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Full text of "Saggio di bibliografia geografica storica etnografica sanfrancescana, per fr. Marcellino da Civezza"

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SAGGIO 


II  BIBLIOGRAFIA 


Gi;OGltAFI(;A  .STOlllCA  liTNOOIlAFICA 


SANFRANCESCANA 


l'IÌ.  A{/MÌ(:KI,r.l>>0  HA  f'IVr.ZZA  M.  (I 


IN  HRATO 


-0 


SAGGIO 


DI  BIBLIOGRAFIA 


SANFRANGESGANA 


Proprietà  letlertria. 


fmo.  Tip.  R.  Gmmi. 


A  VOI 

ORNAMENTO  E  PRESIDIO 

DELL'  ISTITUTO   SERAFICO 

PADRE   RAMON   BULDtl 

PROVINCIALE  E  RESTAURATORE  DELL'  OSSERVANZA 

NELLA  CATALOGNA 

:"•  ■    E 

PADRE  BERNARDO  VAN-LOO 

PROVINCIALE  PIÙ  VOLTE  NEL  BELGIO 

E  GIÀ  PROCURATORE  GENERALE  DEI  RECOLLETTI 

PERCHÈ  DI  TANTI  AIUTI  HI  FOSTE  GENEROSI 

QUESTI  MIEI  STUDI  BIBLIOGRAFICI 

NECESSARIA  PREPARAZIONE  ALL'  OPERA 

DELLE  MISSIONI  FRANCESCANE 

CHE  L'  AUTORITÀ  SUPREMA  DELL'  ORDINE 

ORA  COLLOCATA  DEGNAMENTE 

DAL  SOMMO  PONTEFICE 

NEL  REVMO  PADRE  BERNARDINO  DA  PORTOGRUARO 

VOLEVA  DA  ME  CONTINUATA 

CON  L'  AFFETTO  DI  MINOR  FRATELLO 

REVERENTE  CONSAGRO 


PnUo  in  TtMCUM,  Il  di  de'Santt  Cielo  e  MueelUno,  U79. 


wm.  mAmvwtMtmu  ■*  «v 


AL  LETTORE 


Basteranno  poche  parole  a  dar  conto  di  questa  pubblicazione. 
Dire  dell'importanza  della  Bibliografia,  specialmente  per  gli 
studii  della  Storia,  sarebbe  superfluo:  tutti  sanno  che  essa  ce 
ne  rivela  le  genuine  fonti,  e  ci  fa  conoscere  l'autenticità  e  il 
valore  de' documenti  che  ne  sono  la  vita. 

Anche  la  Chiesa  e  gli  Ordini  Religiosi  debbono  essere 
riconoscenti  a  questa  novella  scienza,  per  la  quale  vennero  tratti 
dall'oblio  delle  Biblioteche  e  degli  Archivi  numerosi  mano- 
scritti e  libri  che  erano  come  perduti  ;  onde  a'  loro  avversari  non 
riusciva  difficile  il  falsarne  la  storia,  screditandoli  nell'opinione 
dei  popoli,  con  quel  frutto  di  morale  e  di  civiltà  che  tutti 
vediamo I  Da  Lutero  in  qua,  bastava  ch'ei  spacciassero  una 
calunnia  qualunque,  perchè  si  dovesse  tenere  come  verità  provata; 
e  ne  hanno  spacciate  di  ogni  genere ,  profittando  dell'  autorità 
che  s'erano  acquistata  con  sì  pocu  fatica. 


—  vili 


La  scienza  bibliografica,  che  è  come  una  passione  provviden- 
ziale del  nostro  secolo,  è  venuta  a  sconcertare  i  loro  rei  disegni  : 
i  documenti  sono  là  che  parlano  :  tutti  possono  vederli,  esaminarli 
e  studiarli  a  loro  agio,  a  mano  a  mano  che  si  vengono  ordinando, 
chiarendo  e  pubblicando  per  opera  di  uomini  onesti  ed  imparziali, 
che  ne  hanno  fatto  e  ne  stan  facendo  argomento  de'  loro  studi. 
In  tal  modo  la  verità  ripiglia  il  suo  posto  y  e  a'  nemici  di  essa 
non  rimane  che  Tonta  di  odiarla. 

Questi  studi  poi  vennero  facilitati  nelle  pubbliche  Biblioteche 
e  negli  Archivi  di  quasi  tutta  V  Europa .  Non  fa  molti  anni 
ancora,  che  gli  Archivi  e  le  Biblioteche  erano  poco  meno  che 
inaccessibili  ;  oltre  la  mancanza  di  ben  compilati  cataloghi,  senza 
di  cui  torna  penosissima  ogni  ricerca,  e  spesso  senza  frutto  :  oggi 
sono  luoghi  aperti  al  pubblico  studioso,  con  un  ordinamento  che 
nulla  lascia  a  desiderare,  e  da  per  tutto  incontri  uomini  sapienti 
e  di  squisita  educazione,  che  fanno  a  gara  per  agevolare  le  tue 
fatiche. 

Il  pensiero  di  questa  pubblicazione  mi  venne  in  Parigi , 
dove  tre  anni  fa  m' incontrava  a  studiare  in  quelle  pubbliche 
Biblioteche  per  la  continuazione  della  mia  Storia  universale  delle 
Missioni  Francescane,  la  quale  per  mancanza  di  documenti  era 
rimasta  interrotta  al  VI  volume  \ 

Quando  ventidue  anni  fa,  il  Ministro  Generale  del  mio 
Ordine,  che  in  quel  tempo  era  il  Padre  Bernardino  da  Monte- 
firanco,  mi  addossò  così  grave  lavoro,  manifestandomi  inoltre  il 
desiderio  che  ne' sei  anni  del  suo  ministero  lo  portassi  a  fine. 


1.  Anche  restò  interrotta,  al  VI  volarne,  la  pubblicazione  della  Cbonaca  ;  periodico  mensile,  in 
cui  raccoglieva  specialmenle  le  lettere  e  le  memorie  de' presenti  nostri  Missionari,  per  preparare  i 
documenti  a  quelli  che  scriveranno  dopo  di  noi.  Dentro  questo  volume  ne  sono  accennate  le  ragioni. 


—  IX  — 

io  credeva  (lo  dirò  francamente)  che  negli  AnncUes  del  Wadingo, 
neir  Orbis  SerapAims  del  De  Gubbrnatis  ,  e  in  qualche  altra 
simigliante  raccolta,  come  sono  le  Cronache  di  Frate  Marco 
DA  Lisbona,  i  Secoli  Serafici,  ec.^  si  trovasse  la  più  parte  dei 
documenti  che  mi  sarebbero  occorsi;  tanto  più  che  nell'Archivio 
del  nostro  gran  Convento  di  Santa  Maria  di  Aracoeli  in  Roma 
non  trovai  un  solo  manoscritto,  o  una  memoria  qualunque  rela- 
tiva alle  nostre  Missioni  :  né  alcuno  mi  fece  avvertito  del  mio 
inganno. 

Con  tali  raccolte,  adunque,  e  gli  Annali  del  Raynaldo,  le 
Storie  generali  della  Chiesa,  del  Flkury,  del  Rohrbacher,  e 
qualche  altra,  misi  subito  mano  all'opera,  a  cui  non  avevo  potuto 
mandare  innanzi  preparazione  di  sorta.  E  poiché  tanto  nel 
Wadingo  quanto  nel  De  Gubernatis  trovai  ad  ogni  pagina 
lamentata  la  perdita  della  più  parte  delle  memorie  de'  nostri 
antichi  Missionari,  o  il  non  aver  essi  lasciato  che  brevissimi  cenni 
delle  loro  prodigioso  fatiche  ;  diedi  un  tal  giro  alla  narrazione, 
riempiendola  di  tutte  quelle  aggiunte  che  potessero  ingrandirla 
e  nobilitarla,  che  ora,  volendola  continuare  con  quel  meto- 
do ,  veggo  che  a  mala  pena  sarebbero  sufficienti  altri  quindici 
volumi. 

Non  tardai,  é  vero,  ad  avvedermi  del  mio  errore;  e  ne 
feci  cenno,  primamente  alla  fine  del  Capitolo  XI  del  volume 
secondo,  manifestando  molto  chiaramente  quel  che  fosse  da  hre  ; 
e  dipoi  alla  fine  del  Capitolo  III  del  terzo  volume  ;  e  anche 
altrove.  Ma  quelle  mie  allusioni  non  furono  intese,  e  non  si 
potò  far  nulla.  Ciononstante,  per  mezzo  di  relazioni'  e  di  amici 
miei  e  del  Padre  Antonio  Maria  da  Rignano,  si  ottennero,  da 
varie   parti,  importantissime   memorie,    e  alcune  ne  furono 


—   X   — 


pubblicate;  né  ci  mancarono  lodi  ed  incoraggiamenti,  che  am- 
piamente compensarono  le  nostre  fatiche. 

Così  continuai  il  racconto  fino  all'  anno  1500,  inchiudendovi 
la  scoperta  dell'  America  :  ma  procedere  oltre,  senza  raccogliere 
i  documenti  di  una  storia  nuova  e  maravigliosa,  qual'era  quella 
della  diffusione  del  Vangelo  nel  Nuovo  Mondo,  e  in  tante  altre 
parti  della  terra,  che  furono  rinvenute  dipoi ,  era  impossibile. 
Frattanto  i  tempi  ingrossavano  per  gli  Ordini  Religiosi  in 
Italia,  dei  quali  nel  1867  fu  decretata  la  generale  soppressione  : 
la  tempesta  crebbe  maggiormente  qualche  anno  appresso;  e 
di  tali  studi  non  si  fece  più  parola. 

La  risoluzione  di  ripigliarli  e  portarli  a  fine  si  deve  al 
presente  Generale  dell'  Ordine,  Padre  Bernardino  da  Portogruaro. 
Celebrato,  l'anno  1874,  il  VI  Centenario  del  nostro  Serafico 
Dottore  San  Bonaventura,  a  cui  volle  eh'  anch'  io  prendessi  parte 
scrivendo  della  Filosofia  del  Santo  Dottore  *  ;  mi  comandò  d' 
intraprendere  un  viaggio  per  le  principali  città  d'Europa,  e 
cercare  e  raccogliere  io  stesso  i  documenti  che  mancavano.  Be- 
nedico il  momento  che,  quantunque  infermo ,  mi  sobbarcai  all' 
obbedienza.  Da  per  tutto  rinvenni  le  pubbliche  Biblioteche  e 
gli  Archivi  ricchissimi  di  libri  nostri  molto  rari,  e  d'interes- 
santissimi manoscritti  d' ogni  maniera,  per  il  lavoro  che  si  doveva 
proseguire.  In  due  anni  visitai  la  Francia,  la  Spagna,  il  Porto- 
gallo, il  Belgio,  una  parte  dell'Olanda  e  della  Germania;  ma  mi 
sarebbe  stato  necessario  almeno  il  doppio  di  tempo,  compagni 
in  aiuto,  e  mezzi  che  non  può  avere  un  povero  Francescano! 
Più  d'un  altro  viaggio  poi  resterebbe  a  fare  in  Inghilterra,  in 

i.  Della  vera  Filosofia  e  delle  doUrine  fUotofiche  del  Serafico  Dottor  San  Bonaventura , 
ttudii  del  Padre  Marcellino  da  Civesza  il.  0.  Genova,  Tipografia  della  Gioventù  Cattolica,  1874. 


—  XI  — 

*  •■    — ■ ■  -■   -' 

Austria,  in  Russia,  in  Palestina,  nell'Egitto,  nell'Indie  Porto- 
ghesi, alle  Filippine,  a'  porti  Europei  della  Cina,  e  sopra  tutto 
nelle  due  Americhe  !  La  Bibliografia,  e  le  pubblicazioni  di  rac- 
colte storiche,  incominciate  da  qualche  anno  in  molti  di  cotesti 
luoghi,  hanno  fatto  vedere  che  il  campo  è" ancora  inesplorato,  e 
che  amplissima  è  la  messe  che  resta  da  raccogliere. 

Nondimeno,  alla  fine  del  mio  viaggio  mi  trovai  d'aver 
veduto  e,  quanto  fu  possibile,  studiato  tal  numero  d'opere  a 
stampa,  la  più  parte  sconosciute,  e  di  manoscritti  sopra  ogni  dire 
importanti  e  preziosi,  relativi  alla  Storia  delle  nostre  Missioni, 
(tutti  opera  di  nostri  egregi  Padri  e  Missionari),  che  mi  parve 
indispensabile  ordinare  la  presente  pubblicazione  bibliografica, 
e  premetterla  alla  continuazione  della  storia.  Primo,  perchè 
faciliterebbe  a  me  stesso  l' ordinamento  de'  documenti  per  la 
successiva  narrazione.  Secondo,  perchè  questo  Hbro  servirebbe  di 
citazione  per  tutte  le  altre  che  debbono  dare  autorità  al  lavoro  ; 
e  chiunque  potrà  senza  fatica  qui  verificarle,  o,  piacendogli, 
ricorrere  alle  fonti.  Terzo,  perchè  i  miei  confratelli  veggano  qual 
genere  di  studi  esso  importi  ;  quelli  specialmente  che  si  sono  ma- 
ravigliati de' miei  indugi.  Quarto,  perchè  mi  parve  che  la  rac- 
colta riuscirebbe  tale,  da  mettere  sott'  occhio  come  un  compendio 
dell'  opera  immensa  de'  nostri  Padri  nella  diffusione  della  fede 
e  dell'incivilimento  fra  tutti  i  popoli  della  terra  dal  principio 
dell'Ordine  insino  a  noi.  Quinto,  perchè  il  ragguaglio  che  io  do  di 
tutte  le  scritture  a  stampa  o  manoscritte,  da  me  vedute,  e  comec- 
chessia studiate,  renderà  facile,  a  chi  ne  abbia  la  volontà,  l'am- 
maestrarsi e  scrivere  di  tante  nostre  glorie  ignorate,  e  agevolerà 
agli  scrittori  non  nostri  il  parlare  dell'  Ordine  Francescano,  quasi 
sempre  da  essi  dimenticato,  o  maltrattato.  Sesto,  finalmente,  per- 


—  xn  — 

che  accadendo  che  la  morte  m'impedisse  di  compir  T opera,  chi 
sarà  destinato  a  continuarla  e  finirla  avrà  la  strada  bella  e 
£Gitta,  e  non  incontrerà  le  difficoltà  e  le  fatiche  che  a  me  tor- 
narono penosissime  I 

Il  titolo  della  pubblicazione  dice  abbastanza  V  immensa  varietà 
degli  argomenti,  che  essa  racchiude,  e  tutti  della  maggiore  im- 
portanza ;  per  cui  toma  fecile  vedere  e  giudicare  quel  che  debba 
riuscire  la  Storia  delle  Missioni  Francescane,  sia  per  la  storia 
in  generalesse  per  la  scienza,  sia  per  la  gloria .  dell' Ordine  e 
della  Chiesa.  E  son  sicuro  che  chi  avrà  la  pazienza  di  percor- 
rere un  poco  attentamente  i  titoli  dei  lavori  ricordati,  e  le  brevi 
note  che  gì'  illustrano,  noA  mi  accuserà  di  averli  ingannati. 

Anche  mi  consola  che  questo  povero  lavoro  risponderà  con 
fatti  e  documenti  autorevolissimi  ad  una  grave  questione  dei 
giorni  nostri:  vale  a  dire,  se  i  presenti  Governi  abbiano  fatta 
opera  utile  e  sociale,  distruggendo  gli  Ordini  Religiosi.  Molti 
si  sono  annoiati  dal  sentirsi  ripetere,  che  gli  antichi  Monaci 
rendettero  un  immenso  servizio  alla  civiltà,  conservando,  copiando 
e  trasmettendoci  gli  antichi  Manoscritti.  Sono  cose  vecchie  (  si 
dice);  ma  oggi  non  è  più  cosil 

Ora,  dunque,  questo  libro  mostrerà,  che  non  solo  gli  antichi 
Ordini  Monastici,  ma  tutti  gli  Ordini  Religiosi,  sino  a'più  recenti, 
che  vivono  ancora  in  seno  alla  Chiesa  cattolica,  hanno  renduto 
anch'  essi,  rendono,  e  sono  destinati  a  rendere  non  minori  servigi 
alla  scienza  e  alla  società,  sotto  qualunque  aspetto  si  vogliano 
considerare  ;  che  l' averli  soppressi,  a  parte  la  colpa  d' ingratitudi- 
ne, è  stato  un  grave  danno  che  la  Civiltà  ha  £Gitto  a  so  stessa  :  ma 
essi  risorgeranno;  risorgeranno,  dico,  più  forti  e  magnanimi  per 
la  stessa  prova,  onde  piace  a  Dio  di  purificarli  e  risvegliarne 


—  XIII   — 

r  antico  spirito  e  valore  ;  perchè  la  cristiana  civiltà  non  può  essere 
destinata  a  perirei 

Finalmente  debbo  avvertire,  che  questa  Bibliografia  non 
ha  che  far  nulla  con  le  antiche  e  preziose  raccolte  che  ci  hanno 
lasciato  il  Wadingo,  il  Da  Sant'  Antonio  ,  e  lo  Sbaraglia  :  chi 
vorrà  darsi  la  pena  di  fame  il  confronto,  ne  resterà  senza  molta 
fatica  persuaso. 

Conchiudendo,  mi  chiamo  infinitamente  riconoscente  a  tutti 
coloro  che  mi ^ furono  larghi  di  lumi,  di  consiglf  e  di  aiuti 
durante  il  mio  viaggio  e  nelle  mie  ricerche.  Se  volessi  ricor- 
darli tutti ,  dovrei  scrivere  un  lungo  elenco.  Ma  non  posso  a 
meno  di  nominare  qui  espressamente  it  mio  amico  Cesare  Guasti, 
che  soprintende  agli  Archivi  di  Stato  in  Toscana  ;  V  ora  defunto 
Prefetto  della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze  Conte  Luigi 
Passerini  ;  Y  illustre  Ferdinando  Denis  ,  Conservatore  della 
Biblioteca  di  Santa  Genovieffa  in  Parigi  ;  il  signor  D.  Placido 
Aguilò  y  Fuster,  addetto  alla  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona; 
il  signor  D.  Manuel  Goicoechea  y  Gavina  ,  Conservatore  della 
Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  in  Madrid  ;  il  signor 
Silva  Tullio,  Conservatore  della  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona  ; 
e  poi  gli  illustrissimi  e  reverendissimi,  D.  Giovacchino  Lluch  y 
Garriga  ,  Vescovo  di  Barcellona ,  trasferito  appresso  alla  sede  ar- 
civescovile di  Siviglia;  D.  Manuel  Sanchez,  Vescovo  di  Jaen, 
già  Vescovo  in  Pari/ibus  e  Rettore  del  Seminario  arcivescovile  di 
Siviglia  ;  D.  Zefirino  Gonzalez,  de'  Predicatori,  Vescovo  di  Cordo- 
va ;  e  finalmente  gli  illustrissimi  e  reverendissimi  Monsignori , 
Mariano  Rampolla  ,  già  Incaricato  d' affari  per  la  Santa  Sede  in 
Madrid,  ed  ora  mentissimo  Segretario  della  Sacra  Congregazione 
di  Propaganda  Fide  per  gli  affari  Orientali  ;  Giovanni  Sanguigni, 


—   XJV  — 

Arcivescovo  di  Tebe ,  e  Nunzio  Apostolico  in  Lisbona  ;  Giacomo 
Catani,  Arcivescovo  di  Ancira,  Nunzio  Apostolico  in  Madrid  ; 
e  r  illustre  e  coltissimo  Monsignor  Abel  Martins  Ferreira  , 
Vicario   Generale  della  città  di  Evora  in  Portogallo. 

Iddio  e  il  mio  Serafico  Patriarca  li  rimeriti  dell'  affetto  con 
cui  tutti  contribuirono  a  rendere  pubbliche  queste  splendidissime 
glorie  del  Minoritico  Instituto  ! 


Prato  in  Toscana,  Gonvento  di  San  Domenico, 
il  primo  giorno  del  Mese  di  Maria,  dell'anno  1879. 


rr.  Marcellino  da  civezza. 


SAGGIO 


DI  BIBLIOGRAFIA 


GEOGRAFICA  STORICA  ETNOGRAFICA 


SANFRANCESCANA 


A 


5»«-p.  1.  Abreu.  —  Vida  del  Serapliin  en  carne  y  vera  effigies  de 
Christo  san  Francisco  d' Assis,  compuesta  por  el  R.  P.  Fr.  Andres 
de  Abreu,  Lector  de  prima  de  Tlieologia  del  Convento  de  san  Mi- 
guel de  las  Victorias  de  la  cibdad  de  Laguna,  Orden  Serafico, 
de  la  Provincia  de  Canarias.  Segunda  impression.  En  Toledo ,  por 
Francisco  Martin,  impressor  del  Rey  nuestro  Senor.  1644. 

Un  volarne  in  4,  di  455  pagine.  È  una  vita  in  versi  del  Santo  Patriarca,  come  si  verseggiava 
nel  seicento.  Vi  si  parla  del  sno  viaggio  in  Egitto,  e  dei  grandi  prodigi  clic  accompagnarono  la 
sua  missione: 

A  Egjplo  parto 

Ambici  oso  de  ariuel  velo 

De  yacar,  que  visliò  el  Nilo 

De  horrores  y  de  escarmientos. 

0  Francisco,  de  Dios  hombre 

Traslado!  Donde  el  (huyendo 

Del  Tyrano)  hallo  sagrado, 

Quieres  tu  encontrare  el  riesgo? 
Si  presenta  animoso  al  Soldano,  e  in  sua  presenza  rende  solenne  omaggio  alla  fede  di  Cristo: 

Penetra,  saluda,  arguyc 

Al  Soldan,  que  el  Evangelio 

Viò,  si  armado  de  prodigio», 

Oironado  de  respectos. 
Poi  si  reca  ad  Antiochia  a  visitare  il  celebre  Monastero  della  Montagna  Nera,  i  cui  Cenobili 
abbracciano  tutti  la  sua  Regola  e  sì  rendono  Francescani.  IVrciù  il  Pinata  scherzando  sul  dilTerenlc 
rulore  dell'abito  de' due  Istituti,  ci  dice  che  Francesca  prodigiosamente 

Oonvirtió  en  Pardo  el  Negro, 

Siendo  mas,  que  de  lo  malo, 

Lograr  triwnphos  de  lo  hucìio.  eie. 
Del  sopraddetto  Monastero  e  de'  suoi  Monaci  parla,  tra  gli  altri,  il  Cardinale  De  Vilr>'  in  una 
sua  lettera  che  rimaneva  inedita,  ad  Amicos  LotharingUp,  del  Ì2i6,  e  pubblicata  il  4847  dal  Rarono 
Giulio  di  Saint-Gkxois  ,  nel  tomo  Xlll  delle  Memoires  de  V  Acadèmie  Royale  des  scUnces  des  lettres 
et  dei  beaux  arts  de  Belgique.  —  Un  esemplare  di  quest'  opera  del  P.  Abreu  trovasi  nella  pubblica 
Biblioteca  di  saot'  Isidoro  della  città  di  Madrid. 

l 


ABREU  -  ACTA 


5i«p.  2.  Abreu.  —  Historia  de  la  conquista  de  las  sietes  islas  de 
*^~*  Gran  Canaria  :  escrita  por  el  Reverendo  Padre  Fray  Juan  de 
Abreu  Galindo,  del  Orden  del  Patriarca  san  Francisco ,  hijo  de  la 
Provincia  de  Andalucia.  Ano  de  1632.  1848.  Sanctii  Cruz  de  Te- 
nerife, Imprenta,  Lithografia  y  Libreria  Islena,  Regente,  Miguel 
Miranda. 

Un  volume  in  8,  di  236  pagine.  Opem  sin  qui  sconosciuta,  almeno  tra  noi,  e  pure  im- 
portantissima ])er  la  storia  di  quelle  isole.  11  dotto  Francescano  vi  tratta  con  senno  e  sufficiente 
erudizione  tutte  le  quistioni  più  difficili  che  possono  presentarsi:  per  esempio,  deirorigine  de' nativi, 
e  da  dove  e  come  primamente  approdassero  alle  Canarie.  Naturalmente  bisogna  tener  conto  del 
tempo  in  cui  egli  scriveva.  Mi  duole  ch'io  non  la  conoscessi  quando  trattai  delle  prime  Missioni 
Francescane  fra  quelle  genti;  che  m'avrebbe  giovato  per  arricchire  di  belle  notizie  il  racconto. 
N'  acquistai  un  esemplare  in  Madrid.  N'  è  scorrettissima  la  stampa. 


Averta 


È.,  3.  AcEVEDO.  —  Arte  de  la  Lengua  de  los  Yucatecos ,  por  el 

Padre  Fray  Juan  de  Acevedo,  de  la  Orden  de  san  Francisco. 
—  Instrucciones  catequisticas  y  morales  para  los  Indios ,  por 
el  Padre  Fray  Juan  de  Acevedo. 

Tolgo  queste  indicazioni  da  un  libro  inglese  intitolato:  Monogrnph  of  Àuthors  who  hare 
written  on  the  languaget  of  Central  America,  and  collected  vocahularies  or  composed  ivorkt  in  the 
native  dialecii  of  that  country.  By  E.  G.  Squier,  M.  A.,  P.  S,  A.,  member  of  the  Society  Antiquaries  of 
Fraìice,  etc.  London:  Trubner  et  Co.  Paternoster  Roto.  M.  D.  CCC.  LXI.  \\  Padre  Fr.  Juan  de  Acevedo 
era  nativo  della  Na varrà;  si  recò  in  America  il  4592,  dove  fu  Guardiano  in  vari  Conventi; 
fondò  quello  di  Majorada  fuori  le  mura  di  Merida  nel  Yucatan  ;  e  mori  il  18  marzo  del  1624 
nell'età  di  73  anni.  Secondo  che  ci  fanno  conoscere  i  suoi  confratelli,  Cogolludo  nella  sua  Historia 
DE  Yucatan  ,  e  Lizana  nel  suo  Devocionario,  lasciò  molti  manoscritti,  tra' quali  i  due  citjiti,  che 
forse  si  conservano  in  qualche  pubblica  Biblioteca  dell'  America. 


8km»p. 


4.  AcTA  audientiae  publicae  a  D.  N.  Paulo  V  Pontif.  Max. 
Opt.  Regis  Vouxu  Japoni  Legatis,  Romae  die'^3  Novembris  in 
Palatio  Apostolico  apud  S.  Petrum  exhibitae,  MDCXV.  Mexici 
apud  Joannem  de  Alcazar ,  permissu  superiorum.  Anno  Domini 
1626. 

Sono  40  pagine  in  4.  che  si  chiudono  con  V  Oratio  Fr.  Gregorii  Petrochae  Mantuani,  Ordinis 
Minorum  de  Observantia:  e  ad  hane  Orationem,  Petri  Slrotae  SS.  D.  N.  Secret.  Apo»t.  (Sammi  Pon- 
tifieis  nomine)  respon$io.  Ve  n' è  anche  una  edizione  di  Roma,  che  fu  la  prima:  Romae,  apud 
Jacobum  Jfawardum,  IfDC.VF,  di  12  pagine  parimente  in  4.  Un  esemplare  dell'una  e  dell' altra  si 
trova  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 

Fu  uno  de' più  splendidi  e  gloriosi  trionfi  del  Cattolicismo  nel  Giappone,  per  opera  del 
celeberrimo  Missionario  Francescano  P.  Fr.  (oggi  Beato)  Luigi  Sotelo,  di  cui  diremo  distesamente 
a  suo  luogo.  Ne  ha  scritto  e  pubblicato  pieno  ed  esteso  racconto  il  Dottor  Scipione  Amati,  col  titolo: 
Historia  del  Regno  di  Yoxu  del  Giappone,  dell'antica  nobiltà,  e  valore  del  suo  Re  Idate  Masamune, 
delti  favori  ch'ha  fatti  alla  cristianità  e  desiderio  che  tiene  d'esser  cristiano,  e  dell'aumento  di 
nostra  santa  fede  in  quelle^parti.  E  dell'Ambasciata  che  /M  inviata  alla  Santità  di  A'.  &  Papa 


ACTA  S 

I  '  ■  I .  ■ .  I  .  ,  ■  ,      I  ^  ■ 

Paolo  V  e  delli  simì  sueessi,  con  olire  varie  cose  d'edificazione  e  gusto  spirituale  dei  lettori.  Dedi- 
cata alla  Santità  di  S.  S,  Papa  Paolo  V.  Fatta  per  il  Dottor  Scipione  Amati  Romano,  interprete  ed 
historieo  dell' Ambasciata,  Roma,  appresso  Giacomo  Mascardi,  i615.  A  questa  storia  rimettiamo  il 
lettore.  N'è  un  esemplare  nella  Nazionale  di  Firenze;  un  altro  nella  Casanatense  di  Roma;  ed  io 
ne  posseggo  uno  manoscritto.  Non  dispiaccia  che  riferiamo,  per  sommi  capi,  in  latino,  com'è 
neirAcTA,  la  lettera  che  il  Re  Idate  inviava  al  Papa  per  mezzo  di  Frate  Sotelo  e  del  nobile  uomo 
Faxecura  Rotcuyemon. 

«  Magni  et  universalis,  sanctissimique  Orbis  Patris,  Domini  Papae  Paul!  V  pedcs  cum  profunda 
summissione  et  reverentia  osculando,  Idate  Masamune  in  Imperio  Japonico  Rex  Yoxij  snppliciter  dici- 
mus:  Cum  venisset  Pater  frater  Ludovicus  Sotelo  Ordinis  Sancii  Francisci  Religiosus  ad  menm 
Regnum ,  et  in  eum  christianam  legem  praedicasset,  me  invisit,  ab  eoque  eam  audivi,  et  mysterla 
multa,  quae  de  rilu  sunt,  etceremonia  christianonim  aperuit;  quae  sane  in  corde  recondens  et  per- 
^icrutans,  cognoscens  vera  esse,  et  salubria,  susci perem  profltenda,  nisi  me  aliqua  negotia  detur* 
barent  .  .  .  Si  tamen  prò  tunc  ego  non  valeam,  cupio  saltem  meas  gentes  et  subditos  populos 
christianos  Aeri  :  hoc  ut  feliciter  eveniat,  ad  me  mittas,  quaeso.  Beatissime  Pater,  Religiosos  Ordinis 
Sanctt  Francisci,  qui  de  Observantia  noncupantur;  hos  enim  praecipue  diligo  et  observo;  tua  vero 
Altitudo  ipsis  ampie  concedere  non  horreat  omnes  licentias,  favores  etc.  .  .  .  Ego  autem  iam  hano 
terram  ingrcssos  adiuvare  non  desistam  ....  similìterque  expostulo  .  .  .  praecipue ...  ut  crees 
quemdam  magnum  Praelatum . . .  cuius  observantia  et  soUicitudine  omnes  qui  in  eo  (regno)  ha- 
bìtant,  quam  pridie  christianos  fieri  non  dubito . . .  cuius  rei  causa  ad  te  mitto  praefatum  Fratrem 
Ludovicum  Sotelo  Legatum  meum,  a  quo  possis  de  corde  meo,  quae  tibi  visa  fuerint,  sciscitari . .  . 
cui  etiam  comitabitur  quidam  nobilis  eques  domus  meae,  qui  Faxecnra  Rotcuyemon  nominatur, 
qui  similiter  Legatus  meus  existit  .  .  .  Ck)gnovi  practerea  quod  meum  (regnum)  a  Novae  Hispaniae 
regnis,  quae  potestati  ac  ditioni  potentissimi  Regis  Hispaniae  Philippi  subsnnt,  non  multum  distai; 
quapropter  cum  desiderio  communicandi  cum  ipso,  et  cum  illis  christianorum  regnis,  eius  amici- 
tiam  exopto  ;  quod  quidem  sic  fore  confldo,  si  tua  autoritas  inlerveniat  ...  Si  in  hoc  regno  aliqua 
vidcris  tuo  obsequio  et  voluntati  praetiosa,  iubeat  Altitudo  tua . . .  In  omnibus  aliis  nos  remittimus 
ad  praedictum  Patrem  Sotelum  et  equitem  Rotcuyemon,  et  ea  quae  ex  parte  nostra  tractaverint  et 
rata  fecerint,  ipsa  et  rata  esse  volumus.  etc.  » 

L' arrivo  e  V  entrata  in  Roma  de'  due  ambasciatori,  e  il  solenne  ricevimento  avuto  dal  sommo 

Ponteflce  Paolo  V,  non  che  le  feste  di  tutta  la  città,  furono  uno  de' più  imponenti  spettacoli  che 

mai  si  fossero  veduti.  Basta  leggere  la  Relazione  (  aggiunta  all'  opera  dell'  Amati  )  della  solenne 

entrata  fatta  in  Roma  da  D.  Filippo  Francesco  Faxecura  con  il  Reverendissimo  Padre  Fr.  Luigi 

Sotelo  dell'  Ordine  Min.  Oss.  ambasciatori  per  Isate  Masamune  re  di  Voxu  nel  Giappone  aUa  SanUtà 

di  S.  S.  Papa  Paolo  V  V  anno  XI  del  suo  Pontificato.  Finché  si  trattennero  in  Roma,  ebbero  stanza 

nel  Convento  di  Santa  Maria  di  Aracoeli.  La  Relazione  fu  stampata  anche  in  francese,  in  Parigi,  Io 

stesso  anno  4615;  e  ultimamente  venne  ristampata  dal  Ternaux  nella  sua  collezione  dei  documenti 

per  la  storia  dell'Asia  e  dell'America.  Finalmente  debbo  aggiungere,  che  visitando  la  Biblioteca 

Fortegnerriana  di  Pistoia,  trovai  la  seguente  notizia  relativa  al  viaggio  del  P.  Fr.  Luigi  Sotelo ,  nella 

Reiazione  (Ms.)  del  Convento  di  Giaccherino,  scritta  dal  Padre  Fr.  Bonagratia  da  Cireglio,  di  cui  diremo 

a  suo  luogo.  Ci  fa  sapere  che  il  celebre  Missionario  passò  di  Firenze ,  e  che  da  Genova  inviò  una 

reliquia  al  Convento  di  Ognissanti,  che  poi  venne  data  a  quello  di  Giaccherino.  La  notizia  sta  sotto  il 

titolo,  Reliquiarii,  e  dice  così:  «  A  di  30  di  giugno   4673.  Fassi  indubitata  fede,    come  sotto 

il  di  16  di  febbraio  del  1616  il  P.  Fra  Luigi  spagnuolo,  che  venne  a  Firenze  con  l' Ambasciatori  del 

Giapone,  quali  si  battezzarono  a  Roma,  ne  mandò  di  Genova  la  presente  Avemaria  della  B.  Giovanna 

della  Croce,  quale  sta  chiusa  con  le  presenti  reliquie:  cioè  della  Croce  del  SS.  Signore,  di  S.  Ambrosio, 

di  S.  Tommaso  d'Aquino,  che  mi  ha  date  il  Padre  Fr.  Pietro,  al  presente  segretario  d'Ognissanti, 

e  sono  estratte  dalle  reliquie  che  stanno  rinserrate  nel  reliquiario  della  sagrestia:  e  cosi  ha  giurato 

essere  la  verità:  e  io  afTérmo  queste  essere  le  predette  reliquie:  e  di  tanto  si  sottoscrive:  et  io  l'ho 

ricevute:  mi  sottoscrivo  di  propria  mano  il  di  sopra  citato.  Io  fr.  Piero ,  Segretario  d' Ognissanti,  fo 

fede  e  giuro  essere  la  verità,  cwne  io  ho  cavate  le  suddette  reliquie  come  di  sopra  e  donate  (U  Padre 

etmfeuore  per  il  Convento  di  Pistoia.  Io  fr.  Jacopo  Peri  confessore  di  S.  A.  S.  confermo  di  bavere 

ricevuto  le  predette  reliquie  e  Avemaria  della  B.  Giovanna  come  sopra.  >  Questa  notizia  ò  anche 

riferita  nella  Cronaca  (Ms.)  del  Convento  di  Giaccherino  del  Padre  Leonardo  dalla  Serra,  che  la  copiò 

dal  Padre  da  Gireglio. 


ACTA  -  A  GLORIA 


ssn^p.        5.  AcTA  S.  Joannis  Capistrani  Ordinis  Minorum  Observantium 

^"•^  Sancti  Francisci,  illustrata  a  Josepho  Van  Hecke,  Presbitero 

Societatis  Jesu.  Bruxellia,  typis  Henrici  Goemaere,  MDCCCLX. 

È  un  volume  in  foglio,  di  2  carte  preliminari  e  284  pagine.  Libro  interessantissimo  per  la 
storia  delle  Missioni  Francescane  in  Alemagna  e  in  tutte  le  regioni  del  Nord.  L'  opera  è  lavoro 
di  Francescani  :  il  dotto  Padre  Yan  Hecke  V  ha  con  molto  amore  illustrata,  e  arricchita  di  utilissimi 
schiarimenti ,  in  una  edizione  veramente  magniflca ,  di  cui  vidi  l' esemplare  che  egli  ne  mandò 
gentilmente  in  dono  alla  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio. 


Am 


M,,  6.  AcTA  delegationis  Apostolicae  a  SS.  Dom.  Nostro  Bene- 
dicto  XIV  per  Breve  incipiens  :  Quantopere  chantm  Christi.  Dat. 
26  Novembris  anno  Domini  1744.  lUmo.  et  Rmo.  Dno.  Patri 
Hilario  a  Jesu  Episcopo  Coricensi  Vicario  Apostolixjo  Tunquini 
Orientalis  commissae  circa  Missiones  Regnorum  Cocincinae, 
Ciampae  et  Cambodiae.  Eminentissimis  Patribus  Sacrae  Congre- 
gationis  de  Propaganda  fide  Dominus  Delegatus  praedictus  nec 
non  infrascripti  dictorum  Missionum  Pastores  dicant,  donant, 
devovent. 


Manoscritto  in  carta  cinese  grande,  di  79  fogli,  di  cui  mi  venne  fatto  dono.  In  line  si  legge  : 
Cottatione  cum  originali  facia  de  verbo  ad  verbum,  concordai .  —  Fr,  loseph  Sensio ,  Committariìu 
ProvineialU  huiiis  Seraphicae  Missionis  Sìnensis.  (1747).  Si  tratta  dei  diritti  che  i  Francescani 
vendicarono  sopra  importanti  missioni  della  Goncincìna  da  essi  fondate  e  governate ,  dalle  quali  si 
voleva  discacciarli;  e  si  risponde  ad  alcuni  quesiti  circa  il  governo  spirituale  delle  stesse  missioni. 


Africa 
Aiwncft 


sin,v.  7.  A  Gloria  y  loor  de  Dios:  y  para  dechado  y  exemplo  de 
los  fieles.  Siguese  el  glorioso  martirio  del  bienaventurado  padre 
Fray  Andres  de  Espoleto:  Frayle  de  los  Menores  del  Serafico 
Padre  nuestro  sant  Francisco.  El  qual  martirio  recibiò  en  la 
ciudad  de  Fez  por  la  verdad  de  nnestra  sagrada  Fé.  A  nneve  dias 
del  mes  de  Enero  del  ano  de  MDXXXII. 

Sono  6  carte  in  4,  di  lettera  gotica.  Rarissimo.  Primo  è  V  istoria  del  martirio  di  Frate  Andrea  da 
Spoleto,  estratta  dalle  lettere  del  P.  Fernando  de  Meneses,  suo  compagno.  Queste  lettere  furono  inviato 
al  Re  di  Portogallo;  e  questi  ne  mandò  copia  al  Padre  Fr.  Antonio  da  Olane,  nel  Convento  di  Septubal, 
affinchè  le  comunicasse  al  Capitolo  Generale  di  Tolosa,  e  quindi  fossero  pubblicate.  Lo  ricavo  dairedi- 
zione  che  ne  venne  fatta  anche  in  francese  lo  stesso  anno  153i!,  col  titolo  seguente  :  Histoire  du  glorieux 
et  ìrienhereux  Frere  André  de  Spolele  de  VOrdre  des  Frere»  Mineurs  de  la  RegtUiere  Obgervance.  Le  quel 
a  touffert  martyr  en  tacite  de  Fez  en  Affrique,  Van.  MDXXXII.  et  le  9  dejanvier.  Comme  a  ennoncè  par 
expres  metsage  le  hauti  et  trespuissant  Roi  de  Portugal  et  Algarbe  au  Chapitre  General  des  Freres  Mine- 
urs celebre  en  la  illustre  et  magnìflque  citè  de  Tholose.  .\nche  questa  edizione  è  tra  le  rarissime  della  Bi- 
blioteca Nazionale  di  Parigi.  Alla  storia  del  beato  Andrea  seguono  due  lettere ,  d'  America,  inviate 
allo  stesso  Capitolo  Generale  di  Tolosa,  celebrato  il  di  della  Pentecoste  dell'  anno  sopraddetto; 
pna  dal  primo  Vescovo  di  Messico,  Fr.  Giovanni  Zummaraga,  di  cui  diremo  altrove;  V  altra  dal 


AGUABO 


A 


P.  Fr.  MartiDO  da  Valenza,  il  primo  Apostulo  (  con  undici  compagni  )  dello  stesso  paese  ;  tutte  e  due 
della  maggiore  importanza:  per  cui  a  ragione  il  Leclerc  (Biblioiheca  Americana,  Catalogne  rai- 
tonné  d'une  très  précieuse  coUeciion  de  livres  ancient  et  modemes  etc.  Paris  1867)  pone  questo 
libriccino  tra  i  più  preziosi  che  riguardano  la  storia  delle  Missioni  Americane.  L' Harissc  e  il  Ter- 
naux  credono  che  sia  V  estratto  d*  un'  opera  che  venne  poi  stampata  in  Medina  del  Campo  l' anno  1543 
col  titolo:  Lt&ro  llamado  thesoro  de  virtudes  util  et  copioso ,  compilado  por  un  Religioso  Portugues..., 
Medina  de  Campo  M.  D.  xliij.  Le  lettere  furono  anche  pubblicate  neir  edizione  latina  di  quelle  del 
Cortez,  fatta  in  Colonia  il  1533;  nel  Novus  orbis,  edizione  del  1535;  e  nella  Cronica  di  Fr.  Amando 
Ziriense,  stampata  in  Anversa,  nel  Belgio,  il  1534,  di  cui  diremo  a  suo  luogo. 

*«'•  8.  Aguado.  —  Primera  parte  de  la  recopilacion  historìal  re- 

solutoria  de  Sancta  Marta  y  nuebo  reyno  de  Granada  de  las  Indias 
del  mar  Oceano ,  con  la  qual  se  trata  del  primer  descubrimiento 
de  Sancta  Marta  y  nuebo  reyno  y  lo  en  el  sucedido  basta  el  afio 
de  sesenta  y  ocho  (  1568),  con  las  guerras  y  fundaciones  de  todas 
las  cibdades  y  villas  del.  Hecho  y  acabado  por  el  reverendo 
Padre  Fr.  Pedro  de  Aguado  Frayle  de  la  Orden  de  Sanct  Fran- 
cisco de  la  Regular  Observancia,  Ministro  Provincial  de  la  Pro- 
vincia de  Sancta  Fee  del  mismo  nuebo  reyno  de  Granada:  el 
qual  va  repartido  en  dies  y  seis  libros.  Dirigido  a  la  S.  C.  R.  M. 
del  Rey  don  Felippe  nuestro  Senor,  segundo  deste  nombre. 

—  Segunda  parte  de  la  historia  que  compuso  Fray  Pedro  de 
Aguado  de  la  Orden  de  Sanct  Francisco  de  la  Observancia,  Mini- 
stro Provincial  de  la  Provincia  de  Sancta  Fee  en  el  nuovo  reyno 
de  Granada,  Indias  del  mar  Oceano.  En  el  qual  se  trata  el  de- 
scubrimiento y  fundacion  de  la  gobemacion  y  provincia  de  Ve- 
nezuela, con  el  descubrimento  de  la  isla  Trenidad  y  fundacion 
de  la  cibdad  de  Cartagena  /^su  gobemacion  en  Tierra  Firme, 
con  el  algamiento  y  tirania  de  Lope  Aguirre  traidor  basta  que 
fué  muerto  en  la  gobemacion  de  Venezuela  por  los  del  campo 
del  rey.  Cuentase  todo  el  discurso  del  General  Pedro  de  Ossua 
que  fue  muerto  por  este  traidor  Aguirre,  yendo  en  busca  de  la 
tierra  que  Uaman  Dorado. 

Manoscritto  di  due  grossi  volumi  in  foglio,  di  lettera  antica,  non  numerati,  della  Reale  Accademia 
di  Storia  di  Madrid,  di  cui  fece  estrarre  una  copia  in  quattro  volumi,  parimente  in  foglio,  Gio. 
Battista  Munoz  per  la  Biblioteca  del  reale  Palazzo  della  stessa  città.  Il  Brassbur  {Bibliotheque 
MtxUo-Guatemalienne,  Paris,  Maisonneuve  1871  )  citando  questa  copia,  non  Ilaria  che  della  prima 
parte:  non  so  come  non  vedesse  la  seconda. — Il  Padre  Aguailo  era  nativo  di  Castiglia,  dove  molto 
giuvine  vesti  1'  abito  Francescano  ;  e  questa  sua  opera  è  la  prima  storia  che  sia  stata  scritta  di 
quelle  regioni,  dove  con  altri  suoi  confratelli  Missionari  accompagnò  il  conquistatore  Quesada,  e 
fu  il  primo  Provinciale  del  suo  Ordine  in  santa  Fé  di  Bogota.  Il  suo  confratello  Fr.  Pedro  Simon  , 
di  cui  diremo  altrove,  e  Alfonso  di  Zamorra,  molto  profittarono  del  suo  lavoro;  di  cui,  secondo  che  fu 
annooziato  in  un  recente  Manifesto  di  Madrid,  si  stava  preparando  la  pubblicazione  da  una  Società  di 


6  AGUADO 


dotti  della  stessa  città.  Non  occorre  il  dire  che  è  interessantissima  per  Ustoria  delle  Missioni  Francescane, 
non  meno  che  per  la  geografia  e  la  storia  antica  delle  regioni  che  descrive.  Ne  diamo  per  saggio  i 
periodi  seguenti. 

Nella  dedica  della  prima  parte  a  Filippo  II  dice,  che  scrivendo  quest'opera,  non  intendeva 
già  con  essa  •  ilustrar  U  suo  nombre,  ni  engrandesser  la  sua  fama;  sino  que  està  relacion  que 
procuro  dar  de  las  cosas  que  he  visto  con  los  ojos,  y  tocado  con  las  manos,  y  con  tanto  cuydado 
he  sacado  a  luz,  sea  amparada  {e' dice)  y  favorescida  para  que  tenga  el  ser  que  es  necesario 
para  ser  vista  con  amor'  y  leida  con  aflcion  ;  pues  con  ella  yo  no  pretendo  sino  hazer  lo  que  debo 
corno  cbristiano  y  fiel  servidor  de  V.  M.,  porque  en  el  discurso  de  quinze  anos  los  mejores  de  mi 
Vida,  que  me  empieè  en  la  predicacion  y  conversion  de  los  idolatras,  que  comò  bestias  vivian  cn  el 
nuebo  reyno  de  aquellas  Indias,  por  muchas  cedulas  que  vi  de  V.  M.,  entendi  el  zelo  que  tiene  tan 
catholico  del  aprovechamicnto  y  conversion  de  aquellas  animas,  con  el  qual  non  solamente  prove 
de  personas  eclesiasticas  y  seglares  para  que  las  unas  en  el  magisterio  de  la  Justicia,  y  las  otras 
en  el  de  la  consciencias,  pongan  en  cxecucion  lo  que  con  tanta  christianidad  y  tan  costosos  medios 
V.  H.  procura,  que  es  la  multiplicacion  de  los  christianos  y  augmento  de  la  Iglesia  y  fee  della  eU,  • 

Nel  proemio  poi  al  Leetor  ha  quanto  segue:  •  Bien  veo  que  algunos,  o  con  embidia,  o  con 
algun  otro  color  que  buscaran  para  dorar  su  intencion,  podrian  decir  es  fuera  de  mi  estado  y 
profession  occuparme  en  escribir  historias,  y  dar  quenta  de  vidas  agenas,  para  parccerles  fuera  mas 
justo,  siendo  la  vida  tan  breve,  la  muerte  tan  incerta,  y  mi  habito  de  tanta  perfecion,  occuparme 
en  el  officio  apostolico  y  evangelica  predicacion  entre  gente  tan  tierna  en  la  fee  y  tan  dura  en  la 
idolatria:  pues  este  era  el  mejor  aparejo  que  podria  hazer  para  acabar  mi  vida,  y  dar  quenta  a 
Dios  de  mis  pecados:  pero  quien  con  claros  ojos  y  desapassionada  voluntad  revolviere  mi  libro, 
me  hallarà  fuera  de  culpa,  porque  hallarà  en  ci  comò  no  solamente  me  he  occupado  en  la  con- 
version desta  miserable  gente,  procurando  el  augmento  de  su  christianidad  con  muchas  vigilias 
y  con  ordinarìos  trabajos,  sino  comò  a  gloria  y  honra  de  Dios  de  quien  nos  viene  toda  suflcicncia 
virtud  y  bondad,  comò  de  verdadera  fuente,  por  espacio  de  quinze  anos  no  ha  avido  Religioso  en 
las  partes  adonde  a  mi  me  cupo  la  suerte,  que  con  mas  cuydado  aya  servido  a  la  Maiestad  divina, 
y  aya  procurado  el  augumcnto  da  la  Iglesia  . . .  Y  no  es  pequena  lastima,  ni  pequcna  cumpassion, 
que  siendo  la  rocs  tan  grande,  y  el  campo  tan  fertil,  sean  los  obroros  tan  pucos  ...  La  rclaxacion 
y  tibieza  de  que  puedo  ser  acusado,  no  me  ha  provenido  por  la  occupacion  que  he  tenido  en 
recopilar  està  historia:  parte  porque  los  ratos  que  la  necessidad  naturai  me  compelia  recrearme 
para  bi>ir,  me  occupava  en  escrbir  y  recopilar  las  cosas  que  mas  necessarias  me  parescian  :  parte 
porque  un  Religioso  de  mi  Orden,  que  se  llamaba  Fr.  Antonio  Hedrano,  tenia  comenzado  este 
trabajo,  por  cuya  muerte  se  quedaba  por  salir  a  luz  ;  el  qual  muriò  en  la  jomada  que  el  Ade- 
lantado  Ximenes  de  Quesada  hizo  desde  el  nuevo  reyno  al  Dorado,  por  ir  en  compania  suya  con 
zelo  y  animo  de  convertir  ahnas,  y  dar  a  la  Iglesia  iffiestra  madre  nuebos  hijos...  No  quiero  tampoco 
que  se  dexe  de  entender  la  mucha  parte  que  tengo,  si  tengo  de  decir  verdad,  en  el  trabajo  deste 
reverendo  Padre,  pues  no  me  costò  a  mi  poco  al  principio  despertar  muchas  cosas  y  recopilar 
otras,  para  hazer  de  todas  ellas  un  cuerpo  y  un  discurso;  y  lo  que  del  restaba  procurò  pir- 
flcionar,  despues  de  cumplir  con  la  obligacion,  quo  tenia  al  officio  y  governo  de  mi  Provincia . . . 
Y  non  me  faltò  la  gana  de  acrecentar  a  servir  Dios,  y  de  despertar  los  animos  de  los  bucnos  chri- 
stianos y  animosos  soldados,  para  que  vayan  a  emplear  su  vida  en  jornada  tan  catholica,  pues 
al  fin  della  Ics  tiene  Dios  aparejada  la  corona  de  gloria.  •  Che  uomini  Santi  I 

«  Va  està  primera  parte  (egli  prosegue)  repartida  en  diez  y  seis  libros ...  en  los  quales  se 
trata  de  principal  intento  el  descubrimiento  de  Sancta  Marta  poblada  en  Tierra  Firme,  ribera 
del  mar  Oceano,  que  fue  principal  causa  de  descubrirse  el  Nuevo  Reyno  de  Granada;  en  el  qual 
ha  avido  y  ay  tanta  abundancia  de  riquezas  y  tan  excogidos  thesoros  espirituales  y  corporales . . . 
los  espirituales  .  .  .  por  tener  el  demonio  las  almas  de  tantos  Indios  occupandose  en  su  servicio 
con  tan  diversos  ritos  y  tan  infemales  ceremonias,  que  parescia  impossible  apartalas  de  su  voluntad  ; 
lo  que  se  ha  hecho  con  no  pequeno  trabajo  ni  con  pequeno  favor  de  Dios,  en  algunas  partes  de 
aquella  tierra,  y  asi  espcro  se  harà  en  todas  ;  de  manera  que  podemos  decir  que  no  es  pequcna  riqueza 
ganar  las  almas  que  estavan  perdidas,  aviendo  Christo  dado  por  ellas  la  vida  en  precio  a  su  Padre.  • 

Nel  lib.  IV  cap.  XVII  della  stessa  prima  parte  parla  de' primi  Missionari  Francescani  e  Domeni- 
cani, che  vennero  inviati  in  quelle  terre  «  con  los  oydores  Gongora  y  Galarza  ;  personas  doctas  asi 
en  letras  corno  en  doctrina  vida  y  exemplo,  que  comen^ron  a  cultivar  y  trabajar  en  està  vina 


AGUADO 


<lel  Scnor.  Fundaronsc  en  cstc  tiempo  monasterios  destas  dos  Ordcnes  en  la  ciudad  de  Sancta  Fee 
Tanja  y  Veles.  En  la  ciudad  de  Tunja  an  permanecido  siempre  casas  de  enlraoibas  Ordenes.  Lo 
mismo  ha  sido  en  la  ciudad  de  Sancta  Fee,  que  sicmprc  han  permanecido  entrambas  casas.  » 

Finalmente,  per  non  allungarci  soverchio,  prenderemo  dal  cap.  Il  del  lib.  Vili  della  seconda 
parte  la  descrizione  che  fa  •  de  algunas  costumbres  y  cerimonias  de  los  Indìos  y  naturales  de 
Camana  y  Gubagua,  y  de  otras  provincias  a  cstas  sufraganeas.  Harò  aqui  (egli  dice)  una  digression 
de  las  costumbres  y  otras  usanzas  de  los  Indios  destas  provincias  de  Maracapana  y  Cubagua. .  .  . 
Estas  dos  provincias,  que  arriba  nombré  de  Cubagua  y  Maracapana,  encierran  en  si  otras  muchas, 
corno  son  Cumanagosto,  Chacopala,  Pirituparagota,  Chaigoto,  Choniigoto,  y  otras  muchas  poblaciones, 
que  pò  no  ser  molesto  no  digo;  en  las  (piales  era  tanto  el  numero  de  los  naturales  y  poblazones, 
que  aflrman  los  que  en  su  prosperidad  los  vieron,  ({ue  habia  en  ellas  innumerables  naturales  de 
estas  gentes.  Algunas  habia  que  va  no  podemos  decir  que  haya ,  que  comian  carne  humana  por 
«ilguna  venganza,  o  rito,  o  grandeza  de  alguna  Victoria  que  habian  habido;  y  no  la  comian  de 
todo  genero  de  Indios,  sino  de  algun  senor  o  principal  que  en  la  guerra  acertaban  a  prender,  corno 
por  esfierìencia  lo  viò  la  gente  de  Geromino  Ortal,  quando  haviendo  Ido  con  los  Indios  del  Penol 
Guaramentel  a  saquear  un  pueblo  de  unos  contrarios  y  vecinos  suyos,  en  el  saco  abieron  los  Indios 
un  principal,  al  qual  trageron  ante  su  caciriue  o  senor,  y  despues  de  haber  dicho  varios  razonamientos 
cn  su  lengua  al  preso,  y  ciertas  ceremonias  ({ue  costumaban  hacer,  los  Indios  mas  principalcs 
se  Ilegahan  a  el,  y  vivo  corno  estaba  le  iban  cortando  los  miembros  y  otros  pedasos  desucuerpo 
hasta  (lue  con  aquel  tormento  lo  mataron,  y  sacandole  la  asadura  la  repartieron  entre  ellos  y  se  la 
comieron  .  .  .  Tenìan  por  costumbre  de  hacerse  muy  grandes  convites  lus  unos  a  los  otros ,  que 
comunemente  entre  Espanoles  Uaman  borraceras  :  hacian  en  ellas  muy  grandes  gastos  :  dabanse  entre 
ellus  muy  grandes  dadivas  y  pri^sentes,  conforme  al  possible  <iue  cada  uno  tenia.  Usaban  de  medlcos, 
qne  lus  curasen,  a  los  quales  llamavan  Picache.  Era  costumbre  y  lei  guardada  entre  ellos  que  el  medico 
habia  de  dar  sano  al  enfermo  que  entre  manos  tomaba,  y  se  le  pagaba  muy  bien  su  trabajo .... 
se  el  enfermo  moria,  el  medico  pagaba  con  la  vida . .  .  El  numero  de  mngeres  que  cada  uno  tenia 
Du  me  lo  superion  dir  mas  de  que  cadauno  tenia  muchas,  y  entre  aquellas  una  principal,  a  quien 
todas  las  demas  respetaban  y  oboilece-an . .  .  En  està  tierra  heredaba  el  hijo  minor  de  la  principal 
muger,  y  no  el  mayor,  ni  el  segundo,  ni  algun  de  los  otros  ....  Tenian  los  senores  prlncipales 
SOS  sotos  0  colo  de  caza  y  lagunas  de  pescheria;  y  ({ualquier  particular  que  en  ellos  cntraba  a 
pescar  o  a  cazar,  tenia  pena  de  muerte,  y  sus  bienes  perdidos  y  confìscados,  y  sus  hijos  y  mngeres 
csclavus  del  cacique.  Si  los  senores  iban  a  alguniis  guerras,  peleaban  personalmente,  teniendo  por  su 
escudo  y  amparo  tres  o  quatros  Indios,  por  entre  los  quiiles  disparaban  sus  flechas;  y  aunque 
siobre  estos  Indios  que  estaban  por  escudo  de  su  cacique  caian  mucho  numero  de  flechas,  alli  se 
habian  de  estar.  Eran  muy  temìdos,  acatitdos  y  reverenciados  los  principalcs  y  superiores  de  sus 
SQjetos,  y  aun  muy  amados  y  queridos  dellos.  En  los  mortuorios  de  los  caciques  o  senores  se  usa- 
ban los  rilos  y  cerimonias  que  dire:  tomaban  el  cuerpo  del  cacique  muerto,  y  enbijavanlo  todo, 
que  es  dalle  un  color,  o  untallo  con  un  betun  Colorado,  de  que  generalmente  todos  los  Indios . . . 
usan,  emponiendolo  de  todas  la  joyas  de  oro  y  quentas,  que  en  vida  tenia  de  mas  estima  y 
valor;  y  asentabanlo  sobre  una  barena,  o  canizo  que  tenian,  o  le  hacian  aposta,  y  Inego  le  ponian 
fuegi)  por  debajo  templadamente,  de  sorte  que  se  iba  consumendo  el  humor  del  cuerpo  y  no  quemando; 
y  alli  lo  tenian  basta  que  acababa  de  tostar  y  secar  muy  bien  ;  lo  que  turaba  algunos  dias,  en  las 
qnales  accurrian  todos  los  suditos  del  senor,  y  moradores  circunvecinos  a  dar  el  |)esame  a  la  madre 
o  parìcntes  del  muerto.  En  el  qual  tiempo  tenia  por  oflcio  una  India  vieja  de  salir  a  la  plaza 
o  sitio  donde  el  cuerpo  del  cacique  estaba  secando,  compuesta  de  ciertas  sartas  y  corales  a  manera 
de  pretales,  de  cascabeles,  y  con  un  paso  y  sembiante  triste  al  son  que  los  cascabeles  hacian  cantaba 
con  triste  canto  los  proezas  y  valentias,  (pie  en  su  vida  hizo  el  muerto  ;  unas  veces  sacando  a  vista 
de  todos  el  arco  con  que  peleaba,  otras  las  flechas,  otras  la  macana,  otras  la  lanza,  y  asl  discurria 
por  todo  lo  que  habia  que  sacar,  no  Gallando  en  sus  lamentables  ensechas  las  flestas  convites  y 
regocijos,  y  otras  C(>sas  que  a  ella  le  parecia  que  eran  grandeza:  lo  qual  turaba  el  tiem[)o  que  se 
tardaba  en  consumir  la  humidad  del  cuerpo,  y  aun  la  carne  basta  (piedar  los  huesos  solos  ;  e  ya 
que  no  liabia  mas  que  el  fuego  por  gastar,  limpiaba  muy  bien  los  huesos  de  la  seca  carnosidad  que 
eo  cima  les  quedaba,  y  untandolos  .  . .  metianlos  en  un  cataure  o  cestillo ,  y  colgabanlos  en  la 
eombnira  de  su  Buhio.  Para  este  dia  de  està  ultima  cerimonia,  los  parientes  del  muerto  tenian 


8  AGUEROS 


America 


aderezado  muy  largamente  de  corner  y  bebcr.  •  E  cosi  mangiando  bevendo  e  ubbriaccandosì,  finiva 
la  cerimonia  e  se  ne  tornavano  a  casa,  li  Padre  Aguado  scrìsse  la  sua  opera  circa  il  1582. 

samp.  9.  Agueros.  —  Descripcion  historial  de  la  Provincia  y  Archi- 
J,.  pielago  de  Chilóe  en  el  reyno  de  Chile  y  obispado  de  la  Con- 
cepcion.  Dedicada  a  nuestro  catolico  Monarca  Don  Carlos  IV 
(que  Dios  guardo).  Por  el  Padre  Fray  Pedro  Gonzalez  de  Agueros 
de  la  Regular  Observancia  de  nuestro  Padre  san  Francisco,  de  la 
Provincia  de  la  Purisima  Concepcion  en  Castilla  la  Vieja,  Pre- 
dicador  general  Apostolico,  Ex-guardian  del  Colegio  de  Propa- 
ganda Fide  de  santa  Rosa  de  santa  Maria  de  Ocopa  en  el  Perù, 
y  Arzobispado  de  Lima,  y  su  Procurador  en  està  Corte  de  Madrid. 
Madrid,  ano  de  MDCCXCI.  En  la  impronta  de  Benito  Cano. 

Un  volume  in  4,  di  tre  fogli  preliminari  non  numerati  e  318  pagine.  Fra  la  pagina  14  e  15  è 
un*  incisione  rappresentante  un  albero  in  forma  di  Croco  col  Crocifìsso  ;  e  sotto  vi  si  legge  :  Kerdo- 
dtra  efigie  del  Arbol  qìie  en  figura  de  Cruz  y  Crucifixo  $e  hallo  en  el  Valle  de  Limache  reino  de 
Chile  :  e  inUne  del  libro  è  un  Mapa  de  la  Provincia  y  Archipielago  de  ChUòe  en  el  reino  de  Chile 
obifpado  de  la  Concepcion  :  fomiado  por  el  P.  Fr.  Pedro  Gonzaleg  Àguerot  del  Orden  de  san  Fran- 
cisco etc.  L'  opera  ò  divisa  in  due  trattati.  Il  prìmo  :  Del  estado  naturai  y  politieo  de  la  Provincia 
y  Archipielago  de  Chilóe:  il  secondo  :  Del  estado  espiritual  y  eclesiasiico ,  sino  a  pag.  205  :  donde 
il  libro  seguita,  1.  col  Diario  de  la  espedidon  que  el  Piloto  Don  Francisco  Maehado  (accompagnato 
da  valentissimi  Missionari  Francescani)  hizo  desde  el  Puerto  de  san  Antonio  de  Chacao ,  en  la 
Provincia  de  Chilóe ,  para  reconocer  los  Archipielagos  de  Guaitecas  y  Guaianeco ,  por  orden  del 
gohernador  que  entonces  era  de  aquella  Provincia  Don  Carlos  de  Beranger.  2.  Extracto  de  la  espedidon 
que  los  Padres,  Fr.  Benito  Marin ,  y  Fr.  Julian  Beai,  Misioneros  del  Colegio  de  Oeopa,  y  destiìiados 
a  las  Misiones  de  Archipielago  de  Chilóe,  hicieron  a  uliimos  del  ano  de  1778 ,  y  jnindpios  del  de 
1779,  a  los  Archipielagos  de  Guaitecas  y  Guaianeco ,  al  sud  de  aqueUa  Provincia^  en  solicitud  de 
los  Indios  gentiles:  stendo   gohernador  del  Archipielago  Don  Tomas  de  Jauregui,  y  presidente  de 
aquellas  Missiones  el  Padre  Predicador  Misionero  Apostolico  Fr.  Juan  Bautista  Peirano  :  3.  Segunda 
expedicion  hecha  a  losreferidos  Archipielagos  de  Guaitecas  y  Guaianeco  ^  por  los  Beligiosos  Misio- 
neros P.  Fr.  Francisco  Menendez,  y  P.  Fr.  Igìiacio  Bargas,  en  solicitud  de  la  reducion  de  los  gen- 
tiles,  a  fines  del  ano  de  1779,  y  priucipios  de  1780,  segun  consta  de  la  carta  escrita  al  P.  Fr.  Juan 
Beai  por  el  citado  P.  Fr.  Francisco  Menendez.  Poi  —  Soticias  pracUcas  è  individuales  de  las  islas 
nombradas  vulgannente  de  Othaiti  ò  Carolinas,  situadas  en  el  mar  del  sud,  o  Pacifico.  —  E  consistono 
1.  in  un  Extracto  de  la  expedicion  que  en  el  ano  de  1774  se  hizo  desde  el  Puerto  de  Callao  de 
Lima  a  las  islas  de  Otahm,  conduciendo  a  ellas  a  los  Beligiosos  Misioneros  de  S.  Padre  san  Fran- 
cisco, para  que  procurasen  la  reduccion  de  aquella  gentilidad  :  %.  De  los  acaecimientos  particulares 
en  el  Puerto  de  Santa  Cruz  de  Ojatitura ,  al  regreso  de  la  isla  de  Orayatea.  3.  Extracto  de  lo  que  ex- 
periìnentaron  los  Beligiosos  Mision.Fr.  Geron.  Clota,  y  Fr.  Narciso  Gonzalez  en  los  indios  gentiles  de  la  isla 
Othaiti,  eie,  desde  el  28  de  Enero  de  1775,  en  que  se  situaron  en  ella,  hasta  el  12  Soviembre  del  mismo 
ano,  que  se  retiraron  para  el  Puerto  de  Callao  de  IÀma,segun  consta  del  diario  que  entregaron  al  Exmo 
Seiior  Yirey  del  Perii .  —  L'  opera  ù  piena  di  dottrina  e  di  erudizione,  e  della  maggiore  importanza 
per  la  storia  delle  Missioni  Francescane.  Anche ,  chi  la  legga ,  vi  troverà  le  vere  ragioni  perchè  la 
Spagna  ha  perdute  tutte  le  sue  colonie  Americane.  Cosi  i  consigli  de'Missionarì  fossero  stati  ascoltati: 
i  soli,  che  sempre,  sin  dal  principio  della  conquista,  dissero  coraggiosamente  la  verità  ai  Monarchi 
spagnuoli  !  V  esemplare  che  ho  studiato ,  trovasi  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia 
<11  Madrid,  e  n'  ho  un  altro  appresso  di  me,  che  acquistai  in  Parigi  dal  Maisonneuve  al  prezzo  di 
80  franchi.  Il  Leclerc  (Bibliot.  Amerie.)  errò  chiamando  il  Padre  Agaeros  ArzoMspo  de  Llma:ei 
lesse  male  nel  titolo  dell'  opera,  ove  si  dice  che  T  Agueros  era  Guardiano  del  Collegio  di  Propaganda 
Fide  di  santa  Rosa  di  santa  Maria  de  Ocopa  nel  Perù  y  Arzobispado  (non  Arzobispo)  di  Lima. 


ÀGUIRRB  -  ALARf  ON 


—  Coleccion  general  de  las  espediciones  practicadas  por  los 
Religiosos  Misioneros  del  Orden  de  san  Francisco  del  Colegio  de 
Propaganda  Fide  de  santa  Rosa  de  santa  Maria  de  Ocopa,  situado 
en  el  reyno  del  Perù,  Arzobispado  de  Lima  y  Provincia  de  Sauja, 
solicitando  la  conversion  de  los  gentiles  ;  con  descripcion  geo- 
grafica de  la  situacion  de  aquel  Colegio  y  sus  Misiones  ;  y  se 
expresan  tambien  los  Religiosos  que  han  muerto  a  manos  de 
los  Infieles  por  tan  santa  obra.  Dedicala  a  Nuestro  Catolico 
Monarca  (que  Dios  guardo)  D.  Carlos  III  en  su  Real  y  supremo 
Consejo  de  Indias,  Fr.  Pedro  Gonzales  Agueros,  de  la  Provincia  de 
la  Concepcion  en  Castilla  la  Vieja,  Predicador  General  Apostolico, 
Ex-Guardian  del  citado  Colegio,  y  su  Procurador  en  està  Corte  de 
Madrid,  a  nombre  de  aquel  gremio  de  Misiqneros.  Ano  de  1786. 

È  un  prezioso  Manoscritto  in  4,  di  oltre  100  fogli,  della  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di 
Storia  di  Madrid.  Ne  feci  estrarrc  una  copia,  che  ho  appresso  di  me.  in  ultimo  porta  la  firma 
dell'Autore  con  la  data  24  di  Luglio  del  i786,  Madrid. 

10.  Aguirre. — Poblacion  de  Valdivia,  motivos  y  medios  de 
ha^erla,  defensas  del  reyno  del  Perù,  para  resistir  las  invasiones 
ennemigas  de  mar  y  tierra  etc.  por  Fr.  Miguel  de  Aguirre  de 
la  Orden  de  san  Francisco.  Lima,  1647. 

Un  volume  in  foglio.  È  libro  rarissimo ,  di  cui  non  potei  incontrare  alcun  esemplare  in 
nessuna  Biblioteca  di  Spagna,  né  altrove. 

».        H.  Alarjon.  —  Sermones  en  lengua  Cakchiquel,  escritos  por 


Aarria 


varios  Padres  de  la  Orden  de  san  Francisco,  y  recogidos  por  el 
M.  R.  Padre  Fray  Balthasar  de  Alargon,  Procurador  General  de 
la  misma  '  Orden  en  la  Provincia  del  dulce  Nombre  de  Jesus  de 
Guatemala. 

«  Un  volume  in  4  di  153  fogli  (  dice  il  Brasseur  (  Bibliot.  Me$.  Guat.  )  che  Io  vide  in 
America),  contenente  ventitre  sermoni  in  lingua  Cakchiquel,  scritti  in  diverso  tempo  da  diversi 
autori  ;  tatti  di  accurata  lettera,  della  flne  del  XVI  secolo.  I^  lingua  Cakchiqdel,  egli  continua,  che  il 
Flores  (  ¥r.  JldefoMO  Giuteppe,  confratello  di  Religione  dell'  Alarfon)  chiama  la  lingua  metropolitana 
di  Guatemala,  era  in  realtà  la  lingua  della  città  capitale  di  quella  provincia,  che  i  Cakchiquel  dicevano 
Laxmche,  e  i  Messicani  Texpan-Guauhtemalan.  Questa  città  si  elevava  sopra  un'  alta  pianura, 
cireondata  da  profondi  burroni,  ad  una  lega  dall'  attuale  comune  di  Tepan-Guatemala.  Venne  rovinata 
nelle  guerre  della  conquista,  che  produssero  tante  rovine  in  quelle  regioni  del  Nuovo  Mondo;  e 
Alvarado  Tanno  i523  vi  sostituì  la  Guatemala  Spagnuola,  che  è  ancora  capitale  di  quella  Repubblica. 
Ma  i  Cakchiquel  si  estendevano  più  oltre,  sino  ai  villaggi  posti  al  Nord  e  al  Nord  Ovest  dei  grandi 
vulcani  di  Fuego  e  di  Àcua:  al  Nord  sino  alla  riva  destra  del  fiume  Motagua,  e  al  Nord-Ovest  sino 
al  piede  del  vulcano  d' Atitan.  Il  Qoichb  ed  il  Izutuhii.  sono  dialetti  della  lingua  Cakchiquel.  » 


dO 


ALBANI  -  ALBUQUERQUE 


stamp.  12.  Albani. — Relazione  dei  Padri  Fr.  Giacomo  Albani  e  Fr. 
Giuseppe  Maria  di  Gerusalemme  Oss.  Rif.  Francescani  e  Mis- 
sionari, di  ciò  che  videro  nel  loro  viaggio. 

Fu  pubblicata  da  Giovali  Francesco  Gemelli  nel  tomo  VI  Del  Giro  del  Mondo;  Napoli,  1699-1700. 
II  viaggio  de' Padri  avvenne  il  1691.  Nell'opera  del  Gemelli  ò  anche  notizia  di  altri  Missionari 
Francescani  in  diverse  parli  della  terra,  e  se  ne  può  trarre  assai  profitto. 


Asia 


Ms,  13.  ALBUQUERQUE.  —  Carta  de  Fr.  Jo3o  de  Albuquerque, 

Arzebispo  de  Goa  a  el  Rey  de  Portugal. 

E  data  in  Goa  il  13i8,  e  importantissima.  In  essa  dà  conto  al  Re:  1.  della  conversione  e  del 
solenne  l)attesimo  conferito  ad  un  alto  capo  Indiano:  2  di  quel  che  passò  tra  lui  e  il  Governatore 
rispetto  a' libri  de' gentili  :  3  dei  progressi  della  fede  per  opera  de' Padri  Domenicani  e  de' Gesuiti: 
4  di  due  Capitoli,  che  dalla  Camera  di  Goa  erano  stati  inviati  al  Re  circa  la  sua  persona:  5  d'un 
chierico  che  aveva  ottenuto  un»Breve  di  Protonotario  dal  Papa:  6  delle  virtù  del  P.  Antonio  Gomez: 
7  di  certi  fldalghi  eh' erano  entrati  nel  Collegio  della  Compagnia.  L'originale  è  nell'Archivio  della 
Torre  del  TomlK)  di  Lisbona,  e  una  copia  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Evora. 

—  Carta  de  Fr.  JoSo  Albuquerque ,  Arzebispo  de  Goa ,  etc. 

È  originale,  e  data  in  Goa  il  6  dicembre  18i8.  Trovasi  nell'Archivio  della  Torre  del  Tombo  di 
Lisbona.  Vi  fa  l'elogio  delle  straordinarie  virtù  apostoliche  di  Frate  Giovanni  da  Villa  di  Conde. 

—  Carta  de  Fr.  Jo3o  de  Albuquerque,  Arzebispo  de  Goa,  etc. 

È  data  il  1550.  Vi  si  parla  della  Chiesa  della  Madre  de  Deos,  data  dal  Prelato  Francescano  ai 
Padri  della  Compagnia  di  Gesù.  È  autografa,  e  si  trova  nell'  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona. 

Di  questo  insigne  Prelato  Francescano  accenneremo  qui  qualcosa  della  larga  biografia  che  ne 
scrisse,  tra  gli  altri,  il  P.  Emmanuele  Moxporte  nella  sua  Croìiaca  della  Provincia  Francescana  della 
Pietà,  di  cui  diremo  a  suo  luogo.  Nato  nella  villa  di  Albuquerque  provincia  di  Estremadura  in 
Castiglia,  giovinetto  mostrò  grande  ingegno,  congiunto  a  pari  virtù,  e  compiuti  tutti  gli  studi,  si 
rendette  Francescano  in  detta  Provincia  da  poco  fondata  e  per  regolare  osservanza  florentissima,  di 
cui  addivenne  tosto  superiore  Provinciale  il  15Ì6,  e  dipoi  per  la  seconda  volta  il  153i.  In  questo 
tempo  lo  elesse  a  suo  confessore  il  Duca  Giacomo  di  Portogallo,  e  dipoi  re  Giovanni  III,  che 
conosciute  in  breve  le  straordinarie  sue  virtù.  Io  propose  a  Papa  Paoìo  III  per  primo  Vescovo  delle 
Indie  ;  e  venne  preconizzato  con  lettere  apostoliche  del  1  Aprile  del  1537.  Consacrato  vescovo,  parti 
per  Goa  con  l'armata  del  Viceré  D.  Garcia  de  Noronha,  giungendovi  l'U  settembre  di  quell'anno. 
Non  potè  subito  occuparsi  della  sua  diocesi  (che  cominciando  dal  Capo  di  Buona  Speranza  com- 
prendeva tutta  l' India  )  perchè  in  que'  momenti  lutto  era  quivi  in  grande  confusione  per  recar 
.soccorso  alla  fortezza  di  Diu ,  strettamente  assediata  dai  Rumes.  Ma  tornato  il  Viceré  a  Goa,  che  fu 
il  maggio  del  1539,  di  subito  si  diede  a  ordinare  con  grande  zelo  la  sua  chiesa.  Eretta  la  cattedrale 
dedicata  a  santa  Caterina,  vi  creò  e  istituì  canonici,  cappellani  ed  altri  numerosi  ministri,  e  dipoi 
anzi  tutto  si  fece  a  richiamare  al  dovere  i  Portoghesi,  che  occupati  com'erano  in  continue  guerre  e 
conquiste,  non  ritenevano  quasi  più  nulla  di  cristiano.  A  questo  flne  divise  la  città  in  quattro  par- 
rocchie, che'  provvide  di  vicarii  e  di  beneficiati  ;  ed  egli  primo  di  tutti  predicava  senza  posa  con 
graffilo  spirito,  sicché  cominciarono  numerosissime  conversioni  anche  d'idolatri;  nella  quale  opera 
fu  grandemente  aiutato  da  certo  Diego  de  Borba,  nativo  d'India,  che  allevato  da' Francescani  che 
quivi  avevano  stanza,  era  addivenuto  un  vero  apostolo  per  la  conversione  delle  sue  genti .  In  tal 
modo  Goa  con  tutte  le  sue  adiacenze  fu  in  breve  una  città  cattolica;  e  perchè  1  nativi  venissero 


ALGkhk  -  ALCANTARA  44 


IL 
Mi 


più  facilmente  ammaestrati  della  fede,  l' Albuquerque  col  Borba  fondarono  il  Collegio  di  Santa  Fede, 
dove  raccolsero  molti  giovanetti^  che  addivenissero  poi  anch' essi  Missionari  del  loro  paese.  L' Albu- 
querque ebbe  la  ventura  di  ricevere  e  ospitare  per  alcuni  mesi  in  sua  casa  san  Francesco  Saverio 
clic  si  recava  in  missione,  ed  altri  Missionari  della  Compagnia  di  Gesù  testi>  nata  nella  Chiesa  ;  e 
tanta  amicizia  si  strìnse  fra  loro,  che  il  Santo  volle  condurre  a  ricevere  il  battesimo  dal  venerabile 
Prolato  Francescano  il  primo  Giapponese  che  gliene  fece  riciiiesta  in  Malacca.  Ma  appena  un  libro 
basterebbe  per  scrivere  ciò  cjje  fece  l' Albuquerque  per  la  propagazione  e  l'assodamento  della  fede 
cattolica  nell'Indie.  Dopo  molti  anni  di  fatiche,  il  Re  di  Portogallo  Io  autorizzò  a  tornare  in  patria: 
nu  il  buon  Pastore  non  volle  abbandonare  il  diletto  suo  gregge,  e  mori  in  Goa  I'  ultimo  di  febbraio 
del  1559.  Oltre  le  sue  lettere  di  sopra  accennate,  io  credo  che  frugando  nelle  Biblioteche  e  Archi\i 
di  Portogallo,  se  ne  troverebbero  delle  altre;  e  ne  varrebbe  la  pena,  essendo  di  straordinaria  importanza 
per  la  stona  della  predicazione  e  dell' ordinamento  dei  Cattolicismo  nell'India  Portoghese. 

14.  Alcalà. — Vida  maravillosa  de  san  Martin  de  la  Ascension 
y  Aguirre,  Proto-Martyr  del  Japon,  naturai  de  la  muy  leal 
\illa  de  Vergara:  disertacion  historica  de  su  patria  y  apellido. 
Su  autor  es  el  Padre  Fr.  Marcos  de  Alcalà,  Ijector  de  Theologia, 
Misionero  Apostolico,  Predicador  de  su  Magestad,  Califlcador  del 
Consejo  de  la  suprema  y  general  Inquisicion ,  y  de  sus  juntas 
secretas,  revisor  general  de  Librerias,  Definidor  actual,  y  Chronista 
de  la  santa  Provincia  de  san  Joseph  de  Religiosos  Descalgos  de 
N,  P.  S.  Francisco.  Dedicada  al  Ilustrisimo  Senor  D.  Andres  de 
Orbe  y  Larreatequi,  Inquisidor  General  de  todos  los  R«ynos  y 
Senorios  de  Espana.  Con  licencia  :  en  Madrid  :  en  la  Imprenta 
y  Libreria  de  Manuel  Femandez,  fronte  de  la  Cruz  de  Puerta 
Cerrada,  ano  MDCCXXXIX. 

Un  volume  in  4,  di  55  carte  di  Dedica  e  dictamines  de  los  Revisores;  310  pagine;  ed  altre  8 
carte  non  numerate  d' Indice  de  lait  cosast  notahles,  y  tablas  de  los  capitulos  in  flne.  È  un  libro  di 
preziosi  documenti  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  nel  Giappone.  Tanto  viemaggiormente  che  ci 
dà  ragguaglio  (come  già  fanno  quasi  tutti  i  nostri  scrittori  di  Spagna  e  Portogallo)  degli  Autorete 
e  delle  loro  opere,  quesirvieroa  de  fundainenlo  a  la  histona:  e  sono  el  Y.  Fr.  Juan  Pobre  (Laico) 
companero  del  santo  Martire,  e  la  sua  Historia  Eclesiastica  del  Japon  :  Fray  Francesco  de  MontiUa, 
qM  viviò  con  el  Santo  en  Manila,  e  la  sua  Relacion  Historica  di  quanto  era  avvenuto  :  el  P.  Fray 
Antonio  de  la  Uave  nella  sua  Chronica  de  la  Provincia  de  san  Gregorio  de  Philipinas  :  Fray  AIomo 
deJesìU,  coetaneo  del  santo  Protomartyr,  e  il  suo  Memorial  a  la  santidad  da  Gregorio  XV  :  Fray 
Balthasar  de  Medina,  e  la  sua  Chronica  di  s.  Diego  de  Mexico  con  la  Vida,  Martyrio,  y  Beatipicacion 
DKL  INVITO  Proto-Martyr  del  Japon,  san  Phelipe  de  Jesus,  Patron  de  Mexico:  Fray  Nicolas  Serrale 
e  il  suo  Compendio  historico  de  la  Seraphica  descalzès:  Fray  Jacobo  de  Castro  e  le  sue  Chronicas 
DB  LA  Provincia  de  Santiago  (  2  volumi).  Un  asemplare  di  questa  Vita  trovasi  nella  Diblioteca  della 
Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

15.  Alcantara.  —  Relacion  muy  breve  de  la  perdicion  de  los 
Espanoles  y  del  Martyrio  de  seis  Frayles  Franciscanos  sus  com- 
paneros  que  padeceron  por  la  Fé  de  nuestro  Senor  Jesu  Christo  en 
el  ano  de  1597  en  la  ciudad  de  Nangazachi  en  el  Japon. 


12  ALEMAN  -  ALFARO 


Alla 


Manoscritto  di  5  carte  in  foglio,  originale,  in  carta  cinese,  segnato  Fr,  Fedro  de  Alcantara ,  S9 
dejunio  1597.  Trovasi  nell'Archivio  de  Indiae  di  Siviglia. 

te.  16.  Aleman.  —  Historia  de  todo  lo  obrado  en  China  por  el 

senor  Patriarcha  Toumon,  y  su  defensa,  ano  de  1709:  por  P.  Fr. 
Martin  Aleman  de  la  Provincia  de  san  Juan  Bautista. 

Cosi  il  Padre  Huerta  nel  suo  Ettado  geografico,  topografico,  esladigtieo,  historico-religioso  de 
la  Provincia  de  san  Gregorio  de  FUipinas  etc.  Binondo  1863  •  Fr.  Martin  Aleman ,  (egli  aggiunge)  paso 
a  Filiplnas  ci  ano  del  1696,  y  en  el  mismo  ano  fue  destinando  a  las  misiones  de  la  China,  donde 
trabajó  con  gran  celo,  desempeSando  el  cargo  de  Comisario  Provincial.  Despues  de  30  anos  de 
trabajos  apostollcos  en  China  fuè  llamado  a  Mejico  por  el  P.  Comisario  General,  saliendo  de  Macao 
el  SO  de  Enero  de  17S6,  y  habiendo  sido  despachado  en  Mejico  se  dio  a  la  vela  por  Londres  en  un 
buque  ingles.  En  està  ciudad  enfermò  gravemente,  y  mnriò  en  casa  del  Embajador  Portuguez,  asistido 
de  su  compaiiero  Fr.  Juan  Fernandez  Serrano,  a  principios  del  1737.  »  Di  questi  duo  Misslonarìi 
Francescani  sono  alcune  lettere  importanti  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia. 


Mi.  17.  Alenda. — Relacion  de  mi  viage  a  Pekin:  por  el  P.  Fr. 

^    Gaspar  Alenda  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bautista. 

II  Padre  Huerta,  (Estado  etc.)  che  ce  ne  dà  notizia,  dice  che  è  segnata  il  di  12  agosto  del  1638.  E 
aggiunge  la  seguente  biografia.  •  Fr.  Gaspar  Alenda,  Predicador,  profesò  en  la  santa  Provincia  de 
S.  Juan  Bautista,  donde  se  ejercitò  con  muchp  aplauso  en  la  predicacion,  paso  a  Filipinasel  aiìo  do 
1611,  y  fue  destinado  al  ministero  apostolico.  El  afio  del  1636  paso  a  las  Misiones  de  la  China, 
y  fneel  prlmero  que,  en  compania  de  Fr.  Francisco  de  Alameda,  entrò  en  ciudad  de  Pekin,  predicando 
publicamente  el  dia  14  de  Agosto  de  1637.  Por  està  santa  causa  fuè  preso  en  diclia  ciudad, 
apaleado  en  publico  tribunal  y  destcrrado  a  Neuti,  distante  de  Pekin  unas  300  leguas,  en  cuyu 
dilatado  camino,  cargado  de  cadenas ,  sufriò  con  admirable  paciencia  indecibles  trabajos.  En 
la  ciudad  de  Neuti  fuè  condannado  a  muerte;  pero  se  revocò  la  sentencia  y  fue  destcrrado  a  la 
ciudad  de  Macao,  donde  consiguiò  su  libertad.  Desde  Macao  paso  a  Isla  Hermosa ,  y  fundò  una 
Iglesia  y  Convento,  ocupandose  en  la  conversion  de  los  infleles  basta  el  ano  de  1672,  en  cuya  epoca 
asediaron  los  Holandeses  la  citada  isla  el  18  de  Agosto  ,  y  se  apoderaron  de  ella  el  25  del 
mismo  mes ,  muriendo  nuestro  Fr.  Gaspar  en  uno  de  los  dias  que  median  entrc  el  18  y  25  de 
Agosto  de  dicho  afio  de  1642,  por  una  baia  encmiga  y  en  defensa  de  su  religion  y  de  su  patria.  • 

s^.  18.  Alfaro. — Viaggio  fatto  alla  Cina  dal  P.  Fr,  Pietro  Alfaro 
^"  dell'  Ordine  di  san  Francesco  della  Provincia  di  san  GioseflTo 
(mentre  era  Ministro  delle  isole  Filippine  )  insieme  con  tre  Padri 
della  medesima  Religione.  Dove  si  vede,  come  entrassero  mira- 
colosamente in  quel  regno ,  et  si  fa  mentione  di  tutte  le  cose 
belle  et  curiose,  che  notarono  in  sette  mesi  che  ci  stettero.  In 
Venetia,  appresso  Andrea  Muschio,  MDXC. 

Un  volumetto  di  82  pagine,  in  4,  tradotto  daUo  tpagnuolo  in  italiano  dal  magnifico  Mr, 
Francesco  Avanzo,  cittadino  originario  di  Venezia.  Se  ne  trova  un  esemplare  nella  Biblioteca 
Nazionale  di  Firenze.  Lo  scrittore  del  viaggio  non  fu  veramente  il  Padre  Alfaro ,  ma  uno  de'  suoi 
compagni,  cioè  il  Padre  Agostino  de  Tordesillas,  di  coi  diremo  a  suo  luogo,  parlando  del  manoscritto 


ALIIONDIGA  -  ALMAS  13 


che  n'  tbbiamo  trovato  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Questa 
tradazione  italiana  venne  condotta  su  la  stampa  che  ne  fece  in  ispagnuolo  il  P.  Giovanni  Gonzalez 
de  Mendoza  Agostiniano,  che  tutto  lo  interpolò  e  aggiustò  a  modo  suo.  Il  viaggio  fu  fatto  nel  1579. 
Questi  Francescani,  dopo  gli  antichi  loro  confratelli  del  1300,  furono  i  missonari  che  primi  di  tutti 
entrarono  in  Cina.  Del  Padre  Alfaro  esistono  e  vidi  parecchie  importanti  Ietterò  autografe  nell'  Archivio 
de  Indias  di  Siviglia. 

19.  Alhondiga.— Relacion  do  los  trabajos  y  frutos  apostolicos 
de  los  Religiosos  Franciscanos  en  el  vasto  Imperio  de  la  China 
por  el  P.  Fr.  Roque  Alhondiga  de  la  Provincia  de  S.  José. 

Cosi  il  Padre  Hubrta.  (Estado  etc.)  :  aggiungendo  che  «  se  alistó  para  las  Misiones  de  Filipinas  y 
llegò  a  ellas  el  ano  de  1721,  y  el  2  de  Octubre  del  proprio  aHo  salìó  para  las  Misiones  de  China.  Llegado 
a  Canton,  estudiò  el  idioma  chinico  . . .  y  murió  en  la  misma  ciudad  el  dia  4  de  Marzo  de  1731.  • 

20.  Almaden.  —  Relacion  del  hermano  Predicador  Fr.  Antonio 
de  Almaden,  de  los  sucesos  de  la  Mision  desde  los  ultimos  del 
ano  de  1730  hasta  el  mes  de  agosto  del  ano  de  1731. 

Manoscritto  di  5  carte  in  8,  dell'  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  que'buoni 
FadrL 

— Relacion  en  que  se  dize  la  prision  de  un  Religioso  Francisco 
Descalzo  Espanol ,  Misionero  Apostolico  del  Imperio  de  la  Gran 
China,  estando  actualmente,  despues  de  dies  anos  cumplidos  de 
persecucion,  en  la  Provincia  de  Xan-tung. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  que'  Padri.  Sono  17 
carte  in  4.  Il  religioso  imprigionato  fu  lo  stesso  P.  Fr.  .\ntonio  della  Madre  di  Dìo ,  o  Almaden; 
e  sua  è  la  relazione  data  el  ano  quarto  del  empeiulor  Kien-Lung  ,  Luna  nona.  Ano  de  la  encar^ 
nacion  1739  dia  3S  de  octubre. 

21.  Almas.  —  Clamores  feitos  ao  céo,  suspiros  dados  na  Terra 
Santa  de  Jerusalem,  lagrimas  e  tormentos ,  com  que  em  Palestina 
acabao  as  vidas  os  filhos  do  Serafico  P.  S.  Francisco,  que  residem 
naquellos  santos  Lugares  ;  gragas  que  Ihes  sào  concedidas ,  e  a 
seus  bemfeitores ,  com  cuja  diligencia  e  esmolas  se  conservao  ; 
mercés  com  que  sao  premiados  e  outras  importantes  noticias , 
que  neste  livrinho  recopilou  a  devota  curiosidade  de  Fr.  Miguel 
das  Almas  Santas,  Religioso  do  N.  P.  S.  Francisco  da  Provincia 
do  Portugal  no  menor  estado  de  Leigo ,  Vice-Commissario  de 
Terra  Santa  de  Jerusalem  na  comarca  de  Valenga  de  Minho  e 
parte  do  Arcebispado  de  Braga.  Obra  novamente  accrescentada. 


44  ALVA 

'  '  ■■.■■■!  i»  Il  ,1,  I»  1.        ^  .         p  w^^^^^^-mm^^—        I    ■  Il      II  I  I     ■      W 

Lisboa:  na  officina  de  Miguel  Manescaljmpressor  do  Santo  Officio. 
Anno  1755.  Con  as  licen^as  necessarias. 

Un  volume  in  8,  di  Ire  carte  preliminari  non  numerate  e  352  pagine.  Contiene  molte  notizie 
e  documenti  per  le  nostre  Missioni  dell'  Oriente.  Se  ne  trova  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell* Acca* 
demia  (già  della  Congregazione  del  Ter// Ordine  Regolare  di  san  Francesco)  di  Lisbona. 

skmp.  22.  Alva.  —  Naturae  prodigium,  gratiae  portentum:  hoc  est 
Seraphici  P.  N.  Francisci  vitae  acta  ad  Christi  Domini  Nostri  vitam 
et  mortem  regalata  et  coaptata  :  in  prima  columna  describuntur 
Redemptoris  mundi  mysteria,  incipiendo  ab  eius  aeterna  praede- 
stinatione  usque  ad  gloriosam  ipsius  ad  coelos  ascensionem  ;  et  in 
altera  correspondente,  conformitates,  similitudines  et  parallela  Se 
raphici  Patriarchae  ,  in  guadraginta  quinque  titulos  divisa  :  item 
prò  apparatu  operis  viginti  sex  praemittuntur  tabulae,  prò  princi- 
palioris  assumpti  claritate  et  illustratione  :  ad  laudem  et  gloriam 
eiusdem  Seraphicae  Religionis  Minorum  Patriarchae  pertinentia, 
enodantur.  Omnia  elaborata  et  collecta  a  R.  P.  Retro  de  Alva  y 
Asterga  in  eiusdem  Seraphicae  Regularis  Observantiae  Instituto 
filio,  Lectore  Jubilato,  Supremae  Inquisitionis  Qualificatore,  Pro- 
vinciae  XII  Apostolorum  Regni  Peruani  Occidentalium  Indiarum 
alumno ,  et  in  Curia  Romana  prò  venerabilis  (ora  santo)  P.  Fr. 
Francisci  Solani  canonizatione  Procuratore  Generali.  Mattiti, 
anno  MDCLI. 

Un  volume  in  foglio,  di  410  pagine ,  di  cui  trovai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  di 
.nani'  Isidoro  di  Madrid.  È  lavoro  importantissimo  per  lR*n  conoscere  il  prodigioso  apostolato  del  Solano 
nell'America,  non  altrimenti  che  le  glorie  conseguit(*vi  merci»  l'opera  dell' Ordine  Francescano  dalla 
Romana  Chiesa.  Oltre  a  ciò,  ha  una  iamla  (la  prima  delle  10  che  si  seguono  l'una  all'altra) 
veramente  preziosa,  in  qua  recementur  doctores  et  authores  qui  de  Seraphico  Patre  nostro  Francisco 
scripserunt:  non  quidem  incidenter  (nam  horum  non  est  numerusj  sed  Ulorum,  qui  ex  professo 
egerunt  de  ipso  vel  rebus  eius ,  elaborando  libnim ,  traetatum,  opusculum,  sermonem,  vitam,  rei 
poemata  .  .  .  ordine  alphabelico  distributi.  Un  altra  dà  molti  particolari  delle  nostre  Missioni  in 
varie  parti  della  terra.  In  un'altra  si  riferiscono  tutti  i  Conventus  et  Ecclesiae  atque  loca  sacra, 
quae  inter  barbaros  infldeles  Saracenos  ac  Mahumetanos  kabitant  et  possident  Fratres  Mitiores  et 
in  quibus  eultui  divino  inserviunt.  In  somma,  è  opera  piena  di  molta  dottrina  e  di  lK'Ui«sime  notizie  ; 
0  meglio,  è  come  una  sintesi  di  tutto  quello  che  sotto  ogni  rispetto  era  stato  scritto  di  san  Francesco 
sino  all'anno  1651. 

—  Delinatio  Bullari  Seraphici  extracta  ab  indiculo  universali 
a  R.  P.  Fr.  Pedro  de  Alva  et  Asterga  Regularis  Observantiae 
elaborato,  in  quo  secundum  seriem  annorum  Christi  Domini  ac 
Summorum  Pontificium  extant  coUectae  et  dispositae  (  sicut  hic 


ALVAREZ  i  5 


in  Gregorio  IX  doinonstratiir)  15000  Litterae  Apostolicae  et  Decreta 
prò  conficendo  BuUurio  totius  nostrae  Seraphicae  Keligionis. 

Sono  24  pagine,  in  4.  Un  esemplare  trovasi  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid. 

23.  Alvarez.  —  Diario  historico-politico  -  canonico -moral.  Su 
Auctor  el  Padre  Fray  Joseph  Alvarez  de  la  Fuente,  Predicador 
General  de  numero  en  su  Religion,  y  de  su  Magestad  catholica, 
hijo  de  la  santa  Provincia  do  Castilla  del  Orden  de  nuestro  P. 
S.  Francisco  de  la  Observancia,  y  la  dedica  al  Reverendisimo 
Padre  Fray  Juan  de  Soto,  Lector  Jubilado,  Teologo  de  su  Mage- 
stad en  la  Real  Junta  de  la  Inmaculada  Concepcion.  Dividido 
en  doze  partes  por  los  doze  meses  del  ano. 

Sono  13  volumi  in  8.  Il  tredicesimo  contiene  l'Indice  di  UitUi  l'opera.  Opera  ricchi:»sìma  di 
notizie  e  di  erudizione,  che  può  prestare  molto  aiuto  per  scrivere  la  storia  delle  nostre  Missioni.  Xc 
è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  palazzo  vescovile  della  città  di  Cordova. 

24.  Alvarez.  — Memorial  ilustre  de  los  famosos  hijos  del  Real, 
grande  y  religioso  Convento  de  S.  Maria  de  Jesus  (  vulgo  S. 
Diego  de  Alcalà)  primado  Monasterio  de  este  ilustrissima  ciudad 
que  produxo  tantos  varones  sabios,  cuyas  brillantes  luces  en  cuna, 
virtudes  y  letras  hicieron  gloriosa  su  fundacion  :  que  hizo  el 
Uustrissimo  Senor  D.  Alonso  Carrillo  de  Acuna ,  Arzobispo  de 
Toledo,  Primado  de  las  Espanas  y  Chanciller  May  or  de  Castilla. 
Escrivele  Fr.  Diego  Alvarez  Predicador  General  de  la  exclarocida 
Provincia  de  CastiUa  de  la  Regular  Observancia  de  N.   P.   S. 

.  Francisco  y  Sacristan  Mayor  de  diche  Convento.  Le  consagra  a 
la  hermosissima  aurora  de  el  mejor  Sol  Santa  Maria  de  Jesus,  por 
mano  de  Don  Vicente,  Julian,  Bentura  de  Alfaro  e  Cavaliere  de  el 
habito  de  Santiago,  ayuda  de  Camara  de  su  Magestad  y  Sindico  de 
este  Convento.  Con  licencia  :  en  Alcalà ,  en  la  Impronta  de  Dona 
Maria  Garcia  Briones,  impressora  de  la  Universidad.  Ano  de  1753. 

Un  volume  in  foglio,  di  13  carte  preliminari  non  numerate  e  636  pagine,  oltre  4  carte  dì 
®«M0,  in  fine,  de  los  Ubros  y  capilulos  que  se  contienen  en  està  historia.  Sono  sette  libri,  e  vi  sono 
*Knissime  ed  importantissime  biograllc  di  nostri  Missionari  e  Martiri,  che  dopo  aver  illustrato  quell' 
^gne  Collegio  col  loro  magisterio  e  i  loro  studi ,  operarono  mara%  iglie  e  sparsero  il  sangue  fra 
I»POli  barbari  e  selvaggi  per  la  diffusione  della  fede  di  Gesù  Cristo.  Aggiungiamo  che  nella  Bibliotec^i 
•^flla Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid  sono  numerosi  documeidi  inediti  per  scrivere  una  bellissima 
•  furiosa  storia  del  sopraddetto  Collegio ,  che  si  può  dire  essere  stato  una  delle  più  splen4lide 
«MiivOTsità  della  Spagna,  di  cui  la  dotò  il  Cardinal  Ximcncs.  Un  esemplare  del  libro  del  Padre  Alvarez 
^  trova  nella  stessa  Biblioteca, 


16  AMERICA  -  AMICU 


^,  25.  America  en  el  mar  del  Sur,  Uamada  Imperio  de  los  Reynos 

'^'^  del  Sur. 

Un  volume  in  foglio,  della  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid.  È  un  lavoro  molto  ben  fatto,  ricco 
di  notizie  g^eografìrlie  e  storiche,  e  di  fatti  attinenti  all'opera  apostolica  dell'  ordine  Francescano  nelle 
Americhe,  itpecinlmento  nei  vasti  regni  del  Perù.  Pare  scritto  al  principio  dello  scorso  secolo,  ed 
autografo.  N'  è  autore  un  Francescano  che  amò  tener  celato  il  suo  nome. 


Amsnoi 


26.  Amich.  —  Compendio  historico  de  los  trabajos ,  fatigas  , 
sudores  y  muertes  que  los  Ministros  Evangelicos  de  la  Serafica 
Religion  han  padecido  por  la  conversion  de  las  almas  de  los 
gentiles  en  las  montanas  de  los  Andes ,  pertenecientes  a  las 
provincias  del  Perù;  dedicado  al  Serafico  Doctor  san  Buena- 
ventura;  escrito  por  el  P.  Fr.  José  Amich,  Predicador  Apostolico 
y  escritor  del  Colegio  Serafico  de  Propaffanda  Fide  de  santa 
Rosa  de  Ocopa.  Van  en  seguida  noticias  historicas  sobre  las 
Misiones  en  la  Republica  de  Bolivia  por  el  P.  Ceferino  Mussani, 
Minimo  Observante.  Paris,  Libreria  de  Rosa  y  Bouret,  1857. 

Un  volume  in  8 ,  di  392  pag.  Alla  293  cominciano  le  SoUeias  hUtoricas  sobre  las  Misiones  de 
la  Republica  de  Bolivia  por  el  P.  Ceferino  Mussani.  Una  traduzione  italiana  di  tutta  I'  opera  è  presso 
di  me,  fatta  a  mio  invito  dal  P.  Pietro  da  Belmonte  della  Provincia  Osservante  delle  Marche.  Giova 
qui  notare  quel  che  dice  V  Autore  alla  flne  del  Prologo,  che  cioè  egli  rappiccò  e  proseguì  el  ìUlo 
historieo  de  la  Cronica  Franeiseana  del  Perù,  escrila  por  el  Reverendo  Padre  Fray  Diego  de  Cordoba 
y  Salinas,  sacada  a  luz  d  ano  1651,  della  quale  parleremo  a  suo  luogo.  Fu  il  P.  Amich  un  dottissimo 
Missionario  e  geografo.  II  Padre  Truxillo  nel  suo  Plano  de  Estudios,  ci  fa  sapere  clic  el  descuhrimienio 
y  demarcadon  de  las  Islas  Carolinas,  o  de  Otageite»  siluadas  en  el  Oceano  Pacifico ,  y  el  recono- 
cimiento  geografico,  y  noticia  de  sus  habitantes  se  debiò  unicamente  a  Fr.  Joseph  Amich  ano  de  1772. 
Dalla  sua  oliera  trascrìviamo,  come  saggio,  la  seguente  notizia  che  nella  prefazione  dà  delle  .\ndcs. 
«  La  primera  notjible  porcion  de  la  America  merdional  (egli  dice)  es  la  Conlillera  Real,  que  comenzando 
cerca  del  mar  de  norte  en  las  sierras  de  Santa  Marta,  prosigue  al  Sur  por  espacio  de  mas  de  mil 
y  trescientas  leguas ,  con  elevados  cerros  cubiertos  do  nieve  todo  el  affo.  Està  Cordillera  Real  casi 
desde  su  principio  viene  dividida  en  ramos  casi  paralelos  ;  y  aunque  en  algunos  parajes  Ilegao  a 
unirse  (comò  en  la  provìncia  de  Jaen),  siempre  se  distinguen  en  sus  calìdades.  El  ramo  occìdental 
de  la  Real  Cordillera,  el  cual  sirve  de  orla  a  la  costa  del  Perù,  es  mas  alto  y  nevado,  y  comò  dista 
poco  del  Mar  del  Sur  (pues  su  distancia  no  escede  de  veinte  leguas),  las  vertientes  que  dan 
manantial  a  los  rios  que  desaguan  en  dicho  mar,  son  de  poco  caudaU  y  por  consiguiente  los  rios 
son  prquefios.  Y  por  el  contrario,  de  lodas  las  vertientes  que  caen  a  la  parte  orientai .  se  forman 
grandes  y  caudalosos  rios,  que  despues  de  halxT  corrido  por  diversos  rumbos,  tributan  los  mas 
sus  raudalcs  al  gran  rio  Maranon,  y  algunos  al  gran  Rio  de  la  PlaUi,  Las  faldas  de  este  ramo  occìdental, 
quo  caen  a  los  valles  del  Sur,  son  regularmente  esterìles,  pues  solamente  con  el  beneficio  del  riegiì  de 
las  vertientes  de  la  Cordillera  produce  lo  necesario  a  la  vìda  huraana  en  las  (luebradas  y  valles  donde 
se  consigue  el  riego,  dejando  muclios  espacios  de  rosta  incultos  por  falla  de  humedad  reducidos  a 
aridos  arenales  y  algunas  salinas.  De  està  generalidad  se  e.sccptua  la  costa  que  media  entre  Guayaquil 
y  Panama,  que  por  estar  mas  distante  de  la  Cordillera  tiene  el  beneficio  de  las  lluvias,  y  es  montana, 
con  temperamento  calido  y  humedo. 

•  El  ramo  orientai  de  la  Real  Cordillera  (  que  vulgamente  llaman  la  Cordillera  de  los  Andes  ) 
dista  regularmenU*  de  dìes  a  veinte  leguas  de  la  Cordillera  grande,  y  tiene  muchos  cerros  nevados 
lodo  el  ano.  El  espacio  que  se   balla  entre  estos  dos  ramos  de  Cordillera ,  està  cortado  do  diversas 


AMICH  17 


quebradas  y  vallcs  frios  donde  se  cria  mucho  ganado  de  todas  cspccies,  y  algunos  son  abundantes 
de  cebada  y  trigo .  El  temperamento  es  frio  y  seco ,  aunque  tiene  su  invicrno  de  lluvias  y  en 
algunas  quebradas  por  donde  corren  algunos  rios  (a  lo  cual  llaman  temples)  hace  bastante  calor, 
y  9e  producen  algunas  fructas,  asi  de  la  tierra  comò  de  las  de  Europa. 

«  La  segunda  porclon  notable  de  la  America  Meridional,  es  la  Serrania  del  Brasil,  que  comen> 
zando  desde  las  sierras  de  Maldonado  (en  el  rio  de  la  Piata)  corren  al  norie  basta  cerca  de  la  linea 
cquinoccial.  Y  aunque  està  serrania  no  es  tan  elevada  ni  tiene  tanlos  cerros  nevados  corno  la  Cor- 
dillera  Rea! ,  es  muy  cscabrosa  y  llena  do  monte  ,  donde  por  las  frecucntcs  lluvias  dan  sus 
vertientes  copiosos  caudales  de  agua  a  muchos  y  grandes  rios,  que  los  mas  desaguan  en  el  rio  de  la 
Piata,  y  olros  al  mar  del  norte.  Tales  son  el  rio  del  Para,  el  de  locanti nos,  el  de  san  Francisco  y  otnjs. 
«  Entrc  cstas  dos  notables  porciones  de  la  America  Meridional,  està  situada  la  tercera,  mas 
notable  por  su  grandeza.  Consiste  està  porcion  en  unas  grandes  Uanuras  o  Pampas,  que  ocupan 
mas  de  mil  leguas  del  selenlrion  al  mediodia,  y  del  occidente  al  oriente  en  algunas  parles  qufnientas 
leguas  y  en  otras  menos.  Todo  este  grande  espacio  està  cruzado  de  innumerables  rios ,  muchos  de 
los  cuales  son  de  tal  magnitud,  que  cxceden  a  los  mas  famosos  de  Europa  y  Asia.  Los  mas  de  ellos 
contribuyen  a  formar  el  famoso  rio  de  las  Amazonas,  y  los  otros  tributan  sus  caudales  al  rio  do 
la  Piata.  El  terreno  (maxime  en  la  zona  torrida)  està  cubierto  de  espesos  monles  de  arboledas  de 
todas  especies  y  de  grandores  estraordinarios.  El  temperamento  es  calido  y  humedo  escesi  vamente, 
por  lo  cual  es  criadero  de  innumerables  sabaniiijas  nocivas  al  genero  humano .  Hay  culebras  de 
muchas  especies  y  tamafios,  y  algunas  muy  ponzonosas.  Muchos  tigres,  leopardos  y  antmales  voraces. 
La  cantidad  de  hormigas  de  diferontes  especies  y  grandores,  es  immensa.  Los  mosquitos  en  tanta 
machedumbre,  que  a  veces  se  forman  de  ellos  comò  densas  nubes,  y  murciélagos  de  estraordlnaria 
grandeza.  Los  rios  en  gran  manera  abundan  de  pescado  y  de  caimanes  ;  los  montes  crian  muchos 
anìmales  comestibles,  y  el  ayre  da  muchlsimas  aves  de  varias  especies,  asi  de  caza  comò  de  canto, 
matizadas  de  hermosos  y  vistosos  colorcs. 

«  Todo  este  vasto  espacio  de  està  tercera  notable  porcion  de   la  Meridional  AmcHca,  està 

poblada  de  innumerables  naciones  de  Indios  infleles,  que  viven  de  vida  brulal  sin  ley,  ni  rey,  ni 

depondencia:  conlentos  con  lo  que  produce  la  tierra  y  los  rios  a  costa  de  muy  poco  trabajo,  porque 

corno  el  temperamento  es  muy  calido  y  humedo,  hace  el  terreno  grandemente  fertil  de  todas  las 

semillas  y  frutos  que  suole  produci r  la  montana.  Las  mas  de  las  naciones  no  usan  mas  vestido  que 

el  pe  sacaron  del  vientre  de  su  madre.  Viven  esparcidos  por  aquellos  montes  en  casas  grandes 

lifchas  de  patos  y  cubiertas  do  hojas  de  palmas.  En  cada  casa  vive  una  familia  o  parentela  de 

trienla  o  mas  personas.  Solamente  se  juntan  en  crecìdo  numero  para  sus  borracheras  (que  es  su 

vicio  dominante)  y  para  las  espediciones  de  guerras  que  continuamente  tienen  unas  naciones  contra 

otras:  para  cuyo  efeclo  eligen  sus  cabos  o  Guracas.  Entro  ellos  se  ignora  la  piedad,  porque  ni  los  hijos 

hacen  caso  de  sus  padres,  ni  las  hijas  alienden  a  los  preceplos  de  sus  madres,  y  los  enfcrmos  no 

tienen  mas  remedio  que  sanar  naturalmente  o  morir  desamparados  ;  y  dospues  de  muertos ,  sus 

parienles  pegan  fuego  a  la  casa  y  cadaver,  y  se  mudan  a  vivir  a  otra  parte  bien  distante. 

Ora  viene  la  Montagna  (cerro  )  del  Sai,  dove  specialnicnlo  evangelizzarono,  negli  ultimi  secoli,  i 

ftancescani.  •  El  ramo  orientai  de  la  Cordillera  Real,llamado  viilgarmenle  la  Cordillera  de  los  Andes,  le 

hasituado  Dios  fan  empinado  y  escarpado  por  la  parte  orientai  (que  es  la  ((ue  mira  a  la  montana) 

qne  parece  habtT  querido  su  altisima  providencia  impedir  a  los  moradores  de  la  Sierra  el  transito 

^  las  Uanuras;  pues  solo  permite  bajada  a  ellas  por  algunas  quebradas  de  muy  dìnciles  caminos  por 

cansa  de  los  precìpicios,  nieves  y  ciénegas  de  que  està  guarnecida  està  Cordillera  de  los  Andes.  Estos 

«hstacolos  fueron  la  causa  para  que  siempre  fuesen  sin  fruto  las  espediciones  a  la  montana,  asi  en  el 

liempo  de  los  Incas,  .Monarcas  del  Perù,  corno  de  los  Espanoles  que  emprendieron  algunas  de  sus 

conquislas,  y  està  misma  parece  ser  la  razon  porque  en  los  primeros  cien  anos  de  la  conquista  de  este 

Rino,  no  se  lec  haber  entrado  Religioso  algnno  a  la  espiritual  conquista  de  los  infleles  de  les  montafias... 

•  La  primera  entrada  que  se  hizo  a  las  montanas  (omitiendo  las  ({ue  hicieron  los  conquistadores 

deQolio)  fué  por  la  quebrada  de  Chachapoyas  y  Moyabamba,  en  cuyo  rio  se  hizo  el  armamento  de  ciuco 

bergantines,  para  ir  reconocer  el  rio  de  las  .\mazonas  bajo  las  ordenes  del  capitan  Pedro  de  Ursua,  a 

quien  matò  el  tirano  Lope  Aguirre,  y  se  levante  con  el  armamienlo  para  las  piraterias  que  ejecutò  en 

el  mar  del  Norte. 

«  Otra  entrada  a  la  montaiìa  so  facilita  por  la  quebrada  en  que  està  la  cindad  do  Guanuco. 

3 


18  s  AMOR  DE  DEOS  -  ANDRADA 


Skaitip. 


Por  estas  entraron  nuestros  Religiosos  el  ano  de  1631  a  la  conquista  espiritual  de  los  Panataguas, 
seguo  que  lo  reOere  nuestra  Cronaca  del  Perù  lib.  7.  Gap.  XXV. 

•  Esto  Cerro  del  sai  es  muy  famoso  por  el  grande  concurso  de  Indios  infieles,  que  de  las  naciones 
mas  remotas  de  la  montana  acuden  a  el  por  sai ... .  està  habitado  de  indios  Amages,  y  de  alg^nos 
de  las  otras  naciones  que  se  quedan  en  el  cuando  suben  por  sai.  (Cap.  I.  del  Compendio  etc.) 

I  sopra  detti  primi  Missonari  Francescani  formarono  il  primo  popolo  cristiano  di  Guancabamba; 
donde  poi  «  entrò  a  la  montana  el  siervo  de  Dios  Fr.  Geronimo  Jimenez  . . .  el  ano  de  1635  . . .  que 
despues  fué  martirizado  en  compafiia  del  venerable  Padre  Fray  Cristoval  Larios  a  manos  de  los  indios 
Gampas  en  el  rio  de  Perene  el  dia  8  de  deciembre  de  1637.  •  (Cap.  II).  E  cosi  mano  mano  la  Missione 
venne  dilatandosi  con  vicende  varie,  e  immensi  sacrifìcii  de'Qgli  di  san  Francesco,  che  vi  ottennero 
stupendi  successi  :  ed  è  la  storia  che  l'Autore  ci  viene  narrando  insino  addi  nostri ,  ricca  d' interes- 
santissimi fatti.  Questa  missione  ancora  continua,  ed  è  una  delle  presenti  belle  glorie  del  nostro 
Istituto. 

27.  Amor  de  Deos.  —  Escola  de  Penitencia,  caminho  de  per- 
feigao,  estrada  segura  para  a  vida  etema.  Chronica  da  Santa 
Provincia  de  S.  Antonio  da  Regular  Observancia  da  Ordem  do 
Serafico  Patriarca  S.  Francisco  no  Instituto  Capucho  neste 
reyno  de  Portugal.  Tomo  I  oflTerecido  ao  eminentissimo  senhor 
Cardeal  Patriarca  I  D.  Thomas  de  Almeida,  Capellao  Mor  e 
conselheiro  de  Estado,  por  seu  author  o  doutor  Fr.  Martinho 
do  Amor  de  Deos,  Collegial  que  foy  no  Collegio  Beai  de  S.  Paulo 
na  Universitade  de  Coimbra,  e  nella  con  graos  in  utroqìie  Jure  ; 
Missionario  Apostolico,  Penitenciario  de  su  Santitade ,  Exami- 
nador  Synodal  da  Curia  Patriarcal  e  do  Bispado  de  Leiria  pelo 
illustrissimo  senìior  D.  Alvaro  de  Abranches  e  do  grande  Priorado 
do  Grato  pelo  serenissimo  senhor  Infante  D.  Francisco  :  Filho  do 
santo  Seminario  de  Bracannes,  e  incorporado  nesta  Provincia  e 
seu  Chronista,  Lisboa  Occidental,  na  oflBcina  dos  Herdeiros  de 
Antonio  Pedroyo  Galram .  MDCCXL.  Con  todas  as  licengas 
necessarias. 

È  un  volume  in  foglio,  di  Ì4  carte  preliminari  senza  numerare  e  870.  Non  fu  pubblicalo  che  questo 
primo  tomo.  Nel  libro  I  parla  delle  nostre  missioni  della  Provincia  di  san  Thomè  neir  Indie  orientali. 
Ne  trovai  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

^  28.  Andrada.  —  Relacion  autentica  del  martirio  de  Fr.  Seba- 

^    stian  de  San  José  y  Fr,  Antonio  de  Santa  Ana  en  las  islas  de 

Macasar  y  Tagalonda ,  el  ano  1610:  por  el  P.  Fr.  Pedro  Matias 

de  Andrada  de  la  Provincia  de  S.  José. 

Di  questo  manoscritto  ci  dà  notizia  il  Padre  Huerta  {Eitado  ec)  Il  Padre  Fr.  Pedro  Matias  do 
Andrada  nacque  da  nobili  e  virtuosi  genitori  in  Toledo  :  fece  tutti  i  suoi  studii  in  quella  Università, 
e  dipoi  vesti  l'abito  Francescano  nella  Provincia  di  san  Giuseppe.  L'anno  1580  si  recò  al  Messico, 
e  due  anni  dipoi  di  là  passò  alle  Filippine,  dove  molto  lavorò  nella  Provincia  di  Camarines.  II  1594 


ANGEL- ANTICA  i9 


fu  tatto  Deflnitore  della  Provincia,  e  il  1602  superiore  della  Provincia  e  di  tutte  le  Missioni:  ufficio 
cbe  tenne  fino  al  1605,  quando  venne  inviato  Procuratore  presso  le  corti  di  Madrid  e  di  Roma. 
Dalla  Spagna  poi  tornò  con  buon  numero  di  altri  Missionari  al  Messico,  dove  fu  elevato  alla  sede 
episcopale  di  Cebù  nelle  Filippine.  La  tenne  tre  anni ,  e  il  1613  fu  destinato  a  quella  di  Nueva- 
Caceres,  dove  morì  il  1615,  lasciando  grande  fama  di  santità. 

29,  Angel.  —  Arte  de  la  Lengua  Cakchiquel  :  compuesto  por 
el  Padre  Fray  Angel  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

Manoscritto  in  4,  dice  il  Brasseur  (Biblioth.  Amer.  Guatjy  di  94  carte,  di  scrittura  che  pare  della 
fine  del  XVIII  secolo.  Veramente  non  porta  in  fronte  il  nome  dell'  Autore  ;  ma  esso  si  trova  in  una 
nota  air  ultima  pagina  dell'  opera  seguente,  che  va  unita  a  questa. 

~  Vocabolario  de  la  Lengua  Cakchiquel. 

Manoscritto  parimente  in  4,  di  225  carte,  della  stessa  scrittura  del  precedente.  La  nota  dell'ultima 
pagina  dice  :  El  Padre  Fr.  Angel  supliea  a  los  que  lean  ette  Vocabolario,  borren  aquellas  palabras 
fue  pueden  eausar  mina  espiritual,  V  el  uso  las  imprime  en  la  memoria.  Dilicatezza  di  coscienza 
che  mostra  la  santità  di  questi  dotti  uomini  e  veri  apostoli  della  Chiesa  di  Gesù  Cristo  I 

k.  30.  Anleo.  —  Arte  de  la  Lengua  Quiche.  Compuesto  por  N. 
I,.  M.  R.  P.Fray  Bartholomé  Anleo,  Religioso  Menor  de  N.  P.  San 
Francisco. 

Un  volume  di  69  pag.  in  8,  e  di  bellissima  lettera,  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi  (Fond 
Àmerie.  ) .  Comincia  come  segue  :  «  Arte  de  Lengua  Quiche.  Orthografla.  De  la  pronunciacion  destos 
leoguas  y  sus  caracteres.  Antes  de  entrar  en  la  esplicacion  de  el  arte  de  està  Lengua  Quiche,  me 
pareciò  tratar  de  la  buena  pronunciacion  de  està  lengua  y  sus  caracteres ,  que  por  su  diflcultad  la 
tengo  por  una  de  las  cosas  importantisimas  de  està  arte.  Usaron  nuestros  antiguos  Padres,  que  pianta- 
na U  Pee  en  està  Provincia  de  Guatemala,  de  siete  letras,  o  caracteres,  para  la  buena  pronunciacion  de 

tttas  lenguas,  y  son     ^^  ,-^  •  ^^  *l     i  "    ^  •  Id   •  H"    '  ^®  '^  quales  trateré  en  parti- 

colar  con  la  brevedad  posible ,  para  que  los  Ministros  no  hallen  tanta  diflcultad  en  la  costrucion  de 
lo qae estabiliré  esento  con  flel  orthografla,  y  se  faciliten  en  la  pronunciacion  ec.  >  Il  manoscritto 
fiBìsce  nel  modo  seguente:  «Este  arte  de  Lengua  Quiche  fué  compuesto  por  N.  M.  R.  P.  Bartholomé 
de  Anleo,  cuyo  originai  tubo  N.  M.  R.  P.  Fr.  Antonio  Mclians  Betancour,  Padre  dos  veces  Ministro 
Provincial  de  està  S.  Provincia,  y  Ministro  excelcntissimo  en  los  idiomas  de  los  naturales.  Y  su  P.  M. 
Rev.  me  le  donò  a  mi  Fr.  Antonio  Ramirez  d'Utrilla,  de  cuyo  originai  fué  translado  este  de  mi  mano, 
y  teacabé  en  veinte  y  seis  de  Agosto  en  el  Pueblo  de  N.  P.  S.  Francisco,  Janchachel.  Ano  de  1744.  — 
^-  Antonio  Ramirez  de  Utrilla.  >  —  Vedemmo  di  sopra  che,  secondo  il  Brasseur,  la  lingua  Quiche  è 
^  dialetto  della  Cakchiquel.  Ma  noi  non  ne  possiamo  sentenziare.  Debbo  qui  aggiungere ,  che 
onusto  manoscritto  fu  pubblicato  in  Londra  il  1865  per  il  signor  E.  G.  Squier,  col  titolo  seguente: 
^•*  de  lengua  Quiche,  o  Utlateea,  compuesto  por  N.  M.  R.  P.  Fray  Bartolomè  Anleo  Religioso 
^fwr  ie  N.  S.  P.  San  Francisco.  Edited,  WUh  an  Essay  on  the  Quichés,  By  E,  G.  Squier. 

31.  Antica  cronaca  del  discacciamento  dei  Francescani  dal 
legno  di  Danimarca,  pubblicata  in  latino  dallo  storico  Protestante 
M.  H.  Knndsen  e  voltata  in  italiano  dal  P.  Marcellino  da  Civezza 
M.  0.  Roma,  Tipografia  Tiberina,  1863. 


20  ANTONIO  -  AQUILA 


Mi. 

Aria 


Dmll* 


fitanf>i 


Sono  48  pagine  in  8  grande.  Pubblicata  in  latino  dal  Kundsen,  venne  poi  tradotta  in  Danese 
da  un  altro  Protestante»  che  si  segna  A.  D.  F.  F.  J.  S.,  e  da  ultimo  riprodotta  dall' abate  Garup 
come  appendice  alla  sua  Scorta  della  Chiesa  cattoUea  in  Danimarca .  Io  la  inserii  nel  fascicolo  i 
dell'  anno  III  (1863)  della  mia  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (pubblicazione  mensile  che  usciva 
a  luce  in  Roma),  donde  la  estrassl  a  parte,  dedicandola  al  Cardinale  Pietro  Marini.  Per  farne  conoscere 
r  importanza,  basterà  citare  le  parole  del  traduttore  Danese.  «  11  signor  Kundsen  (  egli  dice  )  si  ò 
meritamente  acquistato  grande  riputazione,  mettendo  a  stampa  un  numero  senza  fine  di  atti  e  scritti 
che  gittano  immensa  luce  su  la  storia' del  modo,  con  cui  venne  introdotto  il  Protestantesimo  in  Dani- 
marca  Questa  esposizione  veridica  delle  ingiustizie  e  violenze  commesse  contro  di  un  sol  Ordine, 

ci  dà  un'  idea  delle  tribolazioni  sofferte  dagli  altri ,  dal  Clero  secolare ,  e  da  tutti   coloro  che  si 
tennero  fedeli  all'antica  dottrina.  « 

32.  Antonio.  —  Carta  de  Frey  Antonio  a  el  Rey  D.  Manoel 
sobre  a  conversào  dos  gentios  e  estabelecimento  de  seus  Beligiosos 
Franciscanos. 

Son  4  fogli  ;  e  la  lettera  è  data  a  quatro  de  novembrOy  era  de  quinientos  e  dezoUo  ;  e  segnata  : 
Immeritus  Comissarius  Indiarum  et  Guardianus  Conventus  SerapMd  Patris  nostri  Francisci  in  hoc 
dvUate  de  Goa.  Fr,  Antonius,  —  L' originale  è  nell'  Archivio  della  Torre  del  Tomho  di  Lisbona,  e  una 
copia  nella  Biblioteca  dell'  Accademia  (  già  della  Congregazione  del  Tcrz'  Ordine  Uegolare  di  san 
Francesco)  della  stessa  città. 

33.  APRESENTAgAO.  —  Epitome  historico  da  \ìda  do  Arcebispo 
de  Bahia  D.  Fr.  José  Fialho  :  pelo  Padre  Fr.  JoSio  da  Apresenta^ao 
Campellos,  Franciscano.  1740. 

Ne  parla  il  signor  Varnuagen  nella  sua  Storia  generale  del  Brasile,  tom.  11:  ma  non  dice  se 
sia  stampato,  o  manoscritto  ;  nò  io  potei  incontrarne  altre  notizie. 

34.  Aquila.  —  Arabicae  linguae  novae  et  methodicae  insti- 
tutiones,  non  ad  vulgaris  dumtaxat  idiomatis,  sed  etiam  ad  gram- 
maticae  doctrinalis  intelligentiam,  per  annotationes  in  capitum 
appendicibus  suffixas,  accomodatae.  Anthore  Fr.  Antonio  ab  Aquila 
Ordinis  Minorum  sancti  Francisci  Strict.  Observantiae  Theologo 
atque  in  Collegio  sancti  Petri  Mentis  Aurei  a  S.  Congregat.  de 
Propcu/anda  Fide  Arabicae  linguae  deputato  Lectore .  Opus  tum 
omnibus  Arabicae  linguae  studiosis,  tum  potissimum  apostolicis 
viris ,  per  Asiam  et  Africam  fldem  propagaturis  ,  utile  et  neces- 
sarium.  Romae,  typis  Sac.  Congreg.  de  Propar/anda  Fide,  anno 
Jubilei,  1650.  Superiorum  pennissu. 

Un  volume  in  8,  di  19  carte  preliminari  non  numerate  e  618  pagine.  N'  ò  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Fabroniana  della  città  di  Pistoia. 


ÀRAMDA  21 


Adi 


35.  Aranda.  —  Comienza  un  tractado,  el  qual  contiene  muy 
particular  y  verdadera  informacion  de  la  ciudad  Santa  de  Hiera- 
salem  y  de  todos  los  Lugares  Sanc1x)s  que  dentro  y  fuera  desta 
ciudad  santa  estan  senalados ,  de  principal  intento  aquellos  donde  j>^ 
Christo  nuestro  Dios  y  Redemptor  celebrò  los  misterios  de  nuestra 
Redempcion. 

Item  :  se  contiene  en  este  tractado  noticia  muy  particular  de 
todos  los  otros  Sanctos  Lugares  en  que  Christo  nuestro  Dios  obrò 
singulares  misterios ,  contenidos  en  las  provincias  de  Judea , 
Samaria  y  Galilea,  con  breve  y  general  descripcion  de  la  tierra 
de  promission,  declarando  la  causa  del  nombre  y  de  su  santidad. 
Y  todo  esto  descripto  y  escrito  lo  mas  clara  y  devotamente  que 
el  tiempo  sufre  y  el  autor  con  diligente  inquisicion  y  vista  pudo 
alcanzar  a  saber  y  ent^nder.  En  el  ano  de  MDXXX.  Compuesto 
por  el  muy  Reverendo  Padre  Fray  Antonio  de  Aranda,  Guar- 
dian de  San  Francisco  de  Alcalà  de  Henares.  El  qual  vió  y  passeó. 
A  gloria  y  honra  de  nuestro  Senor  Jesu  Christo  y  consolacion 
y  provecho  de  los  leyentes. 

Un  volume  in  4,  di  CXV  carte.  Libro  de' più  gentili  chMo  abbia  letti,  e  prezioso  per  le  notizie  che 
«là  specialmente  di  quel  tempo.  La  relazione  dc'Luogiìi  Santi  finisce  al  foglio  XGVI,  con  la  data:  De  la 
ciìiiad  de  Barutk  ano  del  Senor  MDXXXI.  Poi 

—  Siguese  una  relacion  o  segundo  tractado  que  contiene 
en  particular  la  disposicion  de  las  Provincias  de  Samaria  y 
Galilea,  senalando  singularmente  algunos  Lugares  que  en.ellas 
son  mas  principales ,  y  de  mas  santidad,  comengando  desde  el 
termino  septentrional  de  la  Provincia  de  Judea  y  procediendo 
camino  derecho  basta  salir  de  la  tierra  de  promission.  Compuesto 
assi  mesmo  por  el  Autor  del  precedente.  Fue  vista  y  examinada 
y  aprovada  està  obra  por  los  Senores  del  Consejo  de  su  Magestad 
en  Madrid  :  y  con  su  licencia  y  privilegio  impressa  en  la  insigne 
villa  de  Alcalà  de  Henares  en  casa  de  Miguel  de  Eguya,  ano  de 
MDXXXIIL  — 

Le  ultime  parole:  Fue  vista  ec.  sono  in  fine  dell'ultimo  foglio  delF opera,  tutta  egualmente 
importante  e  assai  dilettevole. 

Non  dispiacerà  a'  lettori  udire  la  visita  che  l'Autore  fece  al  Monastero  di  Santa  Maria  de' Maroniti 
sul  Monte  Libano,  la  quale  ricorda  anche  una  gloriosa  missione  compita  pochi  anni  prima  da' suol 
eoDfratclli  appresso  quella  nazione.  «  Alli  nos  mostrò  el  Patriarcha  un  ornamento  rlco  con  su 
nutria  y  pontificai,  que  el  Sanctissimo  Papa  Leon  X  de  buena  memoria  dio  al  antecessor  deste  que  agora 


22  ARANDE  -  ARESO 


Jif. 


Alia 


es,  quando  tuvo  Concilio  :  el  qual  en  persona  fué  a  Roma  a  dar  la  obediencia  al  Papa  en  compania  de 

Frayles  nuestros:  los  quales  fueron  los  medios  desta  obediencia En  solo  este  Monasterio  de  N. 

Senora  del  Monte  Libano  ay  campanas  :  las  qoales  tafieron  los  Religiosos  quando  nos  vieron  ir  en  senal 
de  plazer  :  y  digo  os  de  verdad  que  el  gozo  de  oyrias  fué  tanto  (  ca  avia  ya  mas  de  ano  que  no  las 
avia  oydo)«  que  sin  poderme  contener  comencò  a  llorar  y  areyrme  do  mis  lagrimas.  •  Poi  dal 
Guardiano  di  Monte  Sion  venne  inviato  a  predicar  y  confessar  los  mercadantes  que  estavan  en  Tripol. 
E  appresso,  a  la  ftresenda  del  Emperador  (  Carlo  Y,  in  Europa  ) ,  per  un  despacho  de  grande  impor- 
tanda  locante  al  fator  de  los  Lugares  Sanctos  y  universal  utilidcul  de  la  Iglesia.  Nella  qual  missione 
e  ritorno  in  Europa,  gli  fu  assegnato  a  compagno  un  honrado  Padre  de  la  Provincia  de  Milan,  Uamado 
Fr,  Miguel  de  Àcquis  :  e  il  lunes  de  Dominica  in  Albis  (egli  continua)  en  el  puerto  de  Tripol  entramos 
en  una  nave  Venedana,  cuyo  patron  se  Uamava  Testa  roxa  (Testarossa)  :  y  con  la  ayuda  de  nuestro 
Senor  venimos  a  la  instUa  de  Cypro ,  donde  estuvimos  esperando  pasaje  ÌMsta  el  dia  de  la  Trinidad. 
Un  esemplare  di  questo  rarissimo  libro  trovasi  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

36.  Arande.  —  Padron  general  de  la  Mision  SeralBca  en 
los  reynos  de  Cochinchina  y  Camboja  perteneciente  por  dele- 
gacion  apostolica  a  los  Religiosos  de  N.  P.  S.  Francisco  de  la  Pro- 
vincia de  san  Gregorio  de  Filipinas,  cuyos  Misioneros  son  susten- 
tados  con  la  limosna  que  nuestro  catolico  Monarca  Carlos  IV  (que 
Dios  guardo)  liberalmente  nos  ofrece.  Ano  de  1794. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  mi  mandarono  copia  quei 
Padri.  In  fine  è  segnato  come  segue  :  Mision  y  reyno  de  Cochinchina  20  de  Junio  del  presente  ano 
1794.  Fr.  Juan  José  de  Arande,  Comisario  Provincial. 

37.  Areso.  —  Le  Lieux  Saints  et  les  Missions  que  les  Peres 
de  la  Terre  Sainte  entretiennent  en  Palestine  et  ailleurs,  par 
le  Reverend  Pere  Fr.  Joseph  Areso.  Bayonne  Neuve,  Cluzeau, 
1856. 

Ub  volume  in  IS.  Questo  venerando  e  dotto  Padre  di  Spagna,  che  la  rivoluzione  del  1834  cacciò  dai 
suo  paese,  rifuggitosi  in  Francia,  con  la  sua  virtù  e  le  zelantissime  predicazioni  che  vi  tenne,  s' acquistò 
in  breve  tanta  riputazione,  che  potè  pigliarvi  pubblicamente  l'abito  della  sua  Religione,  e  dar  principio 
alla  presente  Provincia  Minoritica  di  San  Ludovico,  che  già  conta  14  conventi.  Ne  fu  due  volte  Provin- 
ciale, e  n'  è  insino  ad  oggi  l'anima  e  la  vita,  tenuto  universalmente  in  conto  di  santo.  Quando  su  la 
fine  del  1875  io  giunsi  a  Parigi,  egli  dimorava,  ottuagenario,  nel  Convento  di  Saint-Palais,  che  fu  il  primo 
da  lui  fondato;  e  nel  mio  ritomo  dalla  Spagna  alla  fine  del  1877,  seppi  che  ancora  viveva,  ma  infermiccio; 
e  due  volte  era  stato  presso  a  morire.  Se  la  Francia  possiede  di  nuovo  i  Francescani,  che  vi  operano  tanto 
bene,  a  questo  venerabile  Padre  ne  deve  riconoscenza,  e  non  dimenticherà  facilmente  i  successi  delle 
sue  missioni,  e  di  quelle  de'  santi  suoi  compagni  e  figliuoli.  Oltre  la  riferita  opera  sopra  i  Luoghi  Santi 
della  Palestina,  ch'egli  visitò  apostolicamente  pellegrinando,  e  sopra  le  missioni  che  vi  conserva  l'Ordine 
Francescano,  scrisse  e  pubblicò  molte  altre  cose,  di  profonda  pietà  e  di  varia  erudizione,  sia  in  lingua 
francese,  sia  in  quella  della  sua  patria,  accolte  da  per  tutto  con  grande  favore. 

Posseggo  una  sua  lettera  del  1865,  con  cui  me  ne  inviava  un'  altra  del  nostro  P.  Fr.  Francesco 
Àrrieta,  già  Arcivescovo  di  Lima,  per  essere  pubblicate  nel  periodico  delle  Missioni  Francescane,  ch'io 
aveva  fondato  in  Roma,  e  continuò  per  sei  anni,  col  titolo  :  Cooperazione  de'  Frati  Minori  neU'  opera 
della  propagazione  della  Fede,  Cronaca,  ec.  Non  giunsero  in  tempo.  Metto  qui  quella  del  P.  Areso, 
certo  che  tornerà  graditissima  a  lettori. 

t  Viva  Jesus  I  —  Collegio  de  Misioneros  Franciscanos  de  la  Observancia  :  Bourges,  S5  de  agosto 
del  1865.  R.  Padre  y  amantisimo  hermano,  Marcellno  de  Civeza.  Como  su  Patemidad  sabe  leer  el  espanol. 


ARLEQUI  23 


me  tomo  la  libertad  de  escribirle  en  dicha  lengua,  y  al  mismo  ticmpo  embiarle  la  carta  adiunta.  Regi- 
strando dias  pasados  mi  correspondencia  para  quemar  las  cartas  que  no  pudiesen  servir  en  el  porvenir, 
he  hallado  una  carta  del  muy  R.  Padre  Fr.  Francesco  Arrieta,  Franciscano  Observanto  del  convento  de 
Lima,  nombrado  Arzobispo  de  aquella  ciudad  el  11  de  Novicmbre  del  ano  1839.  Suplico  a  V.  que  de 
logar  en  los  Annales  de  las  Mi^iones  (  Annales  fu  il  titolo  sostituito  a  quello  di  Cooperazionb  db'  Frati 
MiN'ORi  ec.  nella  traduzione  francese  che  se  ne  faceva  nel  Belgio  )  para  que  la  memoria  del  limo 
y  Rmo  Padre  Arrieta  quede  estampada  en  la  historia  de  la  Ordcn  Seraflca  a  quien  ha  dado  tanto 
onor  y  gloria  por  espacio  de  cerca  de  medio  siglo.  Seria  muy  oportuno  que  el  M.  R.  Padre  Guai 
(Pietro),  Diflnidor  general  de  la  Orden,  y  Misionero  actualmente  en  Lima  (Autore  di  molte  dottissime 
opere  di  polemica  cattolica)^  escri blese  la  Vida  del  Ilustrlssimo  y  Reverendisimo  Arrieta.  Cosas  de 
grande  ediflcacion  podria  escribir  del  sabio,  celoso  y  santo  Religioso.  En  Lima  hay  todavia  muchisimas 
gentes  que  le  conecieron,  le  amaron  y  le  admiraron,  y  de  quienes  fué  director  cspirituaL  Se  puede 
decir  que  murió  martir  de  su  celo  apostolico.  El  Gobierno  de  la  Republica  de  Lima  prohibió  al  limo 
Arrieta  publi(^r  el  Jubileo  que  el  Soberano  Ponliflce  concedió  con  ocasion  de  los  males  que  la  Religion 
santa  de  Jesu  Christo  padecia  en  Elspana.  Fué  tanta  su  pena,  que  se  fuó  Uorando  a  torrentes  a  la  Cathe- 
dra!,  y  arrodilado  delante  del  Santisimo  Sacramento  decia  a  voz  en  grilo  :  Es  posiblc  que  no  he  poder 
poblicar  un  Jubileo  ordenado  por  el  Vicario  de  Jesu  Christo  en  la  ticrra  ?  Despues  de  haver  pasado 
largo  rato  Uorando  y  lamentando  los  males  de  la  Religion,  se  rctirò  al  palacio  Arzobispal,  cnfermò  y  a 
los  pQcos  dias  murió  con  la  muerte  de  los  justos.  In  memoria  aeterna  erit  itutus  t 

«  Si  S.  P.  M.  R.  quiere  dar  lugar  en  los  Annales  a  està  mi  carta,  podra  hacerlo  :  ella  servirà  de 
preambulo  a  la  carta  del  Ilustrissimo  Arrida. 

«  Dias  pasados  embié  a  S.  P.  tres  osemplares  del  impreso  :  Fondations  Prandseaines,  y  otros  Ires 

rsemplares  de  la  carta  que  el  M.  R.  P.  Antonio  da  Rignano  {Ex  Procurator  Generale  dell'  Ordine,  ed  ora 

Vescovo  di  Marsico  e  Potenza  in  Basilicata)  se  dignò  escribirmc  sobre  el  libro  :  Manuel  des  Missionaires 

Frandscains.  Su  Paternidad  guardare  uno  para  si,  otro  darà  al  Reverendisimo  General,  y  el  tercero 

,  por  el  M.  R.  P.  da  Rignano. 

«  Conservese  S.  P.  M.  R.  en  buena  salud,  y  mande  a  S.  S.  S.  y  Hermano.  Fr.  José  Areso  Ex-M.  P. 

Mentre  era  in  corso  la  presente  stampa,  mi  pervenne  la  dolorosa  notizia  della  morte  del 
venerabile  Padre,  e  il  seguente  breve  cenno,  a  stampa,  di  sua  vita,  che  amo  resti  qui  consecrato. 
*  Le  tres  R.  Pere  Joseph  Arèso,  restaurateur  en  France  des  Franciscains  de  V  Obse/vance  et  premier 
Provincial  de  la  Province  de  Saint-Louis,  né  à  Biguezal,  diocèse  de  Pampelune,  le  12  fóvrier  1797, 
ordonné  prétre  le  7  avril  1841,  entré  dans  l' Ordre  à  Olite  (Province  de  Burgos)  le  12  seplembre 
18S4,  mort  au  Convent  de  Saìnt-Palais  (  Basses-Pyrénées  )  le  17  février  1878  dans  la  82  année  de 
sou  àge,  la  57  de  son  sacerdoce  et  la  53  de  sa  profession. 

«  Le  T.  R.  P.  Arèso  fut  envoyé  en  France  comnie  Commissaire  Provinclal  le  12  avril  1849.  Il 
(onda  le  Gouvent  de  Saint-Palais  en  1850  et  en  prit  possession  le  16  mai  1851.  Fonda  ensuite 
successivement  le  Gouvent  d'AMiBNs  en  1852,  le  Gouvent  de  Limoobs  en  1854,  le  Gouvent  de 
Branday  (Gironde)  en  1859,  et  le  Gouvent  de  Bourges  en  1860.  Il  fut  élu  Provincial  au  Ghapitre 
de  Bourges  le  23  Novembre  1860.  Potens  opere  et  sermone,  multiplicavit  popvXum  Dei  et  oves 
poicuae  eius,  • 

^..  38.  Arlbqui  —  Chronica  de  la  Provincia  de  N.  S.  P.  S.  Fran- 

cisco  de  Zacatecas  :  compuesta  por  el  M.  R.  P.  Fr.  Joseph  Arlequi, 
Ex-Ministro  Provincial  y  Chronista  de  dicha  Provincia  ec.  En 
Mexico:  por  Joseph  Bernardo  de  Hogal,  ano  de  1737. 

Un  volume  in  4,  di  14  carte  preliminari  senza  numerazione  e  412  pagine,  oltre  9  carte  di  sommarli 
in  fine.  Opera  di  molto  valore,  che  addivenuta  rarissima,  venne  ristampata  nel  1851  in  due  edizioni,  la 
seconda  delle  quali  porta  il  titolo  seguente  :  Memorial  para  la  eontinuadon  de  la  Cronica  de  la  muy 
T^igiosa  Provincia  de  N.  P.  San  Francisco  de  los  Zacatecas.  Àeopiadas  por  Fr.  Antonio  Galvez,  ano 
de  1827.  Reimpreso  en  Mexico  por  Cumplido  1851.  Esso  forma  un  volume  di  11  carte  preliminari 
seoza  numerazione,  e  488  pagine. 


24-  ARIOSTI  -  ARROTO 


39.  Ariosti. — Fratris  Alexandri  Ariosti  de  Bononia  Ord.  Min. 
Atia    Observ.  Topographia  Terrae  Promissìonis  nnnc  primum  edita  cura 
Patris  Marcellini  a  Civetia.  Roma,  Tipografia  Tiberina,  1861. 

Sono  22  pagine  in  8;  venne  pubblicata  in  appendice  al  tomo  V  della  nostra  Scorta  univertale  delle 
missioni  Francescane,  e  se  ne  trassero  anche  alcune  copie  a  parte.  È  un  lavoro  di  molto  pregio.  Ce  lo 
inviò  il  chiaro  nostro  confratello  P.  Antonio  da  Cento  (che  poco  dipoi  la  morte  mieteva  improvvisamente 
nel  flor  di  sua  vita),  che  Io  copiò  da  un  Manoscritto  della  pubblica  Biblioteca  di  Ferrara.  Nella  quale  sì 
rimane  tuttavia  inedita  la  Peregrinano  ad  Sanctam  Catìiarinam  Montis  Sinai  dello  stesso  Padre  Ariosti. 
D'una  delle  più  cantiche  e  nobili  famiglie  di  Bologna,  T  Ariosti  vesti  in  patria  Tabito  Francescano ,  e 
compiuti  gli  studii  di  fllosofta  e  di  teologia,  addivenne  uno  de' più  celebrati  dottori  del  suo  tempo. 
Dalla  Santa  Sede  inviato  Legato  ai  Maroniti  sul  Monte  Libano,  vi  compi  una  stupenda  Missione 
circa  il  1480;  e  di  ritomo,  per  1'  esperienza  fatta  da  Sisto  V  della  sua  prudenza,  probità  e  destrezza, 
come  dice  il  Fkstìjuì  (Scrittori  Bologtiesi,  iom.  IX.  J^  nel  grave  impegno  sostenuto  in  Terra  Santa, 
moltissimo  e' se  ne  valse  in  affari  della  Chiesa  e  dello  Stato  Ecclesiastico,  come  si  rileva  dai  documenti 
che  si  conservano  {dopo  la  soppressione  degli  ordini  Religiosi  non  più,  e  chi  sa  ove  siano  andati) 
nell'Archivio  de'  Minori  Osservanti  della  Santissima  Annunziata  di  Bologna,  fra'  quali  sei  Brevi 
Pontifìcii,  risguardanti  varie  commissioni  Apostoliche,  spediti  dal  suddetto  Sisto  IV.  Oltre  la 
Topographia  Terrae  Promissionis  e  la  Peregrinano  ec. ,  scrisse  1'  Ariosti  molte  altre  opere ,  che  pub- 
blicate ebbero  l'onore  di  varie  ristampe,  come  può  vedersi  nel  volume  della  nostra  Storia  sopra  citato; 
e  parimente  restano  inedite  due  lettere  che  scrisse,  una  al  Magniiico  Giorgio  Contareno,  l'altra  a  Frate 
Simone  da  Reggio,  uno  de' suoi  compagni  nella  Missione  a'  Maroniti.  Il  Padre  da  Cento  ci  scriveva  che 
probabilmente  si  conservavano  nella  Biblioteca  de' Padri  Minori  Osservanti  Riformati  di  Bologna:  ma 
dopo  la  sua  morte  non  ne  sapemmo  più  nulla. 

iu,  40i  Arochena  .  —  Catalogo  y  noticia  de  los  escritores  del 
Orden  de  San  Francisco  de  la  Provincia  de  Guatemala  :  con  tres 
Indices  :  1  de  los  que  escribieron  en  Latin  :  2  de  los  que  escri- 
bieron  en  Castellano  :  3  de  los  que  escribieron  en  Lengua  de  los 
Indios:  por  el  P.  Fr.  Antonio  Arochena,  Franciscano. 

Lo  riferisce  lo  Souier  (Monogr.  ofAuth.)^  dicendo  che  l' Arochena  fu  nativo  di  Guatemala,  dove 
vesti  l' abito  Francescano,  e  divenne  Dottore  in  Teologia  dell'  Università  di  San  Carlos  della  stessa  città. 


Ama  Ica 


Amcfka 


Slamp. 
Ctliionia 


.41.  Arricivita.  —  Cronica  Serafica  y  Apostolica  del  Colegio 
de  Propaganda  Fide  de  la  Santa  Cruz  de  Queretaro  en  la  Nueva 
Espana  ec.  Escrita  por  el  P.  Fr.  Juan  Domingo  Arricivita.  En 
Messico.  Por  Don  Felipe  de  Zuniga  y  Antiveros,  ano  de  1792. 

Sono  due  volumi  in  foglio,  di  oltre  600  pagine  ciascuno.  11  Brasseur  (Biblioih.  Mes.  GtMi.  ) ,  che 
la  consultò  per  i  suoi  grandi  studii  sul  Messico,  la  dice  importantissima  sotto  tutti  i  rispetti,  e  special- 
mente per  la  descrizione  di  Casas  Grandes  del  Rio  Gila,  e  le  curiose  considerazioni  che  l' Autore  fa  sol 
Nagualismo.  È  il  Gila  un  grande  fiume  deli'  America  del  Nord,  che  scende  dalle  montagne  del 
Mimbres,  e  segna  il  limite  tra  gli  Stati  Uniti  e  il  Messico,  entrando  poi  per  la  riva  sinistra  nel  (lume 
Colorado.  Il  suo  corso  ò  di  500  chilometri. 

42.  Arroyo.  —  Grammar  of  the  Mutsun  Language ,  spoken 
at  the  Mission  of  San  Juan  Bautista,  Alta  California,  Bi  Father 


ARTE  -  ARTURUS  25 


Felipe  Arroyo  do  la  Cuesta,  of  the  Order  of  St.  Francis.  New- York: 
Cramoisy  Press.  1861. 

« 

Un  volume  in  4,  di  48  pagine,  in  doppia  lingua  ed  edizione  inglese  e  spagnuola.  Nella  spagnuola 
il  tìtolo  i>  espresso  come  segue  : 

—  Extracto  de  la  Gramatica  Mutsun,  o  de  la  Lengua  de  los 
Naturales  de  la  Mision'  de  saa  Juan  Bautista,  compuesta  por  el 
Reverendisimo  Padre  Fray  Felipe  Arroyo  de  la  Cuesta  del 
Orden  Serafico  de  N.  P.  San  Francisco,  Ministro  de  dicha  Mision 
en  1816.  New-York.  1861. 

I  Hntsen  abitano  il  paese  della  Missione  Franrescana  di  San  Giovan  Battista  in  Monterey 
(Califoniia)  :  e  la  loro  lingua  pare  essere  la  stessa  che  quella  degli  Indi  Diegcno,  popolo  selvaggio  della 
Missione  della  Soledad  in  riva  al  Salinas,  e  dei  Rnmseìis  o  Achnstlinns  della  Missione  di  San  Carlos, 
parimente  presso  Montrey.  Il  Padre  Filippo  Arroyo  era  nativo  di  Catalogna,  dove  prese  1'  abito  France- 
scano, e  parti  perle  Missioni  della  California  il  1810.  Amministrò  per  molti  anni  la  Missione  di  san 
Giovanni  Battista,  e  morì  in  quella  di  Santa  Inez  il  1842.  Scrisse  la  .sua  Grammatica  della  lingua  Mutsen 
il  1816,  e  già  l'anno  innanzi  n'aveva  compito  il  Vocabolario,  stampato  parimente  in  doppia  edizione  e 
col  doppio  titolo  seguente: 

—  A  Vocabulary  of  Phrase  Book  of  the  Mutsun  Language  of 
Alta  California.  New- York  :  Cramoisy  Press.  1862. 

—  Jesus  Maria  et  Josp.  Alphab"^-  Rivulus  obeundus,  exprima- 
tionum  causa  horum  Indorum  Mutsun  Missionis  Sanct.  Jean. 
Baptistae ,  exquisitarum  a  Fr.  Philipp,  ab  Ar.  yo.  de  la  Cuesta, 
supradictae  Missionis  Indor.  Minist.  Opus  pitillum  et  renascens 
elaboratum  meatim  in  tempore  attrepidationis  meae.  Ano  de  1815. 
Con  privilegio  de  . ,  .  Conveniunt  rebus  nomina  saepe  suis . 

Un  volume  in  8,  di  96  pagine. 

43.  Arte  de  la  lengua  Tagala,  sacada  de  la  que  imprimiò  el 
P.  Ft-  Francisco  de  S.  Joseph  de  los  Descalzos  de  la  Observancia. 

Un  volume  in  4,  di  140  pagine,  appartenente  alla  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia 
di  Madrid.  La  lingua  Tagala  è  la  lingua  madre  delle  isole  Filippine. 

44.  Arturus.  —  Martyrologium  Franciscanum,  in  quo  Sancti, 
Beati ,  aliique  Servi  Dei ,  Martyres  ,  PontilBces,  Confessores ,  ac 
Virgines ,  qui  tum  vitae  sanctitate ,  tum  miraculorum  gloria 
claruere  in  universo  Ordine  Fratrum  Minorum,  tote  orbe  terrarum 
cunctis  usque  nunc  saeculis;  per  omnes  Provincias  Observantium, 
Discalceatorum,  RecoUectorum  etc.  ConventuaUum,  Capucinorum 


26  ASSUMPCION  -  ASSDNCION 


et  Monialium,  Clapissarum,  Urbanistarum  etc.  nec  non  utriusque 
sexus  tam  secularium,  quam  Regulaxium  Tertiariopum  pecensen- 
tup.  Et  iam  primnm  annotationibus  commentatum,  nunc  itepata 
editione  accupatius  pecognitum  et  auctum  prodit  in  lucem.  Opus 
fidelissime  excepptum,  tum  ex  vetustis  codicibus  et  antiquis  Ms. 
Monimentis ,  tum  ex  probatis  gpavibusque  authopibus.  Cupa  ac 
labore  R.  Patpis  Apturi  a  Monasterio  Rothomagensis,  Recollecti, 
Provinciae  Sancti  Dionysii  Concionatopis .  Cum  amplissimis  in- 
dicibus  diligentep  excultis.  Editio  secunda.  Papisiis,  apud  Edmun- 
dum  Couterot ,  via  Jacobea  ,  sub  signo  Boni  Pastopis ,  ppope 
Mathurinenses.  MDCLIII.  Cum  privilegio  Regis  et  Doctopum 
apppobatione. 

Un  volume  in  fogliOt  dì  4  carie  preliminari  e  730  pagine.  Libro  fatto  raro,  e  di  molta  autorità, 
perchè  Fautore  studiò  i  documenti,  sopra  i  quali  lo  scrisse,  negli  Archivi  e  Biblioteche  specialmente 
d'Italia,  di  Francia,  della  Fiandra  ec.  Egli  è  anche  autore  dell'eccellente  raccolta  Neuitria  Pia, 
storia  compiuta  della  Normandia,  che  molto  tempo  si  conservò  manoscritta  presso  i  Francescani  di 
Rouen:  ne  fu  stampato  solo  il  terzo  volume  nel  1663  in  foglio.  11  Martyrologium  è  una  fonte 
ricchissima  ed  indispensabile  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane.  N'ho  appresso  di  me  un  esemplare. 

M,.  45.  AsuMPCiON. — Apte  del  idioma  Tagalog:  pop  el  P.  Fp.  Diego 

de  la  Asumpcion,  Fpanciscano. 

—  Diccionapio  Tagalog. 

—  Tpaduccion  al  Tagalog  de  los  sanctos  Evangelios,del  Génesis 
y  del  libpo  titulado  Passio  dworvm. 

—  Platicas  doctpinales ,  sepmones  dominicales  y  de  festivi- 
dades,  en  el  idioma  Tagalog. 

—  Confesonario  Tagalog  y  vapios  tpactados  devotos,  ec. 

Cosi  il  Padre  Huerta  {EàìoAxì  ec.  );  aggiungendo  :  •  Este  Religioso  no  se  menciona  en  las  listas 
de  Misiones,  ni  en  las  tablas  capitulares,  ni  en  el  libro  de  defuntos.  Solo  hablan  del  nuestros  Cronistas, 
diciendo  que  escribiò  las  dichas  obras.  Se  ignora  la  Provincia  donde  profesò,  cuando  ilegò  a  Filipinas, 
y  donde,  o  cuando  murió.  Segun  la  epoca  en  que  le  mencionan  nuestros  Cronistas,  debiò  morir  anles 
del  ano  de  1690.  » 

ifc.         46.  AssuNCiON.  — Sepmones  mopales  en  el  idioma  Bicol:  pop  el 
^'**  P.  Fp.  Pedpo  de  la  Assuncion  de  la  Ppovincia  de  S.  José. 

Un  volume. 

—  Sepmones  Panejipicos  en  el  idioma  Bicol. 

Un  volume. 


Ani 


AUTO  -  AVEIRO  27 


—  Camino  del  cielo  en  el  idioma  Bicol. 

Un  volume.  Cosi  1'  Huerta  {Esiodo  ec.)  che  ci  dà  le  seguenti  notizie  dell*  Autore  :  •  Fr.  Pedro 
de  la  Assucion  naciò  en  Avila  de  los  Caballeros,  profesò  en  la  santa  Provincia  de  S.  José,  y  habiendo 
pasado  a  Filipinas  el  ai!o  de  1665,  fué  nombrado  ministro  deMinalabag  cn  1667.  Despues  adminlstrò  en 
Quìpayo,  y  en  1674  desempenó  la  predicacion  conventual  de  Manila.  Regresò  a  Camarines,  y  admi- 

Distrò  sucesivamente  en  Iriga,  Quipayo,  Naga,  Nabua,  Camulig,  Lìgao,  Polangui Muriò  en 

Quipayo  el  dia  S8  febrero  del  ano  del  1701.  > 

47.  Auto  de  fundacion  del  Convento  de  N.  S.,P.  S.  Fran- 
cisco de  Ciudad^Real  de  Chiapa,  del  dia  14  del  mes  de  Junio, 
ano  de  1577. 

È  un  officio  pubblico,  in  foglio,  di  14  carte  :  manoscritto  originale  in  carta  e  con  timbro  reale  del 
1740.  Lo  riferisce  il  Rrasseur  (Biblioth.  Mes.  Guai.),  che  lo  vide  in  America,  in  un  volume  di  Docu- 
wtentas  origincUes  y  copias  para  servir  a  la  hisloria  de  ChiapaSy  Yucalan  y  Gualemala. 

48.  AvEiRO.  —  Itinerario  da  Terra  Santa  e  suas  particularida- 
des,  composto  por  Frey  Pantaleam  d'Aveiro.  Dirigido  ao  illustris- 
simo et  reverendissimo  senhor  Don  Miguel  de  Castro,  dignissimo 
Arcebispo  de  Lisboa  Metropolitano.  Con  licenza  et  privilegio  peal 
por  dezannos.  Em  Lisboa  em  casa  de  Simào  Lopez.  Taxado  em 
papel  a  trezentos  reis.  MDLXXXXIII. 

l'Q  volume  in  4.  Opera  riputatissima,  come  si  pare  anche  dall'  esserne  stato  fatte  altre  cinque 
ediziuDi  :  la  prima  del  1596  (Lisboa,  por  AnloiUo  Alvarez:)  la  seconda  del  1600  (Lisboa): 
la  terza  (Ushoa,  na  officina  de  Joào  GalvUo)  1685  :  la  quarta  (Lisboa  Oecidenlal,  na  officina  de 
AnUìmPedroso  GalvUo)  1721:  la  quinta  (idemj  1732,  tutte  in  4.  E  di  presente  l' opera  è  ricercatissima. 
In  Lisbona  a  gran  fatica  potei  incontrarne  un  esemplare  dell'edizione  del  1721,  che  acquistai:  essa 
cuDta  3  fogli  preliminari  non  numerati  e  527  pagine. 

Metteremo  qui  una  parte  del  Prologo  aos  devolos  et  desejosos  de  visitar  a  Terra  Santa,  parendoci 
che  Don  sia  senza  qualche  importanza  per  ben  conoscere  la  natura  della  missione  che  i  Francescani  con 
Umti  sacritlcii  sostennero  insino  ad  oggi  in  quelle  terre,  e  per  alcuni  particolari  che  racconta. 

Dice,  dunque,  che  da  gran  tempo  desideroso  di  visitare  i  Luoghi  di  nostra  Redenzione,  ilnalmente 
IKo  pietoso  gliene  api!  il  canmiino,  e  non  come  che  sia,  mas  cmn  lodo  o  favor  et  liberdade  :  cosa  che  gli 
IWfva  impossibile.  E  fu  come  segue,  t  Sendo  feyto  Guardilo  do  Monte  Sion  o  muyto  Reverendo  Padre 
l^y  Bonifacio  de  Ragusa  (ciò  fuU  1556)  varSo  insigne  em  toda  a  sciencia,  Pregador  Apostolico,  et 
DQoytos  annos  Leytor  de  Sagrada  Theologia,  e  agora  novamente  Bispo  de  Stagno,  cidade  principal  de 
sua  patria  Macedonica,  et  havendo  necessidadc  de  fazer  nova  familia  de  Frades  para  a  Terra  Santa  comò 
M  costuma  cada  tres  annos ....  elle  mesme  me  pedió,  que  quizesse  acey tar  ser  scu  companheyro,  et  ir 
^^  elle  por  algumas  provincias  de  Italia,  fazendo  a  dita  familia  :  o  que  ti  ve  por  tSo  particular 
^"^  comò  cada  huma  das  muytas  que  da  divina  Magestade  tenho  recebido.  Antes  que  de  Roma 
D<M  partissemos ,  aonde  eu  estava  posto  pela  Orden ,  por  companheiro  do  Procurador  da  Curia 
^^^''^a ,  que  nella  reside  para  os  negocios  de  importancia,  que  succedem ,  fomos  a  tomar  a 
l>eDCao  a  sua  Santidadc  do  Pio  lY,  o  qual  com  mostras  de  entranhavel  amor  nos  deu  sua 
^*^^t  et  em  nos  despedendo  delle  .  .  .  .  ao  dito  Padre  Bonifacio  encomendo-lhe  com  muyta 
^flicacia  08  Lugares  da  Terra  Santa,  et  que  nSo  ordenasse  cavalleiros  do  Santo  Sepulchro,  senSo 
tt  pessoas  muyto  nobres  et  illustrcs.  E  depois  de  Ihe  dar  toda  sua  authoridadc  para  o  locante  ao 
Clvistiaoismo  da  Terra  Santa  ....  nos  mandou  dar  hum  rico  ornamento,  et  me  fés  confessor 


28  AVENDANO  -  AVILA 


Apostolico.  Parliiios  de  Uonia,  fumos  por  algumas  Provincias  mais  propin((uas  buscando  Frades,  os  mais 
devolas,  virtuosos  et  quietos . .  Ajunlados  desta  manovra  alò  scssenla  Frades,  et  dando-lhe  as  obedien- 
cias  para  quo  com  cUas  nos  fossem  esporar  a  Venosa  (VeìieziaJ ,  acfhde  se  stava  preparando  a  nào  a 
uso  dos  peregrinos  quo  liavino  ir  aquolle  anno  a  Terra  Santa  :  com  a  nossa  chogada  se  partirlo  tanto 
quo  Ihc  fez  tempo,  et  nos  lambem  nos  parlimos  para  a  cidadc  de  Trento  ,  aonde  entào  se  celebrava  o 
sagrado  Concilio,  no  qual  detidos  algunos  mezes,  negoccando  o  quo  convinha  para  a  Terra  Santa,  nos 
tornamos  a  Venosa.  E  rum  o  primeyro  tempo,  me  parti  eu  primeyro,  por  ser  assim  necessario ,  ficando 
na  cidade  deVenesao  Padre  Bonifacio,  Guardiào  do  Monte  Sion,  o  qual  por  sua  ordem  esperey  no 
reyno  de  Chiprc  ec.  » 

Era  questa  la  terza  volta  che  il  Padre  Bonifazio  veniva  mandato  Supcriore  della  Terra  Santa.  La 
prima  fu  il  i35l,  e  vi  trovò  tutti  i  Francescani  del  Monte  Sion  imprigionati  in  un  antro  presso  la  Torre 
delta  del  Forno,  dei  quali  ottenne  la  liberazione  col  Convento  di  San  Salvatile  dentro  la  città  di  Geru- 
salemme, ove  ripararono.  La  seconda  fu  nel  i553  :  e  la  terza  nel  1536,  che  è  il  viaggio  di  cui  parla  il 
nostro  Autore.  Nel  1560  Uni  la  sua  missione,  e  venne  creato  Vescovo  di  Stagno  nel  suo  paese.  Cosi  gli 
Annali  manoscritti  di  Terra  Santa,  che  sono  presso  di  me. 

Tornando  al  Padre  d' Aveiro,  nel  capitolo  IV  ci  fa  sapere,  tra  l'altre  cose,  che  in  Corfù  era  un 
Convento  de  Frades  de  «flo  Francisco  Observantes,  e  che  in  sua  compagnia  era  un  Padre,  de  muUos  mere- 
cimentos,  que  de  Hespanha  avia  ido  ao  sagrado  Concilio  de  Trento,  en  companhia  de  outro  Padre  do- 
cUssimo  de  nossa  Familia  Franciscana  por  nome  fray  Francisco  Orates  ,  que  ao  mesmo  Concilio 
foy  en  nonie  do  Bispo  de  Palencia,  onde  escreveo  dociisimamenle  contra  o  herege  Calvino  ;  et  despois 
su  Magestade  o  fez  Bispo  de  Oviedo...  In  Zante  incontra  un  altro  Mosterio  de  Frades  de  ^o  Francisco 
da  Observancia,  dedicado  a  Virgen  Nossa  Senhora  :  e  cosi  segue  dando  notizia  di  tutte  le  altre  isole 
deir  Arcii)elago  Greco.  In  Cipro  s'  accompagnò  con  essi  hum  veneravel  et  muy  douto  Padre  da 
Ordem  do  grào  Patriarcha  sUo  Domingo,  Comissario  GercU  da  misma  Ordem  no  reyno  de  Chipre , 
recandosi  a  visitare  1  Santi  Luoghi  di  Gerusalemme.  In  somma,  il  libro  dei  Padre  d'.U'oiro  è  ricco  di 
notizie  della  Terra  Santa,  degli  avvenimenti  di  quel  tempo  e  di  interessanti  avventure  del  suo  viaggio, 
che  sì  legge  con  molto  gusto  ;  e  però  ne  vennero  fatte  tante  edizioni,  ed  anche  oggi  ò  ricercatissimo . 

u,.         49.  AvENDANO.  —  Diccìonario  de  la  Lengua  de  Yucatan:  por 
el  Padre  Fray  Andres  Avendano  de  la  Orden  de  san  Francisco. 

—  Diccionario  abreviado  de  los  adverbios  do  tiempo  y  lugar 
de  la  Lengna  de  Yucatan. 

—  Diccionario  de  nombres  de  personas,  idolos,  danzas,  y  otras 
antiguedades  de  los  Indios  de  Yucatan. 

—  Arte  para  aprender  la  Lengua  de  Yucatan. 

—  Diccionario  botanico  y  medico  de  Yucatan. 

—  Explicacion  de  varios  vaticinios  de  los  antiguos  Indios 
de  Yucatan. 

Cosi  lo  Sqcier  {}fonogr.  ofAuth.),  aggiungendo  che  nativo  T  Avendano  di  Castiglia,  dove  sì 
rese  Francescano,  quindi  passò  come  missionario  al  Yucatan,  dove  tenne  anche  ufficio  di  Dcflnitore 
del  suo  Ordine. 


Amcricjl 


Amena 


50.  AviLA.  —  Libro  de  la  explicacion  de  la  Doctrina  Chri- 
stiana en  Lengua  Kichè  (Quiche):  por  el  Padre  Agustin  Avila, 
de  la  Orden  de  san  Francisco. 

Lo  Squier  (Monogr,  of  Auth.)  dice  che  il  Padre  Avila  fu  nativo  di  Murcia  in  Ispagna,  donde  si 
recò  nel  Yucatan,  e  che  il  manoscritto  si  conservava  nel  principale  Convento  Francescano  di  Guatemala. 


AVILA  -  AYETA  29 


51.  AviLA.  —  Arte  de  la  Lengua  Mexicana,  y  breves  platicas 
de  los  mysterios  de  nnestra  Santa  Fee  Catholica,  y  otras  para  exor- 
tacion  de  su  obligacion  a  los  Indios.  Compuesto  por  el  P.  Fr. 
Francisco  de  Avila,  Predicador,  Cura  Ministro  por  su  Magestad 
del  pueblo  de  Milpan,  y  Lector  del  Idioma  Mexicano,  del  Orden 
de  los  Menores  de  N.  P,  S.  Francisco.  Dedicado  al  M.  R.  P.  Fr. 
Joseph  Pedrasa,  Predicador  General  Jubilado,  Qualificador  del 
Santo  OflBcio  de  la  Inquisicion,  Padre  de  las  Provincias  de  San 
Fedro  y  San  Pablo  de  Michoacam ,  y  Zacatecas,  Ex  -  Ministro 
Provincial,  y  Padre  mas  digno  de  la  de  Xalisco ,  y  Vice-Comissario 
General  de  todas  las  Provincias  de  Nueva  Espana  e  Islas  Phi- 
lipinas.  En  Mexico:  por  los  herederos  de  la  viuda  de  Miguel  do 
Ribera  Calderon,  en  el  Empedradillo.  Ano  de  1717. 

Un  volume  in  8,  di  13  fogli  preliminari  e  37  seguenli.  L'Autore  era  nativo  di  Messico,  dove' 
prese  l'abito  Seratlco,  e  fu  Lettore  dì  Teologia  e  Missionario  in  Milpa-Alta,  diocesi  di  Messico.  Cosi 
il  BaASSEUR  (Bibliolh,  Mes.  Guat.J. 

m 

Bmf.  52.  AviLES .  —  Historia  de  Guatemala  desdc  los  tiempos  de 
**^  los  Indios,  basta  la  fundacion  de  la  Provincia  de  los  Franciscanos; 
poblacion  de  aquellas  tierras ,  propagacion  de  los  Indios ,  sus 
ritos,  cerimonias,  policia,  y  Gobierno  :  por  el  Padre  Fray  Esteban 
Aviles,  Franciscano  de  Guatemala.  Guatemala  en  1GC3:  por  Pi- 
neda  Ibana. 

Vide  questa  importantissima  opera  lo  Squier  (Monogr.  of  Aulh.)  in  America;  urne  in  Ispagna 
non  fu  possibile  incontrarla. 

53.  Ayeta.  —  Crisol  de  la  verdad  manifestada  por  el  R. 
P.  Fr.  Francisco  de  Ayeta,  Religioso  de  la  Orden  Seraphica  de 
l^'.P.  S.  Francisco,  Comissario  General  de  S,  Officio,  Ex-Custodio 
J  Visitador  dos  vezes  de  las  conversiones  de  la  de  Nuevo  Mexico, 
l^adre  de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio  del  Mexico,  Procu- 
^^r  General  en  està  Corte  de  las  Provincias  de  las  Indias , 
^^  virtud  de  sus  poderes  en  defensa  de  dicha  su  Provincia 
sobre  el  despojo  y  sequestro  de  las  31  doctrinas ,  de  que  la 
removió  el  Reverendo  Obispo  D.  Juan  de  Palafox  ,  siendo 
visitador  del  Reyno.  En  contravencion  de  los  sagrados  privile- 
gios,  que  lo  Sumos  Ponti j&ces  le  concedieron  a  instancias  de  los 
senores  Reyes,  corno  Legados  Apostolicos  de  las  Indias,  y  obtenie- 


30  AYETA 

roa  por  el  senor  Emperador  Carlos  Quinto,  y  el  senop  Rey  Don 
Phelipe  Segundo.  Con  prevencion  de  la  instancia  qne  para  elio 
hizo  el  insigne  y  catholico  capitan  D.  Fernardo  Cortes ,  conqui- 
stador de  aquellos  Reynos,  y  pepetidas  juntas,  que  mandò  formar 
el  senor  Emperador ,  para  pedir  su  Santidad ,  que  la  Religion 
Seraphica  de  la  Observancia  fuesse  por  especial  obrera  de  aquella 
nueva  vina.  Madrid:  1693. 

Un  volume  in  foglio,  di  682  pagine.  Opera  interessantissima  per  la  storia  delle  nostre  Missioni 
nella  Nuova  Spagna .  Nella  primera  parte ,  dove  reducete  a  declarar  nuestra  jusiida ,  fa  una 
eruditissima  ed  ordinalissima  esposizione  dì  quel  che  i  Francescani  ebbero  operato  in  quelle  regioni 
dal  1520  al  1693.  Mi  venne  alle  mani  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  gloria,  di  Madrid 
negli  ultimi  giorni  che  fui  in  quella  città  :  se  fosse  stato  prima,  mi  avrebbe  risparmiato  inolte  fatiche 
e  pene  nelle  mie  ricerche. 

Ne  riferiamo  le  seguenti  linee  come  di  epilogo,  dalla  pagina  33,  dove  cita  molti  suoi  confratelli 
scrittori.  Questa  Provincia  di  Messico,  egli  dice,  «  ha  sido  en  todo  tan  fecunda,  que  es  muy  diflcultoso 
penetrar  sus  grandes  frutos.  Entre  ellos  uno  fué  de  dar  reglas  a  las  lenguas,  todas  las  que  se  hablaban 
en  le  Nueva  Espana,  que  son  muchas  y  muy  diversas,  corno  son  la  Mexicana,  Othomi,  BIataltzinoa, 
Mazahua,  Populvca,  Chocha,  Huaztega  y  Jamcouva,  sin  escluir  la  Tarasca,  y  las  muchas  de  Nueyo 
Mexico,  donde  cada  nacion  es  de  lengua  diferente  :  y  ha  avido  Religioso  que  sàbe  siete  lenguas , 
y  de  donde  todos  han  aprehendido,  y  continuamente  administran  y  predican  en  ellas  mas  de  600 
Religiosos,  comò  sucede  actualmente,  de  que  consta  por  varios  Autores ,  Fray  Augustin  Vetancourt, 
Teatro  Mexicano  T  Menologio;  Fray  Juan  Torquemeda,  Monarquia  Indiana;  Fray  Diego  Cogolludo, 
Storia  de  Yucatan,  y  en  la  mi  obra:  In  veritatb  defexsata,  foL  143.  Estc  servicio  no  solo  no  pareco 
pequeno,  sino  que  abunda  de  irregular  y  peregrino  en  su  estimacion,  facilmente  se  colige  de  lo 
en  que  consiste  su  fuerza;  porque  aver  abierto  la  pucrta  a  la  comunicacion  de  los  hombrcs,  no 
solo  fué  el  medio  inescusable  para  cautivar  y  sujetar  la  vidas  temporales  de  los  Indios,  sino ,  que 
es  mas ,  para  hazcrlos  catholicos ,  y  desvialos  de  sus  supersticiones  y  errores.  »  Poi  fa  la  storia 
compendiosa  di  tutti  gli  avvenimenti,  che  nel  detto  tempo  si  svolsero  nella  Nuova  Spagna  :  lavoro 
profittevolissimo,  che  mostra  la  grande  aziono  de'  Missionari  e  della  cattolica  Chiesa  nella  rigenera- 
zione di  tutte  quelle  genti.  A  quest'opera,  scritta  il  1693,  ne  aggiunse  un'altra  non  meno  importante 
l' anno  seguente  1694,  cioè  : 

—  Ultimo  recurso  de  la  Provincia  de  San  Joseph  de  Yuca- 
tan: destierro  de  tinieblas  en  que  ha  estado  sepultada  su  ino- 
cencia  y  confundidos  sus  meritos.  Justicia  desagraviada  y  basta 
aera  no  defendida,  ni  debidamente  manifestada.  Pleyto  con  la 
Clerecia  de  Yucatan  sobre  diferentes  doctrinas  que  con  violentos 
despojos,  unos  con  mano  de  justicia  y  otros  sin  ella  se  han 
usurpado  a  dicha  Provincia.  Madrid:  1694. 

Un  volume  in  foglio,  di  pagine  248.  Libro  non  meno  importante  del  precedente  per  la  storia 
delle  Missioni  Francescane  nel  Yucatan ,  in  cui  compendia  con  molta  arte  il  grande  lavoro  del  suo 
confratello  Fray  Diego  Cogolludo,  in  quanto  giovava  al  suo  intento,  e  ne  risulta  grandissima  gloria 
all'  Ordine  Francescano.  Vi  sono  delle  pagine  di  fuoco  :  onde  ebbe  a  dire  il  Beristain  :  •  Es  preciso 
confesar  que  fué  terrible  la  piuma  de-  nuestro  Ayeta:  pareciò  no  respetar  a  los  Obispos.  Pero  :  quantas 
veces  equivocamos  la  ingenuidad  y  la  amargura  de  la  verdad  con  la  desverguenza  y  la  in j uria  !  • 
Ed  ò  vero.  Chi  legga  le  due  opere  dell' Ayeta,  e  i  documenti  di  tale  pleyto  (litigio),  ne  resterà  convinto. 
Anche  di  quest'  opera  ò  un  esemplare  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  dì  Storia  di  Madrid, 


AYORA  31 

k.  54.  Ayora.  —  Arte  de  la  Lengua  Mejicana  :  por  el  Padre  Fr. 

Juan  de  Ayora,  Franciscano  profeso  en  la   santa  Observante 
Provincia  de  los  Angeles. 

—  Vocabulario  Espanol-Mejicano. 

Così  il  Padre  Huerta  {Estado,  ec):  «  Fr.  Juan  de  Ayora   Doclor  en  ambos    derechos, 

profesò  en  la  santa  Provincia  Observante  de  los  Angeles  :  celoso  de  la  conversion  de  las  almas,  paso 

a  Mejico,  y  se  encorporò  en  la  Provincia  del  Santo  Evangelio.  Fomentò  mucho  la  fondacion  de  la 

Provincia  de  S.  Pedro  y  S.  Pablo  de  Mechoacan,  en  la  que  fué  benemerito  Provincial.   Renando 

immildemente  la  mitra  de  Mechoacan  ,  con  quc  le  honrò  la  catolica  Magestade  de  Felipe  II.  Fué  muy 

perito  en  la  lengua  Mejicana,  en  cuyo  idioma  escribiò  y  dio  a  luz  los  tratados,  Arie  etc.  Despues  de 

desempenar  loablemente  la  prelacia  en  la  Provincia  de  S.  Pedro  y  S.  Pablo  de  Mechoacan,  hizo  transito 

1  la  Provineiiudel  Santo  Evangelio,  de  donde  saliò  para  incorporarse  en  la  primera  mision ,  y  llegò  a 

Filipinas  et  |4^4le>^ Junio  de  1577.  Aqui  aprendiò   los  idiomas  Tagalog,  Ilocano,  y  Ghino,  fué  el 

prìmer  Guardian  de  nucstro  Convento  de  Manila,  desempenando  a  la  vez  el  juzgado  provisoral  de 

todas  las  Islas  Filipinas  desde  el  20  de  Mayo  de  1579  basta  el  mes  de  Agosto  de  1580.  En  dicho 

afio  fué  destihado  a  la  conversion  de  las  provincias  de  Ilocos  y  Pangasinan,  donde  trabajò  con 

fervoroso  celo,  fonnalizò  el  pueblo  de  Agoo,  dedicando  su  Iglesia  a  N.  P.  S.  Francisco,  y  lleno  de 

meritos  y  virtudes,  entregò  su  espirito  al  Senor  en  dicho  pueblo  de  Agoo,  desnudo  sobre  la  tierra  el 

afio  de  1582.  • 


B 


sémp.        55.  Balsobre.  —  Cien  puntos  exemplares  de  la  \dda,  milagros 

^   y  martyrio  de  los  gloriosos  y  bienaventurados  Padres  Fr.  Fedro 

Baptista  y  sus   companeros  Martyres  del  Japon:  dispuestos  por 

el  Padre  Fi*.  Alonso  de  Balsobre  Franciscano.   En  Barcelona: 

por  Sebastian  y  Jay  me  Materad.  1628. 

Un  volume  in  8,  di  i08  pagine.  N'  ò  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di 
Barcellona.  È  la  vita  de'  23  Martiri  Francescani  martirizzati  il  1397  nel  Giappone',  e  il  1862 
solennemente  canonizzati  dal  Sommo  Pontellce  Pio  IX. 

4ù.  56.  Bambach. — Chronica  pro\dnciae  Argentinae,  seu  Alemaniae 

Superioris  Fratrum  Miiiorum  Strict.  Observantiae  a  saeculo  XIII 
quo  Sanctus  Pater  Franciscus  Assisiensis  Serapliicum  Ordinem 
intulit,  conscripta  a  Patre  Valentino  Bambach,  Lectore  Jubilato, 
Custode  et  Chronologo.  An.  1798. 

Manoscritto  in  4,  di  carte  331,  dHl' Archivio  del  nostro  Convento  di  Sant'Anna  di  Monaco  in 
Baviera.  È  ricco  di  notizie  per  la  storia  dell'Ordine  e  delie  Missioni. 

^;  57.  Banha.  —  Vocabulario  de  lingua  Concani:  pelo  P.  Fr. 

Manoel  Banha  da  Provincia  Franciscana  de  S.  Thomè  das  Indias. 

Un  volume  in  foglio.  Così  il  Cunha  Bivara  nel  suo  Emaio  historko  da  lingua  Concani ,  ec. 
Nova  Goa,  1858.  Erra  il  Baiibosa  nella  sua  Biblioteca  Lusitana,  dicendo  che  il  P.  Banha  apparteneva 
alla  Provincia  della  Madre  de  Dcos  ;  invece  apparteneva  a  quella  di  San  Thomè.  Circa  la  lingua 
Concani  e  le  altre  numerose  lingue  dell'India,  sono  da  vedere  la  Memoria  che  ne  scrisse  Sir 
Erskine  Perry,  pubblicata  nel  Jurnal  of  the  Bombay  Branch  of  the  Boyal  Àmitic  Society,  genDaio 
1853;  e  le  Osservazioni  del  Dottore  Stevenson,  pubblicate  nello  slesso  Ciornalc  il  gennaio  del  1849, 
Secondo  1' Erskine,  due  famiglie  di  lingue  dominano  nell'India:  la  famiglia  Ariana,  nell'India 
del  Nord  ;   e  la  Toraniana  nell'  India  del  Sud.  La  prima  si  divide  in  Hindi  (  da  cui  si  generano  la 


Alia 


BAPTISTA  -  BARBADO  33 

nUdustani,  la  Brij  Basha,  la  Rangri  Batìta ,  la  Panjabi,  la  Multam,  la  Jatdki,  la  Sindhi,  la 
Marwàdi),  Kashmiri,  Bengali  (da  cui  si  genera  la  TirhuUJ,  Gujarati,  Marathi  (da  cui  si  genera 
la  Kachi)  Konkaxi,  Urya.  La  seconda,  in  Tblugo,  Karnatmka,  Tamil,  Malatalam,  Tulu,  Gondwani. 

jb.         58.  Baptista.  —  Catechismo  em  lingua  Concani  :  pelo  P.  Fr. 
^  Manoel  Baptista  da  Provincia  Franciscana  de  S.  Thomè  das  Indias. 

Manoscritto  in  4.  Il  Barbosa  {Bibliot.  Lusit.)^  lo  scambia  di  Provincia,  come  il  precedente. 
Il  Gunha  Rivara  ci  fa  sapere  «  qiie  foi  Reilor  de  Collralc,  e  Reveddà  em  Bardez,  e  vivia  em  1654, 
corno  se  ve  das  Censurai  ao  Pcraxna  do  Padre  Thomaz  Estevao  (Gesuita,)  • 


59.  Barajas.  —  Relacion  geografica  de  los  montes  de  Lanatin 
y  Limotan  en  las  Filipinas:  por  el  P.  Fr,  Francisco  de  Barajas 
de  la  Provincia  de  S.  José. 

—  Trabajos  apostolicos  y  estadisticos  de  la  Mision  de  S.  Andres 
en  los  Montes  de  Lanatin  y  Limotan,  en  los  anos  de  1670  a  1672. 

Così  il  Padre  Huerta  (Esiado  ec.  )  ;  e  aggiunge  :  «  Fr.  Francisco  de  Barajas,  confesor, 
faè  naturai  del  pueblo  de  su  apellido ....  Estudió  latinidad  con  los  Religiosos  en  el  Convento  de 
Barajas  .  .  .  Filosofia  y  Teologia  en  Segovia  .  .  .  Concluìdos  sus  cstudios  . . .  tornando  niiestro  habito 
profesò  en  nucstra  Provincia  de  S.  José  . . .  El  ano  1662  paso  a  Filipinas  y  administrò  desdo  i665  en 
los  pueblos  de  Silangan,  Caboan,  Lumbang,  y  Santa  Ana  de  Sapa,  cuyo  ministerio  renunciò  el  dia 
ii  de  abril  de  1670  para  ocuparse  en  la  reduccion  de  los  inlieles  que  habilan  los  montes  de  Lanatin 
y  Limotan,  bacia  al  Nordcste  de  Tanay  . . .  Penetrò  los  citados  montes,  y  fundò  una  mision  bajo  la 
advocacion  del  seCor  S.  Andres  Apostol  .  .  .  Dcspues  administrò  los  pueblos  de  Longos,  Pangil,  y 
Maìiayhay,  Meycauayan,  Tanay,  Morong,  y  los  Banos...  Faleciò  a  Polo  el  dia  17  dcSetiembre  de  1704.  • 

60.  B  ARBADO. — Compendio  historico  Lego-Serapliico.  Fundacion 
de  la  Orden  de  los  Menores,  sns  familias ,  provincias ,  conventos, 
individnos,  tymbres,  grandezas  y  glorias  mas  singnlares:  exce- 
lencias  y  prerogativas  de  el  hnmilde  estado  de  los  Logos  de 
ella:  vidas  de  los  Santos  canonizados,  beatificados  con  culto 
ÌDimeinorial ,  Martyres  y  venera viles  que  en  el  florecieron  y 
subieron  al  grado  mas  alto  de  perfecion  :  compuesto,  extractado 
y  traducido  por  Fr.  Manuel  Barbado  de  la  Torre  y  Angulo , 
Religioso  de  la  Provincia  de  S.  Diego  en  Andalucia  de  Descalzos 
de  N.  P.  S.  Francisco.  En  Madrid  :  en  la  Impronta  de  Joseph 
Gonzales,  fronte  del  Cementerio  de  S.  Milan.  1745. 

l'n  volume  in  4  (tomo  primero )  di  526  pagine,  dì  cui  trovai  un  esemplare  nella  pubblica 
Kblioieca  della  città  di  Barcellona.  Se  oltre  il  tomo  priinero ,  ve  ne  siano  altri,  e  quanti,  non  so  : 
n^  catalogo  della  sopra  delta  Biblioteca  non  se  ne  dice  nulla  ;  e  nelle  altre  Biblioteche  di  Spagna 
«he  visitai,  non  ne  rinvenni  traccia.  Parla  delle  nostre  antiche  Missioni  d' Affrica  e  di  quelle  del 
Cappone. 

3 


34  BARSÀI4TI 


Oceania 

e 
Awtnlìa 


ste*p.  61.  Barsanti.  —  I  Protestanti  tra  i  selvaggi  della  Nuova 
Zelanda  :  ossia  storia  del  Pai  Marire  pel  Padre  Ottavio  Barsanti 
M.  0.  Missionario  Apostolico  nell'Oceania.  Torino,  Pietro  di  G. 
Marietti,  Tipografo  Pontificio,  1869. 

Un  volume  in  8,  di  6  pagine  preliminari  e  altre  283.  Opera  dotta  ed  interessante,  scritla  nella 
Nuova  Zelanda,  colonia  inglese,  dove  il  P.  Ottavio  si  recò  il  1860  con  undici  suoi  confratelli  a  fon- 
dare una  Missione  Francescana.  (V.  il  volume  I.  della  nostra  Cronaca  delle  Missioni  Francescane, 
Roma  1860).  Se  il  lettore  desidera  sapere  che  cosa  sia  il  Pai  Marire,  l'autore  risponde  :  •  Tutti  han 
convenuto  (cap.  1,  pag.  9)  il  chiamare  il  Pai  Marire  un  nuovo  fanatismo,  un  nuovo  barbarismo, 
una  nuova  fede,  una  nuova  superstizioìie:  ma  in  dellnirlo  han  preso  di\erse  vie,  e  si  sono  atte- 
nuti alle  loro  vedute  particolari lo,  senza  rigettare  veruna  delle  date  appellazioni penso 

che  volendo  twcare  la  natura  ed  essenza  del  Pai  Marire,  sì  deve  deQnire:  Un  nuovo  sistema  reli- 
gioso fondato  dai  selvaggi  della  \uova  Zelanda,  adulterando  la  Bibbia  e  applicando  ai  loro  bisogni 
le  cognizioni  ricevute  dal  Protestantismo.  La  trattazione  dell'argomento  ò  divisa  come  segue:  Par- 
te i.  Nozioni  generali  del  Pai  Marire:  Parte  2.  Nozioni  storiche  del  Pai  Marire:  Parte  3.  Nozioni 
dottrinali  del  Pai  Marire:  Parte  4.  Nozioni  riguardanti  lo  sviluppo  del  Pai  Marire:  Parte  5.  Ricerca 
delle  cagioni  cht  hanno  prodotto  il  Pai  Marire:  Parie  6.  Risultato  del  Pai  Marire.  Il  libro  porge  una 
lettura  quanto  dotta  ed  erudita  altrettanto  dilettevole,  e  mostra:  1.  come  fuori  del  Cattollcismo  non 
vi  sieno  che  stravaganze  e  misere  aberrazioni  di  spirito;  2.  che  i  Missionari  cattolici  sono  anch'oggi 
quo' dotti  uomini,  che  con  i  loro  studi,  e  con  le  loro  apostoliche  fatiche  rendono  immenso  servi- 
zio non  solo  alla  fede,  ma  alla  scienza  e  alla  società. 

—  I  Selvaggi  dell'  Australia  dinanzi  alla  scienza  e  al  Pro- 
testantismo pel  Padre  Ottavio  Barsanti,  Francescano  Minore  Osser- 
vante, Missionario  apostolico  nella  Australia.  Roma  Tip.  e  Lib.  Po- 
liglotta di  Propaganda  Fide:  e  Torino  Tip.  e  Lib.  Pontificia,  Pietro 
di  G.  Marietti ,  1868. 

Un  volume  in  8,  di  9  pagine  preliminari  e  altre  255.  È  una  vera  storia  completa  dell'  Austra- 
lia sotto  qualunque  aspetto  si  voglia  riguardare.  L'Autore  ne  dà  ragione  con  le  parole  seguenti: 
•  Fino  ad  ora  non  esiste  alcun  libro,  che  parli  evprofesso  di  questi  selvjiggi.  Varie  storie  sono  stale 
stampate  concernenti  la  scoperta  della  Nuova  Olanda,  l'esplorazioni  fattene,  l'occupazione  e  stabi- 
limento degl'  Inglesi  e  i  primi  scontri  cogli  Aborigeni  ;  ma  non  parlano  di  questi  che  di  passaggio. 
Alcune  relazioni  o  articoli  sono  staili  pubblicati  a  istigazione  di  qualche  circ4)stanza  particolare;  ma 
né  quelle  relazioni,  nò  quegli  articoli  hanno  mai  preso  un  carattere  storico.  Con  ciò  non  pretendo 
dire,  che  questa  sia  la  prima  storia  che  esca  a  luce  sul  selvaggi  dell'Australia,  e  che  sia  |K?rfelta 
in  tutte  le  sue  parti.  Siccome  le  cose  principali,  che  possono  «lirsi  di  questi  selvaggi,  non  sono  il- 
luminate da  alcun  raggio  di  certezza,  è  perciò,  che  tutto  quello  che  si  può  dire  riguardo  ai  mede- 
simi, è  appoggiato  a  congetture,  analogie  e  deduzioni  derivate  da  circostanze  evidenti.  Egli  ^  per- 
tanto, che  non  intendo  d'avere  il  nome  di  autore,  ma  mi  contento  d' esser  consi<leralo  come  sem- 
plice osservatore  de' fatti.  Monsignor  Saivado  dell'Ordine  di  san  Hencdetlo,  Vescovo  di  Porto  Vittoria 
nella  parte  Occidentale  dell'Australia  e  Missionario  di  gran  merito  nella  vigna  del  Signore,  pubblicava 
fin  dall'anno  1861  coi  tipi  di  Propaganda  un' opera  col  titolo  Notizie  storiche  dell'  Australia.  i^\ì(*st\ 
si  può  dir  l'opera  più  completa  su  tal  soggetto,  ed  è  divisa  in  tre  parli.  La  prima  si  può  dire 
naturale,  e  politica,  la  seconda  religiosa,  la  terza  tutta  particolare,  perchè  in  quest'ultima  parte 
parla  esclusivamente  degli  Australiani,  eli  descrive  nel  loro  carattere ,  (lualilà,  usi,  credenze,  bi- 
.sogni  e  risorse.  Ma  per  quanto  questo  lavoro  sia  importante,  tuttavia  paria  più  de' nativi  della 
Nuova  Norcia,  che  de' selvaggi  tutti  dell'Australia;  non  gli  presenta  sotto  un  punto  solo  dì  ve- 
duta; non  gli  leva  ad  un'  unità  e  a  un  fatto  sintetico,  che  possa  interessare  non  solo  la  mente  dello 


BASSI  35 

storico,  ma  anche  quella  del  lìlosofo,  il  quale  ora  come  naturalista,  ora  come  fisiologista,  ora  come 
etnograflsta  esamina  i  fenomeni  della  natura  e  le  qualità  degli  esseri  e  individui,  per  dilucidare  e 
stabilire  i  veri  più  sublimi  e  fondamentali  del  Cristianesimo.  Ora  questo  t^  il  fine  principale  di  quc- 
st' opera,  la  quale  nel  descrivere  i  selvaggi  dell'Australia  nelle  loro  particolarità  tende  a  stabilire  e 
consolidare  due  grandi  verilà,  che  son' oggidì  tanto  combattute:  cioè  la  concordia  della  bibbia  coi 

FATTI   della  natura,  E  LA  POTENZA  CIVILIZZATRICE  DELLA  RELIGIONE  CATTOLICA.   PerCiÒ  è  divlsa  in  due 

parti:  la  prima  è  critico-scientifica;  la  seconda  tf  storifo-apologetica.  »  Fin  qui  l'Autore  nella  Pre* 
fazione.  E  basta  leggere  i  titoli  de' capiloli  dell' una  e  dell'altra  Parte,  per  vedere  com'egli  vi  tratti 
le  quistioni  più  importanti,  che  riguardano  la  geografia,  la  storia,  l'etnografia,  la  creazione  e  la 
reilenzione.  Ne  togliamo  un  saggio  del  Capitolo  XVI  della  parte  1,  dove  tratta  dell'origine  degli 
Australiani,'  in  relazione  all'unità  della  specie  umana.  •  Sebbene  il  Barone  Humboldt  {e* dice)  af- 
fermi che  né  l'analogia,  ne  l'aflinilà  delle  lingue  è  sufficiente  a  sciogliere  il  problema  della  filia- 
zione dei  popoli ,  ciò  non  pertanto  è  una  dignità  filologica  tra  gli  etnografi ,  che  se  tre  parole  di  due 
lingite  differenti  combinano,  la  probabilità  della  loro  primitiva  identità  sta  come  dieci  ad  uno. 
Anzi  il  celebre  Horne  Toole  non  dubita  affermare  che  dalla  lingua  d' ogni  nazione  possiamo  con 
sicurezza  conoscere  la  loro  origine.  E  con  ragione,  i)erchò  la  filologia  è  l'unica  scienza,  che  dis- 
sipa le  caligini  di  tante  tenebre,  che  avvolgono  le  origini  dei  popoli,  e  illumina  1' antichità;  scienza 
che  raccoglie  come  in  una  tela  tulli  i  fili,  e  unisce  in  un  sol  corpo  le  membra  disperse  del  ge- 
nere umano.  Ecco  ora  una  piccola  lista  di  ])arule  della  lingua  australiana,  le  di  cui  affinità  colle 
parole  Indo-europee  cosi  nel  suono  come  nel  significato  risalta  cospicua;  e  provano  che  gli  abori- 
geni dell'Australia  parlavano  la  lingua  di  altri  popoli,  coi  quali  erano  congiunti.  —  Gin,  o  Gun, 
vuol  dire  donna ,  che  in  greco  si  direbbe  xùvri ,  e  in  slavo  gella ,  ed  è  la  radice  del  verbo  genero 
e  del  nome  generazione  tanto  in  lingua  latina,  come  italiana  e  inglese.  —  Joen  vuol  dire  uomo, 
che  in  i)ersiano  si  direbbe  juen,  e  in  latino  juvenis.  —  Gibber,  o  Kibba,  o  Kepa,  vuol  dire  pietra, 
che  in  arabo  si  direbbe  kaba,  in  lingua  morea  come  si  parla  in  Gibilterra  giber ,  e  in  Siriaco  cefa, 
che  ha  quasi  il  suono  di  Kepa.  —  Cobbera ,  o  Cobra,  vuol  dire  capo,  che  in  lingua  inglese  si  di- 
rebbe cob,  e  in  tedesco  kopf,  e  in  spagnuolo  cobra.  —  Tiora  vuol  dire  paese ,  territorio;  e  si  può 
considerare  come  un'accomodazione  dì  terra,  o  teìritorio,  comesi  trova  nella  lingua  latina,  italiana 
e  inglese  ec.  Alla  lingua  (e'prosegue)  faremo  venire  di  seguilo  que*  pochi  «/rumenW  che  posseggono 
e  le  loro  costumanze.  — 11  loro  Mogo,  o  accetta  di  pietra  che  u.sano,  non  è  che  lo  strumento  più 
antico  dei  primitivi  iiopoli  dell'Asia  e  dell'Europa.  La  loro  unda,  che  i  Latini  dicevano  umbo,  ò  lo 
scudo  dei  primi  guerrieri  che  ricordi  la  storia  delle  antiche  nazioni.  11  loro  boomerang  è  lo  strumento  più 
semplice  di  legno,  che  abbia  inventato  l' ingegno  dell'  uomo.  Si  dice  che  un  tale  strumento  sia  stato 
tissenato  su  le  muraglie  delle  antiche  tombe  di  Egitto.  L'uso  di  imbiancarsi  la  faccia  in  tutte  le  loro 
feste  e  spettacoli  per  contraffare  i  bianchi,  mostra  che  hanno  avuto  sempre  idea  dei  medesimi  ec.  ». 

L'.\ulore  assistè  egli  slesso  in  Roma  l'edizione  di  queste  sue  opere,  venuto  dall' Australia  i)er 
gravi  negozii  della  sua  missione:  e  di  poi  fece  colà  ritorno,  dove  continua  il  suo  apostolato 
e  i  dotti  suoi  studi;  dei  quali  slam  certi  che  non  tarderà  a  dare  altri  saggi  in  utile  della  scienza  e 
della  Chiesa.  Aggiungo  che  già  erano  state  da  me  pubblicate  alcune  sue  Memorie  sopra  la  Nuova 
Zelanda,  nella  Cronaca  periodica  delle  Missioni  Francescane,  e  tra  l'altre,  l'importante  Relazione 
dello  stato  delle  sette  eterodosse  nella  Nuova  Zelanda,  pubblicata  nel  numero  4  dell'  anno  II. 

62.  Bassi  .  —  Pellegrinaggio  storico  e  descrittivo  di  Terra 
Santa,  del  P.  Alessandro  Bassi  M.  0.  Teologo  della  Delegazione 
dell'Arabia  e  dell'Egitto.  Torino,  1857.  Tipografia  Subalpina  di 
Altero  e  Cotta. 

Due  volumi  in  8,  il  primo  di  291  pagine,  il  secondo  di  376.  Opera  bene  scritta  e  molto  pregevole. 

—  Il  Tempio  Salomonico  dopo  la  distruzione  di  Tito.  Memoria. 

Pubblicata,  in  8,  nel  n.  3  dell'anno  IV  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (Roma  i864.) 


36  BÀTLLE  -  BAUTISTA 


jft.  63.  Batlle.  —  Chronica  de  la  Provincia  de  Cathalaunia  de 
la  Regular  Observancia  :  escrita  por  elR.  P.  Fp.  Joseph  Batlle, 
Lectop  Jubilado,  Ex-Definidor ,  Comissario  Provincial,  que  fue 
Colegial  del  Mayor  de  S.  Pedro  y  S.  Pablo  Univepsidad  de  Alcalà 
de  Enares,  y  Chronista  de  la  Provincia. 

Manoscritto  di  2  grossi  volumi  in  foglio,  della  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 
L'  opera  è  divisa  in  cinque  Parti  :  comincia  dalla  fondazione  dell'  Ordine  Francescano  e  giunge  fino 
agli  ultimi  anni  del  secolo  XVII .  È  ricca  di  preziose  notizie  e  storie  di  tutte  le  nostre  Missioni , 
specialmente  delle  Filippine,  del  Giappone  e  dell'America.  M'  aiutarono  ad  estrame  molte  cose  il 
M.  R.  P.  Ramon  Buldù,  Provinciale  dell'Osservanza  in  Catalogna,  ed  il  P.  Luigi  Serra. 

M,,  64.  Bautista.  —  Defensorio  del  derecho  de  los  Religiosos 

^  Franciscanos  por  predicar  en  el  Japon:  por  el  P.  Fr.  Pedro  Bautista 
Fpanciscano  Descalzo.  1595. 

—  Carta  pastoral  a  sus  subditos  en  el  Japon  :  ano  de  1595. 

Cosi  il  Padre  Huerta  {Esiodo  ec.)  :  aggiungendo  che  restano  anche  altre  sue  lettere  espirituales 
con  le  quali  animava  a  los  Religiosos  del  Japon  al  Martyrio.  Pier  Battista,  come  già  accennammo,  fu 
il  capo  di  23  martiri  Francescani  crocifìssi  in  Nangazachi  nel  Giappone  il  1397,  e  il  1863  solennemente 
canonizzati  dal  Sommo  Ponteflce  Pio  IX.  In  questa  circostanza  ne  scrisse  la  storia  il  P.  Agostino  da 
Osimo  dell'Osservante  Provincia  delle  Marche,  di  cui  diremo  a  suo  luogo. 


Mi. 


65.  Bautista.  Historia  de  las  Islas  Filipinas,  Japon,  China 
^    y  otpos  peinos  de  la  India  :  por  el  Padre  Fr.  Pedro  Bautista  de  la 

Provincia  de  S.  José. 

—  Relacion  de  la  persecucion  centra  los  Cristianos  en  el  reino 
del  Japon  desde  1615  a  1617. 

II  Padre  Huerta  (Esiodo  ec.)  che  ci  dà  notizia  di  questi  Manoscritti,  dice  che  il  primo  è  Armato 
il  12  gennaio  1605 ,  e  il  secondo  il  2(  maggio  1617.  Non  ò  da  confondere  questo  Pier  Battista 
con  quello  testé  nominato,  che  fu  il  capo  de' 23  Martiri  Giapponesi.  Figlio,  questo,  della  Pro- 
vincia di  san  Giuseppe  «  paso  a  Filipinas  {dice  lo  stesso  Huerta)  el  ailo  de  1600,  y  en  1602  parilo 
para  las  misiones  do  Japon.  Alli  trahajò  con  infatigable  celo  en  la  convcrsion  de  las  almas . . .  Esto 
varon  apostolico  quedò  escondido  en  dicho  reino  de  Japon  cuando  salieron  desterrados  casi  todos 
los  ministros  evangelicos  el  aììo  de  1614,  pero  siendo  preso  poco  despues  por  la  predicacìon,  fuò 
desterrado  tambien,  sali^ndo  de  Japon  el  30  de  setiembre  de  1616,  y  Uegandu  a  Mejico  el  23  de 
febrero  de  1617.  Nombrado  por  sus  prelados  Procurador  de  la  causa  de  la  beati  flcacion  de  los  santos 
Protomartyres  de  Japon  {Pietro  Ballista  e  compagni)  paso  de  Mejico  a  Las  Cortes  de  Madrid  y  Boma, 
regresando  a  Filipinas  el  ano  de  1621.  El  siguiente  ano  de  1622  .saliò  segunda  vez  para  Espana  y 
Roma,  y  habiendo  conseguido  la  beatiflcacion  de  dichos  sanctos  Martires ,  volviò  a  Filipinas  el  ano 
de  1629.  Tercera  vez  partiò  para  Espaiiia  el  ano  de  1630,  y  el  Senor  quiso  premiar  sus  trabajos 
Uevandole  para  si  el  dia  30  de  diciembre  del  citado  ano  1630,  en  alta  mar,  y  poco  antes  de  Uegar 
a  la  America.  > 

66.  Bautista.  —  Confessionario  en  lengua  Mexicana  y  Castel- 
lana, Con  muchas  advertencias  inuy  necessarias  a  los  confesso^ 


Antrica 


BAUTISTA  87 


res.  Compuesto  por  el  Padre  Fray  Juan  Bautista  de  la  Orden 
del  Seraphico  Padre  Sanct  Francisco ,  Lector  en  Theologia  nesta 
Provincia  del  Sancto  Evangelio  y  Guardian  del  Convento  de 
Sanctiago  Tlatilulco.  Con  privilegio.  En  Sanctiago  Tlatilulco, 
pop  Melchior  Ocharte.  Ano  de  1599. 

Un  volume  in  8,  di  16  carte  preliminari,  112  consecutive,  e  due  di  errata, 

—  Platicas  antiguas  que  en  la  excellentissima  lenguaNahuatl 
ammendo  y  crecentò  el  Padre  Fp.  Juan  Bautista  de  la  Orden 
del  Seraphico  Padre  Sanct  Fpancisco  ec.  Mexico  1599. 

Un  volume  in  8. 

—  Advertencias  para  los  confessores  de  los  Naturales.  Com- 
puestas  por  el  Padre  Fray  Juan  Bautista  de  la  Orden  del  Sepaphico 
Padre  Sanct  Francisco,  Lectop  de  Theologia,  y  Guapdian  del  Con- 
vento de  Sanctiago  Tlatilulco  :  de  la  Provincia  del  Sancto  Evan- 
gelio. Ppimepa  parte.  Con  privilegio.  En  Mexico ,  en  el  Convento 
de  Sanctiago  Tlatitulco,  pop  M.  Ochapte,  ano  1600. 

Un  volume  in  8,  di  8  carte  preliminari,  113  consecutive,  e  altre  58  senza  numerare,  con  V  errata 
e  una  tavola.  Segue  la  parie  segunda  dì  16  carte  preliminari,  che  continua  dalla  carta  113  alla  443:  e 
poi  altre  104  carte ,  con  l' Index  locorum  communium  kujus  secundae  partii  :  e  inilne  :  Excu- 
debat  Ludovicus  Ocharte  Figueroa.  Mexidf  in  Regio  Collegio  Sanctae  Crucis,  Sancii  Jacobi  de  Tlati- 
lulco. Anno  Domini  1601.  Dalla  carta  37  alla  51  contiene  una  dottrina  cristiana  in  messicano  e  in 
ispagnuolo:  e  dalla  carta  80  air 85,  quìstioni  relative  al  matrimonio,  parimente  in  messicano  e  in 
ispagnuolo.  Libro  rarissimo  e  dì  molto  pregio.  Ecco  un  saggio  della  lingua  messicana.  —  A  caso  credi 
tu  in  Nostro  Signore  Iddio  onnipotente,  che  creò  il  cielo  e  la  terrai  Cuix  ticmonel  toquitia  in  totecuiyo 
Diosixquick  i  hueli,  in  oqyocox  in  ilhuicatl  yhua  intlalticpactli  ?— Si,  credo  t  Ca  quemaca  1— Di  questo 
rarissimo  libro  n'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

—  Platicas  mopales  de  los  Indios  papa  la  doctrina  de  sus  hijos 
en  lengua  Mexicana,  intitulado  Huehuetlatolli  :  pop  el  P.  Fp.  Juan 
Bautista  de  la  Opden  del  Sepaphico  Padpe  Sanct  Fpancisco.  Mexico: 
1601. 

Un  volume  In  8. 

—  De  la  misepia  y  bpevedad  de  la  vida  del  hombpe:  y  de 
sus  quatpo  postpimeipas ,  en  lengua  Mexicana.  Compuesto  pop 
el  P.  Fpay  Juan  Bautista  de  la  Opden  del  Sepaphico  Padpe 
Sanct  Francisco,  Lectop  de  Theologia,  y  Diflanidop  de  la  Provincia 


38  BEÀUGRAND  -  BEAUMONT 


del  Sancto  Evangelio.  Dedicado  al  Doctor  Sanctiago  del  Riego , 
del  Consejo  del  Rey  N.  S,  y  su  Oydor  en  està  Real  Audiencia 
de  Mexico.  En  Mexico.  En  la  Emprenta  de  Diego  Lopez  Davalos 
y  a  su  costa.  Ano  de  1604. 

Un  volume  in  8. 

—  A  Jesu  Christo  S,  N.  ofrece  este  Sermonario  en  lengua 
Mexicana,  su  indigno  siervo  Fr.  Juan  Bautista  de  la  Orden  del 
Seraphico  Padre  Sanct  Francisco,  de  la  Provincia  del  Sancto 
Evangelio.  Primera  parte.  En  Mexico ,  con  licencia.  En  casa  de 
Diego  Lopez  Davalos  :  y  a  su  costa  :  ano  de  1606.  Vendese  en  la 
tienda  de  Pedro  Arias  Librerò ,  en  frente  de  la  Puerta  del 
Perdon  de  la  Yglesia  Mayor  de  Mexico. 

Un  volume  in  4,  di  26  carie  preliminari  e  710  pagine.  Nel  frontispizio  ha  una  incisione  del  buslo 
del  Salvatore,  e  all'intorno  queste  parole:  Ego  sum  veritas.  Dico  ego  opera  mea  regi.  Psal.  44.  E 
neir ultima  pagina  è  un'incisione  che  rappresenta  sani' Antonio, sotto  a  cui  si  legge  :  Àeabose  de  impri- 
mir  està  Primera  parte,  en  la  muy  insigne  y  muy  leal  eiudad  de  Mexico  Tenochtitlan,  a  ireze  diat  del 
met  de  Junio  deste  ano,  dia  del  bienaventurado  glorioso  Sanct  Antonio  de  Padua,  de  la  Orden 
del  Seraphico  Padre  Sanct  Francisco.  En  casa  de  Diego  Lopez  Davalos  y  a  su  eosta  :  1606.  E  si 
conchiude  con  24  carte  di  Tablasi?  in  line  dell'ultima  queste  parole:  Acabaronse  de  imprimir  estas 
tres  tablas  a  nueve  dias  del  mes  de  febrero  de  1607.  Solo  se  publicò  la  primera  parte  deste  Sermonario. 
Secondo  il  signor  Joaquin  Garcia  Icazbalceta  (Apuntes  para  un  Catalogo  de  escritores  en  lenguas 
indigenas  de  America  :  Mexico  1866)  nel  Prologo  ha  notizie  molto  importanti  e  curiose,  specialmente 
Intorno  ai  primi  scrittori  in  lingua  Messicana. 

67.  Beaugrand.  —  Relation  nouvelle  et  tres  fidelle  du  voyage 
^   de  Terre  Sainte,  dans  la  quelle  se  voit  tout  ce  qu'il  y  a  de  remar- 
quable,  tant  par  mep  que  par  terre  depuis  le  depart  de  Marseille 
jusqu'  au  retour  de  ce  saint  voyage:  par  Felix  Beaugrand,  Reli- 
gieux  de  Saint  Francois.  Paris.  Ant.  Warin,  1700-1701. 

Un  volume  in  12,  che  comprende  la  prima  e  la  seconda  parte  di  detto  Viaggio. 


ih. 

hmtrin 


68.  Beaumont.  —  Cronica  de  la  Provincia  por  antonomasia 
Apostolica  de  los  gloriosos  apostoles  San  Pedro  y  san  Pablo  de 
Mechoacan,  esmaltada  de  vidas  ejemplares  y  santos  empleos  de 
sus  esclarecidos  hijos:  escrita  despues  dos  siglos  y  aumentada  de 
noticias  historicas  del  reyno  de  Mechoacan,  a  costa  de  trabajos  y 
diligencias,  que  se  deseaban  en  le  Cronica  antigua.  Sirve  la  de 
principio  para  su  mejor  inteligencia  un  aparato  copioso  que  con 


BELEM  39 

el  libro  primero  de  la  primera  parte  de  dicha  Cronica  forma  el 
tomo  primero  ec.  A  solicitud  y  desvelo  del  R.  Padre  F.  Pablo 
de  la  Purisima  Concepcion  Beaumont,  Predicador  General,  Notarlo 
Apostolico,  Maestro  en  artes  en  la  Universidad  de  Paris,  Socio  de  la 
Real  Academia  Medicea  Matritense  y  Cronista  de  dicha  Provincia. 

Manoscritto  di  3  grossi  volumi  in  foglio  :  2  di  Apparato,  e  3  di  Cronaca  :  ed  ù  una  delle  più 
dotte  e  gra\i  opere  che  siano  slate  scritte  sopra  F  America,  e  non  meno  interessante  per  ia  storia  delle 
Missioni  Francescane.  Trovo  confermato  (lucsto  mio  giudizio  dall'erudito  Joaquin  Garcia  Icazbalceta 
in  una  nota  al  tomo  secondo  della  Coleceion  de  docnnientos  de  Mexico ,  da  lui  pubblicata  in  Mexico  il 
1866,  pervenutami  questi  dì  da  Madrid:  «  Està  Cronica  {egli  dice)  importante  permanece  inedita. 
El  autor  muriò  antes  de  concluirla.  Hai  copias  de  ella  en  el  Archi vo  general  (de  Mexico),  en  mi 
coleceion  y  en  las  de  los  Senores  Andrade  y  Ramirez.  Consta  de  dos  partes.  La  primera  intitulada 

Aparato  a  la  Cronica es  un  compendio  de  la  historia  de  America ,  desde  el  descubrimiento  de 

Colon  basta  la  toma  de  Mexico  i)or  Corlez.  La  Cronica  propriamente  dicha  abraza  desde  el  descu- 
brimiento del  reino  de  Michoac^in  basta  el  ailo  del  1575.  El  autor  no  solo  luvo  a  la  vista  las  obras 
Impresas  relalivas  a  su  asunlo,  sino  (pie  junlò  con  gran  diligenc-ia  muchos  manuscrilos  e  instru- 
nientos  autenticos  que  en  parte  se  ban  perdido.  Algunos  copiò  a  la  letra,  y  aumentan  el  merito  de 
su  obra.  No  se  retlere  està  unicamente  al  reino  de  Michoacan,  sino  (pie  comprende  todas  las  pro- 
vìncias  del  interior,  basta  Nuovo  Mexico,  y  aun  .se  esliende  a  la  historia  general.  El  pian  era 

desmasiado  \aslo el  estilo  tiene  n'sabios  de  la  epoca  en  (pie  aipiel  bizo  sus  esludios:  pero  la  obra 

l's  un  repertorio  de  nolicias,  de  (pie  puede  sacarse  gran  partido.  »  Cosi  Joa(iuin  Jcazbalceta.  E  chi 
legga  .soltanto  V  Avi$o  al  benevolo  lector  y  pian  de  la  obra,  premessi  dal  P.  Beaumont  al  suo  lavoro, 
vedrà  che  non  è  soverchia  la  lode,  e  che  il  Francescano  era  uomo  da  portare  a  Une  il  vasto  dise- 
gno, so  la  morte  non  ne  avesse  troncalo  anzi  tempo i  giorni.  Ci  piace  anche  notare,  che  Ira  l'altre 
ttjse,  afferma  il  secondo  matrimonio  di  Cristoforo  Colombo  con  la  nobile  Ik»atrice  Enriquez  dì 
Conlova,  e  la  legittimità  del  loro  ligliuolo  Fernando,  e  vendica  all'  immortai  Genovese  la  gloria  d'  aver 
primo  di  tutti  scoperta  la  Terraferma  d'America.  L'esemplare  dell'opera  che  noi  abbiamo  studiato, 
appartiene  alla  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

^^.         69.  Belem.  —  Chronica  Serafica  da  Santa  Provincia  dos  Al- 
^     garves  da  Regular  Observancia  do  nesso  Serafico  Padre  san  Fran- 
cisco ec.  pelo  Padre  Fr.  Jeronimo  de  Belem,  Pregador  Jubilado, 
Examinador  das  Ordens  Militares,  Consultor  da  Bulla  da  Santa 
Cruzada  e  Chronistn  da  mesma  Provincia. 

Opera  di  polso,  in  5  volumi  in  foglio:  (piatirò  editi,  e  il  quinto  ancora  manoscritto.  Il 
primo  col  titolo  di  parte  primeira^  offerecida  a' sempre  Augusta  Magestade  do  Fidelissimo  Rey  ì), 
JoÙo  V:  Lisboa,  na  officina  de  Ignazio  Hodriguez:  anno  de  MUCCL,  tratta  dell' origem,  progresso» 
e  fuìuiofoes  de  seus  Conventos  (cioè  della  detlji  Provincia)  e  comprende  a  sua  separa(Ùo  da  ProviU' 
da  de  Portugal,  rom  as  funda^oes  de  rinco  Conventos  de  Frades  e  hum  Mosteiro  de  Freirat  :  conta 
8  carte  preliminari  non  numerate  e  786  pagine.  —  Il  secondo  volume,  ossia  la  parte  segwida,  tratta 
das  fundafoes  de  dez  Conventos  de  Frades  e  tres  Mosteiros  de  Freiras  ;  ed  è  offerecida  a*  sempre 
augusta  Magestade  do  Fidelissimo  Rey  D.  Joze  I:  Lisboa,  MDCCLIU.  .Yo  mosteiro  de  S.  Yieente 
de  Fora.  Camara  real  de  su  Magestade  fidelissima  :  conta  15  carte  preliminari  non  numerate  e  pagine 
905.  — 11  terzo  volume,  ossia  parte  terceira  f  parimente  d(Mlicalo  a  Giuseppe  I)  tratta  da  origem, 
funda^am  e  progressos  do  Real  Mosteiro  da  Madre  de  Deos  de  Xabregas  com  as  vidas  de  seus  re- 
gios  fundadores,  a  Senhora  Dona  Leonor,  mulher  do  Senhor  D.  JoÙo  il;  e  o  nosso  patrono  e  se- 
renissimo Rey.  D.  Joào  III,  e  comprende  j untamente  as  vidas  das  Fundadoras  e  mais  Religiosas, 
qua  neUe  florecerùo  em  virtudes,  con  gran  credito  desta  casa,  e  dai  mais  illusires  de  Portugal  Li^ 


40  BELTRAN 


sboa  eie.  MDCCLV:  conta  ii  carte  preliminari  non  nmnerate,  e  763  pagine.  Inoltre  vi  ha  aggiunto 
un  Suplemento  em  que  se  irata  do  Real  Mostevro  da  Madre  de  Deos  de  Xabregas,  da  primeira  Regia 
de  santa  Clara,  funda^o  da  Rainha  D.  Leonar,  Mviher  do  senhor  Rey  D.  Joào  III.  Traiase  de 
algumas  Religiosas,  que  nelle  fallecerìio  com  opinSào  de  viriuosat;  humas  qtte  fcUtarilo  na  ChroiUea, 
e  ouiras  que  a^creseerào  de  novo.  Lisboa  ee.  MDCCLVII:  conta  5  carte  preliminari  non  numerate  e  94 
pagine. — 11  quarto  volume,  ossia  parte  qiMrta  (dedicata  anche  questa  allo  stesso  Re  Giuseppe  I)  irata 
das  fundofoes  de  etneo  Convenios  de  Frades  e  sete  Mosteiros  de  Freiras.  Com  as  vidas  de  alguns  Re- 
ligiosos  e  Religiosas,  que  nelles  aeabarào  eom  opiniào  de  santitade.  Comprehende  juntamente  par- 
tieulares  noticias  do  Reyno;  fundofoes  de  ierras  e  de  algumas  p'essoas  Ulustres  delle.  Lisboa  etc 
MDCCLVIII:  conta  1(  carte  preliminari  non  numerate  e  636  pagine.  Ed  ha  aggiunto  infine:  Descuidos 
do  eseudo  empeneiravel  d<ido  a  luz  no  anno  proxime  passado  de  1749  eom  o  nome  supposto  de 
Anastasio  Pusym  Manfredo ,  presumido  fHho  da  venerarci  Ordem  Tereeira  da  miUeia  de  Jesu  Chri- 
sto.  Descubertos  pelo  PcSre  Fra  Jeronimo  de  Belem  ec.  Lisboa,  na  officina  de  Joseph  de  Costa.  Coim- 
bra  MDCCL. 

Opera  ricca  di  memorie  e  di  belle  biografie  di  nostri  Missionari  e  Vescovi ,  specialmente  nelle 
isole  di  Capo- Verde  e  in  Cina .  Tra  V  altre  cose ,  v'  è  un  interessantissima  Memoria  sopra  le 
Missioni  della  Cina,  e  sopra  il  Padre  Fr.  Francesco  di  Santa  Rosa  da  Viterbo,  Vescovo  Vicario 
Apostolico  di  Nan-Kin,  ordinato  ii  1743.  Questo  Prelato  Francescano  è  un  uomo  di  prim' ordine; 
e  le  cose  da  lui  operate,  congiuntamente  a'  suoi  confratelli,  mostrano  come  la  Religione  Francescana 
abbia  tenuto  sempre,  inftno  agli  ultimi  tempi,  il  primato  neir  opera  delle  missioni  cattoliche,  mentre 
da  coloro  che  hanno  preteso  di  scrìverne  la  storia,  né  anche  se  n' è  fatto  menzione!  Citiamo  fra 
gli  altrì,  i  capitoli  i7,  28,  29,  30,  31,  32,  33,  3(  del  lib.  Vili  deUa  Parte  seconda.  N'  è  un  esemplare 
nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  11  quinto  volume,  finalmente,  manoscritto,  è  nella  Torre 
del  Tombo  della  stessa  città  di  Lisbona,  e  porta  il  titolo  seguente: 

—  Indiculo  cliroiiologico  para  a  Chponica  Seraphica  da  santa 
Provincia  dos  Algarves,  que  teve  seu  principio  em  4  de  septembro 
de  1746,  dia  da  traslagao  de  Santa  Rosa  de  Viterbo.  Pelo  P.  Fr. 
Jeronymo  de  Belem,  Chponista  da  mesma  Provincia,  nomeado  en 
huma  junta  que  se  fez  no  Convento  de  S.  Maria  de  Jesus  en 
27  de  agosto  1746.  Sendo  Provincial  o  N.  M.  R.  P.  Fp.  Lourengo 
de  Sanato  Thomas  Let.  Jub.  e  Qualificador  do  Sancto  Officio. 
Principia  pelo  anno  de  1533. 

k  un  grosso  volume  in  foglio,  di  non  facile  lettura  per  le  molte  cancellature  e  correzioni 
fattevi;  ma  che  contiene  belle  ed  importanti  notizie  di  quella  Provincia,  anche  rispetto  alle  Missioni. 

70.  Beltran.  —  Arte  del  idioma  Maya  red acido  a  sucintas 

^"^  reglas.  Y  semi-lexicon  Yucateco  por  el  R.  P.  Fr.  Pedro  Beltran 
de  Santa  Rosa  Maria,  bijo  de  està  Santa  Recoleccion  Franciscana 
de  Merida  ec.  Formòlo  y  dictolo,  siendo  maestro  de  lengua  Maya 
en  el  Convento  Capitular  de  N.  S.  P.  S.  Francisco  de  dicha 
Ciudad.  Ano  de  1742. 

Di  questa  pregevolissima  opera  si  fece  una  seconda  edizione  in  Messico  per  Hogal  il  4746, 
in  4,  di  194  pagine;  e  una  terza  in  Merida  de  Yueatan:  Imprenta  de  Jose  Dolores  Espinosa:  JìMù 
1859,  in  8,  di  sette  carte  non  numerate  e  24S  pagine. 


Stanip» 


BENAVENTE  -  BETANCUR  41 


iltSa 


—  Declaracion  de  la  doctrina  cristiana  en  el  idioma  Yucateco. 
Por  el  Reverendo  Padre  Fr.  Pedro  Beltran  de  Santa  Rosa  Maria ,  de 
la  Orden  de  S.  Francisco.  Anadiendole  el  acto  de  contricion  en  verso 
y  en  prosa.  Merida,  reimpresa  por  J.  D.  Espinosa.  Marzo  1860. 

Come  il  lettore  vede,  è  questa  la  seconda  edizione,  in  8,  di  23  pagine.  II  Brassecr  (Biblioth, 
Met.  Guai.)  ci  dà  le  seguenti  notizie  dell'  Autore.  Nativo  di  Merida  nel  Yucatan,  giovinetto  vi  prese 
r abito  Francescano,  e  profittando  de' dotti  lavori  de'suoi  confratelli,  specialmente  l'illustre  Padre 
Gabriele  da  San  Bonaventura,  compose  la  sua  Grammatica  il  1742,  mentre  insegnava  la  lingua  Maya 
nel  principale  Convento  di  san  Frafncesc^)  della  natia  sua  città  ;  del  qirale  Convento  fu  anche 
Guardiano,  e  inoltre  Visitatore  del  suo  Ordine  in  quelle  parti.  Egli  mori  in  Merida  su  la  fine  dello 
scorso  secolo  :  ed  oltre  la  Grammatica ,  e  la  Declaracion  de  la  doctrina  ec,  lasciò  altre  opere  di 
pietà,  scritte  nella  stessa  lingua  Maya,  che  conosceva  a  perfezione. 

*•        71.  Benavente. — Carta  de  Fr.  Antonio  de  Benavente  a  el  Rey 
de  Portugal. 

È  data  in  Cabo  S.  Vicentc  il  10  marzo  1539.  L' originale  si  trova  nell'  Archivio  della  Torre 
del  Tombe  di  Lisbona,  e  riguarda  le  Missioni  Francescane  in  quc' luoghi  d'Affrica,  ove  s'erano  sta- 
biliti i  Portoghesi. 

72.  Berdini  .  —  Historia  dell'  antica  e  moderna  Palestina, 
descritta  in  tre  parti  dal  R.  P.  Vincenzo  Berdini  Minore  Osservante  : 
opera  utile  e  necessaria  non  solo  a' professori  d'antichità  e  d'Istorie, 
ma  anco  alli  predicatori.  Venetia,  G.  Batt.  Surian,  1642. 

Un  volume  in  4.  Se  ne  trova  un  esemplare  nella  Biblioteca  Njizìunale  di  Napoli.  Il  Padre  Berdini 
en  nativo  di  Sarteano  presso  Siena,  e  la  prima  edizione  della  sua  opera  fu  fatta  in  quella  cittii 
H  1633,  parimente  in  4. 

73.  Betancur.  —  Tratado  de  las  supersticiones  de  los  Indios 
'  de  Matagalpa,  Linotega,  Muimui  y  otras  del  partido  de  Sevaco,  y 

de  Ics  diferentes  enredos  con  que  el  Demonio  engana  a  los  que  se 
llaman  Brujos  :  por  el  P.  Rodrigo  Betancur,  de  Jesus,  Franciscano. 

Go6l  IoSquier  {Monogr.  of  Auth.),  Il  Padre  Rodrigo  Betancur  de  Jetus,  fu  nativo  di  Bacas 
in  Gnatemala,  e  compagno  del  miracoloso  Apostolo  di  quelle  regioni,  il  Venerabile  Padre  Fr.  Antonio 
*"^1,  con  cui  fondarono  l'Ospizio  di  Propaganda  Fide  di  Granata  in  Nicaragua.  Del  venerabile 
^^  Margil  fu  introdotta  la  causa  di  beatiflcazione  presso  la  Sede  Apostolica;  e  crediamo  che  di 
PVcechi  suoi  compagni  si  potrebbe  tentare  la  stessa  prova;  uomini  tutti  di  straordinaria  virtù, 
cIk  riDDovarono  in  America  i  prodigi  dell'  apostolato  de'  primi  tempi  della  Chiesa.  Fra  gli  altri,  il 
^^  Antonio  Linarez,  e  il  Padre  Melcbiorre  Lopez,  per  la  cui  morte  il  Margil  scrisse  una  di  quelle 
^'ii'Btinoventi  lettere,  che  non  si  possono  scrivere  che  dai  Santi.  È  data  nel  Collegio  di  Qucretaro 
it^Hessioo,  il  9  Febbraio  del  1649,  e  riferita  in  una  Cronaca  manoscritta,  che  si  conserva  nel  Collegio 
de*  nostri  Padri  Missionari  delle  Filippine  in  Pastrana,  Provincia  di  Guadalajara  in  Ispagna. 


42  BETANCUR  -  BICILOTTI 


AoM^rica 


tu.  74.  Betancur. — Arte  y  Vocabulario  de  la  lengua  de  Guate- 

mala: por  el  P.  Fr.  Aloaso  Betancur,  Franciscano  de  Guatemala. 

Cosi  lo  stesrso  Squier  (Monogr.  of  Àuth.) 


Antrini 


y,,  75.  Betanzos.  —  Arte,  Vocabulario,  y  Doctrina  Christiana  en 

Lengua  de  Guatemala:  por  el  P.  Fr.  Pedro  de  Betanzos  de  la 
Orden  de  S.  Francisco. 

Oosl  annota  questi  lavori  del  Padre  da  Betanzos  lo  stesso .  Squier  (  Monogr,  of  Auth.  ) .  E  gli 
Editori  delle  Cariai  de  Indiai  publkadat  por  primera  ves  por  el  Minittero  de  Fomento  (}fadrid 
1877  )  ne  dlnno  queste  notizie.  «  El  Padre  Fr.  Pedro  de  Betanzos  naturai  de  Betanzos,  provincia  de 
Coruna,  tomo  el  habito  de  San  Francisco  en  el  Convento  de  a(iuella  pohlacion,  y  va  profeso ,  paso  a  la 
Nueva  Espana,  y  de  alli  al  reino  de  Nicaragua,  conio  fundador  de  los  Conventos  desta  provincia. 
Tnusladose  despues  a  Guatemala,  y  en  1550  a  Costa  Bica,  doclrinando  cn  todas  estas  partos  y 
aprendiendo  las  lenguas  Kichè,  Kachiquel,  Tzutugil,  en  las  c.uales,  conio  luogo  en  la  Mexicana, 
compusu  artes,  vocabularios  y  libros  de  doctrina  cristiana.  Muriò  cerca  del  pueblo  de  Chomez  on 
Nicaragua  el  ano  de  1570.  »  Il  nome  del  Padn;  Betanzos  tlgura  in  molte  lettere,  con  cui  i  Missionari 
Francescani  d'.Vmerica  difesero  le  sante  raj^ioni  de'povcri  Indiani,  ctniie  si  può  vedere  nella  sopra 
citata  pubblicazione  Carla*  de  Indias,  leste  fatla  in  Madrid;  die  è  un  \ero  monumento  di  giuria 
innalzato  air  Ordine  di  san  Francesco  e  di  san  Domenico.  E  non  è  che  a  mahi  pena  un  saggio  dui  docu- 
menti senza  numero,  che  tuttavia  rest;ino  inediti  e  sconosciuti  nelle  Hiblioteche  e  negli  Archivi  di  Spagna. 


Asia 


j/,.  76.  Betlem.  —  Breve  noticia  da  cidade  santa  de  Jerusalem, 

et  mais  Lugtires  santos ,  onde  Cliristo  Redemptor  nesso  deu  prin- 
cipio et  consumou  nossa  Redempcao  na  terra  da  Palestina,  princi- 
piando na  Provincia  de  Galilea,  et  concluindo  sua  santissima  vida 
na  Provincia  de  Judea.  Do  uso  do  Padre  Fr.  Hieronimo  de  Betlem. 

