoUd iuddUi Sardi, «e Torino,
1857) elle ritornarono in Italia per assistere alla solenne dichiarazione dell'immacolato Concepi-
mento della divina Madre. > La solTerente salute non gli permise di far più ritomo al suo gregge;
u non ha gran tempo che mori , non ricordo , se in patria , o nel Collegio Cinese di Napoli , dove
aveva preso stanza. 11 suo lavoro ò stato giudicato una delle più importanti pubblicazioni moderne
su la Cina.
Sknmp,
AbllMDM
463. Novo TRIUNFO da Religiam Serafica, ou noticia summa-
ria do martyrio e morte que padeceram em odio de nossa santa
Fé 0 veneravel Padre Fr. Liberato Weis , com dous companheiros
seus , todos Religiosos da Ordem de S. Francisco, Missionarios
e Pregadoros Apostolicos no Imperio da Habassia, no dia 3 de
margo do anno 1716. Lisboa Occidental, na officina de Sylva,
impressor de S. Magestade, anno 1718.
stampa rarissima di 8 pagine in 4. N' è un esemplare nella Biblioteca dell' Accademia ( già della
Congregazione del Terz' Ordine Regolare di San Fraucesco) di Lisbona. Di questi Martiri fa anche parola
il IMdre Kresslinger {Ortus et progrettui sacri Ordinis Fratrum Minorum Sancii Francisci, ete. ;
Monachii MDCCXXXil), dicendo : t Alia Missio sub Clemente XI in Africani insliluta full, quam Pater
I/ibcralus Wels, Franciscanns, nalus I»alalino-Bavarus, Provinciae Auslriacae alumnus, peraclo plurium
annornm laborioso el periculoso itinere, tandem una cum sociis suis anno 1711 in civitate Gondar
advenit. Exccptus suaviler a Rege , et cum maxima spe ingenlis animarum fructus, benigne ac
frequenter audilus full ; verum insliganle inferno, lam ipsc Rex a lumultuantlbus subditis a throno
deturbalus, quam Palres illi, lapidibus obruli, gloriosam morlem opelierunt, •
0
464. OcAfiA. — Epitome del viage qne hizo a Marruecos el
P. Fr. Francisco de la Concepcion, por Fr. Gines de Ocana de
la Orden de N. S, P. S. Francisco, ec. Siviglia, 1664.
Un volume in 4; interessantissimo per la diplomatica Missione che il sopraddetto Padre Fran-
cesco fu mandato a compiere appresso il Sultano Muley Mahamet Xec in Marocco: ma nò in
Siviglia, né in Madrid, né in altre città della Spagna mi riuscì di incontrarlo in quante pubbliche
Biblioteche visitai. Narra però largamente questa Missione il Padre Fr. Francesco da sa^ Giovanni
DAL PuERTO nella sua Mision historial de Marruecos, ec, (Sevilla, 1708, Ub, Y,).iì Padre Fr. Gines
de Ocana , che ne scrisse la relazione , fu compagno e segretario del Padre della Ck)ncepcion ; ed
altri quattro lor si aggiunsero come Missionari per rimanere in Marocco : ei furono i Padri Antonio
de la Cruz, Pietro d'Alcantara, Martin de Luna, e il fratello Laico Francesco de las Llagas.
Partirono di Spagna il 1630.
465. Odoricus. — B. Fratris Odorici de Foro Julii , Ordinis
Minonim, iter ad partes infidelium a Fratre Henrico de Glars
eiusdem Ordinis descriptum, nunc vero primo in lucem editum
ad fìdem Mss. codicis Bibliothecae Regiae Monacensis ( Cod. Lat.
903 ) cura Patris Marcellini a Civetia.
Questa pubblicazione fu da me fatta in fine del III volume della mia Storia universale
deUe Missioni Francescane, con brevi note a pie di pagina, che dichiarano i principali luoghi
percorsi dal grande Apostolo nella prodigiosa sua missione in Tartaria, in Gina, e in quasi tutto
l'Arcipelago Indiano; dei quali schiarimenti mi giovai anche nel racconto che feci della sua vita
e del suo apostolato nel capitolo XII dello stesso libro, dove in corrispondenza del testo latino
diedi una parte del racconto in italiano. L* esemplare di questo Codice da me pubblicato V ebbi in
dono dalla gentilezza del chiaro illustratore dei viaggi di Marco Polo Vincenzio Lazari per gentile
28
434 OLGIATI - OLIVEIHA
iotramessa del mio amico Cesari Guasti. 11 Lazari giudicò che fosse completo, e che fenine portalo
d'Irlanda a Ratisbona il 1539; e che fosse affastellamento di Frate Marchesino da Badaion,
originalmente transcritto da Frate Enrico daGlars nel 1440. In quanto air essere venuto in RaUsbona
d'Irlanda il Lazari pensava facilmente spiegarsi con osservare, che il compagno di peregrinazione
del Beato Odorico fu un tal Frate Giacomo Irlandese.
Ancora è notabile (come nelle Cronache di Frate Salinbene, di cui diremo a suo luogo),
che il latino non fa che velare le forme del volgare italiano.
Dei Viaggi del beato Odorico fu pubblicata una traduzione italiana, ma tronca e interpolata,
dal Ramusio. E cosi dai Boliandisti in latino. Un codice poi latino, chiamato limliano, diede alle
stampe il Conventuale Padre Veni, con dotte illustrazioni in italiano, e un Elogio storico dette
getta det Beato» ee„ in 4. Venezia, MDCCLI. Anche sono da ricordare la Vita e i viaggi dei beato
Odorico da Udine, descritti dal Barnabita BcksiUo Asooini; Udine, 1737. E Analmente con la pub-
blicazione d' un Manoscritto della Biblioteca Nazionale di Parigi, intitolato Le livre des mareiviUes du
monde, le quel eontient six autheurs : Mare Poi ; Frere Odrie de V Ordre des Freres Mineurs;
Le livre faict à la requeste du Cardinal Taleran ; Le livre de Messire Guillaume de MandeviUe ;
Le livre de Frere Jean Hayton ; Le livre de Frere Bieul de V Ordre des Precheurs ; ci dava la
pubblicazione di questa antica traduzione francese dei Viaggi del beato Odorico V illustre signor Luigi
Db Backer, dotto e gentile signore che ebbi la fortuna di conoscere in Parigi. Questa interessante
pubblieazione, uscita a luce nella suddetta città Tanno scorso 1877, è intitolata: L'extreme Orient
au Moyen-Age d'après les manuscrits d'un Flamand de Belgique, Moine de Saint Berlin à Saint
Omer et d*un Prince d* Armenie Moine de Prémonstrè à Poitiers. Paris, Ernest Leroux, editeur,
1877, in 4. La pubblicazione del Manoscritto è preceduta da una dotta introduzione sulla storia
orientale, e il testo è corredato di note importantissime in (Ine. Di questo egregio signore, da cui
ebbi in dono un esemplare del suo lavoro, mi occorrerà parlare in altro luogo ; qui frattanto slamo
lieti di ricordarci alla sua nobile e affettuosissima amicizia.
In quanto alla vera traduzione italiana del Viaggio del Beato, com' il lettore vede, non è stata ancora
pubblicata; e crediamo che sia nella Biblioteca Marciana di Venezia; ma non saprei dire se fosse
quella del Codice della classe VI, numero 308, cartaceo in 4, che contiene i Viaggi del beato Odorico
da Udine, di Marco Polo, di Alvise Cadamosto, di Pietro Sinzia, di Vasco di Gama, di Emmanuele
Re di Portogallo, di Cristoforo Colombo, ec., o l'altro delia classe XI numero 33, cartaceo in foglio,
ove il Viaggio del beato Odorico è preceduto dall'altro Viaygio da Venezia a San Giacomo di Galizia.
Un altro Codice è nella Laurenziana di Firenze, ool titolo: Oderigo da Frigoli, Viaggio da
Padova a Costantinopoli e alla terra del Ponto; e un altro nella Casanatonsc di Roma, intitolato:
Odorico, Libro de diverse bele he stranie cose, eie.
skurr. 466. Olgiati. — Viaggio di Genisalemme con la descrizione
non solo dei Santi Luoghi et altri sì nell' andare come nel
ritornare, ma anco di altre cose degne, ec. Fatto et mandato in
luce dal Padre Fr. Claudio Olgiati dei Padri di San Francesco.
Milano, F. Ghisolfì, 1647.
Tn volume in 8. • Il Padre Olgiati fu nativo di Como e travagliò molli anni nelle Missionidi
Terra Santa. 11 suo libro, al dire del Tobler, è scritto assai bene e fornisce importanti notizie. * Cosi
i compilatori degli Studi bibliografici e biografici sulla storia della geografia in Italia, pubblicati
per cura della Deputazione Ministeriale, istituita presso la Società Geografica Italiana, Roma, 1875.
A^w
Stanv*.
467. Oliveira. — Compendio goral da historia da venera vel
Ordem Terceira (Regolare) de Sao Francisco: por el P. Fr. Manuel de
Oliveira , Chronista Geral da Terceira Ordem , naturai do Porto.
Porto, na oflScina do Capitao Manuel Pedroso, e Coimbra, 1752.
OLIVER - OLMOS Ì35
Un volume in foglio . Già abbiamo accennato perchè la Storia del Terz' Ordine Regolare
Francescano di Portogallo interessi il ceppo deir Ordine , da cui era dipendente , e come straordi-
nariamente florisse di classici studi, e di uomini straordinari per virtù in Portogallo e nelle Missioni
delle sue Colonie, specialmente nello studio delle lingue dell* Asia ed Affricane.
468. Oliver. — El arte Tagalog escrito por Fr. Juan de Pla-
sencia, reformado y aumentado de adverbios y particulas por
el Padre Fr. Juan de Oliver de la Santa Provincia Observante
de Valencia.
— Diccionario Tagalog-Espanol, escrito por el Fr. Juan ec:
perfeccionado y aumentado por el P. Fr. Juan de Oliver, ec.
« Fr. Joan de Oliver (dice il Padre Huerta, Esiodo, ecj fuè naturai de la ciudadde Valencia,
en cuya universidad cursó fllusofla y teologia. Tomo el habito y profesó en la santa Provincia de
Valencia , incorporandose despues en la de S. José. El afio de 4580 se alistó para las Misiones de
Fìlipinas y en el mismo ai!o llegó a Mejico. De està ciudad paso a Manila en 1581, donde se
ejercitò sin descanso en la conversion, fundando varios pueblos en las provincias Tagales y de
Camarines. Admlnislró en el pueblo de Balayan de la Provincia de Batangas, o mas bien fuè su
prìncipal fundador. » Oltre le sopraddette opere, scrisse anche (a detta dello stesso Biografo) nelle
lingue Tagalog e Bicol le seguenti : — I. Traiado iobre los beneficios de Bios. — 3. Sàbre la
tniteria de la vida humana. — 3. Sobre la bienavenluranza. — (. Sobre los cuatro novisimos, — 5.
Sobre los siele peeados capitales. 7- 6. Sobre la penileneia. — 7. Sobre la Umosna. — 8. Sobre la sagrada
Eucaristia y Comunion. — 9. Sobre la viriud de la Fé, — IO. Sobre la virtud de la earidad. — il.
De consideraeion y mediiaeion. — 13. Explicaeion de los 15 misterios del Santisimo Rosario. —
13. Cateàsmo de Uis buenas costumbres del cristiano. — i4. Catedsmo de la doctrina cristiana
eitplicado. — 13. Modo de comulgar dignamente. — 16. Modo de catequizar y bautizar infieles. —
17. Practica del eonfesonario en forma de dialogo. — 18. Catalogo de indulgencias. — 19. Platieas
sobre los prindpales misterios de nuestra santa Fé. — 30. Un tomo de sermones varios. Mori nella
provincia di Canarincs il 1599, in concetto di santità.
469. Olmos. — Comienga el arte de la lengua Mexicana ,
compuesta por el Padre Fray Andres de Olmos de la Orden de
los Frayles Menores, dirigida al muy reverendo Padre Fray Mar-
tin de Hoj acastro Comissario general de la dicha Orden en todas
las Indias. Y al pse Obpo. de Taxcala.
Preziosissimo manoscritto in 4, di lettera gotica, della metà del XVI secolo, di CXLYI carte,
cbe era in vendita appresso Maisonneuve in Parigi. La grammatica è divisa in tre parti: la prima,
di V-XXIX carte, dà i primi elementi della lingua Messicana, le declinazioni e i pronomi. La seconda,
di XXX-LXX1X, tratta de' verbi , della loro formazione e cuniugazione. La terza , di LXXX-CX ,
contiene le differenti parti del discorso, le regole delP ortografìa , e alcuni dialoghi in Ispagnuolo
e in messicano. Il rimanente di carte CXI-GXV, è un appendice slW ultima parte, di platieas,
cioè esercizi in lingua messicana, e Manuscrit que nous pouvons ( dice il Leclerc , Biblioth.
Amer. ) assurer ótre inedit , quoique plusieurs bibliographes aient annoncé cet ouvrage comme
imprimé a Mexico en 1555 ( Cf. Eguiara, Ludewig. ) • Il ToRQUEHAnA cita questa Grammatica
rome opera di grande erudizione, e di capitale importanza per gli sludii della lingua e della storia
Messicana; e una commissione .scientifica instituita in Messico sotto la presidenza del Ministro dell'
istruzione pubblica nel breve ed infelice impero di Massimiliano I, confermò il giudizio di quel dotto
Francescano, deliberando e facendo preparare la stampa dell' opera del Padre Olmos. Questo insigne
Ì86 Ol'RllA
Francescano nacque nella giurisdizione della città di Ofia, provincia di Borgoi, donde giovanetto si
recò a studiare in Olrous presso Yalladulid, da cui prese dipoi la sua denominazione. E in YalladoUd
compiti i suoi studi flno' al corso di diritto canonico e civile , a SO anni vesti T abito Minorltico,
recandosi quindi il 1538 Missionario al Messico col celebre suo confratello Padre Giovanni
Zumarraga, primo Arcivescovo della Nuova Spagna : e per ben 43 anni menò la sua vita tra
mezzo agli Indiani, dei quali imparò a perfezione le varie lingue; come la Messicana, la Totanaca,
la Huaxteca, la "Tepebuana, e in. tutte scrisse opere di gran merito, cbe tuttaTia restano inedite. E
sono tra P altre:
— Vocabulario Mexicano.
— Confessonario Mexicano.
— Catechismo Mexicano;
— Sermones Huaxtecos.
— Antiguidades Mexicanas.
— Arte y Diccionario de la lengua Totanaca.
Della Arte de la Ungua Mexieana , n' è anche un esemplare nella Biblioteca Nazionale di
Parigi, di ito pagine in 4; nel quale, a pagine Ili, si leggono queste parole: « Fue hecha està Arte
en St. Andres , convento de Sun Francisco en Ueytlalhapa : a gloria de N. S. J. C aiio de su
nacimiento 1-547. » Forse è una copia dell' originale posseduto dal signor Aubin, con note del celebre
Vescovo di Cliiapa , L.as Casas. Ancora il nostro Padre Vetancour parla di alcuni Opu$eulo$ Hua-
xtecos, che si conservavano in Ozolvana, provincia di Tampico. E dell* Arte y Vocabviario Mexicano,
insieme congiunti, sappiamo che n' era un esemplare nella Biblioteca de la Santa Chiesa di Toledo,
il cui originale, a detta dell' Eguiara , si conservava in Tlanepantla nel Messico . Finalmente gli
Editori delle Cartas de Ittdias ( Madrid 1877 ), con una breve biografia del Padre Olimos, hanno
testé pubblicata una importantissima sua lettera a Carlo Y.
— Carta ... al Emperador D. Carlos, comunicandole las dispo-
siciones quo creia convenientCvS para la conversion de los Indos
de Nuova Espana. Mexico 25 de Novieinbre de 1556.
Dalla biografia aggiungiamo allo noti/le da noi date di sopra, che con la sua straoniinarìa
virtù e dottrina • tal respoto y venoraoion Uogò a alcanzar su nomhre, quo los lodios de algunas
regionos do «iquel viriMnato (del Messico) ami nuiclios afios despues de su niuerto llamaban Padre
Olmos a todos los de su Ordcu que iban a doctrìnarles. Los trabajos excesi vos del Misionero, y los
no mono pesados do la vida liloraria, Ir produjoron una afTocoitm asmatica, quo le oblìgò a rotirarsc
a su Convento de Mexico, y buscar luogo la salud en Tampico, donde acalx) sus dias ei 8 de
agosto de 1571. »
»!«.,. 470. Opera dilettevole da entendere , nella quale se contiene
do itinerarii in Tartaria per alcuni Frati mandati dal Papa In-
nocentio IV nella provincia di Scithia per Ambasciatori. Venezia,
Niccolini da Sabio, 1537.
Un volume in 8. È il viaggio del Francescano (ìiovanni da Pian Carpino ed altri Missionarìi
iviati da Innocenzo IV ai Tartari.
Asi.-i
'ORAISGN-elKE ^437
471. Oraison funebre du tres-l^iut et tres-puissant seigneur
Louis de Buade Comte de Frontenac et de Palnan , Mapecbal de
Camp des armées du Roy , Chevalier de T Ordre de Saint Louis ,
Gouverneur et Lieutenant' General pour le Boy dans tonte V Ame-
rique Septentrionale , prononcée en V Eglise des RecoUects de
Kebec, lieu de sa sepulture, le 19 decembre 1696.
Manoscritto in 4, di cai è un esemplare nella* BiMioteoa Nazionale di Parigi, e l' originale si
conser\Ìk nella Biblioteca dei Signori del Seminario di Quebec. Ma all' esemplare delle Biblioteca
Nazionale di Parigi mancano, se ben mi ricordo, le note critiche di cui l'Autore corredò l'originale;
note assai bene scritte, al dire del Faribault {Catalog. d'<mvraige9 $w Vhiitoire de l''Ameriq%ief
ee. Qìiebec, 1837), quantunque severe e senza adulazione alla memoria del Frontenac. L'^Aftore
dell'Orazione fu il Padre Oliviero Goter Commissario de' Francescani nel Canada.
472. ORDOfiEZ. — Doctrina dogmatica, en lenguaide Guatemala,
para instruir a los Indios : por el P. Fr. Diego Ordonez, de TOrden
de San Francisco.
Nativo di Salamanca, mori in Guatemala nel 1607 in età di li7 anni. Era dottissimo delle lingue
americane, ed oltre alla suddetta Doetrìna dogmatica, compose parecchi altri volumJL di Esortazioni,
di Sermoni, eie. È ricordato dallo Souibr {Monogr, of, A^ih,),
473. Ore. — Rituale seu Manuale Peruanum , et forma brevis
administrandi apud Indos sacrosancta Baptismi , P^^nitentiae ,
Eucharistiae , Matrimonii, etExtremae unctionis saoromenta,
juxta ordinem Sanctae Romanae Ecclesiae: per Fr. Ludovicum
Hieronimum de Ore, Ordinis Minorum. Et quàe indigent versione,
vulgaribus idiomatibus Indicis, seeundum diversos.«itus omnium
provinciarum novi orbis Perù, aut per ipsum translata, aut eius
industria elaborata. Neapoli, apud Jo. Jacobum Carlinum et Con-
st?intinum Vitalem, 1607,
Un volume in 4, di 418 pagine. Un bellissimo esemplare di quest'opera, timbrato nel frontespizio
con l'arme della Biblioteca del Cardinale Albani, cbe poi fu Papa Clemente XI, era in vendita appresso
Maisonneuve in Parigi. Libro prezioso, di cui si servivano tutti 1 Missionari del Perù, conteneute
tutte le preghiere e le formole del rito romano in latino e spagnuolo, con la traduzione nelle lingue
QuiCHUA e Atvara. Inoltre, vi è la celebre Bolla d'Alessandro VI data in Roma il 1493 circa la
partizione de' possedimenti Spagnuoli e Portoghesi nelle regioni nuovamente scoperte ; e dàlia
pagina 385 alla 418 un Compendio della dottrina cristiana in ispagnuolo, con la traduzione nelle
lingue QuicHUA, Aymara, Poquina, Moghiga, Yunga, Guarani, e Brasiliana. «Dice, bervls^imo il
Leclerc ( BìbVioth. Amer.)^ che quest'opera del De Ore non è solamente rara; « mais un de plus
précieux documents qui existent pour V étude des langues de 1' Amérique Meridionale. »' Poche
notizie si hanno di questo celebre Missionario Francescano : il Wadingo ci dice che nacque' nella
città di Guamanga (oggi Huamanga, e capo luogo dolla provincia di Ayacucho) nel Perù. E il
NiooLAO aggiunge, che mori net 4698. Anche scrìsse e pubblicò:
438 ORTEGA - OSDfO
— Symbolo Catholico Indiano : por el P. Fr. Luis Hieronimo
de Ore. Mexico, 1598.
— Relacion de los martyres que ha havido en la Florida: por
Luis Hieronimo de Ore, Franciscano. Lima, 1612.
474. Ortega. — Chronica de la S. Provincia de Cartagena de
la Regular Observancia de N. S. P..S. Francisco. Su autor el P.
Fr. Pablo Manuel Ortega, Lector de Filosophia y Chronista de la
misma Santa Provincia. En Murcia, en la Imprenta de Don Fran-
cisco Joseph Lopez Mesnier, por Pedro Carreras . Ano MDCCXL-
MDCCXLVI.
Dae volami in foglio: il primo di 568 pagine, il secondo di 480. N'è un esemplare nella
pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
M.. 475. ORTuno. — Copia de la informacion de las christiaadades
de la Provincia de Kiang-sy hecha por nuestro hermano Ortuno.
Manoscritto deir Archivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da qae' Padri. Segnato
in fine : Lo-tumi de Kan-Kien , oy dia ii de enero de 1759. Fr, Juan Bautitia Ortuiko MU.
Apost. Ord, Min,
Ms. 476. Osca. — Vida y trabajos apostolicos en China del V. Fray
Antonio de S. Maria Caballero: por el P. Fr. José Osca de la Pro-
vincia de S. Juan Bautista. Ano de 1725.
— Vida y trabajos apostolicos en China de Fray Bernardo de
la Encamacion, etc. Ano de 1722.
Così r HuBRTA {Etlado, ec), aggiungendo ctie scrisse anclie varios tratadot daetrinales en idiowM
y earacterex arabieot. Era llgliu il Padre Osca dulia Provincia di San Giovanni Rallista, donde si
recò alle Filippine il 1684, e di ià parti per le Missioni della Cina l'anno seguente. Evangelizzò
con molto z«'lo nella provincia e città di Kang-lun. L'anno 1689, essendosi recato a visitar quella
città l'Imperatore del celeste impero, il Padre Osca usci a riceverlo in compagnia dì letterati.
L'Imperatore gli fece festosa accoglienza, pigliandolo sotto il suo braccio, e passeggiando lungo
tratto con lui; gli domandò notizie della missione, e lo regalò di 20 taeli in oro. Dopo ventanni
di fatiche tornò alle Filippine , dove lavorò ancora molti anni nei popoli di Pagsanhan , Pila,
Maoban, Nagcarlang, Cavinti, e Atimonan, e finalmente mori in quello di Santa Cruz il Si settembre
del 1735, in età di 78 anni.
477. OsiMO. — Cristoforo Colombo ed il Padre Giovanni Perez,
ossia la cooperazione dell'Ordine Francescano nella scoperta dell'
America , del P. Agostino da Osimo Minore Osservante. Ascoli ,
1801.
A*u
SAI IH/;.
OYANGUREN 439
l-n volume in 8, di circa 300 pagine. Del valore del Padre Agostino da Osimo, rapito dalla
morte nel fior della sua vita, abbiamo parlato altrove: ci basii dunque dire, che quest'operetta,
come le seguenti, si leggono con grandissimo gusto, e che attestano qual carriera letteraria rAutore
avrebbe percorso, se avesse avuto più lunga vita.
♦
— Storia dei ventitre Martiri Giapponesi dell' Ordine dei
Minori Osservanti detti Scalzi di San Francesco , Pierbattista
Commissario, Martino di Aguirre, Francesco Bianco, Filippo Las
Casas, Gonzalvo Garzia, Francesco della Pariglia, Leone Garasuma,
Paolo Suzuqui, Michele Cosaqui, Paolo Ibarchi, Tommaso lanqui,
Francesco Medico, Gabriele Duizco , Bonaventura di Meaco, Tom-
maso Cosaqui , Giovanni Quizuia , Cosimo Tarquia , Antonio di
Nangazachi , Ludovico Ilarqui , Gioacchino Saquyie , Mattia di
Meaco, Pietro Suquezico, Francesco Fahelante: scritta per la ciiv
costanza della solenne loro canonizzazione dal P, Agostino da
Osimo y Professore di Sacra Eloquenza ne' Minori Osservanti ,
dedicata alla Santità di nostro Signore Pio Papa IX. Roma,
Tipografia Tiberina, 1862.
Un volume in k, di pagine XII e 358. È uo bel lavoro, che dà molte notiiie circa le nostre
Missioni del Giappone.
— Storia dei diciannove Martiri Gorcomiesi, dei quali undici
appartenenti all' Ordine de' Minori Osservanti di San Francesco,
uno all' Ordine Domenicano , uno ai Canonici Regolari di Sftnt'
Agostino , due all' Ordine Premonstratense ^ e quattro al Clero
Secolare: scritta per la circostanza della loro solenne canonizzasdone
dal P. Agostino da Osimo, Professore di Eloquenza ne' M. 0. Roma,
Tipografia Monaldi, 1867.
Un volume in k, di 3 carte preliminari e fi 7 pagine.
478. Oyanguren. — Arte de la lengua Japona dividido en
quatro libros segun el arte de Nebrixa , con algunas vofes
propias de la escritura y otras de los lenguages de Ximo, y
del Cami, y con algunas perifrases y figurasi compuesto por el
Hermano P. Fr. Melchior Oyanguren de Santa Ines , Religioso
Descalfo de la Regular Observancia de nuestro S, P. San Fran-
cisco. Impresso en Mexico, con licencia, por Joseph Bernardo de
Hogal, ano de 1738.
440 OTANGUREN
Un volarne in 4, nelle cui ultime pagine si legge; « Se acabó este arte de U lengua Japona
a 13 de marzo de 1738. » Libro rarissimo ed importanlissimo per gli studi della lingua Giapponese,
▼enduto ultimamente in Parigi S50 franchi. Un esemplare manoscritto di quest' opera era posseduto
dal Klaproth : perì con tutti gli altri neir incendio della ricchissima Biblioteca di questo insigne
Orientalista. Ad essa si deve aggiungere la seguente pubblicazione del Barone G. Db Humboldt.
— Supplement a la Grammaire japonaise du P. Rodriguez:
ou remarques additionelles sur quelques points du systéme
grammatical des Japonais, tirées de la Grammaire composée par
le Pere Oyanguren, et traduites por M, C. Landresse, précedées
d' une notice comparative des grammaires Japonaises des Peres
Rodriguez et Oyanguren, par le Baron G. de Humboldt. Ouvrage
pubblio par la Societé Asiatique : Paris, Dondey. — Dupré et fìls,
1826.
Pagine 31 in 8.
— Tagalismo elucidado, y alusion que tiene con las lenguas
Chinica, Hebrea y Griega, por el P. Fr. Melchior Oyanguren , ec.
Impreso en Mexico, en la officina de Francisco Xavier Sanehez,
aiio de 1742.
Lavoro del pari ImporUntUAmo p6r la storia delle lingue Asiatiche.
— Diccionario trilingue , Tagalog-Castellano-Cantabre : por
el P. Fr. Melchior Oyanguren, ec.
Inedito, neir Archivio del^ nostro Convento di Manila nelle Filippine.
Di questo dotto Missionario Francescano ci dà la .seguente breve biografla il Padre Hukrta
{Eitado, ee.J. « Fr. Melchior Oyanguren de Santa Ii!es, Predicador, nació en el ano de 1688 en Sali-
nas de Guipuzcoa , Obispado de Cala borra, profesó en la santa Provincia de S. Pablo el dia 21 de
Enero de 1706, Uegó a Filipinas d ano de 1717, y habiendo «nfcrmado poco despues , obluvo
liccncia para regresar a EspaHa para donde salió el ano de 1721: mas habiendo llegado a Mejico
y restablccidose de su cnfermedad, se volvió a Fiiìpinas ci ano de 17ii. Administró en el pueblo
de ius Baf^os, y de aqni paso al de Saryaha, però siempre con un gran deseo de pasar al Japon,
y viendo que esto no le era posible, obtuvo segunda vez licencia para regresar a Espafìa, y se embarcó
el ano de 1736. Llegado a Mejico, falleció el Religioso Presidente del fiospicio de S. Agustin de
las Cuevas, y Fr. Merchior se encargó de dlcho hospicio, danda parie a Filipinas: mas el Defini-
torio le nombrò Presidente de dicho hospicio en 1737, cuyo cargo admitió con humiidad resignan-
dose a no volvcr a Espana. Fué Religioso muy exacto en ci cumplimiento de sus obligaciones,
y n)uy versado en las lenguas Hebrea, Griega, Latina, Chinica, Japona y Tagaia . . . Siendo ya de
58 afios de edad y 41 de Religioso, falleció en el citado hospicio de S. Agustin de las Gae^'as ci
mes de Enero de 1747, ignorandose en que dia acaeció. •
I
479. Padrso. — Carta de Pr. Antonio Padrto a ^-Rey de
Portugal. '
È data in Gochim il 1530. Originale neU' Archivio della Torre del TombQ tiU toboaib* •
%■
\.
480. Padua. — Incipit liber requpeoaritioms Terrae Sanctae.
Sanctissimo ac Reverendissimo in Christo Patri ac Domino, Domino
Nicholao, Dei gratia Sanctae Rotaanae lab nniveròalia Ecclesiae
Summo Pontifici. Fidentius (de Padua) Ordiais Minorum ìninimtó
ad pedum oscula beatorum.
• ■ •!
-.'x-:. \
Manoscritto membranaceo ini, di 78 earte, con l^tlìk^iiitie miniatóre, nella Bit)Uot^a'(Ìlb(lolDale^
Parigi. Incomincia: « Felicis recordationts Domlnas Pa|[ii^ Gregorius Sanèto Spirita fnflanamAtos» totis
visceribus liberationem Terrae Sanctae desiderans, guaita Salvator n(»ter Domini^B Jesqs Gtiristus
proprio sanguine conqaisivit, ihihi raàndàirit in CohclMLngdnnensiutin Iscriptlsponeréta ({naliter
Terra Sancta acqairi posset de manibns infldèfìiim ; el qualiter acquisita posset « OhrtoUfldelibus
conservari. Ego, sane licet minus idoneus, scribendum e&istimàvl Sanétltati Vestrae quod super
premissis Dominus inspiravit ad laudem et honòren 'Dòmini' nòstri Jèsù Christi et ad dire-
clionem eorum qui amore Salvatoris nostri sunt in maria transituri, simplfcl oratione insinuans
ea quae prò parte oculis meis vidi et manibus attrataVl! > Éld entrando nelP argomento narra, come
la Terra Santa,j>rtmofu« genlilium dispertorum; secundo^ ludéorum; lertio, Astiriorum ; quarto,
Romanorum; quinto, ChrisUanorum ; sexto, Saracenorum ; aggiungendo che da ultimo erit dì
nuovo Chriitianorum. Parlando della prima possessione clìe n' ebbero i cristiani, mostra per quali
cause dipoi la perdessero; ctie furono i vizi pagani, di <nii si resero infetti: cioè esterminaiio ,
indUeretio, divitio, defectio, derelicHo. Poi venendo all'acquisto che ne fecero i Saraceni, ragiona
a lungo de Machometo et eius vita, e di quel che lasciò per eredità ai suoi seguaci, cioè infideìUas,
foeditas, erudelitas, cupiditas, sagacitas, «<oIlid»to«, tn«<a&i2»tos. Finalmente passando a dimostrare
quod Terra Sancta debeat etse Chriitianorum: Nee prophetizo (egli dice) quia propheta non
fum : ied ea fiarrff quae scripta repéri, utque ex seriptoribus c&mUeete'potui: E I toezzl dono : Exercitut
niffieientia, ìnmitaUi tt/dnèMia, edpitU praeidentia. Quanto al primo , cfpòfiet ut VeUatorei nitilfi Hnt
M2 PALESTINA - PALOM SS
numero, periti prelio, (orles animo, sagacen iiigenio. Poi decenier armati, bene ordinati, ad incieem
ditpotitL 11 tagaces ingenio comprende castrorum /trio ; eattrorum moderatio ; ctutrorum cMUh
ditio; inimicorum exploratio ; in fugis cautio; continua unto ; agendorum eomideratio. lì banUoi
comprende caritat , eastitast humiUias , pietcu , unitoi , sobrietat , legàUtoi» padentia, eupidit4Mt
earentia , orationis frequentia . Il praenidentia unius capitit espone le qualità di cui II sapremo
capitano vuol essere adorno: cioè potentia exceUuSt vita honeslus, sapieniia eontpieuui, imdkio
aequus , probitate animoiut , largitale copiottu , diligentia solUdtut , convertanone mamueiui ,
stabilitale firmus. Si debbono allestire due eserciti ; uno per terra , V altro per mare : parlando
deli' esercito di mare, ragiona con molta perizia de loco galearum , de hominibu$ gaiearum , de
rutoribut galearum: e cosi di quello por terra. Quel che può nuocere è neceuariorum defeeiibUitas ,
hostis magnanimitas, adintorii longinquitas, temporii morositas. Qui aggiunge un trattatello geo-
graflco con una carta rispondente della Terra Santa, per mostrare come il detto esercito per terra
s'abbia a disporre, intrattenendosi specialmente de Antiochena civUaU et ditionibui eius. Final-
mente si fa a ragionare de Terrae Sanctae conservatione , la quale richiede tuHUient mSlUia, morii
cuilodia , munitio firma , campetent prcutidentia , humilit saptenUa ; e quindi passa a dire della
poca solidità dell' esercito del Sultano, essendo composto di rinnegati cristiani: Cimi tit tkrittianormm
malorum, che facilmente gli si volteranno contro. E conchiudc:
« lam attendat diligenter
Qui Christum amat ferventer:
Ghristus exclamat exprobans:
Quis crit inflammatus.
Qui me tegat denudatum,
A maligais cruciatumT
Sacra mea sunt deiecta,
Feris Inpis iacent spreta:
Dolor meus renovatur,
Hostis stridet et crassatur.
An dilectus non exnrget,
Qnem et vis amoris urget, *
Ut malignos hostcs sternat.
Et aeternum lumen cernat T
Felix qui per me se dabit:
Mccum semper conregnabit.
• Explicit liber edilus a Fruire Fidentio de l\idua de Ordine Minorum. Et est quod Terra
San«*ta posset recuperari de manilius inndciium et teneri. >
I lettori veggono da sé il pregio di questo Manoscritto.
481. Palestrina. — Notizie storiche intorno i Luoghi di Terra
Santa stese succintamente dal P. Agapito di Palestrina Minore
Osservante Riformato. Roma, 1793, dalle stampe del Giunchi.
Un volume in 8, di 176 pagine.
si.mp. 482. Palomes. — storia di San Francesco d' Assisi per Luigi
Palomes Minore Conventuale, Professore di lettere e di storia nel
Seminario Arcivescovile di Palermo. Palermo, presso Antonio
Palomes editore, 1876.
Duoolumi in 8 grande: il primo di 444 pagine, il secondo di 500. Lavoro molto beo Catto, bene
scrìtto, e pieno di dottrina e di erudizione. Ve la storia de* primi tempi dell'Ordine.
i^mp.
PALOMINO - PALOU 443
e
Me.
■Bcriea
483. Palomino. — Arte de la lengua de Manados : por el P.
Fr. Blas Palomino de la Observante Provincia de Granada.
— Tratado delos Dioses,ritos,usos y contumbres de Manados, ec.
< £1 venerable roartir Fr. Blas PalomìDO (dice ]' Huerta, EitadOy ec.) confesor, naturai de Andujar,
profesò en la Recoleccion Observante de la santa provincia de Granada, donde fuè maestro de
novicios. Paso a Filipinas el afio de 1609, y fuè destinado a la conversion de la provincia de Ytuy,
ahora Nueva Viscaya, donde fundó el pueblo de Ytuy , que daba nombre a la provincia, y el de
Palanan. Despues paso en 1617 a la administracìon del pueblo de Binangonan de Lampon y en 1619
salió para las misioncs de las Mae Molucas. Llegado a Ternate, partiò para la isla de Macasar, y
recorrió los pequefios reinos de Mateos y Manados, situados al Nord de dicha isla. Su principal
residencia fuè en Manados, piantando la ensena consolodora de la Cruz en los pueblos de Cale,
Cascasen, Tomun, Saranson, TooQbariri, Tandano, y Quemas. » Dopo molte vicende e fatiche, venne
ucciso da quei di Macasar nel territorio di Manados il 30 agosto del 1622.
— Carta de Fr. Blas Palomino, escrita en Manados en 23
de Junio de 1619 sobre los asuntos de aquella mision dirigida
a los Religiosos de Ternate, para que estos la mandasen a Manila.
Di quest' ultimo documento mi è stato inviato copia dai nostri Padri di Manila, e conta
16 pagine in 8.
484. Palou. — Relacion historica de la vida y apostolicas
tareas des venerable Fray Junipero Serra, y de las Misìones
que fundò en la California Septentrional , y nuevos estableci-
mientos de Monterrey : escrita por el R. Padre Lector Fray
Francisco Palou, Guardian actual del Colegio Apostolico de S.
Fernando de Mexico, y discipulo del venerable Fundador: diri-
gida a su santa Provincia de Mallorca, a expensas de varios
bienhechores. Impresa en Mexico, en la Imprenta de don Felipe
de Zuniga y Ontiveros, calle del Espiritu Santo, ano de 1787.
Un volume in 4, di 13 pagine non numerate e 344, col r^ratto.del P. Giunipero, ed una carta
dell' antica e moderna California incisa da Diego Froncoso. Questo prodigioso apostolo dell'America
e fondatore della capitale di California, nacque neir isola di Maiorica il 24 novembre del 1713, per
36 anni evangelizzò quelle terre sconosciute , e mori in concetto di santità il 28 agosto del 1784
neir età di 70 anni 9 mesi e 4 giorni. L'anno scorso si celebrò il primo centenario di detta fondazione
in San Francisco con straordinaria solennità davanti alla statua innalzata al santo e celebre Fran-
cescano, di cui cattolici e protestanti celebrarono altamente i meriti, rendendo solenne omaggio
alla divinità della fede e della vera Chiesa di Gesù Cristo.
Riguardo al lavoro del Padre Palou, assolutamente indispensabile per trattare della storia
delle Missioni Francescane in quelle regioni, ci basterà dire che è universalmente riputato di grandis-
simo valore e ricercatissimo. 11 Leclerc ( BihlioiK Amer.J dice che è « un ouvrage' tres-curieux,
contenent des renseigneiments importants sur la Californie. » E il Brunet, nel suo Manuel du Ubraire,
1 a chiama RelaUon interestante, ì cui esemplari sono rari , e peu repandut in Francia ; e meno lo
sono, aggiungiamo noi, in Italia, dove forse non è conosciuta. Studiai a mio agio quest' opera nella
pubblica Biblioteca dell'Università di Valenza in IsiMgna.
Wk PANZTCRA
— Relacion y estado de las santas Misiones de San Carlos
de Monterrey, que dio en 10 de diciembre de 1772 Fr. Francisco
Palou, Presidente interino de ellas al Virrey de Nneva Espaoa.
Sono 48 pagine in foglio, in un volarne di Varia della Biblioteca delFAecademU di slorìi
di Madrid.
— Noticias de la Nueva California, escritas por el Padre
Palou, ec. . ^
Sono due grossi volumi in foglio, appartenenti alla Biblioieca della stessa Reale Accademia di
storia di Madrid. Racconto di grandissima importanza per la geografia, le s^perCe, la storia naturate e
io stabilimento della fedo in California : impossibile scriverne la storia seoza consultarla.
-i«v. 485. Panziera. — Epistola di frate Ugo Panziera, mandata a
Salvato Lamberto, o Iacopo, o Mone, procnratori de' frati Minori
di Prato: nella quale si dimostra quanto lesu Cristo noi ama, e
quanto prezzo vuole del suo amore.
Frate Ugo Panziera di Prato in Toscana, partì per le Missioni della Tartaria V anno 1307 io
compagnia di molti altri suoi confratelli che si sparsero largamente per tutta I* Asia, come per noi si
racconta nel voi. IH della nostra Storia Universale delle Miisioni Francescane. Diamo qui la sua
Epistola come un prezioso documento dello spirito che animava i Francescani nella graad' opera che
intrapresero di trarre a Gesù Cristo tutto il mondo. Missionario in Tartaria, il Panziera non dimenticò
1 cari suoi confratelli spirituali della Compagnia della Croce in Prato; ma benché si lontano, è
ad essi presente con l' amore e lo spirito, e V incoraggia a mirare senza tregua al conquisto del gran
tesoro della evangelica perfezione.
« A' suoi in Cristo dilettissimi spirituali fratelli, i quali nelle parti di ponente, nella proriocii
di Toscana, ed in Prato dimorano, e spesse volte al Ceppo insieme si racogliono; essendo per
superna ciiritado tutti in una spirituale compagnia amorosamente congiunti; Frate Ugo Panzien,
della soprascritta provincia, infra li minimi poveri frati Minori della Tarlarla d' Oriente indegoamenlf
annumerato, se li raccomanda nello inflnito abisso dove tutte le creature per Iddio resplendono, rana
r altra adornando, quando la sapienzia increata a se medesima intendere si circonda; con desiderio
di viHlorgli nella superna patria del serafico instrumento eccellentissimi sonatori, dinanzi al celestiale
imperadore lesu Cristo in eterno a sua laude ad alte voci amorosamente cantando col Profeta, dicendo:
Laudabo Dominum in vita mea, psallam Beo meo quamdiu /Viero. Sensuali tade , ragione, rirtn
politica e meritoria in salute, desidera per lo modo suo di dilettarsi della creatura amata, e di dire
di st^ allo amante diletto. Li amanti spesse volte si dilettano senza peccato per li sentimenti, P uno
coir altro prolissamente conversando; e molte volte si dilettano per la ragione. Tono delP altro
amorosanH'nte i>onsando: e maggiormente si dilettano per le virtudi politiche ed in salate meritorie,
insieme virtuosi atti esercitando, e l'uno l'altro ferventemente servendo. De' quali Salomone nelU
C«antica dice : Ego dilecto meo , et ad me convertio eius. Et dilectus meus mihi , el «90 ÌRl lo
desidero li miei amatori di me, e me degli amanti dilettare, per la sensualitade, per la ragione e
per la viriude: e volendo questo desiderio adempiere, ed essendo da voi corporalmente lontaiM,
sono ragionevolmente constretto di scrìvervi nella mia simplicitade parole le qoall vi siano cagioae
di potervi spiritualmente per le tre soprascritte vie senza peccato dilettare, e conira ogni pericolon
spirituale inilrmitade di salute rimedio. Avenga che la dottrina che io in questa lettera scrivo,
non t^ di mia sufficienzia tratta, ma della immaculata vita dello amoroso lesa; della quale di iMOaa
roiìseienzìa dico, come egli, di sé nello Evangelio umilmente parlando, m'insegna, dicendo: Jta
dottrina non est mea : et rerba quae ego ìoentus ium roNf . tpirihtt et vita «imi. GnttsMmndo li fol
PA^ZIEKA 445
la sensualitade da pericolosi vizil partita, e la mia ne* molti peccati esercitare ; e la vostra ragione
di superna luce vestita, e la mia in tenebrosa oscuritade notare ; e la vostra virtude di spirituale
premio arricchita, e la mia in somma pavertade peregrinare; giudico che le parole mie debbono
essere dagli uditori in contempto ricevute, secondo la sentenzia di messer santo Gregorio; cioè:
Cuius vita despidtur, rettat ut eiug praedicatio conUmpnatur. Ma consigliovi che vi ricordiate della
evangelica dottrina, la quale dice : Super eathedram MaysU sederunt Scribae et Pharisaei: quQeeumque
dixerint vobU, servate et facUe; secundum vero opera eorum noUte facere. Molti sono li segni per li
quali si manifesta infra li amanti l' amore: ma nullo el manifesta perfettamente, quanto se l'amante
si converte contra voglia dello amato, dì so medesimo sua voluntade adempiere; pero che nullo
eccellentemente innamorato può di sé avere signorìa, se non di fare sé dello amore servo. Non ò
maraviglia se P amore tiene il servo servidore: ma somma maraviglia mi pare quando l'amore
fece il sommo Signore di villssiml servi e suoi inimici servidore, non ritenendo di sé signoria, se
non quanto sua umililade Io inchinava vivendo di farlo perfettamente allo amore obedire, ed al
tempo da lui ordinato in penosissima morte tormentare. E ciò é che lo Apostolo in questa parola
dice : Semetipsum extnàfUvU formam servi aedpiens; in simiUtudinem honUnum faeiui^ et haòUu
inventus ut homo, humOiafifit ieinétipsum, factia obediene usque ad mortem, tnortem autem crucis.
Molti credono non poco Io amoroso Giesu amare, e se avessono di loro lucido e chiaro vedere, sempre
sarebbono in dubbio forse di non sapere che quello amore si sia. Non certi, ma certissimi essere
dobbiamo che siamo dal nostro Redentore amati, come la sua obedienzia pruova. Adunche é da
vedere che precio vuole di questo ismesurato amore il nostro dilettissimo Redentore ; e quale, e
quanto, e dove, e perché. Se considero la qualitade, é tutto il nostro amore, del quale lo Evangelio
dice: DUiges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo. Se considero la quantitade, é quanto puoto
la creatura virtuosamente operare, essendo allo amore obediente; simili all'Apostolo nel mondo
cnicifissi vivendo, el quale di sé dice : Mihi aòsit gloriari , nisi in cruce Domini nostri lesu Christit
per quem mihi mundus crucifixus est, et ego mundo. Se considero el luogo, é'I corpo in pene, e la
mente dolorosa in Cristo, lui seguendo, questa dottrina di santo Pietro perfettamente osservando,
il quale dice : Christus passus est prò nobis, vobis relinques exemplum ut sequamini vestigia ejus.
Se considero la cagione, é per fare la penosa creatura etemalmente gloriosa, come egli si degna
nello Evangelio testiflcare, a noi gloria promettendo, dicendo: Haec locutus sum vobis, ut gaudium
meum in vobis sit, et gaudium veslrum impìeatur. V umana natura in via é per lo peccato cor-
rotta, e virtuosamente la creatura vivendo, vive contra la corrotta natura; la quale é tanto all'
amoroso Dio graziosa, che si degna la sua corrotta natura in parte rettiQcare, e di doni sopra
natura questa creatura provedere : le quali provisioni sono quasi infinite e diverse. Non ò pos-
sibile solo per le corporali virtudi a questa eccellenzia pervenire, se non fusseno al prossimo di
vera salute cagione, od a sé medesimo siogularmente penose, e con fervente carità operate: pero-
che a l'anima che debba in vita eterna principalmente gloriQcare, le mentali virtudi sono di sua
eccellenzia per divina grazia realmente cagione, quando la mente ha le circnnstanzie che a sua per-
fezione si richieggono: le quali sono queste. Prima; debito stromcnto: seconda; laudabile modo
in sonare: terza; non moltiplicare diverse danze: quarta; sonare lungamente: quinta; continuare
el sonare: sesta; sonare con amore: settima; sé al sonare indegno e insufficiente vedere. Queste
sette circnnstanzie, che si richieggono alla perfezione della mentale virtude, voglio, brevemente par-
lando, dichiarare. Prima; debito struntento: cioè, in mente ed in corpo portare la passibile umani-
tade dello amoroso figliuolo di Dio, questa dottrina dello Apostolo osservando, il quale dice: Iloc
enim sentite in vobis quod et in Christo lesu. Seconda; laudabile modo in sonare: cioè, pensare
gli inconsiderabili dolori che erano nella sua anima addolorata, e le mirabili pene che sostenne nel
corpo vivendo, e nella sua orribilissima morte; della quale leremia in sua persona parla, noi
amaestrando, e dice: 0 vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor sieut
dolor meus. Terza; non multiplicare diverse danze: cioè, di non variare i pensieri se non solamente
nella sua passione per sette danze, il di naturale nel quale morte sostenne, secondo le sette ore
canoniche dividendo, come li Evangeli! la passione narrano ordinata, dalla compieta, nella quale fece
la cena, incominciando. Delle quali sette ore voglio , in servigio d' alcuno semplice che potrebbe
questa Lettera vedere, e non intendere, alcuna notizia brevissimamente dure. Onde alla compieta
fece il Signoro con suoi discepoli la cena, di sé medesimo in prima comunicandoli ; a mattutino fu
pigliato; a prima, battuto; a terza, sentenziato; a sesta, cmcillsso; a nona, sostenne morte; a
vespro, fu sepolto; coli' altre debite cìrcunslanzic penose di questo penosissimo di, ordinatamente
44f)
PANZIERA
pensando, e sempre in questi pensieri l' anima non pocu adolurata ritenendo, si eh' ella possa dt sé,
rome dice Icremia, ctrlamonte affermare. Onde dice : Potuii me de$olaiam, tota die moerore cotifeeiawi.
Quarta; sonare lungamente: cioè la passione pensare, sé dolendo quanto tempo la creatura nella
presente vita dimora, acciochè ella possa di buona conscienzia della sua anima dire, come il Signore
ci rende della sua testimonio, dicendo : Tristit ett anima mea mque ad mortem. Quinta ; cootlnoare
il sonare: cioè tenere la mente senza niuno intervallo continuamente della passione adolorata,
si che a ciascuno sia licito, come l'Apostolo sé commenda, commendare; il quale dice: TrisUtia
est mihi magna, et continuus dolor cordi meo. Sesta ; sonare con amore: cioè, colui di cai la mente
si duole, sempre cordialissimamente amando, come Salomone l' amore perfetto nelli Proverbii disegna,
dicendo: Omni tempore diligit qui amicus est. Settima ed ultima; sé al sonare insufficiente ed indegno
vedere: cioè cognoscersi indegno di cosi alto dono, come è la memoria della passione del suo
amoroso Creatore, ed insufficiente ad intenderla, ed a ogni spirituale pensiero e Tirtuosa operazione
intendendo , in sé il suo Salvatore in sua salute magistralmente operare, alla evangelica dottrina
senza nullo dubio credendo ; la quale dice : Omnia per iptum fatta iunt, et fine ipso faeium est
nihU. E lo Apostolo dice: Non quod suffieieniet simut cogitare atiquid a noìHs» quasi ex noMs , std
suffieientia nostra ex Deo est. V impedimenti per li quali molti che pensano di Dio, e non pervengono
ad eccellente mentale slato, sono gli opposili delle sette soprascritte circunstanzie, che si richiegono
a fabricare e ad esercitare la perfezione della mentale virtù. De* quali sette oppositi voglio bre-
vissimamente parlare. Primo; alcuno non ha 1' umanitade passibile del nostro Redentore nella mente
per instrumento; ma pensa altri spirituali pensieri. Secondo; alcuno pensa della umanitade dell'
amoroso Cristo; ma non pensa della sua anima adolorata, con lei dolendosi, né della sua peno-
sissima passione. Terzo ; alcuno varia della passione tanti e si diversi pensieri, che impediscono
la dolorosa mentale divozione, e negli occhi le lacrime. Quarto; alcuno pensa della passione brieve
tempo, a sua posta lassandola, non essendo da [)iu per singulare prerogativa e per forza ad alcuna
contemplazione tratto. Quinto; alcuno, se pensa della passione lungamente, non continua i
pensieri, ma pensa alcuno tempo del di. Sesto; alcuno pensa della passione, ma non amando colui di
cui pensa ; ma i suoi pensieri sono aridi , come i pensieri lllosoflci , quando i»ensano del corso
de* corpi celestiali e delle loro influenzie. Settimo; alcuno pen.sa della passione, e vedesi sufficiente
ad intenderla, ed a pensarla degno. Chi parie da sé il secondo di questi impedimenti, si parte
con el secondo il primo, l'no di questi impedimenti si é sufficiente ad impedire la mentale
perfezione, avendo la creatura da sé tulli gli altri partiti. Considerate che M nostro dilettissimo
Redentore vesti nella sua amurosa anima per nostro amore, i»er sufficiente contrizione lutti i dolori
de* nostri abbominabili e diversi e ciuasi inllnili pedali; de' «luali di>lori lasciava nel proprio
corpo di\ersissinie ed inconsiderabili pene risolvere; come (luesti due perfetti profeti, leremia e^ì
Isaia, ci rendono di Ini leslimi»nio , dicendo leremia, non de' suoi, ma de' nostri peccai: Matjnn
est enim colut man' cnutritio tua. Ed Isaia dice : Vere lìolorea nostros ipxe tulit, et ìanguores
nostros ipse portavit. Ahi! come e «luanto si puole di noi l'amoroso (liesu degnamente turbare,
essendosi fallo per nostro amore a tulli i nostri sentimenti i)alpal)ile, e sé nel nostro intelletto
non trovarlo. Onde si seguila, che non ci puole d'ordinala potenzia, come desidera, promuo>ere,
ciascuno di noi quasi Iddio farcendo, e suoi altissimi figliuoli generando, come promuove coloro ehe
lui, secondo la loro possibiliUile, come è degno, ricevono: de' quali lo Evangelio e 'l Profeta parla,
dicendo: Quot qunt autem receperunt enm, (ìedit eis potextatem fìlins Dei fieri. E '1 Profeta dice:
Ego dixi, (Hi ealis , rt fiìii excehi amn*'^. Non «'• degno di participare la trionfale vittoria del
nostro dilettissimo Iledentore chi lui non seguita, tulli i senlinieiiti e le corporali potenze in croce
chiovando; alla quale l'uomo si conosce per superna grazia sufficiente portare; crescendo la cri»ce,
cioè la penitenzia, di di in di, e di sellimana in sellimana, e di mese in mese, e di anno in anno;
come cresce per li \irtuosi atti e 'I \irluoso abito nel!' anima. La nostra croce si é, a tulli lì viziai
diletti renunziare, la sensuale voluntade negando; e qiianlo virtuoso dolore e corporale pena potemo,
nella presente vita sostenere, né maggiore né niinore, come si degna il diletto Cristo noi nello
Evangelio amorosamente invitare, dicendo: Qui vult venire pnH me. nhneget semetipsum, et t oliai
cruecm xuam et seqnntur me: quia qui non sequitnr mi', non est me dignns. Et qui sequitur
me, non nmbuldt in tenebris , sed hnhebit lumen ritae. Alla quale vita Colui, il quale sé nello
Evangelio Vita chiama, dicendo: Ego sum via, rt'ritas et vita, vi meni, voi nelle sue amorose braccia
Ntretli, triunfalmente gloriosi, ritenendo, per infinita saecula saecnìnrum. Amen. Data nelle parli di
Levante, dove si congiugne el Mare maggiore d' Oriente col Mare che viene dal Ponente, Anno
Domini MCCCXIL »
PAPIÒ - PARGHELIA 447
AaU
Questa EpUtóla si legge, per lo più, inQoe ai Trattati SpiHttuM dello stesso Frate Ugo ; dei
quali abbiamo molti Codici a penna, e alcune edizioni rarissime; segno ch'era multo letto e
ricercato. Passandoci de* primi, daremo qui, col titolo della prima stampa, l'elenco delie seconde;
non senza far voti che il concittadino del Panziera, Cesare Guasti, il quale ne raccolse e ripubblicò
emendati i Cantici SpirUuali, cosi ne dia una buona edizione dei Trattati; facendo essi, non menu
dei Cantiàt testo di lingua nella quinta impressione del Vocabolario della Crusca.
Incominciano alcuni singulari tractati di frate Vgo Panziera de frati minori. Et in questo
primo tractato parla della perfectione^ ee.
1.* ediz. •— Impresso in Firenze per Antonio Mischomini. M. GGCGLXXXXII. Adi. Villi. Di
Giugno.
S.* — Impresso in Firenze. A di. XV. di Dicembre. M. CCCa LXXXXII. Per Ser Lorenzo de
Morgiani. et Giovanni da Maganza.
3.* — Stampato in la Inclita et MagniQca Gita di Genoa per Antonio Bellon nel Ano del nostro
Signore. M. D. XXXV. a dL XXX. de Setembre.
4.* — Impresso in Uenetia per Nicolo Brenta da Uarena. Al tragheto de san Polo in corte
Pitriaoi.
486. Papiò. — El Colegio Seminario del Archangel San Miguel
de Escornalbou, de Padres Missioneros Observantes del Serafico
Patriarca S. Francisco del Principado de Cathaluna, manifestado
en los tres estados que ha tenido , etc. Su Autor el M. R. P. Fr.
Juan Papiò Predicador Apostolico, Escriptor de dicho Seminario ,
Lector dos vezes Jubilado , Doclor y Cathedratico de Filosofia y
Theologia en la Real y Pontificia Universidad de Cervera , etc.
Un volume in 4, di 9 carte preliminari, e 440 pagine. L'esemplare che cito mi fu regalato
dal M. R. P. Ramon Bdldù Provinciale dell' Osservanza in Catalogna. È mancante del frontespizio
e delle ultime carte dell'Indice in fine. Credo che sia stampato in Madrid il 1763 o 64. L'opera
è divisa in quattro libri. Il primo contiene la storia del castello di Escornalbou, e della fondazione
del Collegio, con un compendio di tutte le nostre Missioni tra gli Indiani. Il secondo, la vita del V. P.
Fr. Antonio Llinas fondatore de'Collegii Seminarti di Propaganda Fide (Francescani Osservanti)
nella Spagna e in America, e la vita di parecchi celebri Missionari, tanto delia Provincia di
Catalogna, quanto del sopraddetto Collegio di Escornalbou. Il terzo, i casi rari e notabili avvenuti
nelle Missioni. Il quarto, alcuni mistici fiori e fatti del giardino Francescano. È un libro prezioso,
e non facile ad incontrarsi.
487. Parghelia. — Relagam verdadeira do celeberrimo triunfo
e viteria, que conseguio a Religao Franciscana , recuperando os
Santos Lugares de Jerusalem , usurpados pela nagao Grega Cis-
matica , em virtude de bum mandado imperiai , que deu o Sultào
Solimao a 20 de abril de 1690. Ganhado em Juizo contraditorio
pelo Padre Procurador Fr. Domingo ds Arizaval, Biscainho : cujas
noticias constào por buma carta (de 14 de agosto de 1690) escrita
na santa cidade de Jerusalem ao Rmo P. Fr. Joam Alvin, Leitor
Jubilado e Geral de teda a Ordem Serafica, pelo M. R. P. Fr. Gre-
gorio Parghelia , Leitor Goral e Guardiao do Sacro Monte de Si5o
Ì48 PAKRA - PÀTKISX
e Santissimo Sepulchro : publicada pelo M. R P. Fr. Antonio de
S. Agostinho , Commissario Geral das esmolas da Terra Santa em
OS reynos de Portugal e sus conquistas e a sua casta impressa. Lis-
boa. Na officina de Miguel Deslandes, impressor de su Magestade.
Com todas as licengas necessarias. Anno 1691.
Sodo iZ pagine in 8. N' è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
— Lettera del Padre Fr. Gregorio da Parghelia, Guardiano del
Monte Sion in Gerusalemme, al Gran Duca di Toscana.
È nell' Archivio Mediceo di Firenze nelle Relazioni del Bassetti. Ha la data V anno 1690. Fa
sapere al Gran Duca • la grazia singolare che il Sommo Iddio ha loro fatta di ricuperare i Santi
Luoghi di Gerusalemme, cioè il Monte Calvario, la Pietra deir Unzione, l'Invenzione delU Santa
Croce, ed il Santissimo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo, con le due cupole grande e piccola
e sua galleria, e in Betlemme il Santo Presepio, la Chiesa grande co' suoi tenimcnti e giardino, etc >
488. Parrà. — Vocabulario trilingue Guatemalteco de los tres
America priucipalos idiomas, Kachiquel, Quiché y Tzutuchil: por el Padre
Fray Francisco de la Parrà, de la Orden de San Francisco.
Di questo insigne Missionario Francescano trovo le seguenti notizie nei Datos biografieoi , cÌÈt
accompagnano le Cartas de Indias pubblicate 1' anno scorso in Madrid. « Naturai de Galicia tomo
ci habito Franciscano cn la Provincia de Santiago, y paso a la de Guatemala, donde mostrò gran
celu, padeció muchu en l.i cunversion do los Indios y fué Gt)misario del Convento de la capital en
1547, y Presidenle de la Cuslodia do aquella provìncia y Visitador de la de Yucatan, donde pareoe
({ue muriò cn 1560. Pose\ó ol Padre Parrà varios idiomas de los paises en donde esluvo; y viendo
quo era insullcienlc el abeccdario espanol para poder expresarlos , inventò cinco letras que fuerou
luogo adopUulas por los oscrilorcs en aquoUas lenguas. •
Il Dicionario che lasciò manoscritto si conservava nel Con\onto di San Francesco di Guatemala.
ìtt.
Dello sopraddotte lettere, da lui inventate, poniamo (jui il facsimile
ì 6^ ^\
ShliHp,
M'iR/l.
489. Passio gloriosi Martyris Fratris Andreae de Spoleto
Ordinis Minorum Kegularis Observanciae , prò catholicae fidei
voritate passi in Affrica civitato Fez , anno Domini MDXXXII.
Impressum Tholosae. S. A.
SUinipa in i, rarissima, di cui un esemplare si conserva tra' riservali della Biblioteca Nazionale
di Parigi.
490. Patuem. — Tableau Synotique de T histoire de V Ordre
Seraphùiue, par le R. Pére Leon Patrem, de l'Observance de Saint
PA35 - PELLICI 449
Francois de la Province de Saint Louis de France, Missionnaire
Apostolique et Diserei de la Custodie de Terre Sainte.
È UD interessantissimo qaadro sinottico della storia dell' Ordine, dove hanno larga parto le
nostre Missioni. Si sta pubblicando in questo momento in Francia coli' assistenza dell' Autore. Da
alcune pagine che me ne vennero inviate, mi parve che sarà un segnalato servigio che il Padre
Patrem avrà reso all'Ordine, specialmente in Francia.
491. Paz. — Carta de Fr. Fernando da Paz a el-Rey de
Portugal.
Questa importantissima lettera è data nel collegio Francescano di Granganor il iO gennaio 1557 ;
e parla della fondazione del Collegio. È nell' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona. Originale.
492. Paz. — Escala del cielo, en la lengua Kachiquel : por el
Padre Fray Alonso Paz , de la Orden de San Francisco.
Nativo di Guatemala, morì nel Convento di Momostenango nel 1610. « Supo con eminencia
(dice il Vasqdez) quatro lenguas, que son CakchiqueK Quichè, Zutugil y Mexicana, predicando en
cllas magistralmente porqué fuó consumado en cada una dellas. En la Cakchiquel fué maestro,
que leyó y enseno a los Religìosos. •
493. Pellici. — Relazione storica delle Missioni Francescane
del Chaco, ec. del P. Pietro Pellici Minore Osservante, Prefetto
Apostolico delle Missioni del Collegio di Salta (Repubblica di
Bolivia). Genova, 1862.
Un volumetto in 8. Questo dotto e zelantissimo Padre Lucchese, dopo di aver lavorato parecchi
anni con gran frutto tra' Selvaggi dell' America, dall' obbedienza venne inviato alle Missioni della
Cina; e di là fatto ritomo, ripigliò la via dell' America, dove di presente sta evangelizzando, grave
d' anni, e da tutti grandemente venerato in quelle regioni.
— Relazione del M. R. P. Pietro Pellici da Lucca Minore
Osservante, Prefetto Apostolico delle Missioni Francescane del
Chaco , circa le condizioni delle stesse Missioni e Y associazione
cattolica incivilitrice fondata in prò degli Infedeli Selvaggi della
Confederazione Argentina.
Pubblicata nei numeri 5 e 6 dell'anno II della Cronaca delle Missioni Francescane. Roma, 1861.
— Statuti della società Cattolica incivilitrice, fondata in prò
de' Selvaggi della Confederazione Argentina, del M. R. P. Pietro
Pellici da Lucca, Minore Osservante, Prefetto Apostolico nelle
Missioni Francescane del Chaco.
450 PERAGALLO - PEREGRINACIONES
Hktmp,
Pubblicati nella stessa Cronaca delle Missioni Francescane.
494. Peragallo. — La Missione , il Monachismo e la Donna
Cattolica. Saggio di discorsi per Prospero Peragallo de' Minori
Rif. di San Francesco. Firenze, Tipografia delle Murate, 1859.
Un volume in 8, di 391 pagine. Libro molto bene pensato e scritto, ove sMncontrano bellissime
cose sopra le cattoliche Missioni nelle varie parti della terra.
— Frammenti d' una raccolta delle scoperte , invenzioni e
novità, del Padre Prospero Peragallo ec. Genova, co' tipi del R. I.
de' Sordo-muti, 1862.
Sono 63 pagine in 8 grande, veramente preziose. L'Ordine Francescano vi spicca per molti capi,
0 specialmente per i suoi Missionari, che Jlgurano tra'prinìi viaggiatori ed esploratori nel paesi dell'
Asia, deir AlArica e dell' America. L' esemplare che posseggo di ({oesto libretto, l' ebbi in dono dall'
Autore in Lisbona, ove, come ho detto in altro luogo, si trova per causa di salute; ed è tutto
postillato ed aggiunto di sua mano per una seconda edizione. Profitto di questo luogo per ricliia-
marmi alia sua memoria , e per manifestargli pubblicamente quella eh' io conservo carissima di
lui, e la viva riconoscenza che gli avrò sempre Anche vivo, per le cordiali gentilezze d'ogni manien
che mi usò in tutto il tempo che restai nella Capitale del Portogallo.
— Lezioni popolari di geografia, astronomia e fisica, per il P.
Prospero Peragallo, ec. Genova, co' tipi del R. I. de' Sordo-muti ,
1870.
Due volume in 8 grande: il primo di 159 pagine; il secondo di 331. Quest'opera non è di
minor pregio «ii'i procodenli lavori; el»l)C molle lodi; e se ne sarebbe fjià fatta la seconda e f*»rse
la terza edizione, se 1' Autore non vi si fosse opposto, per la speranza di poterla rivedere od accrescere,
quando le condizioni della salute vorranno consentirgli di ripigliare i suoi studi.
495. Perea. — Relacion del Nuovo Mando v de la conversion
de Ics Xumanas, embiada al Arzobispo do Mexico Don Francisco
Manso por Fray Estcban de Perea, de la Orden de S. Francisco.
1640.
Un volume In 4, che non so se sia stampato o manoscritto, lornalc inutili tutte le ricerche
che feci per chiarirmene, o almeno averne qualche notizia di più.
^^ 496. Peregrinacioxes quo do ordon do su Guardian de Ocopa
f^^^ practicó por el Ucayali el P. Fr. Narciso Girbal y Barceló, celebre
Misionoro Catalan, y su martyrio.
Qu«*sra lunga ed incantevole relazione, rhe è un bellissimo episodio delle nostre Missioni del
passato secolo nel Perù , fu stampala al princif»io di questo secolo in un periodico Spagnuolu
intitolato il Mercurio. Incontratala per caso il venerando nostro Padre Ramon Ruldù, Provinciale
della Catalogna, l'acquistò, e amorosamente la conscr\ava: capitalo io colà, me ne fece generosa-
mente dono.
A melica
PEREZ - PERINALDO 451
497. Perez . — Arte del idioma Japon en caracteres Japones
et Chinicos por el P. Fr. Miguel Perez, de la Provincia de S.
Juan Bautista.
— Catecismo de doctrina cristiana, en los idiomas Japon y
Tagalog.
Così r HuERTA (Estado, ecj. E aggiunge : « Se ignora caando Uegó a Filipinas por no constar
su nombre en las listas de Misiones. La primera vez quo so menciona es cn la tabla capitular
des ano de i6ii, corno ministro del pueblo de Casiguran en Camarines. « Il 1613 passò alle Mis-
sioni del Giappone, dove predicò con molto frutto per 5 anni, e dipoi preso e chiuso nelle carceri
di Firando, v' ebbe a durare 3 anni di duro martirio. Il 1620 liberato, tornò a Manila, ed evangelizzò
fra' vari popoli dell' isola. Appresso fu inviato per gravi negozi a Madrid e a Roma ; e di ritorno
da Roma a Madrid, mori nel Convento di San Gii della stessa città Li 1639, ed ebbe sepoltura in
quello di S. Bernardino.
#,. 498. Perez. — Manifesto canonico- politico -moral sobre las
" Misiones de los Montes Caraballos , por el P. Fr. Francisco José
Perez de los Cobos de la Provincia de S. Juan Bautista.
Così THuERTA (Esiodo fCC); aggiungendo, che « naturai de Jumilla y habiendose ya
graduado doctor en ambos dercchos, abrazó la Serafica Regia . . . Apenas habia profesado se alistó
para las Misiones de Filipinas, a cuyas islas llegó ci ano de 1779. Fuè destinado a la Mision de
Casignan, e despues a la de Pungcan (nei Monti Caraballos) . . . Despues descmpeno la predicacion
conventual de Manila, y oblenida la competente licencia, regresó a Espana el ano de 1787. •
499. Perinaldo. — Storia di Gerusalemme corredata di un
imp.
compendio delle principali vicende dei Re e dei Principi di Giuda,
della guerra giudaica e delle Crociate , per amore e studio del
Padre Francesco da Perinaldo Francescano di Terra Santa. Roma,
Stabilimeiito tipografico Bertinelli, 1857.
Sono 2 volumi in 8 grande: il primo di XYII e 480 pagine; il secondo di pagine 414. Questo
egregio Padre fu per parecchi anni Missionario in Palestina, e mori logoro dalle fatiche nel Con-
vento di Cimella presso Nizza. Molte belle cose dice la sua storia ; ma è a dolere che non accenni
a nessuna fonte e a nessun de' documenti a cui attinse. Pubblicò anche le opere seguenti.
— La Terra Santa descritta, ec. Genova, Ferrando, 1855.
Sono tre volumi in 8; il primo di 448 pagine; il secondo di 495; il terzo di 478.
— Epistole e coUoquii su la Terra Santa, ec. Genova, Instituto
de' Sordo-muti, 1856.
Un volume in 8.
452 PERIS - PESARO
— Un viaggio in Terra Santa colla descrizione di tntte le
peregrinazioni che soglionsi praticare infra Tanno dai Padri
Francescani, ec. Genova, Instituto de' Sordo-muti, 1864.
Un volarne in 8, di 57i pagine. Mi pare che pubblicasse anche un piccolo volarne sopra i
costumi e riti delle diverse chiese dissidenti e sòtte della Palestina; ma non ne ho presente il titolo.
500. Peris. — Tratado centra los errores de Confucio filosofo
de China, en lengua Chinica : por el P. Fr. Francisco Peris de
la Concepcion de la Provincia de S. Juan Dantista.
— De los requisitos para abrazar la Ley de Dios , y recibir ^.
el Santo Dantismo, en idioma Chinico.
Cosi rifuERTA ( EKtado, ec). Discendente dalla famiglia di San Vincenzio Ferrari, Il P. Peris
nacque in Pego, Arcivescovado di Valenza, il 1«35. Studiò latinità e fllosolla in Gandia, ed abbracciato
r Ordine Francescano, venne destinato alle Missioni, in prima dell' America, ed evangelizzò in Hon-
duras, Guatemala e Messico, passando dipoi alle Missioni della Cina, dove giunse il i674. E quhi
preso il nome di Piensiam-Kung, in breve s'acquistò per modo la benevolenza del Regolo di
Canton, che consegui di aprire una Chiesa nello stesso suo palazzo, e edificarne due In città, dove
evangelizzò per ii anni. Tornato finalmente a Manila, vi morì l'8 di novembre del 1706.
Scrisse anche una grande opera di Teologia mistica, divisa in 16 trattati, di gran rilievo; e
nn* Arte de ùraeUm, que ensefia de cotUemplar y amar a Diot en espiritn y verdad, che ebbe
grandi encomi dal Vescovo di Nankino, Fra Manuele di Gesù, parimente Francescano, che nein\ió
un esemplare al Capitolo generale dell'Ordine celebrato in Roma il 1773.
^,. 501. Perugia. — Viaggio di Gerusalemme fatto dal Padre
**^ Egidio da Perugia Minore Osservante V anno 1672 fino al 1677,
composto dallo stesso per modo di dialogo per maggior capacità.
Trovo questa notizia nella Biografia degli terittori Perugini del Vermiglivoli. Perugia, 18i8. • Dì
questo Padre (egli dico) ci ò ascosa ugni notizia. Sappiamo peraltro che fu autore del Viaggio sud-
detto, [)Ossedulo già dal coltissimo Padre Galesii Ben»?di*ttino. •
}h.
502. Perugia. — Annales Ecclesiastici redacti a Patre Ignatio
a Perugia Ordinis Minorum Strictae Observantiae.
« Manoscritto presso di noi (dire lo stesso Bil»Hografo) con dedica a Monsignor .\lessandru
Castracani Vescovo Ycicaslrcnse, e con la seguente sottoscrizione : • Hacc aulcm omnia scribebat Fr.
Ignatiiis a Perusio Ordinis Minorum Strictau OI>ser\antiae, Provinciae vero sanctissimi Patris nostri
Francisci, an. Domini 1637, «iclatis suae 33, caplivilalis vero anno prinio, Lusilaniae cum csset in
Convenlu S. P. N. Francisci de Civitate. . . . adhuc Missionarius Aposlolicus ad .\elhiopiam, mense
scptembris die 29, eie. •
j^j^ 503. Pesaro. — Viaggio dell' Indie fatto por il R. P. Fran-
^*^ cescano Scalzo Fr. Gio. Batta da Pesaro insieme con altri Frati
di San Francesco, i quali Y anno 1577 v'andarono con l'autorità
PESARO 453
apostolica e col consenso del Re Cattolico. Diviso in Dialoghi
per maggior facilità : dove s' intendono in particolare li successi
nel gran Regno della China per la conversione degli infedeli .
Sottomesso alla correzzione della sacrosanta Romana Chiesa,
oflferto alli piedi della Santità di Nostro Signore Clemente VITI.
Ud volume in foglio, di carte 324, moltissimo interessante, nella Biblioteca del Reale Palazzo
di Ajada in Lisbona. Dello stesso viaggio egli scrìsse una più breve relazione, che trovai in un
Manoscrìtto di Varia della privata Biblioteca di Gino Capponi. 11 titolo è : Relatione vera del gtnn
viaggio del grandissimo regno della China fatto dal P. FV. Gio. Batista Scalzo Pesarese. La sostanza è
la stessa, ed ha la data di RoD)^^del 15 gennaio i593. Del Padre da Pesaro ci dà la seguente biografia il
P. HcEKTA (Estado, ec.) : * Fr. Juan Bautista Pisaro, Predicador, naciò en Pisaro, Ducado de Urbino
'^i* rn Italia. Tomo el habito y profesò en la claustra de N. P. S. Francisco, en la que foé contemporaneo y
<*ondiscipulo de la Santidad de Sixto V. Paso a Espana y se afllió en la santa Provincia de S. José. El
ano de 1576 se alistó en la primera mision para Filipinas, a donde llegó el i4 de Junio de 1577. La
obediencia le destinò en Febrero de 1578 a la conversion de his provincias de llocos y Pangasinan, cuyos
ìdiomas aprendió con pronti tud y a donde hizo meravillosos fmtos. Pundó Convento en la Villa Per-
nandina, por otro norobre Vigan, principiò la fundacion del pueblo de Agoo, y echò los eimientos para
otros ffluchos pueblos. El dia 20 de marzo de 1579 saliò para la mision de la China, donde faè preso,
maltratado y conducido e Macao. En està ciudad cooperò , o mas bien fuó el prìncipal fundador
de nuestro Convento de Nuestra Seiiora de los Angeles. En 1581 fnè desterrado por los Portngueses
a Malaca, donde fundò otro Convento bajo la advocacion del Sefior S. José. Yolvlò a Macao el
siguiente ano de 158i y fundò un seminano para la educacion de Misioneros. La obediencia le
destinò en 1583 para Guardian de nuestro Convento de Malaca, en cuya ciudad pefmaneciò basta
flnes de 1585, o principios de 1586, que saliò para EspaHa. De aqui partiòaBoma, y la Santidad
de Sixto V quiso agraciarle con la purpura cardinalicia ; pero nuestro venerable Fr. Juan Bautista
rehusó con humildad constante tan elevada dignidad, y solo admitiò el titnlo de Predicador Apo-
stolico, bajo el cual corriò gran parte de la Italia, recogiendo opimos frutcs de santidad. Con el fin
de educar Misioneros para la conversion de las remotas regiones que habia corrido su celo evan-
gelizador, fundò el Convento de Nuestra Senora del Milagro en Boma , el del Monte Calvario de
Genova, y el de Santa Lucia de Naples, donde Ueno de anos, de meritos y vìrtndes eniregò su
espiri tu al Senor bacia el ano de 1597. >
Ecco intanto la Belazione del suo viaggio come 1* abbiamo estratta dal suddetto Codice della
Biblioteca di Gino Capponi, ora nella Nazionale di Firenze : essa è inedita, e non senza importanza per
la storia de' viaggi, della Cina e delle cattoliche Missioni. È indirizzata a S. A. il Cardinal Medici
di Toscana.
• In questo giorno XY di gennaio di questo anno 1593 dedicato alla memoria dì santo Paolo
primo Eremita, che 60 anni fu nel deserto liberato con mezzo pane, che per il mansueto corvo gli
mandava il Signore Dio; non avendo possuto riavere il libro eh* io diedi al Papa delle cose del
gran regno della China, mi son voluto dare a gustare alli suoi gentilhuomini di S. A. S. le molliche
del pane , che il Signore Dio mandò a quelle povere creature ragionevoli di queir Indie con
grande honore di sua divina Maestà e di V. A. S. che allora era Protettore e Governatore di questa
sua Serafica Beligione . Della quale sondo io indignissimo professore, et havendo eoi merito deir
obbedienza fatta si lunga peregrina tiene et viaggio , devo darne aUneno ragguaglio all' A. V. S. et
scoprir al mondo la parte del merito, che Y. A. S. ne terrà in Paradiso, quando per la divina
misericordia verrà 1' bora rli andarvi a sedere et regnarvi cum principihus poptM Domini Del nostri.
Et per proceder più distintamente et con la maggior brevità, che io potrò, dirò quello ohe mi
occorrerà alla memoria in ciaschedun luogo ove arrivassimo.
« Et cominciando dico, che sendo Sommo Pontefice Gregorio XIII et Y. A. 8. amplissimo Cardinale
et Protettore dell'Ordine, et generale il Capitesontium, o per meglio dire huomo di suo capo^per
il respetto di Y. A. S., un gran Beligioso dell' Ordine nostro, frate Uico, detto frate ÀBtonto di
San Gregorio, Spagnuolo, venuto dal Perù a Boma, impetrò dal Papa e da Y. A. S. et dal Generale
liceotia di condurre operarii del santissimo Yangelo a quelle parti ; sendo quelle creature sì
necessitate di lume della santa fede cattolica, che bavute le lettere apostoliche venne in Spagna
454 PESARO
et quivi aggregati i Religiosi per questa grande impresa, tra' quali seDdo io il più indegno, col
beneplacito del Re Cattolico andaisimo alla città di Siviglia. Et quivi fatto il nostro superiore per
elettione canonica, frate Pietro de Alfaro, naturai di Siviglia, religioso d' angelico aspetto, dopo rhavcr
noi quivi predicato il Vangelio in quella città more apostolico nelle piazze per il gran concorso
delli popoli che ci venivano a vedere; sendo la cosa nuova in quella città il veder Frati scalzi con li
piedi nudi per terra ; et dopo d' essersi convertita una Turca ostinata alle nostre prediche come an
segno del frutto clic il Signore pretendeva cavare di tale missione; l'anno 1577 la notte di San
tìio. Battista ci facessimo alla vela, et partissimo da Sunto Lucar di Barrameda, porto molto celebrato
et importante, ove arrivano le flotte del Re che vengano dal Perù e da Nuova Spagna. Ecco qaello
che successe nel primo >iuggio del suo picciolo ovile, XIII Religiosi eletti per memoria del sacro
numero Apostolico, secondo che il Papa V haveva havuto per bene, et sua Maestà cattolica vi meritò
tanto, dandoci tutto quello eh' era necessario per si gran viaggio.
• 11 secondo viaggio fu dal detto Porto (Ino a Nuova Spagna: et prima in iO giorni arrivassimo
all'Isole Canarie, duve stette il santo Frate Diego, che Sisto V ad instanza del Re canonizzò, e V. A. S.
la negoziò sendo altura Protettore di Spagna. Et io pretendo qui in Roma far a honore di questo santo
una santa memoria; che però ho consentito l'esser andato il mio compagno Frate Felice in Spa-
gna ; e se di là nun havesse aiuto, Y. A. S. darà l' aiuto et favore. In qu(.*ste Isole Canarie vi succede
una cosa notabile, che non vi sendo in una di esse acqua, la fa il Signore Dio distillare per 11 rami
et foglie d' un grande albero, che viene a bastare per li abitatori, et anco per li animali.
« Poi partissimo et entrassimo fjerquel golfo si tempestoso di quel mare Oceano, detto dagli
Spagnuoli il Golfo de la Sieguas, non senza timor grande , sendo ohe l'onde sogliono passare 1
navilii sopra da banda a banda; acciocché conoscessimo esser vero quel detto: Qui narigant mare,
narrent perieula eius ; et per meglio provare il Signore Dio alli suoi servi, volse che vi entrasse la peste
in quella flotta, e sei de' nostri erano passati a miglior vita con segni evidenti ; perchè V uno diceva
morendo: Introibo ad altare Dei; V altro : Videho Dominum ; V altro: Complacuit Patri noiiro dare
nobit regnum : un altro gli ritrovassimo nel petto su le nude carni una croce con acuti chiodi, che
gli havevano ferito il petto : alla morte d' un altro apparve di notte una colomba bianca sopra della
gabbia, sendo lui stato devotissimo della Regina del cielo Nostra Signora, digiunando 18 anni ogni
sabato al suo honore : et un altro che era il più robusto et gagliardo di tutti, gli convenne risolversi a
partirsi di questa vita con più presli'zza degli altri, et diceva: Moro volentieri, sondo che sia
meglio la carne mia esser cibo di i>esci che di vermi, et sapendo noi che Iona Profeta, che fu cibo
di ciuel gran pesce, ora crediamo che regni glorioso in Paradiso. Solo io et il superiore et il buon
Frale Laico restassimo scuza peste: li altri, loci'hi» poi risanarono: ma acciò non ci potessimo gloriare
d' esser i>assali (|iiel j^Tan golfo senza gran timore di niortf, perniettollc il Signore Dio che si appic-
ciassi fuoc<» nella nave il giorno di Santa Anna, et già abbruciata ila un cantn, alPoratione della Madre
di Nostra Signora e di tal llgìiuoli», e del Padre Santo Francesco e di quel nostro angelico supcriore s^
estinse subitamente il fuoco. Et ecco il secondo viaggio sino a Nuova Spagna. Ma prima che arrivas-
simo, scontrassimo un' isola detta in lingua S[»agnuola L:ì Descada, poi cfueila s' è nominata di Santo
Domenico, ove i soldati primi Spagnuoli, che v'arrivonmo al tempo dell'Imperatore Carlo V, >ì
porlorono tanto male di quei naturali, che quando vi pass.-issimo noi nò un solo ve ne trovassiiiic) vì\i»,
et forse per questa causa li Spagnuoli presenti a' tempi nostri dal Drucco vi sono stati si mal trattati ;
perchè, sta scritto: Eadcm mensura qua menxi fin^ritix, riunictetur et vobi$. È isola fertilissima, et
in un porlo dove stessimo in essa, detto Och«)a, se \i fa il buon zucchero come nelle Oinarie. Poi in
pochi giorni, cioè la vigilia della Madonna di settembre, arrivassimo al primo porto di Nuova Spagna
dello Santo Giovanni Delua, et ipiivi laudalo il Signore et baciata la terra in segno di gratitudine, ci
animassimo a seguitare il viaggio, et arrivassimo a un luogo di mal' aria, detto Vera Croce : et in
vero clic gli quadra il nome, sendo che si come li Giudei cavorno per mezzo della croce il sangue al
nostro Redentore, così l' inimico pare faccia con li cristiani per mezzo dì certi moschetti ohe vi
sono tanto crudeli, che mordendo i nuovi arrivali a quella terra, gli cavano il sangue: ma \i pongono
i naturali remedio c«>n certo bagno o tinta, qual posta sopra delli nostri pieilì el gambe , più non
ci potettero dar noia. Poi arrivassimo a miglior terra, della Scialaga; poi a miglior paesi, com'è la
Scala, la città della Popohi, et ilnalmente a Messico, sì nominata città; et fussimo ben ricevuti con
honore e da' Spagnuoli e da' naturali, et (juivi evangelizzassimo sino al mese di «licembre con tanto
concorso, eh' era necessario ascender sopra delli telli, perchè almeno quei naturali vedessero il
Predicatore, non l«» polendo ascollare. Et questo viaggio terminato con l'arrivar noi al porto di Acapulco
passalo tulla Nuo\a Spagna, quivi ci fermassimo.
.^K
PESARO 455
« Poi alli tanti di marzo ci partissimo da quel porto l'anno i 578, et cominciassimo quella
seconda navigatione, et per me terza, sendo partito da Roma la prima volta per Spagna; et in quel
mare, detto mare del Sud, navigassimo come per acqua dolce, senza mai haver mal tempo, nò
vento contrario, et in breve tempo, cioè la vigilia della Yisitatione della Madonna, arrivassimo all'
Isole Filippine. Et prima lassassimo le Isole Loarbute a una mano , come avevamo lassato il Perù
dall'altra, e giungessimo alle Ladrone isole, dette da' Portoghesi delle Vele. Sapessimo che erano
da IS o 13 isole incolte, piene d' huominì salvatichi, che vanno nudi come si nasce, benché le
donne con una foglia grande si cuoprono le parti naturali. Hanno gran timore dell! tiri d' archibusi,
et però gridavano Eripee, che in quella lingua vuol dire; non con Farchibusot Tirano con fronda
et fanno tanto male, che ammazzano li loro inimici con quei quadrelli di pietra che tirano. Non
vogliono oro nò argento, ma il ferro si, per lavorar la terra. Sono huomini di graa forza, con un
pugno rompono una di quelle noce dell' Indie. Quivi non sendo giunta 1' ora di farvi I^Uo ,
fummo stimolati a lassar 1' idolatri com' erano prima , et lassando questi indegni neJl' Isole di
ponente dette le Filippine, in breve tempo avendo noi pigliati altri sei Frati in Nuova Spagna
in luogo delli sci passati a miglior vita, repartiti more apostolico, et in breve tempo saputa la
lingua di quelP isola principale detta Lucon, ci piantassimo l'Ordine nostro, et vi battezzassimo
innumerabili anime, che in tre mesi con quelle che prima avevano battezzate li Frati di sant' Austi no
ascesero al numero di 6000 mila anime battezzate , et ora saranno senza dubio innumerabili ,
sendo tanto che partissimo. È ben vero che noi che andassimo al gran regno della China, sendoci
solo dimorati tre mesi , da nove Chiese per il nostro Ministro vi si fondarono solamente , quat-
tromila anime per uno vi battezzassimo. E non ò vero che le battezzassimo more apostolico con
uno spargolo spargendo acqua sopra di loro, come dissero alcuni; ma catechizzandoli prima et
insegnando loro la dottrina cristiana in quella lingua di quell' isola detta Lucon ; et poi gli ammini-
strassimo il Sacramento del matrimonio facendo loro forza in pigliare per loro consorte, di tante
donne che solevano avere, la prima da essi pigliata in quest' isola. Vi vennero poi gli Padri della
Compagnia del Giesù per via di Nuova Spagna: poi vi venne il Vescovo dell'Ordine di Santo Domenico
con altri religiosi Dominicani. Onde vediamo che nostro Signore Dio si serve delle Religioni in gran
maniera, et sebbene siamo indegni et imperfetti, ò giusto essere aiutati et sopportati da Santa Chiesa,
et favoriti dalli Principi Christian!, acciò non ne seguiti inconvenienti maggiori, come andar tali Frati
disformati, o con banditi o con heretlci. Vostra A. S. come gran medico del mondo, si come so cha
intende la dolentia , son sicuro che procurerà dare opportuno remedio. Et questo è quanto alla
terza navigatione mia.
t Quanto alla quarta, che fu dall' isole Filippine al gran regno della China, ove andassimo quattro
Religiosi l'anno 1579, cioè Frate Pietro de Alfaro Custode, Frate Gio. Rattista Scalzo Pesarese,
Frate Agostino di Tordesiglias , et Frate Sebastiano di Baezza, due soldati, Francesco Ducnas et
Giovanni Diara Pardo con un altro di Nuova Spagna, detto Pietro di Vigliavoel, con alcuni naturali
di Lucon, in una picciola fregata, senza sapere arte di mare, senza nocchiero, et senza sapere il
viaggio, ci animassimo a seguitare il nostro Superiore, et in tre giorni arrivassimo per il giorno di
Santo Gio. Rattista al gran regno di China, siccome due anni avanti eravamo partiti da Siviglia.
Et bora venendo a dire il restante saprà V. A. S. per vera relatione, che il gran regno della China,
che in quella lingua si nomina Thaibin, ò un solo regno, sebbene affermano che anticamente erano tre
regni, combattendo poi tutti i tre reami insieme, si ridusse a essere un solo questo regno; et sebbene
è un solo, ò diviso nondimeno in i5 regni, o Provincie di tanta grandezza, che ò incredibile: et
sebbene affermano, essere il suo circuito tre mila miglia, credo sia maggiore, si per la relatione
delli loro libri, si per la relatione de* mercanti con quali ragionai , si anche perchè non vogliono
conquistare altri paesi ; segno della grandezza di quel regno. Il numero anche degli huomini d' esso
è innumerabile, si perchè aflfermono quel Re tenere nelli suoi presidli contro alli Tartari un milione
e mezzo d' huomini per forte, sì anche per stare innumerabili di essi nelli loro gran navilii habitanti
ìd quei gran fiumi loro, si anche perchè si gloriano di poter uccidere i nostri con far che i nostri
ammazzino i loro condennati a morte , che poi il fetore di quelli potrà ammazzare tutti li nostri,
non li lassando partire per altra via : et in vero che par che si verifichi- quel detto del Salmo, con
•1 gran moltitudine de' popoli : Seeundum aUitudinem tuam multiplicasH fiUos hominum. Et qui
vedrà V. A. S. quanto sia da sentire il scendere ogni giorno all'inferno wì milione d'anime,
per penuria di ministri del santo Evangelio , senza il vero lume della fede cattolica , et quanto
merito acquisterà in cielo aiutarmi, come sempre ha fatto, acciò per quella via del golfo Persico,
456 PESARO
facendo prima un laogo a Vcnctia , vi possa mandare compagni miei , che per gloria del Signore
Dio, et per zelo della conversione di si bellissimo regno, si animeranno d'andarvi, et masiiiiie
vedendo che i Venetiani per acquisto temporale vi conducono li fragili vetri ogni anno per quella via
per spatio di tre mesi. La loro principal città si nomina in loro lingua Paquian ( Pekino). 11 Re si
nomina in quella lingua Vutri, cioè Re della terra. Evvene un' altra princìpalissima. chiamato Naquin
(Nankino), alla quale slan soggetti li otto regni, o Provincie, come le altre sette sUnno soggette
alla gran città di Paquian, nella quale sebbene bora vi è la sedia reale, anticamente era in NaqiUD;
et questo fa per meglio reprimer l' Impeto e furore de* Tartari, che fan guerra perpetua alli Cinesi.
Et a questa gran città di Paquian si riducono tutti i negotii gravi, come i negotii di tatto Toscana
a Fiorenza. Si dice die i'aquian ha nove muraglie che la circondano, e non ò casa iacredibUe:
che se tanto ò San-quin-fu, che ne ha tre, come ho visto, meglio ne avrà Paquian nove, il Re
non si vede mai, et quando esce in pubblico con cinq.*» cocolii, non si sa in quale venghi : et in
questo dove imitare il suo duce, il Demonio, che per non esser visto si asconde ncUi idoli. Qaattro
sono i supremi, che hanno il governo di tutto il regno, chiamati da loro Colaii, et quello che questi
decretano, è inviolabilmente osservato, et non t> necessario mandar molti commissarii, sendo tanto
ternato et reverito quel Ke, che il suo nome dipinto basta che sia mandato, et il suo volere scrìtto
in UtoIo o chappe , come dicono. Vanno i Viceré alli loro g(tverni , et poi vanno 1 Chayeo in
segreto, et fanno render conto alli Tutani o Viceré. (^ città che governano sono ridotte a un certo
numero, di maniera che questo nome Fu sono 155 cittì; et sulto questo nome Chiev sono 123
città; et sotto questo nome Nfen sono 1154; et sotto quisti^ nome Hnf/ sono 911 città; et sotto
questo nome Su sono tl3 città. Il regno di Thibin ha per parte di ponente l' Isole innumenbili
dette Filippine; ma non sono tutte popolate; et alle parte d' Oriente i Tartari, gran guerrieri ; et dalla
parte australe il gran regno de Cuocicina detto da loro Cuocincuve ; et qui presso è situato V isola
si conosciuta Aynau, et dall' altra parte la Lay, li Limiami, li Brami, et li Mogori, et 1' altre isole
innumerabili. Et tutto 11 regno usa una lingua, polita, chiamata lingua Mandri, come la toscana
celebrata da noi, cosi quella da quei naturali. In somma perchè si fa notte, il regno è un solo scielto
tra mille. I^ ricchezza sua è indicibile, crescendo sempre il suo tesoro, né mai sminuendo ; et quei
Magistrati sono divisi in tre: 1' uno ha cura delle cose civili et criminali; l'altro di far crescere
l'entrate del Re; e l'altro, detto Chumbin, domina il maro; et facilmente potrebbe qael Re per molli
giorni ogni giorno mettere rinquecirnto navilii «r alto Iiordo in acqua, se volesse. Pensa quel re essere
nnico e singolare nel mondo; et non ammetto facilnieule amliascialori d'altri, tenendosi per il più
allo e supremo di tutti gli altri ; nò \um1i* prrsciili, sobbeno fussen» di prejiiii di milioni; né vuole che
i suoi Minisiri li piglino: nfd quia uitimur in ritium. là in China non si fa negotii» alcuno se non
con presenti ut doni: ci nio voglia cUv. sircome 1' intcntioiie ♦• biion.i di Nosln» Signore, che non si
piglino presenti, sia pi<|:liata in bene la sua santa volontà, spiovala in una Bolla che bora si è
pubblicata. Che però là i Poriuizhesi si prevalseri» a pura fi»r/..-i di doni e di presenti, donando a
quei (ìovcrnatori belle pez/.o di veluti e di i^rane line, che loro non seppero trovar la via di farle ; et
se ogni anno non presentassero i P»»rtnghesi, s:iri'bboiio disoariati, u li faroblK)no morir di fame.
« Quanto poi iiila terra è fertilissiuìa di sua natura, et anche per la rommodità di poter essere
irrigaUi per tutto le parti, sondo i tìumi di China ^grandissimi, ol loro ingegnosissimi: et là nvn
si ricordano mai di diluvii, né di carestie, an/i sondo tanti i popoli, et le (tersone, sou soliti
desiderar la peste, acciocché i morti diano spazio et luop) nia^'giorc alli vivi. Quanto poi alli frutti
della terra ne hanno più sorte di noi, et le niolaranoif sun grosso come li melloni nostri; ve au
sono poi dell'altre conio le nostro, che son buono con soorza;el altro più picciole, come olive di
Spagna di gran gusto. Li vini, sebbene non sono di vili e vigne, sono buoni come li nostri et
migliori. Li olii d' oliva non vi sono, ma ne hanm» d' altre sorto. Si vedono le caso grandi piene di
pesci socchi, et le carni d'ogni sorte in tanto numero, che Ix^no mostrano d'essere membra dell* inferno,
che mai sadire basta: e si pongano a mangiare, o a cena, e \i stanno Uno all'altro giorno in romtfifJKca-
tionihus et ebrietatihux. Fanno li apparali altissimi, pieni di varii cibi, et li olToriscono alli demonii.
et poi si mettono a mangiare, et poi a fare le loro foste eon tanta diligenza, che ci confondono a noi
cristiani. Dirò a V. A. S. quello che ci successe in .Vmachao Olaoao) primo porto di questo regno, ove si
è principiato l'Ordine nostro per il mio indegno ministero, ci é fomlato due chiose a honore del Signore
Dio e della Madonna dolli Angeli. Si mossero aceb'brar (|uivi avanti alla chiosa nostra la loro festa
della Luna, et erano innumcrabili. Né volendo tener rispetto al Sacramonto et chiesa nostra, montai
sul palco, e con la disciplina aiutato dal Signore Dio né mandai migliaia d'essi indispersi che non
PESARO - PIEDADE 457
sep{>ero altro dire. Dipoi fu necessario partir dal regno della China, et venir all' India di Portogallo,
sendo chiamato dal Consolo del re di Portogallo a dar conto di conae eravamo entrati in quel regno:
et cosi l'anno 81 ci partissimo et venissimo in breve tempo al regno di Malaoa, ove predicando
r Evangelio in quella lingua imparata in breve , vi si fondò un principale monasterio dell' Ordine
nostro detto Madre di Dio ; et poi sendo che il Re Cattolico guadagnassi il regno di Portogallo et l'India,
fa necessario tornare alla China, e vi tornai con cinque Frati novitii a dar soccorso a quelle due prime
chiese di China. Et tornalo si riscattorno con il favor divino dalle mani delli Cinesi, che non admettono
forestieri, li Frati da loro detenuti, venuti doppo noi, fjra quali fu Fr. Martino Ignatio, che ha
scritto V Itinerario di China: e poi fu necessario per obbedienza lassarli l'acquistato^ sendo che
sia usanza di Spagna con li nostri farli acquistati , e loro pigliarne il possesso ; et con ragione sendo
il Re si cattolico et si benemerito. E così ci imbarcassimo di nuovo per l' India, eon li Ambasoiatori
Giapponesi. Et arrivato a salvamento la loro nave e la nostra, che era navi le della China, si perse
a vista de' nostri occhi una nave grossa di Portogallo, che doveva portare un milione d'oro,
appresso allo stretto di Malaua : ma non si anncgorono perchA furono ricevati nel nostro navilìo di
China mille persone ; et nella nave delli Ciapponesi di paura il loro Capitano non volse accettarne
Dissuno; et mille che eravamo, vedrà V. A. S. che tali sono l navilii di China. Poi venissimo a
certe isole Malduce, poi all' isola di Peylao (Geylan) ove nasce la cannella : et quivi fossimo combattuti
da i3 fuste di Mori per spatio di tre hore il giorno di Santo Benedetto , et il Signore ci dette vittoria.
Poi arrivassimo all' India l' anno 84 , e quivi evangelizzato il Signore tutto l' Advento, per gennaro
r anno stesso ci partissimo per Portugallo, et venissimo verso il capo di Buona Speranza, lassando
a mano dritta l'isola di Santo Lorenzo (Madagascar), et venissimo a salvamento in breve tempo all'isola
di Santa Elena, isola lontanissima da terra et fertilissima, ma spopolata, ove sono gran giardini et
animali a proposito per pigliar rifresco, i Portughesi, ove piacque al Signore che io v' instituli la Fra-
ternità della Madonna del Santissimo Rosario, et vi restorono tre servì del Signore Dio a averne cura
per quando vi arrivassino le navi , non volendo il Re che tal isola si abiti. Poi venissimo all' isola di
San Tome, et a Capoverde, et alle Canarie, et finalmente a Lisbona. E poi per terra venni a Bar-
cellona, ove ]' anno 85 predicai in lingua spagnuola, quando il Re vi venne e. fece giurare per principe
il suo figliuolo, et dette al Duca di Savoia la figliuola. Et finalmente venuto et tornato a Roma,
V. A. S. mi favori sempre, et li piaceva il rigor nostro dell' andare scalzi. Ma poiché il Signore lo
richiamò a tener cura del suo Gran Ducato, fui tribolato, et Sisto V estìnse il nome degli Scalzi in
Italia, facendoci Riformati, perchè i persecutori et invidiosi li dissero, che non haveva voluto ritornare
air India , sendo falso : ma fu che non mi lassarono tornare quei del Consiglio , perchè il Papa non
aveva posto nel Breve: Dummodo. consentiat Rex Catholieus. Ove accorgendosi di ciò mi riman-
darono in Italia ; et cosi ho speso il tempo finora in predicare due quadragesime a Genova , tre a
Venetia, una a Roma, et 1' altra in Lombardia. Se V. A. S. vorrà aiutarmi , la supplico umilmente
mandarmi una lettera per questo proposito, acciò Nostro Signore mi confermi le lettere apostoliche,
et di più vi si aggiunga poter pigliare in Italia questi luoghi per aver col tempo copia di ministri
per tal impresa, ne dieat inimicus: eoepit aedificare, et non potuit consumare. Et d' ogni cosa né sia
laudato il Signore Iddio, et sua Santissima Madre, et reverito il Padre Nostro Santo Francesco, e V.
A. S. conosciuta per particolare Prencipe geloso della salute di tante anime, da chi cominciò dopo il
Signore Dio il loré remedio. Di Roma alli iS di Gennaro iS93.
Ms. 504. Pesaro. — Lettera del P. Fr. Egidio da Pesaro al Padre
Antonio da Lucca Vice-Procuratore delle Missioni.
È data in Rossetto il 23 gennaio 1696. Trovasi nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia. In
essa dà ragguaglio delle condizioni della Missione, chiedendo aiuti. « Non siamo rimasti più che tre
in Egitto: il Padre Gio. Battista della Fratta-Maggiore: il povero meschino da sei mesi fa se ne
sta soletto in Faiume; il Padre Pasquale al Cairo: ed io in Rossetto: io fui posto per supplì-
mento di Cappellano alla nazione Francese, ec. >
A«a
Sfm0ip'
505. PiEDADE. — Relagào fidelissima dos execrandos estragos
e sacrilegos roubos, que os Gregos scismaticos fizerao no Santis-
458 PIEDADE
SM-rif).
Simo Sepulcro de N. Senlior Jesus Christo em Jerusalem e da
perseguigao, que padecerao os Religiosos Menores da Observancia
de N. P. S. Francisco, guardas e defensores dos Lugares Santos,
na quella barbara invazao do dia 2 de abril de 1757. Oflferecida
aos devotos e benefeitores de nuestra Terra Santa; pelo Reverendo
Padre Fr. Gaetano da Piedade, Pregador Jubilado, Ex-Guardiao
do Convento de S. Francisco da cidade de Porto, Penitenciario
Goral de teda a Ordem Serafica, e Commissario Geral de Jerusalem
nos reynos e dominios de su Magestade Fidelissima. Lisboa. Na
oflBcina de Francisco Borges de Souza, anno MDCCLVIII. Com
todas as licengas necessarias.
Sono due cario non numerate, e 31 pagina, in 8. Comincia: « Inda nSo tinhamos cningado as
lagrimas por Io que a conterco em JaflTa ans nossos Keligiosos no dia 30 de avril de 1756, ec »
N* r; un esemplare nella Biblioteca Nazionale di List)ona.
— Relagao fidelissima das continuas vexagoens e grandes
tyrannias , roubos e tormentos , que continuamente padecem
OS Religiosos de nesso Padre Sam Francisco em Jerusalem e
Conventos pertencentes a Terra Santa , de que ellos s5o guardas
e defensores. Continu§o-se todos os successos acontecidos desde
a ultima Relagao do anno 1758 ate o presente de mil settecentos
sessanta e dous. Oflferecida aos devotos e benefeitores da mesma
Terra Santa, pelo Reverendo Padre Fr. Gaetano da Piedade,
Pregador Jubilado, Ex-Guardiào do Convonto de S. Francisco
da cidade de Porto, Ponitenciario Geral de teda a Ordem Sera-
fica , Commissario Geral de Jerusalem nos revnos e dominios de
su Magestade Fidelissima. Lisboa, na ofllcina de Francisco de
Souza, anno MDCCLXIII. Com todas as liconcas necessarias.
Sono 4 carie, in 8, numerai»-, e 56 pagine. N'è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
506. Piedade. — Espelho de Penitontos eChronica daPro\dncia
de S. Maria da Arrabida, da Regular e mais ostreita Observancia
da Ordem do Serafico Patriarclia Sam Francisco, no Instituto
Capucho. Tomo primeiro, oflferecido a sempre augusta Magestade
del Rey D. Joào y nesso Senhor, por seu author Fr. Antonio da
Piedade, Leitor de Theologia, Qualificador do Santo Officio, Cliro-
nista , Ex-Definidor de mesma Provincia. Lisboa OccidentaL Na
PIERI 459
officina de Joseph Antonio de Sylva, impressor da Academia
Beai, MDCCXXVII. Com todas as licenjas necessarias.
È il primo volume della Cronica dell' Arrabida, di cui facemmo cenno illustrando il tomo
secondo , con cui la continuò il Padre Giuseppe di Jesus Maria. Conta quattordici carte
preliminari non numerate, e 972 pagine: contiene importanti notizie dello nostre Missioni, spe-
cialmente d'Affrica e del Brasile. E rispetto ali' ultimo, rivendica ali' Ordine nostro la gloria d'
essere stato il primo ad inviare Apostoli in quelle regioni^ contro alcuni scrittori che ne fecero
merito alla Compagnia di Gesù, che dipoi v' aggiunse con molto zelo e successo l' opera sua. « Antes
qae os RR. Padres da Companhia de Jesus entrassem a eij^tlmr-esta parte de Novo Hunfio... (egli
scrive) indo juntamente com o Govemador Thomé de Sonza, qae no anno de 1549 fondoa a cidade
de Bahia de Todos os Santos , cabeza e metropoli de lodo aquello estado , Ja a nossa Ordem se
havia anticipado em mandar obreiros para a mesma cultura do sacrado Evangelho , em cqjK :
cmpresa sacriQcar^o as vidas para major sua gloria, exaltacSo da fé, e lustroso credito de toda a
Seraflca Familia. > In (atti oltre i primi Francescani, che vi approdarono con Cabrai l'anno 1500
quando a caso scoprirono il paese, e primi di tutti vi celebrarono la Messa, dipoi « no anno de
1503 mandou a Provincia de Portugal a dous fllhos seus, de quem ignoramos os nomes .... os
quaes apenas desembarcar3o em Porto Seguro ... * fabricaiHo logo un tempio, e junto a elle duas .
apartadas casinhas para o seu recolhimcnto. Era copioso o firnto que fàziSo catequizando huns e
bautizando outros ...» Ma i nativi mal soffrendo gente straniera nel loro paese, li uccisero ; « e
para que a mina dos catholicos fosse intera , usarllo de outra industria diabolica , e foi que dous
destes Tapuyas (cosi si chiamavano que' barbari) vestlifia. 06 habitos dos dous Religosos: » e così
sterminarono tutta la piccola chiesa testò fondata. Dopo ciò, i cattolici che sopravissero, abbandonati
in mezzo a tal gente, se non perdettero del tutto la fede, nel fatto e ne' costumi ne addivennero
peggiori. Cosi passarono alcuni anni ; quando , o sia che ad alcun di essi venisse l' inspirazione
d' implorar rimedio a tanta rovina, o che per caso saputosi in Europa quel che ivi era accaduto ,
ci fosse chi si prese pensiero di provvedervi ; certo è che 1' Ordine Francescano inviò colà altri
due Missionari d'Italia, i quali pervenuti t a mesma Capitania do Porto Seguro . . . redificarSo o
tempio que haviSo fabricado os dous primeiros , e o dedicarlo a nosso Padre SSo Francisco, e tambem
reparar9o as antigas casinhas para a sua habitac^o. > Ricomposero la colonia cristiana , e poi si
dedicarono alla conversione dei Gentili. Ma incontratisi in un gran (lume, un di essi, provandosi a
passarlo, vi peri; onde avvenne che quindi innanzi il fiume si chiamasse il Rio del Frate, e il
compagno, rimasto solo, fece ritorno in Europa. Dopo questi due Padri, i Francescani ricompariscono
in quella contrada il 1558, mirabilmente moltiplicandovisi, e durandovi con istraordinario onore sino
a' dì nostri. (Dal lib. I. cap. 3.) Le stesse cose ha il Padre Jaboatao, iVot^o orbe Serafico Brtuilico, ec.
Un esemplare dell' opera del Padre Antonio da Piedade trovasi nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
507. Pieri. — Compendio biografico del Servo di Dio Fra
Odorico di Collodi, sacerdote professo dell' Ordine de' Minori Os-
servanti di S. Francesco, Missionario Apostolico nella Cocincina.
Compilata dal P. Fr. Francesco Pieri di Lucca dello stesso Ordine.
Roma, Tipografia Tiberina, 1861.
Sono 52 pagine in 8. Il Padre Odorico nacque in Collodi nella diocesi di Lucca in Toscana il
7 settembre del i788. Vestì l'abito Francescano nel Convento di S. Bernardino di Orte della Osser-
vante Provincia Romana il 3 maggio i807 , e il SI febbraio del seguente anno 1808 per speciale
indulto pontificio fece la solenne professione. Il 7 marzo poi del 1818 partì Missionario per la
Cipa, tenendo la via dell' America, e giunse a Macao il marzo del 1830. Infierendo in quell' Im-
pero la persecuzione contro de' cristiani, non potò penetrarvi ; onde si recò per mare alla Cocin-
cina. Il Padre Pieri racconta per disteso la difficilissima quanto proficua missione, che quivi lo aveva
inviato a compiere la Provvidenza; le fatiche, i patimenti di ogni genere che ebbe a sostenere, i
Mi.
460 FILAR
fluiti copiusùisiini che ne raccufóc, e linalmcDte la sua cattura, la lunga e penosissima prigiuuia e
la santa morte avvenuta nella carcere di Ai-Lao il 33 maggio del 1834.
Subito die no giunse la certa notizia a Roma, venne comunicata air Ordine con lettera dì
Monsignor Angolo Mai, Segretario allora delF Economia della Sacra Congregazione di Propaganàm,
e poi insigne porporato di S. Chiesa, e indirizzata al Rmo Padre Generale di tutta la MlDoritict
Famiglia Padre Giuseppe Maria da Alessandria, fatto poi vescovo di Avellino, e finalmenle morto
titolare della chiesa di Caltagironc di Sicilia. La data è del 16 aprile 1836 , e diceva: t 11 rerereado
Padre Odorico di Collodi dell' inclito Ordine de' Minori Osservanti della Provincia Romana, nella perse-
cuzione eccitata dal Re della Cocincina, ha dato illustri esempii delle virtù di cui era fornita Costante
egli nel confessare la nostra santa fede, lia saputo rigettare le insidiose offèrte degli infedeli , ed ha
piuttosto voluto soffrire costantemente tutti i disagi, che vanno congiunti col carcere, le vessazioni, la
(lisportazione la più crudele. Ma la vita di questo illustre confessore di nostra santa fede ha do^'Vlo
finalmente soccombere al peso de* cattivi trattamenti, che con. esso si usavano, e dopo una febbre di
iioattro giorni il dì 23 maggio del 1834 al mezzogiorno passò air altra vita nel carcere di Ai-Lao,
dove era ristretto col signor Jaccard Missionario alunno del Seminario delle Missioni estere di Parigi,
ristretto per la stessa onorevole cagione. Il Segretario della Propaganda ne partecipa a V. P. Rev.
la notizia , perchè non sia defraudato il suo Ordine di questo onore , e il defunto de* consseli
suffragi. •
Aggiungo che Tanno 1835 fu pubblicata in Iloma una Relazione deW ultima peneeusknu
eceilata contro i cristiani nella Cocincina, tratta dalle lettere autentidìe scritte di| quel regmà éàl
Padre Odorico da Collodi, E queste senza dubbio si conservano nelP Archivio di Propaganda,
508. PiLAR. — Instruccion para Ics Missioneros de Conchin-
china : por el P. Fr. Julian del Filar de la Provincia de S. Pablo.
Ano de 1770.
— Historia de las guerras de Cochinchina.
— Historia de la Missiones Catolicas en Cochinchina.
Cosi l'HuRRTA (Estado ec). Nato nella diocesi d' Aviia il 1733, passò alle Filippine il 4756.
donde fu inviato alle Missioni della Concinrina. 11 suo zelo vi operò prodigii, per cui venne nomi-
nalo Vicario Apostolico della Provinola di Kan-Koo. V el»I)e a soffrire prigionie e mali truttanaenti
d'ogni maniero, l^aru die il 1775 s' imbarcasse per ritornare in Ispagna. « Ignorase ( dice il citato
Padre) donde y cuando murió. •
— Hrevo Rolacion y exactas noticias do los estragos hacae-
(;idos en nuestras Seraphicas Missiones en los dominios del
Regnlo de Kan-Koo , reyno de Camboja , en los tnmultuosos
asjiltos quo dieron los levantados Chiiios, Malayos y Cambojas
en los anos de 1769 y en el de 1770. Escrivelo el P. Fr. Julian
de Nuestra Sonora del Pilar, Salinantino, Predicador, Missionario
Apostolico de las Missiones, que la Sancta y Apostolica Provincia
de San Gregorio de Religiosos Descalzos de nuestro Serafico
Padre San Francisco de las Islas Philippinas tiene en los reynos
de Cochinchina, Champa y Camboja; Notarlo Apostolico y Vicario
que fué de dicha provincia de Kan-Koo : con cuyo motivo se
elucida con varias noticias y sucesos pertenecientes a dichas
Seraphicas Missiones. Ano de 1770.
PILOTI 461
Altro Manoscritto interessantissimo in 8, di 65 carte, inviatomi da'nostri Padri di Manila.
509. Piloti. — Alcune lettere del Padre Eugenio Piloti ,
Vescovo Portimense, ora per la prima volta pubblicate. Bassano,
Tipografia Baseggio, MDCCCXXXIV.
Un volume di 69 pagine in 8. Vestì V abito Francescano il 4715 : parti Missionario per la Cina il
1729, e vi durò 37 anni. Fu fatto Vicario Apostolico di Kensi e Kansi col titolo di Vescovo Portimense il
1739, e mori soffrendo una crudele persecuzione nel 1756. Quanto alle sue lettere basti il giudizio
che ne dà Bartolommeo Gamba nella sua opera De' BassaneH iUustri. « La lettura ( egli dice ) n' ò
interessante : e da essa si scorge abbastanza che Monsignor Piloti era dotto, Apostolo pieno di carità
e di amore, Missionario della Santa Sede attivo e svegliato. »
Le lettere pubblicate sono 7 , precedute da una breve Vita dell' illustre Missionario e Prelitò
Francescano, scritta da Giambattista Vergi, che ci duole di non poter riferire. Ma esse non sono
che un saggio delle molte altre ed importantissime, che egli ebbe lasciate, come si vede dalla
conclusione del sopraddetto cenno della sua vita, che dice : « Abbiamo del nostro Eugenio un bel
Volume di lettere raccolte e conservate dal Dottor Glangaspero Marangoni, nelle quali ci dà esattissimi
ragguagli intorno alle principali città della Gina, ai costumi di que' popoli , alle massime e riti della
loro religione, e lo stato, leggi e governo politico di quellMmpero Cinese, e lo stato di quelle
Missioni, ossia riguardo alle persecuzioni degli Imperatori, ossia riguardo alle controversie insorte
e vertenti fra' Missionari medesimi. Il Memmo ( Francesco Memmo, Vita e Macchine di Bartolommeo
Ferradno) ci aveva fatto sperare di pubblicarle con le stampe per non defraudare il pubblico di
lettere tanto erudite e curiose, che chiaramente fanno vedere le molte favole, che ci vendettero
certi scrittori per rapporto a que' paesi asiatici ; ma le speranze degli eruditi rimasero finora deluse. •
Anch' io posseggo, tra le mie carte, copia di parecchie lettere inedite del nostro Piloti , che
non so se saranno le stesse del volume del Marangoni.
Non potendo qui riferire le suddette notizie, che del nostro Missionario pubblicò il Vergi, darò
almeno la lettera latina con cui un sacerdote Cinese, Vitale Kciò, ne annunziava al Generale dell'
Ordine la morte.
t Rev. Pat Pat. Col.
« Patemitatem vestram reverendlssimam commonefacio felicissimum obitum Illus. etBmi. D. Eu-
genii Piloti Episcopi Portimensis, Vicarii Apostolici harum provinciarum Kensy et Kansy, qui omnibus
sacramentis me adminlstrante munitus, cum sancta pace die trigesima decembris anni 1756 e\ hac
miserabili vita in aliam transmigravit. Hinc igilur oret, et orabit prò eo, ac sacriflcia, quae prò
Missionariis, sive vestris confratribus offerri consuevit, solo charitatis titulo exposcit ipse pie defun-
ctus Praesul. Quamvis hoc aliunde Paternltas Vestra Rma ignorare haud possit, attamen ex mea
obligatione officii ac commissionis felicis memoriae Illus. Domini praeteriti minime possit. Praeterca
corpus, seu cadaver praefati felicis memoriae Illus. Domini ante altare depositum usqne ad dicm
tertiam adhuc flexibile eraU prima die extra feretrum, secunda et tertia vero intra feretrum apertum
quibus acurate observavi num flexibilitas dicti cadaveris mutaretur, sed in facto nulla fall mutatio.
Quamobrem cupiebam relìnquere feretrum apertum usque ad diem octavam,8ed consultius tribus
elapsis diebus fuit clausum clavis ferrcis secundum consuetudinem sinensem, quia tunc erat terribilis
persecutio occasione capturae Hlus. Domini Rosaliensis conlra personam felicis memoriae Domini
Praesulis suborta (qui vere passus fuit martyrium , ut scio, quonlam fui eiusdem indlgnus Con-
fessarius et Secretarius; quantam paticnliam, quantum timorem sustulit in illa tempestate! saepc
huc illucque de civltato in civitatem, et de familia in famillam fugam arripuit cum sua gravissima
inflrmitate); unde urgente necessitate die octaya fuit sepultus extra civitatem in terra cuiusdam
christiani, a me benedicta; Dei tamen speciali gratia huc usque nuUus fuit rumor, ncque alìquis
infldelis hoc animadvertit.
« Intra octo dies furtim fuit concursus plurium Christi fidelium utriusque sexus ( licet rigorose
prohibui ne aliquis illuc accederet praeter illos, qui aliquo officio fungi poterant propter praedictam
persccutionem : quanto autcm eis prohibeam , tanto magis praetextu alterius rei oh amorem ac
4(52 PINUELA
dolorem erga pie defuntum Domìnam Praesnlem accedebant, et eo amplios admirabantiur dieeotes:
Sanctum, Sanctum), qui inter se conferebant circa nexibilitatcm , hoc numqaam vidimasi Tali
tempore biemali acqua et oleum in cubiculo etiam gelantor , praesertim si foras eiieianUir, statim
fiunt gelu, et glacies, vcluti cum in terram aspergitur. Illis hoc significavi, quod extraordinarie
accidit, quod etiam est signnm sanctitatis, huiusmodi saepe saepius io Europa aocidaL
t Quapropter dicam illum esse beatum et sanctum : de caeteris suis virtutibas dioamenre
longum est; scilicet fuit vir doctissimus, sed humilis, immo valde studiosoa, zelosus, benignos;
benevolus, praecipue affectus utraque cbaritate erga Dcum et proxlmum; hoc verum est quod pares
buie pauci putentnr. Quod superest, si quid tnm in scribendo, quam in eonstroctione offendi,
minosve latine som locutus, tyroni et advenae non proprio scribcnti idioma Ignoseas amabou
Interim me vestris sanctissimis orationibns ac sacriflciis enixe commendans, sacram dexleram eins
bomillime deosculans subscribo.
Paternitati Vcstrae Reverendissimae
Ex Provincia Kansi civitatc Kiangseu
XVII KaL octob. 1757.
Hnmil., ac Observ. Servos
ViTALis Kcio indignus Miss. Apostolicos
S. Congregationis de Propag. Fide.
**• 510. PifiuELA. — Relacion de las Misiones de China en el ano de
s«v. 1677, por el P. Fr. Fedro Pinuela de la Provincia de San Diego
Aaii
de Mejico.
— Relacion de los progresos de la mision de Lo-yuen-hien, ec.
Firmada el 6 de Ene^ de 1680.
— Dialogo en idima Chinico, entro un Ministro evangelico, y
en letrado Chino, ano de 1688.
— Catalogo de los Religiosos Misioneros Franciscanos que
entraron en China dosde el ano do 1579 a 1700.
Tutti questi lavori restano Manoscritti: l'ultimo è in latino. A stampa poi si hanno i seguenti,
tutti in lingua cinese.
— Controversia de la ley de Dios centra los Gentiles , Canton,
1703.
— Vida de N. P. S. Francisco. Canton, oc.
— Ejercicio de oracion de San Pcdro de Alcantara, con addic-
ciones. Canton, ec.
— Breve esplicacion do las indulgencias. Canton, ec.
— Diferencia entro lo temperai y eterno. Canton, ec.
— Tratado sobre la piedad y devocion con las animas del
Purgatorio. Canton, ec.
— Catecismo de doctrina cristiana, con oraciones para confesar
y comulgar, y otros ejercicios de virtud. Canton, ec.
— Tratado sobre las virtudes de varias plantas y piedras.
Canton, ec.
pisis 463
— Regia de la Tercera Orden de San Francisco . Canton , ec,
— Arte de la lengua Chinica en Castellano y Chino. Canton, ec.
Cosi l'HuERTA (Esiodo, ec), che aggiunge la seguente biografia del Santo Missionario. « Fr.
Fedro Pifiaela, Predicador, naturai de de la ciudad de Mejico, profesó en la santa Provincia de
San Diego de Mejìco, paso a Filipinas el ano de 4671. . . . Permaneciò en Manila basta quc ordenadu
de sacerdote, salió para las Misiones de China el ano de 4676. Aprendiò el idioma Ghinieo con
brevedad y perfeccion , dedicandose a la conversion de la almas con celo y caridad infatlgabto en
la provincia de Foquien. Por los anos de 4679 fundó on el pueblo de Ghian-glo una iglesia de-
dicada a San Miguel Arcangel , y poco despues otra bajo la advocacion de S. Salvador en Lun-Keu.
En los afios de 4684 y 4685 corrió mil y cien leguas acompaffando el limo senor D. Fr. Bernardino
della Chiesa, en su visita diocesana. Despues fundó una iglesia en la ciudad de Chan-Cheu el afio
de 4686, y sucesivamente fundó otra en Kiem-ming con la advocacion de Nuestra SeiSora de
Guadalupe de Mejico, y otra en Tay-ning, dedicada a San Fedro de Alcantara . . . Este infatigable
operarlo evangelico falleció el dia 30 de Julio de 4704, a los 54 de su edad, y 28 de apostolico
mìnisterlo con gran senti miento de sus convertidos y hermanos Religiosos, quienes le dieron honoriflca
sepultura en la iglesia de Ghan-cheu. >
511. Pisis, — De conformitate vitae beati Francisci ad vitam
Domini nostri, Redemptoris nostri, opus editum ab illuminato sa-
crarum litterarum interprete consumatissimo, Fratre Bartholomeo
de Pisis, Ordinis Fratrum Minorum Sancti Francisci, ob reveren-
tiam praelibati Patris Sancti Francisci. Mediolani, 1513.
Un volume in foglio, di 229 carte. Rarissimo. Lo incontrai nella Biblioteca del nostro Convento
di Sant' Anna di Parigi. Importantissima per la storia deir Ordine e delle nostre Missioni è la pars
seeunda wtdeàmi fructus et conformitatis del lìb. I, la quale ha per titolo : Franciscus destiìvatar.
Ve n' è anche un' altra edizione anteriore, e non meno, se non più rara, fatta parimente in Milano
il 4510, di cui posseggo un esemplare ; ma è mancante del frontispizio e de' primi XXX fogli dei
CCLVI che numera. In fine è la lettera con cui il Ministro Generale dell' Ordine approva 1' opera
in nome proprio e di tutto il Capitolo Generale d'Assisi del 4399, da cui scrive, e lodaPAutore;
e sotto si legge il nome dello stampatore con la data dell'anno e del mese che il libro fu finito di
imprimere. Cioè : Impressum Mediolani per Gotardum Ponticu : eujus Officina libraria est apud
templum sancti Satiri. Anno Domini M. CCCCCX. die. XVIII. Mensis septembris. La lettera del Generale
è come appresso:
t In Christo sibi charissimo Fratri Bartholomeo de Pisis sacre theologie magistro: Frater
Henricus Ordinis Fratrum Minorum minister et servus: ceterique ministri ac diffinitores eapituli
generalis apud sacrum locum de Assisio die seeunda augusti. Anno Domini M. CCCLXXXXIX
celebrati salutem et pacem in Domino sempitemam. Opus quod divina fa venta clementia : et inti-
tulatur de conformitate vite beati Francisci ad vitam Domini nostri Jesu Gbristi fecisti : inspici,
discuti et examinari fecimus dilìgenter : cum arbore quam nobis personaliter presentasti : et nihii
invenimus correctione dignum, sed laude: de quo tue regratiando prudentie: presentibus Ubi licentiam
faciendi depingi ipsam arborem , ac ipsum opus volentibus videre A transcribere , quod eis possis
communicare liberaliter impertimur. In culus rei testimonium presentem litteram in registro Ordinis
positam: fecimus sigillo generalatus officii impressione muniri.
« Data in dicto sacro loco anno die et mense superius annotatis. »
Ma oltre a queste, ve ne sono due altre edizioni: la prima di tutte, di Venezia, rarissima
senza data e senza il nome dello stampatore; e la quarta, del 4590, per il Francescano Conventuale
Padre Geremia Bucchio, che venne anche riprodotta in Bologna il 4620, e di cui poi fece un'
edizione in compendio, in Colonia, Filippo Bosquerio col titolo: AntiquUates Frandscanae, 4623
in 8. L'edizione del Padre Succhio ha il titolo seguente: Uber aureus inscriptus Uber conformi-
464 PLAN - PLANO
A«a
taium vUae Beati FrancUd ad vUam Jesu ChrUti Domini Noitri, Nunc demum in iucem edìtoj,
atqw infiniti» propemodum mendis eorreetu» a Reverendo ac dociistimo P. Fr. Jeremia BiweMo
Utinenti, Sodali Frandscano, Dottore Theologo, laboriosi» omatistimitque lueubraiionibu» iUutiraiut,
Cui piane addita ett perbrevit et faeilis Motoria omnium virorum, qui sancHtate, probitate, innoeenUa,
vita et doetrina eecleiiattici$que dignitatibus in Franàteana Religione utque ad nostra haec tempora
exeelluerunt. Bononiae, apud Àlexandrum Benatium. FacuUate a superioribtu eoneeua. 1590. • £ in
fuglio, e conta 16 carte preliminari senza numerazione, e 330 numerate. Ne trovai un esemplare
nelP Archivio del nostro Convento di Sant' Anna di Monaco in Baviera. Questa edizione è più
importante delle altre per la storia delle Missioni Francescane, per le aggiunte fattevi dal Bacchia
Inoltre, abbiamo di quest' opera del Pisano una traduzione italiana autografa, eoa la data degU
anni 1543 e 1544, del Padre Dionigio Pulinari dell' Osservante Provincia Toscana, autore anche della
Cronica della stessa Provincia, parimente inedita, di cui s' era occupato con tanto allietto il nostro
Padre Franct«co Frcdiani, per pubblicarla; quando la morte pose Une alla troppo breve sua vita.
Di questa traduzione parlò primo di tutti Cesare Guasti nelle sue note alla Storia di San Franeuco
di Emilio Chavin de Malan, eh' egli tradusse dal francese, o di cui si sta ora rifacendo una seconda
edizione da lui riveduta. La traduzione del Pulinari ò ora tra' Manoscritti della Nazionale di
Firenze.
512. Plan du Saint Sepulchre présente au Roy par le Com-
missaire General de la Terre Sainte.
Così il Catalogo della Biblioteca di Carlo Escalopier.
sé»,p. 513. Plano. — Johannis de Plano Carpini (Ordinis Minorum)
Antivarensis Archiepiscopi historia Mongalorum, quos nos Tarta-
ros appellamus. ( Paris , Librairio geographique de Arthus-Ber-
trand, rue Hautefeuille, 23. Librairie orientale de Dondey Dupré,
rue Vi Vienne, 1838. )
K r edizione fatta dal 1)'A\'ezac col titolo: • Relation des Mogol» ou Tartare» par le Frere
Jean da Pian de Carpìn de l' Ordre de» Frere» Mineur», Legai du Saint Siege. ApOitlolique . nonce eu
Tarlane pendant le» annèe» li45. iàVC, li47, et Archereque de Antìrari. Primiere edition complete,
publiée d' apre» le» manu»rritt de Leyde^ de Paris et de Londre^ et prrcèdèc d' une notice fur lei
ancien» royage» de Tartarie en general, et »ur celai de Jean du Pian de Carpin en particulier, par
M. D'Arezac, de» Societe» grographiquex de Pari», de Londres et de Francfort , de la Socictc
A»iatique de la Grande Breiagne et d' Irlande, eie. Paris, eie. • È un volume in 4, di 338 p.igiii»'.
Dalla 1 alla i06 sono le noti/.io impurUintissime promos>o dal D'ANezac; dalla i07 all' ultima i-
la relazione latina, in minutissima lettera, del celebr*? Missionario Francescano. Kssa ( per sorvinriì
delle parole «lei l)' Avezac ) • se compose de deux parties bien dlstincles : 1' un»» est dcstinèo a fairc
eonnailre le pays , les moeurs et V histoire «ies peupUs Tarlares , vers les«iuels Iniiocenl IV
r avait envoyé ; la secunde partie est consacrée au recif d»? son ambassado. l'n prologae et un
epilogue complete le livrc de nutre Voyageur. •
La relazione originale latina contincia così. « Omnibus rhristitUielibus ad quos praosens
scriptum pervenerit, Kraler Johannes de Plano Carpini Onlinis Fralrum Minorum, sedis A|»o$tolic.ie
Legalus, nuncius ad Tarfaros,et ad naliones alias Orienfis, hei graliam in praesenti et gloriam in
fulnro, ol de inimicis Dei et Domini Nostri Jesu (ìhrisli vjcinriam Iriumphalem. . . . Cum c\ mandato
Sedis Aposfolicae iremus ad Tarlaros et ad nationes alias Orienlis, et soiremus Domini Papae ac
vencrabilium Cardinaliuni volunlalem, elegimus prìus ad Tartaros profìcisci. Timcliamus enim ne
per eos in proximo Flcrlcsiai? Dei perieulnm imniineret. Kl (juainvis a Tartaris vel ab aliis natio-
nibus timcremus uccidi, vel peri>etuo captivari, vel fame, sili, al<;ore, estu. contumeliis et labf>ribus
nimis quasi ultra vires affligi , <]uac omnia multo plus (piani credididerimns, cxcepta morte, vel
PLASENCIA 465
captivìtate perpetua, nobis maltipliciter eveneront ; non tamen pepercimns nobis ipsis, ut voluntatem
Dei secundum Domini Papae mandatum adimplere possemus, et ut proflceremus in aliquo christia-
nis, etc. » Un esemplare di questa edizione, affatto esaurita in commercio, trorasi nella Biblioteca
Palatina, che fa parte della Nazionale di Firenze.
Del Viaggio e delle fatiche di questo insigne Missionario Francescano noi abbiamo lungamente
parlato nel primo volume della nostra Storia universale dette Misiioni Francescane,
514. Plasencia. — Arte del idioma Tagalog, por el P. Fr. Juan
de Plasencia de la Observante Provincia de Santiago, 1580-
— Diccionario Hispano-Tagalog, por el P. Fr. Juan, ec. 1580.
— Catecismo Tagalog de la doctrina Christiana, aprobado por
el Sinodo celebrado en Manila de 1581. ^
— Relacion de las cosas memorables de Filipinas.
È in castigliano, con la data del 19 giugno 1585.
— La Santina. »
Libro mistico in lingua Tagalog.
— Tratado de los ritos , usos y costumbres de los Indios
Filipinos.
.\ncho questo Trattato è in lingua castigliana, con la data del 24 ottobre del 1589. Trattato (dice
r HuERTA, Estado, «e. ) approvato dalla Reale Udienza, e con Reale Codula inviato a tutte le autorità,
perchè con esso si regolassero nel governo dei nativi delle Filippine.
— Platicas doctrinales en idioma Tagalog.