Sono  20  fogli   in  8,  appartenenti  alla  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  Comincia:  Da  corte 
e  cidade  de  Lithoa  se  emharca  por  Marcella  de  Franca  ec. 


SIM^. 


77.  BiciLOTTi .  —  Panegirico  in  onore  del  Beato  Benedetto 
d' Arezzo  dell'  Ordine  di  San  Francesco,  detto  dal  P.  Anton  Felice 
Bicilotti  Minore  Conventuale  in  occorrenza  del  Capitolo  Provinciale 
dell'Ordine  stesso  nella  suddetta  città  celebrato  il  dì  10  maggio 
1756.  In  Arezzo,  1756,  per  Mieli.  Belletti. 

Cito  questa  stampa,  di  cui  trovai  notizia  nella  tìUdiografia- sloHco  -  ragionata  delia  Towana 
del  Sacerdote  Domenico  Moreni  ;  Firenze  MDCCCIV;  iKTchè  mi  fa  conoscere  che  il  celebre  missionario 
Benedi'tlo d' Arezzo  è  Ik'ato.  Io  F ignorava  affatto:  se  l' avessi  saputo,  me  ne  sarci  valso  a  illustraa>ll 
racconto  che  feci  della  sua  missione  nel  primo  tomo  della  S(oria  unicenale  delle  ilimoni  Francescant. 
Il  Moreni  aggiunge  (luaiito  segue:  •  Di  questo  Bealo,  primo  capo  della  missiont»  Minoritìca  in 
Palestina,  parlano  i  BoUandisli  nel  toni.  YI  Aug.  pag.  808.  Insigne  discepolo  di  san  Francesco,  col 
(|uale  mosse  per  la  Palestina,  era  dell'antica  famiglia  Sinigardi  d'Arezzo:  quaecioitas  (dice  PAlberti, 
nella  Descrizione  dell' Italia,  edit.  Coloniae  Agrippinae  del  1366,  pag.  94)  mundo  ac  coelo  dedit  Bene^ 
dictum,  • 


i 


BIENTINA  -  BLAVINICH  43 

»••  78.  BiENTiNA  .  —  Compendio  della  storia  della  persecuzione 
mossa  contro  la  Cattolica  Religione  nell'  Impero  della  Cina  Tanno 
del  Signore  1781,  scritta  dal  Padre  Giuseppe  Mattei  da  Bientina, 
Missionario  Apostolico  Minore  Osservante  della  Provincia  Toscana. 

Questa  compendiosa  Storia ,  fatta  in  Manila  nelle  Isole  Filippine,  e  data  il  30  Luglio  1786, 
fu  da  me  pubblicata  con  alcune  annotazioni  nel  numero  4  dell'  anno  III  della  Cronaca  deUe  Mis- 
sioni FraMetcane.  Sono  li  carte  in  8  grande,  di  fitta  lettera;  ed  ^  della  maggiore  importanza  per 
la  storia  delle  missioni  cattoliche  nella  Cina. 

V         79.  BiENVENiDA.  —  Carta  de  Fray  Lorenzo  de  Bienvenida  a 

"**  S.  A.  el  Principe  Don  Felipe,  dandole  cuenta  de  varios  asuntos 

referentes  a  la  provincia  de  Yucatan,  10  de  febrero  de  1548. 

Lettera  importantissima,  testé  pubblicata ,  col  facsimile  dell'autografo,  nella  testé  citata  reale 
tHlizione  delle  Cartai  de  Indian.  Sono  sette  carte.  Nei  dato»  poi  biografieos  aggiunti  alle  Cartas, 
se  ne  danno  le  seguenti  notizie.  «  Bienvenida  (  Fr.  Lorenzo  de  )  Ueligioso  Francisco ,  fué  a  la 
Nueva  Espana  con  el  Comlsario  General  Fray  Jacobo  de  Tastiera  en  134i,  y  se  le  destinò  a  la 
fundacion  de  convenlos  de  su  Orden  en  Guatemala  y  Yucatan.  En  està  Provincia  cstableciù  varias 
doctrinas  y  dos  Conventos ,  uno  en  Menda  y  otro  en  Campeche,  cuya  custodia  se  propuso  hacer 
indeperidiente  de  la  de  Mexico.  Al  efecto,  presentò  la  proposicion  en  el  (]apitulo  General  de  .\quila, 
celebrado  el  ano  1559,  donde  se  acordò  que  las  de  Yucatan  y  (ìuatemala  se  refundiesen  en  una 
nueva  Provincia;  pero  ofreciendo  eslo  inconvenientes ,  en  el  otro  Capitulo  Gen(>ral ,  celebrado 
despues  en  Valladolid,  decidiose  (lue  se  fundaran  las  del  Nombre  de  Jesus  en  Guatemala  y  la  de 
S.  José  en  Yucatan,  que  efectivamente  lo  fucron  en  ci  aiio  de  1563.  Kesuelto  esto,  paso  el  Padre 
Bienvenida  a  Costa  Rica  con  los  mismos  propositos  de  fundar  Conventos  y  atender  a  la  conversion 
de  los  naturales,  acompafiado  de  Fray  Pedro  de  Betanzos  y  otros  de  su  misma  Orden  y  aun  cuando 
era  su  edad  muy  avanzada,  hlso  nuevo  viaje  a  Esi)ana  en  busca  de  Ueligiosos,  regresando  C4)n  30 
que,  con  otros  llevados  por  el  Padre  Zayas,  primer  Obispo  de  aquella  diocesis,  levantaron  16  Con- 
ventos, con  los  que  se  formò  en  ci  aHo  de  1579  la  Provincia  de  S.  Jorge.  Creese  que  el  Padre  Bien- 
venida muriò  en  Costa  Rica  a  poco  de  regresar  de  Espana,  contando  70  anos  de  edad.  • 

80.  Blavinich.  —  Origine  della  Provincia  Bosna  Croatia ,  e 
•^  come  fu  divisa  dalla  Provincia  di  Bosna  Argentina,  col  numero 
de'  Monasteri  sì  antichi  come  moderni,  e  in  qual  tempo  fossero 
celebrati  i  Capitoli,  ed  eletti  i  Provinciali,  e  in  qual  luogo  dopo 
la  loro  divisione  sin' ai  presenti  tempi  ec.  Raccolto  dal  M.  R.  P.  Fr. 
Francesco  Blavinich  Istriano  dell'  Ordine  de'  Minori  Osservanti 
di  San  Francesco  della  sopra  detta  Provincia  di  Bosna  Croatia, 
Theologo  e  Apostolico  Predicatore.  Scritto  a  Tersatto  l'anno  1646. 

Manoscritto  in  4,  di. 47  fogli,  già  appartenente  all'Archivio  Generale  del  nostro  Convento  di 
san  Francesco  di  .Madrid,  ed  ora  conservato  nella  Biblioteca  del  nostro  Collegio  de' Missionari  per 
le  Filippine  di  Pastrana,  provincia  di  Guadalajara,  che  lo  acquistarono.  Ne  nìetto  qui  la  tavola  dei 
Capitoli.  —  Origine  della  nazione  Slava,  —  Del  nome  della  nazione  Slava, —  Privilegio  di  Alessandro 
Magno  dato  alla  Nazione  Slava. — Del  regno  di  Bosna. — Del  tempo  quando  t  Padri  Prancesaini 
enlromo  in  Bosna,  -^Dei  progressi  che  fecero  i  Padri  Francescani  in  Bosna.»-^  Come  U  regno  di  Bosna 


44  BOENERO  -  BOLOGNA 


AoiOin 


venne  nelle  mani  del  Turco.  — -  Come  e  perchè  i  Francescani  rettomo  in  Bosna.  —  Della  divinone 
deUa  Bosna  Argentina  e  Bosna  Croatia. — Il  numero  delle  Custodie  e  dei  Monasteri  sì  antichi  come 
moderni  della  Provincia  della  Bosna  Croatia.  —  Descrizione  dei  Conventi  della  Bosna  Croatia.  — 
Della  Chiesa  e  Monasteri  di  Tersatto.  ^Di  Lubliana.  —  Di  Camnieh.  —  Di  Novamesta.  —  Di  Segna, — 
Di  Pizino.  —  Di  Berdouaz.  —  Di  San  Leonardo  di  Monteserato  —  Di  Yiascha.  —  Di  Samtibergo.  — Di 
Cugnaz.—Di  Nazaret— Dei  Capitoli  celebrati  neUa  Provincia  di  Bosna  Croatia  dopo  la  divisione 
di  Bosna  Argentina  con  U  numero  de' Ministri  Provinciali  e  dei  loro  iwmL 

81.  BoENERO.  —  Delineatio  historica  Fratrum  Minorum  Pro- 
Eun>p»  vinciae  Germaniae  Inferioris  a  Guesiis  in  odium  fidei  crudeliter 

occisorum ,  exhibita  per  Fr.  Joannem  Boenerum  eiusdem  Ordinis 
Religiosum.  Antuerpiae,  ex  officina  Plantiniana  Balthasaris 
Moreti,  MDCXXXV. 

Sono  23  fogli  in  4,  con  bellissime  incisioni  :  e  contengono  una  breve  notizia  in  latino  ed  in 
flammingo  dei  Francescani  quivi  morti  dagli  Eretici  in  odio  alla  fede  di  Cristo.  N' è  un  esemplare 
nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio. 

82.  Bologna.  —  Lettera  del  Reverendo  Padre  Francisco  da 
Bologna,  scritta  dalla  città  di  Messico  nell'India  o  Nuova  Spagna, 
al  Reverendo  Padre  Clemente  da  Monella,  Provinciale  di  Bologna, 
ed  a  tutti  i  reverendi  Padri  di  quella  Provincia,  regnando  Paolo 
Papa  III:  tradotta  in  lingua  volgare  da  un  Frate  dello  stesso 
Ordine  dell'  Osservanza.  1534. 

Questa  interessantissima  lettera,  scritta  dalla  Nuova  Spagna  poco  dipoi  la  conquista,  fu  subito 
pubblicata  in  Venezia  e  in  Bologna:  ed  ora  è  addivenuta  una  delle  stampe  più  rare,  quasi  impossibile 
a  trovarsi.  L'edizione  di  Venezia  ha  il  titolo  seguente:  La  lettera  mandata  dal  R.  Padre  frate 
Francesco  da  Bologna  da  Lindia,  ouer  noua  Spagna  ec.  dalla  città  di  Mexico  al  R.  P.  frate  CU' 
mente  da  Monella  ministro  della  provincia  di  Bologna  ec.  tradotta  in  volgare  da  un  frate  del  prefato 
ordine  de'  minori  d' osservanza  ec.  In  Venezia,  per  Paula  Danza.  £  senza  data.  Il  Panzer  (  Ànnales 
typographici ,  XI,  231)  scrive  che  il  Danza  stampava  fra  il  1526  e  il  1534.  E  da  ciò  si  pare  che  sia 
slata  impressa  lo  stesso  anno  che  fu  scritta  dal  Francescano  e  V  ultimo  dell'  esercizio  della  tipografia 
del  Danza.  L' edizione  poi  di  Bologna,  citata  come  rarissima  dal  Brunet  {Manuel  du  Libraire,  Paris 
1866)  è  intitolata  cosi:  La  lettera  mandata  dal  R.  Padre  Frate  Francesco  da  Bologtia.  In  Bologna 
per  Bartholomeo  e  Marco  Antonio  Croscio.  È  parimente  senza  data,  e  in  4,  gotico,  di  4  facciate. 
Una  terza  edizione  finalmente  dello  stesso  tempo  dice  cosi:  Copia  di  lettera  cavata  dalV originate 
scritto  dal  Messico  Vanno  1534  ai  fratelli  e  madre  (in)  Zaui.  4.  La  lettera,  benché  tanto  antica, 
non  ha  perduto  nulla  della  sua  importanza,  per  cui  ultimamente  venne  tradotta  e  pubblicata  in 
francese  dal  Tbrnadx  (  Archives  des  Voyages,  ou  coUection  d' anciennes  relations  inedits  et  tres  rares 
ec.  Parts  1840-1841.)  E  perciò  crediamo  cosa  utile  il  riprodurla  in  questo  nostro  lavoro,  secondo 
un  esemplare  a  penna,  che  anni  fa  ce  ne  venne  inviato  da  Bologna,  e  già  da  noi  pubblicato  nel 
numero  5  dell'  anno  HI  della  nostra  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 

t  Amatissimi  miei  Fratelli  in  Gesù  Cristo!  Siccome  non  dubito,  ed  anzi  al  contrario  son  certo,  miei 
amatissimi,  carissimi  e  reverendissimi  Padri  in  Gesù  Cristo,  che  avreste  inteso  col  maggior  piacere 
quanto  già  vi  scrissi  con  altre  lettere,  le  quali  però  dubito  forte  sicnvì  pervenute,  adesso  che  son  persuaso 
di  avere  messaggi  fedelissimi,  vi  farò  conoscere  la  felice  situazione  in  cui  mi  trovo  insieme  con  trm 
Michele,  che  intanto  le  mille  volte  meco  saluta  le  Reverenze  Vostre.  Proviamo  la  più  grande  delle  con- 
solazioni in  vedere  un  cosi  gran  numero  di  creature  consacrate  al  demonio,  esseme  adesso  libere  mercè 


BOLOGNA  45 


le  predicaziuni  di  alcuni  servi  di  Dio,  cioè  di  noi  Frali  Minori,  da  Dio  invitati  in  questo  paese.  Ah  I  sì, 
le  Paternità  Vostre  Reverendissime  ponno  esserne  sicure:  scrivo  con  abbondanti  lacrime,  pensando  che 
il  nostro  dolcissimo  signore  Gesù  Cristo  si  è  manifestato  a  tutto  il  mondo  per  mezzo  de'suoi  Apostoli,  e 
certo  che  adesso  vuol  rinnuovare  per  V  intromissione  de'Qgli  del  suo  campione  e  servo,  il  Padre  nostro 
San  Francesco,  la  sua  santissima  fede,  eh'  è  quasi  spenta.  Ma  prima  di  continuare,  interterrò  le  Reve- 
renze Vostre  circa  parecchi  altri  soggetti,  affinchè  esortino  i  loro  figli,  nostri  fratelli,  a  venire  ad  aiutarci 
neir opera  di  liberare  tante  migliaia  d'anime  dulie  mani  dell'  Inferno,  e  restituirle  al  loro  Creatore  e 
Redentore  Gesù  Cristo.  E  prima  di  tutto  farò  parola  del  clima. 

Del  clima  e  dei  prodotti  della  terra. 

Qui  il  clima  è  temperalissimo,  né  troppo  freddo,  né  eccessivamente  caldo  ;  piove  rarissime  volto 

nel  verno,  ma  sovente  nella  state,  e  quasi  sempre  dopo  mezzo  giorno.  Non  mai  nevica,  meno  che  su 

quattro  elevatissime  montagne,  sulle  quali  la  neve  rimane  per  tutto  l' anno.  Noi  siamo  fermamente 

peisoasi,  che  il  nostro  continente  sia  molto  più  grande  del  vostro,  poiché  componesi  di  un  gran  numero 

dì  Provincie,  delle  quali  quella  che  abbiamo  convertita  alla  fede  di  Gesù  Cristo,  è  più  grande  di  tutta 

Italia,  Francia  e  Spagna  insieme  unite.  Abbiam  qui  molte  miniere  d'oro,  d'argento  e  d'  altri  metalli  e 

pietre  preziose.  Le  acque  quivi  sono  eccellenti,  e  quasi  tutti  ne  beono.  Il  vino  fassi  con  alcune  foglie  di 

alberi:  un  bicchier  di  vino  come  il  vostro,  costa  uno  scudo  d'oro,  atteso  che  viene  di  Spagna:  ma  si 

piantano  delle  vigne  come  quelle  d'Italia,  le  quali  producono  e  col  tempo  in  maggior  copia  produrranno 

efcellente  vino.  Quasi  tutto  questo  paese,  ossia  piano,  ossia  montuoso,  è  abitato;  eccettuati  i  quattro 

monti,  dei  quali  feci  parola.  I  boschi  compongonsi  di  lauri,  cedri,  cipressi,  pini,  quercic  :  i  cedri  ed  i 

cipressi  sono  così  alti,  che  appena  puossene  scorger  \h  vetta. 

Degli  Animali. 

I  soli  animali  che  avessero  gl'Indiani,  erano  cervi,  orsi,  leoni,  tigri,  paoni,  lepri,  conigli,  lupi. 

Volpi,  ed  altri  bellissimi  quadrupedi,  quasi  tutti  salvatichi  :  si  trovano  negli  stagni  molti  serpenti  simili 

^  coccodrilli.  Ma  dacché  noi  frequentiamo  questi  lochi,  ci  sono  stati  condotti  cavalli,  asini,  buoi,  agnelli. 

IKwchi,  cani,  galline,  oche,  e  molte  altre  specie  di  animali,  le  quali  si  sono  talmente  moltiplicate,  che  la 

l^naD'è  quasi  coperta:  le  loro  carni  sono  più  saporite  di  quelle  degl'animali  d'Europa,  a  tal Vunto, 

cbe  guplia  del  maiale,  la  quale  presso  di  voi  vien  proibita  quasi  ancora  a  chi  sta  bene,  qui  non  se  ne 

^ta  r  uso  neppure  a  coloro,  che  sono  in  fine  di  vita.  Un  porco  si  vende  per  un  denaro,  moneta  che 

'wn  equivale  neppure  a  tre  bolognini  :  per  lo  stesso  prezzo  potreste  avere  un  grosso  castrato  o  venti 

S^e.  ^on  mai  ho  veduti  cavalli  più  belli,  come  in  questo  paese,  i  quali  cibansi  del  frumento  indi- 

SQ^o.  che  non  è  men  buono  del  vostro,  ma  che  non  rassomiglia  in  nulla:  è  più  scuro  ed  ha  tutt' altra 

'«nna  :   qui  non  manca  però  il  frumento  e^iropeo,  che  vi  fu  portato  di  Spagna  con  alquanti  legumi  :  e 

*n^ti  prodotti  vi  si  sono  talmente  moltiplicati,  che  una  misura  equivalente  ad  una  corba  delle  vostre, 

D*  produce  comunemente  cento  trenta  e  qualche  volta  eziandio  cento  cinquanta  1  Si  fa  con  la  farina  di 

rivesto  girano,  unita  a  quella  del  vostro,  pane  bianchissimo.  È  inutile  andare  alla  cerca  del  pane  o  di 

*ttro,  poiché  ci  vien  portato  il  tutto  fino  al  CiOnvento  :  e  spesso  le  vettovaglie  son  tanto  abbondanti, 

che  siamo  costretti  riflntarle  con  dispiacere  dei  fedeli,  che  se  le  ri[)ortano  via  piangendo.  t 

Della  coititutione  degli  tiominù 

Sono  gli  abitanti  di  questi  luoghi,  grandi  e  belli  quanto  gli  Europei,  ma  più  forti.  Le  donne,  sp<'- 
ciaÌBieDte  quelle  di  ceto  nobile,  superano  in  pudore  ed  in  bontà  tutte  le  donne  del  mondo. 

Del  costume. 

In  origine  gli  uomini  si  adornavano  come  gli  zingani,  le  donne  non  si  coprivano  che  dalla  cintura 

in  gttt;  ma,  adesso,  tutte  hanno  vesti  onestissime.  Gli  uomini  del  popolo  si  contentavano  di  una  sola 

moglie  legittima,  ma  i  grandi  signori  possedevano  molte'concubine  :  certuni  ne  avevano  più  di  ottocento. 

Ora  per6  vivono  tutti  da  buoni  cristiani,  e  si  contentano  di  una  sola  sposa.  Non  erano  crudelissimi  nelle 


A6  BOLOGNA 


))unizioni  che  infliggevano  al  colpevole,  eccettuato  però  nei  delitti  di  adulterio:  la  donna  venia  impalata; 
e  al  suo  complice,  legati  piedi  e  mani,  e  disteso  sopra  un  sasso,  il  marito  offeso  gli  schiacciava  il  capo 
con  un  pielrone. 

Non  avevano  nessune  lettere,  e  non  sapevano  dipingere,  ma  avevano  somma  memoria  e  facevano 
ìm  disegni  con  penne  di  uccelli  e  con  pietre  di  colori  diversi  :  adesso  dipingono  meglio  di  noi,  e  con  le 
penne  fanno  figure  di  Santi  :  ne  ho  vedute  due,  che  i  Heligiosi,  che  |>er  qui  transitarono,  presero  per 
portarle  a  Roma  al  nostro  Santissimo  padre  Paolo  111:  sono  più  belle  che  se  fossero  in  oro  od  in  argento. 
Questi  Indiani  inviano  pure  tre  casse  di  pietre  preziose,  e  parecchie  figure  fatte  di  esse  pietre,  come  pure 
due  bellissimi  cuscini  destinati  per  sua  Santità. 

Degli  edifizi. 

Le  loro  case  sono  basse,  ma  ben  costrutte:  hanno  delle  città  più  grandi  di  quelle  d'Europa;  altre 
della  grandezza  delle  nostre  :  ve  ne  sono  che  crmtano  ottanta  mila  fuochi.  Ordinariamente  le  loro  città 
non  erano  chiuse,  ma  gli  Spagnuoli  gì'  insegnarono  a  circondarle  di  mura.  Non  combattevano  mai  che 
con  archi  e  frecce  :  le  loro  spade  erano  di  pietra. 

Degl'Idoli. 

Adoravano  un  gran  numero  d' idoli,  fra  i  quali  quattro  erano  i  principali:  i  Frati  nostri  portano 
seco  loro  costà  l' imagine  del  più  venerato,  a  fine  di  consegnarla  a  Vostra  Paternità  reverendissima:  essi 
di  viva  >oce  spiegheranno  il  culto  di  cui  era  l'oggetto,  affinchè  la  Paternità  Vostra  ne  sia  pienamente 
istrutta. 

De'  riti  funerari. 

Come  di  sopra  dissi  alle  Reverenze  Vostre,  i  capi  di  questo  paese  avevano  una  sposa  legittima  e 
molte  concubine.  Quando  uno  di  essi  era  per  morire,  insti tui  va  erede  la  proi)ria  moglie  e  lasciava  di 
che  vi\ere  alle  concubine:  fra  quelle  che  aveva  in  vita  più  ardentemente  amato,  ne  sceglieva  due,  e  da 
esse  voleva  essere  accompagnato  nell'  altro  mondo,  perchè  con  esso  lui  vi  godessero  di  una  vita  prefe- 
ribile a  ({uesta;  avvegnaché  que'  popoli  credevano  che  dopo  morte  l'uomo  passasse  in  un  altro  mondo 
simile  al  Paradiso  :  quindi  sceglieva  un  figlio  delle  sue  concubine  e  gli  diceva  lo  stesso.  Queste  donne 
e  questa  creatura,  erano  allegrìssime,  quando  il  loro  re,  amante  e  padre,  le  preferiva  a  tutte  le  altre;  e 
promettevano  seguirlo.  Apjìena  il  sire  era  morto,  veniva  imbalsamato;  coslìtuivasi  una  cappella  sot- 
terranea: lo  mettevano  a  sedere  sur  una  sedia  vestito  dei  suoi  più  splendidi  abiti,  tempestati  di  pietre 
preziose,  e  delle  sue  armi  ;  ponevaglisi  una  cx>ncubina  a  destra,  un'altra  a  sinistra,  il  fanciullo  ai  piedi; 
imbandivaglisi  d'intorno  un  banchetto  di  eccellenti  alimenti  ;  quindi  chiudevasi  la  sepoltura,  e  ben 
presto  quelle  donne  in  un  col  pargoletto  morivano. 

De' sacrifizi  umani. 

Pratic-aronsi  le  stesse  cerimonie  rispetUi  all'idolo,  onde  la  imagine  vien  portata  in  Spagna,  idolo 
che  era  jftato  un  gran  principe  :  quarant'  anni  e  più  dopo  la  sua  morte,  sì  volle  vedere  ciò  che  ne  fosse 
diventato  :  si  scavò  la  sua  tomba,  e  non  furon  trovate  che  le  ossa:  allora  fecesi  fare  questa  statua  a  sua 
imagine,  e  cominciossi  ad  adorarla  qual  Dio,  e  a<l  innalzare  molli  templi  in  onor  suo  :  quello  dove  fu 
rinvenuta  la  sua  statua,  è  più  grande  della  vostra  chiewi  di  San  Petronio  :  avevano  avuto  per  lui  tanto 
rispetto,  quasi  quanto  ne  potreste  avere  voi  p<'l  Santo  Sacramento;  gli  sacrificavano  umane  vittime 
nella  maniera  che  segue.  1  Sacerdoti  avevano  un  coltello  di  pietra,  come  negli  antichi  tempi  il  coltello 
della  circoncisione:  conducevano  gli  uomini  sopra  un  sito  elevato,  distendevanli  sopra  una  larga  pietra, 
ed  i  sacerdoti,  col  detto  coltello,  gli  fendevano  il  petto  e  ne  estraevano  il  cuore  :  imbrattavano  col  san- 
fsMie  l'altare  dell'  idolo,  tagliavano  i  piedi  e  le  braccia  alle  vittime,  e  siudivano  queste  membra  ai  prin- 
cipali capi,  che  le  mangiavano  con  molta  devozione  ed  allegrezza,  dicendo  che  erano  reliquie  di  Santi. 
Per  cotal  guisa  sacrificiiv  ansi  a  quell'idolo  migliaia  e  milioni  di  creature  ragionevoli  ! 

Metodo  adoperato  per  convertire  gV  Indiani  alla  Fede  Cattolica. 
Quando  arrivammo  in  questi  luoghi,  i  sacerdoti  degl'idoli  accortisi  che  noi  altri  Religiosi  eravamo 


BOLOGNA  47 


vemiii  a  predirare  il  Vangelo  del  nostro  dolcissimo  signore  e  maestro  Gesù  Cristo,  adunaronsi  iu  consi- 
glio e  dlsser  fra  loro:  se  questi  Religiosi,  giunti  di  recente  per  p/edicare  ed  introdurre  una  legge  nuova^ 
hanno  in  mira  di  farci  cambiar  di  fede,  indurranno  il  popolo  colle  loro  prediche  a  distruggere  i  nostri 
idoli,  come  fecero  altrove  e  nelle  città  circonvicine:  facciamo  dunque  al  nostro  Dio  una  cappella  o  un 
orati^rio  sotterraneo,  mollo  nascosto  ;  sopra  vi  jìianteremo  una  croce  e  fingeremo  adorarla,  ma  intanto 
adoreremo  il  nostro  Dio;  e  questo  fecero.  Fino  ad  ora  lo  avevano  tenuto  segreto;  ma  i  nostri  Religiosi 
(tassando  per  cotal  luogo,  quel  sacerdoti  Illuminati  dalla  vera  fede,  e  pentiti  del  fatto,  han  confessato 
la  loro  malizia  e  la  loro  ignoranza,  ed  han  consegnato  quest'  idolo,  che  nella  loro  lingua  si  chiama 
Tesoalipocli,  ciò  che  vuol  dire  specchio  di  fumo.  Per  tal  maniera  i  Religiosi  poteron  portarlo  alle  Pater- 
nità Vostre  Reverendissime. 

Ecco  come  qui  ci  comportiamo  per  istruire  gl'Indiani  nella  fede.  Abbiamo  scuole  di  ragazzi,  chi» 
quasi  lutti  sono  figliuoli  di  gran  signori,  i  quali  ce  li  mandano  per  istruirli  :  i  ragazzi  ammaestrano 
((uindi  i  propri  genitori,  e  gli  altri  Indiani.  In  molti  luoghi  ne  abbiamo  mille,  ed  in  alcuni  <lue  mila,  e 
noi  apprendiamo  loro  a  leggere,  a  scrivere,  a  cantare  e  a  suonare  alcuni  strumenti:  li  facciamo  studiare, 
polche  hanno  molta  memoria  e  facilità.  Tutte  le  notti  si  alzano  coi  Religiosi  per  cantare  il  Mattutino, 
ed  il  giorno  celebrano  con  essi  tutti  gli  uffici  sacri  alle  ore  canoniche.  Benché  i  Religiosi  sieno  «pù  in 
pìccul  numero,  poiché  al  più  saremo  in  tutto  un  dugento,  ed  appena  siamo  tre  o  quattro  riuniti  insieme 
in  ciascun  luogo,  nulladimeno  cantiamo  la  Messa  ogni  giorno,  adoperando  cosi  :  il  prete  la  intuopa  ; 
quindi  questi  giovani  cantano  il  restante  in  musica,  e  si  accompagnano  con  organi,  arpe  flauti  ed  altri 
strumenti  di  guisa  tale  che,  mio  Reverendo  Padre,  credo  che  nessun  cristiano  abbia  mai  inteso  armo- 
nia cosi  bella  :  udendo  V  armonia  di  quelle  voci  e  di  questi  strumenti  crediamo  essere  In  Paradi-so  ad 
ascoltare  la  maslca  degli  .\ngcli.  Ogni  giorno,  quando  si  celebra  l'uffizio  divino,  adunansi  Immancabil- 
mente intorno  all'  altare  più  di  ottanta  mila  persone,  tra  uomini  e  donne,  che  vi  assistono;  i  mascfii 
stanno  separati  dalle  femmine.  Se  sentono  nominare  il  soave  nome  di  Gesù,  si  mettono  In  ginocchioni, 
e  quando  si  canta  11  Gloria  Patri,  si  prostrano  lino  a  terra,  e  si  danno  la  disciplina  come  l  Religiosi. 
Quando  II  vediamo  umiliarsi  cosi,  non  possiamo  astenerci  dal  piangere  per  gioia,  e  render  grazie  Inilnlte 
al  Signore  misericordioso,  ed  al  Redentor  nostro  Gesù  Cristo,  che  si  degnò  far  risorgere  la  sua  santa 
fede  per  mezzo  di  tante  anime  perdute:  noi  sempre  desideriamo  che  le  Paternità  Vostre  Reverendissime 
sieno  testimoni  di  così  grande  e  pura  devozione. 

Quanto  all'Istruzione  delle  ragazze,  noi  abbiamo  fatto  venire  di  Spagna  gran  numero  di  Religiose, 
t|uasl  tutte  del  nostro  Terz'  Ordine  ;  elle  tengono  a  scuola  le  fanciulle  come  farebbejTi  in  Ispagna,  le 
«{uall  recitano  anche  l'uffizio  della  Madonna  insieme  colle  Religiose;  in  quelle  scuole  le  giovani  indiane 
apprendono  a  filare,  a  cucire,  a  tessere,  ed  a  fare  molte  altre  cose  donnesche.  Queste  fanciulle  sono  llglie, 
quii.si  tutte,  di  grandi  signori;  tra  esse  dìstinguousl  le  due  flgliuole  del  Sire  più  potente  di  (piesta  pro- 
>incia.  Quasi  tutte  dicono  voler  conservare  una  esistita  perpetua  e  senza  macchia;  infatti  la  loro  con- 
dotta è  esemplarissima;  a  quelle  poi  che  vogliono  maritarsi,  si  fa  sposare  alcuno  dei  giovani  per  noi 
Utruitl  nella  santa  fede,  ed  In  questo  modo  formansl  famiglie  di  veri  cristiani. 

Del  Battesimo, 

Queste  genti  hanno  tanta  conlldenza  in  noi,  che  non  fa  d'uopo  di  miracoli  per  convertirle.  Qualche 
volta  i  capi  si  presentano  alla  testai  di  trenta  o  di  quaranta  mila  uomini  per  farsi  biittezzare:  ci  portaiM» 
•  i  loro  Idoli,  <'  piangono  sui  loro  [leccati  con  tanta  amarezza,  die  intenerireblKTo  l  sassi.  Spessissimo  ci 
obldìgano  di  andare  nei  lon»  villaggi  e  città,  e  la  hiro  devozione  è  cosi  granile,  che  siamo  costretti  di 
hLSciare  l  più  vicini  per  andare  dai  più  lontani,  affine  di  so«ldirfarli.  Axanti  di  venire  a  cercarci ,  cosli- 
talscono  dei  Conventi  nelle  loro  città,  perchi^  ci  possiamo  abitare  con  lutto  nostro  comodo:  e  quando 
ci  è  imiiossibile  di  aderire  alle  loro  inchieste,  ci  domandano  almeno  uno  dei  nostri  abiti,  come  pegno 
che  noi  andremo  a  predicar  loro  il  Vangelo,  quando  il  numero  de' Religiosi  sarà  maggiore;  giunti  ai 
loro  domicìli,  riempiono  quell'abito  di  paglia  o  di  stoppa,  e  lo  pongono  sull'  altare  nel  loro  templi, 
come  pro\a  che  un  giorno  anderenio  a  convertirli.  Vengono  da  100  leghe  di  distanza,  vale  a  dire  300 
miglia,  per  vederci  e  sentirci  pn'dicare:  sjiesso  80  e  anche  100  mila  persone  assistono  al  nostri  seruKJni, 
quantunque  molti  di  essi  non  intendano  l  nostri  discorsi  ;  e  tutti,  uomini  e  donne  di  distinzione,  ricchi 
e  poveri,  portano  al  collo  una  croce,  e  ci  confessano  i  loro  pecciitl  con  abbondanti  lacrime:  conlldano 
in  noi  come  nei  Santi,  e  non  vogliono  Frati  di  altro  Ordine  fuori  del  nostro  ;  anzi  i  capi  di  questo  paese 
scrivono  al  santo  Padre  per  mezzo  dei  Religiosi,  pregandolo  di  non  spedire  nei  loro  paesi  preti  secolari. 


48 


BONAZZI 


Anwnct 


né  Frati,  quando  non  sieno  dei  nostri;  e  vorrebbero  specialmente  che  fossero  Italiani^  perchè  ci  preferì- 
riscono  agli  altri.  Laonde,  miei  carissimi  Padri  e  mie  Madri  carissime,  prego  le  Reverenze  Vostre  di 
venire  in  aiuto  di  queste  povere  anime,  gran  nunu^ro  delle  quali,  che  saranno  dannate,  potrebbero 
essere  in  luogo  di  salvazione,  se  voi  le  aveste  aiutale. 

Noi  preghiamo  le  Reverenze  Vostre  di  fare  le  nostre  scuse  ai  nostri  parenti  per  non  avere  loro 
scritto,  e  la  ragione  si  è,  che  abbiamo  quasi  affatto  dimenticata  la  nostra  lingua  materna.  Vi  preghiamo 
eziandio  di  mostrar  questa  lettera  a  tutti  i  fratelli  della  vostra  Provincia,  onde  incoraggiarli  a  venire  a 
trovarci,  lo  mi  raccomando  sempre  alle  loro  ardenti  preghiere. 

Dal  Messico  nella  Nuova  Spagna 
Di  vostra  reverenza,  il  figlio  in  Gesù  Cristo, 

Fratcl  Francisco 
Da  Bologna 

ir..  83.  BOiNAzzi.  —  Historia  de  la  Misiones  de  la  Republica  de 

Chile  desde  la  conquista  hasta  nuestros  dias  al  cargo  de  los  mui 
Reverendos  Padres  Franciscanos.  Escrita  por  el  Padre  Predicador 
Apostolico  General,  Fr.  José  Maria  Bonazzi.  Ano  de  1854. 

Un  volume  di  139  pagine  in  4,  e  altrettante  di  documenti,  .\utografo,  inviatomi  qualche  anno 
fa  dall'  Autore,  naturale  di  Roma,  e  figlio  dell'  Osservante  Provincia  Romana. 

Per  far  conoscere  a'  nostri  lettori  l' importanza  di  questo  lavoro  ne  daremo  qui  la  breve  Intro- 
duccion.  •  La  historia  {dice  V  Autore)  que  pone  de  manifiesto  las  acciones  generosas  de  aquellos 
hombres,  que  se  dejaron  guiar  por  un  rayo  de  luz  todo  divino,  de  una  caridad  ardiente  para  hacer 
felices  a  sus  semejanles,  interesa  a  lasociedad  y  a  los  ministros  de  la  Religion.  Pues,  estos  està- 
dian  con  ella  los  medios  que  usaron  para  conquistar  y  civilizar  a  naciones  barbaras;  y  aquella 
lee  con  gusto  y  se  recrea  contemplando  los  progresos  que  han  hecho  en  tudo  el  mundo ,  trasfor- 
mando lus  espesos  bosqucs  en  hermosas  ciudadcs,  salvajes  en  ombres  civilizados,  en  ciudananos. 
La  historia  de  los  costantes  sacrificios  y  padecimientos  de  aquellos  hombres,  que  supieron  desnudarse 
de  las  aflccioncs,  que  Ics  instaban  permanecer  en  su  pays  natal  y  disfrutar  en  el  las  delicias  de  una  Vida 
comoda  y  tranquilla,  y  dcjando  las  sendas  de  Academo  ,  para  dibtar  al  re}'no  de  Jesu  Christo. 
Pues ,  para  esto  cmprendieron  largos  y  peligrosos  viajes  ,  esploraron  mares  desconocidos  ,  escala- 
run  inacesibles  montafias,  y  por  abrirse  un  camino  seguro  en  ellas,  derribaron  con  su  bianca  mano 
lun  envejceidos  gìgantrs  y  las  virjenes  selvas  de  America  fueron  el  teatro  de  sus  hcroicas  hazanas. 
La  historia  enfln  de  la  revolucion  mora!  de  los  selvajes,  ubrada  por  aquellos  hombres  (que  hi  so- 
ciedad  moderna  mira  dcreojo)  los  Misioneros,  los  sacerdotes  catholicos,  que  animados  por  el  espirìtu 
dfl  Evangelio,  hicicron  el  voluntario  sacrificio  de  una  total  abnegacion  de  simismos  y  de  todas  las 
cosas  (  sin  la  cual  nada  puede  emprender  el  hombre  des  grande  y  de  Ideilo)  para  prestar  a  tudo  el 
mundo  grandes  scrvicios,  la  trasformacion  pro<ligiosa  del  individuo,  de  la  familia  y  de  la  sociedad, 
cuyos  echos  eucontramos  consignados  en  las  doradas  paginas  de  la  historia  de  las  Misiones  genc- 
rales  y  particulares,  que  despues  de  sus  grandes  fatigas,  veian  levantadas  de  la  humiiiacion  de- 
gradante en  que  yacian  millones  de  seres  desgraciados,  y  roalizados  sus  gencrosos  dcsignios.  Los 
Misioneros  dieron  a  los  Monarcas  nuevos  vasallos  y  ensancharon  sus  estados. 

•  La  historia  de  las  Misiones  de  America,  es  la  historia  de  su  civilizacion  y  progresos.  En 
cste  vasto  continente  los  Misioneros  trahajaron  con  teson  desde  el  momento  que  lo  recorrieron 
con  los  conquistadores  Heman  Cortes,  Pizzarro  y  Valdivia.  Estos  piantando  el  pabellon  de  su  sefior, 
aquellos  el  frondoso  arbol  de  la  Cruz,  hicicron  rayar  en  su  orizonte  la  luz  del  Christianismo  civili- 
zador.  Si  los  Espauoles  buscahan  los  tesoros  escondidos  en  las  entraiias  de  la  tierra;  los  Misioneros 
desinteresados  buscaban  selvajes,  a  costa  de  grandes  fatigas,  para  hacerles  conocer  la  dignidad  del 
hombre  con»relacion  a  Dios  y  a  la  sociedad.  Si  los  primeros  con  sus  fulmiuantes  armas  amagaban 
su  liberdad  y  su  vida;  los  segundos  se  constituivan  proctetores  de  los  selvajes,  y  estos  que  poco 

antes  habian  resisiido  heroicamentc  a  las  morliferas  boccas  de  fuego  de  sus  enemigos que- 

daban  desarmadus  con  solo  el  atractivo  de  la  palabra  encantadora  de  los  Misioneros,  que  con  el 
Evangelio  cn  una  mano  y  la  cruz  en  la  olra,  les  predicaban,  despertandolos  a  nucva  vida. 


BONAZZI  49 


•  Los  (Icscondientes  de  los  Aztecas,  los  hijos  del  Sol,  los  Clìilenos,  los  Araucanos,  los  Pehu- 
t*nclies,  los  Calla-Calla,  los  Hiielliches,  los  Chilotes,  los  Chonas,  y  Palagoncs  oyeron  por  la  primera 
VOI  la  voz  de  los  Misioneros  Franciscanos  Juan  de  Tecto,  Marcos  de  Niza,  Barrionuevo,  Aguero, 
Axonzalos,  Hernandez,  Quadramiro  y  otros,  prostraronse  a  sus  pies,  y  en  adcman  de  suplica  y 
^umision  podian  las  rcgencradoras  acpias  del  santo  Baiilismo. 

«  Mas  los  Araucanos  no  permanecioron  niucho   tiempo  en  el  Cristianismo  que  habian  abra- 

^ado.  Desde  la  aurora  de  los  progresos  de  la  civilizacion  encerraban  en  su  seno  un  germen   de 

itt^struccion ,  el  sistema  de  esclaVUud,  que  habian  adoptado  los  conquistadores.  Los  Araucanos,  na- 

cion  puerrera  por  caracler,  no  àofriò  mucho  liompo  el  duro  yugo  do  la  esclavitud  y  la  cruel  niu- 

lilacìon  de  sus  connacionales  ;  se  sublevaron  ;  y  los  Espanoles  perdieron  sus  vidas ,  las  hermosas 

cìudades  de  la  hermosa  tierra  de  los  Lautaros ,  Colocolos  y  Caupolicanes,  y  los  Misioneros  fueron 

niarlirizjdos ,  quedando  el  territorio  Araucano  olra  vez  independienle.  Desde  està  epoca  han  cor- 

Tìdo  ya  dos  siglos  y  medio,  y   los  Araucanos  en   conlinuas  alternali vas  ya  de  paz,  ya  de  guerra, 

va  de  Iriunfos,  ya  de  esclavitud,  han  parmanecldo  insensibles  a  la  voz  de  los  Misioneros,  y  han 

hecho  infrnctuosos  todos  sus  heroicos  esfuerzos,  para  reducir  outra  vez  a  el  greroio  de  la  Iglesia 

a  ICM  aiKistaL-us,  y  convertir  a  los  infleles. 

«  La  historìa  de  los  Araucanos  es  interesanle,  pues  han  sabido  conservar  desde  su  conqui- 
sta hasla  al  dia  de  boy  su  antiguo  caracter  y  sus  coslumbres  salvajes,  sosleniendo  loda  via  su  alla- 
nera  frente  en  faz  de  la  civilizacion,  blandiendo  su  amenazadora  lanza  del  medio  de  sus  selvas,y 
dislinguicndose  entrc  las  demas  naciones  Americanas  por  su  sello  peculiar.  Al  trazar  està  historia, 
dedico  exdusivamente  mi  piuma  para  hacer  progresar  el  Cristianismo  en  la  Araucania,  locando 
lijermente  las  guerras  de  los  Indios  con  los  valientes  Espanoles. 

«  La  historia  de  las  Misiones  de  la  Araucania,  es  originai,  y  el  leclor  la  contemplerà  por  la 
primera  vez.  En  escrivirla  no  me  anima  la  pasion  de  realizar  los  merilos  de  mis  hermanos,  no; 
al  contrario  narrar  los  progresos  y  atrasos  de  ellas  tales  corno  han  sucedido.  Siendo  mi  unico  obje- 
cto,  a  fin  de  que  no  ne  pierda  la  memoria  de  las  grandes  y  maravillosas  azanas,  corno  ha  di- 
che el  padre  de  la  histora  Herodoto ationto  siempre  a  sacar  los  hechos  los  mas  veridicos  de 

la  abscarìdad  y  de  la  falsedad,  que  se  hallan  entralazados  con  la  historia  politica  de  la  conquista. 
^  Para  reunir  hechos  tan  aislados  y  sacar  en  claro  la  verdad  de  los  sucesos  de  los  prime- 
ras  anas  de  la  conquista  espiritual,  hacer  conocer  sus  prìmeros  Misioneros,  las  primenis  funda- 
riones  do  Misiones,  he  tenido  que  desenterrar  de  los  Archivos  del  Colejio  de  Chillan  y  de  la  Pre- 
f?ftura  (le  Misiones  muchos  manuscritos  de  memorias,  relaciones  y  cartas  escritas  por  los  primeros 
Misioneros,  y  colejarlas  con  los  historiadores  mas  veridicos,  cuyos  documenlos,  ciertamentc  to- 
dos interesantes,  donde  he  encontrado  bastantes  hechos  consignados  que  no  se  hallan  en  los  otras 

historiajlores ,  me  han  dado  bastante  luz  para  lejer  està  historia.  Advertiendo  empero que  hallarà 

siempn?  un  vado,  que  no  he  podido  llenar ,  la  falla  da  los  nombres  de  muchos  Misioneros 
nwiirizados  y  fundadorex  de  Misiones,  cuyos  manuscritos  se  perdieron  en  liempo  de  la  guerra  de  la 
ìDdependencia  !  »  Si  perdettero,  e  furono  venduti  e  si  vendono  tuttavia  a  carissimo  prezzo  in  (piesta  e 
in  qnella  città  dell'  America  e  dell'  Europa! 

Finalmente  trascriviamo  qui  l'elenco  degli  ffwformdorcx  y  Croaw/a.s ,  dai  quali  l' Autore  ci  fa 

sapere  che  ha  sacado  su  historia.  Parecchi  son  Francescani,  e  alcuni  lenuli  come  perduti:  è  già 

molto  il  sapere  che  esistono  e   il  luogo   dove  s' incontrano.  Padre  Torrubia,  Cronica  general  de 

SA?i  Francisco:   Padre    Fray  Diego  Mendoza,    Cronica  de  la  Provincia  de   san  Antonio   de  los 

CIiMRCw:  P.  Fr.  Antonio  Fernandez,  Historia  Eclesiastica  :  D.  Fray  Reginaldo  Lisarraga,  Obispo 

de  la  Imperiai,  Descripcion  v  poblacion  de  las  Indias  :  D.  Fray  Geroninm  de  Ore  ,  Obispo  de  la 

CoDcepcion  de  Chile,  De.scripcion  del  Nuevo  Muxdo  y  sus  naturales:  P.  Fray  Diego  de  Cordoba 

Salinps ,  Chronica   de  la   Provincia  de  Lima  :  P.  Fray  Francisco  Savier  Ramirez ,  Cronica  Impe- 

iial:  P.  Fray  Pedro  Gonzales  de  Agueros  ,  Descripcion  historial  de  la  Provincia  de  ChiIìOE  :  P. 

¥nj  Jose  Savier  Guzman,  El  Chileno  instruido  en  la  historia  topografica  civil  y  politica  de 

so  Pais:  P.  Alonso  Ovalle,  Noticias  del  revno  de  Chile:  Molina,  Abate,  Compendio  historico  del  reyno 

M Chile:  D.  José  Ignacio  Victor  Eyzaguirre,  presbitero,  Historia  Eclesiastica  de  Chile:  D.  Alonzo 

Ercilla  de  Zuniga,  La  Araucania:  D.  Francisco  Bascunan ,  Cautiverio  Felyz:  D.  Herrera,  Descripcion  de 

LOS  Indios:  I).  Pédro  de  Ona,  Arauco  domado:  D.  Cosme  Bueno,  Descripcion  de  Chile:  D.  Claudio  Gay, 

ffiSToaiA  moderna  de  Chile:  D.  Federico  La  Croix ,  Historia  de  la  Patagonia. 


50  BONDOY 


Mi.  84.  BoNDOY.  —  Chronica  Serafica  de  la  Santa  Provincia  de 

Mallorca  de  la  Regalar  Observancia  de  N.  S.  P.  S.  Francisco, 
en  que  se  da  noticia  de  su  origen  y  fundacion  de  sus  Conventos 
y  de  los  varones  ilustres  que  han  florecido  en  ella  en  sus  tres 
Ordenes  :  ordenada  y  escrita  por  el  R.  P.  Fr.  Francisco  Bondoy, 
Lector  Jubilado,  hijo  de  la  misma  Provincia:  ano  1814:  dedicada 
al  mismo  Serafico  Patriarca. 

Un  volume  in  foglio,  di  780  pagine;  autografo.  Nella  carta  che  precede  il  frontespizio  si  leggono 
queste  pietose  parole  :  «  Esle  libre  despues  de  la  muerte  de  su  Autor  sera  custodiado  en  la  Libreria 
del  D.  Jayme  Bondoy,  presbitero  beneflciado  en  la  Parroquia  de  Felanitx  y  de  sus  sucesores  en  su 
benefìcio  paraquc  se  conserve  y  no  estè  espuosto  a  perderse.  Pero  si  por  Providencia  de  Dios  se 
restableciesc  en  algun  ticmpo  el  Convento  de  san  Francisco  de  Asis  de  Palma,  es  mi  absoluta 
voluntad  que  se  cntregue  al  Provincial  o  Guardian  del  dicho  Convento  ,  para  que  sea  custodiado  en 
el  Archivo  de  la  Provincia.  Declaro  ser  està  mi  voluntad  en  la  villa  de  Puebla  a  los  4  de  septiembre 
de  1838. —  Fr.  Francisco  Bondoy  presbitero  exclaustrado.  »  Povero  Padre  Bondoy  I  che  amore  al  suo 
Ordine,  da  vero^ Francescano! 

È  una  Cronica  ricchissima  di  notizie  e  ^i  documenti  importantissimi  per  la  storia  dell'Ordine 
Francescano  nelle  isole  di  Maiorica,  Minorica,  e  del  regno  d'Aragona  in  Ispagna,  e  per  quella  delle 
Missioni  nostre  nell'America,  specialmente  la  Nuova  Spagna,  ossia  il  Messico,  il  Nuovo  Regno  di 
Leone,  e  la  California.  V  è  anche  la  Vita  del  V.  P.  Giunipero  Serra,  il  primo  e  maravigliosisslmo 
Apostolo  di  quelle  ultime  parti  dell'  America.  Vidi  questo  prezioso  Manoscritto  in  Barcellona,  invia- 
tomi dal  zelantissimo  e  gentilissimo  Padre  Pajaros,  da  Palma  di  Maiorica,  subilo  che  seppe  dal 
Padre  Buldù  ch'io  era  in  quella  città.  Lo  scorsi  rapidamente;  e  lo  stesso  Padre  Buldù  me  ne  fece 
copiare  tutto  ciò  ch'io  giudicai  necessario  per  il  mio  lavoro  della  Storia  universale  delle  nostre 
Missioni,  mentr'  io  proseguii  per  Saragozza  e  Madrid. 

Da  un  capitolo,  ove  si  riferiscono  gli  scrittori  che  ebbe  quella  Provincia  Francescana  di  Maiorica, 
io  stesso  ne  trassi  le  seguenti  notizie. 

•  P.  Fr.  Buenaventura  .\rmengual,  naturai  de  LIumayon,  aviendo  veslido  el  santo  habito  en  el 
Convento  de  Jesus,  hizo  uno  particular  estudio  de  las  humanidades,  que  enseno  despues  en  varias 
Conventos  :  fue  religioso  de  grandes  prendas  y  rcligiosidad,  por  las  quales  toda  suerte  de  personas 
acudian  a  el . . .  .Escriviò  dos  tomos  en  folio:  De  rebus  Majoricarum  ;  pero  eslos  libros  padecieron 
naufragio  viniendo  esle  Padre  de  Menorca.  Escriviò  asi:  Archielogium  vitae,  martyrii  et  doctrinae 

B,  Raymundi  tulli y  tambien  un  libro  de  las  cosas  mas  memorables  de  està  Provincia  (  de 

Mallorca)  y  reino ....  pero  no  concluió  està  obra,  por  averle  arrebatado  la  muerte  en  este  Convento 
de  Palma  en  5  diciembre  1645. 

•  El  P.  Fr.  Juan  Barcelò  en  el  ano  1654  con  otros  Uoligiosos  compendiò  el  viage  de  laTierra 
Santa  para  visitar  los  Santos  Lugares  consacrados  con  los  mislerios  de  nuestra  Redencion ,  cuyo 
viage  nos  dejò  escrito  en  un  libro  con  este  titulo:  Viage  que  hizieron  los  Padres  Fr.  Juan  BarceWt, 
y  F.  Juan  Baltasar,  Predicadores,  y  el  hermano  Fr.  Miguel  Garan  Lego  da  la  S.  Provincia  de  MaUorea 
de  la  Regular  Observancia  de  N.  P.  S.  Francisco  y  movidos  de  devocion  particular  que  tenian  a  los 
Santos  Lugares  de  la  Palestina  y  santa  ciudad  de  Jerusalem:  Ms.  digno  de  darse  a  la  imprenta  por 
la  moltitud,  variedad  y  exactitud  de  noticias  que  contiene.  El  P.  Fr.  Juan  Baltasar  muriò  en  el  camino 
veniendo  de  està  peregrinacion  a  9  de  oclubre  de  1657,  y  el  P.  Juan  Barcelò  en  49  agosto  1695. 

•  El  P.  Fr.  Antonio  Balaguer,  Profesor  de  gramatica  en  el  Convento  de  Palma.  Era  muy  inteligcnte 
en  las  reglas  de  la  latinidad  ;  y  dio  al  publico  los  signiflcados  de  las  ocho  partes  de  la  oracion,  del 
primer  libro  del  Doctor  en  medicina  D.  Andres  Semperio,  con  dos  ortograflas  latina  y  castellana;  el  que 
se  ha  impreso  muchas  vezes  en  8,  para  el  uso  de  los  estudiantes.  Mas  un  Dicionario  de  los  vocablos 
de  la  lengua  vulgar  Mallorquina,  con  los  terminos  correspotuiientes  en  la  lengua  espaghola  y  latina, 
manoscritto.  Muriò  en  el  Convento  de  Palma. 


BONTHIER     •  51 


85.  BoNTHiER.  —  Histoire  de  la  premiere  descou verte  et  con- 
queste  des  Canaries  faite  des  V  an  1402  par  Messire  Jean  de  Bet- 
hancourt,  chambellan  du  Roy  Charles  VI  ;  escrite  du  temps  me- 
sme  par  Fr.  Pierre  Bonthier,  Religieux  de  Saint  Francois,  et  Jean 
Preste  Le-Verrier,  et  mise  en  lumiere  par  M.  Galier  de  Bethan- 
court  ec.  Paris,  chez  Jean  de  Henque ville,  rue  saint  Jacques  a  la 
Paix.  MDCXXX. 

Un  volume  in  8.  È  la  prima  storia,  interessantissima,  delle  Canarie  :  oggi  rarissima  ;  e  ne  trovai 
un  esemplare  nella  Biblioteca  Barberiniana  di  Roma,  di  cui  mi  giovai  per  scrivere  il  capitolo  YIII  del  V 
libro  della  mia  Storia  universale  delle  Mitsioni  Francescane.  Poi,  in  Madrid,  venni  a  conoscere  che 
non  molti  anni  addietro  se  n'era  fatta  una  traduzione  ed  edizione  in  lingua  Spagnuola,  nell'Isola  di 
Teneriffe,  con  lo  stesso  titolo;  cioè: 

—  Historia  del  primer  descubrim lento  y  conquista  de  las  Ca- 
narias  principiada  en  el  ano  de  1402  por  el  Senor  Juan  -de  Bethan- 
court,  Chambelan  del  Rey  Carlos  VI.  Escrita  en  el  mismo  tiempo 
por  Fr.  Pedro  Bonthier,  Religioso  de  S.  Francisco  y  Juan  Le-Ver- 
rier Presbitero ,  Capelanes  domesticos  de  diche  Senor  de  Bethan- 
court.  Dada  a  luz  por  el  Senor  Galier  de  Bethancourt,  consejero 
del  Rey  en  el  Parlamento  de  Ruen.  Producida  de  la  edicion  hecha 
en  Paris  el  ano  de  1630,  por  D.  Pedro  M.  Ramirez.  Imprenta  Islena: 
Santa  Cruz  de  Tenerife:  1847. 

È  un  volume  in  8,  di  VII  coirle  eli?  pagine.  Un  esemplare  trovasi  nella  Biblioteca  Nazionale  di 
Madrid.  Il  Padre  Bonthier  e  il  Prete  Le-Verrier  accompagnarono  il  Bethancourt  nella  sua  impresa,  e 
furono  i  primi  missionari  cattolici  che  annunziarono  la  parola  evangelica  nelle  Canario.  Il  lavoro  del 
Bonthier  e  del  Le-Verrier  non  è  solamente  prezioso  come  storia  di  quelle  isole,  e  della  conquista  fattane 
dal  Bethancourt,  ma  ancora  per  averci  conservato  notizia  d'un  manoscritto,  di  cui  il  Bethancourt  si 
valse  per  la  sua  impresa,  e  per  allargarla,  se  gli  fosse  stato  possibile,  sino  alla  costa  ferma  d'Africa. 
Il  manoscritto  posseduto  dal  P.  Bonthier  era  opera  di  un  suo  confratello  di  Spagna,  viaggiatore  della 
prima  metà  del  secolo  XIV.  Egli  lo  comunicò  al  Bethancourt,  e  di{>oi  ne  inserì  nella  sua  Storia  quella 
parte  che  si  riferiva  alle  coste  e  a'  paesi  d'Africa,  e  che  gioverà  qui  riferire.  Essa  è  sempre  importante. 
•  Quand  il  fut  {dice  il  Bonthier)  entre  le  monts  de  Clere,  il  vint  a  la  cité  de  Maroch,  qui  iadis 
souloit  estre  nommée  Carthages,  et  etolt  chef  de  tonte  1'  Afrique.  Et  de  là  s'  en  vint  vers  la  mer  • 
Oceane  a  Nsfet  et  Samor  et  a  Saphi,  qui  est  bien  pres  du  cap  Cantin.  Despuis  vient  a  Maguedor,  qui  est 
en  une  outre  province  qui  s'appelle  de  Gasulle;  et  là  comencent  les  monts  de  Clere:  et  de  là  s'en  vint 
a  la  GasaUe  desnsdite,  qui  est  un  grand  pays  garny  de  tous  biens,  et  s' en  alla  vers  la  marine  a  un  i)ort 
qui  se  nomme  Samatene:  et  de  là  au  cap  de  Non,  qui  est  en  venant  vers  nos  isles,  et  de  là  se  mit  en 
mer  en  un  pensi  I,  et  vint  au  port  de  Sanbrun,  el  toute  la  costiere  des  Mores,  qui  se  nomme  les  plaigues 
arencuses  ìusque  au  cap  de  Bugeder,  qui  marche  douze  lieus  pres  de  nous ,  et  est  un  grand  royaume 
qui  s' appelle  le  Guinoye...  et  là  prindent  leur  chemin  et  allerent  voir  et  adviser  les  isles  de  par  deca;  et 
chercherent  maint  autres  pays  par  mer  et  par  terre,  dont  nous  ne  faisons  nulle  mention.  Et  se  partit  le 
Frere  d' eux,  et  s' en  alla  contro  Orìcnt  par  maintes  contrées  iusquc  a  un  royaume  qui  s'  appelle  Don- 
galle  ,  qui  est  en  la  provinco  de  Nubie,  habitA  de  chrestiens ,  et  s' appello  Prestre-Jean,  en  un  de  ses 
tiltres,  Patriarchc  de  Nubie;  qui  marchit  d'une  des  costes  aux  deserts  d'Egj'pte,  et  de  l' autre  cxwtè  a 
la  riviere  du  Nile,  qui  vient  des  marches  du  Prestrc-Jcan  ;  et  se  cstent  le  royaume  de  Dongallc  iusquo 


52  BORMIO 


oa  la  riviere  da  Nile  se  foarche  en  deux  parties,  dont  l' une  fait  le  fleuve  de  V  Or  qui  vient  vers  nous, 
et  V  autre  s' en  va  en  Egypte,  et  entra  au  mer  de  Damiette.  Et  de  celles  marches  sen  alla  le  Frere  en 
Egypte  au  Gaire  ;  et  de  Damiette  entra  en  une  nef  des  Ghrestiens ,  et  despuis  revint  a  Sarette , 
qui  est  front  a  front  de  Granade,  et  s' en  alla  arriere  par  terre  a  la  cité  de  Maroch,  et  traversa  les  Monts 
de  Glere,  et  passa  par  la  Sasulle;  et  là  trouva  Mores  qui  armoient  une  galere  pour  aller  au  fleuve  d'Or, 
et  se  leva  avec  eux ,  et  entrerent  en  mer,  et  tindrent  le  chemln  au  cap  de  Non,  et  au  cap  de  Sanbrun  ; 
et  puis  au  cap  de  Bugedor,  et  loute  la  costiere  devers  Midy  iusque  au  fleuve  de  V  Or.  E  selon  que  dit  le 
livre  da  Frere,  quand  ils  furent  là,  ils  trouverent  formis  sur  le  rivage  du  fleuve,  dunt  les  formls 
estoient  moult  grands,  qui  tiroient  granelles  d'or  de  dessoubs  la  terre, et  gagnerent  les  marchands  mer- 
villeusement  en  ce  voyagc.  Puis  se  partirent  de  là  et  tiendrent  le  chemin  selun  le  ri  vago  de  la  mer,  et 
trouverent  mie  isle  moult  bonne  et  rìche,  ou  ils  (Irent  grandement  leur  proflte,  qui  s-  appelle  isle  Gul- 
pis:  là  sont  les  gens  idolatres.  Et  de  là  se  partirent  et  alierent  plus  avant,  et  trouverent  une  autre  isle 
qui  s' appelle  Gaable,  et  la  laisserent  a  main  destre.  Et  puis  trouverent  une  montaigne  en  terre  ferme 
moult  haute  et  moult  abondantc  de  tous  biens,  qui  s' appelle  Alboc  ;  et  de  là  s' en  retouma  la  galere 
de  Mores,  et  le  Frere  demoura  aucun  temps  ilice:  puis  s' en  entra  au  royaume  de  Gotome:  là  sont  les 
montagnes  si  hautes  que  l' on  dit  que  se  sont  les  plus  hautes  du  mond,  et  aucunes  les  appellent  en  leurs 
langages  les  Monts  de  la  Lune,  et  les  autres  les  Monts  do  Or;  et  son  six,  et  naissent  d'  elles  si  grosses 
rivieres,  que  toutes  cheent  au  fleuve  de  l'Or,  et  y  font  un  gran  lac,  et  dedans  ce  lac  à  une  isle  qui  s'  ap- 
pelle Palloye,  qui  est  peupiè  de  gents  noires:  et  de  là  s' en  alla  le  Frere  touiours  avant  iusque  a  une 
riviere  nommèe  Euphrate,  qui  vient  du  Paradis  terrestre;  et  la  traversa,  et  s' en  balla  par  maints  pays 
et  par  maints  diverses  contrèes  iusque  a  la  citè  de  Melee,  là  oa  demeure  le  Prestre  Jean,  et  là  demoura 

moult  de  jours,  pour  ce  qu'  il  y  voyoit  assez  de  choses  marveilleuses,  ec .Su  questa  relazione  del 

Francescano  Spagnuolo,  sin  qui  inedita,  si  i>  disputato  in  varia  sentenza  da' Geografi;  dal  Bergeron, 
dal  Visconte  di  Santarem,  dal  D'Avezac,  dal  Morel-Fatio,  dal  Perschcl,  e  dal  Jimencs  de  la  Spada. 
Quest'  ultimo  crede  di  aver  ora  trovato  il  prezioso  Manoscritto,  di  cui  ha  cominciato  la  pubblicazione 
in  Madrid.  1  dotti  di  geografia  ne  giudicheranno. 

y,.  86.  Bormio.  —  Relatio  carcerationis,  iudicii  et  espulsionis  ab 

imperio  Sinarum  P.  Fr.  Joannis  Baptistae  de  Bormio  in  Rethia, 
Ordinis  Minorum  Obs.  Reformatorum  Provinciae  Mediolanensis 
filli,  Concionatoris ,  Lectoris  ac  in  eodera  imperio  Missionarii 
Apostolici  prò  Sacra  Congregatione  de  Propagand/i  Fide, 

Manoscritto  della  Biblioteca  dì  Brera  in  Milano,  di  cui  feci  estrar  copia,  in  78  carte  in  foglio. 
La  relazione  è  data  in  Macao  addi  ti  dicembre  1747.  In  una  nota  in  fine  l'Autore  ci  fa  sapere 
che  ne  fece  di  propria  mano  due  copie:  una  delle  quali  per  la  via  di  Francia  spedi  alla  Congrega- 
zione di  Propaganda  in  Boma,  l'altra  alla  sua  Provincia,  ove  giunse  il  1749.  Essa  è  interessantis* 
sima,  trattandosi  di  una  delle  più  terribili  persecuzioni  a  cui  fu  fatto  segno  il  Cristianesimo  in 
Cina.  Alla  fine  del  Manoscritto  poi  seguitano  alcune  aggiunto  e  schiarimenti  di  un  Padre  della  Phì* 
vincia  Milanese,  di  cui  egli  dà  conto  con  la  nota  seguente. 

«  Concementi  alla  suddetta  Belazione  usriron'  anche  diversi  paragrafi  in  due  stampe,  una  in 
Francia,  e  l'altra  in  Manilla  nell'Isole  Filippine,  le  quali  stampe  amcndue,  nell'atto  slesso  che  mi 
venivano  tradotte ,  le  ebbi  io  nelle  proprie  mani.  E  in  quanto  alla  prima,  eccone  qui  la  traduzione 
dal  francese:  Copia  deUa  leltera  di  Monsignor  Maigrot,  Prete  Misnionario,  Pro-Vicario  Apo$tolieo 
delle  Provincie  di  Yun-nan,  Su-ehtien  e  Ktiei'Cheu  nella  Cina,  Procuralor  Generale  delle  Missioni  degli 
Vescovi,  Vicari  Apostolici  Francesi  nelle  Indie  Orientali,  e  di  tutti  gli  Missionari,  scritta  agU  nostri 
Signori  Vescovi,  Vicari  Apostolici  Francesi,  e  ai  Signori  delle  Missioni  Straniere  di  Parigi. 

«  A  Macao  li  Agosto  1748.  La  pace  di  N.  S.  G.  C.  Monsignori,  e  Signori. 

«  Io  vi  ho  renduto  conto  sin'  al  presente  della  violenta  persecuzione ,  che  si  è  sollevata  nella 
Cina,  sono  già  più  di  due  anni.  Vi  ho  rapportati  li  fatti  a  misura  che  sono  arrivati,  e  che  sono 
venuti  al  mio  conoscimento.  Io  ho  continuato  quest'  anno  a  farvi  una  raccolta  degli  avvenimenti, 
che  mi  sono  paniti  li  più  interessanti,  ma  che  sono  nel  medesimo  tempo  dei  più  infausti.  Lo  siiUo 


Ana 


BORMIO  53 


di  questa  povera  Ghicsji  è  sì  deplorabile,  ciie  se  il  Signore,  il  quale  n'è  il  padrone  supremo,  non  vi 
inette  la  mano,  noi  la  possiamo  riguardare  come  totalmente  ruinata.  Mille  circostanze,  più  tristi  le  une 
che  le  altre,  paiono  concorrere  alla  sua  mina.  La  mano  di  Dio  aggravata  evidentemente  sopra  gli  per> 
secntori,  non  gli  rende  che  più  furiosi  e  più  eccitati  alla  sua  perdita. 

e  Al  terzo  paragrafo  così  prosegue  la  stampa:  Fu  sul  flne  di  giugno  del  1746,  che  il  fuoco 
delia  persecuzione  cominciò  ad  accendersi  in  qnest'  Imperio ,  e  si  può  dire  che  fu  nella  provincia 
FO'kien ,  che  subito  attaccò;    imperciocché    quantunque  il  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  Iteoletto, 
e  Missionario  della  Propaganda ,  fu  preso  li    10  aprile  del  medesimo  anno  nella  provincia  di 
Xan-gi,  questo  fu    per  accidente;  non  si  pensava  ancora  a  torbidare  la  tranquillità  che  godeva 
la  Missione:  la  detenzione  di  questo  Padre  non  pare  avere  influito  punto  sopra  tuttJ' quello  che 
è  arrivato  dopo  per  rapporto  alla  Missione  e  alla  sua  persecuzione  ingenerale.  Egli  fu  nonostante 
trattato  con    molto  rigore,  l)enchò  non  si  mostrasse  ancora  un  odio  totalmente  furioso  contro  la 
Religione  :  V  offiziale  che  lo  prese,  aveva  con  sé  una  grande  sequela  di  gente  armata ,  che  si  gettò  vio- 
lentemente sopra  li  Cristiani,  li   quali  erano  adunati  per  celebrare  la  Pasqua.  Molti  furono  de' Cri- 
stiani feriti ,  e  in  particolare  un  domestico  del  Padre  il  fu  sì  crudelmente,  che  morì  poco  dopo.  Il  Mis- 
sionario ha  ricevuto  egli  medesimo  molte  battiture:  lo  legarono  con  tanto  di  violenza,  che  il  sangue 
sortiva  per  le  estremità  delie  di  lui  dita.  In  questo  stato  compassionevole  lo  strascinarono  alla  città  di 
Ho-eheu ,  distante  tre  leghe.  In  tutto  questo  viaggio  dovette  il  poverello  soffrire  le  furie  di  un  popolo 
grossolano,  che  gli  dava  mille  maledizioni,  per  aver  egli  colla  conversione  di  molta  gente  dato 
causa  alla  dissensione  in  molti  luoghi  :  e  dopo  aver  passata  una  cosi  cruda  giornata,  per  un  poco  di 
refrigerio  di  acqua  fresca  che  egli  dimandava,  gli  diedero  dell'orina  da  bere.  Il  Magistrato  interrogò 
questo  Padre,  il  quale  si  dichiarò  Europeo,  e  predlcator  dell'  Evangelio.  Come  egli  parlava  molto  bene 
la  lingua  Cinese,  e  si  spiegava  con  facilità,  non  rese  punto  cattiva  la  sua  causa:  ella  passò  per  tutti  li 
tribunali ,  e  arrivò  ancora  a  quel  supremo  del  Crimen  in  Pecchino.  Stante  questa  lentezza  cinese ,  fa 
messo  in  una  insopportabii  prigione,  ove  ebbe  a  soffrire  pene  di  tutte  le  qualità;  la  fame,  il  caldo,  il 
freddo  cogli  insetti  e  altre  immondezze  ;  e  molto  ancora  per  parte  de'  suoi  compagni  gli  prigionieri.  Il 
suo  zelo  fu  di  profitto  a  qualcheduno  dei  medesimi ,  li  quali  abbracciarono  per  di  lui  mezzo  e  per- 
suasione la  Religione  cristiana.  Le  guardie  delle  prigioni ,  e  gli  sbirri ,  gente  avida  che  vive  della  so- 
stanza dei  disgraziati,  esercitarono  spesse  volte  la  pazienza  del  povero  Padre:  l'attaccarono  alle  volte 
al  muro,  e  qualctie  volta  con  la  faccia  contro  terra,  ove  lo  lasciavano  li  giorni  intieri.  L' ofBziale,  che  lo 
aveva  arrestato ,  temette  che  il  Padre  V  accusa.sse  di  aver  fatto  morire  il  suo  domestico,  e  per  questo  lo 
fece  rinserrare  sì  strettamente,  che  non  poteva  parlare  a  persona  veruna:  con  tutto  ciò  alcuni  cristiani, 
che  erano  fortemente  attaccati  di  cuore  a  questo  Missionario,  scalarono  le  mura  della  prigione  per  por- 
targli alcun  soccorso;  ma  gli  miserabili  furon  presi,  e  li  cattivi  trattamenti  furono  raddopiati  al  Padre: 
in  fine  dopo  molti  mesi  di  prigionia  lo  esigliarono  a  Macao  (città  situata  sul  bordo  del  mare  nella  pro- 
vìncia di  Cantone,  ove  abitano  gli  Portoghesi);  imperciocché  non  trovarono  in  lui  nessun  delitto:  al- 
l' incontro  li  Missionari  di  Fo-kien  venivano  in  quel  tempo  condannati  a  morte  ;  benché  anch'  essi 
innocenti  come  lui.  Dovette ,  facendo  questo  gran  viaggio,  andare  di  giurisdizione  in  giurisdizione, 
di  città  in  città,  secondo  il  costume  cinese.  (Il  primo  Mandarino  invia  l' esiliato  al  più  vicino  Manda- 
rino, e  questo  al  suo  vicino,  e  così  di  seguito  nel  cammino  di  500,  o  600  leghe.  S'inviano  l'un  all'al- 
tro la  ricevuta,  e  in  flne  la  ricevuta  dell'  ultimo  Mandarino  rimonta  sino  al  tribunale  d' onde  è  sortito 
il  colpévole,  e  questo  tribunale  lo  invia  al  tribunal  supremo  di  Pecchino;  ciò  che  allunga  di  molto, 
e  t^  restar  molto  tempo  in  cammino  gli  colpevoli.)  Arrivato  a  Cantone  si  esaminò  di  nuovo  il  suo  affare, 
e  vi» restò  quasi  due  mesi,  detenuto  in  custodia;  ma  vi  ebbe  meno  a  soffrire  che  altrove.  11  signor  Den 
Velacr  de  la  Barre,  capo  delli  fondachi  della  nazion  Francese,  gli  procurò  molto  sollievo  colle  suo 
caritative  sollecitudini.  Era  destinata  V  ultima  udienza  del  tribunale ,  ove  il  povero  Missionario  do- 
vette s(»irtire  tanto  in  un  sol  giorno,  quanto  aveva  sofferto  fln'  allora.  Il  Governatore  della  città  di  Hiang- 
xan  (città  quindici  leghe  distante  da  Macao ,  il  di  cui  primo  offiziale  Mandarino  ha  inspezione  so- 
pra questa  ultima  città,  cioè.  Macao)  uomo  crudele,  senza  altra  ragione  che  la  sua  rabbia,  lo  fece 
mettere  all' esame  della  tortura,  per  cui  restò  incomodato  per  molto  tempo,  e  gli  ha  fatto  dare  30 
schiaffi,  e  gli  ha  dette  tante  e  così  sporche  ingiurie,  che  non  si  possono  pure  immaginare.  (Bisogna  sapere 
che  questo  è  il  costume  delli  Mandarini,  di  opprimere  colle  ingiurie  li  colpevoli,  e  dicono  loro  cosi  spor- 
che parole,  che  solo  l'Inferno  le  può  suggerire:  non  rispiarmano  pure  le  femmine  da  queste  ingiurie: 
V  Imperador  sedato  sopra  lo  suo  trono,  fa  Io  stesso  quando  qualche  reo  gli  compare  davanti.  Per 
esempio,  si  diceva  al  P.  Bormio  :  io  ho  violata  tua  madre:  ta  sei  on  tìglio  di  Sodoma:  e  qualche 


54  BORMIO 


cosa  di  più  infame  ancura.)  Dopo  di  questo  lo  iii\iarono  agli  Portoghesi ,  con  ordine  di  farlo  passare 
alla  sua  patria;  il  che  fu  eseguito  nel  gennaio  seguente,  che  s' imbarcò  per  Goa. 

«  Il  suddetto  Monsignor  Maigrot,  da  cui  si  scrisse  la  lettera  precedente,  mi  si  dice  del  medesimo 
stipite  deir altro  famosissimo  Monsignor  Maìgrot,già  Prete  dell'Oratorio,  o  sia  Missionario  delle 
Missioni  Straniere  di  Parigi,  indi  Vescovo  di  Gonon;  uno  de'  più  zelanti  difensori  e  sostenitori  della 
santa  Fede,  e  Vicario  Apostolico  nella  provincia  di  Tuo-kin  nella  Cina;  ove  nell'anno  1706,  ai  tempi 
della  legazione  dell' Eminentissimo  di  Tournon  soffri  catene  (avendogli  scritto  alla  prigione  il  medesimo 
Cardinale,  in  data  del  3  Ottobre  1706,  da  Un-chin),  e  da  dove  esiliato,  ripassò  in  Europa  e  mori 
analmente  in  Roma.  Dal  racconto  eziandio  dell'altra  legazione  di  Monsignor  Mezzabarba  nell'anno 
1720,  si  comprende  chiaramente  quanto  fosse  odiato  da  queir  imperio  il  detto  Monsignor  Maigrot, 
Vescovo  di  Conon,  poiché  più  volte  fu  fatta  istanza  al  Legato,  o  che  il  Papa  lo  castigasse  in  Roma, 
0  che  lo  rimandasse  in  Gina  ad  ivi  essere  decapitato. 

•  In  quanto  alla  seconda  delle  due  sopracitate  stampe,  ecconc  qui  la  traduzione  dallo  spa- 
gnuolo  :  Relazione  del  Martirio  delli  venerabili  PP.  Illus,  e  Reoendit.  Signore  Don  Franciuo  Serrano 
Vescovo  Tipatitano,  e  Vicario  Apostolico  nella  Provincia  di  Fo-kien ,  Fra  GiovantU  di  Aeober ,  Fra 
Gioachino  Rojo ,  e  Fra  Francesco  Diaz,  del  sacro  Ordine  degli  Predicatori,  e  Missionari  Apostolici 
neW  impero  della  Cina,  con  altri  successi  appartenenti  alla  persecuzione,  che  in  varie  proviìiàe  di 
quello  Impero  si  esperimenta  contro  la  religione  cristiana.  In  Manilla  neW  Isole  Filippine,  nei 
Collegio  e  Università  di  San  Tommaso,  anno  1749.  Con  le  licenze  necessarie. 

•  Al  paragrafo,  o  sia  numero  22,  della  detta  relazione  si  legge  che  nel  mese  di  giugno  del  1746, 
furono  le  prigionie  dei  Missionarii  Domenicani.  Posto  questo,  diamo  un'occhiata  alla  provincia 
di  Xan-si,  e  troveremo  che  il  giorno  10  del  mese  di  aprile  del  detto  anno  fu  preso  il  M.  R.  P.  Fra  Gio. 
Batta  da  Bormio  dell'Ordine  Seranco,  Missionario  Apostolico  per  la  Sacra  Congregazione  di  Propa^ 
ganda  Fide,  il  qual  fu  detenuto  nella  prigione  un'anno  e  due  mesi ,  e  pati  molte  tribolazioni  ;  a  capo 
del  qual  tempo  andando  esiliato  a  Macao,  nel  passar  per  la  città  di  Hiam-xang  gli  diedero  trenta 
schiaffi,  e  due  volte  il  crudel  tormento  della  tortura  delle  noci,  da  noi  dette  cavicchie  de*  piedi. 

•  Al  paragrafo,  numero  59,  cosi  prosegue:  11  giorno  10  di  aprile  la  prima  tejza  Luna  dell'anno 
undecimo  dell' Imperatore  ATten-Lunor  del  1746,  fu  improvisamente  preso  nella  provincia  di  Xan-si  il  R. 
P.  Fra  Gio.  Ratta  da  Bormio,  Francescano,  e  Missionario  nella  Cina  per  la  S.  Congregazione  di  Pro- 
paganda Fide.  Furono  molti  li  disastri,  con  cui  nella  medesima  sua  cattura  fu  afflitto,  poiché,  oltre  il 
rubargli  in  essa  la  sua  necessaria  provisionc,  e  le  suppelletili  sacre,  irritandosi  gli  soldati  e  ministri 
per  la  difesa  che  del  suo  Padre  spirituale  facevano  gli  cristiani,  lo  ferirono  gravemente  nella  testa, 
braccia,  spalle  e  piedi,  e  facendogli  buttar  fuori  un  dente  molare  con  la  violenza  delli  colpi  e  schiafli 
che  gli  diedero,  non  ostante  di  non  vedere  in  lui  resistenza  nissuna;  e  non  soddisfatto  con  questo  il 
rigore,  ferirono  cosi  crudelmente  un  servitore  del  Padre,  che  poco  dopo  mori.  Fu  condotto  alla  città 
di  Ping-yang-fu,  e  quantunque  ivi  non  fu  posto  nella  prigione,  stette  con  tutto  ciò  con  la  suggezione 
di  tre  Ministri,  che  lo  custodivano.  In  uno  di  quelli  tribunali  dichiarò  il  Giudice  la  sua  innocenza  ; 
però  fu  tanta  la  perfidia  delli  Mandarini ,  che  ritornandolo  alla  città  di  Ho-eheu ,  lo  imprigionarooo 
di  nuovo ,  patendo  innumerabili  necessità  e  miserie  per  lo  spazio  di  un'  anno  e  due  mesL  Alle 
antiche  custodie  della  prigione  aggiunse  la  malizia  d'un  Mandarino  una  nuova  porta  per  più  sicura 
reclusione,  ordinando  sotto  rigorose  pene  alli  carcerieri ,  che  non  permettessero  ad  alcuno  di  fuori 
comunicare,  o  portare  cosa  alcuna  al  Padre. 

•  Al  paragrafo,  o  numero  60:  Non  ostante  tanto  rigore  non  potè  contenersi  la  pietà  di  tre  cristiani, 
e  deposto  tutto  il  timore,  gli  buttarono  per  una  fenestrina  della  porta  alcuni  pani.  Gli  C4>lse  in  fra- 
grante un  Ministro ,  e  prendendogli ,  gli  tenne  molti  giorni  con  manette  ;  dalla  qual  molestia  si 
redensero  con  il  prezzo  di  alcune  pezze:  però  calunniandogli  che  ave>ano  passata  la  porta,  furono 
due  di  quelli  crudelmente  bastonati,  e  il  terzo  tormentato  c^Ilc  noci  dei  piedi.  Si  proibì  di  nuovo 
con  stretissimo  comando  l' entrata  di  qualunque  persona  nella  prigione  ;  anzi  di  più  si  pubblicò 
un'  editto,  proibendosi  con  esso  nel  medesimo  tempo  la  legge  cristiana.  Con  questa  occasione  furono 
txuite  le  calamità,  che  sopra  di  lui  caddero,  che  pareva  distare  un  solo  grado  dalla  morte.  Lo  pri- 
varono d'alcuni  libri,  che  teneva  conservati  in  suo  potere,  dicendogli  che  nissun  reo  nella  prigione 
(Uitcva  sollevarsi  né  ricreare  l'animo  con  lezioni,  scritture,  e  vino,  ma  che  doveva  contentarsi  con  on 
limitato  soccorso,  cioò  d'  una  scudeletta  di  miglio. 

•  Al  numero  61:  A  tanti  travagli  contrapose  il  Signore  il  grande  piacere,  che  detto  Padre  ebbe  nella 
ctmvcrsione  di  alcuni  prigionieri,  malfattori;  e  quantunque  i  suoi  dolori  e  angustie  si  moltiplicassero» 


BORMIO  55 


non  per  questo  hisciò  l' uffizio  d'evangelizzare  nella  medesima  prigione  il  regno  del  Signore:  e  là, 
secondo  che  quella  strettezza  gli  permetteva,  con  speziale  allegrezza  del  suo  cuore ,  li  battezzò,  e  poi 
gli  furono  compagni  nelle  lodi  e  orazioni ,  che  nella  stéssa  carcere  offriva  a  Dio  ad  alta  voce  in  cinese. 
«  Al  numero  62:  Arrivò  Analmente  a  uscire  dalla  prigione  per  esser  condotto  tra' Ministri  a 
Cantone.  In  questa  città  stette  detenuto  alcuni  mesi,  mentre  passava  la  causa  (secondo  il  costume 
cinese)  per  tutti  li  tribunali  ;  benché  la  carcere  fu  con  molta  soavità  per  diligenze  del  Signor  Giu- 
seppe Den  Yelaer  de  la  Barre,  Direttore  della  Compagnia  Reale  di  Francia,  e  insigne  benefattore  di 
tutti  gli  Missionaria  Da  detta  città  fu  rimesso  alla  città  di  Hiam-xang,  nella  quale  lo  attendevano 
nuovi  travagli,  poiché  in  essa  gli  diedero  30  schiaffi,  e  il  tormento  delle  noci  ne' piedi,  dei  quali 
colpi  e  contusioni  potè  migliorare  dopo  molti  giorni  nella  città  di  Macao,  donde  usci  per  Goa  e  Lisbona 
nel  gennaio  del  1748. 

«  Nella  precedente  relazione,  stampata  in  Manilla  nelle  Isole  Filippine,  si  fa  la  storia  de'  quattro 
Missionari  Domenicani,  Serrano,  Alcober,  Rojo,  e  Diaz,  strozzati  in  Cina  per  la  santa  Fede  ec.  :  ma  vi  ò 
anche  un  quinto  Domenicano,  martirizzato  nel  17(7,  pubblicamente  e  distintamente;  il  quale  si  è 
Monsignor  Pietro  Sans,  Vescovo  di  Mauricastro,  e  Vicario  Appostolico  della  Provincia  di  Fo-kien^ 
decapitato  da  solo,  e  in  pubblico  nella  cittìi  di  Fu-cheu  della  suddetta  provincia  di  Fo-kien,  distante 
da  Pecchino  in  circa  a  mille  miglia  italiane  ;  dei  quali  tutti  cinque  ne  fa  per  appunto  gloriosa  menzione 
il  nostro  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  nella  Relazione  della  sua  prigionia  e  del  suo  esigilo  ai  numeri 
i34  e  155. 

«  Anzi  il  detto  Padre  Gio.  Ratta  da  Bormio  mi  diede  qui  in  Milano  una  lettera  circolare  del 
sopradetto  Monsignor  Pietro  Sans ,  in  occasione  della  promulgazione  della  Constituzione  di  Papa 
Benedetto  XIV:  Ex  quo  giugulari  ec,  allorché  giunse  nella  Cina:  della  qual  Pastorale  ne  feci 
copia,  e  qui  immediatamente  la  pongo,  con  qualche  frammento  della  Bolla ,  aggiungendovi  appresso 
la  stampa  (che  dispensossi  ancora  per  queste  strade  di  Milano  )  dell'  estratto  di  una  lettera  ec.  toc- 
cante li  cinque  detti  Martiri  Dominicani,  ma  senza  alcuna  data  né  di  luogo  né  di  anno,  né  di  persona  ec. 
•  Nos  Fr.  Petrus  Sans,  Dei  et  Apostolicae  sedis  gratia  Episcopus  Mauricastrcnsis,  Vie.  Aposlolicus 
Provinciae  Fo-kien,  Administratorque  Provinciarum  Che-kang ,  et  Kiang-sy  :  omnibus  Ad.  RR.  PP. 
Missionariis  Apostolicis  ad  nostram  iurisdictionem  pertincntibus  salutem  in  Domino  sempiternam. 

Noi  ne  lasciamo  il  resto,  perché  non  importa  riferirlo ,  e  proseguiamo  cogli  altri  documenti, 
che  seguitano,  disposti  come  appresso. 

«  Estratto  d' una  lettera  particolare  :  Dalla  Cina  é  giunta  notizia  a  questa  Congregazione  di  PrO' 
paganda  Fide^  qualmente  Monsignor  Serrano  Vescovo  Tipasitano,  nostro  Vicario  Apostolico,  ed  i 
Padri  Giovanni  de  Alcober,  Giovacchino  Rojo,  e  Francesco  Diaz,  tutti  Religiasi  Domenicani,  i  quali 
Vennero  carcerati  con  Monsig.  Pietro  Sans ,  Vescovo  Mauricastrense  (  che  fu,  come  si  disse,  in  odio 
della  fede  decapitato  dagli  infedeli  nel  mese  di  ottobre  dello  scorso  anno)  siano  stati  crudelmente 
dopo  una  lunga  prigionia,  strozzati  pure  per  la  nostra  S.  Religione ,  e  che  la  persecuzione  di  quei 
popoli  contro  a' Cristiani  sia  stata  generale  in  quell'impero,  e^endone  stati  ultimamente  carcerati 
molti,  tra' quali  in  Pecchino  anco  due  Padri  della  Compagnia  di  Gesù. 

e  Giunto  il  detto  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  in  Macao  il  di  2  di  luglio  deU'anno  1747,  come  é  detto 
nella  suddetta  di  lui  Relazione  al  numero  150,  fcrmossi  ivi  nel  Convento  de'  Francescani  Scalzi 
Portoghesi  per  lo  spazio  di  quattro  mesi  in  circa;  dopo  del  qual  tempo,  in  quattro  mesi  in  circa  di 
viaggio  pervenuto  a  Goa,  fu  persuaso  a  rientrare  in  Cina,  come  é  chiaro  dai  seguenti  attcstati  da  me 
copiati  dalli  medesimi  originali,  relativi  alla  di  lui  nuova  inspirazione.  —  Nos  Fr.  Laurentius  a  S. 
Maria,  Dei  et  Apostolicae  Sedis  gratia  Archiepiscopus  Goanus,  et  Primas  Indianim,  a  Consiliis  Regiae 
Maiestatis  Lusitanae,  universis  pracsentes  littcras  inspecturis  fldem  facimus  atque  testamur,  quod  A.  R.  P. 
F.  Joannes  Baptista  de  Bormio  Ordinis  Minorum  Provinciae  Mediolanensis  Filius,  Concionator,  Lector  ac 
Missionarius  Apostolicus  S.  Gong,  de  Propaganda  Fide  in  imperio  Cinarum,  in  octuali  oxercitio  misssio- 
nis  ab  inQdelibus  captus,  per  quindccim  menses  dignus  habitus  est  prò  nomine  Jesu  carceres,  torturas, 
et  contumelias  pati,  atque  ab  universis  conQniis  eiusdem  imperii  in  odium  Fidei  coactos  exulare,  ac 
redire  ad  Europam.  Cum  autem  ad  expectandum  tempus  navigationis  moratus  sit  in  hac  civitate  per 
decem  menses  cum  optima  morum  exemplaritate  ac  bono  odore  prudentiae,  scientiae  ac  virtutis,pluries 
instanter  petiit,  ut  dignaremur  ipsi  consilium  dare  super  hac  re ,  quod  essct  divinae  voluntati  confor- 
mius.  Nos  igitur  serio  perpendentes ,  quod  in  magno  ilio  imperio  messis  multa,  et  operarli  panel, 
pracsertim  qui  idonei  sint  prò  hoc  tempore  persecutionis ,  et  praelaudatus  Pater  in  perfecta  virilita- 
lis  aetate  constitutus,  in  sancto  vocationis  apostolicae  proposito  perseverans,  Missionarius  insaper  pra- 


56  BORMIO 


ticus  est,  callcns  lìnguani,  scienlias,  et  rcs  sinicas;  quapropter  tam  niaiori  gloriae  Dei  et  servitio 
S.  Congregationis ,  quam  spirituali  bono  totins  Sinìcae  Missionis  luagis  consentaDeum  in  Domino 
iudicamus,  ut  contempto  quocumque  humano  respectu  praepediente ,  rcdeat  ad  Sinas  «  et  qua 
parte  viderit  faciliorem  adì  tuoi,  clam  intret  in  suae  Missìunis  regioncs  ìam  albas  ad  messem ,  ad 
strenue  congregandum  triticum  electum  in  horrea  coelesti.  Deus  vero,  qui  iam  liberavit  illum  a 
vinculis  persecutorum  Fidei  una  vice,  putens  est  vel  iterum  li]>erare,  vel  certe  aureola  martyrii  et  feli- 
citatis  aeternae  eum  coronare,  quod  illi  e\  corde  adprecamur.  In  quorum  fldem  praesentes  litteras  manu 
nostra  subscriptas,  et  sigillo  nostro  llrmatas  dedinius.  Goae  die  17  decembris  anni  1748.  Loco  t 
Sigilli,  Cardosa  ec.  Laurentius  Archiepiscopus  Primas  ec.  De  mandato  praedicti  Excell  et  Rmi.  Domini 
mei  Archiepiscopi  Primatis,  Canonicus  Joannes  Barbosa  Coehlo,  Camerae  Pontiflciae  Notarius,  haec 
scribi  iussi,  atque  subscripsi  ec.  —  La  legalizazione  è  in  lingua  Portoghese,  e  tradotta,  è  questa:  Don 
Gio.  Alberto  di  Castel  Bianco ,  Desembargador  di  Sua  Maestà,  Uditore  Generale  del  civile,  Desem- 
bargador  degli  aggravii  in  tutti  gli  stati  dell'India,  e  Giudice  delle  giustificazioni,  attesta  esser 
questa  patente  sottoscritta  dal  medesimo  Eccell.  e  Rev.  Primate  d'Oriente,  .\rcivcscovo  di  Goa,  e  se- 
gnata iti  suo  sigillo  maggiore  per  suo  ordine,  colla  sottoscrizione  del  notalo  della  Camera  Pontiflcia 
Canonico  Giovanni  Barbosa  Coehlo,  e  segnata  colle  loro  cifre  ec;  ed  essere  del  tutto  autentica. 

t  Nos  infrascripti  Provincialis,  et  Deflnitores  huius  Sanctae  Provinciae  Matris  Dei  in  Indite 
Orientalibus,  fidem  facimus,  Ad  R.  P.  F.  Joannem  Baptistam  de  Bormio  nostri  Scraphici  Ordinis, 
Provinciae  vero  Mediolanensis  Filium,  Concionatorem,  Leclorem,  ac  Missionarium  Ap.  S.  Gong,  de 
Prop<iganda  Fide ,  post  plurium  annorum  exanthlatos  labores  ad  conversionem  paganorum  in  impe- 
rio Sinensi,  ab  infldeUum  tribunalibus  captum,  per  qnindecim  menses  in  carceribus  et  vinculis  Inter 
passiones  et  torturas,  ante  Reges  et  Praesides  constantissimum  ubique  Fidei  catholicae  testiroonium 
reddidisse.  Tandem  damnatus  ad  exilium  extra  (Ines  totìus  imperii,  navem  conscendens  ad  Europam 
rediturus,  appulit  ad  portum  huius  Metropolis  Indiarum,  ubi  a  die  8  aprilis  praeteriti  usque  ad  hanc 
14  ianuarii  currentis  anni  in  hoc  sacro  Conventu  Matris  Dei  ita  nobiscum  hospilatus  est,  ut  non  tan- 
tum irreprehensibilem  se  ostenderit,  sed  etiam  virtutum  omnium  nobis  specimen  dederit,  et  tamquam 
Angelus  Domini  ad  omnibus  habitus  sit.  Nos  prae  oculis  haljcntes  verba  Chrisli  :  Nemo  mittens  ma- 
num  ad  aratrum  et  aspìciens  retro  aptus  est  regno  Dei:  si  persecuti  vos  fuerint  in  una  civitate,  fa- 
gite  in  aliam;  item  exempla  sanctorum  Aposlolorum  et  Martyrum,  qui  aliquando  fugientes  et  expulsi, 
dabant  locum  irae  persecutorum;  postquam  autem  paululum  respirarunt,  tanquam  genorosi  catuli  e 
latrebis  emergentes,  ad  apostolicam  luctam  redibant  ;  considerantes  amplius  permultos  ex  pratic&s  Mis- 
sionariis  illus  imperii  vel  occisos,  vel  eiectos  fuisse  ab  infedilibus,  vel  prae  meta  persecutionis  fugisse 
et  oviculas  sommi  Pastoris  in  medio  luporum  deseruisse,*et  quam  arduum  sit  his  temporibus  novos 
Missionarios,  difficillimac  linguae  et  scicntiae  Sinicae  expertos,  introduci,  aut  missionem  exercere; 
hortati  sumus,  quantum  in  Domino  potuimus,  ac  hortamur  dictum  R.  P.  Joannem  Baptistam,  quem  spi- 
ritus  Dei,  prudentia,  scientia,  ac  experientia  linguae,  rerum(iue  Sinicarum  maxime  idoneum  Missiona- 
rium constituit  prò  imperio  Sinico,  ut  revertatur  ad  culluram  vineae  Domini,  ne  penitus  extinguantur 
reliquiae  christianitatis  in  illis  partibus,  et  si  appropinquaret  tempus  moriendi,  moriatur  forti  ter  in 
bello  Domini  prò  catholica  Fide,  ac  animabus ,  prò  quibus  mortuus  est  ipse  Filius  Dei,  ne  martyrii 
c^ronam  sibi  forte  a  Domino  paratam  amittat.  Quod  autem  ita  sit,  testamur  et  has  litteras  propriis 
manibus  et  nominibus  subscribimus ,  et  sigillo  nostrae  Provinciae  communimus.  Goae ,  in  hoc 
S.  Conventu  Matris  Dei,  die  18  Ianuarii  anni  1749.  Fr.  Alexander  a  Domina  Nastra  a  Bono 
Successu  ,  Custos  —  Fr.  Vlctorinus  a  Maire  Dei ,  Mlnister  Prov.  — Fr.  Emmanuel  a  S.  Dominico,  1 
DeQnitor.  —  Fr.  Bernardinus  a  S.  Maria,  prò  Deflnitore  2.  —  Fr.  Franciscus  a  Puriflcatione,  3  Deflnitor. 
— Fr.  loachim  a  Conceptione,  4  Dennitor. —  Fr.  Ioannes  ab  Omnibus  Sanctis,  Ex-Custos,  et  Secrelarlus 
Prov.  Loco  t  Sigilli. — La  legalizazione  in  lingua  portoghese,  ò  del  suddetto  Don  Gio.  Alberto  di  Castel 
Bianco,  Dcsembragador  ec,  il  quale  attesta  nominatamente  ad  una  ad  una  tutte  le  sette  sopraddette 
sottoscrizioni  ec. 

«  Ritornò  pertanto  il  detto  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  dalla  città  di  Goa  alla  città  di  Macao,  per  indi 
rientrare  nella  Cina,  e  in  vicinanza  della  città  di  Malacca  ebbe  l'incontro,  che  qui  sotto  trascrivo  dal 
medesimo  originale. — Nos  D.  Fr.  Gcrardus  aSancto  Josepho,  Dei  et  S.  Sedis  Apostoliche  gratia  Episcopus 
Malacensis,  ex  S.  Praedicatonim  Ordine,  a  Gonsiliis  Serenissimi  Regis  Lusitaniae  ec  universis  et 
singulis  praesentes  litteras  inspecturis  fldem  facimus  atque  testamur,  quod  cum  ad  expectandum 
tempug  navigationis  ad  Sinas  detineretur  in  portu  Anglorum,  Taliceyra  d'icio,  Indiarum  Orientaliam, 
die  33  mensis  aprilis  currentis  anni  orta  est  dispotatio  super  sanctam  legem  catholicam  romanam  inter 


BORMIO  57 


Adm.  R.  P.  Lectorem  Fr.  Joannem  Haplislani  de  Ronnio  Onl.  Min.  Provinrlao  Mwliolanensis  Illium, 
Missìonarium  Apostolìcum  Sìnarum,  et  daos  crcticos  consiliarios  socictatis  Anglicac,  qui  se  convictos 
videntes,  in  vindictaro  et  in  odium  ndel  egenint,  ut  per  Thomam  Bysield  terrac  Gubernatorem  prae- 
landatus  Pater  a  dicto  Porta  exularet,  et  nobìs  absentibus,  et  in  alio  portu  commorantìbus,  intimaturn 
fait  illi  hoc  e\ilii  mandatum  die  secunda  currentis  maii,  et  eodem  quadrante  horae  executioni 
demandaturo.  Ut  antem  omnibus  constet  hoc  factum  esse  sic,  et  non  aliter,  nec  ob  alias  causas  evenisse, 
has  praesentes  litteras  signo  et  sigillo  nostro  flrmatas  dedimus  in  portu  CkLlecut,  die  decima  roaii,  anni 
1749.  Nos,  D.  Gerardus  Episcopus  Malacensis.  Loco  f  Sigilli. 

Arrivato  che  fu  alla  città  di  Macao,  ed  alloggiato  dinuovo  nel  sopraddetto  Convento  de' nostri 
Scalzi  Portoghesi,  fu  subito  spedita  dal  Signor  Don  Antonio  Perejra  e  Silva,  Descmbragador  di  S.  M.  il 
Re  di  Portogallo,  Giudice  del  civile  e  criminale  (inviato  dal  Signor  Vice-Re  di  Goa,  Don  Pietro  Marchese 
de  Alorna,  per  Sindicatore  generale  sopra  il  Senato,  Governatore,  e  cittii  di  Macao),  fu  subito,  dissi, 
spedita  al  Padre  Guardiano  del  detto  Convento  la  seguente  lettera,  tradotta  dal  linguaggio  Portoghese. 

•  Rmo.  P.  Fra  Girolamo  della  Incarnazione.  Ho  udito  per  notizia  che  è  arrivato  in  questa  terra, 
e  si  trova  raccolto  in  questo  Convento  il  P.  Gio.  Ratta  da  Rormio  ;  e,  come  è  notorio,  e  V.  P.  ndtt  ignora, 
mandandosi  dall'imperio  di  Cina  con  molta  istanza  a  richiederlo  da  questa  città,  ed  essendosi 
risposto  dalla  medesima,  che  egli  era  morto;  non  pare  bene  che  nel  medesimo  tempo  che  il  Signor 
Vice-Re  ha  procurati  tutti  li  mezzi  di  evitare  le  perturbazioni  con  gli  Cinesi ,  si  dia  occasione  a 
nuove  dissensioni ,  comparendo  detto  Padre  pubblicamente.  Il  che  supposto ,  prego  V.  P.  che 
proibisca  al  detto  Padre  qualunque  uscita  dal  Convento,  e  volendo  esso  celebrare  Messa  nella 
Chiesa,  sia  ciò  senza  barba  e  treccia,  che  si  dovrà  far  tagliare,  acciocché  resti  sconosciuto  agli 
Cinesi  ;  e  di  questo  medesimo  parere  fu  il  Signor  Governatore  ,  ed  il  Capitan  Generale  della 
città,  a  cui  in  mia  presenza  si  comunicò  questo  affare  e  consiglio:  e  certamente  che  se  il  Signor 
Marchese  Vice-Re  fo«Jse  stato  pienamente  informato  del  riferito,  non  avrebbe  concessa  la  licenza  che 
concesse  al  detto  Padre  (  s' intende  qui  la  licenza,  che  ebbe  eziandio  dal  Vicerìi  di  Goa  di  ripassar 
nella  Cina);  e  supposto  che  sia  lodevole  il  desiderio,  col  quale  pretende  dar  esercizio  alla  sua  vo- 
cazione nella  conversione  degl'infedeli  alla  nostra  S.  Fede  f^ittolica,  con  tutto  questo,  essendo  notoria 
la  difficoltà  che  v'  è  per  gli  altri  Missionarii  ancora  di  continuare  nel  medesimo  santo  ministero, 
mentre  sono  tanti  quegli  che  si  trovano  In  questa  città  detenuti  con  il  medesimo  fervoroso  zelo 
deUa  salvazione  delle  anime,  deve  detto  Padre  per  adesso  conformarsi  alla  volontà  di  Dio,  sino  a  che 
gli  apra  il  cammino  di  poter  continuare  nell'impiego,  che  già  lodevolmente  esercitò  nell'imperio 
di  Cina,  e  non  volere  porre  questa  città  in  qualche  nuova  constemazionc ,  se  sapendo  gli  Cinesi 
esser  falsa  la  notizia  che  loro  si  è  data,  di  esser  morto,  instino  a  richiederlo  alla  città ,  acciocché  lo 
riconsegni  nelle  loro  mani.  E  se  V.  P.  terrà  un  poco  di  tempo  disoccupato,  spero  che  faccia  questa 
medesima  rappresentazione  al  Rmo.  Procuratore  della  Propaganda  (cioè  al  P.  Arc^mgiolo  Miralta, 
Genovese,  Cherico  Regolare  Minore  di  S.  Lorenzo  in  Lucina  in  Roma,  morto  poi  in  Roma  verso  il 
principio  dell'anno  1752):  e  per  quello  che  è  di  servizio  di  V.  P.,  sempre  mi  tenga  pronto  per 
obbedirla.  Dio  guardi  V.  P.  Rma  molti  anni.  Macao  29  Agosto  17*9.  Servo  molto  veneratore  D. 
Antonio  Perejra  e  Silva  ec. 

■  Per  proseguire  il  suo  ritorno  da  Macao  alla  Cina,  diede  il  detto  P.  Gio.  Ratta  da  Rormio  il  seguente 
memoriale,  e  ne  ottenne  la  qui  sotto  segnata  concessione  ;  tradotto  il  tutto  dall'originale  portoghese  In 
italiano.  — Illustrissimo  Signor  Dottore  Sindicatore  ec.  Dice  il  P.  Gio.  Ratta  da  Rormio,  Missionario 
Apostolico  della  S.  Congregazione  di  Propaganda  ,  che  ritornato  dalle  Indie  a  questa  città  di  Macao 
con  intenzione  di  entrar  un'  altra  volta  nella  Missione  di  Cina  a  predicare  il  S.  Vangelo  agi'  infedeli^  é 
impedito  di  conseguire  1  suoi  desiderli  dalla  medesima  città  per  le  presenti  circostanze  di  oppressione 
che  soffre  da'  Cinesi ,  ed  è  obbligato  per  questo  ritornarsi  all'  Europa.  Prega  umilmente  V.  S. 
Illustrissima  dichiari,  che  l'esser  stato  il  supplicante  preso  ed  esigliato  dagli  tribunali  Gentili  fuori 
dell' imperio  di  Cina  in  odio  della  S.  legge  di  Dio,  e  1' essere  nell'opinione  dei  Cinesi  tenuto  per 
morto,  non  gli  è  d' impedimento  che  passati  due  o  tre  altri  anni,  possa  entrare  un'altra  volta  nella 
detta  Missione  di  Cina,  o  per  questo,  o  per  altro  porto,  senza  pericolo  di  danno,  o  [»regiudizio  alla 
detta  città  di  Macao,  accioché  gli  suoi  Superiori  per  questo  motivo  non  gli  impediscano  la  sua 
vocazione. 

>  Dispaccio.  Il  supplicante  avendone  ordine  da'  suoi  Superiori,  non  tiene  impedimento  da  questa 
città  di  esercitarsi  nel  sacro  ministero  del  suo  Instituto,  di  predicare  la  S.  Fede  cattolica  agi'  Infedeli  in 
questo  Regno.  Macao,  S3  Dicembre  1749.  D.  Antonio  Perejra  e  Silva  ec. 


58  BORMIO 


•  Viaggiò  pertanto  dalla  città  di  Macao  insino  a  quella  di  Cantone  ;  ma  non  potè  passar  più  oltre 
del  distretto  di  questa,  come  si  vede  dal  seguente  attestato,  tradotto  dall'  originale  francese.  —  Noi 
sottosegnati  capitano,  officiali,  e  incaricati  degli  afEsiri  della  Compagnia  Real  dì  Francia,  e  Cappellano  del 
vascello  della  medesima  Compagnia  dell'Indie  di  Francia,  Il  Duca  di  Bettuno,  attestiamo  che  il  R.  P. 
Gio.  Batta  da  Bormio,  Francescano,  Missionario  Apostolico  della  Propaganda,  preso  nella  provincia  di 
^an-^ Tanno  i746  li  iO  d'aprile,  ed  esiliato  fuor  della  Cina  in  odio  della  S.  Fede,  dopo  d' aver  fatto  il 
suo  possibile  per  entrare  un' altra  volta  nella  sua  Mb^sione,  non  aver  potuto  venirne  a  termine  per 
gli  impedimenti  insuperabili  trovati  nella  provincia  di  Cantone ,  onde  passò  su  questo  vascello  per 
ritornare  in  Francia,  e  di  là  in  Italia  ;  e  in  tutto  questo  lungo  viaggio  si  è  diportato  in  tutte  le  sue 
parole  e  azioni  come  un  Religioso  esemplare  e  un  virtuoso  e  zelante  Missionario,  avendo  edificato  tutto 
r  equipaggio  di  questo  vascello.  In  fede  di  che  noi  segniamo  di  propria  mano  questo  certificato  a 
lK)rdo  del  medesimo  vascello,  vicino  al  porto  dell'Oriente  nella  Bretagna,  questo  duodecimo  giorno 
di  luglio  1750.  De  la  Chaiso,  Surville,  0-Cahan,  pretre.  De  Gennes,  Becdelieure,  Mayoutt,  La 
Villebague. — Quindi  il  detto  P.  Gio.  Batta  da  Bormio,  ripigliato  il  viaggio  per  Europa,  giunse  a  Cadice. 

«  Oa  Cadice,  dopo  qualche  giro  di  viaggio,  passò  al  porto  di  Barcellona,  dal  qual  porto  navigando 
insino  a  Genova,  da  qui  prosegui  poi  per  terra  il  suo  viaggio  insino  a  Roma,  ove  giunse  il  giorno  i7 
del  mese  di  dicembre  dell'anno  i750;  essendo  già  pervenuti  a  Roma,  incirca  alli  6  del  mese  di  no- 
vembre dello  stesso  anno  i750,  gli  altri  Missionari  della  Cina  in  numero  di  tre,  cioè  il  P.  Gio.  Pietro 
da  Mantova,  e  il  P.  Rmo  Arcangiolo  Miralta,  Procuratore  di  Propaganda  Fide  in  quelle  parti,  col  P.  Gio. 
Pietro  Gulielmi,  amendue  Cherici  Regolari  Minori  de' Santi  Lorenzo  e  Lucina. 

•  Nella  dimora  che  fece  in  Roma,  il  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  ebbe  molti  particolari  e  lunghi 
colloqui  con  sua  Santità,  Cardinali,  e  Principi,  con  tutti  insomma  li  personaggi  più  qualificati ,  sì 
ecclesiastici ,  che  secolari  ;  avendo  avuti  ovunque  per  la  sua  erudita  e  divota  conversazione 
cortesL<isimi  accoglimenti  e  felicissimi  incontri.  Tenne  per  qualche  tempo  la  barba  e  la  treccia  in 
capo  all'usanza  cinese,  ma  finalmente  poi  le  dimise;  né  le  tenne  in  quel  tempo  se  non  per  comando 
di  Sua  Santità.  Alloggiava  nel  nostro  Convento  di  San  Pietro  in  Mon torio.  Ricevette  in  Roma  una  lettera 
da  Parigi,  inv  iatagli  da  Monsignor  Gioachino  Martiliat,  Vescovo  d'Ecrinea,  Vicario  Apostolico  ec,  il 
quale  {)er  molti  anni  era  stato  assieme  con  lui  nella  Cina,  e  sen  fuggi  dalla  prigionia  ;  la  qual  lettera 
tradotta  dal  francese  si  è  come  sicgue:  —  Molto  Reverendo  Padre.  Parigi  li  18  Febbraio  1751. 
Io  sono  molto  consolato ,  mio  reverendissimo  e  carissimo  Padre  da  Bormio,  di  apprendere  il  fine 
dei  vostri  lunghi  viaggi  e  il  vostro  felice  arrivo  a  Roma  :  io  desidero,  mio  carissimo  Padre,  che  godiate 
in  fine  del  riposo,  della  tranquillità,  e  delle  altre  ricompense,  che  il  vostro  zelo  per  la  propagazione  della 
Fede,  e  tutto  quello  che  voi  avete  sofferto  per  una  sì  bella  causa,  si  meritano.  Voi  siete  veramente  un 
confessore  di  Gesù  Cristo  :  voi  avete  soflìerto  una  lunga  prigionia,  li  ferri ,  le  battiture ,  la  nudità,  la  la- 
me, e  tutti  gli  orrori  che  accompagnano  le  prigioni  della  Cina  (voi  convenirete  con  me,  che  le  nostre 
prigioni  d' Europa  non  hanno  cosa  alcuna  di  comparabile  con  quelle  della  Cina  :  almeno  io  credo 
cosi  )  :  io  non  dubito  punto  che  tante  pene  soflTerte  con  tanto  di  costanza  e  tanto  di  quella  libertà  pro- 
pria dei  figliuoli  di  Dio,  (  mentre  nel  mezzo  delle  vostre  catene  voi  avete  avuto  la  consolazione  di 
predicare  il  santo  nome  di  Dio,  di  far  ammirare  la  sua  dottrina,  e  di  più  di  farla  abbracciare  ad  alcuni  ) 
io  non  dubito  punto ,  dico ,  che  si  penosi  e  lunghi  travagli  non  ricevano  dagli  vostri  Frati  tutta 
la  considerazione  che  vi  è  dovuta,  e  che  non  siate  stato  ricevuto  a  braccia  aperte  dalle  Eminenze  loro 
gli  nostri  signori  Cardinali,  preposti  agli  affari  della  Propagazione  della  Fede.  Le  Eminenze  loro  sono 
riempite  di  un  si  gran  zelo  per  la  gloria  di  Dio,  che  riguardano  con  piacere  e  con  venerazione  gli  ope- 
rai come  siete  voi,  li  quali  in  pochi  anni  hanno  riempito  molto  tempo  ben  gloriosamente.  11  R.  P. 
Miralta,  e  il  P.  Gio.  Pietro  di  Mantova  saranno  lieti  di  farvi  le  testimonianze  che  vi  devono: 
voi  troverete  ancora  nel  signor  Abate  di  Vertemon  un  testimonio  dei  vostri  meriti  :  ei  si  farà  pregio  di 
ri'ndenf  giustizia  alla  verità.  Io  ancora  avrei  una  grande  soddisfazione  se  pcte.ssi  venire  a  Roma  a 
!KU!iare  li  piedi  d'uno  dei  più  grandi  Papi,  che  la  Chiesa  ha  mai  avuto,  e  onorare  gli  sepolcri  degli 
Apostoli  S.  Pietro  e  S.  Paolo,  e  del  numero  infinito  degli  altri  martiri  ;  e  il  piacere  di  potervi 
abbracciare  in  Roma,  sarebbe  una  nuova  ragione  di  muovermi  a  fare  il  viaggio,  se  alcuni  affari  del 
nostro  Seminario  non  mi  tenes-nero  legato  del  corpo  in  Parigi.  Frattanto  donatemi  frequentemente 
novelle  di  voi,  e  contate  sempre  sopra  li  sentimenti  di  clii  con  un  rispettoso  attaccamento  si  dichiara. 
Mio  Reverendissimo  Padre,  Vostro  umilissimo  e  obbligatissimo  servitore,  Gioachino  Martiliat,  Vescovo 
d' Ecrìnea,  e  Vicario  Apostolico  in  Cina. 

•  Parti  poi  da  Roma  il  detto  P.  Gio  Batta  da  Bormio,  col  commodo  del  viaggio  pagatogli  da  Sua 


> 


BORMIO  59 


Santità,  e  con  una  bella  reliquia  di  S.  Croce,  donatagli  di  propria  mano  dalla  stessa  Santità  Sua;  ed 
arrivò  felicemente  in  questo  Convento  del  Giardino  nei  primi  giorni  del  mese  di  Ottobre  dell'anno  175i. 

«  Unitamente  a  tutti  gli  altri  di  lui  ricapiti  portò  una  lettera  della  Sacra  Congregazione  al  Superior 
Provinciale,  la  quale  diceva  cosi:  —  Al  Reverendo  Padre  il  Padre  Provinciale  de' Minori  Oss.  Riformati 
della  Provincia  di  Milano.  Reverendo  Padre I  Ancorché  questa  S.  Congregazione  sia  persuasa  che  giada 
qualche  tempo  sia  giunta  per  fama  alla  P.  V.  la  notizia  del  merito  ben  distinto,  che  si  è  fatto  appresso 
Iddio  ilP.  Gio.  Batta  da  Bormio, mediante  il  travaglioso  esercizio  dell'apostolico  ministero  nelle  spinose 
e  tanto  perseguitate  Missioni  della  Cina  ;  giudica  nulladimeno  la  medesima  opportuno  di  dame  alla 
stessa  P.  V.,  e  per  suo  mezzo  anche  agli  altri  Padri  più  graduati  di  cotesta  sua  Provincia,  la  presente 
non  dubbia  testimonianza.  In  fatti  non  sono  cosi  agevoli  a  descriversi  in  breve  i  lunghi  e  tormentosi 
patìHienti,  che  ha  sofferto  per  la  zelante  diffesa  della  catolica  Fede  nella  prolungata  e  strettissima 
sua  prigionia  di  quindici  mesi,  carico  di  catene  e  di  ceppi  ;  nelli  frequenti  constituti  in  diversi 
tribunali;  nei  replicati  schiaffeggiamenti,  e  nelle  ritcrate  torture  de' piedi:  sarebbe  un  offender  troppo 
sul  vivo  l'umiltà  e  modestia  di  questo  benemerito  operaio,  se  a  parte  a  parte  si  volessero  individuare 
le  costanti  riprove,  che  in  si  ardui  cimenti  ha  date  del  fervido  suo  zelo  e  dell'ardente  sua  Fede,  con- 
forme distesamente  n'  ò  stata  ragguagliata  questa  S.  Congregazione  nelle  uniformi  relazioni  ricevute 
da  quelle  parti.  Non  può  però,  senza  far  torlo  al  vero,  tacersi  che,  quantunque  in  sommo  grado  angu- 
stiato, non  ha  lasciato  di  procurare  la  conversione  di  quei  medesimi  Giudici,  avanti  dei  quali  egli 
era  stato  costituito,  mostrando  loro  la  verità  della  cristiana  Religione  con  prove  evidenti,  e  con- 
vincendo la  loro  ostinazione  coi  medesimi  loro  testi  cinesi,  e  traendo  nelle  stesse  carceri  alla  pro- 
fessione della  vera  Fede  alcuni  de' malfattori  più  perduti,  con  esso  carcerati,  acquistati  cosi  col  mezzo 
del  S.  battesimo  non  meno  alla  grazia,  che,  come  deve  sperarsi,  alla  gloria  di  Dio,  nel  punto  stes.so 
che  erano  per  precipitare  nell'eterna  perdizione.  È  per  tanto  sicura  questa  S.  Congregazione,  che  la 
P.  V.  e  gli  altri  Padri  di  cotesta  Provincia,  non  solamente  saranno  per  accoglierlo  con  amorevolezza 
e  con  giubilo,  ma  che  lo  riguarderanno  con  tutta  quella  stima ,  e  lo  avranno  in  quella  considera- 
zione che  merita  un  Religioso,  il  quale  ha  saputo  fare  tanto  onore  alla  Provincia  medesima  sua 
madre.  Ciò  facendo,  confoime  non  può  dubitarsene,  faranno  cosa  ben  grata  a  questa  S.  Congre- 
gazione, e  accetta  alla  Santità  di  Nostro  Signore.  Con  che  io,  per  fine,  alle  orazioni  della  P.  V. 
e  de* suoi  Religiosi  affettuosamente  mi  raccomando.  Roma  3  ottobre  i75i.  Al  piacere  di  V.  P. 
S.  Valenti  Prefetto.  —  Nicolò  Lercari  Segretario.  Nella  mattina  poi  del  giorno  9  dicembre  175i,  si 
le.sse  in  piena  comunità  del  Giardino  il  seguente  recapito  del  detto  P.  Gio.  Batta  da  Bormio. 

•  Fr.  Raphael  a  Lugagnano,  Lector  Emerìtus,  ex  Minister  Generalis  ,  ac  totius  Cismontanae 
Pamiliae  Fratrum  Minorum  S.  P.  N.  Francisci  Commissarius  Generalis,  Visitator,  et  Reformator  Aposto- 
lii^us  ec.  Dilecto  nobis  in  Christo  Patri  F.  Joanni  Baptistae  a  Bormio  nostrae  Obs.  Reformatao  Provinciae 
Mediolani  alumno,  ac  Missionario  Apostolico,  salutem  et  Seraphicam  Benedictionem.  Ut  ea,  qua  par  est, 
animi  promptitudine  ac  veneratione  Sacrae  Congregationis  de  Propaganda  Fide  mandatis  sub  die  iO 
decembris  1668  emanatis  obsequamur,  et  cxanthelatos  a  te  labores  quantum  cum  DSo  possumus,  remu- 
ncremur,tibi,  quem  ad  formam  laudati  decreti,  Missionarii  Apostolici  munere  in  Sinarum  regno  functum 
fuisse  anthenticis  documentis  comperimus,  harum  serie  facultatem  facimus,  ut  ex  universis  tuae  Pro- 
vinciae Conventibus,  unum,  quem  malueris,  elìgere,  ac  in  eodem,  sublata  Superioribus  facultate  alio  te 
oblegandi,  commorari  ac  degerc  valeas.  Concedimus  praeterea,  ut  primum  post  actuales  Deflnitores 
locura  teneas  ac  post  illos  immediate  praecedentia  fruaris.  Praecipientes  in  virtute  sanctae  obedientiae 
omnibus  ac  singulis  superioribus  et  subditis ,  ad  quos  special ,  vel  prò  tempore  spectabit ,  ut  te 
huiusmodis  privilegiis ,  iuribus,  ac  praerogativis  libere  ac  citra  contradictiones  fruì  ac  gaudere 
permittant;  non  obstantibus  constilutio'hibus,  decretis,  ac  consueludinibns  quibuscumque.  Vale.  Dat. 
Romaeex  Aracoeli,  Pridie  nonas  oclobris  i751.  Fr.  Raphael  a  Lugagnano,  Commissarius  generalis.  Loco 
t  sigilli  De  mandato  Reverendissimi  in  Chr.  Patris  Fr.  Paulus  Joannes  a  Bastia  Secretarius  Generalis. 

«  Portò  seco  eziandio  il  seguente  attestalo,  fattogli  in  Macao,  in  occasione  del  di  lui  ritorno  in 
Europa. — Fr.  Hilarius  a  Sancta  Rosa,  Dei  et  Apostolicae  sedis  gratia  Episcopus  Macaonensis  in  imperio 
Sinarum,  a  Consiliis  Regis  Portugaliae  ec.  Notum  facimius  atque  testamur  Ad  R.  P.  Joannem  Baptistam 
de  Bormio  in  Rhetia,  Franciscanum  Provinciae  Obs.  Reformalae  Mediolanensis  Filium,  Concionatorcm, 
I^^lorem,  ac  Sacrae  Congregationis  de  Prop<iganda  Fide  Missionarium  Apostolicum,  sacrosanclum  Jesu 
Christi  Evangclium  barbaris  bisce  nationibus  cum  magno  fructu  per  scptem  annos  annunciasse;  de- 
mum  in  actuali  Missionis  exercitio  in  provincia  JTan-st  prope  Tartarìam ,  anno  elapso,  in  solemni 
Paschatls  lèsto  a  paganis  captum,  vincula,  carceres,  et  tormenta  prò  Christi  fide  per  qnlndecim  menscs, 


60  BOBMIO 


Dei  graliu,  constanter  perpessum,  ab  imperatore  in  odiam  fldei  a  totias  imperli  conflnis  exulem  factum, 
per  tribunalium  ministronim  manus  publice  osqae  ad  hanc  civitatem  relegatum  fuisse.  Cum  fgitar  per 
Indias  et  alias  regiones  se  ad  Europam  et  Romam  conferre  necesse  sit,  charìtati  et  aequitati  consenta- 
neum  iudicamus  eum  bis  testimonialibus  litteris  munire.  Rogantes  insuper  omnes  et  singulos,  ad  qiios 
dictus  R.  P.  a  Bormio,  sanctac  fldei  confessor  et  exul,  in  itinere  ac  redilu  suo  di  vertere  contlgérit,  ut 
illum  prò  Jesu  Cbisti  amore  in  omni  re,  qua  potuerìnt,  adiuvare  dìgnentur.  In  quorum  fldem  et 
testimonium  pracsentes  litteras  propria  manu  subscriptas ,  sìgilloque  nostro  munitas  dedirous.  Macai 
in  solito  nostrae  residentiae  palatio,  die  29  deccmbris  anni  1747.  Hilarius  Episcopus  Macaonensis. 
Loco  t  Sigilli  De  mandato  Eccellentissimi  ac  Reverendissimi  Episcopi,  Yincentius  Ferrcrius  nolarius  ec. 

«  Qui  nel  Convento  del  Giardino  ricevette  il  detto  Padre  da  Bormio  una  lettera  scrittagli  dalla 
Cina  del  P.  Gio.  Gatta  Maoletti  da  Sisrravalle,  rimasto  in  quelle  Missioni  dopo  la  detta  persecuzione, 
ma  occultamente  nei  monti,  in  distanza  da  Pecchino  in  circa  a  quattordici  giornate  (una  giornata  in 
queir  imperio,  mi  spiegò  il  detto  P.  Gio.  Batta  da  Bormio,  che  si  computa  per  il  viaggio  di  dieci  leghe, 
che  vaPa  dire,  di  cento  miglia  cinesi,  che  fanno  trenta  miglia  italiano),  ad  a.ssistere  a  que' cristianL 
La  copia  è  questa. 

«  Molto  Reverendo  Padre  I  La  stimatissima  di  V.  P.  M.  R.  data  in  Macao  l'anno  trascorso  1747 
in  ottobre,  è  stata  da  me  ricevuta  li  2G  d'aprile  del  corrente  1748,  con  tutta  la  stima  e  venerazione 
che  le  debbo.  Prima  di  questa  debbo  accusare  la  ricevuta  d'altre  due,  che  la  P.  V.  M.  R.  si 
compiac(iuc  scrivermi  essendo  ancora  in  carcere  per  amore  di  Gesucristo  :  in  leggendole ,  non 
posso  a  meno  di  confessarlo ,  mi  scorrevano  le  lagrime  dagli  occhi  ;  nel  leggere,  dico,  li  gran- 
dissimi patimenti  sofferti  con  tanta  nostra  ediflcazione  per  amor  del  Signore,  e  di  cui  né  meno  una 
menoma  parte  per  la  sua  umiltà  me  ne  ha  comunicato,  in  paragone  di  quello  ho  inteso  da' cristiani.  A  me 
che  in  China  le  fui  e  sarò  sempre  il  più  intimo  e  sincero  di  tutti)  corre  l'obbligo,  più  che  ad  ogn' altro, 
di  ringraziare  il  Signore  per  averle  dato  tanta  forza  di  sofTerire  per  amor  suo  que*  patimenti ,  che  nee 
lingua  valet  dieere,  nee  luterà  exprimere  :  e  veramente  è  stato  di  grande  ammirazione  a' gentili,  di 
grande  ediflcazione  a' cristiani,  e  di  grande  esempio  a  noi  Missionarii  ridotti  in  numero  di  4. 

■  Non  manco,  pertanto,  dame ,  come  si  richiede,  notizia  alli  PP.  MM.  RR.  della  Provincia,  con 
quanti  amici  che  tengo,  pregandogli  tutti  pubblicare  li  suoi  meriti  e  predicare  le  sue  glorie,  e  se  io 
potessi  ritornare  in  Provincia,  mal  non  cesserei,  come  né  pure  cesserò  per  lettere,  di  dare  quelle  notizie 
di  V.  P.  M.  R.  che  si  richiedono,  pregandola  intanto  a  far  tutto  il  possibile,  acciocché  qualcheduno 
della  nostra  Provincia  venga  in  queste  parti  meco,  giacché  ho  perduto  per  mia  disavventura  V.  P.  M.  R. 
che  molto  e  poi  molto  mi  era  cara. 

<  Gli  affari  della  santa  Religione  sono  più  che  mai  in  pessimo  stato,  mentre  essendo  stati  presi  nel 
Kian-nam  tre  Padri  Gesuiti  nel  corrente  anno  1748  in  aprile,  dicesi,  come  scrive  il  P.  Sigismondo  da 
Pecchino,  che  l'imperadore  sia  per  mandare  fuori  nuovi  editti  contro  della  santa  Religione  e  li  Europei: 
lo  che  succedendo,  temo  debba  in  breve  succedere  quel  che  già  é  succeduto  al  Giappone;  e  noi 
trattanto  anderemo  disponendoci  per  quello  che  dulia  bont/i  di  nostro  Signore  ci  verrà  ordinato. 
Monsignor  Porti  mense  é  nascosto  in  casa  di  un  cristiano  in  Sigan-fu ,  il  P.  R.  Seraflno  Rumpler ,  Pro 
Vicario  Apostolico,  ÌUne  inde  per  agros  et  eampos,  come  mi  scrive  il  Vang-Tome,  sacerdote  in  Stgan-ftì, 
il  P.  Odoardo  d' Olatc  in  Tartaria,  ed  io  in  Gìieu-iu-Ung,  sino  a  tanto  che  Dio  lo  permetterà. 

•  In  questo  punto  ricevo  lettera  di  Monsignor  Portimcnse,  in  cui  mi  scrive  esser  di  già  il  nuovo 
editto  uscito  da  Pecchino  :  io  però  ad  imitazion  sua  ho  risoluto  non  abbandonar  questi  cristiani,  se  non 
sarò  costretto  con  catene  ;  che  però  prego  la  bontà  di  V.  P.  M.  R.  come  più  accetta  al  Signore ,  racco- 
mandarmi al  medesimo,  accioché  mi  dia  quelle  grazie  che  sono  necessarie  ;  e  per  servirmi  del  detto 
del  santo  Eliseo  Profeta,  dirò  ciò  che  già  esso  disse  ad  Elia  :  Òro,  Pater,  ut  fiat  in  me  duplex  spiritus 
tuu$:  mentre  cordinalmente  abbracciandola,  e  baciandole  divotamentc  le  sacre  mani  e  1'  abito,  son  per 
sempre,  I).  V.  P.  M.  R.  Gueu-gu-ling,  11  maggio  1768.  AfTezionatisslmo,  Obbidentissimo  e  Devotis.simo 
sempre  servo.  Fra  Gio.  Balta  da  Serravalle. 

«  Mi  feci  chiarificare  dal  medesimo  P.  Gio.  Batta  da  Bormio  quel  che  sta  scritto  nella  suddetta 
lettera  :  a  noi  Misgionarii ,  ridotti  in  numero  di  4:  e  mi  diede  la  seguente  minuta  dello  stato  di 
({ue' Missionarii  e  della  Missione:  cioè.  Francescani  Oss.  Riformati  numero  4  :  Os.^er\anti  numero  3, 
un  Dominicano  di  nazione  Cine^,  un'Agostiniano,  un  Carmelitano  Scabro,  e  Gesuiti  40  in  circa. 
Tutti  li  Missionarii  dispersi  per  l' imperio,  sono  tutti  segreti ,  e  sono  solamente  palesi  li  Missionarii 
abitanti  nella  città  di  Pecchino:  nella  qnal  città  vi  sono  rimaste  tuttora  cinque  Chiese  pubblicamente 
allerte,  essendo  tutte  le  altre  pubbliche  dell'impero  state  confiscate:  le  quali  Chiese  pubbliche  confi- 


BORNIO  61 


scale  e  perdute  saranno  circa  a  cento.  Delle  dette  Chiese  rimaste  aperte  in  Pecchino,  tre  sono  in 
custodia  de*  PP.  Gesuiti ,  e  due  in  custodia  de*  Propagandisti  ;  ma  presentemente  de'  Missionaril 
Propagandisti  ve  n'ò  rimasto  un  solo  per  ciascuna  delle  dette  due  Chiese,  cioè,  in  una  il  detto  Agosti- 
niano, e  nell'altra  o  il  Dominicano,  o  il  Carmelitano.  Il  numero  de'cattolici,  i  quali  apostatarono  in 
tutto  il  decorso  della  detta  persecuzione,  mi  dice  che  sarà  stato  per  lo  meno  di  cento  mila,  I^  perdita 
ò  veramente  dolorosa! 

«  Eppure,  dicono  alcuni,  e  lo  registra  il  Sàlmon  volume  I,  cap.  Vili,  pag.  188,  e  189,  dell' edizione 
di  Venezia  del  1740,  che  Tlmperadore  per  atto  di  sola  politica  si  trattiene  dall' abbracciare  la  cattolica 
Fedét  Dicono  che  conosca  perfettamente  le  favole  dei  Lamas  e  dei  Bonzi,  ed  ecconc  un  caso 
pratico.  Subito  che  l'Imperatrice  madre  cessò  di  vivere,  molte  fra  le  damigelle  che  l'avevano 
servita  vivente,  andarono  a  prostrarsi  a  piedi  del  flgliuol  regnante,  supplicandolo  con  molte  lagrime  a 
voler  lor  permettere  d'accompagnare  la  defunta  sovrana  nell'altro  mondo,  asserendo  che  certamente 
culà  avrebbe  molto  bisogno  della  fedele  lor  servitù:  rispose  l'Imperadore  a  tali  fanatiche:  Ho  già 
pengato  al  rottro  stabilimento  :  ho  fatto  li  nece$$arii  provedimenti ,  coniche  sopra  questo  punto 
potete  vivere  con  V  animo  vostro  in  riposo.  Nulladimeno,  temendo  che  accecate  dal  troppo  zelo  e 
dall'amore,  si  dessero  barbaramente  la  morte,  ordinò  che,  recisi  loro  immediatamente  i  capelli, 
fossero  poste  in  un  luogo  rinchiuso  :  giacehè  corre  qui  superstizione,  che  quando  son  così  rase,  diven- 
tino inutili  a  più  ser\ire  ìd  tale  stato  a'morti  nell'altra  vita.  Dicono  che  costuma  dire  a'  cristiani  :  La 
vostra  legge  è  dura ,  ma  con  tutto  ciò ,  qualunque  violenza  sia  necessario  farsi ,  io  non  resterei 
un  solo  momento  in  dubbio  per  abbracciarla,  se  la  credessi  vera.  Quando  poi  mi  fossi  fatto 
cristiano,  pretenderei  che  dentro  allo  spazio  di  tre  anni  tutto  V  imperio  seguisse  il  mio  esempio , 
perchè  so  d'essere  l'assoluto  e  solo  padrone  della  volontà  de' miei  sudditi.  Questo  discorso  non 
rappresenta  per  verità  un  uomo  che  sia  cristiano  nel  cuore;  poiché,  se  i  suoi  sudditi  li  sono  cosi 
afTezionatl,  o  gli  conosce  tanto  obbedienti  per  seguire,  senza  e^ser  costretti,  il  suo  esempio,  qual  ragione 
poi  lo  trattiene  dal  dichiararsi  pubblicamente?  e  d'onde  gli  viene  il  timore  di  porsi  nel  rischio  di 
perder  la  corona  ?  L' esperienza  si  è  che ,  o  sia  politica  ,  o  sia  incredulità ,  o  sia  ostinazione ,  o  sia 
qualunque  altro  motivo,  egli  di  fatto  rifiuta  la  nostra  vera  Fede,  ed  è  contrario  ai  seguaci  suoi. 

•  Il  detto  P.  Gio.  Balla  da  Bormio,  dimorò  in  questo  Convento  del  Giardino  incirca  tre 
mesi,  nel  qual  tempo  sua  Eminenza  e  il  P.  Inquisitore,  il  Conte  Beltrami,  Gran  Cancelliere ,  e 
tutti  in  somma  gli  personaggi  più  ragguardevoli  di  ogni  ordine  lo  vollero  a  gara  vedere  e 
trattare ,  rimasti  tutti  soddisfatissimi  del  religioso ,  prudente  ed  erudito  suo  procedere  :  con  di 
più  il  contento  di  vagheggiar  le  figure  dei  misteri  principali  della  nostra  santa  Religione,  stam- 
pate in  legno  all'  usanza  de'  Cinesi,  con  sei  tometti,  stampati  in  lingua  cinese,  contenenti  la  dottrina  di 
Confucio  (il  qual  Confucio^  mi  disse  egli  che  visse  in  circa  ad  anni  560  avanti  alla  venuta  di  Gesucristo, 
ed  è  sepolto  nella  provincia  di  Xan-tung,  una  delie  sette  settentrionali,  nella  città  di  terzo  ordine,  detta 
Kin-fu'hien,sotlo  la  città  di  primo  ordine  detta  Jen-cheu-fu),  impresso  il  tutto  in  carta  composta  di  polpa 
di  canne,  che  nel  tempo  della  persecuzione  ebbe  l'occhio  di  far  trasmettere  da  un  buon  cattolico  di  lui 
amico  alla  città  di  Macao,  ove  di  fatto  le  ritrovò,  e  per  la  parte  di  Francia  da  Macao  trasmetter  fece 
in  Italia.  Dopo,  poi,  la  suddetta  dimora,  in  età  d'anni  41  in  circa,  nel  giorno  8  di  marzo  dell'anno 
1752,  se  ne  parti  dal  detto  Convento  del  Giardino  per  la  strada  di  Como  alla  propria  patria,  ed  indi 
pi»r  la  Germania  a  ritrovare  in  Vienna  un  proprio  fratello. 

«  Dalla  qual  città  di  Vicnnji,  in  data  del  4  luglio  1752,  scrisse  qui  al  Giardino  al  P.  L.  Plerantonio 
Testa  da  Borghetto  una  lettera,  di  cui  la  copia  è  la  seguente.  —  Padre  Borglietto  amatissimo.  Aiqiena 
giunto  in  questa  Metropoli  vi  diedi  nove  di  me:  ora  ve  le  replico,  e  molto  liete:  cioè  d'aver 
avuto  la  grazia  di  baciare  le  mani  alli  Augustissimi.  Alli  29  di  giugno  fui  introdotto  dall'  Im- 
pcradore,  che  mi  tratti>nne  umanissimamente  in  discorso  l)en  due  ore  continue.  .Vili  2  del  corrente 
all' Imperadrice,  che  per  un  buon  quarto  d'ora  meco  parlò  graziosamente;  interrogandomi  con  somma 
affabilità  di  molte  cose,  e  le  risposte  mostrò  di  gradire  assaissimo.  Alia  fine  dell' udienz^i  ella  stessa 
mi  chiese  se  io  bramava  di  vedere  i  suoi  figliuoli  datile  dal  Signore:  e  udendo,  che  ciò  sarebliemi  di 
sommo  onore  e  piacere,  fece  tosto  chiamare  la  Principessa  Marianna  sua  primogenita,  di  circa  anni 
12,  e  simile  nella  statura  e  nel  taglio  della  persona  alla  D.  Peppa  (  una  figlia  del  Conte  Sola  in 
Milano),  ma  bella  e  graziosa  come  un'angioletto,  la  quale  meco  rimase  per  un  pezzetto  e  si 
trattenne  familiarissimamente,  ragionando  in  francese.  Dopo  sopravvenne  sua  Maestà,  e  mi  assegnò 
l'Aia  deir Arciduca  Giuseppe,  con  altra  dama  principale  di  Corte,  le  quali  mi  condussero  per  tutto 
il  palazzo,  e  coé\  vidi  tutta  l'imperiai  figliolanza,  e  parlai  coli' Arciduca  Giuseppe,  coi  Principi  Carlo, 


62 


DOUCHER 


e  Leopoldo,  e  collo  altre  quattro  Principesse  loro  sorelle,  che  sono  tutte  belle  e  graziose  come 
angiolini ,  e  vollero  che  io  dessi  loro  la  benedizione.  Questi  graziosissimi  Principi  poi  nelF  atto  di 
congedarmi,  per  ben  due  volte  mi  fecero  istanza  di  tornare  a  vedergli  prima  della  mia  partenza  da 
Vienna;  il  che  farò  tra  pochi  giorni.  0  vedete  che  grande  umanità  e  degnazione  di  tutta  questa 
augusta  famiglia  I  Giunto  in  Provincia,  vi  conterò  poi  altre  cose  ec. 

•  Ritornato  da  Germania  in  Provincia  nello  stesso  suddetto  anno  175S,  si  fissò  di  famiglia  nel 
Convento  di  Traona,  con  idea  (tenendo  sempre  conto  degli  emergenti  delle  vicende  umane)  di 
là  finire  in  religiosa  pace  li  giorni  suoi.  > 

—  Oratio  supra  regressum  ad  Missionem  Sinicam  Patris  Fra- 
tris  Joannis  Baptistae  de  Bormio,  Ordinis  Minorum  Obser.  Reform. 
Provinciae  Mediolanensis  filii,  Concionatoris,  Lectoris  et  Missio- 
narii  Apostoloci  S.  Congregat.  de  Propaganda  Fide  in  Imperio 
Sinarum. 

Questa  Orazione  fa  parte  del  manoscritto  della  Biblioteca  di  Brera  in  Milano,  già  ricordato.  L'Au- 
tore la  compose  in  Macao  il  1749,  dove  s'era  rifuggito  da  Cantone.  Sono  9  carte  in  foglio,  e  la 
breve  Praemonitio  ad  Lectorem  ne  fa  intendere  lo  scopo. 

«  Postquam  Pater  orator  (egli  dice)^  qui  in  provincia  Xan-si  imperii  Sinarum  in  festo  Resur- 
rectionis  D.  N.  J.  Canni  1746,  in  actuali  exercitiu  Missionis  captus  a  tribunalibus  gentilium,  et 
post  15  menses  carceris  et  calamitatum  in  odium  fldei  eiectus  in  exilium,  Iraditus  fuit  civitati  Macaensl 
remiteudus  ad  Earopam;  post  modicum  temporìs  iterum  a  Mandarinis  instanler  postulatus  fuit  ad 
iudicium  :  sed  civitatis  (qui  manca  wui  parola  ;  forte  Gubernator  )  eum  tradcre  nolens,  die  qua  ex.ul 
Sinensibus  Minoriticum  habitum  induit,  ad  eludcndam  eorum  praepotentiam  et  vexationes,  mortuum 
nunciavit.  Mandarini  dictum  oratorem  vivum ,  vel  eiu.sdem  mortul  caput  repetierunt  a  civitate , 
quac  ei  mittens  mortui  leprosi  calvariam,  quam  in  aliquibus  imaginibus  pingi  fecit,  eorumque  mandatls 
sic  obsecuta,  nuUam  amplius  molesliam  a  tribunalibus  passa  est  ob  pracfatum  oratorem  Inter  mor- 
tuos  computatum  :  qui  dans  locum  irae  persecutorum ,  cedensque  vi  et  necessitati,  ad  Indias  pru 
interim  coactus  fuit  divcrtere  ;  sed  vocationi  divinae  obtemperans  ,  obtenta  ab  hoc  Exmo  D.  Pru- 
Rege  Indiarium,  post  vigintis  menses,  licentia,  reversus  estMacaum,  ut  hinc  data  occasione  regrederetur 
in  suam  missionem  ad  evaugclizandum  regnum  Dei,  et  ad  recolligendas  christianitatis  reliquias ,  -ob 
furentem  pcrsecutionem  dispersas.  Verum  cum  multas  ad  intentum  suum  assequendum  espertas 
sit  coutraddictiones  in  civitate^  intus  et  forìs  vexata,  a  cuius  insuper  Dominis,  Doctore  sindicante  Anto- 
nio Perejra  et  Silva,  et  Gubernatorc  Joanne  Emmanuele  de  Mello,  iu  conventu  invlolabililer  includi 
iussus  est  ;  ut  ei  in  imperium  ex  hac  insula  clam  regrediendi  facultas  concederelur . . .  liane  oratiunem 
composuit,  et  ab  Exmo  et  Rmo  D.  Hilario  a  S.  Rosa  (Francescano  anch'  essoj  Episcopo  dioecesano  pctiit, 
eam  in  cattedrali  Ecclesia  Macaensi  coram  principalibus  civitatis  publicc  pronunciandi.*  Egli  mostrava, 
1.  che  talis  regretsus  avrt>bbe  arrecato  magnum  adiutorium  Sinkae  ÈtUtioni  ;  2.  che  non  ne  sarebbe 
venulo  alcun  danno  Macaensi  civitati.  Ma  la  politica  prevalse,  e  non  potè  recitarla,  né  rientrare  in  Cina. 

—  Oratio  Fr.  Ioannis  Baptistae  de  Bormio  Ordinis  Minorum 
Obser.  Reformatorum ,  Missionarii  Apostolici  S.  Congregationis 
de  Propagarìda  Fide^  in  odium  fidei  ab  imperio  Sinarum  in  exi- 
lium missi,  circa  res  Missionum. 

Anche  questa  Orazione  fa  parte  del  sopraddetto  manoscritto,  e  conia  10  carte  in  foglio  :  la  scrisse 
in  Roma.  Il  Padre  da  Bormio  mori  il  1761. 

s*--p.         87.  BouCHER.  —  Le  bouquet  sacre ,  ou  le  voyage  de  la  Terre 
Sainte,  compose  des  roses  du  Calvaire,  des  lys  de  Betlem,  des 


Atia 


BOURCHIER  -  BOVO  63 


hyacints  du  Mont  Olivet,  et  de  plusieurs  autres  pensées  de  la 
Terre  Sainte,  par  le  P.  Jean  Boucher,  Frere  Mineur  Observantln. 
Rouen,  La  Besogne,  1698. 

Un  volarne  in  i3,  col  ritratto  deir  Autore.  N'èun  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Con- 
vento di  Sant*Anna  dì  Parigi.  Se  ne  sono  fatte  cinque  edizioni:  la  prima  in  Parigi*  in  8,  il  i626; 
le  altre  tre  in  i3,  in  Caen  e  Ruen  gli  anni  i679,  1698  e  1738«  e  la  quinta  in  Lione  senza  data. 
L'Autore  visitò  la  Grecia,  l'Egitto,  l'Arabia,  la  Palestina,  ec.  Il  libro  non  manca  di  notizie,  ma  v'è 
poca  o  nissuna  critica.  Qrediamo  che  il  maggior  suo  pregio  consista  nella  profonda  pietà ,  che  1' 
Autore  addimostra  verso  i  Santi  Luoghi  di  nostra  Redenzione. 

88.  BouRCHiER.  —  Historla  ecclesiastica  de  martyrio  Fratrum 
Ordinis  Minorum  Divi  Francisci  de  Observantia,  qui  partim  in 
Anglia  sub  Henrico  IIX ,  partim  in  Belgio  sub  Principe  Auriaco, 
et  partim  in  Hibernia  tempore  Elisabethae  regnantis  Reginae 
passi  sunt.  Auctore  Fr.  Thoma  Bourchier  Angle,  Ordinis  Sancti 
Francisci  de  Observantia.  Inglostadii,  ex  officina  Wolfangi  Ederi , 
an.  1583. 

Un  volume  in  8,  di  278  carte.  Libro  raro  e  prezioso  per  la  storia  dell'  Inghilterra  e  dell'  erobmo 
mostrato  da'  Francescani  al  tempo  dello  scisma,  e  dipoi ,  per  sostenervi  e  conservarvi  la  cattolica  fede  : 
i  quali,  con  esempio  unico,  riuscirono  a  tenervisi  nascosti  in  Regolare  Osservanza,  sempre  apostoli- 
camente  operando,  sino  al  i840.  L'  Autore  fu,  si  può  dire,  contemporaneo  di  que'  terribili  avvenimenti, 
e  zelantissimo  Missionario.  Raccolse  molti  documenti  ed  autorevoli  testimonianze,  e  ne  compose  un 
8QO  libro  in  latino  non  senza  qualche  eleganza,  dedicandolo  generoso  admodum  et  iUustri  viro 
Domino  JuUo  Bustin  Fiorentino.  Habebam  (egli  dice)  aliqua  de  Àngliae,  BelgU,  et  Hibemiae  Martyri- 
biu  meditata,  quorum  quaedam  in  scriptis  erant,  alia  proborum  vivorum  fida  relatione  acceperam  : 
haee  ti  in  unum  aliquetn  cathalogum  eomponerentur,  putabam  me  rem  non  piane  deplaralam 

fadwrum,  tOd  etiam  forte  gratam,  nipote  ab  homine  lui  amantissimo  profectam Neque  euiquam 

hominum  eommodius  dedicare  potui,  quam  libi,  qui  Martyribus  in  poenit  et  tormentis  sodus  fueris  ; 
ita  tamen,  un  inde  constantissime  evaseris.  In  arce  enim  Rammekensi,  quae  in  littore  Zeelandiae 
est  constituta,  etsi  mori  propter  acerbissima  tormenta  cruciatusque  saevissimos  libi  a  tortoribus  isiis 
propter  fidem  tuam  amicorumque  iHata  non  recusaris,  nudus  tamen,  relietis  ibidem  vestibut,  elapsus 
e*  :  no»  dubium  autem  id  eo  factum  esse  animo,  ut  in  gravintmis  negotUs  ReipubliecLe  christianae 
sedìiiam  (quod  et  fads)  operam  navares.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze, 

89.  Bovo.  —  Brillante  pervenir  del  Cuzco.  0  esposicion  de 
las  esperanzas  de  engrandecimiento  de  este  departamento  y  sus 
unmediatos,  fundadas  en  las  ventajas  que  pueden  redundarles  de 
utilizar  el  immenso  territorio  Peniano  al  nordeste  de  sus  Andes, 
^fegado  por  el  caudaloso  Rio  de  la  Madre  de  Dios  o  Mano,  y  sus 
tributarios  ;  intentando  por  diche  Rio  y  el  de  Maranon  (  Amazonas) 
le  navegacion  a  los  Puertos  Atlanticos  y  de  Europa;  se  traza  asi- 
^liisino  un  pian  de  reduccion  a  vida  social  y  cristiana  de  los 
Chunchos  que  habitan  las  montanas  de  la  gran  Pampa  de  la  Madre 


64 


DOVO 


de  Dios,  vulgarmentc  llamados  de  Paucartambo  y  demas  naciones 
infieles  y  barbaras.  Memoria  presentada  al  senor  Jeneral  Prefecto 
del  Departamento  D.  José  Miguel  Medina  por  el  P.  Fr.  Julian 
Bovo  de  Revello,  Religioso  Francisco,  Misionero  Apostolico  de 
Propaganda  Fide,  miembro  honorario  de  la  sociedad  de  Agricultura 
y  Beneficencia  de  Santiago  de  Chile.  Dedicada  al  Pueblo  Cuzqueno. 
Cusco,  1848  :  Iraprenta  libre  por  Manuel  Celestino  Torres. 

Un  volume  in  4,  di  Vili  -  83  pagine  di  minutissima  e  fittissima  lettera,  inviatomi  dall' Aoture. 
Scopo  dei  dotto  e  zelante  Missionario  nello  scrivere  questa  memoria,  fu  di  indurre  il  Governo  del  Perù 
ad  occuparsi  della  sorte  di  molte  tribù  selvagge,  che  restano  tuttavia  abbandonate,  specialmente 
nelle  valli  di  Paucartambo,  ossia  nella  gran  Pampa  della  Madre  di  Dio.  •  Sin  embargo  {e' dice)  de 
que  va  existen  numcrosas  naciones  participes  de  los  consuelos  de  la  religion  cristiana  y  goces  de 
la  civilizacion,  por  eroicos  esfuerzos  y  perennes  sacrìllcìos  de  innumerables  Misioneros,  todavia  quedun 
niuohisimas,  principalmente  en  la  America  del  Sud,  que  a  vista  de  los  pueblos  civilizados  permanecen 
estacionarias  en  su  primitivo  estado  de  salvaje,  ocupando  cabalmenle  una  de  las  mas  fertilcs  y 
deliciosas  porciones  del  globo. —  E  son  specialmente  le  nazioni  che  vivono  nelle  valli  di  Paucartambo 
0  sìa  della  gran  Paroi>a  della  Madre  di  Dio.  —  «  EIntre  las  orìentales  {e' prosegue  )  feracisimas  regiuncs 
que  componen  la  integridad  del  territorio  de  la  Republica  del  Perù,  la  conocida  vulgarmente  hajo 
el  apelativo  de  Valles  de  Paucartambo,  o  mejor  llamada  Gran  Pampa  de  la  Madre  de  Dlos,  es  la  que 
presenta  las  mas  reales  prospectivas  de  una  brillante  aurora  de  prosperidad  ,  no  solamente  para  las 
provincias  de  los  Departamentos  Cuzco  y  Puno,  sino  tambien  por  toda  la  Republica.  Esas  tierras  y  sus 
habitantes  nunca  han  sido  desde  la  conquista  el  objecto  de  fctrmales  y  vigorosos  esfuerzos  de  Iqs 
Gobiemos  para  utilizar  las  primera^s,  y  Itamar  los  segundos  al  seno  de  la  Religion  cristiana  y 
disfrute  de  las  comodidades  de  la  vida  civilizada.  •  — Dopo  profondi  studi  egli  propone  il  modo  di 
venire  a  ca|)o  di  tale  impresa,  che  espone  a  parte  e  |)arte  in  (iue|ta  sua  Memoria  indirizzata  al 
Governo  del  Perù.  —  •  La  Imporlancia  del  asunto  {e' dice)  de  que  me  voi  a  ocupar  en  està  memoria, 
re(iuiere  el  desarollo  <le  muchas  y  diferentes  consideracioues,  que  se  me  ofrecen  pare  senlar  debi- 
<tamente  los  principios  fundamentale.s  que  sìrvan  de  base  a  las  disposicioues  generales,  a  (In  de 
civilizar  y  reducira  le  fé  cristiana  los  Chunchos  de  Paucartambo,  colouizar  e.se  pais  que  por  oprobrio  de 
los  Geografos sigue  en  los  Mapas  seiialado  por paù  desconocido,y  habilitar  ala  navegacion  y  comercio 

los  caudalosos  Rios  que  lo  cruzan »  E  primamente  consacra  un  largo  capitolo  alla  topografia 

e  ad  algunai  produccionen  de  las  mas  lucrativas  de  la  Gran  Pampa  y  Rio  de  la  Madre  de  Dios. 
In  un  altro  poi  accenna  varias  de  Uis  infinilas  ventajas  que  puede  producir  la  navegacion  por  el 
Rio  de  la  Madre  di  Dios.  In  un  terzo  compendia  las  entradas  de  Capitanes  y  Misioneros  a  las 
conquistas  temporales  y  espiritualei  de  los  Chunchos  al  Oriente  de  los  Andes  del  Cuzco ,  e  contiene 
stupende  glorie  dell'  Ordine  Francescano.  Dopo  ciò  egli  espone  il  suo  •  pian  de  medios  para  rediicii* 
a  Vida  social  y  cristiana  los  Chunchos  de  las  montatias  de  la  Madre  di  Dios,  vulyannente  llamados 
de  Paucartambo,  e  indicante  tambien  algunas  otrns  conreniencias  de  promovér  està  impresa,  E 
siHìcialmente  le  Missioni  ne  sono  il  mezzo  principale:  ma  vogliono  e.ssere  sapientemente  ordinate,  ed 
efficacemente  prolette  dal  Governo.  Ascoltiamo  V  Autore  :  •  En  consccuencla  de  la  obligacion  format 
([ue  tiene  el  liombre  civilizado  de  tender  la  mano  al  Indio  salvaje,  y  hacer  que  tome  parte  en  la 
civilizacion,  estimulandolo  con  los  alicientes  mas  lisonjeros  e  mas  nobles,  mas  humanos  y  convenienles, 
se  tleja  ver  claramente  que  todo  esto,  solo  se  puede  conseguir  mediante  una  organizacion  mista  de 
misiones,  desempenadas  por  Misioneros  euerjicos  y  virtuosos,  y  sus  pueblos  usisi idos  de  una  gu.)ruicion 
de  colonos  —  militiires  honrados  y  laborlosos,  que  sirvan  a  la  vez  de  ejemplo  a  los  Chuncho^; 
con  proprias  obras  en  diferentes  labores  y  de  respeto  a  los  va  reducidos  y  a  los  que  queden  por 
reducir.  Me  parece  que  està  es  la  principal  medida  que  delM?  recomandarse  a  la  consideracion  del 
Gobierno  :  porque  sin  el  movi!  de  Misiones  sera  siemprc  una  pura  utopia  imajinar  el  logro  de  la 
reduccion  de  los  salvajes.  No  son  pues  las  bayonetas  (dire  con  las  espressiones  do  1).  Zelix  Pria» 
a  su  Gobierno  de  Boliv'ui)  las  que  han  de  reducir  a  laobediencia  de  las  auloridades  Peruanas  a  las 


BOVO  65 

^1^—^—^^—  m^^^-m  11»  1  I  II  -^»—  ■  ■  Il  I  ■  I  I  »^— »^ 

tribus  s<*lvaj(\s,  que  boy  viven  en  su  territorio  fucra  de  la  orbita  de  su  accion,  sino  ci  arado,  el 
cateclsmo  y  la  Cruz  de  las  M isiones .  Resulta  pues  de  lo  espuesto ,  que  es  necesario  llamar 
Misioneros  dotados  de  las  prendas  oportunas  para  el  fructuoso  desempeflo  de  su  ministerio . . . 
Persuadido  que  el  dulce  encanto  de  la  musica,  ejerce  un  inesplicablc  poder  en  las  tribus  barbaras, 
y  que  suaviza  y  tempia  las  costumbrea  mas  violentas  llegando  a  domar  ci  corazon  y  el  alma  del 
selvaje  mas  feroz,  be  hecho  sacriflcios,  que  a  mi  solo  son  notos  para  adquirir  un  organilo  portatil 
a  eilindru.  Al  atractivo  del  armonioso  son  de  la  musica,  a  que  son  extraordinariamcnte  apasionados 
Ics  selvajes,  juzgo  (por  Io  que  fclizmente  ya  ha  sucedido  a  los  PP.  Misioneros  Jesuitas  sobre  las 
roarjenes  de  los  caudalosos  rias  Paraguay  y  Orinoco)  que  por  este  medio  me  abrirò  camino  a  la 
conquista  de  sus  corazones.  Tampoco  he  dojado  de  hacer  otros  csfuerzos  (basta  boy  sin  concurrencia 
de  auxilios  ajenos)  a  fln  de  proporcionarme  una  selccta  coleccion  de  obras,  principalmente  sobre 
matertas  de  bistoria  naturai,  economia  domestica,  artes  y  oflcios,  agricuUura  y  botanica,  con  el 
objeto  de  estudiar  y  clasiflcar  las  producciones  animales  y  vejetales  de  las  montafias  e  indicar  con- 
secnentemente  a  los  Golonos,  Espedicionarios,  y  a  los  Chunchos  los  ramos  y  articulos  de  valiosas 
especies  que  se  puedan  introducir  veutajosamente  en  el  jiro  del  comercio  ,  o  bien  baccrlas  entrar 
en  los  propios  usos  economicos:  he  procurado  tambi^  provcerme,  para  las  investigaciones  en  los 
viajcs  de  exploracion  y  otras  observaciones  cientiflcas,  de  diferentes  instrumentos,  y  otros  accesorios, 
corno  Barometro  de  M.  Gay-Lussac,  Termometro,  Microscopios  compuesto  y  sencillo,  Anteojo  do 

largavista  ctc Yolviendo  a  las  cualidadcs  que  es   menestcr  adornen  a  los  Misioneros,  soy  de 

iwrecer,  que  estos,  para  sacar  boy  mas  cabale»  y  tempranos  fmtos  de  sus  trabajos  entre  los  infleles, 
deben  posecr  a  mas  de  los  requisitos  y  dotes  de  perfecto  Pastor,  algun  odcio,  arte,  o  ciencia.  Se 
necesitan,  quiero  decir,  Religiosos,  que  sobre  celosos,  ejemplarcs,  Instruidos  en  las  ciencias  ecle< 
siastiras  y  de  su  Instituto,  posean  alguna  de  las  ciencias  naturales,  flsicas,  bistoricas,  geogratlcas, 
o  artes  industriales ,  o  agricolas;  por  ejemplo,  buen  Matematico,  Botanico,  Ingeniero,  Quimico, 
Mecanico,  Mineralogista,  Geografo,  Naturalista,  Historiador,  Filologo,  Musico,  Pintor,  Tornerò,  Herrcro, 
Carplntero,  Agricultor  y  otros.  La  razon  principal  con  que  pretendo  aflanzar  estas  propuestas,  es 
mny  sencilla,  Todo  bombre  tiene  inclinacion  y  afecto  a  alguna  ciencia,  arte  ù  oflcio.  El  Misioncro 
pnes  que  sepa  alguna  destas  facultades  o  ejercicios,  ya  pudrà  utilmente  distraersc  entre  la  soledad 

be  las  montaifas Entonces  ya  no  babria  soledad  para  ci ,  ni  en  ningun  ticmpo  ccharia  de 

roenos  la  falla  de  sociedad .  Tendria  siempre  delanle  mil  variados  objcctos  en  que  cjercitarse  con 
agrado  y  utilidad.  Al  Naturalista  obscrvador  le  ofrecerian  las  montai^as  variada  caza  de  pajaros  y 
coadrupedos,  los  rios  abundante  pezca,  los  cicnagales  millares  de  vistosisimas  mariposas,  la  tierra 
«liversidad  de  rìcos  metales  y  brillant(*s  insectos.  El  Botanico  baria  sus  colccciones  de  semillas  de 
nores,  plantas,  raices,  recìnas,  gomas,  balsamos  y  ensayaria  en  una  hnerta  normal  las  diversas 
fnilas,  legumbrcs  y  raices  comestibles,  que  todavia  incognitas  y  sin  destinos  yacen  en  los  bosques. 
El  Quimico  procederla  a  analizar  una  inflnidad  de  matcrias  organicas.  El  Filologo  subirla  en  sus 
investigaciones  el  descrubimiento  del  parcntesco  de  las  lenguas  Amerlcanas.  El  Historiador  y  el 
Anttcuarìo  algo  sacarìan  de  sus  pesquisas  en  los  usos,  ritos,  tradiciones  y  antignidades  de  los  selvajes; 
quien  por  (In  se  ocuparia  en  ol  dibujo,  quìen  en  Icvantar  planos,  mapos,  y  redactar  relacioncs; 
quien  enseneria  a  sus  neoUtos  a  cantar  o  locar  algun  instrumento ,  quien  los  adiestraria  en  los 
oflcios  del  tornerò,  carpintero,  berrero,  y  otros  de  tanto  agrado,  ventajosos  para   los   Chunchos,   y 

poderosos  resortes  para  fljurlos  en  una  util  y  amena  ocupacion • 

Ma  per  avere  sempre  in  pronto  un  numero  di  cosi  fatti  Missionari,  è  necessario  un  gran  Collegio, 
ove  vengano  educati.  Già  ve  n'  eran  due,  uno  in  Moquegua,  l'altro  in  Ocopa.  Ma  nò  1'  uno  nò  l'al- 
tro si  |K)rgevano  sufficienti.  Onde  proponeva ,  che  «  a  no  asìgnarse  por  el  supremo  Gobierno  algun 
locai  competente  en  està  ciudad  (  Cuzco  ) ,  ne  ne  edificasse  uno  en  los  altos  de  la  hacienda  de 
.\cobamba,  sobre  los  bordes  del  camino  nuovo  a  las  valles  de  Paucartambo,  en  ias  immediacio- 
nes  del  gran  pico  Canachuay.  &sta  indicicion  (egli  dice)  no  està  destituida  de  importancia.  El 
Misioncro  aqui  llegado  no  dìsiparia  su  fervoroso  espiritu  y  su  ardicnto  celo,  comò  comunemente 
acontece  en  su  mancion  en  ciudades,  donde  por  la  proporcion  del  contìnuo  Irato  social,  se  com- 

promete  a  otros  destinos El  immenso  orizonte  y  la  diversidad  de  objetos  de  recreo  quo  ofre- 

ren  los  alrededores  de  Canachuay  son  impreciables  :  està  vista  presentarla  de  continuo  a  la  ima- 
glnacion  y  reflec^iion  del  Misioncro,  la  gran  porcion  de  sus  hermanos  los  Chunchos,  que  jiemen 
bajo  la  degradacion  y  las  tinicblas  en  aquellas  estensas  montanas  que  tendria  a  sus  pies  ! ...  La 
fundacion  del  Colegio,  ù  Hospicio  en  este  lugar  produciria  otra  ventaja  de  no  poca  tra.scendcncia; 

5 


66  BOXNAY  -  BRENAN 


porque,  aplicados  por  el  Gobierno  a  dicho  establecimento,  algunos  de  los  muchos  terrenos  de  pana  y 
de  monte  que  bay  en  osos  puntos,  se  eosayaria  a  criar  en  ellos  algun  ganado,  de  cultivarlus  y  habi- 

litarlos  a  la  produccion  de  aquellas  especies  que  no  se  dan  en  Uis  valles >  E  qui  dolendosi  T  Autore 

cbe  i  poveri  Missionari  non  incontrino  sempre  il  favore  de' Governi,  anzi  spesso  ne  vengano  contrariati 
nelle  loro  imprese:  *  Seamos  imparciales  {esclama  giuitamente);  depongase  la  acrimonia  cuntra  los 
Misioneros;  instruyamonos  a  fondo  de  las  causas  y  de  los  procedimientos  de  las  divergencias  y  estorto» 
en  su  trabajos,  y  se  cesarà  de  achacarseles  esterilidad  en  sus  empresas  apostolicasl  El  genio  (egli  prO' 
segue)  emprendedor  de  los  Apostolicos  varones,  gloria  del  Guiegio  Franciscano  deOcopa,  Padres 
Antonio  Vidal,  Francisco  Yiedma,  Francisco  de  San  José,  Paolo  Alonzo  Carballo,  Manuel  Sobreviela, 
Narciso  Girbal,  y  ultimamente  el  del  R.  P.  Fr.  Manuel  Plaza  obispo  de  Guenca,  en  la  Republica  del 
Ecuador,  ya  dieron  a  ver  de  cuanto  fueron  capaces  en  sus  espediciones  y  adelantos  por  el  Ucayali,  y  sus 
tributarios  Pacbitea,  Huanacha,  Zapotc,  Pisqui,  Perene  y  Pangoa.  Ghavini,  Sonomoro,  Lima-Rosa, 
Gharasmana,  y  Sarayaca  ya  serian  quizà  boy  centros  de  concurso,  si  diferentes  vlcisitudines  y  falta  de 
proteccion  no  los  hubiesen  be<:bo  desvanecer...  *  Questi  cenni  mostrano  quali  uomini  apostolici  abbia 
dato,  ancbe  in  questi  ultimi  anni,  all'America  l'Ordine  Francescano.  E  se  ad  alcuno  paresse  sospetta  la 
testimonianza  d'un  loro  confratello,  lo  invitiamo  a  leggere  Y  Histoire  de  la  Geographie  du  Noveau 
Continent  ec,  e  i  Tableaux  de  la  nature  del  Barone  Alessandro  Humboldt,  unitamente  alla  Mission 
sàentifique  au  Mexlque  et  dans  l  Amerique  centrai,  e  al  Manuscrit  Troano,  étude  ec.  par  M.  Bras- 
SEUR  DB  BouRBOURG.  Finalmente  non  vogliamo  omettere  come  il  valoroso  Missionario  proponesse  tra 
l'altre  cose  che  ancbe  si  formasse  in  Guzco  una  Società  scientifica,  che  corrispondesse  co'  sopra  delti 
Missionari,  e  intanto  venisse  raccogliendo  una  Biblioteca  di  libri  e  manoscritti  aventi  relazione  con 
la  letteratura  e  la  storia  del  paese.  •  Unos  de  los  cuidados  de  superiur  imporlancia  para  la  sociedad  de- 
berà  ser  el  buscar,  recojer,  y  acopiar  en  su  Biblioteca  particular  cuantos  impresos  antìquos  y  moder- 
no», y  cuantos  manuscrilos  tengan  relacion  en  general  y  en  particular  con  la  litcratura  e  historia  del 
pais.  Guando  haya  diflcultad  en  conseguir  los  originales  de  estos  ultimos,  se  empenarà  por  lo  menos  en 
hacer  sacar  copias  para  depositarlas  en  dicba  Biblioteca.  Las  obras  de  mayor  interes  y  utilidad  para 
el  Pais  seran  reimpresas  o  publicadas  a  costa  de  la  Sociedad.  Gausa  dolor  que  cronistas  e  bisturiadorcs 
del  Perù,  comò  Gieza  de  Leon,  el  Palentino,  Montcsinos,  los  Padres  Diego  Torres,  Marcos  de  Niza  y  Gre- 
gorio Garcia,  Guillermo  Sirmio,  Jacobo  Gohori,  Levino  Apolonio,  Domingo  Gaztelù,  Vicentc  Marincr 

y  tantos  otros  historiadores  del  Perù ,  impresos  y  manuscritos no  se  encuentreu  ni  en  las  Bi- 

bliotecas  publicas  ni  en  particulares.  Manuscritos  de  la  mas  alta  importancia  o  han  sido  estraviados  a 
extranjero,  0  yacen  olvidados  en  manos  ineplas  y  egoislas . . . .  Documenlos,  Historiadores  y  Manu- 
scritos poseo  que  consegui  en  virtud  de  mi  teson  en  buscarlos  en  Ghìie  y  en  las  Bibliotecas  y  Ar- 
chivios  de  Lima,  que  pueden  difundir  ya  luces  de  trascendente  interes.  Estos  documentos,  impre- 
sos y  manuscritos  los  franquearé  con  el  mayor  gusto  a  los  Kedactores  del  Benefico  (  giornale  ) ,  come 
tambien  los  demas  demi  pequefia  coleccion  de  libros  cieutilicos  los  uias  modcrnos  y  clasicos,  para 
que  estracten  y  publiquen  cuanto  crean  de  interes.  •  Non  sappiamo  quale  favore  egli  incontrasse  ap- 
presso il  Governo  del  Perù:  ma,  certo,  il  suo  nome  resterà  grandemente  onorato  sia  nella  storia  del 
Perù,  sia  in  quella  dell' Italia  sua  patria,  non  meno  die  negli  Annali  delle  Missioni  Francescane. 

90.  BoxNAY.  —  Relacion  de  la  administracion  de  los  Sanctos 
Sacramentos  en  las  Villas,  Aldeas  y  demas  lugares  que  pertene- 
cen  a  la  Iglesia  de  nuestro  P.  S.  Francisco  extramnros  de  la 
ciudad  de  Canton  :  ano  del  1733. 

Manoscritto,  nell' .\rchivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m' inviarono  copia  que' Padri. 
Conta,  questa,  4  carte  in  8,  e  in  line  si  legge:  En  esie  Convento  de  N.  S.  P.  S.  Francisco  de  la 
ciudad  de  Macao,  hoy  a  29  Abril,  1733.  Fr.  loseph,  Boxnay. 

^  91.  Brenan.  —  An  Ecclesiastical  History  of  Ireland,  From 

«•"»!*  the  introduction  of  Christanyty  into  that  country,  to  the  Year 


ktìM 


BREVE  67 

MDCCCXXIX.  By  the  Rev.  M.  J.  Brenan  0.  S.  F.  A  new  edition. 
Revised,  and  with  notes.  Complete  in  one  volume.  Dublin:  James 
Dufty,  15  Wellington-Guay  ;  and  London  22  Paternoster — Row. 
1864. 

Leiniiìalì  0.  S.  F.  signitlcano  Ordinis  Sancii  Francisci.  È  una  Storia  eccletiastica  dell'Irlanda 
dalla  introduzione  del  Cristianesimo  in  quel  paese  insino  all'anno  1829;  in  cui  l'autore  parla 
quanto  basti  delle  stupende  cose  operate  dall'  ordine  Minoritico  a  sostegno  della  Fede  in  quella 
generosa  nazione.  L'opera  conta  Vili  e  682  pagine  in  8,  ed  è  la  seconda  edizione  accresciuta  di 
note,  e  compresa  in  un  sol  volume.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Gand 
nel  Belgio. 

X  questa  Storia  ecclesiastica  dell'Irlanda  del  Padre  Brenax,  vuoisi  aggiungere,  per  la  storia 
dell'Ordine,  quella  che  ultimamente  scrisse  de' nostri  Conventi  nello  stesso  paese  il  Reverendo  C 
0.  Meetian:  The  rive  and  Fall  of  the  Irish  Franciscan  Monasteries,  the  Jrish  Hierarchy,  in  the 
seventeenth  century  ec,  Dublin  1878.  L'.\utore  potè  proUttare  dei  preziosi  documenti  lasciati  già 
nel  nostro  Collegio  di  Sant'Isidoro  di  Roma,  dai  Padri  Wading,  Colgan  e  Baron.  Né  meno  importante 
è  l'opera  seguente:  A  life  of  Saint  Francis  of  Assisi.  With  a  sketch  of  the  Franciscan  Order  :  by  a 
Religious  of  the  Order  of  Poor  Clares.  Revised  and  edited  by  Rev.  W.  H.  Anderdon.  M.  A.  London, 
1861.  Di  questi  due  interessantissimi  lavori  ebbi  un  esemplare  in  dono  a  Malines  dal  M.  R.  Padre 
Bernardo  Van-Loo. 

92.  Breve  istoria  delle  Missioni  Francescane  nel  Peloponneso 
dal  1690  a  1714,  e  nelle  Sole  Jonie  dal  1716  al  1791. 

Fu  pubblicata,  in  8,  nel  numero  5  dell'anno  III  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (Roma, 
186S). 

93.  Breve  relacion  del  yllustre  martirio  que  por  nuestra 
santa  Fee  catholica,  y  a  manos  de  los  Yndios  apostatas  o  infìeles 
pedeció  (en  la  conversion  viva  y  mision  del  Cerro  del  Sai,  Rio  de 
las  Amazones  y  sus  montanas  en  el  reyno  del  Perù)  el  Rev.  Padre 
y  Siervo  de  Dios,  Fr.  Domingo  Garcia,  Predicador  y  Misionero 
Apostolico  de  Propaganda  Fide,  del  Orden  de  nuestro  Padre  San 
Francisco,  hijo  de  està  Santa  Provincia  de  Santiago,  y  del  Con- 
vento de  Oviedo ,  con  otros  companeros.  Copiada  fldelmente  de  los 
papeles  que  de  dichas  Misiones  y  sus  subcesos  trajo  el  R.  P. 
Comisario  de  ellas  Fray  Joseph  de  S.  Antonio,  para  presentarlos 
a  la  Fee  catholica  a  fin  de  conducir  mas  operarios  a  està  tan 
gloriosa  empresa.  Cuyo  martirio  succedió  dia  21  de  septiembre 
del  ano  de  1742. 

Breve  relazione,  esistente  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid ,  di  cui 
estrassi  copia. 

94.  Breve  relazione  del  miserabile  stato ,  in  cui  al  presente 


68  BREVE  -  BREVIS 


si  ritrova  V  Abissinia,  e  della  causa  e  modo  del  martirio  dei  Padri 
Frat'  Antonio  da  Pescho  Pagano ,  di  Fra  Giuseppe  di  Atino,  e  di 
Fra  Felice  da  San  Severino,  Sacerdoti  Predicatori  dell'  Ordine  dei 
Minori  Osservanti  Riformati  del  Padre  San  Francesco ,  nell'  isola 
di  Suaquen  nel  fine  del  Mare  Rosso,  Tanno  del  Signore  1648. 

Manoscritto  di  pochi  fogli,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  Armato  inflne  :  Torquato  Pari" 
itani  della  Compagnia  di  Geni. 

sto»p.  95.  Breve  saggio  delle  apostoliche  fatiche  del  devotissimo 
Servo  del  Signore  P.  Giambattista  da  Bormio  dell'  Oss.  Riformata 
Provincia  di  Milano ,  già  Missionario  nella  Cina ,  che  mori  nel 
Signore  in  Brusciano  nel  Cicoli,  regno  di  Napoli,  diocesi  di  Rieti , 
Provincia  di  Abruzzo,  il  dì  22  marzo  1761,  dedicato  airiUus.  e  Re- 
verendis.  sig.  Monsignore  Girolamo  Clarelli ,  Vescovo  di  Rieti. 
Rieti  ed  in  Milano,  MDCCLXL  Appresso  Giuseppe  Galleazzi,  con 
licenza  de'  Superiori. 

Un  volume. 

st^,  96.  Breve  compendio  del  martirio  e  morte  delli  ventitre 
^  Martiri  dell'  Ordine  Minore  di  S.  Francesco  dell'  Osservanza  della 
Provincia  di  S.  Gregorio  delle  Filippine  e  del  Giappone,  con  i 
nomi ,  titoli ,  e  patrie  loro,  crocifissi  nel  regno  del  Giappone  per 
difesa  della  Santa  Fede ,  dei  quali  la  Santità  di  N.  S.  Papa  Ur- 
bano Vili  ha  concesso,  sotto  il  14  settembre  1627,  che  si  celebri 
la  Messa  e  Offizio.  È  la  festività  il  dì  9  febbraio ,  giorno  del  loro 
martirio.  In  Milano,  per  l'her.  di  Gio.  Baptista  Colonna,  1627. 

Un  volume  in  4,  clie  non  m' incontrò  di  vedere. 

m.  97.  Brevis  relatio  novae  missionis  Superioris  Aegypti,  Achmin 

"«'"  et  Genge. 

È  un  importante  relazione  dei  trionfi  che  i  Francescani  ottennero  tra  gli  Arabi  e  i  Cofti  del> 
Tatto  Egitto  circa  il  1719.  Infine  è  segnata  :  Pater  Fr.  I.  Zim ,  die  non  si  legge  bene.  La  trovai 
rovistando  l'Archivio  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio.  Di  questa  missione  fece  cenno  il  Pa- 
dre Masseo  Kresslinger,  nella  sua  opera  dell' Orfuf  et  progressus  sacri  Ordinis  Minorum  ec,  di 
cui  diremo  a  suo  luogo.  •  Hoc  saeculo  (egli  dice  all' anno  1723;  in  Aegyplo  quoque  superiori  no- 
stri Patres  prò  reducendis  Cophtis  indefesse  laborarunt,  quorum  solununodo  in  urbe  Gergini ,  iuxla 
reiationem  anni  1723,...  per  anni  spatium  500  una  cum  suo  Episcopo;  in  civitate  Àchmin  veru 
ultra  300  publice  catholicam  religionem  sunt  professi,  nun  sine  gravi  tumulto,  ab  aliis  pertinaci- 
bus  Cophtis  excitato,  brevi  tamen,  ipsis  Turcis  opem  nostris  fercntibus,  sopito.  • 


BRENGAS  -  BRUNIS  69 

98.  Bringas.  —  Sermon  que  en  las  solemnes  honras  celebra- 
das  en  obsequio  de  los  VV.  PP.  Predicadores  Apostolicos  Fr. 
jrrancisco  Tomas  Hennenegildo  Garcés ,  Fr.  Juan  Marcelo  Diaz , 
Ft.  José  Matias  Moreno ,  Fr.  Juan  Antonio  Barreneche ,  Misio- 
neros  del  Colegio  de  Propaganda  Fide  de  la  Santa  Cruz  de 
Queretaro,  fundadores  de  las  Conversiones  de  la  Purisima  Con- 
cepcion  y  de  S.  Pedro  y  S.  Pablo  del  Rio  Colorado  entre  los 
g^entiles  Yumas,  y  muertos  en  ellas  gloriosamente  a  manos  de  los 
mismos  barbaros  en  los  dias  17  y  19  de  Julio  de  1781,  dixo  en 
la  Iglesia  de  diche  Colegio  el  19  de  Julio  de  1795  en  que  se 
sepultaron  sus  cenizas,  Fr.  Diego  Bringas  de  Manzaneda  y  Enci- 
nas,  Misionero  Apostolico,  e  hijo  del  mismo  Seminario,  que  reve- 
rente lo  consagra  a  las  doctisimas,  religiosisimas  y  santa's  Pro- 
vincias  de  Franciscanos  Observantes  de  la  antigua  y  nuova 
Espana,  a  nombre  del  expresado  Colegio  de  Misioneros  de  la 
Santa  Cruz  de  Queretaro.  Madrid.  Ano  de  1819.  En  la  Impronta 
de  D.  Firmin  Villapando,  impresor  de  Camarji  de  S.  M. 

Sono  94  pagine  in  8,  di  minuta  e  Otta  lettera,  die  contengono  tutta  la  commovente  storia  del 
martirio  de*  suddetti  Padri,  ed  altre  preziose  notizie  delle  nostre  Missioni  Americane.  L' acquistai  in 
3(a<tri<l.  Il  Sbrmon  comincia  alla  pagina  48,  ed  è  corredato  di  note  interessantissime  sia  per  la  geografìa 
^^  per  la  storia.  Per  esempio  (pag.  52),  circa  le  nazioni  barbare  evangelizzate  da'  sopradetti  Martiri, 
«•1  fa  conoscere  i  Cajuenches  o  YumaSf  gli  Jalchedunes  e  Jamajàb»,  ì  Chemegue»  e  Jàbetuag,  i  Cuer- 
^^^^'^i^^chet  e  JaquesUas  che  abitano  le  rive  del  Colorado,  dai  gradi  32  sino  ai  37  di  altura  boreale.  E  i 
^i^Mxlof,  i  Sebintas,  \  Chemeguahas  che  vìvono  tra  il  Colorado  e  la  costa  occidentale  della  Nuova  Cali- 
fornia. E  gli  Jalicuamais,  o  Quiquimas,  che  abitano  tra  il  Porto  di  San  Diego  e  le  rive  del  sopra  detto 
fittine  air  Est  E  i  Cucupat,  e  l  Serranos,  che  occupano  parte  dello  stesso  paese.  E  gli  Jeariches^  o  come 
S^i  chiama  nel  suo  Diario  il  Padre  Garcés,  Danzarineg,  tribù  nomade,  ma  che  per  lo  più  si  tiene  tra  i 
P^'^Ueli  33  e  37  di  altura  boreale  tra  la  costa  del  Sud  e  il  Colorado.  E  gli  Jenigueehe$  ec.  i  Cuheils,  ec. 
^  P^g^e  poi  precedenti  contengono  un  catalogo  e  una  breve  notizia  de*  più  celebri  Missionari  dell'  Os- 
avanza  di  tutte  le  Province  Francescane  di  Spagna  e  d' alcune  dell'America,  che  nel  corso  di  i36 
*°^»   si  recarono  al  Collegio  di  Santa  Cruz  di  Queretaro  nel  Messico,  e  si  segnalarono  nell*  opera  delle 
■ùsicini.  Le  Provincie  sono:  di  Castilla,  di  Aragona,  di  Santiago  di  Galicia,  della  Concepcion,  di 

<AXDAI.^CIA,  di  BURGOS,  DB  LOS  ANGELES,  di  CARTAGBNA,  del  SaNTO  EVANGELIO  DE  MEXICO,  di  MaLLORCA, 

^I^A^K  Miguel,  di  Cantabria,  delle  Canarias,  di  Valencia,  di  Cataluua,  di  Mechoacan,  di  Granada, 
*  Z^oateca-s  di  Xalisco,  di  Sancta  Hblena  db  la  Florida. 

89.  Brochart  .  —  Voyage  de  Jerusalem  et  du  Monte  Sinai 
^^  1533  par  Greffin  Arzagar,  Signeur  de  CourtelUes  et  Frere 
Borxstventure  Brochart,  des  Freres  Mineurs. 

llanoscritto  in  4,  pergameno,  e  di  bellissima  lettera,  con  miniature,  nella  Biblioteca  Nazionale 

100.  Brunis. — Reductorium  Hierosolymitanum  in  quo  candide 


70  •  BULDÙ  -  BUOCHER 

describitur  quidquid  diu  desiderabatur  siri  (sciri)  de  omnibus  ad 
sanctam  Hierusalem  spectantibus,  videlicet  numerus  loconim  rer. 
Patrum  divi  Francisci ....  Admirabilis  denotio  sanctuapiorum 
quamplurium .  Multitudo  precipuarum  reliquiarum ,  copia  in- 

dulgentiarum Et  tandem  generosa  condonatio  pri\ilegiopum 

multorum,  quibus  gaudent  in  primis  ....  Pater  Guardianus  S. 
Montis  Sion.  Haec  omnia  collecta  et  conscripta  sunt  per  Patrem 
Josephum  de  Brunis.  Venetiis,  G.  B.  Bonfadini,  1616. 

Un  volume,  in  i2.  Ve  n'  è  un'  altra  edizione  in  8,  Àuguttae  1651.  Cosi  i  Compilatori  degli 
Studii  Bibliografici  b  Biografici  su  la  storia  della  Geografia  in  Italia,  pubblicati  per  cura  della 
Deputazione  minitterialet  instituita  presso  la  Società  Geografica  Italiana.  Roma,  1875.  Il  de  Brunis, 
nato  in  Venezia  e  rendutosi  Francescano  dell'Osservanza,  fu  Missionario  e  Guardiano  del  Monte  Sion  in 
Palestina.  Frutto  del  suo  soggiorno  in  quel  paese  fu  quest'opera,  molto  pregevole  e  stimata,  e 
ornai  rarissima. 

101.  BuLDu. — Revista  Franciscana,  publicacion  mensual  desti- 
nada  a  la  propagacion  de  la  venerable  Orden  Tercera  de  Peni- 
tencia  del  Serafico  Padre  S.  Francisco  d'Asis,  dirigida  por  el 
M.  R.  P.  Fr.  Ramon  Buldù,  Provincial  de  la  Orden.  Barcellona: 
Tipografia  Cattolica,  Calle  del  Pino,  n.  5.  bajos. 

Questa  interessantissima  Rivista  mensuale,  la  migliore  di  quante  ne  conosciamo,  e  ricchissima  di 
notizie  delle  nostre  antiche  e  recenti  Missioni,  conta  già  il  sesto  anno:  1873,  1874,  1875, 1876,  1877,  e 
il  corrente  1878.  Ha  eccellenti  corrispondenze  dall'  Italia,  dalla  Palestina,  dalle  Filippine,  e  da  molte 
parti  dell'America.  Del  Padre  Buldù  dobbiamo  aggiungere,  che  inoltre  egli  è  in  particolar  modo  bene- 
merito della  storia  dell'Ordine,  per  avere  curata  la  traduzione  dal  francese  in  lingua  spagnuola  della 
Storia  universale  delle  Missioni  cattoliche  del  Barone  d' Henrion  ;  correggendola  di  molte  inesattezze, 
e  supplendo  con  note  copiose  le  non  poche  lacune  che  quegli  vi  aveva  lasciato. 

102.  BuLLARiuM  peculiare  Terrae  Sanctae  ex  quatuor  supra 
sexaginta  BuUis  Apostolicis,  nonnullisque  aliis  litteris  a  Sancta 
Sede  et  Sacra  de  Propaganda  Fide  Congregatione  in  favorem 
Snperiorum,  Fratrum  et  Commissariorum  Terrae  Sanctae  variis 
temporibus  emanatis ,  a  SS.  Domino  nostro  Benedicto  Papa  XIII 
approbatis,  confirmatis  atque  perpetuo  firmitatis  robore  inno- 
vatis  et  munitis,  a  moderno  Commissario  Generali  Terrae  San- 
ctae in  Romana  Curia  coordinatimi.  Romae  1727.  Typis  Reve- 
rendae  Camerae  Apostolicae. 

Un  volume  in  foglio,  di  178  pagine. 

Ut.  103.  BuoCHER.  —  Breve  e  sincera  relazione  come  io  sottocritto 

^'"    il  dì  16  dicembre  dell'anno  1755  fui  catturato  dai  Gentili  con 


SlBMpt 


BURGOS  •  71 


cinque  cristiani  di  mio  seguito,  mentre  mi  portavo  ad  un  territo- 
rio Sinico,  detto  Hum-ciung  della  provincia  di  Xien-si,  e  di  quanto 
mi  occorse  per  tutto  il  tempo  di  mia  cattura,  quale  durò  lo  spazio 
di  mesi  9  e  giorni  20,  e  come  finalmente  ebbe  conclusione.  Fi. 
Gian  Antonio  Buocher ,  de'  Minori  Osservanti ,  Vescovo  Rosaliense 
e  Ppo-Vicario  Apostolico  di  Xansi  e  Xensi. 

Sono  30  carte  in  foglio,  copiate  dall'  originale  dal  P.  Facondo  Giannotti  M.  0.  che  me  ne  fece 
dono.  Il  P.  Gian  Antonio  Buocher  era  nativo  dell'isola  di  Portoferraio  presso  Livorno,  e  Aglio 
dell'Osservante  Provincia  Toscana.  La  relazione  è  data  da<  porto  di  Macao  a' di  30  novembre  i756. 
«  Il  Padre  Antonio  Buocher  da  Portoferraio  mori  il  5  novembre  del  1765  nel  Convento  di  Macao. 
Era  vescovo  di  Rosalia,  Commissario  Apostolico  in  tutto  l'Impero  Cinese,  instituito  da  Benedetto 
XIV.  Era  figlio  dell'Osservante  Provincia  Toscana,  e  la  di  lui  morte  fu  ad  essa  annunziata  dalla 
Sacra  Congregazione  di  Propaganda.  >  Così  il  Padre  Frediani  in  alcuni  Ricordi  di  MiMìonarii  Fran» 
cescani  dell' Osservante  Provincia  Toscana,  ùa  noi  pubblicati  nel  numero  5  dell'anno  V  della  nostra 
Cronacn  delle  Missioni  Francescane.  Noi  poi  aggiungiamo,  che  dopo  il  suo  arrivo  in  Cina,  che 
fu  Tanno  1731,  si  tenne  in  contìnua  corrispondenza,  quanto  era  possibile ,  col  Padre  Bonaventura 
da  Firenze,  Maestro  de'Novizii  in  San  Romano,  Ano  al  1764:  e  di  questa  importante  corrispondenza  è 
copia  appresso  di  me,  procuratami  dal  sopra  detto  Padre  Giannotti.  Sono  26  lettere  interessantissime 
e  piene  di  tanta  pietà,  che  lo  mostrano  un  santo.  Dalla  prima,  data  in  Canton  10  dicembre  1731,  pare 
eh'  egli  scrivesse  anche  un  Giornale  del  suo  viaggio,  che  non  sappiamo  se  sia  capitato  in  Europa.  •  Sa- 
pendo (e* dice)  che  voi  vi  dilettate  di  geografìa,  ero  di  parere  trasmettervi  il  Giornale  del  mio  viaggio; 
ma  dubitando  del  recapito,  non  voglio  far  la  fatica  invano.»  Dalla  diciottesima  lettera,  data  nella  città 
di  Kiang-un  il  1  agosto  del  1754,  si  conosce  che  la  sua  ordinazione  come  Vescovo  e  Vicario  Apostolico, 
avvenne  la  terza  domenica  dell'Avvento  dell'anno  1753;  con  quella  radunanza  di  cristiani,  egli  dice, 
che  fu  possibile  ammettere,  stante  il  grave  pericolo  in  cui  si  sta  ;  quale  per  brevemente  intenderlo,  basta 
pensare  lo  stato  di  Roma  e  di  tutta  l'Italia  a  tempo  de'Neroni.  Per  verità  egli  s'incontrò  in  Cina 
in  tempi  di  continue  e  terribili  persecuzioni  e  sventure,  che  desolarono  quelle  Missioni  :  e  il  suo  apo- 
stolato con  quello  di  parecchi  suoi  confratelli,  d'Italia,  di  Spagna,  e  di  Germania,  riuscì  di  non  leggero 
conforto  a  quella  desolata  chiesa!  Nelle  sue  lettere  ne  sta  la  storia.  Conservò  sempre  tenerissimo 
amore  alla  sua  madre  Provincia  di  Toscana,  e  il  riceverne  buone  nuove  gli  riusciva  di  straordinaria 
consolazione .  «  Godetti  assai  {scriveva  al  Padre  Buonaventura  dal  suo  esilio  di  Macao  il  10  dicembre 
1758)  nell'udire  che  la  nostra  Provincia  di  Toscana  sempre  mai  florisca  di  celebri  Predicatori  e  Teologi, 
e  che  specialmente  il  Padre  Luigi  da  Siena,  del  quale  io  feci  sempre  somma  stima,  si  mantenga  con 
.«uilute  da  poter  continuare  nel  suo  apostolico  e  santo  impiego,  e  li  desidero  che  debba  fìnire,  come  si 
b«^ne  han  Unito  in  questo  secolo  tanti  Religiosi  Osservanti  in  Italia,  in  concetto  di  santità,  come  mi  rife- 
riste. »  Ben  meriterebbe  questo  insigne  Prelato  Francescano  che  qualcuno  ne  scrivesse  almeno  una 
sufficiente  biografìa,  come  del  Salvctti  fece  il  Padre  Frediani. 

104.  BuRGOS .  —  Relacion  historica  de  los  progresos  de  la 
*••    christianidad  en  Filipinas  y  China  :  por  el  P.  Fr.  Geronimo  de 
Burgos,  de  la  Provincia  Franciscana  de  S.  José.  1583. 

Dì  questo  manoscritto  ci  dà  notizia  il  Padre  Huerta  (Estado  ec.Jj  aggiungendo  le  .seguenti  notizie 
deirAutore:  •  El  V.  P.  Fr.  Geronimo  de  BurgosJPredicador,  profesò  en  la  claustra  de  N.  P.  S.  Francisco, 
agregandose  despues  a  nuestra  dcscalgez  en  la  santa  Provincia  de  S.  José,  donde  perseverò  12  aiios, 
dando  raros  ejemplos  de  virtud.  El  ano  de  1580  se  alistò  para  las  Misiones  de  Filipinas,  y  en  el 
mismo  aSo  llcgò  a  Mejico.  En  està  ciudad  se  detuvo  dos  anos ,  ayudando  a  la  fundacion  de  naestro 
Convento  de  S.  Cosme,  y  fué  ci  primer  maestro  de  novicios  de  dicho  Convento.  El  afio  de  1583  fuè 
nombrado  (>)misario  visitador  de  està  Provincia  de  S.  Gregorio,  y  en  el  mismo  paso  a  Filipinas  con 


Ut. 

Asm 


72         •  BURGUILLOS  -  BtSTAMANTE 

una  misioD.  En  Janio  del  refendo  ano  de  I58i  se  embarcó  para  China,  donde  fué  preso,  maltratadc 
y  conducido  a  Canton  de  carcel  en  carceL  En  està  ciudad  faé  rescatado  por  un  piadoso  Portughes, 
y  de  aqni  paso  a  Macao ,  donde  erigió  la  nueva  Custodia  de  Malaea ,  nombrando  prìmer  Cnstodk 
Fr.  Martin  Ignacio  de  Loyola.  De  Macao  regresò  a  Manila  en  1383  y  se  hallo  nombrado  embajadoi 
pira  los  reynos  de  China  por  la  catolica  Slagestad  de  Felipe  II,  cnyo  nombramiento  se  balla  flrmado  poi 
S.  M.  en  Santaren,  a  5  de  Junio  de  I58i,  y  cuya  embajada  no  siguió  nuestro  V.  Pr.  Geronimc 
por  mnerte  del  senor  Govemador  D.  Gonzalo  Ronquillo  de  Penalosa.  Por  octubre  del  refierido  aio 
saliò  segunda  vez  para  China,  de  aqui  partiò  a  Malaea,  y  de  està  ciudad  paso  a  Espana  en  1587. 
En  Madrid  y  Roma  ncgociò  la  ereccion  de  la  Custodia  de  S.  Gregorio  en  Provincia,  y  por  los  alioi 
de  1588  se  retirò  al  Convento  de  S.  Gii  de  Madrid,  donde . . .  entregò  su  espirtn  el  ajio  de  1593.  > 

105.  BuRGUiLLOS.  —  Relacion  hecha  por  Fp.  Fedro  de  Burguil- 
los ,  Frayle  Lego  de  la  Orden  de  San  Francisco  de  la  Provincia 
de  san  Gregorio  de  los  Descalgos  de  Philipinas.  Mandada  hazer 
por  el  Padre  Fray  Alonso  Munez,  Comisario  Provincial  de  la 
dicha  Provincia  por  santa  obediencia,  de  las  cosas  sucedidas  en 
el  Japon  desde  el  ano  pasado  1601  hasta  el  de  1602. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  del  Real  Palazzo  di  Madrid ,  di  i3  fogli  in  4  senza  numerazione. 
Comincia:  Por  eumpUr  en  el  preeepto  de  Usted  corno  Wjo  de  obediencia  y  aìuique  lego  y  sùnple, 
dire  lo  que  con  loda  verdad  p<uamo8  el  hermano  fray  Gomez  taeerdote^  V  yo  y  nuestro  hermano 
fray  Geronimo  de  Jetut,  que  iva  para  prelado  nuestro  . . .  SaHmos  de  la  dudad  de  Manila  el  aie 
pasado  1601  ee.  Chi  conosce  la  storia  del  Giappone,  sa  come  in  tal  tempo  si  svolgesse  l'ultimo  dramma 
commoventissimo  delle  sorti  del  Cristianesimo  in  quel  paese  :  e  i  particolari  non  ne  sono  ancora  bene 
conosciuti.  1  manoscritti  de*  Francescani  di  Manila,  che  vi  tenevano  il  campo,  sono  della  più  alta 
importanza.  Del  Burguillos  ci  dà  le  seguenti  notizie  il  Padre  Hderta  :  •  Pr.  Pedro  de  Burguillos,  Lego, 
profesò  en  la  santa  Provincia  de  S.  José,  paso  a  Filipinas  el  aSo  de  1600,  y  en  el  siguiente  1601  saliò 
para  las  Misiones  del  Japon.  El  aiSo  de  160i  regresò  a  Manila  c^n  cartas  del  Emperador  de  Japon 
para  el  senor  Govemador  de  estas  islas  (e  allora  fece  la  ioprcuidetta  Relazione),  y  paso  segunda  vez 
al  Japon  el  siguiente  de  1603.  AUi  permaneció  oceupado  en  catequizar  a  los  infleles  y  otros  ejercicios 
de  caridad  hasta  que  el  ano  de  1614  saliò  desterrado  del  Japon  por  predicar  el  santo  Evangelio.  • 
E  allora  scrisse  una  seconda  Relazione,  cioè  : 

—  Relacion  de  los  sucesos  y  persecucion  contra  los  cristianos 
en  el  Japon  desde  el  ano  de  1608  hasta  el  de  1614. 

È  nell* Archivio  del  nostro  Convento  di  panila,  dove  il  santo  Religioso  morì  l'anno  161S. 

106.  BusTAMANTE.  —  Carta  de  Fray  Francisco  de  Bustamante 
Am«i«,  y  de  otros  Religiosos  de  la  Orden  de  san  Francisco  al  Empera- 
dor D.  Carlos,  exponiendo  la  necesidad  do  adoptar  disposiciones 
para  evitar  competencias  entro  el  Virey  y  la  Audiencia  de  la 
Nueva  Espana.  *• 

k  stata  testé  pubblicata  nelle  Cartas  db  India  ;  Madrid,  1878.  È  data  in  Messico  il  SO  di  ottobre 
del  1553.  Gli  altri  Religiosi  sottoscritti  col  Bustamante,  Commissario  Generalo  delle  Missioni  della 
Nuova  Spagna,  sono:  Fray  Diego  de  Olartb,  Guardi  as  db  Mexico:  Fray  Toribio  Motounia:  Frat 
JuanFochbr:  Fray  Bernardino  db  Sahagun:  Fray  Joan  db  Sanct  Francisco,  Minister  Provinciaus: 
Fray  Juan  de  Gaonna:  Fray  Antonio  db  Cibdad  Rodrigo:  Fray  Juan  de  Ribas. 


fvtntp. 


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A<ù 


BUYSA  73 

Nei  datos  biografieoi  della  stessa  pubblicazione,  sono  del  Padre  Bustamante  le  seguenti  notizie: 
«  Bustamante  (  Fray  Francisco  de  ) ,  naturai  dei  reino  de  Toledo ,  tomo  en  su  capital  a  princi- 
pios  del  siglo  XVI  el  habito  del  S.  Francisco,  eligiéndole  su  Provincia  por  sus  letras  y  virtudes, 
para  el  Capitulo  General  de  la  Orden  celebrado  en  Mantua  el  aiio  i54i.  En  el  siguiente  de  4542, 
paso  a  la  Nuova  Espai^a,  aprendiò  la  lengna  Mexicana,  leyò  Artes  y  Teologia  en  el  gran  Ck>logio 
de  Santa  Cruz  o  Santiago  de  Tlatelolco,  y  desempenó  cargos  comò  el  de  Comisario  General  de  In- 
diai en  1547,  i564,  y  el  de  Provincia!  de  la  Provincia  dei  Santo  Evangelio  de  Mexico  en  1555  y 
1562,  prestando  importantes  servicios  cn  las  dos  vcces  que  fué  Comisario  General  y  al  establecerse 
las  dos  Custodias  de  la  Ordcn  en  Guetcmala  y  Yucatan.  A  principios  de  dicho  ano  de  1562  vino 
l'I  Padre  Bustamante  desde  Mexico  a  la  Corte  con  Fray  Fedro  de  la  Pena,  Rrovincial  de  los  Domi- 
nicos,  y  Fray  Agustin  de  Coruna,  de  los  Agustinos,  a  pedir  que  sus  Ordenes  respectivas  continua- 
sen  en  el  disfructe  de  los  privilegios  que  se  les  habian  concedido,  y  mientras  sus  companeros  cran 
nombrados  obispos,  Pena,  de  Quito,  y  Coruna,  de  Popayan  ,  muriò  Bustamante  en  Madrid  a  1  de 
Noviembre  des  mismo  ano  de  1562,  en  cuya  iglesia  de  San  Francisco  se  le  dio  sepultura.  > 

107.  BuYSA.  —  Relacion  verdadera  y  copiosa  de  los  Sagrados 
Lugares  de  Jerusalem  y  Tierra  Santa,  de  la  miserìcordias  divinas, 
que  en  ellos  resplendecen ,  de  los  muchos  trabajos  y  afliciones,  que 
pop  conservarlos  en  piedad  Christiana  padecen  los  Religiosos  del 
Seraphico  Padre  S.  Francisco  que  los  habitan,  y  de  los  grandes 
gastos  que  tienen  con  los  Turcos  :  ordenada  por  el  P.  Fray  Blas 
de  Buysa,  de  la  misma  Orden ,  Segretario  en  la  Curia  Romana  y 
Comisario  de  la  Tierra  Santa.  En  Madrid,  por  la  Viuda  de  Alonso 
Martin,  ano  1622. 

È  un  volume  in  8,  di  122  pagine.  Opera  per  la  storia  Minoritica  della  Palestina  di  moltis- 
sima importanza.  Ne  daremo  un  saggio.  Primamente  il  Dottor  Palo  de  Zamora  ncir  approvazione  che 
vi  appose,  altamente  commendando  r  Autore  per  il  suo  lavoro,  ci  dà  le  seguenti  preziose  notizie  circa 
i  viaggi  in  Terra  Santa:  «  Por  mandado  de  V.  A.  he  visto  la  Relacion  de  los  Lugares  santos  ec.  y  digo... 
que  el  Autor  muestra  en  ella  ser  muy  docto  Theologo,  y  de  mas  desto  es  muY  digna  de  sor  leyda  por  las 

singulares  cosas  que  contiene.  Porque  yo  por  particolar  devocion  mia he  leydo  casi  cuanto  han 

escrito  hombres  doctos  de  toda  la  christianidad,  quales  son  Adamo  de  Hibemia,  Monge  del  senor 
San  Benito,  que  ha  900  afios  que  escrivió  la  Descripcion  db  la  Tierra  Santa  :  la  qual  a  nuestros 
dias  ha  sacado  a  luz  el  P.  Jacobo  Grestero  de  la  Compafìia,  y  es  està  obra  la  que  abreviò  el  santo 
y  venerable  Bcda  despues,  que  està  en  el  tomo  4  de  sus  obras,  con  titulo  De  Locis  Sanctis:  pero 
està  de  Beda  no  es  mas  de  una  breve  suma  de  la  obra  mayor,  que  he  leydo,  y  es  muy  docta. 
He  visto  de  autores  naturales  de  las  Indias  Ocidentales,  la  Relacion  t  viaje  de  Juan  Ceberio  de  Vera, 
naturai  del  Pirù.  De  los  Andai uzes  el  Viaje  que  don  Parafan  de  Ribera,de  buena  memoria,  Mar- 
ques  de  Tarìsa,  hizo  desde  Napoles,  donde  era  Virrey,  a  la  Tierra  Santa,  y  el  Viaje  del  maestro 
Guerrero,  famoso  musico  de  la  santa  Iglesia  de  Sevilla.  De  Portugal  el  Itinerahio  de  Fray  Panta- 
leon  d'Aveiro,  de  la  Orden  del  sefior  san  Francisco.  De  Caslilla,  la  Relacion  de  Fray  Antonio 
Aranda,  de  la  misma  Religion;  y  el  Lucerò  de  la  Tierra  Santa  de  Escobar  Cabeza  de  Vaca.  Do 
Francia  las  Curiosas  observaciones  que  hizo  Pedro  Belonio,  que  en  compania  de  Mosieur  de  Fu- 
met,  Embaxador  del  Bey  de  Francia,  pasco  la  Tierra  Santa;  la  que  hizo  Andres  Thevet  (Frate 
Andrea  Thevet^  Fraìieeseano  franceie)  en  ci  tomo  I  de  la  su  grande  Cosmografia  francesa,  que  con 
licencia  del  Papa  dexò  el  habito  del  senor  San  Francisco,  para  peregrinar  lodo  el  mundo,  comò  lo  hizo 
en  vcynle  y  tres  anos  por  mandado  de  Henrico  segundo  rey  de  Francia.  De  Italia,  he  visto  el  Viaje 
de  Fray  Noe  el  Bianco  de  la  Orden  de  los  Servitas,  y  de  otro  Fray  Noe  mas  antiguo,  Frayle  Fran- 
cisco, que  anduvo  todo  el  Egypto,  Arabia,  y  Tierra  Santa,  y  contò  menudamentc  sus  cosas;  los 
DiALOGos  del  Doctor  Pedro  Arribabene  Fiorentino,  theologo;  las  Epistolas  del  Doctor  Pedro  Dane- 
sio,  theologo  de  Montepulciano,  que  con  otros  cinco  peregrinos  visitò  aquellos  Santos  Lugares,  y 


74  BUYSA 

Io  que  en  nuestros  dias  docta  y  cariosamente  escrivió  Fray  Bernardino  Amico  de  Galipoli,  Prayle 
Francisco,  que  ha  vivido  en  Jenisalem  mactìos  anos.  De  Flandes ,  el  Itinerario  de  Don  Juan  Zua- 
lardo,  cavallcro  del  S.  Sepulcro,  que  prìmero  imprimiò  en  italiano,  en  Roma,  y  dies  aiios  despaes 
muy  augmentado  en  lengua  francesa  en  Amberes:  el  Grande  Itinerario,  repartido  en  siete  libros, 
que  ha  poco  que  escrivió  el  doctor  Juan  Cotovico  Jurista.  De  Alcmania,  la  Rblacion  de  Guillelmo 
de  Baldensel,  Gavallero  aleman,  que  sacó  a  luz  en  sus  tomos  las  antiguas  lecciones  del  Doctor  Hen- 
rico  Canisio,  cathedratico  de  Dcrechos  en  la  universidad  de  Inglostat,  sobrino  del  santo  y  docti- 
simo  Padre  (ora  Beato)  Fedro  Canisio  de  la  Compafiia  (di  Gesù):  y  el  Grande  Itinerario  de  Ber- 
nardo de  Brindenbach,  dean  de  la  S.  Iglesia  de  Maguncia,  Primada  de  Alemania.  De  Ungria,  la  Re- 
ij^cioN  de  Fr.  Anselmo  de  Montesion  (sobre  nombre  suyu).  De  Polonia,  las  quatro  doctisimas  y  lar- 
gas  Epistolas  del  Principe  Nicolao  Radcivilio,  Duque  de  Olica,  y  gran  Condestable  de  Lituania;  y 
otros  que  no  me  acuerdo,  demas  de  los  que  andan  en  manos  de  los  doctos,  que  son  Pr.  Brocardo 
de  la  sagrada  Religion  del  sefior  S.  Domingo,  y  el  Teatro  de  la  Tierra  Santa  de  Christiano  Andri- 
comio;  y  aflrmo  que  en  todos  ellos  no  se  hallan  cosas  tan  singulares,  devotas  y  dignas  de  ser  notadas 
comò  en  està  Relacion.  • 

Ora  vegnamo  all'  opera.  Primamente  l'Autore  ci  fa  sapere  come  avvenne  che  si  recasse  in  Pale- 
stina. •  Avicndo  venido  a  Roma  (e'dite)  el  afìo  de  1615  el  senor  Don  Fray  Antonio  de  Trejo,  Obispo 
de  Cartagena,  entonces  Vicario  General  de  toda  nuestra  sagrada  Religion,  a  celebrar  la  Gongregacion 
General,  en  la  qual  cabé  yo  de  hazer  el  oQcio  de  Secretano  de  la  Curia  Romana,  me  mandò  por  sus 
patentes,  que  fuese  a  Tierra  Santa,  en  compania  del  P.  Fr.  Diego  de  Sicilia,  Comisarìo  General  de 
los  Lugares  Santos,  a  pagar  las  deudas  que  de  presente  tenian,  y  ver  la  neresidad  que  hnviese  de 
repararlos,  con  otras  cosas  tocantes  al  govierno  de  los  Religiosos  que  en  aquellas  partes  habitan  ;  con 
que  quedandose  en  Venecia  por  justos  respectos  el  dicho  P.  Fr.  Diego  de  Sicilia ,  me  hizo  entregar 
quinze  mil  noveciento  y  ochenta  y  nueve  reales  de  a  ocho,  los  quales  hize  embarcar  en  la  nave 
llamada  Barcalonga,  que  partiò  por  Alexandreta  a  7  de  Setiembre  de  dicho  ano,  pagando  seys  por  ciento 
en  asegurarlos.  Y  negando  con  ellos  a  Jerusalem,  despues  de  varios  sucesus,  y  ballando  que  los  Lugares 
Santos  stavan  empeUados  en  veynte  y  siete  mil  reales  de  a  ocho,  por  causa  de  no  averlos  socorrìdo 
en  mucho  tiempo,  y  aver  sucedido  la  muerte  del  P.  Fr.  Angelo  de  Me-ssina,  con  que  los  Turcos 
metieron  grandemente  la  mano;  y  despues  del  P.  Fr.  Rufino  de  Saboca,  Presidente  que  en  su  Ingar 
se  hizo,  pagué  todos  los  dichos  quinze  mil  novecientas  ochenta  y  nueve  reales  de  a  ocho  a  diferentes 
acreednres,  Chrislianos,  Moros,  y  Hebreos,  a  los  quales  se  debian,  y  quedaron  de  deuda  otros  nueve  mil 
y  tan  los  ec.  » 

Poi  dà  un'esatta  notizia  de  los  Lugares  Santos  mas  priticipales  della  città  di  Gennsalemme  e 

suoi  dintorni  ;  e  de  los  gastos  que  se  ÌMzen con  Ics  Turcos ,  Turcimans ,  Peregrinos  ec  E 

finalmente  accenna  a  quanto  soffrivano  i  Francescani  in  tal  Missione,  specialmente  i  Superiori  di  quel 
tempo  :  il  P.  Angelo  de  Messina ,  che  dai  maltrattamenti  ricevuti  aveva  una  mano  e  un  piede  storpi ,  e 
morì  in  officio;  il  Padre  Basilio  da  Caprarola,  che  similmente  ne  perdo  la  vita;  è  il  Padre  Francesco  da 
Dulcedo,  con  ventitre  altri,  rimasti  vittima  della  peste.  «  Agora  ultimamente  {egli  dice)  ha  venido  nueva 
cierta,  de  que  es  muerto  el  Padre  Fray  Francisco  de  Dulcedo  (grossa  borgata  nella  riviera  ocddentaie 
della  Liguria),  su  sucesor  y  Vicario  y  mas  de  33  Religiosos  basta  ci  mes  de  agosto  del  afio  I6S0 
per  causa  de  la  peste,  y  se  ha  elegido  en  su  lugar  el  P.  Fr.  Thomas  de  Novarra,  Religioso  que  ha  muchos 
a5os  que  està  en  aquellos  Sanctos  Lugares,  con  grandisima  estimacion  de  todas  las  naciones,  y  ha 
rcduzido  a  los  Nestorianos  y  los  Caldeos  a  la  devocion  de  la  Iglesia  catolica  con  suma  laude  suya,  y 
honra  de  la  Religion.  El  dicho  1\  Fr.  Francisco  de  Dulcedo  partiò  con  la  familia  nueva  de  Venecia  a 
i3  de  Junio  de  mil  y  sescientos  y  dies  y  nueve,  y  llegò  a  Jerusalem  a  los  i  de  agosto  dicho.  » 


p. 


108.  Caccia.  —  Compendium,  seu  brevis  relatio  Locorum 
Sanctorum,  quae  Seraphicus  Ordo  Franciscanorum  ultra  quadrin- 
gentos  annos  legitime  possedit,  ec.  a  Patre  Francisco  Caccia  Ord. 
S.  Francisci  de  Observantia,  ec.  Vienna.  A.  A.  Heyninger  1693. 

Un  volume  in  4. 

—  Jerusalem,  seu  Palestina  nova,  ec.  Wien.  C.  Lercher,  1706. 

Un  volume  in  4  con  incisioni.  Così  i  compilatori  degli  Studi  Bibliografici  e  Biografici  bc. 
Il  Padre  Caccia  fu  Commissario  Generale  in  Terra  Santa,  e  i  suoi  libri  intorno  alla  Palestina  sono 
molto  lodati. 

109.  Calahorra  .  —  Historia  Cronologica  della  Provincia  di 
Soria  e  Terra  Santa  di  Gerusalemme,  dove  nostro  Salvatore 
operò  le  maraviglie  della  Redenzione  ec.  con  li  felici  progressi 
fatti  in  quella  dalla  Religione  Serafica  del  Padre  San  Francesco, 
cominciando  dall'anno  1219.  Opera  composta  in  Spagnuolo  dal 
R.  P.  F.  Giovanni  di  Calahorra,  tradotta  nella  lingua  italiana 
dal  R.  P.  Angelico  di  Milano  Minore  Osservante  Riformato ,  es- 
sendo attuale  Guardiano  e  Custode  della  medesima  Provincia 
di  Terra  Santa.  In  Venezia.  MDCXCIV,  appresso  Antonio  Tivani. 

È  un  volume  in  4,  di  890  pagine.  Raro.  Se  ne  trova  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di 
Firenze,  e  un  altro  in  quella  del  nostro  Convento  di  Sant'Anna  di  Parigi.  Quanto  air  edizione 
Spagnuola,  non  è  vero  quel  che  dice  il  signor  Escalopier  nel  Catalogue  della  sua  ricca  Biblioteca, 
che  essa  non  si  conosca.  A  me  ne  fu  inviato  un  esemplare  dal  nostro  Convento  di  San  Salvatore 
di  Gerusalemme,  quando  comincai  la  Storia  delle  Missioni  Francescane;  e  partendo  da  Roma,  lo  lasciai 
nella  Curia  Generalizia  con  ricevuta  del  Padre  Segretario  Generale  di  quel  tempo.  Padre  Ermete  da 
Recanati.  Mancava  del  frontispizio  e  di  alcune  prime  pagine,  ed  è  veramente  libro  rarissimo  ;  tanto 
più  prezioso,  in  quanto  il  Traduttore  lo  ha  qui  e  là  interpolalo,  cosi  che  la  traduzione  non  corrisponde 
punto  all'originale.  In  una  Bibliografia  a  stampa  in  francese,  lo  trovai  riferito  col  titolo  seguente: 
De  Calaìunrat  Cronica  de  la  Provincia  de  Siria  y  Tierra  Santa.  Madrid,  in  foL,  1684. 


76  GAMARA  -  CANfiS 


„,.  110.  Camara.  — Traducion  del  Portuguez  al  Castellano  de  la 

^    historia  de  las  cosas  memorables  de  Tunkin  (  escrita  por  el  P. 

Filipo  Marino  )  por  el  P.  Fr.  Juan  de  la  Camara  de  la  Provincia 

de  S.  Pedro  de  Alcantara. 

L'  Hderta  (Ettado  ee.)  dice  che  il  Padre  dalla  Camara  fece  questa  traduzione  in  Cina,  circa  il 
i67i,  per  dove  s'era  imbarcato  dalle  Filippine  il  i670,  avendo  già  evangelizzato  per  4  anni  in  Siniloan. 
11  1673  fece  ritorno  alle  Filippine,  e  fu  Missionario  nei  popoli  di  Mauban,  Mambulao,  Longos, 
Nagcarlan  e  Capolangan,  dove  morì  il  i683. 


Skemp. 


HI.  CaBes.  —  Gramatica  Arabigo-Espanola  vulgar  y  literal 
con  un  Diccionario  Arabigo-Espanol,  en  quien  se  ponen  las  voces 
mas  usuales  para  una  conversacion  familiar  con  el  texto  de  la 
doctrina  cristiana  en  el  idioma  arabigo,  por  Fray  Francisco  Ca- 
nes,  Religioso  Francisco  Descal^o  de  la  Provincia  de  S.  Juan 
Baptista,  Misionero  Apostolico  en  el  Asia,  Lector  de  lengua 
Arabe,  Guardian  y  Cura  que  ha  sido  del  Convento  de  S.  Juan 
Baptista  en  Judea,  y  del  Colegio  de  Padres  Misioneros  Espaiioles 
de  Tierra  Santa  en  la  ciudad  de  Damasco.  Madrid.  En  la  Im- 
prenta  de  D.  Antonio  Perez  de  Soto  :  ano  MDCCLXXV. 

Un  volume  in  4,  di  i79  pagine.  N"  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  di  S.  Isidoro  di  Madrid. 
V  importanza  di  questo  lavoro  si  vede  dalle  notizie  che  dà  nella  prefazione,  intorno  a  questo  genere 
di  studii,  coltivato  con  tanto  frutto  da' Francescani.  •  Por  cumplir  (egli  dice)  la  superior  orden  de  la 
Keal  Camara ...  me  he  dedic^ado  a  ajustar  la  presente  en  nuestro  idioma  espanol,  que  con  el  mayor 
gusto  ofresco  a  la  publica  utilidad  de  la  nacion  y  al  uso  de  las  Misiones  de  Tierra  Santa ....  Con 
ella  los  Rellgiosos  pueden  llevar  anticipado  el  conocimiento  de  este  idioma,  que  es  casi  universal 
en  todo  el  Oriente.  Aunque  la  Gramatica  de  Fr.  Pedro  de  Alcalà,  Gcrcmimo  (dell'Ordine  GeronimitaJ 
se  imprimìó  en  lengua  espanola  el  affo  1505,  faltaron  caracteres  arabes,  y  asi  no  es  posible  atinar  con 
la  escritura  y  pronunciacion  de  las  palabras  que  contiene  de  aquel  idioma  en  su  vocabulario  y  ejm- 
p1(»8 . . .  (xjnsiderando  la  grande  dtflcultad  que  hay  en  poder  acertar  un  solo  en  la  composicion  de  ana 
Gramatica,  que  sea  del  gusto  de  todos,  por  la  diverston  de  opiniones  que  rej'nan  entre  los  mi.<mnos 
autores,  he  prucurado  con  el  mayor  cuì<lado  leer  e  releer  para  el  ajuste  de  està  las  Gramaticas  de  Fr. 
Pedro  de  Alcalà ,  de  Fr.  Felipc  Guadandli ,  de  Tomas  Erpenio ,  de  Fr.  Antonio  de  Aquila  ,  de  Fr. 
Agapito  de  Vallenamniarum,  de  Fr.  Francisco  Gonzalez  ec.  Asimismo  me  he  valido  de  un  conside- 
ble  numero  de  Manuscritos,  que  me  han  franqueado  gustosos  algunos  aflcionados  a  la  lengua  Arabe, 
Finalmente  he  aprovech;<dj  lo  que  me  enseiìó  el  estudlo  y  la  esperiencla  de  diez  y  seis  ano»  que  estube 

predicando  y  confesando  en  aralx;  en  las  Misiones  del  Asia Ctm  justa  rason  colocin  los  hombres  do- 

clus  {la  lingtM  araba)  entre  las  lengiias  madres,  por  tener  probado  su  origen  en  la  familia  de  Ebcr...  Es 
neiTsaria  la  lengua  Aralie,  no  solo  para  la  inleligencia  de  tantos  codices  (parla  specialtnente  di  quelli 
dell'  Escuriale ,  di  cui  era  Bibliotecario  il  ir.  Michele  Casimiri,  con  cui  era  legato  di  stretta  amicizia)  y 
escrituras;  sino  tambien  para  pronunciar  con  perfecion  la  lengua  ebrea,  y  entender  la  sagrada  Bibia 
en  sus  frases.  Porque  comò  la  lengua  ebrea  es  escasa  de  voces  en  el  dia ,  habiendo  dexado  de  ser  len- 
gua viva ,  y  està  reducida  al  texto  sagrado ,  no  es  comparable  por  està  parte  con  la  fecundidad  de  la 
arabiga,  que  aun  existc  entera.  Con  facilidad  puede  suplirse  con  su  auxìlio  la  que  falla  a  la  ebrea,  por 
ser  arabigas  y  promiscuas  muchas  de  las  ralzes  ebreas;  corno  lo  hizo  Eben-Esra  en  los  Coment arios  db 
Los  cAN'Ticos,  exponiendo  y  aumentado  por  el  arabe  aquellas  voces  ebreas,  que  suelen  ocurrir  una 
vez  sola  en  el  Testamento  viejo.  De  suerte  que  si  la  lengua   arabe  se  puede  aprender  sin  el  cc« 


CANES  77 

nocimiento  de  la  ebrea,  jamas  se  alcanyara  la  inteligencia  porfecta  de  la  ebrea  sin  al  conocimiento 

previo  0  simultaneo  de  la  lengua  arabe La  grande  utilidad  que  se  saca  de  la  inteligencia  de  la 

lengua  arabe  ha  sido  el  motivo  de  haberse  fandado  en  casi  todas  las  Univcrsidades  de  Europa  ca- 
tedras  donde  se  enscne.  En  el  Concilio  Yienese  cclebrado  per  orden  de  Clemente  V  en  I3i2,  en  el 
decreto  que  hizo  sobre  el  estudio  de  las  lenguas,  que  despues  renovò  Martino  V»  se  pone  la  len- 
gua arabe  por  una  de  las  principales,  que  se  deben  ensenar.  En  nuestra  Espana,  ademas  de  las  cate- 
dras  que  se  fundaron  en  algunas  universidades ,  para  que  se  ensenase  el  arabe  en  el  restableci- 

miento  de  estudios  de  i770 se  estableciò  tambien  la  catedra  de  la  lengua  arabiga.  Deseoso . . . 

Carlos  III  de  contribuir  por  todos  los  medios  y  protcger  està  ensenanza . . . .  no  solo  para  que  se  do 

el  culto  y  veneracion  debida  a  los  Santos  Lugares sino  tambien  al  aumento  y  conservacion  de 

las  Misiones  de  Asia tiene  ordinado por  sua  Real  cedula  de  i7  noviembre  de  i772,  que  se 

desponga  una  casa  de  estudios,  o  sea  Seminario al  cuidado  de  nues tra  Orden  Serallca,  en  ci 

qual  sean  instniidos  de  ante  mano  por  principio  en  la  lengua  arabe  y  griega  todos  aquellos  Re- 
lìgiosos,  que  han  de  pasar  a  Tierra  Santa,  y  otras  partcs  de  Asia,  a  ocnparse  en  el  santo  y  apo- 
stolico exercicio  de  Misiones  (  Por  la  tocantc  a  la  lengua  griega  ha  impreso  su  Gramatica  vulgar 
Fr.  Fedro  Fuentcs  Observante ,  que  risidiò  en  el  Seminario  da  Nicosia  de  Chipre,  y  ahora  està 
imprimiendo  la  Gramatica  literal  con  el  mismo  obiecto  de  que  sirva  en  el  Seminario  de  Tierra  Santa 
de  orden  da  R.  Gamara  ....)•  *  /'^  nota, 

—  Diccionario  Espanol-Latino-Arabigo,  en  que  seguiendo  el 
Dìccionario  abreviado  de  la  Academia  se  ponen  las  corresponden- 
cias  latinas  y  arabes,  para  facilitar  el  estudio  de  la  lengua  arabiga 
a  los  Misioneros,  y  a  los  que  viajeran  ò  contratan  en  Africa  y  Le- 
vante :  compuesto  por  el  P.  Fr.  Francisco  Canes,  Religioso  Franci- 
sco Descalfo,  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Baptista,  su  Ex-Deflnidor, 
Misionero  y  Lector  que  fue  de  Arabe  en  el  Colegio  de  Damasco, 
individuo  de  la  Academia  de  la  Historia.  Dedicado  al  Rey  nue- 
stro  Sefior.  Madrid  MDCCLXXXVIL  En  la  Impronta  de  D,  Anto- 
nio Sanche. 


Sono  tre  volumi  in  foglio:  magnifica  edizione  in  c^rta  reale.  11  primo  tomo  (A-D)  conta  595 
pagine:  il  secondo  (B-O)  554:  il  terzo  (P-Z),  6i2.  Nel  primo  tomo,  dopo  la  dedica  al  Re,  è  un 
Prologo,  da  cui  crediamo  bene  riferire  i  particolari  seguenti.  Premesso  che  fallita  l'impresa  delle 
Crociate,  Dio  destinò  i  Francescani  alla  custodia  de' Santi  Luoghi,  soggiunge:  «  La  predicacion  evan- 
gelica y  admiuistracion  de  los  Sacramentos  necesariamente  deben  hacerse  en  el  idioma  comun  y  |)er- 

ceptible  a  los  naturales  del  pais Ia)s  Religiosos  Franciscanos  Observantes  y  Descalgos  para 

Uenar  su  obligacion  han  necesitado  dedicarsc  costantemente  al  esludio  del  idioma  arabe,  y  han  dado 
por  estc  medio  copioso  fruto  de  doctrina  y  edificacion  en  la  Tierra  Santa  y  sus  conflnes,  superando 
con  su  aplicacion  las  diflcultades  en  que  se  veian  por  falta  de  auxilios  que  alcviasen  el  gran  peso 
de  aprender  una  lengua  diflcultosa  en  la  escritura,  en  la  pronunciacion ,  en  las  voces  y  en  las  fra- 
ses.  Paolo  V  ,penetrado  de  està  imporlancia.  ordenò  por  su  Buia  que  empieza:  Foelieis  recardatio- 
ni$  ee.  ano  de  4610,  que  los  Regulares  ensenasen  las  lenguas  orientales  en  sus  Colegios.  La  Con- 
gregacion  de  Propaganda  Fide  estableciò  en  25  septiembre  de  i628  que  de  los  Religiosos  que  pa- 
san  a  la  Tierra  Santa  se  destinasen  algunos  sugetos  habiles  para  que  aprendiesen  las  lenguas  arabe, 
turca  i  griega,  que  son  las  que  se  hablan  mas  generalmente  en  las  provincias  del  Imperio  Oto- 
mano. La  Orden  de  S.  Francisco  para  dar  compUmicnto  a  losreferidos  decretos,en  el  Capitulo  Ge- 
neral que  se  celebrò  en  Toledo  afiio  de  4672,  acordò  se  fundaran  Colegios  en  los  Conventos  de  Sa- 
lamanca, Alcalà,  Paris,  y  Tolosa,  en  los  quales  por  maestros  de  la  misma  Orden  se  ensefSase  a  los 
Religiosos  las  lenguas  ebrea,  araba,  griega.  En  el  Capitulo  General  celebrado  en  Vitoria  en  29  de 
Mayo  de  1694  se  conflrmò  el  decreto  antecedente  del  Capitulo  de  Toledo .  El  Papa  Clemente  XI  expi- 


78  CANES 

dio  una  Boia  en  ii  de  Encro  de  i710  que  empieza:  Commisti  nobi$,  en  la  que  manda  se  funde  un 
Colegìo  de  la  Orden  de  S.  Francisco,  en  donde  estudien  las  tres  lenguas  los  Religlosus  que  huble- 

8cn  de  pasar  al  Asia  e  ocuparsc  en  et  ministerio  de  Misioneros La  falta  de  Gramaticas  y  Diccio- 

narios  arabes  acomodados  a  la  lengua  espafiola,  ha  retardado  el  cumplimiento  de  tan  saludables 

disposiciones,  basta  que  la  munincencia  de  Carlos  III tuvo  bien  ordenar  se  cscribiesen  las 

Gramaticas  de  la  lengua  arabe  y  griega,  encargandoseme  la  primera,  y  la  griega  a  Fray  Fedro  Fuen- 
tes,  Religioso  Observante  de  la  Provincia  de  Santiago,  Misionero  de  Tierra  Santa  y  en  el  Golegio  do 
Lamica  situado  en  la  isla  de  Chipre.  La  publicacion  de  mi  Gramatica  arabe  y  la  de  la  Griega  en 
1776,  conduxo  naturalmente  laprogresion  de  las  cosas  a  la  formacion  de  un  Diccionarìo  de  las  dos 
lenguas,  cabicndome  a  mi  el  presente  de  la  lengua  arabe.  La  lectura  sola  de  los  libros  y  las  reglas 
gramaticales  hubieron  sido  insuncientes  a  tamafia  impresa ,  si  el  trate  con  los  naturales  de  Tierra 
Santa  y  regiones  circunvecinas  nos  me  hubieso  proporcionado  ci  exercicio  y  uso  de  este  idioma  por  diez 
y  seis  anos  continuos  con  una  particular  aplicacion  a  su  ìnteligencia;  para  lo  qual  no  sera  inutil  dar 
una  rcsumida  noticia  de  mi  viages  y  ocupaciones  en  aquellos  paises.  En  7  de  septiembre  de  i755  me 
embarqué  en  el  puerto  de  Alicante,  destinado  por  mis  Superiores  con  otros  Religiosos  a  la  Tierra  Santa 
y  sus  Misiones.  Desdc  alti  pasé  a  la  ciuda^i  de  Marsella,  y  sucesivamente  navegamos  a  Ptolcmayda,  u 
S.  Juan  de  Acre,  donde  residió  por  algun  tiempo  la  Orden  Militar  de  S.  Juan  de  Jerusalem,  y  cs  una  de 
las  escalas  celebrcs  de  Levante.  Da  Ptolemayda  segui  a  Jafa,  y  de  este  puerto  a  Rama,  que  dista  4  horas 
de  camino  de  Jafa,  y  continuando  Ilegué  a  Jerusiilem,  siluada  a  siete  leguas  de  Rama;  habiendo  entrado 
en  aquella  ciudad  y  Santos  Lugares  ei  dia  i3  de  Diciembre  del  propio  ano  de  i755.  Sali  para  la  ciu- 
dad  de  Damasco  en  2  de  Febreru  de  i737  por  el  proprio  camino  basta  Ptolemayda.De  Acre,  o  Ptolemayda, 
paso  a  Sayda,  que  habrd  15  leguas,  y  es  otra  poblacion  mercantil  y  considerable.  En  el  pais  que  media 
entre  estes  dos  famosos  pueblos  habitan  los  Mituales ,  que  viven  levantados  baxo  de  cierto  tributo 
al  Baxa  de  Sayda.  De  alli  continue  por  tierra  mi  viage  a  Damasco,  ciudad  populosa  donde  reside  el 
Baxa.  En  Damasco  bay  Golegio  de  Espafioles  baxo  el  dictado  de  la  Conversion  de  S.  Fabio,  y  tenia  en 
aquel  tiempo  siete  Misioneros  peritos  en  la  lengua  arabe,  que  cuidaban  de  los  catholicos  de  Damasco, 
los  quales  ascendian  a  siete  mil.  En  Damasco  existia  tambien  un  Golegio  de  la  Compania,  y  un  Convento 

de  Capuchinos  de  corto  numero,  emjileados  en  aquella  Mision En  Damasco  residi  por  tres  vece» 

enscflando  la  lengua  arabe Mi  permacencia  en  aquellas  misiones  durò  el  espacio  de  i6  ai!os.... 

En  26  de  Septiembre  de  1770  me  embarqué  a  Tolemayda...  entré  en  Valencia  el  die  li  de  Enero  de  1771. 
Sucesivamente  fui  destinado  por  mis  Superiores  al  Golegio  de  Misionistas  de  Bcniganim  de  la 
Provincia  de  S.  Juan  Baptista,  donde  residia  el  ano  de  1773,  en  que  fui  llamado  de  orden  de  la 
Real  Camara  (a  Madrid.)  Desdc  aquella  epoca  he  empleado  uno  estudio  inccsante  en  utilidad  de 
las  Misiones  de  la  Tierra  Santa,  empezando  por  la  formacion  de  la  Gramatica  Arabe  pubhcada  cn 
el  ano  siguiente  de  1776.  Concluida,  me  dediquó  a  la  composicion  del  presento  Diccionarìo  con  la 
diligencia  y  estudio  que  requiere  una  obra  tan  prolixa  y  dillcil,  y  para  cuya  ordenacion  mediaban 
los  ordenes  de  su  Magestad  . . .  Omito  recomendar  el  gran  trabajo  y  aplicacion  que  fue  precisa  en 
una  obra  que  abraza  tres  lenguas,  que  habia  de  salir  a  la  censura  de  los  sabios  ...  No  hubiera  sido 
posible  llevarla  a  su  Un  a  no  mediar  la  soverana  protecion  del  Bey . . .  Los  caracleres  asi  espanoles 
comò  arabes,  so  han  fundido  . . .  oc. 