Di tutti questi Manoscritti ci dà notizia il citato Padre Hubrta ( Estado, ec, ), q aggiunge la
seguente biografìa dell' Autore: « Fr. Juan de Plasencia, o Portocarrero , Predicador, nació
cn la ciudad de Plasencia, en Estremadura, de la noble familìa de los Portocarreros. Siendo joven
paso a Italia y tomo el habito en la claustra de N. P. S. Francisco , donde hizo su solenne
profesion. De aqui hizo transito a la santa Provincia Observante de Santiago, y deseoso de
mayor perfecion se incorporò en la santa Provincia de S. José. El aiìo de 1576 se alistó en la
primera mision para Filipinas, a donde Uegó el dia 34 de Junio de 1577. En Espana habia
dejado grandes creditos de elocuente orador, pero en estas islas pudiera dicirse que se trasformo
en uno de aquellos angeles veloces que refìere Isaias. Apenas pisò el suclo Filipino cuando la Provi-
dencìa le deparò un nino llamado Miguel, naturai de Nuova Granada, que en compania de sus padres
habia pasado a Fiiipinas con la espcdicion del Adelantado Miguel Lopez de Legaspi, quien a la vez que
cstudiaba Gramatica latina con nucslro Fr. Juan, instruia al roesmo Padre cn ci idioma Tagalog,
y con tan bueno exito, que a los dos anos de rcsidencia en estos ya habia escrito nucstro Fr.
Juan, Arte y Diccionario Tagalog, siendo los primeros que se han escrito, y los que han servido do
norma a todos los Àrtes y Diceionarios cscritos despues de los diversos dialectos del Archipielago
Filipino. El mcs de Fcbrero de 1578 fué destinado a la conversion de las provincias de Tayabas y
Laguna, corriendo su espìritu evangelizador y echando los cimientos para la formacion de los
pueblos de Tayabas, Galilaya, Lucban, Majayiay, Nagcnrian, Lilio, Pila, Santa Cruz, Lumbang, Pangil,
Paete, Siniloan, Morong, Pililla, Antipolo, y basta Meycauayan, en la provincia de Bulacan, sin
desatender las obligaciones de Prelado superìor de està Provincia de San Gregorio, cuya prelacia
30
466 POBRE
desempefio por comision del V. Fr. Fedro de Alfàro, desde el SO de Mayo de 1579 basta d 1 de
Jnlio de 1580, que presidio el Capitalo celebrado en dicho dia, y en el qne propaso 7 espiano
admlrablemente la conveniencia de fumar pueblos, y plantear escaelas de prìmeras letras, cqjos
dos proyectos no solo faeron aprobados por el Capitulo pieno, sino tambien por el Superior Gobierao.
Desde el aiSo 1580 basta el de 1583 despiegò tal celo en la conversion de las almas, 7 en la
formaclon de pueblos y establecimiento de escuelas de prlmera ensenanza, qne mereeiò Jnstamenle
ser appellidado: Padre de las reduedones, el ineantable, y promovedor iinguiar de ìas eseueiat.
El dia 1 de Julio del 1583 faé electo Custodio y prclado saperior de està Apostolica Provincia de
San Gregorio, caya prclacia desempefio con admirable celo y pmdencìa basta el S3 de setiembre
del ano del 1590 en el pueblo de Lilio, onde yacen sos restos venerables, dejando ediflcados a
cuantos le conocieron, y mereciendo que el limo SeUor Obispo D. Fr. Domingo de Salazar, del
sagrado Orden de Predicadores y primier abispo de Fillpinas, al nuticiarlc su muerte prorampiese
en este brillante y magnifico elogio: EceleHam DeiiUius morte magnam ineurriste iaeturam, quia
ceddit colufUna ehriitianitatis. •
Hmmpm
km
515. PoBRE. — Carta apologetica, probando que los reinos de
jL China , Japon e Siam pertenecian al Rey d' Espana , segun la de-
marcacion hecha por su Santidad : por Fray Juan Pobre Descalf o
de San Francisco. Impresa en Madrid por orden del Senor Felipe IIL
Non m'è riuscito di trovarla e vederla; e tanto dicasi dell'altre opere che lasciò il medesimo
autore manoscritte e a stampa, come ora diremo. Fr. Giovanni Pobre Laico Francescano, addetto
alle Missioni dell'Arcipelago Filippino, « fué naturai (dice il P. Huerta, £<todo, eej de la ciadad
de Zamora. En su juventud siguiò la carrera de las armas, militando en las guerras de Flandes,
donde tomo su retiro, y vistió nuestro santo hàbito profcsando en la santa Provincia Observante
de Flandes, despues paso a Espana y so incorporò a la santa Provincia de S. Josò. El ano de 1593
se alistò para las misiones de Filipinas, a cuyas islas Uegó el siguiente de 1394. La obedienaia le
destinò a la Provincia de Camarines, donde pcrmaneció basta el ai)o de 1596, en cuya epoca se
embarcó para Mejico en el galeon S. Felipe, el qual arribó al Japon, apoderandosc el emperador
de dicho reino del baroo y sus mercancias. Nuestro Fr. Juan Pubre fuó preso y conducido a un
barco porluj^ues fondeado en l:i bahia de Nungasaqui, desde cuyo punto vió el martìrio de San
Pcdro Dantista y sus cumpaneros. Despues de tres 0 qualro meses de prison vino destorrado a
Manila en 1597. El aiìo de 1599 salió para Espana y de alli paso a Homa donde obtuvo varios
rescriplos de su Santidad, favorables a esla Apostolica Provincia de San Gregorio, regresiindo
despues a ia Corte de Madrid, y habiendo recojido misìon parlìó para Filipinas el ano de !600:
pero locando el buciuc en ias islas Marian^us, se quedó en dichas islas para asistir a dus Religìosu>
enfermos. Alli pcrmaneció convirtiendo muchos inlleles basta el ano do 1603 que llejjfù a Manila ,
de donde salió se^unda vez para Espafia por los aìios de 1606. El ano de 1609 regresó a Manila
conduciendo una mission, y en el de 1611 salió tercera vez para Espana. » E allora fu che scrisse
le varie sue opere che di lui ci sono rimaste. • Este venerable Lego ( ronchiude I'Huerta ) fu»-
muy perfccto Ueligioso , y apreciado de todos , especialnienle del St^fior D. Felipe III, <iuien mando
sacar su retrato despues de su muerte, la cual acaeció en nuestro Convento de San Bernardino de
Madrid el ano de 1615, dejando gran fama de santidad. •
— Relacion de la perdida del galeon espanol jSfan Felipe, en los
reinos del Japon el ano de 1596.
— Tratado de la promulgacion de la Santa Fé catolica en los
reinos del Japon.
— Historia eclesiastica de las Islas Filipinas , Japon y otros
reinos adyacentes, impresa en Madrid por orden de D. Filipe IH.
POGGIBONSr - PONCE 467
Tutti questi lavori , tanto a stampa quanto manoscritti , forse sono anche nella ricchissima
Biblioteca Reale di Madrid. Ma ogni nostra ricerca tornò inutile, perchè manca affatto il Catalogo,
e l'ordinamento sìa deMibri come de' manoscritti, di cui si sta ora occupando il dotto Bibliografo
e gentile signore D. Zarco del Valle.
fc. 516. PoGGiBONSi. — Liber Sanctuarius de Ultramare: omero :
^ Viaggio di Terra Santa, di Frate Nicolò da Poggibonsi.
Sono due titoli di due Codici della Biblioteca Riccardiana di Firenze: il primo cartaceo
miscellaneo in foglio, del principio del secolo XV, autografo; il secondo cartaceo in 4, del secolo XV,
mancante in flnc. L' uno e V altro cominciano : « Al nome di Dio e della sua Santissima Madre, ec. •
Termina il primo: Explicit liber sanctuarius de ultra mare editus et ordinatus cum magno labore
a Fratre Nicolao de Podiebonsi. Qui scripsit scribat semper eum Domino vivat. • Altri due Codici
dello stesso Viaggio sono nella Biblioteca Nazionale, il primo fra' Magliabechiani, il secondo tra'
Palatini. Questi Codici sono stati illustrati dai compilatori degli Studii bibliografici e biografici sulla
storia della geografia in Italia pubblicati per cura della Deputazione Ministeriale instituita presso
la Società Geografica Italiana. Roma, Tipografia Elzeviriana, 1875.
nmp.
517. Polio. — Epitome clironologica de creatione, pregressa
et statu Coloniensis Provinciae (Ordinis Sancti Francisci): auctore
Jacobo Polio, Germano, Marcodurano, Strictioris Observantiae
Sancti Francisci. Coloniae, apud Brachel, 1628.
Un volume in 4, che non mi riuscì di vedere.
II,. 518. Polonia. — Epistola Patris Placidi a Polonia Ordinis
Minorum Missionarii Apostolici ad quemdam Cardinalem.
È nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia. Ha la data di Siam il novembre I7i8. Racconta il
suo viaggio dalla Cina al sopraddetto regno in tempi difficilissimi per la cattolica fede in quelle
contrade.
eriei
519. Ponce, — Relacion breve y verdadera de algunas cosas de
de las muchas que sucedieron al Padre Fray Alonso Ponce en las
provincias de Nuova Espana, siendo Comisario General de aquellas
partes. Tratanse algunas particularidades de aquella tierra , y
dicese su ida a ella y vuelta a Espana , con algo de lo que en el
viaje le aconteció basta voi ver a su Provincia de Castilla. Escrita
por dos Religiosos , sus companeros , el uno de los cuales le acom-
pafio desde Espana a Mexico, y el otre en todos los demàs caminos
que hizo y trabajos que paso.
È una delle memorie più importanti che siano stale scritte sull'America, e venne testò pub-
blicata nella Coleccion de documentos ineditos para la historia de Espaila por los Sehores D, Miguel
Salva, individuo de la Academia de la historia» y et Marques De la Fuensanta nsL Valle. Sono
due volumi; il primo di 548 pagine in 8 grande, il secondo di 572; e della Collezione in corso
di stampa, 57 e 96. Madrid, imprenta de la Vidua de ealero. Calle de Santa Itàbelf n. 36, i87S.
4-68 PORTO - PHAZERES
Nui non possiamo far meglio conoscere l' importanza di questa Relazione, che riferendo qni
la Àdvertencia premessavi dagli Editori.
« De ninguna do las visitas hectias por los once Gomisarios generales de la Orden de San
Francisco, qae, en las provincias de la Nueva Espana, precedieron al Padre Fray Alonso Ponce,
existe, que sepamos, relacion tan detallada comò de la de este ùltimo qae hoy damos à luz. Es
un verdadero iotinerario descriptivo de mas de dos mil lenguas, importantisimo à naestro parecer;
pnes en él, con gran sencillez y sin pretensiones de nlngun gènero, re describen las contumbre^'
trage y lengua de sus habitantes, se marca la distancia de nnos pneblos ó Conventos à otroe, oon
indicacion do los rios, arroyos, puentes, llanos y cerros por donde se pasa, y se dan curiosas
noticias de algunas de las antigiìcdades de aquellas comarcas, asi comò de sns diferentes climas
y cosechas.
« Del padre Ponce y de su visita dice fray Augusti n de Vetancur en su Chróniea de la
Provincia del Santo Evangelio, impresa en BIéJico en 4697, lo que sigue:
« El M. R. P. fray Alonso Ponce, de la Provincia de Castilla, ano 1584; tuvo algunos trabajus
do dcstierros del Principe que la gobernada.
« En cuanto i los dos religiosos, sus compaHeros, que se diccn autores de la relacion, el que
fnò con él desde Espafia à M^jico pudo ser, aunqnc no Io aseguramos, fray Alonso de San Juan.
El otro que le acompaSió en todos los demàs caminos que iiizo, y trabajos que paso, nos parece
indudablo que fué Fray Antonio de Cibdad-Real.
« El MS. que nos sirve para la impresion es un tomo en folio, de 265 hojas, de la propledad
de nnestro querido amigo el Sr. D. Mariano de Zabalburu, quien nos le ha franqucado generosa-
mente no bien le manifestamos nnestros deseos de publicarlc. Si no es «1 originai es por Io mcnos
una copia contemporànea, y pertencció en el siglo XVII à la libreria de San Diego de Alcali, seguu
una nota que se lee en la primera hoja ; las ultimas estan desgraciadamente tan estropeadas, que
nos veremos en la precision de dejar de imprimir algunas, si bien procurarcmos quo sean las
menos posible.
t Los Gomisarios generales fucron desde 1531 basta 158i: Fr. Alonso de Rosas, Fr. Juan de
Granada, Fr. Jacobo de Testerà, Fr. Martin Sarmiento y Hojacastro, Fr. Francisco de Bustaroante,
Fr. Francisco de Mena, Fr. Francisco de Rustamaiite ( segundu vez), Fr. Diego de Otarie, Fr.
Francisco de Ribera, Fr. Miguel Navarro, Fr. Rodrigo de Sequera y Fr. Pedro de Oroz. •
siamp. 520. Porto. — Carta de Frei Francisco de Porto al Rey D. Joào
L III, dizendo-lhc quo tivera em su companhia dous Bispos Caldeos,
e dando-lhe noticia do ostado do Christào do Malabar.
Sono due carte: l' ori ìti naie ò nell'Archivio della Torre del Tombo di Lisbona, e una copia
nella Biblioteca drll' Accademia («jià della (!on;;roga7.ione del Torz' Online Hogolare di San Francesco )
della stessa città, l'ilimamento venne piil)hlicata nel Itullanum Palronntnx Portufinlliae in Ecclexiit
Africae, Asiae atqne Occauiae (4 volumi in foj?lio), curante Levy Maria Jordào. Olisiponae, ex
Typogrnphia Sationali, MDCiXLXVlìì, «li cui ebbi un esemplare in dono dalla {gentilezza del signor
Presidente del (Consiglio de' Ministri di I*ortogallo (1877), signor Marchese di Bolama.
w.. 521. Porto. — Carta do Fr. Antonio do Porto a el Roy de Por-
'"^ tugal D. Joao III.
Interessantissima: ò data in Bacaim 7 di ottobre Ì5i8, e si conserva nel Archivio della Torre
del TomlK) di Lisbona. Originale. ^
stenp. 522. Prazeues. — Ficl copia das rclacoes que a Santa Custodia
de Terra Santa mandou a Roma : huma da origein , progresso e
PRIPESAGUE - PROCBSSIO 469
p-
firn da subleva^ao, que fizerao os santoes, ministros dejustija
e 0 povo de Jerusalem centra os Religiosos da Terra Santa em
0 anno de 1746; e outra da cruelissima perseguigao ordida e
fomentada pelos Gregos scismaticos na dita cidade de Jerusalem,
^ eni Damasco no anno de 1748 centra os mesmos Religiosos
Observantes do nesso Serafico Padre Sam Francisco , destinados
para custodios dos santissimos Lugares da nessa Redempgao e
centra todos os catholicos, que na mesma Terra Santa professSo
a verdadeira Fé catholica Romana. Mandadas imprimir pelo
multo Reverendo Padre Fr. Joào dos Prazeres, Pregador Jubilade,
Padre da Provincia de Portugal, e Cemmissaro Geral da Terra
Santa nestes reinos e sus conquistas. Lisboa. Na oflBlcina de Miguel
Marescal da Cesta , impresser de Santo Oficio. Anne M. DCC. L.
Com as licen^as necessarias.
Sono 59 pagine in 8, e la relazione comincia cosi : « Sendo sido os Religiosos da Terra Santa
extraordinariamente tyrannizados no anno de 1745, etc. > N' è un esemplare nella Biblioteca
Nazionale di Lisbona*
523. Pripesague poetka Bosanskega: idest descriptio, prin-
cipium, pregressus et finis regni Bossiniae, cum assignatione epo-
cliae qua Fratres Franciscani in Provincias Illiricas ingressi sunt.
Venetiis, apud Johannem Bassanese, 1775.
Sono 88 pagine in 8, preziose per la storia delle Missioni Francescane nella Bosnia e nell'
Illiria. Alle quali vuoisi aggiungere la seguente interessantissima opera, parimente Francescana:
HUtoria àvilis et ecdesiatUea Dalmatiche, Croatiae et Bosniae Fr. Johannit Antqìiii Bommam ex
Coenobio S. FrancUà déUa Vigna. YenetOs, 1772. 3 volumi in 8.
524. Processio quotidiana quae, finito completorio, in loco
sacerrimae Nazarenae Domus, ubi Immaculata Virgo Maria aeter-
num concepit Verbum, a Fratribus Minoribus S. P. N. Frahcisci
celebratur. Venetiis, 1786.
a
In piccolo 8. Così il Catalogo della Biblioteca del signore Esgalopibr.
525. Processio quotidiana quae, finito completorio, ad Santis-
simum nascentis Christi Praesepe in Bethleem Judae civitate
David, a Fratribus Minoribus S. P. N. Francisci celebratur. Vene-
tiis, 1786.
Dallo stesso Catalogo.
470 PROCESSIO - PULINARI
Ut.
526. Processio quae fit quotidie a PP. Franciscanis in ecclesia
sanctissimi et gloriosissimi Domini nostri Jesu Christi Sepulcri in
Jerusalem ; cum aliis processionibus et officiis divinis quae finrit
suis temporibus in sacro monte Oliveti in sepulchro B. V. Mariae,
in loco nativitatis S. Joannis Baptistae, in monte Thabor, in antro
agoniae Christi , in loco Immaculatae Conceptionis et Nativitatis
B. V. Mariae et aliis locis. Decreto R. P. Jo. Dominici a Levitiano,
Commissarii apostolici, Sacri Montis Sion et SS. Sepulcri D. N.
J. C. Guardiani.
Dallo stesso Catalogo.
527. PuERTA. — Carta de Fray Juan de la Puerta, Comisario,
y de otros Franciscanos de la Provincia de Yucatan, al Real Consejo
de Indias, haciendo presente las modificaciones que era necessario
introducir en el buon gobierno y regimen de aquella provincia.
Merida 1 de febrero de 1574.
È stata pubblicata nella Cullezione delie Cartas db Indias , fatta V anno 1877 , in Madrid.
Frate Giovanni della Paerta fu uno da' primi Francescani die si recarono nel Yucatan mentre ne
stava facendo la conquista don Francesco di Montejo, e vi rese segnalati servigi con le sue predicazioni
e la sua dottrina; per cui venne nominato Commissario, carica che teneva 1' anno 1547 nel Cunvento
di Merida. Cosi ne' Datot biografico$ che accompagnano ic suddette Cartai de Indias.
528. PuLiNARi. — Cronica della Provincia di Toscana, scritta da
Padre Dionigio Pulinari Minore Osservante, secondo una copia
esistente nella Libreria del Vivajo.
Manoscritto in foglio, di 518 pagine, l)uona parlo di mano dt-l l'adre Francesco Frediam, o il
resto di varii altri Religiosi del (ìonvcnlo di San Domenico di l*ralo , die l'aiutarono dell'opera
loro. In fine v' è aggiunta un'altra Scrittura, che ò la so;?uenlc :
Relazione del Convento del Palco, del monaxtero di San (ìiorqio, dell' Ospizio di San Giuseppe ,
del Monastero di Santa Margherita, e del Monastero di Santa Chiara, di Prato. Opera del M. R. P.
Gio. Batta Puri dal lìorgo alla Collina, cittadino Pratese. Lettor Giubilato, già Ministro, Confessore
de' Serenissimi Principi Matthia, Leopoldo, e Francesco Maria .Medici: anno 1689. Sono 23 fogli.
Tanto la Cronaca del Pulinari, quanto ({uosti Relazione, s«»no ricche <li preziose notizie dell'
Ordine in Toscana, e la prima ha molti fatti e nonti di nostri celebri Missionari in varie parti
della terra.
— Nel nome del Nostro Signor Giesù Cristo et della Beatissima
Vergine Madre sua , et del Beato Padne nostro San Francesco.
Incomincia V opera intitolata : Della conformità della vita del
beato Padre nostro San Francesco alla vita del nostro Signor Giesù
Cristo nostro Redentore, compilata et composta dall' illuminato
PtlOTfiAtS 471
eco
Dottore et interpetre delle Sacre Lettere, Frate Bartolomeo da Pisa
dell' Ordine Minore di San Francesco V anno 1385. Ridotta in
volgare per frate Dionigio Polinari da Fiorenza Frate Minore
Osservante T anno .... et per lui più fiate trascritta.
Un grosso volume in foglio, nella Biblioteca Nazionale di Firenze, come abbiamo accennato
illastrando l'opera latina del Pisano.
Questa traduzione dovrebbe invogliare qualcuno de* nostri a far meglio conoscere il lavoro
del Pisano, come con tanto criterio e fino gusto letterario fa ora il chiarissimo Canonico Amoni
della Vita Prima di San Francesco del B. Tommato da Celano, È doloroso il vedere che assai spesso
ne' Cataloghi delle Biblioteche poste alla pubblica vendita, quest' opera, piena, come ben dice Chavin
DE Malan, de' più soavi profumi della poesia del Medio evo , e quasi tutta fondata sovra storici
monumenti d'incorrotta autenticità, venga riferita col titolo datole dai Protestanti di Coranum
Frandscanum I Sta bene quel che scrive il dolto nostro Padre Affò , « che questo libro fu inutilmente
screditato dagli Eretici, e senza fondamento messo in derisione da certi scioli, che non avranno mai
avuto la pazienza di leggerlo. > Sta bene, ripeto ; ma perchè non farlo meglio conoscere ? perchè non
renderlo, quanto é possibile, nell'italiana favella popolare? Pur troppo gli ignoranti e gli sciocchi
sono molti, i quali a leggere il sopraddetto titolo ridono, e si persuadono che non sia diverso da
quello che dal titolo è indicato!
529. Prothais. — Lettre du Pere Frere Prothais Franciscain
de France.
È nell'Archivio Mediceo di Firenze nelle Carte Strozziane. Racconta a una signora 11 suo
viaggio nell' Alto Egitto, e la ragguaglia specialmente delle antichità incontratevi. La lettera ha la
fiata del Cairo, l'anno 1670: è una copia, e scorrettissima. « Jé vous dyray donc (egli scrive), quc
j' ay employè trois mois de temps en ce voyage , là acompagné de mon Frere le Pere Charles et
Francois, toujours montant sur le Nil iusque a 300 lieues au dessus de cette ville (del Cairo) a
dcux journées en deca les cascades du Nil , et ou jamais Frane n' avoit encore esté de roemoire
iV homme. J' y ay admiré quantitè de temples de faux Dieux ancore touts entiers avec des palais
fort antiques tous remplis des statues et d' Idoles. J' y ay compté dans un seul endroit iusque a
sept obelìsques comme celles qui sont a Rome, et environ liO colomnes dans une valle, ec. . . .
remplis de lettres hyerogliflques, et de flgures des fauses divinites de statues de marbré
blanc, quelque autre de marbré noir, de la grandeur des trois personnes, ec . . . un tres ancien
chateaux, que la tradition du pais tient avoir esté autresfois la demeure d' un Roy .... et une
quantità de sphinx . . . Je cheminay dans 4 allées, qui aboutissent a quatre portes dn chateaux
qui est fort spacieux ... les portes du dit chateau sont d' une effToyable hauteur, couvertes des
plus belles pierres qui se puissent voir . . . . Je croy qu' il a plus d' un mlUion de flgures demy
reliées et de proQl, mais aucune de front; j'entends ce qui est grave aux murailles et pilliers ec...
Je me contentay seulement de tirer les postures d' une douzaine de diables les plus estravagans
avec leur adorateurs et adoratrices, et quelques frontisplces de temples, les quels ne sont pas fort
rìches en architecture; mais ils sont batis de tres belle pierre: ce qui me plaisait le plus estait le
platfonds , ou l' azur et les autres conleurs qui sont comme de 1' email paroissent ansy fraiches ,
que si elles avoient esté appliquées despuis un mois, ec . . . . Voyla ce que je pnis vous mander de
ce que nous avons veus en nostre voyage , qui n' est pas la 5* partie de ce que nous ponrrions
voir : mais nostre temps estant limite , nous ne nous arrestames qu' en denx endroits. Nostre
dessein n' estait pas de contente|| nostre curiosile, mais bien de faire la Misslon panni les
chrestiens Coptes en ce pais là, qui sont en gran nombre, et ont quantitè de monasteres et d'
cglises anciennes, mais pauvres, et de decouvrir ce qn' il y avoit a fàire pour des Missionalres en
ce quartier là . . . Nous avons passe par beaucoup de lienx, ou il n' y a ni prestres ni eglises ,
mais seulement des pauvres gens abbandonées comme des brebis sans pastores, qui estoient ravls
472 pmuncAo - purificagion
Alb
Aria
d' entcndre nus Messes , et d' ouir parler de Uieu Je espere y retourner bien tosi «... mais
auparavank il me faut faire un petit vuyage sur ia Mer Rouge, ou je vais tous les ans ponr
vUiter des pauvres esclaves dans les Galeres du Turk. et leur administrer les Sacraments, etc •
Mu 530. PuRiFiCAO. — Narrafào recopilada da cidade de Santo
Thomé de Meliopor e de suas Aldeas, por Fr. Antonio da Puri-
ficacao, Religioso de Sam Francisco da Provincia de S. Tome da
India, ja Commissario Provincial e Visitador de Missoes nas costas
de Malavar, Choromandel, Pegù, Ava, e Procurador do estudo
de Goa, Bispo eleito de Halicarnasse. 1749.
Manoscritto in 4, di 34 carte, nelia pubblica Biblioteca della città di Evora. 11 proemio dice che si
deve intendere, • depois que o Principe fez mercé das mcncionadas aldeas a Antonio José de Tioronba
(da Puriflcac3o) Rispo eleito de Alicarnase, e este as ofrecen a séu Fidelissimo Soberano, tempo em
que governava o estado de India o Marquez de Alorna, e authorizado por este tomoli posse e
alvoruu a bandeira de Portugal nu anno de 1749, conservando-a asim the a usurpafSo dos Ingleses.
Mostra ta<jbem peios breves e concisos fundamentos pertenccrem por derelto ao sempre angusto e
fidelissimo Monarcha, e as utilidades que seguirlo, e se pudcra conseguir a Real Fazenda de Portugal
com a resturac3o delas , e se podira conseguir iielas negucia^ues com o Principe Mogal e outnis
Potencias respectiveis sem romper a alianca dos Ingleses conio aliados do rebelde Mohomedalikan. •
E Analmente mostra « nSo ter este dereito algumna quellas provincias, e so, sim o titolo de Nababo,
adquirido pcUas armas Rretanicas, e com este apareucia desfrute a Companhia de Inglaterra a soas
rendas com o protesto de satisfaccio, de que o mesmo rebelde Ihe he debedor. •
531. Purificagion. — Vida evangelica y apostolica de los
Frayles Menores, ilustrada con varias materias morales y con-
ceptos predicables con un copioso elenco para muchos sermones
y platicas para diferentes assumptos. Por el M. R. P. Fr. Miguel
de la Purificacion, Custodie v Procurador General de la Provincia
del Apostol S. Thomé de la Regular Observancia de N. P. S.
Francisco, Predicador Missionario Apostolico por la S. de Urbano
Vili del reyno del Gran Mogor, hijo de la misma Provincia y
naturai de Tarapor de la Orientai India. En Barcelona , por
Gabriel Nogues, ano 1641.
Un volume in foglio di 57:2 pagine, col ritratto dell'Autore avanti il frontespizio, e bellissime
incisioni simboliche nel corpo dell' opera. La quale non è veramente una storia , rome le prime
parole del titolo paiono indicare, ma un curso di sermoni, coi quali si espone quale debba essere,
secondo l'instituzione del Serallco Patriarca, la vita de' suoi figli nelle varie parti della terra. • Va
està obra reparlida ( dice l' Autore nel Prologo ) cn quatro partes . En la primera se trala de la
observancia del estado regular en comun, y corno todas Iiis sagnulas Rfllglones se fundan y dependcii
de la Vida evangelica en seguir Christo y buscar la juTfccion, y inurhos capilulos portonecienles a
los hombres de mundo, a (In de buscar està perfecion en las Aeligiones, ve. La segunda va dividida
en ciuco iralados. En el primero se trala de la' Regula de los Frayles Menores, ec. En el scgundo
come fuè revelada, instituida, ec. En el tercero se declara, comò solo los Frayles Menores son suc-
cessores de los sagrados Apostoles y permaneceran basta la Un del mundo, y convertiraD a la fé
de Cliristo todos los Indios y inlleles er. La tercera va repardida en tns tratados. En el primero
PURIFICACION 473
se Irata comò nuestro Padre san Francisco fuè hecho por las manos de Dios a imagen y semejanca
de Chrìsto, ec. La quarta va dividida en quatro tralados : cn el primero se trata de la obllgacion que
tienen todos los Religiosos de saber sa Regula, ec > Possiam dire che l'opera é ingegnosissima e piena
di molta dottrina ed erudizione, con dei pensieri quanto veri altrettanto Ideili e nuovi, specialmente
circa il permaneeer lot Frayles Menores hasta la fin del mundo^ y convertir a la fé de Christo
todot lot Indios y infielet. Nel trattato terzo poi della seconda parte sono preziosissime notizie
delle nostre Missioni nelP India Orientale, ossia Portoghese; fatti e particolari notabilissimi, che danno
vita alla storia , e la illustrano di luce splendidissima. Né mancano belle notizie delle Missioni
de* nostri Padri nelle colonie Portoghesi Affricane e dell» America. Curiosa cosa è che Y Autore ,
essendo nativo dell'India Portoghese, scrivesse questa sua opera in lingua Spagnuola. Egli se ne
scusa nel Prologo con le parole seguenti : « ConQesso mis defectos en lo incompuesto del estilo, en
lo confuso del concepto, en lo tardo del discurrir, en Io violento del pensar, particularmente en ci
lenguaje castellano; pues naci en le India Orientai de padres portngueses, sin jamas comunicar con
castellanos, ni usar de su lenguaje, sino de dos anos o tres a està parte que passe a Espana: no
paedo dexar de escuchar gozoso mis defectos , si mi escucha me desculpa. • Trovai un esemplare di
questa rarissima opera nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
— Relagao defensiva do Filhos da India Orientai e da Pro-
vincia do Apostolo S. Thomé dos Frades Menores da Regular
Observancia da mesma India, por P. Frei Miguel da Purifi^ao,
Custodie e Procurador da mesma Provincia, ifilho della e naturai
de Tarapor da mesma India: dirigida ao R. P. Fr. Paulo da
Trinidade, Lector Jubilado, Deputado do S. OflBcio da India Orien-
tai, e Padre da mesma Provincia. Em Barcelona, em a Imprenta
de Sebastiào e JoSo Matheva, con licenza dos Superiores. Anno
1670.
Sono 57 pagine in 8, in lingua portoghese e latina, e con il ritratto dell' Autore. N'ò un
esemplare nella stessa Biblioteca.
— Estatutos Generales para la India Orientai. En Roma. En
la Imprenta de la Real Camara Apostolica. 1639.
Altre 92 pagine parimente in 8, aggiunte in fine della Relagao,
— Breve Apostolico, paraque los Prelados y Ministros de los
Frayles Menores de la Regular Observancia , y los Christianos
nuevos conversos en la India Orientai , gozen todas las gracias,
indultos y privilegios, que los Romanos Pontifices han concedido
a todos los dichos Christianos, Prelados y Ministros de todas las
Provincias de las Indias Occidentales, de la misma manera que
ellos gozan. En Roma : en la Imprenta de la Reverenda Camara
Apostolica. Ano MDCXXXIX.
. — Elenco di varii oggetti e libri di Chiesa e di scienza, che
il P. Michele aveva ottenuti per quelle Missioni dell'Indie.
474 PURIFIGACIOK
È aggiuiilu in Une all' opusoulo precedente. E 1' esemplare da me veduto, parimcDtc appirtiene
alla sopraddetta pubblica Biblioteca di Barcellona.
Tulli questi documenti sono della maggior importanza per la storia delle nostre Hissioni
ncir Indie Portoghesi; e spargono chiara luce sopra le cagioni per le quali l'Ordine FraDcescano,
che in si mirabil modo vi aveva fiorito, alla (Ine vi perdo alquanto del suo splendore. AkaDi
recenti scrittori Portoghesi, come il Cunha Rivara, e Barrbtto Miranda, con atteggiamento noi
sincero di compassione si dilettano a mostrare come da due secoli i Francescani fossero cadati in
vera obbiezione. Ma dopo la lettura dei loro libri, tu vedi eh' ei parlano mossi da odio contro
gli Ordini Religiosi, e specialmente contro il Francescano. Vera certo del male; ma c'era anche
di mollo bene , insino a che la Rivoluzione non gli ebbe dispersi. Basterà dire che nel mo-
mento stesso che si gridava al loro sterminio, due insigni Missionari Francescani governavano te
due principali Chiese delle Colonie Portoghesi, Goa e Capo- Verde: Fr. Emakinuele da S. Gaddino
Arcivescovo di Goa, e Fr. Geronimo Vescovo di Capo-Verde. E del primo lo stesso Barrbtto Miraicda
non può a meno di dire, che il suo nome è un nome taìidoto de virtuoso àrzobitpo, a quem em grande
parte he devido o retpeito em que he tido o notto clero ( dell' Indie. ) Al Cunua Rivara, più astioso,
duole la fama che godeva, di dotto e zelantissimo prelato, e la universale venerazione che rìscno-
teva in India e in Portogallo: e non sapendo come morderlo, gitla in mezzo una maligna insinua-
zione, dicendo che fece , si certo , delle ottime leggi per la Chiesa dell' Indie , ma non promosse
abbastanza lo studio della lingua del paese, che, secondo lui, vuol' esser sopra ogni altra cosa; come
se la Missione d' un Vescovo fosse quella di occuparsi di studi fllologici, e non già della salvezza
delle anime ; e da ultimo, che ben s' era occupato dello studio di detta lingua, sino a scrivere una
Grammatica : ma siccome egli, il Cunha Rivara , non ne aveva potuto vedere il Manoscritto, potersi
dubitare se l'avesse veramente composta il San Caldino, o forse non l' avesse rubato 1 Se questo sia amor
del vero, e imparzialità, lo giudichi il lettore. In quanto al Vescovo di Capo-Verde, riferiremo qui le
parole d' un libro ufficiale , che sono gli Ànìialet Maritimos e Coloniaet, publifSo mentuai redigida foò
a direfao da assoclafao Maritima Colonial, fi. 1. Novembre 18i0. L' articolo è un po' lungo , ma vale
la pena di trascriverlo: esso ci fa conoscere ciò che erano le Missioni nelle Colonie Portoghesi, e i
frutti che ha dato l'odio contro gli istituti Monastici ; quantunque lo scrittore non sia punto ad essi
l)encvolo, e si studii di attribuire a loro colpa il male che venne fatto dai loro nemici. Perciò v'
inframetteremo alcune chiuse. L' articolo ha il titolo seguente: Breve» eowtiderafoes sobrea pregofào
do Evangelho na Africa, scritta dal Segretario da Secfao da Marinha Militar.
• A fertilidade dos terrenos (egli dice), as produccoes propri;is de aquellos climas, y riqueza
minerai, a abandancia de niadeiras de conslruc^o, e os niuilos rios e portt>s que ulli tcmos, tud.»
alìanva e forlalecc a idea de podernos lirar «la Africa multo mais provcilo do que ultimamente uos
proviiiha do Brasil, a cuja prosporidade sacriUcanios aquellus dominios africanos, primeiros padruos
ulevantatios pelo valor Portugiioz . . . . Voltando nos para Africa hoje que perdemos o Brasil, ja
achanios de menos muitos portos importanles, e os que nos restain, en tale estado que pouco differe
daquelle ein (jue os descubridores Portiigueses os encontraran, e do muito que oulra ora alti llzemos
fracos vestij?ios restam, apena-s Ironcados documenlos, mas que ainda assim altestam onosso direilo
0 senhorio corno primeiros descubridores e conquistadores os testcmunhos do valor militar ; porquc
a errada politica dcsviou da Africa a attencao do nosso i^roverno, <}uando ja seguro da sugeic<So do^
povos , deveria com a civilisivno dar impulso a a^ricultura, ao commercio e a novegacSo que alii
acliavariamos a^'ora, senJlo tivessemos parado em tHo nobre empenho. (E sin qui ttabenel)
• Consideran<lo a civilisi\^o (esso prosegue) conio a base solida da prosperidade dos povos.
nao vejo algum mais poderoso para o seu progresso do que o cultivo e a pregac3o do Vangelho de
Jesu Christo : so o Christianismo que civilisou a Europa podcra civilizar a Africa .... No apresento
està idea conio um pensamento no\o . . . nHo ignoro os servi\;os preslados pelos Missionarios, man-
dados a Africa nos reinados de Joflo lì, I). Manoel, 1). JoHo 111, e D. Felipe II , e o acerto con que
se foudou 0 Seminario de Santa F«'* en Goa, eos dos Franciscanos en Loanda : (Manco male!). Tambcm
si.'i que se aconsj'llia ao (Joverno a crea^ao de Seminarios de Ultramar; mas da lic3o destas noticias
tenho concluido que, apesar dos l)ons desejos ijue delerminaron aquellas Missoes, os resultados n3o
••orresponderam por dous moiivos.. . a insaluliridade dos climas, a a«;pereza e longiludc dos caminhos.
a ignorancia das diversas linguas dos gentios, e a su jusla reserva e sconflanca, que s5o diflcultades
insuperaveis ... e os sujctos empregados uas Missoes, que erain os que meno virtude e capacidade
tinham. fin quanto al primo motivo, ben noi intendiamo che le caute accennate potevatto riiardan
PURIFICACION .475
{' azione de' Missionarii, ma non già che fossero alla loro virtù insuperabili. La storia dà una solenne
smentita a questa affermazione t In quanto al secondo, è una vera calunnia I Non neghiamo noi che
nelle Missioni si fossero introdotti degli abusi che bisognava riparare : ma dire che tutti i Missionari
erano senza virtù e senza capacità, capeggio, immorali; questo significa voler giustificare l'odio che i
moderni Governi portano agli Ordini Religiosi, e la estinzione a cui barbaramente li condannarono,
mentre si prometteva universale libertà a tutti ; e non sappiamo intendere come nei Tutti non
vi debbano essere anch' essi compresi. ) Tambem se fez o ensajo de educar os Africanos no
reyno, e depois de ordenados, mandalos para as Missoes .... mas nao me parece o melhor espe-
diente ; porque os Africanos, depois de afeitos ao clima de Portugal, e as comodidades de Europa,
de m^o grado voltariam para os sertaos, e con repugnancia se sujeteriam a vida laboriosa dos
Misionarios. (Noi crediamo che ci sia il prò ed il contraj. Para obviar estes obstacalos tenho quc
o mejo preferivel è a creacao de Seminarios ecclesiasticos nos establecimientos de Africa qne mais
proprìos parecam, que nestes Seminarios seian educados e instruidos nas materias religiosas os
lìlhos dos Regulos das nacoes do interior, e alli recebam instrucSo, ec. {Sta bene I ma chi li formerà in
cotesti Seminarti , se non ci mandate Missionarii d' Europa J ) NSo fallerà qucm prefera o commercio
a prega^ao do Vangelho ... 0 commercio corno cfeito, si; comò causa, nao . . . dando comò provas
desta doctrina que sìgo, estas mesmas relacoes commerciaes que temos na Africa e Asia e as que
tivemos ao Brasil; que todas sSo resultados das Missoes. {Dunque valevano qualcosa i Missionarii
Religiosi l Vi hanno creato le relazioni che sin qui conservate con le vostre Colonie! E voi gli avete
estinti! E dite che non sono adattati per le Missioni! J E procurando o testemunho d' outras
nagoes, particularmente da Inglilesa, vejo que o commercio das sus colonias tem crecìdo na propor^ao
do progresso das Missoes, tanto dos Ministros Protestanles comò dos Catholicos Romanos, a quem
d^o protecao nestes traballios. (Come ! i Missionari Religiosi d' Europa non sono adattati per le
Missioni delle vostre Colonie, e invocate l'esempio dell'Inghilterra che li protegge, e ne trae gran-
dissimo profitto ? L' Inghilterra dunque Protestante insegna a voi ; a voi, che vi dite cattolici , e
perseguitate i Missionari cattolici eh' ella protegge ! ) Concorde comigo nas ideas que tenho
ex posto, 0 meu rcspeitavel amigo D. Fr. Jeronimo (ecco il secondo Prelato Francescano, di cui
parliamo) Bispo reservatario de Capo-Verde, fondou um Seminario ecclesiastico na cidade de S.
Tiago de Cabo-Verdc, a sua custa fez costruir o edificio proprio, e com o scu parlicular comprou
uma quinta para fazer parie do patrimonio do Seminario. T3o louvablemcnte empregou este V. Pre-
lado as sobras de su pequena congrua f'Eran questi i Francescani , the U Cunha Rivara e il Bar-
retto Miranda trovarono caduti nelle tenebre della più stupida ignoranza e nel fango della più
vile ahbiezione ! E diciamo i Francescani, accennando a tutto V Ordine loro : perchè da Ordini caduti
in tale abbiezione, non possono uscire uomini della dottrina e della virtù, che essi stessi sono costretti
di ammirare in questi due Figli di San Francesco, de'quali trattano. ) A este Seminario deviam estudar
con preferencia os flltìos dos Regulos e Poderosos do Continente da Africa, para depois de ordenados
voltarcm a suas terras, e alli servirem comò parrocos e pregadores .... mas estes grandes resullados,
que naturalmente se espera van do Seminario de Cabo-Verde, nSo os vio o seu Fundador, porque
apenas nascente, ainda nem bem acabado, fui destruido pelo torrente devastador das innovacoes e
reformas . . . As aulas n3o se abriram , o edificio e a quinta endcvidamente encorporados nos pro-
prios da Na^o, deo-se-les outra applica^ao, ou talvez nenhumaì » {Rene! la conclusione non può
essere migliore per giudicare chi abbia distrutte le Missioni, e quale moralità praticasse il Governo
Portoghese , mentre accusava d' immoralità i frati , e pazzamente li disperdeva dalle Missioni e
dai loro conventi ! Il nobile e generoso Prelato Francescano si priva della sua rendita per formare
un Seminario a benefizio dei popoli d' Affrica e delle Colonie della sua nazione , e U Governo di
Portogallo incorpora il Seminario e la sua dotazione ai beni nazionali, e forse peggio, e lascia perire
Seminario, istituzione, ogni cosa!)
1 lettori ci perdoneranno questa digressione, che può dare molto lume a chi abbia anima
retta e nobile, su la quistione deir utilità degli Ordini Religiosi, specialmente riguardo alle Missioni
nelle Colonie che le nazioni civili d' Europa hanno o cercano di avere neir Asia, o in ACTrica, o
in qualche parte d' America: ed inoltre io non ho potuto a meno di non toccare di questo punto per la
diffusione che ebbero le opere de'due scrittori sopraddetti, e la molta autorità che ad esse si attribuisce.
Io dico che non si può fare e non si farà mai il bene dei popoli con 1' odio a tutto quello che
non è secondo il nostro modo di pensare : la verità e la giustizia vogliono essere sopra ogni cosa.
E qui, se questo nostro lavoro lo comportasse, potremmo produrre autorità e documenti fuori
476. PURIFICACION
d'ogni eecezione in solenne giustiticazione dell' Ordine nostro cosi ingiustamente maltrattato: i quali
documenti , chi amasse conoscerli, potrà trovarne un saggio, per V India, nel GabimU LUUmrto dai
Fontainhat, Publieofoo Mensual redigida peto auodofoo do metmo tUulo, Vokune L Nova fioa,
na imprenta nadonalt 1846 : nel tom. V delle Ohras eompletas do Cardeal Saraita D. Franeiuo di
San Luiz Patriareha de Utboa , precedidat de urna introdufoo pelo Marques de Ksn^m^,
pvblkada» por Antonio Gorrbia CÀLnsiRA; JUsòoa, Imprenta Naeional, 1875: per P AflHea, nella
Hitioria do Congo, obra pottuma do Vitconde de Pai va Makso, sodo efecttvo da Aeadémia Beai
dot dendae de LUboa, pubUeada pela metma Àcademia (docìimentot) ; LUboa, Tipograpkia de
VAcadetnia 1877, e nella Bibliotheea EeelesiatUea ultramarina tom, /. Africa Septenhional ; lÀtboa,
Imprenta .Voetonoi, 1871, dello stesso Autore : e per l' America nella Memoria hislorica e documeniad
a doe àldeae de Indiot do Rio de Janeiro , composta pelo socio effedvo JoaqtUn Norberdo Db Socu
Silva, e laureada na sessao magna de ii de desembro de 18ii, pubblicata nella Bivista Mmestrai de
kistoria e geographia, ou lomal do InsUttUo historico e geografico BrazUeiro, fundado no Rio de
Janerio sob os aìispidos da sodedade auxHiadora de industria nadonal, de baixo da hmwsedieaa
protecfao de S, M, I. o Senhor D. Fedro IL tom, XYIL
Q
532. Quaderno en que se halleran el origen, progressos, y
estado , que al presente tiene este Colegio de Missiones de Propa-
ganda Fide de Nuestra Senora de las Gracias de està ciudad de
Popayan. Agregosele tambien un Manuscripto, que le antecede, en
que hace individuai relacion el R. Padre Jubilado Fr. Fernando
de Jesus y Larrea de las Misiones que hizo ; de la fundacion del
Colegio de Cali ; y de varias otras cousas , que dan mucha luz y
Clara noticia de lo perteneciente a las mas, y pudieran desearse
sobre el origen y fundacion de este de Popayan.
Il prezioso Manoscritto si divide in dae parti : la prima di 36 carte non numerate in i : la
seconda di 46 numerate. Da quella riferiamo la seguente importante nota che si legge in fine :
« En este estado tenia y dexó sns apuntamientos y razon de fundaciones de Colegios de Popayan
y de Cali y de sus missiones, que tilzo el R. P. Jubilado Fr. Fernando de Jesus y Larrea, de cuya
nota, letra, puno y forma es lodo lo antecedente. Llevosele Dios para si por Noviembre del ano de
1723 de edad de 73 anos, y sepultado que fué en dicho su Colegio de Cali, comò tambien se dice
a fac. 27 de este quaderno (della seconda parte) haviendose cometido al R. P. Fr. Joaquin de San
Luis Gonzaga y Lucia por nuestro Rmo P. Comissario de Indias la visita de aquel Colegio, logró
tornar este originai monumento, y dexando copia de el en aquel Colegio de Cali, se traxo consigo
este documento, que se pone en este quaderno comò tan conducente a las noticias que en el se
ponen para perpetua memoria, assi del origen, progressos y estado de aquel Colegio de Cali, comò
de este de Popayan . . . . y porque con el trascurso del tiempo no se carezca de la noticia de la
patria y padres de nuestro R. P. Larrea, summariamente diremos aqui que stendo Oidor de la Rcal
Audiencia de la ciudad de Santa Fé de Bogota del Nuovo Reyno el Setior D. Juan de Larrea, e
a (Ines del siglo passado, se le mando por S. M. passasse de Oidor a la Audiencia de Quito. Caso
alli con Doiìa Thomasa Davalos , familia ilustre. Entre varios otros hijos , que tuviera en fruto de
su bie|^ logràdo matrimonio , tuvioron a nuestro Fr. Fernando, educaronlo sus horrados padres , y
.478 QUADRO
a mas de sa bella indole, virlud y distinguidas prendas cun que la adornò el cielo, puesto que
fué a sa tiempo en el Colegìo de San Fernando dio maestras de su ingenio en el aprovechimento
en la Philosophia y Sagrada Theulogia en que fué graduado. Llamole Dios a la ReligioD. y
respondiendo e la vocacion con abandonar al mundo, y sus esperansas pidió la Recoleccion de San
Diego de Qui lo. Profeso que fué y dando muestra de alto destino a que le llamaba el cielo, k
promovieron sus Prelados al sacerdocio, recibiendo alti, y a su tiempo los sagrados ordenes. Apenas
los recibìó quando comenzó ya a exercitarsc en las tareas de sus Missiones , y demas actos de sa
fervoroso espiritu y apostolico ministerio, comò consta de la serie y relacion que hace en sa ante-
cedente narraccion En este Golegio de Popayan en 20 de Enero de 1783. — Fr. Francisco
Mosquera Guardian. — Fr. Joseph de Sin Joaquin E\-Guardian. — Fr. Joseph de San Angostin
discreto. — Fr. Joaquin Mariano de San Luis Gonzaga Ex-Guardian. — Fr. Diego de la Prubeza
Discreto. — Ante mi Fr. Mariano Joseph del Santissimo, Discreto y Segretario. — 11 titolo poi della
seconda parte del Manoscritto è il' seguente: lÀvro en que te da noticia de ìa fundaàon del
Colegio de Musionet de la Santas Yirginet Clara y Rosa de Pomatque ; da sus proifresiot y
pertecueionet ; de loi $ugetos que han abrattado tati sagrado Instiiuto ; de los varios eontratiempos
que ha tenido el Seminario; de las permutax y transito de los Missioìiarios , ya a la Recoltdoa
de San Diego de Quito, ya al Concento de San Bernardino de Popayan ; de los Capituios que se
han celebrado en el Colegio; y de las cosas notables, que en el han aeaesido en varios tiempot.
Giunge sino ai 1773. Poi vi furono f.itte delle aggiunte fino al 1799. Questa) Manoscritto mi fa
portato in dono dall' Amcrira dal Padre Ottaviu da Fcrestrelle delia Provincia Osservante di San
Tommaso di Torino, già Missionario nella Nuova Granata, dipoi Vice-Ck)mm issarlo della Terra Santa
in Parigi, ed ora Missionario in Palestina.
Sto-». 533. Quadro nominativo dei Missionari Apostolici sudditi Sardi
sparsi nelle Missioni estere delle cinque parti del mondo. Torino ,
dalla Tipografia di Giacinto Marietti, 1857.
Sono 40 pagine in faglio. In questo quadro figura in modo speciale l'Ordine FraDces*:ano ,
non solo di valorosi Missionari, ma di Vescovi e Vicari Apostolici, dei quali nelle note è data una
breve biogralla, e sono rifiTlti alciuanli brani d' interessanlissinie Ietterò e relazioni.
E Simo tra gli altri, Monsij^nor Giovanni Berfjjorelti, Vicario Apostolico nell' isola di Santorino;
Monsignor Luigi Blancis, Vescovo di SIra nell' Arcipelago e Vicario Apostolico della Grecia; Monsignor
Elisio Cliiais, Vescovo Tinenso, Vicario Apostolico del Ken-si in Cina; Monsignor Gabriele Grioglio,
Vescovo Euriense, e Vicario Apostolico del Kan-si in Cina ; Monsignor Perpetuo Guasco, Vescovo
(li Fez e Vicario Apostolico dell' Egittr» ; Monsignor Luigi Moccagalta, Vescovo di Zenopoli e Vicario
Apostolico (li Chan-tung in Cina; Monsignor Giuseppe Novella, Vescovo di Patara e Vicario Apo-
stolico del Huquang in Cina; Monsignor Celestino Spelta, Vescovo di Tliespis e Vicario .\p(jstolico
di Nanltino in Cina.
Tra' Missionari poi ('; notevolissimo il Venerabile Martire • Padre Giovanni di Triora, ditkcrsi
di AllKmga (nella Liguria occidentale), Minore Osservante, Missionario nella Provincia di Hou-Quan;:.
Mentre per nulla contando la persecuzione rlie incrudelivajj^li intorno, adempiva con zelo veramente
apostolico le sante funzioni del suo ministero, fu arrestato il 38 luglio del 1815, ed il 31 dello
slesso mese lrasf(?rito nelle carceri di una città \irina alla sua residenza, hi lo caricarono di
catene cosi pesanti, che non poteva muoversi sotto il peso che l'opprimeva; e lo lasciarono nei
tormenti di (]uesta crudele tortura in tutti i sei mesi che <lun') la sua catti\ità. il i9 affusto venne
Condotto a Chang-cha, città capitale della Provincia, dove i mandarini superiori lo sottomisero a
vari interrogatorii, nei (juali fece prova d'un allo sapere e d'una irremo>ibile fermezza. Vi era
chi si prendeva il barbaro piacere di tormentarlo, costringendolo un giorno a stare in gin(.K*chio
tre o «iiiatt'ore di seguito, ed altra \olta comandandogli un mandarino di calpestar la Croce di
Gesù Cristo. Invece di ubl)idire a questa intimazione, manifestava con energia 1' orrore che ave\a
di un simile delitto. Allora i sjtldaii il presero e lo coslrin'iero con la forza a passare su questo
venerabile .segno di nostra redenzione, ed egli protestava gridando contro la >iolenza che gli face-
Nano, e prendendo Dio e gli uomini tutti a testimoni che la sua volontà non partecipava di alcun
QUARESMIO 479
modo a quest' atto empio ed iniquo. Si stancarono finalmente i carnefici di tormentare questa vittima
coraggiosa, che non era mai stanca di sofTHre pel nome di Gesù Cristo ; onde per dar fine a tante
carneficine, si condannò il pio Martire ad essere strozzato. Egli soffri questo acerbo supplizio
unitamente a tutti gii altri, il 13 febbraio 18i6, con tutta la pazienza e tutto il coraggio d'un
cristiano eroe. •
Qualche anno f!a, mentre io era in Roma, Monsignor Celestino Spelta, con autorità della Santa
Sede, ne trasportava i preziosi avanzi dalla Cina nella suddetta città, che vennero deposti in un
luogo di onore nella nostra chiesa di Santa Maria di Araceli.
534. QuARESMio. — Historica, theologica , et moralis Terrae
Sanctae elucidatio: in qua pleraque ad veterem et praesentem
eiusdem Terrae statum spectantia accurate explicantur, varii
errores refelluntur, veritas fideliter exacteque discutitur ac com-
probatur. Opus non tantum ad Terram Sanctam proficiscentibus ,
sed etiam sacrae Scripturae studiosìs et divini verbi praeconibus
utlissimum. Auctore Fr. Francisco Quaresmio Laudensi , Ordinis
Minorum Theologo, olim Terrae Sanctae Preside ac Commissario
Apostolico. Antuerpiae, ex Officina Plantiniana Balthasaris Moreti,
M. DC. XXXIX,
Sono due volumi, in foglio grande reale : il primo di XXX-924 pagine, e 49 carte non numerate
& Indici ed Elenchi; il secondo di pagine Ì0i4, e 60 carte non numerate d' Indici ed Elenchi. È
opera classica, la più dotta ed importante opera che sia stata scritta sopra la Terra Santa, ed oggi
fatta rarissima. Qualche anno fa , un esemplare non costò meno di 600 franchi ; ed è opera
ricercatissima. Di questi dì ho ricevuto un Manifesto di Venezia, che ne annunzia una nuova
edizione, curata dal Padrn Cipriano da Treviso Commissario della Terra Santa fra' Minori Osservanti
di quella Provincia; dummodo (egli dice) sufficientem numerum subicribendorum inveniam, E dà
ragione della sua impresa con le parole seguenti, che fanno conoscere il merito dell' opera.
« Hujus Operis meritum et excellentia tanta est, ut verbis nequeat declarari. Si liber quilibet
perfectus censetur cum suo titulo respondet; hic, licet juxta temporis stylum multiplicì nec non
enucleato titulo exhibeatur, materiam atque doctrinam quae titulum ipsum valde exsuperant,
praesefert.
« In primis enim omnia ita copiose et erudite in eo pertractantur, ut in palaestinologia omnium
librorum facile princeps ab erudi tis habeatur.
« Et sane inter plusquam auctores octingentos qui post Quaeesmium de Terrae Sanctae rebus
scripserunt, si paucos excipias, fere omnes non solum Auctoris nostri Opus summis laudibus
celebrarunt, verum ab eo veluti a copiosissimo fonte multa hauserunt, ejusque auctoritate quaestiones
plurimas hìstoricas et topographicas enodarunt.
« Ex quo patet perutilem esse hunc librum omnibus qui orientalibus et praesertim Terrae
Sanctae studiis applicantur: geographicis enim ac etnographicis notionibus refertus, profunde discutit
quidqnid ad historiam hujus celeberrimae regionis pertinet. Terrae vero Sanctae statum sui temporis
Auctor accuratissime describit, studio ac labore, ut ipse fatetur, tredecim annorum, suaque repetita
vìsitatione et experientia, aliqua etiam addens de Syria et Aegypto.
« At non solum Palaestinologis summo in pretio retincndus, sed insuper cactcris qui cupiunt
pleniorem Sacrae Scripturae intelligentiam adipisci. Mirum sane est quot quaestiones biblicae per-
difficiles et fere inextricabiles ejus auxilio solvantur, quasque celeberrimi ipsi commentatores vel
intactas reliquerunt, vel falsis locorum notionibu.s innixi magis magisque obnubilaveruut ; proin-
deque non solum confert ad jucundiorcm Sacrae Scripturae scientiam, sed quod magis est, ad ejus
veritatem ultro slabiliendam et vindicandam, atque ad Qdei dogmata theologice deroonslranda.
480 QUILES - gUJNTANILl.A
« Ex quo denique flt quod cam Sacra Scriptura praecipuus sit fons, ex qao verbi divini
praedicatores sua argumenta depromanl, ad ea quae (Idei sunt et chrisUanae moraliUtis popolo
lìdei insìDuanda, cumque PalaesUna theatrum sit gestorum tum prophetarum , tom ipsius Chrtsti
Domini, evidens est ex pleniore et certiure notitia Sacrae Scriputurae, ac Teme promisskmis
locorum maximum emolumcntum sacris concionatoribus liinc exliibcri.
« Sed qaod magis interest, Auctor summa patientia, in apposito elencho , ordinaUssiine ex
materia ipsa suae tractationis ea omnia collegi! quae ad formandas conciones prò quolibet festo die
necessaria sunt ; exliibens scticma cujuscumque concionis, in commodum praesertim eorom, qui io
in cura sunt animarum, praeter triplicem indicem amplissimum quo opus suum ditavi(.
« Porro hujusmodi lil>er quem tanti faciunt eruditi , impressus fuit Antuerpiae anno 1639
duobus voluminibus in folio, nec amplius recusus, adeo ut hodie rarissima sint ejusdem exemplarìa.
Dee amplius venalia, licet summo pretio, prostent.
« Illa autem prima editio non tam copiosa fuisse patet ex eo quod in multls bibliolhecis
desideratur.
« Praecla rissi mus M igne illam denuo typis committere optasset, nisi ejus officina typogrmphica
incendio periisset; ali! vero typographi inutilia desideria patefecerunt, perterriti forsan expensis ob
tantam molem voluminis, nam opus complectitur plusquam duo millia paginanim in follo,
« Verum hodie excito amoro orieutalium studiorum , auctoque incrodibiliter numero eonim
qui Palacslinologia delectantur, nostri Auctoris desiderium magis in dies augeri non dubie patet
« Statim enim ac reimpretiionem alterius hujus generis rarissimi libri, nempe: BanifàeU de
Ragutio, De Perenni cuUu Terrae Sanctae curaverim, cui prò appendice addidi copiosum indleem
bibliographicum Scriptorum Terrae Sanctae, non pauci eruditi ex Italia, Gallia , Hispania , Belgio,
Anglia, Germania, nec non ex ipsa America, ad novam Quaresmii editlonem aggrediendam me
excitarc coeperunt
« Quibus permotus, eam libenter paratus sum molirì, dummodo sufficientem tubscrlbendcrum
numcrum inveniam. •
jfa. 535. QuiLES. — Al Exmo S. Conde de Frigliana del consejo de
Estado y Gabinete de S. M. y Presidente del de Indias B. R. S. M.
Ff. Andres Quiles Galindo, Lector Jubilado y Procurador general
de las Provincias de Indias de San Francisco.
Manuscrilto di 26 pagine in foglio, dove l' Autore dà unagoneralt> descrizione delle Indie, special-
mente della Nuova Spagna e della Florida. Appartiene alla biblioteca dell' Accademia di storia di Madrid
Ab erica
Airica
^-'P' 536. QuiNTANiLLA. — Oranum Ximonii virtute catholicum: seii
de Affricano bello, in Tremezenii ro^j^no sub servi Dei Francisci
Ximenos de Cisneros 8. R. E. Cardinalis protectione per 152 annos
continuato. Liber unus ex vetustis, recentioribusque monumentis
haustus a Patre Fr. Petro de Quiirtanilla et Mendoza Complutensi
Ord. S. P. Francisci de Observantia consecrat. dicat. et donat.
Serenissimo et in utroquc Orbe potentissimo Principi Fhilippo
Balthassari. Anno 1(558. Itomae, per Franciscum Monetam, Supe-
riorum pennissu.
Vn volume in V granile, di 38 carte preliminari non numeralo e 253 pagine. Libro imixjrtan-
lissìmo por la storia delle Missioni Francescane d' AfTrir.i e della Terra Santa. .V è un esemplare
nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
QUOTIDIANA ASI
v^p«
— Archetipo de virtudes , expexo de Prelados el venerable
Padre y Siervo de Dios Rrancisco Ximenes de Cisneros. En Palermo,
por Nicolas Bua, Impressor del S. Officio de la Inquisicion, ano de
1653. Con licencia de los Superiores.
Un volume in foglio, di i5 carte preliminari non numerate, altre 22 parimente preliminari,
e 360 dell'opera,
— Archivium complutense, Registro universal y autenticas
glorias de la vida inculpable, virtudes, milagros, y singulares
hazanas de nuestro supremo Prelado y venerado Senor D. Fr.
Francisco Ximenes de Cisneros, ec.
Un volume parimente in foglio , di i49 pagine, aggiunto al precedente, e stampato nello stesso
luogo e anno , come consta dalle seguenti parole in flne : En Palermo» por Nicolas Bua, fmpressor
del Santo Ofiiào de la Inquisicion , ìi. DC. LUI. V esemplare eh' io vidi di queste due opere del
Quintanilla, trovasi nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
L'Autore nel libro III dell' i4r<;/u!^tpo a pagine 203 descrive con queste parole il solenne rito
religioso compito dal Ximenes in Orano. « Desdc 1' Alcazava fué ( procesionalmente ) a la Mesquita
mayor .... puriHcola . . . y la que havia sido tempio de Mahoma consagrò a Maria SS. Madre de
Dios, con el titulo de Santa Maria de la Victoria y de su SS. Annunciacion. Y dizo si la priqfiera
Missa de Pontiflcai a lo mas del exercito christiano, en hazimiento de gracias. Dispuese luego
otros altares, y fueron celebrando sus sacerdotes, porque todos cumpliesen con el precepto de
Domingo. Acavada la solennidad, siguió la procesion a otra Mesquita, donde fueran muertos
innumerables Moros: puriflcola asimismo, y consacrò al Apostol Santiago patron de Espana, y
dicha la ultima oracion , se dixieron en ella muchas Missas .... Retirose el Siervo de Dios al
palacìode Alcazava, y en acabando de comer, Uamó a los Gondes Maesses de Campo, capitanes y
otros soldados quo so havian aventurado a los demas, y repartió con particular piacer gracia y
liberalidad los despojos que havia con el . . . . Acompanole lo mas noble del exercito y su casa, y
en otra Mesquita, o palacio principale dedicò y consacrò a S. Bernardino de Sena un Ospidal para
que en el se curasen los soldados desta plaza. Dotole de crocida renta, y dexò vastante numero de
sacerdotes que les administrassen los sacramentos. Fundò alli mismo dos Conventos, el un de S.
Domingo, y el otro de S. Francisco. . . . ambos a dos le labro la casa, y antcs de partirse de Oran
dexò consagradas sus yglesias, y despues desde Espana les remetiò todo el necessario para sus
comunidades, recados de Sagristia y provision para sus officinas : y las limosnas que les dava eran
tan grandes, que sustentavan cada Convento a 40 Religiosos. Oy (1653) tienen menos, pero son
estos Monasterios de mucha utilidad en aquella provincia ; pues no solo confessan y predican a
los catolicos, sino que con sus santas costumbres sus Religiosos convierten muebos infleles a
nuestra fée; y cada dia les da cspiritu en la tierra adentro de predicarla y padecer martyrio. » Ciò
vuol dire che nel 1653 le Missioni Francescane neli' Affrica settentrionale continuavano Aorentissime.
537. Quotidiana processio quae, finito completorio, in ecclesia
praecursoris D. Joannis Baptistae in Montanis Judeae, a Fratribus
Minoribus S. P. N. Francisci celebratur. Venetiis , 1786.
Così nel Catalogo della Biblioteca di Carlo Escalopier.
3t
R
JA.
BmdU
538. Radvich. — Lettera del Padre Fr. Michele Radvich, Custode
e Commissario Visitatore della Bosnia Argentina al Gran Duca di
Toscana.
È neir Archivio Mediceo di Firenze, filza li 16, e ha la data di Macarsa il SO maggio 1681
Fauna relazione al Gran Duca dello stato di quella Missione. « In queste parli (egli dice)i nostri bno&i
cristiani, eh' erano sudditi del Turco, fanno grandissimo profitto contro V inimico connune, e som
continuamente da* miei Religiosi parrochi inanimiti ed assistiti; et però anch'io vado circospetto
visitando la Provincia, clie abbraccia tre mila miglia, cominciando in Dalmazia, e Unisce inTrao-
sil Vania, comprendendo la Bosna, Buda, Belgrado et tutta l'Ungheria, che è sotto il Turco. Nelli
luoghi nuovamente presi alli Turchi io ho messi Parrochi e Cappellani, i quali celebrano nelle loro
già moschee . . . Ultimamente è stata presa la considerabile fortezza di Duare addi 31 di aprite, d0v«
io ho posto cappellano il mio compagno, eh' è stato meco a Roma per le lingue Italiana eMllirica.»
Amministrava in questo tempo il vescovado di Scardona vacante il venerando Francescano Fr.
Mariano, Vescovo di Macarsa, di oltre 80 anni, I' un luogo distante dall'altro più che 150 miglia:
prega il Gran Duca clie s' interponga presso la Santa Sede , affinchè venga dato il proprio pastore
anche a Scardona; « essendo que' poveri cristiani quasi abbandonali, giorno e notte con le arme
insanguinate contro i Turchi. > Di questi Missionari Francescani della Bosnia, e propriamente di quelli
che lavoravano in questo tempo nella città di Belgrado, incontrai notizia in una lettera originale
di Michelangìoli Tilli, nella Corrispondenza di Levante che è nell'Archivio Mediceo di Firenze,
ed ha la data del 7 ottobre 1683. « È Belgrado (egli dice ) bella città, ma l' està sottoposta a mntaziuoi
d' aria non troppo conTacevoIi agli abitatori e particolarmente per quelli, i quali habitano più accosto
alla Sava et al gran Danubio, luogo più basso del rimanente. Questa ha belle contrade al pari
dell' altre città sottoposte al Gran Signore. Li casamenti sono una parte all' uso tedesco, e parte
all'uso turco: le camere sono con la stufa per difendersi meglio dai rigorosi freddi. Gli abitanti
sono di diversa religione: il maggior numero ò di persone che vivono in forma di Greci scismatici:
secondariamente quello de' Turchi; in terzo luogo degli Ebrei; in quarto luogo de* cattolici romani
Sono moltissime le moschee, e due sole chiese, una greca, e 1' altra latina. In questa sono perma-
nenti tre sacerdoti Osservanti {Francescani), i quali hanno gran cura di circa poco più di mille
cattolici, che quivi si ritrovano. Quando escono dal Convento depongono o coprono l' abito eoa
vestimenti alla Bulgara, ed in particolare quando va un semplice Frate con un servente con lampiow
sotto la pelliccia a sacramentare qualche ammalato. Oltre al parlare Turchese^, da Sofìa in qna
stilasi la lingua schiavona, a segno che nel cantare la Messa le feste comandate, tali Padri 06^^
vanti, dopo che il sacerdote celebrante ha letto l'Epistola e l'Evangelio latino, il. cherìco ctfta
l'Epistola in lingua schiavona, e il sacerdote replica l'Evangelio nella stessa forma, avendo tn
Messale tratto dal Ialino in idioma illirico, mi dicono da San Girolamo. •
RAGUSA - RAMIREZ ASò
539. Ragusa. — Carta de Fr. Bonifacio de Ragusa, Custodio da
• Terra Santa, a el-Rey de Portugal.
È datft dal sacro Monte Sion il di 20 di gennaio 1558. Importantissima. Trovasi nell' Archivio
della Torre del Tombo di Lisbona. Originale.
^. 540. Ragusinus. — Liber de perenni cultu Terrae Sanctae ac de
* fructuosa peregrinatione , auctore Bonifacio Stefano Ragusino,
Ordinis Minorum, Stagni Episcopo. Venetiis, Guerraea, 1573.
Un volume in 8, dedicato a Papa Gregorio XIII. Rarissimo. Ma credo che di quest'opera siasi
fatta ultimamente un' edizione per cura della nostra Commisseria della Terra Santa in Venezia.
p. 541. Ramirez. — Breve compendio de toto lo que debe saber
** y entender el Christiane, para poder lograr, ver, conocer y gozar
de Dios nuestro Senor en el cielo eternamente. Dispuesto en la
lengua Othomi y costmido literalmente en lengua Castellana.
Por el Padre Fray Antonio de Guadalupe Ramirez , Procurador
Apostolico, y Ex-Guardian del Apostolico Colegio de Propaganda
Fide de N. S. P. S. Francisco de la ciudad de Pachnca. Quien
por decreto del venerable Concilio Provincial IV, expedido el
dia 17 de agosto de 1771, formò un Cathecismo breve en lengua
Othomi, el que ( en parte a que dieron lugar las incidencias del
tiempo ) fué visto, examinado y aprobado por los senores sinodales
de diche idioma, nombrados por el mismo Venerable Concilio.
Haviendose tenido sobre la materia sesiones particulares en el
Palacio Arzobispal, comò consta de sus actas: en las que igualmente
se acordó, el que siempre, que se dieso a la estampa diche Cathe-
cismo , y se encorporase en el alfabeto de diche idioma, para que
se pudiese leer sin error. Impreso ex Mexico , en la Impronta
Nuova Madrilena de los Herederos del Lic. D. Joseph de Jauregui:
en la calle de San Bernardo, ano de 1785.
Un volume in 4» di 8 carte preliminari e 83 pagine. Libro stampato con caratteri appositamente
fusi per esprimere i diversi signillcati della lingua Othomi, che non hanno riscontro nella Castigliana.
— Epitome de lo que debe saber y entender el Christiane,
para que pueda conseguir, veer, conocer y gozar Dios eternamente
en la gloria. Compendio que yo Fr. Antonio de Guadalupe
Ramirez, forme en el idioma Othomi, y literalmente construi en
la lengua Castellana, que oy corre en el publico con las licencias
N.
484 RAPINE - HAZON
necessarias : para que los enfermos, catequizandos, viejos y mdes
de dicho idioma, puedan conseguir su necessaria instruccion con
menos trabajo. En Mexico, en la Impronta Nuova Madritena, en
la Calle de San Fernardo.
Quest' opuscolo è senza data, e il lesto è in sola lingua Othomi a 3 colonne.
**«v- 542. Rapine. — Histoire generale de l' origine et progrez des
Freres Mineurs de San Francois, vulgairement apellés en Franco ,
Fiandre, Italie, Espagne, RecoUects Reformes ou Dechauxes, tant
eu toutes les Provinces et Royaumes catholiques , come dans
les In des Orientales et Occidentales, et autres parties des noveaux
mondes. Composée par le Pere Charles Rapine, Provincial des
RecoUects de Paris. Divisée en douze decades d'années depuis
1486 jusques a T annego 1630. Precede d' un Memorial de TOrdre
des Freres Mineurs depuis 1206 jusqu'eu 1500. Paris, 1630.
Un volume in 4, di 3 carte preliminari non numerate , e una Preface^ e una Introduetion à
V histoire di 3i pagine, e alla Si una incisione di San Francesco, a cui fanno seguito, decadi*
l>er decade, in cui T opera è divisa, molte altre de' principali Santi e Martiri dell'Ordine, che noD
sono senza pregio. I^ narrazione poi seguita dalla pagina 3i sino alla 714. È libro assai raro, ed
importantissimo, e dirò anche necessario per la storia della nostre Missioni, di cui vidi un esemplare
nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
— Deux additions a V histoire chronologique de la Province
des RecoUects de Paris jusqu'en 1688.
Sullo parimente in 4, e le vidi a;:jriunle e legato in line dell' est'inplarc dell' opera ^op^a citata.
A^ìh
M». 543. Razon do las Missionos del Imperio de China a que tiene
deroclio osta Santa Provincia do San Gregorio , por haberhis
mantonido, y fundado, hasta ci tienipo de la persecucion «general,
que padocierou en dicho Imperio.
Pubblico qui (lucsta breve, ma interessante memoria, inviatami fra molte altre da' nostri Padri
di Manila nelle Filiitpine.
Provincia de xantl'ng.
Kn Chy-iianfu MelroiMili de dirha Provin<Ma habia anilfruamonte una Iglesia del litulo de Nucstra
Sefiora de los Angeles, la quo fm* dcstruyda en el tienipo «le la i)ersecnrion ; perù aura se conserva
una casa bastanti-mente capaz para ailiniutstrar conio tresoientos ohristianos, que perseveran vu
imcslra santa Lev, En las Ahleas pertenescientes a bis villas Sinbieii, y Xauiuen dus pequefias
atlministrarioins, pertenericnits al Ministro de ('liy-Nan. Advirrtes»', que en inucbas Aldeas y villaN
ay clirisliandadrs, y no ay l;riesias, ni oasas seguras para la administraoion.
En l'I pueblo de Chy-nin-(jlieu tenenios casa ron la advocacion de SS. Nombre de Jt^us.
En Ching-cheufu casa con la advocacion de Santa Ana, y los cbristianos son treinta y vnr,
fuera de los parbulos.
RAZÒN 485
fin la ciudad de Jeucbeufu habia casa aules, uy no ay christiaiidad, y por cuusiguiente se
ha perdido la casa.
En la ciudad de Tay-grancheu ay una pequefia casa, qae la visita el Ministro rara vez por las
diflcultades que ày, y Ics christianos son muy pocos. El P. Fr. filathias Alcazar logrò el entrar, en
dicha ciudad, este ai!o de sesenta y tres, dexò Misa, se confesaron veinte personas, se reconciliaron
onze apostatas, y baptizò nueve parbulos.
En la villa de Xeu-Kauang tenemos casa mai buena, y corno ochenta xpUanos fuera de los
parbulos.
Provincia db Kuangtung.
En la ciudad de Canton tenemos una Iglesia de Nuestra Senora de los Angeles dentro de la
ciudad, y otra fuera, de nueslro S. P. S. Francisco, que se abandonaron en el tiempo de la persecucion,
y oy suple por Iglesia en donde se celebra, y hacen los Sacramentos. Las chrisliandades de està ciudad
estan muy dec;iidas por falta de Ministros: por que ci P. Fr. Joseph Sensio que cuidaba de estas
chrisliandades no puede yà por sus achaques, y ancianidad, aunque cuida de ellas un Sacerdote China.
Provincia db Kuang-tuno.
En la ciudad de Canton una Iglesia de Nuestra Senora de los Angeles extramuros , y otra de
nuestro S. P. S. Francisco extramuros. Està a sido el consueto de todos los Missioneros de China,
y no ay gremio, que no aya recivido algun beneficio en dicha casa.
llem. Tres Iglesias para los Lazarientos en las Aldeas vezinas.
Item. Dos Iglesias para las mugeres en las cercanias do Canton. '
En la ciudad de Hoyccheu casa y Iglesia de Sant' Antonio se Padua y otra para las mugeres
con la advocacion de la Pastora.
Item. En las Aideas pcrtenccientes à està ciudad tres Iglesias.
En la ciudad de Chào-chSo casa y Iglesia. En las villas de Changpughien , y Chyngiiayhien
casa para el Padre Ministro.
En Haymucn-so Iglesia y casa de administracion.
En la villa de Tung-Kuon casa e Iglesia.
En la villa se Xungte casa e Iglesia con el titulo de San Bernardino.
En los Aldeas de su distrito, qoatro Iglesias pequenas.
•
PROVINCU DB KiANSYO.
En la ciudad de Man-gan-casa e Iglesia con la advocacion del Patriarcha San Joseph. V para
las mugeres con ci titulo de la Virgen.
En las villas do Ningfù y Hyn-Chyeu pcrtcnecientes a Kancheu una Iglesia.
En la ciudad de Kicu-gran una casa e Iglesia de San Juan Baptista.
En las villas de Yuan-gran, y Lucyg-hieng casa e Iglesia.
PrOVINGU db FO-KlEN.
En la ciudad de Xaovug, casa e Iglesia.
En la villa de Kien-ning, casa e Iglesia de Nuestra Seuora de Guadalupe.
En la villa de Chian-Lò, casa e Iglesia del Archangel San Miguel.
En la villa de Ning-hoa, Iglesia.
En la villa de Kieng-LicuS, una Iglesia pequena.
ESTADO PRESENTE QUE TIENEN LAS HISSIONBS DESTA SANTA PROVINCIA BN LAS RBRRIDAS
DE China, t razon db las Iglesias y christiandades que conserva.
Provincia de Xantuno.
Aunque las christiandades hàn padecido mucho en todas las provincias de China , en està
han sido menos las persccuciones, y conservan mui floridas christiandades.
/m
HAZON
En la metropoli de està Provincia quo es Chy-nanfù manlcDemos una casa, qae sinre de
Iglcsia para la administracion de los santus Sacranientos, y enseHar la Doctrina ChrbtiaDa. La
Iglesia quo antcs habia con ci titulode NuestraSeilorade los Angeles la tienen ocupada la MaDdarines.
Los christianos de osta ciadad son cìento y calorze. En las \illas, y Aldeas del Goviemu de està
ciudad ay maior numero de christianos por la maior seguridad que gozan cq las publaciooes
inferìore.s corno se manifesta en Iìls villas Sin-hien, y Kao-tuen, que cada una de ellas ascieodc
al numero de la ciudad, pero no tenemos casa en alguna de ellas, porque eo la casa mas capai
de alguno de los christianos se ios ensefìa la Doctrina, y administran los saulos Sacmnentos.
Finalmente Iglesia propriamente tal no la ay no solo en està Provincia, pero ni alguna otra de las
quinio que componen el Imperio de la China.
MlSSIONEROS DE ESTÀ PROVIN'CIA.
El Padre Fr. Mathias Alcazar Predicador y Missionero Apostolico tiene de cdad quarenta y
nueve anos. El Padre Fr. Ruenaventura de Astorga Predicador y Missionero tiene de edad quarenta
y ocho anos. Este Religioso saliò de aqnellas Missiones para venir a vot^ir, y tratar negocios de
importancia pertenecientes a las clirisliandades de aquel Imperio, en el capitalo que se celebrò el
veinte y cinco de mayo de oste presente ano en està santa Provincia.
Christiandades de la provincia de Xantitng.
Christianos
S139
Apostatas reconci lados en
los anos de 63 y 64
130
Niuos baplizados en los
dos anos
30i
Todos
2571
En està Provincia se necosilan cinco Religiosos por lo distante de las poblaciones, y pcirqne
es mui rara la «luo uo tiene rhri«*tiandados ; por cuia causa y la de no haber operarios se Iiallan muy
alrasadas las conversioncs, Ci)ino consta de los ultimos informes de los Missioneros de aiiucl Imperio.
Provincia de KuANC-TUXfi.
En la riudad ile Cinton no à (piecl.ido yà Ij;Ì(nì;i al;;una ni fuera de sus muros, pero conserva
el Mi^isionero dr o>la l'ruviin'ia una rasa «mi jus arraltaN-^ dr la riudad, en la que ensefia la Diiolrin.i
Chrisiiaiia, y adminislr.i ius ^iint.K Sacnniiiitt^s. La nj.iior parie de las rhristandades de esii
Pro\incia rr<ide «n Ia>< villas di' Tun;,'-Ku<iiiir. y Xuiijiié: ay eri rada una, una casa (jue sirve »:.
oratiirlopara iamlniiiiislnifiuii de los sarHos Sacranimtus. Kn las Aldeas del distrito dee>tas dos \illa-
a> mui'lios (*hri.>liaiioH: mas la falla dt? Minlstros es la rausa de quo eslas ohrisliandades nn esien
muy adrlanladas. Kl Patire Kr. Joseph Si-nsio Predicailor ApostuH(N) , y Comissario Pro\iihMal.
halland<»e roii seteiila afios ile edail, ear;:adit de ai'haques, y de quarenta afios de Missione^ vivas
en esla Prj\ii)'Ma, se reijró iinposibiljiid») a la cludail y enfenneria de Macao, dexando un substituti>
en su Iu;;ar, que ouida y asiste de dichas ehristìandades.
Missionero de l\ provincia de Kl'ang-tcng.
El SeiTor Presbìtero Don Matheo Ly de nacion China, a quien se le dà la mitad del estì pendio
del Rey Nuestro Seflor, y la otra mitad sirve para la manutencion de el R. P. Fr. Joseph Sensiu,
rpie se balla imposibilitado. En està Provincia se necessitan tres Religiosos.
HAZON
ÌÌ87
Christiandadbs de està provincia.
En los Arrabalcs de Canton,
Chris tianos.
335
Ninos baptizados
103
Àpaslatas reconciliados en
los anos de 63, 64.
Si
NiSas rescatadas , que se ba-
ptizaron y criaron en Macao.
11
Provincu de Kianstg.
En las Aldeas y Villas
christianos.
3376
Ninas baptizadas.
46
Todos.
2633
160
En està Provincia, que es la que tiene las chrisliandades mas dispersas, tenemos cinco casas
en las villas, y Aldeas de Kan-Keù, Ning-Fù, Hing-Kué, Kie-Gan, Vuàn-Gan, y Lungciaen, para
administrar la Doctrina Christiana, y sanlos Sacramentos. El Ministro Missionero a culo cargo estàn
las christandades de està Provincia, es el Padre Fr. Bernardo de los Santos, Predieador, Comissario
Provinciul, tiene de edad quarenta y ocho aiìos. Este Religioso padeció persecacion el ano de sesenta
y tres tolerando muchos trabajos, azotes, prisiones, y ultimamente el desterro en la ciudad de
Macao, en la que permaneció basta principio de este de sesenta y cinco que se restituyó a entender
en aquellas christiandades. En està Mission se necesitan cinco Relìgiosos.
Christiandadbs db està provincia.
Xptianos de toda la
Provincia
9141
Apost&tas reconciliados.
9
Ninos baptizados
563
En la provincu db Fu-Kien.
Està Provincia ha sido la mas persequida , comò consta por el martirio del Venerable SeSor
Don Fr. Pedro Sanz Obispo Mauristrense, y sus quatro companeros Religiosos Dominicanos, en ella
tenemos quatro casas en las villas de Xaovù, Kien-ning, Ching-Lo, Ning-hoà, y Ghin-Lieu para la
administracion de los santos Sacramentos y ensenar la Doctrina Christiana.
En està Provìncia asisten el Padre Fr. Thomas del Santissimo Sacramento Missionero, tiene
de edad quarenta y tres anos, y el Padre Fr. Salvador de Valencia, Pedicador Mùssionero , tiene de
edad quarenta y un ailos. Se necesitan dos Religiosos.
Christundades de està provincia.
Christianos.
5536
Apostatas reconciliados
346
Ninos baptizados.
311
En la ciudad de Macao.
El Padre Fr. Joseph Bomey, Missionero Apostolico de quarenta aSos de Mlssion en China, y
de sesenta y cinco de edad, y el Padre Fr. Joseph Sensio Pedicador, estos dos Religiosos sobre hallarse
tan canzados de Missionario en China , y con su larga edad, hacen notable fnito en los Chinas que
alU esisten comò consta a la razon de las almas, que hàn admiministrado en este ano passado de
64. El Padre Fr. Martin Palau Procurador de las Missiones de China, tiene de edad quarenta y cinco
anos.
Christianos que se
han confessado.
398
Apstatas reconci-
liados.
37
Ninos baptizados.
905
Ninos rescatados.
16
488
REA - REBOLLEDO
ReTXO db GOCHlNCHIlfA.
En la ciudad de Kankao el Padre Fr. Francisco Hermosa, Comissario Provinciil, tiene de edad
cinquenta y tres anos. £1 Padre Fr. Juan de la Goncepcion, tiene de edad quarenU y Duere aSos.
Estos dos Religiosus curren las adminìstraciones , y dilatadas christiandades del reyno da Camboja,
adonde se perniile publicamente la Doctrìna Christiana, y assi ticnen quatro IgleBias poblicas en
Kan-Kao, Honchon, Yancù, y Hon-Dat, adonde concorren muchos Conchinchinas.
CURISTIANDADBS DB BSTB RbTNO DE CAXBOJA.
Kan-Kao
Honchon
Yancù, xptianos.
HoD-Dat, xpUanof.
Xplianos.
Xptianos.
965
307
in
506
Apostatas reconci l
Apostatas reconcil.
Apostatas reconcil.
Apostatas reconciL
30
11
000
000
Nifios baptizados.
Niiios baplizados.
Ninos baptizados.
NiSos baplixados.
149
67
56
88
En el Reyno de Gochinciiina t su Provincia mas Austral llamada Saioxon.
El Padre Fr. Diego Jumilla, Prcdicador y Missionero, tiene de edad trointa y nueve aOos.
Christundades de està Provincia.
Xptianos.
S358
Apostatas reconciliados.
26i
Ninos baptìzados.
i07
Todos.
S826
Skifnp.
Aiiitrìca
544. Kea. — Chronica do la Provincia de S. Fedro y S. Fabio
de Mechoaean, compuesta por Fr. Alonso de la Kea, de la Orden
de S. Francisco. Mexico, Viuda de Calderon, 1043.
l'n volume in 4. Libro mollo raro, che non mi riiisd d'inconlrare in alcuna Biblioteca. Mi
pan^ chi' molti anni fa no valessi un csomplire nrlla nililiolo«'.i del nostro Convonli> di Spagna
de'Sanli <Juaranla in Uoma; ma non no son rcTlo. Aih'Iu' tlobho av\«'rtln\ che in tUITtTonli Biblio-
gralle l'ho tri>vala «itala col nomo «>ra di Alonso» ora di Bernardo: credo che sia scambio di nomo,
e non due (tonache 1' una distinta dall' altra.
»rfip.
545. Reholledo. — Chronica de nuestro Serafico Fadre San
Francisco y su Apostolica Orden , por el Fadre Fray Luys de
Ilebolledo de la misma Orden Fredicador en Sevilla y Frovincial
de la Frovincia de Andalusia. Impressa en S. Francisco de
Sevilla, por Clemente Hidalgo, ano de 1603.
Sono due volumi in foglio, e due Parli. Nella pubblica Biblioteca di Barcellona trovai la parie
Ih che è rjrca di molte notizie delle nostre antiche Missioni. L'altra non mi venne veduta in
itessuna Bibliol(>ca.
RBGIT - RELAGAM ASQ
— Libro de la Regala y Constituciones generales de la
Orden de nuestro Padre Sant Francisco de la Observancia. Con
las exposiciones de los Pontifices : y Letras Apostolica^ a cerca
de la recepcion de los Novicios, y mas la forma para darles el
habito y profession. Dedicado al Rmo Padre nuestro Fray Pedro
Gonzales de Mendoza, Comissario General mentissimo de toda la
familia Cismontana. Aora nuebamente buelto a imprimir y ana-
dir las Constituciones que feltavan , y otras cosas por el mismo
Fray Luys de Rebolledo, que las a impresso otras veces. En
Sevilla, por Clemente Hidalgo. Ano de 1607.
Un volume in foglio di due carte prelimìDari non numerate, e altre i3S. Tra P altre, yì sono
le Constituciones y Tobias dei Capitoli Generali di Salamanca, i553.— Di Valladolid, i565. — Di Roma,
1571.— Di Parigi, 1579.— Di Roma, 4687.— DI Valladolid, 4593. — Di Vittoria, 4596.— Di Roma, 4600.
— Di Toledo, 4606. —Stampa rarissima, posseduta dal Molto Reverendo Padre Antonio Monterò, Pro-
vinciale degli Osservanti di Andalusia, ctie in Siviglia la pose a mia disposizione. Le tavole dei
Capitoli (come si facevano allora) sono un tesoro per la Storia delle Missioni e delPOrdine, riferendovisi,
tra Taltre cose, il nome e le notizie di tutti que' Religiosi clic da un Capitolo all'altro eran morti o
tra' popoli pagani, o tra gli eretici e scismatici, per la diffusione della fede e in difesa della cattolica
Chiesa. Debbo aggiungere con grande mio dolore, che il Padre Monlero, poco dopo il mio ritorno
dalla Spagna, cessava di vivere, benché tuttavia fiorente di salute.
546. Recit veritable et miraculeux de ce qui a été veu in
Jerusalem par un Religieux de l' Ordre de S. Francois et autres
persones de qualité. Paris, 1623.
N'è un esemplare fra' riservati della Biblioteca Nazionale di Parigi.
547. Reinbcio. — Solon Franciscanus, sive sapientiae Franci-
scanae, idest actorum in Religione Franciscana sapienter editorum
et synoptice conscriptorum a P. Fr. Felice Reinecio Marchico Bran-
deburgensi Ordinis Minorum Reformat. Concionatore Aulico ad
S. Crucem. Oeniponti, typis Michaelis Wagnerii, an. MDCII.
Un volume io 43, diviso in due Parti : la prima, di 40 carte preliminari non numerate e 300
pagine: la seconda, 44 carte preliminari e pagine 366. Libro che contiene un bellissimo compendio
di tutte le nostre Missioni sino al tempo dell'Autore.
548. Relacam summaria e noticiosa dos Lugares Santos de
Jerusalem et dos mais de que na Terra Santa et Palestina està
de posse, em que tem muytos conventos et hospicios a Religiao
dos Frades Menores da Regular Observancia do grande Patriarca
dos Pobres o Serafico Padre Sao Francisco; sobre o direyto com
490 RELAGAO - RELACION
que a dita Religiào os possue; dos grandes tributos que alli se
pagao ; dos muy tos e intoleraveis traballios , que seus Religìosos
alli padecem, nào so dos infleis Turcos, senao tambem dos sci-
smaticos gregos, tudo a firn de su inteyra e devida conservagao.
Resumindoa de inuytos livros, que tratam desta materia , et de
outras nouvas noticias , que lium Religioso fide dig^o o anno
passado de 1706 trouxe da Terra Santa, em que te ve assistencia
de muytos annos em seus santos Lugares. Nesta breve copia,
que para edifigam e compayxam dos fìeis manda imprimir para
gloria de Deos o M. R. P. Fr. Francisco de Santiago, Diflinidor
actual de Santa Provincia de Portugal, e Commissario Goral da
mesma Terra Santa nestes reynos de Portugal et sus conquistas.
Lisboa : na officina de Miguel Manescal , impressor do Santo
Officio, et da Serenissima casa de Braganga. Com todas as licen-
gas necessarias. Anno de 1709.
Sono i6 pagine in 8. N'ò an esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
y*' 549. RELA^ao memoravel da Santa Provincia dos Algarves.
Manoscritto ricco di molte notizie per la Storia delle Missioni Francescane nel!' Affrica. Questa
Relazione fu scritta il 16i5, come si legge nella pagina 33, e continuata il 1637, come si vede
nella pagina Si. È nell'Archivio delia Torre del Tombo di Lisbona.
Aiiirrica
Wi. 550. Relacion de las ceremonias y poblacion y gubornacion
de los ludios dfì la provincia de Mecliuacaii , hecha al Ilustris.
Seiìor 1). Antonio de ^Nlendoza, Virrev v Giivernador do està
Nueva Espana, por S. M.
QiifSlu interessante Manoscritto, senza nome di Autore, fu scritto da uno de'primi Religiosi
Francese-mi die entrarono in quelle regioni. È nella biblioteca Reale dell' Accademia di storia di
Madrid. È annotato anctic dal Rrasseuh {Biblioth. Mex . G{t,at.).
Aiu 551. Relacion breve de los grandes y rigorosos martyrios que
en el ano passado de 1G22 dieron en el Japon a ciento diez y
ocbo ilustres Martyres. S. L. et A. 1623.
Non so se manoscritto o a sUimpa, perchè non mMncontrò di vederlo. È la continuazione
della grande epopea de' Francescani e de' loro spirituali tlgliuoli nel Giappone.
^^v- 552. Relacion historica de la ereccion de los Franciscanos en
Amor ics
la Nueva Granada desde 1618 basta estos ultimos anos. Con una
RELACION 491
Asia
A«ia
noticia circunstanciada de la vida de los mas esclarecidos varones
de dicha familia. Siendo Provincial el M. R. P. F. C. Almanza.
Bogotà. Imprenta de Francisco Torres Amaya por Carlos Lopez.
Carrera del Norte Calle , 6. n. 251, 1823.
Sono 42 pagine in 8, di minutissima e fittissima lettera, e con i ritratti dei Padri Fr. José
de Solis Daque de Montellano, Fr. Diego Diaz Quijano, Fr. Vincente Olarte, e Fr. Ignacio Boterò.
Mi fu inviato dall'America.
553. Relacion breve y sumaria del edito que mandò pub-
blicar en todo sn reyno del Boju, uno de los mas poderosos del
Japon , el rey Idate Masamune , publicando la Fé de Cristo, y
del Ambaxador que embia a Espana, en compania del R. P. Fr.
Luys Sotelo. Sevilla. R. Gamorra, 1614.
N' è un esemplare in un volume di Varia della Dibliotcca Colombina di Siviglia. Del Sotelo
parleremo a suo luogo. Il Ternaux ne cita un'edizione di Tolosa del 1618. Forse è una traduzione
Francese.
554. Relacion del Martirio que padeicó en el Japon Fr. Bar-
tolomé Laurei a 17 agosto de 1627. S. L. N. A.
L' ho trovata cosi citata in una Bibliografla : ma non saprei dire se il Laurei sia Francescano
o Domenicano. Come ignoro se la Relazione sia manoscritta o a stampa.
555. Relacion sumaria y verdadera de una embajada que el
santo Fr. Pedro Baptista, Descalgo de san Francisco, de la Provincia
de San Joseph, higo al Emperador Taicosama ; y del martirio , que
recibió, con otros ciuco Frades Descalfos, i 20 Japones christianos,
sus allegados, en Nangasaqui, anodo 1597, à5febrero,recopilada
de las informaciones autenticas , que se embiaron de Filipinas a
Espana, dedicada al rei D. Felipe III.
Manoscritto notato dal Pinelo, appartenente alla Biblioteca del Marchese di Yillena.
556. Relacion de la Mision que hizo a las Islas de Nicobar N.
H. Fr. Antonio de Santo Domingo, 1681.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m' inviarono copia que* nostri
Padri; e conta 16 carte in 8.
^^^^ 557. Relacion de los medios de que la venerable Orden Torcerà
'Aftta de N. P. San Francisco de està Corte ( de Madrid ) se valió para
■ìa
Ift.
Aiix
492 RELACION - RELATION
Mi.
Asia
Alia
A«i.i
redimir alguaos de los soldados que sirviendo en Oran, quedaron
capti vos de Moros, con outros vasallos de su Magestad, a cuyo
fin tuvo orden del Rey nuestro Senor. Y de las funciones que se
executaron con ellos. Escrito por un devoto de la Orden , que con
el mayor respecto la pone a los pies del serenissimo Principe
nuestro Senor, y dedicada A. S. A.
Sono 39 pagine in 4, oltre tre carte di dedica non numerate. I redenti furono 54, e se ne
riferiscono i nomi. Si descrive la festa fatta al loro arrivo in Spagna ; e si mostra lo spirito e
V opera dell* Ordine Francescano in tutte le imprese della fede e del vero bene dei popoli* « aaio
cristiani, o siano infedeli. Un esemplare di questa stampa è nella Biblioteca dell' Accademia di storia
di Madrid.
558. Relacion muy berdadeira de lo que al presente pasa en
Japon y del gran provecho y fruto que se hage por medio de
los Religiosos Descal^os y mucho mas para la gloria de Dios
se ara addante.
Manoscritto di 13 carte in 4, in un volume in foglio della Biblioteca del Reale Palano di
Madrid, intitolato MiHoneg de la China. Incomincia: • Bcndicto y loado sca mi Sefior que tantas
marabillas y tantas misericordias a obrado por medio do unos pocos Prayles Delcal^os , que y mbiù a
Japon. Porque dcjando a parte aver amansado a un rey tan brioso y altivo que amcnacava de
Oriente a Ponicnte , e haberlo el Senor , ec. El provecho y gran fructo que el Senor ha echo en
las almas del Japon por medio de los Frayics DescalQos, era menester una grande historìa, yqjse
la iciera otro con mas espiritu que el mio , porque aflcionara los oyentes con tan buenas noe-
vas, ec. > E seguita descrivendo le maraviglie operate da' primi Missionari Francescani in quelle
regioni; le chiese fondate, le conversioni ottenute, gli ospedali e le scuole stabilite ce. In Une pare
che la Relazione manchi di qualche pagina.
559. Relacion del descubrimiento y entrada de los Religiosos
de N. P. San Francisco de la Provincia de San Gregorio de las
Islas Filipinas en los Pueblos o Rancherias de los montes altos
de Baler en la contracosta de dichas Islas.
Manoscritto di 8 pagine, in carta di seta della Cina, già appartenente alla Biblioteca SaltI
in Madrid, e acquistato dipoi da un Conte della stessa città, di cui ho già parlato, dal quale ood
potei ottenere di vederlo. Ma lo stesso Salv\ nel Catalogo della detta sua Biblioteca scriveva,
che probabilmente la Relazione era stata pubblicata in Manila 1' anno 1754.
"'• 560. Relatio persecutionis excitatae in Sinis anno 1784 et
continuatae anno 1785.
Manoscritto dello stesso Archivio, dì cui que' Padri parimente mMnvlarono copia; e conta questa
34 pagine in 8.
^*^- 561. Relation fidele du voyage de la Terre Sainte , dans la
i
nELAZIONE - REQUESTE 493
. tstsst
quelle se voit tout ce qu'il y a de remarcable par terre, depuis
le depart de Marseille jusqu' au retour de ce saint voyage: par
un Religieux de S. Francois Observantin , qui a fait le voyage
trois fois. Paris, chez Gabriel Valleyre. MDCCLX.
Un volarne in 12, di 248 pagine. N' è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di
Sant' Anna di Parigi.
562. Relazione della fondazione , degli avanzamenti e delle
presenti condizioni del Collegio de' Francescani , del titolo di San
Carlos, in Buenos- Ayres, e a quante Missioni prò vegga. 1856.
Sono 2i carte , in 4 grande. Vi sono notizie assai belle e interessanti. Mi venne inviata dai
Padri di quel Collegio.
563. Religiosos que fueron a les Missiones do las Islas Molucas,
o sea Ternate, y Macasar, donde se hallan los Reynos de Calonga
y Tabuca, y Uamados islas de Siao , Jilolo y Bool.
Catalogo prezioso, inviatomi da' Padri del nostro Convento di Manila.
p^ 564. Requeste remostrative que le Rme Pere Frere Jean de
Santander, Commissaire de V Ordre des Freres Mineurs des
Indes , presente a sa Majesté Catholique d' Espagne Philippe
IV par le Reverend Pere Frere Alphonse de Benavides du meme
Ordre, Commissaire de la Saint Inquisition et Custode de la
Province et conversion du Nouveau -Mexico . Ou se traite des
tresors tant spirituels que temporels, que la Majesté divine a
manifeste a la dite conversion et nouvelle decouverte par V en-
tremise des Freres Mineurs. A Bruxelles, ches Francois au bon
Pasteur derriere l'Hostes de Ville, 1631.
Un volarne in 8, di cui trovai un esemplare nella Biblioteca Mazzarino di Parigi. È libru
rarissimo, e molto interessante per la storia di quel paese, di cui V Autore fa la descrizione , e
enumera le nazioni, dicendo quanto basti della loro indole, dell'occupazioni, dei costumi, e delle
arti e faticlie con cui i Francescani si adoperavano per renderli umani e indurli al Cristianesimo. Tra
r altre, è commovente la conversione clie ottennero della nazione Xumana, e il loro apostolato fra
gli Yapies, i Xabaloas , e nei regni di Aixaos e di Quivira. Il paese in quel tempo non era ancora
del tutto scoperto: in questa impresa erano occupati i suddetti Missionari, e la compirono, come
è a vedere nelle Memorie lasciate dal nostro Padre Morpi , che abbiamo illustrato . Questa
Relazione fu primamente pubblicata in ispagnuolo, di cui la presente non è che una traduzione.
L' edizione spagnuola è anche più rara, ed ha questo titolo: Memorial que Frey Juan de Santander,
ComUsario general de las Jndias, presenta a su Majestad eatholica del rey D. Filipe IV, hecho
por el P, Pr, Alfonso de Benavides , Comissario del Santo OlfUio , y Custodio que ha sido de las
km
404 .^ìj:'^* ; RESTALUACION - RESUMEN
Provinafmjfffionversiones del Nuevo Mexico : tratate en el de los tetoros espirituales y temporaln
en aquelioi conversiones y nuevos detcubrimientot por aquelloi Padres. Madrid, 1630. È un volnme
ìd 4.
AiDencft
565. Restauracion del Colegio de Ocopa.
Sono 97 pagine in 4, di Atta lettera. E una storia commovcntìssìma del come, dopo la vittoria
ottenuta da Peruani sopra i soldati Spagnuoli Panno 1823, i pochi Francescani che rimanevano in
iiuel Collegio ebbero ad abbandonarlo con gravissimo pericolo della vita. L' anno poi appresso 1834,
un decreto della Repubblica dichiarava disciolta quella Religiosa famiglia, e tramutava il Collegio
Francescano in un Collegio di educazione. Ma i maestri mancavano; o il Governo fu costretto di ado-
perare in tale ufficio i Missionari , che avevano testò discacciati e s' erano rifuggiti nel Cuzco.
Finalmente l'anno 1836 il Presidente D. Luis José Orbegazo, derogando a quella ordinazione, consentiva
all' Illustrissimo Arcivescovo di Lima Giorgio Benavente, che inviasse un Francescano in Italia a
raccogliervi quanti più potesse Religiosi di San Francesco per ripigliare V opera interrotta della
conversione e dell' incivilimento de' poveri selvaggi. E fu mandato il Padre Andrea Herrero , di
cui abbiamo già parlato, che ritornò con 80 Religiosi. In tal modo si riapri solennemente il
Collegio, e l' opera apostolica de* Padri ripigliò il suo corso. II Manoscritto narra i primi loro successi,
e prosegue dipoi sino al 1859. Metto qui i titoli in cui il lavoro è diviso:
1. Llega de Europa (1843) una nueva ìiision, i celo de lo% MUioneros etUre pueblos fielef.
— 2. Prosiguen las Misiones de infUlex del Ucayali. — 3. Martirio del R. P. Cimni y sax compaheros,
— 4. Produetos y animale* de Ucayali. — 5. \oticia de lai naciones y tribus infielef esparàda*
en 10$ contorno» del Ucayali. — 6. Relacion del viaje que hizo el Padre Vieente Calvo, en una
carta al Padre Fernando Pallaret. I compagni di martirio del Padre Cimini, avvenuto nel 1851,
furono il Padre Feliciano Morentin, e il fratello Laic« Amadio Bertona.
Questo interessantissimo Manoscritto mi venne inviato dall' America.
*'•• 566. Resumen de la Cronica Franciscana de las provincias del
Perù, escrita por el lì, P. Fr. Diego de Cordoba y Salinas, Predica-
dor, Guardian del Convento de San Francisco de Jesus de Lima,
Notario Apostolico y Cronista de todas las Provincias del Perù de
su Serafica Orden. Ano 1G51.
Manoscritto di 11 pagine in 4, di lilla lettera, invialonii dall'America.
America
A^u
w.. 567. Resumen de las noticias extraìdas de las cartas que han
escrito los venticinco Missioneros Espanoles hijos de està Santa
Provincia de San (Jregorio de Filipiiias de Reli,ij:iosos Descalzos de
N. S. P. San Francisco ; que a espensas de nuostro gran Monarca
Felipe V ( que Dios guardo ) se mantienen en el Imperio de la
(Iran China v en el advacente de Conchinchina evercitando su
apostolico zelo en la conversion de las al mas, predicacion del Santo
Evangelio y administracion de .los Santos Sacramentos a los
convertidos los que llegaron a estas Islas est e arìo de 1G32.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m'inviarono copia que* nostri
Padri; e conta quattro carte in foglio.
REVUE - RIBADENEYBA
>.
-». 568. Revue Franciscaine : bulletin mensuel du TiieaWwdre
de Saiat Francois, publiée par les Franciscains de T Observance
avec r approbation du Ministre General. Paris , Librairie Saint-
Joseph, Torla Libraire-Editeur, Rue de Rennes, 112.
Questa importante Rivista Francescana, clie già conta V anno 9, esce ogni mese in fascicoli di
32 pagine in 8, e pubblica non poclii documenti relativi alle presenti nostre Missioni. Cominciò a
comparire in Bolbec col titolo L'année FraneUeaine , chronique des Franeitcains de l' Observance
en France, e dava tradotte in francese non poche cose della Crotuiea delle Mistioni Francescane
eh' io pubblicava in Roma ; e cosi continuò fin al 1870 , che prese il titolo di Revue , ec. Tutta la
collezione forma già i6 volumi in 8, dei quali mi fece dono il presente Ministro Provinciale di
Francia, Padre RaUaele d' Aureillac , oltre i fascicoli che ricevo regolarmente della continuazione. A
queir ottimo Padre, che ebbi la ventura di conoscere in Parigi e rivedere in Bordeaux, e di apprezzarne
il sapere e le molte virtù, me ne chiamo qui riconoscentissimo. Un' altra Rivista pubblicano colà
anche i nostri Padri Recolletti, che parimente conta già parecchi anni : mi duole di non conoscerne
il titolo preciso, e di non poterla registrare in questo lavoro. Ne feci dimanda per lettera a quel
Padre Provinciale: mi venne risposto, che essa riguardava piuttosto le Missioni che quegli ottimi
Padri davano in Francia, che le Missioni tra gì' infedeli. Tuttavia gioverà averne qui fatto menzione.
Un' altra Rivista Francescana si pubblica in Londra ; ed una cominciò testé in Ispruck nel Tirolo,
col titolo, in tedesco, se ben ricordo, di Campanello di San Francesco. Venne fondata ed è diretta
da' nostri egregi Padri delia Riforma, che sono quivi liorentissimi.
569. Rheinfelben. — Neue Jerosolymitanische Pilger-Fahrt,
das ist : Kurtze doch Wahrhafft-nnd de denckwuerdige Beschrei-
bung des Gelobten Heiligen Lands von Jesu Christo un serem
Erloeser und Seeligmacher betretten nnd geheiliget , von P. F.
Ignatio von Rheinfelden. Augspurg, 1699.
Dal Catalogo della Biblioteca di Carlo Escalopier.
570. RiBADENEYRA. — Historìa de las islas del Archipielago y
reynos de la Gran China, Tartaria, Conchinchina, Malaca, Siam,
Camboya, y Jappon, y de lo sucedido en ellas a los Religiosos
Delscalgos de la Orden del Seraphico Padre San Francisco de la
Provincia de San Gregorio de las Philippinas , compuesta por
Fray Marcello de Ribadeneyra, companero de los seys Frayles hijos
de la misma Provincia, martyres gloriosissimos de Jappon, y testigo
de vista de su admirable martyrio, dirigida a nuestro Rmo Padre
Fray Francisco de Sosa, Generalissimo de tota la Orden de N. P. S.
Francisco , En Barcelona , en la imprenta de Gabriel Graells y
Giraldo Dotil, anoMDCI.
Opera rara, ed interessantissima, delle migliori che siano state scritte sul Giappone. È divisa
in 6 libri : il primo di XXII capitoli ; il secondo di XXVI ; il terzo di XXXIV; U quarto di XXXVIII;
il quinto di XXXIV; il sesto di XXVIII. I due ultimi libri sono la storia, prigionia, condanna e
morte de* Protomartiri del Giappone San Pier Battista e suoi compagni : gli altri contengono una
4^6 RIIIADENEYRA
storia generale dei deiti regni, e dell'opera de* Francescani che vMntrodusscro il CristtanesiiBO. N' è
an esemplare nella pubblica Biblioteca della citta di Barcellona.
Del santo Missionario e valente scrittore Padre Ribadencyra t\ dà la seguente Biografia l' Hunti
(Eftodo, ee.) « Lector de sagrada Teologia, naturai de la ciudad de Palencia, profesó en la santa
Provincia Observante de Santiago, donde esplicò artes y dos cursos de Teologia. Dcspues fuò
cathedratico de dicha facultad en la universidad de Salamanca. Con desco de pasar a las Mislones
de Filipinas, se encorporó en la santa Provincia de S. José, y paso a estas islas el afio de 1594. En
agosto del mismo ai!o partió a las reinos del Japon, donde ejercitó su fervoroso celo, y fondò el
Convento de la ciudad de Osaca. El mes de dlciembre de 1596 fué preso por la predicacion de
la ley Evangelica eu la ciudad de Nangazaqui , y conducido a un bnque portugues que se hallaba
en el puerto de dicha ciudad. Con ardlente celo de conseguir la palma dei martirio en compafiia de
San Pedro Bautista se fugò del buque, y a pocos dias fué aprendido segunda vez y redacido a
estrecha prision en el mismo sopredicho barco, desde cuyo punto presenciò el glorioso martirio de
San Pedro Bautista y sus compafleros el dia 5 de febrero de 1597. Despues de sesenta y siete dias
de prision y trabajos, fué desterrado a la ciudad de Macao, en la China , en cuya ciudad pernoanecló
nucve meses, regresando a Filipinas el mes de Enero de 1598. En dicho afSo c^rriò todos los
pueblos pertenecientes a la administraclon de està Apostolica Provincia de San Gregorio, y nombndo
Procurador de la causa de la canonizacion de San Pedro Bautista y sus coropaSeros, partió para
las cortes de Madrid y Roma a ultimos del citado affo de 1598. Hizo su viaje por la India, locando
en Malaca y Goa , en cuya ciudad recogió varias informaciones de testigos de vista del glorioso
martirio objeto de su comision. Llegado a Madrid y obtenidas cartas de favor de nuestro catolico
Monarca, paso a Roma, donde fuè muy bien recebido y agraciado por la Santidad de Clemente Vili,
con el tìtolo de Penitenciario Apostolico. Evacuadas sus diligencias, regresò a Espatia, retirandose
al Convento de Sant Antonio de Salamanca. Este varon apa<ttolico, despues de haber corrido tantos
y tan diversos reinos y naciones, de haber poseido tan distintos idiomas, y sufrido tantos tral>ajos
por la gloria de Dios y exaltacion de su santo nombre , iluminadò a sus pruximos por palabra y
por escrito, rindió su espiritu en manos de su Criador ci afio de 1606, Ileno de mcritos y virtudes
y en una ancianidad venerable. >
Ritornando alla sua Storia, per Io studio che ne feci in Barcellona, posso aOTermare che anche
oggi riprodotta in casllgliano, e tradotta nella nostra lingua, sarebbe avidamente letla, e protilterebbc
agli studi della storia dell'estremo Oriente. In quanto alle Missioni, con le quali i nostri eroi
(non possono chiamarsi altrimenti tutti i venerabili suoi compagni, e coetanei, dell'Ordine, chi-
evangelizzarono que' regni ) è pi»'na di rucrunli e di episodii di strai)rdinario interesse e di rara
Iwllezza. Ne metterò ({ai uno, che rivela una .Missiun»* dell' Online lin (jui nella nostra storia
sconosciuta. Come, cioè, per opera de* Francescani fosse primamente predicata la fede nelle Isole
dette dei Ladroni. È il capitolo XIX del libro primo, che traduci».
Come un Francescano Scalzo fu nelV Isole de' Ladroni.
• Navigando dalla Nuova Spagna alle Filippine, s' incontrano per via alcune isole ohiamaio
de' Ladroni, per la destrezza che hanno (pie' nativi nel rubare il ferro. Navigano sopra canoti , e
.sono ben falli, di alta statura, e quasi bianchi. Passando di là le nostre navi, si accostarono u
quelle isole per f.ir cambio di ferro con natte di palma, ìììoìU) ben lavorate, i? cocchi e pescagione.
In questa un nostro Religioso di venlidue anni, di nome Frate Antonio desìi Anjrioli, mosso da interiore
spirito, da cui si sentiva acceso per la salvezza di que' barbari ( nella loro totale nudità veramente
orridi a vederci), chiese licenza al suo superiore di rimanere tra essi. E questi credendo che
celiasse, gliel' accordò. Frate Antonio, che nuli' altro desiderava, senza badare a' pericoli ai quali si
esponeva, [>reso il Crocillsso e '1 Breviario, si gitta senza più con due spagnuoli dentro un de' molli
canoti che ave\an circondato le navi. Chiamato il superi»»re, che era sotto la tolda della nave u
vedere il fatto, ne stupì; ma poiché non c'era riparo, gli dette la sua benedizione. In fatti, l^n
furono all' istruite calate in acqua due lancie della nave per ripigliarlo; ma i barbari vogarono cosi
rapidamente co' loro canoti, che fu impossibile raggiungerli. Avanzavano in tre fila, ordinati per
modo, che il Francescano era rimasto chiuso in quella di mezzo; e cosi giunsero a riva. Ciò fu
r anno 1596. Ninno al certo avrebbe mai saiiuto più notizie di lui, se 1' anno appresso 1397 uon si
fosse fermato appresso queir isola il nobil uomo Lopez di Olloa y Lemos, che recavasi Generale
alle Filippine. Allettati con doni alcuni nativi saliti sopra la sua nave, ottenne da essi la restituzione
RIGNANO 497
del Religioso e de* due suoi compagni. Ed egli, Frate Antonio, andò sperando dì trovar su la nave il
Vescovo di Manila, che lo consecrasse sacerdote , o altri suoi confratelli Missionari, che restassero là in
luogo suo: ma non avendovi trovato alcuno, né potendo egli celebrare i divini misteri, acconsenti di
proseguire per le Filippine. I nativi lo avevano rispettato ed onorato, ed egli li aveva ammaestrati
de' misteri di nostra fede ; i quali furono dolentissimi di perderlo. »
Aggiungo che incontrai questo medesimo racconto in un Manoscritto della Biblioteca Nazionale
di Firenze , e che inoltre V abbiamo in una delle importantissime lettere suli' Indie del florcntino
Sassetti , messe a luce in Firenze nel 4855 ; il quale s' incontrò su la nave del Religioso quando
avvenne la sua magnanima risoluzione, e ne fu testimonio.
Finalmente non devo omettere che lo stesso Frate Antonio scrisse una importantissima Rela-
zione per il Re di Spagna circa le condizioni di que* barbari, e sopra le loro disposizioni rispetto
a ricevere la cristiana Religione, che è riferita per intero dal Ribadeneira.
— Actas del martirio de San Fedro Bautista y sus companeros
protomartires del Japon.
Un volume stampato in Barcellona Panno i601.
— Sermon al Sumo Sacerdote Tartaro.
Un volume manoscritto.
Inoltre il Padre Ribadeneira scrisse le seguenti opere, parte pubblicate, e parte inedite, informate
di profonda pietà e piene di molta erudizione: — 1. Alabanza$ y prerogativas de N. P. S. Praneiseo
y iu$ doce primeros companeros. Un volume. — 3. Corona virginal: due volumi in 4. — S. PrivUegios
de la cuerda de N. P. S. Francisco, Un volume. — 4. Eseelencias de Santa Maria MagdaUna. Un
volume. — 5. Corona de eseelencias de nuestro Sefior Jesu Cristo. Due volumi: il primo tratta
deir Origtn de le corona que rezan los Religiosos Menores ; il secondo, delle Etceìencias de està
Corona, Quest* opera fu stampata in Napoli, per Giovanni Sottile, l' anno 1605, e quivi stesso riprodotta
Tanno seguente.
571. RiGNANO. — Considerazioni sopra Gerusalemme e il Santo
Sepolcro di Gesù Cristo con alcune notizie intorno i Frati Minori
e r Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, del Cavaliere Artaud
di Montor, ec. Traduzione italiana con note del P. Antonio M. "da
Rignano M. 0. Parigi, Libreria di Adriano Le Clero, 1847.
Un volume in 8. Interessantissime sono le note aggiuntevi dal Padre da Rtgnano, con un
elenco de' Guardiani del Sacro Monte Sion dal tempo di San Francesco insino a noi. Profitto di
questa occasione per chiamarmi inllnitamente riconoscente a questo dotto e venerabile Padre, già
Segretario e Procuratore Generale dell'Ordine, ed ora Vescovo di Marsico e Potenza in Basilicata,
col quale per molti anni in Roma vissi unito d' intendimenti nel promovere, quanto era da noi,
il ristoramento dell' antico spirito francescano. Egli mi fu di grandissimo aluto in tutti i miei
studi; e niuno più di lui li promosse efficacemente in tutte le Provincie dell'Ordine. E polche
non è possibile scienza senza severa disciplina, egli fece ristampare in Roma, in latino e in italiano,
il prezioso libro di San Bonaventura Detta Disciplina de' Frati Minori, che era addivenuto rarissimo;
del quale poi si fece una seconda edizione, curata da me, in Genova; e l'una e l'altra vennero largamente
e gratuitamente sparse per tutti i Conventi nostri in Italia e fuori, non esclusi i Gollcgii di missione
in America. Quantunque occupatissimo in gravi studli per le principali Congregazioni di Roma,
alle quali era addetto, non smise mai l'amore delle cose nostre; e tra l'altre, scrisse una Memoria su
]a missione di San Francesco e de* primi suoi compagni In Oriente, della quale mi giovai nel primo
Zi
498 niNcoN - uocA
volume della mia Storia VrUvertaU delle Mistioni Franee$eane. Aggiungo, che a lui si deve la prima
idea di quel mio lavoro; che essendo stato accolto dal Rmo Padre Generale delP Ordine, Bernardino
da MoNTEPRANCo, quando il 1856 venne assunto a quella carica dal Capitolo Generale di Roma, io
fui chiamato a farne gli studi. In altro luogo già dissi come poi, per difetto de' documenti necessari
a portarla a fine, si dovesse interrompere all'anno i500; e quali fossero cotesti documenti il lettore
non può meglio conoscerlo che da questi cenni bibliograflci, che danno notizia appena d' una parte
di quelli che si potrebbero rinvenire ed illustrare, visitando con più agio le Biblioteche da me
visitate, e molte altre ch'io non vidi, specialmente nelle due Americhe.
*". 572. RiNCON. — Arte de la lengua Mexicana, compuesta por el
** Padre Antonio de Rincon de la Orden de S. Francisco. Mexico, 1568.
Un volume in 13. II Padre Rincon fu uno de' più dotti Missionari Francescani in quelle regioni.
*fc. 573. RivAROLO . — Fr. Francisci de Rivarolo Praefecti M issio-
num Aegypti Ordinis Minorum Reformatorum Sancti Francisci.
Relaziono compendiosa del suo viaggio per l'Etiopia e del suo
negoziato quivi a prò della Religione cattolica, presentata dal
medesimo alla Sacra Congregazione de Propaganda Fide V anno
1730.
Sono 39 carte nella collezione Manoscritta Sffmmitica Lufitaniea ex Manuseriptii codieibut
Biblioth, Apostolica Vatieanae aliarumque Urbix, della Biblioteca dei Reale Palazzo di AJuda di Lisbona.
È una relazione interessantissima per la storia del Cristianesimo in Abissinia. Narra 11 martirio
che il 4 maggio dell' anno 1716 sostennero in Gondera i Padri Samuele da Bruno, Michele Priore
di Thebe e Liberato da San Lorenzo con un loro disrcpolu di nome Giacomo di Gondera.
«•• 574. RizzoLATi. — Notizie dello stato attuale della Cina, scritte
da Monsignor (liuseppe Rizzolati do' Minori Osservanti Riformati
Vescovo di Arada, già Vicario Apostolico in Cina.
Sono Hi fogli in carta cinese, che l' egregio Prelato scrisse a mia richiesta, facendomene dono.
— Miei viaggi da Roma alla Cina e dalla Cina a Roma dopo
trentanni di Missione.
Sono 30 fogli parimente in carta cinese, con cui l'autore compi il lavoro di cui lo avevo
ricliiesto. Mi diiule di non poter dare «ini una noli/la biografica di questo insigne Missionario e
Prelato Francescano, morto pociii anni fa in Roma, dopo trenta e più anni di fatiche apostoliche
in Cina. Egli mi a\«?va onoralo della sua amicizia, e mi portava grandissima benevolenza. I^ su.t
umilt;i, congiunta a mollo sapere e a un raro conoscimento dell' Impero Cinese, lo faceva sopra modu
caro e venerando. SpiTo die qualche Padre della Provincia di Venezia, a cui apparteneva, vorrà
darci una storia del suo apostolato. Niuno più di lui l'ebbe meritalo.
*/.. 575. Roca. — Noticias de la Mision de China, por el Padre Fr.
Miguel Roca de la Orden de San Francisco de Descalfos.
RODRIGUEZ 499
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui m'inviarono copia quei
Padri. Sono 4 carte in 8, segnate in fine come segue : 8 àbrU i743. Fr. Miguel Roca Comitario
Provindal de la Mision.
— Diccionario Chino Espanol.
Un volume in foglio a dae colonne, nella Biblioteca del Reale Palazzo di Madrid.
— Suplemento sobre la pronunciacion de las vozes contenidas
en està obra.
Aggiunto al Diccionario. Nella prima faccia del primo foglio del Dizionario si legge: t Este
Vocabulario es de la Mision de los Padres Franciscanos EspaSoles: > e nell' ultima pagina: • Gracias a
Dios. Ruego a quien lo leyere que encomiende a Dios a quien lo a escrilo. Vale. Vigilia de San
Bartholomé del ano 1728. > Ma chi ne fu T autore ? Ecco quel che sin qui ninno sapeva, e eh' io scoprii
in mezzo alle cifre della parte cinese, dove dall'Autore vennero posti alcuni ricordi, ma in modo che
a prima vista non si possono avvertire. Metterò qui questi ricordi, che sono interessantissimi per la
storia delle Missioni cattoliche in quell'Impero, e ci danno il nome dell'Autore, che è il nostro Padre Roca.
« 1696. Este ano entrò en China el que escrive esto. Rogad por el a Dios. Fr. Miguel Roca. —
1706. Este aiìo entrò en China el Senor Patriarcha de Tournon: desde que vino hasta aora no ay
paz en la Mision. — 1709. Este aiio recibimos el diploma del Emperador, para poder quedar en
China 6 Europeos Franciscanos de Manila. — 1722. Este ano mudò el Emperador dia de Santo
Tbomé, diciembre a 21. — 1724. Este ano prohibida la Ley de Dios, y desterrados los Ministros
Evangelicos. Conflscadas todas las Yglesias. — 1730. Este ano a 30 de setiembre huvo un gran
trémblor de tierra en Pe-King, y destruiò la mayor parte de la ciudad y muriò muchissima gente.
Duraron los tremblores hasta el siguìente ano, et amplius hasta el tercero ano. — 1732. Este ano
fueron desterrados a Macao los Misioneros de Canton sin exceptuar ninguno. A 20 de abril partimos:
Uegamos a Macao, unos vigilia de San Bartholomé, otros dia del Santo Apostolo. — 1733. Bste ano
avìsaron las espias al Emperador, que aun avia Europeos por las provincias. Mandò que se esaminara
cop todo rigor, comò se està haziendo, buscandolos de casa en casa. De Xan-si saliò segretamente
el Senor Obispo Ferrer, y otro Missionero por no ballar donde flxar los pies. — 1735. Este affo
muriò el Emperador a 24 de la 8 Luna- Fué electo su quinto hijo de 27 ailos, se llama su reinado
Kien-lung. Acabose este siglo. Adelante passa, que se sta escrito el que siguiòafio 1744. • Ma per
quanto esaminai il manoscritto, non mi riuscì trovare altra memoria.
Di questo valoroso Missionario non fa alcuna menzione 1' Hderta ; e l' unica notizia che ne
rinvenni è la seguente, nella manoscritta Relazione latina delle Missioni nostre in Cina del Padre
Francesco Migoenes, già illustrata. « Pater Michael Roca ; vir nostris temporibus ulli comparabilis.
Si^xaginta duobus annis Inter Sina* Christum annuntiando vixit, prò quo varias aerumnas et exilium
passus est. Tandem anno aetatis suae 96 Sinensisque Missionis 62, Machai vita functus est anno
1757. »
576. RoDRiGUEZ . — Dilucidazione della carta topografica dell'
antica città di Gerusalemme data alla luce dal P. Fr. Tommaso
Rodriguez di Lisbona , Lettore Giubilato della Provincia di S.
Antonio di Portogallo ed al presente alunno e Commissario
delegato della Custodia di Terra Santa, alla Fidelissima Corte del
Rio di Janeiro nel Brasile, ec. In Messina, presso Giovanni del
Nobolo, 1812,
500 RODRIGUEZ - nOJAS
A*ùi
Un volume in 8, di iS4 pagine. N'ò un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di
Sani' Anna di Parigi.
*''• 577. RoDRiGUEZ. — Relacion de los montes de Tabueyon, y
reduccion de todos los infieles Ilongotes , por el P. Fr. Manuel
Rodriguez Bianco de Jesus Maria y José de la Provincia de San
Gabriel.
Cosi r HvEKT K (Esiodo, ec). Nativo di Oliveneta, professò ia Regola Francescana il i74i, e il 4747
parti per le Filippine, dove fu destinato alle Missioni dei munti di Baiar. Il 1754 sMntemò fra le
montagne di Tabueyon e Tubo Grande, ove piantò la Croce in 80 Raneherie (grandi capanne, ove
vivono molte famiglie insieme), convertendo e facendo umani più che diecimila selvaggi, onde si
stabilirono le missioni di Tabueyon, A le ver, Etmoien e Bonabue. Quivi passò tutta la sua vita, e
dopo 46 anni di prodigioso apostolato, mori nell'infermeria di Santa Cruz T aprile del i787.
578. RoEHR. — Historico-geographical Account of Palestine in
the time of Christ, by Fr. Roehr, translated from the gennan by
D. Esdaile. Edinburgh, Clark, 1843.
Dal Catalogo della Biblioteca del signor Ebcalopibr.
579. Roger. — La Terre Sainte, ou Description topographique
très-particuliere des saints lieux et de la terre de promission. Avec
un Traitté de quatorze nations de differente Religion qui V habi-
tent, leurs moeurs, croyance, ceremonies, et police. Un discours
des principaux poincts de TAlcoran, et ce quo les Santons leur
preschent dans les Mosquóes. L' historie de la vie et mort de
l'Emir Fechrredin, Prince des Drus. Et une Relation voritable
de Za<2:a-Christ Prinoo d' Eth yopie, qui mourut a Ruol proz Paris
l'an 1()38. Lo tout enrichi de fi^ures. Par Eugene Roger, RecoUect,
Missionnaire do Rarbarie. A Paris, che Antoine Bertier, ruo Saint
Jacques, a le Enseigne de la Fortune. M. DC. LXI V. Avec appro-
bation et privilege.
Un volume in i, di 6 carte preliminari non numerate, e una carta f;eograflca della Palestina
e 498 pagine. E llnalmcnte 14 carte non numerate dì Table dei matiei'es et choxes plut remarquabl^Js
conlenues en la Terre Sainte.
K una delle opere più dotte che siano slate scritte sulla Palestina, ed inltTcssantissima per
la storia liolle nostre Missioni in tutte (luelle contrade, fc inoltre istoriata con biMlissime incisioni
de' principali monumenti e rosiuuii delle vario genti e sette che vi fanno dimora. N' è un esemplari;
nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
580. RojAS. — Anales de la Orden de los Menores donde se
tratan las cosas mas memorables de personas insignes en sandidad
Alia
AIIHca
.V<t»/'
ROJO 501
y letras de las tres Ordenes que instituyó su gran Fundador
San Francisco. Dividido en tres tomos. Dedicados a la Magestad
Cesarea del Rey D. Felipe Quarto el Grande, corno hijo de la
Tercera Orden de N. P. S. Francisco. Por Fr. Francisco de Rojas ,
Comissario Visitador de la Provincia de Valencia y Calificador
del Consejo Supremo de la General Inquisicion. Ano 1652. Con
licencia: en Valencia, en casa de los herederos Chrisostomo Garriz,
por Bernardo Nogues junto al Molino de Rovella. Tomo primero.
Ponese la historia de N. P. S. Francisco y las cosas que passaron
en su Orden desde el ano primero basta el de veintiuno de
su fundacion. Tomo segundo. Ponese las legacias a que los
Sumos Pontifices embiaron a los Frailes Menores , y lo que
padecieron por la defensa de la Sede Apostolica con el Emperador
Federigo Segundo el ano veintiuno de la fundacion de la Orden, ec.
Tomo Torcerò. Donde se prosiguen las cosas que passaron en la
Orden en el Pontificado de Urbano IV y sus successorfes desde
el ano cincuenta y seis de su fundacion.
È qaesta un' opera interessantissiroa, e piena di notizie delle antiche nostre Missioni. No trovai
nn esemplare nella Biblioteca dell' Accademia (già della Congregazione del Terz* Ordine Regolare
Francescano) di Lisbona. Il primo tomo, in foglio, conta 3 carte preliminari non numerate e 6i8
pagine: il secondo, 3 carte preliminari non numerate e pagine 686: U terzo, 565 pagine: e tutti e
tre hanno un'ampia Tabla de las cosai mas notables in fine.
581. RoJO. — Historia del Capitulo general que celebrò la
Religion Seraphica en la Imperiai Toledo este ano de 1658. Con
algunas breves noticias que se dan de personas insignee en
virtud, letras y dignidades eclesiasticas ; y otras cosas que ceden
en lustre y credito de la misma Orden. Dedicada al Emo y
Emo S. D. Francisco Barberino , Cardenal de la Santa Iglesia
de Roma , del titulo de San Laurencio en Damaso , Canciller
mayor de la misma Iglesia ; Arcipreste de la de San Pedro en el
Vaticano ; Protector de la Orden de los Frayles Menores, ec. Escri-
viola de orden de sus Superiores el P. Fr. Antonio Rojo, Califi-
cador del Santo Officio de la Inquisicion, Examinador Synodal del
Arzobispado de Toledo, y Lector de Tbeologia del insigne Convento
de San Juan de los Reyes de la misma ciudad. Con licencia. En
Toledo. Por Francisco Calvo : ano de 1658.
Sono 58 carte in 8. Fra V altre cose, l' Autore dà un Memorial de los Reìigiosos de nuestra
Orden, que han padeeido marlirio desde que se hizo la ultima reladon del CapUulo general de ToUtdo
502 ROMA - ROSELLY
A«ia
Smmp,
Rraailt
Slmp,
en 1645 hasta ette de 1658. Sono notizie autentiche portate dai Padri vocali di tatte le proviDCte
deir Ordine, come allora usava; e nomi e fatti splendidissimi, che non è facile incontrare altrove.
N* è un esemplare nella Biblioteca delP Episcopio di Cordova.
582. Roma. — Relacion de las cosas notables y progresos de las
Misiones Catolicas en el Imperio de la China : por el P. Fr. Juan
Bonaventura de Roma de la Observante Provincia Romana. Ano
de 1709.
Cosi l'HuERTA {Estado, ee.), dicendo che è relazione molto ettensa y nUnueciosa, e che
anche ne fu inviata copia alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide in Roma. Figlio dell'
Osservante Provincia Romana , il Padre Giovanni Bonaventura chiese d* essere ascritto al Collegio
delle Missioni, e il 1692 fu destinato alla Cina, dove dimorò 27 anni, tornando quindi a Roma il
1721. In qual Convento morisse non sappiamo.
583. Rosario. — Frutas do Brasil numa nova, e ascetica Mo-
narchia, por Fr. Antonio do Rosario, dos Menores da Serafica Fa-
milia de Sant Antonio do Bresil. Lisboa, A. Pedrozo Galram, 1602.
In volume in 4, di 11 carte non numerate, e 108 pagine. L'Autore era vissuto lunghi anni
fra gP Indiani del Brasile, come si può vedere nella BibUotheca Luntana del Barbosa Maghado.
584. RosELLY. — Della vita di Cristoforo Colombo e delle ragioni
di chiederne la beatificazione : opera del Conte Roselly de Lorgues,
tradotta dal francese e accresciuta di nuovi documenti dal Padre
Marcollino da Civezza Minore Osservante . Prato , per Ranieri
Guasti, editore-libraio, 1870.
Un volume di XX e 563 pagine. Il lettore intende da sé percht*^ diamo qui il liloio di questo
libro. Il Colombo fu Terziario Francescano, e por mezzo dell'Ordine Francescano riuscì nel suo
gigantesco intento di scoprirò il Nuovo Mondo; del quale possiamo dire che fu il primo Missionario
col dtdce suo amico e pr»>l('ttore l*adre Giovanni Perez di Marrhena : e opera di Francescani , ai
«inali dipoi si aggiunsero i Domenicani, gli Agostiniani, e da ultimo i Padri della Compagnia di
Tiesù, fu la conversione alia fede e l'incivilimento di tutta l'America, dove continuano ancora le
loro belle glorie. All' illustre Conte Uoselly de Lorgues poi 1' Ordino Francescano dev' essere rico-
noscente, che con documenti nuovi, sconosciuti, o affatto dimenticati, abl»ia messo nella vera
sua luce la vita e l' apostolato del Colombo , e la sublime figura del Perez. Oltre questa sua
opera relativa alle straordinarie virtù cristiane del Colombo, si vuol citare la sua grande Storia
della vita e de' riaggi di Crintoforo Colombo suìV appoggio di documenti autentici raccolti in Spagna
ed in Italia; la «juale pubblicala il 1854 in Parigi, venne subilo volgarizzata fra noi per cura del
nostro non mai abbastanza compianto amico, e insigne filosofo e scrittor cattolico. Conte Trtuo
Dandolo. Questa edizione venne fatta in Milano per la Tipografia Cuglielmini 1857 : due volumi
in 8 grande; il primo di XI e 475 pagine; il s<H:«»ndo, di 492. Di quest'opera non si può fare a
meno dando principio alla storia delle Missioni cattoliche e Francescane nell' America, ed io me ne
sono largamenlr {,'iovalo nel > ohimè V della mia »S/orki Universale drlle sopraddette Missioni ; e mi
profitterà, se a Dio piaccia, ne' seguenti. Aggiungo finalmente, cln* proprio in questi giorni è uscita in
Parigi la stessa opera con qualche ritocco ed aggiunta, artisticamente illustrata, in una delle più bellee
uiagniliche e<lizioni che si possano id»'are: r il titolo n' è questo: Chrititìphe Coìomb, par le Comte
ROUEN - RUBROUGK 503
M
Hoselljf de Lorgiies. Edition illushu'e d' eucadremetUs variés a ehaque page et de ehromolUhogrdphies
9cenei, paysages, marinei^ portraitt et earte, Paris, soeiétè generale de Ubrairie cathoUque. Parit,
Victor Palme, editeur dee BoUandittes, Direeteur general, Ìi5,rue de Grenelle-Sant-Germain. Bruxellet,'
Joseph Albanely Directeur de la succursale de Belgique et de Hollandey 99 rue de Paroissiens, 99.
MDCCCLXXlX.Vn volume in foglio, di'XXV-588 pagine.
Inoltre il nostro egregio amico, benché logoro dalle fatiche e dalle sofferenze, sta preparando un
ouovo lavoro, che compirà il trionfo della gloria intemerata ed unica del Colombo, t Si Dieu m' accordo
( scrivevami nell' ultima sua lettera del 5 febbaaio i879 ) encore un peu de terops , je compie
publier un travail noveau sur Christophe Colomb, qui contiendrà des faits d' une certaine importance
pour rhistoire de ce grand serviteur de lesus Christ • E noi gli auguriamo davvero, con tutto
l'affetto del cuore, ancora molti anni per l'onore del Cattolicismo e del suo paese. Chi non sente
profonda venerazione in tutta l' Europa e fuori all' autore del Christ devant le sièclb, che venne
tradotto in quasi tutte le principali lingue dell'Occidente, ed ebbe più di 95 edizioni? oltre
£a Croce nei due Mondi; La Morte avanti U peccato, ec Se mai gli caderanno sotto gli occhi
queste nostre povere parole , sappia che non sono altro che la misera espressione dell' immensa
stima che gli portiamo, e del pari affetto che sente per lui il nostro cuore 1
Tornando ai Colombo e alla storia de' suoi viaggi e del suo apostolato, non posso qui omettere
come in omaggio a tanta sua virtù, e in diffusione della gloria che ne viene alla Chiesa e ali'
Ordine Francescano, un'eguale edizione illustrata dell'opera sopraddetta del Conte Roselly, siasi
fatta testé in Spagna per cura del dotto e venerando Padre e mio dolcissimo amico Ramon Buldù ,
Provinciale dell' Osservanza in Catalogna, e quivi ristoratore di quell' antica e gloriosa Provincia nel
Convento di Villa-Real, che a tal une consegui dal governo di Madrid ; edizione tanto più pregevole,
in quanto che il Padre Buldù vi ha aggiunti tutti i nuovi ed importantissimi documenti che
vennero ultimamente trovati negli Archivi e Biblioteche di Spagna, relativi al secondo vero matri-
monio del Colombo, e alla virtù por ogni lato specchiata di quell'eroe immortale. Il titolo ò come
segue: Monumento a Colon, Historia de la vida y viajes de Christobal Colon, escrita en frances por el
Conte Roselly de Lorgues, continuada con documentos ineditos importantes relativos al segundo
matrimonio de Colon con doTia Beatriz Enriquez de Cordoba, tradudda por Pelegrin Casato y Pages,
interprete jurado, anotada y publicada bajo la direcdon del M. R. P. Ramon Buldù, Provincial de
los Frandscanos Observantes, Barcelona, D. Jame Seix, Calle de Dou, numero i5, baJo. MOCCCLIKYIll-
IX, Due volumi in foglio reale di rara magnificenza.
585. RouEN. — Compte-rendu présente par le R. Pére Victor-
Bernardin de Rouen, Commissaire General de Terre Saint en France
a nosseigueurs Les Cardinaux Arche véques et Èvéques de France
sur les quétes recueillies pour les Franciscains de Terre Sainte en
r année 1878. Paris, Imprimerie de T Oeuvre de Saint Paul, 51.
rue de Lille, Sousseus et C.
Sono iO pagine in foglio.
586. RuBROUGK. — Guillaume de Rubrouck ( de V Ordre dès
Freres Mineurs ) ambassadeur de Saint Louis en Orient : recit de
son voyage traduit de l'originai latin et annoté par Louis de
Backer. Paris, Ernest Lebroux, éditeur. Libraire de la sociótó Asia-
tique de Paris de l' école des Langues orientales vivantes, ec. 28
Rue Bonaparte, 28, 1877.
Un volume in 8, di XIX e 336 pagine. Notissimi^ la storia, tra' dotti, dell'ambasceria che
il celebre Francescano Fr. Guglielmo Bubrouck, o Rubriquis, come il più sovente si trova scritto,
504 RUBROUCK
compi, d' ordine di San Luigi di Francia, appresso i Tartari. Oltre l' edizione che ne fece il Bergeron
nel 1634, e V edizione di Leida del 1706, se ne parla in tolte le importanti Raccolte di viaggi e di
^ria della geografia, e ne' principali sturici della Chiesa, come il Fleurt, il Rorbàchbr, ec;'ed
anche noi ne dicemmo assai nel primo volume della Storia Unioertale delle MUtUmi Franeeteam,
Ma il De Bacher, oltre alle importantissime note storiche e geografiche con cui lo ha illustrato, ce ne
là conoscere la vera i>atria e la storia fin qui ignorate, lo era in Parigi allorché qnelF egregio
signore si occupava di questa pubblicazione; il quale onorandomi della sua amicizia e benevolenza,
volle darmi notizia degli appunti su i quali lavorava. Ed io son lieto di riferire qui tali preziose
notizie che precedono il viaggio, lo lumeggiano a maraviglia, e rendono sempre più interessante
la nobile dgura del nostro Missionario.
Saint louis, robet d'artois, lbs fra.nciscains, les croisades.
« Au mois de Juìn i337, le roi saint Louis, se trouvant au chàteau de Compiègne, voulat, avant
de partir pour la Palestine, cxécuter une des clauses du testament de son pére. Il érigea la terre
d' Artois cn comté et 1' assìgna à son frére Robert, avec Saint-Omcr, Airo, Hesdin, Bapaume et Lens,
Mais Ics trois dernières villes ne pouvaient lui app.irtenir qu'après le déccs de la reine Bianche.
Elles avaiont été constituées en dot à la lille d* Alphonse de Castille, et provenaient d'Isabelle de
Hainaut qui les donna à la France cn montant sur le trùne de Philippe Auguste.
t L' annóe suivant, ce magniflque domaine s' ctendit jusqu' à la mer, par l' adjonction du comté
de Boulogne qui forma une partie de la dot de Mahaut, la fllle atnée du due de Brahant et de
Basse-Lorraine. La reine Bianche avait, dòs ii3i, recherché la main de cette belle princesse pour
son flls Robert; mais le mariage ne put ótre célèbre quc le li juin 1238.
• Ce jour-là, la ville de Conipiégne étail en féle.
« Aprés avoir assistè à la hènédicliDn nupliale dans 1' óglise de T abbaye de Saint-Comeille,
dcux mille chevaliers bannerets se livrérent en la prairie, commi" dit Philippe Mouskes , à des
combnts à la barrière, à des juùtes, à des pas d'armos, h des danses , et Bianche de Castille,
Marguerite de Provcnce et la nouvelle conitcsse d' Artois dislribuérenl elles-mémes les pri\ aux
heureux vainqueurs. Le londfmaiii , dans colte moine èglisp (ie Sainf-Corncille, le roi de France
conferà l' ordre de la Cosse de geiiéi au conile d' Arlt)is ci ;i cento quaranlo genlilshommes.
• Depuis lors, Robert se monfra conslammenl le fóal clievalior du Roi, son suzerain. Il
l'accompagna en Torro-Sainlo et comballil en héros à la lète ilo sos vassaux, l\o!)erl de Wa\nn,
Henri de Crciiui, Itaudoiiin de Hénin-Liélard , Bogor do llalowyn , Nicolas de Maiily, de conile d'
Hesdin, le baron d' Auchy, Joan de Nedo, Jean do Boaufort, Kiuios de Monlrouii. Mais ai!oablé snus
le nombre tles Sarrazins, il tomba, morlollomenl blossó, io i fó\rlor li'»9, à i' àge de trenle-trois
ans, dans une dos ruos l»arricadéos de Mansurali, au milieu dos ennemis qu' il avuit terrassés de
sa propre main. Sa mori fui un deuil public.
t Pendant (jue Ics croisados alliraieiil la noblosso fran^aise vers l'Orioni, saint Francois d'
Assise et ses disciples roiiiuaionl los classos populalros on bonorant en ellos la pauvreté et la
faisant honorer par elles; ils lour cnsoignaient ainsi de s' estimer ellos-niòmes et leur procuraient
los moyens de s'organiser ci d' arriver insonsiblemenl à T ómancipalion politique. On vii alors
1' Artois et la Fiandre se couvrir de njonastòros do Jacobiiis ol de Fròros Mineurs. Jean de Saiute-
Aldegondo , seigneur de Noircarnies, on fonda un de cliarlreux à Longuenesse , aux portes de
Saint-Omer, avec le consenlomonl do l'évéquo de Thórouanno et de l' abbó de Saint-Berlin.
« Si ces moines renongaient au monde, ils n' avaiont point étouffé en eux le sentiinente du
patriolisme. S' ils pn*chaienl la guerre salale, la guorro do la civilisation contrc la barbarie, ils
s'enròlaient do leurs porsonnos sous la banni«TO fraiivaiso de Jean de Boaufwrl, et, à celle niérne
journée de la Mansurah , ils se soni conduils avec tanl de bravoure quo le roi domanda à lour
chef comment ils s' appelaiont. Braiiforl, ne pouvanl s(» rappelor lo noni ile leur Ordre, rópondit j
Saint Louis que e' ótiionl dos niuinos « liés de cordos. » El do|)Uis ce lemps, dil Hurn Deviennc,
on s'accoulurna a appoiiT • cordoliors • l»s rolip:ioux. do salnl Francois. Parmi cos cordeliers se
trousail (iiiillaumo df Huhroiick, plus connu sous lo noni laiini^ó do Huhrutjuia,
• U' où vieni ce nom?
RUBROITCR 505
Le VILLA6E DB RUBROUCK.
« A rextrémité septentrìonale de la Franco, vers la mer, le village de Rubrouck étale 8#
maìsons bien proppreltes « au milieu d* ane plaine verdoyante qui s' élend entra la colline de
WaWen, où fut enseveli Thierry d'Alsace; le Ravensberg où s'eleva, en 1194, l'abbaye de la
bienhenreuse Marie de Houtovc; le Balenberg, dont le nom a conserve l'eroprelnte du paganismi
germaoique, et le Mont-Cassel où l'auteur de V Anacharsis francais s'est écrie dans son enthousla&me :
« 0 Jenny, que la nature est belle ici 1 •
« Ces collines sont couvertes d' excellents herbages que paissent de gras tronpeaux. De leur
sommet, V obU découvre, par un soleil d' été, avec de larges bouquets d' arbres, de vasles champs
èmaillés de fleurs ; pois au loìn, à V occldent, les landes attristèes de V Artois qui se perdent dans
un horizon de pourpre; et l'oreille attentive n'entend que le gazoulllement des oiseaux cachés
sous la feuillée et le murmure du vent qui se mèle, le soir, à la voix argentine des clochettes de
V Angelus. Ce n'est pas ici que Ruysdaeì aurait pu accomplir lo miracle de nous ìntéresser avec
un paysage qui contient un seul arbre, ou un pauvre buisson, ou un pont de bois à demi ruiné.
< Au xui siècle, le village de Rubrouck était sous la juridiction spirìtnelle de Févéque de
Thérouanne, et il s'y trouvait des flefs qui mouvaient du sénéchal de Saint-Omcr. Un de ces flefs,
qui avait rang de conitó, appartenait à Jean Mor, flls de Jean Mor de Rubrouck. Le premier en flt
le transport, avec les terres et tous les droils de justìce qui y étaient attachés, à 1' église de Walten.
Uévéque de la Morinie approuva cette cession en 1227. Vingt-cinq ans auparavant, Wautier de
Rubrouck avait fait pareille donation à la mdme église, et en 1250, maitre Jean de Rubrouck,
doyen de r église Sainte-Walburge à Furnes, légua une rente annuelle do cent sols de Fiandre en
faveur d'un clero, natif de Rubrouck, pour l'aider à faire des études de théologie.
« A r epoque des croisades et au temps de saint Louis , il y avait donc à Rubrouck une
farolUe qui portalt le nom de ce village de Franco. Des Charles authentiques constatent son existence.
Guillaume de Rubrouck était peut-étre le frére du doyen de Sainte-Walburge. Mais comme les
écrivains qui ont parie de lui avaient déguisé son nom de famille sous colui de Ruhruquis , on
ignora longtemps le nom de son pnys natal. Pits crut quo e' était V Angleterrc; Swccrtius, Francisque
Michel et Wrighl, le Brabant; Valére André, la Belgique. Pacquol, Michaud, le baron de Saint-
(ìcnois et le marquis de Villeneuve font naltre le ministre de saint Louis à Ruysbrock, on Brabant;
Vivien de Saint-Martin le dìt originaire de la Fiandre; Hakluyt et Purchas soutiennent qu'il est
Francais. mais sans iodiquor l'endroit où il a vu le jour.
• Or, le plus ancien des manuscrits de la relation du voyage du célèbre franciscain , publié
par la Sociélé de géographie de Paris, porto son nom écrit de cotto manière: Rubruk. D'autres
manuscrits ont Rtibrock et Rubnic. Au moyen dge, la voyelle u sonnait ou cn flamand. C'est
pourquoi t Bubruk » a été écrit, dans la suite des siècles, « Rubrouk > ou « Rubrouch, » et ce
nom est colui d' une commune francaise du canton de Cassel, dans le département du Nord, mais
d'une commune où l'on a toujours parie le flamand et ou cette langue s'est maintemie.,
• Nous pouvons donc afllrmer, avec M. Wallon, que nostre Cordelior était d' origine fiinc&ise,
mais nous ne pouvons pas , avec le savant académicien , l' appeler Ruysbroek, parce que ce nom
est celui d'un village de Belgique, où naquit en 1994 le moine Jean de Ruyst)ro^]t,qil s'est
rendu célòbre par une vie austère et des écrits ascétiques.
Guillaume db ntiBRoucK. 4!'
, **' • • ■*.■••
« LoRSQUE Guillaume de Rubrouck apparati dans Fhistoire, il se trouve en Orient. C'est là
que saint Louis le charge d* une mission auprès de Sartach , un prince tartare qu' il supposait .> '*^-' {-
chrétien d' après une rumeur accréditée en Palestine. On ne sait si lo roi espéralt s' on faire un
allié contro les Sarrazins. Les lettres qu' il remlt pour lui au Cordelior, n' ont pas fait connaltre ses
vues politiques; e' étaient uniquemont des lettres de paix et d'amitié, et oUes no parlaient que de
son désir de voir la doctrine de Jésus-Christ se répandro dans Ics terres lointainos de l'Asie.
• Cependant le Religieux de Rubrouck avait été à Paris avant de se rondre en Terro-Sainto;
car, dans la relation de son voyage, il compare le Don et le Volga à la Soine de Paris, la ville de
Caracorum au bourg de Saint-Denis et il mentionne le Grand-Pont , qui est le Pont-au-Change
ea face da Cb&telet. Il doit méme a voir été à la cour de Franco, pui.squ' il a connu M. de Beau-
r"^
506 RUBROUGK
moni, maréclial et chambellun de Franco. Aussi, à Coostantinople, esl-il admis auprès de V Gmiierear,
Baudouin de Hainaat li peut donc se faire que Guillaume de Rubrouck ait accompagné saint
Louis en Palestine, ou bien Robert d' Artois dans le voisinage dnquel ólait le lieo de sa naissance,
mais enclave dans le domaine du comte de Fiandre. Peut-étre a-t-il pris part i la bataille de la
Mansurah, avec ses frères de V Ordre de saint Francois, sous la bannière et les urdres de lean de
BeaufTort ?
• Quoi qu'il cn soit, e' est à Saint-Jean-d' Acre que le roi de France confleau flrère Gulllaniiie
ses lettres pour Sartach , qui campait alors à trois Journées en de^à du Volga, et e* est à Saint-
Jean-d* Acre que le Cordelier s* embarque pour s' acquitter de sa mission.
• Rubrouck nous a laissé sur Ics peuples qu' il a visités les notions les plus précises, et il
nous fait connaltre en méme temps sa personne, les opinions qu' il a soutenues sur V orìgine da
monde et l' àme des bótcs, et ses idées sur les hommes et les cboses dcs pays qu' il a parconmi.
Mais ce qu' il y a surtout de remarquable, e' esl sa théorie sur le droit de propriété et le fait de
la guerre.
« Rubrouck rapporte que les Orientanx ne s* accusaient point du péché de larcin, parce qo' ils
ne pouvaient vivrò sans voler, leurs seigneurs les privant de nourriture et de vétements. Le moine,
ému de tant de dureté st de si cruelles injustices dont ils avaient à souffrir, ne leur déoia pas te
droit de s' approprier, sur les biens du maitre, tout ce qui était necessarie à leur existenoe, et il
s' engagea méme à soutenir celle tbèse davant leur souverain, Mangou-Kgàn.
• Or, en Asie, au xiu siede, le khan, représentant V Etat, était seul proprìètaire da soL Mais
il est certain que le droit de propriòtó ne lui avait ótó accordò que pour en faire usage aa profli
de tous ses sujets. Le khan manquait donc au plus impérieux de ses devolrs s'il méconnaissail
celle obligation, et Rubrouck se rappelant ces paroles de la Genèse: t Je vous ai donne tonle^s
les herbcs qui porlent leur graine et tous Ics arbres qui renfcrment en eux leur semence, ehacun
selon sun espèce, afln quMls vous servenlde nourriture (eh. i, 19), • Rubrouck pouvait donc ne
pas qualifler de péché le vul commis dans de telles circonstances. Pour lui, il sufflsait de vivre
pour «ivoir le droit de vivre. 11 ólait donc crìminel, le pouvoir qui dérobait l' aliment nécessaire à
la vie d' un élre humain. « En eflTet, dil un publìciste, la famillc d' une part, la propriété d'autre
part, soni les deux cellules, les deux ovaires, Tun physiologiquc, l'autre économique, de tout
organisme, de tout mouvement de la vie sociale .... La famille et la propriété, ainsi que les ìoU
qui présidnnl à la formalion dcs deux faits primordiaux et génériques, soni donc anlórìeures et
supérieurcs à toutcs lois ci à tous fails pulitiqucs contingents et volonlaires, quels qu' ils soient. «
• Quanl à le guerre, Hubruuck pardonne aux soidats d' y prendrc pari, losrqu' elle est dirigée
coiilre les infldùles ou les inécròants. • Mais, dit-il, je leur ai défendu énergiquement de marcher
conlre les chrélìens et de leur faire le nioiiidre tòri, Je leur ai coiiseillé de soufTrir plulòl la mori,
parce qu' ils seraienl niurtyrs , » et il ajoula que sì <|uelqu' un lui repruchail son opinion sur ce
point, il irait la soutenir davaat Mangou-Khdn lui-mùme.
• Rubrouck admet donc la guerre comme un fait selon la nature dePhomme, mais il no
r admet qu'aulanl qu'elle .soit juslo et légìlime. S'il ne trouve pas celle condition absolue dans
celle élrangc juridiclion du meurlro, il condamne la guerre; parco qu'il se rappelle ces lois de
Moì'se consignées dans 1' Exode: • Vous ne luerez point (eh. xx, 13); • . . . . t Si un homme tue
.son prochain avec un dcssein forme et l'ayant recherché, vous l'arracherez de mon autel pour le
faire mourir (eh. xxi, 14). • Mais la guerre conlre les diréliens esl une guerre injuste et impie.
et Rubrouck fait défense expresse d'y prcndre pari, parce (jue pour lui le chrélien do 1' Orioni esl
t Tinnocenl et lo juslo, » et qu'il est dil au mòme livre de l'Exode: t Vous ne feroz poinl
mourir l' innocent et le jusle (eh. xxiii., 7). •
• L'envoyé do saint Louis cn Tartarìe n' était pas seulemenl un esprit droit et éclairé, il
était encore un grand caractère. l'u faux eromito avait fait accroire à Mangou-Khàn qn' il serait le
maitre de la France et du monde s'il se faisait chrélien, et lorsque Rubrouck alla le visiter, le
solitairo le pria do lenir au prìncc tartare la méme langage. • Frère, lui répondit le Franciscain, je
lui conseillerai volonliers de .se faire chrélien, car je suis vonu pour cola, et jc donnerai ce conseil
à l'univcrs onlier. Je lui ferai enlrevoir aussi la joio qu'en éprouvorenl les Franvais et le Pape,
et lui prumettrai qu' ils le tiendront pour frère et ami; mais qu'ìls deviendront ses esclaves et
lui paieront Iribut, je ne le dirai jamais, parco que je parlorais contro ma conscience. >
« Guillaume de Rubrouck rovini il en France après avoir accompli la mission que Louis IX lai
RUGELLAI 507
avait cooQée ? Oo l' ignore. Le célèbre Franciscaln le désirait, et il supplia le roi de solliciter pour lui
celle faveur de soo Provincial. Mais rien ne nous apprend qu'il lui fui permis de revoir sa patrie, et
si nous avons pu montrer son berceau, nous n' avons pas eu le bonheur de découvrìr sa tombe. Les
uns croieot qae GniUtume de Rubrouck est mori au couvent de Saint-Jean d' Acre en i356, d' autres
qu' il vivait encore en 1363, et qu' il était àgé de vingt-trois ans quand le roi de Franco flt appel
à son dévouement et à son patriotisme. »
Debbo avvertire che riferendo queste preziose notizie, ho tralasciato le citazioni de' documenti,
di cui il Db Hacker le ha corredate. Il lettore che desideri conoscerli, li troverà nel libro da noi
illustrato.
587. RucELLAi. — Viaggio d' oltremare di Frate Pietro Pagolo
Rucellai dell' Osservanza di San Francesco.
È un Viaggio inedito che incontrai nella Riblioteca Nazionale di Firense, cod. 75 della classe
XIII. Mi parve che non fosse senza pregio, sia per quel che racconta, sia per il modo con cui è scritto.
Ed essendo assai breve, ho pensato di darlo per intero in questa Bibliografìa. Il titolo mancava ; ed è
-I-
mia fattura. 11 Manoscritto comincia con le parole seguenti: IHS.
« Questi sono in brevi i luoghi devoti i quali si visitano nel viaggio di Jerusalem. »
t Io Frate Pietro Pagolo Rucellai dell' Osservanza di Santo Francesco , facendo impresa per
andare a visitare i Luoghi Santi di Jerusalem , due volte fui impedito. Finalmente per volontà di
Dio finito Tanno del Giubileo Mille cinquecento, dal nostro Vicario Generale mi fu mandato
V obbedienza con li miei compagni, ei addì 9 d' agosto pervenimmo alla città di Vinegia, la quale
è città molto ricca et maravigliosa. Considerando el sito et come tanto maravigliosamente è edificata,
da ogni parte circondata dal mare, non si crede che un' altra ne sia simile. Credo vi sia reliquie
et corpi santi assai: non li scrivo distinti, perché dimorammo tre giorni: dipoi la mattina dell'
Assunzione della Vergine Maria dicemmo la Messa in su una nave grossa di Veneziani d' uno nobile et
devoto mercatante, per nome chiamato Messer Piero Ruggeri, in nel nome di Jesù Cristo pigliammo
la volta inverso l'isola di Candia, che era viaggio di numero miglia mille cinquecento.
Candia.
t Candia è un'isola in Grecia, la quale si dice essere di circuito miglia settecento: produce
abbondanza di ottimi vini, et cosi naturali et perfette malvagie : fertile di bestiame et formaggio in
grande quantità: molto popolosa et di molte terre. La maggior parte sono eretici. Favvisi molte
gentilezze d' arci pressi , forsieri et altre cose, per la abbondanza di quelli arbori di cipresso, che
una parte di detta isola produce. Nella città principale è un bel Convento dell'Osservanza di Santo
Francesco, dove è quella nobile reliquia del teschio di Santo Stefano, primo martire di Cristo : et
vedesi due percussioni di quelle pietre, le quali calcarono et infransero l' osso verso il cervello a
Santo Stefano. Evvi altre chiese e reliquie di Santi: per brevità non le narro. Pigliammo il viaggio
verso Rodi in su un navile di Genovesi, che sono miglia quattrocento; et con gran pericolo della
vita pervenimmo alla città et isola di Rodi nel nome di Jesù.
Roni.
t Rodi è una isola di circuito miglia trecento: sono che governano e signoreggiano questa
isola cavalieri fieri: portano l'abito nero colla croce nel petto bianca: et fanno uno signore per
elezione, come si fa il Papa, fra loro, et chiamanlo Gran Mastro di Rodi. La terra è molto fortissima,
copiosamente fornita d'ogni generazione d'artiglieria, da potersi difendere dal Gran Turco, che
sono i confini per mare uno canale di sedici miglia. Evvi di reliquie un bel pezzo del legno della
Santa Croce : un' altra nobile et maravigliosa reliquia ; una spina della corona di Cristo. La quale
spina produce questo eflfetto ; che ogni anno il Venerdì Santo con grande reverenza si cava fuori
in una cappella del palazzo del Gran Mastro di Rodi, come apparisce il giorno : et all' ora di terza
comincia a fare mutazione, et da una parte inbianca; et per insino a sesta cresce; et nella punta di
questa spina apparisce una bocciolioa a modo d' on flore, che fanno questi prui, che comunemente
508 RUCELLAI
oasrooo nelle siepe, biaucu. K sta cosi per inUno a nona, quando Cristo emisit *piriÌHm, morì: e
poi a poco a poco si dissolve e sparisce , e torna nel suo essere naturale , eh' è del colore di
queste spine di giuggiolo. Gredesi fussi di quelle, che penetrassi il cervello di quello sacratissimo
capo di Cristo nvì tempo della passione. Fuori di Rodi tre miglia sono le sepolture di qvelli
quaranta Martiri, che sono a' nove di marzo, et sono sotto terra, fatta una bella chiesa; etdliau-
strasi per ogni martire la sua cassa di marmo. Le reliquie delle ossa sono state portale per diTerse
parti del mondo. Evvi altre reliquie: per cagione di brevità pertranneo. Seguitammo 11 nostro
viaggio montando in su un navile di Stiavoni, ci partimmo il primo di gennaio, andando per
Io golfo di Satalia: et quivi Santa Elena, Madre di Costantino imperadore, gittò uno chioTO della
Croce di Cristo, e fu sacrato allora il mare. Colla grazia di Dio pervenimo in Cipri , discosto
da Rodi circa di miglia quattrocento.
Cipri.
« Cipri è una isola anticamente molto famosa: ò di circuito miglia settecento, verso Siria pare
in Grecia. Molte nobili città sono state rovinale perle antiche guerre vi sono state; et è fertile et
abbondante di frumento, di bestiame, di zuccheri, cotone, cioO bambagia, moltitudine grande di
pernici et altri uccelli et animali, ottimi vini. Però disse Salomone, nella Cantica : Botrut Cypri, Sonvi
di molti corpi santi. Di quest'isola fu Santa Caterina Vergine et martire, di una città che si chiamava
Costa: oggi si chiama Costanzia, et fu desolata , et presso, in su la marina, edilicato un'altrm terra, che
si dice Famagosta. In una città detta Nicosia, capo d(>l reame di Cipri, discosto quaranta miglia da
Costanza, stette Santa Caterina a studio, et fece gran profitto in lllosùlia et in nelle altre arti liberali, et
dopo la sua morte fu in questo loco edilicato una bella chiesa in sua memoria. Dipoi dal padre fu
mandata in Alessandria presso allo Egitto, acciò che da quello Re le fosse mutato l' animo suo dalia
fede di Cristo : et stando costante nella cristiana Religione, li fu ordinato uno crudelissimo niartirio
di due ruote. Per mistcrio degli Angeli miracolosamente furono fratte in molti pezzi, et uccisono
quelli ministri crudeli et infedeli : et finalmente fu decapitala dopo la gran disputa fece con molti
fllo.soli. Il suo santissimo corpo con grande riverenza fu dalli Angeli portato In sui monte Sinay et
quivi ò sepolto; che sono delle giornate circa venti. Dal suo corpo, come testimonia la Santa Chiesa,
per molte centinaia d' anni emanava un certo liquore et sanava d' ogni infermità ; et inlinita mot*
tiludine di miracoli op<Tava Iddio per li suoi meriti. Di qnest' isola di Cipri fu quello Santo
llarioiic Aitate, del quale si parla nel liltrode' Siinti l'adri, et multo commendato dalla Santa Chiesa,
del SUD Corpo essere stali» austeri» et in }j:rai)(le penitenza; ron tanta parcità di cibo nutrito il suo
cuppu, ohe nessuno si le;:{re essere a}:;:iiinto a tanta pi-rfe/.inne. nuando fu presso alla morte, essendo
forte i'oniltattulo dal demonio, riprese \v for/e della ratrione, et parlò a sé medesinit» dicendo: Hai
sersilo a Cristo w^ltanl.n'.inqiie anni ei mortem timex^ Ksoi fiiora di (pieslt» corpo anima mia, et
mi'jrucit ad coeìum. La sua testa è nel (^anento ili Santi» Francesco in Nicosia citta di Cipri.
Abitaci in Ciitri di tutti quelli cristiani eho sono in Jerusalein, e molti altri corpi, e reliquie sante
sono in Cipro. Per brevità non si scri\ono in libro hor. Col nome di Jesu desitlerosi di perflcere
il nostro viaggio, fummo ricevuti in su una nave vini/iana et posti a Daruti terra di Mori et capo della
Siria; viaggio discosto da Cipri trecento miglia. Ilenedcttu sia iddio.
Darl'ti.
• Raruti è una terra piccola: co<sl è porto di Damasco. \a} navi conducono morcalanzic ed altre
mercerie et robe a Haruti : pui per terra sono mandate in su cameli in Damasco, et in altre terre per la
Siria, et per tulli quelli paesi. Sono abitati, copiosi di popoli. (>t molte varietà di sette et lingue. In
(pK^sto castello di Haruli \i abita i nostri Frati di Santo Francesco deirOs>ervan/a. Kt in questo modo
fu dato loro il Cun\ento, per uno miracolo grande: do\e abitando una citsata di (ìiudei, in una ca.<a
tro>arono una imma^'im» d'uno Crocifisso come nascoso, u>vero a c:i.so, in certi luoghi. Subito
proMK-ati ad ira loro (ìiudei insieme con li altri della Si na^'oga, fe<:ero a questo Crucillsso tutti quelli
dispregi et strazi che fu fatto ad Jesu Oisto. Fece Iddio questo miracolo, che in tanta abbondanza
flusse il sangue et usci fuori di quella imrna}:ine. che bisofinò fussi manifesto a tutti» il popolo, et
cristiani, et Giudei, et Mori : et per ({uesto miracelo si converti alla fede quelli Tìiudei, et dettono quella
casa a' Frati di Santo Francesco dell' Oss4.Tvanza, et quella Sinagoga fu consecrata in Chiesa di cristiani;
et Convenne molti Vescovi et Prelati a questo spettacolo. Et con grandis.«ima riverenza presono quellu
RUCELLAI 509
sangae, et tniovasene in più luoghi, et credono alcuni sia del sangue di Cristo quando fu crocifisso.
Fuori di Baruti duo miglia si mostra il luogo dove Santo Giorgio ammazzò quello dragone, come
narra la sua leggenda. Per lo paese di Baruti si vede alcuna volta, la state, di quelli animali, ciie
si domandano camaleon, et vivono senza cibo, et in tutto il mondo non si trova altra specie d' animali
che questi camaleon che vivino senza cibo secondo scrivono li autori, che hanno scritto la proprietà
delli animali. Cosi anco si mutano d' ogni colore, secondo a quella cosa, dove s' accostano, eccetto
bianco e rosso. Riposati alquanti giorni, trovammo alcuni Mori, ponendoci in su una loro barca. Ci
portarono inflno che smontammo al Zaffo, porto di Jerusalem, discosto da Baruti trecento miglia. In
questo viaggio si trova Tyri e Sydone.
loppBM CIÒ È Zaffo porto di Jerusalem.
« Il Zaffo è porto di Jerusalem. Anticamente era una città sita et edificata in su la marina. Et
apparisce et vedesi le ruine delle mura. Ora vi sono due torri, che guardano il porto. A quelli che
vanno per cagione di visitare Jerusalem, come sono smontati in terra, è conceduto indulgenza plenaria,
perchè ò il principio di terra di promissione e del paese di Terra Santa. È discosta da Jerusalem
quaranta miglia. Camminando si perviene ad una terra, che si chiama Rama, discosto dal Zaffo
miglia dodici : poi si trova discosto da Rama venti miglia Emaus, che è presso ad Jerusalem otto
miglia. Qui in Emaus apparve Jesù Cristo alli duo! discepoli in forma di Pellegrino il lunedi dopo
la pasqua della Resurrezione. Camminando insieme la sera, lo conobbono nel partire del pane, come
narra lo Evangelio. Dipoi sempre si ascende et sale otto miglia continue per insino che si viene alla
inclita città di Jerusalem. Pervenuti alla città santa, tutti vengono al Monte Sion, dove tutti si
confessano et devotamente si comunicano. In questo Monte Sion furono operati molti mistnri devoti.
Anticamente era la fortezza di Jerusalem : oggi v' è il nostro luogo principale de' Frati dell' Osser-
vanza di Santo Francesco. Quivi fece Cristo la cena colli suoi Apostoli , et istituì il Sacramento dell'
Eucarestia, suo corpo e sangue in cibo ; lavò i piedi a' suoi discepoli : et mostrasi il luogo proprio. Al
presente ci è la Chiesa, et diconci i Frati l' officio et celebranvi le Messe. Dopo la risurrezione si
mostra un' altra abitazione, dove Cristo apparve alli discepoli et entrò nel Cenacolo, stando le porte
serrate, et dette lo Spirito Santo alli discepoli, stando loro all' orazione insieme. Mostrasi un' altra
cappella, nella quale apparve Jesu Cristo a Santo Tommaso e disseli : Poni le tue dita nelle piaghe mia,
et eognosee loca elavoruin, et non volere essere più incredulo, ma sii fedele. Mostrasi il luogo dove
mori la Vergine Maria: eravi anticamente una chiesa: fu poi da quelli Mori rovinata.
In Bettania.
« Bettania è discosto da Jerusalem dua miglia: era il castello di Marta : e presso a Bettania
quattrocento passi era uno palazzo o fortezza, che si chiamava Magdalo, et abitavalo Maria Maddalena.
Loro furono ospite et molte volte ricevettero Cristo e li Apostoli in casa loro. Et presso Bettania si
mostra il sepolcro di Lazzaro, et discosto dal sepolcro di Lazzaro circa di quaranta braccia stette
Cristo quando chiamò forte : Jjazare, veni foras. Et questo fece Jesu acciò fussi inteso che parole
diceva, et fussi attribuito la virtù di resuscitare Lazzaro alla divinità, eh' era in Cristo, et non al
demonio. Fu in questo luogo da Sant' Elena edificato una bella chiesa, et sopra il sepolcro di
Lazzaro vi si celebra la Messa. Benedetto sia Iddio.
Il Monti Ouvkto.
« Il Monte Oliveto è fra Jerusalem et Bettania, in quel mezzo; et nella sommità del monte
fu il loco dove Cristo proprio motu sali in cielo, et in su una pietra lasciò la vestigia et forma
d'uno pie. Furono presenti centoventi discepoli et la sua Madre colle altre Marie et li Apostoli,
quando Cristo salì in cielo, et in tale memoria fu da Santa Elena edificata una bella chiesa.
Allato a questa Chiesa è la cella di Santa Pelagia, che si partì di Antiochia, come narra la
leggenda de' Santi Padri. Nel descenso di questo monte, verso Jerusalem, si mostra il luogo dove
stette Cristo quando pianse sopra di Jerusalem: trovasi scritto nello Evangelio di Santo Luca capo
19 et la domenica nona dopo la Pentecoste. Appiè del Monte Oliveto è la valle di losaphat: e quivi
è il sepolcro della Vergine Maria, Madre di Dio, et evvl fabbricato una nobile chiesa in onore quando
fa assunta in cielo . Et pochi passi appresso a questa chiesa è il torrente Cedron : poi si sale un
51 0 KUCBLLAl
mezzo migrio, et sono le mura di Jerusalem. In questo torrente si mostra il luogo, dove fu lapidatu
Santo Stefano protomartire.
IL VIAGGIO CHE FECE JeSU CrISTO NBL TEMPO DELLA SUA PASSIONE.
« Primo, Cristo si parti di Bettania da casa Marta e Maddalena, et venne a fare U Pasqua
in Jerusalem in Monte Sion: poi dal Monte Sion discese verso il Monte Oliveto, et passò trans
torrentem Cedron, che è uno mezzo miglio discosto; et andò in su salendo in una parte del monle
Oliveto. Mostrasi il luogo, dove disse Cristo alli Discepoli : Vigilate et arate. Lontano, come dice lo
Evangelio, un gittare di pietra, è la spilonca dove orò al Padre, e disse : Padre, ti pouSbOe ett,
rimovi da me questo calice della passione : tamen sia fatta la volontà tua : et quivi In questa
orazione mandò fuori lagrime et sudore sanguineo ; poi ritornato alli discepoli. Si mostra presso
il luogo dove fu preso e legato. Cosi menato per lo torrente con molto dispregio verso Jeru-
salem, pervennono a casa di Anna, ch'era stato Pontefice l'anno dinanzi; et è discosto, da
dove fu preso, passi settecento; e quivi ricevette la guanciata dal servo del Ponteflce, chiamato
per nome Malco. Evvi una Chiesa : stannovi cristiani, che si chiamano Armeni. La sera medesima
fu menato a casa di Caiphas, eh' era Ponteflce ; et è presso a casa di Anna per un gittar di mano. Et in
c^sa di Caiphas fu dove ricevette grandissimi flagelii et crudeli tormenti per insino alla mattina. Et
quivi fu negato da Pietro. Di ((ui si parti Giovanni innanzi di, correndo in Bettania a darne nuova
alla Vergine Maria, credendo per lo battiture e flagelli Cristo morisse in quella notte. Poi la mattina
per tempo tutta mesta e lacrimosa si parti di Bettania la Vergine culle altre Marie per trovare il suo
figliuolo vivo, et trovarono Pietro in su la porta del palazzo di Caiphas che piangeva amaramente
d' aver negalo il suo Maestro. La mattina per tempo fu menato a casa di Pilato , eh' era discosto
circa d'uno miglio dalla casa di Caiphas. Mostrasi Patrio, ciò ò l'entrata del palazzo di Pilato
dove Cristo -fu legato ad una colonna di porfido e crudelmente battuto e coronato di spine. Fu
fatto in questo luogo una bella capella: al presente l'adoperano quelli Mori per stalla. Prima
che Cristo fussi flagellato, Pilato lo mandò a casa di Erode: da Erode Cristo fu reputato come
stolto, e rimandato a Pilato: et allora Pilato comandò che Cristo fussi flagellato. La casa di Erode
ò dietro da quella di Pilato; un bel palazzo discosto cento cinquanta passi. Et quando Pilato ebbe
dato la sentenza, mandò Cristo culli due ladroni ad esser cruciflsso. Discusto circa di centoquaranta
passi si truva una chiesa in parte rovinata, che si domanda Santa Maria dello spasimo, dove la
Vergine Maria vedendo il suo llgliuulo rovinare sotto quella gran Croce, ruvinò in terra et fu per
iscuppialle il cuore. Da' cristiani fu fallo quella Chiorba. Dipoi «iiscosto rento passi si trova quella
trivio: dalla destra veniva Simon Cireneo, la sinistra voltava verso il Monte Calvario, et quivi
costrinsero Simon Cireneo che portassi la Croce per insino al Monte Calvario, che erano passi circa
di secento: percljù Cristo Jesu per li dori flagelii essendo lutto laceralo et sanguineo, non potette
portare [)iù la croce. In questo trivio quella donna Santa Veronica, vedendo Jesu Cristo da ogni
parte affli Ito, mossa da pietà si levò il velo di capo, et porse il Santo Sudario alla faccia di Jesu
Cristo, et rimasevi la impronta del suo viso, come si mostra a Roma. 11 Monle Calvario al tempo
di Cristo era fuori (Iella città di Jerusalem: oggi è quasi nel mezzo della terra, perii casamenti,
che poiché Io presono i cristiani, furono fabbricati per divozione verso quel Monte Calvario: così,
fatto una magna et trionfante Chiesa, messoci dentro il Monte Calvario quanto a quella parte dove
fu crocifìsso Cristo.
LA PROPORZIONE COME STA LA CHIESA DEL SANTO SEPOLCRO.
• La Chiesa del Santo Sepolcro la lunghezza è braccia 404 : la larghezza è braccia 64, con due
tribune, o vuoi cupole, alte braccia 60. Il vano della cupola ò sopra il Santo Sepolcro, lungo per
traverso diametraliter br<iccia 30, che viene a moltiplicare di circuito braccia 90. Et sta detta cupola
sopra il Santo Sepolcro eretta sopra 4 4 colonne, che ve ne sono dieci molto grosse, et le base di esse
colonne sono per ogni faocia braccia 2 e mezzo, con imbasamento appiccate alto braccia 3, e sono d'un
pezzo, e sonvi 6 pilastri quadri: per ogni faccia sono braccia i e mezzo. In tutta la Chiesa vi sono centi>-
quaranta colonne fra piccole et grosse, e più che dugenlo mezze. Sonvi anche molle cappelle, eh*
escono fuori «lai corpo d' essa Chiesa, per includervi di queli misteri santi operati in Cristo. Come s'entra
nella Chiesa a mano destra circa braccia 34 v'è il Monle Calvario, et sale dal piano alla Chiesa 18 sca-
glioni, per insino dove è la buca dove fu messo la Croce. Evvi timasto un piano, per uno verso braccia 6
RUCELLAl 511
dove stettoDO le tre croci; per l'altro verso braccia 4. Evvi una fessura nel masso langa 3 braccia
larga mezzo, che si aperse, come dice lo Evangelio, petrae seUtae iunt, quando Cristo enUHt
tpiritufn. V apritura è dal lato dove stava il cattivo ladrone, chiamato per nome Gesta : evvi due
colonne piccole, dove stettono le croci de' ladroni ; dove stette la Croce di Cristo, v' è la buca che
va dentro due terzi di braccio, et intorno è sprangata di rame, acciò non ne possi esser levato. Poi
fa levato di Croce, portato verso il Santo Sepolcro. A mano sinistra 34 braccia discosto dalla buca
della Croce la Madre colle Marie distesono quel telo per rin volgere quello santissimo corpo et con
cose preziose et aroms^tiche l' nnsono ; et evvi la memoria della misura del corpo di lesu Cristo ; con
grande reverenza tenuto quel luogo et con otto lampane accese discosto dal Monte Calvario braccia
trentaquattro. Poi lo portarono al Santo Sepolcro discosto da dove fu unto braccia 34; et così dal
Monte Calvario al Santo Sepolcro è un lunghezza di braccia 68, pure ogni cosa incluso in essa
Chiesa. Dietro al Monte Calvario sotto terra 40 scalini è dove fu trovato la santa Croce di Cristo
da santa Elena, et UMUiifestossi per miracolo d'uno morto, che ponendoli essa Croce a dosso, subito
risuscitò; et evvi il segno, dove fa operato tale miracolo. Abitanvi nostri Frati. In questa cappella
Uk conservata per lungo tempo la Croce, et in questo luogo vi è un gran pezzo della colonna dove fu
flagellato Cristo, e vedesi alcuni segni in questa colonna miracolosi. Fuori di questa cappella pochi
passi si mostra il loco dove Cristo risuscitato apparve alla Maddalena in forma d' ortolano, volendo Cri-
sto manifestarli la sua risurrezione, il Santo Sepolcro, dove fu messo il corpo di Jesu, per ogni verso
è braccia 3 e mezzo. Includendovi dentro l'arca marmorea dove fu sepolto Cristo, solo vi rimane
tanto spazio che vi può stare il sacerdote a dire la Messa sopra il Sepolcro. L' uscio proprio dove s'
entra è alto braccia 1 e 3 quarti, largo uno braccio. Evvi un' altra cappelletta oscura a mano destro,
che si dice Career Christi dove te conservato Cristo alquanto spazio appiè del Monte Calvario nel
tempo della passione. Tutta la Chiesa è ornata di mosaico, et molto ricca et trionfante: fabbrica
grande: figure assai del vecchio e nuovo Tl^tamento. Molti altri misteri sono in essa Chiesa, dove
fu spogliato, dove apparve a Pietro, et stavvi moltitudine di lampade accese per tutta la Chiesa. Sopni
del Sepolcro ve ne sta 38. Abitavi otto geniMQÌ«ni di Cristiani : tutti hanno la lingua distinta 1'
uno dalP altro: cosi l' ò scritto. Come sono Greci, A>.GorgÌi, 3' Indiani, 4< Armenii, quinti Soriani, sexti
Abassini, septimi lacobiti, 8' Maroniti, et Latini. Questi Maroniti sono cattolici. Ciascheduno in essa
Chiesa ha la sua abitazione, et notte et giorno laudano Iddio in loro lingua, in grandissima peni-
tenzia. Mostrasi presso al, Monte Calvario verso il Santo Sepolcro il mezzo della terra: In quel
tempo fa adempiuto quel verso del Salmo: Operatili est Deui salutem in medio terrae. Mostrasi
nel tempio di Salomone, onde il Diavolo volse che Cristo si gittassi, come è scritto la prima domenica
di Quaresima nello Evangelio di Santo Matteo, quarto capo. Cosi di questo tempio nella città si mostra
la porta speziosa, dove santo Piero disse a quello ratratto che li domandava ettmoBina : ÀrgerUum
et aurum non est mihi : in nomine lesu Christi surge et ambula ; e nel nome di €rtst8 fliBDava infer«
mità e suscitava morti. Cosi li altri Apostoli. Dall'altra parte del tempio verso tevant<r«l mostra la
porta aurea, la quale risponde verso il Monte Olivete, donde Cristo entrò in Jenualem quando venne
da BeflC^ , che fu ricevuto da quel popolo come Messia la domenica in Paknis. È Reffage in sul
Monte Oliveto, quando si discende che si viene verso Jcrusalem, discosto mille passi dalla città.
Quella porta aurea si serrò nel tempo della passione , et poi non s' è mai aperta. Dalla parte di
fuori del tempio è murata e non si può vedere. Mostrasi la carcere di Pietro, quando Erode lo tenne
in carcere legato con due catene , et miracolosamente fu liberato dall' Angelo. Mostrasi la casa, dove
a S. Maria Maddalena li fu perdonato tutti li suoi peccati da Jesu Cristo, come si narra in santo Luca,
capo settimo. Il giovedì dopo la domenica di Passione corre questo Evangelio. Et mostrasi dovo
fu decapitato Santo Iacopo: dov'era la Piscina quando Cristo sanò quello ch'era stato 38 anni
aspettare. L'Angelo discendeva dal cielo, e moveva l'acqua: il primo che discendeva era sanato,
come dice lo Evangelio di santo Giovanni, capo quinto. Leggesl il-*vtnerdl dopo la prima domenica
di Quadragesima. Chiamavasi questa Piscina Probatica BethKalda. Mostrasi la Piscina natatoria
Siloe, dove fu alluminato il cieco nato fuori poco di Jerusalera. Il palazzo dove si fece la deter-
minazione di uccidere Cristo, quando Caiphas disse profetando : Necesse est ut unus moriatur prò
populo, ne tota gens pereat : chiamasi oggi il palazzo del mai consiglio : è discosto da Jerusalem
un miglio. Del cieco nato si fa menzione in santo Giovanni, capo nono: è il mercoledì dopo la quarta
domenica di Quaresima. Cosi Acheldemach, idest quello terreno che fu comperato di quelli triginta
argentei^ che ricevette Giuda quando vendette Cristo. Fu deputato questo terreno in sepoltura dei
Pellegrini. Anco serve a quello esercizio oggi.
512 RUGELLAI
LA CITTX di BBTLEKII.
t Beteleem è una città piccola, lontana da Jerasalem cinque miglia: evvi una bella CbieM et
grande, come san Pietro di Roma, tutta ornata di mosaico. Grande riverenza ci portano quelli Morì:
molle volte ci vengono quelli Mori a fare loro orazioni , perchè assai riverenzia portano alla Vergine
Maria. Tengono la Vergine Maria fussi Vergine dopo il parto, nel parlo, et innanzi al parto. Molta
riverenzia portano a Cristo : solo non credono fussi morto, né che fussi Iddio. Dicono eh' andò in
cielo, quando i Giudei lo volsono pigliare. Mostrasi in questa Chiesa il luogu proprio, dove la Vergine
Maria partorì il Figliuolo di Dio : et evvi fatto di sopra uno bello altare, per dirvi la Messa. Presso
circa di 4 braccia si mostra una grotta del sasso naturale, dove Josephe reclinò lesu Cristo fra F
asinelio e '1 bue nel Presepio di tieno. Cosi sopra del Presepio un bello altare , et celebravisi te
Messe. Discosto circa dieci bracala si mostra proprio il luogo, dove disparve la steUa da' Magi,
poiché ebbono trovato Jesu nel Presepio. Queste cose sono da una delle estremità della Chiesa, solto
terra circa di sei o otto scaglioni. Poi di sopra dal piano della Chiesa, da mano destra si mostra uno altare,
dove l' ottavo giorno fu circonciso Cristo. Dalla mano sinistra incuntra a quello si mostra un altro
altare, dove li Magi avendo culla stella trovato lesu Cristo, sì prepararono li doni, incenso, mirra et
oro, et con riverenzia andarono ad adorare il Figliuolo di Dio et di Maria Vergine, come vero Iddia
Evvi allato a questa Chiesa sotto terra la sepoltura di santo lerooimo. Cosi la sepoltura dì quelli
Innocenti, che fece uccidere Erode, per uccidere Jesu Cristo. Fuori di Beteleem circa di seccato passi
è il luogo dove i Pastori udirono cantare Gloria in excelsis Deo dalli Angeli : et quivi fece ediOcare
santo leronimo uno bello Muuistero ad Paulam et EuUoehium, Evvi la Chiesa in parte rovinata. Li
Pastori vidono splendore grande sopra di Beteleem, et dissono V uno all' altro : Transeamus u$qu»
Betheleem : perchè si sale da' pastori a venire verso Beteleem. Partissi loseph con Maria et Jesu Cristo,
per difendere che Cristo non fosse morto : imperocché in tutto Beteleem et ne'conlini suoi si cercava
tutti i fanciulli fra duoi anni in giù, et erano morti per comandamento di Erode : venivano loseph
Maria et Jesu verso Jerusalem : quando furono discosti daBeteleem due miglia, come narra Io Evangelio,
Matteo capo secondo, et nella festa delli Innocenti, fa ammonito loseph dall'Angelo et disseti : Fuge in
Aegiptum. Cosi obbedì all'Angelo, et prese la via verso l'Egitto, che è discosto da Jerusalem et
Beteleem miglia quattrocento.
LN MONTANA JUDEA.
• Montana Judea è discosti da Jerusalem (|uindici miglia. La Vergine Maria si partì di Nazareth,
et venne in Montana Judea a visitare santi Flllsabolta; eh' era un viag^'io di circa 60 miglia. Mostrasi
il luogo proprio dove santa Elisabetta partorì santo Giovanni Battigia. Ewi una hflla chiesa et
ogni anno per la festa di Santo Giovanni ci vanno i Frati di Jerusalem a cantare la Messa.
Così discosto dugento passi vi è un palazzo in parte rovinato, dove visitando la Vergine Maria
santa Elisabetta, Giovanni ch'era di sei mesi nel ventre di santa Klisahelta, fece riverenzia alla
Vergine Maria, che già aveva concepito il divino Verbo. Kt santa Elisal)etta sentendo quella riverenzia
che fece Giovanni, fu eerlillcalii del Figlino! di Dio, eh' era in utero Mariae : ci rispose alla Vergine et
disse: Benedictus frnctus ventris tui. Allora la Vergine referendo ;;razie a Dio, compose quello Cantico:
Magiìificat anima mea Doininum. Da un'altra parte in «piel medesimo palazzo era Zaccaria, marito di
santa Elisalx'tta: et <|uando ebbe partorito santa Elisabetta, fu domandato per segni, perchè era fallo
mutolo, come volessi por nome al suo Figliuolo, scrisse Inannes est nomea eiux, ci subito riebbe la
loquela, et compose quel Cantico : fìenedictus Dominua Deus Israel. Et mostrasi dove fu nascosto
(iiovanni Battista, quando furono uccisi gli innocenti per comandamento di Erode. Et poi di lungo
circa di sette miglia si trova il deserto, dove di cinque anni santo Giovanni andò abitare, et quivi
ri angiava h)euste et fnvum mellis et ac<iua pura. Evvi una devota Chiesa presso a quella fonte; et
mostrasi una pietra dove santo Giovanni dormiva. Et sotto la Chiesa si mostra la spelonca dove fre-
quentemente al)itava. Dipoi come fu stato alquanto tempo in quesl») deserto, camminò circa del Home
Gitirdano in uno deserlu più aspro; et quivi continuò [>er insino alla età di anni 30. Poi uscì fuori a
predicare penitenzia et manifestare il Messia Cristo dovere di prossimo venire et mostroUo col dito
dicendo : Eae Agnus Dei.
NELLA GALILEA ET J ERI CO.
• Il (lume Giordano passa per la Galilea, et è discosto da Jerusalem (|uaranta nàiglia. Per questo
fiume Giordano passò il popolo di Israel, quando Josue lo ripalriò, et roiso quel popolo in terra di
RUGELLAI 513
promissione, come si narra nella Bibbia in lotue^ al terzo capitolo. Quando passavano il fiume,
mostrò Iddio questo miracolo, che V acque si fermarono, e tennero in collo ad modo di un monte :
quelle eh' erano innanzi seguitarono nel Mare Morto, et così rimase in secco, per inflno a tanto che
tutto il popolo passò per la terra asciutta: et poi si ritornarono le acque nel suo letto, e'I popolo
passò verso Jerusalem. Mostrasi il luogo dove fu battezzato Cristo da santo Giovanni Battista, et
fu audito la voce del Padre eterno, che disse : Hie est fUiu$ meus : et lo Spirilo Santo apparve in
ispecie di Colomba sopra del capo di Jesu Cristo. Cosi nasce questo fiume Giordano circa del Monte
Libano presso a Damasco, et discende per certe montagne verso la Galilea, et entra nel Mare Morto :
il quale è uno certo lago, o stagno lungo ottanta miglia o più ; e quest'acqua è amarissima et salsa,
e non vi nasce alcuna cosa viva, né pesce, né vermini. Et molte grandi cose si dice di questo
Mare Morto. La sua larghezza sono di circa 30 miglia. Quivi venne quello grande flagello di Dio,
quando furono bruciate quelle cinque città Spddoma et Camorra dal fuoco et zolfo, come narra la
Bibbia nel Genesi alli 19 capitoli. Venne Abraham poi ad abitare in*Ebron: furono in numero delli
anni che stette Abraham in questo mondo, cento settantacinque anni, come è scritto nel Genesi alli
95 capitoli. Et fu sepolto Abraham con la sua Sara in Ebron. Cosi il suoUglìuolo Isaac; poi lacob;
poi il figliuolo di lacob, losephe ; l' ossa del quale losephe prese Moìsè quando trasse il popolo fuori
dello Egitto, et portolle in Ebron. Et fu in Ebron edificato da' Cristiani una bella et trionfante Chiesa,
dove si riposano i corpi di questi Patriarchi; Abraham, Isaac, et lacob et losephe. Dicesi esservi la
sepoltura di Adam con le loro compagnie. Evvi presso uno miglio il campo Damasceno, dove fu
formato et plasmato il primo uomo Adam. Cosi ad Ulicem Matibre dove Abraham vedde tre Angeli, et
adoronne uno, che fu misterio che li fti mostrato la Trinità. Ebron è discosto da Jerusalem sessanta
miglia, et fu Ebron il primo reame che avesse David Profeta.
JERIGO.
Jeiko ò una città discosto da Jenisalem trenta ioigHa dopo il fiume Giordano . Narrasi cose
molto maravigliose di questa città di ierlco nel libro di Josue alU sei capitoli nella Bibbia. Quando
il popolo di Moisè fu passato il fiume Giordano, si accampò intomo ad Jerico, et mir^Iosamente
per virtù divina in uno subito rovinarono in terra le mura della città di Jerico. Cosi entrò dentro
tutto quello esercito del popolo di Dio, essendo capitano et duttore Josue. Quivi ebbono il nuovo
comandamento della Circoncisione. Intorno a questa città cominciò a mancare di venire la manna
dal cielo: la quale per 40 anni già aveva cibato quel popolo di Molse. Presso duo miglia dalla
città di Jerico si mostra uno loco deserto, dove abitava léArones; et quello che veniva da Jerasalem
in Jerico si riscontrò in questi ladri, et fu ferito a morte. Quello Samaritano passando di quivi si
mosse a pietà et medicollo, come narra lo Evangelio di santo Luca decimo capitolo. E la i^ Domenica
dopo la Pentecoste. Così si mostra il luogo dove Cristo digiunò 40 di et 40 notte, come è scritto nello
Evangelio la prima Domenica della Quaresima. È discosto da Jerusalem circa di 30 miglia, et ò
uno monte molto repente, pericoloso il salirvi. Oggi si chiama la Quarantana. Dalla parte suprema di
questo Monte si mostra una grotta dove stette Cristo, et evvi una Chiesetta dove era quando il dia-
volo io tentò, e dissegli: Se tu se' Figliuolo di Dio di' che queste pietre diventino pane, barrasi
nello Evangelio la prima Domenica di Quadragesima. La Galilea confina da una parte colla Siria,
dall'altra parte coli' Arabia, dall'altra parte colI'Egitto, et è parte della Giudea. Trovasi in questa Galilea
molli misteri devoti. Il monte Tabor, dove Jesu Cristo si transfigurò et mostrò il suo corpo glorioso,
presente tre suoi discepoli. Il pozzo della Samaritana presso alla città di Sichar. Dicesi questo
Evangelio il venerdì dopo la terza Domenica di Quaresima. Nelli confini Tiri et Sidoni , che sono
due città poste in su la marina. Cristo sanò quello sordo e muiolp, come narra lo Evangelio di
Santo Marco, capitolo settimo ; et la terza domenica di Quaresima corre questo Evangelio. Mostrasi
dove Cristo fece dell'acqua vino. Queste città Tiri e Sidoni oggi hanno mutato il nome: chìamansì
(l'una) Sur. l'altra Saitta. In questi confini verso la Galilea fu esaltata quella donna Cananea da
Cristo, della costanza et perseveranzia nella fede, quando Cristo le disse : 0 mulier, magna est fldes
tìia, come narra Santo Matteo, capitolo quindici, et leggesl questo Evangelio il giovedì dopo la
prima domenica in Quadragesima. Poi si perviene in Nazareth, dove l' Angelo Gabriello annunzio la
Vergine Maria. Et in quello proprio luogo v'è una chiesa, et due colonne di porfido, et è tenuta
con grande riverenza. Verso Damasco.
3:1
514 RUIZ BLANCO
Amtrira
DAMASCa
Damasco è una nobile città molto famosa, capo della Siria. Abitavi assai mercatantL Fuori di
Damasco si mostra il luogo dove Cristo chiamò Santo Paolo Apostolo dicendo: Sanie, SaìàU^qmid
me persequerUf Rispose Paolo: QtUi m, Domine f Rispose Cristo: Ego ium Je$us Nazarenue, qugm
tu pertequerU. Quelli che erano in compagnia di Paolo si maravigliavano: udivano la voce, et
non vedevano chi parlava. Alla voce di Jesù Cristo Paolo subito diventò cieco, e fu guidato in
mcnasco. Per comandamento di Jesù Cristo, si presentò ad Anania, et per virtù del sacro Battesimo
fu Illuminato dalla santa fede, et riebbe il lume degli occhi corporali, come si legge nelli Atti delli
Apostoli alli nove capitoli, et nella Epistola che si legge nella conversione di Santo Paolo. Mostrasi
da quella parte delle mura donde Paolo fu tratto fuori di Damasco per una sporta , perchè quellu
Principe il voleva uccidere. Anco si mostra la casa di questo Anania, che battezzò Paolo Apostolo.
Damasco è discosto da Jerusalen) trecento miglia.
ALBSSANDHIA. U. CAIRO. SINAI.
t Alessandria è una città posta in su la marina, flne dell' Affrica , et principio delF Egitto ,
discosto dal Cairo due giornate. Questo Cairo è una cosa grandissima et roaravigliosa quaniu
ne sia nel mondo : grande, iniinita moltitudine di popolo et di casamenti, et la residenzia et caiM)
dell'Egitto. Qui stava quello grande Re Faraone. Dal Cairo al Monte Sinai sono delle giornate
circa 30 : in su questo Monte Sinai Iddio dette la legge a Moise, et quelle due tavole scritte da Dio
di dieci comandamenti ; come si legge nella Bibbia nell' Esodo alli 30 capitoli. Appiè dei moble
stava tutto lo popolo di Moise, et Moise parlava con Dio. Et quanto fussi il numero di quello
popolo è scritto nel libro de* Numeri, capitolo 36. In questo viaggio dal Cairo al Monte Sinai si
trova il mare Rosso, dove passarono il popolo di Dio ikco vestigio. Miracolosamente per virtù di
Dio si aperse il mare tanto che passassi il popolo di Moise, perseguitando li Egizi con re Faraone
quel popolo di Dio. Come furono nel mezzo del mare li Egizi, le acque ritornarono al luogo loro,
et tutti furono sommersi nel profondo del mare insieme con re Faraone . Allora Moise con tutto il
popolo renderono laude a Dio. 1^ sorella di Moise compose allora quello cantico, et insieme cun
tutto il numero delle donne cantarono: Cantemus Domino, gloriose ec. È scritto nella Bibbia alli
i3 capitoli dell' Esodo. Trovasi per ((uelli diserti quello masso di pietra , il quale Moise percosse
colla virga di legno, et subito usci di quel masso l'acqua in abbondanza. Ewi in sul Monte Sinai
una Chiesa, duve iddio chiamò Moise di quella flamma de rubro; che ardeva et non sì consumava.
È scritlu nella Bibbia, ali' Esudo, al terzo capitolo. Cosi un' altra cappella dove sl^iva Iddio quando
dette le tavole de' dieci comandamenti; et dove stava Mois<^ v'è un' altra cappella. Mostrasi il luogo
dove li Angeli seppellirono Santa Caterina. Poi fu cdilìcato uno nobile Monistero di Monaci di Santa
Basilio, dove con riverenza fu traslatato esso santissimo corpo. Et in questi luoghi .principali dove
Iddio operò qualciie mìsterio, et così Jesù Cristo suo Figliuolo, et la sua madre Maria Vergine,
quasi in tutti per antica memoria sì dice esservi indulgcnzìa plenaria a poena et culpa. Alcuni luoghi
ho pretermìssi e lasciati indietro per fare la narrazione più breve. Et tutti quelli che non fussino abili
a potere andare in ((uesta peregrinazione spirituale, né vedere questi luoghi devotissimi, degni di
ogni riverenzìa; ne' quali luoghi il nostro Iddio volse incarnare, conversare et per nostra salute
morire; abbino buona fede et riverenza di cuore, et saranno da Dio premiati secondo il loro
fervente et spirituale desiderio, in quella Jerusalem città superna, città di Dìo, dove è il nostro
nne beatifico quielativo d'ogni intelletto creato; et quivi si trova ogni bene.
• Io Frate Pietro Pagolo Hucellaì sopra detto, Unito il sopra detto viaggio, tornai al nostro
loco di Santo Salvadore nel mille cinquecentoquattro; et oculata fede et personalmente veddi le
sopra dette cose. Pro me preut effundite apud Altissimum. Amen. »
• ■»-
IHS
588. Ruiz Blanco. — Conversion de Piritu, de Indios Cuma-
nagotos, Palenques y otros. Sus principios y incrementos que oy
tiene, con todas las cosas mas singulares del pais , politica y
RUIZ BLANGO 5i5
pitos de sus naturales, pratica que se observa en su reduccion,
y otras cosas dignas de memoria. Sacalas nuevamente a luz el
P. Fr. Matias Ruiz Bianco de la Observancia de N. P. S. Fran-
cisco, Lector de Theologia, Examinador del Obispado de Puerto-
Eico, y Comissario Provincial que ha sido dos vezes en dichn.
conversion. Dedicalas al Exmo Senor Marques de Ics Velez, ^^-ì.
gnissimo Presidente del supremo y real Consejo de Indias. Con'
privilegio. En Madrid. Por Juan Garcia Infangon. Ano 1692.
>
Un volume in 4, di 7 carte preliminari non namerale, e 160 pagine, oltre 4 carte d' Indice de
las eosai particulares in fine. Libro rarissimo, quanto prezioso; di cui incontrai un esemplare nella
Biblioteca Nazionale di Madrid. Impossibile scrivere di quella grande eonvertion senza conoscerlo;
a cui fa naturai seguito la Historia Coro^graphUa, naturai y wangeUca del Padre Antonio CauUn,
di cui abbiamo a suo luogo parlata La relazione giunge* sino a pag. ili, e alla iiS seguita la
— Platica que ay en la ensenaiiza de los Indios, y un directivo
para que los Religiosos puedan commodamento instruirles en las
cosas essenciales de la Religion Christiana.
« Piritu (dice P Autore nella prima) tiene su assiento en la costa que communemente Uaman
la Tierraflrme en las Indias occidentales ; media entre las dos provincias de Venezuela y de Gumanà,
0 Nueva Andaluzia. La de Venezuela se remata en el cabo Guaderà , o EnseiUada de Higuerote, y
la de Gumanà en el rio y valles de Santa Fé, de donde corre la costa Lesteoeste, basta el dicho
cabo de Guaderà, en que se compreende toda la tierra que tucò a la conquista y jurisdiceion de D.
Juan de Urpin, y tendrà de longitud 60 o 70 leguas; en cuya mediania està el puerto de Piritu,
adonde los navios no quedan dar fondo, sino vienen apartados de la tierra; ma los barcos y
piroguas sL Los Rios que salen al Mar son, el de Pertigalete, Guantar, Nevery, Unare, Uchire,
Capirà, Papero, Higuerote, y Guriepe. En las riberas de Nevery una legna distante dal Mar, està
fandada oy la Nueva Barcelona, lugar de Espanoles, el mas cercano a la conversion de Piritu . . .
El mar de toda està costa, en algunas ensefiadas y bocas de los rios , es abundante de pescado y
de mucho marisco, de que se sustentan los naturales. Las playas de Piritu son muy buenas y
apacibles ; ay en ellas algunas salinas , de que ... se saca todo el ano la sai muy bianca . . . Los
montes de la marisma son impenetrables por lo espinoso de su arboleda : alguna cosa distante dal
Mar es toda la tierra bien alta y montuosa, cria preciosas maderas, de que se fabrican las casas y
demas ediQeios, ec . . . Grian los montes variedad de frutos silvestres ... la meyor qualidad se llaman
Mada, Cuechue, Paicuruco, Goamache, Ocoyep, ec . . Grian los montes y lagunas gran suma de raizes
comestibles, de que se vaien los naturales en tiempo de necessidad ... Se experimenta un prodigio de
la divina Providencia en qualquier montala, porque ay unos arboles, que llaman Marapa, cuyas
raizes, aunque seaen el estio, tienen cantidad de agua darà y dulce, con laqual los caminadles pueden
satisfacer muy bien la sed en aquellos parages, que no se balla agua . . . El temperamento del Piritu
es calido toto el ano . . . toda la tierra es montuosa . . . ay en ella diversas species de fleras y otros
animales, comò son leones, tigres, dos castas de ossos, antas, saginos, puercospines, conejos, tres
o quatro especies de monos, ec. (cap. 1.) Tiene aquella Provincia^lversas naciones, comò son Guma-
nagotos, Palenques, Gores, Tumazas, Ghaimas, larantes, Guales, Artiacas, Garives y otros . . . Gasazen
con diversas mugeres, y la primera es la respectada . . . viven dispersas las lamilias por los montes
en poblaciones pequefias ... las casas las forman de madera redondas al modo de los almiares . . .
todos usan de flecha y arco . . . todos se horadan las orejas, y los varroes la temilla que està entre
las dos ventanas de las narizes, aonde ponen unas medias lunas de piata . . . todos son idolatras . . .
conflesan la immortalidad de las almas, y qucseparandose del cuerpo van a otro lugar unas a sua bere-
TiUI HIV.
iIinIpiì, y li«« inAN u min Ihkiiiiii ipin ll/iitmii Maphim, lulondo iic la» tragan unas culebras qae ay may
i>riiiiilr«, Y III* tMimin ii iiiitm lliTiiii ilr plnrrr.Htloiido mc rntrrllonrii en vaylos y otras nestas,ec. (ap. 4.)
hntln /'/ii/fr/i liiKlluiito II l'jilrr iioNtrr In lltiKUa ('umaiut((()U. — t Amna Papue, Capin maze,
riffirliMl lliiiitiiui linii'liv, ninna iiya rap ntrn, auynrii ni'lly ntirloyan Capiu ììvch, Curcoro amna uja Cha-
liimnii iiirn, Ainii'i Murlilii'iuii tiiii|iari'ak Aman(t>A ntompiuMn ainna yoUNlocom. Amna quenolaptek
ynirit liinprd i|iil\i>iiirii<itiii Cnpnlriiknim (t^iipit^r, Irnii'^ro rurrpra poi. Kuocauehy. • —
^^% Il l.mii.nht pili {tUhIuìth. impt Mitro tll nvor vinlulo hi Parigi un riu'mplarc della Conrrrno* 4^
' 'Sff'^> rt l'Ili Piti Hlititi iiHUinniii In iliir un alt ni opuscolo proMoso, col titolo seguente: Reiflas par^ U
|(i{|Vli;i*Mi hi ilii fu Ifiii/tiii i{i< fin fiiifiiiA ifi* l'irtlM. • Olio pnVltMiso sulto (egli scriw^ se com|;>:<«« dr a
f\^liP9 \ui\\r U^k u\^W% \tti\\ì\\\\MWAW% itola Unituo Oiimanaftota ; iV un viKabulafre E$[a]K4 Camk&&-
Holn, i»oou|mnl Iom ihimi"! W a tSO. nu tv In do .1 filo., pour la tallio ol Torrala. Le ikinKr c^^^^an
mi livninn n la \lrt|{o imi tannilo Inttirnno. Ol .«l'Io y IWiihiifiirio, non oitò jus<iu*i pry^ai^'C'L -iis: nuf
nouxollo i^itttloii lUiiinirnliV ri rorrigxV ilo rouvrai:o ilu IV M. IH' Yangi'ES, intìtok Pnma§auH t
i^iiifl ifi» fit f<tftD«(i» rwiHit*«ii})orii. •
— Mwiwml |mr«o?itokimry niiministrnr los Santos Sacraai'ffi' :t?
» \o^ Iihlitw \\\\ì^ \\ì\h\U\n h\ Pri^vìnoin do la Nuova AnciC'ii^ia.
V Nuo\n Han^oloiui. v San Ohristovnl do los Cumanautr:«v:»f.- ia.
IhirjLTos. Por Jnaiì do Viar. Ano U>8;t.
\ « ^^*twm«* iw S* %\\ M'i ,"Aiio M.M1 wwwvMto 0 101 \v\cine l.i^^* rarissim:!. f nfii hhoii lirgyi.»».
^,vwi' .«iti^u t^ *t*n.*.* \ ViXì^K^'^ . ,)wo t*'> Auin^ ••u\rav^"> >wt U mi^nw Ur.ror f>uìilif*«- ìkt i- utxl
Motuorial al lìov do Kspana ]x^r ol P. Fray Mniiiin? Inir
UUn^M. do la Ko^ular OUsorxauoia do N\ P. ?. FrsnMsr-i . I-T/ir
do Vl\oo!^vr;:>. K\ i\>v,v!s<ar.o A:m>!>'.*:v> v Padr? ♦•*": r^iiUf l.i Tiriv
V .. .-..■ .• ■.■.- .■ V u ,'.» .j • . •■ :■. -. .-. .i >■ i «1 «::. i Ti i • ;..- -
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Ruz 5i7
— Graiiiutica Vucateea por el P. Fr. Joaquin Ruz, formada
para. la instruccion de los Indigenas, sobre el compendio de D.
Diego Narajo Herranz y Quirofl. Merida de Yucatan. Por Rafael
Pedrera, 1844. ,
Un volarne di 119 pagine, in 8.
— Cartina o Silabario de la lengua Maya , para la ensenan
de los ninos indigenas. Por el P, Pr. Joaquin Huz. Merida de
Yucatan. Por Rafael Pedrera, 1845.
Sono 16 pagine, in 8.
— Colecoion de Sermones para los Domingos de todo el ano
y Cuaresma, tomados de varios autores, y traducidos libremente
al idioma Yucateco, por el P. Fr. Joaquin Ruz. Merida. Impronta
de José de Espinosa, 1846.
È i' unica collezione in lingua Maya conosciuta in Europa, fatta già rarissima nello stesso Yucatan.
Sono 4 volumi, in 8 grande: il primo di 145 pagine: il secondo (Impreso por Nazario Novelo
1840 )« di 268: il terzo, di S45 : il quarto, di S^8: in flne del quale si trova la seguente notizia di tutte
le opere scrìtte dair Autore In lingua Yucateca. « Nomina de las obras en Idioma Yucateco. Gartilla,
0 Silabario y explicacion de su pronunciaclon. — Gathecismo del P. Fleury. — Catbecismo del P.
Maestro Geronimo de Ripalda, con afectos para atxiliàr a los enformos. — Gatbeclsmo explicado
en treìnta y nueve instrucciones sacadas del Romano, primera parte. — Devoto en el Santo Sacrflcio
de la Misa con afectos de Fé, Esperanza y Caridad — Gramatica Yucateca. — Manual Romano, Yucateco.
— Sermones en cuatro tomos de las Dominìcasdel afio, Cuaresma, Semana Santa, festividades del
Senor, de la Virgen Santissima, de algunos Santos y del dogma del Purgatorio. — Via Sacra del
divina — amante Gorazon de Jesus. »
— Explicacion de una parte de la Doctrina Cristiana . . . por
el R. P. M. Fr. Placido Rico Frontaura Traducldo por el R. P.
Fr. Joaquin Ruz. Merida de Yucatan. OflcinadeJ.D. Espinosa, 1847.
Un volume di 393 pagine, in 8.
» ■
— Catecismo y esposicion breve de la Doctrina Cristiana, por
el P. Maestro Geronimo de Ripalda de la Compania de Jesus.
JTraducido al idioma Yucateco con unos afectos para socorrer a los
^moribundos, por el P. Fr. Joaquin Ruz. Merida de Yucatan. Impreso
por José D. Espinosa, 1847.
Sono 88 pagine In 8.
518 Ruz
— Via sacra del di vino-amante Corazon de Jesus . Dispuesta
por las cruces del Calvario, por el Presbitero José de Herrera
Villa Visencio. Traducido al idioma Yucateco por el R. P. Fr.
Joaquin Ruz. Merida de Yucatan. Impreso por Nazario Novelo.
Sono 34 pagine in 8.
— Analisis del Idioma Yucateco, por el R. P- Fr. Joaquin Ruz,
Merida de Yucatan. Impreso por Mariano Guzman, 1854.
Sono 16 pagine io 8.
— Manual Romano Toledano, y Yucateco, para la administra-
cion de los Santos Sacramentos, por el R. P. Fr. Ioaquim Ruz.
Merida de Yucatan. En la Oficina de José De Espinosa, 1846.
Un volarne in 4. In qaest' opera si ha la traduzione in lingua Maya delle istruzioni che il
Manuale Romano dà ordinariamente nell' idioma volgare: — i pel battesimo, pagine iO. — S per la
penitenza, pagine 39. — 3 per la comunione, pagine 43. — 4 pel Viatico, pagine 5i. — ft per
l'Estrema unzione, pagine 56. — 6 pel Matrimonio, pagine 96.
Dell'Autore flnalABente ci dà la seguente breve notizia il hu^ssEUfi ( Biblioth. Mex. Guat.J:
« li Padre Gioaflcblf^ Buz, il più facondo degli scrittori in lingua Maya che abbia a\iili il Yucatan,
nacque in questa penisola alla fine dell'ultimo secolo. Assai giovine entrò nel Convento de* Fran-
cescani di Merida, dei quali vesti l'abito qualche anno prima che la rivoluzione scoppiasse e
distruggesse gii Ordini Religiosi nel Yucatan. Conosceva a perfezione la lingua Maya, in cai non
cessò di predicare fino all'ultimo de* suoi di. 1 suoi discorsi erano molto ben condotti» e tatti
accorrevano ad ascoltarlo con diletto e fratto. Alcuni lo tacciano che fosse troppo verboso, e
usasse nel suo stile forme e ridondanze non meno gramaticali. Mori in Merida, di grave età, non
sono molti anni. •
\*
M*.
Aite
590. Sacramento (del). — Arte del idioma ehinico, por el P.
Fr. Manuel del Sacramento de la Provincia de S.yPablo. Impreso
en Canton el ano de 1781. • ^' *
— Recopilacion de decretos Pontificios y de la Sagrada Con-
gtegacion sobre las Misiones de China.
-^ Recomendacion del alma, en lengua latina-chinica.
Cosìr HuKRTA {Eitado, ec). Nativo di Villa IbaSez, diocesi di Valladolid, Fra Manuele parti per le
Filippine il 4770, donde due anni appresso fa inviato alle Missioni delia Cina, e vi durò 40 anni sotto il
nome di An. « Fue sempre Religioso (dice il citato Padre Huerta) muy humilde, amante de la probreza,
de ejemplar paciencia y muy prudente en el desempeno del cargo de Comisario Provincial, que le dio
la ol)ediencia. Despues de convertir innnmerables almas, despues de sufrir con admirable resignacion
oprobios y penalidades sin cuento, despues de ser tratado corno loco, cargado de cadenas, vestido con
andrajoso saco encarnado (insignia de locura en el imperio Chino) con un cantapelon en la espalda,
que en grandes caracteres decia : Maettro de la tuta de IHot ; despues de ser levado en esa forma de
tribunal en tribunal, de carcel en carcel, y de ciudad en ciudad, por espacio de dos meses, fuè
presentado en Pekin al tirano Emperador, ante quien confesó con valentia de spirltu la santa Fé
catolica, y fuò encerrado despues en una lobrega carcel. En ella le visitò el Senor por medio de
una enfermedad que le poso a los umbrales de la muerte, y sin mas medicinas que su paciencia
inalterable, su fé costante y su oracion fervorosa, recobrò a la vez, por una especie de miIi|gro, su
saiud y liberdad para volver cargado de meritos y virtudes a Fllipinas, el afio de Ì8i3, y entregar
tranquilamente su espiritu el dia ii de setiembre de 1833 a la edad venerablede 83 aSoscoatro
meses y veinte dias y 66 de perfecto Religioso. »
591. Sacramento (do). — Viagem santa e peregrina^fio devota,
que aos santos Lugares de Jerusalem , em qne se obrou a nossa
Redempgào, fez nos annos de mil setecentos e trinta nove e quarenta
520 SAGRA RITUUM
Fr. Antonio do Sacramento, Religioso de S5o Francisco da santa
Provincia de Portugal, Pregador Jubilado, Ex-Guardiao do santo
Convento de Belem, Mestre de Novicios que foi no de S. Francisco
da cidade de Lisboa, e Guardiso no da Ponte de Coimbra, e Peni-
tenciario em toda a sua Ordem Serafica, na occasiào, em que foi por
Commissario da conducta das esmolas, que deste reino de Portugal
e suas conquistas vao todos os annos por ordem do magnanimo Rey
e Senor D. Joao V. Lisboa, na officina de Miguel Manescal da Costa,
impressor do santo Officio. Anno MDCCL VITI. Com todas as licen^as
necessarias.
•
Sono due volumi in 4. Il primo di 33 carte preliminari non numerate, e 195 pagine, che è
la primeira parie ; e in esso « se trata da viagem aos Santos Lugares e volta ao reino, com rela^
dos successos , que nella houve , dedicada a nossa Senhora da ConcicSo , na so formosa e mila-
grosa imagen, que se vonera em S. Fins, sito no Consellio de UnhSo, e subdedicada a' anglista
Magestade de Dom luSa V. • li secondo volume, che è la tegunda parte, conta 3 carte prelimioarì
non numerate e 470 pagine, e • trata da vìsita dos Santos lugares, e noticia de indulgencias, que
nelles se ganhSo, com instru^oes espiritùaes mui proveitosas para os leitores, dedicada a Deos Maximo,
coUocado no cor do mesmo Real Convento de SSo Francisco da cidade, diante da Rainha e Senhora dos
Anges Maria Santissima sua Mai ec.» Uno de'revisori dell' opera, che fu il «Padre Manoel de S3o Damaso,
Lcctor Jubilad<^ Cronista de la santa Provincia de Portugal, e Academicu de Academia Real da historia
Portuguesa», nella ragionata approvazione che fa dell' opera, ci dà notizia d' un «iTiNniARio mahdscuto
bastante e\arto e eloquente, que hemos (dice) nesta Bibliotheca, do Padre Fr. Patrìcio de Sani
Gonzalo» Religioso de nome vencravel, que deste convento e porto de Lisboa embarcoa para Jerusalem
em 31 de lulho de 1713, o qual escreveu em varias datas ao Exmo e Rmo Bispo do Rio Fr.
Antonio de Guadalupe, sendo aìnda morador no convento de S9o Francisco de Guimaraes, du
quaes eu copiei, e hoje conservo o proprio originai » Praticai molte ricerche per rinvenirne traccia,
ma non vi riuscii. Un esemplare dell' opera del P. Antonio do Sacramento è nella Blbli9teca dell'
Accademia (già della Congregazione del Terz' Ordine Regolare di San Francesco) di Lisbona.
sm^. 592. Sacra Rituum Congregatione particulari Emium et
Rmorum DD. Cardinalium Patrizi Praefecti ac Relatoris, Clarelli,
Reisach, Panebianco et Bizzarri, a Sanctissimo D. N. Pio Papa IX
deputata. Japonen. Beatificationis seu declarationis Martyrii ac
miraculorum vel signorum Ven. Servorum Dei Alphonsi Na vafrete
Ordinis Praedicatorum, Petri de Avila Ordinis Minorum S. Fran-
cisci, Petri de Zuniga Ordinis Eremitarum S. Augustini, Caroli
Spinolae Societatis Jesu , Joachimi Firayma , seu Diaz , Luciae
Fleites et sociorum tam eorumdem Ordinum quam etiam saecula-
rium, ec. Romae 1866. Typ. Brancadoro.
Un volume in foglio, di 117 pagine, e altre 48 di aggiunta; e Analmente:
Summarium additionale .... V. Pr. Franciscus a S. Bona-
ventura Ordinis S. Francisci. V. Fr. Paulus a S. Clara Ordinis
Sancti Francisci.
Altre %i pagine.
SAGRA RITUUH - SAGAIU) 594
Sacra Rituum Congregatione Emo et Rev. Dno. Card, de
Belluga. Manilana Philippinarum in Indiis Orientalibus. Beati-
ficationis et canonizationis Ven. Servae Dei Sor. Hieronymae
ab Apsumptione , Fundatricis et primae Abbatissàe Monasterii
Monialium Excalceatarum Sanctae Clarae, Ord. S. Francisci.
Romae, ex typographìa Rev, Oamerae Apost., L734.
Un volume in foglio, di 20, 144, 8 e 37 pagine. Preziosa collezione di documenti per la cano-
nizzazione della sopraddetta venerabile Madre, che non è senza importanza per la Storia generale delle
Missioni Francescane nelle Filippine. Il 1876 n'era un esemplare in vendita appresso Maisonnenve
in Parigi. È una delle memorie difficilissime ad incontrare, e quasi impossibile.
593. Sagard. — Histoire du Canada et voyages qne les Freres
Mineurs ReeoUects y ont faicts pour la conversion dea infidelles.
Divizez en quatre livpes. Où. est amplement traicté des choses
principalòs arrivóes dans le pays depuisTan IBlSjusques à la
prise qui en est faicte par les Anglois. — Des biens et commoditez
qu' on en peut esperer. -^ Des jnoeurs, ceremonies, creance, loix
et coustumes merveilleuses de ses habitans. — De la conversion et
baptesme de plusieurs, et des moyens necessaires pour les amener
alacognoissanoe deDieu. — L'entretien ordinaire de nos Mwdniers
et autres particularitez qui se remarquent en la suite de Thistoire.
Fait et compose par le F. (Jabriel Sagard Theodat, MineurRecollect
delaTrdvince de Paris. A Paris, chez Claude Sonnius, me S,
Jacques à V Escu de Basle et aù Compas d' or. M. DC. XXXVI.
Avec privilege et aprobation.
Un volnwe ii^ 8, di 37 pagine preliminari, e 1005; oltre altre 44 pagine non numerate in
fine, ove si dà U Decreto ^ella Santa Congregazione di Profoganda Fide, che confermava a'
Francescani Recolletli l&.Xissione del Canada, e una Tabìe detmateries. Ancora, tra le pagine 176
e 17/sono tre carte non Ifumerate, e vi è un canto Indiano nella lingua degli Uroni, musicato. « Cet
OQvrage du P. Sagard ( dice il Leclbrc, BibUotÌL Amer. ) est bien plus rare que son voyage ( ne
diremo sotto) aux Hurons. C'est parmi les livrea d* histoire du Canada un des plus importants
et des plus precièux. Il manque dans presque tous les coUections. »
In vero, erano tante le ricerche che ne venivan fatte d'Europa e delP America, che il iSp5 ne
intraprese una bella ristampa il Libraio di Parigi signor Edvin Tross, eseguita nella Tipografìa
di M. Schoutheer in Arras. È in 4 volumi in 8: il primo, di 373 pagine: il secondo, di 373-543:
il terzo, di 543-836: il quarto, di 837-933 : oltre 35 carte non numerate di Tàble de$ maUèrei les plus
remarquablet. Dopo questa Table seguita unito al volume il
— Dictionairè de la langue Huronne necessaire a ceux qui n'
ont r intelligence d' icelle , et ont a traiter avec les sauvages du
Pays, par Fr. Gabriel Sagard, RocoUect de San Francois, de la
Provincie de Saint Denys.
522 SAGARD
Sodo 7i carte dou uuuierate, cioè 444 pagine. La prima edi£iont; di questo importantissimo
Dizionario fu Catta a Parit Oiet Denyt Moreau, rùe S. Jacques a la Salamandre d' ArgmiU, MJHLXUU.
avec privUege du Roy, Finalmente, dopo la Canzone Indiana in mnsica di 3 carte, segue una
— Notice sur Fr. Gabriel Sagard Théodat et son oeuvre par H.
Emile Chevelier. Servant d' iutroduction à la nouvelle editioa de
r Histoire du Canada par le F. Sagard. Paris Librairie Tross, 5,
Rue Neuve-des-Petits-Champs. 1866.
Sono LXIV pagine interessantissime.
— Le Grand voyage du pays des Hurons, situe en TAmérique
vers la Mer douce , és demiers confln de la Nouvelle Franco, dite
Canada. Où il est amplement traité de tout ce qui est du pays,
des moeurs et du natupol des Sauvages, des leur gouvemement
et fagons de faire, tant dedans leurs pays, qu' allans en voyages.
De leur foy et croyance. De leur conseils et guerres, et de quel
genre de tourmens ils font mourir leurs prisonniers. Comme il se
marient et esle vent leurs enfans. De leurs medecins, et des remedes
dont ils usent a leurs maladies. De leurs dances et chansons. De la
chasse, de la pesche, et des oyseaux et animaux terrestres et
aquatiques qu' ils ont. Des richesses du pays. Comme ils cultivent
les terres , et accomodent leur Menestre. De leur deùil , pleurs et
lame ntations, et comme ils ensevelissent et enterrent leurs morts.
Avec un Dictionnaire de la langue Huronne , pour la commodité
de ceux qui ont à voyager dans le pays, et n' ont V intelligence d'
icelle langue. par F. Gabriel Sagard Theodat , Recollet de S.
FranQois de la Province de S. Denys de France. Paris, Denys
Moreau, rue S. Jacques à la Salamandre, M. DC. XXXII.
Un volume in 8; nel quale il viaggio conta 10 carte non numerate e 380 pagine; e il Dizionario
12 pagine preliminari e 66 carte non numerate; oltre una Table in (Ine, di 7.
Anclic di questo viaggio ita fatto una nuova e l)ella edizione il Tboss: Souvelle edition
publiée par M. Émile Chevaìier. Paris, Librairie Trota, 5 Rue-Seuve-des Petit s-Champs, i865. È divisa
in due volumi : il primo, di XXV e 206 pagine; il secondo, di 207-268, a cui è unito il Dictionnaire,
detto di sopra.
Qualuntiue elogio noi aggiungessimo della Storia dell'illustre Laico Francescano Gabriele
Sagard, sarebbe meno del suo merito. E però basterà aggiungere alle parole di sopra riferite
del Leclerc, lo seguenti del Tross: t Est l'ouvrage ancien le plus important qui ait paru sur cettc
parile de l'Amérique. • Solo io aggiungerò ciie, oltre il racconto, contiene documenti preziosi che
non si incontrano altrove : come la Lettre du P. Denis Jamet , RecoUect ( e Ci)mmissarlo delle
nostre Missioni nel Canada), au Sieur de Boves, Grand ì'icaire de Pontoise, e la Lettre de Montitur
le Grand Vicaire de Pontoise au Pere Denis Jamet , Commissaire del PP. Recolleets en Canada: due
Memorie del Padre George i\ Re di Francia, a cui venne inviato in missione da' Canadesi, ec Mi
SAGGIO - SAHAGUN 523
mp.
daole aggiungere, che queste upere del Sagard, come quelle del nostro Leclerc, che già abbiamo
illustrate , non sieno tra noi punto conosciute : eppure porgerebbero argomento anco di presente
a bellissimi e utilissimi studi, sia rispetto alla geografia e alla storia, sia relativamente alla gloria
della nostra Religione. In fatti del Lbclbrc si è occupato il Congresso intemazionale degli
ÀmericanUti tenvLlo in Luxemburg il 1877, e so che di nuovo se ne occuperà quest'anno 4879 in
Bruxelles , dove si raccoglierà nel venturo settembre. Ripeterò qui le parole, da me riferite in altro
luogo, deir illustre Ferdinando Denis: che, cioè, nello studio di queste memorie sta il secreto
per ridonar la vita agli Ordini Religiosi, e confutare le calunnie da' loro nemici!
Anche redizione fatta dal Taoss è tutta esaurita.
594. Saggio d' una delle lingue che si parlano dai Selvaggi
delle rive del Veni, evangelizzati dai Missionari Francescani del
Collegio della Paz.
Pubblicato in 8, nel numero 6 dell'anno III della Cronaca delle Missioni Francescane.
595. Sahagun . — Historia general de las cosas de Nuova
Espana, que en XII libros y dos volumeneis escribió el R. P. Fr.
Bernardino de Sahagun de la Observancia de S. Francisco y uno
de los primeros predicadores del santo Evangelio en aquellas
regiones. Dala a luz con notas y suplementos Carlos Maria de
Bustamante, diputado por el estado de Oaxaca en el Congresso
general de la Confederacion Mexicana, y la dedica a Nuestro
SS. Padre Pio Vili. Mexico. Impronta del Ciudadano Alejandro
Valdes, calle de Santo Domingo y eschina de Tacuba. 1829.
Sono 3 grossi volumi in 4, in lingua Messicana e Spagnupla. « L'opera del P. Bernardino da Sahagun
(dice il signor Bustamante ) che ho l' onore di pubblicare, fa testo nella lingua Messicana. Egli fu
ano dei primi Missionarii inviati a predicar la' fede nel Nuovo Mondo ; e alle nobili qualità este-
riori che si richiedono per ammaestrare un popolo delle verità eteme, aggiunse quella di sapiente
secondo tutto il significato della parola. Scrisse quest' opera per il lodevole fine di aiutare nel loro
ministero! suoi compagni di missione, intesi a predicar la verità agli Indiani: ciò era impossibile
senza il pieno conoscimento degli usi e costami, della religione, della politica e delle scienze natu-
rali de* Messicani ; ed egli dispose per modo il suo lavoro, che l'effetto corrispose pienamente ai
saoi divisamentL Essa esce oggi a luce secondo il manoscritto conservatosi per più che due secoli
nel Convento di S. Francesco di Tolosa in Navarra. È opera dotta, ed eccellentemente letteraria,
dalla quale l'America riceverà molto onore; ed io mi reputo fortunato di aver contribuito ad una
impresa, da cui verrà gran bene al mio paese t » « Il venerabile Padre Bernardino da Sahagun (pro-
segue il Padre Ybtancoubt, Ifenolog. Seraf,), nativo di Sahagun (nel regno di Leon) prese l'abito
Serafico nel Convento di Salamanca, essendo studente in quella università, e si recò in questa
Provincia di Messico l'anno 1539 con il venerabile P. Fr. Antonio da Città-Rodriguo . Giovine di
bellissime forme, e dotato di molta forza di corpo e di spirito , quanto era dolce, allibile e piace-
vole nel conversare , altrettanto era osservante delle regole del suo Istituto , raccolto e dedito all'
orazione. Per cui si strinse di forte amicizia col Padre Fr. Martino da Valenza ( Il capo. Delegato
Apostolico, della prima Missione cattolica e Francescana recatasi dalla Spagna al Messico , quando
ne fece la conquista il Cortes), ed ebbe la ventura di vederlo più d'una volta rapito in estasi.
Appresso, col dottissimo suo confratello P. Fr. Giovanni da Gama, venne fatto lettore nel Collegio di
Santa Croce di Tlaltelolco, e vi risplendè come lucerna sul candelabro, versatisslmo In ogni genere
di sapere. Lallngaa Messicana cosi profondamente conobbe, che niono fin qui Pebbe agguagliato, e
524 SAHAGur<
scrisse in essa molte opere che formano l' ammirazione de' dotti. Zelò grandemente V onore di Dio
contro l'idolatria, desiderando che la fede profondamente s' imprimesse nel cuore de'coDvertiU. Soleva
dire, che sode erano state le conversioni di quelU gente ne* primi ventf anni; ma che appresso non pochi
de' convertiti tornavano agli antichi errori. Ne' sopraddetti vent' anni era stato Guardiano io pareoehi
Conventi ; ma dopo quel tempo non volle più sapere di vMxL di sorta, per occuparsi solo e tutto nei
predicare, scrivere e confessare: e ne'quarant'anni che passò in questa Provincia, la più parie nel
Collegio suddetto, non omise mai, neppure un sol giorno, di ammaestrare i fanciulli nella pietà e nel
sapere che lor conveniva ; cioè leggere, scrivere, grammatica, musica, ed altro che potesse renderli
cari a Dio e agli uomini. L'anno 1590 predisse la sua morte, e fu trasportato all' infermeria di
Messico , dove trapassò ai 23 di ottobre. Assistettero alle sue esequie gli alunni del Collegio, che
portarono i cordoni della coltre mortuaria, e immensa moltitudine di nativi che dirottamente piange-
vano, e i suoi confratelli, che erano certi di aver acquistato un protettore in cielo. >
Ora darò conto dell'opera, di cui vidi un esemplare (dico della riferita edictooe fatta dal losta-
mantc) nella Biblioteca Nazionale di Parigi. E non potrei farlo meglio ebdfpn le parole dell'Autore
nel Prologo. % Il medico (egli dice) non può' ordinare medicamenti all'Infermo, se prima non abbia
conosciuto quale ne sia l'umor dominante, e da quali cagioni l'infermità proceda ... I predicatori e
confessori sono medici delle anime per guarirle dalle spirituali infermità da cui sono traTagliate; essi
duntiuc debbono avere le stesse cognizioni, se vogliano trar profitto dal loro ministero ... Né vale il
dire che fra questo genti (gli Indiani) non vi sono peccati di ubriachezza, di sangue, di luismria, ec ;
ce n' è assai altri, che hanno egualmente necessità di rimedio. E per conoscerli, convien sapere come osa-
vano al tempo delia idolatrìa: la qual cosa noi ignorando, non potremo mai giudicare della natm
delle loro azioni, che talvolta essendo pessime, ci sembreranno innocenti; e peggio non sapendo a
fondo la loro lingua, né anche saremo in caso d'interrogarli per sapere quello che ci occorre. Affinchè
dunque quelli che verranno dopo di noi in questa vigna del Signore, non abbiano a dolersi che da'prlmi
ministri evangelici non fu loro ben preparato il terreno: io Frate Bernardino da Sahagan, Religlow)
professo dell'Ordine del N. P. S. Francesco dell' Osservanza, nativo della città di Sahagun in Gampos,
d'ordine del M. R. P. Francesco Toral, Ministro di questa Provincia del Santo Evangelio di Messico,
e dipoi Vescovo di Campeche e Yucatan, ho scritto dodici libri delle cose divine , o meglio idola-
triche, e delle cose umane e naturali di quQsta nuova Spagna ... E unitamente alla Grammatica
e al Vooabulario che sonb'in appendice, f^li ho finiti, in lingua Messicana, il 4569: e dipoi, con 1'
approvazione e benedizione del R. Padr»» Rodrigo di Segnerà, giunto qui Commissario Generale di
tutte queste Provincie della Nuova Spagna, Guatemala, ec, li trasportai nella lingua Castigliana.
(Quest'opera ò come una rete ordinata a far conoscerei! slgniflcalo di tutte le voci della lingua Mes-
sicana, lauto proprio che metaforico; e lutti i modi di dire, anche i più antichi, buoni o cattivi che
fossero, e che non ponno in nessun modo intendere coloro che da poco son venuti e dimorano in
queste contrade; e cosi mostrare chi sia questo popolo insin qui non conosciuto. ■
Prinia poi di cominciare la sua narrazione, fa avvertire, rispetto all'antichità de' Messicani, come
iCssa non salga oltre dtlemila anni, incontrandosi nelle loro antiche pitture la famosa città di Tulla,
édillcala da popoli che li avevano preceduti, e che del pari avevano vinto e spento altre genti più
antiche di loro, tra le quali i Tullanlzinco. La distruzione di Tulla e dell'impero Tolteco, egli
pone che avvenisse l'anno 1116 di Gesù Cristo per opera dei Regoli di Xalisco, di cui fu ultimo re
Topillzin. Di coleste più antiche genti, come i ChosoUecas, i Cholulanos, e Traxcaitecas , fa notare
che rimanevano ancora notiibili vestigi in Tulla e Tullantzinco, specialmente in un ediflzio chiamato
Xochìcalco. E riguardo a ({uesto antichissimo e mirabile monumento di fortificazione, il Bustamante
ci fa sapere in nolii, che venne illustrato da un altro dotto Francescano l'anno 1791, che fu il
Padre Alzate; ma per quante ricerche feci in Spagna, non mi riuscì di vedere alcun esemplare di
questo lavoro. Quanto al sapere de' sopraddetti popoli (prosegue il Sahagun), è fama che fosse grande,
come si vedrà del libro X : e' si conoscevano ottimamente delle arti meccaniche , specialmente io
quanto servono a ediflcare. La loro Religione poi, egli dice, era sfrenata idolatria, non incontran-
dosi popoli che abbiano avuti tanti Dei quanto i Messicani e che più superstiziosamente gli ado-
rassero. Finalmente 1' arrivo di cotesta gente è tradizione che fosse dal lato del Nord sopra alcuni
navigli, che chiamarono caverne; e primamente si stabilirono nella Florida, sbarcando nel porlo di
Panuco, eh' essi dicevano Pauco, e significava il luogo da ctU vennero t primi abitatori del paese.
Intorno a questi studi importantissimi per la storia e per il Cristianesimo sono da consultare
tutte le opere pubblicate pochi anni fa dal Brasseur, che qui e là abbiamo già citate in questo
SAHAGUN 525
Uvoro, specialmente VHittoire dei natiom dvitttéet du Mexiqiie et de V Amérique-Centrale ; il Voyage
$ur V Uthme de Tehuantepee; il Popot-Vvh, ossia Uvre tacré et tee Mythet de V afUiquUé
Americaine, ec.; Vniitoire de la conqviete du Mexiqw, par Viluam H. Prkscott; la classica opera
del nostro Torquemada, Monarquia Indiana^ che illustreremo appresso ; le memorie dì D. Fernando
d'ÀLVA IXTiLiLXOCHiTL, pubblicate in Messico dallo stesso Bustamante, e riprodotte in Francese dal
Ternaux nella sua grande collezione di Voffoges, relatìont et mèmoires originaiix pour tervir a V
Hiitoire de la decouverte de V Amerique. Pariti Arthus Bertrand, 1838; e Analmente, SUet dee
CordiUiéres et monumenit dee peuples indigénet de V imm^ue,^ dei Barone Alessandro Humboldt;
i quali tutti autori rendono giustizia allo straordinario valore de' Missionari e scrittori Francescani,
che ci hanno conservato quanto sappiamo di quelle antiche nazioni , mentre diffusero fra esse la
fede evangelica, e furono i Padri e protettori degli Indiani. J}uando illustreremo il Torquemada, rife-
riremo le parole dell' Humboldt. È ancora da notare che questa Historia del P. da Sahagun è stata
inserita e ristampata nella grande e magnifica collezione di Lord ^inosborough, 1836-40.
Ora ecco in suntd^l Capitoli dei quali essa si compone, e di cui è un magnifico esemplare
Manoscritto, Messicano e Spagnuolo , nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Il Libro I tratta in 2i capitoli degli Dei adorati dai naturali della Nuova Spagna. — Del Dio
principale chiamato Yitcilupuchtli. — Dei Dio Paynal , che essendo uomo, era adorato come Dio. —
Del Dio chiamato Texcatlipoca. — Del Dio chiamato Tlaloctlamacazqui. — Del Dio Quetzalcoatl. — Delle
principali Dee che si adoravano nella Nuova Spagna. — Della Dea Chicomecoatl, ossia Cerere. — Della
Qfli Centeolt, o Cibele. — Della Dea Tzaputlaneaé — Delle Dee chiamate Ci vapi pilli. — Della Dea
ChalchiuhUicue, ossia Giunone. — Della Dea TlaculteuU, o Venere. — Degli Dei minori.— Del Dio
Xiahtecutli, ossia Vulcano. — Del Dio Macuilxuchitl, che si pigliava cura de' fiori. —Del Dio Omecatl,
ossia Dio dei conviti. — Del Dio Ixtlilton, ossia il Negrillo, o popolatore nero. — Del Dio Opuchtli.—
Del Dio Xipetotec, ossia Detalato. — Del Dio Yucatecutli, ossi^ de mercadanti. — Del Dio Napalecnlli.
— Degli. Dei immaginari, chiamati Telaloques. — Del Dio Texcatzoncatl , uno degli Dei del vino.—
Qui poi seguita una dotta appendice in confutazione dell' Idolatria, con i Capitoli i3 e 14 del libro
della Sapienza ridotti in lingua volgare.
Il Libro II tratta in 38 capitoli dflle feste e sacrifici, onde i popoli della Nuova Spagna
onoravano le loro divinità. — Delle feste fisse che avevano i popoli deUl Nuova Spagna. — Della
festa del mese Tlacaxipcoaliztli. — Delia festa del mese Tozoztontli. — Della 2èÌBta del mese Veytocoztli.
— Della festa del mese ToxcatL — Della festa del mese Etzacualiztli. — Della festa del mese
Tecuilhuitontli. — Della festa del mese Veytecuilhuill. — Della festa del mese chiamato Tlaxochimaco.
— Della festa del mc^e detto Xocohuetzi. — Della festa del mese chiamato Ocpauiztli. — Della festa
del mese chiamato TIoteco. — Della festa del mese detto TepeilhuitL-^ Della festa del mese chiamato
Quecholli. — Della festa del mese detto Pancuctzaliztli. — Della festa del mese chiamato A temoztli.
— Della festa del mese chiamato Tititl. — Della festa del mese detto Izcalli. — Dei cinque giorni
dell'anno chiamati Nemon temi. — Della festa- del mese chiamato AUacoalo, o^Quavitleloa. — E qui
segue un nuovo discorso dell'autore contro l'idolatria. — Delle cerimonie e sacrifici che facevano^
nel secondo mese che si chamava Tlacaxipcoalixtli nelle feste e sacrifici che facevano nell' ul-
timo giorno del detto mese. — Delle feste e cerimonie che facevano nelle calende del quarto
mese detto Veytocoztli. — Della festa che si faceva nelle calende del quinto mese, chiamato Tozcatl.
— Della festa e de' sacrifici che si facevano nelle calende del sesto mese chiamato Etzaqualiztli. —
Della festa che si faceva nelle calende del settimo mese, dettoTecuilbuitontli.- Della festa che si
faceva nelle calende dell'ottavo mese detto Veytecuiihuitl. — Della festa che si faceva nelle calende
del nono mese detto Ploxochimaco. — Della festa che si faceva nelle calende del decimo mese detto
Xocotlvetzi. — Della festa che si faceva nelle calende del mese undecimo detto Ochpaniztli. — Della,
festa che si faceva nelle calende del mese duodecimo detto Teutleco. — Della festa che si faceva
nelle calende del mese terzodecimo detto Tepeìlhuitl. — Della festa che si faceva nelle calende
del XIV mese detto Quecholli. — Della festa che si faceva nel mese chiamato Panquetzaliztzll.
— Della festa che si faceva nelle calende del mese XVì detto AtemuzUi. — Della festa che si faceva
nelle calende del mese XVII detto Titil. — Della festa che si faceva nelle calende del mese detto
localli. — Della festa chiamata Oauquiltamalqualiztli che si faceva in onore del Dio Ixcocauhqui. —
— Qui seguita un'altra appendice, che contiene varie relazioni di Messicani; 1. intorno alle feste del
Dio Vitzilopuchtli. 2. intorno alla festa che si faceva di otto in otto anni. 3. Degli ediflzi del gran
tempio del Messico. 4. Delle cose che si ollérivano nel tempio da' Messicani. 5. Del sangue che
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dentro e fuori del tempio sparge vasi in onore del demonio. 6. Delle altre cerimonie che si facevano
in onore dello stesso. 7. Seguita. 8. De' differenti ministri che servivano agli Dei. 9. Degli eiercizi e
lavori che si facevano nel tempio. iO. Dei voti e giuramenti, il. De' canti che si facevano dentro
e fuori del tempio in onore degli Dei. li. Delle donne che servivano nel tempio.
Del Libro III prima accennerò il Prologo. Pensi il lettore (dice l' Autore) che Sant'Agostino non
istimò inutile il trattare, com' egli fece nel libro VI della sua Città di Dio, della teologia Cavolosa
de' Gentili: perchè « com'egli dice, conosciute le favole e le flnzioni che avevano intomo a' loro
Dei, torna facil cosa far loro intendere ch'essi non erano Dei, né potevano far cosa che servisse
all' uomo. Con questo intendimento, dice il Padre Sahagun , io parlo in questo terzo libro delle
favole e flnzioni che avevano i Messicani,... affinchè conosciutane la vanità, più facilmente conoscano,
mediante la dottrina evangelica, il vero. Dio; essi che non ebbero adorato altro che diavoli Ingan-
natori. E se alcuno mi dicesse, che queste sono cose vecchie, e che la fede omai ò qui così radicata
che non vi è più pericolo che si perda; io gli risponderò, che pur credendogli, so di certo cheli
demonio non dorme, né ha dimenticato gli onori che riceveva da queste genti, e ita oipeUando U
momento di poterle trar di nuovo a sé ; onde è bene che ci tengMamo con le armi pronte per
respingerlo. Preziose parole (aggiunge il Bnstamante in nota) che non dobbiamo dimenticare noi
disgraziati discendenti di quella nazione . Pur troppo l' idolatria di nuovo imperversa e con assai
maggior danno che ne' passati secoli, brutalmente mischiando il cristianesimo con le idolatriche
abominazioni I Onde io supplico al Romano PonteOce, a cui quest'edizione è dedicata, che in sua
pietà sorregga quanto più può la Chiesa Messicana! Poi il libro in H capitoli tratta: — Del luogo
ov' ebbero principio gli Dei. —Del nascimento di Viullopuchtii.— In qual modo l' onoravano come
Dio. — Della penitenza a cui si obbligavano quelli che ne ricevevano il corpo. — Del duro tributo
che pagavano coloro che si comunicavano del suo corpo. — Della stima in cui era tenuto 11 Dio
Tezcatlipuca. — Chi fosse Quetzalcoatl , dove regnò e che fece quando fuggì. — Come si formò la
sua fortuna, e tre negromanti gli andarono contro, e cosa fecero. — Di altre parecchie furberìe del
Negromante Titlacaon . — E delio sdegno di quelli di Tulla per il matrimonio che fece Tobeyo con la
flglia di Huemac. — Come Titlacaon ballando uccise molti Tullani. — Dì altre furberie usate con quelli
di Tulla. — Di'ila fuga di Quetzalcoatl per Tlapallan, e di quei che fece in cammino. — De* segni eh'
egli lasciò nelle pietre con la palma della mano, e delle fessure ne' luoghi ove si riposava. — Come
gli morirono i paggi nel passare il vulcano e la selva gelata, ed altre prove. — Qui seguita un'altra
appendice in nove capitoli, nel i de' quali si parla di quelli che andavano all' inferno e delle lon>
ose«iuie. 2. Di quelli che andavano nel terrestre l^aradiso. 3. Di quelli che andavano al cielo. 4.
Come il popolo dava i suoi Agli al Collegio di Telpuchcali, e roslnmi a' quali venivano educali. 5.
Della maniere di vivere e solitudine a cui si davano coloro che vivevano in tale casa, 6. Castighi
a cui venivano assoggettati coloro che si ubriacavano. 7. Come i signori e principali del paese
dessero i loro Agli al Collegio di Calmecac, e costumi a' quali venivano educati. 8. Come si viveva
nel Calmecac, dove si creavano fln da fanciulli i sacerdoti e ministri del tempio. 9. De* sommi
sacerdoti che sempre eran due, eletti tra' più perfetti del tempio. Qui seguita un supplemento, ciot>
una dotta dissertazione su la missione compita da San Tommaso Apostolo nell'America,
Libro IV. Dotta introduzione su I' arte divinatoria. — La sua impostura , i suoi danni, e dell'
astrologia giudiziaria de' Messicani. — Del primo segno, detto Cecipactli, e della fortuna di colon»
che nascevano in esso, tanto uomini che donne, se per loro negligenza o debolezza non la perdessero.
— Del secondo segno, chiamato Ocelotl. — Del terzo segno, detto Cemacatl. — Della seconda casa
del segno anteriore, chiamato Umetochtli, in mi nascevano gli ubriaconi.— Delle diverse specie
di ubriaconi. — Delle altre case del segno anteriore, prospere, contrarie o indifferenti. — Del quarto
segno detto Cexuchitl, che dicevano essere indifferente al bene e al male. — Del quinto segno
chiamato Ceacatl, o sventurato. — Del sesto segno detto Cemiquizlli, ossia della prosperevole fortuna.
— Delle altre case di questo segno. — Del settimo segno chiamato Cequiavitl, e della sua disastrosa
fortuna. — Delle altre sue case. — Del malo augurio che pigliavano se alcuno in quel di inciampa.sse,
0 facesse alcun danno. — Delle quattro case prospere del segno Cequiaviztli. — Del segno chiamata
Cemalinalli. — Del segno chiamato Cecoatl, e della sua buona fortuna. — Del ragionamento che i
vecchi mercanti facevano ai mozzi, quando per la prima volta uscivano a trafficare, — Del ragio-
namento che facevano a' mercanti, che già una volta eransi recati a trafficare. — Delle cerimonie che
facevano i mercanti che restavano per colui che partiva, e delle cerimonie che facevano se udivano
che fosse morto. — Delle altre case del segno Cecoatl. — Del segno decimo chiamato Cctecpatl, segno
SAIIAGUN 527
di Vitzilopnchtli e Gamaxtle. — DelPundecimo segno detto Ceocamatl, e della saa baona fortuna. —
Del duodecimo segno chiamato Cnetzpallin. — Del decimoterzo segno chiamato Ceollin. — Del decimo-
quarto, detto Geitzcuintli. — Del come in questo segno i Re si preparavano alla guerra e sentenziavano
de* prigionieri. — Del segno decimoquinto chiamato Cecalii, e della sua contraria fortuna. — Della
triste condizione delle donne nate nel segno predetto. — Del decimosesto segno detto Gozquauhtli. —
Del decimosettimo segno chiamato Ceatl, e della sua disastrosa fortuna. — Del decimottavo segno
detto Ceacatl. — Dei pianti che facevano i derubati da' negromanti , ed altre case del predetto segno.
— Del segno decimonono chiamato Cequanhtli. — Delle superstizioni che usavano nel visitare le
donne che avevano partorito. — Delle cerimonie che usavano quando battezzavano i barobini, edell^
pratiche e ragionamenti che l vecchi tenevano alle creature e alle loro madri. — Del convito che si
faceva pe* battesimi , dei modi di servirlo, e della ubriachezza con cui compivana la festa. — Di
quel che si pratica di presente (1540, ec.) ne* battesimi, e delle altre case del segno precedente.
— Del segno vigesimo e ultimo, chiamato Gexvchil. — Delle restanti case di questo segno e delle
tavole e numero di tutti i segni. — Segue un appendice di schiarimenti e confermazioni. — E dei
modi di contare de' Messicani.
Il Libro V tratta degli augurii e prognostici che i Messicani pigliavano da alcuni uccelli,
animali, e insetti per indovinare le future cose: contiene 33 capitoli, tra gli altri i due ultimi che
trattano de' fantasmi. Al predetto libro segue un' appendice, che tratta delle superstizioni degli Indi.
Il Libro Vi discorre delia rettorica, della filosoQa morale e della teologia de' Messicani. — Sono
43 capitoli di straordinaria importanza.
Il Libro VII tratta dell'astrologia naturale, del sole, della luna, delle stelle, delle comete, del
vento, ec^; in i2 capitoli.
Il Libro Vili tratta dei Re e de' signori, della maniera che usavano nelle loro elezioni, e nel
governo del regno. — Sono 38 capitoli interessantissimi.
Il Libro IX tratta de' mercanti e uffiziali dell'oro, delle pietre preziose, delle penne, ec; e sono
li capitoli.
Il Libro X tratta, con grande dottrina, de' vizi e delle virtù sì spirituali e si corporali d'ogni
genere di persone. — Delle qualità e condizioni delle persone congiunte per parentado. — Dei gradi
dell'affinità, dei vecchi, degli uomini forti, dei nobili. — Delle condizioni e uffici delle donne del
popolo, de' mercatanti, degli schiavi, ec; e sono 30 capitoli.
II Libro XI parla delle proprietà degli animali, uccelli, alberi, erbe, flori, metalli, pietre,
colori; ed é un incanto a leggerlo I
Il Libro XII è la seguente :
— Relacion de la conquista de està Nneva Espana, come la
contaron losBoldados indios que se hallaron presentes. Convertiose
en lengua espanola, liana è inteligible, y bien emendada, en este
ano de 1585. Por el Padre Fray Bernardino de Sahagun.
Venne pubblicata dal Bcstamantb, congiunta al rimanente dell'opera, e a parto; nia, non sappiamo
per quale stranezza, dandole il titolo seguente , invece di quello lasciato dall' Aurore. « La aparieìon
de la SS. Senora de GuaékUupe de Mexico, eomprobada con la refutadon del ar^mento negaHeo
que pretenta D. Juan BauiUta Mufioz, fundandose en el tesHmanio del P. Pr, Bernardino Sah€tgun:
o tea Historia originai de este eseritor que altera la publieada en 1829 en el equivoco concepto de
ser la unica y originai de dieho autor. Publieala precediendo una disertadon tohre la Aparidon
Guadalupana, y con notai iobre la conquista de Mexico, Carlos Maria de Bustamante. Mexico.
Impreso por fgnado Cumplido, i840. in 4. >
« Quantunque, dice il Bustamante, il Navarretb ci abbia dato l' importantissima opera De los
viages e descnhrimientoSt ec, noi ci affrettiamo a pubblicare questo manoscritto del Francescano Padre
Sahagun, uno de' primi santi e dotti Missionari che approdarono al Messico, e Io illustrarono con
le loro predicazioni e i loro scritti, il quale fu testimonio di veduta di quasi tutte le vicende che
trasformarono questo impero ; e scrisse con tale critica e veracità, che il suo lavoro non ha paragone
528
SAHAGUN
COD quanti De sono stati fin qui pubblicati su la storia del Messico. In questo XU libro tratu
solUnto del modo con cui gli Spagnuoli conquistarono la città di Messico. Egli chiama in gladOzIo
tutti i conquistatori ; e se dalle sue parole apparisce quanto furono grandi e magnanimi i Las-Casaa.
i Luigi Beltran, i Motolinia ed altri santi Missionari, il cui nome risnunerà in eterna benedizIoDe;
egli fa vedere del pari T orrore che mettono e metteranno sempre i Bobadilla, gli Alvmndos, l
Pizarro, e compagni, sin tanto che resti un senso di umanità sopra la terrai •
— Evangeliarium epistolarium et lectionarium Aztecum si ve
Mexicanum ex antiquo Codice Mexicano nuper reperto deprom-
ptum cum ppaefatione interppetatione adnotationibus Glossario,
edidit Bernardiuus Biondelli. Mediolani, J. Bernardoni, 1858.
Un volume in 4 grande, di XL1X e 574 pagine a due colonne, in lingua Spagnoola e 1
cana. 11 Manoscritto su cui venne fatta questa edizione, fu portato dall'America dal Signor Bel-
TRAMI. Il titolo lasciato dal Padre Sahagun era : ExpUeadon de lot Evangelioi f Episiolas de te
Mita; che il Biondelli mutò col riferito. Il lavoro è scritto in purissima lingua Messicana, o Nahoall;
e il Glotiario, che lo compie, è tratto in gran parte dal classico Vocabulario Mexicano del nostro
Padre Molina, che abbiamo già illustrato.
— Cateeismo de la Doctrina Cristiana en lengua Mexicana.
Impreso en Mexico por Fedro Ocharte. Ano de 1583.
Un volume in 4.
Oltre questi importantissimi lavori, il Padre da Sahagun lasciò molte altre opere, parte edite e
parte manoscritte, delle quali fece multe ricerche nel Messico il Brassecr; ma si duole che non ne abbia
potuto incontrar traccia. Non credo perù che siano andati del tulio perduti. Quando nel Messico
vennero i Religiosi vlolenleinenle espulsi dai l >ro (A>nvenli, là, come in Ispagna , in Portogallo, ed
altrove . si delle a «luelle sante case il sarrheggio , e in nome della libertà e della patria si deruh.-irono
preziosi tesori, specialmente di Manoscritti che i poveri Frati da secoli custodivano e conservavano in
pubblica uliliiii; e Manoscritti e libri appartenuti a «|ue* Conventi e derubati, si sono venduti e sì ven-
dono n prezzi favolosi ne' principali fondachi di libri antichi e rari, specialmente di Parigi. Essi hanno
ancora il timbro e il nome delle librerie a cui appartennero !
Di tali lavori <lel Padre Sahagun, almeno d' una parte, per fortuna se ne dà notizia in un arti-
colo pubblicato nella Biblioteca del Signor Egui ara; e chi scrisse l'articolo, sema dubbio gli aveva
veduti. Di (|uelle notizie si ò servito il Uustamante per farne cenno nel discorso da lui premesso alla
Ilistoria; ed io mi servirò del suo cenno per inserirne memoria in questo libro. • Nella Biblioteca (egli
dice) del Sij^nor Eguiara ho letto un articolo sul Pa<lre dji Sahagun, dove si dà un notevole catalogo
delle opere che scrisse, e sono: — i. Arte della Grammatica Mexicana: — *. Dizionario trilingue,
cioè Spagnnolo, Latino e Memcano. — 3. Sermoni per lutto V anno in lingua Meisicnna. E di questi
ho io copiji, quantunque vi manchi il nome dell'Autore. — i. Postille, o Commentarii al Vangelo per U
Mette Molenni di tutti i giorni di precetto. — 5. Storia dei primi Mitsionari Francetcani nel Messico.
— G. Salmodia della vita di Critto, della Vergine e dei Santi, che usavano gì' Indiani^ e ammaestra-
menti per i convertiti. — 7. SecUa Spiritìiale. E questa è la prima opera che si stampi.) in Messico
nella Tipografia di Hernand Corlez di Spagna. >
Di altri due poi incontrai notizia negli Apnntes para un Catalogo de eseritores en lenguat
indigennt de America, por Joaguin Garda Jcazbalceia , }fexico 1868. E sono: 1 Sermones en Me-
xicano. « Manoscritto originale (dice 1' Jcazbalceta ) in foglio, col titolo seguente: Siguente U9iot
Sermones de Dominicax y de Sanctot en lengua mexicana : no trnduzidos de termonario algumo
sino compuestos nueramente a la medida de capacidad de los Indios : breves en materia y en
lenguaye congruo , venusto, y llano , facil de entender para todos los que oyeren allos f baso*
SALAZAR - SALCEDO 529
jnineipalei y maeegalet hombre$ y mugeres. Compusieronse el alio de 1560. Ante comen^do a
eorregir y aiiadir este atio de 1563, en este mei de Julio infraoctava VUitationU. El autor lo»
somete a la eorreetion de la Madre Sancta Yglesia Romana con todas leu obrai que en eita len(fua
mtxkana a compuesto — Fray Bernardino de Sahagun, — Mancano in fine (continua V Icazbalceta)
alcune carie, e in un foglio staccato dal Manoscritto si legge la nota seguente: Siguente unot
sermones breves en lengua mexieana , el autor dello» los somete a la correption de la Madre Sancta
Ygleiia con todas lai demai obrai iuyat » ion para lodo el aho de Dominicai y de Sanctoi : no
esian corregidoi. — Fray Bernardino de Sahagun, — Il Manoscritto conta 95 carte in foglio con larghi
margini, postillati di mano del Sahagun. 3. Doctrina chrittiana en Mexieano. Mi nasce il dubbio
che questa potesse essere la stessa cosa col Cateeismo de la Doctrina ehriitiana dì sopra annotato.
Ad ogni modo questo annotato dall' Icazbalceta è manoscritto , secondo eh' ei dTce , originale
di 36 carte ; mancante però del fine. Sigueme veynte y ieii addidonei deità Poitilla : lai qualei
Mzo el Autor della deipuei de muchoi ahoi que la Kavia hecho^ anta que ie imprìmiete,
Es lo mismo que eità al principio debaxo del titulo de declaracion breve de lai trei virtudei
theologalei. Segue un Prologo in lingua castellana; e analmente conchiude: Site miimo aho de
1579 ie puzo por dpendiz de eita PoiliUa en lo ultimo un tratado que contiene iiete Collationei
en lengua mexieana, en lai qualei ie conttenen mtiehoi iecretoi de lai costumbrei deitoi naturala:
y tambien muchos iecretOi y primorei data lengua mexieana: y pua que ate volume no ha
ds andar iino entrei loi iocerdotei y predicadora, no ay porque tener reeelo de lai antiguallai,
que en el ie conlienen» anta daran mueha lumbre y contento e loi predieadora del Santo Evan-
gelio. > Ma ricAZBALCETA fa notare che nel manoscritto questo Trattato manca; e solamente vi sono
ventiquattro Addidona.
Inoltre, dagli stessi Apuntei rilevo, che la Pialmodia Christiana^ ec. accennata nell'articolo
della Biblioteca dell' Eguiara, fu stampata nel 1585, e l' intero suo titolo è come segue: Pialmodia
Xpiiana y Sermonario de loi Santos del aho, compueita por el Padre Fr, Bernardino de Sahcigun,
de la Orden de San Franeiico, ordenada en cantarci o psalmos para que canten loi ìndioi en
loi areitoi que hazen en lai Yglaiai. Imprao en Mexico ^ en caia de Fedro Ocharte, alio 1585.
Un tomo in 4.
Finalmente i Datoi biograficoi, che accompagnano le Cartai de Indicu (Madrid 1877)» già
tante volte citale in questo nostro lavoro, mi fanno conoscere altre due opere del Sahagun ; e sonò
un Diccionario hiitorico Mexieano, mandato ad Antonio Herrera dal Viceré del Messico Marchese
di Villamarlna, e una Vida de San Bernardino de Sena en Mexieano,
596. Salazar. — Chronica y historia de la fundacion y
progresso de la Provincia de Castilla de la Orden del beneaven-
tnrado Padre S. Francisco, compuesta por el Padre Pedro da
Salazar, Provincial seconda vez de la dicha Orden. En Madrid,
en la Impronta Real, MDCXII.
Un volume in foglio, di 546 pagine. N' è un esemplare nella pubblica Biblioteca della città
di Barcellona. È interessantissima per la storia specialmente delle Missioni d' America.
597. Salcedo (de). — Arte y Diccionario de la Lengua Mexi-
eana, por el P. Fr. Francisco de Salcedo de la Orden de San
Francisco.
Nativo della Real città di Chiapa, e dottissimo nelle principali lingue del paese, che sono la
Cakchiquel, la Quichè e la Tzutuhil, ne fu pubblico professore in Guatemala, e in tutte e tre scrisse
Grammatiche e Dizionari, e varie Dottrine Criitiane. II Manoscritto riferitosi conservava nel Convento
di San Francesco della sopraddetta città. È ricordato dallo SomER {Monogr, of. Auth.),
530 SALDANHA - SALIMBBNE
Mm.
Sitmf.
598. Saldane A(de). — Vita del glorioso Sant'Antonio da Padova
in lingua Indiana, per il Padre Antonio di Saldanha. Goa, 1655.
Ud volarne in 4. E ricordato nei lavori bibliografici dei Tbrnaux; e non ne ho incontrato
altra notizia.
599. Salerno (da). — Lettere del Padre Fr. Matteo da Salerno
Commissario Gerosolimitano al Serenissimo Principe Gran Duca
di Toscana.
•
Sono neir Archivio Mediceo di Firenze, nel Carteggio de' Gran Duchi, e riguardano le Mìssìodì
Francescane della Terra Santa. La prima è data dal Convento della SS. Nunciata di Genova il i6
maggio 1590: la seconda dal Convento di San Francesco di Lisbona il 3 di luglio del 1591: la
terza, parimente da Lisbona, il 4 di luglio dello stesso anno.
600. Salimbene. — Chronica Fr. Salimbene Pannensis, Ordi-
nis Minorum. Ex Codice Bibliothecae Vaticanae nunc primum
edita. Parmae, ex oflScina Petri Fiaccadorii. Anno MDCCCLVII.
Un volume in 4., di pagine XIV e 434 : bella edizione. È un libro che dovrebbe trovarsi in
ogni casa Francescana; né credo non ci possa essere lettura più utile o più dilettevole per chi
si occupi di storia ed ami le glorie del nostro paese e la Francescana Religione. Ne darò no cenno
con le parole degli Editori.
« 11 decimoterzo secolo che, ricco in Italia del retaggio dì S. Tommaso, di S. Bonaventura e
d'altri sommi maestri, dava Dante al mondo intero, era secolo di grande intellettuale entusiasmo
fra noi, si che ognuno, il quale si avesse da natura sortito fervido lume di mente, era vago di
rovistare nel tesoro trasmessogli da' maggiori e di tramandare a' futuri tutto quanto ne ritraeva,
insieme co' frutti suoi proprii, a tale che tu, leggendo lo scritture di que' dì, ne diresti gli Autori
presi da una smania, da una febiirp di apprendere e d' insegnare. Fra questi ardenti spiriti è certo
da noverarsi il Frate, di cui pubblichiamo qui l'unico lavoro a nostra corta conoscenza venuto.
Nato egli in Parma, siirto apjK'na il (|Uinlo lustro di quel secolo, da padre Crociato, ebbe sveglia-
tissimo ingegno, congiunto ad allo cuore e ribollente animo; basti a darne un sentore la vigoria
con rui, giovinetto ancora, tenne fermo contro l' opposizione, che ben può dirsi, più che tenace,
soldatesca, del padre alla risoluzion sua di cingere il cordone di S. Francesco. Cosi deliberalo, il
narra ei medesimo, nel suo decimoquinto anno vesti, per intercessione di Fr. Gherardo Boccabadati,
l'abito religioso in Fano all'insaputa di Guido padre suo: venutone questi a conoscenza, dolente rhe
la famiglia sua delta di Adamo, perdesse così ogni speranza di perpetuazione, giacché 1' altro, mag-
giore de' due soli maschi avuti, erasi già reso Frate, corse all'Imperatore ed implorò ed ottenne
ch'ei s'interponesse presso Frale Elia Generale dell'Ordine che fossegli restituito il figlio. Elia
rispose che il renderebbe , ove questi aderisse di ritornare al secolo. Volò Guido a Salimbene , lo
pregò, scongiurollo, fecegli ampie promesse; vinto dall'ira e fatto quasi demente dal dolore il
maledisse: il gio\ incito piegò la fronte pregando Iddio e stette saldo. Parti il meschino genitore;
e Salimbene poi nelle sacre ed umane lettere, nella gentile arie del canto andò liberamente educando
mente ad animo, onde poi salito in alta stima ebbe agio d'intrattenersi con assaissimi de' personaggi
più cospicui in lettere, scienze ed armi, gradilo Ano a' Pontefici ed all'Imperatore medesimo ....
Amante del nuovo e del grazioso, ai fiori della nascente poesia italiana volger volle l'ingegno, e
dettò versi in copia, ora perduti. Non pi>chi paesi viaggiò, notando tutto quello che lesse, vide, e
a tutto aggiungendo le proprie considerazioni; e moltissimo appunto e lesse e vide e udì, vissuto
essendo dal fine del 4221 sin oltre il 1287, e fors' anche fin dopo il 1290 : però da questo solo ben
potrebbe ognuno farsi una sufficiente idea dell'importanza della presente Cronaca, nella quale sono
appunto registrate pressoché tutte le impressioni in quc'varii modi ricevute ne'suoi più belli anni...
SALINAS 531
Né la sua Cronaca si limita a rinserrar soltanto notizie italiane : da' suoi confrati, che avean visi-
tate altre terre, avidamente saggeva le novelle e notava: onde qui trovi sin dovizia per le storie
d'Oriente; ed egli stesso de'saoi viaggi in Francia, ove fu ben affetto, tiene ricordi minati in modo
da porti solt' occhio le ricchezze de' vigneti e le costumanze de' baroni, nell' ora istessa che ti descrive
la partenza dalla piaggia natale di Ludovico ( S. Luigi ) volto al riscatto del gran Sepolcro, in maniera
talmente esatta, che inutilmente cerchi l' eguale negli annalisti contemporanei di quella nazione. >
E da questo si vede, io aggiungo, l'importanza che ha questa Cronaca per la storia delle
Missioni dell'Ordine. Vi sono nomi, fatti e particolari, che invano cercheresti altrove, specialmente su le
prime Missioni di Grecia; e un incanto è quel che racconta, fra l' altre cose, de' viaggi e delle relazioni
di Frate Giovanni da Pian Carpino tornato dalla sua missione ai Tartari. Con questa Cronaca, per
verità la storia si ringiovanisce, e si fa viva ove pareva che fosse morta. Ripeto che ogni casa
Francescana dovrebbe possederne un esemplare, e dalla lettura di essa son certo che s' accenderebbe
non poco l' animo de' volenterosi per gli stndii della storia-deli' Ordine nostro, che è cosi grande e
gloriosa, e in molta parte rimane ancora negli Annali e nelle Cronache. Aggiungo, che sotto il
velo del latino in cui il Salimbene scrisse, tu vedi spuntare bello e formato il nostro volgare ; così che
quella lettura si fa doppiamente dilettevole , e forse ti dà lume per conoscere come dalio svolgimento
della vita de'nostri Comuni, informata alle benefiche dottrine del Cristianesimo, nascesse naturalmente,
e si venisse a poco a poco formando, la più bella e gentile delle lingue moderne d'Europa.