Al  proemio  segue  un  dotto  ed  eruditissimo  Dincorso  preliminar  sobre  la  utilidad  de  la  UngtM 
Arabiga,  di  cui  accenniamo  le  tessionit  in  cui  è  diviso.  1.  Progresos  de  la  lengua  arabiga  y  su  uso  en 
Espaiìa  :  2.  Tentativas  hechas  en  Espana  en  los  tres  ultimos  siglos  para  el  uso  etimologico  e  Ìnteligencia 
del  Arabe.  Da  questa  sessione  togliamo  quanto  segue:  •  El  destino  de  losBegulares  Observantes  y 
Descalcos  de  S.  Francisco  a  los  Santos  Lugares  y  Misiones  de  aquellas  partes,  hace  precisa  la  ensefianza  y 
conocimiento  de  la  lengua  arabe...  Couocìendo  asi  el  R.  P.  Fr.  Francisco  Albin  General  de  la  Orden...  eu 
el  siglo  pasado  promoviò  en  Espana  la  enseilansa  de  este  idioma,  tornando  eu  su  tiempo  todas  las 
medidas  que  juzgò  necesarias  para  conseguirlo  con  la  formacion  del  Golegio  trilingue  de  Sevilla.  A  este 
(>)legio  de  debe  que  Fr.  Joseph  de  Leon,  Lector  de  Teologia  y  Segretario  del  mismo  Orden,  siendu 
Lector  do  lengua  Arabiga  en  el,  diese  principio  a  la  ordenacion  de  un  Diccionario.  Para  pcrfccio- 
iiamiento  pa.sò  a  la  Tierra  Santa  Fr.  Bernardin  Gonzales  y  continuò  aquel  trabajo,  de  que  da  noticia 
en  su  Prologo  crm  estas  palabras  (habla  del  pn*mier  borrador  del  Diccionario  formado  en  Sevilla): 
Yine  a  la  cttidod  de  Damasco  »  en  donde  con  la  ayuda  del  Cura  Jorge  Eben  Barhak,  que  era  mae- 
stro de  lengua  Arabiga  en  Colegio  de  Damasco  de  los  Padres  de  Tierra  Santa ,  y  con  asistencia 
del  maestro  Jauna  Eben  Juseph  Abu  Jauna,  repasè  e  hice  un  acopio  grande  de  terminos  que  haeen 


CAPANNORI  79 


no  pequena  parte  de  esU  Diccioìmrio  ;  teniendo  giempre  delante ,  para  la  ìnayor  puntualidad  e/i 
ia  escritura,  el  Lexicon  de  Jaeobo  GoliOt  que  e*  el  mas  corredo  que  hasta  ahora  ha  salido.  £n  ci 
afio  de  1709  los  Religiosos  Espaffoles  residentes  eu  Jerusalcm  concluyeron  aquel  Diccionario  de 
)a$  dos  lenguas  Arabe  y  Espafiola  para  acudir  en  los  casos  necessarios  a  la  inteligencia  de  un 
idioma  que  es  comun  y  vulgar  en  todas  aquel las  regiones . . .  Està  obra,  despues  de  la  del  P.  Alcalà, 
es  seguramente  la  mas  completa  que  se  ha  escrito  en  nuestra  lengua,  y  existia  originai  en  la  Pro- 
curacion  del  Convento  de  S.  Salvador  de  Jenisalem.  Su  informacion  es  concisa,  y  se  escribiò  para  ci 
uso  de  aquellos  Regulares . . .  Tampoco  habia  Gramatica  en  que  los  Religiosos  Espanoles  pudiesen 
aprehender  el  Arabe,  siendo  raro  y  diflcil  de  encontrar  el  Arte  del  P.  Alcalà  ...»  (e  il  Padre  Cuiìes,  come 
abbiamo  veduto  «  la  scrisse).  La  sessione  terza  contiene  noticiai  delot  Diccionarios  Arahoi  publicados 
en  el  presente  y  anterior  siglo.  Nella  quarta  sessione  si  fa  V  analysis  de  esle  Diccionario.  Nella 
quinta  si  mostra  la  necessità  de  entender  el  Àrabe  para  decifrar  el  origen  de  muchas  voces  espa^olas. 
Tanto  la  Grammatica  quanto  il  Dizionario  si  trovano  nella  pubblica  Biblioteca  di  S.  Isidoro  di  Madrid. 

Qui  ci  piace  aggiungere,  che  non  solamente  i  Francescani  di  Spagna  si  distinsero  nello  studio  spe- 
cialmente della  lingua  Araba;  ma  anche  gì'  Italiani.  I  lettori  già  hanno  veduto  il  valore  del  Padre  dal- 
l'Aquila:  un  altro  Padre,  di  cui  diremo  appresso,  ne  fu  Professore  neir  Uui versila  di  Pisa;  e  un 
altro,  non  molti  anni  fa,  nella  Pontificia  Università  di  Roma.  Intorno  a  quest'ultimo  pubblicbiamu 
qui  una  lettera,  che  ce  ne  scriveva  il  dottissimo  Orientalista,  di  fama  europea,  Michelangiolu  Lanci. 

•  Molto  Reverendo  Padre  Marcellino!  —  Nel  chiedermi  la  Paternità  vostra  chi  slato  fosse  il 
precettor  mio  nell'Araba  lingua,  fu  contenta  al  sapere,  ch'ebbi  maestro  in  questa  nel  Romano  .archi- 
ginnasio il  Padre  Milani,  pertcnutosi  all'Ordine  dei  Minori  Osservanti,  e  stanziatosi  nel  Convento  del- 
VÀra-coeli.  Egli,  qual  Missionario,  dimorò  per  anni  otto  in  Oriente  sul  Libano  e  in  Aleppo.  Colà  intese 
allo  studio  dell'Arabo  idioma  al  modo  che  nell'universale  quivi  si  parla,  poco  o  nulla  curandosi  di 
mettersi  per  entro  la  scienza  di  que' letterati  scrittori,  che  in  prosa  o  in  verso  primeggiano.  Nel  ricon- 
dursi a  Roma,  fatto  gruzzolo  di  più  arabici  manoscritti  del  tempo  suo,  se  li  guardò  cari  sino  al  puntu, 
che,  fermatosi  in  questa  Metropoli ,  e  nominato  per  pontificio  Breve  Professore  di  essa  lingua  nella  Sa- 
pienza, potè  servirsene  allo  ammaestramento  di  quanti  si  presentavano  alla  sua  cattedra  per  ascoltar 
sue  lezioni.  Quando  nel  1804  io  venni  in  Roma,  per  apprendervi  le  Orientali  favelle,  tenni  dietro  al 
corso  scolastico  di  lui;  il  quale  esercizio  soltanto  aggi ravasi  nella  volgar  lingua  degli  Arabi,  adope- 
rando egli  la  grammatica  dell'Aquila,  che  tutta  si  attiene  al  favellare  del  volgo.  Né  ciò  favorava  le  mie 
intenzioni.  Laonde  per  istruirmi  nel  parlare  e  nello  scrivere  de' sapienti  autori,  usai  lungamente  col 
Cubbie  damasceno,  e  con  lo  Alkusci,  stati  ambiduo  valenti  d'assai  nella  Orientale  letteratura.  Il  che 
fummi  di  giovamento  a  poter  guadagnare  il  concorso  per  quell'essa  cattedra,  ed  essergli  successore. 
.\llora  egli  mi  fé' dono  de' manoscritti  che  portali  avea  seco  dal  Levante,  fra  i  quali  molte  lettere  ori- 
ginali di  svariato  carattere,  e  un  Corano  di  elegante  scrittura.  Egli  tenne  cattedra  per  anni  36,  e  nel 
1807  fu  annoverato  tra'  Professori  in  riposo.  Non  fu  uomo  di  alto  ingegno ,  ma  amoroso  nello  inse- 
gnare le  poche  acquistatesi  cognizioni.  Ebbemi  in  grande  benevolenza;  ed  io  gli  risposi  in  amicizia  fino 
agli  estremi  del  viver  suu.  Ciò  sobbrevità  significato  alla  Paternità  Vostra,  ho  il  piacere  di  attestarle 
slima  e  venerazione,  segnandomi,  della  Paternità  Vostra,  di  Roma  9  luglio  1861,  Devotis.  per  servirla 

MICHELANGELO  LANCL    > 

Ninno  si  maraviglierà  che  il  Padre  Milani  fosse  dotto  della  lingua  Araba  volgare,  piuttosto  die 
di  quella  dei  sapienti  :  perchè  quella ,  e  non  questi) ,  è  necessaria  al  Missionario  ,  ovunque  ei  si 
rechi  ad  evangelizzare,  affinchè  possa  compiere  gli  uffici  dell'Apostolico  Ministero.  E  il  Padre  Milani 
per  tal  fine  solamente  si  era  condotto  nelle  Orientali  regioni. 

112.  Capannori.  —  Lettera  di  relazione  scritta  da  Tripoli  di 
Barberia  dal  P.  Fr.  Francesco  (da  Capannori)  Missionario  (Fran- 
cescano) 29  novembre  1686. 

Sono  9  fogli  in  4.  Manoscritto  autografo  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Lucca.  Comincia: 
Partii  da  Livorno  il  15  del  passato  mese  di  setlembre  sopra  un  bastimento  francese  ec.  Non  è 
scrìtta  male,  né  manca  d'importanza. 


80  CÀPISTRANO  -  CARGERES 


u,,  113.  Capistrano.  —  Lettres  du  Frere  Jean  de  Cupistrano  Cor- 

delier  au  Due  de  Borgogne  poup  Tengager  a  reconquerir  la 
Terre  Sainte. 

Sono  due  lettere ,  esistenti  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi.  La  prima  è  data  il  19  marzo 
del  1439. 

smmp,  114.  Caprarola.  —  Vita  del  gran  Servo  di  Dio  Fr.  Fran- 
cesco Solano  della  Regolare  Osservanza  di  san  Francesco  , 
illustre  in  virtù  e  prodigi,  Predicatore  Apostolico  delle  Indie 
Occidentali,  acclamato  Patrono  della  città  di  Lima,  Metropoli 
del  Perù,  e  da  altre  famose  città  dell'Indie.  Rescritta  da  varii 
autori  e  processi  appresso  la  Sede  Apostolica,  per  Frate  Antonio 
di  Caprarola,  Lettor  di  Teologia  in  Aracoeli  e  Custode  della  Pro- 
vincia Romana.  A  petitione  e  divotione  di  Fr.  Giovanni  da  San 
Diego  Villalon,  Religioso  del  medesimo  Ordine  e  della  Provincia 
di  Andalusia  in  Spagna,  Procuratore  nella  Curia  Romana  alla 
beatiflcatione  e  santiflcatione  del  Servo  di  Dio  Fr.  Francesco 
Solano,  ed  insieme  di  Fr.  Francesco  Ximenes  de  Cisneros ,  Arci- 
vescovo Cardinal  di  Toledo  e  di  Suor  Giovanna  della  Croce.  In 
Roma,  per  Michele  Hercole.  MDCLXXII  :  con  licenza  de'  Superiori, 

Un  volume  in  i,  di  11  fogli  preliminari  non  numerati  e  288  pagine.  Inflnc  altri  13  fogli  di 
ìndke  di  cose  più  notabili.  N'è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze;  un  altro  ne 
incontrai  nella  Biblioteca  Provinciale  della  città  di  Ck)rdova. 


M». 

Asia 


otanip. 


Jtfj. 

Ainenai 


115.  Carabaxal. — Compendio  historial  de  Tierra  Santa.  De- 
dicado  a  Jesu  Christo  nuestro  Serìor  Dios  i  hombre  verdadero , 
crucifigado  en  el  Monte  Calbario.  Por  el  Padre  Fray  Aleso  de 
Carabaxal,  del  Orden  de  los  Menores ,  Predicador  y  Presidente 
del  Santo  Sepulcro,  hijo  de  la  santa  Provincia  de  Andalusia  y 
naturai  de  la  ciudad  de  Gibraltar.  1654. 

Manoscritto  in  4,  di  158  fogli,  nella  Biblioteca  Colornhina  di  Siviglia.  È  una  compendiosa  ed  eru- 
dita Storia  di  Gerusalemme  e  di  quella  Missione  Francescana,  scritta  con  molta  semplicità  ed  eleganza. 

116.  Carbognano.  —  Primi  principii  della  Grammatica  Turca 
per  il  Padre  da  Carbognano  Min.  Oss.  Roma,  1794. 

Un  volume  in  4. 

117.  Carceres. — Enel  nombre  delS.  Comien^a una Artezilla 


CARDENAS  81 


de  1^  lengua  Otoini  cogida  de  las  migajas  de  los  Padres  beneme- 
ritos  deUa  y  del  comadìUo  oflfrecido  pop  el  Menor  de  los  Menores  a 
g-lojria  y  alabanga  de  nro  senor  Ihu  Xpo  y  de  la  Sagrada  Virgen  su 
Sarxc^tissima  Madre  y  utilidad  desta  pobre  gente.  Recopilada  por 
el  I^  •  F.  P®.  de  Carceres,  Guardian  de  Queretaro. 


[anoscritto  in  4,  di  57  carte,  lettera  gotica  del  secolo  XVI,  piccola  e  ben  formata,  che  a 
priioa,  i^ista  pare  stampa.  Cosi  Joaquin  Garcia  Icazbalceta  (Àpuntes  para  un  Catalogo  de  eécritores 
em  i^wm^fuas  indigena»  de  America  ec.  Mexico,  1866/  Forse  si  conserva  ora  nella  pubblica  Biblioteca 
di  Messico. 

418.  Cardenas.  —  Memorial  y  relacion  verdadera  para  el  Rey 
niiestro  Senor  y  su  real  Consejo  de  Indias,  de  cosas  de  reyno 
de  Inerii,  muy  importantes  a  su  real  servicio  y  cosciencia,  por  el  P. 
Fr.  Bernardino  de  Cardenas,  Predicador  General  de  la  Orden  de 
San  PranciscoyLegado  del  Santo  Concilio  Argentino.  Madrid,  1634. 

L.ibro  rarissimo,  dice  il  Ternaux  (Biblioth,  Àmer.J,  perchè  stampato  in  pochissimi  esemplari 

P^'solì  membri  del  Consiglio  deirindie.  L'Autore  venne  dipoi  nominato  vescovo  del  Paraguay; 

e  fa   uno  de'  più  grandi  e  straordinari  apostoli  che  avesse  V  America ,  adorato  dai  nativi  di  quelle 

i^oot,  dove  operò  veramente  maraviglie.  La  vita  di  questo  illustre   Francescano  sarebbe  una 

splendidissima  gloria  dell'Ordine.  Il  Padre  Bernardino  Cardenas  fu  nativo  della  città  di  Chuquiabo 

"*1  IVsrù,  e  Aglio  della  Provincia  di  Lima.  Pareva  (  dice  il  Cordoba  nella  sua  Cronaca  della  Pro- 

^uiciji.  del  Perù,  di  cui  diremo  appresso  )  che  Dio  gli  avesse*  «  comunicado  el  don  de  las  lenguas 

^nen&les  de  los  Indios,  con  tanto  conocido  fruto,  que  no  ha  avido  ministro  alguno  en  estos  reynos 

Q^e  lo  aya  hecho  mayor  en  estos  tiempos  (circa  il  1620-1650),  ni  a  quien  los  Indios  hayen  tenido 

'^^  singular  amor  y  reverenda,  siguiendole  a  millares,  llamandole  padre  de  los  pobres,  predicador 

•PORtolico,  y  angel  de  su  guarda,  con  que  òbligó  a  lodos  los  Prclados,  Arzobispos,  Obispos  y  Padres 

del  S&nto  Concilio  Provincial  Argentino,  que  se  celebrò  el  ano  de  16i9,  que  le  nombrasen  por  su 

'^^^^o  para  la  cstirpacion  de  la  idolatria  de  su  Arzobispado  y  sufraganeos  :  en  cuya  execucion  no 

*^^^^  pueblo,  estamia,  quebrada,  ni  retiro  de  Indios,  por  inacessible  que  fucse,  donde  no  publicasse 

^^  fcyno  de  Dios.  Llevoles  la  luz  del  Evangelio  en  partes  donde  jamas  avia  Uegado;  estirpando 

'"'^i^viUosameDte  las  idolatrias,  desterrando  ritos  gentiles,  derribandolcs  mas  de  ii  mil  idolos, 

I^'^^^lic^odo  casi  todos  los  dias  dos  y  tres  sermones  a  Espanoles,  y  a  Indios,  en  las  dos  lenguas 

^'^'^dhles  del  Perù  ;  siendo  inmemorable  el  concorso  que  le  seguia  ;  saliendo  los  Indios  de  sus 

^^^vas^  zimas  y  retiros  a  buscarle,  y  a  oyrle ,  con  que  han  sido  innumerables  las  almas  que  ha 

9aiiA<tf)  para  Dios.  Revestido  del  zelo  del  Senor  se  entrò  a  los  Indios  barbaras,  infleles  y  sin  con- 

^^staj>^  que  llaman  Chunchos,  donde  padeciò  innumerables  trabajos,  passando  a  piò  y  descalzo  sierras 

^  iioiitanas  espantosas  . . .  reduciò  a  la  obediencia  los  pueblos  Challana,  Songo,  Chacapa  y  Simaco 

^®  lOftios  muy  belicosos  ec  ». 

— Coleccion  general  de  documentos  tocantes  a  la  persecucion, 

*^sde  1644  basta  1660,  centra  el  Illus.  y  Rmo.  Senor  Fr.  D.  Ber- 

^^^dino  de  Cardenas,  Religioso  del  Orden  de  San  Francisco,  Obispo 

^^1  Paraguay  ec.  por  evitar  que  este  Prelado  entrase  ni  visitase 

^^s  Migiones  de  Paranà,  Uraguay  e  Jtati.  Madrid.  Impronta  Real. 

^Tf  68-1770. 


82  CARMENil  -  CARRADORI 


Ms 

Am 


Mi. 

Egitto 


Sono  3  volumi  in  4  grande  :  il  primo,  di  pagine  LVIII  e  387  ;  il  secondo,  di  4  pagine  prellminart 
senza  numerazione,  e  883  numerate;  il  terzo,  XXIV  e  374.  «  Collectlon  extrèmement  importante  {dite 
U  Ternadx,  Biblioth.  Amer,)  pour  l' liistoire  du  Paraguay.  >  Ed  è  vero:  sono  tutti  gravissimi  docu- 
menti autentici,  pubblicati  per  cura  del  Governo  Spagnuolo.  Se  ne  trova  un  esemplare  nella  pubblica 
Biblioteca  dell*  Università  di  Siviglia.  Vogliamo  qui  avvertire  che  ci  fu  un  altro  Francescano  Gardenas, 
che  molto  si  segnalò  nelle  conversioni  di  Guatemala,  e  fu  anche  Dcflnitore  di  quella  Provincia, 
Missionario  circa  il  1654,  e  scrisse  parecchie  opere  nelle  lingue  di  quo'  nativi  ;  ma  sventuratamente 
pare  che  siano  andate  tutte  perdute.  È  ricordato  dallo  Souier  (Monogr.  of.  AuthJ. 

119.  Carmen  A.  — Estado  y  pelacion  de  la  Provincia  de  S.  Gre- 
gorio: por  el  P.  Fr.  Martin  de  Carmena  de  la  Provincia  de  S. 
José. 

Cosi  V  HuERTA  {Ettculo  ec),  aggiungendo  che  il  Manoscritto  è  segnato  11 80  di  agosto  del  1637.  Non 
si  sa  quando  il  Carmena  partisse  di  Spagna  e  giungesse  alle  Filippine.  •  La  primera  vez  que  se  mcnciona 
(dice  lo  steuo  HueriaJ ,  es  en  la  tabla  capitular  de  18  de  Noviembrc  de  1628  comò  ministro  de  Lilio.  • 
Mori  nel  Convento  dì  Manila  il  1646. 

120.  Carradori.  —  Dizionario  Turco-Italiano-Turco.  —  Dizio- 
nario Italiano  Nubiano — del  Padre  Fr.  Arcangelo  de' Carradori  da 
Pistoia,  Minore  Osservante. 

Il  primo  è  disposto  come  segue:  testo  turco,  poi  T italiano  corrispondente,  e  da  ultimo  il  turco  in 
caratteri  latini.  Il  Nubiano  poi  è  in  caratteri  latini.  È  un  manoscritto  cartaceo  in  foglio,  non  numerato. 
UCinelli  diede  questo  Dizionario  come  imperfetto  ;  ma  egli  sMngannò:  l'opera  è  compiuta.  Il  preziosi» 
manoscritto  apparteneva  alla  Biblioteca  del  Con\ento  de*  Padri  Minori  Osservanti  di  Giaccherino.  Ne 
fu  tolto  il  1867,  quando  vennero  soppressi  i  Conventi  e  spogliali  di  quanto  possedevano.  Ora  6  nella 
Biblioteca  Forteguerrlaua  di  Pistoia.  In  fine  dell' ultimo  foglio  del  volume  si  leggono  queste  parole: 
Cavato  per  interprete  da  Girge  delV  Egitto  dal  Padre  Frate  Arcangelo  da  Pixtoia  de' Carradori 
Minore  Oiservante  di  San  Francesco,  Missionario  Apostolico  in  quelle  parti,  e  compito  li  37  di  ottobre 
1635  con  pericoli  di  vita  fr'iquenti,  e  ricopiato  nel  Convento  di  Giaccherino  fuor  di  Pistoia,  e  ter- 
minato  il  21  di  settembre  1650. 

—  Relazione  delle  cose  che  ha  potuto  vedere  Frat'  Arcangiolo 
Carradori  da  Pistoia  ,  Minore  Osservante ,  Missionario  nell'  Alto 
Egitto  dal  1630  al  1638. 

Manoscritto  in  foglio,  posseduto  dal  signor  Filippo  Rossi-Cassigoli  di  Pistoia,  che  gentilmente  ce 
lo  forniva  per  cstrarnc  copia,  non  appena  por  mezzo  dt-l  Vescovo  di  quella  città,  Mt)nsìgnor  Niccolò  Soz- 
zi fan  ti,  gliene  facemmo  richiesta.  All'uno  e  all'altro  ne  attestiamo  viva  riconoscenza.  In  una  Cronaca 
manoscritta  delle  cose  notabili  del  nostro  Con\cnto  di  Giaccherino  in  Pistoia  trovai  del  Carradori  le 
seguenti  notizie  :  •  Il  P.  Arcangelo  Carradori  da  Pistoiji,  fatto  che  hebbe  il  corso  delle  Arti,  s'  applicò 
allo  studio  della  lingua  Arabica,  della  quale  approfittatosi  e  sufficientemente  instniito,  fu  dalla  Sacra 
Congregazione  de  Propaganda  Fide  spedito  nel  Gran  Cairo  Missionario  Apostolico.  Dimorò  quivi  molti 
anni  fra  travagli,  angustie  e  persecuzioni.  Ritornato  alla  patria,  ottenne  una  cattedra  di  lingua  Arabica 
nella  Università  di  Pisa, ove  lesse  alquanti  anni. Sbrigatosi  da  questa,  fu  d'ordine  della  Sacra  Congrega- 
zione dal  Superior  Generale  chiamato  a  Roma  con  intenzione  che  la  U'ggesso  in  quella  città:  ma  preve- 
nuto dalla  morte,  che  segui  in  Pistoia  l'anno  1653, non  potò  rispondere  nò  corrispondere  alla  chiamata.» 
Anche  ne  parla  nel  suo  Teatro  Etrusco  Serafico  il  Terinca  :  •  Arcangelus  Carradorius  (ei  dice  )  Pittar, 
lingua  Arabica  apprime  eruditus,  quampubUca  in  Universitate  Pisana  edocuit  et  de  eadem  Dictioxarium  J 


CARRADORI  83 


tff  ardine  ad  praelum  scrìpsii  :  sed  morte  preventtu,  edere  non  potuU.  Iste  sub  hoc  nottra  iempe' 
state  $ub  Urbano  Vili  Mitsionarius  per  ieptemnium,  totam  fere  orientalem  et  aquUonarem  regionem 
dreuivit,  angustiatut,  afflieitu,  carcere  »  fame^  nudUate  tentatus  ^  virgis  eaesus  (quorum  stigmata  in 
torpore  eiut  ego  ipse  vidij  oc  pluries  in  vUae  diicrimine  adduetus^  sed  a  Christianis  redemptus,  in 
patriam  reversus,  me  presente»  anno  i652  spiritum  exalavit.  »  I^  Relazione  del  P.  Carradori  non  è 
senza  interesse,  sia  per  le  notizie  che  dà,  sia  per  le  trattative  che  egli  condusse  col  Patriarca  Greco 
d' Alessandria  e  con  quello  dei  Cofti  per  ridurli  air  unità  della  romana  Chiesa.  Vuoisi  da  ultimo  aggiun- 
gere che  tornato  a  Roma,  vi  fu  trattenuto  dalla  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide»  per  assistere 
r  edizione  della  Bibbia  che  vi  si  faceva  in  lingua  Araba,  intervenendo  alle  adunanze  che  per  tal  flne 
teiievansi  nel  Palazzo  dell'  Emincntissimo  Cardinal  Pallavicino,  quattro  volle  la  settimana.  Della  Rela- 
zione metteremo  qui  alcuni  brani,  dai  quali  il  Lettore  potrà  giudicare  del  rimanente. 

Del  Cristianesimo  in  Egitto. 

«  Circa  la  fede  cattolica  diXpto  nostro  Signore  in  quelle  parti,  non  si  trova  che  in  quei  pochi  mer- 
canti Venetiani  e  Franzesi  che  abitano  in  Aliessandria  e  nel  Gran  Cairo,  li  quali  hanno  le  lor  chiese 
nelle  case,  o  fondachi  de'  Consoli ,  nelle  quali  posson  convenire  tutti  li  Christiani  a  lor  beneplacito  ;  e 
benché  nelli  tempi  passati  in  Aliessandria  vi  fossero  quattro  nazioni ,  cioè  Franzesi,  Venetiani,  Geno- 
vesi, e  Ragugei;  e  ciascheduna  natione  haveva  il  suo  palazzo,  o  fondaco,  con  gran  claustro,  et 
appartamento  per  habitationi  delli  Consoli,  e  delli  mercanti;  et  ogni  natione  aveva  la  sua  chiesa;  in 
questi  tempi  per  mancamento  di  negotii,  se  bene  li  fondachi  sono  in  piedi,  benché  molto  rovinati, 
non  vi  habita  se  non  le  due  nationi  predette  ;  e  se  altri  d' altra  natione  vi  arriva,  dimorano  per  lo 
più  sotto  la  tutela  del  Consolo  franzese  per  certe  Capitolationi  che  stanno  fra  loro  et  il  Gran  Turco. 

•  Queste  due  nationi  vanno  però  con  li  loro  Cappellani  a  celebrar  la  messa  a  certe  cappelle  che 
hanno  fatte  nelle  chiese  principali  delle  Nationi  scismatiche,  come  nella  chiesa  di  S.  Caterina  Ver- 
gine e  Martire ,  dove  si  vede  una  colonna  sopra  della  quale  si  crede  fluisse  il  suo  martirio  la  santa 
Verginella;  vedendosi  anco  in  questi  tempi  in  essa  alcune  goccie  di  sangue.  Questa  è  Chiesa  e 
convento  tenuto  dalli  Greci;  ma  le  due  nationi  ci  hanno  ciascheduna  la  sua  cappella  et  altare;  li 
Venetiani  di  S.  Caterina,  e  li  Franzesi  di  S.  Anna.  Li  Venetiani  tengono  ancora  una  cappella  nella 
Chiesa  di  S.  Marco,  dove  sta  ancora  il  pulpito  sopra  del  quale  predicava  l'Evangelista;  et  una 
cappella  della  chiesa  di  S.  Michele  Arcangelo,  alla  qual  cappella  sta  un'immagine  dell'Arcangelo  in 
tavola,  si  crede  di  mano  di  S.  Luca;  e  queste  due  chiese  son  possedute  dalli  Copti;  et  una  di  S.  Giorgio 
fuori  della  città. 

«  Quanto  alla  fede  di  queste  nationi,  perché  si  vede  nelli  libri  stampati ,  dirò  solo  che  li  Greci , 
oltre  all'essere  ostinali  contro  la  S.  Chiesa  e  fede  cattolica,  le  lor  funtioni  ecclesiastiche  e  sacramen- 
tali,  come  messe,  confessioni ,  matrimoni,  licentie  di  non  digiunare ,  o  far  quadragesima,  o  assolu- 
tione  di  peccali,  non  le  danno,  e  non  l'esercitano  senza  ricever  prima  tal  somma  di  denari,  o  senza  la 
conventionc  almeno. 

«  Li  Copti  poi,  se  bene  son  più  familiari  nel  praticar  con  li  Cattolici,  lo  fanno  più  per  interesse 
(essendo  essi  per  lo  più  poveri  )  che  per  amore. 

Della  città  di  Alessandria ,  e  del  cammino  fino  al  Cairo. 

«  La  città  d' Aliessandria  é  falla  in  quadro,  e  sarà  intorno  a  cinque  miglia  di  contenuto,  tutta  de- 
slrutta  e  rovinata,  piena  di  calletti  che  sono  le  rovine  de'  palazzi  e  quartieri.  Si  vede  però  molte  colonne 
in  piedi,  et  una  guglia  in  piedi,  et  una  cascata,  tutte  piene  di  gerogliflci.  Si  dice  che  la  città  si  possa 
tutta  caminar  sotto  terra,  fatta  con  artifltio  da  Allessandro.  Le  muraglie  attorno  son  quasi  tutte  in  piedi 
con  li  suoi  merli  e  bastioncelli  all'antica,  et  è  murus  antemurale,  si  che  fra  di  essi  potria  caminar  eser- 
cito in  ordinanza;  e  nel  veder  la  città  di  fuora,  mostra  gran  bella  cosa;  tanto  più  che  vi  è  campagna 
aperta  e  pianura  dalla  parte  di  levante  verso  mezzogiorno:  da  Garbino  son  montagne  non  molto  alte; 
ma  tutto  spogliato.  Fuora  della  città  circa  mezzo  miglio,  da  mezzo  giorno,  vi  é  una  colonna  dell'  istcssa 
pietra  delle  guglie  di  Roma,  eretta  sopra  la  sua  base,  e  col  suo  capitello  in  cima,  tutta  di  un  pezzo,  e 
più  grossa  et  alta  della  Traiana  di  Roma ,  quale  si  dice  fussc  eretta  da  Pompeo.  Dentro,  come  dis- 
si, son  poche  case:  solo  dalla  parte  in  verso  il  mare  vi  sono  le  chiese  e  case  de* Christiani  Greci  e 
Copti,  et  Ebrei,  e  mercanti  Catholici;  ma  pochi  Turchi  habitan  dentro  per  la  mala  aria,  causata 


Si  CARRADORI 


dall' acque  anoaali  che  vengano  del  Nilo,  che  riempiendo  le  parti  sotterranee  della  città,  maodan 
fuoEa  l'aria  corrotta:  e  questo  ò  da  mezz'agosto  An  a  novembre.  Li  Turchi  habitano  fuor  della  città  al 
porto,  dove  è  la  dogana,  et  il  traffico.  Il  porto  è  volto  a  tramontana,  et  ha  due  fortezze ,  una  alla 
punta  del  Faro,  e  l'altra  fuora  della  città  da  levante:  e  fra  questo  castello  è  la  città  sul  porto. 
dicano  fosse  il  palazzo  di  Cleopatra,  dove  si  vedono  anco  molte  colonne  rovinate  in  mare;  ma  s'al- 
lungava molto  in  terra  verso  levante. 

«  Il  Faro  d'Allessandria  è  una  lingua  di  scoglio,  quale  spiccandosi  da  terra  s'allarga  in  mare 
tanto  che  forma  un  gran  porto  e  sicuro,  tirando  la  sua  punta  verso  ponente,  dove  fa  la  bocca  del 
porto,  nel  quale  stanno  le  galere  sicure;  ncir  altro  vi  stanno  li  vascelli  di  mercantie,  e  Corsari;  dove 
ne  vengano  in  gran  numero  di  Costantinopoli,  diBarberìa,  e  di  Christianità.  Ma  ogn' anno  vi  se  ne 
fracassano  per  la  fortuna,  avendo  per  traversia  la  tramontana.  In  questo  scoglietto,  detto  il  Faro,  si  dice 
che  stettero  e  scrissero  li  Settanta  Interpreti.  Ma  oggi  non  vi  è  vestigio  alcuno,  nò  memoria  di  questo. 

•  Dentro  alla  città  è  una  gran  Moschea,  forse  nella  casa  di  S.  Atanasio,  dove  quando  si  adunano 
li  Turchi  il  venerdì  sul  mezzo  giorno,  rinserrano  li  Christiani  chattolici  nelli  loro  fondachi  a  chiave, 
come  fanno  anco  ogni  nòtte,  e  le  chiavi  la  notte  e  nell'  bora  dell' oratione  stanno  appresso  del  Da- 
scià,  o  in  Castello. 

•  Da  Allessandria  a  Rossetto,  verso  levante  si  camina  quaranta  miglia  in  circa  appresso  alla  ma- 
rina, et  a  mezza  strada  si  trova  la  bocca  d'un  lago  che  dal  mare  entra  in  terra;  e  s'alloga  forse  due 
mila  scudi  l'anno  per  le  pesche  che  vi  fanno  di  cefali  per  salarli;  dove  passata  questa  bocca  con  barca, 
vi  ò  un  osteria  disabitata,  dove  si  fermano  alle  \olte  di  notte  li  passeggieri  per  fuggir  li  pericoli  delli 
assassini  Arabi.  Avvicinandosi  a  Rossetto  a  cinque  miglia  su  la  marina,  si  trova  un  pilastro  di  terra 
eotta  per  segno  che  si  lassa  la  marina  per  andare  a  Rossetto;  e  cosi  se  ne  trovano  sin  a  dieci,  lon- 
tani uno  da  l'altro  quanto  si  può  scoprir  di  vista,  per  rispetto  della  notte ,  caminandosi  per  arene 
dove  li  venti  coprono  la  strada. 

•  Rossetto  è  un  luogo  di  gran  traffico  per  le  mercanzie ,  quali  escono  dell'  Egitto  per  Costanti- 
nopoli, et  altre  parti  di  Turchia,  e  per  Christianità;  come  riso,  legumi,  zucchero,  lino,  coiri,  tele, 
tappeti  e  droghe;  tanto  che  visi  carica  più  di  cinquecento  vascelli  l'anno  fra  caramussali,  saiche, 
et  altro  barche,  e  di  quivi  passano  e  s' imbarcano  per  il  Aume  Nilo  tutte  le  mercantie  che  vengano 
di  Christianità,  et  in  particolar  da  Venetia,  Marsilia  e  Messina;  come  panni  venetiani  e  franzesi,  e  rasi 
di  Firenze  ec.  Vi  vengano  alcuni  mercanti  di  Candia,  quali  portano  vini,  e  quivi  insalano  celali  e 
mandano  in  Candia  ;  si  che  mandano  in  Candia  circa  quattro  cento  botte  di  pesce  salato  l'anno,  oltre 
alle  buttarghe,  lini  e  coiri.  Questo  pesce  si  cava  per  lo  più  del  lago  di  Rrulles,  quale  è  nell'isola 
del  Delta  fra  Rossetto  e  DamiaLa,  quale  sbocca  nel  mare,  di  dove  entra  il  pesce,  uscendo  dall'acqua 
salsa  et  entrando  nella  dolce. 

«  Da  Rossetto  al  mare  son  quattro  miglia,  dove  presso  alla  bucca  del  fiume  Nilo  vi  è  una  buona 
fortezza;  ma  mal  tenuta  per  p<jco  bisogno,  essendo  che  il  mare  alle  volte  serra  la  bocca  del  llumc ,  che 
non  possono  passare  le  barche  piccole  ;  come  anco  le  fortezze  di  Allessandria  e  di  Damiata  son  ma] 
tenute,  e  poco  ci  vorria  a  prenderle. 

«  Vicino  a  Rossetto  presso  al  flunie  Nilo  dalla  parte  del  mare ,  et  in  molte  isolette  che  fa  il 
fiume  in  verso  la  bocca,  si  semina  molto  riso,  e  presso  alla  città  vi  son  molti  giardini  di  limoncini  da 
sugo,  e  naranci,  e  palme. 

«  Da  Rossetto  al  Gran  Cairo  sono  circa  trecento  o  più  miglia  di  navigatione;  et  l' istesso  da  Damiata 
al  Cairo.  Dove  da  Rossetto  sin  al  Cairo  si  trovano  ne  la  riva  del  fiume  sin  a  trecento  ville,  e  l'istesso 
sarà  sopra  il  ramo  che  va  a  Damiata  :  perchè  il  fiume  Nilo  una  giornata  abbasso  dal  Cairo  si  divide  in 
dui  rami  ;  uno  va  a  Rossetto,  e  l' altro  a  Damiata. 

«  Damiata  pure  sarà  grande  quanto  Rossetto  ;  ma  non  pare  di  tanto  traffico:  perchè  da  Damiata 
solo  si  va  in  Cipro,  oggi  poco  habitato,  e  verso  Gerusalem,  e  la  costa  della  Palestina,  Soria,  Natalia  e 
Caramania. 

«  Da  Damiata  si  va  in  due  giorni  con  un  poco  divento  a  JafTa,  porto  di  Gerusalem,  lontano 
quaranta  miglia  dal  mare. 

«  L'isola  del  Delta  sarà  dugento  miglia  di  diametro  da  Rossetto  a  Damiata,  piena  di  ville  e 
terre  grosse,  fra  le  quali  vi  è  Mahalle,  dove  s'ammazza  300  bovi  la  settimana.  In  quest'isola  vie 
il  Iago  di  Rrulles,  largo  cento  miglia ,  o  più,  di  diametro ,  di  dove  si  cava  gran  ({uantità  di  pesce. 
L'isola  vien  tutta  coltivata  e  si  raccoglie  gran  quantità  di  frumento,  riso,  e  d'ogni  sorte  di  legumi; 
zucheri,  frutti,  e  melloni  d' acqua  in  copia  grossi  e  rossi. 


CARRADORI  85 


«  Li  mercanti  venetiani  tengano  da  marzo  a  tutto  luglio  homìni  loro  agenti  per  le  ville  del  Delta 
a  fatr  cucinare  li  zuchcri,  e  poi  a  Rossetto  a  farli  incassare  et  inbottare. 

«  Al  gran  Cairo  si  tratta  vi  sia  circa  due  milioni  d'anime,  dove  si  serrano  ogni  notte  li  capi 
delle  contrade V  quali  si  dice  sieno  in  sin  a  venticinque  mila,  e  che  vi  siano  altre  tante  Moschee. 
In  <Tuesta  città  habita  il  Bascià  \\ce  re  dell'Egitto,  mandato  da  Costantinopoli,  e  si  muta  di  tre  in 
tre  Anxfi,  et  alle  volte  in  sei  mesi ,  o  un  anno.  Vi  son  venti  quattro  signori  Giachi  capitani ,  alli 
quali  «appartiene  costodirc  il  Cairo,  che  però  ne  stanno  sempre  due  in  guardia,  uno  al  Cairo  Vecchio 
dalla  parte  di  mezzogiorno,  e  l'altro  presso  alla  Matarea  dalla  parte  della  marina,  quali  stanno 
sempi-e  con  gran  soldatesca  di  giannizzeri  e  spcini  a  cavallo.  La  Matarea  è  un  luogo  dove  si  tiene 
che  ivi  si  fermasse  la  Madonna  Santissima  col  Bambino  Giesù  e  S.  Giuseppe  mentre  fuggi  in  Egitto, 
e  vi  è  una  fonte  d'acqua  dolce.  Un  mercante  vi  fece  una  gran  loggia  per  devozione,  e  prima  vi 
s'  aiida.^a  a  celebrare  la  messa  ;  ma  ora  li  mercanti  non  vogliono,  per  timor  di  vanle  delli  Turchi. 

Del  Monte  Sinai  e  delle  Piramidi. 

•   Dal  Cairo  al  Monte  Sinai  si  va  in  dodici  giornate  con  cammelli,  con  spesa  di  venticinque  o  trenta 

scudi.    Questo  viaggio  è  pericoloso  degli  Arabi,  ma  si  va  con  li  caloieri  o  frati  greci,  quali  portano  la 

provisione  alli  Monaci  Greci  del  Monte  Sinai,  quali  son  Monaci  di  S.  Basilio.  A  questo  convento  danno 

P^i*  <ia>  mangiare  agli  Arabi,  come  si  disse  di  quel  di  S.  Machario.  In  questo  convento  a  pie  del  Monte 

^  sUmno  le  reliquie  di  S.  Caterina  V.  e  M.,  quali  furon  trovale  in  cima  del  monte.  Sopra  un'altra  cima 

fu  data  la  legge  a  Moisò.  Presso  al  convento  a  basso  si  mostra  il  luogo  dove  fu  eretto  il  serpente 

^**®^  ;   e  poco  lontano  dove  Moisè  percosse  la  pietra,  e  détte  acqua .  In  altra  parte  erano  le  settanta 

P**na©  al  tempo  che  passò  il  popolo  d'Israel:  ma  oggi  si  son  moltiplicate  assai. 

«  Dal  Cairo  Vecchio  si  passa  il  flume  daUa  parte  di  ponente,  e  si  va  alle  Piramide,  quali  son  tre 
*lte,  et  una  piccola,  delle  quali  una  sola  è  aperta  ;  se  bene  questa  porta  sta  serrata  dall'  arena,  sendo 
^^  luogo  profondò;  qual  porta  s'apre  con  la  zappa,  o  altro  stromento,  di  dove  s'entra,  come  in  una 
^'^n  srotta  con  lanterna  ;  dentro  la  quale  si  trova  una  scala  sdrucciola  di  marmo,  dove  per  poter 
»lìre  y\  han  fatto  certe  bucarelle  con  scalpelli  per  potere  aggrapparsi  con  mani  e  piedi  :  e  questa 
^^^^^  alta  più  che  la  scala  santa  di  Roma,  ha  anco  dalie  parti  dui  sdruccioli  alti  come  la  Scala  Santa. 
In  cìnta  di  .questa  si  trova  una  sala  sei  braccia  dì  larghezza  e  dodici  di  lunghezza,  coperta  con 

pietre lunghe  quanto  bisogna  alla  larghezza  dalla  parte  di  mezzo  giorno .  In  testa 

^*J»  sala  vi  è  una  urna  di  porfido  tutta  d'un  pezzo.  Per  di  fuora  della  piramide  dalla  cantonata 
*^  Verso  al  Cairo  si  può  salire  in  cima,  essendo  la  fabrica  in  tal  modo,  che  ogni  pietra  si  ritira  e 
'^^^^  lo  scalino.  In  cima  si  trova  una  piazza  di  sei  o  più  braccia  di  lunghezza,  se  ben  da  lontano 
*Pp»aiisce  appuntata  come  l' altre  per  l' altezza ,  quale  é  di  dugento  braccia  o  più  ;  e  tanto  è  larga 
ciascheduna  delle  quattro  facciate  da  piedi.  Questa  non  è  compiuta,  perchè  doveva  esser  la  sepoltura 
">  Parraone  che  fu  sommerso  nel  Mare  Rosso.  L'altre  son  compite,  serrate,  pulite  per  di  fuora,  e 
puntile.  Presso  a  queste  Piramide  un  mìglio  vi  è  una  testa  di  pietra  dì  smisurata  grandezza,  quale 
dicono  che  parlava  ne'  tempi  antichi,  e  dicono  dalla  scala  dentro  alla  piramide  si  andasse  per  vìe 
**>lterranee  a  questa  Sfinge.  Sopra  al  Cairo  inverso  il  Seit  navigando  per  il  flume,  si  vedano  dalla  parte 
°'  ponente  molte  Piramide  grandi  ;  altre  compite,  altre  imperfette. 

Caverne  e  Mummie. 

•  Dal  Cairo  Vecchio  in  verso  a  ponente  una  giornata,  si  trovano  certe  caverne  sotterranee  fatte 

'*^  Volta  nel  tufo,  o  pietra,  dove  son  molte  sepolture  e  casse  dipinte  di  gerogliflcì ,  colorite  di  diversi 

***"^*rt»  e  casse  tonde  in  forma  d'homo,  o  di  donna  fasciata,  o  dì  putto,  secondo  la  persona,  et  il 

^**P^i^liio  tutto  d' un  pezzo,  e  sopra  la  testa  una  maschera  d' homo,  o  di  donna,  o  di  putto,  secondo 

"  ^^tpo  che  sta  dentro.  Il  corpo  poi  è  involto  con  molte  fasce,  e  quella  che  torna  di  sopra  è  pur  dipinta 

^^  Serogllflci,  e  tal  bora  homata  d'oro,  o  di  gemme,  secondo  che  era  la  persona  povera,  o  richa  :  e 

^^'^'^te  ion  le  Mummie,  e  se  ne  trovano  anche  in  molti  luoghi  per  le  montagne  dell'Egitto  presso 

•^  ftume. 

Conventi  Caffi  in  Arabia. 

«  Navigando  per  il  flume  verso  il  Seit,  doppo  tre  giornate  si  trova  una  terra  detta  Ebensnef,  di  dove 


86  CARRADORI 


si  piglia  il  viaggio  per  andare  al  convento  di  S.  Antonio  Abate  nella  Arabia  presso  al  Mar  Rosso  mezza 
giornata  ;  e  si  va  con  accompagnatura  di  Arabi  per  il  pericolo  che  si  potria  incontrare.  Vi  s*  arriva  in 
tre  giornate,  nel  qual  tempo  si  magna  e  si  beve  di  qael  che  si  porta  con  il  cammello  che  si  cavalca, 
pigliandosi  l' acqua  al  partir  dal  Nilo  per  tre  giorni  ;  e  si  spende  due  piastre  in  un  cammello  e  dui 
homini;  ma  bisogna  spenderne  un'altra  o  più  in  pane  et  altro. 

•  Il  convento  di  S.  Antonio  sta  nell'Arabia  trogloditica,  appresso  alla  montagna  dalla  quale  esce 
tre  vene  d'acqua,  quali  per  condotti  sotterranei  entrano  nel  giardino  del  convento,  di  competente  clau- 
sura e  giardino,  dove  sono  olivi  dottoliori ,  pomi  granati  e  carotte  e  poche  erbette.  li  convento  ha 
una  clausura  di  muraglia  molto  alta,  e  senza  porta  per  il  pericolo  degl'Arabi ,  quali  invasero  il  con- 
vento; et  ad  un  frate  che  non  li  volse  loro  insegnare  dove  stava  la  provisione  del  convento,  e  non  fu 
a  tempo  a  fuggirsi  con  gli  altri  nella  torre,  gii  Arabi  doppo  molte  percosse  gli  cavarono  gli  occhi,  e 
visse  cosi  cieco  li  anni  o  più  ;  per  il  che  li  frati  murarono  la  porta,  et  bora  tirano  li  frati  pelle- 
grini e  provisione  dalla  muraglia  con  argano.  Danno  però  la  portione  ordinaria  agli  Arabi  quando 
vengano  ;  che  però  ancora  essi  seminano  senza  decima  ;  anzi  più  degli  altri,  perche  vi  stanno  più 
monaci  e  frati,  e  son  più  lontani  dall'  habitato.  L' Abate  non  sta  mai  in  convento,  ma  fuora  a  proc- 
curare  con  molti  frati.  Dal  convento  si  vede  il  Mare  Rosso  lontano  mezza  giornata. 

•  Dal  convento  di  S.  Antonio  al  convento  di  S.  Paolo  primo  Eremita,  è  di  viaggio  una  giornata  e 
mezzo  a  girar  i)er  la  marina,  e  per  la  montagna  manco  d' una  giornata.  Ma  il  convento  di  S.  Paolo  è 
disabitato  per  il  passo  degli  Arabi.  Di  questi  Arabi,  quali  habitano  per  le  montagne,  ve  ne  son  di 
quelli  che  non  han  mangiato  pane  se  una  volta  in  vent'anni,  e  donne  in  particolare;  ma  sempre 
carne  e  latte. 

•  Seguitando  da  Ebensuef  per  il  flumc  Nilo,  sempre  si  trovano  conventi  di  giorno  in  giorno  di 
questi  Ck>fli,  ma  non  tanto  habitati  :  in  alcuni  vi  starà  un  frate  o  dui,  o  qualche  famiglia  di  secolari 
che  non  hanno  dove  stare  altrove,  o  per  fugire  le  pt^rsecutioni  delli  Turchi  o  degli  Arabi.  In  altri  vi  sta- 
ranno poveri  frati  ciechi  et  haveranno  un  prete  che  li  dice  la  messa,  e  (luesti  frati  convengano  in  chiesa, 
o  presso  alla  chiesa  a  recitar  certi  salmi.  Uno  di  questi  è  il  convento  del  Moharrach  della  Madonna, 
dove  li  Ck>fti  dicono  che  Ivi  arrivasse  la  Madonna  nella  sua  fuga  e  che  \  i  stesse  circa  sei  mesi.  Questo 
convento  ha  pur  qualche  privilegio  di  seminare  per  l' aggravio  degli  Arabi ,  e  tengano  delle  bufale 
per  bavere  il  latte.  Questi  frati  hanno  dal  convento  due  o  tre  volte  la  settimana  il  pan  fresco  et 
un  poco  di  minestra  in  simili  giorni,  o  nelli  tempi  delle  loro  quadragesime  dilette. 

•  Accanto  a  questo  convento  ve  n'è  un  altro,  dove  stanno  gii  Etiopi,  fabricato  dal  prete  Janni,  dove 
son  alcune  famiglie  di  Etiopi  negri  ;  ma  non  hanno  sacerdoti,  e  \^erò  quando  nell'  altro  convento  degli 
Egitii  si  celebra  la  messa,  tutti  convengano,  se  non  vi  sono  Arabi  attorno;  ma  se  si  sente  niente  di 
mormorio  d' Arabi  nelli  contomi,  tutti  stanno  con  le  porte  del  convento  serrate  ;  et  quando  questi 
battano,  o  chiamano,  il  Superiore  solo,  o  altro  ofltiale,  va  a  rispondere  e  dan  loro  la  portione. 

Un  Miitionario  Francescano  in  Arabia;  grotte  di  qitel  paese,  e  tua  natura. 

«  Essendo  andato  un  mio  compagno  a  visitar  una  chiesa  della  Madonna  dentro  una  grotta  drilli  mj 
montagna,  una  giornata  lontano  da  Siut,  il  Governatore  venne  a  i>osta  a  domandar  del  Missionario^.^ 
dicendo  che  era  uno  stregone  di  Barberia  venuto  a  cavar  tesori  dalla  città  di  Sergie,  rovinala,  qulvF*  -« 
\  icina ,  havendovelo  menato  a  vederla  il  Aglio  del  vescovo  ;  onde  in  quel  punto  corse  dui  pericoli  d  M^ 
morte  grandissimi,  uno  del  Governatore,  e  l'altro  nel  partire  ;  chò  arrivarono  certi  ladri,  quali 
forza  lo  volevan  condur  per  quelle  caverne  a  farsi  mostrare  dove  erano  li  tesori,  stimandolo  per  tala 
Onde  questo  fu  causa  che  il  Missionario  non  volse  più  andar  a  veder  curiosità. 

«  Prima  haveva  visto  presso  a  Siut  nella  montagna  una  grotta,  dove  è  all'entrata  un  gran  volr 
tutto  dipinto  di  turchino  e  di  oro  ^in  dal  tempo  de'  Romani  antichi.  In  questo  luogo  si  vedono  me 
statuette  scolpite  in  diversi  luoghi  nell'istesso  masso.  Si  vede  ancora  dalla  città  una  gran  Ala  di 
e  finestre  assai  ben  ordinate,  essendo  questa  habitationc  delli  Re  d'  Egitto. 

•  Molte  altre  grotte  si  trovano  i>er  quelle  montagne,  grandi  quanto  qual  si  sia  gran  sala  di 
sia  palazzo  di  Principi  ;  quali  anco  hoggi  servono  per  conNcnti  e  \ì€t  chiese.  Alla  città  di  Sergie  ro' 


nata,  (lual  r  in  una  valletta  (tanto  che  la  città  pigliava  anche  le  coste  dell'una  e  l'altra  parte,  e  seg* 
tava  due  miglia  di  lunghezza),  si  vede  qualche  vestigio  d'una  gran  chiesa  cavata  nel  masso,  dove 
anco  degli  Angeli  e  Santi  dipinti,  ma  guastati  da  Turchi,  e  molte  scrittioni  in  lingua  greca;  stimati 
gente  di  quei  paesi  note  e  contrassegni  di  tesori.  Vi  è  ancor  una  gran  caverna  sotterranea  liunin 


GARHADORt  87 


due  s>Arti,  dall'entrata  et  uscita  ;  quale  dicoDo  fussc  Tabitazione  del  Uè  con  tutta  la  corte  :  et  in  vero  è 
gra,iM  esosa,  una  montagna  di  pietra  forata  a  forza  di  scarpello  da  una  parte  all'  altra,  e  lassati  li  suoi 
pil&^Cvi  per  far  le  debite  divisioni. 

«  Si  vedano  altre  loggie  fabricate  sopra  grosse  colonne,  come  quelle  dell'atrio  della  Rotonda  di  Roma, 
con  fi  Ksscritioni  di  lettere  greche  maiuscole;  ma  perchè  era  in  parte  rovinata,  non  si  poteva  cavar  senso; 
et  ^MM<^o  per  non  si  poter  molto  trattenere  per  li  pericoli,  con  tutto  che  si  fosse  in  compagnia  degli  scri- 
vani <lel  Governatore  per  titolo  di  Governo  Cacief  ;  e  questa  è  a  Cao  dalla  parte  di  levante.  Dalla  parte 
di  {ponente  fu  detto  csservene  un  altra  molto  grande,  quale  non  si  vedde  per  essere  lontana  dal  flume, 
e    p^K-i.coloso  andarvi  senza  buona  compagnia. 

«       Cirge  è  come  una  gran  città,  lontana  dal  Cairo  diciotto,  o  venti  giornate  di  navigatione,  et  è  luogo 

aperC^3.  Ivi  sta  in  Governo  un  signor  Giacho  de' principali,  quale  bavera  più  di  dugento  soldati  archibu- 

sieri    SÈ.  cavallo,  e  gran  numero  di  ginizzeri,  e  spaini  ;  et  ogni  mattina  e  sera  elli  fa  la  scoperta  e  passeg- 

S)er  la  città,  e  fuora  l'esercizio  della  soldatesca  con  una  gran  compagnia  di  cavalli  bravi:  e  questo 

LSpetto  degli  Arabi,  perchè  essendo  lontano  dal  Cairo,  anco  che  stia  in  pace  con  li  capi  degli  Arabi, 

li  spesso  fanno  scaramucce  d' archibusate  per  lo  campagne  vicine.  In  questo  luogo  si  fanno  le 

^ane  grosse  per  andare  al  Mar  Rosso;  per  andare  per  li  paesi  de'Nogri,  dove  si  fanno  schiavi  l' un 

^  a-lt:x"o  ;  per  andar  nel  paese  detto  l' Uaa,  dove  si  dice  anda.sse  a  predicare  S.  Matteo,  e  che  miracolosa- 

vn^r\  t^  vi  facesse  scaturir  certi  fonti  ancor  hoggi  detti  di  S.  Matteo  ;  e  se  ben  non  ci  piova,  con  questi 

^**^*^*    adacquano  il  terreno  tanto  che  produce  gran  quantitii  di  dattoli,  susine,  et  uva:  tanto  che  questi 

-^■^^^i    tengan  fomite  le  piazze  di  dattoli  e  susine  sedie  e  zibibbo  quasi  tutto  l'Egitto  lutto  l'anno.  Il 

**finfK>r  Giacho  di  Girge  per  il  gran  Governo  tiene  dieci  o  dodici  scrivani  principali,  e  tutti  questi  han- 

"^'•^It'*    aiutanti.  Vi  son  dui  mila  christiani  Cofti,  ma  non  hanno  Chiesa  nella  città;  però  quelli  che 

^■^glÀono  sentir  messa  le  feste,  passano  il  flume  e  vanno  ad  un  convento  di  S.  Michele,  quando  non  vi 

son    Csi^Udi  di  Arabi;  o  vero  ad  altre  Chiese  o  conventi,  dieci  o  più  miglia  lontano.  Fu  detto  esservi 

nell^   montagne  cose  degne  d'esser  viste,  ma  per  li  pericoli  sì  lassò  d'andarvi. 

^     Dal  Cairo  sino  a  Girge  è  la  grande  abbondanza  dell'  Egitto  di  frumenti  et  altro;  ma  sopra  non 
7**^*o»  perchè  le  montagne  si  cominciano  a  ristringere;  solo  a  luogo  a  luogo  il  fiume  e  le  montagne 
larghezza  di  paese  da  coltivare. 

•  Sopra  a  Girge  tre  giornate  vi  è  Ghene,  dove  si  fanno  le  cara  vane  per  andare  al  Mar  Rosso;  e 
Ghene  due  giornate  vi  è  Cus,  luogo  di  gran  concorso  di  Arabi  per  le  fiere  e  mercati  che  ivi  si 

*^Oo  di  cammelli  et  altro,  e  carovane  per  il  Mar  Rosso  al  Cosier;  e  quivi  si  vede  grand' antichità 
^  *>a lira  glie,  ma  rovinate. 

*  Sopra  Cus  tre  giornate  si  trova  un  luogo  di  antichità,  detto  gli  Achossori,  dove  sono  loggie  belle  et 
■*^    sopra  colonne  con  loro  fregi  et  architravi,  ne' quali  sono  scolpite  lettere  greche  maiuscole  e 


Li  ;  ma  parte  rovinate  e  parte  consumate  dall'aria,  tanto  che  non  si  poteva  leggere.  Vi  è  una 
,  o  arco  trionfale,  quale  è  in  mezzo  a  due  guglie  sopra  le  lor  base  lunghe  più  di  quelle  di 
■*^«n^  ma  più  sottili,  e  per  finimento  in  cima  hanno  due  teste  di  moro,  e  piene  di  geroglifici;  e 
^•^•itro  alle  guglie  vi  sono  due  statue  di  porfido  di  esquisita  bellezza,  e  grandi  tanto  che  son  dodici 
^**lnai  di  homo  di  larghezza  nelle  spalle,  e  gli  orecchi  quasi  dui  palmi  di-  lunghezza,  e  son  solo  li 
^*^ti,  ma  con  la  Caccia  rotta.  Da  questo  luogo  si  spic^  un  corridore  o  loggia  sopra  colle  bellissime, 
^  ^^or  delle  colonne,  di  quando  in  quando  guglie,  et  è  una  tirata  d'ochio  di  lungliezza,  non  allon- 
^^a^dosi  però  dal  flume  se  non  mezzo  miglio  in  circa  ;  si  che  navigando  per  il  fiume,  fa  bellissima 
^**sUi.  :  e  dicano  che  vi  f ussero  due  città,  dove  s' andava  da  una  all'altra  sotto  e  sopra  a  detto  corridore 
^^  tempi  antichi. 

«  Passato  questo  luogo,  si  vede  in  una  campagna,  quasi  per  una  giornata  intiera  di  navigatione 
^^^^  un  gran  giro  che  fa  il  fiume,  due  statue  lontane  l'una  dall'altra  mezzo  miglio  ip  circa,  quali  sono 
^^te  eome  colonne,  et  appariscono  man  teliate;  son  però  lontane  dal  flume  tanto,  che  con  diflcoltà 
^>    può  conoscere  se  sono  effigie  di  homo  o  di  donna. 

«  Navigando  due  giornate  si  trova  Esne,  tanto  celebre,  die  dicono  che  sia  sotto  il  tropico  del 

^^^Xicio,  0  principio  della  zona  torrida,  e  che  nel  solstitio  dell'estate,  il  sole  non  facci  ivi  ombra 

^Wsuna;  anzi,  che  vi  sia  un  pozzo  profondo,  dove  che  in  tal  tempo  i  raggi  del  sole  battano   nel 

Profondo;  ma  non  si  vedde  il  pozzo  per  essere  alquanto  lontano;  né  vi  s'andò  per  non  correr 

l^^^G«lo.  SI  vedde  bene  nella  città  una  gran  volta,  o  loggia  di  pietra  serrata,  e  drento  grosse  colonne, 

^  BeUa  tacciata  certe  pitture  d'  idoli  con  ale  cerulee  e  dorate ,  et  intorno  molti  idoli  e   figure 

^^Ipite  e  gieroglifici.  Sopra  a  Esne  due  o  tre  bore  di  cammino  vi  è  un  convento,  dicono  fatto  da 


88  CARTA  -  CASTELLO 


S.  Elena,  e  lo  chiamano  il  Convento  de*  Martiri,  perchè  vi  è  una  campagna  di  otto ,  o  dieci  miglia 
di  circuito  piena  di  sepoltare  grandi  sotterrane  piene  di  christiani  accisi  da  Diocletlano  ;  e  vi  tono 
da  cinquanta  di  queste  sepolture  che  hanno  sopra  una  cupola  tonda,  nelle  quali  posero  li  pattini 
separatamente,  et  altre  quadre  a  modo  di  cappella  e  bianche  dentro  e  fuora.  Et  in  mexzo  di  quosta 
campagna  vi  è  un  pozzo  d'acqua  dolce,  dove  li  Christian!  vanno  a  lavarsi  e  bever  di  queU'acqna 
per  devozione  delli  Martiri,  come  fece  ancora  il  sopradetto  mio  compagno  frat' Arcangelo  Missionario. 
Par  cosa  notabile  esservi  quell'acqua  dolce,  perchè  in  tutto  l'Egitto  li  pozzi  son  d' acqua  salmastra,  né  si 
trova  altra  acqua  dolce  se  non  quella  del  fiume,  o  alla  costa  della  montagna  se  vi  è  qualche  pono.  • 

u:  121.  Carta  del  Rey  de  Calonga  a  el  Provincial  de  S.  Francisco 

de  Manila.  Ano  de  1655. 

Copia  cstratta  dall'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  e  inviatami  da  que' Padri.  Calonga 
è  il  piccolo  regno  dell'isola  di  Sanguir  tra  le  Filippine  al  Nord  e  le  Cclébi  al  Sud,  al  3.  40  di 
latitudine  Nord,e  liS.  57  di  longitudine  Est;  della  lunghezza  di  circa  iS  chilometri;  abbondante  di  bnoi, 
porci,  capre,  e  uccelli.  1  suoi  abitanti  non  oltrepassano  i  43,000.  Primi  a  predicare  in  quest'isola 
il  Vangelo  di  Gesù  Cristo  furono  i  Francescani  Giovanni  Iranzo  e  Francesco  di  AlcalA  ,  battez- 
zando il  Re  e  la  Regina ,  con  trentadue  persone  della  loro  corte ,  e  fondandovi  una  chiesa 
con  un  convento  il  1639:  i  quali  l'anno  1634  vi  avevano  già  battezzato  tre  mila  persone.  (HuntTA, 
Bttado  ec  e  Padre  Fr.  Domingo  Martinez,  Compendio  hiitorico  de  la  Provincia  de  PhiUpinai  te 
Madrid,  1755.)  La  lettera  del  Re  al  Ministro  Provinciale  de' Francescani  di  Manila,  Fr.  Alonso  di 
S.  Francesco,  data  nella  città  di  Sant'Antonio  di  Temura  ,  il  48  giugno  4655,  è  per  chiedere 
nuovi  Missionari,  essendosi  infermati  quelli  che  stavano  ivi  lavorando.  «  El  Padre  Fr.  Fedro  de 
San  Buenaventura  (e'dieej  es  mui  buen  Padre,  y  sabc  gobemar  mi  gente;  santo  Padre  ;  pero  tiene 

sicmpre  malo si  muere,  yo  mucho  triste;  y  asi  pido  a  V.  Reverenda  por  amor  de  nuestro  SeiEoi 

Jesu  Christo  no  me  dejc porque  yo  hijo  de  S.  Francisco,  ec.  •  Parla  dei  Padri  che  erano  ad  evan- 
gelizzare nel  regno  di  Siao,  donde  avrebbero  potuto  recargli  soccorso:  ma  egli  li  vuole  direttamente 
da  Manila,  perchè  non  paia  che  dipenda  da  quel  Re.  «  No  quiero  Padres  de  Siao,  que  entendert 
Rey  de  Siao  yo  soy  su  basallo:  yo  basalto  no  mas  de  Rey  de  Espana.  •  È  un  documento  commo- 
vente e  curioso  delie  prime  missioni  cattoliche  nell'Arcipelago  Indo-Cinese.  E  neir  Archi\io  del  no- 
stro Convento  di  Manila,  ve  ne  sarebbe  da  fkre  una  raccolta,  che  non  mancherebbe  d'importanza 
per  la  storia  generale  delle  Missioni  del  Cattolicismo. 

,a^         122.  Castel  A.  —  Le  saint  voyage  de  Hierusalem  et  Mont 
^    Synai  par  le  P.  Fr.  Henri  Castola.  Bordeaux.  Ant.  du  Brel,  1603. 

Un  volume  in  4,  con  il  fh>ntespizio  adomo  d' incisioni.  Secondo  V  Escalopibr  (  Cataloffue  ee.>, 
il  Padre  Henri  fu  nativo  di  Tolosa,  e  fece  il  suo  viaggio  nel  4600.  Nel  4604  poi  pubblicò  ima 
GumA  per  coloro  che  volessero  recarsi  alla  visita  de' Santi  Luoghi:  •  libro  talmente  raro  (aggiunge 
l'Escalopier)  che  fu  impossibile  di  procurarmelo.  • 

uu  123.  Castello.  —  Viagem  do  Congo  do  Missionario  Fr.  Rapha- 

el de  Castello  de  Vide,  hoje  Bispo  de  sSo  Thomè:  diviso  em  tres 
relagoes  :  o  :  Descripgào  da  viagem  que  fez  para  Angola  e  Congo  e 
Missionario  Fr.  Raphael  de  Castello  de  Vide,  Religioso  do  nossc 
Padre  sào  Francisco,  diche  da  Provincia  da  Piedade:  seus  tra- 
balhos  e  servigos  ao  Senhor  na  sua  Missdo  :  escrito  pelo  mesmc 
Padre ,  para  gloria  de  Deos ,  pela  obediencia ,  e  animar  a  outros 
para  o  mesmo  fin. 


Afri» 


CASTILLO  89 


* 


Blanuscritto  in  i,  di  309  pagioe,  e  in  fine  una  lettera  aggiunta  di  i  fogli.  È  una  relazione 

jnCieressantissima  delle  vicende  del  Congo,  e  delle  Missioni  con  cui  si  fece  opera  di  stabilirvi  la 

li«a  Religione;  delle  leggi,  dei  costumi  e  dell'indole  di  quella  gente;  della  natura  del  paese 

suoi  prodotti:  insomma,  è  uno  scritto  pieno  d'interesse  per  ogni  riguardo,  che  vorrebbe  esser 

pubblicato.  Lo  rinvenni  fra' Manoscritti  della  Biblioteca  dell'Accademia  (già   della  Gongrega- 

ziovm^     del  Terz' Ordine  Regolare  di  San  Francesco)  di  Lisbona,  e  ne  estrassi  copia.  Il  Padre  Raffaele 

da>    C^LStelk)  de  Vide,  della  Francescana  Provincia  della  Piedade,  fu  capo  della  grande  missione,  che 

inviata  al  Congo  V  anno  4777.  La  sua  relazione  comincia  il  SI  di  luglio  4781,  ed  è  indiriz- 

.1  Padre  Provinciale.  Possiam  dire  che  fosse  un  manoscritto  adatto  ignorato.  Neppure  il  Paiva 

nella  sua  Histwia  do  Congo  (Documentos),  Li^oa,  4877,  ne  fa  menzione.  Se  Dio  ci  conceda 

tempo  di  vita,  farà  parte  d' un'importante  pubblicazione  di  documenti,  che  seguiteranno 

al    presente  volume. 

In  un  manoscritto  della  Provincia  della  Piedade  di  Portogallo,  di  cui  diremo  a  suo  luogo, 
ircyvaLÌ    le  seguenti  notizie  circa  al   Padre  Raffaello  e  alla  sua  partenza  per  la  sopra  detta  Mis- 
sione,   t  No  tempo  deste  Prelado  (P.  Fr.  Giovanni  da  Evora-Monte,  Ministro  della  Provincia)  par- 
tivSo    «lesta  Provincia  tres  Religiosos  por  Angola,  Fr.  Raphel  de  Castello  de  Vide,  que  principiava  a 
ler   moral;  e  sem  embargo  dos  poucos  annos,  que  este  Religioso  contava,  ponpie  tinha  somente  33 
e  de  habito  18;  com  tudo  nSo  se  conhecia  Religioso,  que  na  innooenciae  costumes  o  exce- 

Logo  no  noviciado,  que  foi  em  Borba servia  de  amirao^o  e  de  exemplo  a  comunidade 

'E  està  conducta  em  tudo  edificante  observose  impreterivelmente  em  todo  o  tempo  que  esteve 
Provincia.  A  ora^o  e  penitencia  era  quasi  continua  ;  a  obediencia  prompta  ;  a  abstinencia 

Mlmiravel,  e  a  caritade  para  com  todos,  e  principalmente  para  os  pobres,  extrema Era  elle 

o  qiie  tornava  por  sua  conda  o  dar,  depois  de  jantar,  a  esmola  aos  pobres,  o  que  fazia  de  joel- 
Imm  e  rezando  com  mnita  devocSo,  e  as  vezes  com  lagrimas,  o  salmo  Misbrere.  Em  todo  o  tempo 
qoe  esteve  a  Lisboa,  esperando  ocasiSo  de  viagem,  nao  tcve  seu  espiritu  alevio,  nSo  so  dando 
exempiu  de  virtudes  a  religiosa  comunidade  de  N.  P.  S.  Domingos,  para  onde  a  Rainha  N.  S. 
o  m^iidou,  mas  tambem  obtendo  licencia  do  P.  Provincial  da  Provincia  de  S.  Maria  da  Arrabida 
P^nt  tiir  ler  os  exercicios  ao  rcformadissimo  Convento  que  està  santa  Provincia  tem  na  dita  serra.  B 
depois  se  occupou  com  pregar  missSo  em  Consilhas  e  Almada  com  edin^ao  das  gentes,  e  multo  fruto 

nas  almas.  0  Ministro  de  Estado,  que  entSo  era  o Senhor  Martinho  de  Melo  e  Castro,  e  a  quem 

a  B^oba  commeteo  a  expedicSo  dos  Missionarios  para  Angola,  noticiado  das  bellas  e  virtnosas 
<Pi^dade8  deste  Religioso,  Ihe  fez  elogios,  e  o  distinguio  entre  todos  que  de  diferentes  Ordines  Re- 
ligiosos forSo  a  està  emprcza.  Com  elle  foi^o  mais  o  P.  Fr.  Balthasar  de  Campo  Major,  Pregador, 
^  t».  Fr.  Raphael  de  Monte  Mor  o  Novo,  Confesor,  que  todos  voluntariamente  se  ofrecerSo,  e  quize- 
*^  subir  o  incommodo  de  tSo  larga  e  pcrigrosa  viagem,  so  pela  gloria  de  Deus,  e  a  salvacSo  das 
^inus.  Mais  Religiosos  se  animarSo  a  està  miss9o;  mas  estes  tres  for3o  os  que  com  effeito  partirSo 
siesta  Provincia  da  Piedade.  0  dia  em  que  salirSo  barra  fora ,  foi  o  da  Visitac3o  de  N.  S.  de  lulho 
*•  1779.  F6ra  dos  Religiosos  fllhos  desta  Provincia  da  Piedade,  forSo  mais  os  seguientes.  —  Da  Pro- 
vincia daSoledade  foi  hum  xamado  Fr.  Sizinando  de  Beja,  e  ainda  este  era  Franciscano  desta  Pro- 
^^incia  da  Piedade,  que  poucos  annos  havia  que  tinha  feito  pasage  para  a  dita  Provincia  da  Solc- 
^^l  para  a  qual  passou,  sendo  ja  pregador,  sem  otro  motivo  mais  que  huma  profunda  malan- 
MHa  que  o  dominava  —  Dos  Padres  Conegos  da  Santa  Cruz  forSo  tSobem   3.  —  Da  Provincia  dos 
^ttres  forio  3.  —  Dos  Padres  Agostinhos  Descalzos  4.  —  Dos  Padres  Paulistas  I.  —  Dos  Padres 
^  Terccra  Ordem  a.  —  Da  Provincia  de  S.  Antonio  1.  —  • 

^  124.  Castillo.  —  El  devoto  Peregrino.  Viage  de  Tierra  San- 
^  ta,  oompuesto  por  el  Padre  Fray  Antonio  de  Castillo,  Predica- 
doT  Apostolico ,  Padre  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Baptista ,  y 
Comissario  General  de  Jerusalem  on  los  reinos  de  Espana,  Guar- 
dian de  Belen.  Dirigido  al  limo,  y  Rmo.  D.  Pedro  Manero ,  Mi- 
niBtro  General  de  toda  la  Orden  de  nuestro  Padre  San  Franci- 
sco yObispo  de  Tarragona,  del  Consejo  de  S.  M.  Con  privilegio. 


90  CASTILLO  -  CASTORANO 


En  Madrid,  en  la  Imprenta  Real,  ano  1656.  Fedro  de  Villafranca, 
scriptw  regius,  fecit. 

Un  volume  in  8,  figurato,  di  Si  pagine  preliminari,  ed  altre  511  pagine,  con  una  tavola  di 
altre  16  in  fine.  Ve  ne  sono  quattro  edizioni,  o  dirò  meglio  cinque.  La  prima  fatta  in  Madrid  del  1654. 
I^  seconda  parimente  in  Madrid,  del  1656,  ed  è  quella  da  noi  riferita.  La  terza  del  1666,  non  so 
dove.  I^  quarta  in  Barcellona  il  1743,  in  8.  La  quinta,  finalmente,  non  è  veramente  un'edizione 
dell'opera  del  Padre  CastilIo;ma  l'opera  servi  di  guida,  e,  diciamo  cosi,  di  fondamento  al  signor 
Mathias  Rodriguez  Sobrino  (com'egli  stesso  confessa  )  nello  scrivere  ultimamente  la  sua  Histoire  de  la 
Terre  ScUnte,  in  due  volumi  in  8,  il  primo  di  616  pagine,  il  secondo  di  577  (Pari»,  II,  Cattermat^ 
1857).  Cosi  già  al  Goethe,  per  comporre  il  suo  Divano ,  avevano  servito  i  Viaggi  dì  Pietro  Della  valle, 
come  al  nostro  Padre  Alessandro  Bassi  si  porse  speciale  aiuto  per  comporre  il  suo  Pellegrinaggio  la 
Deseriplion  topographique  det  Saintt  Lieux  del  Padre  Eugenio  Roger.  Inoltre,  il  signor  Rodriguez 
Sobrino  si  dichiara  molto  obbligato  al  Minorità  Padre  Sebastiano  Vehil,  Procurator  Generale  deUa 
Terra  Santa  in  Ispagna.  «  Imbattutomi  a  ca.so  (egli  dice,  tom.  1,  preface,  pag.  XVI J  in  questo 
egregio  Francescano  in  Madrid,  non  solamente  ne  fui  secondato  nel  divisamento  della  mia  opera, 
ma  inoltre  si  compiacque  faro  intorno  a  molti  punti  di  essa  [>eregrìne  osservazioni,  e  suggerirmi  utili 
pensieri,  e,  dirò  cosi,  guidare  la  mia  mente  e  la  mia  mano  c^n  quella  sicura  maestria,  che  si  acquista 
vivendo  e  meditando  lunghi  anni  sopra  i  luoghi,  che  noi  non  visitiamo  altro  che  con  la  nostra 
imaginazione.  >  Delle  edizioni  dell'opera  del  Padre  Gaslillo  n'ho  una  appresso  di  me,  regalatami 
dal  Padre  Ramon  Buldù  iu  Barcellona:  ma  non  so  di  che  anno  sia,  perchè  mancante  del  fron- 
tespizio e  delle  pagine  preliminari.  Un  esemplare  dell'  edizione  sopra  riferita  trovasi  nella  Biblioteca 
della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

stmnp,  125.  Castillo. —  Grammatikee  tées  gloossees  Helleenikees  en 
tee  dialectoo  Jbeerikee.  Gramatica  de  le  lengua  Griega  en  idio- 
ma espanol.  Por  el  R.  Padre  Fr.  Martin  de  Castillo ,  Lector  Ju- 
bilado  en  Theologia,  y  Provincial  que  fue  de  està  Provincia  del 
Santo  Evangelio  de  Mexico,  del  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco.  Con 
todo  lo  necessario  para  poder  por  si  solo  qualquier  afficionado 
leer ,  escrebir ,  pronunciar ,  y  saver  la  general  y  muy  noble 
lengua  griega.  En  Leon  de  Francia,  a  costa  de  Florian  Anis- 
son,  mercader  de  libros  en  Madrid.  MDCLXXVIII.  Con  aproba^ 
don  V  licencia. 

Un  volume  in  8,  di  15  fogli  preliminari  non  numerati  e  557  pagine.  Nella  dedicatoria  che  l'Au* 
tc»re  ne  fa  alla  sua  Provincia  dice:  «  Innumerables  hijos  tuyos  (Evangelica  Madre!)  han  escrito  ar- 
les  de  lenguas  propias  de  este  pais,  corno  son  Mbxicana,  othomita,  Matalzinga,  Ghocha,  Goastica» 
Tarasca  ec.  Gon  singular  claridad  y  erudicion  los  anos  pasados  sacò  a  luz  tos  Mexicanos  rudimentos 
el  R.  P.  Lector  de  Theologia  y  Predicador  Jubilado  Fr.  Agustin  de  Velancourl  ;  bien  necessario  empieo 
para  la  evangelica  instniccion  de  nucstros  Americanos  Indios.  Excilado  con  tal  exemplo,  y  con  reli- 
giosa emulacion  de  agradecido ,  cuydé  no  atrasarme  en  la  correspondencia ,  anadicndo  al  Arte  Ue- 
brea  Hispana  ec.  quetia  della  Greca.  •  Vuol  dire  che  ne  ha  pubblicata  una  anche  per  la  lingua  Ebrai- 
ca. Tutte  e  due  sono  rarissime.  Della  sola  greca,  di  cui  ho  dato  il  titolo,  incontrai  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Colombina  di  Siviglia. 


Stump» 

f. 

Ut. 
A»b 


126.  Castorano.  —  Brevissima  notizia,  o  relazione  di  varii 
viaggi,  fatiche,  patimenti,  opere  ec.  nell'imperio  della  Cina  del 


CASTORANO  91 


R.  Padre  Fra  Carlo  Horatii  da  Castorano,  Minore  Osservante  di 
San  Francesco,  Ex-Vicario  Generale,  Ex-Delegato  Apostolico, 
Missionario  di  Propaganda  Fide.  In  Livorno,  1759.  Per  gli  Eredi 
Santini,  con  licenza  de' Superiori. 

Un  volumetto  in  8  di  79  pagine ,  importantissimo  per  la  storia  del  Cristianesimo  in  Cina.  N'  ò 
un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 

—  Observationes  in  Bullam  S.  D.  N.  Benedicti  XII  Pont.  Ma- 
ximi  qua  ritus  Sinici  iter  uni  danmantur  (  P.  Fr.  Caroli  Horatii 
a  Castorano)  ec.  Bononiae,  MDCCXXXXII. 

Sono  otto  pagine  in  8.  r<r  è  un  esemplare  nella  stessa  Riblioteca  Nazionale  di  Firenze. 

—  I.  M.  I.  Libri  sinenses  ab  Illmo  et  Rmo  D.  Archiepiscopo 
Myrensi  Jeanne  Francisco  de  Nicolais  relieti ,  de  ordine  Sanctis- 
simi  Dni  Nostri  Clementis  Papae  XII  prudenter  recuperati,  ac 
de  mandato  Emi.  et  Rmi.  D.  Card.  Gentili  Pro-Datarii  in  ordi- 
nem  et  in  catalogum  digesti ,  cum  brevibus  annotationibus ,  ru- 
bricis,  seu  summis  dictorum  librorum,  etiam  de  quolibet  in 
particulari  ;  et  maxime  de  omnibus  Libris  Classicis,  seu  Scriptu- 
ris  Canonicis  Sinensibus ,  deque  eorum  Philosophia  :  de  quibus 
rebus  videlicet  tractent  et  quid  singuli  in  substantia  contineant: 
studio  ac  labore  P.  Fr.  Caroli  Horatii  a  Castorano,  Regularis 
Observantiae  S.  P.  Francisci,  in  Sina  per  33  et  amplius  annos 
prò  Sac.  Congregatione  de  Pt^opaganda  Fide  Missionarii  Aposto- 
lici. Acta  Romae  in  Aracoeli,  anno  Domini  MDCCXXXIX. 

Un  volume  in  4  di  632  pagine,  di  bellissima  lettera,  e  magnificamente  legato,  ma  un  po'  mal- 
concio, già  appartenuto  al  nostro  Padre  Michele  Navarro  (Spagnuolo),  morto  da  qualche  anno  Vicario 
Apostolico  in  Cina,  e  da  lui  passato  alla  cara  memoria  del  nostro  Monsignor  Rizzolati,  parimente  Vicario 
Apostolico  per  molti  anni  in  quelle  regioni ,  che  tornato  in  Roma  ne  faceva  dono  a  me  poco  prima 
dì  morire.  È  un  dottissimo  ed  interessantissimo  lavoro,  che  giunge  sino  alla  pagina  434. 

E  perchè  il  lettore  ne  acquisti  un'  idea ,  riferiremo  qui  alcune  parole  del  Proemio ,  ad 
Eminentissimum  et  Reverendisximum  D.  Cardinalem  Xaverìum  GentiU,  SS.  D.  ClemenHt  Papae  XII 
PrO'Daiarium ,  che  glielo  aveva  commesso. 

Primamente  fa  notare  le  difficoltà  di  questo  studio,  specialmente  per  un  europeo:  •  Licetolim 
in  Sina  legerim  plures  ex  praedictis  libris,  tamen  aliud  est  scire,  et  aliud  est  velie  in  cartam  ponere 

omnibusque  ad  legendum  exponere agitur  enim  non  solum  de  allqnibus  libris  sìnicis  ad  Reli- 

gionem  christianam  spcctantibus,  aut  de  libris  sinicis  velutl  profani»  aut  comunibus  ;  sed  agitur 
etiam  de  omnibus  libris  seu  Scripturis  Canonicis  antiquioribus:  agitur  de  quatuor  Libris  Canonicis 
recentioribus:  agitur  demum  de  Ritualibus  Sinicis,  tam  antiquiori  et  canonico ,  (luam  de  moderniori, 
et  in  toto  imperio  sinico  iam  comuni .  Agitur  denique  de  Sinensium  pmiu)S0PH1a,  seu  naturali  Thbolo- 
01A  :  uno  verbo,  in  bis  libris,  ut  ita  dicam,  agitur  ferme  de  omni  necessario  scibili,  quoad  h'istorias, 
quoad  religionem,  quoad  ritus,  ceremonias,  oblationes  et  sacritlcia  sinicae  nationis,  seu  sectae  Giu- 
KiAO  litteratorum  sinensium,  ab  antiquo  usque  in  praesens.  > 


92  CASTORANO 


Tocca  poi  del  modo  che  condusse  il  suo  lavoro:  «  Quid  profulsset  solum  dicere:  Hi  sunt  tate 
ac  tales  libri  sinenses  de  Religione  cliristiana  tractantes?  aut  istae  sunt  tales  aut  tales  scripturae  cano- 

nicae  sinenses?  ec Ergo  ut  Eminentiae  vestrae  et  studiorum  amantibus  satisfacerem  ac  sanctae 

matri  Ecclesiae poenum  prepararem primo  in  catalogum  digessi  praedictos  libroa  sineiiMB 

de  Religione  Christiana  tractantes,  de  quolibet  in  particulari  dicendo:  a  quo  liber  factus  slt?  quid  li- 
ber  contineat?  an  sit  bonas  aut  proflcuus?  an  contineat  aliquid  falsum?  an  sit  emendabilis?  ec. . ..  Si- 
militer  de  quinque  librìs,  seu  scrìpturis  canonicis  Sinensium,  de  quolibet  in  particulari  succinte  tra- 
cto.  Quis  sit  auctor  libri  primi:  I-King?  qualiter  et  quomodo  ab  antiquissimo  aoctorore  foerit  forma- 
tus?  quanto  tempore  iacuerit  sine  explicatione  ?  et  quinam  postea  fnerìnt  auctores  explicmtìonoin 
eiusdem  libri?  an  explicationes  illac  sint  eaedem,  aut  aliqualitcr  diversae?  et  ad  quid  hniusmodi 
liber  inserviat,  qnalcmque  usum  habeat?  ec  » 

E  cosi  di  tutti  gli  altri.  E  il  metodo  che  tenne  fu  il  seguente  :  •  In  huiusmodi  lucubratioae  et 
adnotationibns  faciendis,  veras  notitias  verasque  sententias,  adverto  me  desumpsisse  ab  tpsis  fontibos 
et  auctoribus,  seu  doctoribus  classicis  sinensibus....  eorum  intelligentias,  sententias  atque  explleatlonet 
scquendo  ac  referendo ». 

Ci  duole  di  non  poter  qui  dare  un  saggio  di  tale  studio  sopra  questo  o  quell'  altro  libro ,  perchè 
ci  porterebbe  troppo  in  lungo  :  ma  questi  cenni ,  e  quel  che  segue,  basteranno  perchè  gli  avvedati 
lettori  possano  da  per  loro  giudicarne.  A  questo  primo  lavoro  poi  segue: 

—  Vita  Confusii ,  apud  Sinenses  philosophi  sapientissimi  ac 
sanctissimi  magistri. 

Sono  76  pagine,  cioè  dalla  435  alla  510.  È  un  lavoro  non  meno  importante  per  conoscere  la 
vera  storia  e  le  vere  dottrine  di  questo  principale  filosofo  e  maestro  della  Cina.  E  poi  segue: 

—  Additio  ad  supra  positam  parvam  elucubrationem. 

Altre  56  pagine,  cioè  dalla  510  alla  566,  ed  è  ricca  di  rosi  preziose  notizie,  che  ci  duole  di 
non  poterla  tutta  qui  pubblicare.  Ma  non  possiamo  a  meno  di  darne  il  principio,  e  tutto  quello  che  si 
riferisce  allo  studio  della  lingua  cinese  e  ai  lavori  fatti  e  lasciati  da  nostri  Padri ,  che  il  mondo  alKitto 
ignora.  11  principio  è  questo:  «  Cum  post  multos  annos  meac  manslonis  in  sinico  Imperio,  Deus  be- 
nedictus  dlsposucrit  ut  tandem  rcdirem  ad  hanc  Romanam  Curiam  propter  grave  negotium  Religionis 
christianae,  providenter  mecum  attuti  varios  libros  sinenses,  tum  ad  nostram  Religionem  christia- 
nam  attinentes,  tum  ad  gentem  et  religionem  sinlcam  spectantes:  et  praesortim  sunt  omnes  scripturae 
aut  Libri  Canonici  sinensis  natìonis,  nec  non  Rituali  a  et  agenda  rituum,  caeremonialium,  oblationoti, 
ET  SAGRinciORCM  siNKNsiuM :  Ut  mclius  ac  rite  causam  Dei  et  Religionis  Christianae  (propter  quam  rais- 
sus  fui  et  veni  apud  hanc  Sanctam  Sedem)  agerem  ;  sicut  cum  Dei  adiutorio  diligenter  usque  moto  fecL 
Unde  flrmiter  spero  quod  post  non  multos  menses,  mediante  fervido  zelo  Sanctitatis  Suae  (  Benedicti 
XIV  )  pracfatae  causae  Rituum  ginemium  .  .  .  flnis  debitus  ac  ullimatus  tandem  dabitur.  Et  ideo 
cum  dictos  libros  et  scripturas  sinenses,  si  in  Sinam  revertar,  non  sit  necesse  omnes  mecum  deferre, 
si  autem  in  Italia  remanebo,  usui  mihi  perpetuo  esse  non  possint;  bine  est  quod  in  casu  meae  absen- 
tlae,  deflcientiae,  aut  mortis,  nunc  prò  ttfnc  praedictos  libros  sinenses  (  aliquot  solum  exceptis  prò 
memoria  in  paterna  domo  )  applico  et  destino  ,  quantum  mihi  licet ,  buie  praeclarae  Bibliothecae 
AracelitanaeOrdinisMinorum  Observantium  Sancti  Francisci,ut  in  ea  dicti  libri  sinenses  in  memoriam 
aut  etiam  in  usum  perpetuo  asserventur  (Furono  portati  via  con  tutti  gli  altri  manoserUti  ntìla 
toppretsione  fatta  degli  ordini  ReUgioti  il  i$iO,  e  né  anche  ce  n'è  rimasto  memoria  t)  Propterea  de 
iisdem  libris  sinensibus  feci  hunc subiectum  catalogum:  non  solum  de  nominibus  dictorum  libronam, 
sed  etiam  breviter  indicando  materias,  argumentaque,  de  quibus  iidem  libri  tractent  ac  loquantur.  » 

Noi,  lasciati  i  caratteri  cinesi,  ne  daremo  solo  il  suono  in  lettere  latine,  e  dipoi  i  titoli  latini, 
come  gli  ha  posti  V  Autore. 

I.  TiEN-ciu-sci-i,  idest:  —Dei  vera  iusliUa,  aui  ratio:  duo  tomi,  facti  a  P.  Maltheo  Ried,  &  i. 

i.  CiNQ-Hio-UKC-sci ,  idest:  —Redae  dodrinae  lydiut  lapit  :  tomui  unut,  factut  a  Patre  Ànionio 
a  S,  Maria,  Ordinit  Minorum  Obiervantiwn  ìH»caleeatorum  S,  Frandsci, 


CASTORANO  93 


3.  TusN-ciu-KiANG-sENG-Ki-Lio  ,  scu  :  —  Dei  incarnati  verborum  et  operum  brevi»  notiUa,  aut 
kUloria :  duo  tomi,  facti  a  P.  JuUo  Aleni  S.  J. 

4.  KiANG-SENG-ciu-siÀNG-KiNG-KiAi,  ìdest: — Dei  inearnatiinuiginumverae  explieaiiones  :  parvtu 
iomus ,  faetu9  ab  eodem. 

5.  TiBX-au-KiAO-iAO-siu-LUN,  idest:  —  Dei  legis  necessarU  et  ordinati  éUseursus:  parvut  tomug. 

6.  Su-zu-KiNG-VEN ,  ìdesii  —  Quatuor  eharacterum  doetrina  (ehristianae  legi$):  parvus  tomut , 
faetu$  a  iupradicto  P,  Aleni. 

7.  SciNG-MU-KiNG-sci ,  idest  :  —  Sanetae  Matrit  Mariae  opera ,  seu  vita  :  duo  tonU ,  facti  a  R.  P. 

.V.  &  /. 

8.  Pi-VANG,  idest:  —  Aperitio,  seu  impugnatio  disparatorum:  pan^us  liber,  factus  a  quodam 
Ministro  sinico ,  iam  christiano. 

9.  SciNG-KiAO'io-iKN,  ìdcst:  —  Sanetae  legis  (Dei)  breviata  verba,  aut  discursus:  parvus  liber. 

10.  Jao-king-uo-kiai ,  seu:  —  Necessariarum  orationum  parva  expUcatio:  parvus  tomuSy  fa- 
etus  a  quodam  Patre  Ordinis  S.  AugustinL  Tamen  iste  liber  est  posterior  aUo  simili  libro,  facto  a  Rmo 
Patre  Basilio  a  Glemona,  Franciscano,  de  quo  in  Elueubratione. 

li.  SciNG-KiAO- KING- YEN,  idesl:  —  Parvus  liber  orationum  prò  christianis,  cui  sequUur  brevis 
et  necessarius  eatechismus  prò  catecumenis  baptizandis ,  praesertim  prò  rudibus  et  mulieribus: 
factus  a  me  fruire  Carolo  Horatii  circa  annum  Domini  1708. 

li.  TiEN-ciu-sciXG-KiAO-PE-vEN-TA ,  sivc  :  —  DH  sauctue  legis  centum  interrogationes  et  respon- 
siones:  parvus  liber,  factus  a  P.  Couplet  S.  J. 

13.  SciNO-KiAO-zuNG-TU-KiNG-VEN,  sìvc  :  — Sanctue  legis  {Dei)  universalis  theca ,  seu  liber 
orationum.  In  eo  eontinentur  mtUtae  orationes  et  preces  {lingua  sinica)  prò  ehristianis  sinensibus... 
Item  modus  audiendi  Missam  :  modus  recipiendi  sacram  Eueharistiam:  modus  recitandi  Rosarium 
B.  M.  y.  Item  Lytaniae  Sanctissimi  nominis  Jesu,  et  sanctissimae  passionis  eius ,  oc  Lytaniae  B.  M. 
Virginis.  Item  Lytaniae  SS.  Angelorum,  Sancii  Josephi  et  omnium  Sanctorum.  Item ...  variae  orationes 
prò  mortuis  :  item  Lytaniae  S.  P.  Franeisci:  et  circa  finem  parvus  et  egregius  Tractatus  de  Poenitentia  ee.: 
liber  prò  Christianis  sinensibus  valde  bonus  et  utHis. 

U.  Van-vu-cin-iuen,  idest: — Omnium  rerum  vera  origo,  aut  principium  :  liber  facttu  a  Patre 
JuUo  Aleni,  S.  J. 

15.  TaI'I-pien,  idest  :  —  Variorum  dubiorum  capitula,  seu  Uber  :  unus  tomus,  factus  a  quodam 
Christiano  sinensi. 

16.  Ti-TiEN-KAO,  si  ve:  —  Imperatoris  Ti  et  Coeli  examen:  libellus  manuseriptM  a  quodam 
Christiano  Confusiano. 

17.  Ta-su-tuox ,  siy e:— Magna  quatuor  eapituia  :  parvus  libellus  manuscriptus ,  factus  a  quo- 
dam  Christiano  catechista. 

18.  GiNG-sci-Lio-sciUE,  idest  :  —  Ad  opittdandum  saeculo  pauci  discursus  :  unus  tomus,  factus  a 
quodam  sinensi  lÀtterato,  neopMto. 

19.  Ciu-KiAO-iUEN-Ki ,  sive:  —  Domini,  velDei  lex  ob  quales  raliones  instituta  sit:  duo  tomi: 
Uber  factus  a  R.  P.  Adamo  Schal.  S.  J. 

SO.  Ciu-ci-Kiu?»-GiNG ,  idest: — Domini  {seu  Dei)  gubemU  turma probationum :  tomus  divisus  in 
duos  libros,  factus  ab  eodem. 

il.  KiBN'GiN-saNG-sci-KUEi-i ,  seu:  —  Confirmationis  sacramenti  modus  et  ratio  :  parvus  Uber, 
factus  a  Rmo  P.  Basilio  a  Glemona  Ord.  Min.  posiea  Vicario  Apostolico  in  Provincia  Scensi. 

ii.  ME'Siang-scin-kung  ,  idest  :  —  Medilationis  spirituale  opus ,  seu  exerciiium  :  unus  tomus  , 
fadus  a  R.  Patre  Petro  de  la  Pinuela  Ord.  Min.  Obs.  Discalceatorum  Sancii  Franeisci. 

Ì3.  Informatio,  prò  vanitale:  libellus  impressus  Pekini  lingua  latina,  1717,  a  P.  N.  S.  J. 

Ì4.  Su-MO-ciN-LUN ,  idest:  —  Quatuor  novissimorum  veri  discursus:  parvus  liber,  factus  a 
P.  Couplet,  S.  J. 

35.  TiBN«sciN-KVEi-KO ,  8ive: — Angelorum  exerdUa:  unus  tomìis ,  factus  a  PP.  S.  J. 

Ì6.  ScEN-GiUNG-i  iNG-Li-TiEN,  idest  : —  Boni  finis  {seu  mortis)  oc  sepullurae  caeremoniarum  Uber, 
faUus  a  P.  Ludovico  N.  S.  J. 

Ì7.  TiNG-MisA-FAN-Li ,  idcst  :  —  Audicudi  Missam  Regulae  :  parvus  liber,  factus  a  R.  P.  Petro 
de  la  Pinuela  Ord.  Min.  Obs.  S.  Franeisci  DisccUceatorum. 

i8.  SciKa-FD-rAKG-zi-KO-HiKG-sci ,  idest:  —  Saneti  Patris  Frandsd  vita:  tres  tomi,  facti  a 
Patre  Josepho  Navarro  Ord,  Min.  Obs.  Saneti  Frandsd  Discalceatorum. 


94  CASTORANO 


S9.  Zi-KE ,  sive  :  —  Septem  defrenationes  :  quaiuor  tomi ,  facH  a  R.  P.  Didaco  Pantoxa  &  J, 

30.  KiNG-TiEN-Ki-Lio-vEN-TA ,  ìdest  :  —  Scfipturae  Sturae  memoriae  brevU  itUerrùgcUkmei  ei 
responsionei  :  unus  tomus ,  f(utu8  ad  R.  D.  Joanne  Banet  ex  Seminario  Paritiensi, 

Zi.  Omnei  libri  canonici  tinenset  cum  suit  commentariis  aut  interpretationibus  :  idett  quinqmt 
antiquiores  ,  et  liber  Philo$op1Uae  Maximae  ,  cum  quatuor  reeentioribus  :  sive  :  1  opu$  regiMM  : 
SiN6-Li-TA-ziiffeN  :  2  primus  liber  canonicìtt:  I-ki>'6:  3  liber  $eeundus:  Sciu-king:  i  Idber  terUm: 
Sci-KiN'G  :  5  liber  qtiartus  :  Li-Ki  :  6  liber  quintus  :  Ciun-ziec  :  7  liber  phUosophiae  maximtie  Sinen' 
iium  :  sive  :  Sixg-li-ta-ziuen  :  ex  reeentioribus  vero  :  9  liber  primM  :  Ta-hio  :  IO  liber  seeumdut  : 
Ciung-iung:  li  liber  tertius,  Luq[-iu  :  iS  liber  quartus  :  Meng-zu. 

34.  KuNG-sciNG-KiA-iu .  i(lest  : — Confusa  sancii  domestica  verba  aut  colloquia. 

33.  Ven-kung-kia-li  ,  idest  :  —  Rituale  sinicum  .*  sive  domestici  ritus  aut  caeremoniae. 

34.  KiAO-KiNG-siAO-Hio ,  idest  —  Obsequentiae  fUialis  parvulorum  studium  aut  dottrina. 

35.  MiNG-siN-PAO-KiEN ,  idcst  :  —  Ad  elarifieandum  cor  pretiosum  speculum. 

36.  Tai-sciang-kaN'ING-pien  ,  idest:  —  Ubri  revelati  a  dttobus  Diis  Sinensibus. 

37.  Sbu-scin-ki  ,  idest  :  —  Disquisitio  spirituum  seu  idolorum,  aut  deorum  historia. 

38.  Ld-cing-iao-lan,  idest;  — ItinerarUum per  totum  imperium  sinicum,  tamitinerit  terrestrii 
quam  fluvialis. 

39.  Ieu-hio-za-zu  ,  idest  :  —  Puerorum  studentium  miscellanae  litterae,  ieu  characteres. 
kO.  Alius  liber  dietus  :  Ta-paxg-lieu-ien  :  prò  pueris  ac  tenellis  scholaribus. 

4i.  Li.N-ci-ciN-zi ,  idest: — Libri  ad  addiscendum  litteras,  seu  characteres  sinieos. 

45.  ZiEN-zu-vEN ,  sive  :  —  Mille  litterarum  seu  characterum  compositio. 

43.  Libri  tres:  i  Pe-kia-hing,  idest  :  Centum  familiarum  sinensum  cognomina:  S  Tc!CG-vbx- 
ZA-zi%  idest:  parvae  figurae,  quae  inserviunt  prò  pueris  et  scholaribus  tenellis,  tam  sinensibus,  quam 
Tartaris:  3  Zie.x-zu-ven,  seu:  —  Compositio  rethorica  mUle  characteribus  constans. 

44.  Duo  kalendaria  seu  ephemerides  imperii  Sinici  :  primus  dietus  :  Sci-hibn-u  :  secundui  : 

l-TUXG-TA-ZIUEN. 

43.  IIoANG— Ti-i-ciAo ,  sive  :  —  Testamentum  imperatoris  sinensis  vocali  KAXG-Hr. 

46.  Van-pao-ziuex-sciu,  sive:  —  Omnium  praetiosarum  rerum  integri  libri:  odo  tomi.. 

47.  Kuox-zio-ziuEN-LAX ,  idcst  :  —  Duo  magni  tomi,  ad  hoc  expresse  facti,  ut  ex  his  libris  qui' 
sque  cognoscere  et  scire  possit  omnes  magistratus,  gubernatores  et  ofiiciales  publieos  qui  sunt  in 
actualibus  officiis  magistratibusque  etc.  tum  in  Regia  Pekinensi,  tum  in  omnibìis  provineiis  et  dfi- 
tatibus  imperii  sinici. 

48.  ZiT-GOEi,  idcst:  —  Litterarum,  seu  characterum  adunatio  :  constai  quatuordecim parvis  tomis. 

49.  DicTiONARiux,  seu  potitts  LiTTERAmuM  SiNicuN — Latinum.  Unus  tomus  in  4. 

«  Hoc  DicTio.NARicx  (u  mo  infrascripto  Padre  Carolo  Horatii  anno  Domini  1706  propria  mana 
descriptum  fuit  et  more  europeo  ligatum  ;  constatquc  in  universum  paginis  1018)  fiictnm  fUit  a  R.  P. 
Basilio  a  Glcmona  (di  cui  diremo  a  suo  luogo)  Regularis  Obscrvantiae  Rcform.  S.  P.  Francisci  (postea 
Rmus  Virarìus  Aposlolicus  Provinciae  Scen-si  )  :  qui  R.  Pater  antea  feceral ,  aut  verterat  aliud  Lit- 
TEHARiuM  brevius  ,  secundum  ordinem  Litterarii  Sinici  supradicti .  At  vero  cum  illud  ossei 
parum  accomodalum  prò  Patribus  Missionariis  Europeis  in  Sina  novis  ,  "(0011  aliud  Littk- 
RARirM-Sixico-LATiMii  ox  alìo  LiTTERARio  SiNico,  magìs  accedente  ad  nostrum  modum  europeum,  et 
est  ferine  secundum  ordinem  nostri  ahphabeti  latini  :  omnes  enim  littcrae  seu  characteres  sinici,  qui 
incipiunt  V.  g.  per  litteras  C.  F.  G.  H.  1.  K.  L.  ec.  redacti  sunt  por  ordinem ,  et  per  classes  dispositi 
sunt  sub  eisdem  nostris  latinis  litteris  :  undc  audita  voce  sinic^i.  facilius  inveniri  possunt  characteres 
sinici .  . .  Meo  judicio  hoc  Rev.  P.  Basilii  Dictinnarium  seu  Littcrarium  prae  omnibus  aliis  Dictionariis 
lingua  Hispanica  aut  Lusitanica  quae  ego  legi,  est  melius,  clarius  et  >erius  ;  univoce  enim  rcddit  sen- 
sum  sinicum  et  est  suflicienter  copiosum  ;  unde  sentio  dictum  Patrem  in  hoc  esse  aeterna  gloria 
dignum  . .  .  •  Aggiunge  che  il  Padre  da  Gemona  era  giunto  in  Gina  circa  il  1684,  e  aveva  imparato  I 
primi  principii  della  lingua  cinese  e  i  caratteri  di  essa  da  nostri  Padri  Spagnuoli,  Portoghesi,  e  PraDccsi 
che  vi  ebbe  trovati. 

50.  He  sostro  Dictionario- Latino- Italico- Sinico  tam  vocum  quam  CH.utACTKRUM  sinensium. 
•  Cum  in  Sinica  Missione  prò  Patribus  Missionariis  Italis,  aut  eiiam  prò  cuiusvis  natlonis  europcac 
scientibus  linguam  latinam,  nultum  adesset  Dictionarium  latino-Sìnicum  ad  addìsccndam  lingaam 
sinicam ,  hanc  necessitatem  plusquam  alii  expertì  fuimus  nos  quatuor  Missionarìi  Itali  Regularis 
Ubservantiae  Sancti  Francisci,  quando  in  Sinam,  Deo  protegentc,  pervenimus  mense  augusto  anno 


CASTORANO  95 


xii  1700,  cum  DOS  vix  aliquid  tunc  temporis  intoUigeremus  de  praedictis  linguLs,  Hispanica,  Lusi- 
aut  etiam  Gallica  :  unde  nostrorum  quotuor  primus,  aut  provectior,  P.  Joanne.  Uaptista  ab  llli- 
ceCo«    ^^erìo  iniunxU  mihi  (tunc  omnibus  iuniori),  ut  cum  habilitas  et  possibilitas  aflbret,  congruuni 
j[>icnr'0!<ARiUM  I^tino-Sinicum  prò  nobis  Italis  et  prò  omnibus  Latinis  pararem.Cui  Patri  debite  parendo, 
prontB  i^i,  me  si  vita  c^mis  fuisset,  necessarium  Dictionarium  paraturum.  In  signum  autem  meae  pron- 
priCmx3.inis  mature  descripsi  et  paravi  Dictionarium,  relinquendo  spatia  vel  quasi  arcolas  faci  ondo,  ad 
'Kftendum  postea  in  els  tum  sinica  verba  respondentia,  tum  etiam  characteres  eius.  In  quibus  spatiis 
'«olis  processu  temporis  de  facto  multa  nomina  aut  verba,  dum  opportuna  occurrerent,  scribcbam 
aiatX  ^^lebam.  At  vero  cum  nostrac  chrlstianltates  et  Missiones,  Dco  protegente  et  miserente,  in  dìes 
cres^r careni  ac  muUiplicarentur,  ego  solus  (praedictis  meis  sociis  aut  morte  aut  exilio  perdi tis),  de 
cis  o  mja.Tare  debebam:  ex  altera  autem  parte  auxilìo  esse  debebam  meo  lllmo  D.  Episcopo  Pekinensì,  Fra- 
tri  '^^rnardino  de  Ecclesia,  in  adimplendo  partes  sui  muneris ,  et  praescrtim  in  publicatione  Decreto- 
rtmjxft    l^nius  Sanctae  Sedis  et  Constitutionis  Apostolicac  super  ritus  sinicos  Sunimi  Pontitlcis  Clemcutis 
Kl  :    o'fc  quam  et  catena  et  carceres  multaque  alia  passus,  multum  etiam  tempus  mihi  conslitit:  unde 
n'Olio   modo  mihi  vacuum  erat  prò  Dictionario  pracdicto  faciendo  ;  et  ideo  multum  distuli.  Hoc  autem 
non    ^tne  speciali  Dei  providentia  factum  indico,  ut  nempe  magis  in  Sina  provectus,  et  in  rebus  sinicis 
p^rttmu,  aptius  etiam  Dictionarium  praefatum  pararem.  Quod  tandem,  Deo  bene  artiuvante,  iam  feci, 
Uludciiie  compievi  non  sine  multo  studio  ac  laboribus,  paulo  anlequam  Pekino  Romam  versus  disoe- 
4lereKn.  Feci  ergo  DicTiONAmuM  Latino-Italico-Sinicum,  Iam  vocum  aut  vorborum,  quam  characlerum 
sinen^ium,  eodem  ordine  alphabeti  quo  factus  est  Caiepinus.  Ergo  in  isto  nostro  Dictionario:  1  quc- 
ren<!Lak  sunt  nomina  verbaque  latina,  et  statini  in  eadem  linea  babentur  corrospondentia  verba  nomina- 
«fue  sinica.  2  In  eadem  linea  supra  praedicta  verba  aut  nomina  sinica  babentur  litterae  seu  charactercs 
^^nici^  genuine  correspondentes  subiectis  verbis  aut  nomìnibus  sinicis  usualibus  ^  vulgaribus.  Etenini 
luterai  seu  characteres  sinici  sunt  valde  multi  :  suntque  alii  prò  scriptura,  aut  etiam  prò  relhorica, 
^^  akltt  prò  loquutione  vulgari  et  usuali.  Igitur  praedictae  litterae  aut  characteres,  quos  in  hoc  Dictio- 
XARjc>  pono,  omnes  sunt  correspondentes  loquutioni  vulgari  et  usuali.  Posui  etiam  aliquando  chara- 
cteres rethoricales  magis  obvios,   quia  bonum  est  illos  agnosccre,  licei  prò  loquutione    vulgari 
mìQiKiie  uti  possint:  unde  islos  characteres  duplici  stellula  seu  asterisco  dislinxi.  Porro  hoc  Dictionarum 
<lQplic:em  habet  usum  :  i  ad  addiscendam  linguam  sinicam,  et  quidem  sufficienter,  aut  etiam  copiose, 
coni    ^lurìbus  synonimis  et  modis  loquendi  diversis  :  i  inservire  etiam  poterit  prò  iis  PP.  Missionariìs, 
^  Il  tteras  seu  characteres  sinicos  pari  ter  ediscere  voluerìnt:  uno  cnim  codemque  tempore  (absque 
P^ir^s.isitionc  longa  in  aliis  Dictionahiis  aut  Littehahiis)  addiscere  poterunt  et  linguam  sinic;im  et 
ehar«i.«:tere$  eius.  Istud  nostrum  Dictionarium  est  in  folio,  uti  vocant,  ligatum  (a  me)  more  Europeo  : 
ft  cx>M:i8tat  paginis  duplicibus  510,  unde  sunt  paginac  simplices  iOiO.  Feci  etiam  Grammatkam,  seu 
Mam.'ms^uciUmem  ad  linguam  sinicam  facilius  addiscendam  :  et  eam  distinxi  per  capita  vigìnli  cum 
^^    C»aragraphi.s  prò  distinctione  rerum,  eamque  posui  in  principio  dicti  Dictionarii.  Qune  Gramma- 
tica  ooDstat  paginis  102:  unde  in  universum  hoc  Dictionarium  (meum  originale)  constai  paginis  1122. 
In  tma.c  autem  Grammatica  plura  invcnient  lectorcs  tum  ad  bene  recloquc  scribendum  verba  seu  voces 
^^sfe^  tum  ad  bene  et  genuine  eas  pronunciandum  ,  tum  etiam  ad  coguoscendum  phrasim  sinicam 
et  Kiodam  loquendi  Sincnsium.  Huius  autem  Dictionarii  Latini-Itauci-Sinici  iam  feci  quatuor  exem- 
plarì^  Prìmom  fuit  quasi  embrio  (sborro)  totum  manu  mea  scriptum,  tain  litterae  seu  characteres 
sinici,  quam  reliqua  omnia.  At  illud  prìmum  solum  inserviet  prò  meìnoria  ac  testimonio.  Hoc  vero 
s«c**o^iim,  de  quo  hic  loquiraur,  est  nieum  originale  ;  at  characteres  sìnici  descripti  sunt  ex  ilio  primo 
^•^•■^itMw  a  meo  amanuensi  Bac^laureo  Sinensi.  Feci  etiam  tertium  exempfar,  et  ligavi  similiter  more 
europa  manens  Pekini,  ut  illud  mittcrem  Romam  ad  hanc  Sacram  Congregationem  de  Propaganda 
^*^9  a  qua  et  mandatum  acccperam  praedictum  Dictionarium  perficiendi.  Parabam  etìani  «luartuni 
esemplar,  ut  illud  donarem  R.  Patri  Dominico  Pinheyro  Vice-Provinciali  Swnetalis  Jesu  Sinicae  Mis- 
sìonift,  qui  plurìcs  a  me  illud  efflagitaverat.  At  vero  contigit,  ut  ob  graves  causas  Kcligionis  cliristiu- 
B^  circa  ritus  et  coeremonias  Sinensium,repetitis  (idhort;aiouibus  lUmi.  Episcopi  Hephestiensis,  Fratris 
^*ncisci  Garreto,  debuissem  venire  Romam:  ideo  dictuni  tertium  exemplar  reliqui  in  manibus  R.  P. 
^-  ^oannis  Antoni!  a  Portu  Ferraio,  quem  in  nostris  chrìstìanitiilibus  et  Missionibus  in  Sina  meo 
toco  relUiquebam ,  eique  enixe  recomendando ,  ut  ex  Dictionario  faceret  quintum  exemplar ,  et 
m*®  nomine  donarct  praedicto  Patri  Vice-Provinciali  Dominico  Pinheyro.  Qui  Pater  Joannes  Antonius 
TC^<*a  fecit  quintum  exemplar,  et  lideliter  dicto  P.  Pinheyro  meo  nomine   praesentavit  ;   et   ego 
\à^  Homae  manco»  epistola»  accepi  ab  eodem  Patre  Pinheyro  Pekini  datas,  in  quibus  testatur  praefatum 


96  CASTORANO 


meum  Dictionarium  apraedicto  P.  Joanne  Antonio  recepisse,  et  de  favore  mihi  gratias  agit.  Item 
praedictus  P.  PinliejTo  Vice-Provincialis  S.  J.  cum  alia  sua  epistola  data  Pekini  die  30  novem- 
bris  1738,  secunda  vice  de  praedicto  Dictionario  (alias  VoaibìUario  )  bis  terminiif  gratias  agit  : 
Gratias  ago  Paternitati  Y.  Adm.  Rev.  prò  donatione  VocabìUarU  {teu  DUlionarii)  Sinici,  et  fgaudé' 
rem  utiqtie,  ut,  si  iUud  P.  V.  Adm,  Rev.  iterum  praelo  dedil,  me  pariieipem  faceret  umus  vel  aiteriu* 
eopiae  de  novo  aeditae ,  ad  meam  et  aliorum  utitiiatem  :  praetium  vero  et  expensae  in  impressione 
et  portatione  Mque  hue ,  vel  ibi  solvi  faeiam,  vel  hic  persolvam  hono  Patri  Joanni  Antonio  a  Poriw- 
Ferraio.  Romam  demum,  Deo  duce,  pencni  di  12  novcmbris  1734:  et  hic  Romae  absolvi  praedfccti 

OicTiONARii  qaartam  exemplar.  Obtali  etiam  Memoriale  Summo  Pontillci  Clementi  XII rogans  ut 

illud  prò  bono  pubblico  pubblicae  luci  daret:  sed  nihii  factum  fuit  Deinde  Rmus  Pater  Josephus  Maria 
ab  E\ora  (mulUs  titulis  et  factis  hic  Romae  famosus,  et  nunc  dignissimus  episcopus  de  Portu  ìù  re- 
gno Lusitaniae)  motus  tum  dignitate  operis,  tum  ab  amore  boni  publici,  praefacti  Dictionarìi  quarium 
exemplar  suis  impensis  in  tabulis  incidi  iussit  et  praelo  dari.  At  vero  (  rcs  miseranda!)  iDcidimiu  in 
ncquam  nebulonem  incisorem  Phllippum  Zenobij,  qui  multi»  mendaciis,  fraudibus  et  artibus  solum 
carpebat  pecuniam  et  opus  totaliter  In  vanum  rcddidit.  Et  ideo  quarium  hoc  exemplar  (  Anita  iam 
causa  Rituum  Sinensium,  si  Deo  placuerit)  ofTeram  summo  Pontifici  foelicitcr  regnanti  Benedicto  XIV 
prò  Bibliotheca  Vaticana;  secundum  exemplar  vero,  seu  meum  Originale  Dictionarium  dabo  liaic 
Conventni,  seu  Mairi  Religioni  prò  hac  nostra  Bibliotheca  Aracoelitana.  Et  haec  de  libris  sinensibus 
dieta  sufficiant  Mea  antem  meraorialia  scriptaque  hic  Romae  facta,  oblataque  prò  causa  Rituum  Si- 
nensium,  ob  quam  e  Sina  missus  sum  et  veni,  si  Deus  voluerit,  uno  volumine  aut  libro  omnia 
comprehendam ,  ut  in  eadem  Aracoelitana  Bibliotheca,  una  cum  prdcdictis  Dictionario,  Parva  Elocd- 
BRATioNE  ET  LiBRis  SiNicis,  paritcr  ad  pcrpetuam  rei  memoriam  asserventur.  Datum  Romae  in  Aracoeli 
die  30  Aprilis  i74S.  •  E  tutti  questi  tesori  sono  andati  perduti,  come  dissi,  nella  soppressione  de*  Con- 
venti fatta  il  i810. 

—  Jesus  ,  Maria  ,  Joseph  !  Brevi  notizie  della  Cina.  Come  e 
quando,  da  chi  e  quanto  volte  è  stata  predicata  nella  Cina  la 
Religione  Christiana?  E  dove,  quali  e  quanti  Padri  Missionarii 
sono  attualmente  nell'  imperio  della  Cina  ?  Per  il  molto  Illustre 
Signore  Domenico  Baiardi  Archivista  in  Propcuganda  Fide.  Date 
dal  P.  Carlo  Horatii  da  Castorano  della  Diocesi  Ascolana,  Mi- 
nore Osservante  di  San  Francesco ,  provetto  Missionario  Aposto- 
lico nell'imperio  della  Cina.  Addì  11  Aprile,  Anno  Domini  1740. 

È  un'altra  Importantissima  scrittura,  che  fa  parte  del  manoscritto  di  cui  ci  stiamo  occupando,  e  che 
piglia  dalla  pagina  567  alla  619.  Memoria  dotta  e  bellissima,  che  se  fosse  stata  conosciuta,  ninno  si  sarebbe 
maravigliato  di  trovare  ne'  primi  volumi  della  nostra  Storia  delle  Missioni  dell'  Ordine,  i  Francescani  in     j 

Cina  sin  dalla  fine  del  secolo  XIII!  Por  lo  che  non  possiamo  far  a  meno  di  riferirne  ciò  che  riguarda  lari 

petuta  introduzione  delCristianesimo  in  queir  Impero  ;  le  diverse  epoche  in  cui  ciò  avvenne;  e  le  tenibili^  j 
persecuzioni,  per  le  quali  vi  fu  sempre  quasi  estinto:  storia,  nella  cpiale  flgura  grandemente  P Ordine^ 
Francescano,  e  con  esso  i  Pailri  dell'Ordine  Domenicano,  e  di  quello  di  Sant'Agostino;  e  nondimeiK^  j 
da  coloro  che  ne  scrissero  insino  a' dì  nostri,  non  se  n'è  fatta  nessuna  menzione  I  Ne  escludiamo 
l'abbate  Huc,  che  nella  riputatissima  sua  Ilùttoire  du  christianisme  en Chine:  Paris,  Gaume  Frères,  ISS' 
rese  giustizia  a  tutti  indistintamente  gli  Onlini  Religiosi,  che  lavorano  in  quel  difficile  campo, 
alle  Missioni  antiche,  cìck»  dal  secolo  Xll  sino  al  principio  del  XVI;  ma  neppure  egli    ha  v< 
di  quel  che  segui  insino  a  noi.  Gravissima  mancanza  (come  si  vedrà  dai  soli  cenni  che  riportlai 
dalla  relazione  del  Padre  da  Ciistorano  ),  che  falsa  e  travolge  inleramenle  un  periodo  cosi  impoi 
di  storia  ecclesiastica,  '-on  danno  gravissimo  de'  sopra  detti  Ordini  Religiosi  e  della  stessa  Chi< 

La  Cina. 

•  11  regno,  o  Imperio  della  Cina  (chiamato  da  essi  Cinesi  dung-huè,  idestMedii  Regnum, Cituig- 


CASTORANO  97 


et  HaD-hue,  da  Tartari  et  Armeni  viene  detta  Cataio:  e  da  noi  Europei  chiamata  comunemente  la  Cina) 
è  situata  neir  ultimo  dell'Asia,  dentro  li  gradi  di  longitudine  i30  sino  a  i50;  e  di  latitudine  da  gradi 
33  sino  alli  44  incirca.  All'Austro  et  Oriente  è  circondata  dal  mare  Oceano:  all'Occidente  confina 
con  li  Regni  di  Tunkino,  Tibet  e  Tartari  :  e  da  Borea  o  Settentrione  è  circondata  da  un  grandissimo 
e  lunghissimo  muro,  il  quale  fu  fatto  edificare  da  un  cinese  imperatore,  chiamato  Zm-ici-lioaiHf,  da 
300  anni  incirca  avanti  l' incarnazione  di  N.  S.  Gesù  Cristo,  per  difenderla  dalle  incursioni  de'  Tartari 
boreali  ad  essa  confinanti. —  E  benché,  al  principio,  la  Cina  fosse  tutta  un  regno  et  imperio,  col  tempo 
fa  divisa  in  molti  regni:  et  al  presente  è  divisa  in  i5  Provincie:  cioè  la  provincia  Pehing,  o  Pekino, 
detta  comunemente  Pe-ci-lh  et  in  essa  attualmente  ù  la  Regia  della  Cina,  chiamata  dalli  Cinesi  Pehing^ 
cioè  Borealis  Regia,  posta  al  grado  40  e  pochi  minuti  di  latitudine,  dove  attualmente  risiede  l' im- 
peratore cinese.  Però  la  metropoli  di  detta  provincia  chiamasi  Pao-ting-fu,  circa  due  giornate  da 
Pekino,  S.  È  la  provincia  detta  Sciang-tuìig,  la  di  cui  metropoli  diccsi  Zi-nan-fu.  In  essa  provincia 
floSerivtnte)  ha  dimorato  buona  parte  di  sua  vita,  e  vi  ha  la  maggior  parte  delle  sue  christianità  e 
Missioni  La  provincia  non  è  grande,  né  piccola;  e  fra  le  città  di  i.  2.  e  3.  ordine,  sono  in  tutto 
cento  et  otto  città.  3.  È  la  provincia  detta  Sdan-ti,  la  di  cui  metropoli  dicesi   Tai-itten-fu .  La  4. 
provincia  chiamasi  Scensi,  e  la  sua  metropoli  è  Si-ngan-fu,  et  è  una  grande  provincia.  5.  È  la  provincia 
dctca  Ho-nariy  e  la  sua  metropoli  si  chiama  Kai-fung-fu:  in  essa  risiederono  varii  antichi  imperatori 
cinesi,  e  sta  quasi  in  mezzo  alla  Cina:  e  da  qui  prese  nome  di  dung-kìie  appresso  li  medesimi 
Cinesi  ;  e  non  perchè  la  Cina  ttU  in  mezzo  al  mondo,  come  adulando  a'  Cinesi  dissero  e  scrissero  alcuni 
nostri  PP.  europei.  6.  È  la  provincia  detta  A'o»-Wngf  :  et  in  essa  risiederono  li  imperatori  dell'ante- 
cedente dinastia  imperiale,  detta  Ming-ciao  :  ma  gì'  ultimi  imperatori  trasferirono  la  loro  residentia  o 
regìa  a  Peking,  o  Pekino,  regia  cinese  anco  al  presente.  7.  È  la  provincia  chiamata  Hu-kuang,  la  cui 
fnetropoli  chiamasi  Yu-eiang-fu,  et  è   una  grande  provincia.  8.  È  la  provincia  A'tangr-st,  e  lasua 
mctTopoli  dicesi  San-ciang-fu.  9.  È  la  provincia  nominata  Ce-kiang,  la  di  cui  metropoli  si  nomina 
l^an^.^ett,  chiamata  da  alcuni  scrittori  europei  e  da  Marco  Polo  Veneto,  Quin-sai;  ma  deve  dirsi 
^i»iQ^9ci,  idest  Regia,  perchè  anco  ivi  risiederono  li  imperatori  cinesi  nei  secoli  ii  e  i3  della  nostra 
*<^  cristiana .  IO.  È  la  provincia  delta  Fu-kien,  e  la  sua  metropoli  si  dice  Fu-ceu-fu.  il.  È  la  provincia 
chl^uijita  Kuang-tung:  la  sua  metropoli  chiamasi  Kuang-ceu'fu  (e  da  Europei  viene  detta  Cantone); 
^^  è  situata  fra  il  Tropico  di  Cancro  e  la  Linea  equinoctiale,  al  grado  23  in  circa  di  latitudine;  sta 
P^^ta  al  lido  di  un  fiume  poco  lontana  dal  mare  :  ivi  vanno  ogni  anno  le  navi  e  mercanti  Europei 
^  ^^"^i^wUare  ogni  anno  alcuni  mUlioni  di  argento,  di  cui  privano  e  spogliano  la  nostra  povera 
^^ftpgMi,  per  comprare  varie  merci,  quali  noi  in  Europa  già  l' habbiamo ,  o  di  esse  anco  abbondamo. 
^^-  EI  la  provincia  detta  Kuang-st,  sua  metropoli  Kuei-lin.  13.  È  la  provincia  chiamata  Kuei-ceu,  sua 
"^«Iropoli  Kuei'iang-fu.  14.  È  la  provincia  di  Su-ciuen,  sua  metropoli  Cing-tu-fu,  15.  L'ultima  pro- 
^  ÌQcia.  chiamasi  Jun-nan,  sua  metropoli  Jun-nan-fu. 

Antichità  dell'impero  Cinese, 

«  Lasciando  da  parte  le  favole,  e  varie  altre  opinioni,  dico  che  (secondo  la  mia  cognitionc  e 
**Pere  delle  cose  et  historie  de' Cinesi),  li  primi  certi  et  innegabili  imperatori  cinesi,  furono  Jao,  Sciu 
^^  "^U*  e  di  questi  il  primo,  Jao,  incominciò  a  regnare  in  Cina  l'anno  460  dopo  il  diluvio  universale  :  e 
*^^*'  Varie  dinastie  o  famiglie  imperiali,  come  pure  per  interregni  et  imperio  de' Tartari  Occidentali, 
^  IH>i  a'  tempi  nostri  anco  de'  Tartari  Orientali  sino  al  presente  imperatore  Tartaro-Cinese ,  chiamato 
^*^n-Lung,  et  anno  5  del  suo  regnato  (anno  Christi  1740),  vi  sono  passati  anni  4230  in  circa,  li 
*^^*^1  tempo  (o  anni)  si  deduce  molto  conforme  al  computo  o  èra  delli  Settanta ,  seguitalo  dal  Car- 
*^*^*1  Baronìo,  relalo  nel  Martirologio  Romano  nella  vigilia  del  Santo  Natale,  e  permesso  pubblica 
^biennemente  dalla  Santa  Sede  e  Chiesa  Qittolica  Romana,  il  quale  computo  io  tengo  por  vero  (  e 

^1  ciuellodi  varii  privati  authori  tra  di  loro  discordanti  e  diversi)  per  esser  anco  corroborato  da  una 

^^  interrotta  cronologia  cinese,  ec. 

Cristianesimo  in  Cina. 


«  La  prima  volta  che  la  Religione  Christiana  entrò  in  Cina,  si  crede  da  varii  scrittori  che  fosse 
^^i*   mezzo  dell'Apostolo  S.  Thomasso.  E  I.  si  raccoglie  da  varii  monumenti  delli  Indiani  e  dall' Of- 

7 


98  CASTORANO  * 


Ario,  et  orationi  di  S.  Thomasso,  dicendosi  in  essi  di  bavere  predicata  la  Religione  cristiana  anco 
nel  Cataio,  cioè  la  Cina  boreale.  2.  Fra  i  molti  ìdoli  cbe  si  adorano  nelll  templi  di  Cina ,  uno  di  essi 
si  rassomiglia  alla  figura  di  S.  Tbomasso  Apostolo,  e  cbiamasi  anco  Tomo:  però  la  seconda  sillaba 
mo ,  benché  nelle  parti  più  boreali  di  Cina  si  pronuncii  come  la  e  ottusa ,  o  pure  o,  il  proprio  e 
genuino  suono  o  voce  del  carattere  cinese  si  deve  pronunciare  me  coire  chiara,  e  non  o:  onde 
questi  due  caratteri  cinesi,  colli  quali  si  scrive  il  nome  di  detto  Idolo,  devono  leggersi  TO'me:e 
cosi  nell'India  da  tutti  ò  chiamato  S.  Thomasso:  dunque  convenendo  la  flgura  et  il  nome  di  dello 
S.  Apostolo,  si  raccoglie  e  si  crede  che  tra  gli  altri  regni  dell'Indie  orientali ,  dove  predicò  l'Evan- 
gelio S.  Thomasso,  predicasse  ancora  nel  Cataio,  cioè  nella  Cina,  ec, 

9. 

•  La  seconda  volta  fu  predicata  in  C'ma  la  Religione  Christiana  da  alcuni  Sacerdoti  (o  Reli- 
giosi) della  Giudea,  o  Caldea,  come  apertamente  consta  da  un  monumento,  o  lapide  trovala  In 
Cina  (circa  l'  anno  del  Signore  i570),  vicino  la  metropoli  detta  Si-ngan-fu  della  provincia  di  Scen-ti: 
la  quale  lapide  fu  scoperta  Fotto  le  ro\ine  di  un  tempio  (o  monasterio)  di  Idoli,  che  forse  fa 
una  chie<:a  di  Cristiani;  per  la  quale  certamente  sappiamo  che  la  detta  lapide  fu  eretta  sotto  la  fa- 
miglia Imperiale  Tang,  l'anno  secondo  dell'imperatore  cine>e  o  regnato  Kien-ciung,  In  memoria  e 
lode  di  essersi  predicato  in  Cina  la  Religione  cristiana.  Nel  principio  della  quale  lapide,  o  inscri- 
tione,  si  dà  una  notizia  di  Dio  Trino  et  Uno;  di  bavere  fatte  tutte  le  cose,  e  di  essersi  incarnalo 
il  Messia,  ec.  Il  tutto  però  si  fa  in  frase  sinica  molto  alla  et  oscurissima,  per  non  dire  impropria:  nel 
progresso  poi  si  dice  che  detti  sacerdoti  (o  Religiosi,  secondo  11  senso  sinico)  dalla  Giudea  andarono 
alla  Cina  (espressamente  chiamandola  Ciung-kue ,  come  li  Cinesi  la  chiamarono  già  anticamente, 
e  chiamano  sino  al  presente),  e  che  varii  imperatori  cinesi  furono  già  christiani,  quali  fecero  ediflcare 
tempii  e  monasterii  per  li  detti  Religiosi.  Item  si  dice  in  delta  lapide,  che  la  Religione  Christiana 
pati  in  Cina  alcuna  persecutlone:  ma  poi  per  la  pietà  e  giustizia  di  un  imperatore  cinese  riflori  più  di 
prima.  E  di  più,  al  lato  e  al  basso  di  detta  lapide,  vi  gono  anche  lettere  chaldaiche  antiche  ;  e  vi  si 
scrivono  i  nomi  di  detti  Sacerdoti,  o  Religiosi,  del  Vescovo,  e  delli  Chorepiscopi.  L'anno  poi  della 
crettione  di  detta  lapide  si  scrìve  pure  in  lettere  caldee,  et  è  l'anno  1092  (secondo  il  computo  delli 
Greci  ),  quale  corrisponde  all'anno  782  incirca  dell' incarnatlone  del  Verbo,  secondo  il  computo  o  èra 
della  Chiesa  cattolica  romana.  Onde  per  tutto  ciò  ò  evidente  che  nel  dotto  tempo  nella  Cina  vi  era  la 
Religione  Christiana.  Io  ho  meco  ìa^ In scrit tione  Cinese  di  detto  monumento,  et  è  stampata  sopra  la  mede- 
sima lapide,  onde  è  anche  cosa  authentica.  Di  più  ho  fatto  una  fedele  versione  della  medesima  Inscrit- 
tione.  11  R.  P.  Athanasio  Kircherio  Soc.  Jesu  rapporta  similmente  il  detto  monumento,  nella  sua  China 
illustrata,  pagina  12  e  seguenti;  benché  circa  la  expositione  facla  ad  sensum,  ci  è  qualche  cosa  da  dire,  ec 

3. 

•  La  terza  volta  fu  predicata  la  Religione  Christiana  cattolica  nel  Cataio,  cioè  nella  Cina  boreal  j 
da'  nostri  Religiosi  Minori  di  S.  Francesco  sul  (Ine  del  dodicesimo  e  principio  del  tredicesimo  secok 
come  pure  nella  Tarlarla  anco  inferiore;  nel  qual  tempo  regnava  nella  Cina  l'imperatore  de' Tarlar -j 
chiamato  Cublai-Han,  col  nome  di  regno  o  regnalo,  luen-riao,  come  consta  dalle  historie  dc'Clncs  -«= 
il  quale  imperatore  subiugò  prima  la  Cina  boreale,  chiamata  dai  Tartari  Cataio  (o  Catet  Curuitj^^ 
come  al  principio  si  è  detto;  e  poi  sogiogò  anco  la  Cina  australe,  che  d;i'  medesimi  Tartari  viene  chi^  j 
mata  la  Provincia  del  Mangi,  cioè  a  dire  degli  uomini  australi.  Imperocché  fino  al  giorno  di  hoggi 
Cina  è  divisa  o  considerata  dai  medesimi  come  in  due  parti  distinte;  e  li  Cinesi  australi  sprezzane 
boreali,  chiamandoli  Kua-zu,  e  questi  viciversa  sprezzano  li  Cinesi  australi,  e  come  per  disprezzi 
chiamano  Ifan-gm ,  et  jVan-rnan-zu,  idest  esteri,  vel  barbari  australes.  E  da  qui  quella  parte 
strale  della  Cina  fu  chiamata  la  provincia  del  Man-gin,  o  Mangi.  Tutto  ciò  consta  anco  da  Vi 
scrittori,  e  specialmente  lo  rapportano  gli  .annali  del  nostro  Wadingo,  tomi  5  e  6:  (  novae 
tionis)  parlandosi  de  Patre  Joanne  à  Monte  Corvino,  ordinis  Minonim,  qui  cum  sociis  Ivit  Tartari 
etCathaium:  il  quale  con  altri  Religiosi  partì  a  tempo  del  Pontefice  Niccolò  IV,  et  essendovi 
cristiani,  dopo  crealus  fuit  Archiepiscopus  Cambaliensis  a  Clemente  V;  mentre  in  detti  Regni 
erano  già  da  quattro  o  cinque  altri  Vescovi.  Però  detto  monsignore  Arcivescovo  non  deve  dirsi 
baliensis,  sed  Ham-Paluensis ,  cioè  a  dire  della  città  di  Ham-Palu,  che  vuol  dire  regia,  ani 


CASTORANO  99 


perìalù  dvUas  del  detto  imperatore  Cublai-Ham:  qnale  città  di  Kam-Palu  è  appunto  la  regia  di 
Pekino  attualmente.  —  Item  tutto  ciò  consta  pure  dalli  viaggi  di  Marco  Polo  Veneto  e  dal  nostro 
Venerabile  Odorico  di  Udine  nel   Friuli ,  rapportati   dal  Ramucio  :  imperocchò    il   detto    Marco 
Polo  per  extensum  descrive  il  Cataio,  la  Provincia  del  Mangi  e  la  detta  città  regia  di  Ham-Palu: 
così  pure  scrive  alcuni  suoi  viaggi  fatti  nella  Gina  :  et  io  ho  examinato  e  trovato  che  la  detta  città 
di  Ham-Palu  è  veramente  la  presente  regìa  di  Pekino:  il  che  ho  esaminato  stando  in  Cina,  leg- 
gendo e  confrontando  detto  Marco  Polo  con  li  luoghi  e  cose  che  lui  dice  di  Pekino,  di  Gina,  e  dei 
suoi  viaggi  in  essa.  Et  il  medesimo  Beato  Odorico  di  Udine  parla  più  expressamente  di  detti  nostri 
Religiosi  et  Arcivescovo  della  detta  Regia  di  Gambalu ,  o  Ham-Palu  ;  benché  alcuni  nomi  poco  si 
confrontino,  per  bavere  egli  malamente  inteso,  o  perchè  cosi  li  chiamavano  quelli  che  con  lui  par- 
lavano. Et  egli  dice  che  arrivò  in  Zaiton,  cioè  Ganton,  o  Cantone:  poi  andò  a  Fugià  cioè  a  Fu-eeu, 
metropoli  della  provincia  di  Fu-kien ;  e  da  qui  passando  per  varie  città  (e  quasi  tutta  la  Cina), 
arrivò  a  Cambalu,  cioè  Ham-Palu.  Dove  una  volta  tra  T  altre  dice  che  ritornando  il  detto  imperatore 
CubUU'Ham  dalla  caccia  di  Tartaria  alla  sua  regia  di  Ham-Palu,  cioè  a  Pekino,  il  detto  monsignor 
Arcivescovo  Giovanni  da  Monte  Corvino  (  che  era  della  Provìncia  di  S.  Angelo  nella  Puglia  ) ,  ac- 
compagnato dai  suoi  Religiosi,  e  fra  essi  il  detto  B.  Odorico,  assieme  con  altri  grandi  della  Corte, 
de  more  andarono  ad  incontrare  detto  imperatore;  e  per  non  andare  manibus  vacuis,  altro  non  gli 
venne  a  mano  che  un  piatto  di  pomi;  et  ofTeriti  a  sua  maestà,  l' Imperatore  gratissimamente  li  ricevè, 
prendendone  in  mano  tre  di  essi:  de' quali  uno  ne  mangiò  esso  imperatore,  il  secondo  diede  ad 
un  grande  a  suo  lado,  et  il  terzo  diede  al  medesimo  ofTerente  Arcivescovo,  acciò  a  sua  imitatione 
li  mangiassero ,  come  de  facto  fecero.  Dopo  ciò  il  detto  Beato  Odorico  ritornò  in  Europa  a  tempo 
di  Papa  Giovanni  XXII  (quale  dimorava  in  Avignone),  e  venne  per  condurre  altri  nostri  Religiosi 
nelli  detti  regni  di  Tartaria  e  Cataio  :  ma  arrivato  sino  alla  città  di  Pisa ,  hebbe  una  visione  del 
nostro  Padre  san  Francesco ,  nella  quale  gli  fu  annunziata  la  sua  morte  dentro  non  molto  tempo , 
e  che  non  ritornasse  in  Oriente,  ma  tornasse  in  sua  Provincia,  dove  morirebbe:  e  de  facto  ritornato 
in  Udine,  e  dopo  scritto  li  suoi  viaggi  per  ordine  del  Padre  Provinciale,  passò  da  questa  all'  altra  vita,  ec. 
«  Il  predetto  Marco  Polo  racconta  che  in  detto  tempo  nella  Gina  vi  erano  anco  Mahomettani, 
Giudei,  e  Christiani  Nestorini,  o  Nestoriani.  Col  tempo  poi,  morto  già  il  detto  imperatore  Cablai-Ham, 
succede  respettivamente  come  ad  Alexandre  Magno;  perchè  li  suoi  Generali  (quali  occuparono  molti 
regni  de'  Tartari,  il  Mogol,  la  Persia,  et  altri  fecero  scorrerìe  anco  nella  Moscovia,  e  sino  alla  Polonia), 
si  fecero  signori  delle  terre  o  regni  ne'  quali  già  si  trovavano  :  li  di  lui  figliuoli  poi  che  regnarono 
nella  Gina,  poco  vi  durarono  che  perdcrono  l'imperio,  e  finalmente  furono  estinti,  mentre  un  huo- 
mo  ordinario  cinese  (  detto ,  dopo  fattosi  signore,  Hung-vu  )  si  ribellò ,  et  ogni  giorno  aumentan- 
doseli gente  e  facendo  grande  esercito,  si  impadroni  di  tutta  la  Gina,  si  dichiarò  imperatore,  e 
fondò  la  famiglia,  o  regnato,  detto  Ming-eiao.  La  ([uale  dinastia,  o  famiglia,  ha  regnato  nella  Cina 
anni  S76  incirca,  sino  all'invasione,  prima  di  un  rebello  cinese,  detto  Li-hia-zu,  e  poi  delli  Tartari 
orientali  dell' imperio  della  Cina,  quali  presentemente  tuttavia  vi  regnano,  sotto  il  regnato  di  Tai- 
zing.  Che  perciò  serrata  la  Cina  alli  Tartari  dalli  imperatori  del  Ming-ciao,  e  li  Tartari  fattisi 
signori  ne'  regni  dove  erano  generali ,  essendo  poco  concordi ,  o  anco  discordi  fra  di  loro  ;  morti 
quei  Religiosi  e  Vescovi  che  vi   erano,  non  potendo  penetrarvi  altri  per  viaggi  di  terra  (e  non 
essendo  all' bora  aperta  agli  europei  la  navigatione  de'  mari  orientali  come  adesso),  et  li  poveri 
Christiani,  rimasti  già  senza  pastori  e  cultori ,  poco  a  poco  si  estinsero.  —  Sono  però  restati  in  Cina 
li  Mahomettani,  et  anco  si  sono  moltiplicati,  perchè  essi  non  dilatano  la  loro  setta  con  la  predUcatione , 
come  fanno  li  ministri  evangelici,  ma  colla  generatione  de' figliuoli,  e  comprando  schiavi  e  schiave. 
Hanno  nondimeno  anch'  essi  Mahomettani  perdute  varie  cose  o  dottrina  della  loro  setta  :  e  più  volte 
discorrendo  io  con  essi,l'  hanno  confessato  meco,  dicendo,  come  lamentandosi:  Noi  altri  (Maomettani 
di  Cina)  habhiamo  perdtUo  la  nostra  legge.  Sono  essi  seguaci  di  Bali,  come  sono  li  Persiani:  onde 
alcune  volte  vengono  li  delegati  Persiani  per  visitare  li  Mahomettani  cinesi. 

«  Li  Giudei  in  Gina  pure  sono  quasi  affatto  estinti  :  io  mai  ne  ho  incontrato  in  tanti  anni  di 
Cina,  e  solo  ho  inteso  dire  dal  fu  P.  Gio.  Paolo  Gozani  Societ.  Jesu,  che  nella  metropoli  di  Ho-nan, 
detta  Kai-fung-fUf  vi  sono  tuttavia  pochissime  famiglie  de'  Giudei ,  e  vi  hanno  piccola  Sinagoga. 

4. 

«  La  quarta  volta  la  Religione  latina  è  stata  predicata  nella  Gina  in  questo  modo.  Circa  gli  anni  di 


400  CASTORANO 


Gesù  Cristo  1570  dalla  città  di  Manila  et  Isole  FilippìDe  passarono  nella  Cina  due  PP.  di  S.  Domenico; 
ma  non  poterono  fermarcisi,  essendo  prohibitione  nella  Cina  di  dare  adito  a'  foraslierL 

«  Poco  dopo  neir  anno  1578,  dalle  medesime  Isole  Filippine  e  città  di  Manila  passarono  pure  alla 
Gina  quattro  Religiosi  di  S.  Francesco,  chiamati  PP.  Alfaro,  Augustin  de  Tordecillas ,  Sebastiano  Zaoca, 
e  Gio.  Batta  di  Pesaro  (questo  era  un  nostro  Italiano  e  gli  altri  tre  erano  Spagnuoli):  i  quali  de  facto 
entrarono  in  Cina,  e  si  fermarono  nella  città  di  Kuang-ceu'fu ,  da  noi  altri  europei  detta  Cantone,  et 
in  essa  stiedero  alcun  tempo  :  ma  dopo,  anch'  essi  furono  mandati  via  di  Cina.  Dopo  questi,  circa  gli 
anni  del  Signore  i582  o  pure  i583  entrò  nella  Cina  il  P.  Rogerio  della  Compagnia  di  Gesù,  e  poco 
dopo  vi  entrò  anco  il  P.  Mattheo  Ricci  Italiano,  Maceratense,  della  medesima  Compagnia  di  Gesù.  Li 
quali,  parte  coir  aggiuto  de'  signori  Portoghesi  di  Macao ,  e  parte  con  curiosità  et  istrumenti  mathema- 
tici,  si  fermarono  in  Cina;  e  poi  fecero  casa  nella  città  detta  Sciao-eeu  della  provincia  di  £iian- 
tung.  Poco  dopo  però  il  detto  P.  Rogerio  parti  dalla  Cina,  e  vi  restò  il  solo  P.  Mattheo  Ricci .  li  quale 
però,  come  più  volte  ho  inteso  raccontare  da  mio  Monsignore  Vescovo  di  Pelcino,  Frate  Bernardino 
della  Chiesa ,  da  un  Governatore,  o  Officiale  di  quella  città  fu  cacciato  da  detta  sua  casa,  compostasi 
politamente,  e  fu  mandato  ad  habitare  in  un  tempio  d' Idoli ,  o  monastcrio  de  Bonzi  religiosi  idolatri, 
dove  il  P.  Ricci  stiede  alcun'  anni  senza  potere  fare  niente. 

«  Dopo  alcun  tempo  passando  un  grande  Mandarino  che  daNankino  era  dall'  imperatore  mandato 
a  Cantone,  e  da  Cantone  ritornava  a  Nankino,  per  curiosità  volse  vedere  detto  europeo  P.  Ricci:  il  quale 
haveva  già  suflicentemente  imparato  la  lingua  cinese ,  e  poteva  farsi  intendere .  Parlando  dunque 
col  detto  grande  Mandarino  ,  et  essendo  dimandato  di  varie  cose ,  esso  conobbe  che  1'  europeo  P. 
Ricci  era  intendente  e  dotto  in  varie  scienze,  e  nella  Mathematica:  onde  restando  ammirato  come  stasse 
tra  li  Bonzi ,  e  poco  meno  che  vestito  da  Ronzio  (  in  Cina  li  Bonzi  sono  per  lo  più  huomini  viti  e 
quasi  la  feccia  della  gente),  lo  esortò  che  andasse  seco  in  Corte,  o  Regia,  che  ivi  Io  havrebbe  introdotto 
coli' imperatore.  Il  P.  Ricci,  che  non  desiderava  altra  cosa  che  di  introdursi  in  Cina  per  predicarvi  la  • 
santa  Religione  Christiana,  volentieri  accettò  l' ofTerta  del  grande  Mandarino  :  onde  lasciato  quell'abito 
e  vestitosi  alla  cinese,  con  habito  o  vesti  dclli  letterati  cinesi,  andò  con  esso  lui  a  Nankino,  dove  in 
quel  tempo  era  la  Regia  dell'  imperatori  di  Cina.  Et  ivi  de  facto  dal  detto  grande  fu  introdotto  a  vedere 
r  imperatore  cinese,  il  quale  si  chiamava  Van-li ,  oc. 

Dopo  V instituzione  della  Congregazione  di  Propaganda  Fide. 


•  In  processo  poi  di  tempo,  circa  l'anno  del  Signore  i630,  o  31,  dalle  sopraddette  Isole  Filippine, 
e  città  di  Manila  rientrarono  in  Cina  alcuni  PP.  Domenicani,  e  con  essi  similmente  alcuni  PP.  France- 
scani, due  delli  quali  furono  li  PP.  Gio.  Batta  Morales  Domenicano,  et  Antonio  di  Santa  Maria 
Francescano.  Li  PP.  Domenicani  si  fermarono  nella  Provincia  di  Fn-ìàen ,  et  uno  di  essi  (P.  N.  Coronato) 
arrivò  sino  alla  provincia  di  Sdan-tung,  e  comprò  pìccola  casa  nella  città  detta  Zi-ning-ceu.  Li  PP. 
Francescani  dopo  poco  tempo  andarono  nella  prov  incia  di  Scian-tung,  et  alla  sua  metropoli  chiamata 
Zi'nan-fu :  ì\ì  81  fermarono,  e  comprarono  casa  in  essa  metropoli.  Aitn)  Padre  Francescano  parmaa 
che  restasse  in  detta  provincia  di  Fu-kien  nella  città  detta  Scio-iiie-fu  »  ec. 

9. 

«  LI  PP.  Domenicani  da  Manila  successivamente  entrarono  nella  Cina,  come  di  sopra  si  é  detto,  e  ^ 
hanno  aperto  e  fondato  ehristianità  e  Missioni  nelle  due  Provincie  di  Fu-hien  o  Ce-kiang,  dove  hann^ 
varie  case,  chiese,  o  residenze.  E  l'unico  Padre  di  S.  Domenico,  Padre  Pietro Mufioz,  che  restò  in  Cina  nelL  ^ 
persecutione  detta  del  Signore  Cardinale  di  Tournon  (nel  1707)  fece  anco  una  casa  o  chiesa  nella  meris: 
tropoli  di  Cantone.  E  gì'  altri  PP.  Domenicani  furono  tutti  scacciati  da  Cina  per  l' obbedienza  al  -^ 
decreti  del  mdesimo  Legato;  ma  poco  a  poco  vi  rientrarono  successivamente,  quali  al  principio  stavaiE"~= 
occulti  nelle  dette  due  Provincie,  in  loro  case  e  Missioni  :  ma  poi  stavano  già  quasi  pubblicamenl^B 
sin  a  tanto  che  nella  persecutione  generale  del  17ii,  come  tutti  gl'altri  PP.  Missionari!,  furono 
ciati  0  esiliati  dalla  Cina  a  Cantone:  e  dopo  furono  anco  scacciati  da  Cantone  a  Macao,  con 
gì'  altri  PP.  Missionarii .  Con  tutto  ciò  alcuni  di  detti  PP.  Domenicani  sono  rientrati  occultamei 
in  Cina ,  et  attualmente  stanno  occulti  nelle  dette  due  Provincie  Fu-kien  e  Ce-kiang.  De*  quaU 
Domenicani,  neir  anno  1733,  ne  furono  scoperti  due,  e  presi,  furono  mandati  alla  metropoli  detta 


CASTORANO  101 


€eu'fu,  dove  vari  mesi  stìedero  carcerati.  Ma  però  sutto  il  riflesso  o  timore  che  i  signori  Spagnuoli 
^  Manila  non  trattassero  male  li  mercanti  cinesi,  che  vanno  a  quella  città  dì  Manila  a  causa  delle 
loro  mercantie ,  li  detti  due  PP.  Domenicani  furono  liberali  dalle  carceri ,  e  rimandati  ambi  dove 
«rano  venuti  :  cioè,  uno  a  Macao,  e  l'altro  alla  detta  città  di  Manila.  Però  li  poveri  christiani  ricettatori 
^lli  detti  PP.  nelle  loro  case,  patirono  grandemente  ;  perchè  alcuni  castigati  gravemente,  furono 
condannati  all'  esilio;  et  uno  di  essi  fu  anche  condannato  a  morte,  perchè  da  Manila  avea  condotto  uno 
cii  detti  PP.  alla  Cina.  Ho  inteso  nondimeno  dire  che  la  detta  sentenza  con  li  christiani  non  fu  piena- 
mente eseguita,  ec. 


«  Li  PP.  Francescani  Oss.  Scalzi  di  Spagna,  dopo  la  predetta  persecutione  di  Jang-ìcuang-tUn , 
ancor  essi,  come  li  PP.  Domenicani,  da  Manila  rientrorono  successivamente  nella  Gina,  e  vi  hanno 
aperto  e  fondato  molte  cristianità  e  missioni ,  et  hanno  anco  comprato  o  fatte  molte  case,  chiese, 
e  residenze  :  in  Cantone  hanno  due  case  e  chiese  :  alcun'  altre  dentro  la  medesima  provincia  è  metropoli 
.    di  MLWin'tung.  Item  nella  provìncia  e  metropoli  di  Seian-tung,  detta  Zi-nan-fUt  hanno  pure  casa,  chiesa 
et  r«3sidenza  :  ed  i'  quella  medesima  che  al  principio  (  avanti  la  detta  pcrsi'cuzione  )  comprò  et  hebbe, 
coix>«  si  è  detto,  il  P.  Antonio  da  S.  Maria:  mentre,  nonostante  ch'esso  Padre  morisse  nell'esilio 
in     Cantone,  come  sopra  si  è  detto ,  però  il  compagno  e  Missionario  in  quella  detta  metropoli  (Gesuita  ) 
ritornato  che  fu  dall'  esilio  di  Cantone,  per  grazia  e  permissione  del  nuovo  imperatore  cinese  Kang-hi 
avexBdo  ricuperato  la  sua  casa  e  chiesa  in  detta  metropoli  di  Zi-nan-fu,  con  ogni  carità  e  fedeltà  ricuperò 
anclie  la  detta  casa  e  chiesa  de  PP.  Francescani.  Dopo  poi  consecutivamente  li  medesimi  PP.  Fran- 
cis€:^ni  hanno  aperto  christianità  e  fondato  Chiese  e  residenze  in  altre  sette  o  otto  città  della  detta 
pr«>vincia  di  Sdan-tung .  Di  modo  che  coli' altre  tre  case  o  chiese  in  altre  tre  città,  distinte  da  noi 
Fi'^ncescani   Osservanti  Italiani,  Missionari  di  Propaganda  nella  detta  Provincia  di  Seian-tung,  la 
in&Sigior  parte  sono  christianità  e  Missioni  Francescane  (non  havendovi  li  PP.  Gesuiti  che  una  sola 
ehiesa  o  residenza  nella  predetta  metropoli  di  Zi-nan-fu),  con  altre  cristianità  et  anco  varii  oratorii 
fuori  di  essa.  Item  li  detti  PP.  Francescani  di  Manila  hanno  altre  cristianità,  chiese,  e  case  o  resi* 
denze  nella  provincia  di  Kiang-si,  di  Fu-kien ,  et  sluco  in  quella  de^Nan-king,  o  Nankino,  Ma  però 
nella  persecutione  generale,  fatta  dall'  imperatore  Tartaro  Cinese,  chiamato  Jung-eingt  nell'anno  17S4 
li  detti  PP.  Francescani  di  Manila  con  tutti  gli  altri,  furono  pivati  di  dette  case  chiese ,  ec.  e  scacciati 
via,   prima  a  Cantone,  e  poi  anco  da  Cantone  scacciati  via  a  Macao,  ec. 

4. 

«  Dopo  questa  universale  espulsione  nondimeno,  passato  alquanto  il  primo  furore  della  perse- 
catione,  alcuni  di  essi  PP.  Francescani  sono  occultamente  rientrati  in  Cina  e  andati  alle  predette 
loro  christianità  e  Missioni  :  et  attualmente  due  di  essi  sono  nella  detta  provincia  di  Scian-tung  ;  e 
sono  alcuni  anco  nella  provincia  di  Kiang-$i,  Se  anco  nella  provincia  di  Fu-kien  sia  alcuno  di  essi 
Pi^.  pilo  essere,  ma  non  lo  so  di  certo.  Delle  Missioni  poi  o  christianità  che  li  detti  PP.  hanno  nella 
provincia  di  KxMng-tung  non  lungi  dal  mare,  ne  tengono  cura  quelli  PP.  che  tuttavia  sono  rifu- 
giati nella  città  di  Macao  :  li  quali  con  barchette  vanno  per  mare  a  consolare  li  loro  christiani  ed 
^  ministrargli  li  Santi  Sacramenti.  E  questo  è  ciò  che  spetta  alli  nostri  PP.  Francescani  Oss.  Scalzi 
^^  Manila,  o  Spagnoli. 

«  Dalle  lettere  ricevute  dalla  Cina  in  ottobre  1740,  intendo  che  uno  delli  sopradetti  PP.  Missio- 
^^^i  Francescani  Oss.  Scalzi  nella  Provincia  di  Scian-tung,  chiamato  P.  Antonio  della  Madre  di  Dio, 
^^  scoperto,  e  preso,  carcerato  con  varii  christiani  e  condotto  in  catene  alla  detta  metropoli  di  7i- 
^^^J^^fu ,  e  dal  Viceré  di  essa  fu  mandato  alla  Regia  di  Pekino,  diretto  al  tribunale  de'  criminosi  o 
^i>  dove  stato  pochi  giorni  nelle  carceri,  dai  Pekino  fu  mandato  a  Cantone ,  e  d'indi  esiliato  dalla 
^"^ .  Li  Christiani  però,  presi  assieme  col  detto  P.  Antonio,  furono  castigati  rigorosamente  ;  ma 
^n  con  pena  di  morte.  E  questo  ha  succeduto  nell'anno  passato  1739  in  settembre  et  ottobre,  ec 

s. 

^  U PP.  Agostiniani  di  Manila  ancor  essi  finalmente  passarono  alla  Cina,  ma  in  poco  numero, 

'^^^no  aperte  alcune  christianità  e  Missioni,  e  comprato  o  fatte  due  o  tre  case  o  chiese  :  una 

^^  tnetropoli  detta  Kuang-ceu-fu^  cioè  Cantone ,  r  altra  nella  città  detta  Nan-hiang^fu  nella  mede- 


102  CASTORANO 


sima  provincia  di  Kuang-tung.  La  terza  panni  cbe  sia  tra  le  due  Provincie  A'uang-tuitg  e  JlLuang^tL. 
Però  nelle  predette  due  persecuxioni  del  1707  e  17S4 ,  anch'  essi  PP.  Agostiniani  furono  scacciati 
via. — Quando  io  partii  da  Cina,  e  da  Cantone,  per  venire  a  Roma  (in  gennaro  del  1734)  intesi  dira 
che  nelle  dette  Missioni  de'  PP.  Agostiniani  attualmente  vi  era  un  Agostiniano  di  Manila,  et  era 
naturale  di  quell'Isole  Filippine,  di  natìone  Pampango;  onde  nella  fisonomia  era  quasi  simile alli 
Cinesi ,  et  occultamente  haveva  cura  di  dette  chrìstianità  e  Missioni  de*  PP.  Agostiniani ,  essendo 
dette  loro  case  o  chiese  confiscate  come  tutte  l' altre ,  ec. 


•  Neil'  anno  1680,  dalla  Sacra  Congrcgaxione  di  Propaganda  Fide  furono  mandati  similmente 
verso  la  Cina  cinque  PP.  Francescani  Osservanti  Riformali  italiani  :  et  il  primo  di  essi  chiamavasi 
P.  Bernardino  della  Chiesa  (venetiano),  il  quale  qui  in  Roma  fu  eletto  Vescovo  Angolicense,  e  fu 
consacrato 'nella  Chiesa  dentro  Propaganda.  Poi  fu  mandato  Coadministratore  in  secondo  looco  del 
sopradetto  Monsignor  Vescovo  Heliopolitano ;  e  dopo  varii  anni,  il  detto  Monsignor  Angolicense 
assieme  con  li  suoi  quattro  compagni  arrivò  nel  regno  di  Siam  neW  indie,  dove  vi  rimase  un  anno 
continuo.  Poi  lasciato  due  de'  suoi  compagni  in  esso  regno  di  Siam  per  Missionari,  esso  Monsi- 
gnor Angolicense  con  gl'altri  due  PP.  compagni  si  imbarcò  per  la  Cina.  De' quali  compagni  uno 
era  il  P.  Gio.  Francesco  de  Nicolais,  e  l'altro  il  P.  Basilio,  da  Gemona,  e  coli'  agginto  di  Dio, 
nonostante  essere  interdetto  in  quel  tempo  l' ingresso  in  Cina  a'  forasticri,  vi  entrarono  felicemente  et 
arrivarono  in  Cantone  (  parmi  a  S8  di  agosto  del  1684).  Dove  furono  con  carità  ricevuti  in  casa  o 
Chiesa  da'  nostri  PP.  Francescani  Oss.  Scalzi  Spagnoli ,  ec. 

«. 

«  Nell'anno  1697  (come  mi  pare)  la  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  tece  speditione 
di  altri  Missionarii  per  l' impero  della  Cina.  De' quali  furono  tre  signori  Preti  secolari,  cioè,  il  signor 
Gio.  Donato  Mezzafalce  Italiano,  il  signore  D.  Giovanni  Mullener  Tedesco,  et  alunno  di  Propaganda, 
et  il  signore  D.  Ludovico  Antonio  Appiani  Piemontese ,  Prete  di  Monte  Citorio,  un  P.  Agostiniano, 
(P.  Cima),  e  sei  Francescani,  due  Minori  Osservanti,  e  quattro  Riformati.  Li  quali  Missionarii  In 
vari  tempi  arrivarono  alla  Cina.  — E  di  essi  il  detto  signore  Don  Gio.  Donato  Mezzafalce,  dopo 
alcuni  anni  comprò  casa  in  piccola  città,  detta  Siao-tdan-tUen  nella  provincia  di  Ce-kiang,  e  fu  poi 
fatto  Vicario  Apostolico  della  medesima  provincia  da  Monsignor  de  Toumon  (poi  Eminentissimo 
Cardinale  )  e  f u  esiliato  dalla  Cina  assieme  col  predetto  Monsignor  Maigrot ,  Vescovo  O>nonense  nel 
1706  come  speciale  corrispondente  del  medesimo  Eminentissimo  di  Toumon:  arrivò  sano  in  Roma, 
hebbe  beneficio  in  S.  Pietro,  et  in  Roma  poi  mori,  ve. 

•  Il  signore  D.  Ludovico  Antonio  Appiani,  assieme  col  signore  Don  Gio.  Mullener,  aggregatosi 
già  alla  sua  O>ngregazione ,  andarono  nella  Provincia  delta  Su-ciuen,  e  comprarono  poi  casa  nella 
città,  chiamata  dung-king-fu.  Dopo,  il  detto  signore  Appiani  parti  dalla  della  provincia ,  et  arrivato 
poi  in  Cina  V  illustrissimo  Monsignor  de  Tournon,  e  determinatosi  di  andare  alla  Regia  di  Pekino, 
lo  pigliò  per  suo  interprete,  e  andò  col  medesimo  a  Pekino;  da  do\e,  partendo  poi  detto  Monsignor 
di  Toumon , ...  il  detto  signore  D.  Ludovico  Antonio  Appiaifi  fu  catturato  nel  viaggio  per  ordine 
dell'imperatore  cinese  l^ang-hi  nell'anno  1706,  e  fu  portato  a  Pekino:  da  Pekino  fu  mandato  nella 
predetta  provincia  di  Su-duen,  e  d'indi  di  nuovo  ricondotto  a  Pekino;  e  dopo  essere  stato  ivi 
alcuni  anni  come  in  carcere , ....  da  Pekino  fu  mandato  a  Cantone ,  et  ivi  fu  detenuto  in  una 
habitationc  pubblica  per  molti  anni  (loco  carceris,  sed  non  rigorose):  alla  Une  fu  liberato  circa 
l'anno  17i7  dall'imperatore  Tartaro  Cinese  ad  intercessione  del  Sommo  l^ontefice  Benedetto  XIU. 
Sino  a  tantoché  nell'espulsione  generale  di  tutti  li  PP.  Missionari  dalla  detta  città  e  metropoli  di 
Cantone,  circa  l'anno  1732,  benché  esso  signore  D.  Ludovico  Antonio  Appiani  stasse  inferni» 
gravemente,  fu  parimente  scacciato  e  portato  a  Macao  :  dove  arrivato,  rese  l' anima  al  Signore  per 
andare  e  ricevere  il  premio  di  si  lunghe  tribolationi,  come  piamente  speriamo. 

«  11  predetto  signore  Giovanni  Mullener,  nella  suddetta  persecutione  del  signore  Cardinale? 
di  Toumon,  fu  anco  lui  esiliato  dalla  Cina:  ma  poi  col  suo  fervoroso  zelo  vi  rientrò  secretamente  « 
et  alla  fine  ritornò  anco  in  detta  sua  missione  di  Ciung^tìng-fu ,  dove  dimorando  insegnava  lettera 
europee,  0  latine,  a' giovani  cinesi  por  liabilitarli  poi  al  sacerdotio.  Dopo  fu  eletto  Vescovo  Myriopolà  ^ 


CASTORANO  403 


Uno,  e  Catto  Vicario  Apostolico  delle  due  Provincie  Su-duen  et  Hu-kuang,  dove  pure  col  tempo  comprò 

luia  piccola  casa,  sino  che  nella  perseculione  generale  del  1724  bisognò  che  di  nuovo  uscisse  via  dalle 

sae  Missioni,  come  tutti  gì'  altri,  e  si  venne  a  rifugiarsi  a  Pekino  dal  signore  D.  Theodorico  Pedrini 

(fetta    medesima  Congregazione,  dove  restatovi  alcuni  mesi,  parti  et  andò  a  Cantone.  Ma  dopo  esser 

sUU>    alcun' anni  in  Cantone,  costantemente  persistendo  nel  suo  zelo  e  fervore,  con  ingegnosa  fk>ode 

Tìtorwkò  alle  dette  sue  christianità  e  Missioni,  dove  ha  anco  ordinato  due  o  tre  sacerdoti  cinesi, 

coUm     «piali  attualmente ,  se  come  credo  vive,  cultiva  le  dette  sue  Missioni  e  christianità  nella  detta 

proavi  scia  di  Su-ciuen. 

*  Delli  predetti  sei  Missionarii  Francescani,  uno  de'quattro  Oss.  Riformati  si  incorporò  (in  Manila) 
coUm  predetti  Francescani  Oss.  Scalzi  Spagnuoli:  gl'altri  cinque  successivamente  fecero  tutti  capo  da 
Motft^'lgnor  di  Pekino,  F.  Bernardino  della  Chiesa  :  ma  due  di  essi  PP.  Oss.  Riformati  (Gioseppe  di  Lan- 
gascr^z»^  e  Placido  di  Valsio  )  bisognò  che  uscissero  fuori  della  Cina ,  perchè  dati  li  loro  nomi  nel 
porS^z»  di  Hia^muetìf  o  emoù  e  partitisene  per  dentro  la  Cina  senza  licenza  de'  magistrati ,  questi 
voUr^j'Mì)  assolutamente  che  uscissero  dalla  Cina. — Cosi  pure  il  sopradetto  P.  Agostiniano  Cima,  ben- 
ché 'Cosse  già  andato  alla  Corte  di  Pekino  per  servire  l' imperatore  cinese ,  bùsognò  che  partisse  e 
ancLa^-asse  via  dalla  Cina.  Né  più  vi  tornarono  questi  tre  .soggetti. 

«  Dclli  due  predetti  PP.  Osservanti,  uno  di  essi  (P.  Stefano  da  llllceto)  fu  mandato  da  Mon- 

sigrm«:>r  Vescovo  Pekinense  predetto  nel  regno  di  Cocincina,  ricercato  per  compagno  da  Monsignore 

Ves-<?avo  Bugiensc,  Vicario  Apostolico   di  quel  regno;  ma  dimoratovi  un  poco  tempo,  cominciò  ad 

infe^r^mnarsi,  e  poi  mori  dentro  pochi  anni.  —  L'altro  P.  Antonio  di  Frosinone,  pure  Osservante, 

resi:*!»  compagno  del  medesimo  Monsignor  Vescovo  di  Pekino ,  Fr.  Bernardino  della  Chiesa,  nella  prò- 

vinari 41  di  Sdan-tung;  il  quale  poi  comprò  casa  nella  città  detta  Lin-zing-ceu  con  denari  però  di  detto 

Mo»iks».ìgnore  Vescovo:  et  ivi  detto  P.  da  Frosinone  (o  Pacccco)  cominciò  con  fervore  a  fare  1' uflScio 

di  IbAìssionario  ,  predicando  la  santa  Religione  cristiana ,  sino  a  tanto  che  nella  perseculione  chia- 

ma.Y4>  del  signore  Cardinale  di  Tournon,  stante  che  esso  Padre  era  stato  in  Pekino  et  ivi  conosciuto, 

per     l'obbedienza  del  decreto  NanìUnense  (del  1707)  del  predetto  signore  Cardinale  di  Tournon ,  e 

per    la  purità  della  stessa  Religione  cristiana ,  fu  esiliato  dalla  Cina  dall'  imperatore  cinese  detto 

i'*»»|^W:  onde  detto  P.Antonio  di  Frosinone,  o  Pacecco,  ritornò  in  Europa,  in  Roma,  e  nella  sua 

Provincia  di  S.  Angelo  in  Puglia.  E  dopo  varii  anni  finalmente  dal  sommo  Pontefice  Benedetto  XllI 

fa  f4s,tto  Vescovo  di  Bisceglia  nella  medesima  Puglia,  dove  l' anno  passato  (  1739  ),  facendo  1'  officio 

^^    t>aoQ   pastore,  rese  l'anima  al  Signore. 

«  L'altro  quarto  (Oss.  Riformato)  Antonio  da  Castrocaro  in  Toscana  andò  compagno  del  sopra* 
detto  Reverendissimo  P.  Basilio  da  Gemona  nella  provincia  di  Scensi^  dove  era  Vicario  Apostolico, 
il  ^uale  fece  casa  e  chiesa  in  piccola  città  detta  San-iuen-hien  ;  ma  il  detto  Reverendissimo  P.  Basilio 
™*^rt  dentro  pochi  anni  dell'  arrivo  in  quella  provincia ,  e  lasciò  suo  Provicario  il  detto  P.  Antonio 
^  Castrocaro.  —  Dopo  di  ciò  andò  nella  detta  provincia  di  Scien-si  altro  P.  Oss.  Riformato,  chiamato 
^'  Giovanni  Battista  da  Serravalle,  Milanese,  et  ambi  fecero  casa  e  chiesa  nella  metropoli  detta  Si-ngan' 
r>  ;  et  il  detto  P.  da  Serravalle  andò  poi  all'  Occidente  di  detta  provincia  di  Scensi  e  confini  anco 
^^  regno  di  Tibet.  Il  quale  Padre  da  Serravalle  poi  parti  dalle  dette  Missioni,  et  andò  nella  provincia 
di  Su^tuang ,  fatto  in  essa  Provicario  Apostolico  da  questa  Sacra  Congregazione  di  Prapaganda  Fide, 
^^  ivi  mori  di  accidente  nell'  anno  1725  (nella  detta  persecutione  generale  del  1724),  avanti  di  essere 
stato  scacciato  fuori  della  Cina.  — 11  predetto  P.  Antonio  da  Castrocaro  conseguentemente  fu  eletto 
Vescovo  Lirimense,  e  fatto  Vicario  Apostolico  delle  due  Provincie  Scen-ti  e  Scian-si:  alla  qualq 
^vlncia  di  Scen-èi  consecutivamente  andarono  altri  PP.  Oss.  Riformati  :  et  uno  di  essi  fu  il  P.  Francesco 
^  Conca,  col  suo  compagno  P.  Francesco  da  Ottaiano:  e  questo  P.  da  Ottaiano  andò  nelle  dette 
■issioni  e  christianità  delle  cìitài  Lang-ceu  e  LcLeang-ceu,  di  dove  parti  il  sopraddetto  P.  da  Serravalle. 
^^Ua.  persecuzione  poi  generale  dell'anno  1724  il  detto  monsignore  Vescovo  Lorimense,  e  cosi  pure 
detto  p.  dn  Ottaiano,  et  altro  Padre,  scacciati  finalmente  dalle  loro  Missioni  e  chiese,  come  tutti  gli 
altri  pp.  Missionarii,  andarono  a  Cantone  in  eiettione  o  esilio .  Il  detto  P.  Francesco  da  Conca  pure 
3<^^cia4o  dalla  sua  missione,  parti  per  andare  similmente  a  Cantone  :  ma  passando  per  un  monte 
^^^  Knedesima  provincia  di  Seen-ti,  un  Gentile  di  quel  villaggio,  sapendo  la  tribolatione  et  eiettione 
^&i  europei,  si  mosse  a  compassione  di  lui,  e  si  exhibl  di  ritenerlo  occulto  in  sua  casa  per  alcun 
'^^Po,  come  de  facto  fece:  onde  detto  P.  Conca  non  parti  da  quella  Provincia. 

«  U  predetti,  monsignore  Vescovo  Lorimense,  et  il  P.  Francesco  da  Ottaiano ,  dopo  essere  stati 
"^  CajiioQ^  alcuni  anni,  occultamente  rientrarono  in  Cina,  e  ritornarono  in  Scen^si  sani  e  salvi  nelle 


i  04  GASTORANO 


luro  predelle  cliristianilà  e  Missiuni.  —  Sino  che  il  iletto  monsignure  Vescovo  Lorimeiise  stando  In 
una  sua  clirislianità  in  attuale  ministerìo  per  dire  messa,  fa  assalito  da  un  accidente,  o  apoplessia, 
e  da  buon  pastore  rese  l' anima  a  Dio.  —  Dopo  di  che  in  suo  loco,  per  meno  di  questa  Sacra 
Congrcgatione  fu  eletto  Ve^scovo  e  Vicario  Apostolico  il  predetto  P.  Francesco  da  Conca  (o  Saraceni) 
col  medesimo  titolo  di  Vescovo  Lorimense:  il  quale  è  zelante  Prelato  della  purità  della  santa 
cattolica  Religione  Christiana,  e  contro  le  già  note  permittioni  di  Mczzabarba.  (Di  cu!  monsignore 
I^riraense  nuovo  io  fo  anco  le  veci,  ed  ho  dal  medesimo  commissione  di  agire  appresso  la  Santa  Sede.) 

«  Et  attualmente  dello  monsignor  Lorimense  dimora  tuttavia  nella  detta  provincia  di  Scen-sf  » 
con  un  suo  compagno,  P.  Rocco  VomhsUer ,  Boemo  :  et  ha  anco  ordinato  sacerdote  un  giOTine  ci- 
nese, chiamato  Ciao-Thome:  a  causa  poi  di  detta  perseculione,  detto  monsignore  Vescovo  sta  ritirato 
in  un  monte,  dove  già  vi  sono  varii  christiani,  conforme  il  medesimo  monsignore  Vescovo  Lori- 
mense  mi  avvisava  con  sue  lettere  dell!  10  agosto  dell'anno  1739. 

•  Il  predetto  P.  Francesco  da  Otlaiano  col  tempo  ancor  lui  fu  eletto  Vescovo  Onense  e  Goadintofe 
in  Su'duen  del  predetto  monsignor  Vescovo  Myriofltano:  però  avanti  di  consacrarsi  e  di  andare 
nelle  predette  Missioni  e  christianilà  air  Occidente  della  provincia  di  Seen-H ,  come  buon  operalo 
rese  l'anima  al  Signore.  Circa  1'  anno  1726  ii  P.  Francesco  da  Ferrere  pure  Oss.  Riformato  (il  quale 
da  poco  tempo  era  andato  nella  detta  provincia  di  Scensi,  e  nella  perseculione  predetta  dell'anno  17S4 
era  uscitone  et  andato  in  Cantone  ) ,  occultamente  rientrò  nella  Cina,  e  passando  varii  luoghi  e 
Provincie  senza  potervisi  fermare,  venne  sino  a  Pckino  da  me;  e  da  qui  andò  nella  provincia  di 
Sdan-si,  dove  fu  fatto  Provicariu  da  Monsignore  Lorimense  Francesco  Conca,  et  ambi  indussero 
molli  christiani  di  quella  provincia  all'obbedienza  della  nota  Costi tutione  Apostolica:  Ex  Ula  die  ec 
Il  detto  P.  Ferrere  camino  tutte  quelle  chrislianita  e  Missioni, ...  il  quale  poco  tempo  dopo  fa  eletto 
Vescovo  Hephestiense,  e  fallo  Coadiutore  del  medesimo  monsignore  lorimense  0>nca.  Il  detto  P.  al 
principio  aggiustosst  una  grotta  in  un  monte  vicino  la  metropoli  di  Seian-si^  detta  Tai-iuen-fu,  qoalc 
serviva  per  suo  rifugio  et  habitatione;  ma  dopo  fatto  già  Vescovo,  sotto  nome  di  un  suo  fido  domestico 
(chiamato  U-iuo  ) ,  comprò  casa  nella  città  detta  Kiang-ceu,  nella  detta  provincia  di  Setan^si,  e 
la  predetta  grotta  consegnatala  al  P.  Gabriele  da  Torino  del  proprio  Instituto,  esso  monsignore  Hephes- 
tiense stava  occulto  nella  predetta  sua  nuova  casa  :  a  cui  fra  poco  si  aggiunse  il  P.  Eugenio  di 
Passano:  et  avvisato  da  me  detto  monsignore  Hephestiense,  che  correva  voce  per  Pekino  di  essere  stato 
scoperto  e  ricercato ,  se  no  fuggi  fuori  del  gran  muro  in  Tarlarla  in  piccolo  luoco  o  villaggio,  dove 
erano  christiani  de'  PP.  (ìesuitì  ;  ma  però  essendo  da  ivi  escluso ,  venne  a  rifugiarsi  da  noi  In 
//ai-(i«n  (  vicino  a  Pekino),  in  casa  di  questa  Sacra  Congregazione  di  PropcLganda,  comprata  dal- 
l'illustrissimo monsignore  Mezzabarba;  et  ivi  dimorando,  fu  scoperto  essere  stata  falsa  la  voce 
sparsa,  che  era  stato  scoperto  e  ricercato  detto  monsignore  Vescovo  Hephestiense;  e  questo  monsi-  - 
gnore  Vescovo  fu  ({uello  che  ripetutamente  exhortò  questo  suo  servo  e  scrittore  delle  presenti  no-  — 
titie,  di  venire  a  Roma  per  difendere ,  anco  a  nome  loro ,  l' onore  di  Dio  e  la  perdita  della 
santa  Religione  Christiana,  con  informare  di  lutto  quello  che  occorre  in  Cina  questa  Santa  Sede, 
e  pregarne  il  dovuto  rimedio  ,  il  che  fu  in  settembre  et  ottobre  del  1733  :  come  net  nome  di 
Dio  io  feci  a  maggior  sua  gloria,  vedendo  la  grave  necessità  di  rimediare  a  tanti  inconvenienti. 

«  Il  quale  monsignore  Vescovo  Hephestiense,  dopo  la  mia  partenza  da  Pekino,  o  Hai-tien, 
ne  ritornò  nella  detta  sua  casa  e  Missioni  di  Kiang-ceu,  Cosi  pure  fece  dopo  di  lui  il  detto  P.  Enge — - 
nio  da  Rassano  (che  parimente  era  rifugiatosi  da  noi  in  Hai-iUn);  nella  quale  casa  e  città  d^  - 
Kiang-ceu  dimorando  ambi,  il  detto  monsignore  Vescovo  Hephestiense  fu  assalito  da  fiero  accidente  l:m 
apoplessia  sul  fine  dell'anno  17i7,  e  di  ripetuti  accidenti  mori  in  gennaro  del  1738.  Ora  poi  In- 
tendo  dire  che  il  detto  suo  compagno  P.  Eugenio  di  liassano  sia  eletto  Vescovo  Portimcnse  e  Goa  — 
diutore  del  sopraddetto  monsignore  Lorimense  in  luoco  del  defunto  Vescovo  Hephestiense.  —  E  qnest  '^ 
sin' bora  dette,  sono  le  christianilà  e  missioni  in  Cina  de' nostri  PP.  Osservanti  Riformati  nelle  predctL:^ 
due  Provincie  Scen-ii  e  Sdan-sU  —  Et  attualmente  vi  sono  quattro  sacri  operarli,  cioè  due  Vescovi, 
due  PP.  Missionarii,et  un  sacerdote  di  nalione  cine.se,  conforme  ho  inteso  dire,  chiamato  Clao-Tftom»- 

«  Di  più,  quattro  altri  nostri  PP.  Oss.  Riformati  furono  mandati  alla  Cina  ed  alle  dette  Missioni  ^^ 
questa  Sacra  Congregazione  di  Propaganda:  due   delli  quali  partirono  da  Roma  nell'anno  1736, 

due  nel  1739;  e  giorni  passali  liebbi  nova  che  già  sono  arrivali  nella  Cina ,  et  In  dette  missioi 

Nelle  quali  similmente  vi  è  un  P.  de'  Servi  di  Maria  di  San  Marcello ,  mandato  via  da  Pekino  ; 
accolto  dal  detto  monsignor  Vescovo  Portimense  nella  provincia  di  5daft-s<,  fu  destinato  mlssionai 
e  ministro  nella  città  detta  ìéUnQ*nang'fu,  ec 


CASTORANO  105 


a. 

«  Delli  due  illustrissimi  monsignori  Legati  Apostolici  mandati  alla  Cina  dalla  Santa  Sede  Apo- 
stolica e  da  questa  Sacra  Congregazione  di  Propaganda ,  il  primo  monsignore  di  Toumon  (  poi 
emì ss cnentissimo Cardinale)  prima  comprò  casa  o  chiesa,  in  Nankino,  dalli  nostri  PP.  Francescani 
Oss.   Scalzi  Spagnuoli,  quella  medesima  che  era  stata  di  monsignore  Vescovo  Argolicense,  poi  Pekinensc 
sopraddetto  ;  ma  detta  casa  o  chiesa  per  Io  più  ò  stata  senza  P.  Missionario,  e  già  era  mezza  de- 
sCraCta,  e  di  più  occupata  dalli  Gentili,  anco  avanti  la  detta  persecutione  generale  del  1724:  e  cosi 
né    EVBeno  vi  sono  christianità  o  Missioni  ad  essa  casa  o  chiesa  spettanti.  Il  detto  Eminentissimo  si- 
gncBWC  di  Toumon  un'altra  casa,  pure  al  principio,  comprò  in  Cantone,  e  fu  riedificala  una  portione 
di   «^SiSa  mezzo  air  europea;  nella  quale  casa,  o  chiesa,  per  molti  anni  vi  sono  stati  et  hanno  habi- 
ia.to     11  PP.  Procuratori  di  questa  Sacra  Congregatione  di  Propaganda,  et  anco  altri  PP.  Missionari! 
dell^aL  medesima;  ma  però  scacciati  alla  Une  (circa  l'anno  1732)  tutti  li  Missionarii  da  quella  me- 
tro^>oU  di  Cantone  a  Macao,  anco  essa  casa,  o  chiesa,  come  tutte  l'altre,  fu  occupata  da' Gentili; 
et  laLltimamente  dalli  tre  gioveni   venuti  dalla  Cina  ho  inteso  dire  che  la  detta  casa,  in  maggior 
part^  fa  distrutta  dalli  Gentili  occupatori;  e  poi  ci  hanno  riedificato  alla  cinese  (  forse  per  togliere 
affi&Kfto  la  memoria  de' europei  Missionarii.  Deus  eù  non  permiitat!)  ec. 

«  W  compagni  poi  portati  seco  in  Cina  dal  detto  Eminentissimo  di  Tournon,  per  quanto  io  so, 
niSiSVUio  fondò  Missioni,  case,  o  chiese,  né  resta  alcun  di  essi,  ec. 


•  Di  quei  signori  Preti  o  PP.  Missionarii  che  arrivarono  in  Macao  (parmi  sul  flne  del  1709), 
colla,  berretta  cardinalltia  per  il  detto  Eminentissimo  di  Tournon ,  duo  furono  chiamati  alla  corte 
di  Pekìno  (  dopo  la  morte  del  medesimo)  per  servire  all'  imperatore  cinese  I^ang-hi  ;  il  reverendo  si- 
gnore abbate  Mattheo  Ripa ,  et  il  signore  D.  Theodorico  Pedrini  :  quello  per  incidere  in  rame  ; 
questo  per  musica,  ciambali  ec.  II  signore  abbate  Ripa  dopo  essere  stato  in  Pekino  da  10  in  11  anni 
ci  liavere  exercitato  con  fervore  et  zelo ,  quantum  licuit ,  l' officio  di  missionario ,  lasciò  la  Cina  vo- 
lontariamente e  ritornò  a  Roma  et  in  Napoli,  dove  sta  attualmente  fondando  un  Collegio  per  gli 
alunni  cinesi.  E  con  questa  bella  occasione  fonda  ancho  un  nuovo  In$tituto  de'  signori  preti  nella 
Chiesa  di  Dio, come  è  già  noto,  se  non  bastano  quei  tanti  Instituti  che  già  vi  sono,  ec. 

«  Il  signore  don  Theodosio  Pedrini ,  sotto  varie  vicende ,  alla  flne  comprò  casa  in  Pekino  (  al- 
*  occidente  dentro  la  porta  detta  Si-ci-muen,  e  dice  che  1'  ha  donata  a  questa  Sacra  Congregatione 
^*  Propaganda.) 

•  Altri  due  soggetti  venuti  assieme  con  la  sopradetta  berretta  cardinalltia ,  uno  chiamato  P.  Gio- 
^'^PPe  Cerù,  Chierico  Minore,  e  l'altro,  P.  Domenico  Perroni,  prete  di  Campiteli!  ,  dopo  la  morte 
^^  predetto  signore  Cardinale  di  Tournon  (nel  1710),  da  Macao  andarono  a  Cantone  nella  predetta 
^^^'^  comprata  da  Sua  Eminenza,  dove  sempre  habitarono,  senza  entrare  mai  nell'  interiore  della 
^tna  ;  e%  il  dello  P.  Cerù  dopo  pochi  anni  fu  fatto  Procuratore  in  Cina  di  questa  Sacra  Congrega- 
^ioiie:  il  quale  P.  Cerù  nella  venuta  alla  Cina  dell'Illustrissimo  monsignor  Legato  Mezzabarba 
nebbe  anche  lui  alcune  tribolationi.  E  cosi  il  detto  P.  Gioseppe  Cerù  volontariamente  parli  da 
rf^^ne  e  dalla  Cina  (nel  1721),  quando  detto  monsignore  Legato  Mezzabarba  similmente  parti  dalla 

^'^a  per  Europa  ;  et  al  presente  vivo  e  sano  dimora  qui  in  Roma,  in  S.  Lorenzo  in  Lucina,  come 

^'"Ui  è  noto.  II  detto  P.  Domenico  Perroni  fu  fatto  Procuratore  di  Propaganda  (da  monsignor  Mez- 

"^rha)  in  Inoco,  o  mancanza  del  predetto  P.  Cerù ,  e  dopo  alcuni  anni  mori  stando  nella  medesima 

^®*  dì   Propaganda    in  Cantone.  —  L'illustrissimo  monsignor  Legato  Mezzabarba,  dopo  arrivato 

^^linente  in  Pekino,  comprò  piccola  casa  in  un  villaggio  detto  Hai-tien  tre  miglia  e  più  fuori  di 

*^"^Ho,  fra  occidente  e  borea  fuori  la  porta  Si-ci-muen ,  oppure  Te-ècing-muen ,   vicino  alla  villa 

^^^rtlino  del  fu  imperatore  cinese  Kang-hi,  et  in  casa  vi  sono  stati  vari  Missionari  di  Propaganda , 

^^^  già  è  noto  :  a  cui  dal  medesimo  illustrissimo  monsignor  compratore  fu  cITcttivamente  donata. 

^^i^liDente  stanno  in  essa  casa  di  Hai-tien  solamente  quelli  due  PP.  Agostiniani  mandati  da  questa 

^***  Congregazione  nel  1736  per  servire  T  imperatore  della  Cina  —  Delli  compagni  poi,  o  Missionarii 

^  portò  seco  il  detto  Legato  monsignor  Mezzabarba,  per  quanto  io  so,  altro  non  resta  in  Cina,  o  Macao, 

^^  U  R.  p.  Archangelo  Miralda,  Gherico  Minore,  quale  attualmente  sta  in  Macao  et  è  Procuratore  di 

*^^^  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide. 


106  CASTORANO 


«  Nell'anno  del  Signore  1698  fu  fatta  altra  spedizione  di  cinque  religiosi  Minori  Osservanti  di 
Francesco  per  la  Cina  dalia  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide^  et  uno  di  essi  era  il  scritton 
cfueste  poche  notizie;  li  quali,  dopo  lunghi  viaggi  di  terra  per  la  Germania,  Polonia,  Mosoovla,  re 
di  Caian  et  Attracant  per  il  mare  Caspio,  e  per  tutta  la  Persia,  da  parte  a  parte  (dove  il  scrittoi 
notitiatore  infermatosi  gravemente ,  pervenU  utque  ad  porUu  mortit  )  ;  dopo  nel  porto  di  ossa  Per 
detto  Bondar  Bassi  in  prospetto  dell'  isolctta  Ormus ,  si  imbarcarono  sopra  una  nave  di  Tui 
Arabi  sino  a  Surat  porto  nell'Indie  Orientali,  e  primo  imperio  del  re^no  di  Mogol.  E  quivi  poi  imb 
calici  sopra  nave  inglese ,  passassimo  per  Malacca,  e  dopo  quattro  mesi  di  navigazione  arrivassi 
alla  Cina,  nel  porto  da  Cinesi  detto  Hia-mueny  e  da  europei  Emoy ,  della  provincia  di  Fii-j(t«it,  e 
alla  fine  23  agosto  1700.  Uno  però  di  detti  religiosi  (  P.  Antonio  della  Ripa  Butoni  della  Provincia 
S.  Angelo)  restò  in  dietro  nel  detto  porto  in  Persia,  e  poi  arrivò  in  Cina  l'anno  seguente  i701 
quale  infermatosi ,  poco  a  poco  (  sapeva  di  medicina  )  il  quarto  anno  del  suo  arrivo  in  C 
(  come  mi  pare  )  mori  in  Cantone  nella  casa  o  chiesa  de'nostri  Religiosi  Oss.  Scalzi  Spagnoli  — 
noi  altri  quattro,  uno  andò  verso  Cantone  per  abboccarsi  col  P.  superiore  di  detti  PP.  Pranceic 
Spagnoli:  noi  altri  tre  andassimo  alla  metropoli  di  quella  provincia  di  Fu-kien ,  detta  Fu-een-fu, 
Vicario  Apostolico  monsignor  Vescovo  Cononense,  Carlo  Maigrot  ;  e  dopo  stati  varii  giorni  con  e 
monsignor  Vescovo,  non  havendo  egli  bisogno  di  noi ,  n(>  havendo  noi  con  che  alimentarci,  andassi 
in  due  case  o  chiese  di  detti  nostri  Francescani  Spagnoli  ;  e  dopo  alcuni  mesi  fossimo  fatti  andare  ti 
quattro  nella  pn)vincia  di  JLÌang-si  in  una  casa  o  chiesa  de' medesimi  Padri  nella  città  chiamata  T< 
eeu'fu ,  dove  il  datore  di  queste  notitie  cominciò  ad  bavere  cura  de'  Christiani  (cinesi),  et  a  confess 
in  lingua  cinese,  coli'  approvarono  del  Vicario  Apostolico  di  quella  provincia,  monsignor  Alfaro  Bei 
vente  Vescovo  Ascolenense,  non  ancora  intieramente  compito  l' anno  dell'arrivo  in  Cina. — E  da  quc 
città  Tan-eeu-fUt  non  havendo  noi  possibilità  di  mantenerci,  andassimo  nella  provincia  di  Seian'tu\ 
a  ricoverarci  dal  sopradetlo  monsignor  Vescovo  di  Pekino,  Fr.  Bernardino  della  Chiesa ,  dimori 
nella  città  delta  Un'Zing-eeUy  in  casa  novamente  comprata.  Il  quale  monsignor  Vescovo,  con  digi 
ci  ricevè  et  accolse,  et  il  primo  di  noi  quattro.  Padre  Ciò.  Battista  da  Illiceto,  offerì  al  medesi 
monsignor  Vescovo  il  scrittore  di  queste  notitie  per  suo  individuo  compagno,  come  un  altro  TobU 
Ma  perchè  quella  rasa  era  nuovamente  comprata  e  senza  comodità  per  tutti  noi,  perciò  con  quali 
nostro  iK)co  risiduo  et  impresHto  havuto  da  esso  monsignor  Vescovo,  comprassimo  ancor  noi  una  ( 
cola  casa  nella  prossima  città,  detta  Tung-àang-fu.  Et  essendo  che  noi  partissimo  da  Roma  in  jk 
periate  seraphica^  senza  ricevere  viatico,  né  sussidii,  ....  necessitate  compulsi,  determinassi 
di  andare  uno  di  noi  tre  sacerdoti  nel  Mexico  (o  Nuova  Spagna)  a  cercare  limosine  per  poter  ylv 
in  Cina  e  fare  la  Missione  :  e  cosi  posti  nell'  urna  li  nostri  nomi  e  tirati  a  sorte,  sino  alla  terza  ve 
uscì  sempre  il  nome  del  detto  P.  Gio.  Battista  da  Illiceto:  onde  esso  Padre,  con  la  benedition< 
lettere  del  medesimo  monsignor  Vescovo  di  Pekino,  parti  da  Cina  per  Manila  ncU'  Isole  Filippi 
Et  il  fratello  laico  F.  Vincenzo  da  Boiate  (  della  provincia  Bomana  )  lo  mandassimo  nel  regno 
Cocincina,  per  assistere  al  sopradetto  Padre  Stefano  da  Illiceto  che  stava  in  quella  missione  poco  b 
di  salute  ;  ma  però  arrivato  in  quel  regno  di  Concincina,  detto  F.  Vincenzo  si  infermò,  e  mori  pres 
mente,  prima  deir infermo  Padre  di  cui  doveva  ha\er  cura;  e  non  molto  dopo  fu  anco  dall'  infei 
P.  Stefano  all'altra  vita  seguito. 

•  11  detto  Padre  Gio.  Batta  da  Illiceto,  arrivato  con  salute  in  Manila,  fu  ricevuto  benigiiamc 
da'  signori  Spagnoli,  maxime  dal  signore  Governatore  Generale  di  quella  città  et  Isole  Filippine 
quale  non  solamente  concedè  il  passo  iK>r  Mexico  al  P.  Illiceto,  ma  di  più  gli  conferì  la  Cappella 
della  nave,  o  galeone,  e  gli  diede  la  paga,  o  limosina  anticipata,  acciò  che  potesse  mandarla  a  no 
Cina,  e  noi  soddisfare  potessimo  al  debito  con  monsignor  Vescovo  come  sopra  contratto  :  il  che  et  i 
Padre  in  verità  fece,  e  noi  anco  con  sicerità  eseguimmo.  Felicemente  andò  la  navigatione  <lel  galeone 
Acapttlco;ei  il  P.  Illiceto,  da  Acaputco,  con  salute  arrivò  in  Mexico,  dove  con  ogni  cliarità  fu  ricevut 
accolto  da  nostri  PP.  Francescani  Osservanti  di  Mexico  ;  et  introducendolo  questi  con  varii  sigi 
Spagnoli  benefattori,  onde  trovare  ivi  sufficienti  limosine,  il  detto  P.  Illiceto  con  ogni  celerità  e  i 
sperila  nel  medesimo  galeone  salvo  ritornò  in  Manila,  dove  sotto  nome  del  signore  Abbate  Sid 
(per  maggior  sicurezza  di  nostra  Begola,  come  ei  pensò  )  fece  un  fondo  nella  Mensa  della  Miserici 
di  detta  città  di  Manila,  acciochè  essendo  noi  sonza  sussidii  di  Propaganda,  primo  potessimo  sussis 


CASTORANO  407 


nella  Cina  nella  prediciitione  della  santa  ruligione  Christiana,  et  secondo,  acciochù  avessimo  speciale 
cura  di  fare  raccogliere  li  miseri  inCanti  exposti  o  proietti;  il  quale  Utrumento  di  fondatione  fa  stipulato 
nella  città  di  Manila  a'di  3  luglio  1706,  et  io  ho  in  mie  mani  copia  authentica  del  medesimo  istrumento: 
dal  quale  fondo  o  rendita  però  mai  habbiamo  potuto  bavere  cosa  alcuna  :  et  bora  lo  dimanda  questa 
Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  ec.  Ma  con  tutta  la  permissione  del  Serenissimo  Re  di  Spa- 
gna, lì  signori  di  detta  Mensa  di  Misericordia  di  Manila  nò  meno  hanno  volsuto  dar  niente,  con- 
forme io  ho  inteso  dire  :  e  lo  può  giustificare  il  R.  P.  Stefano  Signorini,  babitante  nella  casa  o  chiesa 
della  Bladalena  qui  in  Roma ,  il  quale  da  Cantone  fu  mandato  a  posta  in  Manila  per  esìgere  detta 
rendita  del  detto  fondo,  e  non  potè  haverla. 

«  Fatto  il  detto  fondo,  il  predetto  P.  llliceto  subito  parti  da  Manila,  per  ritornare  alla  Cina  e  da 
noi  :  ma  il  Une  fu  contrario  al  principio;  perchè  questo  fu  molto  felice,  et  in  fine  assai  infelice  :  mentre, 
primo,  la  navigazione  di  Manila  a  Cina  andò  male,  e  la  nave  da  fiera  tempesta  fu  portata  a  Batavia 
nelP  Indie;  secondo,  da  Batavia  arrivato  di  ritorno  a  Macao  il  detto  P.  llliceto,  trovò  e  la  Cina  e  Macao 
medesimo  in  molta  perturbatione  e  confusione  per  la  perseputione  già  esposta  di  sopra,  detta  del 
signore  Cardinale  di  Toumon;  terzo,  non  potendo  detto  P.  llliceto  stare  in  pace  nella  detta  città  di 
Macao,  dove  era  da  signori  Portoghesi  perseguitato  a  causa  che  obbediva  airordini  del  signor  Cardinale 
di  Toumon ,  né  potendo  entrare  pubblicamente  nella  Cina  per  causa  della  detta  persecutione,  pensò 
entrarvi  di  nascosto  e  venire  occultamente  da  me  in  Sdan-tung:  però  (oh  dolendum  l)  imbarcatosi 
detto  P.  Gio.  Batta  da  llliceto  sopra  piccola  nave  in  Macao  per  venire  a  Cantone,  mai  più  si  ha  havuta 
nova  certa  dì  lui .  Tornarono  bensì  in  Macao  alcuni  huomini  di  quella  nave  a  vendere  alcune  cose 
sacre,  inditio  certo  del  tradimento  et  assasinamento  fatto  al  detto  povero  P.  llliceto  ;  ma  nissuno 
i\i  in  Macao  fece  inquisitione  di  lui ,  per  essere  (all'  bora)  quei  signori  Macaensi  poco  favorevoli  a 
noi  altri  Missionarìi  mandati  da  Roma.  L'altro  mio  compagno,  P.  Gabriele  Antonio  da  S.  Giovanni,  che 
stava  nella  nostra  predetta  casa  o  chiesa  nella  città  di  Tung-àan-fu ,  per  importuni  scrupoli  e  peni- 
tenze indiscrete  presto  perde  la  salute  di  mente:  onde  fu  necessario  mandarlo  via  nell'anno  1706. 
Il  quale  dopo  varii  anni  già  alquanto  migliorato,  arrivò  in  Europa  et  in  Roma,  di  donde  era  partito  ; 
e  Analmente  tornò  nella  sua  provincia  di  S.  Angelo  in  Puglia,  et  alla  fine  morì  con  odore  di  santità, 
stando  predicando  la  Quaresima  in  una  terra,  et  ivi  fu  sepolto  e  giace;  mentre  quei  signori  preti 
et  il  popolo,  conforme  dicerto  ho  inteso  dire,  per  la  loro  devotione  non  poterono  mai  indursi  a  resti- 
tuire il  dì  luì  corpo  a'  suoi  Religiosi,  come  essi  con  replicate  instanze  volevano. 

«  Partiti ,  0  periti,  dunque,  tutti  li  suoi  compagni  degl'  Osservanti,  rimase  in  Cina  il  solo  povero 
Toòtolo  (  compagno  individuo  del  predetto  monsignore  Vescovo  di  Pekino,  Fra  Bernardino  della 
Chiesa).  Hor  questo  Tobiolo  per  infinita  misericordia  dell'Altissimo  ancor  vive,  e  coll'aggiuto  del 
medesimo  ha  faticato  e  patito  molto,  servendo  il  detto  monsignor  Vescovo  di  fedele  compagno,  economo, 
secretano,  e  poi  anco  di  Vicario  Generale;  non  omettendo  però  il  suo  primario  flne  et  officio  di 
Missionario:  onde  apri  e  fondò  sufficienti  christianità  e  Missioni,  anco  per  campo$,  valle»  et  monte», 
non  solamente  sotto  il  territorio  di  detta  città  di  Lin-zing-eeu,  ma  anco  in  tcrritorìi  di  altre  città,  co- 
me tono  Kuon-hen,  Tang-i-hien^Tung-eiang-fu,  Ci-ping-IUen,  Sen-hien,  Jang-ku-hien,  Tung-ngo-hien, 
Pitig-in-hien,  Vu-eing-hien,  Hia-zin-hien,  Sghen-hien,  Te-ceu,  King-ceu,  per  il  tratto  da  Austro  a  Borea 
dì  cinque  giornate  nelle  due  Provincie  Sciang-tung  e  Peking^o  Pe-ei-lù  Comperò  casa,o  residentia  grande 
nella  detta  città  di  Tung-ciang-fu,  mutando  quella  piccola  comprata  prima.  Et  altra  chiesa  fece  nella  detta 
città  di  Vu-eing-kien.  Item  exhortò  et  anco  aggiutò  li  christiani  a  fare  varii  oratorii  nelli  villaggi.E  queste 
.sono  le  christianità  e  Missioni  in  Cina  de'  Religiosi  Oss.  di  san  Francesco,  Missionarìi  di  Propaganda 
Fide,  per  la  manutentione  et  accrescimento  delle  quali  ha  sempre  dimandato  e  prega  aggiuti  di  altri 
operarli  suoi  Religiosi,  tanto  stando  nella  Cina  come  dimorante,  al  presente,  in  Roma:  mentre, 
benché  col  corpo  visìbile  stia  in  Roma,  col  cuore  e  spirito  tuttavia  sta  in  Cina,  acciocché  quei 
che  col  suo  mezzo  Iddio  ha  ridotti  nella  via  della  salute,  per  mezzo  di  altri  operarli  suoi  fratelli, 
si  degni  di  introdurli  nella  vita  etema.  Et  attualmente  nelle  dette  christianità  e  Missioni  vi  sono 
tre  no6tri  Religiosi  Osservanti  Missionarìi,  ed  il  quarto  parti  ultimamente,  il  quale,  al  presente 
(Novembre  1740),  già  sarà  arrivato  in  Cina  et  in  Macao;  il  quinto  si  desidera  per  metterlo  dì 
residenza  in  Pekino,  o  Hai-tien,  per  il  flne  più  volte  rappresentato.  —  Li  detti  Religiosi  a  causa  della 
persecutione  fatta  nel  1724,  che  ancora  dura,  stanno  occulti  in  Cina,  e  dimorano  nelli  predetti  orato- 
rii, o  in  case  de*  pii  fedeli  ;  perché  nella  predetta  persecutione  generale  del  17S4  fatta  dal  detto  cinese 
imperatore  Jung-àng,  le  dette  tre  case,  chiese  o  residenze  di  Tung^ciang-fu,  Un-zing-ceu,  et  f«- 
ting-hien,  sucessivamente,  come  tutte  le  altre,  furono  confiscate  et  occupate  già  da  Magistrati  gentili: 


1 08  CASTRO 


benché  in  LU-zùag-ceu  resti  tutlavia  (con  indiulria  e  duni)  alcuno  residuo.  Cosi  pure  resta  liben 
la  sepoltura,  o  cemeterio,  quale  lo  feci  al  predetto  mio  monsignore  Vescovo  di  Pekino  dopo  su  morte: 
e  poi  vi  feri  anco  un  oratorio  contiguo,  ec.  >  — Finalmente  il  Manoscritto  si  conchiude  con  la  seritcwm 
seguente. 

—  j.  M.  J.  Versio  monumenti,  seu  lapidis  sinici,  cum  notitia 
de  praedicata  Religione  Christiana  in  Imperio  Sinico ,  litteris  seu 
characteribus  sinicis  insculpti  circa  annum  Domini  N.  J.  Xti  786, 
et  inventi  prope  moenia  civitatis  Si-ngan-fii  provinciae  Seen^si  in 
imperio  Sinarum. 

Sudo  altre  i3  pagine,  cioè  dalla  619  alla  63i.  •  liane  versionem  {tgìi  dke  im  principio} 
lacere  conatus  sum  ad  litteram  quantum  licuit:  parentheses  vero  addidi  sive  prò  notis,  sire  etiam 
ad  maiorcm  claritatem.  »  Ed  in  Une  aggiunge:  «  Ego  Fr.  Carolus  Horatii  a  Castorano  Regolaris 
Obser>antiae  Sancii  P.  Francisci,  in  Sina  per  triginta  conlìnuos  annos  et  amplius  llissioiiariiis»  !■ 
dioecesi  Pekinensi  Vicari us  Generalis,  et  dcmum  in  eadcm  dioecesi  in  Tarlarla  et  in  regno  Goreae 
Delegatus  Ap(^istolicus,  c\  lingua  et  characteribus  sinicis  (e  papiri  folio  super  ipsummet  lapidan 
orig^nalem  impresso)  in  latinum  scrmonem  fldcliter  transtuii.  Dalum  Romac  in  Aracoeli  die  14 
mensis  iulii,  anno   Domini  1741,   manu  propria.  •  Non   occ(»rre  che   accenniamo  qui    l'altissii 
importanza  di  questo  monumento  cinese,  del  quale  si  sono  occupati  tanti  distinti  ingegni;  tra 
altri,  de'  più  antichi,  il  Kirker  nella  sua  China  iUtuttrata,  e  de'  più  recenti,  il  valoroso  abate  Hi 
nella  sua  HUtoire  du  diritiianitme  eu   Chine  ec.  Tanto   la   traduzione  che  le  note  del  Padre 
Castorano  crediamo  che  debl»ano  tenersi  in  molto  conto,  essendo  stato  cosi  pratico  della  storia 
della  letteratura  cinese. 

127.  Castro.  —  Historia  eclesiastica  y  seglar  de  la  Coloni____a 
Betis,  aora  la  ciudad  de  Baxalance.  Sus  primeros  Obispos  y 
tronos,  invictissimos  martires  y  gloriosos  confessores.  Varoni 
ilustres  en  virtud,  letras  y  armas,  hijos  de  la  mesma  ciu< 
Escri viola  Fr.  Christoval  de  S.  Antonio  y  Castro ,  de  la  Obse»^ 
vancia  de  San  Francisco,  Lector  Jubilado,  Califlcador  de  el  San.  " 
Oficio,  y  Guardian  del  Convento  de  San  Francisco  de  la  ciud; 
de  Baeza.  Dedicada  a  la  mesma  ciudad  de  Baxalance.  Con  p- 
vilegio.  Impressa  en  Granada,  en  la  Imprenta  Real,  por 
tasar  de  Bolibar.  En  la  calle  de  Abenamar.  Ano  del  1657.  A  co^<^ 
de  Agustin  Matia  de  Velasco ,  mercader  de  libros. 

Vii  volume  in  foglio,  <ll  2  carto  pn^liminari  non  numerato  e  ii9,  con  altre  7  A^ Indice  in  ^%*^^' 
Vi  sono  le  biogranc  di  alcuni  celebri  nostri  Missionari,  che  forse  non  s'incontrano  altrove.  Come* 
P.  Fr.  Antonio  <Ia  l^ira,  tres  vefeg  MiniHro  Provincial  de  Granada,  Comit*ario  Yititador  de  tot 
vincias  de  Valencia  y  Canaria9f  che  renunció  mnehof  oficio»  y  el  Ohinpado  de  Parag%ULy  a 
IK'I  P.  Fr.  Antonio  di  Jesus  y  Velasco,  che  paso  a  la*  India»  en  Campania  del  tanto  Fr.  FraneifC^^  ^ 
Morente,  con  deseo  de  padecer  martirio,  y  murv'i  adornadn  de  nnuha»  virtude»  el  ano  i608  .  M^l 
P.  Fr.  Bartolomeo  daCabecon,  Ministro  Provincial  en  el  Suevo  Reyno  de  CMranada  en  Indi4u, 
murió.  Del  Padre  Fr.  Francesco  da  Morente,  apo9tolico  Predieador,  per  l  cui  meriti  Mzo  Dtot  aiffU 
milagro»,  renunció  el  ofieio  de  Guardian  y  pagò  a  India»  con  de»eo  de  padecer  martirio.  Ed  altri  ^ 
clii,  tutti  nativi  di  Baxalance  presso  Cordova.  N'  A  nn  esemplare  nella  Biblioteca  Colombina  di  SU-faC"^*^ 


CASTRUCCI  -  CATECHISMO  1 09 


p,  128.  Castrucci.  —  Viaggio  da  Callao  (Perù)  alle  tribù  infedeli 

"  de  Zapari  e  dei  Givari  del  Padre  Emmanuele  Castrucci  de  Vemazza, 
Minore  Osservante  Riformato. 

Pubblicato ,  in  8,  nei  numeri  i,  2  e  3  deir  anno  primo  delia  Cronaca  delle  Missioni  Fran- 
cescane {Roma,  1860).  Fa  scritto  in  ispagnuolo  e  messo  a  stampa  in  America.  Questa  è  la  traduzione 
eh*  io  ne  feci  in  italiano  a  preghiera  dell' autore .  Non  cito  l'edizione  americana,  perchè  l'esemplare 
eh*  io  n'  aveva  avuto,  e  su  cui  condussi  la  traduzione,  andò  smarrito  nel  trasporto  d'  una  parte  de' li- 
bri di  mio  uso  da  Roma  a  Genova.  Il  viaggio  fu  fatto,  partendo  da  Callao  nel  Perù,  gli  anni  1845  e 
18i6,  per  tentare  d' introdurvi  il  Cristianesimo. 

1  Zapari  e  i  Givari  sono  tribù  selvagge  e  feroci  in  riva  al  Pastaza  e  al  Bobanaza,  nelle  contrade 
attraversate  dal  Maranon,  che  diconsi  appartenere  al  Perù.  D'  una  di  queste  tribù  (di  Zapari)  così 
parla  il  valoroso  Missionario:  •  Arrivati  al  quinto  popolo  dei  Zapari,  conobbi  da  essi  che  la  loro  tribù 
non  si  componeva  che  di  un  1000  individui,  sparsi  per  immenso  paese,  e  divisi  in  tanti  piccoli  popoli, 
che  abitano  grandi  capanne  ;  ciascuno  di  circa  100  individui,  e  tutti  independenti  l' uno  dall'altro,  con 

OD  proprio  capo,  che  si  eleggono,  e  chiamano  Curuca Sono  le  capanne  tessute  di  rami  d' albero, 

ctùamato  Tarrapoto,  coperte  di  crini,  o  di  foglie  di  palma,  in  forma  d'  alveare,  di  circa  25  palmi  di 
larghezza,  e  18  di  lunghezza.  Dormono  poi  in  una  specie  di  reti  sospese  in  aria,  tenendo  tutta  la  notte 

ttD  lume  acceso  da  presso ....  V  è  uso  di  poligamia In  generale  sono  molto  superstiziosi;  ma 

non  credono  in  divinità  di  sorta,  né  hanno  idea  dell' immortalità  dell'  anima:  mettono  ogni  loro  fede  in 
cerV  erba  chiamata  Pirripirri,  tenendo  che  masticata  e  sputata  in  aria,  abbia  virtù  di  contenere  le  piug- 

sic*  l  venti  ed  ogni  altra  intemperie.  Abborriscono  dai  bianchi La  loro  .veste  consiste  in  un 

grembiule  di  corteccia  d' albero  con  cui  si  coprono  la  metà  del  corpo  ;  e  il  loro  lusso  maggiore,  nel 
dipingersi  assai,  a  varii  colori,  faccia,  mani,  gambe,  piedi.  .  .  Le  donne  poi  s'adornano  di  piume 

variamente  dipinte  il  capo e  per  mezzo  di  conchiglie  pescate  nei  laghi  si  tagliano  i  capelli ,  che  gli 

^mini  conservano  come  uno  de'  principali  loro  ornamenti....  Le  loro  armi  sono  cannoni  di  legno ,  lan- 
c«  di  acero  ; ...  e  tutta  la  loro  vita  consiste  in  tagliare  alberi  e  costruir  capanne  ....  Loro  cibo  sono  ba- 
'^■^i •  scimmie,  cocodrilli,  quadrupedi.  ; . . .  bevanda  la  CMcha,  fatta  con  radiche  d'alberi ....  Quando 
muoiono,  se  è  uomo,  lo  seppelliscono  nella  stessa  capanna  in  cui  visse,  con  le  sue  lance,  e  un  vaso  pieno 
^^  Chicha  ; . .  se  è  donna,  con  i  vezzi  suoi  più  preziosi  ; . .  se  bambino,  con  una  ampolla  di  latte ,  trat- 
^  dal  petto  di  sua  madre.  • 

»^  129.  Castuera.  —  Historia  de  la  persecucion  y  guerras  de 

^  Cochinchina  el  ano  de  1785:  por  el  P.  Fr.  Manuel  de  Castuera 

^^  Nostra  Senora  de  los  Angeles  de  la  Provincia  de  S.  Gabriel. 

Nativo  di  Magacela,  professò  l'instituto  Francescano  nella  Provincia  di  S.Gabriel  il  1770,  e 
^^^^  per  le  Filippine  il  1779,  donde  fu  mandato  alle  Missioni  della  Concincina.  Vi  lavorò  con  multo 
'^'U),  e  vi  ebbe  a  soffrire  durissimi  travagli,  finendovi  la  vita  il  12  di  febbraio  del  1790  in  età  di  37 
*"*^*-    Così  il  Padre  Huehta  (EHado ,  eU.) 

■^  130.  Catechismo  in  Arabo  ed  in  Italiano  ad  uso  dei  fedeli 

^  Terra  Santa.  Gerusalemme,  nel  Convento  de'  Padri  Francescani, 
^^"7.  Dedicato  al  Sommo  Pontefice  Pio  IX  dal  Padre  Paolo  Anto- 
^^^  da  Moretta,  Presidente  di  Terra  Santa. 

Chi  sia  Fautore  del  Catechismo  non  so.  Il  Padre  Paolo  fu  poi  Deflnitore  generale  dell'  Ordine, 

^  olentissimo  del  ristoramento  de'  buoni  studii.  Mori  in  Roma  nel  convento  di  Aracoeli  al  temiK) 

^^  generalato  del  Padre  Bernardino  da  Montefranco,  presentemente  vescovo  di  Terracina ,  Sezze  e 


110  CAULIN  -  CHAGAS 


Sàmmf,. 


Pipemo ,  e  gii  anch'  egli  per  sei  anni  Custode  della  Terra  Santa;  a  cui  si  deve  il  pensiero  di  scrivei 
la  Storia  dmversale  delle  xosthb  hissiom,  che  a  me  volle  affidata ,  benché  non  \i  fossi  oonveniei 
temente  preparato.  Ed  egli  desiderava,  anzi  voleva,  che  si  compisse  nel  suo  sessennio,  temeiid 
che  poi  avesse  a  rimanere  interrotta.  E  così  avvenne.  Mancavano  i  documenti,  i  libri  indispensabili, 
non  era  possibile  proseguire:  forse  bisognerebbe  rifare  da  capo  tutto  il  lavoro.  Ben  era  sua  volonl 
die  i  documenti  si  raccogliessero,  e  nessuno  mai  mostn'j  generosità  maggiore  della  sua  per  la  glori 
dell'Ordine:  ma,  causa  i  tempi  che  ingrossavano,  non  ebbe  corrispondenza.  Diciannov' anni  dipoi  I 
stesso  andetti  a  frugare  per  le  principali  Biblioteche  d'  Europa,  invialo  dal  presente  Superiore  G«oera! 
dell'  Ordine,  Padre  Bernardino  da  Portogruaro  ;  e  da  questi  soli  cenni  veggano  i  lettori  qual  ne  tosi 
r  importanza. 

131.  Caulin.  —  Historia  coro-graphica  naturai  y  evangelica  d 
la  Nueva  Andalucia,  provincias  de  Cumanà,  Guayana  y  vertien 
tes  del  rio  Orinoco,  por  el  R.  P.  Fr.  Antonio  Caulin,  dos  vece 
Provincial  de  los  Observantes  de  Granada ,  dada  a  luz  de  orden  ^ 
a  expensas  de  S.  M.  (Carlo  III)  ano  de  1779.  En  Madrid,  por  Juai 
de  S.  Martin,  impresor  de  la  secreteria  de  Estado  y  del  despacb 
universal  de'Indias. 

l'n  volume  in  foglio,  di  8  carte  nun  numerate  e  483  pagine,  col  frontispizio  inciso,  un  Mapa  à 
la  Sueva  Andaluda  ,  e  tre  altre  incisioni  dentro,  che  rappresentano  il  martirio  dei  Padi 
Ix)pez  e  Sebastiano  Delgado  con  due  compagni  fratelli  laici,  e  del  sacerdote  francese  Nicola  Gervasi 
de  i^bride,  nominato  vescovo  da  Benedetto  XIII.  È  un  opera  del  massimo  interesse  per  la  geografi 
e  la  storia,  sotto  ogni  aspetto,  cosi  della  Nuova  Andalusia  come  delle  Missioni  Francescane,  verament 
gloriosissime  in  quelle  contrade;  e  specialmente  |>er  T ampia  deschpdon  che  ^  del  famoio  Orimoe 
haxta  su  rerdadera  origen,  y  de  Un  rio$  subalternos  de  que  se  compone  y  naciones  que  habUan  e\ 
ellos.  N*!^  un  es(>mplare  nella  Biblioteca  dell' Uni\er8ità  di  Valenza,  e<l  io  n'acquistai  uno  dal  Maison 
neuvc  in  Parigi  al  prezzo  di  100  franchi.  È  opterà  ricercatissima,  e  perciò  fatta  assai  rara  e  difllcU 
a  trovare. 

132.  Cea.  —  Thesaurus  Terrae  Sanctae,  quem  Seraphica  Mi 
A^    nonim  Religio  de  Observantia  inter  infideles,  per  trecentos  e 

amplius  annos,  religiose  custodit,  fideliterque  administrat:  Ah 
thore  R.  P.  Fr.  Didaco  de  Cea.  Romae,  Tjt)Ìs  Propag.  1639. 


Sfetinp 


Vn  volume  in  4,  di  cui  posseileva  un  t>somplare  rEsc.\u»PiER  (Catalog.  della  sua  HibUol.J^ 
tre  ultimi  fugli  del  testo  manoscritti.  Il  Padre  Diego  da  Cea  era  nativo  di  SfKigna,  e  fu  valente  teol«^ 
e  Commissario  generale  deir Ordine  nel  convento  d' Aracoeli  in  Roma,  do\e  mori  il  !670. 


133.  Chagas. — Rela^ao  do  que  aconteceu  na  cidade  de 
da  Ilha  Terceira,  depois  da  felix  acclamagiìo  d' el  rei  D.  JoSio 
na  restora^ao  do  castello  de  S.  Jo5o  Baptista,  pelo  P.  Fr.  Diogo 
Chagas,  Franciscano  dos  Agores. 


Relazione  molto  importante,  dice  il  Silva  (Diccionario  Bibliographieo  Porlughez^  Lùidoa, 
pubblicata  qualche  anno  fa  dal  signor  Jasè  i»e  Torres  nel  voi.  XV  del  Panorama  {Pubblie, 
di  Lisbona.  )  Comincia  alla  pagina  140,  e  Qniscc  alla  230.  Pare  che  di  questo  Padre  esistano 
manoscritti  di  non  minor  valore. 


CHAGAS  -  CHIESA  1 1 1 


134.  Chagas.  —  Verdadeira  e  individua  relagSo  do  que  se  tem 

obrado  em  Costantinople  sobre  a  reedifigsio  do  tempio  do  santo 

Sejpixlcho  de  Jesu  Christo,  situado  na  santa  cidade  de  Jerusalem. 

Fr.    Joào  das  Chagas  fez  inxprimir.  Lisboa  Occidental,  na  oflBcina 

de    José  Manescal,  1722. 

Sono  43  pagine  in  4,  tradotte  dall'italiano. 

4  35.  Champs.  —  Voyage  de  la  Terre  Sainte  et  du  Levant,  par 
le  P^.  Fr.  Barthelemnxi  des  Champs,  Recolect.  Liege ,  Danthez, 
1678. 

Un  piccolo  volume  in  8. 

136.  Chiesa. — Lettere  del  Padre  Fr.  Bernardino  della  Chiesa, 
de**  Minori  Osservanti  Riformati,  Vescovo  di  Argoli  e  Vicario  Apo- 
stolico nella  Cina. 

Il  Padre  Bernardino  della  Chiesa,  dell'Osservante  Riformata  Provincia  di  Venezia,  fu  inviato  in 
Cina  con  quattro  suoi  compagni  dalla  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  l'anno  1680,  eletto 
e  consacrato  Vescovo  Argolicense  prima  di  partire,  e  destinato  ad  coadministratorc  del  Vescovo  Elipo- 
U^no  nella  Provincia  di  lun-nan.  Correvano  difficilissimi  tempi  per  le  Missioni  cattoliche  in  Cina, 
e  difficilissimo  ebbe  il  viaggio  e  la  Missione. 

Ne  parla  il  Padre  da  Castorano  nelle  suo  Notizie  della  Citia  da  noi  sopra  citate;  e  largamente 
se  ne  parla  in  un  Manoscritto  (Alterìano)  della  Reale  Biblioteca  del  Palazzo  di  Ajuda  in  Lisbona,  ove 
sono  anche  riferite  parecchie  sue  lettere  interessantissime  e  piene  di  carità  apostolica.  Un'altra  la 
rtnvenni  nell'Archivio  Mediceo  di  Firenze,  nel  carteggio  del  Canonico  Apollonio  Bassetti ,  Segretario 
di  Cosimo  III.  È  indirizzata  al  Gran  Duca  di  Toscana,  e  dice  cosi  : 

•  Altezza! 

•  Sono  a  notiilcare  a  vostra  Altezza  il  mio  felicissimo  ingrosso  in  questo  grand'  imperio  della 
^^Qa,  con  due  Religiosi  miei  compagni  (gli  altri  due  gli  aveva  lasciati  in  Missione  nel  regno  di  Siam), 
la  dove  dal  S.  Pontefice  e  dalla  S.  Congregazione  di  Propaganda  Fide  fui  inviato  per  promovero  e 
procurare  con  ogni  modo  possibile  la  conversione  di  questi  popoli  infedeli,  e  curare  molti  cristiani, 
che  per  molti  anni  s'aumentarono  col  mezzodì  tanti  buoni  Religiosi  di  diverse  Religioni  in  questo 
■•issionL  II  mio  arrivo  seguì  alll  24  d'  agosto  1684  nella  provincia  di  Quantum ,  et  alli  27  dol 
^'JtHleslmo  terminai  con  delti  miei  compagni  il  viaggio  travaglioso  di  qualtr'  anni  e  cinque  mesi  in 
^luesta  città  di  Quam-cheu,  metropoli  di  detta  Provincia,  dove  fummo  ricevuti  dai  nostri  Religiosi 
^®*>^anti  Scalzi  di  Spagna  dell'  Ospizio  e  Chiesa  del  N.  P.  S.  Francesco.  11  modo  sì  facile  con  cui 
^''^rammo  in  questa  gran  China,  quando  temevamo  gravissime  difficoltà  ed  impedimenti,  fu  più 

*^lno  che  umano  ;  onde  possiamo  sperare  che  il  Signore,  il  quale  il  più  delle  volle  si  serve  d'inutili 

"^nienti  in  opere  di  gran  considerazione,  magnificando  in  ciò  la  sua  onnipotenza,  voglia  valersi 
^'^^'^^  di  noi  altri,  mentre  sani  e  salvi  ci  ha  condotti  in  hoc  mare  magnum,  dove  li  pescatori  evan- 
^'ici   ritrovano  innumerevoli  gentili,  che  non  ancora  gustarono  il  pabolo  della  divina  parola.  È 

^  Vero  che  la  conversione  di  questi  ò  molto  poco  in  comparazione  di  quella  che  polria  essere, 
k  ^^^  operai  fossero  molti  :  né  vi  è  altro  modo  a  provvedere  a  tal  difetto,  se  non  d' instituire  catc- 

^^t  naturali;  il  che  non  può  effettuarsi  senza  somministrare  a  ciascuno  d' essi  il  proprio  sostento: 

****   impossibile  senza  copiose  limosine  de'Principl  cristiani  ec. .  .  Quam-cheu,  29  novembre  !684.  • 

Altre  sue  lettere,  ed  interessantissime ,  sono  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia:  vale  a  dire: 

^*traitod*una  lettene  scritta  da  Monsignor  Bernardino  della  Chiesa,  oggi  Vescovo  diPekino,a 


112  CIIINCIULLÀ 


«•■••p. 


Monsignor  Vescovo  di  Berito,  dalla  Cina,  in  data  de' ^6  ottobre  1698,  giunta  in  Roma  e  ricapitata  nel 
mete  di  deeembre  1702.  Nella  quale  lettera  esponeva  le  necessità  delle  Missioni  cinesi,  e  la  guerra  cbe 
si  faceva  allo  stabilimento  di  una  chiesa  Francescana  nella  corte  di  Pekino.  È  data  in  Nang-king. 
2.  Quattro  lettere  del  Re  di  Portogallo  al  Vescovo  di  Pekino,  Fr,  Bernardino  della  Chiesay  Francescano, 
La  prima  è  data  il  22  di  marzo  1697:  la  seconda,  il  20  mar/o  1700:  la  terza,  il  10  maggio  1700:  la 
quarta,  il  6  maggio  1701.  Esse  riguardano  1  diritti  che  il  Re  di  Portogallo  pretendeva  di  avere  nella 
creazione  dei  Vicariati  Apostolici  della  Cina.  3.  Traslato  del  capitolo  di  una  lettera  del  Vescovo  di 
Pekino,  Fr.  Bernardino  della  Chiesa,  scritta  in  Lin-chim-chieu  neM2  di  maggio  del  1701 ,  a  D.  Rodrigo 
de  Costa,  essendo  Viceré  e  Capitano  generale  dello  stalo  dell'  Indie.  Vi  parla  del  Patriarca  di  Tournon  e 
delle  difficoltà  gravissime  delle  Missioni  della  Cina.  4.  Lettera  del  Padre  Bernardino  della  CìUesa ,  in 
cui  dà  notizia  de' favori  avuti  dall'  Imperator  della  Cina.  È  data  in  Kian-ning  il  li  agosto  1699. 

Un'  altra  ne  trovai  nella  Laurenziana  di  Firenze  con  questo  titolo:  intiera  di  monsignor  Bemat' 
dino  della  Chiesa,  Minore  Osservante  Riformalo»  Vescovo  della  Cina,  ni  Patriarca  MezzabarbcL  Essa 
ò  data  in  Lin-zin-ceu,  addì  17  agosto  1719. 

Finalmente  una  sua  lettera  pastorale  latina  trovasi  fra'  codici  latini  della  Biblioteca  Nazionale  di 
Parigi.  Essa  incomincia  cosi  :  «  Nos  Fr.  Bernardintu  ab  Ecclesia  ,  Ord.  Min.  S.  Francisei,  Dei  et  Apo- 
stoUcae  Sedis  gratta  ^piscopus  Pekinensis,  omnibus  dioec^sis  nostrae  Patribus  Missionariis  ee.  »  Ed  ò 
data  in  Lin-zin-ceu,  il  24  settembre  1718. 

137.  Chinchilla. — Memorial  a  el  Rey  de  Espana,  por  el  Padre 
Fr.  Antonio  de  Chinchilla  de  la  Orden  de  S.  Francisco,  Califlcador 
del  Consejo  de  la  Inquisicion,  Procurador  General  de  la  Provincia 
de  S.  Cruz  de  Caracas. 

È  un  foglio  a  stampa,  senza  data,  e  difficilissimo  a  rinvenire;  onde  stimiamo  utile  riprodorlo 
qui  interamente,  essendo  un  documento  di  non  poca  importanza  perla  storia  delle  Missioni  Fran* 
cescanc  fra  i  selvaggi  dell'America  nel  principio  del  secolo  XVII. 

«  Senor. 

•  Fray  Antonio  de  Cliinchilla,  de  la  Orden  de  nuestro  Serafico  Padre  S.  Francisso,  Padre  y 
Dinnidor  mas  antiguo  de  la  Provincia  de  Santacruz,  y  Caracas,  y  su  Procurador  general,  Gomis- 
sario  del  Santo  Otlcio  de  todo  el  Arcobispado  de  Santo  Domingo,  Califlcador  de  los  Tribunalcs  de  Car— 
lagena,  y  Mexico,  y  del  Consejo  de  la  santa  y  general  Inquisicion,  dize:  Que  ha  mas  de  treinU  yi 
cinco  afios,  que  passò  a  aqucUas  parlcs  a  expensas  de  V.  Magostad  (corno  consta  por  certiflcacioiE 
de  la  Real  Casa  de  la  contratacion  de  Sevilla)  y  se  ha  ocupado  on  ellas  en  la  conversion  y  cnsc- 
ilanvA  de  sus  naturales ,  porque  es  bien  notoria  a  V.  Magcstad  la  con<iuista  de  los  Indios  Cumana. 
gotos,  vezinos  a  la  dicha  Provincia  de  Caracas,  que  se  ha  encargado  a  difercntes  personas.y  dt 
spues  de  mas  de  ochenta  anos,  y  varios  iiccidcntes,  se  Ita  fundadu  y  poblado  la  ciudad  de  la  Nue\  -. 
Ilarcelona,  a  vista  de  los  naturales,  i»or  el  Goveriiador  don  Juan  de  Orpin,  y  en  loda  su  jurlsd^^r 
l'ion  ay  muchas  naciones,  que  son  la  de  los  misinos  Cumanagotos ,  que  es  muy  cstendida  de  p^^^ 
blaciones,  y  la  de  los  Caribes,  y  sus  aliados,  y  contldentes,  corno  son  Curumucuares ,  Chacopata-^^H 
Piritus,  Aguarequenes ,  Guachas,  que  por  olro  nombre  se  Ilaman  Palenqucs,  Tagari's,  Topocul 
y  Cores,  y  otras  muchas  que  habitan  a  ias  espaldas  de  la  ciudad  de  Cumanà,  y  los  Llanos, 
son  los  Chaymas,  Chaymagolos,  Ayayes,  y  Apolonios,  gente  perjudicial,  y  que  tienen  infesl 
aquellas  Provincias,  y  sus  costas  de  Cumanà,  Margarita,  C-iracas,  y  Guayana,  robando,  y 
tando  a  quantos  topan ,  sin  perdonar  a  uinguno ,  sustentandoso  de  carne  humana ,  que  es  el 
a  que  les  obliga  a  hazer  la  dicha  infostncion,  y  por  tierra  cicrran  los  caminos,  y  comercio 
dichas  Governaciont^ ,  sin  que  tengan  seguridad  Ias  hazicndas  de  los  Espanoles,  adonde  llega^ 
matar  los  que  eslan  en  ellas  para  su  sustenlo  ,  que  es  su  ordinario ,  dano  que  pide  breve 
elicAZ  remedio  en  tan  precisa  necessidad.  El  Governador  de  la  dicha  ciudad  de  la  Nueva  Barcelc 
y  sus  Regìdores,  y  Alcaldes  ordinarios,  y  su  Procurador  general,  y  demas  vezinos  princii^; 
della,  con  assislencia  del  Cura,  y  Vicario  do  aquella  jurisdicion ,  citados  (ante  dicm)  en  dos 
bildos  abicrtos,  que  hizieron  en  Ireintade  Novicmbre  de  seiscientos  y  quarenla  y  tres ,  y  de  i 
de  sciscientos  y  quarcnta  y  siete,  acordaron,  y  rcsolvicron  cn  diciia  ciudad  se  fundasse  un 


cimoNicA  113 


vento  de  la  Religion  d(3  nuGStro  Padre  S.  Francisco ,  por  no  aver  ella  otro  de  las  dcmas  Heligioncs, 
y  por  la  falla  quo  ay  de  Religiosos,  pues  en  loda  la  dicha  Provincia  de  Santacruz,  y  Caracas 
abrd  ochenta,  poco  mas  ò  raenos,  en  catorze  Conventos,  que  son  Santo  Donìingo,  Puertorico, 
Jaiuayca,  Trinidad,  Margarita,  Cunaana,  Caracas,  Valencia,  Varquisimcto ,  Tocuyo,  Carora,  Tni- 
\illo,  Maracaybo,  Coro,  y  en  ios  mas  de  los  referidos  lugares  hau  muerto  de  las  pestes  muchos 
Religiosos ,  qae  aun  para  la  dicha  Provincia  faltan  Predicadores,  y  Ministros  Evangelicos ,  cuya  falla 
ubligò  a  que  se  le  pidiesse  al  Capitalo  Provincial,  que  eniLiassc  cuatro  que  administrassen  desde 
Inego  los  Santos  Sacramentos,  y  que  para  la  casa,  y  su  sustento  los  vezinos  acudirian  con  sus 
liniosna^,  y  por  no  averlos  no  luvo  efcclo,  con  que  se  ocurrc  a  V.  Magcstad,  y  se  le  da  cuenUi 
para  su  remedio,  y  para  el  dicho  Convento  sonalaron  un  solar,  y  casa,  y  olro  que  dio  el  Maestre 
de  Campo  Juan  Scdcno  de  Àlhomoz  (de  que  hizo  especial  donacion  para  ci  dicho  efecto)  en  onze 
de  Abrii  de  dicho  ano  de  quarenta  y  siete,  y  para  elio  el  suplicantc  tornò  possession  para  la  di- 
cha fundacion;  y  el  Governador  de  dicha  ciudad  Francisco  Berrocal  de  Ocampo;  y  el  Licenciado 
don  Pedro  Luis  de  Salazar,  Oidor  de  la  Real  Audiencia  de  Santo  Domingo  ;  y  ci  Governador  Fran- 
cisco Turrillo  de  Yebra,  que  lo  fue  de  Cumanà;  y  ci  Licenciado  don  Manuel  Pacheco  Salgado  Abo- 
^tulo  de  dicha  Real  Audiencia,  y  otras  personas  de  credito  informan  a  V.  M.  quanto  conviene,  que 
los  Religiosos  de  la  Orden  de  nuestro  Padre  san  Francisco  hagan  la  dicha  fundacion  en  la  dicha 
ciudad  de  Barcelona,  y  Ics  den  el  pasto  espiri lual  a  los  vezinos  della,  por  la  falla  que  liencn  de 
Ministros,  a  que  les  obligó  a  hazer  la  suplica  a  V.  Mageslad,  corno  lodo  consta  por  los  papcles, 
informacion,  y  carlas  que  presenta. 

Suplica  a  V.  Mageslad  aya  por  presentados  los  dìchos  papeles,  y  recaudos,  y  en  su  virtud 
mande  aprovar  la  dicha  fundacion,  y  que  se  le  dò  liccncia  al  suplicante  para  llcvar  dichos  doze 
Religiosos  que  administren  los  Santos  Sacramentos,  assi  a  los  dichos  vezinos,  y  a  Uis  demas  nacio- 
nes  mencionadas,  por  quanto  ay  muchos  dellos,  que  han  comen^ado  a  recibir  el  santo  Evange- 
lio, comò  lo  informò  el  Obispo  don  Fray  Juan  Alonso  Solis,  Obispo  de  Puertorico,  que  lodo  consta 
IKir  sus  informes,  y  del  dicho  Governador  don  Juan  Orpin.  Todos  estos  medios  cQcacissimos  se  en- 
caminan  al  mayor  servicio  de  Dios,  y  de  V.  Mageslad,  que  guarde  para  defensa,  y  amparo  de  la 
Monarquia  Catolica,  ec.  • 

9 

138.  Chronica  da  Ordem  de  S.  Francisco  [incompleta), 

(^)si  è  segnata  nel  Catalogo  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Ma  dovrebbe  dire  :  Chronica  da 
Terra  Santa,  di  cui  il  Manoscritto  è  il  libro  HI,  in  8.  Di  fatti,  comincia  :  Do  Monte  Sion  nos-chama 
a  proposifùo  e  instiluto  da  presente  ohra  para  o  Monte-Calvario  ;  e  d'aqui  para  o$  mas  santuario^ 
fora  da  cidade  santa.  È  un  lavoro  mollo  ben  fatto  e  compiuto  :  peccato  che  manchino  i  primi  due  libri  ! 

139.  Chronica  Serafica  de  la  Provincia  de  Castilla. 

Manoscritto  di  tre  volumi  in  foglio:  il  primo,  di  pagine  434  :  il  secondo,  di  480:  il  terzo,  di 
440.Non  ha  nome  di  autore.  Appartenne  già  all'Archivio  Generale  del  grande  Convento  di  S.  Francesco 
di  Madrid.  Disperso  con  tutta  la  immensa  ricchezza  degli  altri  Manoscritti  che  vi  sì  conservavano 
nella  rivoluzione  del  1834 ,  venne  a  caso  trovalo  e  riacquistato  da  zelanti  nostri  Padri  Missionari 
per  le  Filippine  del  Collegio  Francescano  dì  Pastrana,  Provincia  di  Guadalajani,  dove  potei  studiarlo 
a  mio  agio:  e  veramente  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  è  prezioso,  specialmente  per  le  missioni 
del  Collegio  di  Santa  Croce  di  Queretaro ,  della  Florida,  dell'  Orenoco,  del  Piritu,  del  Messico,  non 
«•he  di  Algeri  in  Africa,  e  per  alcune  stupende  biograQe  di  insigni  nostri  Missionari  che  vi  si  distin- 
sero. Mi  si  consenta  rammentarmi  qui  a'  buoni  Padri  del  Collegio  di  Pastrana,  dei  quali  conservo 
e  finché  viva  conserverò  sempre  dolcissima  memoria:  io  so  V  aiuto  che  mi  prestarono,  e  T editlcazione 
che  ricevei  dalla  loro  santa  conversazione  e  dallo  spettacolo  della  loro  vita  apostolica  !  Oltre  di  avere 
albergato  per  più  che  sei  mesi  nel  loro  Ospizio  di  Madrid,  dove  dal  Padre  Vincenzio  del  Moral,  che  lo 
presie<le,  r.  dal  suo  compagno  Fratel  Pasquale,  ebbi  tanta  e  cosi  gentile  carità,  che  solo  Dio  può 
rimeritameli  !  Se  accaderà  che  leggano  queste  mie  parole,  li  prego  a  non  dimenticarmi  mai  nelle 
loro  orazioni. 

8 


\\i  CHRONICA  -  CIUDAD   REAL 

».  140.  Chronica  de  la  Pro\ància  de  Castilla. 

Manoscritto  in  foglio,  di  513  pagine,  senza  nome  d*  autore,  e  diviso  in  tre  libri;  già  appartenutt 
air  Archivio  Generale  del  nostro  grande  Convento  di  San  Francesco  di  Madrid,  ed  ora  del  Collegio  de 
nostri  Padri  Missionari  per  le  Filippine  in  Pastrana.  Ricco  anche  questo  di  preziose  notizie  delle  nostri 
antiche  Missioni ,  è  specialmente  notabile  per  quel  che  narra  del  viaggio  di  Frate  Giovanni  da  Piai 
(tarpino  in  Tartaria,  della  scoperta  delF  America,  fatta  dal  Colombo,  e  della  conquista  e  delle  prioM 
nostre  missioni  delle  Canarie. 

«•  141.  Ciprio.  —  Januensium  monumenta  per  Fratrem  Christo- 

"^^  forum  Ciprium  Ordinis  Minorum  confecta  ab  anno  1049  usque  ad 
1470. 

Manoscritto  cartaceo  in  foglio,  appartenente  alla  Biblioteca  dell*  Università  di  Genova.  È  ricordati 
anche  dall'  Olivieri  (  Carte  e  croruuhe  manotcrUU  per  la  storia  di  Genova.  Genova,  Sordo^MuU,  i855) 


jfi. 


142.  CiREGLio.  —  Relatione  del  Convento  di  Giaccherino  della 
Religione  di  San  Francesco  Minori  Osservanti  della  città  di  Pistoia 
scritta  dal  Padre  Fr.  Bonagratia  da  Cireglio ,  di  ordine  del  M.  R 
Padre  Fr.  Giovanbattista  da  Borgo  alla  Collina,  Ministro  Provin- 
ciale del  medesimo  Ordine  nella  medesima  Provincia  di  Toschana 
Nel  anno  1663-1664. 

Manoscritto  cartaceo  in  4,  del  secolo  XVII,  di  carte  109  numerate,  con  molte  altre  carte  aggiun 
qua  e  là  nel  Codice,  senza  numerazione.  Vi  si  dà  notizia  del  Convento,  e  de'  suoi  obblighi  ce,  e  se^s 
registnino  gli  inventarli  :  seguono   notizie  d'  illustri  Keligiosi  e  Missionari  che  in  quello  vissero 
morirono,  e  si  narrano  le  lotte  che  i  Francescani  Osser\anli  ebl>ero  a  sostenere  por  conservare  il  li» 
Convento.  A  carte  poi  103  è  una  Relazione  delle  feste  fatte  in  Pistoia  per  la  promozione  al  Poitti/fcca 
di  Clemente  IX  nel  1667.  È  nella  Biblioteca  Fortiguerriana  di  Pistoia. 

143.  Cittadella.  —  Successi  d'alcuni  nostri  Frati  Minori  I^ 
^"^  fonnati,  Missionari  d' Albania,  et  altri  fatti  adherenti  nelli 

vagli  dell'  Albania,  scritti  di  propria  mano  dall'occulato  testimo 
Fr.  Leone  da  Cittadella,  sacerdote  Missionario. 

Cosi  il  P.  Antonio  Maria  da  Vicenza,  in  una  recente  sua  Bibliografia  riguardante  VOss. 
l*rovincia  di  Venezia,  dicendo  che  il  Padre  da  Cittadella  mori  in  sua  patria  il  1678. 


Mt 


Anerioi 


n..  144.  CiUDAD  Real.  —  Gran  Diccionario  o  Calepino  de  la  L 

gua  Maya  de  Yucatan  :  por  el  P.  Fray  Antonio  de  Ciudad 
de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Quest'opera  numerava  sei  grossi  volumi  in  foglio,  e  si  ronser\'ava  Manoscritta  nel  nostro  Conv 
di  Merida.  11  Padre  Fr.  Antonio  nativo  della  Mancha,  erasi  recato  <l:illa  Spagna  in  America  V  e 
1373,  coli' insigne  suo   confratello  Diego  Landa,  di  cui  diremo  a  suo  luogo;  imparò  molte  li 
native  dell'America,  e  scrisse  di  vario  argomento.  Oltre  il  Dizionario,  si  conservavano  nel  sopradcS 
Convento  i  suoi  lavori  seguenti: 


CLAIRMONT  -  COELIIO  H  5 


—  Sennones  de  Santos  eii  Lengua  Maya. 

Manoscritto  in  4. 

—  Tratado  curioso  de  las  grandezas  de  Nuova  Espana. 

È  anche  ricordato  dallo  Squier  f"  Jfono^.  of  Àuth.J.  Credo  che  sarebbe  utile,  anzi  necessario, 
che  r  Ordine  incaricasse  qualche  giovane  Padre  di  un  viaggio  per  le  due  Americhe,  onde  raccogliere 
notizie  de'  numerosi  e  interessantissimi  documenti  relativi  alle  nostre  Missioni,  che  ancora  restano 
ne'  nostri  Conventi,  o  sono  stati  accolli  e  si  conservano  nelle  pubbliche  Biblioteche,  come  testé  ha 
fatto  l'Ordine  Domenicano:  allora  soltanto  si  potrà  scrivere  la  vera  storia  delle  nostre  Missioni.  Ho 
dello  come  testé  ha  fatto  1*  Ordine  Domenicano  ;  e  lo  rilevo  dal  seguente  annunzio  della  Revue 
littèraire:  BuUetin  Mensuel  de  Bibliographie  di  Parigi,  année  2,  25  Juin  iSISi—Les  Domimcaint  en 
Aìn^riqtu  par  le  R.  P.  M.  Augustin  Koze,  dei  Freres-Precheurs.  Paris,  Poussielgue.  —  «Ce  livre 
(dicono  i  compilatori  J  fait  le  recil  de  la  fondation  des  diverses  provinces  de  l' Ordre  de  Saint- 
Dominique,  dans  le  nouveau  monde,  et  raconte  rapidement  la  vie  des  Religie'ux  Dominicains,  quo 
leura*  travaux  ont  rendus  plus  illustres,  dans  ce  pays,  despuis  Christophe  Colomb  jusqu'  a  nos  jours. 
^"  y  apprend  le  ròle  important  et  glorieux  qu'ont  joué  ces  inlrépides  Missionnaires  dans  l'affran- 
ctiissement  des  Indicns ,  le  développcment  de  la  civilisation  et  la  propagation  de  l'Evangile  sur  le 
sul  amóricain.  Le  R.  P.  Rozc  a  percouru,  cn  lous  sens,  Ics  deux  Américiues  pendant  cinq  années, 
♦'l  Cesi  à  la  suite  de  ce  voyage,  où  il  a  rccueilli  les  tradilions  antiqucs,  fouillé  Ics  vìeilles  archives 
de  convents  et  étudié  les  meilleurs  auteurs  conlemporains ,  quMl  a  compose  cel  ouvrage,  plein 
<!'  intérét  et  écrit  du  style  qui  convieni  à  l'  histoire.  • 

145.  Clairmont. — Le  transport  du  Mont-Calvaire  de  Hierusa- 
leru  en  Franco  par  la  piote  d'un  catholiquo  Dauphinois,  publié 
par  le  P.  Archange  de  Clairmont,  Recollect.  Lion,  I.  Didier,  1638. 

Un  volume  in  8,  figurato. 

146.  CoELHO. — Memorias  verdadeiras  de  deus  lastimosos  cazos, 
succedidos  em  Guine  en  22  de  Fovereiro  de  1742  et  em  26  de 
^bril  de  1743  em  dous  Religiosos  Missionarios  da  Santa  Provincia 
i^  Soledade  de  mais  estreita  e  Reguiar  Observancia  do  Seraphico 
Patiriarca  S.  Francisco,  assistentes  no  hospicio  de  N.  S.  da  Con- 
^^i^So  da  Ilha  de  Bissao,  e  em  tres  escravos  que  os  acompanhavào 
^lia,inados  Agostinho,  Antonio  e  Sento,  e  outros  que  nao  erào 
^^  tospicio,  tambem  christsos.  Escritas  por  Antonio  Coelho.  Li- 
^t>oa,,  na  officina  de  Pedro  Ferreira,  impressor  da  Augustissima 
^ixiha  N.  S.  Anno  de  1749.  Con  todas  as  licengas  necessaria^. 

È  una  stampa  rarissima  di  otto  pagine  in  8.  La  relazione,  preceduta  da^poche  righe  di  prc- 

^^f^*»!!,  contiene  un  magnillco  e   commovente  episodio  delle  Missioni  Francescane  nella  Guinea, 

^   ^    <^piai  per  intero  dall*  esemplare  che  ne  è  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  Riserbandomi 

l^^liiblicarla  con  altri  documenti  per  la  storia  delle  nostre  Missioni ,  non  posso  qui  omettere  le 

l^rol^  con  cui  la  relazione  si  chiude,  e  per  le  quali  ci  è  dato  sapere  che  uno  de' Missionari  caduti 

** filila  di  quelle  barbare  genti,  spirò  chiedendo  mercè  a  Dìopelos  mesmos  que  Ihe  tiravUo  a  vida; 


116  COGOLLUDO 


Ammca 


e  che  non  ai  potrà  mai  lodare  quanto  tKi:$ti  la  santa  Provincia  Francescana  della  Soledade  pela  p 
seoerandaf  en  que  eoiiUnua  a  mandar  o»  teut  Religioios  com  o  exercicio  de  MUsionairoi  pt 
bem  da$  alnias  de  todos  os  innumeraveis  hahitante$  daquelia  conquista,  kindo  hun»  e  vindo  0Ì9 
a  cento  e  tantos  annoi,  em  tempo  do  Rey  Joilo  IV . . .  para  reduzir  no  ovil  da  Igreja  Romana 
ovelhas  desgarradas  pelas  cegas  varedai  e  caminhoi  da  gentilidade  :  e  perchè  que'  tlori  faquet 
ftores)  mediante  il  dono  della  fede  retpiraftm  para  Deos  a»  fragrandae  dai  virtudes,  quando 
plantada»  e  radicadas  no  jardim  da  Igreja  se  tornassen  a  fazer  silvestrei  ;  colhendo  con  effi 
nos  primeirot  annos  e  muitos  depois,  cotUiecidos  fructos  de  la  grande  stara. 

•*«^.  147.  CoGOLLUDO .  —  Historia  de  Yucatan,  compuesta  por 
Padre  Fr.  Diego  Lopez  de  Cogolludo ,  Lector  Jubilado  y  Pad 
perpetuo  de  dicha  Provincia  :  consacrada  y  dedicada  al  Excele: 
tissimo  Sefior  D.  Fernando  Joachin  Faxordo  de  Requezens 
Luniga,  Marques  de  los  Velez,  Molina,  y  Martorel,  Senor  de  l 
Varonias  de  Castel  vi,  de  Rosanes,  Molins  del  Rey,  y  otras  ( 
el  Principado  de  Catalana,  Senor  de  las  villas  de  Muela ,  Alban 
y  Librilla  y  do  las  siete  del  Rio  de  Alcazar,  de  las  ciudades  < 
Murcia  y  Lorca,  Adelantado  y  Capitan  Mayor  del  Reyno  i 
Mnrcia,  Marquesado  de  Villena,  Arcedianato  de  Alcaraz,  Cam] 
de  Montiel,  Sierra  de  Segura  y  sus  Partidos ,  Comendadop  ( 
la  Encomienda  de  los  Bastimentos  de  Castilla,  del  Orden  ( 
Santiago,  Gentilhombre  de  Camara  de  su  Magestad ,  de  s\ 
Consejos  de  Estado  y  Guerra,  Presidente  en  el  de  las  Indias 
Soprintendente  General  de  la  Real  Hazienda  ec.  Sacala  a  luz 
M.  R.  P.  Fr.  Francisco  de  Ayeta,  Predicador,  Ex-Custodio  d 
Nuovo  Mexico,  Comissario  General  del  Santo  Ofìcio,  Custod 
actual  de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio  enei  Reyno  de  la  Nue\ 
Espana,  y  Procurador  General  on  osta  Corte  de  todas  las  Pn 
vincias  de  la  Religion  Serafica  de  dicho  Reyno.  Con  privilegi! 
en  Madrid,  por  Juan  Garcia  Infanzon.  1688. 

l'n  volume  in  foglio,  di  i3  carti.'  non  numerate  t>  760  pagine,  col  frontespizio  inciso  da  Oroz- 
e  a  pag.  133  le  insegne  del  Caciru  Mani.  Libro  rarissimo  e  ricercatissimo.  Ne  trovai  un  escmpk 
nella  Iliblioteca  della  Il(>ale  Accademia  di  storia  di  Madrid  e  un  altro  nella  Nazionale  di  Firenze.  Quel  a 
valga  (fuesto  lavoro  del  (k)golludo,  lo  diranno  i  seguenti  giudizi  del  Ternaux  e  <lel  Brassbur,  il  qii 
ultimo  nt*  prolittò  assai  pe'suoi  studi  sul  Messico.  ■  In  quest'opera,  dice  il  Ternaux  (BibUot.  inu 
pubblicata  molti  anni  dopo  la  morte  dell'  .\utore,  s'  incontrano  preziose  notizie  circa  quel  paese  qk 
ancora  sconosciuto:  essa  arriva  sino  alla  metà  del  XVII  secolo.  Il  Padre  Diego  Cogolludo  era  nate 
Alcalà  di  Henares,  dove  prese  l'abito  Francescano  nel  Convento  di  San  Diego  il  31  di  marzo  del  i6 
quando  nascesse  e  morisse  non  potei  rinvenire.  Passò  la  sua  viUi  nel  Vucatan,  e  vi  fu  Lettor  di  toolci 
(iuardiano  e  Provinciale.  Fece  uno  studio  particolare  e  profondo  sopra  le  antichità  e  la  storia  poli 
ed  ecclesiastica  del  Yucatan  ,  e  com|H>se  la  sua  opera  sopra  numerosi  Manoscritti ,  che  si  coascrva*^ 
nelle  Hiblioteche  de' Conventi  di  quella  Provincia.  > 

Quest'  opera  del  Padre  Cogolludo  venne  anni  fa  ristampata  dal  signor  Giusto  Sierra  col  Ci 
seguente  :  Los  tres  siglos  de  la  dominacion  espanola  en  Yucatan:  o  sea:  llifloria  de  està  fV094 


COGOLLUDO  117 


desde  la  conquista  hasta  la  independeneia .  Eserihiola  Fr.  Diego  y>pez  de  CogoUudo ,  Provincial 
que  fue  de  la  Orden  Franciscana,  y  la  continua  un  Yucaleco  —  tom.  I.  Campeche  :  Imprenta  de  Jose 
Maria  Peralla,  1842  —  tom.  II.  Merida  :  Imprenta  de  Castillo  y  C.  18i6-m  4. 

•  Non  sappiamo  con  qual  diritto  e  gusto,  dice  giustamente  il  Brasseur  (Bibliot  Amer.  Guat.),  si 
possa  mutare  il  titolo  alle  opere  antiche,  come  ha  fatto  il  signor  Sierra  rispetto  al  CogoUudo,  e  il 
BusTAM ANTE  nella  pubblicazione  d' un'  opera  dell'  altro  Francescano  Padre  Emmanuelc  della  Vega.  Chi 
le  riconoscerà,  se  non  corrispondono  al  titolo  delle  prime  stampe  o  del  manoscritto  1 1n  quanto  alle 
appendici  che  il  Sierra  vi  aggiunse,  non  hanno  alcun  merito  :  e  se  il  CogoUudo  aveva  i  difetti  del  suo 
tempo,  e  forse  era  troppo  facile  a  credere  a'  miracoli  ;  i  suoi  critici  lavorano  per  compiere  la  rovina  della 
Chiesa,  da  cui  il  Yucatan  ricevè  quanto  ha  di  bene.  E  già  queir  Università,  che  era  la  luce  e  la  gloria  del 
paese,  invasa  dalla  novità  delle  dottrine  ostili  alla  fede,  n'è  addivenuta  il  flagello  I  •  Rimettendo 
pertanto  gli  amatori  di  geografìa  e  di  storia  al  lavoro  del  Padre  CogoUudo,  noi  ne  riferiamo  qui  le  sole 
date  circa  il  principio  e  lo  svolgimento  deUe  nostre  Missioni  nel  Yucatan,  che  sono  come  segue. 

«  1.  La  primera  mission  Franciscana  (nel  Yucatan)  fue  quando  vino  N.  P.  Fr.  Jacobo  Textera,  con 
otros  cuatro  compaìieros,  y  Ucgaron  a  Champoton  a  16  de  marzo  de  1534.  —2.  Siguió  a  està  Mission 
otra  de  cinco  Religiosos,  que  vinieron  el  ano  de  1535,  y  no  permanccicron  en  ella,  comò  ni  los  primeros. 

—  3.  El  ano  de  1536  vino  otra  de  sois  Relìgiosos,  cuyo  Comissario  fue  el  P.  Fr.  Luis  de  Villalpando,  y 
fucron  los  que  fundaron  està  Provincia. —  4.  La  Provincia  del  Santo  Evangelio  de  Mexico  embió  ci  afio 
de  1546  otra  de  seis  Religiosos,  su  Comissario  el  P.  Fr.  Juan  de  la  Puerta. — 5.  El  P.  Fr.  Juan  de  Abaiate 
traxo  la  primera  que  vino  dircela  de  Espana,  y  Uegò  ano  de  1549,  en  que  vinieron  seis  Religiosos. 

—  6.  Desde  la  referida  no  hallo  aver  venido  otra  hasta  el  ano  de  1561,  que  el  P.  Fr.  Lorenzo  de  Bicnve- 
nida  traxo  una  de  diez  Religiosos.  Tiengo  por  cierto  vinieron  en  los  anos  inlermedios  otras,  segua 
el  ferviente  zelo,  con  que  siempre  se  han  dado  ministros,  pero  no  he  hallado  escrilo  algun  que  lo  diga 

—  7.  Secunda  vez  fue  a  Espana  et  P.  Bienvenida,  y  traxo  a  està  Provincia  doze  Religiosos  ci  ano 
de  1566.  — 8.  Quando  el  Scnor  D.  Obispo  D.  Fr.  Diego  de  Landa  (celebre  Francescano,  di  cui  diremo 
a  suo  luogo)  vino  consagrado,  le  dio  el  Rey  una  mission  de  treinla  Religiosos,  que  nombraron  por  su 
Cumis.sarìo  ci  santo  Padre  Fr.  Pedro  Cardete,  y  Uegaron  ano  de  1573.  —  9.  Aunque  las  missione»  siguien- 
les  hasta  el  aiìo  de  1605  no  bay  total  certidumbre  de  los  aiios  en  que  Uegaron,  porquc  no  las  he  hallado 
en  el  Archivo  de  la  Provincia,  ni  en  la  Cantaduria  Real,  las  referiré  segun  me  dixo  acordarse  (dos  anos 
mas  o  menos)  el  R.  P.  Fr.  Juan  Coronel.  Y  assi  digo  que  haviendo  ido  a  Espana  por  Procurador 
desta  Provincia  el  P.  Fr.  Juan  de  Padilla,  traxo  una  mission  de  diez  y  odio  Religiosos,  que  Uegaron 
el  aiìo  de  1576.  — 10.  Fue  el  V.  P.  Cardete  por  Procurador  y  traxo  otra  de  diez  el  ano  de  1578.  —  11. 
Segunda  ves  fue  el  P.  Fr.  Juan  de  Padilla,  y  traxo  una  de  doze  Religiosos  el  ano  de  1581.  — 12. 
El  Padre  Fr.  Gaspar  de  Nazara  fue  a  Espana  y  traxo  doze  Religiosos  el  ano  de  1584.  — 13.  El  P.  Fr. 
Pablo  Maldonado  trayendo  de  Espana  doze  Religiosos,  murió  en  el  viage,  y  ellos  Uegaron  a  està 
Provincia  el  ano  de  1593.  -—14.  HasUi  el  de  1601  no  vino  mission,  y  en  ci  traxo  el  P.  Fr.  Alonso  Perez 
de  Guzman  doze  Religisos  de  Espana.  — 15.  El  P.  Fr.  Alonso  de  Oraga  aviendo  ido  por  Custodio  y 
Procurador  de  està  Provincia,  traxo  a  ella  de  Espana  ci  ano  de  1603  doze  ReUgiosos. — 16.  El  Padre  Fr. 
Juan  de  Pena  traxo  otros  doze  en  1605.  — 17.  El  siguiente  de  1606  conduxo  otra  mission  de  doze  Reli- 
giosos de  Espana  el  Padre  Fr.  Diego  de  Castro.  — 18.  Passò  hasta  el  ano  de  1615  sin  venir  Religiosos 
de  Espaua,  y  en  el  traxo  et  Padre  Fr.  Dionisio  Guerrero  veinle  ysinco.  — 19.  El  Padre  Fr.  Francisco 
Ximenes  de  S.  Marta,  aviendo  ido  por  Procurador  a  Espaìia  bolvió  a  ella  con  una  mission  de  doze 
Religiosos  el  1625. -—20.  Fue  por  Custodio  al  Capitulo  General,  que  se  celebrò  en  Toledo  el  ano 
de  1623,  y  juntamente  por  Procurador  desta  Provincia  el  P.  Fr.  Pedro  Enriquez,  y  traxo  el  ano  siguiente 
1634  veinte  y  sinco  Religiosos.  —  21.  Dcspues  fue  por  Procurador  el  P.  Fr.  Diego  Perez  de  Merida, 
y  traxo  el  ano  de  1638  treinla  y  tres  Religiosos.  —  22.  El  N.  P.  Fr.  Antonio  Ramirez,  aviendo  ido 
corno  Custodio  que  era  de  la  Provincia  al  Capitulo  General  de  Toledo  del  1645  y  juntamente  por 
Procurador,  traxo  el  ano  del  1646  una  mission  de  veinte  Religiosos.  —  23.  A  los  Reverendos  Padres 
Fr.  Alonso  Quadron,  Custodio  para  al  Capitulo  General  de  Roma  celebrado  el  ano  de  1651,  y  Fr. 
Alonso  de  Quiiiones,  Comissario  Provincial,  que  Uevaron  orden  de  traer  Religiosos,  les  dio  treinla  y 

sinco  su  Magestad informado  en  su  real  Consejo  de  Indias  de  los  muitos  Ministros  que  en  està 

Provincia  havian  muerto  con  la  peste  los  dos  aiìos  de  1628  y  1629.  Llegaron  estes  Religiosos  a  Campe- 
che el  mes  de  Octubre  del  ano  pasado  1653.  • 

Se  poi  alcuno  desiderasse  conoscere  che  cosa  facessero  tanti  Religiosi  nel  Y'ucatan ,  si  pigli  la 
pena  di  leggere  il  capitolo  XX  del  lib.  IV,  intitolato  De  Uu  doctrinas  (ossia  Missioni  )  que  administran 


118  COIMBRA  -  GOLAT 


(vuol  dire  amministravano  al  t^po  dell'  Autore)  lo$  Religiotos  de  està  Provincia,  e  ne  resterà  pie- 
namente soddisfatto. 

Questo  grande  campo  evangelico,  dove  tanto  si  segnalò  T  Ordine  Minorìtico  dal  tempo  che  il 
paese  fa  scoperto  insino  a  noi,  v  uno  degli  stati  Me^ssicani,  in  una  penisola  verso  il  Nord  che  si 
avanza  dentro  il  golfo  di  Messico  all'Ovest  e  il  mar  delle  A.utille  all'Est,  conflnante  al  Sud  con  la 
Repubblica  di  Guatemala  e  al  Sud-Ovest  con  gli  stati  di  Chiapa  e  di  Tabasco.  Il  golfo  di  Messico 
forma  all'  ovest  la  baia  di  Campeche  e  la  laguna  di  Terminos  ;  il  mare  delle  Antille,  quella  di 
Yucatan  ;  e  il  capo  Catoche  termina  la  penisola  al  Nord-Est  di  contro  a  Cuba.  Primo  a  scoprire 
questo  paese  fu  Cristoforo  Colombo  V  anno  130i,  navigando  lungo  le  coste  di  Honduras  ;  ma  egli 
non  vi  approdò,  e  restò  per  una  delle  ultime  conquisti'  degli  Spagnnoli.  Però  incontratosi  in  un 
ranoto  di  Mayas,  avverti  che  il  toro  modo  di  vestire  e  di  fare  li  mostrava  un  popolo  differente  dai 
selvaggi  e  giunto  ad  una  certa  civiltà  :  e  per  tale  incontro  forse  si  confermò  neir  opinione,  che  non 
dovesse  essere  molto  lontana  l' isola  di  Zipango. 

j^  148.  CoiMBRA.  —  Carta  de  Fr.  Simào  de  Coimbra  a  el  Rey 

**»    de  Portugal. 

È  data  nell'isola  di  Ceilan  il  25  Aprile  4546,  e  riferisce  la  conversione  del  redi  queir  isola. 
Trovasi  nell' Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona. 

^  149.  CoLAT.  —  Confesonario  Latino-Anamitico,  por  el  P.  Fr^ 

^*    Juan  Colat  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bautista. 
t  —  Tratado  de  proverbios  Latino-Anamitico. 

—  Catecismo  de  doctrina  cristiana,  en  idioma  Anamitico. 

—  Arte  del  idioma  Anamitico. 

—  Tratado  de  las  particulas  del  idioma  Anamitico.   • 

—  Catalogrus  cliristianitatum  omnium  ad  districtum  Missi(= 
nariorum  Ordinis  S.  P.  N.  S.  Francisci  in  Cocincina  attinei 
tium,  in  quo  continetur  numerus  christianorum  cuiuscumqi 
pa^i ,  per  quatuor  columnas  distributorum. 


I  primi  cinque  lavori  sono  riferiti  dal  Padre  Huerta  (Eslado^  ec):  aggiungendo  che  il 
Colat  fu  nativo  di  Valenza,  [irofessò  la  Regola  Francescana  il  1793,  e  s'imbarcò  per  le  Filipffr  %  '■c^^ 
il  1797.  11  1800  venne  destinato  alle  missioni  della  Concincìna,  dove  fu  Commissario  Provincie  M^p 
e  lavorò  con  molto  zelo  e  frullo.  Dopo  tredici  anni  <li  missione,  l' oblKMlienza  lo  richiamò  alle     ^•^a- 
lippine,  e  morì  in  Manila  T  11  di  maggio  del  18:29,  in  età  di  60  anni. 

II  sesto  poi  mi  venne  in>ialo  da' nostri  Padri  di  Manila,  ed  è  autografo.  Forse  all' Hdb»»-'"^*'* 
sfuggi  quando  studiò  in  quel  nostro  Archivio.  In  fine  si  leggono  queste  parole:  Ego  Fr.  Joarm^r 
CA>lat ,  religiogus  Ordini*  Fratrum  Minorum  Strictioris  Observantiae  IHscalceatorum ,  Misfiona^ 
ApottolicuK  in  regno  Cocincinae  ne  Commix»nriu»  Provineialis  in  praedicta  mifsione,  fidem  fado  , 
ex  triims  catalogi$.  nempe  ex  meo  constante  li  pnginis ,  et  R.  P.  Fr.  Fraiuisei  a  S. 
Finoquieto,  ne  R.  iteni  P.  Fr.  Joaiinit  Montamer,  hune  totalem  catalogum  exacte  ac  fidelUer 
fecisse;  in  quorum  fidem  me  mhgcribo.  Datum  in  Conventu  S.  Mariae  Angelorum  Macai  di^  *' 
decembris  anni  1809.  Fr.  Joanne»  Colat  qui  fupra. 

In  quanto  all'  Impero  e  idioma  Anamitico,  diremo  che  il  primo  comprende  la  parte  orieO^  ^If 
dell' Indo-Cina  tra  1' 8  45  e  23  15  di  lulitudine  Noni,  e  il  99  e  107  di  longitudine  Est;  conaaa-:v=s<l^ 
al  Nord  con  la  Cina;  all'Ovest  con  l'impero  de' Birmani  e  il  re  di  Siam;  all'Est  col  mare  d-^^l** 
Cina,  che  vi  forma  il  golfo  di  Tonchino;  al  Sud  con  le  colonie  francesi.  11  quale  pertanto  incli»- "■-*"* 
i  regni  di  Concincina,  di  Tonchino  e  di  Ljios.  Poco  conosciuto  i>  l' interiore  del  paese,  atlravef'^^*^ 


I*- 


COLL  -  CONCEICAO  119 


p- 


da  grandi  montagne,  e  bagnato  da  numerosi  flumi,  come  il  Mei-Kong  e  il  Song-eo,  che  ne  sono 
i  principalL  Ed  è  ricco  di  miniere  di  ferro,  d' oro,  d' argento ,  di  rame  e  di  sale  ;  con  vegetazione 
rigogliosissima,  e  abbondanti  ricolti  di  riso,  zucchero,  caffè,  cotone,  cocos  ec.  Le  foreste  poi  sono  piene 
di  elefanti,  rinoceronti,  bufali,  tigri,  scimmie,  uccelli  di  bellissime  penne,  ed  enormi  serpenti  Né 
vi  mancano  tartarughe,  coccodrilli  ec.  Pare  che  da  principio  sia  stato  popolato  da  colonie  cinesi, 
che  vi  portarono  la  religione  di  Ck)nfucio  ;  e  però  la  lingua  e  i  costumi  degli  Annamiti  non  sono 
che  una  derivazione  della  lingua  e  de'  costumi  cinesi  ;  e  Ano  alla  metà  del  XIV  secolo  il  paese  fu 
tutto  soggetto  al  Celeste  Impero.  1  Francescani  furono  i  primi  Missionari,  che  vi  penetrarono  l' anno 
1583:  cioè  i  Padri  Diego  da  Oropesa,  Bartolommeo  Ruiz,  Pietro  Ortiz  Gabezas,  Francesco  di  Montilla, 
Cristoforo  Gomez,  Diego  Gimenez,  Francesco  Vellorino  e  Manuele  di  Santiago;  continuandovi  dipoi 
senza  interruzióne  insino  a  noi.  Fra  gli  altri,  ne  tratta  largamente,  nel  suo  Compendio  hùtorico  de 
la  Apostolica  Provincia  de  PhUipinas  ec,  il  Padre  Domingo  Martinez. 

150.  CoLL.  —  Chronica  Serafica  de  la  Santa  Provincia  de  Ca- 
thalaunia  de  la  Regular  Observancia  de  N.  P.  S.  Francisco,  escrita 
por  el  Padre  Fr.  Jayme  Coli,  Chronista  de  la  Provincia.  Bar- 
celona, en  la  Imprenta  de  los  herederos  de  Juan  Pablo  y  Ma- 
tia  Marti,  ano  de  1738. 

Un  volume  in  foglio,  di  380  pagine.  Contiene  lai  unturias  de  1200  y  1300,  e  non  manca  di 
notizie  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane.  N'  e  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città 
di  Barcellona. 

151.  CoNCEigAO.  —  Primazia  Serafica  na  regiam  da  Ame- 
rica, novo  descobrimento  de  santos  e  veneraveis  Religiosos  da 
Ordem  Serafica ,  que  ennobrecen  o  Novo  Mundo  com  suas  vir- 
tudes  e  acgoens.  Oflferecida  ao  Seilhor  Domingos  Martins  Brito, 
em  a  cidade  do  Rio  de  Janeiro,  primeiro  Irmao  Goral  da  Con- 
frademidade  das  tres  Ordens  do  Serafico  Patriarcha  sào  Francisco, 
especial  da  Provincia  da  Iinmaculada  Conceigao  de  N.  Senhora 
do  Estado  do  Brasil,  Syndico  Geral  perpetuo  da  mesma,  e  Ministro 
tres  vezes  da  Veneravel  Ordem  Terceira  da  Penitenpia.  Escrita 
por  Fr.  Apollinario  da  Conceigào ,  Religioso  Leigo  Capucho ,  filho 
professo  da  dita  Provincia ,  e  naturai  da  cidade  de  Lisboa  Occi- 
dental. Na  officina  de  Antonio  de  Souza  de  Sylva.  Com  todas  al 
licengas  necessaria^.  MDCCXXXIL 

Un  volume  in  4,  di  17  carte  preliminari  senza  numerazione  e  366  pagine:  bellissima  edizione. 
Libro  prezioso  e  raro  perchè  ricercatissimo,  come  notò  anche  il  Lbclerc  (Biblioth,  Amer.  ;,  che  vorrebbe 
essere  tutto  inserito  nella  storia  delle  Missioni  Francescane.  Frate  Apollinare  nacque  in  Lisbona  il 
I69i,  donde  con  la  famiglia  passò  al  Brasile,  ed  ivi  prese  l'abito  Francescano  nel  Convento  della 
città  di  san  Paolo  il  3  settembre  del  1711.  Della  Primazia  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale 
di  Lisbona. 

—  Pequenos  na  terra ,  grandes  no  geo.  Memorias  historicas 


120  CONCEICAO 


dos  Religiosos  da  Orden  Serafica,  que  do  humilde  estado  de  Leigos 
subirlo  ao  mais  alto  grao  de  perfeicào  :  escritas  por  Fr.  ApoUinario 
da  Conceigao  de  Nossa  Senhora  do  Rio  de  Janeiro ,  do  Instituto 
Capucho  e  naturai  da  cidade  de  Lisboa  Occidental. 


I 


Sono  5  volumi  in  foglio,  contenenti  una  raccolta  di  vite  di  grandissimo  valore:  vite  di  fra- 
telli Laici  Francescani,  moltissimi  de' quali  resero  segnalati  servigi  nelle  nostre  Missioni  fra  vari 
popoli  della  terra,  o  vi  sostennero  il  martirio,  o  le  nobilitarono  con  istraordinarìa  virtù  e  magna- 
nime imprese.  Diciamo  magnanime  imprese  :  come  furono,  per  esempio,  quelle  di  Fr.  Pietro  di  Gami 
nel  Messico,  di  Frate  Pietro  Fardè  in  AflTrica,  e  di  Frat(;  Francesco  da  Laureano  nella  scoperta  del 
Maranon  in  America. 

11  primo  volume,  che  t^  la  parte  I  (Lisboa  Occidental ,  nn  officina  da  Musica,  MDCCXXXII J , 
conta  il  carte  preliminari  non  numerate,  e  588  pagine.  Ci  sin  consentito  riferire  da  una  delle 
avvertenze  premesso  dall'autore,  le  parole  seguenti:  Com  incansavel  zelo  se  empregarUo  outroM  na 
pregafUo  da  mesma  fé,  e  aumento  da  S.  Madre  Igreja,  colhendo  copiosissimo  fruto  nas  innume- 
raveis  almas ,  que  converterllo  para  Deos ,  metendo-as  no  gremio  dos  filhos  da  mesma  Igresia  por 
meyo  do  bantismo .  que  Ihe  administrarùo  :  il  che  non  deve  far  maraviglia  ;  porque  a  convertào 
dos  infieis,  corno  he  obra  soberana  e  divina,  ntlo  necessita  precisamente  de  ministros,  que  hajUo 
cursado  em  universidades ,  ou  que  seiUo  doutos  en  humanas  ciencias:  antes  costuma  Bios  para 
esse  ministerio  eleger  aos  que  o  mundo  jnlga  por  idiotas.  Ed  eccovi  (  egli  proseguo  )  Ha  India 
Orientai  o N.  Fr.  Fedro  da  Madre  de  Deos,  o  qual  converteo  na  Hha  de  CeyUlo  muytos  infieis...  Eccovi 

no  Brasil  en  Capilania  do  Espirito  santo Fr.  Fedro  Faleceos  que  nas  aldeas  dos  gentios 

converteo  e  bautizou  por  suas  proprias  maos  a  muytos  Indios....  Eccovi  en  a  mesma  America  PortU' 

gueza  o  V.  Fr.  Francisco  do  Rosaiio doutrinando  e  ensinando  as  ora^oes  aos  gentios ,  cuja 

lingua  sabia  corno  ellos,  e  assim  que  fora  mandado  por  obediencia  ao  MaranhUo,  rompendo  aquelle 
inatto  bravo  do  sertUo  com  o  arado  da  fé,  catcquizando  a  huns  e  bautizando  a  outros,  in  breve 

trouxe  innumeraveis  ao  conhecimento  della Poi  Fr.  Pietro  di  (land   nel    Messico ,  e  os 

VV.  Jervos  de  Deos  Fr.  André  de  Cordova  e  Fr.  Jono  de  Faos,  os  quaes  camplectarào  o  nwnero 
de  12  Apostolos  Francescani  del  Perù.  E  il  V.  Fr.  tì iacinto  <ii  San  Francesco  in  Zac^tecas ,  dove 
in  sei  anni  que  pregou  a  fé  aos  gentios,  coìiverteo  a  muytos  e  bautizou  graììde  numero  dtUes. 
E  quivi  stesso  frate  Daniele  d'  Italia,  che  vi  durò  apostolo  por  50  annos  continuos.  E  Fr.  Gio- 
vanni da  S.  Michele  nel  Messico,  il  quale  persuadio  aos  silvestres  que  vivido  em  os  montes  comò 
feras ,  se  reduziessem  ao  Irato  comun  e  politico ,  e  assim  fez  grandes  povoafoens,  fondou  hatpi' 
taes  ec.  Poi  san  Diego  nelle  Canarie,  Fr.  Francesco  della  Gata  nelle  Filippine,  ec. 

Il  secondo  volume,  ossia  parte  11  (  Lisboa  Occidental ,  na  officina  da  Musica ,  debaixo  da  prò- 
tefcilo  dos  Fatriarcas  SUO  Domingo  e  Silo  Francisco.  MDCCXXXV  ),  conta  i7  carte  preliminari  non 
numerate  e  692  pagine. 

11  terzo  voliftne,  ossia  parte  III  (Lisboa  Occidental,  na  officina  da  Musica  de  Theotonio  An- 
tunes  Lima ,  Impressor  da  Sagrada  Religiùo  de  Malta,  debaixo  da  protete^cào  dos  Patrìareas,  ec. 
MDCCXXXVIIIJ,  conta  19  carte  preliminari  non  numerate  e  577  pagine. 

Il  quarto  volume,  ossia  parte  IV  (Lisboa,  na  officina  de  Jozè  Antonio  Flates ,  MDCCXLIY J, 
conta  9  carte  preliminari  non  numerate  e  712  pagine. 

Il  quinto  volume  finalmente,  ossia  parte  V  (Lisboa,  na  officina  do  Doutor  Manoel  Alvarez 
Sollano,  anno  de  MDCCLIV),  conta  20  carte  preliminari  non  numerate  e  734  pagine.  Se  ne  trova 
un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona,  e  un  altro  in  quella  della  città  di  Barcellona; 
ma  questo  secondo  è  mancante  della  parte  V. 

—  Claustro  Franciscano  erecto  no  Dominio  da  Corca  Portu- 
gueza,  e  establecido  sobre  dezeseis  venerabilissimas  columnas. 
Expoem-se  sua  origem  e  estado  presente.  A  de  seus  Conventos 
0  Mosterios,  annos  de  suas  fundacoes,  numero  de   Hospicios, 


CONCEICAO  121 


Prefecturas,  Recolhimentos ,  Parroquias  e  Missoens,  dos  quaes 
seda  individuai  noticia,  e  do  numero  de  seus  Religiosos,  Re- 
ligiosas,  Terceiros  e  Terceiras,  que  viven  coUegiadamente,  tanto 
em  Portugal,  corno  en  sus  conquistas.  Dedicado  a' Sacra,  Real, 
Augusta  Magestade  del  Rey  D.  Joao  V,  nostro  Senhor,  por  Fr. 
Apollinario  da  Conceigào,  Religioso  Leigo  Capucho  da  Provin- 
cisL  da  Conceigao  em  o  Estado  do  Brasil.  Lisboa  Occidental  :  na  of- 
ficina de  Antonio  Isidoro  da  Fonseca.  MDCCXL.  Com  todas  as 
lioen^as  necessarias. 

Un  volarne  in  4,  di  23  carte  preliminari  e  235  pagine.  Libro  indispensabile  per  la  storia 

«Ielle  nostre  Missioni,  dove  sono  dati  slatislici  minutissimi  circa  le  Provincie  F^ancescan(^   il  nu- 

ni^ro  dei  conventi  e  dei  monasteri  di  Francescani  e  Francescane,  e  di  tulle  le  loro  missioni  in  lutto  il 

«lominiodel  Portogallo,  ciòò  nel  Brasile,  nelle  Azzorre,  Madera,  Indie,  Affrica  continentale,  olire  il 

l*ortogallo.  W  è  un  esemplare  nella  Hi  bliuteca  Nazionale  di  Lisbona.  E  in  Lisbona  mi  riuscì  d' acquistarne 

un  aliro  esemplare  a  25  franchi.  Un  altro  esemplare  mi  scrive  averlo  testé  rinvenuto  il  chiarissimo  mio 

con  fratello  Padre  Prospero  Peragallo,  Parroco  di  S.  Maria  di  Loreto  in  Lisbona,  ma  a  maggior  prezzo. 

Daremo  un  saggio  di  quest'  t)pera  di  Frale  Apollinare  con  1'  elenco  che  si  legge  a  pagina  106 

•leg:H   Ospizi  e  delle  Missioni  della  Provincia  del  Hritsile,  della  Concezione.  E  così  fa  di  tutte  le  altre. 

PROVINCIA  DA  CONCEYCAO  DO  IIBASIL. 
Hospicios, 

4..  Sosta  Senhora  da  Concei^o,  provimo  a  cìdade  da  Nova  Colonia  do  Sacramento^  fundado  a 
primeira  vez  conio  titulo  de  Santo  Antonio,  anno  de  1681  e  destruido  com  a  cidade  no  de  1703. 
^^RUricJa  funda^Ho  no  de  1729  e  havendo  nelle  enlrado  os  llespanhoes  no  anno  de  1735  para  dalli 
•deiiu-^^jjj  a  cidade  por  Ihe  lìcar  algum  tanto  sobranceiro,  foy  pelos  nossoscou  a  Artelharia  demolido, 
''  ^ssirii  alnda  que  seni  casa  propria,  no  nosso  modo  de  callar,  vivem  os  Ueligiosos  na  mesma  cidade. 

S.  X  Senhora  da  Couccifflo,  sito  na  tra  vessa  da  Eslrella  cm  a  cidade  de  Lisboa  Occidental,  e 
'•regviosia  de  N.  Senhora  das  Mercès,  o  qual  goza  a  Provincia  desde  o  dia  19  de  Abril  de  1703  e  cou- 
"fina.0.0  por  Decreto  Real  desde  0  dia  22  de  Fevereiro  de  1709. 

3.  S.  Senìwra  da  Concei^Uo  dt)  Bairro  de  Irirnama,  distante  da  ciclade  de  Cabo  Frio  pouco 
'nais  ff^  gpjg  legoas;  e  ainda  que  sua  origem  seja  mais  antiga,  que  a  do  anno  de  1728,  Ihe  assino  esle 
^^   so-r  0  em  que  se  Ihe  erigio  Capella,  e  reediflcou  cm  fórma  Uegular. 

Missoens.  * 


4.  A  Aldeya  de  S.  Miguel  no  districto  da  cidade  de  S.  Paulo,  de  Indios  de  nacao  Carijós.  2.  A 

*  *^   ^>    Joao^  no  da  villa  da  ConceiQìio  de  lUinhahcm.  3.  A  de  Santo  Antonio,  na  da  villa  de  S.  Salvador 

"''*    Cl^mpos  Guaytacazcs,  està  de  nacao  Garulha,  e  a  outra  de  Carijós.  4.  A  de  -V.  Senhora  da  Escada, 

,^    ^ìsjtricto  da  villa  de  Jacarabi,  da  qual  dista  duas  legoas ,  e  quatorze  da  cidade  de  S.  Paulo. 

"^'^    tiabitadores  tambem  de  nagao  Carijós,  ce. 

152.  C0NCE15AO  —  Relagào  da  viagem  e  successo  que  te  ve  a 
'^/^\x  Capitania  Nossa  Senhora  do  Bom  Despacho ,  de  que  era  ca- 
f^^^t^o  Francisco  de  Mello,  vindo  da  India  no  anno  de  1630:  por 
^-*^-  Nuno  da  Conceigao,  Religioso  da  Terceira  Ordem  de  S.  Fran- 
^^Oo,  naturai  de  Torres  Vedras.  Lisboa,  na  Officina  de  Fedro 
^^«"^esbeeck,  1631. 


1 22  CONCEPCION  -  CONTRERAS 


A«ki 


Sono  47  pagine  in  4,  clie  vennero  poi  ristampate  nella  CaUezione  de' AavfraffiL  11  TenfOnllM 
Francescano  Regolare,  che  tanto  si  segnalò  per  uomini  di  straordinaria  dottrina  e  virtù  in  Portosallo 
insino  alla  soppressione  clie  venne  fatta  il  1834 ,  a  quel  tempo  era  sotto  la  direzione  del  mnfartio 
Generale  di  tutto  r Ordine,  clic  ha  la  sua  residenza  in  Roma  nel  Convento  di  S.  Maria  d*  Araooeli. 

ssamp.        153.  CoNCEPCiON.  —  Historia  de  los  admirables  progresos  de 
lu    nuestra  santa  Fé  Catolica  en  los  reinos  de  Cocliincliiiia  y  Cambo- 
dja:  por  el  P.  Fr.  Felipe  de  la  Concepcion  Toledo,  de  la  Provincia 
de  S.  José.  En  Mexico,  por  José  Bernardo  de  Hogal,  ano  de  1734. 

In  tutte  lo  Riblioleche  della  Spagna  che  visitai  non  mi  fu  possibile  incontrarne  un  esemplare. 

—  Apologia  de  las  Misiones  Franciscanas  en  el  reino  de  Co- 
cliincliina,  y  retutacion  de  las  doctrinas  de  un  Misionero  Frances. 

11  Padre  Huerta,  che  ci  dà  notizia  deiruiia  e  dell'  altra,  ilic(.'  che  ijuesta  ù  manoscritta  in  latino», 
e  segnata  Tanno  1741.  Del  Padre  Filippo  pui  ci  fa  sa|K.>re,  che  «  este   gran  misionero  fué  siempi 
mui  iierfecto  Religiaso,  sufrió  prìsiones  y  gniiules  trabajus  en  b  mision ,  y  contando  ja  54  afios  d 
edad,  falleció  en  Cochinchina  el  di  14  de  at»ril  del  1749.  >  (Estado,  ecj 

—  Carta  de  Fr.  Felipe  de  la  Concepcion ,  y  catalogo  veridii 
de  todas  las  Iglesias  y  Oratorios  que  hoydia  tiene  y  conserva 
Serafica  Mision  del  revno  de  Cochinchina.  Ano  de  1747. 

IH  questo  Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  non  fa  menzione  il  PaA. : 
llrERTA,  e  testé  me  ne  inviarunu  cupia  que*  Padri.  Conta,  questa,  sei  carte  in  foglio. 


.SlBMp. 


154.  CoNFLUENTiif[.  — Epitome  historica,  in  qua  ab  anno  120 
usque  ad  annum  1525  res  Franciscanae  generatim  :  dein  ve 
solae  Minorum  Cappuccinorum  usque  ad  annum  1774  serie  clir 
nologica  positao  fideliter  praesentantur,  opera  et  studio  Fr.  Stie 
thei  Confluontini  Ord.  Min.  Cappuccinorum  in  Provincia  Rhe 
Ministri  Provincialis.  Cum  permissu  Superiorum  et  privilegi 
Heidelbegae,  T\^)is  et  sumptibus  Joannis  Jacobi  Haener,  TypO; 
Aul.  Academ. 


AnMrka 


Un  volume  in  4,  di  11  fogli  preliminari  non  numerati,  5iO  pagine,  e  9  fogli  di  Index 
imeriem  aìphabethieam  ec.  in  line.  Lii)ro  non  facile  a  trovare,  e  di  nioKu  comodo,  e  abbasUnia  ri 
di  nutizie  deir  Ordine  e  delle  Missioni  Francescane.  N'*  li  un  esemiilarc  nella  Biblioteca  Pruviotb  g^  ^ 
della  città  di  Cordo\a. 

155.  CoNTRERAs.  —  Mauual  de  administrar  los  sanctos 
cpamentos  a  los  Espanoles  y  naturales  desta  Nueva  Espana 


COPIA  123 

forme  a  la  reforma  de  Paulo  V  Pont.  Max.  ordenado  por  el  Padre 
Fray  Pedro  de  Contreras  Gallardo,  Predicador  y  Guardian  del 
Convento  de  la  Concepcion  de  Nra  Senora  de  Theoacan,  hijo  desta 
santa  Provincia  del  Sancto  Evangelio  de  Mexico.  Impresso  con 
licencia  y  privilegio.  En  Mexico.  En  la  imprenta  de  Jean  Ruiz. 
Ario  de  1638. 

Un  volume  in  8,  di  8  carte  preliminari  e  altre  147.  Tranne  il  titolo,  T  opera  è  tutta  in  lin- 
gua Messicana. 

156.  Copia  de  una  carta  que  su  Magestad  mandò  escrivir  al 
Rey  de  la  China  en  recomendacion  de  ciertos  Frayles  Franciscos 
Descalzos,  ano  de  1581. 

E  in  un  Manoscritto  di  varia  della  Biblioteca  dell'Episcopio  di  Cordova.  I  Padri  Francescani, 
a  cui  si  accenna,  sono  senza  dubbio  Pietro  Alfaro  e  suoi  compagni  ,  penetrati  in  quel  difllcilo 
Impero  per  ristorarvi  la  fede  di  Gesù  Cristo. 

157.  Copia  collationata  interpretationis  processus  remissorialis 
de  partibus  in  causa  26  Martyrum,  videlicet  Patris  Fratris  Petri 
Baptistae,  Commissarii  Ordinis  Discalceatorum  Sancti  Francisci 
de  Observantia  cum  suis  sociis ,  Fratribus  eiusdem  Ordinis ,  nec 
non  XX  laycis  Japponensibas  christianis.  In  Nova  Hispania  ac 
ci  vitate  Mexici  fabricati.  (Novembre  e  Decembre  1620). 

È  un  manoscritto  di  165  fogli,  che  si  conservava  du' Padri  Gesuiti  nel  Convento  del  Gesù  in 
Roma.  Dei  XX  Laycis  Japponensihus,  3  erano  affigliati  alla  Compagnia,  e  17  appartenevano  come 
Terziari  all'Ordine  Francescano.  Ora  sono  annoverati  tra' Santi.      ^ 

158.  Copia  de  huma  carta  escripta  pelo  Padre  Guardilo  do 
^   Real  Convento  de  Mequinez ,  e  Vice-Prefeito  das  santas  Missones, 

que  nas  partes  da  Barbarla  conserva  a  Religiosa  Provincia  de 
S.  Diogo  dos  Reverendos  Padres  Franci^canos  Descalzos,  ao  Padre 
Procurador  d' ellas  sobre  or  effeitos  do  terremoto  do  primeiro  de 
Novembre  de  1755.  Lisboa  1756. 

Sono  otto  pagine  in  4 ,  eh'  io  copiai  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  Terribile  caso,  cUe 
addivenne  per  quei  poveri  Missionari  una  doppia  sventura  gravissima  per  la  feroce  barbarie  di 
que' selvaggi  musulmani,  sempre  implacabili  nemici  del  nome  cristiano! 

159.  Copia  de  los  documentos  pertenecientes  a  los  meritoa  del 
R.  Padre  Predicador  Apostolico  General  Fr.  Geronimo  Clota. 
Contiene  el  memorial  del  Exmo  senor  Virrey  del  Perù,  cartas 


f»- 


1 24  CORDOVA 


H'uttip. 

e 

Ut. 

Ancrìca 


de  ofBcio  escpitas  por  su  comandante  del  navio  del  Rey,  nombrado 
EL  AQUILA ,  y  su  Diario  de  aquel  descubrimiento  de  las  Islas  de 
Otageti,  hecho  el  ano  de  1774. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid ,  che  ha  relazione  con 
l'opera  del  P.  Fr.  Pedro  Gonzales  dr  Agueros,  nescripcion  hUtorìal  de  la  Provincia  y  ArekipMago 
ile  Chiloe,  ce. 

160.  Cordova.  —  De  la  religiosissima  Provincia  de  los  doze 
Apostoles  del  Perù  de  la  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco  de  la  Regu- 
lar  Observancia,  dispuesta  en  seys  libros  con  relacion  de  las  Pro- 
vincias  que  della  han  salido  y  son  sus  hijas.  Rapresenta  la  pìedad 
y  zelo  con  que  los  Reyes  de  Castilla  y  de  Leon  goviernan  el 
Nuevo  Mundo,  dilatando  la  Fé  catholica  y  conocimiento  del  verda- 
dero  Dios  por  innumerables  reynos  y  naciones  de  Indios,  y  lo 
mucho  que  para  esto  han  servido  y  sirven  las  Religiones  Sagradas 
con  las  acciones  mas  memorables  de  los  Predicadores  Evangelicos, 
que  con  zelo  apostolico  acabaron  sus  vidas  en  tan  gloriosa  empresa. 
Hazese  una  breve  descripcion  de  todas  la  tierras  del  Perù  y 
entrada  en  ellas  de  muchos  Espanoles,  la  riqueza,  poder ,  culto  y 
politica  de  los  Reyes  Ingas.  Compuesta  por  el  R.  P.  Fr.  Diego  de 
Cordova  Salinas,  Predicador,  Guardian  del  insigne  Convento  de 
S.  Fracisco  de  Jesus  de  Lima,  naturai  de  la  misma  ciudad,  metro- 
poli y  corte  del  Perù,  Padre  perpetuo  de  dieta  Provincia  de  los 
doze  Apostoles,  Notarlo  Apostolico  y  Coronista  de  todas  las  del 
Perù  de  su  Serafico  Orden.  Dirigida  a  la  catolica  Magestad  de  D. 
Felipe  IV.  N.  S.  Rey  potentissimo  de  las  Espanas,  Monarca  invito 
del  Nuevo  Orbe,  en  su  Real  Consejo  de  las  Indias.  Con  licencia. 
En  Lima,  por  Jorge  Lopez,  ano  de  1651. 

Un  vulume  in  foglio,  di  695  pagin»,  diviso  in  quattro  libri.  N'  ò  un  esemplare  nella  Biblioteca 
della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  È  un  opera  dottissima  e  delle  più  ricche  di  notizie  d'ogni 
modo  «lei  Perù,  e  dei  popoli  selvaggi  quivi  evangelizzali  e  inciviliti  da' Missionari  Francescani.  Vendica 
al  celebre  nostro  Frate  Marco  da  Nizza  il  primato  di  Apostolo  di  quelle  regioni,  e  seguendo  il  rapidissi- 
mo e  direi  quasi  miracoloso  dilTondersi  e  stabilirsi  che  fecero  i  santi  suoi  confratelli  in  ogni  lato  dell* 
inmienso  paese,  narra  con  solenni  documenti  quel  che  operarono  in  Lima,  in  Guzco,  in  Quito,  nella 
Paz,  in  Cuquiabo,  in  Truxillo,  in  Chuquisaca,  in  Collao,  in  Pacajes,  nella  Concepcion  de  Xaun,  in 
Quamanga,  in  Casamarca,  in  Potosi,  in  Guanuco,  in  Chachapoyas,  in  CoUaguas  ec.  Più  che  una  storia, 
ò  un  epopea  che  ti  rapisce  e  t'incanta.  Poi  narra  la  scoperta  delle  isole  di  Salomone,  in  cui  ebbero 
tanta  parte  i  Francescani,  e  ce  ne  fa  conoscere  i  nomi  ;  poi  le  loro  gloriose  gesta  nel  Paraguay  e  nel  Rio 
della  Piata,  e  la  scoperta  che  fecero  del  Rio  delle  Amazzoni.  Inoltre  dà  ampie  notizie  de*  luoghi,  dei 
prodotti,  e  delle  genti  che  vi  abitavano;  della  loro  indole, della  religione,  delle  leggi,  delle  tradizioni, 
dei  costumi;  dello  selvagge  tribù  dei  Panataguas,  dei  Payansos,  degli  Idibaez  ec.  Per  dame  un  saggio, 
riferirò  una  parte  del  Capitolo  XXXIV,  intorno  al  Rio  delle  Amazzoni. 