Di questa Cronaca diede un bellissimo ragguaglio neWArdUvio Storico Italiano il Senatore Marco
Tabarrini, riprodotto poi nel volume dei suoi Studj di critica storica, pubblicato dall' editore Sansoni
in Firenze. Ci viene poi asserito, che si vdda preparando una ristampa della Cronica di Fra Salimbene,
riveduta sul Codice Vaticano, e supplita di alcuni tratti che non si leggono nella edizione parmense.
601. Salinas (de). — Memorial, informe y manifiesto del Padre
Fr. Buenaventupa d^e Salinas y Cordova, de la Orden de S. Fran-
cisco, Lector Jubilado, Calificador del Consejo de la Santa General
Inquisicìon, Padre de Provincia de los doze Apostoles de Lima,
y Comissario General de las de Nueva Espana. Al Rey nuestro
Senor en su Real y supremo Consejo de las Indias. Representa
las* aeciones propias y la estimacion con que ha servido a su
Magestad y a su Religion. Informa la buena dicha y meritos
de los que nacen en las Indias, de padres Espanoles; y las honras,
y premios con que cada dia los remunera, y lebanta la grandeza,
y justificacion de su Magestad y su Real Consejo de las Indias.
Manifiesta la piedad y zelo con que su Magestad govierna teda
la America, dilatando la Fé catolica y conocimiento del verda-
dero Dios por infinitos reynos et naciones de Indios ; y la gloria
que de conser varlos , crecerlos y aumentarlos recibe su Real
Corona y Cetro. Y lo mucho que para esto sirven y ayudan
los Predicadores Evangelicos.
Un volume in foglio, di due carte preliminari ed altre 115. Poi segue la tegunda parte deste
discurso y pruevas de lo dicho en la primera, di altre 39 carte. È un Memoriale degno d'un Padre
della Chiesa per la eloquentissima difesa che vi si fa de' popoli dell' America. Primamente l'Autore
parla diffusamente delle miracolose opere di San Francesco Solano, l'Apostolo del Perù: poi entra
nel suo argomento con uno zelo, un coraggio e una forza di parola, che ti rapisce ed entusiasma.
Prima di vestire l'abito Francescano, egli era statò segretario del Vicerò del Perù. Ne riferiremo un
532 SAN AGUSTIN - SAN ANTONIO
saggio. Dice al Re, a pàgine 53 : « Aqui SeiSor tengo de ballar a Y. Magestad eome a Rey y PrtDcìpe
zelosisflimu de la gloria de Dios y bien de sns vastallos. Por predicar deepc^oe, agravloe, y fi&-
lencias, que algnnos melos christianos y ministros inferlores, corregidores, alcaldet de Min» y
Tenientes* y algunas personas eclesiasticas interessadas, bazen a los Indioe vassallos de Y. Magestad,
passe contradicion y calumnla, por aqnellos qne tenian mas obngacion de Ibvoreeer la predlcacio&
y patrocinio de los Indios . . . . El tiempo que qultara del suefio y de la Vida, oeopè en oompoiier
un libro, que di a la estanapa en la ciudad de Lima el afio 1630 .... » Scongiura il Re a pensare
quanto importi • conservar y mantener Innumerables pueblos, grandes reynos, ricas y opolenUssimas
provincias de un mundo entero . . . babitado de Inflnitas gentes mlserables, innocentes, desealdadas,
flacas, desarmadas , sin arte ni alguna practica, eke iono las mas bumildes, dociles, facUei,
tratal)les, sencillas, quietas, obedientes, fleles, reconocidas y gratas que tiene el universo . Qoe tao
facilmente se reduxeron a nuestra santa Ley y reclbieron el bautlsmo, franqueando sos teaoros,
minas, tierras y ganados al servicio de Y. Magestad y toda EspaiUa. • Bisogna trattarli con dokezia
e soavità , • porque ... los princlpios de los rlclen convertldos ban de ser blandos y anBorasos,
porque si comiencan por la aspereza , espantados se buelven a sus antiguos ritos .... » In somma
è il libro di un apostolo, di un padre, di un vero ministro di Gesù Cristo. Ci dispiace di Don
aver incontrato V altro Memoriale, cbe per lo stesso fine dice di aver indlrìizato al Re li 1630. Un
esemplare del presente trovasi nella Biblioteca Colombina di Siviglia.
»"• 602. San Agustin (de). — Relacion de la primera entrada de los
^"* Misioneros Franciscanos en los Montes Tabueyon, ano de 1754:
por el P. Fr. Manuel de S. Agustin, de la Provincia de S. Pablo,
Cosi V HiJSRTA (Bttado , ee.)- Il Padre da S. Agostino nacque in Yillauti di Burgos, e abbracciato
r Instituto Francescano il 1736, parti per le Filippine il 1744. Quivi fu addetto alle Missioni di
IMpaculao, Baler, Casiguran, Binatangan, Lumbang, Pandacan, ec., e morì In Manila il 9 aprile del
1791, dopo 44 anni di apostolico ministero.
s»amp. 603. San Agustin (de). — Arte del idioma Bicol para la ense-
m. nanza de este idioma en la Provincia de Camarines, por el P. Fr.
Andres de S. Agustin de la Provincia de S. José. Impreso en Manila
el ano de 1647.
Un volume in 8. Ve n'è una seconda edizione, fotta nel Convento del « Pueblo de Sampaloc
por et Hermano Pedro Arguellesde la Concepciun, i795.> Conta due carte non numerate e 177 pagine.
— Esplicacion de la doctrina cristiana en idioma Bicol.
Impreso en Manila el ano de 1647.
— Traduccion al idioma Bicol de la doctrina del Cardenal
Belarmino. Impreso a Manila, ec.
Cosi r HoERTA (Estado ec. ). Non si sa in quale anno andasse alle Filippine : ma il 1626 già
era Missionario in Bacon, donde passò a Buia, Quipayo, Daet , Naga, Oas, Minaliabag, Sampaloc, e
Analmente mori in Manila il 1649.
4,.^^. 604. San Antonio (de). — Franciscos Descalzos en Castilla la
Vieja. Chronica de la santa Provincia de S. Pablo de la mas estrecha
Regular Observancia de N. P. S. Francisco, formada de las ma-
SAN ANTONIO 533
ravillas de Dios ea aus Eeligiosos, Conventos, Sautos, y Venera-
bles liyos, por el Menor Fr. Juan de S. AAtooio Salmantino ^
Lector de Theologia, Revisop por el santo Tribunal de las Biblio-
thecas del Obispado de Zamora, Visitadop vice de las santas
Ppovincias Descalzas de S. Gabriel y S.Diego, Definidor aetual,
y Chronista de la nombrada Provincia del Apostol, su fìel Patron,
a quien, por mano de el Senor D. Francisco Henriques Theran,
Segretario de su Magestad y Comissario General de sus exercitos,
se presenta y dedica. En Salamanca : en la Impronta de S. Cruz.
Ano de 1728.
Opera rarissima e interessantissima, specialmente per la storia delle Filippine, della Gina e
Giappone, di 4 grossi volumi in foglio. PTò un esemplare nel nostro Ck)llegio di Pastrana, provincia
di Guadalajara di Spagna. Mi fu necessario copiarne gran parte; e que' buoni Padri vi si prestarono
con una pietà e un amor dell'Ordine veramente edificanti.
605. San Antonio (de). — Chronicas de la Apostolica Provincia
de S. Gregorio de Religiosos Descalzos de N. S. P. S. Francisco
en las Islas Philipìnas, China, Japon, ec. Escrita por el Padre
Fr. Juan Francisco de S. Antonio, Matritense, Lector de Theo-
logia scholastica y moral, Ex-DiflBnidor y Chronista General de
la dicha Provincia. Impressa en la Impronta del uso de la pro-
pria Provincia, sita en el Convento de Nuestra Sonora de Loreto
del Pueblo de Sampaloc, extra muros de la ciudad de Manila :
por Fr. Juan de Sotillo, ano de 1738.
Sono tre volumi e tre Parti in foglio. Nella parte primera, di 32 carte non nomefate e 78f
pagine, te incluye la de$cripcion d# estat islot, ed ò dedicata a la S, C. Magestad de Phelipe V,
el animoso nuestro catholico Rey y a%^%$to Emperador de las Espahas y de la indiai; e ne fa
V offerta la misma santa Provincia y en su nombre su Ministro Provincial. La parte secwida, di
14 carte non numerate e 579 pagine, tratta del ultimo estado de la Custodia y des4$ su ereccion
de Provincia en Roma hasta su execudon en ManUa; ed ò stampata l'anno iHU La parte
iercera, di 18 carte preliminari e 839 pagine, tratta de la celeberrima Seraphica Missiam'del Japon
con la deseripeion de aquel imperio, glorioso triunpKo de nuestros Protomariyres invietos S. Pedro
Bautista y sui eompafieros^ sus vidas, tu beaUficadon y eustas ; ed è stampata nel i744. i opera
molto rara, e classica per la parte geografica dei luoghi di cui tratta. N'è un esemplare nella
Biblioteca Nazionale di Firenze.
Deir Autore ci dà le seguenti notizie V Huerta (Estado, ec.): • Fr. Juan Francisco de S. Antonio,
Predicador, Lector de sagrada Teologia, nació en Madrid en el afio do 4683, profesó en la santa
Provincia de San José el dia li de Junio de I70S, donde le nombraron Lector de Theologia. El
afio de 1734 llegò a Filipinas presidiendo la Mision, y en noviembre del mismo aSo fué nombrado
Gomisario de la Teroera Orden. Esplicò Teologia en el Convento de Manila, y desempeno tambien
el cargo de segretario de Provincia . . . Administró en Pandacan un a2o y 14 en Meyacauayan, donde
enfermò y habiendo pasado a Manila, falleció el dia 39 de mayo de i744 a los 63 de su edad
y 43 de Religioso. »
' ^ -^•'
534 SAN ANTONIO - SAN BDENAVENTURA
Aik
*fc 606. San Antonio (de). — Institucion de la Lengua Tagala, por
el P. Fr. Francisco de S. Antonio de la Provincia de S. Gabriel.
— Diccionario Tagalog, ec.
• Naturai de Asterga (dice 11 P. Uubrtà, Esiodo, ecj, en SeviUa profesò en el Convento de
dlcha ciudad de la santa Provincia de S. Gabriel El afio de 1606 llegó a Filipinas donde, perfe-
tamente instroido en el idiuma Tagalog, faó nombrc.do ministro de los pueblos de Baler, Pillila, y
Paete . . . Murio en Pila el anu de i6S4. •
607. San Bernardo (de). — Historia de la persecucion centra los
cristianos en Cochinchina , prison y destierro de los Misioneros
Franciscanos, arìo de 1751 : por el P. Fr. Francisco de S. Ber-
nardo de la Provincia de S. Pablo.
Così r HcjBRTA CEitado, ee.J. Nato in Seca, diocesi di Valladolid, professò la Regola Francescana
il Ì7S7. 11 1743 parli per le Filippine, e il 1748 fu inviato alle Missioni della Concincina. Tosto
fu preso, e incarcerato, e messo in bando il 1750. Tornato alle Filippine, evangelizzò ne* popoli
di Longos, Mahayhay, Pangil e Sampaloc: e il i758 ebbe licenza di rimpatriare.
Si-». 608. San Buen a ventura (de). — Ave Maria ! Relacion que hace
el Ilus. Senor D. Fray Francisco de San Buenaventura, Recollecto
de la Orden de N. P. S. Francisco , Obispo de Nicopoli , anxi-
liar del Ilus. Seiior Obispo de Cuba, residente en S. Agustin
de la Florida, et Joseph Ortigoza, residente en SeviUa, de lo
sucedido con Diego Obgletorp, General ingles, en la ciudad
de la Florida en el ano de 1740. Con licencia. En Se villa, por
D. Florencio Joseph de Blas y Guesada, impressor mayor de
dicha ciudad.
stampa rarissima, di due carte ; di cui vidi un esemplare nella Biblioteca del Seminario Con-
ciliare di Siviglia.
Slotup,
609. San Buenaventura (de). — Diccionario Espanol Tagalog,
por el P. Fr. Pedro de S. Buenaventura do la Provincia de S. José.
Manila, en la officina de Tomas Pimpin. Ano de 1613.
Così 1' HuERTA (Estado, ec.) ; e aggiunge, che scrissi- anche varii trattati cristiani nello stesso
idioma. S'imbarcò in Ispagna per le Filippine circa il 15Ui, e dopo parecchi anni di apostoliche
fatiche in quelle isole, imbarcandosi per Messico, morì in mare prima di giungervi, l'anno Ì6i7.
s,.,^.. 610. San Buenaventura (de). — Sol de Marruecos el V. P. Fr.
^'''"' Juan de Prado, primer Provincial de la santa Provincia de S.
Diego de Franciscos Observantes Descalgos de la Andaluzia.
SAN BUENAVENTUHA 535
Cuya Vida admirable , heroicas virtudes y glorioso martyrio
panegiriza el Padre Fray Francisco de San Buona Ventura,
Lector de Theologia, Ex-Definidor de la misma Provincia, y
Guardian del Convento de la Reyna de los Angeles de la ciudad
de Cadiz. Al Patriarca grande y glorioso Padre San Domingo
de Guzman, mefortimbre y corona de los buenos, los excelentis-
simos Senores Duques de Medina Sidonia, en quienes recaen las
glorias de los valerosos triunfos, que la otra contiene, por mano
de la Religion gravissima de Predicadores. Impresso en Se villa,
por Juan Francisco de Blas, Impressor Mayor de dicha ciudad.
Ano de 1691.
Un volarne in 4 grande, di SS fogli preliminari non numerati, e 460 pagine, e una Tahla de
los capitulot in fine. N' è un esemplare nella Biblioteca del Palazzo Arcivescovile di Siviglia.
611. San Buen a ventura (de). — Arte de la lengua Maya, por
el Padre Fr. Francisco Gabriel de San Buenaventura Predicador
y Definidor habitual de la Provincia de San Joseph de Yucatan,
del Orden de N. P. S. Francisco. Ano de 1648. Con licencia. En
Mexico, por la Viuda de Bernardo Calderon.
Sono 9 carte preliminari, e 41 pagina, in 4; seconda edizione; ctiò la prima fu fatta nella
stessa città di Messico il i580. È uno de' primi lavori sulla lingua Maya, e però interessantissimo;
sul quale poi lavorarono il Padre Fr. Pietro Beltran da Santa Rosa, e il Padre Fr. Joaqain Ruz,
che abbiamo già illustrati ; e ultimamente, giovandosi de' loro lavori, pubblicava il suo Eiquiue d*
une grammaire de la langue Maya il Brassedr, che uni alla Reladon de lae eosae de Yucatan
del Francescano Landa, da lui primamente messa a stampa. •
Riferiremo qui il breve proemio, in cui dà ragione del suo Esqdissb. « A l'epoque (egli dice)
de la décou verte du continent américain, le Maya était la langue unique de toute la pèninsule
yucatèque et d'une partie des régions voisines, comprises actuellement sous le nom de Peten et
de Lacandon, ainsi que des cantons fertilcs arroses par les nombreuses embouchures de l'Uzumacinta
et du Tabasco. A cette langue se rattachaint différents dialectes: d'une coté c'etaint le mopan,
le peten et le chol, qui paraissent s'en étre éloignés beaucoup, depuis lors; de l'autre, lo tzendàl,
le zotzU et le mam, alliés également de fort près autrefois, mais qui s' annoncent plutdt comme
un trait d' union entre les trois autres et le groupe quiché-guàtenuUien, Au rapport de Landa,
l' Adelantado Montejo fut un des primiers qui eùt travaillé à acquérir quelque connaissance de la
langue de mayas, afln, dit-il, de pouvoir converser avec eux. Les Franciscains, à qui était échue
l'oeuvre de la conversion du Yucatan , ne tardèrent pas à suivre son exemple, et celui qui s'
appliqua tout d' abord à enseigner leurs enfants fut le Franciscain francais Jacques de Testerà,
frère d' un chambellan de Francois I, que les EspaSoles chasserent du Yucatan a cause du zèle
avec lequel il défendait les indigènes de leurs excés.
t A la suite de la seconde expédition de Montejo, d' autres Franciscains furent envoyós a
Campèche et a Mérida, où ils travaillérent avec ardeur à se rendre maitres des primiers éléments
de la langue. Celui qui obtint le plus succès fut le Pére Luis de Yillalpando, qui comenca a 1'
apprendre d' abord, ajoute ici Landa, par signes et à l'aide de petites pierres, à la manière de
ceux dont parie Torquemada. La grammaire qu' il composa sur le pian des grammaires latines de
son temps, augmentée et perfectionnée par Landa, aurait été pubblio au rapport de Pinelo; mail
536 SAN BUENAVENTURA
si elle existe, les exemplaires en soDt aujourdh' hui perdus. Quoi qu' il en soit, cet ouvrage senit
de base à plusieurs autres du memo genre; tclles furent les grammaires du Pére Julian de Qaartes,
du Pére Juan Coronel , du Pere Juan de Azevedo , du Pére Francisco Gabriel de San Baenaventura,
et du Pére Beltran de Santa Rosa-Maria; mais, a Texception des ouvrages de ceux derniers, od
ne connait rien aujourd' hui d' imprimo à ce sujet jusqu' à la grammaire pubbliée par le Pére
Joaquin Ruz en 1842. >
Ha per meglio conoscere IMmmenso servigio renduto da' Missionari Francescani alla scienza
rispetto alla storia delle nazioni dell' America, vuoisi qui riferire in compendio quel che lo stesso
Brasseur ne ragiona nella sua Misxion scientifique au Mexique et dans V Amerique CentraU:
ouvrage publié par ordre de S. M. V Empereur et par les soint du MitUttre de V instru^ion
ptUtUque, ec. Paris, Imprimerle Imperiale, 1869.
La provincia dì Yucatan nel Messico (egli dice), la prima ove i conquistatori spagnoli s*
incontrarono in mirabili monumenti d' un architettura all' antico mondo sconosciuta, è anco di pre-
sente la più celebre , sia rispetto ali' arte e all' archeologia americana , sia in quanto concerne
l'importantissimo argomento della linguistica e della (llologia comparata. Là ebbe origine- una
civiltà da lunghi secoli estinta, di cui quella del Messico, al tempo che dagli Spagnoli ne venne
fatta la conquista, fu 1' ultimo splendore. E là il viaggiatore ammira ancora e contempla attonito
le splendide rovine di Chichòn-ltza, di Uxmal e di Labna, con le grandiose piramidi di Silan e
d' Izamel ; e sul confine della penisola le monumentali iscrizioni dei templi abbandonati di Palenque.
Di là furono portati i rari manoscritti e i caratteri fonetici, di cui 1' Europa s' arricchì al tempo del
Cortez ; fra' quali il magniUco Codice della Biblioteca Reale di Dresda , pubblicato da L^rd
Kingsborough. Quindi il mio vìvo desiderio di visitare quelle antiche contrade ; desiderio che
maggiormente s'accrebbe com'ebbi trovato in Madrid e pubblicatoli Manoscritto della Reazione
delle cose del Yucatan del Francescano Landa, che conteneva l' antico alfabeto dei caratteri mayas.
Visitai dunque il Yucatan, e quindi le rovine di Palenque, le piramidi di Teotihuacan, e gli avanzi
di Tezcuco e di Huexotla. Volsi poi all'antica città di Cholula, la cui piramide, descrìtta dalF
Humboldt, sembra da lontano una naturale collina del paese; e appresso imbarcandomi presso
Vera Cruz e Sisal per recarmi a Beiize, esplorai tutta la costa del Yucatan , coperta di numerosi
monumenti, le cui forme coniche si vedono in lontananza dal mare. Finalmente, disceso di nuovo
in terra, ed entrato nella provincia di Honduras, risalii il corso del Chamelicon, le cui spiagge
sono gremite di rovine; e prima di trapassare le montagne che dividono detta provincia dalla
Repubblica di Guatemala, ne discesi per visitare di nuovo gli odiflcii di Copan; e ne* monolìti di
questa antica cillù riconobbi gli stessi caratteri delle iscrizioni di Palenque, che poi trovai identici
a quelli dell'alfabeto del Landa. Ma provatomi a leggerli, mi tornò impossibile. Tuttavia io portava
meco dal Messico lutti gli elementi di un vocabolario della lingua maya ; e fortuna volle che nel
mio ritorno in Europa passando per Madrid, quivi dal sigiuir Giovanni Tre y Ortolano mi venisse
fatto conoscere un manoscritto originale esistente nella liiblioleca dell' Accademia Reale di storia,
i cui caratteri erano identici a (luelli dell' alfabeto del Lamia e delle iscrizioni di Palenque. Questo
manoscritto era nn documento originale di quelli che si chiamarono anaìle , ossia libri in carta
di scorza d'albero, che con altri ricclii doni erano slati inviati a' Monarchi di Spagna dalla
nascente colonia di Vera Cruz, fondala dal Cortez. Esso ctniteneva la storia del Yucatan. Per formarsi
un' idea di questi libri e dell' immenso tesoro in essi inviato a' Monarchi spagnuoli, bisogna leggere
la descrizione che ne fa il dotto Pietro Martire d' Anghiera nella sua opera : De ìnmlis nuper inten-
tis , eie. Coloniae, 1574 , et Parix, 1587. Erano libri politici e di storia, libri d' arte e di scienza,
trattali religiosi e rituali, codicilli ad uso degli astronomi, de'medici, de' coloni, e sino libri per
divertire il pubblico, adorni d* immagini; in somma, una raccolta da comporre uno de' più preziosi
tesori. E il merito di averli salvali da distruzione fu tutto de' Missionari. Certo è, per testimonianza
di tutti gli scrittori di quel tempo (prosegue il Brasseir ), ciie ordini severissimi erano slati inviati
dal Governo di Spagna a tutti i Vescovi e capi degli Ordini ik'ligiosi recatisi in Missione nel
Messico, di dare alle fiamme quanti manoscritti o libri de' nativi incontrassero: e pur troppo il
comando venne eseguito I E ne sarebbe perita afTalfo ogni memoria, se il coraggio de' Missionari
non ne avesse sottraili quanti più pol(> alla crudele politica della Corte Spagnuola: ma quanti
tesori perirono per sempre! Fu dunque la politica, e non il fanatismo religioso, che operò tale
rovinai Al contrario,! Frali, e soprattutto i Francescani, avvedutisi del valore storico che avevano
tali libri posseduti da' nativi alle spirituali loro curo affidati, e che con tanto coraggio difesero
SAN BUENA VENTURA 537
dalla violenza e rapacità de' novelli loro tiranni , raccolsero religiosamente que' monumenti nelle
loro case, e li conservarono : fra' quali merita speciale menzione il Padre Testerà, Provinciale della
famiglia Serafica nel Messico.
Lasciando da parte se 11 governo Spagnnolo trattasse crudelmente quelle povere genti vinte,
0 piuttosto r abbia difese, qcAnto fu possibile, dalle ingiustizie e ferocie de' conquistatori ; il certo
è, che fece quanto potè per spegnere ogni traccia della civiltà indiana, e ridurre quelle disgraziate
nazioni a una compiuta degradazione t II famoso Consiglio dell'Indie, non contento d'aver fatto distrug-
gere, quanto era da sé, ogni monumento per timore che a qualche genio de' tanti Stati d' Europa
a quel tempo soggetti alla Spagna , non venisse l' Idea di passare alP America a ridestarvi
quel saero fuoco vicino ad estinguersi, arrivò sino all' iniquità di proibire con ispeclati leggi, che
avvocati, chirurgi, e uomini di lettere potessero recarsi. in America, accumunandoli al Mori, ai
Giudei, e a' sospetti d' eresia, co* loro discendenti sino alla quarta generazione t Non si poteva andare
al Nuovo Mondo senza speciale licenza del Real Consiglio residente in Siviglia I Adunque 1 motivi
religiosi che gli scrittori spagnoli mettono del continuo in mezzo per difendere il loro Governo, non
sono che ridicoli pretesti per levargli di dosso l'infame delitto I Basti ricordare l'interdetto messo
a' Vescovi e a tutti i capi degli Ordini Religiosi , che apostolicamente lavoravano in America , di
non aver libera comunicazione con la Corte romana; talmente che niun d'essi poteva ricever
lettere che non avessero il visto del Governo I
Dopo Pietro Martire, il nome più celebre per la monografia de' libri Messicani è quello del
Las-Casas. E se come il Francescano Zumarraga nel Messico, e il suo confratello Landa nel Yucan-
tan, non potè sottrarsi alla crudele e Inesorabile polìtica del Governo di Spagna, certa cosa è che
tenne nel conto che si doveva i libri Americani ; né a lui, né agli altri santi Vescovi e Missionari
può addebitarsi che perissero. Si legga la sua*fftifoHa de la$ Indias (pubblicata per la prima volta
in Madrid il 1875), e propriamente il Capitolo S35. « Bisogna sapere (ei dice) che in tutte le repub-
bliche di quelle terre, nella Nuova Spagna come altrove, tra le altre professioni v' era quella di cro-
nisti e di storici. E quelli che l'esercitavano, conoscevano le orìgini e le cose concernenti la reli-
gione, gli Dei, il loro culto, e i fondatori de* villaggi e delle città: sapevano in qual modo avevano
cominciato 1 re, i signori, e l loro regni; ì modi che tenevano nelle elezioni e successioni; il
numero e le qualità de' principi che avevano vissuto ; le loro fatiche, le azioni, l fatti memorabili,
buoni 0 cattivi che fossero; se avevano governato bene o male, ec; l loro antichi costumi; le
guerre sostenute, ec. Tenevano inoltre il computo de' giorni, de' mesi e degli anni, ec. . . . Ei non
avevano scrittura simigliante alla nostra, ma usavano figure e caratteri propri, ec. »
Oltre de' caratteri e libri Messicani, v' erano quelli delle altre nazioni Americane, come i Caramarls
nei paesi vicini al Darien. Di fatti, lo stesso Pietro Martire racconta la sorpresa che ebbe un Indiano
vedendo de' libri in mano agli Spagnoli, altamente maravigliandosi che anch'essi avessero carat-
teri con cui trasmettere l loro pensieri al lontani. Il poeta Spagnuolo Erzilla, nella sua Introduzione
all'i4r(Kuana, anch' egli fa menzione di libri veduti In mano agli Aracuanl. E da quanto racconta
l'Humboldt (Sites de» Cùrdilleres de$ peuples indigènes de VAmerique, tom. I.) del libri trovati
dal Francescano Narciso Gilbar fra gli Indiani Panos in riva all' Ucayle, si vede chiaro che ave-
vano una grande analogia con quelli de' quali abbiamo sin qui parlato. All'Humboldt n'aveva
fatto relazione il Padre Cisneros, uno de* direttori del Mercurio Peruano, secondo l'esemplare che n'
aveva ricevuto dal suo confratello il Padre Gilbar. • Erano (dice V Humboldt) cartelli di pitture, che
nella loro forma esteriore si assomigliavano molto a' nostri volumi In 4. Ciascun foglio aveva tre
decimetri di lunghezza sopra due di larghezza : la copertura di ciascun cartello era fatta di foglie
di palifaa Incollate insieme e d' una pereiuhyme spessissima : pezzi di tela di cotone , di finissimo
tessuto, erano l fogli, cuciti Insieme con filo di pite. Quando il Padre Gilbar giunse fra l Panos, trovò
un vecchio seduto appiè d'una palma e circondato da giovani, a' quali dichiarava il contenuto
di que' libri. Dapprima gli indigeni volevano impedire V uomo Manco che s' avvicinasse al vecchio,
facendogli conoscere per mezzo dell' Intermediarlo degli Indiani di Manoa (che soli Intendevano la
lingua del Panos), che quelle pitture contenevano cose nascoste, che nissuno straniero doveva sapere.
E solo a gran pena potè II Padre ottenere uno di que* cartelli, che subito Inviò al suo confratello
Padre Cisneros in Lima. Questi voleva far depositare il preziosissimo libro nel Convento delle
Missioni Francescane di Ocopa : ma sia che la persona a cui lo confidò, lo smarrisse passando le Cordi-
gliere, sia che lo rubasse inviandolo furtivamente in Europa; certo è, che non giunse alla sua
d^tlnaiionei ed ogni ricerca fatta riuscì senza eflistto. •
538 SAN BUBNAVSNTURA
Simigliami libri (come abbiamo dall' annalista Hontesinos, M9tnoriai antigwu hUtoriaU» ed
Perù^ Hb. IL cap. i4. Ilanoscritto della Reale Accademia di storia di Madrid) erano anclie nd Perù;
e il Montesinos nel compilar le sue memorie si valse dei manoscritti inediti del Domenicano Las-Casai
e del Francescano de Betan^s. Lo stesso ha il Balboa nella sua Hitioria del Ptrk^ ec cap. XIV, dove
parla del testamento scritto dell' Inca Hayana-Gapac « Pigliavano (ei dice) un lungo bastonei o ima
specie di gruccia, e vi disegnavano intomo linee di diverso colore, da cui si doveva venire lo cogni-
zione della loro ultima volontà; e dipoi li consegnavano al Quipo-Camayoc, notaio, o archivista gene-
rale. Quanto ai cordoncini propriamente detti, di lana, o di cotone, erano conosciuti dai Purnhoas ^
Quito molto tempo Innanzi che cadesse sotto il dominio degli Incas. • Ciò vuol dire che i conquistatori
Spagnoli trovarono al Messico quel che 1 Portoghesi avevano incontrato in Gina. Onde il dotto
Francescano Padre Velades (prosegue 11 BaASSBUi) scriveva degli Indiani: • Sic nostri Qìodi alioqni
crassi et inculti videantur) veluti polygraphia quadam utentes, variis modis arcana sua absque lllerìs»
sed signis et flguris mandabanL Succedebant interdum in locum eiusmodl characlemm, fila, divenis
coloribus prò qualitate nuncii ipsius tlncta. Adde huc sagittas, faseolos colore diversos ac varìos, icni-
polos, grana, et id genus alia. Sed quae pergam dicere omnium admirabllium admirabilissimA aunU
quod cum adeo sint stupidi, tamque in crasso aere nati, Istis formis epbemerides, calendaria ci
annalia delineant » (Reih, Chritt. pari, IL cap, t7, 94. et iOO.;
In somma, stupendi avanzi di epigrafla s* incontrano in tutto il continente Americano: non sola-
mente rocce ed ediOzii coperti di sculture (antiche memorie d' una storia perduta) ; ma libri, annali,
e avanzi d'una scrittura più o meno perfetta, di cui le pietre, i legni, i bastoni dipinti, i cordoodni
a vario colore sono irrepugnabili documenti. Dei cordoncini di lana o di cotone si servono anche oggi
gli Aracuani. Di flgure, delle quali si servivano i selvaggi del Canada, parla il Francescano Ltrianr
Noi pensiamo (conchiude il Brassbui) che, col tempo, si igriverà a deciferare i misteriosi libri che i
Missionari ci ebbero conservati. E l' alfabeto maya (noi aggiungiamo) daini pubblicato èli primo lampa
Gioverà moltissimo F esaminare i metodi tenuti da' Missionari medesimi per insegnare agli indigeni il
Catechismo; cioò i catechismi in pittura, Doctrinat thritHanat,o immagini parlanti, intramezzate da
spiegazioni scritte, seguendo quasi sempre il sistema graflco dei popoli ove s' incontrarono ad evangeliz-
zare. Onde un valente Francese, il signor Aubin, dopo di avere mostrato in una sua eruditissima Memoria
sul Messico ( Memobre tur la peitUure didaeiique et V eerUwre fiQwroHve dee ancUm Meuieains, ParU,
1847 ) V importanza dello studio delle pitture ordinate da' Missionari Francescani per l' insegnamento
della dottrina cristiana, prosegue: t Ricordando quel che dissi de' catechismi misti, ancora in uso
in qualche contrada, e inollrc che nel momento che passò per Bogotà il grand' Humboldt, il signor
Du(iuesnc per mezzo degli Indiani Mozcas riusci a decifrare ed intendere il Calendario e i caratteri
antichi che quello per tal fine gli aveva Inviati ; e' ó mulivo a sperare che da ultimo si troverà la
chia\o della scrittura in crosta, ansia in pittura, clic non ò meno antica dell'altra. > E non si creda
che questi studi non abbiano che far nulla con la Religione : invece, strettissima è 1* attinenza che
hanno con essa. Per essi si viene in chiaro, che le civiltà trovate nel Nuovo Mondo non erano altro
che avanzi di una civiltà di molto anteriore, portata là dal mondo antico. « Fa sorpresa (dice
Alessandro Humboldt, SUet det eordUleret, ec.) trovare alla flne del XV secolo in un mondo che noi
chiamiamo nuovo, le instìtuzioni , le idee religiose e le forme degli ediOzi, dio mostrano chiara-
mente di risalire alla prima aurora della civiltà dell' Asia. »
li Bbasseur (come abbiamo dello) ha cominciato a portar lume in questo oscuro ed interessante
argomento, con le dotte sue pubblicazioni, e specialmente con (luella del Codice Tboano ( lAnguitUque.
M$, Troano elude sur le tysleme grafiqike et la langue de Mayax, par M. Braiseur, ec. Parie, Impri-
merie Imperiale, 1869), che è ad un tempo fonetico, monosillabo e alfabetico, con caratteri flgu-
ralivi e simbolici, servendosi della lingua maya del Yucatan, che sembra essere la stessa cosa. E
in questo difficile studio gli hanno giovato sopra tutto gli studi de' Francescani Cogolludo, Beltran di
Santa Rosa, e la Grammatica del Padre Francesco Gabriele da San Buonaventura, che egli dà aggiunta
ai Codice. « Le Grammatiche (egli dice) del Padre Gabriele, e i Vocabolari del suo confrafello Beltran
de Santa Rosa, ci hanno messo in condizione di formare un Dizionario, che sarà della maggiore
utilità. • Rammenta poi il Vocabolario che Io stesso Padre aveva lascialo non solo della lingua maya,
ma della mitologia, della storia e delle piante del Yucatan. i Un altro (egli prosegue) ne aveva
cominciato ne' tempi moderni il Padre Gioacchino Ruz; ma sventuratamente lo lasciò incompleto; ed
inoltre, invano ne facemmo ricerca durante il nostro soggiorno in Merida. Ma per buona ventura
n'esiste un altro, abbastanza compito, nella ricca Biblioteca del signor Baow in Providenza negli
SANGTA GRUCE 539
rra
Siati Uniti, procedente dal Messico, ed è opera d' un altro Francescano, il Padre Antonio da Ciadad
Rodrigo , uno de* primi dodici Apostoli del Messico , al tempo del Cortez. N* ha fatta una copia il
signor Bbrendbt, la quale siamo assicurati che verrà pubblicata in Europa. Adunque ( egli conchiude)
le sorgenti più pure del nostro Vocabolario sono la Grammatica del Padre Francesco Gabriele
da San Bonaventura, le Profezie del suo confratello il Padre Lizana, le Relazioni di Pech, e i
Vocabolari del Padre Beltran da Santa Rosa. I vocaboli poi più lunghi , gli abbiamo estratti dalle
opere del Francescano Padre Gioacchino Ruz. Questo Religioso, assai dotto nella sua lingua, con
maravigliosa facilità li componeva all' infinito, senza mai alterare minimamente il valore delle sillabe.»
Da questi cenni il lettore vede qnal parte si debba attribuire all' Ordine Francescano negli
importantissimi studi storici ed etnografici , di cui tanto si occupa il nostro secolo : e nondimeno
non è questa che una piccola parte delle opere che essi ci ebbero lasciate ; molte sono ancora ignorate,
altre involate , o pubblicate sotto altri nomi , ed altre sepolte negli Archivi e nelle Biblioteche.
Questa nostra pubblicazione ne è prova; e tuttavia essa è imperfettissima. Molti altri nomi e lavori
avremmo potuto annotare e illustrare, se il tempo e i mezzi ci fossero bastati; altri non meno
importanti d^'già riferiti daremo appresso; oltre quelli che riserbiamo, se ci basterà la vita,
per un altro lavoro.
Non occorre che io faccia qui notare quanto importi che oggi noi ci rendiamo familiari questi
studi : i nemici del Cattollcismo, con l'animo preoccupato contro la rivelazione, ne fanno uno de* pre-
diletti loro argomenti per combatterlo: spetta a noi il mostrare che, al contrario, essi vengono a
sempre meglio confermare la parola dei Libri Santi, che la Chiesa cattolica ha in custodia, e che
quindi ella possiede l'assoluta verità, da cui dipende la vita dell' umano spirito.
612. Sancta CRUCE(a). — Epistola Patris Fr. Joannis a Sancta
Cruce, Angliae Ministri Ordiais Minorum, ad serenissimum et
magnum Ducem Etruriae.
E nell'Archivio Mediceo, nelle Relazioni del BASSBTTi,segretario di Cosimo IH. Ha la data di Milano,
Ilio luglio 1688. Ci par documento da riferirsi per intero. Essa dice cosi: t Serenissime Magne Dux I
Egrediens Roma sub finem iunii per viam Sanctam Laureti, ut statura regni Angliae Reginaeque prae-
gnantis Virgini Deiparae in sacra aede recomendarem, dccreveram iter inde per Florentiam prosequi, ut
praesens ad pedes tuae Celsitudinis regiae iterato humillimas exponerem petitiones prò subsidio ad
propagandam fldem Calholìcam, et ad ampliandum Ordinem nostrum Seraphicum in regno Angliae,
sub clementibus piissimi Regis nostri anspiciis, opportuno. Verum cum praesentia mea intra
provinciam vehementer posceretur, et saepius in itinere recurrerent nova nati Principis Wallid, ingens
desiderinm quo ferebatur animus, ut de tam laeto nuncio certior flerem, iter accelerabat ; evenitque
foeliciter: Mutinaeenimoccurritnunciusnatae prolis masculae foelicissimus, acdie quarta huius actae
sunt illic Deo gratiae solemnes, prò tam immenso erga Angliam et Europam unlversam beneficio, unde
elucet spes amplissima progressus lucis fide! , sub stella tanta, tantorum parentum sobole illustris-
sima. Spem hanc augebit Serenìssimae Celsitudinis tuae regiae liberalitas, si vetus urbis Cantuariae
Conventus e manu haeretiel possessore redlmatur, ae piis Provlnclae Angliae nslbus resti tuatur.
Unicus fundum totum et ruinas occupat, iustoque pretio vendere cupit. Igitur nunc de loci illius
recuperatone; summa vero exposcitur Ingens, nempe millae dugentae nostrales. Si ad finem hunc
dignetur Celsitudo tua regia adiicere eleemosinam, adlaborablmus ut locus Is, qui sanctorum ac
illustrium virorum asylus nonnumquam fuit. Ordini restituatur, sitque initlum restaurationis fldei
in urbe, cuius Episcopus est regni Primas; in qua sedit Ethelbertus rex, opera Sanctl Gregorii
Magni ad fidem con versus; in cuius ecclesia cathedrali martyrium passus est Sanctus Thomas Can-
tuariensis sub Henrico rege secundo; cuiusque Conventus Guardianus postremus, primus fuit, qui
prò Sacrae Sedis Apostolicae primatu sanguinem fudit sub Henrico rege Vili. Inspiret Deus quidquid
sanctae fidei propagandae, tuaeque Celsitudinis regiae glorlae ampliandae, tituloque fundatoris erit
magis congruum. Festino in Provincia, ac Londlnl, apud Celsitudinis regiae agentem opperlar.
Interim, ac aeterne, vota Deo sanctissimo operumque mìsericordiae rerouneratorl amplissimo prò
temporali et perenni regiae incolumitate porrecturus. Serenìssimae Cebitudinis regiae humillimns et
devotlssimas servus— Fr, Joannes « Saata Croce, Angliae Minister. »
StoHipt
540 SANCTA MARIA - SANCTO PRANGISGO
613. Sancta Maria (a). — Elenchus caeremoniarum Terrae Saa-
ctae, in quo non solum ritus ioti Ecclesiae communes enuclean-
tur, imo et particulares, qui sanctuariorum gratia, per Fratres
Minores peraguntur; congestus per P. Patritium a Sancta Maria
( alias de Cortona ) , Terrae Sanctae caeremoniarum magistrom, et
in iisdem sanctissimis Palestinae locis per annos viginti unum
habitantem. — Lisbona, typ. doct. Em. Alv. Sellano, 1754.
Un volume in 4. È ricordato nel Catalogo della privata Biblioteca del signor Ebcalopub.
614. Sancto Antonio (a). — Bibliotheca universa Frandscana,
sive alumnorum trium Ordinum S. P. N. Francisd qui ab ordine
Seraphico condito usque ad praesentem diem latina, sive alia
qua vis lingua scripto aliquid consignarunt, encyclopedia Willoti,
atheneo et syllabo Wadingiano locupletior, in tres distributa tornai,
adiectis necessariis indicibus, ac materiarum bibliotheca, concin-
nata a P. P. Fr. Jeanne a Sancto Antonio Salmantino, etc. Matriti,
ex typographia causae V. Matris de Agreda, 1732 e 1733.
Sono 3 volumi in foglio, di cui è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze. 6 uno
de* prim^ lavori bibliograflci di molta importanza. Dell' interessantissima Cronaca che scrisse in
lingua spagnnola abbiamo detto di sopra.
w.. 615. Sancto Antonio (a). — Catalogus christianorum a me
infrascripto in totius anni decursu administratorum. 1807.
Manoscritto dell'Archivio del nostro Convento di Manila, di cui mi fu inviata copia da quei
Padri , segnato in fine : Ex regno Coneinànae , atque ex pago Cai-uhum, dei 31 maji 1808. —
Fr. Franciseui a Saneto Antonio Mittionaritu ApoitoUctu et Religiosut Frandscanus ex Prtwinàa
Manilensi.
— Catalogus de Sacramentis a me infrascripto et a coadiutore
sacerdote Anamita administratis anno 1812. Cho-quan.
Altro Manoscritto, di cui parimente ebbi copia, ed ha la data seguente: Datum ex Cho-quan
die 25 maji 1813. — Fr. Franciscus de Sancto Antonio Missionarius Apostolicus de Provincia San
Gregorii Magni.
Asia
Slitmp.
616. Sancto Francisco (a). — Globus et canon arcanorum
linguae sacrae , ec. per Patrem Fr. Aloysium a Sancto Francisco
Regularis Observantiae in regno Portugalliae. Romae , 1586.
Tolgo questa indicazione dall'opera del P. Vicente SALGxno: Origem e progreuo dot lÀngua$
Orientaet na CongregofOo da Tereeira Ordem de Portugal , IÀ$hoa 4790.
SAN DIEGO - SAN FEtlPE 541
u I I r n-m n-^ w — rrT ■ 1 ^^j^__— ^_^^^^^,^^_^»^^_^^— — ^^^_^»^— ^^^_^^^^— ^^^^■^^^^^^__^_
617. San Diego (de). — Discurso de la vida meritos y trabajos
del Ilustrissimo Senor Obispo del Paraguay y verdaderas desnudas,
con las quales se prueva quan inocentemente ha padecido en
defensa de la dignidad episcopal, desde el alio 1644 en que lo
hecharon de su diocesis hasta el de 1657 en que se balla fuera
de eUa, obligandole vivir en los campos y desiertos, donde predica
e instruye a la muchedumbre de Indios que le sigue, y a quien
administra los Sacramentos, conio lo hazia siendo Religioso par-
ticular de mi Padre San Francisco. Apoyadas con los instrumen-
tos, autos, peticiones, cartas, y sentencia que le dieron, y con
la Cedula Beai ^.^ que la etra parte ha presentado en diferentes
tribunales. Por Fray Juan de San Diego y Villaron, Religioso
Lego de la Orden de mi Padre San Francisco , Procurador de
las Provincias del Tucuman/ Paraguay y Buenos-Ayres , y de
las causas del Ilustrissimo Senor D. Fray Bernardino de Cardenas,
Obispo del Paraguay. Al Bey nuestro Senor en sus reales manos.
Sono 30 carte ; con altre 48 non numerate, di documenti e pareri; di cui si trova un esemplare
nella Biblioteca dell' Episcopio di Cordova.
618. San Diego (de). — Belacion de la conversion y progresos
de la Fé , en los reynos de Calonga y Tabuca : por el P. Fr.
Bartolomé de S. Diego de la Provincia de S. Pablo.
Così riJnBRTA (Estado, ec), dicendo che è datata il 25 aprile 1640. Passò dalla Spagna alle
Filippine il i6Ì8» e fu destinato alle Missioni delle Molucche. Da Ternante si recò a' regni di Calonga
e di Tabuca, dove ottenne numerose conversioni e fondò pareccliie Chiese. Tornato a llanila, vi
mori il i648.
619. San Estbvan (de). — Historia del martirio de Fr. Sebastian
de S. José y Fr. Antonio de S. Ana en las islas Molucas: por
el P. Fr. Gregorio de S. Estevan de la Provincia de S. Pablo.
— Historia de las Islas Molucas y sus guerras.
Cosi r HuBRTA (Estado ec). Il P. Gregorio parti dalla Spagna per le Filippine il 1609, donde
fu inviato alle Molucche il i«i2. Dipoi tornò alle Filippine, e mori in Manila il 163S.
u.. 620. San Felipe (de). — Actas del martirio de Fr. Apolinario
"^ Franco y sus companeros : por el P. Fr. Juan de S. Felipe de la
Provincia de S. José.
— Estado de la cristiandad del Japon.
M».
hmU
542 SAN FRANCISCO
AOTrira
Sltf^f'
Stomp,
e
Jtf«.
Asia
Così r HuERTA (Esiodo, ee.)y aggiuDgendo che quest' ultimo MaDOseriUo ò firmato il SO marzo
del Ì6i8. « Fr. Juan da S. Felipe (egli continua), Confesor, proteso en la santa Provincia de S. José,
paso a Filipinas el aSo de 1609, donde se ocupó en la conversion y fué maestro de Novicios de
nnestro Convento de Manila. El ano de Ì6i3 paso a las Misiones del Japon, donde ejercitó sa ttr-
voroso celo .... Despues de una vida en todo apostolica, y habicndo tenido revelacion de sa maerte,
falleció en la ciudad de Nangasaqui el dia Ì2 de octubre de 1628, dcjando gran fama de santìdad. •
"p- 621. San Francisco (de). — Relacion del viage espiritual y
prodigioso , que hizo a Marniecos el Venerable Padre Fray Juan
de Prado, Predicador y primer Provincial de la Provincia de San
Diego del Andaluzia. Escrito por el Padre Fray Matias de San
Francisco, su humilde companero, Guardian al presente del Con-
vento de su Orden, fundado en Marruecos. Sale a luz debaxo de
la proteccion de la Excelentissima Senora Dona Ana Femandez
de Cordova, Duquesa de Feria ec. Ano 1643. En Madrid. Por
Francisco Garcia, Impresor del Reyno.
È un volume in 4, di 230 pagine. Alla pagina 13 : • Comienza la relacion del viage que el venera-
bile Padre Fray Juan de Prado, Predicador y primer Provincial de la Provincia de San Diego, del
Andaluzia, hizo al reyno de Marruecos, llevando por sus companeros a Francisco de Ocafia, Religioso de
los que en Religion llaman Uegos, y a mi Fray Matias de S. Francisco tan indigno companero suyo, ec»
622. San Francisco (de). — Relicario y viage de Roma, Loreto,
y Jerusalem, que hizo el P. Fr. Eugenio de S. Francisco, anno
1682. Cadiz, Alf. Bartol. Nunez de Castro.
lin volume in 4, istorialo, rarissimo, e sconosciuto ai bibliografl. N'era un esemplare nella
privala Biblioteca del signor Carlo Escalopier. •
623. San Francisco (de). — Relacion verdadera y breve de la
persecucion y martirios que padecieron por la confesion de la nue-
stra santa Fò catolica en Japon quinze Religiosos de la Provincia
de S. Gegorio de los Descalgos del Orden de N. P. S. Francisco
de las Islas Filipinas. Adonde tambion so trata de otros Martires
Religiosos de otras Religionos y seculares de deferentes estados.
Todos los quales padecieron en Japon deste afio de 1613 basta
el de 1624. Dirigida por la misma Provincia a S. R. y C. Ma-
gestad de Phelipe Quarto nuestro Rey de Espana. La qual escriviò
y embió a la dicha Provincia Fray Diego de San Francisco
Predicador de la misma Provincia y Comissario del Japon. Con
licencia. En IVfanila, en el Colegio do S. Thomas de Aquino por
Thomas Pimpin, impressor de libros. Ano de MDCXXV.
SAN GERONIMO 543
Un volane in 4, di tre carte preliminari e 04 numerate. Ve n'è anche un'edizione di Mexico
del 16i0, parimente in 4. E poi una tradazione italiana stampata in Napoli per Ottavio Beltrano, 1630.
Dell'edizione di Manila n'è an esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze. Pochi Libri hanno
P incanto di questa relazione; è un dramma che ti rapisce, e dove i più solenni prodigii della
divina grazia si manifestano in tanto splendore, che ti trovi in una continua azione soprannatu-
rale, che ti fa piangere per profonda commozione. Se questo libretto fosse stato fra noi conosciuto,
pochi anni fa, quando avvenne la beatificazione de* martiri Francescani del Giappone, quanto non
ne avrebbe profittato la storiai
— Estado de la cristiandad del Japon en 1612.
— Refutacion de las sectas del Japon y esplìcacion de la
doctrina cristiana, en idioma Japon, el ano de 1613,
— Catecismo de la doctrina cristiana, en el mismo idioma.
— Relacion de la persecucion y Martires del Japon desde
1624 a 1628.
— Continuacion desde 1628 basta el 25 setiembre de 1630.
t Fr. Diego de San Francisco, o Pardo (dice lo stesso Hubrta), Predicador, naturai de Membrilla,
profesó en la santa Provincia de S. Pablo, paso a Filipinas el ano de 1609. . . El ano de Ì6i2 paso
a las Misiones del Japon, donde trabajó con mucho celo, y en donde desempeno ci cargo de Comi-
sano Provincial, quedandose oculto en el destierro general de los ministros evangelicos en Ì6i4.
El Martes Santo, 14 de abril de Ì6i5, fué preso por la predicacion en la ciudad de Yendo, y el
Juves Santo, i6 de dicho mes y ano, confesó la Fé con valentia de espiritu, en publico tribunal a
presencia del Emperador, y despues fué encerrado en la penosa carcel de Yendo, la cual tenia
cinco varas de ancho por doce de largo, y contenia 156 personas. En està horrorosa prision se
Ilenó de lepra asquerosa y sufrió con admirable paciencia indecibles trabajos ; pero tuvo el Consuelo
de convertir y bautizar a 60 personas en la misma carceL Por influjo de un noble Japon fué
desterrado a Mejico, embarcandole el dia 30 de setiembre de 1616, y Ife^^ando a la referida ciudad
de Mejico le fué profetizado el martirio por un venerable sacerdote llamado Padre Losa. El mcs
do abril de 1618 saliò para Filipinas, a donde Uegó en Julio, y a los tres dias partió para el Japon,
donde continuò sus tareas apostolicas con nuevo fcrvor. . . . Fué uno de los que mas trabajoron
en la viì!a de Japon, y el ano de 1634, en cnya epoca se cerrò dicho reino con tanto rigor para
los ministros del Evangelio, se quedó escondido, y no ha podido averiguarse comò y cuando murió,
pues aunque llegaron noticias de que le habian martirizado, nunca se dijo con certeza. •
624. San Geronimo ( de ) . — Historia autentica y actas del
Martirio de Fr. Sebastian de S. José y Fr. Antonio de Santa
Ana, en las islas de Macasar y Tagolanda el ano 1610, por
el P. Fr. Gabriel Bautista de S. Geronimo de la Provincia de
S. José.
Parti dalla Spagna per il Messico e le Filippine il 1580. Di là il 1612 passò alle isole Moluche,
e scrisse la sua opera nel Convento di Ternate. Dipoi nel 1614 si recò alle Missioni delFisola di Jiiolo,
• donde (dice l'HuBRTA, FMado, ee.J hizo maravillosos frutos y fundò una pequena Iglesia; pero
consnmido de los trabajos y lleno de mcritos, muriò en dicha isola el mismo ano do 1614. •
544 SAN GREGOIUO-SAN JOSÉ
625. San Gregorio (de). — Esplicacion de los ptincipales mi-
jfr. sterios de nuestra santa Fé, en idioma Tagalog : por el Padre Fr.
Antonio de S. Gregorio de la Provincia de S. Pablo. Impreso en
Manila en la Oficina de Simon Pimpin el ano de 1648.
Un volume in 4.
— Defensorio de Fr. Benito de Christo, Gobernador eclesiastico
de Macao.
L* HuERTA (Esicido, ec) dice, che è datato in Manila il i% di ottobre del 1642.
— Informe al superior Gobierno de Filipinas, sobre los usos
y costumbres de los Indios de Camarines, metodo a convertirlos,
y proyectos de defensa centra las invasiones piraticas de los
Moros.
Secondo lo stesso Huerta (Ettado, ec.J, è datato in Naga il 18 di luglio del 1656. Il Padre da Sant'
Antonio nacque in Saelices de los Gallegos, diocesi di Ciudad-Rodrigo, e professò la Regola France-
scana il i6U. Il i622 passò alle Filippine, e vi tenne varii uflScii, di Lettor di Teologia, di Deflnitore,
e di Provinciale di tutta la Missione, sotto il cui governo il celebre Missionario Fr. Antonio da Santa
Maria penetrò nella Cina in tempo di flerissima persecuzione. II 1635 si recò al Messico, e felicemente
esaurite le incombenze che ve lo avevano condotto, tornò a Manila, e vi riprese V apostolico ministero.
Finalmente il 1649 venne nominato Vescovo di Nueva-Caceres , di cui prese possesso il i653, e
governò quelle diocesi fino al 1661, in cui mori nel nostro Convento di Naga, lasciando grande
fama di santità.
ifi
626. San José (de). — Estado de la Provincia de S. Gregorio en
^ el ano de 1680, por el P. Fr. Francisco de S. José, o Camarena,
de la Provincia de S. José.
— Estado de la Provincia de S. Gregorio en el ano de 1695.
— Instruccion de los Misterios do la Misa en idioma Tagalog.
— Instruccion de Ministros nuovos de Indios.
Cosi r Huerta CEstado, ec). Naturale di Camarena, diocesi di Toledo, il Padre Francesco pani
per le Filippine il 1662. Rendulesi familiare le lingue Bìcol e Tagaloj?, evangelizzò con assai frullo
in molti popoli, come Buia, Camalìg, Cagsaua, Tayahas, Naga, Capalungan, Gumaca, Lumlxang,
Pagsanhan, Sampaloc, Bay, Pila. Da ultimo ritiratosi infermo in Manila, quivi mori nel 1701.
Lasciò anciie i lavori segucnli: 1. Uanto de la Raguel Serafica: i. Verdad desnuda y desralza:
3. Dos sermones pangiricos; e questi furono messi a stampa in Manila il 1681: 4. hi4truceion de
taeristanes tagalos.
Ut.
627. San José (de). — Relacion de los prodigios y cosas notables
aTu de su mision en la Provincia de Foquien, ano de 1725: por el P.
Fr. Diego de San José de la Provincia de San Pablo.
SAN JOSÉ - SAN JOSEPH 545
— Relacioa de la persecucion contra los cristianos en Canton,
ano de 1733.
— Esplicacion de los ritos Chinicos, ano de 1746.
Ck)sl THuERTA (Esiado, ec). II Padre Diego era nativo di Toledo; professò la Regola Francc-
scaDa il 1711, e il 1721 passò alle Filippine, donde Io stesso anno fu inviato alle Missioni della
Gina. Destinato alla provincia di Foquien, lavorò con indicibile zelo per la diffusione della fede,
e sostenne prigionie ed oltraggi con eroica costanza. Morì in Foquien, dopo 34 anni di apostolato,
il 16 di giugno del 1755. Dell' una e dell' altra Relazione mi hanno inviato copia i nostri Padri di Manila.
628. San José ( de ) . — Defens^ de las operaciones de los
Misioneros de China en el aito de 1714 contra lo dispuesto por el
Sefior Patriarca D. Carlos Mailard , ano de 1707 , por el P. Fr.
Nicolas de San José de la Provincia de San Pablo.
Ck)sl r HuERTA fEttado, ec.). Passò alle Filippine il 1690, donde venne inviato alle Missioni della
Goncincina il 1700. Quivi, dopo due anni di apostolico ministero, scoperto ed imprigionato, ebbe a
far ri tomo alle Filippine: e il i705 parti per Cina, dove morì il 1719.
629. San Joseph (de). — Historia de las vidas y milagros de
nuestro Beato Padre Frai Pedro de Alcantara, del venerable firai
Francisco de Cogolludo y de los Religiosos insignes en virtudes
qnehahavido en la Reforma de Descalfos, que el mismo bienaven-
tnrado Santo Padre instituyo en la Orden de nnestro Seraphico
Padre Francisco con la f andacion de las Provincias que de ella han
procedido. Dedicala a la Reyna de los Angeles Maria Sefiora Nnestra
frai Martin de San Joseph, indigno Fraile Menor Descalfo, Deflni-
dor de la Provincia de San Pablo de Castilla Vieja. En Arevelo, en
la Impronta de Geronimo Murillo, ano de 1644.
Sono due volumi in foglio: il primo, di 4 carte preliminari non numerate e 667 pagine: il
secondo, di pagine 635, e 24 carte in flne di Tdblan de las cosas notàbles. Libro ricchissimo di
notizie e di biograne per la storia delle nostre Missioni nelle Filippine, in Cina e nel Giappone. N* è
un esemplare nella Biblioteca del Palazzo Arcivescovile di Siviglia.
630. San Joseph (de). — Discurso consultivo , propuesto por el
R. P. Fr. Francisco de San Joseph, Predicad or y Ministro Provincial
de la Provincia de San Gregorio de las Islas Philipinas de Des-
calgos de N. P. S, Francisco, tocantes a los Religiosos de su Orden
que administran en las conversiones de los reynos de China y sus
adiacentes aSo de 1684.
Manoscritto di 4 carte, ueWÀrchivo de Indku di Siviglia.
35
546 SAN JUAN B AUTISTA - SAN JUAN DEL PUERTO
m. 631. San Juan B autista (de). — Cronica de la Provincia de
^* S. Gregorio desde^su fundacion en el ano de 1576 basta el ano de
1705 : por el P. Fr. Manuel de S. Juan Bautista, Puga, de la
Provincia de San Pablo.
Sono 4 volumi in foglio, che si conservano nelF Arcliivio del nostro Convento di Manila. • Pr.
Manuel de San Juan Bautista, Fuga (dice rHuniTÀ, Esiodo, ec) Predicador, profesó en la santa Proviocia
de San Pablo, paso a Filipinas el afio de i684, y desempeno la secretarla de Provincia eo ÌM8.
Despues administró en los pueblos de Santa Ana de Sapu y Horong. El 1698 fué nombrado pre-
dicador conventual y Ministro de Santa Ana, y suceslvamente administró en Tayabas, Majayjay, los
Baiios, Atimonan, Pila, segunda vcz en Majayjay, de donde "paso a Meycanayan ùdleció en
nuestro Convento de Manila el die 5 de setiombre del 1709. •
M. 632. San Juan Bautista (de). — Traduccion del latin al chinico
del Salterio de la Virgen, compuesto por San Buenaventura : por
el P. Fr. Manuel de San Juan Bautista, Labaneza, de la Provincia
de San José.
Cosi l'HuEUTA {Esiodo, ec.). Si recò alle Missioni delle Filippine il 1684. L' anno seguente Tu
destinato a quelle della Cina, dove esercitò V apostolico ministero per i5 anni, e quello di Commissario
Provinciale, e fondò due chiese. Entrato nell'amicizia dell* Imperatore del celeste Impero, n' ebbe molti
favori; e tra questi gli consenti che pubblicamente lo ricevesse nella città di Chiningcbeu, quando
fu a visitarla, intrattenendosi familiarmente con lui parecchie ore e regalandolo di iO loeles d'oro.
Dopo t5 anni di apostoliche fatiche, mori in Pekino il 40 marzo de Ì7i0.
— Carta annual de lo que ha sucedido en està nuestra Mision
de reino de China en el ano de 1703 se^un las noticias que nue-
stros Religiosos me han remetido a està Metropoli de Canton
sacadas de sus Cartas.
Manoscritto autografo dell'Archivio dei nostro Convento di Manila, di cui mi venne mandato
copia; e conta questa 30 pagine in foglio. Sognata in Une: Canton, 30 de deciembre de 1703. — Fr.
Manuel de San Juan Bautista Cotnisario Provincial.
— Lo sucedido a nuestra Mision en este ano (de 1704) en
el reino de China, Tun-Kin , y Conchinchina, se^i^un las cartas
remitidas a mi Fr. Manuel de San Juan Bautista, Comisario Pro-
vincial.
Altro manoscritto di cui parimente mi hanno mandato copia que* Padri; e conta questa 3
carte in foglio.
M,n,;.. 633. San Juan del PuERTo(de). — Mission historial deMarruecos,
^'•^ en que se trata de los martirios, persecuciones, y trabajos, que
SAN JUAN EVANGELISTA 547
han padecido los Missionarios, y frutos que han cogido las Mis-
siones, que desde sus principìos tu va la Orden Seraphica en el
Imperio de Marruecos, y continua la Provincia de San Diego de
Franciscos Descalgos de Andalucia en el mismo Imperio. Dedicada
a el Eminentissimo Senor D. Luis Manuel Cardenal Porto Carrero,
Arzobispo de Toledo, Primado de las Espanas , ec. Escrita por Fr.
Francisco de San Juan del Puerto, Predicador Apostolico, Cali-
flcador de el Santo Oficio, Vice-Prefecto , Chronista general de
dichas Missiones, y Guardian de el Real Convento de Mequinez.
Con privilegio. En Sevilla, por Francisco Garay, impresso! de
libros, en calle de Vizcaynos. Ano de 1708.
Un volume in foglio, di Si carte preliminari non numerate e 8S9 pagine, oltre due TabUu
in fine; la prima de lot libroi y eapUulos; la seconda, de las eosas mas notables. L'opera ò divisa
in VII libri. Nel primo « se da la descripcion de el imperio de Marruecos, religion, govierno y
costumbre de los Moros: » nel secondo « se trata de la antiguedad de la Inglesia de Marruecos;
origen de la Mission y primeros Missioneros: > nel terzo, « de los primeros Missionarios de la
Provincia de San Diego, que pasaron a el Affrica, y de Io mucho que padecieron : • nel quarto t se
prosiguen las persecuciones de los dos companeros (dei Beato Giovanni da Prado) ; castlgos , que
Dios liizo a Marruecos, y establecimiento de la Mission Franclscana de Descalcos : • nel quinto , « do
la fundacion de el Convento de Marruecos, Missioneros que ban passado; fuctos y alteraciones
de la Mission basta la espulsion de los Religiosos : * nel sesto, « de la restauracion de las Missiones,
frutos, martirios y casos, basta el estado presente (1708.) *
È una delle opere più interessanti cbe siano state scritte sul Marrocco, e ornai rarissima; e
rispetto alle Missioni in quell'Impero, è l'unica, della quale non si può fare a meno trattando
tale argomento. Ne vidi un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Madrid. II Padre Francesco è
ancbe autore del Patrimonio Serafico de la Tierra Santa, ec, cbe abbiamo illustrato sotto la
denominazione db Jesus Maria.
E qui son lieto di aggiungere, cbe proprio in questi di è uscito a luce in Santiago di Galizia
un altro lavoro, cbe fa seguito a quello del Padre da San Juan del Pubrto , d' uno de' presenti nostri
Missionari in Marrocco, il dotto Padre Fr. Manuel Pablo Gastellanos. Il titolo è questo: Descripcion
historica de Marruecos y brevt resefia de sus dinastias : o apuntes para servir a la historia del
Magreb. RecopHados por el Padre Fr. Manuel Pablo Castelìanos, Religioso Menor Observanie del Colegio
de Misiones para Tierra Santa y MarriLecos de la ciudad de Santiago, Santiago, Imp. de el Bolbtin
EcLESiASTico, a eargo de D. Àndres Fraile. 1878. È un volume in 8, di 3 carte preliminari e 336
pagine, di cui mi ba gentilmente inviato un esemplare il Padre Boldù. La descrizione giunge sino
a pagine 298: dalla 299 alla 312 è un Àpendice de las Misiones Franciscanas en Marruecos; dalla
3Ì3 alla 323 un'altra Apendiee de bibliografia historica de Marruecos, veramente preziosa: e
dalla 324 alla 328, un saggio delle Diferendas mas notables que se eneuentran entre el Àrabe Uteral
clasieo y el dialeeto que hoy se habla en MamMcos. Qut^t' opera del Padre Gastellanos è stata
riputata di tal valore, che l'Autore venne immediatamente creato Socio corrispondente dell' Accademia
di storia di Madrid.
634. San Juan Evangelista (de). — Esplicacion de la doctrina
cristiana en lengua Bicol : por el P. Fr. Francisco de San Jnan
Evangelista de la Provincia de San Pablo.
Cosi VHfiEvtkf Estado ec.;. Nativo di Burgos, il Padre Fr. Francesco partì per le Filippine H
548 sanhing - san pascual
jiii
4674, dove evangelizzò in vari popoli, come Ligmanan e Nabua. Poi il 1679 s'imbarcò per il Giap-
pone; ma i cattivi tempi lo costrinsero a sbarcare nel regno di Siam. Di qui fcc« ritorno alle Filippine,
dove ripigliò V apostolico ministero, tinche nel i68i venne nominato Procuratore delle Missioni nd
Messico. Vi dimorò i anni, facendo da ultimo ritorno in Ispugna. Ma ii 4696 ripigliò il mare per k
Filippine, e il 1702 vi fu nominato Commissario Provinciale, nel quale ufficio zelò molto T incremento
delle Missioni. Mori in Manila il i settembre del 1718.
st^. 635. Sanning. — Der Chronichen des drei Orden des S. Fran-
ciscus Seraphicus theil Welche serfasst und beschon P. Bernardus
Sanning de Nissa Silesiorum der Boehmischen Provinz Franzisca-
ner. Pragae Gedruckt bei Johann Hampel im Jahr, 1689.
Sono le Cronache dei tre Ordini di San Francesco, composte dal Padre Remardo Sanning da
Nissa di Silesia della I^rovincia Franceseann di Boemia, in 8 grossi volami in (bglio, ricchissimi di
notizie di fatti e di nomi per la storia dell' Ordine e di tutte le nostre Missioni. N' è un esemplare neili
Biblioteca del nostro Convento di S. Anna di Monaco in Baviera.
skmp. 636. San Pascual (de). — Camino de la bienaventuranza : por
L. el Pr. Fr. Augustin de San Pascual , de la Provincia de San Juan
Bautista. Impreso en Canton ol ano de 1681.
In lingua e caratteri cinesi.
— Tratado sobre las dificultades del matrimonio en China.
— Relacion de los progresos de su Mision desde 1672 a 1677.
— Esplicacion del Simbolo de los Apostoles.
L* HoERTA dice rho ^ un lavoro elegante. Parimente in lingua e caratteri cinesi.
— Kefutaciou al error do la tnismigrracion de las almas, en
idioma v oaractoros chiniros.
«.
— Tratndo do las virtudos, quo constituyen la verdadera per-
feccion, en idioma v carateros cliiniros.
— Tratado sol)ro lo quo so ha do oreor y esperar, en idioma
y carateres cliinioos.
— Controversias v cuostiones ohinicas.
— Do la concioncia final, oii idioma y caratoros chinicos.
— liolaoion do la Mision »^orafica on China desde 1677 a 21
de noviemhro do 1078.
— Relacion de los atontados del frances Carlos Maygrrot.
L'fluERTA (Esiado, ec.) dice che ha la data del 4 aprile 1C89.
— Refutacion a las pretonsinnes dol frances Carlos Maygrot.
Con data del io luglio i689.
SAN REMO-SANS 549
— Deseripciott estadistica de China y do la Mision Serafica
en diche Imperio.
Datata in Canton, il 12 febraio 1690.
— Breve catecismo de la doctrina cristiana en idioma y
carateres chinicos.
Di tutti questi preziosi lavori del Padre Agostino da San Pasquale ci dà notizia il Padre
HuERTA (Estado, €c.) , Archivista del nostro Convento di Manila. Il Padre Agostino nacque in Mar-
bella, diocesi di Malaga, e professò la Regola Francescana nella Provincia di San Giovanni Battista
il 17 di maggio del 1657. Destinato alle Missioni delle Filippine, partì di Spagna 11 1665; e vi giunse V
anno seguente 1667, donde il 1670 fu inviato alla Cina; ma una violenta tempesta lo balaò air
isola di Solar, dove molto ebbe a soffrire per la predicazione della fede cristiana. Da Solar passò all'
isola dì Timor, e la scorse per ogni verso evangelizzaado, specialmente la città di Manatutu, Ada,
e Lifao. Poi s' imbarcò per Batavia, e da Batavia per Macao in Cina. Qui si trattenne dal luglio
del 1671 sino al gennaio del 1672. E penetrò frattanto nella clttà^ di Canton, dove col Domenicano
Padre Fr. Francesco Baro si applicò con forte proposito allo studio della lingua Cinese, e in brere
se ne rese maestro. Allora si diede con grande zelo all' esercizio del ministero apostolico , e fondò
una chiesa nel popolo di Ning-Te, provincia di Poquien, che poi l'anno 1675 venne ceduta a'
Padri di San Domenico. Appresso ricuperò la chiesa di Cinan-Fu, provincia di Xaag-Tun, e quelle
di Put-Ay, Sinchin, e Fue-Sin, già fondate dal Padre Fr. Antonio da S. Maria; un' altra nuova ne
fondò in Liching e in Chìning, dedicando quést' ultima al dolcissimo nume di Gesù il 4 giugno
del 1681 ; e in quel di ebbe la consolazione di battezzare diciassette persone, tra le quali un grande
letterato che già quattro volte era stato mandarino. Ancora converti tutto il popolo di Virca-Yao,
edìQcandovi parimente una chiesa. Finalmente Commissario di tutte le Missioni Francescane della
Cina dal 1685 al 1693, visitò tutta la vasta provincia in cui erano sparse. E dopo tutto ciò s' imbarcò
per Roma, per trattarvi alcuni gravi negozi delle stesse Missioni, contando 60 anni di età. Ma Dio
non volle più oltre indugiargli il premio di tante fatiche. La morte lo colse in mare vicino del
porto di Acapulco nella Nuova Spagna ; e fu la morte di un santo.
637. San Remo (da). — Viaggio dall'Egitto per la Giudea,
Galilea, Samaria e Siria, per il Padre Giuseppe da San Remo dell'
Osservante Provincia Romana.
Manoscritto di 64 carte in 8, che ottenni dall'Autore in un breve ritorno che fece a Roma,
e a cui da me richiesto aggiunse 8 carte: Da Alessandria per Malta a Roma.
Questo egregio Padre e distinto predicatore, fa per molti anni confessore nel Monastero delle
Terziarie Francescane della città di Ferentino nella Campania Romana, donde si recò Missionario
Apostolico in Terra Santa e in Egitto, e là condusse con l'autorità dell'Apostolica Sede una eletta
di quelle buone Religiose, che aprirono pubblica scuola per le fanciulle in Cairo. Se ne dà conto
in una sua lettera pubblicata nel numero I dell' anno II della CaoNACA delle Missioni Francescane,
1861. Egli mori , fa due o tre anni, in Alessandria d' Egitto, lasciando venerata memoria del suo
nome e del suo zelo apostolico.
638. Sans. — Noticias lamentables acaecidas en la Nueva
Mexico y stravos que cada dia se esperimentan asi en lo espi-
ritual corno en lo temperai escritas por el P. Fr. Juan Sans de
Lezaun, de la Orden de San Francisco en el ano de 1760.
Manoscritto in foglio della Reale Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid,
550 SANS- SANTA ANNA
Aiia
639. Sans. — Apuntes de una visita a Tierra Santa por el R.
Padre Fr. Rafael Sans, Misionero Apostolico, ex-Guardian y ex-
Prefecto del Colegio y Misiones da la Paz en Bolivia, ex Defi-
nidor General y Comisario visitador Apostolico de la Provincia
de Franciscanos de Chilo. Barcellona, Tipografia Catolica, Pino 5,
bajo, 1873.
Ud volume in 13, di S38 pagine. Il Padre Raffele Sans è uno de* presenti più venerabili nostri
Missionari dell' America ; religioso di molta dottrina , di grande zelo, e di operosità veramente apo-
stolica. Fui lieto di conoscerlo anni fa in Roma, e alcune sue lettere vennero pubblicale nella
Cronaca delle Missioni Francescane.
640. Santa Ana (de). — Esplicacion de la doctrina Christiana
en Tagalog: por el Padre Fr. Alonso de Santa Ana de la Provincia
de San José. Impreso en Manila el ano de 1628, reimpreso en Sam-
paloc, y segunda vez reimpreso en Manila el ano de 1637.
— Version de la doctrina del Cardenal Belarmino al idioma
Tagalog, ec. Impreso en Manila el ano de 1637.
Così V HoEHTA ( Ettado, $e,). Nativo di Ponferrada, diocesi di Astorga, il Padre Alonso abbracciò
Plnstituto Francescano, essendo già sacerdote. Il 1594 parti per le Filippine, dove imparò a
perfezione V idioma Tagalog fra nativi assegnatigli ad evangelizzare, e morì in Manila il ttf 90.
^ 641. Santa Ana (de). — Tratado de la nuova cristiandad del
Japon, y trabajos de la plantacion de la santa Fé : por el Padre Fr.
Ricardo de Santa Ana de la Obser vanto Provincia de Flandes.
Manoscritto che il Padre Huerta (Estado, ec.) dice fìrmato il a di maggio del 16ii. Di questo
beato e gloriosissimo martire Francescano del Giappone, nativo di Nivelle nelle Fiandre, è stato
largamente scritto nell'occasione clic co' suoi Compagni venne solennemente dichiarato l)eato dai
Sommo Pontcncc Pio IX. Anche 1' Huerta ne dà una larga biografia.
Leon Pages ( Bibliographie japonaise, ou Catalogne des ouvraget relatifs au Japon qui ont
été publiées depuis le quinzieme tiècle ju$qu' à nos jours; Parif, ec.) ^ ci fa sapere che parecchie sue
lettere erano conservale nel Convento della sua patria. E poiché ho citalo questo Auture, mi occorre
fare avvertire come inoltre abbia pubblicalo un altro iroportanlissimo lavoro sul Giappone, che
racchiude molti e preziosi documenti per le Mi.ssioni Francescane; ed è V Histoire de la Religion
chrètienne au Japon depuis iodUjusqu'à 1631, comprenant les faits relatifs anx deux cent dnq
Martyrs beatifih le 7 julliet 1867. ParU, Charles Donniol, JAbraire-editeur ; rìie de Tournon ±9
1862-1870. Due grossi volumi in 8; opera di cui non può fare a meno lo storico delle Missioni
Francescane. Inoltre era annunziato in preparazione quest'altro lavoro: 1/ Empire du Japon, son
Eglise chrètienne, ses relatiom avec V Europe, in 4 volumi in 8, che ora sarà uscito a stampa.
Asia
Asia
642. Santa Anna (de). — Flos Sanctorum. — Historia das vidas
e feitos heroicos, e obras insignes dos Santos coin muitos sermoes et
praticas espirituais, que servem para muitas festas do anno. Fello
SANTA CECILIA - SANTA INBS 55i
Padre Frey Amador de Santa Anna, da Ordem do Seraphico
Padre San Francisco, reduzido en lengua Canarini. Em Goa:
trasladado com licenza do Sancto Officio, anno 1607.
Manoscritto cartaceo, in 4 grande, della Biblioteca Nazionale di Parigi (fondo Indiano ), di i06
pagine. Porta in fine la Arma autografa dell' Autore. Di questa traduzione dice il Padre Fr. Giacinto
De Madre db Dbos, que està feita com a elegada propria da lingua materna dos Orientaa, E bisogna
che sia vero , perchè il Cunha Rivara ( Entaio hUUnieo da Ungua Coneani ; Nova Goa, i858 ) ,
riferendo queste parole, non osa contraddirvi.
643. Santa Cecilia (di). — Palestina, ovvero primo viaggio di
F. Leandro di Santa Cecilia in Oriente. Boma. A. Rotili, 1752.
Un volume in 4. Così il Catalogo della Biblioteca del Signor Escalopibr.
644. Santa Croce ( da ) . — Relazione del viaggio fatto da
Venezia fino a Cattare in Albania cristiana dal P. Lorenzo Maria
da Santa Croce e suoi compagni dal primo dicembre fino al 25
marzo del 1720.
Manoscritto della Biblioteca Riccardiana di Firenze, tra le corrispondenze del Lami. Non è gran
cosa. Solo si conosce eh' egli era andato per gravi negozi delle Missioni Francescane fra' Turchi. Più
importanti sono due delle quattro lettere che seguono; una data in Buda il 12 aprile 17S0, l'altra
il S5 di giugno da Caporedani in Albania. La terza è data in Durazzo il 25 aprile 172S, e la
quarta in Roma il 26 settembre 1721. Un'altra lettera precede la Relazione, ed è data in Venezia
il di 21 ottobre 1719. Tutte sono indirizzate AW lUmo signor Padrone Colmo , Il signor Bartolomeo
DuranU'Cigolij cugino del Padre Lorenzo,
645. Santa Cruz (de). — Chronica de la Santa Provincia de San
Miguel del Orden de N. P. S. Francisco : por el P. Fr. Joseph de
Santa Cruz, Diffinidor de la misma Provincia. Contiene las funda-
ciones, progresos , y cosas notables de sus Conventos assi de Reli-
giosos, corno de Religiosas , las memorias de los varones doctos y
constituidos en dignidad , y la vidas ejemplares de las personas
senaladas en virtud , y otras noticias historicas. En Madrid por la
Viuda de Melchor Allegre, ano de MDCLXXI.
N* è un esemplare nella Biblioteca della città di Barcellona.
646. Santa ISes (de). — Cronica de la Apostolica Provincia de
San Gregorio de Filipinas : por el P. Fr. Francisco de Santa Ines
de la Provincia de San Pablo.
« Està Cronica (dice il Padre Husrta, Eitado, ec. ) en dos tomos en folio, que se conserva en
Duestro Archivo (del Convento di Manila), comprende la historia de està Provincia de San Gregorio
552 SANTA ICARIA
Mi,
Alia
desde su fundacion en el ano de 1376 hasta el de Ì6i7, y fué aprobada por el Rmu Padre Gomisarìo
General de las Indias Fr. Domingo de Noriega el aiSo del 1681. » 11 Padre da Santa Ifies evangelizzò
con assai zelo e frutto in non pochi popoli delle Filippine, e mori in quello di Lilio il 4 agosto
del Ì7i3.
647. Santa Maria (de). — Apologia de los Religiosos Dominicos
• y Franciscanos Misioneros de China : por el Padre Fr. Antonio de
Santa Maria, Caballero, de la Provincia de San Pablo. Impreso en
la Oficina de Juan Garcia Infanzon.
Ha la data del 1 del 1639.
— Relacion de la entrada de los Religiosos Misioneros Fran-
ciscanos en China.
Con la data del 15 novembre del 1637.
— Defensa del sentir de los Religiosos Franciscanos en el
modo de evangelizar el nombre de Dios en China.
— Memorial defensorio del modo de evangelizar en China
dirigido a la Msgestad de Felipe IV.
Di questo Memoriale mandò copia, in latino, alla sacra Congregazione di Propaganda Fid€ in
Roma, e un' altra all' Eminentissimo Signor Cardinale Francesco Barberino.
— Historia del martirio del venerable Fr. Gabriel de la Ma-
gdalena y otros siete Martires Franciscanos en el reino del Japon.
L' originale fu mandato alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide in Roma : questa è la
copia rimasta nell'Archivio del nostro Convento di Manila.
— Refutacion de cinco procesos sobre cosas que desdoran
nuestra santa Fé catolica.
Porta la data del 1 di maggio del 1638.
— Respuesta a quince dudas graves sobre la conversion y
cristiandad de China.
Ha la dau deU' 11 di giugno del 1638.
' — Refntacion de un manifiesto centra los Religiosos Domi-
nicos y Franciscanos Misioneros en China.
È data il S marzo del 1639.
SANTA MARIA 553
— Defensorio del R. Padre Fr. Benito de Cristo , gobernador
eclesiastico de Macao.
È in liDgxia portoghese, ed ha la data de* 25 luglio del 1641.
— Segando defensorio.
Con la data del 15 febbraio 1642.
— Tepcer defensorio.
Dato il 26 marzo 1643.
— Apologia de la Ley Evangelica centra un sabio Chino ,
Uamado Chin-Han-Sin, Vaupa.
— Informe a la catolica Magestad de Felipe IV, sobre la con-
version de China.
Informazione lunga, dice 1' Huerta (Eslado, éc.) e molto particolareggiata, con la data del 21
marzo del 1658.
— Relacion de la segunda entrada en China de los Religiosos
Franciscanos, y sucesos de la Mision Serafica desde 1649 a 1659.
Ha la data del 6 marzo 1659.
— Relatio Sinae Sectarum.
Opera divisa in tre parti: la prima tratta delle sètte dei letterati della Cina; la seconda, delle
sètte del popolo, degli idoli e de' templi: la terza, del conoscimento del vero Dio in Cina, e delF
entrata che vi fecero gli Ordini Religiosi. Ha la data di Chinan-Fu, 18 novembre 1662. Fu tradotta
in Francese, e stampata in Parigi nella tipografia di Luis Guerin il 1705.
— Congruencia de la ley de Dios con las sectas de los letrados
da China.
Lavoro stampato in Xantung, in lingua e caratteri cinesi.
— Discordancia de las sectas de los letrados de China con la
ley de Dios.
Stampato allo stesso modo che il precedente, e nel luogo medesimo.
t
— Comentarios sobre la filosofia etenica de Confucio, mae-
stro de los Chinos.
554 SANTA MARIA
— Origen de la persecucion de la ley cristiana y sus ministros
en China el ano de 1664, con los argumentos de los Chinos y sns
respuestas.
— Relaciones de la conversion, progresos y fiructns de los
Misioneros Franciscanos en China.
Sono 5 RelazionL
— Histopia de la persecucion de la ley evangelica y sus
Ministros en China desde el ano 1664 a 1666.
Ha la data di CantoD» 30 aprile i660.
— Catecismo cristiano impreso en Canton ano de 1666.
— Compendio de la ley de Dios impreso en Xantung por los
Religiosos Franciscanos el ano de 1680.
Sono Fano a l'altro in lingua e caratteri Cinesi.
— La ley de Dios es piedra Iman. Impreso en el ano de 1703.
In lingna e caratteri CinesL
Di tutte queste opere ci dà notizia il Padre HuraTA (EHado, u.) Archivista del nostro Con-
vento di Manila. Egli ne riferisce molte altre, che non attenendosi strettamente alla Storia ddle
Missioni, le abbiamo omesse. Ma alle sopra citate dobbiamo aggiungere : 1, Nuova infarmasUnu in
latino, inviata alla santa Sede circa il modo di pensare de* ministri evangelici delle Missioni della Cina
(s'intende rispetto alla famosa qaistìone de' Riti Cinesi); 3, le Controver$ie che scrisse sopra il culto
che si dà a' primogeniti defunti de' Cinesi ; 3, un esteso e minuto Traitaio circa gli stessi Riti ; 4, la
traduziune che fece in latinu d' un libro dei Padre Nicola Longovardo della Compagnia di Gesù
sopra le Missioni e conversioni delia Cina ; 5, venti e più Cartat (lettere) che inviò a' suoi superiori
delle Filippine, riferendo lo stato e i progressi delle Missioni Cinesi; 6, il LapU CalanUnarit verat
doctrinae; 7, Deelaratio principii et finis rerum omnium.
Di questo insigne e straordinario Missionario Francescano delia Cina diamo qui la breve bio*
grafia che n'ha scritta il Padre Hubrta (Estado, ecj, facendo voti che qualcuno de'nostri confratelli
s' invogli di scriverne la storia, per la quale noi potremmo somministrargli molti e preziosi docu-
menli. • Fr. Antonio Caballero, o de Santa Maria ( dice 1' Huerta, Esiodo, ec.), Predicador, Lector de
sagrada Theologia, nació en Baltanas, obispado de Palencia, de illustre familia, e fué bautizado el
dia sabado 20 de abrii del ano de 160i. Despues de posar su niSes en santas costumbres, tomo
nuestro santo habito el sal)ado 24 de marzo de 4618 y profesó el sabado 25 de marzo de Ì6I9 en la
santa Provincia de San Pablo, donde cursó los estudios, y fué instituido Predicador. De aqui salió
para Filipinas, llegando a Manila el ano de 4629, y en agosto de 1630 fué nombrado Lector de
sagrada Theologia, cuyo cargo desempeno basta el mes de mayo de 1633, en el cual fué destinado
a las Misiones de China. El primier fruto de su espiritu cvangelizador fué un joven, a quien bau-
tizò en dia sabado, emponiendole el nombre de Gregorio Lopez, y enseiladole despues latinidad.
Este joven vistió despues el santo habito de la esclarecida Orden de Predicadores , en Manila, y
llegó a ser consagrado obispo de Basilea y Vicario Apostolico de China, siendo el primero de su
nacion que obtuvo dicha gracia. En el mismo afio de 1633 partió desde Fungan a la Corte de
Nankin, donde fué preso y mallralado por espacio de seis meses, al fio de los cuales fué desterrado
a Fungan. De aqui paso a Isla Hermasa, donde fué preso por los Holandeses, quienes le condujeron
a las Islas Molucas, y despues a Datavia, sufriendo multiplicados irabajos en los carceres, basta qae
recobrada su libcrtad, regresó a Manila en junio de 1637. El dia 16 de settembre de 1639 fué Dom-
SANTA MARIA 555
brado Vicario de las Religiosas de Santa Clara de MaDìia , y despues paso a la ciudad de Macao
donde fué director cspiritual de la Y. Sor Magdalena de la Cruz. El aSo de 1644 desterraron
lo8 Portugueses de Macao a las Religiosas qne habian salido de Manila para fondar el Mona-
sterio de Clarisas en dicha ciudad , y puntamente todos los Castellanos residentes en la referida
ciodad de Macao, por cuya causa se embarcó nuestro Pr. Antonio con las Religiosas para Manila a
10 de octubre dedicho ano de 1644; pero un furioso temporal los arrojó al puerto de Turon, en
Gochinchina. Aqui fueron presos y conducidos a la corte de Hué, donde al ver el Emperador a
las Religiosas, las recibiò con toda benignitad, las hospedó en su palacio, y guardaron clausura
mientras alli permanecieron. Durante su permanencia en Gochinchina, y favorecido por el Empera-
dor, se dedicò nuestro Fr. Antonio, con su companero Fr. Antonio del Puerto, ala conversion de
las almas, bautizando basta dos mil personas, entre ellas cincuenta de la servidnmbre imperiai,
distinguiendose un sabio bonzo, sobrino del Emperador, quien se llamó Esteban, y fué despues glo-
rioso Protomartir de Gochinchina. El dia 20 de abril de 1645 salió nuestro Fr. Antonio de Gochin-
china con las Religiosas, y llegaron felizmente a Manila el 20 de mayo del mismo ano. En el Gapi-
tulo celebrado el ano de 1646 fuó nombrado segunda vez Vicario de las Religiosas de Santa Giara
de Manila, y habiendo recibido el nombramiento de Prefecto Apostolico de Ghina, cuya BuU se
despachó en Roma por la santidad de Urbano Vili el dia 20 de abril de 1643, partió para Gina
el 10 de ìulio de 1649, adoptando el nombre chino Ligan-Tang. Llegó a la ciudad y puerto de
Aynan, donde se detuvo fundando una pequeHa Inglesia, y la Tercera Orden de Penitencia de N.
S. P. S. Francisco. El ano de 1650 intentò pasar a la Gorea , pero no habiendolo conseguldo , se
dirigió a la Corte de Pekin , fljandose por ultimo en la ciudad de Chinan-Fu , metropoli de la
provincia de Kantung, donde fundó la Iglesia, que dedicò a Nuestra Senora de los Angeles, el dia
2 de agosto de 1651, con otras tres Iglesias anejas en las villas de Putay, Sin-Ghing, y Teu-Sin. Por
les afios de 1653 se presentò ante el tribunal de Lipu, y habiendo sido examinado en concnrso
de muchos letrados, obtuvo la aprobacion de sobresaliente con el numero tercero, espidiendosele
el diploma para poder ser mandarino . . . Despues de 32 anos de tareas apostolicas, fué llamado el
dia 1 de Eoero de 1665 a publico tribunal, donde confesò con valentia de espiritu nuestra santa Fé,
y el 25 del mismo mes y afio fué encerrado en la carcel de la ciudad de Ghinan-?u. De aqui saliò el 11
de marzo del propio ano de 1665 para la Corte de Pekin, cargado de cadenas, sufriendo indecibles
trabajos en el dilatado y aspero camino de unes 800 leguas, tolerando injurias y afrentas en mnl-
titud de tribunales, basta el 18 de settembre del cilado afio, que llegò a Pekin. En està ciudad fué
presentado al tribunal de ritos, donde reiterò con valor la confesion de nuestra santa Fé, por cuya
causa fué desterrado a la ciudad de Ganton, a donde llegò el 25 de marzo de 1666, despues de los
padecimientos que se dejan considerar en un viaje tan dilatado y penoso. Uegado al lugar de su
destierro sufriò con admirable paciencia y conformidad todo genero de privaciones, basta que el
Senor quiso recompensar sus virtudes, llevandoselo para si en la referida ciudad de Ganton el dia
sabado 13 de mayo de 1669, halUndose en su transido rodeado del Ilus. SeSor Obispo D. Fr.
Domingo Navarrete y 24 sacerdotes compaHeros de destierro. Su venerable cadaver permane<;iò
iDsepulto basta el sabado 20 de Mayo, en cuyo dia celebrò sus exequias de Pontificai el citado Ilus.
SeSor Obispo, y se le dio sepultura extramuros de la ciudad de Ganton. » I due Padri Gesuiti Gio-
vanni Balat, e Francesco Varo scrivevano che ad un sì santo e straordinario Apostolo non poteva
essere toccato che un altissimo seggio di gloria in cielo, e il loro confratello Padre Gabriele Magal-
lanes ne confermava il giudizio con queste parole : « Ni otra cosa podemos creer de un tan gran
Religioso, tan Apostolico Misionario, y de un tan insigne varon, honra e gloria, por sus partes,
letras y virtud, de su santa y Serafica Relìgion. El se goza, no solo del premio de sus mnchas y
santas virtudes; sino tanbien de la corona del martirio, que alcanzò ann en el destierro y prison.
Las muchas contiendas y cuestiunes, las carceles y cadenas, las faligas y trabajos, asi al tiempo
de la persecucion, comò despues de ella, todo lo habemos escrito y V. Patemldad lo tendrà oido. •
Lettera data in Pekino il 20 gennaio 1673.
Ora qui debbo aggiungere la notizia di parecchie cose inviatemi da' nostri Padri di Manila, e
sono: 1. Breve reladon de nuestro mage y Uegada a ette gran reyno de la China, 1649; originale : 2.
Breve extraeto de la primera parte de la relaUon eterita por Fr. Antonio de Santa Maria iohre la
penecueion eontra la ley de Bios y tue minietrot en la grande China, 1664 : 3. Reladon de algunat
€09at tucedidas a los Padres de la Serafica Religion de la gran China, desde el m$$ de Agosto d^ ano
de 1649 hoita Marzo 1659.
556 SANTA MARIA
Inoltre inconlrui un'altra sua Uelazione manoscritta, in frauccM!, nella Uibliuleca Nazionale di
Parigi, iotitolata come segue: P. Àntoine de Santa Maria, Frandteain, qui ettùUavecUP. I. fi.
Moraies et quelques DonUniqtiains, ettarU en tout 7 RMgieux. Retatioti de noflr« voyo^t dtpwU
ManeiUe iìitqu' a nostre arrivée dan$ le grand royame de la Cìdne, E nella stessa Biblioteca ( fDOdo
spagnolo ) sono 1 Manoscritti seguenti : 1. Dudas grave$ que se ofreeen a cerea de la nsutm eonvertkm
y ehristiandad del gran reyno de la China, por el P. Fr. Antonio de Santa Maria, Leetar de Teologia
y Prefeelo de los reynos de la Gran China, del Orden de San Francisco. Sono 15 dubbi con le risposte
del Padre Antonio, dove si mostra filosofo, teologo, storico, e versatissimo della lingua e de* riti
cinesi. 2. È una serie di quistioni che il Padre Antonio indirizza al Padre Luigi de Gama sopra
un Memoriale di 43 punti che gli aveva fatti mandare il Padre Feliciano Pacbeco Vice-Provinciale
della Compagnia di Gesù in Cina; e a cui risponde. È lavoro fatto in Huam-che-fu , provincia di
Quam-tung, V aprile del 1668. Il primo Manoscritto conta 15 carte di minutissima e Attissima lettera,
anche con caratteri cinesi ; il secondo 19.
sto»F. 648. Santa Maria (de). — Rosas do Japào candidas a^ucenas, e
ramalhete de fragrantes e peregrinas flores, colhidas no Jardim da
Igresia do Japào, ec, por Fr. Agostinho de Santa Maria. Lisboa,
Pedroso Galrào, 1699.
Sono 2 volumi in 4. Il secondo comprende anche as rosas da Cochinchina, candidas, ec ed è
stampalo in Lisboa Occidental, Fedro Ferreira, 1714. È cosi annotato da Leon Pagbs ( BSbliog. Jap,J.
Ma io non potrei accertare che l'Autore sia Francescano.
A«U
649. Santa Maria ( de ). — Chronica de la Provincia da San
Joseph de los Descalgos de la Orden de N. S. P. S. Francisco, y de
las Provincias y Custodias Descalgas que della han salido y son sus
hìjas, compuesta por por Fr. Juan de Santa Maria, Predicador y
Padre do la mesina Provincia . Madrid , en la imprenta Real ,
MDCV-MDCVIII.
Sono 2 volumi in foglio: il primo, che è la parie prima, di 67i pagine: il secondo, che è la
parte seconda, di 737. Opera importantissima per la storia delle Missioni nelle Filippine, nella Cina,
nel Giappone e in tutto l'Arcipelago Indiano. N'ò un esemplare nella pul)liiica Biblioteca della
città di Barcellona.
— Relacion del martirio que seys Padres Delcalgos Franciscos,
tres hermanos de la Compania de Jesus, y decisiete Japones Christia-
nos padeceron en el Japon, heclia por el P. Fr. Juan de Santa Maria,
Provincial de la Provincia de San Joseph de los Descalgos. En
Madrid, por los herederos de Juan Iniguez de Loquerica, ano de 1601.
Un volume in 8, di cui vidi un esemplare nulla pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
Questa è la seconda edizione: la prima si fece in Madrid, por Vare,i de Castro, 1599; di cui è un
esemplare nella Biblioteca Mazzarino di Parigi ; che tradotta in italiano dal Padre Giuseppe Francesco
da Santa Maria, si pubblicò in Roma lo stesso anno; e n' <> un esemplare nella Biblioteca Barbertnlana
di quella città.
SANTA MARTA - SANTA ROSA 557
'». 650. Santa Marta ( de ). — Relacion historica de las cosas de
Japon, su cristiandad y persecuciones, por el P. Fr. Juan de Santa
Marta de la Observante Provincia de Santiago.
— Sermones sobre la mayor parte de las humilias del Bre-
viario, en idioma japon.
— Refutacion de los errores y supersticiones contenidos en
el libro BwpOy en idioma japon.
Questo libro contiene le cose spettanti alle credenze Giapponesi.
— Catecismo esplicado de la doctrina cristiana, en idioma japon.
— Varias cartas espirituales, ec.
Cosi r Hderta (EtiaàQ, ec). Il primo è scritto in Castigliano ; e le lettere {Cartat) parte in
giapponese e parte in castigliano. Il Padre Santa Maria fu uno de* più celebri apostoli del Giappone.
Infuriando la terribile persecuzione che vi spense il cristianesimo, egli vi rimase occulto: ma il 16i5
scoperto ed incarcerato, venne menato alla città di Meaco, dove, per ben due anni gli fu fatto patire
ogni maniera di strazi, e finalmente extramuroi ebbe tronco il capo il i6 di agosto del 16i8. Fu
dichiarato vero martire con un decreto della Sacra Congregazione dei riti del 21 aprile i668.
mp.
ìm.
nca
651. Santa Rosa (de) . — Relacion del imperio de China, y
frutos apostolicos de los Misioneros Franciscanos, ano de 1712: por
el P. Fr. Diego de Santa Rosa de la Provincia de San Pablo.
Cosi l'HuERTA (E$tado,ec.) , dicendo che è una relazione molto estesa e particolareggiata, e
che fu messa a stampa in Madrid il 4717. li Padre Diego parti dalla Spagna per le Filippine il
1696, e lo stesso anno di là fu mandato alle Missioni della Cina, dove evangelizzò con assai
successo per 37 anni. Il 1733 tornò alle Filippine, e mori nel Convento di Manila il febbraio del
1740, neiretà di 80 anni.
652. Santa Rosa ( de ). — Arte del idioma de los Aetas : por
el P. Fr. Bernardo de Santa Rosa, de la Provincia de San Pablo.
— Diccionario , idem.
— Doctrina cristiana, idem.
— Administracion de los Sacramentos a los Aetas cristianos, ec.
Cosi l'HuERTA (Estado^ec). Il Padre Bernardo da Santa Rosa fu nativo di Vi llamor, diocesi
di Leon. Abbracciò P Instituto Francescano il 1713, e s'imbarcò per le Filippine il 1726. Là fu
destinato alla Missione di Casiguran, evi durò 23 anni, convertendo gran numero di Aetas, che
abitano quelle montagne. Poi fu in Binangonan di Lampon, donde il 1753 passò a Binangonan di
Bay. Quivi 1' anno appresso infermò, e trasportato in Manila, chiuse i suoi di il 22 aprile del 1754.
653. Santa Rosa (de). — Vida e martyrio dos bemaventnrados
sete Martyres que pela confissào da santa fé de Jesu Christo
Asia
558 SANTA THERESIA - SANTISSIMA TRINIDAD
derramaram o sangue, e sacrificaram suas innocentes vidas na
cidade de Marrocos , pel P. Fr. José de Santa Rosa Francìscano.
Lisboa, na Officina de Miguel Manescal da Costa, 1761.
Un volume io 4.
èu. 654. Santa Theresia ( de ). — Mision Seraphica Espanola de
Xan-tung, en este imperio de la gran China, parteneciente a la
Santa y Apostolica Provincia de San Gregorio de la Regular y
mas estrecha Observancia de N. S. P. S. Francisco en les Islas
Philipinas, ano de 1757, por el Padre Fr. Mathias de Santa Theresa.
Manoscritto dell' Archivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da qnc* Padri. Sono 4 carte
in foglio, segnate in fine: Dada $n Chi-nan-fu en5 de septienbre de i757. — Fr, Mathias de Santa
Theretia y AUazar, Ord. Min, Ex^Mitsionarius de Coehinchina y actual de China,
655. Sant-Iago (de). — Chronica da santa Provincia da Nossa
Senhora da Soledade da mas estreita e Regular Observancia do
Serafico Padre Sao Francisco do Instituto dos Descalgos no reino
do Portugal, a qual consagra, dedica e oflFerece ao mesmo Serafico
Patriarca S. Francisco o minimo de seus filhos Fr. Francisco de
Sant-Iago , Barcellense , Ex-Leitor de Theologia , Qualificador
do Santo Officio, Consultor du Bulla da Cruzada, Examinador das
tres Ordens Militares , Padre da Provincia da ConceigSo de Por-
tugal, Ex-Dofmidor , e Chronista da Soledade. Tom. I. Lisboa.
Na Officina de Miguel Manescal da Costa, Impressor do Santo
Officio. Anno MDCCLXII. Con todas as licengas necessarias.
Un volume in fuglio, di 24 fogli preliminari non numerati e 932 pagine. Tratta specialmente lic-lic
nostre Missioni di Capo Verde. li secondo volume restò inedito. N' è un esemplare nella Bibliotcra
Nazionale di Lisbona.
jfa. 656. Santissima Trinidad (de la). — lielacion del imperio Ana-
mitico y profjreso de las Misiones catolicas en el mismo : por el
P. Fr. Geronimo de la SS. Trinidad de la Provincia de San Pablo.
— Carta pastral a los nuevos cliristianos, en idioma y carate-
res Anamiticos.
Così l'HuERTA (Estado, ec). Il Padre Geronimo nacque in Vega di Valdetronco , diocesi di
Palencia, e abbracciato l'Istituto Francescano, s'imbarcò per lu Filippine il 1717, donde l'anno
seguente prosegui per le Missioni della Concincina. Zelantissimo della conversione di quelle genti,
da Monsignor I>. Francesco Perez Vescovo Hugiense venne nominato Pro-Vicario Apostolico di quelle
Missioni. Dopo i7 anni di apostolato, mori in Concincina il 27 febbraio del 17(4.
Atto
SANTISSIMO SACRAMENTO - SANTO AMBROZIO 559
»•
657. Santissimo Sacramento (de el). — Viage y peregrinacion
de Jepusalem que hizo el hermaiio Fr. Juan de el SS. Sacramento,
Religioso lego de el Orden de nuestro Serafico Padre San Fran-
cisco, y colegial que faè en el Colegio Seminario de Arcos. Sale
a luz baxo la proteccion de el Senor D. Fedro de Aniaga, dignis-
simo esposo de mi Senora Dona Cathalina Casanova. Con licencia.
En el Puerto de Santa Maria, en la Impronta y Libreria de los
Gomez, en la calle de Luna.
Ud volarne in 8, di andici carte preiimiDari non numerate o iS4 pagine. N' è un esemplare nella
Biblioteca del Palazzo Arcivescovile di Siviglia. In ogni libro di questo genere sono sempre fatti nuovi
e interessanti delle Missioni Francescane di Palestina : e in questo non mancano , come fu quel che
accadde ali* Autore da Alessandria al Cairo.
658. Santo Agostinho (de). Relagao verdadeira do celeberrimo
triumpho e Victoria que conseguiu a Religiao Franciscana, recu-
perando OS Sanctos Lugares de Jerusalem usurpados pela nagao
Grega scismatica, pelo Padre Fr. Antonio de Santo Agostinho,
Franciscano de la Provincia de Portugal. Lisboa, por Miguel
Deslandes, 1691.
Sono SS pagine in 4. Raro a incontrare.
— Breve summario dos conventos, igrejas, capellas, et
Lugares Santos, que a sagrada Religiao dos Frades Menores de
Observancia tem a seu cargo em a cidade de Jerusalem et Terra
Santa, et do direito com que os possue et habita : et dos grandes
et excessi vos trabalhos, que padecem os Religiosos que aly estao :
et dos tributos que pagào, para que os deixem morar aly osTurcos;
et por ter com a devida decencia aquellos Santos Lugares. Tirado
a luz pelo P. Fr. Antonio de San Agostinho, Pregador, Commis-
sario, et Procurador Geral da Terra Santa neste reyno de Portugal
et sus Conquistas. Em Lisboa , na officina de Miguel Deslandes,
impressor da su Magestade. Anno de 1698. Com todas as licenjas
necessarias.
Sono 18 pagine in 4. N* è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
659. Santo AMBROzio(de). — ^Breve e distinta Relagam da sedigam
popular, que na cidade de Jerusalem se levantou centra os Religio-
5tì0 SANTO ANDRE - SANTO ANTONIO
SOS da nosso Padre Sao Francisco, que os habitam, et veneram os
sagrados vestigios da nossa Redempgào ; a qual mandou a M. R.
Padre Fp. Joam de Santo Ambrozio, filho da santa Provincia de
Portugal et morador no Convento do Santo Sepulchro ; dada a
estampa por Antonio Manescal, Syndico goral dos Santos Lugares
de Jerusalem, por ordem do M. R. P. Fr. Francisco de Santiago,
Pregador Jubilado, Diffinidor habitual da Provincia de Portugal,
da Ordem de Sao Francisco, et Comissario Goral dos mesmos
Santos Lugares de Jerusalem neste reyno, e seus estados et con-
quistas ec, Lisboa. Na Officina de Miguel Manescal, impressor do
santo Officio e da Serenissima Gaza de Braganga. Anno MDCCXVL
Com todas as licengas negessarias.
Sono 18 pagine, in 8. N^é an esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
*• 660. Santo Andre (de). — Copia de huma carta de Frey Manoel
de Santo Andre da Ordem dos Menores de Sao Francisco, Pay dos
Christaos das terras do Norte, a el-Rey de Portugal.
È data il 20 decembrc 1642. Nell'Archivio della Torre del Tombo di Lisbona. Originale.
sian^. 661. Santo Antonio (de). — Paraiso Serafico , plandado nos
Sacros Lu/:]:aros da l^edempcào , rogado con as preciosas eorrentes
do Salvador do mundo Jesu Christo, fonte da vida, guardado pelos
filhos do Patriarcha Sào Francisco com a espada de seu ardente
zelo, repartido em oito estancias, ou livros, nos quaos se descre-
vem OS principaes Sanctuarios , em que rosidem os Religiosos
Franoiscanos : o seu incomparavol zelo : a perfeigao e magestade
do culto, que a Deos tributdo nos oflfìcios divinos, e mais fun-
f oens e celebridades : os frequentes o grandes trabalhos que pa-
decem pela fé : os frutos quo adquirem com su prega^ao e dou-
trina : as despezas que fazem : as conduotas que deste reyno de
Portugal recobem : e ultimamente so matizHo com varias noticias
historicas e geoffraficas do mesmo paiz, memorias do seu governo
antigo assim Heal comò Pontifìcio , e outras cousas dignas da
attencao universal. Su author Fr. .Tono Bautista de Santo Antonio,
dos Menores da Sào Francisco da Provincia de Portugal , no
menor estado de Lcigo, naturai de villa do Basto, Vice-Commis-
SANTO DOBimGO 561
sario e Procuradop geral de Terra Santa, nestes reynos de Portugal
e Conquistas. Lisboa Occidental, na officina dos Monges das Covas
do Monte Forado, MDCCXXXIV.
Sono 3 volami, in foglio: il primo, dedicato al serenissimo t Rey de Portugual i). JoSo Y » , conta
17 carte preliminari non numerate e 59S, ed è ricchissimo di notizie e di erudizione per la storia
delie Missioni Francescane in Palestina, in Egitto, e specialmente fra' Maroniti del Monte Libano, e di
documenti importanti che forse non s' incontrano altrove , spMlalmente ne* capitoli XIV e XV del
libro IV. Il secondo, di 8 fogli preliminari non numerati e 633 pagine, « dedicado ao Emo e Rmo
Senhor Gardenal Nuno de Cunha e Ataide e impresso na oflBcina de Domingos Gonsalves, MDCCXLI, •
tratta della « guerra sacra até a tomada de Jenisalem, do estado do governo dos seus Reys ató
a Guido de Lusignano e perda da santa Gidade: motivos desta perda: vaticinos do Restaurador
dos santos Lugares , o N. S. Padre S9o Francisco : summario das ultìmas armadas dos Gruzados ,
que intentarSo a restaurammo do reyno de Jenisalem : estableclmento do Patriarcha Serafico e de su
Religi9o na Asia, com especialidade para a guarda e culto do Santissimo Sepulchro, e mais Lugares:
memorias do primeiro Guardilo do Sacro Monte Sion, com os successos que houve depois de su
nomenacSo no espa^o de cento e dous annos; et oulras noticias dignas de attenevo, e nSo sem
utilidade dos militares. » Il terzo finalmente, di 8 fogli preliminari non numerati e 690 pagine,
stampato « na officina dos Herdeiros de Antonio Pedrozo Galram, MDCCXLIX, e dedicado ao Exmo
e Rmo D. Fr. Joseph Maria Fonseca de Evora, Bisbo de Porto, descreve as elei^oens e govemos de
trinta e dous Guardiaens do sacro Monte Sion , com os casos peregrinos e memoraveis, que no
mesmo tempo succederlo no mundo pelo espa^o de cento oi tenta e site annos, que comprehende,
e de mil trezentos e vinte e oito até mil quinhentos e quinze: obra util y muy curiosa paratodo
o genero de pessoas, anthorizada con escriptores classicos, assim antigos comò modernos. » N* ò un
esemplare nella Biblioteca Nazionale di Lisbona.
Da documenti annotati in questo libro rispetto alla T^rra Santa, è facile vedere che tra' governi
e popoli cattolici che in modo speciale contribuirono a conservare con decoro i Santi Luoghi della
Palestina, e a tenerne viva la pietà ne' fedeli, si distinse assai il governo e popolo di Portogallo.
E molti altri io credo ne restino ancora inediti negli Archivi e nelle Biblioteche di quel regno.
Alcuni ne pubblicò ultimamente l' erudito signor Giulio Firmino Judice Biker in un fascicolo a parte
del suo Suplemento a eoUefào dos tratados, eonven(oe$, contratos e actos pubUeos eelebrados entre
a coròa de Portugal e as mais Potentias desde 1640, eompUados, eoordenados e annotados pelo
Visconte de Borges de Castro e continuafao por Julio Firmine ec., di cui volle gentilmente regalarmi
parecchi volumi. Accenno questa pubblicazione, come già ho fatto di molte altre, perchè si conosca
la necessità che hanno oggi gli Ordini Religiosi di aver conoscenza di cosi fatte pubblicazioni
bibliografiche e di collezioni di viaggi e di documenti di storia , che quasi tutte contengono cose
che li riguardano: e se ne^fanno in Francia, in Spagna, in Portogallo, in Inghilterra, in Germania:
sono assolutamente necessarie per scrivere la nostra storia, specialmente da tre secoli a questa parte ; e
per questo lato dobbiamo saperne grado al nostro secolo, che in ciò mostra una imparzialità meritevole
di riconoscenza.
b. 662. Santo Domingo (de). — Relacion de un viaje a la isla de
*• Nicovar, usos y costumbres de sus babitantes, y fructos y trabajos
apostolicos en dicha isla : por el P. Fr. Antonio de S. Domingo, ec.
Cosi r Hderta (Estcido, «e.) , dicendo che la Relazione porta la data del Si luglio 1691. Il Padre
Antonio professò l' Istituto Francescano nella Provincia di San Diego di Siviglia, e passò missionario
alle Filippine il 1684, donde il 1686 fu mandato capo d' una missione pel regno di Siam: erano cinque
suoi confratelli, ed egli il sesto. Ma giunti nel regno di Siam, trovarono eh' era avvolto in sanguinose
guerre, e fu impossibile stabilirvi la naissione. Allora Frate Antonio si recò al Porto di Mergi, donde
fecero vela per Nicobar. Vi venne bene accolto , e fissata la sua dimora nel popolo di Albanan, vi
fondò una chiesa, e v' ottenne numerose conversioni Blancando di provvigioni, s' imbuto sopra un
36
562 SANTOS-SAO UEKNAItDlNO
piccolo legno che capitò nella baja, per andarne in cerca; ma un improvviso e furioso temponlt
lo trasportò a Madras, da dove con gran pena ebbe a far ri tomo alle Filippine. Ciò fa il 1688.
Nelle Filippine fu eletto Cus#de di tutta la missione, e volendo sempre più aumentarla, per la via
dell' Indie tornò in Spagna a pigliarvi altri suoi confratelli, che in buon numero menò seeo il 1698.
Eletto poi Provinciale, mandò cinque di essi in missione alle sopraddette isole, e due in Concincina,
che vi fondarono una fiorente chiesa. Intanto egli stabili una tipografia in Tayabas, e vi fece stampare
il Dizionario della lingua Tagala, scritto dal Padre Fr. Domenico Db los santos. Finalmente, logoro
dalle fatiche, mori in Nasa il ii luglio del 1701, lasciando fama di non comune santità.
* 663. Santos (de los). — Vocabulario de la lengua Tagala, por el
L Padre Fr. Domingo de los Santos de la Provincia de San Gabriel,
primera y segunda parte. En la primera se pone primero el Ca-
stellano, y despues el Tagalo ; y en la segunda, al contrario, que
son las raices simples con sus acentos. Reimpreso en la Imprenta
nueva de D. José Maria Dayot, por Thomas Oliva. Manila, 1835.
Un volume in foglio di 3 carte non numerate, 739 e 118 pagine. Stampato in carta di riso.
« La primera edicion de este Diccionario (dice il signor Sebastian Vidal y soler. Memoria tobre
el ramo de montes en Filipinat, ec. Madrid 1874) se hizo cn Tayabas 1703, in fol. El unico exemplar
conocido se encontraba en la coleccion de Mardsex. Se hizo una 3 edicion en Manila 1794 in (oL
La que se indica es la tercera, que ya es bastante rara en Filipinas. •
— Ari;e de la lengua Tagala.
Questa Grammatica sta tuttora manoscritta nell'Archivio del nostro Convento di Manila. E non si sa
intendere (dice il Padre Huerta, Estado, ec.) come ciò sia avvenuto, essendo stata giudicata da' revisori,
ai quaii ne venne affidato l'esame, uno de' più dotti lavori che siansi fatti soprala lingua Tagala. II
loro giudizio avvenne 1' anno 1693, e resta unito al ManoscriUo. Elssi furono tre: il Padre Fr. Vincenzi(»
HerengiKT, il Padre Fr. Frann-sro tll San Giuseppe, e il Padre Andrea Serrano della Compagnia dì
Gesù. 11 Padre Serrano, fra 1' altre ck^->(}, n«' «lice (juanlo segue : • ilien puecle su autor levantar t)andera
enlre los muchos y gramles macslros que ha dado al Tagalismo su sagrada Familia (Franciscana),
pues a ninguno es inferior cn la erudicion, y nirigun le es superior en el magislerio. En estaobra
liay una (|uinta esencìa de los primores que hallamn en esla gran lengua sus antecessures, y sobrc
esla enùneiiL'ia ha lenitlo su autor reales que aiiadir a aipiellos primores. Muehos escribieron de
està materia, (pie a esla santa Provincia de San Gregorio fueron corona y singular ornamento de
celo; mas en està .Vrte el I^adre Fr. Domingo es la llor de los escrilores, en (jue se recopila una
copia «le sus fragrancias y una cifra «le sus mas rclovantes (jb.servacìones : la elocuonle abundancia
de Fr. Pcdro de San l^uenaventura, la claridad de Fr. Juan de Oliver, lo nervioso de Fr. Geronimo
de Monte; lo alto esiilo de Fr. Diego de la Asuuipcion, lo elcvado de Fr. Alonso de Santa Ana, lo
profundo de Fr. Miguel de Talavcra, lo grave de Fr. Juan de Plasencia, lo suave de Fr. Antoniu
de San Gregorio, lo dulce de Fr. José de Santa Maria , y lo laconico de Fr. Agustin de la Magda*
Iena Esto es haber juntado lantas flores en una fior , non para se marchilen c^n el tiempo, sino para
que se elernice con la fama, ec. •
Il Padre de los Santos nativo di Torrejoncillo in Eslremadura, erasi recato dalla Spagna alle
Filippine il 1665. Fu zelante Missionario in vari popoli , come Santa Cruz, Morong, Siniloan, Paqnil,
Lucban, Voraue, Mabilac, Paole, Sant'Anna di Sapa, Tayabas, ec. Mori nel Convento di Mohayhay
il gennaio del 1695.
»««p. 664. Sao Bernardino (de). — Itinerario da India por terra até
^ este reyno de Portugal, com a descripf am de Jenisalem, composto
*.
SAO BERNARDINO - SAO BOAVENTURA 563
por Frey Gaspar de Sao Bernardino da Ordem do Seraphico Padre
Sam Francisco da Provincia de Portugal. Lisboa, por Vincente
Alvarez, 1611.
Ud volume in 4. Rarissimo. Ma esso venne ristampato nella stessa città di Lislrana il 1841
cui titolo seguente: Itinerario da India por terra aU a Uha de Chipre, Dirigido a Rainha de
Espanha Margarita de Austria nossa senhora, ee, lÀsboa 1842, Typografia de A. S. CoeUio, Rua
do OuteirOy ao Lourelo n. 4. primeiro andar. Un volume in 8, di S59 pagine, e due carte non
numerate in fine. E questo titolo veramente è più giusto ; perchè questa non è che la prima parte
deir Itinerario; la seconda non venne fin qui pubblicata, se non è andata perduta. Della prima edizione
ne incontrai un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona. Quale merito abbia
questo Itinerario lo dice il seguente Prologo do Reitnpretior,
« A leitura d'algunos dos nossos Auctores classicos a qual principieiadedicar-me, despertou
en mim o desejo de procurar entre elles hum, que tanto pelo seu estylo puro e corrente, comò
pela curiosa materia de que tratasse, pudesse excitar nos meus compatriotas a cobi^a de o lerem,
e fosse tambem comò un novo incentivo , aprindo-lhes este caminho, para emprehenderem dar a
luz outras muitas obras que se nSu tem reimpresso, e se achSo bem comò hum manancial que
podendo saciar e sède de muitos, pela distancia em que està, so o póde fazer a ùm pequeno numero
ao qual elle he accessivel: julguei por tanto que para este firn nSo podia fazer melhor escolha,
da que a do presente livro. Nelle se observa huma linguagem , aìnda que singela e ingenua ,
elegante e mismo elevada , qualidades estas que o podem equiparar a alguns dos nossos mais
abalisados escritores de mil e quinhentos e mil e seiscentos, tempo en que elle pnblicou este livro. »
Ed io aggiungo , che è interessantissimo sia per la natura del viaggio difficilissimo che quel
Padre compì, sia per le avventure d' ogni maniera per terra e mare, che vi sono descritte, mentre è un
magnifico episodio delle Missioni Francescane nell' India.
665. Sào Bernardino (de). — ExposigSo do Credo em lingua
Concani: pelo Padre Fr. Domingos de Sao Bernardino.
Dice il CuNHA RiVARA, cho fu natlvo d'India e Commissario del Santo Officio nel suo paese.
666. Sao BoAVENTURA (de). — Paraiso mystico da sagrada Ordem
dos Frades Menores, plantado no campo fecundo da Igreja mi-
litante pe lo mesmo Deos que na terra plantou o primeiro Pa-
raiso, regado com as enchentes dos favores, privilegios e gra^as
da Sé. Apostolica, com que produsio, produz e produsira até o
fim do mundo admiraveis fructos de santidade em tantos filhos
quantos tem culto ecclesiastico nas quatro partes do mundo, em
que se dilatou, cooperando a divina gra^a sempre omado com
letras e dignidades ecclesiasticas em servilo da mesma Igreja
para credito da Fé catholica. Composto em obsequio dos devotos
da Ordem por Frey Antonio Gaetano de Sào Boaventura, Frade
Menor da Regular Observancia da Provincia de Portugal. Porto :
na Officina Episcopal de Manoel Pedroso. Coimbra. Anno de 1750,
Com todas as licengas necessarias.
564 SAO FRANCISCO - SAO JOSEPH
Un volume in fogliò , di 7 carte preliminari non numerate e 819 pagine. Libro abbastania
raro , ed interessantissimo per la storia delle Missioni Francescane, delle quali contiene un heì com-
pendio dall'origine dell'Ordine sino al tempo dell' Ahtore, specialmente per le conquiste e colonie
Portoghesi. N' è un esemplare nella Biblioteca dell'Accademia (già della Congregazione del Ten' Ordine
Regolare Francescano) di Lisbona. Ed io potei procurarmene un esemplare al prezzo di 60 franchi.
M- 667. Sao Francisco (de). — Rela^ao brevissima de todo o estedo
Ajnrriet
do Maranhao e partieularmente do Grande Rio das Amazonas.
Wvidese em dous tratados: de cadahum destes dous capitulos.
Hai no firn huma jornada infausta por tormentosa que Frey
Hieronimo de Sao Francisco, author deste papel, fez do Maranhdo
para Portugal pellas dilatadas Indias de Castella no anno de 1692.
Ne rimane solamente questo titolo, strappato dal Manoscritto, e si conserva nella Bibliolcta
Nazionale di Lisbona.
«--p. 668. Sao Galdino (de). — Pastoral do Arzobispo Metropolitano
m. de Goa , Primas d' Oriente , dom Frei Manoel de Sao Galdino ( da
Asia _
Ordem do Serafico Padre Sao Francisco ) , na qual se explica o
modo de desempenhar dignamente o sagrado ministerio da pre-
gagao da palavra de Deos. Calcutta : Printed at the Hurkaro
Press. 1818.
Sono 52 pagine in 4, pieno di dottrina e di alti avvertimonti per la storia della Chiesa cat-
tolica «eir Indie. Questo insigne Prelato Francescano, eletto vescovo di Ton-kino nel 1801 , venne
poi trasferito a Macao, e da Macao nel 1803 inviato coaudilore dell' Arcivescovo di Goa, Fr. Manuel
di Santa Caterina, di cui poi fu succ«'ssure. Neil' Archivio del Ministero della Marina di Lisbona
trovasi una lunga serie di sue lellere inleres»ianlissinie ; e se ne p«)lrebbe scrivere una stu{>€nda
biogralla. Mori in (loa il 1831. Nel Jornal da Santa Igrej a Lusitana do Oriente, n. 6, 18i7, sono
alcune sue cose. Compose anche e mandò a stan)pare una (ìrammatica in lingua del paese: ma
venne falla sparire, e tinora non se ne ha altra nolizia.
st.nnp. 669. Sno José (do). — Jornada que Francisco de Sousa de Castro.
Fidalgo da casa de sua Ma^estade fez ao Achem , com urna
importante enibaiscada, enviado pelo Vicerei da India Pedro da
Silva, no anno 1(538, pelo PAdre Fr. Gonzalo de Sao José, Religioso
Franciscano de la Provincia de Sào Thomé. Goa, 1642.
Un volume in 4, senza il nome dello stampatore.
A-4Ìa
Asia
«'• 670. S^o Joseph (de). — Apontamentos mui necessarios para
obter 0 bem e conservagào da conquista da ilha de Ceilao, pelo
Fr. Manoel de Sào Joseph, Definidor da Provincia Franciscana da
Madre de Deos. En 1656.
SAO MATIAS-SAO BTIGUEL 565
Sono i funpli, uulujsraU, nella pubblica BibUotoca della cUtà di Evora in Portogallo.
i— ». 671. Sao Matias (de). — Versao em lingua Concani do symbolo
m. da Fé, composto pelo Cardeal Bellarmino: pelo Padre Fr. Joao
^^ de Sao Mathias.
Fu naturale di Lisbona (dice il Cunha Rivara) e Ministro della Provincia da San Thomè nell'
Indie. La versione è in versi, perchè si potessero facilmente cantare.
— Vida de Christo, escrita em lengua Bramana, ec.
L' Autore l' intitolò Puréima, non gtà PurUatìa, come lesse il Easboba. Così il Cutmk hWAiLA,
Aggiungendo che nella pubblica Biblioteca di Goa trovò due esemplari di un Puranna, uno a stampa,
1* altro manoscritto, ma tutti e due mancanti di alcune carte in principio e in fine ; onde gli fu im-
possibile di scoprirne l'Autore. 0 non potrebbe essere il Puranna del Padre JoSo da S9o Mathias ?
Eccone alcuni versi dal libro 1 canto 8.
Oissie obangui sicovonné gané
ApostoUicb^ {tae aponjió
Apohosti Devonondoné
Quelé praqheallono :
cioè : A fine di anodare sì uiUe ammaestramento , egli , il figliìAOlo di Dio, lavò con le proprie
mani i piedi agli Apostoli.
B^. 672. Sso Miguel (de). — Das estagoes, que os Parochos devem
^^ fazer as suas ovelhas , em que se ensinam os mysterios de nossa
santa Fé, e ^xplicam os sete Sacramentos e os preceitoe <lo Dee^ogo,
em lingua Concani : pelo Padre Fr. Gaspar de Sao Miguel.
— Sermoes do tempo e «dos Santoe, ec.
Sono 4 tomi.
— Baculo Pastoral, ec.
— Symbolo da Fé do nosso Fr. Luiz de Gxanada, ec.
— Symbolo do Cardeal Bellarmino.
— Manual para os Parochos e Reitores, ec.
— Paixao de Christo, desoripta ^xx ti?es mii versos , ec.
— Explica^ao do Credo , vida dos Apostolos , oom muitop oto-
cumentos e refutagoes da idolatria, ritos e superstigoes gentilicas.
— Das miserias humanas, gravidade do peeeado, quatro No-
Yissimos e dos beneficios de Deos.
• É
Cosi il GuNHA Ri VARA. Il Barbosa (BibUot. Lusiiana ) dice che V Autore dedicò tutte queste
opere scritte in lingua Concani, a Filippo IV, e che le due ultime si compongono di seimila versi;
566 SAO PBDRO - SARTHUNO
col titolo di VivaghomaUà , che significa Dichiarazione della fede , eoa un dottlasimo tntUlo in
confatazioDO de* riti pagani, e un' ampia notizia degl' idoli Indiani. Quasi lo stesso dice il Padre Fr.
Giacinto Da Madrb de Dsos nel suo Vergei de plantae e floret, pagine 10, con le parole seguenti:
« 0 Padre Fr. Gospar da San Miguel compoz un livro com admiravel policia em estylo poetico de
toda a Doctrina chrLsl9o, e outro com a mesoìa traca e maior energia sobre os quatro Novissimoi,
a modo de dialogo, a que deu titulo : VivaghomaUà .... com um doutissimo tratado confatatortu
dos enganus cm que traz o diatx) a estes cegos idolatras, e noticia de quem foram seos idolos, e
contem seis mii versos. »
^ 673. Sao Fedro (de). — Apologia e resposta a hum tratado feito
pelo P. F. Sebastian de Sao Fedro , da Ordem de Sào Francisco ,
que se intitula : Recopilaf So das causas porque o Emperador do
Japao desterrou dos seus reynos todos os Padres,
Un volume manoscritto in 4, di 303 pagine. Leon Pagbs ( Bibliogr, japon, ) dice che tacerti parte
de* Manoscritti dnj Padre Gaubil nella raccolta del Padre Brotier, poi acquistata dal Lànolb, e che
fu venduta, non sappiamo a chi, nel 1835.
Alia
Asia
*«». 674. Sardon. — Relacion de las Misiones de los Egongotes y
medios de reduccion. Ano de 1785. For el P. Fr. Juan Sardon de
la Frovincia de San Fedro de Alcantara.
Dice l' HuBRTA (Rstado, ecj che ò una relazione molto estesa ed importante. 11 Padre Sardon
fu nativo di Murcia: professò la Regola Seraflca il 1759; il 1770 passò alle Filippine, e fb addetto
alle Missioni di Dipaculao, Binatangan, Casignan, Pungcan, Caranglan, Dibutarec e Palanan. 11 suo
apostolato durò più che 30 anni, e ricco di meriti mori il 33 luglio del 1796.
SiBMil.
675. Sarthiano (a). — Beati Alberti a Sarthiano Ordinis Mino-
rum Regularis Observantiae Opera omnia in ordinem redacta
ac argumentis et adnotationibus illustrata a Francisco Haroldo
Hiberno, eiusdem Ordinis Xhronographo Generali, quibus prae-
mittuntur gesta Beati Alberti ab eodem coUecta et conscripta.
Opus posthumum, revisum, correctum, notis et indicibus auctum,
ac in lucem editum per Fatrem Fr. Fatriciuin Duffium olim in
Universitate Lovaniensi Artium et S. Theologiae Lectorem pri-
marium et Maiestatis Catholicae ad Urbem Theologum. Romae
CIOIOCLXXXVIII, apud Ioannem Baptistam Bussotum. Superio-
nim permissu.
Un volume in foglio, di 4 carte preliminari non numerate e 363 pagine. Tutti sanno che
il Beato Alberto ò stalo uno de' più celebri Missionari Francescani nell'Oriente. Per ben conoscere
la straordinaria sua \irtù, le prodigiose sue opere e la sua sapienza, bisogna leggere questa raccolta,
specialmcnltì le sue lettere, che non mancano di latina eleganza, e sono tutte eluquentìssime. l'n
esemplare di quest' opera era nella HilUioteca del nostro Convento di Santa Maria d' Aracoeli in
iloma: un altro ne incontrai nella llibiioleca del nostro Convento di Cand nt>l Hdgio.
SA2 - SCOTO 567
676. Saz. — Adiciones al Arte de la lengua do Guatemala, para
utilidad de los Indios, y comodidad de sus Ministros : por el Padre
Antonio Saz, de la Orden de San Francisco.
Manoscritto che si conservava nel Convento di San Francesco di Guatemala. Cosi Io Sqdier
(Monogr, of Auth.) , aggiungendo che il Padre Antonio era nativo della città di Chiapa.
677. Sbaraleae. — Bullarium Franciscanum , Romanorum
Pontificum constitutiones,epistolas,ac diplomata continens, tribus
Ordinibus Minorum Clarissarum et Poenitentium a Seraphico
Patriarcha Santo Francisco institutis concessa, ab illorum exordio
ad nostra usque tempora , iussu atque auspiciis Rmi Patris Ma-
gistri Fr. Joannis Baptistae Constantii Minorum Conventualium
Magistri Generalis , conquisitis undique monumentis , nunc
primum in lucem editum, notis atque indicibus locupletatum
studio et labore Fr. Joannis Hyacinthi Sbaraleae eiusdem Ordinis
Sacrae Theologiae Magistri. Romae, Typis Sacrae Congregationis
de Propaganda Fide. MDCCLIX-MDCCLXXX.
Sono cinque grossi volumi in foglio reale. Il quinto tomo è: Ad Bullarium FrancUeanum à
P. Fr. Joanne Hyacintho SbaraUa Ord, Min. Conv. S<wae Theologiae Magistro aedUum, Supplementum
studio el labore Fr. Flaminii Anmbali a Latera, Ordinis Minorum, Sacrae Theologiae Lectorii JubUati
et Observantis Romanae Provineiae alumni digpositum, praeviis animadversionibus in notat eiusdem
Sbaraleae illustratum, opportunisque adnotationibus refertum. È inutile il dire che questa preziosa
raccolta, benché non compita, è di capitale importanza per la Storia dell'Ordine e delle Missioni.
Dello Sbaraglia scrisse V elogio il dotto suo confratello e compagno di fatiche nella compilazione del
Bullarium, Padre Maestro Antonio Felice BlàrrEi, di cui abbiamo già parlato in questo nostro lavoro ;
e venne pubblicato nel tom. XXVI delle Novelle Letterarie di Firenze, da pagine 36 a 131.
— Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum
S. Francisci a Wadingo aliisque descriptos ; cum adnotationibus
ad syllabum Martyrum eorumdem Ordinum. Opus posthumum
Fr. Joannis Hyacinthi Sbaraleae Min. Convent. Sacrae Theolog.
Magistri. Romae MDCCCVI. Ex Typographia S. Michaelis ad
Ripas apud Linum Contedini. Superiorum facultate.
Un grosso volume in foglio, pieno di molta ed utilissima erudizione.
678. Scoto. — Itinerario, ovvero Nuova Descrizione dei viaggi
principali d' Italia di Fr. Scoto: aggiuntovi le Descrizioni di Udine..
Palestina, ovvero Terra Santa, ec. Venetia, Brigonoi, 1665.
Due volumi in 13, istoriati d' incisioni. N'era un esemplare nella privata Biblioteca del signor
EscALOPiER, e cosi è notato nel catalogo della medesima. Ma non saprei dire se l'Autore fosse Francescano.
568 SCRITTURA - SEPULCHBO
jfr. 679. Scrittura presentata nel!' anno 1691 per parte deirOrdine
de' Minori Osservanti di San Francesco alla preclara memoria del
Cardinale Casanate.
Sodo 26 carte ìd foglio, e contiene una succinta storia delle Missioni Francescane in Palestina.
Manoscritto nella Biblioteca Forteguerriana di Pistoia.
siamp' 680. Secoli Serafici, ovvero Compendio cronologico della storia
Francescana dall'anno MCLXXXII, in cui nacque il Serafico
Patriarca S. Francesco d'Assisi, Fondatore dell'Ordine de' Frati
Minori, fino al Capitolo Generale dell'anno MDCCLVI. Nuovamente
disteso , aggiunto , e difeso con un' appendice alla storia del
primo secolo , da un Religioso Toscano dello stess' Ordine. In
Firenze. MDCCLVII. Appresso Pietro Gaetano Viviani. Con licenza
de' Superiori.
Un volume in 4, di 8 carte preliminari e 476 pagine. È nn bnon compendio della storia dell'Ordine,
dove qua e là sono belle notizie delle principali nostre Missioni. A pagine 61, per esempio, parlando
de'Nunzii e Missionarii Apostolici, inviati da Benedetto XII l'anno 1338 a diversi Principi di Tartaria,
t& memoria d' un certo Padre Fra Daniele da Treviso, eli' era stato legato appresso il Re di Armenia
e aveva scritto un'Apologia « per purgare gli Armeni dagli errori, imposti loro nel Pontificato di Bene-
detto Xll. • Non ricordo, se ne parlassi ne* primi volumi della Storia universale delle nostre MissionL
In somma, è un libro da leggersi con profitto e diletto; e appunto con tali letture venivano informati
i giovani di recente venuti all'Ordine, al tempo de' nostri maggiori.
11 nostro Padre Affò, nella Vita del beato Giovanni da Parma, dice che l'Autore di quest'
opera fu il Padre Bonaventura da Decimo, dell'Osservante Provincia Serafica; nomo dotto, che lasciò
anche altri scritti a vantaggio dell'Ordine.
»
sHmp. 681. Sedulius. — Historia Seraphica. S. P. Francisci Assisiatis
vita eiusdemque sodalium qui ex tribus Ordinibus relati sunt
inter Sanctos ; iteui illustria martyria Fratrum Minorum Superio-
ris Germaniae Provinciao , a P. Fr. Henrico Sedulio concinnata.
Antuerpiae, anno MDC. XIII.
Un volume in foglio di 696 pagine. Opera ricca di notizie delle nostre antiche Missioni e di
quelle dell'India Orientale e dell' America; ove Inollrc è rifcrilu il martirio di parecchi nostri
Religiosi, uccisi per la fede in Olanda e nella Germania. Libro prezioso e raro, di cui vidi un esem-
plare nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona, e un altro in quella del nostro Convento
di Gand nel Belgio.
^,.^p. 682. Sepulchro (do). — Rela^ao do naufragio, que padeceu no
anno de 163G Fr. Manuel do Sepulchro, Franciscano.
Questa interossanlissima Relazione si trova stampala nella Fliftoria Serafica del Padre Fr.
Fernando Da SoLKnADK, parie V, Uh. P', cap. 45, che a suo luogo illustriamo.
SERies - SERAAVALLE 569
«•. 683. Series viroruin Ordinis Minorum Strictioris Observantiae
Provinciae Pedemontana ^ qui Apostolicis Missionibus strenue
laborarunt.
Sta nelle opere Manoscritte di Giovanni Lami, esistenti nella Biblioteca Riccardiana di Firenze.
**• 684. Serra. — Cronica, o Relatione del sacro Convento dì Giac-
carino Pistorese de' Minori Osservanti, fatta prima in compendio
dal Pulinari e Gonzaga, dipoi dal Padre Giovanni Maria di
Cutigliano e Padre Buonagratia di Cireglio, e finalmente dispo-
sta ordinata et accresciuta dal Padre Leonardo della Serra, con
l'annotazioni del Padre Terrinca, divisa in quattro parti, con
r aggiunta della quinta che dovrà servire per supplimento, ove
si scriveranno gli accidenti, che occorreranno il futuro. Anno
MDCLXXX.
Un volarne manoscritto in foglio, di carte 192, nel nostro Convento di Giaccberino.
«' 685. Serrano. — Informe del R. Padre Provincial Fr. Pedrò
Serrano al Exo Senor Virrey Marquez de CriuUas, sobre la
Custodia de Nuevo Mesico. Ano de 1761.
Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid.
686. Serrate. — Epitome de la heroica vida y glorioso mar-
tyrio del inclyto y bienaventurado Martyr San Juan de Prado ,
Ministro Provincial primero de la Provincia de San Diego de
Franciscos Observantes Descalfos de Andalucia. Beatificado so-
lemnemente por nuestro S. Padre Benedicto XIII en 24 de '
mayo de 1728. Por el Padre Fray Francisco de San Nicolas
Serrate, Lector de Theologia, Ex-Defìnidor, Ex-'Custodio. Con
licencia. En Sevilla, en el Convento de San Diego.
Un volarne in 8, di 13 carte prelininari non numerate e 116 pagine. N* è un esemplare nella
Biblioteca del Palazzo Arcivescovile di Siviglia.
b.
687. Serravalle. — Brieve ragguaglio da Roma sino alla
China fatto da Fr. Giambattista da Serra vaUe Vercellese, sacer- .
dote Minore Osservante Riformato della Provincia di Milano ,
destinatovi Missionario Apostolico dalla Santità di Clemente XI :
inviato al Padre Illuminato da Varallo (di cognome Racchetti )
570 SICILIANO - SILVA
morto nel 1748, e in sua assenza al Padre Gaudenzio da Varallo
(di cognome Scagliotto) morto nel 1745, sacerdoti delle Osser-
vante Riformata Provincia di Milano, che Dio conservi lunga-
mente. In Cina, scritto nella città di Sigan-Fu, metropoli della
vastissima provincia di Xensi, una delle 15 provincie del grande
Imperio della Cina, li 18 giugno 1706, regnando KANG-m,
tartaro Imperatore, Tanno 45 del suo Imperio, e del primo impe-
ratore della Cina Foni, sino al dì d'oggi, 4686, secondo il parere
di molti.
' MaDOScritto nella Biblioteca Brera di Milano, che conta 84 pagine in foglio.
688. Siciliano. — Peregrinaggio di Terra Santa di Fr. Agostino
Siciliano. Palermo 1632.
Un volume in 8. È ricordato dal Ternad\: ma ignoro se l'Autore sia Francescano.
689. SiLESiA. — Fabrica linguae arabicae cum interpretatione
latina et italica, accomodatae ad usum linguae vulgaris et scri-
pturalis. Authore Padre Fr. Dominico Germano de Silesia, Ordi-
nis Minorum de Observ. Refor. Provinciae Romanae et in Con-
ventu Sancti Petri Mentis Aurei linguarum orientalium Lectore.
Romae, typis S. Congregationis de Propaganda Fide, MDCXXXIX.
Superiorum permissu.
Un volume in foglio, di 16 carte preliminari non numerate e 1108 pagine, e in flne un Inde\
di 309. N' è un esemplare nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia.
sia,np. Q20. Silva (de). — Advertencias importantes acerca del buen
gobierno y administracion de las Indias, assi en lo espiritual comò
en lo tempora!. Repartidas en tres memoriales informaciones ,
dados en diferentes tiempos a su Magestad y Real Consejo de
Indias. Por el Padre Fr. Juan de Silva, Confessor del Palacio
Real, Predicador de la Orden Serafica Nuestro Padre San Francisco
de la Provincia de Castilla, Conventual de Madrid. Ano de 1G31. En
Madrid. Por la Viuda de Fernando Correa Montenegro.
Un volume in foglio, di 150 carte. Coloro che accusano i Frati di avere adulato i Re, e non
curati i popoli quando erano ingiustamente oppressi ed infelici, dovrebbero leggere queste Adrertenàas
del Padre Silva, e giudicare se vi possa esser maggior sapienza, congiunta a pari zelo e coraggio, per
rendere felici i regnanti eie nazioni, se non vogliano incorrere I tremendi castighi della giustizia
divina!
America
SIMON 571
691. Simon. — Primera parte de las noticias historiales de
Tierrafirme ea las Indias Occidentales , compuesto por el R.
Padre Fray Pedro Simon, Provincial de la Serafica Orden de
San Francisco del Nuovo Reyno de Granada en las Indias, Lector
Jubilado en S. Theologia y Qualificador del S. Officio, hijo de
la Provincia de Cartagena en Castilla, naturai de Parrilla, Obi-
spado de Cuenca, dirigido a nuestro in vietissimo y mayor Mo-
narca del Antiguo y Nuovo Mundo Phelipe IV en su Real
Consejo de la Indias. En Cuenca , en casa de Domingo de la
Iglesia, 1627.
Un volume in foglio, di 8 carte preliminari non numerate, 671 pagine, e altre )0 carte di
TabÌM parimente senza numerare. PTè un esemplare nella Biblioteca dell'Università di Valenza.
L' opera è divisa in tre parti ; la seconda e la terza sono ancora inedite, e n' è una copia nella
Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. 11 titolo identico a quello della prima parte
dice cosi:
— Segunda parte de las noticias historiales de las conquistas
de Tierrafirme en el Nuovo Reino de Granada, Indias Occidentales,
quo ha compuesto un Fraile de San Francisco , Lector Jubilado,
Qualificador del Santo Officio, hijo de la Provincia de Cartagena, y
Provincial en la del Nuovo Reino de Granada en las Indias, Uamado
Fr. Pedro Simon, naturai de la Parlila, Obispado de Cuenca. Ofre-
cida a nuestro invictissimo Cesar Phelipe quarto, Mayor Monarca
del Antiguo y Nuovo Mundo, en el real Consejo de Indias, ano de
1624.
Sono due grossi volumi in foglio.
— Torcerà parte de las noticias historiales de las conquistas
de Tierrafirme en las Indias Occidentales, quo compuso un Frayle
de San Francisco, hijo de la Provincia de Cartagena y Provincial
das Nuovo Reino de Granada en las Indias, Lector Jubilado, Qua-
lificador de Santo Officio, Uamado Potrò Simon, naturai de Parlila,
Obispado de Cuenca, ano de 1625, copiado a la lettra de el manu-
scrito quo se balla en la Libreria del Convento de San Franisco de
està ciudad de Santa Fée, ano de 1785.
Un grosso volume in foglio. Queste Ifotidai historialet del Padre Pedro Simon sono una delle
opere più gravi ed autorevoli che vennero scritte sopra la Tierrafirme de America. È piena di notizie
e di documenti inediti interessantissimi, tanto per la storia in generale quanto in particolare per
quelle Missioni Francescane. Né dubito asserire, ciie sarà impossibile scrivere la storia completa delle
nostre Missioni, e proseguire il grande lavoro degli Annalbs del Wadingo in modo che contengano
572 SIMON
lulta k storia liell' Ordine, mi iiou vengano studiati e spogliaìi i voluniÌDosi ed intercssaaliisimi
documenti che per noi si vengono accennando. Nò questo è un lavoro, che possa (àrsi per mi solo e in
poco tempo : parecchi Padri della Compagnia di Gesù, per pubblicare le sole lettere del loro fondatore
Sant'Ignazio, da cinque o sei anni vi lavorano Intesamente.
Non potendo qui estendermi a dar ragione dell' opera del Simon, che richiederebbe vn longo
lavoro; dirò soltanto che, fra l'altre cose, v' è tutta la storia della scoperta dell' Orenoco (impresa
in cui ebbero molta parte i Francescani ), e delle Missioni che co' loro confratelli Domenlcuii inaa-
gurarono in tutte quelle regioni; Santa Marta, Granata, Venezuela, ec: storia inedita, e delle più
gloriose. E posso anche aggiungere, storia gloriosissimamente continuata sino a' dì nostri; giacche
V immortale Humboldt trovò i Missionari Francescani continuare lungo V Orenoco lo gloriose loro
tradizioni ; tali uomini, che si reputò fortunato di averli compagni nelle sue dotte esplorazioni, e
ne ricevè non poco aiuto. Egli rende loro questa testimonianza nella sua opera TabUaux de la
Nature, ec., specialmente ai due Padri Ramon Bucno e Giovanni Gonzales; e gioverà riferirne le
parole. Non avendo l' edizione francese, mi servo della traduzione di F. C. Mariiocchi (Firenie 1835).
« Sulle coste di Cumaoa , di Nucva-Barcelona e di Caracas , visitate dai Frati Francescani
della Guyana al loro ritorno dalle Missioni, è invalsa la tradizione che alcuni popoli abitanti salir
rive dell' Orenoco mangino della terra. Il dì 6 di giugno dell' anno 1800, allorché, tornando dal Rio
Negro , discendevamo I' Orenoco ( sul qual fiume ci siamo trattenuti per ben trentasei giorni)
passammo un dì intero in una Missione abitata dagli Ottomachi che mangiano la terra. 11 villaggio
chiamato la Concepcion di Umana, è basato in modo assai pittoresco sul pendio di un masso di
granito. Ne determinai la latitudine a 7® 8' 3* nord, e la longitudine a 4« 38' 38» ovest da Parigi.
La terra mangiata dagli Ottomachi è un ' argilla grassa ed untuosa, una vera terra da stoviglie, di
color giallo-grigiognolo a causa del poco di ossido ferreo che contiene. Scelgonla essi con molta
cura, e prendono quella di certi particolari strati situati sulle rive del Alimi Orenoco e Meta.
Distinguono al sapore una specie di terra da un'altra, poiché tutte le qualità dell'argilla non
sembrano egualmente gustose al loro palato. Impastano questa terra in pallottole del diametro di
quattro o sei pollici, e quindi le fanno cuocere a calor lento, finché la superficie di ogni pallottola
rivolta verso il fuoco non divenga rossastra. Quando però voglion mangiare alcuna di qaeste tali
pallottole, usano di inumidirle nuovamente.
« Questi Ottomachi sono, per la massima parte, uomini ferocissimi, che hanno in avversione
ogni viver civile. Le nazioni dell' Orenoco meno vicine a questo cantone, «illor quando voglion
parlare di una qualche cosa sporchissima, sogliono sempre enunciare questo proverbio: è ciò fi
diigustevole, che un Ottomnco lo mangerebbe. Finché le acque dell' Orenoco e del Meta son basse,
l'Ollomaro usa nutricarsi di pesce e di tartarughe. Ej;li uccide i pesci a colpi di freccia allorquando
comj)ariscono alla superfìce delle ac(|ue, e ciò con tal destrezza che spesso 1' abbiamo ammirata;
ma dal momento che i llurni incominciano la loro i)eriudica inondazione, la pesca cessa, poiché
allora »'• allrellanlo dìfiiclle il pescare nelle acque loro divenute più profonde, quanto lo sareblio
nell'alto mare istesso. Nel tempo adunque di questo allagamento, clic dura due o tre mesi, gli
Ottomachi divorano delle (juantità prodigiose di terra. Ne al)l)iamo osservate nelle loro capanne
delle grandi provvisioni ammassale a piramidi, e (secondo quello che ci fu riferito da Fra Ramon
Bueno, Religioso intelligentissimo, nativo di Madrid, e che ha vissuto per H anni tra questi indigeni
dell'America) ogni individuo consuma giornalmente i tre quarti ed i quattro quinti di una libbra
di terra. Gli Ottomachi da loro stessi confessano, che, nella stagione delle piogge, traggono la parte
principale del loro alimento da quesUi terra: — il resto vien loro fornito dai pesciuoli, ilalle lucertole,
0 dalle radiche di felce che si possono procurare. Sono poi così ghiotti di quest'argilla, che tutti i
giorni, quasi per galanteria, ne mangiano un poca dopo il pasto, anche nella stagione della siccità
e quando il pesce abbonda. Questi popoli hanno la pelle di un color di rame cupi.ssimo, i linea-
menti del volto sordidi come quelli dei tart<'iri, e la costituzione del corpo piuguedinosa, quantunque
ninno sia però incomodato dalla troppa grossezza della pancia. Il Missionario che risiede tra loro,
ci assicurò di non avere osservalo alterazione veruna nella salute di questi selvaggi, in tutto il
tempo in cui mangiavan la terra.
« Ecco la semplice esposizione dei fatti : — Gli Ottomachi mangiano gran quantità di argilla,
senza che la salute l(>ro ne risenta alcun danno. — Riguardano essi questa terra siccome un cibo
nutriente ; vale a dire, conoscono benissimo che 1' uso che ne fanno li satolla per qualche tempo.
— Attribuiscono questa sensazione di sazietà all'argilla e non agli altri spregevoli nutrimenti che
siTjAu 573
j — —
vi possono secondo l' evento aggiugoere. — Se aglf Ottomachi si domanda qual sia la lor provvisione
pel corso dell' inverno, imperocché nella parte calda dell'America meridionale chiamasi verno la
slagion delle piogge, additanvi francamente la terra ammassata in un canto delle loro capanne. —
Ma questi fatti parziali non rispondono però alle seguenti quistioni : — 1.» Può l' argilla veramente
costituire una sostanza nutriente? — 3» Posson le terre assimilarsi alla nostra natura, o debbon
piuttosto riguardarsi siccome una zavorra, per cosi dire, dello stomaco ? — L' effetto di ammansire
la fame che veramente questa terra produce sullo stomaco degli Ottomachi che ne mangiano, sarebbe
forse r effetto soltanto del tenerne dilatate le pareti ? ^ Io non posso decidere tutte queste quistioni.
È cosa molto singolare che il P. Gumilla, d'altronde si credulo, e la cui opera è si fattamente
priva di sana critica, voglia assolutamente negare che gli Ottomachi mangino della terra. Pretendo
che le pallottole di cui qui sopra si ò parlato non siano altrimenti di pura argilla, ma sibbene di un
mescuglio di essa con farina di mais ( gran-siciliano, o turco ) e grasso di crocodillo . Bla il Missionario
Francescano Fray Ramon Bueno, e l'altro Francescano Fray Juan Gonzales, nostro amico e compagno di
viaggio, che fu inghiottito dal mare sulla costa d' Affrica con una parte delle nostre collezioni , ci
hanno concordemente accertato della falsità di queste asserzioni. IV altronde* ad Umana, non abbiamo
giammai sentito far motto di tal mescuglio di argilla e farina. E la terra di queste pallottole, da
noi arrecata in Europa e sottoposta all' analisi chimica dal Vauquelin , resultò pura e senza
mescuglio alcuno. Gumilla confonde dei fatti estranei; — forse egli ha qui voluto alludere al pane
che preparasi con i baccelli allungati di una specie di ingcL, E notisi che questo frutto vien posto
sotto terra, affinchè fermenti con più di ò^lerità. Ciò che d'altronde maggiormente mi sorprendo
si è, che 1' uso di una si gran quantità di terra non cagioni alcuna malattia agli Ottomachi. È
egli, questo popolo, abituato a tali cibi fino da un gran numero di generazioni ? — In tutte le
contrade della zona torrida, gli uomini hanno sorprendente e quasi direi irresistibile smania di
mangiar della terra; e non una terra alcalina o calcarea atta a neutralizzare dei sughi acidi, ma
si veramente un' argilla grassissima ed il cui odore è fortissima È forza spesso legare i fanciulli
per impedir loro di uscire di casa e mangiar della terra quando è cessato di piovere. Al villaggio
di Banco, sulle rive del fiume della Maddalena, le donne indigene che fanno dei vasi di terra ed
altre stoviglie, ponevano, in lavorando, e di tanto in tanto (a mia gran sorpresa, poiché vi era
presente) dei grossi pezzi d'argilla in bocca. Le altre popolazioni dell'America non tardano ad
essere affette da malanni, allorché cedono a questa singoiar voglia di mangiar della terra. Nella
missione di San-Borgia fu da noi veduto un fanciullo che, dietro a quanto ne disse la madre di
lui, non voleva cibarsi che di terra; e questo nutrimento lo avea quasi inscheletrito. Perchè mai
nelle zone temperate e frigide la mania di mangiar terra è si rara, e soltanto osservasi nei fanciulli
e nelle donne gravide ? — Puossi oramai asserire che in tutte le regioni della zona torrida furono
osservati dei geofagi. In Guinea i negri mangiano una terra giallognola che appellano eauac; —
e gli schiavi che di qui vengon condotti in America, cercano anche in questa regione di procurarsi
un simil diletto, quantunque sempre a detrimento della loro salute. •
Né si deve omettere che nella Prima parte a stampa , il Simon vendica ( forse innanzi a tutti )
al nostro Colombo il merito di avere scoperta la Terraferma Americana ; onore dato ingiustamente
ad Americo Yespucci: oltre che, nella quistione tre anni fa tanto dibattuta sopra il secondo
matrimonio dello stesso Colombo, forni il primo documento che mise fuori di dubbio l' integrità dello
scopritore del Nuovo Mondo, e apri la via a rinvenirne molti altri, che da ultimo formarono un'
appodittica dimostrazione. Se il tempo e i mezzi mi fossero bastali per studiare posatamente tutta
V opera, n' avrei tratto nuovi e stupendi documenti per la storia delle nostre Missioni, e notizie e
memorie pellegrine da arricchire il racconto.
Il Padre Manufil Ortega, nella sua interessantissima Chroniea de Uis Provinda de la RegiUar
Obtervancia de N. P. S. Francisco de Cartagena, già da noi illustrata, parte II, lib. I, cap. 88, dà del
Padre Simon queste notizie: « Nativo della città di San Lorenzo della Parrilla nel Vescovado di Cuenca,
passò al Messico a lavorare in quella novella e preziosa eredità del Signore, e molto contribuì alla
conversione di quelle genti. Quindi penetrato nelle Provincie del regno della Nuova Granata, anche là
fu parecchi anni missionario e maestro di Sacra Teologia, e da ultimo Ministro di quella novella
Provincia. •
692. SiTJAR. — Vocabulary of the language of San Antonio
574 SKOLLA - SOLEDÀDE
Mission, California. By Father Bonaventure Sitjar, of the Order
of St. Francis. New York: Cramoisy Press. 1861.
Ud volarne in 4, di XXIV e 54 pagine. Ha dae parti, l' inglese e la spagnaola, con doppio titolo
identico, che nella spagnuola dice così : Vocabvlario de la lengua de lot naturaìei d$ la Mirion ii
San Antonio, Alta CaUfomia. Compuetto por el Rev. Padre Fray Buenaventura SUjar, del Orde»
Serafieo de N. P. S. Franeiteo. Questo prezioso libro è così illustrato dal LscLEac (BibUot. ÀwurJ :
• Ce volume, ainsi que la grammaire Mutsun, du P. Arroto db la Cuera, a étè Imprimée
d'aprés le mss. originai appartenant à la • Smitheoniam InttittMon » donno par A. S. Taylor, Esq.
« La mission de San Antonio de Padua fut fondée pas le P. Junipero Serra le 14 iuillet 1771 ,dans
la Sierra de Santa Lucia, à 34 lieues S. s/o. de Monterey. Le P. a Sitjar, et le P. Migubl Pisras,
auteurs de ce Yocabulaire, en furcnt les premiers Missionnaires. — (Duplot di Mopras appelie los
indiens de cette mission Tatdiè ou TelaméJ.
« Le P. B. Sitjar, né a Perreras, prés Palma, ile Maiorque, le 9 dèe 1739, fui l'im des (onda-
teurs des missions de San Antonio en 1771, et de San Miguel, en 1797. Il moumtàSao Anlonio
le 3 sepL 1808 et fut enterré prés l'autel de V église de la mission. Son compagnon, le Péie
Miguel Pibras, ausai Maiorquin, mourut vers 1795. Les Indiens qui parlent cette laDgue aoat
presque anéantis; l'éditeur de ce Yocabulaire parie de moins de 50 indiridus. — On dit qu'Uf
étaient si nombrenx autrefois, qu' ils parlaient environ SO dialectes. »
•*: 893. Skolla . — Relazione delle Missioni Francescane negli
Stati Uniti d'America, per il Padre Fr. Ottone Skolla Ordinis
Sancti Patris Francisci. 1861.
Manoscritto di 84 pagine in 4, inviatomi dair Autore. È scritta in latino.
Aiofliiai
ih.
Aaicriea
6tomp.
694. SoLANA. — Diccionario Maya y Espanol, por el Padre Fr.
Alonso Solana de la Orden de San Francisco.
Nativo della Nuova Spagna , fu Missionario nel Yucalan , e conobbe a perfezione la lingua
Maya. Mori nel Convento di San Francesco di Merida il 1600.
— Sermones en lengua Maya.
— Noticias sagradas y profanas de las anteguedades y con-
version de los Indios de Yiicatan.
Cosi lo StìUER (Monogr. of Auth.).
695. SoLEDADE. — Historia Serafica chronologica da Ordem de
San Francisco na Provincia de Portugal. Refere os seus progressos
en tempo de 52 annos, do de 1448 ató o de 15G0. Composto par
Ft. Fernando da Soledade, Clironista et Padre da mesma Provin-
cia, ec. Lisboa. Na Officina de Manoel et Joseph Lopes Ferreyra,
MDCCV.
L' abbiamo illustrat^i parlando delia Historia Seraphica do Padre Manoel da Espshanca , di cui
«luesta del Padre Da Solkdade è la continuazione. Ma dcbtK) aggiungere, clìe se ne fece una seconda
SOTELI ' 575
edizione aareteendada e «mendacia, Liiboa Oeddental, na officina da DonUngot Gonfalves, 1773,
parimente in foglio; oltre clie in una reeente Bibliografia Poriuguesa trovo citata una parte V,
que refere os eeus progreigoi en tempo de Ikò annoi, do de 1569 aie o de 1615, Lisboa OeddenUU, na
officina de Antonio Pedroso Gatrao, 1721, che a me non incontrò di vedere.
896. SoTELi (Ludovici) Minoritae, Regii ad Apostolicam Sedem
Legati et regni Oxensis Apostoli ac designati Episcopi, ad Urbanum
VIIL Pont. Max. de Ecclesiae Japonicae statu Relatio. Madrid,
1634. in 4. Parisiis, 1634. in 4. Francofurti, 1634. in 8.
L'originale si dice che sia negli Archivi del Valicano. N'ò un esemplare Manoscritto nella
Biblioteca Nazionale di Parigi, e un altro in quella dell' Accademia di storia di Madrid. Lbon Pagbs
poi ha riprodotto tutto intero questo gravissimo documento nel 1 volume della sua Hittolre de la
religUm chretienne au Japon, ec Paris 1869-1870. E sono 24 pagine in 8. La Relazione è data : De hoc
carcere Japonio Omurensi, 30 JanuarU 163i. 11 Sotelo è stato solennemente dichiarato beato dal
romano Pontefice Pio IX. Lo stesso Leon Paoàs riferisce 4 importantissime sue lettere ; ed altre no
restano inedite ueWAreMvo de Indiche di Siviglia, lì nostro Padre Hcerta {Estado, m.) poi aggiungo
i lavori seguenti:
Catecismo Japon, dividido en tres partes.
Carta latina a la Santidad de Paolo V.
Ma del Catecismo dice, che la terza parte è incompleta. Finalmente annota « varios opuscolos
cristianos en idioma Japon, para instrucion de los recien convertidos , reeomendados por Fr. Diego
Lequile, en su obra: Frandsd terlegislatoris , foL 286. » L* opera del Lbquile fu da noi a suo luogo
illustrata.
Or ecco la biografia che ce ne dà lo stésso Huerta: « El limo y venerable Martyr Fr. Luis
Sotelo, naturai de Sevilla, de la ilustre familia de los Sotelos, siendo juven paso a cursar los estudios
a la universidad de Salamanca, donde deseoso de servir al Senor, tomo nuestro santo habito en el
Convento del Calvario de la santa Provincia de San José, y profesó el dia 11 de Mayo del ano
de 1594, quedandose en la Santa Provincia de San Pablo al dividirse de la de San José. Poco
tiempo despues consiguieron sus padres, de los Prelados generales de la Orden, trasladarle al
Convento de Sevilla, pero nuestro Fr. Luis sin dejarse llevar de la carne y sangre, se alistó para
las Misiones de Filipinas, a donde Ilegó el afio de 1600, y fuè destinado a estudiar el idioma japon
en ci Convento de Dilao. Impuesto ya en el idioma administró algun tiempo a los Japones del
pueblo de Balete, y en 1603 fué nombrado Lector de Artes y predicador conventual de nuestro
Convento de Manila, cuyos cargos desempenó basta el siguiente aito de 1603, que salió para las
Misiones del Japon. En este reino trabajó con gran celo basta que fué preso por la predicacion el
ano de 1613 y condenado a muerte; pero fué indultado a istancias del rey de Boxu, Uamado
Maxamune, quien le nombró su embajador para las cortes de Madrid y Roma. El dia 28 de octubre
de 1613 partió a desempenar su embajada, acompaHado del Principe japon Rocuyemon Faxecura, a
quien convirtió en el viaje y bautizo en Madrid, siendo padrino el sefior Duque de Zerma, con
asistencia de nuestros Reyes, ante quien predicò nuestro Fr. Luis un elocuente sermon o aluslvo
a la cerimonia. De Madrid paso a Roma, y fué paternalmente recibido por la Santidad de Paulo V,
quien trató de honrarle con la purpura cardinalicia ; pero habiendose opuesto los Cardinales
Belarmino y Zapata, le nombrò Obispo de la parte orientai del Japon. Despachada su embajada en
ambas Cortes, regresò a Espana y de aqui a Mejico, donde un venerable sacerdote le profetzó el
martirio, y el ano de 1618 Ilegó con felicidad a Filipinas. No proporcionandose pasar al Japon tan
pronto corno deseaba, se retiró a nuestro Convento de San Francisco del Monte, donde se e jercitó en
todo genero de virtudes basta el ano de 1622, que consiguiò pasar al Japon. AHI se dedicò con
nuevo fervor al ministero apostolico, aunque por bricve tiempo, pues el 24 do octubre del mismo aSq
576 SOTOMAYOR - SOSA
de 16i3 fué preso en la ciudad de SaUuma y condueido, con igoominia, a k caroel pubtica de
Ja ciudad de Oniura : • e finalmente « la fuó intlmada la sentencia de muerte» por la predicaeioo
de nuestra santa Fé, y dando infinitas gracias al Seckir, saliò maniatado al lugar del sopUcio» j
fué quemado vivo en la ciudad de Omura el dia )2 de agosto dei auo de 16i4. j U Sagnda
Congregaciun le dcclaró verdadero Martir el 36 de agosto de 1645, cuyo decreto conflrmó la Santa
Sede el dia 8 de octubre del mismo ano. » Ultimamente, come si disse, venne dicliiarato solemieine&te
beato dal Sommo Pontefice Pio IX.
La storia di questo insigne Martire Francescano richiederebbe un lavoro a parte» ehe iachm-
derebbe la narrazione de'più importanti avvenimenti delia Chiesa Giapponese : il Sotelo messo in tutta
la sua luce, sarebbe una delle più splendide figure deir Ordine e delia Chiesa di Gesù Cristo !
— Relacion verdadera que embiò el Padre Fray Luys Sotelo
de la Orden de San Francisco, a su Hermano D. Diego Cavaliere
de Cabrerà beintiquatro de Sevilla, en que se da quanta del
bautismo que se hizo a el Embajador Japon,
Stampa rarissima, di due earte : e In fine delP ultima si legge : « Con licencla. Impresso en
Sevilla, por Diego Perez. • N' è un esemplare nella Biblioteca Colombina di Siviglia.
> #
w- 697. SoTOMAYOR. — Arte, Vocabulario, y Sennònes en len-
gua Guatemala : por el Padre Fp. Fedro Sotomayor, de la Orden
de San Francisco.
— Informacion de los varones ilustres del Orden de San
Francisco del Reino de Guatemala.
Il Padre Pietro fu nativo di Guatemala ; Provinciale del suo Ordine il 1612 ; e morì il 1631.
È ricordalo dallo Squier (}fonogr. of AuthJ.
Awcrtn
iti.
America
Cimar ia
698. SoTO Y Marne (de). — Diario critico nautico, por el Padre
Fr. Francisco de Soto y Marne.
Ne parla il nostro Padre Torrubia, di cut diremo appresso; egli lo ebbe a mano quando
fu portato dall' America il 1752.
^; 699. SosA (de). — Topografia de la isla Afortunada Gran
Canaria, cabeza del Partido de toda la provincia comprensiva de
las siete islas llamadas vulvarmente Afortunadas. Su anteguedad,
conquista e invasiones ; sus puertos, playas, murallas y castillos ;
con cierta relacion de sus defensas , escrita en la muy noble y
muy leal ciudad Real de las Palmas, por un hijo suio ( el M.
R. P. Fray Joseph de Sosa, de la Ordon de San Francisco de la
Observancia) oste ano de 1678. Imprenta Islena. S. Cruz de Te-
nerife, 1829. Kegent^, Miguel Miranda.
souzA 577
Un volume io 8, di VII e 198 pagine, e tre carte di Indice in fine. Opera interessantissima per
la storia delle Canarie, che fa seguito alla HUtoria de la conquista ee, del Padre Abrbo Gaundo ,
che abbiamo mostrata.
Di questo nostro scrittore trovo menzione nelle Notidat de la hiitùria generai de lat hlae de
Canaria, por D. Joseph de Yiera y Clavijo, Àrcediano de Fuerte-ventura ; Madrid. « Fray Joseph Soza
( egli dice ) naturai de la Gran Canaria, sugeto laborioso, amante de las antegnedades, escribió la
apreciable obra: Topographia ec.; y assegura que habia recogido las noticias pertenecientes a la
entrada de los Espafioles en aquella isla de unos antiguos manuscritos de mas de 150 aSos, en
qvfe certi flcaban los que escribieron, haber hablado con algunos de los Canarios naturales de mas
capacidad, que habian alcanzado el tiempo de la conquista. » Aggiungo, che T opera del De Vibra
Y Clavuo è interessantissima per la storia dell'Ordine nostro nelle Canarie.
700. SouzA (de). — Vestigios da lingoa Arabica em Portugal,
cu Lexicon etymologico das palavras e nomes portugueses, que
tem origem arabica , composto por ordem da Academia Real das
scieacias de Lisboa, por Fr. Joao de Souza, socio da dita Acad^
mia e Interprete de S. Magestade para a lingua Arabica ; e au-
gmentado e annotado por Fr. Jose de Santo Antonio Moura ,
socio da predita Academia, officiai: da Secretaria de Estado dos
negocios estrangeiros e interprete Regio da refenda lingua. Li-
sboa, na typografia da mesma Academia, 1830. Con licencia de
sua Magestade.
Un volume in 8, di XVI e 304 pagine. Ne posseggo un esemplare gentilmente donatomi in
Parigi dall'illustre Ferdinando Denis; tanto più prezioso, in quanto che egli vi ha aggiu^ito a penna
in fine una breve biografia dell' Autore , e la notizia di altri importanti lavori del medesimo. Copio
e riferisco qui questo prezioso autografo d'uno de* più chiari uomini di Francia, che il lettore già
conosce, e in cui l'amabilità pareggia la vastissima erudizione; autore d' una interessantissima Storia
del Brasile, in due grandi volumi in 8, e d' altre molte pubblicazioni storiche, biografiche e biblio-
grafiche, che hanno rcoduto popolare il suo nome in Europa e nell'America. Fra lo quali merita
speciale menzione il Voyage dans le Nord du Brasile ec, par le Pere Yves d* Ewevoit di cui diremo
a suo luogo. N* ebbi in Parigi grandissimo ed afTettuosissimo aiuto nelle mie ricerche , e gliene
conservo vivissima ed imperitura riconoscenza.
« Le Pere Fr. JoSo de Sousa était Moine (egli dice) de l'Ordre de Saint Francois et interprete de la
langue Arabe a Lisbonne vers le milieu du XVllI siécle. li était méme attaché en cette qualitó aux
aflfaires étrangeres. Il était né a Damas vers l'annèe 1730 ou 1734, et il était devenu habitant de
Lisbonne en 1750. Là il avait été accudii par le Comte de Rio-Maior. C etait par reconnaissance qu* il
avait pris le nom de ce signeur qui était en son nom Saldanha de Oliveira et Souza. Il remplit
diverses missions dipiomatiques en Afrique et mourut d' une afTecion de poitrìne dans le Couvent de
N. S. de Jesus le 95 janvier 18U.
« En outre de ses travaux de linguistique, Jo8o de Souza a laissé un curieux écrit intitulé:
Narraf€U) da arribada das princezas Africanas ao porlo desta capital de Lisboa, seu desembarque
para terra , alcjamento para palado de ffecessidades , ida pc^ra Queluz, seu embarque e volta para
Tanger, Ldsboa 1793, in 4, de 38 pag. La Biblloth. d' Evora renferme les plus interessants Mss.
de cet Orientaliste.
« Durant la mission litteraire qu' il remplit en janvier 1847, M. Theodore Pavie qui examina
les Archi ves et le fameux depot de livres fondò a l' ancien Couvent de S. Francisco, y trouva le
livre suivant formant un tres-volumineux et tres-lisibie in 4, intitulé: Histoire de la fundation
de Maroc par Yousouf Ben Tashifins premier CaUf de la dynastie des Almoravides ; ìdstoire des
Almoahoes leurs suecesseurs; description de la fundation de Mequinez et autres Ueux par les
Edresites avec V histoire des Cherif^ el le recU de ìa bataitle ^Akazar,
37
578 SPINA - STAZZEMA
• Celle Chroniqae, qui embrasse cinq siecles d' histoire, fui achetée pour la modiqoe somme de
800 reis (oinq francs) par V Orientaltsle portugais Souza, qui faisait partie de V Ambassade enTuvée
de Lisbonne vers Mulez-el-Yazid, en 1800, à l' occasion de son avénement au tròne de Maroc Elle
meriterait que l'on dépensat pour cn obtenir une copie vingt fois ce qu'elle a conte. »
Altri interessantissimi Manoscritti relativi all' Affrica, di questo insigne FnmcescaDO, sono nella
Biblioteca dell' Accademia di storia di Madrid.
701. Spina (de). — Fortalitium fidei centra Judeos, Saracenos
et alios Christianae fidei iniinicos, quosque religionis Xptianae
adversarios aptissime confutans, iamdudum in plerisque passibus
multipliciter vitiatum, nunc vero magna cum diligentia castiga-
tum et fideliter emendatum per venerabilem magistrum nostrum
Guillebnum Totani in sacra pagina professorem, Ordinis Prae-
dicatorum Conventus Lugdunensis. Impressum Lugduni per
Johannem de Romoys, anno salutis nostrae XI supra milesimum
quingentesimum , impensis spectabilis viri Magistri Stephani
Gueynard prope S. Anthoniuln.
Un volume in 4, gotico. Nella carta che precede e copre il frontispizio, trovai scrìtte a mano
queste parole : « Huius libri aucUir , ut pluribus locis testatur Petrus Garibai in suo Compendio
historialli, fuit Frater Alphonsus de Spina; qui lib. 16 Regum Caslellac cap. 46, addacit ex libfu 4
huius operis, authorem hunc audisse confessionem Comestabilis Alvari de Luna ( tolies a plurìbiis
decantati) cum iam illi ultimum extarct suplìtium Valdoliti. Quod vide infra fol. 339 lib. 4. Constai
fuisse Minori tam, lib. 3. fui. 188, ubi luquitur de suo Cunventu Yalisoletano, et de Venerabili Fr.
Pctro Vele Guardiano. • E cosi è, com' io veriflciii.
Questo rarissimo libro, se; si ristampasse , sarebbe letto con gusto anch' oggi : v'è tutta la storia
delle Crociato molto bene e ordin.-itamente scritta. Si divide in 5 libri , oltre il Prologo : il primu
libro è, De armatura omnium fidelium: il secondo, De bello haereticorum : il terzo, De bello Judeorum:
il «luarlo, l>e bello Saracenorum : il quinto, De bello Domitwrum. Conta 371 carte, vale a dire 742
pagine. L' esemplare che io vidi, appartiene alla Biblioteca di Sani' Isidoro di Madrid.
siamp. 702. Stato delle Missioni Francescano nelle isole Filippine
l'anno 1860.
Pubblicalo, in 8, nel numero 3 dell'anno 1 della Cronaca delle Missioni Francescane (Uoma,
1860).
Mi
703. Stazzema (di). — Compendio cronologico delle cose me-
^* morabili accadute in Terra Santa incominciando dall'anno 1765,
per mandamento del Reverendo Padre Francesco Saverio di Malta
Minore Osservante, Custode di Terra Santa, raccolte fedelmente
dal M. R. P. Francesco di Stazzema dell' Osservante Riformata
Provincia di Toscana. 1837.
Un volume in foglio, non numerato, appresso di me.
STUDI - SURIUS 5 79
^^ 704. Studi circa la Palestina.
Pubblicati in 8, nei numeri 4 e 6 dell'anno IV della Cronaca delle Missioni Francescane.
(Roma, 1862).
■v. 705. SuRiANO. — Opera nova, chiamata Itinerario de Hierusa-
"* lem : ovvero della parte orientale ; composta per el R. P. Fr.
Francesco Suriano da Venezia, dell'Ordine del Seraphico Francesco,
nell'anni del Signore 1485. Venezia, Fr. Bindoni, 1524.
Un volume in 8, in carattere gotico. Libro raro, non citato. Il nome dell' Autore si trova nella
seconda carta.
■»• 706. SuRius. — Le pieux pelerin , ou voyage de Jerusalem
divise en trois livres, contenans la description topographique de
plusieurs royaumes, pais, villes, nations estrangeres, nommement
des quatorze religions orientales , leurs moeurs et humeurs tant
en matiere de religion que de civile conversation , ec. loinct
un discours de l' Alcoran, et un traicté de la cité de Jerusalem
et de tous les saincts lieux de la Palestine. Le tout remarquó et
recueilli par le R. Pere Bernardin Surius Recollect, President
du Sainct Sepulchre et Commissaire de la Terre Saincte es an-
nées 1644, 1645, 1646, 1647. Bruselles, ches Francois Foppens
imprimeur et libraire au S. Esprit, 1666.
Un volume in 4. Opera molto rara, e di assai pregio, col ritratto dell'Autore. È divisa in tre
parti : la prima, il pellegrino viaggiante; la seconda il pellegrino soggiornante; la terza, il pellegrino
che ritorna. L' Autore scrisse in lingua fiamminga, e poi egli stesso ne fece questa traduzione francese.
Mi.
t
Alia
707. Tabula geographica totius S#aphici Ordinis FF. Mmomm
Sancti Francisci, sub Generali Ministro Rmo Patre in Christo P.
Fr. Josepho Ximenes de Samaniego Deo per universum terrarum
orbem militantium , sub utroque sexu in Regulari Observantia
atque Reforma ( Exceptis RR. PP. Capucinis , Conventualibus ,
Tertiariis et Monialibus quibuscumque, extra praefati Generalis
Ministri gubernium ac sigillum sub S. P. N. Francisci invocatione
directione vel institutione quomodocumque Deo famulantibus ) ;
publico aspectui collectim proposita ad augmentum gloriae Dei
et Seraphicae Roligionis incrementum. Cum licentia Superiorum.
Monachii, typis Lucae Straub, 1(580.
Sono 9 pagine in 8, inUressantissime por conoscere ({uale fosse a qual tempo lu stalo dell'
Ordine e delle sue Missioni in tuMo il mondo. N' è un esemplare nella Biblioteca del uostru Convenlu
di Sani' Anna in Monaco di Baviera.
708. Talavera (de). — Figuras y metaforas de la sagrada
Escritura, aplicadas a las fosti vidades de los Sanctos , en idioma
Tagalog: por el Padre Fr. Miguel de Talavera, Francisco Descalzo
de la Provincia dela Provincia de S. Gregorio de Filipinas.
— Ejemplos cristianos, ec.
— Sentencias de la sagrada Escritura y santos Padres, ec.
— Marial, o Sermones para todas las festividades de Nuestra
Sonora, ec.
TAPU - TARIN 58i
— Memorial de la conciencia, ec.
Tutte queste opere, notate dairHuERTA (Bttadù, ic.), sono in idioma Tagalog, e manoscrìtle;
tranne l'ultima, che dice stampata in Manila il 1617, in Gastigliano e Tagalog. Il Padre Michele fa
nativo di Nueva Granada in America, donde fanciullo passò co' suoi genitori alle FiFippine. Dato
quivi ad ammaestrare al Padre Fr. Giovanni di Plasencia, vesti l' abito francescano il 1380. Finiti gli
studii, s' imbarcò per la Spagna col Padre Fr. Francesco da S. Maria. Approdati al porto di Mollala
neir isola di Borneo, il Padre Francesco venne martirizzato da quei barbari; ed egli, dolente clie non
gli fosse toccata la stessa sorte, fece ritomo a Manila. Quivi lavorò per molti anni nella conversione
di que' popoli con grande zelo e successo, e mori nel Convento di Pila il 29 di luglio del 1612.
709. Tapia (de). — Confessionario en lengua Cumanagota y de
otras naciones de la Provincia de Cumana, con unas adver-
tencias praevias al Confessionario para los confessores. Por Fr.
Diego de Tapia, indigno Frayle Menor, hijo de la santa Recolec-
cion de la Provincia de Sevilla, y Missionero Apostolico en las
vivas conversiones de Piritu. Dedicalo a la soberana Reyna de
los Angeles y hombres Maria Santissima, Madre de Dios y Senora
Nuestra, con la advocion €e los Milagros. En Madrid. Pedro
Hemandes, ano de 1726.
Un volume in d, di 18 carte preliminari senzck numerazione e 732 pagine. ITé un. esemplare
nella Biblioteca della Keale ^Accademia di storia di- Madrid. E qui rispetto al Piritu gioverà citare
un Manoscritto della Biblioteca Nazionale della stessa città, intitolato : Grandezas de Indiai, Escrilo
por D. Gabriel de BWàbor. Ettado poUtico y edeiiattko de America ; ove si fa bella menzione del
Francescani deir X)sservanza, intesi ad evangelizzare in quelle regioni. Il Padre de Tapla era nativo di
Siviglia, e visse molti anni fra gli Indiani' del Piritu, provincia dipendente dalla Nuova Granada,
confinante air Est con Venezuela, e con la provincia di Cumana air Ovest, dove sono diverse tribù,
come Cumanagotl, Palenques, Arvacas , Carlbes , che tutti usano dialetti della medesima lingua, la
q«ale pare che appartenga alla famiglia delle lingue Carlbes che si parlano nelle vicinanze dell'Orenoco.
710. Tarin. — Historia y relacion brave de la entrfcida en el
reyno de China la Mision qne truxo de Espana nnestro Hermano
Comissario Fr. Buenaventura Ybanez. Escuta por Jayme Tarin
Religioso Descalzo de nuestro Padre S. Francis^co y companero
de la misma Mision. Ano de 1689.
Manoscritto di 35 carte In 8, inviatomi dal nostri Padri di Manila. Doli titolo de'S capitoli,
in cui li lavoro è diviso : 1. — Del viaje cte la Mission hatia lat Yilae PhiUppinat de Matiila; enirada
de alffunoe ReUffioiot compaìieroe en el repno de China ; y del modo qtte eomiguieron la primera
fundaeUm de rgletia en la metropoli de la Provincia de Canton. — %. Dela Igletia de lat mugeree
ehritUanas, que està intra muros de la dtidad de Cantoni pHmer Pmcto de la nostra ìgksia de
Poreincuula, — 3. De la f^indacion de la Iglesia de la mesma Séiiora de la Coneepdon en la vUla dt
Tung'Kuon , detta provincia de Canton. — 4. De' la fundadon de la Igletia de nuettro Seraphieo
P. S, Pranciteo» qw ettà extra murot de la dudad , metropoH de Canton, — 5. De Xà muerte del
Regulo de Canton : peligro en que ettwHeron nuettrat dot Igletku de perderte ; y' corno Dios lat con-
nervo, quedando con maior firmeza que antet tenian.
582 TASSO
— Descripcion de las casas e iglesias que la Misiou Serafica
de N. P. S. Francisco tiene el presente ano de 1695 en èste
imperio de China; de los Religiosos que tiene y frutos que
hacen ; por orden de N. H. Jayme Tarin Comisario Provincial
de dicha Mission.
Altro breve Manoscritto inviatomi da Manila.
— Esposizione al Patriarca d' Antiochia del Padre Fr. Jayme
Tarin, Vice-Commissario Provinciale delle Missioni Francescane
di China , delle angustie in cui si trovava co' suoi soggetti, o di
abbandonar le Missioni, o di chiedere licenza di rimanervi all'
Interprete di Cina, assoggettandosi a formolo che ripugnavano
alla loro coscienza.
È data in Cina il 30 agosto 1708. Sono i2 carte in foglio, sottoscritte dal sopra detto Padre Jayme
Tarin, Giuseppe Navarro, Emmanaelc di S. Giovanni Battista, Micliele Rocca e Nicola da S. Giuseppeu
Trovasi nella Biblioteca Fabroniana di Pistoia.
711. Tasso. — Le historie de' successi de' nostri tempi, del R.
P. Faustino Tasso Vinitiano, de' Minori Osservanti, divise in tre-
dici libri. Nelle quali si contengono tumulti, ribellioni, seditioni,
tradimenti, solle vationi, guerre de' popoli, prese di città, espu-
gnationi di fortezze, diete di stati, saccheggiamenti di luoghi,
incendi, tregue, accordi, rompimenti di pace, uccisioni di gente,
morte di principi, et altre cose occorse fra cattolici et heretici,
dal fine dell' anno MDLXVI fino al principio dell' anno MDLXXX.
Et particolarmente si discrivono le passioni crudeli , et morti
acerbe, sofferte da molti Frati di San Francesco, per la confes-
sione della fede catolica nei novi tumulti di questi ultimi tempi.
Al Serenissimo Duca di Savoia. Con privilegi. In Venetia, presso
Domenico et Giovanni Battista Guerra, fratelli. MDLXXXIIL
Un volume in 4, di 36 carte non numerate o 815 pagine. Le 26 carte contengono : primo, la dedica
al Serenissimo Carlo EmanuelU Duca di Savoia, Principe di Piemonte: secondo, una Tavola delle cose
notabili contenute ìieW opera, per modo alfabetico disposta; terzo, una Tavola particolare de' Mar-
tiri dell' Ordine di S, Francesco, martirizzati per la fede in questi novi tumulti ; et autenticati per
diligenza del Reverendissimo Padre Francesco Gonzaga, Generale di tutto V Ordine di S. Francesco :
quartu, una Tavola delle cose particolari occorse ai Frati di San Francesco: e flnalraenle alenne
poesie in lode dell' Autore. Ne posseggo una esemplare, di cui mi fece dono il M. R. P. Fulgenzio da
Torino, Ex-Procuratore Generale dell'Ordine.
TAStERA - TECtÓ 583
712. Tasterà (de). — Carta de Fray Jacobo de Tasterà, y de otros
Religiosos de San Francisco, al Emperador D. Carlos, dandole
cuenta del estado de sus Misiones y de la buena disposicion de
los Indios. Convento de Rexucinco, 6 de mayo de 1533.
È stata testé pubblicata col facsimile dell' originale nella Cartat de Indiasi ec Madrid, 1877. Gli
altri Religiosi soscritti col Padre da Tasterà, sono Fr. Christobal de Qamora, Fr. Juan de Ribas, Fr.
Antonio de Qibdadrrodrigo, Fr. Francisco de Soto, Fr. Martinus de Valencia, Fr. Francisco Ximenes,
Frater Ludovìcus de Fuensalida.
Nei Datos hiograficos poi che accompagnano le Cartìis, si danno del Padre de Tasterà le notizie
seguenti : « Naturai de Bayona de Francia, y Hermano de uno de los camereros del rey Francisco I,
tomo el habito de San Francisco a principios del siglo XVI, en cuya Orden se distinguió por sus virtndes
y erudicion en las divinas letras. En la corte del Emperador Carlos V y en Sevilla predicò mas de
veinte anos, y celoso por la extension de la Fé Christiana, se embarcó para la Nueva Espafia con Fray
Antonio de Ciudad Rodrigo en el de 1529. Dirigiose desdo Mexico a Champoton, en Yucatan, siendo
acompanado de un Indio que traducia su predicacion a los naturales ; en 1533 volvió a aquella capital
y primer Convento de Santo Evangelio por habersele elìgido cuarto Custodio ; fué luego a ver la tierra
de Michoacan y a poblarla de ministros, y envió a Fray Toribio Motolinia a Guatemala con igual
objecto. Asistió en 1541 al Capitulo General de la Orden, celebrado a Mantua, y a poco de regresar a
Mexico, con 150 Religiosos y el eie vado cargo de Comisario general, murió en aquel Convento a 8 de
agosto de 1544. > Egli ebbe molto merito nel salvare i libri antichi degli Indiani che il Governo Spa-
gnuolo voleva distrutti, come si disse illustrando la Grammatica Maya del Padre Fr. Francisco Gabriele
Di San Busnaventura.
713. Tauste (de). — Arte y Vocabulario de la lengua de los
Indios Chaymas, Cumanagotos, Cores, Parias y otros diversos de
la provincia de Cumana. Con un tradado de la doctrina Christiana
y catecismo traducido de Castellano en la dicha lengua indiana.
Compuesto por el Padre Fr. Francisco de Tauste de la Orden de
San Francisco, Predicador Missionero, ec. en Madrid, 1680.
Un volume in 4.
714. Tecto (de). — Primeros rudimentos de la Doctrina cristiana
en lengua Mexicana: por el Padre Fr. Juan de Tecto de la
Orden de San Francisco.
Su questi Rudimentot formò poi il suo Catedtmo Frate Pietro di Gantb, che abbiamo già illustrato.
— Apologia del bautismo administrado a los gentiles Mexi-
canos con sola el agua y la forma sacramentai.
Questi Manoscritti probabilmente sono andati perduti. « Fray Juan de Tecto (dicono gli Editori
delle Gartas de Indias) Flamenco de nacion, acaso naturai de Gante (Gand nel Belgio), Guardian del
Convento de San Francisco de su ciudad, varon docto, que habia enseSado catorce afios Teologia en la
Uoiversidad de Paris, y confessor del Emperador Carlos V, con quien desembarcó en Santander, en
.Wé TELLECHEA - TELLO
union de Fray Pedro da Gante, en el ano de Ì5i7, y paso con esle, y benepUcitu de Cesar, a b
Nueva Espana, en el de Ì5i3. Instalado en Tezcoco, cerca de Mexico, dedicose desde laego a aprender
la lengua Mexicana para doctrlnar a los ninos que escogia de familias indìas acomodtdas , y eo el
1515 fué con Hernan Cortes a la conquista de las Hibueras, en cuya expedicion, habieudo faltado los
viveres por el alzamiento de Cristobal de Oltd, murió el Padre de Tecto, de hambre, arrimado a un
arbol, segun dice Beristain, aunque Bernal Diaz aflrma que ahogado, al trasladarae a Santo Domlngu
en el navio que envió Cortes para dar la noticia de aquellos sucesos, y se perdio antes de llegar a
la Espanola. >
a«v. 715. Tellechea. — Compendio gramatical para la inteligencia
del idioma Tarahumar. Oraciones, Docrina cristiana, Platicas, y
otras cosas necesarias, para la recta aministracion de los Santos
Sacramentos en el mismo idioma. Dispuesto por el Padre Fr.
Miguel Tellechea de la Orden de San Francisco. Mexico, ano de
1826. Impronta de la federacion en palacio.
Un volume in 8, di iO carte non numerate e i61 pagine. 11 Padre Pr. Miguel Tellechea (dice
il Brjisseur, BibUot. Amer.J, predicatore Apostolico del collegio Francescano de Propaganda Fiat
di Zacatecas, era stato Missionario degli Indiani di Shinipas, clie è la contrada inferiore di Taraha-
mara : si divide questa contrada in alta e in bassa e appartiene alla porzione occidentale della
montagna di Chihuahua. Mail Padre Tellechea non è il solo che studiasse Tarahoraar: si distinse la
questo studio anche il Padre SlofTel, il cui Dizionario stampato dal Murr, è ricordato nel MUhridaUt éi
Adelunoe di Vater. 11 Clavigero ed il Beristain ricordano ancora i PP. Girolamo Figueros ed Aogu-
stin Boa, ai quali il Beristain aggiunge Giuseppe Vittoriano, come autore di una Gramnoatica e di un
Vocabolario. Ma pare che il Padre Tellechea non ne avesse notizia.
.«««,,,. 716. Tello. — Fragmentos de una historia de la Nueva Galicia,
i. escrita bacia 1650 por el Padre Fr. Antonio Tello de la Orden
de San Francisco.
Questi interessantissimi Fragmentos sono stati puhi)licali dal signor Joaquin Garcia Icazbalceta
nel tom. Il della sua Coleccion de documentox para la hixtoria de Mexico. Mexico, Aniigita Libranti,
Portai de Agustinoit , numero 3, 1866, in foglio. E ne dà ragione nel modo che segue: Sono dieci o
dodici anni che il signor I/iccnziado D. Oìspìniano dei Castillo, sa|)endo quanto mi stia a cuore la storia
nazionale, ebbe la liuntà di regalamil questi frammenti della Sltiria del Padre Tello, di cui egii a>eva
conseguito copia dal signor Liceuziado llarione Komcro Gii, residente in (ìuadalajara, eh' io allora non
conosceva. . . . Cosi poco nolo ò questo Autore, che mai ne ho incontrato altra notizia, fuora delle
seguenti parole che si leggono nella Diblioteai del Deristain ; ■ Historia de Xali$co y de la }fueta
Vizcaya. Ms. Su extracio en nueve quadernos exisle en el Archivio de la Provincia del Santo Evan-
gelio de Mexico. • Incaricai il signor Homero Gii che ne cercasse in Guadalajara. E potei sapere che fu
nativo di quella città, dell'antica famiglia Tello, la quale ebt»e, tra gli altri, un distinto uomo di
lettere nel canonico Tello di Orazco. ¥1 m' inviò il signor Romero Gii la seguente nota, tratta da una
Cronaca Manoscritta dell' Ordine di San Francesco.
■ El aiìo de 1596, gobernando la Nueva Espana el Conde de Monterey, .salió para el puerto de
Acapulco Sebaslian Vizcaino con gran numero de gente y cualro Beligiosos Franciscanos ( ma ne
Sono numerali cinque, oltre il fratello Laico, che fa sei) al descubrimienlo de la ìsla de California. Los
Bellgiosos eran Fr. Francisco de IJalda, por Comisario, Fr. Diego de Perdomo, Fr. Bernardino de
Zamudio, Fr, Antonio Tello, de la Provincia de Xalisco, Fr. Nicolas Arabia, sacerdotes, y el Hennano
legò Fr. Christobal Lopez., y caminaron con felicidad basta el puerto de Mazatlan, y habiendo llegado
alli a tornar agua y otras cosas, se desemharcó el Padre Balda, porque siendo hombre may gmeso •
TELLO 585
- -- i»i~
y la oavigacion de aquellas costas calieote, se enfennó y se qaedó en aqueila tierra. Llegó la armad|i
a la boca de CaUfornia, que tiene ochenta legaas de enirada, y babiendo desembarcado en dos partes,
porqae no les parecieron parajes a proposito para poder poblar, corno lo intentaban, se Tolvieron a
embarcar basta dar en el puerto de la Pax, por ser tierra apadble, y sa gente tan docil y amigable,
qae viendo a nuestros Espanoles los recibieron bien y con grandes demostraciones de contento. Aqal
desemltarcaron, y laego con ramas de arbol se amurallaron , por si los Indios se desmandaran en
atguna cosa. Asi permanecleron por dos meses, en qoe determinò el General Vizcaino desem parar
la tierra, porque no habia maiz en ella, y el qae ellos habian llevado estaba al acabarse. Los Religiosos,
qae se sujetaban a padecer caalqaier penuria por no desemparar la tierra, qaisieron quedarse ; pero
no se lo permetió el General, prometlendoles qae breve darian la ?aelta, y asi partieron con la esperanza
de volver; però no se le concedió Bios, porqae aanqae el dicho Vixcaino volviò a aportar a las
Catifomias, coando por mandado de Felipe 111 faé a deseabrir el cabo Bfendocino ; pero ya no llevò
Frailes Franciscos, sino Descalzos de N. S. del Carmen. •
Nella stessa Cronaca (prosegue V Icazbalcbta) si trova, che nell'anno 1605 il Padre Tello venne
eletto Guardiano del Convento di Zacoalco ; e dipoi che nel 1510 dal Provinciale Fr. Pietro Gutierez
venne preposto al Convento di Amatlan in unione di Fr. Diego Ribera ; aggiungendo il Cronista,
« que por no saber el camino entraron por San Fedro Analco, pasando indecibles trabajos entre
aquellas fragosissimas y asperisimas serranias, y habiendo llegado al minerai de lora, dejò ali! su
compaSero. Fr. Antonio se fué a dar a conoscer con los Indios de Amatlan, y allò en el Indios Tepe-
buanes, Goanos, y otros de distintas tierras, foragidos por delltos y por no pagar tributo; porque alli
no llegaba justicia seglar ni eclesiastica. Cuatro aiios despues, y hablendose sublevado los Indios
de Amatlan, a instancias de la Audieneia, y del senor obispo D. Francisco Rìbero, mandaron el
Padre Tello a los pueblos de Amatlan y minerà para paciflcarlos . . . y habiendo ido , a costa de
nuevos trabajos volviò a reducir los Indios al estado pacifico en que antes se hallaban. >
Appresso, nel Ì641, si trova il suo nome tra' Guardiani dei Convento di Tecolotlan ; e nel 1648
eletto Guardiano del Convento di Cocula. In un capitolo poi della Cronaca intitolato : t De los mu-
cbos litros que han compuesto los ministros del Evangelio Franciscanos en la Nueva Espana • ; si
dice : « El Padre Fr. Juan Antonio Tello, doctissimo varon, escribiò muchas cosas en nuestra Cronica
primitiva, compuso muchos sermones, y tradujo muchos pedazos de la sagrada Escrltura en una
lengua pura y elegante , que se conservan en nuestro Convento. >
In fatti, il Mota Pàdilla, nella sua HUtoria de la conquUta de la Nueva GaUda, cita continua-
mente 11 Cronieon del Padre Tello, E così il Padre Bràumont, che scriveva la sua CrùtUea de MUho-
aean circa il 1780; il quale nel capitolo SS del libro I dice: « La historia manuscrita del R. P. Fr.
Antonio Tello, gue he leido ha mucho Hempo, y te ha perdido: > e ciò vuol dire che si smarrì tra
il tempo che il Beadmont la lesse e quello in cui scrisse la sua Cronica.
In quanto a' quaderni (sono sempre parole dell' Icazbalcbta) che il Bbristain dice che si conser-
vavano nell' Archivio della Provincia Francescana del Santo Evangelio del Messico, forse esistevano
quando la provincia viveva; ma con la dispersione degli Ordini Religiosi sono andati smarriti, nò mi
fa possibile incontrarne traccia. I frammenti che ora pubblico, un d'essi fu dato al signor Romero
Gii dal Padre Fr. Manuel di San Giovan Crisostomo Najera ; e aveva in fine la seguente nota, da cui
si conosce il vero titolo dell'opera, che sin qui non s'era potuto rinvenire : t Va cierto y verdadero
eate traslado, corregido y concertado, y concuerda con los capitulos de que se ha fecho mencion , y
constan sentados en un libro manuscrito por el R. P. Fr. Antonio Tello, de la Orden Serafica de N. P.
S. Francisco, sita en el Convento grande de la Provincia de Santiago de Jalisco, qua se balla fnndado
en està ciudad de Guadalajara, Nuovo Reino de Gallcla, cuyo tltulo es : Ubro tegundo de la Croniea
Miteeianea, en que se irata de (a eonqultta spiritual y temporal de la Santa Provincia de Santiago
deJaUteo y Nueva Vizeaya y deeeruJbrimiento del Nuevo Mexico: tu fedìa por el tiglo patado de 1651
atiot. Y a pedlmento del Regidor y demas prindpales de pueblo de Mexlcalclngo y con llcencla del
Padre Provincia!, saqué dicho testimonio ; y para que conste donde convenga, doy el presente en la
ciudad de Guadalajara, a los ciuco dias del mes de abrll de mil setecientos y cuarenta y cuatro aSos^
stendo testigos a lo ver corregir y concertar D. Juan de San Pedro Moncayo y Augustin de Mendez,
presenles y vecinos : cuyo testimonio va en cineuenta y cinco fojas, la primera de sello cuarto y las
demas del comun. En testimonio de verdad. — Luis Ruiz db Moncato, escribano real mayor de
eamara y provincia. >
GOQ qóestt indirli 11 signor Roaiero Oli feee delle ricerche nel Convento dePFrsncescani di Guada-
Amcrioi
586 TKNA
lajara, e tro\uil secuadu fraiiiiueiilo in un iiliro legato in pergamena, cliea\e\a questo titolo: CoUceion
de variot papeUi y noUdat de Mitiones. Egli attribuisce la perdita di questa interessantissima opera
alle due invasioni, alle quali fu soggetta la Biblioteca del Convento; la prima, nella rivoluzione del
1810, capitanata dal Hidalgo ; la seconda, in quella del 1846 ; e per verità in ambedue furono distratti
e bruciati molti libri e manoscritti preziosi. È però vero , che una parte della Crouica era stata già
smarrita al tempo del Padre Beadmont.
Per impedirne il totale deperimento (conchiude 1* Icazbalcbta) mi determinal a inebioderli in
questa CoUcdon. E Io richiedeva V importanza del documento. Certo è che il Mota Pamlla si gioTÒ
molto del lavoro del Padre Tello. Questi frammenti del Padre Tello si riferiscono ad ao periodo di
storia molto importante. Vi si dà la relazione d'una parte delle spedizioni di NuSo de Guzman, e della
rivolta degli Indi della Nuova Galizia sino al ritorno dal Messico del Viceré D. Antonio de Meodoza.
Tra le molte opere non Francescane, che mano mano si vengono per noi citando, come contenenti
notizie e documenti per la storia delle nostre Missioni e dell' Ordine; come il BmisTAiN, il Tsmnaux,
r Icazbalcbta, il Brasseur, F Eguiara, ec; mi preme qui far notare come quest' ultimo abbia una
speciale importanza per l' Ordine nostro nell' America, contenendo biografie rare e preziose e notizie
di libri e di manoscritti che non s' incontrano altrove. Il titolo della sua opera è questo: BfMMktca
Méxicana, tive eruditorum hiMtoria virorum qui, in America BoreaU nati, vel alibi geniti^ in iptam
domicilio atU itudiit asciti quavit lingua teripto aliquid tradiderunt : eorum praeeertim qui prò
fide eatholiea et pietate ampUanda fovendaque egregie faetit et quibutvii teriptie fioruere ediiis aut
inediti». Auctore D, Joanne Jotepho de Eguiara et Eguren Mexieano, eletto Episcopo Iucat«n$i, Metro-
polUanae Ecclesiae Canonico Magistrali, ec, Mexid ex nova Tfpographia in aedibus auetoris, ec ilmio
Domini M, DCCLV. Ne vidi un esemplare nella Biblioteca dell'Accademia di storia di Madrid.
Mu 717. Tena. — Introducioa al Aparato de la Cronica de la
Santa Provincia de los gloriosos doce Apostoles del Orden de
N. P. S. Francisco. Tratase en este Aparato de dar una clara
noticia de las cosas de las dos Americas Meridional y Septen-
trional. Traese la historia antigua y moderna para que sea
ilustrado lo que no pudo serio por los primeros autores, faltan-
doles los documentos. Escribelo el R. P. Fr. Fernando Rodriguez
Tena, Lector Jubilado, Doctor Theologo por la Real y Pontifìcia
Universidad de S. Marcos de la ciudad de Lima, y Chronista de
la dicha S. Provincia de Santos doce Apostoles. Ano 1776.
Manoscritto della Biblioteca della Reale Accademia di Storia di Madrid. È questa una delle opere
più dotte che per ugni verso siano state scritte sulF America ; e si divide in due parti, ciascuna di due
grossi volumi in faglio. Metterò qui i titoli dei capitoli de' quattro volumi ; e questi basterannu
perchè il lettore giudichi del merito di essa.
Tom. 1 della parte I, di 156Ì pagine. — Averienàa. — cap. 1. FA delo rodea la tierra, — cap. i.
Aspelo del cielo del Suevo Mando. — cap. 3. El mondo a siis polo» tiene mar y tierra. — cap, 4. Rrue-
base haber antipodas. — cap. 5. FUosofos antiguos porque negaron el Nuevo Mutido. — cap, 6.
Ilustracion de lo historiado. — cap. 7. Prosegue la ilustracion. — cap. 8. Disposiciones varias de tem-
peratnento y terrenos. — cap. 9. Disposiciones y variedad de terrenos de America. — cap. 10. Prose-
gue el antecedente. — cap. 11. Nuevas conquiste^ protUvidas en America. — cap. ii. Pian de la
America Meridional. — cap. 13. Temperamentos y clitnas de America. — cap. 14. Continua lo ante-
cedente.— cap. i5. Concluye el anterior. — cap. i6. Aguas de America. — cap. 17. Lagunas y la/gos
de America. — cap. 18. Continua el antecedente. — cap. 19. Fuentes y manantiales de America. —
cap. ao. Continua el anterior. — cap. il. Rios de America. — cap. ii. Prosigue de los rt'os. — cap.
S3. Continua lo mismo.
Tom. II, di 1849 pagine. — cap. 34. Marahon descubierto por tierra. — cap, i6. Limites del
TERHA SANTA 587
Gobierno de Mainai. — eap. 26. Mision de Mainai fantastica por su Norte. — eap, 27. Mision de Mai-
nai faUda por iu Sur, — cap. 38. Proiigue la materia anterior. — cap. 29. Mision de los Contboi.
— eap. 30. Sigue la Mision de loi Coniboi. — cap. 31. Concluie de la Mition, — eap. 32. Del rio
Orinoco y loi que le entran. — cap. ZZ. Del rio Maranon y de loi que le entran. — cap. 34. Prosigue
lo de el rio Maranon. — cap. 35. De el rio Paraguay y los que le entran. — eap. 36. Prosigue lo de el
rio Paraguay. — cap. 37. De el rio de la Magdalena y otros.
Tom. I della parte li, di 1106 pagine. — eap. i. Qualidad de la tierra de Indias en general. —
cap. 2. De los vulcanos de Indias. — cap. 3. Prosigue de los vulcanos. — 4. De los tremblores de Uerra.
— eap. 5. Continua de los temblores de tierra. — cap. 6. Coneluie de los tremblores de tierra. — cap. 7.
Como se abrasan mar y tierra. — eap. 8. Variedad de mistos de la America. — eap, 9. Ahundanda
de metales de la America. — cap. 10. Ilustradon a la historia. — cap. 11. Piedrcu de todeu espedes.
— eap. 12. Petrificadon de America. — cap. 13. Materia de los metales. — cap. 14. Prosigue lo de me-
tales en comun.— cap. 15. Metales en partieular, del oro. — cap. 15. Prosigue los metales en parti-
cutor. — eap. 17. ContiniM los metales^ minerales en particular. — cap. 18. Minas azogue.
Tom. II, di 1226 pagine. — cap. 19. De los metales. — cap. 20. Dispendio de azogue en el beneficio.
— cap. 21. Aplicacion al beneficio de metales. — cap. 22. Metodo del beneficio de minas. — eap. 23.
Prosigue lo de este metodo. — cap. 24. Beneficio de metales por cocimiento. — cap. 25. Beneficio de
metales por fundacion. — cap. 26. Beneficio y aparato de metales. — cap. 27. Mina de azogue de
Huanca. — cap. 28. — Estado de està mina por el aflo de 1636. — cap. 29. Adelantamientos posteriores.
— eap. 30. Prosigue lo mismo. — cap. 31. Asiento del Sehor Sola. —cap. 32. Confirmadon de lo mismo.
— cap. 33. Continua la mina de HìMncaveUca. — cap. 34. Prosigue el Capitolo, —eap. 35. Nuevo
beneficio de metales de Piata,
Nel tom. II della parte I di questa opera ò la storia completa della scoperta deir Orenoco e del
Maragnon, fatta da' Francescani, e delle Missioni che inaugurarono e proseguirono in tutte quelle re-
gioni; e compie quel che ne avevano scritto il Diaz, il Simon, il Cordova, già da noi illustrati, e il
ToRRDBiA che illustreremo fra poco. Ed è storia tutta corredata di documenti sin qui inediti, della
maggiore importanza. Ci fa conoscere il nome e ie fatiche di valentissimi Missionaril, sin qui ignoti,
e spiega largamente quel che il Padre Laureano db la Cruz appena accenna nel suo Deseubrtmiento
del MaraHon, delle arti che si adoperarono per impedire i Francescani in quella impresa, e levar
ad essi la gloria che con il loro ardimento e zelo apostolico si eran acquistata. È un' opera che V Ordine
dovrebbe assolutamente far pubblicare in ispagnuolo e tradotta in italiano ; se n' accrescerebbe di molto
in suo splendore, e la scienza ne avrebbe immenso profìtto. Spero che se ne occuperà il Congresso
degli Americanisti^ che nel prossimo settembre si raccoglierà in Bruxelles : io non saprei come meglio
corrispondere all'invito che, straordinariamente onorandomi, mi fecero di cooperarvi, quanto sia indi-
cando loro questo Manoscritto del Padre Tena, dopo di aver pubblicato per tal fine quello del Padre
. Laureano. .
*#.. 718. Terra Santa, Africa e Bulgaria. 1708.
Manoscritto della Biblioteca Fabroniana di Pistoia. Ne tolgo le seguenti notizie. — Proposita ab
Emo Spada sub die 14 lanuarii 1708.— Si tratta di mandare i Minori Osservanti Missionaril in Palestina,
anche in Affrica e in altre parti orientali. E risponde il relatore : « Se poi le Eminenze Vostre siano
di sentimento di mandare li PP. Osservanti nell' Affrica ad altre parti Orientali, stimerebbe necessario,
far apprendere anche la lingua Armena (oltre la Greca ed Ebraica) come più usuale per ragione de'Mer-
canti. Deduce intanto alla notizia delle EE. VV. li luoghi, che tengono li Minori Osservanti nella
Bulgaria e luoghi adiacenti. In Yergoviste vi è il Convento, e le case dei cattolici sono incerte. In
Campo-Longo vi è il Convento, e le case de cattolici sono da 40. — In Bucareste è un luogo per Con-
vento, la Chiesa è ruinata, e le case de'cattollci sono da 30. — In Craieva vi è una cappella, e vi sono
100 case di cattolici quasi tutti mercanti. — In Bradiciano vi è una cappella, e vi sono 90 case di cattolici.
— In Bimnico v' è una cappella, e sono 40 case di cattolici. — In Agninas et in Pareni sono cappelle e 20
case commode di cattolici. — In Supresti v' è cappella, e sono 40 case in circa di cattolici. — In Belcico
v' è cappella, che è sotto Craiova. — In Sibidio di Transilvania vi è un ospizio con cappellano che tiene
sotto la sua cura da 6 case. — Inoltre vi sono luoghi a lui soggetti nella Macedonia, come nelle Provincie
di Bosna, Argentina, Ungarla e Dalmazia sotto la Repubblica Veneta, e nella Bulgaria che si estende
nella VaUachia e sue viciname, e nell' Albania sotto li ToreiU, ridotti^ poehi Frati per le angarie. >
588 TERRA SANTA - TITADEI
719. Terra Santa. Serafich Jardi liistorich.
è nn Manoscritto, in lingua catalana, d* un grosso volarne In foglio, di bella letterm ed otti-
mamente conservato, nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona, gii appaitenslo alla
Biblioteca Mariana del grande Otnvento di San Francesco della stessa città, dislrutlo dalla rivoimloBe
del 1835. Contiene un' ampia descrizione e storia della Palestina e de* Santuari! di noatra Redenziooe
che vi si venerano; dà notizia delle varie sètte che vi abitano, e delle tante e si varie avrentine,
che fanno al tutto singolare la Missione de' Francescani in quelle terre.
Nel capitolo contenente la « Serie dels Guardians del sagrat Monte Sion • ci fa eoooseere alemit
avvenimenti e nomi dal 1640 in poi, che non sMncontrano in altri Cronisti; e inoltre pone ladila
del martirio di molti Religiosi, che s' ignorava, od era al tutto incerta. Ancora ha notizie delle
nostre Missioni lungo le coste di Barberia, e registra Catti importantissimi; come il martirio del
Padre Francesco Cirano, scorticato vivo in Algeri Tanno 1603, mentre predicava la fede di Grislo
a quei bcrbarL
Commovente poi è il racconto della crudele morte data in Gerusalemme ad « ima devota
Pelegrina Portuguesa , Terciaria del Patre San Francesch , per nom Maria , que ( il 1578 ) avla aiiat
a visitar ios sants Llochs de nostra Redempeiò. La prengueren aquellos barbaros, porqiie ab la
moha introducciò e familiaritat que tenia ab las Turcas, les batejaba las criaturas, quant las
conslderaba de mal de morte: la clavaren cruelment en uns pals, y en aqoel tonoenC no dexaba
de predicar la verdadera fé Christiana, y abominar la de Mahoma: de Io que mes ofesos loe Topcs
incitats de la rabia dels Hebreus, la arrosegaren fln a la placa del SS. Sepalchro, y amora viva
alli la creoiaren, et ab ella a altres Religiosos. > Ed ecco il vero principio della pietosistima' opera
detta della Santa Infanzia , che oggi salva tanti bambini da crudelissima morte, speelalnwnie io
Qna, e tanti altri ne avvia angioletti al cielo. Ne ftt institatrice una santa Martire Franeeseana.
awr. 720. Terrinca (a). — Genealogicum et honorificum Theatmm
Etrusco-Minoriticum a P. F. Antonio a Terrinca Minorità anno
Domini MDCLXXX elaboratum. Florentiae, MDCLXXXIL Ex
Typo^raphia sub signo Stellae. Superiorum permissu.
Un volume in 4, di 42 pagine preliminari e i9i dell' opera. Il concplto che ebbe V Autore nel
comporia si vede dal seguente lilolo della dedica che no fece al serenissimo Francesco de* Mediò:
t Thcairum Etruscu-Minorilicum iTk quo Minorilae, qui ab Ipsomel pauperum Palriarcha, ChrlJrt
Signifero, Inslitulore, Fundalore, S. P. I). Francisco, ad annum Domini M. DG. LXXX in alma
primogenita Tusciae Provincia et ex Tuscis in alienis, quadruplicato Primi Instituti sodaRtlo prae-
fuerunt: qui ecclesiasticis dignititibus ac muniis ex Etruriii, aut in ea praefulserunt: ({ui scicntia,
prudentia, scriptis , sanguinisque claritate Etruscas sodalitates illustrarunt, lìdeli narratione, et
accurata, quantum licuit, temporis et instituti ratione, producuntur. Tribus partibus, titulis variK eC
scriebus digestum ; duplici indice, partium operis uno, personarum praecipuarum altero, illnstraltim. »
siamp. 721. Tesoro de virtudes copilado por un Religioso Portughez,
y martyrio de Fr. Andres de Espoleto en Fez, y una carta de Mexico
en 1531. Medina del Campo, 1543.
Un volume in 4. Rarissimo.
jtMNip.
722. Thadei . — Nitela Franciscanae Religionis et abstertio
sordium quibus conspurcare tentavit Abrahamus Bzovius. Parenti
optimae Fr. Dermicius Thadei ( Ordinis Minorum Regularis Gb-
THENAUD 589
servantiae Provinciae Hibemiae) pius filius , Sacrae Theologiae
Lector mutuam vicem reddit. Opus accuratum , ac varium , quo
pleraque summarum Pontificum decreta illustrantur , multa ad
temporum notitiam spectantia adducuntur in lucern ; alia iam
stabilita confirmantur ; imprimisque eminentissima Christi Sal-
vatoris nostri paupertas solide et perspicue defenditur. Prodit nunc
primum Lugduni, sumptibus Claudij Landry, M. DCXXVIL
Un volume in 4, di 7 carte preliminari e 494 pagine; e in fine un Index rerum. Vi sono
molte ed Importanti notizie delle antiche Missioni sino al tempo dell' Autore ; il quale dice :
« Vidimus ctiam bisce diebus schismaticos ex Oriente et idolatras ex Japonicis sub Paulo V ad
agnitionem veritatis, ductoribus Franciscanis, ingressos. « Libro molto raro, di cui trovai un esemplare
nella Biblioteca del Seminario Conciliare di Siviglia.
tei,. 723. Thenaud. — Le Voyage et itineraire de oultremer, faict
L par Frere Jehan Thenaud, Maistre ès-arts, Docteur en Theologie et
Gardien des Freres Mineurs d' Angoulesme ; et premierement
dudict lieu d' Angoulesme jusqué au Cairo. On les vend a Paris
en la rue neufve Nostre Dameal'enseigne de Saint Nicholas. 1513.
Un volume in 8, gotico, molto raro. Nacque il Padre Thenaud verso la metà del XV secolo, e
probabilmente nell'Angoumois, e forse nella capitale di questa Provincia. Sembra che la sua
famiglia non fosse ricca; e mostrando svegliatlssimo ingegno, gli forni i mezzi di fare i suoi studi
e rendersi viaggiatore Luisa di Savoia. Rendutosi Francescano, divenne maestro di filosofia, dottore
in teologia e Guardiano del convento d'Angouléme. Il 2 luglio del 1511 partì per il Levante, e
visitò i Luoghi Santi, r Egitto ec; e di ritorno pubblicò il suo Voyage et iUnéraire, ec; libro oggi
molto raro, e senza data e nome dello stampatore ; ma pare che venisse stampato in Parigi per la
Vedova di Giovanni di San Dionisio il 1513. Molte altre cose scrisse il Thenaud, che sono rimaste
inedite. Ne daremo qui i titoli, con qualche schiarimento estratto dall'importante lavoro, ManueeriU
fmnfaie, ec par M, PauUn Paris, tomo /. e turno IV J. l. Lignee de Satume, composta per Luigi XII
quando conquistò il Milanese, a. La Marguerite de Frante. 3. Traité des divinitee poétiques. k. Le Tri"
umpKe dee vertut ; opera, questa, allegorica, divisa in tre parti, e preceduta da una Lettera a Luisa
di Savoia e d'un prologo. In questo libro singolare ( dice il Padre Db Montpaocon BQtUoth. Bibliotheear.
Manueeript.) il Thenaud si è proposto di fare un PeUegrinaggio della vita umana. In cui mette in ve-
duta gli stati della società, le diflBcollà della vita, i vizi da evitare e le virtù da praticarsi. Vi si appalesa
sovente profondo filosofo e sempre erudito. Il signor Paris pensa che questo poema in prosa del Guar-
diano di Angoulóme sia stato scritto verso il 1518, ed aggiunge che coloro che vogliano conoscere a fondo
1» storia del primi anni del regno di Fnmcesco I, e giudicare delle morali condizioni della Francia
quando Calvino vi entrò per rovesciare tutta la morale cristiana, faranno bene a leggere attentamente
le Triumphe des vertus del Padre Thenaud. La quale opera è anche dilettevolissima per le descrizioni
che v' inframise della Touraine, e dell' Angoumois; la descrizione de' giuochi e l' apologia dei circhi ; le
considerazioni sopra la nobiltà , ec. Lo stile del Thenaud, tranne le dediche, è abbastanza corretto
edelegante. 5. La Cabale ehrétienne» in versi, dedicata a Francesco I. In questo lavoro suppone l'Autore
che lo spirito di Carlo d' Angoulème, padre del Re, apparisca al figlio , e gli spieghi la sua maniera
di esistere nell'altro mondo, il mistero delie celesti gerarchie, ed in fine le relazioni che passano
tra le angeliche dominazioni e gii uomini. SMgnora l'epoca della morte del Padre Thenaud.
590 THEVET
ifc. 724. Thevet. — Cosmographie du Levant, ou voyage a Co-
srlv- stantinople, et a la Terre Sainte, commencé en 1549, par Fr. André
Thevet (de l'Observance de Saint Franfois). Lion, Jean de Tournes,
1554.
Un volume in 4, figurato. Due anni dipoi se ne fece quivi stesso una seconda edizione reowe et
augmentée; e un' altra in Anvers,parl. Richart, in 8, parimente figurata. Libro oggi rarissimo. 11
Brunbt nel suo Manuel du Ubraire, ec dice clie Tanno 186i un esemplare si pagò in Parigi 36 franchi
— La Cosmographie universelle de Fr. Andre Thevet (de
r Observance de Saint Francois) Cosmographe du Roy, illnstrée
de diverses flgures des choses plus remarquables veues par V
auteur et incongneues de nos anciens et modernes. A Paris, chez
Guillaume Chaudiere, rue S. Jacques a Teinseigne du temps et
de THomme Sauvage. 1575. Avec privilege du Boy.
Sono due volumi in foglio , figurati : il primo di iO carte preliminari non numerate e 467
numerate, e in fine altre i3 di Table dee matieret : il secondo di 7 carte non numerate e 4025 nume-
rate, ed altre 16 di Table des ehoiei plus remarquables. Egli mostra, fra l'altre cose, di aver preveduto
V importanza grandissima che avrebbero un dì, non solo la geografia e la storia, ma V etnografia e la
numismatica: perciò raccolse saggi di tutte le lingue che potè conoscere, e medaglie antiche d'ogni
maniera di tutte le parti della terra, ove se ne incontrarono; e ne dà l'illustrazione. Di quest'opera
è un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
— Les singularitez de la Franco Antarctique, autrement nom-
mée Amerique : et de plusieurs terres et isles decouvertes de
nostre temps, par Fr. André Thevet (de T Observance de Saint
Francois ) natif d' Angoulesme. A Paris, chez les heritiers de
Maurice de la Porte au Clos Bruneau a V anseigne S. Claude, 1558.
Uu volume in 4, figurato. N' è un esemplare nella Uiblioleca Nazionale di Firenze. Nello stesso
anno 1358 se ne fece una seconda edizione in Anvers^ par Piantiti , in 8. E in Italia venne tradotu
da Giuseppe Horologgi, e pubblicata in Venezia l'anno 1561 cui titolo seguente: Historia deW India
America^ detta altrimenti Francia Antartica^ tradotta di francese in lingua italiana da Giusepiìc
Horologgi, In Venezia^ appresso Gabriel Giolito de* Ferrari, 1561. Di questa traduzione (in 8) è un
esemplare nella Biblioteca Riccardiana di Firenze.
Fr. Andrea Thevet nacque in Augouleme al principio del XVI secolo. Vestito l'abito Francescano
e inviato agli studii di Filosofìa e di Teologia, si applicò in modo speciale alla lettura di viaggi e
di storie, e lesse avidamente quanti libri di questo genere gli capitassero. Fornito di grande memoria,
in breve acquistò una maravigliosa facilità di parlare d'ogni cosa. Ottenutane licenza da' suoi sui>c-
riori, viaggiò in Italia, in Palestina , nell' Egitto e in Grecia, e pubblicò la relazione che abbiamo
notata di sopra. Poi accompagnò il signor de Villegaignon al Brasile, e mise a stampa le note raccolte
in (luesta sua pellegrinazione. Fatto cappellano della Regina de' Medici, e istoriografo e cosmografo del
He, ottenne per Breve Apostolico di poter viaggiare senza l'abito del suo Ordine. Nella fiift/iograpfe»^
universelle par Michaud, è un lungo articolo biogratlco sopra il Thevet ; ma non è il più esatto.
Metterò qui alcune osservazioni dell'illustro Ferdinando Denis, Conservatore e .\mministratore
della Biblioteca di S. Genoviefa in Parigi, che rinvenni in un esemplare delle Singularitez, ec da lui
postillalo, e che gentilmente m' imprestò per studiarlo a mio agio lutto il tempo che fui in quella
cilliu E primamente avverte, che la Cosmographie du Levant fu tradotta in Alemanno, e pubblicità anche
THEVET . 591
ìd Germania il i6i7. Secondo, che Let iingularUez de la Pranee Antaretique, ee. furono scritte nel 1556,
come si vede dal capitolo XV, e che le figure che V adomano vennero incise da Geofrh)y Tory di
Bourges. Terzo, che i biografi fanno nascere il Thevet nel i50i; ma che questa data non combina con
quel che egli dice nel suo Intulaire, Manoscritto della Biblioteca Nazionale di Parigi; vale a dire, Tanno
1517 fu « l'annéeque je vien au mond. >
Andrea Thevet ebbe molti invidiosi, che ne attaccarono perfino la fede; ma a quest'accusa fu ris-
posto in un opuscolo stampato in Parigi ( Wechel) il 1561 col titolo seguente : Aeiponie aux UbeUes d'
injures eontre le ehevaUer de Vtìlegaignon. Tuttavia è da notare (dice il Dknis), «que ne fut pas toujours
mal traitò par ses contemporains. Le sieur de la Popeliniere parie de sa Cosmographie franQoise et
autres ouvres lovables, pour les quelles il est connù. » E rispetto alla sua scienza, ecco come ne
sentenzia lo stesso illustre Scrittore (Lettres sur VitUroducUm du tabae en FranceParU, GtùUaumin,
1851 ): « Ses premiéres études furent nulles, et il ne sut jamais réparer cette absence de bonnes lettres,
comme on disoit alors, . . . malgré le efforts qu' il renouvela durant une longue carriere pour fairo
croire à une éruditien qu' il n' avoit point ; mais sans avoir pu lire Vico, Thevet gardoit empreinte
dans son esprit cette vérité de V immcTrtel penseur: il sentoit confusement que la curiositó. Alle de
V ignorance, peut ótre mere de la science : or, loin de jeter le froc aux orties , il le mit de coté ,
avec desein de le reprendre, puis il quitta le Couvent et voyagea. C est réellement cette passioii
instinctive pour les choses curieuses, ce gùt de recherches patientes, tourné vers les objets d'art,
cet enthusiasme pour les savans, qu' on le voit admirer sur la foi d' autrui, qui font d'Andrò Thevet
un homme a part, et dont le valeur reelle est bien moins a dedaigner que ne le voudroit faire sup-
poser r illustre Thou (Histoire univertelle de J, A, de Thou, edit. 1734J Nous le disons ardiment, sans
le Garde dei tingularitez du Roy» une foule de particularìtez prócieux sur l'Amerique et sur l' Orient
n'eussent pas été préservées de l'oubli; et, en efl'et, il eut le temps de satisfaire cette inépuisablc
curiositó dont il se vante, puisqu' il navigua et peregrina, pour nous servir de ses expressions, durant
trente-six ans. » Questo giudizio del Denis venne confermato dal Principe Galitzin, che estrasse dallu
CoimograpìUe del Thevet, e pubblicò a parte la Cosmographie riguardante la Russia, col titolo seguente:
— Cosmograpliie Moscovite par André Thevet , recueillie et
publiée par le Prince Augustin Galitzin. Paris , J. Techener , Li-
braire , me de V Arbre-sec , prés la Colonnade du Louvre .
MDCCCLVIII.
Un volume in 8, di XVI e 179 pagine. 11 Principe Galitzin, riferite le parole testé da noi citate
del Denis, prosegue ncW Introduetion : « L' Angoumoisin,
Qui a pratiquè mille ports
Mille peuples en mille bords,
Tous parlans un divers langage.
Et mille fleuves tous bruyans
De mille lieux divers fuyans
En la mer d' un large voyage,
a-t- il poussé ses póregrinations jusqu'en Moscovia? Je ne presume pas qu' il soit allò jusque-là
pour l' embellissement et le contentement de son esprit; mais, malgré le P. Lelong, et M. Brunet,
bibliographe encore plus dangereux à contredire, je crois Thevet sincère quand il affirme a Henry
III dans son épttre dédicatoire, « qu' il n' allegue que ce qu' il a oculairement veu ou entendu de
ceux qui sont sur les lieux, • et, frappé de l'exactitude comme de l'abondance des renseignemens
qu' il a fournis le primier en langue francòise sur « ceste brave nation russienne touiours de peu
vaincu3 et qui souventefoìs a eu le dessus de plusieurs, » il m' a paru que les pages qu' il lui a
consacrées dans sa ConnograpìUe Univertelle, et ses Vrais pourtraits de$ hommes iUuttreSt valoien t
peine d' ótre détachées du lourd et assez rare en folio où elles sont ensevelies, et pouvoient servir,
au moins comme fragment très-singulieur si non Iròs-authentiquc, à l' elude d' un passe qui a encore
59-2
TIIEYET
taot de choses a réveler ... U m' est difficile de ne pas aUirer ici l' attenlioD de mon leeteor sv
le chapitre inUtulé: En quoy let Mo$eovUei diffèrent de VE$U9e romaine. Thevet y soatieDt une tbèse
qae trois sióoles n' ont pas vieiliie, celle de la reunion de V Eglise russe à V Eglise « oa le prindpe
chrétien n' a Jamais péri, a toujoura été plus fori qae V erreur oa la passion des hommes > , et
dont elle n'est separée que par uo sol chevea; these, plus feconde quo celle da libre-écbange et
des chemlDs de fer , qol renfèrme tout ane desllDèe nouvelle poor le mond. Thevet y ayance ee
qu'uii docte professeur certifloit il n'y a pas longtemps aa Collège de Fraoce, a savoir: que le
schisroe est la cause principale, V unlque cause de tous les maux des races slaves. •
— Grand Insulaire en Pilotage d' André Thevet Angoumosoin,
Cosmographe du Roy. Dans lequel sont contenus plusieurs pian
d' isles habitez et deshabitez et description d' icelles.
Manoscritto inedito, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, di 1 volumi in foglio : il primo di 407
carte; il secondo di 326.
— Histoire d' André Thevet Angoumosoin, Cosmographe du
Roy, contenant la fafon de vivre des peuples barbares, et observa-
tion des principaux points que doivent tenir en leur route les
pilotes et mariniers, pour eviter le naufrage et autres dangers de
ce grand Ocean, avec une réponse aux libelles d' injures publiées
contre le Chevalier de ViUegaignon.
Un volume in foglio, di i67 carte. Quando studiai in Parigi questi due manoscritti, mi parve
che contenessero delle interessantissime cose. Ed avendone dipoi ragionato coli' illustre Ferdinando
Denis, fui ben lieto che mi confermasse nel mio giudtzia
A questi lavori sono da aggiungere parecchie Carle cosmografiche, fra le quali la più
curiosa ò L'Univttn reduit en fleur de lys 4583; e Lex vrais porthaits etvies des hommes Ulustres
greeSt laiins^ et payens, anciens et modenies, ParUt 1584, 2 volumi in foglio; e Paris 1670-1671,
seconda edizione in 8 volumi, in li. F'rale Andrea Thevet morì in Parigi il 139i, e fu sepolto nella
chiesa del (Iran Convento del suo Ordine, con questa iscrizione: Cy gist venerable et scientipiolt
PERSONNE M. ANDRE THEVET COSMOGRAPHE DE OUATRE ROYS , LE QUEL AGÈ DE 88 ANS EST DECEDÈ E>
CETTE VILLE DE PARIS LE 23 NOVEMBRE 1592.
Ma non possiamo chiudere queste notizie senza ricordare qui un altro merito straordinario
di questo insigne Francescano; ed è di avere arricchito della preziosa pianta del Tabacco la botanica
e r Europa. E qui c^mpendieremo le parole dell' illustre Denis, che trattò di proposito questo
argomento in un libretto che per tal line mise a stampa, intitolato: Du Tabac au Paraguay
par M. Alfred Demersay avec une lettre d' introdudion par M. Ferdinand Denis. Paris 1851,
in 8. Se vi piaccia conoscere ( egli dice ) questo Francescano che arricchì di si preziosa pianta
la botanica, vi diremo che nacque in Angouleme, e si chiamò Fr. Andrea Thevet. Benché non
facesse i suoi studi con quella regolarità , che avrebbe dato alle sue grandi opere assai
maggiore importanza; tuttavia spinto da queir ardente desiderio di viaggiare e di conoscere, senza
di cui non si dà scienza, ci ha lasciato de' tesori. Il vivo istinto, che assai per tempo lo punse,
di conoscere più che al suo tempo non si conosceva, il diletto di travagliarsi in pazienti ricerche,
la sua ammirazione per qualunque si fosse oggetto d'arte, e l'entusiasmo che sentiva per gli
uomini di scienza, fecero di lui un uomo a pane, il cui valore, so non fu straordinario, non meritava,
certo, la miserabile compassione con cui lo trattò il signor di Thou. Perocché, vogliasi o no, un
numero senza Une di preziosi particolari concernenti 1' America e 1' (»riente sarebbero periti, s* egli
non gli avesse salvati raccogliendoli nelle sue lunghe navigazioni, e ne' suoi faticosissimi viaggi in
presso che tutte le spiagge del globo; in Asia, in AIT^ica, al Nuovo Mondo, in Cairo, in Damasco,
in Gerusalcnunc, nella magnifica baja di Nictcrohy ; senza dire di lutti i paesi e di tutte le principali
THEVET 593
città d'Europa. Figlio di un Ordine mendicante, a cui si gloria di appartenere, da per tutto
chiede carità, e ne riceve a soprabbondanza. Da un mercatante di Parigi, di nome Giovanni Debray,
grande amatore di anticlie medaglie, ottiene un numero di antiche monete provinciali di Francia , e fa
incidere i primi saggi di questo genere, che ci son pervenuti dal secolo XVI. Da un Giudeo consegua,
de* tipi orientali , e da un Siro viaggiatore tipi dell' Etiopia. Ne* di di vacanza si reca a scavare
in vicinanza delle arene di Nimes, e vi rinviene le più curiose statuette di bronzo che possano
adomare un Museo. In Ispagna da un mercatante , che aveva conosciuto in Terra Santa, ammesso
in un segreto Gabinetto, ne portò seco in dono un bel ritratto del Cortes, che già faceva parte del
tesoro del Re cattolico. In Toledo trova un'effigie di Atahaualpa, e dalla bocca proprio di un
compagno del Pizarro viene a sapere come en^ stato messo a morte 1' ultimo imperatore Incas del
Perù. Per desiderio di conoscere e di sapere, si mette in relazione con tutti gli uomini famosi del
XVI secolo , anche quelli che s' erano dichiarati ostili alla romana Chiesa ( ma senza minimamente
partecipare a' loro traviamenti ) ; come Melanton , Gessner , Michele Comicas , Simone Goulard ; e
più d'una volta per lo stesso fine cprse pericolo della vita, come fu nell'isola di Zante, dove
restò ferito da due frecce. Visitato l'Oriente, sospira di viaggiare In America; ed allestendosi
una spedizione per il Brasile, di cui il Coligny aveva affidato il comando al Villegaignon, chiede senz'
altro di fame parte. Erano cattolici e protestanti ; e sentì che non sarebbe la migliore compagnia ; ma
il desiderio di visitare quelle lontane regioni vinse il suo cuore. Approdarono alla magnifica baja
dì Ganabara, o Porto Frio; ma non vi restò che quattro mesi. E da ciò tolsero argomento i suoi
nemici per screditare le sue relazioni; ma né anch'essi avevano veduto tutto il Brasile; e invece di
criticare la sua France antarctique, avrebbero dovuto ammirare, che in si poco tempo avesse raccolto
tanti documenti e una varietà si preziosa d' importantissime figure, che ci sono oggi di tanto aiuto
per il compimento della storia di quel paese.
Qui poi, riferito il luogo della France antarctique, dove parla del Tabacco (Petun) (pag. Si
dell'edizione di Anvers del 1558), di cui torna poi a parlare nella sua grande CosmograpMe, e nei
manoscritti che si conservano ancora inediti nella Nazionale di Parigi, come di una sua gloria (e perciò
la pianta venne chiamata in Francia Erba angoulemine) ^ il Denis prosegue: si è voluto dare questa
gloria a Nicot, togliendola al Francescano Thevet ; ma per vedere l' ingiustizia, basta mettere al proprio
luogo le date. Maestro Giovanni Nicot, come viene chiamato nell' iscrizione del suo sepolcro, nacque in
Niroes l'anno i530, e venne fatto maestro di ricerche del Re, del Delfino e della Regina il i559.
Inviato ambasciatore a Lisbona appresso la regina Caterina vedova di Giovanni III, seppe acqui-
starsi molta onoranza, ed ebbe relazione con tutti gli uomini di merito di quel paese, come Resende,
Castaneda, Barros. Da uno di questi signori il Nicot ebbe in dono la preziosa pianta del Tabacco,
e la portò in dono alla Corte di Francia. Ciò sta scritto a chiare lettere nel libro di Neaniar; dove
si legge, che l' anno i560, Giovanni Nicot, che trovavasi in legazione presso la Corte di Portogallo,
recatosi un di a visitare l'officina di Lisbona, « da un gentiluomo fiammingo, che era a quo' di custode
delle carte reali, n'ebbe in dono la pianta straniera (del Tabacco), che egli accettò molto volentieri
come pianta transmarina non mai veduta. > Questo gentiluomo fiammingo era (come si può vedere in
Barbosa Machado ed altri) il celebre Damiano di Goes ; il quale, benché nato, nel 1501, nella piccola
città di Alenquer in Portogallo, aveva passato il più della sua vita in Lovaifio, in intime relazioni
con i dotti ed artisti del suo tempo, benemerito di aver fatto stampare una delle prime descrizioni
della Laponia che si conoscano, e accertato inoltre l' esistenza insino allora tanto problematica del
famoso Prete Gianni, Peccato che questo grande ingegno finisse anzi tempo e miseramente la sua
vita 1 Vivendo , probabilmente ci avrebbe data la storia dell' Erba Santa ( cosi chiamavasi allora il
Tabacco, e così si chiama anch' oggi in Napoli), facendoci conoscere se questa pianta americana fosse
stata trasportata a Goa da Garcia di Orla l'amico di Camoens e il più grande botanico del suo tempo.
Diqual modo poi la semenza del Tabacco proveniente dalla Florida si trovasse a que'di in
Portogallo, é facilissimo a spiegare. Tutti sanno come il famoso Ernando de Soto intraprese la sua avven-
turosa esplorazione a traverso la Florida a capo di 600 uomini : tra questi avventurieri dunque era un
gentiluomo portoghese della città di Elvas, che ci ha lasciato una minutissima relazione di quell'
impresa. Dalla quale narrazione apparisce che non egli soltanto, ma parecchi portoghesi accom-
pagnarono il de Soto ; cioè Andrea Vasconcellus, Fernando Pegado, Antonio Martines Segurado, Roiz
Pereira, Jo3o Cardeiro, Estevao Pegado Bento, e Alvaro Fernandes. Qualcun di costoro portò la semenza
del Tabacco dalla Florida, e così si trovò in Portogallo; donde il Nicot la inviò, come semenza di pianta
rara e medicinale, in Francia; e dal suo nome prese il nome di Erba Nicoziana. Ma già v' era 11 Petwi
38
594 TIMMERS ' TOUAL
(Tabacco, o Erba angoulemine), che il Thevet di Angoaleme aveva portato dal Brasile : egli ne paria
ripetutamente nelle sue opere edite e manoscritte , anteriori all' andata del Nicot a Lisbona.
• Les Chrestiens (egli dice in uno dei Manoscritti che restano nella Nazionale di Parigi) , de par de là en
sont devenus friands de facon tonte merveilleuse. • Ma siccome egli era un povero Francescano, il nome
del Nicot prevalse , quantunque il Thevet non cessasse di richiamarsene finché visse. Dalla Francia poi
il Tabacco passò alla nostra Italia per mezzo del Nunzio apostolico Santa Croce, che ne mandò la
semenza a Niccolò Tornabuoni, e questi lo sparse in tutta la penisola. Ne parla, dando il disegno della
pianta, il famoso Cesalpino, che ebbe la gloria di trovare, o meglio d'in ventare, 11 primo metodo
della Botanica, e chiamò quella pianta Tornabuoni ; ma questa denominazione non ebbe segnilo.
s*-». 725. TiMMERS. — Leven en geschiedenis der XIX H.H. Martelaars
van Gorcum die voor het katholijk geloof gedood zijn in het jaar
1572, volgens de geloofwaardige schijrers van dien tijd en de
Archieven der Orde doorP.F.PaulinnsTimmers minderbroeder en
Gardiaan de Kloosters van Artv^erpen. 3^®. druk te Antwerpen
Duckkelij I. B. Van Aarsen Beurzestraat. Ossia: Vie et Histoire
des XIX martyrs de Gorcum , qui ont été martyrises pour la foi
Catholique en l'an 1572, d' aprés les écrivains contemporains
dignes de foi et les Archives du Couvent d' Anvers par Pere Pau-
lin Timmers, RécoUet et Gardien du Couvent d' Anvers. 3 édition
a Anvers. Imprimeur. I. B. Van Aarsen, rue de la Cours. 1867.
Un volume in 8 grande, di 120 pagine, che contiene anche una succinta notizia delle varie e
distinte famiglie dell' Ordine, come sono i Padri Cappuccini e Conventuali, e d* altri Martiri Fran-
cescani che al tempo di quelli di Gorcum suggellarono cui sangue il loro apostolico ministero in
Olanda. È la più l)clla storia che abbiamo de' sopra detti Martiri, fatta sopra autentici documenti,
e molto bene scritta e disposta. L'Autore pubblicò anche in fiammingo un bel lavoro sopra i titoli
dati alla Vergine nelle Litanie Lauretane, stampato parimente in An\ersa per J. B. Van Aarsen ec.
Quand'io, or fa un anno e mezze», \i.sitai (jiiella città, ed ebbi il piacere di conoscere quell'egregio
Padre, (ìuardiano d'una eùincanlis.sinia comunità che riscuoteva l'universale venerazione, stava
curando la stampa d' una sua traduzione in flamingo della Vita del nostro S. Antonio da Padova.
&««p. 726. ToRAL (del). — Carta de Fray Francisco del Toral, Provincial
«'. de la Orden de San Francisco, al Keal Consejo de las Yndias,
exponiendo la falla de Prelados en la Nueva Kspana y la nece-
sidad de que se enviasen pronto. Mexico, 25 de mayo de 1558.
Carta del Obispo de Yucatan, Fray Francisco del Toral, al ade-
lantado de la Florida , Pedro Menendez de Avilés, acusando el
recibo de otra suya, anunciandole el pronto envio de bastimentos
y dandole consejos para su buen gobierno. Merida de Yucàtan,
5 de abril de 1577.
— Arte y Vocabulario de la lengua Totanaca.
Le due Lettere, interessantissime, furono pubblicate col facsimile nelle Cartas de Ixdias, ec.:
1* Arte y Vocabulario poi non saprei dire se esistano, o se sian andati perduti. Nei Dato$ biografica
che accompagnano le suddette Cartas, si danno del Padre de Toral, poi vescovo di Yucatan, le notizie
seguenti.
Ani«rÌGB
TORDESILLAS - TORQUEMADA 595
« Fray Francesco de Toral, naturai de Ubeda (Jaen), hijo de Juan Santos y de Catalina del Toral,
recibió el habito de San Francisco en la Provincia de Andalucia, desde la que paso a la del Santo
Evangelio de la Nueva Espafia, donde fué el primero que aprendiò la dillcultosa lengua Popoloca,
o ToTANACA, que ensefio a otros Rellgiosos, y la puso en arte y metodo, para facilitar su ensei!anza;
y despues de aprender tambien la lengua Mexicana, doctrìnò con arobas a los Indios naturales del
territorio de Tecamachalco principalmente. Como Custodio de su Provincia, asistió en el ai!o de
1553 al Capitulo General celebrado en Salamanca, y al siguiente de 1555 estuvo tambien en el
Concilio Mexicano ; pocos anos despues se le nombró decimo Ministro Provincìal ; cargo que desem-
peno con aplauso, y al terminar su Provincialado faé electo primer Obispo de Yucatan , siendo
consagrado, a pesar de haber querido de renunciarlo, el 15 de agosto del ano de 156S. En su calidad
de Obispo sufraganeo, tomo parte en el Concilio celebrado en el mismo Mexico por el Arzobispo
Montafar en 1565, y hallandose en aquella Capital a negocios de la diocesis, murió a 30 de abril
de 1571 en el Convento grande de San Francisco. Ademas del Arte y Vocabulatio de ìa lengua
Totanaea, escribió varios opuscolos sobre la misma. »
727. ToRDESiLLAS (de). — Relacion del viage que hicimos en
China Fr. Fedro de Alfaro con otros tres Frailes de la Orden de
San Francisco, de la Provincia de S. Joseph del ano del Senor de mil
quinientos setenta y nueve anos, hecha por mi Fr. Agustin de
Tordesillas, Fraile profeso de la dicha Provincia, testigo de vista
de todo lo que aqui va escrito.
Di questo Viaggio abbiamo parlato al cognome Alfaro (Pedro). Questa è una copia dei Mano-
scritto ch'ebbe lasciato l'Autore, appartenente alla Biblioteca della Reale Accademia di storia di
Madrid, di cui feci estrarre una copia per me; conta 97 carte in foglio.
728. ToRELLAS . — Historia del martirio de Fr. Sebastìan de
S. José y Fr. Antonio de Santa Ana y milagros de los mismos :
por el Padre Fr. Pascual Torellas de la Provincia de S. Juan
Bautista.
Cosi l'HuERTA (Ettado, ecj. Quest'opera fu stampata In Roma il 1620 col titolo: Miracula et
leonet Sanctorum Martffrum Japonentium. L'Autore fu Missionario nelle Filippine ed in Cina; ma
mori in Ispagna nel principio del 1612.
729. ToRQUEMADA (de). — De los veinte i un libros rituales i
Monarchia Indiana con el origen y guerras de los Indios Occiden-
tales, de sus poblaciones, descubrimiento, conquista, conversion
y otras cosas maravillosas de la mesma tierra, distribuydos en
tres tomos. Compuesto por Fr. Juan de Torquemada, Ministro
Provincial de la Orden de Nuestro Serafico Padre San Francisco
en la Provincia del Santo Evangelio de Mexico en la Nueva
Espana. Con privilegio . En Madrid , en la Officina y a costa de
Nicolas Bodriguez Franco. Ano de 1723.
596 TORRALVA - TORRUBIA
Sono, come dice i' Autore, tre tomi e tre parti: il primo tomo, di 49 carte prelìmiiiari, a cui
segue un carta geografica de Uu Indiai OeddentaUt, 768 pagine, e altre 55 carte non nomerale
d' Indice de Uu cotat nuu notablet : il secondo, di 6 carte preliminari, 6S3 pagine, ed altre S9
carte non numerate d* Indice, te.; il terzo di 5 carte preliminari, 634 pagine^ ed altre 2i carte non
numerate d' Indice, ec, È V opera (dice il Ternaux) la più compiuta che abbiamo su V antico Messico;
e però, quantunque il Barcia la facesse ristampare nel 1733 (che è questa edizione da noi citata),
già è addivenuta rarissima. La prima edizione fu fatta nel 1613, parimente in Madrid.
E r Humboldt (SiUt dee Cardilleret et MonumenU dee peuples indigénee de V Ameriqtie, ec)
ne dà il giudizio seguente : • Les Moines et d' autres ècrivains espagnols qui ont visite le Mexiifue
peu de temps aprés la conquéte, n' ont donne que des notices vagues et souvent contraditoires óes
difTérents calendriers usités parmi les peuples de la race toltéque et azéteque. On trouve ces notiuns
dans les ouvrages de Gomara, Valadés, Acosta et Torquemada. Ce dernier . . . nous a transmis dans
sa MonarqtUa Indiana un recueil del faits precieux qui prouve une connaissance exacte des locali-
tés : il vécul pendant cinquante ans parmi lex Mexicains ; il arriva à la ville de Tenochtilan à une
epoque ou les indigénes conservaint encore un gran nombre de peintures historiques, et où« devant
la maison du Marquis del Valle, sur la Plaza Mayor, on voyait encore des restes du grand téocalU
dcdió au Dieu Huitzilopochtli. Torquemada se servit des manuscrits de trois Religieux Franeiscaìiis,
Bernardino de Sahagun, Andres de.Olmoe et Toribio de Benavente, qui tous étaint allés a la Neu-
velie Espagne du temps de Cortez, avant l'année i528. >
M.. 730. ToRRALVA. — Sennones doctrinales en lengua Maya o
de Yucatan: por el P. Fr. Francisco Terrai va de la Orden de
S. Francisco.
Nativo di Madrid, si recò Missionario nel Yucatan il 1573, e mori nel Convento di Menda il
1624. È ricordato dal Cogolludo, dal Pinelo, dal Nicolas, e dallo Sqdikr (Monogr, of. Auth,).
Sta»?. 731. Torres (de). — Chronica de la Santa Provincia de Granada
de la Regalar Observancia de N. S. P. San Francisco, autor el
M. R. P. Fr. Alonso de Torros, Lector Jubilado, hijo de la mesma
Provincia y su Clironista. En Madrid, por Juan Garcia Infanfon,
impressor de libros en la calle do Calatrava y a su costa. Ano
de 1683.
Tn volume in foglio, di 916 pagine.
Vi sono molle belle biografie di nostri Missionari nel Nuovo Mondo, ed altre notizie per l;i
storia delle Missioni Francescane. N' è un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Barcellona.
AflMfica
w. 732. ToRRESANO. — Arte de la lengua Cakchiquel, ec. inclu-
^'^*' iendo un Parallelo de las lenguas Kiché, Cakchiquel, y Zutuhil:
por el Padre Fr. Esteban Torresano de la Orden de S. Francisco.
Guatemala 1754.
Lo SyuiER (Monogr. of. ^m//i.^ dice, che possedeva una copia di questo prezioso Manoscritu»,
di cui si fa menzione ne' cataloghi della Biblioteca Nazionale di Parigi.
i^mp. 733. ToRRUBiA. — Chronica de la Seraphica Religion del grlorioso
jmI Patriarcha San Francisco de Assis, escrita por el M. R. Fr, Joseph
TORRUBtA 597
Torrubia, Predicador y Missionero apostolico^ Padre de la Provincia
del Santo Evangelio de Mexico, Archiverò y Chronista General
de toda la Orden del N. P. S. Francisco y al presente su Procn-
rador General en la Curia Romana, con Apendice de los Arzobis-
pos y Obispos que ha tenido la Seraphica Religion en las Indiàs
Occidentales desde su descubrimiento basta el ano presente de mil
setecientos cinquanta y ciuco. Roma MDCCLVI , en la officina de
Generoso Salomoni.
/
Uo volume in foglio, di 496 pagine, che è la coDtinuazioDe della Cronaca Generale dell'Ordine
cominciata del Cornejo, e proseguita dal Gonzàlbs, e per la quale il Torrubia, oltre questo volume
messo a stampa, pare che avesse preparato in Roma altri materiali, che sventuratamente sono
andati perduti. Di questo volume ho visto un esemplare nella pubblica Biblioteca di Barcellona.
V Apendice poi, interessantissima, conta altre XLIV pagine.
— I Moscoviti nella California, o sia dimostrazione della
verità del passo all' America Settentrionale nuovamente scoperto
dai Russi, e di quello anticamente praticato dalli popolatori che
vi trasmigrarono dall' Asia , dissertazione storico-geografica del
Padre Giuseppe Torrubia Minore Osservante di San Francesco,
Cronologo di tutto V Ordine e Commissario Generale della Curia
oltramontana. Roma M. DCC. LTX. Per Generoso Salomoni.
Sono 83 pagine in 8. L'Autore dedicava questa dottissima dissertazione al Rmo P. Generale
dell' Ordine di quel tempo. Clemente da Palermo ; e diceva : « Sere sono mi diedi l' onore di recare
a notìzia di Vostra Paternità Rma, che negli Avvisi di Modena si ragguagliava il pubblico , qual-
mente dall'Accademia di Pietroburgo veniva data alle stampe una nuova carta geografica, in cui
vedevasi che parte del Nord-ovest della California si stende sino al Continente dell'Asia, e che
nelli medesimi Avvisi si fa riflessione che se queste scoperte e osservazioni dell' Accademia sono
fondate e giuste, si avrà finalmente la consolazione di vedere comprovato ciò che da si lungo
tempo si bramava di sapere, e che bramavasi di arrivare un giorno a scoprire; vale a dire un
passaggio per il settentrione all' America. Essendo io pertanto attualmente impiegato, per soddisfare
all' offlzio di Cronista generale dell' Ordine, alla formazione del tomo X delle nostre Cronache, nel
quale debbo parlare della fondazione della gran Provìncia del Santo Evangelo del Messico, e
conseguentemente dell! primi popolatori dell' America , raccolto avendo autentici e singolarissimi
documenti {ecco i documerUi perduti eoi lavoro deW ÀtUore)' iper provare che la trasmigrazione a
quei paesi segui per mezzo dei popoli , che abitavan quella parte che ora chiamasi Tartaria
Rutiiana, non dubitai dover aderire al riferito sistema dell' Accademia e stimai non sarebbe
flìBcaro a Y. P. Rma ed inutile al pubblico, se avessi formato un breve e chiaro dettaglio del motivi
e fondamenti che vi sono per credere, anzi per toccar con mano, che né V impresa dell'Accademia
é impossibile, né quello che si pretende di sostenere sia lungi dal vero, ma piuttosto appoggiato
a de* fatti positivi .... Roma, Aracoell, 26 agosto 1759. •
Dalla Dissertazione poi togliamo quanto segue, onde si vegga sempre meglio quale valore
abbiano gli scritti lasciatici da' nostri antichi Missionari dell' America , e come questi dotti
Padri già trattassero ex-professo quel che poi è parsa una novità nelle opere di Alessandro
Humboldt. « I Moscoviti in California ? SI , questi Moscoviti , che cosi possenti si
dimostrano nell' Alemagna , questi stessi andar possono sopra la California con le loro navi ;
perchè veramente le loro ultime settentrionali regioni, che hanmi porli al mare del Sud, confinano
598 TORRUBIA
con la nostra America settentrionale. Allorché io navigava per quei mari nelPanoo 1733 con
r insigne piloto ed ammiraglio D. Giuseppe Bueno, uomo cognito della mia nazione per le sue
opere, trovandoci a distanza di 300 miglia dalla California, ci diceva in virtù delle sue osservazioni
e degli antichi itinerarii, che per il Nord e il Nord-Est del nostro navigare vi rimaneva delia terra.
Confermava il suo dire con additarci li continui maravigliosi fenomeni, che osservavamo io quelle
parti, ove crede vasi essere terra, e particolarmente quelli che molte volte si osservano dalli nostri
naviganti ( Torquemada, Monarq. Indian. tom, I. lib. IV, eap, 36. ). Vedevamo di continuo venire e
fermarsi sopra la nostra nave uccelli di terra, e cogli ami e con lo spuntone prendevamo pesci di
lido. Tutte queste specie, che io ne* miei Diarii {ove tono quetti Diarii del Padre TomMaf)
registrate conservo , io allora attentamente le univa con le memorie antiche de' nostri spagnoli e
^specialmente del cronologo Gomara, geografo diligentissimo ; il quale assicura che dal Capo di Saa
Luca nella California siegue tutta la costa dell' America Settentrionale , flnchò volta al Nord, e
chiude la terra in un'isola, con la Groclandia. Una tale opinione è molto conforme ai sentimento
dei Chinesi geografi , i quali credevano esservi gran terra da Leao-tung sino ad Anian, o verso la
Quivira, come ci riferisce il Padre Martini nella Relazione della Tarlarla, e con amendae ooncorda
il P. Kirclcer nella sua China iUuttrata ; mentre scrive che sebbene nel tempi suoi non erano
peranco bene scoperti li conAni della Tartaria Rusea, peraltro senza dubbio li riputava continnati
per Ainan, o per altro stretto o istmo, con la costa dell'America Settentrionale. » E qnesto era stato
predetto dal Francescano Torquemada. « È certo (prosegue il Torrubia) che il Padre Torquemada
istruito delle primitive pitture dei Messicani , lasciò scritto che l'America Settentrionale congiun-
gevasi con la terra dell'Asia per mezzo di qualche stretto, o istmo, per etU eomunieansi le aeque
del mare del Nord con quelle dell'altro mare del Sud. Opinione per verità pregiabilissima, non solo
attesane l'antichità di un secolo e mezzo, ma ancora perchè con essa si conformano li vetusti
Messicani monumenti da questo autore veduti e le antiche memorie dei Cinesi e Giapponesi. Ecco
quel che dice il Torquemada: Si prova questa Conghietturà col vedersi, che li stessi Indiani nel
principio della storia della loro venuta a queste regioni d' Anahuac, vi hanno dipinto on braccio
d'acqua, che sembra un fiume molto ampio e grosso, talché pare uno stretto del mare del Nord
con quello del Sud. Ed in altra parte ho udito, qualmente tenevano per tradizione che li primieri
popolatori di questi paesi vi vennero sopra certe chiose di legno o di canne grosse ; donde inferisco
multo verisimilmente che tale sia la positura di quelle terre {Monarq. indian. lib. /. ). »
Bastano iiuesti cenni per mostrare il valore della Dissertazione del Torrubia, e per sempre
meglio valutare l'importanza deir opera del Torquemada, che é la Monarqua Indiana. Della
Disseriazione 6 un esemplare nella pubblica Biblioteca di Sani' Isidoro di Madrid.
— Aparato para la liistoria naturai Espanola. Tomo primero.
Contiene muclias dissertaciones physicas, especialinente sobre el
diluvio; resuelve el gran problema de la trasmigracion de cu-
erpos marinos y su petrificacion en los mas altos montes do
Espana, donde recientemente se han descubierto ; ilustrase con
un indice de laminas, que explican la naturaleza de estos fosiles
y de otras muclias piedras figuradas, halladas en los dominios
Espanoles. Autor el Rev. Padre Fr. Joseph Torrubia, Archiverò
y Chronista general de toda la Orden de nuestro Padre San
Francisco. En Madrid. En la Imprenta de los herederos de don
Agustin de Gordejuela y Sierra , calle del Carmen , ano de
MDCCLIV.
Un volume in foglio, di 20i pagine. Opera, quanto lo comportava il tempo, dottissima ed
eruditissima, in cui l'Autore combatte valorosamente il Ulosollsmo volteriano, che attaccava fiera-
mente la rivela/lune, specialmente con gli studi della storia naturale, dei quali era a capo il Bulloo.
N' è un esemplare nella stessa Biblioteca di Sani' Isidoro di Madrid.
TORRtlBIA 599
— Dissertacion historico-politica , en que se irata de la
extention de el Mahometismo en las Islas Philipinas : grandes
estragos que han hecho los Mindanaos, Joloes, Cumacones y
confederados de està secta en nuestros pueblos christianos:
medio con que se han contenido, y uno congruente para su per-
fecto establecimiento. Escrita en forma de dialogo por el Padre
Fr. Joseph Torrubia, Missionero Apostolico, Calificador de el
Santo Officio, Examinador Sinodal y de Lenguas, de los Obi-
spados de Nuova Cazeres, y Zebù, Custodie, Comissario y Pro-
curador General para las Cortes de Roma y de Madrid por su
Provincia de S. Gregorio en Philipinas de Religiosos Descalfos
de nuestro Padre San Francisco. Dedicala al N. Emo Padre Fr.
Domingo Lossada Comissario General de Indias. Con licencia.
En Madrid, en la Impronta de Alonso Balvas. 1736.
Un volarne in 4, di 15 carte preliminari non numerate e 80 pagine. Se ne fece poi una
seconda edizione, alquanto modificata nel titolo, il 1753: cioè in 12, di Ì3 carte preliminari non nume-
rate e 115 pagine. Lavoro non meno dotto de' precedenti, è egualmente interessantissimo per la storia
delle Filippine e delle Missioni che vi tiene l' Ordine Francescano. Della prima edizione è un esemplare
nella Biblioteca della Accademia di storia di Madrid.
A questi lavori dobbiamo aggiungere i seguenti, de' quali ci dà conto il Padre Huerta (Ettado, ee,) :
— Vida de quarenta Martires, ochenta y nuove venerables,
y ciento treinta escritores, hijos todos de la Provincia de San
Gregorio de Filipinas. Ano de 1747.
Un volume Manoscritto.
— Siestas de San Gii.
Un volume stampato in Madrid il 1738.
— Ritual del Parroco de Indios.
Un volume pubblicato in Manila nelle Filippine il 1729.
— El hijo de Beasain.
Un volume Manoscritto. Il Padre Torrubia (dice lo stesso Padre Hdkrtji, Ettado, et.) professò la
regola Francescana nella Provincia di S. Pietro d'Alcantara in Ispagna il 1714; il 17S1 si recò alle
Filippine, e vi tenne vari ufficii; comedi Predicatore Annuale del Convento di Manila e di Commissario
del Terz' Ordine il 1796, e di Segretario della Provincia il 1739; finché il 1739 venne eletto Custode
e Missionario parroco del popolo di Polo. Il 1733 poi fu inviato in Ispagna come Procuratore e
Commissario delle Filippine : ma passando per Messico, quivi s' incorporò alla Osservante Provincia
del Santo Evangelio. Finalmente venne nominato Segretario generale del Padre Commissario dell'
indie, col quale si recò a Roma : e là venne dichiarato Cronista Generale dell' Ordine , e vi mori
Panno i761.
600 TOSSINIANENSIS - TOTANES
Alto
734. TossiNiANENSis. — Historiarum Seraphicae Religionis libri
tres, seriem temporum continentes, quibus brevi esplicantur fun-
damenta universi Ordinis, amplicatio, gradus et instituta, nec
non viri scientia, virtutibus et fama praeclari, a Fr. Petro Rodulpho
Tossinianensi, Minorità Conventuali. Venetiis, apud Franciscum de
Franciscis Senensem, MDLXXXVI.
Un volarne in foglio, di 96 carte preliminari non numerate e 336 numerate, ossia 67t pagine.
Vi sono molti documenti delle nostre Missioni antiche, specialmente di Grecia, e belle biografie
non facili ad incontrare altrove. Ed inoltre vi sono incisi i ritratti de' principali santi ed nomini
distinti dell' Ordine. N* è un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Baroelloua.
fn^. 735. ToTANES (de). — Arte de la lengua Tagala y Manual Taga-
log para la administracion da los santos Sacramentos que de orden
de sus superiores compuso Fr. Sebastian de Totanes, hyo de la
Apostolica y Serafica Provincia de San Gregorio Magno de Reli-
giosos Descalzos de la regular y mas estrecha Observancia de
N. S. P. S. Francisco de las Islas Filipinas , para alivio de los
Religiosos de la misma nuestra Provincia que de nuevo se
dedican a aprender este idioma y son principiantes en la admi-
nistracion espiritual de las almas. Reimpreso en la imprenta de
Nuestra Sonora de Loreto en el pueblo de San Paloc extra-muros
de la ciudad de Manila, por el Hermano Pedro Arguelles de la
Concepcion. Ano de 1790.
Un volume in 4, di 395 pagine: 148 la. Arte, e 247 il Manual. Questa è la seconda edizione.
La prima a due colonne, in lingua Tagala e Spagmiola, si fece nel Convento de Suextra Sehora de
Loreto, extra muros de la ciudad de Manila, 1745, in carte di riso, ed è oggi rarissima. N'è uu
esemplare nella Hiblioleca dell' Accademia di storia di Madrid. Conia 13 carie preliminari non
numerale, e 333 pagine: 135 V Arte, o 218 il Manual. Appresso se ne fece una terza eiliziune il
1796 en el\Pnelo de Sampaloc , por el herm. Pedro Arguelles de la Conc^cion, parimcnle in 4; e
llnalmenle una quarta dello stesso sesto, in Manila, Colegio de Santo Tomas, il 1850. 11 Leclebc
(Bibliot. Amer.) no dà questo giudizio ; t La meillcure grammaire Tagale qui esiste. »
— La paz do Dios perdida en Espana y por duplicada divina
piedad hallada en el raismo reino. Oracion funebre panegirica en
las honras de Luis I. Por el Padre Frav Sebastian Totanes, ec. 1725.
Vi si parla delle Colonie Spagnuole. Del l^adre Totanes ri dà le seguenti notizie 1' Huerta
(Estado, eej. Il Padre Fr. Sebastiano Totanes nactiue nel popolo di Totanes, Arcivescovado di Toledo,
il 1687: professò 1' insliluli» Francescano nella Provincia di S. Giuseppe il 1706; e compiuti gli
sludi, venne fallo lettore di Fili)solia nella cillà di Toledo. 11 1717 parti per le Filippine, e là, dopo
di essere stato per tre anni Commissario del Terz' Ordine in Manila , venne destinalo alla Missione dì
Sampaloc, dove restò lino al 1729. Poi fu Guardiano di Manila, e appresso Missionario in Lilio e
TRENTO - TRUXILLÒ 601
in PagsaDhan. Il 1738 eietto Ministro Provinciale , zelò assai T incremento delie Missioni, e il i741.
Unito il SHo ufficio, andò Missionario in Santa Anna di Sapa. Il 1744 ebbe il carico di Custode e
l^ocuratore delle Missioni presso le Corti di Madrid e di Roma, e s'imbarcò per la Spagna il i746,
dote morì, nei Convento di San Gii di Madrid, il febbraio del 1748.
"• 736. Trento (da). — Lettera del Padre Agostino da Trento
'"* Minore Osservante Riformato, Commissario nella città di Smirne,
al Gran Duca di Toscana.
È nelV Archivio Mediceo di Firenze, carteggio del Canonico Bassetti, Segretario di Cosimo III.
Ila la data di Smirne, 15 giugno 1685, e riguarda lo stato di quelle Missioni.
ife. 737. Treviglio (da). — Della Minoritica Riforma di Milano,
Cronica prima composta dal Padre Francesco da Treviglio .
Un volume in foglio, di pagine 335, estratta dall'Originale che è nella Biblioteca Brera di
Milano. A pagine 191, Capìtolo LXXXIV, vi si racconta il Martirio di Fra Girolamo Arese da Milano
e di Fr. Gaspero Daverio da Varese, in Praga; e a pagine 193, Capitolo LXXXV, si dà notizia d'
alcuni altri Francescani che furono mandati Missionari nei regni d'Albania e Servia.
iff.
icrica
738. Trigo. — Informe del gobierno politico y cristiano de
las Misiones que componen la Custodia de los santos Apostoles
S. Fedro y S. Fabio de la Nuova Mexico : por el Padre Fr. Ma-
nuel de S. Juan Nepumeceno Trigo.
Manoscritto in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. li documento
e firmato in Totacaico il 13 de luglio del 1754.
Ito. 739. Trinidad (de la). — Vida de los principales Santos Fran-
'^ ciscanos en metro Tagalog: por el Fadre Fr. Francisco de la
Trinidad Franciscano Descalzo.
II Padre Huerta (Ettado, ee.J ci dà dell'Autore le notizie seguenti. Il Padife Francesco vesti V abito
Francescano nel Convento di S. Cosimo nel Messico il I58i. L'anno appresso passò alle Filippine, e
restò nei Convento di Bfaniia fino al 1586, in cui venne inviato in Missione nella provincia di Tayatìas.
Di là passò a quella di Canarines, ed evangelizzò nei popoli di Nagun e Gamalig. Era poeta di valore.
• Murió (dice il citato Huerta) en el pueblo de Gamalig el dia i de Agosto de 1594 con sentimiento
aniversal de todos los Indios de la Gomarca, que Io amaban come a verdadero Padre. »
«•r. 740. Truxillo , — Exhortacion pastoral , avisos importantes ,
reglamentos utiles, que para la mejor observancia de la disciplina
regular, é ilustracion de la literatura en todas las Frovincias y
Colegios Apostolicos de America y Filipinas expone y publica a
todos sus subditos el Rmo F. Fr. Manuel Maria Truxillo, actual
Comisario general de Indias , de la Regular Observancia de N. S.
F. S. Francisco. Madrid, MDCCLXXXVI. For la Viuda de Ibarra,
hijos y compania, con superior permiso.