CORDOVA 


125 


•  Lasenlradas  {egli  dice)  a  este  grande  Rio  de  las  Amazouas  (pelago  de  aguas  dulces)  i)or  las  parles 
del  Para,  8on  quantaspor  la  una  y  otra  vanda  de  sus  riberas  le  comimican  otro  numero  de  otros  muy 
caudolosos  rìos.  >E  sono  questi  il  rio  della  Coca,  il  Napo,  e  l' Aguarico,  abbondantissimo  d' oro,  perlocUò 
venne  denominato  Rio  dell'  oro.  «En  su  boca  {egli  continua)  de  la  una  y  otra  vanda  da  principio  la  gran 
provincia  de  los  Encabellados,  que  corriendo  por  la  del  Norte  mas  del  180  leguas,  goza  siempre  de  las 
agoas  que  el  gran  rio  de  las  Amazonas  explaya  por  caudolosos  lagos.  Llamaron  a  estes  Indios  con  nom- 
bre  de  £ncabeUados  (los  Espanoles)  por  lor  largos  cabellos,  que  assi  hombres  comò  mugeres  usan.  Sus 
armiis  son  dardos,  sus  abitaciones,  casas  pajizas,  hechas  con  curiosidad.  Traen  continua»  guerras  con 
las  naciones  circumvesinàs,  que  son  los  Ccnos,  Becanas,  Tamas,  Cbutias,  Rumos.  Corren  en  frente  deslii 
provincia  del  los  Encabellados,  por  la  vanda  del  Sur,  las  de  los  Avixiras,  Yurusunes,  Zaparas,  Yquitos; 
y  encerradas  cntre  las  aguas  deste  rio  y  del  Curaray  fenecen. — 80  leguas  de  Curaray  a  la  misma  vanda 
desemboca  el  famoso  rio  Tumburagua,  que  baxa  por  los  Maynas  con  nombre  de  Maranon.  —  60  le^^uas 
mas  al>axo  de  Tumburagua, comienza  la  mayor  y  mas  dilatada  provincia  de  quantas  se  concccn  en  esse 
grande  rio,  que  es  la  de  los  Amaguas.  Tiene  està  provincia  de  longitud  mas  de  200  leguas,  continuan- 
dosc  sus  poblaciones  tam  amenudo,  que  apenas  se  pierde  una  de  vista,  quando  ya  se  descubre  otra. 
Su  ancbura  es  al  parecer  poca,  pues  no  passa  de  la  que  tiene  el  rio,  en  cuyas  islas,  que  son  muchas, 
y  algunas  muy  grandes,  tienen  su  habitacion,  y  todos  muy  pobladas.  Andan  lodos  en  decencia,  vestidos 
'«si  tiombres  corno  mugeres ,  las  quales  de  niucho  algodon  que  cuitivan,  texen  no  solo  la  ropa  qur 
han  nieuester,  sino  otra  mucha,  que  las  sirve  de  trato  para  las  naciones  vecinas.  —  Son  todos  de  cabeza 
ckata.  Tienen  por  la  una  y  otra  vanda  del  rio  continuas  guerras  con  las  provincias  estranas ,  de  la 
pwte  del  Sur,  entre  otros  contra  los  Curinas,  y  por  la  vanda  del  Norte  contra  los  Tecunas.  — 16  leguas 
«ieslas  poblaciones  a  la  vanda  del  Norte  desemboca  el  gran  rio  Putumayn,  que  deciende  de  las  Gordillcras 
Je  Pasto,  hazia  el  Nuevo  Reyno  de  Granada.  Tiene  rancho  oro,  y  està  muy  pobiado  de  genliles.  Los 
ooinl>res  de  las  provincias  que  le  habitan,  son  Yuruuas,  Guaraicus,  Yacariguaras,  Parianes,  Ziyus, 
Aluais^  Cunas.  Y  los  que  mas  a  su  principio  de  una  y  otra  vanda  comò  senores  de  este  rio  le  puebian. 
'^n  los  Omaguas,  a  quienes  los  Aguas  de  la  isla  Uaman  Omaguasyeté  (e  signillca  veri  Omaguas  ).  —  A 
iiO  leguas  desta  boca  a  la  parte  contraria,  se  encuentra  la  de  un  hermoso  y  caudaloso  rio  que  trajendo 
**u  ori^n  de  hazia  el  Cuzco,  fenece  en  ci  de  las  Amazonas,  en  altura  de  Ires  grados  y  medio  :  llamanh' 
»^*s  na.turales  Yetaù,  y  tiene  entre  ellos  mucbo  nombre,  assi  por  sus  riquezas,  comò  por  la  mullilud 
"®  **a.ciones,  cpie  sustenta,  comò  son  los  Tipunas,  Quanarus,  Ozuanas,  Moruas,  Naunas,  Conomomas, 
Jtaria.nas.  Entra  en  el  de  los  Amazonas  en  5  grados  de  altura,  y  llamanle  los  nalurales  Yuruà. — 
^O  lei^as  mas  abaxo,  a  la  misma  vanda  del  Sur,  en  tierras  de  muy  altas  barrancas,  da  principio 
**  niuy  poblada  nacion  de  los  Curuziararis ,  que  siguiendo  siempre  una  ribera  corre  por  espacio 
de  %^  leguas,  tan  contìnuadas  sus  poblaciones,  que  apenas  se  passavan  4  horas  sin  encontrar  olras 
*le  nucvo,  y  a  vezes  por  espacio  de  medio  dia  no  cessavan  sus  rancherias.  Estan  estos  barbaros 
'*esnuUos  todos,  assi  hombres  corno  mugeres,  sin  que  le  sirva  su  riqueza  (è  terra,  la  loro,  di 
"•ol^  Q^Q^  jg  u^g^  jjg  yjj  pequefio  atavio  con  que  adornan  orejas  y  narizcs,  que  casi  todos  tienen 
^^^^ietadas.  Por  la  vanda  de  frente  de  todas  eslas  poblaciones  altas,  es  tierra  liana  a  una  mano 
>  tan  cerradu  assi  de  otros  rios  comò  de  los  trazos  que  el  Caquera  rienda  por  sus  orillas,  que  aislada 
^'^  Sr^ndes  lagos,  corre  por  muchas  leguas,  basta  que  todos  encorporados  en  el  rio  Negro  se  j  un  tan 
ton  el  principal.  Estan  pobladas  eslas  islas  de  muchas  naciones,  però  la  quo  mas  se  estiende  \ìììt 
^^  Kxias  populosa,  es  la  de  Zuanas.  Estan  en  altura  de  dos  grados  y  medio.  Gozan  de  limpias  campi nas, 
j  ytirl^as  para  ganados ,  arboledas  no  muy  cerradas,  abundantes  de  lagos  ....  En  la  vanda  del  Sur 
*^  ^iia  poblacion  situada  sobre  una  grande  barranca  al  desembocar  de  un  candaloso  y  claro  rio, 
^^^  los  naturales  llaman  Tapi,  y  tiene  en  su  ribera  mucha  multitud  de  genliles,  que  Uaman  Paguanas. 
~~~~  ^^  leguas  del  rio  Tapi,  desagua  cn  el  de  las  Amazonas  el  Gatua,  que  formando  en  la  boca  un  gran 
^^  de  agua  verde,  trae  su  origea  de  muchas  leguas  de  tierra  adentro,  en  la  vanda  del  Sur,  muy 
»^*>l^clas  sus  orillas  de  barbaros,  si  bien  le  haze  ventaja  en  multitud  de  naciones  diversas  olro  rio, 
/^^  llaman  Araganatuna.  Llamanse  estas  naciones  Yaguanais,  Mucunes,  Mapierus,  Againaus,  Huirunas, 
'  ^'^ilias,  Yamorinas,  Terarus,  Siguiyal,  Guanespuris,  Piras,  Mopitirus,  Ygnaranis,  Aturiaris,  Macagujis, 

**^Pias,  Guayacaris,  Anduras,  Cagnaraus,  Maraymumas,  y  Guanibis .  . . 

«  Dos  leguas  mas  abaxo  comienca  la  mas  nombrada  y  belicosa  nacion  de  lodo  el  rio  de  las  Ama- 

^^s  a  la  vanda  del  Sur,  està  es  la  de  Yoriman  ;  ocupa  no  sola  la  tierra  Arme  de  sus  orillas ,  sino 
^^•^ien  mucha  parte  de  sus  islas.  •  Terra  ed  isole  tutte  popolatissime.  «  Son  comunemente  muy 
*^^^^^^os,  andan  desnudos,  y  son  innumerables  sus  pueblos.  •  Poi  viene  «  el  rio  Uaroado  de  la  Madcni, 


1 26  9"  CORDOVA 


y  por  los  natarales  Gayari,  qae  decieiide  de  la  vanda  del  Sur ,  y  formasc  de  dos  c&udalosos  lios. . 
algunas  Icgua-s  adentro  ...  ;  y  es  ci  lugar ,  sogun  la  seuas  de  los  Tupinambas,  por  donde  mas 
breve  se  ha  de  descubrir  salìda  a  los  mas  cercanos  rios  de  la  Comarca  de  Potosi.  De  las  naciones  dei 
rio  que  son  machas,  las  primeras  se  nombran  Zurinas  y  Cayanas.  »  Seguono  poi  •  los  Urarinai 
Anamaris,  Guarinumas,  Curanaris,  Erepunacas,  y  Abaca tis  ec. —  26  leguas  deste  rio  a  la  vanda  del  S 
està  una  hennosa  isla,  que  tiene  60  leguas  de  largo,  y  mas  de  iOO  de  circuito,  poblada  todade  los  valieDl 
Tupinambas,  gente  que  de  las  conquistas  del  Brasil  en  tierra  de  Pamanibuco  salieron  derrotadoa  mncl] 
anos  huyendo  del  rigor  con  que  los  Portugueses  le  van  sugctando.  Salieron  tan  numero  dellos,  q 
dcspoblando  a  un  mismo  tiempo  84  aldeas,  donde  estavan  situados,  no  quedó  dellos  nlngono.  Cogier 
sicmpre  a  mano  izcfuierda  las  faldas  de  la  Cordi llera,  que  viniendo  desde  el  estrecho  de  Magallanes,  ci 
loda  la  America,  y  descabegando  quatro  rios  della  cn  el  Oceano,  ilegaron  al  rio  de  la  Madera,  y  airoja 
4lose  en  el  por  sus  corrientes  vinieron  a  dar  en  la  isla  que  al  presente  Iiabitan.  •  Per  la  nazione  ( 
Tupinambi  sono  da  vedere  i  dotti  studi  pubblicati  dall'  illustre  Ferdinando  Denis  in  Francia.  Poi  ve 
gono  i  famosi  fiumi  di  Felipe,  il  Negro  de  los  Tapajosos,  il  Curupatuba,  il  Panayua,  il  Pacaxa  ec 

«  Los  ritos  de  toda  està  gentilidad,  naciones  y  proviucias  (pronegue  il  Cordova)  son  casi 
general  unos  mesmos.  Adoran  idolos ,  que  fabrican  con  sus  manos,  atribuyendo  a  unos  el  poder  sol 
las  aguas,  a  otros  escogen  por  ducfìos  de  las  sementeras,  y  a  otros  por  valedores  en  sus  batallas.  Dix 
que  estos  Dioses  se  baxaron  del  cielo  para  acompaiìarlos  y  hazerles  bien.  No  usan  de  alguna  cerìmoi 
para  adorarlos,  mas  autes  les  tienen  olvidados  en  un  ri  neon  basta  el  tiempo  que  los  han  menester  ; 
assi  ({uando  han  de  ir  a  la  guerra,  He  van  en  la  proa  de  la.<  canoas  el  idolo,  cn  quien  tienen  paesta 
esperanca  de  la  vitoria.  Y  quando  saien  a  hazer  sus  pesiiuerias,  echan  mano  de  aquel  a  qnien  Uen 
oiitregado  el  dominio  de  las  aguas.  Pero  ni  en  unos  ni  en  utros  flan  tanto,  que  no  reconoscan  pue 
aver  otro  mayor.  Un  Indio  principal  aviendo  oydo  algunas  cosas  del  poder  del  nuestro  Dios,  dixo  a  1 
Missioiiarios  (Franctscanos)  de  la  armada ,  qua  en  paga  del  ospedaje  que  nos  hazia,  no  qoeria  o> 
merccd,  sino  que  le  dexassemos  alli  un  Dios  de  los  nuestros ,  que  comò  tan  poderosos  en  lodo  le  gu. 
dase  a  el  y  a  sus  vasallos  en  paz  y  salud,  y  esto  repetia  con  grandes  ansias.  » 

—  Vida ,  virtudes  y  luilagros  del  Apostol  del  Perù  el  ver: 
rable  Padre  Fray  Francisco  Solano  de  la  Serafica  Orden  de  1 
Menores  de  la  Regular  Observancia,  Patron  de  la  ciudad  < 
Lima,  cabeza  y  Metropoli  de  los  estendidos  Keynos  y  Provincie 
del  Perù.  Sacada  de  las  declaraciones  de  quinientos  testigos 
que  juraron  ante  los  Ilustrissimos  Argobispos  y  Obispos  d 
Sevilla  ,  Granada  ,  Lima ,  Cordova  y  Malaga ,  y  de  otras  mu 
chas  inlbrmacionos ,  que  por  authoridad  apostolica  se  an  actua 
do  en  diferentes  villas  y  ciudades.  Por  el  P.  Fr.  Diego  de  Coi 
dova,  naturai  de  la  misma  ciudad  de  Lima,  Notarlo  Apostolict 
Predicador  y  Chronista  General  de  las  Provincias  del  Perù  d( 
Orden  de  nuestro  Padre  san  Francisco,  en  està  edicion  aiiadid 
por  el  Padre  Fr.  Alonso  de  Mendieta  de  la  misma  Orden,  Ci 
liftcador  del  S.  Officio,  Comissario  Provincial  de  la  santa  Pr( 
vincia  de  los  XII  Apostoles  del  Perù  y  Procurador  General  à 
la  ciudad  de  los  Reyes  en  la  causa  de  la  canonigacion  del  mfem 
Siervo  des  Dios  Solano.  Al  Rey  nuestro  Seiìor  Felipe  III ,  Rey  ^ 
las  Espanas  y  ambas  la.s  Indias.  Con  licencia.  En  Madrid  :  en 
Imprenta  Real,  aiìo  de  1643. 


CORDOVA  127 


Un  volume  in  4 ,  di  39  fogli  senza  numerazione  e  688  pagine.  È  inutile  il  dire  la  parte  che 
ha  nella  storia  delle  Missioni  Francescane  questo  straordinario  Apostolo  delle  Americhe ,  che  fu  pos- 
siain   dire  il  Xaverio  Occidentale:  e  il  libro  del  Padre  Cordova  ha  bellissimi  documenti  e  partico- 
lari  da  arricchire  il  racconto.  N'  è  un  esemplare  nel  particolare  Archivio  della  Biblioteca  della  Reale 
Accademia  di  storia  di  Madrid. 

—  Relacion  de  la  fundacion  de  la  Santa  Provincia  de  los 
do^o  Apostoles  del  Perù  de  la  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco  y  de 
los  servicios  que  sus  Frayles  han  hecho  a  la  Iglesia  Romana. 
Dase  cuenta  de  sus  Prelados  y  de  las  vidas  maravillosas  de  mu- 
clios  Religiosos  que  florecieron  en  toda  virtud  y  santidad.  Esen- 
ta j>or  el  P.  Predicador  Fray  Diego  de  Cordova,  Coronista  de  las 
Pro^ncias  del  Perù  de  la  dicha  Orden,  Notarlo  Apostolico ,  hijo 
del  Convento  de  N.  P.  S.  Francisco  de  Jesus  de  Lima,  naturai 
i©  Xa  dicha  ciudad.  Ano  de  1638.  Dirigida  al  catolico  y  poderoso 
^^y  de  las  Espanas  y  Monarca  de  ambas  Indias  D.  Felice  IV 
^-     S.  en  el  Real  Consejo  de  las  Indias. 

Dfanoscritto  in  foglio,  di  cinque  carte  preliminari  non  numerate  e  altre  142.  È  ricco,  come  le 
Pr^c^^enti  opere,  di  notizie  delle  nostre  Missioni  in  que' paesi.  Appartiene  al  particolare  Archivio 
•l^lLa.    Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

Dal  titolo:  Ewritores  de  Ubros,  crediamo  utile  annotare  quanto  segue:  •  El  Kmo  Obispo  de  la 

''^^n-^Tial  de  Chile,  Pr.  Luis  Geronimo  de  Ore,  hijo  deste  convento  de  Lima,  naturai  de  la  ciudad 

^^    C^miamanga  ìmprlmiò  en  està  ciudad  de  Lima  en  dos  tomos:  El  simbolo  catholko  de  la  lengua 

'**<l»«»iia,  Espanola,  y  latina,  y  en  la  mesma  lengua  el  otro   tomo:  Rilual  para  Sacramentos,  y 

^^i"»^    obras  muy  estimadas  de  todos  los  Curas,  Clerigos  y  Religiosos  de  estos  Reynos,  y  son  el 

'*iool   y  regia  que  tienen  para  la  administracion  de  los  Sacramentos  y  buena  educacion  y  catequisacion 

*•<?  loss  Indios:  en  especial  eìManual  en  siete  lenguas  diferentes  de  provincias  y  reynos  del  Perù. 

"^    biblioteca  Jndiana  del  Licenziado  Antonio  Leon  impresa  en  Madrid  ano  de  1629,  en  la  segunda 

l^a.rt^   hace  memoria  de  algunos  destos  libros,  que  Fray  Luis  de  Ore  imprimiò  en   las  lenguas 

Qcic:»«uA  y  Atmara.  »  E  tra  gli  altri  sono  1 1'  Orden  de  ensenar  la  dottrina  Christiana ,  y  la  Relacion 

***^    tc»si  Martyres  que  han  habido  en  la  Florida  (1604).  Y  el  Doctor  D.  Juan  de  Larrinaga  Sa- 

•^^■*    Cavallero  del  Avito  de  Santiago,  Oydor  de  la  Real  Audiencia,  en  su  Biblioteca  de  Oro  ,  manu- 

^'■^•^a. ,  donde  da  noticia  de  los  escriptores  de  las  Yndias  y  de  sus  obras,  reflcre  las  de  nuestro  Obi- 

*Po  ,     dicendo:  —  Fr.  Luis  Geronimo  de  Ore,  naturai  de  la  ciudad  de  Guamanga,  hijo  de  la  Pro- 

^  int^l^  de  XII  Apostoles  de  Lima,  de  la  Seraphica  Orden ,  que  muriò  Obispo  de  la  Imperiai  de  Chile, 

^^^'•^li  Apostolico,  imprimiò  en  Lima  por  el  ano  de  1598  el  Simbolo  catholico  Indiano  con  aproba- 

«^ion     <ie  los  Obispos  de  Tucnman  y  el  de  Cuzco,  y  del  Arsobispo  de  los  Reyes.  Oeclara  en  esle  libro 

los    xsiisterios  de  la  fee,  conlenidos  en  los  tres  simbolos  catolicos,  el  Apostolico,  el  Nizeno,  y  de 

^***    Atanasio.  Hizo  en  el  una  descripcion  del  Nuevo  Orbe  y  de  sus  naturales.  Y  puso  un  orden  de 

^nseBaies  la  doctrina  Christiana  en  las  lenguas  Quichua  y  Aymara;  y  anadio  en  este  cuerpo  mu- 

«••noas  himnos  del  Breviario  Romano  en  la  lengua  de  los  Y'ndianos,  que  los  cantan  en  sus  casas  y 

<^hacras  y  en  las  Yglesias.  •  — Poi  •  imprimiò  en  Napoles  el  aiìo  de  1607  un  libro  con  este  titulo:  Ri- 

*ua4e ,  teli  Manuale  Perwinum  et  forma  brevis  administrandi  apud  Indox  iacrosanta  Sacramenta. 

^^^  e«te  se  rigen  y  gubieman  todos  los  Curas  y  Ooctrineros  de  Yndios  de  los  Reynos  del  Perù  en  la 

*^™inisiraclon  de  los  sacramentos  y  ensenanza  de  la  doctrina  Christiana  en  las  lenguas  de  los  Ar- 

^bisfiados  de  los  Reyes,  de  los  Charcas,  y  de  los  Obispados  sufraganeos  de  Cusco,  Quito,  Chu- 

^^^»  Arequipa,  Guamanga,  Truxillo,  Santa  Cruz,  Tncuman  y  Rio  de  la  Piata,  y  basta  en  Bra- 

^'^  inclusive  en  distancia  de  800  leguas.  Y  asi  fuera  de  la  lenguas  latina  y  Castellana,  tiene  este 

<^nu€^l  la  Quichua,  Aymara,  Paquina,  Mochica,  Guarani,  y  Brasilica.  «  ^  Questi  particolari  sono 


'l!28  COUNEJO  -  COKOjSKL 


taDto  più  preziosi,  in  quanto  che  è  quasi  impossibile  incontrare  in  fiun)pa  alcuna  delle  opere  riferite. 
E  qui  non  possiamo  a  meno  di  non  altamente  maravigliarci  del  signor  abate  Eysaguirre  ,  il  quale 
nella  sua  Histoire  du  Chili  (Paris  1835)  appena  dà  un  breve  cenno  di  quest'uomo  santo  straordinario 
sia  cume  Missionario,  sia  come  dotto,  sia  come  Arci\escu>o  di  Santiago,  senza  nominare  un  solo 
di  tanti  suoi  dottissimi  lavuri,  mentre  per  altri,  che  non  ne  valgono  la  centesima  parte,  ebbe  lodi 
a  larghissima  profusione! 

—  Relacion  de  la  fundacion  de  la  santa  Provincia  de  los 
doce  Apostoles  del  Perù  :  por  el  Padre  Fr.  Diego  de  Cordova.  Ano 
de  1638. 

Manoscritto  in  foglio  dell'Archivio  della  Hiblioteca  della  Iteale  Accademia  di  storia  di  Madrid, 
interessantissimo  non  meno  della  Cronaca  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane. 

•*«"•/'  161.  CoRNEJO. --- Chronica  Seraphica,  escrita  por  el  R.  P.  Fr. 
Dainian  Cornejo,  Colegial  que  fue  del  Major  de  S.  Pedro  y  S.  Pa- 
blo  en  la  Universidad  de  Alcalà,  Lector  Jubilado,  Ex-Custodio  de 
la  Provincia  de  CastiUa  Regolar  Observancia,  Examinador  Syno- 
dal  de  este  Arzobispado  y  Chronista  General  de  su  Orden.  En 
Madrid.  Por  Juan  Garcia  Infanzon.  1682-1698. 

Sono  4  volumi  in  foglio.  È  la  Cronaca  più  pregevole  ed  importante  dell'Ordine;  nulla  togliendo 
del  suo  merito  a  quella  di  Frate  Marco  da  Lisbona  ;  dico  V  edizione  originale,  non  la  traduzione  che  ne 
venne  fattoi  in  Italia.  Sventuratamente  il  Cornejo  non  lini  la  sua:  ma  ebbe  due  eccellenti  continuatori 
nel  Padre  Gonzales,  e  nel  Padre  Torrubia,  giungendo  cosi  1'  opera  a  9  volumi.  Vi  si  parla  larghissi- 
niamente  delle  nostre  Missioni,  ed  è  indispensabile  a  chi  si  occui»i  della  storia  dell'  Ordine  Franc^xscauo. 
11  Cornejo  mori  Vescovo  di  Oreiise  in  Castiglia.  Un  esemplare  di  quattro  primi  volumi  è  posseduto  dal 
M.  R.  Padre  Ramon  Ruldù  in  Barcellona  ;  e  un  altro  di  tutti  i  9  tomi  trovasi  nella  pubblica  Biblioteca 
della  stessa  città. 

u,,  162.  CoRONEL.  —  Arte  para  aprender  la  Lengua  Maya:  por 

s..!^.  el  Padre  Fr.  Juan  Coronel ,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 


America 


r^)sl  lo  SouiER  (Monogr.  of  Anih.J.  Il  Padre  Coronel,  nativo  di  Spagna  e  addottoralo  nel- 
l'Università di  Alcalà,  erasi  recato  in  America  il  1590,  ove  imparò  con  tanta  perfezione  le  lingue 
de' nativi,  elicne  addivenne  pubblico  professore.  Ebbe  a  discepolo  il  Cogolludo,  di  cui  si  disse  di 
sopra,  fu  Guardiano  ne' Conventi  di  Mejorada  e  di  Merida,  e  in  quesl'  ultimo  mori  il  1651  nell'età  di 
Si  anni. 

—  Discursos  predicables,  con  otras  diversas  niaterias  espi- 
rituales ,  con  la  Doctrina  XpFia ,  y  los  articulos  de  la  Fé  :  recopi- 
lados  y  emendados  por  el  P.  Fr.  Juan  Coronel  del  Orden^  del 
Seraphico  Padre  S.  Francisco,  Guardian  del  Convento  de  Tikax, 
y  Lector  de  Lengua,  ec.  Megico,  1020. 

tu  volume  in  li,  di  iil  |iagine. 


GOUnADO  -  COZZA  129 


—  Doctrina  Christiana  en  Lengua  Maya  recopilada. 

Un  esemplare  di  questo  manoscritto  esisteva  nel  nostro  Collegio  di  san  Bonaventura  di  Siviglia: 
che  ne  sia  avvenuto  dopo  la  distruzione  de' Conventi  inlspagna,  non  so:  per  quanto  ricerche  facessi 
in  quella  città,  non  mi  riuscì  d' averne  notizia. 

1 63.  Corrado.  —  Almae  Taurinensis  Ord.  Minorum  de  Obser- 
vantia  Provinciae  sub  Divi  Thomae  Apostoli  auspiciis  historica  et 
cliroiiologica  Synopsis,  aP.  Fr.  Honorato  Corrado  a  Veteri-Capite 
eiusdem  Proviaciae  alumno  edita.  Taurini ,  ex  Typis  Castellazzo 
et  Garetti,  1856. 

Un  volume  di  186  pagine  in  foglio.  Vi  sono  alcune  brevi  biograflo  di  nostri  Missionarii,  spe- 
fialmei^le  in  Palestina. 

464.  CosTiTUCiON  de  estaProvincia  de  San  Gregorio  deFilipinas 
de  la  Orden  de  S.  Francisco.  Manila,  B.  Lampaos. 

^on  l'ho  veduta:  la  cito  dalla  BibUothéque  Asiatique  et  Afrieaine  del  Tek^ìwj.,  Paris  ,  1841. 

465.  CoTO.  —  Thesaurus  verborum:  o  Frases  y  elegancias  de 
la  lengua  de  Guatemala:  por  elP.  Fr.  Tomàs  Cote,  Franciscano. 

Così  lo  Sqdibr  (Monogr,  of  Anih.).  11  Padre  Coto  era  nativo  di  Guatemala,  e  il  manoscritto  si 
consoi-\ava  nel  principale  Convento  di  quella  Provincia. 

466.  Cozza.  —  Historia  polemica  de  Graecorum  schismate  ex 
^colesiasticis  monumentis  concinnata  labore  et  studio  Patris  Lau- 
^^n.l;ii  Cozza  a  Sancto  Laurentio  Ordinis  Minorum  Regularis 
^l>servantiae,  Provinciae  Romanae,  Lectoris  jubilati,  Ex-Guar- 
iiani  Sacri  Mentis  Sion  totiusque  Terrae  Sanctae  Ex-Custodis, 
^^orae  Congregationis  Indicis  Consultoris,  supremae  ac  univer- 
sa! ig  Inquisì  tionis  Qualificatoris ,  et  in  Cismontana  Observantium 
famiUa  Vice-Commissarii  generalis  :  in  qua  praeter  historiam 
^xacte  digestam ,  omnes  et  singulae  contro versiae  post  Concilium 
Constantinopolitanum  I  usque  ad  Florentinum ,  sive  occasione 
l^aeresis ,  sive  schismatis  Inter  Ecclesiam  Orientalem  et  Romanam 
C>ccidentalem  exortae  summa  cum  diligentia  discutiuntur.  Oblata 
Sanctissimo  D.  N.   D.   Clementi  divina  Providentia  Papae  XI. 
^omae,  Typis  Georgii  Placho,  prope  S.  Marcum,  MDCCXIX-XX. 
^"^upejiorum  licentia. 

Sono  4  volumi  in  foglio:  il  primo,  di  pagine  XII-33:2:  il  secondo,  XlI-560:  il  terzo,  XlI-361:  il 
'''^>  XlI-386.  L*  autore  la  scrisse  in  Gerusalemme,  come  si  vede  dalle  parole  seguenti,  che  chiu- 

9 


130  CRESPEL 


dono  r  ultimo  volume:  Hartenu*  hUtoria  de  Grae.coruin  srhistnate,  quam  Uierotolymis  incoepimm,  ae 
ibidem  divina  opittUante  grada  absolvimuf  pontfeslum  AnnunciationiK  glorio$ae  YirgirUi  Mariae,  dif. 
videlieet  XXV  mensis  marlii  anno  Domini  MDCCXV,  ad  laudem  omnipoieniit  Dei .  cui  kU  honor  et  glo- 
ria per  iaeeula  saecìUorum.  È  il  lavoro  più  dotto  e  compiato  che  si  conosca  intorno  allo  scisma  dei 
Greci ,  del  quale  non  si  può  fare  a  meno  scrivendo  di  quella  storia.  N'  (^  un  esemplare  nella  Biblioteca 
Nazionale  di  Firenze. 

In  un  Manoscritto  Francescano  in  lingua  catalana,  della  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona  (Rela- 
ciò  DE  LA  Peregrinaciò  A  Jercsalem  1762),  di  cui  diremo  a  suo  luogo,  sono  del  Cozza  le  notizie  se- 
guenti. Successe  nel  governo  della  Terra  Santa  air  insigne  P.  Francesco  da  S.  Floro  r  anno  t704.  Partito 
da  Roma  con  la  benedizione  del  Sommo  Ponteflce,  s' imbarcò  per  Malta,  e  di  là  passò  in  Egitto,  al 
Cairo,  dove  subito  diede  pruova  della  molta  scienza  e  delie  grandi  virtù  di  cui  era  fornito.  Avutone 
notizia  il  Patriarca  Greco  di  Alessandria,  di  nome  Samuele,  cliìesc  di  vederlo  ed  abboccarsi  con  Ini.Illoro 
incontro  fu  cordialissimo.  Disputarono  sopra  varii  punti;  la  consacrazione  in  pane  azimo,  il  Purgato- 
rio, r  efficacia  de' suffragi,  il  Concilio  Niceno  e  il  Costnntinupolitano,  la  processione  dello  Spirito  San- 
to, ec.  E  bastò  quel  colloquio  perchè  il  Patriarca  rimanesse  pienamente  convinto  della  verità  cattolica, 
e  si  profTerissc  pronto  ad  aderire  alla  Romana  Chiesa,  e  a  sottomettersi  intieramente  al  Papa.  Ma  il  Padre 
Ixjrenzo  avendo  dovuto  proseguire  nella  sua  missione,  il  Patriarca  fece  T  abiura  nelle  mani  del  Padre 
.arcangelo  da  Malta,  supcriore  del  Convento  del  Cairo,  clic  venne  portatii  a  Roma  dal  Padre  Giovanni 
Giuseppe  Mazet  unitamente  a  due  Apocrisarii  del  Prelato.  Sulennissima  fu  in  Roma  la  sacra  funzione 
del  suo  ingresso  nel  seno  della  cattolica  Chiesa  :  il  santo  Padre  vi  disse  una  commovente  allocuzione, 
rendendo  grazie  a  Dio  di  cosi  bel  trionfo.  Frattanto  al  Padre  Lorenzo  (?rano  riserbate  altre  glorie.  Uno 
scisma  nacque  a  que'di  tra' Maroniti  del  Monte  Libano.  Avendo  eletto  il  novello  loro  Patriarca,  una 
mano  di  turbolenti  ed  ambiziosi,  ribellandosi,  gliene  contrapposero  un  altro,  cagionando  gravi  scandali 
e  rovine  in  quella  nazione.  Pervenutane  notizia  al  Romano  Pontellce,  con  un  suo  Breve  che  comincia 
Cujn  sicut  ad  aure$  nostrat  ec,  delegò  Visitatore  Apostolico  di  quella  nazione  il  P.  I/)renzo,  con  piena 
potestà  di  giudicare  di  quel  conflitto  e  in  quel  modo  che  stimasse  meglio  provvedere.  Mosse  il  Cozza 
con  alquanti  compagni  alla  difficile  missione,  e  tanto  seppe  adoperare ,  che  il  legittimo  Patriarca  venne 
da  tutti  riconosciuto,  e  fu  ricomposta  la  pace.  Allora  il  Papa  dichiarò  il  P.  Lorenzo  Ministro  Generale  di 
tutto  r  Ordine  Francescano,  e  dipoi  in  premio  delle  sue  belle  fatiche  lo  nominò  Cardinale  di  Santa  Chiesa. 

skn^.        i67.  Crespel.  —  Voyage  au  Noveau-Monde  et  histoire  interes- 
Amene  g^nte  du  Haufrage  du  "R.  P.  Emmanuel  Crespel,  RecoUect  (Fran- 

ciscain)  d' Avesnes  dans  le  Hainaut,  avec  des  notes  historiqiies  et 

geographiques.  Amsterdam  (Paris)  1757. 

Un  volume  in  ii,  di  circa  200  pagine,  di  cui  rinvenni  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di 
Parigi,  e  un  altro  in  quella  dell'Arsenale  della  stessa  città.  Studiò  per  me  questo  raro  e  importantissimo 
libro  il  Padre  Federico  da  Dunkerquc  della  Oss.  Provincia  di  san  Lodovico  di  Francia,  che  tutto  il  temp4i 
che  dimorai  in  Parigi  mi  fu  amorosissimo  compagno  nelle  faticose  ricerche  che  io  doveva  fare  in  quelle 
Biblioteche,  e  con  la  sua  intelligenza  attività  e  virtù  mi  prestò  tale  aiuto,  che  nessuna  mia  parola 
sarebbe  sufficiente  a  rimeritamelo.  Io  mi  disponeva  a  partir  per  la  Spagna,  quand'egli  ricevè  dal  Padre 
Generale  l'obbedienza  che  lo  destinava  alle  Missioni  della  Terra  Santa.  Il  dividermene  mi  costò 
immenso  dolore  I  Attraversò  rapidamente  l'Italia,  e  ne  pubblicò  belle  note  nella  Revue  Franeiteaine 
di  Bordeaux.  Lo  Messo  fa  ora,  ma  più  ampiamente,  della  Palestina  e  dell'Egitto.  Sono  lietissimo  di 
mettere  qui  il  sunto  eh'  egli  in  poche  ore  mi  fece  dell'  Istoria  del  Crespel,  copiandomi  dipoi  a  lettera 
tutto  il  racconto  del  naufragio,  che  conservo  come  dolcissima  sua  memoria. 

•  La  relation  éscrile  par  le  notre  Pere  Emanuel  Crespel  Recollet  d' Avesiies  dans  le  Hainaut  dans 
un  slyle  simple  et  naturel,  avait  été  destinée  par  l' auleur  à  rester  dans  l' intimité  de  sa  famille.  Son 
frére  (dont  on  ignore  le  nom  et  la  profession)a  qui  cette  relation  etait  destinée,  flt  des  instances  auprés  de 
r  humble  Missionanire  a  Paderborn  lors  du  passagc  dans  celle  ville  de  l' armée  frangaise  commandée 
par  lo  Marechal  Mailiebois,  pour  oblenir  de  sa  modestie  la  permission  de  livrer  la  relation  au  public; 
elle  lui  fui  accordeé.  ÌjQ  Pere  Crespel,  etant  (vers  la  fin  de  1723)  a  .\vesnes,  recoit  de  ses  Snpcrìeurs 
la  permission  de  passer  dans  le  Nouveau  Monde.  11  part  le  25  de  lanvier  ilH.  Lorqueje  fu$  a  Parit, 


CRESPEF.  1 31 


liit'iì^  je  pris  une  obedience  du  H.  Pere  Julien  Guesdony  Provincial  de  S.  DeniSy  de  qui  dependent 

ìe$  Mistiont  de  la  Nouvelle  Franee  .  Le  17  Mars  1726  il  est  ordonné  prdtre  par  l'Evequc  de  Quebec, 

qui  pea  de  temps  apres  lui  donne  une  mission  ou  cure  appellée  Horel,  au  Sud  du  fleuve  St-Lau- 

reni,  cntre  les  villes  des  Trois  Rivieres  et  Montreal.  Deux  ans  apres  il  est  nommé  aumonier  de  400 

francals  que  le  Harquis  de  Beauharnais  avait  joint  a  800  ou  900  Sauvagcs  de  toutes  nations,  surtout 

InMiuois,  Hurons,  Nepissings  et  Outaonacs,  auxquels  M.  Préfet  prdtre  et  le  Pere  de  la  Bardonniérc 

itervaient  d'aumoniers.  Ces  troupes  commandécs  par  M.  de  Liguerie  avaient  mission  d' aller  détruirc 

anc  nation  appellée  les  Renards  (ce  sont  Ics  Outogamis  ;  leur  pais  etait  a  l'ouest  du  lac  Michigan). 

Le  Pere  Crespcl  constate  la  bonté  naturelle  des  Sauvages  (qui  faisaient  part  de  V  expedition)  qui  lui 

ofh-ent  cordialement,  dans  une  halte,  du  fruit  de  leur  chasse.  Ils  arrivent  chez  les  Renards,  qui  pre- 

venus  sans  doute  avaient  abandonnó  leur  village.  Nou$  n'y  irouvames,  dit  le  Pere,  que  quelques  fem- 

^M9,  que  H09  sauvages  firent  esdaves  et  un  viellard  qu'  Us  brulerent  a  petit  feu,  sans  paraitre  avohr 

avctsne  repugnanee  a  eommettre  une  action  aussi  barbare.  Le  Pere  leur  demànde  par  interprete , 

raison  de  cet  acte  :  un  Iroquois  repond  tout  simplement  que  e'  est  la  coutume  parmi  eux  de  traiter  leur 

ennemis  comme  ils  en  seraient  traités,  s*  ils  etaicnt  vaincus.  Le  Pere  essaya,  mais  inutilement,  de  le 

eonvaincre  qu*  il  partait  d'un  faux  principe.  On  passe  jusq'au  dernier  poste  cnncmi  qu'on  trouvc  inoc- 

fopó;  Ils  reviennont  de  cette  expedition  inutile  a  Montreal  dont  ils  sont  éloignes  d'environs  450  lieues. 

Le  Pere  passe  a  Montreal  et  arrivo  au  prin temps  a  Quebec,  d'ou  incontinent  le  Pere  Cctomissairc 

r  envoie  au  poste  de  Niagara.  Depuis  la  SL  Martin,  dit  le  Pere  (le  manque  de  vin  m' avait  empéché 

de  dire  la  messe)  atissUot  que  le  batiment  endommagé  par  la  tempéte  fut  arrivé,  je  fis  faire  la 

^QueaUmte  la  Gamison,  et  je  partis  pour  le  Detroit  (Detroit,  poste  sittié  sur  le  detroit  qui  joint 

le  toc  Huron  au  lae ErU)  a  la  sollicitation  d'un  Religieux  de  mon  Ordre,  qui  y  etait  Missionnaire... 

^^  Beligieux  que  j'allais  visiterme  refut  d'une  maniere  qui  caracterisait  a  merreille  le  plaisir  que 

nofut  gentons  ordinairement,  losrque  nous  trouvons  un  de  nos  compatriotes  dans  un  pays  eloigné  ; 

^Jouiez  a  cela  qtie  noìts  etions  du  mente  Ordre,  et  que  le  mème  motif  nous  avait  éloignes  de  nostre 

V<^rie,   Ye  lui  étais  done  cher  par  plus  d'  un  endroit,  aussi  n' oublia-V  il  rien  pour  me  marquer 

combien  il  etait  sensible  a  ma  visite.  C  etait  un  homme  un  peu  plus  ngé  que   moi ,  et  tres 

^^<>nimandable  par  les  succès  qu'avaint  eus  ses  travaux  apostoUques.  Sa  maison  etait  agréable  et 

(onitnode,  c'etait  pour  ainsi  dirCy  son  ouvrage  et  le  sejour  de  la  vertù.  Il  partageait  le  temps  qui  n'etait 

P**  rentpli  par  les  devoirs  de  sa  charge,  entre  V  eslude  et  les  occupations  de  la  campagne:  U  avait  quel- 

ft»e«  livres^  et  le  choix  qu'il  en  avait  fait,  donnait  une  idée  de  la  puretè  de  ses  moeurs  et  de  Vetendue 

^^  *e-s  eonnaissances.  La  langtie  du  pays  lui  etait  assez  familière  et  la  facilité  avec  laquelle  il  la 

P^fÌ4xii  le  rendait  cher  à  plusieurs  Sauvages  qui  lui  communiqtiaient  leurs  reflexions  sur  toutes 

'**^«  de  svjet  et  principalement  sur  la  Religion.  L'affàbilUé  attirati  de  la  eonfiance,  et  personne  n'en 

^*^'^€t.u  plus  que  ce  Meligieux.  Il  avait  poussé  la  complaisance  envers  quelques  habitants  du  De- 

****.  Jusqu'à  leur  apprendre  la  langue  fran^aise.  Parmi  ceux-làj'en  ai  ru  plusieurs  dont  le  sens 

'**^*  et  le  jugement  solide  et  profond  auraient  fait  des  hommes  admirables  mème  en  Franee ,  si 

^*''  esprit  avait  eté  cultivé  par  V  étude.  Pendant  tout  le  temps  que  je  restai  chez  ce  Religieux,  je  trou- 

,7**    totts  les  jours  de  nouvelles  raisons  d' envier  un  sort  pareU  au  sien.  —  Le  Pere  retoumc  a 

ra,  ou  il  reste  deux  ans,  et  apprend  l' Iroquois  et  la  langue  des  Outaonacs.  Apres  trois  ans  il 

^  tre  au  Couvent  de  Quebec  :  il  passe  ensuite  deux  ans  au  poste  de  Iroctenac  :  do  là  va  a  Montreal  :  on 

<^n  voya  a  la  pointe  de  la  Chevelure  dans  le  lac  Champlain.  C'est  un  des  plus  pcniblcs  voyages  qui 

'  *    ^oii  t  en  Canada.  Le  jour  de  son  de  part  de  Ghambly  poste  a  40  lieues  cnvìron  de  St.  Frederic 

^'^  ctans  le  lac  Champlain)  ils  furent  obligés  de  coucher  dehors,  et  pendant  le  nuil  il  leur  tomba 

f**>>s  ci' un  pied  de  neige.  11  fut  rcmplacé  là  par  un  autro  Pere,  nommé  Pere  Verquaillé  qui  arriva 

^*    scptembrc  1736.  » 

. .  Questa  è  la  storia  della  Missione  del  P.  CrespeL  Poi  viene  il  racconto  del  naufragio,  che  posse- 

'^^'^o  alla  lettera  :  avvenimento  d' una  terribilità  e  pietà  che  non  ha  pari.  Dell*  una  e  dell'  altro 

"^^o    questo    giudizio  nella  Bibliographie  des  Voyages.  «  Les  observations  qu'  il  a  faites  sur  les 

^r*lades  vers  Ics  quelles  il  eté  envoyé  en  mission,  sont  assez  judicieuses,  et  la  narration  de  son 

f^    ^^r^age  a  vraimcnt  de  Tinteret  •  11  medesimo  giudizio  ne  dà  il  signor  G.  B.  Faribault  nel  suo 

/"***** €4)jfii«  d'ouvrages  sur  Vhistoire  de  V  Ameriaue  et  en  particiUier  sur  celle  du  Canada,  de  la 

^^**^*icinf.  de  V  Acadie,  ec.  Quebec,  1837.  Noi  qui  ne  daremo  la  sostanza  con  lo  parole  della  Biografia 

'arsale  del  Michaijd:  «  En  1736  il  recut  une  obedience  de  son  Provincial  pour  revenir  en  Franco, 

lit  de  Quebec  le  3  novembre.  Le  14  le  navirc  Ut  naufragc  prcs  d' Anlicost.  On  se  sauva  dans  une 


Vi 


132  CRESPI 


16. 


cbaloupe,  et  Fon  aborda  dans  Tile.  Une  panie  de  l' équipage  la  quitta  le  27.  Un  descanots  s*ctant 
perdù,  et  la  gelée  sarvenue  en  decembre,  Crcspel  et  scs  comitagnons  furent  obligés  d'allcr  a  terre,  sor 
la  cote  de  Labrador,  et  de  s' y  construire  des  cabancs  ;  ils  y  passerent  l'hivcr  dans  l'ctat  le  plus  alTh^ux. 
Un  grand  nombre  y  périt.  Enfln,  au  mois  d' avril  on  aperQut  un  sauvage  qui  s' enfuit  a  1'  approchc 
des  Eu/opéens.  Quelques-uns  arrivèrent  enfln  a  une  butte,  ou  on  leur  donna  du  secours.  Ils  allerent 
a  la  recherche  de  leurs  compagnons  d'infortune  restés  sur  Tile;  la  plupart  ctaient  morts.  Ils 
retoumèrent  a  Quebec  au  mois  de  juin.  Grespel  en  partii  au  mois  d'octobrc  1738,  et  arriva  en  France 
en  décembre.  Il  alla  ensuite  a  Douai,  et  retourna  a  son  Couvcnt  d' Avesnes.  Scs  fatigucs  avaient  tcUement 
dolabre  son  estomac,  quMl  obli nt  la  permission  de  se  rendre  a  Paris.  Lorsqu'il  fut  rétabli,  on  le 
nomma  Aumonier  dans  V  armóe  du  maréchal  de  Muillebois.  •  Questa  è  la  sostanza  del  fatto  ,  che 
non  ce  ne  mostra  n(>  la  bellezza  nò  l'importanza  :  bisogna  leggerlo.  Non  dubitiamo  di  ripetere 
cbc  è  uno  de'  più  interessanti  e  commoventi  che  abbia  la  storia  dei  naufragi.  Ne  sta  ora  pubblicando 
un  bel  racconto  il  Padre  Servasio  Dirks  nel  Meèsager  de  Saint  Francois  de  Saint-Trond  ,^cojm 
già  fece  delle  avventure  di  Frate  Pietro  Fardè  in  Affrica,  e  della  Missione  di  Frate  Pietro  di 
Gano  nel  Messico. 

168.  Crespi.  —  Diario  de  la  expedicion  de  Mar  que  hizo  la 
nueva  Fragata  Santiago,  en  la  que  fueron  los  Padres  Prediea- 
dores  Fr.  Juan  Crespi,  y  Fr.  Tomas  de  la  Pena:  por  el  Padre 
Fr.  Juan  Crespi  de  la  Regular  Observancia  de  N.  S.  P.  S.  Fran- 
cisco ec. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  La  spedizione  fa 
fatta  in  giugno  del  1774. 

—  Expedicion  y  registro  del  viage  que  de  orden  del  Exmo 
senor  Bailio  D.  Antonio  Maria  Bucareli ,  Virrey  de  està  Nueva 
Espana  se  hizo  por  el  mes  de  Noviembre  de  1774  de  las  cerca- 
nias  del  Puerto  de  San  Francisco  en  la  costa  del  Mar  Pacifico 
de  la  California  Septentrional ,  a  fin  de  ocuparlas  con  nuevas 
Misiones ,  encomendadas  a  mi  Apostolico  Colegio  de'  Misioneros 
Franciscanos  de  la  Regular  Observancia  de  Propaf/anda  Fide  de 
San  Fernando  de  Mexico,  ec. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Beale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

—  Diario  del  viage  y  descripcion  de  los  dilatados  caminos 
que  a  mayor  gloria  de  Dios  nuestro  Senor  y  de  nuestro  Rey, 
que  Dios  guardo,  hizieron  los  Misioneros  Apostolicos  del  Col- 
legio de  San  Fernando  de  Mexico  del  Orden  de  nuestro  S.  P. 
S.  Francisco,  recien  entregados  de  las  Misiones  de  California 
bacia  el  Norte  de  la  Peninsula  ^àe  la  mision  fpontera  llamada 
Santa  Maria  de  los  Angeles ,  basta  los  puertos  de  San  Diego  y 
Monterrey,  teda  tierra  de  gentiles,  en  los  anos  del  senor  de  1779 


CRONICA  -  CROUZET  i33 


ì  1780,  de  que  fueroa  proatas  resultas  las  fundaciones  de  las 
los  ]VIisiones  de  San  Diego  y  san  Carlos  de  Monterrey  nuevamente 
)lantadas  en  los  puertos  de  sus  respectivos-  nombres,  y  las  proximas 
lisposiciones  para  la  fundacion  de  la  tercera  en  la  playa  del 
principio  de  la  canal  de  Santa  Barbara ,  con  el  titulo  de  San 
Buenaventura.  Describelo  el  P.  Fr.  Juan  Crespi,  Predicador  Apo- 
stolico del  expresado  Colegio  ec. 

'  Manoscritto  in  foglio  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid.  Il  lettore  vede 
Ja  per  so  la  grande  importanza  di  questi  Diarii  per  la  storia  della  scoperta,  della  geograQa,  e  delle 
Missioni  della  California. 

—  Copia  de  lo  particular  que  vió  la  expedicion  de  mar  en 
is  costas  de  el  Norie ,  sacada  del  Diario  originai  que  se  formò 
bordo  de  la  Fragata  Santiago  por  los  Padres  Fr.  Juan  Crespi  y 
".  Tomas  de  la  Pena  de  la  Regalar  Observancia  de  S.  Francisco, 
te  iban  en  dicha  fragata. 

Sono  ii  fogli;  ed  è  tra' manoscritti  della  Biblioteca  Colombina  di  Siviglia.  Comincia:  «  Saliò 
-scc  pucrto  de  San  Carlos  de  Monterrey  la  nueba  Fragata  de  sa  Hagestad,  nombrada  Santuoo,  alias 
Va    Galicia,  mandada  por  su  capitan  D.  Juan  Perez  con  el  encargo  y  orden  ec.  • 

469.  Cronica  de  la  Provincia  de  S.  Joseph  de  la  Religion  de 
IX  Francisco  desde  su  fundacion  basta  el  ano  de  1584,  siendo 
'ixeral  de  teda  la  Religion  Fray  Francisco  Gonzaga. 

XjVì  volume  in  8,  di  253  carte,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid.  È  un  lavoro  ben  fatto,  con 
^6  notizie  delle  nostre  Missioni  nelle  Filippine  e  in  Cina;  e  tra  gli  altri  documenti,  ha  un  bel 
pendio  del  viaggio  alla  Cina  del  Padre  Pietro  Alfaro  e  suoi  compagni,  fatto  Panno  1578. 

470.  Cronica  Generalium  Ministrorum  Ordinis  Sancti  Fran- 
ad  annum  1374. 


Codice  nella  Biblioteca  Laurenziana  di  Firenze,  di  cui  mi  procurai  copia.  E  interessantissima, 
^"V*  la  storia  delP  Ordine  e  per  quella  delle  nostre  antiche  Missioni;  anzi  è  uno  de' più  importanti 
tinnenti.  Non  lia  nome  di  autore  :  ma  da  quel  che  ne  dice  Bartolommeo  da  Pisa  (Lib,  Conformit,) 
*  argomentarsi  clie  fosse  scritta  da  Frate  Arnoldo  da  Semano,  o  Serrano,  della  Provincia  di  Aquitania. 

171.  Crouzet.  —  Les  regards  d'un  chretien  tournés  vers  la 

Sepulclire  de  Jerusalem,  ou  invitation  auxrois  de  l'Europe 

-  prendre  des  mesures  pour  ' garantir  le  Tombeau  de  N.  S.  des 

siiltes  des  infideles,  par  C.  A.  C.  Cordelier,  dit  le  Pere  La- 

'^"^be.  Paris,  Delespinasse,  1819. 


134  CRUZ 

Sono  SS  pagine  in  8.  Le  iniziali  C  A.  G.  contengono  il  nome  dell'autore,  eh'  è  Claudio  Agrevè 
Crouzet.  Nel  CatcUogue  della  Biblioteca  del  signor  Escalopier  ne  trovai  queste  notizie.  Il  P.  Crouzet 
nacque  in  S.  Agrevé  (Ardeche)  addi  S5  ottobre  del  1762,  e  mori  in  Parigi  addi  IO  dello  stesso  mc^ 
del  1834.  Dottore  dell'  antica  fac4)ltà  di  Teologia  di  Parigi ,  addivenne  Guardiano  e  Commissario  gene- 
rale del  Santo  Sepolcro  nella  famiglia  dell'  Ossenanza. 

ib.  172.  Cruz.  —  Relacion  de  mi  mision  y  trabajos  en  el  reino 

de  Mongami  en  Japon  :  por  el  P.  Fr.  Diego  de  la  Cruz. 

Cosi  l'HuERTA  (Estado,  ee.J^  aggiungendo  che  è  segnata  il  13  di  maggio  del  Ì6i5.  Il  Padre  della 
Cruz  era  nativo  di  Palomares:  passò  dalla  Spagna  alle  Filippine  il  1609,  onde  il  1619  si  recò  alle 
Missioni  del  Giappone.  Quando  nel  1634  quell'impero  venne  severissimamente  chiuso  a  tutti  gli  stra- 
nieri, egli  vi  si  nascoso  dentro:  e  dipoi  non  se  ne  seppe  più  nulla,  tranne  alcune  vaghe  notizie  che 
fosse  stato  martirizzato. 


Alla 


jfr.  173.  Cruz.  —  Doctrina  Christiana  en  idioma  Japon:  por  el  P. 

Fr.  Geronimo  de  la  Cruz,  de  la  Provincia  de  S.   Gregorio  de 
Filipinas. 

—  Platicas  doctrinales  en  idioma  Japon. 

—  Troduccion  del  Castellano  al  Japon  del  Flos  Sanctorum. 

Cosi  l'HuBRTA  (Estado,  ec).  Nativo  del  Giappone,  il  P.  Fr.  Geronimo  venne  quivi  battezzato  dai 
Francescani,  che  lo  ammaestrarono  del  castellano  e  del  latino,  e  lo  inviarono  dipoi  alle  Filippine, 
ove  si  rese  sacerdote.  Il  16i8  tornato  al  Giappone ,  abbracciò  1'  istituto  Francescano ,  e  ne  fece  la 
solenne  professione  nelle  mani  del  P.  Fr.  Diego  da  S.  Francesco,  dandosi  tutto  alla  conversione  de'sooi 
C/Onnazionali.  Scoperto  e  catturato,  fu  rinchiuso  nelle  carceri  di  Nangazaqui,  da  dove  poi  lo  traspor- 
tarono ai  bagni  bollenti  di  Ungen,  ìmmergendovelo  per  cinque  continui  giorni.  Ma  non  bastando  quel 
tormento  a  vincere  la  sua  costanza,  rimenatolo  a  Nangazaqui,  quivi  lo  abbruciarono  il  3  settembre  del 
1633.  La  S.  Congregazione  lo  dichiarava  martire  il  SI  aprile  del  1668,  e  il  decreto  veniva  approvato 
dal  Sommo  Pontefice. 

Vuoisi  qui  avvertire,  che  vi  fu  un  altro  Frate  Geronimo  della  Cruz,  distinto  Missionario  in 
America ,  del  quale  fanno  menzione  anche  gli  Editori  delle  Cartas  de  Indias.  Nativo  di  Andalusia, 
venne  inviato  dall'  obbedienza  alla  Nuova  Spagna,  e  propriamente  alla  Custodia  di  Guadalajara,  ove 
imparò  a  perfezione  le  lingue  de' nativi ,  e  n' ottenne  numerose  conversioni.  L'anno  1569  era 
Deflnitore  nel  Convento  di  Tarecuato  della  Provincia  de' santi  Apostoli  Pietro  e  Paolo,  Vescovado  di 
Micboacan  nella  Nuova  Galizia,  e  quivi  mori  in  avanzata  età  il  S2  febbraio  del  sopraddetto  anno  1569. 


D 


174.  Dacia.  —  Declamacion  del  pueblo  bàrbaro  de  los  Indios, 
que  habiendo  recibido  el  bautismo  desean  recibir  los  demas  Sa- 
cramentos ,  por  el  Patre  Fr.  Jacobo  de  Dacia  de  la  Orden  de  San 
Francisco. 

Manoscritto,  che  si  conservò  nella  Biblioteca  di  Tlatelolco  sino  al  principio  di  questo  secolo.  Il 
Padre  Giacomo  fa  nativo  di  Danimarca,  dove  vesti  V  abito  di  San  Francesco  e  fu  Provinciale  del  suo 
Ordine.  Perseguitato  da  un  Vescovo  luterano,  riparò  in  Ispagna,  dove  da  Carlo  Y  ottenne  facoltà  di 
recarsi  Missionario  al  Nuovo  Mondo.  Andò  nel  Messico,  e  vi  evangelizzò  con  gran  frutto,  passando 
dipoi  alla  Custodia  di  Michoacan,  di  cui  fu  fatto  Deflnitore  il  1562.  Quivi  imparò  a  perfezione  la  lingua 
Tarassi  de  la  que  (dicono  gli  Editori  delle  Cartas  de  Ixdias  ec.)  llegò  ser  tan  erudito,  corno  en  la 
LATINA,  GRECA  y  hebrea;  6)1  ella  predUaha  con  gran  celo  a  los  naturales.  Essendo  Guardiano  di  Tare- 
cuato,  fondò  il  popolo  di  Arancaraqua,  e  quivi  in  ufficio  Unì  in  grave  età  i  suoi  giorni.- 

175.  Dalphini.  —  Lettera  di  Frate  Giacomo  Dalpliini  de' Min. 
Oss.  Guardiano  de'  Santi  Luoghi ,  a  Cosimo  e  Lorenzo  de'  Medici. 

È  ncir  Archivio  di  Stato  in  Firenze,  fra  i  carteggi  Medicei.  Ha  la  data  di  Monte  Sion  il  ii  giugno 
1437.  Ringrazia  Cosimo  e  Lorenzo  dei  soccorsi  inviati  a  quelle  missioni;  dice  che  si  trovavano  intricati 
in  guerre  e  infiniti  peccati,  e  fa  menzione d' una  certa  Domenica,  per  molte  virtù  commendabile y  la 
quale  lor  farebbe  testimonio  delle  cose  necessarie  per  V  edificazione  di  que*  Luoghi. 

176.  Damonte.  —  Viaggio  in  Siria  e  Palestina  nel  1861  del 
Padre  Perpetuo  Damonte  Minore  Osservante,  Professore  di  lin- 
gua italiana  nel  Collegio-Convitto  di  ferra  Santa  in  Aleppo. 

Fu  pubblicato  in  8,  nei  numeri  dell'anno  111  e  IV  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescani 
(Roma  1863-1864.) 

177.  Dannoot.  —  Abregé  des  fruits  acquis  par  1'  Ordre  des 
Freres  Mineurs  ès  quattres  parties  de  l'univers,  par  le  Pere 
Dannoot.  Bruxelles,  1652, 

Un  volume  in  12,  figurato. 


136  DAVALOS  -  DAZA 


Ut.  178.  Davalos.  —  Serinones  de  Quaresma  y  Festividades ,  ea 

^""^  idioma  Kiché  :  por  el  Padre  Fr.  Luis  Davalos ,  Franciscano. 

Cosi  lo  Sqdier  (Monogr.  of  Auth.). 

stamp.  179.  Daza.  —  Quarta  parte  de  la  Coronica  general  de  nuestro 
Serafico  Padre  S.  Francisco  y  su  Apostolica  Orden  ec.  por  el 
Padre  Fr.  Antonio  Daza,  Difinidor  do  la  Provincia  de  la  Conce- 
pcion  y  Coronista  General  do  la  Orden  del  Serafico  Padre  San 
Francisco. 

Libro  rarissimo,  od  insiomo  interessantissimo  per  la  storia  delle  Missioni  Francescano,  die 
possiam  dire  continuazione  della  classica  opera  di  Frale  Marco  da  Lisbona.  Antonio  Nicolas  (  BiMM. 
Hisp.)  dice  che  fu  stampalo  Pinciac,apud  Joan.  Godinez,  1611.  in  foìium.  A  me  non  ò  riuscito  trovarlo  in 
alcuna  Biblioteca  d'Italia,  di  Francia,  di  Spagna,  di  Portogallo.  Quando  per  caso  invitato  ad  esaminare 
alcuni  vecchi  libri  in  un  hionaslero  di  \cnerabili  Clarisse  vicino  ad  estinguersi,  là  lo  rinvenni,  e 
generatamente  me  ne  \enne  fatto  duno.  Come  dice  il  Nicolas,  ò  veramente  in  foglio  :  ma  il  mio  esem- 
plare manca  del  frontispizio,  e  non  ho  potuti»  >  erillcare  il  luogo  dove  fu  impresso.  Sono  314  pagine,  e  poi 
altre  304,  che  ù  il  libro  IV,  che  comincia  con  una  nuova  numerazione.  Perchè  il  lettore  n'acquisti 
un'idea,  daremo  qui  il  breve  Prologo  dell'Autore,  e  i  titoli  dei  Libri  in  cui  T opera  è  divisa. 

«  Las  vidas  de  novecientos  y  «{uarenta  y  tres  Santos,  quo  en  estos  ultimos  tiempos  ha  produ- 
cido  la  Regular  Obser>'ancia  de  nuestro  Padre  San  Francisco,  son  los  quc  a  honnt  y  gloria  de  DIos 
manifesta  està  historia,  do  los  quales  sctecienlos  y  quarenta  y  dos,  oponiendose  a  la  furia  infemal  de 
los  hereges,  y  otros  inileles,  derramaron  su  sangrc  por  la  confcssion  de  la  Fé.  Salen  tambien  en  ella 
las  que  ^an  descubierto  y  convertidos  a  la  Fé  catholica  los  nucvos  mundos  tan  dichosamente,  y  los 
principales  hechos  de  las  mas  ilustres  personas  de  la  Orden.  Quince  Generalcs  que  en  osto  iiempo 
gobemaron,  un  Sumo  Ponti  lìce,  Heligioso  della,  ooho  Cardinales,  inflnitos  Arzobispos  y  Obìspos. 
grande  numero  do  confcssores,  de  reyes,  reynas,  y  emperalrizes,  muchos  Inquisidores  centra  It 
heretica  pravedad,  y  mui  eminentes  dotorcs,  que  con  sus  admirables  escriptos  lian  ilustrado  mucho 
la  igìesia  santa  de  Dios.  1  esto  sin  ruido,  ni  ostentacion  de  palabras  ...  Pongo  en  l.is  margenes  los 
autores,  los  processos,  y  las  informaciones  de  que  me  he  valido . . .  Sigo  muchos  memoriales  de  mano, 
sacados  de  fldelissimos  archivos,  relaciones  autenticas,  liechas  por  autoridad  de  justicia  ante  nniaric»s 
publicos,  y  escrivanos  reales:  muchos  processos  autenticos  i  sellados  con  sellos  publicos,  pon]UC 
c^mo  algunos  son  de  tierras  tan  remotas  y  estraiias,  base  pretendido  ([ue  todos  vengan  bien 
autorizados  y  sean  muy  sin  sospccha:  entrc  los  quales  se  hallaran  algunos  con  cientos,  duciontos, 
trecientos,  y  algunos  mas  de  mil  testigos  jurados,  y  e\aniinados  en  diversos  tribunales,  i>ur  dife- 
rentes  Obìspos  y  Arzobispos,  en  forma  quc  hazen  fé  en  qualiiuicr  tribunal  y  juyzio  con tradi torlo. 
Tambien  me  valgo  de  hislorias  lldc  diguas  de  otros  reynos,  y  roligiones,  de  las  quales  he  sucado  lo 
que  della  hallo  con  mucha  verdad  escrito  :  y  de  papeles,  relaciones,  y  processos  de  di>ersas  naciones, 
de  que  dan  buen  testimonio  los  muchos  que  se  hallaran  en  mi  poder  escritos  en  varias  lenguas, 
Latina,  Italiana,  Portuguesa,  Catalana,  Japona,  y  Castellana.  El  trabajo  (jne  ha  costado  recoger  y 
ordenar  tantos  papeles,  y  i>onerlos  «listilo  (  que  ha  sido  immenso  y  lieno  de  inflnitas  diflcultades  ) 
quedara  mui  bien  premiado,  si  mi  Padre  S.  Francisco  re4*il>e  este  pequefio  servicio,  que  le  ofrece  lo  mas 
indigno  hijo  de  su  Orden  ...  ».  Or  ecco  i  titoli  de'  Libri  in  cui  l'opera  è  divisa. 

Libro  prirnero  de  la  qìuirta  parte  de  la  Coronica  general  que  contiene  seys  aiioi  del  tiempo  de 
tres Ministros  Generales  :  en  que xe  irata  de  la  nucstra  mudanfa  que  huvo  en  ella,  trocandose  $u 
$uperioridad  y  govienio:  la  eonversion  de  la  India  Orientaly  milagros,  martyrio»,  vidas  de  santos 
ReligiosoSt  y  otros  varios  acaeeimientos  deste  tiempo.  —  Libro  seguiulo  ec.  que  contiene  seys  anos  del 
tiempo  de  un  Ministro  General  de  la  Orden  :  la  eonversion  de  las  Indias  Ocidentales  a  la  ianta 
Fé  cathoUea:  los  tnartyrios  de  ochenta  y  cinco  Religiosos,  martirizados  por  la  exaltadon  de  la  Fé 
en  diversas  partes  de  estas  Indias  :  con  mucìias  vidas  de  Santos ,  milagros  y  varios  acaeeimientos 
deste  tiempo.  —  Libro  tercero  ecy  que  contiene  cincuenta  niios  del  tiempo  de  ocho  Minittros  Geìierales: 


DE  GLORIOSO  -  DE  GUBERNATIS  1 37 


ta  apostasia  de  Iiiglaierra,  y  la  persecacio.i  general  que  la  Ordea  padccUì  en  aquel  reyno,  y  otras 
ìaries  :  eu  tot  qucUei  los  ìiereges  y  enemigos  de  la  Fé  haii  queìnado  y  destruydo  mas  de  seyscientos 
onvenioit  y  marUrizado  quinienlos  y  sesenta  y  nueve  Religiosos,  con  otras  muy  nolables  vidas  de 
antos,  mUagros  y  varios  acaedmientos  deste  tiempo.  — Libro  quarto  ee.  que  contiene  veynte  y  seys 
^inistros  Generales  de  la  Orden  :  las  vidas  de  algunos  santos  Religiosos,  Martyres  y  Confessores, 
tn  Tntuhos  milagros,  y  varios  acaecimentos  deste  tiempo,  oc. 

Bastano  questi  cenni  per  giudicare  dell'  importanza  deli'  opera  del  Daza;  tanto  più  preziosa 
qua.nto  che  l' incontrarne  un  qualche  esemplare  torna  presso  che  impossì1)iIe. 

480.  De  glorioso  nomine  Fratrum  Minorum  in  Cataluniae 
Tincipatu. 

t^ono  8  fogli,  contenenti  28  brevi  biografìe  di  Padri  che  si  segnalarono  nella  Provincia  Osser- 
tnte  ili  Catalogna,  specialmente  nell'opera  delle  Missioni.  Pare  scrittura  dol  principio  di  questo 
'Colo.  L'ebbi  in  dono  dal  Padre  Buldù  in  Barcellona. 

481.  De  Gubernatis.  —  Orbis  Soraphicus.  Historia  de  tribus 
^rdinibus  a  Serapliico  Patriarclia  S.  Francisco  institutis,  deque 
orxxm  progressibus  et  honoribus  per  quatuor  mundi  partes ,  sci- 
Lcet  Europam,  Asiam,  Africani,  et  Americam,  in  obsequium 
esxx  Christi  et  Ecclesiae  Romanae,  atque  in  fidei  catholicae 
l^^fonsionem  et  dilatationem  reportatis  :  per  Fr.  Dominicum  De 
«■ixtiernatis  a  Sospitello,  Ordinis  Minorum  de  Strictiori  Observan- 
^^-,  ex  Reformata  Provincia  Di^a  Thomae  Apostoli,  totius  Ordinis 
'Ixrcnologum ,  descripta. 

t)i  quest'  opera  immensa,  che  aveva  concepita  il  De  Gubernatis,  non  uscirono  che  5  volumi  in 

^^^>-   Il  primo  tratta  :  De  institutione  Ordinis  Minorum  :  de  fine  ad  quem  institutus  fuit  Ordo 

*<^»"it»i;  de  Ordine  fratrum  Minorum  quoad  eius  materiale;  e  de  essentiali  formalitate  Ordinis  Mi- 

'**»»i;  Romae,  Typis  Stephani  Caballi,  MDCLXXXI.  ConUi  i8  carte  preliminari ,  met/i  numerale,  e 

-^     mo,  e   723  pagine.  Il  secondo   tratta   del  primo,  del  secondo  e  del  lerz'  Ordine   in  parti- 

***<  ,  w.;  Lugduni,  apud  Anissonios,  Joannem  Posuel  et  Clandium  Rigaud,  MDCLXXXV.  Conta  10 

^     preliminari,  e  9iO  pagine;  ed  inoltre  portii  aggiunta:  Antiquioritas  Franciscana  ad  lUfrum 

**"*«ic   veritatis  examinala  eie.  opusculum  Emo  ac  Rmo  Principi  Alderano  S.  R.  E.   Cjirdinali 

*  «/<r.  dieatum  a  P.  Fr.  Fortunato  a  Sospitello;  Lugduni  ec.  Di  pag.  106.  Il  terzo,  statum  poli- 

»*    Ordinis  complectens;  Roìnae,  apwl  Nieolaum  Angclum   Tinessium   impressorem  Cameralem, 

-   Conta  8  carte  preliminari  non  numerate  e  703  pagine.   Il  quarto,  seguitando  1'  argomento 

^»€  ec.  1685).  Conta  427  pagine;  e  ha  un  Imlex  rerum  notaffUium  di  altre  117.  11  quinto.  De  Mis- 

t^us  inter  infideles,  tomus  primus,  ec.  Romae ,  typis  /<j||yi»«  Jctcobi  Komarek  Rohemi  apud 

ium  Custodem,  1689.  Conta  9  carte  preliminari  senza  numerazione  e  703  pagine.  Questo  tomo  è 

Ci  importante  raccolta  generale  di  documenti  che  abbiamo  per  la  storia  delle  nostre  antiche 

oni.  Ma  la  morte  impedì  all'Autore  di  Unire  il  classico  lavoro. 

•  Habent  singuli  (  diceva  il  zelante  Padre  in  un  indirizzo  ai  suoi  confratelli  )  suos  annales , 

-hronica,  in  (juibus  ex  maiorum  exemplis  posterorum  commendabilem  zelum  accendant  :  sunt 

i  qui  accuratiori  per  lileras  annuas  sua  prò  Christo  insignia  facta  cliaracteribus  aeternis  posteri- 

ommendont,  uiide  uni  versus  orbis  in  eorum  gloriis  misericordiam  Dei  alle  commendet.  Hoc 

»  in  nostro  Minorum  Ordine,  continuis,  nusquam  tamen  sufficientibus  lacrymis  cx)gimur  deplorare... 

'li   Minoritate,  ut  taciti,  sic  oliosi  esse  videantur;  quodquc  Seraphicus  Ordo,  qui  a  primo 

iae  suae  primordio,  hac  in  excellentissima  gloria  nulli  alteri  secundus ....  ad  haec  usque  tempora 

Ines  barbaras  mundi  naliones,  a  solis  orta  usque  ad  occasam,  Evangdiam  Christi  et  praedica- 


138  DELGADO  -  DE   MISSIONIBUS 


lionis  efficacia  et  exemplo  vitae  praedicationi  conformis,  deportare  non  cessavit,  et  continuo  tot  i 
lium  marlyrum  conflrmare  non  cessat  Ce  lo  steuo  potiiamo  dir  oggi)  ;  adeo  iam  vilis  existat,  ni 
minuR  iniuri08i,  ut  saeculares  ab  eius  arcerent  affectn,  eum  inutilem,  in  olio  et  ignavia  despicaU 

imhlicare  non  erubueriutl 0  venerandi  Patresl . . .  > . 

È  difficilissimo  incontrare  tutti  e  cinque  i  volumi  uniti  :  nelle  Biblioteche  nostre  di  Italia 
mi  vennero  mai  veduti. 

«».  182.  Delgado.  —  Informe  que  hizo  el  Padre  Fr.  Carlos  Delga 

'"'^  a  N.  Reverendo  Padre  Ximeno  sobre  las  execrables  hostilìdac 
y  tiranias  de  los  Gubernadores  y  Alcaldes  mayores  centra 
Indios  en  consternacion  de  le  Custodia   do  Nuevo  Mexico.  A 
de  1750. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

*"  183.  De  MISSIONIBUS  Apostolicis  Fratrum  Minorum  ad  infic 

les  a  Sacra  Conj2npegatione  de  Propaganda  Fide  dependentibu 

Questo  Manoscritto  in  foglio,  non  numerato,  diciannov' anni  fa  rinvenuto  a  caso  tra  vec 
carte  racquistatc,  tutto  manomesso  e  disciolto,  mi  fu  dato  ad  esaminare  percliò  vedessi  di 
trattava,  e  mi  avvidi  che  era  la  continuazione  della  classica  opera  del  Padre  Db  GuBEmUTit. 
Mitsióinibut  ec.  1/  ordinai  e  lo  feci  accuratamente  legare  come  un  prezioso  tesoro.  Non  pori 
nome  dell' Autore:  ma  dev'essere  stato  un  Padre  della  stessa  Provincia  del  De  Gul)ematis,  ci 
l'Osservante  Iti  formala  Provincia  di  Torino.  È  lavoro  di  i)olso,  ed  interessantissimo;  ma  non  o 
pleto,  mancandovi  la  storia  di  tutte  le  nostri^  Missioni  dal  1300  al  1600,  che  furono  sopra  n 
grandi  e  gloriose:  e  dal  16i0  al  1720,  che  ù  il  periodo  trattato  dall'Autore,  egli  si  ristringe  a' 
Missionari  d'Italia.  L'anno  1862,  io  ed  il  Padre  Antonio  Maria  da  Rignano,  di  presente  VcscoTt 
Marsico  e  Potenza  in  Basilicata  ,  tentammo  di  pubblicarlo  con  una  ristampa  del  volume 
De  Gubernatis  ;  si  fece  un  Manifesto  Ialino,  che  venne  largamente  divulgato  per  mezio  e 
stampa  periodica,  e  s|)ecialmente  dalla  Civiltà  Cattouca:  ma,  per  le  vicende  de'  tempi,  non  s'  ( 
nessuna  accoglienza.  Metterò  qui  i  titoli  de' libri  in  cui  il  Manoscritto!^  diviso,  e  da  essi  i  Let 
potranno  giudicare  della  importanza  del  lavoro. 

LiBER  I.  De  attinenlUnis  cui  MiitSMneit  Franciscaiuis  in  communi.  Ove  si  Irattadella  instituz. 
della  Sacra  Congregazione  di  Propaganda,  e  dei  Collegi  di  controversie  e  «li  lingue  nell'Ordine  Mi 
ritiro  per  l'opera  d«»Ile  Missioni. 

LiDKH  II.  Ih'  Miifioiiibu*  AposlolicU  Fratrum  Obs.  Reformatorum  od  valles  Luumae  1» 
demontio. 

LiBER  III.  De  Mifsitmibua  ApottuUcis  Fratrum  Minorum  tam  Ohiervantium  quam  Obi,  Bt 
matorum  ad  Aegyptum  et  ad  Aethiopiam. 

LiBER  IV.  De  MUtsionibux  Apottolici*  in  Alhaniam,  Macedoniam  et  Serviam. 

LiBER  V.  De  Mitsionibus  Apostolici*  in  Cipntm,  Pamphiliam  et  Caramaniam. 

LiBER  VI.  De  Missionibux  Apostolicis  in  Barbariam,  ad  Algerii,  Tuneti  et  TripolU  regna. 

LiBER  VII.  De  Missionibus  .ipostolicis  in  regno  Marochiano,  Fessano,  Sale,  etc. 

LiBER  Vili.  De  novissimis  Apostolicis  Missionibus  ad  regna  Fesseni.  Bomò,  et  GerolfeinÀ 
ra,  et  nuper  ad  Laodiceam,  Insulam  Rhodi,  Moream  et  Moseoviam. 

LiBEH  IX.  De  aliis  Missionibus  Apostolicis  Fratrum  Minorum. 

E  sono  queste  altre  Missioni:  1.  De  Missionittus  Regularis  Observantiae ,  et  StrieiiùrU,  » 
Tertii  Ordinis,  ad  Galloligures ,  Occitanos ,  ad  Montes  Sabaeneos,  et  alias  Galliorum  prwimdM 
missive.  2.  De  Missionibus  eorumdem  in  Angliam^  Scotiam  et  Hibemiam  remissive,  3.  De  Iff 
niXmt  eorumdeni  in  Hollandiam  et  reliqucu  provincias  unitas  remissive.  4.  De  MiuionSInu  mm 
dem  in  Palatinatum ,  Saxoniam  et  per  alias  Aquilonis  regione*  remisiive.  5.  De  MMatUbuM  m^i 


DEN   WYNGAERT  -  DEOS  139 


V- 


dem  in  Auttrianij  Bohetnianiy  Moraviam,  SUesiaiiiy  Carinthiam,  Stiriam,  Poloniam,  Rìissiam,  et 
Lithuaniam  remUsive.  6.  De  Mistionibuf  eommdeiìì  in  Hungariam  et  TransUvaniam  remittive,  7.  De 
Missionibut  Regìdaris  Observanti(ie  in  Albaniam,  Bosinam,  Bulgariam,  Croatiam^  Dalmatiam, 
Moldaviam,  Serviam  et  Yalaehiam  remissive.  8.  De  Missionibtu  Observantiae,  RecoUectorutn  et  Ter- 
tu  Ordinis  ad  Canadam,  seu  Novam  Franciam.  9.  De  MissUmibus  Regularis  Observantiae  et  Discal- 
eeatorum,  oc  Tertii  Ordinis  ad  regna  Synarum ,  Siami ,  Cocincinae,  et  Tunchini  remissive.  10.  De 
novissimis  Missionibus Regularis  Observantiae  ad  Indias  remissive,  ii.  De  Missionibus  Patrum  Con- 
venttMlium  remissive.  12.  De  Missionibus  Patrum  Capucinorum  remissive. 

184.  Den  Wyngaert  van  sinte  Franciscus  voi  schoonre  historien 
legenden  ende  duechdelycke  leeringhen  alien  menschen  seer 
profytelyck. 

Questa  Vigna  di  san  Francesco,  piena  di  belle  storie  e  leggende  e  dottrine  che  muovono  alle 
virtù,  e  che  tornano  a  tutti  profittevoli,  è  un  rarissimo  libro  stampato  in  Anversa  nell'interno 
della  Porta  de'  Petlinari  nella  casa  di  Delfi ,  presso  Enrico  Ckert  van  Ifomberck ,  V  anno  del  Si- 
gnore 1518.  sono  3  carte  preliminari  non  numerate,  e  CCCCXVllI,  con  6  altre  di  Tavola  in  flnc.  Fra 
l'altre  cose,  vi  si  parla  de' viaggi  di  San  Francesco  in  Oriente,  e  delle  prime  missioni  de' suoi  llgli 
in  quelle  contrade.  N^  è  un  esemplare  nella  Riblioteca  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio.    ^ 

185.  Deos.  —  Vergei  de  plantas  e  flores  da  Provincia  da 
Madre  de  Deos,  dos  Capuchos  Reformados,  composto  pello  M.  R. 
P.  M.  Fr.  Jacinto  de  Deos,  Lente  de  Theologia,  primeiro  Pa- 
dre da  mesma  Provincia,  Ex-Comissario  Geral  e  Deputado  do 
Santo  Officio  da  Inquisigao  de  Goa  na  India  Orientai.  Offerecido 
e  dedicado  ao  Exmo  Senhor  D.  Fr.  Diego  Hernandez  de  Angulo  y 
Sandoval,  Comissario  Geral,  que  Ibi  de  teda  a  familia  de  N.  P.  S. 
Francisco,  Arcebispo  de  Sardenlia,  Govemador  e  Viz-Rey  no  espiri- 
tnal  e  temperai  na  quelle  Reyno,  e  hoje  do  Concellio  da  Mage- 
stade  Catholica,  Bispo  de  Avila,  Embayxador  Extraordinario 
nestes  Reynos  de  Portugal:  pello  P.  Fr.  Amazo  de  Santo  Anto- 
nio ,  Ministro  Provincial ,  e  primeiro  Padre  da  Provincia  da  Ma- 
dre de  Deos  de  Goa.  Lisboa:  na  officina  de  Miguel  Deslandes, 
impressor  de  su  Magestade.  Com  todas  as  licen^as  necessatias. 
Anno  1690. 

Un  volume  in  foglio,  di  479  pagine.  Ove  è  specialmente  da  notare  un  Trattato  storico  de- 
scrittivo DELLA  Cina,  Intromesso  fra  la  pagina  149  e  S64.  Tutto  il  libro  poi  è  ricco  di  notizie  e  do- 
cumenti interessantissimi  delle  nostre  Missioni  nell'Indie  Portoghesi,  In  Cina,  in  Conclncina  enei 
Tonchino:  libro  molto  raro  e  ricercatissimo,  di  cui  incontrai  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazio- 
nale di  Lisbona,  e  un  altro  ne  rinvenni  dopo  molte  ricerche  al  prezzo  di  40  franchi;  mancante  però 
del  frontispizio  e  delle  prime  il  pagine,  che  vi  furono  aggiunte  a  mano.  Del  Trattato  della  Cina 
sono  questi  i  capitoli. 

I.  Diierifam  do  imperio  da  CMna.  —  2.  Da  grandeza  do  reyno  da  China. —  3,  Da  antiguidade 
do  reyno  da  China,  —  4.  Da$  letras  e  lingua  da  China.  —  5.  Do  engenho  e  habilitade  desta  nofào. 
—  6.  Da  grandepoUeia  deete  imperio.  —  7.  Dosedifieios  e  òbrasjmbUeoi  deste  imperio.  —  8.  Da  grande 


440 


DEOS 


industria  desta  nofào.  ^9.  Da  navegofào.  — 10.  Da  grande  abundaneia  deste  ia^eria. 
noifresa  deste  imperio.  —  i±.  Do  admiravel  governo  desta  nofào.  —  13.  Do  grande  k 
China. 

Deir  opera  poi  metto  qui  V  Index  dos  eapUuios  e  artigos^  che  danno  an'  idea  di 
furono  le  Missioni  Francescane  nellMndia  Orientale;  storia  Insin  qui  poco  tra  noi  cono« 

CAPITOLO  1. 

Como,  et  quando  entràram  os  Fradcs  Menores  em  a  India. 


Artigo  I.  Dos  prineipios  da  Provincia^ 

li.  Da  Vida  do  Arcebispo  Dom  Gaspar. 

III.  Da  solemnidade  eom  que  forào  os  Religiosos  para  o  Convento  da  Madre  de 

lY.  De  Fr.  André  de  Santa  Maria,  Bispo  de  Cochim. 

V.  De  hum  homem  que  viveo  quatrocentos  annos. 

VI.  De  hum  niUagre  de  N.  P.  S.  Frandseo  nas  prayas  de  Caulào. 

VII.  Da  Vida  de  Prey  Fedro  da  Magdalena. 
VIIL  De  Fr.  Luis  de  Nossa  Senhora. 

IX.  Vida  de  Fr.  Diogo  dos  Anjos.  * 

X.  Da  Vida  de  Fr.  Antonio  de  Monfào. 

XI.  De  Fr.  Luis  de  Santo  André. 

XII.  De  Fr.  Francisco  das  Chagas. 

XIII.  De  sua  orofam,  et  contemplofam. 

XIV.  De  sua  grande,  et  admiravel  pobreza. 

XV.  De  sua  santa  morte. 


CAPITOLO  II. 


Da  erecc^o  do  Convento  da  Madre  de  Deos  em  Custodia. 


Artigo  I.  Da  funda^am  do  Convento  em  DamUo. 

II.  Da  voectfam  de  Fr.  Fedro  de  Santo  Antonio. 
Ili.  De  Fr.  Antonio  dos  Reys, 

IV.  De  Fr.  Ambrosio  da  Madre  de  Deos. 

V.  Da  fundafam  do  Convento  de  Santo  Antonio  em  Tana. 

VI.  Do  nascimento  do  Convento  da  Madre  de  Deos  em  Chaul. 

VII.  Da  criafam  do  Convento  de  S.  JoHo  em  Cochim. 
Vili.  Fundapam  do  Convento  de  S.  Senhora  dos  Anjox  de  Diu. 

IX.  De  Fr.  Francisco  de  Santo  Agostinho. 

X.  Renunciofam  do  Convento  de  Santo  Antonio  de  Meliapor. 
XL  Do  Convento  de  \.  Senhora  do  Cabo. 
XII.  Do  Convento  de  N.  Senhora  do  PUar. 


CAPITOLO  111. 


I>a  criagam  destas  rasas  cni  Custmii:!. 


Artigo  I.  De  Fr.  Francisco  da  Satividade. 
IL  De  Fr.  Fedro  de  Santo  André. 

III.  De  Fr.  Luis  da  Concei^m. 

IV.  Dos  trahathos  que  padeceo. 
\\  De  sua  grande  mansidùo. 
VI.  De  sua  morte,  et  sepuUura, 
VIL  De  Fr.  Gregorio. 
Vili.  De  Fr.  Frandseo  BautUta  Sacerdote. 


DEOS  44-1 

CAPITOLO  IV. 
Como  08  nossos  Religìosos  entràrao  em  o  Imperio  da  China. 

Àriigo  I.  Mostrase  a  prìoridade  dos  Pradet  Menores. 

II.  Fundofam  do  Convento  de  Macao, 

III.  De  Fr.  Fedro  de  Alfaro. 
\\.  Cresce  a  perseguicào  contra  Frey  Jodo  Bautisia  de  Pezaro. 

V.  Do  Convento  das  Freyras  de  Macao. 

VI.  Da  morte  da  Madre  Soror  Joanna  da  Conceifdo. 

VII.  Da  Madre  Abbadessa  Soror  Leonor  de  S.  Francisco. 
Vili.  Da  Madre  Soror  BeatrU  de  Santa  Maria,  et  Maria  da  Madre  de  Deos  sua  flUia. 

IX.  Como  do  Convento  de  Macao  entrarlo  em  o  Reyno  da  China, 

X.  Como  Fr,  Joao  Bautista  fundou  o' Convento  de  Malaca. 

CAPITOLO  V. 

Criaro  Custodia  de  Malaca. 

Arligo  I.  Partese  o  CustodU)  Fr.  Diogo  da  Conceif^o  de  Portugal  para  Mataca. 

II.  De  quem  foy  o  Bey  Pretto  de  Siào. 

III.  Dos  trabalhos  de  Fr.  André  do  Espirito  Santo  de  MaUKa  para  SiHo. 

IV.  Do  que  the  suc^edeo  no  caminho  de  terra. 

V.  Das  honras  et  favores  que  Ihe  fez  Et  Bey  Pretto. 

VI.  Que  forUo  mayores  os  favores,  que  suas  tyranniojs. 

VII.  Que  prosegue  a  mesma  materia,  et  irata  do  Convento  de  Siào, 
Vili.  Do  motivo  que  teve  El  Bey  da  Siao  para  pedir  os  Frades. 

CAPITOLO  VI. 

Dàsc  conta  da  nossa  assistcncia  cm  Camboia. 

.irtigo  \.  Chama  El  Bey  de  Camboia  et  pede  Frades  para  seu  Bey  no. 
IL  Como  do  Convento  de  Malaca  forilo  a  Jaoa. 

III.  Do  Convento  de  Malaca  forào  a  Maluco,  et  Champa,  ec. 

IV.  Da  conversilo  que  fizeram  na  Ilha  de  Macassn. 

V.  BazUo  por  que  deixaram  os  nossos  estas  missocns.  ' 
Vl.^f;  Fr.  Luis  da  Cruz,  et  sua  conversilo. 
VII.  Dos  seus  santos  exeràcios. 
Vili.  Dos  milagres  que  fez  em  sua  Vida, 

IX.  De  sua  gloriosa  morte. 

X.  De  alguns  milagres  que  fez  depois  de  sua  morte. 

XI.  Que  refere  ontros  milagres. 

XII.  Da  satisfa^m  que  deu  aos  desejos  de  huma  mulher. 

XIII.  De  outros  milagres  seus. 

XIV.  De  outros  milagres  seus. 

XV.  De  hum  nUlagre  que  pRZ  de  parar  o  Sol. 

XVI.  De  Frey  Antonio  de  JESUS,  que  foy  Inquisidor  Apostolico. 

CAPITOLO  VII. 

Da  crìacam  da  nossa  Custodia  em  Provincia. 

Artigo  1.  Como  se  eregio  de  Custodia  em  Provincia. 

II.  Manda  o  Provindal  Fr.  Antonio  dos  Anjos  Procurador  a  sua  Santidade. 

•  ni.  Desfaz  o  Comissario  Pr.  Luis  da  Cruz  a  Provincia. 

•  IV.  Das  perturba^oens  que  padeeeo  a  Provincia  na  defènsno  de  sua  justifo. 


14-2 


DESCUIPCAO  -  DKSCRIPTIO 


V.  Restituese  a  Provincia. 

VI.  Nascem  novas  perturbaifoens,  por  se  entender  mal  huma  provisUo  do  CoUedor. 

VII.  De  outros  tormento»  qtte  padeeeo  a  Provincia. 
Vili.  Prosegue  Fr.  leandro  Carmelita  sua  perturbafilo. 

IX.  Quem  foy  o  Proeurador  Fr.  Antonio  de  Santiago. 

X.  Incautamente  faz  o  Provindal  Proeurador  a  Fr.  Manoel  BautiHa. 

XI.  Os  Guardiaens  morem  novas  duvidas. 

XII.  Vida  de  Frey  Antonio  dos  Anjos,  primeiro  Provindal. 

XIII.  De  sua  paciencia. 

XIV.  Vio  a  Christo  S.  iV.  atado  a  columna. 

XV.  Carta  para  seu  irmao. 

XVI.  Da  eontinua^m  de  seìis  trabalhos  et  morte. 

XVII.  De  Fr.  Fedro  da  Madre  de  Deos. 


.v«. 


CAPITOLO  Vili. 
De  varios  rcquerimentos  de  muitaji  cidadcs,  que  pediSo  nossos  Religiosos. 

Artigo.  I.  Fundase  Casa  em  Mofambique,  terra  de  Africa. 

II.  Fundafam  do  Convento  de  Columòo. 

III.  De  Fr.  Jotto  Peccador. 

IV.  De  Fr.  Domingos  dos  Sanios,  Leigo. 

V.  De  Fr.  JoUo  da  Assumpfdm,  alias  de  Ataide. 

VI.  Da  Vida  et  morte  de  Agostinho  de  S.  Senhora  do  Filar,  de  nafùo  Cafre. 

VII.  Do  Irmao  Fr.  Francisco  Bautista,  HortelOo  da  Madre  de  Deos. 
Vili.  De  Francisco  Mourato,  Tereeiro  professo. 

IX.  Martyrio  de  Fr.  Manoel  do  Desterro,  et  Fr.  Francisco  da  Conceifam. 

X.  Da  assisleìicia  dos  nossos  Religiosos  no  Reyno  do  Achem. 

186.  Descripcao  breve  da  origem  e  fundafao  da  Pro  vinci 
de  Santo  Maria  de  Arrabida  em  Portugal.  Com  dous  memoriale^ 
hum  de  todos  os  Religiosos  que  nella  sào  mortos ,  outro  dos  bene 
feitores  qne  con  notavil  charitade  a  aiudaram  a  sustentar. 


Manoscritto  in  4,  di  93  carte ,  nella  Biblioteca  Nazionale  di   Lislwna.   Tra  l'allre   cose,  co- 
tiene  320  brevi  ma  care  biografie  di  tìgli  della  Provincia,   che  con  la  loro  virtù  onorarono  asjss- 
r Ordine  n  la  propria  nazione:  molti  di  essi.  Missionari  di  distinto  merito,  nell'Indie,  in  Africa 
in  altre  parti  della  terra.  Giunge  sino  verso  il  1640. 

187.  Descriptio  Provinciae  Hungaricae  S,  Mariae  Virginfi 
ab  an.  1240  ad  an.  1658. 


Manoscritto  di  53  carte  in  4,  nell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Sant'Anna  di  Monaco.  Percf 
1  lettori  veggano  in  qual  modo  i  Francescani  evangelizzassero  sempre  con  grande  zelo  e  success 
fra  gli  Eretici,  specialmente  della  parte  del  Nord  d' Europa,  ne  riferiamo  qui  il  .seguente  paragra' 

•  — De  Haereticis  perFratrcs  huius  Provinciae  conversis. —  Numerum  haereticorum  ad  fldemcatl^ 
licam  opera  Fratrum  huius  Provinciae  conversorum,  nobis  assignare  quasi  impossibile  videlur;  ti* 
(fuia  .similia  numquam  postulata  fucre,  atcpie  ideo  Patres  talia  notare  non  curarunt  ;  tum  quia 
senioribus  Patribus  quamplurìmis  ex  hoc  mundo  sublatis,  nobis  nihil  aerti  relictum,  unde  talia 
certo  numero  sciri  potuissent.  Dubium  tamen  nulli  debet  esse  multa  millia  animarum  ad  fi<^ 
Christi  reducta  fui.sse  per  Fratres  nostras.  Quod  vel  e.xinde  palet;  nam  cum  paucos  ante  annos,  ^ 
ferme  Hungaria,  haeretica,  tam  Ariana,  quam  Lutherana  ac  Calvinistica  penersa  doctrina  imb-"* 
l>enc  totaliter  ex  bisce  partibus  veram  fldem  eliminasset,  paucissimiquc  catholici  extitisscnt,     i 


DIALOGHI  143 


autcìu  per  ìh'ì  gratiam  inaiori  e\  parlo  res  o  contrario  se  habet  :  nam  ralholica  fldes  praedomì natii r, 

ac    tioeresis  de  die  in  diem  magis  ac  magis  labefactatur  :  quod  post  Dcum  nomini  adscribendum« 

qaafD  Religionis  nostrac  et  Provinciae  huius  Fratrum  ìndustriis  ac  laboribus;  utpoto  cum  omnes 

alìAe  Religiones  in  Hungaria  ante  plurimos  annos  defecissent,  saecularesque  saccrdoles  sat  pauci 

ha.l>erentur.  Quare  Franciscanae  familiae  incumbebat  fldcm  catholicam  per  plurima  annorum  spatia 

ronscTvare,  animasque  Ghristo  lucrifacere^  usque  dnm  RR.  PI\  Societatis  Jesu  in  hoc  Regnum  recepti 

faìss^nt,  quorum  etiam  labore  multos  Hungarorum  fldem  catholicam  amplc\os  esse  negandum  non 

est.  Brcviter  itaque  sciendum,  vix  aliquani  praelerire  seplimanam,  quod  nostri  Pa'res,  vcl  in  uno  vcl 

in  alio  convcntu,  aliquot  animas  Christo  non  Incrarentur:  determinate  tamen  sciri  non  potest  numcrus 

"onnitiED  conversorum,  quia,  ut  dictum  est,  talia  ad  haec  usque  tempora  numquam  notata  furrc. 

Ab   ultimo  autem  Capituio  Generali,  hoc  est  ab  anno  1651  quos  notare  potuimus  ad  1637,  eoruni 

<^tAlo^um  in  calce  libri  huius  adiiciemus.  •  E  ne  sono  segnati,  col  loro  nome,  cognome,  e  luogo  don* 

■^i  verificò  la  loro  conversione,  376:  d'altri  1359  restò  ignoto  il  nome. 

188.  Dialoghi  avuti  coi  Negri  della  tribù  dei  Kic  nella  staziono 

rfi  Santa  Croce  della  Missione  Francescana  dell'  Africa  Centrale ,  il 
1861. 

Ouesti  Dialoghi,  tenuti  da' Missionari i  Francescani  nella  loro  staziono  di  Santa  Croce  deir.VITrica 
<'<^'ntr:a.l4>^  vennero  pubblicati  nel  numero  1  dell' anno  li   della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 


^^*t«-^ 


''^^•^ia.  1861.)  Crediamo  far  cosa  utile  e  gradita  a' lettori,  riproducendone  qui  uno,  da  cui  sì  vedr 
'lUitlc?  idea  abbiano  quelle  tribù,  di  Dio,  della  ereazione  e  di  una  vita  futura.  I  dotti  intendono 
^   ""^l^atione  che  hanno  questi  studii  con  le  supreme  ragioni  della  storia. 

DIALOGO  111. 

DeWidea  che  hanno  di  JHo^  della  creasione  e  di  una  vila  futura. 

K  Chi  ha  creato  il  cielo,  la  terra,  il  sole,  la  luna,  le  stelle,  le  [)iante,  le  bestie,  gli  uomini, 
quante  le  cose? 

I.  Den-Diol  (cioè  pioggia  grande).  Con  questo  nome  esprimono  la  Divinitìi. 
-^^.  E  come  fece  Iddio  a  crear  tutte  queste  case? 

^^.  Noi  noi  sappiamo:  ma  lo  sapete  voi  Bianchi,  ai  quali  soli  Iddio  parlò. 
^1.  Noi  udimmo,  che  nella  vostra  lingua  avete  il  nome  di  Angelo  :  dove  sono  gli  Angeli  ? 
4R.  Gli  Angeli  trovansi  nella  casa  di  Dio. 
-#7.  E  quali  ne  sono  gli  ufficii? 

ÌR.  Essi  una  volta  parlavano  coi  nostri  grandi  ;  ma  ora  non  parlano  più. 
^.  Donde  viene  il  demonio. 

^.  Noi  sappiamo;  questo  solo  sappiamo,  ch'egli  abita  dentro  la  terra. 
^.  II  Signore  quando  creò  gli  uomini,  li  creò  Bianchi  o  Negri? 

Mt.  I  Bianchi  Iddio  li  creò  in  luogo  netto  ,  ed  i  Negri  in  mezzo  al  carbone  :  per  «luesto  noi 
•*»*»«;»    Negri. 

M).  Quanti  uomini  creò  a  principio  Iddio? 
Jì.  Noi  sappiamo. 

dì.  Che  cosa  fa  il  demonio  entro  la  terra? 

it.  Fa  a  noi  tutto  il  male  che  può,  se  non  siamo  pronti  a  placarlo. 
i).  Dove  abita  Iddio  ? 
J{.  ^mpre  nella  casa  del  cielo. 


IW 


nESCIUPC.VO  -  DKSCRIPTR) 


V.  Regtituese  a  Provincia. 

VI.  Nateem  novcu  perturbafoens,  por  te  efUender  mal  hnma  prorùtUo  do  CoUector. 

VII.  De  outrof  tormentos  que  padeeeo  a  Provincia. 
Vili.  Prosegue  Fr.  Leandro  Carmelita  sua  perlurbafào. 

IX.  Quem  foy  o  Proeurndor  Fr,  Antonio  de  Santiago. 

X.  Incautamente  faz  o  Provincial  Procnrador  a  Fr.  Ma-noel  Bautistn. 

XI.  Os  Guardiaens  movem  novas  duvidas. 

Xn.  Vida  de  Frey  Antonio  do*  Anjos,  primeiro  Provincial. 

XIII.  De  sua  paciencia. 

XIV.  Vio  a  Chrislo  S.  iV.  atado  a  columna. 

XV.  Carta  para  seu  irmao. 

XVI.  Da  eontinuapam  de  seus  trabalhos  et  morte. 

XVII.  De  Fr.  Fedro  da  Madre  de  Deos. 


.v«. 


CAPITOLO  Vili, 
he  varios  rcqucrimcntos  <le  muitas  cidadcs,  quc  pcdiSo  nossos  Relìgiosos. 

.Artigo.  I.  Fundase  Casa  em  Mognmbique,  terra  de  Africa. 

II.  Funda^am  do  Convento  de  Columbo. 

III.  De  Fr.  JoUo  Peccador. 

IV.  De  Fr.  Domingos  dos  Santos,  Leigo. 

V.  De  Fr.  JoHo  da  Assumpfam,  alias  de  Ataide. 

VI.  Da  rida  et  morte  de  Agostinìw  de  .V.  Senhora  do  PUar^  de  nofùo  Cafre. 

VII.  Do  Irmao  Fr.  Francisco  Baulista,  HorteUHo  dn  Madre  de  Deos. 
Vili.  De  Francisco  MouraiOy  Terceiro  professo. 

IX.  Mariyrio  de  Fr.  Manoel  do  Desterro,  et  Fr.  Francisco  da  Conceif^m. 

X.  Da  assistencia  dos  nossos  Religiosos  no  Reyno  do  Aehem. 

186.  Descripcao  breve  da  origem  e  funda^ào  da  Provincia 
de  Santa  Maria  de  Arrabida  em  Portugal.  Com  dous  memoriales , 
hum  de  todos  os  Religiosos  que  nella  s5o  mortos ,  outro  dos  bene- 
feitores  que  con  nota\àl  charitade  a  aiudaram  a  sustentar. 


.Vi». 


Manoscritto  in  4,  di  93  carte,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  Tra  Fallre  cose,  con- 
tiene 320  brevi  ma  care  biografie  di  llgli  della  Provincia,  che  con  la  loro  virtù  onorarono  «L^isai 
r Ordine  0  la  propria  nazione:  molti  di  essi,  Missionari  di  distinto  merito,  nell'Indie,  in  Africa  e 
in  altre  parti  della  terra.  Giunge  sino  verso  il  1640. 

187.  Descriptio  Provinciae  Hungaricae  S.  Mariae  Virginis 
ab  an.  1240  ad  an.  1658. 


Manoscritto  di  53  carte  in  4,  neir  Archivio  del  nostro  Convento  di  Sant'Anna  di  Monaco.  Perch»- 
i  lettori  veggano  in  qual  modo  i  Francescani  evangelizzassero  sempre  con  grande  zelo  e  successi» 
fra  gli  Eretici,  specialmente  della  parte  del  Nord  d'Europa,  ne  riferiamo  qui  il  seguente  paragrafo. 

•  — De  Haereticis  perFratres  huius  Provinciale  conversis. — Numerum  haereticorum  ad  fldemcatho- 
licam  opera  Fratrum  huius  Provinciae  conversorum.  nobis  assignare  quasi  impossibile  videtur  ;  tuni 
quiasimilia  numquam  postulata  fuere,  at^ine  ideo  Patres  talia  notare  non  curarunt  :  tum  quia  ex 
senioriluis  Patribus  quamplurimis  ex  hoc  m  un  do  sublalis,  nobis  nihii  oerti  relictum,  undo  talia  in 
certo  numero  sciri  potuissent.  Dubium  tamen  nulli  debet  esse  multa  millia  aniniarum  ad  fldcm 
(ìhristi  reducta  fuisse  per  Fralres  nostros.  Quod  vel  exinde  patet;  nam  cum  paucos  ante  annos,  tota 
ferme  Hungaria,  haeretica,  tam  Ariana,  quam  Lnthcrana  ac  Calvinistica  perversa  doctrìna  imbuta, 
pene  tolaliter  ex  bisce  partibus  veram  lldem  climinassct,  paucissimique  catholici  extitissent,  iani 


DIALOr.Hf  143 


autcni  per  I)r*i  graliain  maìurì  o\  parlo  res  o  contrario  so  liabet  :  nam  calholira  fldos  praedominalnr, 
AC  haercsis  de  die  in  dicm  magis  ac  magis  labefactatar  :  quod  post  Dcum  ncniini  adscribenduni, 
quam  Religlonis  nostrac  et  Provinciac  huius  Fratrum  industriis  ac  laboribus;  utpotc  cum  onines 
aliae  Religiones  in  Hungaria  ante  pinrimos  annos  defecisscnt,  saecularcsquc  saccrdotcs  sat  pauci 
haberentur.  Qaare  Franciscanac  familiac  incumbcbat  fldcm  catholicam  per  plurima  annorum  spatia 
r^nsorvare,  animasque  Christo  lucri faccrc,  usquc  dum  KR.  PP.  Societatis  Jesu  in  hoc  Rcgnum  recepti 
fuissent,  quorum  otiam  labore  multos  Hungarorum  fldem  catholicam  ampIe\os  esse  negandum  non 
est  Rrcvilor  itaque  scicndum.  vi\  aliquam  praelerire  septimanam,  quod  nostri  Pa'rcs,  vel  in  uno  \v\ 
in  alio  convcntu,  alìquot  nnimas  Christo  non  lucrarentur:  determinate  tamen  sciri  non  potcst  numcru^ 
umnitim  conversornm,  quia,  ut  dictum  est,  talia  ad  haec  usquc  tempora  numquam  notata  fuero. 
Ab  ultimo  autcm  Capitulo  Generali,  hoc  est  ab  anno  1651  quos  notare  potuimus  ad  1657 ,  coruni 
t^talogum  in  calce  libri  huius  adiiciemus.  »  E  ne  sono  segnati,  col  loro  nome,  cognome,  e  luogo  dove 
>i  vcriflcò  la  loro  conversione,  576:  d'altri  1359  restò  ignoto  il  nome. 

188.  Dialoghi  avuti  coi  Negri  della  tribù  deiKic  nella  stazione 

di  Santa  Croce  della  Missione  Francescana  dell'  Africa  Centrale ,  il 
1861. 

Questi  Dialoghi,  tenuti  da' Missionarii  Frances^r^ni  nella  loro  staziono  di  Santa  Croce  dell' Affrici 
Centrale ,  vennero  pubblicati  nel  numero  1  dell'  anno  II  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 
I  Roma  1861.  )  Crediamo  far  cosa  utile  e  gradita  a' lettori,  riproducendone  qui  uno,  da  cui  si  vede 
quale  idea  abbiano  quelle  tribù,  di  Dio,  della  creazione  e  di  una  vita  futura.  I  dotti  intendono 
la  relazione  che  hanno  questi  studii  con  le  supreme  ragioni  della  storia. 

DIALOGO  III. 

Dell'idea  cìie  hanno  di  Dio,  della  ereazione  e  di  una  vita  futura. 

D.  Chi  ha  creato  il  cielo,  la  terra,  il  sole,  la  luna,  le  stelle,  le  (liantc,  le  bestie,  gli  uomini, 
ir  tutte  quante  le  c^sc? 

R.  Den-Diol  (cioè  pioggia  grande).  Con  questo  nome  esprimono  la  Divinità. 

/).  E  come  fece  Iddio  a  crear  tutte  queste  cose? 

R.  Noi  noi  sappiamo:  ma  lo  sapete  voi  Bianchi,  ai  quali  .soli  Iddio  pcirlò. 

D.  Noi  udimmo,  che  nella  vostra  lingua  avete  il  nome  di  Angelo  :  dove  sono  gli  Angeli  ? 

/{.  fili  Angeli  trovansi  nella  casa  di  Dio. 

D.  E  quali  ne  sono  gli  uflicii? 

R.  Essi  una  volta  parlavano  coi  nostri  grandi  ;  ma  ora  non  parlano  più. 

/).  Donde  viene  il  demonio. 

R.  Noi  sappiamo;  questo  solo  sappiamo,  ch'egli  abita  dentro  la  terra. 

D.  11  Signore  quando  creò  gli  uomini,  li  creò  Bianchi  o  Negri? 

R.  I  Bianchi  Iddio  li  creò  in  luogo  netto  ,  ed  i  Negri  in  mezzo  al  carbone  :  per  questo  noi 
siamo  Negri. 

/).  Quanti  uomini  creò  a  principio  Iddio? 

R,  Noi  sappiamo. 

/).  Che  cosa  fa  il  demonio  entro  la  terra? 

R.  Fa  a  noi  tutto  il  male  che  può,  se  non  siamo  pronti  a  placarlo. 

/).  Dove  abita  Iddio? 

R,  Sempre  nella  casa  del  cielo. 

//.  E  che  cosa  fa? 

R.  Ogni  bene  viene  da  lui. 

D.  Dio  è  sempre  stato? 

R.  Noi  .sappiamo. 

n.  Dio  morirà  mai? 


ÌU 


DIAZ 


•SMM/'» 


R.  MaL 

D.  Dio  ò  in  ogni  luogo? 

R.  Dio  è  in  ciclo:  ma  dal  ciclo  vede  e  sente  ogni  cosa  di  questo  mondo. 
II.  Dio  ha  corpo? 

R.  Noi  sappiamo,  pcrchò  noi  non  l'abbiamo  mai  veduto. 
I).  Dio  può  far  tutto? 
R.  Si,  può  far  tutto. 
D.  Anche  il  male? 

R.  No,  no:  il  male  lo  fa  solo  il  demonio;  Iddio  non  fa  che  il  bene. 
I).  Quando  muore  un  uomo,  che  fu  cattivo  in  questo  mondo,  dove  va? 
R.  Morto  che  sia,  viene  dal   deserto  il  demonio,  e  di  notte  se  ne  porta  l'anima  nelle  bragia 
del  fuoco. 

/).  E  se  quell'uomo  fu  buono? 

R.  S'egli  fu  buono,  la  sua  anima  va  con  Dio  nella  rasa  del  cielo. 

D.  E  quanto  tempo  dovrà  slare  il  cattivo  nella  casa  del  fuoco,  ed  il  buono  nella  casa  di  Dio? 

R.  Noi  sappiamo. 

Noi  non  avremmo  creduto  mai  che  questi  barbari,  con  si  bella  conoscenza  che  lianno  di  Dio,  non 
riconoscano  la  necessitai  di  un  cullo  verso  di  lui,  e  non  abbiano  quindi  alcun  segno  esteriore  che  li» 
manifesti.  Sapendo  noi  che  gii  anticlii  usavano  esprimere  molle  volle  coi  canti  le  loro  idee  religiose,  un 
giorno  che  un  drappello  di  .Negri  ci  stava  d' intorno,  gì' intcrroganmio  se  avessero  nessuna  antica  can- 
zone. \  questa  domanda,  senz'altn»,  cominciarono  tutti  d'accordo  a  dondolare  il  ca|K),  dimenare  le 
spaile,  e  intuonare  il  cantico  seguente: 

Quando  Iddio  creò  le  cose 

Creò  il  sole,  e  nasce,  e  muore,  e  ritorna; 
Creò  la  luna,  e  nasce,  e  muore,  e  ritorna; 
Creò  le  stelle,  e  nascono,  e  muoiono,  e  ritornano; 
Creò  l'uomo,  e  nasce,  e  muore,  e  non  ritorna  più. 

Questa  ci  dissero  essere  la  più  antica  canzone  die  si  avessero. 

189.  Diaz.  —  Lucerna  hierosolymitana  ardens  per  quinque 
integra  saocnla  in  manibus  Fratrum  Minorum,  a  P.  Fr.  Francisco 
Diaz  a  S.  Bonaventura,  Patruum  eiusdem  Ordinis  Decano  ac 
Terrae  Sanctae  per  hos  ultimos  viginti  sex  annos  Romae  Procu- 
ratore, succinto  descripta.  Et  novissime  per  P.  Fr.  Bernardum  a 
Calesia  Terrae  Sanctae  Commissarium  Generaleni  in  Curia  hoc 
anno  MDCCXIX  ultimo  quinti  saeculi  ah  eodem  Fratrum  ingressu 
in  eam  Redemptoris  patriam,  Sanctae  Sedi  reverenter  praesen- 
tata.  Typis  de  Comitibus,  1719. 

Un  grosso  volume  in  foglio,  non  numeralo.  È  rarissimo,  e  contiene  preziosissimi  di^umenti  per  la 
storia  delle  Missioni  Francescane  in  Palestina.  NV>  un  esemplare  nella  Biblioteca  Fabronìana  di  Pistoia. 

—  Relatio  Missionum  occidentalium  sub  vexillis  Seraphici 
Instituti  peractarum,  a  P.  Francisco  Diaz  a  S.  Bonaventura, 
eorumdem  promotore,  conserta  et  sacrae  Congregationi  de  Pro- 
paganda  Fide  praesentata.  Romae,  anno  Jubilei  MDCC.  Typis 
Rev.  Camerae  Apostolicae, 


DIAZ  -  DIEZ  145 


Un  volume  di  389  pagino.  È  un  prezioso  compendìo  di  quel  cbo  hanno  operalo  i  Francescani  per 

dijhisione  della  fede  e  della  civiltà  fra  molte  nazioni  dell'America.  Dice  mollo  in  poco,  e  dà  interes- 

ntissimi  documenti  dell'azione  apostolica  de' Frati  Minori  in  quelle  regioni.  N'ò  un  esemplare  nella 

ibblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona.  Un  altro  era  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di 

"acoeli  in  Roma. 

190.  Diaz.  —  Vita,  virtù,  doni,  martirio  e  miracoli  del  Beato 
riovanni  da  Prado,  Minore  Osservante  Scalzo  e  primo  Provinciale 
i  San  Diego  nell'  Andalusia  :  dedicata  al  Rmo  Padre  Matteo  da 
'areta,  Ministro  Generale  di  tutto  l'Ordine  de' Minori,  dal  M.  R.  P. 
r.  Giovanni  Diaz  della  Concezione ,  figlio  della  mentovata  Pro- 
incia,  Procurator  Generale  degli  Scalzi  e  Recolletti,  e  Postulator 
ella  causa  dell'  istesso  Beato.  In  Roma,  nella  stamperia  del  Ber- 
labò.  MDCCXXVIII.  Con  licenza  de' superiori. 

Un  volume  in  4,  di  6  carte  preliminari  non  numerate  e  144  pagine.  Opera  utilissima  per  la  storia 
Me  nostre  Missioni  nell'  Affrica  settentrionale.  N'  ò  un  esemplare  nella  Biblioteca  Provinciale  della 
tà  di  Cordova. 

—  Extracto  de  el  Diario  que  hizo  el  Padre  Fr.  Juan  Diaz  Mis- 
n^ro  de  la  Orden  de  S.  Francisco  de  el  Colegio  de  Sancta  Cruz 
Queretaro,  en  el  viaje  que  hizo  con  el  Capitan  D.  Juan  Baptista 
Sa  para  abrir  el  camino  a  los  establecimientos  de  Montrey 
^e  la  primera  alta  para  los  rios  Gila  y  Colorado. 

Sono  19  fogli  d'uno  de'  più  importanti  fatti  della  scoperta  e  dello  stabilimento  delle  prime  Mis- 

%  n  California.  Ne  parla  largamente  nella  vita  del  Y.  Padre  Giunipero  Serra  il  suo  discepolo  Padre 

cr,  di  cui  diremo  a  suo  luogo.  Il  Diario  incomincia  come  segue  :  •  El  di;«  8  de  Encro  de  1773 

^""c^n  de  el  Presidio  de  Tul)ac  despne^  de  cantada  una  Misa  solemnc  para  la  felizidad  de  ci  viage  el 

*    dicho  capitan  Ansa,  los  Padres  Missioneros  Fr.  Juan  Diaz  y  Fr.  Francisco  Garces,  ec.» 

—  Extracto  de  el  Diario  que  formò  el  Padre  Fr.  Juan  Diaz  a 
t>uelta  de  su  viage  para  Sonora,  desde  la  Mission  de  san  Gabriel 
sta  el  presidio  de  Tubac. 

Sono  6  fogli  concernenti  lo  stesso  argomento.  Incomincia:  t  Avlendo  dcterminado  el  Comandante 
*^^«irs€  con  sus  soldados  y  Padres  a  el  Presidio  de  Tuba*^,  de  donde  havian  salido,  ec.  •  Questi  due 
coscrìtti  appartengono  alla  Biblioteca  Colombina  di  Siviglia. 

191.  DiEZ.  —  Noticias  de  la  Misiones  de  Guatemala  por  el 
a^re  Fr.  José  Diez,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

Cosi  lo  SouiER  (Monogr.  of  Àuth.J.  11  Padre  Diez  fu  guardiano  del  Collegio  di  Propaganda 
de  di  Qucretaro  nel  Messico  l'anno  1705,  e  quivi  stesso  morì  il  1722. 

10 


1 A6  DTEZ 

—  Noticias  de  la  conquista  de  los  Talamancas  de  Costa 
Rica. 

Fa  pena  che  di  questi  interessanti  lavori  e  preziosi  manascritti  non  no  abbiamo  che  le  scarsis- 
sime notizie  che  ce  ne  dà  qualche  Bibliografo  d' America,  come  b.  lo  Squier. 

I  Talamancas  erano  barbari  selvaggi  abitanti  fra  il  Panama  ed  il  regno  di  Guatemala.  Sopra 
queste  conversioni  e  conquiste  operate  da  Francescani,  gitta  qualche  Iur«  la  seguente  lettera  inedita 
del  Vescovo  di  Guatemala  al  Re  di  Spagna,  dell'anno  1736. 

•  SeSor. 

•  El  M.  Pr.  Alonzo  del  Gastillo,  Religioso  del  Collegio  de  Christo  Cruzificado,  de  los  Padres  Mis- 
sioneros  de  S.  Francisco  de  està  ciudad,  pasa  a  esa  corte  en  solicitud  deque  V.  M.  le  conceda  el  socorru 
de  una  nueva  mission  de  Rcliglosos,  en  atenzion  aque  de  la  que  V.  M.  die  servido  concederle  el  afio 
de  1708  los  mas  ya  han  muerto,  y  los  demas  se  hallan  tan  deviles,  y  estropeados  de  su  continuo 
exercicio  spiritual,  que  no  pueden  continuar  en  sus  cxpediciones  y  tareas.  Estas,  Seiior,  no  se  ordenaD 
a  otro  fin,  que  a  la  maior  gloria  de  Dios,  y  bicn  spiritual  de  los  proximos:  a  quicnes  continuamente 
en  està  ciudad  sustentan  estos  religiosos  con  ci  pasto  spiritual  sano  y  abnndantc  de  la  doctrina 
Christiana ,  que  les  distribuien  en  la  continua  prcdìcazion  en  su  Yglecia,  y  en  todas  las  mias  con 
grande  fruto ,  publicando  mizion  cada  quatro  afios  por  toda  la  ciudad,  confezando  todos  los  dias  en 
su  Iglecia,  y  ministrando  la  Eucharistia  a  crccido  numero  de  pueblo  que  a  ella  concnrre  aun  los  dias 
de  trabajo  y  asistiendoles  con  toda  charidad  en  sus  enfcrmedades  a  consolarlos ,  confcssarlos  ,  y 
disponerlos  para  la  bora  de  su  muerte  :  guardando  al  mesmo  tiempo  gran  recojimicnto,  y  retiro  de 
el  siglo  en  lo  interior  de  su  monasterio,  ocupados  en  ci  estndio  ,  choro  ,  y  orazion ,  C/on  cdiflcazion 
y  exemplo  generalmente  de  todos. 

«  A  que  anaden  todos  los  veranos  las  excurciones,  quo  hazen  por  todo  estc  Reyno  apostolicas 
conforme  al  Evangelio  apie,  y  sin  viatico,  por  los  caminos  mas  fragozos,  arresgados,  incomodos,  e  in- 
andables,  que  pueda  haver  en  el  mundo:  con  ci  fin  de  predicar  por  todas  partes  la  palabra  de  Dios, 
corregir  los  vicios,  instruir  las  gentes,  y  emendar  sus  costumbres,  confesando,  y  curando  conciencias 
cnvcgccidas  en  el  pecado,  y  logrando  indeciblc  fruto  de  estc  ministerio  apostolico  por  todo  este  Rcino. 

•  En  cuio  confln,  contiguo  al  de  Panama,  hallandosc  situado  el  pais  que  llaman  de  Talamanca, 
poblado  de  barbaros  salvages  en  crecido  numero,  intentaron,  estos  religiosos,  afìos  passados,  redurcir- 
los  a  la  yglecia,  y  vuestro  real  servicio,  iendo  de  hecho  a  predicArles,  e  instruirlos  en  nuestra  santa  Re- 
ligion.  Pero  comò  gente  toda  via  mui  ruda,  y  barbara,  no  dicron  lugar  a  elio,  matando  dos  Religiosos; 
dando  claramente  aentender,  que  para  oir  la  vcrdad  de  nuestra  santa  fcé ,  neseci tan  los  missione- 
ros  de  asegurar  ante  todas  cosas  la  defensa  de  sus  vidas ,  donde  para  moverlos  al  conocimiento  del 
verdadero  Dios,  importa  tan  poco  el  perderlas,  corno  si  fuera  cntre  solas  lleras.  Por  ser  estas  gentes 
tanto  comò  ellas  negadas  a  toda  razon  al  presente,  y  obrar  cn  sus  cosas  por  impetu  de  su  flcrezacomo 
los  mesmos  brutos. 

«  En  cuias  circumstancias  los  Doctores  mas  graves  que  nos  dcjaron  escritas  reglas  para  reducir 
estc  genero  de  gente,  nos  aconscjan  con  el  S.  Apostol  S.  Pablo  que  procurcmos  en  tales  hombres 
primero  que  todo  ensenarles  lo  que  toca  a  la  vida  animai  y  corporal,  y  despues  la  espiritual:  siend(» 
en  bano  el  pretender  ensei^arles  està  segunda,  sin  ci  fundamcnto  de  la  primera. 

«  Para  cuia  inslrucion  tambien  nos  dizcn,  que  los  varones  apostolicos  neccssitan  de  ir  defen- 
didos  con  mano  armada  para  solo  su  defenza ,  comò  se  ha  ordcnado  prudentissimamente  en  mu- 
chas  ocaziones  en  vuestro  Real  Conzejo  :  donde  se  ha  tenido  presente  siempre  ci  diverso  y  conveniente 
modo  de  evangelizar  en  este  nuebo  mundo,  del  que  con  vino  cn  el  vicjo  por  los  Santo  Apostoles. 

«  En  cuia  conciderazion  el  dicho  P.  M.  fr.  Alonzo  del  Castillo  movido  del  zelo  del  bìen  de 
aqucllas  miseras  almas,  que  perecen  para  siempre  sin  el  conocimiento  do  nuestro  Dios,  assimosmo 
solicita  de  la  piedad  do  V.  M.  el  que  le  mando  proveer  a  los  Missioneros  que  haian  de  ir  a  la  santa 
expedizion  de  reducir  a  estas  almas,  de  una  conpetente  etcolta  de  soldados,  que  sujetos  a  sus  onlenes 
les  sirvan  de  custodia  a  los  Religiosos,  y  con  su  Christiana  direccion ,  a  los  barbaras  de  macstros  cn 
las  costumbres  humanas,  y  naturales,  para  recevir  commodamente  la  semilla  de  las  spirituales, 
y  chrislianas. 


DIRETTORE  -  DIRKS  447 


«  En  caio  asumpto  (sobreel  fruto  grande  spiritual,  que  se  paode  esperar  con  la  prcdicazion 
de  eslos  apostolicos  varoncs  del  iogro  de  tantas  almas  )  se  me  ofrece  poner  en  concidcrazion  de  Y. 
M.  las  razoncs  y  momentos  temporales  de  la  convcniencia  del  estado  de  ostos  paizes  de  la  reduczion 
ai  Cliristianìsmo  de  cstos  salvages. 

«  Lo  primero  por  que  hallandose  situados  cntre  cstos  dos  reinos  de  Panama  y  Guathemala, 
cunvertidos  y  reducidos  a  Vida  sivil,  se  facilita  notablemente  ci  tragin  y  comercio  entro  diclios 
reinos  para  la  comodidad  del  comercio,  y  utilidad  de  sas  moradores. 

«  Lo  segundo  porgue  hallandose  asimesmo  dichos  salvajes  vecinos  y  conflnantes  de  nueslros 
lK;rjudiciaIes  enemigos  los  Mosqiiitos,  cstos  al  presente  sacan  tiurtadas  mugeres  de  la  Talamanca 
para  procrear  y  aumentar  su  nazion;  tanto  quo  me  dizen  tener  el  dia  de  oi  hasta  dies  mill  homhres  de 
armas;  y  si  sucede  el  que  agreguen  a  su  gente  ci  crecido  numero  do  los  de  Talamanca  puedcn 
armar  muchos  mas,  pues  assimcsmo  nos  dizen  que  en  dicho  paiz  paSan  de  ochentamil  log  barbaros. 
De  los  quales  al  presente  los  Mosquitos  cautivan  los  que  pueden,  para  venderlos  a  los  Ingleses, 
([uicnes  por  la  experiencia  han  conocido,  que  para  el  corte  del  palo  de  tinta  en  los  paìses  humedos 
donde  nace,  son  mas  a  proposito,  que  los  negros,  estos  Talamancos. 

•  En  culo  estado,  y  cìrcunstancias,  estas  gentes  barbaras  perdiendose  para  el  reino  de  Dios  por 
vivir  en  su  ignorancia,  y  para  el  de  V.  M.  por  no  tenerlos  bajo  de  su  obediencia,  y  servir  solo  de 
acresentar  elpoder  de  sus  enemigos  vczinos  al  presente,  y  mucho  mas  en  lo  futuro;  no  dudo  re- 
presentar  a  V.  M,  la  suma  importancia  de  la  pretenzion  de  cstos  rcligiosos  en  ambos  asumptos 
de  la  mizion,  y  escolta,  que  pretenden,  para  dilatar  el  reino  de  Dios  en  el  cielo  ,  y  el  de  V.  M.  en  la 
ticrra,  con  su  prcdicazion  y  cxemplo;  conllando  V.  M.  de  la  virlud  solida,  prudenciay  todas  pren- 
das  rcligiosas  de  dicho  P.  fr.  Alonzo  del  Caslillo  (  que  tencmos  todos  bicn  conocidas  )  ci  que  sabra 
disponer  los  medios  particulares ,  comò  conbcngan  a  las  presentcs  circunstancias ,  y  al  glorioso  y 
santo  asumpto  de  sus  deseos. 

•  Nueslro  Senor  guardo  la  catholica  real  persona  de  V.  M.  los  muchos  anos  que  le  ruego  para 
bicn  de  su  santa  Yglecia.  Guathemala,  y  Marzo  13  de  1736. 

«  Juan  Obispo  de  Guatemala.  • 

192.  Direttore  del  cristiano  in  Lingua  Turca.  Gerusalemme, 
nel  Convento  dei  Padri  Francescani.  1852. 

Un  volume  in  4,  di  254  pagine.  Ignoro  il  nome  del  Padre  che  lo  scrisse. 

193.  DiRKS. —  Nouvelles  et  legendes  chretiennes ,  precédées 
d' un  discours  sur  la  mission  du  Litterateur  par  le  Pere  Fr.  Ser- 
vais  Dirks  de  V  Ordre  des  Freres  Mineurs  Recollets  de  la  Belgi- 
que.  Saint-Trond:  Typographie  Vanwest  Pluymars,  1860. 

È  un  volume  in  8,  di  6  fogli  preliminari  e  331  pagine.  La  più  parte  sono  bellissime  cose 
delle  nostre  prime  Missioni  nel  Messico.  L'  Autore  1'  aveva  primamente  pubblicato  col  titolo  :  Les 
Caciques  de  Tlaseala;  bellissimo  episodio  dell'introduzione  del  Cristianesimo  nella  Nuova  Spagna 
I)er  mezzo  de' Francescani ,  di  cui  ultimamente  fece  una  bella  versione  italiana  il  mio  confratello 
P.  Lorenzo  da  Volturino,  Professore  di  letteratura  greca  nelle  Provincie  di  Napoli ,  e  per  alcuni 
mesi  mio  compagno  di  studi  in  Parigi.  Hi  lasciò  per  causa  di  malattia,  che  lo  costrinse  a  far  ritorno 
nel  proprio  paese.  La  sua  A'crsione  si  pubblicò  per  la  tipografìa  di  Ranieri  Guasti  in  Prato ,  col  titolo 
seguente:  /  Ckidehi  di  Tlaseala  del  Padre  Servasio  Dirks  Minore  Reeolletlo  del  Belgio,  tradotti  dal 
Padre  Utrenzo  da  Volturino  M.  0.  Prato,  1876. 

—  Voyages  et  aventures  du  Frère  Pierre  Fardé,  Recollet 
du  Couvent  de  Gand,  d'  apres  les  lettres  originales,  par  le  P. 


148  DISCORSO  -  DISCURSO 


Fr.  Servais  Dirks ,  ec.  Gand  :  Typographie  de  Vander  Schelden, 
rue  basse,  26  —  MDCCCLXXVIII. 

Un  volume  in  8 ,  di  237  pagine.  Ma  la  storia  del  Fanié.  giungo  solo  Ano  alla  pagina  171. 
Dalla  seguente  sino  alla  line  d  la  storia  di  Frere  Pierre  de  Gand ,  ossia  sa  vie  et  set  travaux  au 
Mexique.  La  prima  ha  t;ilc  incanto,  che  non  e'  è  romanzo  storico  che  le  si  |>assa  paragonare,  ed 
oltre  a  cioè  interessantissima  per  la  storia  deirAfTricu,  che  il  valoroso  Franceìicano  Un  dalla  mela 
del  XYIl  secolo  eblie  traverse  dans  presqìie  tonte  sa  longìieur,  depui*  Bòne  sur  la  Mediterranée 
iusqu'aux  limites  des  regioM  awtrales  (InlroducL  pag.  6).  N<'^  meno  interessante  i';  la  seconda  rispetto 
all' introduzione  della  fede  cattolica  e  dell' incivilimento  cristiano  ncll\\merica  del  Nord.  N'ho  on 
i*scmplare,  gentilmente  regalatomi  dair  Autore.  Della  Storia  del  Fardo  sta  ora  pubblic-ando  una  elegante 
traduzione  italiana  il  cliiarissimo  Professore  ab.  Silvio  Villoresi  di  Prato. 

Del  Fardo  poi  trovai  la  seguente  memoria  nell'Archivio  del  nostro  Griuvento  di  Gand  nel  Bel- 
gio. •  Jesus,  Maria,  Joseph  1  Aquisgrani  in  (k)nventu  Fratrum  Minonim  Recollectomm,  an  1691, 16 
Junii,  aetatis  suae  il,  professionis  religi(.>s<'ie  20,  extremis  sanctae  matris  Ecck'siae  sacramenti» 
praemunitus  vivere  desiit  dilectus  nobis  in  Christo  Frater  PetriLs  Fardo  Laicus,  Provinciae  Gomi- 
tatns  Flandriae  Sancii  Joseph  FF.  Minonim  Uecollectorum  alumnus.  Qui  postquam  totam  Terram  Sin* 
clam  pcragrasset,  vestigia  Cliristi  Sahatoris  devote  medit;itus,  iterati  ex  obedientia  co  appellendì 
mari  .sccommisit;  sed  post  acerU-im  cum  piratis  Algeriensibus  pugnam  ab  illis  suporatur,  et  Aga< 
des  in  servitutem  deducitur.  l'bi  cum  domini  suo  Africano  familiariter  de  rebus  (Idei  agerc  coepii 
cum  tanto  spiritu  et  affectu,  ut  illuni  totanique  familiam  ac  b(>ne  ducenta  variac  (Idei  mancipia  Eccle — 
siae  Christi  adscripserit.  Qua  re  mi  iudices  dclata,  in  carcereni  detrusus  est.  Post  cxaminatos,  ci 
cuncta  libera  voce  coram  confessus  essel,  nudus  ducitur  ikt  civitatem,  ad  singulos  platcanim  angnl 
flagcUatur,  ac  tandem  in  ordinario  loco  iustitiae  ad  [lalum  per  brarliia  distenta  in  altum  suspcnditu 
lialiens  ad  utrumquo  pedem  pondus  apiiensum  40  librarum,  utroritus  magisdislenderetur;ubi  ite; 
l>er  omnem  corporis  parlem  sic  caiHlelmtur,  ac  si  in  sanguineo  I)alneo  immersus  fuisset;  c\  quibus 
carcere  emortuus  fuisset,  \el  iudices  alio  modo  ipsum  ocridi  curassent,  nisi  Dominas  cius  ipsi 
redimisset.  Dein  almam  Provinciam  nialrem  suam  cogitavit ,  naufragium  cedit,  tribus  diebns 
qnatuor  noctibus  ieiunus  in  marìs  undis  fluctuans  ad  rupem  inter  aquas  eminentem  appolit, 
ascendens   per  omnia  nudus,  acqua  e  celo  cadente,  et  pisriculis  quibusdam  crudis,  qui  recedei 
mari  rui>is  conravitatilius  inhaen^K'int ,  underini  mons«>s  vitani  protraxit.  Inde  mirabiliter  a  priv; 
praetiT  navigantibus  in  Sale  delatus,  et  in  Provincia  redux,  olisetiuio  R.  adni.  Patris  Ministri 
Provincialis  in  Thcrmis  Acquisgranensibus   incumliens,  continuo  ingravescente   febre  ohrulns» 
alTectuosa  gnitiaruni  actione  Deo  et  B.  M.  V.  prò  omnibus  Iteueliciis  in  tot  ac  lantis  necessitali 
acx'eptis  placi«lc  cxpiravit.  • 

194.  Discorso  intorno  all'  Itinorario  del  Boato  Odorico  Matiu 
da  Udine  Missionario  Apostolico  dell'  Ordine  de'  Minori.  Con 
pendice. 

Pubblicato  nei  numeri  5  e  6  dell'anno  V  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (Rot 
1863).  È  un  interessante  lavoro,  con  cui   viene  vendicata  la  \irlii  e  la  verità  rio' viaggi  del  Be-; 
dagli  insulti   tlell' anonimo  traduttore  italiano  della  Storia  nnivcrxnlc  delle  Missioni  CatioUehe 
Barone  d'IIenrion. 

195.  DiscuRSO  apologetico  em  que  se  mostra  a  falsit^de 
A»«    queixa,  quo  os  Canarins,  com  informe  do  Bispo  de  Goa,  D.  Igi 

ciò  de  S.  Teresa ,  remetterào  as  Conseillio  de  Ultramar  contn 
Religiosos  Franciscanos  Paroclios  da  Provincia  de  Bardes. 

Manoscritto  in  foglio,  fatto  circa  il  1700.  È  nell'Archivio  della  Torre  del  Tombe  di  Li? 


Shrmy. 


Mi. 


DisiroiA  149 


s 


p-  196.  Distinta  Relazione  della  lettera  scrittali!  Roma  in  data  di 
20  Settembre  1751  in  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide 
che  dà  avviso  della  morte,  che  ha  fatto  in  Algeri,  il  P.  Francesco 
Girano,  Sardo,  Padre  Conventuale  di  S.  Francesco,  ec.  in  Milano 
nella  stamp.  di  Carlo  Bolzani,  1752,  con  licenza  dei  Superiori. 

Crediamo  cosa  utile  riferire  qui  questa  breve  Relazione  non  facile  a  rinvenire. 

«  Tra  gli  uomini  illustri,  che  ogni  giorno  produce  la  nobilissima  città  di  Sassari  nel  regno  di 
Sardegna  a'  nostri  tempi  in  santa  vita  e  religiosi  costumi,  è  stato  Fra  Francesco  di  Girano,  il  quale 
<lalla  sua  fanciullezza  visse  sempre  sotto  la  regola  del  Seraflco  Padre  S.  Francesco  nel  bellissimo 
convento  di  Bethlem,  in  antichità  et  in  architettura  uno  de^più  nobili,  che  abbiano  i  Padri  Con- 
ventuali nel  regno  di  Sardegna. 

«  Si  esercitava  dì  contìnuo  questo  Padre  nelle  opere  di  carità,  e  tra  le  altre  assai  desiderava  li- 
berar suo  cugino  Fr.  Francesco  Serra,  del  medesimo  Ordine,  tredici  anni  schiavo  tra  i  barbari  infedeli , 
sopportando  ogni  sorta  di  travagli,  come  suole  quella  fiera  gente  dar  a  persone  religiose;  a  tal 
effetto  con  ferventissìmo  zelo  di  carità  andò  alla  sede  Apostolica,  ed  ottenne  dal  Pontefice  regnante  di 
poter  andar  negl'infedeli  per  ricattare  quel  povero  schiavo. 

•  Ed  il  signor  Iddio,  acni  tanto  piace  le  buone  opere,  non  lasciò  di  aiutarlo,  porgendogli 
buonissima  occasione,  quando  il  Re  cattolico  questi  anni  passati  per  il  ben  comune  de' cristiani,  e 
liberar  l'Italia  da'  latrocini  de'  corsari,  tentò  l' impresa  d' Algeri,  dell'Ordine  di  S.  Francesco, . . .  (qui 
mancano  alcune  parole ,  che  ,  non  avendo  io  la  ttampa ,  ma  una  copia  di  essa ,  non  posso 
riscontrare^  né  dare  la  vera  lezione)  dandogli  per  compagno  il  P.  Francesco  Girano. 

•  Arrivati  in  Affrica,  il  P.  Girano  andò  in  Algeri  per  liberar  suo  cugino,  e  dopo  alcuni  giorni 
il  P.  Matteo  scrisse  al  P.  Girano,  ed  a  caso  preso  il  corriere,  e  vedute  le  lettere,  che  andavano  al 
P.  Girano,  ed  a  molti  altri  cristiani,  fu  subito  attaccato  il  corriere  ad  un  ancino  alla  turchesca. 
Don  Salvatore  della  Crus  Portoghese  abbruciato  vivo,  ed  otto  cristiani  impalati.  Il  P.  Girano  si  partì 
d'Algeri,  ed  andò  a  dar  relazione  al  Re  Cucco  di  quanto  vidde. 

«  Dopo  questo  il  Re  Cucco  ebbe  bisogno  trattar  negozi  d'importanza  col  Re  Cattolico,  per- 
ciò mandò  il  P.  Girano  con  un  squadrone  di  soldati,  che  l'accompagnasse  ìnsino  al  Porto,  dove  si 
doveva  imbarcare  :  dopo  lungo  viaggio  vide  che  il  Re  d' Algeri  stava  aspettando  con  sei  bandiere 
se  veniva  gente  dal  Re  Cucco.  )  Morì  che  accompagnavano  il  P.  Girano,  vedendo  tanta  multitu- 
dine,  determinarono  per  salvarsi  darsi  in  potere  del  Re  d' Algeri,  e  palesargli  i  negozi. 

•  Ebbe  il  Re  grandissimo  contento,  e  fece  suonar  trombe  e  tamburi,  avendo  lette  le  lettere 
che  il  Re  Cucco  scriveva  al  Re  di  Spagna. 

«  Subito  il  Re  comandò  fosse  spogliato  nudo  con  una  catena  al  collo ,  e  le  mani  attaccate 
dietro,  ed  in  questo  modo  fu  condotto  in  città,  sputandogli  in  viso  per  vituperio,  e  battendolo. 

«  Corse  tutto  il  popolo  a  vedere,  e  fece  il  bando  sotto  pena  della  vita,  che  niun  cristiano  gli 
potesse  parlare;  ma  suo  cugino  stimando  più  la  salute  del  Padre  che  la  sua  vita,  un  venerdì  i 
Morì  stando  ncll' Omeschù ,  gli  disse,  se  apparecchiasse,  che  per  cosa  certa  sarebbe  abbruciato  vivo. 
Rispose  con  animo  intrepido  il  P.  Girano  :  «  Piaccia  al  signor  Iddio,  concedermi  grazia,  che  patisca 
simil  morte  I  •  Ed  il  cugino  parti. 

«  Poi  ceriiflcò  che  la  mattina  sarebbe  giustiziato.  Restò  contentissimo  il  Padre,  e  pregò  il 
Signore  che  almeno  quegl'  infedeli  rìcevessero  qualche  frutto  della  sua  morte ,  e  disse  al  cugino 
gli  menasse  un  Confessore.  Rispose  essere  impossibile,  essendo  pena  capitale  avvicinandosi  alle  prigioni. 
Allora  il  Padre,  come  buon  cristiano,  si  raccomandò  al  signor  Iddio  con  ardentissimo  dolore  e  con- 
trizione de'  suoi  peccati ,  aspettando  ogni  momento  la  morte ,  ricorrendo  sempre  alla  gloriosa  Ver- 
gine, ed  al  P.  S.  Francesco. 

«  Il  Sabbato  mattina  adi  30  luglio  nel  Rcal  Consiglio  determinò  il  Re  che  il  Padre  fosse  scorticato 
vivo,  e  la  sua  pelle  piena  dì  paglia  posta  sopra  la  porta  chiamata  Barbason.  Intimata  la  sentenza,  il  P. 
Girano  alzò  gli  occhi  al  cielo  dicendo:  Gratias  agamus  Domino  Deo  nostro,  quia  me  indignum  sef' 
vtivi  elegit.  Restarono  stupiti  i  Mori  vedendo  che  il  Padre  nemmeno  si  mutò  in  viso:  lo  persuadevano 
rinegasse  la  S.  Fede,  ed  abbracciasse  quella  del  suo  Profeta  Maometto,  promettendogli,  dì  più  della  vita, 


150  DOCUBIENTS  -  DOLCI 


M*. 


onori,  griizic,  e  doni.  Lui  rifiutò  con-slantcmenle  simil  partito,  ed  aspettava  la  morte  per  il  suo  Signor-i«« 
«  Essendo  già  concorso  tutto  il  i)opolo ,  venne  alla  prigione  il  carnefice ,  e  spogliato  ignudo      f 
Padre,  niisegli  una  canìicia  lunga  insino  ai  piedi,  ed  una  catena  al  collo,  e  con  fretta  partirono  daUft^ 
prigioni  al  luogo  solito  di  giustiziare  fuori  della  porta  Barbason,  andando  innanzi  un  ministro  ba^i. 
dendo  la  causa  perchè  il  Padre  era  giustizialo  in  questo  modo,  com'  è  lor  solito:  Comanda  il  Re  scor- 
ticar vivo  questo  cristiano  per  si»ia  del  He  di  Spagna  e  del  Cucco,  ed  aver  rubbati  i  cristiani  d' Algeii 
Ma  esso  conio  agnello  mansueto,  sebbene  gli  era  imposto  a  torto  tale  misfatto,  solo  con  vi\a  voee  <!/• 
ceva:  Benedicite  omnia  opera  Domini  Domino  t 

«  Giunto  al  luogo  determinato,  si  fece  un  fosso  alto  tre  palmi:  mise  dentro  i  piedi,  e  postogli  od 
iMLStone  a  man  dritta,  e  F altro  alla  sinistra,  restò  in  cruce  tutto  nudo.  Allora  uno  de'cameflci  gli 
«lisse:  «Se  vuoi  seguit^ire  la  nostra  legge,  non  patirai  questo  tormento!»  Rispose  il  Padre:  «Son  cristiano, 
e  Religioso  del  mio  Padre  S.  Francesco,  e  cosi  voglio  morire,  e  prego  Iddio  benedetto  che  vi  raveda 
|H'r  rice\er  la  S.  Fede  !  •  E  seguitava  il  suo  eantico:  Benedicite  spiritus  et  animae  iuttorum  Domino. 
Allora  il  carnefice  con  un  rasoio  tagliò  la  i>elle  per  la  schena  dritta  dal  collo  insino  alla  centara,e 
dalla  spalla  dritta  sino  alla  sinistra,  e  fece  una  croce  sopra  la  testa,  e  quattro  carnefici  lo  scorticavano, 
e  stavano  attoniti  i  Mori,  come  i  cristiani,  vedendo  non  faceva  motivo  di  dolore  alcuno,  né  cessava 
dicendo  :  Bniecitcife  i4N0d»  Domini  Domino.  E  scorticavano  il  vUo  ,  che  appena  poteva  pariaie: 
nondinìeno  s'  udiva  dicendo:  Sancta  Maria ,  ora  prò  nobis  t  Scorticato  già  tutto,  restando  1'  ombelico, 
allora  rest^  T anima  al  Creatore,  dicendo:  In  manus  tua$^  Domine,  commendo  gpiritum  meum! 

•  Subito  morto,  \enue  una  grandissima  tempesta  e  traversia  di  \enti  ;  e  spauriti  i  Morì  lasciarono  « 

il  corpo  solo,  dicendo:  •  Queir  è  un  sant'uomo!  •  Nt>  lo  poterono  abbruciare,  com'era  determinalo 

Vedendo  il  cugino  il  coriK>  solo,  lo  seppellì  nel  cimiterio  de'  cristiani ,  con  una  lastra  di  piombo»  pei^ 
la  memoria  del  suo  uonìe  e  morte.  • 

197.  DocuMENTS  originaux,  copies  et  pieces  imprimes  relati£=! 
a  la  Terre  Sainte  et  aux  Commissaires  cliargerfde  raministratio^ 
des  Saints  Lieux. 


Questa  collezione,  fatta  o  ai^iuistata  dal  Signor  Escalopier,  apparteneva  alla  ricca  sua 
qualche  anno  fa  venduta  in  Ihirigi.  E  i  documenti  ohe  conteneva  erano  i  seguenti  :  —  1.  Brevi 
l\tpi  CUmenie  /.V,  i*io  /)*.  l'rbano  Vili,  .He$sandro  Vili,  ai  Francescani  addetti  alta  custodia 
Santi  Luoghi.  —  j.  Lettere  originali,  memorie,  ec.  de' Commix$arii  di  Terra  Santa  reiatice  aita 
amministrazione  :  oltre  ÌOO.  —  3.  Permessi  accordati  da'  Vescovi  e  Magistrati  di  Francia  ai 
incaricati  di  guardare  i  Santi  Luoghi,  per  far  la  questua  nelle  loro  dioce*i  ec:  15  documenii 
scritti.  —  4.  Piìtenti  de' Re  di  Francia  in  favore  de'  Francescani  addetti  alla  custodia  del  Santo 
sono  16  documenti,  il  primo  firmato  da  Luigi  XIII.  —  5.  .4//rì  due  documenti  del  1663,  e 
acctmlata  dai  Magistrati  delle  città  di  tìand  e  di  Tournaf/  ai    medesimi  Religiosi  per 
liberamente  in   mantenimento  del  Tempio  di  derusalemme.  —  6.  .Altre  consimili  facoltà  accordaU 
Vescovi  di  Francia.  —  7.   Tniduzione  del  comandiimento  del  Gran  Signore  al  Pascià  e  ai  Cadi 
Gerusalemme,  perchè  consentiuero  rieiUlicarsi  la  cupola  del  tempio  del  Santo  Sepolcro.  —  8w 
al  Re  di  Francia  perchè  fossero  restituite  a'Francescani  di  Terra  Santa  i5000  picuttre .  loro 
da  un  armatore  fi'ancese.  —  9.  Conto  delle  spese  fatte  nell'  Ospizio  della  Terra  Santa  in 
il  Hoveml^re  1775 ai  177$.  Chi  abbia  aciiuistato  questa  interessante  collezione,  non  V  ho  potato  s 

198.  Dolci.  — Monumenta  historiae  Franciscanae  Rahxisae, 
P.  Fr.  Sebastiani  Dolci.  Napoli,  1744. 

È  questa  Tunica  notiiia  che  m'incontrò  di  questo  Padre  e  della  sua  opera.  Mai 
da  luì  racivltì  i>er  la  storia  Francescana  di  Kuvni>a,  non  può  a  men^  che  non  abbiano  imj 
(HT  la  storia  delle  Missioni  Frauct^^^ane  uellMlliria,  n»'lb  Schiavonta,  nella  Bosiùa  ec..  dove  T 
FraiHTescauvx  fira  mezzo  a  continue  e  sanguinose  lotte,  ha  consertato  la  fede  cattolica  insino 
nostri. 


DOMINA  -  D0MIN6UEZ  151 


199.  Domina  nostra  (a).  —  Algarabica  Epidiegesis.  Chronica 
Provinciae  Algabriorum  in  catalo^is  veluti  annalibus ,  Provincia- 
les,  Difinitores  Generales,  Episcopos,S.  Inquisitionis  Deputatos, 
Conventuum  et  Monsterionim  antiquitates,  resque  cunctas  eonim 
mirabiles,  venerabiles  tam  Religiosos  quam  Moniales,  publicos 
scriptores ,  viros  literatos,  Tertiarios  virtute  famosos,  et  omnia  ab 
origine  Provinciae  usque  in  nostrum  praesens  tempns  comple- 
ctentibns,  distributa  et  concinnata,  insimulque,  patrocinante  Vir- 
gine,  titulo  Matre  hominum,  Maria,  in  lucem  edita  a  Padre  Fr. 
Jeanne  a  Domina  Nostra,  Sancti  OflBcii  Consultore  eiusdemque 
Provinciae  Chronologo. 

Sono  due  grossi  volami  in  foglio,  nel!' Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  L'Autore  ci 
fa  sapere  che  V  opera  fu  ex  praescripto  Remi  Patrit  Fr.  CaUlani  a  Laurino  totius  Ordinis  Miniitri 
Generali^  anno  1741  colkcta  et  concimiata.  Vi  sono  delle  notizie  concernenti  le  nostre  Missioni  d'Africa. 

b.  200.  DoMiNGUEZ.  —  Historia  de  las  guerras  de  los  Holande- 
ses  y  Pori;ugueses  en  las  Islas  Molucas  :  por  el  P.  Fr.  Rafael  Car- 
los Dominguez,  de  los  Descalcos  de  Filipinas. 

Il  Padre  Huerta  (Estado,  ec.)  dice  che  il  Manoscritto  è  segnato  il  di  %  luglio  del  1656.  Nacque 
il  Padre  Francesco  in  Yalladolìd  da  Francesco  Dominguez  e  Agata  Aparicio  il  1620.  Imbarcatosi  per 

10  Filippine,  quivi  vestì  l'abito  Francescano  nel  convento  di  Manila,  e  professò  il  36  ottobre  1650. 

11  1654  fu  destinato  alle  Missioni  nelle  isole  Moluche,  e  là  scrisse  la  sua  opera.  Tornato  alle  Filip- 
pine, morì  nel  Convento  di  Pila  il  1666. 

Le  Moluche,  o  Isole  delle  spezie,  formano  l'arcipelago  Malese  (Oceania)  fra  il  3  di  latitudine 
Nord  e  5  30  di  latitudine  ;  e  il  124  e  127  di  longitudine  est,  al  sud  delle  Filippine,  all'  Ovest  della 
Paupasia ,  all'  Est  delle  Celebi  e  al  Nord  dell'  Australia.  Le  isole  principali  sono  Ternate ,  Tidor  e 
Batchian,  dette  le  piccole  Moluche  ;  e  Gilolo,  Ceram,  Bouro,  Amboine  e  Banda,  chiamate  le  grandi 
Moluche.  Sono  isole  di  origine  vulcanica,  e  però  soggette  a  frequenti  tremuoti  ;  e  il  clima  n'  ò  caldo, 
umido,  e  poco  salubre  agli  Europei.  Ma  il  suolo  v'  è  fecondissimo  d' ogni  maniera  frutti  tropicali, 
e  di  legni  preziosi ,  come  il  legno  del  ferro ,  l' ebano ,  e  alberi  di  spezie ,  specialmente  la  noce 
moscata  e  la  cannella.  Scoperte  e  conquistate  dai  Portoghesi  l'anno  1511,  caddero  di  poi  in  potere 
degli  Olandesi  il  1607. 1  Francescani  v'  entrarono  immediatamente  co'  Portoghesi,  e  vi  fecero  prodigi. 
Ne  parla  a  lungo  il  Padre  Ferdinando  da  Solbdade  nel  capitolo  XXXII  del  libro  lY  della  sua 
Bitioria  Serafica  ec. ,  da  Provincia  de  Portugal,  di  cui  si  dirà  più  sotto.  Immediatamente  vi  con- 
vertirono il  Re  di  Taberija,  che  andò  a  ricevere  solennemente  il  battesimo  in  Goa.  Poi,  tra  gli  altri, 
vi  lavorò  con  grandissimo  zelo  un  certo  Frate  Andrea  dello  Spirito  Santo,  primamente  por  la 
riforma  de'  Portoghesi,  che  avevano  i)erduto  affatto  ogni  timor  di  Dio,  ed  era  addivenuto  unico  loro 
dio  il  commercio  e  il  soddisfare  a  tutte  lo  loro  più  sfrenate  passioni.  La  sua  missione  riuscì 
efficacissima,  e  avcrebbe  dato  frutti  maravigliosi,  se  non  vi  si  fosse  opposto  un  certo  Capitano  D. 
Giuliano,  che  mal  ne  soffriva  le  gravi  apostoliche  ammonizioni,  e  lo  costrinse  a  partirsene.  Già 
aveva  battezzato  (continua  il  Padre  Da  Soledade)  numerosi  gentili;  e  il  lasciarli  appena  rigenerati 
a  Cristo  gli  costò  immenso  dolore!  Ma  altri  suoi  confratelli  si  recarono  a  proseguire  la  missione 
dalle  Filippine  ;  tra'  quali  meritano  speciale  menzione  i  venerabili  servi  di  Dio  Padre  Sebastiano 
da  San  Giuseppe  e  il  fratello  laico  Antonio  da  Santa  Maria.  I  quali  convertirono  in  quelle  isole  cinque 
Re  con  molti  popoli,  e  raffermarono  nella  fede  quelli  che  già  r  avevano  abbracciata.  Ma  in  questo 
tempo  V  isola,  dove  si  trovavano  ad  evangelizzare,  cadde  sventuratamente  in  potere  degli  Olandesi, 


i  52  DOUAY  -  DUBLIULIO 


che  luro  fecero  solTrire  ogni  maniera  di  umiiiiizioiii  e  di  oltraggi,  gittandoli  da  ultimo  con  raffinata 
crudeltà  di  eretici  in  un'  isola  deserta,  affinchè  vi  perissero  di  disperazione ,  o  vittime  di  belve 
feroci.  So  non  che  Dio  benedetto  dispose,  che  a  caso  approdasse  all'isola  una  nave  di  Mori,  dai 
quali  vennero  raccolti  e  menati  nel  paese  di  Talangodos.  Erano  gente  barbara  e  cnidelìasima  ;  e  i 
due  Missionari  avendo  cominciato  a  predicar  Gesù  Oisto,  n'  ebbero  la  morte  ;  il  Padre  Sebastiano 
Unito  di  lancia,  e  Frate  Antonio  fatto  a  pezzi.  Ciò  fu  il  1610.  Due  anni  di  pòi,  cioò  il  161S ,  vi 
conseguirono  la  stessa  corona  del  martirio  i  venerabili  Padri  Biagio  Palomino  e  Giovanni  da 
Palma,  trucidati  anch'  essi  dai  Morì  ;  e  per  i  molti  miracoli  operati  a  loro  intercessione,  il  1625  già 
era  cominciata  la  causa  delb  loro  canonizzazione.  >  Sin  qui  il  Padre  Da  Soledade. 

Il  Padre  HoERTA  poi  C Esiodo,  ec.)  ci  dà  le  seguenti  notizie  relative  in  particolare  all'isoli 
di  Ternate.  «  Està  isla  (ei  dice)  es  una  de  les  denominadas  Molucas.  A  ella  fueron  nuestros 
Misioneros  Fr.  Alonso  Guerrero,  Fr.  José  de  S.  Maria,  Fr.  Diego  de  S.  Maria,  y  Fr.  Agustin  de 
Jesus,  el  aiio  de  1606,  acompauando  al  S.  Gobemador  Capitan  General  D.  Pedro  de  Acuna  quieD 
despues  de  un  refiido  combate  se  apoderó  de  la  ciudad  y  la  isla  el  dia  31  de  Abril  del  citado  aio 
(le  1606,  dejaudo  por  Gobernador  el  maestre  de  Campo  D.  Juan  de  Esquivel. 

«  Nuestros  Ueligiosos  fundaron  un  Convento  de  tabla  y  un  hospital  dcdicado  al  Patriarca  S. 
José.  No  siendo  el  sitio  bastante  espacioso  para  lo  que  exijia  un  hospital  y  Convento,  donò  un 
terreno  un  1610  D.  Christoval  de  Ascueta,  cuyo  terreno  se  hallaba  cerca  de  la  playa  y  fuera  de  la 
ciudad,  mas  por  falla  de  recursos  no  pudo  llevar:«c  a  efecto  la  obra  basta  ci  ano  del  1626,  ea 
cuya  epoca,  ci  seùor  Gobernador  I).  Pedro  de  Heredia  coustruyó  a  sus  espensas  el  Convento, 
colocandose  la  primera  pedra  el  dia  29  de  Octubre  de  1G26  bajo  la  direccion  de  Fr.  Christoval 
del  Castillo,  quien  dedicò  la  iglesia  a  S.  Antonio  de  Padua.  Ei  ano  de  1655  fundò  la  Teroeia 
Orden,  y  la  Archicofradia  del  Gordon,  Fr.  Pablo  de  la  Natividad.  Este  Convento  fué  la  matrizdesde 
donde  salian  nuestros  Ueligiosos  a  predicar  en  las  diversas  islas,  que  cxisten  en  el  Archipialago 
de  Celebes,  basta  que  el  ano  de  1662  abandonaron  los  Espanoles  las  islas  Molucas,  y  nuestros 
Religiosos  se  vieron  precisados  a  retirarse,  abandonando  sus  trabajo  apostolicos.  • 

201.  DouAY.  —  Relation  des  decouvertes  de  M.  de  La  Salle 
par  le  Pere  Anastase  Douay ,  Franciscain  Observant  RecoUect  de 
'^^^  la  Province  de  S.  Antoine. 

Questa  preziosa  Relazione  sopra  le  scoperte  del  Canada  è  andata  sventuratamente  perduta.  For- 
tuna clìe  ce  ne  ha  conservato  un  sunto  il  Padre  Le-Clcrque,  di  cui  diremo  a  suo  luogo,  nel  capi- 
tolo XXV  della  sua  Opera  :  Elablissement  de  la  Poi  danx  la  Nueve  Praiue ,  ec.  È  anche  ricordata 
nelle  Dernieres  découverles  dans  V Amerique  Septentrionale  de  M.  de  La  Salle,  mùes  aujawr  par 
M.  le  Chavalier  Tondi,  Gouvenieur  du  Fort  Si.  Louis  aiix  ìllitiois.  Paris  1679.  Se  avessi  pototo, 
nel  mio  viaggio,  re<;armi  per  qualche  tempo  nell'  Artois,  forse  in  quelle  pubbliche  Biblioteche,  od 
altrove,  chi  sa  che  non  mi  fòsse  riuscito  di  trovare  qualcosa  sia  del  Padre  Douay  ,  sia  del  Padre 
Zanobi  Mambré.  Ma  non  ebbi  tempo  di  occuparmi  di  tali  minute  ricerche,  che  avrebbero  richiesto 
qualche  mese,  e  conoscenze  ed  aiuti,  che  al  tutto  mi  mancavano.  Credo  che  tali  documenti,  se  à 
potessero  rinvenire,  accresc<2rebbero  luco  ed  interesse  alla  storia  già  sì  bella  e  gloriosa  delle 
Missioni  Francescane  nel  Canada. 


M$. 


SieoRp. 


Slamp 


202.  DuBLiULio.  —  Hierosolymitanae  peregrinationis  hodoepo- 

>i0iiip.    , 

A.I.  ricum.  Septem  dialogorum  libris  explicatum,  m  quo  de  ratione 
itineris  in  Palaestinam,  de  sanctis  locis ,  vicinisque  provinciis,  de 
illarum  gentium  religione  et  moribus ,  aliisque  eo  pertinentibus 
accurate  disseritur.  F.  Jeanne  Dubliulio,  Nervio,  Franciseano 
Theologo  auctore.  Ad  Reverendum  in  Christo  Patrem  et  Domi- 
num  Reinerum ,  Imperialis  monasterii  S.  Maximini  apud  Trevi- 


DUBLIULIO  153 


POS  Abbatem  dignissimum.  Coloniae.  Ex  oflBcina  Gerardi  Gre- 
venbruch.  Anno  MDIC. 

Un  volume  in  8,  di  15  carte  preliminari  non  numerate,  399  pagine,  ed  altre  8  carte  d* Index 
wrum  memorabUium^  ordine  alphabetieo  digestus.  Libro  molto  raro,  di  cui  era  un  esemplare  nella 
ricca  Biblioteca  del  signor  Escalopibr.  È  opera  dottissima,  letteraria  ed  amena,  che  si  legge  con  un 
grandissimo  diletto,  e  vi  si  gusta  il  classico  fare  dei  latini.  Metto  qui  gli  argomenti  dei  7  libri 
in  cui  è  divisa. 


«  In  primo  libro  ante  omnia  ratio  navigationis  in  Sirlam  cxponitur:  bine  de  sanctis  Hiere- 
$ol>7nae  locis  aliisque  eo  pertinentibus  agitur:  ad  exlrcmum  de  ridicula  Turcarum  religione ,  de 
Palestina  vicinisque  provlnciis  nonnulla  dicuntur. 


«  In  secundo  libro  ex  occasione  prìmum  agitur  de  Tostato,  bine  religionem  divinitus  Insti- 

totatn  esse  praedictam.  De  Propbetarum  et  Sibyllarum  vaticiniis,  caque  a  cristianis  non  esse  con- 

conllcta.  Inde  in  Mahnmetanam  superstitioncm  et  Alcorani  fabulas  multa  dicuntur.  Saracenorum 

Idolatria  demostrata,  illorum  de  paradiso  vanitas  rcfutatur.  Ad  extremum  cum  Delpbines  circa  na- 

v-em  loderent,  disputationis  finis  imponi  tur. 

s. 

«  In  tertio  libro  primnm  de  Macedoniae  et  Thessaliae  montibus  panca  dicuntur.  Hinc  de  irae 
i  stillatione  et  Turca  non  suis  viribus,  sed  cbristianorum  vitiis  forti.  Inde  Machometi  insania 
emonstrata,  de  quibusdam  Cbristianae  religionis  flrmamcntis ,  nostrorumque  auctorum  concordia, 
ethnicis  qui  Ghristi  mentionem  faciunt,  et  de  philosophorum  dissensionlbus  agitur. 

4. 

«  In  libro  quarto  ostenditnr,  primum,  quam  difficile  sit,  scrìptorem  placare  omnibus.  Hinc  de 
C^rcyrae  amplissimo  portu.  Inde  in  Judaeos  multa  dicuntur.  Quo  tempore,  et  a  quibus  puncta 
&  «Tenta.  Utrum  a  Judaeis  corrupta  scriptura  divina.  Quae  sit  correctio  Scribarum.  Eorum  impudens 
^^erecundia.  Loca  quae  ab  iis  mutata  dicuntur.  Legendi  ratio  apud  Hebraeos.  Ambiguitas  Hcbraicae 
^ingaae.  Ghristus  Deus  nbique  rex:  in  quem  non  in  Salomonem  psalmus  est  Ob  Ghristi  in terfectio- 
«lem  Jadaei,  mille  qningentis  annis  totius  mundi  cxules. 

ft. 

«  In  quinto  libro  scriptornm  lectorumque  studium  ac  diflérentia:  hinc  senectutis  bona  et 
inala  ostendnntur.  Cbristianorum  hostes,  a  nobis  non  docendos ,  sed  refellendos.  Hebraicae  linguae 
ambiguitas.  Punctorum  apices  de  90  interpretibus,  aliiaque  multa.  In  cxtremo  illorum  demonstratur 
auctoritas.  Mendas  quasdam  in  Ecclesia  ferri. 


«  In  sexto  libro,  industria  comitem  esse  invidiam.  De  quibusdam  Ionici  maris  insulis.  Hinc 

de  Ecclesiae  flnnitate  disseritur.  Illius  signa  ostendnntur.  Primum ,  ipsum  Gatholicae  nomen.  3.  an- 

Uqaitas,  eamque  uni  Romanac  Ecclesiae  convenire.  3.  perpetuitas  ac  duratio  Inter  adversa.  4.  Huius 

vavis,  unum  esse  gubernatorem.  5.  Gonspiratio  doctrinae  cum  antiqua  Ecclesia.  6.  Goniunctio  mem- 

lironim  cum  capite,  conscnsus  Inter  se.  7.  Doctrinae  efficacia.  Gontra  in  haereticis  esse  omnia. 

f. 

•  In  septlmo  libro  primum  est  ivoxi^Xatodi^  dictoram  in  sexto.  Hinc  de  octavd  Ecclesiae 


154  DUBLIULIO 


nota  qaae  est  verorum  ntiniculorum  efficacia,  disserilur.  9.  Prophetiae  lumea.  10.  infelicitas  ac 
miscr  exìtus  eonim  sive  principum  sivc  hacresiarcharam ,  qui  cathoiicam  Ecclesiam  oppognant  : 
et  haercticos  semper  in  graviorom  crrorum  baralhrum  mere.  Inde  verae  Ecclesiae  et  haeres«9D  an- 
thithesis.  Fidem  esse  donum  Dei  et  causam  cur  haeretici  non  credanL  Ad  extremam  de  fertilitale  et 
monasterio  Montis  Libani  multa  dicuntur.  • 

Della  scienza  poi  ed  arte  dell'Autore  sia  saggio  il  seguente  tratto  del  libro  quarto. 

•  Difficile  imo  impossibile  est,  piacere  omnibus,  nec  tanta  vultuum,  quanta  sententiaram 
diversitas  est.  Et  quemadmodum  qui  saepe  navigat,  aliquando  patitur  tempestatem.  Nemo  dio  tutus 
est  periculo  proximus,  qui  viam  frequenter  ingreditur,  latronum  impctus  aut  sustinet,  aut  certe 
mctuit:  omniaque  in  arte,  tam  gloria  quam  obtrcctatio  secundis  adversisque  ventis  oritur:  dum  aul 
amici  plus  merito  laudani,  aut  inimici  plus  insto  detrahunt;  rarumque  invonias,  qui  in  altenitram 
partem  non  favore  aut  odio,  sed  rerum  acquitate  ducatur.  Quod  mihi  quibusdam  in  orationibus, 
quas  prò  catbolicae  ìldci  conflrmatione ,  superioribus  annis  a  me  scriptas,  in  lucem,  emisi,  acci- 
dere  video.  Alii  enim  quasi  parva  contemnunt,  magisque  aiiorum  silentium  quam  nostrum  studium 
probant:  quasi  post  Hosios,  Staphylas,  Beliarminos,  qui  in  boc  genere  multa  scripscre  divinitus 
mutire  ncmini  licet  Nisi  et  parva  fuerint,  magna  emincre  non  possunt.  Alii  nostris  studils  ae- 
quiorcs,  audacter  nos  facere  asscvcrant,  quod  nos  a  scribendo,  non  iilornm  magnitudo  detemiit, 
sed  exemplum  accendit:  atque  in  praeclaris  rebus,  ut  ait  summus  orator,  praeciarum  esse,  prima 
sectanli,  in  secundis  tcrtiisque  consistere.  Quidam  in  eo  se  disertos  arbitrantur  et  doctos,  si  alieno 
operi  detrahant:  et  non  <iuid  ipsi  possint,  sed  quid  nos  non  possimus,  diiudicent.  Quibus  rispon- 
dere possemus,  nihil  esse  facilius ,  quam  de  aliis  indicare:  Mufif&TcacTt  Tt«  Oàaaoix  %  {iifiiiafTa.  Ipsi 
interim  moveant  manum  stilumque  tìgentes,  tria,  ut  dicitur,  verba  componant,  et  quid  possint, 
scriptis  oslendaut.  Delicata  doctrina  est,  pugnanti  ictus  dictare  de  muro,  et  cum  ipso  ocio  torpo- 
reas,  cruentum  mililem  accusare  formidinis.  Respondeant  ipsi  adversariis.  Patet  campus,  stat  con- 
tra  liostium  acies,  et  ut  Vergilianum  aliquid  inferam:  Hlum  aspice  contra,  qui  vocat.  Et  alibi:  Sic 
pater  ille  Deum  faciat,  sic  altus  Apollo,  incipias  conferre  manum.  Non  est  magnum  garrire  per 
angulos,  et  Inter  cyuthos  de  scriptoribus  ferro  sententiam.  Hic  benedixit,  illc  male,  iste  eloquens 
est:  illc  delirat,  iste  loquax,  ille  infantissimus  est  Ut  de  omnibus  iudicet,  cuius  hoc  iudicio  me- 
mi t?  Possem  et  ego  remordere,  si  vcllem.  Et  nos  tela  pater  ferrumque  band  debile  dextra,  spar- 
gimus,  et  nostro  sequitur  -de  vulnere  sanguis.  Alii  Ciceronianorum  in  morem,  qui  nihil  nisi  politum 
ac  tinuulum  probant,  nostra  fastidìunt,  ({uod  in  iis  verborum  lenocinia  pompamque  sermonis  forte  de- 
sideraut:  quibus  respondemus,  nobis  non  esso  propositum  paneg>Ticum  scribcre,  sed  eruditissimi 
bominis  in  S>Tiaca  navigatione  prolatas ,  quocumque  dicendi  gelare  sentenlias  explicarc.  Proinde 
stridentia  quaedam  et  anhclantia  verba  meditantem,  praesertim  in  hoc  libro,  ([ui  in  ludeos  potis- 
simum  scriptus  est,  hiulta  et  impolita  sequetur  oratio.  Cum  enim  in  Gorc>Tam,  quae  quondam  Phaea- 
eia,  nunc  vulgo  Corfu  dicitur,  insulam  Homcri  Carmine,  et  Ulyssis  adventu  nobilem  pervenisse- 
mus,  non  procul  ab  eius  insulae  oppido  pridie  calendas  iunii  sereno  coelo  in  media  navi,  qoae 
slabat  in  ancoris,  mane  amljulantibus  nobis,  Rabbi  Moses  aliique  nonnulli  Hebraei,  qui  Thoodorum 
hebraicac  linguae  peritissimum  esse  intellexeranl,  accedcnles,  cum  suo  more  nos  salutasscnt,  su- 
umque  Salom  Elech  admota  peclori  dextra  utrinque  gcminossent:  is  Hcbraicum,  psalmorum ,  quos 
illi  ihcphilim  ulii  thehillim  vocant,  librum  Yenctiis  excusum  manut  tenens,  nescio  quid  dìcere 
coperai,  cum  omnibus,  qui  aderant,  reSpicientibus,  ecce  duae  Venelorum  triremes  ex  oppido  ad 
nos  recla  ferobantur.  Gorcyrae  portus  est  maximus  atque  amplissimus,  inter  altissimos  Macedoniae 
Tbessaliaequc  montcs  ad  aquiloncm,  et  ipsius  insulae  colles  haud  exiguos  ad  meridiem  medius, 
contra  omnem  venloruni  ac  maris  iniurias,  longitudine  decem  millium  piissuum,  latitudine  sex 
mìllìum,  liincinde  tectus.  In  co  portu  semper  est  Yenetorum  classis,  multaeque  triremes,  ei  insu- 
lae niari({uc  praesidio.  E  quibus  cum  illac  duae,  quas  paulo  ante  memoravi  mus,  nostrae  navi  ap- 
propinquassent ,  intelleximus  esse  praefectum  classis,  qui  honoris  causa  ad  Arionistum  veniebat,  et 
siniul,  ut  do  Germaniae  statu  nonnulla  cognosc<;ret.  Illi  cum  aliquandiu  coUocuti  fuissent,  Vene- 
titiuo  ad  triremes  rediissent,  flante  atiuilone  paulo  post  sublatis  ancoris,  vela  suspendimus.  Itaque 
cum  Hebraeis  in  certo  puppis  loco  consedimus.  Hic  igitur  dialogus,  qui  cum  Rabbinis  habitus  est, 
tale  habebit  exordium. 

«  Theod.  Quid  ais  Rabbi  Mose?  In  vestris,  id  est  Hebraicis  voluminibus  nihil  esse  mutatum* 
proplerea  quod  haec  Yenetorum,  nostraeque  religionis  hominum  typis  excusa  sunt?  Atqui  in  omni 
arte,  optimis  mista  sunt  pessima.  Typographiam  ego  artem  semper  elegantissimam  iudicavi,  quain 


DUBLIULIO  155 


tinam  in  oriente   tmberemus,  ut  optimi  libri  Syriaca  et  Arabica   lingua  scripli,  passini  exlarenl. 

•  Mos.  Atqui  si  hoc  in  oriente  fleret,  plures  etiam  csscnt  Alcorani. 

•  TuEOD.  Recte,  plures  enim  homines  illa  deliramenta  riderent.  Quolus  enim  quisque  Turca- 
rum,  qui  contra  Alcorani  praecepla  et  vinum  bibunt,  et  iam  oculos  aperire  ceperunl:  illam  bostiam 
cum  suis  somniis  et  inepliis  non  mente  deridel?  Sed  tacent,  quoniam  in  ilio  luto  voluptale  rcli- 
nentur:  nec  in  Machometum  loqui  tutum  est.  Quod  si  aliquis  ex  vestris,  ad  illorum  castra  transfu- 
Serit,  eum  vos  quoque  execrabilem  iudicatis. 

•  Mos.  Merito  Theodore,  tamquam  perfugam  ac  religlonis  divinitus  institutae  desertorcm.  Quan- 
lus  enim  ille  Moses,  quem  nuper,  ut  audio  iure  laudabas,  quales  fucrint  Esaias,  Hieremias,  cae- 
t«riquc  nostri  vates,  quorum  intacta  tot  saeculis  adhuc  scripta  scrvamus. 

•  Theod.  Servatis  quidcm,  sed  utrum  in  iis  nihil  mutatum  sit,  iure  dubitamus. 

•  Mos.  Maiores  nostros  optimos  atquc  integerrimos  viros  faLsis  criminibus  accusatis,  quibus 
neciuo  Christus  vester,  neque  Aposlolorum  eius  quisquam,  huiuscemodi  crimen  obìecit. 

•  Theod.  De  Cbristo  et  Apostolis  eius  post  viderimus.  Sed  apud  Hieremiam  prophetam,  quid 
sibi  vuli  illud  0^*1Q'1QÌ  T)\^  Qìf  Het  Sceker  Sophrim,  id  est ,  slilius  mendax  scribarum  ?  Quae 

proplictae  verba  nostri  Hebraicae  linguae  peritissimi,  ut  mille  quadringentis  abbine  annis  magnus 
Origines,  mendaces  ac  falsas  scribarum  traditione^,  illasque  sapientum  vestrorum  dtMxt^òati<i  eas 
vnaxime,  quas  illi  de  oblationibus  contra  Dei  praeceptum  sacerdotibus  in  tempio  ofTerendis,  ex  ar- 
l)itrìo  constituerant  et  cuiuscumquc  gravissimi  sccleris  poenam ,  in  oblationem,  ut  omnia  in  eorum 
lucra  cedcrent,  impie  callideque  mutaverant,  esse  demonstrat.  Quid  non  mortalia  pectora  cogis, 
anri  sacra  fames?  Eam  insaliabilem  magistrorum  vestrorum  cupiditatem,  Hieremias  eodem  capi- 
tolo arguens:  Nolite,  inquit,  confldere  in  verbis  mendacii,  diccnles:  Templum  Domini,  templum 
Domini,  templum  Domini  est.  Alii  per  mendacem  hunc  scribarum  stilum,  illas  divinarum  scriptura- 
Tum  correctiones,  quas  magistri  vestri  postca  excogitaverunt,  putant  esse  praedictas.  Illi  enim  cum 
ex  Babylonica  captivitate  redissent,  quoddam  emcndationis  gcnus,  Thalmudicls  literis  conprehen- 
sum,  quod  ab  illis  0^*lpììM  ItHil  thicum  sophrim,  id  est  corrcctio  scribarum  dicitur,  excogi- 

tarunt:  ne  in  divinis  ullum  turpitudinis  videretur  esse  vestigium.  Itaque  urbani  et  honesti  homi- 
nes quemadmodum  inferius  ostendemus,  quaedam  prophetarum  dieta  mutarunt. 

«  Sed  ad  illa  praeclara  puncta  veniamus.  An  forte  Deus  in  monte  Sinai  legem  Mosi  eam  huiu- 
scemodi punctis  tradidit? 

«  Mos.  Ita  magistrorum  nostrorum  plaerique  existimant,  istorumque  punctorum  inventionem  non 
ad  Rabbinos,  qui  posterioribus  saeculis  eversa  Hierosolyma  floruerunt:  sed  ad  Synagogae  magnae 
viros  referunt. 

«  Theod.  Quam  dicis  synagogam  magnam? 

«  Mos.  Eam  ,  quae  Christi  vestri  tempora  nonnullis  saeculis  antecessit  :  in  qua  magni  illi 
prophetae,  Aggaeus,  Zacharias,  Malachias ,  Daniel,  Ezras,  Nehemias,  caetcrique,  quos  etiam  vos 
probatis,  fuisse  dicuntur. 

«  Theod.  Cur  igitur  post  nostri  Christi  felicissima  tempora,  aliquot  saeculis  huiuscemodi  voca- 
libus  punctis  vestrae  literae  caruerunt? 

«  Mos.  Unde  id  constai  o  Theodore? 

«  Theod.  Ex  vestris  auctoribus  ipsisque  Rabbinis,  e  quibus  multi  fatentur,  scripturam ,  a  ve- 
stris  maioribus,  quemadmodum  inferius  ostendemus,  multis  in  locis  fuisse  mutatam.  Rabbi  Helias 
Levites,  quem  apud  Coloniam  Agrippinam  inferloris  Germaniae  urbem  saepe  conveni,  in  praefatione 
libri  masoreth  Hammasoreth,  scriptum  reliquit:  Rabbinos  urbis  Tyberiadis  ,  prac  caeteris  in  lin- 
gua sancta  exercitatos,  haec  puncta  vocalia  excogi tasse,  legique  divinae,  quam  Thorah  dicitis,  ad- 
dìdisse:  ìdque  ab  illis  post  ultimam  templi  devastationem,  annis  quadringentis  triginta  sex,  fa- 
ctum esse  commemorat  Denique  multi  Synagogae  vestrae  codices,  istis  vocalibus  punctis  etiamnum 
careni,  solaeque  in  iis  sunt  literae  consonantes.  Quid  potest  magis  esse  persplcuum?  Alii  hoc  pun- 
ctorum genus,  non  à  Tyberiensibus ,  seda  Rabinis  Babylonis  Aegyptiae,  quae  olim  Memphis,  nunc 
Cayms  dicitur,  Rabbinorum  Hammaiet  Asse,  Thalmudicae  doctrinae  auctorum  opera  excogi tatum 
esse  dicunt,  idque  in  Christianorum  odium,  utantiquam  Hebraicae  scripturae  veritatem,  hoc  novo 
impietatis  artiQcio  depravarent  atquc  corrumperenL  Sed  ego  Iam  acerbus  et  rigidus  censor  in  omnes 
Hebraeos  esse  nolo,  nec  ad  vivum,  ut  dicitur,  omnia  resecare,  propterea  quod,  ut  non  semel,  sed 
saepius  animadverti ,  nostrae  interpretationes  Graecae  et  Latinae,  in  praecipais  divinao  scriptarac 


156  DUBLIUUO 


locis  quibus  Christiaiiae  lldei  veritas  coiu|irol)atur,  ut  do  quibus  iuU-r  nos  et  vostrum  genus  contro- 
versia est,  saepe  rum  ipsa  punctuaria  lectionc  consentiunt.  Certe  non  desunt  alia  loca,  in  qoibas 
nonnunquam  nostrac  interpretationes  ab  Ilebraica,  ut  loqni  suletis,  ventate  dissentiant.  Sed  cum  baoc 
minoris  niomcuti  esse  vidcantur,  Iih(>nter  umitto.  Ktiam  praetereo,  quod  in  synagogis  vestrÌ8,no- 
slru  Christo  quotidie  inaledicore,  nobìsque  omnibus  Christìanis,  omne  malorum  genus  imprecarì  di- 
cimini.  Non  arbilror  ludaeos  usquc  adoo  fatuos  esse,  [iraesertìm  Romae  ubi  Hebraicam  lingoam 
nunnulli  intelligunl.  Coutra  quusduiii  e  vestris  in  oriente  nonnumquam  audivi ,  qui  HierosolTmi- 
tanis  maioribus  suis  maliniicerent,  quod  Christum  cruci flgendnm  occidcndumque  cnrassent  :  ck  co- 
que fonte  malorum  omnium  et  r^lamitatum  genera  in  se  reduniLisse  dicelvant.  Sed  die  mihi  rabbi 
Biase,  nonne  veslri  maiores  in  Ikibyionica  captivitate  ita  Hebraicat'  lingUcie  obliti  sunt,  ut  admodum 
multa  sint,  quae  Hebraicae  jironunciare  non  possint? 

•  Mos.  Non  est  ita  o  Theodore.  Nam  apud  Sephorim,  quae  nunc  Saphet  dici  tur,  Galilac  oppi- 
duni,  in  quo  sunt  Allienae  nostrae,  dielius  sabbalhorum  adhuc  Hebraìce  loquuntur. 

•  Theod.  Cur  ergo  eaerasum  aut  melonem  Hebraice  pronunciare  non  possunt? 

•  Mos.  Quia  haec  vocabula  in  divinis  literis  non  bal)entur,  nec  hoc  pomi  genus  in  Syria,  ut 
nosti,  inveniri  solet.  Melonum  autem  est  copia,  ncque  nomen  in  Palestina  decst. 

«  Theou.  Proìnde  nihil  a  vobis  Hebraioae  pronunriari  potest ,  nisi  quod  in  sacris  literis  inve- 
nitur. 

•  &l(»s.  Sii;  est,  al  illa  Chaldaire  \el  Syriace  pronunciare  consuevimus.  Syriaca  autem  lingaa, 
ut  nosti,  Ilebraire  adeo  llnitima  est,  ut  prope  eadem  esse  videatur. 

•  Theod.  Sod  rur  eorum  v(>rl>oruni  quae  in  divinis  literis  inveniunt,  pnmunciationem  muta- 
stìs?  Ex  sorore  Mosis  Maria,  fecistis  Miriana:  ncque  desunt  in  Germania  ot  Gallia,  qui  a  vestris  id 
nomen  dissyllabum  esse  didicerunt,  ut  ^  iod  litera  non  solum  vocalis,  sed  etiam  consonans  esse  vi- 
deatur. Certe  70.  interpretes  summi  viri  llebraìcaeque  linguae  peritissimi,  aliiquc  omncs ,  Mariani 
non  Miriam  dicere  soieliani,  ipse  quo(|ue  losephus  sine  controversia  vester,  cuius  opera  Greecae 
et  Latine  extant,  sororem  Mosis,  aliamque  oiusdem  nominis,  Herodis  uxorcm ,  Mariammen  non 
Miriammen  vocat.  Ex  quo  intelligitur  novus  vester  iotacismus  ,  ab  omnium  veterum  pronuncia-  .^  ^. 
tione  dissentiens.  Postellum  Lutetiae  Parisiornm  saepe  risimus,  cum  sua  Miriam,  quam  Galli  qol-  —  JPjì. 
dam  matrem  loannam,  nescio  quam,  vel  primam  materiam  esse  suspicabantur.  Sed  de  Marianune  ^^^^ae 
baclenns.  Halleluia  quatuor  Syllabarum  vestri  esse  contendunt,  imo  Gallos  atquc  Germanos  ila  ms.^  ita 
docendo  deridenl.  Sed  de  imperitìa  aul  malitia  viderint. 

•  M()s.  At  nobis  «iuoipie  quemadmodum  Grae<*is  iotacismus  obrepsil.  Ttenlm  illl  littcraset  di-—  f  M:Ai' 
pbtongos,^.  t,  u,  |t,  u.  ot.  indiscreto  sono  pronunciant,  ita  nos  Miriam  jiro  Mariam,  )  iod  autem  litemrs-v  ^rra 
cum  ntH^ue  voralis  sii,  multo  minus  potest  esse  ronsonans.  Proindt^  viderint  imperiti ,  potins  quam  mali,  m  X'.«aili. 

«  TuEon.  At  liuee  fortasse  kniora.  Nunr  ad  maiora  veniamus.  hivinam  scriptnram  a  vestris  ma—  .«^  M~mTi' 
ioribus  fuisse  corniptam,  pluribns  argumentis  ostendimus.  Pximum  nb  varias  atque  di.scordcs  eìvtsMMMlm 
interpretationes.  Multi  enim  eruditissimi  vi  exeellenti  in^.^enio  viri,  ut  septiginta  duo  interpretes    ^s^^j&t, 
deinde  Aquila,  Symniacbus,  Theodtition  aliiiiue  nonnulli,  divinas  literas  ex  Hebraeo  in  Graeennn  Mi^um 
superioribus  saerulis  converlerunl:  quibus  aocessiTunl  aliae  tres  vi»rsiones,  quae  quinta,  sexta,  se^fr^^s    se- 
ptima  nunrupanlur,  et  post  ras  etiam  ootava,  quae  nostri  IIieron\iui  creditur.  Quae  omncs  adf'fL»^»!»» 
dui  dii  nafTwix  ut  dicitur ,  inler  sr  pugnanl  atque  dissentiunt ,  ut  baec  plura,  illa  pauciora,  tlìS  M^maìia 
diversa  maleque  transp<isita,  alia  non  solum  in  verbis,  sed  etiam  in  sensibus  ad  (Idem  pertinentif^^  Miti' 
bus,  non  \ aria,  Sfd  omnino  contraria  alijsque  edìtionibus  repugnantia  multa  contineat  Quod  ceif    «  •*We 
doctLssimorum   hitminum  optimorunupic  inlerpretum  vicio,   praesertìni  In  re  maximi   pondcriss  ^  ni;, 
adscrìbi  non  potest.  Nam  si  in   iis  (fui  Platonis  aut  ])bilosopborum  libros  e  Gracco  in  Latinur .^k7Q7 
convertunt,  tanta  est  religio  ac  fldes,  ut  vorbum  alitpuKl  etiam  levissimum  mutare  non  aadean^ET^Dr 
divinas  literas,  ex  quibus  snlus  pendei,  quanta  fide  atipie  integritale  ab  illis  summis  viris  ex  H  ^^Vf* 
braco  ess<*  conversas  existimare  dcl)eHius?  Cum  igitur  rx  eodiTu  font»»,  illi  tam  diversos  abr       ^fc* 
eontrarios  inlerprelationnm  rìNnlos  duxcrint,  lleri  non  potrst,  quin  fons   ipse  viclatus  sit  atq- — ^le 
corruptus.  Antiqua  sententia  est:  Non  potest  verum  esse,  quod  variuni  est.  Ex  hac  8uppatatl<^  JDc 
illa  summa  nascitur  :   Ifebraicorum  librorum  fontem  ,  ex  quo   tam  varii   atque   pugnantes  Int^^r- 
prctatiouem  rivull  fluunt,  esse  rorruplum. 

«  lUud  omitto,  quod  maxime  arguii  veteris  instrumenti  con((?xtum,  ab  antiqua  sinceritate 
tatum.  In  llcbraeis  libris  olim  multa  erant  carminum  genera,  quae  ut  summi  ac  eraditissimi 
mines  Gracci  et  Latini  memoriae  prodiderunt,  in  morem  oporum  Pindari  atquc  Alcacl,  aut  Vir^^ li^l 


I 


DUBLIUUO  157 


et  Horatii,  spondaeo  etdactylo  currerent.  Alia  tetrametro  iambico  sapputari,  alia  sapphico  carmino 

ex  tribus  versicalis,  heroico  semper  commate,  adonto  ve  conclusis,  scripta  esse.  Certe  Cacsariensis 

Eosebios  scriptam  reliquit,   in  vcteri  testamento  esse  quaedam  elegantissima  carmina,  at  Mosi 

ranticam,  quod  a  vobis  magnum  dicitur,  et  nonnullos  Davidis  psalmos,  heroicìs  versibus  scriptos, 

aliaque  trimetra  ac  tetrametra  summo  artiQcio  elaborata,  Vesler  quoque  losephus  sccundo  à%x^\uìXoxitiii. 

libro,  Mosen  Pharaone  Aegyptiisque  demersis,  «otvlxtof*  hexametris  versibus  Deo  cecinisse  com- 

memorat  Sed  nunc  in  vestris  Hebraicis  libris,  nuUum  herolci  aut  lirici  carminis  vestigium ,  nihil 

«laclylo  vel  spondaeo,  Graeconim  aut  Latinorum  more  contexlum:  nec  duo  cola  vel  commata  possunt 

distendi ,  quae  iuxta  rythmi  leges  aut  pari  syllabarum  numero,  aut  qnac  òfioiòirTora  tf*  òfioto^ìTcuTa 

clicuntur  a  nostris ,  eadcm  flnalis  syllabae  terminationc  claudantur.  Sed  tiaec,  inquam,  universa 

praeterco,  nec  illud  urgeo,  quod  noster  lustinus  Rabbinos  de  psalmo  quodam  ,  nescìo  quid  crasisse 

commemorat ,  et  magnus  ille  Origenes  in  Hieremiao  commcntariis  ait ,  illud  a  propheta  dicium  : 

reccatum    luda    scriptum   est    in    ungue   adamantino:    a    vestris ,   qui   peccatores  haberi   nole- 

l>aDt,  sed  se  iustos  ac  pios  esse  dicebant,  ita  fuisse  mutalum,  ut  prò  peccato  Inda,  legeretur  pec- 

catum  corum,  et  quod  a  70.  interpretibus  ex  Hebraico  Deuteronomii  loco  versum  est  :  Malcdiclus 

omnb  qui  non   pcrmanserit  in  omnibus  et  quae  sequuntur:  illud  _S^chol,  id  est  omnis  a 

vestris  crasum,  ne  sub  maledicto  esse  viderentur,  quod  omnia  legis  praecepta  servare  non  possent 
ci  illud:  Maledictus  a  Deo  omnis  qui  pendei  in  ligno,  plaerique  exislimant,  in  Christianorum  con- 
tumeliam,  qui  Christum  à  Deo  malcdictum  adorarent,  a  vobis  fuisse  vicìatam  atque  corruptam. 
Illod  etiam  omitto,  maioribus  vestris  olim  puncta  vocalia,  ut  diximus,  defuisse,  sine  quibus  ab 
Ksdra  divinos  libros  conscriptos  fuisse,  perspicuum  est.  At  Rabbini  vostri  cum  viderent  Constan- 
tìDum  magnum  Augustum,  ad  Christum  esse  conversum,  vcriti,  ne  de  se  actum  csset,  novam  quan- 
«lam  Icgendi  rationem,  qua  divinam  scripturam  in  impietatis  suae  scntentiam  traherent  repugnan- 
tem,  excogitaverunt.  Et  quanquam  ista  puncta  quae  fortasse  posterìus  excogitata  sunt,  a  plaeri- 
ssque  veatrum  removeantur,  tamen  ab  incunabilis  secundum  ea  legendum  esse  didicìstis,  memo- 
Tiaeque  mandaslis.  Adeo  a  teneris  consuescere  multum  est. 

•  Sed  quid  bis  nostrorum  hominum  tcstimoniis  opus  esU  quando  ipsi  Flcbraei  falenlur ,  suos 

libros  multis  abbine  saeculis  fuisse  corruptos?  Capta  enim  a  Chaldaeis  Hierosolyma,  Nabuzardaii 

Tegis  Assyriorum  praefectus,  quemadmodum  habetur  in  quarto  rcgum  voluminc,  succendit  domuni 

Domini,  el  domum  regis,  et  omnes  domos  Hierusalcm  combussit.  Tunc  sacra  Illa  volumina,  quae 

publìce  servabantur,  vorax  flamma  consumpsit:  net  unquam  ex  eo  tempore  in  intcgrum  restituì 

potuenint,  tametsi  multi  in   eo  studii   genere  postea  diligentissime   laborarunt .  Huius  calamitatis 

testes  sunt  plaerique  Rabbini,  ac  interalios  rabbi  Kimchi,  cuius  auctoritatem  atque  scntentiam  ingcns 

rabbinonim  numerus  sequitur .  Is  in  tertium  librum  Regum,  et  in  praefationc  sui  operis  in  propho- 

tas,  exemplaria  sacrae  Scripturae  in  illa  prima  captivitatc  pcriissc  conflrmat.  Rabbinos  autem, 

qui  postea  fuerunt,  ita  conatos  esse  restituere,  ut  collatis  exemplaribus  qnaecunque  invenirc  polue- 

runt,  elicuerint  ex  hoc  volnmine  unum  aliquod   vcrbum,  ex  ilio  aliud.  Libris  autem   minime 

ronsentientibus,  visum  est  illis,  hanc  dictionem  scribere  in   textu,  altcram  in  margine.  Proinde 

multa  verba  in  bibliis  esse  mutata.  Thalmudistae  autem  pene  omnes  in  Thalmudicis  libris  una  voce 

coDsenliunt,  ac  saepissime  mentionem  faciunt,  cuiusdam  corrcctionis  veteris  testamenti,  quam  a<l 

emendationem  sanctae  scripturae  ab  iis  adhibìtam  Tikum  Sophr[m,  id  est  correctionem  sapìentum 

scribarum  vocanl,  iuxta  quam  illi  aliquot  ante  nostri  Christi  tempora  saeculis,  in  voluminibus  legis 

et  prophetarum,  nunc  scripturam  quibusdam  apicibus  dìstinguentes,  nunc  alia  quaedam  in  margine, 

quae  prò  iis,  quae  in  contexlu  scripta  erant,  urbanius  honestiusque  legi  iudicabant,  adscribentcs, 

multa  mntarunt.  Et  quoniam,  ut  loquuntur,  verba  non  foetent,  exempli  causa,  ut  res  fiat  illustrior, 

dliqaid  ponam.  Ubi  scriptum  erat  coire  cum  concubina:  hoc  illi  minus  honestc  dictum  putantcs, 

J»ro  co,  dormire  cum  anelila  :  et  prò  humano  stercore,  egestionem  substituerunt.  Ita  paulatim  factum 

«^t ,  ut  quod  a  propheta  scriptum  esset,  eradentes  ;  in  locum  illius,  quod  ipsi  magis  decorum  et 

^onestam  arbitrabanlur,  supponentes,  verecundi  honestique  hominem  dum  corrigere  se  putant, 

Tiuita  cormperint.  Quid  opus  est  multis?  Hoc  mendaci  scribarum  stilo  factum  est,  ut  multis  in 

locìs  sensus  a  prophetae  sententia  dì  versus  emerserit 

«  At  ne  pios  homines  falsis  criminibus  accusare  vidcamur ,  nonnulla  ab  iis  in  prophetarum 
'*<"ripiis  mutata,  in  medium  adferamus,  necesse  est.  In  Malachiae  primo  capile,  cum  olim  scriptum 
tiiftisset:   ^n^K^  olhi,  id  est  a  me,  in  eius  locum  a  vestris  sapienlibus  subrogalum  est,  ^nt>{ 


158  DUBLrULTO 


otho ,  id  est  eum,  vel  iilum ,  ex  quu  setiuitiir,  ul  ubi  iuxUi  scribanim  correctionem  Icgimiis  :  Ecce 
de  labore  vestro,  el  exuinastis  illum  :  ibi  quondam  a  propheta  dictnm  esse  :  Ecce  de  labore  vestro, 
<*t  e\uinastis  me,  dicit  Dominus.  Ita  quod  apud  Micheam  modo  legìmus  :  In  domo  pulvcris  pulvcns 
aspergite  vos,  vel  involvete,  iusta  alìan)  translatioriem,  hoc  est,  inquit  U.  Salomon,  correctio  scribaram 

qui  punta  facientes,  correxerunt  el  dixerunl:  {{^7^  J^n  ^^^^  palaschiti,  id  est,  Involvi  le;  ubi  apro- 

piiela  scriptum  erat  {Jr^^J^n  *"'  palaschi:  id  est  involvi  me.  Sic  enim  a  Michea  scriptum  crai:  In 
domo  pulveris  pulvore  aspersi  me.  Praeterea  quod  nunc  legimus  apud  Oseam  :  In  recessu  meo,  vel 
recessio  mea,  aut:  Cum  recessero  ab  eis;R.  Salomon  et  R.  Kimi  dicunt,  ila  legi  iuxta  correctionem 
scribarum,  videlicet  Q^J^  ^Tltì^S  ì)essuri  mechem  ,  id  est  incarnatio  mea  ex  eis,  quarum  sontcntìa- 

ruin  intelligcntia  quemadmodum  iuxta  lextum  a  scrihis  correctum  habemus,  multum  abest  ab  ilio 
sensu,  quem  scriptura  initio  proferebat  Longum  essct  referre  caetera,  quac  H.  Salomon,  D.  Klmì, 
K.  Simeoh  aliique  Rabbini  a  scribis  olim  correda  dixerunt.  Igitur  ut  iìnem  iungam  principio,  ex 
bis  omnibus  facillime  intelligi  potest,  prophetarum  libros  vestrorum  sapicntum  correclione,  imo  corm- 
plione  esse  mulalos.  Sed  haec  nimis  antitiua  praetereo,  rc«leoque  ad  recentiores,  e  quibus  nonnulli 
vestrum,  ipsa  veritate  superati,  quemadmodum  superius  ostendimus,  haec  ila  se  habere  conflrmanL 
•  Mos.  Multa  Theodore,  memoriter  copioseque  dixisti  :  nostrosque  sapienlcs  gravissimorum  crimi- 
iium  accusasti  :  prò  quorum  innoc^ntia,  paucis  verbis,  nisi  molestum  est ,  libi  respondcre  conabor. 
Illud  in  primis,  nos  vestrorum  auctorum  patrocìnio  sublevari.  Et  quemadmodum  accurate,  ut  video, 
nostra  pervolulasti ,  Hebraìcamque  linguam  ac  divìnas  literas  imbibisti:  sic  iuvat  me,  quacdam 
vestrorum  scripta  vidisse.  Ex  quorum  lectione  nonulla  didicisse  me  falcor.  Proinde  si  ludaei  quemad- 
modum dicitis,  prophetarum  libros  corruperunt  :  aut  ante  Christi,  quem  colitis,  tempora,  aut  post, 
id  fecerint,  necesse  est  Si  ante  illius  adventum,  cur  ergo  Chrislus  vester,  qui  minora  Indaeis  obiicit, 
aut  de  tanto  crimine  tacuit ,  aut  ad  illos ,  quos  super  cathedram  Mosi  sedere  ait ,  discipulos  suos 
mittit?  Quod  si  a  nostris  postca  factum  est,  ridiculum  est,  Christum  et  apostolas  eius,  ex  illis  scrì- 
pturis,  quas  ludaei  corrupturi  essent,  sumere  testimonia.  Ex  quo  sequitur,  utrumlibct  snmpseris,  pro- 
phetarum scripta,  a  nostris  non  fuisse  corrupta.  Nisi  forte  ludaeos  usque  adeo  fatuos  arbitrarìs,  ut 
dum  alios  in  tenebras  coniicere  cupiunt,  se  ipsi  veritatis  luce  privarcnt.  At  Tertullianus  vestrorum 
antiquissimus  scriptor,  in  apologetico  refert,  Ptolemeaum  Philadelphum  Alexandriae  regcm  per  7S 
celebres  interpretes  Hebraeos  scripturas  sanctas  in  Graecum  convertcndas  curasse,  quae  etiam  hodie, 
in(iuit  apud  .\lexandriam  in  illius  bibliothcca,  cum  ipsis  Hebrairis  literis  exhibentur.  Quac  eousque 
inrorruptae  integracque  manserunt,  ut  non  solum  losephus  noster  in  ludaicarum  antiquitatum 
libris,  verum  etiam  Aristaeas  refcrat,  illustres  quosdam  viros  Theodorum  ac  Theopompum  ea  de 
causa,  adversa  mentis  valitudine  et  languore  corporis  diu  conflictatos.  Quorum  ille,  tragaediarum 
scriptor,  cum  ex  iudaicae  scriplurae  verbis,  ad  fabulam  quandam  nonnulla  vellet  accommodare, 
slatim  oculis  captus  est:  hìc  autem  cum  aliqua  ex  divina  lege  in  Graccam  linguam  transferre 
cepissct,  evestigio  mentis  cmoliune  percussus,  in  somniis  monitus  est,  in  illam  calamitatcm  Incidiase, 
quod  divinas  literas  inquinasset.  Adeo  scripturam  suam  inviolabilem  esse  voluit  summa  divinitas. 
Quae  cum  ita  sint ,  minime  mirum  est,  si  imperiti  quidam  interpretes,  qualcs  Aquilam,  Sym- 
niachum,  Theodotioncm  fuisse  non  dubium  est,  qui  etiam  a  vobis  iure  damnantur:  ex  purissimo 
fonte,  coenosos  ac  turbidos,  ut  Ut,  rivulos  duxeriut.  De  scptuaginta  interpretibus,  quos  plurimi 
facilis  lacco.  Certe  multi  vestrorum  illos  certis  gravibusquo  de  causis ,  de  industria  quibosdam  in 
\oc\s  aliter,  quam  in  Hebraicis  habebatur,  nonnulla  in  Graecum  vertisse  commcmorant.  Quod  autem 
libros  quosdam  veteris  instrumenti  diversis  carminum  generibus  dicis  fuisse  composito»,  nuUumque 
in  iis  illorum  carminum  restare  vestigium,  facile  diluitur.  Nam  quod  ait  Caesariensis  Eusebius,  et 
post  illum  vester  Hieronymus  homines  eruditissimi,  in  morem  Pindari  et  Alcaei  multa  spondeo  et 
dactylo  currere,  id  ab  omnibus  non  intelligitur.  Ncque  enim  ita  est  accipienda  similitudo,  ut  He- 
braeorum  versus,  Graecorum  Latinorumque  carminibus  similes  esse  videantur,  sed  quod  antiqua 
illa  poesis  Hebraica,  pedes  illorum  in  morem  dactylum,  spondaeum,  iambum,  aliosquc,  item  ccrtos 
numeros,  in  hexamclro,  trimetro,  tetrametro  Carmine  adhibere  consuevcrit.  Alia  tamen  est  illorum 
pedunì  disposino.  Nam  Hebraeorum  hexametri,  praeter  spondaeum  et  dactylum  etiam  alios  pedes 
recipiunl:  ordine  quo  apud  Latinos  et  Graecos  collocari  solent,  plaerumque  mutalo.  Sed  de  bis 
musicis  salis  multa.  Quod  autem  quidam  e  vestris  nonnulla  prophetarum  valicinìa  ex  Hebraicis 
voluminibus  a  Rabinis  erasa  fuisse  contendunt,  ut  illud:  Regnavi t  a  ligno,  et  si  quid  est  huiusce- 
modi,  iam  pridem  a  R.  Helia,  qui  apud  Coloniam  Agrippinam  in  inferiore  Germania,  non  solum  in 


DUBLIULIO  159 


vestram  aciem  tausiil,  verum  oliaui  Hebraicas  literas  docuil ,  ila  refutaluiu  esl,  et  quideiii  Latine, 
ut  est  de  re,  quod  dicendum  sit,  nihii  superesse  videatur.  Ad  extrcmum  de  correctione  scrlbarum 
multa  dixisti.  Sed  si  quid  aliquando  huiuscemodi  fuit ,  nos  illud  vobiscum  iure  meritoque  damna- 
mus,  totoque  mundo  audiente  clamamus:  Esdram  et  collegas  eius  invenisse  Bibita  sacra,  ìntegra 
et  illaesa,  quae  a  nobis  toto  terrarum  orbe  servantur.  Quod  si  non  desunt  inter  vos  improbi  qui- 
dam, a  vobis  haeretici  dicti,  ut  Marcion  aliquis,  aliique  huius  farinae,  qui  novum  instrumentum 
vestrum  murium  instar  non  uno  loco  roserunt;  quid  mirum  est,  si  inter  nostros  unus  aut  alter 
illonim  imitatur  audaciam?  Una  hirundo  non  facit  ver:  ncque  unius  improbitas,  nobis  omnibus 
debet  adscribi.  Sed  quoniam  adeo  invidiosa  haec  punctorum  ratio  vobis  videtur:  de  hac  pluribus 
verbis  agendum  est,  utquam  necessario  haec  a  summis  doctissimisque  viris  excogitata  fucrit,  intclligi 
lìossìu  Hebraica  lingua  quae  iure  sancta  dici  tur,  propterca  quod  et  ea  Deus  in  mundi  exordio  usus 
est,  et  divina  oracula  scripta  sunt,  et  prophetae  omnes  sua  vaticinia  condiderunt,  et  ìpsc  Esdras 
sacros  libros,  quibus  nihil  potcst  esse  divinius,  a  Chaldaeis  incendio  absumptos,  diligentissimc 
lidelissimeque  restituii  :  duas  et  viginti  literas  habet,  inter  quas  nulla  vocalis  est,  quemadmodum 
apud  Graecos  et  Latinos,  sed  omnes  sunt  consonantes,  quae  per  se  sine  ulterius  adminiculo  sonare 
non  possinl.  Quanquam  cnim  Jn^  Aleph  et  V  Ain  et  j^  He  et  J  lod  et  J  Vau,  Hebracorum  literae  prima 
fronte  vocales  esse  videanlur,  sunt  tamcn  a9b)va(  ac  vcluti  mutae,  ncque  aliquid  per  se  auribus 
prestant.  Itaque  maiores  nostri  vocalibus  literis  destituii,  sola  consonantìum  lìterarum  scriplura 
cogebantur  esse  contenti:  quam  cum  legerc  vellent,  dictionesque  ex  illis  sive  i^ovots  sine  conso- 
nantibus  literis  compositas,  conarentur  exprimere,  ciuod  scripturae  deeral,  vivae  vocis  pronuncia- 
lione  supplebant  :  consonantibusque  literis  ex  communi  propriae  genlis  loculione  ac  vulgat<r  con- 
suetudine mutuatum  sonum  addebant.  Verbi  causa,  ut  res  exemplis  fiat  illustrior ,  cum  hoc  nomen 
Lamech,  scrìbendum  csset  :  id  tribus  tantum  consonantibus  literis  adumbrabant,  in  hunc  modum , 

*yi2^  L.  M.  e.  deinde  cum  hoc  nomen  pronunciandum  crai ,  ex  usitata  quadam   atque  comuni 

pcritia,  quam  a  pueris  imbiberant,  ita  vocem  addebant,  ut  literae  L.  A.  M>  E,  vocalem  adiungcrent; 
ita  tribus  consonantibus  literis  duas  vocales  addebant:  et  Lamech  pronunciare  consueverant  Idem 
in  Adam  aliisque  verbis  facile  possem  ostendere,  sed  brevitati  studendum  est.  Hierosolymitano 
regno  a  Chaldaeis  everso,  et  exinde  ob  Romanorum  in  nos  saevitatem  posterioribus  Hierosolymis  a 
Tito  Adrianoque  deletis,  maioribusque  nostris  post  secundi  templi  dcvastationem ,  loto  terrarum 
orbe  dispersis,  cum  paulatim  Hebraica  lingua  in  oblivionem  venire  cepìssct,  adeo  ut  divinas  literas, 
uti  superius  ostendimus,  vocalibus  destitutas,  prò  suo  quisipie  arbitrio  non  solum  legeret,  veruni 
etiam  interpretaretur  :  Rabbinos  quosdam  summa  eruditione  doctrinaque  praestantes,  qui  huic 
malo  remedium  adferrent,  propitia  divinitas  excitaviL  Hi  proinde  vcrili,  ne  vera  atque  germana 
scripturae  sacrae  letio,  vocalibus  literis  destituta  tandem  interiret,  prò  vocalibus  notas  quasdam  et 
puDCta,  quae  singulis  consonantibus  affixae,  sum  cuiusque  literae  sonum  prodcrent ,  ac  propriam 
cuiosque  dictionis  signidcationem  ostcnderent,  prope  necessario  excogitaverunL  Hoc  igitur  religiosum 
ac  pium  studium,  in  odium  Ghristianorum ,  arbilraris  o  Theodore  ab  illis  t;ilibus  tantisque  viris 
fnisse  susceptum?  0  miserabilis  humana  conditio,  et  ut  ait  noster  sapiens,  vanos  laborcs  et  indu- 
strìas,  quae  patent  invidiac  proximi.  Sed  ad  proposi tum  revertamur,  ec.  > 


E 


M:  203.  Edictum  Imperatoris   lung-tchin  ,  quo  die  in  aulam 

admissus  fuit  Lusitaniae  Nuntius,  adversus  S.  Religionem  so- 
lemniter  publicatum  anno  1727. 

Copia  inviatami  da' Padri  del  nostro  Convento  di  ManiLi.  È  una  traduzione  latina  dell*  origi- 
nalo cinese. 

'^p-        204.  Elencus   cleri  Regularis   Ordinis   Minorum  S.    Patris 
""^  Francisci  Observantium  Lithuaniae,  1842  et  1859.  Vilnae,  Typis 
Josephi  Zawadzki. 

Un  volume  in  8.  È  questa  la  Provincia  Francescana  di  Lituania,  conservatasi  come  per  pro- 
digio insino  a' di  nostri  florentissima  in  spirituale  vantaggio  di  que' popoli,  nonostante  che  c6*fti- 
nesti  trattati  del  1773,  i793  e  1795,  la  più  parto  di  quel  regno  venisse  ceduto  alla  Russia,  e  il 
rimanente  a' Prussiani:  governi  clic  tutti  sanno  di  qual  modo  abbiano  trattato  e  trattino  il  Catto- 
licismo.  Nel  1843  contava  ancora  29  conventi  di  Francescani  Osservanti,  e  sei  monasteri  di  Clarisse, 
nel  4859  ridotti  dalla  persecuzione,  i  primi  a  12,  e  i  secondi  a  4,  e,  peggio,  costretti  a  reggersi  senza 
supcriore  Provinciale,  e  lor  vietato  il  raccogliersi  a  capitolo  per  venire  all'elezione  di  esso.  In  questo 
tempo  avevano  ancora  le  parrocchie  seguenti.  In  Lituania,  di  Vilna,  di  Creting,  di  Citovian,  dì  Mo- 
liilow,  di  Trascun,  di  Dotnow,  di  Valozyn,  e  di  Dedercal;  e  nelle  Colonie  Russe,  di  Archangelsk,  di 
Kazan,  di  Crei,  di  Tomsk,  di  Krasnoiarsk,  dì  Ncrczynsk,  di  Landau,  di  Jambnrg,  di  Taganrog,  di 
Alessandrowsk ,  di  Bachmutskaja,  di  Kazikaja,  di  Astrakan,  di  Carskie-Kolodec,  di  Piatyhorsk,  di  ^la< 
dykaukas,  e  di  Kussaray;  vere  missioni  in  mezzo  a  nazioni  barbare  ed  infedeli.  Da  quel  tempo  non 
se  n'ebbe  più  notizia,  e  non  sappiamo  se  vi  resti  ancora  qualcuno  dì  quelli  eroici  figliuoli  del  Serafico 
Palriarcal  I  nomi  de' Padri  che  nel  1859  lavoravano  in  quel  difficile  campo,  erano  i  seguenti,  ben  degni 
die  restino  in  etema  benedizione.  —  Innocenzo  Wolodkìewicz  —  Ostiano  Galimski  —  Benigno 
Lipien  —  Zenone  Jwaszkiewicz  —  Vincenzio  Rielski  —  Andrea  Purewicz  —  Diego  Sambror  —  Gio- 
vanni Canzio  Garty  —  Telcsforo  Grzegorzewski  —  Paolino  Balcewicz  —  Donato  Midrowscki  —  Corra- 
do Legowicz  —  Viatore  Zyzniewski  —  Ferdinando  Sienkiewicz  —  Ivonc  Zawaddzki  —  Bernardino 
Grodwki. 

y..  205.  Encarnacion  (de  la).  —  Estado  y  progresos  de  la  mision 

^"*    do  Xang-tun  on  China  por  el  P.  Fr.  Bernardo  de  la  Encarnacion 
de  la  Provincia  de  S.  PabloT 


EPISTOLAE  161 


Il  Padre  Hubrta  (Estado,  ec.J  dice  che  il  Manoscritto  è  segnato  in  Gi-nan-fU  agli  8  di  maggio  del 
SS.  Il  Padre  Bernardo  fu  nativo  di  Almansa  diocesi  di  Leon.  S' imbarcò  per  le  Filippine  il  i659,  e  di 
Tu  inviato  alle  missioni  della  Gina  il  i668:  ma  una  grave  infermità  lo  costrinse  a  tornare  alleFilip- 
le.  Restò  qui  missionario  Ano  al  1675,  e  due  anni  appresso  partì  dinuovo  per  la  Cina,  dove  fondò  9 
ese,  tra  T  altre  quelle  della  città  di  Ghing-chui-fu,  e  del  borgo  Lin-quiu.  Parecchie  volte  scoperto, 
ine  incarcerato,  e  finalmente  esiliato  a  Goa  nell'Indio  orientali.  Ha  e*  trovò  modo  di  fuggire  e  tornare 
?  sua  missione.  Pieno  di  meriti  mori  in  Gantone  il  29  di  luglio  del  17i9,  di  90  anni  di  età,  e  57  di 
ssione,  16  nelle  Filippine,  e  41  in  Gina. 

206.  Epistolae  Missionariorum  Ordinis  Sanctì  Francìsci  ex 
risia  et  Hollandia. 

Manoscritto  di  due  volumi  in  foglio,  nella  Regia  Biblioteca  di  Monaco  in  Baveria:  il  primo,  di 
le  646  ;  il  secondo,  di  199. 1  documenti  del  primo  sono  questi. 

I.  BuUae  Romanorum  Pontificumy  decUiones  S.  Congregationis  de  Propaganda  Fide,  BpUtolae 
rdincMt  PraefeeH  et  Nuntti  Apostolici»  quae  Miitionarios  in  HoUandia  et  Frisia  eoneemunt,  AecedufU 
ormaHones  de  $tatu  Misiionis,  quas  Missionarii  ad  S.  Congregationem  retuierunt.  A  fol,  i  ad  96. 

3.  Epistolae  Missionariorum  variae  ad  PP.  Provindales  datae  ,  quitms  nonnulla  de  stoftt 
tsionis  referuntur.  A  fol.  96  ad  138. 

3.  Fructus  Missionariorum.  Relatio  laborum  Missionariorum  ApostoUeorum  Promndae  Cotùnien- 
Min.  Strici.  Ohs.  seu  ReeoUet.  ab  an.  1656  usque  ad  festum  Pentecostes  an.  1657  ex  proprOs 

orum  lUeris  desumpta,  praesertim  ex  ttteris  P.  Amoldi  Perezens.  Ponuntur,  omnia  ad  ttteram. 
•  Uteris  P.  Constantii  Antonii  Harlemii  in  HoUandUa  Idborantis,  ad  Uteram.  Ex  Uieris  P. 
\ttachU  Beecky  omnia  ut  intus  y  propria  mnnti  datis.  Ex  Uteris  P.  Ahysii  Henséler  in  Frisia 
bcrantis,  omnia  ad  Uteram.  Ex  Uteris  P.  Laurentii  Simonis  in  Frisia  occidentali  ìaboranUs,  omnia 
(  Uteram.  Ex  Uteris  P.  Christiani  Becker,  qui  suecessit  hoc  anno  in  locum  P.  Antonii  Vervey  a  40 
ni  Missionarii.  Omnia  in  Utteris.  Loeus  eius  in  eonfinibus  Frisiae  et  Transilvaniae  iuxta  dviiatem 
enwecanam.  A  pag.  138  ad  185. 

4.  P.  Fr.  Frandsci  AngeUni  epistoUie  quatuor.  A  185  ad  193. 

5.  P.  Fr.  Christianus  Becker.  1.  Literae  testantes  de  UU>oriims  et  fruetilms,  3.  Laus  mairi' 
n4L  3.  Causa  Beckeri  contra  ArcMpresbit.  Volker.  A  fol.  193  ad  335; 

6.  P.  Fr.  EustacìUus  Beeek.  Literae  Husdem.  A  fol.  335  a  346. 

7.  P.  Fr.  Felix  Camp.  Eiusdem  literae.  A  fol.  346  ad  358. 

8.  P.  Fr.  AnionU  ConstantU  epistolae.  A  fol.  358  ad  380. 

9.  P.  Fr.  Mechior  Van-Dyck.  Eiusdem  literae.  A  fol.  380  ad  388. 

10.  P.  Fr.  Gaspar  German.  Eiusdem  Uterae.  A  ftd.  388  ad  394. 

II.  P.  Fr.  Nicolaus  Hania.  Eiusdem  Uterae.  A  fol  394  ad  316. 
13.  P.  Fr.  Aloffsius  Henseler.  Eiusdem  Uterae,  A  fol.  316  ad  336. 

13.  PP.  Fr.  Hodngs  GuiUelmus  et  Isendoom  Henricus.  Eorundem  literae,  A  fol,  336  ad  360. 

14.  P.  Fr.  Henricus  Lotzius.  Eiusdem  literae.  A  fol.  360  a  365. 

15.  P.  Fr.  Seraphinus  Ludùvicus.  Eiusdem  Uterae.  A  fai.  365  od  371. 

16.  P.  Fr.  Michael  Mors.  Eiusdem  Uterae.  A  fol.  371  ad  386. 

17.  P.  Fr.  Opfermann  Emestus.  Eiusdem  Uterae.  A  fai.  386  ad  393. 

18.  P.  Fr.  Amoldus  Peerkens.  Eiusdem  Uterae.  A  fot.  393  ad  434. 

19.  P.  Fr.  Henricus  Pieters.  Eitisdem  literae.  A  fol.  434  ad  459. 
10.  P.  Fr.  Ioannes  Putz.  Eiusdem  lUerae.  A  fol.  459  ad  491. 

31.  P.  Fr.  Bonaventura  Reul,  P.  Fr.  Riddere,  et  P.  Fr.  Franeiscus  Roosen,  Eorundem  literae. 
^«(.  491  ad  534. 

13.  Epistolae  Fr.  Petri  Rietz  Confluentiae  Guardiani  1631.  A  foL  534  ad  541. 

13.  P.  Fr.  LaurenUus  Simonis.  Eiusdem  Uterae.  A  fol,  541  ad  574. 

14.  P.  Fr.  Antonius  Vemey.  Eiusdem  literae.  A  fol.  574  ad  590. 

15.  P.  Fr.  Bemardinus  Vetwds.  A  pag.  590  ad  640. 
Il  tomo  secondo  contiene  i  documenti  che  seguono: 

1.  Statuta  spedaUa  a  MissionarUs  Franeiseanis  in  HoUandia  et  Frisia  otftervamda,  i  fbl.  1  ad  35. 

11 


162  EPISTOLAE 


2.  Documenta  quae  erecHonem  MoruuterU  in  loco  Hoppant  et  Enckeridi  retpieiunL  i  A^  38  ad  41 

3.  lÀterae  de  bonU  mor&ms  iHstionariorum  nonnuUorum  testantet.  A  fot.  45  ad  89. 

4.  Miscellanea  quae  Missionem  in  HoUandia  et  Frisia  eoncemunt.  A  fM.  59  ad  87. 

5.  Epistolae  et  documenta  Ungua  Flandrifa  exarata,  quae  eoncemunt  MissionariOM  OrdimU 
5.  Francisei  in  HoUandia  et  Frisia,  A  fol.  87  ad  i39. 

6.  Uterae  indneratUtnem,  quam  dkehani,  cadaverum  concementes,  A  foL  iZ9  ad  183. 

7.  PersecutUmet  Missiùnariorum  in  Trarback.  A  fol.  i83  a  199. 

Questa  gran  collezione  incomincia  con  un  Deeretum  Sacrae  CongregatUmU  de  PropaguuU 
Fide,  hahitae  die  4  decembris  1631,  coram  SSmo,  referente  Emo  Cardinali  Ubaldo,  de  tuMeeUom 
MissoniarUjrum  Regularium.  E,  quel  che  la  rende  sopra  modo  preziosa,  sono  tatti  docamenti  orlgiiull 
Dal  titolo  3  del  tomo  I  tolgo  la  seguente: 

«  Informatio  brevis  quoad  initium  et  soccessum  Missionis  Patmm  Provinciae  ColoDleasb 
Strict.  Ohs,  Harlemii  et  in  partibus  Frisiae  occidentalìs ,  ex  protocollo  Provinciae  et  relationlbns 
Patmm  Missionariorum,  Sacrae  Gong.  an.  1640  Romam  missis. 

«  Fnit  R.  Pater  Nicolaus  Vigerig,  Harlemensis  patritius,  qui  circa  an.  1581,  dum  omnia  ìd  Belgin 
essent  confusa  et  multi  sacerdotes  catholici  si  ne  ullo  solatio,  iste  vir  plus  Ducis  patrimonio  futus 
sacerdos,  per  Hollandiam  et  Frisiam  proflcisccns ,  fldeles  confortabat  et  cleeinosinis  fovebaL  Icoes- 
serant  duo  insignes  viri,  D.  Sasbolot,  postea  Archiepis.  Philippensis,  et  Adelbertus  Eggios  :  hi  pariter 
coUaborarunt,  qui  sicut  in  vita  fuerunt  coniuncti,  sic  in  morte  non  sunt  separati  :  nam  omnea  tres 
hic  Coloniae  mortui  sunt,  et  eorum  corpora  in  nostra  ecclesia  ante  summum  altare  tumulata  sunt  ; 
duobus  illis  insignia  epitaphia  erecta.  P.  Nicolaus  volcns  pium  opus  augeri,  collegit  quosdam  adole- 
scentes,  quos  in  studiis  aluit,  ut  sacerdotes  forent  :  sic  paulatim  seminaria  sunt  incohata.  Postea  circi 
annum  1603,  P.  Nicolaus  singulari  dei  instinctu,  exislens  40  annorum,  Ordinis  habitum  soscepit,  et 
Provinciam  Strict.  Obs.  reformavit.  Nihilominos  per  singulos  annos  descendens  in  partes  Hollandiae 
et  Frisiae,  fldelibus  divina  administrabat,  donec  labore  et  senio  gravatus,  circa  an.  1613  V.  P.  Ar- 
noldum  de  Wytt  ad  partes  Hollandiae  mitteret,  qui  ad  illas  partes  veniens,  per  vicos,  castella,  civilates 
illius  patriao  magno  cum  labore  et  periculo  decurrebat,  ut  desolatis  plerisque  in  praesenti  necessitate 
succorreret,  tum  religiosis,  tum  saecularibus.  Amhemii  ministravit  sanctimonialibus  desolatis  aliqnol 
annis,  non  sine  periculo  evidenti  et  labore.  In  Duetwcrt  una  nocte  baptizavit  30  circiter  tam  adullos 
quam  parvulos,  ubi  non  fuerat  a  tempore  rebeUionis  sacerdos.  Deinde  in  Wageninghen  repertebaf 
Religiosas  Regulares  S.  Augustini,  quibus  inservivit  aliquot  annis.  In  adhaerenti  pago,  ubi  et  a  tempora 
rebellionis  sacerdos  non  fuerat,  tam  adultos  quam  parvulos  fere  tO  baptizavit  una  nocte.  Deinde  venti 
Harlemiuro,  ubi  accepit  possessionem ,  et  toto  tempore  laboravit,  maximas  persccutiones,  proscriptioi 
nes  perpessus  a  Praetore,  saepe  in  Congrcgatione  turbatus  :  per  singulos  dies  et  annos  concionibos 
catbecbismis  et  aliis  piis  opcribus  insistebat  :  quae  prolixissimum  esset  recensore.  Praeter  Harlemiuin 
ìnserviebat  a  parte  septentrionali  Seholen,  Sanctperel,  Veolson,  Vecisurduyn,  Presaep,  Beverriwìch: 
Wich-op-zec,  ad  an.  16t8;  et  Himskcrcic,  Himsl^erkerduyn,  Kustrrkum,  Backum,  Egmond-op-zec, 
locis  sabiacenlibus,  Limmen,  Hello,  Helder,  Hysduhyen,  ubi  15  prules  una  nocte  baptizavit,  doi^ 
multiplicatis  catholicis,  circa  an.  1624,  pastores  proprii  successive  praeflccrentur.  Pericula  autem  qam 
sustinebat  in  iisdem  locis,  noctu  diuque  in  vesto  peregrina,  soli  Deo  cognita  sunL  A  parte  meridiob. 
Hcemsto,  Vogelsang,  Silok-Nordtw>ck,  Norotwjckor-Hovol ,  Noordwyck-op-zec  Dc-Kley ,  Rattwic= 
buyten-en-binnem,  Voslgeesl,  Reinsburgh,  Hasson.  Lyss,  Heylogundl,  quibus  locis  serviebat,  down 
venirent  Pastores.  Maxime  autem  Noordwyek,  per  quod  adinvabat,  et  aliis  locis,  ubi  homincs  ita  rumi 
erant,  ut  vix  formare  possent  rrucem,  ibi,  spatio  2i  horarum,  quarto  saopius  fuit  concionatus,  serv^ 
quoque  Cathechismum,  noctu  diuque,  conversìs  multis.  lisdemque  locis  aliquos  c^'ntenos  baptiza^^ 
roultosque  coniunxit.  A  parte  orientali  Spar^-an,  Harlomorley,  Spar^'ancrlcy ,  multis  in  pericn 
laborabat  In  occidentali  parte,  Zanetforet,  ubi  secundus  fuit  qui  a  tempore  rebellionis  habuit  conci 
nes.  Interim  quandoque  intorrumpens  laboros,  in  Frisiam  occidentalom  oxcurrebat,  maximis  exantlal 
laboribns  et  periculis,  tum  concionando,  tum  baptizando.  Inde  Teansisn,  Caniam  in  Cuncra,  quo  in  Km 
nonnisi  semel  transiens  sacerdos  fuerat  a  tempore  rebellionis  ;  et  Iselham ,  Blanckemkam,  Vollenhoei 
Bloxeel-oudenmark,  in  quo  loco  sepius  confessiones  audivit,  et  a  summo  mane  usque  post  prandian 
rudes  homines,  quasi  atheos,  informabat;  et  Stonwich,  Stoni»' ickwoudt,  ubi  diaconum  Calvinistanu 
convertii  ;  et  Guteren,  ubi  duas  familias  baptizavit, subpraetorem  convertit,  familiam  baptizavit,  Pr^ictc 
rem  ad  confessionnm  fldei  adduxit,  in  qua  et  obiit.  Non  erat  tunc  temporis  in  ilio  pago  fldelisqui  «ss* 
patrìnus  baptizandomm,  quos  ex  aliis  locis  adducere  debebat.  Roendebles  et  Langcvill  baptizavit  p^ 


EPISTOLAE  163 


trem  et  matrem  cnm  novem  prolibus.  In  locis  speciflcatis  numerum  conversorum,  baptizatomm , 
eoDlugatorum,  prae  multilndine  numerare  non  potuit  Soli  Deo  gloria.  Circa  an.  i617  R.  P.  Nicolaus  ad 
loca  confederata  in  adiutorium  V.  P.  Arnoldi  misit  P.  Antonium  Vecwey  Amstelodamensem,  qui  Amste- 
lodami,  Harlemii  et  in  partlbus  Frisiae  occidentalis  pluribus  locis  inservivit:  scilicet  Steniwick,  Couctai, 
Stenwick-eravaldt-passeloe,  Gethorn,  Blesdick,  Steygerdts,  Peperga,  Oldenmarck,  Hare,  Iselhan,  Blanc- 
Kenham,  Canera,  Yenhaysen,  Langelille ,  Spangendike,  Nieu-trintendick.  Escarrebat  etiam  seape  in 
Trentiam,  Deventiam^  Vollen-hove,  alìaquc  loca  remotiora  Frisiae ,  dispersos  catholicos  congregans  et 
sacramenta  administrans,  ac  plures  baptizans.  Anno  i62i  idem  P.  Nicolaus  Vigerius  misit  Harlemium 
V.  P.  Michaelem  Homcs,  et  P.  V,  P.  Joannem  Slalpart  ad  partes  Frisiae,  qui  ibidem  inter  labores  In 
Domino  obierunt.  An.  1628,  Harlemium,  in  locum  P.  Homes  missus  est  P.  Franciscus  Roosen,  qui  per- 
rexit  ad  partes  Frisiae,  ubi  P.  Antonius  Vecwey  laborabat;  et  dum  per  diversa  loca  in  maxima 
difficultate  noctu  diuque  laboraret,  rogatus  a  fldelìbus  ut  apud  illos  Pastorem  ageret,  respondit  se 
sine  consensu  superiorum  id  facere  non  velie  nec  posse.  Quare  petito  et  obtento  consensu  eximii  D.  Mary 
Archiep.  Philippensis,  Vicarii,  in  praescntia  Magistri  Viti  Archidiaconi,  ad  loca  Frisale  rediit,  in  quibus 
locis  aderat  peculiaris  sacerdos  M.  Gerardus,  qui  videns  zelum  P.  Francisci,  cum  ipso  convenit,  ut  quia 
missus  esset,  maxima  quisque  prò  sua  comoditate  loca  visitaret.  Post  haec  obtento  consensu  et  bene- 
placito lUus.  Philippensis,  circa  an.  1633  elegit  loca  sex,  scilicet  WolflTega,  Sonnega,  Oldetring,  Oldelemer, 
Nyelemer,  Oldchollwolde.  In  bis  aliisquc  locis  plurimis  pastoralia  administravit,  donec  an.  1636  Y.  P. 
Amoldus  Perckens  a  superioribus,  ex  ordìnatione  et  consensu  Philippensis,  ad  partes  Frisaie  mitteretur. 
Cum  autem  plurima  essent  loca  admistranda,  in  praesidium  Praesbiterorum  missus  est  Y.  P.  Laurentius 
Simonis,  et  loca  inter  ipsos  distributa  sunt,  ubi  indefesse  laborarunL  Et  horum  Patrum  fructus  et 
labores  Romam  missi  sunt  ad  S.  Congregationem  de  Propaganda  Fide.  Cum  autem  a  quibusdam 
sacerdotibu!»  contra  hos  Patres  difficultates  moverentur,  non  obstante  quod  de  consensu  Illus.  Philip- 
pensis et  eximii  Domini  Mary  in  locis  illis  laborarent,  Superiores  Romam  ad  S.  Gong,  circa  an.  1637 
recufrerunt ,  et  post  legittimas  et  certas  factas  informationes,  tam  Papa  Urbanus  quam  S.  Congre- 
gatio  Missiones  illorum  Patrum  conflrmavit.  •  Ecco  ora  una  lettera  del  Padre  Beeck  Eustachio  al  suo 
Provinciale. 

•  Reverende  admodum  Pater  I  Fructus  hi  sunt.  Numerus  communicantium  a  quadragesima  an. 
1663  usque  22  iunii  an.  1663,  ut  semper  computavi,  est  circiter  11  millia.  —  Cathechismus,  qui  altero 
anno  fuit  omissus  ob  corporis  debilitatem,  in  anni  huius  principio  est  resumptus,  in  quo  ultra  100 
puerì  plerumque  comparent.  —  Unicus  ignorans  hoc  anno  catholicam  fldem,  coram  me  assumpsit. 
Sacrum  musicum  feriis  quintis  de  Yenerab.  Sacramento,  diebus  sabbatinis  de  Immaculata  Conceptione 
modo  Gregoriano  cantatnr.  —  Quolidie  sacrum  facio,  cui  plerumque  100,  aut  80,  vel  ultra  100  intersunt. 
—  In  Paschalibus  feslis  ultra  700  communicantes  fuere.  —  In  festo  Portiunculae  ultra  900  communi- 
cantes,  quibus  solus  servire  non  possem,  nisi  alii  Patres  concionibus,  confessionum  auditione,  et 
sacerdote^  saeculares  missarum  celebratione  mihi  assisterent.  In  festo  S.  P.  N.  F.  etiam  sine  aliorum 
adiutorìo  populi  concursui  satisfacere  non  possem.  —  Pro  diebus  dominicis  et  festis  marioribus  locus 
licet  tam  amplus,  uti  est  in  civitate  hac,  saepe  tamen  non  sufficit  —  Ex  communitate  mea,  a  10 
annorum  tempore  quo  hic  fui,  ultra  350  obiere,  in  quorum  ìncinerationibus  et  exequiis  secundo  exhor- 
tationem  facere  debui.  In  vesperis ,  dominicis  diebus,  plerumque  intersunt  900,  in  maioribus  festis 
alteri  plures — Concursus  ad  confratemitatem  S.  P.  N.  F.  quotidie  augetur.  Paucos  copulavi  et  baptizavi: 
siquidem  in  civitate  Harlemii  Rcligiosis  aministrare  pastoralia  non  licct.  —  In  loco  solito,  die  22  Juni, 
an.  1663.  Rev.  ad  P.  tuae  obedientissimus  fllius  Fr.  E.  Beeck.  • 

Aggiungo  una  delle  relazioni  che  questi  Missionarii  Francescani  inviavano  ai  loro  Superiori  a 
Roma.  •  Ego  frater  Laurentius  Ord.  FF.  Min.  Recoll.  Provincae  Coloniensis,  Missionarius  Frisiae  occi- 
dentalis, abito  in  oppido  Heeren  Yeen,  catholicisque  loci  illius  inservio,  sicut  et  in  pagis  Langeswage , 
Korteswage,  Terwispel,  et  in  circumiacenlibus  locis  contiguis  ad  aliquot  milllaria  teneo  ordinarie 
congregationem  et  concionem  omnibus  diebus  dominicis  et  festis  totius  anni  bis,  idest  nocte  io  uno 
IpAgo,  et  die  in  alio  pago,  etiam  2  vel  3  milliaribus  a  se  distantibus,  cum  frequentia  populi  satis 
ampia,  100,  200,  et  300  hominum  in  una  congregatione  convenicntium,  dissimulante  et  connivente  ex 
singulari  aliquo  affectu  erga  me  officiale  loci.  Habeo  confltentes  et  communicantes  circiter  600.  Pestis 
hoc  anno  multos  comsumpsit  in  Heeren^en,  Langeswage,  Corteswage  :  non  defùi  nlli  quantum  scio  : 
admirati  sunt  et  haeretici  meam  constantiam  in  visitatione  et  administratione  Sacramentoram  pesti- 
ferìs.  Adultos  pestiferos  baptizavi  4,  qui  immediate  post  obiere.  In  morbo  ilio  ad  fldem  catholicam  et 
susceptionem  Sacramentorum  addncti  sunt  10.  Ego  ipse  tactus  lue,  divina  gratta  evasi.  AUos  adultos 


1  &i  EPITOME  -  ESGALON A 


Mi. 

.\mniai 


baptiiavi  5  :  ad  fldcm  catholicam  ex  haeresi  Calviiiiaua  vi  Aiiabaptistica  redaxi  3:  hominei  proveelae 
aetatis  60  et  70  annorum ,  qui  numquam ,  vel  certe  a  pluiibos  annis  abstiniierant,  ad  soaeeptloiiai 
Sacramentorum  Ecclesiae  adduxi  15.  Baptizavi  infantes  72.  Pro  modulo  meo  in  omnibos  fervorem  ei 
amorem  ad  divina  studui  augere.  Obiit  hoc  anno  in  fcstis  natalitiis  in  Steiqwickerwoadt,  pago  TranflU- 
vaniae,  praedilectus  noster  in  Xpto  P.  F.  Antonius  Vecwey,  qui  fldem  catholicam  in  illls  locis  a  40  auUs 
piantavi t  et  excoluit.  Mors  illa,  prò  officio  meo  superìoris  Missionis,  nobis  soUicltadinem  et  laborai 
addidit,  dum  tam  in  morbo  qnam  post  obitum  cum  P.  Aloysio  fraterne  onus  illins  commiultatis 
suscepimus,  donec  substitueretur  a  superioribus  nostris  succcssor  P.  Gtuistianus  Beckher . . .  Dabam 
Harlemii,  an.  i657,  31  lulii.  Fr.  Laurcntins  Simonis  qui  supra.  » 

207.  Epitome  historica  chronologica  do  Convento  do  Varatojo. 

• 

Manoscritto  di  114  carte  nel  nostro  Convento  del  Varatojo  presso  Torres  Vedras  in  Portogallo.  Si 
legge  nella  prima  pagina:  t  Aplico  estc  libro,  que  comprei  no  espolio  e  livrarìa  do  Exmo  Senhor  Bispo 
de  Porto  Dom  Fr.  José  Maria  de  AfTonsequa  e  Evora,  ao  excmplarissimo  Seminario  do  Varatojo  a  qnein 
pertense,  par  comter  as  vidas  e  preciosas  mortcs  de  alguns  do  suas  (llbos  Missionarios,  e  scrtptoreB, 
e  Bispos,  que  nello  florcsciiio,  e  principalmente  a  milhor  porsSo  da  vida  e  admiravel  morte  de  avo 
fundador  e  instituidor,  o  sempre  V.  Fr.  Antonio  das  Chagas,  primeiro  Missionario  Apostolico  destes  rei- 
nos.  Porto,  39  de  abril  de  1773.  —  Gualter  Antunez.  •  Il  Convento  del  Varatojo  è  l'unica  reliquia  die- 
rimane  in  Portogallo  deir Ordine  Francescano,  comprato  parecchi  anni  fa  con  limosine  di  pU  fedeli 
venerando  Padre  Gioacchino  do  Espiritu  Santo,  che  vi  si  raccolse  con  alcuni  santi  suoi  confrateUi, 
vi  ricevono  alcuni  giovani  per  conservare  l' istituto.  Vi  passai  alcuni  di  in  vera  spirituale 
È  un  luogo  di  perfetta  santità.  Il  P.  Gioacchino  me  ne  regalò  la  storia,  veramente  ammlrabi 
che  vorrebbe  essere  tradotta  in  (juante  lingue  si  possa,  e  andare  per  le  mani  di  tutti  i  Francetean^ 
Il  suo  titolo  è:  •  Hiitoria  da  fundaeUo   do  real   Convento  e  Seminario  do    Varatilo, 
compendiosa  noticia  da    vida    do  venererei    Padre  Fr.   Antonio  da»   Chagat  ,  e    dt 
varoem  iUuttres ,  filhot  do  mesmo  Convento  e  Seminario  ec,  por  Fr.  Manuel  de  Maria  Saìit: 
Mittionario  Apontolico,  e  indigno  fUho  do  dicto  Seminario.  Porto:  Sa  officina  de  AnUnUo  Al 
Ribeiro,  Anno  MDCCXCIX.  » 

208.  EscALONA.  —  Sennones  en  Lengua  Megicana,  que  tradiL^j 
despues  a  la  Achi  Guatemalteca  el  Padre  Fr.  Alonso  de  la  Ordì 
de  S.  Francisco. 

—  Comentario  sobre  los  diez  preceptos  del  Decalogo  en  h 
gua  Megicana. 

Cosi  lo  Squier  (Monogr.  of  AìUh.).  Il  Padre  Alonso  fu  nativo  di  Escalona  nella  diocesi  di  Toledo 
in  Ispagna.  Rcndutosi  Francescano,  il  1531  parli  per  la  Nuova  Spagna,  e  in  Tlascala  imparò  la  111 
Messicana,  passandoli  1554  a  Guatemala,  donde  ritornò  11  1572.  Evangelizzando  nei  monti  di 
temala,  imparò  la  lingua  Achi,  in  cui  dal  messicano  tradusse  i  Sermoni  sopraddetti.  11  1568  vea. 
eletto  Ministro  della  Provincia  di  Messico,  e  il  1584  lini  qui\i  i  suoi  giorni. 


209.  EscALONA.  —  Relacion  del  viage  al  reino  de  la 
^•«    China  y  de  lo  que  ha  sucedido  en  aquella  conversion,  y  do  l^^ 
que  ha  visto  en  honra  do  Dios  nuestro  Senor  y  de  nuestra  sm^-^ 
grada  Religion  Serafica,  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Escalona,  ec^- 
Ano  de  1645. 

Manoscritto  nelU  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  coi  mi  hanno  mandato  copia  qO^ 


ESCOBEDO  185 


rte 


Pidri;  e  conta,  questa,  34  carte  in  8.  È  interessantissima,  anche  per  ie  notizie  geofi^che  che  dà  di 
qaell'  impero. 

210.  EscoBEDO.  —  La  Florida,  primera,  segunda  y  tersera 
partes  de  la  Florida ,  donde  se  canta  vida  muerte  y  milagros  del 
glorioso  S.  Diego  de  S.  Nicnlas  del  Puerile,  Frayle  Menor.  Y  el 
martyrio  de  quatro  Religiosos ,  y  an  los  hechos  de  mnchos  Espa- 
noles,  y  con  los  ritos  y  costumbres,  y  an  {con)  version  de  los  Indios. 
Y  au  la  nnieri;e  de  un  Frances  y  su  gente.  Dedicadas  a  D.  Manuel 
de  Guzman  y  de  Mendoza,  Conde  de  Niebla  y  Heredero  del  Ducado 
de  Medina  Cidonia  :  por  Fr.  A.  de  Escobedo,  Confessor  de  la  Orden 
de  sant  Francisco  de  la  Provincia  de  Andalusia. 

è  un  Poema  in  ottava  rima,  inedito,  di  circa  400  carte  in  8,  scritto  intorno  la  fine  del  i500;  e 
contiene  una  completa  storia  della  Florida,  preziosa  per  le  notizie  che  ci  dà  del  paese  e  degli  avveni- 
menti che  vi  si  compirono  al  tempo  dell'  Autore;  ed  anche  come  poesia,  non  è  senza  pregi.  La  vita  di  san 
Diego  e*  entra,  in  quanto  che  la  lettura  che  se  ne  faceva  nel  Convento,  dove  il  Padre  Escobedo  dimorava, 
fa  quella  che  accese  in  lui  e  in  altri  il  desiderio  di  recarsi  a  predicare  il  Vangelo  nell'Indie.  E 
V  occasione  non  tardò  a  presentarsi,  i  La  Florida  C  dice  il  nostro  Padre  Torquemada  )  es  una  tierra 
continua  de  la  Nueva  Espana,  corriendo  la  buelta  del  Norte,  a  fenecer  a  cabo  de  Labrador.  Tiene 
de  f^ente  la  isla  de  Cuba,  que  le  cae  al  Oriente,  y  su  principio  es  una  punta  de  tierra,  que  sale  a 
la  mar,  que  se  llama  la  Cabcza  de  los  Martires.  Entro  està  tierra  de  los  Martires  y  la  isla  de  Cuba, 
corre  la  canal  de  Dahama,  que  llaman  el  Desembocadero ,  y  por  està  parte  salen  al  mar  ancho  del 
vìage  de  Espafia  totos  los  navios  que  pasan  de  Indias.  Està  tierra  se  descubriò  a  los  principios 
del  descubrimiento  de  la  Nueva  Espana,  y  tuvo  diversos  sucesos,  en  el  discurso  de  tiempo,  y  en- 
trando y  saliendo  Espanoles,  basta  que  va  quedaron  de  asiento,  vencicndo  algunas  diflcultades, 
queofrecia  la  misma  tierra.  Para  las  variacìones  que  ha  tenido,  quedó  al  Un  fundado  pueblo  y 
presidio  el  lugar  que  aora  llaman  San  Agustin.  Luego  a  los  principios,  que  los  Espanoles  queda- 
ron de  asiento  en  està  lugar,  entraron  con  ellos  algunos  Religiosos  de  la  Orden  de  mi  Padre  San 
Francisco;  pero  comò  la  tierra  ha  estado  tenida  en  opinion  de  pobre,  y  los  nuestros  por  està  causa 
no  se  han  multiplicado,  asi  los  ministros  Evangclicos  eran  pocos,  y  los  que  havia  cran  contados  por 
del  gobiemo  del  Comisario  General  de  la  Nueva  Espana ,  y  el  nombraba  el  Prelado  de  ellos , 
que  de  ordinario  era  el  Guardian  del  Convento  de  S.  Francisco  de  la  Habana.  De  està  manera  estuvo 
està  Florida,  en  lo  tocante  al  ministerio  evangelico,  ganando  los  Religiosos,  en  la  ensenanza  do 
estos  idolatras,  la  mas  tierra  que  podian,  aunque  todo  era  poco,  por  ser  pocos  los  ministros  y  la 

tierra  pobre,  i  los  Indios  barbaros Estando  pues  las  cosas  en  este...  punto,  hizose  relacion  de 

esto  a  el  Rey  D.  Felipe  II y  a  su  rcal  Conscjo  de  las  Indias,  y  concedìeron  doce  Religiosos  para 

el  dicho  effecto.  Para  culo  Comisario  fue  nombrado  Frai  Juan  de  Silva,  Predicador  de  la  Provin- 
cis  de  Castilla,  que  antes  havia  estado  en  Nueva  Espana ...  gli  altri  furono  Fr.  Miguel  de  ASon, 
Fr.  Pedro  Fernandez  de  Cho^as,  Fr.  Pedro  de  Aunon,  Predicadorcs:  Fr.  Blas  deMontes,  Fr.  Pedro 
Bermejo,  Fr.  Francisco  Pareja  (que  despues  traduxo  en  lengua  de  los  naturales  la  Doctrina  Chri- 
stiana y  la  imprimiò),  Fr.  Pedro  de  san  Gregorio,  Fr.  Francisco  de  Yelascola,  Fr.  Francisco  de  Avi- 
la,  Fr.  Francisco  de  Bonilla,  Fr.  Pedro  Ruiz,  sacerdotes,  y  confessores;  y  Fr.  Pedro  de  Vinegra, 
Lego,  que  per  su  mucha  virtud,  fue  ordenado  sacerdote.  Uegados  a  la  Florida,  se  presentaron  al 
Padre  Francisco  Marron,  que  era  Custodio.  Los  quales  fueron  repartidos  entre  los  Indios,  por  sitios 
y  lugares  apartados,  para  comencar  a  predicar  la  palabra  de  Dios,  y  coger  el  fruto  de  la  doctrina 
evangelica.  •  (Monarq.  IndL  pari.  III.).  Non  sappiamo  se  prima  o  dopo  di  questi  l' autore  co' suoi 
compagni  si  recò  Missionario  alla  Florida:  solo  dalla  seconda  parte  del  suo  Poema  conosciamo  che 
furono  tredici,  e  tra  essi  il  Torquemada. 


166        ^  ESGOBEDO 


Tre^e  les  ofreció  corno  aqui  digo, 
Que  por  Cristo  Jesus  divino  amante 
Predicaron  al  Indio  su  cnemigo 
Con  valeroso  animo  constante: 
El  uno  fue  Reinoso,  el  otro  Vigo 
Hojeda,  y  fray  Antonio,  y  Bustamante, 
Corpa,  Mancano,  Torquemada,  Oviedo, 
Gomez,  Lopez  y  Ruiz  con  Escobedo. 

Ancora  ci  fa  sapere  clie  fu  al  tempo  del  capitano  Pietro  Mencndez,  conquistatore  della  Florida, 
che  vi  governò  dal  i565  al  i574. 

Y  Dios  nos  dio  tam  prospero  suceso 
£n  el  santo  viajo  de  memoria, 
Que  fuera  mcnester  largo  proccso 
Para  contar  Io  menos  desta  historia. 
En  la  balanza  de  su  santo  peso 
Nos  dio  segura  carta  de  Victoria 
Para  Ucgar  con  paz,  salud  y  vida 
A  las  provincias  de  la  Florida. 

Despucs  de  san  Francisco  el  pie  estampamos 
En  la  desnuda  y  polverosa  arena, 
AI  General  Menendez  visitamos 
El  qual  nos  ricibiò  con  faz  serena: 
Todos  de  su  salud  nos  alegramos , 

Y  el  de  la  nuestra  y  con  fcrtil  vena: 
Hablò  Fedro  Menendez  qual  si  fuera 
Aposlol  del  SeSor,  desta  manera: 

—  Padres  Franciscos,  pues  habeis  venido 
De  las  remotas  partes  del  Oriente 
A  ocupar  este  seco  y  pobre  nido. 
Adonde  asconde  el  sol  su  roja  frente. 
Lo  que  con  humildad  a  todos  pido, 
Prediqueis  a  estos  Indios  de  ocidente 
Que  tiencn  el  Demonio  por  amigo 

Y  a  Dios  que  los  creo  por  enemigo. 

Vede  pertanto  il  lettore  di  quale  importanza  sia  questo  Manoscritto  del  Padre  Escobedo,  tanto 
maggiormente  che  pochissime  memorie  ci  pervennero  della  Florida  rispetto  alle  nostre  Missioni  ;  e 
nondimeno  fu  un  campo  di  splendidissime  glorie  per  la  SeraHca  Famiglia. 

Il  Poema,  come  si  disse,  ò  diviso  in  tre  parti.  Nella  prima  se  canta  vida  ,  muerte  y  mUa- 
grog  del  glorioso  san  Diego,  e  come  salieron  irete  varones  Aposiolicos  de  la  santa  Provincia  de 
CastUla  a  predicar  a  los  infieks  de  la  Florida  (dei  quali  el  Padre  Chozas  y  el  Padre  Ferafcoto 
eonvirtieron  quatro  reinos),  e  el  martirio  de  quatro  Religiosos  de  la  Orden  de  San  Franàseo»  gutf 
reeibieron  en  la  Florida  :  el  primero  fue  el  Padre  Verascola ,  y  el  Padre  Arwn  Aragones ,  y  el  Padre 
Corpa ,  y  el  Padre  Fr.  Antonio  Castellano.  La  seconda  parte  canta  come  l'Autore  fu  robado  y  la 
disputa  che  ebbe  con  los  Ingleses,  e  quel  che  vide  en  la  Yaguana  :  appresso  come  navigarono  por  él 
puertode  Baracoa  (que  es  en  la  isla  Dorada),  e  come  vicino  alla  città  di  Avana,  presi  da  fieri 
tempesta,  facessero  un  voto,  e  sbarcassero  in  Baracoa.  Segue  poi  la  storia  d' una  rivolta  nel  porto  di 
Avana,  e  di  una  lotta  tra  Portoghesi  e  Francesi,  e  delle  piraterie  del  famoso  capitan  Drack,  ec  La  terza 
parte  contiene  el  viage  de  la  Habana  a  la  Florida ,  e  las  pritneras  platieas  che  l' Autore  fece  ai 
suoi  Indiani,  la  relaeion  de  el  simbolo  che  gli  fece  un  Cacique,  el  asiento  y  tempie  de  la  Florida^ 
con  los  ritos,  y  costumbres  de  los  Indios  ec.,  le  arti  de  los  heehieeros ,  le  cerimonie  dei  defunti  e  le 


ESPERANgA  V      167 


«vYenture  di  un  corsaro  Francese,  e  finalmente  un  Confesionario  pei  naturali  con  parecchie  plaHeat 
che  contengono  tutta  la  dottrina  e  storia  del  Cristianesimo.  Questo  prezioso  Manoscritto  si  conserva 
nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid. 

211.  EsPERANgA.  —  Historia  Serafica  da  Ordem  dos  Frades 
Menores  de  San  Francisco  na  Provincia  de  Portugal:  por  Fray 
Manoel  da  Esperanga,  naturai  da  cidade  de  Porto,  fìlho  da  me- 
sma  Provincia,  Leitor  Jubilado  na  santa  Theologia  et  Examinador 
das  Ordens  Militares.  Em  Lisboa,  ec. 

Sono  3  volumi  in  foglio:  ma  l'Autore  non  ne  scrisse  che  due.  Egli  è  annoverato  tra' classici  scrittori 
del  Portogallo.  11  primo  volume,  ossia  la  primeira  parte  eontem  $eu  principio  (della  Provincia) 
et  augmentos  primeiro  de  Custodia.  Conta  7  carte  preliminari  senza  numerazione,  e  684  pagine 
(Lisboa:  eom  todas  as  licenfas  neeessarias.  Na  offUinàCraesbeekiana,  1658^  ed  è  interessantissima 
per  le  prime  nostre  Missioni  d'Oriente,  dell'Africa  e  della  Tartaria.  Il  secondo  volume,  ossia  la 
segunda  parte  conta  os  seus  progressos  no  estado  de  tres  CustodiaSy  principio  de  Provincia  e  Re- 
fórma  Observante;  e  non  è  meno  importante  perla  continuazione  delle  sopraddette  nostre  Missioni 
e  per  le  prime  dell'India.  (Lisboa  ec.  1666;.  Conta  7  carte  preliminari  non  numerate,  e  753  pagine. 
Colto  da  morte,  l'Autore  non  potò  finire  il  lavoro,  che  venne  proseguito  con  lo  stesso  titolo  dal  suo 
confratello  Padre  Ferdinando  della  Soledadb.  Ed  è  il  volume  III,  che  perciò  annotiamo  qui,  e  refére  ot 
seus  progressos  (della  Provincia)  em  tempo  de  iincoenta  et  dous  annos,  do  de  UiS  aie  o  de  1500.  Conta 
as  Missoens  que  fezeram  os  Religiosos  delle  a  varias  partes  do  mundo,  et  em  particular  a  India  Orien- 
tal,  aonde  arvorarUo  o  estandarte  da  Fé,  baptizarUo  muytos  mUhoes  de  ereaturaSt  agregatao 
a  coroa  de  Portugal  muytas  coroas ,  eom  o  zelo  da  virtude»  affeeto  da  patria,  despesa  da  sangre  et 
sacrificio  das  vidas,  Compuesto  por  Fr.  Fernando  da  Soledade»  Cronista  et  Padre  da  mesma  Pro- 
vincia,  e  por  elle  consacrada  a  Santa  Rosa  de  Viterbo.  Yay  no  firn  hum  discurso  apologetico  em 
defensno  do  quinto  libro  desta  tereeira  parte.  Lisboa.  Na  officina  de  Manoel  et  Joseph  Lopez  Per- 
reyra.  M.  D.  CC.  Y.  Com  todas  as  facultades  neeessarias.  Conta  11  carte  preliminari  non  numerate,  e 
690  pagine.  Un  esemplare  di  tutta  l'opera  trovasi  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

Dire  del  pregio  e  della  grandissima  importanza  di  questo  classico  lavoro,  sarebbe  inutile.  In 
particolare  noterò  soltanto  del  III  tomo,  che  il  libro  V  in  33  capitoli  e  120  pagine,  è  tutto  consacrato 
alle  nostre  Missioni  nelle  Indie  Orientali,  ossia  Portoghesi;  e  come  dice  l'Autore,  «  eontem  adi- 
vulgac^o  do  sagrado  Evangelho  pelos  climas  do  Oriente:  os  baptismos  de  vinte  y  hum  Reys,  qua- 
torze  Rainhas  et  quarenta  Principes:  refere  a  conversSo  de  muytos  milhoes  de  almas,  numerosidade 
de  martyrios,  ere^oes  de  conventos  y  christianidades,  destruQoes  depagodes,  idolos  et  seytas.  Conta 
casos  notaveis,  castigos  de  ceo,  portentos  de  graca,  et  muytas  maravillas  de  omnipotencia.  •  Ma  egli 
amaramente  si  duole  ,  che  per  difetto  di  scritture  de*  nostri  Missionari,  o  di  non  essere  state  gelosa- 
mente conservate,  e  os  nossos  cscritores em  outras  materias  dilatados,  forSo  nesto  notavelmente 

resumidos ....  He  verdade,  (egli  prosegue)  que  ja  com  seus  escritos  comecar^o  a  quebrar  este 
,  lastimoso  encanto  o  P.  Fr.   Francisco  NegrSo,  muyto  versado  nas  conversoes  dos  Indios ,  et  o  P.  Fr. 

Paulo  da   Trinidade  nosso  Comissario  Geral  na  nossa  India 0  Padre  Negr9o  compoz  a 

primeyra  parte  da  Cronica  da  nossa  Provincia  de  S.  Thomè  ;  o  segundo  a  conquista  espiritual  do 
Oriente,  que. ...  foy  aprobada  no  anno  1645.  E  sendo  obra  notavel,  até  agora  n9o  saberoos  que 
lograsse  a  luz  da  impress9o,  comò  tanbem  sucedeu  a  dita  Cronica,  a  qual  teve  t9o  adversa  fortuna, 
corno  muytos  libros  que  compoem  os  nossos  Religiosos.  De  tudo  esto  h8o  de  dar  conta  a  Deos  os 
Superiores,  porque  ainda  que  a  pobreza  do  nosso  estado  nSo  se  atreva  a  muitos  dispendios,  para 
tudo  ha  remedio  fàcil  ;  e  parece  crueldade ,  que  consumSo  os  escritores  a  vida  no  servico  et  credito 
da  ReligiSo ,  sem  que  alguns  dos  seus  Ministros  reparem  naquelle  credito,  ou  respeyten  aquelle 
trabalho  ! . . .  Da  nossa  verdade  damos  por  tesmunhas  aos  sobreditos  autores  com  outros  da  nossa 
Ordem  . . .  muytas  relagoes  autenticas,  que  temos  em  nosso  poder ,  as  historias  do  Reyno,  decadas  de 

India  feytas  por  JoSo  de  Barro  et  Diego  de  Conto,  ec N9o  observamos  a  direccao  dos  tempos, 

nem  a  ordem  dos  successos  (dò  per  la  perdita  de'  sopra  detti  manoscrUH  gli  Ac  imposeihUe)  ,  mas 


168  ESPERAlf(A 


— 1 


a  vubanca  das  terras  na  forma  seguinte.  Depois  de  cstar  quieta  cn  Gochim  a  chrìsUndade  CqrU 
pelos  primeiros  (nossos)  Relìgiusos,  os  deixaremos  nesta santa  impresa;  et  retrocedcDdo  0  pano  ao 
cabo  de  Boa  Esperanga,  iremos  correndo  u  costa  i\v.  Africa  atò  a  illia  de  Socotara  na  entrada  do  Mar 
Vcrmelho  ;  desta  proiìeguiromos  iH.>la  Arabia ,  et  depois  de  entrarnos  na  ensenada  do  Mar  Persico, 
sahiremos  pelas  custas  do  inìi)orio  quc  llie  dcu  o  nume,  alt*  o  Iteynu  d«^  Camhaya.  Da  hi  porsoguiremoK 
nossa  derrota  até  u  cabo  do  (A)morin,  o  qual  dobrado,  faremos  assento  na  costa  da  Puscaria,  em 
quanto  pondcramos  os  successos  da  illia  de  (IcylSo,  que  fica  de  frente.  lA>go  continuaremos  pelo 
famoso  reyno  de  Bisnaga,  ou  Narsinga.  Passada  Bengala,  discorreremos  (lelos  rejnos  de  Arra^, 
Pegù,  SiRo,  et  outros.  Cliegaremos  i>eIo  Mar  de  Caml)a>a,  i>t  travessando  o  de  (lorlilnchina ,  chegaremos 
a  China,  imperio  tTio  faniusu  rumo  desgra^ado  i»ela  resistencia  que  sempre  mostrou  aos  clamores 
da  graca  divina  . . .  Finalizada  desta  manera  a  nc>ssa  jomad:i,  discorreremos  pelas  islas  que  a8o  quasi 
inflnitas  et  demarcadas  vn  varios  arcliipelapos:  et  tomando  postu  narpiella»  quo  nos  pertenecerem, 
iremos  de  passagem  pelas  Filippinas  uo  JapHo ,  aonde  porremos  termo  a  nossas  relagoes.  » 

E  i'Autortf  ha  tenuta  la  parola,  dandoci  una  ordinata  e  piena  narrazione,  clie,  uunoslante  la 
mancanza  delle  date,  «^  preziosa.  Onde  nui  ne  metteremo  ipii  un  rapido  sunto,  o  meglio  i  titoli 
do* capitoli,  essendo  imi>ossibile  S4>nza  questi  guida  di  tratt'ire  convenientemente  di  questa  parto 
di  storia  delle  nostre  Missioni.  Ben  ne  dissero  (Kireccliie  cose  il  Wauingo  (AnntUei  Ord.  MI».),  il 
Gonzaga  (De  origine  Seraphicae  Religinnis),  ed  altri;  ma  le  loro  notizie  sono  cosi  confuse,  incomplete 
ed  incerte,  che  Y  animo  ne  sente  i»en.'i,  e  non  riesce  aii  avere  il  Ilio,  su  cui  lia  da  correre  la  alorla. 

Adunque  dopo  le  dette  premesse  del  capitolo  I,  nel  11  dice  quanti  furono  e  come  si  chiamassero 
i  Francescani  ctie  il  Be  di  Porti)gallo  inviò  con  V  armata  di  Vasco  di  (ìama  in  India  :  vale  a  dire 
i  Padri ,  Frate  Enrico  ila  Coindira ,  Frate  (ìasparo ,  Frate  Francesco  della  Croce,  Frale  Simone  da 
Goimaraez,  e  Frate  Luigi  Salvatore,  tutti  religiosi  di  lettere  e  distinti  predicatori,  ed  il  Padre  Fiale 
Masseo  ecccllcnle  organista  e  compositore  di  canto,  con  Frati*  Pietro  Neto,  non  ancora  sacerdote,  ^ 
e  il  Fratello  Laico  Giovanni  della  Vittoria.  Nel  caiùtolo  IH  narra  le  ^vu^nture  della  loro  navigailooe;^p 
e  tra  l'altre,  la  fortuita  sco|)erta  die  fecero  del  Brasile,  dove  sa>si'ro  e  celebrarono  il  divin  saerilicio;^' 
poi,  ripreso  il  viaggio,  la  loro  oi)era  apostolica  in  Mozamlùco,  in  Quiloe,  in  Melinde,  dove  la  Iloti 
successivamente  approdò,  avendo  ad  interprete  certo  Gaspare  di  Gama,  nativo  di  que* Luoghi, 
cristiano;  ed  appresso  i  loro  successi  in  Angediva  ed  in  Calicut,  dove  tre  di  essi  ebbero  a  lascia' 
la  vita  per  una  sommoss;i  di  popolo  eccitati  da' Mori,  cliu  mal  soffrivano  lo  stabilimento  de^ 
toghesi  in  quelle  terre,  per  timore  che  il  proprio  commercio  n'andasse  perduto.  Nel  capitolo  P^flp  |V 
racconta  come  i  Portogliesi  co' rimanenti  Francescani,  guadagnate  a  stento  le  navi,  muovessero  ^a 
(kKhin,  dove  i  Padri  si  stabilirono  e  fondarono  una  tlorentLssima  missione.  Nel  V  capitolo  tocca»  ^dj 
quei  che  fecero  per  la  citsta  d'  Affrica  sino  al  fiumi;  Indo,  cuti'  lungo  la  costa  di  Monomapada,  ]g 

quale  per  assai  migliaia  di  leghe  si  distende  sino  al  GiapiN»ne,  seminata  in  terra  di  vastissimi  Imperi -^iBrij^ 
e  in  mare  sparsa  d' isole  innumerevoli  :  ne'  quali  tutti  luo;;hi  invano,  dice  i  nostro  storico,  tu  cerei 
un  palmo  di  terra,  do>e  i  Francescani  non  abbiano  annunziato  il  Vangelo,  non  fondato  case 
loro  istituto,  e  non  versato  il  sangue  iht  Cristo.   Pass^ita  {hj'ì  la  eosta  d'Affrica,  ed  entrando  r 
mar  Ho.sso,  che  la  divide  dall' Aratila,  si  stabilirono  in  Socat;ira,  in  Ormus,  in  Mazcate,ec 

Segue  il  capitolo  VI,  che  tratt<i  di  quel  che  oiverarono  i   Francescani  nella  città  e  territi* alfa 

di  Bacaim  e  paesi  confinanti.  Nel  VII  si  raccontano  le  loro  apostoliche  impn>se  in  Diu,  Damao,  Qla  '^u/ 
e  suo  territorio.  Dice  l'  Vili  le  loro  imprese  nell'  isola  di  Goa  e   nella  |»euisoLi  di  Bardez.  Il  VH^^  k 
loro  andata  da  Goa  al  gran  Mogol,  dove  alcuni  incontrano  il  martirio,  ed  altri  lavorano  nella  e --«JO- 
versionc  della  provincia  di  Canarà.  Seguono  nel  X  le  lon»  conquiste  lungo  la  costa  del  Ma]at9<air, 
s|iecialuiente  nei  regnidi  Cananor  e  Cranganor.  L'Xl  parla  del  regno  di  (À)ul^o,  e  de' copiosi  fr  «affi 
che  vi  raccoUi'fo.  Il  XII,  delle  loro  opere  nei  regni  di  Tanor,  Porca  e  Ariolo.  Il  XIII  racconta  i  pati- 
menti di  alcuni  Francescani  fatti  schia>i  da  un  pirata  in  una  punta  del  regno  di  Calicut.  11)^ IV, 
li  martirio  che  alcuni  di  essi  sostennero  ne**  mari  del  Malabar,  e  la  fondazione  di  una  cristia.iii(^ 
nella  costa  di  i\-scheria.  11  XV  racconta  1'  entrata  che  feirero  nell'isola  di  (A'vlan,  e   le  prodigiosa 
conversioni  che  vi  conseguirono.  I  XVI  e  XVII  dicono  !♦'  open*  e  i  |»atimenti  de'  Francescani  nel  re* 
gno  di  C^ndia.  Narra  il  XVIII  i  loro  travagli  e  la  morte  incontrata  predìcandt»  la  fede  nei  regno  <i^ 
Jafanapatao.  Il  XIX,  i  frutti  del  loro  ai)ostolato.  Aiiostolato  veramente  ammirabile  {e$elatna  V  autori  )  ' 
basti  saperi'  che  nel  155B  battezzarono  quasi  tutta  la  nazione  dei  Careas ,   composta  di  più  ctS' 
settantamila  pi'rsone,  che  vivevano  nelle   parti  marittime  di  Gota,  e  col  loro  re  abbracciarono    i 
roT\ìo  la  fe<le  di  Cristi».  A  cui  nei  159i  s'aggiuns<>ro  i  re,  o  regoli,  e  poiwìli  di  CoTÌas  e  di  Geytarac^ 


ESPINO  -  ESPIMOSA  1 69 


e  dipoi  il  re  e   popolo  di  Urà,  eU  altre  più  che  ottantamila  persone  dui  1610  al   16i6;  oltre  le 

conversioni  ottenute  nelle  isole  di  Pongardiva  e  di  Pagode,  e  nelle  terre  di  Manatota  ed  isole  adiacenti. 

Nel  XX  capitolo  seguono  le  loro  opero  nel  regno  di  Bisoega.  Nel  XXI,  i  loro  lavori  apostolici 

nelle  colonie  portoghesi  di  Ncgapatao.  Nel  XXII,  ciò  che  operarono  in  Bengala  e  nel  regno  di  Arra- 

c3o.  Nei  XXIU  e  XXIV,  le  loro  predicazioni  e  i  frutti  raccolti  nel  regno  di  Pegù.  11  XXV  dice  delle  loro 

missioni  in  quello  di  SiSo.  Il  XXVI,  la  fondazione  del  Convento  di  Malacca ,  e  quanto  quivi  ebbero  a 

soOrire.  II XXVII,  le  loro  fatiche  ne'  regni  di  Camboya,  Champa  e  Gonchinchina.  Il  XXVIII,  l' edificazione 

del  convento  di  Macao  in  Cina.  Il  XXIX,  il  loro  arrivo  e  le  loro  missioni  neir  isola  di  Sumatra.  Il 

XXX,  il  loro  apostolato  e  le  grandi  conversioni  ottenute  nell'  isole  di  Jaoa.  Il  XXXI,  il  loro  passaggio 

all'isola  di  Macassà ,  e  il  solenne  battesimo  dei  re  di  Sapa  e  di  Sci3o.  Il  XXXII,  il  loro  apostolato  nelle 

isole  Moluche.  Il  XXXIII,  la  storia  de' Francescani  nelle  Filippine.  È  un  racconto  pieno  ed  ordinatissimo, 

ricco  di  nomi  e  di  particolari  interessantissimi,  che  danno  una  storia  nuova  e  maravigliosa. 

212.  Espino.  —  Historia  de  la  reduccion  y  conversion  de  la 
Provincia  de  Taguzgalpa,  con  la  vida  de  los  tres  Martires: 
por  el  Padre  Fr.  Fernando  Espino  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 
Guatemala.  Imprenta  Ibarra,  1674. 

Lo  ricorda  lo  Squier  (Monogr.  of  Auth.).  11  Padre  Espino  fu  nativo  di  Honduras,  e  appar- 
leone  alla  Provincia  Francescana  di  Guatemala. 

213.  EspiNOSA. — El  peregrino  septentrional.  Atlante  delineado 
en  la  exemplarissima  vida  del  venerable  Padre  Fr.  Antonio 
Margil  de  Jesus ,  finito  de  la  floridissima  ciudad  de  Valencia , 
liyo  de  su  Observante  Provincia ,  Predicador  Missionero  ,  No- 
iiario  Apostolico ,  Comissario  del  S.  OflScio ,  Fundadop  y  Ex- 
Guardian  des  tre  Colegios ,  Prefecto  de  las  Missiones  de  Pro- 

^pdganda  Fide  en  todas  las  Indias  Occidentales ,  aclamando  de  la 
3>iedad  por  Nuovo  Apostol  de  Guatemala.  Dedicase  al  atlante  de 
juajor  cielo  San  Antonio  de  Padua:  a  expensas  de  los  amante- 
lados  del  Venerable  Padre:  escribela  el  P.  Fr.  Isidoro  Felix  de 
Espinosa,  Predicador  y  Missionero  Apostolico,  Ex-Guardian  del 
Colegio  de  la  santa  Cruz  de  Queretaro ,  su  Chronista  y  menor 
liy 0.  Con  licencia  de  los  Superiores.  A  Mexico ,  por  Joseph  Ber- 
nardo de  Hogal,  Ministro  e  impressor  del  Real  y  Apostolico  Tri- 
bunal de  la  santa  Cruzada  en  todo  este  Reyno.  Ano  de  1737. 

Un  Yolnme  in  4,  di  18  carte  preliminari  non  numerato  e  456  pagine.  Sono  tre  libri:  i  primi 
dne  danno  una  splendida  storia  delle  nostre  Missioni  di  Guatemala,  di  Zacatecas,  del  Nuovo  Mes- 
sico, e  del  Texas;  ed  il  terzo,  la  vita  del  venerabile  Margil,  uno  de' più  maravigliosi  apostoli  della 
>sii^  Chiesa  di  Gesù  Cristo.  E  un  libro  rarissimo  e  prezioso,  che  incontrai  per  caso  nel  particolare 
^rcliiirjo  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid ,  essendo  sul  lasciare  quella  città  :  a  mala 
VcuM  potei  rapidamente  percorrerlo. 

—  Chroniea  Apostolica  y  Seraphica  de  todos  los  Colegios  de 


170  ESTABLEGIMIENTO 


Propaganda  Fide  de  està  Nueva  Espana  de  Missioneros  Franci- 
scanos  Observantes,  erigidos  con  authoridad  Pontificia  y  Regia 
para  la  refonnacion  de  los  fieles  y  conversion  de  los  gentiles. 
Consacrada  a  la  milagrosa  Cruz  de  Piedra,  qne  corno  titillar  se 
venera  en  su  primero  Colegio  de  Propaganda  Fide  de  la  muy 
ilustre  ciudad  de  Santiago  de  Queretaro,  sita  en  el  Arzobispado 
de  Mexico.  Escrita  por  el  M.  R.  P.  Fr.  Isidoro  Felix  de  Espi- 
nosa, Predicador  y  Missionero  Apostolico,  hijo  y  Ex-Guardian 
de  dicho  Colegio,  Qualiflcador  y  Revisor  del  santo  Officio,  Chpo- 
nista  de  la  Santa  Provincia  de  San  Pedro  y  San  Pablo  de  Mi- 
choacan,  y  de  todos  los  Colegios  de  Missioneros  Apostolicos  Obser- 
vantes  de  està  Nueva  Espana.  Parte  primera:  con  licencia,  en 
Mexico.  Por  la  Viuda  de  D.  Joseph  Bernardo  de  Hogal ,  Impres- 
sora  del  Real  y  Apostolico  Tribunal  de  la  Santa  Cruzada  en  todo 
este  Reyno:  ano  de  1746. 

'  Un  volume  in  foglio,  di  49  carte  preliminari  senza  numerazione,  che  contengono  una  succosi 
notizia  di  ((uasi  tutti  i  nostri  antichi  celebri  Missionari,  ed  ò  come  un  compendio  di  tutte  le  no- 
stre Missioni:  e  dipoi  590  pagine  di  fittissima  lettera,  che  sono  la  maravigliosa  storia  de*  soprad- 
detti Collegi ,  aRktto  ignorata.  Libro  rarissimo  e  veramente  prezioso ,  senza  del  quale  6  imposslbUc 
conoscere  le  stupende  cose  operate  da  Dio  per  mezzo  de'  Francescani  neir  America,  specialmente  ne 
secolo  XVI  e  metà  del  se«;uente.  Se  sia  stata  pubblicata  la  seconda  parte  non  so.  I>ella  riferita,  divisa  il 
cinque  libri,  n'  (>  un  (esemplare  nel  particolare  Archivio  della  Biblioteca  della  Reale  Accademia  dì  Stoii 
di  Madrid.  Anche  questa  a  mala  pena  potei  vedere  in  sul  partire.  Ne  annotai  le  cose  seguenti. 

Libro  L  Fondazione  del  popolo  di  Queretaro  che  addivenne  illuntre  città.  —  Origine  defl- 
Santa  Croce  di  Queretaro.  —  /  Religioni  Francescani  vi  fondano  un  Romitorio ,  poi  un  Convenim 
che  diviene  Soviziato.  —  Il  Padre  Antonio  Linaz  pnxm  in  Europa  a  trattare  della  fondaziof^ 
del  Collegio.  —  Ritorno  con  numerosi  Apostoli  alla  \uova  Spagna.  —  Sbarcano  e  ranno  a  Qu- 
retaro.  —  Ordinamento  del  Collegio,  che  viene  dichiarato  di  Propaganda  Fide.  —  /  Padri  danm 
principio  al  loro  Apostolico  ministero  tra' fedeli.  —  Frutti  mirabili  che  ne  ottengono.  — 

Libro  II.  Vita  del  V.  Padre  Linaz,  in  24  capitoli. 

Libro  IH.  Continuazione^  in  altri  i5. 

Libro  IV.  Vita  e  morte  preziosa  de' primi  Missionari  P.  Gio.  Rallista  ÌAiro,  P.  MichOe  f!c3 
tenbenta.  —  Vita  in  23  capitoli  del  Protomartire  dell'  America  settentrionale.  Padre  Frane^^ 
Casaiias.—  Vita,  parimente  in  23  capitoli,  del  P.  Melchior  Ixtpez  Apostolo  del  regno  di  GuatemàUa 

Libro  V.  Della  conversione  di  Gìiatemala.  —  Costumi  dei  gentili  di  Tdlamanca.  —  Strm^ 
dinarie  fatiche  apostoliche  che  costò  lo  conversione  di  quelle  genti.  —  Scoprimento  del  Texas, 
Sotizie  di  quei  popoli ,  loro  costumi  e  religione.  —  Missioni  del  Rio  Grande  del  Sorde.  —  ^oi 
dazione  delle  Missioni  de  los  Dolores.  —  Fondazione  del  Collegio  di  Propaganda  Fide  di  6iMS/< 
mala.  —  Fondazione  del  Collegio  di  San  Ferdinando  in  Messico.  —  Del  Collegio  della  PueMa  de  h 
Angeles.  —  Vita  e  martirio,  in  12  capitoli,  del  celebre  Missionario  di  Guatemala  Padre  Fr,  Pa»à 
da  Rebulida. 


An«k> 


^  214.  EsTABLECiMiENTO  v  progreso  de  las  Misiones  de  la  anti- 
gua  California.  Dispuesto  por  un  Religioso  Franciscano  de  1» 
Provincia  del  Santo  Evangelio  de  Mexico.  Ano  de  1792. 


EXEQUUS  -  EXTRACTUS  471 


Manoscritto  di  188  carte  ìq  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 
Va  dal  1531  al  1694,  e  narra  largamente  le  famose  imprese  del  Gesuita  Padre  Kin  con  quelle 
degli  altri  Padri  della  Compagnia. 

215.  ExEQUiAS  funebres  celebradas  por  el  Colegio  de  Misiones 
de  la  ciudad  de  Cali,  el  dia  3  de  Setiembre  de  1851  en  lionor 
de  su  benemerito  hijo  i  morador  el  limo  Senor  D'*.  Frai  Fer- 
nando Cuero  i  Caicedo,  esclarerido  Obispo  qne  fuè  de  està  Dio- 
cesis ,  habiendo  sido  cince  vezes  Guardian  i  una  Vicario  del 
refendo  Colegio.  Faleciò  el  dia  siete  de  Agosto  del  mismo  ano. 
Bogota.  Imprenta  de  Echevema  Hennanos.  Carrera  del  Norte- 
Calle  2.  num.  86. 


Sono  98  pagine  in  8  grande  :  alla  29  poi  comincia  ana  NotUia  biografica  del  limo  Senor  Dr. 
Pr.  Fernando  Cuero  i  Caicedo,  che  comprende  Ano  alla  36. 

216.  ExTRACTUS  ex  Annalibus  R.  p.  Adami  Burvenih  quoad 
■^  florentissimam  Provinciam  Saxoniae  s.  Joannis  Baptistae. 

Pubblico  questo  documento  inedito,  perchè  serve  a  chiarire  e  ordinare  le  vicende  dell' Ordine 
e  la  sua  apostolica  azione  in  mezzo  agli  eretici  del  Nord,  non  abbastanza  conosciuta. 

«  Anno  1518,  4  Februarii,  P.  Hermannus  Nedewold  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae 
Minister  ex  comitiis  provincialibus  Francofurti  ad  Oderam  habitis,  P.  Conrado  Klingio  ob  meritorum 
exigentlam  et  exquisitam  idoncitatem,  de  Consilio  PP.  Vocalium  indulsit,  et  in  meritum  salutaris 
obedientiae  iniunxit,  ad  doctoratum  sacrae  Theologiae  in  universitate  Erfordiensi  ascendere,  ubi 
anno  1520  in  die  Maurorum  immatriculatus  est.  Extitit  acerrimus  prodigator  haereseos  Lutheranae, 
quem  tota  suspexit  Saxonia.  Erfordiae  pracfuit,  cui  se  disertissimum  orthodoxae  fldei  exhibuit 
coDcionatorem.  Eidem  provinciae  antiquissimae  accrevit  hoc  anno  titulus  s.  Joannis  Baptistae  in 
capitulo  Lugdunensi  conformiter  schemati  eiusdem  sigilli  maioris  et  titulo  Conventus  Erfordiensis  : 
parturìit  autem  praedicta  provincia  olim  anno  1260  Thuringiae  Custodiam ,  cuius  caput  est  Erfordia, 
et  prae  aliis  12  Custodiis  prima  in  provinciam  evasit  anno  1523.  Decretum  autem  praefati  Capituli 
generalis  sic  sonat:  In  provincia  Saxoniae  omnes  conventus,  seu  loca,  quae  sunt  sub  obedientia 
R.  P.  Joannis,  Ambergae  Ministrri  dictae  provinciae,  quoad  Fratres  olim  de  familla,  habebunt  unum 
provincialem,  qui  dicetur  provincialis  Saxoniae  S.  Crucis  :  et  domus  ac  conventus,  seu  loca,  quae 
sunt  sub  obedientia  Ministri  eiusdem  provinciae ,  quo  ad  fratres  olim  reformatos  appcUatos ,  tam 
fratrum,  quam  monialium  aut  sororum  tertii  Ordinis,  habebunt  alium  Ministrum  provincialem, 
qui  dicetur  provincialis  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae. 

«  Anno  1523,  in  Pentecoste,  Burgis  in  Hispania  celebrantur  comitia  generalia,  in  quibus  provin- 
cia Flandriae  erigitur,  provincia  vero  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  dividitur  ob  amplitudinem ,  in 
provinciam  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  et  in  provinciam  Thuringiae,  cui  ex  amplissima  provincia 
Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  cesserunt  certi  Conventus,  praeter  illos  qui  ante  hac  ad  Thuringiae 
custodiam  spectabant. 

«  Anno  1526,  in  Congregatione  generali,  praeside  Rmo  P.  Francisco  Ministro  Generali,  apud  S. 
Marìam  de  Angelis  Assisii  hablta,  provinciae  ad  nationem  nostram  Germano-Belgicam  spectantes, 
hoc  ordine  recensentur:  provincia  Saxoniae  S.  Crucis,  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  Argentinae, 
seu  AUemaniae  superloris,  Colonlae,  Scotiae,  Daciae,  Angliae,  Flandriae,  Thuringiae,  quibus  aliae 
ex  post  accrevere,  scilìcet  Hibemiae,  inferioris  Germaniae  S.  Andreae,  comitatus  Flandriae  S.  Josephì, 
ut  iam  sint  13. 

•  Anno  1585  provincia  Saxoniae  S.  Joannis  Bapti5rac  ex  tot  conventibus,  qnot  olim  mlmeraba^ 


479  EXTRACTDS 


ante  praedominantcni  haercsiu,  ìimi  anuu  tauluiii  numiTavit,  IO  superesse,  ruliquus  haeretlcls  eenlsfe, 
fratrcs  vero  valde  paucas.  Daza  rcfert,  quod  post  exilia  e(  mar ty ria  tolorata  non  iDcolaerlnt  eoo» 
vcntus,  sed  soHLarii  et  in  montihus  et  locis  dcscrtis  altsconditi  corroJMrarint  cathoUeos,  et  vitm 
in  din  dilato  martyrio  traduxerint. 

«  Anno  i539,  in  provincia  Saxoniae  S.  Joannis  BaptisUie ,  ipso  festo  assumptionis  B.  M.  VirginU, 
si^rvatur  Ilall)erstadìi  Conp:n>gatio  rapitularis,  in  qua  ob  Vocalium  et  Dellnitomm  defectum  alil  patres 
sufTecti  sunt,  et  de  amplissima  ista  provincia  non  su|w>nTant  nisi  7  convcntus,  scilicet  HoibeniodiauU, 
hrandenburgentU,  Àngennudentif,  HaUenniSt  EgrentUy  Guìuhrgheimenxi* ,  et  luterbìiceuMiM. 

•  Annus  1583  falalis  erat  pmvinciae  S.  Joannis  Baptistiae,  in  caius  vestibulo  R.  P.  Tlieodorìci» 
(ìerliardi  ex  provincia  CoJoniae,  huius  pn)vinciac  S;ixoniac  Ministor  et  Guardianus  Halbcrstadiensls, 
haebraice  et  graece  docliis,  zelalor  suae  professionis,  ot>itae  santimonia  clarus,  anlmam  soain 
reddidil  Dco,  mense  martio,  qui  prò  conventu  et  Ade  strenue  deoertaL>at  cum  haereticis;  post 
mortcm  eius  feria  sexta  iNist  l\ischa  Lutlienuii  canonici  cath<HlraIes  nomine  capitali  sai ,  e  dicln 
con>entu,  sub  titulo  depositi,  suksignari  fecerunt  Si  caJices  inauratos,  et  alia  sacra  vasa:  in  loeam 
vero  defuni'ti,  autboritate  limi  I*.  Ilaii  substilutus  est  \\  Petrus  Traiectinus,  quondam  Vicarius 
Rìlfeidiensis,  ut  imnc  esset  (ìuardianus  Halberstadiensis,  et  simul  provinciac  S.  Joannis  SapHstee 
Vicarius.  • 

•  Anno  1585,  ii  iulii,  Hall)erstadii  H.  P.  Riinavcnturae  de  Aquila,  deputato  Commissario  ad 
inspectlonem  provinciac  S;i\oniae  S.  Crucis  extreme  lalnirantis,  et  sub  gravi  iago  lìaereticonim 
gementis,  scripsit  II.  P.  Petrus  Traiectìnus  Minisler,  seu  Vicarius  provincialis  provinciac  Saxoniae  S. 
Joannis  Raptistae  et  Guardianus  Hall)ersLidiensis,  seipienlrs  litteras. 

•  H.  Ad.  in  Christo  I^aler.  Non  aUsque  singulari  animi  mei  voluptate  litcras  R.  P.  V.  aeoepi,  ci 
ex  iisdem  aliquid  tandem  de  restauratione  et  conservatione  liuius  adeo  cullapsae  pruviciac  spci  coDcepi 
Faxit  Deus.  Inllnitis  iH>ne  intra  3  annorum  spatium  literis  tum  apud  R.  P.  Ministrum  Gcncralem,  ti 
apud  Commissiirium  R.  I\  Ilaiium   lal>oravi,  ut  aliquid  sulisidii  ex  adventu  proborum  et  idoneo — 
rum  patrum  balRTe  (K)ss<'m:  at  hactenus  nibil  obtinui.  I*atres  inferioris  Germaniae,  ob  idioinal 
defectum,  bisce  in  partibus  nibil  fructus  efficere  possunt  :  quandoquidem  continuo  conciooibus 
vacandum  sit.  Ego  solus  tribus  et  dimidio  annis  in  catbedrali  ecclesia  Halbcrstadii   servivi  pr— . 
ec<:lesiasto   parum   idoneus  :  iam  autem  senio  conllcior ,  semper   valetudinari os  :  habeo  et  natr  *%. 
adbuc  duos  laicos,  unum  senem,  alium  exulem,  a  R.  i*.  Ifaiio  bue  missum:  iam  si  ego  lawtem,  il' 
Deus  \olueril,  defecero,  actum  est  de  hoc  Conventu:  dedeieute  enim  causa,  cessare  quoque 
efTectus:  si  in  illa  catbedrab  Ecclesia  non  fuerit  a  nobis  concio  administrata ,  nulla  erit  soste 
tatio  :  liactenus  babuere  RR.  Ad.  et  gratiosi  Domini  catliedralis  ccciesiae  canonici  e  nostra  tkmL^i^ 
concionatores,  idioma  buius  patriae  et   prunitalem  callenles,  atque  iam  in  hoc  ufficii   genere  nàfii 
aliud  exiM'tunt,  quani  deinceps  buiusmodi  lialKTe  patres:  bine  est,  mi  R.  P.,  quod  magnam  pecuiai««: 
summam  in  labellionum   >ersus  ('«oloniam   expeditione  consumpsi .  et   tandem   literis  ad   Reve^ 
rendisimum  Ministrum  Generalem   datis   bumillime    pelli ,    ut  si   forsan  i^ssent   aliqui   patres    i  wm 
Ikivaria,  i»uri  idionialis   germanici  non  ignari,  pacis  et   bonesiatis  amantcs ,  atque  morum  liaiiL9c> 
patriae  non  inqiatìentes  (\ivendum  enim  et  diccnduni  nolus  «'St  Inter  haereticos  et  catliolicos)  IB.C 
ego  vel  unicum  liic  prò  conservatione  buius  convenlus  in  eivlesiastico  negotio  possem  liabere;  rC- 
«luia  Kgrensis  noster  (A)n\entus  aegn*  provisus  «>t  iH>rsonis,  ipiae  in  regimine  et  conciooandi  ofldc;^ 
praee.ss(^  possint ,  bine  etiam    in  literis  nosiris  dicti  con>entus  causam  et  necessitatcm  sublevar  d 
rogavi.  Si  iant  tua  Re\.  patcrnitas  auxilium  et  solatium  nobis  in  tam  necossariis  rebus  exhìbiiait.*— 
rem  certe  Deo  gralam ,  et  Ecclesiae  C^tbolicac  Inter  liaereticorum  tela  bic  gravitcr  militanti  utilis — ■ 
simam  elTecerit,  (lueniadnKìtlum   re   ipsa  experietur  Ikk-  idem,   .si  ad   me   venerit.    Ne<|ueo  onniS' 
carlis  cummittere,  quat;  in  bor>  argumenti  genere  merito  inserenda  forent:  summatim:  liic  moii*^'^ 
multa,  at  operarli  catbulici  pauci.  PraetiT  catbetlralem  suggestum  baI)eo  adhuc  4  Virginam  caenobi^i-^ 
seu  monasteria,  quibus,  dum  tantillum  mihi  teniporis  conceditur,  in   sacrameutorum  adminifttn- 
tiunc  deservio:  accedit  quintum,  cum,  dum  licuerit,  verbi  Dei  pabulum  spirituale  porrigo:  diet 
autem  c^jenobia  c^ireiil  omni  catholiro  subsidio  ;  quod  piane  ilohndum.  Haec  scribcndo  non  pi 
R.  P.  tua  (luod   me   taitleat  tam  pii   lal>uris,  quin    percuperem   divina   fretus  gratia,   plora 
Ecclesiae  Dei  exan tiare  onera ,  sed  intelligat ,   quam  merito   liactenus  exi>etierim  et  eupectarinr"^ 
collaboratorem  lldelem  et  idoncum.  Sed  nec  silentio  praetereundum  existimo,  quo  pacto  vel 
statu  sit  nobis  bic  ctmversandum.  In  coenobin  quidem,  simiUter  et  in  platcis ,  dum  snmmiun 
vel  aliud  templum  adeundum  est ,  tuto  in  Ordinis  babitu  incedere  licet,  at  extra  civitatis  moenii 


EXTRACTUS  i 73 


opus  est  saeculari  habitu  :  iiia  enim  consaetodo  ita  propagata  est  ab  ilio  tempore  gravissimao 
seditioDis,  quo  Lutberana  factio  bisce  in  locis  incnidait.  Insupcr  ante  multos  annos  navim  Ecclesiae 
Dostrae,  sicut  et  in  aliis  fere  coenobiis,  quibnsdam  per  bebdomadam  diebus  occuparunt,  iam 
quo<iue  occupant  Luterani  :  cborus  autem  cam  sacello  usui  nostro  incontaminatus  rcmansit  :  caeteris 
in  rebus  agimus  libere  nostra.  Ad  instantiam   Reverendissimi   P.  N.  Generalis  Ministri  expedivi 
Chronica  universa  conventuum  fratrum  et  sororum  utriusque  provinciae  Saxoniae ,  quae  per  R.  P. 
Haiium  iam  provinciae  Goloniensis  Ministrum  fldeliter  suac   Romae   patemitati   sunt  transmissa 
circa  festum  Paschae  huius  anni.   Nullìns  convcntus  sigilla  malora  vel  minora  reperi,  neque  vidi  : 
provinciae  sanctae  Crucis  minoris  sigilli  impressionem  bisci  affixi.  De  statu  conventuum  tam  fra- 
trum quam  sororum  in  Egra  multa  sollicitudine  simul  et  deliberatione  post  obitum  R.  P.  Ministri 
ac  huius  conventus  Guardiani  praedecessoris  nostri,  anxius  fui,  et  ob  personarum  defectum  parum 
in  re  agere  potui:  statim  quoque  post  obitum  R.  P.  Ministri,  obiit  etiam  P.  Guardianus  Egrensis, 
cuius  loco  hunc  P.  Meierum  statuere  coactus  sum  prò  conservatione  istius  Conventus;  alioqui  aliis 
in  usum  cessisset,  sicut  a  viris  probis  intellexi  :  si  iam  ibidem  esset  Guardianus  doctrina ,  moribus 
et  prudentia  praedìtus,  qui  posset  tam  in  sacris  concionibus ,  quam  in  monastico  regimine  suffi- 
cere,  hat)eretque  aliquem  cooperatorem ,   forct  e  re  utriusque  ibidem  conventus.  Prudentiae  R. 
P.  tuae  haec  commendo,  commitoque.  R.  P.  Theodoricus  Gerhardi  praedecessor  mcus,  qui  iam  ante 
duos  annos  diem  clausit  cxtremum,  summae  fuit  prudentiae,  remanetque  sanctissim\  memoria  cius, 
cum  diem  et  horam  obìtus  sui  praesciverit,  et  nobis  praedixerit  Octo  bebdomadibus  antequam  migraret, 
mihi,  in  praesentiamaliorum,  huius  conventus  et  provinciae  iam  pene  exstlnctae  onera  commisit.  Inter . 
caetera  non  fuit  immemor  conventus  sororum  S.  Glarae  in  Egra,  cuius  dispositionem,  ut  ferunt  tempora, 
loca,  hominunque  mores,  satis  laudabilem  commendavit.  Cum  de  usu  novi  Brevarii  inquirerem,  rcs- 
pendii,  neque  se,  neque  fratres  suos,  neque  sorores  notitiam  novi  Breviari!  accepisse,  nec  aliquod 
exempUir  vldisse:  ego  unum  tantum  ex  provincia  Coloniensi  mecum  tuli,  quo  In   divinis  utor 
oi&ciis:  adiecit,  sorores  S.  Clarae  in  Egra  non  esse  tantae  eruditionis,  ut  rubricas  et  usum  novi 
Breviarli  addiscere  vel  intelligere  possent  abque  praevia  dilucida  instructione;  ad  haec  pctiit  a 
me,  ut  sorores  easdem  ultra  posse  non  adstringerem ,  donec  aliud  medium  vel  a  generali  Capitulo, 
vel  a  Reverendissimo  Ministro  Generali,  illis   insinuatum  fuerit:  cum  iam  in  augusto  anni   i584 
Bgram  vocatus  (  quod  tamen  maxima  cum  difficultate  fieri  potuit,  eo  quod  non  haberem  vices  nostra^ 
in  ecclesiae  cathedrali  agentcm ,  si  Dominicanus  non  supplesset  )  venissem ,  sororumque  ingenia 
explorassem,  facili  negotio  pottii  intelligere,  rem   tam  seriam  ingeniis  ipsarum  imparem  esse: 
aliam  ego  meditabar  viam  :  sunt  enim  Coloniac  Virgines  S.  Clarae  exules ,   in  usu  novi  Brevarii , 
sicut  a  P.  commissario  intellexi,  aliquamdiu  instructae  et  expertae  :  petii  a  R.  P.  Commissario,  ut, 
si  fieri  posset,  aliquot  earundem  virginum  Egram  mitterentur;  de  viatico  et  itlneris  dispositiono 
virgines  Egrenses  providere  fucrunt  paratae:  ad  quod  ultimum  mihi  responsum  fuit,  quod  pleracquac 
civitates  inferioris  Germaniae  se  dedant  Ecclesiae  Catholicac  et  regis  imperio;  ideoque  alTulgeat  spcs, 
brevi  exules  illas  ad  propria  loca  revcrti  posse.  Faxit  Altissimus  !  Optarem  nostras  sorores  Egrenses 
habere  posse  nova  Breviaria  prò  choro  apta,  et  eorundem  verum  usum:  petierunt  a  me,  ut  iisdem 
aliqua  grossiere  littcra  impressa  mitterem:  sed  cum  in  Saxoniae  oppidis  non  extent  venalia,  et 
Colonia  circiter  80  millìaribns  ab  Egra  distet,  per  tabellloncm  ferri  non  potcrunt  :  si  Virgines  Colo- 
nienses  Egram  vehi  potuissent,  salva  fuisset  res  ea  sat  diu  deliberata.   Misit  mihi  R.  P.  Haiius 
Minister  Goloniensis  unum  exemplar ,  quod  cum  tabellarìo  mitto  Egram  :  si  quid  inde  addisccro 
possent ,  optarem.  Monere  fratres  et  sorores  Egrenses  ad  religiose  vivendum  nunquam  omisi  :  sed 
quod  omnia  Ordìnis  nostri  statula  et  vivendi  negotia  Inter  haereticorum  insidias  tam  cxacte  in 
esteriore  habitu  (de  interiore  non  diffido  )  servari  et  instaurari  possint ,  sicut  in  iis  locis ,  ubi 
adhuc  viget  Illa  pura  et  catholica  religio,  impossibile  esse  cxperior.  In  silentio  et  spe  erit  fortitudo 
nostra:  faxit  Deus,  qui  est  omnium  rerum  absolutissimus  moderator,  ut  nostra  niminm  collapsa 
Religio  meliorem  faciem  tandem  sortiatur.  Id  tuae  R.  P.  indefessis  commendo  precibus,  sis,  mi 
Reverende  Pater,  nobis  secundum  posse  auxillo,  et  Deus  crit  merces  magna  nimis.  Vale  fcliclter. 
Dabam  Halberstadii,  die  14  iulii  anno  1585. 

I  Tuae  R.  P.  ad  obsequia  paratissimus. 

«  F.  Petrus  Traiectinus. 

•  iMcriptio  erat.  Reverendo  Admodum  in  Cristo  Patri  Bonaventurac  de  Aquila,  Commissario 
provincia  Saxoniae  S.  Crucis  dignissimo,  patri  meo  semper  colendo. 


1 74  FATRACTUS 


•  Anno  i6i9  cum  provìDcia  Saxoniae  S.  Crucis  csset  sequestrala  a  provincia  Golonleiui,  < 
arinis  invictissimi  Caesaris  Ferdinandi  II  acquirerentur  in  dies  in  imperio  plures  eivltales,  forala 
batur  a  Reverendo  P.  Jesepho  lU^rgaigne  Commissario  Generali  et  R.  P.  Theodoro  Relnfel 
Ministro  provinciue  Coloniensis  apud  impcratorem  strenue  et  foliciter  collaboranti  bus  prò  restiti 
tìonc  conventuum  Minuriticorum  «  conceptus  de  resuscitanda  provincia  Thuringiae,  eaque  dlTMend 
a  provincia  Sa\oniac  S.  Crucis,  et  de  resuscitanda  provincia  S.  Joannis  Baptistae,  seu  Dadae.  A 
liunc  Ilnem  etiani  adiiibebatur  P.  Jacobus  Nolius  provincìae  Coloniensis  Delinitor,  et  chronologw 
curiose  et  laboriose  disquircns  et  indagans  de  stata  et  qualitate  conventuum  utriusque  SaxoDi» 
Thuringiae  et  Daciae.  Ea  de  re  ad  P.  Reverendum  Commissarium  Generalem  hoc  anno  t6t9  Ipi 
feria  6  parasceves  inter  caetera scribebat :  De  provincia  Saxoniae  ccrtum  est,  quod  utraque  pno 
vincia  Saxoniae  commixta  fuerit.  Bene  fleret,  si  a  primo  ìnitio  sequestrando  illas  ab  invleem 
utraque  Marchia  Brandeburgica  et  Ducatus  Megapolitanus  una  cum  Livonia,  Prussia  et  Pome 
rania  absolute  adscriberentur  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptìstae  ,  Daniae  vero  praeti 
Holsatiaro  atque  Jutiandiam,  Ditmarschia  quoque  novae  provinciae  S.  Elisabeth,  praeter  coslodli 
Hassiae  et  Thuringiae  tractns  siivae  Herciniae;  sed  et  prò  Damia  et  Saxonia  S.  Joannis  Baptisti 
seminaria  novitiatus  Bilfeldiae  et  Durstenae  poni  deberent,  praesupposito  quod  in  Brabantia 
Fiandria  et  provincia  Coloniensi  novitii  prò  istis  novis  provinciis  reciperentur. 

•  Anno  Ì6i9  post  factam  sequestratiouem  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  resuscitatae,  a  pr« 
vincia  Coloniensi ,  et  felicem  recuperationem  multarum  civitatnm  in  Germaniae  regtonibos 
victoriosissimo  Imperatore  obtentam,  dataque  ab  eodem  diversa  decreta  ad  Reverendum  P.  Joa 
phum  Bcrgaigue  et  R.  P.  Theodorum  Reinfeld  pro\incue  Coloniae  Ministrum  de  restituendls  Ord  ' 
nostro  conventibus  antiquis,  insìgniter  promovente  executionem  horum  decretorum  ReTerendlssIi 
et  Illustrissimo  principe  et  Episcopo  Osnabrugeusi  Francisco  Guilielmo,  Adelissimo  Ordinis  do^ 
patrono,  aliisque  S.  C.  Maiestatis  belli  ducibus,  ita  excreverunt  loca  patribus  regularis  Obsenrantl. 
ut  de  nova  provincia  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  penitus  emortua,  praeter  conventum  Hatt^ 
stadiensem  et  Egrensem ,  Reverendissimus  P.  Minister  Generalis  Bemardinus  de  Senls  dfó  6  A 
gusti  emitteret  patentes  sequentes  ad  Reverendum  P.  Commissarium  Generalem  nationalem 
Josephum  Rergaigue  hoc  ìpsum  urgentem: 

•  F.  Bemardinus  de  Senis  Ordinis  Seraphci  S.  P.  N.  Francisci  Minister  Generalis  et  serro 
dilectis  in  Christo  patribus,  Ministro  provinciali.  Custodi,  Dellnitoribus,  et  caeteris  PP.  ac  Fratrlbi 
provinciae  nostrae  S.  Joannis  Ita[itistae  salutem  in  Domino  sempitcrnam. 

•  Cum  intelk'xerimus ,  quantum  IX'i  gratia,  et  invictissimi  imperatoris  Ferdinandi  seinf»« 

augusti  auspiciis,  per  Gi'rmaniaui  lU'ligio  ratholica  et  SiTaphicus  noster  Ordo  profecerint,  et  Inter  aliJ 

oiusdem  provincias  nostrani  provinriam  Saxoniae  S.Crucis  in  illum  excrevisse  numerum  conventoax: 

ac  tam  lato  dirtani  nustram  provinciam  extondi,  ut  eiusdom  rogimini  unus  Minister  provincialis  d«. 

possit  sutlicore,  atque  ideo  opus  esse,  ut  ah  oa  separemus  cunventus ,  qui  olim   pertinueruot  0 

pro\  incium  Saxoniae  S.  Jitannis  Raptistae,  et  ìpsos  distincto  Ministri  provinciali,  prò  ut  olim  subB 

ciebantur,  itorum  committamus  :  hinc  est,  quinl  nos  tldei  catholicae  et  Ordinis  nostri  augmento  |^ 

Gornianiam  congratulantes,  et  eiusdom  propagai ionem,  quantum  in  nobis  est,  promovere  volente* 

duximus  provìiirium  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  quao  iniuria  tomporum  et  haeresi  defecetai 

reflitrescente  iam  in  Germania  Ecclesia,  restiluendam  suo  iuri  et  Ordini,  sicut  virtule  pnesentiv^ 

illam  rostltuimus,  et  rostilutam  deolaranius,  nominantos  et  cunllrmantes  in  Ministruoi  provinciale^ 

et  Custuilom,  ac  Detinilores  :  in  Ministrum  R.  A.  P.   F.  Theodorum  Reinfeld  provinciae  Golonien^ 

patron),  in  Cuslodoni  P.  Àegidiuni  llautnìann,  alias  a  Hruxelli* ,  in  IK'flnitores  P.   F.  Lamberti» 

IViiVr,  Guardianum  Limburgonsom,  P.  And  rea  m  Kircher,  P.  Reinerum  Heinsbtrg,  Guardianum  Fitf 

donsom,  ot  P.  Alardum  Betque,  ole:  concodentos  illis  rospeclive  oninoni  authorìtatem  in  provincia^: 

ot  ronvontus ,  ot  omnos  facultatos ,  iura,  ot  privilegia ,  quac  Ministris  provincialibus,  custodibns 

dellnitoribus  ox  stalutis  et  consuotudino  Ordinis  nu>tri  competunt.  Ut  vero  haec  nostra  ordinai» 

omnibus,  quorum  interest,  apportuno  innotosont ,  committimus  R.  A.   P.  F.  Josepho  Bergli^ 

commissario  Ministri  Gonoralis  por   provincias  Gormaniae  et  Beigli,  ut   illam   in  prima  cong^ 

gationo  dictac  provinciae  nostrao  Saxoniae  S.  Crucis  proponat,  ot  do  patrum  Consilio  de  omnìti 

disponat,  quao  ad  augmentum  rostitutao  provinciae  nostrae  S.  Joannis  Baptistae  iudicaverìt  expedi-i 

sìngularitor  autom  altendat,  ut  in  hac  nova  eiusdom  restitutione  evitetur  anliquum  inconvenìei 

quiKl  olim  sentiohatur  ex  permixtiono  provinciarum  Saxoniae  S.  Crucis  ot  S.  Joannis  Baptistae  io* 

eosdem  terminos  et  terras,  et  ad  hoc  disponat  aliter  de  earundem  provinciarum  et  conTeDtoii' 


EXTRACTUS  1 75 


constitatione  el  limitìbus,  ne  sit  opus  Mioistros  provinciales  et  alios  fratres  continuo  transire  per 
matuas  provincias;  ad  quod  evitanduui  concedimus  ipsi  plenam  potestatem,  de  eorum  jmtnim 
Consilio,  conventus  aliquos  provinciarum  illarum  ex  una  in  aliam  permutandi,  prò  ut  videbitur 
opportunum.  Datum  Madriti,  in  nostro  conventu  sub  nostro  chyrographo,  offici ique  sigillo  malore, 
hac  die  6.  Augusti  4629. 

«  Ut  autem  scìatur,  quinam  conventus  olim  ad  provinciam  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae 
spectaverint,  operae  pretium  erit  cosdem  hic  rccensere  ordine  alphabelico. 

«  i.  Aldenburgensis  in  Misnia  ab  Electore  Saxone  extructus,  pronitur  septimus  in  Lipsensi 
costodia. 

«  S.  Anclaminii  ad  Panim  fluvium  non  procul  ab  ora  maris  Althici,  Ducatus  Stetinensis. 

«  3.  Antiquae  Brandenburgae  in  urbe  Marchiae  hanseatica  conventus  Minorum  pervetustus , 
quartus  in  custodia  Brandenburgensi. 

«  4.  Arenswaldac  ad  Slavìm  lacum  in  urbe  conventus  tertius  custodiae  Stetinensis. 

«  5.  Aurei  Montis  in  Silesia,  vulgo  Goldburg  in  provincia  Saxoniae  fuit  caput:  at  incitatore 
Friderico  Electore  Saxoniae  anno  4523  scholis  immutatis,  et  haercticis  Wittenbergaaccitis,  et  scho« 
lae  professoribus  praefectis,  paulatim  omnes  ecclesiae  cesserunt  haeresi. 

«  6.  Barbi  prope  Albim  celebri  oppido,  quartus  conventus  custodiae  Magdeburgensis ,  anno 
iS64  fabricae  complementum  accepisse  dici  tur. 

<  7.  Berolini  in  media  Marchia  civitate  hanseatica  principis  Electoris  Brandeburgensis  resi- 
dentia  illustris,  quam  Sprea  fluvius  alluit,  conventus  quintus  custodiae  Brandeburgensis,  prò  quo 
fondando  anno  i27i  Otto  et  Albertus  Marchiones  Brandeburgenses  aream  contulerunt;  adhuc  vacai 
hic  conventus,  et  anno  1570  ultimum  inquilinum  Minoritam  habuìt,  sed  anno  4575  in  scholas 
haereticoram  mutatus  est. 

«  8.  Bernwaldae  ultra  Viadrum  in  novae  Marchiae  oppido  settimus  custodiae  Branderbungensis 
conventus. 

<  9.  Brigae  metropoli  proprii  ducatus  in  Silesia  conventus  octavus  in  custodia  Vratislaviensi. 
«  iO.  Bremae  ad  Visurgim  in  inferiori  Saxonia  Minoriticus  conventus  extitit ,  quem  haeresis 

fecit  desertum:  ecclesia  servii  calvinistis,  ob  sepulluram  B.  Electi  Minori  lae  Celebris. 

«  ii.  Brusherae  conventum  Minorum  in  provincia  Saxoniae  custodia  Prussiao  primum  locant 
veteres. 

•  li.  Brunswigae  in  inferiori  Saxoniae  proprii  ducatus,  dioecesis  Hildesiensis,  Fratres  Minores 
recepii  anno  1210:  tempio  ncque  pulchrius  ncque  augustius  Saxonia  uUum  habuit.  Anno  1340  ab 
Episcopo  Hildesiensis  XXXVI  Henrico  Brunswicensi  consacratum,  ab  haerelicis  prò  parochia  usurpatur. 
Anno  1524  Comilia  provincialia  a  noslris  ibi  habila  sunt.  Ala  ambitus  et  pars  conventus  supersunt. 

«  13.  Burgensis  in  satrapia  Altenplaten  urbe  ex  28  archidioecesis  Magdeburgensis  facile 
praecipua,  licei  fuerit  amplissimus,  prae  aliis  infelicior  fuit:  remansit  namquc  habilaculum  ad  pia- 
team,  fundamenta  portae  ecclesiae  et  rudera  unius  alae  Monaslerii  ;  conventus  fuerat  schola,  quam 
in  obsidione  Caesareana  per  lUustrissimum  Comitem  Schilick  facla  incendi um  absumpsit 

•  14.  Camicensis  civitas  in  Lusatia  conventum  habuit,  qui  malilia  lemporum  evanuit 

«  15.  Codeberae  conventus  Ghronicac  ordinis  statuunt  secundum  in  custodia  Misnensi;  an 
Oderen?  quaestio  est. 

«  16.  Culmae  ad  Vistulam  episcopali  civitate  jn  Russia  in  Thuroniam  et  Dantiscum  conventus 
s.  lacobo  apostolo  dicalus  in  custodia  Prussiae  tertius,  qui  B.  Joanni  Minorilae  sepulluram  dedil. 

«  17.  Curiensis  civitas,  Germanis  Hove  in  Voillandia:  in  hac  civitate  conventum  erexit  Fratri- 
bus  Minoribus  Henricus  Comes  de  Wida,  fllius  fundatricis  monaslerii  Clarissiarum  ibidem ,  qui  et 
flUuro  eiusdem  nominis  Minoritam  factum  post  temporis  curriculum  meruit  videre  Guardianum 
buius  Conventus,  sub  haeresi  in  scholam  conversi:  fuit  quintus  in  custodia  Lipsiensi. 

•  18.  Dresensis  ad  fluvium  Norelaz  Marchiae  novae  conventus  in  custodia  Aurei  Montis 
octavus,  ob  baeresin  eadem  iactura  evanuit. 

«  49.  Dresda  electoris  Saxoniae  scdcs  in  Misnia  anno  1525  habuit  P.  lacobum  Suedericum 
custodem  Misniae,  strenuuir^  fldei  calholicae  propugnatorem :  sed  non  diu  stetit  hic  conventus, 
quartus  in  custodia  Misniae. 

«  20.  S.  Elisabeth  conventum  in  custodia  Brandeburgensi  primicerium  vocant  Pisanus  et  Ru- 
dolphus. 

«  21.  Etorii  apud  Pìsanum  obtinuit  quartum  locum  custodia  Prussiae. 


476  EXTRACTUS 


«  S).  Prancofarti  ad  Oderam  intra  limites  Marchiae  novae  convAotus  anno  tS€9  caeptut,  m 
scqufmti  exstructus  iuxta  metam  pauperiatìs  nostrae,  donec  15i6  privatonim  stipe  coltati.  Fra 
insignem  aediflcanint  ecclesiam,  propropiaquc  industria  cursum  fabricae  direxerunt:  bteraili 
stca  locaro  in  scholiis  convertii. 

•  23.  Frcibergae  ad  Muldam  fluvium  in  Misnia  conventus  tcrtius  custodiae  MisnUte. 

«  2i.  Gloggavia  et  Gogla  civitatcs  Silesiae  iuxta  Viadrum  fluvium  sitae  snnt,  qwunun  ili 
niaior  est  urbs  Silesiae,  post  Vratislaviam  primaria,  caput  proprii  ducatus:  anno  1410  die  f 
Ascensibnis  Domini  tota,  exccpto  Monasterio  Pracdicatorum,  conflagravi! ,  sed  anno  I4SS  itenun  I 
periit,  salvo  tantum  pen'ctusto  conventu  Minoritico,  qui  est  nonus  custodiae  Aurei  MontllL  A 
est  conventus  Goglaviae,  quem  septimum  Bohemiae  et  anno  1465  primitus  conditnm  Gonxaga  ads 
bit  ss.  Apostolis  Pctro  et  Paulo.  Alius  est  Giglorii  in  Bohemia  :  olim  s.  Alberto ,  iam  B.  V.  Lameta 
adscrìptus  nuper  exurrexit. 

•  25.  Gorlizae  in  Lusatìa  conventus  quartus  custodiae  Aurei  Montis. 

«  26.  Greiflénbergae  in  Cassubia  ducatus  Pomeraniae  ad  fluvium  Regam  erat  conventoa  sei 
in  custodia  Stetinensi. 

•  27.  Hamburgum  ad  Albim  in  solo  Holsatiac ,  hodie  circulo  inferioris  Saxoniae  adscripto, 
signem  habuit  ab  olim  conventum  Minorum  anno  1232  extructum  a  Duce  ottone  BnmswinceitBi 
somnis  praemonito  ut  Fratribus  gryseo  habitu  indutis  faveret:  domum  regressus  inventeui  91 
tres  Mìnores,  praehabitae  vlsoniis  memor,  eis  in  clivo  amaenisssimi  monticuli  monasterliim  Be<! 
cavit,  et  Ordini  apprime  afléctus  fuit. 

€  28.  Hanouraio  ad  ripam  Leìnac  flluvii  e  regione  vctustae  arcis  Gomitum  a  Lawenrode,  i 
ritorii  Brunswicensis ,  dioecesis  Hildesiensis  urbs  hanseatica  et  munita,  Hamburgo  coaeva,  ei 
annum  1297,  fautore  Gonrado  undecimo  Mindensi  Episcopo,  accepit  conventum  amoenisaimam ,  I 
tio  loco  custodiae  Halberstadiensi  adscriptum,  qui  etiam  num  superest  ad  usum  scholae  et  e 
cinae  monetarii  ac  trium  civium  incolatum.  Ecclesia  vero  in  armamentarium  conversa  est. 

«  29.  Halberstadionsis  Conventus  iam  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  adscriptns  manet 

•  30.  Hallae  Saxonum  ad  Salam  fluvium  urbs  est  post  Magdeburgum  primaria.  Anno  t 
praematurc  Lutheranismo  respersa,  conventum  liabuitin  custodia  Magheburgensl  quintmn,  sed 
rata  temporis  introductae  reformationis  in   hac  provincia  octavum.  Fratribus  tertia  Yiee  eiec 
liaerctici  conventum  hunc  cum  fornicato  ctiam  num  ambitu  post  annum  1560  novissime  ^irepl 
litulum  scholae  possederunt. 

«  31.  Hammelensis  ad  Visurgim  civitas  antiquitus  habuit  propc  portam  orientalem  con^ 
tum  Sororum  terlii  Ordinis  S.  Francisci  ab  haeretico  magistratu  in  hospitale  conversum,  in  quo  a 
1630  feria  tertia  Pcntecostes  authoritate  Reverendissimi  et  Illustrissimi  Episcopi  Osnaborgn 
Francisci  Guilielmi  Apostolici  et  Caesarei  Commissarii,  residentia  Fratrum  Minorum  Regalar.  OIm 
vantiae  inchoata  est,  et  dominica  20  post  Pentecostem  anni  sequentis  in  comitis  provlncial/I 
Osnabrugi  habitis  incorporala  est  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis. 

•  32.  Kiricensis  conventus  custodiae  Brandeburgensis  oclavus  gaudel>at  sacro  B.  Conradi 
Stongelem  Minoritae  sarcophago. 

•  33.  Leol)ergensis  insignis  civitas  Silesiae  habuit  conventum  in  custodia  Aurei  Mentis. 

•  3i.  I.igcnitii  proprii  ducatus  in  Silesia  Metropoli ,  tertius  praedictac  Custodiae  Aurei  Moni 
anliquissimus  conventus. 

•  35.  Lubeca  Wandaliae  urbs  hanseatica  circuii  inferioris  Saxoniae  ad  mare  Balthieum,  co 
vontum  habct  propriae  custodiae  ab  Adolpho  IV  cornile  Schawburgico  ex  arce  sua  adaptatus, 
una  cum  Hamburgensi  B.  Mariae  Magdalenae  consecrala  est  Ecclesia:  hic  Adolphus  ex  Li  venia  an 
1238  redux  iuxta  votum,  quod  in  espeditione  fecerat,  quod  prospere  Victor  revcrtens  veUet 
consecrare  Ordini  Minonim  in  statn  Fratris  laici,  anno  1239  Hamburgi  votum  compievi!,  et  qi 
suflicienlis  orai  litteraturae,  ad  sacerdotium  urgentibus  patribus  ascendi!,  et  Hamburgi  in  Ecde 
a  se  acdiflcata  primitias  omnibus  collachymanlibus  celebravit.  Post  in  Kilensi  conventu  aedUleu 
manibus  suis  humililer  loboravit.  Lacte  iuxta  Ordinis  morem  mendicato,  fllii  comititms casti  obvi 
erubescenliam  passus,  animum  recolligens,  caput  et  corpus  lacte  perfndit. 

•  36.  Lubani  Conventus,  Pisano  et  Rudolpho  teslibus,  in  Custodia  Montis  Aurei  qaintus  a 
sctur. 

•  37.  Lubussensis  vcl  Lobevicensis  conventus  non  procul  Francofurto  ad  Oderam  a  M 
chiono  Joanne  exstructus,  secundus  in  Brandeburgensi  custodia  recitatur. 


EXTRACTUS  177 


•  38.  Mersburgum  ad  SaUm  Thuringiae  fluviiim,  provinciae  Magdeburgonsis  habuit  conventum 
MìDoriticam. 

t  39.  Misna  sea  Missena  superiorU  Saxoniae  ad  ripam  Albis  conventum  Minorum  habuit 
proprìae  custodiae  Misnensis  caput,  et  sacris  ossibus  B.  Oderici  seu  Theodorici  gloriosum. 

«  40.  MoUenbecum. 

«  41.  Mnnsterberga  urbs  *metropolUica  proprii  ducatus  in  Silesia  in  custodia  Vratislaviensi 
settimum  habuit  conventum. 

«  4S.  Nanislaviae  sestus  conventus  in  custodia  Vratislaviensi  fuit  :  a  duobus  saeculis  per  ra- 
l)iem  Hussitarum  deturbatus  est. 

•  43.  Neompinus  in  Marchia  Brandeburgica  conventus  per  haereticos  dircptus  est:  ecclesia 
vtiamnum  subsistiL 

«  44.  Nissa  proprii  ducatus  caput  a  primis  Ordinis  exordiis  quintus  custodiae  Vratislaviae  cen- 
setur,  sub  tituio  S.  Crucis:  prò  hoc  et  aliis  disceptavit  Polonia  contra  binas  provincias  S.  Joannis 
Baptistae  et  Thuringiae  :  verum  provincia  Bohemiae  extra  litem  posita,  in  possessionem  intravit, 
doncc  ab  Hussitis  in  acervum  lapidum  conversus  fuit. 

«  45.  Nordhusa  urbs  vetus  Cheruscorum  et  imperiaiis  in  conflnio  Misnìae  et  Thuringiae.  Anno 
Ii30  loco  perampk)  prope  moenia  assignato  conventus  S.  Prancisci  patrocinio  eadiflcatus,  anno  1239 
Flammls  absumitur,  et  restauratur  ecclesia  alta  et  longa,  asseribus  superne  compacta  adhuc  su- 
perstes,  habens  turrim  lapideam  cum  fornicato  tecto,  sed  concionibus  Lutheranis  deformatur. 

€  46.  Nordhemiae  ad  Ehumam  fluvium  ducatus  Brunswicensis  in  Hercinia  12)5  a  fratribus 
Erfurto  missis  habuit  conventum. 

«  47.  Novae  domus  ad  Yistulam  in  Prussia  secundum  locum  obtinuit  in  custodia  eiusdem 
nomtnis. 

€  48.  Novi  Fori  conventus  custodiae  Vratislaviae  quartus  In  ordine. 

«  49.  Oscatiae  in  Misnia  conventus  quintus  custodiae  Misnìae  tumulo  B.  Joannis  Marpurgensis 
miraculis  ab  obitu  gloriosi  felii  fuit 

«  50.  Osterwer  Lingenburgi  secundum  in  custodia  Magdeburgensi  conventum  statuunt  libri 
Ordinis,  sed  nescitur. 

«  51.  Parchemii  in  custodia  Lubecensi  septimum  conventum  nominat  Pisanus. 

•  52.  Pirizius  ducatus  Stetinensis  oppidum,  habuit  conventum  Minorum  in  custodia  stctinensi. 
«  53.  Richtene  conventum  nomine  tenus  novimus;  de  si  tu  et  statu  nihil. 

I  54.  Riga  metropolis  Letorum  conventum  habuit  antiquissimum ,  in  custodia  Lubecensi 
secundum. 

«  55.  Rostochium  est  urbs  marltima,  universitate  Celebris,  ubi  e  conventu  Minorum  scho- 
lae  haereticorum  factae:  erat  celeberrimus,  et  ordine  sestus  in  custodia  Lubecensi. 

•  56.  Saganum  in  Silesia  proprii  ducatus  caput,  cum  anno  1294  haberet  ducem  humanissi- 
mum  Woldemarum,  Marchionem  Brandeburgicum,  accepit  ab  eo  fundatum  conventum,  qui  fuit 
sestus  custodiae  Aurei  Montis. 

•  57.  Sitaviae  in  cxtremitate  Lusatiae  Misnlam  versus  fuit  decimus  conventus  custodiae  Au- 
rei Montis. 

•  58.  Silvenetz  Pisanus  et  Rudolphus  assignant  sestum  locum  custodiae  Yratislaviensis. 

«  59.  Soldwedelum  vetcris  Marchiae  civitas  est  :  tertium  in  custodia  Brandeburgensi  locum 
habuit  hic  conventus,  quem  haeretici  in  quatuor  scholas  transformarunt  :  ecclesia  opero  magnifico 
etlamnum  perennai,  cuius  aitarla,  excepto  summo,  demoliti  sunt 

«  60.  Streliz  seu  Strelen  in  Silesia  custodiae  Vratislaviensis  tertius  conventus  fuit,  sed  cum 
caeteris  evanuit 

«  61.  Sunda,  alias  Stralsunda  in  littore  Balthico  urbs  est  portuelcommerciis  muitarum  gentium 
admodnm  frequens;  haec  quintum  Ordinis  seraphici  in  Lubecensi  custodia  nactus  est  locum:  anno  1522 
imaglnes  conftactae,  sacra  profonata,  et  omnes  Religiosi  una  die  per  lutheranos  ex  urbe  fugati  sunt. 

«  62.  Suselitz  ad  Albim  in  Collimitia  dioecesis  Misnensis  conventus  Minorum  septimum  locum 
habuit  in  custodia  Misnensi. 

«  63.  Torgam  ad  Albim  in  Misnia  sub  electore  Saxone  conventus  in  custodia  Misniae  sestus 
oh  haereses  vacat. 

•  64.  Travenburg  octavum  custodiae  Stetinensis  faciunt  conventum  Pisanus  et  Rudolphus. 

•  65.  Vratislavia  ad  Viadnim  urbs  Episcopalis,  proprii  ducatus  in  Silesia  noetropolis,  et  hufus 


178  EXTRACTUS 


10  cQStodiae  capai,  ab  anno  15)5  Lntheranismo  rcspersa:  convenlus  S.  lacobo  Apostolo  saeer  ab 
anno  iS36  Duccm  Henricum  H  fundaturem  agnoscit. 

«  66.  Warenae  ad  Maveliom  nuviom  conventos  Minonim  quartos  in  Lubecensi  custodia  su- 
perfnii. 

«  67.  Weisiienfcltza  ad  Salam  fluvium  in  Misniac  flnibus  habuit  in  Lipsicnsi  custodia  con- 
ventam  octavum. 

«  68.  Wismaria  ad  mare  Germaniae  Ballbicum  Megapolitana  arbs  banseatica  conventam  libe- 
raliter  fundavit,  qni  fuit  octa\iis  in  Labecensi  custodia,  sed  per  irruptionem  haereticam  anno  tSli 
caeptus  est  turbari. 

«  69.  Wittenberga  ad  Albim  superioris  circuii  et  electoralis  Saxoniae  caput,  conventam  Mino- 
riticum  fundatrice  Helcna  ducis  Brunswiccnsis  Alia,  Alberti!  Imperatorìs  Saxoniae  coniuge, et  Al- 
berti  li  genitrice,  anno  1366  accepit  sestum  in  custodia  Lipsiensi. 

^     •  70.  Zcrbsta  Wittenbergam  inter  et  Magdeburgum  districtus  Anbaltini  civitas  obUnait  ter- 
tium  in  dioecesi  Magdeburgensi  et  custodia  conventum  Minonim. 

t  7i.  Zuiclcavia  in  Voitlandia,  quondam  imperìalis,  hodie  ducum  Saxoniae  civitas  Misniae 
apposita,  quartum  in  custodia  Lipsiensi  conventum  Minorìticum  habuit 

«  Hisce  conventibus  provinciae  Saxoniae  S.  loannis  Baptistae  iuncli  erant  seguentes  conven- 
lus Alveldensis^  Coburgensis  ,  EgreruU,  Halbentadiensis ,  Erfurtensit ,  henaeeniit ,  Muhiu$anu$^ 
sicque  erant  olim  in  hac  provincia  conventus  78.  Venim,  quia  erant  Thuringiac,  postea  adiudicati 
sunt  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis,  exceptis  conventibus  Halberstadicnsi  et  Egrensi,  qal  semper 
mansore  Saxoniae  S.  loannis  Baptistae,  donec  Halberstadiensis  omnino  croortuus,  resuscitatos  ad 
provinciam  Coloniae  accessit,  et  Egrensis  provinciae  Argentinae  iungeretur.  Anno  vero  16S7,  cum 
resuscitatao  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  a  provincia  Coloniensi  assignati  sunt  conventus,  etitm 
Halberstadiensis  eidem  provinciae  S.  Crucis  adiudicatus  esL 

Monialium  Monasteria  habuit  olim  provincia  Saxoniae  S.  Joannis  Baptittae  uquentia, 

«  1.  Aldensaliae  nobllium  tertii  Ordinis  S.  Francisci. 

•  a.  Arcnstedae  clarissarum  Monastcrium. 

•  3.  Butzbachii  in  extremilate  Hassiae  conventus  tertiariarum  extra  oppidum,  nunc  hospitale, 
«  i.  Birbacliii  apud  Cattos  Mcliboecos  cocnobium  clarissarum. 

«  5.  Camocnac  in  Wcstphalia  tertiariarum  conventus  prope  Hammonam. 

t  6.  Cosfcldiac  tertiariac  magno  numero  cum  Patre  confessarlo  ex  provincia  S.  Crucis. 

t  7.  Curiae  prope  Castrum  Principis,  illustre  nobilium  virginum  clarissarum  monasterium  an- 
no 1348  a  Margharctha  ab  Huttenhofen  vidua  comitis  de  Veda,  prima  Abbatissa,  et  flliabus  eins 
Thecla  et  Catharina  cxstructnm  est,  quod  comitcs  Orlemundae  miriflce  dotarunt,  principam  et 
comitum  Ulias  habuit  plurimas:  ea  occasione  anno  1376  a  Friderico  IV  Norici  Burggra\io  bonia  et 
privilegiis  adauctum  ;  sed  post  eamdem ,  quam  fratrum  conventus  subiit  haereticorum  rabiem , 
quamvis  serius. 

t  8.  Dresdae  Monasterium  S.  Joannis  Baptistae  Ordinis  S.  Clarae  anno  1291  a  Nicolao  IV 
niultis  indulgentiis  dotatum. 

•  9.  Egrac  sororum  S.  Clarae  sub  huius  Ordinis  primordiis  a  nobili  bus  Bohcmis  Hecht  et 
Kòningcr  coeptum  monasterium  traditur,  sed  anno  1270  cum  tota  urbe  conflagravit  :  ad  annom 
1279  rcstauratio  fabricac  attentata,  et  anno  1288  clausura  imposita.  Anno  1463,  8  kalendas  oclobris 
Romae  Pius  II  Bulla,  Supremo  ce.  et  anno  1464  12  decembris  Paulus  II  Brevi  suo,  SuppUeatum 
futi  ec,  ad  preces  miiitum  et  nobilium  Ratisbonensis  dioecesis ,  quorum  flliae,  sorores  et  neptes  in 
Monasterio  praefato  degcbant,  praecepit  reforroationem ,  anno  1465  per  quinque  sorores  clarissas 
Norimbergcnses  introductam.  Anno  1470  24  novembris  Vratislaviensis  decanus  prò  confinnatiooe 
flnalem  processum  executorialem  expedivil.  Anno  1603  Ministcr  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  altUnam 
visitationem  habuit;  sed  anno  1606  ex  provincia  Argentina  subrogatus  est.  Demum  aothoritate 
Capitoli  Gencralis  Saxoniae  restitutus,  anno   1C28  in  capitulo  Fuldensi  reassumendus  putabalor. 

«  Ibidem  in  ci  vitale  Egrensi  erat  tertiariarum  domus  :  anno  1499  infortunio  conflagravit;  bine 
sorores  ad  alios  vicinos  conventus  tertii  Ordinis  translatae  sunt. 

«  10.  Freiiendietz  castellum  Westcrwaldiae  habuit  domum  tertiariarum  ecclesiae  parochiali 
cohtigunm 


EXTRACTUS  i 79 


•  il.  Gelnhausae  binas  fuisse  sororum  tertiariarum  domos  colligitur  ex  vulgi  opinione,  quìa 
ocabant  magnum  et  parvum  conventnm. 

«  li.  Gollingae  prope  convcnlum  fralrum  ex  consensu  et  conUrmatione  Reverendissimi  et  Se- 
nìssimi  Alberti  Brandeburgensis  Archiepiscopi  Moguntìni  et  Magdeburgensis  erectus  est  convcntus 
roniin  tertiariarum  S.  Agathae  anno  1510,  et  ad  exactiorem  Regulae  Observantiam  anno  1523 
dactus. 

«  13.  Hammeliae  Iocils  tertiariarum  dominio  acatholici  senatus  in  hospitale  aedesquae  laicas 
»n  versus,  anno  1630  authoritatc  Reverendissimi  et  Illustrissimi  Episcopi  Osnabnigensis  Francisci 
uilielmi  fratribus  provinciae  Saxoniac  S.  Crucis  cessit. 

«  14.  Hermansteinium  pagus  prope  Wetzflariam  dominii  Schenck  a  Schweinsbcrg  domum  so- 
>ninì  tertii  Ordinis  forti  opere  ex  lapidibus  exstructam  ecclesiae  parochiali  contiguam  habuit, 
uam  haereticus  praedicans  incolit;  etiamnum  Reclusorium  vulgo  vocatur;  redditibus  alii  gaudent. 

«  15.  Isenaci  domus  tertiariarum  stetit,  quae  una  cum  conventu  Minoritico  asectariis  avnl- 
a  est. 

•  16.  Magdeburgi  Monasterium  Clarissarum  extitit  usque  ad  annum  1631,  quo  ob  pertinaciam 
itisessonim  civium  ab  exercitu  caesareo  in  violenta  urbis  invasione  vorax  ignis  hoc  monasterium 
Lt>sumpsiL 

•  17.  Mùhlhusae  conventus  clarissarum  fuit,  sed  evanuit. 

•  18.  Norlingae  ad  Albim  sub  electore  Saxone  floruit  monasterium  clarissarum;  in  co  princì- 
»issa  Hisniae  fuit  abbatissa;  frater  eius  Germanus  fuit  creatus  Archiepiscopus  Magdeburgensis,  et 
Jfera  soror  Burgravio  Norico  nupta  est. 

•  19.  OldendorfTii  ad  Yisurgim  conventus  tertiariarum  extitit;  fundator  idem,  qui  Stadhagae 
Dnventam  fratrum  Regularis  Observantiae  fundavit. 

•  30.  Osnabrugi  fuit  conventus  tertiariarum  ex  opposito  conventus  Minoritici,  quem  favore 
ìverendissimi  et  Illustrissimi  principis  et  Episcopi  Osnabnigensis  Francisci  Guiglielmi  dominica 
<^t  festum  Ascensionis  Domini  anno  1631  occuparunt  Clarissac  de  prima  Regula  S.  Clarae  e 
nventu  Monasteriensi  evocatae, 

<  21.  Saitzensis  sororum  tertiariarum  conventus  extitit  florentissimus  ex  opposito  ecclesiae 
trunri. 

«  32.  Stendalae  conventus  sororum  tertii  Ordinis  anno  1523  ad  meliorem  stabili tatcm  instru- 
^    fuerat,  quem  etiamnum  cum  eleganti  ecclesia  14  moniales  Luthcranae  incolunt. 

«   23.  Ibidem  conventus  Clarissarum  alit  similes  28  foemellas  Lutheranas,  quae  missas  et  ho- 
*?crmanice  canunt. 

«    24.  Suselitz  ad  Albim  Misnensis  dioecesis  fundatum  extitit  Monasterium  Clarissarum. 

*  25.  Schweinfurthi  ad  Moenum  in  Franconia  monasterium  Clarissarum  extinxit  haeresis. 

«  26.  Vachingae  in  comitatu  Westcrburgensi  fuere  tertiariae;  sacellum  duabus  campanis  in- 
^^tum  cum  contiguo  habitaculo  perstat,  sed  ob  hacreses  desolatum. 

*  27.  Yerdae  Episcopalis  cathedrae  urbe  sororum  tertiariarum  conventus  ab  haereticis  dire- 
^  anno  1639,  ipso  praesentationis,  rccuperatus  est  a  patribus  novae  provinciae  Saxoniae  S.  Cru- 
*  ^^  in  comitiis  provincialibus  solemniter  incorporatus.  Everhardus  ab  Holle  pseudo-Episcopus, 
'^^^  conventus  reditus  anno  1566  applicaverat;  successor  eius  Sigismundus,  applaudente  Capitulo 
-Petlco,  ecclesiam  et  conventum  descrtum  fecerat,  et  locum  suo  cancellano  consignarat,  quo  de- 
^^>^,  horto  spatiosissimo  remanente,  domus  laica  sublimata  est,  cuius  inquilinis  ultrice  Dei 
'^'^ì^  amentia  aut  vita  brevis  usquequo  accrevit. 

«  28.  Vratisiaviae  vìguit  monasterium  clarissarum  nobilium,  in  quo  Abbatissam  egit  Marga- 
"^  Henrici  ducis  Lignitii,  Brigac  et  Vratisiaviae,  ac  Annae  Alberti  I  Imperatoris  flliae  coniugum 
*®-    Huic  Monasterio  Alexander  papa  IV  indulgentias  contulit  anno  1257. 

«  29.  Weissenfeitz  diocesis  Naumburgensis  illustrium  et  nobilium  virginum  S.  Clarae  opulen- 
^  Uìonasterium  S.  Nicolao  Episcopo  sacrum  habuit  sub  directione  Guardiani  Erfordiensis  una 
^  ivionasterio  Clarissarum  in  Suselitz.  Anno  1294  Nicolaus  IV  huic  monasterio  certas  dedit 
^^^«entias, 

«  30.  Wetzflariae  domus  S.  Marthae  tertii  Ordinis  iuxta  conventum  Fratrum  Minorum  situ 
^Destissimo  perstitit,  postea  domus  S.  Martini  abusive  vocata,  prò  qua  sibi  incorporanda  senatus 
^'^lìcus  anno  1563  apud  reverendissimum  principem  electorcm  Trevirensem  summa  instantia 
^^vìt.  Plures  indubie  in  hac  ampia  provincia  Saxoniae  fuere  conventus  sororum,  sed  illos  cxplo- 


180  EXTRACTUS 


raro  prò  dudc  non  licait:  ex  hac  vero  provincia  diversi  postca  ccsserunt  provinciae  Saxoniae  S. 
Crucis,  et  provinciae  Thuringiae,  sicut  et  diversi  conventus  fratrum. 

«  Nane  conseqaenter  etiam  referendi  sunt  ministri  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae. 
Ministri  provinciae  huios  a  primaeva  sui  erectione  usque  ad  annum  i4il  quando  distìncla  U- 
milia  Regularis  observantiae  in  Saxonia  coepit,  et  Commissarios  Vicariosque  pruvinciales  incepenint 
habere  ipsi  fratres  dictae  observantiae ,  numerantur  37  :  nec  minun ,  quod  duo  saecula  tam  panoos 
produxerint  provinciales,  cum  ab  Ordinis  initio  perpetuitas  praelatorum  invalescere  coeperit:  postqiuun 
vero  decretum  concilii  Constantiensis  anno  i4i5  PP.  Conventuales  a  praedicta  familia  Obaervan- 
tium  segregajis,  indulscrat  quod  Conventuales  se  possent  reformare,  et  olsscrvanter  vivere,  sta- 
tim  fervida  aemulatione  tam  in  Saxoniae,  quam  in  Franciae  Burgundiae  et  Thuroniae  provin- 
cils  Conventualeii  vitam  suam  in  melius  transformarunt,  plus  solito  observantcr  vixerunt,  et  prò 
talibus  se  gesserunt ,  quamvis  posteuiones ,  gradva  promotionum  in  univerzUatihta ,  ei  finulatu- 
rarum  perpti%Maiem  in  Saxonia  nunquam  abiecerint:  sed  cum  anno  1506,  lulius  papa  II  buia- 
smodi  reformatos  Conventuales  dccrevit  deberc  uniri  familiae  Observantium  ,  orta  est  acris  disce- 
ptatio,  an  sub  Ministris,  an  vero  sub  Vicariis  deberet  unio  lleri?  demum  Leo  X  anno  1517  in 
gloriosissimo  capitulo  Romae  ex  omnibus  Observantibus  et  vere  Reformatis,  nuUos  omnino  redditus 
liabentibus,  nec  pecuniae  proprietatem ,  nec  caiceamentorum  usum,  sed  Rcgulam  Minorum  stride 
sine  ulia  dispensatione  ad  litteram,  et  ad  menlera  S.  P.  Francisci  iuxta  declarationes  papales  obscrvare 
volentibus,  unum  corpus  compegit,  eorum  praelatos  declaravit  esse  ministros  provinciales,  et  eorum 
caput  Ministrum  Generalem  verum  S.  P.  Francisci  successorem ,  qui  etiam  nominar!  deberet  Gene- 
ralis  Minister  totius  Ordinis  S.  Francisci,  et  servare  sigilium  eiusdem  sancti:  Conventualium  vero 
caput  vocaretur  Magistcr  Generalis  PP.  Minorum  Conventualium  S.  Francisci,  et  alio  sigillo  uteretnr. 

«  Proinde  huius  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  Ministri  provinciales  praeteritonim 
annorum  usque  ad  annum  1517  fuere  viri  doctrina  cultiore,  et  praeclaris  dotibus  eminentiores 
hi  reverendi  Patres:  «  MatlMat  Doring:  Henriciu  Kune:  Nicolaui  ÌAUkemann:  Joannes  HerìnsUde: 
Ludovicus  de  Segen  :  Joannes  de  Kemnitz  :  Everhardut  llUlemann,  et  alii  ec.  Post  unioncm  vero  praelSi- 
tam  R.  P.  Hermannut  Nedewold  S.  Theologiae  baccalaureus  factus  anno  1517,  ex  placito  apostolicOp 
decreto  quoque  Capituli  generalissimi  Romani  eiusdem  anni,  ipsius  P.  Reverendissimi  Ministri  Generalis 
Chrislophori  a  Forlivio  consensu  in  ministerialu  continuatus,  anno  sequenti  Francofurti  ad  Odcram 
in  comitiis  provincialibus  habitis,  ad  plures  annos  pacitlce  provineiam  illam  rexit.  R.  P.  Everhardui 
Krupe  anno  1527  ministeriatus  sarcina  premebatur ,  cum  omnia  advcrso  vento  afflarentur  et 
turbarentur,  atque  monasticam  vitam  professum  esse,  vulgo  et  dominis  passim  a  tlde  catholica 
dìlabentibus  non  degenerare,  sed  professionis  tenacem  mancre,  daretur  passim  crimini.  Huius  sue- 
cessorum  nomina  et  gesta  tam  haeresis  absorpsit,  quam  longa  annorum  curricula  oblitterarunU 

t  Post  descriptam  matrem  sequitur  lllia,  scilicet  provincia  Saxoniae  S.  Crucis,  quae  a  pro- 
vincia Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  prodiit,  et  sic  cum  ea  conformis  (licet  conventibus  distincta) 
semper  permansit,  ut  non  solum  littcras  pontiflcias  utramque  simul  concernentes  inveniamua,  sed 
etiam  provincia  Saxoniae  S.  Crucis  aliquando  usurparit  sibi  nomen  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis 
Baptistae  et  e  contra  etc. 

«  Anno  1630  33  februarii  in  Congregatione  dednitoriali  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  (cum 
anno  1638,  dominica  octava  post  Pentccosten  istius  neo-resuscitatae  provinciae  capitulum  pro- 
vinciale celebratum  esset  Fuldao  in  monte  Mariano ,  praeside  Reverendissimo  P.  Josepho  Bergaigne 
Commissario  Generali  nationis  Gcrmano-Belgicac ,  et  ab  eodem  autboritate  Reverendissimi  P.  Mi- 
nistri Generalis  primus  huius  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  Minister  provincialis  nominatus  et 
institutus  esset  R.  A.  P.  Henricus  Lotzius  Hagiopolitanus ,  provinciae  Coloniensis  alumnus  ,  et  in 
ea  anno  1611,  30  novembris  professus  et  cducatus  ,  vir  bonus,  et  honoris  divini  ac  regularis 
observantiae  zelantissimus)  tractabatur  de  rcstauratione  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae, 
consensitque  deflnitorium ,  salvo  consensu  totius  discretorii  ,  quod  isti  provinciae  assignentur 
conventus  tam  recuperati,  quam  recuperandì  in  Thuringia,  Hassia,  ^udtonta,  Wetteravia,  ifìtnia, 
Saxonia  superiore,  quae  est  in  Electoratu,  et  in  episcopalibus  ab  clcctorc  Saxoniae  invasis .  Saxonia 
autem  S.  Crucis  retinet  sibi  conventus  omnes  rccuperatos  et  recuperandos ,  qui  sunt  in  Saxonia 
inferiori,  circulo  Westphaliae,  Marca  Brandeburgensi,  Ducatu  MegapolUano,  Pomerania  et  utra^ue 
Frisia, 

«  Anno  1631,  25  octobris  celebrarunt  Patres  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  comitia  provin- 
cialia  Osnabrugi  io  Westphalia ,  praeside  R.  A.  P.  Thcodoro  Reinfcld  provinciae  Coloniensis  Ei- 


EXTRACTUS  481 


Ministro  provinciali,  Commissario  visitatore  dictae  provinciae  Saxoniae:  in  his  comitiis  Minister  pro- 
vincialis  huios  provinciae  omnitm  votis  eligcbatnr  R.  A.  P.  Henricus  Wuesten  Ex-Guardiano  Fal- 
densi,  filius  provinciae  Goloniae,  anno  1615  22  iulii  Coloniae  professus,  et  in  eadem  S.  Theologiae 
lector;  P.  Leonardas  Helm  patria  Fuldensis,  provinciae  Ck)loniae  Iliius,  professus  anno  1621  20 
augusti  Coloniae ,  Vicarius  Heidelbergae  et  sccretarius  Reverendissimi  P.  Commissari!  Generalis 
Joseph!  Bergaigne,  custos  ;  DeOnitores ,  P.  Paulus  Wolffirath  Conflaentinus  Ex-Guardiano  Erfnrtensl, 
P.  Petrus  Merckelbach  Ex-Guardiano  Stadensi,  P.  Lambertus  Weiier  Ex-Guardiano  Llmburgensi,  P. 
Ghrisostomus  Hein  patria  Fuldensis. 

«  In  his  comitiis  provincialibus  de  communi  consensu  Patrum  huins  provinciae  actum  est 
de  resuscitanda  provincia  Saxonia  S.  Joannis  Baptistae  olim  celeberrima  et  amplissima,  postea 
autem  ob  praevalentes  hacreses  exstincta,  ad  quam  resuscitandam  resignarunt  Patres  provinciae 
Saxoniae  S.  Crucis  onmes  antiquos  conventns  Thuringiae  et  Hassiae  cum  Limburgensi,  PiUdenii, 
Wetzflarienti ,  Gélrihusano,  et  aliis,  quos  in  istis  regionibus  provincia  Coloniae  magno  labore 
acquìsiverat  huc  usque ,  qua  de  re  Reverendissimus  P.  Ministcr  Generalis  omiserat  patentcs  1629 
6  augusti  Hadriti  signatas,  quas  vide  supra  notatas. 

«  Annus  1633  tandem  annus  ille  dudum  desideratus  est,  quo  provincia  Thuringiae  ante  annos 
centum  et  decem,  scilicct  anno  1523  primum  in  Capituio  generali  Burgensi  seguenti  verborum  tenore 
erecta:  Provincia  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  dividUur  in  provindam  Saxoniae  5.  Joannis 
Baptistae,  et  in  provinciam  Thuringiae ,  sed  paulo  post  per  doctoris  Martini  Lutheri  haeresin  in 
omnibus  civitatibus  et  uppidis  exstincta,  rcvixit  per  singularem  solcrtiam  Reverendissimi  P.  Josephi 
Bcrgaigne  Commissarii  generalis,  et  Fatrum  provinciae  Coloniensis  et  Saxoniae  S.  Crucis. 

«  Anno  1633  in  vigilia  Epiphaniae  dedit  Reverendissimus  P.  Josephus  Bergaigne  Gommissarius 
generaUs  nationis  Germano- Belgicae  littcras  prò  executione  mandati  Ministri  Generalis  ad  erigen- 
dam,  seu  resuscitandam  emortuani  provinciam  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  sub  sequenti  tenore. 

«  Fr.  Josephus  Bergaigne  totius  Ordinìs  FF.  Minorum  DeAnitor  Generalis,  et  super  provincias 
Germaniae,  Beigli,  Angliae,  Scotiac,  Hyberniae  ec.  cum  plenitudine  potestatis  in  utroque  foro 
Gommissarius  generalis.  Dilectissimis  in  Christo  Patribus  et  Fratribus  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis, 
et  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  tam  superioribus  quam,  subditis  salutcm  et  pacem  in 
Domino  sempitemam. 

«  Notum  facimus  vobis,  quod  Reverendissimus  P.  F.  Bernardinus  de  Senis,  totius  Ordinis 
Minister  Generalis ,  anno  1629  die  6  mensis  augusti  sub  manu  sua  et  sigillo  malori  offlcii,  prò 
rcslitutione  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  dederit  litteras  patcntes,  quae  incipiunt:  Cum 
inteUexerimus,  quantum  Dei  gratta  et  invictissinU  Imperatoris  Ferdinandi  semper  augusti  auspi- 
dif  etc.,  quas  vide  supra. 

«  Post  has  Ministri  Generalis  litteras  subsequitur:  Virtuteharum  praesentium  Patres  provin- 
ciae Saxoniae  S.  Crucis  capitulariter  congregati  in  conventu  Osnabrugensi  die  15  octobris  anno 
1631  communi  consensu  iudicarunt  expedire,  ut  prò  initio  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis  separa- 
rentur  et  transferrentur  in  provinciam  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  conventus  tAmburgenHs , 
Fuldensis,  Wetzflariensis,  Gelnhausanus,  Erfurtensis,  Hirsfeldensis,  Marpurgensis,  Isenaeensis,  Cor- 
baeensis,  Sigenensis,  Francofurtensis  ad  Moenum,  Grunenbergensis,  Saltzensis  ec.  huius  iudicii  et 
cnnsensus  Patrum  sicut  et  ipsarum  literarum  patcntium  Reverendissimi  P.  Ministri  Generalis  nobis 
commis.sam  executionem  ob  gravia  intervenientia  impedimenta,  et  in  primis  ob  translationem  dicti 
Reverendissimi  P.  Ministri  Generalis  ad  episcopatum  Yicenscm,  et  deinde  ob  mortom  successoris  Re- 
verendissimi P.  Petri  Jover,  qui  prcdecessoris  sui  circa  restitutioncm  dictae  provinciae  Saxoniae  ordina- 
tionem  inter  alias  conflrmaverat,  novis  litteris  patentìbus  datis  Yallisoleti  die  26  aprìlisanno  1632,  coa- 
cti  sumus  differre  :  nunc  vero  postquam  Reverendissimus  P.  N.  Antonius  Henriquez  in  praesenti  totius 
Ordinis  Serafici  Vicarius  Generalis,  rursus  novis  patentibus  manu  sua  et  sigillo  malori  offlcii  datis  Ma- 
driti  die  17  mensis  septembris  anno  1632  eandem  praedecessorum  suorum  ordinationem  renova verat, 
ac  proinde  ante  discessum  ad  Capitulum  generale  debeamus  ad  reerigendam  et  formandam  provinciam 
S.  Joannis  Baptistae  procedere,  atquc  a  Rcverendissimis  PP.  Generalibus  nominatos  et  institutos  supe- 
rìores  declarare;  bine  est,  quod  tam  iustae  ordinationi  supcriorum  obedieiUes  dcclaremus,  virtute 
praesentium ,  supra  nominatos  a  Patribus  capitulariter  congrcgatis  Osnabrugi  conventus  de  facto 
spectare,  et  prò  tempore  spectaturos  ad  provinciam  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  atque  omnes 
Patres,  et  Fratres,  qui  prò  praesenti  in  eis  commorantur,  vcl  in  posteruro  sunt  moraturi ,  subiici 
(*t  subiiciendos  obedìentiae  R.  A.  P.  Ministri  per  patente»  Reverendissimi  P.  Ministri  Generalis 


182  EXTRACTUS 


insti  tuli,  et  aitorum  superiorura  eiusdem  proviiiciue,  quos  idem  Kcvercndissimus  P.  Minister  Geoe- 
ralis  instituit,  vel  per  nos  vcl  per  alios  supcriores  sunt  legitimo  Instituti,  vel  in  postemm  iosti- 
tuentur.  Declaramus  practcrca ,  quod  interim ,  quo  Guardiani  prò  dictis  convontibus  Saxoniae  S. 
Joannis  Baptistae  a  nubis  nominati  ad  sua  loca  non  pervcncrint,  sicut  forte  ob  pericala  itioemm 
et  persecutiones  haercticorum  non  poterunt  tam  cito  pervenire,  mancbunt  et  c^nsebuntiir  eonun 
legitimi  convcntnum  Commissarii,  virtute  harum  litterarum  ad  hoc  constitati  omncs  ìi ,  qui  tam 
de  facto  in  iisdem  sunt  Guardiani  vel  superiores,  etiamsi  ratione  dcflnitoriatus  vel  alio  titolo  per- 
tinereat  ad  provinciam  Saxoniae  S.  Crucis.  Quae  omnia,  sicut  et  alia  per  nos,  vel  per  R.  A.  P. 
Ministrum  circa  reforniationcm  huius  provinciao  ordinata  vel  ordinanda ,  volumus  per  sanettm 
obedientiam  ab  omnibus  et  singulis  rata  haberi ,  monentes ,  quod  siculi  in  clansulis  litennun 
Reverendissimdhim  Patrum  Generalium  continetur:  si  quis  ausu  temerario  aliquid  in  contrartuii 
attentare  praesumpserit ,  utriusquc  vocis  privationem,  maioris  item  excommunicationis  poenam  se 
noverit  incursurum.  Valete,  Dcumque  prò  nobis  orate.  Datum  in  vigilia  Epiplianiae  anno  1633  sub 
nostro  chyrographo,  offlciique  sigillo  malori. 

F.  Josephus  Bergaigne,  qui  supra. 

«  Anno  4633  13  februarìi  R.  \.  P.  F.  Theodorus  Reinfeld  primus  provinciae  Saxoniae  resv- 
scitatae  S.  Joannis  Baptistae  Minister  provincialis  edidìt  sequentes  patentcs  Bruxellis. 

«  F.  Joannes  Theodorus  Reinfeld  Ordinis  Fratrum  Minorum  Regularis  Observantiae  provinciae 
Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  Minister  et  servus.  V.  in  Christo  dilecto  Patri  P.  F.  Lamberto 
Weiier  eiusdem  provinciae  DeAnitori  salutem  et  paccm  in  Domino  sempiternam. 

€  Cum  a  praelatis  nostris  Generalibus  sim  nominatus  et  institutus,  et  a  Reverendissimo  P. 
Josepho  Bergaigne  totius  Ordinis  Definì tore  generali ,  et  per  provincia»  Germaniae  et  Belgii  Com- 
missario generali,  per  literas  patentcs,  ad  conventus  et  Patres  ac  fratres  provinciae  Saxoniae  miasas 
declaratus  Minister  provincialis  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  ncc  potnerim  ob  profes- 
sionis  mcao  et  iniunctae  singularis  obedientiae  mandatum  illud  officium  non  acceptare,  modo  vero, 
ante  visitatos  conventus  et  perfectam  omnium  ordinationem ,  cogar  vi  offlcii  et  regulac  com  pro- 
vinciae custode  proflcisci  ad  Capitulum  generale,  ac  proinde  obliger  (cum  ob  bella  et  persecutiones 
haercticorum,  et  pericula  itinerum  non  |>ossim  Deflnitores  convocare)  instituere  aliquem  provinciae 
vicariuni,  qui  tempore  absentiae  ineae  possit  eidem  praeesse,  et  ea,  quae  ob  brevitatem  et  adver- 
sitatem  temporis  non  potui  componcre ,  componat  :  hinc  est ,  quod  de  zelo  et  prudentia  tua  in 
Domino  bene  conAsu-s,  virtute  praesentium  te  in  dictae  noslrae  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis 
Baptistae  vicarium  istituo,  ac  institulum  dcclaro,  mandans  per  sauctam  obedientiam,  ut  illud  munns 
in  te  suscipias,  et  secundum  gratiam  tibi  a  Deo  datam  ac  dandam,  et  secundum  exigentiam  lite- 
rarum  patentium  Reverendissimorum  praelatorum  Generaliuni  fldeliter  et  diligentcr  administres: 
quod  ut  facilius  possis  exequi ,  mando  harum  carundem  tenore  in  virtute  Spiritos  Sancii ,  et  sub 
poena  excommunìcationis  latae  sententiae,  omnibus  et  singulis  designatorum  Conventuom  pro- 
vinciao Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  patribus  et  fratribus,  ut  te  tanquam  legitimum  superiorem  et 
provinciae  vicarium  recipiant,  et  in  omnibus  ad  officium  tuum  spectantibus  pareant  cum  eflècto. 
Vale,  et  Deum  prò  me  ora.  Datum  Bruxellis  in  conventu  Fratrum  Minorum  sub  meo  chyrograpbo 
die  i3  Februarìi. 

F.  Joannes  Theodorus  Reinfeld. 
Loco  Sigilli.  In  quo  erat  incisus  s.  Joannes  Baptista  baptizans  Christum. 

«  Eodem  anno  et  die  P.  Rcverendissimus  Commissarius  Generalis  scripsit  V.  A.  P.  Lamberto 
Weiier  sequentes  literas. 

«  F.  Josephus  de  Bergaigne  totius  Ordinis  Fratrum  Minorum  Deflnitor  Generalis,  ec.  ut  sopra. 

«  V.  A.  P.  F.  Lamberto  Weiier  provinciae  nostrae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  salutem. 

t  Cum  a  Revcrendissìmis  Patribus  ac  Praelatis  totius  Ordinis  Generalibus  sis  nominatus  et 
electus  in  Deiinitorem  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  et  iustìssimum  sit,  ut  tali  electioni 
ccdat  alìorum  praelatorum  inferiorum  electìo,  hinc  est,  quod  virtute  praesentium  mandemus,  ut 
statim  renuntiato  Dellnitoriatu  provinciae  Saxoniae  S.  Crucis,  assumas  officium,  quod  Reverendis- 
simi PP.  nostri  Gener{^es  tibi  imposucrunt,  et  sis  in  posterum  per  S.  obedientiam  subditus  R.  k. 
P.  Ministro  provintiali  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae,  ac  iuxta  factam  ipsius  insti tutionem, 
per  patentcs  literas  tibi  transmissas,  agas  prò  tempore  absentiae  ipsius  vicarium  provinciae.  Vale, et 
Deum  prò  nobis  ora.  Datum   Bruxellis  in  nostro  conventu  Minorum  die  i3  februarii  anno  i633« 

t  F.  Josephus  Bergaigne,  qui  supra. 


EXTRACTUS  483 


«  Doni  haec  fierent  praefatus  R.  A.  P.  Theodoras  Reiofeld  agcbat  Guardianum  conventos 
Coloniensis  :  quia  autem  iter  suum  ad  Capitulum  generale  ìnchoabat,  in  iocum  cius  Goloniae 
saccessit  ex  ordinalionp  Dcflnitorii  12  ianuarii  Coloniae  congregati  facta,  V.  A.  P.  Petrus  Schutz 
provinciae  Coloniensis  Dcflnitor.  Rcverondus  vero  P.  Theodorus  Rcinfcld,  tanquam  Minister  provin- 
cialis  Saxoniae  S.  Joannis  Baptist^ie ,  cum  vcnil  ad  Gapitulam  illud  generale  Toleti  in  Hispania 
celebratum,  electos  est  in  Deflnitorena  Generalem,  et  Revercndissimus  P.  Joannes  Baptista  a  Cam- 
panea  in  Ministrum  Generalem.  In  hoc  Capitulo  generali  provincia  Tharingiae  iuribus  et  priviiegiis 
antiquis  rcstituta  fuit,  ac  eiusdem  generalis  Capitali  decreto  R.  P.  iEgidias  a  Braxellis  institatas 
fait  provincialis  Minister  huios  provinciae  Thuringiae  ex  custode  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis 
Baptistae.  Expeditas  desuper  patentes  subiicio,  quac  sunt  sequentis  tenoris. 

•  F.  Joannes  Baptista  a  Gampanea  Strictae  Obscrvatiae  totius  Ordinis  Minonim  Minister  Generalis 
et  scrvos,  dilecto  Nobis  in  Christo  patri  F.  ^Egidio  a  Bruxellis  eiusdem  Ordinis  ac  instituti,  nostrae 
vero  provinciae  Saxoniae  S.  Joannis  Baptistae  pracdicatori  et  custodi  custodum  salutem  in  Domino 
sempitemam. 

«  Cum  Seraphica  nostra  religio  tam  longe  lateque  diffusa,  per  orbem  quasi  totum  propagines 
soas  extcuderit,  multasque  iam  provincias,  cam  pracsertim,  quae  Thuringiae  S.  Elisabethae  nomine 
gaudebat ,  baereticorum  furore  et  porsccutionc  non  sine  magno  fldei  detrimento  amiserit ,  Deiquc 
nihiloroinus  misericordia  succurrente  sperandum  sit,  brevi  memoratam  proviciam  tolaliter  ad  (Idem 
catholicam  Imperiumque  Romanum  rcversuram:  cumque  insuper  facto  verbo  in  generali  Capitulo 
naperrimc  Toleti  celebrato,  de  eiusdem  provinciae  restitutionc  et  restauratione  facienda,  et  re 
accaratius  ibidem  inspecta,  et  maturius  considerata,  fuerit  tandem  consulto  decretum,  omnino 
forc  in  pristinum  statum ,  suisque  iuribus ,  honoribus  et  priviiegiis  restitucndam  ,  ca  pra  caeteris 
suadente  ratione,  quod  etiam  nunc  Inter  occupantes  et  persequentes  haereticos  nonnuUi  sint  ordi- 
nis nostri  Religiosi,  qui  quantum  ipsis  e  coelo  tribuitur,  verbo  et  cxemplo  catholicac  fldei  propu- 
gnationi  incumbunt  :  quapropter  nos  eiusdem  Capitulì  generalis  decreto  et  vestigiis  inhaerentes, 
praesentium  vigore  dictam  pro>inciam  nostram  Thuringiae  S.  Elisabethae  in  pristinum  statum 
restituimus,  suisque  iuribus,  honoribus,  praerogativis,  exemptionibus,  immunitatibus  et  priviiegiis 
totaliter  et  ea  lege  plenarie  reddimus,  ac  si  nunquam  excidisset  ab  ipsis  :  atque  adeo  ita  ìpsa  pro- 
prìs,  sicut  et  reliquac  nostri  Ordinis  provinciae  suis  gaudere  possit  et  valeat.  Et  inde  flt,  ut  cum 
ad  nos  pertineat,  eiusdem  restitutae  provinciae  institutio  et  provisio  rectoris,  qui  cam  gubernet  et 
rcgat,  quique  quantum  in  Domino  poterit,  ipsius  accretioni  fldelius  insudct,  et  regularìs  disciplinae 
promotioni  vigilantius  studcat:  de  tuae  igitur  vitae  probitate,  doctrinae  sufBcienlia ,  ac  rerum  agen- 
darum  dexteritate  plurimum  in  Domino  conflsi ,  te  dictae  nostrae  provinciae  Thuringiae  S.  Eli- 
sabethae Ministrum  provincialem  nominamus,  instituimus,  et  declaramus,  ac  sic  per  nos  nomina- 
tum,  institutum  et  declaratum  authoritate  nostra  conflrmamus,  concedentes  tibi  omnimodam  nostram 
authoritatcm,  quae  in  hac  parte  Ministris  provincialibus  Ordinis  nostri  tribui  consuevit,  volentes, 
ut  de  facto  omnes  et  singuli  conventus  tam  Fratrum  quam  Monialium,  quos  olim  ad  dictam  pro- 
vinciam  nostram  spectasse  deprehenderis,  tum  eos,  qui  utcunque  in  praesentiarum  existunt,  tum 
illos,  qui  favente  Deo  successive  ex  hacreticorum  unguibus  eripientur,  obedientiae,  tuoque  regimini 
sine  ulla  controversia  subdantur;  ita  ut  ex  nunc  authoritate  tua  ordinaria  et  nostra  tibi  specialiter 
et  plenarie,  ot  saprà,  commissa,  illos  regere  et  dirigere  poteris,  prò  ut  melius  secundum  Deam 
prò  bono  et  augmento  dictae  provinciae  nostrae  expedire  tibi  videbitur:  praecipientes  omnibus  et  sin- 
golis  fratribus  et  monialibus,  superioribus  et  subditis  dictae  nostrae  provinciae,  ut  te  velut  legitimnm 
corum  supcriorem  a  nobis,  ut  supra,  institutum  recipere,  recognoscere,  et  revereri  velint  et  debeant, 
libi  In  omnibus,  quac  non  sunt  contra  animam  suam  et  regulam  nostram,  hilariter  obtemperaturi. 
Te  demum  monemus  et  in  Domino  obtestamur,  ut  in  huiusmodi  tibi  iniuncto  obeundo  munere 
talem  te  ipsum  exhibeas.  Dei  ministrum  irreprensibilem,  prudentem,  zelatorem,  discretum,  vigilem, 
fldelem,  soUicitum,  qualem  omnes  laudare  et  venerar!  possint  et  debeant.  Vale,  Deumque  prò  Nobis 
oxora.  Datis  Odone  in  Conventu  nostro  S.  Francisci  die  13  augusti  anno  1633. 

Loco  SigUli. 

•  P.  Joannes  Baptista  a  Campanea  Minister  Generalis. 

•  Quod  praesens  extractus  ex  Annalibus  R.  p.  Adami  Burvenich  p.  M.  hinc  inde,  prò  annorum 
di  versi  tato  et  temponim  exigentia,  ad  habondam  aliqualem  notitiam  florentissimae  olim  provinciae 


184  EXTRACTUS 


Saxoniae  S.  Joannis  Baptistac  fldeliter  cxcerptus  et  collectas  cam  ipso  originali  concordet,  snbscripUoiie 
manos  propriae  attestor. 

t  F.  Hermannns  Bario,  provincìae  Thoringiae  S.  Elisabethae  Ordinis  Fratrom  Minonun  ReooUe- 
ctomm  S.  p.  GL  et  Notarios  Apostolicus  Ordinis  m.  p. 

A  questo  documento  si  connettono,  come  continuazione  di  storia,  le  dolorose  vicende  che  di 
questi  di  l'Ordine  ha  provate  in  Prussia,  donde  tutta  una  florentissima  Provincia  di  dotti  e  ope- 
rosissimi Francescani  venne  espulsa  senza  nessuna  pietà,  i  loro  Conventi  chiusi,  le  chiese  profanate. 
Diresti  che  Lutero  fosse  riapparso  a  compiere  V  opera  della  sua  distruzione  1  Ma  la  Provvidenza  ne 
ha  cavato  un  gran  bene  f  Ottantacinque  di  questi  egregi  Padri  s' imbarcavano  in  Inghilterra  per 
V  America  del  Nord,  dove  giunti  vennero  accolti  come  Angioli  di  cielo,  e  vi  hanno  aperto  fhittuo- 
sissime  Missioni.  Di  là  forse  un  di  torneranno  i  Minori  a  rievangelizzarc  l'Europa! 

Della  loro  opera  i  Giornali  Americani  ci  recano  la  seguente  notizia  (  20  agosto  1878  )  che 
mettiamo  qui,  e  tornerà  graditissima  a'  nostri  lettori. 

•  I  Francescani  in  America.  I  Minori  Osservanti  della  Provincia  di  Westfalia  sono  in 
questi  giorni  occupatissimi  nella  fondazione  di  un  loro  Convento  a  Saint-Bernard  ^Nebraska)  negli 
Stati  Uniti.  Saint-Bernard  ò  una  colonia  tedesca,  la  quale  promette  di  divenire  una  delle  più 
florenti  città  del  Dard-West.  Le  Suore  del  Terz'  Ordine  poi  hanno  già  aperto  a  Winstead  nel 
Connecticut  un  convitto  per  fanciulle,  intitolato  r  Accademia  di  S.  Margherita,  il  quale  è  situato  io 
posizione  che  unisce  la  salubrità  del  clima  alla  bellezza  della  prospettiva.  > 

Ancora  vogliam  avvertire,  per  quelli  che  verranno  dopo  di  noi ,  che  molti  documenti  inforno 
alla  ristorazione  delle  Missioni  Francescane  dell'America  del  Nord  sono  stati  pubblicati  negli 
Annaìet  det  Mistioni  Frandseainet  par  le  Pere  MarcelUn  de  Civezsa  (  con  aggiunte  de'  nostri 
egregi  Padri  del  Belgio)  Louvain,  chez  Peetert,  Libraire  editeur.  Bue  de  Namur  29.  4867.  Sono 
6.  volumi;  e  nel  Meuager  de  Saint  Francois  d'Atnte,  Revue  mensueUe  du  Tier$  Ordre,pukttie 
par  let  Perei  Recottects  de  Bel{fiqM,  che  conta  già  il  4  anno,  ed  è  diretta  dal  chiaro  Padre  Servasio 

DUIES. 


ÈMna 


217.  Facultas  erigendi  custodias  prò  Missionariis  de  Obser- 
vantia  S.  Francisci  in  America  Septentrionali ,  supplicante  Re- 
ge   Catholico.  17  Novembris  1779, 

Manoscritto  in  foglio,  di  12  carte,  che  anni  fa  ebbi  in  dono  dal  M.  R.  P.  Fulgenzio  da  Torino 
(di  felice  memoria)  Ex-Segretario  ed  Ex- Procuratore  generale  dell'Ordine,  fondatore  del  presente 
nostro    Convento  di  S.  Anna  di  Parigi,  dove  mori  verso  la  (lue  del  1877, .e  quivi  venne  sepolto. 

218.  Faro.  —  Relagao  do  qne  obrarao  na  segunda  missào, 
OS  annos  de  1663  e  de  1667,  os  Religiosos  Capuchos  da  Piedad 
^^  lieyno  de  Portugal,  em  a  terra  firme  de  Gninè  na  conversao 
dos  Gentios ,  e  descorrendo  da  povoagao  de  Cacheu ,  Rio  de  Sam 
^oxcxingos,  passando  ao  Rio  Grande,  Rio  do  Nuno,  Rio  de  Pongas, 
^io  dos  Carceres ,  Rio  da  Serra  Leoa  ;  escrivendo  nao  so  o  que 
ot>:ra.Tao  no  servilo  de  Deos,  e  as  mnitas  almas  que  converterao 
^  ^e  de  Christo  nos  muitos  reynos  em  que  estiverso ,  mas  ainda 
^^^i^evendo  alguns  ritos  e  costumes  de  Gentios  de  aquellas  terras. 
Poir  Fr.  André  de  Faro,  Missionario  na  mesma  terra  firme  de  Guinè 
^  ^t^ligioso  de  nuestra  Provincia.  Dedicados  ao  muito  ornado  Irmao 
^  ^*^i  Ministro  Provincial  da  mesma. 

Bianoscritto  in  4,  dì  2  carte  di  dedicatoria,  3  di  prologo  non  numerate,  ed  altre  90.  Lavoro  interes- 

^*^Ussimo  ed  inedito.  Appartiene  alla  pubbUca  Biblioteca  della  città  di  Evora  in  Portogallo.  Nella 

^^ioa.toria  9, Fedro Pemandez  Monteiro  do  Conselho  de  tu  Magettade,  l'Autore  dice:  •  Nao  trato 

^  '^ais  que  reprezentar  a  V.  BL  e  a  totos  os  demais  devotos  nossos,  ho  que  ha  realidade  temos 

^^^^^cio,  para  que  com  estes  breves  e  verdadeiros  informes  creja  mais  em  V.  M.  o  fervor  e  o  dezejo 

fomentar  com  su  Magestade  e  com  nossos  Prelados  a  conservaQSo  desta  MissSo ,  tam  esquesida 

.  ^    Teyno  ha  tantos  annos.  Este  ho  mcu  intento  principal ,  e  o  que  em  primeiro  lugar  animou 

™^^)i«s  conflancas,  porqae  pello  que  temos  visto  e  experimcntado  no  dccurso  de  cinco  annos, 

^^   tanto  averà  quo  nossos  hirmaos  comesarSo  a  pizar  està  costa  e  terra  Arme  de  Guinè,  ec 

^^^^ta  nestc  Hospicio  da  Piedade,  povoacSo  de  Cacheu,  10  de  agosto  i66i  annos.   • 


i  86  PELI  -  FERNANDEZ 


E  questa  relazione  della  maggiore  importanza  per  la  storia  della  Guinea  e  delle  Missioni  che 
vi  aprirono  e  tennero  con  tanto  frutto  e  tanta  gloria  i  Francescani.  Il  Padre  Emmanuele  Da  B(0!(fOftTB, 
di  cui  diremo  a  suo  luogo,  ne  riferì  una  parte  nella  sua  Chronaea  da  Provincia  da  Piedadi; 
ma  forse  ne  lasciò  il  migliore.  Si  di\ide  in  43  capitoli,  disposti  come  segue.  —  Il  I,  narra  la 
partenza  della  Missione  dal  Portogallo,  che  fu  la  seconda.  —  Il  II,  le  vicende  del  viaggio,  e  V  arrivo 
all'isola  di  Santiago  di  Capo  Verde.  —  Hill,  com' entrarono  in  Santiago,  e  quel  che  quivi  feeero 
inllno  a  che  lo  scrittore  parti  per  la  Guinea.  —  Il  IV,  le  loro  imprese  in  Guinea:  come  vennero 
ricevuti  dalla  popolazione  di  Cacheu  ;  la  prima  loro  uscita  nel  regno  dos  Banhut,  terra  di  gentili, 
e  quel  che  vi  operarono  inflno  a  che  l' autore  partì  per  il  Rio  di  Nuno.  —  II  V,  i  successi  del  loro 
viaggio  :  come  furono  neir  isola  di  Bizzao  ;  l' arrivo  al  Rio  del  Nuno,  e  di  ciò  che  quivi  fecero 
inflno  a  che  l'Autore  partì  per  la  Serra  Leoa.  —  Il  VI,  i  successi  del  viaggio  alla  Serra  Leoa,  e 
quel  che  quivi  fece  Y  Autore  ne'  dieci  mesi  che  vi  si  trattenne.  —  Il  VII,  quel  che  incontrò  all'Autore 
neW  Ilheo  Doloso,  \n  compagnia  degli  Inglesi,  e  lo  .sue  entrate  nelle  terre  dei  gentili. — L'VIII, 
come  s' imbarcò  per  il  regno  di  Boyloes,  e  di  quel  che  gli  avvenne.  —  Il  IX,  come  s' imbarcò  per 
la  Serra  Leoa,  e  le  avventure  della  sua  impresa.  —  Il  X,  ciò  che  gli  avvenne  nel  detto  /lfc«o,e 
come  s' incontrò  col  suo  compagno,  dal  quale  s'  era  diviso  ;  ed  altre  cose  notabili  di  questa  terra.  — 
V  XI,  come  l' Autore  s' imljarcò  col  suo  compagno  per  il  Rio  de  lo$  Carceres ,  e  ciò  che  fece  in  quattro 
mesi.  —  Il  XII,  quel  che  operò  nelle  Aldeas  do  Rio  dos  Carceres.  —  Il  XIII,  come  s*  imbarcò  per  il 
Rio  Grande*,  e  de'  successi  dell'  impresa.  —  Il  XIV,  come  entrò  nel  Rio  Grande,  e  quel  che  gli 
incontrò  flnchò  giunse  a  Cacheu.  — 11  XV,  come  l'Autore  .s'incontrò  col  suo  compagno  in  Cacheu, 
e  di  quel  che  questi  aveva  fatto  dopo  la  loro  separazione. 

Que.sto  suo  compagno  chiamavasi  Fr.  Salvatore  da  Taveiro  :  erasi  fermato  dieci  mesi  al  Rio 
del  Nuno,  battezzandovi  in  questo  temfio  130  persone,  parte  figli  di  cristiani,  parte  gentili  da  lui 
convertiti.  Poi  era  andato  al  Rio  do  Deponga,  e  vi  stette  quattro  mesi;  dove  i  bianchi  avevano 
edificato  una  chiesa,  ai  quali  prestò  la  sua  assistenza  :  e  frattanto  si  spinse  parecchie*  volte  tnl 
gentili  dentro  il  paese  ;  ma  non  ne  ottenne  alcun  frutto ,  perchè  erano  feroci  e  superstiziosissimi. 
11  nome  di  questa  gente  era  Bagas,  molto  amici  dei  bianchi  per  ragione  del  commercio  che  facevano 
con  essi;  ma  ostinatissimi  nell'adorazione  della  Chinai  che  è,  dice  l'Autore,  una  pietra,  sopra 
la  quale  offrono  farina  di  riso  e  vino  di  palma,  ec. 

Oltre  a  questa  missione  largamente  descritta  dall'Autore,  essi  ne  fecero  una  seconda,  della 
quale  infine  del  manoscritto  si  promette  parimente  la  Relazione  con  queste  parole  :  Prometm 
escrever  as  obras  e  successo*  da  segunda  entrada  pella  terra  dos  genUos,  È  stata  scritta?  Esiste 
essa?  0  è  andata  perduta?  Ciò  ò  che  non  sappiamo:  forse  più  comode  e  diligenti  ricerche  nelle 
Biblioteche  e  negli  Archivi  del  Portogallo  potranno  render  compiuti  questi  preziosi  documenti  delle 
Missioni  Francescane  in  Guinea. 

^'  219.  Feli.  —  Fratris  Felicis  in  Terrae  Sanctae,  Arabiae  et 
Aegypti  peregrinationem.  Edidit.  L.  D.  Hassles,  Stugarti,  1833- 
1835. 

Sono  tre  volumi  in  8,  pubblicati  per  la  società  de'  Bibliofili  Alemanni.  Non  gli  ho  veduti,  né 
ho  potuto  verificare  se  l'Autore  sia  Francescano,  o  appartenga  ad  altro  Ordine.  Sempre  gioverà 
l'averlo  ricordato. 

su,.n,..        220.  Fernandez.  —  Compendio  de  la  Doctrina  Cristiana  en 
J,.    idioma  y  caracteres  chinicos  por  el  P.  Fr.  Juan  Fernandez  de  la 
Provincia  de  S.  Juan  Bautista:  impreso  el  ano  de  1705. 

■ 

—  Tractado  sobre  el  modo  de  confessar ,  impreso  en  1705  en 
el  mismo  idioma  y  caracteres. 


Akia 

e 

Africa 


AsU 


>. 


FEBNANDEZ  -  FIGUEROA  i  87 

—  Tractado  mistico  sobre  la  comunion  espiritual,  impreso 
al  ano  de  1705,  en  el  mismo  idioma  que  los  anteriores. 

Cosi  1'  HuERTA  (Ettado,  ec);  ma  non  dice  dove  siano  stati  impressi:  probabilmente  nella  stessa 
Cina,  o  nelle  Filippine. 

—  Diccionario  Chinico-Espanol. 

Manoscritto,  che  probabilmente  si  conserva  nell' Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila.  Il  P. 
Giovanni,  nativo  di  Almansa,*pervenne  dalla  Spagna  alle  Filippine  il  1696 ,  e  l' anno  seguente  parti 
per  le  Missioni  della  Cina ,  dove  evangelizzò  per  28  anni.  Il  1736  poi,  chiamato  dal  Commissario 
generale  delle  Missioni,  tornò  al  Messico,  e  di  là  in  Ispagna;  e  mori  in  Almansa  il  3  febbraio  del 
4735  in  etÀ  di  80  anni. 

—  Epistolae  R.  P.  Fr.  Joannis  Fernandez  Ordinis  Minorum, 
Missionarii  antiqui  in  Sina. 

Sono  due  lettere  dello  stesso  Padre,  indirizzale  ad  R.  Patrem  Kilianum  Stumpf  Socieiatis  Jeiu  , 
Japoniae  et  Sinarum  VisUalorem.  La  prima  è  data  in  Nan-gan  il  38  agosto  del  1705;  la  seconda,  in 
Cantone  23  gennaio  1717.  Ve  n'è  aggiunta  anche  una  del  Padre  Fr.  Martino  Aleman  Commissario 
Provinciale  deTrancescani  in  Cina,  data  parimente  in  Cantone  il  26  novembre  1716,  ad  Patrem 
Hieronymum  Franchi  Sodetatis  Jesu^  Mistionarium  in  provincia  Xan-tung. 

221.  Fernandez. — ^Exemplar  unius  epistolae  R.  P.  Fr.  Michaelis 
Fernandez  Ordinis  Sancti  Francisci  ad  RR.  PP.  FF.  Martinum 
Aleman  et  Franciscum  a  S.  Josepho. 

È  data  in  Nan-fu  il  20  ottobre  del  1702.  Espone  alcuni  tratti  circa  i  punti  controversi  rispetto 
a' riti  cinesi.  L'esemplare  con  le  due  lettere  prectnlenti  del  Padre  Giovanni  trovasi  nella  Biblioteca 
Fabroniana  di  Pistoia. 

222.  Fernandez.  —  Costituciones  de  là  santa  y  apostolica  Pro- 
vincia de  S.  Gregorio,  impresas  en  Manila  el  ano  de  1623,  las 
cuales  fueron  las  primeras  que  se  formaron  :  por  el  P.  Fr.  Juan 
Dantista  Fernandez. 

Cosi  THoERTA  ^Eftodo  ec.J,  Gio.  Battista  nacque  nel  popolo  di  Villarejo,  Arcivescovado  di 
Toledo,  V  anno  1574,  e  fece  i  suoi  studi  in  Alcali  dove  ottenne  il  grado  di  baccelliere  in  filosofia. 
Recatosi  poi  con  un  suo  zio  in  America,  quivi  prese  V  abito  e  professò  V  instinito  Francescano  nel 
Convento  di  S.  Cosimo  della  Custodia  di  S.  Diego  di  Messico  V  anno  1591.  Il  1598  poi  passò  alle 
Filippine,  dove  assai  si  distinse  nella  predicazione.  Il  1622  venne  eletto  superiore  della  Provincia 
e  di  tutte  le  Missioni  di  quell'  Arcipelago;  e  il  1625,  uscito  d'  ufficio,  fu  destinato  all'  amministrazione 
del  popolo  di  Sampaloc.  Poi  fu  guardiano  del  Convento  di  Manila,  e  Commissario  visitatore  del 
Terz'  Ordine  nelle  Filippine,  dove  finalmente  mori  con  grande  fama  di  virtù  il  1635. 

223.  FiGUEROA.  —  Arte  del  idioma  Visaya  de  Samar  y  Leyte, 
compuesto  por  el  P.  Fr.  Antonio  Figueroa,  Religioso  Fpaaiciscano 


i88  FIRMAMENTUM  -  PLORANO 


profeso  en  el  Real  Colegio  de  Araujes,  e  hijo  de  la  Apostolica 
Provincia  de  S.  Gregorio  Magno  de  Religiosos  Descal^  de  la 
Regular  y  mas  estrecha  Observancia  de  N.  P.  S.  Francisco  en  las 
Islas  Filipinas.  Binondo,  ano  1870.  Impronta  de  Bruno  Gonzalez 
Moras.  Anloague.  6. 


(In  volarne  in  4,  di  135  pagine. 


—  Vida  Christiana  traducida  en  Visaya  por  Fr.  Antonio 
Figueroa,  ec.  Binondo,  ano  de  1869.  Impronta  ec. 

l'n  volarne  in  16,  di  147  pagine. 

—  Auxilio  para  enfermos  en  idioma  Visaya,  traducido  por 
Fr.  Antonio  Figueroa,  ec.  Binondo,  ano  de  1869.  Impronta  ec. 

Un  volarne  in  16,  di  63  pagine.  Conobbi  il  valente  Missionario  e  scrittore  nel  nostro  Collegio 
di  Pastrana,  Provincia  di  Guadalajara,  dove  da  poco  aveva  fatto  ritomo  dalle  Filippine:  di  là  poi 
seppi  che  era  stato  in>iato  lettore  di  Teologia  nel  Collegio  di  Consuegra.  Essendo  oggi  taiiU)  in 
pregio  e  di  tanta  importanza  lo  stadio  delle  lingue  e  dello  loro  derivazioni,  noto  qai  come  libro 
utilissimo  rispetto  alle  Filippine  l'opera  seguente  di  i.  Mallat  :  Ut  Itles  Philippinei  contidèréei 
au  point  de  vue  de  V  hidrograpìUe  el  de  la  linguitlique.  Suivi  d'  un  coup  d*  oeil  $ur  les  idioma 
de  cet  iflety  d* un  reeueil  de  phra$es,  de  dialogues,  et  d'un  Vocabulaire  Franfais,  Tù^atog  d 
Bisaya.  Patii,  Polkt  el  Compagnie,  1853. 

»«p-         224.  FiRMAMENTUM  trium  Ordinum  beatissimi  Patris  nostri 
Francisci. 

SerapMci  turmis  Francitei  connumerande 

Firmamenla  libi  solida  sume  citun 

Hit  equidem  celebrit  vivendi  regula  forme 

Lueidior  liei:  fruclus  et  uber  erit. 
Su$cipias  igitur  compaela  hee  munere  grato 

Sepiug  et  memori  mente  revolve  libù 

Un  grosso  volume  in  4.  In  flne  del  quale  si  legge  :  t  Supremo  iuvantc  Deo  (  hac  quina  parte  stBdiu 
completa)  presenti  lil)ro  Firmamenta  trium  Divi  Patris  Francisci  Ordinum  vocitato:  faustus  Pirtsiv 
imponitur  finis  expensis  honestorum  viroram  librariorum  alme  universitatis  Johannis  Petit,  Francisci 
Rcgnault  et  Johannis  Frcllon.  Anno  Dominice  nativitatis  millesimo  quingentesimo  duodecima  Iduoin 
ianuarii  scptimo.  I^us  et  gloria  soli  Deo.  >  Libro  rarissimo,  e  prezioso  per  la  storia  dell'  Ordine  t 
delle  nostre  antiche  Missioni,  per  il  Memoriale  Ordinis  e  il  Traetalut  «ucctn(u<  (inseriti  nella  prima  parte, 
pagine  XLI)  de  illuttrioribiM  viri»  et  fenUnit  Ordinum  Saneti  Francisci,  vel  Fratrum  Minonm, 
Sanele  dare,  el  fratrum  tororumque  de  penitentia  diclorum.  In  quo  primo  ponuniur  eanonisaU 
predictorum  trium  Ordinum  :  gecundo  summi  Ponlifiees  et  Cardinalet  Ordini»  Minorum  :  terU» . 
nohilisle  :  quarto ,  doctores  el  ecdetiaftici  uriplores  prindpaìiores  et  notiores  Ordinis  MkMnm 
cum  suif  seriptis,  etc  N'ù  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell'Accademia  (già  della  CongregaiioDe 
del  Terz' Ordine  Regolare  Francescano)  di  Lisbona. 

«tomp.        225.  Plorano.  De  Origine  Fidei  Christianae  Melitae.  Opus 


FLORES  -  FOCHER  189 


fcris  Caroli  Josephi  a  S.  Fiorano,  Ordinis  Minorum  Observantiuin, 
xietiis  1759. 

È  r  unica  notizia  che  ne  ho  incontrato. 

226.  Flores. — Arte  de  la  Lengua  metropolitana  del  Reyno 
tcchiquel ,  o  Guatemalico ,  con  un  paralelo  de  las  lenguas 
5^;ropolitanas  de  los  Reynos  Kich,  Cakchiquel  y  Zutuhil,  que 
57  integran  el  Reyno  de  Guatemala.  Compuesto  por  el  P.  Fr. 
«fonso  Joseph  Flores,  hijo  de  la  santa  Provincia  del  dulci- 
ZEO  nombre  de  Jesus  de  Guatemala  de  la  Regular  Observancia 

N.  Seraphico  P.  S.  Francisco,  Ex-Lector  de  Phylosophia , 
^dicador,  y  Cura  Doctrinero  por  el  Real  Patronato  del  Pueblo 
Santa  Maria  de  Jesus.  En  Guatemala  (Antigua),  por  Sebastian 
Arebalo.  Ano  de  1753. 

Un  volume  in  4,  di  36  fogli  non  numerati  e  387  pagine,  avente  impresso  nel  frontespizio  lo 
nma  Francescano.  Quest' opera  (  dice  il  Brasseur,  Bibliot.  Mex,  Guat.)  innanzi  al  mio  primo  viaggio 
Liatemala  era  afRsitto  sconosciuta  alla  bibliograHa  europea,  come  può  vedersi  ncll'itAenoeum,  numero 
1.S  gennaio  1856,  quando  io  era  amministratore  ecclesiastico  degli  Indiani  di  Robinal  (Vera- 
).  L'Jdarro,  parlando  del  Padre  Flores,  ci  fa  sapere  che  fu  Religioso  di  santa  vita,  e  valente 
-«Sfatico  di  lingua  Cakchiquel  nelP  Università  di  Guatemala,  e  che  il  suo  lavoro  fu  e  sarà 
^S^re  di  molto  profitto  a  quelli  che  vogliono  apprendere  quella  lingua;  e  che  Analmente  scrisse 
^  cose  non  meno  importanti,  come  la  Theoiogia  degli  Indiani  (1  volume  in  foglio),  e  I'Esposizione 
^<A  Dottrina  Cristiana,  adattata  alla  capacità  di  que' naturali.  Mori  Tanno  1773. 

227.  Flores.  —  Resolucion  moral  a  varias  dudas  de  los  Misio- 
x^os  de  China:  por  el  P.  Fr.  Miguel  Flores  de  la  Provincia 

S.  Juan  Bautista.  1684. 

—  Respuesta  a  los  puntos  en  que  los  Vicarios  Apostolicos 

China  pretenden  sujetar  à  los  Regulares.  Ano  de  1686. 

Cosi  PHuERTA  (Esiodo,  ec).  Il  Padre  Flores,  giunto  dalla  Spagna  alle  Filippine  nel  1674,  il  1676 
"^  andato  alle  Missioni  della  Cina,  dove  evangelizzò  con  molto  zelo.  Dopo  11  anni  tornò  alle  Filip- 

-  :»  donde  il  1689  parti  con  alcune  gravi  commissioni  per  la  Spagna,  e  quivi  mentre  attendeva 

-  Sbrigo  di  esse,  mori  nel  Convento  di  S.  Gii,  il  16  di  novembre  del  1702. 

228.  FocHER.  —  Arte  de  la  lengua  Mexicana  por  el  P.  Fr.  Juan 
^  ^her  de  la  Orden  de  S,  Francisco. 

Nativo  della  provìncia  di  Aquitania,  studiò  nella  Sorbona,  dove  consegui  il  grado  dì 
V)re  in  diritto.  Poi  vesti  V  abito  Francescano  nella  stessa  provincia,  e  vi  compi  anche  gli 
^  di  Teologia.  Ne'  pruni  anni  della  conquista  del  Messico,  si  recò  missionario  in  quelle  regioni, 
^  breve  si  rendè  valentissimo  nella  lingua  dei  nativi ,  che  evangelizzò  per  oltre  quarant'  anni  : 
Qnahnente  mori  nel  Convento  di  Messico  il  30  settembre  del  1572.  Compose  una  Grammatica 


190  FODERE 

(Iella  lingua  Messicana,  che  non  sappiamo  se  sia  andata  smarrita,  o  resti  ancora  ignorata  ed  inedila 
in  qualclie  Biblioteca.  11  suo  nomo  figura  in  molti  documenti  imporlantissimi  del  Messico,  come 
si  può  vedere  in  quelli  testé  pubblicati  in  Madrid  col  titolo  di  Gartas  de  Indias,  ec  Madrid,  t878. 

fitam,,  229.  Fodere.  —  Narration  historique  et  topographique  des 
Convents  de  V  Orare  S.  Francois  et  Monasteres  de  S.  Claire ,  erìgez 
en  la  Province  anciennement  appellée  de  Bourgougne ,  apresent 
de  S.  Bonaventure.  Enrichie  des  singularites  plus  remarquables 
des  villes  et  lieux  ou  les  dicts  Couvents  sont  situes ,  et  ou 
primerement  est  une  compendieuse  deduction  du  progrez  du- 
dict  Ordre  de  S.  Francois ,  depuis  son  origine  jusques  a  V  erectioii 
de  la  diete  Province,  sous  le  titre  do  S.  Bonaventure,  le  tout 
exactement  recueilly  des  aneiens  documents  par  le  R,  P,  Fr. 
Jacques  Fodere,  Religieux  de  la  Reguliere  Observance  dudict 
Ordre,  dediée  aux  Peres  de  la  diete  Province.  A  Lion,  ches  Pierre 
Rigaud ,  rue  Merciere  aux  deux  coings  de  la  rue  Ferrandiere ,  a 
r  inseigne  de  la  Fortune.  MDCXIX.  Avec  aprobation  des  Docteurs 
et  privilege  du  Roy. 

È  un  grosso  volume  in  4,  e  trovasi  nella  Kiblioteca  Naziunale  dì  Parigi.  Libro  preziaso  per 
la  topografìa  e  le  notizie  d'ogni  maniera,  che  dà  di  tutti  i  conventi  della  Provincia  e  de'laogbl 
in  cui  esistevano:  né  manca  di  nomi  e  fatti  gloriosissimi,  anche  delle  nostre  Missioni,  e  sopra  tatto 
della  virtù  e  dell'  eroismo  cho  i  Francescani  addimostrarono  al  tempo  che  i  Calvinisti  invasero  li 
Francia.  Sono  racconti  di  una  semplicità  e  pietà ,  che  profondamente  commovono.  Ne  daremo  un 
saggio. 

L'anno  1562  i  sopra  detti  eretici  dettero  l'assalto  a  Lione.  E  inutile  il  dire  che  il  Convento 
de*  Francescani  fu  preso  specialmente  di  mira,  perocchù  era  quivi  il  corpo  del  serafico  Dottor  S. 
Bonaventura,  una  preziosa  pianeta  già  usata  dal  santo,  e  ricchissimi  ornamenti  della  sua  cappella 
e  della  chiesa.  Vedendo  che  i  nemici  stavano  por  entrare  in  città,  due  di  que' Religiosi ,  rane 
di  nome  Giacomo  Astieri,  l'altro,  Filippo  Terrier,  all'insaputa  di  tutti  gli  altri ,  scavata  una 
profonda  fossa  nel  giardino ,  vi  nascondono  ogni  cosa  per  modo  che  fosse  impossibile  il 
rinvenirla.  Pochi  momenti  dopo  i  calvinisti,  abbattute  le  porte  del  convento  e  della  chiesa,  vi 
si  slanciano  dentro  come  belve  feroci;  e  ti  capitano,  fattisi  menare  dinanzi  quanti  eomponevanu 
quella  famiglia,  l' interroga  ad  uno  ad  uno  dove  abbianu  nascosto  il  corpo  di  San  Bonaventura.  Nes- 
sun rispondei  Io  vetu:  connaitre  le  lieu  (grida  feroce)  qui  rècèle  le  corpi  de  Bonaveniwrtl  — 
—  ^oun  ne  le  savoiis  !  ù  la  risposta  di  tutti.  Li  minaccia  di  terribile  morte  :  e  nessuno  se  ne  com- 
move,  ripetendo  tranquilli:  .You<  ne  le  savons!  Come  se  tanta  serenità  lo  avesse  colpito  e  imi- 
tato in  altro,  comanda  che  siano  tutti  condotti  alla  porta  della  città,  chiamata  La  Croix-Roosse, 
e  quivi  lasciati  liberi  ;  eccetto  il  Guardiano  P.  Fr.  Giacomo  Gaiete.  Quelli  dunque,  dice  il  Foduk, 
•  comme  pauvres  brebis  cgarées  sans  pasteur,  se  réfugièrent  les  uns  au  coste  de  Bourgoogne,  te 
autres  en  Savoie,  ou  il  fureut  très  charitablement  recus  par  les  Ueligieux  et  Couvents  de  l' Ordre. Or 
ces  tygres  enfcrmòrent  le  bon  pòro  Gaiete,  Gardicn,  dans  la  chambre  du  thrésor  où  on  tonoit  les  re- 
liques  de  Saint  Bonaventure,  avec  menace  de  l'y  fairc  mourir  de  faim,  s' il  ne  leur  metoit  en 
main  l'argenterie  et  orncmenls.  Commede  faict,  ils  ne  lui  donnoìent  que  par  fois  et  grands  ìd- 
lervalles  un  bien  peu  de  pain;  mais  plusicurs  pies  matrones  du  quarlier  de  Saint-Nizier  lui  ten- 
doient  souvent  quelques  morceaux  de  pain  au  bout  d' un  baston,  par  la  fenestre  de  la  diete  cham- 
brette  qui  donne  dans  l'église;  mais  elles  ne  lui  pouvoient  donner  a  boiro  a  cause  du  treiUisd« 
fer  qui  étoit  a  la  diete  fenestre  (e  fu  costretto  a  bevero  urinam  in  biretotj,  et  fut  dètcna  en 


PODERE  191 

cette  inhamaìne  tyrannie  trois  sepmaines,  pendant  lesquelles  les  heretiques  écrivoient  souvent 
aax  sosdìts  Pères,  Frères  J.  Astleri  et  et  P.  Terrier,  que  sMls  vouloient  déclarer  le  lieo,  où  estoient 
les  reliqnes  et  joyaux,  ils  mettrotent  le  dict  Pere  Gaiete  en  liberto  sans  lui  faire  aucun  mal.  Au 
contraire  le  saint  Pére  fassoit  journellement  escrire  d'autrcs  lettres  aux  susdits  deux  Religieax,  avcc 
de  très  grandes  comminations  au  nom  de  Dieu  et  imprécations  de  sa  malédiction,  qu'  ils  se  gar- 
dassent  bien  de  ce  faire,  leur  représentant  que  les  heretiques  estanl  trattres  à  Dieu  et  perfldes  à 
la  Religion ,  ils  le  seroient  encore  mieux  aux  bommes.  Et  jà  fut  que  moyennant  ceste  déclaration , 
Ils  lui  donnassent  la  vie ,  il  proteste  devant  Dieu  qu'  il  ne  vouloit,  et  disoit  n'  étre  convenable  de 
racheter  ce  peu  de  jours  qu'  il  auroit  encore  de  reste ,  altendu  son  aage ,  avec  des  thrósors  si  ine< 
stimables.  Chose,  certe,  qui  tenoit  tous  nos  Maistres  et  Peres  de  Province  en  une  extréme  perple* 
xité:  car,  d'une  parte,  ils  ne  désiroient  rien  plus  ardemment  que  de  racheter  ce  saiQct  homme,  et 
d'ailleurs  ils  craignaient  de  perdre  et  l'un  et  l'autre.  Or  durant  ces  trois  sepmaines,  ces  faux  mi- 
nistres  de  Sathan  venoient  tous  les  jours  disputer  contre  lui estimant  le  convaincre;  mais  cora- 
me il  estoU  très  docte  et  verse  en  toutes  bonnes  lectres,  principalment  en  la  lecture  de  la  Bible 
(la  quelle  on  tenoit  qu'il  scavoit  presque  toute  par  coeur),  il  les  rendoit  si  muets  qu'ils  s'en  re- 
toornoyent  confus  et  honteux,  et  sortout  ils  monstroil  un  coeur  généreux  et  embrazé  en  la  foy 
catholique,  quand  le  Ministre  Viret  (il  capo  de' Calvinisti)  preschoit  en  la  grande  chalre  de  l'Egli- 
se.  Car  a  tous  les  articles  qu'il  preschait  contre  la  croyance  chrétienne,  le  saint  Pere  Gaiete,  qui 
l'escoutoit  despuis  la  diete  fenètre,  lui  respondoit  et  crioit  tout  haut:  Tu  as  menti,  faitssaire,  et 
avec  une  hardiesse  incroyable  ,  exhortoit  les  auditeurs  à  ne  croire  ce  que  cet  impostcur  disoit, 
les  animant  à  demeurer  fermes  en  la  croyance  de  l' Eglise.  Durant  ces  trois  sepmaines  (  chose  de- 
plorable  à  larmes  de  sang),  les  cerbòres  qui  ne  cessoint  de  bécher,  fouir  et  terraillier  par  tous 
les  colngs  du  couvent,  cherchèrent  tant  qu'ils  trouvèrent  là  où  estoit  le  corps  precieùx  de  saint 
Bonaventure  et  aultres  joyaux  de  l' Eglise.  •  E  qui  il  cuore  ci  si  spezza ,  dicendo  a'  nostri  lettori 
quel  che  già  sanno ,  che  cioè  abbruciatolo  nella  stessa  piazza  del  convento ,  ne  gittarono  le  ceneri 
nel  Rodano  t  Poi  cavato  fuora  dalla  prigione  il  Padre  Gaiete  con  un  officiale  cattolico ,  parimente 
prigioniero,  chiamato  Saconnay,  que' feroci  eretici  li  avviarono  fuora  del  convento,  dando  loro  ad 
intendere  e  qu'on  les  menoit  a  Rouanne  (qui  sont  les  prisons  royales  de  l' anitre  costò  de  la  Sao- 
ne);  mais  le  bon  Pére  Gaiete  par  un  esprit  prophétique  cognoissant  leur  perfldie,  se  toùrna  vers 
son  compagnon ,  et  lui  dict  :  Gourage ,  mon  capitaine ,  voici  l' hcurc  qu'  il  faut  recommander  nos 
ames  à  leur  Crealeur  et  penser  a  nos  consciences ,  car  dans  moins  d' un  cart  d' heure  nous  nous 
tronverons  devant  son  tribunal;  mais  si  nous  mourrons  conslants  en  la  foy  asseurons-nous  qu'il 
est  tout  prét  de  nous  recevoir.  —  Les  satellites  qui  les  conduysoient ,  s'eflTor^ient  de  leur  falrc 
croire,  qu'on  les  menoit  esdictes  prisons.  Mais  ce  sainct  homme  s'arrestant  contr'eux,  leur  dil: 
Ponrquoi  prenez  vous  plaisir  de  mentir  aussi  hardimcnt,  car  jo  s^y  le  contraire  de  ce  que  vous 
dites?  —  et  se  toumant  de  rechef  vers  le  capitaine,  lui  dict:  Ne  vous  arrestez  pas  à  ce  que  ces 
perfldes  disent,  ains  pensez  bien  à  votre  conscience  et  recommandez  votre  ame  à  Dieu  pour  mon- 
rtr  en  sa  grace.  Sus  donc,  mon  capitaine ,  courage,  si  par  cy-devant  vous  n'  avez  paz  appréhendè 
les  arquebusades  des  ennemis,  ains  avez  toujours  bataillé  d'un  courage  invincible  por  le  nom  et 
religion  de  Dieu,  monlrez-vous  a  présent  d' autant  plus  généreux  que  vous  en  allcz  recevoir  la  cou- 
ronne ,  car  je  vous  asseure  en  véritó  que  nons  ne  passerons  pas  le  milieu  du  pont  de  Saóne.  — 
Et  arriva  ainsi:  car  estant  parvenus  au  milieu  du  dict  pont,  ces  barbares  donnèrent  cinq  coups 
de  poignard  au  capitaine,  et  le  jetèrcnt  dans  la  rivière.  De  là  ils  dirent  au  bon  Pere  Gaiete  qu'il 
luì  en  falloit  faire  autant;  le  quel  respondit  qu'il  en  étoit  très  content,  requórant  qu'on  lui  per* 
mist  premièrement  faire  sa  ^evotion  ;  et  se  jette  proptement  à  genoux ,  fait  la  signe  de  la  croix  sur 
la  terre  et  la  baise.  Quoi  voyant,  un  des  enfants  de  Bélial  lui  donne  un  grand' coup  de  pied,  di- 
sant:  — Nes  s^urais  tu  prier  le  Seigneur  aans  tes  superstitions  ?  —  Lui  ne  se  souciant  ni  des  cou- 
ps, ni  des  parolles,  lève  les  yeux  et  les  mains  au  ciel,  rendanl  actions  de  graces  immortelles  à 
Dieu  de  la  faveur  qu'  il  recevoit  de  se  voir  digne  de  mourir  pour  la  gioire  de  son  nom  et  défense 
de  sa  Religion.  Puis  prononcant  haulicment  sa  priérc,  si  pie,  si  chrétienne ,  si  ardente,  avcc  de 
paroles  si  doctes  et  pénélrantes  òs  entrailles  des  assistants,  que  la  plupart  fut  provoquée  aux  lar- 
mes. Les  autres  de  furie  et  de  rage  lui  donnèrent  cinq  coups  do  poincte  d' hallebarde ,  et  le  jetè- 
rcnt dans  laSaone,  et  ainsi  rendit  l'ame  glorieuse  a  son  Dieu  par  le  martyre.  »  L'anno  appresso 
il  suo  corpo  fu  rinvenuto  da  alcuni  battellieri  •  d'une  paroisse  à  deux  lieues  loin  de  la  ville,  au 
rivage  du  Rhone;  mais  (qui  est  remarquable)  le  corps  estoit  encore  tout  entier,  sans  estre  cor- 


192  FONT  -  FRATTA  MAGGIORE 


America 


rumpu,  revestu  de  son  habit  et  ceint  de  sa  corde.  Et  de  là  les  paroissiens  T  emportèrent  prooes- 
siunellement  et  T  eiiterrèrent  fort  solenncUement  en  lear  cglise,  d'où  ils  ne  voalnrent  JamaU  k 
laisser  enlcver,  disant  que  e'  étoit  tout  leur  bonheur,  et  que  par  ses  mérites  ils  ont  reca  plUHieius 
hénóflccs  de  Dieu,  comme  cortes  nous  Ics  devons  cruire  et  lenir  pour  un  bienherreox  maiiyr.  • 

Credo  che  la  Osservante  Provincia  di  S.  I^ovico  di  Francia  renderebbe  un  grande  seniiio 
a  sé  e  all'Ordine,  se  procurasse  una  novella  edizione  dell'opera  rara  ed  InteressantìMima  dd 
Fodere,  ed  avrebbe  larghissima  dilTlisiiine. 

MS.  230.  Font.  —  Diario  que  formò  el  P.  Fr.  Fedro  Font,  Predi- 

cador  Apostolico  del  Colegio  de  Santa  Cruz  de  Queretaro,  sacado 
del  borrador  que  escribió  en  el  eamino  del  viaje  que  hizo  a 
Monterrey  y  Puerto  de  San  Francisco ,  en  compania  del  seaor 
Teniente  Coronel  de  caballeria,  Capitan  del  Presidio  de  Tubac 
y  Comandante  de  la  espedicion  de  conduccion  de  familias  y 
soldados  para  el  nuebo  establecimiento  de  aquel  Puerto  D.  Juan 
Dantista  Dechura,  por  orden  del  sefior  Balio  Don  Antonio  Buca- 
reli  y  Urcia,  Teniente  General  de  està  Nueba  Espana,  comuni- 
cada  al  R.  Padre  Guardian  del  Colegio  de  S.  Cruz  de  Quere- 
taro Fr.  Romualdo  de  Cartagena  por  carta  que  escribió  dada  a 
2  de  Enero  de  1774  e  intimada  a  mi  por  dicho  R.  Padre  Guar- 
dian por  carta  en  fecha  20  de  Enero  de  dicho  ano ,  con  encargo 
de  acompanar  el  dicho  senor  Comandante  en  todo  el  viaje  y  de 
observar  las  alturas  del  camino. 

Manoscritto  in  foglio,  della  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  È  aggianta 
al  Diario  una  Mappa  geografica  di  tutto  il  viaggio.  La  sua  importanza  si  manifesta  dal  solo  titolo, 
senza  che  noi  vi  aggiungiamo  parole. 


aiamp. 


231.  Fratta  maggiore. —  Vita  dell'  apostolico  eroe  S.  Giacomo 
della  Marca ,  dell'  Ordine  de'  Minori  Osservanti  di  S.  Francesco  : 
opera  del  M.  R.  P.  Giuseppe  Arcangelo  da  Fratta  Maggiore  dei 
Minori  Osservanti,  ec. 

Un  volume  in  8,  di  cinque  carte  preliminari  numerate,  e  358  pagine,  con  l' immagine  del  Santo. 
Seconda  edizione.  Napoli,  dalla  Tipografia  di  Luigi  Banzolì,  Largo  S.  Giacomo  Maggiore,  n.  t3.  ISSI. 

—  La  necessità  e  l' eccellenza  dell'  Opera  Pia  di  Terra  Santa, 
esposta  dal  M.  R.  P.  Fr.  Giuseppe  Arcangelo  da  Fratta  Maggiore, 
Minore  Osservante  ec.  Terza  edizione  per  cura  del  P.  Cherubino 
da  Forio,  Commissario  della  Terra  Santa  in  Napoli.  Napoli,  dalla 
Tipografia  Flantina,  1842. 

Un  volumetto  in  8  piccolo,  di  ita  i>agine. 


FREJES  -  FRBMAUT  193 


232.  Frejes.  —  Historia  breve  de  la  conquista  de  los  estados 
independientes  del  Imperio  Mexicano ,  escrita  por  Fr.  Francisco 
Frejes,  de  la  Orden  de  N.  S.  P.  S.  Francisco,  Cronista  del  Colegio 
de  Nuestra  Sonora  de  Guadalnpe  de  Zacatecas.  Zacatecas  :  Impronta 
a  cargo  de  Antonio  Villagrana,  1838. 

Un  TOlmne  in  4,  di  166  pagine.  Opera,  dice  il  Brasseur  (Biblioth,  Mex,  GuaUJ,  che  contiene 
interessantissime  notizie,  e  in  generale  poco  o  nulla  conosciate,  intomo  alle  conquiste  Spagnuole  del 
Michoacan,  della  Nuova  Galizia,  di  Yalisco,  del  Colhuacan,  e  della  Sonora.  Nello  scriverla,  l'Autore 
si  giovò  di  Cronache  manoscritte  de'  Conventi  ed  Archivi  di  Guadalajara  e  di  Messico. 

233.  Fremaut.  —  De  Serephiensche  Palmboom  of  levens  van 
de  heiligen  en  vermaerde  mannen  en  vrouwen  vit  de  dry  Orden 
van  S.  Franciscus  door  P.  Benignns  Fremaut  Minderbroeder- 
Recollect.  Uitgegeven  en  vermeerderd  met  de  levensschetesen 
der  heiligen  en  gelnkzaligen  die  na  de  dood  des  schryvers  in 
het  getydenboek  der  Orde  geplaest  zin;  door  de  Minderbroeders- 
RecoUecten  der  Provincien  van  S.  Joseph  in  Belgio  St.  Trniden, 
Eoekdrukkery  Vanwest-Pluymer.  1867. 

Sono  l'i  grossi  volumi,  in  8  grande.  Il  titolo  dell'opera  è  Palmeto  Serafico,  che  contiene  giorno 
per  giorno  di  ciascun  mese  dell'anno  la  vita  de' principali  santi,  beati,  venerabili,  o  distinti  nomini 
dell'Ordine:  opera  pregevolissima,  perchè  scritta  dall'Autore  sopra  documenti  autentici,  che  studiò  nei 
principali  Archivi  d'Europa.  Questa  è  la  seconda  edizione  fatta  su  la  prima,  ma  accresciuta,  come 
dice  il  frontespizio,  da' nostri  Padri  del  Belgio.  Della  prima  edizione  si  servi  l'abate  Guerin  per 
pubblicare  il  suo  Pdltnier  SéraphiquBt  ou  vie  des  saints  et  des  hommes  et  femmes  illutires  des 
ordres  de  Saint-Fratifois.  Bar-Le-Duc.  TypograpìUe  des  Célestins  1875,  parimente  in  13  volumi  in 
8,  che  è  la  stessa  opera  del  Padre  Fremaut  ;  ma  disgraziatamente  egli  l' ebbe  qui  ò  là  interpolata,  e, 
quel  che  più  è  a  dolere,  lasciò  di  citare  le  fonti  a  cui  l'Autore  attinse,  e  da  lui  fedelmente 
riferite.  La  raccolta  del  Padre  Fremaut  è  importantissima  per  la  storia  delle  nostre  Missioni.  Vi 
sono  stupende  biografìe  de' principali  nostri  uomini  Apostolici,  che  evangelizzarono  fra  le  varie 
genti  della  terra.  » 

«  Le  Pere  Benigne  Fremaut  (dice  lo  stesso  Abate  Guerin,  Palmier  Séraphiquey  tom.  I)  nacquil 
en  Fiandre  vers  le  milieu  du  XVII  siede; ...  et  devenu  homme,  il  résolut  de  quitter  le  monde 
pouf  se  consacrer  a  Dieu,  et  il  demanda  l' habit  de  Saint  Francois.  Au  couvent,  11  donna  l' exemplc 

de  toutes  les  vertus et  en  méme  temps  il  se  livrait  a  l'ctude  avec  ardeur,  résolu  qu'  il  était 

à  se  consacrer  tout  entier,  corps  et  àme,  au  bien  du  prochain. ...  Le  General  de  l'Ordro,  Joseph- 
Ximenes  Samaniego,  voulant  réformer  la  discipline  de  l'Ordre  un  pen  relàchée  (  neUe  Provincie  di 
Napoli),  appela  a  Rome  les  plus  pieux  et  les  plus  parfaits  Religieux;  e' est  ainsi  que  Benigne 
Fremaut  fut  appeló  le  30  luin  1680  . . .  C'est  pendant  son  sejour  a  Rome  qu'il  concut  l' idée  et 

le  plaìn  du  Palmier  Seraphique.  Il  se  mit  a  l'oeuvre soutenu  par  les  encouragcments  et  Ics 

conseils  du  vénérable  Pere  Harold,  qui,  lui  aussi,  avait  écritdes  vies  de  Saints  et  de  Bicuheureux. 
Il  parcoumt  presque  toutes  les  Provinces  de  l'Ordre  pour  rechercher  des  docnments  et  des  materiaux, 
et  à  force  de  travail  et  de  persévérancc,  il  eleva  aux  personages  celebres  de  l' Ordre  Seraphique  un 
magnlflque  monument.  Puisse  l'abrégé  que  nous  donnons  de  son  livre  fai  re  qnelque  bien  dans  le 
monde,  et  jeter  dans  les  ames  de  bonncs  semences.  Il  morut  a  Gand  en  age  trcs-avancé  en  1734.  • 
L'opera  trovasi  in  tutte  le  Biblioteche  de' nostri  Conventi  nel  Belgio. 

13 


194  FRICCIUS  -  FUENTE 


234.  Friccius.  —  Indianìscher  Relìgionstandt  der  gantzen 
newen  Welt,  beider  Indien  gegen  AuflF  und  Nidergang  der 
Sonnen.  Schleinigister  Form  ausz  grundtlichen  Historien,  Son- 
derbar  desz  Hochwirdigen  Vatters  Francisci  Gonzagen  Baifds- 
serische  Ordens  croniken ,  und  Didaci  Vallades ,  geistelicher. 
Rhetoric  zusammen  gezogen,  und  auszm  Latein  in  hochteutsch  ^ 
verwendt:  Durch  F.  Valentinum  Friccium  Barfusser  Ordens,  F.  _ 
D.  Matthiassen  Ertz  Hertzogen  in  Oesterreich,  ec.  Getruckt  zil« 
Ingolstadt,  durch  Wolfl^ng  Eder.  1588. 


America 


Un  volume  in  8,  di  15  carte  preliminari  e  200  pagine.  Opera  rarissima  e  quasi  soonoficinti. 
è  la  traduzione  d' una  parte  dell'opera  del  Gonzaga,  De  origine  Seraphieae  Religionit,  e  di  oaa  parte 
della  Reihoriea  Christiana  del  Padre  Vallaoes  :  il  Padre  Friggio  ne  ha  composto  come  un  nuovo 
lavoro,  che  in  modo  speciale  riguarda  le  Missioni .  Delle  opere  del  Gonzaga  e  del  Vallàdis  diremo 
a  suo  luogo. 

235.  Frydal.  —  Geschiedenis  der  twee  Konder  en  vqt  Marte- 
laars  van  Japan  Zalic  verklaard  door  Z.  H.  Pius  IX.  op  7  Julii  1867, 
door  P.  F.  Franciscus-Xaverius  Frydal  Minder  brooder  Recollect. 
Gent  J.  B.  D.  Hemelsoet  Druker  bij  S.  Baafskerk  1867. 

Un  volume  in  8,  di  Vili  e  S19  pagine.  È  la  storia  di  350  Martiri  Giapponesi  beatificati  dal 
Sommo  Ponteflce  Pio  IX  il  1867 ,  scritta  dal  Padre  Francesco  Saverio  Frydal  della  Provincia  del 
Belgio,  che  fui  lieto  di  conoscere  personalmente  nel  nostro  Convento  di  Anversa. 

236.  FuENTE.  —  Memorial  al  Rey  del  P.  Fr.  Diego  Joseph 
de  la  Fuente  Procurador  general  de  las  Provincias  de  Indias 
del  Orden  de  nuestro  Padre  S.  Francisco,  en  que  expresa  las 
providencias  que  se  iuzgaron  necessarias  a  fin  de  emprender 
ìns  Misiones  de  los  Talamancas.  Ano  de  1737. 

Stampa  senza  data  dì  luogo,  di  lu  pagine  in  foglio;  rarissima.  Mostra  le  grandi  Cattclie  e 
difficoltà  incontrato  e  sostenute  da' Francescani  per  la  conversione  di  que' selvaggi  Talamancas  de^quali 
già  si  ò  parlalo.  Di  questi  ducumenti  nelle  Biblioteclie  ed  Archivi  di  Spagna  se  ne  potrebbe  rac- 
cogliere dei  volumi  :  essi  rimangono  affatto  ignorali,  e  nondimeno  sono  di  grandissima  imporlania  per 
la  storia  dello  Missioni  nelle  conquiste  Spagnuole.  Onde  stimiamo  far  cosa  utile  pubblicar  qui  per 
intero  «luesto  del  Padre  de  la  Fuente. 

«  Scnor. 

•  1.  Fray  Diego  Joseph  de  la  Fuente,  l^rocurador  General  de  las  Provincias  de  Indias  del  Onkn 
de  nuestro  Seralìco  Padre  San  Francisco,  puesto  a  los  Reales  pies  de  V.  Mag.  con  ci  mayor  reapeto, 
dice  :  Que  en  el  Ythsmo,  o  Lengua  do  Tierra,  que  se  dexa  ver  entro  los  dos  Mares  de  Sur,  y  Norte, 
desde  el  Reyno  de  Goatemala  a  el  de  Panama,  y  Puertu-Velo,  habilan  siete  naciones  de  Indiofi 
infleles,  y  barbaros,  tan  numerosas,  que  la  primera,  Uamada  de  los  Talamaneai,  eicede  de  doee 
iiiii  iiidividuos;  la  segunda,  nombrada  los  Terravoi  ^  passa  de  cinco  mil;  la  terccra,  que  se  dice 


FUENTE  i95 


los  Toxaru,  se  reputa  por  mas  de  seis  mil;  y  la  quarta ,  entendida  por  de  los  ChanQuenet ,  snpercrece 
al  numero  de  catorce  mil,  seguo  el  practico  conocimiento,  que  empleados  en  las  apostolicas  tareas 
de  su  ministerio,  han  adquirido  y  observado  de  ellas  los  Religiosos  Missioneros  del  Colegio  de 
Christo  Sefior  nuestro  Cruciflcado  de  Goatemala,  quienes  de  noticias  ciertas,  y  por  comunes 
admitidas  entre  aquellos  Indios,  saben  que  a  estas  quatro  se  siguen  otras  tres  naciones,  que 
Uaman  los  Bonugues,  los  Zegwu,  y  los  Guaimies. 

«  2.  Todas  siete,  estando  situadas  en  medio  de  la  chrisliandad,  tan  cercanas  entre  si,  que 
(por  la  estrechez  de  la  tierra)  se  puede  en  dos  dias  transitar  de  una  a  otra,  se  miran  circumvaladas: 
por  un  costado,  de  la  Provincia  de  Costa- Rica  al  Aquilon  :  por  otro,  de  la  de  Chirique,  y  Yeraguas 
al  Mediodia:  y  por  los  otros  dos  de  los  Mares  de  el  Sur,  y  Nortc,  que  contienen  tanta  immedia- 
clou,  que  es  facil  passar  de  el  uno  al  otro,  por  medio  de  la  nacion  Talamanea  (de  donde  toman 
estas  montafias,  y  sus  reducciones  el  nombre)  en  menos  de  diez  dias. 

«  3.  Yivieron  en  su  antigua,  ciega,  y  deplorable  gentilidad,  sin  que  alguno  les  huviesse 
iluminado  con  la  luz  de  el  santo  Evangelio,  basta  que  el  venerable  Padre  Predicador  Apostolico 
Fr.  Antonio  Margil  de  Jesus,  Fundador  del  citado  Colegio,  con  la  ocasion  de  bacer  Missiones  en 
la  Provincia  de  Costa-Rica,  tuvo  noticia  de  ellos;  y  deseoso  de  que  conociessen  las  verdades  do 
nnestra  santa  Fé,  se  entrò  por  aquellas  desconocidas  tierras  con  su  compaSero  el  Padre  Fr.  Mel- 
chor  Lopez  de  Jesus,  logrando  ser  los  primeros,  que  empezaron  a  desterrar  de  ellas  el  gentilìsmo, 
y  desde  entonces  se  continuaron  las  reducciones,  por  el  cuidado  del  Colegio  de  Goatemala,  pro- 
veyendolas  de  Religiosos,  a  proporcion  de  la  necessidad,  con  tanto  fruto,  que  a  costa  de  impon- 
derables  trabajos,  y  peligros,  se  llegaron  a  ver  en  el  aSo  de  1709  diez  y  seis  pueblos  formados 
eoa  crecida  poblacion:  de  suerte  que  el  menor  passaba  de  400,  y  algunos  excedian  de  mil  Indios: 
aviendose  en  todos  fabricado  Iglesias,  donde  se  tributaban  a  Dios  los  debidos  cultos. 

«  4.  En  este  afio  el  Cacique  principal,  llamado  Presveri,  sin  mas  motivo,  que  la  desgracia 
de  apetecer  su  primiera  ceguedad,  y  barbaro  libre  goviemo ,  commoviò  a  los  demas  Indios ,  que 
faciles ,  segun  suelen  por  su  observada  inconstancia ,  le  siguieron  :  y  rebeldes,  valiendose  de  las 
annas ,  dieron  muerte  a  diez  soldados ,  una  muger,  y  un  nino  ;  y  de  los  Religiosos  quitaron  la 
Vida  a  los  Padre  Fray  Pablo  de  Rebullida,  y  Fray  Antonio  Zamora.  Y  buviera  passado  su  tyrana 
sublevacion  a  mayores  excessos  cn  las  vidas,  a  no  averlas  podìdo  libertar  los  demas,  que  aviendola 
con  anticipacion  prevenido,  pudieron  retirarse;  porque  su  amotinado  despecbo  creciò  basta  suble- 
varse  enteramente  de  los  diez  y  seis  pueblos  ;  los  catorce ,  quemando  las  iglesias ,  y  profanando 
con  sacrilega  bostilidad  los  altares ,  y  vasos  sagrados  :  de  suerte  que  solo  se  mantuvieron  paciflcas 
las  dos  poblaciones,  llamadas  Borucat  y  San  Francisco  de  Terrava»  situadas  con  alguna  distancia 
de  las  referidas,  y  basta  aora  permanecen  con  Religiosos,  que  continùan  instruyendolas. 

«  5.  El  Governador  de  Costa-Rica  Don  Lorenzo  Antonio  de  Granda  y  Balbin,  entendido  del 
socesso,  temiendo  que  tanta  multitud  do  Indios  acomeliesse  a  aquella  Provincia,  y  previniendo 
mayores  estragos ,  si  hacian  alianza  con  los  negros  Sambos  de  la  isla  de  Mosquitos  (  que  es  lo  que 
requiere  la  mas  seria  atencion,  por  lo  que  se  expondrà  a  Y.  Mag.)  entrò  con  300  hombres  por  la 
Boruca  en  los  pueblos  sublevados ,  y  baciendo  que  su  Theniente  se  internasse  con  200  en  la  Ta- 
lamanea, consiguiò  desvaratar  los  rebeldes,  y  de  ellos  bizo  prisioneros  mas  de  500  con  el  Cacique, 
principal  motor,  a  quien  bizo  dar  su  merecido  castigo,  repartiendo  los  demas  vencidos  entre  los 
Espanoles  de  Costa-Rica,  donde  se  mantuvieron  basta  que  despues  se  agregaron  a  otros  pueblos 
de  Indios  de  aquella  Provincia. 

«  6.  De  todo  con  justiflcacion  de  autos,  y  en  carta  de  dos  de  Enero  de  i7ii  el  Marques  de 
Torre-Campo  Don  Torìbio  de  Cossio,  Capitan  General,  y  Presidente  de  Goatemala,  dio  quenta  a  Y. 
Mag.  quien  por  su  real  cedula,  expedida  en  Madrid  a  1  de  Septiembre  de  1713  fue  servido  ma- 
nifestar su  gratitud  con  los  que  concurrioron  a  lo  executado,  y  mandar,  que  en  quanto  al  fomento 
de  Missiones,  con  assistencia  delSuperior  de  estas,  se  convocasse  una  Junta  de  Ministros,  y  per- 
sonas  practicas  de  aquellos  terrenos,  donde  se  discurriesse  con  la  mas  seria  prudente  reflexion  lo 
que  fuera  mas  a  proposito ,  o  para  restablecer  las  Missiones  de  la  Talamanea ,  o  para  fomentar  y 
poner  en  termino  de  perfecta  defensa  las  de  Boruca,  atendiendo  a  que  en  ningun  tiempo  los 
negros  Sambos  puedan  tener  comunicacion  con  los  Indios,  que  median  desde  Costa-Rica  a  Panama, 
determinando,  segun  la  mayor  parte  de  votos,  lo  que  se  considerasse  mas  acertado,  y  executandolo 
con  tanta  brevedad,  que  a  ser  possible,  se  ganassen  las  horas  en  su  practica,  y  de  todo  se  diesse 
qiienta  a  Y.  Mag.  en  primera  ocasion. 


196  FUBNTE 


«  7.  Ed  camplimiento  de  està  real  cedola,  vteta  la  respuesta  fiscal,  y  pan.  deliberar  ooft 
mas  conocimiento,  se  pidiò  informe  al  maestre  de  campo  Don  Francisco  Brano  Serrano,  theniepte 
de  oilcial  real  de  la  Provincia  de  Costa-Rica,  quc  accidentalmente  se  hallaba  en  Goalemala;  y 
por  el  que  dio  en  5  de  Septiembre  de  1716,  espuso:  Seria  may  conveniente,  y  aun  neoesaario, 
restablecer  la  Missiones  de  Talamanca,  assi  por  la  mayor  gloria  y  exaltacion  de  nuestra  Santa  Fé, 
que  podia  esperarsc  de  la  conquista  espiritual  de  estos  Indios ,  y  demas  naciones ,  qoe  se  les 
siguen ,  corno  porque  su  restablecimiento  scria  el  medio  de  impedir ,  que  los  negros  Sambos  se 
comuniquen,  unan,  y  aun  pucblen  la  Talamanca,  formando  todos  un  basto  formidable  cuerpo^  que 
causarla  notablo  iniiuietud  y  petjuicio  a  la  provincia  de  Costa-Rica. 

«  8.  De  que  assimismo  se  seguiria  non  leve  servicio  a  V.  M.  y  a  los  dos  Reynos;  porque 
continuando  las  Missiones  en  forma  de  sacar  los  Talamancas  a  la  comprehension  de  Boruca,  que 
cs  de  igual  temperamento,  se  formarla  una  Provincia,  que  sirviendo  de  escala  para  Panama,  rio- 
diesse  crecidas  utilidades,  por  la  fertilidad  de  sus  frutos,  en  especial  el  de  hilo  morado,  y  pìta,  v 
jiallarsc  commodamentc  cercana  a  sitios  donde  abundan  las  perlas. 

«  9.  Pero  que  no  convenia  restablecer  las  Missiones ,  formando  las  iglesias  y  paebloe  en  U 
misma  Talamanca,  por  ser  montana  muy  aspera,  y  de  terrenos,  que  por  su  fragosidad  pudieraD 
diflcultar  la  sujecion  do  los  Indios:  y  que  assi  le  parecia  ser  mas  util  sacarlos  todos  a  qoe  po- 
blassen  en  la  provincia  de  Boruca,  cuyo  temperamento  en  nada  era  contrario  a  su  complexioD, 
segun  noticias,  y  cxperiencia,  por  un  pueblo,  que  de  ellos  formò  el  Padre  Predicador  Apostolico 
Fray  Pablo  de  Rebullida;  pues  no  solo  no  se  ha  disminudo,  sino  antes  bien  aumeotado:  con  lo 
que  concurria  hallarse  situada  està  provincia  en  tiorra  liana,  con  rios,  y  proporcionados  montes, 
y  en  todo  a  proposito  para  la  manutenciou  de  sus  habitadores. 

<  10.  En  quanto  a  los  medios,  y  practica  de  està  empressa,  representò  ser  preciso  asststir  a 
los  Padres  Missioneros  con  la  escolta  de  100  soldados,  mantenidos  puntualmente  por  los  anos  que 
fuessen  necessarios,  basta  la  mas  assegurada  permanencia  de  las  Missiones,  y  sacar  todos  los  Indios 
de  las  naciones  expressadas,  remltiendo  a  cste  fin  el  dinero  en  que  se  regulassen  los  gastoe  a 
Costa-Rica,  por  no  tener  la  caja  de  està  para  suplirlos,  ni  aun  para  cumplir  los  annuales  de  aqnella 
provincia. 

e  11.  Y  que  corno  se  fuessen  sacando  los  Indios,  y  fomentando  los  pueblos,  se  hiciessen  conducir, 
para  su  mayor  seguridad  y  sujecion,  algunas  familias  de  Espanoles,  costeandoles  los  viages,  y 
repartiendolcs  tierras  que  poder  labrar.  Y  concluyò ,  proponiendo  olras  providencias  en  orden  a  se- 
iìalar  terminos  a  los  lugares,  y  declarar  la  division,  que  debian  tener  los  reynos  Goatemala,  y  Panami. 

•  13.  fjon  vista  de  este  informe,  se  celebrò  Junta  de  reducciones  el  dia  9  de  Septiembre  del 
proprio  ano,  y  en  ella,  comò  tambien  en  la  de  Real  Hacienda,  celebrada  el  dia  li  se  resolviò, 
cntre  otras  cosas  :  Que  para  la  seguridad,  y  escolta  de  los  religiosos  Missioneros,  y  sigetar  nneva- 
mente  a  los  Indios,  ({ue  despucs  de  reducidos  se  avian  negado  a  la  obedicncia,  se  reclatassen  eo 
la  provincia  de  Costa-Rica  cinquenta  hombres,  los  mas  cxperlos,  y  de  mayor  satisfaccion  para  el 
caso,  y  quu  a  cada  uno  de  los  Religiosos  so  les  assistiesse  annualmente  con  200  pesos  para  su 
manutcncion,  quc  era  lo  mismo  que  sicmpre  se  ha  acustumbrado  senalar  a  semejantes  Missioneros, 
mandando  que  los  Oflciales  de  la  caja  de  Goatemala  remitiessen  a  los  de  la  provincia  de  Nicara- 
gua, y  estos  a  la  de  Costa-Rica  ocho  mil  pesos  para  los  gastos  acordados. 

t  13.  Entendida  està  resolucion,  y  considerando  el  Padre  Predicador  Apostolico  Fr.  Alonso 
del  Castillo ,  Guardian  de  aquel  Colegio ,  lo  insuflcionte  do  la  cscolta  assignada  en  el  numero  de 
hombres,  y  que  de  no  continuarse  mas  anos  que  los  que  tardarian  en  gastarse  los  ocho  mil  pesos, 
seria  perder  con  nuevo  dolor  lo  adquirido  en  estc  liempo,  exponer  nuevamenie  las  vidas  de  los 
Religiosos,  con  peligro  de  irrcverencia  a  su  catholica  doctrina,  y  gastrarlc  a  V.  Mag.  frustranea- 
mente la  cantidad  refcrida,  lo  representò  assi  al  vuestro  Presidente,  proponiendole  las  rtizones,  que 
impedian  practicar  la  reduccion  con  los  medios  resueltos. 

•  14.  Y  concluyò  pidiendo  se  formasse  nuova  Junta,  y  en  ella  se  conUriessen  varias  provi- 
dencias indispensable^  en  el  assumpto;  y  entre  ellas,  la  de  senalar  200  hombres,  o  a  lo  menos 
150  de  escolta;  con  tal,  quc  està  minoracion  se  supliesse  de  Indios  del  pueblo  de  Boruca,  a  kis 
quales  se  les  concediera  en  premio  el  que  por  el  tiempo  de  su  ocupacion  no  pagasscn  el  coito 
tributo  de  cacao  con  que  contribuyen  a  V.  M.  Y  que  se  senalassen  annualmente  ocho  mil  pesot 
para  los  gastos,  ademas  de  lo  ({ue  pudieran  importar  las  provisiones,  que  para  entablar  la  conqai* 
sta  se  hiciessen. 


PUBNTE  197 


«  i5.  Admìtiose  està  representacion  ;  pero  se  suspendiò  celebrar  nueva  Jnnta,  a  causa  de 
esUr  pendiente  un  commisso  de  Negros  en  la  Provincia  de  Costa-Rica,  y  averse  pedido  otros  in- 
formes.  Durò  este  litigio  muchos  anos,  y  por  consìguiente  aquella  suspension,  basta  que  concluso, 
y  visto  aver  producido  corta  cantidad  a  favor  de  vuestra  Beai  Hacienda,  se  formò  la  Junta,  pre- 
tendida  por  el  Guardian  en  el  dia  5  de  Junio  de  1726. 

«  16.  En  ella  se  determinò,  que  para  la  custodia  y  escolta  de  los  Religiosos,  se  reclutassen, 
con  la  calidad  de  por  aora,  cien  hombrcs  escogidos,  y  vcteranos  de  la  provincia  de  Costa-Rica, 
seSalandoles  cabo,  Alferez,  y  Sargento  con  sueldos  competentcs,  y  se  destinaron  quatro  synodos 
para  otros  tantos  Missioncros ,  a  razon  de  200  pesos  cada  uno  al  ano ,  que  uno  ,  y  otro  importa 
11  u  330  pesos,  a  los  quales  se  anadiessen  por  una  vez  670  complimiento  a  IS  u  para  el  coste 
de  machetes,  achas,  y  otras  cosas,  que  debian  pervenirse. 

«  17.  Que  està  cantidad  se  remiticssc  de  las  reales  cajas  de  la  ciudad  de  Cartago  con  las 
armas,  polvora,  y  balas,  que  fuesscn  necessarias  ;  y  que  los  IS  u  pesos  se  guardaran  en  una  caja 
de  tres  llaves,  con  un  libro  dentro,  quedando  la  una  a  cargo  del  theniente  de  oAcial  real,  otraa 
el  del  cabo  principal  de  la  escolta,  y  otra  a  ci  cuidado  del  Supcrior  de  las  Missiones,  o  su  syndico, 
perdonando  por  quatro  afìos,  con  la  calidad  de  poder  prorrogarselcs ,  cn  vista  de  informes ,  a  los 
Indios  de  Boruca  el  corto  tributo,  o  reconocimicnto,  que  pagan  en  cacao,  para  que  pucdan  assistir 
a  lo  que  la  prudencia  do  los  Beligìosos  los  aplique. 

«  18.  Que  para  cscusar  a  V.  Mag.  la  manutencion  de  presidio,  medio  de  conservar  en  ade- 
lante  lo  adquirido,  solicitasscn  el  Govemador  de  aquella  provincia,  el  capo  principal,  y  los  Misslo- 
neros  la  rcmission  de  cien  familias  de  la  misma  provincia  de  Costa-Bica,  que  es  la  mas  immediata 
a  dichas  redncciones,  para  que  se  pueblen  en  el  centro  de  las  situaciones,  que  se  eligieren  para 
los  redncidos ,  costeandoles  la  conduccion ,  y  dandoles  casas  y  tierras  compctentes ,  a  cuyo  fin  se 
hiciesse  consulta  a  V.  Mag.  para  que  por  via  de  Panama ,  o  del  Registro  de  Honduras  se  sirva 
mandar  remitir  de  las  islas  de  Canarias  doscientas  familias,  con  prcvencion  de  armas,  para  que  se 
establezcan  en  el  valle  de  Boruca  y  tierras  cercancs  a  las  nuevas  poblacioncs,  que  se  han  de  eregir. 

«  19.  Y  que  para  los  gastos  de  scgundo,  y  tercero  aiSo  de  ascolta ,  y  reducciones  se  remitan 
ocho  mil  pesos  en  cada  uno,  quedando  a  cargo  de  los  Missioneros  el  informar  lo  que  se  podrla 
moderar  en  los  siguientes,  con  refle\ìon  a  las  cargas  de  la  Beai  Hacienda,  y  crccidos  gastos,  que  a 
V.  Mag.  se  ofrecen  en  estas,  y  otras  semejantes  reducciones;  y  se  prohibiò  a  los  cabos,  vecinos, 
y  soldados  el  poder  sacar  de  los  pueblos  algunos  Indios  de  los  reducidos,  con  especialidad  los 
fMirvnlos,  previniendo,  que  en  caso  de  salir  alguno  para  viages  precisos ,  lo  huvicssen  de  bolver , 
segnn  lodo  mas  latamente  resulta  del  testimonio,  y  copia  de  autos  adiuntos,  que  Y.  Mag.  puede 
mandar  reconocer. 

<  20.  Quasi  al  tiempo  de  està  determinacion  sucedio  en  Goatemala  la  violenta  muerte  de  un 
ecleslastico  presbytero,  la  de  su  crìada,  y  un  niilo,  que  fuc  el  orìgen  de  las  grandes  dissensiones, 
y  turbulencias ,  que  acaecicron  entre  vuestro  presidente  Don  Antonio  de  Echevers  ySubiza,  y  01- 
dores  de  aquella  audiencia,  especialmente  el  decano  Don  Thomas  de  Arana,  que  se  reftigiò  a  la 
ìmmnnidad  del  referido  colegìo  de  Ghristo  senor  nuestro  Crucifìcado,  por  cuya  causa  no  se  llevò 
a  debldo  efecto  lo  determinado  en  la  citada  Junta,  ni  basta  aora  se  ha  puesto  en  execucion. 

«  21.  Siendo,  comò  es,  tan  urgente  la  necessidad  de  practicarse,  y  mucho  mas  la  de  que 
La  escolta  de  los  Beligiosos  consto  a  lo  menos  de  los  cien  hombres  sefialados ,  por  no  ser  possible 
uygan  la  verdad  de  nuestra  santa  Fé  tan  barbaros  rudos  paganos,  sin  que  ante  todas  cosas  se  as- 
seguren  las  vidas  de  los  Missioneros  ;  pues  segun  el  impetu  de  su  brutal  flereza,  importarà  tan 
poco  el  perderla» ,  para  atraerlos  al  conocimiento  del  verdadero  Dios ,  comò  si  se  perdiessen  entre 
solo  fleras:  en  cuyas  circunstancias,  siendo  preciso  para  reducir  este  genero  de  gentes  instruirles 
lo  que  toca  à  la  vida  animai,  y  civil,  domesticandolos  antes  de  enseilarles  lo  perteneciente  k  la 
cspiritual,  necessitan  los  Predicadorcs  Apostolicos  ir  defendidos  con  mano  militar,  corno  V.  Mag. 
ha  resuelto  repetidas  veces. 

•  22.  Y  en  la  presente  milita  snperior  razon;  porque  siendo  a  quellos  Indios  tantos  en  nu- 
mero, y  tan  diestros  en  el  manejo  de  sus  armas  de  lanza,  flecha,  sin  suflciente  escolta  se  ve- 
rin  precisados  los  Beligiosos,  siempre  que  aquellos  se  embriagan  (  vicio  en  que  incurren  con  fire- 
quencia)  a  retirarse,  y  vivir  ocultos  en  los  montes  a  la  inclemencia  de  los  temporales,  basta  que 
passada  la  embriaguez  de  los  Indios,  puedan  restituirse. 

«  23.  A  cuyo  no  despreciable  rìesgo  se  signe  otro  mayor,  y  pomun  a  loda  la  provincia;  por- 


198  FUENTE 

que  los  negros  Sambos  de  la  isla  de  Mosquitos,  ocupando  la  costa  del  Mar  del  Norie,  y  con  el  oso  d 
canoas,  y  piragaas  Uegan  en  qnince  dias  a  la  Talamanca,  saqueando  con  f^equencia  ras  psebloi 
aplicados  al  robo  de  Indios,  de  cayas  presas,  reservaDdo  para  si  las  mugeres,  venden  los  rtJmn 
a  los  Ingleses  de  Jamaica ,  que  en  pago  los  surten  de  escopetas ,  polvora,  y  balas  :  y  es  tanto  i 
ossadia,  que  se  llevaron  a  los  habitadores  todos  del  pueblo,  llamado  UriSama,  recien  conYertMa 
y  bautizados,  y  entre  ellos  al  Religioso  Missionero  Fr.  Lucas  Murillo,  àcuyo  cargo  corria  ra  a 
seiSanza,  aunque  este  pudo  libertarse,  huyendo  desde  lo  playa  al  Uempo  del  embaroo. 

«  34.  Cuyos  eslragos,  que  cada  dia  crecen  a  proporcion  de  lo  que  se  aumento  su  nido 
con  la  pluridad  de  mugeres;  pues  se  dice,  que  ya  mantlenen  basto  diez  mil  bombres  de  annai 
no  solo  se  contendran,  conquistondo  la  Talamanca,  y  reduclendola  al  dominio  de  V.  Ua^  sin 
que  al  mismo  tiempo  se  impedirà ,  que  haciendo  los  Sambos  alianza  con  aquellas  naciones  de  li 
dios  infleles,  (que  es  lo  que  mas  tcmen  las  immediaUs  provincias  de  catbolicos)  llegae  a  aer  ta 
copioso  el  numero  de  estos  barbaros,  que  unidos  con  aquellos,  y  apoderados  de  sns  provinctoi 
que  median  entre  los  dos  reynos  de  Goatemala,  y  Panama,  o  les  tàlten  à  estos  fuenas  para  resisi 
sus  tyranias ,  o  no  lo  puedan  hacer  sin  peligrosas  guerras,  y  crecidissimos  gastos,  que  oy  pvedc 
escusarse  con  el  costo,  y  apresto  de  la  escolto  accordada  en  la  Junto  de  5  de  Junio  de  i7t<. 

«  35.  Y  comprucba  cste  justo  recelo  lo  sucedido  siendo  Govcmador  interino  de  Gosto-Rli 
Don  Josepb  Lacayo;  pues  de  orden  de  Annibal  (que  es  el  que  se  nombra  rey  de  los  Sambos  M< 
squitos)  Uegaron  algunos  en  sus  piraguas  al  puerto  de  Matina ,  pidiendo  tierra  en  que  pobUrsi 
porque  ya  eran  tontos ,  que  vivian  con  incommodìdad  en  sus  Islas ,  y  que  les  diessen  Missioneros 
que  los  instruyeran  en  nuestra  santo  Icy,  por  quercr  vivir  baxo  la  obediencia  de  V.  Mag.  aiSa 
niendo  que  dentro  de  tontas  lunas  bolverian  por  la  respuesto.  Con  esto  noticia,  participada  pò 
los  de  aqucl  puerto  al  Govemador,  y  por  cste  al  al  Capitan  General  Presidente  de  GoalemaU,  Mar 
ques  de  Torre-Campo,  se  hizo  instancia  al  Guardian  del  citado  Colegio  Fr.  Alonso  del  Gastillo ,  quiei 
embiò  tres  Religiosos,  que  lo  fucron  Fr.  Antonio  Yalverde,  Fr.  Antonio  Andrade,  y  Fr.  Ak>ns 
Villarejo ,  los  quales  estuvieron  en  el  referido  puerto  al  tiempo  aplazado  por  lo  Sambos  ;  pero  a?i6Dd 
buelto  estos,  dixcron,  que  ya  su  rey  Annibal  avia  mudado  de  dictamen,  porqno  unos  Iiigleies  1 
avian  persuadìdo  no  hiciera  tol  cosa,  pues  los  Espanoles  los  obligarian  comò  esdavos  a  trabi4> 
en  las  minas;  y  por  mas  que  procuraron  desvanecerles  ton  mal  consejo,  no  pudieron  consegii 
admitiessen  lo  que  avian  propuesto. 

«  S6.  A  visto  de  esto,  si  tontos  anos  ha  apetecian  mas  dilatodas  tierras  para  pobtoise;  qu 
se  deberà  temer  de  estos.  gcntiles,  aumentondosc  copiosamente  cada  dia?  Repetidos  clamores  se  ha 
hecho  a  Y.  Mag.  de  ias  hostilidades,  y  robos,  que  con  frcqucncia  executan,  basto  llevarse  pne 
blos  enteros  de  catbolicos  de  toda  la  costo,  desde  Campechc  à  las  cercanias  de  Puerto- Yelo: 
siendo  assi,  por  mas  que  los  incline  su  zelo  apostolico,  que  esperanza  de  fruto  pueden  tener  k 
Religiosos  sin  escolto  competente,  que  pucda  resistirles,  a  proporcion  de  hallarse  expertos  en  ai 
mas  iguales,  y  en  su  manejo  ton  dìestrd^  comò  los  soldados?  Ni  comò  podràn,  sin  dolor,  expc 
ner  los  pueblos ,  que  a  costo  de  impondcrables  trabajos  huviercn  reducido  à  las  violentas  invasic 
nes  de  esto  nacion? 

e  %7.  Fuera  de  que  haciendo  la  roduccion  con  la  formalidad  de  escolto  prevenida,  demas  d 
assegurarse  la  deseada  permancncia  en  los  flnes ,  se  logra  mas  facil  el  provecho  en  los  principini 
porque  el  temora  los  soldados,  sin.  que  estos  les  hagan  extorsion ,  antes  sì  continuos  benefidos 
concilia,  e  infonde  en  los  Indios  un  reverencial  respeto  a  los  sacerdotes ,  que  los  precisa  a  obedeoei 
y  a  que  conociendo  las  tinieblas  de  su  ignorancia ,  admitan  sin  violcncia  la  luz  de  nuestra  sani 
Fò:  y  porel  contrario,  faltandoles  el  freno  del  tcmor,  ni  hacen  caso  de  los  Religiosos,  ni  les  hac 
fuerza  la  razon,  porque  no  se  paran  a  conocerla,  ni  aprecian  su  mismo  bien,  porque  le  tiene 
fundado  en  su  barbara  libertod. 

«  38.  Y  es  consiguiente,  que  al  mismo  tiempo  se  escusen  mayores  gastos  con  el  que  U  eseolt 
puede  tener;  porque  sin  ella,  seràn  muchos  lo  anos,  que  se  avrà  de  trabajar  basto  reducir  esti 
provincias,  (si  acaso  assi  se  reducen)  y  con  ella  se  persuaden  los  Religiosos,  (de  los  quales  F 
Alonso  del  Castillu  y  Fr.  Antonio  Yaiverde  actualmente  se  hallan  en  esto  corte  a  la  soUcitnd  e 
estas  Missiones)  que  en  diez  aiSos,  poco  mas,  o  menos  podràn  roducirse,  y  cessar  con  su  tmpc^ 
te  el  de  los  3000  pesos  annuos,  que  a  cada  sacerdote  se  acostumbran  dar  en  estos  casos  para  vln. 
cera,  hostias,  socorro  de  sus  necessidades,  que  con  el  transcurso  de  dilatodos  aSos  sapercrecers 
a  lo  que  puedo  gastorso  en  la  osrolta  en  los  diex,  que  van  referidos. 


FUENTE  -  FUENTES  199 


«  S9.  Con  lo  que  concurre  el  que  redacidas  estos  nacioneSf  se  formarà  de  ellas  una  numerosa 
pro^w^lnda,  que  criando  para  Dios  muchas  almas,  aumente  a  V.  Mag.  el  numero  de  vassallos, 
<Io^  le  trìbuten,  resarciendo  por  este  medio  quanto  se  gastare  de  quenta  de  laReal  Hacienda;  y 
al  Kz&ismo  tiempo  conseguiran  crecidas  utilidades  los  dos  reynos  de  Goatemala  y  Panama,  facilì- 
ta.imcS.c8e  a  sus  habitadores  el  passo  por  tierra,  para  el  traflco,  y  comercios  de  uno  a  otro.  Y  con- 
spi.v*suido  a  la  justiflcacion ,  a  las  razones  expuestas ,  demas  del  testimonio,  que  queda  expressado, 
los  miìformes  del  Reverendo  Obispo,  y  Audiencia  de  Goatemala,  de  sus  dos  cabildos,  eclesiatsico , 
y  s^scolar,  que  V.  Mag.  podrà  mandar  reconocer: 

«  A  V.  Mag.  suplica  se  sirva  conflrmar  lo  determinado  en  la  Junta  de  5  de  Junio  de  17S6, 

es|>^»cialmente  en  quanto  a  la  escolta,  y  numero  de  soldados,  con  la  consignacion  de  sueldos,  y 

gasCos,  que  en  ella  se  hizo,  mandando  que  sobre  su  mas  exacto  cumplimiento ,  y  puntual  obser- 

vazitsìa,  se  den  las  ordenes  y  providencias,  que  su  Real  agrado  tuvierc  por  convenientes;  y  que 

respccto  de  ser  pocos  los  fusìles,  que  en  Goatemala,  y  Costa-Rica  se  encuentran,  y  reusar  entregar- 

ìos     Ics  Gapitanes  generales,  por  ser  necessarios  para  lo  que  en  sus  provincias  se  ofrece,  se  remi- 

tum     de  estos  reynos  todos  los  que  sean  convenientes  a  costa  de  la  Real  Hacienda ,  que  sobre  todo 

se   ^secute  lo  que  a  V.  Mag.  pareciere  disponer.  • 

Questi  documenti  mostrano  le  difficoltà  che  nel  loro  santo  ministerìo  incontravano  i  Missionarii, 
nowM.  solo  nella  barbara  natura  de'  popoli,  che  si  recavano  ad  evangelizzare,  ma  ancora,  e  forse  più, 
da  parte  del  governo  di  Spagna,  che  non  valutava  se  no  V  utile  materiale  che  ne  potrebbe  ritrarre, 
^  ^>*  Kissionari  faceva  stentare  i  miseri  sussidiì,  che  chiedevano,  e  che  erano  assolutamente  indìs- 
pexm&abili.  La  quale  condotta  del  Governo  spagnuolo  si  fa  sempre  più  indegna,  come  più  la  storia 
si  avvicina  a  noi.  Non  dubitiamo  di  affermare,  che  la  decadenza  in  cui  su  la  fine  del  secolo  passato 
^  ^  principi!  del  presente  vediamo  le  missioni  Americane,  fu  specialmente  opera  del  governo,  e  non 
de*  Bfiasionarii  e  de'  loro  Ordini. 

237.  FuENTE.  —  De  lo  buono  lo  mejor  goviemo  espiritual 
"  politico.  Por  el  capitan  Francisco  de  la  Fuente,  Sindico  Apostolico 

S^xieral  de  las  conversiones  de  la  Seraphica  Orden  en  este  reyno 
del  Perù  y  naturai  de  el.  Lima,  Joseph  de  Contreras  y  Alvarado. 
1693. 

Sono  due  volumi  in  foglio:  il  primo  di  5  carte  non  numerate  e  693  pagine,  il  secondo  di 
non  numerate  e  pagine  657.  Libro  molto  raro. 

238.  FuENTES.  —  Gramatica  griega  literal  para  el  uso  de  los 
^^'O.dios  de  Espana  y  Seminario  (Franciscano)  de  Tierra  Santa, 
®^  la  qual  se  hallan  los  rudimentos  de  la  doctrina  Christiana 
®^  griego  y  un  breve  Diccionario  de  los  verbos  y  nombres  mas 
^^^Tines  por  clases  para  la  mas  facil  inteligencia  y  manejo  de 
^  jxiventud:  por  el  P.  Fr.  Fedro  Fuentes  de  la  Orden  de  S. 

^^^oicisco.  En  Madrid:  en  casa  de  Joaquin  de  Ibarra,  ano  de  1776. 

^^  ^n  volume  in  4.  Di  questo  dotto  Francescano  già  si  disse  parlando  della  Grammatica  e  del 
^^^<^  Dizionario  Arabico  del  Padre  Ganes.  Il  quale  in  una  nota  al  Diteurto  preliminar  del  detto 
-^Hedonario  ci  avverte,  che  in  questa  Grammatica  t  se  debe  tener  a  vista  el  Prologo  en  que 
f^^^  noticia  de  los  decretos  Gonciliares  y  los  expedidos  por  la  Santa  Sede  y  Capitulos  Generales 
jTgf***  <>rdine  FrancucanoJ  recomendando  a  los  Religiosos  el  estndio  de  las  lenguas  orientales , 
"^**^*^<lamente  la  griega,  hebrea  y  arabiga.  » 


ac 


Jfc. 


Simip. 


G 


239.  Galvez.  —  Version  del  Flos  sanctorum  al  idioma  Japon , 
por  el  P.  Fr.  Francisco  Galvez  ;  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bau- 
tista. 

—  Explicacion  de  la  doctrina  cristiana  en  idioma  Japon,  ec. 

A  quanto  ne  dice  il  Padre  Huerta  {Extado,  ec.) ,  la  prima  opera  sono  tre  volami  in  foglio.  Il  P.  Galvez 
fu  nativo  di  Utìel,  e  già  diacono  abbracciò  l'Instiluto  Francescano  nel  Convento  di  San  Giovanni  de 
Ribera  il  1600.  Tre  anni  appresso  passò  alle  Filippine,  dove  imparò  la  lingua  giapponese,  e  poi  parti 
in  Missione  per  quell'Impero.  Esiliatone  il  1614,  tornò  a  Manila.  Ma  due  anni  appresso  con  inten- 
dimento di  nuovamente  penetrarvi,  sMmbarcò  per  Malacca  ;  quindi  recandosi  a  Macao ,  dove  rimise 
un  anno  e  mezzo:  «  basta  quc  (dice  T Huerta)  pintandose  el  cuerpo  de  negro,  se  ofreciò  de  ma- 
rinerò en  un  buquc  que  emprendia  su  viaje  al  dicho  reino  de  Japon el  ano  de  1618.  Inter- 

nado  ya  en  el  Japon  se  dedicò,  sin  intermision,  a  la  conversion  de  las  almas  en  el  reino  del  Quan- 
to. Despnes  le  destinò  la  obediencia  a  la  corte  de  Vendo ,  y  hallandose  en  la  ciudad  de  Camaeora 
fué  acusado  al  Governador  por  un  falso  cristiano,  siendo  preso  y  conducido  con  ignominia  al  car- 
cel  de  Yendo.  Àqui  sufriò  con  admirable  paciencia  indecibles  trabajos,  confcsò  con  valentia  de  espi- 
ritu  la  santa  Fé  catolica  en  los  trìbunales,  fué  azotado  cruelmente  y  consiguiò  la  corona  del  mar- 
tirio ,  siendo  quemado  vivo  en  la  referida  ciudad  de  Yendo  el  dia  4  de  Diciembre  del  aiSo  de  1693 
a  los  49  de  su  edad.  La  sagrada  Congregacion  de  Ritos  le  declarò  verdadero  martir  el  dia  26  de 
Agosto  del  ano  del  1645.  > 

240.  Galvez.  —  Memorias  para  le  continuacion  de  la  Cronica 
de  la  muy  Religiosa  Provincia  de  N.  P.  San  Francisco  de  las 
Zacatecas.  Acopiadas  por  Fr.  Antonio  Galvez.  Ano  de  1827. 

È  una  giunta  che  il  Padre  Galvez  fece  alla  Cronica  de  la  Provincia  de  Zacatecas  del  Padre 
Arlbqdi,  di  cui  abbiamo  parlato,  e  unitamente  a  questa  venne  pubblicata  il  1827,  e  poi  ristampata 
in  Mexico,  por  CumpUdo,  il  1851. 

241.  Gallemant.  —  Provincia  S.  Dionysii  Fratrum  Mina- 
rum  Recollectorum  in  Gallia  a  venerando  Patre  Placido  Galle- 
mant eiusdem  Provinciae  DeflBnitore.  Catalauni ,  apud  Henricum 
Geofifroy  Typographum,  MDCXLIX. 


GALLIPOLI  -  GALLUCCI  201 


». 


Un  volume  in  8,  interessante  anzi  necessario  perla  storia  delle  Missioni  Francescane  nel  Ca- 
nada. L'Aatore  dà  la  biografia  de' primi  Padri  che  evangelizzarono  quel  paese.  Libro  non  facile  a 
incontrarsi.  L' esemplare  eh'  io  studiai,  appartenente  alla  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi ,  è  anche  più 
pregevole  per  essere  segnato  dall'  autore  con  queste  parole  a  mano  :  Admodum  dUeeto  cognato  meo 
Francisco  Le-Grand  —  Placidìis  Gallemant  anctor. 

242.  Gallipoli.  —  Trattato  delle  piante  e  immagini  de  sacri 
edifizii  di  Terra  Santa,  disegnate  in  Gerusalemme  secondo  le 
regole  della  prospettiva  e  vera  misura  della  loro  grandezza  dal 
R.  P.  Fr.  Bernardino  da  Gallipoli  dell'  Ordine  di  S.  Francesco 
de'  Minori  Osservanti,  stampate  in  Roma  e  di  nuovo  ristampate 
dall'  istesso  Autore  in  più  piccola  forma,  aggiuntavi  la  Strada 
dolorosa  et  altre  figure.  In  Firenze  appresso  Pietro  Cecconcelli 
alle  Stelle  Medicee.  Con  licenza  de' superiori ,  1620. 

Un  volume  in  foglio  di  65  pagine  con  trentasette  figure  incise  dal  Callot.  Anche  l' edizione  di 
Roma  è  in  foglio,  e  fu  fatta  nel  1609.  11  Padre  Bernardino,  nativo  di  Gallipoli  uell'  Italia  Meridionale, 
fa.  pare,  in  Gerusalemme  tra  1596  e  il  1600,  e  la  descrizione  che  ci  dà  de' Santi  Luoghi  è  abbastanza 
pregevole.  N' è  un  esemplare  nella  nostra  Biblioteca  del  Convento  di  Sant'Anna  di  Parigi. 

243.  Gallucci.  —  San  Francesco:  ovvero  Gerusalemme  ce- 
leste acquistata.  Poema  sacro  con  gli  argomenti ,  annotationi  et 
allegorie.  Ove  con  devoto  affetto  si  narrano  la  vita  esemplare  i 
miracoli  maravigliosi  et  i  documenti  santi  del  glorioso  et  Sera- 
fico Padre.  Con  una  copiosissima  tavola ,  di  Frate  Agostino  Gal- 
lucci da  Mondolfo  minore  Osservante  Riformato.  Al  Serenissimo 
Signore  il  signor  Duca  di  Urbino.  Con  licenza  de'  Superiori  et 
privilegi. 

Un  volume  in  4,  di  7  carte  preliminari  e  536  pagine,  col  frontispizio  inciso  degli  emblemi 
Serafici  e  del  Duca.  Infine  dell'  ultima  pagina  si  legge  :  €  Venetia  MOCXYIII  apresso  Barezzo  Barezzi, 
con  licenza  de' superiori  et  privilegi.  •  Seguono  HO  carte  non  numerate  di  Tavola  delle  cose.  N*  è  un 
esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  I  canti  sono  i5  in  ottava  rima,  ciascuno  con 
annotazioni  e  allegorie,  ricche  di  erudizione  anche  per  la  storia  delle  nostre  Missioni.  I  versi  sanno 
dell'età  dell'Autore.  Ne  diamo  per  saggio  i  seguenti  dal  canto  VI.  San  Francesco  inviando  i  suol 
figli  a  predicare  nell'universo,  vede  in  profetica  visione  il  Nuovo  Mondo,  dove  conseguiranno  ma- 
ravigliosi successi;  e  lor  dice: 

Nò  sol  di  qua,  dove  diviso  il  mare. 
Si  va  chiudendo  a  l'ampia  terra  in  seno; 
Ma  sin  colà,  dove  più  grande  appare, 
Et  ove  stringe  in  so  tutto  il  terreno, 
Dove  Alcide  arrivò,  nò  volle  entrare. 
Dove  l'Italo  entrò,  ma  venne  meno 
Nel  più  vasto  Ocean  ch'or  giace  occulto 
Da' nostri  remi  al  marinaro  insulta 


202  GANTE 


Sltutp» 


Aintriei 


Occulto  giace,  il  navigarlo  è  vano. 
Che  chi  fremer  rudi,  cadde  e  merlo; 
Ma  verrà  chi  lo  solchi ,  e  chi  con  mano 
Governi  il  fren  del  periglioso  rio. 
Un  Colombo,  an  Vespucci,  un  Magalano, 
Degni  eh' a  tanta  impresa  il  cìel  sortlo, 
E  dopo  questi  a  cui  si  deve  il  merto. 
Pia  l'incerto  camln  facile  e  certo. 

Voi,  voi,  fratelli,  infjra  le  spine  e  1' herbe 
Con  l'asprezza  del  vitto  e  del  vestito. 
Con  Phumiltà,  con  l'astinenze  acerbe. 
Gol  vivere  ritratto,  anzi  romito, 
Torrcte  al  mondo  l'anime  superbe, 
E  ne  farete  un  parto  a  Dio  gradito: 
Questi  flan  nostri  figli,  e  questi  un  giorno 
Empiranno  la  terra  intorno  intomo. 


Né  sol  l'ultima  Tbile,  e  le  vicine 
Isole,  che  circonda  il  mar  Britanno; 
Ma  corron  le  Canarie,  e  le  Marine 
Ch'a  più  moderni  regni  il  pasto  danno: 
Indi  per  l' onde  infide  oltr*  il  confine 
Infortunati  scogli  essi  ne  vanno; 
Vanno  a  la  Desiata,  a  Capoverde, 
E  dove  il  mar  s'acquista,  e  ove  si  perde. 

244.  Gante.  —  Carta  de  Fray  Fedro  de  Gante  al  Emperador 
J,.    D.  Carlos,  exponiendole  sus  trabajos  en  la  doctrina  e  instniccion 
de  los  Indìos.  Mexico,  31  de  octubre  de  1532. 

È  stata  testé  pubblicata  nelle  Cartas  db  Indias  (Madrid  i878).  Sone  due  carte  in  foglio  reale. 

—  Carta  de  Fray  Fedro  de  Gante  al  Emperador  D.  Carlos, 
exponiendole  el  sensible  estado  a  que  tenia  reducido  à  los  Indios 
el  servicio  personal. — De  S.  Francisco  de  Mexico,  15  de  febrero 
1552. 

Fa  parte  della  stessa  pubblicazione,  e  conta  sei  carte  in  foglio  reale.  Un'altra,  data  in  Mexico  17 
giugno  1539,  è  riferita  dal  Daza  (Quarta  parte  de  la  Chroniea  ec,J,o  ultimamente  venne  ristampata 
dal  Ternadx  nel  tomo  X  della  sua  grande  raccolta  di  Voyaget,  rélationt  et  mèmoiret  originaux  pour 
tervir  a  Vhiftoire  de  V  Àmerique.  Paris,  1840-1841. 

Altre  lettere  di  Fr.  Pietro  restano  inedite  negli  Archivi  di  Spagna.  Ne  citerò  una  soltanto  deir 
Archivio  de  Indiai  di  Siviglia,  del  SO  luglio  1548  allo  stesso  Imperatore.  Sfoga  in  essa  il  suo  dolore 
per  la  morte  del  primo  Arcivescovo  di  Messico,  suo  compagno  e  Padre,  Fr.  Giovanni  Zumarragi. 
«  Yeinte  y  cinco  aiios  estoi  con  este  habito  :  estos  nalurales  me  miran  comò  padre  :  nunca  he 
estado  tan  triste  comò  el  dia  de  boi,  a  causa  aver  muerto  el  Obispo  Zumarraga,  verdadero  padre 
destos  naturales ....  Fue  siempro  mi  eompaSero  en  trabajo  con  ellos  ....  Trabajò  en  la  convenion 
i  doctrina  destos  naturales  asi  en  lo  espiritual  corno  en  lo  temporal,  dandole  limosnas  ....  A  eansa 


GANTE  203 

Bi^ntas  limosnas  i  obras  pias  asi  para  casas  hnerfanas,  corno  en  sostentar  viadas  i  hacer  enfermerias 
1^  los  Religiosos  come  eotre  los  naturales,  mori  ienza  poter  pelare  la  pattuita  mercede  al 
Mtaggiorduomo,  a  qaìen  suplico  (dice  Fr.  Pietro  aW  Imperatore)  se  le  pague.  »  Scrisse  Fr.  Pietro, 
^  annotò  anclie  il  Daza,  muehat  vezes  (fra  gli  altri)  a  tue  amigot  y  conoddot  ReUgiotot 
^iandee.  Gli  Editori  delle  Cartas  db  Indias  ne  danno  la  seguente  breve  biografia  :  •  Gante  Fray 
ro,  naturai  de  Gante,  pariente  muy  cercano  del  Imperador  Carlos  V,  y  Religioso  Lego  de  la 
su  de  S.  Francisco,  paso  a  la  Nueva  Espana  en  1533  con  el  catedrÀtico  quo  habia  sido  de  la 
/"crsidad  de  Paris  Fr.  Juan  de  Tecto  e  con  Fray  Juan  de  Ayora.  Dedicando  Fray  Fedro  su  talento 
iiegiado,  su  muctia  virtud  e  inQuencia  en  bien  das  los  Indios,  edificò  en  la  cornar*»  de  Mexico 

de  cien  iglesias,  fundò  capillas,  conventos,  escnelas  y  colegios  para  ninos  y  ninas;  fué  el 
^ero  que  instituyó  confradlas  entre  los  naturales,  quien  mejor  los  trató  y  mas  simpatlas  se 
|o  de  espafioles  e  indigenas.  Repetidas  veces  le  dieron  licencias  para  que  se  ordenase,  y  basta 
::m  ismo  Emperador  le  rogò  que  admitiese  el  Obispado  de  Mexico,  a  lo  cual  contestaba,  que  a  todas 
cftìgnitades  y  casas  orzabispales ,  preferia  su  condicion  de  pobre  Lego  y  la  celdita  del  Golegio  ; 
de  murió  de  muy  avanzada  edad,  el  39  de  junio  di  1573.  » 

Trattano  largamente  della  sua  vita,  tra  gli  altri,  il  Torodemada  (Monarq.  Indiati,  tom,  L),  il 
k^LàNo  (  Prandscui  redivivus  :  Chroniea  ee.  )  ;  dei  quali  diremo  a  suo  luogo  ;  il  Daza 
t^rta  parte  della  Chroniea^  ecj,  e  molti  altrL  Ma  chi  ami  ben  conoscere  la  storia  di  questo 
^oe  Missionario  del  Messico,  legga  il  racconto,  di  maraviglioso  effètto,  che  n'  ha  testé  pubblicato 
CMtro  chiarissimo  confratello  Padre  Servasio  Dirks  della  Provincia  di  S.  Giuseppe  nel  Belgio,  con 
sto  titolo  :  La  Frere  Pierre  de  Mura.  Sa  vie  et  set  travaux  au  Mexique,  Gand,  H.  Fander 
elden,  éditeur  ;  Parie,  Victor  Palme  ;  Bruxellee,  G,  Lebrocquy,  1878.  Anche  n'  ha  assai  belle  cose 
ìrassedr,  Hieioire  dee  natione  eivUieèee  du  Mexique  et  de  V  Amerique-Centrale,  durant  lee  eièelee 
^érieur»  a  Chrietophe  Colonib,  écrite  sur  dee  documente  originaux  et  entièrement  inedite,  puieee 
e  andene  archivee  dee  indigènee,  etc.  Parie,  Arthue  Beltrand,  editeur,  1858.  Quattro  volumi  in 
grande.  Aggiungiamo  finalmente  per  la  storia  del  Messico,  non  esclusa  l'opera  di  Missionari 
ncescani,  V Hietoire  de  la  eonquéte  da  Mexique  ec.  di  Williah  Presgott.  Parie,  lÀbrairie  de 
«Ito  Didot,  ec.  1864. 

—  Doctrina  cristiana  en  lengua  Mexicana. 

Un  volume  in  16,  di  173  carte.  In  fine  si  legge:  t  A  honra  y  gloria  de  nuestro  SeSor  Jesu 
*  y  de  su  bendita  Madre  aqui  se  acaba  la  presente  doctrina  Xpiana  en  lengua  Mexicana.  La 
^é  recopilada  por  el  R.  Fr.  Fedro  de  Gante  de  la  Orden  san  Francisco.  Fué  impressa  en  casa  de 
I^los  impressor  de  libros  afi.  de  1555.  » 

245.  Gante.  —  Epistola  Fr.  Joannis  de  Gandavo  Ordinis  Mino- 
m.  Anno  1541. 

Fr.  Giovanni  da  Gand  fu  un  altro  celebre  Missionario  Fiammingo,  de' primi  Francescani  che 
bearono  ad  evangelizzare  nella  Nuova  Spagna,  e  più  specialmente  nella  Provincia  di  Nicaragua, 
lìella  città  di  Granata  V  anno  1536,  quando  il  suo  confratello  Fr.  Biagio  del  Castillo  gli  appalesò 
^o  disegno  di  esplorare  il  cratere  del  Vulcano,  chiamato  l'Inferno  di  Maeeaya,  Unito  a  Frate 
^cesco  di  Aragona,  propagò  largamente  la  fede  in  quelle  parti  fino  alla  morte  del  Vescovo  Fr. 
^^cesco  di  Mendavia ,  che  comunicò  al  Consiglio  dell'  Indie  con  lettera  data  nella  predetta  città 
franata  di  Nicaragua,  il  1  gennaio  1541.  Questa  lettera  in  lingua  spagnuola,  con  la  sopra  citata 
'^no,  trovasi  nell'  ArOUvio  de  Indiae  di  Siviglia.  L'  una  e  l' altra  sono  gravissimi  documenti 
^^  fatiche  e  delle  pene  d'ogni  genere  sostenute  dai  primi  Missionari  Francescani  nel  Nuovo 
CHlo  per  compiere  degnamente  il  loro  apostolico  Ministero.  Metto  qui  il  principio  e  la  fine  della 
^^^  indirizzata  parimente  al  Consiglio  dell'Indie:  t  S.  C  C  BL  sane  quam  generosis  et  cum 
^nis  observandis  V.  D.  Doctorìbus  sacri  ac  Regalis  Consilii  auditoribus  clarissimis,  Frater  Joannès 
>^davo,  Ordinis  Minorum  Regulatae  Observationis,  totins  mundi  imperium  et  salntem  ciun 
^Q>peritate  pinrimam  optat  Snperloribos  annls,  domini  magniflcentlssimi,  plnrimomm  religioflomm 


S04  GAONA  -  GARCES 


Patrum  nostri  Ordiais,  uliorumquc  prorenim  vchcmcnli  exortatiunc  fui  lacessitus,  ut  Indomm 
peterem,  ob  glorìam  summi  maximiqoe  Jcsu  Ghristi,  ac  fldei  catholicae  ampliaUonem , 
solnm  in  velcri  via,  venim  etiam  in  ea  vinea  oborcs  froctns  collectunu.   Ipse  vero  hoc 
cuniectans,  quam  magnam  mcrccdom  coUigerem»  de  qaa  scriptum  est:  Majorem  eharUaiem 
habet  qwim  ut  animam  tìiam  pimat  quU  prò  amieìn  tuis ,  idest  proximis  ;  quippe  ego 
rupiditate  ductus  ser\iendi  ac  parendi  rcvcrendorum  Patrum  imperiis,  praecipue  Reverenc 
Gcneralis  Ministri,  ad  cumplendnm  quod  iubebant,  maximo  vitac  meac  discrimine;  tmn  ob 
scentcm  actatem  meam,  quac  labrirìbus  iuvcntutis  minime  respondct,  lice  spondere  et  open  eompl 
socius  curavi.  Venim  cnimvero  quum  in  terra  de  Nicaragua  sex  et  eo  amplius  anno8  comi 
istandu  opportune  ci  importune,  argoens  aequales,  seniores  maioresque  observans,  ìd( 
iuniores,  annunciavi  verbum  abreviatnm  quod  fecit  hominus  super  terram,  ec.  • 

Qui  poi  narra  lungamente  la  guerra  eh'  egli  co'  suoi  compagni  ebbe  a  sostenere  flerissìmt  ^ 
quelli  che  maggiormente  avrebbero  dovuto  assisterlo  e  prestargli  aiuto.  E  conchinde  dloem^j^^ 
•  Precor  igitur  ilerumque  precor  benignilatem  lustiliamque  vestram,  ut  Nicaragoam  proriiicL^^fa 
vestrìK  piis  auxiliis  suc^urrcre  dignemini,  ab  ipso  qui  nos  praetiosissimo  rcdemit  sanguine  ellt^y^ 
praemia  accepturi.  » 

E  qui,  poiché  ho  do\uto  far  menzione  dell'  Archivio  de  Indiaf  di  Siviglia,  dove  venne  tnsponu^^ 
anche  quello  di  Simancas,  \oglio  notare  che,  esaminando  posatamente  gl'immensi  doenmentl  eh^ 
C4)ntiene  dell'  America,  di  sole  lettere  inedite  di  Francescani  si  potrebbero  raccogliere  parecchi  vcrtuil^ 
A  mala  pena  io  potei  studiarvi  un  mese;  e  non  si  richiederebbe  meno  di  un  anno;  tanto  piA,i 
manca  afTatto  ogni   Catalogo ,  e  non  si  ha  i>er  aiuto  che  i  titoli   delle  Audiendàt ,  ciascuna 
quali  conta  50,  60,  400  e  più  legajo$  (  fasci  )  di  carte,  che  devi  svolgere  ed  esaminare  nna  peri 
Quel  che  si  potrebbe  raccogliere  in  questo  Archivio,  il  più  ricco  delle  Spagne,  per  la  storia 
Missioni  Francescane,  lo  vedrà  il  lettore  in  altro  luogo,  dove  metterò  i  semplici  appunti  cbe 
so[>ra  detto  brevissimo  tempo  potei  prendere,  oltre  alcuni  documenti  che  copiai  letteralmente. 

s^nv.        246.  Gaona.  —  Coloquios  de  la  paz  y  tranquilidad  Christiana  ^ 
^"•**"  en  lengua  Mexicana.  Su  autor  el  P.  Fr.  Juan  Gaona  Frand — 

scano.  Con  licencia  y  privilegio.  En  Mexico  en  casa  de  Pedice 

Ocharte.  MDLXXXII. 


Vìi  volume  in  8,  di  i6  carte  preliminari  e  iii  pagine.  Nel  frontespizio  porta  inciso  San 
Cesco,  e  in  uuu  coirla  in  line  si  legge:  «  A  honra  y  gloria  de  nro  Seìior  Jesu  Christo,  y  de  su  bendktt^ 
Madre  :  acabaronse  de  inipriniir  estos  rolotiuios  con  licencia  y  privilegio  :  en  Mexico ,  en  casa  cJlt; 
Pedro  Ocharte,  a  X.XI1J  de  octuhn'  do  MDLXWIIJ.  »  Seguono  poi  alcuni  versi.  Secondo  il  BEMSTA.m3K, 
questa  edizione  sarebbe  la  sei'onda:  ma  non  ne  indica  Tanno.  Il  Tbrnaux  cita  anch' egli  <Ì.ue 
edizioni,  l'uiia  dei  1583,  V  altre  del  1593.  •  Ma  io  (dice  Joaquin  Garcia  Icazbauxta,  Apunie$,  te) 
ho  mai  veduto  che  ipiella  del  i58i ,  e  credo  che  sia  l' unica.  Che  poi  sia  essa  la  prima  si  vedo  clii; 
dalla  dt^dicatoria  data  il  i6  maggio  158J,  che  ne  ft^'e  al  Viceré  il  Padre  Fr.  Miguel  de  Zarata 
pubblicò  l'opera;  chi'  il  Padre  Gaona  era  morto  sin  dal  1560.  Un  esemplare  curioso  (egli  continui*} 
n'ho  appresso  di  me,  al  quair*  foglio  per  foglio  è  intraniessa  e  unita  una  traduzione  manoscritta 
degli  stessi  collociui  in  un  altra  lingua  indigena,  che  insin  «lui  nessuno  ha  saputo  dirmi  cbe  lìo* 
gua  fosse.  I^  lettera,  bellissima,  è  del  secolo  XVI,  ed  ha  i  titoli  colorati  in  rosso.  > 

11  Padre  Giovanni  Gaona,  o  Gaonna,  fu  nativo  della  città  di  Burgos.  Vestito  P abito  di  smO 
Francesco,  e  compiti  gli  studii  di  tllosolla  e  di  t(H)logia,  passò  all'Università  di  Parigi  peradd^' 
torarvisi.  Uichiamato  in  Ispagno,  insegnò  scienze  teologiche  in  Vailadolid,  e  V  anno  1538  Plmperafric^ 
lo  scelse  perche  con  altri  compagni  si  recassi»  alla  Nuova  Spagna,  ove  imparò  a  perfezione  li  Ung** 
Messicana.  Quivi  fu  (ìuardiano  del  Convento  di  Tlatelolco,  ove  insegnò  Grammatica,  e  di  qwIlP  ^ 
Xochimilco.  Nel  1554  venne  eletto  Provinciale,  ufficio  che  [>oco  dopo  rinunciò  per  aver  perMft  ^ 
vista.  Ove  morisse  non  sappiamo. 

M..  247.  Garces. — Diario  que  ha  formado  el  Padre  Fr.  Frandfloo 

America 


GARGIA  205 


Gr«i.rces,  hijo  del  Colegio  de  S.  Cruz  de  Queretaro  en  el  viaje 
Ixoolio  en  este  ano  de  1775  por  mandado  del  Exmo  Senor  Virrey 
Kr-    D.  Antonio  de  Bucareli  y  Urcua,  Theniente  Coronel,  digo 
Goxieral  Virrey  Govemador  y  Capitan  General  de  està  Nueva 
Espana,  ultimado  en  su  Carta  de  2  de  Enero  del  citado  ano, 
y  cieterminado  en  la  junta  de  guerra  hecha  en  Mejico  en  28  de 
Novembre  del  ano  antecedente,  asi  mismo  mandado  por  el  R. 
Padre  Fray  Romualdo  Cartagena,  Guardian  de  diche  Colegio  por 
cairta  de  20  de  Enero  del  espresado  ano  de  1775,  y  por  etra  de 
su     sucesor  el  R.  P.  Fr.  Diego  Ximenez  en  28  de  Febrero  del 
mismo  ano,  en  la  que  me  ordena  que  acompanado  de  otre  Reli- 
gioso e  con  el  Theniente  Coronel  D.  Juan  Rautista  Anza  y  el  P. 
Fr.    Pedro  Font  destinados  al  Puerto  de  S.  Francisco  y  que  acom- 
pansndolos  basta  el  Rio  Colorado,  espere  allì  con  mi  companero 
su    l)uelta ,  y  en  este  intermedio  esamine  los  parages ,  trate  con 
las    naciones  immediatas,  y  esplore  el  animo  y  disposicion  de 
sus  naturales  al  catequismo  i  vasallage  de  nuestro  Soberano. 

Manoscritto  in  foglio,  appartenente  alla  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 
^  scio  titolo  il  lettore  vede  l' importanza  grande  del  lavoro.  In  flnc  del  Manoscritto  è  una  Carta 
(lettera)  del  P.  Fr,  Antonio  Barbastro  Mitionero  de  Tubutama,  al  R.  P.  Morfi,  noticiandole  la  mner- 
'^  ^^^i  P.  Fr.  Frandteo  Garces  y  de  loi  otros  tres  Religiotos,  suoi  compagni,  Giovanni  Marcello  Diaz , 
GiiLseppe  Mattia  Moreno ,  e  Giovanni  Antonio  Barrenche ,  Misioneros  del  Colegio  de  Propaganda  Fide 
^  ^Sesiito  Cruz  de  Queretaro ,  Fundadores  de  las  conversione»  de  la  Purisima  Coìicepcion  y  de  S. 
'^^'o  y  S.  Pablo  del  Rio  Colorado  entre  los  gentiles  Yumas^  y  muertos  en  ellas  gloriosamente  a 
de  los  mismos  barbaros  en  los  dias  ÌT  y  i9  de  lulio  de  i78i. 


—  Diario  de  las  ultimas  peregrinaciones  del  P.  Fr.  Franci- 
sco Garces  (  de  la  Orden  de  S.  Francisco  )  basta  la  Provincia 
d^  IMoqui ,  acompanando  plano  que  demuestra  las  naciones  explo- 
ra<ias. 

Grosso  volume  manoscritto  in  4,  che  si  conserva  nella  Biblioteca  del  real  Palazzo  di  Madrid. 

248.  Garcia  .  —  Historia  Bethelemitica .   Vida  exemplar  y 
'^^^Ooirable  del  Venerable  Siervo  de   Dios  y  Padre  Pedro  de  S. 
^^^eph  Betancour,  fundador  de  el  Regular  Instituto  de  Bethlehen 
^^    las  Indias  Occidentales ,  frutos   singulares  de  su  fecondo 
^piritu  y  sucesos  varios  de  està  Religion  :  escrita  por  el  P, 
^.  Joseph  Garcia  '  de  la  Concepcion,  Lector  de  Theologia,  Reli- 
gioso Descalgo  de  el  Orden  de  N,  S.  P.  S.  Francisco,  y  hyo  de 


306  GARGIA 

la  Provincia  de  S.  Diego  de  Andalucia.  En  Sevilla,  por  Juan 
de  la  Puerta,  impressor  de  libros  en  las  siete  Revueltas.  ,^ìo 
de  1723. 

È  un  volume  In  fogliu,  di  593  pagine.  L'opera  è  divisa  In  4  libri:  il  primo,  di  pagine  S16:  il 
secondo,  di  SOS:  il  terzo,  di  173,  il  quario  di  39,  ed  altre  undici  carte  non  numerate.  Opera  bellissiiDa 
ed  interessantissima  per  la  storia  universale  delle  Missioni  Francescane,  mostrandoci  come  lo  spirito  del 
Seraflco  Patriarca,  dopo  di  aver  rigeneralo  milioni  di  quelle  genti  a  Cristo,  vi  creasse  mirabili  Institailoii 
di  beneflcenza,  che  noi  nella  presente  nostra  umanità  non  sappiamo  né  anche  immaginare,  fc  tal  slorii 
delPinstituzione  d'una  Congregazione  di  spirito  Francescano  fatta  da  un  Terziario,  che  si  propose  di 
fondare  ospedali  pe'  poveri  in  tutta  l' America,  e  per  assisterli  non  solo  nelle  loro  infermità,  ma  aDclw 
nelle  convalescenze  ;  instituzione  che  ottenne  maravlgliosi  successi  Cominciò  in  Guatemala,  e  Teuae 
solennemente  approvata  dal  Pontefice  Clemente  X.  Le  parole  della  Bolla  ce  no  dicono  lo  spirito  ed  il 

fine.  •  Poco  ha  (dice  il  Pontefice)  que  por  parte  de  los  amados  hijos  Rodrigo  de  la  Cruz y 

tambien  otros  hermanos  llamados  de  Betlehen  de  la  compania  llamada  de  la  Misericordia 

erigida  en  la  ciudad  de  Guatemala,  nos  fuc  presentada  una  peticion,  la  qual  contenta ,  que  en 
certo  tiempo  antes  de  aora,  Fedro  de  S.  Joseph  Betancour,  de  la  diocesis  de  Canarias,  con  adml- 
rable  fcrvor,  y  afecto  de  los  pobres,  aviendo  venldo  de  la  isla  Tenerife,  de  adonde  era  originario, 
4>n  la  dicha  ciudad  de  Guatemala,  considerando  que  ordinariamente  muchos  pobres,  que  saliu 
achacosos  y  convaleclentes  de  los  haspitales,  destituldos  de  todo  humano  soccorro,  y  no  haìtieodo 
con  que  bolver  a  restituirse  a  sus  naturales  fuerzas,  acaban  miseramente  la  vida;  lo  primero  los 
fue  alvergando  en  su  pequeHa  habitacion,  y  pidiendo  y  recogiendo  limosna  de  dia  y  de  nocbe 
continua  y  InCatlgablemente  por  las  calles  y  plazas  de  dicha  ciudad,  los  iba  rehaziendo;  basta  que 
creciendo  el  numero  de  los  pobres  que  ocurrian  a  el  y  no  cabiendo  en  la  corta  capacidad  de  aqod 
hospedage  . . .  conflando  en  sola  la  misericordia  de  Dios  ...  se  resolviò  a  fabricar  un  grande  hospital, 

y  recibiendo  algunos  compafieros  fundó  alli  una  compafiia eriglò  y  instituyò  diche  hospitil 

con  el  nonibre  de  Betlehen  de  pobres  convaleclentes,  con  sus  offlcinas,  cerdas,  salas  de  enfennos  y 
(le  ensenanca  de  muchachos . . .  Nos  por  autoridad  apostolica  y  ci  tcnor  de  la  presente  aprobamoi 
y  conflrmamos  la  ereccion  y  institucion  de  dlcho  hospital  y  Compania  ec.  »  Romae  apud  S.  Bbriun 
Malorem,  an.  Dominicac  incamations  4672  die  S  mali.  Fon  ti  f.  nostri  an.  II.  (Lib.  II.  Cap.  11) 

Poi  Fra  Rodrigo  fondò  un  ospedale  per  le  donne,  con  una  Compagnia,  o  Congregazione  di 
sorelle  Bellemitiche,  delle  quali  fu  prima  Superiora  Marianna  di  Gesù;  e  vennero  con  altro  Brere 
approvate  dallo  stesso  Pontefice  Clemente  X.  Da  Guatemala,  Fratelli  e  Sorelle  passarono  a  fondare 
Ospedali  nel  Perù,  nel  Messico,  e  via  via  in  tutta  l'America,  e  da  per  tutto  operando  veri  prodigi  Se 
in  tali  Ospedali  l'umanità  e  la  carità  avessero  raggiunto  quella  perfezione  che  da  molti  si  spaeda 
essere  efTelto  della  civiltà  moderna  (e  non  del  Vangelo,  come  se  la  nostra  civiltà  non  fosse  open 
del  Vangelo  1)  lo  dica  la  seguente  descrizione  dell'Ospedale  che  i  Betlomiti  fondarono  in  Messico 
con  le  sole  limosine  ch'essi  medesimi  raccolsero.  Questa  carità,  dice  V  Autore,  fu  talmente  abbos- 
dante,  che  in  pochissimo  tempo  «  se  dispusieron  (nel  locale  dato  da  un  Santo  Prete,  di  nome  Antonio 

d'Avila)  tres  salas  con  el  primor  conveniente  por  la  convalccencia una  dellas  dedlcada  paia 

Indios,  Negros  y  Mulatos  ;  otra  para  los  Espanoles  ;  y  otra  por  los  venerables  Sacerdotes.  •  E  mano 
mano  poi  si  venne  sempre  più  ingrandendo  •  con  quanto  los  convaleclentes  pudlessen  desear  pan 
su  allivio.  Està  fundado  el  hospital  en  el  centro  de  la  ciudad  de  Mexico  :  y  estando  en  el  corazoi 
de  la  poblaciun,  tiene  las  dilataciones ,  que  pudiera  en  el  mas  desembarazado  terreno;  pues  aao 
le  sobra  espacio  para  dilatar  mucho  su  fabrlca.  La  Iglesla ,  en  cuyos  fundamentos ,  quando  se 
labraba,  puso  la  primera  pedra  el  scnor  Arzobispo  Virrey  don  Fray  Fabio  de  Ribcra,  es  de  primonso 
edificio . . .  Todo  el  hospital  es  un  tesoro  de  primorosissimas  pinturas,  escogidas  de  los  mas  die- 
stros  pincelcs  de  todo  el  reyno,  cuyo  ornado  se  debe  a  las  limosnas  que  en  este  han  querido  gastir 
los  caritativos  y  generosos  naturales.  La  porteria  y  una  espaciosa  escala,  que  franquea  el  passo  a 
los  altos  de  el  hospital ,  muestran  vestidas  sus  paredes  de  varias  sagradas  historias  y  imagines  de 
Santos,  en  que  se  admira  el  aderto  de  el  arte  de  la  pintura.  El  claustro  alto  de  està  casa,  que  o 
muy  espacioso,  sirve  a  los  pobres  de  desahogo:  y  en  ci  tienen  para  su  mejor  diversioB  piBladss 
en  diversos  quadros,  que  adornan  sus  paredes,  la  vida  y  nuerte  de  nuestro  Redemptor,  y  Junti- 
mente  de  su  SS.  Madre.  Desdc  este  elevado  sitio  logran  los  convaleclentes  quanto  en  la  Inféilor 


GARCIA  -  GARROVILLAS  207 


km 


parte  puede  recrear  la  vista  :  un  belissimo  jardin,  y  una  hermosissima  fuente,  qoe  en  aquel  sudo 
se  mostran,  ec  . . .  Las  enfennerìas  de  este  hospital  son  singulares  alhajas,  en  cuyo  alegre  y  capaz 
espacio  luzen  mas  de  Ueno  los  esplendores  de  la  caridad,  porque  en  ellas  es  notable  el  alino  y 
riqueza,  en  que  son  servidos  los  convalescienles.  Tienen  estas  mucho  numero  de  camas  cuya  curiosa 
disposicion  es  mas  que  decente  ;  pues  estan  adomadas  con  ricas  cortinas  y  colgaduras  de  escarlata 
y  cnbiertas  de  hermosas  colchas  de  seda.  A  proporcion  de  està  grandeza  es  el  cuidado  de  los 
Bethlemitas  en  la  assistencia  de  los  convalecientes  :  porque  los  sierven  con  extraordinario  asseo  y 
regalada  magniflcencia;  siendo  su  fervorosa  applicacion  remedio  de  las  miserias  de  los  pobrcs,  y 
singular  exemplo  de  edillcacion  a  todos  los  fleles  (lib.  IL  Cap,  24  J  .>  Intorno  a  questa  mirabile  in- 
stituzlone,  che  pochi  anni  fa  durava  ancora  nel  Perù,  e  al  gran  bene  che  ha  fatto  in  tutta  l'Ame- 
rica, incontrai  bellissimi  documenti  nella  Biblioteca  delP  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

249.  Garcia.  —  Derechos  legales  y  estado  de  Tierra  Santa  : 
coleccion  de  documentos  y  noticias  pertenecientes  al  derecho,  que 
las  Potencias  christianas  tienen  a  la  posesion  de  los  Sanctuarios  : 
por  el  R.  P.  Fr.  Manuel  Garcia  Franciscano.  Palma,  Fel.  Guasp. 
1814. 

Un  volume  in  8,  di  moltissima  importanza  per  la  storia  delia  Terra  Santa  e  i  diritti  dell' 
Occidente  su  la  Palestina.  Anni  fa  Io  vidi  ed  ebbi  a  mano  in  Roma.  Credo  che  ne  sia  un  esemplare 
nella  Commissaria  Apostolica  di  Spagna  nel  nostro  Convento  di  Araceli. 

250.  Garcia.  —  Manual  para  administrar  los  santos  Sacra- 
mentos  de  Penitencia,  Eucharistia,  Extrema-uncion  y  Matrimo- 
nio :  dar  gracias  despues  de  comulgar  y  ayudar  a  bien  morir  a  los 
Indios  de  las  Naciones:  Pajalates,  Orejones,  Pacaos,  Pacoas,  Tilya- 
yas,  Alasapas,  Pansenes,  y  otras  muchas  diferentes,  que  se  hallan 
en  las  Misiones  del  Rio  de  San  Antonio  y  Rio  Grande,  perte- 
necientes a  el  Colegio  de  la  Santissima  Cruz  de  la  Ciudad  de 
Queretaro,  comò  son  :  los  Pascuaches,  Mescales,  Pampopas ,  Taca- 
mes,  Cheyopines,  Venados,  Pamaques,  y  toda  la  Juventud  de 
Pihuiques,  Borrados,  Sanipaos ,  i  Manos  de  Porro.  Compuesto  por 
el  P.  Fr.  Bartholomè  Garcia,  Predicador  Apostolico,  y  actual 
Missionero  de  la  Mission  de  N.  S.  P.  S.  Francisco  de  diche  Colegio, 
y  Rio  de  S.  Antonio  en  la  Provincia  de  Texas.  Impresso  con  las 
licencias  necessarias  en  la  impronta  de  los  Herederos  de  Dona 
Maria  de  Rivera,  en  la  Calle  de  S.  Bernardo,  y  esquina  de  la 
Plazuela  de  el  Volador.  Ano  de  1760. 

Un  volume  in  4,  di  IV  carte  preliminari  e  88  pagine.  Il  Bbristain  non  ne  fa  menzione. 

251.  Garrovillas.  —  Estado  de  la  Apostolica  Provincia  de 
S.  Gregorio  (de  Filipinas)  el  ano  de  1594,  por  el  P.  Fr.  Juan 
de  Gart*ovillas  de  la  Provincia  de  S.  José. 


t208  GEMONA 


Asia 


—  Tratado  del  modo  de  conversar  y  portarse  los  Relìgiosos 
en  los  ministerios  de  Indios. 

Cosi  il  Padre  Huerta  fEstado»  ecj.  Il  Padre  Giovanni  nacque  dall'  illustre  famiglia  dei  Tilk- 
lobos  y  Gutierrez  nel  paese  da  cui  tuLse  la  sua  dcnoininazione.  Prese  V  abito  Francescano  nel  Con- 
vento di  S.  Bernardino  di  Madrid:  s'imbarcò  per  il  Messico  il  1580,  e  di  là  passò  alle  Filippine. 
Vi  evangelizzò  con  grande  zelo  e  frutto  molti  anni,  e  mori  nel  Ojnvento  di  Lumbang  il  1619. 

sfamp.        252.  Gemona.  —  Dictionnaire  Chinois-Frangois-Latin  par  le 
M..    Pere  Basile  de  Gemona  (  Franciscain  )  pubblié  par  M.  Guignes , 
resident  de  France  en  Chine.  Paris  1813. 

Un  volume  in  foglio,  il  prezioso  originale  è  nella  Laurenziana  di  Firenze. 

—  Dictionnaire  Chinois-Latin ,  par  ordre  de  clef ,  extrait  de" 
celui  du  P,  Basile  de  Gemona. 

Manoscritto  in  8,  di  oltre  800  pagine;  con  la  spiegazione  di  più  che  ottomila  cinqueoento 
caratteri.  Esso  apparteneva  alla  Biblioteca  linguistica  del  Marchese  de  La  Fertè-Senoctere ,  e  venne 
messo  in  vendita  in  Parigi  l'aprile  del  1873.  Chi  l'abbia  acquistato  non  sappiamo. 

—  Supplement  au  Dictionnaire  Chinois-Latin  du  Pere  Basile 
de  Gemona,  imprimé  en  1813  par  les  soins  de  M.  de  Guignes, 
pubblié  d' apres  Y  ordre  de  sa  Majesté  le  Eoi  de  Prusse  Federio- 
Guillaume  III ,  par  Jules  Klaproth.  A  Paris ,  de  Y  Imprimerie 
Royale,  MDCCCXIX. 

Un  volume  in  foglio  reale  grande,  di  pagine  X  e  168;  nel  quale  il  Klaproth  fa  un  esame  crì- 
tico dell'edizione  fatta  dal  Guignes,  che  qui  riferiamo  in  compendio. 

Nella  prima  metà  del  XYII  secolo  (egli  dice)  viveva  in  Cina  un  letterato  di  nome  Tchaòg- 
eul-Koung.  Impiegato  nella  grande  Biblioteca  di  Nan-thch3ng-fou,  occupava  il  suo  tempo  nel  leg- 
gere e  rileggere  le  molte  opere  antiche  e  moderne  che  vi  erano  raccolte.  E  frutto  delle  sue  fatiche 
(li  non  pochi  anni  fu  la  compilazione  d'  un  gran  Dizionario,  che  intitolò  :  Tching-tou-thoung,  cioè 
Spiegazione  dei  caratteri  regolari.  Il  Bibliotecario  capo,  di  nomo  Uao-wcn-ing,  uomo  di  poco 
studio  ed  intendimento,  ma  amante  di  gloria  senza  fatiche,  pensò  che  gli  fosse  capitata  un'  ottima 
occasione  per  acquistarsi  fama;  perchè  il  buon  Tchang-eul-Koung  essendo  povero,  facilmente 
s'indurrebbe  a  cedergli  il  Manoscritto  del  Dizionario  per  una  buona  somma  di  danaro,  come  avvenne, 
dandogli  cento  once  in  oro.  Poco  di  poi  Tchang-eul-Koung  morì  senza  Agline  eredi;  e  Lìao-weo- 
ing  senz'  altro  pubblicò  il  lavoro  col  suo  nome.  Ma  non  appena  il  Dizionario  si  sparse  per  U.  Qua, 
gli  eruditi  s'accorsero  che  esso  era  opera  del  valente  pennello  di  Tchailg-eul-Koung;  e  levatosene 
grande  rumore,  specialmente  nelle  adunanze  letterarie  di  Nan-tchh9ng-fou,  la  pubblica  autorità  che 
in  Cina  s' immìschia  d'ogni  cosa,  vi  prese  parte  ;  e  provato  il  furio  di  Liao-wen-ing,  di  subito  si 
fece  una  seconda  edizione  del  Dizionario  con  l' attestato  di  tutti  i  letterati  e  magistrati  della  città, 
che  Tchang-eul-Koung  n'  era  il  vero  e  solo  autore  :  e  da  questo  momento  portò  sempre  il  suo 
nome.  Questo  aneddoto  è  tolto  alla  lettera  dal  proemio  che  va  innanzi  all'edizione  del  1678. 

Il  Padre  Basilio  da  Gemona,  dell'  Ordine  de'  Minori  della  più  stretta  Osservanza  di  San  Fran- 
cesco e  Missionario  Apostolico  in  Cina  (  continua  sempre  il  Klaproth  ) ,  avendo  sperimentati  insafi- 
cicnti  i  Dizionari,  di  cui  sin  qui  i  suoi  confratelli  s'cran  serviti  nelle  Missioni,  si  mise  all' open 


GENERALE  REPERTORIUM  209 

[%    ^i^tf^mpilarne  un  noovo,  giovandosi  di  quelli  eh'  essi  avevano  fatti  e  di  altri  originali ,  dai  quali 
T^j^^^  circa  mille  caratteri ,  e  tradusse  le   spiegazioni  europee  o  cinesi   in  latino .  Intitolò  il  suo 
L&voTo:  Han-tsu-si-i  ;  ed  è  stato  sin   qui  tenuto  da  tutti  come  il  migliore  che  sia  stato  composto. 
1.    s.mmcce8sori  del  Padre  da  Gemona  l'ebbero  {)er  modello,  pur  facendovi  dei   cangiamenti  e  delle 
a^^^  ijnzioni,  secondo  il  flne  che  ciascuno  si  proponeva  nello  studiare  il  Cinese.  Alcuni  ne  tradus- 
sero    le  spiegazioni  latine  nelle  lingue  del  proprio  paese,  o  ne  variarono  l' ortografia  per .  renderne 
plÌB.       facile  l' intelligenza  e  la  pronuncia  :  e  cosi  n'abbiamo  una  traduzione  in  lingua  spagnuola,  un' 
altrak   in  russo,  e  una  terza,  metà  francese  e  metà  portoghese,  e  gli  esemplari  del  Han-tsu-si-i  si  sono 
gratrademente  moltiplicati  in  tutta  l' Europa.  Vi  s' incontrano,  si  certo,  delle  differenze ,  sia  nel  nome, 
sia    oella  disposizione  de' caratteri,  sia  Analmente  nelle  spiegazioni;  ma  esse  non  toccano  la  sostanza; 
è   sempre   il  Dizionario  del  Padre  da  Gemona,  compilato,   rivisto,  accresciuto,  o  guastato  dai 
diflferenti  editori,  che  la  più  parte  fecero  sparire  dal  frontespizio  il  nome  del  modesto  e  laborioso 
Francescano.  Ed  uno  di  questi  esemplari  è  appunto  quello  che  due  anni  fa  apparve  in  Parigi  col 
tìtolo  dì  DietionncUre   CMnois ,  Francois ,  et  Latin ,  publié  d'  apres  V  ordre  de  S.  M.  V  Empereur 
(Napoleone  I)  par  M.  de  Guignes,  resident  de  France  a  la  Chine  ec.  PariSt  de  V  Imprimerie  imperiale 
18t3.  Il  titolo  è  giusto,  ma  vi  manca  una  cosa  essenziale  :  perocché  leggendolo,  cosi  come  sta,  ninno 
Penserà  mai,  né  anche  per  sogno,  che  fosse  lavoro  del  Padre  Basilio  da  Gemona,  il  cui  nome  è 
affatto  taciuto»  e  v'è  solo  quello  dell'editore,  a  cui  pare  che  appartenga.  Vorremmo  pensare  che 
fosse  stata  questa  una  semplice  inavvertenza  del  signor  Guignes,  ma  pur  troppo  alcune  parole  della 
prefazione  mostrano  eh'  egli  voleva  esserne  creduto  Autore  I ....  Ci  corre  obbligo  pertanto  di  dire, 
che   del  signor  de  Guignes  non   v'  è  che  la  prefazione,  eh'  egli  chiama  introduzione,  e  un  discorso 
preliminare,  che  dice  proemio ,  e  non  ha  col  Dizionario  alcuna  relazione.  E  qui  entra  il  Klaproth 
a  largamente  discorrere  e  mostrare  come   il  detto  signore  guastasse  il  Dizionario,  e  il 'grande 
merito  del  Padre  da  Gemona,  che   l'avea  composto,  di  cui  pare  che  il  de  Guignes  avesse  poca 
0  nessuna  conoscenza,  supponendo  che  l'  Han-tsu-si-i  non  sia  che  una  copia  di  altri  Dizionari  più 
antichi  e  scritta  nel  1726.  Doppio  errore,  che  facilmente  avrebbe  potuto  cansare:  perchè  sebbene 
la  copia  appartenente  alla  Biblioteca  di  Parigi  col  titolo  di  Manuscrit  du  Yatican  abbia  la  data  del 
1736,   n'esiste  un'  altra  cominciata  il  1714  e  finita  il  1715:  come  tutti  sanno  che  sul  lavoro  del 
Padre  da  Gemona  mentre  s'incontrò  col  Cardinal  Tuoron  in  Cina,  venne  corretto  il  Dizionario  fatto 
dai  silo  confratello  Padre  Fr.  Bernardino  de  las  Llagas,  che  fu  il  1707;  ed  inoltre  v'  è  la  copia  della 
pabblica  Biblioteca  di  Praga  fatta  il  1709.  Finalmente  abbiamo  la  testimonianza  del  Padre  Orazio 
^  Castorano,  anch' egli  Missionario  Francescano  di  gran  valore  in  Cina,  il  quale  ci  fa  sapere  che 
ebbe  alle  mani  il  Dizionario  del  suo  confratello  Padre  da  Gemona  il  1706,  e  non  già  come  opera  di 
recente  data,  ma  come  compilazione  fatta  da  tempo  dal  suddetto  Padre,  parte  sopra  i  Dizionari  cinesi 
^'^^inali,  e   parte  sopra  i  Dizionari   portoghesi  e  spagnuoli  composti  dagli  antichi  Missionarii 
'francescani.  Sin  qui  il  Klaproth.  Già  riferimmo  testualmente  le  parole  del  Padre  da  Castorano,  e  non 
^^^^^^rret  più  ritornarvi. 

A  queste  opere  del  Padre  da  Gemona  II  P.  Huerta  (Estado,  ec.)  aggiunge  le  seguenti,  delle 
fltiali   forse  ha  copia  nell'  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila. 

■ —  Metodo  per  confessare  in  lingua  cinese. 

—  Catechismo  della  dottrina  cristiana  in  lingua  cinese. 

—  Trattato  di  avvertimenti  per  quelli  che  desiderano  battez- 
^^^•^^i,  in  lingua  cinese. 

—  Esposizione  latina  de'  caratteri  cinesi. 

Il  Padre  da  Gemona  partì  Missionario  per  la  Cina  circa  il  1683,  e  si  ascrisse  alla  Provincia 
^i  S.  Gregorio  delle  Filippine.  Fu  zelantissimo  Apostolo ,  e  la  Santa  Sede  rimunerò  le  sue  fatiche 
nominandolo  Vicario  Apostolico.  Mori  in  Cina  il  luglio  del  1704. 

253.  Generale  repertorium  librorum,  documentonim,  seri- 


210  GENERALE   REPERTORIUM 


ptorum,  omniumque  alionim  contentorum  in  Archivio  Almae 
Provinciae  Comitatus  Flandriae  S.  Joseph  Fratrum  Miaorum  Re- 
coUectorum,  extructo  in  Conventu  Gandavensi. 

Sono  4  tomi  in  foglio,  manoscritti,  nel  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio.  Nel  I  troiai  segnati  i 
seguenti  documenti  come  esistenti  nello  stesso  Archivio,  e  riguardanti  le  nostre  MissionL  Ma  lo  Terltà 
essi  non  vi  sono  più.  Come  andassero  smarriti  non  so.  Probabilmente  ciò  avvenne  nei  tempo  cbe 
r  Archivio,  quando  sotto  la  dominazione  francese  furono  chiusi  i  conventi,  venne  trasportato  in 
rasa  particolare.  Anche  mi  dissero  que'  buoni  Padri,  come  prima  della  ristorazione  della  Provincia  un 
vecchio  Fratello  laico  che  lo  aveva  in  deposito,  ne  avesse  ceduto  una  parte  al  Padri  della  Compagnia 
di  Gesù  che  si  occupavano  della  pubblicazione  delle  vite  dei  Santi ,  detti  i  Padri  Bouanduti.  Ha  in 
Bruxelles  i  loro  continuatori  mi  affermarono  di  non  .saperne  nulla.  Ecco  intanto  V  elenco  de'docomenti. 

Fascicolo  1.  in  capsula  decima  uctava  sub  titulo  Missio.  —  1.  Tractatus  de  Missione  in  se,  et  an 
Fratrìbus  Minoribus  conveniat  f  —  Ostenditur  quibus  competat  potcstas  activa  mittendi  Pratres  inter 
infldeles.  —  Quae  sit  obligatio  Ministrorum  mittentium  et  Missionariorium  ex  Regula. —  An  mis^ 
prout  hoc  tempore  est,  sii  licita  Fr.  Minoribus.  —  Quanou  ratione  Misslones  lìceant,  vel  non  lioeant 
Fr.  Minoribus  quoad  mutationcm  habitus,  usum  pecuniae,  etc.  —  An  liceat  Missionariis  particulaies 
domos  inhabitare,  familiam  alere,  etc  — An  Fratres  Missionari!  possint  et  debcant  personis  fidelibos 
committere  pecunias  recipiendas  aut  iam  receptas,ut  per  eospro  ipsorum  necessitatlbus  expendantnrt 
—  An  licitum  sit  Fratribus  Minoribus  Missionaris  reci|>erc  pecunias  non  solum  prò  snis  necessitatibos, 
scd  etiam  suorum  confratrum.  in  terris  fldelium  expendendas.  —  Quid  liceat  Missionariis,  dnm  ad 
terras  fldelium  veniunt  prò  brevi  tempore.  —  An  expediat  et  possit  cum  Missionariis  dispensari 
quoad  usum  pecuniae.  —  Ilabentur  duo  exemplaria  in  4,  et  unum  in  8.  Dicontnr  desompta  ex 
scriptis  R.  Ad.  P.  Joannis  a  Cruco,  Lecl.  Jubil.  Pro\incìae  Angliae  Ministri  Prov. 

2.  Formula  iuramenti  a  sacerdotibus  praestandi  ad  instantiam  Statuum  cum  resolationibns 

quoad  illud. 

3.  Extractum  ex  Registro  resolution um  altepotentium  Statuum  1730.  etc. 

4.  Item  gallice. 

5.  Extractum  ex  capsulis  Hagae-Gomitis  et  ex  regesto  supradicto,  i730,  de  eliminandis  ìfissio- 
nariis  Regularibus. 

6.  Libelliis  supplox  in  causa  Missionariorum  Belgii  iniustc  oppressorum  ad  Gongregallonem  de 
Propaganda  Fide.  1665. 

Fascicouì  II.  1.  Ci)pia  authcnticu  Bullae  l'rb.  Vili  do  6  ortobris  1626  quae  conflrmat  ordinationem 
Ciirdinalium  circa  Missiones  Hullundicas  rcspectu  sacrnlolum  rogularium  et  saecularium,  loca  mis- 
sionum,  siibieclionem  Vicario  Apostolico. 

2.  Copia  aulhentlca  facultalum  concossarum  <iuibuscumque  nostris  Missionariis  ab  InnocentioX 
19  dccembris  1647. 

3.  Duo  exemplaria  Inilulgentlae  Plen.  concossae  Missionariis  et  sibi  subiectis  prò  ana  vice  ab 
Inn.  XII  1699. 

4.  Copia  aulhenlica  supplicao  et  decreti  S.  Congregalionis  quoti  Missionarii  nostri  possint  reclpere 
pecunias  12  no\embris  1713. 

5.  Innucentius  XllI  16  Juli  1722  concedit  ecclesiis  nostrorum  Missionariorum  indnlgentias  in 
festis  Ordinis  usque  ad  docennium.  Copia  authenlica. 

6.  Idem  facit  Clomens  XII  26  novenibris  1732. 

7.  Idem  Benediclus  XIV  11  Juli  1743. 

K.  Concedi  tur  altare  privilegiatum  prò  duobus  diebus  hebdomadariis  absque  determinatione 
numeri  sacrurum,  in  Kcclesiis  nostrorum  convcntuuni  Missi^nibus  inservicntium,  1747.  « 

9.  Copia  non  aulhentica  facultatuum  concessarum  Provinciali  Inferioris  Germaniae ,  qua 
Missionis  Praefeclo  a  Bened.  XIV  1741. 

Fascicot^ì  III.  1.  Agens  1645  notiflrat  apparenliani  exercilus  catholicae  fldel  Hulsti. 

2.  Supplicanl  llulslenscs  prò  habendis  Missionariis  22  marlii  16i8. 

3.  Supplica  Regi,  ut  nostri  «pia  Missionari  possint  continuare  funcliones,  1646. 

5.  Decrotum  originalo  (  item  aliquae  copiae  )  Congregationis  de  Propaganda  Fide  die  9  deoem- 
bris  1647,  quo  quatuor  ex  nostris  nominatim  instituuntur  Missionari  et  designatar  Praefectus. 


GEOGRAPHU  21 1 


6.  Supplica  Regi  prò  hospitio  obtineodo  in  Nasia  1648. 

9.  Edictmn  Statunm  Hollandiae  eliminaos  sacerdotes,  Jesoitas,  Honachos  ex  territorio  1649. 

10.  Epistola  originalis  Nuntii  Bnixellensis ,  qua  petit  a  Provinciali  informari  de  Missione 
Holstensi  16  dicembris  i654. 

Fascigolo  vii.  i.  Edictum  Altepotentium  contra  Missionarios  Regulares  19  iulii  1730. 
5.  Forma  declarationis  faciendae  in  fide  sacerdotis  a  Misslonariis,  Resolutio  Deflnitorii  qnoad 
illain  10  aprilis  1731,  et  reflexiones  tlieologicae. 

7.  Copiae  admissionam  nostrorum  Missionariomm  a  Statibos  Hollandiae  1731. 

8.  Supplica  incola  rum  in  Lamswerde  prò  habendo  alio  Minorità  Missionario  loco  defuncti,  alle- 
gata insufflcientia  alendi  sacerdotes  saeculares,  1734. 

9.  Item  similis  ex  parte  Hulstensinm,  etc. 

Fascigolo  X.  1.  Supplica  Axelensium  prò  habendo  Patre  Augustino  Le  Coeq  qua  Missionario 
praesentato  Episcopo  Gandavensi,  13  ianuarii  1684. 

Fascicolo  XIY.  1.  Epistolae  P.  Amandi  de  Brossechere,  qui  cum  P.  Alexio  Ally  1686  legitime 
ad  Missionem  Smymensem  missus  ibidem  obiit  1689.  Pater  vero  Alexius  4688.  In  iis  continetur, 
quid  ibidem  agerint,  quis  fructus  sit  faciendus,  et  varia  alia  notatu  dignissima.  Item  aliquae  Epi- 
stolae P.  Antonii  Ckwtenoble,  qui  pariiter  obit  Smyrnis. 

Fascicolo  XY.  1.  Litterae  Cardinalis  protectoris  ad  Provincialem  prò  asslstentia  in  Gandia.  17 
decembris  1668. 

3.  Copiae  duarum  litterarum  P.  Frederici  Hofstadt  ex  India  Occidentali,  1684. 

4.  Litterae  P.  Eliae  Yander  Eeche  ex  Anglia  1689,  in  quibus  de  miseriis  ibidem. 

5.  Litterae  tangentes  reditum  P.  Pacifici  Smits  Gestantinopolim  1690. 

6.  Litterae  Nuntii  Bruxellensis  die  26  novembris  1736,  quibus  petit  a  Provinciali,  ut  duo 
Religiosi  Ordinis  nostri  prò  Missione  Mochae  destinati  possint  morari  in  Conventu  nostro  Brugensi. 

7.  Epistola  horum  Missionariorum  de  1729,  qua  annunciant  tractum  itineris,  et  qualiter  inci- 
derint  in  manus  Barbarorum  ac  captivi  detineantur. 

8.  Epistola  P.  Jacobi  Rzimarsz  a  Cremisirio  ex  Moravia,  qua  annuntiat  se  se  iterato  destinar! 
in  Aethiopiam,  ubi  quidam  ex  nostris  1716  lapidibus  fuerunt  obruti,et  mire  commendat  sororem 
Góletetam  penitendem  in  Monasterio  S.  Petri  iuxta  Gandavium. 

9.  Assecuratio  prò  aliquo  Missionario  in  territorio  Sylvadensi. 
iO.  Goncementia  Missionem  in  Maddelburgh,  1687. 

li.  Goncementia  Missionem  circa  partes  Slusenses. 

12.  Registrum  mortuorum  et  baptizatorum  circa  illas  partes. 

i3.  Obedientiales  et  alia  concernentia  Missionem  V.  P.  Henrici  Hunghe-haga. 

i4.  Epistola  Y.  P.  Henrici  Hunghe-haga  comitis,  2  iunii  1767,  quibus  petit  libros  et  conciones. 

15.  Registrum,  sive  libellus  in  quo  de  benefactoribus,  qui  contribuerunt  prò  aediflcatione  sacelli 
ìd  Lamsweerde,  et  series  PP.  Missionariorum  ab  an.  1645  ad  an.  1729. 

In  capsula  4.  sub  titulo.  —  Acta  defunt.  cum  opinione  Sanctitatis. 

Fascicolo  1. 1.  Martyrium  P.  Petri  Pruus  prope  Gandavium  1571,  F.  Francisci  Pennemam  propc 
pagum  S.  Laurentii  1575,  et  P.  Gulielmi  Olys  in  pago  de  Knesselacre  1575 

2.  Quoddam  memoriale  P.  Insti  Rychy  Marslary  Gonventus  Gandavensis  Peruanorum  Apostoli. 

3.  Ms.  relatio  Fandrica  itineris  et  Missionis  P.  Amandi  de  Brosschere,  Alexii  Ally  et  Paciflci 
Smits  ad  imperium  Ottomanicum  i7  mail  1686. 

5.  Narratio  liberationis  Fr.  Ottomarì  Laici  Ordinis  nostri  a  durissima  captivitate  per  aliquem 
Provinciae  nostrae  1690. 

6.  Litterae  P.  Petri  Fardé  Gandavensis,  continentes  relationem  historicam  ad  Terram  Sanctam,  et 
qoae  fuerit  passus. 

7.  Item  Litterae  ejusdem  impressae. 

9.  Litterae  Reverendissimi  P.  Procuratoris  Generalis  nostri,  quibus  signillcat  Patrem  Generalem 
Societatis  Jesu  sibi  Romae  gratias  egisse  prò  adiutorio  singulari  a  P.  Petro  Fardé  praestito  in  incendio 
Collegii  Gandav.  idibus  feb.  1679. 

10.  Fragmentum  Martyrii  cuiusdam  Patris  in  Provincia  Saxoniae  i6  iulii  1631. 


254.  Geographia  Terrae  Sanctae. 


212  GERALDINO  -  GILBERTI 


Manoscritto  in  8,  appartenente  alla  Biblioteca  del  signor  Francesco  Vande-Velde  nel  Bdgio. 
Non  so  se  potesse  essere  la  stessa  cosa  con  la  Topographia  Terrae  Sanetat  del  Padre  Aaiqitl 

w,.  255.  Geraldino.  —  Informatio  novissima  habita  a  Patre  Fr. 

'""^•^  Bonaventura  Geraldino  Minorità  Hybemo,  Guardiano. 

È  data  il  S6  di  luglio  del  1694.  Riguarda  lo  stato  delle  Missioni  Francescane  in  inghillem 
ed  in  Irlanda.  Trovasi  nella  Biblioteca  Fortegaerriana  di  Pistola. 


Starti/). 

r 

Amcria 


256.  GiLBERTi.  —  Cartilla  para  los  ninos  en  lengua  Tarasca, 
por  el  P.  Fr.  Maturino  Gilberti  de  la  Orden  de  S.  Francisco.  Mexico, 
por  Antonio  Espinosa,  1575. 

Un  volume  in  8.  È  ricordato  da  D.  M.  R.  Zìirco  del  Valle  nel  suo  Emayo  de  una  INMIoIms 
Etpàìiola  de  libros  raros  y  eurioso$  con  los  apuntamientos  de  D.  Bartholomé  José  GaUardo,  coi^ 
tinuados  y  aumentados  por  ee.  Opera  prenUada  por  la  Biblioteca  Nadonal  en  la  ajania  psMIes 
de  Enero  de  1869 ,  e  impresa  a  expensas  del  Gobiemo.  Madrid ,  Imprenta  y  BstereoUpia  de  M. 
RivadeMyra.  Catte  de  la  Madera,  n.  8. 1863.  Due  volumi.  II  signor  Zaaro  del  Valle  è  Bibliotecario 
della  Biblioteca  del  R.  Palazzo  di  Madrid  ;  gentile  ed  intelligente  signore ,  che  mi  è  dolce  qui  il 
ricordare,  e  riconfermargli  la  mia  molta  stima  e  riconoscenza. 

—  Arte  en  lengua  de  Mechoacan. 

Un  volume  in  8,  in  caratteri  corsivi.  E  in  (ine  si  legge  :  «  A  honra  y  gloria  de  nuestro  Senor 
Jesu  Cristo,  y  de  su  bendita  Madre  :  aqui  se  acaba  el  Arte  en  lengua  Castellana,  y  en  la  lengua  de 
Mechoacan,  hecha  por  el  muy  R.  padre  Fr.  Maturino  Gilberti  de  la  Orden  del  Seraphico  Padre  Sant 
Francisco  :  con  la  qual  se  podran  aprovechar  de  ella  todos  los  quc  pretendieren  aprender  la  lengua 
de  Mechoacan  :  i  tambien  podrà  servir  para  los  Indios  de  Mechoacan  para  aprender  la  lengua 
Castellana;  acabosc  de  imprimir  a  ocho  de  octubre  do  1558  aììos.  » 

—  Dialogo  de  doctrina  Christiana  en  la  lengua  de  Mechoacan. 
Hecho  y  copilado  de  muchos  libros  de  sana  doctrina,  por  el  muy 
Reverendo  padre  Fray  Maturino  Gilberti  de  la  Orden  del  Seraphico 
Padre  Sant  Francisco.  Trata  de  lo  que  ha  de  saber,  creer,  hazer, 
desear,  y  aborrecer  el  Christiane.  Va  preguntando  el  discipulo  al 
maestro. 

Un  volume  in  foglio.  AI  titolo  spagnuolo,  ne  segue  un  altro  in  lingua  Tarasca.  1  preliminari 
sono  in  caratteri  latini,  il  resto  in  lettera  gotica.  Numera  CCXCVI  carte.  E  duplicata  la  COVI,  ed 
è  ripetuta  la  numerazione  delle  CCV  e  CCXII.  Nella  seconda  faccia  della  CCLIV  è  una  soscrizlone 
in  lingua  Tarasca,  e  un  altra  nella  seconda  faccia  della  CCXCV.  Seguono  poi  altre  S5  carte  cod 
numerazione  arabica,  e  nella  seconda  faccia  della  23  si  legge:  «  A  honra  y  gloria  de  nnestro 
.  Senor  Jesu  Xpo  y  de  su  bendita  Madre  la  Virgen  Maria,  aqui  se  acaba  el  libro  llamado  Dialogo 
de  doctrina  Christiana  en  lengua  de  Mechoacan  :  hecho  y  copilado  de  muchos  libros  de  sana 
doctrina  por  ci  muy  R.  P.  Fray  Maturino  Gilberti  de  la  Orden  del  Seraphico  Padre  Sant  Francisco: 
iì\  qual  fue  visto  y  examinado  por  el  muy  R.  Padre  Fray  Alonso  de  Veracruz,  maestro  en  santa 
ihcologia  y  Provincial  de  la  Orden  del  SeiSor  Sant  Agustin.  Fue  impresso  en  casa  de  Juan  Pablos 
Uressano,  con  licencia  del  Illustrissimo  Sefior  D.  Luys  de  Velasco  Visorrey  y  Capitan  General  en 


GILI  213 

est»  Nueva  Espafia  por  sa  Magestad.  Y  assimesmo  con  licoDcia  del  muy  lllastre  y  Reverendissimo 
Sefior  D.  Alonso  de  Montafar,  Arcobispo  desta  grande,  ynsigne  y  muy  leal  ciudad  de  Mexico.  Acabose 
de  imprimir  a  XV  dias  del  mes  de  Janio  de  1539.  Anos.  (^)  >  Le  altre  sei  pagine  contengono 
la   7Vi6la  de  materia$,  e  duo  note  in  lingua  Tarasca. 

—  Vocabulario  en  lengua  de  Mechoacan.  Compuesto  por  el 
Ro^verendo  Padre  Fray  Maturino  Gilbert!  de  la  Orden  del  Seraphico 
Pa.djre  Sant  Francisco.  Fue  visto  y  examinando  y  con  licencia 
impresso.  Dirigido  al  muy  Illustre  y  Reverendissimo  senor  Don 
Vasco  de  Quiroga  Obispo  de  Mechoacan.  Ano  de  1559. 

Un  volarne  in  4.  Dalla  carta  9  alla  79  contiene  la  parte  Tarasco-Espanola  a  due  colonne;  e 

dalla,   80  alle  87  sono  unos  verbot . . .  alos  quales  algunot  han  querido  llafnar  rayzes. . . .  y  no 

Ì09   h^   querido  poner  (dice  l'Autore)  en  el  Arte  porquè  es  materia  difieultosa.  Poi  comincia  una 

nuova  numerazione  che  va  sino  alla  carta  i80,  e  contiene  la  parte  Espafiola-Taratca.  E  in  fino 

dell*  ultima  si  legge  :  •  A  bonra  y  gloria  de  nucstro  Seiior  Jesu  Ghristo,  y  de  su  bendila  Madre  la 

^^l^Sen  Maria,  aqui  se  acaba  el  Vocabulario  en  lengua  de  Mechoacan  y  Castellano:  hecho  y  copi- 

Udo  por  el  muy  R.  Padre  Fray  Maturino  Gilberti,  de  la  Orden  del  Seraflco  padre  Sant  Francisco. 

^ue  impresso  en  casa  de  Juan  Pablos  Bressano ,  con  licencia  del  Illustrissimo  Senor  D.  Luys  de 

Velasco,  Visorrey  y  Capitan  General  en  està  Nueva  Espana  por  su  Magestad.  Y  assimesmo  con 

licencia  del  muy  Illustre  y  Reverendissimo  Senor  Don  Alonso  de  Montufar  Argobispo  desta  grande, 

y^^igne,  y  muy  leal  ciudad  de  Mexico.  Acabose  de  imprimir  a  siete  dias  del  mes  de  Setiembre  de 

^559.    »  Neil'  altra  Caccia  della  carta  si  leggono  alcuni  versi  latini  in  lode  dell'  Autore  e  una  nota 

ìQ  lingua  Tarasca. 

—  Thesoro  spiritual  de  pobres  en  lengua  de  Mechoacan.  Diri- 
&ìdo  al  muy  Illustre  y  R.  Senor  Don  Fray  Juan  de  Molina  Rincon 
©lecto  dignissimo  Obispo  de  la  dicha  Provincia.  Por  el  muy  R. 
Padre  Fray  Maturino  Gilberti  de  la  Orden  de  los  Menores.  En 
M^^xico.  Con  licencia,  por  Antonio  de  Spinosa,  1575. 

Un  volume  in  8,  di  309  carte. 

—  Evangelios  en  Tarasco. 

Hanoscritto  di  3S4  carte,  in  8.  Se  ne  parla  largamente  nel  Museo  Mexicano,  tom.  III.  pag.  430. 

^'  257.  GiLi.  —  Breve  resumen  de  doctrina  cristiana,  traducida 

^^^  Castellano  al  idioma  Tacana,  por  el  R.  P.  Fr.  Antonio,  Gili 
^^^isionero  Apostolico  y  Cura  Conversor  de  la  Mision  de  Tumu- 
P^^a.  Paz  de  Ayacucho,  ano  de  1859.  Impronta  de  Vapor,  Calle 
*^    Adauna  n.  36. 

Questa  è  la  prima  edizione:  la  seconda  fu  fatta  in  Parigi,  imprenia  de  Simon  Racon  y 
^^^'^'H^oìUa,  Catte  de  Erfurth,  18SS. 


2U 


GINESTAR  -  GIURISICHIA 


Mettiamo  qui  come  saggio  di  questo  idioma  dei  selvaggi  dell' America  il  Patse  noma  e 
l' AwEMMARiA  con  la  corrispondente  tradazione  italiana,  secondo  che  anni  fa  ce  V  inviava  F  Autore. 


IL  PATER  NOSTER 

Padre  nostro,  che  sei  ne'  cieli,  sia  santificato 
il  nome  tuo;  venga  a  noi  il  tuo  regno;  sia  fattoi 
la  volontà  tua  come  in  cielo,  cosi  in  terra.  Dacci 
oggi  il  nostro  pane  quotidiano  ;  perdonaci  i  nostri 
debiti,  come  noi  li  perdoniamo  a'  nostri  debitori  ; 
non  ci  lasciar  cadere  in  tentazione  ;  ma  liberaci  da 
ogni  male.  Cosi  sia. 


L' AVE  MARIA 


Dio  ti  salvi,  0  Maria,  piena  di  grazia;  il 
Signore  é  teco;sei  benedetta  fra  tutte  lo  donne; 
e  benedetto  è  il  frutto  del  tuo  ventre  Gesù.  Santa 
Maria,  Madre  di  Dio,  prega  per  noi  peccatori, 
adesso  e  nell'ora  della  nostra  morte.  Cosi  sia. 


MI  EQUANASA  TATA 

Mi  equanasaTata,  Ebacuepachasu  heani  mi, 
padrujiji  papu  miquc  ebani  ;  mi  que  Ebacaepacha 
cquanasa  papu ,  mique  cnime  cni  papa  hibe 
eauvasu  Ebacuepachasu  biame.  Amen.  Pamapa 
zincsu  cquanasa  ettemiji  jeave  eqaana  tìaqae; 
equanasa  Juchacuana  perdona  haqae ,  eqaana 
equanasa  manu  equinattanicuana  perdona  beaoia 
tupu;  ba  equana  dajajameji  Ychauva  sa  Jabaciat- 
ticuanasu ,  pamapa  madadacuanasu  eyde  liaqne 
equana.  Ameni 

DIOSUA  MI  QUINATTAQUE 

Diosua  mi  quinattaque,  Maria,  grada  sejea- 
jijive,  seìlor  Dios  mi  neje  heani  ve:  pamapa  epona- 
cuana  biasu,  mi  padrujijive;  padrujìjive  vecba 
mique  santo  edesu  bacuynajiji  Jesus.  Santa  Maria, 
Dioso  sa  cuara  biamimiaque  equana  juch^Jicoana 
biasu,  jeave  equanasa  manu  horasu  biame.  Amrat 


«A. 

Aria 


258.  GiNESTAR.  —  Historia  de  las  guerras  de  CocMnchina  y 
Cambodja  ano  de  1784:  por  el  P.  Fr.  Santiago  Ginestar  de  la 
Provincia  de  S.  Juan  Bautista. 


Brtsnk 


Cosi  THuERTA  (Estado,  ec).  Nativo  di  Gata  diocesi  di  Valenza,  il  Padre  Ginestar  parti  per 
le  Filippine  il  i779,  e  il  i783  venne  inviato  alle  Missioni  della  Goncincina,  dove  fa  Commissario 
Provinciale  per  i4  anni.  Quivi  scrisse  la  sua  opera:  e  il  i796  fece  ritomo  alle  Filippine.  Vi 
evangelizzò  parecchi  anni  e  vi  tenne  vari  ufflcii,  tra  gli  altri  di  Guardiano  del  Convento  di  Manila. 
Mori  nel  popolo  di  S.  Croce  a'  S3  di  novembre  del  1809. 

259.  GiURisiCHiA.  —  Lettera  del  Padre  Fr.  Luca  Giurisichia 
Procuratore  della  Provincia  de'  Minori  Osservanti  della  Bosnia  al 
Gran  Duca  di  Toscana. 

È  neir  Archivio  Mediceo  di  Firenze  nella  Corrispondenza  dei  Gran  Duchi.  Ha  la  data  di 
Venezia,  il  i  maggio  1604.  II  Padre  raccomanda  al  Gran  Duca  le  Missioni  Francescane  di  Bosnìi» 
fieramente  travagliate  dai  Turchi.  Ei  recava  seco  il  seguente  documento  latino  del  suo  Provinciale, 
che  è  come  una  storia  di  quella  Missioni. 

•  Fr.  Stephanus  Slacarlus  Ordinis  Minorum  S.  Francisci  de  Observantia,  Provincìae  Boiniae 
Argentinae  Ministcr  et  servus,  dilecto  nobis  in  Christo  R.  P.  Fr.  Lucao  Jurisichia  eiusdem  Ordinis  ic 
Provlnciae  sacerdoti  confessori,  concionatori  egregio,  ac  olim  Commissario  Apostolico,  salatemi  Cam 
in  tantum  nos  tyrannorum  crudelitas  oppressero,  quod  scripturis  magni  Turcae  vinctos,  carceri 
mancipatos,  flagellatos,  spoliatos,  ac  tres  ex  nostris  vix  semivlvos  reliquerit ....  minime  permittentes 
nos  monasteria  Inhabitare,  nisi  prius  persoluta  tria  millia  nummonim;  idcirco  ne  scintilla  fldei  lo 
bis  infldelium  partibus  omnino  extinguatur,non  habentes  nos  unde  ista  dare,  ad  Summum  Poatifloeni» 
IleKes,  Principes ,  Duees  ot  Ranmes,  runctosquc  chrisrianos   humililer  recurrentes,   aaxUiailHIM 


GOES  -  GONZAGA  215 


K.«BJaDtes;  te,  ut  capta  temporom  opportuni  tate . . .  cunctos  adire  veleas,  ad  hoc  opus  cum  merito 
B^Caris  obbedientiae  destinamus  mittimusque  etc.  Datum  Plambi  in  aedibus  Sanctae  Mariae 
m^anun,  mense  aug.  XX  MDCIII.  » 

260.  GoES. — Carta  de  Fr.  Lorenfo  de  Goes  a  el  Rey  dePortugal. 

È  data  in  Cochim  il  28  decembre  1536.  Si  conserva  nel!'  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di 
»na.  Originale. 

261.  GoMEZ. — Relatio  martyrii  V.  P.  Fr.  Joannis  a  S.  Martha, 
P.  Fr.  Luigi  Gomez  da  Beja  in  Andalusia,  e  dipoi  appartenente 

Lsi  Provincia  Francescana  di  S.  Gregorio  nelle  Filippine. 


Cosi  in  una  recente  Bibliografia  Francese  (  di  cui  non  ricordo  V  Autore  )  trovai  segnata  questa 

ione,  non  so  se  scritta  in  latino  od  in  ispagnuolo ,  a  stampa  o  manoscritta .  Il  nostro  erudito 

^jK-atello,  P.  Fr.  Felix  de  Huerta  (  Estado,  ee.  )  dice  che  il  P.  Luigi  Gomez  scrisse  Actas  del 

t^^ìrio  de  Fr.  Juan  de  S.  Marta,  che  certo  sono  la  stessa  cosa;  ma  anch'  egli  ci  lascia  nella  stessa 

K^&^tà  riguardo  alla  lingua  e  alia  stampa.  Lo  stesso  fa  nella  sua  Chroniea  manuseriia  de  la 

"^^411010  de  Cathalaunia  il  Padre  Batle,  che  scrisse  una  compiuta  e  commoventissima  storia  di 

- 1    martirio,  chMo  feci  estrarre  in  Barcellona.  Nel  cap.  45  intitolato  :  ReUuion  del  glorioso  Martirio 

dodas  las  circunslancias  heeha  por  el  Padre  Luis  Gomez^  si  ristringe  a  dire,  che  il  Gomez  ne 

^•cialse  tutti  i  particolari,  alcuni  de' quali  egli  accenna,  con  ciò  ponendo  fine  al  suo  racconto.  È 

^-^0  che  egli  si  servi  largamente  della  relazione  del  Gomez:  ma  nulla  dice  deUa  sua  persona. 

^^^Mlre  Huerta  ne  somministra  le  notizie  seguenti:  t  Fr.  Luis  Gomez  Palomino,  Predicador,  profesó 

^<si  santa  Provincia  Observante  de  Andalucia,  paso  a  Filippinas  el  ano  de  i594,  y  fué  destinado 

^^^  conversion  del  partido  de  Camarines.  El  ano  de  1598  partió  para  las  Misiones  del  Japon,  donde 

^Jercitó  con  fervoroso  celo  por  espacio  de  35  anos,  sufriendo  con  admirable  constancia  todos  los 

^^^^jos  de  una  continuada  persecucion.  Por  los  anos  de  1619  escrivìó  :  Actas  del  Martirio  de  Fr. 

■-On  de  Santa  Marta.  Siendo  ya  de  70  anos  de  edad  fué  preso  y  encerrado  en  la  carcel  de  Osaca, 

i  <iespues  de  sufrir  el  tormento  que  llamaban  de  las  cuevas,  el  qual  consistia  en  poner  en  el 

^^^Uo  una  tabla,  y  colgando  de  los  pies  a  los  Martyres ,  meterlos  la  cabeza  en  una  olla  llena  de 

^bandijas  venenosas,  y  quando  se  hinchaban  por  efeclo  del  veneno ,  los  separaban  y  daban  conlra- 

veneno;  despues  de  sufrir,  repito,  por  seis  dias  tan  cruel  tormento,  fué  quemado  vivo  por  la 

confesion  de  nuestra  santa  Fé  en  la  referida  ciudad  de  Osaca,  el  dia  6  de  Junio  de  1634  a  la  edad 

venerable  de  70  anos.  »  Che  croi  !  scrittori  ad  un  tempo  delle  gloriose  lotte  de'  loro  compagni  di 

missione  e  di  martirio  1 

Qui  dobbiamo  ricordare  un  altro  Gomez  (Francesco),  celebre  Missionario  in  America,  i  cui 
scritti  andaron  perduti.  Nativo  di  Valladolid,  era  partito  per  il  Nuovo  Mondo  l'anno  1533,  e  si 
recò  ad  evangelizzare  in  Guatemala  col  suo  confratello  Alonso  Escalona.  Il  nostro  Torquemada 
fMonarq.  Indian.  ee.)  dice  che  •  en  aquella  tierra.  (Guatemala)  aprendió  brevemente  la  lengua 
AcBi  ;  que  es  la  de  sus  naturales,  y  muy  diflcultuosa  de  aprender,  porque  le  avia  comunicado  Dios 
el  don  de  lenguas,  que  reflere  su  apostol  san  Pablo,  y  en  ella  aprovechò  algunos  anos.  > 

262.  Gonzaga.  —  De  origine  Seraphicae  Religionis  Francisca- 
nae  eiusque  progressibus,  de  Regularis  Obervantiae  institutione, 
fonna  administrationis  ac  legibus  admirabilique  eius  propagatio- 
ne.  Fr.  Francisci  Gonzaga  eiusdem  Religionis  Ministri  Generalis. 
Ad  S.  D.  N.  Sixtum  V  opus  in  quatuor  partes  divisum.  Forum 
qtiid  unaquaeque  contineat  sequens  pagina  indicabit.  Romae,  cum 
licencia  Superiorum,  1587. 


9i6  GOMZALEZ 


Hump, 


Un  volarne  flgarato  in  foglio,  di  1363  pagine.  11  lavoro  del  P.  Gonzaga  è  nn  vero  capolavoro: 
basta  leggere  l' Elenehiu  eorum  quae  in  hoc  opere  contUuntur .  Cioè  :  •  In  prima . . .  parte  agltir 
de  initiis  ac  progressibus  Ordinis,  qooties  et  quo  tempore  novis  legibus  sit  astrictus,  atqiie  ad 
veteris  disciplinae  severitatem  rovocatus  cum  in  virorum  tum  ctiam  in  mulieram  monasteriis. — 
Quam  haec  Religio  sit  honestata  in  coelis  copia,  praestantique  Martyriun,  Gonfessoram,  Vlrginnm: 
et  in  terris  numero  ornamentisque  Pontiflcum,  Cardinalium,  Patriarcharum ,  Episcoponim  atqve 
Doctorum.  —  linde  originem  duxerit  Obscrvantia,  ex  qua  nominamur,  et  de  eius  propagatone.— 
Monasteria  Observautium  duobus  modis  gubernari ,  alia  proxime  subiecta  esse  Ministro  Generali , 
alia  Ministris  Provincialibus.  —  Quot  sunt  Monasteria,  quam  antiqua,  quibus  ornata  prìvilegiis,  quae 
proxime  subsunt  Ministro  Generali.  —  In  secunda  de  numero,  fundatione,  rebus  insignibus  Mona- 
steriorum  Cismontanorum ,  quae  proxime  subsunt  Ministris  Provincialibus.  — In  tertia  traiCtantor 
eadem  de  ultramontanis.  —  In  quarta  de  Transmarinis ,  in  quibus  comprchendontur  Monasteria 
Indiae  Orientalis ,  Indiae  Occidcntalis,  Novac  Hipaiìiae  et  Regni  Peruani.  »  Quest'  opera  comincia  ad 
essere  rara  :  io  ne  posseggo  un  esemplare.  Neil'  Archivio  poi  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona  ne 
trovai  una  bella  traduzione  Manoscritta  in  lingua  spagnuola  con  questo  titolo  :  Gonzaga  —  HMoria 
Serafica  en  Espanol:  in  4  tomi  in  foglio:  manca  però  del  primo,  in  cui  per  avventura  stava 
segnato  ii  nome  del  traduttore.  È  lavoro  inedito. 

263.  GoNZALEZ.  —  Chronica  Seraphica  escrita  por  el  R.  P.  Fr. 
Eusebio  Gonzalez  de  Torres,  Ex-Lector  de  Theologia,  Ex-Defìnidor 
de  està  Provincia  de  CastiUa  de  la  Regular  Observancia  de  N.  S. 
P.  S.  Francisco  y  Chronista  General  de  su  Orden.  En  Madrid  :  en 
la  Imprenta  de  la  Viuda  de  Juan  Infangon. 

Sono  quattro  volumi,  ossia  quattro  parti,  in  foglio  :  il  primo  di  pagine  580,  pubblicato  l'anno 
1719:  il  secondo  di  pagine  598,  il  i725:  il  terzo  di  pagine  564,  il  1729:  il  quarto  di  pagine  39i, 
il  1737.  È  la  continuazione  dell'opera  del  Gornejo  e  ha  molte  e  belle  biografie  di  nostri  Missionarii 
e  Martiri  in  America,  nel  Giappone,  in  Cina,  che  non  s'incontrano  in  altri  storici  e  cronisti 
dell'Ordine:  ne  feci  cstrarre  parecchie:  per  la  storia  delle  Missioni  è  un  vero  tesoro.  N' è  no 
esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 

264.  Gonzalez. — Hierusalemsche  Reyse  vanden  eerrw.  Pater 
Fr.  Antonius  Gonzales,  Minder-Broeder  RecoUect,  voor  desen  Guar- 

Affrica  (ìiaen  tot  Betleem,  President  de  Tripoly  in  Syrien,  Pastoor  in 
groot  Cayro  ,  Commissaris  van  het  H.  Landt  et  Verdeylt  in  ses 
boekens.  —  I.  vervattende  de  Reyse  uyt  Antwerpen  tot  de  Have 
van  Jerusalem.  —  II.  Bescbryft  de  H.  Plaetsen  vant  H.  Laudi— 
III.  Wort  Beschreven  Tkoninckryck  Syrien.  —  IV.  Vennaert 
Ryck  van  Egypten.  V.  De  Wederkomste  uyt  Het  Heyligh  Landt 
tot  Antwerpen.  —  VI.  Rare  boomen ,  bloemen ,  kruyden  vier- 
voetighe  beesten,  voghelen  visschen  ende  Kostelycke  ghesteen- 
ten.  Tantwerpen  By  Michiel  Cnobbaert,  woonende  by  het  Pro- 
fessen.  huys  der  Societeyt  Jesu,  in  S.  Pecter  1673. 

Questo  interessante  viaggio  a  Gerusalemme  del  Padre  Antonio  Gonzalez  della  Provincia  Beool* 
letta  del  Belgio»  è  diviso  in  2  volumi  in  4:  il  primo,  di  tre  carte  preliminari  e  639  pagine:  fl 


Siamp. 
Asia 


GONZALBZ  -  GOUJON  817 


1^ 


secoodo,  di  495  pagine  e  ii  carte  di  Regisler  der  Caputele»,  e  di  aa  Generale  Tafd^  (indice) 
in  fine.  V  opera  è  divisa  in  $  libri.  Il  primo  contiene  il  viaggio  da  Anversa  al  porto  di  Gerusa- 
iemme,  ossia  Giaffa:  il  secondo  la  descrizione  de' Luoghi  Santi:  il  terzo,  la  descrizione  della  Siria: 
il  qoarto,  la  descrizione  dell'Egitto:  il  quinto,  il  ri  tomo  dalla  Terra  Santa  ad  Anversa:  il  sesto  dà 
belle  notizie  degli  alberi  rari,  {lori,  erbe,  quadrupedi,  uccelli,  pesci,  e  pietre  preziose,  che  sono 
in  quelle  parti.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Anversa  nel  Belgio. 

265.  GoNZALEZ. — Relacion  de  las  Misiones  de  los  Ilongotes  en 
los  montes  de  Tabueyon:  por  el  P.  Fr.  José  Gonzalez  de  S.  Pascual. 

Cosi  l'HoBRTA  (Bxtado,  ec).  11  P.  Gonzales  nacquB  in  Elche,  e  vesti  l' abito  Francescano  nella 
Provincia  di  S.  Gio.  Battista  Panno  1739.  Parti  Missionario  per  le  Filippine,  dove  giunse  il  1747. 
Evangelizzò  primamente  nel  popolo  di  Gasiguran  ;  e  poi  passò  alle  Missioni  degli  Ilongotes ,  dove 
mori  nella  giovine  età  di  38  anni  il  1756.  Quivi  scrisse  la  sua  Relazione. 

266.  GouJON.  —  Histoire  et  voyage  de  la  Terre  Sainte,  ou  tout 
ce  qu'  il  y  a  de  plus  remarquable  dans  les  Saints  Lieux  et  tres 
exactement  descript  par  le  R.  Pere  Jacques  Goujon  Religieux  de 
r  Observance  de  S.  Frangois,  Lecteur  Jubilé  de  la  FamiUe  de  Terre 
Sainte.  Ouvrage  enrichi  de  plusieurs  figures  eu  taile  douce.  Lion 
ches  Pierre  Compagnon  et  Robert  :  rue  Merciere  au  Coeur  ben. 
MDCLXXI. 

Un  volume  in  8,  ben  interessante.  Per  esempio,  tra  l'altre  cose,  ci  dà  notizia  d'una  straor- 
dinaria Missione  Francescana  inviata  in  Etiopia  dal  S.  Pontefice  Clemente  XI  U  1668,  di  cui  egli, 
r  Autore,  doveva  far  parte.  •  S' il  faut  (egli  dice)  de  noveau  rentrer  dans  le  fond  de  l' Ethiopie,  et 
rajnasser  le  sang  de  nos  Martyres,  Clement  XI,  aujourd^huy  pape,  et  la  sacrée  Gongregation  de 
Propaganda  Fide,  n*en  donnent  la  commission  qu'au  tres  R.  Pere  Francois  Marie  de  Polizio, 
Commissaire  Apostolique  et  Gardien  du  Sacre  Mont  de  Sion,  qui  y  eut  envoyé  plus  de  60  Religieux, 
s' il  eut  admis  tous  ceux,  qui  s'ofroient  et  se  precipitoicnt  au  martyre.  Je  arrivay  d'Egyptc  un 
peu  trop  tard  en  Jerusalem,  puisque  temoignant  apres  le  depart  de  douzes  do  nos  Peres  le  deplaisir 
de  n*  avoir  esté  de  cette  sainte  compagnie,  le  tres  R.  Pere  sousnommé  m' assura,  quMl  m' auroit 
preferè  a  toute  autre  pour  un  si  digne  employ,  etc.  >  Un  esemplare  di  questa  Storia  trovasi  nella 
Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Sant'  Anna  di  Parigi. 

Poiché  ci  è  avvenuto  di  ricordare  nuovamente  l' Etiopia,  o  Abissinia ,  ed  oggi  si  fanno  tante 
ricerche  e  tanti  studii,  specialmente  in  Portogallo,  sopra  quel  paese,  sin  qui  tanto  poco  conosciuto, 
credo  far  cosa  utile  pubblicando  alcune  notizie,  inedite,  che  incontrai  in  un  Codice  cartaceo  della 
Nazionale  di  Firenze ,  che  riguardano  specialmente  la  geografia  e  alcuni  Missionari  Francescani  e 
Domenicani  della  fine  del  secolo  XV  e  del  principio  del  XVI,  a  noi  aflktto  sconosciuti.  Gli  intelligenti 
dì  cosi  fatti  studii,  giudicheranno  dell'  importanza  che  possano  avere. 

1470.  Frate  Nicola  di  Oliveto  Frate  di  San  Michele  narra  quanto  segue:  •  Del  1470  un  Frate 
Italiano  che  veniva  d' Etiopia,  mi  riferi  che  il  NUo  nasceva  fra  due  Provincie,  cioè  Bfarona  et  Salgu, 
cbe  è  in  Abbassia,  e  eh'  egli  corre  giù  per  la  costiera  di  monte  altissimo,  chiamato  Marona,  ovvero 
Camir,  et  per  gran  quantità  di  nuvoli  che  discorre  per  quella  costa  fino  al  piano  fra  tre  laghi , 
chi  guarda  dalla  sommità  di  quella  montagna  non  vede  fiumana  alcuna,  ned  altr*  acque  :  et  di  que- 
sto modo  li  ditti  tre  laghi  fanno  il  fiume  che  tira  verso  il  nostro  Polo  al  monte  Tubit 
entrando  di  sotto  a' ditti  monti.  Et  poi  s'  entra  l'altro  monte  che  è  in  la  parte  di  Nubia,  dove 
cade  con  gran  rumore.  In  detto  monte  finisce.  Et  poi  per  il  Dosait  et  per  la  parte  del  Sion  eh'  è 
in  Egitto,  lasciando  Tebais  da  Oriente  scorre  al  Cairo,  et  sotto  Bolarcho  et  Sat-mifl  si  divide  in 
due.  Et  una  parte  tira  a  Rosseto,  et  a  Bularcho  dividendosi  di  sotto,  va  fino  ....  dell'ore:  et 


2i8  GOUJON 


r altre  parte  tire  a  Damlau  et  Altenosa,  dividendosi  dal  Messore  e  dal  Minia  e  dal  Molale,  e  dal 
remo  che  tire  a  Rosseto  al  mare.  Il  quale  va  a  Messore  et  Damlata.  Un  altro  ramo  Tiene  da  cMI 
padoli,  dove  nasce  etiam  il  flome  Nìcas,  o  Nigris,  dalla  parte  di  Garamati,  ec.  »  Dopo  eie  foM 
Nicola  mette  «  r  itinerario  (geograficamente  segnato)  de*  Preti  al  Presto  Znan  di  BUopia.  »  E  nove- 
rendo  le  città  che  s'incontrano,  dice  :  •  Ayo  è  lontana  dal  Nilo  miglia  70,  dove  per  viaggio  ti  trofa 
on  castello  con  Monastcrio  di  Frati  Bianchi,  et  chiamase  ditto  castello  Denraearbe,  et  è  lontano  da 
Ayo  0  A\o,  miglia  40,  et  lontano  dal  Nilo  miglia  30.  Lelia  è  tutto  Monisterio  di  San  Dominieo, 
dove  su  più  di  Frati  500.  >  Quindi  scguiu  V  itinerario  di  Prete  Zorzi  Domenicano,  che  fb  in  ie- 
rusalem  Tanno  i5i4.  •  Quando  il  Turco  (dice  Prete  Nicola)  prese  la  Soria  e'I  Cairo  che  Ai  del  1917, 
si  parti  il  Priore  de'  Preti  di  San  Domenico,  chiamato  Pra  Zorzi,  per  essersi  rovinato  II  Monatterio, 
et  essendo  in  Venezia  dell'anno  1519,  lo  menai  a  desinare  a  casa  mia,  e  dimandandoli  del  viaggio 
avea  fatto  a  partirsi  dal  suo  paese  di  Etiopia  di  Presto  Ianni  a  venire  in  Jenualem,  mi  dette 
in  nota  tutte  le  città  e  provincio  e  luoghi.  Et  prima  disse  che  la  prima  città  del  Presto  Unni,  che 
avea  nome  Davit,  ere  in  la  provincia  dì  Oreb,  dov'è  Barara,  metropoli,  dove  il  detto  Pieslo  Ianni  Ci 
la  sua  residenza  la  più  parte  del  tempo  ;  e  su  '1  monte  ò  un  castello  dove  sta  lo  Patriarca.  Da  Baiaia 
si  va,  ec.  •  Seguita  appresso  il  manoscritto  :  •  Addi  1  marzo  15S3,  Prete  Raflbello  dell'Ordine  di  Santo 
Francesco,  il  quale  veniva  di  Jcrusalem  dal  paese  del  Presto  Ianni,  da  una  città  chiamala  Axon, 
dove  sono  tutti  cristiani  battezzati  con  l'acqua  come  noi,  et  non  con  il  fuoco  ;  in  questo  dì  lopn 
ditto,  qui  in  Venezia,  avendo  assai  buona  lingua  latina  per  essere  stato  anni  4  in  Italia,  mi  resonò 
di  tutti  i  lor  paesi,  et  massime  di  quelli  luoghi  dov'  era  stato.  Et  prima  mi  narrù  dello  itlnenrio 
avea  fatto  quando  andò  de  Axun  sua  patria  inflno  alla  princlpal  città  di  Presto  Ianni  chiamala 
Barerà.  Mi  cominciò  a  dire  che  partissi  di  ditta  città  per  dritto  cammin  per  venire  al  Cairo:  dì 
loco  in  loco  fece  in  questo  modo.  Da  Barerà  insino  a  Gheso  si  va  a  miglia  iO  a  S5  il  di  per 
fertili  di  formenti  et  vini  et  altre  biade.  Giornata  1.  Da  Gheso  a  Scacher,  per  pianure.  Giornate  % 
Seacher  a  Ensnoso,  per  pianure.  Giornate  4.  Da  Ensuoso  a  Modoge  pur  per  piani.  Giornate  5.  Da  Modof^^ 
a  Bcdcuegì,  dove  prima  è  pianura,  et  poi  al  ditto  Bedeuegi  son  montagne  grandi.  Giornate  7.  Et 