602 TRtJXILLO
Un volume in 4, di 240 pagine, diviso in tre Parti, con in Une uno specchio delle Missioni
che l'Ordine teneva da quel tempo in tutta l'America. È opera piena di dotlriua, di erudizione,
di zelo e di eloquenza, che vorrebbe essere in roano di ogni Francescano, che ami V Ordine, il
proprio onore, e la Chiesa. Eccone un saggio della prima Parte, dove parla dei gran Conventi,
che sono la rovina degli Istituti Religiosi. « Un de los motivos ( e* dice ) de dolor , que pnede
herir el corazon, es el excesi vo numero de los subditos (en America). Nopenseis que yo voy a
califlcar de excesivo el numero que tienen las Provicias y Colegios de America.
t Se que bay 17 Provinclas, 14 Colegios, algunas Custodias, y otras Misiones independientes, que
vienen a ser otros tantos granos de trigo respecto de aquel vastissimo continente. Veo que los
Religiosos, que Ilenan estos Conventos, son en tan pequeno numero, que ni bastan para cultivar el
terreno, ni para colectar la mies, que por su misma feracidad produce. Se verifica ciertamente aquello
del Evangelio: Le mies es mucha, y pocos los operarios Con todo esto, permanezco en el
dictamen de que la muUitud de los subditos es la mina de nuestra Religion en la America. Lo
primero por que si algunos Conventos menores estan tan escasos de moradores, que ni aun puedan
formar comunidad respectable, es porque en los maximos hay 100 o mas habitantes. Los nombres
del mayor respecto, y de mas alta gerarquia , los Padres de Provincia, los graduados, una escuela
numerosa y por la mayor parte inutil, una porcion excedente de empléados, y otra igual de
Religiosos sueltos, forman un cuerpo de comunidad exorbitantc y digno de allegerirse. »
Nella seconda Parte, parlando dell' istituzione de' Collegi per le Missioni, dice : • No porque los
Colegios se desmembraron de las Provincias,se han da considerar estas exentes de las conversiones,
a cuyo fin se fundaron. En està separacion no se hizo otra cosa que dividir la carga para Uevarla
con algun alivio. Provincias y Colegios deben entrar de man comun al cultivo de la vina: para
todos hay terrenos; para totos hay labor; y unos y otros comò fleles siervos han de aplicarse al
trabajo, sin perdonar fatiga, ni desvelo. De Io contrario es de rezelar, que el Senor arriende U
vliia a labradores mas activos .... Temed, pues, que se os quite el reyno de Dios .... Para evitar
este golpe formibable, procuraràn las Provinclas fomentar las Missiones .... Los Colegios seminarìos
son en cierto mudo parte de sus respectivas Provincias; y si no se ajustasen a este todo, se
grangerian una defurmidad horrorosa y nada edificante. »
La terza Parte contiene alcune instrudonet lUerariat ; e sono bellissime e dottissime instruzioni
per formare veri Missionari, onore delia Chiesa e della società. « Si el pian de estudios, que forme
(e'dice) para mi Provincia de Granada, lia llegado. ... a vuestras manos, va abreis conocido mi
modo de pensar sobra la literatura, y la aflcion con quo miro al adclantamienlo de las ciencias y
do liL»; arles. Yo csloy altiunente persuadido, a (|ue el unico medio que hay para resuscitar el
csplendor apagado de nuestra Orden, es obrar de mudo, que cada uno sepa sus deberes, conozca
sus obligaciones respecto de si mismo y del eslado, y acierle a dar a Dios lo que es de DIos y a
Osar lo que es de Cesar. • È, per verità, un dotto trattalo di studi per formare un vero ministro
evangelico, che sia il sale della terra, la luce delle anime e l'ammirazione del mondo. Bellissime
cose dice intorno allo studio delle lingue orientali ed americane, i La versacion en las lenguas
facilita el camino para las ciencias mas respectables, eutre las quales tiene el primer lugar la filosofìa
melodica. » Che cosa dev'essere il ministro evangelico? t Condccorado con la investitura de Predicador...
ha de ser filosofo, ethico, mitologico — historico geografo.... cronologo... escolastico, exposidor
retorico ...» Cume Missionari poi , debbono in ispecìal modo applicarsi i Religiosi < al estudio de
la geografìa; pues, ademas de las notorias utilidades, que trae consigo està facultad para todo genero
de personas, produce otras mas necessarias y ventajosas en los Missioneros destinados a las conversiones
vivas de infìeles, asì para demarcar los terrenos que pisan, Icvanlar planos exaclos de las nuevas
conquistas espirituales, y saber dirigirse por los paises incognilos, que atraviesan , comò para
informar .... de los eli mas, siluaciones de provincias y coslumbres de los Indios, sogun la diversidad
delosreynos, que van civilizando. El descubrimienlo y demarcacion de las islas Carolinas, o de
Otageile, siluadas en el Oceano Pacifico, cuyo reconocimiento geografico y noticia de sus habitantes
se debió unicamente a nucstro Pr. Joseph Amich afìo de 1772, es, entre olras innumerabies, una
prueba convincente de està verdad. • Studiai questo bellissimo libro nel Seminario Conciliare di
Siviglia, fornitomi dal P. Antonio Lopez : poi n' ebbi un esemplare in dono dal Padre Ramon Bnldà
in Barcellona.
u
itca
741. Urtiaga. — Diario del Viaje de los cinco Missioneros
desde Queretaro basta Guatemala : por Fr. Fedro Urtiaga, de la
Orden de San Francisco, Obispo de Puerto Rico. Guatemala, 1694.
L' Urtiaga fa nativo di Messico; accompagnò il venerabile Fr. Antonio Margil nelle Missioni
del Chol ; assistè alla fondazione del Collegio di Propaganda Fide di Guatemala ; prese parte a varie
intraprese apostoliche; e finalmente venne creato Vescovo di Porto Ricco, dove finì l suoi giorni.
Ma non potei accertarmi se questo lavoro sia manoscritto o a stampa.
Profitto di questo luogo per raccomandare a qualcuno de' miei confratelli lo studio della vita
e deir apostolato mirabilissimo del venerabile Padre Fr. Antonio Margil, di cui è già introdotta la
causa di beatificazione nella romana Curia; storia che porterebbe seco aggiunta quella de'principali
Collegi di Propaganda Fide a quel tempo fondati in molte parti d'America ; Collegi che diedero, tutti,
apostoli straordinari alla Chiesa di Gesù Cristo e gran santi. Ed è storia sin qui affatto fra noi
sconosciuta. Del venerabile Margil vidi anni fa, non ricordo più in qual Convento, una breve vita
Italiana; ma ben ricordo che era un miserissimo lavoro ; mentre la sua vita apostolica fu una delle
più splendide epopee, che trattata come si conviene, e unita a quella de' sopraddetti Collegi, riu-
scirebbe un lavoro interessantissimo per ogni riguardo.
Ecco un cenno del Margil, che tolgo dalle brevissime notizie che pubblicò sul Collegio di Santa
Croce di Queretaro il Padre Bringas nB Mazansua, già da noi illustrato. « Aunque (egli dice) la
santa Provincia de Valencia (di cui il Margil era figliuolo) no hubiese honrado el Colegio de la Santa
Cruz de Queretaro mas que con V amable persona del apostolico varon el venerable Padre Fr. Antonio
Margil de Jesus , uno de los fundadores , deberia considerarla siempre corno una de los primeras
fuentes de su dicha y de su fama ; pero aun le ha ilustrado con otros muchos varones insignes en la
litteratura, y respetables por su virtud.
« Que podremos decir de este nuevo Apostol de las Indias, habiendo sudado tanto las prensas
en su elogio en la Americas, y en la misma Roma, donde se ha ya cinco tomos en folio en la
prosecucion de su causa de beatiflcacion, que està al concluirse? Se ha escrito su prodigiosa vida
por tres Cronistas de este Colegio; y aun en nuestros dias hay inedita otra historia de sus prodigiosi
en ellas podra saciar su afecto la devocion, que a mi, por las circunstancias de mi escrito, me basta
decir, que fue hijo de la santa Provincia de Valencia, nacido, en dicha ciudad; y siendo ya religioso y
sacerdote paso a fundar este Colegio el ano de i683 en la edad de 27 anos, pero quan floridos de
virtudes I Trabajó incansable en està apostolica vifia quarenta y quatro anos ; mas quien potrà seguirle
los pasos ? Volved los ojos a los quatro vientos, y no consegaireU darle alcance sino con el asombo.
604 URTIAGA
« Toda su Vida faé una admtrable alteniaU?a de prelaelas y conveniones de peeadores, fmula-
ciones de SemiDarios y converaioDes de infleles, peregrìnadones immensas de inillares de legoas a
pie y adquisIctoDes eoDtiouas de virtudes, exemplos y prodlglos. Virgen, Profeta, Apoatol, Dociof
de kis gentes, Martir de deseos y Gonfesor de la Fé a prneba de loe martirias y trabi^oa, y siempre
llenó de aquella grada y amabllidad qae bace mas atraetlva la virtad. Algana vei me ha pare-
cido qae el SeSor qnlso honrar este Seminario, dandole por Padre y exemplar en este Antonio admi-
rable, un bombre qae faese corno an compendio de loe mayores eroes de lalFranciscana familia. En
la hamildad an Francisco, en los prodigios on Paduano, en la penitenda un Alcantara, en la ama-
bllidad an Boeoaventura, en el zelo on Gapistrano, en el amor de Jesus an Bernardino de Sena y un
Jacome de la Marca. El se bilocò muchas veoes eamo S. Antonio, ambos por la piedad, ballandose
Margit varias veces en America y en Valencia consolando a su madre a on mismo tiempo« Hiio hablar
a los infantes recien nacidos; pero a los infuites de losgentiles, y en lengoa castellana para elogiar
la Concepcion Inmacalada de Maria! Todo es raro en este hamilde Minorità: el salta corno nn David
delante de la Arca del Testamento, pero con an pesado instrumento en los brazos, taSendole y danzando
a on tempo, caminando acia atras sin volver la espalda al iman de sos amores en el Aogosto Sacra-
mento, con el brio de on joven o de an Angel en la mas venerable anclanidad. A pesar mio detengo lus
pasos a mi afecto ; no qoiero engolfàrme en los prodigios. Toda està America faé el lestìgo y el
teatro de sas virtades y milagros. Mas para demarcar sus caminos por el gentllismo, volved los
ojos al Oriente y Ocaso, al Septention y Mediodia, y le hallereis en todas partes, trasegando monlaSas,
lochando a veces corporalmente a brazo partido con el mismo espirita maligno basta rendirle a sas
triunfantesplantas. Las dilatadas provindas de Nicaragua y Costarica, de Hondaras, d Chol, y Panami
<le Cohabolla y de los Tejas, escacharon sa apostolica yoqe, a veces de paso, y a veoes muy de asiento,
liasta que el 6 de agosto de i716 paso de està vida mortai a la etema en d Convento grande de N.
S. P. S. Francisco de la Imperiai Mexico, donde decansan sas senlsas. »
Ed io che ebbi occasione, anni fk, di leggere in Roma gli atti già a stampa per la sua beatili-
catione, poaso affermare, non essere in queste parole del Padre BnniOAs, alemna esagerazione.
742. Valadbs. — Rethorica Christiana ad concionandi et orandi
u3Tim accomodata, utriusque facultatis exemplis suo loco insertis ;
quae quidem ex Indorum maxime deprompta sunt historiis. Unde
praeter doctrinam summa quoque delectatio comparabitur. Au-
ctore R. Admodum P. Fr. Didaco Valades totius Ordinis Fràtrum
Minorum Regularis Observantiae olim Procuratore Generali in
Romana Curia. Anno Domini MDLXXVIII. Cum licentia Supe-
riorum. Sanctissimo D. Nostro D. Gregorio XIII dicata anno
Domini 1579. Perusìae apud Petrumiacobum Petrutium. 1579.
Un volarne in 4, di 9 carte preliminari non numerate, 378 pagine, e 8 d? Index, verba, ret, ten-
tentias continent, §e. Libro dottissimo ed interessantissimo per la storia delle nostre Missioni in America,
e ricco di finissime incisioni. L' Autore narra quel che vide e toccò con le proprie mani : « Opportunae
autem rerum Indicarum quibus ipsi non modo interfuimus, sed et praefnlmus, altqua adhibuimus
exempla. » Eccone un saggio che mostrerà qual genere di società civile e religiosa inaugurassero i
Francescani fra' Selvaggi dell'America. « Indorum Rbipublicae dbscriptio. Postquam Religiosi non sine
magno labore per montes et deserta dissipatos Indios congregaverunt, mores et instituta vitae
rerum familiarum ac domesticarum rationem illis sollicite tradiderunt Primum autem, locorum
futuris aedìflciis viis et ilineribus metatio condecens facta est : nec non agrorum distributio ex
praescripto Regiae Maiestatis et Senatus facta est Antequam enim quidpiam tentaretur, primum
consulto opus fuit, ad eiusmodi Consilia coetusque incultorum hominum instituendum ad salutem
illorum tam corporalem quam spiritualem et commodum eorum, qui cum illis commercia tractaturi
in posterum essent. Arcae illis assignabantur amplissimae, quae extruendis aedibus, conserendis
vineis, et faciendis viridariis sufflcerent, idque cum aliquo additamento semper flebat, ut iis locus in
quo erban ortenses et quotidiani usus plantarent. Videlicet, pi per, cucurbitas, maguei, ficus Indicas
et tabacum, atque etiam diversi generis fructiferas arborcs ex Hispania allatas, quas Religiosorum
auctoritate posuerant Unde tantus est ibi fructuum provectus, ut infinitis partibus minoris vaeneant
quam usquam gcnlium. Huc accedunl ulera etiam bispanica, ita ut prò (acuitale vel arbilratu cuiquc
fi06 VALENCIA
suas possessiunes colere liceat, seri in distributione acquali tas observata est Et ne baberent quod
conquerereutur, dimensio analogica praediorom flebat, et si forte usa veniret, ut alicui de sua
parte diminoeretur, quod in tanta divisione aliter Aeri nequit, illis prò votis et desideriis alio in loco
compensatio llebat, ut omnium esset paritas. Habebatur autem ratio nobilinm , qaibus ampUores
positiones prò conditone uniuscuiusque tribuebantur in agrorum divisionibus, prupterea quod illis
maioribus spatiis ad equestrem dignitatem tuendam opus sit. In metalionibus istis, campus aliquis
medius relinquebatur, ubi commercia et anundinationes exercerentur, etaediflcia publlca lucantur,
videlicct curia quam domum civicam vocant, in qua permulta sunt atria et conclavia in quibos aes
publicum reponitur et hospiles accipiuntur. In frontispiciis templum forumqne versus erant porti«
cus tam supra quam infra. In superioribus et excelsis habebatur Senatus et consilium et ius redde-
batur. In inferiorìbus et humilioribus cxistunt multae habitationes et carceres; nam Qunt eiusmodi
aeditlcia in upidis ex calce et immensis saxis fabricata eadem forma cumstructuris hispanicis. Templum
debinc intermedium locum occupat, miriflco artifìcio et excellentia elaboratum. Supplent autem
tempia nostra scholarum etiam locum, nec reditibus aut pensionibus annuis sed gratis et christia-
nae charitatis erga Fratres omnia officia ecclesiastica et politica edocent. Sunt autem aedes sacrae
separatae in modum insularum, vicos undique habentes et altos parietes saxeos et calce interlitos,
nulHs connexae aediUciis cohaerentibus. In singulis autem viculis quibus cinguntur, existunt singulae
aediculae, ad quas diebus solemnibus, quibus publicae solemnes deprecationes decretae sunt, acce-
dunt, vìdelicet in feslo Corporis Christi : nec sacrosanctum Sacramentum longius circumferuDt per
alias plateas, propter summam reverentiam et sumptuositatem, qua tunc vias exornant : itaque si
per alias etiam plateas iretur, flerent immodici sumptus: praeier*ia in feriis Rerurrectionis et Sanctornm
Tutelarium vel civitatis Patronorum, nec non D. Patris Francisci, idque ea religione, quam suo loco
declarabimus. Ad sinistram templorum partem sunt ludi 1 iterarti quadrilateri, quos pleruroquc mille
luvenculi plus minus frequeutant prò frequentia locorum, quibus rectae loquelae ractaeque scripturae
scicntia traditur : paeterea docentur canere voce , fldibus et nervis, habentque plura inslnimenta
musica quam apud nostratas reperiuntur. Ad ea autem exercltia certae dici horae matutinae et ve-
spertinae constilutae sunt: convocantur vero et dimitluntur ad pulsum campanulanim. Quando
adeundum est ad rem sacram, ordine ducuntur, et in templis magna cum eleganlia versantur.
Discunt etiam pingerc, rerum imagines coloribus delineare, et acute pingere. Inilio maximae pietatis
vir Frater Petrus Gandensis, de quo alibi oportunius dicetur, omnes artes mechanicas, quae apud nos
in usu habentur, illos ducebat, quaeilli propter assiduitatem et fervorem quo ipse proponebat facile
et brevi pcrcipicbant. Jam alter allerura sine spe lucri vel qiiaestus easdem docenl. In areis scatu-
riunì amoenissimi funles in quibus pueri sordes corporis abluunl; quia in primis praescribuntur
legcs munditiei : schulis continua essent solent sacella afTabre facta, io quibus diebus feriatis et dominicis
conciunes ad Indios habenturet Missac celebrantur: nulli enim sunt hominum coetus quibus quidam
non praesimus, apud quos tam ingentia sunt tempia, ut omnem turbam capere possint etiam si duplo
esscnt magnitudine. Quocirca moris est illis praedicare in areis, quae sunt spatiosissimae, non solum
in civitatibus ubi nostrani comunem habemus habitationem, sed etiam in omnibus aliis, ad quae
prcdicationis causa accedimus. Nam ubicumque sumus, sem^KT operi animorum sumus intenti. •
t Cct ouvrage (ilice il Brunkt, Manuel du Libraire) est recerciió . . . pour les digressions sur
1' Amérique, dont l'auteur, ancien Missiunnaire dans ce pays, a surchargó son textc, et qu'il a
illustrées de gravures tantot allegoriqucs et mnémoniques, tantòt historiques et relatives aux moe-
urs et usage des Indiens. >
Antonio Nicolao, il Pinelo ed il Wadingo citano un'edizione accresciuta del 1583; ma erra
l'ultimo nel dire che l'Autore morisse il 1570 in America.
6M,^p. 7^3 Valencia ( de ) . — Carta de Fray Martin de Valencia ,
*''• Cnstodio , y de otros Relii?iosos de la Orden de San Francisco , al
Emperador D. Carlos, refiriendole el resultado do sus Misiones en
la Nneva Espana, y los grandes servicios del Obispo Fr. Juan de
Zumarraga. Guntitan, 17 de noviembre de 1532.
Anwrìca
VALENCIA - VALLEFLAMMARUM 607
./..
Sodo 8 pagine in foglio reale nelle Cartas db Indias, pubblicate In Madrid il 1877. E nei
Datos biografieos che le accompagnano, se ne dà la seguente breve notizia. « Naturai de Valencia
de Don Juan (Leon) tomo el habito de San Francisco en el Convento de Ifayorga de la Provincia
de Santiago, y ya profeso, trasladose a otro de la Recoieccion en Extremadura, en donde se le
ofrcció el Convento de Santa Maria de Berrocal en Belvis de Monroy, para restablecer la mas estrecha
Observancia , con el cual y otras sels casas fundó la Custodia de San Gabriel , qne fué aprobada
por el Pontiflce, cuando para este asunto fué a Roma Fr. Martin de Valencia en Ì5I6. Hallandose
en el afio de i523 de Provi ncial de esa Provincia, le designò el Emperador para que, corno Prelado,
Hevase a Nueva Espai!a doce Misioneros Franciscanos por Hernan Cortes, y paso en I5S4 a Mexico,
donde fundó la Provincia del Santo Evangelio, y él y sus companeros hicieron prudigios en la
conversion y doctrina de los Indios. En un viaje que htzo a Tehuantepec enfermó de gravedad;
partió del Convento de Tlamanalco en direcion a Mexico, y al embarcarse en el pueblo de Ayòtzingo,
conociendo que se moria, y cayendo de rodillas al pie de un arbol, exlialó el ultimo suspiro, a
los diez anos de permanencia en aquella tierra, el Si de agosto de 1534. Escribió luminosas Cartas
cU Papa Adriano VI f al Emperador Cariai V; Carta al General del Orden de San Francisco Fr.
MatiiU Weisen^ dandole razon de los buenos sucetos de la conquista espiritual de Mexico ; Àctas
de la primera junta apostolica eetebrada en Mexico en 1328; y algunos documentos historicos. •
Alcune sue lettere fuj^ono pubblicate dal Wadingo, dal Mariano, dal Rapine, e da quasi tutti
i Cronisti dell' Ordine in Ispagna ed in Portogallo. Questo primo e straordinario Apostolo e Delegato
Pontificio del Messico meriterebbe una vita a parte , e vi sarebbero fatti e documenti da scriverne una
storia maravigliosa ed Interessantissima. Belle parole ne disse il nostro eruditissimo confratello
ed elegante scrittore Padre Servio Dirks nei suoi Caeiques de Tlascala ; e quelle parole, a chi intende,
mostrano il concetto del libro che noi desidereremmo. A che servono queste splendidissime glorie
dell' Ordine , se noi le lasciamo sepolte nei volumi in foli um e ne' manoscritti degli Archivi e delle
Biblioteche, mentre altri, se le possedessero, n'empirebbero il mondo? Anche il Brassbur ne ha
belle pagine nella sua Histoire des nations civiUsées du Mexique et de V Àmérique Centrale , ec.
Paris, 1858.
744. Valencia (de). — Carta de Fray Angel de Valencia,
Custodie, y otros Religiosos de la Orden de San Francisco, pro-
poniendo los medios necessarios para doctrinar los Indios del
Nuovo Reino de Galicia y de la Provincia de Mechoacan. Guada-
lajara, 8 de mayo de 1552.
Sono i6 pagine in foglio reale, nelle Cartas oe Inoias (Madrid 1877). È documento della
maggiore importanza. < Fr. Angel ( dicono i Datos biograficos, che accompagnano le Cartas ) Religioso
Franciscano de la Provincia de Valencia, paso a la de Nueva Espana, y de alll a Michoacan,
en el Nuevo Reino de Galicia, donde aprendió a la perfécion la lenque Tarasga para doctrinar los
Indios, en cuyo piadoso ejercicio se ocupò cnarenta anos. Fué Custodio del Convento de Guadalajara
tu 155S, primer Provincial de Michoacan, residiendo en la casa de Tarecuato en el mes de febrero
del ano eo 1569, y murió de avanzada edad, en opinion de muy perfecto Religioso. »
745. VALLEFLAMMARUM (a). — Flofos grammaticalos Arabici
idiomatis ex optimis grammaticis , nec non pluribus Arabum
monumentis collecti, studio et labore Fr. Agapiti a Valle Flam-
marum Ordinis Minorum . Editio prima romana in meliorem
ordinem redacta et variis accessionibus locupletata a Vincentio
Castellini, linguae Arabicae in Romano Archigymnasio professore,
Bomae, 1845.
(H)8 VÀNDEN - VAN-LOO
Un volarne io 8, di 40tf pagine. Io conobbi in Roma il Castkluni, che lodava questo lavoro
come uno de* migliori per la lingua Araba.
i>^T. 746. Vanden Haute . — Brevis historia Ordinis Minorum
tractans de illius institutore et institutione, essentia et divisione,
rectoribus et regimine, sedulo coUecta a Fr. Petro Vanden Haute
Recoll. Belg. S. T. Lect. Em. , in Romana Curia prò natione
Germano Belgica Com. Agente Generali. Romae, Typis Pauli
Junchii, 1777.
Un volume in foglio, di 346 pagine. Eccellente raccolta, ricca di molte notizie e documenti
interessanti per la storia delle Missioni e dell'Ordine, che l' Autore, per P ufficio che teneva in Roma,
potè avere, e inserire o darne notizia nel suo lavoro. N'ho un esemplare regalatomi in Malines
dell'egregio Padre Bernardo Van-Loo.
s*-F. 747. Van-Loo. — Stimulus Seraphicae conversationis, auctore
Fr. Bernardo Van-Loo Ordinis Fratrum Minorum Recollectorum.
Editio secunda. Lovanii, ex typographia C. J. Fonteyn, 1862.
Un volume in i6, di 4 carte preliminari e 405 pagine. Questo libro pieno di dottrina, di
pietà, e di accesissimo zelo della gloria di Dio e dell'Ordine, dovrebb' essere il Vadé-mecum d*ogni
Francescano. Mentre dà un sunto della storia dell'Ordine da San Francesco sino a noi sotto il
rispello della predicazione, ne mostra e te ne fa sentire nel cuore lo spirilo, e ti viene a poco a
poco fi*rmando quel che il SeraAco Padre voleva che fossero i suoi flgliuoli per tirare tutto il mondo
a Gesù Cristo.
— Brevis conspectus praecipuarum Missionum Ordinis sancti
Francisci, auctore Fr. Bernardo Van-Loo, Ordinis Fratrum Minorum
Recollectorum. Superiorum permissu. Lovanii, ex typographia C.
J. Fonteyn, 1863.
Un volume in 16, di % carte preliminari e 183 pagine. Rreve. ma sugosissimo prospetto di quel
che furono e sono di presento le nostre Missioni , nel quale 1' egregio Autore ha saputo inserire
fatti e documenti importantissimi per modo, che tornasse facile di formarsi un'idea delle mara-
vigliose cose che secolo per secolo ebbe operale l'Ordine Minoritico in diffusione della fede di Gesù
Cristo. 11 Padre Van-Loo, Kx-I*rocuralore generale dei Becolielli , e du** volte Ministro Provinciale
nel Belgio , è anche autore di una dotta Introductio ad stndium Sacrae TheologUu , oltre che è
operaio zelantissimo nella pratica dell'apostolico ministero, e a lui si dove in molta parie la
ristorazione dell'ora llorenlissima Provincia Francescana di San Cìiuseppe del Belgio, che in questi
ultimi anni ha aperto conventi di Missioni anche in Irlanda, in Scozia e in Inghilterra. Mi è qui
dolce ricordare, come nel Belgio ricevessi da lui ogni maniera di aiuti e di cordiali amorevolezze. 11
Padre Van-Loo, è una di quelle anime raro che incontrandoli in osse, ne resii così preso di amore,
che non puoi più dimenticarlo. Conosciutici in Roma, e quivi vissuti alcuni anni insieme. Iddio
mi accordò la straordinaria consolazione di riabbracciarlo nel suo paese. Molle cose si ragionarono
su i destini dell'Ordine nostro, e le presenti vicende della società e della Chiesa, e i nostri voli
furono per la salvezza delle anime e la vera felicita delle nazioni. Voglia il cielo metter tregua
alle sbrigliale umane passioni, che ne sono la rovina: solo in quel dì ricomincerà per i poiwli
un'era novella di vera prosperità o di pace!
VARELA - VEGA 609
rka
noi
k. 748. Varela. — Calepino de Varela : por el Padre Fr. Francisco
Varela de la Orden de S. Francisco.
Il Padre Varela si recò in Guatemala in 1596 ; apprese a perfezione le varie lingue del paese,
e compose questo interessantissimo Calepino di 400 pagine in foglio, che si conservava nel Convento
di S. Francesco di Guatemala.
749. Vasquez . — Cronica de la Provincia del Smo Nombre
de Jesus, del Orden de S. Francisco de Guatemala: por el P.
Fr. Francisco Vasquez, ec.
Duo volumi in foglio; il primo, di 786 pagine; il secondo, di 904; con la data del 1716. Lo
Squier (Monogr. of Auth,) dice che è interessantissima per la storia di quelle contrade, e spe-
cialmente per la conoscenza delle lingue aborigeni che vi si parlavano.
750. Vega (de la). — Coleccion de memorias de Nueva Espana,
que en virtud de ordenes de su Magestad, del Ixmo Condede
Revilla Gygedo y del M. E. P. Ministro Provincial ( de la Obser-
vancia) Fr. Francisco Garcia Figueroa, colectó, extractó, y dispuso
en XXXII tomos un Eeligioso de la Provincia del Santo Evangelio
de Messico por el ano de 1792: el P. Fr. Manuel de la Vega de la
Observancia de San Francisco.
Sono 32 volumi manoscritti in foglio, nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di
Madrid. Per giudicare dell' importanza di quest' opera colossale ed immensa, basta dare un'occhiata
al prospetto di ciò che si contiene ne' XXXII volumi. Eccone il compendio.
Tom. I. Contiene i più importanti documenti del celebre Museo Bonturini, di vario argomento.
Un' informazione del Vescovo Giovanni Palafox sul governo della Nuova Spagna. Un Memoriale di
Don Carlos dì Siguenza e Gongora su la Baia di Panzacola. E quattro lettere del P. Giovanni Maria
di Salvatierra della Compagnia di Gesù, su la California. I documenti scelti del Museo Bonturini,
sono: 1. La copia d'un antico manascritto, che tratta della reale discendenza di Don Ferdinando
d' Alva Ixtlilxochitl, autore delle relazioni e della storia Chichìmeca, che fanno parte della collezione.
3. Il testamento di Don Francesco Yerdugo Quetzalmamalictzin , rogato l'anno 1363, in cui, fra
r altre cose, è notabile il legato in omaggio alla Vergine di Guadalupe , di cui prova 1' antica
venerazione. 3. Breve notizia dei Signori di Teotituacan e della loro successione da Tochinteutli e
Tomeyauhtzin sino a Don Ferdinando Paradela; e n'è autore don Ferdinando de Alva Ixtlilxochitl.
4. Un trattato sopra lo stesso argomento, con alcune notizie sopra i tributi, i litigi e le retribuzioni
date da sua Maestà a Don Francesco Verdugo, di cui si dichiara la successione. 5. Una circostanziala
notizia dell' Apparizione di San Michele all' Indio Lazaro nella provincia di Tlascala, scritta d' ordine
di Monsignor Giovanni di Palafox dal licenziato Pietro Salmeron l'anno 1601; dove si tratta anche
del culto renduto al Santo Arcangiolo e de* miracoli per sua intercessione conseguiti. 6. La fede di
battesimo di Diego Lazaro, trovata e tradotta per cura del Cavalier Bonturini l'anno 1638. 7. La
facoltà data dall' Eccellentissimo signor Viceré l' anno 1631 per la fondazione del Santuario dell'
Arcangelo San Michele, ce. 8. Un capitolo della Cronica di San Domenico di Messico, scritta dal
P. Fr. Alonso Franco, ove si parla dell'inondazione avvenuta nella città di Messico 1' anno 1629;
e della postura di detta città, delle barche degli Indi, delle lagune alberate, dell' inondazione e dei
danni cagionati ; delle pubbliche preghiere fatte ; della venuta di Maria Vergine di Guadalupe nella
chiesa cattedrale ; e finalmente della visione di una Serva di Dio , e del patronato di San Domenico
30
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nella stessa città di Messico. 9. Il testamento di Sebastiano Tomelin, padre ddla venerabile Maria
di Gesù, Religiosa di singolare virtù, ciìe fiori nel Convento della Concezione di PueMa de Ìot
Angelet, e testamento, trovato per le sollecitudini del Cavalier Bonturini Panno 1631, in cai si
parla di un legato a favore di Nostra Signora di Guadalape. 10. Un Memoriale de' meriti della
città di Tlascala, fatto 1* anno 1565, e ripetuto alla fine del secolo decimosettlmo, in cut si hanno le
notizie seguenti: Battaglie del Cortes coi Tlaxcaltecos. Pace con essi, e partenza per Cholnla fino
a Messico. Come i Tlaxcaltecos gli facilitassero le strade, e Io accompagnassero nella spedizione
contro Panfilo. Morte di diecimila Tlaxcatecos nella noche triste. Spedizione di Tepeaca. Costrozione di
navigli. Tlaxcaltecos morti nel sito di Messico. Colonie dei Tlaxcaltecos nei Chichimechi di Camperhe
e della Florida. Promesse del Marchese del Valle. Rovina dei popoli della pro>incia di Tlascala.
Donativi. Ricevimento del Viceré. Testimonianze dei meriti di Tlascala. Servigli del Tlaxcalteeos
in Coahuila e Messico. Artiglieria venuta da Sempoala. Prova dei navigli nel fiume di Tlascala.
Catalogo delle provincie conquistate dagli Spagnuoli colP aiuto de* Tlaxcaltecos. 11. Notizie ottenute
dal Cavalier Bonturini su la immagine di Nostra Signora della difesa di Tlascala l'anno 1640, e
dei prodigi del venerabile eremitano Giovanni Battista, e delie condizioni del suo corpo V anno 168S.
12. Un Memoriale presentato al Nunzio di Sua Santità nella Corte del Re cattolico, dal signore Don
Stefano de Portillo V anno 1558, con cui si chiedevano quattro concessioni , e si esponevano sette
dubbi per averne la soluzione. Si chiedevano, cioè, primamente de' pubblici notai; poi, che una
confraternita di laici nons' immischiasse nel governo spirituale d'un monastero di Religiose; appresso,
che si revocasse la facoltà che avevano i Religiosi di dispensare; e da ultimo, che i giudici secolari
non intervenissero nella rinuncia delle Monache. 1 dubbi poi erano: 1. Se i Prelati possano dispensare
dalle denuncie, senza pigliare prima informazione della causa. 2. Se ci fosse obbligo di promulgare
la Bulla in Coena DominL 3. Se i Frati potessero essere ammessi agli Ordini Sacri, e confessare e
predicare, senza esame dell' Ordinario. 4. Se i Vescovi potessero assolvere dell' eresia occulta, o nota
soltanto a pochi. 5. Se il Vescovo potesse permettere la benedizione nunziale in tempo che dal
Concilio è vietata. 6. Se il medesimo potesse ordinare chi non gli era suddito rcLtione origifU*,
7. Quanto tempo si richiedesse per conseguir domicilio, e se colui che l'aveva cominciato, potesse
essere ordinalo senza dimissorie, per ragione del domicilio contratto, ec. Nel margine son risoluzioni.
13. Parere dato per ordine di Sua Santità e del Protomedicato, dal dottor don Giovanni da Melgarqo
l' anno 1666, sopra l' incorruzione del divuto di Maria Vergine di Guadalupe; i cui punti principali
sono: necessità dell'aria per vivere: temperamento di Messico, umido e caldo: umidità del terreno
del Romitorio di Nostra Signora di Guadalupe, e sue qualità fatte per distruggere: vento del
Sud che reca umidilà al Romitorio. Dai quali principi! Osici , unitavi 1' autorità di Ipocrate e di
Galeno, deduce mm essere naturale l'incorruzione del Servo di Dio e la durazione della s^^ora
immagine di Guadalupe. 14. Un poema in ottava rima, che ha per argomento la storia di Nostra
Signora de los lìemedioK, composto dal capitano don Luijji Angi'lo di Velancour, che non è senza
pregio. Le notizie sloriche \h)\, che sono fondamento di-l poema, nionslrano i profondi studi e 1'
erudizione dell' Autore; a cui soccorre l'autorità di Enrico Martin, del Francescano Ti^rquemada,
del Gomara e di Bernal Diaz. 13. Una lettera latina di don Pietro di Alangon al Cavalier Bonturini
sopra i mesi dell'anno Messicano. 16. Una lettera del Bonturini ai Padri della Compagnia di Gesù,
perchè alTretlino il decreto del Beale Consiglio dell'Indie in esecuzione delle facoltà giunte da Roma
per la coronazione della Vergine di Guadalupe. 17. Uno scritto dello stesso Cavalier Bonturini, in cui
espone le sue fatiche per ralleslinienlo de' documenti storici, e il suo zelo per il culto della sopri
detta Vergine di Guadalupe: chiede che si registrino negli Archivi i dispacci di Boma, e che la
città si presti nella funzione dell' incoronamenlo. 18. Ordine con cui l'anno 1640, essendo egli
tenente della città di Tlascala, comanda che si notifichi all'usciere don Giuseppe Boxano Mudarra,
di designare Uìinislri competenti per le scolle notturne ed altre funzioni di giustizia , per evitare
gli inconvenienti che largamente espone. 19. Documenti per la sua \ita: sua illustre prosapia;
risoluzione dì dedicar la sua penna a promovere le glorie e il cullo della Vergine di Guadalupe e
a scrivere la storia universale dell' America : sua residenza nell' imperiai Corte : raccomandazioni dell'
Imperatore e dell' Arciduchessa Maddalena d' Austria all' ambasciator di Vienna in Portogallo e alh
Regina di questo regno in suo favore : raccomandazione del Serenissimo Infante don Manuel di
Portogallo air Eccellentissimo signor Patino. Arrivo del Bonlurini nell' America Settentrionale in qualità
di Apoderado di donna Manuela de Oca y Silva , Contessa di Moctezuma. 20. Accuse e richieste
del signor Fiscale contro il Cavalier Bonturini. 21. Informazione del signor B^ilcarzcl al signor
VEGA 6H
Viceré sopra l' innocenza e T onorato procedere di lui. Segue poi 1' informazione dell'illustrissimo
Monsignor Giovanni Palafox, in cui tratta delle funzioni di un Viceré della Nuova Spagna, e delle
varie caste degli abitanti del paese, proponendo alcune massime di governo, che a suo giudizio
sarebbero tornate profittevoli. Della rivoluzione del Nuovo Messico secondo le sue impressioni.
Della guerra armata di Barlovento, delle pagbe Ae^tituadot, delle flotte di Spagna, delle Filippine
e del nuovo Patronato: e finalmente dà il suo parere in ordine al Governatore degli Indi, agli Alcaldi
maggiori, ai Presidenti, alle materie di giustizia, al tribunali di euentat,ec. È come un direttorio
politico, in cui il Vescovo Palafox dà istruzioni di governo al Conte di Salvatierra Viceré, proprietario
della Nuova Spagna. Appresso viene il Memoriale di don Carlos de Siguenza y Gongora, in cui
descrive la Baia di Panzacola: esamina gli inconvenienti che nascono dallo stabilirsi in essa gente
straniera; mostra rutilila che si ritrarrebbe dall' occuparla, e il modo di farlo. Fa seguito unMnforma-
zione deir Eccellentissimo signor Viceré sopra il buono stato della fortezza di San Giovanni di Ulua
contro le pretese del Cardenas, e una rappresentanza di don Andrea di Arriola; e conchiude con la
risposta data dal Viceré, ove si appalesa il suo genio, l'erudizione e l'ingegno. Finalmente, con-
chiudono le lettere del Padre Salvatierra che trattano, come si disse, della California. Nella prima
si narra l'assalto dato da quattro nazioni infedeli al Real Efpaìiol in California; la vittoria riportata
dagli Spagnoli, e il valore mostrato dal capitano Fortolero e da' soldati ; il battesimo di due nativi ;
e 8i celebra il merito di don Giovanni Romero della Sierpe, chiamandolo Apostolo e conquistatore
della California. La seconda, indirizzata alla signora Viceregina, espone varii punti della precedente.
La terza, diretta al Padre Giovanni Hugarte Procuratore delle Missioni in California, descrive il
viaggio dell'Autore a Sinaloa; il sollevamento dei Tauramanes; la vittoria dei Serrani contro i
ribelli; il viaggio pericoloso della Sierra; i pericoli della Galeota, e l'ammutinamento della gente
di mare; l' incontro di un porto, e 1' arrivo in California ; il seno di San Dionisio; il Redi di Loreto;
1' assalto contro il Real; la difesa, la vittoria, la ritirata degli Indi, e l'arrivo in quelle contrade
del Padre Picolo. La quarta, finalmente, indirizzata a don Giovanni Cavallero y Oslo sacerdote di
Queretaro, ripete alcune notizie della precedente, e tocca della pressante necessità di una nave,
e lo esorta a favorire l'impresa della California.
Tom. II. Questo tomo contiene. 1. Il Teatro delle virtù politiche, scritto da don Carlo di
Siguenza y Gongora; una dedica; varia erudizione sopra gli archi trionfali ; un elogio della poetessa
Messicana Suor Giovanna Inez della Cruz ; l' erezione dell'arco; una dedicatoria latina; il ritratto e
1' elogio del Viceré e delia sua sposa ; la storia di Huihtzilopochtzi comandante de* Messicani , e
alcune eleganti ottave. S. La vita e il martirio di tre fanciulli di Tlascala ; la discendenza, il bat-
tesimo e lo zelo del fanciullo Cristoforo; lo spezzare che fece gli idoli di suo padre Acxotecalt;
la santa sua inlrepidità; i suoi strazii; la morte; la traslazione del suo corpo. Poi 1' ofTHrsi de'
fanciulli Antonio e Giovanni ad una santa spedizione; la distruzione degli idoli die rinven-
Dero in Guautinchan ; la loro morte ; lo scoprimento de' loro corpi ; il dolore del venerabile
Fr. Martino da Valenza, e il supplizio degli aggressori. 3. Le Relazioni del Nuovo Messico del P.
Girolamo Salmeron. Prima spedizione nella California. Scoperta del Nuovo Messico. 11 viaggio del
Coronado. La morte di alcuni Francescani per mano degli Indi Figuas. La entrata di nuovi Fran-
cescani. La loro morte. La spedizione di Antonio Espejo. 11 viaggio di Sebastiano Viscayno in
California. Lo scoprimento del punto di Monterrey. L'entrata di Onate nel Nuovo Messico. Le mine
e i metalli del paese. Le vesti e gli alimenti degli IndL La guerra e la vittoria di Onate. 11 suo
ritorno in California. La Florida. La terra ferma. Il Nuovo Messico. La terra del Labrador. Suoi
abitanti e costumi. Chicoria e suoi abitanti. Esilio di Ernando de Soto. Antichi Messicani popo-
latori della Nuova Spagna. Relazione del Piloto Morera. Appunti del Padre Armando della Com-
pagnia di Gesù, che illustrano le relazioni del Padre Zarate. 4. Una lettera del Francescano Padre
Fr. Silvestro Velez, che dà la serie dei Governatori del Nuovo Messico, e tratta di quei popoli avanti
la sollevazione. Della distruzione di sette di essi. Della cospirazione di Pope. Della morte di 21
Missionari Francescani della Provincia del Santo Evangelio. Del sito della città di Santa Fé. Delle
ferite di Otermin, e suo ritorno al Paso. Dei soccorsi arrecati dal Francescano Padre Ayeta. Delle
atrocità dei sollevati. Dei brìndisi nel calici sacri. Dell'edificazione del presidio del Paso. Della
mossa di Otermin contro i ribelli. Della riduzione dell' Isleta. Delle cause della generale solleva-
zione. Della fondazione di nuovi popoli. Di una spedizione di Missionari Francescani. Della rivol-
terà degli Indi del Pas<«. Della morte del Padre Fr. Manuele Beltran, e della sottomissione de* rìbelli.
Morte di Pope Tupatu e Catiti, capi della ribellione. Spedizione militare di Ginonza, e disperata
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difesa degli Indi. Riacquisto della città di Santa Fé , e pacificazione dei sollevati. Giudizio dell' autore
delle lettere sopra la gran Quivira. Tradimento di quelli di Panama, e notizie dei barbari Tatat
5. Ristorazione del Nuovo Messico e riduzione dei Panos, Pecuries, Pecos ed alttL Assoluzione
degli apostati Acumas e Zuuis. Memorabile pietà di questi Indi. Riduzione di alcuni Moquinos.
Metallo di piombo e ocra rossa. Supplizio di un Apache. Diario di Vargas dal Monno al popolo del
Soccorso. Boschi del Nuovo Messico. Entrata di Vargas in .Santa Fé , portando lo stendardo don
Giovanni de Onatc. Prudonte condotta di Vargas. Rappresentazione del Padre Custode France-
scano. Giunta di Guerra. Nuova sollevazione. Avanzamento degli Spagnuoli. Assedio fatto de* ribelli
e supplizio di settanta Gandules. Nuova spedizione di Vargas. Assalto contro i ribelli della pianun
di S. Ildefonso. Resistenza de* barbari e ritiro degli Spagnuoli. Varie sortite e lotte. Morte di don
Giovanni Ve. Fatto di guerra contro i Gemes. Fuga precipitosa dei barbari. Saccheggio del popola
Ritrovamento del corpo del Francescano Padre Fr. Giovanni di Gesù. Nuovo attacco contro la pia-
nura di S. Ildefonso. Vigorosa difesa. Morti, e fuggitivi. Ristabilimento di quattordici Mìssìodì
Francescane. Fondazione della città di Santa Croce della Caiia. Nuove inquietudini degli Indi
Rappresentanza del R. Padre Custode Francescano. Imprudente sicurezza di Vargas. Sollevazione e
morte di cinque Missionari Francescani ed altri Spagnuoli. Dispersione dei ribelli nelle Serraniat,
Addebiti contro Vargas per il nuovo Governatore Cuervo. Lunga prigionia e travagli di Vargis.
Trionfa del suo nemico, e torna per la seconda volta Governatore del Nuovo Messico. Riduzione dei
ribelli Zufiis fatta dal Padre Garicochea. False proposizioni di pace dei Moquinos. Campagna inu-
tile di Cuervo. Tumulto in Zunis, e morte di tre soldati. Inazione di Cuervo. Sua morte in Messica
Morte di Vargas. Missioni Francescane nelle p<irti dei fiumi Norte e Concho.<;. Riduzione dei sollevati
di Zunis. Iniqui progetti dei Moquinos. Campagna contro i Navajos. Fondazione della città dì Albun-
querque. Ripopolamento di Galisleo. Falsi meriti del Governatore Cuervo. Ostilità dei Moquint».
Campagne infelici contro di essi. Governo del Signor Medina Marchese della Penuela. Ostilità dei
Navajos e lor pacificazione. Nuova pianta nella Missione di Isleta. Importante visita del Padre
Custode Francescano Pena . Nuovo Governatore don Ignazio Mogoyon. Sollevamento dei Zumas e
loro sottomissione. Fondazione del popolo di S. Lorenzo. Pericoli del Missionario Francescano Padre
Fr. Carlos Delgado in Acoma. Inganni dei Moquinos. Ostilità degli Apaches e Navajos, e lur castigo.
Giudizio del venerabile Padre Fr. Antonio Miranda sopra gli Indi. Campagna contro ì Navajos.
Invasione dei Tumancs nel Quartelejo. Rinuncia del Governatore Mogoyon. Merito e carattere di
don Felice Martinez, Governature interino. Sua inutile campagna contro i Moquinos. Suoi intrighi,
e partenza per Messico d'ordine del Viceré.
Tom. HI. Questo lomn conlienf^, l. Ina informazi<»no del Francescano Padre Fr. Ahmso Posada,
che ha le nulizie seguenti, l'jllà di santa Fé. Rio liel Norte. Rio delle .\HeceK. Alberi e animali delle sue
riviere. Knlraladei Padri Francescani nella nazione Tunianu. Spetlizìone del capitano Ferdinando Mar-
tine/. Conrliij^'ru» V perle. Nazione dei Texas. Spedizione di don Diejio lìuadalaxara. Spedizione di rifìai»-
alla Quivira. Sierra bianca. Viapj^i del capitano Alonso Raja. Carattere ed estensione degli Apaches.
Nazioni alle quali sono listili. Sierra Aznl. Indi lutes. Nazione guivira. Governo, veslimenta e armi
degli Apaches. Copola. Mine del i*arral. Nazirme Capuchies. Sierrax Sevadas. liilità della communica-
zione del Nuovo Messico con hi Baia dello Spirito Santo. Danni per difetto di tale C4)munica-
zione. Scoprimento della Florida. ì. Helazione della popolazioni; della Nuova Spagna. Giganti della
Nuova Spagna. ()[)inioni sopra rondine dejjli Indi. Venula «lei Tultechì. Cronologia de'snrco.ssi. 3. Ci»-
lendario Indiano. Quattro canti di Nezaliualcoyolzin. i. Canto della instabilità delle umane cose. Guerra
dell' lmf»eralore Nezahualcoyoizin con la {)rovincia di Chalco. Cammino dell'infante Ichaiillaatotztu.
Cacico di Chalc(». Sacrillcio di (piatirò infanti. Eroica pietà d'un Indo. Cullo di Nezahualcoyolzin
al Dio sconosciuto. Apparizione d' un giovinetto risplendente , che annunzia a Nezahualcoyutzin la
vìltt)ria. Impresa dell' infante A7X)quenlzin, e a.sso{;peltamento della provincia del Chalco. Azioni di
grazie di Nezahualcoyolzin al Dio onnipotente. Ricevimento del vittorioso infante. Sua relazione
maravigliosa. Tempio al vero Dio. SacriOcii d'incenso e copale. Providenze e morte di Nezahualco-
yolzin. Successore Nezahualpile. Premii di Avoquelzin. II Cacico del Chalco ai leoni. 5. Viag^'iu
degli Indi, e Diario del Francescano Padre Morii. Uscita di Messico del signor comandante Croix.
Azienda del Marchese di Guardiola. Popolo di Quoti tlan. Di Huehuetoca. Di Toluca. San Giovanni
del Wui. Colle fallo a mano. QuereLaro. San Michele il (ìrandc. Atolonilco. Zacatecas. PresnilK».
Zombrenele. SallilU». Durango. AviniUi. Mamo. Parr/LS. Villa della Monclova. Missioni e presidio
del Rio Grande. Notizie d'altri popoli. Delle miniere. Dei commerci. Dei frutti. Delle industrie. Dei
tcnipii. Delle case. Dei terreni « lon» abitanti.
TEGA 6i3
Tom. iV. Cuiitiene questo volume le Relazioni di Ullilxochill. Relazioue della nazione Tulteca.
1. Tradizioni degli antichi Tultechi. Come dividessero il tempo. Deir unione di sette uomini della
stessa lingua accompagnati dalle loro sette mogli. Dal loro primo viaggio , e distruzione dei
Tuinametzin. Deir unione che fecero i sapienti in Huchuet Capalan. Ecclisse. Tremuoti 6 cause
del esiliò dei Tultechi dalla loro patria. S. Come uscirono esiliati dalla loro patria. Scoprimenti.
Pellegrinazioni Direzione e prognostico dell'astrologo Hnemantz in. Loro mansioni in Tlapalantonco,
Haeixalan, Xalisco, Toxpam, Quiahuitlan, Zacatlan, Tutzapam, Pepetla, Matatepec, Zuìhcohuat, Ix-
tachuixuca, sino a Tulantzinco, dove edificano una gran casa, dopo di aver lasciato in tutte parti
genti per popolarle. 3. Fondazione di Tuia. Come domandarono dei re al signor de' Ghichimechi ,
e stabilirono che non regnerebl)ero più di cìnquantadue anni. Morte del primo re Chalchiuhtlanczim.
Saccessione del suo figliuolo di nome Tzatecatl. Sua morte e successione di Huetim. Muore Huetnatzin
di quasi 300 anni. Prima di morire compone un gran libro delle storie Tulteche, dei loro tempii, degli
idoli, de' sacriflcii, de' principii dell' astrologia, della filosofia, dell'agricoltura ed altre arti, e annunzia
la distruzione dei Tultechi, chiamando il suo libro Teoamoxtli, ossia Libro divino. Morte di Huetzin.
Successione di Totepanh, a cui succede nell' imperio Nanarxa. Come i Tultechi fossero alti, bianchi
e barbuti al modo degli Spagnuoli. 4. Morte di Nararxa. Successione del suo figlio Milt. Suo governo.
Fabbriche di grandi templi. Sua morte. Governo della regina Xiuhtlaltzin , e successione di Tepal-
catzin. I Tultechi estesi per quasi mille leghe verso il Sud e 1' Oriente , popolando , edificando
case, tempii, e le grandi città Teotihuacar, Toluca, Cuanhnahuac, Cholula, Totepec Loro anti-
chi Dei e nuovi. Di un sacrificio di cuori di giovanetto e di Un istrumento per far morire il
peggiore del delinquenti. Feste e danze. Delle loro arti. Scienze. Vari tessuti delle donne. Vestimenta
di ambo i sessi. Modestia, costume, e purezza de' sacerdoti. Vestiti do' loro re. Giardini. Boschi.
Uccelli di ricreazione. De' matrimoni. Tempii, ediflcii, condotti d'acqua, semenze, legumi, ec. 5.
Funesta passione di Tepalcatzin per la nobile donzella Xochill. Nascita di Topiltzin. Suoi diritti
Ck}rrttzione morale dei Tultechi. Diluvio. Distruzione degli edificii. Calore che secca gli alberi e le
piante. Geli, grandini, fulmini, piaghe, guerre, pesti; ostilitÀ contro Topiltzin. Preziosi doni onde
invano ei si studia placare i suoi nemici. Sanguinose guerre , in cui muore Tepalcatzin, e Xochitl,
e cinque millioni e seicento mila combattenti da una parte e dall' altra. Distruzione dei Tultechi.
Ritiro del re Topiltzin in Altabpan, dove muore in pace. Dispersione dei pochi Tultechi, che
.wpravvissero alla distruzione; dai quali uscirono nuove generazioni, che moltiplicatesi, giunsero
a formar città regni e Provincie maggiori di quelli. Finalmente si dà notizia de' vecchi
versati nel conoscimento delle antiche cose, che lo scrittore consultò per scrivere la sua storia.
r^ II Relazione contiene la storia dei Chichimechl, sino alla venuta degli Spagnuoli. 1. Il Chichimeca
Ycautzin dà il suo figlio Chalchiutlamextzin per re a Tultechi. Alcuni Indi di lunga età. Morte di
Monzeloquitzin, e successione di Tlacamatzin, che mori l'anno della distruzione dei Tultechi. Succes-
sione di Axcauhtzim fratello maggiore di Xolotl, a cui lasciò il governo de* suoi stati quando venne
in queste regioni. 2. Mossa del Chichimeca Xeloil con la regina Temuauh, il principe Nopkltzin,
sei signori, e tre milioni e dugento mila persone, passando per le rovine del Tultechi, e lasciando
in cammino gente per popolare. Viaggi, e scoprimenti di Nopaltzin e altri esploratori. Traslazione
di Xolotl a Tenayuca. Allogamento dei signori fatti da Xolotl. Arrivo ai Acuihuas e loro costumi.
Matrimonio del principe Nopaltinz. Guerre con i Golhuas Tultechi. Attentati contro la vita di Xolotl.
Vittoria di Huetzin. Morte di Xolotl. Successione di Nopaltzin. 4. Nopaltzin proiftuove la coltivazione
del maiz. Crea e stabilisce leggi. Tenayuca capitale de' suoi regni. Casa da cui discesero i re e si-
gnori deila Nuova Spagna. Scuole e università in Tescuco. Varietà di lingue nella Nuova Spagna.
Morte di Nopaltzin. Suo carattere e flsonomia. 5. Diritti di Tloltzin. Visita personalmente i suoi
stati. Primi signori di Huetxotzinco e di Tlascaia. Morte del re Tloltzin. Sollevazione di molti si-
gnori. 6. Tenancaltzin Tiranno. Stabilimento del Messicani In Gtaapultepec. Suoi travagli in Gul-
lioaean. Vittoria dei Messicani. Ritiro del Tiranno. Diritti di Teuhtli. Popolazione di Tlateloleo. Se-
minagioni de' Messicani. Primi re dei Tlaxcaltecas e Tenuxcas. Diritti di Quimautzin. Guerre dei
gran Sacerdote. Guerra de' Messicani con quelli di Gulhuacan. Diritti del re Xoamaplstli. 7. Cospi-
razione contro Quinautzin. Battaglia di venti giorni e vittoria di Quinautzin. Guadagna la provincia
di Tepepulco. Morte dell' infante Nopaltzin. Morte di Aculhua,re di Ascapuzalco, di oltre 200 anni
La gran guerra di Quinautzin. Sue vittorie e sua morte. 8. Diritti di Tecliotlalatzio. Be e signori
delle principali Provincie della Nuova Spagna. Morte di Acamapistli , primo re di Tenunchtitlan. n
suo successore Huitzilyhuitl. Guerre di Techotlalatzln contro gli Otomiti e sue vittorie. Assemblee
Oli VECA
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generali, e creazione di 46 signori sudditi delF imperio di Techotlalatzin. Haitzilyhaitl secondo re
di Messico. Suo successore Chimalpopoca. Morte di Techotlalatzin, di 150 anni di età e 140 di re-
gno. 9. Ardimenti di Tezozomoc re di Ascapuzalco per usurpar l' imperio. Tetzoco contro il diritto
di IxtliUochiti legittimo erede. Il tiranno rompe la guerra. Nascita del principe NezahoalcoyotL
Diritti di Ixtlilxochitl. Sue guerre e vittorie contro Tezozomoc Assedio di Azcapazalca Tradimenti
di Tezozomoc. Fine del re Ixtlilaochitl. Pietà del cavaliere Chichiquil col corpo fatto in brani del
suo re e con il principe Nezahualcoyoll. 10. Crudeltà del Tiranno Tezozomoc. Nuovi tributi imposti ai
popoli. Persecuzioni di NezahnalcoyotL Eroica azione delle signore Messicane. Sogni funesti del tiran-
no. Sua morte e funerali. Diritto del tiranno Mextla. Fratricidio. Arbitrii e crudeltà. Rischii di
Nezahualcoyoll. Mezzi per la ristorazione della corona. Sua vittoria. Suo regno. Palazzi, templi e
creazione di nuovi signori. Gran politica e ordinanze di Nezahualcoyotl. Sua morte. Cerimonie per
creare un signore. Arrivo degli Spagnuoli alla nuova Spagna. Loro entrata in Tescuco. L.a 111 Re-
lazione tratta: i. Del lignaggio di Ghichimechi. Del loro primo re ChehimecatL Sue pellegrinazionL
Suo stabilimento. Sua discendenza. 2. Dei giganti della Nuova Spagna, discendenti dai Chichiine-
cbi. Burrasche e terremoti della prima età. 3. Dei Tultechi e loro cento capi che vennero popolando
e seminando. Della fondazione della città di Tuia. Diritti e matrimonio del suo re. Suoi successori.
Siccità, pesti, guerre e distruzione del suo impero. 4. Serie dei monarchi Chichimechi, predeces-
sori di Xolotl. 5. Viaggi, scoprimenti, stabilimenti e regno di Xoiotl, primo grande Chichimeco.
6. Governo di Napaltzin e sua morte. 7. Di Holtzin e sua discendenza. 8. Del re Quinautzin e sue
gesta. 9. Fatti di Techotlalatzin. 10. Vita del re Ixtlixuchitl. ii. Persecuzioni, guerre, governo, leg-
gi, conquiste, religione e discendenza di Nezahualcoyotzin. 19. Qualità e governo di NezahualcoyotiiD.
13. Descrizione dell* arrivo degli Spagnuoli , loro fatti, e principio della legge evangelica. La Re-
lazione IV è un attestato del Governatore, degli Alcaldi e Reggitori del popolo di San Salvatore
di Quatlalinco della provincia di Otumba, della certezza, verità e rispondenza degli scritti storici di
don Ferdinando de Alva Ixtlilxochitl con le antiche storie della nazione. La V Relazione traOa, 4.
Del regno dei Tultechi. 9. Dei re Chichimechi innanzi di Xolotl. 3. Di XolotL 4. Dello stesso. 5. Di
Nopallzin. 6. Di Tlotzin. 7. Di Tlastecatzin. 8. Di Techotlalatzin. 9. Di Ixtlilxochitl 10. di Nezalw-
alcoyotzin. ii. Di NezahualpilUiutli. 12. Degli altri Signori della Nuova Spagna. 13. Dell' orìgine
de Xnchimilcas. La Relazione VI contiene altre scritture, che chiariscono e cunfermano le cose nar-
rate. La Relazione VII contiene una scrittura giuridica contro Nuiìo Guzman primo presidente della
Reale udienza di Messico. La Relazione Vili parla d' una retribuzione data da don Fernando Cortes a
donna Isabella Moctzuma e successori di lei, confermata da sua Maestà il 1568. I^ Relazione IX
contiene un Diario della spedizione a Chichimechi, di don Francesco Sandoval Acazitlì, signore della
Provincia di Chalco, in compagnia dell' Eccellentissimo signor don Antonio Mendoza.
Tom. V. Questo tomo contiene la conquista del regno della Nuova dallizia, in 25 capitoli.
Entrala dei primi popolatori della Nuova Galli/Ja. Varietà delle nazioni che vi trovarono. Diversità
delle loro lingue. Idoli e dominazione de' Messicani. Conquista fallane da Nuiìo Guzman. Morte dì
Calzollzin. Entrala nella valle di Coinan nelle terre del Cacico Cuilzco. Entrata dei Chiriuos in
Tonalan. Sanguinosa ballaglia, e vittoria degli Spagnoli. Pace e descrizione di Tonalan. Vìsita di
Guzman in varie giurisdizioni. Entrala di Onale in Elzallan. Dei Chiriuos in Colouilla, Matatan-
llagos, Comanaja, Xacalecas. Pacillcazione di alcune nazioni falla da Onale. Varie descrizioni. Perdile
di cotone in Xuchipria e paciflcazione in Tlallenango per Onale. Ritiro di Guzman a Zalisco, e suoi
travagli. Fondazione di laquahilco, e come prima di Guzman fosse entralo in Xalisco Francesco
Cortes, ricevuto pacificamente della Regina, che era in guerra con gli Indi della Valle di Uanderas,
e con croci in mano da quelli di Quilo. Del viaggio di Nuiio in Acaponua e Culiacan. Fondazione
della città di San Michele. Entrata in Sinaloa e Topla. Tramutamento della città di Guadalaxara.
Entrala dei Chiriuos nel flumc Hiaqui. Incontro con Doranles, e compagni perduti dell' armata di
Panfilo nella Florida. Panuco e Guadiana. Ordine di Sua Maeslii, che il conquistalo paese venga
chiamato Nuova Gallizia, e si fondi la città capitale col nome di Compostella. Fondazione della città
della Purificazione. 1 soldati abbandonano Nuno. Spopolamento di una città, e fondazione di Com-
postella. Prigionia di don Luigi di Castiglia por opera di Nuno. Descrizione della provincia di
Aralos e Colima. Partenza di Guzman per Panuco. Viene rimesso in Ispagna dal giudice di residenza
del governo interino di Onale. Spedizione del Coronado. Ribellione della Gallizia. Vittoria degli Indù
Soccorso di Alvarado. Morte del venerabile Fr. Giovanni Calerò. Ratlaglia di Alvarado con gli Indi,
e sua morte. Muore di freccie il Padre Andrea Cuellar. Cospirazione degli Indi. Bravura di odi
VECA 615
donna, e riduzione dei sollevati per mezzo de' Religiosi Francescani. Mossa del Viceré don Antonio
Mendoza con cinquecento nomini a gastigar la ribellione. Sue vittorie nei PeSoles e in Miston.
Paciflcazione degli Indi per la predicazione del Padre Fr. Antonio di Segovia. Tradimento di
Remerò. Ritorno del Viceré a Messico. Dei successi del Coronado. Quivira. Morte di due
Religiosi. Dichiarazione del Papa, che gli Indi erano esseri ragionevoli. Buia. Presidi!. Missioni.
Miniere e fertilità della Gallìzia. La Santa Crociata. Tepic. Armi di Guadalaxara e Zacatecas. Sua
fondazione. Progressi. Miniere. Erezione del Vescovado. Udienza, e morte dell'illustrissimo Pacillcatore
Gines Marchese d' Ayala. Trasferimento dell' Udienza da Compostella a Guadalaxara. Ybarra paci-
flcatore della Biscaglìa. Fabbrica della Cattedrale. Padri Francescani. Provincia di Xalisco. Morte
dell'illustrissimo. Presentazione del signor Mendiola. Sua origine, patria, morte. Movimento del suo
cappello, e incorruzione del suo cadavere. Delle funzioni degli Agostiniani. L'illustrissimo Arzola.
Collegio de' PP. Gesuiti. Convento di Santa Maria della Grazia. Dignità e Canonici. Morte di Religiosi
insigni. Caduta degli idoli di Zapotitlan in presenza di Gesù Sacramentato. Il Francescano Frate
Pietro del Monte e suoi prodigi. Comete, tremuoti, pesti e rovine. Degli Uditori. Bolla della
Crociata. Azione de' Procuratori e Ricevitori. Come 1' Udienza nega la sua giurisdizione al Viceré, ed
essendo per venir alle mani con l' armi, li placa l' Arcivescovo col Santissimo Sacramento. Morte di
questo Prelato. Degli illustrissimi Santos, Gracìa e Mota. 11 Presidente Santiago. Vera conversione
del Nayarit e Analco per quelli di Topic, e amministrazione del Convento di Santa Maria della Grazia
de* Padri Domenicani. Come i Carmelitani abbandonarono il loro Ospizio, e i Domenicani vi fondarono
r Ospedale del Sangue di Cristo per i Fratelli di San Giovanni di Dio. Traslocamento del signor
Nora, e morte del Vera. Dell' amministrazione della Reale Azienda per l' Udienza Reale. Divisione del '
Governo di don Giovanni de Vilieta. Rinunzia del signor Valle. Villeta consigliero dell' Indie.
Tribunale della Crociata. Controversie tra ecclesiastici e secolari.
Tom. VI. Contiene questo tomo la continuzione della conquista della Nuova Gallizia, in 40
capitoli. Del Presidente don Alonzo Perez e don Francesco Rivera. Compimento della Cattedrale. Assalto
degli Indi a Guadiana e Acaporreta. Sbarco di un inglese in Zalagua. Tremuoti. Pioggia di cenere.
Incendio e peste in Zacatecas. Morte del signor Merchan Presidente Atarola. Fondazione del Real di Torà
e Amatlan. Divisione del Vescovado. Dignità. Canonicati. Ragioni di Guadalaxara dalla sua fondazione
sino all'anno quarantadue. Fondazione de' Merccdarii. Loro progressi. Uomini illustri. Festa di San
Pietro Nolasco. Fondazione delie scuole di Cristo. Patronato di San Marco contro le formiche, le tempe-
ste, ec. Patronato di San Clemente. Reliquia di questo Santo, e patronato di San Sebastiano. Dei signori
Acoquencho e Cervantes. Morte dell' uno , e inalzamento dell' altro. Il Presidente Canceco , e il vescovo
Estrada. Confraternite. Diritti di Filippo IV. Donativi a Sua Maestà, 4 opulenza della Gallizia
e Discaglia. Dei prodotti della reale Azienda. Virtù del P. Fr. Giovanni Angulo, di donna Giacinta
di Vidarte, di donna Angela Xaviera, e del solitario Gregorio Lopez. Economie del Capitolo. Diritti
dello stesso. Spaccio di vino. Presentazione del signor Za vaia. L' illustrissimo Colmeneko. Im-
magine di Nostra Signora di Zapopan, e voto di difendere la Concezione de' Padri Francescani di
Zacatecas. Convenzioni del Nuovo Regno di Leon. Miracolo di Nostra Signora. Provincie di Sina-
loa. Ostimuri e Sonora. Presidenza di don Antonio De Ulloa. Diritti di Carlo IL Immagine di
Nostra Signora di San Giovanni. Presidenza di don Antonio de Alvares, e di don Francesco Romero.
Dello scoprimento di Coahuila, fatto da un Francescano di Xalisco. Entrata del signor Santa Cruz, e
paciflcazione del paese. Fondazione di vari popoli di Coahuila. Notizie del Texas. Patronati. Immagini
miracolose. Promozione del signor Santa Cruz, e successione del signor Garavito. De Agunto presidente
Interino. De Ceballos proprietario. Competenze di giurisdizione. Fondazioni di Santa Teresa. Congrega-
zione degli Oblati« Oratorio di Gesù. Dotazione delle cattedre di Teologia e Filosofìa pei Padri della
Compagnia di Gesù. Fondazione del Collegio di San Giovanni. Descrizione del Santuario di Loreto.
Cattedrale di San Francesco. Illustrissimo Galindo, e fondazione del Seminario. Delle ragioni per
fondare una Università. Presidenti Abanca e Solis. Fondazione de* Betlemiti. Di S. Monica. Collegio
delle fanciulle. Fabbrica. Predicatori del Nayarit. Lor conquiste. Providenze di Feran e Ri vera.
Santa Croce. Chiesa di S. Giovanni di Dio. Presidenza di Burgos e Ayza per l' illustrissimo Parada.
Guadalaxara. Sua longitudine, latitudine, temperatura e fertilità. Tribunali, commercio, fabbriche,
abitanti. Finalmente, dei termini del regno di Gallizia Città. Miniere. Popoli. Nazioni. Gradì di Nayarit,
Coahuila, Texas, Viscaya, Sinaloa, Ostimuri, Sonora. Popoli. Caste. Presidii. Ostilità.
Tom. VII. Apparato alla Cronaca di Mechoacan, di S3 capitoli. Scoprimento delle Indie, fatto
da Colombo. Isola Hispaniola. Battaglia tra Indi e Gastigliani. Ritorno del Colombo in CasMglia.
GI6 VEGA
Relazione delle sue scoperte. Approvazione del Papa. Secondo viaggio del Colombo air Indie. Primazia
del Padre Boyl Francescano nelle Indie. Successi del Colomba Fondazione della città di S. Domingo.
PaciQcazione delF isola. Ribellione di Guarìonex, e predicazione evangelica. Ribellione del Roldan.
Prigionìa dei re Gaurionex e Mayabanes. Terzo viaggio del Colombo, e nuovi scoprimenti. Concerti del
Roldan con T Ammiraglio. Origine dei ripartimenti. Scoperte di Ojeda. Sollevazione della Spagnoola.
Sollevazione di Moxica. Prigionia delFAImirante per Bobadilla. Governo di Ovando nella Spagonola.
Quarto viaggio del Colombo air Indie. Naufragio della Flotta. Guerra nella Provincia di Higneis.
Riediflcazione di San Dominga Ultimo viaggio del Colombo. Suoi richiami, e sua morte. Amerigo
VespuccL Morte della regina Isabella. Gentilità e conversione degli Indi della Spagnuola. Erezione
della Provincia Francescana di S. Croce , o primi vescovi in quelle isole. Ricognizione di Caba da
Ocampo, e dell' isola di Porto-Ricco da Giovanni Ponce di Leon. Dispacci dell' Al mirante don Diego
Colombo. Suo arrivo alla Spagnuola, dove vanno i Padri Domenicani. Creazione di un Vescovado.
Ripartimenti. Causa degli Indi di Cuba. Diego Velesquez. Scoperta della Florida, fatta da Glovao
Ponce di Leon, e del mare del Sud, da Vasco Nnì^ez.
Tom. Vili. È la continuazione delF apparato alla Cronaca di Mechoacan , in 18 capitoli.
Spopolamento della Spagnuola. Viaggio del Padre Las Casas col Colombo. Udienza del Cardi-
nale Cisneros ai richiami del I..as Casas. Destinazione dei Gerolimiti per V Isola, e morte del
re cattolico. Arrivo di Carlo V In Castiglia. Morte del Cardinale Cisneros. Scoperta delPTuca-
tan. Spedizioni di Grijalva. Sollevazione del Cortes con 1' armata. Piaghe nella Spagnuola. I Ge-
ronimiti tornano in Castiglia. Piano del Padre Las Casas. Esame della causa degli IndL Parere delP
Almirante D. Diego Colombo. Cortes in Cozumel. Fondazione di Vera Cruz. Andata del Cortes a Sem-
poala. Atterra gli idoli. Guerra e pace coi Tlascaltechi. Descrizione della loro città. Fazione di Cholola.
Prigionia di Moctzuma e suo vassallaggio al re di Castiglia. Prigionia di Panfilo. Morte di Moctzoma.
Irritazione dei Messicani. Ritirata del Cortes. Rattaglia di Otumba. Il Cortes in Tascala e Tepeaca.
Ribellione del Cacico Enriquillo. Condizioni delle isole Spagnuole, Cuba, Giamaica e rlnoanenti.
Assedio di Messico. Rovina dell* imperio Messicano. Origine degli Indi della Nuova Spagna. Primi
popolatori. Giganti. Tultechi. Chichimechi. Imperatori Messicani. Loro religione e governo. Riedi-
ficazione di Messico, fatta dal Cortes. Relazioni a Carlo V, ed altre notizie sino alla morte di Leone X.
Tom. IX. Primo libro della Cronaca di Mechoacan in 27 capitoli. Scoperta del regno di Mechoacan.
Intenzione del re di Mechoacan di sacrificare gli Spagnuoli. Sue imbasciate al Cortes. Va in persona
a visitarlo, e torna alla sua corto afTezionato agli Spagnuoli. Descrizione di Mechoacan avanti
l'entrata de' ministri Evangelici. Origine delle genti che popolarono Mechoacan. Del suo re, governo,
oflScli militari e moccanioi. Sepoltura dei Re. Segni che precedettero 1* arrivo degli Spagnuoli, e
timore del Re. Pretensione di Moctzuma per federarsi con Siutzicha contro gli Spagnuoli , e
risoluzione del Re. Capitani che inviò il Cortes a pacificare lo provincie dell' impero Messicano.
Riconoscimento della rusla del Sud. .Assoggettamento di Paniico. Riedificazione di Messico. Solle-
citudini per trovar miniere. Ribellione dei Nej?ri nella Spagnuola. Prima Missione dei Francescani
nella Nuova Spagna. Ribellione di Cristoforo Olid nelle lligueras. Rivoluzioni di Messico. Fabbrica
della Chiesa do' Francescani , e viaggio del re di Mechoacan in corca di Religiosi per il suo regno.
Ritorno del Cortes dalle Higueras. Primo Gmcilio, o Giunta reale ecclesiastica in Messico. Presidenza
e morte dol Cortes. Governo di Aguilary Estrada, l Domenicani in Messico. Raltesimo in Tzintzoutzan.
Missione de* Francescani. Vescovo di Messico. Cattedrale. Primi Conventi delle Provincie di Mechoacan.
Esempio dei Ministri. Conversioni di Gentili. Altre funzioni dei Conventi. Spedizioni di Guzman.
Seconda Udienza di Messico. Visita e descrizione di Mechoacan. Fondazioni di Conventi nella Nuova
Gallizia, Apparizione di Maria Vergine di Guadalupe. Viaggio in Ispagna del signor Zomarraga.
Puebla e Xalisco. Relazione del Cacico Yanzecall. 11 Francescano Fr. Martino di Gesù, fondatore
della Provincia di Mechoacan, s' imbarca in cerca di Gentili. Nuove sco|)erte dei capitani del Guzman.
Condotta degli Almendes, Chiriuos e Angulo. Successo di Hurlado di Mendoza. Fondazione dei
Cx)nvento di Zapotlan, e altre Dottrine, ossia Missioni. Arrivo de' Padri Agostiniani nella Nuova
Spagna. Provvedimenti in favor degli Indi. Descrizione della Nuova Spagna. Provincie e Vescovadi.
L'illustrissimo Ximenes Vescovo di Guazacoalco. Morte di Clemente VII. Elezione di Paolo IIL Morte
di Fr. Martino da Valenza. Primo Viceré della Nuova Spagna. Casa di Moneta. Nuno de Guzman
ruba una nave al Cortes. Popoli della giurisdizione di T/itaquaro e Taximaroa. Fondazione del
Convento di Etzallan.
Tom. X. Libro II della Cronaca di Mechocean, in 18 rapitoli. Erezione della Custodia e del Vescovado
VEGA 617
di Mechoacan. Visita del signor Quiroga. Memoriale dei Conventi di Mechoacao e saoi Custodi.
Fondazione di Acambaro. Conquista dei Teules. Residenza di Nufio, e prigionia di Don Laiz di
Castiglia. Istruzioni per il governo della Nuova Spagna e Gallizia. Fondazione del Convento di Santa
Cruz in Messico, fatta dai Caciquì. Fine di Nuno. Governo del Licenziato Perez nella Nuova Gallizia.
Lettere apostoliche sopra la ragionevolezza degli Indi. Scoperta del Nuovo Messico. Convento di
Etzatlan. Fondazione degli Agostiniani in Tiripitos. Traslazione a Patzguaro delia chiesa cattedrale.
Spedizione di Vasco Coronado. Fondazione del Convento di Xalisco. Sollevamento di vari popoli nella
^uova Gallizia. Servigi de' Missionari Francescani. Disgraziata morte di Alvarado. Vittoria degli
Spagnuoli in difesa di Guadalaxara. Progressi di Vasques Coronado, e suo ritorno a Messico. Vittorie
ilei Viceré don Antonio de Mendoza sopra I ribelli della Nuova Gallizia. Fondazione di Valladolid.
Travagli de' Padri Francescani da Segovia e da Bologna nella paciflcazione de'popoli sollevati. Miniere.
Unione delle Religioni per la migliore amministrazione. Francesco di Sandoval visitatore della Nuova
Spagna. Turbazione del regno. Mediazione delle Religioni per la sospensione delle nuove leggi. Litigio
grande tra i Mitres di Messico e Mechoacan. Conquista di Queretaro.
Tom. XI. Continuazione del libro II della Cronaca di Mecheocan, e principi! del III, in 13
rapitoli. Relazione del Cacico don Luis. Peste in Mechoacan. Xalisco. Fondazione di ospedali.
Erezione delle Metropoli, Messico, Lima e San Domingo. Miniere. Fondazione del Convento di
Amacucca. Morte del Cortes. Reale Udienza nella Nuova Gallizia. Miniere. Fondazione di San Michele
il Grande. Morte di Paolo HI, ed elezione di Giulio III. Fondazioni de' Francescani in Gallizia e di
Qaitinos in Mechoacan. Successi nella Nuova Galizia. Fondazione dell' Università in Messico. Ordinanza
per la fondazione di Monasteri. Fondazione dell'ospedale reale di Messico. Entrate Apostoliche.
l*:rezione della chiesa di Mechoacan in Paztguaro. Bolle di approvazione. Morte di Giulio III. Ele-
zione di Marcello li. Sua morte, ed elezione di Paolo IV. Morte di Carlo V, e del fondatore Fr.
Martino di Gesù. Miniere. Morte del primo Vescovo. Successione dell'illustrissimo Ayala. Reale
Udienza e Sede episcopale. Morte di Paolo IV, ed elezione di Pio IV. Bolle e Brevi per erezioni di
Cattedrali. Popolo delle Miniere de los Ranchos. Fondazione della città del Nome di Dio. Altri
Brevi pontifici, e conquista di Copala. Fondazione dì Guadiana e San Sebastiano. Martirio di Padri
Francescani. Morte del Viceré e del signor Ybarra. Fondazione degli Agostiniani in Guadalaxara.
Beai Cedola perchè le Udienze non facciano informazioni pubbliche nò scerete contro i Religiosi.
Qui finisce il II libro della Cronaca, e comincia il III; con alcune avvertenze per la descrizione del
regno di Mechoacan, ove anche si dà ragione di alcune produzioni , che servivano di comune alimento
nei Tarascos. E finisce l'opera, perchè l' Autore colto da morte non potì^ compirla.
Tom. XII. Cronaca Messicana per don Fernando Tezozomoc, in 113 capitoli. Origine dei
Messicani. Loro stabilimento in Tenuchtitlan. Contrarietà in cui s' avvengono. Progressi. Monarchia.
Guerre. Conquiste. Vicissitudini. Preziose notizie dei loro re. Statue. Lor valore. Costumi. Politica.
Utensili. Vestiari ed altre opere di magnificenza. Religione. Idoli. Sacerdoti. Solennità. Sacrifici di
schiavi. Onori ai militari morti in guerra. Arrivo del Cortes. Tristezza, abbattimento, e coraggio di
Moctzuma. Genio e carattere Messicano.
Tom. XIII. Storia Chichimeca per don Ferdinando de Alva Ixtlilxochitl, in 9t capitoli. Crea-
a:ione del mondo, e sue quattro età secondo gli storici Messicani. Origine della nazione Tulteca.
Suol re, capi e popolazioni. Arrivo di Xolotl alle terre de Tnltechi e degli Aculhuas, Tepanecas e
Otomites. Ripartimento di terre. Matrimoni. Discendenza. Altro ripartimento di popolazioni e Provincie
che fece Xolotl. Sua morte. Regno di Nopaltzin. Tlotzin. lumanantzin. Arrivo de' Messicani. Guerre
civili tra i Chichimechi. Popolo di Chimalpanecas in Tescuco. Guerre tra gli Azcapuzalcos e i Messicani.
Successione nel regno degli Gulhuas, e morte di Techotlalatz. Successione di Ixtlixochitl. Rivoluzioni
dell' Impero, eccitate da Tezozomoc e da' Messicani. Diritti del principe Nezahualcoyotzin. Guerre tra
Ixtlilxochitl e Tezozomoc, che chiede tregue senz'animo di osservarle. Ritiro di Ixtlilxochitl alle
montagne, e sua sventurata morte. Ripartimenti di terre . Patrimonio de' Chichimechi , che fece
il tiranno Tezozomoc, e sua morte. Entrata di Maxtla nel!' Impero. Morte del suo fratello Tayatzin, e
prigionia di Chimalpopoca re di Messico. Travagli di Nezahualcoyotzin, perseguitato dal tiranno.
Morte di Chimalpopoca e Tlacateotzin. Il regno di Tlatelolco. Nuore persecuzioni di Nezahualcoyotzin.
Sue peregrinazioni e racqnisto delP impero. Oppressione de' Messicani per opera del tiranno Maxtià.
Mossa a favore de' Messicani di Nezahualcoyotzin, che gridano re di Tescuco Acoihuacan, e imperatore
de Chichimechi. Sua guerra contro Yzcoatzin re di Messico. Restituzioni clìe fece Nezahualcoyotzin delle
lor signorie al Aculhuas. Palazzi. Descrizione delle loro case. Dei loro templi. Loro leggi, e zelo per la
618 VECA
Kìnstizia. Ampliazione delle terre della signoria di Tlascala. Morie di Yzecatzin. Suo successore. Guerre
con le Provincie lontane. Fame e mortalità. Principli delle guerre di Tlascala, Huetzotzinco e Choiulam,
contro V Impero. Case. Boschi. Giardini di Nezahualcoyotzin, e sua tomba in Ascalxochitzin. Figli, e
morte del principe Tezahpintzintli. Vittoria contro la provincia di Chalco per mezzo dell* infante Azo-
queulzin. Nascita del principe Nezahualpìli. Morte del Re di Messico, ed elezione d'un altro. Detti, profezie
e sentenze di Nezaliualcoyotzin. Fatti di Acateualzin e morte dellMmperatore Nezahualcoyotzin. Diritti, e
coronazione di Nezahualpilzimtli. Guerre. Conquiste e morte di Xibuitltemoc, signor di XpchimUca
Morte di Axacayatzin, e sua successione. Spedizione di Nezahualpitlzimtli contro alcuni popoli e Pro-
vincie del Sud. Grandezza delle case e dei templi. Loro figli. Mogli e concubine. Morte di Tzocotzicatzin.
Sua successione. Spedizioni militari di Nezahualpilzintli nelle Provincie del Sud. Compimento del
maggior tempio di Messico. Morte del Re. Suo successore. Guerra fortunata di Nez&hualpiltzintii
contro Huehuetzin, signor di Huetzozinco. Fatto singolare di un cavaliere discendente dalla casa
di Tescuco. Guerre e conquiste dell'Impero sopra lontane nazioni. Severo castigo dato da Nezahualpil-
zintli alla Regina adultera. Altre conquiste dell' Impero. Grande inondazione di Messico. Nezahaalpil-
zintii compone le discordie dei fratelli, egastiga esemplarmente i suoi figli. Giustizia e legislaziofie di
Nezahualpiltziotii. Nascita di Ixtlixochitl e sua fanciullezza. Morte di Abuitzoatzin re di Messico.
Elezione di Moctzuma secondo. Vari successi . Segni della distruzione dell' impero. Ribellione di
alcune provincia Crudeli arbitri di Moctzuma per rendersi padrone di tutto l' impero. Morte di
Nezahualpilzintli, e discordia tra' suoi figli rispetto alla successione. Principii della conquista. Successi
del Cortes sino a Vera Cruz. Providenze di Moctzuma. Il Cortez in Villa-Ricca. Abbruciamento delle
navi. Partenza del Cortes per Messico. Il Cortes in Tiascala. Suo viaggio a Messico sino alla prigionia
di Moctzuma. Risentimento di Cacama. Andata di Utliixochitl per consegnarlo al Cortes. Obtie-
dienza di Moctzuma e degli altri signori al Re di Casliglia. Arrivo di Panfilo, di Pietro de Alvarado
0 dei loro. Mettono a morte la nobiltà Messicana; e gli Indi irritati li fanno fuggire precipitosamente
dalla città. Morte di Moctzuma, Cacama ed altri signori. Ritirata del Cortes a Tlascala. Morte del
re di Messico. Elezione. Viaggio dti Cortes sino al Messico. Battaglia di Ixtapalapam. Guerra di
Acapuchtlan. Visita del Cortes. Messico intorno alle sue lagune. Battaglia di Hayacapa. Guerra dì
Xochimilco. Postura di Messico per acqua e per terra, e vittoria dei navigli nella laguna.
Tom. XIV. Memorie di Messico. Gradi della città di Messico. Sua fondazione e governo nel
gentilesimo. Etimologia del nome Messico. Conquista. Grandezza dì Messico in sua gentilità. Morte
dei Cortes. Primo libro stampato in Messico. Divisione dell' America. Estensione della Settentrionale.
Opinione sopra l'origine dogli Indi. Provviste di Messico. Inondazioni. Edifici politici e sacri. Ponti
sull' ac(]ua. Estensione dell' Impero Messicano. Grandézza di Moctzuma. Immagini e Santuari della
Vergine di Giiadalupe e de los Remedios. Collegiata di S. M. di (luadalupe. Esemplare previdenza
dell' illusi rissimo Moya, e peste in Messico. Erezione e dedicazione della Cattedrale. Filippo di
Gesù, e clausola singolare del testamento di sua Madre. Estensione dell' Arcivescovado Messicano.
Curali chierici in (|uesto Arcivescovado l'anno 1719. Provincie di Francescani nell' Americji Setten-
trionale. Stabilimento de' Padri Francescani Osservanti. Vestali Messicane. Fondazioni di Domenicani,
Agostiniani, Ippolilini, e Gesuiti. Scuole pubbliche e seminarii per istruzione della gioventù. Fondazioni
de* RR. PI». Carmelitani, Mercenari Scalzi, San Giovanni di Dio, Bellemili e Benedettini. Altre notìzie.
Tom. XV. Memorie per la storia di Sinaloa. Spedizioni apostoliche de' Padri Gesuiti nella
provincia di Sinaloa. Bolla descrizione di quei monti, fiumi, piani, boschi. Frutta di coltura e produ-
zioni selvatiche. Genio, usi, costumi, lìngue, guerre e superstizioni delle nazioni barbare. Stabili-
menti delle Missioni. Inquctudini. Governo. Avanzamenti, societ^i , polizìa. Arte degli indovini.
Congiuro. Ribellioni. Decadenza della Religione. Apostasie degli Indi. Ingratitudine e crudeltà dei
loro ministri. Perìcoli e combattimenti delle armi cattoliche. Trionfi. Castighi ai ribelli. Abbattimento
e successione di gentili. Imprese. Travagli. Morti. Costanza e zelo de' Missionari. Eccellenti condizioni
di quella cristianità.
Tom. XVI. Materiali per la storia della Sonora. Nome della Sonora. Termini e confini. Fiumi.
Rivi. Terreno. Temperatura. Fertilità. Frutta e greggio. Animali selvatichi . insetti, uccelli, pro-
duzioni medicinali. Nazioni degli Indi. Genio, lingua carattere. Loro antichità. Idolatrie. Indovini.
Superstizioni, credenze e abusi. Riti, cx»stumì, cerimonie, guerre, medici, cure. Gli Opatas, gli Eudeves,
e gli Jovas. Indi dell' alta e bassa Pimeria. Seris e loro confederali. Nazione Apache. Antiche MissiODi.
Popoli deperiti. Chiese e scuole delle Missioni. Governo ecclesiastico e politico. Miniere. Popolaziooi
e luoghi spopolati. Reali presidii. Mezzi per evitar la rovina della Sonora. Stato della Sonora il
.*
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4730. Sollevazione dell' Indiano Munì. Relazioni e progetti di Ferdinando Sancbez Salvador. Ostilità dei
Seris, e pericolo della provincia. Miniere d'oro in Sayopa. Pezzo d'argento di 31 pesi. Insti tuzioni
«lei signor Croix. Missioni del Collegio di Santa Croce di Queretaro. Governo spirituale e temporale.
L'alta e bassa Pimeria. Missioni di Nevomes il 1658. Conversioni degli Splnas l' anno 1690. Stato
della Primeria il 1697. Vittoria dei Pimas coatro i nemici della provincia di Sonora. Nostra Signora
de los Remedios de la Pimeria. Entrata dalla Sonora sino al Nord-ovest della California. Missioni
Tanno 1724 e 1727. La Pimeria il 1740. Entrata nei fiumi di Gila e Colorado. Istruzioni di Gallardo
.il Colonnello Ortis. Providenze di Vildosola.
Tom. XVII. Continuazione dei materiali per la storia della Sonora. Varie providenze. Haneherias
della Vega e de'flumi Gila e Colorado. Pitture sopra pietre. Donne Ymnas uccise con frecce. Sollevamento
della Pimeria. Luigi del Saries Generale della cospirazione. Morte dei Padri Tello ed Enrico Roen.
Incendio. Profanazione delle chiese e de' vasi sacri. Mossa di Menocal contro i sollevati. Distruzione di
tre Missioni, e di altri popoli della Valle di San Luis. Spedizione di Aribac. Procedimenti di
Parilla. Giustificazione della condotta de'Missionarì. Assalto al Peilol del Cierro prieto per raggiungere
i Seris, ed altre spedizioni di Giovanni di Mendoza. Campagne contro gli Apaches. Vita errante di
questa nazione. Riconoscimento e descrizione della Barranca di Talarrequa. Spedizione contro i
Seris. Tre corpi umani secchi e colpiti di frecce sotto i rami di differenti alberi. Ritirata degli
Spagnuoli. Vari successi nelle Missioni. Ostilità degli Apaches nella giurisdizione di Oposua. Fuga
degli Indi Sububapas. Diligenze del capitano don Lorenzo Gancio. Nuovo presidio. Corse contro
l' Apache di D. Antonio Vildosola. Barbare ostilità dell'Apache. Memorie della fondazione del governo
di Sioaloa, Caliaean, Ostumuri e Sonora. Sollevamento degli Yaquis e Mayas capitanali da Calisto.
Monti, incendi!, stragi e pericoli nella provincia di Ostimuri. Fuga notturna di Huidrobo. Governo
interino di Vildosola. Gallardo Inquisitore. Governo di don Di**go Parrilla. Suo successore don
Diego di Arce y Arroyo. Governo di Mendoza. Sue infelici spedizioni contro i Seris, i quali l'uc-
cidono a colpi di frecce. Governo di Tienda del Cuervo. Il Governatore don Giovanni di Pineda.
Spedizione di Elizondo contro i Seris. Governi di Corbalan, Sastre e Crespo. Divisione delle Provincie
interne del Viceregnato. Il comandante generale cavalier de Croix. Scoperte del capitan Marge. Diario
per nuove terre de' Gentili, del R. P. Eusebio Franceseo Klno.
Tom. XVllL Lettere importanti per illustrare la storia di Sinaloa e Sonora. Espongono queste
lettere lo zelo e la vigilanza de' superiori per assicurare le frontiere, provvedere alle neces.sità,
soffocar le sedizioni, e reprimere l' audacia dei barbari . Le lacrime di quelle Provincie per il ca-
stigo distruggitore degli Apaches, le invasioni continue dei popoli , 1' oppressione de* loro abitanti,
gli incendii delle case, la distruzione delle semenze, il rapimento delle greggie, i rubamenti e le
morti e le turbazioni suscitate dai selvaggi. Loro ardiri, passione per la caccia, scorrerie, e
sanguinose trucidazioni. Condotta degli incivilitori, loro massime, intelligenza, consìgli, precauzioni,
subordinazione, valore, spedizioni, fatiche. Finalmente parlano dell' avanzamento delle Missioni e della
Religione per l'attività e l'esempio de' loro Ministri.
Tom. XIX. Documenti per la storia della Nuova Discaglia. Descrizione della Nuova Discaglia.
Gradi di longitudine e latitudine e confini. Nazioni che l'abitano. Popolazione, temperamento e
miniere. Gli Apaches e i Faraones. Loro armi. Crudeltà e vesti. Fertilità di Durango. Santuario
di Guadalupe. Immagine di Gesù. Miniere di Avinito e Parras. Stabilimento della Compagnia
di Gesù. Indi della Laguna. Vita e costumi dei Tepehuanes. Fondazione delle Missioni. Loro frutti
e progressi. Popolazione di S. Maria nella Valle di Parras. Conversione dei Zacatechi. Ordine dei
catechismo. Triste canto e balli degli Indi intorno alle sepolture. Inumanità dei Pachos. Moritz di
un Indiana in difesa di sua castità. Ministero de' Padri Gesuiti tra gli Acaxes. Conversioni, battesimi e
chiese. Apostoliche fatiche del Padre Santaren. Distruzione di molti idoli della Laguna e del fiume
de las Nazas. Sterilità del terreno. Nuove popolazioni. Sollevamento degli Indi Parras. Strane figure
degli idoli. Balli con il capo di cinghiali. Effetti della divina predestinazione nei Gentili. Cometa, e
superstizioni degli indovinL Epidemia del vainolo, e carità de* Missionari. Spedizioni contro Gorgojito
e sua morte. Descrizione della Quebrada di Guarisanie. Suoi abitanti, frutta, vestimenta, piume, case
e fortificazioni. Gli Humnes chiedono la pace, e il Governatore la concede a certe condizione Mechisua
persuade a pigliar le armi in favor degli Spagnuoli gli Indi di Yamoriba e Zamospitua. Fuga dei Tepe-
huanes. Perdono di quelli di Guapijujo. Scorrerie In cerca dei Tepehuanes. Fortunata pace con gli
Humnes. Ostilità della nazione Tobosa. Mos.sa contro di essi del capitano Berraza senza successo. Con-
federazione di sei nazioni con i Tobosos. Sollevamento generale dei Gonchos. Muoiono di colpi di frecce
620 VECA
Ligaran e Labado. I Francescani. Incendio . Profanazione di chiese, di altari, di calici, e sangaiDOte
morti. Disastri nel popolo di San Pietro. Sollevamento degli Indi della Valle di San Bartolommeo.
Disordini dei Ministri secolari Nupve ostilità degli Indi. Loro Unte paci. Supplizio di alcani
Salineros ribellatisi. Sollevamento degli Tarahamares. Parte dal Parai 11 Generale PernaDdez, e
castigo senza effètto. Muovono contro il Barbaro 11 Capitano Barraza e il Gorematore Taxanto.
Sorpresa di tre spie dei nemico. Giunta di guerra. Scorrerie per la Sierra, Morte di dicci nemici , e
prigionia di ventisette. Ardire e fuga degli altri Parahumares. Alcuni chiedono la pace presentando la
testa di don Bartolomeo , uno dei capi de' ribelli, e paciflcazione della terra. Fondazione della città
di Aguilar. Fondazione di una nuova Missione fatta dal Padre Godinaz. Il quale muore attraversato
da frecce appiedi della Croce del Sementano. Combattimenti con gli omicidi. Ritirata degli Spagnaoli,
Campagna del Governatore Taxardo. Sue ferite e pericoli. Ristoramento della Missione distratta,
fatta dal Padre Giacomo Basilio. Cospirazione dell' Iiidlo Tiporaca. Assalto che dà co* saoi alla città
di Aguilar. Incendio, rovina della città e morte del Capitano spagnuolo. Colpiscono di frecce il
Padre Giacomo Basilio, che muore affisso di un braccio alla Croce. Fuoco appiccato alla chiesa e alle
case della città. Pericolo dì altre Missioni. Mosse del Governatore. Vari incontri, in cui vincono
gli Tarahuamares. Loro resistenza nel Peilol di Pisaguigi. Pace e supplizio di Tiporaca. Progressi
delle Missioni tra i Tarahuroares. Missioni di Casas Grandes. Patronato di San Francesco Xaverio
nella Nuova Biscaglla. Entrata de' Padri Gesuiti in Papigoche. Convinzioni dei genttili, e altri vari
successi. Missioni dei Conchos e altre. Missioni dei Padri Gesuiti nella Nuova Biscaglla Panno 1678.
Tom. XX. Continuazione dei documenti per la storia della Nuova Biscaglla. Riconoscimento
delle terre dei Gentili l'anno 1704. Disegno e spedizidni contro di essi. Popolazioni e progetti di don
Manuel Santa Cruz, (ìovematore della Nuova Biscaglla. Visita delle Provincie de* Tarahuroares, fatta dal
Padre Giovanni di Guendulain l' anno 1735. Studii del Collegio di Durango. Sua fabbrica. Ministeri.
Introduzione della divozione della SS. Trinità. Fatti di ediflcazlon^. Consegna di SS Missioni della
Compagnia di Gesù al Vescovo di Durango. Tristi condizioni della Nuova Discaglia P anno 177t.
Missioni della Sierra-Madre, di Tarauhmara, Tepoguana e Pima, amministrate da' Francescani. Lon-
gitudine, latitudine, situazioni, flumi, temperamenti, animali, frutta. Mineralogia. Indi. PopolL
Agricoltura. Missioni della giunta de los Bios Antiguos. Progressi della fede nelle Serranie di Topia.
Paciflcazioni. Convenzioni per il Padre Ernando de Santaren e il capitano Diego Avita. Idolatrie
degli Indi di San Telmo, Naspeces, Huexupa, e Tecuspa. Si bruciano in pubblico i loro idoli. Ossa e
cadaveri. Hldu7Jone dei Moscus e Zaycus. Idoli di Tccuaytas e di Coapa. Battesim:> del cacico don
Diego. Soltomissionc dpp;li Indi, e casa dipinta. Un'Aquila rralo tra i loro idoli dolla Quthraàa. Riunione
di vari popoli in uno. A;jrj;n'a:a/.ione dei popoli Topisihnilc e Macabrcs a quello di Ocalitlan, Unione
dei popoli Aibupae Oocxpa. Ualtcsimi, malrimoni e numero degli abitanti ne' delti popoli Tanno ICOiì.
Tomo XXI. Stabilimento e proj^resso delle Missioni dell'antica l'alifornia. Spedizioni del (A)rtei
per scoprire la OUifornia. Viaggi di Alar^on e Sebastiano Viscayno. Scoperta dei porto di Monter-
rey. Morte di Sel)astiano Viscayno. Registro di Yturl)e. Bosco. Spedizioni di Ortega, Carboneli, Qa-
sanate, Pinadero, e Susenilla. Successi dell'Ammiraglio Olondo. Dittarne del Padre Kino. Diligenze del
V. Padre Salvalierra per la conquista della California. Suo stal>ilimento in essa. .Assalto degli Indi.
Vittoria degli Spagniioli. Principii del catechismo. Cerimonie degli In<li con gli infermi e defunti.
Loro ln<iuietudini. Progressi della Fede. Entrala in Londo del Padre Salvalierra. Scoperte di Vige.
Pubblico castigo d'un vecciiio sacerdote gentile. Tumulto del capitano llores. Popolo di San France-
.Hco Xaverio. Mostro marino. Lotte dei Laymones e Moixjues. Mezzi politici, economici e spirituali
che praticò il V. P. Salvalierra per la conversione della California. Rinuncia del capitano Fortule-
ro. Perdita della fregala di San Firmino. Giuochi e balli degli Indi. Il Padre Giovanni Ugante
recasi in California. Viaggio alla Sonora del Padre Salvalierra. Morte di I). Pietro Gii della Sierpe.
AHot di San Giuseppe della Giganla. Diario del Padre Salvalierra per scoprire la California. Scoperta
di nazioni sconosciute. Sollevamento degli Indi nelle Missioni di San Francesco Xaverio. Sono paci-
llcati dal Padre Uganle. Fame nel KtaX di Loreto. Nuove Ribellioni in San Francesco Xaverio. Diligenze
in Messico del Padre Picolo. Rappresentazioni del P. Salvalierra ywr il congiungimento delle Missioni
della California. Cedole e dispacci. 11 Padre Salvalierra Provinciale della sua Compagnia nella Nuova
Spagna. Promove l' industria del Padre Ugante. Il P. Provinciale visita le Missioni della California. Sue
provvidenze. Missioni di Siqui, Santa Rosalia e Dolores. Ritorno del P. Salvalierra in California. Sue
fatiche nelle terre dei Seris. Epidemie e vainolo. Morii nelle harancat. Perdita del barco del
Rosario. Malaugurata spedizione del Padre Salvalierra. Sua morte in Guadalaxara. Furioso temporale
VEGA fisi
in California e suoi danni. Fondazione della Missione della Parissima fatta dal Padre TaramaL Co-
struzione di un arco per il Padre Ugante. Missioni della Paz e di Guadalupe. Viaggio marittimo
del Padre Ugante per segnare le coste della California, e scoperta di tre porti. Missioni di San Jago
e di Sant' Ignazio. Religioso valore del Padre Luyando. Vaiuolo nella Missione di Sant' Ignazio. Fati-
clie del Missionario. Progressi della Missione dei Dolores. Sollevamento degli Indi del Sud. Muore il
Padre Carranco, colpito di frecce. Morti nella Missione di tutti i Santi. Fondazione di un presidio nel
Sud. Viaggio del Padre Gonsag. Nuove inquietudini nel Sud. Missioni di Santa Geltnide. Furioso
temporale. Stato delle Missioni di San Francesco Xaverio e di Loreto Tanno 1762.
Tomo XXII. Notizie della Nuova California. Partenza dei Padri del Collegio Francescano di S.
Ferdinando di Messico. Loro Missione in Tepic. Viaggio alla California. Distribuzione de'Religiosi per ic
Missioni. Arrivo del signor Visitatore e sue disposizioni. Successi della California dopo la partenza del
signor Visitatore. Viaggio del Padre Ramos. Arrivo del Governatore don Matliias de Annona. Congiungi-
mento della Missione. Rappresentanza del signor Visitatore. Sollevamento degli Indi di Tutti i Santi.
Stato delle Missioni delT antica California de' Padri Domenicani. Partenza dei Padri Fernandini per
il Nord. Partenza della nave San Carlos per il porto di San Diego. Viaggio del primo tratto della
spedizione di terra. Viaggio del secondo tratto. ì'ondazione della Missione di San Fernando in Bel-
licata. Congiungimento di ambe le spedizioni in San Diego e Monterrey. Provvidenze di sua Eccel-
lenza. Fondazione della Missione di Sant'Antonio nella Canada de los Robles. Traslazione della Mis-
sione di San Carlo alle spiagge del flume Carmelo. Fondazione della Missione di San Gabriele .arcan-
gelo. Registro del Porto di San Francisco. Fondazione della Missione di San Luigi Vescovo.
Tomo XXIU. Continuazione delle notizie della Nuova California. Rappresentazione e giunta di
Guerra. Regolamenti per la California. Nuovi stabilimenti in Monterrey. Fondo pio della Missione.
Spedizione per terra dalla Sonora Uno alle Missioni di Monterrey. Spedizione marittima. Stato delle
5 Missioni. Registro delle Cereanioi del Porto San Francisco. Spedizioni di terra per discoprire
il porto. Nuovi stabilimenti nella California Settentrionale. Spedizione marittima sino al grado 58
delle coste del Mar Pacifico. Viaggio per terra al Porto di San Francesco. Viaggio delle navi a
San Blas. Nuova Missione tra San Diego e San Gabriele. Martirio del P. Fr. Luigi Jayme. Tragedia
nella Missione di San Diego. Seconda spedizione da San Giovanni Battista di Anza al Porto di San
Francesco. Successi di don Ferdinando de Ri vera in Monterrey. Fondazione del Presidio in San
Francesco. Nuovo registro dei Qumi. Fondazione della Missione di San Francesco nelle Cercaniai
del Porto. Avvenimenti in questa Missione. Riediflcazione della Missione di San Diego, e fondazione
di quella di San Giove n Battista. Missione di San Luigi. Fondazione della Missione e di una po-
polazione chiamata San Giuseppe. Spedizione marittima alle coste del Mar Paciflco fino al grado
60. Successi prodotti dalla guerra. Funesto avvenimento. Il Rio Colorado. Fondazione della Mis-
sione di San Bonaventura e presidio di Santa Barbara.
Tomo XXIV. Diarii di viaggi Apostolici e Militari. Diario del Padre Garces. Partenza dal Tubac
del Padre Garces. Bando del Comandante. Pimas Gileììos con 5 popoli nel distretto di quattro leghe.
Sementi. Lagune di cattiva acqua. Rio deir Assun^^one. Cocomaricopas. Loro semplicità e vesti. Il
capitano Palma. Pace de' Cocomoricopas e Jumas. Congiunzione del Rio Gila con il Colorado. Rovine
degli antichi edillcii in Quemeya. Nazione Cajunche. Sue sementi. Nazioni Talicuan e Cucapa.
Serranos. Danza particolare, vesti, usi, idiomi. Guerra, pace, commercio di varie nazioni. Tessuti
di pelo di coniglio e lontre. Entrata del Padre in Oraybe di .Moquilita. Nazioni del Gila e del
Colorado, e di quelle disposte a ricevere il catechismo. Disegni per soggettare l'Apache. Vie per
la comunicazione di queste Provincie e del Nuovo Messico con Monterrey. Lettere del Padre Rar-
bastro. Sollevamento del Rio Colorado. Profanazione di vasi sacri. Distruzione di tutti i popoli. Mort6
del Padre Garces e altri tre Missionari Francescani.
Diario del Padre Pont Descrizione della casa grande o palazzo di Moctzuma. Sollevazione degli
Indi della Missione di San Diego. Morte dei Padre Fr. Luigi Jayme. Presidio di San Diego. Missioni
di San Luigi Vescovo. Di Sant' Antonio e di San Carlo. Porto di San Francesco. Sierra Sevada, Cafkada
di San Vincenzo. Porto della Concezione. Il capitano Palma. Presidio di Orcasitas.
Diario del Padre Capetillo. Città di Leon e di Acque Calde. Cattiva situazione di Zacatecas. Po-
polazione del Gallo. Don Bernardo Galvez. Il Comandante delie frontiere di Chiguagua. Sconfìtta de-
gli Indi nemici. Pericoli di Don Bernardo Galvez. Presidio della Nuova Biscaglia. Morte in campa-
gna del tenente RonquiUo. Sanguinosa ostilità degli Apaches. Piacer de oro. Suo prodotto di 4000
marcos. Previdenze della giunta di Guerra, Colpi di Ortega contro i nemici. Disegno di operazione
622 VEGA
dei Presidi. Corpo volante della spedizione militare. Caduta del Tenente Ochoa. Presidio di San
Giovan Rallista. Città di San Fernando di Aastria. Sua fondazione e fertilità. Presidio di San
Saba. Capitani dei Lipares. Loro governo. Fondazione del Presidio di San Jago della Monelora. Nuove
ostililà dei nemici. Viaggio della fregala Santiago alle coste del Mare del Sud. Partenza dei San-
Blas. Canoti di Gentili. Dà fondo nel porlo. Indi coronati di erbe e fiori che celebrano la festa dei morti
Riconoscimento delle Rancherias. Atto di possesso del porto della Santissima Trinità. Rio del Prìncipe.
Pesche. Uccelli. Quadrupedi. Descrizione del Porto delia SS. Trinità. Vegetali. La goleta esce dal porto
e dà fondo. Rischi dei Gentili delle Rancherias. Possesso del terreno in nome di Sua Maestà. Im-
boscata dei barbari. Morte di 5 marinai e i7 naturali. Loro statura. Armi. Vesti. Ornamenti. Donne.
La goleta per molti di sparisce. Ritomo della goleta a Monterrey. Scoperta della Baja delP As-
sunzione, e dei capi di San Rocco e Frondoso. Fondo nel porlo di Pinasco. Scorbuto Ira' marinaL La
goleta trova il porto di Nostra Signora di Remedi. Possesso della terra in nome di Sua Maestà. Armi
dei Gentili di questo Porto. Isola di San Cario e suo possesso. Entrala della goleta nelP antico
Porto di San Francesco. Accorrono i gentili e rigalano gli Spagnuoli d' una bandiera di piume.
Parte la goleta dall'isola, e dà fondo in Monterrey, donde torna il San Blas.
Diarii di Urrea ed altri. Uscita contro il nemico. Funzione. Morte di un Indo. Danze degli Hìaquis
e loro capi. Azione nella montagna. Fuoco del presidio di America. Altre varie operazioni. Riconosci-
mento del luogo, dove si raccoglievano 1 Seris e Piluas, per don Giovanni Battista de Anza. Corse
e spedizioni di Vildosola, Roman e Peiran.
Diario di operazioni di D. Giovanni Battista de Anza per aprire un cammino e una comuni-
cazione dalla Sonora alla California Settentrionale per i (lumi Gila e Colorado. Comincia 1' andata.
Popolo del Savit. Sua fertilità. Arizona e sue vene di argento vergine. Tubutama, sue terre e famiglie.
Arene di oro. Aquitoa e suoi abitanti. Presidio di Aitar. Caborca e suoi abitanti. Miniere di argento. Indi
Papagas. Lor numero. Estensione e fertilità di loro terre. Nazioni del Rio Gila. Rancheria di Quitobac.
Suo sostentamento. Erbe. Sonaytac Cerro del Sai. Montoni selvatici. Abuso clie fanno delle coma
gli Indi. Relazione del Capitan Palma. Isola della Santissima Trinità. Costume di bruciare i corpi
dei defunti tra gli Indi del Rio Abajo. Buoni uffici della nazione Yuma con gli SpagnuoIL Figura,
genio, colore, armi e lingua degli Yumas. Loro applicazione all' agricoltura e fertilità delle loro terre.
Nazione Cojat. Indi Taguechis. Lor carattere. Real di San Carlo. Vene di argento. Valle amena.
Laguna di Sani' Antonio. Arrivo alla Missione di San Gabriele. Fanta Barbara popolata di gentili.
Loro armi, manifatture, pesca. Sorgenti di catrame. Missioni di San Luigi e Sani' Antonio. Arrivo al
presidio di Monlerruy. Missione del Carmelo. Ritorno di Anza al suo presidio.
Spedizione di Anza per aprire un passaggio e commercio tra il Nuovo Messico e la Sonora. Va da
S. Fede alia Golondrinas, esegue il cammino per varie tribù spopolate. Guerra dei Mimbres. Scoperta
di nemici. Sua dispersione e morie. Spedizione di Vildosola alla Sierra dei Mimbres.
Tom. XXV. Documenti per la storia ecclesiastica e civile del Nuovo Messico. Governo ed ammi-
nistrazione delle Missioni. Abusi dei Governatori. Fecondità. Miniere. Antimonio. Saline. Carichi e
servizii personali degli Indi. Difficoltà nelle conversioni. Notizia delle Missioni in particolare.
Descrizione e geografìa del Nuovo Messico. Longitudine, latitudine, contini. Fiumi e ruscelli.
Alcaldie. Popolazioni. Rancho», terre, distanze, pascoli, e numero di abitanti. Apaches e Cumanche>.
Bello epilogo. Disordini del Nuovo .Messico. Marmo bianco, ed altro con fessure negre. Pietnjfazoli.
Petrilicazioni tra giallognole e rosse. Pesche nel Rio del Nord. Castori , cani e galline d' acqua.
Sorgente di argento misto a mercurio. Minerali di Azul di Prussia. Commercio. Popolo di Zumas.
Rovine per l* .\ pache l'anno 1672. Sollevamento generale nel 16S0. Distruzione delle aziende e
popola/ioni. Morte de' PP. Missionari. Loro età, patria e provincia. Ricuperazione del Nuovo Messico
per Diego di Vargas. Ponce di Leon. Notizie rare di storia naturale. Provincia di Moqui. Varie
entrate dt-'Missionari nei Moquinos. Entrata nella Provincia di Navnjoo. Fondazione della Custodia,
Aumento delle Missioni sino a 60 con 2i mila Indi cristiani. Ristoraraento della Missione pKrduta
il !68i. Missioni della Giunta de los Rios. Descrizione della Sierra azìil. Missione di Sebolleta.
Passo da Monterrey al Nuovo Messico. Entrata negli lunlas il 1770. Felice spedizione di -Anza contro
la nazione Comanrhi. Entrata nei Mochi dtl Padre Fr. Silvestro Velez. Governo delle Missioni.
Tom. XXVI. Continuazione. Scoperta «lei Nuovo Messico. Cammino di Espejo per i Conchas Pasa-
guaces e T«)bosos. Nazione Tuniana. Costumi, vesti, armi di varie nazioni. Provincie dei Tiguas con 16
popolazioni. Morte dei Padri Lopez e Buiz. Undici popoli con 40 mila anime. Parasoli degli Indi, in
cui stanno dipinti il sole, la luna e le stelle. Nazione Cumana in numero di 20 mila. Nazioni Acume,
VECA 623
Zame e Yaquata. Miniere di argento. Qaires, Imbatos, e Tanos. Spedizione di OSiate. Morte di sette
Spagnuoli. Fondazione del popolo di San Giovanni. Sant'Antonio di Zerrecu. Predicazione del Vangelo.
Ricclie Miniere. Riduzione di varie nazioni e loro distanze. I Hoquis. Fecondità del loro terreno. Fiumi
e animali. Apaches erranti. Loro idioma e varietà di esso. Particolari dei successi del 1680. Atrocità dei
Tanos e Pecurìes. Discursioni di Francesco Gomez con la sua squadra. Morti. Rovine nei tempii e sac-
cheggio delle case in Santa Chiara. Pusuaque e Nambè. 1 sollevati occupano le vie. Sito di Santa Fé.
Guadagnano gli Indi un'altura. Fuoco e saccheggio della città. Assediano le case reali. Fame, sete e
fatica degli Spagnuoli. Uscita di Utermin, che sloggia i nemici dalle case e strade. Morte del maestro
di campo, Andrea Gomez. Ferite del Governatore e di molti soldati. Ritirata militare del Governatore
a Santa Fé. Dichiarazione di un Indo. Morti in San Domingo. Morti e rovine in Galisteo e Zandia. Vari
successi nelle operazioni. Si soccorre al popolo. Il Padre Ayeta e suo pericolo nel Rio del Nord. Orrenda
profanazione de' sacri corporali in Zandia. Schiaffi ad un Crocifisso. Relazioni del Padre Ayeta. Distri-
buzione di armi e operazioni militari. Popolo di Zerrecu deserto. Rovine nei popoli del Soccorso,
Alamillo, e Sebolleta. Assalto alla isoletta. Restituiscono 1 ribelli le frecce e gli archi . Assoluzione degli
apostati. Rando del Governatore. Dei, maschere e figure del popolo di Zandia. Neve e campi. Stufe del
popolo di Puaray. Pope istigatore e capo dèi sollevamento generale. Ardire di Caliti capo dei Guenes.
Bagno degli apostati per togliersi il carattere del battesimo. Libertà di coscienza. Dallo della Cachina.
Varie declamazioni. Cammino de'Padri Domingues e Velez. Descrizione delle Sierre della Grulla e della
Piata. Annunzio del Vangelo in alcune Raneherie di Sabuaganas. Indi del Minerale d'oro. Entrata
ntjì Timpanlgotis. Loro afiàbilità e stima per gli Spagnuoli. Pitture. Lor buona fede. Descrizione della
loro valle e laguna. Terre, fiumi, temperamento, pesche, abitazioni, idioma e vesti. Nazione Pagu-
ampe. Indi Tiramguapis. Nuova via nel ritorno. Acque che scaturiscono in cima di un colle. Coloni.
Valle di San Giuseppe. Suoi abitanti. Yeso e Talco. Genti che abitano dalla valle di San Giusepix)
sino al vado del gran Rio di Cosmina.
Tom. XXVII. Documenti per la storia ecclesiastica e civile della provincia del Texas. Scoperta
della Baia dello Spirito Santo e del Rio di San Marcos, fatta dal Generale Alonso di Leon. Instruzioni
del superior governo per V entrata nel Texas. Nuovi scoprimenti di terre. Nazioni Barbare. Animali
e vegetali. D. Diego Feran. Spedizione marittima di D. Alessandro Bruno piloto della fregata del
San Cristofano. Parere de' Padri Missionari. Loro spedizioni. Carattere dei Mascaderos ed altre nazioni.
Furioso uragano. Doni agli Indi. Lagune e pesche. Cammino del Capitano Martinez. Proposte del
Marchese di San Michele di Aguayo. Dichiarazione di don Luigi di San Denis. Il Ven. Padre Fr.
Antonio Margil nella bocca dei Leoni. Infedeltà dei soldati Spagnuoli. Commercio dei Francesi con
1 Texas. Cammino e marcie del capitano Domenico Ramon. Orrendo Uragano, che le^ò in aria
un cavallo. Fiori di squisita fragranza. Pergola con grappoli. Descrizione d' una cipolla. Un Indo uc-
cide un cocodrillo. Indi e cerimonia che usano ccin le loro pipe. Prima Missione di San Francesco di
Nacochis e fondazione di altre tre. Creazione del Capitan generale. Alcaldi e fiscali degli Indi. Divisione
delle Missioni tra i Francescani di Santa Cruz di Queretaro e Nostra Signora di Guadalupe di Zacatecas.
Fertilità della provincia del Texas e carattere de' suoi nativi. Nuove Missioni. Provvidenze del Governo
per la popolazione e le conversioni. Progressi delle Missioni ed altre particolarità degne di attenzione.
Tom. XXVIII. Continuazione. Invasione de' Francesi in Panzacola e Texas. Partenza del Mar-
chese di San Michele di Aguayo. Battaglione d'infanteria di San Michele di Aragon. Provvidenze
del Marchese. Cammino sino a Sant'Antonio di Bajar. Scoperta di due Saline. Missioni di San
Giuseppe e San Michele di Aguayo. Scorrerie degli Spagnuoli. Ricevimento che gli Indi fecero al
Marchese con bandiera bianca. Obbedienza del Caclco del Texas, e del capitano del Mechas. Con-
ferenza di Don Luis di San Denis col Marchese. Ristabilimento delle Missioni. San Francesco. La
Concezione. San Giuseppe. Guadalupe e Nostra Signora de los Dolores. Abboccamento del signor
de Revenon col tenente generale don Fernando Aleman. Rlstoramento della Missione degli Adayas.
Fondazione di presidii e Missioni. Inconsiderato progetto del Brigadier Rivera. Ordine di sua Eccellenza
per la cessazione del Presidio di Nostra Signora de los Dolores e soldati della sua guarnigione.
Urgente rappresentazione dei RR. PP. Missionari. Nuove Missioni nel Rio di San Xavier, e loro
fine. Pericolo di altre Missioni. Servigio de' Missionari. Gli Apaches vogliono le Missioni. Provvidenze
del Governo. Muoiono per mano del Barbari il Padre Fr. Alonso Ferreros e Fr. José di Santlestevan.
Descrizione di ciascuna Missione. Travagli de' Missionari e fondazioni di altre Missioni. Particolari delle
Missioni del Collegio di Santa Croce di Queretaro nel Rio di Sant'Antonio. Ostilità degli Indi, e
richiami della città di San Fernando d'Austria. Carattere, situazione, alleanze, numero e modi di guerra
delle nazioni del Nord. Progetti. Spedizioni. Morte di don Atanasio di Mesieres.
624 VECA
Tomo XXIX. Documenti per la stona di Coahuila e del Seno Messicano. Comprende questo tomo
3S documenti: i primi 13 appartengono a Coahuila, e i 19 restanti al Seno Messicano. Quelli di
Coahuila trattano delle fondazioni e dello stato delle Missioni. Lor situazione, nazioni, anuninistrazioDe,
progressi spirituali, economici, frutta, greggie , ediflciL Della fuga degli Indi. Spopolamento di alcune
Missioni. Convenzione e fondazione del presidio di San Giovanni Battista. E Analmente si descrive
la Provincia di Coahuila, e si dice de' suoi gradi, delle suo dottrine, delle popolazioni del Rio del
Nord e della Provincia di Xalisco. Gli altri 19 circa il seno Messicano, espongono largamente il
sollevamento degli Indi della Sierra Corda. La Morte delP uditore Zapata. Don Gabriel Gaerrera
La pace e lo stabilimento delle Missioni. Dichiarano V estensione della costa del Seno Messicano, i
terreni, i fiumi , le lagune, le saline, le frutta, i minerali. Descrivono le spedizioni del Generale
Escandon, i progressi, le fondazioni, le contradizioni contro gli stabilimenti, le consulte, i ricorsi,
le provvidenze, le difficoltà, la pacificazione, il popolo, ed altre cose occorse nella creazione e congiun-
gimento delle Missioni della Nuova Colonia e del seno Messicano.
Tom. XXX. Tampico. Rio Verde. Nuovo Regno di Leone. Tampìco. Sua situazione, tempera-
mento, frutta, commercio, famiglie e amministrazioni negli anni 1748 e 1749. Nuovo Regno di
Leone. Aggregazione degli Indi Yaguas alle aziende del* Licenziato Calancha. Stabilimento di YntliOs
nel popolo di Guadalupe. Spedizioni del capitano Giovanni Guerra. Servigli del Padre I..osada. Stato
della città di Linarcs nell'anno 1715. Fr. Giovanni Losada Commissario delle Missioni per com-
missione di Sua Eccellenza. Paciflcazioni di molte nazioni ottenuta dal detto Padre. Cadeneytas,
Linares, e Labradones. Ristabilimento di varie Missioni. Assoggettamento degli Indi. Provvidenze del
paciQcatore generale Don Antonio de Guevara. Descrizione delie Sierre di Taumalipa. Ostilità degli
Indi. Lor paciQcazione ed altri punti toccanti a Guevara. Rio Verde. Missioni del Rio Verde. Nazioni
dalle quali son popolate. Numero delle loro famiglie e amministrazione nell'anno 1695. Inquietudini
degli Indi del Monte Alberne. Il vainolo nelle Missioni di Lagunillas, e fuga degli Indi al Monte.
Trista situazione e rovina delle Missioni di San Giovanni Telia. Vari successi di altre Missioni.
Stato di tutte nel 1733. Rinunzia del Rio Verde fatta dalla Provincia di Mechoacan. Numero delie
Missioni, famiglie, e lor qualità. Sussistenza dei ministri. Stato del culto, e ordine di amministrazione
per l'anno 1758. Descrizione delle Missioni e loro stato Tanno 1761.
Tom. XXXI. Notizie di varie città. Vera Cruz, sua situazione, commercio e antichi suoi vizìL
Fondazione del Collegio dei Padri Gesuiti. Frutti spirituali. Nuova Vera Cruz, e sua descrizio-
ne. Incendio generale, e suoi danni. Instituzionc delle scuole per la gioventù. Ministri. Invasione
del nemico nella nuova ciltà di Vera Cruz l'anno 1683. Città di Cordova. Sua fondazione. Alcaldi
ordinarli dalla sua instiluzione, e successi in ciascun anno rispettivo. Sollevamento dei Negri, e fe-
lice spedizione delle armi Spagnuole. Fondazione del popolo di San Lorenzo. Oaxaca. Descrizione
della città di Oaxaca. Danni di una terribile ribellione e pacificazione di Pehuantepec. Notizie di sto-
ria naturale. Ramo principale del commercio di Oaxaca. Descrizione della cociniglia. Descrizione
dell'erba delle scottature, e modo di amministrarla. Globi areoslatici. Descrizione dell'erba ExpuU
e sue virtù. Dolore pleuritico. Tremuoti. Lampi. Nascimento di un vitello con due rapi. Puebla.
Sua descrizione e suo Vescovo. Fondazione del primo Collegio de' Padri Gesuiti. Ministeri con gli
Indi. Tempio dello Spirilo Santo. Congregazione della Santissima Vergine. Casi esemplari. Semi-
nario (li San Girolamo. Cappella di San Michele. Ministero con gli Indi. Casi rari. Missioni in
Tlascala. Tepozotlan. Virtù degli Indi di Tepozotlan. Seminario di San Martino per ammae-
stramento degli Indi. Queretaro. Descrizione della citlii. Immagine di Nostra Signora del Puc-
blito. Santuario e Collegio di Santacroce. Cuanaxuanlo. Epidemia del vainolo. Scarsezza d'acqua.
Morte di 400 uomini nelle mine di S. Ramon e Valenziana. Straripamento di un torrente di acque.
Inondazione «Iella Mina di llayas e morte di 90 uomini. Scarsezza di viveri. Insulti. (ìuada-
laxara. Fon<lazione del Collegio de' Padri (ìesuiti. Loro ministerii. Casi di edificazione. Missione
alle mine di Ototipac. Suoi frutti. Tradizione degli Indi Serranos di Checala in ordine albi
predicazione «lei Vangelo prima «lell' arrivo degli Spagnuoli. Zacatecas. Nazion Chichimeca. Scoper-
ta di ricchi minerali. Fondazione della citta. Entrata de' Padri Gesuiti. Fondazione del Collegio.
Ministerii di esso. Scuole per 1' educazione della gioventù. Barlwirie. Altri successi. Eniratii
di D. Giovanni di Tolosa nei Zacatecas co' Frati (ìeronimo di Mendoza ed altri quattn:» Fran-
cescani della Provincia del Santo Kvangelio. Loro amministrazione. Miniere di Santa Barltara.
Entrata dei Francescani nel Pefìol bianco e fondazione della sua Chiesa. Erezione della Custodia.
Armi dei Zacatecas. Scoperta di nuove miniere fatte dai Francescani. Scoperta di miniere fatte da
VELEZ - VELLOSO 625
don Giovanni OSate. Fondazione di Ck>nventi e Missioni. Miniere di Topia. Scoperta dei regni di Leon
e di Coahuila, fatta dai Francescani. Sollevamento dei Tepebuanes e Tarahumanes e degli Indi di
Colotlan. Fr. Bernardo Cousin Francescano, il primo che sparse il suo sangue per la fede in America.
Conventi. Cìonqniste. Missioni. Dottrine, cose memorabili e segnalati servizi delia Provincia Francescana
di Zacatecas. Nucasito di Nuca. Suoi laghi. Fiumi. Montagne. Popolazioni. Alimenti vegetali, animali
terrestri, uccelli e pesche. Commercio de' suoi nativi . Arrivo del Capitano Guk. La Fregata detta La
Principessa nel porto di Santa Cruz. Erezione del porto di San Michele. Possesso presone dalla
Spagna. Inutili tentativi degli Inglesi. Religione dei Nuqueros. Costumi, economia, lingua.
Tom. XXXII. Memorie pietose delle Missioni Indiane. Primo portento di Dio per la riduzione
degli Indi. Martirio di un fanciullo Indo di Tlascala. Traslazione del suo corpo. Martirio di altri tre
fanciulli. Apparizione della Vergine di Guadalupe in Messico e di quella di Ocotlan in Tlascala.
Invenzione di Nostra Signora dei Remedi e della Santa Croce di Queretaro. Apparizione di San Michele
a Diego Lopez nella Provincia di Tlascala. Indii d'ambo i sessi da Dio favoriti. Indi! esemplari.
La Serva di Dio Salvatora de Los Santos, inda Otonite. Alcuni Indii illustri . Capacità degli Indii.
Vestali Messicane. Virtù della inda Caterina Texacobita. Sorte avventurata di un Indo. Martirio di
due Inde Iroquesi, e d'un Indo della stessa nazione.
751 . Velez. — Diario y Derotero de los nuevos descubrimien-
*" tos de tierras a los rumbos de N. N. OE. OE. del Nuovo Mejico,
por los RR. Padres Velez Escalante y Fr. Francisco Atanasio
Dominguez.
Un volume in foglio, della Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. Il Padre Fr.
Silvestro Velez Escalante era Missionario in Nostra Signora di Guadalupe di Zuni, e il Padre
Francesco Atanasio Dominguez Commissario Visitatore della Custodia Francescana della Con-
versione di San Paolo del Nuovo Messico. Il loro viaggio comincia il S9 luglio del i776, e ter-
mina il 3 di gennaio del 1777. « 1 por ser cierto y segun lo acaccido y observado en nuestro
viage cuanto en este Diario se contiene, lo (Irmamos (dicono) en este mismo dia tres de Enero de
mil sete cientos setenda y siete. • Interessantissimo.
752. Velles. — Nova et voterà S. Provinciae Aragoniae Regu-
laris Observantiae S. P. N. Francisci monumenta historica ab
omni prorsus errore castigata et in quatuor libros distributa
clarissimoque calamo disposita a Patre Felice Velles et Assensio,
Predicadore Generali et Provinciae Chronologo ad Capitulum
Generale Romae celebrandum die 15 maj anno Domini .-1723.
Manoscritto in foglio, di 443 pagine, già spettante air Archivio Generale del grande Convento
di San Francesco di Madrid, ed ora nel Collegio de' nostri Padri per le Filippine in Pastrana.
È ricco di notizie per la storia delle Missioni Francescane: iroportantissimi, tra gli altri, il capitolo
5 del libro li : De Seraphicis Aragonensibus Mariyribus trium Ordinum a primordiis SeraphUae
Religionis usque ad praesentem annum: il 6, De venerabilibus AragoneMibus MinoritU ante divisionem
Provinciae a eoeteris Custodiis , etii martyrii palma non laureatis , varios labores et crudatus infide-
libu$ praedieando suitinentibus : il 7, De venerctbUibus viris Seraphids Aragonensifms post divisionem
Provinàae a eoeteris Custodiis in conversione infidelium labores maximos tusHnentiibus,
753. Velloso. — Florae Fluminensis Jcones fundamentales ad
■p.
•* vivum expressae jussu illustrissimi ac praestantissimi Domini
40
62(5 VELLOSO
Aloysii Vasconcellos et Scusa, a sacratioribus conciliis Sacrae
Majestatis , totius ditionis Brasiliae mari terraque Praetoris
generalis ac Pro-Regis IV Fluminensis , et curante Fr, Josepho
Mariano a Conceptione Velloso. Parisiis, 1790.
Sono S tomi in foglio.
Ecco OD santo Missionario Francescano del Brasile, che mentre evangelizzava fra l popoli delle
sue contrade datosi allo stadio della natura, a cui sentivasi straordinariamente inclinato, addivenne
un secondo Linnbo, ed ha pubblicato un numero prodigioso di dottissimi lavori, che hanno fen-
duto il suo nome immortale. Strano a dire, che in Italia non sia forse conosciuto, mentre in Francia,
in Inghilterra, in Germania, non è cultore delle naturali scienze che non ne citi rautorità, e non
renda omaggio all'alto suo sapere. Una bella biografia ne fu pubblicata nel tomo XXXI della
Rivista do iMtituto BraiUerOp 1868, ove si dà largamente conto dei suoi studi e delle sue opere;
e noi preghiamo qualche nostro confratello, che si voglia prender la pena di tradurla in italiano:
r Ordine acquisterebbe una splendidissima gloria ! 11 Padre Velloso nacque nella città di San José,
Comarca di Rios dos Montes, oggi provincia das Minas-Geracs, il 173S, e mori il i8il.
— Fazandeiro do Brasil, melhorado na economia rural dos ge-
neros ja culti vados et de outros que se podem introduzir : e
nas fabricas que Ihe sao proprias, segundo o nielhor que se tem
escripto en este assumpto, coUigido de memorias estrangeiras por
Fr. José Marianno da Conceigào Velloso. Lisboa, 1798-1806.
Sono S tomi , in 8 grande. 11 Tomo I. Parte I. Da coltura dot can€U e factura do asiucar,
1798, con quattro incisioni. La Parte II. Da cultura da cana do cusucar e su factura extrahida da
Encyclopedia methodica, 1799, con 8 incisioni. La Parte III. Do lette , queijo, e manteiga, 1801,
con due incisioni. 11 Tomo II. Parte I. Tinturaria, que contem vnrias memorias sobre o anil, cultura
e fabrica do nntcù , 1800, con li incisioni. La Parte II. Tinturaria, cultura da indigoeira,
e extraccflo da sua fecula, 1800 con 13 incisioni. La Parte 111. Tinturaria, cnttura do cacttUrOy
e creatilo do cochoniiha, 1800, con tre incisioni colorate. 11 Tomo HI. Parte I. Befùdax alimentosm:
cultura do cafe, 18(K), con tre incisit)ni. La Parte IL Bebidas alimentosax : cultura de cafe, 1799, con
23 incisit)ni. La Parte III. Bebidas alimentosas : cacao, preparafflo do chocolate, 1805. II Tomo IV.
Parte I. Especiarias, 1805, con tre incisioni. Il Tonio V. Filatura, 1806, con 15 incisioni. In questo
tempo r Autore avendo lasciato il Brasile, 1' opera restò sospesa.
— Memoria sobre a cultura e preparagào do girofeiro aro-
matico, vul^o cravo da India, nas ilhas de Bourbon e Cayena, ec.
Transladada en vul^ar por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, na
Officina do Joào Procopio Correa da Silva, 1798.
l'n volume in 8, con incisioni.
— Memorias, e oxtractos sobre a pipereira negra fPìper Niffrvnì]
que produz o fructu conhecido valgarmente pelo nome de pimenta
da India, publicadas por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1798,
fu volume in 8* con una incisione.
VELLOSO 627
— Alographia dos alkalis fixos vegetai ou potassa, minerai
ou soda, e dos seus nitratos , segundo ss melhores memorias
estrangeiras, ec. por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, na Officina
de Simao Thaddeo Ferreira, 1798.
Un volume in 4.
— lacob Dikson. Fasciculus plantanim cryptogamianim Bri-
tanniae Lusitanonim Botanicorum, in usum celsissimi ac poten-
tissimi Lusitaniae Principis Regentis, curante Fr. Josepho Ma-
riano Velloso, ec. Ulysiponae, 1800.
Un volume in 4, con i3 incisioni.
— Cultura Americana, que contem uma relacSo do terreno, ec.
— Manual do Mineralogico, ou esbogo do reino minerai , ec.
— Memoria sobre os queijos de Requefort por M. Chaptal ,
traduzida por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1799.
Un volume in 8.
•
— CoUec^ao de memorias inglezas sobre a cultura e com-
mercio do linho canamo, tiradas de diflferentes auctores , que
devem entrar no tomo V do Fazendeiro do Brasil, traduzidas e
publicadas por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1799.
Un volume in 8.
— Tractado sobre o canamo, composto en francez por Marcan-
dier.
— Discurso sobre o melhoramento da economia rustica do
Brasil.
— Memoria sobre a cultura dos algodeiros.
Un volume.
— Quinographia portugueza, ou coUeccSo de varias memorias
sobre vinte e duas especies de quinas, tendentes ao seu desco-
brimento nos vastos dominios do Brasil, copiada de varios aucto-
res modemos. Lisboa, 1708.
Un volume in 8, con 15 incisioni
698 VELLOSO
— Helminthologia portugaesa, em qtie se descrevem algnuis
genoFos das duas primeiras ordens, intestinaes e moUusoos , da
classe sexta do remo animai, vermes; por Jacques Barbut,
traduzida por Fr. José Mariamio, ec. Lisboa, 1799.
Un volume Id 4, eon il IncUionl.
— Discursu pratico acerca da cultura, preparacao e maceratilo
do canamo, lido e approvado pela Real Sociedad Agraria de Turimi,
traduzido do italiano por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1799.
Un volume in 8, eon il ineittonl.
— Tentamen dispositionis methodicae fungorum in classes,
ordines, genera et fieonilias. Cum supplemento adiecto, auctore
C. H. Persoon. Curante Fr. Josepho Mariano, ec. Ulysipone, 1800.
Un volume in 4, eon quattro IneitionL
— Aviario brasilico, ou galena omithologica dtts aves indige-
nas do Brasil, disposto e descripto segundo o sistema de Carlos
Linneo, copiado do naturai e dos melhores auctores , precedido
de diversas dissertagoes analogas ao seu melhor conhecimento,
acompanhadas de outras extranhas ao mesmo continente , por
Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1800.
Uu vulume in fogiio, con una grande incisione.
— Memoria sobre a moagem dos gràos, e sobre outros obie-
ctos relativos, por Muret , tiuduzida por Fr. José Marianno, ec.
Lisboa, 1800.
Un volume in 4. *
— Naturalista instruido nos diversos methodos antigos e
modernos de aiuntar, preparar e conservar os productos dos tres
reinos da natureza , colhido de differentes auctores, por Fr. José
Marianno, ec. 1800.
Un volume in 8. Traila del Regno animale.
VELLOSO 6^9
— Instrucfoes para se trasportarein por mar as arvores ,
plantas vivas, sementes e outras curiosidades naturaes, por Fr.
José Mariaano, ec. Lisboa, 1805.
Un volume ìd 8.
— Memoria sobre a cultura da urumbeba, e sobre a crecSo
da cochonilha, extraida de Bertholet por Fr. José Mariauno, ec.
Lisboa, 1799.
Un volarne in 8, con una incisione.
— Sciencia das sombras relati vas ao deseuho : obra necessaria
a todos OS que querem descuhar architectura civil e militar,
ou que se destinam a pintura, ec, por Dupain, traduzida por Fr.
José Marianno, ec. Lisboa, 1799.
Un volume in 4, con 13 incisionL
— Tractado historico e physico das abelhas.
Un volume.
— Tractado sobre a cultura uso e utilidade das batatas, ou
papas (Stdanum tuberosnm) por Henrique Doyle , traduzido do
hespanol por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1800.
Un volume in 8.
— Extracto sobre os engenhos de assucar do Brasil, e sobre
0 methodo ja entào praticado na factura d' este sai essencial ;
tirado da obra, Riqueza e opidenda do Brasil, por Fr. José Marian-
no, ec. Lisboa, 1800.
Un volume in 4, con quattro incisioni.
— Relacso das moedas dos paizes estrangeiros, com o valor
de cada uma, reduzida ao dinheiro portuguez para uso dos com-
merciantes, por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1800.
Un volume in 8.
630 VELLOSO
— Tractado da agua, relativamente a economia rustica, ou
irrigaffio dos prados por Bertrand, traduzido por Fr. José Ma-
rianno, ec. Lisboa, 1800.
Un volarne in 4, con 7 IncisionL
— Memoria sobra a qualidade e sobre o emprego dos adubos,
ou estrumes, por Massac , traduzida por Fr. José Marianno , ec.
Lisboa, 1801.
Un volume in 8.
— Ensaio sobre o modo de melhorar as terras, por Patucco,
traduzido por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1801.
Un volume in 4, con 3 incisioni.
— CoUecfSo de memorias sobre a quassia amarga e simaruba;
traduzidas por Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1801.
Ua volume in 4, con 6 incisioni eolorite.
— Compendio sobre a cana do assucar, e sobre os meios de
Ihe se estrahir o sai assencial, por J. A Dutrone, traduzido por
Fr. José Marianno, ec. Lisboa, 1801.
Un volume, con 6 incisioni.
— Mineiro livelador, on hydrometra, copiado do novo tra-
ctado de livelamento de le Febure, por Fr. José Marianno , ec.
Lisboa, 1803.
Due tomi in 4, con 7 incisioni.
— Descriptio et adumbratio plantarum e classe cryptogamica
Linnaei, quae Lichenes dicuntur, A. D. Georg. Frane. HoflEman
P. P. E. Soc. Physiolog Lund. Memb. Lusitanorum Botaniconim
in usum, celsissimì ac potentissimi Lusitaniae Principis Regentis
D. N. et iussu et auspiciis denuo typis mandata, curante Fr.
José Mariano Velloso. Ulysipone, 1800-1801.
Due volumi in 4, con 48 incisioni illuslratr.
VENEZIA - VERNIERO 63i
754. Venezia (da). — Giardino Serafico e storico, fecondo di
fiori e frutti, di virtù, di zelo e di santità, nelli tre Ordini instituiti
dal gran Patriarca de' poveri San Francesco, dove si vagheggia
l'origine, il progresso e lo stato di tutta la Religione de' Minori,
con tutto ciò che in essa avvenne di singolare, glorioso e grande;
aperi;o in due tomi et esposto alla comodità, diletto et devozione
de' professori di Regolare istoria, dal Padre Pietro Antonio da
Venezia, Minore Osservante Riformato. In Venezia MDCCX. Per
Domenico Lovisa, con licenza de' Superiori.
Sono 3 volomi in 4 : il primo di 8 carte preliminari e 79S pagine, il secondo di 6 carte pre-
liminari e pagine 586. Vi sono raccolte molte notizie anche delle nostre Missioni.
755. Venezia (da). — Biografia Serafica degli uomini illustri
che fiorirono nel Francescano Istituto per santità, dottrina e
dignità fino ai nostri giorni, del P. Fr. Sigismondo da Venezia,
Minore Riformato della Provincia Veneta. Venezia, dalla Tipo-
grafia di G. B. Merlo. MDCCCXLVI.
Un volume in 4, di 956 pagine.
[•^ 758. Venezia (da). — Nuovo Dizionario Arabo Italiano ed
Italiano Arabo, per il Padre Bonaventura da Venezia, Lettore di
lingua Araba nel Collegio di Cairo Nuovo.
Manoscritto di circa 900 pagine in foglio , di assai bella scrittura. Ho tolto questa notizia da
una recente Bibliografla francese.
f' 757. Verdelete. — Noticias de la Provincia de Teguzigalpa,
0 Teguzgalpa : por el Padre Fr. Esteban Verdelete, de la Orden
de San Francisco.
Nativo di Valenza, il Padre Verdelete si recò in Guatemala nel i593; fu Guardiano in vari
Conventi; e mori tra' selvaggi il i6i2.
M.. 758. Verniero. — Chroniche, ovvero Annali dì Terra Santa,
quali contengono li prosperi et adversi avvenimenti successi in
spatio di trecento e più anni, col martirio di alcuni Frati Mi-
nori della Famiglia di Terra Santa. Quando e da chi vi furono
li Frati Minori introdotti. Li travagli, vessationi e persecutioni
che giornalmente patiscono tra quella barbara gente per la
itlo
■enea
Mr'm
632 VETANCOURT
America
confessione della nostra Santa Fede e custodia de' Santi Luoghi.
Le gratie, indulgenze e privilegi concessi a Terra Santa con la
loro dichiaratione. Nomi, cognomi, patrie e nationi delli convertiti
alla nostra Santa Fede per industria di detti Frati : le spese
che ciascun anno si sono fatte; e una succinta descritione di
tutta la terra di promissione e della santa città di Jerusalem,
e molte altre cose degne di memoria. Opera nuova, non men
pietosa che curiosa, da molti con gran brama aspettata: composta
e radunata dal M. R. P. Fra Pietro Verniero, Guardiano del
Sacro Monte Sion, Custode di Terra Santa e Commissario apo-
stolico nelle parti Orientali.
Questo iDleressantissimo Manoscritto appartiene all' illustre letterato della Provincia di Basi-
licata, Professore Bonaventura Ricotti di Potenza, che gentilmente me ne faceva dono per pubbli-
carlo e servirmene ne' miei lavori, anche per omaggio a Monsignor Antonio da Rignano Vescovo
della sopraddetta città e di Marsico. È forse il lavoro più completo che abbiamo sulla Terra Santa, che
ben meriterebbe che fosse stampato. L'opera è divisa in XII libri, in foglio: il primo, di 89 pagine;
il secondi^ di fSS; il terzo, di 116; il quarto, di 54; il quinto, di 137; il «esto, di iOO; il seUimo,
di 68; l'ottavo, di 80; il nono, di 8i; il decimo, di 56; l'undecimo, di 4«; il duodecimo, di 8.
È una copia del Manoscritto originale, preparata per le stampe, che ha l' approvazione del Maestro del
Palazzo Apostolico, e qui e là corretta di mano dell' Autore. Contiene gran numero d' interessantissimi
documenti per le nostre Missioni dell' Oriente.
759. Vbtancourt (de). — Theatro Mexicano. Descripcion breve
de los successos exemplares , historicos, politicos, militares, reli-
fi:iosos del Nuovo Mundo Ocidental en las Indias. Dedicado al
Esposo de la quo es del mismo Dios Esposa, Padre putativo del
Hijo quo es liijo del mismo Dios, Christo, Dios y hombre ver-
dadero. Al que con el sudor de su rostro sustentò al que todo
sustenta: al que fu an^el de ^arda de la ciudad de Dios, mi-
lagro de su omnipotencia y abismo de la gracia, Maria Senora
Nuestra. Al glorioso Patriarca de la casa de Dios, Senor San
Joseph. Dispuesto por el H. P. Fr. Aguslin de Velancourt, Me-
xicano, hijo de la misma Provincia, Definidor actual, Ex-Lector
de Theologin, Predicador Jubilado general, y su Chronista Apo-
stolico, Vicario y Cura Ministro, por su Mag(^slad, de la Iglesia
Parrochial de S. Joseph de los naturales de Mexico. Con licencia
de los Superiores. En Mexico por Dona Maria de Benavides viuda
de Juan de Ribera. Ano de 1G98.
Due Volumi in fuglio ; il primo, che è la Parte prima, di 5 carte preliminari non numerate e
66 pagine, tratta : 1. De la naturcUeza» UmpU, fUio, ec. del Messico, in 8 capitoli : i. D^ la fertaidad.
VETANCOtJRT 633
riquezM, arboles, ec. lì secondo volume poi, che conipreuUe U Parie i>econdu e terza, in 168 pagine,
tratta: 1. De lot iwetsoi poUtieos; 2. de los gucessos mUitaret. N'è un esemplare nella Biblioteca
della Reale Accademia di storia di Madrid.
— Chronica de la Provincia de Santo Evangelio de Mexico.
Quarta parte del Theatro Mexicano de los successos Religiosos.
Compuesta por el R. Padre Fray Agustin de Vetancourt, Mexi-
cano, hijo de la misma Provincia, Defidor actual, Ex-Lector de
Theologia , Predicador Jubilado general , y su Chronista Aposto-
lico, y Cura-Ministro, por su Magestad, de la Iglesia Parrochial
de S. Joseph de los naturales de Mexico. Dedica da al glorioso
Patriarcha Esposo de la que es de Dios Esposa, angel custodio
de la ciudad Mistica Maria Santissima, Padre putativo de Christo
nuestro Senor, Patron de la Nueva Espana S. Joseph. Con licencia
de los superiores. En Mexico, por Dona Maria de Benavides
viuda de Juan de Ribera. Aiio de 1697.
Un volume in 4, di 5 carte preliminari non numerate, 136 pagine , e una carta d' Indice de
la cosas notables in fine. Sono quattro trattati : il i. De la fundacion de la Provincia del Santo
Evangelio en la Nueva Espana : il 2. De los Provineias y Conventos de la Provincia del S. Evangelio
Mexicana: il 3. De la» Custodias de la Provincia del S, Evangelio: il 4. De los Conventos de las
Monjas que administra la Provincia del S. Evangelio de Mexico. ^
Di questo volume, tre anni fa, era in vendita un esemplare dal Maisonneuve in Parigi, ai
prezzo di 600 franchi. Un altro esemplare è nella Biblioteca Nazionale di Madrid.
Di tutta l'opera dà il seguente giudizio il Leglerc (Bibliot. MexJ:
« Ce livre, compose par un des Religieux les plus instruits et les plus savants dans la lan-
gue nahuatl, sur de nombreux documenta imprimés et manuscrits, est un des ouvrages les plus
précieux qui existent pour i'histoirc mexicaine.
« Farmi les Mss. qui ont servi au P. Augustin db Vbtancourt (ou Betancourt) nous en citerons
deux du P. DE Sauagdn ( entr'autre le neuvìéme livre de son ouvrage Conquista de Mexico ) ,
des cartes^ livres, ou manuscrits peints des anciens Mexicains; des Mss. de Alv arado Tezozomoc,
A. MuNON Chimalpain, db Carlos de Siguensa t Gongoba, ec •
— Menologio Franciscano de los varones mas senalados que
con sus vidas exemplares, perfecion religiosa, ciencia, predicacion
evangelica en su vida y muerte ilustraron la Provincia de el S.
Evangelio de Mexico. Recopiladas por el Padre. Fr. Agustin de
Vetancourt, Ex-Lector de Theologia, Predicador General Jubilado,
Chronista electo por la misma Provincia, confirmado por el Emo
de Indias , y Apostolico por Buia de la Santidad de Innocencio
XI, pasada por el Consejo Real de Indias; de varios autores im-
presos, y de informaciones manuscritas hechas en letras patentes
de los Prelados y con Notarlo Apostolico autorizadas.
Sono 156 pagine aggiunte al volume precedente. È interessantissimo, e n' è un esemplare nella
Biblioteca Nazionale di Madrid.
634 VETWIES - VIDÀLES
— Tratado de la ciudad de Mexico, y las grandezas que la
ilustran despues que la fondaron los Espanoles.
Libriccino rarissimo e interessante. N'è un esemplare nella detta Biblioteca.
— Arte de la lengua Mexicana, dispuesto por opden y man-
dato de N. Emo Padre Fr. Francisco Trovino , Predicadop Theo-
logo, Padre de la santa Provincia de Burgos y Comissario General
de todas las de la Nuova Espana, y por el Reverendo y vene-
rable Diffinitorio de la Provincia del Santo Evangelio. Dedicado
al bienaventurado Sant Antonio de Padua. Por el Padre Fr.
Agustin de Vetancourt, hijo de la dicha Provincia del Santo
Evangelio, Predicador Jubilado, Ex-Lector de Theologia y Pre-
ceptor de lengua Mexicana, Vicario en la capilla de S. Joseph
de los Naturales en el Convento de N. P. S. Francisco de Mexico.
Mexico, por Francisco Rodrigues Lupercio, 1673.
Un volarne in 4, di 6 carte preliminari, e altre 49; e poi altre 8 carte che contengono nna
Instrucion breve para los santos Saeramentos, y reHadonet en lengua Mexicana, y un CtUedktimo »
tambien en Mexicano. 11 Tbrnaux ne cita un'altra edizione del i573; ma è un errore, perchè in
queir anno il Vetancoart non era nato ancora. È libro di straordinaria rarità.
Il Padre de Vetancourt nacque in Messico il 16S0 da genitori discendenti da Giovanni Bethan-
court, che fece la conquista delle Canarie. Fu scrittore (dice il Brasskdr) elegante, che conosceva
a fondo la lingua Messicana. Egli mori di 80 anni, e la sua Grammatica è tenuta per uno dei
lavori più pregevoli di quella lingua.
smmp. 760. Vetwies. — Vera et sincora informatio circa originem et
statum Fratrum Minorum S. P. Francisci : Auctore R. A. Patre
Fr. Bernardino Vetwies, S. Theologiae Lectore Jubilato. Coloniae
Agrippinae , typis Viduae Hortgeri Woringen. Anno MDCLIII.
Un volume in 12, di 3 carte preliminari non numerate e jlli pagine. N'è un esemplare nella
Biblioteca Nazionale di Firenze.
Sbntp.
761. Vicenza (da). — Vita e Martirio dei Servi di Dio Padre
Paolo da Mantova e P. Clemente da Bressanone dell'Ordine dei
Minori Riformati della Provincia di Sant' Antonio di Venezia, per
il Padre Anton Maria da Vicenza.
Un volume in 8.
A me? tea
w.. 762. ViDALES. — Dos vocabularios y Sintaxis del idioma Yucateco
0 Maya: por el Padre Fr. Luis Vidales, de la Orden de S. Francisco.
Nativo del Yucatan, compilò questi Vocabolarii tra il 1644 e il i648.
VIGUIBR - VILLAPANDO 635
763. ViGUiER. — Legende dorée , ou sommaire de V histoire
des Freres Mendiaus de V Ordre de Saint-Dominique et de Saint
Franfois, par Nic. Viguier. Amsterdam, 1734.
Un Yolame in 12.
764. ViLAPLANA (de). — Vida portentosa del Americano Se-
ptentrional apostol, el V. P. Fr. Antonio Margil de Jesus, Fundador
y Ex-guardian de los Colegios de Santa Cruz de Queretaro, etc.
Eelacion historica de sus nuevas y antiguas maravillas , escrita
por el R. P. Fray Hermenegildo de Vilaplana, ec. En Mexico, en la
impronta de la Biblioteca Mexicana, 1763.
Un volume in 4. È pieno ( dice il Brasssur, che l' ebbe a mano in America ) di avvisi curiosi
suglMndigeni della regione di Palenqué, dove il Margil esercitò il suo ministero, e sopra tutto
suU' idolatria de' Naqualisti e del Pontefice supremo di Samayac a Guatemala. Il Padre da Vilaplana
nativo della Provincia di Valenza, dove prese l' abito di San Francesco, insegnò con onore la teologia
e la filosofia: passato poi in America, egli si esercitò in importanti ministeri, e fu Cronista di
tutti i Gollegii del suo Ordine nella Novella Spagna. È anche autore di altre opere di storia e di
teologia. A me non riuscì d' incontrare quest' opera nelle mie ricerche ; ed è indispensabile per la
storia de' sopraddetti Collegi! , e delle Missioni che tenevano fra' nativi Americani.
765. ViLLACis. — Relacion del viage de D. Diego Vera Ordonez
Villaquirin, para la reduccion de los Indios del Reino del Prospero
en Nuova Espana: por el P. Fr. Simon Villacis, de la Orden de
San Francisco.
Il Padre Villacis fu nativo del Yucatan ; e gli Indi del sopraddetto regno si compongono di
molte e diverse tribù, come i Locenes, i Chinchiles, i Mopanes, i Lacandones, gli Auzioes, i
Ganules, i Tulunquies, i Cehaches, i Chinami tas, ec. È ricordato dallo Soniisa {Monogr, of atUh.).
766. ViLLALPANDO (de). — Arte y Vocabulario de la lengua de
Yucatan : por el Padre Fr. Luis de Villalpando , de la Orden de
San Francisco.
Fu uno de* primi Francescani che d' ordine dell' Imperatore Carlo V si recarono dalla Spagna
nel Yucatan. Evangelizzò con gran frutto in Merida e in Campeche dal 1547 al i554, ed acquistò
profonda conoscenza della lingua Maya, di cui scrisse la Grammatica e il Vocabolario. Il suo nome
flgura in alcuni documenti pubblicati nelle Gartas db Indias (Madrid, i877).
767. ViLLAPANDO (de). — Carta de Fr. Francisco de Villapando
da Orden de Sao Francisco a el Rey D. Manoel.
È data in Alcazar il i514. Nell'Archivio della Torre del lombo di Lisbona. Originale.
636 VILLAR - VITA
Asia
e
Afria
it$.
Alia
788. ViLLAR. — Breve resiimen de los progressos mas prodi-
giosos que en la Provincia de Siria y Tierra Santa de Jerusalem
ha hecho la Religion Seraphica. Entresacordo de la Chronica que
compuso el M. R. P. Fr. Juan de Calahorra. Sacala a lus Bartho-
lomé Villar. Valencia, Diego de Vega, 1700.
Un volume in 8, di otto carte preliminari e 368 pagine. N'è an esemplare nella Biblioteca
della Reale Accademia di storia di Madrid.
769. ViLLENA. — Translado de la carta de Fr. Juan de Villena
escrita a 9 de abril y Uegada a Macao a 26 de Junio deste presente
ano de 1738.
Manoscritto dell' Arctiivio del nostro Convento di Manila, inviatomi da que'Padri. Sono 6 carte in 8.
*". 770. Vincente. — Carta de Fr. Vincente a el Rey de Portugal.
Asia
Lettera della maggiore importanza per la storia delle Missioni nell' India. È data il i gennaio
1549. Pare che il Padre Vincente fosse compagno dei celebre P. Fr. Giovanni Alboqaerque, primo
Arcivescovo di Goa. È nell' Archivio della Torre del Tombo di Lisbona. Originale.
smmp. 771. Vita del Padre Atto Biagini da Pistoia, Missionario Apo-
^•^ stolico Minore Osservante in Cina.
È pubblicata nelP opera : Cataloghi dei Santi, dei Beati e di altre persone imigni n^la pietà
PUtoiesi» pubblicati da diversi agiografi, in una ordinata ed uniforme maniera ridotti ed aumentati
di una serie di Beati e di altre persone similmente memorabili per la santità della vita. Pisto-
iesi, di cui non è stata fatta menzione in quei Cataloghi. Opera del P. Ferdinando Panieri.
Canonico dell' inxigne Chiesa Cattedrale di Pistoia. Pistoia, dai Fratelli Manfredini, 1818-1820.
Sono (lue vularni '\\\ 8; «* la Vita ♦• tratta • halle lettere aiilugrafr del suiidelto Padre Atto: d.i
(lue 1( Itere sifnilmenle autografe del signor Cardinale Stefano B<>rgia al signor Giovanni Biagini
fratello del Padre Alto medesimo: dall'apografo di una lettera di Fr. Homualdo Kuoielschi Minore
Osservante, scritta da Pekino al Generalo del suo Ordine: e da una Helazione, pari mento autografa
del Padre Luigi da Signa Minore Osservante, scritta da Manila nelle Isole Filippine, allorchr'
partito dalla Cina era di ritorno in Europa, e diretta ai superiori del suo Ordine, e per mezzo di
(jucsti pervenuta allo stesso nostro signor (ìiovanni Hiagini. •
II Padre Atto nacque in Pistoia il 175i. Vesti l'abito in Cortona. Kin\ò a Roma il 1779,
donde con un compagno fu invialo in Siria ed Egitto. l>i là poi nel 178i fu mandato in Cina coi
Padri Giuseppe da Bienlina e Luigi da Signa. Mori nel carcere di Pekino il 1785.
f^n^- 112. Vita e martirio dei Padri Ferdinando Isola Genovese e
Giacomo Zampa della Marca Minori Osservanti Riformati di San
Francesco, Missionarii Apostolici in Albania. Seconda edizione su
la prima del 1600 a cura del Padre Marcellino da Civezza Minore
Osservante. Roma, Tipografia Tiberina, 18G4-1865.
Venne da me ristampata nella Cronaca delle Missioni Francescane, anno IV e V, in 8. Non
posso dar conto dell' antica edizione perchè 1' ho smarrita, ed è rarissima.
VITA - VOCABIILARIO ' 637
Del P. Ferdinando Isola trovai ampia menzione in nn Manoscritto della Biblioteca Nazionale
(Ji Madrid, che ha il titolo seguente: CrevoHO. Ordines Mendieantes ; e contiene la storia de' detti
Ordini, scritta dal sacerdote Don Geronimo Crevasco-Lercaro e Pavia, sacerdote e avvocato della
Cancelleria di Granata. Comincia dalla Religione Francescana; ed ha preziose notizie, specialmente
della Provincia Minorltica di Genova. V* incontrai, tra l'altre cose, che l'Ordine Serafico Panno 1517
aveva 26 conventi di Missione nella Bosnia Argentina, 13 in Inghilterra, e IS in Dacia.
773. Vita del Padre Giovan Battista Maoletti da Serravalle ,
Missionario Apostolico nella Cina, de' Minori Osservanti Riformati
di San Francesco della Provincia di Milano , morto il 14 gennaio
1723.
Sono 11 carte in foglio. Copia estratta dall'esemplare che è nella Biblioteca di Brera in Milano.
La Vita è preceduta da altre quattro carte di Cognizioni preliminari : e sono nfltizie per la intel^
ligenza delle principali setter le quali trovanti neUa Cina . . . rilevate d(U attissimo Salmon,
volum. 4, cap. 8. 1790.
774. VocABULARio. — De la lengua de los Indios que poblan
los rios de Potumayo y Caqueta, hecho a solicitudes del Colegio
de Misiones de S. Diego de Quito.
Manoscritto di 26 pagine in 4, nella Biblioteca della Beale Accademia di storia di Madrid. Precedo
il Vocabulario una ùratio gratulatoria; e in flne del Manoscritto si legge: « Soli Deo honor et
gloria eiusque Matri et Josepho sponso suo et parenti nostro. Amen. • Dall' Oralio gratulatoria si
vede che è opera Francescana; e gioverà riferirne i tratti seguenti, per vedere a quali fatiche,
rìschi e sacriflcii dovevano assoggettarsi i Francescani per difToAdcre la fede su quelle montagne;
ed inoltre ci dà notizia di quattro Martiri dell'Ordine, forse sin qui sconosciuti.
« Pocos anos à que tragicando osta Cordillera aquel ilustre y fervoroso Misionero Fr. Juan
Matheu, a el Padre Fr. Santiago Picina, uno de sus companeros, habiendoles ido los pies, y que-
dando asido de los manos, a el naturai movimiento de estender los brazos se les deshiso la cuerda
con que aseguraba el hornamento, que llevaba -sobre sus religiosas espaldas, y pasando està de
los hombres a la garganta, a no haber tenido pronto socorro en los companeros, o le hubiera
cortado la soga con la respiracion la vida, o despachado Faetonte le hubiera prestado sus alas de
muerte.
« Pero està solo es una puerta y la primera entrada, por donde se pasa a otros muchos
trabajos , que se padecen en aquellos montes , poblados de horribiles Qeras , venenosas sabandìcas ,
groseros alimientos, faltos de un todo, y solo abastecidos de innumerables riesgos, espuesta la
Vida a el arbitrio de unos barbaros, aun entre si sangrien temente crueles, a cuias sacrilegas manos,
en solo mi tiempo an muerto cuatro Beligiosos, ci B. P. Fr. Lucas Bodriguez de Acusta, que fué
y bolvió de Espana por el Para, y por ultimo lo quemaron vivo. El benito siervo de Dios Fr.
Joseph de Jesus, en culo martirio sncedieron grandes prodigios. Mi connobicio el Padre Fr. Miguel
Marin , y Fr. Juan Garzon. Fuera de este continuo riesgo , se miran precisados los Misioneros a
transitar sus grandes rios, por temerosas gentes y bejucos, y a trajetar los navegables en debiles
vasos de papel. Pues en el grande lago que sobre Paste le corta el camino, se embarcan en unas
pirogas que forman de juncos poco mas que de paxa , la qual intitulan los naturales Totora, y
labran della sestas y patates: • È duro ministero (egli prosegue); ma « hablo con Beligiosos de
San Francisco, cuios jenerosos corazones, vacios de intereses temporales, aspiran santamente ambi-
ciosos a llenarlos de lo eterno. « Per riuscire è specialmente necessario aver conoscenza della lin-
gua del paese . • Por esto (continua) habicndo descargado el cuidado de las conversiones està Pro-
vincia en el de su Golegiu Apostolico; dcseando este de empefiar la conllansa con el propiu
638 VULCANO
Africa
ministerio, procurò propulsar las diflculudes para buscar de benserlas. Embiò desde laegoasoU-
citar obreros en EspaHa, sapiendo que no puede haber Missiones sin operarlo, i para que estos
puedan sin embaraso cumplir con el ministerio, le remite està corta luz de la lengoa mas general
de aquel pais . . . . Y porque la aspereza de lus caminos no ajorase a sus alumnos, causando al
mismo ticmpo exccsivos gastos ... no perdonò el Colegio gastos ni (atigas para expecolar la Cor-
dillera, que ballò siempre aspera , basta que dentrando en la provincia y obispado de Popajan ,
advirtió que se docilitaba la entrada por humiliarsc en està parte la Cordillera, descobriendo un
camino antiguo, oy totalmente borrado, por donde los becinos de la antigua ciudad de Almagner
transitaban a la de Mocoa, oy tambien destruida. Otra entrada ofrece en el mismo Popayan el
Fimana, ec ■
775. Vulcano. — Vera e nuova descritione di tutta Terra Santa,
et Peregrinaggio del sacro monte Sinai, compilata da verissimi
autori , dal venerabile Padre Frate Luigi Vulcano dalla Padula
dell'Ordine Minore Osservante di San Francesco. Napoli, Gio.
Maria Scotto, 1563.
Un volume in 8.
w
776. Wadingo. — Annales Minorum, seu trium Ordinum a S.
Francisco institutorum, auctore A. R. P. Luca Wadingo Hiberno,
S. T. Lectore Jubilato et Ordinis Chronologo. Editio secunda,
locupletior et accuratior opera et studio Rmi Patris Josephi
Mariae Fonseca ab Evora, S. T. Lectoris Jubilati, S. et U. Inqui-
sitionis Consultoris, S. C. Consistor. Votantis, Episcop. Exami-
natoris, Ord. Discreti et in Romana Curia Commis. Generalis.
Romae, typis Rechi Bernabò. MDCCXXXI. Superiorum pemiissu.
Cum privilegio Summi Pontificis.
Sono i6 volami in foglio, a cui seguita il i7 del SUlatms universus, ee., confeetut a R. P, Fr.
Josepho Maria de Ancona^ Ordinis Minorum RegiUaris Observantiae^ ec. Chi non conosce gli Annali
del Wadingo, e l' immenso valore di questa dottissima raccolta, per cui ( come egregiamente dice
il Fonseca nella dedica a Clemente XII ) t Lucam Wadingum , non de nostra sodalitate solum ,
verum etiam de Gatholica Ecclesia bene mereri, eruditorum iudicio vulgatum est? • E questa
seconda edizione fatta dal Fonseca è tanto più pregevole, in quanto che, « primum (com'egli dice)
Wadingi vitam, quam Pater Franciscus Haroldus composuit, primo volumini praeflxi: deinde Sum-
morum Pontiflcum BuUas aliquot, nec hactenus cum Wadingo editas, Inter regesta conieci. Denique
cum multa ab Auctore inìtio praetermtssa, deinde addita, et ad multorum tomorum calcem reiecta,
sois locis inserui; tum etiam Supplementa Patris Antonii Melizzani Strictioris Observantiae Augu-
stae Taurinorum edita anno MDCCX et alia quaedam nondum typis vulgata. >
Seguitano poi altri 7 volumi, co* quali T opera venne continuata : il i8 disposto a Padre Fr. Joanne
de Luca Veneto» Minorum Observantium Sacrae Theologiae Lectore iu5i7a(o, ec : il 19 a Fr. Josepho
Maria de Ancona , ex Observantium Familia: il 20, rarissimo perchè braciò quasi tutta l'edizione,
a Fr. Caietano Michelesio AsculanOf Minorum Observantium Sacrae Theologiae Lectore JubUato : i
21, 2), 33, e )i, a Patre Fr. Stanislao Melchiorri de Cerreto, Minorum Observantium Leetori Jubilato.
Al Padre da Cerreto non sappiamo chi sia succeduto nel gravissimo incarico di proseguire un'opera di
tanto peso e di tanta utilità per l'Ordine e per la Chiesa. Noi abbiamo già accennato altrove gli
6A0 WITTE
S'iUTff
stilili che suno uecessarii afllnchè il lavuro riesca pieno e perfetto, come l'ebbe iucoininciato il
Wadingo. Ma senza un particolare studio in tutte le Biblioteche e Archivii, non che solo dell'Europa,
ma deir America, è impresa impossibile. Vi sono immensi documenti, di cui gli ultimi coutinuatorì
non ebbero né anche sentore.
11 Wadingo poi ben meriterebbe che se ne scrivesse una vita , di cui quella lasciata dall'
llaroldo potrebbe essere la traccia: egli è una figura gigantesca nell' Ordine sotto ogni rispetto, e ben
pochi sono che lo conoscono. Metto qui una notizia che lo riguarda, e che incontrai in un Manoscrìttu
della Biblioteca Fubroniana di Pistoia in Toscana, che tocca di un suo gran merito, che l' Haroldo a
mala pena ebbe accennato.
• Elisabetta, erede della malvagità del padre Arrigo Vili re del regno d'Inghilterra, havendo
*
in mille maniere, parte con persecuzioni, parte con rendere incapace dei carichi nel regno la nobiltà
lliernesc, provato invano di ridurre quel regno alla sua eresia; finalmente applicò l'animo all'arti-
ficio usato prima da Giuliano Apostata, di proibire sotto pena della vita, che nessuno, come ella
diceva, papista potesse insegnare e tenere scuole pubbliche , ac^iò che la gioventù, studiando sotto
maestri Eretici, con la dottrina, succhiasse il veleno dell'eresìa: dal che vedendo la nobiltà, gen-
tiluomini e cittadini, nascere danno irreparabile alti loro figliuoli et alla fede cattolica» comincia-
rono a mandarli alli studìl fuori del regno, in Italia, Francia e nelli dominii del Re di Spagna, il
quale li fondò diversi Collegi!, nelli quali si allevano in tanto numero, in dottrina et in virtù, che
appena si trova una Parrocchia in ll)ernia, nella quale non fosse un Curato, Dottore di Teologìa,
come esperimentò Monsignor Rinuccini, essendo Nunzio in quel regno. Questi resistevano con tanto
valore alli predicanti eretici , e mantenevano nella vera fede con tanta diligenza li cattolici , che
dal tempo d'Enrico Vili sino al presente, pochi della nobiltà hanno abbandonato la fede. Il frutto
grande che rendevano questi Coltegli eccitò gli altri Principi Serenissimi a fondare Seminarìi e
residenze per allievo della gioventù Ibernese, e fra gì' altri animò 1' Eminentlssimo Signor Cardinale
Ludovisio di santa memoria, a fargli in Roma una residenza, o piuttosto un embrione di Collegio,
del quale, vivendo Sua Eminenza, diedene cura al Padre Fr. Luca Wadingo Minore Osservante, uomo
dotto e prudente, assegnandoli 1000 scudi d' entrata annua , con una vigna di ii,000 arbori io
Castelgandolfo, dotata di molti arbori di varii frutti, d'acqua sorgente, e d' una casa, assai comoda.
11 Padre Fr. Luca applicò l' animo cun grande calore al governo di questo Collegio, e presa a pigione
una cai^a di rimpetto a Sant'Isidoro, in questa con l'entrata assegnatali manteneva ora li ora 14
scolari sotto la cura immediala d'un Frale, che li governava, studiando a Sani' Isidoro, d;>vc dopo
di due anni di niosofla e di Ire di Teologia, e dopo varii esercizii di controversie e casi di cojicienza,
procurandogli la Missione ul il Niatiooper il viaggio dalla Sacra Congregazione iVi Propaganda Fide,
li mandava a la\ orare nella vigna delle Signore in Ibernia.
« Il ftlice avvan/.anicnto di ciiiosio (^ullei^io fu interrotto con la nnjrle dell' Kminentissimo Ludo-
visio, li (piale selilH-nr mentre nìsso mostrò sempre d'avere intenzione che il Collegio restasse sotto
la cura del Fr. Luca e ilelli Guardiani successori, di Sant'Isidoro, ad oj^iii modo nel Test.imentu
pareva cliiaranicMite die ne lasciasse l'assoluto governo alla Conjjregaziono ; per il che litigan>n<i
insieme il Padre Viteleschi e Fr. Luca, il (juale per una senlen/.a della Rota perse la lite et il
Collegio. •
777. WiTTE (do). — Ori<?ines et desoriptiones Coaventuum
Provinciao inforioris Genuaniae tam Fratrum quam Soronim,
auotoro Augustine De Witte, Bruxellensi, ex Ordino Minorum.
Antuerpiae, 1629.
Un volume in 4.
Jfc.
778. XiMENES. — Arte y Vocabulario de la lengua Mexicana
por el Padre Fr. Francisco Ximenes de la Orden de S. Francisco.
— Vida del R. P. Fr. Martin de Valencia.
Se qaesti Manoscritti del Padre Ximenes esistano aiiCora in qualche Biblioteca o Archivio d'
America, o sian periti, non saprei dire. Egli fu uno de' primi dodici Francescani della Provincia di
San Gabriel, che col loro capo Fr. Martino da Valenza si recarono dalla Spagna al Messico, e fon-
darono la Provincia del Santo Evangelio. Dottissimo in diritto canonico, e poeta, riflutava per umiltà
di ordinarsi sacerdote; ma giunto al Messico, ricevo gli ordini sacri, e primo di tutti cantò la sua
prima messa in quelle terre, dove rapidamente apprese la lingua Messicana, e scrisse la Gram-
matica e il Vocabolario accennati, ed inoltre ebbe speciale incarico di esaminare tutto quello che in
detta lingua si scriveva. Evangelizzò con grande zelo in molta parte di quelle terre , e vi raccolse
copiosissimi frutti. In premio delle sue grandi fatiche venne ripetutamente scelto per la dignità
episcopale : ma egli fu costante in ricusarla, e mori di paralisi il 31 luglio del 1537. Cosi nei
Datos biogra/icos che accompagnano le Cartas db Indias, pubblicate in Madrid il 1877.
E qui voglio avvertire che chi percorra il grosso e prezioso volume delle sopraddette Cartas (a
cui speriamo ne facciano seguito altri), oltre i molti nomi e documenti, che abbiamo annotati in
questo nostro lavoro, v'incontrerà molti altri nomi di celebri Francescani Missionari nell'America,
che senza dubbio scrìssero molte cose nella lingua e sulla st )ria dei popoli primitivi di quelle regioni ;
ma que' lavori, o perirono o, chi sai restarono dispersi e nascosti ove meno si potrebbe pensare. Noi
abbiamo già veduto, per autorevolissime e non sospette testimonianze, come nei rivolgimenti politici
che da cinquant' unni a questa parte hanno tramutato l'America, e là, come in Europa, hanno disperso
i Conventi de' Religiosi, molti preziosi documenti manoscritti delle case religiose siano scomparsi. L'
amore così vivo che si è oggi svegliato da per tutto per la ricerca di tali interessanti memorie, già ne
ha fatto rinvenire di molti ; e parecchi lavori bibliograflci ci hanno rivelato, che se non tutti, molti
di essi con la pazienza e con l'amore possono riacquistarsi. E però bisogna che gli Ordini Religiosi,
come già ho detto altrove, piglino conoscenza, e acquistino almeno per le loro case di studio così
fatte pubblicazioni ed altre di simiglìante natura. In tutti sono notizie e memorie di somma importanza,
che non possiamo ignorare, volendo scrivere con dignità e successo la storia dell' Ordine a cui ap-
parteniamo. Parecchie ne ho già accennate: mi si permetta qui di aggiungere, tra non poche altre (dico
per l'Ordine Francescano), i Monumenta Germaniae hL^torieay pubblicati in Annovcr dal Pertz;
V Histoire de la Colonie Franfaise en Canada^ pubblicata in Villemairc e Paris il 1865 per l'Abate
Faillon; la Bibliotheca Hispano uUramarina, che con altre collezioni si pubblica in Madrid, e fra
i volumi di essa già usciti a luce, specialmente la Historia del descubrimienio de las Regiones
Austriales por Femandez de Quiros , e La Guerra de Qnito por Fedro Ciesa de Leon ; V ìlUtoria
dcu Ilhas do Forto Sanlo^ Madeira, deserta» e selvagenSy manuseripto do seeulo XF/, annotado por
Alvaro Rodrigu^z; Funchal, 1873; e la Vida do Infante D. Henrique de Fortugal, appellidado o
Navegador, e seus resultadot, comprehendendo o deuubrimienlOt no espafo de um seeulo, de metad^
do mundo, ec por Richard-Henry Mayor, ee, Lisboa , ìmprensa Nadonal, 1876.
M
Ammìci
Am^rìat
istm*p»
A*w
779. Yangues . — Principios , y reglas de la lengua Cuma-
nagota, general en varias naciones, que habitan en la Provincia
de Cumana, ec. Sacados a luz aora nuevamente, corregidos, y
reducidos a mayor claridad, y brevedad, junto con un Diccio-
nario que ha compuesto el R. P. Mathias Bianco. Por el Padre
Fr. Manuel Yangues del Orden de San Francisco.
Un volume In 4, di 3 carte prelimmari non nnmerate e 2Ì0 pagine. Dalla pagina i alla 7 sono
I Prindpioi; dalla pagina 7i alla 73, le Advertendat ; e dalla pagina 73 alla SiO, i Dicdonario Bipafiol
Cwnanagoto.
Dcir opera dà il seguente giadizio il LECLEnc ( BibUot. Amer.): • Gramroairc excei^sivemeot
rare. Ainsi qae V indique le litre, elle a ùlé publióe par le P. Mathias Kdiz Blango, savant mis-
sionnaire, qui y ajouta un dictlonnaire assez étendu. Ce m^me l\eligieux publia en 1690, a la suite
de son ouvrage intimi^ Conv'ernon de Piritu , une nouvelle édilion de la (ìrammaire du 1*. Yangue;
et de son Dictiunnairc Espanol Cumanagoto, arrangés avec plus de ciarle. •
780. Yepes. — Catecismo y declaracion de la Doctrina cristiana
en lengua Otomi, ec. por el R. P. Fr. Joaquim Yepes, ec.
Fu da noi annotato al cognome Ix)pez, che ha unito a quello dì Yepes. Qui aggiungerò per noli7.it>
incontrate posteriormente, che dalia pagina 1 del volume alla 17, è l'Alfabeto Otomi; dalla pagina l«
alla 91, il Catechismo e la Dottrina; dalla pagina 93 alla 251, il Vocahulario; alla pagina 25i sono le
cifre e i nomi numerali; e dalla pagina i5i alla i3i, il Modo di spiegare il Catechismo agli Indi.
II Padre Yepes ( Lopez Yepez) era Messicano, e fare\a parte del Collegio Franrescano di Pro-
paganda Fide di Pachuca. Il suo Vocabolario Otomi, che ci pervenne, è sin qui il più completo che
sia stato pubblicato.
781. Yepes. — Descritione di Terra Santa del R. P. Rodrisfo
de Yepes, tradotta dallo Spagnuolo. Venezia, Zialteri, 1600,
Un volume in 12. E ricordato dal Ternadx.
YVES 643
782. Yves. — Voyage dans le Nord du Bresil, fait durant les
années 1613 et 1614 par le Pere Yves d'Evreux, publié d'apres
r exemplaire unique conserve a la Bibliotheque Imperiale de
Paris par M. Ferdinand Denis, Conservateur a la Bibliotheque de
Sainte Genevieve. Leipzig et Paris, 1864.
Ud grosso volarne ìd 8. È ana iroportantissima Relazione di quelle contrade; e basta il giudizio
del Denis, che la pubblicava, per non dubitarne. In modo speciale ha preziose ed esatte notizie
sopra ì Tupinambos. Compendierò qui alcuni schiarimenti, di cui quel dotto signore V ha corredata,
ove si tratta anche de' nostri presenti Missionari del Brasile. Nella vasta provincia (egli dice) del
Maragnon, che è una delle più floride del Brasile, non vi si fecero stabilimenti di qualche impor-
tanza prima che vi giungessero i Missionari di Francia. A que' dì essa non aveva limiti determinati, e
r immensa capitaneria del Piauhy ne fece parte sino al i8U. Oggi si distende 186 leghe in lunghezza
con i46 in larghezza sopra una superflce di ventimila leghe quadrate. È tra il.» 16, e 7.« 35 di
latitudine meridionale. Conflna al Nord-Ovest col Para, da cui la divide il fiume Gurupy ; al Nord-Est
è bagnata dall'Atlantico; e al Sud-Est ne forma il confine il Paranahiba. 11 Tocantins finalmente la
divide al Sud dalla provincia di Goyas. 11 clima del Maragnon, quantunque caldo ed umido, è sano:
le pioggie che rendono fertile il paese, cominciano regolarmente in ottobre. L' aspetto del suolo si
presenta ineguale, ma senza notevoli alzamenti, eccettuato nella Gomarca di Pagtos bons, dove s' incon-
trano delle montagne, come T Alpacata, il Valentin, il Negro, ec; ed è bagnata da quattordici correnti
d'acqua, delle quali la più notabile è il Paranahiba; ma le sue spiagge non sono dappertutto salubri,
anzi in parecchi luoghi vi regnano le febbri intermittenti. Il corso del Paranahiba è valutato 320 leghe;
e la popolazione di questa provincia si crede che giunga oggi a 463,000 abitanti. In quanto alle
tribù nomadi che ancora vi si aggirano, nulla possiamo dire con certezza. Esse s'incontrano, più
che altrove, nel Maragnon, nel Para e nella Nuova Provincia di Rio Negro. Respinti nell'interno
del paese da Mattia di Albunquerque, e decimati dal vainolo , si sono omai ridotti appena ad un'
ombra di quel che erano sotto i loro capi indipendenti, e talmente decaddero, «:he hanno sin di-
mentiche le loro teogonie e tradizioni ; per cui le memorie che ce ne lasciarono i nostri Missionari
sono d'immenso valore.
La Capitale del Maragnon rimane nel sito, ove la stabilirono i suoi primi fondatori, a 3.<> 30
44 di latitudine australe, e l.o 6, 34 di longitudine orientale, contando dal Forte di Villegaignon ,
nella baia di Rio Gianeiro. La Ravardiere e Razilly scelsero per fondarla, la punta o vetta di una
pìccola penisola congiunta all' istmo di Maranhan. Fu chiamata San Luigi, e venne levata a dignità
di città vescovile del Pontefice Innocenzio XI l'anno 1676. Conta un trentamila anime, ed è divisa
in tre parrocchie, di Noisa Senhora da Victoria, di S. Joào, di Noita Senhora da CaneeifUo. L' aria vi
è salubre, e vi si vede molta prosperità. Le navi che vi cercano un ancoraggio, s' indirizzano verso
il palazzo del Governatore, che si leva sopra un' altura dominante il porto, ed ha per fondamento
la fortezza di San Luigi. Dalle finestre del palazzo gittando io sguardo sopra la lunga baia che si
spiega dinanzi, ti si mostrano in un fuggente orizzonte le coste e la città di Alcantara; e poco
distante in riva all'Anll s' innalza la Chiesa e il Convento di Sant'Antonio, edificato nel 1613 per
cura del Padre Yves e degli altri suoi confratelli Cappuccini: esso venne poi parecchie volte modi-
ficato, ed oggi una parte serve di Seminario Vescovile. È in San Luigi una pubblica Biblioteca, ma
conta appena 1031 volumi. La Chiesa cattedrale, già del titolo dello stesso San Luigi, non esiste più, e
venne trasportata in quella dell'antica casa de' Padri della Compagnia di Gesù, detta Sfossa Senhora
da Victoria. Nel Convento di Sant'Antonio, quando in questi ultimi anni si lavorò per ingrandirlo,
fu rispettata la cappella d'origine Francescana; ed oggi vi sono tre Padri deir Osservanza, che
ne hanno la cura : il Padre Fr. Vincenzio di Gesù Guardiano, il Padre Fr. Riccardo dal Sepolcro, e
Il Padre Giovacchino da San Francesco.
Belle e stupende conversioni (prosegue il Denis) avevano operate fra' Tupinambi 1 Missionarii
Cappuccini Francesi. Al Padre Yves e suoi compagni eran succeduti altri loro confratelli guidati
dal Padre Onorato di Parigi. Ma pigliato possesso del paese dai Portoghesi, i Padri Cappuccini
si ritirarono, cedendo il luogo a' loro confratelli Francescani dell' Osservanza, che occuparono il
Convento in numero di 30, e sotto la direzione di Fr. Cristoforo Severim venne come a dire rifatto.
644 YVES
Se ne gittarono le naove fondamenta il 16S5, e i lavori finirono nell'agosto dell'anno seguente.
Troppo Inngo sarebbe il dire di tntte le vicende alle qnali dipoi andò soggetto : basti sapere, che alla
fine del passato secolo era ridotto quasi in rovine. Nel i860 il sopraddetto Padre Guardiano, Frate
Vincenzio di Gesù, fece ricorso alla pubblica carità, perchè venisse degnamente riparato an ediQzio
che si lega alle più Importanti memorie del paese; e n'ebbe generosa corrispondenza.
Poi 11 Dknis tocca dei grandi servizi rendati da' Missionari allo stadio delle lingue , e dice:
11 Padre Yves dà nella saa opera un piccolo Vocabolario delia lingua dei Tupinambl. B così,
aggiungiamo noi, hanno fatto tutti i Missionari Francescani, rispetto alle nazioni fra le quali hanno
evangelizzato; e questa nostra pubblicazione ne dice qualcosa. S'ingannerebbe (egli prosegue) chi
pensasse che il piccolo lavoro lasciatoci dal nostro Missionario non fosse di notevole importanza. 1
lettori d'Europa, poco usati alla filologia Americana, non sanno che farsi d' una raccolta di tnA di
popoli così lontani : ma non avviene lo stesso in America, ove la civiltà e la letteratura sono oggi
in onore.
In Calti, già da qualche anno l' Autore della Storia generale del Brasile , ha fatto notare P
importanza dello studio delle lingue indigene in una sua Memoria inserita fra gli atti dell' institnto
Storico di Rio Gianeiro (1840). E se il signor Labt non ne parla con l' entusiasmo del Padre Anlchieta
che primo di tutti ci diede una Grammatica della lingua brasiliana (lÀngoa geralj, ben però ne fa av-
vertire la ricchezza e il dolce suono. Ma chi specialmente ne fece conoscere l' importanza, fa il Padre
Araujo. Sbaglierebbe anche chi pensasse che la lingua usata fra le numerose tribù, che l'anno
1500 il Cabrai trovò al Brasile, e alle quali i Francescani primi di tutti annunziarono Gesù Cristo,
oggi fosse estinta; che non solo essa ha lasciato dappertutto de' vestigi nella Geografia Q nomi geo-
grafici ) ; ma è tuttavia parlata da un gran numero di selvaggi , ed ha strettissime afflnità con
quella del Paraguay. Certo, non è più quella stessa lingua del secolo XVI. Gli idiomi dei popoli
selvaggi si modificano come quelli dei civili, e forse di più, quando i' apparizione di nuove idee lì
chiama, come a dire, a novella vita. Cosi la lingua Maya, la Quichb, I'Azeteca, la Quicbua, TAta-
MAEA non sono più quel che erano al tempo del Cortes , dell' Alvarado e del Pizzarro. Se già un
secolo fa il dotto Vettia faceva avvertire l'enorme diflèrenza che esisteva tra l'antica lingua
Nahuatl e quella che sì parlava ai suo tempo ; ognuno facilmente intende quel che debbe essere
avvenuto rispetto alla Topica e alla Guarani. Per cui tutti i libri che ci danno notizia di quelle
antiche lingue, e le Grammatiche e i Vocabolari, sono documenti preziosi. E tali a questo riguardo
sono gli scrìtti di Han-Staden, del Francescano Thevet, del Lert; e di quasi tulli i Religiosi
(aggiungiamo noi) che hanno evangelizzalo nelle varie contrade della terra, in Oriente dal secolo
XII in poi, e in Occidente dopo la scoperta del Nuovo Mondo. Su questi» argomento è da vedere anche
l* inleressanlissinia pubblicazione dello stesso Denis, Une (eie fìré»Uienne celebrée a Houen en 4550.
Parit. 4835, in 8.
Finalmente egli accenna V importanza de Catechismi, scritti dai Missionari nelle linjjue delle
tribù che evangelizzavano. iNè anche questi lavori (dice il Denis) sono senza importanza. Riguardo ai
Tupinamhi, interessantissimo è il Catecismo da doctrina christUo com o ceremonial dos Sacramenti^,
compoito por Padres douton da Companhia de Jesus, aperfei(ondo e dado a luz pelo Padre Antonio
de Aratro da mestna Companhia. Lisboa, na officina de Mifjnel Dèslnndes, 1684. In 8. Libro rarissimo
quasi impossibile a trovare, e di cui è un esemplare prezioso nella Nazionale di l^arigi. Questo studiu
(conchiude il Denis) si potrebbe compiere cercando i seguenti Manoscritti citati dal Rarbosa Machaik».
e dal Ludwig nel dotto suo lavoro compito dal Trobner. Padre JoJ\o de Jesus, Esplicalo dos misterios
da Fé. P. Manuel de Veiga, Catecismo. Fr. Pedro de Santa Uosa, Confessionario. Anche il Thevet m-'
suoi Manoscritti conservali nella Nazionale di Parigi, ci dà il Palei' ed ii Credo ìtì lingua Tupi ; e così
nella sua Cosmografia a slampa, che sono due documenti preziosissimi per la loro antichità,
rimontando al 4556. II più moderno è un lavoro del Padre Marcosa Antonio, intitolato: Doutrina e
preguntas dot mysierios principaes de nossa santa Fé na lingua Brasila, scritto nel 4750. Ne parla
il Ludwig, e fa parie della collezione del Rritish Museum di Londra.
Chiuderò questi cenni con una lettera, che Io stesso illustre signore .si compiaceva dì scri-
vermi sul merito del Manoscritto (pubblicato in questa raccolta, e già estratto a parte ) del Pad re
Laureano, che tratta delta scoperta del Maragnon.
YVES 645
• -- - III ■■■ m^ - m — !!■ i^» j ■ I 1
« Paris, le S8 Pévrier i879.
Mon Pére Reverendissime Marcellin,
« Vous avez bien voola me fàire un don, si particalièrement agréable, en m' adressant qaelqaes
exemplaires de l'opuscale intitulé: DeseuMnUento del Rio de Maranon, qa'aa risque dedistraire
votre Révérence de ses importants travaax, je me hasarde a lui envoyer mes plus sincères
remerctments. Ce voyage où fut dècouvert notamment le Rio Napo, parcouru d' une facon si proAtabie
ponr la science et si intéressante par l' intrèpide Gaetano Osculati , en l' année 1856, est d' autant
plus précieux quMl fait connaitre, dès P année i64i, des solitudes fécondes où errent encore d'
innombrables nations Indiennes que l' Ordre, auquel vous appartenez, pent convertir et fàire passer
dans un état de clvilisation bien different de ce qui existe maintenant. Cest dans cotte pensée,
mon Pére Reverendissime, que je vais adrèsser à Sa Majesté TEmpereur du Brésil, D. Pedro de
Alcantara, l'exposé du Pére Laureano de la Cruz, qui, après de si longues années, doit tant aux
soins éclairés de votre Révérence. Vous ne sauriez ignorer que D. Pedro est le promoteur des
mesures qui auront bientòt aboli l* esclavage dans ses vastes états, et qu' il prend connaissance ,
avec empressement , de tous les écrits sérieux qu' on public touchant les races diverses dont
PAmazonie est peuplée. J'ai pris la liherté de lui designer déjà le titre de votre publication. Je
serai heureux de mettre sous ses yeux la preuve de votre zèle infatigable.
t Veuillez agréer avec mes remerciments empressés l' expression de ma consideration respectnense,
Votre reconnaissant servlteur.
lù. 783. Z ARATE. — Relaciones de todas las cosas qxxe en el Nuevo
Mexico se han visto y savido, asi por Mar, corno por tieira,
desde el mio de 1538 basta el de 1626 por el Padre Fr. Gero-
nimo Zarate y Salmeron, Predicador de la Orden de los Menores
de la Provincia del Santo Evangelio : dirigidas a nuestro Rev.
Padre Fray Francisco de Apodaca, Padre de la Provincia de
Cantabria, y Comisario General de todas las de està Nuova
Espana.
Un grosso volume in foglio , appartenente alla Riblioteca della Reale Accademia dì storia di
Madrid. Manoscritto sotto ogni rispetto interessantissimo. « £1 Padre Fr. Geronimo Zarate (dice una
lettera del Padre Francesco de N. S., che precede il Manoscritto) ha rccogido y recopiiado, de
las cslendidas provincias de Nuevo Mexico, corno persona quc se ocupò muchos anos en aquellas
conversiones, y conquistas, y juntamentc io que vió y entendió por propria diligencia y trabajo
suyo. •
Afb
««.. 784. Zarza (de la). — Arte del idioma Egongot : por el Padre
Fr. Francisco de la Zarza, de la Orden de San Francisco.
— Catecismo de doctrina cristiana en Egongot.
— Administracion de los Sacramentos en idioma Egongot.
Cosi l'HuBRTA (Esiodo, ec), dandoci dell'Autore le notizie seguenti. Naturale di Sarita, vesco-
vado di Coria, professò la Regola Seraflca nella Provincia di San Gabriel il 6 ottobre dei 178i« f
giunse dalla Spagna alle Filippine 11 4788. Imparato T idioma Tagalog« fu inviato alle Missioni di
Casignan, Raler, Dipaculao e Pungcan. Trattando per officio del suo ministero co* nativi dell'
Arcipelago, s'ammaestrò nell'idioma Egongot, nel quale scrisse i lavori indicati. Dopo ventun'aniM
di Missione, trapa.ssò in Raler il 31 dicembre del Ì8i0, di 48 anni di età e 30 dì religione.
ZIERIXBENSE - ZUMARRAGA 647
•erica
785. ZiERiXEENSK . — Chrouica compendiosissima ab exordio
mundi usque ad annum Domini millesimum quingentesimum
trìgesimum quartum : per venerandum Patrem Fr. Amandum
Zierixeensem, Ordinis Fratrum Minorimi Regularis Observantiae,
virum divinis et humanis rebus peritissimum. Eiusdem tractatus
de septuaginta hebdomadibus Danielis. Adiectae sunt Epistolae
Regis Aethiopiae, Davidis , ad Clementem Septimum, Romanum
Pontificem, anno Domini 1527 destinatae, cum articulis quibu-
sdam de fide et moribus Aethiopum Christianorum. Aliae quo-
que tres Epistolae ex Nova Maris Oceani Hispania ad nos tran-
smissae, de fnictu mirabili illius surgentis novae Ecclesiae, ex
quibus animus christianus merito debeat laethari. Antuerpiae,
apud Simonem Cocum, anno Domini MCCCCCXXXIIII. Mense
maio.
Un volume in 8, di 8 carte preliminari non numerate e altre 1S8. Libro rarissimo, di cui
trovai un esemplare nella pubblica Biblioteca della città di Gand nel Belgio. Il titolo ne dice l'im-
portanza. È il libro ove vennero pubblicate le prime notizie del Messico, e vi sono le lettere de* Fran-
cescani, Fr. Martino da Valenza, Fr. Giovanni Zumarraga, e Fr. Pietro di Gand. La lettera di Fr.
Pietro è del 1539, e indirizzata Ad Patres et Fratret ProvineicLe Flandtiae, Deir Autore trovai le
seguenti notizie nel Tossiniano ( Hist. Seraph. Relig., liò. 3) : « Fr. Amandus apud Belgas in Insula
natus, scripsit ab exordio mundi ad annum 1534 libros sex : de quadraginta mansionibus librum
unum: Commentarios in Genesim, in Ecclestiastem, in Job: de Ebdomadibus Danielis prophetae
librum unum : Dominicae Passionis librum unum : de Resurrectione et Ascensione librum unum.
Obiit anno 1544. » Nella carta bianca poi che cuopre il frontespizio del libro, si leggono a mano
queste parole: t Praestantiam huius Auctoris vide in Epistola nuncupatoria Patris Fr. Francisci
Titelmanni viri doctissimi. De utroque, lege Valerium Andream in Bibliotheca Belgica, pagina 45 et
d!44. * Debbo finalmente avvertire, che alla fine del foglio 128 della Chroniea, dopo le parole : Deo
semper et vbique gloria, è un capitolo non menzionato nel titolo, che dice: Sequuntw quaedam
notatu digna de SofM Rege Persarum, hoste Turearumf eoUecta -per eumdem venerandum Patrem
Àmandum Zierixeensem Ordinit Minonun.
786. ZuMARRAGA (de). — Carta del Obispo de Mexico, Fray
Juan de Zmnarraga a Juan de Samano, secretarlo de S. M.
haciendole presente algunas necesidades de sus diocesanos , y
rogandole que apoyara su proyecto de edificacion de Colegios
y Monasterios para jovenes de ambos sexos. Mexico, 20 de diciem-
bre de 1534.
Sono li pagine in foglio reale; ed è pubblicata, col facsimile, nelle Gaatas db Indias (Madrid,
1877). Di questo straordinario Apostolo Francescano e primo Vescovo di Messico, mi contenterò di
dare qui le brevissime notizie, che nei Datos Wogratleoi, che accompagnano le suddette Cartas, ne
compendiarono gli editori, facendo voti che qualche mio confratello s' invogli di scriverne la vìla,
che sarebbe una storia delle più importanti e gloriose per V Ordine e per la Chiesa cattolica.
fU8 ZUMARRAGA
t Fray Juan de Zumarraga nació en la villa de DuraDgo, del Senorio de Viscaya, en 1468:
tomo el habito de San Francisco en ci Convento Aranzazu ; fuó Guardian en varias casas de su
Orden, entro elles la de Avita y la austerisima del Abrojo en las medlaciones de Valladolid, donde
le conoció y trató el Emperador Carlos V, quien le dio coraision para que, con tiluk» de ioquìsi-
dor, pasase a Viscaya para conoscer de las causas alli incoadas en castigo de las brujerias , que
por enlonces se tenian corno reinantes en aquellas coraarcas. Fué luego elegido Provincial en la
de la Concepcion de Espana, y en el ano de 1518, lo nombró el Emperador Obispo de Mexico,
cuyo cargo sólo accpló por conscjo de sus supcriores, habiendo pasado à la Nucva Espafia comò
protector de los Indios , en aqucl mismo ano, aunquc todavia sin consagrar. Para llenar este re-
quisito, regresó à Espana en 153i, à la vez que para procurar el remedio de ciertos àbusos que
se cometian con aquellos indigcnas, y para proroover la ereccion de su Catedral, que consiguió dei
Emperador esiando en Toledo en 153i. Ya consagrado , volvió a Mexico , dedicandose a la fabrica
material de su iglesia, a otras diTerentes fundaciones religiosas y beneflcas, y à la reonioD del
primer Concilio Mexicano , que tuvo lugar en 1538. Opusose tambien à los excesos cometidus por
la primera Audiencia de la Nucva Espana, lo que le atrajo, de parte de està, numerosos disgustos
y calumnias. Murió el Domingo despucs de la tìesta del Corpus del 15i8, à la edad de 80 anos.
Tradujo y escribió diferentes obras, entro cllos : Memorias de la Sueva Espantks V Dottrina eritUana
para gente sin erudidon ni letras , en que se contiene el Cateciumo o informaàon para Indios .
con lodo lo principale y necesario que el Cristian debe saber y obrar, con suplemento y adieiones. •
Fin qui gli Editori delie Cartas de Indias. Noi aggiungiamo, che molte sue lettere restano
inedite neir ilrc/uvo de Indias di Sivigliri; d'una delle <iuali , lunghissima ed interessantissima, è
una copia nella Biblioteca della Reale Accademia di storia di Madrid. Il suo titolo è: Carta de
Pr, Juoìi de Zumarraga, E. Obispo de Mexico. Mexico 26 de agosto de 1529. È indirizzata a Carlo
V. Ora darò il titok» di quel che fu messo a stampa, tanto più che sono libri così rari, da essere
quasi impossibile il rinvenirne copia.
— Doctrina Christiana, en que en suma se contiene todo lo
principal y necessario que el cristiano debe saber y obrar. Y el
verdadero Cathecismo para los adultos que le han de baptizar:
y para los nuevos baptizados necessario y laudable documento:
y lo que mas conviene predicar y dar a entendor a los Indios:
sin otras cosas que no tiene necessidad do saber. Impressa en
Mexico por mandado del I?ev. Senor D. Fray Juan Cumarraga:
primer Obispo do ^lexico, del Consejo de su Magestad.
Un volume, in line «lei qualo si leggono le seguenti parole: « Imprimiose este Manual de
adultus en la gran ciudad eie Mexico por niandadu eie los lleverendissimos Seiìores Obispos de la
Nueva Espana y a sus expensas ; en casa de Juan Cromberg. Aùo del nacimiento de nuestro Senor
Josu Christo de miil y quinientus y quarenta. A Xlll dias dei mes de de/iembre. • Qualche anno fa
n'aveva acquistalo un esemplare in Londra il signor l). Pasquale di Gayaiigos ; ma erano poche
carte col frontispizio, e mancava quasi tutto il libro.
— Doctrina breve muy provecliosa de las cosas que perteaecen
a la Fé catholica y a nuostra cristiandad en estilo llano para comun
inteligencia. Compuesto por el limo Senor Don Fray Juan de
Qumarraga, primer Obispo de Mexico. Del Consejo de su Magestad.
Impressa en la misma ciudad de Mexico por su mandado y a su
costa. Ano de MDXLIII.
ZUMARRACiA 64>9
Ud volume in 4. N' è un esemplare nella Biblioteca del Fomento di Madrid, e un altro nella
Provinciale di Toledo. In fine del volume si legge: « A honra y alabanca de nuestro Sefior Jesù
Xpo y de la gloriosa Virgen Santa Maria su Madre: aqul se acaba el presente tratado. El qual Uxé
risto y examinado y corregido per mandado d'I. B. S. Don Fray Juan Qomarraga, primer Oblspo
de Mexico : y del Consejo de su Magestad. Iroprimiose en està gran ciudad de Tenuchtillan, Mexico,
desta Nueva EspaSa: en casa de Juan Cromberg, por mandado del mismo SeSor Obispo Don Fr.
Juan Qumarraga, y a su costa. Acabose de imprimir a XIV dias del mes de Jonio del ano de M. D,
quarenta y quatro anos. »
— Tripartito del christianissimo y consolatorio doctor Juan
Gerson de doctrina Christiana; a qualquiera muy provechoso.
Traduzido de latin en lengua Castellana , para el bien de muchos
necessario. Impresso en Mexico : en casa de Juan Cromberg. Por
mandado y a costa del R. S. Obispo de la mesma ciudad Fray Juan
Qumarraga . Revisto y examinado por su mandado . Ano de
MDXLIIII. Acabose el Tripartito de Juan Gerson : a gloria y loor
de la Santissima Trinidad : y de la Sacratissima Virgen Santa Maria
reyna de los Angeles. Y de los gloriosissimos Santo Juan Baptista :
y Santo Joseph. Y de Sant Francisco. El qual se imprimió en la
gran ciudad de Tenuchtitlan, Mexico, de Nueva Esptóa, en casa de
Juan Cromberg, que Dios aya. Acabose de imprimir afio de
MDXLIV.
Un volume in 4. E ricordato dall' Harissb (BibUot vetuit. Amelie J.
— Doctrina Christiana : mas cierta y verdadera para gente
sin erudicion y letras : en que se contiene el Catecismo o infor-
macion para Indios con todo lo principal y necessario que el
Xpiano deve saber y obrar. Impressa en Mexico por mandado
del Rmo Senor Don Fray Juan Qamarraga: primer Obispo de
Mexico. A gloria de Jesu Christo y de su bendita Madre : aqui
se acaba lo anadido al Catecismo por doctrina mas facil para
los Indios menos entendidos y mas rudos y negros. El qual fué
impresso en la muy leal ciudad de Mexico por mandado del
Rmo Seiior D. Fray Juan Qumarraga, primer Obispo de Mexico.
Del Consejo de su Magestad. Acabose de imprimir en fin del
ano de mil et quinientos y querenta y seys anos.
Un volume In 4. Ricordato parimente dall' Harisse.
— Quicumque hanc regulam secuti fuerint, pax super illos
et misericordia Dei. Paolo ad Gal. VI. Capii. Regia Christiana
650 ZWINNRR
breve : para ordenar la vida y tyempo del Xpiano qua se qnere
salvar y tener su alma dispuesta para que Jesuxpo more en
ella. Impressa por mandado del Rmo Senor Don Fray Juan
Qnmarraga, primer Obispo de Mexico. Del Consejo de su Mage-
stad. A gloria y loor de la Sanctissima Trinidad y de la Sacra-
tissima Immaculata Virgen Sancta Maria fenece y acaba està
Doctrina de los proficientes y trata de la regia y vida Xpiana:
con la forma de la oracion montai : y aparejo de bien morir.
Fué impressa en la grand y muy leal ciudad de Mexico por
mandado del Rmo Senor Don Fray Juan Qimiarraga primer
Obispo de Mexico. Del Consejo de su Magestad. A quien por
congregacion de los Senores Obispos fué cometida la copilacion
y examen et impression della. Acabose d' imprimir en fin del
mes de enero del ano de Mill y quinientos y querenta y siete
anos.
Un volume in 4. Così PHaruse.
s>m^. 787. ZwiNNER. — Blumen Buch dess heiligen Lands Palestinae
so in drey Buecher abgetheitlt durch Patrem Fr. Electum
Zwinner. Munchem, W. Schell, 1661.
Un volume in 4, fibrato. PTera un esemplare nella privata Biblioteca del Signor Escalopibu.
APPENDICE
B
788. Baldi. — La glorificazione del Genio cristiano (in Cristoforo
Colombo ) . Sentimenti dell' Episcopato e postulazione inedita di
Monsignor Rocco Cocchia (dell'Ordine de' Minori) a Sua Santità
Leone XIIL Con Appendice contenente molti documenti ed un
voto di Monsignor Francesco Miglior, Cenni di Giuseppe di G. B.
Baldi. Genova, tipografia delle Letture cattoliche, 1879.
Un volarne in 8 grande, di i79 pagine, e ana carta ù^ Indice in fine. Registro questo
carissimo lavoro, perchè strettamente collegato alla storia delle Missioni Francescane, e diretto a
promovere la glorificazione del più grande genio che forse sia apparito al mondo, il quale non isdegnò
di vestire le Serafiche divise, e con la sua fede e il suo inspirato ardimento aprì un nuovo mondo
al Vangelo di Gesù Cristo, che egli primo di tutti co' suoi confratelli dell' Osservanza annunziò ai
numerosi popoli, che da tanti secoli Pabitavano, al tutto ignoti all'antico mondo, e miseramente perduti.
Questo libro del chiarissimo nostro amico e confratello signor Giuseppe Baldi, sarà avidamente
letto da tutti coloro che sentono amore alla cattolica fede ed hanno un bel cuore. Oltre che ò
pieno di storica erudizione, e compendia in poco una delle più importanti questioni che siansi
discusse a' nostri di. È il trionfo della causa dì Cristoforo Colombo , gloria splendidissima dell'
Terz' Ordine Francescano e della cattolica Chiesa. Solo avremmo desiderato che si fossero omesse certe
allusioni , dalle quali la delicatezza della carità potrebbe restare offesa. In questa nostra Bibliografia
abbiamo illustrato alcune delle fonti storiche, che somministrarono importantissimi documenti e apri-
rono la via a rinvenirne molti altri, onde si consegui quel trionfo. Ad onore di tanto Eroe ne aggiungo
un altro sin qui sconosciuto, che conferma la santità della sua vita, senza la quale tanto suo splendore
afl)itto si dileguerebbe. Esso ò tratto da un autorevolissimo Manoscritto della Biblioteca della Reale
Accademia di storia di Madrid, intitolato : Decadoi abrevUuUis de los descubrimientos, eonquistas y
otrat cosas notables acaeddas en las Indias Oeddentàles desde i493 a Ì6i6. V è in compendio tutta
la mirabile sua vita, che si conchiude nel modo seguente : A5o db 1506. Fallecimiento db D. Ghristobal
Colon en EspSna, en Valladolid, despues de cdatro viajbs a las Indias. 1506. Fue D. Christobal
Colon varon de grande capacidad, db altos pbnsamibntos , db gran conpibnza en la providencia
de dl08,pacllbn perdonar injurias, pacibnte en los trabajos , pidelissimo a los retbs catolicos,
mut devoto i catolico christiano : gonfbsaba t comulgaba a mbnudo, bnbmigo de blasfemias, devoto
DE NUESTRA SEfìORA Y DE SaN FRANCISCO, GRAN QELADOR DE LA CONVERSION D9 LOS INPIOS. •
05i BREYIS - COMAIUNGOSA
Bonia
789. Brevis memoria Pro vinciaeCapistranae ab erectione sui de
Provincia Bosniae Argentinae anno 1757 die 16 augusti solenniter
promulgata, festum saeculare anno 1857 die 16 augusti celebrantis,
ab eiusdem Provinciae alumno adornata. Budae, typis C. R. Uni-
versitatis Pestiensis, 1857.
Sono 69 pagine in 4, piene di preziosissime notizie per la storia dell'Ordine e delle MissiooL
M,. 790. Centuria Bktica. — Descripcion y coleccion de notìcias de
la Provincia de Andalusia de la Regular Observancia de N. S. P.
San Francisco desde su ereccion en Provincia y separacion de la
de Castina conforme a los instnimentos existentes despues de la
quema del Archi vo. Este libro es copia del que escribió Fr. Francisco
Valderrama, siendo Lector de casos de la casa grande de Sevilla y
del anadió el importuno titulo de Centuria Betica y algunas no-
ticias posteriores.
Manoscritto in 4, di 571 pagine, non senza importanti notizie per la storta delle nostre Missioni,
che trovai in Moguer nella Provincia di Haelva presso il nostro Padre Verduga cappellano del
Monastero di Santa Chiara di quella città. Profitto di questa nota per chiamarmi profondamente
riconoscente a tutto il Clero di Moguer per le alTt'lluose accoglienze che mi fece; non altrimenti
che all'Alcalde della città di Huelva; all'erudito e gentile signore D. l^raulio Santa-Marìa , auture
del bel libro: Huelva y la Rabida; Huelva, imprenta de }fendoza, Monasterio, 3. 1878; e sopra tutto
air amabilissimo signore D. Francesco di Briunes e Interian« Rrigadiere comandante di Marina della
detta Provincia di Huelva, e a tutta la nobile sua famìglia.
Sion,,. 791. Chalippe. — La vie de Saint Francois, par le Pere Candide
Chalippe, Recollet. Paris, 1728.
Un volume in 4. È un bel lavoro, e forse il più compiuto che abbiamo sul Santo Patriarca.
Ve n' è una traduzione italiana, ristampata in iluma per Angelo Aiani al tempo del generalato del
Padre (ìiusoppe Maria d' Alessandria, morto, fa pochi anni, Vescovo di Caltagirone in Sicilia.
^'- 792. CoMAiuNCOSA. — El Comisario Prefecto de Missiones in-
stniido en las obligaciones y facultades del suo oflBcio, por el
Padre Fr. Antonio Comaiuncosa, Predicador Apostolico de la Orden
de San Francisco.
Sono 3 grossi volumi in 8 grande, pieni di erudizione, e utilissimi pe' Missionari. L'autografo
si trova nel Collegio di Sant'Anna della città di Sucre, capitale della Bolivia, e una copia è od
(>>llegio Francescano di Turija.
AmriHM
COMAIUNCOSA 655
— Tratado de los juegos, escrito y ordenado por el Padre Fr,
Antonio Comaiuncosa, Predicador Apostolico, ec.
Un volarne in 8, di 106 pagine, autografo ; nel Collegio Francescano di Tarija.
— Manifesto historico, topografico, apostolico, y politico del
Colegio Seminario de Propa^/anda Fide de Nuestra Senora de los
Angeles de la Villa de San Bernardo de Tarija : de su situacion ,
origen, y progressos materiales y espirituales , y de lo que han
trabajado sus Missioneros en beneficio de la Religion y del Estado,
asi entro los fieles, corno entre los infieles de su districto.
Un volume in 8 grande, di 145 pagine, autografo; nel Ck)llegio Francescano di Tarija.
— Manual de Misioneros. Instruccion a los Religiosos clericos
de Cochebamba, ec.
— Metodo pratico para vivir una vita perfectamente cristiana, ec.
Di tutti questi Manoscritti mi lia inviato notizia il Padre Giacomo Lardani, delF Osservante
Provincia delle Marche, e Missionario Apostolico in Bolivia. Il quale aggiunge le seguenti notizie
intomo all'Autore.
« Il Padre Antonio Comaiuncosa nacque in Altafulla, diocesi di Tarragona, il 13 giugno del
1749. I suoi genitori furono Giuseppe Comaiuncosa, dottore in medicina, e Rosalia Orlet Entrò
neir Ordine de' Minori Osservanti il di 8 aprile del 1766, e l'anno dipoi professò solennemente la
Regola nel Convento di San Francesco di Barcellona. Fece i suoi studii nel Collegio di San Bona-
ventura della stessa città, e vi sostenne pubblicamente gravi tesi di fliosofla e di teologia. Nei
concorsi di fliosofla ottenne la prima cattedra, ed insegnò per alcun tempo nel Convento di Reus.
Innamorato della vita apostolica, abbandonò la cattedra, e si ritirò nel Collegio de' Missionari di
Escomalbou l'anno 1775. Due anni dopo domandò ed ottenne di far parte dei Missionari che il
Padre Mingo raccolse nelle Provincie di Spagna per il Collegio di Tarija in Bolivia. Nella fregata, che
li trasportò, diede una fervorosissima missione, ed un'altra, appena sbarcato, in Montevideo, che durò
UD mese, e ne raccolse prodigiosi frutti. Lunga cosa sarebbe il riferire tutte e singole le imprese
di questo zelantissimo e dotto Missionario, vera gloria del Collegio di Tarija e dell'Ordine. Basti
dire, che con la sua apostolica predicazione percorse tutto il territorio che oggi forma la Repubblica
Boliviana, e gran parte del Perù e dell'Argentina, cominciando dall' Arani, diocesi di Arequipa, sino
alla Baia-sin-fondo della Patagonia. Spese tutta la sua vita in dar Missioni al popolo ed Esercizi
al Clero, ai Collegi, ai Monasteri, nelle carceri, ec., nelle principali città e paesi del suddetto
ti^rritorio, che è vastissimo. Fu il braccio destro dell'immortale Arcivescovo della Piata Giuseppe
Antonio di Sant'Alberto, Teresiano, che lo volle sempre suo indivisibile compagno nelle visite
pastorali, e si valse de' suoi savi consigli nel governo di quella vastissima Archidiocesi. Governò
in qualità di Commissario Prefetto per lo spazio di 7 anni le 21 Missioni fra' selvaggi, che in quel
tempo (1794-1801) appartenevano al Collegio di Tarija, visitandole tutte ben quattro volte con
iDdicibili fatiche ; ed in quel tempo spedi ai Padri Gonversorl residenti nelle suddette Missioni S3
bellissime lettere circolari, nelle quali si vede ritratta la sua pietà, lo zelo e la vasta erudizione.
Raccolse pure ed ordinò le Leggi, dette municipali, del Collegio. Finalmente il S ottobre del 1814,
ìd età di 61 anni volò a ricevere il premio delle sue apostoliche fatiche. Nel Necrologio del Collegio
si legge di lui questo elogio: — Fu uomo veramente apostolico; infatigabile nel pulpito e nel
confessionario ; in una parola, fu un uomo* molto dotto ed esemplare. — •
Perchè i Padri Superiori degli altri molti nostri Coliegii di Missioni d' America, non hanno
fatto, 0 non fanno, come l'egregio e zelante Padre Lardani, che mi mandava questa ed altre
preziose notizie riguardanti il suo? Io so che in tutti sono de' preziosi manoscritti. Almeno tacciamone
conoscere i titoli, e tante glorie non restino più lungamente sepolte!
656 CORS - FUBNTE
M: 803. CoRS. — Catechismo en idioma Guarayo, por el Padre Fr.
Joseph Cors, de la Orden de San Francisco.
— Arte y Diccionario completo de la lengua Guaraya, ec.
— Sermones doctrinales en lengua Guaraya, ec.
Così il Padre Laudani. Il quale aggiunge gli schiarimenti seguenti: « Il 19 giugno di qaesl'
anno 1878 mori nel Collegio di Sucre il R. Padre Fr. Giuseppe Cors. Era nato in San Coloiiia de
l'ardes nella Catalogna V anno 1813. Rendutosi Francescano l' anno 1831 nel Convento di Berga,
ijuattr* anni dopo ne dovette escire per il decreto di soppressione di tutti i Conventi nelle Spagne.
Kecalosi in Italia» si ascrisse, ancora chierico, alla eletta schiera de* Missionari , che il beoemerìtu
Padre Andrea Herrero andava raccogliendo per far rivivere, e quasi dare nuova vita a' CoUegii di
America. Sbarcato in Orica il S3 agosto 1837, pochi mesi dopo si ordinò sacerdote in Sacre, o
Chuquisaca. L'anno 1841 fu inviato alle Missioni Indiane, dette dei Guarayos, fra' quali con zelo
straordinario, dimentico affatto di sé stesso, né facendo mai conto delle sue inft^rmità, esercitò
l' apostolico ministero per 36 anni continui. Per alcuni anni, sul principio, fu compagno delF apo-
stolico suo confratello Padre Francesco Lacdeva, di cui fa si beli' elogio l' illustre Conte Roselly de
LoRGUES nella sua opera: Iai Croce nei due mondi. Oltre lo suddette opere, scrisse anche una Bret$
hi9toria di quelle Missioni, nella quale dà varie ed esattissime notizie del suddetto Padre Francesco
Lacueva. *
^* 804. FoRCADELL. — Tratado de los testamentos y ultimas volun-
tades, ordenado y sacado de los autores mas graves , que tratan
de este asunto, conforme a las leyes de Castilla y de las Indias,
por el Padre Fr. Alexo Forcadell, Predicador apostolico del Co-
legio Seminario do S. Mi^^uel Arcan;:rel de Escornalbou en la
Provincia de Catalana, Fuiidador, Visitador, y dos veces Guardian
del Colemie Apostolico do Projiaf/amki Fide de Nuestra Sonora
de los Angeles de la villa de Tarija en ol reyno del Perù. Ano
de 1780.
Manoscrillu in 8, <li 140 pagine, nell' Arrliivio del detto Cullegio. • 11 Padre Alessio
Forcadell dedicossi al ministero aposlolieo nel Convent») di S. Michele ili Escurnalhoii . o l'anno
1751 passò al Collegio di Ocopa nei Perù. L'anno l'.").") fu destinato eon altri Missioriarii alla
fondazione <lel ('.nllegio di Tarija in Bolivia, del (jualc fu |)uro Huaniiano «lue volte. Fu Beligios*»
dotto c«l cseniplarissimo. Con una morte edificante Unì la sua vita in detto Collegio il i5 dicem-
bre 1797, contando 78 anni, 5 mesi, ed alcuni git)rni di eia, e 61 anni e 7 mesi di Religione.»
Cosi il Padre (jiacomo Lardam.
iunrrp. 805. FuENTE (do la). — Ilistoria del Capitulo general que celebro
la Religion Serafica en la Imperiai Toledo osto ano de 1633. Y
accion de gracias do la Heligion a' Dios N. S. por su nuovo
Protector. Al Eminontissimo Senor Cardenal D. Francisco Bar-
berino, nepote de nuestro Senor Urbano Vili, Bibliotecario de la
tilROW - GUAL (i57
ib.
Santa Iglesia Romana, y Protector de todos los Menores. Por Fr.
Gaspar de la Fuente, Lector de Theologia en San Diego de
Alcalà. En Madrid. En la Impronta Real. Ano MDCXXXIII.
Un volume in 4, di 5 carte preliminari non numerate ed altre 80. Dopu il frontespizio ha
un'incisione del Courbes, che flgura le armi della famiglia Barberini e deli' Istituto Francescano. È un
libro veramente prezioso per la storia delle Missioni Francescane, dando il nome di tutti i « Relìgiosos
de nuestra Scraflca Orden quc han padecido martyrio por la confesion de nuestra Santa Fé, o muertos
con opinion y senales de santidad, desde el Capitulo ultimo quc se celebrò en Roma afio de 1625
basta este de 1633 ; * e facendoci conoscere le • nuevas provincias de idolaCras y gentiles quo han
descubierto y reduzido a la verdadera Fé de Christo Senor nuestro : y otros servicios que han hecho
a la Iglesia y Fé catbolica en la dilatacion de su dominio los hijos de N. P. S. Francisco desdc el afio
de 1623 basta el presente. > N' é un esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
796. GiRON . — Notas manuscritas del Misionero Padre Fray
Bartolomé Giron. ^
Di questo prezioso Manoscritto, esìstente nella nostra casa di Missione in Marocco, ci dà notizia
il nostro chiaro confratello Padre Fr. Manuel Castellaxos, nella recentissima e dotta sua opera
Detcripdon historica de Marrueeos, y resena de nus dinastias, ec, da noi illustrata nella nota che
accompagna la Mission historial de Marrueeos del Padre Francesco di San Juan del Puerto.
Anche fa cenno di un altro non meno prezioso Manoscritto esistente nella casa della presente nostra
Missione in Mogador , che sventuratamente non é intero. Ecco le sue parole : « En la Mision
Catolico-Espanola de Mogador se conserva parte de un Diario, que en aquellos tlempos (1766) lleva-
ban los Misioneros, y entre otras curiosidades que contiene, se lee el nombre, estado, patria, ano
y dia que muchos artesanos Espanoles Ilamados por el Sultan vinieron a ensenar sus artes, ec. »
Il Padre Fr. Bartolomeo Giron era uno de' detti Missionari, il quale l'anno 1766, quando la
Spagna, la Francia, la Toscana, il Portogail(jr, Venezia e l'Austria conchiuscro trattati col Marocco,
fa mandato compagno dell'Ambasciatore Spagnuolo. • En estas ambajadas (dice il Padre Castellanos)
trabajaron muchisimo los Misioneros de S. Francisco, especialmente el R. P. Fr. José Boltas,
despaes Obispo de Urgel, para que celebrasen convenios, ventajosos casi siemprc para los Espanoles,
a quienes Sidi Mohamed (allora sultano di Marocco) concedió, entre otros privilegios, el de poder
pescar libremente en todas la costas de sus estados, desde Tetuan basta Santa Cruz. »
797. GoNZALES. — Arabiga en compendio, compuesta por Fr.
Bernardino Gonzales Minorità. 1719.
Manoscritto nella Biblioteca dell' Escuriale in Spagna.
798. GuAL. — Cuestion canonica entre el Ilus. Senor Obispo
del Paraguay (Bernardino de Cardenas) y los RR. PP. Jesuitas,
por el M. R. P. Fr. Pedro Guai. Lima, Tipografia de la sociedad,
Plazuela de San Francisco, numero 82. 1879.
Un volume in 8, di 106 pagine. Ci giunse questo importantissimo lavoro dall'America mentre
di stava per chiudere la stampa del presente volume. Tanto del Cardenas, quanto del Gual, s' è già
49
658 GUYSE - LOSSADA
per noi largamente parlato: questo libro del Gual appaga un ardente desiderio del nostro cnore;
vale a dire, che la memoria del celeberrimo Apostolo e Vescovo del Paraguay fosse vendicata
dalie insolenze a cui Io fece segno il famoso Crbtinkau-Jolt. Non ò questa una polemica contro
la Compagnia di Gesù; e chi legga il libro se ne convincerà; ma è la santa difesa della verità e della
giustizia, per la quale esistono volumi di gravissimi documenti che noi abbiamo accennati.
799. GuYSE. — Annales Hannoniae, seu Chronica illustrium
principum Hannoniae , ab initio rerum usque ad annum Christi
1390, per Patrem Fr. Jacobum de Guyse, Ordinis Minorum.
L' originale forma tre volumi in foglio, che si conservano sino ad oggi nella Biblioteca della città
di Valenciennes. Poi ve ne sono parecchie traduzioni e stampe in francese : Annales du Hainaut : su
di che è da vedere V eruditissima Primière lettre iur Jacques de Guyse Ànnaliste du Hainaut a
Monsieur le Baron de Stassart, Gourerneur du Brabant^ Directeur de VAcadèmie deBruseUes,
par M. Adolphe Adbenas, Membre de la société Royale de Antiquaires de Frante. Pari», ehez V
Auteur^ Bue de la Roehefocaud, numero li, 1839; dove inoltre si dà un'ampia notizia dell' opera e
deir Autore. • 11 nous donne (dice I'Aubenas) non suolement Thistoire complète de V Hainaut, mais
celle de la Belgique entiere et de nos provinces du Nord. > E vi sono (aggiungiamo noi) bellissime
ed interessantissime notizie dell'introduzione dell'Ordine nostro in quel paese. 11 Padre de Gujse
nacque il 1334, e mori fn Valenciennes il 6 febbraio 1399. Sopra la sua tomba, nella Chiesa del
Convento, fu posta questa lapida:
CHY GIST MAISTRE JACQUES DE Gl'YSE
DOCTEUR ET FRERE MIN EUR
AUTEUR DES CHRONIQUES DU HAINAUT
QUI TREPASSA L'AN 1399, LE 6 FÈVRIER
PRIEZ DIEU POUR S'AME.
K
'^'' 800. KosTROscHiTZ. — Sormo qu'em occasiono fosti saecularis
a Provincia Ordinis Sancii Francisci Capistrana die 10 augusti
anni 1857 celebrati Budae, dixit Pater Paschalis Kostroschitz,
SS. Theolog. Doctor, incl. Facultatis Theolog:icae penes C. R.
scientiarum Universitatem Pestiensem meinbrum collegiatum ,
DefinitorProvinciae, AdrainistratorParochiae Buda-Tabanensis ad
S. Catherinam. Budae, typis E. 1^ Universitatis Pestiensis, 1857.
Sono 9 pagine in 4.
America
&*«r. 801. LossADA. — Compendio chronoloi^ico de los privilegios
regulares de Indias, desde nuestro Santo Padre Leon X, creado
el ano de 1513 basta Clemente XII creado el ano de 1730: por el
Padre Fr. Domingo Lossada, de la Regular Observancia de N. P, S.
MARTIRIO - MOLINA (559
Francisco, Comissario General de Indias. Madrid, Impronta de
la causa de la V. Madre de Agreda, 1737.
Del Padre Lossada abbiamo già parlato: quest'altro suo lavoro è un volume in 4, di 22 carte
non numerate, 467 pagine, ed altre 16 non numerate.
802. Martirio di un Francescano in Tunisi l'anno 1621,
Relazione manoscritta nella Biblioteca Rtccardiana di Firenze, che fa parte della Relazione
manoicritta del Regno di Tunisi di Gioan Paolo Cassella.
803. Mingo. — Historia del origen, fundacion y progresos del
Colegio de Propaganda Fide de Misioneros apostolicos Franciscos
Observantes <de la villa de Tarya, y de las Misiones o Reduc-
dones de Indios, que han estado y estan (basta al presente ano
de 1795) a la direccion y cargo del expresado Colegio, ec. Escrito
por el Padre • Fr. Manuel Mingo de la Concepcion , Predicador
Apostolico, ec.
Manoscritto autografo, in foglio, di 753 pagine, neir Archivio del Collegio Francescano di Tarija,
di cui era stata inviata copia al Commissario Generale dell'Indie in Madrid perchè si pubblicasse;
ma non si effettuò. Dà minutissime notizie di tutte le Missioni, o riduzioni, che a quel tempo
aveva il Collegio di Tarija, indica le posizioni topograflche, la qualità dei terreni, le produzioni, le
distanze dal Collegio, ì varii cammini che possono tenersi, ec. E Analmente v'è aggiunta una carta
geografica di tutto il paese delle dette Missioni. Così il Padre Giacomo Lardani, il quale aggiunge
le seguenti notizie sulP Autore.
« Il Padre Fr. Emmanuele Mingo della Concepcion, nacque da Cristoforo Mingo e da Gregoria
Erraiz nella città di Cuenca nella Nuova Castiglia il 26 febbraio 1726. Professò la Regola Serafica
nel Convento di santa Caterina del Monte fuori le mura della città di Murcia 1' 8 dicembre 1743.
Ordinatosi sacerdote il 14 maggio del 1750, s' imbarcò in Cadice I' 11 novembre del 1752 con altri
55 suoi confratelli Missionarii, sotto la direzione del Padre Giuseppe da Sant'Antonio, zelante ed
esemplarissimo Missionario del Collegio di Ocopa. Vicino a Maldonado nell'Uruguay naufragò la
nave; ma 1 Missionari poterono riparare in salvo, e dopo infiniti stenti giunsero al detto Collegio
verso il fine di giugno de 1754i Un anno dopo, il Padre Emmanuele venne destinato con altri a
fondare il Collegio di Tarija in Bolivia. Visse quivi 52 anni, occupato sempre nell'esercizio dell'
apostolico ministero, ora fra i Selvaggi, ed ora fra gli antichi cristiani. Fu Guardiano, e due volte si
recò in Spagna per raccogliere e condurre altri Missionari. Ben 70 ne condusse al ministero apostolico.
Per comandamento del Padre Commissario generale dell' Indie scrisse la Storia di detto Collegio
dalla sua fondazione fino al 1795. E quivi pieno di anni e di meriti mori il 29 novembre del 1807.
804. Molina (de). — Vida del hennano Fr. Juan de la Cruz
Misionero de los Santos Lugares de Jerusalem, por el P. Fr. Blaz
de Molina de la Orden de San Francisco.
Manoscritto che- apparteneva all'Osservante Provincia dell' Andalusiar forse andato perduto.
660 MORELU - PAPINI
Mi.
805. Morelli. — Lettere del P. Fr. Gio. Battista Morelli, Minore
Osservante Riformato, al Gran Duca di Toscana, scritte dal regno
di Siam nel secolo XVII.
Sono 7 Lettere e tutte interessantissime, neir Archivio di Stato di Firenze, fm le CorrisiHindeiize
del Canonico Bassetti, segretario di Cosimo III.
N
806. NuEVAs Provincias de idolatras y gentiles, que han de-
scubierto y reduzido a la verdadera Fé de Christo Senor nuestro :
y otros servicios que han hecho a la Iglesia y Rey catolico en la
dilatacion de su dominio los hijos de San Francisco , desde el ano
del 1613 basta el presente 1630.
E questa la copia di un antico Manoscritto, pervenutami per la t)0Sta. Ma non so nò da dove
venisse, nò chi me l'abbia inviata. Conta 9 carte in foglio.
CiIUorait
jfc 807. Olvares. — Tratado de la utilidad de los Frayles Fran-
ciscos para la conquista de la California, por el P. Fr. Bernardino
de Olvares, de la Orden de San Francisco.
Manoscrillu che apparlenoNa alla l*n>\iii('ia ()sser\aiilo «li Andalusia, forse andato perduto.
s'-p- 808. Papini. — La storia di San Francesco di Assisi : opera critira
di Fr. Niccola Papini , indegno figlio, o successore un tempo deir
inclito Patriarca nel governo dell' Ordino do' Minori Conventuali.
Libro primo che contiene c^li avvenimenti e latti notabili del Santo
d'epoca certa dalla cuna fino al sepolcro, disposti cronolo<TÌcument^.
ed altre notizie relative secondo X opportunità. — Libro secondo
che contiene gli avvenimenti e fatti notabili del Santo finché visse,
vaghi e senza epoca, dispostivi con metodo ed altre notizie atte-
nenti per compimento ed erudizione. In Fuligno, nella tipografia
di Giovanni Tomassini, 1825-1827.
Sono i volumi, in 4; il primo di i61 pagine; il sccumlo di i5'.*.
PAREJA - PINEDA 661
— L'Etniria Francescana, ovvero raccolta di notizie storiche
interessanti V Ordine de' Frati Minori Conventuali di San Fran-
cesco in Toscana. Opera del Padre M. F. Niccola Papini dell'Ordine
stesso . Siena , dai torchi Pazzini e Carli. Con approvazione .
MDCCXCVII.
Un volume in 4, di 166 pagine; in cui, fra F altre cose, è notevole l'ampio Indice dei Codici
Manoscritti dell'antica Libreria di San Francesco di Siena.
809. Pareja. — Catechismo y breve esposloion de la Doctrina
Christiana. Muy util y necessaria asi por los Bspaiioles, corno para
los Naturales , en lengua Castellana y Timuquana , en modo de
preguntas y respuestas. Compuestp por el Padre Fray Francisco
Pareja de la Orden de N. Seraphico P. S. Francisco , Padre de la
Custodia de Santa Elena de la Florida. En Mexico, en casa de la
Viuda de Pedro Balli, ano de 1617. Por. C. Adriano Cesar.
Un volume in 8, di 170 carte , nell' ultima delle quali si legge : « Con licencla de. los Snperiores. »
— Cathecismo en lengua Castellana y Timuquana. En el qual
se contiene lo que se les puede ensenar a los adulto? que han de
ser baptizados. Compuesto por el P. Fr. Francisco Pareja, Religioso
de la Orden del Seraphico P. S. Francisco, Guardian del Convento
de la Purissima Concepcion de N. Sonora de San Augustin y
Padre de la Custodia de Santa Elena de la Florida. En la Impronta
de la Viuda de Pedro Balli. Por. C. Adriano Cesar. M. DC. XII.
Un volume in 8, di 80 carte non numerate. Di questo valoroso nostro Missionario trovai che
Del 1595 aveva menato seco dalla Spagna undici suoi confratelli alla Florida ; e credo che debbano
trovarsi delle sue lettere neWArchivo de Indiat di Siviglia.
810. PiNEDA (de). — Los treynta libros de la Monarchia Ecle-
siastica, o historia universal del mundo dividida en 5 tomos
dirigidos a la Magestad infinita de nuestro onnipotentissimo
Criador, Govemador i Redemptor Jesu Christo, Rey de Reyes y
Senór de Senores, compuestos por Fr. Juan de Pineda Frayle
Menor de la Observancia. Primer volumen de la primera parte,
con tablas de capitulos y de materias por orden alphabetico,
muy copiosas. Con privilegio. En Salamanca. En casa de Juan
Femandez. Ano de 1588. A costa de Hylario de Benefout, y se
venden en su casa en Medina del Campo. Està tasado a quatro
maravedis al pliego.
662 RELATION
Un volarne in foglio, di 22 carie preliminari senza numerazione, S93 numerate, e ODaUneote
197 di Tablas de las materias, parimente senza numerazione. È diviso in 4 libri, che comprendono
dalla creazione del mondo alla monarchia di Artaserse.
— Monarchia Eclesiastica, compuesta por Fr. Juan de Pineda
de la Orden del bienaventurado Sant Francisco, segundo volumen
de la primera parte. Con privilegio. En Salamanca, en la officina
da Juan Fernandez. MDLXXXVIII.
Un volume in foglio, di 369 carte , e 5 di Tobias senza numerazione. È diTiso in 5 libri ,
5, 6, 7, 8, 9, e piglia da Artaserse alla battaglia di Azio, in cui Marcantonio e Cleopatra furono
vinti da Augusto.
— Segunda parte de la Monarchia Eclesiastica, compuesta
por Fr. Juan de Pineda de la Orden del bienaventurado Sant
Francisco. Con privilegio. En Salamanca, ec.
Un volume in foglio, di 3 carte preliminari non numerale, 564 numerate, e 8 parimente senza
numerazione, dL Tablas ec. Si divide in 7 libri, 10, 11, 13, 13, 14, 15, e 16; e comprende dal
principio del Cristianesimo sino al Concilio di Costantinopoli al tempo di Giustiniano e i Papi
Pelagio I e Giovanni lY.
— Torcerà parte de la Monarchia Eclesiastica, compuesta por
Fr. Juan de Pineda de la Orden del bienventurado Sant Fran-
cisco. Con privilegio. En Salamanca, ec.
Un volume in foglio, di 9 carte preliminari senza numerazione, ed altre 539. Si divide in 7
libri, 17, 18, 19, 20, il, :2i, 23; e comprende dall' imperio di Giustiniano 11 sino alla morte di
Carlo VII di Francia.
— Quarta parte de la Monarchia Eclesiastica, compuesta por
Fr. Juan de Pineda, de la Orden del bienaventurado Sant Fran-
cisco. Con privilegio. En Salamanca, ec.
Un volume di 9 carte preliminari senza numerazione, ed altre 523. Si divide in altri 7 libri:
34, 35, 36, 37, 38, 39, 30 ; e comprende dalle tirannie di Amurat e dalie prodezze dello Scanderberg
sino air eleziono di Gustavo di Danimarca. È opera rara, e intcro^santissima per le nostre antiche
Missioni. Ne incontrai due esemplari ; uno nella Bibliotec^i di Santa Genoviefa in Parigi , 1' altro
nella Nazionale di Madrid.
"'• 8!1. Relation d' un Missionaire Franciscain en Turquie.
Asia *
ed
Karopa Manoscritto in lingua tlamminga, di 133 pagine, minutissima lettera, da me rinvenuto nell'
Archivio del nostro Convento di Gand nel Belgio. Dell' importanza di esso il lettore può giudicjire dai
titoli de' capitoli che do qui tradotti da uno de' Padri di quel Convento, in lingua francese. Il Mano-
scritto non porta nome di Autore; ma nella Cronaca manoscritta del Padre Neep, appartenente alla
pubblica Biblioteca della città di Gand, già da noi illustrata, ho trovato che la Relazione è open dd
REA 663
Padre Pacifico SmiL II Padre Nrbp riferisce a lungo la missione del Padre Smit e de* suoi compagni,
che è interessantissima.
1. CKap. Comment il a été le prapre, de UnU lempi, d*étre envoyé parmi lei infULelet, et
aux SS. Apótres et à eeux qui $ont iìupirés par le mime etprit que les Apòtret. — 2. Chap. De
ce qui a donne lieu , ou de ce qui à été V oecasUm de cette Minion dont on parie dant la tuiU,
— 3. Chap. Comment trois prétre$ de la Province des Frére» Mineure Récollets de la Province de
St. Joseph dans le Comté de Fiandre, ont refu V obédience de partir pour la Turquie. — 4. Chap,
Comment les trois Missionnaires ont dit adieu à leurs amie et comment Us soni parOs avee la
bénédiction de leur Supérieur. — 5. Chap. Comment les trois Missionn(Ures ajant dit adieu à
leurs amis , sont arrivés à Cotogne et comment ils ont continue leur route vere Vénise. —
6. Chap. Suite de leur voyage ( route J de Huspurgh vers Vénise. — 7. Chap. Commeni les troie JfìMìoii-
naires Neerlandais en compagnie de deux autres se sont embarqués ensemble pour continuer
leur route vers la Turquie. — 8. Chap. Comment un des quatre est reste a Sdo et les autres ont
été séparés , et placés à Smyme et à Constantinople ; et comment le quatriéme à aussi prie la
route de Constantinople. — 9. Chap. Quelques remarques sur la reUgion des Tures. D* autres
ont éerit ex professo de cette reUgion, e' est pourquoi je n'ai pas V intention de trotter de cette
religion en general, mais seulement de quelques particularités que y ai remarqué moi-méme,
— 10. Chap. Quelques remarques sur la justice chez les Tura. — 11. Chap. Comment les esclaves
ChrHiens sont traitès en Turquie. — 13. Chap. W où venait V argent pour étre distribué aux esclaves
et pour payer leur rangon (pour aeheter leur Uberté. J — 13. Chap. Comment le Domine de la
Nation Holladaise à donne de V argent pour donner à manger aux esclaves, et comment
Vamitié, ou V accord entre le Domine et le Pere à été rompu, mais retabUe par après, — 14. Chap,
Comment les pauvres esclaves chrétiens sont sur les galeres ou la flotte des Tures qui se battent
eontre les Vénitiens. — 15. Chap. D*un apostat et de tout ce qu'ona fait pour le dèUvrer , et comment
eependant apres tout ce qu'on a fait U n'y a pas eu de bonne réussite. — 16. Chap, De la priion
du grand Seigneur. — 17. Chap. De troie jeunes fUles faites prisonnieres pendant le siége de Vienne,
et comment éUes ont èté données en présent au grand Vizir et de tout u qui leurs est arrivé, — 18.
Chap. D* uìie noble Dame fatte prisonniere de ce coté de Vienne, et pendant le siege de Vienne, — 19
Chap. Et de quelle rare et ètrange maìUere elle a été delivrée de l'eulavage. — %0. Chap. De la deUvranu
d'une Senne fUle qui se fU passer pour Comtesse de Staerenbergh^ fUle du Comte de Staerenbergh ,
qui a défendu Vienne eontre les Tures, et comment la fraude a été deeouverte, — 21. Chap, De la
délivrance d* une galere des Tures d'un Chirurgien et de sa femme, et du dangerqu'a eouruson
sauveur. — 23. Chap. De la delivranae du Baron GcM, Lieutenant du régiment imperiai Àrchints, —
23. Chap. Comment deux des nommés Religieux sont morts à Smyme , et comment le troisieme à
du s' enfuir de Constantinople. —34. Chap. Comment ce RecoUet fugitif, avee d' autres esdaves délivrés,
et moi, nous nous sommes embarqués, et comment nous sommes arrives a Smyme, et de la en
Stelle. — 25. Chap. Histoire surprenante arrivée a un certain Prere Ossomarus, frere late, de V Ordre
de notre Pere Seraphique , pendant le siege de Vienne en Autriche ; U est fait prisonnier par les
Tartaree et il a souffert un terrible esdavage; enfln U est delivrè par un Pere du mime Ordre de
la Province de St. Joseph dans le Comtè de Fiandre . — Anno MDCLXIXX decembris. — 26. Chap.
De Notre voyage de la Sidle a Vienne en Autriche. — 27. Chap. De ce qtU est arrivè à Vienne en
r Autriche pendant le temps de trois mois, — 28. Chap. Le voyage de Vienne jusque dans la Fiandre.
812. Rea (de la). — Chronica de Mechoacan, ec: por el Padre
Ft. Alonso de la Rea, ec.
Debbo qui aggiungere intorno a questo interessantissimo scrittore , già illustrato , che della
sua opera, in un volume in 4, di 7 carte preliminari non numerate» e 171 numerale, è un esemplare
DelU Biblioteca Nazionale di Madrid, dove potei studiarla a mìo agio.
664 RERULLIDA -SANTA-CLARA
«.. 813. Rebullida. — Informe a la Audiencia de Guatemala
^"^ sobre el estado actual de la cristiandad de la Provincia de
Talamanca, 1697. Por el Padre Fr. Pablo Rebullida de la Orden
de San Francisco.
— Cartas del Ven. Padre Margil, sobre el caracter de los
Indios Terrabas, Talamancas y Changenes.
Questi due Manoscritti sono annotati dallo Squier ( Monograf. ofAuL).PsLTe che il Padre
Rebullida si recasse in Guatemala il 169i. Evangelizzò fra i nativi di Talamanca e Costa Rica, e
vi mori il 1709.
America
Asta
mk 814. Relacion y descripcion de las Missiones y Conversiones
de infìeles, vulgarmente llamados de Apolobamba, que estan al
cuidado de los Religiosos de N. P. S. Francisco de està Provincia
de S. Antonio de los Charcas en el reyno del Perù, ec.
« Un quaderno molto importante (mi scriveva il Padre Lardàni) dell'anno 1747, che si con-
serva Manoscritto in questo nostro Collegio di Tarija. •
s
815. Saint-Etienne (de). — Les Franciscains en Terre Sainte.
Rapport In dans la seance du 10 avril, du Comité catholiqne à
Paris , par lo R. P. Hilaire Plot de Sainte-Etienno , des Freres
Minours de V Observanco, Gardien du Couvent de Sainte Anne,
à Paris.
Questo lungo ed inlercssanlissimo rapporto è stalo pubblicato nel numero 106, anno XX.
(li'l Giornale cattolico Le Monde del i maggio 1879.
Mi piace e gioverà iiui notare, clic parecchi altri documenti riguardanti le Missioni nostre,
specialmente della (^ina, vennero pubblicati lo scors»^ anno i? nel corrente, sia nel Mondk, sia nell"
Tnivers, e nel Periodico di Lione, Le Missions catholiques, an. X e XI; e fu special cura dello
zelantissimo e benemerito Padre Maria de Brest l'rocuratore delle Missioni Francescane nel Convento
dell'Osservanza di Sant'Anna in Parigi, rue de Forneaux, 83.
skmp. 816. S anta-Clara (a). — Fragmenta, seu Historia Minor Provin-
'""*""*''* eia Angliao FF. Minonim, limo Patri F. Michaoli de Sambuca
Ordinis iMinorum Ministro Generali porrecta. Editio secunda
auctior et correptior. Aiithore R. Adm. Padre Fr. Francisco a
S. Clara, Sacrae Theologiae Lectore Emerito, ac Provinciae Fra-
trum Minorum in An;:!:lia iterato ex-Ministro, ac Serenissimae
Reginae Mariae Britanniae a sacris ec. Duaci , t\T)is Balthazaris
Belleri, sub Circino Aureo. Anno MDLXI.
SANCTO FRANCISCO 665
ikilmrrm
Un volume ìd 16, di quattro carte preliminari senza numerazione e 214 pagine. Interessantissimo
per la Storia d'Inghilterra. N' è un esemplare nella Biblioteca del nostro Convento di Gand nel Belgio.
U FoppENS ci dà dell'Autore le notizie seguenti» che vale la pena di riferire.
« Pater Franciscus a S. Clara, sive Davenportus, Coventriensis Anglus, circa annum 1598 nobilibus
natus parentibus Joanne Davenporto et Elisabetha WoUey: deinde corouniter dictus a Sancta Clara, ex
quo Ordinem Fratrum Minorum Recollectorum ingressus est, nempe die 7 octobris 1617, annoque elapso
eumdem in Conventu Tprcnsi professus. Provinciam Anglicanam Fratrum Minorum ob fldei catholicae
professionem exulantium, instaurare tnnc coeperant Patres Joannes lennings, eximii quondam
martyris Edmundi lennigs germanus Frater, et Petrus Marcantius Commissarius Generalis. Cuius
ìnslituti conQrmationcm ut obtineret a Capitulo Generali Ordinis anno 1633 in alma urbe Roma
celebrato, illuc profectus est Pater Franciscus Davenportus, indeque Sacrae Teologiae lauream retu-
liL Fuit et principalis promotor Conventus Minorum Anglorum in Urbe et Academia Duacena (Douai);
variaque ibi oflScia Lectoris S. Theologiae, Praesidis, Guardiani, Custodis Custodum cum summa
laude obivìt. Inde profectus ad Missioncm Anglicam, formandis in Ade catholicis revocandisque ab
haeresi popnlaribus (contempiis etiam insidiis vitaeque periculis) totum se dedit ; haesitque ibidem
per annos ferme 36, eo solum tempore excepto, quo sub flnem regni Caroli I regis et Cromwellianae
tyramnidis, saluti suae per fpgam consnlere coactus fuit. Fuerat ante a sacris Reginae Henricae,
ìlenrici IV regis flli^, et infanlis Caroli regis I coniugis. Postmodum quoque utl Theologus ac
cappellanus adfnit Catharinae Lusilaniae regis Caroli II uxori. Tandem in pace quievit apud Lon-
dinum pridie calendas iunii 1680. Vir eximiae pieutis , eruditionis profundae atque omnigenae,
aperti cordìs, indolis nobilis ac suavis, ac imprimis zelator animamm ac salutìs populorum suo-
rum. Fidem faciunt scquentia eius opera, tam de scholasticis quam de controversis quaestion|bus.
— Sistema fidei, sive tractatus de CondUo universali; De structura (idei; De disUnctione funda-
mentalium in rebus ad fidem speetantibus ; De vindieOs saeri Tridentini ConeHU ; De origine Pa-
Tpatus romani, et an Petrus et Paulus simul fuerint Papae. In 4. Londini 1648. Dein haec el alia
opera, primnm sparsim edita , simul coUecta denuo prodierunt duobus tomis in folio, Duaci, 1665.
Tom. I continentur: 1. Sistema fidei, seu tractatus de ConeUio universali, cui anneetUur ojpusculum ;
De definihilitate Immaculatae Conceptionis : 9. Tractatus de schismate , speeiatim Anglicano: 3.
Fragmenta, seu If istoria Minor Fratrum Minorum almae Provinciae Angliae : 4. Manuale Missio-
nariorum, seu commentano super nobiliores quctestioìies Regulae S Frandsci ad Missionarios
spectantes. Tom. II. Continentur: 1. Apologia Episcaporum: S. Liber dialogorum, seu summa velerie
Theologiae dialogismis tradita : 3. Problemata seholastica et controversialia speculativa : 4. OpusctUa
de medio statu animarum : 5. Paralipomena phUosophica de mundo Peripatetico : 6. ReUgio phUo-
sophi , seu peripatetica discussio celeberrimi miraculi restauratele Obiae aJbscissae et sepiUtae, seeuti-
dum principia Aristotelis examinata : 7. EpistoUum adversus iudidariam astrologiam. •
817. Sancto Francisco (a) — Certamen Seraphicum Provinciae
Angliae prò sancta Dei Ecclesia. In quo breviter declaratur quod
Fratres Minores Angli calamo et sanguine prò fide Christi san-
ctaque eius Ecclesia certarunt. Opere et labore R. P. Fr. Angeli
a Sancto Francisco Conventus Recollectorum Anglorum Duaci
Guardiani, Provinciae. suae Custodum Custodis, ac Sacrae Theo-
logiae Lectoris primarii concinnatum. Duaci. Typis Baltasarii
Belleri, sub Circino Aureo. Anno 1649.
Un volume in 4, di 19 carte senza numerazione e 900 pagine. Dalla pagina poi 301 seguita
un Appendix de Missionibus, Ano a pagine 306; e dalla 307 alla 356 un Cathalogus Scriptorum
Anglorum ex Ordine Fratrum Minorum. Autentica e pietosissima storia delle penose vicende della
Chiesa cattolica e dell' Ordine Francescano in Inghilterra. Con questa storia ha relazione uno studio
interessantissimo pubblicato, non è molto tempo, nel Belgio, nella Rivista periodica: Btudes religieux.
666 TABOA
kUtoriques et lUteraire$ par Ut Perei de la Compagnie de Juus. Parit, au Bureau de la Reme
chez Joieph Albarel, libraire, 15 rue de Toumon 15, et ehez Auguste Durand, tue duiat 7, Au-
denne rue des gres Sorbonne. An. XIV. Serie IX. Tom. HI, dalla pagina 408 alla 437, e dalla 5M
alla 603. Del Certamen è ud esemplare nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
^P' 818. Taboa do Capitulo Provincial da Provincia de Santo Anto-
*fc nio do Brasil, celebrado na cidade de Bahia a os dos de desembro
de 1780.
Sono due carte in foglio, stampate e manoscritte, con una compendiata notizia delle Missioni
che la Provincia aveva in quelle contrade. Unita a questa ne posseggo un'altra del 1808.
s*-v. 819. Taboa da Congregagao capitulo intennedio da Provincia
«•. de Santo Antonio de Brasil, celebrado en Bahia no anno de 1810.
BMilt
Sono parimente 9 carte in foglio con le stesse notizie. A cui sono unite altre 3 Toboat, una
del Capitolo del 1811, un' altra della Congregazione intermedia del 1813, e un' altra della Congregazio-
ne del 1816. Sono importanti, specialmente per 1 nomi che danno de* luoghi di Missioni e de^
Padri e Fratelli che vi lavoravano.
INDICE
DELLE COSE PIÙ NOTABILI
CONTENUTE IN QUEST'OPERA
A
ABATE Eyzaguirrc, Histoire da Chili. Pag, 1)8.
ABISSIN1A. p. 67 433.
ABREU Fray Andres. p. i 577.
AGAPULCO porto, p. 549.
ACCADEMIA di SanU Margherita, p. i84.
— di storia di Madrid, p. 547.
— di Pietroburgo, p. 597.
ACADEMIA Medicea Matritense. p. 39.
ACEVEDO Fray JuaD. p. i.
ACTA Saocti Joannis Capistraoi. p. 4.
— DelegatioDis Apostolicae. p. 4.
— Seraphicl P. N. Francisci. p. 14.
— Del Martirio di Fr. ApolUoario ec. p. 541.
ADUMBRATIO planctarum. p. 630.
ADVERTENCIAS del P. Silva, p. 57U.
ADELANTADO Ximenes. p. 6.
ADRIANO VI. p. 607.
AFFRICA, p. 4 41 79 88 115 123 143 149 185
. 186 316 217 227 240 245 315 335 367 368 428
432 433 457 480 491 498 500 534 542 546 549
557 564 631 635 636 638.
AFFINITÀ di lingue, p. 35.
AFORTUNADA (i$laj Gran Canaria, p. 576.
AGOSTINO ( P. ) da Osimo. p. 36.
AIANI Angelo, p. 654,
ALFONSO di Zamorra. p. 5.
ALMANSA Missionario Francescano in Cina. p.
161.
ALBERTO di Castel-Bianco, p. 56.
ALBOC (montagna), p. 52.
ALBANIA, p. 551 636.
ALESSANDRO Bassi M. 0. p. 35.
ALESSANDRO (P.) Ariosti da Bologna, p. 24.
ALONZO M. R. P. del Ca8tillo.p, 146.
ALBERI, fiori, erbe, ed animali rari che son nell'
Egitto, p. 217.
ALFABETO Otomi. p. 642.
ALCALDE delU città di Huelva. p. 654.
ALLOCUZIONE bellissima del Capo dei Gaspesiani.
p. 304.
ALESSANDRIA, il Cairo, il Sinai, p. 514.
ALOGRAPHIA. p. 627.
AMBIGUITAS, Heb. Linguae. p. 153 573.
AMERICA, p. 2 5 8 9 16 17 19 23 24 27 28 29
31 36 38 40 41 42 43 44 48 63 67 69 72 80
81 109 110 112 114 116 122 123 124 128 129
130 132 135 136 138 145 152 164 165 169 170
171 189 192 193 194 199 200 202 20S 204 203
207 2Ì2 213 223 228 231 237 239 240 246
247 252 266 268 334 335 338 339 364 367 369
371 389 391 395 396 397 398 400 405 408 412
413 414 415 416 419 420 429 430 431 432 435
437 443 448 449 450 467 470 477 480 483 488
490 493 494 498 514 516 523 529 531 534 535
549 567 569 570 571 574 676 581 583 584 586
594 595 596 601 603 605 606 607 609 625 631
632 634 635 637 657 658 639 661 663 664.
— Meridional, p. 17.
AMERIGO VESPUCCL p. 4 448 616.
ANDREA (fra) da Spoleto M. 0. p. 4 448.
ANDRÉ (fra) de Faro. p. 158.
ANGELICO ( Rev. Padre ) da Milano M. 0. p. 75.
ANGELO ( Pad, ) da Messina, p. 74.
ANALISI dell'idioma Yucateco.p. 518.
670
INDICE
ANALOGIA dei diversi idiomi del regno di Gua-
temala.^ p. 300.
ANNALI del Wadingo. p. 98 571.
— manoscritti di Terra Santa, p. 28 631.
ANNALES de las Missiones. p. 23 184.
— Hannoniae. p. 658.
— Minorum. p. 639.
— Del R. P. Adamo Biir\'enich. p. 183.
ANNÈE Franciscaine. |^ 493.
ANIMALI dell'Etiopia, p. 218.
ANNUNZIO di un libro fatto per i pubblici fogli
dal P. Marcellino da Civezza.p. 331.
ANTON Maria da Rignano Vescovo, p. 138 633.
.VNTONIO {fra) da Aquila, p. 20.
-- (fra) da Pleiade, p. 251.
— (Pad.) Buonaventura da Firenze, p. 402.
— (/Va) Medrano. p. 6.
— (fra) da San Gregorio, spagnolo, p. 433.
ANTONIUS {fra) de Goa. p. 20.
ANTICHITÀ dell' Impero Cinese, p. 97.
ANTIQUITATES Franciscanae. p. 463.
APPENDICE alla storia della Chiesa Cattolica in
Danimarca, p. 20.
APOLLONIO Bassetti scgreLnrio di Cosimo III. p.
HI 660.
APOLOGIA dei religiosi Francescani e Domenicani
p. 552.
— de la Ley Evangelica, p. 533 566 583.
APOSTOL\TO del Solano nell' America, p. 14.
APUNTES sobre la Palestina, p. 371.
APPUNTI necessari, p. 564.
APPARIZIONE di S. Michele all'Indio I^azaro. p. 609.
— Della Vergine di Guadalupe nel Messico, p. 625.
ARCANGELO Miralta Procuralor Generale di Pro-
paganda Fide. p. 57.
ARCANGELO (Pad.) Carradori da Pistoia, p. 82.
ARCIPELAGO Malese nell'Oceania, p. 151.
— Indiano, p. 320.
ARNOLDO (fra) da Serrano, p. 133.
ARTE de la longvia Mcxicana. p. 228.
— de la lengua Metropoli lana ec. p. 367.
— dell'idioma Tagalog. p. ilO.
ARTI meccaniche conosciule dagli Idolatri, p. 52i.
ARME della famiglia Barberini, p. 657.
ARABICA en compendio, p. 657.
ARCHEOLOGIA Americana, p. 231.
ARCHETIPO de virludes. p. 481.
ARCmVlUM Complulense. p. 481.
ARCHIVIO Storico-italiano, p. 532.
— del Ministero della Marina di Lisbona, p. 364.
— dellaProvincia FrancescanadolSanloEvangelio
del Messico, p. 585.
— di Gand. p. 662.
— della Torre «lei Tombo di Lisbona, p. 10 20
148 151 215 230 206 367 390 391 396 441 449
468 483 490 560 635 636.
— Mediceo di Firenze, p. Ili 214 337 368 385
40i 448 471 482 530.
ARCHIVIO de Indias di Siviglia, p. i2 13 253 516
545 575 648.
— del Convento di Sant'Anna in Monaco di
Baviera, p. 142 390.
— del Convento Francescano di Manila, p. i3
22 72 88 164 187 209 240 334 438 440 494 499
540 546 552 562.
— dei Minori Osservanti delia Santissima Annon-
ziata di Bologna, p. 24.
— Generale di San Francesco in Madrid, p. il4
204 334 336.
— di Stato di Firenze, p. 135 66Q.
— della Commisseria de Indias, p. 336 408.
— di Simancas. p. 414.
— di Propaganda Fide. p. 460.
ARCHIVII del Vaticano, p. 575.
ARENE d' oro. p. 662.
kSlk. 4 10 11 12 13 18 20 22 24 25 26 27 31 32
33 35 36 38 41 42 43 52 62 66 68 69 70 71
72 73 75 76 80 82 88 89 90 i09 110 Ili 113
118 121 122 123 134 135 148 151 152 160
164 187 189 200 201 207 208 211 214 215
216 217 223 230 237 239 240 242 243 24S 248
249 250 252 253 264 265 266 268 3i4 315 316
320 330 333 334 335 336 337 364 363 36S 369
383 384 385 388 389 390 395 396 402 404 405
409 410 411 417 419 429 431 433 434 435 436
438 439 441 443 447 449 451 452 4S7 4i0
461 462 464 465 466 467 468 472 483 484 489
490 491 492 493 494 495 498 500 502 503 507
519 532 533 534 540 541 542 543 544 545 546
3i7 548 549 550 551 552 556 557 558 559 560
361 562 563 564 565 566 569 570 575 578 579
580 581 593 600 601 631 636 637 638 659 660
662 664.
ASSALTO di Lione, p. 190.
AIREILLAC (Pad.) Raffaele, p. 493.
AUTOGRAFO prezioso di uno dei più chiarì nomini
di Krancia. p. 577.
AUTORE dei Fioretti di San Francesco, p. 373.
Al'CTORES qui scripserunt de Seraphico P. N.
Francisco, p. 14.
AVANZI di epigralia nel Continente .americana
p. 538.
AVANZO Francesco, p. 341.
AVE MARIA! p. 334.
AVE-MARIAcPater-noslerinidioniaTacana.p.214.
AVVENTURE di un Corsaro francese, p. 167.
— di Frale Pietro Fardo in Affrica, p. 132.
AZORRE. p. HO 408.
B
RACTAS Borgo nell' Indie, p. 360.
BAGNO di Casciana. p. 320.
MAIA di Ganabara. p. 593.
INDICE
671
BALAGUER (Pad.) Antonio, p. 50.
BALDI Giuseppe, p. 653.
BALLI degl'Indi intorno alle sepolture, p. 619.
BALSAMO del Perù. p. 349.
BANDIERA di piume regalaU agli Spagnuoli. p. 692.
BAREZZO Barezzi. p. 333.
BARONE d'Henrion. p. 70.
BARNABÒ Cardinal Prefetto della Sacra Congrega-
zione di Propaganda Fide. p. 416.
BARTOLOMÈ (Pad.) Anleo. p. 19.
BARTOLOMEO da Pisa. 133.
RASCIA, p. 85.
BASILIO {Pad.) da Gemona. p. 208.
— ( Pad. ) da Caprarola. p. 74.
BASSANESI illustri, p. 461.
BATTAGLIA di Lenef. p. 233.
BATTESIMO conferito ad un alto Capo Indiano.p. 10.
— degl'Indiani, p. 47.
— della Nazione Carea.s. p. 168.
BEATO Pietro Canisio d. C. d. G. p. 74.
— Odorico d* Udine, p. 99.
— Marco da Lisbona, scrittore classico nel Por-
togallo, p. 333.
BECINI Gregorio, p. 222.
BELTRAN (Pad.) Pietro, p. 335.
BBNEDICTI XIV Consti (ut. Ex quo singulari ec.
p. 55.
BERNARDINO (Pad.) Cardenas. p. 81 657.
— (Pad.) Le Grand, p. 309.
— ( Pad, ) da Montefranco. p. 109 498.
— da Portogruaro, attuale Generale dell' Ordine.
p. Ito.
— (Pad.) della Chiesa M. 0. p. IH.
— da Siena M. 0. p. 169 174 181.
— da Gallipoli M. 0. p. 201.
BERGAIGNE Joseph. Commissarius Generalis Pro-
vinciae Saxoniae. p. 181.
BERNARDO M. R. P. Van-Loo. p. 67.
BERENGUER (Pad.) Vincenzio, p. .562.
BERISTAIN e CLAVIGERO, p. 584.
BERISTAIN e Ternaux. p. 204.
BETHANCOURT Giovanni conquistatore delle Ca-
narie, p. 331.
BIBLIOFILI Alemanni, p. 186.
BIBLIOGRAFIA e Biogratta. p. 70 75.
— Francese, p. 75.
— riguardante l' Osservante Rif. Provincia di
Venezia, p. 114.
— Portuguesa. p. 408 575.
BIBLIOGRAPHIE des voyages. ec. p. 131.
— Japonaise. p. 550 566.
— BIBLIOGRAFO illustre d'America, p. 146.
BIBLIOTECA Americana, p. 5 437 443.
— del Cardinale Albani poi Clemente XI. p. 437.
— del Convento d' Aracoeli ( in Roma), p. 92 96
145 315 566.
— Barberiniana di Roma. p. 51 556.
BIBLIOTECA del Convento Francescano di Gand
nel Belgio, p. 44 139 419 662.
— Mariana del gran Convento di San Francesco
di Barcellona, p. 588.
— del signor Brow. p. 538.
— del Minori Osservanti Riformati di Bologna,
p. 24.
— di Brera in Milano, p. 52 62 403 570 601 637.
— pubblica della città dì Barcellona, p. 32 33
36 119 128 130 145 216 226 231 250 252 337
370 371 405 438 473 474 488 496 529 556 563
568 588 596.
-> del Seminario Conciliare di Barcellona, p. 265.
— di Monaco in Baviera, p. 160 239 256 264.
— di Bordeaux, p. 309.
— del Convento Francescano di Sant' Anna in
Baviera, p. 242 386 548 580.
— Mess. Guat. del Brassbur. p. 9.
— del Palazzo Vescovile di Cordova, p. 15 123
333 541.
— privata di Gino Capponi, p. 458.
— privata del signor Carlo Escalopibr. p. 134
153 429 464 469 481 500 540 542 551 567 650.
— del signor Eguiara. p. 528.
— Espafiola de libros raros y curiosos. p. 212.
-— linguistica del March, de la Fertè-Sencctere.
p. 208.
— pubblica di Ferrara, p. 24.
— dei Missionari per le Filippine, p. 43.
— Nazionale di Firenze, p. 3. 12 75 80 91 130
201 340 341 453 464 465 467 497 507 533 590
634.
— Laurenziana di Firenze, p. 112 133 208 525.
— Riccardiana di Firenze, p. 467 551 569 590
659.
— del Convento di Guadalajara. p. 586.
— dei Minori Osservanti di Giaccherino. p. 82.
— pubblica di Goa.p. 565.
— dell'Università di Genova, p. 114.
— Indiana, p. 127.
— deir insigne orienUllsU Klaproth. p. 440.
— dell'Accademia (già della Congregazione del
Terz' Ordine Regolare di San Francese^») di Lisbo-
na, p. 14 20 89 188 223 230 244 344 431 432
501 520 564.
— LusiUna di Barbosa Machado. p. 32 502.
— Nazionale di Lisbona, p. 18 40 115 119 121
123 139 142 167 244 250 353 431 448 458 459
469 490 558 460 568.
— del Beai Palazzo di .\jndain Lisbona p. Ili
453 498.
— pubblica di Lucca, p. 79.
— della Reale Accademia di storia di Madrid, p.
8 11 13 10 22 25 30 37 39 67 90 116 124 127
128 132 133 138 171 192 205 207 224 266
340 343 371 389 390 397 412 413 414 415
429 444 467 468 480 481 490 492 549 569
672
INDICE
571 575 578 781 586 595 599 601 609 695
636 637 646 648 653.
BIBLIOTECA di San Luigi capilale del Marognon.
p. 643.
— / del Fomento di Madrid, p. 649.
— Nazionale di Madrid, p. 15 16 51 167 331 429
515 547 581 633 637 66S 663.
— di Santo Isidoro di Madrid, p. 1 14 76 79
418 578 598.
— del Convento di Malines. p. 370.
— del Rea! Palazzo di Madrid, p. 73 SIS 226
331 395 413 415 499.
— Salva in Madrid, p. 404 492.
— Nazionale di Napoli, p. 41.
— di Nau-thch9ng-fou. p. 208.
— de Oro. p. 127.
— Bodleiana di Oxford, p. 418.
— Forteguerrlana di Pistoia, p. 3 82 114 212.
— Fabroniana di Pistoia, p. 12 20 IH 144 314
457 467 570 582 587 640.
— della città d' Kvora in Portogallo, p. 10 183
364 384 429 372 565.
— del Convento Francescano di Sant'Anna in
Parigi, p. 73 201 217 368 463 493 500.
— di Santa GenoyiefTa di Parigi, p. 316 590 662.
— Nazionale di Parigi, p. 68 69 80 112 130 190
240 247 301 309 327 344 371 420 436 437 441 448
484 489 500 523 551 556 575 591 592 593 644.
— dell' Arsenale di Parigi, p. 130 388 428.
— Mazzarino di Parigi, p. 493 556.
— dei Signori del Seminario di Quebec, p. 437.
— del Convento Francescano dei SS. Quaranta in
Koma. p. 384.
— del Collegio Capranico di Homa. p. 404.
— della Minerva di Homa. p. 305.
— di Nostra Donna di Saliceto, p. 333.
— del Palazzo .\rclvescoviIe di Siviglia, p. 535
545 569.
— Colombina di Siviglia, p. 80 90 108 133 145
226 401 491 533 576.
— dell' Università di Siviglia, p. 82.
— del Seminario Conciliare di Siviglia, p. 55 i 5Ky.
— del Collegio Francescano di Pastrana in Spa-
gna, p. 384.
— dell' Kscuriale in Spagna, p. f>57.
-- di Tlatelolco. p. 135.
— Provinciale di Toledo, p. 649.
— della Santa Chiesa di Toledo, p. 436.
— Apostolica Vaticana, p. 96 498 530.
— del signor Francesco Vande- Velile, p. 2 li.
— della città di Valenciennes, p. 658.
- dell'Università di Valenza, p. 110.
— del Marchese di Villena p. 491.
niBLIOTHKQrK Asiatique et Africaine. p. 129.
lUBLlOTKCHK puhblicho d' Italia, di Francia, di
Spagna, di Portogallo, visiUite dal i»adre Mar-
cellino da Civezza. M. O. p. 112 136.
— dell'Alta e Bassa (ìerinania. p. 371.
BIBLIOTECHE di Artois. p. 152.
— pubbliche delle Fiandre, p. 25.
— del Messico, p. 81.
BIOGRAFIA UNIVERSALE del Michaud. p. 131.
BIOGRAFIA di fra Gaspar Alenda. p. 12.
— breve di fra Pietro Gante, p. ioa.
— del Salvetti scritta dal Padre Frediani M. 0.
p. 320.
— di fra Marcos de Lisboa, p. 333.