da  ditto  Bedeuegi  una  flumera  rhiamata  Zcrma.  Da  Be(leu(>gi  ad  Amltat  per  pianL  Giornate  t.  Da 
a  Chcgefage  per  montagne  grendi  et  vallate  che  vi  sono.  Giornate  1.  Item  passa  da  detto  ChegeC^*' 
una  flumera  chiamata  Ochiet.  Da  Chcgefage  a  Degdon  per  pianure.  Giornate  5.  Da  Degdon  a  Uasel 
colline.  Da  Uasel  a  Foara  si  va  per  boschi.  Giornate  3.  Item  passa  da  Poare  una  flumera.  Da  Ftera. 
a  Doncona  per  colline.  Giornate  3.  Et  passa  per  mezzo  de  Doncona  il  fiume  Ala,  il  quale  corre  veis^ 
Levante.  Da  IKmcon-'i  a  Sunaro,  si  va  per  boschi  et  sonvi  grendi  caldi.  Giornate  5.  Da  Sonaro  a  Balta 
Giornate  4.  Et  per  mezzo  a  ditto  camino  si  trova  il  fiume  Mela.  Da  Ballo  a  Gora.  Giornate  t.  Da 
Gore  a  Fandon.  Giornate  i.  Da  Fandon  a  Meladele.  Giornate  5.  Et  Meladele  si  è  gren  città.  Da  Meladek 
a  Corcar,  dove  si  va  per  montagne.  Giornate  4.  Da  Corcar  a  Inasa.  Giornate  3.  Da  Inasa  a  BeleL  Giornate 
4.  Et  Belet  è  una  gran  città.  Da  Belct  a  Ancuc  :  iglesia  grande  di  canonici,  et  sonovi  altari  più  di  40. 
Giornate  ...  Da  Ancuc  a  Toro.  Giornate  2.  Et  da  Ancuc  passa  una  flumere  grande,  che  si  chiami 
Solno .  Da  Uero  a  Soucanct.  Da  Soncanet  a  Quòat  Da  Quoat  a  Mensenuam.  Et  per  Mensenuam  li 
])assa  il  fiume  chi*  va  nel  Nilo,  et  si  chiama  Sumet.  Da  Mensenuam  ad  Angaban.  Da  Angaban  ad 
Diquaro  :  et  a  Diquaro  passa  il  fiume  Schedia,  et  va  al  Nilo.  Da  Diquaro  a  Plemona  :  et  da  Flemona 
passa  il  fiume  Asen  grande,  che  va  al  Nilo.  Da  Flemona  a  Axon.  > 

•  Axon  città  grande  (^  lontana  dal  Nilo  da  3  in  4  giornate,  et  avvi  gren  caldo,  e  vi  nasce 
fromento,  vino,  leghumi,  segala  due  volte  l'anno,  come  fa  tutti  li  paesi  del  Presto  Ianni.  VI  nasce d* 
ogni  frutti  eccito  che  castagne:  et  nasce  ligumi,  fava,  ceseri,  fasoli.  Et  in  ottimo  terreno  gruso 
nasce  alberi  assai,  et  dataleri  :  ma  li  datali  non  sono  cosi  buoni  come  quelli  del  Cairo,  perchè  amano 
il  sabion.  Vi  nasce  limoni,  cetroni,  aranci.  In  tutta  Etiopia  non  nasce  meloni ,  ma  zucche  et  altre 
cose,  et  erbe,  et  fiori  di  diverse  sorti,  et  rase  tutte  molto  odorifere,  et  soavissimi   odori;  miele, 
zucchero  assai;  bestiami  domestici,  infiniti,  come  bufali,  buo,  vacche,  pecore,  capre,  dromedari, 
cavalli  belli  ed  in  gran  quantità,  muli,  asini  et  cani  grandissimi,  cervi,  caprioli ,  lepri,  gaiele,  ele- 
fanti, infiniti  leoni,  pantere,  giraphe,  leonce.  Item  molti  altri  animali  silvestri,  tra  li  quali   un  che 
chiamano  Arit,  che  é  grande  come  una  vacca,  ma  grossissimo,  di  colore  leonato,  con  coma  dne 
in  testa;  una  nel  fronte  cuna  indietro,  V  altra  tra  le  orecchie  curva  innanzi,  con  la  quale  am- 
mazza uomini  assai,  e  corre  veloce Dice  si  trova  gran  serpenti,  cioè  bise,  che  mangiano  di 

giumenti  e  castroni  (forse  il  serpente  Boa).  Si  fa  seda  assai  et  bambaso,  et  fassi  panni  di  teda,  i«m^  el 
bambaso,  bellissimi,  in  quantità,  co'iiuali  ve«tono.  Et  sono  hHli  uomini  e  donne;  et  hanno  li  capelli 


GOUJON  ^19 


luoghi  come  noi:  et  io  l)attaglia  armano  benissimo,  et  massime  di  panzierc,  di  maglie,  et  spade, 
lance,  archi,  et  che  hanno  ferro  in  gran  quantità,  che  si  cava  in  quelle  montagne,  et  che  poco 
lontano  di  Axon  è  un'ottima  miniera  di  ferro  et  acial.  Et  che  si  cava  colori  per  picturar  in  li  suoi  templi 
divini:  ma  che  scultura  non  usano;  ma  li  suoi  templi  sono  di  pietre,  et  5  volte  coperti  di  piombo: 
et  cosi  palazzi  et  mura.  E  vi  sono  Religiosi  assai  d'ogni  Ordine,  et  preti,  canonici,  vescovi,  et 
arcivescovi,  et  ottimi  cristiani.  Non  si  spergiura  nò  menziona  Dio  con  disprezzo  alcuno  ;  ma  sempre 
lo  benedicono.  Sono  uomini  limosinieri  :  hanno  libri  assai  scritti  di  sua  lettera,  la  quale  è  antichis- 
sima. 11  paese  è  abbondantissimo  di  ogni  cosa,  fertilissimo ,  oltre  ottimo.  Et  dice  aver  visto  uomini 
assai  che  vivono  da  130  a  150  anni;  et  che  l'aria  è  sempre  temperata  più  presto  in  caldo  che  in 
freddo.  Et  in  la  città  et  paese  di  Axon,  et  massime  in  la  Lelia,  città  et  provincia,  che  è  lontana 
due  giornate  da  Axon,  è  caldo  grandissimo  che  arde,  et  massime  di  Quaresima.  Dove  in  detta  Lelia 
in  ire  iglesie  grandissime  ha  Frati  5000;  et  che  in  la  città  di  Barara  di  Presto  Ianni  e  suo  territorio 
non  ò  troppo  caldo,  ma  è  aire  temperato.  Dicono  che  il  Presto  Ianni  poi  far  levare  l' acqua  del  Nilo  ai 
JWiori,  che  non  anderà  al  Cairo;  ma  che  ei  non  vole  perchè  dubita  che  i  Mori  ruinerian  i  templi 
oon  11  Religiosi  cristiani,  che  sono  si  in  Jerusalem,  come  in  Egitto,  che  ci  ne  sono  gran  quantità. 
13ÌCODO  che  li  Etiopi  in  la  parte  estrema  de'  lor  paesi  sono  neri  con  li  capegli  corti ,  arricciati ,  e 
txan  li  musi  in  fora  che  paiono  musi  di  cani.  Dicono  in  loro  paesi  sono  medici,  che  hanno  erbe, 
radici  et  gome  eccellenti  in  guarir  malatio,  et  che  non  vogliono  astrologi  che  indovinino  et  facciano 
Indìcii,  che  li  castigherian.  Dicono  che   hanno  spcciarie  assai,  che  li  son  portate  da  porto  Galesi 
^t  per  via  di  Adem  et  di  Sarchon,  ctie  v'  è  il  mare  più  per  primo.  Da  Axon  ha  detto  essere  caldis- 
simo* andando  per  colline  et  piani  et  belli  paesi  fruttiferi  et  vignati  inflno  a  Lelia.  Et  ditta  Lelia  ha  da 
3  iglesie  grandissime  di  Frati  di  5000,  con  montagna  grande,  et  passavi  da  rente  uno  fiume  grande, 
grandissimo,  che  si  chiama  Marab.  Da  Lelia  si  va  a  Seraue  per  montagne.  Da  Seraue  a  Deuarua 
colline  et  boschi  et  lochi  forti,  fertili  et  piani .  Da  Seraue  ad  Amasen  per  li  lochi  sopra  ditti . 
Amasen  a  Bachela  per  montagne  e  valli,  dove  sono  elefanti ,  e  leoni,  ed  altri  animali.  Da  Bachela  a 
Soacben  per  gran  pianure  piene  di  pastori  cristiani,  si  di  buoi  come  di  vacche,  di  cavalli,  di  bufali, 
dromedari,  pecore,  capre,  et  con  boschi  ;  ma  non  sono  campi  troppo  fertili,  né  troppo  per  erbe.  Soacben 
é  insula  con  gran  città  in  mar  Rosso,  dove  Andrea  Corsali  Fiorentino  dice  essere  in  gradi  18  abi- 
tata da  Mori,  che  andando  per  mare  fino  a  Coser,  si  va  in  giornate  5,  e  per  terra  per  la  provincia 
di  Bragnal  giornate  24  ;  e  per  la  provincia  di  Anda,  dove  son  tutti  pastori,  fino  a  una  città  grande, 
che  si  chiama  Nocada,  la  quale  è  arrente  al  Nilo  di  Egitto,  si  va  in  giornate  16.  Da  Nocada  fino 
al  Cairo  diritto  il  Nilo,  che  è  fruttifero  di  biade,  giornate  12.  Detto  Frate  Raffaele  dice  che  da 
Barara  in  Axo  si  va  in  giornate  30,  e  da  Axo  a  Soachen  22.  •  Ora  seguita  la  relaziono  dell'altro 
Francescano  del  17  aprile  1523. 

1523.  «  Fraie  Tommaso  dell'  Ordine  di  S.  Francesco  ,  il  quale  veniva  di  Jerusalem  e  dalli 
paesi  del  Presto  Davit,  potentissimo  signore  dell'  Etiopia  Tragloditica,  avendo  assai  buono  linguaggio, 
mi  narrò  di  terra  in  terra  con  sue  circostanzìe,  del  viaggio  che  fece  a  venir  di  Barara  infino  a 
Jerusalem.  Et  prima  mi  disse  che  da  Barara  per  megio  vi  era  Damot,  provincia  grandissima,  dove  era 
clima  caldissimo  et  torrido,  per  essere  sotto  il  capricorno.  La  qual  provincia  era  ricca d'  oro  finissimo, 
et  di  là  da  tal  parte  confinante  con  il  mare  Oceano  verso  Megedis,  dove  è  la  provincia  di  Voge, 
sottoposta  a  regine  e  non  re  ;  et  con  questo  gran  reame  et  molti  altri,  regna  regina  una  gran  regina 

chiamata la  quale  faceva  guerra  con  il  lor  Presto  imperatore,  et  che  ora  con  questo  Presto  Davit 

s' era  accordata  et  pacificata,  pagando  tributo.  Et  che  l' usi  di  tali  Provincie  sono  di  non  voler  se  non 
donne  per  regine,  et  sono  bellicosi  uomini;  et  che  di  qua  dalla  detta  provincia  di  Damot  era  una 
Besegai  città,  lontana  da  giornate  8,  et  fino  alla  citta  Ugie,  corte  de  Re  Davit,  avete  verso  ponente 
montagne  grandi,  chiamate  Gatat,  dove  nasce  uno  fiume  che  passa  per  detta  città  Ugie  et  va 
verso  l'Oriente,  et  chiamasi. tal  fiume  Auas.  Da  Ugie  città  infino  a  Barara,  città  grande  del  ditto 
Presto  Davit ,  dove  stava  lo  Patriarca  con  iglesia  grande  et  patriarcale ,  giornate  8.  Da  Barara 
a  Utàt,  la  quale  ha  uno  monte,  dove  è  su  la  cima  un  tempio  grande  di  frati  da  circa  3000, 
è  di  cammino  miglia  8.  Da  Ufat  a  Eson,  città  grande,  in  la  quale  è  lo  studio  di  molti  scolari,  circa 
miglia  8.  Da  Eson  a  Zancar  città  grande,  dov'è  corte  del  Re  Davit,  tutto  pianure,  e  v'  è  uno 
fiume  detto  Duchra,  miglia  5.  Da  Zancar  a  Bedeuegi,  dove  è  pianure  e  poi  montagne,  et  ditto 
Bedenegi,  ha  un  forte  castello  con  fiumera  che  si  chiama  Zerma  e  va  al  mare  in  Oriente,  giornate 
5.  Da  Bedeuegi  pur  per  montagne  si  va  a  uno  castello  detto  Alala,  et  qui  è  il  fiume  Onchiet,  che 
si  conglunge  con  il  fiume  Zerma.  Giornata  una  e  mezza.  Da  Alala  a  Digino  per  pianure,  fra  uno  fiume 


290  GOUJON 


che  va  a  Digino,  sta  un  tempio  di  300  canonici.  Tal  tempio  si  chiama  Santa  Trinità.  Giornale 
due  e  mezzo.  Da  Digino  a  Uasel,  città  grande  per  pianare  et  colline,  et  a  ditta  citti  stacanonicL 
Giornate  4.  Da  Uasel  ad  Aich,  lago  grande  di  acqua  dolce  con  montagne  attorno,  che  Tolge  detto 
lago  miglia  8,  dove  in  megio  è  un  isola  di  miglia  S,  con  monistero  di  Santo  Stellano  vesti  di 
bianco.  Giornate  1.  Da  Aich  a  Fichara  son  pianure  e  uno  flume  che  si  chiama  Mele,  che  va  al 
mare  Orientale,  vi  sono  da  miglia  10.  Da  Fichara  a  Zaget  con  vallate  di  pianure,  et  ewi  studio 
grande,  miglia  6.  Da  Zaget  ad  Almo,  miglia  IG:  bella  pianura  fruttiva  con  assai  oliverl  et  altri  fratti 
Da  Almo  a  Durbit,  miglia  35:  nel  qual  luogo  di  Durbit  si  fa  tre  volto  Fanno  le  Aere,  cioè  la 
prima  maggio,  da  San  Martin,  e  da  mogia  quaresima.  E  in  dotto  loco  non  vi  sono  se  non  osterie, 
et  tutti  li  mercatanti  che  vengono  da  diverse  parti,  con  loro  pavioni  et  tende  alloggiano  sa  le 
campagna ...  et  tali  mercatanti  alcuni  vengono  di  verso  merigio  da  Damot  et  dalla  provincia  di  Ball 
verso  Oriente,  et  da  Gogian  verso  il  Nilo  a  Occidente;  et  questi  portano  oro,  argento,  gioie,  e  perie 
e  cavalli,  e  muli,  e  radici  e  erbe  diverse  di  medicina,  et  panni  di  seda,  et  de  un'  altra  sorte  più 
sottile  e  più  lustra  e  più  bella  che  non  è  la  seda:  et  questo  che  vi  ò  un  certo  arbore  chiamato 
Arid,  grande,  con  foglie  bianche,  simile  a  pomagrana,  et  fa  uno  frutto  come  un  pugno  di  lana 
sottilissima,  che  se  ne  fa  panni  per  i  loro  Re  et  signori.  Itcm  conviene  altri  mercanti  da  Tegre, 
provincia  di  cinque  Re,  che  so  molto  mala  gente,  che  vengono  verso  griego.  Item  ne  viene  anche 
dalla  provincia  Agau,  che  so  buone  persone.  ...  E  da  detto  Almo  infino  a  detto  Durbit,  dove  si 
fa  detta  Aera,  so  da  Almo  distante  giornate  1.  Da  Durbit  ad  Aldit,  città  grande  con  pianura,  sono  giornate 
1  e  mezzo.  Da  Aldit  a  Gumat,  che  e  città  grande. con  studio  per  pianura ,  giornate  I.  Da  Gumata 
Dunchona  con  la  flumera  Tuchieroca  un'  acqua  nera ,  che  va  verso  oriente  in  mare,  con  monte  e 
castello  di  canonici,  giornate  mezza.  Da  Dunchona  per  montagne  si  va  ad  un  castello  detto  Asqoaga. 
Giornate  1.  Da  Asquaga  aUruuar,  che  vi  sta  un  re,  e  sono  iglicse  IS  di  canonici  et  vescovo, et 
sepolto  un  re  santo  che  fa  miracoli ,  et  ha  nome  Lalireca ,  dove  assaissimi  pellegrini  vanno  da 
tutti  11  paesi,  gioratc  3.  Da  Uruuar,  si  va  in  provincia  Bugna,  dove  ha  monte  grande,  dove  nasce 
uno  fiume  chiamato  Tacagi,  che  va  in  nel  Nilo,  che  vlen  da  Gugan,  detto  di  sopra,  che  si  chiama 
Abaui,  giornata  mezza.  Da  Bugna  a  Tegre  si  va  in  giornate  5  per  piani  e  colli,  ed  è  provincia  di  cinque 
re.  Da  Tegre  ad  Axon,  città  grandissima,  vi  è  di  cammino  giornate  3.  Da  Axon  a  Lelia,  dove  ò  regione 
caldissima  et  torrida,  dove  è  un  flume  grande  detto  Mauas,  che  scorre  inverso  Oriente  in  mare, 
giornate  2.  Da  Lelia  a  Seraue  giornata  1  e  mezza.  Da  Seraue  a  Diuarua  giornate  2.  Da  Dioaroa  a 
Bisen  per  monti,  giornata  1.  Da  Bisen  a  Megua,  giornata  mezza,  dove  6  il  mare  che  è  in  la  provincia 
Seraue,  la  quale  Megua  lo  Imperator  Davit  l'ha  donata  allo  Re  di  Portogallo,  ed  è  in  sul  mar 
Rosso,  dove  poi  vicn  con  sue  caravane.  Da  Megua  fino  a  Soachen  per  terra,  che  è  in  sol  detto 
mare  Arabico,  giornate  15.  Il  quale  è  del  re  Moro,  che  per  essere  loco  di  molte  seche,  li  Portogaksi 
non  r  ban  potuto  prendere.  Questo  loco  è  dove  si  sbarca  li  pellegrini  che  vanno  in  Jerosalem,  et  è 
in  gradi  13  verso  l' Artico  ;  et  da  detta  Megua  a  Soachen  giornate  14:  per  terra  son  pianure .... 
et  di  ponente  sono  assai  montagne  et  grandi.  Da  Soachen  al  monte  Sinai  di  Santa  Caterina  pd 
mare  detto  Arabico,  si  va  in  giornate  15.  Da  Monte  Sinai  in  Jerusalcm  sono  altrettanto  cammino  di 
giornate  15.  Et  volendo  da  Soachen  andar  per  terra  al  Cairo,  giornate  34.  Et  dice  il  detto  Frate 
Tommaso,  che  il  Nilo  passa  per  Goza  e  va  a  Tegre.  E  da  Bignan  vi  è  il  flume  Tacage  grande  di 
verso  il  ponente,  et  entra  in  nel  Nilo  in  la  provincia  di  Sire  ....  Da  Damot  a  Barara  giornale 
15.  Da  Barara  ad  Axon  per  merigio  si  va  in  giornale  60.  Da  Barara  a  Damot  fa  gran  caldi  in  tal  paese. 
Da  Lelia  a  Diuarua  fa  gran  caldi  e  intemperie.  In  Barara  gli  uomini  vivono  150  anni . . .  Fra  RafEKlo 
diceva  che  da  Barara  inflno  ad  Axon  si  andava  in  giornate  30,  facendo  ora  miglia  SO,  ora  S5,  et 
questa  tale  distanzia  si  accorda  con  Frate  Tommaso.  Itcm  Fra  Raffaele  diceva  che  da  Axon  inflno  a 
Soachen  si  andava  in  22  di  ;  et  cosi  questa  tal  distanzia  si  accorda  con  detto  Fra  Tommaso. 

«  Della  città  di  Gaget  in  la  provincia  di  Anguot.  Fra  Tommaso  si  parti  dalla  provincia  Seraae  dalla 
città  Besen  per  venire  al  mare  Arabico,  et  si  fece  la  via  più  verso  lavante,  et  innanzi  che  capitasse  a 
Soachen  andò  a  dirittura  prima  ad  un  altro  porto  et  città  sul  detto  mare  Arabico,  che  si  chiama  Megoa 
che  il  Presto  Davit  1'  ha  donata  al  Re  di  Portogallo.  Benché  più  verso  scirocco  lontano  da  questo, 
detto  Re  aveva  un  altro  porto,  che  si  chiama  Dancano,  lontano  da  Megua  per  terra  dritto  al  mare 
per  tramontana,  giornate  3,  et  per  mare  con  barca  si  va  in  un  di.  Poi  da  Megua  andò  a  Soachen. 
Fra  RafCiclo  si  partì  da  Denna  città  in  la  provincia  di  Anguot ,  et  andò  da  Maria  in  la  provincia 
di  Amase,  e  tenncse  più  verso  il  Nilo,  e  non  andò  a  Megua  porto,  ma  venne  a  dirittura  a  Soachen. 

«  Avviso  avuto  da  detto  Fra  Tommaso  delle  provincìe,  cioA  paesi,  che  molti  per  avanti  han  posti  per 


GOUJON  921 


dttà,  et  cosi  di  altre  cose,  ec  Et  prima  sotto  il  capricorno  dov*  è  la  provincia  di  Uoge  verso  merifi^o 
che  è  paese  che  li  abitanti  non  vogliono  se  non  regine  che  li  governino,  come  ho  detto  di  sopra, 
passa  una  flumea  detta  Uobi,  che  nasce  da  monti  di  detta  provincia  per  più  verso  ponente,  e  una 
i^erso  Levante.  Dipoi  a  dritta  cammin  verso  tramontana,  si  trova  la  provincia  di  Damot,  che  è 
grande  per  giornate  60,  dove  è  una  città  che  si  chiama  Auesga,  che  è  giornate  15   lontano 
da,  Barara.  Dipoi  pur  per  dritto  commin  si  trova  la  città  chiamata  Us,  la  quale  è  lontana  da  Barara 
pomate  6,  dove  arriva  a  miglia  15  una  flumera  detta  Auas,  grandissima,  che  viene  da  tramontana  di 
Rarara,  et  da  Barara  si  volgie  per  ponente,  et  ha  origine  da  gran  montagna,  chesi  chiama  Gatat,  e  che 
é  in  la  gran  provincia  di  Gogian,  che  ancor  dicon  nasca  un  ramo  del  Nilo.  Tal  flumera  di  Auas  si  trova 
da  Us,  città  verso  la  parte  d'Oriente;  stimo  sia  verso  Quiloa,  ovver  Mididi,  città  del  mare  Indico. 
Oipol   per  verso  tramontana  a  dritto  cammin  si  trova  la  gran  città  di  Barara,  dove  la  più  parte  sta 
1  Presto  Davit  ed  ha  Patriarca  et  è  in  la  provincia  Urab.  Dove  per  miglia  8  verso  Levante  è  la 
rmttit  Garma,  dove  è  grande  studio  in  ogni  facoltà.  Dalla  quale  pur  verso  Levante  giornate  1,  è  la 
:&tt4  detta  Masegue  tra  colline.  Dipoi  pur  a  Levante  si  va  in  la  provincia  di  Fesegar,  che  è  grande 
pomate  SO,  et  ha  una  città  lontana  da  Masegue  giornate  1,  che  si  chiama  Sogra.  La  quale  ha  il 
>iù  buono  et  fresco  e  temperato  et  perfetto  aire,  che  sia  in  tutta  la  provincia  del  Presto;  et  vedesi 
>iir  infinite  pianure  da  ogni  parte  ;  et  un  tal  loco  il  ditto  Presto  ha  donato  a  Messer  Gregorio,  cioè 
^ieronimo ,  veneto  pictor,  del  qual  di  sotto  si  dirà.  Et  cosi  il  ditto  Presto  tutti  li  homeni  virtuosi 
t  tie  vengono  da  varie  parti,  li  mette  ad  abitar  tal  città  et  paese .  Et  nota  che  da  Levante  si  vede 
i^ppena  da  lontan  montagne  alte,  dove  regnano  di  continuo  aire  perfetto  con  soavi  venti.  Dalla  provincia 
3.  i  Fesagar  si  confina  con  la  provincia  Doaro.  È  Doaro  tra  Griego  e  Levante,  che  tal  provincia  cir- 
:?<»nda  da  giornate  40.  Et  di  qui  si  va  per  tale  cammino  a  Bali,  provincia  confinante  a  questa,  et 
attorno  da  giornate  30,  dove  verso  griego  sono  montagne  grandi  et  le  specierìe  che  vengono 
mare  Indico.  L' altra  provincia  Adel  verso  il  mare,  che  è  giornate  60,  lontana  dalla  detta  provincia 
Bali  per  queste  giornate  60,  se  trova  molti  boschi  et  pasture  di  bestiami,  dove  passa  grandi  carichi 
tali  specie  et  panine,  et  altre  cose.  Dalla  provincia  Urab,  dove  è  la  gran  città  di  Barara,  pur  si 
^va  per  alla  provincia  grande  di  Gogian,  dove  ho  detto  di  sopra  che  nasce  alli  monti  il  fiume  Auas.  Tal 
proTìncia  è  lontana  da  Barara  per  giornate  40  per  ponente.  Di  tal  provincia  nasce  uno  ramo  del  Nilo, 
che  va  verso  tramontana:  tal  provincia  è  grandissima  e  gira  da  giornate  60.  Et  alla  strada  di  ditta 
provincia,  venendo  da  Barara,  si  trova  Nemese,  città  dentro  in  tal  provincia  per  tre  giornate.  Dicon  in 
tal  provincia  nasce  etiam  specierìe  e  le  condncono  con  muli.  Dalla  provincia  Urab  andando  per 
tramontana  verso  Ufat,  si  trova  la  provincia  di  Soa,  dov'è  la  città  di  Zancar;  dalla  quale  città  andando 
per  verso  Griego  a  Levante  si  trova  la  provincia  di  Sera,  et  è  grande  per  giorni  12.  Et  da  tal  provincia 
per  tal  cammino  si  va  in  la  provincia  di  Ufat ,  che  so  giornate  5 ...  Et  da  tal  provincia  si  va  in  la  pro- 
vincia Geten  pur  verso  griego,  di  giornate  5.  Item  confina,  venendo  pur  per  grìego  con  la  provincia 
Gegni,  la  qual  provincia  Gegni   è  grande  di  giornate  3,  che  confina  per  Levante  con  la  provincia 
Sera.  Dalla  provincia  Soa,  sopra  detta,  dove  confina  andando  per  tramontana  la  città  di  Bedeuegì, 
a  miglia  5  si  trova  la  provincia  di  Anara,  dalla  quale  pur  per  tramontana  si  va  alia  provincia  di 
Angnot,  che  ha  una  città  chiamata  Ganget,  patria  dì  Fra  Tommaso,  dal  quale  ho  tale  informazione. 
Et  ancora  più  verso  tramontana  ha  un'  altra  città  chiamata  Demna  :  cosi   Fra  Raflisiele  in  la  sua 
prima  informazione.  Et  tra  le  ditte  Provincie  è  una  città  chiamata  Uasel,  grande,  che  è  di  giornate  2 
appresso  il  Nilo.  Et  ha  una  provincia  verso  potente  chiamata  Ajaua,  et  confinante  a  questa  più  verso 
potente  è  la  provincia  Dembiani.  Et  così  da  questa  più  verso  ponente  è  la  provincia  Infrai,  et  più 
%'er80  ponente  confina  a  questa  la  provincia  Agenmender,  la  qual  confina  con  selve  et  montagne 
che  di  là  abitano  li  Negri,  cioè  Etiopi,  che  vanno  al  mare. . .  E  dalla  detta  Anguot  andando  verso  el 
^ego,  per  giornate  3,  è  fertile,  et  poi  si  trova  arene  et  boschi,  dette  Gabel,  per  giornate  50;  et  poi  si 
trova  più  verso  Levante  la  provincia  Danchele  di  giornate  2,  dov*  è  la  città  Agda  verso  il  mare. 
Dalla  detta  provincia  Anguot  pur  andando  verso  tramontana,  si  trova  la  provincia  Bugna,  et  tra  le 
dette  due  Provincie  è  il  fiume  Nilo.  Tal  paese  si  chiama  Uaedeb,  che  per  giornate  15  attoma  di 
là  dal  Nilo.  È  selva  piena  di  romiti  et  frati  cristiani . . .  che  vivono  di  erbe  e  fanno  grande  penitenzia. 
La  provincia  di  Bugna  confina  per  Levante  con  la  provincia  Cheda;  et  così  da  questa  più  verso  Levante 
è  la  provincia  Giauamora,  e  di  là  è  la  selva  Pegreri,  che  confina  con  la  provincia  Cheda.  Et  in  provincia 
Bagna  si  è  monti  che  nasce  un  fiume,  che  se  chiama  Tacagi,  che  va  in  nel  Nilo.  Confina  con  la  pro- 
vincia Bugna  la  provincia  Tegre,  dove  è  la  città  di  Axon,  grande,  che  è  giornate  2  lontano  dal  Nilo, 
et  lontana  dal  mare  giornate  3.  La  provincia  Seraue  confina  con  quella  dei  Tegre  più  verso  tra- 


222  GOUJON 


montana ,  dov'  è  la  città  Dioarua.  La  provincia  Amasen  conflna  con  la  provincia  Sarant  par  ver 
ponente,  dov'  è  la  città  Ambanderon.  Tra  la  provincia  di  Amasen  e  il  Nilo  vi  è  la  provincia  di  Maria 
de*  Negri  arricciati  il  capo,  e  sotto  il  Presto  Davit  hanno  i  capelli  lunghi.  La  provincia  di  Ifuba  è  ìd 
Amasen.  La  provincia  Bacbela  verso  tramontana  conflna  per  Amasen.  Da  Bisen  città.  Fra  Tomniso 
andò  a  Megua  di  Portogallo,  porto  sol  mar  Rosso  verso  griego,  e  Fra  Raffaele  da  detta  Megna  a  Soacbeo, 
insula  verso  tramontana  su  ditto  mare;  et  ditta  Soachen  è  de' Mori,  et  Megua  era  del  Presto,  il  quale  Pha 
donata  al  Redi  Portogallo.  Drieto  tal  lido  di  mare  si  trova  verso  Levante  Recano,  che  è  un  altro  porto, 
dove  più  oltre  è  Barbara  e  Meli  infra  terra.  Tal  provincia  si  chiama  Abbasit,  e  sono  Ablwsslnl,  et  sonvi 
assai  gicnte  pastorale.  Nelli  sopra  detti  paesi  del  Presto  Ianni  son  tutti  li  animali,  come  sono  ne'nostri 
paesi  italici,  et  etiam  molti  altri,  i  quali  son  questi.  Et  prima  Haric,  o  Hauruors,  grande  più  d' un  bo,  et 
ha  la  sua  testa  boegna,  et  ha  uno  corno  sul  naso  de  uno  pie  lungo,  et  altro  più  corto  ha  In  sol  fronte,  e 
un  altro  più  alto  dalla  banda  ciancha  sopra  l'orecchio,  tutti  tre  corni  dritti  di  color  roseto .  „  Et  ha  gambe 
corte,  et  ha  la  eoa  come  asino:  ò  feroce  animale  e  non  perdona  a  ninno,  come  fa  lo  elicomo,  il  quale 
voleva  essere  il  primo  scritto.  Hahadaramu,  nome  volgare,  chiamato  dalli  detti  Etiopi;  et  in  loro  latino 
io  chiamano  Fuchuor;  et  noi  lo  chiamian  unicorno.  II  quale  animale  ha  la  so  testa  come  il  cavallo,  e  li 
pie  un  poco  fessi,  cioè  divisi,  di  color  macchiati  di  diversi  colori  ;  et  ha  in  la  fronte  un  corno  lungo  un 
brazo,  in  brazauno  e  megio,  di  color  zalctto:  et  il  Presto  ne  mandò  a  donare  un  piccolo  al  Redi 
Portogallo,  che  morì  per  via.  Torat  animale  feroce,  et  è  bon  da  mangiare,  et  è  Silvestro,  di  color 
rosso  simile  al  bo,  con  cuda  corta,  et  pericoloso,  che  non  perdona  a  nissuno,  come  fa  lo  anicomo, 
che  non  è  si  Aero.  Defasca,  animai  grande  più  di  un  bo ,  ma  con  due  gran  comi  lunghi  distesi 
silvestri:  ma  non  ò  animai  feroce,  et  ò  buono  da  mangiare.  Gagen  è  animai  grande  come  un  eamelo. 
con  due  comi  storti  in  forma  di  vide  grandissimi,  di  color  giallo  rossetti,  et  ha  i  piedi  e  testa 
come  ha  il  bo ,  et  è  bon  da  mangiare.  Goma  è  animalo  grande  corno  capra  selvaggia  con  due 
comi ,  et  è  bon  da  mangiare.  Ducola  son  grandi  come  capre  e  sono  rossi  con  dui  corni  dretti  : 
boni  da  mangiare.  Nabre  simili  a  lepardi  ;  item  sonovi  lioni  bianchi  ;  et  cx>sì  elefanti  ;  item  vi  sono 
giraphe,  et  cosi  cameli,  et  dromedari,  et  tigre.  Item  cani  grandissimi  che  nascono  in  la  provincia  di 
Agau,  et  sono  come  asini  grandi,  ferocissimi.  Sono  in  detto  paese  tutti  li  fratti  come  li  nostri,  eceito 
che  castagne;  ma  sono  migor  frutti  delli  nostri;  et  hanno  molti  altri  frutti,  che  non  l'abbiamo  noL  Et 
prima  quello  che  i  Mori  chiamano  Muse ,  che  son  magori  et  miglori  di  quelli  di  Soria.  Sola  si  è 
grand' albero,  fa  a  modo  uva  attorno  al  fusto  come  il  sicomoro.  Babo  si  è  grand' albero,  e  fa  pomi 
grandi  e  grossi  miglori  de*  pomi  nostri.  Coca  fa  fratti  grandi  come  persico.  Tambera  è  albero  grande  et 
lungo  come  i  datali  et  fa  foia  piccola.  Agan  è  albero  megian  et  fa  frutti  come  le  cieriesa,  et  è  negra 
e  dolcio  come  uva,  e  foie  piccole  bianche.  Trongo  ^  frutto  che  ha  odor  di  ìimon ,  ma  grande  come 
una  barila,  e  nasce  su  l'all>ero  attorno,  dove  nasce  i  tronchi:  ha  spini  grandi  attomo  e  foie  bianche. 
Datali  maggior  e  miori  che  non  è  tra'  Mori.  Et  narance,  limoni  e  cetroni  ottimi.  Item  dico  essere  in 
sopra  detto  paese  et  nascere  fromento  in  quantità  miorc  del  nostro.  Mescla  è  grano  di  che  fanno  poi 

mior  del  nostro  formonto Taf  fa  grano  menudo  come  barena,  con  vene  di  bianco,  di  rosso  e  di 

nero  ....  et  fassi  pane  ottimo.  Tamoie  fa  grano  simile  al  formonto,  e  sono  di  tre  sorta,  bianco,  rosso, 
nera  Di  tutte  l'altre  biave  e  legumi  hanno  come  noi.  Le  lane  dolio  so  pecore  sono  grosse,  e  di 
esse  fanno  panni  grossi ....  ma  di  India  e  Persia  sono  portati  panni  Ani,  che  vengono  di  qui 
a  Italia.  Non  hanno  carta  da  scrittura:  sono  di  capretto  et  pecorino:  ma  ne  vengono  portate  da' nostri 
paesi.  Battono  le  biave  con  cavalli  e  buo.  Il  Presto  Davit,  vuol  dire  imperatore,  re  e  signore.  Davìl 
ò  non  il  suo  nomo  proprio,  et  dicono  essere  di  tal  linea  di  Davit.  Et  dicono  che  in  una  provincia 
si  è  un  gran  monte,  dove  abitano  e  stanno  da  poi  la  morte  tutti  li  floli  di  tal  Presto,  eceito 
che  il  primo,  che  è  fatto  signore;  et  se  i  Presto  non  hanno   liolì,  togliono   uno  di  quelli  di   tkl 

linea,  che  sono  in  tal  montagna.  La  lingua  latina  di  tal  paese  ò  difTercnte  dallo  vulgare  . Dice 

il  ditto  Fra  Tommaso  che  a  Barara  col  suddetto  Presto  Davit  si  trovava  un  italiano  della  città  di 
Venezia,  che  si  chiama  Gregorio,  ovvero  Hieronimo  Becini,  il  quale  io  andai  a  trovare  a  Santa 
Margherita  sul  campo,  in  la  sua  casa  antica,  et  parlai  con  una  sua  flola  che  si  chiama  Maria. 
La  quale  mi  disse  che  ditto  suo  padre  si  partì  del  li8j,  et  andò  in  Alessandria  con  mercatanzie,  et  la 
sua  moiere  che  avea,  chiamata  Dionora  ....  Le  donne  et  uomini  sono  bianchi,  perchè  stanno  in  casa, 
ma  quelli  che  vanno  all'aire,  sono  neri.  I  capegli  degli  uomini  son  lunghi,  ma  li  tagliano  a  guisa  di 
cappello,  .ec.  • 

Seguita  poi.  «  Nota  di  Fra  Antonio  della  città  di  Urcuzar  nella  provincia  Bugna,  compagno  del 
sopradetto  Fra  Tommaso,  il  quale  ha  navigato  in  India,  et  è  venuto  in  Portogallo  co* Portogalesi.  • 
Sono  quasi  le  stesse  notizie,  che  non  occorre  ripetere. 


GOUVEA  -  GRANADOS  223 


267.  GouvEA.  —  Carta  do  Exmo  e  Rmo  Bispo  de  Pekin,  D.  Fr. 
Alexandre  de  Gouvea  Franciscano  da  Congregagao  da  Terceira 
Ordem  em  Portugal,  ao  limo  e  Rmo  Bispo  de  Calandro  sobre  a 
introduc^ao  do  Christianismo  na  penisula  da  Corea  desde  1784  até 
1797.  Lisboa,  na  officina  de  Joao  Rodriguez  Naves,  1808. 

Tornarono  vane  quante  ricerche  feci  nelle  Biblioteche  di  Lisbona  per  leggere  questa  lettera, 
che  probabilmente  fa  parte  di  qualche  raccolta  di  Varia  ;  ma  i  cataloghi  non  sono  finiti  ;  e  tutte 
le  mie  pazienze  rimasero  senza  successo. 

—  Relagao  fìel  da  persegui^ao  centra  o  Christianismo  da  China 
em  0  anno  de  1784:  por  Fr.  Alexandre  de  Gouvea  Bispo  de  Pekin. 

Manoscritto  in  4,  di  10  carte,  ove  sono  bellissime  glorie  cattoliche  e  francescane  affatto  ignorate: 
la  copiai  tutta  nella  Biblioteca  dell'  Accademia  <  già  della  Congregazione  del  Terz'  Ordine  Regolare 
di  San  Francesco  )  di  Lisbona. 

268.  Granada.  —  Constituciones  de  Santa  Cruz  de  la  Indias , 
hechas  en  el  capitulo  Provincial  celebrado  en  el  Convento  de  San 
Francisco  on  la  ciudad  de  San  Domingo  de  està  isla  Espanda  en 
el  ano  de  1538,  por  Fray  Juan  de  Granada,  Comissario  de  las  Indias 
del  Mar  Oceano. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  dell' Escuriale.  Sono  19  carte,  in  8.  Riguarda  P  ordinamento  delle 
Missioni  del  Nuovo  Mondo. 

269.  Granados.  —  Tardes  Americanas:  Gobierno  gentil  y 
catolico  :  breve  y  particular  noticia  de  teda  la  historia  Indiana  : 
sucesos,  casos  notables  y  cosas  ignoradas,  desde  la  entrada  de  la 
gran  nacion  Tulteca  a  està  tierra  de  Anahuac,  basta  los  presentes 
tiempos.  Trabajadas  un  Indio  y  un  EspaSol.  Sacalas  a  luz  el  M.  R. 
P.  Fr.  Joseph  Joaquin  Granados  y  Galvez,  Predicador  General  de 
Jtcre,  Ex-Definidor  de  la  Provincia  de  Michoacan  y  Guardian 
que  fue  de  los  Conventos  de  Xiquilpan,  Valladolid,  Rio  verde,  y 
Custodie  de  todas  sus  Misiones,  y  las  dedica  al  Exmo  Sr.  D.  Joseph 
de  Galves,  Caballer  da  la  Real  distinguida  Orden  de  Carlos  III, 
del  Consejo  de  Estado,  Gobernador  del  supremo  de  las  Indias,  y 
Segretario  del  Despacho  universal  de  ellas.  Mexico  :  en  la  nueva 
Impronta  Matritense  de  D.  Felipe  de  Zuniga  y  Ontiveros,  calle  de 
la  Palma,  ano  de  1778, 


23^  GRECO 


Un  volume  in  4,  di  70  pagine  non  numerato  e  altre  540.  Alla  fine  dell'  ultima  si  legge  in  nome 
dello  stampatore  : 

Condui  tut  ditcursot  sahios ,  —  Grancidos ,  y  por  tributot 
Sut  bien  sazonadot  fruto» — Dexan  la  miei  en  los  lùbio$. 
Mis  elogiot  son  agraviot-Para  obra  tan elegante; 
Y  asi  tin  perder  Ulante,  —  Espero  que  tus  desvelos 
Den  a  la  America  vuelot  —  Hasta  ponerla  Triuxfante. 

Ed  ha  ragione  :  ò  opera  dottissima  e  scritta  inoltre  con  molto  gusto  letterario.  Basta  leggerne 
il  proemio;  e  i  nostri  lettori,  che  si  conoscono  dell'  importanza  de'  presenti  studi  storici,  ne  giudi- 
cheranno daW  Indice,  che  qui  trascriviamo,  de  lo  que  eontienen  las  tardes  amerieanat. 

Tarde  I.  —  AcredUase  el  caracter  de  la  hisioria  Indiana  con  la  luz  de  variot  monumenlos.  — 
Tarde  II.  —  Gubiemo  gentil.  Principio  y  fin  de  lon  Tulteca*  :  varia»  operaciones,  y  Uegada  de  lot 
ChicMmecas^  con  la  resolucion  de  los  problemas  de  quien^s,  de  donde,  y  por  donde  vinUron  las 
primeras  gentes  pobladoras  de  esias  tieìras.  —  Tarde  III.  —  Continuase  la  serie  monarquiea,  y  u 
da  una  breve  istrìudon  de  la  teogonia  y  kalendarios  Indianos.  —  Tarde  IV.  —  CiencUis,  cuUura, 
y  dvilidad  de  los  antiguos  y  cictuales  Indios.  Breve  relacion  de  los  feudos  al  Imperio  de  Tetzuco. 
—  Tarde  V.  —  Origen,  progressos  y  fin  de  los  Azleeas,  o  Mexicanos,  y  expUcadon  de  aigunos 
fenomenos.  —  Tarde  VI.  —  Poder  Tlatelulcano,  breve  noticia  del  reyno  de  Michoacan,  y  otras  eosas 
digncu  de  leerse.  —  Tarde  VII.  —  Descripcion  de  la  grandeza  de  las  dos  cortes,  Tetzcuco  y  Mexico.  — 
Tarde  Vili.  —  Eimerros,  septilcros,  casamintos  y  coronaciones  de  los  antiguos  Indios.  —  Tarde  IX. — 
Conquista  del  reyno  :hechos  y  glorias  de  Cortez  :  derecho  que  fundan  a  estas  tierras  lot  Reyes 
catolicos.  —  Tarde.  X.  —  Gobiemo  catolico  prudente.  —  Tarde  XI.  —  Reladon  de  los  primeros 
Misioneros  Evangelicos,  y  apologia  hecìia  a  favor  del  Y.  P.  Fr.  Juan  de  S.  Miguel,  primer  fundador 
de  la  hospitcUidad  Michoacana.  —  Tarde  XII.  —  Ereceion  de  Inglesùis  y  Provindas  Reguiarts,  con 
una  breve  notida  de  sus  primeros  Prelados.  —  Tarde  XIII.  —  Virtudes  y  fama  poslhnma  de  muànos 
varones  Indianos,  que  florederon  en  santidad.  — Tarde  Xrv.  —  Gobiemo  catolico  justo.  Bstabledmienio 
de  Alcabelas  y  otros  sucesos.  —  Tarde  XV.  —  indoles,  genio,  y  talentos  de  los  Espahoies,  Americanos, 
y  notidas  de  varios  acontedmientos.  —  Tarde  XVI.  —  Gobiemo  cntolico  fiel.  Alteradon  de  aigunos 
pueblos,  su  purificctdon  y  eondusion  del  gobiemo  Americano.  —  Tarde  XVII.  —  CondUo  lY  Mexi- 
eano,  y  prognostico  de  la  durctcion  y  fecundidad  futura  Americana.  —  Crediamo  che  qucst' opera  si 
possa  leggere  anch'  oggi  con  quelle  dell' Humboldt,  del  Brasseur  de  Bourg-Bourg,  ec.  N'  6  un  esemplare 
nella  Biblioteca  de  la  Bealo  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

stemp.  270.  Greco.  —  Lettere  scritte  da  Monsignor  Dionisio  Greco 
dell'  Ordine  di  S.  Francesco  dell'Osservanza,  Vescovo  di  Chironesso, 
a  Marcello  Cervini  Cardinale  di  S.  Croce.  A  Trento ,  a  Bologna  e 
a  Roma,  l' anno  1545  e  1547. 

Sono  7  lettere  che  non  mancano  d' importanza  per  la  gravità  degli  avvenimenti  di  que*  tempi, 
a'  quali  accennano.  Vennero  pubblicate  nella  Miscellanea  Stefani  BcUtizii,  novo  ordine  digesia  et  non 
paucis  iMditis  monumentis  opportunisque  animadversionibus  aucta ,  opera  oc  stìidio  JoannU 
Dominid  Mansi,  tom.  lY.  Lucae  1762;  extraetae  ex  Mss.  Codd.  Cervinianis  apud  Arehiep.  Senensm. 
11  Greco  era  Vescovo  in  Candia,  stazione  delle  Missioni  Francescane  dell' Oriente  ;  male  lettere  sono 
date,  sci  di  Venezia,  e  la  settima  di  Bologna,  Ne  riferirò  due,  la  prima  e  la  terza,  che  sono  come  segue. 

t  lUustriss.  ac  Beverendiss.  I)D.  mi  singularissime. 

Siccome  già  gli  promisi  menandai  in  Candia  per  provvedere  a  quella  povera  mia  Ecclesia,  et 
deliberato  di  slare  qualche  anno,  ma  ritrovandomi  in  quella  parte  mi  fu  intimata  la  buia  del  Concilio. 
Io  per  obedir  ho  lassato  ogni  altra  cosa  e  mi  son  partito  più  presto  che  io  abbia  possalo  trovan 
navilio  securo  ;  il  partir  mio  fu  alli  22  d' Avosto,  il  zonzer  mio  ò  stato  alli  doi  d' ottobrio  che  siamo 


(ÌREIDERER  225 


;>K'eseote  in  Venetia  laudata  sempre  sia  la  Divina  Maiestà  che  ze  ha  liberati  da  innniti  pericoli  si 

rortuna  di  mare,  come  etiandio  da  corsari;  non  mi  voglio  in  particalare  difundere  a  dar  notitia 

Kion  essere  molesto.  Ma  uno  est  che  io  posso  dire  con  verità  che  per  miracolo  evidente  da  Dio 

Kso  stati  liberati.  Non  ho  mancato  di  fare  ogni  diligentia  per  ritrovar  libri  Greci,  secondo  che  io 

naesse  a  quella,  et  ne  ho  ritrovato,  ma  non  in  quella  quantità,  che  io  desiderava;  imperocché  oltra 

a.1  tri  che  si  hanno  sforzato  di  portar  via  libri  Greci  di  Candia  fu  uno  M.  Carlo  Capello,  el  quale 

o    Duca  in  Candia,  et  ha  spogliato  li  Monasterìi  et  altri  lochi.  Di  tal  libri  quando  giongeranno, 

iciarò  la  lista  et  li  libri  dove  a  V.  Hi.  et  Rev.  li  parerà,  insieme  con  moscato  di  Candia  che  ne 

^orlato  un  poco  in  segno  della  servitù  perpetua  che  io  tengo,  et  obligo  grande  con  quella,  ec. 

Dato  in  Venetia  a  li  5  d'ottobre  del  45. 

IlL  ac  Reverendiss.  D.  V. 

Humilis  Scriptor  Dionysius  Graecus 
Episcopus  Chironensis.  • 

«  lllustriss.  ac  Reverendiss.  D.  D.  mi  singularissime. 

«  Hoggi  ho  ricevuto  le  sue  de  XYI  di  Novembrio,  per  le  quali  mi  persuado  non  mancar  del 
to  mio  a  ritrovarmi  al  Concilio  Tridentino  universale,  et  io  non  sono  per  mancar  se  dovesse 
ir,  et  fattomi  tol  intimation  in  Candia  posposi  ogni  mio  comodo,  et  interesse,  son  partito  di  li 
e  lo  era  per  star  qualche  anno,  et  quelli  che  erano  ivi  non  solamente  non  hanno  voluto  venire 
•  oì>edientia  di  Sua  Santità  (  parlo  li  Prelati  )  ma  mi  hanno  fatto  mille  oltrazi  perchè  son  venuto 
le  por  altra  mia  li  notificai.  Son  ben  certo  che  in  quel  santo  Concilio  si  trovarano  de  li  signori 
^U,  et  altri  Religiosi  dottissimi,  che  io  non  son  sufficiente  a  compararmi  con  essi  in  dottrina; 
ardisco  di  dir,  se  gli  è  presumption  a  perdonar  vaglia,  che  io  non  son  per  ceder  a  ninno  de  li 
nori  detti  in  aflRecto  et  desiderio  per  defension  orthodoxae  fldei  catholicao,  la  quale  principalmente 
isiste  nella  divina  et  suprema  autorità  che  tien  il  Summo  Ponteflce  Romano,  Principe  de  la 
"leslaslica  Hierarchia  sopra  il  gregge  di  Cristo,  et  sopra  tutti  li  Concilii,  et  sopra  ogni  lor  actione, 
^nllione  et  determinatione  loro,  come  al  tempo  et  loco  suo  son  per  dimostrare  por  mezzi,  ragioni, 
principi  infallibili  si  Greci  come  Latini.  Per  tanto  V.  111.  et  Rev.  sia  avvisato  come  di  quelli  che 
■^gono  de  li  mandati  da  sua  Santità  prò  defeosione  Fidei,  essi  son  di  contraria  opinion,  et  tengan 
^  ^1  Concilio  Basilense  et  Constontiense  è  sopra  il  Ponteflce  Romano;  il  che  è  falsissimo:  et  di 
^^  opinione  erronea  son  quasi  tutti  li  Parisini,  seguendo  il  lor  Gersone  Parisino  che  fu  di  questo 
'tnion  parlando  di  tol  Concilio,  sedutto  da  falsi  fondamenti  ;  et  alcuni  Prelati  del  Concilio  dcputoti 
'o  imbuti  di  questo  zizania,  siccome  ho  possuto  colligere  parlando  con  loro,  li  quali  non  lo  fano 
^  OQalicia,  ma  credono  che  cussi  sia,  per  esserli  dato  ad  intendere;  il  che  importo  essere  avvisato 
l'I-  et  Rev.  Non  mi  faccia  autor,  ma  che  io  sia  tenuto  secreto;  questo  articolo  è  la  chiave  del 
^'  Spero  in  Dio  che  quando  parlaran  di  questo  articulo,  mi  troverò  li,  et  allora  si  vederà  il  bon 
^o,  che  io  ho  a  questo  S.  Sede  apostolica,  et  a  Sua  Santità,  ec. 
Dato  in  Venetia  a  li  3  di  decembrio  del  45. 

Humilis  Dionysius  Graecus 
Episcopus  Chironensis.  • 

271.  Greiderkr.  —  P.  Fr.  Oratii  Greiderer  Ordinis  Minonim 
>servant.  Refor.  Provinciae  Tyrolensis  divi  Leopoldi  Custodis 
't^itualis,  Germania  Franciscana,  seu  dironicon  Geographicon- 
^toricum  Ordinis  S.  Patris  Francisci  :  tractans  primario  de  Pro- 
'^cìis  et  domiciliis  dicti  Ordinis  sub  stemmate  Observantium 
^^Htantibus,  secondario  etiam  de  aliis  sub  iurisdictione  aliorum 
^''^pepiorum  repositis.  Oeniponte  :  Typis  Johannis  Thomae  Nobilis 
^^  Trattnem.  C.  R.  Aulae  Typographi  et  Bibliopolae.  Anno 
MDCCLXXVIL 

15 


226  «il'ADALUPE  -  GLADIX 


Sono  due  volumi  in  foglio:  il  primo  di  3  carte  preliminari  «  67S  pagine,  e  infine  an  /«d» 
generalis  di  39.  Il  secondo  di  1  carta  preliminare,  878  pagine,  ed  altre  63  di  Index  generaUs  in 
(Ine.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anna  in  Monaco  di  Baviera:  ma 
il  2  volume  è  mancante  delle  prime  i7  pagine  del  libro  I.  11  Db  Vogel  (Specimen  BOMoth.  Ger» 
maniae  Austtiaeaey  ec.  Viennae,  1119)  ha  detto  che  il  lavoro  del  Greiderer  è  opus  immensi  teòorù  : 
e  disse  bene.  È  libro  di  cui  non  si  può  fare  a  meno  per  scrivere  delle  nostre  Missioni  nell'Europa 
settentrionale;  né  manca  di  notizie  importanti  di  altre  contrade. 

s(Mv.  272.  GuADALUPE .  —  Historia  de  la  Santa  Provincia  de  los 
Angeles  de  la  Regalar  Observancia  y  Orden  de  Nuestro  Serafico 
Padre  S.  Francisco  :  author  el  Rmo  Padre  Fray  Andres  de  Gua- 
dalupe,  Lector  Jubilado,  hijo  y  Padre  de  la  mesma  Provincia.  Eii 
Madrid,  por  Mateo  Fernandez,  impressor  del  Rey  nuestro  Senor. 
Alio  de  MDCLXII. 

Un  volume  in  foglio,  di  Gii  pagine.  Vi  sono  alcune  bolle  biogratie  di  nostri  Missionari  nelle 
Filippine  e  in  America;  e  la  maravigliosa  e  commoventissima  istoria  della  misteriosa  Maddalena 
della  Sierra  Morena  in  Amlalusia.  N'  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 


.Vii. 


273.  GuADix.  —  De  una  recopilacion  de  algunos  nombres  ara- 
bigos ,  que  los  Arabes  (  en  Espana ,  Francia ,  y  Italia  )  pusieron  a 
algunas  ciudades  y  otras  muchas  cosas  que  se  potran  ver  a  la 
buelta  desta  hoja.  Dirigida  a  la  C.  R.  M.  del  gran  Rey  D.  Felippe 
II  de  este  nombre ,  nuestro  Senor.  Lo  contenido  en  està  primera 
parte  es  una  recopilacion  de  algunos  nombres  arabigos ,  que  los 
Moros  0  Arabes  (en  Espana,  Francia  y  Italia,  y  Islas  del  mar  Medi- 
terraneo, y  en  otras  muchas  partes  del  mundo)  pusieron  a  algunas 
ciudades,  villas,  castillos,  islas,  montes,torres,  rios,  puentes,  valles, 
fuentes ,  puertas  de  ciudades  :  con  algunos  vocablos  y  verbos 
arabigos  y  frases ,  o  maneras  de  liablar  de  Arabes ,  de  que  comu- 
nemente se  usa  en  las  lenguas.  Latina,  Espanola  y  Italiana.  Reco- 
gidos  y  declarados  por  Fray  Diego  de  Guadix  de  S.  Francisco,  y 
de  la  Provincia  de  Granada.  Interprete  de  la  lengua  arabiga  en 
el  santo  Oflcio  de  la  Inquisicion  de  la  ciudad  de  Granada  y  su 
Revno. 

Manoscritto  di  un  grosso  volume  in  foglio  non  numerato,  forse  un  600  carte.  V'è  anzi  latto 
la  licertela  del  Padre  Generale  dell'Ordine,  Bonaventura  da  Caltagirone,  data  Romae  ex  Conventi 
Sanctae  Marine  de  Araceli  die  28  decembris  1593,  p(>rchò  potesse  stamparsi.  Segue  il  Prohemio  •  n 
Magextad  :  poi  un  altro  Prohemio  ni  discreto  y  curioso  Lector  con  diez  adverteiidas.  E  flnalmeiile 
incomincia  la  Inlerpretadon  de  los  notnòres  arabigos.  Libro  di  profondi  studi  e  di  vasta  erudizione, 
di  cui  più  d'uno  s'è  giovato,  senza  ut>  anche  citarlo.  È  nella  Bibliutcca  Colombina  di  Siviglia. 

K  qui  mi  si  permetta  di  far  cenno  d'un  altro  Manoscritto  della  Biblioteca  del  Rea!  PaUao 
di  Madrid,  che  col  sopraddetto  ha  qualche  relazione.  Esso  i*  una  Coleccion  alfabetica  general  de  Utim 
los  csivacteres  que  hasta  nuestros  tiempos  se  conocen.  Fonnada  y  esenta  por  Fr,  Antonio  Àlgon, 


GUAL  -  GUASCO  227 


HeHgioÈO  Menor  Obtervanie.  È  an  volarne  in  foglio,  scrittura  della  fine  del  passato  secolo,  o  de' primi 
anni  del  presente. 

274.  GuAL.  —  La  India  cristiana  :  o  Cartas  Biblicas  contra  los 
libros  de  Luis  Jacolliot  La  Bibita  en  la  India  y  Los  hijos  de  Dios. 
Opera  escrita  por  el  M.  P.  Fray  Fedro  Guai,  Comisario  General  de 
los  PP.  Misioneros  y  Religiosos  Franciscanos  en  el  Perù  y  Ecua- 
dor. Con  las  debidas  licencias.  Lima  :  Impronta  de  J.  Francisco 
Solis,  Plazuela  de  Santo  Tomas  n.  255.  1878. 

Cito  questa  opera  non  come  storia  di  Missioni ,  ma  come  lavoro  che  tratta  un  argomento 
capitale  de' di  nostri,  vale  a  dire  le  relazioni  che  possano  rinvenirsi  tra  il  Buddismo  Indiano  e  il 
^ns tianesimo,  e  quindi  necessariamente  discorre  d'un  campo  (l'India)  dove  molto  si  esercitò  lo  zelo 

isL  scienza  de'Missionari  cattolici,  per  cui  non  può  a  meno  di  non  entrare  anche  nella  loro  storia. 

vi  entra  in  fatti  l'Autore  nella  Carta,  o  capitolo,  XI,  di  cui  pongo  qui  il  sommario.  Carta  XI 
t^.  257.)  Milagrosa  propagacion  del  Cristianismo  por  lodo  el  mundo.  —  Demostracion  Mstorica 
?  ioM  Apottoles  San  Barlholomé  y  San  Tomàs  predicaron  el  Evangelio  en  la  India.  —  Atombrosa 
^J>agaeion  del  Cristianismo  por  casi  toda  la  India  por  diferentes  Misioneros  Apostolicos  y  los  Monjes 
fos  siglos  eonsecutivos  hasta  el  siglo  VII,  —  Causas  de  la  decadencia  del  Cristianismo  en  la  India 
'«  aa  fecha. — Reaccion  cristiana  en  la  India  desde  el  siglo  XIII  por  los  Missioneros  Franciscanos^ 
'****i<ro«,  &  Francisco  Javier,  y  los  PP.  Jesuitas. — Su  estado  actìML 

Quest'  opera  del  Padre  Gual,  come  tutte  le  altre  che  ha  scritte,  è  piena  di  profonda  dottrina  e  vasta 
dizione.  Missionario  e  scrittore  di  polso,  ha  reso  molto  servigio  alla  religione  e  all'America  del  Sud, 

ì  t  suo  nome  è  popolare ,  con  parecchie  opere  di  vario  argomento  :  come  la  DeffinibiUtà  delP 
'^^Kcoto/a  Concezione  della  Vergine,  ch'io  voltai  in  italiano,  ed  ebbe  l' alto  onore  d' esser  inserita  nella 
azione  de' pareri  di  tutto  l' Episcopato  cattolico  per  espressa  ordinazione  del  santo  Pontence  Pio 

'K'CS  confessione  principio  della  salvezza  e  delle  inciviUmento  del  mondOy  parimente  da  me  vol- 
^^z^ta,  e  pubblicata  in  Roma  per  la  TipograQa  Tiberina  l' anno  1864.  E  poi  una  Vita  di  Gesù 
^'o     in  cofulazione  degli  errori  del  Renan  ;  /(  trionfo  della  Concezione  nella  Bolla  dommatica 

^ommo  Pontefice  Pio  IX  per  la  solenne  definizione  di  quel  domma;  e  El  equilibro    entre 

^o«  potestades,  o  sea  los  derechos  de  la  Iglesia  vindicados  contra  los  ataques  del  D.  D.  F.  de  P. 
^*oil;  tre  volumi  in  8;  ec.  Barcellona  per  Pons  y  C.»  1852.  Di  quest'  ultima,  a  mio  invito,  aveva 
"^Preso  la  traduzione  italiana  il  mio  egregio  confratello  P.  Agostino  da  Osimo  l' anno  1863  ;  e 
^bl>e  fatto  un  bel  lavoro,  con  note  proprie  per  l' Italia ,  specialmente  relative  agli  errori  del 
Messore  Nuytz,  quando  la  morte  ne  troncò  in  pochi  dì  la  vita,  contando  a  mala  pena  36  anni. 
^'  Mnidia  cristiana  poi  ha  intrapresa  e  cominciata  la  traduzione  italiana  il  chiarissimo  Professore 

Seminario  di  questa  città  di  Prato,  abate  Silvio  Villorbsi,  che  già  fummo  lieti  di  ricordare  in 
^to  nostro  povero  lavoro. 

375.  Guasco.  —  Relazione  su  i  costumi  degli  Egiziani  spedita 
Lione  ai  componenti  il  venerabile  Consiglio  della  Propagazione 
Hat  Fede  da  Monsignor  Perpetuo  Guasco  de' Minori  Osservanti, 
^covo  di  Fez,  Vicario  e  Delegato  Apostolico  dell'  Egitto. 

Sono  6  carte,  in  4  grande.  Non  so  se  venisse  pubblicata  negli  Annali  di  lAone.  Il  Padre 
Petuo  Guasco  apparteneva  alla  Osservante  Provincia  Serafica.  Recatosi  Missionario  in  Palestina , 
^<^  creato  Vicario  e  Delegato  Apostolico  dell'Egitto,  dove  ha  lasciato  grande  memoria  di  sé, 
^oyendo  e  coadiuvando  tutte  le  istituzioni,  che  potessero  efficacemente  contribuire  alla  morale 
^^ìle  trasformazione  di  quelle  contrade.  Morì  poco  prima  del  1860,  e  gli  successe  il  P.  Fr.  Pasquale 
^^ìc,  presentemente  Vicario  Apostolico  della  Bosnia. 


328  GUERRA  -  GYORFI 


Stamp, 
ÀAtrìca 


Ut. 

Aoirnai 


Traii-il\3iiia 


276.  Guerra. — Arte  de  la  lengua  mexicana  segun  la  acostum- 
bran  hablar  los  Indios  en  todo  el  Obispado  de  Guadala] ara,  parte 
del  de  Guadiana,  y  de  Mechoacan.  Dispuesto  por  orden  y  mandato 
de  N.  M.  R.  P.  Fr.  Joseph  de  Alcaras,  Predicador,  Padre  de  la  santa 
Provincia  de  Zacatecas  y  Ministro  Provin'cial  de  està  santa  Pro- 
vincia de  Xalisco ,  y  por  el  Reverendo  y  Venerable  Definitorio 
ella  en  Capitulo  intermedio.  Dedicado  a  la  santa  Provincia  de 
Santiago  de  Xalisco ,  por  el  R.  P.  Fr.  Jean  Guerra ,  Predicador  y 
Definidor  actual  de  dieta  Provincia.  Con  licencia,  en  Mexico,  por 
la  Vidua  de  Francisco  Rodriguez  Lupercio,  en  la  Puente  de  Pala- 
ciò,  ano  de  1692. 

Un  volume  in  8,  di  8  carte  preliminari  ed  altre  62.  Dalla  1  alla  i?  è  la  Grammatica  ;  dalla 
i8  alla  49  un  piccolo  Vocabolario;  e  dalla  49  alla  6Ì,  una  In$tniceUm  para  adminiitrtar  lot 
Saeramentot. 

277.  GuTTiEREZ. — Historia  de  las  guerras  del  Perù,  por  el  P, 
Fr.  Pedro  Guttierez  de  S.  Clara,  Franciscano. 

Di  questo  prezioso  Manoscritto  parlali  Brasseur  (Bibliolh.  Mex.  Gnat.)  dicendo  che  ne  possederà 
i  tre  capitoli  risguardanti  la  storia  del  Messico,  avuti  in  dono  nella  capitale  di  quel  regno  dal  Padre 
Fr.  Arrilaga.  E  noi  che  da  parecchi  anni  ci  siamo  ripetutamente  raccomandati  di  aver  qualcosa, 
almeno  notizie,  de'  molti  e  importantissimi  lavori,  antichi  e  moderni,  fatti  da'  nostri  Padri  in  quelle 
contrade,  sin  qui  non  ottenemmo  nulla.  In  Parigi  io  feci  molte  ricerche  per  sapere  chi  avesse 
ereditati  i  molti  manoscritti,  che  il  Brasseur  aveva  seco  trasportato  dall'America,  non  pochi  ap- 
partenenti a  Conventi  Francescani;  ma  le  mie  sollecitudini  restarono  senza  effetto. 

278.  Gyorfi.  —  Ortiis,  progressus,  vicissitudines ,  excisio,  et 
restauratio,  oliiu  Custodiae,  nunc  ab  anno  AIDCCXXIX  Provin- 
ciae  Transvlvaniae  Ordinis  Minorum  Strict.  Observantiae  S.  Re^is 
Stephani,  ex  gravissimis  fideque  dignis  authoritatibus  clara  ac 
succinta  methodo  compilatus,  primum  in  urbe  orbis  capite  revi- 
sus, castigatus  approbatus  et  excusus  Typis  Keverendae  Camerae 
Apostolicae.  Ex  urbe  septicolle  redux  ornine  fausto ,  hac  secunda 
editione  sub  gratiosissimis  auspiciis  Excellentissimi  Domini  Co- 
mitis  Dominici  Joannis  Haller  L.  B.  de  Haller-Ko,  Sac.  Caes.  Re- 
giaeque  Catholicae  Maiest.  Camerarii,  status  eiusdem  actualis, 
ac  intimi  consiliarii,  Principatus  Transylvaniae ,  partiumque 
eisdem  annexarum  Regio-Principalis  Gubematoris,  etc.  Domini  et 
Patroni  nostri  gratiosissimi ,  colendissimi,  a  R.  P.  Paulo  Gyorfi, 
cum  facultate  superiorum  luci  familiaris  solis  expositus.  Typis 
Ven.  Conventus  Csikiensis  ad  B.  Virginem  Visitandam,  1732. 


GYORFI  229 


Sono  51  pagina  in  4 ,  con  due  carte  preliminari  senza  numerazione.  Pagine  preziose ,  che  ci 
mostrano  con  quali  sacriflci  e  zelo  di  prodigiosa  carità  i  Francescani,  cominciando  dalla  fine  del  XVI 
secolo,  vi  ristorassero  e  vi  abbiano  a  poco  a  poco  con  le  loro  Missioni  accresciuta  dipoi  la  cattolica 
fede  :  Missioni  e  storia  gloriosissime  por  V  Ordine  nostro ,  affatto  ignote.  È  memoria  assolutamente 
indispensabile  per  la  storia  universale  delle  stesse  Missioni  e  degli  Annali  dell'Ordine.  N'  è  un  esem- 
plare nella  Regia  Biblioteca  di  Monaco  in  Baveria. 

Essa  mostra  con  solenni  fatti  e  documenti,  che  se  in  Transilvania,  dopo  che  il  1536  restò  divisa 
dall'Ungheria,  si  conservò  qualche  barlume  di  fede  cattolica,  e  dopo  il  1629  a  poco  a  poco  nuo- 
vamente vi  si  riaccese,  fu  sola  e  unica  opera  dell'Ordine  Francescano.  Onde  il  1727  il  Governo 
del  paese  gli  rendeva  la  seguente  testimonianza. 

«  Nos  inclyti  Status  Catholici  Transylvanici ,  universis  et  singulis  cuiuscumque  status,  ordinis 
et  dignitatis  fuerint,  in  quorum  manus  hae  nostrae  litterae  praesentes  venerint,  praesentium  tenore 
el  testimonio  irrefragabili  mediante,  conscientiose  attestamur,  Religionem  Franciscanam,  seu  Ordinem 
S.  Francisci  f  dum  in  memorato  hoc  regno  Transylvaniao  Catholica  Ecclesia  valde  multis  revera 
calamitosissimìs  annis,  propter  variorum  haereticorum  eo  tum  grassantium,  iuratam  in  catholicos 
persecutionem  maxime  afllicta,  et  quodammodo  omni  consolatone  orbata,  in  stalu  pene  lamentabili 
miserrime  constituta  fuisset,  eo  tum  omnibus  cuiuscumque  Ordinis  alterius  ac  Religionis  viris  de 
longe  existentibus,  inter  tot  et  tanta  vitae  discrimina  et  mortis  pcricula,  cum  manifestissimo  vitae 
SQae  periculo  constanter  perseverasse.  Qui  praemonitus  sacer  Ordo  Franciscanus  . . .  hanc  nostram 
Transylvanam  catholicam  Ecclesiam,  vere  protunc  pusillum  gregem,  indefesso  labore,  utpote  con- 
tinuis  missionariis  excursionibus,  verbi  Dei  praedicationibus,  haereticorum  conversionibus ,  catho- 
licoram  sat  paucorum  bine  inde  hac  in  patria  promiscue  degentium  conservationibus ,  iuvenum 
scholasticorum  instructonibus,  ac  tandem  praeter  haec  omnia,  propriae  vitae  suae  sanctimonia 
et  exemplaritate  a  primordio  semper  conservavit,  dilatavit  et  suo  possibili  modo  exaltavit;  unde 
propter  eorum  singularem  expertam  religiosam  pietatem,  et  palam  conservatum  ferventissimum 
zelnm,  non  tantum  inter  haereticos  huius  patriae,  sed  etiam  invasores  paganos,  Turcas  et  Tartaros, 
hanc  in  patriam  semper  zelosos  fuisse.  Nos  etiam  eosdcm  singulari  nostra  protectione  et  prò  bis 
omnibus  iam  iam  praemissis  zelosis  laboribus,  reciproca  conservatione  dignissimos  iudicamus,  et 
inerito  eis  hoc  testimonium  perpetue  valiturum  tribuere  possumus,  imo  debemus,  tamquam  ma- 
nifestae  dignitatis  recognitores  et  defensores.  Insuper  maioris  fldei  gratia  supremi  huius  regni 
Offlciales  et  Catholici  Status  assessores  sigillo  nostro  obsignamus,  et  nomine  suscriblmus.  Claudiopoli 
die  14  decembris  1727. 

SlOISMUNDUS  KUN 

excelsi  Regii  Gubemii  et  Incliti  Status  Catholici  Segretarios.  • 

Il  libro  del  P.  GTonn  vorrebbe  essere  ristampato,  perchè  raro  e  quasi  sconosciuto,  e  perché 
non  è  mancato  chi  si  provasse  con  infami  calunnie  a  denigrare  l' Ordine  Minoritico  per  bandirlo 
da  quelle  Missioni. 


H 


Akia 


^»-  279.  Habito.  —  Carta  de  Fr.  Michel  do  Habito ,  Fr.  Antoaio     ^ 

Fr.  Francisco  da  Orden  de  S.  Francisco  a  El  Rey  de  PortugaL 

È  data  in  Benym  nelle  Indie  orientali,  il  30  agosto  1539.  Racconta  le  difficoltà  grandinlE^^  . 
che  i  detti  Padri  provavano  nella  loro  Missione.  Si  trova  nell'Archivio  della  Torre  del  Tombo  ^^ 
Lisbona.  Originale. 

280.  Haroldus. — Epitome  Annalium  Ordinis  Minorum,  oper^* 
R.  P.  Fr.  Francisci  Haroldi  Hiberni  Limericensis,  eiusdem  Ordini^ 
Strictioris  Observantiae ,  Pragae ,  Viennae  et  Romae  quondam 
Pliilosophiae  et  sacrae  Theologiae  Professoris  :  nunc  in  Collegio 
Rom.  S.  Isidori  Lectoris  Jubilati ,  ac  totius  Ordinis  Cosmographi 
Generalis.  Concinnata  ex  octo  tomis,  quibus  venerabilis  memoriae 
Pater  Fr.  Lucas  Wadingus  res  omnes  trium  Ordinum  a  S.  Fran- 
cisce  institutorum  ab  anno  1208  ad  annum  1540  e  fide  ponderosius 
asseruit,  et  calumniis  vindicavit,  omniaque  illius  temporis  sacra 
prophana,  rebus  Ordinis  cognata  illustravit,  multa  praeclara  mo- 
numenta e  tenebris  et  oblivione,  magno  labore  ac  laude,  in  lucem 
produxit  .  Romae    ex   Typographia  Nicolai   Angeli    Tinass\j . 
MDCLXIL  Superiorum  permissu. 

Due  volumi  in  foglio  :  il  primo  di  C  carte  preliminari  non  numerate  e  4585  pagine  :  il  secondo 
di  pagine  990.  N'  e  un  esemplare  nella  Biblioteca  deir  .\ccademia  (  già  della  Congre^ifaziODe  del  Terz* 
Ordine  Regolare  di  San  Francesco)  di  Lisbona. 

—  Lima  limata  conciliis ,  constitutionibusque  synodalibus  et 
aliis  monumentis,  quibus  venerab.  Servus  Dei  Toribius  Alphon- 
sus  Mogroveius  Archiepisc.  Limanus  provinciam  Limensem,  seu 
Peruanum  Imperium  elimavit  et  ad  normam  SS.  Canonum  com- 
posuit.  Omnia  fere  ex  hispanico  sermone  latine  reddidit,  apparatu 


HEBRERA  -  HENNEPIN  231 


historico,  notis ,  scholiis  et  indicibus  illustra vit  Fr.  Haroldus 
Hibemus  Limericensis  Ordinis  Minorum.  Romae,  Typis  Joseph! 
Corvi,  1673. 

Un  volume  in  foglio  di  15  carte  non  numerate  e  XXXlV-379  pagine.  Gol  ritratto  del  Beato 
Torribio  inciso  dal  Gaudet.  Libro  assai  raro. 

281.  Hebrera.  —  Chronica  Serafica  de  la  Santa  Provincia  de 
Aragon  de  la  Regular  Oservancia  de  N.  P.  S.  Francisco  :  escrita 
por  el  P.  Fr.  Joseph  Antonio  de  Hebrera,  Predicador  General,  Ex- 
Definidor  y  Chronista  de  la  Provincia  y  del  reyno  de  Aragon ,  y 
Ex-Secretario  General  de  la  Orden,  naturai  de  la  villa  de  Ambel. 
En  Zaragoza  por  Diego  de  Larumbe ,  impressor.  Ano  MDCCIII  e 
MDCCV. 

Sono  due  volumi  in  foglio  ;  parte  primeray  y  parie  iegunda  :  la  prima  di  564  pagine,  la  se- 
conda di  45S.  Cronaca  veramente  ricchissima  di  notizie  e  particolari  di  tutte  le  nostre  Missioni, 
che  se  avessi  conosciuta  prima  di  cominciare  la  Storia,  mi  avrebbe  risparmiate  di  molte  fatiche 
e  pene,  e  avrebbe  renduto  ben  più  ricco  e  pregevole  il  racconto.  N'è  un  esemplare  nella  pubblica 
Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 

282.  Helyot.  —  Histoire  des  Ordres  Monastiques  religieux  et 
militaires,  et  des  Congregations  de  V  un  et  de  V  autre  sexe ,  qui 
ont  eté  etablis"  jusqu'  a  present,  contenent  leur  origine,  fondation, 
progres,  evenements  considerables,  leur  decadence,  suppression 
ou  reforme  :  par  Pierre  Helyot  du  Tiers  Ordre  de  S.  Francois. 
Paris,  Coignard,  1714-1721. 

Sono  8  volumi,  in  4. 1  compilatori  del  Dizionario  di  biografia  universale  dicono,  che  è  l'opera 
più  compiuta  che  si  abbia  in  tale  argomento,  e  grandemente  stimata.  Vuoisi  però  notare  che  i  tre 
ultimi  volumi  non  sono  del  Padre  Helyot,  ma  del  suo  confratello  Padre  Massimiliano  BuUot.  Se  ne 
fecero  due  compendi  ;  uno,  sotto  il  titolo  d*  Histoire  du  dergé  Regulier,  pubblicato  in  Amsterdam  il 
1716  in  4  volumi  in  8:  l'altro,  intitolato  Histoire  des  Ordres  militaires,  parimente  pubblicato 
in  Amsterdam  in  4  volumi.  11  P.  Helyot  nacque  da  illustre  famiglia  in  Parigi  il  1G60  :  di  33  anni 
vi  vestì  l'abito  Francescano;  e  dipoi  inviato  da' suoi  superiori  a  Roma,  profittò  del  viaggio  per 
istudiare  l' italiano,  donde  tornò  corredato  di  molte  utili  cognizioni.  Appresso,  chiamato  ripetutamente 
all'ufficio  di  segretario  della  sua  Provincia,  nel  visitare  i  Conventi  raccolse  molti  materiali  e  concepì  il 
disegno  dell'opera  riferita,  della  quale  si  occupò  per  ben  25  anni;  ne  pubblicò  i  primi  quattro 
volami,  e  morì  in  Parigi,  mentre  lavorava  al  quinto,  nella  fresca  età  di  66  anni. 

283.  Hennepin.  —  Louisiane  nouvellement  decou verte  au 
Sud  Ovest  de  la  Nouvelle  Franco  avec  la  carte  du  pays,  les  moeurs 
et  la  maniere  de  vivre  des  Sauvages,  ec.  par  le  R.  Pere  Louis  Hen- 
nepin, Missionaire  (Franciscain)  RecoUet  et  Notaire  Apostolique. 


232  HENNEPIN 


A  Paris  chez  la  Veuve  Sebastien  Huré,  rue  Saint  Jacques  a 
r  immage  S.  Jerome  pres  S.  Severin.  MDCLXXXIII. 

Un  volume  in  12,  che  tosto  venne  ristampato  nella  stessa  Parigi  ii  1688;  e  poi  tradotto  in 
italiano  da  Giusepiie  HoroUoggi,  api^ariva  in  Bologna  U  16  —  ;  e  in  lingua  alemauDa  in  Nuremberg 
il  1689.  Del  merito  del  libro  diremo  sotto.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  ParigL 

—  Nouvelle  decou verte  d' un  tres  grand  Pays  situé  dans  1' 
Amerique  entre  le  Nu  veau  Mexique  et  la  Mer  glaciale  :  par  le  B. 
Pere  Louis  Hennepin,  ec.  A  Utrecht ,  chez  Guillaume  Broedelet« 
Marchand  Libraire,  MDCXCVII. 

Un  volume  in  Ij,  di  34  carte  preliminari  non  numerate  e  506  pagine,  con  varie  incisioni;  di 
cui  poi  sì  fecero  altre  4  edizioni  in  Amsterdam,  il  1628,  il  1704, 11 1711  e  il  1720.  Alla  seconda  di 
Amsterdam  {Ansterdamy  Adriana  Braakman,  1704)  va  aggiunto  un  voyage  qui  contieni  une  reiatftm 
exaete  de  V  origine,  moeurs,  coutumes,  religion,  guerre  et  voyages  det  Caraibet,  ecrile  par  te  tiew 
De  la  Borde,  Uree  du  cabinet  de  M.  Bloìidel.  N'  ò  un  esemplare  nella  Nazionale  di  Parigi. 

—  Nouveau  voyage  dans  un  pays  plus  grand  que  T  Europe 
avec  les  reflections  des  entreprises  du  sieur  de  la  Salle  sur  les 
Mines  de  St.  Barbe,  ec.  enrichi  de  la  carte,  des  figures  expressi ves, 
des  moeurs  et  manieres  de  vivre  des  sauvages  du  Nord  et  Sud, 
de  la  prise  de  Quebec ,  ville  capitale  de  la  Nouvelle  Franca  par 
les  Anglois,  et  des  avantages  qu'  on  peut  retirer  du  chemin  re- 
courci  de  la  Chine  et  du  Japon,  par  le  moien  de  tant  de  vastes 
contrées  et  de  nouvelles  colonies.  Avec  aprobation  et  dedié  a  S. 
Majeste  Guillaume  III  Roy  de  la  grande  Bretagne  par  le  R.  Pere 
Louis  Hennepin  Missionaire  Recollect  et  Notaire  Apostolique.  A 
Utrecht,  chez  Antoine  Scouten  Marchand  Libraire.  1698, 

Parimente  un  volume  in  12,  di  34  carte  preliminari  e  385  pagine,  tradotto  e  ristampato  m 
lingua  Alemanna  (Breme)  il  1698.  N'ò  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Maliies 
nel  Belgio. 

—  Carte  d' un  tres  grand  Pays  entro  le  Noveau  Mexique  et 
la  Mer  Glaciale.  Utrecht,  chez  Broedelet,  et  chez  Spechi,  1698 ,  e 
Amsterdam,  chez  A.  Someren,  1698. 

Il  Faribault  nel  suo  Catalogue  d^  ouvrages  tur  V  hittoire  du  Canada,  ec  (Quebec  II W  dice 
che  questa  carta,  come  tutte  le  opere  dell' Hennepin,  è  di  molta  importanza. 

L'Hi>nnepin  nacque  nelle  Fiandre  il  1640,  dove  vesti  I* abito  Francescano.  Giovanissimo  disilo 
r  Italia,  e  dipui  venne  inviato  Predicatore  in  Hai  neir  Hainaut,  da  duve  passò  nelP  Artois,  e  dipoi  i 
(^alais  e  a  Dunkerque  per  cercarvi  limosine  per  l' edìQcazione  e  ristorazione  d*  alconi  ConveatL 
Appresso  fu  inviato  Missionario  in  Olanda,  e  di  ritorno  per  Maestricht,  quivi  accettò  i' uficio  ebe  gli 


HENNEPm  233 


oflHrono,  di  cappellano  d' un  reggimento,  assistendo  alla  battaglia  di  Sener.  Finalmente  venne  inviato 
^  la  Rochelle,  dove  s' imbarcò  per  il  Canada,  destinato  Missionario  in  quelle  regioni.  Basta  leggere 
^  sua  Louisiane  per  vedere  quel  che  vi  operò  e  vi  pati  co' santi  suoi  confratelli  di  Francia,  che 
primi  di  tutti  vi  portarono  il  Vangelo,  e  vi  levarono  si  alta  fama  di  sé,  che  dura  insino  a' di 
'^tri.  La  Louisiane,  dedicata  a  Luigi  XIV,  è  come  una  raccolta  de'  suoi  viaggi,  o  vogliam  dire  delle 
^^e  apostoliche  pellegrinazioni.  Nella  Nouvelle  decouverte,  e  nel  Nouveau  vofoge  ec.  compie  il  racconto 
^^la  scoperta  del  Mississipl,  che  diede  tronco  nella  prima,  e  ne  dà  le  ragioni,  che  fanno  un  im- 
^nso  onore  alla  delicatezza  del  suo  cuore.  Sua ,  unicamente  sua,  era  la  gloria  di  avere  sco- 
perto quel  fiume,  ed  esplorato  dal  Canada  sino  al  Golfo  del  Messico  :  ma  il  comandante  Lasalle  prò- 
Aitando  del  ritorno  che  il  Padre  Hennepin  aveva  fatto  in  Europa,  e  degli  scritti  che  aveva  lasciati 
^  un  suo  confratello  in  Quebec,  si  attribuì  quella  gloria.  Il  buon  Francescano  non  volle  contristare 
i'  Lasalle  che  molto  amava,  rivelando  l'usurpazione  fatta;  ma  quando  fu  morto,  mise  fuori  le 
sue  ragioni:  e  non  c'è  dubbio,  dicono  i  compilatori  della  Bibliografia  universale,  che  esse  sono 
CQQcladentL  Come  è  evidentissima,  essi  aggiungono,  la  scoperta  che  fece  anche  del  Missurl,  rispon- 
'endo  la  descrizione  che  egli  ce  n'ebbe  lasciata  e  ciò  che  n'udì  da'  selvaggi,  con  quel  che  ne  sap- 
amo  dalle  moderne  esplorazioni.  Né  merita  le  critiche  fattegli  dal  Gesuita  Charlevoix  ;  come  furono 
ri  uste  e  crudeli  le  accuse  mosse  contro  la  purezza  della  sua  fede  per  le  relazioni  che  ebbe  coi 
narchi  protestanti  di  Olanda  e  d'Inghilterra.  Finalmente  (conchiuderemo  con  le  parole  de' sopra 
iii  compilatori),  come  se  tutto  questo  non  fosse  stato  abbastanza  per  oltraggiarlo,  abbiamo 
tato  degli  scrittori  profittarsi  largamente  de' suoi  lavori,  senza  nò  anche  citarne  il  nomel  Pochi 
i  si  fanno  leggere  con  tanto  gusto  come  quelli  dell' Hennepin ,  addivenuti  omai  rarissimi,  e  ben 
ntterebbe  alla  storia  il  darne  una  ristampa;  come  fece  il  Tross  di  quelli  del  Saoard,  di  cui  diremo 
no  luogo.  C'è  tutto  ;  geografia,  storia,  avventure  d'ogni  maniera,  commoventissime  :  la  vita  di 
'  selvaggi,  le  loro  leggi,  le  tradizioni,  i  costumi,  i  riti,  la  religione I  Ma  la  guerra  de' Francesi 
tro  p  Hennepin  non  è  ancor  finita  :  seppi  in  Parigi  che  si  stavano  quivi  facendo  degli  studi  per 
^*d>'r'e,  che  invece  egli  si  sarebbe  appropiati  non  so  quali  Manoscritti,  e  gli  avrebbe  pubblicati  con 
Icl^c  aggiunta  in  suo  nome.  Se  sono  rose,  diciamo  in  Italia,  fioriranno.  La  verità,  prima  e  sopra 
^     le  cose  e  le  persone. 

Intanto  riferiremo  qui  alcuni  tratti  del  Noveau  voyage,  che  chiariranno  e  confermeranno  le  nostre 
rri^^xionL  Rispondendo  dunque  il  valoroso  Missionario  e  scrittore  agli  invidiosi  della  sua  gloria, 
^^Tidavan  spacciando  nulla  di  straordinario  incontrarsi  ne'  suoi  libri,  che  da  tutte  parti  venivano 
't^m  e  richiesti,  dice:  «  Ces  pecores  du  bon  Dieu  se  rendent  ridiculesi . . .  Peut  on  rien  dire  de 
^  e'xtraordinaire,  que  de  faire  mention,  come  je  fais  de  4  a  5  lacs  ,qui  sont  de  3  de  4  et  de  5, 
^'  ^^11  de  700  lieues  de  circuit,  que  nous  pouvons  appeller  des  mers  douces,  et  ou  jamais  navire 
¥^^ru  que  celui  de  60  tonneaux  que  nous  y  avons  construit,  et  avec  le  quel  nous  avons  navigez 
^^o  en  lacs  plus  que  500  lieues  de  chemin  avec  admiration  de  tous  les  sauvages  de  ce  gran 
^*x^«nt,  qui  ne  pouvoient  comprendre  ce  fort  ambulant  d'une  nation  a  l'autre,  et  quand  fls 
^^c^oient  le  bruit  du  canon  que  nous  y  avions  conduit,  ces  barbares  crioient  que  la  tonnerre  les 
'^^  abimer?  Peut  on  rien  de  plus  extraordinaire  que  le  gran  sault  de  Nicaragua?  Que  j' ai 
■"tt^  et  qui  est  la  plus  grand,  la  plus  prodigieuse  cascade  o  cheute  de  l' univers  ?  Veu  que  cetle 
^^•<^e  vient  a  tomber  d' une  hauteur  de  6  o  7  cents  pieds,  et  provicns  de  ces  grands  lacs ,  qui 
'^^nt  le  grande  fieuve  de  Saint  Laurent?  Peut  on  rien  de  plus  extraordinaire  que  decrire  un 
^  cjue  nous  avons  decouvert,  qui  est  plus  grand  que  l' Europe,  et  rempli  de  plus  de  SOO  nations 
igues  diflierentes,  et  dont  jamais  historien  n'  a  fait  mention  devant  moi,  et  que  jamais  aucunes 
ny  mappes-mondes  n'  on  fait  connoitre  au  public,  qu'  apres  moi  ?  . . .  J' ai  fait  voir  que  le 
comprend  de  plus  de  100  lieues  de  pais,  depuis  l' Isle  Percée  et  la  grand  Baie  en  remontant 
S^'^^Dde  fieuve  Saint  Laurent  J'ai  fait  ce  voyage  jusque  a  la  source,  et  j' al  reconnu  qu'  il  se  forme 
W^insieurs  grandes  rivieres,  et  des  surmentiones  5  grands  lacs,  ou  mers  douces,  les  queb  nous 
^^^  percourus  en  navires,  ou  en  canots  d'ecorce,  coumie  on  peut  le  voir  dans  les  cartes  que 
^^^  avons  données.  Je  puis  dire  la  meme  chose  de  l' incomparable  fieuve  Mechasipi,  le  quel  est 
^^r«  de  plus  grande  etendue  que  c«lui  de  Saint  Laurent.  J' ai  mis  aussi  dans  la  carte  generale 
^  ma  decouverte  le  grand  fieuve  des  Amazones,  que  l' on  volt  au  de  la  de  la  ligne  equinoctiale  dans 

V  Kmerique  Meridionale Je  suis  moralemente  convaincu que  toutes  les  nations ,  que  nous 

avons  decouvertes  le  long  du  fieuve  Mechasipi ,  seront  plus  susceptibles  du  christianisme  que  les 
iQtres  parce  qu'ils  sont  plus  dociles,  moins  farouches  et  plu.o  debonnaires  que  les  peuplcs,  qui 


234  HENNEPTN 


habitent  vers  le  Nord . . .  Je  ne  suis  pas  surpris,  de  ce  qae  les  scavants  avoaent,  qu'  ils  ignoreiil 
encore  comment  l' Amerique  s' est  peaplóe  et  cornine  ce  nombre  inflni  de  nations,  qne  V  on  y  tronre, 
e' est  etabli  dans  ce  vaste  continent.  L' Amerique  forme  la  moitie  da  globe  de  la  terre.  Lei  plus 
habiles  Geographes  n'en  ont  point  encore  une  connoissance  entiere,  et  les  habltans  meme  ds 

Noveau  Monde,  lesquels  nous  avons  dcconverts La  plus  grande  partie  des  barbares,  qui 

habitent  l' Amerique  Septentrionele,  croient  comunemcnt  un  espece  de  creation  du  monde.  Ils  disent 
que  le  ciel,  la  terre,  et  les  hommes  ont  eté  faits  par  une  femme ,  qui  goveme  le  monde  avec  son 
flls.  C*est  peut  etre  pour  cela,  quMls  content  leur  genealogies  par  les  femmes.  Ils  ajoutent,  qne 
ce  flls  est  le  principe  de  toutes  les  choses  bonnes,  et  que  la  femme  est  la  cause  de  tout  le  mal,  ee...  • 
Ma  a  che  citare  dei  brani?  Bisognerebbe  riferire  il  libro  intero,  tutto,  anch' oggi,  interessantiasiino 
per  la  geografla  e  la  storia  del  Canada.  Aggiungeremo  solo  il  seguente  su  la  Beante  e  feriUUé  du  paif 
des  sauvages  au  Nord  du  Canada ^  e  basterà  perchè  gl'intelligenti  possano  giudicarne.  «  Il  bnt 
avouer  (egli  dice)  qu'  il  y  a  de  vastes  foreLs  a  defricher,  depuis  du  Canada  jusq'aux  terres  de  la  UMilsiane 
le  long  du  fleuve  du  Mechasipi . . .  on  a  tire  de  grandes  avantages,  et  on  en  tire  encore  anjourd*  Imi 
de  fort  considerables  da  la  peche  des  poissons,  dont  on  sechoit  une  partie,  parce  qn'onen  fasoit 
un  grande  commerce  dans  les  pais  chauds:  et  cela  montoit  au  siede  passe  a  plus  de  1000  cu  liOO 
vaisseux.  Le  grand  banc  de  Terre  Nueve,  les  bancs  voisins.  Ics  isles  voisines,  le  Cap  Breton.  Tlsle 
Percée  et  V  Acadie  sont  les  plus  abondans  du  monde  pour  la  peche. . . .  on  scait  que  le  seni  commerce 
de  la  peche,  qui  se  fait  sur  les  cotes  du  Canada  sont  la  cause  del  premiers  ctablissemens  considen- 
bles,  que  1'  on  a  fait  dans  ces  androits  de  l' Amerique.  Il  est  vrai  que  l' on  n'  avoit  pas  encore  eo 
le  temps,  ni  le  moien  de  sonder  le  pais  pour  le  reconnaitre,  il  y  avoit  des  mines.  Cependanton 
y  avoit  trouvé  de  l'etain,  du  plomb,  du  cuivre,  et  du  fer  .. .  D'ailleurs  le  pays  est  fort  propre 
a  fournir  les  bois  necessaires  pour  faire  valoir  les  mines^  qu*  on  y  trouverà,  a  cause  des  grandes 
forets,  qui  y  sont.  Il  y  a  plusieurs  endroits  ou  on  trouve  une  espece  de  marbré  batard  et  des 
grandes  mines  de  carbon  de  terre  (  carbon  fossile  ) ,  propre  pour  les  forges ,  et  .  .  .  .  encore  un 
certain  platre,  qui  rcssemblc  assez  a  de  l' alabatre.  Plus  on  avance  dans  le  pais,  et  plus  on  trouve 
des  bellcs  forets  pleines  d' arbres  gommes ...  des  ])ins ,  des  sapins,  des  cedres,  et  des  Erables, 
propres  a  tonte  sorte  d' ouvrages,  et  sortout  a  costruire  des  vaisseaux ....  Les  colonies  qu'  Us  y 
etabliront,  seront  bientot  peuplées  et  se  fortifleront  dans  ces  lieux-ld  avec  une  despenso  mediocre 

dans  le  comencement.  Mais  dans  la  suite on  etabliroit  davantage  le  commerce,  et  on  le  rendroil 

plus  grand  en  trasportant  les  choses  dans  l' Amerique,  ou  en  pourroit  faire  un  prodic^enx  debiL 
Et  par  là  on  rcconnotroit  encore  mieux,  qu'on  n'a  fait  jusqu'a  present,  les  merveilles  de  U 
Providence,  qui  n'a  pas  voulu,  que  tous  les  pais  du  monde  fussent  egalement  foumis  de  toutes 
clioses,  a  fln  d'entrctenir  la  societè,  la  communication  et  le  commerce  entre  les  diflTerents  nations 
de  l'univers,  et  de  faire  porter  par  ce  moien  les  verites  de  l' Evangile  par  tonte  la  terre,  et  de 
rendre  les  di  vers  pcuples,  qui  sont  repaudus  d'une  coté  et  d'autre,  participans  du  salut  et  deli 
Kcsdemption,  qui  nous  est  acquise  par  notre  seigneur  Jesus.  C  est  quelque  chose  de  grand  et  de 
glorieux,  des  ^gagner  des  batailles,  et  de  dompter  des  sujcts  rebellcs.  Mais  il  est  certain,  qu'  il  est 
inlinitcroent  plus  glorieux  de  gagncr  Ics  ames  a  Jesus  Christ,  et  les  tirant  de  leur  profonde 
ignorancie,  et  deleur  aveuglement  naturel,  etc.  > 

Debbo  ancora  aggiungere,  che  la  relazione  del  Padre  Hennepin  circa  la  scoperta  da  lui  fatta 
del  Missìsipi  venne  tradotta  in  inglese  e  pubblicata  in  Londra  V  anno  1698,  e  poi  ristampata  il  1836 
nel  tomo  1  dell'  Arcuaeologia  Americana.  Transactions  and  CoUeetionx  of  the  American  anliquarian 
society.  PublUhed  by  direction  of  the  society.  Worcester,  Massachussetts,  1820,  Cambrigde  (  Mass.) 
1836,  voi  I.  et  II  in  8.  Collezione  interessantissima  specialmente  per  la  Filologia  Americana,  che 
venne  pubblicata  per  la  terza  volta  in  Cambrigde  il  1856.  Il  titolo  della  relazione  del  P.  Hrxnipu 
in  questa  Collezione  è  come  segue  :  Discovery  of  the  river  Mississippi  and  the  adjacent  eoutUry 
B.  L.  Hennepin.  I  Compilatori  dicono  di  averla  fatta  ristampare  per  la  sua  rarità,  e  per  servire 
d' introduzione  ad  un  articolo  sopra  novelle  scoperte  fatte  in  quelle  contrade. 

Finalmente  ci  si  permetta  qui  riferire  le  belle  parole  che  consacrava  al  valoroso  Missionaria, 
il  nostro  confratello  P.  Panfllo  da  Magliano  ,  già  Missionario  negli  Stati  Uniti  di  America,  in  ona 
sua  larga  Memoria  sopra  l'America  Settentrionale,  pubblicata  nella  nostra  Cronaca  dbllb  Missioni 
Francescane,  ec. 

«  11  Padre  Luigi,  o  Ludovico  Hennepin,  comecché  nativo  Olandese,  era  figlio  della  Provineia 
Ricolletta  di  Parigi.  1^  lettura,  com'  egli  stosso  racconta,  della  storia  delle  operazioni  e  viaggi  dei 


IIENNEPIN  235 


Lssionari  dell'  Ordine  suo ,  gli  fece  nascere  il  desiderio  di  seguire  le  loro  tracce  :  la  relazione 
ecialmente  delle  Missioni  di  America,  che,  secondo  la  statistica  del  Capitolo  Generale  del  1621, 
Dtenevano  cinquecento  Conventi,  determinò  la  sua  vocazione,  e  nel  1676  la  Provvidenza  dispose 
*  egli  fosse  inviato  da'  suoi  superiori  qual  Missionario  nel  Canada.  La  prima  stazione,  nella  quale 
minciò  a  dispiegare  il  suo  zelo,  si  fu  all'imboccatura  del  flume  S.  Lorenzo  nel  lago  Ontario 
^rola  indiana  che  signiflca  Bel  lago),  ove  vicino  alla  Chiesa  da  lui  fondata,  venne  eretto  il 
•rte  Prontenac.  Il  suo  genio  però  era  destinato  ed  adatto  più  a  fare  grandi  esplorazioni  e  scoverte, 
e  alla  vita  stazionaria.  Partito  da  Prontenac  il  di  5  dicembre  i678,  e  traversato  il  lago  da  circa 
indici  leghe,  entrò  nel  flume  Niagara  con  una  barca,  che  essendo  di  dieci  tonnellate,  era  di  una 
aridezza,  che  non  mai  la  consimile  avca  solcato  quelle  acque.  Per  lo  che  rendè  solenni  grazie  a 
o,  cantando  il  Te  Deum  con  gli  altri  sedici  di  sua  compagnia,  e  nel  dì  li  dello  stesso  mese 
"k-l  r  incruento  sacrifizio,  che  fu  11  primo  celebrato  d' innanzi  ad  una  delle  maraviglie  del  mondo, 

cascate  di  Niagara.  Ma  a  cagione  delle  cascate  non  si  potè  procedere  oltre  con  la  stessa  barca, 
indi  fo  d' uopo  costruirne  un'  altra  al  di  sopra  delle  medesime  in  vicinanza  d' Erie  (  voce  indiana 
e  signiflca  Lago  del  gotto),  e  carreggiare  frattanto  sulle  sue  spalle  i  suoi  arnesi  di  Missionario. 

vascello  essendosi  compito  sotto  la  soprain tendenza  del  signor  Tonti,  esule  Italiano,  fu  benedetto 
condo  il  Rituale  romano,  battezzato  col  nome  di  Grifone,  varato  nelle  acque  del  Niagara,  e  dopo 

sparo  di  tre  tiri  di  cannone,  fu  cantato  il  Te  Deum,  che  seguito  veniva  da  gridi  di  gioia.  Prima 
TÒ  d' imbarcarsi  per  continuare  l' impresa,  il  P.  Hennepin  fu  obbligato  a  tornare  al  Forte  Prontenac, 
prendere  in  suo  aiuto  altri  due  confratelli ,  che  furomo  ....  il  P.  de  la  Ribourde ,   a  cui 

a    sacceduto  Commissario  Provinciale  il  P.   Valentino  le  Roux ,   ed  il  P.  Membro 11  P. 

ilithon  li  accompagnò  per  rimanere  al  Porto  del  Niagara.  Tutto  essendo  oramai  in  ordine,  ai  7 
;osto  1679  il  naviglio  Grifone,  avendo  a  bordo  i  tre  Missionari,  il  signor  La  Salle,  ed  altre  28 
arsone,  entrò  nell'imboccatura  del  lago  Erie  e  fece  vela  per  l'occidente.  Allora  il  Te  Deum  fu 
l' altra  volta  cantato  fra  il  rimbombo  di  sette  cannoni  e  lo  scarico  degli  archibugi  che  aveano 
^o.  I  selvaggi,  che  numerosi  trovavansi  nel  dintorno,  udivansi  forte  gridare  Gannoron,  voce  per 
iprimere  la  loro  ammirazione.  Qui  giova  notare  che  ciò  accadeva  appunto  dirimpetto  al  sito,  dove 
}rge  ora  la  citt^'i  di  Duflalo,  soprannomuta  la  Regina  de' Laghi,  nella  quale  città  e  diocesi  noi 
amo  attualmente  stabiliti.  11  Grifone  era  il  primo  vascello  che  navigava  nel  vasto  lago  d'Erie, 
1  essendo  di  sessanta  tonnellate,  dovea  essere  al  certo  di  una  sorprendente  dimensione  per  chi 
un  era  uso  a  vedere  che  piccoli  canotti.  Il  primo  Capo  ch'esplorarono,  chiamarono  Capo  San 
rancesco.  Nel  dì  11  agosto  passarono  allo  stretto  che  congiunge  il  lago  Erie  col  lago  Huron;ma 
ccome  lo  stretto  si  allarga  per  modo  nel  mezzo,  da  formare  un  pìccolo  lago,  così  diedero  a  questo 

nome  di  S.  Chiara,  nome  che  tuttora  ritiene.  Il  dì  23  detto  entrarono  nel  lago  Huron,  nelle 

ji  vicinanze  i  Recolletti  , avevano  sparso  la  luce   del   Vangelo   più  di   mezzo  secolo 

manzi.  In  tale  occasione  un  altro  Te  Deum  fu  cantato  in  rendimento  di  grazie  a  Dio  per 
i  felice  navigazione  fra  sconosciute  acque,  e  pericolose  correnti.  Non  potendo  andar  oltre  nel  lago 
uperìore,  per  l'impedimento  delle  Cascate  di  S.  Maria,  passarono  al  lago  Illinois,  ora  Michigan, 
ontrarìo  all' avviso  de'Missionari,  il  signor  La  Salle  volle  mandar  indietro  il  vascello  carico  di  pellami 
er  poter  soddisfare  ad  alcuni  debiti  contratti  ;  ma  sfortunatamente  questo  naufragò ,  e,  come  poi 
i  seppe^  di  lì  a  non  molta  distanza.  Eglino  frattanto  ebbero  a  continuare  l' esplorazione  con  piccoli 
anotti.  Tralasciando  vari  incidenti,  notiamo  solo  che  nel  passaggio  eh'  ebbero  a  fare  dal  detto  lago 
1  flome  Illinois,  dovettero  viaggiare  tre  leghe  per  terra,  portando  sulle  spalle  le  loro  bagaglie.  Ivi 
;ianti,  ediflcarono  un  Forte  che  nominarono  Crepacuore  a  cagione  delle  angustie  sofferte  per  la 
liserzione  di  una  parte  della  compagnia.  Aspettarono  qualche  tempo  pel  ritorno  del  Grifone,  ma 
nutilmente:  epperciò  il  signor  La  Salle  risolvette  di  tornare  egli  stesso  nel  Canada.  Indusse  nondimeno 
1  P.  Hennepin  a  continuare  V  esplorazione,  con  la  condizione  però  che  giunto  al  Mississipì,  dovesse 
volgersi  al  Nord.  11  P.  Hennepin  infatti,  avendo  a  suo  equipaggio  Antonio  Augel  e  Michele  Ako, 
>artì  in  un  canotto  il  dì  29  febbraio  1680,  lasciando  nel  Forte  Crepacuore  il  P.  Zenobio,  ed  il  P. 
jabrìele,  il  quale  ultimo  nell' accomiatarlo  l'animò  colle  parole  della  Scrittura:  ViriUter  age  et 
'4mfàrietur  cor  tuum.  Dopo  il  corso  di  otto  giorni  entrava  nel  Mississipì.  Quindi,  invece  di  volgersi 
immediatamente  verso  la  parte  del  Nord,  secondo  il  desiderio  di  La  Salle,  il  quale  ambiva  la  gloria 
li  esplorarlo  dalla  parte  del  Sud,  il  P.  Hennepin  fu  persuaso,  anche  con  minacele,  dai  suoi  due 
x)mpagni,  ad  andare  prima  verso  il  Sud,  e  poi  tornare  al  Nord.  Uno  degl'  incontri  degni  di 
larticolare  menzione,  si  fu  quello  che  nel  dì  21  marzo  s'imbatterono  con  una  tribù  di  selvaggi. 


936  HENNEPIN 


che  si  appellavano  Taensi,  i  quali  lo  Iratlaronu  in  una  maniera  straordluarìamente  amicherole 
rispettosa.  Oltre  all'aver  ricevuto  con  molti  segni  di  gioia  il  Calumet  di  pace,  comincUroiio 
rendergli  ossequi  nel  modo  stesso  come  faceano  al  loro  Capo,  ed  a  lui  di  più  baciavano  il 
deir abito.  Oa  ciò  egli  ebbe  ad  argomentare  che  quei  selvaggi  avessero  già  conoscenza  de*! 
Spagnuoli,  i  quali  da  lungo  tempo  avevano  stabilito  Missioni  nel  nuovo  Messico,  nelle  cui  viciiiai]to.a^ 
ci  suppose  dovere  allora  rattrovarsi.  Il  23  marzo,  in  cui  accadeva  Pasqua  in  queir  anno,  fe'MC'^a^ 
e  comecché  per  mancanza  di  vino 'non  potò  celebrare  la  S.  Messa,  cercò  di  santiflcare  la  soleoikYxtf 
con  pie  devozioni.  Continuò  poscia  il  viaggio  sino  a  che  arrivasse  Analmente  alP  imboccatan  del 
Mississipi  nel  golfo  di  Messico.  In  quei  dintorni  non  trovarono  abitanti  di  sorta.  Egli  voleva  ivi 
trattenersi  qualche  tempo  per  fare  tutte  le  possibili  osservazioni  ;  ma  i  due  compagni,  che  si 
curavano  poco  d'informazioni,  l'obbligarono  a  tornare  in  dietro.  Tuttociò  che  potò  fare,  si  (b  di 
piantare  in  quel  luogo  una  gran  croco  di  legno  duro,  alta  circa  dodici  piedi,  a  cui  attaccò  Uno 
nome,  e  i  nomi  dei  due  compagni,  ed  un  succinto  di  sA  e  del  loro  viaggio,  ed  Inginocchiitovlii 
d' innanzi,  cantarono  l' inno  VexiUa  regis. 

«  Il  primo  di  aprile  si  accinsero  a  rimontare  11  Mississipi,  e  per  dodici  giorni  non  ebbe  aknn 
sinistro  incontro,  che  anzi  dallo  dìfTcrenti  tribù  di  selvaggi  lunghesso  il  flume  fu  trattato  assai 
amichevolmente.  Il  giorno  13  pen>  fu  per  lui  veramente  male  avventurato,  conciossiachè  egli  Tenisse. 
preso  da  una  l)anda  di  Lioux  Indiani,  e  trasportato  in  un  villaggio  preciso,  dove  il  Mississipi  eessa 
di  essere  navigabile  a  cagione  dello  Cascate.  Egli  diede  a  quelle  il  nome  di  Cattate  di  S.  Àniomkt 
da  Padova,  in  onore  del  gran  Santo  Taumaturgo  dell'  Ordine  suo,  sotto  la  cui  protexione  erasi 
inaugurata  l'impresa.  Per  tre  mesi  ci  fu  tra  loro  iiual  prigioniero,  durante  il  qnal  tempo  egli 
ebbe  molto  a  soffrire  da  quei  selvaggi,  e  più  di  una  volta  fu  in  pericolo  di  essere  sacrificato.  Non 
mancò  tuttavia  nel  tempo  stesso  di  annunziare,  per  quanto  fosse  in  lui,  a  quella  tribù  Gesù  Cristo, 
e  le  verità  del  Vangelo,  e  fu  almeno  in  parte  consolato  da  poter  assicurare  la  salute  di  un'anima: 
poiché  ottenne  di  poter  battezzare  una  fanciulla  morente,  a  cui  dìo  il  nome  di  Antonietta  In  onora 
anche  di  S.  Antonio  di  Padova.  Nel  mese  di  luglio  alla  perflne  egli  fu  liberato  dalla  sua  cattività 
per  mezzo  del  Sig.  Luthu,  che  nell'anno  antecedente  avea  esplorato  la  contrada  de'Lioax,  e 
contratto  con  loro  amicizia. 

•  Tornato  a  Quebec,  i  suoi  Religiosi  confratelli  facevano  le  maraviglie  a  rivederlo,  e  special- 
mente il  P.  Hilarion  Jeunet  gli  andava  rìi»etendo.  Lazzaro  rituitcitato.  I^  ragione  di  ciò  si  era, 
che  da  circa  due  anni  erano  stati  informati  ch'egli  fosse  morto  per  mano  de' selvaggi ,  epperciù 
gli  aveano  celebrato  un  solenne  funerale  colla  Messa  di  Requiem. 

«  K  questo  un  breve  estratto  del  racconto  della  sua  esplorazione  del  Mississipi,  che  il  P. 
Hennepin  fa  nelle  sue  opere,  specialmente  in  (lucila  intitolata  SoHvelte  decouverte.  11  nome  del  P. 
Hennepin,  e  le  sue  opere  avendo  incontralo  molto  favore  presso  il  pubblico,  addivenne  segno  di 
qualche  attacco.  Nella  prefazione  ali'  opera  citala,  egli  attesta  con  giuramento  della  verità  del  fatti 
che  egli  racconta.  Le  sue  parole  originali  sono  le  seguenti:  •  Je  vous  proteste  ici  devant  Dìeu, 
que  ma  Relation  est  lidt'le  et  sincere,  e  que  vous  pouvex  ajoùter  foy  a  tout  ce  qui  est  rapportè.  » 
N«^  Religione  né  ragione  perciò  lascia  a  dubitare  della  veracità  di  lui  in  quel  che  narra.  Quanto 
si  può  dire  del  P.  Hennepin,  si  è  che  fosse  un  gonio  alquanto  eccentrico,  perchè  pubblica  fatti 
riguardo  a  sì^  e  ad  altri,  che  chiunque  men  veridico  e  più  riservato,  avrebbe  omesso  o  modificata 

Nella  prefazione dà  pure  la  ragione  perch«>  dedicasse  quel  libro    a  Guglielmo   III  Re 

d'Inghilterra.  Ki  si  fu  \wt  gratitudine  di  un  favore  ritrvuto  a  prò  di  un  Monastero  di  Soore 
Francescane,  delle  (|uali  egli  era  confessore,  ed  anche  perch<>  a  quel  tempo  colui  era  alleato  del 
Re  Cattolico,  di  cui  egli  era  suddito.  Del  resto  si  rileva  dalle  stesse  sue  opere  ch'egli  fosse  on 
pio  e  zelante  Missionario,  e  che  avesse  più  che  ordinari  talenti. 

•  Il  P.  Hennepin  con  uno  spirito  quasi  profetico  scriveva  a  proposito  delle  Cascate  dlS.  Antonio 
di  Padova,  eh'  egli  avea  dato  a  quelle  un  tal  nome,  e  che  secondo  tutte  le  apparenze  esso  sarebbe 
rimasto  in  futuro.  Non  solo  la  sua  predizione  si  ^  verificata,  perchè  rattengono  finora  11  nome  di 
Cascate  di  S.  Antonio  (St.  Authonys  Falls);  ma  una  Chiesa  sorge  ivi  dedicata  a  S.  Antonio  di 
Padova,  ed  il  popolo  Americano  riconoscente  ha  voluto  perpetuare  con  più  onore  la  memoria  di 
lui,  dando  alla  Contea  che  include  le  dette  Cascalo,  il  nome  del  primo  esploratore  del  Mississipi, 
cioi*'  Hennepin,  chiamandola  Hennepin  Coìiniy.  > 


HERMOSA  -  IIERHEUO  /  237 


284.  Hermosa.  —  Diccionario  Castellano-Siamitico  :  por  el  P. 
Fr.  Francisco  Hermosa  de  San  Buenaventnra  de  la  Provincia  de 
S.  Pablo. 

—  Consituciones  para  los  Misioneros  Franciscanos  de  China  y 
Cochinchina,  ec:  ano  de  1769. 

—  Diccionario  Castellano-Anamitico. 

Cosi  V  HoERTA  (EtkLdo,  ee.J.  11  Padre  Hermosa  nacque  in  Plasenica,  e  vesti  l'abito  Francescano 
nella  Provincia  di  San  Paolo  il  1732.  Il  1747  si  recò  alle  Filippine,  donde  l'anno  seguente  fa  inviato 
alte  liissioni  della  Concincina.  Vi  lavorò  con  molto  zelo  Ano  al  1749,  quando  venne  preso  nella 
provincia  di  Saygon,  e  ctiiuso  in  carcere,  ove  soffri  molti  travagli,  finché  venne  bandito  da  quel 
regno  alle  Filippine.  Ma  il  1753  s'imbarcò  di  nuovo  per  la  stessa  Missione;  ed  avendo  incontrato 
in  Siam  alcuni  poveri  spagnuoli  prigioni  per  debito  che  non  avevano  potuto  sodisfare,  si  diede 
ostaggio  per  essi,  che  vennerono  lasciati  liberi  e  fecero  ritorno  al  loro  paese.  In  due  anni  pagò 
il  debito,  e  cosi  anchò  egli  racquistò  la  sua  libertà.  Ma  le  fatiche  e  i  patimenti  sostenuti  n'  avevano 
logora  per  modo  la  salute,  che  gli  fu  mestieri  abbandonare  quel  campo  evangelico,  imbarcandosi 
per  la  sua  patria.  Ei  però  non  doveva  rivederla,  colto  dalla  morte  in  alto  mare  l'anno  1772, 
dopo  24  di  penoso  apostolato. 

—  Breve  relacion  que  yo  Fr.  Francisco  Hermosa  de  S.  Buena- 
ventur  Comisario  Provincial  de  estas  Misiones  da  Kan-kao,  Cam- 
boja  y  de  Cochinchina  hago  a  nuestra  S.  Provincia  de  S.  Gregorio 
de  Filipinas,  para  inteligencia  de  estas  Misiones  1763. 

Manoscritto  delP  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m' inviarono  copia  que'  Padri  ;  e 
conta,  questa,  6  carte  in  8. 

285.  Hernandez.  —  Gramatica  de  la  lengua  Chilena.  Addicio- 
nada  y  correjida  por  el  Padre  Antonio  Hernandez  Calzada  de  la 
Orden  de  S.  Francisco.  Santiago,  Imprenta  de  los  Tribunales,  1846. 

Un  volume  in  8,  di  V  e  225  pagine,  con  una  Appendice  di  Dialoghi  CUeno-tpagnuoU  »  che 
dalla  pagina  227  va  alla  292.  Anche  v'  è  aggiunto  un  Breve  Diccionario  di  altre  29  pagine  ;  e 
Analmente  un  Indice  di  11.  Il  primo  getto  dell'opera  fa  lavoro  del  Padre  Andrea  Febres  della 
Compagnia  di  Gesù,  Missionario  nel  Perù  al  tempo  che  la  Compagnia  venne  estinta. 

—  Diccionario  Hispano-Chileno  y  Chileno-Hispano ,  enrique- 
cido  de  mejorado  por  el  Padre  Antonio  Hernandez  Calzada  de  la 
Orden  de  S.  Francisco.  Santiago,  Imprenta  del  progreso ,  1846. 

Un  volume  in  8,  che  comprende  le  due  parti:  la  prima  di  II  e  108  pagine:  la  seconda  di 
IV  e  «7, 

286.  HEftRERO.  —  Doctrina  y  Oraciones  cristianas  en  lengua 
Mosetena,  traducidas  en  espanol  palabra  por  palabra,  por  el  P.  Fr. 


Ìj8  IIEIIZO*^ 


Sittmp. 


Herrero  Misionero  Apostolico  de  la  Orden  de  S.  Francisco  de  imj 
Regalar  Observancia.  Roma,  Imprenta  de  Propaganda ,  1834. 

Un  fasciculo  in  li,  dì  ii  pagine.  La  lingua  Mosetana  (>  lingua  che  si  parla  nel  Perù. 

—  Epistola  encyclica  ad  Fratres  omnes  de  Observantia  Sera- 
phici  Patris  nostri  S.  Francisci.  Gades  noviter  excus.  1836. 

Un  fascicolo  in  12,  di  18  pagine,  stampato  primamente  in  Homa  l'anno  1834.  Lo  icopo  delU 
lettera  erano  le  Missioni  dWmerica,  specialmente  della  Bolivia,  che  per  la  lunga  guerra  cbc  ti  combattè 
tra  gli  .'Imericani  e  gli  Spagnuolì  erano  rimaste  desolate.  Questo  buon  Padre  di  Spagna,  già  Missumuio 
in  quelle  regioni,  venne  a  raccogliere  operai  del  suo  Ordine  in  Italia,  e  ne  menù  seco  oltre  80. 
Ne  riferiamo  le  seguenti  parole:  •  (Consideranti^   (diceva  a*  Padri  de' nostri  conventi,  che  allon 
fiori  vano  e  godevano  pace  )  considerantes,  Fratres  mei  amaulissimi,  ({uod  per  os  menni  loquanlnr 
eliam  miseri  illi  Americae  Meridiunulis  Indi,  quorum  docilitas,  lenitas,  humilitas,  et  aliaeplnres 
commendabiles  qualitates,  quao  illis  felicilcr  inhaerent,  et  tanti.>pere  conferunt  ad  conim  conver- 
sionem,  enixe  a  vobis  postulant  ut  illos  adiuvelis!  . . .  Pulalis  quod  absque  mutuo  dolore  et  pUncla 
e  illurum  praesentia  divelli  potuerim?  Si'io  enim  ((uia  e  regione  nus  aspicienles,  non  nisi  renovatam 
scenam  illam  pulavelis,  quando  a  Miloto  Paulus  miltens  Ephesum  vocavit  majores  natu  Ecclesìae.  Ecce 
quoniodu  super  C(»llum   meuni  procumbentes   prorunlM^ntes  deoscuIalKintur ,  dolente»  maxime  in 
timore  praeconcepto  quod  amplius  faciem  meam  non  essi>nt  visuri.  Ecce  quomndo  ne  dedaeebant 
iid  na\im,  et  quasi  dubitantos  de  me«)  regressu,  quem  ego  iterum  atquc  iterum  spoponderam,  heul 
heut  dolentcs  dicebanl,f«r  wo«,  Pater,  deaeri* i  dir  noi  desolati*  reUnquis  f  ^on  ego  vos  deserò» 
niii,  non  vos  derelinquo,  res|)ondeI»Hm ,  sed  elsi  ad  motlirum  tempus  discedo,  prò  majorì  vostro 
commodo  discedo.  Ilaoc  et  alia  \erl)a,  quae  Indorum  illorum  simplicitas  et  amor  ad  me  dirigebanl, 
etiam  ad  vos  directii  ronsiderare  dcl)elis,  eie.  •    .\llora  ci  fu  ohi   a.scoltò  quelle  voci  pietose:   ora, 
soppressi  gli  Ordini  Religiosi,  chi  le  ascollerà? 

287.  Herzog. —  Cosmo«;^raphia  Austriaco-Franciscana ,  seu 
oxacta  descriptio  Provinciae  Austriae  Ordinis  Minorum  S.  Fran- 
cisci Strict.  Observantiae  sub  nomino  et  patrocinio  S.  Bernardini 
Senonsis,  auctoritate  Nicolai  Pontif.  Max.  clementia  Friderici  III. 
Rom.  Imp.  a  S.  Joanno  Capistrano  post  partum  virgineum  anno 
MCCCCLI  fundatae.  Pars  prior  in  qua  eiusdem  ortus  et  progres- 
sus,  Convontuumquo  omnium  tam  Fratrum  quam  Sororum  (suc^ 
cinte  praemissa  singulorum  topoj^raphia)  primordia,  incrementa , 
fundatores,  fundationes,  desolalionos,  restauratores,  conservatores  : 
noe  non  alia  memoratu  digniora  ex  arcliivis,  protocollis,  authogra- 
phis,  aliisque  litteris  et  manuscriptis  sedulo  cum  labore  in  unum 
congesta  referunt  :  atque  omnium  eorum  domicilia,  et  iconice  et 
motrice  exprimuntur.  In  utilitatem  et  lavorem  almae  huius  Pro- 
vinciae professorum,  voi  maxime  superiorum  localium,ad  fundate 
instituendum  do  cunctis  sormonom  :  ne  veridice  reddendum  in- 
terrogantibus  responsum,  compilata  per  P.  Fr.  Placìdum  Herzog, 
eiusdem  Provinciae  Austriae  alumnum,  olim  Segretarium,  nunc 


HISTOIUK  239 


iterato  Definitorem.  Superiorum  pennissu .  Coloniae  Agrippìnae. 
Typis  haeredum  Francisci  Metternich,  typog.  et  bibliop.  Coloniae, 
anno  MDCCXL. 

Un  volume  in  foglio,  di  15  carte  preliminari  non  numerate,  790  pagine,  e  infine  16  carte  d' 
Index  rerum  prior,  e  poi  altre  15  d^  Index  poiterior  rerum  et  verborum  toHtu  operis. 

—  Pars  posterior  priori  ad  modum  supplementi  adnexa  ;  in 
qua  ab  anno  1451,  seu  initiis  Provinciae  Austriacae  usque  ad  an. 
1710  eius  actitata  memoratu  digniora  :  Ministrorum  Provincialium 
et  Generalium  electiones  :  Summorum  Pontij&cum ,  Imperatorum 
Romanorumque  Regum  coronationes  :  temporum  vicissitudines , 
calamitates ,  bella ,  etc.  quae  potissimum  res  austriacas ,  Austriao 
Principes  et  Caesares  concernunt,  epitomatim  adducuntur.  In  uti- 
litatem  et  favorem  almae  huius  Provinciae  Professorum ,  vel 
maxime  Superiorum  localium  ad  ampliorem  praecedentium  in- 
telligentiam  studiose  in  unum  coUecta  per  P.  Fr.  Placidum 
Herzog,  etc. 

Sono  altre  202  pagine.  Nella  prima  Parte  di  quest'  opera,  oltre  una  bella  e  compendiosa  storia  delle 
maravigliose  cose  operate  da  san  Giovanni  da  Capistrano  e  suoi  compagni  in  tutta  la  Germania,  che 
fanno  molta  parte  della  storia  delle  nostre  Missioni  di  quel  secolo,  si  Iianno  notizie  di  fatti  e  di  martirii 
importanti  dei  secoli  seguenti,  sia  per  causa  degli  Eretici  che  dei  Tartari  e  dei  Turchi,  oltre  non  pochi 
Missionari  che  di  là  si  recarono  ad  evangelizzare  e  con  il  sacrificio  della  loro  vita  rendettero 
testimonianza  a  Cristo  in  altre  lontane  contrade  della  terra:  come  il  P.  Liberato  Wcis  co' suoi 
compagni  Michele  Pio  da  Zerbe  e  Samuele  da  Diurne,  nunzi  In  Etiopia  il  1716.  È  opera  di  molto 
pregio,  perchè  scritta  sopra  documenti  autentici  raccolti  dalP  Autore  o  consultati  in  tutti  gli  Archivi 
della  Provincia  e  di  altre  parli  della  Germania.  Il  De  Vogbl  (Specimen  BibUolhecae  Germaniae  Àu- 
siriaeae,  eie.  Viennae  1779.^  ne  fa  grandissimi  elogi;  e  dice  inoltre,  che  ah  hoc  laborioso  opere 
$eparari  non  debet  Ubellu»  cui  tUulus: 

—  Facies  nascentis  et  succrescentis  Provinciae  Seraphico- 
Austriacae ,  seu  compendiosa  descriptio  Obs.  Refor.  eiusdem  Pro- 
vinciae Fratrum  Minorum,  variis  monumentis  et  notulis  antiquio- 
ribus,  nunc  primo  repertis,  expolita  et  venustata  per  Patres 
Archivarios  almae  Provinciae.  Ratisbonae,  anno  1743.  in  8. 

Che  sia  dello  stesso  Herzog?  A  me  non  capitò  alle  mani.  Un  esemplare  della  Cosmografia 
trovasi  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera. 

288.  HiSTOiRE  de  la  persecution  de  deux  saints  evéques  :  V  un 
Dom  Bernardin  de  Cardenas ,  evéque  du  Paraguay  dans  Y  Ameri- 
que  Meridionale  ;  V  autre  Dom  Philippe  Pardo ,  Archeveque  de  V 


W)  IllSTOlKE  -  llUEBEi; 


Eglise  de  Manile  Metropolitaine  dea  Isles  Philippines.  S.  L.  (Hol- 
lande)  1691. 

Libru  raro  e  difficile  ad  incontrare.  1  nostri  lettori  già  sanno  come  il  Cardenas  fosse  Fnn- 
ccscano,  ed  uno  de'  più  straordinari  apostoli  clic  illustrassero  1'  America.  Gli  stessi  documenti  venaeru 
pubblicati  nella  Coleccion  general  de  documentott,  di  cui  già  abbiamo  dato  ragguaglio. 

^^^,         289.  HiSTOiRE  du  glorieux  et  'bienheureux  Frere  André  de 

^■;*^  Spoleto  de  V  Ordre  des  Freres  Mineurs  de  la  Reguliere  Observance, 

An.™  etc.  Et  est  contenu  aussi  la  teneur  de  aultres  certaines  lettres 

^  de  la  miraculeuse  conversion  et  augmentation  de  la  foy  catholique 

au  pays  de  Duke-tan  autrement  dict  terre  neufve,  ou  bien  Neufve 

Hespaigne. 

Libro  gotico,  rarissimo.  N'ò  un  esemplare  trvC riitervati  nella  Biblioteca  Nazionale  di  PaiigL 


Mn. 


290.  HiSTORiA  y  Cronica  Franciscana  de  la  Provincia  del  Santo 
\«.  rin.  Nombre  de  Jesus  de  Goattmala ,  que  trata  de  la  conversion  de  Ics 
Indios  del  reino  de  Utlatan  y  de  Goattmala  a  la  ley  de  Dios ,  con 
iioticias  del  estado  que  tenian  en  su  iuj&delidad  y  gentilismo,  ritos 
y  costunbres  que  observaban,  gobierno  y  policia  con  que  se  regian, 
y  leyes  con  que  se  gobernaban  independient-es  do  gobemio  Me- 
xicano.  De  la  venida  de  los  FiSpanoles,  etc. 

Il  lettore  vede  l' importante  nmnoscritlo  che  ò  questo,  che  il  Hrassbur  (Biblioth.  Mex.GwU.f 
dice  aver  acquistato  in  America,  proveniente  dall'antico  Convento  di  S.  Francesco  di  Guatemala. 
11  ItHAssEUR  è  morto.  Chi  V  ereditò?  Dove  si  trova?  In  Parigi,  per  dimando  che  feci,  non  mi  riuscì 
saperne  nulla.  Dolorose  vicende  degli  Ordini  l\eIigiosi  1  11  venerabile  Missionario  che  lo  scrisse  non 
vi  pose  il  suo  nome:  il  Convento  fu  soppresso:  dall'America  il  Manoscritto  passò  in  Francia: 
quale  sarà  la  sua  (Ine? 


Stamp, 


291.  HiSTORiA  de  la  Cochinchina.  * 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m' inviarono  copia  que* Padri, 
k  la  storia  interessantissima  e  commoventissima  della  terribile  persecuzione  scoppiata  il  1749  contro 
le  Missioni  cattoliche  della  Concincina.  Va  divisa  in  tre  parli:  della  prima  m'hanno  inviato  oiu 
copia  «antica,  del  tempo  che  la  relazione  fu  scritta,  di  42  pagine  in  4:  della  seconda  e  della  terza 
sono  copie  recenti:  la  prima  di  40  carte  in  foglio;  la  seconda  di  36,  numerata  a  pagine,  che  dalli 
41  carta  della  precedente  va  Ano  alla  pagina  Hi.  Ci  duole  che  sia  anonima,  perchè  ben  meri- 
terebbe d'  esser  conosciuto  il  nome  del  dotto  e  santo  Missionario  che  la  scrisse. 

292.  HuEBER .  —  Menologium,  seu  brevis  et  compendiosa  illu- 
minatio,  relucens  in  splendoribus  Sanctorum,  Beatorum,  miraeu- 
losoriun,  incorruptornm,  extaticorum,  beneflcomm,  et  quocumque 


IIUEBER  ^i\ 


sanctìmoniae,  vel  virtutis  fulgore,  illustrium ,  singularium,  aut 
praecellentium  famulorum  famularumque  Dei,  martyrum,  confes- 
Bomin,  virginum,  viduarum,  poenitentium  :  ab  initio  Minoritici 
Instituti  usque  ad  moderna  tempora;  ex  triplici  Ordine,  1  Fratrum 
Minonim,  qua  Conventualium,  qua  Observantium,  qua  Reforma- 
lorum,  qua  Discalceatorum,  qua  Recollectorum ,  qua  Cappuccino- 
rum,  etc.,  2  Clarissarum,  seu  Inclusarum,  qua  Damianitarum,  qua 
Urbanistarum  :  3  Utriusque  sexus  Poenitentium,  qua  saecularium, 
qua  claustralium,  qua  solitariorum.  Quos  omnes  Seraphicus  Pater 
aoster  S.  Franciscus  ab  Assisio  in  Umbria  luci  datus,  ex  meduUa 
S-  Evangelii,  militanti  ac  triumpbanti  Ecclesiis  parturivit,  ger- 
ininavit,  produxit,  fundavit,  instruxit,  educavit,  roboravit  legi- 
bus,  verbis  et  exemplis  :  per  modum  Martyrologii,  iuxta  dies  obitus 
et  anni  periodos  compilatum,  vulgatum,  ac  publicae  utilitati, 
aedificationique  authentice  consecratum  :  authore  R.  P.  Fr.  Fortu- 
nato Huebero,  totius  praefati  Ordinis  et  Ref.  Provinciae  Bavariae 
Patre ,  quondam  Custode ,  Definitore ,  Lectore  et  Concionatore 
Generali,  Scriptore  Ordinis,  ac  per  Germaniam  Chronologo  p.  t. 
Guardiano,  etc,  Cum  facultate  Superiorum.  Monachij,  impensis  et 
sumptibus  cuisdem  specialissimi  Patroni  ac  Benefactoris  Ordinis, 
Typis  Joannis  Lucae  Straubii,  Statuum  Provincialium  Typogra- 
phi.  Anno  Domini  MDCLXXXXVIII. 

Ud  volume  in  foglio,  di  5  carte  preliminari  non  numerate,  e  2419  pagine,  e  in  Une  un 
UorMuiy  un  elenco  nonUnum,  un  amplissimo  sillabo  locorum,  e  un  eguale  indice  rerum  memora- 
bilium.  Opera  omai  rara  e  molto  stimata.  Vi  sono  molti  ricordi  bibliografici,  che  non  si  trovano 
altrove  ;  e  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  torna  di  grande  aiuto.  Ne  trovai  un  esemplare  nella 
Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Sant'Anna  di  Parigi.  Un  altro,  in  vendita  dal  Maisonneuve,  l'acquistai 
per  150  franchi.  Appartenne  già  Bibliothecae  Fratrum  Minorum  S.  Francisci  RecoUedorum  Mogun- 
tiensit,  1699:  cosisi  legge  scritto  a  mano  in  fondo  alla  bella  incisione  che  precede  il  frontespizio, 
rapprttentanle  il  trionfo  dell'  Ordine  Francescano.  Sono  le  spoglie  de'  poveri  Conventi  soppressi 
dall'Impero  Prussiano! 

—  Dreifache  Chronicht  von  dem  dreifachen  Orden  dess  gros- 
sen  H.  Seraphinischen  Ordens  StiflFters  Francisci,  so  Weith  er 
sich  in  ober:  und  nider  Teutschland,  auch  alien  angrezenden 
Laenderen,  in  seinen  Cloesteren  und  Provinzen  erstreckket  zu 
allgemainer  Erkandtnus ,  und  andaechtigen  genbrauch  ,  etc.  vie 
solche  auss  den  SchriflPt  laeden  oder  Archiven  verfertiget  hat  R. 
P.  Fr.  Fortunatus  Hueber  dess  heiligen  Seraphinischen  Ordens , 
einest  General  Diffinitor,  etc.  Muenchen.  Gedrukt  und  verlegt 

10 


242  IIUERTA 


Aria 


durch  Johann  Jaeklin  Churfurstl  hof  Puchrucher  und  Buchhan- 
delern.  An.  MDCLXXXVI. 

Un  volume  in  foglio,  di  8  carte  preliminari  non  numerate  e  1451.  N'  è  un  esemplare  nella  sopraddetta 
Biblioteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera.  È  una  Tripucb  Cronaca  de*  tre 
Ordini  instituiti  da  S.  Francesco,  ove  si  mostra  specialmente  come  si  propagassero  nella  Gennann 
Inferiore  e  conHnanti  paesi,  scritta  sopra  documenti  autentici  e  carte  degli  Archivi.  E  libro  molto 
interessante  anch'  esso  per  la  storia  delle  nostre  Missioni. 

5M..„.  293.  HuERTA.  —  Estado  geografico  ,  topografico ,  estadistico , 
historico-religioso  de  la  Santa  y  Apostolica  Provincia  de  S.  Gre- 
gorio Magno,  de  Religiosos  Menores  Descalzos  de  la  Regalar  y 
mas  estrecha  Observancia  de  N.  S.  P.  S.  Francisco,  en  las  islas 
Filipinas.  Comprende  el  numero  de  Religiosos,  Conventos,  Pue- 
blos,  situacion  de  estos,  anos  de  su  fundacion ,  tributos,  almas , 
produciones,  industrias,  cosas  y  casos  especiales  de  su  admini- 
stracion  espiritual,  en  el  Archipielago  Filipino,  desde  su  fundacion 
en  el  ano  de  1577  basta  el  de  1865.  Compuesto  por  el  R.  P.  Fr. 
Felix  de  Huerta,  Predicador,  Lector  de  Sagrada  Teologia,  Exa- 
minador  Sinodal  del  Arzobispado  de  Manila  y  actual  Ministro 
de  S.  Lazaro.  Mandado  dar  a  luz,  en  nombre  de  està  santa  Pro- 
vincia, por  el  M.  R.  P.  Ministro  Provincial  de  la  misma.  Con 
las  licencias  necesarias.  Bìnondo  :  Imprenta  de  M.  Sanchez  y  C* 
1865. 

Un  volume  in  8  grande,  di  713  pagine;  di  cui  ebbi  in  dono  un  esemplare  da' nostri  Padri 
del  Collegio  Missionario  di  Pastrana  provincia  di  Guadulajara.  È  un  libro  ricco  d'ogni  maniera 
di  notizie  antiche  e  recenti,  profittevolissimo  e  necessario  per  la  storia  delle  Missioni  Franceseaix 
e  delle  Isole  Filippine. 

Larghe  notizie  dell'opera  de' Francescani  in  tutto  quell'Arcipelago  s'incontrano  anche  nelb 
importantissima  Historia  general  de  Philipinai,  conquistai  eipiritualeM  y  iemparaies  de  estot  etpa- 
Tìoles  dominiot ,  estahleeimientos  ^  progresso»  y  decadencias.  Comprehende  ìos  imperios,  reinos  y 
jìi'ovineias  de  islas  y  continentes  con  quienes  ha  avido  comunicgcion  y  comereio  por  iwimediéUs 
coincideìicias  ;  con  nolicias  universcUes  geographkas,  hidrographicas  de  historia  naturai,  depoUlkù. 
de  costunibres  y  de  religiones,  en  lo  que  deba  interesarse  tnn  universal  tUtUo.  Por  el  P.  Fr.  Jn» 
de  la  Concepcion  Recokto  Àugiutino  Descalzo,  Lector  JuhUado,  ex-Provineial,  ExanUnador  Stnodo/ 
de  el  Arzobispado  de  Manila,  y  Coronista  de  sa  Provincia  de  S.  Nicolas  de  l(u  Islas  Phii^lMS, 
Socio  numerario  de  la  Regia  Sociedad  de  Madrid.  Con  permiso  de  los  Superiores.  En  la  lmprt»l§ 
del  Seminario  Conciliar  y  Real  de  S.  Carlos  :  Por  Àugustin  de  la  Rosa,  y  Balagtas.  ÀHo  de  1788. 
Sono  14  volumi,  in  8.  L'acquistai  in  Parigi  dal  Maisonneuve  al  prezzo  di  iOO  franchi.  È  la  pi« 
dotta  ed  erudita  Istoria  che  sia  stata  scritta  sopra  le  Filippine,  indispensabile  a  chi  piglia  a 
scrivere  di  queir  .arcipelago.  Per  ciò  l'ho  qui  citata. 


*; 


I 


,.  294.  Ibanez.  — Historia  de  la  predicacion  del  santo  Evangelio 
en  China  :  por  el  P.  Fr.  Juan  Buenaventura  Ibanez  de  la  Pro- 
vincia de  S.  Juan  Bautista.  Impreso  en  Colonia  el  ano  de  1706. 

—  Catecismo  ordinario  para  el  uso  de  la  Mision,  ec.  Impreso 
en  Canton  el  ano  de  1681  en  idioma  y  caracteres  cinicos. 

—  Tres  informes  sobre  las  Misiones  de  China,  en  los  afios  de 
1673,  1674,  y  1675. 

—  Relacion  de  los  progresos  de  la  Mision  de  China  (  data  in 
Macao,  il  gennaio  1678.) 

—  Vida  y  virtudes  del  Apostolico  varon  Fr.  Antonio  de  S. 
Maria. 

—  Relacion  de  su  viaje  desde  Macao,  a  Roma,  Madrid,  Mejico, 
Filipinas  y  China. 

Cosi  il  Padre  Huerta  (EsiadOy  ec),  aggiangendo  che  lasciò  anche  la  storia  della  propria  vita, 
scritta  19  mesi  prima  di  morire.  Figlio  di  una  nobile  famiglia  di  Elche  nel  Valenziano,  dopo  Io 
studio  della  lingua  latina,  parti  con  un  suo  fratello  per  Roma  :  ma  giunti  in  Genova,  si  arruolarono 
in  una  compagnia  di  soldati  Spagnuoli,  e  andarono  di  presidio  a  Casale  nel  Monferrato.  Mortogli 
quivi  il  fratello,  egli  disertò;  e  visitata  Roma,  fece  ritomo  a  Valenza,  dove  prese  l'abito  Francescano, 
e  dopo  molti  anni  di  vita  esemplarissima  passò  alle  Filippine.  Ciò  fu  il  1645.  il  i649  dalle 
Filippine  s' imbarcò  per  la  Cina,  e  vi  rimase  sino  al  166i,  fondando  parecchie  cristianità  col  Padre 
Antonio  da  S.  Maria.  L'aprile  del  sopraddetto  anno  dalla  città  di  Ci-nau-fu  si  recò  a  Macao,  e  di  là 
due  anni  appresso  parti  per  Roma  per  gravi  negozi  di  quelle  Missioni.  «  Verificò  su  viaje  (dice  il 
citato  Padre  Huerta)  por  la  India  pasando  por  Malaca,  Bengala  y  Masulapatan ,  atravesò  el  gran 
Mogol  y  Golfo  Persico,  locò  en  el  puerto  de  Surrate,  paso  por  Basora  y  Babilonia,  donde  fué 
craelmente  azotado,  visitò  a  Ninive,  Ede.sa,  Alejandria,  Chipre,  y  de  aquì  por  Sicilia  llegò  a  la 
corte  Romana,  despues  do  los  trabajos  que  se  dejan  considerar  en  un  viaje  tan  dilatado,  por  tan 
diversas  regiones  y  sin  mas  provision  quc  la  pobresa  franciscana.  En  Roma  hallo  bastantes  obsta- 
calos  al  logro  de  sus  pretensiones,  pero  todo  lo  superò  su  humilidad  y  paciencia,  mediante  tamblcn 
la  proteccion  del  Emo  Cardinal  Barberino.  Despachado  felìzmente  de  la  Corte  Romana  regresò  a 
Espaiia  el  ano  de  1669,  en  cuyo  ano  recogiò  una  Mision  y  saliò  para  Mejico,  si  bien  le  ftté  preciso 


244  l>AUD  -  INNOilENClA 


bacer  su  vUje  por  Honduras  y  Guatemala,  en  cuyo  clilatado.. transito  sufricron  immensos  tnbajos, 
enfermando  todos  y  falleciendo  dos  de  sus  companeros.  •  Giunse  alle  Filippine  il  167i,  e  l' anno 
seguente  riparti  per  le  Missioni  della  Cina,  dove  lavorò  conseguendo  grandi  conversioni  e  fondandii 
chiese  Ano  al  i69i,  quando  la  morte  lo  colse  in  Canton  l' il  del  mese  di  ottobre  nelFetà  di  8i 
anni,  65  di  religione  e  4S  di  ministero  apostolico.  Se  ne  celebrarono  con  istraordinaria  solennità 
i  funerali  nella  chiesa  Francescana  extramuros  di  Canton ,  officiando  pontiflcalmente  1*  illustra 
Francescano  Fr.  Bernardino  della  Chiesa,  Vescovo  di  Argolis  e  Vicario  Apostolico  in  Cina.  E  il  suu 
cadavere  venne  sepolto  accanto  a  quello  del  diletto  suo  compagno  P.  Fr.  Antonio  de  S.  Maria  f 
postavi  sopra  la  lapida  seguente: 

I).  0.  M. 
SUO 
ET  PARENTI  ET  FUNDATOKI 
QUEM 
OCTUAGENARIO  MAIOREM  POST  DIMIDIUM 
AETATIS  APOSTOLICIS  MINISTERIIS  IMPENSl'M  : 
CIRCUMDATUMQUE  TERRARUM  ORBEM 
COELESTES  ORBES  IN  AETERNUM  VICTIRUM 
3  IDUS  OCTOB.  M.  DC  XCI. 
RECEPERE 
A.  R.  P.  FR.  JOAN.  BONAVENTURAE  IBANEZ 
MINORITAE    HISPANO  EX  REGNO   VALENTIA  E 
SERAPHICA  MISSIO 
LAPIDEM   HUNC   GRATI   ANIMI 
MONUMENTUMQUE  POSUIT. 

swv.  295.  Inard.  —  Eloge  historique  des  hoinmens  illu^tres  des 
trois  Ordres  de  Saint  Francois  d'  Assise ,  par  le  R.  P.  Benoit 
Inard  de  Candié  F.  M.  (Frere  Mineur)  Bachelier  en  Theologie 
de  la  Faculté  de  Paris ,  Premier  Custode  de  la  meme  Province, 
Ministre  Provinciale  ec.  A  Paris,  rue  de  S.  Jacques,  chez  Charles 
Asmout,  ou  r  Olivier,  Lamberto  a  la  Sagesse,  et  Durand  a  S.  Lan- 
diy.  MDCCXL.  Avec  aprobation  et  privilege  du  Roy. 

Un  volume  in  8,  di  175  pagine,  assai  raro;  dove  l' autore  con  grande  ingegno  ha  raccolto  un'im- 
mensità di  pellegrine  notizie  dell'Ordine  e  delle  sue  belle  glorie.  Ne  trovai  un  esemplare  nella  Biblioteca 
dell'  .accademia  (  già  della  Congregazione  del  Terz'  Ordine  Regolare  di  S.  Francesco  )  di  Lisbona. 


Affrira 


298.  Innocencia  insultada,  ou  noticia  da  barbara  atrocidade 
com  que  os  Negros  Mahometanos  sem  outro  motivo  mais  que  o  odio 
que  tem  nos  professores  da  Fé  de  Christo  insultarSo  o  Convento 
da  ConceyQào ,  que  os  Missionarios  de  Sào  Francisco  tem  na 
cidade  de  Mequinez,  colhida  de  varias  cartas  chegadas  da  quelle 
paiz.  Lisboa  Occidental,  na  officina  de  Pedro  Ferreira,  Anno 
MDCCXXVIII.  Con  todas  os  licengas  necessarias  e  privilegio  Real. 


Sono  13  carte  «  in  4.  Nell'avvertenza  al  Lettore  si  dice,  che  queste  notizie  sono  tratte  da 
lettera  che  il  Padre  Fr.  Manoel  do  Rosario,  Guardiano  del  Convento  di  Mequinez  e  Vlce-Prefcllo 
.Vpostolico  di  quella  Missione,  inviò  al  Provinciale  di  San  Francesco  in  Spagna,  dove  venne  Impreisi. 
N*  ò  un  esemplare  nella  Riblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 


IRANZO  245 


297.  Iranzo.  —  Relacion  de  los  progresos  de  la  Fé  en  el  reìno 
de  Manados:  por  el  P.  Fr.  Juan  Iranzo  de  la  Provincia  de  S.  Juan 
flautista. 

Cosi  V  HuERTA  (Ettado,  ecj.  Dice  che  è  data  in  Manila  il  4  agosto  del  1645. 

—  Historia  de  los  sucesos  de  Ternate,  ec. 

Fu  alle  Missioni  delle  Filippine  e  delle  Molacche,  e  lavorò  con  grande  zelo  e  successo  nei 
regni  di  Manados,  Galonga  e  Tabuca.  Conosceva  a  perfezione  l'idioma  Bicol;  e  morì  in  alto  mare 
a  principio  del  1654,  recandosi  dalle  Filippine  nella  Spagna. 

—  Relacion  de  lo  sucedido  en  Manados  desde  el  ano  de  1639 
basta  1644,  hecha  por  Fr.  Juan  Iranzo  el  ano  de  1645. 

Sono  7  carte  in  8,  autografe,  inviatemi  da'  Padri  del  nostro  Convento  di  Manila.  Del  regno  di 
Manados  e  delle  Missioni  che  vi  fondarono  e  coltivarono  i  Francescani,  abbiamo  le  seguenti  preziose 
notizie  forniteci  dallo  stesso  Padre  Hubrta. 

MANADOS. 

Era  uno  de  los  reinos  de  la  isla  de  Célebes ,  situado  al  NE.  de  la  roisma.  Por  los  aSos  de 
1612  fueron  à  està  conversion  nuestros  religiosos  Fr.  Pascual  Torrellas  y  Pray  Benito  Diaz,  quienes 
pìantaron  la  ensena  gloriosa  de  la  cruz  en  la  plaza  pùblica,  y  la  que  fué  respetada  por  los  indigenas 
à  pesar  de  haberse  rctirado  los  Misioneros.  El  ano  de  1619  volvieron  segunda  vez  nuestros  religiosos 
y  hallaron  la  cruz  muy  respetada  y  venerada  por  los  naturales  desde  el  aSo  de  1612,  segun  dejamos 
dicho,  y  con  tan  buenos  auspicios  y  licencia  del  Bey  fundaron  las  inglesias  siguientes  : 

BANTA. 

Ciudad  principal  y  residencia  del  Bey  de  Manados,  donde  en  1619  piantò  la  santa  cruz  nueslro 
Fr.  Diego  de  Bojas,  y  el  primero  à  quien  bautizó  fué  al  Bey.  Fundó  una  iglesia  y  la  administró  con 
gran  celo  basta  el  aSo  de  1624  que  falleció,  sicndo  sepultado  con  gran  veneracion  por  los  indigenas 
en  la  misma  plaza  de  Banta,  que  servia  de  àtrio  à  la  iglesia.  Con  la  muerte  de  dicho  Fr.  Diego 
quedó  abandonada  està  iglesia,  pero  el  alio  de  1640  fué  restaurada  por  nuestro  Fr.  Juan  Iranzo, 
.quien  Ilegó  à  bautizar  mas  de  4000  almas,  basta  que  en  una  sublevacion  contra  los  espaSoles, 
acaecida  el  dia  10  de  agosto  de  1644,  fué  preso  el  religioso  con  22  espafioles,  y  despues  de  ocho 
meses  de  prision  fueron  desterrados  à  Manila,  perdiéndose  aquella  florida  cristiandad. 

CALE. 

Poblacion  del  reino  de  Manados,  donde  piantò  la  santa  cruz  nuestro  Fr.  Pascual  Torrellas, 
la  cual  conservaron  con  veneracion  los  indigenas  basta  el  ano  de  1619,  en  cuya  època  fundaron 
lina  iglesia  nuestros  Fr.  Blàs  Paloroino  y  Fr.  Diego  de  BoJas,  la  que  quedò  abandonada  por  muerte 
de  los  religiosos,  pero  fué  restaurada  en  1639  por  Fray  Juan  Iranzo  y  Fr.  Lorenzo  Garralda.  Este 
ùlCimo  quedò  administrando  dicha  iglesia  y  fué  alanceado  en  òdio  de  la  fé,  en  el  mismo  pueblo 
de  Cale  en  1642,  perdiéndose  dicha  mision. 

Seguitano  poi  quelle  dei  regni  di  Calonga  e  di  Tubuca  nell'isola  di  Sanguir. 

ISLA  DE  SANGUIB. 
Por  los  ai^os  de  1637  se  componia  està  isia  de  dos  reinos  llamados  Calonga  y  Tahucn,  rnyos 


246  IRONDO 


JUutrka 


reyes  mandaron  en  dicho  afio  ud  embajador  à  Manila  pidiendo  rdigiosos  FraDCiscaoos,  y  con  ebckt 
en  1639  fueron  nuestros  celosos  misioneros  Fr.  Juan  Iranzo,  Fr.  Bartolomé  de  S.  Diego,  Fr.  Miguel 
de  S.  Baenaventura  y  Fr.  Francisco  de  Alcalà,  los  cuales  trabajaron  con  apostòlico  celo  y  fondiron 
las  dos  iglesias  siguientes: 

CALONGA. 

Keino  de  la  isla  de  Sanguìr,  donde  Fr.  Juan  Iranzo  y  Fr.  Francisco  de  Alcalà  planUron  la 
santa  cruz,  baulizaron  al  Bey,  à  la  Reina  y  92  personas  de  su  real  familia,  fundando  una  igtt«ia 
y  convento  en  1639  siguientes.  Hasta  el  ano  de  1634  en  que  se  haliaba  en  i^ta  Ddision  nuestru 
Fr.  José  de  Trujillo,  Uevaban  convertidas  mas  de  3000  almas,  la  que  fué  preciso  abandonar  por 
escasez  de  opcrarios  evangelicos. 

TABUCA. 

Beino  da  la  isla  de  Sanguir,  a  cuya  conversion  fueron  destinados  nuestros  celosos  misioneros 
Fr.  Bartolomé  de  S.  Diego  y  Fr.  Miguel  de  S.  Buenaventura,  los  cuales,  recibidos  cordialmente  por 
el  Bey,  consìguieron  la  conversion  de  mas  de  3000  almas,  y  fundaron  iglesia  y  convento  desde  el 
afio  de  1639  hasta  que  se  dejó  està  mision  por  escasez  de  relìgiosos,  que  fué  por  los  aoos  de  i6ii 
à  1657. 

298.  Irondo.  —  Esposicion  del  Simbolo  de  San  Atanasio,  en 
Idioma  Kachiquel:  por  el  Padre  Fray  Juan  Francisco  Irondo 
Franciscano  en  Guatemala. 

Cosi  lo  Squibr  (Monogr,  of  ÀutÌLj. 


J 


m 


•»: 


299.  Jaboatam  .  —  Novo  orbe  Serafico  Brasilico ,  ou  Chroaica 
dos  Frades  Menores  da  Provincia  do  Brasil  por  Fr.  Antonio  de 
Santa  Maria  Jaboatam,  impressa  em  Lisboa  em  1761,  e  reimpressa 
por  ordem  do  Instituto  historico  e  geografico  Brasileiro.  Rio  de 
Janeiro,  Typ.  Brasiliense  de  Maximiano  Gomes  Ribeiro,  nia  do 
Sabao  n.  114.  1858. 

Sono  tre  volumi  in  8  grande:  il  primo  di  V  pagine  preliminari  e  437.  E  di  questo  solo  v 
la  ristampa  del  1858.  Del  secondo  poi  e  del  terzo,  che  rimanevano  inediti,  è  la  prima  edizione 
(1859, 186i);  ma  sono  uniti  in  uno,  il  primo  da  pagine  1  a  622;  l'altro,  continuando  da  623  a  835. 
Me  ne  procurai  un  esemplare  da  Rio  Janeiro.  L' aver  risoluto  V  Istituto  istorico  del  Brasile  che 
si  ristampasse  a  sue  spese  il  primo  volume  con  gli  altri  due  inediti,  dice  abbastanza  dell'  importanza 
sotto  ogni  riguardo  della  dotta  opera  del  Padre  Jaboatam,  senza  la  quale  è  impossibile  scrivere 
della  storia  delle  gloriosissime  nostre  Missioni  in  quell'immenso  paese. 

300.  Jennes. — Lettre  de  Berthelemy  de  Jennes  Ministre 
General  de  Y  Ordre  des  Freres  Mineurs  es  parties  d' Orient  au 
Prior  de  Saint  Jean  de  Jerusalem,  sur  les  mais  que  les  Turchs 
font  aulx  chrestiens  et  des  moyens  d'y  remedier. 

È  data  in  Gonstantinopoli,  III  de  fevrier  Van,  MCCCC  et  XLIL  È  nella  Nazionale  di  Parigi.  Inedita. 
Il  Wadingo,  che  parla  largamente  di  questo  Padre,  non  ne  fa  cenno.  Le  notizie  che  ce  ne  dà  il  Wadingo, 
sono  queste  (Annal.  tom.  X.  Romae  ilZiJ:  •  Frater  Bartholomaeus  de  Yano  Provinciae  Sancti 
Francisci,  sacrae  Theologiae  Magister,  qui  sancti  Bernardini  exemplo  ad  Observantes  transivit, 
eiusque  sucius  fuit  Qdelissimus,  Ituliam  universam,  et  magnam  Graeciae  partem  praedicando  circuì vit, 
et  Cunstantinopolim  annis  haesit  duodeclm  Joanni  Paleolog*)  Imperatori ,  et  Josepho  Patrìarchae 
gralissimus.  t  E  in  questo  tempo  cominciò  in  quelle  città  un  grande  Convento,  a  finire  il  quale 
San  Bernardino,  Vicario  Generale  dell'Ordine,  mandò  poi  (come  dice  lo  stesso  Wadingo,  Annal. 
tom.  XI.  ee.J  due  Religiosi  architetti  d'Italia:  •  Bernardinus  Vicarius  Generalis  Ordinis . . . .  misit 
CoDStantinopolim  Fratres  Gasparem  et  Joannem  Urbinates,  architectos  et  fabros,  qui  Incoactum  a 
fratre  Bartholomeo  de  Yano  Gonventum  absolverent.  •  Finalmente  (conchiude  il  Wadingo,  ilnnol., 
tom.  X.)  I  amissa  civitate  constantinopolitana,  in  Italiam  regressus,  sanctisslmo  fine  quevit  Perusiae 
ad  S.  Francisci  de  Monte  Goenobinm.  • 


Akia 


248  JESUS 

Anch'  egli,  il  Padre  da  Jenne,  nella  sua  lettera  parla  del  Convento  ;  ma  V  argomento  principale 
sono  le  vittorie  dei  Turchi,  e  i  grandissimi  mali  che  minacciavano  la  cristianità.  «  Sono  già  6  anni 
(egli  diceva)  che  il  nostro  santo  Padre  Eugenio  lY  ci  ebbe  inviati  in  Costantinopoli,  in  numero  di  30 
Frati  Minori,  parte  dei  quali  ho  mandati  nella  città  di  Tafusa,  e  gli  altri  ritengo  appresso  di  me  in 
Costantinopoli ,  dove  voi  slessi  avete  veduto  il  nostro  Convento  riediflcarsi  : ...  ma  li  Catto  più 
importante  ....  è  che  da  sci  anni  a  questa  parte  . . . .  (  lo  so  dalle  testimonianze  dei  mereadanti 
Veneziani  e  Genovesi ,  e  da'  miei  Frati  che  dimorano  in  Adrianopoli ,  dove  ha  la  principale  sua 
sede  il  Turco)  hanno  rapito,  tra' cristiani,  più  che  4000,  e  tutti  sono  loro  schiavi  o  messi  a  morie, 
e  hanno  distrutti  tanti  regni  e  paesi,  Slavoni,  Dalmati,  Valacchi,  Transilvani,  Bulgari,  Bosnesi,  ec  •  E 
prosegue  lungamente  nella  dolorosa  narrazione;  proponendo  appresso  quel  che  restava  a  fare  per 
salvare  Costantinopoli  e  1'  Europa  !  Ma  era  tempo  gittato.  L' Europa  era  venuta  meno  nelF  entu- 
siasmo della  sua  fede,  e  non  restava  che  la  totale  rovina  t 

La  lettera  del  Padre  da  Jenne  è  uno  de'  più  interessanti  documenti  di  quel  tempo  :  ma  la 
sua  lunghezza  non  ci  consente  di  riferirla  per  disteso.  Se  a  Ao  piacerà,  la  daremo  con  altri 
documenti  in  un  altro  lavoro. 

>fc  301.  Jesus  (De).  Historia  del  Japon  por  el  P.  Fr.  Juan  de  Jesus 

de  la  Provìncia  de  S.  Pablo. 

Un  volume  in  foglio. 

—  Descripcion  de  las  Islas  Filipinas  y  Misiones  Franciscanas 
en  las  mismas. 

—  Catalogo  de  los  martyres  de  la  Apostolica  Provincia  de  S. 
Gregorio. 

—  Traducion  del  latin  al  castellano  del  Arte  del  idioma  Japon, 
esento  por  el  R.  P.  Dominicano  Fr.  Diego  Collado.  Ano  de  1682 

—  Vida  del  venerable  Fr.  Antonio  de  S.  Maria. 

Cosi  l'HcKRTA  (Eittado,ecJA\  Padre  Giovanni  professò  nell'Osservante  Provincia  di  S.  Paolo, 
e  recatosi  alle  Filippine  il  1679,  vi  tenne  ufficio  di  Presidente  del  Convento  di  Manila,  e  di  Delinitore, 
e  quivi  morì  il  1706,  dopo  35  anni  di  Missione.  Oltre  le  sopra  riferite  opere,  scrìsse,  come  lia  lo 
stesso  HuERTA,  Veinte  disciirèof  *obre  el  tanto  xaerificio  de  la  MUa,  impresos  en  M^ieo  el  ajio  àe 
1689  por  Fr.  Melchor  lludamox,  en  la  Officina  de  la  viuda  de  Franeiteo  Rodriguez  Lupenio, 
e  ancora  una  RecapUolacion  de  Iok  decretos  sobre  la  clausura  de  la*  Jfoi^cK,  aho  de  1699. 


Sktni]' 
Mi. 


302.  Jesus  (De).  Doctrina  y  pruebas  de  que  no  bay  mas  que  un 
Dios  trino  en  porsonas  y  uno  en  esencia,  por  el  P.  Fp.  Francisco  de 
Jesus,  0  Escalona,  de  la  Provincia  de  S.  José.  Impreso  en  ^uansi 
en  idioma  y  caracteres  chinicos,  ano  de  1639. 

— Explicacion  de  todos  los  misterios  necesarios  para  salvarse,  ec. 
Impreso  uf  supra. 

—  Razones  de  falsedad  en  los  idolos  y  sectas  de  China,  ec, 
Impreso  ut  siipra. 

—  Recopilacion  de  decretos  dados  por  los  Emperadores  de 
China  a  favor  de  la  ley  Christiana,  ec.  Impreso  ìd  suprc^ 


JESUS  249 

— Descripcion  geografica  de  China,  con  espresion  de  las  ciuda- 
des  de  primero  y  segnndo  orden,  y  el  numero  de  villas  y  pueblos. 

—  Relacion  de  su  viaje  a  China,  y  trabjgos  sufridos  por  la 
predicacion  de  la  santa  Ley  de  Dios. 

Così  V  HuBRTA  (Estado  ee,J.  Il  quale  ce  ne  dà  le  seguenti  notizie.  «  Naturai  de  Escalona,  en 
el  Arzobispado  de  Toledo,  proteso  en  la  santa  Provincia  de  S.  José  .  . .  El  i636  saliò  de  Manila  para 
las  Mtsiones  de  China,  y  consta  que  cn  1637  predicò  en  la  ciudad  de  Chincheu,  donde  fnè  preso, 
y  ozotado  cnielmente,  desterrandole  despues  a  Macao,  y  pasando  de  aqui  a  Manila  en  abril  de 
1640. . .  Faleciò  a  Manila  el  ano  de  1660.  »  Debbo  qui  avvertire,  che  questo  scrittore  e  Missionario 
è  stato  già  da  noi  citato  alla  lettera  m  col  suo  cognome  di  Escalana,  com'  è  segnato  nel  Manoscritto 
che  riferimmo;  invece  il  P.  Husrta  lo  cita  con  la  denominazione  de  Jesus:  da  ciò  il  nostro  errore, 
e  r  esser  nominato  due  volte.  L' ultimo  manoscritto,  ossia  la  Rekuion,  è  quello  già  annotato. 

303.  Jesus  (De).  Arte  del  idioma  Tagalog  por  el  P.  Fr.  Bernardi- 
*    no  de  Jesus  Descalzo  de  la  Provincia  de  San  Gregorio  de  Filipinas. 

Così  PHuERTA  (Esiodo,  ec):  aggiungendo  che  mori  in  Messico  il  1604. 

304.  Jesus  (De).  Coleccion  de  decretos:  por  el  P.  Fr.  Juan  de 
"*    Jesus  de  la  Orden  Serafica,  de  la  Provincia  de  S.  Pablo. 

Un  volume  in  foglio,  fatto  il  1776,  in  cui  raccolse  tutti  i  decreti  che  debbono  osservarsi  dai 
Missionari. 

—  Letama,  Tota-Pulchra  y  varias  oraciones  de  Nuestra  Sonora, 
en  idioma  Anamitico,  ano  de  1775. 

# 

Cosi  l'HuERTA  (Esiodo,  te),  11  Padre  Giovanni  nacque  in  Ecija  l'anno  1739,  e  vesti  l'abito 
Francescano  e  professò  il  1761.  Mandato  dipoi  alle  Filippine  il  1770;  di  là,  il  1773,  passò  alle  Missioni 
della  Concincina;  ma  la  sua  inferma  salute  lo  costrinse  a  ritirarsi,  e  morì  in  Macao  il  1778,  assistito 
dai  suoi  coofratelli  di  Portogallo,  e  quivi  nella  loro  Chiesa  venne  sepolto. 

u.  305.  Jesus  (De).  Arte  Grammatical  de  Lingua  Canarina,  por  Fr. 

Christovao  de  Jesus,  Franciscano. 

Cosi  il  Cdnha  Rivara  (Ensoio  historieo  da  Linguo  ConeanU  etej, 

K,.  306.  Jesus  (De).  Historia  de  la  Christandad  del  Japon,  con  espre- 

^    Sion  de  todas  las  senales  misteriosas  y  milagros  que  antecedieron, 

acompmiaron  j  subsiguieron  al  glorioso  Martirio  de  S.  Pedro 

Bautista  y  sus  Companeros ,  por  el  Padre  Fr.  Geronimo  de  Jesus , 

0  de  Castro,  de  la  Obser vanto  Provincia  de  Granada.  1601. 

Cosi  il  P.  Hubrta  nel  suo  Estodo^  ec.  Il  Padre  Geronimo  era  nativo  di  Lisbona ,  della  illustre 
^miglia  dei  de  Castro  :  vestì  V  abito  Francescano  e  professò  nel  Convento  di  Cordova  in  Ispagna  della 


Stai^, 


!250  JESUS 

Osservante  Provincia  di  Granata.  Compiti  gli  studii,  l' anno  1583  passò  alle  Missioni  delle  Filippine,  da 
dove  si  recò  al  Giappone  con  San  Pier  Battista  e  compagni,  e  fu  il  primo  Guardiano  dei  GonvoiU)  ete 
fondarono  in  Nangazachi.  Il  i597  San  Pier  Battista  prevedendo  il  suo  martirio,  lo  nominò  Commiwario 
Provinciale  della  Missione.  Morti  i  suoi  compagni,  egli  si  tenne  lungo  tempo  qua  e  là  nmsoosto  In 
conforto  di  quella  cristianità  desolata.  Finalmente  scoperti^  e  incarcerato,  ebbe  a  gemere  per  ben  7 
mesi  in  dura  prigione,  flnclit'  venne  confinato  a  Macao  in  Gina,  da  dove  il  1598  tornò  alle  Ftlip- 
pine.  Ma  «  el  mes  de  mayo  dt-l  mismo  a5o  (continua  il  Padre  Huerta)  saliò  segunda  vez  pan  Japon 
y  cstuvo  adniinistrando  a  los  nucvos  cristianos  ucultamente  basta  el  mes  de  dicicmbre,  en  cìiysi 
epoca  fuè  Uamado  por  el  Emperadur  Dayfusama,  y  le  conccdlò  licencia  para  predicar  Ubremente  la 
Fé  de  Jesucristo  en  el  rcinu  del  Quanto,  de  cuyo  rcino  fu  primcr  apostol,  fundandouna  Iglesiaen 
la  ciudud  de  Vendo,  capital  de  dicho  reino,  cuya  Iglesia  detlicò  a  N.  S.  del  Rosario  y  en  la  cnal 
celebrò  la  primera  Misa  ci  primer  dia  de  Pentecoste»  del  ano  de  1599.  El  mes  de  noviembre  de 
dicho  afio  fuè  nombrado  ambajador  por  ci  Emporador  Dayfusama,  para  ajustar  paces  y  tratadoa  de 
comercio  con  el  Senor  (ìubernador  de  Filipina.s,  y  con  este  caracter  rogresò  a  Manila  en  el  me*  de 
febrero  del  anu  de  1600,  trayendo  la  cruz,  donde  fuò  crucingado  S.  Martin  de  la  Ascension,  cou 

la  qual  entrò  en  Manila  Uevandola  sobrc  sus  liumbros  en  medio  de  un  concurso  immenso 

El  mes  de  mayo  de  IGOi  vulviù  a  salir  para  Japon;  y  tiabicndo  sidu  bien  recibido  dei  Emperador 
por  el  despacho  de  su  embajada,  obtuvu  pi'rmìso  para  entrar  en  Japon  las  sagradas  Rellglones  de 
S.  Domingo  y  S.  Agustiu  de  estes  islas,  y  licencia  para  fundar  un  Convento  eu  la  clndad  de 
Meaco.  Al  efecto  se  irasladò  a  diclia  ciudad,  pero  asaltole  a  poco  a  poco  la  enfermedad  de  la  muerte, 
y  recibidos  los  santos  Sacranientos  por  mano  de  nuestro  Fr.  Luis  Gomez,  muriu  el  dia  6  de  octobre 
de  1601,  y  fuè  si'pultado  en  el  misniu  sitio  donde  habia  estado  fundada  nuestra  Iglesia  de  Meaco, 
dejando  gran  fama  de  sanlidad,  justameute  adquirida  pur  una  vida  en  todo  evangelica.  • 

■ 

307.  Jesus  (De).  Viagemde  hum  Peregrino  a  Jenisalem,  e  visita 
que  fez  aos  Lugares  Santos  em  1817  Fr.  Joao  de  Jesus  Christo, 
indigno  flUio  do  Serafico  Patriarcha  S.  Francisco.  Terceira  edigao 
mais  accrescentada.  Lisboa  na  impressào  de  Eugenio  Augusto, 
1831,  rua  do  S.  Catharina  n.  12.  A  Cruz  do  Pao.  Con  licencia  da 
mesa  do  desembargo  do  Pago. 

K  un  volume  in  8,  di  17  carte  preliminari  non  numerate,  308  pagine  e  due  carte  d'/ndkein 
fine.  N'  (•  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisl}ona.  La  prima  edizione  fu  fatta  in  LMtoa  «a 
hup.  HegUi  1819;  poi  sene  fece  una  sectmda  1832,  parimente  in  Lisbona;  una  qUarta  li  1835,  e 
finalmente  una  quinta  in  Hio  Janeiro  nel  Brasile  il  1851,  col  titolo  seguente:  A  Terra  Santa,  oh 
Peregrinando  a  Jerusalein  e  outros  LHgares  Santo»  da  Rscriplura  Sagrada. 

«  Sahimos  da  barra  de  Liscia  (dice  nel  capitolo  3)  no  ultimo  de  majo  de  1816,  em  hum 
navio  portuguez,  com  direcc^o  a  Leorne  (Livorno),  aonde  chegamos  em  25  lunho.  Depois  de  10  dlas 
de  quarentena  no  Lazareto  de  S.  Roque,  se  nos  permittio  entrar  no  nosso  Convento,  onde  espera- 
mos  43  dias  por  embarcavcio,  que  nos  conduzesse  ao  nosso  destino.  Està  cidade  he,  ainda  qae 
pequena,  niuito  bella,  populosa  e  commerciante.  Duas  cosas  notei  nesta  cidade:  a  assidua  pledadc 
e  ri'liginn  (los  catliolicos ,  o  religioso  silencio  e  respcilo  que  guardSo  nos  templos,  e  a  eserupolosa 
educac'^o  que  os  maestres  inspirSo  aos  meninos  scus  discipulos.  • 

Nel  capitolo  37  ha  quanto  segue:  «Tem-se  conhecido  por  esperiencia nos Turcos,  Moaros,  Araltes 
e  outros  infleis  certo  agrado  e  respeito  ao  habilo  de  San  Francisco ...  està  veridade  he  Ja  t9o  conheclda, 
que  OS  Padri's  Carmelitas  Descalgos,  quando  caminhHo  as  Missoes  de  Syria  e  Persia,  vestem  mi 
Aleppo  0  liabito  de  S.  Francisco  para  irem  com  alguma  seguranca.  • 

308.  Jesus  Maria  (De).  Clironica  da  Provincia  de  Santa  Maria 
da  Arrabida  da  Regular  e  mais  estreita  Observancia  da  Orden  do 
Serafico  Patriarca  S.  Francisco.  Tomo  segundo,  offerecido  a' sempre 


JESUS  251 

Augusta  Magestade  del  Rey  U.  Joào  V  nosso  Senhor  por  seu 
Fr.  authop  Joseph  de  Jesus  Maria ,  Leitor  de  Theologia  moral , 
Qualificadop  do  Santo  OflBicio,  Examinador  das  tres  Ordens  mili- 
tares ,  Custodio  actual  e  Chronista  da  mesma  Provincia.  Lisboa 
Occidental:  na  oflBicina  de  Joseph  Antonio  de  Sylva,  impressor  da 
Academia  Real.  MDCCXXXVII.  Con  todas  as  Ucengas. 

Uo  volume  in  foglio,  di  carte  13  preliminari  non  numerate  e  1008  pagine.  Il  primo  volume 
di  quest'opera  era  stato  scritto  e  pubblicato  col  titolo  di  Espelho  de  Penitentes  e  Chronica,  te.  dal 
P.  Fr.  Antonio  da  Piedàoe,  di  cui  diremo  a  suo  luogo  :  il  lavoro  del  P.  Giuseppe  da  Gesù  Maria  n'  è 
la  continuazione  e  il  compimento.  L' uno  e  V  altro  sono  ricchi  ed  importanti  per  notizie  delle 
nostre  Missioni  in  Affrica,  in  Asia,  e  specialmente  nel  Brasile.  In  questo  tecondo  tomo  del  Padre 
Giuseppe  è  notabilissima  la  Missione  che  1  Francescani  dirigevano  fra  i  Grcns  e  i  Procuruxas  lungo 
il  Rio  das  Cartas  a  40  leghe  da  Bahia,  l'anno  1716. 

su^.  309.  Jesus  Maria  (De).  Primera  parte  de  las  Chronicas  de  la 
Provincia  de  S.  Diego  en  Andalucia  de  Religiosos  Descalgos  de  N. 
Padre  San  Francisco,  escrita  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Jesus  Maria 
de  S.  Juan  de  el  Puerto,  Misionero  Apostolico  en  los  reynos  de  el 
Africa,  Lector  de  Theologia,  Chronista  General  de  las  Misiones  de 
Marruecos,  de  Tierra  Santa,  y  especial  de  su  Provincia,  y  Definidor 
que  ha  sido  en  ella.  En  Sevilla,  en  el  Convento  de  S.  Diego.  Ano 
de  1724. 

Un  volume  in  foglio,  di  869  pagine.  N'  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di 
Barcellona.  Vi  sono  belle  cose  delle  nostre  Missioni  d' Affrica,  e  una  larga  vita  del  Beato  Giovanni 
da  Prado,chene  fu  uno  de' più  splendidi  episodii.  Se  sia  stata  scritta  e  stampata  anche  la  seconda 
parte  di  questo  interessante  lavoro  non  so  :  non  mi  riuscì  d' incontrarne  vestigio.  Ma  di  questo 
dottissimo  Padre  e  Missionario  dovremo  riparlare  in  altro  luogo,  riferendo  un  altro  interessantissimu 
suo  lavoro,  che  stampò  sotto  dilTcrente  denominazione. 

—  Patrimonio  Seraphico  de  Tierra  Santa  fundado  por  Christo 
nuestro  Redentor  con  su  preciosa  sangre,  prometido  por  su  Magestad 
a  N.  P.  S.  Francisco  para  si  y  para  sus  hijos,  adquirido  por  el  mismo 
Santo,  heredado  y  posseido  por  sus  hijos  de  la  Regular  Observancia, 
y  conservado  hasta  el  tiempo  presente.  Dedicado  a  la  Catholica 
Magestad  de  el  Rey  nuestro  senor  D.  Luis  primero  (que  Dios 
guarde  ).  Ecrito  por  el  R.  P.  Fr.  Francisco  de  Jesus  Maria,  etc.  En 
Madrid:  en  la  Imprenta  de  la  causa  de  la  V.  M.  Maria  Jesus  de 
Agreda.  Ano  de  1724. 

Un  volume  in  foglio,  di  18  carte  preliminari  non  numerate,  688  pagine,  e  5  carte  in  dm* 
di  Tobia  de  lot  CapUulot»  È  una  delle  opere  più  compite  che  siano  state  scritte  sopra  le  Missioni 
Francescane  della  Palestina. 


252  JESUS  -  JODOCO 


310.  Jesus  AJaria  Joseph  (De  ).  Chronica  da  Santa  e  Real 
Provincia  da  Immaculada  ConceigSo  de  Portugal  da  mais  estreita 
e  Regalar  Observancia  do  Seraphim  Chagado  S.  Francisco:  a  qual 
consagra  e  humilmente  oflFerece  a'  Serenissima  Rainha  dos  Ai^jos 
Maria  Santissima ,  sua  Padroeira  debaixo  do  ineflFavel  mysteipo 
de  sua  purissima  Conceigao,  Fr.  Pedro  de  Jesus  Maria  Joseph 
Vianes,  Interamnense,  filho  da  mesma  Provincia  e  seu  Chronista. 
Lisboa,  na  officina  de  Miguel  Manescal  da  Costa,  MDCCLX. 

Sono  àìté  volumi  in  foglio ,  ed  è  questa  la  seconda  edizione  ;  che  la  prima  venne  fatta  nella 
stessa  città  il  i75(.  Il  primo  tomo  conta  SS  carte  preliminari  senza  numerazione  e  714,  e  in  esso 
•  se  mostra  a  sua  origem  (della  ProvineiaJ  de  entre  todas  as  Provincias  deste  reino  (di  PortogaUoJ  : 
a  sua  ererc^io  :  mcrc^s  e  beneflcios,  que  Ihc  flziei^o  os  Monarcas  e  pessoas  reaes  desde  a  sea  prin- 
cipio: a  fundacao  dos  primeiros  tres  Conventos  e  do  ultimo,  que  fondarìio  os  primitivos  Obser- 
vantes,  com  todos  os  seus  progressos  ain  o  presente.  »  Nel  secondo,  di  18  carte  preliminari  non 
numerate  e  83S  pagine,  «  se  prosegue  a  rclacSo  de  sinco  Conventos,  Santo  Antonio  de  Ponte  de 
Lima,  San  Francisco  de  Lamego,  San  Francisco  da  Torre  de  Moncorvo,  San  Francisco  da  Villa 
Real,  e  Santo  Antonio  de  Viana,  com  a  noticia  das  suas  origens,  principios,  fundacoes  e  todos  os 
seus  progressos  att^  o  presente,  e  tambem  de  todos  os  Religiosos  e  fllhos  da  Terceira  Ordem  da 
Penitencia  de  opinSo  veneravel ,  que  dizem  respeito  aus  mesmos  Conventos.  »  II  primo  tomo  è  molto 
interessante  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  nel  Brasile,  specialmente  alla  fine  del  XVI  secolo  e 
principio  del  XVII.  Vi  sono  assai  belle  cose  delle  Missioni  di  S.  Louis  del  MarantiSo,  di  Belem 
del  Grand  Para,  di  San  Francisco  del  Cava,  della  Concezione  dMguerapé  Grande,  di  Santo  Antonio 
de  Acarajò,  detta  dipoi  San  Francisco  dos  Grianazes  (fra  i  quali  t>arbari  si  distinsero  per  slopeadi 
successi  i  Padri  Fr.  Luis  da  Annunciacion ,  Fr.  Jo3o  de  S.  Athanasio,  e  Fr.  Faustino  da  Gra^a), 
della  Concezione  di  Marajò,  di  Santo  Antonio  de  Tuaré,  poi  trasferita  all' Aidea  de  Santo  Antonio 
de  Joari,  ec.  PT  è  un  esemplare  nella  Kiblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

M..  311.  JoANiNO.  —  Carta  de  Frei  Joanino,  Custodie  da  Provincia 

da  India  a  el  Rey  D.  Joao  III  sobre  a  fundagt'ìo  do  Convento  de 
Bacaim  e  conversào  dos  gentios. 

Sono  due  foKli-  L' originale  è  nell'  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona,  e  una  copia  nella 
Biblioteca  dell'  Accademia  (già  della  Congregazione  del  Terz'  Ordine  Regolare  di  S.  Francesco)  della 
stessa  città.  K  data  il  1557. 


Alia 


Siaì4p. 
f 

M*. 
Annict 


312.  JoDOCO.  —  Lettere  dal  Perù  del  Padre  Fr.  Jodoco  de  Ricke 
dell'  Osservante  Provincia  delle  Fiandre. 


11  Padre  Jod<»co  fu  un  altro  celebre  Missionario  Fiammingo,  che  appena  scoperta  P  America, 
si  recò  ad  evangelizzare  in  quelle  regioni,  portandovi  tra  l'altre  cose  il  grano  che  primamente  vi 
venne  seminalo.  Era  nati\o  di  Malincs.  Edilicato  il  convento  di  Quito  l'anno  153(,  ne  fu  il  primo 
Guardiano.  Trovandomi  in  Madrid,  preparavano  colà  alcune  sue  lettene  per  essere  poblilieate  nelle 
Cartas  np.  Indias;  ma  nel  volume  uscito  a  luce  non  apparvero;  forse  le  hanno  riserlmte  per  vm 
altro  appresso.  Una  di  queste  sue  lettere  già  fu  pubblicata  in  latino;  e  la  riferisce,  tra  gli  altri.  Il 
Padre  Pietro  Vandbn-Hautb  nella  sua  Brevit  hiiioria  Ordini*  Minorum,  di  cui  diremo  a  suo  luogoi 
È  data  in  Quito  il  12  gennaio  1556,  e  indirizzata  al  Guardiano  di  Gand.  Dice  cosi: 


.ir.MiLLA  253 


Mi. 


•  Noscat  tua  reverentia,  me  resedisse  in  civitate  divi  Patris  nostri  Francisci  de  Quito  viginti 
duobus  annls;  in  liis  partìbus  messis  magna  et  messores  non  liabentur,  cum  tamen  omnes  fldem 
sitiaot.  Givitas  haec  de  Quito  participat  de  aequinoctio,  et  aliquando  de  austro,  per  anni  circuluni 
temperata  est  haec  provincia;  quemadmodum  finis  aprilis,  ibidem  sic  per  anni  circulum.  Longum 
foret  hominum  illorum  conditiones  et  mores  enarrare.  Quamvis  t>arbari  et  slne  litteris,  tamen  ex 
natura  habent  optimas  consuetudincs.  Inter  ipsos  pauper  non  invenitur:  quamvis  paupcres  sint 
omnes  in  victu  et  vestitu.  Apud  hos  tanta  iustitia  et  reclitudo  vivendi,  ut  superent  iUos  qui  legibus, 
et  Ubris,  et  Htteris  abundant  Facile  in  fide  instituntur.  Omnium  rerum  Creadorem  affirmant,  quem 
venerantur  qaidem,  sed  Soli  summam  venerationem  exhibeot  Divinationes,  supcrstitiones,  et  similia 
abundant  inter  eos.  Sunt  ingeniosi  et  facile  litteras  addiscunt  :  cauere  item  et  ludere  inslrumentis 
musicis.  Oremus  Deum  ut  mittat  operarios  in  hanc  Domini  novam  vineam,  et  nos  conservet  in 
salate  animae  et  corporis,  ut  tandem.  Domino  annuente,  coelestibus  perfruamur.  Tantae  sunt  nostrae 
occupationes,  ut  hanc  epistolam  sine  impedimento  scribere  nequiverim ....  Ego  fui  jprimus  Fran- 
ciscanorum,  qui  hanc  civitatem  divi  Patris  Francisci  incolui:  et  bine  reliqui  omnes  Conventus  et 
Custodiae  principium  habuerunt.  Gonsodalem  hal)eo  F.  Petrum  Gosseal  a  Lovanio,  professum  Brugìs 
in  Provincia  Flandriae,  qui  in  hunc  usque  diem  comes/ìttdtviduus  existit;  hic  apud  omnes  in 
veneratione  est,  etc.  » 

Di  questo  egregio  Missionario  parla  anche  il  Ternaux  nella  sua  grande  Collezione  di  documenti 
per  la  storia  d' America.  A  me  poi  in  un  Manoscritto  dell'  Archivio  de  Indias  di  Siviglia,  fatto 
nell'  isola  Spagnuola  1'  anno  i575,  e  intitolato,  El  espejo  de  verdades,  incontrarono  le  notizie  seguenti  : 
•  Ensenó  (a  los  Indios)  a  arar  con  buyes,  hacer  yngos,  arados,  i  carretas. .  .  la  manera  de  contar 
en  cifras  de  Guarismo  i  Castellano. . . .  ademas  enseno  a  los  Indios  a  leer  i  escrivir ....  i  tancr 
totos  los  instrumentos  de  musica,  teda  i  cuerdas,  salabuches  i  cheremias,  Hautos  i  trompetas  i 
cometas,  i  el  canto  de  organo  ì  Ilano  ....  Como  era  astrologo  devio  de  alcanzar  corno  bava  de 
ir  en  aumento  aquella  provincia,  i  preveniendo  a  los  tiempos  advenideros,  i  que  havian  de  ser 
roenester  los  oficios  mecanios  en  la  tierra,  i  que  los  Espanoles  no  havian  de  qucrer  usar  los 
oficios  que  supiesen  ;  enseno  a  los  Indios  todos  los  generos  de  oflcios ,  ÌÒ9  que'  deprcndieron  mui 
bien,  con  los  que  se  sirve  a  poca  costa  i  barato  toda  aqucUa  tierra,  sin  tener  necesidad  de  oticiales 
espanoles...  basta  mui  perfectos  pinctores,  i  escrìtorcs,  i  apuntadores  de  libros:  que  pone  gran 
admiracion  la  gran  habilidad  que  tienen  i  perfecion  cn  las  obras  que  de  sus  manos  liacen  :  que 

parece  tuvo  esle  Fraile  espirito  profetico Dcbe  ser  tenido  por  inventor  de  las  buenas  artes  en 

aquellas  provincias  . . . .  Es  a  Fr.  Jodoco  a  4]a\en  todo  se  deviò.  > 

Se  avessi  avuto  tempo  e  mezzi  che  bastassero  per  far  lunghe  e  diligenti  ricerche  neW  Archivio 
de  Indias  di  Siviglia,  son  certo  che  averci  rinvenuto  nuovi  ed  interessanti  documenti  relativi  ai 
primi  nostri  Missionari!  dell'  America,  come  furono,  tra  gli  altri,  i  parecchi  Francescani  Fiamminghi 
che  evangelizzarono  nel  Messico  e  nel  Perù,  e  dei  quali  non  ci  è  ancora  ben  nota  la  storia.  Mi 
conferma  in  questo  mio  giudizio  una  lettera  che  mi  scriveva  testé  dal  Belgio  il  mio  chiarissimo  con- 
fratello Padre  Servasìo  Dirks,  in  cui  dandomi  raguaglio  d' un  Congresso  internazionale  di  .imericanisti, 
che  sta  per  raccogliersi'  in  Bruxelles,  mi  dice  tra  1'  altre  cose,  che  secondo  che  gli  scrive  colui  che 
n'  è  destinato  secretarlo ,  pare  che  anche  Cristoforo  Colombo  ,  nel  primo  suo  viaggio ,  0  in  quelli 
appresso,  avesse  seco  de' Francescani  Belgi.  «  Il  parait,  d'après  ce  que  ce  Monsicur  m'òcrit,  que 
Chistophe  Colomb  avait  avec  lui  des  Franciscaines  Belges.  «  Può  essere.  Anch'io  nell'Archivio 
Municipale  della  città  di  Cordova  rinvenni  de'  dati,  dai  quali  si  vede  che  il  grande  Navigatore 
fu  accompagnato  nel  primo  suo  viaggio  da  Religiosi,  i  nomi  de'  quali  non  furono  sin  qui  conosciuti  ; 
e  vi  concorda  una  antica  stampa  italiana,  che  ultimamente  nelle  controversie  circa  il  Colombo 
venne  citata  dalla  Libertà  Cattolica  di  Napoli,  e  dal  Pensiero  Cattolico  di  Genova. 

313.  JuMiLLA. — Edicto  real  prohibitivo  del  tirano  e  impissimo 
Rey  Nuevo  de  Cochinchina  contra  la  santa  y  catholica  Religion , 
centra  los  Misioneros ,  y  todos  los  christianos  de  todo  su  reyno , 
expedido  a  los  10  del  mes  de  abril  (dia  de  nuestra  Senora  de  los 
Dolores  )  de  este  presente  ano  de  1767.  Traducido  fielraente  do 


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314.  King.  —  Idea  Cosmographiae  Seraphicae  concepta  et 
concinnata  a  Fr.  Paulo  KingHibemo  (OrdinisS.  Francisci).  Romae 
typis  Joannis  Petri  Collimi.  MDCLIV.  Superioriim  permissu. 

Sono  poche  pagine  in  8,  che  danno  il  prospectus  di  questa  grand'  opera  che  Y  Autore  aveva 
concepita.  Ebbe  un  validissimo  aiuto  nel  Ministro  Generale  di  quel  tempo  P.  Fr.  Pietro  Manero,  di 
cui  si  riferisce  una  bella  lettera  che  gli  scrisse.  L'Autore  poi  con  le  seguenti  parole  ci  fa  conoscere 
i  materiali  che  già  aveva  raccolti,  e  quelli  che  tuttavia  gli  mancavano.  Peccato  che  il  magniflro 
lavoro  non  sia  stato,  non  sappiamo  per  quali  ragioni,  condotto  a  nne. 

t  Ut  ergo  non  Ignores  (diceva  l'Autore  a' lettori  dell' /dea),  quel  che  abbiamo  e  quel  che  ci 
manca,  scias  nos  habere  in  hoc  Collegio  S.  Isidori  (di  Roma,  ov'  è  il  noviziato  de'nostri  Missionari 
dell'Irlanda)  praeter  Manuscriptum  Archivium,  Bibliothecam  selectis  libris  instructam.  Pervia  etiam 
nobis  est  celeberrima  Eminentis.  Cardinalis  Barberini  Protectoris  nostri,  qui  dignatus  est  exprcsse 
praecipere  omnia  nobis  necessaria  subministrari.  Facilis  est  nobis  praeterea  accessus  ad  omnes 
Bibliothecas  Urbis,  maxime  Religiosorum.  Supponas  nos  habere  Gonzageac  Chronicon ,  Annales  et 
Scriptores  Ordinis;  Martirologium  Franciscanum  R.  P.  Arturi  a  Monasterìo,  optime  de  Ordine  meriti. 
Item  Ghronologiam  historico-legalem  consultissiml  Patris  Michaelis  aNeapoli,  nunc  Secretarli  Genc- 
ralis  Ordinis,  quae  pari  passu  te  inducat  in  semitam  iustitiae  et  veritatis.  Relationes  Provinciae  S. 
Thoraae  in  Italia,  conscriptas  ab  Illus.  D.  Fr.  Paulo  Britio  :  Sancii  Bonaventurae  a  Patribus  Foderò  et 
Picquet:  Castellae  a  Patre  Salazar:  S.  Joseph  a  Patre  Johanne  a  S.  Maria.  Alias  aliarum  Provincia- 
rum  in  Gallia,  Hispania  et  aliis  nationibus  novi  prodisse  in  lucem,  easque  expecto  cum  multis 
libris  manuscriptis,  quae  secum  ducit  Rmus  Pater  noster  Generalis.  Dietim  etiam  expecto  Chronicam 
Provinciae  Limensis  et  aliarum  Regni  Peruani  elaboratam  per  P.  Didacum  de  Cordoba,  huc  destina- 
tam  cum  aliis  Indiae  Orientalis  per  R.  P.  Michaelem  a  Puriflcatione  digestis.  Habeo  novìssima s 
relationes  manuscriptas  omnium  fere  Provinciarum  Ilaliae  tam  Observantium  quam  Reformatorum, 
aliquas  optime,  alias  non  male,  quasdam  mediocriter  elaboratas.  Germaniae  item  et  Beigli  plerasque 
accurate  digestas;  alias  non  ita,  imo  aliquae  ex  toto  desìderantur,  sicut  et  Galliae  omnes,  praeter 
Provincias  Britanniae,  Conceptionis,  Franciac  Parisiensis,  S.  Mariae  Magdalenae  et  SS.  Sacramenti. 
De  Portngallia  nihii  novi  hactenus.  Multas  habeo  Hispaniae  cum  diligentia  et  labore  digestas  : 
Patres  Discalceati,  praesertim  Provinciae  S.  Joannis  Baptistae,  et  S.  Pauli,  ostenderunt  se  solertes  in 
hoc  negocto.  Dicunt  Relationem  Provinciae  S.  Joseph  cum  magna  cura  transcriptam  et  transmissam 
in  Italia  visam  fuisse  in  Urbe  :  scd  iam  non  comparet.  Habeo  Ghronologiam  Mannscriptam  Provin- 
ciae S.  Gregorii  Philippinarum,  opus  R.  Patris  Blasìi  a  Maire  Dei.  Supponas  ultimo  nos  habere  eu 
omnia  quae  transmissa  sunt  ad  nostrum  Patrem  Alva,  ijui  illa  sine  invidia  comunicai,  imo  pari 
diligentia  procurai  res  omnes  sibi,  mihi  et  omnibus,  eie.  •  Dove  sono  andati  tanti  tesori  raccolti  in 
Sant'Isidoro  di  Roma?  Un  esemplare  dell' Idea  Cosmographica  (libriccino  rarissimo)  si  trova  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Madrid. 


ioi)  KRALIEVIÉ  -  KKESSLINGER 


La  lettera  che  gli  scrisse  il  Padre  Generale,  è  la  seguente: 

•  Fr.  Petrus  Maneru  Minisler  Gencralis  Fr.  Paulo  King. 

>  Cum  iam  dudum  curam  libi  dcdcrimus  cmitteudi  in  lucem,  ad  maiorem  Dei  gloriam, 
CiOsmographiam  Seraphicam  ;  illudque  varium  atque  vastum  opus  raeqnirat  in  exarante  disUnctam 
et  exactam  notitiam  Pruvinciarum  omnium,  Gonventuum,  Monasteriorum,  nec  non  reram  ceiebrium 
in  eis  gestarum,  et  existentium  ;  ut  scilicet,  nihil  utile  ant  honoriflcum  nostro  Instituto  omlttatur, 
nihiive  adroittalur  inane,  vel  apocriphum;  et  alias  nobis  signitlcaveris  pleraque  MS.  a  ProTindls, 
esse  indigesta,  dubia,  mutila  et  mendosa,  indeque  cogaris  tua  quodammodo  deformare  hinlcis, 
confusis  et  incertis;  nos  proinde  hniusmodi  incovenientiam  auferre,  tuoque  ac  nostro  desiderio 
satisfacere  satagentes,  tenore  praesentium  facultatem  tibi  concedimus,  quatenus  cum  merito  salutarb 
obedientiae,  atque  socio  grato  et  idoneo,  lustrare  valeas  loca  etc.,  ubi  vel  unde  sperare  possis  aliquid 
supellectilis,  apti,  utilis  vel  necessari!  prò  complemento  praelibatae  nostrae  Gosmographiae.  Porro  ne 
forte  in  vanum  currere,  aut  cucurrisse  contingat,  teneantur  per  sanctam  obedientiam  superlores 
locales  ad  haec  nomine  nostro  requisiti  aperire  Bibliothecas  et  Archivia,  estendere  qaoqae  scrivia, 
atque  procurare  etiam  Inter  saeculares  (  si  operae  praetium  erit  )  notata  quaeque  digna,  tradereqne 
tandem  tibi  omnia,  cr  singula  huc  spectantia,  seu  hoc  nostrum  propositum  quomodolibet  concer- 
nentia  orìginalla,  aut  saltem  eorum  copias  authcnticas.  Praecipimus  ìnsuper  superiurìbus  omnibus  ad 
quos  scripseris  (  nequis  enini  ad  omnes  personaliter  accedere)  ut  correspondeant  tibi ,  per  exhib&tionem 
supradictorum,  meliori  quo  putabunt  et  potonint  modo.  Denique  nos  monebis  de  singolorum  circa 
haec  proniptitudine ,  vel  negligentia,  ut  rcspective  scntiant  nostram  benevolentiam  vel  animad- 
versioncro.  Gommendantes,  etc. 

•  Datum  Matriti  die  l  maii  MDGLlil. 

Fr.  I^trus  Manero  Min.  Gem.  • 

»-."P.  315.  Kralievié.  —  Grammatica  Latino-Illirica,  in  utile  dei 
Missionari  Apostolici  Francescani  dell'Erzegovina,  per  il  R  Padre 
Angelo  Kralievié  dell'Osservante  Custodia  di  Erzegovina. 

Così  fu  da  noi  annunziata,  per  la  notizia  che  ce  ne  diede  V  Autore,  nel  numero  6  dell'  anno 
IV  della  Cho.naca  delle  Missioni  Francescane.  (Roma  i86i  J  Ci  duole  di  non  poter  aggiungere  altri 
schiarimenti. 

>•■''•/•  316.  Kres^linger. — Ortus  et  progressus  sacri Ordinis Fratrum 
Minorum  S.  P.  Francisci,  ultra  quinque  iam  saecula  perdurantis: 
compendiose  conscriptus  et  tam  ex  Bullis  Pontifìciis,  quam  ex 
probatissimis  authoribus  extractus  a  P.  Fr.  Massaeo  Kresslinger, 
Ord.  Min.  Strict.  Observantiae  Lectore  Jubilato ,  ac  Provinciae 
Bavariae  iterato  Ex-Provinciali.  Cum  facultate  Superiorum.  Sum- 
ptibus  Jean.  Andreae  de  laHaye  Bibliopolae  Academici  Ingolstadii. 
Monacbii,  typis  Mariae  Magdalenae  Riedlin.  MDCCXXXII. 

Un  volume  in  8,  di  45  carte  preliminari  non  numerate  e  331  pagine.  Non  so  se  questa  sia  la  prtma 
edizione,  bensì  ve  n'  ha  un'altra  del  1736.  Claudwpoli,  typi*  Academicif  Societatis  Jesu  per  Simamgm 
Thndeum  Wcichenberg.  Un  esemplare  dell'  una  e  l'altra  trovjisi  nella  Biblioteca  del  nostro  Goaventodi 
S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera.  Libro  roolUj  hen  fatto,  che  contiene  un  bellissimo  compendio  cronologicu 
<iì  tutte  le  nostre  Missioni  dalla  fondazione  dell'  Online  sino  al  tempo  dell'  Autore.  A  cui  fan  seghilo 


KRESSLIKGER  257 


due  Tatmlae  ehronologicae  :  la  prima  (Generalis  ) ,  de  origine  et  progressu  Religionis  SerapìUcae  :  la 
quale  succinte  sub  ociUos  ponit  Sffnehronismum  eorum ,  quae  in  prMcedenUbus  dieta  sunt  ;  et 
quidem  i.  Seriem  Summorum  Pontificum  :  2.  PP.  Generalium  Ordinis  :  3.  Memorabilia  quaedam 
Ordinis  in  compendio  relata  (praecipue  quoad  MissionesJ.  La  seconda  poi  è  Tabula  ehronologica 
pariieularis  de  origine  et  progressu  Custodiae»  nunc  Provinciae  Bavariae  sub  titulo  S.  Antonii  de 
Podtia.  Queste  due  tavolo  per  la  numerazione  fanno  corpo  con  l'opera:  cominciando  la  prima 
dalla  pagina  259  sino  alla  286,  o  dalla  pagina  387  sino  a  35 i  la  seconda.  Oltre  a  ciò  v'  ò  un  Index 
rerum  et  verborum  in  flne,  di  33  carie  non  numerale. 

Prima  metteremo  qui,  tra  l'altre,  la  notizia  e  un  grave  documento  che  ci  dà  d'una  interes- 
santissima Missione  Francescana  nel  regno  di  Gamboja  il  1724,  e  che  ò  uno  de'  tanti  fatti  sconosciuti 
e  trascurati  in  tutte  le  recenti  storie  ecclesiastiche,  pubblicate  specialmente  in  Francia;  e  co' soli 
dati  raccolti  dal  Padre  Kresslinger  si  potrebbe  scrivere  un  bel  volume.  Poi  daremo  la  prima  delle 
sopraddette  due  tavole,  che  servirà  per  fornire  a'  lettori  un'  idea  dell'  Ordine,  ed  anchi;  potrà  invogliare 
qualche  nostro  confratello  a  intrapendere  un  quadro  sinottico  completo  sino  al  presente  della  nostra 
Storia,  tenendo  a  guida  questo  del  Padre  Kresslinger. 

E  sarebbe  necessario;  perchè  chi,  a' di  nostri,  avrà  la  pazienza  e  il  tempo  di  percorrere  il 
Wadingo,  il  De  GuBKRNATis,  l'HuEBBR,  l' ARTURO  ?  Oltre  che,  dal  tempo  che  queste  opere  vennero 
pubblicate,  abbiamo  un'altra  storia  non  meno  vasta  e  gloriosa,  sparsa  in  un  numero  senza  fine 
di  Cronache  e  Memorie  a  stampa  e  manoscritte,  la  più  parte  o  cadute  in  dimenticanza  o  ignorate. 
Né  sarebbe  lavoro  di  leggera  fatica  e  di  poca  gloria! 

•  In  Regno  Camboiae ,  seu  Cambogiae» . . .  Indiae  Orìentalis,  anno  i724  novus  scse  aperuit 
campus,  plnrìmos  Gentilium  ad  veram  convertendi  (idem.  Dum  enim  P.  Valeritu  Rist^  strictioris 
Observantiae  Provinciae  Bavariae  alumnus,  ac  socius  suus  P.  Seraphinus  de  Borgia  ex  Portugaliia, 
ambo  Missionarii  Apostolici,  in  Regnum  Ihor  destinati,  sanctum  praedicando  Evangelium  apud 
induratos  Mauros  ibidem,  sectae  Mahometis  a  potiori  addictos,  surdas  invenissent  aures,  ex  man- 
dato S.  Congregationis  inter  gravissima  maris  pericula  in  Cambojam  sese  contulerunt,  in  quo 
regno  septingentos  circiter  christianos,  omnibus  reliquis,  cum  ipso  Rege,  Gcntilismi  errorìbus 
cxcaecatis ,  solum  repererunt  sine  Pastore ,  nam  unicum  quem  habucrunt  clcricum  saecularem 
octo  ab  hinc  annis  impius  quidam  ex  ipsis  christianis  sicari us  nefarie  traditur  occidisse. 

«  Puerunt  tamcn,  hoc  non  obstante,  a  Hege,  praesertim  seniore,  et  optimatibus  magno  honoro 
excepti,  ipsisque  concessae  amplissimae  facultates  per  totum  regnum  libere  pracdicandi  Evangelium, 
conferendi  baptismum,  ubilibet  erigendi  Ecclcsias,  et  in  adiutorium  plures  vocandi  ex  Ordine 
oiMTarios,  etc.  Formalia  concessionis  inchoabant,  uti  scquitur: 

•  PotestaSf  libertaSf  et  authoritas,  quam  nos  Nae  Samdaich  Praquefà  Prauncar,  Rex  Cambogiae 
eum  nostro  socero,  ac  nostro  fUio  prò  nnnc  gubernante,  concedimus  PP.  Valerio  Rist  et  Seraphino  à 
Borgia,  qui  venerunt  de  Roma  ex  mandato  suae  SanctUaiis  in  hoc  nostrum  Regnum  ad  succurrendum 
christianis,  qui  in  Ulo  existunt,  et  ad  praedieandum  et  docendum  suam  S.  legem  illos ,  qui  de  bona 
voluntate  eam  volunt  amplexari.  Et  quia  NB.  primi  Missionarii,  qui  fuerunt  in  isto  regno  nostro, 
erant  ejusdem  religionis,  eosque  nostri  antecessores  aestimarunt,  et  plurimum  protexentnt ,  Nos  aim 
nostro  socero,  et  nostro  fUio  prò  nunc  gnbernante,  moti  bona  qualitate  praediclorum  Patrum ,  ipsis 
concedimus  sequentes  facultates,  etc 

•  NB.  Hic  eacdem  erant  insertae,  superius  iam  saltcm  quoad  principaics  in  compendio  relatae. 

•  Steterunt  in  hac  Missione  ultra  triennium,  plurcsque  Gentilium  baptizarunt;  nec  exigua  afful- 
getNit  spes,  Regem  senion^m  ipsumniet  convertendi,  qui  summo  erga  eos  amore  a(Ikctus,pro  ipsis 
construi  curavit  domum  prope  suum  palatium;  ast  murs  eiusdem  improvisa  plures  sanctissimos 
conceptus  impedivit:  ctenim,  uti  sonant  formalia  P.  Valerii  Rist  de  dal.  in  Cambogia  5.  iuuii  an. 
1726,  insperato  quadam  apoplexia  tactus ,  in  spatio  dimidiae  horae,  occlusa  sibi  loquela,  me 
(  ucmpe  P.  Valerio)  praesente,  et  a  sorore  Regis  ad  aulam  vocato,  vitam  suam  finivit. 


i7 


258 


KRESSLINGBR 


TABULA  CHRONOLOGIGA  UNIVERSALE  DE  ORIGINE 

ET    PROGRESSU    RELIGIONIS    SERAPHICAE    USQUE    AD    ANNUM    1' 


/.  Poniifieet,  mori.  an. 


iDDOcentius  III. 
Honorios  IIL 
Gregorias  IX. 

Caelestinos  IV. 
Innocenlios  IV. 

Alexander  IV. 


1316. 
1337. 
1S41. 

1241. 
1354. 

1861. 


Urbanns  IV. 

1364. 

Clemens  IV. 

1368. 

Gregorius  X. 

1376. 

lonocentius  V. 

1376. 

Adrianus  V.  et 

Vicedomi  nus , 

omnes  mortui. 
1376. 

Joannes  XXI. 

1377. 

Nicolaiift  ni. 

1380. 

Hartinns  IV. 

1385. 

Honorios  IV. 

1387. 

Nicolans  IV. 

1393. 

S.  Caelestinus  resignavit. 

1394. 

Bonifacios  Vili. 

1303. 

//.  GenercUet  Ordinis  u$que  at 

1.  S.  P.  N.  Franciscus 
3.  Elias  depositus 

3.  B.  Joannes  Parens 

4.  Elias  depositus  secundo 

5.  B.  Albertus  Pisanus  mori. 

6.  B.  Haymo 

7.  Grescentius  Picaenus  amotus 

8.  B.  Joannes  a  Parma  resignavit 

9.  S.  Bonaventura  postea  Cardinal 

10.  Hieronymus  ab  Asculo  dein  Ca 
Nicol.  IV. 

11.  Bonagratia 

13.  Arlottus  de  Prato 

13.  Matthaeus  de  Aquasparta  poste; 


14.  Baymundus  Gaufrcdi 

15.  Joannes  de  Muro  Gardinalis. 


Saeeulum  II.  Ordinis 


Bcncdiclus  XI.  1304. 

Clemens  V.  1314. 

Joannes  XXII.  1334. 

*  Petrus  Corbariu$   Antipapa  diclus  Nicol.  Y. 

ullro  $e  tubmisit  1339,  obUt  1333. 

Bencdictus  XII.  1342. 

Clemens  VI.  1352. 

Innocentius  VI.  1362. 

Urbanus  V.  1370. 

Gregorius  XI.  1378. 

Urbanus  VI.  1389. 

*  Roberttu  Antipapa  eontra  Urbanum  VI.  Cle- 

mens VII,  dictus  obiit  1394. 

Bonifacius  IX.  1404. 

*  Petrìis  de  Lwta  Antipapa  Benedictut  XIII. 

vocatus  obiit.  1433. 


16.  Gondisalvus  do  Vallcbona 

17.  Alexander  al)  Alexandria  niort. 

18.  Michael  Caesenas  depositus  ab 

19.  Gerardus  Oddonis  l'alriareh.  Ai 

20.  Forlanerius  Cardinalis 

21.  Guilielmus  Furinerius  Oirdinali 

22.  Joannes  Buchius  niort. 

23.  Marcus  de  Viterbio  Cardinalis. 

24.  Tliomas  de  Farignano  Cardinali 

25.  Leonardus  de  l\ubeis  Cardinali 

26.  Ludovlcus  Donatus  Cardinalis. 

27.  Petrus  de  Cassana 

28.  Marlinus  de  S.  Giorgio. 

29.  Henricus  Al  feri us 


KRBSSL1N6ER  259 


lU.  Quaedam  MemorabUia  Ordinis. 

S.  P.  Franciscus  Ordinem  inchoat  1209. 

—  erigit  Ordinem  S.  Glarae.  ISiS. 

—  abit  ad  Soldanum  ifigypti,  eumque  chrìstiaois  conciliat  1S19. 

—  Instituit  Tertium  Ordinem,  et  obtinet  Indolgent.  Portiuneulae.  issi. 

—  recipit  irapressionem  SS.  Sligmat.  ^                      12S4. 

—  mori  tur.  12S6. 

—  canonizatar.  iSS8. 
SS.  Bemardus  cum  Soc.  Marochii  martyrium  subit.  .  1219. 
SS.  Daniel  cum  soc.  Geptae  prò  fide  occiditur.  1SS7. 
S.   Anton,  de  Pad.  lyrannum  Ezelinum  compescit,  et  moritar.  1231. 

—  canonizatur.  1S38. 
S.  Elisabeth  Hungar.  canon izatnr.  1S35. 
Pr.  Agnellos  primut  Episc.  Haroch.  cui  saccedit  Fr.  Lupus,  etc.  etc.  1S46. 
Fr.  Laurentius  baptizat  Regem  Sartaco,  et  Tartariae  Ghamum.  1148. 
S.  Clara  canonizatur.  1S55. 
S.  Bonaventura  Instit.  primam  Gonfraternit.  prò  laicis  sub  titulo  Contàlonis  B.  V.  M.  1)64. 
Laurentius  flt  Episc.  Geptae.  It67. 
S.  Bonaventura  flt  GardinaL  1173. 

— dirigit  Goncil.  Lugdun.  1174. 

Declarat  Nicolai  III.  Exiit  qtU  senUnat  etc  edita  1180. 

Hieronymus  abAsculo  missus  prò  reduct;  Imperat.  Mich.  Palaeologi  1172. 

—  flt  Generalis  1174. 

—  Gardinalis  1178. 

—  Papa.  Nicol.  IV.  1187. 
Jacobus  a  Rosario  converti t  Hayton  II.  Regem  Armeniae  post  haec  factum  Franciscanum  1194. 
In  China  Aquilonari,  seu  Cathayumy  circa  flnem  hujus  saeculi  magna  operatus  est  Joannes 

de  Monte  Corvino. 

ab  anno  1300  u$que  1400. 


Jo.  Duns  Scoti  dìsputatio  prò  Immaculata  Goncep.  B.  V.  M.  Parisiis  babita  1304. 

—  Ejusdem  discipuli  insignes  floruere  hoc  saeculo  :  Joannes  de  Ripa,  Franciscus  Haioranus, 

Antonius  Andres,  Galfredus  de  la  Fuente,  Hugo  de  Gaserò,  etc.  etc 
Joannes  de  Monte  Corvino,  Orientis  Apostolus  vocatus,  Gobylam  Imperatorem  Tartarorum 

baptizat  circa  1305. 

Declaratio  Glementis  V.  Exivi  de  Paradiso  edita  1311. 

Odoricus  Forliviensis  ex  Medis,  Persis,  Indianis  etc.  ultra  10000  baptismate  abluit,  mortuus  1331. 
Terra  sancta  custodiae  Fratrum  concessa  circa  an.  1336  et  1341. 

Nicol.  Liranus  famos.  Gommentator  In  S.  Scriptur.  mori  tur  1340. 

Mich.  Gaesenas  et  Gutl.  Occamus  Lndov.  Bav.  centra  Joan.  XXII  adhaereotes,  obierunt  poe- 

nitentes  Monachi!  an.  1348.  et  1347. 

In  Bulgaria  et  confinibus  intra  50  dies  ultra  100  millia  a  FF.  Min.  conversa  sunt       1366. 
Paulus  de  Trincis  (alias  Paulutius)  fundamenta  Regularis  Observantiae  ponit  1368. 

Schisma  40  annorum  in  Ecclesia  inchoatum  electo  Urbano  VI.  1378. 

Lithnaniae  Rex  Jagello  cum  toto  Regno  per  Fratres  in  Ade  instructus  1386. 

Bonifacius  IX.  Indulgentias  Portiuneulae  Glarissis  in  Anger  estendit  ad  4.  dies  1401, 


HnESSLIHCKR 


iDDOcenUiu  VII.  I*«. 

Giegorliu  XIL  deposllui  In  Conc  Pisano  1409. 
Uexwider  V.  IHO. 

joannes  XXIU.  eiancioratiu  in  Condì.  Con- 
ataoL  im. 

lUrUnna  V.  Itìl. 

■  JSgiàiut  AiUipapa  lub  ihmIm  ClmmtL  VIU. 

MnuM  1413.  «e  tuhnltU  Martino  V.  anno 
1(14. 

Engeaius  IV.  i4i7. 

Htcolaiu  V.  I4SS. 

■  Àmadtttut  dt   Sabaudàa   JnHpaiNi  fntnuM 

cùntra  Eugen.   ir.   ei   fikol.    r.   le  ultra 


Sofculun  III,  Generala. 

ir.  Generala  Ordinit. 
30.  Aaionlns  .^Dgeliu  de  Pereto 


Slxtu  IV. 
Innoceatim  Vili. 
Alexander  VL 


1484. 

un. 

IS03. 


31.  Angelus  Salvcbj 

31.  Antonlus  de  Massa  EpìsTop.  Hai 

33.  Gullielmus  tlv  Casali 

34.  Aniunius  de  Rosconlbus 

35.  Angelus  Serpciriu 
38.  Jacobus  de  Uutaolca 

37.  Jacobus  de  Sanucla 

3S.  Pranciscus  de  Ruvcre  posi  Papa 

3B.  Joannes   Zanctus   Archlep.   Tbel 

TrevLsan. 
40.  FrancLscus  Nanliu  Sanuon. 


Plus  III. 

Julius  11. 


Hadriaous  VI. 
Clcmons  VII. 
Paul  US  111. 


Julius  111. 
Harccllus  11. 
Paulus  IV. 


Plus  V. 
Grcgorlw 


XIII. 


Slxlas  V. 
Urhanus  Vii. 
GrcgorliM  XIV. 
iDDOceailus  IX. 


il.  Raynaldus   Gralunus   Arcbiep. 

43.  l'hilippus  Bagii.icaballen. 

44.  Beraardus  l■rul^^ 

4J.  Clirisluiih,  PorllM'nsis  Caidinaljs 

4C.  Pranclsciu  Delie  tuii 

47.  Pnulua  Sonciatt.1.. 

IB.  Krinclscus  Quluiioiiliu 

49.  Paulus  Plsollu-s 

50.  YìdcvdUus  Lontlll 

51.  Joanues  Calvius 
51.  Andrv^Li  InsulanuA 

53.  Clemcn.'^  llolcr.i  Cardinali^. 

54.  Prunciscus  de  Zaniora 
51.  Aloysius  Puk'us 

56.  Cliristojitiurus  de  Capile  Puiilìun 
Caesartens. 

57.  Pranciscns  Gi>nuga  Eplsc.  Hanli) 

18.  Prancisi-us  de  Tulosa  Episc.  Thyeo 


RRBSSLINGER  261 


ab  anno  1400  usque  i500. 
///.  MemorabiUa  Ordinit. 

Albertus  IV.  Archidux  Aostr.  suscipil  Ordinem  EquiL  S.  Sepulchi  Hierosolymis  1401. 

Capilalom  Generale  celebratom  Monachii  in  Bavaria  1405. 

Gonciliam  Gonstantiense  inchoalum  '^  1414. 

P.  Joannes  de  Baeza  venit  ad  Insulas  Canarias  1417. 

—ad  quas  S.  Didacos  missosest  an.  1441,sabseqaente  ulrobiqne  copiosissima  animamm  messe. 

Gonventuales  primo  sic  vocali  ab  Eugen.  IV.  1431. 

In  Conc  Florent.  multa  praestitemnt  Pranciscani,  quod  Ferrarìae  inchoatum  1437. 

Albertus  de  Sartiane  Joan.  Palaeologum  ad  Conc.  Florent.  perduxit  1438. 

Jacob,  de  Primadicìo  Patriarcham  Armeniae,  et  Antonios  de  Troia  Patr.  Syrìae  convert  1438  1442. 

DiVisio  Observ.  in  Cismontanos  et  Ultramontanos  1443. 

S.  Bernardini  canonizatio  1450. 

Viennae  FF.  de  Observant.  acqnirunt  domum  an.  1451. 

Bulla  Concordiae  Callisti  III.  1455. 

S.  Joan.  Capistran.  venit  Viennam  1451,  ibi  celebrat  Capitul.  1454  moritur  1456. 

Paulus  II  omnes  gratias  ab  antecessoribus  suis  Ordini  coliatas,  conQrmat  per  Bullam  Inter 

caeteros  1465. 

C3rypho  de  Flandria  Patriarch.  Maronitarum  convertit  miraculo  solis  retrogradientis        1475. 

S.  Jacobus  de  Marchia  mort.  1476. 

Strane.  Samson  Immacul.  Concepì.  B.  V.  M.  pnblice  gloriosissime  defendit  1477. 

Yn  Insulam  Madera  veniunt  Franciscani  an.  USO;  ad  Insul.  Hesperides  an.  1446;  in  Americam 

sub  Patre  Fr.  Joan.  Perez  cum  Chrlstophoro  Columbo  1493. 

'K.  Bemardinus  de  Feltro,  mort.  1494. 

ab  anno  1500  ugque  1600. 


Ordo  Conceptionistarum  Fratribus  subjectus  1506. 

^cneralatus  totius  Ordinis  cum  Sigillo  ObserVantibus  coUatus,  et  Conventuales  separati  a 

Leone  X.  1517. 

In  America  Martinus  de  Valentia  cum  soc.  ultra  10  centena  millia  baptizavit  ab  an.  1523. 

usque  1531. 

In  Asia  Rex  et  Regina  de  Septem  Corlis  baptizati  1540. 

S.  Frane.  Xaver.  venit  Goam  ad  nostrum  Joan.  Albuquerquium  tum  solum  Episcop.  in  India 

Orientali  1542. 

In  Conc.  Trid.  ex  nostris  claruemnt  Frane.  Qnlnnonius,  Frane.  Zamora,  Joannes  Calvius, 

Andreas  della  Vega,  etc.  circa  1545. 

Kartinus  a  Jesu  et  alii  Missionari!  nostri  in  Mechoacan  et  Xalisco  pene  innnmeros  Infìdeles; 

et  in  Congo  iEthiopiae  Regem,  Reginam,  cum  Alio  et  plurimos  vasallos  hoc  saeculo 

converterunl. 

— Item  Imperatorem  et  Imperatricem  in  Geylan.  1549. 

—  ac  in  Malabaria  ultra  50  millia  1550. 

Contra  Lutherum  steterunt  praeprimis  in  Germania  Joan.  Glapion  Caesarls  confessarius  circa 

an.  1520.  In  Bavaria  Caspar  Schazgerus,  mort  1527,  et  Joan.  Nass,  mort.  1590.  In 

Algoia  Joan.  Winzlenu,  etc.  etc 

^mlae  in  Hollandia  passi  snnt  BB.  Martyres  Gorcomlenses  1572. 

Petrus  Alvarus  cum  sociis  Ia  Insulis  Phllippinis  200  millia  convertit  1575. 

^odem  tempore  Rex  Canarum  cum  70  milibus  et  Rex  Candeae  cum  filio,  matre,  et   7  mlll. 

subdit,  fldem  suscepere. 
^-   Franciscus  Solanus  in  Tucumania  et  alils  Prov.  multa  millia  ad  fldem   perduxit.  Abijt 
iliuc  1589. 


S62 


KRESSLIMGER 


/.  PonHfkes  mort.  an. 


Clemens  Vili. 


1605. 


//.  GeneraUs  Ordinit  utque  ad  an, 

59.  Bonaventura  SeciLsius  a  Catalagiroiie  Pa- 
trlarch.  GonstantinopoL  1600. 


Saeeulum  F.  Ordinis 


Leo  XI. 
Paiilus  V. 

Gregorius  XV. 
Urbanus  Vili. 


Innocentius  X. 
Alexander  VII. 

Clemens  IX. 


Clemens  X. 


Innocentius  XJ. 


Alexander.  Vili. 
Innocentius  XII. 


1605. 
16Si. 

1623. 
1644. 


1655. 
1667. 

1669. 


1676. 
1689. 


1691. 
1700. 


60.  Franciscus  a  Scusa  Episcop.  Canar.    1606. 

61.  Arcangelus  Gualterius  de  Messana  Archiep. 
Mont  Regal.  1611 

6i.  Joannes  de  Jero  1618. 

63.  Benignus  a  Genua  1615. 

64.  Bernardinus  de  Senis  Episcop.  Viseccens. 

1633. 

65.  Jean.  Bapt.  u  Campa  nea  Episc.  Puteolaois 

1639. 

66.  Joannes  Merinero  Episcop.  Civitaten.  1645. 

67.  Joannes  de  Neapoli  1651. 

68.  Petrus  Manerus  Episcop.  Tyrasonens.  1658. 

69.  Mich.  Angelus  de  Sambucca  Episcop.  Ga- 
tanen.  1664. 

70.  Ildephonsus  Salizanes  Episcop.  Cordnbeo. 

1670. 

71.  Frane.  Maria  Rliini  Arcliiep.  Syracusan.  1676. 
7i.  Joseph  Ximenez  Episcop.  PlacenUn.    1681 

73.  Petrus  Marinus  Sormanus  Episc.  Viguaeos. 

1688. 

74.  Marcus  a  Zarzosa  1694. 

75.  Bonaventura   Boerius   Archiep.   Salemitan. 

1700. 


Saeeulum  VI.  Ordinis 


Clemens  XI. 
Innocentius  XIII. 
Benedictus  XIII. 
Clemens  XII.  elect.  an. 


1781. 
1724. 
1730. 
1730. 


76.  Ludovicus  de  la  Torre 

77.  Laurent! US  Cozza  Cardìualis 

78.  Joannes  de  Soto  elect.  an. 


1701. 
1726. 

1729. 


KRESSLINGER  SGS* 


B.  Petrus  Baptisla  cum  socils  martyriuni  passus  Nangasaki  in  Japouia  1597. 

ah  antio  1600  utgue  1700. 

In  Bamba  Africae  Mich.  Bapt  Rangel  plorimos  eoBvertit  t60S. 

Franciscos  Ziranus,  in  Africa  post  graves  iegationes  occisus  A§P3. 

In  JafTanatapan  haercs  Regni  cum  matre  etc.  et  multis  millibus  conversus  a  P.  Ludovico  a 

S.  Didaco  1613. 

In  Japonia  Bcatus  Ludovicus  Sotellus  jmperatorìs  Japon.  et  Regis  Voxnanl.Legatns  post 

multorum  millium  conversionem  martyrio  coronatus  1614. 

In  Canada  nova  Missio  inchoata  1615. 

Thomas  Obicinus  Nestorianos  ad  (Idem  reduxit  in  Aleppo  1616. 

Rartliulumacus  a  Salutio  Praedicator  pocnitentiae  in  Italia  1617. 

In  Japonia  Bictiardus  a  S.  Anna  cum  sociis  Hartyres  òbierunt  1629. 

l^rovincia  Ravariae  erecta  1685. 

Alpiionsus  de  Benavidcs  cum  sociis  in  America  apud  varias  gentes  plurima  praestitit    1626. 

1627  i629. 

B.  Joannes  de  Prado  Marlyr  Marochii.  t<J31. 

Juan,  de  Solas,  et  Didacus  Lopez  in  America  boreali  innumcros  baptizarunt,  mortui      1636. 
In  Insula  Suaqucna  Joscphus  Torculanus  et  alij  martyrio  affecti  1648. 

Bavariam  defenderunt  contra  haereticos,  Frane.  Keminger  mort.  1606;  Martinus  Nagele.  m. 

1617;  Martinus  Leo  m.  i654. 

S.  Petri  de  Alcantara  canonìzatio  1669. 

In  ^ICgypto  Antonius  a  Pisticeia  Cophtos  reduiLlt  i681. 

In  Louisiana  nova  Missio  introducta  1682. 

Canonizatio  S.  Joan.  a  Gapistrano  et  S.  Paschalls  Baylon  4690. 

Mich.  Angelus  a  Creta  Conventus  erigit  in  Peloponeso  iò^O. 

Via  Crucis  dilatata  per  P.  Diaz  *6W. 

Inventio  Regionis  Missisipi  per  P.  Hennepin  propagata  circa  i695. 

Missiones  in  China  faclae  a  Petro  Alvaro  1579,  promotae  a  Hieron.  de  Bnrgos  1582,  et  allis 

an.  1584,  1586,  continuatae  ab  Antonio  a  S.  Maria  usque  ad  1673. 
Multa  in  iisdem  praestitit  Jo.  Frane.  Nicolai  (post  Vicar.  Gener.  in  Vaticano  et  archiep.  Myrae) 

ab  anno  1684  usque  i698. 

Rem  Bernardi nus  ab  Ecclesia  Christinae  Reginae   Sueciae  Theologus,  Episcop.  et  Vicarius 

Apostolicus  in  Pekin  super  4.  Regna  per  20  annos  ab  anno  1680  usque  1700. 

ab  anno  1700  utque  1731. 

Missio  in  Abbassiam,  et  conversio  Imperatoris  per  P.  Josephum,  quem  comitatns  est  P. 

Theodor.  Krump  ex  Bavaria  1702. 

P.  Liberatus  Weiss  in  Gondar  martyrio  coronatus  1711. 

Patriarcha  Antiochenus  suae  sedi  rcstitutus,  et  Patriarch.  Alexandrinus  ad  veram  Ecclesiam 

reductus  per  P.  Laurentium  Cozza  1711  et  i713. 

In  Gallia  resìstunt  Franciscani  doctrinae  Quesnelli  damnatae  a  Clem.  XI.  1719. 

In  .€gypti  urbibus  Gerges  et  Achim  etc.  etc.  multi  Cophti  conversi  per  nostros  1723. 

In  Camboia  P.  Valerius  Rist  Bavarus,  et  P.  Seraphinus   Borgia  Lusitanus,  adhnc  existunt, 

illuc  missi  i724. 

In  Moscovia  nova  Missio  aperta,  sub  P.  Jacobo  ab  Oleggio,  etc.  etc.  i7S7. 

Liber  Ven.  Marìae  de   Agreda  per   Germaniam    propagatus  1716,  a   Bened.  XIII  eius  usus 

concessus  i719 

In  Constantinopolitana  Praefectura  Celebris   erat  P.  Petrus  Bapt.   Mauri  Archiep.  Episcopus 

Cartaginensis  etc.  Obiit  circiter  4730. 

In  China  P.  Basìlius  de  Gemona  multa  millia  baptizat,  declaratus  Vie.  ApostoL  ^n  Xensi. 
In  America  17.  Provinclae  Franciscanorum  erecta  demonstrent  labores  eorum 


264  KRUMP 


317.  Krump.  —  Hoher  und  fnichtbaher  Palm  Raum  des  Hei- 
ligen  Evangelii  :  das  ist  :  tieff  eingepflanzter  glaubens-Lehr ,  in 
das  Herz  dess  hohen  Abissiner  Monarchen  erwisen.  In  einem 
Diario  oder  taeglich ,  und  ordentlicher  Reis ,  beschreibung  der 
muehesamen  Verrichtungen  ienenm  apostolischen  Glaubens  Sen- 
dlingen  auss  dem  Orden  des  beli  Seraphischen  Vatters  Francisci 
der  Reformiten,  so  anno  1700  von  der  Paepftl.  Heiligheit  Innocen- 
tio  XII.  Von  Rom  anss  biss  zu  dem  grossmaechtigen  Abissiner 
Kaiser  Adiam  Saghed  Jasu,  ec.  Von  P.  Fr.  Theodoro  Krump  Or- 
dinis  Minorum  Sancii  Francisci  Reformatae  Provinciae  Bavariae 
Lectore,  Concionatore,  Missionario  Apostolico  Aethiopiae.  Auspurg 
in  fuer  Feriegung  Georg  Schlueter  und  Martin  Happach.  Ge- 
drucht  bei  Joseph  Gruber,  1710. 

Questo  titolo  vale  in  nostra  lingua  :  Alto  e  fruttifero  albero  di  Palma  pianttUo  nel  cuore  del 
Monarca  Abistino  Adiam  Saghed  ,  ce  :  Diario ,  o  quotidiana  e  ordinata  narrazione  delle  gravissime 
fatiche  sostenute  da'  Missionarii  Apostolici  Francescani  inviati  al  grande  (mperator  dell'  Abissinia 
Adiam  Saghed,  ec.  dal  Sommo  Pontefice  Innocen7.oXII.  È  un  volume  in  4  con  bellissime  incisioDi,  di  4 
carte  prehminari  e  479  pagine.  Fu  questa  un' importantissima  Missione,  della  quale  trovai  notisie  inebe 
in  un  Manoscritto  Nazionale  di  Parigi.. Un  esemplare  dell'opera  è  nella  Regia  Biblioteca  di  Monaco. 
Nel  proemio  l' Autore  dà  un  cenno  delle  Missioni  in  generale  dell'  Ordine.  Poi  comincia  il  suo  viaggio: 
—  1.  Da  Monaco  a  Roma  —  2.  Da  Roma  per  mare  a  Livorno  —  3.  Da  Livorno  a  Tunisi —  4.  Da  Tonisi 
a  Susa — 5.  Da  Susa  ad  Alessandria  — 6.  Da  Alessandria  al  Gran  Cairo — 7.  Descrizione  del  Gran 
Cairo  —  8.  Dal  Gran  Cairo  a  Siud  —  9.  Da  Siud  a  Essua— 10.  Da  Essua  a  Moshaa  — 11.  Da  Ifoshaa 
a  Dongula  — 12.  Da  Dongula  a  Sennaar  — 13.  Racconto  di  quel  che  in  Sennaar  avvenne  a' Missionari 
— 14.  Conversione  dell'Imperatore  Abissino — 15.  Di  quel  che  segui  appresso  — 16.  Ritorno  da 
Sennaar  a  Mushaa  — 17.  Arrivo  al  Gran  Cairo  — 18.  Dal  Gran  Cairo  a  Malta— 19.  Da  Malta  a 
Roma  —20.  Da  Roma  in  Baviera.  I  nomi  de' Missionari  erano  i  seguenti:  Padre  Mariano  da  Saleme 
della  Provincia  di  Palermo.  —  Padre  Giuseppe  Maria  da  Gerusalemme  della  Provincia  Romana.— 
Padre  Teodoro  Krump  della  Provincia  di  Baviera.  —  Padre  Carlo  da  Cilento  della  Provincia  di 
Basilicata. 


L 


318.  Lado  (Do).  —  Cathecismo  em  Lingua  Concani  :  por  el  P. 
r.  Manoel  do  Lado. 

Un  volume  in  4.  Cosi  il  Cunha  Ri  vara  (Ensaio  historico  da  Lingua  Concani,  Nova  Goa,  1858  >, 
:endo  •  qae  foi  Provincial  cm  i6Gl  e  1662.  » 

319.  Ladoire.  —  Voyage  fait  a  la  Terre  Sainte  en  V  année 
[DCCXIX,  contenant  la  description  de  la  ville  de  Jerusalem  tant 
acienne  que  moderne  avec  les  moeurs  et  les  costumes  des  Turcs, 
ar  Fr.  Marcel  Ladoire,  ec.  A  Paris,  chez  Jean  Baptiste  Coignard, 
oaprimeur  et  libraire  ordinaire  du  Roy,  rue  S.  Jacques  MDCCXX. 

Un  volume  in  8,  di  398  pagine.  Libro  non  senza  qualche  pregio.  Neir  ultime  pagine  parla 
ià  ristorazione  che  si  fece  al  suo  tempo  della  Chiesa  del  Santo  Sepolcro  e  di  quella  della 
ività  a  Betlem.  «  Je  recu  (egli  dice)  peu  de  jours  trois  lettres  du  Levant,  Fune  escrite  par 
isigneur  Ponllard  Consul  a  Seyde  en  date  du  29  janvier  1720,  F  autre  par  Monsigneur  Carbonnel 
"Consul  a  Saint-Jean  d'Acre  du  16  fevrier,  et  la  troisieme  par  le  R.  Pere  Louis  Le  Fevre 
i<iaìre  de  la  Terre  Sainte  du  11  fevrier  :  elles  m*  apprennent  toutes  les  trois,  que  le  grand  dòme 
'  Higlise  du  Saint  Sepulchre  de  Notre  Seigneur  Jesus-Christ  fnt  heureusement  fini  le  13  decem- 
^  719,  que  Monsigneur  le  Marquis  de  Bonnac  avoit  obtenu  du  Grand  Seigneur  deux  Chatieherifj 
otsmandements  absolus;  Fune  pour  faire  enduire  et  bianchir  Finterieur  de  FEglise,  F autre 

Taire  renouveler  la  couverture  de  plomb  de  F  Eglise  de  la  Nativitè  a  Betlem  ;  et  que  son 
l^Icnce  avoit  eu  la  bonté  de  les  en  voler  a  nos  Religieux  de  Jerusalem,  qui  les  avoient  faits 
en  exccution  avec  toute  le  diligence  possìble.  »  E  dà  il  testo  de' sopra  detti  ChcMdierif. 
esemplare  nella  Biblioteca  del  Seminario  Conciliare  di  Barcellona. 


320.  Laguna  .  —  Monarquia  spiritual  y  temporal  del  reyno  de 
>CDn,  por  Fr.  Andreas  Bravo  de  Laguna  del  Orden  de  S.  Francisco. 

Lo  riferisce  nella  sua  Bibliografia  per  la  Storia  del  Giappone  Leon  Paaes,  citando  il  Nioolao. 
-  notizie  non  ne  ho  potuto  rinvenire;  né  anche  F  Hubrta,  che  è  così  esatto,  ne  fia  parola.  Forse 
^  Manoscritto  che  rimane  ancora  sepolto  nel  grande  nostro  Archivio,  sin  qui  possiam  dire 
'Plorato,  di  Manila ,  ed  altrove.  Il  Padre  Hurrta  a  mala  pena  ne  ha  cominciato  lo  studio,  e  ci 
^alo  un  volume  di  preziosissime  notizie  :  sarebbe  un  grande  servigio  reso  all'  Ordine ,  alla 
^*^a  e  alla  scienza  se  venisse  finito. 


26G  LAMEGO  -  LANDA 


Ms. 


321.  Lamego.  —  Carta  de  Fr.  Gonzalo  de  Lemego  a  El-Rey  de 
''''   Portugal. 

È  data  nel  Convento  di  S.  Antonio  di  Cochim  il  1  deccmbre  del  1527.  Sta  nelP  Archivio  della 
Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Originale. 

^  322.  Landa.  —  Relacion  de  las  cosas  de  Yucatan,  por  el  P.  Fr. 

America  Diego  Landa,  de  la  Orden  de  San  Francisco,  Obispo  de  Menda. 

Questo  imporl^mtissimo  lavoro  del  Padre  Landa,  ohe  restava  inedito  nella  Biblioteca  della  Reale 
Accademia  di  storia  di  Madriii  (non  l' originalo,  ma  una  copia  fatta  circa  30  anni  dopo  la  sua  morte), 
venne  anni  fa  (18G2)  pubblicato  in  un  grosso  volume  in  8  grande  dal  Urasseur,  col  titolo  seguente: 
Relation  des  choxes  de  Yucatan  de  Diego  de  ÌAinda.  Texto  espagnol  et  traduction  Franpaise  cu 
regardy  comprenanl  lei  signex  dn  Calendrier  et  de  V  Alphahet  hieroglipìUque  de  la  langue  Mapa^ 
accompngné  de  docnments  diven  hixtoriques  et  chronoligiqucìt.  Aver,  une  Gammaire  et  un  Voeaktt- 
taire  ahrègéx  Fran(ain-Mayn,  précède*  d'  un  essai  sur  les  sources  de  V  ìUstoire  primitive  du  Mtxiqw 
et  de  ì' Amèrique  centrale,  ec.  d' aprcs  les  monumeuts  ègyptieìis  et  de  V  histoire  primitive  deVIS^ìn^ 
d'apres  les  monuments  americains  ec.  Paris,  Arthus  Bertrand  Editeur,  21  rue  HautefeuiUe  ;  London» 
Trubner  and  co.  60.  Paternoster-Roic.  1864. 

In  questa  edizione  del  Drasseur,  prima  di  tutto  è  un  Aranl-propos,  in  cui  si  dà  ragione  degli 
studii  intrapresi  sopra  le  anticliità  del  Messico  e  della  loro  alta  importanza.  «  L' avenir  ( egli  dice), 
un  avenir,  nous  l'esperons,  qui  n' est  pas  éloignè,  deciderà  de  l'importance  des  rechercbes  qie 
nous  avons  commencées,  comme  do  celle  (ju'on  doil  attacher  a  T  étudc  des  langues  Americaiues , 
trop  longtcmps  négligées  des  savants:  on  se  demanderà  bientòt,  par  cxemple,  comment  il  est 
possible  de  faire  un  cours  de  philologie  generale  comparée ,  en  laissant  de  cùtó  les  langues  de 
presque  une  moitié  du  monde.  On  feint  encore  d' ignorer  qu'  il  existe  en  Ameriquc  des  langues 
qui  meritent  d'étre  etudiées  tout  autant  que  le  sanscrit;  car  sMl  est  cerlain  quec'ost  dusanscrìt 
que  la  plupart  de  celles  qui  se  parlent  en  Europe  soni  dérivées ,  on  devrait  commencer  à  savoir 
aussi  que  les  éléments  qui  n' y  dérivenl  pas  de  cette  langue-mère,  ont  trés-problablement  leu 
sourcc  dans  celle  de  l' Amèrique.  • 

Poi  detto  dell'  importanza  di  alcuni  Manoscritti  da  lui  pubblicati  in  utilità  di  tali  studii,  passa 
a  quello  del  Landa,  di  cui  dice:  «  Cette  relation  (Uelation  des  choses  de  Yucatan)  de  Landa,  que 

nous  avons  copice  . . .  aux  an-liivos  de  l'  Académie  royale  d'  bistoire  de  Madrid rcnferme  la 

nomenclature  complète  dos  signcs  du  calendrier  Maya,  qui  seront  d'  une  grande  importancc  poor 
la  tecture  des  inscriptions  iucrustòes  dans  Ics  édiilces  du  Yucatan  :  aux  signes  du  calendrier  et  à 
des  details  d'  un  grand  intéròt  sur  les  moeurs  el  Ics  usages  du  pays ,  sur  les  fétes  de  V  antique 
Rituel  Maya,  Landa  a  eu  le  bon  esprit  de  joimirc  Ics  signes  qui  coustiluienl  F  alpbabet  qui,  bien 
qu'  incompiet,  pout-étre,  sous  quohiues  rapports,  n'  est  pas  moins  d'  un  inlérél  considerable ,  en  ce 
(tu' il  est  la  premiere  clef  des  incriplions  myslériensos ,  exislant  encore  en  si  grand  nombre  an 
Yucatan,  a  Palenquò,  à  Copan,  ec.  ». 

.V  questo  Acant-propos  di  Vili  pagine  segue  un  largo  discorso:  Des  sources  de  V  hiitoire 
primitive  du  Mexiquc  et  de  l' Amèrique  centrale,  ec.  dans  les  monuments  ègyptiens  et  de  l'hisioift 
primitive  de  /'  Ègypte  dans  les  monuments  americains  ;  introdurction  a  la  Relation  des  chotes  et 
Ync^ilan  ;  rlie  piglia  dalla  pag.  IX  alla  CXII. 

Appresso  incomincia  la  Relacion  de  las  cosas  de  Yucatan^  in  lìngua  spagnnola  con  la  rispon' 
denti»  traduzione  francese  di  fronte;  da  pagine  1  a  347.  Daremo  qui  i  titoli  de' paragrafi ,  di  cui 
la  Ilelazione  si  compone. 

1.  Descripcion  de  Yucatan.  Estcìciones  varias. — 2.  Origen  del  nombre  desta  provincia,  SUuadon 
della.  —  3.  Geronimo  de  AguUar.  Cu  cautiverio  entre  los  Indios  de  Yiu^tan.  Navegan  Hemandei 
de  Cordoba f  y  Grijalva  a  Yucatan.  —  4.  Savegacion  de  Cortes  a  CuzmU.  Eseribe  a  ÀguUar,^^ 
Provincias  de  Yucatan.  Sus  edificios  antiguos  mas  princlpales.  —  6.  De  Cueulcan  y  de  la  edifieodon 
de  Mayapan.  —  7.  Gobiemo  politico^  Sacerdotes,  ciendas  y  libros  de  Yucatan,  —  8.  lAegada  de  tot 


LANDA  267 

Tuluxtvù  y  alianza  que  hicieron  con  los  sehores  de  Mayapan.  Tirania  de  Cocom  »  mina  de  iu 
poder  y  de  la  eiudad  de  Mayapan.  —  9.  Monumento  cronologico  de  Mayapan.  EstahUcimiento  del 
reino  de  Zututa.  Origen  de  los  Cheles.  Los  tres  reinos  prinàpales  de  Yueatan.  — 10.  Varia»  cala- 
midadet  etperimentadat  en  Yueatan  en  el  siglo  anterior  a  la  conquista ,  hurcuian ,  pestHendas , 
guerras,  ee.  — 11.  Profecias  de  la  Uegada  de  los  Espanoles.  Historia  de  Francisco  de  Monito, 
primer  Adelandado  de  Yueatan.  — 12.  Monito  navega  a  Yueatan  y  toma  posesion  de  la  tierra. 
Los  Cheles  le  conceden  el  asiento  de  Chieheniza.  Los  Indios  le  obUgan  a  que  lo  deje.  — 13.  Monterò 
d^a  a  Yueatan  con  loda  su  gente  y  vuelve  a  Mexico.  Su  hijo  Francisco  de  Montejo  pacifica  despues 
a  Yueatan.  14.  —  Estcuio  de  Yueatan  despues  de  la  salida  de  los  Espafioles.  />.  Francisco  h^o  del 
Adelantado  Monterò  restableee  el  goviemo  espafiol  en  Yueatan.  — 15.  Crv^ldades  de  los  Espanoles 
en  los  naiurales.  Como  se  disculparon.  — 16.  Modo  de  los  pueblos  de  Yueatan.  Ceduta  real  en 
favor  de  los  Indios.  Muere  el  Adelantado  :  sus  discendientes  por  su  hijo  don  Francisco  de  Montico. 

—  17.  Los  Frayles  Franciscanos  vienen  a  Yueatan.  Toman  la  defensa  de  los  naturales.  Odio  de 
los  Espanoles  contre  ellos.  — 18.  Vicios  de  los  Indios.  De  corno  los  Frayles  les  enseharon.  Ensehamza 
de  la  lengua  y  letras.  Castigo  de  cUgunos  apostatas.  — 19.  Llegada  del  Obispo  Toral  :  suelta  a  los 
Indios  presos.  El  Provincial  de  S.  Francisco  va  a  Espaìia  para  justificarse.  —  20.  Manera  de  las 
easas  en  Yueatan.  Obediencia  y  respete  de  los  Indios  a  sus  sehores.  Modo  de  ornar  sus  cabezas  y  de 
Uevar  sus  vestidos.  —  21.  Mantenimientos  y  comidas  de  los  Indios  de  Yueatan.  —  22.  Como  estos 
Indios  se  labravan  el  cnerpo ,  borracheraà,  vino,  banquetes.  Farsantes ,  musica  y  bailes.  —  23. 
Comercio  y  moneda.  AgricuHura  y  semillas.  Justicia  y  hospitalidad.  —  24.  Modo  de  contar  de  los 
Yucateneses.  Nombres.  Eredades  y  tutela  de  los  huerfanos.  Sucesion  de  los  sehores.  —  25.  Repudia- 
eion  frecuente  entre  los  Yucateneses.  Sus  casamientos. — 2G.  Modo  de  bautismo  en  Yueatan.  Como 
lo  celebravan.  —  27.  Confesion  entre  los  Yucateneses.  Abstinencias  y  super sticiones.  Variedad  de 
Jndios.  Oflcios  de  los  sacerdotes.  —  28.  Sacrificios  crueles  y  sucios  de  los  Yucateneses.  Victimas 
humanas  matadas  a  flechazas  y  otros.  —  29.  Armas  de  los  Yucateneses.  Dos  capitanes ,  uno  herc' 
dUario,  atro  electivo.  Abstinencia  de  este.  Milicia  y  soldada,  guerra  ec.  —  30.  Castigo  de  los  adulteros , 
homicidas  y  ladrones.  Educacion  de  los  mancebos.  Uso  de  llanar  la  cabe^a  a  los  ninos.  —  31. 
Modo  de  vestir  y  de  adornarse  entre  las  Indias  de  Yueatan.  —  32.  Castidad  de  las  mugeres  y 
su  educacion.  Sus  grandes  calidades,  su  economia^  ec.  Su  devocion  ysus  partos.  —  33.  Duelo  para 
los  muertos  en  Yueatan.  Entierro  de  los  sacerdotes.  Estatuas  con  las  cenizas  de  los  Senores.  Heve- 
renda  para  eUas,  Su  gloria  e  inflerno.  -—  34.  Cuenta  del  afio  Yueateco.  Caracteres  de  los  diax. 
Agueros  de  los  anos.  Los  cuatro  Bacabes  y  sus  nombres.  Dioses  de  los  dias  aciagos.  —  35.  Fiestas 
de  los  dias  aciagos .  Sacrificios  del  principio  del  ano  nuevo  en  la  tetra  de  Kan.  —  36.  Saerifieios 
del  aiio  nuevo  de  la  tetra  Mutue.  BcUles  de  los  Zaneos.  Otro  de  las  viejas  con  perros  de  barro . 

—  37.  Sacrificios  del  ano  nu£VO  de  la  tetra  Yx.  Pronosticos  malos  y  modo  de  remediar  sus  efeetos. 

—  38.  Sckcrificios  del  atio  nuevo  en  la  tetra  Cauac .  Pronosticos  malos  y  su  remedio  en  el  baile  del 
fuego.  —  39.  ExpUca  el  Autor  varias  cosas  del  Calendario.  Su  intento  al  dar  estas  noticias.  —  40. 
Camienfa  el  Calendario  romano  y  Yucatense .  —  41.  Ahau  Katun  o  siglo  de  los  Mayas.  Escritura 
de  ellos.  —  42.  Multitud  de  los  edificios  de  Yueatan.  Los  de  Jzamaly  de  Merida  y  de  Chieheniza. 

Il  Padre  Fr.  Diego  Landa  nacque  dalla  nobile  famiglia  dei  Calderon  io  Cifuentes  de  TAlcaria 
in  Ispagna  il  1524,  e  il  1541  vesti  T  abito  Francescano  nel  Convento  di  S.  Juan  de  los  Reyes  in 
Toledo.  Destinato  da'  superiori  alle  Missioni  dell'America,  fu  uno  de'primi  che  penetrarono  nel  Yueatan, 
dove  lavorò  con  molto  zelo  alla  conversione  de'  nativi.  Accusato  di  troppa  severità,  e  di  essersi  usur- 
pati i  diritti  episcopali  nell'  esercizio  del  suo  ministero ,  dovè  recarsi  in  Ispagna  a  giustificarsi 
appresso  il  Monarca  e  il  Consiglio  dell'Indie.  Dove  meglio  conosciute  le  straordinarie  sue  virtù,  il 
1573  fu  rinviato  alla  sua  Missione  fatto  Vescovo  di  Merida;  e  quivi  mori  il  1579,  nella  fresca  età  di  54 
anni.  Il  primo  suo  biografo,  Padre  Fr.  Diego  Cogolludo,  dice  che  mori  in  concetto  di  santità.  Ma  nell' 
edizione  dell'opera  del  Cogolludo  (Historia  de  Yueatan)  fatta  in  Campeche  il  1842,  è  stata  aggiunta 
una  Biografia  in  appendice,  che  lo  dipinge  come  l' uomo  più  fanatico,  stravagante  e  crudele  che  sia  mai 
esistito.  E  lavoro  { come  avverte  il  Brasseor)  dettato  da  chi  non  sa  vedere  nulla  di  buono  ne'  ministri 
della  Chiesa  di  Gesù  Cristo,  e  vorrebbe  una  Chiesa  e  ministri  che  la  governassero,  non  come  P  istituì 
Gesù  Cristo,  ma  secondo  le  idee  del  presente  secolo,  che  ne  sono  la  distruzione. 

«  11  suffit  (dice  il  medesimo  scrittore)  de  parcourir  Fouvrage  de  Landa,  pour  apprécier  son  ve- 
ritable  caraclère.  C'était  un  esprit  violent,  maiscurieux,  plus  sage  qu' on  ne  pourralt  le  croire,  et 
sincérement  ami  des  indigénes  qu'il  protégea  constamment  contre  les  violences  des  conquérants.  Au 


268  LARDIZAVAL  -  LAUREANO 


point  de  vne  ou  il  se  pla^ait,  il  peut  paraitre  cxcusablc  d' avoir  livró  aui  flammes  Umt  de  statues 
et  de  docoinents  precieax,  ce  qu'  il  avoae  lui-méme  ingéDuement  :  en  cela,  il  ne  fai  pas  plus  coopa* 
ble  qac  Znmarraga  a  Mexico,  quc  Las-Gasas  aa  Guatemala.  Mais,  an  milieu  de  ces  excés  de  lele  »... 
Landa  rendit  un  immense  service  aux  sciences  historiques,  en  compilant  les  renseigDements  pre- 
cieux  ...  qui  nous  consen'ant  les  caractéros  de  V  alphabet  Maya  . . .  Son  livre  est  la  clef  des  inscri- 
ptions  amèricaines  :  sans  lui,  ellcs  fusscnt  demeurées  une  éuigme  peut-étre  pour  toajoms ,  oomme 
les  hiorogliphcs  égyptiens ,  avant  de  la  decouvertc  de  la  pierre  de  Rosette ,  et  les  magniflqiMS 
travaux  de  Champollion.  • 

Parlano  del  Landa,  oltre  il  Cogolludo,  il  Tobocbiada  nel  tom.  Ili  della  sua  MonarquSa  In4iana, 
e  il  Padre  Salazar  nel  libro  II  della  sua  Cronica  Seneca  ;  dei  quali  diremo  a  suo  luogo. 

stamp.  323.  Lardizaval.  —  Religione  dei  Santi  Luoghi  di  Grerusa- 
salemme  restituiti  per  comandamento  del  gran  Turco,  nel  mese 
scorso  di  Aprile  1690,  a  Frati  Minori  Osservanti  di  San  Fran- 
cesco, sotto  il  25  di  giugno,  da  Greci  scismatici,  che  se  n'era- 
no impadroniti  con  false  scritture:  mandata  dal  Padre  Procu- 
ratore Generale  di  Gerusalemme  Fr.  Domenico  di  Lardizaval 
Spagnolo,  al  Padre  Baldassarre  Caldora,  Commissario  Generale  di 
Terra  Santa,  dello  stato  di  Milano  e  Lombardia,  Min.  Oss.  di 
san  Francesco.  In  Firenze ,  Milano  et  in  Bologna.  Per  Pier-Ma- 
ria Monti.  Con  licenza  de' superiori. 

Sono  4  carte  in  quarto,  non  numerate.  N*  ho  appresso  di  me  un  esemplare.  La  Relazione  è  data 
in  Gerusalemme  a  dì  li  agosto  1690. 

stamp.  324.  Latera.  —  Manuale  de'  Frati  Minori  disposto  dal  P. 
Flaminio  Annibali  da  Latera  del  medesimo  Ordine,  Frate  Osser- 
vante della  Provincia  di  Roma,  con  una  appendice,  ossia  rispo- 
sta air  autore  del  Saggio  compendioso  della  dottrina  di  Giustino 
Febbronio,  dedicato  alla  Santità  di  Nostro  Signore  Papa  Pio  VI. 
In  Roma  MDCCLXX VI.  Dalle  stampe  del  Casaletti  a  Sani'  Eu- 
stachio, col  permesso  dei  Superiori. 

Un  volume  in  4,  di  XVIll  e  460  pagine.  Libro  ricchissimo  di  notizie  e  molto  bene  ordinate, 
specialmente  de*  nostri  più  celebri  Missionari.  Vorrebbe  essere  accresciuto  di  quel  die  ora  manca, 
e  ristampato  por  mettersi  in  mano  a'  giovani,  affinchè  acquistassero  una  chiara  idea  dell'  Ordine  a 
cui  si  consacrano.  Ne  ho  un  esemplare  postillato  dal  ì\  Francesco  Frediani. 


Aniri  il- 1 


325.  Laureano  .  —  Nuovo  descrubrimento  del  Rio  de  Maranon 
llamado  de  las  Amazonas  hecho  por  la  Religion  de  S.  Francisco, 
ano  de  1051,  siendo  Misionero  el  Padre  Fr.  Laureano  de  La  Cruz 
y  el  Padre  Fr.  Juan  de  Quincoces,  escrito  por  la  obediencia  de  los 
Superiores  en  Madrid  ano  de  1653,  por  Fr.  Laureano  de  La  Cruz, 
hijo  de  la  Provincia  de  Quito ,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 


LAUREANO  ^269 


Blanoscritto  della  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid,  di  cui  feci  estrar  copia;  e  conta,  questa, 
63  pagine  in  foglio. 

La  scoperta  e  T  esplorazione  del  Maranon,  ossia  del  ttume  delle  Amazzoni,  fu  esclusivamente 
opera  e  gloria  de*  Francescani  della  Provincia  di  Quito.  Ha  trattalo  largamente  e  trionfalmente  questo 
argomento  il  Padre  Diego  Cordoba  de  Salinas  nella  sua  Croniea  de  la  reUgiosUima  Provincia  de 
ios  doze  Apottoles  del  Perù,  di  cui  già  abbiamo  dato  ragguaglio,  e  dipoi  con  maggior  copia  di 
documenti  ed  erudizioni  il  Padre  Tena  nella  sua  /ntrodiwcton  ( Manoscritta  e  inedita)  al  Aparato 
de  la  Cronica  de  la  Santa  Provincia  de  Ios  gloriosos  do^  Apostoles ,  di  cui  diremo  al  suo  luogo. 
11  Padre  Laureano  poi  ce  ne  fa  un  ordinalissimo  racconto,  scritto  con  tanto  garbo,  cbe  poche  altre 
scritture  di  simigliarne  genere  credo  che  si  posatilo  paragonare  alla  sua;  e  chi  si  pigliasse  la  pena 
di  confrontarla  con  certe  opere  a  stampa,  dove  si  fece  prova  di  togliere  a'  Francescani  questa  grande 
gloria,  troverebbe  che  flnanco  si  son  serviti  della  Relazione  inedita  del  Francescano,  appropriandosi 
anche  le  sue  parole,  e  facendosene  merito  come  di  proprio  studio  e  lavoro  I 

Per  bene  intendere  come  naturalmente  avvenisse  che  i  Francescani  riuscissero  alla  scoperta 
del  gran  fiume,  bisogna  aver  un'  idea  del  modo  che  si  dilatarono  nel  Perù,  tosto  che  vi  si  furono 
recati  il  1532.  Il  Cordoba,  dopo  aver  detto  delle  straordinarie  apostoliche  virtù  de' primi  dodici 
apostoli  di  quelle  terre,  che  furono  i  Padri  Marco  da  Nizza,  Giovanni  di  Monte^on,  Francesco  degli 
Angioli,  Francesco  della  Croce,  Francesco  di  Sant'Anna,  Pietro  Portoghese,  Matteo  da  Lumilla, 
Francesco  di  Marchena,  e  Francesco  di  Aragona,  sacerdoti,  e  i  fratelli  laici  Alonso  Alcanizcs,  Alonso 
de  Escarcena,  e  Matteo  da  Lumilla;  e  dipoi  annotati  i  primi  Conventi  che  fondarono;  il  1  nella 
città  di  Lima,  il  2  in  quella  dì  Cuzco,  il  3  in  quella  di  Quito,  il  4  in  quella  di  Chuquiabo 
della  Paz,  il  5  in  quella  di  Truxillo,  il  6  in  quella  di  Chuquisaca;  narra  largamente  come  con 
mirabile  rapidità  si  diffondessero  e  moltiplicassero  ad  evangelizzare  in  quelle  immense  regioni; 
passando  inoltre  all'  Isole  di  Salomone,  alla  scoperta  delle  quali  non  poco  contribuirono  ;  e  cosi  al 
Paragual  e  al  Rio  de  la  Piata.  11  Cordoba  annovera  tutti  i  luoghi  e  i  popoli,  fra'  quali  a  mano  a 
mano  penetrarono  e  che  convertirono;  clie  sono  senza  (Ine;  e  cosi  pervennero  a  scoprire,  e  dipui 
animosamente  esplorarono  in  tutto  il  suo  corso  il  Maranon.  Essendo  questa  impresa  Francescana  affatto 
sconosciuta,  non  avendone  pubblicato  il  Cordoba  che  una  parte  (la  cui  opera  in  Italia  è  ignota),  o 
r  altra  rimanendo  inedita  nei  manoscritti  del  dottissimo  nostro  Padre  Tena,  che  si  conservano  nella 
Biblioteca  della  Reale  .\ccademia  di  storia  di  Madrid,  e  sono  continuazione  dell'opera  del  Cordoba; 
e  inoltre  avendosi  altri  usurpata  questa  gloria  che  spelta  esclusivamente  all'  Ordine  Francescano  ; 
crediamo  necessario  pubblicar  qui  questa  Relazione,  anche  essa  sconosciuta  ed  inedita,  del  Padre 
Laureano,  che  ebbe  molta  parte  nell'impresa:  tanto  viemmaggiormcnte ,  che  è  per  avventura,  come 
he  detto,  una  delle  migliori  scritture  spagnuole  di  questo  genere,  e  ricca  di  notizie  d' ogni  maniera 
delle  immense  regioni,  che  percorre  il  gigantesco  Qume  delle  Amazzoni  ;  liume  che  ognuno  sa  essere 
una  delle  più  grandi  meraviglie  della  Creazione. 

ADVERTIMIENTO   PARA    LOS  LECTORES 

«  Ne  escribo  està  relacion  por  que  la  crean  todos,  sino  para  que  la  crcan  mis  superiores,  y  creo  la 

crceran,  pues  el  dia  que  me  la  mandaron  escribir  me  dieron  conflanza  de  su  creencia.  Teniendo 

pues  credito  mis  Prelados  de  lo  que  dijere  aqui  y  de  las  nccesidades  espirituales  que  padecen  las 

inftnitas  almas,  que  vivcn  sin  Dios  en  Ios  parages  de  nuestros  descrubrimientos,  no  importa  que  Ios 

olros  no  la  crean,  que  si  cree  la  necesidad  del  menesteroso  el  que  ha  de  dar  el  remedio,  la  fé 

de  Ios  otros  no  hace  falla  para   nada.  En  estos  tiempos  veo  que  todos  Ios  apercebimientos  que 

hacen   Ios  que   escribcn  relaciones  de  cosas  extraordinarias  para  grangear  crédito  en   Ios   que 

han  de  leer  sus  escritos ,  no  persuaden  mas  que  una  ciega  incredulidad ,  nacida  de  la  demasiada 

afeetacion  en  buscar  credito  (que   la  afectacion  cuidadosa  suele   hacer  sospechosa  la  verdad),  o 

nacida  del  mal  esemplo  que  les  dieron  otros,  Ios  cuales  asegurando  que  unicamente  escribian  lo 

que  vieron  ,  nunca  se  vió  lo  que  escribieron  :  o  de  una  obstinacion  no  nacida  sino  naturai,  para 

no  creer  que  haya  en  otra  parte  lo  que  nunca  han  visto  en  su  tierra.  Lejisimo  andò  yo  de  mendigar 

esle  credito  de  la  cortesia  de  Ios  otros,  pues  si  me  mandaron  escribir  Ios  mismos  que  me  conocen 

dentro  de  casa,  ya  sabran  la  autoridad  que  puede  tener  mi  testimonio:  y  para  Ios  que  son  fuera 

de  casa  no  escribimos,  y  si  escribicramos ,  Ios  que  profesamos  vivir  sin  amor  proprio,  no  haccmos 

singun  reparo  en  no  ser  creidos ,  gozandonos  solamente  en  el  testimonio  de  nucstra  conciencia. 


270  LAUREANO 


HUEVO  DESCDBRIMIEXTO  DEL  MARANON  ANO  1631. 

•  Para  honra  y  gloria  de  Dios  Nacstro  Sefior  en  ci  ai!o  de  nucstra  salnd  1633  tSo,  ìos  Heli- 
giosos  de  la  Santa  Provincia  de  niiestro  Serafico  Padre  San  Francisco  del  Qoito  en  el  resmo  del 
Perù  de  las  Indias  occidentAles ,  dieron  principio  al  descubrimicnto  de  las  provincias  y  nadones 
de  Indios  infleles  quc  habitan  en  las  faldas  y  vcrtientcs  de  las  sierras  y  cordilleras  de  la  provin- 
cia del  Qiiito  y  de  las  de  Popayan,  de  los  Cuixos  y  Macas,  de  donde  nacen  y  tienen  sa  prìneipio 
murhos  caudalosos  rios,  principalmente  el  grande  Rio  de  Napo,  que  es  el  mayor  de  todos  km  qw 
pur  aquella  parte  se  han  deseubierto,  el  cual  corre  y  hace  su  curso  con  los  demas  que  entrali  en 
ci  drl  Ponicnto  bacia  donde  tienen  su  origen  del  Oriente,  {)or  un  lado  de  la  linea  equlnocial, 
npartandose  muy  poco  de  ella  bacia  la  Vanda  de  ci  Sur,  basta  entrar  en  el  Mar  Oceano,  comò  ade- 
lante  diromos.  Dlerou  principio  los  diclius  Religiosos  al  dicbo  descubrimicnto,  movidos  de  el  espirilo 
divino,  y  con  las  noticias  que  tuvioron  de  las  primeras  naciones  de  Gentiles  que  paeblan  aqnellos 
rios,  y  primoro  que  otras  las  del  rio  Putumayo,  corno  son  los  Zenos  y  Pecabas,  qne  alg^os  Es- 
panoles  vecinos  de  los  Sucumbios  di.'l  gobierno  de  Popayan  batnun  reconocido  ycomanicado,  andando 
I>or  aquellas  partes  buscando  Indios  cristianos  fugilivos  de  sus  encomiendas.  Movidos  pnes  de  el 
amor  de  Nuestro  Seflor  y  con  desco  de  la  propagacion  de  nnestra  santa  Fò  y  convention  de  aqneDa 
;;entilidad,  habiendo  lo  primcro  encomendado  muy  de  veras  a  Nuestro  Sefior  en  la  santa  oradon, 
ejercicio  muy  frecuentado  de  los  Siervos  de  Nuestro  Senor,  se  convincieron  y  concertaron  cineo  oom- 
paneros,  hijos  de  la  dicha  Provincia  y  de  los  Conventos  de  San  Pablo  y  de  la  Recoleocion  de  San 
Diego  de  Quito  ;  y  segun  y  corno  nuestro  Seraflco  Padre  San  Francisco  dispone  y  ordena  en  el 
ultimo  capitulo  de  su  evangelica  Regia,  pidieron  licencia  a  su  Prelado,  y  Ministro  Provincial,  que 
entonces  lo  era  el  Rev.  Padre  Fray  Fedro  Dorado,  el  cual  corno  tan  celoso  de  la  honra  de  Dk»,  de 
nuestra  sagrada  Religion  y  bien  de  las  almas,  les  conccdió  licencia,  y  su  bendlclon  con  grande 
gusto,  y  Consuelo  espiritual,  babiendo  lo  primero  tratado  y  conferido  con  los  SeSores  de  la  Real 
Audiencia  de  aquella  ciudad;  los  cuales  comò  tan  cristianos,  y  fleles  Ministros  de  sa  Magestad, 
en  su  real  nombro  aprobaron,  y  tenieron  por  bueno  aquel  santo  viage,  y  juntamente  aceptaron  d 
ufrecimiento  que  para  1(»  de  addante  hizo  li  Rev.  Padre  Provincial  de  su  persona,  y  de  los  Reli- 
giosos do  aquella  santa  Provincia  en  nombre  de  la  Religion  Serafica. 

•  Hespacliados  ya  con  provisiones  do  la  Real  Audiencia,  con  la  benedicion  de  Dios  y  de  sns 
Prolailos,  llevandoso  tras  si  los  c«»razonos  de  lo»;  Religiosos  sus  bermanos,  salieron  de  la  ciudad  de 
nuilii  a  los  ultiinos  ikl  nus  do  Ajroslo,  los  cine»»  Religiosos,  llamados  el  Padre  Fray  Francisco 
AnìjMiita,  (lomisario  y  ol  Padre  Fray  Lorenzo  Cararubia,  Sacerdotes,  y  los  Hermanos  Fray  Domingo 
Brilla,  Fray  IVdro  do  Mova  y  Fray  Pedro  P(?cador,  Logos,  ci  los  solos  sin  compania  de  soldados,  ni 
olra  ayuiia  «le  losla  lomponil ,  pursta  en  IMos  totia  su  ronflanza,  ol  cual  los  llevò  con  bien  a  la 
oiiidaii  do  Kcija.  m  la  pru\ lucia  ile  los  Sn('unil)ii»s ,  quo  ^!<l\  do  la  olra  vanda  de  la  corrtillera, 
Ilaria  el  Oriento,  distaneia  de  00  loguas  de  la  ciudad  do  (juito,  totlo  por  tierra  y  los  mas  de  elio 
por  niiiy  mal  oamiiio.  Rjen  rooihidi»s  fiieron  los  ohreros  del  Senor  de  los  vecinos  y  muradores  de  la 
eludali  df  Krija,  y  todos  eon  muelio  amor  los  liospedaron  y  regalaron  los  dias  quc  alti  estuvicron,  con- 
teiilÌNÌino-;  «h?  quo  lus  liijos  de  nuoslr»)  Padre  San  Frauoisoo  so  omploasen  en  tan  s^mto  ejercicio,  y 
se  nuiien/iuso  por  aquella  parlo  à  obrar  en  la  vina  del  Senor,  (|uc  ollos  mucbo  deseaban.  Acndieron 
todos  à  tratar  de  avìarlos  on  virtud  do  las  rodulas  quc  para  osto  llovaban,  y  movidos  del  amor 
di  Dios  pro\eyeronlos  laslantomonte  de  canoas,  Indios  romeros  y  lenguas,  y  algunos  cspanolcs  qne 
por  su  devocion  los  quisieron  seguir.  Kmbarcaronso  on  ol  puerto  que  llaman  de  la  Quebrada,  y 
na\ogando  [)or  ol  rio  llamado  Putumayo,  uno  de  los  (pie  ontran  en  el  grande  de  Napo,  y  tiene  su 
principio  on  la  provincia  de  los  Sucumbios  y  Moosa ,  gobierno  de  Popayan ,  llegaron  à  los  onoe 
dias  de  su  navogacion  a  una  provincia  do  Indios  llamados  Seilos  ,  poblada  su  tierra  firme  à  la  parte 
del  Norie,  no  muy  lojos  de  la  linea  e»piinociaL 

■  Con  mucbo  gusto  recibieron  los  naluralos  do  acpiella  provincia  a  los  Religiosos,  los  eoaies 
por  medio  de  las  lenguas  quo  llovaban  ,  los  dieron  razon  de  quienes  eran ,  y  a  lo  que  iban  à  su 
tierra,  ipie  ora  à  tratar  del  romedio  do  sus  almas.  Habiendo  oido  esto  y  entendidolo  bien,  los  Indioi 
Senos  mostrandose  agradocidos,  Uevaron  à  los  siorvos  de  Dios  a  sus  casas  que  tienen  algo  aparta- 
das  del  rio,  à  donde  les  dieron  una  on  quo  morasen  y  rogalaron  con  lo  que  pudieron.  Contento^ 
los  Religiosos  con  oste  buon  principio,  romenzaron  à  aprender  la  lengua  de  aquellos  Gentiles ,  y 


LAUREANO  271 


se  ocuparon  al  tiempo  que  con  ellos  estuvieron,  en  predicarles  y  darlcs  conocimiento  del  verdadero 
Dios  por  medio  del  interprete  ;  y  juntamente  bautìzaron  algunos  ninos  en  el  articolo  de  la  muerte, 
en  que  tuvieron  hecha  para  el  cielo,  hasta  que  obligados  de  la  necesidad  por  haberse  vuelto  los 
Espanoles  à  los  Sucumbios,  de  donde  habian  salldo  cn  su  compania,  y  tambien  huidosele  el  Indio 
interprete  de  lalengaa,  viendose  imposibilitados  de  poder  pasar  adelante  en  locomenzado,  aunque  no 
sin  dolor  de  sus  corazones,  dejaron  por  cntonces  el  evangelico  ejercicio  y  se  volvìeron  por  el  rio 
Putumayo  arriba,  por  donde  habian  bajado  à  la  ciudad  de  Ecìja  de  los  Sucumbios ,  con  mucho 
trabajo,  y  de  alli  pasaron  a  la  ciudad  de  Quito  à  dar  razon  de  Io  succdido ,  y  a  prcvcnirse  de 
mejor  disposicion  para  volver  à  conliauar  la  obra  de  el  Sefior  va  comenzada.  Este  fuè  el  primero 
descubrimiento  y  la  primora  cntrada,  quo  los  Religiosos  de  la  Provincia  de  Nucstro  Padre  San  Fran- 
cisco de  Quilo  hicieron  y  los  primeros  Minislros  de  Dios  que  en  aquellas  partcs  lan  remotas  plantaron 
el  arbol  de  de  la  santa  Cruz,  ofrecieron  a  Dios  el  santo  sacriflcio  de  la  Misa,  y  administraron  Sacra- 
mentos.  Y  si  no  se  les  hubiera  ido  el  Indio  interprete,  con  animo  estaban  los  sìervos  de  Dios 
de  no  dejar  de  la  mano  aquella  evangelica  obra  ;  mas  justos  son  sus  juicios.  En  llegando  a  su  casa 
el  miserable  interprete  huido  se  ahorcó  de  un  arbol  ;  y  si  este  no  fuè  castigo  de  Dios ,  à  lo  menos 
lo  parece. 

t  Habiendo  llegado  à  la  ciudad  de  Quito  los  ciuco  Religiosos,  muy  fatigados  del  largo  y  penoso 
ramino,  y  alguno  de  ellos  enfermo,  y  hecho  relacion  de  lo  sucedido  en  su  viage  A  sus  Prelados, 
y  a  la  Real  Audiencia,  à  pocos  dias  que  descansaron,  con  nnevas  fuerzas,  y  deseos  de  la  salvarion 
de  aquellas  pobres  almas  que  ya  habian  visto  y  esperimentado,  pidieron  para  continuar  su  comenzada 
obra  licencia  al  Reverendo  Provincial,  que  ya  lo  era  en  aquella  santa  Provincia  el  Reverendo 
Padre  Fray  Pedro  Hecerra,  el  cual  muy  gozoso  de  ver  el  fervoroso  animo  de  sus  hijos,  les  concedió 
la  licencia  que  pedian ,  habiendolo  ya  comunicado  con  los  Senores  de  Real  Audiencia,  que  todos  con 
buena  volontad  convinieron  en  que  se  continuase  aquella  santa  Mision  por  ser  mucho  del  servicit» 
de  Dios  y  de  su  Magestad;  y  para  elio  revalidaron  las  primeras  cedulas,  y  despacharon  à  los  Reli- 
giosos que  fueron  coatro,  llamados,  el  Padre  Fray  Lorenzo  Fernandez,  Comisario,  y  el  Padre  Fray 
Joan  Caycedo,  y  los  Hermanos  Fray  Domingo  Brispa  y  Fray  Pedro  Pecador.  Salieron  eslos  obreros 
del  Senior  segunda  vez  de  la  ciudad  de  Quito,  y  de  el  Convento  de  San  Pablo,  para  la  provinri.i 
de  los  Sucumbios,  a  los  ultimos  meses  del  ano  del  Seiìor  1635,  de  la  misma  suerte  y  nianera 
qne  salieron  los  primeros.  Habiendo  llegado  con  bien  a  la  ciudad  de  Ecija,  la  Justicia  y  vecinos 
de  ella,  recibieron  à  los  Religiosos  con  mucho  gusto,  y  en  breve  liempo  los  avìaron  y  proveyeron 
de  embarcaciones  y  de  buenas  lenguas  y  mas  cuatro  Espanoles  que  les  acompanasen.  Con  este  buen 
dcspacho  se  embarc^ron  los  siervos  de  Dios,  y  demas  compania  en  el  Rio  llamado  de  San  Miguel. 
uno  de  los  que  entran  cn  el  Putumayo,  por  donde  se  hizo  la  entrada  primcra.  Navegaron  [>or  è! 
en  busca  de  los  Indios  Senos,  donde  se  habia  ya  dado  principio  a  la  predicacion  del  santo  Evan- 
gelio, por  ser  aquella  provincia  conocida ,  muy  dilatada  y  de  mucha  gente ,  segun  los  Religiosos 
ya  habian  visto  y  enlendido. 

«  Al  cabo  de  ocho  dias  de  navegacion  llcgaron  à  reconocer  unas  poblaciones  de  Indios  llamadus 
Becabas,  poblados  al  parecer  de  Islas  que  bay  enlre  eslos  rios,  y  no  lantos  en  numero  corno  los 
Senos.  Y  por  parecerles  à  los  siervos  del  Scnor  cosa  conveniente  que  estos  Indios  por  estar  mas 
cerca  y  ser  mejor  gente  que  los  olros,  se  procurasen  reducir  primero,  tomaron  puerto  en  sus 
poblaciones,  y  ellos  los  recibieron  con  muestras  de  mucha  alegria,  y  agasajaron  en  sus  casas ,  acu- 
diendoles  con  el  sustento  necesario  y  juntamente  recibiendo  bien  su  predicacion  y  doclrina:  de 
lo  cual  dieron  muchas  gracias  à  Nueslro  Senor.  Con  grandes  esperanz<is  de  la  converslon  de  aquella 
gcntilìdad  estaban  los  siervos  del  Seiìor,  ocupandose  en  aprender  la  lengua  de  los  Indios  Becabas, 
y  en  instruirlos  en  los  mislerios  de  nuestra  santa  Fé  y  bautizar  los  niffos  que  morlan  y  tambien 
algunos  adultos,  habiendolos  primero  dispuesto  para  elio,  en  lo  cual  tuverion  muy  buenos  sucesos; 
caando  repentinamente  è  ignorando  la  causa,  dieron  en  el  pequeiìo  rebano  aquellos  crueles  barbaros 
instlgados  del  demonio,  y  con  sus  armas,  que  son  dardos  y  macanas,  los  hirieron  y  dejaron  muy 
maltratados  y  huyeron.  Fuè  Nueslro  Senor  servido  de  guardar  sin  lesion  a  uno  de  estos  sus  siervos 
para  que  curase  y  socorriese  à  los  demas  companeros,  lo  cual  hizo  c^n  mucha  caridad.  Habiendo 
pnes  considerado  este  repentino  suceso  los  ser\'Os  de  Dios ,  temiendo  que  los  Indios  volviesen  ^ 
acabarlos  de  matar,  asi  corno  estaban  camìnaron  para  el  rio  adonde  tenian  las  canoas,  procurando 
con  el  ayuda  de  Dios  guardar  sus  vidas  para  mejor  servirle.  Embarcaronse  luego  y  raminando 
por  el  rio  por  donde  habian  bajado,  Uegaron   aunque  con  mucha   incomodidad   y  trabajo  à  los 