— di Giovanni da Montecorvino. p. 409.
— del R. P. Marco da Nizza, p. 420.
— del Padre Melchior Oyanguren. p. 440.
— del Padre Juan de Plasencia. p. 465.
— breve dei Missionari Apostolici, sudditi Sardi,
p. 478.
— del Padre Marcello di Ribadeneyfa. p. 496.
— di fra Antonio Cavallero de Santa Maria, p. 554.
— del Padre Luigi Sotelo. p. 575.
— del Padre Jo3o de Souza. p. 577.
— breve di fra Andrea TheveU p. 590.
— del Maestro Giovanni Nicot. p. 593.
— del Padre Mariano Velloso, p. 626.
— Serafica degli uomini illustri che florirono nell'
Ordine Francescano, p. 631.
BIOGRAFIE di Missionari e Martiri Francescani
p. 15.
— di Missionari e Vescovi Francescani, p. 40.
— ■ del Salvetti. p. 71.
— di alcuni celebri Missionari Francescani, p. iOS.
— di Missionari Francescani in Palestina, p. 129.
— di Francescani di Catalogna, p. 137.
— di Martiri francescani nel Giappone, in America
e In Cina. 216.
— di Missionari Francescani nelle Filippine, p.
ii6.
— di Missionari e di Religiose Francescane, p.
400.
— rare e preziose che non si incontrano altrove,
p. 5S6.
— dei Missionari del Nuovo Mondo, p. 396.
- \nrie. p. 600.
niSUi.NANO in Calabria, p. 372.
BOLLA di Alessandro VI. p. 436.
BOLKTIN Ecclesiasl. p. 547.
noNAMV Padre Luigi, p. 812.
BONIFACIO (Padre) de Ragusa, p. 27.
BKTTOMA. p. 509.
BIACIO {Vati.) Palomino. p. 443.
BIBBIA Sacra in lingua araba, p. 83.
IU)SMA Missioni Francescane, p. 214 256 469 48i.
BOTANICA arricchita da un Francescano, p. Sii.
Buccino Ceremia Conventuale, p. 463.
BUKNO Padn' llamon. p. 572.
BUKNAYENTUllA {Pad.) Armcngual. p. 50.
BUONA VENTURA (Prtrf.) da Firenze, p. 71.
da Caltagirone tìenerale dell' Ordine France-
scano, p. 226.
BUFFON, p. 5l»8.
INDICE
673
BULDU M. R. P. Ramon, p. 50 90 i38 i37 447
450 503 547 602.
BULLAE Rom. Pont. p. i60.
BULLARIUM peculiare Terrae Sanctae. p. 70.
— Franciscanum. p. 567.
— Patronatus Portugalliae. p. 368.
BULLOT {Pad.) Massimiliano, p. 23 1.
BUSTAWANTE ( Pad. ) Francesco, p. 73.
BLUMEN Buch. p. 649.
BRASILE, p. 20 345 364 385 429 502 625.
BRAULIO Santa Maria, p. 654.
BRENAN Rov. M. J. 0. S. F. p. 66.
BREVI dei Papi ai Francescani addetti ai Luoghi
Santi, p. 150.
BREVE compendio di ciò che deve sapere il cri-
stiano ec. p. 483.
BRIEVA Fray Martin, p. 283.
BROCARDO. p. 74.
BRUNIS {de) Guardiano del Monte Sion. p. 70.
CABALE chrètlenne in versi, p. 589.
CACIQUES (les) de Tlascala. p. 147.
CAIRO, p.85.
CALECUT. p. 57.
CALENDARIO indiano, p. 612.
CALEPINO de la lenguaMaya. p. 114.
— de Varela. p. 609.
CALIFORNIA, p. 26 170 338 396 573.
CALUNNIE contro V Ordine Minoritico. p. 229.
CALVARIO monte, p. 411.
CAMPANELLO di San Francesco, p. 495.
CAMPO SANTO di Pisa. p. 387.
CANADA, p. 232 521.
CANADA e le Missioni Francescane, p. 152.
CANARIE isole, p. 12 51 576 577.
CANON arcanorum lingnae sacrae. p. 540.
CANTI di Nezahualcoyotzin. p. 612.
CANTICI spirituali del Panziera raccolti emendati
e pubblicati da Cesare Guasti, p. 447.
CAPANÀ lago alla sinistra del Madeira, p. 361.
CAPACITÀ degli Indi. p. 625.
CAPITOLO generale di Roma. p. 498.
— generale di Tolosa, p. 4.
— generale celebrato in Roma (1625). p. 665.
— generale celebrato in Mantova, p. 73.
— generale celebrato in Toledo, p. 180.
— generale d'Assisi (1399). p. 463.
CAPITULO provincial da Provincia de S. Antonio
do BrasiL p. 666.
CAPITOLI del Trattato della Cina. p. 139.
— generali de Salamanca (1553). p. 489.
— di Valladolid (1565), (1593). p. 489.
— di Roma (1571), (1587), (1600). p. 489.
— di Parigi (1579). p. 489.
*- di Vittoria ( 1596). p. 489.
CAPITOLI di Toledo (1606). p. 489.
— deir Opera del Frate Marignolli Fiorentino. De
Creatlone.—De Paradiso. — De Arboribus Para-
disi.— De trangressione primomm parentum. —
De monte Seyllano. — De horto Adae . — De
amictu parentum. — De victu parentum. — De
cultu post diluvium. — De quodam Indo ba-
ptizato. — De Yoyada Pontiflce. p. 373.
— di cui si compone la storia di Padre Bernar-
dino da Sahagun. p. 625.
CAPO della Missione Minoritlca in Palestina, p. 42.
— Breton. p. 307.
— di una solenne Missione in Guinea, p. 404.
— Verde, p. 408.
CAP de Non. p. 32.
CAPOREDANI in Albania, p. 551.
CAPOLAVORO del Padre Gonzaga, p. 216.
CAPPUM. Fiume, p. 364.
CARATTERI e lingua cinese, p. 553 554 556.
CARIPUNAS e idioma loro. p. 351.
CARDOSA Laurentius Archiep. p. 56.
CARLO V spedisce Missionari al Nuovo Mondo.
p. 135.
CARLO Emanuele Duca di Savoia, ec. p. 582.
CARMELITAS Descal?os as Missoes de Syria e Persia.
p. 250.
CARTAS de Indias. p. 42 190 201 413 419 436
498 470 529 583 594 607 641 647.
CARTA della città di Gerusalemme, p. 403.
^ dirigida al Rey don Filipe II. p. 369.
— geograflca de Zacatecas del Padre Agostino
Morfl Francescano, p. 412.
— dell' antica e moderna California, p. 443.
— di seta della Cina. p. 492.
— topografica di Gerusalemme. 499.
— geografica della Palestina, p. 500.
— di riso. p. 562.
— geografica de las Indias Occidentales. p. 596.
CARTE autografe inviate al Padre Marcellino da
Civezza. p. 245.
— stampate e manoscritte, p. 666.
— cosmografiche del Padre Andeba Thevet. p. 592.
CARTEGGI Medicei, p. 135.
CASA dove abitò per alcuni mesi San Francesco
Saverio, p. 11.
— di Sani' Atanasio, p. 84.
CASI rari ed esemplarL p. 624.
— vari e notabili avvenuti nelle Missioni Fran-
cescane, p. 447.
CASTELA {Pad.) Henri, p. 88.
CASTELLO de Vide. p. 89.
CASTELLANL p. 608.
CASTILLO {Pad.) Antonio, p. 90.
CASTORANO {da) Padre Orazio, p. 314.
CATALOGO de los escritores del Orden de San
Francisco, p. 24.
— d' ouvrages sur 1' histoiro de V Ameriqne del
MlCHAUD. p. 131.
43
674
INDICE
CATALOGO d'ouvrages sur l'histoire dn Canada.
p. «32.
— de Religiosos de san gre real. p. 315.
— delle opere del Sahagan. p. 5«8.
— dei Santi, dei Beati , ec. Pistoiesi, p. 636.
CATECHISMO in Aralx) e in Italiano, p. 109.
— in lingaa cinese, p. «09.
CATHECISMO del {Pad.) Fleury. p. 517.
— del Padre Geronimo de Ripalda d. e. d. G. p.
517.
— cristiano del Padre Francesco Ifies. p. 551.
— en idioma Japon. p. 557 64«.
CATERINA Texacoleta inda. p. 6«5.
CATTURA di Antonio Bucher. M. 0. p. 70.
CANZONE più antica dei Negri, p. 144.
— indiana in musica, p. 52S.
CAUSA di Beatincazione del Venerabile P. .\ntonio
Margil. p. 41.
CAUSAS de la decadencia del Cristianismo en la
India, p. SS7.
CÈDULA Real. ec. p. «88.
CENNO biografico del Venerabile Padre Margil.
p. 603.
— della Cronaca del Padre Salini bene. p. 330.
CENTURIA Belica. p. 654l.
CERIMONIAS de los Indios. p. 7.
CERTAMEN Seraphicum. p. 665.
CEFERINO ( Pad,) Mussani. p. 16.
CIBOLA e QUIVIRA scoperti da un Missionario.
p. 4«0.
CINA. p. 71 90 97 139 187 43« 446 49«.
CIPRO, p. 114.
CIPRIANO da Treviso M. 0. Commissario di Terra
Santa, p. 471.
CIHANO (Pad.) Francesco marti rizzato in Algeri.
p. 588.
CITK de Maroch. p. 32. de Melee. p. ihi.
CITTA di Sergio, p, 86.
— di Girge. p. 87.
— di Burgos. p. «04.
— Regina dei Laghi, p. «.ir>,
— di G'TUsalemme, p. 403.
— di Hetleem. p. 11«.
— Montana ludea. p. 11«.
— Galilea et lerico. p. 11«.
— Damasco, p. 115.
CIUDAl) de San Miguel, p. 394.
CIVILTÀ Cattolica (periodico), p. 1.38.
CIVILTÀ inaugurata dai Francescani fra i selvaggi
dell' America, p. 605.
— moderna opera del Vangelo, p. «06.
COCODRILLO ucciso da un Indo. p. 6«3.
COCHIN'CHINA ( en ) Ingresso de los Iteligiosos
Espanoles ec. p. 395.
CODICE Troano. p. 538.
COL.\T (Pad.) di Valenza, p. 118.
COLEGIO de Misioneros de la Santa Cruz. p. 69.
— do Lamica, p. 78.
COLLEGIO de Espafloles. p. 78.
— trilingue de Sevilla. p. 78.
— de Guatemala, p. 195.
— de Propaganda Fide de S. Rosa de Ocopa.
p. 430 494.
— de S. Thomas de Aquino, p. 84S.
COLLEZIONE dei naufragi, ec. It9.
— dei documenti per la storia d'America, p. «53.
— di monumenti e memorie per la storia d'Ame-
rica, p. 4«6.
COLECCION general de las espediciones practicadas
por los Religlos del Orden di San Francisco, p. 9.
— para la historia del Mexico, p. 398 584.
— de documentos inedilos para la historia de
EspaHa. p. 467.
— do Memorias do Nueva Espana, p. 609.
COLLEGIO di Consuegra. p. 188.
— di Propaganda Fide in Guatamala. p. 170 603
— Francescano di Cranganor. 449.
— primo dei Padri Gesuiti. 6S4.
— fondalo dal Cardinale Ludovisio. p. 640.
— di San Ferdinando in Messico, p. 170.
— e Università di San Tommaso in Manila, p. 54.
— di Missionari in Moquenqua e in Ocopa. p. 65
— di San Fancesco nel Messico, p. M4.
— Cinese di Napoli, p. 43«.
— dei Padri Missionari in Pastrana. p, 4 1 US hìi
— della Paz. p. 5«3.
— della Puebla de los Angeles, p. 170.
— Francescano di Pachuca. p. 64«.
— dì Propaganda Fide di Qaeretaro nel Messico
p. 41 113 145 619.
— di Saita (repubblica di Bolivia), pag. 4i9.
— di Sucre, p. 656.
COLLEGE de Corpus Chrisli (C;im bridge), p. 3i8
— do Frères Gris ( Oxford), p. 3i8.
COLLKGl di Controversie e di lingue neil' Ordine
Minoritico. p. 138.
— die diedero Apostoli straordinarii alla Chiesa.
p. 603.
COLONNELLO VILE. p. 373.
COMANDANTI*: di Capo Breton manda un lil.r-j
scritto in geroglifici, p. 307.
COME e quando entrarono i Francescani ncll^
Indie, p. HO.
COMENTARIOS. p. 553.
— de los canlicos. p. 76.
COMMENTO storico e geografico, p. 373.
COMMISAIilA Apostolica di Spagna, p. «07.
COMPAGNO di studi del Padre Marcellino da
Civezza. p. 147.
COMPAGNIA dell' Indie Orientali, p. 309.
— della Croce in Prato (Toscana), p. 44 L
— di Gesù. p. 56« 664.
COMPAGNI di martirio del Padre Cimini. p. iUi.
COMPENDIO historlco Lego-Seraphico. p. 33.
— storico della Provincia delie Filippine, p. 88.
— di tutte le Missioni Francescane, p. 170 489-
INDICE
675
COMPENDIO cronologico di tutte le Missioni Fran-
cescane, p. 359.
— (li ciò che dice il Brassedr intorno ai servigi
immensi resi dai Missionari Francescani alla
scienza, p. 539.
— dell' Origine dell' Ordine, p. 564.
— cronologico della Storia Francescana, p. 569
578.
— grammatical ec. p. 584.
— dell'opera colossale ed immensa del Padre
Emanuel de la Veoa. p. 609.
— cronologico, p. 658.
CONCANI lingua, p. 3«.
CONCILIO Vicnese. p. 77.
— Provincial Argentino, p. 81.
— Tridentino, p. 885.
— Medicano, p. 589.
— di Costantinopoli, p. 66S.
CONCIONATORE aulico Padre Felice Reinecio M.
R. p. 489.
CONCORDIA della Bibbia coi fatti della natura.
p. 35.
CONCORSO provinciale tenutosi a Poggibonsi. p.
321.
CONQUISTATORE della Florida, p. 166.
— delle Canarie, p. 331.
CONCQUISTE Spagnole, p. 193.
CONFESSIONE principio della salvezza e delP
incivilimento del mondo, volgarizzata dal Padre
Marcellino da Civezza. p. 927.
CONFESSONARII en lengua Mexicana y Castellana.
p. 407.
CONFISCA dei beni dei RecollettL p. 311.
CONFORMITÀ della vita di San Francesco a quella
di Nostro Signore Gesù Cristo, p. 463.
CONFUCIO e la sua dottrina, p. 61.
CONFUSII vita, p. 9«.
CONFUTAZIONE di riti pagani, p. 566.
CONGRESSO internazionale d' Americanisti, p. 953
487 523, ec.
CONSTITUCIONES generales de la Orden de Sant
Francisco, p. 489.
CONTANT (Pad.) Marco, p. 312.
CONTE Beltrami, Gran Cancelliere, p. 61.
CONTINU.\ZIONE dell' Opera del Cornejo. p. 216.
CONTROVERSIE circa i riti cinesi, p. 314.
CONVENTO dt; AlmoloDga. p. 391.
— di Amatlan. p. 585.
— di Amacncca. p. 617.
— de Amapal. p. 394.
— di Sant'Anna di Monaco in Baviera, p. 39 379.
— di Sant' Anna in Parigi, p. 75 185 664.
— de Sant'Antonio Acathenanga. p. 399.
— di Sant' Antonio Abate nell' Arabia, p. 86.
— di Sant'Antonio di Cochim. p. 966.
— di Sant'Antonio {Saint Luis, Brasile), p. 643.
— di Angoulème. p. 589.
— de Sant'Andres Nacaome. p. 395.
CONVENTO di Anversa, p. 194.
— di Aranzazu. p. 648.
— di Arenas nella Provincia di S. Giuseppe, p. 411.
— di Ara-coeli. p. 79 199 908.
— de la Asuncion de Tecpanatipcan. p. 393.
— Bacai m. p. 952.
— Bartolomè de la Castilla. p. 399.
— di Berga. p. 959 656.
— di Betlielem. p. 149.
-> a Saint-Bernard negli Stati Uniti {Nehreska).
p. 184.
— di San Bernardino in Madrid, p. 908 466.
— di San Bernardino d' Orte. p. 459.
— de Santa Cathalina Slquinala. p. 399.
— de San Cosme. p. 71.
— di Cordova, p. 949.
— di San Cosimo nel Messico, p. 187 601.
— di Santa Cruz nelle Filippine, p. 365.
— di Santa Croce dei Minori Conventuali di
Firenze, p. 373.
— di Gimella presso Nizza, p. 451.
— di Cocula. p. 585.
— della Concezione di Puebla de los Angeles,
p. 610.
— de la Concepcion de Samayaque. p. 399.
— de la ciudad de San MigucL p. 394.
— de Dilao. p. 575.
— fatto da Sant' Elena. p. 87.
— degli Etiopi, p. 86.
— de San Francisco di Merida. p. 574.
— di San Francesco de Gand. p. 583.
— di San Francesco di Lisbona, p. 530.
— di San Francesco di Palma, p. 50.
— di San Francesco di Bilbao, p. 397.
— Francescano di Bologna, p. 373.
— dei Francescani Scalzi portoghesi, p. 55 57.
— di San Francesco in Madrid, p. 113 695.
— di San Francesco di Barcellona, p. 588 655.
— Francescano della Pace. p. 346.
— di San Francesco di Guatemala, p. 419 448.
— di San Francesco della Vigna, p. 469.
— de'Francescani di Merida. p. 518.
— di San Francesco di Tolosa, p. 593.
— de San Francisco de la Costilla. p. 399.
— de San Francisco PanaxàcheL p. 393.
— di Gand nel Belgio, p. 4 68.
— del Gesù in Roma. p.*193.
— di Giaccherino di Pistoia, p. 569.
— del Giardino, p. 59.
>- de San Gii de Madrid, p. 79 601.
— di San Gii de Mexico, p. 189.
— di San Giovanni de Ribera. p. 900.
— di Guadalajara. p. 607.
— di Guatemala, p. 199 391.
— di S. Juan de los Reyes In Toledo, p. 967.
— de S. Joan de Camoclapa. p. 394.
— de S. Joan de Obispo. p. 391.
— di Mj^orada. p. 9.
676
INDICE
CONVENTO di Majorada e di Merida. p. H8.
— di Manila, p. 66 «14 937 551 554 557 558.
— de Santa Maria de Berrocal. p. 607.
— de Mayorga. p. 607.
— de Mequinez, p. 113.
— di Menda, p.lll.
— di San Michele in Girg. p. 87.
— de San Migael Totonicapa. p. 393.
— dei Minori Conventuali di San Miniato al
Tedesco, p. 387.
— di Mohayhay. p. 568.
— di Momustenango. p. 449.
— di Moncocha. p. 396.
— del Moharrach. p. 86.
— di San Michele di Escornalbou. p. 656.
— della SS. Nunciata in Genova, p. 530.
— di Naga- p. 544.
— de Nuestra SeSora de Loreto, p. 600.
— Nangazachi. p. «50.
— di Nostra Signora degli Angeli di Quebec,
p. 303.
— dei Minori Osservanti di San Romano nel
Valdamo inferiore, p. 3«0.
— di Nostra Donna di Saliceto, p. 333.
— Recoletto de Nuestra SeiSora de Calahorra.
p. 414.
— d* Ognissanti in Firenze, p. 3«1.
— del Pueblo di Sampaloc. p. 533.
— di San Pietro In Montorio. p. 58.
— di Patulul. p. 39S.
— di San Paolo, primo Eremita, p. 86.
— di Pila nelle Filippine, p. 151.
— della Purificazione in Dilao. p. 319.
— de San Pedro de la Laguna, p. 393.
— di Quilo. p. «5«.
— de (Juesallenango. p. 393.
— de la Reina de lus Angeles, p. 535.
— di Ribelra Grande, p. 408.
— di Septubal. p. 4.
— di San Salvadore in Gerusalemme, p. 28.
— del Santo Sepolcro in Gerusalemme, p. 385.
— Santiago Cosumalguapan. p. 392.
— de Santiago Momostenango. p. 393.
— de Santiago Atitan. p. 393.
— de San Salvador, p. 394.
— di Santiago Tlatilulco. p. 37.
— e Università di San Tommaso in Manila, p. 54.
— di Traona. p. 62.
— Tlalelolco. p. 204.
— de Tecpanguatemala. p. 394.
— de la villa de la SS. Trinidad de Sooconate.
p. 395.
— Vallsoletano. p. 578.
— del Varatoju in Portogallo, p. 164.
— di Villa Reale, p. 503.
— Xochimilco. p. 397.
— Zacoalco. p. 585.
CONVENTI Cofli. p. 85.
CONVENTI di Francescane e Francescani nelli
Lituania, p. 160.
— soppressi dall' impero Prossiano. p. «41.
— di Missione nella Bosnia Argentina, In In-
ghilterra, in Dacia, p. 637.
CONVENTOS de Salamanca ec p. 77.
— de las Monjas. p. 633.
CONVENTUS olim ad provinciam Saxoniae spen-
ctantes. p. 175.
— Coloniensis. p. 183.
— Limburgensis, Fuldensis, ec. p. 181.
CONVERSION de Piritu. p. 514.
CONVERSIONE del Re di CeiUn. p. 118.
— dell' Imperatore Abissino, p. «64.
— de* Talamancos. p. 194.
CONVERSIONI operate dai Missionari fra i Topi-
nambi. p. 643.
CONVITTO per fanciulle aperto dalle Soore del
Terz' Ordine a Winstead. p. 184.
COOPERATORE alla pubblicazione della Cromata
delle Missioni Francescane, p, 367.
COPIA di un Manoscritto della Biblioteca Nazionale
di Madrid fatta per commissione del Padre
Marcellino da Civezza M. 0. p. «69.
COPIE di Manoscritti interessanti inviate al Padre
Marcellino da Civezza dal PP. del Convento di
Manila o d'altrove, p. 160 164 336 337 443
461 491 49« 498 540 545 546 560 660, ec
CORANO di elegante scriuura. p. 79.
CORDILLERA de los Andes. p. 16.
CORRUZIONE morale del Tolthechi. p. 613.
CORTES de Madrid, p. 36.
COSIMO IN. p. 601.
COSMOGRAFIA, p. «39.
COSMOGRAPHIE du Levante, p. 590.
— Moscovite, p. 591.
COSTK d'Affrica, p. 51.
COSTRUZIONE di navigli, p. 610.
— di un arco per il Padre Ugante. p. 621.
COSTUMI dei Zapari. p. 109.
— indiani, p. 45.
— degli Egiziani, p. «27.
— degli Oltomachi. p. 572.
CUCCO re. p. 149.
CUESTION canonica del Padre Gual. p. 657.
CULTURA do Gravo da fndia. p. 626.
— Americana, p. 627.
— do Urumbeba. p. 629.
CURIA generalizia, p. 75.
CUSTODIA d' Erzegovina, p. 256.
CHALIPPE {Pad.) Candido, p. 654.
CHARLES VI Roy. p. 51.
CHAVIN de Malan. p. 366 464.
CHERUBINO (Pad.) da Forìo. p. 192.
CHIR£ (Bibita sostanziosa delle Indie.) p. 359.
CHINA illustraU del Kirker. p. 108.
CHIESA dedicata a Sani' Antonio da Padova nelle
Moluche. p. 152.
INDICE
677
CHIESA anglicana in Quel)cc sopra un Convento di
Missionari FrancescanL p. 318.
— del Santo Sepolcro, p. 5i0.
CHIESE cattoliche in Pechino, p. 60.
CHRIST devant le siéclc. p. 503.
CHRONICA de la Provincia de San Gregorio de
Philipinas. p. 11.
— di San Diego de Mexico, p. 14.
— de la Provincia de Santiago, p. 11*
— provinciae Argentinae. p- 38.
— de la Provincia de Cathalaania. p. 36.
— de la Provincia di Siria, p. 75.
— de la Provincia de Granada* 596.
— Serafica de Castilla. p. 113.
— da Provincia de Piedade. p. i86.
— Manoscritta, p. 916 633.
— da Provincia de Santa Maria da Arrabida.
p. t50.
— de la Custodia de Syria. p. 411.
— de la Provincia de San Pedro y San Pablo de
Mechoacan. p. 188.
— de nuestro Serafico Padre San Francisco, p.
488.
— y hisioria de la Provincia de Castilla. p. 5S9.
— del Padre Salimbene di Parma, p. 530.
— de la Provincia de San Miguel, p. 551.
— da Santa Provincia da Nossa Senhora da So-
ledade. p. 558.
CHRONICON Boemorum. p. 37«.
— del Padre Tello, p. 585.
CLASSICI scrittori del Portogallo, p* 167.
CLEMENTE V. p. 77.
— - X. p. «06.
— (Padre) da Monella, p. 44,
— XI. p. 77 «17.
— XIV. p. 387.
— da Palermo Generale dell' Ordine Francescano.
p. 597.
CLERE (de) monte, p. 5«.
CREDO in lingua Tupi. p. 644.
CREDENZE Giapponesi, p. 557.
CRETINE4U Jolt. p. 658.
CRISTIANESIMO in Egitto, p. 83.
— in Cina. p. 97. 108.
CRISTOFORO Colombo, p. 39 114 118 «53 438 50«
573 615 616 653 ec.
CRISTOVAL (Pad.) Larios. p. 18.
CRITICHE del Gesuita Charlevolx. «33.
CROCE (la) ne* due Mondi opera del Conte Ro-
SKLLT de LoRODES. p. 305 503.
— Santa (da) Padre Lorenzo, p. 551.
CROCIATE, p. 451.
CRONACA delle Missioni Francescane, p. «0 44 71
109 1«8 135 148 2«6 «56 305 339 367 389 408
415 449 495 549 550 578 636, ec.
— di Mechoacan. p. 616 663.
— più pregevole ed importante dell' Ordine Fran-
cescano, p. 1«8.
CRONACA dei Ministri Generali dell'Ordine di San
Francesco, p. 133.
— di Goffredo da Viterbo, p. 383.
— della Siria del Padre Calahorra. p. 403.
— Mexicana. p. 617.
~ inedita della Provincia di Toscana del Pulinari
p. 464.
— della Provincia del Santo Vangelo, p. 468.
— del Convento di Giaccherino. p. 569.
CRONACHE dei tre Ordini Francescani, p. 548.
— di San Francesco, p. 365.
— Manoscritte, p. 193.
CRONICA Francescana del Perù. p. 16 18.
— del discacciamento dei Francescani dal regno
di Danimarca, p. 19.
— della Minoritica Riforma di Milano, p. 601.
— dell' Arrabida. p. 459.
— della Provincia di Toscana, p. 470.
— SeraHca. p. «4 39 «68 370 609.
— di San Domenico del Messico, p. 609.
— de la Provincia Apostolica, p. 38.
— della Religione Francescana nella Provincia dì
San Giuseppe, p. 133.
— de la Provincia de Zacatecas. p. «00.
— de la Provincia da Piedade. p. 403.
— dell' Apostolica Provincia di San Gregorio,
p. 551.
— Miscelanea. p. 585.
CRONISTA generale dell' Ordine Francescano, p.
599.
DAMASCO, p. 514.
DAMIATA. p. 84.
DA MONACO a Roma. p. «64.
DA MONTEFORTE Padre Emmanuele. p. 186.
DANESIO Doctor Pedro. p. 73.
DA ROMA alla China, p. 569.
DA SOLEDADE Padre, p. 15«.
DATOS biograQcos, che accompagnano le Cartas
de INDIAS. p. 73 368 5«9 583 594 641.
DECADENZA delle Missioni Francescane opera dei
Governi e non dei Missionari, p. 199.
DECRETO della Sacra Congregazione di Propa-
ganda Fide, p. 311.
DECRETI che debbono osservarsi dai Missionari,
p. «49.
— e Bolle risguardanti le Missioni Francescane,
p. 385.
DECOUVERTES de M. de U Salle. p. i5«.
DEFFINIBILITÀ dell' Immacolata Concezione della
Vergine del Padre Gual, voltata in italiano dal
Padre Marcellino da Civezza. p. ««7.
DEI, maschere e figure del popolo di Zandia. p.
6«3.
678
INDICE
DEM0STRAC10N historica quc los Apostolos san
Bartholomé y San Tomàs predicaron el Evan-
gelio en la India, p. S87.
DEN Velaer de la Barre Giuseppe, insigne bene-
fattore dei Missionari, p. 55.
DENIS Ferdinando Bibliotecario, p. 319 590 592.
DE PROPHETARUM et Sybill. vaticinis. p. 153.
DE RIDICrLA Turcarum Religione, p. 153.
DESIDERIO del Padre Marcellino da Clvezza. per-
chè tante glorie dell' Ordine non restino sepolte.
p. 655.
DESCRIZIONE della città di Alessandria, p. 83.
— delle Molucchc. p. 151.
— dei Luoghi Santi, p.iìl.
— del Gran Cairo, p. ««4.
— deir Indiano Mura. p. 359.
— della città di Pekino. p. 456.
— del viaggi principali d' Italia di Pr. Scoto, p.
567.
— dei Santuari di nastra Religione che si vene-
rano nella Palestina, p. 588.
— della I^ponia. p. 593.
— del Santuario di Loreto, p. 615.
— di Meclioacan. p. 616.
— delle case, templi, leggi ec. dei Chlchimcchi.
p. 617.
— di una cipolla, p. 623.
— di tutta la Terra Santa . p. 638.
DESCRIPCION gcograflca de la sitnacion de Go-
legio de Propaganda Fide de Santa Rosa. p. 9.
— historial de la Provincia y .\rchipiclago de
Ghilòe. p. 8.
— del Nuevo Mundo. p. 49.
— de la Terra Santa, p. 73.
— geograllca dt* China, p. 4i9.
— geograllca dt'l Nurvo Mojici). p. il 3.
— de el imperio de Marnavos. ;;. r.i7.
DESCRIPTION ttn)(»graphi(iue dcs saints Lieux del
Padre Euijenio Hocer. p. 90.
DESCHITIONK di Ttrra Santa, p. 614.
DKSCrniUMIKNTO de Santa Marta, p. 6.
— de las Carulinas Islas. p. IC.
— de Colon hasta la toma de Mexico por Corlez
p. 39.
— del reino de Michuaran. p. 39.
— del Maranon ano 1651. p. 470.
DE VIIUS et foeminis illustribus franciscanis. p.
Ì8H.
DEVOCIONARIO. p. 2.
DIALOGHI avuti roi Negri della tribù dei Kic.
p. 143.
DIALOtiUS qui rum Rabbinis habitus est. p. ir» 4.
DIALKCTOO Iberiivee. p. 90.
DIALETTO del Marrorco. p. 5V7.
DIALETTI della iin^'ua Calirhiquel. p. 9.
DIARIO del Padre Garges. p. Gii-
— del Padre Pont. «il.
— del Padre C^petillo. p. 621.
DIARIO y Derotero ec. p. 625.
— de las ultimas peregri naciones. p. fOS.
— delle gravissime fatiche sostenute dai Missio-
nari Francescani, p. 264.
— da esquadra, p. 364.
— di un Viaggio, p. 603.
DIARI I del Padre Torrubia. p. 398.
DIAZ Padre Francesco dei PredicatorL p. 54.
— Marcello, p. 205.
— Fr. Quijano. p. 49!.
DICCIONARIO botanico y medico, p. 28.
— Chinico-EspaHoL p. 187 499.
— Castellano-I^tino-Japon. p. 336.
— de la lengua Mexicana. p. 529.
— en Idioma de las Actas. p. 557.
— Espafiol Cumanagoto. p. 642.
DICTIONAIRE de la langue Hurronne. p. 521.
DICTIONNAIRE Chinois-Francois-Utin. p. t08.
— Chinois-Latin. p. 208.
DIEGO fray Cogolludo. p. 30.
— Padre de Sicilia, p. 74.
— de Barba, p. 10.
DILUCIDAZIONE della Carta topograOca di Geni-
.sa lemme, p. 499.
DIMORA del P.Marcelllno daCivezza io Parigi. p. 130.
DIPLOMATIC.\ Missione di UD FraDcescano presso
il Sultano, p. 433.
DIRITTO canonico, p. 641.
DIRITTI dell' Occidente sulla Palestina, p. t07.
DIRETTORIO politico, p. 611.
DIRKS. M. R. Padre Scrvasio. p. 132 i47 184 203
253 305 327 607.
DISCIPLINA dei Frati Minori (prezioso libro di S.
Ruonnventura). p. 197.
DISCENDENTE della famiglia di San Vincenzio
Ferreri. p. ir>4.
DISCORSI di Prospero Peragallo, Minore Riformato.
p. 450.
DISEGNO di esplorare il cratere del Vulcano, p.
203.
— di tutta la Terra Santa, p. 403.
DISSEUTACCION hislorico-polilìca. p. 599.
DISPIJTATIO Scoti prò Immac. Concepì. V. Mariae
p. 259.
DIZIONARIO Turco-italiano e Italiano-Turco, p. 84.
— La ti no- Italiano-Cinese, p. 95.
— Arabo-Italiano e llaliano-.\rabo. p. 631.
— di Biogratla Tniversale. p. 231.
— stampato dal Murr. p. 581.
DIZIONARI di cui si servirono i Missionari, p. 208.
— scritti in tre lingue, p. 529.
DOCUMENTO per la storia delle Missioni France-
scane trai selvaggi d'America, p. 112.
— inedito intorno alle vicende dell' Ordine Fran-
cescano, p. 171.
— del Padre de la Fuente. p. 194.
— latino ciroa le Missioni Francescane in Bosnia,
p. 214.
INDICE
679
DOCUMENTO che dimostra V integrità di Colombo.
p. 573.
DOCUMENTI inediti nelle Biblioteche e negli Ar-
— chlvi di Spagna, p. 42.
— per la Storia del Paraguay, p. 8S.
— delle Missioni Francescane in Guinea, p. 186.
— esistenti nelP Archivio, dei Convento France-
scano di Gand nei Belgio, p. SIO.
— interessanti intorno ai primi Missionari Fran-
cescani nell' America, p. 5153.
— e notizie, p. 43i.
— annotati, p. 561.
— perduti, p. 597.
DOCUMENTOS per la storia del Messico, p. 584.
— ineditos para la historia de Espana, p. 467.
— originales. p. i7.
DOCTRINA Christiana del Reverendo Fray Juan
Qumarraga (Zumarraga). p, 648.
DOLBEAU (Pad.) Giovanni, p. 310.
DOMENICO Moreni. p. 42.
DOMENICANI strozzati in Cina per la Santa Fede.
p. 55.
— in America, p. 115.
DORANTES Stefano, p. 425.
DOTTRINA cristiana in Medicano e in Ispagnuolo
* p. 37.
— in lingua Guatemala, p. 42.
— en Mexicano. p. 529.
— del Card. Berlarmino tradotta in idioma Ta-
galog. p. 550.
— en idioma de los Aetas. p. 557.
DOTTRINE cristiane scritte in tre lingue, p. 529.
DULCEDO (de) Padre Francisco, p. 74.
DRACK famoso capitano, p. 166.
DRAMMA dei più belli nella storia delle Missioni
Francescane, p. 399.
EDinZI indi. p. 46.
EDIZIONE curata dal P. Marcellino da Civezza. p.497.
EDUCACION de los mancebos. p. 267.
EFFICACIA miraculorum. p. 153.
EFFIGIE di Atahaualpa trovata in Toledo, p. 593.
EGIDIO da Perugia M. 0. p. 452.
EGIDIO da Pesaro, p. 457.
EGITTO, p. 68 82 471 631.
ELENCO di molli storici e cronisti spagnoli, p. 49.
ELENCO delle ceremonle di Terra Santa, p. 540.
ELENCO di vari oggetti e libri di chiesa e di
scienza, p. 473.
ELOGIO funebre, p. 326.
ELOGIO storico del Beato Odorico da Udine, p. 434.
ELUCIDATIO historica ec. p. 379.
EMHANUELE {Pad.) da Monteforte. p. 10 180.
EMPIRE du Japon. p. :.50.
ENCYCLOPAEDIA Missionis Apostolicae. p. 401.
ENSAIO historico da lingua Goncani dei Cunha
RiVARA. p. 249 551.
ENTRATA dei Padri Francescani nella nazione Tu-
mana. p. 612.
ENTRATA dei Padri Gesuiti in Papigoche. p. 620.
EPISODIO bellissimo delle Missioni Francescane.
p. 331.
— magniflco delle Missioni Francescane in Gui-
nea, p. 115.
EPISODI I delle prime Missioni Francescane, p. 414.
EPITOME Annalium Ordinum Minorum. p. 230.
483.
EPISTOLA di Frate Ugo Panziera ai procuratori
dei Frati Minori di Prato (Toscana), p. 444.
— Patris Placidi a Polonia, ec p. 467.
— orìginalis Nuntii Bruxellensis. p. 211.
EPISTOLAE Missionariorum ec. p. 161.
EPISTOLAS del Doctor Pedro Danesio. p. 73.
— del Principe Niccolao. p, 73.
ÈRA novella di prosperità e di pace. p. 608.
ERBA PirH'pirri. p. 109.
— angoulemine. p. 593.
— santa (Tabacco) p. 594.
— nicoziana, da Nicol, che la inviò in Francia
come semenza di pianta rara e medicinale, p.
593.
ERMETE (Pad.) da Recanati, p. 75.
ERODOTO, Padre della Storia, p. 49.
EROICA pietà di un Indo. p. 612.
EROISMO dei Francescani al tempo dei Calvinisti
in Francia, p. 190.
ESCALONA in Spagna, p. 164.
ESEMPLARE acquistato in Parigi dal Patire Mar-
cellino da Civezza per Lire 100. p. 398.
— acquistato dal suddetto per Lire 150. p. 241.
— di un libro postillato dal Padre Frediani M.
0. p. 268.
— di un libro del Lardizaval presso il Padre
Marcellino da Civezza. p. 268.
— donato al Padre Marcellino dall' illustre Fsa-
DiNANDO Denis in Parigi, p. 577.
— procurato da Marcellino al prezzo di Lire 60.
p. 564.
ESEMPLARI pressali Padre Marcellino da Civezza
p. 75 121 242 247 268 384 398 408 430 433
434 447 450 461 468 564 577 602 608.
ESEQUIE dei Pamas. p. 356.
ESERCITO del Sultano di cristiani rinnegati, p.
442.
ESERCIZIO della Via Crucis tradotto in lingua
Castellana, p. 390.
ESORTAZIONE ai govani Francescani, p. 362.
ESPELHO de Penitentes. p. 251.
ESPLORAZIONE del Missisipi. p. 236.
ESTADO geografico, ec. de la Provincia de San
Gregorio de Filipinas. p. 12.
ESTABLISSEMENT de la foy dans la Nouvellc
I France. p. 152 305.
680
INDICE
ESTABLECIMIENTO de las Missiones de la anUgua
California, p. 170.
ETABLISSEMENT de la Foi dans le Naeve France.
p. 153.
ETIOPIA, studi moderni, p. 317.
ETNOGRAFIA e sua importanza preveduta da un
Francescano, p. 590.
ETRURIA Francescana, p. 661.
EUROPA, p. 4 19 43 44 63 66 114 150 160 171
337 339 404 411 470.
EVANGELARIUM epistolarium et lectionarium
Azlecum sive Mexicanum. p. 538.
EXHORTACION pastora! ec. del Reverendo Padre
Fr. Manuel Maria Truxillo. p. 601.
EXPOSigAO do Credo en lengua Concani. p. 563.
FABRIGA linguae Arabicae cum interpelratione
latina et 'italica, p. 570.
FACOLTÀ concesse dalla Santa Sede ai Vicari
Apostolici in Cina. p. 314.
FACONDO (Pad.) Giannotto 71.
F.VC-SIMILE dei caratteri inventati dal Padre Le-
Clerc per insegnare a leggere ai selvaggi del
Canada, p. 306.
— delle cinque lettere inventate dal Padre Parrà.
p. 448.
FANTUZZI fSenitori bolognesi), p. 34.
FARINA machacbeira. p. 353.
FARO d' Alessandro, p. 84.
FATTI commoventissimi dei martini che ebbero a
soffrire i Francescani per conservare i Santi
Luoghi ec. p. 417.
FAVOLE dei Lamas e dei Bonzi, p. 61.
FAZANDKIRO do Hrasil. p. 626.
FEDE predicala dai Missionari nel regno di Jafa-
napatao. p. 168.
FEDERIGO (Pad.) da Duniccrque. p. 130.
FELICE da San Severino, p. 68.
FELIX M. R. P. DE HuERTA. p. 212.
FERNANDO da Mencses. p. 4.
FIGURE in legno dei principali misteri di Nostra
Santa Religione, p. 61.
FIGURAS y melaforas de la Sagrada Escritura.
p. 580.
FILIPPO Rossi Cassigoli di Pistoia, p. 82.
FILIPPO (Pad.) Arroyo. p. 25.
FILIPPO li. p. 6.
FILIPPINE, p. 365.
FILOLOGIA Americana, p. 234.
FIORI del Giardino Francescano, p. 447.
FIORETTI storici di cose curiose in Levante, p.
403.
— di San Francesco, p. 373.
— novelli della vita di San Francesco ce, p. 418.
FIUME Niagaru. p. 235.
FIUME Madera, p. 347.
— Purus. p. 363.
— Cappum. p. 364.
— della Maddalena, p. 573.
FOGLI di un Manoscritto inviato al Padre Mar-
cellino da Civezza dal Signor Marco Jimenes de
la Espada, p. 331.
FONDATORE del Convento di S. Anna in Parigi
.d 81S.
FONDAZIONE del Collegio di San Ferdinando in
Messico, p. 170.
— del Collegio della Puebla de los Angeles, p. i70.
— del Collegio di Propaganda Fide in Gnate»
mala. p. 170.
— e ristabilimento di varie MissionL p, 634.
— dei Betlemili. p. 615.
FONDAZIONI di Santa Teresa, p, 615.
FONTI di San Matteo, p. 87.
FULGENZIO M. R. P. da Torino, Commissario della
Terra Santa in Parigi e Ex-Procuratore Generale
dell'Ordine, p. 185 415.
FLEUVE de l' Or. p. 53.
FLOS sanctorum , del Padre Amador de Santa
Anna. p. 550.
FLORES grammaticales Arabici idiomatis. p. 607.
FRAGMENTA, seu Historia Minor Provinciae An-
gliae FF. Minorum. p. 664.
FRAGMENTOS de una historia de la Nueva Gali-
eia por el P. Antonio Tello, p. 584.
FRANCIA Antartica, p. 590.
FRANCESCO {Pad.) Frediani M. 0. p. 71 368 336.
FRANCESCO Hermosa Francescano si dà ostaggio
in Siam per alcuni Spagnoli prigioni, p. 237.
— Solano M. 0. p. 126.
— Bondoy. p. 50.
— Caccia, p. 75.
— Avanzo, p. 12.
— di Santa Rosa da Viterbo, p. 40.
FRACKSCANO dotto in medicina, p. 338.
FRANCKSILANI llaminini^hi clje evangelizzarono
nel Messico e nel Perù. p. 253.
— clje viaggiarono con Cristoforo Colombo,
p. 253.
— in America, p. 18i.
— in Francia al tenuto degli eretici, p. 334.
FRANCISCO de Avola, p. 20.
— de Rarajas. p. 33.
— Machadu. p. 8.
— Garces. p. 205.
FRATE Marco da Lisbona, p. 128.
FRATTEGGIANI (Pad.) Angelo, p. 352.
FRERE Pierre de Mura, racconto, p. 203.
FRUCTUS Missionar. p. 161.
GARINETE liltcrario das Fontainhas. p. 476.
INDICE
68i
GALERIA ornithologica. p. 6S8.
GALILEA et Jerico. p. Sii.
GAMBA Bartolomineo. p. 461.
GASPERO e GIOVANNI Religiosi architetti d'Italia.
p. i47.
GASPESIA e sua descrizione, p. 301.
GENERE di vita de* Missionari Francescani in
Palestina, p. 369.
GENIO cristiano, p. 653.
GENERALE Tafel. p. 317.
GENERALES Ordinis Franciscani. p. 160.
GENIGRAFU iUliana. p. 385.
GEOGRAFI moderni, p. 61.
GEOGRAFIA p. 117.
— e 'storia del Canada, p. 134.
GEOGRAPHIÀ Terrae Sanctae. p. 111.
GERONIMO {fra) Jìmenei. p. 18.
GERONIMO (Pad.) de Burgos. p. 71.
GERSONE Parisino e i suoi seguaci, p. 115.
GIACOMO della Marca M. 0. p. 191.
— di Portogallo, p. 10.
GIANNOTTI (Pad.) Facondo M. 0. p. 310. '
GIAPPONE, p. 1 71 116 548.
GIARDINO SeraHco e storico, p. 631.
GIGLIOLI Enrico insigne zoologo, p. 371.
GINO Capponi, p. 453.
GIOVANNA (Suor) Inez della Cruz poetessa Mes-
sicana, p. 611.
GIOVANNI IV. p. 661.
GIO. BATTA da Bormio, ipra) p. 53 56.
GIO. BATTISTA Mnfioz. p. 5.
GIOVAN FRANCESCO Gemelli, p. 10.
GIOVANNI da Pian Carpino, p. 436.
GIOVANNI {Pad.) Perez, p. 438.
— IV. p. 661.
GIOVANNI (A-a) Zummaraga. p. 647 648 649 650.
GIORNALE cattolico LE MONDE, p. 664.
GIORNALI americani, p. 184.
GIRO del mondo. Opetfi di Giovanni Francesco
Gemelli, p. 10.
GIUSEPPE Den Velaer insigne benefattore dei Bfis-
sionari. p. 55.
GIUSEPPE {Pad.) Mattei M. 0. p. 43.
GOMARA cronologo e geografo dilìgentisslmo. p.
598.
GOMMA elastica, p. 349.
GOMEZ celebre Missionario in America, p. 115.
GONZALES (Pad.) Giovanni, p. 571.
GORGOMIESI Martiri Francescani, p. 439.
GOVERNO del Portogallo, p. 561.
GUAL {Pad.) Fedro, p. 117 657. ec.
GUASTI Cesare, p. 366 434 447 464.
GUASTI Ranieri tipografo in Prato, p. 147 501.
GUATEMALA, p. 9.
GUERRA sacra, p. 561.
GUIDA per coloro che volessero recarsi alla visita
dei Santi Luoghi del Padre Henri Castela. p. 88.
GUIGNES supposto autore di un dizionario, p. 109.
GLORIA ingiustamente data al Nioot. p. 593.
GLORIE cattoliche e francescane aflktto ignorate.
p. 113.
GRAMATICA Arabi go-EspaSola. p. 76.
— de la lengua Griega en idioma espSnoL p. 90.
— griega. p. 199.
— Mutsun. p. 15.
— Yucateca. p. 617.
— de la lengua Tagala. p. 661.
— del Padre Manoel de S5o Galdino Arzobispo
de Goa. p. 564.
GRAMMATICA deU' Aquila, p. 79.
— turca, p. 80.
— della lingua Messicana, p. 189 435 634 641.
— latino-illirica, p. 156.
— araba, p. 335.
— della lingua Guatemala, p. 567.
— Maya.p. 583.
GRAMMAIRE excessivement rare. p. 651.
GRABfMATICHE scritte in lingua Cahchiquel, Qui-
chè, TzutuhiL p. 519.
GRAND voyage du pays des Hurons. p. 511.
GRANDEZAS de Indlas. p. 581.
GRECI Scismatici che si impadroniscono con false
scritture dei Luoghi Santi di Gerusalemme . p.
'l68.
GREGORIO XIL p. 453 483.
— X. p. 4831
H
HAN-TSU-SI-L Nuovo Dizionario Cinese, p. 109.
HASSIAE Conventus Tertiariarum. p. 178.
HELMINTHOLOGIA portugueza. p. 618.
HENRI VIII. p. 318.
HENRICUS R. A. P. Lotzius Hagiopolitanus. p. 180.
HENNEPIN County. p. 136.
HERMANO fray Diego Ordofiez. p. 188 191.
— fray Domingo de Brieva. p. 178 180 181 183
184 185 188 191.
— fray Francisco de Piiia. p. 179 191.
— fray Francisco Gonzalez. p. 198.
— fray Fedro, p. 173 174 177 391 395.
HERRERO {Pad.) Andrea, p. 494.
HIAM-XANG (città), p. 54 55.
HIANGXAN (città quindici leghe distante da
Macao), p. 53.
HIAZIN-HIEN ( città ). p. 107.
HIBERNIAE martyres. p. 63.
HIERARCHIA Franciscana. p. 315.
HIERUSALEMSCHE Reyse vanden eeriw. p. 116.
HILARIUS a Sancta Rosa Episcopus Macaonensis.
p. 59 60.
HISTORU. de Yucatan. p. 1 116 167.
— del regno di Voxu. p. 1.
— Ecclesiastica del iapon. p. 11 148 149 557.
44
682
INDICE
HISTQRIA de la Seraphica Descalzòs: Fray Jaeobo
de Ca$tro. p. il.
— de lodo lo obrado en China, p. li.
— de Guatemala, p. 29.
— Qnivenal del munda p. 661.
— de las Islas Filipinas ec p. 36.
— de la Palestina, p. 41.
— minor Provinciae Angliae. p. 664.
— de las Misiones de la Republica de Chile. p. 48.
— de civilizacion y progressos de America, p. 48.
— de las Misiones de America, p. 48.
— de la revolucion moral de los selvajes. p. 48.
— de las acciones generosas, de los costantes
sacriflclos y padeclmientos de los ìlisioneros ec.
p. 48.
— de los Araacanos. p. 49.
— moderna de Chile. p. 49.
— de la Patagonia, p. 49.
— del primer descabrimiento y conquista de las
Canarias. p. 51.
— ecclesiastica de martyrio Fratrum Ord. Mino-
rum. p. 63.
— cronologica della Provincia di Sorta, p. 75.
» de Tunkin. p. 76.
— ecclesiastica y scglardeia colonia Belis. 108.
— de la persecucion y gaerras de Cochinchina.
p. 109.
— corographica naturai y evangelica de la Nueva
Andalucia. p. HO.
— de los admirables progresos de nuestra santa
Fé catolica en los reinos de Cochinchina y
Cambodja. p. 123.
— polemica de Graecorum schismate. p. 129.
— chronologica do Convento do Varatojo. p. 164.
— serafica da Ordcm dos Frades Menores na
Provincia de Porlugal. p. 167.
— de la reduccion y conversion de la provincia
de Taguzgalpa. p. 169.
— breve de la conquista de los eslados inde-
pendcntes del Imperio Mexicano. p. 193.
— bethelemilica. p. 205.
— de las guerras de Cochinchina ec. p. 114.
— seraphica en Espafiol. p. 216.
— de la santa Provincia de los Angeles, p. 226.
— de las guerras del Perù. p. 228.
— y Cronica Francescana de la Provincia del
Santo Nombre de Jesus de Goallmala. p. 240.
— de la Cochinchina. p. 240.
— de la predicaciou del Santo Evangelio cu
China, p. 243.
— de los sucesos de Ternate, p. 245.
— general de Philipinas. p. 242.
— de la China dei Padre Gonialez. p. 340.
— ecclesiatica ullramarina. p. 367.
— de los Indios ec. p. 413.
— de las guerras de Cochinchina. p. 460.
— de las Missiones catolicas en Cochinchina.
p. 460.
HISTORIA Mongalorum. p. 464.
— civilis et ecclesiastica Dalmatiae, ec. p. 469.
— general de las cosas de Noeva Espaua.
p. 523.
— de la pereecucion contra los crìstiaDos en
Cochinchina. p. 534.
— - del martirio de Fray Sebastian de San José,
p. 541 543 595.
— de las vidas y milagros de Beato Fedro de
Alcantara, p. 545.
— das vidas e feitos heroicos, ec. due Santos.
p.550.
— del martirio del Venerable Pr. Gabriel de la
Magdalena. p. 552.
— de la persecucion de la ley Evangelica y sus
Ministros en China, p. 554.
— seraphica S. P. Franciscl. p. SS8.
— do Xalisco y de la Nueva Vizcaya. p. 584.
— naturai Espanola. p. 598.
— brevis Ordinis Minornm. p. 608.
— del Capitulo general qne celebrò la Religiùn
Serafica en Toledo, p. 656.
HISTOIRE de la premiere descouverte et couque-
ste des Canaries. p. 51.
— de la geograpbie du Noveau CoDtJneDt.
p. 66.
— du christianisme en Chine, p. 108.
— et voyage de la Terre Sainte. p. 217.
— du Canada, p. 521.
— du ChiU. p. 128.
— des Ordres Monastiqaes. p. 231.
— du clergò Kegulier. p. 231.
— des Ordres militaires. p. 231.
— de la perseculion dedeux saints evé<iues. p.
239.
— du glorieux Frerc André de Spolete. p. 240.
— chronologiquo de la Province des lU-ftillels
de Vàv\<. p. 309.
— de Mai^adascar. p. 3^^9.
— generale de 1' origine et progrez des Frercs
Mineurs ec. p. 484.
— de la lU'ligion chrelienn au Japon. p. 530.
niSTOHl.\I)lUHES y Cronislas. p. 49.
IIOCHEU (città), p. 53 54.
H01)0E1»0HICUM llicrosolymilanae peregri naliunis.
p. ir)2.
HOHOLO(i(lI Giuseppe, p. 232 590.
IIOSPICIO da Piedade. p. 185.
HUMBOLDT dotto esploratore, p. 572.
HVEHTA Padre (FMado. ec.) p. 12 13 18 26 37
31 33 36 71 76 82 134 151 161 187 189 200
214 215 2(7 237 243 248 249 265 315 336 36J
369 384 410 419 435 438 4i3 431 452 460 466
519 532 534 5il 5i3 544 545 546 549 557 55S
561 562 560 581 595 601.
HUET Padre Paolo, p. 310.
IIYDROMETRA. p. 630.
HYMNE ìnvicie Uariyr. p. 330.
IRDICB
683
I
IDIOMA Tagalog. p. 26 465 550 581 646.
— Bicol. p. S6 37 345 334 384 533.
— Maya. p. 41 517.
— Yucateco. p. 41 517 634.
— Arabo o arabico, p. 79 438 607.
— Anamitico. p. 118.
— Kachique]. p. 346.
— Tacana. p. 313.
— iapoo. p. 335 451 557.
— de Caripunas. p. 351.
— Iraya. p. 384.
— Illirico, p. 483.
— chioico. p. 519.
— de los Aetas. p. .557.
— Tarahamar. p. 584.
— Egongot. p. 646.
— Gaarayo. p. 656.
IDIOMAS Tagalog Ilocano, y Chino, p. 31.
IDIOBfl KachiqueU Qaichè, Tzutuhìl. p. 448.
IDOLI indi. p. 46.
IDOLI e templi della Cina. p. 553.
IDOLATRIA di Naqualisti. p. 635.
ILIBARRI Provincia di Alava, p. 315.
ILLIRIA. p. 150.
IMPORTANZA degli Ordini religiosi, p. 335.
IMPRESA d'Algeri, p. 149.
IMPRESE famose del Gesuita Kin. p. 171.
INARD. R. P. Benoit. p. 244.
INiNOCENCIA insultada. p.344.
INNOCENTIUS III. IV. V. VI. p. 358.
— VII. Vili. IX. p. 868.
— X. XI. XII. XIII. p. 363.
INCISIONI di GeofTroy. p. 591.
— del GaUot. p. 301.
— di San Francesco e dei principali Santi e
Martiri dell'Ordine, p. 484.
INCIVILIMENTO cristiano arrecato dai Missionari
Francescani ai popoli dell'Arcipelago indiano.
p. 330.
INDIA cristiana del Padre Gaal. p. 337.
INDIANI detti pintados. p. 433.
INDICE di un Opera dottissima del Granados.
p. 334.
INDICULO cronologico, p. 40.
INDOLES, genio y talentos de los Espanoles* p.
334.
INDOVINI, p. «18.
INDULTO del Giubileo, ec. p. 310.
INFANZIA (sanU). p. 588.
INFERNO di Massaya. p. 303.
INGHILTERRA, p. 313 475 539 664 665.
INSANIA Machometi. p. 153.
INSULAE Jonici maris. p. 153.
INSTITUTRICE della Santa, ec. p. 588.
INTRODUCTION da Tabac en France. p. 591.
INTRODUCTIO ad studium Sacrae theologiaé del
M. R. P. Van-Loo, Recolletto nel Belgio, p. 608.
INVENZIONE europea, p. 306.
INVITO fatto al Padre Macellino per il Congresso
degli Americanisti in Bruxelles, p. 687.
IOAN de Domayquia. p. 397.
IPOCRATB e Galeno, p. 610.
IRMAO Fr. Francisco Bautista. p. 143.
ISCRIZIONE epigrafica, p. 336.
ISLA de Sanguir. p. 245.
ISLAS Filipinas p. 315.
ISLE Caable. p. 53.
ISOLA di Portoferralo. p. 71.
— di Ternate, p. 158.
— di Calonga. p. 346.
— Percèe. p. 303.
— di Magadascar. p. 309.
— d'Orleans, p. 313.
— di Candia. p. 507.
— di Rodi. p. 507.
— - di Cipro, p. 508.
— di Tereriffe. p. 51.
ISOLE d'origine vulcanica, p. 151
— di Pongardiva e di Pagode, p. 16tf'.
ISTITUZIONE della CiOngregazione di PtùpaifaMa
Fide. p. 138.
— mirabile, p. 307.
ISTORIA del Padre Emanuel Crespel Recollet d'
Avesnes. p. 130.
ISTORIOGRAFO e Cosmografo regio, p. 590.
ITINERARIO del Padre Ignazio di Lojola. p. 340.
-^ del Nuovo Mondo, p. 340.
— di China, p. 457.
ITINERARII in Tartaria. p. 436.
lUARRO autore di un opera sconosciuta, p. 189.
lUNG-TCHIN imperatore, p. 160.
JOANINO, Gusiodio da Provincia da India, p. «53.
JABOATAM. p. 347.
JACOBUS a Rosario converlit Hayton. p. 359.
JENNES. p. 347.
JENCHEUFU(città). p. 61.
JERONIMO (Pad.) de Belem. p. 39.
JOANNES de Muro Cardinalis. p. 358.
JOANNES Fr. Putz. p. 258.
JOkO Fr. da Apresenta^fU). p. 30.
— Fr. Bautista fundou o Convento de Malaca.
p. 141.
— Pecador. p. 143.
— da Assumpcam. p. 143.
JOAO III Rey. p. 352.
— V Rey. p. 351 .
JOAO Albuquerque. p. 10.
JOAQUIN Garcia IcazbìOCBTA. Àpuntei. p. 39 304.
JODOCO (Pad.) Biche, p. 353. . .
684
INDICE
JORNAL da Santa Igresia Lusitana do Oriente.
p. 564.
JOSÉ Fr. Amich. p. 16.
JOSEPH Alvarez. p. 15.
JOVER Pater Petrus, p. 181.
JUAN {Pad.) Bautista. p. 36.
JUAN (Pad.) Baenaventura Ibancz. p. S43.
JUAN Pray Francisco Irondo. p. 146.
JUAN {Pad.) de Jesus, p. i48.
JUDBI. p. 153.
JULIUS Bussin Florentinus. p. 63.
JUMILLA. p. i58.
K
KIANG-SY. p. 88.
KIEN-LUNG (imperatore), p. 81.
KIN-FU-HIEN piccola città, p. 61.
KING Fr. Paulo Hiberoo. p. i55.
KORTESWAGE pagus. p. 163.
KLAPROTH orientalista illustre, p. 440.
KRALIEVIÈ (Pad.) Angelo, p. 386.
KRE<:SLINGER Fr. Massaeo. p. S86 S87.
KRUMP (Aid.) Teodoro, p. S64.
LAGO di Brulles. p. 84.
LAPIDA sepolcrale, p. i44.
LARDAN1 {Pad.) Giacomo, p. 685 664.
LAVORI manoscritti e stampati in lingua cinese
del Padre Pietro Plnuela. p. 462.
— Bibliogranci. p. 6il.
LAZARETO do S. l\o(iuc. p. «50.
LAZARl, Marco i>olo. p. i33.
LECLEHC (fìiblioteca Americana.) p. 8 340 64i.
LEGENDE DORÈE. p. 635.
LEGENDI ratio apvid Hcbreos. p. 133.
LEGGENDARIO Francescano, p. 388.
LENGUA Achi. p. «15.
— Arabe, p. 76.
— Bramana. p. 565.
— Cakchiquel. p. 9 19 367 449.
— de Manados. p. 443.
— Castellana, p. 649.
— China, 419.
— Chinica. p. 163 519.
— Cumanagota. p. 581 64«.
— Ebrea, p. 76 155 199.
— Hebrea arabiga. p. 199.
— Griega. p. 78 155.
— Guaraya. p. 656.
— di Guatemala, p. 4i 437 567 576.
— de los Indios. p, 883 637.
— Japona. p. 439.
— Kichè.p. «9.
LENGUA Vulgar Mallorquina. p. 80.
— Mexicana y Castellana, p. 36 406 595.
— Mexicana. p. S9 31 38 73 400 436 498 561
634 641.
— di Mechoachan. p. S13.
— Nahuatl. p. 37.
— Otomi. p. 3^8.
— Popoloca 0 Totanaca. p. 436 595.
— de Yucatan. p. S8.
LEON Pages. p. 850.
LEONE XIII. p. 683.
LEONARDO della Serra M. 0. p. 869.
LEONARDO {San) da Porto Maurizio, p. 190.
LETTERA del Re Idate al Papa Paolo V. p. S.
— del Padre Areso al Padre MarceUino da CiYezia.
p. SS.
— del Padre Francesco da Bologna, p. 44.
— di Monsignor Maigrot. p. 5S.
— Pastorale di Pietro Sans Vescovo dì Maurica-
stro. p. 88.
— tradotta dal Portoghese, p. 67.
— di Mons. Marti liat tradotta dal francese, p. 58.
— della Sacra Congregazione di Propaganda al
Superiore dei M. 0. R. della ProviDcia di Milano,
p. 59.
— dalla Cina del Padre Gio. BatU MioletU da
Serravalle. p. 60.
— di Monsignor Portimense. p. «0.
— al Padre Borghetto. p. 61.
— di un dotto Orientalista al Padre Marcellino da
Civezza. p. 79.
— del Padre Francesco da Capannori. p. 79.
— del Vescovo di Guatemala al Re di Spagna,
p. 146.
— del Padre Eustachio Beecl: al suo Provincialt*.
p. 163.
— in lingua Spagnola, p. 203.
— del Padre da Jenne. p. 248.
— del Padre Jodoco de Ricke. p. 253.
— del Padre Manero Ministro Generale, p. 236.
— del Padre Jumeau. p. 301.
— del Padre Huygcns. d. e. d. G. p. 313.
— di Monsignor Salvelti alla sua Mamma, p. Zìi.
— del Padre Francesco Manerba al Granduca di
Toscana, p. 368.
— del Rascia del Cairo tradotta dall'Arabo, p. 3M.
— rinvenuta dal Padre Marcellino nell* Archivio
Mediceo di Firenze, p. 402.
— del Padre Olmos a Carlo V. p. 436.
— del Padre Gregorio da Parghelia. p. 448.
— di Fr. Fernando da Paz. p. 449.
— di Mon.signor Angelo Mai. p. 460.
— Ialina di Vitale Kaiò sacerdote cinese, p. 441.
— del Ministro Generale dell' Ordine a fra Barto-
lommeo da Pisa. p. 463.
— del Padre Prolhais. p. 471.
— del Padre Michele Radvich. p. 48S.
— originale di Micbelangiolo Tiixi. p. 482.
INDICE
685
LETTERA delP. Thenaud a Luisa di Savoia, p. 589.
— del Padre Agostino da Trento M. 0. R. p. 601 .
— del signor Bonturini a' Padri della Compagnia
di Gesù. p. eio.
— del Francescano P. Silvestro Velez. p. «11.
— del Padre Vincente, p. 636.
— del Conte Roselly de Lorgues al Padre Mar-
cellino da Civezza. p. S03.
— del Padre Giovanni da S. Croce, p. 539.
— dell' mastre Ferdinando Denis a Marcellino da
Civezza sul merito del manoscritto del Padre
Laureano de la Cruz. p. 644.
LETTERE del R. P. Giovanni Fernandez. p. 187.
— del Padre Martino Aleman. p. 187.
— di Fr. Pietro Gante, p. ao«.
— inedite di Francescani, p. 204.
— dei Missionari Francescani di America, p. 42.
— del Padre Bernardino della Chiesa M. 0. p. 1 11 .
— di Fr. Giovanni da Capistrano. p. 80.
— di Monsignor Dionisio Grego. p. 224.
— risguardanti le Missioni cinesi, p. 314.
— autografe di Missionari Francescani Spagnoli,
p. 316.
— copiate dalP originale dal P. Giannotti e rega-
late al Padre Marcellino, p. 320.
— di Missionari Francescani raccolte dal Padre
Marcellino, p. 326.
— pubblicate da Marcellino nella Cronaca delle
Missioni Francescane, p. 326.
— di Monsignor Mansueto Lombardi, p. 337.
— inedite nelle Biblioteche di Spagna, p. 368.
— inedite della Cina presso Marcellino da Civezza.
p. 369.
— di Fr. Giovanni da Monte Corvino, p. 409.
— del Padre Salvatierra. p. 611.
— sopra la gran Quivlra. p. 612.
— per illustrare la storia di Sinaloa. p. 619.
— del Padre Navarro, p. 419.
— raccolte e conservate dal Dottor Giangaspero
Marangoni, p. 461.
— del Padre Eugenio Pilot. p. 461.
— suir Indie del Fiorentino Sassetti, p. 497.
— del Padre Matteo da Salerno, p. 530.
— del Padre Raffaello Sans. p. 550.
— del Padre Lorenzo Maria da S. Croce, p. 551.
— latine del Beato Alberto da Sarthiano. p. 566.
— di Sant Ignazio di Lojola. p. 572.
— interessantissime del Padre Toral. p. 594.
— sulla California, p. 609.
— autografe del Padre Atto Biagini M. 0. p. 636.
— del Cardinale Stefano Borgia, p. 636.
— inedite del Padre Zummaraga. p. 648.
— del Padre Morelli Minore Oss. Riform. p. 669.
— du P. Denis Samet. p. 522.
LEXICON etymologico. p. 577.
— de Jacobo Golia p. 79.
LEZIONI popolari di geograQa, astronomia e fisica
del Peragallo. p. 450.
LIBERTÀ Cattolica giornale napoletano, p. 253.
LIBRO raro acquistato dal P. Marcellino da Civezza.
p. 314.
— gotico rarissimo, p. 240.
— mistico in lingua Tagalog. p. 465.
— de la Regula ec. p. 489.
— rarissimo trovato dal Padre Marcellino da
Civezza in un monastero di Clarisse, p. 136.
LIBRERIA de D. Jayme Bondoy p. 50.
— del Vivajo. p. 470.
LIBRI antichi degli indiani salvati da un France-
scano, p. 583.
— cinesi, p. 92.
LIBRICCINO gotico, p. 327.
LIGNEE de Saturne. p. 589.
LIMA limata Conciliis. p. 231.
LINNEO novello, p. 626.
LINGUA Albanese, p. 300.
— Alemanna, p. 232.
— Arabica, p. 20 76 82 547 570 577 609.
— Bicol. p. 334 548.
— Canarina, p. 249.
— Cantabrtt. p. 440.
— Castellana o Castigliana. p. 76 465 483 661.
— Catalana, p. 130 337 390 588.
— Cinese, p. 61 649.
— Concani. p. 32 265 551 563.
— Cumanagota. p. 516.
— Fiamminga, p. 579 662.
— madre dell'Isole Filippine, p. 367.
— Flandrica. p. 162.
— Floridana. p. 414 415.
— Francese, p. 556 579 662.
— de' Gaspesiani p. 301.
— Guatimalese. p. 367.
— Indiana, p. 530.
— Inglese, p. 26 574.
— Italiana, p. 341 390 570.
— IzutuhiL p. 367.
~ Latina, p. 367 473 482 519 554 570.
— Malaua. p. 457.
— Maya. p. 41 517 518 535 574 596 644.
— Messicana, p. 37 123 164 523.
— dei Miemaes. p. 306.
— Montagnese. p. 312.
>- Portoghese, p. 56 209 473 553.
— Quiche. p. 19. 367.
— RiLSsa. p. 299.
— Schiavona. p. 482.
— Spagnola, p. 26 51 209 266 341 401 415 600.
— Tagala. p. 25 534 562 600.
— Tagalog. p. 465.
— dei Tupinambi. p. 644.
— Turca, p. 147.
LINGUE Aborìgeni, p. 609.
— Asiatiche, p. 440.
— Chinica, hebrea, greca, p. 440.
^ Cakchiquel, Quichè, TzutuhlL p. 529 566.
686
INDICE
LINGUE latina, italiana, greca, inglese, araba,
inorea, tedesca, francese, p. 35.
— Maya, Quiquè, Azeleca, Quichua ce. p. 644.
— Qaichoa, Aymara , Puquina, Guarani, Mochica,
Brasiliana, Yunga. p. 437.
— Tagalog e Bicol. p. 435.
— dei Selvaggi del Veni. p. 533.
— Tarasia, greca, ebraica, latina, p. 135.
LITANIE Lauretane. p. 594.
LITERAE R. P. Pelri Traieclini. p. 172.
• — quas Fr. Josephus. Bergaigne scripsit V. A. P.
I^mberto Weiir. p. 182.
— variae. p. 211.
LITTERARIUM SinicoUtinuro. p. 94.
LOUISIANE. Opera del Padre Hennepin. p. 233.
LOPEZ {Pad.) Melchor. p. 338.
— Padre Giovanni Antonio, p. 400.
LORENZO de' Medici, p. 133.
LOTTA tra Portoghesi e Francesi, p. 166.
LUCERNA Fidei. p. 370.
LUIGI (Padre) Serra, p. 36.
LUIS Jocolliot. p. 227.
LUISA di Savoia dà i mezzi ad un povero Frate per
rendersi viaggiatore, p. 589.
LUOGO ove fu eretto il serpente eneo. p. 85.
— ove Mosè percosso là pietra, p. 85.
— ove fu sepolto Faraone sommerso nel Mar
Rosso, p. 83.
— ove stanno le reliquie di Santa Caterina Ver-
gine e Martire, p. 85.
MACAO, p. 71.
MACHKTTI {Pad.) C.osuaMo. p. 345.
MADAMA di lUiilion. p. MKk
MADDALENA d'Austria, p. 610.
MAGALISMO. p. U.
MALAGA, p. li.
MALLAT. p. 188.
MALOCCA. p. 353.
MALDONADO Fra Antonio, p. 368.
MANXANZA di Hcligiosi per incivilire i Selvaggi.
p. 361.
MANCINI n. P. da Viterl)o. p. 346.
MANIFESTO iiistorico. p. 655.
MANILA, p. li 88 lOl 105 164 ce.
MANIOS piccola città, p. 347.
MANOSCIUTTU in cui si contengono 320 brevi
biogralle. p. 142.
— nella Riblioicca dell' Escuriale, p. 223.
— del Padre Laureano de la Cruz. p. 269.
— del Padre Tena. p. 587.
M.ANOSCRITTI del Padre (iAUBIL p. 566.
— in\ iati al Padre .Marcellino da Cive/.za. p. 22
ìii 185 334 335 369 371 390 396 430 438 461
478 4Ui 538 574 581 582 599 632 636 641 059
602 ec.
MANOSCRITTI dei Francescani In Manila, p. 71
— Arabici p. 79.
— di cui si fa menzione nella presente Bibliografla
p.2 4 5 8 9 10 11 12 13 16 18 19 20 24 IS il
27 28 31 32 33 36 38 39 41 42 43 48 50 St
66 67 69 71 72 76 79 80 82 88 90 109 111
113 114 118 122 123 124 128 129 132 133 1S4
133 136 137 138 142 145 150 151 152 100 101
164 165 170 171 185 186 187 189 192 200 tO)
204 207 208 209 211 212 214 215 217 123 2i«
227 228 230 237 240 243 245 247 248 249 2St
253 265 266 268 314 315 Ut 320 326 331 313
334 336 337 338 340 364 367 368 369 371 103
384 385 390 391 396 400 402 403 404 408 401
410 411 412 413 415 416 418 419 420 429 4)0
431 432 433 437 438 439 441 U3 449 451 432
457 460 461 462 465 466 467 468 470 472 477
480 482 483 484 490 491 492 493 494 495 490
500 502 507 523 529 330 532 534 539 540 541
543 544 545 546 517 548 549 550 551 552 551
557 558 560 561 562 563 564 565 500 567 568
569 571 574 575 576 577 580 581 583 584 58C
587 588 589 590 594 595 596 601 606 609 015
631 634 635 636 637 641 646 647 654 656 657
659 660 662 664 666.
MANUSCRIT du Vatlcan. p. 209.
MANUALE Peruanum. p. 127 437.
— en siete lenguas diferentes de Provinciis y
reinos del Perà. p. 127.
— dei Frati Minori, p. 208.
MANUAL Romano tradotto in lingua Maya. p. 518.
— de Misioneros. p. 655.
— du Libraire. p. 443.
— do Mineralogico, p. 027.
MAOMETTO, p. Ii9.
MAPA de la Provincia y Archipielago de Chilò«?. p. S.
MAPIW geograllca. p. 192.
MARCO (Pad.) da Nizza primo Apostolo del Perù.
p. 12 L
— (frale) da Lisbona, p. 136.
MARCELLO 11. p. 017.
MARCELLINO da Civezza tra i PP. del Collegio di
I^astrana. p. 113.
MARCELLIN Pere de Civezza. p. 164.
MAIU:HESE di Bolama Presidente del Consiglio dei
Ministri di l^ortogallo. (1877.) p. 468.
MARIGNOLLI fra Giovanni llorentino. p. 374.
MARGUERITE de France. p. 589.
MARIA (Suor) di Gesù. p. 610.
MARIANO (Pad.) da Firenze M. 0. p. 363.
MARIANNA di (iesù, superiora delle Suore Bette-
mitiche, p. 206.
MARIE {Pad.) de BREST, p. 664.
MARTINO V. p. 77.
MARTINO (Padre) da Valenza, p. 5.
MARTINHO Fr. do Amor de Deos. p. 18,
MARTIRE dichiarato Beato dal Sommo Pontefice
Pio IX. p. 576.
MARTIRI Giapponesi e Gorcomiesi. p. 4S9.
BfARTIRIO dei 43 Martiri Giapponesi, p. «8.
— del Padre Geronimo de la Cruz. p. 134.
— del P. Francesco Girano in Algeri, p. i49 588.
— del Padre Luis Gomez. p. 316.
— - di Fr. Juan de Santa Maria, p. ii5 «16.
— di parecchi Francescani uccisi in Olanda,
p. 568.
— di Fra Girolamo Arese. p. 601 . /
— de seis Fi^yles Franciscanos. p. 11.
MARTIROLOGIUM fraftciscanum. p. 25.
HARTYRS Franciscains en Angleterre ec. p. 227.
MASSIMILIANO I. p. 435.
MASSEO (Pad.) Kresslinger. p. 68.
MATAREA, Rascia e Cairo, p. 85.
MATTEI Matteo Prior di Cerreto presso Prato.
p. 386 387.
MATTEO (Pad.) Ricci di Macerata, p. 100.
MATRIMONIO secondo di Cristoforo Colombo, p. 39.
MAZZARINO (Pad.) Lodovico, p. 363.
MEDAGLIE antiche, p. 593.
MEMOIRES de V Acadèmie Royale des scienses des
lettres et des beaux arts de Belgique. p. 1.
MEM0RABIL1A Ordinis Seraphici. p. 259.
MEMORIA sulle Missioni della Cina. p. %0.
— indirizzata al Governo del Perù. p. 64.
— per i Collegi di Missione dell' America me-
ridionale, p. 415.
— latina sopra le Missioni Francescane, p. 416.
— circa le Missioni delP impero di China, p. 484.
— ProvinciaeCapistranae. p. 654.
— sobre a cultura e prepara^ao do girofeiro aro-
matico, p. 626.
— di Sir Erskine Perry, p. 32.
— dolcissima del P. Marcellino da Civezza. p. 13o.
— de alguns Religiosos, ec. p. 390 391.
— degli Americani all'Esploratore del Missisipi.
p. 236.
— della Missione francescana nel Nord del Brasile,
p. 345.
— inviata al Padre Marcellino da Civezza. p. 404
415 416 484.
— delle Missioni Francescane in Olanda, p. 404.
MEMORIE dei Commissari di Terra Santa, p. 150.
— della Nuova Zelanda, p. 35.
— lasciale dal Padre Morfl. p. 493.
— del Padre George al Re di Francia, p. 522.
— antiche dei Cinesi e Giapponesi, p. 598.
— del Messico, p. 618.
MEMORIAL defensorio. p. 553.
— sobre las Misiones de Filipinas. p. 365.
— de la Conciencia. p. 581.
— para la continuacion de la Cronica, ec. p. 23.
MEMORIALE in difesa dei popoli dell'America.
p. 532.
MEMORIALI scritti in latino, p. 410.
MENOLOGIO Francescano, p. 633.
MENSA della Misericordia di ManiU. p. 105.
MENENTILLO da Spoleto Domenicano, p. 410.
MERCANTI cinesi che vanno a Manila, p. 101.
MERCURIO ( Periodico Peruano). p. 450.
MESSA solenne di Requiem celebrata ad un vivo.
p. 236.
MESSAGER de Saint Francois de Saint-Trond.
p. 132 184 305.
METAMORFOSI desolante, p. 312.
METODO per confessare in lingua cinese, p. 209.
— facile per insegnare le preghiere ai Giapponesi .
p. 308.
— nuovo di scrivere inventato da un Francescano,
p. 385.
— adoperato per convertire gl'Indiani, p. 46.
MICHAUD(historìederAmerique). p. 131.
BnCHELANGIOLO (Pad.) da Napoli, p. 417.
— Laanci insigne orientalista, p. 89.
MICHELE Casimiri. p. 76.
MIEI YAIGGI da Roma alla Cina. p. 498.
MIGUEL de Castro, p. 27.
MIGUEL Fr. de Aguirre. p. 9.
MILPA-ALTA. p. 29.
MINERALOGIA, p. 627.
MINIERE d' oro, d' argento, ec. nell'India, p. 45.
— degli abitanti del Rio Grande, p. 612.
— e fertilità della Gallizia. p. 615.
MINISTRI Pro vi nciales Pro vinciaeSaxoniae. p. 180.
MINORI Osservanti fondano un Convento a Saint
Bernard negli Stati Uniti, p. 184.
MINUTA Provinciae Franciscanae S. Gregorii Phi-
lippinarum. p. 316.
MISCELLANEE di Stefano Baluzi. p. 404.
MISION en Cochinchina y Camboja. p. 22.
— .Serafica Espanola de Xan-Tung. p. 558.
MISIONES en la Republica de Bolivia, p. 16.
— - de la China, p. 492.
— de los Egongotes. p. 566.
— de los Indos. p. 583.
MISIONEROS de la santa Cruz de Queretaro. p. 69.
MISSIO in Albaniam. p. 263.
— Seraphica p. 402.
MISSIONS de la Nouvelle France. p. 131.
— Franciscaines. p. 184.
— en Palestine, p. 22.
— catholiques ec. p. 664.
MISSIONES de Filipinas. p. 71.
— de Japon. p. 72.
MISSIONARI primi delle Canarie, p. 51.
— in Moquengua e in Ocopo. p. 65.
— dati all'America dall'Ordine Francescano, p. 66.
— in Macao sul flne del 1709. p. 105.
— della Florida, p. 165.
— neir Olanda, p. 161.
— in India spediti dal re di Portogallo con un'
armata, p. 168.
— in Mechoachan. p. 261.
— fra i selvaggi Ahenakis. p. 312.
— inviati da Innocenzio IV. ai Tartari, p. 436.
688
INDICE
MISSIONARI apostolici, sudditi sardi, p. 478.
MISSIONEROS Jesuitas. p. 65.
MISSIONE ai Maroniti, p. U.
— FrancescaDa di San Giovanni Battista in
California p. S5.
— di Sani Inez. p. 85.
— Francescana nella nuova Zelanda, p. 34.
— del Padre CreipeL p. 131.
— di Fra Pietro di Gand nel Belgio, p. 132.
— fra i Greus e i Procuruxas. p. 251.
— nel regno di Camaboja.p. 257.
— del Magadascar. p. 309.
— nel Nord del Brasile, p. 345.
— di Cavinas. p. 346.
— di San Francesco d'Assisi, p. 351.
— di Calderao. p. 352.
— dei Pamas. p. 355.
— di Sant' Antonio, p. 357.
— di San Pietro Apostolo, p. 358.
— nel regno di Siam. p. 561.
— di San-Borgia. p. 573.
— di Sampaloc p. 600.
— di San Luigi, p. 621.
— di San Diego, p. 621.
— nelle Cercanias. p. 621.
MISSIONI Francescane in America, p. 4.
— d'Affrica, p. 41. 152 251.
— Americane, p. 569.
— della Palestina, p. 251.
— d'Oriente, p. 14.
^ degli Ilongotes. p. 217.
— della Provincia di Sant Thomò. p. 18.
— delle Filippine, del Giappone e deirAnierica.
p. 36.
— antiche francescane d' AITricu e del Giappone.
p. 34.
— nell'Indie Portoghesi, p. 139.
— in Palestina, p. !i4.
— in California, p. 145.
— del Canada, p. 152.
— ^della Tarlarla, p. 167.
— nel Nuovo Mondo, p. 236.
— della Bolivia, p. 238.
— delle Molucche. p. 243.
— dell' Ungheria, Moriavia, Boemia, Transilva-
nia, Turchia, p. 3U.
— francescane in Inghilterra, p. 327.
— fra i Turchi, p. 337.
— di Caupolican. p. 346.
— nelle regioni vcniane. p. 346.
— fondate dai Cai>puccini nella Provincia do!
Para. p. 363.
— nelle Colonie Portoghesi, p. 390.
— in Olanda, p. 404.
— della Cina. p. 546 557.
— nelle Filippine, p. 556.
— francescane di Palestina, p. 550.
— di (^siguran. p. 557,
MISSIONI neir India, p. 56S.
— dell' India orientale e dell' America, p. S6^
— lungo le Coste di Barberia. p. S88.
MITHRIDATES di ADELUNGE di VATER. p. 584.
MITOLOGIA, storia e piante dell' YacaUo. p. S38.
MONACI di S. Basilio, p. 85.
MONACHISMO e la Donna Cattolica, p. 450.
MONARCHIA Ecclesiastica, p. 662.
MONARQUIA Indiana, p. 30 215 268.
MONASTERO della Montagna Nera. p. 1.
— di Frati Bianchi In Ayo. p. 218.
— di Santa Chiara in Muguer. p. €54.
— di S. Maria dei Maroniti sai Libano, p. 21.
MONASTERIA Monalium in Provinciae Saxoniae.
p. 178.
MONDO Nuovo veduto da S. Francesco, p. 101.
MONETE provinciali di Francia, p. 593.
MONOGRAPH of Authors. ec p. 2.
MONSIGNOR Mezzabarba. p. 54.
MONTAGNA del Sol. p. 17.
— di Chi-hua-huas. p. 584.
MONTANA ludea. p. 512.
MONTE Libano, p. 21.
— Sinai, p. 85.
— di Santa Caterina, p. 221.
— Sion. p. 22 561.
— Oliveto. p. 509.
MONTERÒ M. R. P. Antonio, p. 489.
MONTS de Clere. p. 52.
— de la Lune. p. 52.
— de Or. p. 52.
MONUMENTA Franciscana. p. 411.
— Germaniae historica. p. 641.
— lanuensium. p. 114.
MONT.MKNTl principali e costumi della Palestina.
p. 500.
.MORTE di alcuni Francescani, p. 611.
MORTAUA Conte Alessandro, p. 418.
MOSCOVITI nella California, p. 597.
MOSTRO Marino, p. 620.
MUGIER città nella Provincia d'Hvielva. p. 634.
MUMMIE, p. 85.
MUSEO Mexicano. p. 213.
— Bonturini. p. 609.
N
NAZIONE dei Tupinamiù. p. 126.
NAZIONI harharo evangelizzale, p. 69.
NECESSITÀ di un viaggio dei Francescani nelle
due Americhe, p. 115.
— di pubblicazioni Ribliograllche. p. 561.
NICOI.AO Antonio (Bibliot. hisp.). p. 136.
NICOLO da Poggibonsi. p. 467.
NILO dove nasce? p. 217.
NOÈ Hianco. p. 428.
NOSTRA SIGNORA della Difesa, p. 610.
INDICE
689
NOSTRA SIGNORA de los Remediot. p, 610.
NOTA del Monos. p. 343.
— importaote. p. 477.
— tratta da una Cronaca manoscritta, p. 584.
— di fra Antonio di Urcozar. p. 9iS.
NOTE alla Storia di San Francesco tradotta da
Cesare Guasti di Prato in Toscana, p. 464.
NOTAS manuscritas. p. 657.
NOTICIA biografia di Fr. Fernando Cuero. p. 171
419.
NOTICIAS del Reyno de Meclioacan. p. 36.
— de la Nueva California, p. 444.
— dignas de attencSo. p. 561.
— historìales del Pad. Fedro Simon, p. 571.
NOTIZIA dei Luoghi Santi, p. 49.
— in latino ed in fiammingo di Francescani uc-
cisi dagli eretici, p. 44.
— storica della vita dei Missionari cinesi, p. 320.
— di parecchie cose inviate al P. Marcellino dai
PP. di Manila, p. 555.
— di quattro martiri Francescani sin qui scono-
sciuti, p. 637.
— che risguarda il Wadingo. p. 640.
NOTIZIE storiche dell' Australia, p. 34.
— circa i viaggi in Terra Santa, p. 73.
— della Cina. p. 96.
— del Perù. p. 1«4.
— inedite intorno V Abissinia. p. 317.
— interessanti per la geografia e per la storia
naturale, p. 345.
— degli Indiani infedeli, p. 399.
— del Padre Motolinia. p. 413.
— storiche intorno a Terra Nuova, p. 4i5.
— storiche intomo ai luoghi di Terra Santa.
p. 44S 587.
— risguardanti il viaggio del celebre Missiona-
rio GmLLAUME DE ROBRODCK. p. 504.
— sopra i Tapinambos. p. 643.
— in tomo al Padre Armando Zierixeense trova-
te nel Tossiniano. p. 647.
— intorno al Padre Antonio Comajuncosa spe-
dite al Pad. Marcellino dal Pad. Lardani. p. 655.
— del Pad. Emmanuele Mingo, p. 660.
NOUVELLE Relation del Pad. Le-Clerc. p. 300.
NOVA et velerà ecc. p. 6i5.
NOVELLE letterarie di Firenze, p. 567.
NOVITÀ, scoperte, invenzioni del Portogallo, p. 450.
NOVO Orbe serafico Brasilico. p. 459.
NUMISMATICA e sua importanza, p. 590.
NUNZII Apostolici inviati da Benedetto Xll. p.
568.
OCEANIA, p. 34.
OGCHOA fray Martin, p. i83.
ODIO che i governi moderni portano agli Ordini
religiosi, p. 475.
ODORICO Matiussi. p. i48.
OLANDA, p. 161.
OLIO di copauba. p. 349.
ONORE dato ingiustamente ad Amerigo Vespucci.
p. 573.
OPERA nova. p. 579.
— del Padre Anton Castillo presso il Padre Mar-
cellino da Civezza. p. 90.
— del Daza, p. 136.
— del Padre de Gubematis. p. 137.
— importantissima per lo studio delle lingue,
p. 188.
— acquistata in Parigi dal Padre Marcellino da
Civezza per iOO franchi, p. i4S.
— tradotta in italiano, in castigliano o in fran-
cese, p. 333.
— interessante per la storia civile e religiosa del
Messico, p. 397.
— data in dono al Padre Marcellino da Civezza
dal Padre BULDÙ. p. 450.
— omnia B. Alberti a Sarthiano. p. 566.
OPERE del Padre Colat di Valenza, p. 118.
— dei Missionari Francescani nel regno di Bi-
snega. p. 169.
— pubblicate dal Padre Anton Felice Mattei. p.
387.
— del Padre Andres de Olmos. p. 436.
— del Padre Francesco da Perinaldo. p. 451.
— del Padre Juan Pobre Franciscano. p. 466.
— pubblicate e inedite del Padre Ribadeneyra.
p. 495 497.
— del Padre Diego da S. Francisco, p. 543.
— del Padre Francesco da S. Giuseppe, p. 544.
— del Padre Antonio da San Gregorio, p. 544.
— del Padre Agostino da San Pasquale, p. 548.
— del Padre Gaspar da S9o Miguel dedicate a
Filippo IV. p. 565.
— del Padre ANDRÉ THEVET Francescano, p.
590.
— di Alessandro HUMBOLDT, p. 597.
— del Padre Velloso, p. 6S5 6f 6 637.
— del Padre Francesco da Santa Chiara, p. 664
665.
OPUSCOLOS Huaxtecos. p. 436.
ORACION funebre, p. 600.
ORACIONES. p. 584.
ORAISON funebre, p. 437.
ORATIO Fr. Gregorii Petrochae. p. «.
— gratulatoria, p. 637.
ORDINE Francescano il primo ad inviare Apostoli
neir Affrica e nel Brasile, p. 459.
— di Santa Chiara, p. 400.
ORDEN militar ec. p. 78.
ORDINI religiosi e i loro Missionari quanto valgano
per la vera rigenerazione dei popoli, p. 309.
ORIGEM do Real Mosteiro de Xabregas. p. 39.
45
6!)0
INDICE
ORIGINE della Provincia Bosna Croatia. p. 43.
— della Nazione Slava, p. 43.
— della Santa Croce di Queretarp. p. 170.
— della Serafica Religione per il Padre Goiazaga.
— e progresso ( ortus el progretius ) dell* Ordine
llinoritico di San Francesco, p. 256.
— deì\à più bella e gentile delle lingae moderne.
p. 531.
ORIGINALE prezioso in Firenze, p. «08.
ORTAL Geronimo, p. 7.
ORTENSIO Rev. P. da Livorno Missionario, p.
335.
ORTUS ^l progressus sacri OrdinisMinoruro. p. 68.
OSPEDALE per le donne nel Perù. p. «06.
— dì Montreal, p. 305.'
OSPIZIO dei Cappuccini italiani Missionari neir
America portoghese, p. 3S2.
— di Propaganda Fide di Granata, p. 41.
OTTAVIO Beltrano. p. 643.
— ( Pad. ) da Fenestrelle Missionario in Pale-
stina, p. 478.
— (Pa^) Barsanti. M. 0. p. 34.
OZON Padre Potenziano, p. 311.
PACIFICATORE delU Nuova Biscaglia. p. 615.
PADRI della Coropagpia di Gesù. p. 10.
PADRON de los Conventos de la Provincia del Nom-
bre de Jesus, p. 391.
PAESI dove si fa raccolta due volte V anno. p. 218.
PAGINA di storia gloriosissima per l'Ordine Fran-
cescano p. 370.
PAGINE di un Quadro sinottico della Storia del-
l'Ordine inviate al Padre Marcellino da Civezza
M. 0. p. 449.
PAJARES {Pad.) p. 50.
PALAZZO della Giustiza in Quebec, p. 312.
PALLAVICINO Cardinale di S. Chiesa, p. 83.
PALMETO Serafico, p. 193.
PAUMAS Indiani, p. 354.
PANEGIRICO in onore del B. Benedetto d'Arezzo,
p. 42.
PANIERI Canonico Ferdinando, p. 636.
PANFILO (Pad.) da Magliano M. 0. R. p. 234 365.
PAOLO III. p. 10 44.
— IV. p. 617.
— V. p. 3.
— (Pad.) Fournier. p. 312.
PARAISO serafico, p. 560.
— mistico, p. 563.
PARASOLI degli Indi. p. 622.
PAROLE di riconoscenza del Pad. Marcellino da Ci-
vezza M. 0. p. 401.
PARTICOLARI interessantissimi, p. 169.
PASS.AGG10 aperto tra il Nuovo Messico e la So-
nora, p. 622.
— gratit nei Vapori postali ai MissionarL p. 331.
— Passio gloriosi Martyris Andreae de Spoleto,
p. 448.
PASSIONI e morti crudeli sofferte da molti frati
Francescani, p. 582.
PASTORAL del Metropolitano di Oca. p. 56L
PATATE, loro cultura, uso e utili tà. p. 629.
PATENTE R. P. Theodori Reinfeld. p. 182.
PATENTI dei Re di Francia a favore dei France-
scani del Santo Sepolcro, p. 180.
PATER NOSTER in geroglifici delle tribù india-
ne. p. 306.
— in lingua Cumanagota. p. 51 ft.
PATRIARCA d'Alessandria si sottomette al Papa.
p. 130.
PATRIMONIO Seraphico. p. 251.
— Serafico della Terra Santa, p. S47.
PAULUS de Trìncis p. 258.
PEDRO de Aguado M. 0. p. 5.
— Fr. Simon, p. 5.
— Gonzalez de Agueros. p. 8.
— (Pad,) Bautista. p. 36.
— (Pad,) Beltran. p. 4i.
PELAGLO I. p. 662.
PELLEGRINO viaggiante, sog^giornante, ec p. 571
PELLEGRINÀGGIO delia vita umana, p. 589.
PELLI di Castoro, p. 310.
PENSIERO Cattolico (giornale genovese.) p. 253.
PEREGRINAGGIO di Terra Santa, p. 570
PERECRINÀgAO a ìerusalem. p. f 50.
PEREGRINATIO terrae promissionis. p. IL
PERUGIA, p. 452.
PERSECUZIONE dei Cristiani nel Giappone, p. 7i.
— dei Missionari nel Trarback. p. 162.
PIERRE (Pad.) Bonlhler. p. 51.
PIER BATTISTA e compagni Martin, p. 250.
PIETRO (Pad.) da Belmonte. p. 16.
— Marini Cardinale, p. 20.
— Gnlielmi. p. 58.
— (Pod.) Alfaro. p. 133.
— M. R. P. Pellici da Lucca M. 0. p. 449.
PIO IV. p. 28.
— IX. p. 109 227 550.
PISTOIA, p. 636.
POBLACION de Valdivia. p. 9.
POEMA in ottava rima. p. 610.
— di un Francescano in ottava rima. p. 165.
— sacro in ottava rima, p. 201.
POESIE in lode del Padre Faustino Tasso M. 0
p. 582.
POETESSA Messicana, p. 611.
POLINARI da Fiorenza M. 0. p. 471.
POPOLO d'Albanan. p. 561.
POPOLI convertiti dai Missionari Francescani neili
Provincia di Curoana. p. 539.
PORTA dei PettinarL p. 139.
INPfCE
691
Iceyra. p. 56.
, p. 57.
p. 56i.
e Olandesi, p. 15i.
nae p. 153.
•1 Cazco. p. 63.
ilizzatrice della Religione cattolica.
la dolce ncir Egitto, p. 88.
NE del Barone G. de Humboldt.
Ita delle donne indiane, p. 45.
:ui predicava l'Evangelista, p. 83.
trales de los Indios. p. 37.
scana. p. 444.
alla Storia compendiata di San
K 365.
fo dell'Indie, p. 10.
3lla pietcisa opera della Santa In-
588.
iioni francescane nel Yucatan. p. 119.
f reglas de la lengua Camanagota.
ìbec. p. 932.
Dirabili di una Missione, p. 361.
Reimpressor all' opera del Padre
San Bernardino, p. 563.
si del Padre Frediani M. 0. pubbli-
to (Toscana) nel 1853. p. 320.
adre Peragallo. p. 121 450.
delle Missioni Francescane, p. 608.
curioso degli OUomachi. p. 572.
li Xan-lung. p. 61.
la. p. 71.
tregorio. p. 22. 71.
osé. p. 71. 72.
p. 75.
gL p. 98.
ivaros. p. 287.
. p. 273.
na. p. 339.
bre de Jesus, p. 391.
arcas. p. 398.
he si segnalarono nelle Missioni, p. 69.
Christiana, p. 529.
en que se liallan el origen , pro-
ludo, que al presente tiene este Co-
^issioncs de Propagande Fide de
fiora de las Gracias. p. 477.
ninalivu dei Missionari apostolici,
dì. p. 478.
Laudensi Fr. Francisco, p. 479.
Diego Diaz. p. 491.
Andres p. 480.
A et Mcndoza Complut. p. 480.
QULNOGRAPIA portugueza. p. 627.
QUISTIONE sopra il secondo matrimonio ^ì Co-
lombo, p. 673.
QUISTI0N1 curiose circa il cibo 4egU Ottomachi.
p. 573.
QUO et a quibus poncta hebraicae llngoae inventa,
p. 183.
QUOTIDIANA processio quae a Fratribus Minorlbus
celebratur. p. 469 481.
RACCOLTA del P. Brotisr poi acquistata dal
Lànolbs. p. 566.
RACCONTO di Capo Breton. p. 307.
— di un Francescano che fu nell' isola de* La-
droni, p. 496.
— di quel che In Sennaar avvenne al Missiona-
ri, p. 264.
— commovente della morte crudele .data in Ge-
rusalemme ad una Pellegrina Portoghese.Terziaria
Francescana, p. 388.
RACCONTI interessanti, p. 304.
RASI di Firenze, p. 84.
RECOLLETTl Francescani di Parigi, p. 309.
RECOPILACION de algnnos nombres arabigos. p.
226.
REFUTACION de un manifesto contra lo Rellgiosos
en China, p. 552.
— al error de la Irasmigracion de las almas.
p. 548.
— de los errores contenldos en el libro fiupo,
p. 557.
REGIONBS austrlales. p. 641.
REGISTER der capitelen. p. 217.
REGLA de S. Clara, p. 40.
REGLAS para la lAtelligencla de ja lengua ^6 los
Indios de Piritu. 516.
— de la lengua Cumanagota. p. 64$.
REINFELD R. P. Teodoro, p, ^74.'
RELACAM summarla ec p. 489.
RELAQÀO do que aconteceu na villa de Angra.
p. 110.
— da viagem e successo que teve a Nau ,Capi-
tania ec p. 121.
— do que obrar9o na segunda missSo os Reli-
giosos Capuchos da Pietade. p. 185.
— flel jda perseguilo contra o Chrlstianlsmo da
China, p. 223.
— memora vel da Santa Provincia dos Algarves.
p. 490.
— verdadeira do celeberrimo triampho e Victo-
ria ec. p. 559.
— de todo 0 estSdo do MaranhSo. p. 564.
— do naufragio, que padeceu Fr. Manuel do
Sepulcro. p. 568.
— das moedas dos palzes estrangeiros, ec. p. 629.
692
INDICE
RELAGION del Martirio de Fr. Sebast de S. José,
p. 18.
— de la ConversioD ec. cn Catonga. p. 541.
— de mi viage a Pekin. p. 14.
— de los trabajos apostolicos de los religiosos
Franciscanos. p. 13.
— de Hienisalem. p. «I.
— geografica de Lanatin ec. p. 30.
— de la persecucion con tra los Cristianos en Ja-
pon. p. 36.
— del hermano Fr. Antonio de Almaden. p. 13.
— del Laoghi Santi, p. «1 73.
— en qne se dize la prision de un Religioso Fran-
cisco Descalzo EspSnol. p. 13.
— de la administracion de los sanctos Sacramen-
tos. p. 66.
— bistorica de los progresos de la crisitiandad
en Filipinas. p. 71.
— hecha por Fr. Fedro de Burgnillos. p. 7i.
— de los sucesos y persecacion con tra los cri-
stianos en el Japon. p. 79.
— verdadera y copiosa de los sagrados Lugurcs.
p. 73.
— de las cosas de reyno de Perù. p. 81.
— de la fundacion de la Santa Provincia de los
do^ Apostoles del Perù ec. p. H7 138.
— de mi mlsion y trabajos en el relno de Mon-
gam ec. p. 134.
— del viage al relno de la gran China, p. 164.
— de viyage di Fr. Juan da Prado. p. 84S.
— de la Misiones de los Ilongotcs ec. p. SI 7.
— di Fr. Anselmo de Montesion. p. 74.
— del vlaje de Juan Ceberio de Vera. p. 73.
— de las cosas de Yucatan. p. 266.
— historica de la vida ec. de Fr. lunipero Ser-
ra, p. 443.
— de la santas Missiones de san Carlos, p. 444.
— del Nuevo Mundo ec, p. 450.
— de las ceriroonias de los Indos. ec. p. 490.
— del edito del rey Idate. p. 491.
— del martirio del P. Laurei, p. 491.
— de los medios. ec. p. 491 492.
— de la conquista d* està Nueva Espaiia ec. p.
527.
— de la entrada de los Misioneros. ec. p. 532.
— de la Mlsion Serafica en China, p. 548 552.
— de los atcntados del frances Carlos Maygrot.
p. 648.
— del martyrio que seys Padres Descalcos Fran-
ciscos ec p. 556.
— de la cosas del Japon. p. 557.
— del imperlo Anamitico. p. 558.
— de un viaje a la isla de Nicovar. p. 561.
— de las Misiones del los Egongotcs p. 566.
— del Padre Luys Sotelo. p. 576.
— del viage en China de Fr. P. de Alfaro. p. 595.
— del viage de D. Diego Vera Ordonez Villaqui-
rin. p. 635.
RELACION de los Missiones y conversioDes de
infleles, ec. p. 364.
RELACIONES de todas las cosas que en el Nuevo
Mexico se ban visto y savido, p. €46.
— de la converslon y froctiis de los Misioneros
en China, p. 554.
RELATIO carcerationls Patris Ioannis Baptistae de
Bormio, p. 52.
— Missionum occldentalinm sab vexUlis Sera-
phici Instituti pcractarum. p. 144.
— martirii V. P. F. Ioannis a santa Martha, p. 213.
— Sinae sectarum. p. 553.
RELATION des decouvertes de M. de La Salle.
p. 152.
— d' un Mlssionnaire Franciscain en Turquie
p. 662.
— du voyage de Terre Salute, p. 38.
RELAZIONE del Convento di Giaccherino dei M. 0.
della città di Pistoia, p. 3 114 569.
— dello stato della Abissinia. p. 97.
— dei trionfi ottenuti dai Francescani nell'alto
Egitto, p. 68.
— delle cose che ha potuto vedere nelFEgitU»
il Padre Arcangelo da Pistoia. M. 0. p. 82.
— di varii viaggi, fatiche, patimenti ec nelF im-
perio della Cina. p. 90.
— di una lettera scritta in Roma circa la mor-
te del Pad. Francesco Cirani. p. 149.
— del Padre Raffaele da Castello de Vide. p. 89.
— delle feste fatte a Pistoia per la promozione
al Pontificato di Gemente IX. p. 114.
— di Fra Tommaso dell' Ordine di San France-
sco, p. 219.
— inedita del Padre Laureano, p. 269.
— della prigionia di alcuni Missionari, p. 32i-
— . del martirio di alcuni Missionari francesca-
ni, p. 322.
— di un martirio, p. 438.
— della Missione Francescana del Chaco. p. 449.
— della Missione della Bosnia Argentina, p. 48i.
— della fondazione ec. del Collegio dei FraQce-
scani in Buenos- Ayres. 493.
— inviata al Padre Marcellino, p. 493.
— manoscritta in lingua francese, p. 536.
— delle Missioni Francescane negli Stati Uniti di
America, p. 574.
— delia Tarlarla, del Padre Martini, p. 59|.
RELAZIONI inviate al Padre Marcellino dalle Fi-
lippine, p. 384.
— del Bassetti, p. 448, ec.
— fra il Buddismo indiano e il Cristianesimo,
p. 227.
RELICARlO y viage de Roma, Loreto, Jerusaiem.
p. 452.
RELIGIONE dei Nuqueros. p. «25.
RELIGIOSE Ospitaliere di Bcaufort p. 305.
— dì S. Agostino, p. 162.
— della Congregazione di Nostra Donna, p. 313.
f
IRIMCB
693
\M generate ec. p. S09.
emostrative. p. 493.
ux libelles dMnJures cootre le chevalier
ipnou. p. 59 1.
lON del Collegio de Ocopa. p. 494.
ì la Cronica Franciscana. p. 494.
cristiana del Padre Vallades. p. 194
;iscaine (bulletin mensuel ec) p. 190
S. Ana dichiarato Beato dal Sommo
io IX. p. 550.
izarena p. 373.
el Padre Marcellino da Civezza nelle
di Lisbona, p. SS3.
Missionari Francescani, p. 71.
esser Bonaventura, p. 639.
ro da Tossignano. p. 366.
p. 1«5.
Leoa. p. 185.
1S5.
is. p. 185.
. p. 185.
on scoperto nel 1651 dai Missionari
. p. S69.
. p. 459.
ime navigabile, p. 369.
i degli Indiani, p. 46.
CUTOIA RIVARA C a BaRRBTTO MIRANDA.
p. J57.
NTO e fondazione di varie Missioni.
[E della Ciiiesa del Santo Sepolcro e
ella Natività a Betlem. p. i65.
ioni Francescane nolPAmerica. p. 184.
. 187.
i delie Ctiiese dissidenti della Pale-
si.
. 566.
3S. p. 543.
1 Padre Giunepero. p. 443.
s. p. 593.
uaniim. p. H7.
p. 91.
Ni le. p. 5«.
lituto Brasiiero. p. 696.
na di Barcellona, p. 4fO.
de liistoria y geographia ec p. 476.
. p. 70
n politici che hanno tramutato V
611.
li Indi della Nuova Galizia, p. 586.
ons. Giuseppe Vicario Apostolico In
ina sua opera al P. Marcellino, p. 91
ancur. p. 41
ROSAS do JapSo candidas. p. 556.
ROSELLY de Lorgues. p. 305 509 656.
ROSSETTO, luogo di gran traffico, p. 84.
ROTONDA di Roma. p. 87.
RUDIMENTOS de la Doctrina cristiana, p.
— del Arabe vulgar. p. 315.
RUFINO Padre de Saboea. p. 74.
583.
SACERDOTE ultimo deU' latitato ÌCinoritico del
Canada, p. 313.
SACRIFIZI umani degli IndianL p. 46.
SAGGIO dell'opera del Reverendo Padre Truxillo.
p. 603.
— dell' idioma Tacana. p. 914.
— di un opera di Frate Apollinare, p. 120.
— di 36 documenti, p. 316.
— di una relazione importante, p. 339.
— della lingua Messicana, p. 37.
SALMON. p. 61.
SALVATO Lamberto, procuratore dei Frati Minori
di Prato in Toscana, p. 444.
SALVATORE Fr. da Taveiro. p. 186.
— {Pad,) della Cruz. p. 149.
SALTERIO de la Virgen trad. de latin al chinico.
p. 546.
SANNIG Padre Bernardo, p. 548.
SANTA TERESA, p. 558 615.
SANTITÀ (la) Libro mistico in lingua Tagalog.
p. 465.
SE I FRATI sien dannosi alla civil società, p. 3il.
SECOLO di Dante, p. 530.
SELVAGGI Taensi. p. 936.
— dell'Australia, p. 34.
SEMINARIO di Prato (Toscana.) p. 297.
— Arcivescovile di Palermo, p. 449.
— e Collegio deFArchangel Bflguel de Escomal-
bou. p. 447.
— fondato da un Prelato Francescano a benefi-
zio dei popoli d'Affrica, p. 475.
— Conciliare di Siviglia, p. 603.
— di San Girolamo, p. 624.
SENECTUTIS bona et mala.p. 153.
SEPOLTURA dei Pamas. p. 366.
SEPOLTURE dei Cristiani uccisi da Diocleziano.
p. 88.
SERIE di lettere importantissime dell'Arcivescovo
di Goa. p. 564.
SERMOES. p. 565.
S^MON al Sumo Sacerdoto Tartaro, p. 497.
SER MONA RIO en lengua Mexicana. p. 38.
SERMONI tradotti dal Messicano, p. 164.
— per tutto l' anno in lingua Messicana, p. 598.
SERMONES traducidos libremente al idioma Yu-
cateco. p. 517.
— de San Francisco y Sant' Clara, p. 316.
é
694
INDICE
SERMONES, vocabuku1o,y grammatica en liDgaa
Guatemala, p. 576.
-^ para todas la fesUvidades. p. 580.
— en lengaa Maya. p. 596.
— soper Evangelia, p. 367.
— en Lengna CahckiqaeL p. 9.
SERRANIA del Brasil. p. 17.
SERRANO (Pad.) Andrea d. a d. Gesù. p. 563.
— Don Francisco Vescovo Tipasitano. p. 54.
SIESTAS de San Gii. p. 599.
SILABARIO de la lengaa Maya. 517.
SILLABUS aniversus. p. 639.
SILES de CordiUeres, ec. p. 596.
SILVA, Diccionario BibL Portog. p. 110.
SIMBOLO da Fé do aosso Pr. Loiz da Graoada.
p. 565.
— do Cardeal Bellarmino. 565.
— cattolico in lingaa indiana , spagnoola e
latina, p. 137.
— Cattolico Indiano, p. 438.
— da Fò in em lingaa Concanl. p. 565.
SINGULARITEZ (les) de U France Antarctiqne. p.
590.
SINTESI di tuttociò che era sUto scritto di San
Francesco fino air anno 1651. p. 14.
SISTO V. p. 94 S15.
SITO e grandezza della città di CevoU. p. 497.
SOaETÀ de* Frati Pellegrinanti, p. 831.
— geografica italiana, p. 467.
— scientifica in Cuzco. p. 66.
— dei Bibliofili Alemanni, p. 186.
SOLON Franciscanus. p. 489.
SOMMARIO di un viaggio da Siviglia alla China,
p. 341.
SOMMOSSA di popolo eccilaUi dai Mori. p. 168.
SOin>RESSIONE degli Ordini religiosi di quanto
danno alle Missioni, p. Ì38.
SOR(iENTE d'argento misto a Mercurio, p. 692.
SORORES Sanctae Clarae. p. 179.
SOTELO (Pad.) Luigi, p. 3.
SOZZIFANTl Monsignor Niccolò Vescovo di Pistoia
e Prato, p. Si.
SUCCESSI del Colombo, p. 616.
SUMMARIO. p. 559.
SIPERSTICIONES de los Indios. p. 41.
SrPPLEMENTAAnnallumOrdinisMinorum.p. 390.
SUPPLEMENTO, p. 561.
SUPPLEMENTIM et casligalio ad scriptores trium
Ordinuni Sancii Francisci. p. 567.
SCHIARIMENTI e note del De Gubernatis sopra V
opera del Marignolli M. 0. p. 389.
SCISMA tra i Maroniti del Monte Libano, p. 130.
SCIPIONE Amati, p. 3.
SCOGLIETTO detto il Faro ove si dice scrivesse-
ro i Settanta Intcrpetri. p. 84.
SCOPERTA di nuove miniere fatte dai Francesca-
ni, p. 694.
— dell* Orenoco. p. 579.
SCOPERTA del ttomo delle AmazzoDi» open dei
Francescani, p. 969.
^ del MississipL p. 934.
— dell'autore di un manoscritto prezioio CiUa
dal Padre Maroelllno da Civena. fi. A99.
— del Brasile (àtU dai Missionari Praneescaini.
p. 168.
— delP isole di Salomone, p. 194.
— del Rio delle Amazzoni, p. 194.
SCOPERTE e Missioni della California, p. 338.
— del Canada, p. 159.
— del Paese di Qaivira e Qboola. p. 410.
SCOPRIMENTO del Texas, p. 170.
— deir Indie fatto dal Colombo, p. €15.
SCRITTI lasciati dal nostri antichi Missionari neiP
America, p. 597.
SCRITTORI classici in lingua Portoghese, pi. 408.
— Portoghesi recenti, p. 474.
— primi in lingua Messicana, p. S8.
— della Provincia Francescana di llijoriea. p. 50.
SCRITTURA presentata al Cardinale Casanale. p.
568.
SCUOLE e università in Tescoca p. 618.
SMENTITA solenne e interessante, p. 47K.
SPEDIZIONE di Missionari PrancescanL pu 611.
— marittima allo coste del Mar PaciOeo lino al
grado 60. p. 691.
SPIEGAZIONE del caratteri regolari ee. p. M8.
SQUIER. BibUografo d' America. ^. 19 18 Sf i»
198 199 146 169 596, ec.
STAMPA donata al Padre Marcellino da Civezza
M. 0. p. 405.
ST.AMPATO invialo al Padre MarceUino da Qvez-
za M. 0. p. 395.
STAMPATI citati nella presente Bibliografia, p. 1
9 4 8 9 10 11 19 13 14 15 16 18 19 90 II
93 9i 95 97 29 3i 33 34 35 36 38 39 40 41
49 43 44 51 69 63 66 67 68 69 70 71 73 75
76 80 81 88 89 90 108 109 110 ili 119 115
116 119 121 Hi 123 i9i 198 199 130 133 135
136 137 139 143 144 U5 147 148 149 150 159
160 167 159 171 186 188 189 190 191 193 194
199 900 901 909 904 905 907 908 911 113 915
916 917 993 99i 995 196 997 998 930 931 937
938 939 940 949 943 944 947 948 950 951 259
955 956 264 965 966 968 309 313 314 315 396
397 330 332 335 339 340 344 345 364 367 368
369 370 371 379 384 385 386 388 389 390 396
397 398 401 403 404 405 408 409 410 411 413
414 415 417 490 498 499 439 433 434 435 436
437 438 439 449 443 444 447 448 449 450
451 457 458 459 461 469 463 464 466 467 468
469 470 479 478 479 480 481 483 484 488 489
490 491 499 493 495 497 499 500 501 509 503
514 516 519 590 591 593 599 530 531 531 533
534 535 540 541 549 544 545 546 548 550 551
552 556 557 558 559 560 569 563 564 565 566
567 568 569 570 571 573 574 575 576 577 578
INDICE
695
S79 880 581 58i S83 584 588 589 590 594 595
598 600 601 605 606 607 608 625 631 «at 634
«36 686 638 639 640 643 646 647 648 650 653
«B4 655 656 657 658 660 66i 663 664 665 666.
STATO attuale della Cina. p. 498.
— delle Mlsaiool Francescane, p. 578.
STATUTI della Società cattolica incivilitrice. p. 449.
STATUETTE di bronzo, p. 593.
STORIA della conquista deir isole Canarie, p. 1.
— della predicazione deir ordinamento del Cat-
tolicismo neir India Portoghese, p. 11.
— generale del Brasile di Varnhagen. p. SO.
— della Normandia, p. 96.
— de Yucatan. p. 30.
— dei Pai Marlre. p. 34.
— delle Missioni Francescane, p. 39 50 51 67 110
151 309, ec.
— delle persecuzioni in Gna contro la Religione
Cattolica, p. 43.
— dell'Ordine Francescano nell' isole di Majorica,
Moorica, ec p. 50.
— prima delle Canarie, p. 51.
— di quattro Missionari Domenicani strozzati in
Qua. p. 55.
— Ecclesiastica dell' Irlanda, p. 67.
— universale delle Missioni Cattoliche, p. 70 148.
— della Nuova Andalusia, p. 110.
— dello scisma Greco, p. 139 130.
— del Fardé. p. 148.
— del Giappone, p. 79.
— Francescana di Ragusa, p. 150.
— della Florida nella Nuova Spagna, p. 165.
— del Francescani nelle Filippine, p. 169.
— della Guinea, p. 186.
— di S50 Martiri Giapponesi, p. 194.
— della Terra Santa, p. S07.
— della Cocincina, in lingua spagnola, p. 344.
— dei Recoliettl nel Canada, p. 311.
— di San Francesco d' Assisi, p. 333 365 366
443 660.
— della Serafica Religione, p. 366.
— di San Louis del MaranhSfo. p. 353.
— di S. Antonio, p. 353.
— del Gran Para. p. 353.
— universale delle Missioni Francescane del P.
Marcellino da Civezza. p. 373 386 409 433 444
465 498 504 668, ec.
— di Sant'Onofrio, p. 373.
delle Chiese particolari Pisane, p. 387.
— naturale della California, p. 396.
— ecclesiastica indiana, p. 397.
— della Propagazione delia Fede. p. 410.
— del primi tempi dell'Ordine Francescano, p. 4 43.
— di Gerusalemme, p. 451.
— dell' isole deli' Arcipelago, p. 491.
— dell' illustre laico Francescano Gabriele Sa-
' CARD. p. 533.
— dei primi Francescani nel Messico, p. 538
STATO delle Canarie, p. 577.
— delle Crociate, p. 578.
— dei successi del nostri tempi, p. 583.
— completa della scoperta delP Orenoco e del
Maragnon fatta dai Francescani, p. 587.
— delle Missioni Filippine, p. 699.
— Serafica, p. 600.
— Chichimeca. p. 609 617.
— della Sonora, p. 618.
— d'Inghilterra, p. 664.
STUDIO delle Lingue dell'Asia e deU'AflTrìca. p. 434.
STUDI di Ferdinando Dbnis. p. 136.
— del Padre Marcellino da Civezza nelle prin-
cipali Biblioteche d'Europa, p. 110.
— bibliografici e biografici, p. 70 409 438 434.
— geografici italiani, p. 467.
— circa la Palestina, p. 579.
— della storia naturale, p. 598.
— moderni intorno l'Etiopia, p. 317.
TABAC au Paraguay, p. 593.
TABACCO del Brasile, p. 304.
— en France. p. 591.
TABOA do Capitolo Provincial da Provincia di
Sant'Antonio do Brasi 1. p. 666.
— da Congreg9cao Capitulo ec. celebrado eo
Bahia, p. 666.
— in Europa, gloria del Francescano Thbvbt. p.
593.
TABLAS de las cosas notables. p. 545.
TABLEAU synotiquo ec. p. 448.
TABLEAUX de la nature, p. 373.
TABUGA. p. 346.
TABULA geographica. p. 580.
— chronologica. p. 419.
— chronologica de origine et progressu Religionls
— Seraphicae. p. 358.
TABULAE cronologicae. p. 357.
— Tablas y Conslituciones. p. 489.
TABLE des choses plus remarquables. p. 590.
TALAMANCAS. p. 146.
TAMARI, p. 349.
TARTARUGA, p. 359.
TAVOLA particolare dei Martiri Francescani, p. 583.
TEATRO Etrusco Serafico, p. 83.
— Mexicano y Menologio. p. 30.
TELLO (Canonico) di Orazco distinto uomo di
lettere, p. 584.
TEMPIO Salomonico. p« 35.
TERNAUX Bibliografico, p. 44 303 394, ec
TERRA di Barati, p. 508.
TERRA cibo degli Oltomachi. p. 573.
TERRA SANTA, Affrica e Bulgaria, Panno 1708.
p. 587 588.
696
INDICE
TERZIARIO Francesc&DO che fonda ospedali per
tutta r America, p. %0$.
TERZIARIE FrancescaDe di Ferentino, p. 549.
TESORO de virtndes. p. 588-
TESTABOSSA. p. i«.
TESTIMONIANZA resa dal Governo della Transil-
Vania ai Missionari Francescani, pu f%9.
— ai Missionari Francescani dalF immortale Hum-
boldt, p. 57 696.
TIPI orientali, p. 593.
— dell'Etiopia, p. 593.
TITOLO dei cinque capitoli del libro del Padre
Taain. p. 1 58 i.
TITOLI dei libri del Padre Alfonso de Spina, p. 578.
— di un manoscritto importante, p. 138*
— dei vari capitoli di un manoscritto interessante,
p 66i 663.
— dei Capitoli dei 4 volami del Padre Fernando
Tena. p. 586.
TOLEDO, pi . 593.
TOMMASO (Pad.) Rodriguez. p. 499.
TOPOGRAPHIA Terrae Sanctae. p. 3iS.
— della Gran Pampa, p. 64.
— de la is!a Afortunada. p. 576.
TORAS indiani, p. 360.
TORNABUOM Niccolò, p. 59L
TORIBIO de Benavente, p. 596.
TORQUATO Parisiani d. C. di Gesù. p. 68.
TORRE del Forno, p. i8.
— del Tombo di Lisbona, p. 10 SO 40 41 148
151 315 330 366 367 390 391 896 441 449
468 483 490 560 635 636.
TORRUBIA e TORQUEMADA. p. 598.
TULLIO DANDOLO, p. 508.
TURANIANA E ARIANA, p. 31.
TCHAUG-EUL-KOUNG, famoso Iclleralo cinese.
p. 208.
THEATRO Mcxicano. p. 63i.
THEATRl'M Elrusco-Minorilicum. p. 588.
THE HISTORICAL Magazione di New-Yorlc. p. 308.
THEOLOr.lA Indorum. p. 367.
THOMA Fr. Bourchier. p. 63.
THOMAS de Almeida. p. 18.
— de No varrà, p. 74.
THOMAZ (Pad.) Eslevìio Gesuita, p. 33.
TRADUZIONE latina di un originale cinese, p. 160.
— del Dizionario cinese del Padre da Gemona, in
lingua spagnuola , russa , francese, portoghese.
p.209.
— italiana del Padre Pulinari. p. 464.
TRAITÈ des divinites poetiques. p. 589.
TR.\N'SILVANIA. p. «28.
TRATTATO dei .sacramenti scritto per uso degli
Indiani, p. 407.
— storico descrittivo della Cina. p. 139.
TRATTATI di astronomia, fisica, medicina, gram-
. matica, teologia, chimica, pubblicati dal Padre
Matraia di Lucca M. 0. pj 385.
TRATTATI spirituali di Frate Ugo Panzien da Prato
in Toscana, p. 444.
TRAVAGLI di Ni'zahualcoytzin, perseguitato da un
tiranno, p. 617.
TREGGIA e barba all' usanza cinese, p. 58.
TRIBÙ infedeli de' Zapari e de' Givari. p. 109.
— Irochesi, p. 305.
TRIONFO della Concezione di Maria SS. nella Bolla
dommatlca di Pio IX. p. 337.
— della cansa di Cristoforo Colombo, p. 853.
TRIUMPHE des vertus. p. 589.
u
UAA paese dove si dice andasse a predicare San
Matteo, p. 97.
UCCELLI di ricreazione dei Tultechi. p. 813.
UGO Panziera di Prato in Toscana M. 0. Missionario
in Tartaria. p. 444.
UNA delle più belle e magniOche edizioni, p. 502.
UNGHERIA, p. 339.
UNGUENTI e farmachi miracolosi, p. 313.
UNIVERS (giornale francese), p. 664.
UNIVERSITÀ di Alcali, p. 138.
— di Genova, p. 144.
— di Pisa. p. 79 83.
~ di Siviglia, p. 83.
— in Tescuco. p. 613.
— di Valenza, p. 110.
UNIONE delle ReligionL p. 617.
UNO dei lavori moderni più importanti su la
Cina. p. 433.
UOMINI illustri della città di Sassari, p. 149.
URAGANO che levò in aria un cavallo, p. 623.
URBANO Vili. p. 656,
URTIAGA accompagna il Venerabile Fr. Antonio
Margit nelle Missioni del Chol. p. 603.
UTENSILI, vestiari ed altre opere di magniflcenza
dei Messicani, p. 617.
UTILITÀ della lingua Arabica, p. 78.
VADE-MECUM d'ogni Francescano, p. 608.
VAN lleoke {Pad.}, p. 4.
VANDE-VELDE Fraijcesco. p. 212. ec.
VAN-LOO E\ Procuratore Generale dei ReooUetli.
p. 608.
VARIET.\ di lingue nella Nuova Spagna, p. 613.
VARII tessuti delle donne Tulteche. p. 613.
VARNHAGEN (Storia generale del Brasile), p. 20.
VEHIL Sebastiano, p. 90.
VENECIA. p. 74.
VERGINE de Guadalupe. p. 609.
VERMIGLU'OLI (Biogralìe degli Scrittori Perugini).
p. 452.
morcB
697
VERE ragioni perchè la Spagna lia perduto le sue
colonie Americane, p. 8.
VEROLLE Vescovo di Colombica. p. 325.
VERSI del Puranna. p. 565.
— sotto un' incisione delle Stimate di San Fran-
cesco, p. 405.
VESTALE messicana, p. 618.
VESTI e alimenti degli Indi. p. 611.
— armi, costumi di varie nazioni, p. 699.
VESTIGIOS da lingua Arabica en Portagal. p. 577.
VESCOVO di Ton-kino. p. 564.
VEXILLA himnus ec. p. 236.
VEYETIA. p. 644.
VIA sacra, p. 518.
VUGE de la Terre Sante, p. 38 60 111.
— de Huspurgh. p. 663.
— a Pekin. p. 19.
— al reino de la Gran -China, p. 164. 595.
— de Juan Ceberio de Vera. p. 73.
— a la isla de Nicovar. p. 561.
VIAGGIO del P. Consag. p. 6il.
— alla California, p. 631.
— per terra al Porto S. Francesco, p. 691.
— secondo del Colombo all' Indie, p. 616.
— fatto dal Padre Thcnaud. p. 589.
— di Fry Ramon Rueno. p. 573.
— difficilissimo del P. Gaspar da San Bernardino,
p. 563.
— da Venezia a Cattaro. p. 551.
— dall' Egitto per la Giudea, p. 549.
— da Alessandria per Malta a Roma. p. 549.
— di Gerusalemme, p. 69 916 434.
— alle Tribù infedeli dei Zaparl e dei Givari, li-
bro tradotto dallo Spagnuolo dal P. Marcellino
da Givezza. p. 109.
— in Siria e Palestina, p. 135.
— da Siviglia alla China, p. 340.
— di Terra Santa, p. 388.
— da Venezia al Santo Sepolcro e al Monte Si-
nai, p. 498.
— d'Oltremare di Fr. Pietro Rucellai. p. 507.
— fatto alla Cina. p. 19.
— degli Indi. p. 619.
— marittimo del Padre Ucante. p. 661.
VIAGGI di Pietro della Valle, p. 90.
— di Marco Polo. p. 99.
— di San Francesco in Oriente, p. 139.
— del Beato Odorico da Udine tradotte dal Ra-
Musco. p. 434.
— principali d' Italia di Fr. Scoto, p. 567.
— del Pad. Thanbt in tutte le splaggie del glo-
bo, p. 599.
— e scoprimenti di Nopaltzln. p. 613.
VIAJE a la isla de Nicovar. p. 561.
VICENDE dell' Ordine Francescano In Prussia, p.
184.
— dolorose degli Ordini Religiosi, p. 940.
— dell'Ordine Seraflco in Italia, p. 313.
VIDA de San Martin Proto-Martyr. p. 11.
— de Infante D. Henrique de PortugaL p. 641.
— de la Venerahle Mad. Suor Geronima de la
Assuncion. p. 336.
— Evangelica de los Frayles Menores ec p. 479.
— de Quarenta Martires, ec. p. 599.
— de los principale santo» Franciscos. p. 601.
— del V. P. Antonio Margil de Jesus, p. 635.
— del Fr. Juan de la Cruz. p. 659.
VIE de S. Francois, p. 654.
VIGNA di San Francesco, p. 139.
VILLA della Mondova. p. 619.
VILLETA conslgliero dell'Indie. p.615.
VILLORESI Ab. Silvio Professore di Sacra Scrit-
tura e di Lingua ebraica nel Seminario Vesco-
vile di Prato in Toscana, p. 148 997.
VINCENZIO (Pad.) del Moral. p. 113.
VISCONTE de Borges de Castro, p. 564.
VISIONE di una Serva di Dio. p. 609.
VITTIME di una peste, p. 74.
VITA di San Francesco d'Assisi, p. 1.
— di Cristoforo Colombo di Roselly de Lorgues,
tradotta dal firancese e accresciuta di nuovi do-
cumenti dal Pad. Marcellino, p. 509.
— dei 93 Martiri Francescani Giapponesi, p. 39-
— del Venerabile Padre Glnnepero Serra, p. 50
145.
— del Beato Giovanni da Prado. 951.
— Confusii. p. 99.
— Sancti Patris Franclsci. p. 93.
— del Venerabile Nargil. p. 169.
— del Venerabel Padre Linaz. p. 170.
— del Padre Melchior Lopez, p. 170.
-^ del Missionario Padre Paolo da Rebnhda. p.
170.
— di San Giacomo della Marca M. 0. p. 199.
— del Nostro Signore Gesù Cristo contro Renan,
p. 997.
— di Fr. Antonio de Santa Maria, p. 943.
— dei Missionari Cinesi, p. 390.
— del Venerabli Missionario frate Francesco della
Concezione, p. 384.
— del Papa Niccolò IV dell' Ordine Francescano,
p. 386.
— del Protomartire del Giappone Filippo di
Gesù. p. 389.
— di Sant' Antonio da Padova tradotta in Fiam-
mingo, p. 594.
— del Glorioso Sant' Antonio da Padova In lingua
idioma, p. 539.
— di San Francesco scritta per gli Indiani, p. 407.
— del Beato Odorico da Udine, p. 434.
— del Venerabile Padre Fr. Antonio Lenas, fon-
datore dei Collegi Seminari di Propaganda Fide
nella Spagna e in America, p. 447.
— del Padre Eugenio Piloti, illustre Missionario
e Prelato Francescano, p. 461.
— di sette Martiri del Marocco, p. 557.
698
INDICE
VITA de Ghristo ec. p. M8.
— del Beato Giovanni da Panna, p. 518.
— deir indilo martire Sani' Juan Db Prado.
p. 569.
— italiana del Venerabile Padre Antonio Margil.
p. 603.
— di tre fanciolli di Tlascala. p. 61i.
— di Padre Paolo da Mantova e di Padre Cle-
mente da Bressanone Minori Riformati, p. 634.
— del Padre Atto Biagini da Pistoia, p. 636.
— e martirio dei Padri Ferdinando Isola e Gia-
como Zampa. M. 0. R. p. 636.
— del Padre Giovanni Battista Maoletti M. 0. R.
p. 637.
— dei Padre Juan de Zumarraga. p. 647.
VITRY {de) Cardinale di Santa Romana Chiesa.
p. 1.
VIVAGHOMALU. p. 566.
VOCABOLARIO in lingua Castellana e Guatemalica.
p. 37i 408.
— della Crusca, p. 378 447.
— classico Spagnolo-Messicano e Messicano-Spa-
gnolo, del Padre Molina, p. 405 406.
~ trilingue Guatemalteco, p. 448.
— de lengua de los Indios de Putumayo y Caqueta.
p. 837.
— e grammatica de la lengua Mexicana. p. 641.
— della Lingua del Brasile e de Tupinambi. p. 644 .
— della lingua del Yucatan. p. 835.
— della lingua Totanoca. p. 595.
— de los Indios Chaymas, ec. p. 583.
— inglese spagnolo, p. 374 574.
VOLUMI gentilmente regalati al Padre Marcellino
da Civezza. p. 561.
VOYAGE dans le Bresil. p. 643.
— et ilineraire. p. 589.
— de la Sicile a Vienne, p. 663.
VUICIC Pasquale, Vicario Apostolico della Bosnia.
p. i27.
VULCANI di Fuego e di Acua. p. 9.
VRAIS pourtraits des liommes illustres. p. 591.
w
WADINGO Luca M. 0. p. 357 639 640.
WEIIH Lamberto, p. 182.
WEIS. p. «39.
WINSTEAD nd ConnecticaL p. 184.
WITTE (de) Augustinus. p. 640.
XALISCO (provincia), p. 814.
XAOSI (provincia), p. 59.
XIHUITLTEMOC signor 'di Xoehimilco. p. 8i8.
XIMENES. p. 841.
XIPETOTEC, idolo adorato dai naturali della Nuova
Spagna, p. 595.
XIVAROS. p. «87.
XOCHIMILCO. p. 104.
XOCHITL, nobile donzella della nazione Tolleca.
p. 813.
XOLOTL arriva alle terre dei Tultechi. p. 817.
YAMORIBA e Zamospitua. p. 619.
YANGUES. p. 642.
YANZECATL Cacico. p. 616.
YAQUATA e ZUME, ec. p. 8S3.
YEPES. p. 642.
YUCATAN. p. 8 396 538 ec.
YVES d' Evreux. p. 643.
YZCOATZIN re di Messico, p. 817.
z
ZACATEC.\SeZacatechl.p. 1«0 SOO 619 623 624
625.
ZAFFO porlo di Gerusalemme, p. 509.
ZANOni (Pad.) Mambrè. p. 152.
ZARCO del Valle, p. 212 467.
ZAYAS (Pad.) Obispo. p. 43.
ZIERIXEENSE. p. 647.
ZIM {Pad.) L p. 68.
ZIRANUS Franciscus in Affrica poste graves lega-
tiunes occisus. p. 263.
ZUCCHERO , caff»> , cotone, cocos, ec. nell'impero
Anamitlco. p. 119.
ZUMARRAGA Giovanni primo Arcivescovo della
Nuova Spagna, p. 202 436 647 648 649 G50.
ZWINNER. p. 650.
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