->7^2 


LAUREANO 


Sucumbios  y  ciudad  de  Ecija,  a  donde  Ics  vccinos  de  ella,  lastimados  de  sus  trabajos,  los  cuidaitm  ood 
loda  caridad;  y  està  fuè  la  seguada  entrada  y  descubrim lento. 

Muy  aQijidos  estaban  ics  cuatro  companeros,  slervus  de  Dios,  viendo  al  parecer  frnitados  sos 
intentos ,  y  no  pudlondoles  sufrir  8us  corazones  ci  dejar  «quella  obra  de  la  mano ,  tnlarOD  de 
buscar  medlos  para  continuarla  ;  y  para  esto  habiendo  ya  mejorado  de  las  heridas  se  putleiOD , 
ci  Padre  Fray  Lorenzo  Fernandcz,  Comisario,  y  el  Hcrmano  Fray  Domingo  Brieva,  para  la  provineU 
de  los  Cofanes,  que  està  40  leguas  de  Ecija,  caminando  por  la  falda  de  la  cordlllera  basta  la  banda 
del  Sur:  y  el  Hcrmano  Fray  Fedro  Pecador,  dejando  al  Padre  Fray  Antonio  Gayccdo  cn  Ecym, 
partió  pani  Hocoa,  provincia  de  Popayan,  bacia  la  vanda  del  Norte,  en  busca  del  Gobcmador  de 
ella  à  darle  cuenta  del  estado  cn  que  estaba  la  obra  del  Senor,  y  à  pedlrle  ayuda  para  llevaria 
addante.  Lo  cual  no  les  fué  concedido  por  que  no  estaba  de  Dios,  sin  cuya  voluntad  nada  le  mueve. 
Vulviose  el  Hermano  Fr.  Fedro  FtHrador  a  los  Sucumbios,  a  donde  le  aguardaba  el  eompafiero. 
Y  considerandose  ya  despedidos  de  volver  à  entrar  en  la  provincia  de  los  SeDOs,que  era  lo  que  mas 
cuìdado  les  daba  por  su  disposicion,  determinaron  irse  el  Padre  Fray  Antonio  Gaycedo  i  laeuldad 
de  Quito,  comò  lo  hizo  por  el  camino  por  donde  habian  venido,  y  el  Hermano  Fray  Fedro  Pecador 
cn  seguimiento  de  su  Comisario,  à  los  Cofanes.  Habiendo  pues  llegado  el  Padre  Fray  Loienio 
Fcrnandez,  Comisario  y  ci  Hermano  Fray  Domingo  Brieva  à  la  ciudad  de  Alcali  del  Rio  del  Oro, 
\ìOT  otro  nombre  de  los  Cofanes,  los  recibiò  en  ella  y  cn  su  casa  el  Capitan  Gabriel  llachacim 
vecino  encomendero  y  unu  de  los  primeros  conquistadores -de  aquella  provincia  y  actual  Tenlente 
Cenerai  de  ella,  y  los  onru  y  regalò  con  mucho  amor  y  caridad,  basta  que  estuvieron  para  poncrse 
en  camino  para  la  ciudad  de  Quito,  para  donde  ses  particron  i>or  la  provincia  de  los  Qaijos  qve 
està  en  la  falda  de  los  cordilleras,  continuada  con  las  otras  que  ya  liemos  dicho,  i  dar  cuenla 
de  lo  sucedido  y  prontamente  tratar  lo  que  con  el  Teniente  Cenerai  de  los  Cofanes  babian  co- 
muuicado,  de  lo  cual  diremos  mas  adelaute.  LIegó  tambien  el  Hermano  Fray  Fedro  Pecador  i  la 
ciudad  de  Aicalà  y  a  la  casa  del  Capitan  Gabriel  Macliacon  y  sabido  comò  los  compaìleros  se 
babian  ido  ya  t\  ci  Quito,  aunque  tuvo  de  elio  algun  seniim lento  se  detuvo  alli  algunos  dìas, 
encomendando  a  Nucstro  Senor  su  obra  cn  la  santa  oracion  y  ordi  narios  ejercicios .  En  oste  tiempo , 
«'omunicando  con  el  Capitan  Gabriel  Machacon  y  otras  personas  que  alli  estaban,  akanió  i  saber 
comu  en  el  gran  rio  de  Napo  undaba  un  Capitan  Juan  de  Palacios,  con  una  compania  de  soldadus 
Kspafioles  é  Iiulios  amigus,  ocupados  por  urden  del  dicho  Teniente  General  en  buscar  y  reducir 
à  muctios  Indios  crislianos  huidos  de  las  Ericumiendas  de  atiuella  provincia ,  y  tamblcn  le  dieron 
notiria  de  ronio  en  el  rio  del  Napo  habia  niuolius  Indios  Gentiles;  todo  Io  cual  nioviò  al  aleno 
i\v.  Dios  a  quererlo  ver  pur  sus  ujos  untes  de  pasar  .i  Quito.  Y  poniendolo  en  esecucion,  pidió  al 
Capitan  y  Teniente  (ìeneral  lo  mandase  dar  avio  de  comer  y  gente  que  lo  llevase  adondc  estaba 
el  Capitan  Juan  de  Palacios  y  su  gente. 

•  De  muy  buena  gana  acudió  el  Capitan  Gabriel  Machacon  à  la  peticion  del  Hermano  Fray 
IVdri)  Pecador  y  con  loda  brevedad  Io  avió  de  io  necesario  y  lo  despachó  por  el  rio  de  Agnarìco, 
lianiado  de  ci  oro  por  haber  en  «'1  mucha  canlidad .  Habiendo  pues  navegado  por  él  bacia  atHyo 
sieti;  ù  odio  dias,  desenihocaron  en  el  gran  rio  de  Napo,  pur  el  cual  yendo  bacia  arriba  nevegaron 
ruatru  dias,  y  al  cabo  de  ellus  ilegaruu  à  un  siliu  llamado  del  Beai  de  Anele,  adonde  estaba  el 
Capitan  Juan  del  Palacios  cun  tod.i  su  gente.  Muchu  se  hulgaron  todos  con  la  Uegada  del  sieno 
de  Dios  à  aquelliis  partes,  donde  jamas  habia  llegado  otro  ningun  religioso.  Estimò  macho  el 
Cii[)itan  Juan  Palacios  la  llegada  del  Hermano  Fray  Fedro  Pecador,  que  fué  en  tiempo  que  tenia 
él  mucha  necesidad,  i>ur  que  de  la  mucha  gente  que  se  habia  reunido  asi  cristianos  corno  Indios, 
estaban  los  mas  enfermos  y  ncccsitados  de  remedio  espiritual  y  temporal.  Luego  comenzó  el  obrero 
del  Senor  a  trabajar  en  la  viììa,  curando  a  lus  enfermos,  para  lo  cual  le  dio  Nuestro  Scnor  particular 
gracia.  Rezabalus  y  ensetiabalus  la  Doctrina  Cristiana,  I)autizaba  los  niilos  que  estaban  para  morir, 
y  algunos  Indios  grandes  cateti uisandolus  firimero,  en  (pie  tuvu  el  siervo  de  Dios  muy  bnena 
cosecha.  Este  fué  el  priiner  Ueligiusu  de  nuestru  Padre  San  Francisco  y  de  la  Provincia  de  Qnilo, 
que  puso  los  piès  en  el  gran  rio  de  Napo,  llamado  por  otro  nombre  de  el  Maranon,  y  esle  es  d 
rio  tan  nombrado  y  el  que,  comò  dijimos,  tien  su  origen  y  principio  en  las  cordilleras  ccrcanas  a 
la  ciudad  de  Quito  (que  està  fundada  cerca  de  ellas,  medio  grado  de  la  linea  cqolnoeial  bacia 
el  Sur  ),  y  este  es  el  que  cantina  basta  entrar  en  ol  mar  Oceano  por  un  lado  de  la  linea,  aparlanduse 
muy  poco  de  ella  \ìot  la  vanda  del  Sur,  recogiendu  é  iticor|>urando  en  si  todas  las  aguas  que 
\iertiMi  las  cordilleras  del  Perù,  ({ue  corren  dcsdc  el  Nue\o  Keyno  de  Granada  casi  Nurte  Sv, 


LAUREANO  27;j 


hasU  la  Imperiai  de  Potosi,  y  tiene  de  longitud  mas  de  600  leguas»  y  este  es  finalmente  el  que 
tiene  desde  su  principio  basta  entrar  en  la  mar  1300  legaas  de  largo  y  de  ancho  unas  dos  ó  tres, 
y  en  partes  mas  y  en  partes  menos,  y  el  que  en  sus  primipios  es  muy  rico  de  oro,  y  en  lo  restante 
de  mnchas  almas,  criataras  de  Dios  necesitadas  de  remedio.  En  este  gran  rio  de  Napo  ó  Marafion 
y  en  ci  sitio  del  Beai  de  Anele  y  en  compaùia  del  Capitan  Juan  de  Palacios  y  toda  su  gente, 
dejaremos  por  ahora  al  Hcrmano  Fray  Predro  Pecador,  ocupado  en  sus  ejercicios  de  caridad  y 
puntualmente  tratando  de  reconocer  las  naciones  de  Infieles  que  habitan  en  sus  primeras  orillas, 
y  pararemos  à  la  ciudad  de  Quito  a  saber  de  la  llegada  de  el  Padre  Comisario  Fray  Lorenzo 
Fernandez  y  sus  compafieros. 

«  Grande  desconsuelo  causò  en  la  Santa  Provincia  de  Quito  la  vuelta  de  los  Religiosos,  que 
segando  ver  se  volvieron  de  la  segunda  mision  sin  haber  conseguido  lo  que  tanto  se  deseaba, 
si  bien  se  tempio  algo  el  justo  sentimiento  con  saber  que  el  Hermano  Fray  Pédro  Pecador  quedaba 
todavia,  comò  por  prenda  de  la  obra  y  que  no  se  habia  dejado  del  todo  de  la  mano  ;  y  lo  que 
mas  es  una  carta  que  el  Capitan  Gabriel  Machacon,  Teniente  General  de  la  provincia  de  los  Cofa- 
nes  (movido  de  los  fervorosos  deseos,  y  santo  celo  de  los  Religiosos,  que  en  su  casa  habia  tenido) 
escrìbiò  al  Reverendo  Padre  Provincial  Fray  Pedro  Becerra,  en  la  cual  se  ofrece  à  si  en  persona 
con  sus  soldados,  Indios  y  todo  lo  neccsario  al  gran  rio  de  Napo,  adonde  él  ya  babia  estado  otras 
veces,  y  tenia  de  paz  una  provincia  de  Indios  infieles  llamados  Abixiras,  de  los  cnales  tenia  buenas 
lenguas,  que  le  enviascn  Religiosos  que  predicasen  la  palabra  de  Dios  en  aquella  provincia  y  que 
él  los  acompaiiaria  con  su  gente,  y  ayudaria  cuanto  le  fuese  posible  para  que  aquelios  Gentiles 
vìDìesen  al  verdadero  conocimiento  de  su  Dios  y  Seilor.  Grande  cosa  fuè  aquesta  para  volver  à 
encender  los  corazones  de  los  siervos  del  Seiior,  que  parecia  haberse  refriado  con  los  sucesos  pasados. 
Y  sin  sufrir  mas  dilaciones,  luogo  se  trató  de  hacer  tercera  entrada,  tcniendose  por  mas  cierta  que 
las  dos  primeras,  por  ir  al  parecer  de  cosa  hecha.  Para  lo  cual  se  aprontaron  ciuco  Religiosos  hijos 
del  Convento  de  Recoleccion  de  San  Diego  de  la  ciudad  de  Quito,  llamados  el  Padre  Fray  Juan 
Calderon,  Comisario,  el  Padre  Fray  Laureano  de  la  Cruz  (  que  soy  yo) ,  y  los  Hermanos  Fray  Domingo 
Brieva,  Fray  Pedro  de  la  Cruz  y  Fray  Franciso  Pina  ;  los  cuales  con  la  bendicion  de  Dios  y  de  sus 
Prelados,  y  buenos  despachos  de  la  Real  Audiencia,  salieron  de  Quito  para  los  Cofanes  en  29  de 
dicìembre  de  1636  anos,  dia  de  Santo  Tomas  Cantuariense. 

•  Hay  desde  la  ciudad  de  Quito  a  la  de  Alcalà  de  los  Cofanes  mas  de  50  leguas  de  camino  por 
ticrra,  para  por  la  Cordillera  que  està  ocho  leguas  de  Quito,  y  por  la  Provincia  de  los  Quijos,  que 
se  sigue  luego  caminando  casi  siemprc  al  Oriente,  por  sierras  y  vailes  de  mucha  arboleda  y 
aspereza.  Hay  en  està  Provincia  de  los  Quijos  muchos  rios  muy  rapidos  que  corren  por  peSas  y 
se  pasan  algunos  por  puente^  de  maderas,  y  otros  por  unas  puentes  de  Bejucos  (que  son  comò 
maromas)  que  se  crian  entre  aquellas  arboledas ,  las  cuales  se  amarran  en  los  arboies  que  estan 
en  las  orillas  de  una  y  otra  vanda.  Las  unas  y  las  otras  se  pasan  con  trabajo  y  riezgo,  y  si  del 
todo  se  quilasen  se  haria  imposible  el  paso.  Habiendo  pucs  los  siervos  de  Nuestro  Senor  pasado 
por  estos  trabajosos  camìnos,  llegaron  con  bien  a 'la  ciudad  de  Alcalà,  donde  estaba  el  Capitan 
Gabriel  Machacon  a  cuyo  pedimento  hablan  ido ,  y  il  buen  caballero  y  la  demas  gente  de  el  lugar 
los  recibieron  con  grande  alegria,  hospedaron  y  rcgalaron  con  mucho  amor  y  caridad  ;  y  habiendo 
descansado  algunos  dias  y  en  ellos  tratado  y  conferido  sobre  la  entrada  a  la  provincia  de  los 
AbUiras,  se  determinò  que  fuesen  dos  Religiosos  al  rio  grande  de  Napo,  adonde  estaba  el  Capi- 
tan Juan  de  Palacios  para  que  enviase  canoas  y  gente  para  hacer  el  viage,  y  entretanto  se  hiciesen 
otras  nuevas,  y  se  previniesen  las  demas  cosas  necesarias,  comò  en  efecto  se  hizo.  Nombrò  para 
eslo  el  Padre  Comisario  Fray  Juan  Calderon  al  Hcrmano  Fr.  Domingo  Brieva  y  Fr.  Pedro  de  la 
Cruz,  y  para  que  de  camino  supiesen  del  Hermano  Fr.  Pedro  Pecador  (que  es  el  Religioso  que 
dejamos  en  compaiìia  del  Capitan  Palacios),  los  cuales  bien  aviados  por  el  Teniente  General,  con 
una  canoa  y  la  gente  neccsaria ,  se  embarcaron  en  el  rio  de  Aguanco ,  que  està  cerca  de  està 
ciudad  de  Alcalà,  y  caminando  por  el  bacia  abajo  ocho  dias,  desembocaron  en  el  grande  de  Napo, 
y  subiendo  por  él  bacia  arriba  cuatro  dias,  llegaron  à  el  Real  de  Anete,  adonde  hallaron  al  Capi- 
tan Juan  del  Palacios  y  su  gente  que  los  recibieron  con  mucho  gusto,  teniendo  à  buena  suerle 
ver  tan  a  menudo  Frailes  Franciscos  en  aquellas  partes,  y  mas  cuando  supieron  à  lo  que  iban  por 
las  cartas  que  llevaban,  y  orden  para  que  despachasen  canoas  à  los  Cofanes,  para  hacer  la  entrada 
à  los  Indios  Abixiras;  lo  cual  hizo  el  Capitan  dentro  de  pocos  dias,  aunque  no  enviò  tantas  cuantas 
eran  necesarias,  por  tracrlas  por  alla  ocupadas. 

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274  LAUREANO 


•  Qucdaron  cuii  el  (Capitan  Juan  ile  Pularii.»  1>j>  lios  Uoliglosus  y  con  su  genie  |Mn  baceriet 
compania,  y  para  ocuparsc  en  los  cjercicios  de  caridad  en  que  se  habia  ocupado  antes  el  HemuDO 
Fray  Pedro  Pecador.  De  quien  ya  es  tiempo  que  tratemi>s,  entretanto  que  las  canoas  y  gente  vu 
à  los  Cofanes,  que  tardaran  por  lo  menos  un  mes,  por  que  lo  que  se  camìna  en  un  dia  rio  abaju, 
se  anda  en  tres  rio  arriiKi,  por   ir  en  contra  de  las  eurrieutes.    ostando  el  Hermano  Fray  Pedro 
Pecador  en  el  sitio  de  Ancte  con  el  Capitan  Juan  de  Palacius  y  su  gente,  ocupado,  corno  j*»  lUilmus 
arriba,  supo  de  ci  dicho  Capitan  que  habia  pocos  dias  que  con  algunas  de  sus  canoas  y  gente  habia 
entrado  en  una  provincia  de  Indius  inlleles  Uaniadns  Icajnatex  (que  por  traer  el  cabello  largo  1» 
pusicron  nombre  de  Encnl)eIIados  > ,  y  que  habia  sentado  paces  con  ellos.  Esto  sabido  por  el  sienu 
de  Nuestro  Seilor,  le  rogò  lo  llevase  alla  para  verlos  y  la  disposiciun  de  la  tierra,  lo  que  hUo  de 
muy  buena  gana;  y  para  elio  mandò  aprestar   sus  canoas  y  la   gente  necesaria,  y  embarcandùsc 
todos  caminaron  por  el  gran  lUo  del  Napo  abajo  dos  dias,  y  dojaitdo  à  la  mano  isquierda  el  Riu 
de  Aguartes,  por  donde  habian  t>ajado,  que  es  à  la  vanda  ilei  Norte,  à  pocas  leguas  y  à  la  misma 
Vanda,  toraaron  puerto  en  los  EncalK'Ilados,  los  cuali.>s  salieron  luogo  à  recibir  al  Capitan  Juan  de    - 
Palacios,  y  i^l  Ics  dio  cuenta  da  quien  era  aquol  Padre,  con  la  lengua  que  llevaban.   El  sien'o  dt— - 
Nuestro  Senor,  viendo  la  docilidad  ile  quellos  (ìentiles,  y  los  muchos  que  alli  se  juntarun,  tratù  de~— 
darles  luz  del  verdadero  Dios  ])er  minilo  de   los  iuterpretes,  y  enseilandoles   un  santo  CmcìUjo    ^ 
hizo  que  todos  lo  adorasen,  y  otras  buenas  diligenci.is  en  ipie  >e  ocupò  dosde  que  alli  estavieron     ^ 
de  lo  cual  el  siervo  de  Dios  no  cabia  do  contento.  Despidieronso  de  los  Kncabellados  y  embarcandi 
en  sus  canoas,  caminaron  por  el    ;;rande  Hit)  Napo  arribi,  y  en  ihjcos   dias  Ilegaron  al'Real  d  - 
Aneto,  donde  el  Capitan  hizo    informaciones   con  los  de  su  compania  «le  la  buona   disposicion  <k. 
aquella  ])roviucia  y  gontos  Enealn^lladas,  y  con  ella>  y  sus  cartas  ])ara  la  Real  Audiencia,  desp 
chò  al  Hormano  Fray  Pedro,  el  culi  bion  aviad»>  saliò  do  Aneto  y  camino  por  el  gran  rio  de  Nar 
arriba  para  la  ciudad  de  Quito;  siendo  el  primero  Heligiosn  e  hijo  de  nuestro  Padre  San  Francisc^«^ 
quo  entrò  en  la  provincia  de  los  Encabellados,  y  que  na>egò  el  gran  rio  del  Napo  y  de  eJ  Marafic^  i 

•  Llegaron  las  canoas  y  gentos  despai^hadas  jior  el  Cipitan  Juan  de  Palaeios  à  la  ciudad  ^^-^ 
Alcalà  do  los  Cofanos,  con  sus  cartas  y  a>iso  de  b»  que  habia  pasado  en  los  Encal)elladcis ,  y  m^ 
romo  el  Hermann  Fray  Pedro  Pecador  era  ya  parlido  para  ouilo,  ciiandn  llegaron  à  Anele  "^  ^^ 
Hermanijs  Fray  Domingo  ttriova  y  Fray  Pedro  de  la  Ouz.  Macho  Consuelo  recibieron  el  Pacfl.  ■ 
Comisario  Fray  Juan  Calderon  y  sus  cnmpanoros  ron  istas  buenas  nuovas,  y  tratando  conelCa^^^i 
fan  (ìabriol  Machacon  quo  se  dispusiese  ci  >iage  quo  >a  era  tienipo,  dandole  para  elio  todaprm^«-.£ 
no  putlo  sor  pur  entouocs  p«»r  no  tener  sullrii.'iiii's  enibarcaciones ,  y  ostar  esperando  de  (>i.ai£4 
aignnas  cusa^  quo  i»ara  la  rntrada  habia  en>iailn  a  Imscar,  Nu  fu»''  posihle  detener  al  Padre  Comi- 
sario y  su>  coinpanenis  en  !(•>  Cufain-s,  y  a>i  pidieroii  al  Tenieiile  (ìeiuTal  que  les  dieso  avio  i^ar?' 
irse  al  rio  grande  de  Napn,  adontiti  eslaba  «  1  Capitan  Juan  de  Palarin>  y  demas  riiinpafiia,  y  «|1J»'' 
:illi  le  aguardarian  ha^la  que  baja>r  inmi  la  deina.s  ^'enle  para  lìacrr  la  eittrada.  Ili/ose  a>i  y  siti 
dar  lugar  a  mas  dilacioiies  se  aprestariJii  Ire^  ratina»  y  la  genie  nercsaria  de    lndio>  \    EspaTh^e.-^-* 

>   por  calli)  de  «llos  UH  >e<'ino  de  aqiieila  l'iudad  lianiado  Pedro  Iterniudr/..  Y  caminando  los  lìdi  — 
glosos  >   dtiuas  foiiipania  dos  dia>  pur  tierra,  ll«'giri'ii  al  juwrlo  de  la  Concepeion  del  rio  AguarJCi  •- 
en  dontle  e>lal)an  las  eain»a>,  eii  las  enale>  s«*  eiiiharearon.  y  na\egaiid<»  ri<»  abajo  desemlwrcan^» 
à  los  die/,  dia.s  en  il  grande  ili.-  Napn,  »•!  eual  v.i  va  por  aqnel  parage  lan  grande,  que  con  vM^ri».* 
nuieh»)  el  de  Agnarieo.  <'s  en  su  ei'nqìaraeii.m  ifn  pniurfn»  arn.ixo.    Por  él  arriba,    caminaron  \c^ 
>iervf)s  d»|  Seiì«jr  y  dema>  coniiiafHTos  nii  dia  de  ramin».».  y  llegaron   a  un  silio  llamado  el  Rcal 
de  San  FranciM-.j,  adonde  hahia   Iieeho  su    prinier  a>ieiito    el  Ca[»ilan  Juan  de    Palacios.   En  «le 
paragi'  se  delu\ieron  lo»;  Heligiosos  e»»n  r|  (^ipiian  Pedro  llerinu<l«'/y  demas  gente,  )  de.spacliarou 
una  canoa  al  Heal  de  Anele  con  a>iso  de  su  llr}:ada   jiara  el  Caiiltan  Palacios  y  companoros;  loy 
l'ual»'»  hajaron  luogo   muy  ronli'iilo»^,  y  haliieiidn  Decado  oiui  nuicha  alegrìa,  los  unos  y  los  olrus^ 
so  dieron  Ins  parabienes.  Alli  esiu\ieroii  juritos  unos  piu-os  de  dia**,  en    los  cuales  tratando  del», 
eutrada  de  los  Abiviras,  panciò  a  lo»  mas  de  acpjella  rompaHia  ser  mas  a  proi»osito  la  de  lo«  Ed- 
eabollatlos,  y  aunque  uose  determinò  nada    por  eiilonees,    pidiò   el    Padre  (ìomisario   Fray  Juai» 
Calderon  al  Capitan,   quo    pue»   (slahaii    de  spacio  >  la  pro>incìa  de  los  EncalH'llados  tan  cerca» 
gustarla  niucho  Ims  fueson  à  \er  entretanto  «pi»' el  Capitan  (Jabriel  Machacon  y  su  gente  bajabaa»- 
oste  ri<»  \  el  llermano  Frav  Pedro  Perailor  volsia  <ìe  Ouilo. 

«  Ojiieedieronlc  su  pelicion  al   Padre  Comisario,  y  habiendi»  primero  confosado  y  comulgaA-^^ 
todos,  se  hi/o  la  ontrada  en  los  F^ncal>ellados  ;  sienilo  esla  la  sogunda  que  hiccéron  los  KeUgid 


LAUREANO  H^ì 


de  Duestro  Padre  San  Francisco,  hijus  de  la  ciudad  de  Quilu,  y  los  quc  tercera  vcz  navegaron  el 
gran  Rio  de  Napo>  dcsde  su  puerto,  qua  es  el  de  Archidona,  basta  la  boca  del  rio  de  Aguarico, 
de  donde  comienzan  sus  poblaciones,  y  se  van  continuando  por  aquella  vanda  (quo  es  la  del  Norie) 
por  ei  gran  rio  de  Napo  abajo,  distancia  de  150  leguas,  entrando  aqui  la  provincia  quo  llaman 
de  los  Rumos,  quc  por  ser  toda  està  tierra  continuada  y  todos  estos  Gentiles  y  hablar  una  misma 
lengua,  se  pucdc  tener  loda  està  està  gente  por  una  misma  nacion.  Tiene  de  anchura  està  provincia 
treinta  leguas,  por  partes  mas,  y  por  partes  menos  :  confina  por  sus  espaldas  con  el  rio  Putumayo 
(de  qnien  ya  dijimos),  ci  cual  divide  està  nacion  de  la  de  los  Senos,  que  estan  à  la  o tra  orlila. 

«  La  Provincia  de  los  indios  Abixiras,  que  era  donde  habiamos  de  entrar,  està  poblada  en  el 
[^ran  rio  de  Napo ,  yendo  por  él  bacia  abajo ,  d  la  mano  derecha ,  quo  es  a  la  vanda  del  Sur ,  y 
tiene  su  principio  en  el  mismo  parage  que  la  de  los  Encabellados,  y  se  van  continuando  poblaciones 
por  mas  de  cincuenta  leguas,  dicen  que  es  provincia  de  mucba  gente.  Todas  estas  ticrras  son  llanas 
y  de  mucba  arboleda,  si  bien  donde  ellos  tienen  sus  casas,  que  seran  dos  ó  tres  leguas  apartadas 
de  ci  rio,  es  la  montana  mas  clara.  Sus  ploblaciones  estan  partidas  en  aldeillas  de  a  cualro ,  de 
a  seis  y  de  à  ocbo  casas,  y  en  cada  una  vive  uno  ó  dos  Indios  con  sus  mugeres  y  bijos.  Las 
aldeas  estaran  apartadas  las  unas  de  las  otras  un  cuarto  de  legna,  media  legna  y  una  legna.  Las 
casas  son  de  madera  y  cubiertas  de  palma  y  abiertas  todas.  Andan  todos  estos  Indios  desnudos, 
duermen  en  jamacas  y  sintentanse  de  maiz,  que  cogen  en  abundancia,  y  de  yucas,  que  son  unas 
raices  que  sierobran,  de  que  bacen  mucbo  Casabe,  y  de  chontaruras,  que  es  una  fruta  de  palmas 
que  ellos  cultivan;  y  estos  géneros  y  otros  semejantcs  que  bay  en  està  Provincia  le  sirven  de 
comida  y  de  bebida.  Tienen  miei  de  abejas  que  se  cria  en  los  buecos  de  los  arboles,  aunquc 
no  usan  de  la  cera.  Tienen  mucbo  pescado,  caza  de  monte  y  fruta  de  la  tierra.  Tienen  mucbo 
tabaco,  de  quc  todos  usan  tomandolo  en  humo.  Prometen  estas  tierras  cultivadas  otros  géneros, 
arroz,  cacao,  canas  dulces  y  bucn  algodon,  comò  ya  se  vido  alguno  de  que  usan  para  ceSirse  lus 
brazos  y  piemas,  con  unas  fajas  quc  las  Indias  hilan  y  tcscn,  y  dicen  bacen  esto  para  ser  ligeros 
y  fuertcs. 

«  A  los  14  dias  de  el  mes  de  Junio  de  1637,  tomaron  puerto  los  dos  Gapitanes,  con  lus 
Religiosos  y  demas  compania,  en  un  riachuelo  que  sale  de  la  provincia  de  los  Encabellados,  y  se 
lo  puso  por  nombre  Rio  de  Sant'  Antonio,  por  hàber  Ilegado  a  su  boca  el  dia  antes  que  fué  el  de 
hU  flcsta,  y  dicbo  Misa  en  aquel  parage,  quc  estarà  del  rio  de  Aguarico  20  leguas  mas  abajo. 
Tomose  alli  puerto  por  estar  cerca  las  casas  de  lus  Indios,  a  las  cuales  llcgó  la  compauia  cristiana, 
y  al  mimo  parage  adonde  ci  Capitan  Juan  de  Palacios  habia  cntrado  con  el  Hermano  Fray  Pedro 
Pccador.  Salieron  luego  los  Indios  muy  alegres  a  recibirlos,  y  fueron  viniendo  por  su  orden  de 
aguellas  aldeillas  primeras  en  cuadrillas  de  a  ocbo,  de  à  diez  y  de  à  doce,  con  algunas  mugeres 
y  muchacbos,  trayendo  todos  de  las  comidas  que  tenian,  y  palmas  en  las  manos  en  serial  de  la 
paz  que  tenian  asentada.  Dieronles  algunas  ninerias  con  que  fueron  muy  conlentus.  Estuvieron  en 
este  sitio  los  Gapitanes  y  demas  gente  tres  dias,  y  en  ellos  lus  Religiosos,  por  medio  de  las  Icnguas, 
predicaron  à  aquellos  Gentiles,  y  Ics  dieron  noticias  de  quienes  eran  y  de  comò  venian  à  ensenarles 
las  cosas  de  Dios  y  à  haccrlus  cristianos  si  ellos  quisiesen ,  y  quc  para  e^to  se  quedarian  con  elloe. 
Todos  respondieron  que  se  bolgaban  mucbo  y  que  se  quedasen  que  ellos  los  regalarian  y  acudirian 
à  lo  que  se  les  mandase.  Juntó  el  Padre  Gumisario  sus  compaiìeros,  y  babiendolo  consultado  con 
Dios  y  con  ellos,  se  determinò  que  se  (jucdasen,  puesto  que  se  habia  de  entrar  despucs  cuando 
el  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  vìniese,  en  lo  cual  no  se  puso  ninguna  duda.  Los  Gapitanes 
vinieron  en  elio,  aunque  con  algun  teraor  y  recelo,  y  dejando  a  los  Religiosos  solos  y  con  una 
India  lengua  para  interprete,  se  volvieron  a  salir  de  la  provincia  y  se  fueron  al  Real  de  San 
Francisco  y  al  de  Anele,  à  esperar  al  Gapilan  Gabriel  Machacon  y  al  Hermano  Fray  Pedro  Pecador, 
para  con  sus  venidas  determinar  lo  que  conviniese.  Alegres  y  contentos  en  el  Senor  se  quedaron 
los  siervus  de  Dios  entro  aquellos  lobos,  y  por  su  mansedumbre  ovejas,  so  ocuparon  en  el  ministerio 
evangelico  desde  17  de  Junio  basta  S6  de  Agosto  del  diclio  ano,  ocupandose  en  aprender  la  lengua 
de  los  Indios,  en  enseiiarles  à  rezar,  a  que  ellos  acudian  mal.  Guraban  los  enfermos,  bautizaban  los 
nìnos  y  procuraban  componer  las  disensioues  que  entro  ellos  se  ofrecian,  en  lo  cual  nada  gustaban 
por  la  mala  inclinacion  que  todos  tienen  à  pelear  y  a  matarse  unos  à  otros. 

•  Kn  oste  poco  tiempo  fuimos  reconociendo  algunas  aldeas,  yendo  con  las  duenos  de  ellas, 
y  asi  llamados  de  dos  en  dos,  yendo  unus  y  quedando  otros.  Hicieron  algunas  juntas  y  bailes  cele- 
brando nuestra  vcnida,  y  juntarianso  para  esto  de  cada  vez  de  300  à  iOO  Indios  en   unas  casas 


976  LAIUEANC» 


niuy  grandes,  quc  para  este  cfccto  tieiien  cun  muchos  bancos,  en  que  se  sientan  a  la  traza  ile  esciteli 
do  inuchai'hos .  En  estas  juntas  aunque  beben  de  sus  vinos  y  de  unas  aguas  que  cnecen  de  ratei 
no  se  embriagan,  ni  tal  cosa  vìmos  en  el  tiemivo  que  alli  estuvimos.  No  tienen  idolos  ni  adoncic 
ninguna;  mas  usan  de  algunas  hechiccrias ,  para  lo  cual  hay  entre  ellos  algunos  viejos  que  ce 
sus  embustes  engafìan  à  los  otros,  y  por  elio  les  tienen  algun  respetu.  Pero  obligacion  no 
tienen  à  nadie,  ni  entre  ellos  hay  principales,  ni  cabeza,  ni  gobierno  y  muy  poca  poHcia.  Tieni 
à  dos  nmgen^s,  y  algunos  a  mas ,  y  utros  hay  que  no  tienen  mas  de  una.  (juieren  muchisimo  a  si 
hijcts,  à  cuya  causa  se  crian  cun  mucha  libertad  y  desenvultura.  Conservamonos  con  està  gente  & 
bucna  paz  y  amistad  y  recibimos  ile  muchos  de  ellus  muy  buenas  cosas;  pero  otros  nos  dien 
mucho  è  merecer.  Dejemos  esto  en  este  estado,  y  pasemos  à  Quito,  à  sabcr  corno  le  va  de  desp 
cho  al  Hermano  Fray  Pedro  Pec.'idor. 

•  Uegò  el  siervo  del  SeHor  a  la  ciudad  de  Quito  y  fué  de  todos  bicn  recibido,  y  las  bnen 
noi^vas  que  llevò  fueron  do  mucho  consueto.  Tratò  luego  de  negociar  à  lo  (|ue  iba  con  toda  pri 
y  cuidado.  De  la  Orden  fuò  di?spacbado,  aunque  >a  la  Provincia  habia  dado  lus  Religiosus,  y  paes 
quc  no  se  podian  hacer  dos  entradas  a  un  tiempu,  i>or  no  haber  gente  y  disposicion  para  elli 
quc  se  hiciesc  la  entrada  con  los  quo  alla  va  estaban,  y  ({ue  si  despues  fnesen  menester  mas,  1 
asignarian,  avisando  de  elio.  De  la  Heal  Audiencia  le  fué  cnncedido  lo  que  pedia  ci  Capitan  Jn.' 
de  Palacios,  que  fuè  darle  permisu  para  que  entnise  cun  30  hombn*s  voluntarios  à  la  provincia  i 
los  Encabellados,  à  hacer  escolta,  y  a  asistir  à  los  Keligiosus  fque  enviaba  a  pedir),  para  que  cj 
seguridad  pudiesen  predicar  y  redimir  aquella  fientilidad  al  gremio  de  la  Iglesia;  y  para  elio 
nombraron  por  cabo  de  los  30  soldadus,  y  en  nnmbre  de  su  MagesUid  le  prometieron  hacer  merci 
de  socorro  y  ayuda  de  costas  si  fuese  necesario,  siendo  avisado  de  los  bucnos  progrcsos  de 
entrada  de  los  Encabellados.  Con  estos  buenos  dt^spachos  y  con  un  compaiiero  quc  el  Kevereni 
Padre  Provincial  Fray  Pedro  Bocerra  le  dio  para  que  le  ayudase,  Ilamado  Fray  Andrea  de  Tuied 
y  con  algunos  soldados,  que  àsudevocion,  y  [Kir  servir  à  Dins,  quisieron  arompafiarle  bien  pr 
vcidos  de  iKistimentos  y  demas  cosas  necessarias  para  el  ^ia^'e,  quo  los  devotos  de  la  ciudad 
(Juitocon  iiberalidad  le  ofrecieron  de  limosna,  salió  de  la  dicha  ciudad  el  Hermano  Fray  Pedro  Pecad 
para  los  Quijo<<,  adonde  (amhiru  nìò  algunos  de\otos  que  de  buena  voluntad  quisieron  acompan 
à  los  .»«iervos  de  Nueslro  Seilor.  Y  con  ellos  y  los  demns,  tndos  juntos,  se  embarcaron  en  el  Rio  i 
Avila,  y  por  «'l  salieron  al  grande  de  Napo  en  las  rannns  y  con  la  gente  qne  los  Enconicnden 
iìr  a'iiii'Ila  Provincia  dìeron  de  muy  huena  gana,  sin  otro  interes  fjue  el  servicio  de  Dios.  Cimi 
uaron  Io^  sìitvos  de  Nuestro  Srfiur  con  este  ;H'<>inp.-tnauiiento  pur  el  gran  rio  de  Napi»  abajo  yw 
jiMii»)  dia»*  llr^raron  al  lU-al  d«'  Anele,  donde  hallarun  al  C*.»pitan  Juan  del  Palacios  n)n  su  gente 
»1  iMJ.il  Ii»s  pribiò  ct»n  grande  alcgria  y  muy  ronifiit.»  r.ui  t-l  bui'U  «lesparliD  «pie  el  Hermano  Fraj 
VitUo  pi'radnr  le  traia ,  se  tratò  liu'go  fon  loda  la  prcslrza  de  liafcr  la  entrada,  y  mas  ciuod* 
"Upi'Ton  los  Ti'cWu  llegados  corno  i^l  Padn>  Fray  Juan  Calderon,  C<»misario,  y  sus  «'ompaiirn^ 
liatjim  (pnilailii  s«)los  en  los  Kn<.*alM.'llad«»>.  Numbrò  ri  Capitan  Palarios  los  «itlfiales  necesarios,  v 
aju-tandu  «1  riumerii  de  Ims  trcinta  soldatios  dr  su  romisimi  con  algunos  «io  b)s  quir  tenia,  prc- 
\i'nidas  va  las  embarracioiies  y  niny  bien  aviadns,  suliiiron  con  mu>  buenos  a  bentos  del  RealJf 
Ain'ti',  y  «•aniinaiido  por  ri  gran  rii»  «li'  Napo  ahajn,  llrj:ariin  al  Rral  «le  San  Francisco,  à  lajonb 
di"  .Vguaririi,  a  dDndi' liallaron  al  Capitan  (Gabriel  Marhacoii,  Teiiifnt»*  (Jenenil  de  los  C'»fanes,  qih 
liabia  bajado  )»ara  hacer  lo  enirada  a  la  pro\inria  de  los  Abi\iras,  corno  lo  habia  prometido,  ma? 
viendo  la  buena  disposicinn  cnn  qm*  se  iba  a  |i»s  Kru'alH'llados,  y  que  ya  estaban  alla  lt»s  Religioso^ 
rlcjando  su  entrada  para  mejor  orasion,  si  se  ofrccicse  a<lelanle,  despidiendose  de  tod«>s  se  vubi' 
à  los  Cofanes  pi>r  v\  Hio  Aguari'-o  pnr  dundo  habia  bajado. 

•  Prnsiguit?ron  el  C^iftitan  Juan  d«'  Palarids  y  «Irnias  com[)aneros  su  viage  por  el  gran  de  Nap 
abajo,  y  al  dia  siguientf  llrgaron  al  pm^rio  de  San  Aiil«»nio  de  los  Encabellados,  durmieron  ali 
aipiclla  norlic  y  fi  otro  dia  qur  fu»'*  2r»  de  Viinsto  del  diebo  afit) ,  entraron  por  el  camino  qo 
siempre,  y  llegaron  à  la  aidea  donde  los  Ueligjosos  estaban  juntos,  corno  li >s  habian  dejado  aanqu 
enfernios.  Crande  fuè  r\  re;,'ocijo  «le  lus  nnos  y  de  los  Miri».s  dando  gracias  à  Nueslro  S«ilur.  IKscn 
terraron  Ins  ornamenlos,  que  Ims  sier\os  <le  IHus  babìan  enterrado  muchos  dias  habia  y  guarditoi 
de  bajo  de  tierra  por  lemor  <le  que  los  Inditis  Eiirab«llados,  qn«'  son  muy  atrevidos,  no  se  los  quitasci 
V  profanasen.  hijeron  Mlsa  y  ofrecieron  el  santo  Saerìneio  a  Dios  Nuestn>  Sefior  en  hacimienlo  d» 
gracias,  y  por  los  buenos  sucesos  de  aquella  e«inversion.  Fuè  niurha  la  gente  que  à  la  veoidi  de 
(j,q»itan  se  juntò  de  todas  partes  por  verle,  y  por  locar  algo  de  lu  «tue  traia  que  darlos,  conio  avalorio: 


LAUREANO  277 


y   c2«js<^abelas,  de  que  son  muy  amigos;  cuchiUos  y  herramicntas  que  Ics   fué  poco  à  poco  repar- 

liencl43.  En  està  aldca,  qiic  era  pequeìia  cstuvicron  cuatro  dias,  y  por  no  scr  sitio  acomodado  para 

tantat    g^nte,  se  mudaron  de  alli  una  legna  d  otra  aidea  mayor,  de  mas  casas  y  mejor  silio.  AHI 

se   Uì:ko  palenque  y  parcciendolcs  a  loda  està  compania  ser  aquella  provincia  y  tierra  de  considc- 

racioKB*  de  comun  conformidad,  y  con  animo  de  no  desampararla,  tornò  el  Capitan  Juan  de  Pala- 

cìos     y  la  demas  compania  posecion  de  ella  en  nombro  de  su  Magestad  (que  Dios  guarde)  y  los 

Beli^^csos  en  nombre  de  la  Santa  Madre  Iglesia,  con  las  ceremonias  acostumbradas ,  y  con  muy 

guerci  regocijo,  y  pusieron  por  nombre  a  este  lugar  la  Giudad  de  San  Diego  de  Alcalà.  Los  Reli- 

gìuso^  no  cesaron  de  hacer  lo  posible  con  los  Indios,  aunque  por  ser  tantos  los  que  entraban  y 

sali&.n    en  el  Beai,  y  grande  el  ruido  que  hacian,  no  se  bacia  Io  que  se  quisiera.  Asi  se  pasaron 

algunos  dias  esperando  mejor  disposicion,  asi  de  salud,  corno  de  ci  poner  en  orden  las  cosas  de 

aquella  conversion.  Quando  por  muertc  de  un  vecino  de  la  ciudad  de  Avila,  llamado  el  Capitan 

Juan     de  Aguilar,  los  deudos  y  amigos  que  alti  (^staban  (o  por  que  no  hubo  orden  de  cojer  luogo 

de  cootado  mucho  oro)  trataron  de  voi  verse   à  sus  casas  à  los  Quijos.   Procuraron  los  Religiosos 

«livertir  està  dcterminacion  y  no  fuò  posible.  ni  el  Capitan  Juan  de  Paiacios  los  pudo  detener,  que 

osto    haccn  hombres  volunlarios.  Salierionse  de  la  provincia  y  llevaronsc  consigo  los  Indios  amigos 

que   Iiabian  traido,  y  en  verdad  que  hicieron  falla  los  unos  ylosotros.  El  Padre   Comisario  Fray 

Juaiì    Calderon  y  el  Hcrmano  Fray  Pedro  de  la  Cruz,  tambicn  se  salieron  con  eslos  hombres,  por 

eslar  onfermos,  y  unos  y  otros  se  fueron  por  los  Quijos,  dejando  bien  aflijidos  a  los  demas  que  por 

ser  i>ocos  recelaban  lo  que  despues  sucediò.  Acordose  que  para  remediar  està  necesidad  funse  à 

Quil4>    el   Hermano  Fray  Pedro  Pecador  à  dar  cuenta  de  los  hechos,  y  pedir  socorro  à  la  Real  Au- 

diencia..    Lo  cual  el  siervo  de  Dios  hizo  de  muy  buena  gaua,  y   se  partiò  con  los   demas  luego, 

dcjancto    con  su  Ida  algo  consolados  a  los  que  quedabamos,  esperando  en  Nueslro  Seiìor  que  por 

oste  vneclio  nos  vendria  socorro  y  no  se  malograrian  tan  buenos  principios. 

«   Por  lo  ausencia  de  el  Padre  Fray  Juan  Calderon,  sucedió  en  la  Comisaria  el  Padre  Fray  Lau- 
reano   de  la  Cruz  (que  soy  yo.)  Quedaronse  en  mi  compafiia  los  Hermanos  Fray  Domingo  de  Brieva 
y  Fray    Francisco  de  Pina  y  Fray  Andres  de  Toledo,  quedando  el  Capitan  Juan  de  Paiacios  con  18 
soldados  y  cosa  de  60  Indios  y  alguna  chusma.  Procuramos  lo  posible  conservarnos  en  buena  paz 
con  los   Indios  Encabellados.  Acudieron  comò  de  antes  a  los  ejercicios  ordinarios  y  procurabamos 
que  todos  estuviesen  consolados.    Diole  gana  al  Capitan  Paiacios  de  que  nos  mudasemos   de  este 
sitìo    i.  QifQ  mejor  y  mas  cerca  de  el  rio  por  las  canoas  y  por  la  pesqueria;  hizose  asi  (que  no 
debiera)   y  mudados,  en  pocos  dias  se  mudaron  tambien  los  Indios  con  algunos  agravios  que  les 
hicieron  que  aunque  à  nosotros  no  nos  parecian  grandes,  para  ellos  si  lo  eran ,  por  ser  gente  tan 
hìdal^-^   que  aun  de  sus  mismos  hermanos  no  sufren  un  papirote.  Fueronse  retirando  y  ya  no  vc- 
nian    a.  vemos  ni  traian  el  sustento  corno  soUan,  lo  cual  tuvìmos  a  novedad  y  novedad  de  mucho 
cuidado.  Encomendamoslo  a  Nucstro  Senor  y  cada  dia  esperabamos  el  golpe,  coando  el  dia  de  Santa 
Bngìfia  4  8  de  octubre  del  1637,  tuvimos  aviso  que  los  Encabellados  venian  de  mano  armada  sobre 
nosotros.  Inquietose  la  gente  con  està  nueva  y  trataron  de  prevenirse  con  sus  armas,  mas  el  Capitan, 
mas   Valeroso  que  prudente,  hizo  que  se  quietasen  todos  y  que  no  tavicsen  miedo.  Estando  en  està 
qniet\id,  aunque  no  sin  recelos,  dentro  de  media  bora  tocaron  a  rebato  y  dieron  sobre  nosotros 
tantos   Indios,  que  fuè  misericordia  de  Dios  no  acabarnos  à  todos.  El  Capitan  con  su  acostumbrado 
corale,  ^on  solo  espada  y  rodela,  embistió  él  y  dos  companeros  con  los  Encabellados  que  le  cogieron 
por  ^ciu^iiii  parte  y  haciendo  ricia  en  ellos,  los  fuè  siguendo  y  a  pocos  pasos  se  hallo  cercado  de 
^^^   Srande  emboscada ,  que  matandole  y  haciendole  pedazos  se  lo  llevaron .  Los  demas  soldados 
con   I03  j^f^bnces,  dieron  una  rociada  al  enemigo,  con  que  matandoles  algunos  hicieron  retirar  a 
los  Qeinas.  A  este  mismo  tiempo  se  nos  cayò  un  fuerte  de  madera  que  se  estaba  haciendo,  con  el 
P^*^    ^e  la  gente  que  se  subló  en  él,  y  de  este  trabajo  y  de  la  pelea  quedamos  muchos  lastimados  y 
nendos,  fio  murió  mas  que  el  Capitan,  que  nos  lastìmó  mucho,  y  una  India  que  la  mataron  los 
1^^^   de  el  fuerte.  Los  heridos  se  curaron ,  y  con  alguna  mejoria,  al  tercero  dia  nos  salimos  todos 
^^   ^aito  trabajo  y  riesgo  al  puerto  donde  estaban  las  canoas ,  y  embarcandonos  en  ellas  salimos 
a  i^^estro  gran  rio  à  una  isla  que  alli  cerca  estaba,  à  esperar  al  Padre  Fray  Pedro  Pecador  y  el 
»<*^»^^  que  habla  ido  é  buscar. 

<  Puestos  ya  en  salvo  y  dado  gpacias  àNuestro  Senor,  tratamos  de  imos  al  Real  de  Anete,  por 

^^  ^o]or  sitio  y  tener  aJlì  casas  y  que  comer,  lo  cual  no  habia  en  la  isla.  Estando  ya  para  par- 

*  Salieron  unos  de  aquellos  soldados  con  una  novedad  que  me  causò  mucho  cuidado;  y  faé  el 


278  LAUREANO 


caso,  que  entre  cllos  cstaba  un  Portugues,  llamado  Francisco  Heroandez,  marinerò  que  decia  haber 
estado  en  ci  Gran  Para,  alla  por  la  costa  del  Brasil,  y  que  nuestro  rio  de  Napo  iba  sin  dada  à 
salir  a  aqnellas  partes,  y  que  estando  alla  habia  tenido  notìcias  que  en  medio  de  aqaellos  relnos 
estaba  el  Dorado  y  la  casa  de  ci  Sol,  y  que  si  bajasen  por  nuestro  rio  darian  en  aqnellas  gnm- 
dezas;  con  lo  cual  inclinò  los  animos  de  algunos  codiciosos.  Yo  procure  cuanto  pnde  divertirle», 
y  para  evitar  los  pcligros  à  que  se  querian  arrojar,  hice  aqucUa  noche  cuando  todos  dormian, 
que  un  soldado  echase  por  el  rio  abajo  una  canoa  grande  que  teniamos  ;  y  asi  se  hizo ,  con  que 
otro  dia  por  fallar  la  canoa  grande  cn  que  los  soldados  se  querian  ir,  se  tempio  algo  su  determi- 
cion.  Mas  no  parò  en  esto  ni  fuò  posible  ci  detencrlos,  antes  conviniendose  i:eis  de  ellos,  aprestaron 
otra  canoa,  aunque  pequcna,  y  con  dos  Indios  que  las  dieron  se  aviaron  para  irse.  El  Hermano 
Fray  Domingo  de  Brieva  y  Fray  Andres  de  Toledo,  con  mejor  espiritu  y  mas  animo  que  el  mio, 
movidos  de  las  noticias  que  les  habian  dado  de  muchas  naciones  de  Gcntiles  que  habia  en  nuestro 
rio  de  Napo  o  del  Marailon  abajo ,  ballando  està  ocasion  no  la  quisieron  perder.  Y  aprovechandose 
de  una  clausula  de  nuestra  patente  en  que  ci  Reverendo  Padre  Provincial  ordenaba  que  los  Beli- 
gìosos  de  la  Mision  que  quisiescn  salirse  a  Quito  se  saliesen,  y  los  que  quisiesen  qnedar  se  que- 
dasen,  con  la  bendicion  de  Dios  y  grandcs  espcranzas  del  descubrimiento  de  aquellas  naciones  y  sv 
conversion,  partieron  por  Rio  grande,  rio  abajo,  à  17  de  octubre  del  dicho  ano,  vispera  del  Evan- 
gelista  San  Lucas,  con  los  scis  soldados  y  dos  Indios  cn  la  canoa  pequena.  Acompaiiemos  i  los 
siervos  de  Nuestro  Scìior,  y  despues  subiremos  el  rio  arrìba  para  el  Real  de  Anete. 

«  Caminan  pues  los  dos  Religiosos  por  el  gran  rio  de  Napo  o  Maranon,  juntos  con  sus  com- 
paneros,  y  al  segundo  dia  de  navegacion  hallaron  en  una  playa  la  canoa  grande  que  yo  hice  echar 
por  el  rio  abajo.  Embarcaronse  en  ella  dejando  la  otra  que  llevaban,  y  prosiguieron  su  viage. 
Huyeronseles  luegq  los  dos  Indios  que  Ics  habian  dado  ;  y  ellos  solos  y  bien  desprevenldos  pasaron 
<idelante  en  prosecucion  de  su  descubrimiento.  Ya  habian  caminado  los  siervos  de  Dios  200  legnas 
sin  ver  gente  ninguna  (por  estar  poblados  los  Gcntiles  que  por  alli  bay,  apartados  de  el  rio),  cuando 
Uegaron  à  la  provincia  de  las  Omaguas  (  de  quicn  despues  diremos  ) ,  adonde  fueron  proveidos  de 
mantenimientos  de  que  iban  muy  necesitados.  Fueron  continuando  su  viage,  reconociendo  las  pobla- 
ciones  de  Gcntiles,  y  pasando  addante  sin  estorvo  ni  contradiccion  alguna.  Cerca  de  las  conqui^tas 
de  Portugal  (sin  haber  hallado  Dorado  alguno  ni  la  casa  del  Sol)  Uegaron  a  una  provincia  que 
llaman  de  los  Rapajosos,  adonde  sus  moradores  codiciosos  y  atrevidos  desnudaron  4  los  pobres  y  h» 
quitaron  Io  poco  que  llevaban  ;  de  està  manera  prosiquieron  su  viage,  basta  que  pocas  leguas  de 
alli,  al  cabo  de  tres  meses  que  habian  navegado,  Uegaron  à  una  plaza  de  Portugueses  que  se  Uama 
Gurupa,  que  cs  la  primcra  de  sus  poblaciones  y  la  que  està  mas  cerca  de  donde  dcsemboca  nae- 
stro  gran  rio  en  el  Mar.  AHI  fueron  muy  bien  rccibidos,  y  el  Capitan  mayor  de  aquella  plaza, 
llamado  Juan  Pereira  de  Caceres,  persona  de  mucha  caridad,  los  hizo  vestir  a  todos  y  regalarlos.  V 
para  memoria  de  este  descubrimiento ,  casi  milagroso  de  aquellos  siervos  de  Dios ,  mandò  que  se 
sacase  fucra  de  el  agua  aquella  canoa  cn  quo  habian  vcnido  y  se  pusicse  junto  à  la  Iglesia.  Ku 
fuè  posible,  aunque  con  mucha  gente  se  trabajò  para  sacarla,  y  asi  se  quedò  en  aquella  misma 
adonde  tomarun  puertu.  Contare  otro  prodìgio  y  misericordia  de  Dios- que  les  sucediò  navegando 
el  rio  abajo ,  y  fuè  que  se  Ics  abrìó  la  canoa  à  la  larga  de  popa  à  proa  (  que  aunque  era  nueva 
era  de  madera  debil),  con  lo  cual  todos  se  vieron  muy  afligidos  y  desconsolados.  Tomo  entooces 
uno  de  los  Religiosos  con  gran  fò  un  poco  de  lodo,  y  en  nombre  do  la  Santisima  Trinidad  pasu 
con  él  la  mano  por  la  rolura  de  la  canoa,  y  luego  al  punto  se  ccrrò  comò  estaba  de  antes,  con 
que  dando  gracias  à  Dio  hicìeron  su  viage  à  salvamento.  Despues  de  haber  estado  descansando  y 
reformandose  cn  aquella  plaza  de  el  Curupa ,  el  buen  Capitan  mayor  les  avió  y  despacbó  à  la 
ciudad  del  Gran  Para,  dcsde  donde  los  enviaron  à  la  de  San  Luis  de  Maranon ,  adonde  estaba  fi 
Gobernador  de  aquel  estado,  que  enlonccs  lo  era  Jacome  Raymando  de  Norefia. 

«  Llegados  que  fueron  los  Ilermanos  Fray  Domingo  de  Brieva  y  Fray  Andres  de  Toledo  y  te 
scis  soldados  sus  companeros  a  la  ciudad  do  Maranon,  el  Gobernador  de  ella  Jes  bizo  machas 
caricias ,  y  los  agasajó  y  regalò  con  mucho  amor.  Sabido  ya  de  donde  venian  y  de  qué  manera  y  sos 
buenos  intentos,  tratò  luego  de  poncr  en  esecucion  unas  Reales  cédulas  que  tenia  de  su  Mageitad 
(que  Dios  guarde),  cn  que  le  mandaba  descubriese  aquel  gran  rio,  que  por  alli  llamaban  de  bs 
Amazonas,  por  las  grandcs  noticias  que  de  él  se  tenian.  Despachò  primero  al  Hermano  Fray  Andrei 
(le  Toledo  A  Espana  con  sus  rnrlas  y  aviso  de  la  llcgada  de  aquellos  siervos  de  Dios,  de  eomo 
quedaba  aprestada  una  armaila  para  despachurla  con  el  Hermano   Fray  Domingo  Brieva  por  el 


LAUREANO  279 


rio  por  donde  habia  bajado  ,  para  qiic  so  viesc  mas  despacio  y  reconociescn  las  naciones  de 
Genliles  y  lodas  las  dcmas  cosas  que  en  aqiiel  gran  rio  vicse  digno  de  adverlencia,  para  dar 
cnenta  de  lodo  à  su  Magestad  y  a  su  Real  Consejo .  El  Hermanu  Fray  Andres  de  Toledo  se  embarcó 
para  Lisboa  y  de  alli  paso  a  està  Corte,  y  habiendo  camplido  con  su  legacìa,  se  quedó  en  Espafia. 
JSi  Hermano  Fray  Domingo  Brieva  quedó  en  la  ciudad  de  ci  Maranon  para  ser  guia  y  norte  de  la 
annada  que  ya  se  cslaba  aprestando  con  toda  consideracion ,  por  ser  el  viage  largo  y  diftcultoso  y 
no  haber  de  parar  de  alli  basta  llegar  a  Quito,  corno  addante  diremos.  Abora  dejemos  esto  en  estc 
estado,  y  volvamos  à  las  ìslas  de  lor  Encabellados  en  busca  de  los  companeros  que  alla  quedaron 
de  partida  para  el  Real  de  Anetc. 

«  Quedaron  en  aqucllas  playas  el  Padre  Fray  Laureano  de  la  Cruz  y  el  Hermano  Fray  Francisco 
de  Pina  con  la  poca  gente  que  habia  quedado,  no  con  pequefio  cuidado  por  los  compaHeros  que 
iban  navegando  ci  rio  abajo.  Enconiendaronlo  lodo  à  Nuestro  Senor,  y  fueron  subiendo  por  el  rio 
de  Napo  arriba  para  el  Real  de  Anele.  A  poco  camino  andado,  los  Indios  amigos  que  eran  del 
Capitan  difunto,  y  otros  mas  que  tcnian  cogidus,  se  fueron  huyendo  y  llcvandose  las  canoas,  de 
tal  suerte  que  vinimos  à  quedar  solos  diez  Espaiìoles,  nosotros  los  dos  Religiosos,  con  no  mas  do 
Ires  Indios  y  algunas  Indias  y  mucliachos,  y  con  sola  una  canoa,  y  esa  vicja  y  quebrada.  Diose 
ordcu  que  fuesemos  en  està  embarcacion  los  Heligiosos,  cualro  Espanoles  y  lus  tres  Indios  con  sus 
mugeres  para  remar,  y  la  demas  gente  marchar  por  licrra.  Hizose  asi  y  fuimos  caminando  con 
mucho  trabajo  los  unos  y  los  otros,  y  tardamos  en  llegar  al  Real  de  Anele  mas  de  Ireinta  dias, 
sicndo  camino  de  seis.  Sustentonos  Nuestro  Sefior  lodo  cste  liempo  con  huevos  de  lortugas  (juc 
hallabamos  por  aquellas  playas,  y  con  algunos  pescadillos,  con  frutas  del  monte  y  cogollos  de  palmas, 
que  con  trabajo  se  buscaban.  Llegados  que  fuimos  al  sitio  de  Anele,  hallamos  alli  mucho  maiz, 
yuca,  plàtanos  y  patatas  que  comer,  y  casas  en  que  alvergarnos  y  descansar.  Dentro  de  pocos  dias  nos 
Ilegó  una  canoa  de  los  Quijos  con  un  Donado  que  nosotros  habiamos  despachado  de  los  Encabellados 
para  Quito,  cuando  nos  quedamos  solos,  con  aviso  de  nuestra  entrada,  y  venia  de  vuelta  en  busca 
noestra  con  muy  buen  socorro  de  bastimento  y  cosas  de  que  teniamos  necessidad,  que  el  Reverendo 
Padre  Provincial  y  personas  devotas  nos  enviaban  de  Quito.  De  cste  Donado  supimos  comò  el 
Padre  Fray  Juan  Calderon  y  su  companero,  enfermos  pasaron  à  Quito  à  curarse  y  que  el  Hermano 
Fray  Pedro  Pecador  habia  ido  mucho  delanle  à  buscar  el  socorro  y  dar  cuenta  de  comò  quedabamos 
en  los  Encabellados  muy  necesitados.  Recibimos  està  caridad  y  despachamos  luego  el  mismo 
Donado  en  la  propia  canoa  à  dar  aviso  de  la  muerte  del  Capitan  Juan  de  Palacios,  de  la  salida 
que  hicimos,  de  corno  los  demas  companeros  fueron  el  rio  abajo,  de  comò  se  huyeron  los  Indios, 
y  que  nosotros  con  aquclla  poca  gente  aguardabamos  alli  la  resolucion  de  Quito.  Partiose  el 
hermano  Donado  y  antes  de  llegar  al  puerto  de  Avila  en  los  Quijos  encontró  tres  canoas  bien 
aviadas,  que  el  Teniente  de  aquella  ciudad,  llamado  el  Capitan  Lanzobcja  despachaba  à  buscarnos, 
porque  tuvo  aviso  de  lodo  lo  ya  refendo  por  un  mozo  y  dos  Indios  de  nuestra  compania,  que 
partieron  para  Avila  en  una  canoilla,  cuando  se  huyeron  los  demas»  y  nos  dejaron  solos  en  aquellas 
playas. 

LIegaron  las  tres  canoas  à  Anele  Pascua  de  Natividad,  la  cual  celebramos  con  tanto  gusto, 
corno  tuvieramos  si  fuera  aquel  socorro  el  que  esperàbamos  de  Quito  y  hubieramos  de  entrar  à  los 
Encabellados  à  proseguir  en  nuestra  obra.  Venian  estas  canoas  y  gente  à  cargo  de  un  vecino  de  Avila 
llamado  Pedro  do  Azaque,  el  cual  dio  cuenta  comò  el  Capitan  Lanzobeja,  asi  corno  le  despachó 
à  él  con  las  canoas  à  buscarnos ,  despachó  tambien  aviso  de  el  alzam lento  de  los  Encabellados  y 
muerte  de  el  Capitan  Palacios  y  todo  lo  demas  à  la  Real  Audiencia  de  Quito.  Con  lo  cual  comenzamos  à 
perder  las  esperanzas  de  el  socorso  y  entrada  que  esperàbamos,  corno  en  efecto  sucedió.  Porque  apenas 
Ilegaron  los  avisos  à  Quito,  asi  el  que  hizo  el  Teniente,  comò  el  que  yo  hice  con  el  Donado  cuando  se 
sospendió  el  viage,  que  ya  el  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  trataba  de  hacer  con  la  gente  y  bastimento 
que  con  beneplàcito  de  los  Seilores  de  la  Real  Audiencia  y  licencia  de  los  Prelados,  ya  iba  juntando 
para  efecto  de  el  socorro  y  de  Io  que  se  pretendia.  Con  que  parò  la  obra  de  lodo  punto,  dejandolo  todo 
à  Dios,  que  sabe  lo  que  conviene.  Dispuso  luego  el  cabo  Pedro  de  Azaque  que  todos  los  que  alli  està- 
bamos  nos  embarcasemos  para  la  ciudad  de  Avila  en  las  canoas  que  él  trajo  y  en  la  que  nosotros  alli 
teniamos,  que  asi  era  órden  del  Teniente  Lanzobeja.  Hizose  el  matalolage  que  se  pudo  para  el  camino, 
y  la  vispera  de  ano  nuevo,  que  fué  el  de  1638,  nos  embarcamos,  y  comenzamos  nuestro  viage  por 
nuestro  gran  rio  arriba,  y  en  iO  dìasllegamos  con  bien  al  puerto  de  Avila,  que  està  apartado  de  nuestro 
gran  rio  dos  dias  de  camino  por  otro  rio  menor  de  mucba  corriente  y  piedras  y  muy  malo  de 


280  LAUREANO 


navegar.  Rstando  en  este  puerto,  que  se  llama  de  la  Cuncepciun,  ya  de  partida  para  la  coidad  deÀTUii 
qu«  està  distancia  de  tres  dias  de  mal  camìDO  por  tierra,  llegó  alli  el  HermAPO  Fray  Fedro  Peeador  en 
busca  nuestra  con  una  patente  del  Reverendo  Padre  Provincial  Fray  Fedro  Becerra,en  Uqnenoi 
mandaba  ir  à  su  prcsencia,  corno  lo  hicimos  con  mucha  puntualidad,  y  gracias  à  Naestro  Sefior,  en 
pocos  dias  llcgamos.  Dimos  cuenta  de  lodo  lo  succdido  con  tanto  sentimiento  de  todos,  que  ya  bien  I9 
sabian.  Pedimos  licencia  para  ir  nos  à  nuestra  Recolcccion  à  recogernos  y  entregar  lo  lodo  à  Nnestnr^ 
Senor,  y  ù  osperar  nuevas  de  nucstro  Fray  Diego  Brieva,  que  ya  es  ticmpo  de  irle  à  buscar. 

t  DcspachaUa  por  el  Gobernador  de  el  Maranon  Jacome  de  Noreiia  la  armada  que  de}iuiioi 
apuntada,  con  40  canoas  de  buen  porte  y  1300  Indios  rcmeros,  y  de  pelea  setenta  y  tantos  PortiigiMsei.4 
y  mas  cuatro  Castellanos  de  los  seis  (pie  bajaron  con  los  Rcligiasos,  todo  à  cargo  de  el  GeneraM 
Fedro  Tejeira,  persona  de  toda  satisfaccion ,  llevando  por  guia  à  Dios  Nuestro  SeSor  y  tà  Henninn^ 
Fray  Domingo  Brieva  y  por  CaptMlan  al  Padre  Fray  Augustin  de  las  Llagas,  h^o  de  una  de  la^ 
Frovincias  de  nuestro  Padre  San  Francisco  de  Portugal,  y  Presidente  del  Convento  de  San  Antonie::: 
de  el  Gran  Farà.  Junto  y  apcrcibido  ya  todo  esto  y  las  cosas  ncccsarias  para  tan  largo  viage 
la  plaza  de  el  Curupa,  que  es  la  ultima  que  tiene  aquel  estado,  y  està  mas  cercana  à  la  boca  qn 
tiene  nuestro  gran  rio ,  que  ya  no  tiene  otro  nombre  que  ci  que  los  Portugueses  con  mucha 
le  pusieron,  de  San  Francisco  do  el  Quito,  por  liaberlo  descubierto  y  navegado  los  Religlosof  (^e 
Nuestro  Padre  San  Francisco  y  de  la  Provincia  de  el  Quito.  Y  ya  de  aqui  adelante  no  le  hemos  de 
nombrar  de  otra  manera,  pues  tan  justamente  le  conviene  el  nombre  de  el  Rio  de  San  Francteeo 
de  el  Quito.  A  los  i7  dias  del  mes  do  octubre  de  1638  salió  la  armada  Portuguesa  de  la  plaza  de 
el  Curupa  con  fer\'orosos  alien tos  de  toda  aquella  gran  compania,  con  ànimo  de  morir  antes  que 
dejar  de  Uegar  à  la  ciudad  de  Quitu,  segun   las  órdenes  que  Uevaban.  Caminaron  à  Tela  y  remo 
algunas  leguas,  basta  que  faltandoles  los  viontos  (  que  no  los  bay  sino  cerca  de  el  Mar)  les  faè  fonow 
andar  este  camino  y  hacer  este  viage  à  fuerza  de  remos,  que  es  cosa  trabajoslsima,  y  mas  eoo 
canoas  tan  grandes  comò  Uevaban,  y  si  no  fueran  tales  no  pudiera  hacerse  este  viage.  Uevilii 
cada  una  de  ellas  SO  remeros,  y  algunas  à  mas,  y  muy  pocas  à  menos.  Desde  Inego  fiieroo  eoo 
mucha  cuenta  y  razon,  reconociendo  todos  los  rìos  que  por  cntrambos  lados  iban  entrando  end 
nuestro  de  San  Francisco  de  Quito,  numerando  lasleguas  que  habia  de  uno  à  otro  y  nombrudoloi 
por  sus  nombres,  marcando  y  tornando  la  altura  de  los  parages  y  sondando  nuestro  rio  por  sa  culi 
principal,  advirtiendo  con  toda  atencion  las  poblaciones  de   Gentiles  que  iban   encontrando,  7 
lomando  notirias  de  algunas  otras  que   estaban  apartadas  de  nuestro  rio  la  tierra  adentro  y  k) 
que  en  elljLs  habia  ó  podia  haber  de  provwlio.  Finalmente  iban  obrando  aquello  para  qoe  foem 
enviados,  pues  no  ihaii  de  otra  casa,  y  para  elio  Hevaron  un  buen  piloto  que  con  todo  cuidado  ibi 
haciendo  todo  lo  refendo. 

•  Està  fuè  la  segunda  vez  que  los  hijos  de  uuestro  Serafico  Padre  navegaron  el  gran  Rio  de 
San  Francisco  de  el  Quilo,  y  la  terrera  seria  ouando  volvió  la  armada  de  Quito  al  Farà,  y  eH« 
con  ella.  Habrian  ya  caminado  (yisi  800  legiias,  ouando  pareciendole  al  General  asl  convenir,  desi»- 
chó  adelante  à  el  (Corone!  B<>nito  Rodriguez  con  8  canoas  y  la  pente   noc<»saria,  para  cumplir  eoa 
el  ordj'H  i|ue  llevalKi,  y  harer  con  està  diligencia  mas  cierto  su  viage:  por  que  mncha  de  su  genie 
ya  cansada  con  el  niuclio  tratmjo  y  discomodidail<>s  qu«?  pasaban,  st»  quisieran  volver  al  Farà,  con» 
se  voherion  algunus,  que  se  huyeron.  Con   esUi  buena  traza  fueron  continuando  su  camino  tanti 
que  Uegaron  à  his  isUus  del  Puerto  de  San  Antonio  de  los  Encaliellados.  Aqui  se  quedó  la  nafor 
parte  de  la  armada  à  cargo  de  el  Capitan  Pi^lro  de  Arosta.  Y  el  General,  con  algnnos  compaDeroi 
y  el  Pailre  Fray  Augustin  de  las  Llagas,  parlieron  para  Quito,  slguiendo  siempre  el  Goronel  y  M 
comiKtilia,  que  con  el  Hermano  Fray  Domingo  Brieva,  y  uno  de  sus  companeros,  platico  en  aqoeUos 
rios  y  puertos  de  los  Quij<w  que  los  guiaban ,  iban  delante .  Llegò  està  prlmera  escuadra  histt 
diez  K'guas  uuls  abajo  de  el   puerto  de  Archidona   (que  se  llama  de  Napo),  de   adonde  por  In 
muchas  piiHlnLs  y   corrienti^  de   nuestro   gran  rio,  no  fut^  posible  pasar  à  tomar  puerto.  Fneles 
forzoso  volver  alras   |>ara   entnir   |»or  otro   rio  mas  hondable,  que  si'  llama  Payansino,  à  loBir 
puerto  en  el  de  Xini,  que  i>slà  tn-s  dias  de  mal  camino  de  la  ciudad  de  Avila.  Aqui  Uegtfooàtl 
de  junio  de  1639,  dia  de  San  Juan   Bautista.  Dejaron  en  este  parage  las  canoas  y  marcharoo  d 
Coronel,  el  Hermano  Fray  Domingo   y  demas  coropaiiia  para  Avila,  adoude  Uegaron  mny  neced- 
tados.  Estaba  en  està  ciudad  por  Teniente  un  vecino  Encomendero  Ilamado  el  Capitan  Sebastian  Diai* 
el   cual   los  recibiò  con  su   acostuinbrada  caridad  y  los  soccorrió  y  remedió  sus   necesidades, 
omo  cpudo.  y  no  come  el  quisicra.  pur  ser  la  tierra  falla  de  bastimentos,  y  los  hoespedes  nnidMM. 


LAUREANO  981 


HsUf  por  el  Ueriuaoo  Fray  Domingo  Brieva  la  prcseutc  necesidad,  y  que  habia  de  ser  mayor  con 
a  Uegada  de  la  armada,  que  los  venia  sigutendo,  partiò  con  toda  prisa  à  Qaito,  asi  para  procurar 
1  remedio,  comò  para  dar  cuenta  de  su  venida.  El  Capitan  Sebastian  Diaz  despachó  aviso  luego 
e  la  llegada  de  los  Portugueses  à  los  nuestros  de  la  Real  Audencia  de  Quito,  y  de  la  falla  de  ba- 
tiiiMHitos  que  habia  en  aquella  tierra  para  socorrerlos. 

«  Uegò  este  aviso  y  el  Hermano  Fray  Domingo  casi  à  un  tiempo  à  la  ciudad  de  Quito,  y  se 
>DiDoviò  toda  con  tal  novedad.  Informado  de  lodo  Io  ya  dicho  el  Reverendo  Padre  Provincia!,  que 
%  lo  era  el  Padre  Fray  Martin  de  Ocboa,  y  el  Reverendo  Padre  Fray  Pedro  Doradu  (que  fuè  ci 
rimerò  que  despacbo  Religiosos  para  estos  descubrimientos )  fueron  juntamente  con  el  Hermano 
ray  Domingo  à  dar  cuenta  de  lodo  à  los  Senores  de  la  Real  Audiencia  y  à  manifestarles  la  necesi- 
id  de  aquella  gente  que  habia  venido  por  orden  de  su  Magestad  y  en  su  servicio ,  traidos  por 
iiestros  Frailes,  para  que  fuesen  servidos  de  los  mandar  socorrer.  Los  Seìiores  acudieron  luego  con 
luy  buena  voluntad  y  en  nombre  de  su  Magestad  despacharon  600  pesos  que  se  sacaron  de  sus 
eales  cajas,  y  nombrando  una  persona  de  toda  satisfaccion,  Ilamado  Juan  do  Golibar,  los  entre- 
aron,  y  con  asislencia  del  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  se  emplearon  en  mantenimientos  y  en  lodo 
>  que  fuè  necesario,  y  con  toda  prisa  fueron  à  llevarlo  à  los  Quijos,  para  soccorro  de  las  escuadras 
ortuguesas,  por  que  ya  habian  llegado;  el  General  Pedro  Tejeira,  y  el  Padre  Fray  Augustin  de  las 
lagcas  y  demas  companeros  que  dijimos  vcnian  en  seguimicnto  de  los  primeros.  Algunos  Por- 
i^cses  habian  ya  llegado  à  Quito  cuando  saliò  el  socorro ,  y  otros  venian  caminando  en  tropas , 
el  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  los  iba  socorriendo  comò  los  iba  encontrando,  dandoles  lo  que 
labtan  menester,  y  pasando  adelante  con  lo  demas  basta  alcanzar  los  ultimos  que  fueron  el  Gene- 
ai  y  sus  companeros,  de  los  cuales  supo  come  se  les  habian  muerto  muchos  Indios  de  hambre  y 
le  el  trabajo  de  el  camino.  Supo  tambien  que  el  General  y  companeros  habian  hecho  matar  un 
aballo,  que  les  habia  dado  el  Teniente  de  Avila  para  que  en  el  subiesen  à  ratos  los  mas  necesi- 
ados,  y  que  se  lo  habian  comido  lodo.  A  tanto  comò  esto  Uegò  su  necessidad.  Finalmente  conel 
lacn  socorro  que  se  les  envió  se  alentaron  y  pudiron  muy  bien  Ucgar  à  la  ciudad  de  Quito ,  à 
londe  fueron  muy  bien  recibidos. 

«  Juntaronse  el  General  Pedro  Tejeira,  el  Padre  Fray  Agustin  de  las  Llagas  y  algunos  oflciales 
le  la  armada,  y  fueron  el  Maese  de  campo,  el  Sargento  mayor,  el  Coronel ,  y  otros  con  alguna  de 
a  gente,  en  un  lugar  de  Indios  cerca  de  la  ciudad  de  Quito,  y  desde  allì  camtnaron  con  algunas 
tersonas  que  los  acompanaron,  basta  llegar  à  un  Ilano  que  se  llama  Anaquito  y  està  junto  à  la 
licha  ciudad,  adonde  los  salieron  à  recibir  Don  Juan  de  Acuna,  Corregidor  de  Quito  y  Teniente  de 
Capitan  General,  con  muchas  personas  de  cuenta,  todos  à  caballo,  y  otra  mucha  gente  de  à  pie,  y 
labiendose  saludado  con  mucha  cortesia,  puestos  todos  en  orden  entraron  en  la  ciudad  y  fueron 
i  las  canoas  Reales,  adonde  los  Sefiores  Presidente  y  Oidores  recibieron  la  cedulas  de  su  Magestad,  y 
irdenes  que  llevaba  el  dicho  General,  en  cuya  conformidad  habia  hecho  aquel  viage,  dando  en  breve 
oeDta  de  lodo.  Mandaron  los  Senores  darle  casa  y  proveer  de  lo  necesario  al  General  y  à  su  gente, 
'  despues  se  les  senaló  tantos  pesos  cada  dia  para  su  sustento.  Por  ser  este  negocio  de  mucha  impor- 
ancia,  remitieron  los  Seiiores  de  la  Real  Audiencia  su  despachó  à  el  Yirrey  del  Perù,  que  entonces  era 
•1  Conde  de  Chinchon,  à  quien  hicieron  informe  y  dieron  de  todo  bastante  cuenta.  Al  Padre  Fray  Agu- 
>Un  de  las  Llagas  lo  llevamos  à  nuestro  Convento  de  nuestro  Padre  San  Francisco  de  San  Pablo  de 
Joito,  adonde  con  todo  amor  y  caridad  fuè  recibido  de  todos,  y  por  que  venia  enfermo  de  los  trabajos 
le  el  camino,  lo  llevamos  à  la  enfermeria  adonde  se  le  acudió  con  todo  culdado  basta  que  estuvo  sano. 
U  Piloto  de  la  armada  Portuguesa,  à  pedimento  de  aquellos  Senores  hizo  una  mapa  da  nuestro  gran 
io  corno  persona  que  lo  habia  marcado  y  tanteado  bien,  comò  ya  dijimos,  que  fuè  de  mucho  gusto  para 
;odos  los  que  lo  vieron.  Yo  lo  vi  muchas  veces  y  cotejandolo  con  su  originai ,  me  parece  està  cabai,  y 
rerdadero.  Despues  de  hecho  esto  y  el  descubrimiento  acabado,  se  fuè  el  Piloto  à  la  ciudad  de  los  Reyes 
>D  compaiLia  del  Padre  Fray  Pedro  Dorado,  que  en  este  tiempo  partiò  para  Lima  à  negocios  de  la 
3rden. 

•  Dentro  de  pocos  dias  Uegò  aviso  à  Quito  del  Capitan  Pedro  de  Acosta,  à  cuyo  cuidado  quedò  la 
nayor  parte  de  la  armada  Portuguesa,  de  comò  entrando  en  los  Encabellados  con  su  gente,  à  buscar 
nanleDimientos,  de  que  necesitaban,  le  habian  muerto  algunos  de  sus  Indios  cristianos,  y  que  su  gente 
liabia  prendido  cosa  de  50  Encabellados  para  hacer  justicia  de  ellos,  y  por  no  estar  ciertos  si  eran 
iquellos  los  agresores  no  los  habia  castigado,  que  los  Senores  de  la  Real  Audiencia  enviasen  orden  de  Io 
foe  se  habia  de  hacer.  Tambien  inviò  el  dicho  Capitan  y  sus  compafieros  à  pedir  à  so  General  Pedro 


282  LAUREANO 


Tpjeira  que  Ics  cnvìase  al  Padre  Fray  Augustin  de  las  Llagas,  Capellan  de  la  Armada,  para  qnealli 
les  dijeso  Misa  y  los  confesase,  que  por  falta  de  Ministroji  se  habian  muerto  algunos  sin  confesioo.  A 
lo  primero  mandaron  los  Senores  qae  por  la  duda  que  habia  que  aquellos  Indio»  Encabellados  fiiesen 
culpadosen  las  muertes  de  que  avlsaban,  que  los  rcmitiesen  luego  à  aqnella  ctudad,  y  se  repartieseB 
en  lus  Conventos  de  las  Religiosos.  Para  lo  segundo  hicieron  el  General  y  sus  Oflciales  una  petiekm  tm 
que  pidieron  al  Reverendo  Provincìal  y  al  Deflnitorio  un  Religioso  sacerdote  para  que  fucse  à  las  islas 
de  los  Encabellados  à  consolar  à  aquella  gente  de  su  armada,  por  no  estar  el  Padre  Fny  Augnstin 
do  las  Llagas  para  ponerse  en  camino.  Vista  por  el  Deflnitorio  y  por  el  Padre  ProvìDcial  à  qulen  se 
remitió  fuera  de  ci  Quilo  la  justa  peticion  de  los  Portugueses,  nombraron  luego  para  està  Mìsion  al 
Padre  Fray  Laureano  de  la  Cruz  y  por  su  companero  al  Hermano  Fray  Francisco  de  Pina,  y  con  loda 
brevedad  salimos  de  Quito  con  la  bcnedicion  de  Dios  y  de  los  Prelados.  £1  General  Pedro  Tejeira  ow 
dio  un  Alferez  para  que  con  la  gente  que  fuesc  menestt^r  y  con  buen  matalotage,  que  ellos  y  nosostros 
juntamos,  fuesemos  à  los  Encabellados.  Fuimos  delante  yo  y  mi  compaficro  y  un  soldado  Portognes, 
y  en  10  dias  llegamos  à  la  ciudad  de  Archidona  en  los  Quijos,  que  està  un  dia  de  camino  del  pnertu 
de  Napo;  adonde  nos  habiamos  de  embarcar,  y  alli  estuvimos  esperando  algunos  dias,  en  tanto 
que  la  gente  «luc  nos  habia  de  Uevar,  llegaba  y  se  juntaba. 

•  Estando  va  aprestados  y  para  irnos  à  embarcar,  nos  alcanzó  una  cArta  del  Reverendo  Padrr 
Provi  noial  en  que  nos  mandaba  voi  ver  a  Quito,  por  que  habia  venido  el  despairho  del  Virrey  de  Lima 
en  que  mandaba  que  se  volvicse  al  Para  el  General  con  toda  su  armada.  Y  supuesto  que  Ics  Portugw- 
.ses  se  volvian  à  sus  casas,  nos  volvieremos  nosolros  à  la  uucstra,  que  ya  el  Padre  Fray  Agustin  estabi 
con  fuerzas  para  haccr  su  viage  y  se  andaba  ya  aviando  con  la  demas  gente  para  embarcarse.  Con 
esto  salimos  luego  de  Archidona  para  Quito,  y  fuimos  cncontrando  en  el  camino  muchos  de  los  de 
la  armada  que  se  iban  ya  do  vuelta,  y  todos  nos  mostraban  sentimierito  de  que  nos  volviesemost 
à  Quito.  Llegamos  con  bien  al  Convento  de  i>an  Pablo,  y  no  hallamos  al  Reverendo  Padre  Provin- 
cial,  (lue  se  habia  ido  à  visitar  algunos  Conventos,  aunqne  no  tardo  mucho.  Supc  corno  el  Senor 
Virrey  habia  enviado  orden  para  que  dos  personas  de  toda  satisfaceion  fuesen  en  la  armada  For- 
iuguesa  basta  el  Gran  Para  y  viesen  con  cuidado  y  consideracion  todo  aquello  de  que  le  balw 
hecho  rclacion ,  y  que  pasasen  de  alll  à  Espaila  y  diesen  cuenta  de  elio  à  su  Real  ìlagestad  y 
Senores  de  su  Consejo.  Supe  tambien  que  el  Reverendo  Padre  Provincial  de  la  Compailia  de  Jesis 
habia  ofrecido  por  una  peticion  para  tal  Mision  al  Padre  Cristoval  de  Acuna  y  al  Padre  Andrea  df 
Artieda,  personas  de  mucha  cuenta  en  aquella  provincia  y  muy  grandcs  siervos  de  el  Senor,  à  los 
cuales  los  S(?nores  de  la  Real  Audiencia  (les[)acharon  con  sus  provisìones  y  recados  necesaiios. 
Supe  tambien  corno  el  Licenciado  Perez  de  Salazar  Presidente  de  aquella  Audiencia ,  pretendiù  U 
con(iuista  de  nuestro  descubrimienlo  para  un  hijo  suyo ,  en  compania  de  el  General  Don  José  de 
Acuna,  Corregidor  de  Quito,  para  lo  cual  fué  grande  conveniencia  que  el  Padre  Cristoval  de  Acuna &o 
hermano  hìciese  este  viage,  (lue  otro  ninguno  seria  tan  a  propuisto  para  solicitar  sus  pretcnciones. 
Lo  que  negocìaron  los  siervos  de  Dios  no  ho  sabido,  mas  supe  de  cierlo  que  el  General  Don  Juan 
de  Acuiia  fué  de  Quito  à  Potosi  Corregidor  y  el  Licenciado  D.  Alonso  Perez  de  Salazar  por  Presidente 
de  los  Charcas,  con  que  se  puso  silenciu  à  este  negocio. 

«  Salen  ultimamente  de  Quito  el  General  Pedro  Tejeira  y  toda  su  gente,  mcnos  algunos  com- 
paìieros  (lue  se  lo  quedaron.  Salen  los  Padres  de  la  Compania  de  Jesus  y  otros  Padres  de  noestn 
Scnora  de  la  Merced,  que  a  pedimento  de  los  Portugueses  fueron  a  fundar  al  Gran  Para;  solo  de 
la  Religion  de  San  Francisco,  siendo  la  mas  interesada,  no  salen  mas  que  el  Padre  FrayAgustii 
de  las  Llagas,  Capellan  de  la  Armada.  Con  todo  fué  Nuestru  Seììor  servido  que  el  Reverendo  Padre 
Provincial  Fmy  Martin  de  Ochoa  volvicse  à  este  tiempo  de  su  visita,  y  habiendo  sabido  el  despacbo 
que  habian  hecho  los  Senores  de  la  Real  Audencia,  y  lo  dcroas  que  hemos  dicho,  y  que  los  Po^ 
tugueses  iban  desconsolados  por  no  llevar  Religiosos  de  nuestro  Orden,  junto  luego  sa  Definilonu, 
y  habiendo  consultado  el  caso,  se  determinò  que  el  Hermano  Fray  Domingo  Brieva  viniese  aesb 
Corte  à  dar  cuenta  de  todo  a  su  Magestad  y  Real  Consejo.  En  està  conformidad  dispacbó  el  Re* 
verendo  Padre  Provincial  con  su  patente  al  Hermano  Fray  Domingo  de  Brieva,  para  que  en  U 
armada  Portuguesa,  en  que  habia  venido  a  Quito,  volviese  al  Gran  Para,  y  de  aiU  se  embarease 
para  Espaììa,  y  comò  persona  de  todo  credito  y  que  habia  hecho  el  descubriroiento  y  navo^di» 
tres  veces  (con  està)  el  gran  Rio  de  San  Francisco  del  Quito,  visto  y  considerado  lo  qne  en  él  t 
sus  Riveras  habia,  hiciese  de  todo  relacion  y  dieso  buena  cuenta  à  su  Magestad  (que  Dios  guarde)  f 
su  Real  Consejo,  pues  ninguno  lo  podiahacermejory  con  mascerteza.  La  patente  es  la  qneMiiiV* 


LAUREANO  283 


«  Fray  Martin  Ocboa,  de  la  Regular  Observancia,  Comisario  y  Galiflcador  de  esto  Santo  Oflcio 
de  la  Inquìsicion ,  Ministro  Provincial  y  siervo  de  los  Frayles  Menores  de  està  Santa  Provincia  de 
nuestro  Padre  San  Francisco  de  el  Quito,  à  nuestro  carisimo  Hermano  Fray  Domingo  de  Brieva,  Reli- 
gioso Lego,  salud  y  gracia  en  Nuestro  Senor.  Esperimentando  en  Vucsa  caridad  el  gran  celo  que  ha  de 
Li  conversion  de  las  almas,  y  que  se  reduzcan  al  conocimiento  de  Dios  y  à  la  observancia  de  la 
ley  Evangelica,  y  atendiendo  juntamente  à  las  grandes  mercedes  y  favores  que  la  Magestad  divina 
ha  hecho  à  los  Religiosos  hijos  de  nuestro  Padre  San  Francisco  y  à  està  su  santa  Provincia  del 
Quito,  descubriendo  grande  multitud  de  inlleles ,  tierras  tan  incognitas ,  rios  y  navcgaciones  tan 
deseadas  y  pretendidas  de  nuestros  catolicos  Reyes  ;  siendo  justo  quo  la  Magestad  Gatolica  y 
nuestros  Prelados  superiores  conozcan  que  està  empresa  se  ha  conseguido  por  medio  de  Religio- 
sos que  han  salido  de  està  santa  Provincia  de  Quito,  que  celosos  de  la  conversion  de  aquellos 
Infleles  otras  veces  y  con  tan  fervorosas  instancias  han  entrado  en  sus  tierras ,  teniendo  en  poco 
sus  vidas  por  que  ellos  alcanzasen  el  conocimiento  de  la  salud  eterna.  Y  asimismo  por  Io  que  Vuesa 
caridad  tiene  de  està  conversion  que  es  la  experiencia  y  conocimiento  de  aquellas  tierras,  por  haber 
estado  otras  veces  ya  en  ellas  con  otros  Religiosos  à  conseguir  los  flnes  referidos  por  conocer  y 
haber  venido  en  compania  de  la  armada  que  llegó  à  està  ciudad  de  Quito  de  la  provincia  del 
Gran  Para,  donde  Vuesa  caridad  fué,  y  ù  cuya  instancia  vinieron  el  General  y  soldados  que  residen 
en  aquellas  tierras,  pertenecientes  à  la  Corona  de  Portugal,  para  que  se  enterasen  en  la  navegacion 
de  el  gran  rio  de  el  Napo  (que  boy  se  intitula  San  Francisco  de  ci  Quito  por  los  Religiosos  que 
Io  descubrieron) ,  y  estando  de  partida  la  dicha  armada  para  volverse  à  las  ciudades  de  el  Para 
y  Maranon,  de  donde  salieron,  y  habiendomc  pedido  con  notable  instancia  el  General  y  soldados, 
por  el  Consuelo  espiritual  suyo ,  y  de  los  Indios  cristianos  que  trajeron ,  los  vaya  Vucsa  caridad 
acompanando  y  enterandose  mas  bicn  de  las  provincias  y  navcgaciones  de  los  rios  ;  por  tanto  con 
parecer  de  el  Deflnitorio  de  està  Provincia,  y  en  virtud  de  la  Constitucion  general,  que  nos  dà 
facultades  para  cnviar  à  los  reynos  de  Espafia  uno  o  mas  Religiosos  à  negocios  que  se  ofrezcan, 
coDcedemos  à  Vuesa  caridad  liccncia  para  que  pueda  volverse  con  la  dicha  armada  y  que  vaya 
por  el  gran  rio  referido,  basta  llegar  à  la  provincia  de  el  Gran  Para  à  los  dcmas  lugaros  de  olla, 
y  en  ballando  embarcacion  pueda  pasar  à  los  reynos  de  Espana  à  la  presencia  de  nuestros  Reve- 
rendos  Padres  Ministro  General  y  Comisario  General  de  Indias,  y  darà  cuenta  de  este  descubrimiento 
de  el  gran  rio  de  Napo,  y  con  su  parecer  postrarse  à  los  pies  de  nuestro  catolico  Rey  y  à  su 
Real  Consejo  de  Indias,  y  bara  informes  con  gran  legalidad  y  fldelidad,  de  todos  los  rios,  navega- 
ciones  y  tierras  que  con  tanto  trabajo  ha  descubierto.  Y  para  mayor  espedicion  de  las  cosas,  que 
se  ofrecieren  en  las  dichas  tierras  y  navegaciones  de  ci  gran  rio  de  el  Napo,  pedirà  Vuesa  caridad 
à  nuestro  Reverendo  Padre  Comisario  General  de  Indias,  todos  los  pedimentos  necesarios,  y  por 
que  en  viage  tan  largo  no  carezca  de  merito,  le  impongo  el  de  la  santa  obediencia,  y  se  Io 
mando  en  virtud  de  el  Espirìtu-Santo.  Que  es  dado  en  nuestro  Convento  de  San  Pablo  de  Quito 
en  1  de  marzo  de  1639  anos,  flrmado  de  nuestro  nombre ,  sellado  con  el  sello  mayor  de  nuestro 
oflcio  y  refrendado  de  nuestro  Secrelario  —  Fr.  Martin  Ochoa,  Ministro  ProvinciaL  —  Por  mandado  de 
nuestro  Padre  Provincial  —  Fray  Cristoval  Saguer,  Secretarlo. 

«  Salió  ci  Hermano  Fray  Domingo  Brieva  de  la  ciudad  de  Quito,  cuatro  dias  despues  que  se  le 
dio  la  dicha  licencia  y  patente  con  la  bendicion  de  Dios  y  de  sus  Prelados,  en  seguimiento  de  los 
companeros  que  ya  se  habian  ido  delante.  Y  llegado  à  la  ciudad  de  Haeza,  cabeza  del  gobiemo  de 
los  Quijos  y  Macus,  hallo  alli  al  Gobemador  de  aqucl  partido  D.  Francisco  Mogollon  de  Ovando , 
el  cual  (aunquc  con  mucho  sentimiento  y  pena)  le  hìzo  notiflcar  una  providencia  do  los  Seiiores  de 
la  Real  Audiencia  de  Quito,  en  que  mandaban  que  do  ninguna  manera  pasase  el  tal  Religioso  à 
EspaSa,  ni  otra  persona  alguna  mas  que  los  que  ya  habian  pasado.  Con  grande  pacicncia  snfriò 
este  golpe  el  siervo  de  Dios,  y  mas  considerando  de  donde  podia  venir.  Encomendólo  à  Nuestro 
Sefior  y  por  su  amor  repartió  à  los  pobres  todo  el  matalo^ge  que  Ilevaba  para  su  viage  de  limo- 
sna  que  los  bienheehores  le  habian  hecho  caridad.  Y  aquella  noche  solo  y  con  su  bordor,  y  con  su 
patente  colgada  al  cucilo,  saliò  de  Baeza  en  prosecucion  de  su  viage,  conflado  en  aquel  divino 
Senor,  por  cuyo  amor  se  ofrecia  à  tantos  trabajos,  que  le  sacaria  bien  de  todos.  El  dia  siguiente  de 
maSana  echando  mcnos  el  Gobemador  al  Hermano  Fray  Domingo ,  y  sabiendo  que  se  habia  ido , 
mandò  por  cumplir  con  ci  orden  que  tenia,  que  tantos  soldados  fuesen  tras  de  él,  pero  con  orden 
secreta  de  que  se  lo  alcanzaban  lo  dejasen  ir  su  camino  y  que  no  se  le  impidiesen,  por  que  sabia 
muy  bion  la  verdad  de  todas  los  cof^is.  Alcanzarnn  los  f;oldados  à  nuestro  Religioso  y  dlcenle  que 


i84  LAURBANO 


vuelva  culi  cUos  k  Rat*za,  quo  nsi  con\ient\  mas  el  siervo  de  Dios  sin  ninguoa  torbaocUm  les 
ensenó  sa  patente  y  Ics  dijo  quo  convenia  sa  camplimiento,  y  qae  de  nlDgima  minefa  votrerU 
paso  atras,  quc  si  quesian  llevarlo  que  Io  agarrasen  à  cuestas;  y  sentandose  en  el  snelo  esperò 
à  qae  los  suldados  hicìcscn  de  (';!  lo  que  quisiesen.  Ellos  le  dijeron  el  orden  secreto  que  traiu  de 
el  Got)ernador  y  quo  aun  que  no  lo  trajeran ,  perdioran  antes  la  vida  qoe  locarle ,  sino  pira 
rcvercnciarlu.  Estimò  mucho  ci  siervo  de  Dios  està  action  y  la  del  Gobemador,  y  despldiendate 
de  elloSf  dio  por  lodo  muchas  gracias  à  Nnestro  Sefior  o  prosìguió  sn  camino  tan  deseado. 

•  Llegó  el  Hermano  Fray  Domingo  Rrieva  à  la  riudad  de  Archidona,  adonde  hallo  todm  aqnella. 
buena  compania,  que  ti»dn's  alegres  de  su  venida  le  dicron  los  parabìenes  y  juntos  se  faeroD  àu 
embarcar  al  puerto  de  NaiM»,  que  està  de  alli  un  dia  de  camino  por  tierra  (à  donde  los  vecinos  d<* 
Ar«*hidona  tienen  {Kiblados  los  mas  de  sus  Indios).  Embarraronse  en  ranoas  pequeffas  para  paiaa 
las  prlmeras  horas  de  nnestro  gran  rio ,  por  que  alli  por  sn   mucha  corriente  o  piedras  no  dS 
lugar  à  mayores  emliarcariones.  Juntemos  ahora  està  diflcultad  con  las  demas  qae  hemos  àkbm 
de  los  puertos  de  los  nuijos,  y  de  sus  caminns,  y  hallan^mos  tan  diflcuUoso  por  alli  el  paso  pais 
estrangeras  naiMones,  (luc  lo  p^nlremos  tener  por  imposible,  y  al  Perù  i>or  muy  segaro  de  enemìgoa 
à  lo  menos  por  està  parte.  Ilabiendo  pues  navegadt)  tns  dias  el  rio  grande  abajo,  llegaron  à  \.: 
junta  de  la  (^oca,  y  es  un  rio  que  recoge  la  mayor  parte  de  las  aguas  de  la  provincia  de  los  Qa% 
jos,  y  se  junta  con  el  nnestro  à  las  25  leguas  de  el  puerto  de  Napo ,  este  es  rio  de  mncha  co^ 
riente  y  piedras,  y  de  ninguna  manera  navegable.  Aqui  es|)eraron  las  ranoas  grandes  que  los  Pov 
lugueses  habian  dejado  à  la  subida  en  el  rio  do  l^ayansino,  quo  està  muy  cerca  de  la  janta  «fi 
las  Cocas,  en  ci  puerto  de  Xini ,  de  que  ya  dijimos.  Llegadas  las  canoas  se  emharcaron  en  eOai 
y  navegand<i  por  nutstro  Ilio  de  San    Fnmcìsco  abajo,  en  poros  dias  llegaron  al  pnerto  de  San 
Antonio  de  los   Enral>ellados ,  donde  hallaron   al  Capitan    Fedro  de  Acosta  con  lo  restante  de  b 
armada ,  quc  con  sn  llegada  fueron  muy  consolados  y  regalados  con  lo  que  les  Uevaban  de  Qailc^ 
y  luego  todos  junlivs  prosignieron  su  viage  con  mucho  alivio,  por  ((U^  navegando  rio  ab«jo»  y  aJ 
amor  del  agna,  sv  trabaja  i>oco,  y  comò  ya  este  descubrimiento  estalia  hecho,  tuvieron  may  poco 
quc  liarer  à  la  vuelta. 

•  Habiendo  navegado  la  armada  Portuguesa  casi  IO  meses,  llegaron  à  la  plaza  de  Campa,  y  de 
alli  sin  detenerse  pasaron  al  Gran  Pani,  donde  se  qucdó  el  Padre  Fray  Agustin  de  las  Llagas  eo  so 
Convento  y  los  Padres  de  la  Merced  en  una  casa  que  les  dieron  (  que  fué  el  principio  de  sn  ta^ 
dacion),  y  algunos  compaìieros  soldados.  Y  lo  restante  de  la  armada  paso  a  la  ciudad  de  el  Mi' 
ranon  y  <*<>n  ellos  el  llermanno  Fray  Domingo  Krieva,  aunque  con  mucho  trabajo  por  ir  con  iia.-m 
pierna  (|u<'brada  y  muy  maltratado  de  un  arbol  que  le  cayó  enrima,  casi  en  Io  ultimo  de  nnestn 
gran  rio,  no  ninchas  leguas  del  Curupa.  Llegados  con  Itien  al  Maraìion ,  donde  ya  era  Gobenu* 
dur  Benito  Manil  Parente,  se  emharoó  nuestn»  Ileligioso  para  la  ciudad  de  Lisboa,  adonde  Ilegù 
salvamento,   y  desde   alli  à   està  Corte   t rabajosa mente ,   y   habiendo  llegado  el  siervo  de  Dio 
sin  ninguna  dilacion,  comò  cosa  que  tanto  «ieseaba ,  puesto  à  los  pies  de  su  Magt^tad  (qaeD 
guarde)  hizo  relarion  y  dìo  menta  d^»  nueslro  tlesrubriniento,  y  a*«iniismo  à  su  Beai  Consfjo. 

de  palabra  e(»mo   pur  eserilo,   palrorinandoln  nueslro   He\ erendo   Padre  Fray  Joseph  MaldoD 
(^onii^ario  General  de  Itnlas  las  Indias ,  «pie  cnuio  duefio  de  està  obra ,  la  valió  y  tomo  à  si 
eiita,  à  (luien  ya  el  Hermano  Fray   Domingo  Hrieva  hahia  dado  listante  razon  de  su  ver 
tornado  su  santa  benedicion.  Dejemos  lodo  en  este  estado,  «ine  à  buen  seguro  que  tenga  todt 
«lespacho,  pues  està  en  tan  buenas  uianos,  y  vuhamos  a  la  Provincia  <le  Quito  y  Convento 
Palilo  y  hallarenids  en  el  algunos   Hermanos  nuestros,  rnmiianeros  de  nueslro  descubriroier 
por  lo  tardanza  del  Hermano  Fray  Domingo  padecen  algunos  desronsueK)s,  si  bien  comò  si 
Dios  los  lle\an  con  paeiencia  ;  con  todo  e.vo  por  haber  tttnido  notioias  (|ue  los  Helìgiosos  d 
vincia  de  nnestro  Padre  San  Franrisr»)  de  los  doce  Apóstoles  de  Lima  hacian  mucho  fru' 
tual  en  la  Provincia  de  los  Indios  Pan^taguas,  que  es  de  Inlieles,  cerranus  à  las  rordilk 
ciudad  de  (ìuannco  pocas  leguas  de  Lima,  querian  si   les  diesen  licencia  irlos  à  ayuda 
hal)er  encontrado  disposicion  en  la  obra  de  nuestro  descubrimiento. 

«  En  el  ano  de  nuestro  Sah;ulor  de  1641  por  el  mes  de  fobrero  con  lirencia  y 
del  Heverendo  Padre  Fray  Joseph  de  (^isneros,  Comisario  General  de  el  Perù,  salieron  i' 
de  Quito  dos  Heligiosos,  hijos  de  la  Keeolecrion  de  San  Diego,  Ilaniados  Fray  Pedro  d 
Fray  Francisco  de  Pifia  (companeros  nuestros  que  lo  fueron  en  la  entrada  de  los  E 
para  la  ciudad  de  los  Hcyes,  cabczuy  corte  del  reino  del  Perù  (que  està  de  Quito  3C 


LAUREANO  "  285 


minando  siempre  al  Sur)  para  entrar  con  lo  Religiosos  de  la  santa  Provincia  de  Lima  à  la  de  lus 
Panataguas  y  otras  de  Infleles  ya  descubiertas  y  por  descubrir,  y  con  ellos  trabajar  en  la  vifla  de 
el  SeSor.  Llegados  que  fueron  los  siervos  de  Dios  à  la  ciudad  de  lus  Ucyes,  les  dio  el  Seilor  un 
bnen  compailero ,  sacerdote  de  bnen  espiritu ,  qne  con  licencia  de  su  prelado  los  acompaiió,  y  los 
tres  apostolicamente  partieron  de  Lima  para  los  Panataguas  ya  cunvertidos  por  los  Religiosos  de 
aquella  Provincia,  y  por  hacer  mayor  servicio  a  Nuestro  Senor  entraron  mas  dentro  à  una  grande 
de  Indios  infleles  de  que  tuvieron  noticia.  De  estos  tres  Religiosos  tuvimos  cn  diferentes  tiempos 
diferentes  nuevas,  unas  de  que  los  habian  muerto  aquellos  bàrbaros,  otras  que  los  habian  reci- 
bido  bien  y  que  estaban  vivos  trabajando  en  el  ministerio  apostòlico  y  bien  qucridos  de  aquellos 
naturales.  Aquellas  tierras  estan  alla  muy  remotas,  y  nosotros  ha  mucho  tiempo  que  salimos  de 
nnéstra  Provincia  de  Quito,  y  asi  no  hemos  sabido  mas  de  lo  referido.  Un  ano  despues  de  haber 
ido  à  està  Mision  los  dichos  dos  Religiosos  de  nnestra  Provincia  con  santa  emulacion  y  deseos  de 
trabajar  en  la  vifia  del  Senor,  el  Hermano  Fray  Pedro  Pecador,  el  primero  descubridor  de  nuestro 
gran  Rio  de  San  Francisco  de  Quito  y  de  el  Putumayo,  alcanzó  lirencia  del  Reverendo  Padre  Co- 
misario  General  Fray  Joseph  de  Cisneros,  para  con  un  sacerdote  entrar  en  la  provincia  de  los 
Omaguas  (de  que  tuvimos  grandes  noticias  )  para  disponer  aquella  gente  inllcl,  y  poner  la  obra 
del  Senor  en  estado,  que  cuando  volviese  à  Quito  el  Hermano  Fray  Domingo,  fuese  su  cntrada,  y 
lo  conversion  de  aquellos  Indios  mas  factl  con  lo  que  ya  se  hubiese  obrado  y  trabajado. 

«  Con  està  patente  y  muy  consolado  ci  Hermano  Fray  Pedro  Perador,  me  fuè  à  buscar  al 
Convento  de  Recoleccion  de  Quito,  donde  yo  estaba,  por  saber  si  yo  deseaba  lo  mismo;  communi- 
calo  conmigo ,  yo  y  él  con  el  Reverendo  Padre  Provincial ,  quo  cntonces  lo  era  segunda  vez  ol 
Padre  Fray  Pedro  Dorado,  el  cual  nos  amonestó  (pudiendolo  mshidar)  que  aguardasemos  al  Her- 
mano Fray  Domingo  Brieva,  que  ya  tenia  nuevas  que  habia  salido  de  Espana  bien  despachado, 
y  que  en  negando  se  haria  la  entrada  con  mejor  aderto  y  disposicion;  hicimoslo  asi  y  cada  uno 
se  fué  à  su  cerda  à  encomendarlo  a  Nuestro  Senor.  Pasados  tres  o  cuatro  meses  vòlvió  el  siervo  de 
Dios  Fray  Pedro  Pecador  con  su  fervoroso  espiritu  à  tratar  de  la  entrada,  por  que  no  venia  el  Her- 
mano Fray  Domingo  y  pareciendole  que  se  pcrdia  tiempo.  El  Reverendo  Padre  Provincial  viendo 
su  perseverancia ,  lo  despachó  à  la  Villa  de  San  Miguel  de  Ibarra,  15  leguas  de  Quito,  adonde 
estaban  dos  Religiosos  sacerdotes  que  descaban  tener  parte  en  la  obra  (en  un  Convento  de  Recolec- 
cion que  alli  tenemos),  con  orden  para  que  el  uno  de  ellos  le  acompanase.  Llegò  el  siervo  de  Dios 
al  Convento,  habló  con  los  Religiosos  para  efecto  de  la  cntrada,  y  no  se  concertaron,  quizas  por 
gozar  de  mejor  ocasion,  comò  yo  habia  hocho.  Tuvo  aqui  nuevas  ci  Hermano  Fray  Pedro  de  comò 
en  la  ciudad  de  Pasto  (que  està  de  la  dìcha  Villa  50  leguas,  y  de  Quito  65,  caminando  bacia  el 
Nuevo  Re>'no  de  Granada,  que  es  à  la  vanda  del  Norie)  se  cslaba  ordenando  una  entrada  por  el 
Gobemador  de  Popayan  para  la  provincia  de  los  Cenos,  adonde  el  siervo  de  Dios  habia  ya  entrado 
y  dcseaba  entrar  de  nuevo.  Partiò  luego  para  alla  solo  con  un  Donado  Indio  por  companero,  y 
habiendo  avisado  al  Reverendo  Padre  Provincial  de  su  determinaclop,  se  fué  con  aquella  compania 
tle  soldados  à  los  Sucumbios  y  ciudad  de  Ecija,  y  de  alli  por  el  rio  Putumayo  a  los  Cefios,  à  donde 
iba  aquella  gente  con  animo  de  poblar  y  paciQcar  aquella  nacion.  Llegados  que  fueron  al  puerto  y 
playa  de  la  dicha  provincia,  se  desavinieron  aquellos  hombres  y  de  tal  suerle  lo  hicieron,  que  unos 
por  el  rio  arriba  y  otros  por  el  rio  abajo  se  desparecieron  todos,  y  no  sirvió  de  mas  su  entrada  que 
de  inquietar  los  Indios,  y  de  pcrderse  muchos  de  ellos,  que  esto  hacen  hombres  voluntarios.  Nue- 
stro Hermano  Fray  Pedro  Pecador  viendo  este  desavio,  con  la  bendicion  de  Dios  y  con  un  com- 
paffero,  se  fué  el  rio  abajo  à  salir  à  la  provincia  de  los  Omaguas  (para  donde  era  su  patente) 
corno  en  efecto  salió.  De  està  provincia  y  del  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  diremos  mas  addante. 

•  Fué  Nuestro  Senor  servido  que  el  Hermano  Fray  Domingo  Brieva,  con  su  piema  quebrada , 
liero  muy  erforzado  cn  el  Sefior,  llegase  à  Quito,  al  cabo  de  mas  de  tres  aflos  que  tardò  en  su 
vlage.  Fué  de  todos  muy  bien  recibido,  por  que  todos  lequeriamos  mucho.  Dio  cuenta  de  su 
huen  despachó  y  presentose  en  la  Real  Audiencia  una  ceduta  Real  de  su  Magestad,  su  data  en 
18  de  setiembre  de  164!,  en  que  mandaba  qne  se  hiciese  la  paciflcacion  de  las  naciones  de  Infleles 
de  nuestro  Rio  de  San  Francisco  de  el  Quito,  por  aquellas  personas  que  à  sus  costas  lo  quisiescn 
hacer,  prometiendoles  las  mercedes  que  se  suelen  hacer  à  los  conquistailores  segim  la  ordcnacion 
aniigua,  y  qne  para  su  efecto  capitulasen  con  la  Audiencia  de  Quito.  Los  Senores  de  la  dicha  Real 
Audiencia  obcdccieron  la  Real  cednla  con  las  ceremonias  acostumbradas  y  la  hicieron  publicar. 
De  alli  à  algunos  meses  se  publicò  otra  cedula  Real  despachada  en  31  de  diciembre  de  i643  en 


2Xf}  LAUREANO 


unlen  à  quo  se  guardasc  y  cumpliesc  lo  urdcnado  y  mandado  por  su  Magpslad  en  su  Beai  cedali 
priincra,  quc  lus  Rcligiosos  de  uucstro  Padre  San  Francisco  y  lus  de  la  Companla  de  Jesus  te  tpU- 
eascn  à  la  predicacion  y  cuiiversion  de  Ics  nalurales  de  nuestro  gran  riu,  sin  que  se  emfaMuasen 
lus  unus  à  lus  utrus.  Muchus  dias  (?spcraron  los  siervos  del  Senor,  hijos  de  nuestro  Padre  Sin 
Francisco  de  la  Provincia  de  el  Quito,  à  que  se  efectuase  lu  que  su  Magestad  mandala  en  i«s 
Keak's  cedulas ,  lo  cual  no  fué  pusiblo  ni  hul)o  persuna  alguna  quc  so  ofreciera  à  hacer  la  tal 
cunquisla,  quizas  temiondu  Ins  gaslos  y  pt)r  no  estar  ciertos  de  los  provcchos  temporales  (q«e 
estos  sun  los  que  mueven  inuchas  veccs  à  algunos  mas  que  el  amor  de  Dios  y  salvacion  de  las  almas). 
Los  siervos  de  Dios  con  su  acostumbrado  celo,  no  dcjaljan  de  diligencias  cuanto  podian  el  toItct 
à  entrar,  auixiue  fucsen  solos  à  continuar  lo  nbra  de  Nuestro  Seilor ,  ya  comcnzada  y  tanto  tn- 
bajada.  No  surtió  efecto  por  entonces  su  santa  pretension,  pur  el  reparo  que  se  bacia,  segunyise 
habia  estierimeiitado,  que  en  no  tornando  està  conquista  y  paciiìcacion  su  Beai  Magestad  à  n 
cuidado,  mandandola  hacer  à  su  costa  con  oliciales  y  gente  pagada,  y  con  la  disposicion  ooove- 
niente,  no  era  posible  (moralmente  hablandu)  hacer  cosa  de  c^nsideracion,  y  elio  es  asivenUd.y 
:isi  lo  siento  segun  Dios;  y  fiuo  se  procure  lu  primero  la  gloria  y  bonra  de  Dios  y  la  salvacion  de 
liis  almas,  que  lo  dcmas  sera  à  su  tiempo  y  à  èi  darà  su  frutu  la  tiernu  Dios  nuestro  SeiSor  qw 
es  el  dueilu  de  lodo,  y  por  quien  se  ha  de  hacer,  lu  sasunarà  todo  de  tal  suertc  que  se  balle  m» 
y  se  goce  mucho,  muchu  mas  de  lo  que  se  piensa.  Ksperemus  en  su  divina  Magestad  que  tcodn 
esto  muy  felices  sucesus,  si  se  hace  comò  se  ha  dicho. 

«  S.-iIieron  de  la  ciudad  de  Quito  y  del.  C^onventu  de  Recoleccion  de  San  Diego  à  lo  prìnieroi 
dias  de  el  mes  de  mayo  de  1643  dus  Religiosus  sari-rdotes  Uamados  el  Padre  Fray  Laureano  de  h 
Cruz  Oiue  soy  yu)  y  el  Padre  Fray  Andres  Fernandez  para  entrar  a  la  reducciuu  y  paciflcacion de 
la  pruvincia  quc  llaman  de  los  Xivarus,  que  se  iba  à  hacer  por  la  ciudad  de  Cuenca  y  otras  piries, 
por  orden  «le  Don  Pedro  Vaca  de  la  C^idena ,  (ìoiiernadur  y  Capitan  General  de  la  provincia  da 
lus  Maynas  y  Jeverus ,  à  cuyo  ciudado  e>taha  el  hacer  la  conijuista  y  paciiicacion  de  los  dieto 
\i\aros  pur  muerle  de  su  iiadre  L>on  Diego  Vara  de  la  Cadena,  à  quien  la  Magi'stad  de  Fellpeto^ 
cero  ((|ue  esté  en  gloria)  habia  birbo  nierccd  pur  dus  \'u\ns.  La  cual  iiacillcaciun,  i>or  uo  poderia 
hacer  el  dicho  General  Dun  Pedro  Vaca  por  sus  acbaqucs  y  falla  de  dineros,  capitulócon  el  Sliett 
de  Campo  Antuniu  Carrello,  niercader  y  no  de  muchu  caudal  para  que  tomasc  el  trabajo  y  hlsleK 
la  tal  paclllcaciun  y  conquista  à  su  costa  con  sus  conveniencias,  que  cunsta  por  instrnmentos  qw 
entonces  se  bisieron,  y  se  haiiaban  en  el  ollrio  de  (ìabildu  de  la  ciudad  de  Luja ,  donde  el  General 
Don  Pedro  Vaca  tienr  su  rasa  y  a'iistencia.  Salieron  pues  lus  dus  Religiosus  de  Quilo  C4)n  labcn^ 
(ijj'ion  de  lìius  y  la  de  nuestro  Padre  Provin<!ial,  que  entonces  era  de  aquella  pruvincia  el  Reperendo 
Padre  Fray  Francesru  Decorra,  para  la  reilupi»>n  i-n  lo  espiritual  de  lus  Indius  Xivaros,  à  pelicii* 
ilei  Maese  de  Cani])0  Antonio  Carreno,  (pie  con  niucba  instancia  lu  ililigenció,  prometiendo  que  w 
entrarla  vn  la  dirba  proxlnria  de  los  Xivarus  utros  ningunos  Ib-ligiusos  mas  que  los  de  micstrt 
Scrallca  Orden,  y  babiendo  llegado  cun  bicn  a  la  ciudad  de  Cuenra,  que  està  60  leguas  de  Quitta 
doiidi*  s(>  ('Stalla  «iisponiendo  la  cntrada,  y  di.spuniendo  paru  ella  ludo  lo  necesario;  ayudaroD  pan 
.su  buen  efecto  en  todu  lo  que  pudieron ,  aunque  no  se  pudu  hacer  por  donde  y  comò  se  hai»! 
Iralatlu.  liabian  «le  hacer  ]o  eiitrada  à  la  pacitlracion  «le  b»s  Xivaros  por  Cuenca,  Macas  y  [wr 
Zainora,  repartiendose  la  grnte  en  tre^s  trupas  para  c«)ger  los  Indios  en  medio  y  con  mas  tocilidad 
hacer  la  «'oniiuìsla.  Para  rsto  el  Maese  de  («inipo  Antonio  Carreno ,  se  habia  c(mvenido  cun  V» 
\ecinos  «le  la  ciudad  de  Ma«'as  para  que  c«)n  sus  Indios  ayudasen  pur  aquella  parte.  No  quiso  \eBÌr 
en  (Ilo  el  Gub('rnad«>r  de  a(|ucl  {uirtido,  «pie  «ntoiices  lo  era  (N)  Santander,  con  que  faltò  esU 
ayuda,  <]uc  era  la  m.Ls  necessaria  y  faltarunle  tanibien  los  Indios  de  Zamora  por  no  liaberlo» 
«luerido  dar  el  (>>rregi«lur  de  la  ciudad  de  Loja,  llama«lo  el  Capitan  Diego  de  Castro,  sin  cuya  ayuda 
no  se  podia  conseguir  lo  «lue  se  pretondia,  conio  «n  efecto  no  se  consigui«j. 

•  Ki  Maese  «le  Camp«)  Girrenu  y  «lemas  oliciales  y  compafierus  de  la  en I rada,  que  todoscnn 
\«)Iiuilarlos,  o  iban  a  ella  de  muy  bucna  gana  (con  esperanzas  de  grandes  intereses),  por  que  nosele> 
mal(»gra*^en  los  gastos  «pie  tenian  becb«is,  se  «leterniinaron  à  hacer  la  ent rada  tudosjuntos  porCoeiKai 
«•un  int«'nlu  «le  llegar  à  1;ls  primeras  pobijiciunes  de  los  Xivaros,  y  alli  hacer  alto  y  fortiiìcarse  V> 
niejur  «pie  pudiesen,  y  lueg«)  pedir  suc«'orru  à  las  ciuiladrs  vecinas,  para  con  él  y  con  otras  traias 
lograr  sus  esperanzas.  Sucedìoles  estu  miiy  al  contrario,  por  «lue  babiendo  entrado  con  mucbo  tra- 
bajo,  por  scr  el  tiempo  riguroso  y  dillcultoso  et  camino ,  y  llegado  à  las  primeras  casas  que  » 
ballaron  vacias,  salvo  una  en  que  se  ballò  una  India  con  sus  ninos  y  oiros  dos  muchacbos,  qw 


LAUREANO 


287 


unbien  se  cogieruu,  anles  de  forliflcarse,  que  era  lo  que  tenian  delerminado ,  por  fallar  Indios 
*«bajadores,  que  se  les  habian  huido  los  que  sacaron  de  Cuenca,  y  pos  haberles  muerto  los  Xi- 
aros  dos  Espafioles,  por  un  descuido  que  luvieron  ;  tralaron  luego  de  volverse  à  salir  y  dejar  la 
bra  de  la  mano,  aun  antes  de  dar  principio.  Algunos  contrarios  pareccres  hubo,  acerca  de  la 
ilida,  y  ultimamente  se  resolvieron  y  volvieron  todus  à  Cuenca,  los  mas  de  ellos  encontrados  y 
esavenidos.  Casi  de  està  manera  ha  sucedido  otras  veces  que  se  ba  intentado  està  conquista  y 
aciùcacioD,  por  entrarla  à  hacer  gente  voluntaria,  que  de  ordinario  hacen  lo  que  quieren.  Los  Re- 
gii>sos  entramos  y  salimos  con  los  demas,  y  no  servimos  cn  este  viage  mas  que  de  acompanarlos, 
ti  decirles  Misa,  de  administrarles  los  santos  Sacramentos  y  de  apaciguarlos  en  sus  discordias, 
ncque  no  sucedia  siempre  corno  quisieramos .  El  Maese  de  Campo  Antonio  Carrefio  se  fué  a  la 
iudad  de  Lima  à  pedir  al  Virrey  del  Perù  favor,  que  era  entonces  el  Marques  de  Mancera,  para 
olver  à  hacer  la  dicha  conquista  (mas  no  se  ha  hecho  nada,  corno  ya  lo  hemos  sabido).  Nosotros 
)s  Religiosos  nos  volvimos  à  la  ciudad  de  Quito  y  à  nuestro  Convento  à  encomendarlo  à  Nuestro 
enor.  Ahora  sera  bien  que  digamos  que  cosa  cs  la  provincia  de  los  Xivaros ,  lo  que  bay  cn  ella, 
lo  que  sentimos,  segun  Dios. 

«  Es  la  provincia  de  los  Xivaros  80  leguas  de  la  ciudad  de  Quito,  à  la  vanda  del  Sur ,  ca- 
linando  bacia  Lima,  dentro  de  la  jurisdiccion  y  distrito  de  la  Real  Audiencia  de  la  dicha  ciudad, 
letìda  entro  dos  cordilloras,  que  la  cercan,  y  tienen  en  medio  à  la  traza  de  un  valle,  pero  muy 
;rando,  por  que  tcndrà  al  parecer  IO  ó  12  leguas  de  ancho  y  mas  de  40  do  largo,  toda  tierra 
le  arbolado  y  muy  doblada  de  muchas  lomas  y  rios  pequenos  que  la  dividen.  Pasa  por  medio  de 
iìla  provincia  un  rio  que  tiene  su  principio  cerca  de  los  Macus,  y  la  va  prolungando  à  la  larga 
lasta  que  entra  por  el  Pongo,  que  asi  se  llama  una  grande  avertura  que  hizo  ci  diluvio  en  una 
le  las  cordilleras  que  cercan  la  dicha  provincia  de  los  Xivaros,  que  es  la  que  està  por  la  mano 
zquierda  bacia  el  oriente,  la  cual  està  despoblada  por  su  muclia  aspereza.  En  desembocando  ese 
'io  de  los  Xivaros,  con  otros  que  se  le  allegan  por  el  dicho  Pongo  de  los  Maynos,  corre  por  tierra 
lana,  toda  de  arbolado,  liasta  entrar  en  nuestro  Rio  de  San  Francisco  del  Quito  à  las  330  leguas 
uas  abajo  del  puerto  del  Napo,  por  la  vanda  de  el  Sur.  Por  la  mano  derccha  bacia  ci  ponientc  à 
la  otra  vanda  de  nucstra  cordillera  principal,  tienen  los  Xivaros  por  vecina  la  ciudad  de  Cuenca, 
lue  estarà  de  ellos  distancia  de  26  leguas,  y  la  ciudad  de  Zamora,  que  està  otras  tantas.  En  esto 
[uedio  cstan  poblados  los  tales  Xivaros,  à  la  una  y  otra  vanda  del  rio  que  ya  dijimos ,  la  coge  por 
ruedio  à  lo  largo,  en  aldeillas  de  pocas  casas  bechas  de  madera  y  cubiertas  de  palma.  Es  tierra 
uuy  fertil  y  abundaute  en  los  mantenimientos  necesarios  de  la  tierra;  tiene  mucha  caza  y  buen 
[)escado  y  es  de  muy  lindo  tempie.  Tiene  cerca  à  Cuenca  y  à  Loja  que  là  pueden  proveer  con 
tQUcba  abuudancia  de  los  mantenimientos  que  le  faltaren,  come  se  bacia  cuando  la  tenian  poblada 
iiueslros  Espafioles.  Que  no  sera  pequena  ayuda  de  costas  para  sus  pobladores. 

•  Los  dos  generos  mas  principalcs  que  la  provincia  de  los  Xivaros  tiene  son  2C0  Indios  de 
lanza  (que  dicen  los  Baquianos  que  babrà)  y  400  mugeres  y  muchachos,  que  por  todos  seran  600 
ilnias  poco  mas  o  menos,  que  cada  una  de  ellos  vale  mas  que  lodo  el  mundo.  Son  todos  ellos 
bijos  y  nietos  de  Cristianos,  y  estando  està  provincia  convertida  y  pacifica  comò  las  demas  y  poblada 
ile  Espaiioles,  y  donde  su  Real  Magestad  tenia  sus  casas  y  otlciales  Reales,  en  la  ciudad  de  Lo- 
^runo,  se  rcvelaron  los  dichos  Xivaros,  y  malandò  à  los  Espafioles,  sin  escaparse  vìvos  mas  que 
ilus  o  tres,  quo  liuyerou,  se  alzaron  con  la  tierra  mas  ha  de  70  anos,  y  se  han  estado  alzados 
basta  boy  y  se  eslaran  asi,  si  su  Magestad  (que  Dios  guardo)  no  lo  remedia.  El  segundo  gènero 
es  la  raayor  riqueza  de  oro  que  tiene  todo  el  Perù,  comò  consta,  no  de  noticias,  sino  de  espe- 
riencias.  Por  que  cu  aquellos  anos  que  estuvo  la  provincia  pacifica  (  que  no  fueron  muchos  )  se 
ilierou  de  quintos  à  su  Real  Magestad  las  partidas  que  Se  ballan  en  los  libros  Reales  en  la  comarca 
ile  Quito,  que  son  nìuchas  y  muy  grandes.  Y  de  esto  se  podrà  inferir  lo  mucho  que  los  vecinos 
Lncomendcros  de  los  Xivaros  sacariau  en  aquel  tiempo.  El  Tesoro  espiritual  y  temperai  ha  mas  de 
70  auos  que  està  escoudido,  no  en  tierra  incognita  y  apartada,  sino  à  las  puertas  de  casas  yen 
medio  de  nucstras  poblaciones  cristianas,  comò  hemos  refendo  y  es  cosa  cierta.  El  dueno  de  todo 
Ls  su  Real  Magestad,  y  por  haberse  hecho  merced  de  la  reduccion  y  paciRcacion  de  aquellos  pobres 
[laturales  (  que  euganados  de  el  demonio  se  alzaron  )  al  General  Don  Diego  Vaca  de  la  Cadeua  y 
1  su  hijo  Don  Pedro,  se  han  malogrado  muchas  almas  (que  se  deben  mucho  llorar),  y  Unta  riqueza 
rumo  se  ha  dejado  de  sacar  de  aquella  tierra,  que  hubiera  sido  de  mucho  importe  à  la  Real 
[lorona,  y  sus  aumentos,  mas  con  nmclia  facilìdad  se  pudiera  hacer  la  dicha  conqqista  y  reduce 


^88  LAUREANO 


cion,  si  su  Beai  Bfagestad  mandare  que  se  haga  por  sa  cuenta,  y  à  su  costa,  que  mayorai  diflei 
tades  venccran  su  gran  podcr  y  fuerza,  ayudado  con  la  divina  gracia,  à  quien  sea  la  gloria  de  loi 
•  En  el  ano  de  nuestra  Redencion  de  i6i7,  en  el  mes  de  mayo,  movidos  del  auiur  da  U 
y  puesta  en  él  loda  su  confianza,  salieron  de  la  ciadad  de  Quito  cuatro  Religiosos,  hijos  de  aneD 
Padre  San  Francisco  del  Convento  de  San  Diego  de  la  diclia  ciudad,  para  ir  à  aua  provincia 
Indios  infleles  Uamados  Omaguas,  que  habitan  en  las  islas  del  Rio  de  San  Francisco  del  Quilo^ 
estan  300  Icguas  abajo  de  su  nacimiento,  adonde  el  Hermano  Fray  Domingo  Brieva  habla  eita 
ya  tres  veces  cuando  lo  discubrió  y  navegó.  Salieron  pues  los  cuatro  Religiosos  Uamados  el  Pm 
Fray  Laureano  de  la  Cruz,  Comisario,  el  Padre  Fray  Juan-  de  Quincoces,  y  los  Herroanos  Rray  I 
mingo  Brieva  y  Fray  Diego  Ordofiez,  à  procurar  la  conversion  y  remedio  de  aqnellas  pobres  alm 
que  seguo  tuvimos  nolicia,  debian  de  ser  mucbos  millarcs,  por  que  decian  ser  aquella  proTlnda 
lus  Omaguas  de  mas  de  300  leguas  de  largo,  y  de  tal  suerte  publada,  que  casi  se  velan  las  ■ 
poblaciones  de  las  otras,  no  muy  diflcultosa,  al  parecer,  su  reduccion  por  ser  gente  apaeible,  politi 
y  la  de  mas  razon  y  gobierno  de  todo  nuestro  gran  rio,  que  tenian  Caciques  princlpales,  à  qui 
estaban  muy  obedienles,  y  tenian  romercio  y  cumunicaccion  ron  las  naciones  vecinas,  y  otr 
casas,  que  nos  obligarun  à  hacer  de  està  nacion  y  provincia  un  muy  elevado  concepto.  Y  si  el 
fuese  asi  verdad  por  lo  riue  entendimos  de  las  relacioncs,  hubiera  sido  està  la  mejor  entrada  ^ 
se  bubiera  hecho  en  todo  el  Perù.  Salimos  con  la  benedicion  de  Dios  y  de  el  Reverendo  Padi 
Fray  Juan  de  Durana,  Comisario  General  de  el  Perù,  vencidas  ya  muclias  diOcultades  y  contnutt 
ciones  que  para  hacer  està  entrada  se  nos  ofrccieron,  por  no  haccrse  con  gente  de  guamieioa  ooo 
convenia  para  el  efecto  de  nuestra  pretension ,  y  verdaderamenle  que  no  se  hiciera  si  no  fuera  pt 
una  cedula  Real  que  su  Magestad  mando  dcspachar  à  su  Real  Audicncia  de  Quito,  ea  qi 
ultimamente  mandaba  que  por  todos  los  caminos  y  medios  posiblos  se  procurase  la  reducdon 
conversion  de  todos  los  habitadures  de  nuestro  gran  rio,  por  medio  de  la  predicaccion  del  sant 
Evangelio  ;  en  vista  de  la  cual  los  SeHorcs  de  la  Audiencia  dieron  licencia  y  dcspacharoD  sos  prò 
visiones  para  que  se  hiciesc  la  dicha  entrada.  I^  cédula  Real  cs  la  que  sigue. 

EL    RBT 

•  Presidente  y  Oìdores  de  mi  Audiencia  Real  de  la  ciudad  do  San  Francisco  en  la  Provinfu 
de  Quito,  por  cedula  de  18  de  setiembre  del  ano  pasudu  de  l6U,os  enviA  à  mandar  miraseisqvi 
personas  habia  en  esa  provincia  que  quisìesen  encargarse  do  la  paciflcacion  y  poblacion  de  las  de 
rio  de  las  Amazonas,  y  que  halucndo  Iratado  con  eilus,  biciesedes  los  asientos  y  capltulaciunes  qn* 
conviniesen,  guardando  en  todo  lo  dispuesto  por  una  carta  y  provision  del  Rey  mi  seiìor  abaci» 
(que  santa  gloria  bava),  su  data  en  el  Bosque  de  Segovia  à  13  do  julio  de  el  ai!o  pasadodel573 
y  las  demas  cedulas  y  provisiones  Reales,  que  en  razon  de  semejantes  poblaciones  estan  dadas.  ^ 
por  otra  mi  cedula  de  31  de  dicicmbre  del  ano  pasado  del  16(2  os  envié  h  mandar  procediesedes  ; 
la  esecucion  y  complimiento  de  la  dicha  mi  ct'uiula  con  toda  puntualidad  y  cuidado,  disponiendoP 
de  forma  (lue  en  la  conversion  de  los  naturales  no  se  cmbarazasen  ni  encontrasen  los  Religioso 
de  San  Francisco  con  los  de  la  Compania  de  Jesus,  sino  que  unos  y  otros  pudiesen  obrar  en  l 
conversion  y  doctrina  de  los  Indìos,  que  era  lo  que  principalmente  se  habia  de  mirar  por  ambi 
Koligiones,  mostrandoci  colo  que  tenian  de  el  sor\icio  de  Dios  y  mio,  y  bien  de  aquellos  naturile! 
comò  mas  particularmonto  se  contiene  en  las  dichas  mis  cédulas  à  quo  me  reflero.  Y  por  que  n 
iutencion  y  voluntad  cs  que  proccdan  por  los  caminos  y  meilios  que  fueron  posibles  se  consiga  I 
reduccion  de  los  habitadores  de  aquella  tìerra  por  medio  de  la  prodicacion  de  ci  santo  Evangeli 
para  que  dejen  la  gentilidad  ydolatrica ,  que  boy  siguen  ;  y  habiendose  visto  en  mi  Consejo  Re. 
do  l:is  Indias,  y  consultadome  sobre  elio,  he  acordado  mandaros,  y  ordenaros,  comò  por  la  presenl 
OS  ordeno  y  mando,  pongais  particular  cuidado  en  la  paciUcacion ,  conversion  y  desrrubrimienl 
del  rio  de  las  Amazonas  y  sus  poblaciones,  procurando  so  dispongan  y  apliquen  à  elio  con  particufa 
celo  de  los  dichos  Religiosos  de  San  Francisco  y  de  la  Compania  de  Jesus  y  los  de  Santo  Domingi 
San  Augustin  y  la  Merced,  quo  residen  y  tienen  Convento  en  osa  provincia,  para  que  todos  entre 
cuando  sea  menoster  à  cultivar  y  estender  la  fé  y  predicar  el  santo  Evangelio,  y  se  ayudeo  mo 
à  otros  con  tal  fervor  y  conformidad  que  por  t^ste  medio  se  consiga  la  reducion  de  los  naturale 
liaciflcacion  y  poblacion  de  aquellas  provincias,  que  asi  conviene  al  servicio  de  Dios  y  mio,  ypir. 
que  mejor  se  pueda  conseguir  lo  refcrido ,  se  ordena  al  Obispo  de  esa  ciudad ,  que  por  sa  pirt 


LAIRKANO  ^80 


lo  ayu<lo  y  fornente,  para  quc  retiulteii  los  buuiiUvS  efectos  que  deseo.  Fecha  cn  Madrid  ù  12  de  abril 

de  l<(4-6  aSos  •  lo  el  Rey  >  Por  mandado  de  ci  Rcy  naestro  ScHor  «  Don  Gabriel  de  Ocana  y  Alarcon.  • 

«  Aanqae  sabian  por  esperìencia  los  dichos  Religosos,  que  la  tal  paciflcacion  y  reduccion  no 

86  habia  de  conseguir  sin  armas  y  gente  que  fuese  conquistando  y  poblando  las  naciones  de 

loflelcs  de  nuestro  rio  de  San  Francisco,  con  todo  eso  se  ofrecieron  à  hacer  este  viage,  solo  por  la 

baeasL    disposicion,  que  segun  los  informos  parecia  tener  la  provincia  de  los  Omaguas,  pareciendoles 

qae  a-preDdiendo  la  lengua,  acariciandolos  y  atraycndolos  al  conocimicnto  de  Dìos  y  obediencia 

à  su    Bfagestad,  con  toda  suavidad  y  amor;  y  ballando  ser  cierto   lo  quc  decian   las  rclaciones, 

reeooocida  bien  la  tierra  y  las  cosas  de  ella,  visto  su  disposicion  ser  tan  buena  comò  se  bubia 

eotendido,  entablarse  alli  con  los  dichos  Indios  y  avisar  à  su  Magestad  y  à  su  Real  Audiencia  de 

OuiCo*     para  que  siendo  servido,  mandase  enviar  gente  que  poblase  la  dìcha  provincia,  y  pedir  por 

mercecl  que  aquellos  Indios  Omaguas,  habiendose  ya  convertido  y  hecbos  cristianos  y  vasallos  de  su 

Magestad,  fusen  de  su  Real  corona,  y  no  se  encomcndasen  à  los  pobladores  (corno  estan  los  del 

Perù  >    para  que  con  ellos  (  por  ser  buenos  canoeros  è  in«tlinados  h.  las  armas  )  y  con  los  Espanolcs 

soldados  se  fuesen  conquistando  y  rcducicndo  las  dcmas  naciones.  Este  fué  nuestro  intento  y  para  eslo 

tnbajsiinos  lo  que  Dios  sabe  en  déligenciar  està  ùltima  entrada,  corno  consta  por  los  autos  quc  se 

hicieron    en  està  razon,  y  se  hallaran  juntus  con  las  tres  Realcs  cédulas  dn  su  Magestad  en  el 

Archivio  de  la  Real  Audiencia  de  Quito  y  en  los  oflcios  de  Don  Juan  Cornejo  y  Antonio  Sanchez 

Bfaldonado,  escribanos  de  Càmara,  con  otros  muchos  autos  que  se  hicieron  por  las  otras  entradas 

qne  los   Beligiosos,  hijos  de  nuestro  Padre  S.in  Francisco  de  la  Provincia  de  Quito  han  hecho,  que 

son  las  que  hemos  rcferido.  Salimos  finalmente  de  la  dicha  ciudad  y  Convento  con  muchas  esperanzas 

de  muy  baenos  sucesos,  muy  bien  proveidos  de  bastimentos  y  de  vestuarios  y  otras  cosas  necesarias 

para   nuestro  uso,  de  que  nuestros  bienhechores   nos  proveyeron  con   mucba  caridad.  Llevamos 

asimismo  ornamentos  para  celebrar,  6  imagencs  para  hacer  Iglesìa,  comò  quien  Iba  muy  de  aisento 

vii  conformidad  con  los  Informes,  mas  no  tuvimos  ventura,  comò  dìremos. 

«  Habiendo  pasado  la  cordillera  de  Quito  y  Pàramos  de  los  Quijos,  llegamos  à  la  ciudad  de 

Baeza,   donde  hallamos  al  Capitan  Bemabé  Hidalgo  de  Pinto,  Teniente  General  de  aquel  partido,  el 

cual  con  mucho  amor  hizo  que  nos  dicsen  ci  avio  necesario  para  pasar  à  la  ciudad  de  Archìdona, 

que  està  de  alli  SO  leguas,  adonde  habiendo  llegado  con  bien,  nos  recibió  y  hospedó  cn  su  casa 

el  LlccTìciado  Pedro  Ballejo,  Cura  de  la  dicha  ciudad  y  nos  hizo  mucba  caridad.  Alli  nos  detuvimos 

murhos  dlas  por  estar  los  Indios  que  nos  habian  de  llevar  ocupados  en  la  Demora,  que  asi  llaman 

al  tieiupo  en  que  se  saca  el  oro.  Por  lo  qué  habiendo  acabado  y  prevenido  de  todo  lo  necesario 

de  eatuas  y  gente  para  el  viage,  por  ci  Capitan  Diego  Diaz  de  Paz,  vecino  encomendcro  de  Archìdona 

y  de   Avila  y  bienhechor  nuestro;  61  en  persona  con  su  gente  y  todo  lo  domas,  nos  fuimos  à 

cmbarcar  al.puerto  de  Napo  que  està  de  Archìdona  un  dia  de  camino.  Ocupamos  nos  el  tìempo 

que  esiuvimos  esperando  este  avìo,  en  escrìblr  y  aprender  parte  de  la  lengna  Omagua,  con  que 

llevatnos  muy  buen  princìpio  y  nos  fué  con  csto  no  muy  dificultoso  el  aprenderla.  Embarcamonos 

en  el   p^erto  de  Napo  al  27  de  sellembre  del  dicho  afio  y  comenzamos  à  navcgar  por  nuestro  gran 

"'<>  <ie   San  Francisco  del  Quito  (siendo  este  su  primcr  pucrto  navegable,  por  quo  dcsde  aqul  à 

sa  ^acimienlo,  que  no  bay  muchas  leguas,  corre  mucho  y  por  cntre  muchas  pefìas  ) ,  y  à  los  dos 

dia.<i   <|jj  jjQggti-a  navegacion  llegamos  à  la  junta  de  el  rio  de  la  Coca,  que  està  del  puerto  de  donde 

salinios  28  leguas.  Habiendo  ya  pasado  los  rios  de  Archìdona,  de  Avila  y  Payansinos,  que  son  los 

^**®   bemos  dicho  que  salen  de  la  provincia  de  los  Quijos,  todos  por  la  vanda  de  el  Norte,  y  es  à 

^ano  izquierda  caminando   nuestro   rio   abajo.  En  este  parage  dicen  que   fabricó  Orellana  el 

"^'K^ntin  con  que  navegó  por  nuestro  gran  rio  y  fué  à  salir  à  la  Margarita. 

«  tendo  pnes  prosìguicndo  nuestro  viage,  à  las  i7  leguas  de  la  unta  de  la  Coca,  bacìa  la 

\ana^  del  Sur,  que  es  à  la  mano  derecha,  caminando  por  nuestro  rio  abajo,  pasamos  ci  Real  de 

Aneio^  adonde  dijimos  tuvo  su  asistencia  el  Capitan  Juan  de  Palacios  con  su  gente.  Pocas  leguas 

™**   abajo  desemboca  en  el  nuestro  un  rio,  al  parecer  no  muy  grande,  cn  el  cual  dicen  està  una 

pro"^  ÌDcla  de  Indios  Omaguas,  de  cabezas  chatas,  de  donde  los  vecinos  de  la  ciudad  de  Archìdona 

"^'^    ^cado  algunos,  de  que  se  sirven.  A  his  18  leguas  del  Real  de  Ancte  à  la  vanda  del  nuestro, 

V^^boca  el  rio  Aguarico  y  se  junla  con  el  grande  nuestro,  y  de  alli  comienzan  las  primeras  pro- 

^*^^^as  y  naciones  de  Infleles  que  pueblan  el  gran  Rio  de  San  Francisco  del  Quito;  por  lavanda 

*     Maestro  los  Encabellados  y  Rumas  que  todo  es  uno;  por  la  otra  vanda,  que  es  la  del  Sur,  la 
ilei 

OS  Abiglnas  ;  fenecc  csla  nacion  y  provincia  en  un  rio,  que  se  Rama  Curaray,  quc  desemboca 

10 


Ì2W  LAinEANO 

y  entra  en  ol  nuestru  por  la  propia  valida  de  el  Sur,  y  tendrà  de  ancho  comò  ud  coaiIo  de 
En  cste  rio,  dicen  que  hay  mnchos  Genti les  y  hay  pcrsonas  que  han  llegado  à  sas  pobUctones 
se  Uaman  Equitos.  Estas  suo   las  primeras  poblaclunes  de  Infleles  y  mas  cercanas  il  distrilo  A^ 
(juito,  y  jurisdiccion  de  los  Qnijos,  de  donde  se  ha  de  comenzar  à  hacer  la  conquista,  si  noestr^^j 
Senor  os  servido  que  se  liaya  de  hacer.  Dilicultoso  parece  por  set  tierra  de  monliiìa,  j  por  esta^f 
la  gente  tan  mal  poblada  y  sin  orden  ni  gobierno,  mas  con  la  ayuda  de  Naestro  Sefior  todo  ^k# 
hard  bicn.  A  la  vanda  dei  Sur  80  ieguas  mas  abajo  del  Curaray,  deseml)0ca  un  grande  rio  en    «?; 
naestro  de  San  Francisco  que  tendrà  una  legna  de  boca ,  liamanle  los  naturales  Paramangnaso , 
«lue  quierc  decir  Rio  tirando.  Estc  es  el  MaraHon  que  baja  de  el  Perù  y  por  eso  se  llama  nueslto 
rio  de  Napo  do  Maranim,  y  despues  que  nuestros  Frayles  lo  descubrieron  y  navagaron  se  llama  de 
San  Francisco  de  el  t^uito.  Juntanse  con  el  rio  Maraiion  el  rio  de  los  Xivaros,  el  de  los  Magna; 
y  otros  antos  de  entrar  en  el  nuestru.  Entre  estas  Juntas  de  estos  rios  està  una  provincia  de  Infiefe 
que  se  Uaman  Aguanatios,  y  son  tanibien  Omaguas ,  de  cabezas  chazas.  Seteota  legoas  mas  abaJo 
de  estas  juntas  esrà  la  provincia  de  los  t;)magnas,  que  tanto   ciudado   nos   dieron  y  son  Iob  qse 
ibamos  à  buscar. 

•  Corca  de  las  dichas  juntas,  dia  de  Santa  Teresa  à  quince  de  octubre,  eDContramos  din 
oanoas  con  50  Indios  Omaguas  do  la  pn»\incia  que  nisotros  ibamos  a  buscar,  que  segun  elloio«« 
dijoron  ilKin  à  una  provincia  do  Indios  que  se  liamnn  Icagnates  (y  son  los  Rumos  y  EueabeUidw 
que  dijìmos.)  à  matar  y  robar  conio  supimos   lo  tonian  do  costunibre.  Algunos  de  ellos  bayvroo 
cuando  vieron  nueslras  caiioas,  y  la  niayor  parto  do   ollos  conociendo  ser  Espaiiules  (que  eli» 
Uaman  r<aripunas)  osperaron  y  saltando  todos  en  tierra  en  una  playa  kis  saludamos  y  àbrami» 
con  muestrjis  de  amor,  y  ellos  hicioron  Io  niismo  con  nosotros.  Ilablamoslos  con  las  lenguas  qw 
Uovabamos,  y  dijinioslos  conio  ibamos  en  bu<ca  de  ellos  para  que  fuesemos  amigos  y  enseSarlfs 
las  cosas  de  Dios  y  hacerlos  cristianos  para  quo  se  salvasen,  y  que  si  gostaban  nos  quedariasM^ 
los  Religiosos  nuestros  con  ell(»s.  Dijoron  quo  si  y  que  se  bolgaban  mucho  de  elio.  Persuadino»- 
los  à  que  dejasen  aquel  mal    viago  quo  iban   à   hacor   y  que   nos    fuesemos   juntos  à  sos  eu»s^ 
Hìcieronlo  a.si  y  Uamanilo  à  los  quo  se  babian  escondido  v  muy  contentos  nos  fuimus  todos  JODtue^ 
por  nnestro   rio  abajo.  A   los   19  do  octubro,  dia   de  San   Pinlro  de   Alcantara,  Uegamos  à  b«. 
provincia  de  los  Omaguns  y  a  la  isla  primera  de  olla  Uamada  Piramola,  y  nosotros  la  Uamamos  d^^- 
San  Podro  do  Alcantara  por  bab<T  llo(j:ado  à  olla  en  su  dia.  Con  mueslras  de   mucho  gusto  nu  J~ 
rtv'ibioroii  los  dichos  Indios  y  luogo  nos  hospodarnn  on  una  de  sus  casas  ,  que  para  eUo  desocu  ^-• 
paron,  y  al  Capitan  hii'go  hiaz  do  Pa/,  y  para  su  gonio  dloron  oira,  y  en  olla  y  en  nuestra  com    — 
pania  ostuxiorini  Ics  Espaiinlos  no  mas  quo  cuatro  dias,  en  los  cual^s  los  Omaguas  nos   regalaru^c  - 
a  ttidos  on  lo  (\\iii  toiii.iii  y  oso  cmi  iiiuy  buona  vnliintad.  Lovantamos  un  aliar  y  en  ól  ofn'Ciinos  -^ 
ol  Padro  Felonio  ol  sanlo  Sarrillrio  do  la  Misa.  Planlaiiios  i-l  arhol  santo  do  la  Cruz  y  en  el  nombi^^»- 
do  l»io<  N'uostro  Sofior  tmnamos  posrcion  do  aqnollas  liorras  pur  nuostra  Santa  Madre  Iglesia,  ^t" 
por  nuostro  catnlico  Boy,  y  pur  lodo  diriios  à  Nnostm  Sofior   muchas   gracias.  Procuramos  liieg<^ 
infnrniarnos  do  la  pronto  y  dcmas  onsas  do  la    Provinola    y  no  fuó   posible   sat>er   c(»sa  cierta  pn  ^ 
onloncfs,  solamofito  ontcndiinos  do  ollos  quo  la  ^'onlo  ora  inuoha,  la  cual  dejamos  para  su  tìemiKF'^*' 
roniitiondolii  à  la  vista. 

«  La  l^la  do  San  Po<lro  do  Alcantara  tondrà  do  larpro  dos  loguas  y  do  ancho  menos  de  meUuua-^ 
y  asi  ola  oonio  las  ib-nias  («pn*  soran  dr  osto  porlr  >  al^:unas  mucho  mayores)  ««stan  pobladas  ik — '■ 
mny  alla  y  o>posa  arboloda.  Ti-niaii  sus  oas.-o*,  quo  oran  i8.  on  la  orilla  dol  rio,  hechas  de  madcfì»^ 
y  rubìortas  do  palniiolias,  (pio  alla  Uaman  Pinagita,  lodas  iniosLis  on  liilora  à  mancra  de  GaleFU=^ 
cntolcladas  con  las  pntas  liaoia  ol  rio,  tndas  mny   juntas  las  unas  ci«n  las  otras,  y  cada  una  cok- 
dos  iMiorlas,  una  para  ol  rio  y  utra  para  ol  innntc.  Vjvian  on  rada  una  do  estas  casas  dos,  tre^ 
y  cualro  \ooinos,  quo  so  Uaman  hnlitis  do  lanzas,  y  sorian  p(»r  todos  80,  y  de  mugercs  v  mucba-^ 
l'hos  habia  oonio  2.*iO.  Do  to<lo   osto  dinios    a^is<l  à  nuostros  Preiados    y  à  la    Real  Audieocia  dc^ 
Quito  por   ol  Capitan  Diojin   Diaz  do  Paz ,  ol  oual  nos  tenia  promotido  que   vendria  à   visìlamo:^ 
ron  su  jronio  una  \o/,  rada  ano  por  los  \oranos,  y  con  osta  conformiilad  prometimtjs  para  la  prì — 
mora  \oz  quo  nos  \iniosr  à  \or,  tonor  \ista    y  lantoada  la  dicha   provincia,  para   dar  cuenta  d^ 
todn.  Pariió  ol  Capitan  Diogo  Diaz  y  su  gonto  para  nuito,  dojandonos  un  Indio  Omagua  crlstìaik^^ 
con  su  mugor  para    intorproios,  y  nosotros   cpiodamos  solos  y  mny  consolados  en  nuestro  Sefior 
por  vernos  ya  conio  dosoabamos,  si  bion  con  alguna  pena,  de  que  lo  que  viamos  no  conformabacoB 
lis  rolacionos,  mas  encomomlamoslo  à  Dios,  y  romitìmoslo  àia  vista  y  esperìencla.  Aquella  misnos 


LAUREANO  2t)I 


noche  despues  que  el  Capilau  y  denias  gente  se  habinn  ido,  se  nos  huyeron  el  Indio  y  su  muger, 
qne  habian  quedado  en  nuestra  compafiia,  para  Interpretes  de  la  lengua,  con  que  quedamos  de  el 
todo  puestos  en  las  manos  de  Dios.  Fuimos  prosiguiendo  con  nuestra  obra  y  aprovechonos  mucho 
lo  qae  ya  Iraiamos  aprendido  y  escrito  de  la  lengua,  y  con  ese  principio  y  buona  dlligencìa  fui- 
mos a  prisa  aprendiendula,  y  obrando  aquello  à  que  habianìos  ido,  y  lo  que  tanto  Irabajo  nos  costaba. 
A  los  cuatro  meses  poco  mas  qUe  asistimos  juntos  en  esle  puebtecillo  y  con  osta  gente,  que  nos  acudió 
muy  bien,  di  orden  de  Ir  à  reconocer  algunos  de  los  pueblos  mas  cercanos  à  esle ,  y  habiendolo  con- 
snltado  con  nucslros  companeros,  dejandolos  encargados  à  los  Indios  que  quedaron,  con  30  de  cllos, 
qoe  me  acompanaron  en  sus  canoas  y  en  una  que  nos  dejó  el  Capitan,  hicimos  està  prim  era  salida. 

•  Salimos  de  San  Fedro  de  Alcantara,  llevando  en  mi  compania  un  Donadito  Indio  de  Quito, 
por  mi  intèrprete  y  compafSero,  dejando  otro  alla  con  los  companeros,  y  caminando  por  nuestro 
Rio  de  San  Francisco  de  el  Quito  bacia  abajo,  llegamos  en  el  mismo  dia  A  un  pueblo  pequeno  de 
li  easas  Uamado  Sacayey  en  otra  isla  semejante  à  la  primera,  que  tendria  30  Indios  y  ma^  sus 
mngeres  y  muchacbos,  que  no  eran  muchos.  Estaba  està  isla  de  la  otra  ocho  leguas,  recibieronnos 
bien  sus  moradores  y  acudièronnos  con  el  sustento  que  ellos  tienen,  comò  son  yucas,  maiz  y  las 
otras  frutas  ordenarias  de  la  tierra  y  mucho  pcscado  de  que  abundan  todos  aquellos  rios.  Dormi mos 
aUi  una  noche  y  el  dia  siguiente  seguimos  adelante  y  llegamos  à  otro  pueblo  llamado  Mayti  con 
solas  ocho  casas  en  una  isla  mas  grande  que  las  primeras,  9  leguas  de  el  otro  pueblo  de  Sacayey; 
paramos  sin  llegar  a  ól  y  a  cuatro  leguas  andadas  llegamos  à  una  isla  tambien  grande  con  un 
pueblo  de  !6  casas  llamado  Caraùto,  que  tendria  40  vecinos  y  mas  sus  mugeres  y  muchachos  que 
por  todos  llegarian  à  120  almas.  Aqui  me  recibieron  muy  bien  y  regalaron  con  lo  que  pudieron, 
y  yo  les  correspondia  à  estos  comò  à  los  demas  con  avalorios,  cascabeles,  anzuelos  y  otras  muchas 
meondencias  semejantes  que  ellos  estiman  mucho.  En  este  lugarrito  pequeno  estuvimos  tres  dias 
y  al  cabo  de  ellos  volvimos  atràs  al  pueblo  de  Mayti  que  habiamos  pasado  sin  estar  en  él;  llegamos, 
y  SQS  vecinos  ,  que  serian  20,  nos  recibieron  muy  alegres  y  acudieron  corno  los  demas.  Aqui 
dormimos  por  la  noche  y  en  ella  fuè  Nuestro  Senor  servido  consolarnos  con  un  nino  que  hallamos 
va  casi  para  espirar,  que  bautìzado  se  fué  al  cielo,  y  fué  este  el  primero  de  los  que  bantizamos 
en  aquella  provincia,  que  no  fueron  pocos  gracias  à  Dios.  Salimos  de  este  pueblecito  y  llegamos 
al  otro  donde  hicimos  noche  y  al  otro  dia  fuimos  d  dormir  à  San  Fedro  de  Alcantara,  adonde 
hallamos  d  nuestros  compafSeros  alegres  en  Nuestro  Sefior,  y  yo  me  holgué  mucho  de  hallarlos 
baenos.  Dilos  cuenta  de  lo  que  pasaba  y  no  dejó  de  aguarsenos  el  gusto  con  lo  que  ibamos  viendo, 
tao  diferente  de  lo  que  teniamos  en  tendi  do  segun  los  informes. 

t  Dentro  de  pocos  dias  Ilegó  adonde  cstabamos  una  canoa  con  siete  Indios  del  pueblo  de 
Garante,  donde  ya  habia  estado  yo,  que  venian  à  buscarnos  para  llevarme  d  su  lugarcillo,  diciendo 
que  gustaban  de  nuestra  compania  y  para  que  le  pusieramos  una  Cruz,  comò  habiamos  becho  en 
San  Fedro  de  Alcdntara.  Fuime  de  buena  gana  con  ellos,  llevando  con  migo  al  Donadito  mi  com- 
panero,  dejando  d  los  demas  comò  la  otra  vez,  ocupados  en  aprender  la  lengua  y  en  conservar  y 
aumentar  la  amistad  de  los  Indios  y  cuidando  de  los  Senos  ({ue  morian  para  bautizarlos,  que 
estos  ftieron  los  cjercicios  en  que  nos  ocupamos  el  tiempo  que  estuvimos  en  aquella  provincia, 
ultra  de  los  de  obligacion  y  devocion,  que  es  lo  primero.  Llegamos  al  pueblo  de  CaraAte,  adonde 
ibamos,  y  donde  estuvimos  dias  que  dijimos.  Fusimos  la  santa  Cruz  y  todos  la  adoraron  y  besaron, 
de  la  suerle  que  yo  los  enseiìé,  con  que  se  consolaron.  De  aqui  pasamos  d  otro  pueblo  que  estaria 
de  este  ocho  leguas,  en  otra  isla  muy  grande  y  tenia  22  casas  y  en  ellas  cosa  de  50  Indios  con 
mas  chusma.  De  este  pasamos  a  otro  que  estaba  10  leguas  mas  abajo  con  9  casas  y  en  ellas  corno 
16  personas  entre  grandes  y  pequenos  muy  afligidos  porque  se  les  habian  muerto  los  demas 
(annque  algunos  huyeron)  de  una  gran  peste  de  viruelas  que  les  habia  dado  d  todos,  de  que 
ya  ellos  estaban  convalecientes.  Dieronme  por  nuevas  que  loda  la  provincia  de  alli  para  abajo 
estaba  apestada  y  que  se  habia  muerto  mucha  gente.  Con  esto  nos  volvimos  atras  al  lugarcito  de 
Caraùte ,  a  donde  ya  d  esle  tiempo  se  iba  anegando  toda  la  tierra  con  las  avenidas  y  de  sus  allegados, 
qne  esto  sucede  en  aquellas  islas  casi  todos  los  anos.  Hicieron  los  Indios  dentro  de  sus  mismas 
casas  unos  tablados  de  madera  que  ellos  llaman  luzas  y  encima  de  ellos  estubimos  tres  meses, 
ijue  fueron  los  de  abrii,  mayo  y  junio  con  mas  de  seis  palmos  de  agua  debajo.  Entraban  y  salian 
las  canoas  dentre  de  las  casas,  y  de  noche  quedaban  debajo  de  los  tablados.  Iban  en  ellas  los 
Indios  por  el  monte  adentro  a  buscar  frutas  de  palmas  y  de  otros  arboles,  y  pescado  para  corner, 
porque  los  mantenimientos  quo  teinan  sembrados,  casi  todos  se  perdicron. 


392  LALIIKAXO 


«  Eli  este  tiempo  cstaodo  corno  estabamos  anegados  una  ooche  cou  un  grande  viento ,  agua  y 
trueuos,  ({uc  vino  de  el  rio  abajo  para  arriba,  Uegó  d  nuestro  pueblo  de  Caraùte  la  peste  rio  ab^u, 
y  ei  dia  siguientc  ainanccierun  heridos  de  ella  un  inozuclo,  y  una  India  vieja,  en  casas  difemiiet, 
y  de  ostos  se  fué  cundiendo  y  pegando  en  los  deinas,  de  tal  suerte  que  cn  poco  mas  de  ud  mes^ 
no  quedó  en  todo  el  lugaroito  persona  grande  ni  pequcna  que  no  cayese  miserablemeote,  basta  eft 
iKjuadito  mi  cuuipaiìero  no  se  escapó  de  este  trabajo.  Solo  à  mi  Dios  fué  servido  que  no  toease^ 
andando  corno  audube  eutre  aquellos  miserables  apestados  de  enfermedad  tan  peg^josa  y  tasi 
asquerosa  que  sulo  el  ver  el  miserable  estado  de  los  tales  enfermos,  y  su  mal  olor,  bastaba  para. 
mutar.  Otro  trabiijo  se  nos  allegò  à  estos  (aunque  no  durò  niucho),  y  fué  que  cubrìendose  loda  la 
tierra  de  muy  espesa  nehlina ,  que  venia  de   bacia  el  Mar ,  y  caminaba  para  las  cordilleras ,  con 
un  recisimo  aire,  y  aj^ua  menuda  quu  los  Indios  llamun  Jocamari,  y  quicre  decir  tiempo  frio, 
y  Io  cspcrimenlan  dos  o  Ires  ve:es  cada  ai:o,  y  cada  vez  dos,  trcs,  y  cuatro  dias  sin  verse  el  Sol,  ni 
aun  casi  luz.  Temporal  fué  aqueste  tan  frio  que  no  liabia  ropa  con  que  repararlo  y  que  nos  obligù 
à  calentar  el  agua  [tara  poderla  LH.'ber.  Y  aquellos  miserables  heridos  de  la  peste,  y  todos  Ilagadu 
echados  sobre  aifuellos  lablados,  ilesnudos  sin  ningun  genero  de  reparos  ni  socorro  Icmpunl,  sioo 
era  un  poco  de  lumbre,  y  no  todos   la  alcanzaron,  pasaronlo  tan  dedichadameute  que  mndios 
murieron.  Los  aullida<i  que  los  enfermos  daban,  y  los  Uautos  (|ue  se  hacian  por  los  muertos,cn& 
tales  que  se  me  representa ban  las  penas  que  sus  almas  va  padecian  do  los  unos  que  csperabao 
à  los  otros.  No  tenian  aipiellds  miserables  medicina  cun  que  curarse,  mas  que  con  unas  cortczu  de 
arboles  y  hojas  de  ulros,  que  cocidas  se  lavabjin  con  el  agua,  mas  casi  no  les  fué  do  provecfao.  Loi 
cuerpos  de  los  muertos  llevaban  con  un  lazu  arrastrando,  y  ecbal>;inlos  en  medio  de  ci  rio.  Ylos 
(]ue  escaparou  de  la  muerte,  quedaron   tales  que  en   mucho  tiempo  no  fueron  de  provccho  pan 
nada.  Sea  Nuestro  Seiìor  bendilo  por  todo. 

«  Pasados  ciuco  meses  que  estubimos  ac  este  pueblecito ,  y  pasada  la  inuodacìon  que  duù 
3  meses,  y  la  peste  que  durò  casi  otro  tanto ,  y  el  frio,  que  durò  cerca  de  4  dias  habiendo  moertu 
la  terza  parte  de  aquella  desventurada  gente,  y  comalecido  la  demas  y  nuestro  Donadltoja 
sano,  nos  volvimos  à  donde  estatian  nuestros  companeros  bario  cuidadosos  de  nosolros.  Hallifflos- 
los  buenos  y  todo  el  lugarcillo  sano,  y  libre  de  la  iK'sle,  siendo  solu  este  ci  que  se  libro  de  ella 
en  lodala  provincia.  Acabatlns  va  los  K'feridos  trabajos,  quise  volver  à  caminar  y  descubir  lu  n- 
stante  de  la  provincia,  [torque  nos  decian  Kis  Indins  (]uu  abajo  estaba  lo  grueso  de  la  gente,  ynu 
pude  porque  enfennaron  dos  compailerus,  y  no  me  atre\i  à  dejarlos.  Quando  à  cabo  de  17  mcscs 
de  nueslra  lle^ada  à  eslo.s  oiuaguas,  à  los  li  de  marzo  del  1(H9  lliegò  el  Capii,  n  Diego  Diaz  de 
Paz  con  su  pente,  y  canoas,  y  cmi  un  Ueligiosu  que  ei  Ue\ «Tendo  Patire  Fray  Fernando  deCozar, 
l'rovincìal,  nus  en\ió  dm  nin\  t»U(ii  soccorro  y  una  patente  en  que  nos  mandalia  que  si  se  bacia 
frulo  en  ai]uelia!>  lierras ,  o  liahia  e>perauza  «le  bacerse  ,  perseverasenios  en  elias,  y  que  sino  que 
nos  xohiesanios  à  iiuotra  l'ri>\ini'ìa.  l.o  quo  hicimos  fué  einiarlus  dos  eoin|iaiìeros  enfermos,  qne 
eràn  lo^  Uerniaiioh  Fray  hoiningo  brie\a,  y  Fr.  l»ii-^o  iJrdofji.'/.  à  Quiio,  quedandose  en  nueslra cum- 
pania  el  llennano  (jue  nos  Irajo  el  socorro,  Ihmiado  Fray  Francisco  (ìonzalez.  Y  escribimos  al  Reve- 
rendo Padre  Provincia!  lo  poco  que  basta  entonees  haliianios  \isloy  ({ue  nos  quedabamos  para  ver 
io  deinaN,  ([ui;  nos  decian  era  Fnucbo,  y  que  cn  haltjendolo  \i>to,  Iratadt),  y  considenido,  à  oln^ 
viaje  que  xiniese  à  vernos  el  Capitan  l)ieg«i  l>ia/,  reviheriainos  lo  cpte  se  babia  de  hacer,  de  tal 
suerle  que  si  fuese  <'o>a  de  imjiorlaneia  etimo  nos  h.ibian  <liclio,  nos  quedariamos  y  enviarìamus 
à  ]Kdir  ayuda.  y  sino  fuese  asi,  nos  vol\«Tiainos  à  nnrslros  Con\enlos,  y  con  esto  despacbamos  al 
(wipilan,  conìpafuTos,  y  demas  ;;enle,  que  estubienm  con  nosolros  solos  tres  dias. 

•  Pocos  di.is  despues  de  ido  el  Capitan  y  denia.s  coni|).tnia,  dejando  en  nuestro  pueblecito  de 
San  Pedrtj  de  Alcantara  los  co[nparn'n»>  qui*  eràn  e|  Padre  Juan  Quincoces,  el  llermanu  Fny 
Franeesco  Conzalez,  y  un  houailo  liaciendo  «!«'  su  jìarte  lo  «pie  era  eoino  siempre,  yo  y  el  otn» 
lUuiadito  ini  coniiiafiero  bajanios  pur  nuestro  Hio  de  San  Francisct»  en  nuestra  canoa  y  con  Indiu» 
lìastantes,  ron  animo  de  \er  y  reeonocer  toda  la  pro\incia,>  bal)iendo  caminado  iO  leguas  dfjamo» 
los  Indios  i|ue  llexabanios,  ])or  c]ue  tcinientn  los  matasen  lii>  propios  de  su  naciou  (que  tateS5C& 
ipie  no  se  tlan  los  unos  de  l'>s  olros  ),  y  con  otros,  qu»'  fio>  «{uisieron  acompanar  caminamos  noesin) 
rio  aliajo  olras  60  leguas,  rei*onoeiendo  los  puel)Ios  que  il>amos  encontrando  (  que  eràn  poCOS,  y 
com(»  los  demas),  basta  que  llegauios  al  paraje  «loinle  di-semboca  y  entra  en  el  nuestro  ei  n« 
Pulumayo,  que  fué  el  primero  «pie  nuestros  Heligiosos  navegaron  y  por  donde  el  Hcrmano  Fr.  Pedw 
Pecador  bajó  dcsdc  los  Zenos,  y  saliò  à  està  provincia  de  los  Omagua^.  Uc  este  paraje  y  de  u 


LAUREANO  393 


lugarcito  que  està  cerca  de  él  de  45  casas  y  poco  mas  de  30  Jndios,  no  pasamos,  ni  fué  posible, 
rorque  los  Indios  de  él,  especialmente  uno  liamado  Mayrcatizi,  grande  hechicero,  no  nos  dejaron 
pasar,  diciendo  que  los  Indios  dcmas  abajo  nos  liabian  de  malar,  con  lo  cual  Irate  de  informarme 
de  lo  restante  de  està  provincia,  y  halle  segun  el  informe  que  nos  hicieron,  y  lo  que  yo  tenia  visto, 
qne  no  teniamos  nada,  y  que  nos  habìamos  enganado.  Pues  en  200  leguas  que  lienen  de  largo  los 
Omaguas  con  34  pueblos  pequefìos  no  hallamos  10  Indios  cabales,  fuera  de  sus  mujercs  y  mucliachos 
que  no  son  muchos  ni  lo  pueden  ser  por  lo  que  addante  dirémos.  Aqui  pregunlamos  por  el  Her- 
mano  Fray  Fedro  Pecador  y  supimos  corno  habia  llegado  à  està  provincia  y  de  ella  pasado  ù  otra  que 
està  50  leguas  mas  abajo  y  se  Uama  de  los  Aysuaccs,  con  un  mozo  por  companero  que  seria  el 
Donado  que  sacó  de  Quito.  AIH  me  dijeron  que  estubieron  mucho  ticrapo,  y  que  quedandesc  el 
mozo,  liamado  Pascual,  acomodado  con  una  India  inttel,  se  fué  por  nuestro  rio  abajo  el  Ilermano 
Fr.  Fedro  Pecador  solo  en  busca  de  los  Portugucses  (que  los  Indios  llaman  Carayguas),  quedandose 
allf  el  miserable  Pascual  hecho  Indio  y  peor. 

«  Volvimos  otra  vcz  por  nucslro  Rio  de  San  Francisco  arriba,  y  llegamos  con  bien  à  San  Pedro 
de  Alcantara  à  donde  hallamos  à  nueslros  conipaneros,  y  habicndolcs  rcferido  toto  lo  que  hemos  diche, 
y  considerado  de  espacio  à  aquella  provincia  tan  larga,  y  de  fan  poca  gente  y  tan  apartados  los  unos 
de  los  otros,  sin  policia,  razon,  ni  gobierno,  sin  principales  Caziques,  ni  obediencia  à  nadie,  y  quo 
su  comercìo  con  los  vecinos  era  matarse,  y  caulivarse  unos  a  otros  corno  lo  vimos  todo  y  eperi- 
mentamos  bastantemente.  Las  islas  donde  habitan  anegadizas,  mucho  calor  é  inflnidad  de  mosquitos, 
y  otras  cosas  con  que  se  hacen  las  tales  islas  inhabilables  à  lo  menos  para  Espanoles.  Con  resolucion 
nos  determinanos  volvemos  d  miestra  provincia,  pues  no  tubìmos  mas  ventaja.  Aguardabamos 
para  el  verano  que  ya  se  acercabaà  nuestro  Capitan  Diego  Diaz,  comò  nos  lo  habia  prometido,  ya 
dispnestos  para  imos.  Para  lo  cual  rescatamos  cinco  muchachos  de  los  que  tenien  los  Omaguas 
cautivos,  que  no  hallamos  mas  para  llevarlos  a  Quito,  con  algunos  bordones,  y  pajaros,  que  los 
hay  por  alli  muy  buenos,  mas  no  vino  el  Capitan,  aunque  paso  el  verano  y  tiempo  en  que  habia 
de  venir.  Pareciendonos  pues,  que  el  no  haber  venido  à  buscamos  seria  por  no  haber  podido  mas , 
y  que  vendria  por  el  ano  siguiente,  encomendamoslo  al  Seiìor,  y  esperamos,  ocupandonos  esle 
tiempo  en  los  acostumbrados  cjercicios  ,  especialmente  en  cuidar  de  los  enfermos.  Contare  para 
mayor  gloria  de  Dios ,  un  caso  adroirable  y  estrano  que  me  atrevo  à  decir  que  no  ha  sucedido 
en  el  mnndo  otro  semejante.  Cerca  de  la  casa  de  nuestra  morada  parió  una  India  un  nino,  el 
cual  acabado  de  nacer,  dio  tan  grandes  grltos  que  me  obligó  enviar  los  companeros  à  verlo.  Fueron 
luego,  y  cuando  llegaron  lo  habian  ya  sus  mismos  padres  enlerrado  vivo  en  un  montecillo  cerca 
de  su  casa;  asi  que  yo  lo  entendi  fui  alia  con  los  muchachos  y  un  companero,  y  buscando  en  la 
parte  donde  le  habian  enterrado,  quiso  Dios  ({ue  lo  hallamos  al  cabo  de  un  largo  cnarlo  de  bora 
que  tardariamos  buscarlo.  Desenterramoslo  dando  ya  las  ultimas  boqueadas  y  bauticélo.  Hecho  esto, 
comenzó  Juan,  que  asi  le  pusimos  por  nombre ,  à  volver  en  si  y  tomar  alientos.  Hice  traer  un 
cantaro  de  agua,  lavamoslo,  y  cortamosle  la  vid,  que  aun  estaba  con  sus  pares;  envolvimoslo  en 
unos  panos,  llevamoslo  à  nuestra  casa,  y  fué  Nuestro  Senor  servido  que  viviese  ocho  dias.  Susten- 
tamoslo  con  teche  de  otras  Indias  (que  su  madre  nunca  mas  lo  vió),  al  cabo  de  elio  se  lo  llevó  Dios 
para  si,  y  nosotros  le  dimos  mnchas  gracias.  Con  la  esperiencia  de  el  caso  refendo,  creimos  ser 
cierto  lo  que  ya  nos  habian  dicho  algunas  veces  los  mismos  Omaguas,  que  enterraban  vivos  à  sus 
hijos  acabados  de  nacer,  ó  porque  queriendo  los  padres  hijo  varon ,  nacia  hembra ,  ó  porque  nacia 
uno  estando  la  madre  criando  otro,  y  de  està  suerte  habian  enterrado  muchos,  y  supimos  que  la 
madre  de  nuestro  nino  habia  enterrado  ya  otros  dos,  y  de  otras  madres  de  à  uno,  de  à  dos  y  à 
trés.  Reprendimosle  este  maleficio,  y  nos  respondieron,  que  siempre  lo  hacìan  asI,  y  que  era  entre 
ellos  antigua  costumbre. 

«  De  lo  dicho  se  podrà  inferir  la  policia,  razon,  y  buen  gobierno  de  los  Omaguas,  y  que  no 
pueden  ser  muchos,  por  las  razones  ya  dichas  de  matarse  unos  à  otros,  de  enterrar  vivos  à  los 
hijos  acabados  de  nacer,  y  fuera  de  los  que  mueren  de  enfermedades  (que  ellos  no  quieren  creer 
sino  que  los  hechiceros  los  matan)  mueren  tambien  despedazados  de  tigres,  mordidos  de  viboras, 
y  comidos  de  caimanes,  que  todo  esto  vlmos  y  entendimos  en  el  tiempo  que  estubimos  con  ellos 
que  fueron  tres  anos  cabales.  La  ropa  que  visten  los  Omaguas  son  los  varones  unas  camisetas 
de  algodon  pintadas  que  les  llegan  à  la  rodilla,  y  sin  manga,  y  estas  no  les  sirven  lo  mas  del 
afio,  por  que  sin  ellas  andan  mas  desembarazados.  Las  mujeres  se  rnvuelven  en  unas  mantillas  de 
algodon  tan  cortas  y  angostas  que  les  honestan  muy  poco.  El  modo  que  tienen  en  aplastarse  las 


29.Ì  LAUREANO 


cabezas  es  el  siguiente.  Toman  la  criatura  de  pocos  dias  nacida,  y  cinenle  la  cabeu  por  la  parie  . 
del  ccrebro  con  una  faja  de  algodón  ancha,  y  por   la  frenle  con  una  planchuela  que   baeen  de 
canas  bravas,  quo  les  cogc  desdt^  los  ojos  hasta  ci  cabcllo  muy  bien  apretada,  y  de  està  maneia 
lo  quo  la  cabeza  habia  de  crecer  en  redonda,  crecc  para  arriba  y  queda  larga,  chata,  y  nany  da- 
propurcionada.  Sustentanse  los  Omaguas  de  los  mantcnimientus  ordinarioi  de  la  tierra,  de  qneya 
hemos  dicho.  El  ano  que   no  se  anega  la  tierra  es  muy  ferlìl,  mas  el  que  se  anega  muy  esterìL 
El  pescado  de  estos  rios  es  mucho  y  bueno,  y  hay  muchas  tortugas,  que  es  muy  baen  sosleoto, 
y  tambien  es  buen  sustento  el  peje  bucy,  que  es  tan  grande  cada  uno  corno  un  becerro,  y  tiene  la 
cabeza  de  la  mìsma  hechura,  paci'n  yerba  en  las  orillas  de  los  rios,  su  carne  es  conio  de  vaca,  y 
de  mucha  sustanciu.  El  modo  de  pescar,  y  de  cazar  aves  y  animales  de  aquellos  montes,  la  naturaleu 
y  necesidad  ha  ensenado  à  sus  habitadores.  Lo  ordinario  son  flechas,  harpones,  cerbatanas  y  lazos 
({ue  ellos   hacen  à  su  modo.  Un  genero  de  ganado  de  cerda  hay  en  todas  aquellas  tieiras  que 
tiene  el  ombligo  en  el  lomo,  y  cuando  los  malan  es  necesario  cortarseles  luego,  perque  sioo  toma  al 
olor  la  carne  que  es  muy  sana  y  buena.  Tambien  hay  unos  animales  que  llamamos  Dantas  tan  graodes 
comò  terneras,  y  casi  de  la  misma  hechura,  que  sirve  su  carne  de  sustenlo  y  los  cueros  para  rodelas, 
y  hacen  de  ellos  los  Indios  con  que  se  reparan  cuando  pelean.  De  estos  generos  y  otros  mas ,  que  hay 
en  aquellas  montanas,  gozan  mucho  los  Indios  que  estàn  poblados  en  la  tierra  firme  à  donde  el 
tempie  es  mejor,  y  donde  no  hay  mosquitos,  y  son  menos  lasplagas  que  en  las  islas  de  nnestroi 
Omaguas.  Finalmente  la  tierra  firme  es  habitable,  y  las  islas  no,  està  promete  provechos,  y  de  aqnelltt 
no  se  sigue  ninguno,  y  si  los  Omaguas  han  de  tener  remedio,  ha  de  ser  mudandolos  à  la  tierra  firme 
«  En  las  dichas  islas,  y  con  todas  las  incomodidades  que  hemos  refendo,  pasamos  tres  a&os, 
y  nos  conservò  Nuestro  Sciior  con  los  miserables  Omaguas  en  buena  paz  y  amistad.  Comiamos  de 
lo  que  ellos  comlan ,  y  nos  daban   de  buena  gana,  que  nunca  nos  faltó,  y  beblamos  de  los  vinos 
que  ellos  hacian  à  mas  no  poder ,  por  no  ser  nada  limpios.  Para  reparo  de  los  mosquitos  osamos 
para  dormir  de  unos  toldos  de  licnzo,  de  que  tambien  ellos  usan,  aunque  de  diferente  materia, 
porque  los  hacen  de  los  desechos  de  las  mantas  y  camisas  de  que  se  visten.  Y  estus  toldos  tambiea 
servian  para   reparo  de  unas  avecillas  nocturnas,  que  nosotros  llamamos  M urcielagos ,  y  ellos 
Aneras,  que  muerden  à  la  gente  estando  durmiendo,  y  les  chupan  la  sangre  sin  sentirlo.  Para  k» 
mosquitos  que  molestan  de  dia,  y  tambien  para  el  c^lor,  usamos  de  unos  abanlcos  de  plumas  qoe 
ellos  nos  daban,  y  de  que  tambien  usaban,  aunque  no  siempre  sino  en  el  tiempo  de  sns  flestis 
que  son  las  borracheras,  de  que  usan  mucho,  y  muy  desatinadamente,  por  que  hacen  unos  convites 
para  solo  bebcr  vinos  hechos  de  aquellos  raices  que  comen,  y  de  maiz,  y  de  patatas   en  tanti 
cantidad  que  tienen  que  beber  en  cada  (lesta  dos,  tres  y  cuatro  dias,  hombres  y  mujeres  sin  fallar 
ninguno,  y  un  convìte  hccho  y  acabado  por  un  vecino,  se  dispone  luego  otro  por  otro  vecino,  y 
de  està  suertc  la  mayor  parte  del  alio  gastan   en  eslas  solemnidades  (menos  aquellos  tienipos  en 
que  se  inundan  sus  islas).  Son  las  tales  borracheras  el  origen  de  lodos  los  males  de  aquellos  des- 
dicliadus,  porque  en  etlas  se  hacen  todas  las  consultas,  y  se  decretan  las  muertes,  cantiverìos  y 
nialdades  que  han  de  hacer  y  de  hecho  hacen.  En  esios  tiempos  y  ocasiones  no  cstabamos  nosotros 
seguros,  si  Dios  no  nos  guardara  ;  ponfuc  aunque  los  Omaguas  no  estando  embriagados,  es  geote 
apacible,  en  estandolo,  se  ponen  tales  que  no  conocen  à  nadie,  y  no  estan  seguros  padrcs  ni  madres, 
hijos  ni  parientes.' 

«  Llegado  ya  el  ultimo  verano  en  que  esperabamos  socorro  de  Quito,  y  que  vinieran  ì 
buscarnos,  aguardo  por  horas,  se  pasé  casi  todo,  con  que  comenzamos  à  perder  las  esperanzss, 
y  los  Indios  à  maquiuar  sobre  nuestras  vidas,  corno  veian  que  los  Espanoles  no  venian  (que  es  lo  qoe 
ellos  mas  temen  por  losarcabuces).  Delerminamos  hacer  una  canoa  buena  para  irnos  si  pndiesemos 
por  nueslro  rio  arriba  à  nue.stra  provincia  de  Quito,  y  sino  bajarnos  por  él  abajo  à  buscar  camiao 
por  la  provincia  de  Caracas,  ciue  està  no  muchas  leguas  por  donde  desemboca  en  el  Mar.  Hicimos 
la  canoa  de  un  arbol  (jue  tenia  do  grueso  19  palmos,  y  mas  de  100  de  largo,  y  no  era  éste  de  los 
mayores.  Los  mismos  Indios  nos  la  ayudaron  à  hacer  no  sabiendo  ellos  para  lo  que  era.  SalìOQOi 
muy  buena  y  tenia  de  largo  64  palmos  y  de  ancho  5.  Acabada  la  canoa  y  pasado  ya  el  venao 
y  tiempo  en  »iue  esperabamos  el  socorro  que  no  vino,  dia  de  Santa  Teresa  por  la  noche,  que  e» 
à  i5  de  octubre  de  1650,  dejando  la  casa  comò  se  estaba,  con  todas  las  cosas  de  nueslro  uso, 
encomendada  à  unos  viejos  que  nos  querian  bien,  à  quien  llamabanios  Abuelo.s,  dijendo  que  ibamof 
à  buscar  tortugas  à  las  playas,  nos  embarcamos  los  tres  compaueros  Religiosos,  los  dos  OonadiU»» 
y  los  ciuco  muchachos  rescatados  con  un  poco  bastimento  que  ocultamente  babiamos  hecho.  Y  ooft 


LAUREANO  295 


la  bendiciOD  de  Dios  no  pudienrlo  navcgar  por  uuestro  gran  rio  arriba  por  su  mucha  corhente 
y  nuesiras  pocas  fuerzas,  nos  dcjamos  ir  rio  abajo  con  mucha  suavidad  procurando  con  el  ayuda  y 
favor  de  Dios  guardar  nuestras  vidas  para  mejor  servirlo.  Dejamos  una  carta  escrita  y  fijada  en 
parte  donde  si  venian  los  Espanoles  la  pudiesen  ver,  en  la  cual  dabamos  cuenta  de  nuestra 
derrata,  y  de  las  causas  que  nos  obligaron  à  desam parar  aqucUa  nacion  que  son  las  ({ue  ya  en 
toda  claridad  tengo  referidas. 

«  Ibamos  en  amor  de  Dios  haciendo  nuestro  viajc,  posando  sin  detenernos  en  los  pucblus  de 
los  Omaguas  donde  ya  eramos  conocidos,  y  ellos  nos  proveian  del  mantenimiento  necesario,  de  tal 
suerte ,  que  con  lo  que  nos  daban ,  y  nos  otros  Ucvabamos  lo  pasamos  bien.  Pasada  yo  la  mitad 
de  està  provincia,  que  esUi  entre  otras,  que  pueblan  la  tierra  llrmc,  comò  són  a  la  vanda  del  Sur 
los  Mayuzunas  y  Guaraycos,  y  à  la  del  Norie  los  Jaunas,  llegamos  ù  donde  desamboca  el  rio  Putu- 
mayo,  uno  de  los  grandes  que  entran  en  nuestro  Rio  de  San  Francisco,  y  los  Indios  llaman  Iza.  No 
pudimos  ver  su  boca  por  impedirlo  algunas  islas  que  estan  delante ,  ni  menos  pudimos  ver  un 
paramo  y  sierras  nevadas  que  los  Omaguas  nos  dijeron  estaban  bacia  la  banda  de  el  Sur,  poro  uiuy 
apartadas  del  rio  por  estar  cuando  pasamos  lodo  aquello  culiierto  de  nieblas.  Cincuenta  leguus 
mas  abajo  del  Putiimayo  vimos  un  rio  que  descmboca  en  el  nuestro,  bacia  la  banda  del  Sur,  que 
me  parece  tendria  de  ancho  un  cuarto  de  legua,  no  tubimos  à  quien  preguntar,  y  asi  pasamos  de 
largo.  El  dia  de  antes  que  pasamos  eslc  rio,  quo  despues  supiinos  que  se  liamaba  Jutac,  nos  salió 
al  encuentro  una  canoa  con  dos  Indios  Omaguas,  el  uno  de  ellos  mi  conocido,  y  el  que  con  otros 
antes,  me  habia  dado  nuevas  del  Hermano  Fray  Pedro  Pecador.  Hìce  que  Uegasen  à  nuestra  canoa, 
y  hablando  con  él,  me  dijó,  que  los  Indios  Omaguas  de  los  ultimos  pueblos  habian  muerto  al 
miserable  Pascual  (de  quein  dijimos),  y  un  hijo  suyo  que  estaba  en  uno  de  ellos  me  darla' razon 
mejor  de  todo.  Diome  el  nombre  de  su  hijo  y  unos  platanos  y  yo  le  di  unos  abalorios,  y  despi- 
diendonos  se  fué  a  un  pueblo  que  estaba  alli  cerca,  y  nos  otros  pasamos  adeUnte  laslimados  de 
la  muerte  de  aquel  pobrecillo  PascuaL 

•  Llegamos  en  breve  à  los  ultimos  pueblos  de  la  provincia  de  los  Omaguas  y  hallamos  al 
Indio  hijo  del  que  encontramas,  y  de  el  supimos,  que  habian  muerto  à  Pascual  en  una  borrachera 
sobre  quitarle  algunos  traslillos  con  que  habia  veindo,  à  restar  por  ventaja  algunas  mantas  para 
vestirse.  Tambien  nos  dijeron  que  los  Portugueses  andaban  cerca  de  alli  en  nuestro  rio  buscando 
oro.  Aqui  nos  proveyeron  de  mucho  bastimento  con  que  pasamos  addante.  A  las  34  leguas  de  los 
ultimos  Omaguas  vimos  un  rio  al  parecer  no  muy  grande,  Uamado  Jurva,  que  entra  en  el  nuestro 
por  la  banda  de  el  Sur.  A  està  misma  banda  28  leguas  mas  abajo  deeste  rio  Jurva,  comienza  la 
provincia  de  los  Aysuaris,  à  donde  nuestro  Hermano  Fray  Pedro  Pecador  estubo.  Antes  de  llegar  a  las 
casas,  que  estan  sobre  grandes  barrancos,  encontramos  algunos  de  sus  moradores  en  canoas  que 
usan,  unos  a  buscar  tortugas,  y  otros  à  sus  sementeras,  que  tienan  en  islas,  y  de  ellos  supimos, 
corno  el  Hermano  Pecador  habia  estado  con  ellos  mucho  tiempo,  y  que  ya  se  habia  ido  nuestro 
rio  abajo  a  los  Portugueses  y  que  los  Indios  de  su  nacion  lo  habian  ido  llevando  de  unos  pue- 
blos en  otros.  Con  esto  pasamos  adelante,  y  tomamos  puerto  en  dos  parajes  de  està  nacion  que 
cada  uno  tenia  dos  casas,  à  las  cuales  subimos  a  buscar  mantenimiento,  y  hallamos  poco  por  que 
DOS  dijeron,  que  los  Portugueses  y  su  gente  les  habian  acabado  los  tenian,  y  que  ya  iban  de  vuelta 
por  nuestro  rio  abajo.  Està  provincia  tendrà  80  leguas  de  largo,  sus  casas  son  de  mardera  ypaja, 
todas  cerradas  con  sola  una  puerta  y  esa  muy  pequena,  y  tapada  por  los  mosquitos.  Vanse  con- 
tinuando estas  rancherias  por  las  orillas  de  nuestro  rio ,  apartadas  unas  de  otras  comò  media 
legua,  à  una,  y  a  mas.  La  gente  està  toda  desnuda  asi  hombres  corno  mujcres,  hacen  oUas  y  canta ros  y 
cuyas  en  que  beben  de  unos  calabazos  que  ellos  crian»  y  estos  generos  truecan  estos  Aysuaris  por 
otros  de  que  ellos  necesitan  con  sus  vecinos.  Toda  està  tierra  es  de  arboleda  aunque  al  parecer  no 
muy  espesa. 

«  Casi  al  fin  de  la  dlcha  provincia,  y  à  la  misma  banda  desemboca  en  nuestro  rio,  otro  do 
muy  grande  al  paracer,  llamado  .  .  .  ,  en  este,  y  en  los  que  hemos  dicho  e  iremos  diciendo, 
bay  Doticias  de  nuevas  naciones  de  Gentiles,  pero  comò  no  entramos  ni  navegamos  por  ellos,  no 
los  vimos.  A  la  banda  del  Norte  pasamos  otro  rio  que  entra  en  el  nuestro  pocas  leguas  mas  abajo 
de  el  de  Tapi  que  dejamos  à  la  otra  banda,  y  en  su  boca  hallamos  un  pueblo  que  tendria  40 
casas,  llamase  el  Rio  Aragatuva  y  sus  habitadores  Jaguanais.  Aqui  nos  dieron  un  poco  de  basti- 
mento, y  aqui  se  nos  acabó  la  lengua,  y  no  se  pudò  de  aqui  adelante  hablar  à  los  Indios  ni  enten- 
derlof.  Pocas  leguas  mas  abajo  comienza  bacia  la  banda  del  Sur  y  se  va  continuando  por  la  una 


396  LAUREANO 


y  otra  banda  de  nuestro  rio  la  provincia  que  llaman  do  Joriman ,  que  tiene  de  largo  60  Uflsus, 
llegamas  à  Ics  primeros  pneblos  que  serian  de  à  30,  y  de  à  3V  casas  cada  uno,  y  ras  habltadoret 
todos  desnudos.  Venian  à  vernos  cargados  de  armas,  que  son  unas  flechas  que  tiran  con  sola  «na 
mano,  y  con  un  istrumento  que  llaman  Pallcta,  de  manderà;  no  Uegamos  à  sos  casas  por  qoe  eiL 
su  proceder  echamos  de  ver  su  mala  intencion  y  asi   procuramos  pasar  de  noche  por  sos  pobla— - 
ciones,  aunque  ci  ultimo  dia  que  los  pasamos  fut^  menester  para  libramos  de  ellos  nneslro  SfBn^ 
nos  enviase  un  temporal  de  viento  por  la  popa  tan  fuerte  que  en  poco  ticmpo,  con  una  velaqp^ 
armamos  de  una  mata,  nos  vimos  libre.s  de  muchas  canoas  de  Indios  que   nos  iban  cereando,  d^ 
que  dimos  muchas  gracias  à  Dìos.  Pasada  està  provincia  de  los  Jorimanes,  que  es  la  demas  gnt^ 
y  mas  atrevida,  que  vimos,  caminamos  70  leguas  por  nuestro  rio ,  sin  ver  gente^  ni  pneblos,  slD-«« 
arbolcdas,  islas,  y  dos  boras  de  rios  que  entraban  en  el  nuestro  por  la  una  banda,  y  por  la  otra..^ 

•  Habiendo  pasado  todo  lo  dicho,  Uegamos  al  rio  Negro  que  desemboca  en  el  Doestro  por  ^ 
banda  del  Norte,  pusieronle  este  nombre  nuestros  Religiosos  la  primera  vcz  que  aqui  Hegaron, 
scr  sus  aguas  al  parveer  muy  negras,  y  causòlo  su  mucho  fondo,  y  ser  muy  claro.  Tendrà  de 
en  su  boca  una  legna,  y  el  nuestro  de  San  Francisco  algo  menos,  aunque  entra  aqui  todo  el  jan^^ 
pero  muy  hondo.  Este  sitio  de  estas  juntas  es  para  muy  ver,  porque  cerca  de  sus  orlUas  (doacft« 
bay  muchas  piedras,  cosa  que  no  bay  en  todo  el  nuestro,  sino  es  en  su  principio)  tiene  alguma^ 
sierras  no  muy  altas,  y  de  la  una,  y  otra  banda,  muchas  y  muy  altas  palmas,  y  muy  graeso*  j 
bermosos  arboles,  y  lo  que  mas  es,  ver  estos  dos  grandes  rios  juntarse  el  uno  con  el  otro,  y  asf 
juntos  baccr  su  curso  y  camino  lado  à  lado  a]gun<is  legua<;,  distinguiendose  las  unas  aguas  de  lai 
otras  sin  revolversc,  ocupando  cada  uno  de  ellos  una  legna,  y  los  dos  juntos,  dos  de  anchan. 
Despues  de  haber  visto  todo  esto  en  que  gastamos  un  buen  rato,  nos  roetimos  en  noestra  canoi 
en  medio  de  los  dos  rios,  y  asi  comenzamos  à  navegar,  cuando  à  poco  camino  andado  descubrinoi    . 
li  canoas  de  Indios  infleles,  que  desembocaban  por  el  rio  Negro,  y  parecia  que  nos  seguian.  IHódob 
mucho  cuidado,  por  que  teniamos  noticias  que  los  tales  Indios  eran  muy  Caribcs,  y  que  ussbude 
flechas  envencnadas  y  las  tiraban  con  unos  grandes  arcos  que  alcanzaban  mucho  con  ellas.  Mas  Nue- 
stro Senor,  à  quien  mucho  debemos ,  fui>  servido  que  ellos  se  divirtiesen  por  alla ,  y  nosostros  en 
poco  tiempo  los  perdie.«iemos  de  vista.  A  las  40  leguas  mas  abajo  do  el  rio  Negro,  pasamos,  avD- 
que  apartados  por  la  boca  de  un  grande  rio,  (lue  por  la  banda  de  el  Sur  desemboca  en  el  nuestro, 

al  cual  pusieron  por  nombre  Rio  de  la  Madera ,  por  la  mucha  que  trala  cuando  nuestros  Religioni 
pasaron  por  él,  vesto  sucede  de  ordinario  con  los  demas  rios  en  tiempo  de  inviemo,  por  qoewB 
las  grandes  avcnidas  de  las  cordilleras,  se  derrumtmn  muchos  pedazas  de  tierra  de  sus  orillas, 
con  lus  arboles  que  en  si  lienen ,  y  con  algunos  otros  que  se  habian  caldo ,  bajan  por  los  noi 
abajo,  basta  parar  en  las  islas  o  en  el  Mar.  EsIm  lo  vimos  en  el  tiempo  que  estubimos  eo  lui 
Omaguas,  y  vimos  que  s^ilian  lus  Indios  al  encuentro,  en  conociendo  que  eran  cedros,  y  echandolrt 
un  lazo  los  arrimalmn  à  tierra ,  y  pasado  el  timipo  de  las  crecientes  labraban  de  ellos  canoas 
con  hachas  de  piedra,  y  otros  inslrumentus  herlios  de  conrhas  de  lorlugas,  y  huesos  de  animales. 

•  Veinle  y  odio  leguas  de  el  rio  de  la  Madera  està  una  provincia  que  llaman  de  los  Topi* 
nambaranes,  à  la  banda  del  Sur,  en  un  brazo  de  nuestro  rio,  que  ai)artandosc  de  su  cuerpo  pfin- 
cipal  se  entra  por  la  tierra  tlrnie   adenlro  ,  y  vuelve  à  salir  y  juntarse  otra  vez  con  él  à  las  60 
leguas  mini  abajo,  en  cuya  boca  eslii  el  ultimo  de  los   pueblos  de  los  dichos  Tupinambaranes.  A 
esle  Uegamos  G  dias  despues  que  pasamos  el  rio   Negro,   sin    ver  en    todo  aquel  camioo  gente 
ninguna.  Y  lo  que  siento  de  estos  que  parer<^n  despoblados  es,  que  las  naciones ,  que  babitan  eo 
tan   dìlat^ulas   tierras   (de   que    bay   muchas   noticias)   estan   apartadas   de  los   rios,  o  por  las 
inundaciones ,  o  por  los   mos(iuitos,  conio  lo   eslan  en  el  principio  de  nuestro  gran  rio.  Eo  eslc 
medio  camino  se  nos  murió  uno  de  los  mucliachos  que  babiamos  ri«catido,  hautizamo6le,ypQSÌ- 
mosle  por  iKtmbre  Ventura,  y  enterramosle  en  una  isla  de  las  muchas  que  bay  por  aUi  despobladas. 
Llegamos  al  dicho  pueblo   de  Tupinamtiaranes  à  los  10  dias  de  el  mese  de   noviembre  del  dicho 
ano.  Despues  de  iC  dias  que  salimos  de  la  isla  de  San  Pedn»  de  Alcantara  de  los  Omaguas,  bibieiKlo 
en  ellos  caniinando  mas  de  600  leguas  liallamos  aqui  un  hombre  bianco,  y  bermejo  en  trage  de 
Espanol.  llolgamonos  mucho  de  vcrlo,  y  niur|i<»  mas  una  Cruz   que  estaba  junto  à  las  casas.  Q 
hombre  se  espant»'»  de  v».'rnos ,  de  tal  suerte,  que   aun  no  acertal)a  a  hablarnos .  Preguntamosle  si 
era  crisUano,  y  respi>ndionos  que  si,  y  que  se  llamaba  Francisco.  En  la  lengua  conocimos  qoeen 
Portugues,  y  ayudónos  à  saltar  en  tierra,  y  habiendonos  saludado,  nos  dijo  que  aquel  pueblo  eri 
de  Indios  crisUanos  y  que  ci  habia  venidu  à  buscar  unos  Indios  liuidos  de  otro  pueblo»  qoe  estabi 


LAUREANO  397 


de  alli  36  leguais,  à  doude  eslabao  una  Iropa  de  Portugueses  quo  andabao  rescalando  Indtos  cautivos, 
y  qae  ya  estaba  para  volverse  y  nos  irìamos  juntos.  Adoramos  la  santa  Cruz,  y  dando  à  Dios 
muchas  gracias  nos  fuunos  muy  consolados  à  las  casas. 

«  Salionos  à  recibir  un  Indio  de  buena  presencia,  con  un  baston  en  la  mano,  insignia  qua 
traen  en  aquellas  provincias  los  Indios  principales,  qne  en  el  Perù  se  llaman  Caziques;  llamabase 
éste  Jaguaramiri ,  que  quiere  decir  Leon  pequeno ,  y  él ,  y  los  que  le  acompafiaban ,  hombres  y 
mujeres,  todos  desnudos,  y  segun  entendimos  no  tenian  de  cristianos  mas  que  el  serio  y  los 
nombres.  Saludónos  por  medio  del  soldado  Portugués,  y  nosotros  hicimos  lo  mismo,  y  le  dimos 
coenta  de  nuestro  viaje.  Holgòse  mucho ,  é  hizo  que  nos  diesen  mucho  casabe ,  pescado,  tortugas, 
pinas,  y  vino  de  los  que  ellos  bebian.  Dimosles  algunas  medallas  y  abalorios  que  nos  habian 
quedado.  En  este  lugar  que  tendria  80  casas,  estubimos  cuatro  dias.  Todos  nos  fuimos  con  nuestro 
Francisco  Lopez  Portugués,  y  mas  tres  Indios  en  nuestra  canoa,  en  busca  d^  la  gente  Portuguesa. 
Al  cabo  de  dos  dias  llegamos  à  un  lugarcito  de  seis  casas,  situado  en  la  boca  de  un  mediano  rio, 
que  Uamaban  de  los  Gondurises,  y  este  mismo  nombre  tenian  sus  habitadores.  Supimos  de  ellos 
corno  la  tropa  de  los  Portugueses  se  habia  ya  ido  de  alli  à  otra  provincia  50  Icguas  mas  abajo 
llamada  del  los  Trapajosos,  pedimosles  Indios  para  que  nos  llevasen  alla,  y  mientras  nos  los  buscaban, 
nos  detubimos  alli  casi  dos  dias,  dlcronnos  de  comer  de  lo  que  tenian,  y  supimos  que  eran  cri- 
stianos, comò  los  que  alla  dejamos.  Antes  que  pasemos  adelante,  diremos  quo  rio  es  este,  y  lo  que 
DOS  dijeron  de  él,  y  corre  por  aquellas  partes.  En  los  Omaguas  oimos  decir,  que  en  nuestro  grande 
rio  abajo  habia  una  provincia  de  mujeres  que  vivian  solas  sin  varones,  y  que  solo  tenian  ami- 
stad  con  aquellos,  que  cada  ano  por  cierto  tiempo  las  iban  à  visitar,  y  que  usaban  de  ara  y  flecha 
y  que  eran  muy  valientes.  Por  medio  de  el  dicho  soldado  Portugues,  supimos  lo  mismo,  y  tam- 
bìen  de  otros,  que  nos  lo  dijeron  ;  y  que  en  este  rio  que  llaman  de  los  Cundurìses  muy  arriba 
se  decia  estar  las  tales  mujeres,  que  se  Uamaban  Amazonas.  Todo  esto,  y  algo  mas  que  oimos,  son 
tao  solamente  noticias,  mas  nada  de  vista,  ni  tal  pudimos  averiguar,  ni  de  los  Indios,  ni  de  los 
Portugueses,  que  de  ordinario  navegan  por  aquellos  rios.  De  aqui  se  tomo  ocasion  para  dar  el  tal 
Dorobre  de  las  Amazonas  a  nuestro  gran  Rio  de  San  Francisco  de  el  Quito,  siendo  asi  que  desde 
este  rio  pequeilo  de  las  dichas  Amazonas  basta  el  nacimiento  de  el  grande  nuestro  bay  cerca  de 
1...  legnas,  y  desde  este  rio  de  las  Amazonas  à  la  mar,  habrà  poco  mas  de  300.  Y  en  comparacìon 
de  nuestro  gran  Rio  de  San  Francisco,  es  el  que  llaman  de  las  Amazonas  muy  pequeno  rio. 

>  Partimos  de  este  dicho  de  los  Gondurises,  ó  rio  de  las  Amazonas,  con  nuestro  soldado 
Portugues,  y  con  los  Indios,  que  alli  nos  dieron,  y  al  tercero  dia  que  navegamos  por  nuestro 
gran  Rio  de  San  Francisco  abajo,  llegamos  al  que  llaman  de  los  Trapajosos,  y  entra  en  el  nuestro 
por  la  banda  de  el  Sur,  y  de  la  otra  banda  hallamos  las  canoas  y  tropa  de  los  Portugeses,  y 
por  cabo  de  ellos  al  Capitan  Manuel  de  los  Santos,  uno  de  los  Oflciales  de  la  armnda  Portuguesa, 
que  fué  à  Quito  con  nuestro  Hermano  Fray  Domingo,  cuando  descubrió  y  navegó  nuestro  gran 
Rio.  Admiraronse  mucho  de  vemos,  y  recibieronnos  con  mucho  amor,  y  con  mucha  caridad  nos 
regalaron,  y  acudieron  à  todas  nuestras  necesidades.  Y  por  queno  causase  nuestra  venida  en  ellos 
alguna  sospecha  por  ser  Gastellanos,  mostramosles  nuestras  patenies,  y  dimosles  verdadera  y 
bastante  cuenta  de  nuestro  viaje,  y  las  causas  de  nuestra  impensada  venida.  con  que  al  parecer 
quedaron  satisfeohos.  Tratamos  ultimamente  de  el  orden  que  habìamos  de  tener  para  pasar  à  la 
provincia  de  Caracas,  que  era  la  que  pretendiamos.  A  lo  cual  nos  respondieron,  no  ser  posiblc 
bacer  tal  viaje,  porque  con  el  alzamiento  de  Portugal,  tambien  se  habia  alzado  el  comercio  y 
comunicacion  que  antes  tenian  por  aquellas  partes  los  Gastellanos  con  ellos,  que  no  habia  otro 
remedio  sino  parar  à  la  eiudad  de  el  MaraSon ,  à  donde  estaba  el  Gobemador  de  aquel  estado , 
que  entonces  era  Luis  de  Magallanes,  para  donde  él  ya  estaba  de  partida,  con  una  tropa,  y  que 
nos  llevaria  de  buena  gana  en  su  compai!ia  y  en  sus  canoas,  y  que  alla  regociariamos  de  pasar  à 
Espana,  annque  no  sarla  esto  muy  facil,  por  que  habia  en  aquel  estado  mucha  falla  de  sacerdotes, 
y  de  Religiosos  de  nuestra  Orden,  y  que  nos  habian  de  detener  (  corno  lo  intentaron).  Encomen- 
damoslo  à  Nuestro  Senor  y  puestos  en  sus  manos,  y  en  las  de  los  Portugueses,  esperamos  de  todu 
bnenos  sucesos.  Preguntamos  por  nuestro  hermano  Fray  Pedro  Pecador,  y  nos  dijeron  que  no 
habia  llegado  à  aquellas  partes,  ni  tenian  noticia  de  el,  con  que  podemos  creer  que  se  muriò,  ó 
que  lo  mataron  aquellos  barbaros.  Supimos  mas  de  està  gente,  que  los  Portugueses  de  quien  alla  en  el 
fln  de  la  provincia  de  los  Omaguas  tubimos  nuevas,  que  andaban  en  nuestro  rio,  era  una  armada, 
y  por  orden  de  el  Duque  de  Vorganza,  habia  ido  al  descubrimicnto  de  nnas  minas  de  oro,  muy 


298  LAUREANO 


ricas,  de  que  le  liabian  dado  nulicia,  y  que  andubieruu  pur  aquellos  rius  niuchu  tiempo,  bnsa&o 
(lolas  y  al  cabo  sin  ballar  nada,  y  con  mucba  gente  menos  que  se  les  muriò,  se  volvieron  à  la 
ciudad  de  Maranon,  de  donde  habian  salido,  y  à  donde  despues  vimos  al  que  fné  por  genenl 
preso  y  muy  apretado  por  los  gaslos  y  desperdicio  de  la  dicba  armada. 

•  Estubimos  aigunos  dias  en  esle  paraje,  en  compania  de  està  gente  Portuguesa,  y  en  vd 
pueblo  de  10  casas  que  en  el  habia  de  Indios  amigos,  pero  no  cristianos,  Uamados  Trapajoios,  à 
donde  desnudaron  à  nuestros  Religiosos,  y  à  sus  compafieros,  la  primera  vez  que  por  aqui  pasoron. 
En  este  tiempo  se  le  ollció  al  Capitan  Manuel  de  los  Santos,  cabo  de  la  dicba  tropa»  ir  dos  dlas 
de  camino  de  esle  sitio,  à  asentar  unas  paces  entre  los  Trapajosos  y  otros  Indios  sus  Tecinos,  que 
ya  se  habian  comenzado  à  bacer.  Ofrecime  à  irle  acompanando ,  y  él  lo  estimò  mucbo ,  y  dejaiido 
alli  un  Capitan  y  parte  de  su  gente,  con  la  mas  lucida  fuimos  à  bacer  estc  viaje.  Yo  Uevè  por  mi 
companero  al  Hermano  Fray  Francisco  Gonzalez,  y  dejé  alli  al  Padre  Fray  Juan  Quincoces  con  loi 
mucbachus.  Llegamos  à  tomar  puerto  a  una  playa  muy  grande,  cerca  de  el  lugar  donde  los  Indios 
estaban  poblados,  y  alli  nos  salicron  à  recibir,  y  nos  trajeron  de  corner,  y  se  asentaron  las  paees, 
aunquo  mal,  porque  aquellos  bombres  no  procuraban  mas  que  sus  aprovecbamientos  teooponlOw 
Hechas  las  tales  paces,  trataron  luego  de  rescatar  cautivos ,  que  ellos  llaman  asi  à  los  que  los  lodios 
cautivan  en  sus  guerrìllas,  que  comò  son  injustas,  tambicn  lo  son  los  cauliverios.  Las  raiunes  eoo 
que  los  Portugueses  quieren  paliar  su  iniquidad,  son  decir  que  aquellos  indios  que  ellos  ibao  à 
rescatar,  los  tieoen  ya  sus  amos  sentenciados  a  muerte  para  comerselos,  y  que  les  hacen  bueoa 
obra  en  librarlos  de  la  muerte,  y  sacarlos  à  tierra  de  cristianos,  à  donde  lo  sean  aunque  escUvos. 
No  bay  duda  de  que  cn  los  primeros  de  aquellas  conquistas  habria  algo  de  esto,  por  lo  coal  se 
les  dio  permiso  para  que  pudiesen  bacer  los  tales  rescates,  dando  por  cada  pieza  (  que  asi  llamao 
à  cualquiera  persona  )  très  berramientas,  una  camisa,  y  dos  cuchillos,  algo  mas,  ò  menos.  Pero  el 
dia  de  boy  por  lo  que  vimos,  y  oimos  à  los  mismos  Portugueses,  no  bay  tales  Indios  de  cuerda, 
que  asi  se  Uamaban  los  que  se   babian  de  matar,  y  comer.  Yoy  diciendo  lo  que  vi,  y  lo  qoe 
entendimos  con  toda  certeza.  Los  Indios  con  quienes  se  babian  bechos  aquellas  paces,  comenzaron  i 
sentir  mucho  que  les  pidiesen  esclavos,  y  aigunos  de  ellos  huycron,  tcmiendo  se  hiclese  con  elk» 
lo  que  ya  se  habia  cccho  en  otras  partes  con  otros.  No  quedò  alli  mas  de  un  Indio  principal,  y 
aigunos  Indios  con  él.  Este  trajo  dos  piezas,  un  mozuelo,  y  una  muchacha,  y  por  ellos  le  dieroB 
sus  berramientas.  Y  comò  no  trajesen  mas,  se  mostraron  los  Portugueses  muy  enfadados,  y  dìjeroD 
que  yo  Io  oj  (sino  apremiamos  à  cstos,  y  usamos  de  rigor  con  ellos,  no  hemos  de  bacer  nada). 
Finalmente  no  se  bizo  mas  por  entonces  quizàs  por  que  estabamos  alli  los  Frayles  Fnncisco& 
Fuimonos  con  esto,  y  antes  que  liegasemos  à  lus  Trapajosos,  se  les  huyeron  las  dos  piezas  qoe 
babian  rescatado. 

«  Llegamos  al  pueblo  y  haliamos  a  nuestros  compaììerus  y  la  demas  gente  con  otra  trupa 
mas  de  Portugeses  que  andaba  por  alli  ocopada  en  el  mismo  ejercicio  que  los  otros.  Concerlaron» 
las  dos  Iropas  para  ir  à  cercar  un  pueblo,  que  dccian  los  ludios  amigos,  que  era  de  esclavos  suyos, 
que  se  les  habian  rebelado,  y  que  cogidos  éstos  que  eràn  muchos,  partirian,  pues  habria  para  todos. 
Hicieronlo  asi,  yendonos  para  elio  à  otro  sitio  mas  abajo  de  los  Trapajosos  de  donde  se  hizò  la 
entrada,  que  nosotros  no  pudimos  estorbar;  entraron  y  volvieronse  à  salir  sin  presa  ninguna, 
porque  fueron  sentidos ,  y  los  Indios  huyeron.  De  este  modo  nos  dijeron  que  habian  becho  eslos 
y  otros  graodes  presas  é  injustos  cautiverios.  Y  lo  que  entendimos  de  esto  es  qoe  los  Iddios 
amigos  à  quien  los  Portugeses  pedian  esclavos,  viendo  que  sino  los  daban  los  prendian,  y  con  sos 
rigores  les  obligaban  à  dar  sus  mismos  parientes  (corno  algunas  veces  lo  hicieron  por  redimir 
su  vejacion)  decian  que  tenian  esclavos,  mas  que  se  les  habian  alzado,  y  que  si  los  Portugueses 
les  daban  ayuda,  irlan  à  cogerlos  para  darselos;  y  à  la  verdad  no  eràn  esclavos,  sino  otns  pa^ 
cialidades  con  quienes  ellos  tenian  sus  guerrìllas,  y  con  està  diabolica  traza  contentaban  à  k» 
Portugueses,  y  se  vengaban  de  sus  enemigos.  Tambien  supimos  que  los  Indios  amigos  y  recien  eoa- 
vertidos  ellos  solos  hacian  sus  armadas  é  iban  à  cauti var  la  gente  que  podian  de  otras  niciooes 
para  dar  à  los  Portugueses  ò  por  la  codicia  de  los  rescates,  ó  por  librarse  de  sus  rigores.  Asi  no 
hay  tropa  niuguna  de  las  que  salen  à  cauti  var  que  no  vuelvan  cargadas  de  gente,  los  cuales  vendes 
por  esclavos,  y  lus  llaman  Negros,  teniendo  en  este  buen  trato  los  Gobernadores,  y  Capitanei 
mayores  de  aquellas  plazas  la  mayor  parte.  Los  danos  que  de  lo  dicho  se  sigue ,  ultra  de  d 
erapefio  de  sus  conciencias,  y  ofensas  de  Dios,  que  es  lo  primero,  son  el  mal  ejemplo  que  kw 
Portugueses  dan  à  los  Indios  nuovamente  convertidos,  pues  por  contontarlos  se  matan  y  caattvao 


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los  uDos  à  los  otros;  el  odio  grande  que  aquella  geDtilidad  ha  cuacebidu  conlra  el  numbre  crbtiaoo, 
por  las  injusticias  que  les  han  hecho;  los  muchos  Indios  que  mueren  de  los  que  iDjustamente 
sacan  de  sus  naturales  y  hachen  esclavos  siendo  libres.  A  roenoscabo  de  los  Indios  cristianos  del 
Curapa,  del  Para  y  de  el  Maranon ,  que  por  ocuparlos  en  los  lales  viajes  de  el  trabajo  de  remar  en 
las  canoas,  y  de  hambres,  y  muertos  por  los  contrarios,  se  ban  consuoiido  y  acabado.  Con  lo  cual 
las  aldeas  de  los  Indios  cristianos  estan  despobladas,  y  tambien  las  provincias  de  los  Indios 
gentìles.  Dios  Nuestro  Senor  lo  remedie  y  sea  tan  presto  corno  yo  lo  desco.  Muy  grande  escrupolo 
hiciera  yo,  si  pasara  éstas  cosas  en  silencio,  y  mas  habiendo  flrmes  esperanzas  que  de  referirlas 
han  de  tener  remedio,  stendo  Nuestro  Senor  servido,  que  aquella  Corona  de  Portugal  vuelva  i  su 
verdadero  y  legitimo  dueno,  que  Dios  guarde  muchos  anos. 

«  Entre  los  desconsuelos  que  lo  referido  y  otras  cosas  nos  causaban  estando  en  compai!ia 
de  aquella  gente  Portuguesa,  fué  Nuestro  Senor  servido  de  consolar  à  sus  siervos  con  la  buena 
cosecha  que  les  ofreció  de  niììos  enfermos  en  aquellos  pueblos  por  donde  pasaron,  y  entre  la  gente 
que  aquellas  tropas  habian  sacado,  que  bautizados  murieron  para  vivir  eternamente.  De  la  provincia 
de  los  Trapajosos  à  la  plaza  de  el  Curupa  habrà  comò  i60  leguas,  estas  andubimos  en  pocos  dias, 
caminando  siempre  por  la  banda  de  el  Sur,  por  la  cual  salen  algunos  rios  que  entran  en  el  nuestro 
de  San  Francisco,  y  en  particular  uno  que  Uaman  Paranayva,  que  tendrà  de  ancho  mas  de  una 
legna.  Pasamos  por  algunas  aldeìllas  de  pocos  Indios  de  paz,  unos  cristianos  y  otros  infleles,  y 
unos  y  otros  sin  sacerdote  ni  quien  se  dolieze  de  ellos.  Llegamos  al  Curupa  vispera  de  Natividad 
de  el  Senor  de  el  dicho  ano  de  1650.  Tendrd  este  lugar  entre  vecinos  y  soldadus  50  hombres  ,un 
fucrte  con  algunas  piczas  de  artilleria,  y  un  Capitan  mayor  que  lo  gobierna  todo.  Hay  en  este  dicho 
lugar  un  Convento  de  Nuestra  Seiiora  del  Carmen,  con  dos  Religiosos,  y  un  clcrigo,  que  hace 
oflcio  de  Cura,  y  todos  lo  pasan  no  con  mucha  abundancia  por  la  falla  de  Indios.  Desde  aqui  se 
divide  nuestro  gran  rio  en  muchos  brazos,  haciendo  en  los  medios  muchas  islas,  y  vagios  de 
arenas,  y  asi  camina  basta  entrar  en  el  mar  Oceano  que  eslaba  de  el  Curupa  cosa  de  ICO  leguas. 
Dicen  que  tiene  muchas  leguas  de  anchura  su  boca  ;  sus  muchas  bocas  no  las  pongo  aqui  por  no 
saber  cuantas  son.  La  entrada  por  ellas  para  nuestro  gran  rio  parece  muy  dlflcultosa  para  los 
enemigos  que  lo  quisiesen  intentar  por  lo  que  hemos  referido.  Salimos  de  està  plaza  de  Curupa 
para  la  ciudad  de  el  gran  Para,  que  estarà  de  ella  100  leguas  caminando  sempre  por  la  banda  de 
el  Sur,  dejando  à  la  de  el  Norte  nuestro  gran  Rio  de  San  Francisco  que  lo  perdemos  de  vista 
muchas  leguas  antes  de  el  Para;  por  algunos  pueblos  fuimos  pasando  por  este  camino,  y  todos 
son  pequenos.  Tambien  pasamos  algunos  rios,  y  el  de  mas  cuenta  es  el  de  los  Tocantines. 

>  Llegamos  à  la  ciudad  de  el  gran  Para  y  al  Convento  de  nuestro  Padre  San  Francisco  el  dia 
primero  de  febrero  de  1631,  en  el  cual  hallamos  al  Padre  Fray  Agustin  de  las  Llagas.  Recibionos 
corno  buen  hermano  con  mucho  amor,  y  carìdad,  y  por  estar  solo  quisiera  que  nos  queda.semos 
con  él  .Acudieronnos  muy  bien  en  el  tiempo  que  alli  estubimos,  aunque  no  faltó  quien  nos  tubiese 
por  espias,  por  que  solo  el  nombre  de  Castel lanos  les  ocasiona  sobrcsaltos.  Tendrà  este  ciudad 
entre  vicinos  y  soldados  de  presidio  comò  300  personas,'un  Capitan  mayor,  y  otros  Oflciales  de 
justicia  y  milicia.  Tiene  tres  Conventos,  uno  de  Nuestra  SeiSora  del  Carmen,  y  otro  de  la  Merced, 
con  pocos  Frayles,  y  todavia  en  los  principios  de  su  fundacion,  el  de  Nuestro  Padre  San  Francisco  es 
el  mayor  y  el  mejor,  y  de  menos  moradores.  Hay  iglesia  malriz  con  un  Canonìgo  que  hace  oflcio 
de  Cura  y  Vicario:  la  fortaleza  no  vi;  dicen  que  es  buena,  y  de  buena  artilleria.  Las  cosechas  de  la 
tierra  són  de  azucàr,  y  de  tabaco  que  envian  a  Lisboa,  para  lo  cual  vienen  algunos  navios  à  este 
puerto,  y  les  traen  vino,  aceite,  harina,  y  ropa,  y  lo  demas  que  necesitan,  con  que  lo  pasan  bien 
en  està  plaza.  De  està  ciudad  de  el  Para,  pasamos  à  la  de  el  Maranon,  que  està  distancia  de  300 
leguas  caminando  por  la  banda  de  el  Sur,  y  por  la  costa  de  el  Mar  bacia  ci  Brasi  1  en  canoas 
grandes,  y  con  mucho  trabajo  y  riesgo.  Llegamos  à  la  ciudad  de  San  Luis  y  nos  fuimos  al  Con- 
vento de  nuestro  Padre  San  Francisco  que  alli  tenemos,  con  un  solo  Religioso,  Uamado  el  Padre 
Fray  Francisco  de  el  Presepio,  recibiònos  con  mucho  amor,  y  nos  regalò  mucho  el  tiempo  que 
alli  estubimos. 

•  Visitamos  al  Gobernador  Luis  de  Magallanes,  dimosle  cuenta  de  nuestro  viaje,  y  de  las 
causas  de  nuestra  venida  à  aquel  estado,  mostrandole  nuestros  papeles  con  que  quedaban  satisfechos. 
Pedimosle  licencia  para  pasar  à  Lisboa,  ya  que  no  habla  orden  para  Caracas,  y  tampoco  hubo 
lugar,  ni  nos  la  dio,  basta  pasado  un  afio  que  nos  tubieron  entre  ellos.  Tendrà  està  ciudad  de  el 
MaraSon  la  mistna  vesindad  y  soldados  que  la  de  el  Para,  poco  mas.  Tiene  dos  faertes  con  buena 


500  LAZARO-LE  CLERCE 


artilleria,  tiene  dus  Conventus ,  el  de  nuestro  Padre  San  Francisco,  y  otro  de  Naestia  SeSon  del 
Cannen.  Tiene  iglesia  matriz,  con  su  Cura,  y  Vicario,  y  la  Hermandad  de  la  Misericordia  con  un 
Capellan.  Los  generos  de  la  tierra  son  azncar,  algodon,  y  algunas  madcras  preciosas ,  llevank)  i 
Lisboa  de  donde  se  provee  està  plaza  comò  la  de  el  Para.  Pasado  un  afio  movid  Dios  Noestro 
Senor  al  Gobernador,  para  que  nos  diese  licencia,  con  tra  la  voluntad  de  muchos  que  erin  de 
contrario  parecer,  y  nos  embarcó  en  un  navio  suyo  nuevo,  hccho  en  el  mismo  Marafion  que  eoTìó 
d  Lisboa  cargado  de  azucàr,  muy  bien  acomodados  y  proveidos  de  bastimentus.  Tardamos  desde 
el  pnerto  de  Maranon  basta  Lisboa  57  dias  y  llegamos  con  bien,  domingo  de  Ramos  Si  de  marzo 
del  1633.  Habiendonos  Dios  librado  de  enemigus  en  los  ocasiones  que  nos  corrieron ,  llegados  que 
fuimos  y  avisado  el  Duque  de  Vcrganza  (que  los  Portugescs  Itaman  Rey),  ordcnò  que  nos  lle^-ascD 
al  Convento  de  nuestro  Padre  San  Francisco,  donde  de  los  Prelados  de  él,  y  demas  Religiosos 
nuestros  hermanos  fuimos  bien  recìbidos  y  agasajados,  (aunque  por  ser  Castellanos,  no  sé  lo  quf 
sentian  cuando  nos  mìraban).  Los  primeros  dias  no  nos  permitieron  que  saliesemos  de  casa,  mas 
enterados  de  la  verdad  de  nuestro  informe,  pudimos  salir  libiTamente,  y  nos  dieron  pasaporte  pan 
Castilia,  por  el  Algarbe.  Salimos  de  Lisboa  bien  avidos,  y  pasamos  a  Levilla  por  Ayamonte,  y  de 
allià  està  Corte,  y  Convento  de  Nuestro  Padre  San  Francisco,  aunque  por  miedo  y  flaqueza  con 
mucho  trabajo.  Rccibimos  la  bendicion  de  nuestros  Prelados  Superìoros  que  tanto  deseabaroos, 
dimos  en  breve  cucnta  de  nuestro  dilatado  viaje,  y  de  otros  de  que  ya  tonian  noticias.  Mandaron- 
me  lo  escribiese  lodo,  é  hiciese  està  relacion,  yo  la  be  becho  de  muy  buena  gana,  con  eslilo 
llano,  sencìllo,  y  verdadero;  alegraréme  haber  acertado.  asi  comò  lo  he  deseado,  y  que  lodo  sea 
para  gloria  y  honra  de  Dios  Nuestro  Senor.  Amen.  • 

jfc.  326.  Lazaro.  —  Combinacion  y  analogia  de  diversos  idìomas 

del  reyno  de  Guatemala;  por  el  Padre  Fr.  Juan  Lazaro,  Fran- 
ciscano. 

Nativo  di  Spagna,  si  recò  in  America  il  Ì6i0,  e  mori  in  Guatemala  il  1650.  La  sua  vitafÉ 
fra  gli  Indiani,  dei  quali  imparò  a  perfezione  le  varie  lingue,  e  pare  che  scrivesse  più  d'una  gram- 
matica e  di  un  dizionario,  oltre  molti  sermoni.  Ma  rammentato  col  proprio  titolo  non  abbiamo  che 
il  lavoro  citato,  riferito  anche  dallo  Souier  (Monogr.  of  Auth.) 


mwStKMm 


_^.         327.  Lecce.  —  Osservazioni  grammaticali  nella  lingua  Alba- 
^"^  nese  del  P.  F.  M.  da  Lecce ,  de'  Minori  Osserv^anti  di  san  Fran- 
cesco. In  Roma  nella  stamperia  della  Sacra  Congregazione  di 
Prapagaìida  Fide.  1716. 


Un  volume  in  4.  Rarissimo. 


SVltNf». 

Auirrka 


328.  Le  Clerc  .  —  Premier  etablissement  de  la  foy  dans  la 
Nouvelle  France,  contenant  la  publication  de  V  È  vangile,  Thistoire 
des  Colonies  Frangoises  ,  et  les  fameuses  découvertes  depuis  le 
fleuve  de  Saint  Laurent,  la  Lousiane  et  le  fleuve  Colbert  jusqu'au 
golplie  du  Mexique,  achevées  sous  la  conduite  de  feu  M.  De  La  salle 
por  ordre  du  Roy.  Avec  les  victoires  remportées  en  Canada  par 
les  armes  de  sa  Majesté  sur  les  Anglais  et  les  Iroquois  en  1690, 
par  le  Pere  Chrestien  Le  Clerc,  etc.  Paris,  Amable  Auroy,  1691. 


LE   CLERC  301 


Sono  due  volumi  in  8.  11  primo  di  9  carte  non  numerate  e  559  papine  :  il  secondo  di  4  carie 
OQ  numerate  e  pagine  468 ,  ed  altre  10  carte  non  numerate  di  Catalogue.  N'  è  un  esemplare  nella 
iblioteca  Nazionale  di  Parigi.  U  Brunet  (Manuel  du  Libraire,  ee.  J  dice  ctie  •  cet  ouvrage  est 
xact  et  assez  bien  écrit.  On  le  recherche  beaacoup  au  Canada,  et  comme  il  est  peu  commun,  il 
'est  vendu  jusqu'à  75  frane  en  1858.  •  Ma  da  quel  tempo  il  prezzo  n'è  cresciuto  favolosamente; 
iDto  che  a  me  fu  impossibile  acquistarne  un  esemplare,  clie  il  1876  era  in  vendita  appresso  il 
laisonneuve  in  Parigi.  £  poclii  di  dopo  già  era  stato  venduto  a  maggior  prezzo  di  quello  che  a  me 
e  o'  era  rictiiesto. 

—  Nouvelle  relation  de  la  Gaspesìe,  qui  contient  les  moeurs  et 
l^a  Religion  des  sauvages  Gaspesiens  Port-Croix,  adorateurs  du 
Soleil  et  d' autres  peuples  de  V  Amerique  Septentrionale,  dite  le 
Canada,  par  le  Pere  Chrestien  Le  Clerc,  etc.  Paris,  Amable  Auroy, 
1691. 


Un  volume  in  8,  di  13  carte  preliminari  non  numerate  e  572  pagine.  In  nne  dell'ultima  si 
r^c,  de  l'imprimerie  de  Laurent  Rondet.  Opera  non  meno  importante  e  rara  della  precedente. 
t>     un  esemplare  nella  stessa  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

11  Padre  Le  Clerc  era  nativo  dell' Àrtoìs,  dove  vestì  l'abito  Francescano  nella  Provincia  di  Sant' 
•«=3nio,  e  compiuti  gli  studi,  i  Superiori  Io  destinarono  alle  Missioni  del  Canada  per  dove  s' im- 
<zrò  il  27  ottobre  del  1675.  Giunto  all'Isola  Percée,  e  imparata  tosto  la  lingua  de' Gaspesiani , 
lavorò  parecchi  anni  con  grande  zelo  alla  loro  conversione. 

«  La  Gaspesìa  (egli  dice,  Nouvelle  Relation  ee.  chap.  /.),  da  cui  i  nostri  selvaggi  traggono 
^^ne,  è  famosa  non  solo  perchè  quivi  tenevano  loro  dimora  i  capitani  o  regoli  di  parecchio 
■  <^ni  americane  (  popoli  guerrieri  che  si  avanzarono  vittoriosi  fino  agli  Exkimas  e  a'  rimanenti 
<siggi  che  abitano  lungo  le  coste  del  gran  fiume  di  San  Lorenzo) ,  ma  inoltre  perché  vi  si  faceva 
^  H-lentc  pesca  di  merluzzi,  e  vi  s'erano  scoperte  miniere  di  piombo  che  potevano  dare  mollo 
^  tlo  alla  Francia.  È  paese  lutto  montagne,  boschi  e  roccie;  e  però  sterile  ed  ingrato:  o  meglio 
=^  a  baia  all'  imboccatura  del  gran  fiume  di  San  Lorenzo,  all'  altezza  di  48  gradi  sopra  4  o  5  di 
^nezza  e  6  e  7  di  profondila,  che  termina  in  un  bellissimo  bacino  e  tre  Riviere  assai  abbondanti 
^•^?sci,  a  7  leghe  dall'Isola  Percée,  tutta  roccie  e  dirupi,  che  probabilmente  venne  divisa  dalla 
^^  per  qualche  violento  oragano.  Qui  dunque  (egli  continua),  in  questo  paese,  noi  avevamo  una 
=^  vole  missione;  ma  mentre  mi  sto  occupando  della  stampa  di   questa  Relazione,  t-on  grande 

dolore  mi  vien  fatto  sapere  da  uno  de' nostri  missionari  (il  Padre  Emmanuele  Jumeau)  che 
*  -sri  fece  testé  ritorno,  come  l'ospizio  e  la  chiesa  da  noi  edificali  e  che  i  selvaggi  avevano  in 
^'^nda  venerazione,  slcno  stati  distrutti  e  ridotti  in  cenere  dai  barbari  europei,  che  si  chiamano 
^  ^3si,  Olandesi,  e  Francesi  rinnegati  1  • 

Nel  tempo  che  accadeva  questa  scelleraggine,  di  cui  fa  la  storia,  egli  si  trovava  in  Francia, 
^^ato  definitivamente  da  quelle  missioni.  Magia  v'era  stato  un'altra  volta,  inviato  da' suoi  confratelli 
^  ottener  facoltà  di  fondare  un'  ospizio  in  Quebec,  e  per  altre  bisogne  della  missione.  Le  pratiche 
^Ckno  lunghe  e  difiicili  ;  ma  alla  fine  si  riconobbe  la  necessità  de'  provvedimenti  che  i  Francescani  chic- 
^^ano,  e  ne  vennero  soddisfatti.  1  compilatori  della  Biographie  universelle  notano  che  il  Padre  Le 
-•Vrc  s' era  acquistato  talmente  l'alTctto  de' selvaggi,  che  della  sua  partenza  rimasero  desolati,  e  non 
'^libero  più  pace,  finché  non  lo  rividero  fra  loro,  ricevendolo  con  segni  di  straordinaria  allegrezza.  Ciò 
Vedranno  i  lettori  dalla  Relazione  ch'egli  fa  del  primo  suo  viaggio,  di  cui  daremo  qui  un  saggio, 
dopo  aver  prima  compendiala  la  lettera  del  P.  Jumeau,  che  narra  l'accennata  desolazione. 

•  Mio  Reverendo  Padre.  Mi  passo  in  silenzio  dei  dolorosi  particolari  del  naufragio,  che 
u  scorso  anno  c'incontrò  in  una  notte  buia  contro  il  Capo  delle  Rose,  il  23  di  novembre  a  15 
>ghe  dall'Isola  Percée,  e  della  sventura  che  vi  si  aggiunse  di  esser  catturati  da  un  armatore  di 
lessingue  a  56  leghe  dalla  Rochclle.  Tutto  questo  è  nulla.  Quel  che  mi  strazia,  e  che  desolerà 
riialmente  il  vostro  cuore,  é  la  rovina  della  Missione,  che  voi  tanto  contribuiste  a  fondare  nell' 
^la,  lavorandovi  con  tanto  zelo  per  la  gloria  di  Dio  e  della  salute  delle  anime.  Pare  che  il  Signore 


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tanto  celebre  e  fiorente  mediante  lo  zelo  aposti)lico  de' figli  del  Serafico  Padre;  e  di  certo  vidnrerà 
eterna  la  loro  memoria,  specialmente  dei  Padri  Ilarione  Guesnin  ed  Bsuperio  di  Thunes,  che  tanto 
vi  si  distinsero  con  le  gloriose  loro  fatiche.  • 

Il  Padre  Le  Clerc,  come  si  disse,  vi  era  stato  invialo  Panno  1675.  Ed  era  allora  Superiore 
della  Provincia  di  Sant'  Antonio  dell'  Artois  il  Padre  Potenziano  Ozon,  che  già  due  volte  aveva  visitate 
le  Missioni  del  Canada  e  tenerissimamente  le  amava.  Partito  sul  vascello  detto  II  lAon  d'oro, 
comandato  dal  Capitano  Couturier,  giunse  alF  isola  Percée  il  37  ottobre,  miracolosamente  campati 
la  violentissima  tempesta,  che  doveva  avvolgerli  ne' profondi  gorghi  del  mare,  e  sbarcarono  appresso 
l'abitazione  di  Monsignor  Denis  su  la  riva  del  bacino,  chiamato  la  Piccola  Riviera,  formata  da 
ana  lingua  di  terra,  che  la  divide  dal  mare;  dov'egli,  il  Padre  Le  Clerc,  si  fermò  per  alcun  tempo 
some  in  cara  solitudine,  per  ben  disporsi  alla  missione  a  cui  era  destinato. 

«  Era  quivi  (egli  dice)  uno  de' servi  di  Monsignor  Denis,  tutto  zelo  della  gloria  di  Dio;  e 
il  trattenermi  con  lui  delle  cose  dell'eterna  salvezza  mi  dava  un  gusto  che  non  so  dire.  Egli 
pensava  a  destarmi  ogni  mattino  alle  quattro,  perché  potessi  prepararmi  alla  celebrazione  della 
•anta  Messa,  che  dicevo  al  farsi  del  giorno  dopo  le  preghiere  del  mattino;  e  la  sera,  secondo  il 
^nto  costume  di  tutte  le  famiglie  cristiane  della  Novella  Francia,  recitavamo  insieme  il  Rosario,  e 
le  altre  preghiere  della  notte,  conchìudendo  con  la  lettura  di  qualche  tratto  delle  commoventi 
considerazioni  che  sopra  il  finale  giudizio  compose  il  nostro  Padre  Giacinto  Le  Febvre:  opera  soda 
«  di  grande  erudizione,  che  mi  fu  sempre  di  grande  aiuto  dovunque  l' obbedienza  mi  destinò  in  uffici 
^i  missione,  lo  chiamava  questo  libro  il  mìo  maestro  per  eccellenza,  ed  operò  di  grandi  conversioni; 
perchè  avendolo  dato  a  leggere  a  parecchi  Francesi  che  s'erano  allontanati  dalle  pratiche  della  vita 
ristiana,  eccitò  in  essi  tanto  timore  del  divino  giudizio  e  pentimento  delle  loro  colpe,  che  vollero 
re  a'  miei  piedi  una  generale  confessione  di  tutta  la  loro  vita,  dopo  essersi  tenuti  lunghi  anni 
n  Vanì  da'  Sacramenti. 

•  Anche  mi  occupai  (e' continua)  nello  studio  di  certi  scritti  della  lingua  Algomquinne, 
-ndomi  fatto  credere  che  mi  profitterebbe  per  poter  ammaestrare  nella  fede  i  nostri  selvaggi 
i-ciclo  tornassero  dalla  caccia.  Ma  non  ne  fu  nulla;  perchè  non  ne  intendevano  verbo.  Sicché  mi 
v-enne  studiare  la  lingua  Gaspesiana.  Per  cominciare,  mi  feci  inviare  da  Quebec  le  preghiere 
Chiane  che  i  nostri  in  essa  avevano  scrìtte,  e  non  durai  molto  ad  impararle.  Partiti  poi  dalla 
^  i  navìgli  francesi,  e  cessato  il  bisogno  di  quivi  rimanere  per  la  loro  assistenza,  mi  risolsi  a 
^ire  i  nativi  ne'  loro  boschi,  vivere  nelle  loro  capanne,  e  cosi  imparare  la  loro  lingua  a  perfezione. 
^f  verità,  in  breve  me  la  resi  cosi  familiare,  che  potei  compilare  un  Dizionario,  che  lasciai  nel 
'*"o  Convento  di  Nostra  Signora  degli  Angioli  di  Quebec,  in  aiuto  de' miei  confratelli  che  si 
sperebbero  nel  santo  ministero,  che  io  aveva  esercitato  per  oltre  200  leghe  di  quella  parte  del 
'^o  Mondo,  fra  tribù  di  diiferenti  nomi  secondo  le  differenti  riviere  e  i  distretti,  ove  hanno 
"•^1-a  la  lor  dimora.  » 

Il  l*adre  Le  Clerc,  per  poterli  facilmente  ammaestrare,  inventò  un  genere  di  scrittura  geroglifica 
ol^re,  che  riuscì  a  maraviglia.  •  I  Gaspeslani  (  egli  dice  nel  capitolo  VII  della  sua  Nouvelle  Relation) 

si    conoscono  né  di  scrittura  né  di  letture;  ma  hanno  intelletto  e  memoria  da  divenire  eccellenti 

'^Tia  e  nell'altra:  strano  e  doloroso  che  siansi  fitti  in  capo,  che  coli' addiventare  sapienti  come 
^•^cesi,  morirebbero  I  Per  iniziarli  alla  coltura  dello  spirito,  immaginai  io  un  metodo,  che  mi  riuscì 
*^ radamente.  Il  mio  ritrovato  consiste  in  ciò,  che  ogni  lettera  arbitraria  da  me  immaginata  significa 

T^-arola  particolare  e  talvolta  due  insieme  ;  e  lor  riuscì  così  facile  questo  genere  di  scrittura,  che 
'^•^     dì  imparavano  quel  che  altrimenti  avrebbe  richiesto  settimane  Intere. 

iDi  questa  invenzione  del  Padre  Le  Clerc  diremo  appresso,  e  ne  daremo  il  fac-simile,  con  un 
'^'-^lo  che  l' accompagna,  tratto  da  uno  de' più  autorevoli  Giornali  scientifico-letterari  dell'America 
^<^rd.  Ora  vediamo  come  dopo  parecchi  anni  di  fatiche  apostoliche,  fruttuosissime,  venisse  rinviato 
"■"^ncia,  per  accrescere  di  forza  e  di  successi  la  missione.  • 

«  Da  sei  anni  (egli  dice,  Nouvelle  Relation,  etc,  ehap.  XXI)  io  assisteva  la  missione  dei 
P^^iani,  quando  il  nostro  superiore  Padre  Leroux,  vista  l'assoluta  necessità  che  avessimo  un 
'>xìn  in  Quebec,  ed  inoltre  sollecitato  da' principali  abitanti  di  Porto  Reale  che  anche  in  queir 
^  flettessimo  una  stazione,  e  per  aver  modo  di  rendere  stabili  ad  un  tempo  le  missioni  che 
^^tiio  augurato  fra  i  selvaggi,  onde  umanizzarli  e  abituarli  a  coltivar  la  terra,  stabilì  d'inviar 

^ol  Padre  Esuperio  al  Rmo  nostro  Padre  Germano  Allart  (fatto  e  poi  morto  Vescovo  di  Vences) 
*^*"^ticia,  per  conseguire  quanto  al  sopra  detto  fine  era  necessario,  Ne  avvertii  un  selvaggio  che  si 


30i  LK  ciìim: 


chiamava  mìo  padre,  ed  io  ilgurava  come  suo  llgliuolu.  Chi  saprebbe  dire  da  quale  costernazione  ne 
fosse  preso?  11  suo  viso  cangiò  di  colore,  come  a  chi  sopravvenisse  improvvisamente  la  piùgnTO 
sventura  della  vita.  E  lasciatomi   bruscamente  contro  il  suo  costume,  s'  internò  nel  bosco  fort^ 
singhiozzando,  da  dove  inviò  all'  istante  due  de'  suoi  Agli  ad  avvertire  della  mia  partenza  tutti    l 
Gaspeslani  recatisi  alla  pesca,  come  se  si  trattasse  della  morte  della  persona  loro  più  cara.  ^& 
immantinente  tutti  fecero  ritorno;  i  quali  con  pianti  e  grida  da  intenerire  un  sasso,  mi  scongiuravaa«> 
di  uou  abbandonarli  :  e  di  certo  avrei  mutato  consiglio,  se  V  obbedienza  me  V  avesse  cunsentlto.  1| 
mattino  seguente,  tutti  quelli  eh'  io  aveva  battezzati  si  raccolsero  nella  cappella  per  confessarsi, 
assistere  alla  santa  Messa,  e  udire  il  mio  sermone.  Me  ne  accomiatai  con  le  parole  di  Samuele  quando 
lasciò  il  governo  del  popolo  di  Dio,  e  con  quelle  di  san  Paolo  quando  da  Efeso  parti  per  Gerusaleaune; 
u  la  scena  non  fu  meno  commovente  !  Dopo  mi  recarono  varii  doni,  specialmente  tabacco  del  Brasile 
Finalmente  armati  i  canoti,  co' quali  io  doveva  partire,  il  capo  mi  fece  P  allocuzione  seguente; 
>  Hai  dunque  tu  risoluto  di  tornare  in  Francia?  0  Aglio  mio,  se  tu  in  questo  momento  potessi  vedere 
il  mio  cuore,  tu  lo  vedresti  far  sangue  !  >  Poi  ripigliò:  •  Ma  ò  dunque  possibile  che  tu  abbia  dimentico 
il  festino  che  demmo  in  tuo  onore  quando  giungesti  in  (ìaspesia,  in  cui  con  farina  e  carne  dlorignan 
facemmo  tanti  cuori  quanti  v'  erano  (ìaspesiani,  e  sopra  vi  mettemmo  il  tuo,  affinchè  fossimo  scmpra 
tutti  un  cuore  solo  ?  Dunque  tu  non  se'  più  quel  desso,  tornato  di  nuovo  talmente  francese,  che  nulla 
t'ò  rimasto  di  Gaspesiaiio?  Tu  non  puoi  ignorare  che  t'amai  qual  Aglio,  e  che  capo  comMo  sono 
lic'Gaspesiani,  ho  potestà  dì  terribilmente  punire  chiunque  osasse  furti  pur  ombra  della  minima  ofllssa! 
Che  cosa  dunque  ti  abbiamo  fatto,  che  così  ci  abbandoni?  Parla,  Aglio  mio,  e  abbi  compassione  del 
nostro  dolore!  >  Ciò  detto,  mi  fece  deporre  a' piedi  una  grande  quantità  di  pelli  di  castoro,  ec^  io 
dono,  che  io  riAutai.  Allora  ripigliò:  *  Debito  renderti,  o  Aglio,  questa  giustizia,  che  tu  sempre  riflnia- 
sti  queste  cose!  Tu  non  hai  fatto  come  gli  altri  Francesi  venuti  qui  per  arricchire:  V  unico  tuo  penslere 
fu  di  salvare  le  anime  nostre  !  Ma  se  ora  il  poco  che  abbiamo  non  6  bastante  i>er  tenerti  fra  noi,  bisogna 
rh'  io  in  faccia  del  sole  che  ti  rischiara,  ti  volga  una  dimanda:  Dimmi,  ci  hai  tu  sempre  insegnata  la 
verità,  0])pure  hai  anche  mentito?  Perchi^  una  delle  due:  o  hai  mentilo,  o  non  sei  buon  cristlaoo, 
come  insegnavi  a  noi  I  Tu  hai  detto  a' nostri  Agli,  che  sono  obbligati  di  onorare  il  padre  e  la  madre 
sotto  pena  di  bruciare  etcrnamento  nell'  inferno ,  ed  essere  enorme  delitto  alibandonare  i  propri  genitori, 
e  non  assisterli  in  tutte  le  necessità  della  vita!  E  cosi  lia  fatto  il  mio  primogenito,  rimasto  nel  passato 
inverno  con  me  nella  capanna  ad  assistermi  1  Ha  ucciso  gran  numero  dì  orìgnaux,  ed  ha  fatto  sempre 
l)Uona  cera  anche  a  le,  ìnvìtanduti  s«'mpre  a' nostri  festini  !  In  una  parola,  egli  t>  rimasto  col  i?uo 
padre  e  con  la  sua  madre  per  amore  di  Cristo,  e  per  I'  amore  die  lo  legava  a  te,  o  Patriarca!  Orto, 
maestro,  come  non  ne  sejiui  tu  l'esempio?  Tu  mi  hai  cliiamato  sempre  padre;  la  mia  donna  diceva  a 
tutti  i  selvaggi  che  tu  le  eri  Agliuolo;  e  come  vero  fratello  ti  tennero  i  miei  Agli!  E  tu  abbandoni  cosL 
indilTerentemente  padre,  madre,  fratelli  e  sorelle?  Dun(|ue  per  te  non  tiene  il  comandamento  di  Dio^^ 
0  non  Ila)  timore  di  annef^are  nei  lago  <>  nelle  aiMine  salse,  u\e  li  disponi  di  entrare?  E  poi  se  qualcum 
di  noi  verrà  a  morire  ne*  boscliì,  chi  \i\\  mostrerà  ia  \  ia  del  cielo  e  lo  aiuterà  a  l»en  morire?  0  valevr 
eglì  la  pena  che  tu  venissi  ad  amuiaeslrarei  nella  fede  di  Gesù,  se  poi  divisavi  dì  abbandonarci^ 
Ali!  se  ii  tuo  cuore  è  così  duro  che  non  si  piega,  ti  ripelo  die  il  mio  fa  sangue!  • 

È  (luesla,  per  verità,  cuuimovenli.Nsima  scena;  e  il  lilìro  del  Padre  Le  Clerc  n'è  pieno;  e  m  Pi- 
pare die  sarebbero  materia  da  racronli  i»en  più  inleres>aiiti  e  i>roAllevoli,  die  non  sono  le  strane-'^ 
immaginazioni  del  presentii  nimanlicisnio! 

•  (ili  ris[>osi  (  ripiglia  il  Padre  Le  Clerc  ;  die  il  mio  cuore  non  meno  del  suo  era  straziato   ^ 
avendo  sempre  tenerissimamente  amato  ia  inissione  tìa^peslana,  e  lui  tenuto  in  conto  di  vero  padre    — 
Ma  con   tulio  ciò   io  doveva  partire,  non    già  per  trasgredire   ìi  divino  comandamento,  anzi  pe^" 
meglio  osservarlo.  Perocché  partendo  i(»  non  li  al)liandonava,  mali  lasciavo  ad  un  altro  me  stess<^  -^ 
die  era  il  Padre  Claudio  Moreau,  il  quale  av  rdtbe  lottala  possibile  cura  della  loro  salvezza.  Il  niii 
more  restare  in  (ìaspesia,  dove  presi»»  speravo  far  ritorno  con  altri  miei  confratelli  per  ripigliarvi  cor* 
più  iena  l'apostolico  minislerol  —  Se  è  «'om,  disse  un  altro  capo,  bisogna  dr  io  mi  rechi  col  nostr*- 
Patriarca  in  Francia!  Non  possiamo  ablKiniionarlo  !  Noi  anderenio,  ciascun  di  noi,  in  un  navigli* 
di>tante  dal  suo,  aflindiè  se  l'uno  di  noi  jierisse,  l'altro  possa  recarne  la  notizia!  —  Egli  continuava' 
(  eonchiude  il  Padre  Le  Clerc),  quaiulo  il  Capitano  ci  av  vertì  esser  giunta  P  ora  della  partenza.  Salimni.  ^ 
in  nave,  e  con  feliri.ssima  navigazione  giungemmo  in  30  dì  dall'isola  Percée  a  HenAeur,  da  dove*-* 
avviammo  per  Parigi;  e  quivi  col  limo  nostn)  Padre  Allarl,  e  il  Ueverendo  Padre  Potenziano  Ozlt* 
Provinciale  trattammo  col  He  dell'  Ospizio  che  ora  abbiamo  in  <Jucbcc.  • 


LE  CLERC  rK)5 


Da  Parigi  il  Padre  Le  Clerc  passò  neir  Artois,  dove  tatto  il  mondo  (  com'  egli  dice)  gli  si  stringeva 
dintorno  per  saper  notizie  del  Nuovo  Mondo  I  Poco  stante  ripartì  per  la  missione  con  altri  compagni, 
fra'qnali  il  Padre  Francesco  Wasson,  religioso  di  molta  scienza  e  virtù,  che  lavorò  con  prodigioso  frutto 
tra  le  tribù  Irochesi.  Accompagnarono  nel  viaggio  due  Religiose  Ospitaliere  di  Beaufort,  che  Monsignor 
D'Angers  volle  loro  affidate.  «  Esse  si  chiamavano  (dice  il  Padre  Le  Clerc )  Suora  Gallard  e  Suora 
MoDmussem,  la  prima  flgliuolad'un  Consigliere  d' Angers,  V  altra  d' un  gran  mercante.  C  imbarcammo 
^Ua  Rochelle,  e  Dio  ci  diede  eosl  prospera  navigazione,  che  durante  il  viaggio  si  faceva  V  orazione 
nientale,  e  la  spirituale  lettura,  e  si  recitava  ogni  dì  l' ufficio  divino.  Esse  non  soffrirono  quasi  nulla. 
Incontratici  con  un  naviglio  di  corsari  turchi,  che  minacciò  di  assalirci,  V  unico  sgomento  che  ebbero 
fu  che  potesse  esser  fatto  oltraggio  alla  loro  verginità;  onde  mi  pregarono  in  ginocchio,  che  se  mai 
il  nemico  prevalesse,  le  aiutassi  a  gittafsi  nelle  onde  1  Ma  Dio  ci  salvò  l  •  E  così  dopo  30  giorni  di  mare, 
giunsero  felicemente  all'  imboccatura  del  flume  di  San  Lorenzo,  da  dove  elle  si  recarono  ad  assistere 
r Ospedale  di  Montreal  fondato  dalia  carità  di  Madama  di  Bullion. 

Ci  duole  di  non  averci  potuto  dilungare,  quanto  avremmo  voluto,  nel  dar  conto  delle  Nouvelle 
/ieUUion  del  Padre  Le  Clerc:  è  un  libro,  che  cominciato  a  leggere,  non  te  ne  puoi  distaccare! 
E  così  V  Etablissement  de  la  foy  dans  la  Nùuvelle  France.  Libri,  Timo  e  V  altro,  ornai  fatti  rari  e  ricer- 
afissimi,  e  in  Italia  affatto  sconosciuti  :  sarebbe  un  segnalato  servigio,  renduto  anch'  oggi  all'  Ordine  e 
/a.  Chiesa,  se  venissero  ristampati  in  Francia,  e  se  qualche  nostro  confratello  ce  ne  desse  una  buona 
id  uzione  italiana  !  Non  temiamo  di  affermare  che  sarebbero  avidamente  letti,  e  avrebbero  larghissimo 
Locio.  Almeno,  di  questo  genere  di  libri  (  e  non  ne  abbiamo  pochi  )  se  ne  diano  larghi  tratti  nelle 
"ecchie  Riviste  Francescane  che  si  pubblicano  in  varie  parti  d' Europa,  come  di  alcuni  ha  cominciato 
■.re  con  tanto  successo  nel  Metsager  de  Saint  Francois  di  Saint-Trond  nel  Belgio  il  chiarissimo  Padre 
L^VAsio  DiRKs.  Della  NouveUe  Relactipn  vogliamo  ancora  notare ,  che  è  un  libro  interessantissimo  per 
■otizìe  che  dà  del  paese,  de' suoi  prodotti  ed  animali,  de'  selvaggi  e  delle  loro  leggi,  delle  tradizioni, 
'^  religione,  dei  riti  e  de'  costumi,  specialmente  della  nazione  dei  Porta-Croce,  abitante  lungo  la 
6ra  di  Mizamiche,  appresso  i  quali  da  remoti  secoli  era  sacro  il  culto  della  Croce.  Egli  discorre 
rumente  dell'  origine  di  questo  culto  nel  capitolo  X,  secondo  le  minute  ed  esatte  notizie  che  n'ebbe 
quelle  tribù;  e  nel  XI  dà  la  storia  della  Missione  che  egli  inaugurò  tra  essi  il  1677,  appena  un 
^  dopo  che  era  giunto  nel  Canada.  «  Ho  studiato  di  proposito  (egli  dice)  questo  fatto  impor- 
rissimo per  ben  dodici  anni,  quanti  sono  stato  fra  que' selvaggi  ;  e  però  ne  do  qui  la  storia.  Le 
^^venture  poi  in  questa  nazione  dei  Porta-Croce,  come  quelle  di  parecchi  de'  suoi  compagni,  sono 
^n  incanto  che  rapisce,  e  inteneriscono  profondamente  il  cuore  1  Del  resto,  questo  argomento 
culto  della  Croce  appresso  gif  antichissimi  popoli  dell'uno  e  dell' altro  emisfero,  è  del  maggior 
'vo  per  la  storia  del  Cristianesimo;  e  tutti  sanno  r  interesse  che  parecchi  anni  fa  destò  nell'Europa 
^<ìra  dell'  illustre  Conte  Roselly  De  Lorgues  :  La  Croce  ne'  due  mondi.  Il  libro  del  Padre  Le  Clerc 
P^r   questo  lato    una  speciale  importanza. 

Hd  ora  ecco  il  J|ic-simile  dei  caratteri  inventati  dal  Padre  Le  Clerc  per  insegnare  a  leggere  ai 
''^S6i  del  Canada,  come  fu  già  da  noi  pubblicato  nel  numero  I  dell'  anno  III  della  nostra  Cronaca 

'l'È  MISSIONI  FRANCESCANE. 


iO 


:m 


LK   CLKIU: 


GERUGLIFICI   INVENTATI   DAL  MISSIONARIO  FRANCESCANO  RECOLLETTO  PADRE  CRUTIAMO 
LE  CLERC,  PER  ESPRIMERE  LA  LINGUA  DELLA  TRIBÙ  INDIANA  DEI  MICMAGS. 


^ 


¥     f«=2^       l 


SSh       A 


\uiteckiner  traxok  ebin  Uehiptuk 

Nostro  Padre  (che  in)  cielo      sei  sedente  sii 


deluUin 
come  nomato 


mekidedemekf 
onorato 


n'teUdanen, 
cui  andiamo 


l  ZiA^        i 


l^  l 


igehiptuk 
fa 


igenemuiek 
concederei 


ni  a 

m         • 

IVI 


nemulek 
vediamo  le 


uledestenen, 
noi  felici 


ìDOMOk 

luce 

H 

natM 
Ivi 


5       l     i   wsgM 


rcmok  Hkik  deli  gkednxk,  tfrhiptuk       eìp       ninen  deh  skeduUk, 

(in)  cielo    coloro  (che)  sono  siccome  ohl)ediscono  te  {tussiamo      anche        noi  cosi  obbedire  le 


ÌE> 


% 


K 


C 

c 


3  li 


maqnmikek  eimfk 

(\n)  terra  (ove)  siamo 


deìnmufiuhenikel  exxemiekeì» 

lo  stesso  cib<»     (che)       ci  hai  dato 


A.      7^ 

np*eh        HigeiMth 
di  nuovo  ora 


n-^d^    &B 


u> 


kinkìik  dflamuktfttrh  penefiunemuiii  niìunnl  deh  abikfikiaktik 

<»;jR!  lo  slesFo  cibo  ci  veii^ja    per  nosin>  nutriir.enlo  siccome  noi  fverdoniaino 


ff  vi 


?    Jf 


A 


'nufniiiinninpdetìik,  elo 

clii  Sono  stali  irati  con  noi  aurora 


kit  \ik*ktwi         deli  ahikiikhiin 

tu         (ìrnmle  S|»iri'i»    Ci\<\  ri  perddna 


fluéniiliek, 
i>t'Ccalori 


fTT 


H 


i  l 'r^?.     e  5 


«-5^s      ssO<^ 


iwlkt'nin  nirtxi'h  tr!.n<iudil  imi 

••i  n'inli  f«»rli  uMamriiai  di  nuovo  f;0     ralliv*»  «"(ko  non 


A'  tninliìirn^ 
siamo  indoni 


kexhtuktrnmkfl 
mali 


/^         ^? 


ììe      s^y? 


tritìKrhikeì 
raflivi 


knkirri 
di  ojjiii  Sorla 


fimrhluiii 
rimuoNì  da  noi 


n'  drlitifsrtì. 
Ciò  ('•  \oro. 


•  K  qiH'«;to  il  p\TEH  NosTEH  in  jrprocHlIri  «Irlla  iribiì  Indiana  doi  Micmacs.  ai  «|u.ili  insinuali 
•lì  (l'o^'ìzi  ininlo  daj;li  enidili  non  -^i  |»o<;e  monfo.  On<le  noi.  d<»|>o  profon«li  sludi,  avvisiamo  darne  «ini 
ni»ii/.ia  a'noslri  lettori,  mosiramlo,  s»^  non  r'in};annianio,  rom'e<'JÌ  siano  una  invenzione  eurup*»», 
fra  III  da  elemenli  Indiani. 

•  K  priniieramenle  ^riova  notare  come  lo  scrivere  in  freroKliUci.  o  caratteri  tltnirati,  fosse  corouDC 
a  tulle  le  trihii  Americane,  ridotto  a  rara  Iwllezza  da' Messicani.  Ma  in  alcuni  luojihi  non  siusa^a 
per  avventura  che  in  particolari  rasi:  on<le  qui  era  la  frualdrappa  dì  un  bufai.»,  ad«»rna  delle  armi 
•Ir  ;;uerrieri  ;  là  una  roccia,  con  incisovi  sopra  il  ran-onlo  «li  «fualche  p:rande  azione,  o  conlrassejrnalivi, 
in  diverso  tempo,  nudti  trioni»,  dai  valorosi,  rln»  trli  avevano  riportati,  quasi  in  un  rejristro  storio»,  per 
tramandarli  alla  immortalità.  Ancìie  avvenemlo  ch.-.una  iriln'i  vincesse  una  baltaplia  sul  terrilorì*» 
nemico,  ne  incideva  la  memoria  sopra  la  rorlen-ia  di  qnilrlK.  MllM.rn,  vale  a  dire  il  successo  e  il  noirn: 
«Ielle  parti  combattenti. 


LE   CLERC  ^Mìl 


«  Ma  i  Missionari  che  uppiicarunu  l'ingegno  alla  cunvcrÀione  degl'Indiani,  d'uidinariD  fecero 
uso  dei  caratteri  romani  neir  esprimere  i  suoni  della  lingua,  e  nell'  ammaestrarne  i  loro  neofiti.  Guss 
Le  Cuewkec  inventò  un  alfabeto  sillabico  di  85  lettere,  molte  di  forma  complesse,  che  venne  adottato, 
sì  che  furono  scritti  nel  medesimo  alcuni  libri,  ed  anche  diari  :  ma  i  Missionari  della  Baja  di  Hudson 
ne  tennero  uno  più  semplice,  di  cui  ciascuna  lettera  rappresentava  una  sillaba;  erano  in  tutte  56; 
oltre  IO  Anali  :  nel  quale  alfabeto  furono  parimente  pubblicati  de' libri. 

•  Air  incontro  ì  caratteri,  che  qui  abbiamo  riportali  del  Padre  Le  Clerc,  sono  pienamente 
simbolici;  ma  numerosissimi,  ascendendo,  secondo  che  ce  ne  scriveva  il  Reverendo  Carlo  Kander,  a 
hen  settemila,  benché  insino  al  presente  non  venissero  scritti  con  essi  che  tre  libri  di  Religione; 
onde  pare  che  ne  abbisognerebbe  un  numero  influito,  volendo  signiflcarc  con  gli  stessi  altre  dottrine 
«lilTerenti  da  quelle.  Ciononostante  sappiamo  che  quell'ecclesiastico,  dalla  cui  gentilezza  ricevemmo 
il  presente  pater  noster,  e  la  aggiuntavi  spiegazione,  ha  fatto  già  preparare  in  Vienna  i  necessari 
strumenti,  per  stampare  i  tre  libri  memorali,  che  presto  saranno  pubblicati;  uno  di  preghiere,  l'altro 
(li  devozioni  per  ascoltare  la  Messa,  di  cui  io  posseggo  una  copia  fatta  per  un  Comandante  di  Capo 
Jlreton,  inviatami  dal  medesimo;  il  terzo  contiene  un  Catechismo. 

«  Per  rintracciare  l' istoria  di  questi  caratteri ,  fa  duopo  richiamarci  alle  prime  comunicazioni 
degli  Europei  con  la  tribù  dei  Micmacs,  posti  all'Est  di  Etechemins,con  un  territorio  che  allungandosi 
al  Nord,  tocca  le  terre  dei  montanari,  sino  alla  foce  di  San  Lorenzo,  e  racchiude  il  Capo  Breton,  la 
Nuova  Brunswik,  e  la  Novella  Scozia. 

«  Champlain,  Lescarbot,  e  il  Padre  Biard  non  ne  fanno  punto  menzione  prima  del  1613,  benché 
avessero  tutta  l'opportunità  di  ciò  avvertire.  Qualche  tempo  appresso  vi  si  stabili  una  Missione  di 
Francescani  Rocollelti;  ma  il  racconto  delle  loro  fatiche,  benché  ii  Le  Clerc  asserisca  essere  slato 
messo  a  luce,  è  libro  sconosciuto  in  America,  onde  non  ci  è  dato  sapere  quali  lumi  porgerebbe  circa 
tale  argomento. 

«  In  quanto  a' Missionari  Gesuiti,  dopo  il  Padre  Biard,  ei  non  giunsero  sino  alla  Nuova 
Scozia,  ma  si  ristrinse  la  loro  operazione  nel  lenimento  superiore  dei  Micmacs,  o  Souriquois. 
Cn  d'essi,  che  fu  il  Padre  Guglielmo  Perrault,  ci  lasciò  un  breve  racconto  di  Capo  Breton,  ove 
fu  Missionario  l'anno  1635,  e  i  sopra  detti  caratteri  sono  ancora  in  uso;  ma  egli  non  ne  fa  alcun 
motto.  Come  non  ne  è  indìzio  nella  storia  delle  opere  apostoliche  dei  Padri  Andrea  Richard, 
Missionario  a  Michon  in  quel  tempo  medesimo,  il  quale  sol  treni' anni  appresso  mostra  d'averne 
a  mala  pena  avvertila  l'esistenza. 

«  Una  vera  notizia  ci  ò  fornita  l'anno  1652,  dal  Padre  Gabriele  Druisllets,  che  fondò  la  Missione 
di  Kennebek  il  1646,  il  quale  nel  modo  come  appresso  tocca  del  metodo  che  teneva  nell'ammae- 
i»trare  i  suoi  Indiani.—  Alcuni  di  essi  (egli  dice),  scrivendo  le  lezioni  a  morto  loro,  si  servivano 
d'  un  pezzo  di  carbone  come  di  penna  ;  per  carta  usavano  una  corteccia  d' albero;  e  i  loro  caratteri 
erano  si  nuovi  e  singolari  da  tulli,  che  1'  uno  era  incapace  di  leggere  ed  intendere  lo  scritto  dell' 
altro.  E  ciò  vuol  dire  che  usano  di  certi  segni,  rispondenti  alle  loro  idee,  per  avere  ferma  memoria 
di  ogni  punto,  articolo,  o  massima  udita;  e  portando  seco  quello  scritto,  vi  studiavano  la  lezione 
durante  la  nolle.  —  Ma  checche  sia  di  ciò,  certo  é  che  nò  lui,  né  alcun  altro  Gesuita  pensò  di 
approflttarsi  di  tali  caratteri  simbolici  degli  Indiani  per  istruirli,  quantunque  qualche  anno  dopo 
si  giovassero  a  tal  fine  delle  figure  di  Le  Nobletz. 

•  Per  contrario,  il  Francescano  Rocolletto  Padre  Cristiano  Le  Clerc,  autore  dell'opera  che  ha 
per  titolo:  Stabilimento  della  fede,  ec,  avvedutosi  di  quella  maniera  di  scrivere,  mirabilmente  se  ne 
giovò  neir  esercizio  del  suo  aposiolico  ministero.  Ecco  come  ce  ne  dà  egli  stesso  contezza  nella  sua 
\oveUa  Relazione  della  Gaspesia,  pagina  iìO. — Il  Signore  (egli  dice)  m'inspirò  questo  metodo.  Il 
secondo  anno  della  mia  Missione,  che  fu  il  1679,  trovandomi  in  grave  imbarazzo  circa  il  modo  d' in- 
segnare agli  Indiani  come  pregare,  m'avvidi  che  alcuni  fanciulli  disegnavano  delle  figure  sopra  la 
corteccia  d' un  albero  con  carbone,  n^jlando  esattamente  ogni  preghiera  che  recitavano.  Ciò  mi  fe'credere 
che  dando  loro  un  formolario,  con  cui  per  mezzo  di  certi  segni  venisse  aiutata  la  loro  memoria,  io  ne 
avrei  tratto  più  profitto,  di  (piello  che  faceva  ripetendo  ai  medesimi  le  mie  parole  di  ammaestramento. 
E  in  verità  ebbi  meco  stesso  a  stupire  d'  aver  colto  pienamente  nel  segno;  imperocché  i  caratteri 
da  me  .segnati  sopra  la  carta,  producevano  il  desideralo  efi'etlo,  talmente  che  in  pochi  giorni  senza 
difficoltà  ebbero  apparate  tutte  le  preghiere.  Non  ho  parole  per  dire  con  quale  sollecitudine  quei 
poveri  Indiani  gareggiassero  in  santa  emulazione ,  chi  di  loro  più  s'avanzasse  nel  profitto.  Bene 
è  il  vero  che  mi  costava  gran  tempo  e  fatica  il  formare  tanti  segni  quanti  si  richiedevano  alP uopo, 


308  LE   CLERC 


massimamente  poiché  ebbi  stabilito  di  far  loro  imparare  tutte  le  preghiere  della  Chiesa,  e  la  compiata 
notizia  dei  santi  misteri  cristiani,  della  Trinità,  dell'  Incarnazione,  del  Battesimo,  della  Penitenza,  e 
della  Eucaristia.  Ma  io  mi  confortava  del  vantaggio  che  essi  ne  ritraevano,  il  quale  in  breve  tempo  e 
facilmente  cresceva  a  maraviglia  ;  come  mi  inanimirono  all'  opera  le  amorose  parole  e  le  lettere  di 
molte  persone  di  studio  e  di  virtù,  che  eccitandomi  a  continuare,  mi  pregavano  ad  un  tempo  che  oe 
mandassi  qualche  saggio  in  Francia,  per  farlo  quivi  conoscere,  e  mostrare  come  Iddio  si  senrissedi 
umili  strumenti  a  manifestare  la  gloria  del  santo  suo  nome  ai  popoli  della  Gaspesia.  L' aatorìti  poi 
di  Monsignor  de  Saint  Vallier,  ora  vescovo  di  Quebec,  mi  teneva  tranquillo  circa  l'uso  di  questo 
formolario:  imperocché  quel  degno  Prelato,  dopo  averne  pigliata  piena  ed  esatta  conoscenza,  durante 
il  difficile  viaggio  che  fece  ad  Acadia,  lie  domandò  un  modello  al  mio  confratello  Reverendo 
Padre  Moreau,  a  cui  i(»  parecchi  anni  prima  ne  aveva  fatto  tener  copia;  e  avutolo,  il  forni  ad  iidu 
de*  suoi  Missionari  :  ed  io  non  dubito  punto  che  quel  buon  Servo  di  Dìo  ne  riceverà  molto  aiuto  nelf 
ammaestramento  degli  Indiani  della  sua  diocesi.  I  nostri  Neofiti  poi  hanno  in  tanta  yenerazioDc 
questi  caratteri,  che  si  fanno  scnipolo  di  gittarli  al  fuoco;  e  rotti,  no  conservano  con  riverenu 
i  frammenti.  Ei  li  appellano  Oukate  Iguenne  Kigmttimonocr.  — 

•  E  in  altro  luogo  del  suo  libro  (pag.  129)  scrive  il  medesimo  Padre:  —  Il  metodo  facile  ch'io 
inventai  per  insegnare  le  preghiere  ai  nostri  Gaspesiani,  mercédi  certi  caratteri  da  me  formati, mi 
par  tale  che,  se  essi  vorranno,  compirà  la  loro  educazione;  imperocché  io  non  trovo  più  difficoltà prr 
insegnare  loro  a  leggere  e  scrivere  con  le  mie  carte,  di  cui  ogni  lettera  arbitraria  signìflca  una  parob 
particolare,  e  qualche  volta  due.  Ei  l'intendono  cosi  bene,  che  in  un  sol  di  imparano  più  che  per 
lo  innanzi  in  una  settimana.  Ei  danno  a  quelle  carte  il  nomo  di  Kignntimonoer  Oukate  Jguenne ; ek 
conservano  con  tanta  cura  ed  affetto,  che  le  alluogano  in  astucci  di  legno,  variamente  ricamati. 
Ne  usano  poi,  come  noi  dei  libri,  tenendoli  fra  mani  durante  la  Messa;  finita  la  quale,  li  rimettooc 
negli  astucci.  Il  principale  vantaggio  di  questo  metodo  consiste  in  ciò,  che  ei  s' istrui.scono  gii  uni 
e  gli  altri  ovunque  accada  di  trovarsi;  i  figli  il  padre,  la  madre  i  figli,  la  sposa  il  marito,  i 
giovani  i  vecchi:  i  quali  a  vero  dire  non  hanno  verun  rilegno  d'imparare  i  principi  del  Cristia- 
nesimo dai  loro  piccoli  figliuoli  e  figliuole.  E  questi,  benché  non  posseggano  ancora  V  uso  perfetlu 
della  lingua,  pronunciano,  in  quel  mudo  che  meglio  possono,  qualche  parola  delle  memorate  carte, 
che  odono  nelle  loro  capanne ,  allorché  gli  Indiani  con  santa  emulazione  se  le  vengono  ripetendo. 
In  fatti  un  fanciullo  di  appena  sette  anni,  venne  spesso  meritamente  ammirato  nel  nostro  Convento 
di  Quebec,  leggendo  distintamente  ed  ammirabilmente  nel  suo  libro.  Ei  decifrava  cosi  l>ene  qnei 
ciratteri,  che  i  nostri  Frali  coi  secolari  n'erano  trasecolali  di  stupore,  non  meno  che  etliflcati del 
modo  come  stanno  alla  santa  Messa ,  lenendo  fra  le  mani  i  loro  libri ,  ove  si  contengono  gli  ammae- 
stramenti per  assister!*,  con  frullo  all'  augusto  Sagrillzio  dell'  aliare.  —  Sin  (lui  il  Padre  Le  Clerc. 

•  11  quale  nondimeno  conviene  confessare  (continua  lo  scrillore  delP  Articolo )  che  teneva 
opinioni  da  non  potersi  sostenere,  intorno  a'  Gaspesiani,  indotto  in  errore  dalla  riverenza  che  portavaoiì 
alla  Croce,  di  che  il  Padre  Perrault  già  aveva  dalo  spiegazione  ;  imperocché,  come  adoperano  anchf 
oggidì  coloro  che  pigliano  alTelto  a  qualche  tribù  ,  voleva  farri  credere  che  fossero  un  poi>olo  primitivo. 
Certo  é  dio  i  Gaspesiani  non  sono  altro  che  un  ramo  dei  .Mirmacs  ,  o  Sonriquois  ;  e  in  fatti  il 
terreno  che  loro  assegna  da  (ìas]>c  a  Nlipsìguil,  trovasi  nel  distretto  d(!i  Micmacs.  » 

Ma  (diciam  noi  ),  popolo  primitivo ,  o  no  ;  é  sempre  un  fatto  dolla  maggiore  importanza  U 
conoscenza  e  r  adorazione  della  Croce  fra  quelle  tribù  da  remotissimi  secoli;  e  questo  specialmentf 
\ olle  far  avvertire  11  Padre  Le  Clerc. 

•  Certo  é  (conchiude  T  Articolo)  che  il  Padre  Le  Clerc  ha  introdotto  i  caratteri  simbolici  fra  i 
Micmacs,  i  quali  rimastivi  in  uso,  come  che  per  avventura  modificato  dal  tempo,  a  lui  devesi  l'onore  di 
avere  inventate  quelle  lettere,  ed  arriechilone  que' popoli.  Edessi  sono  il  monumento  più  importante, 
che  insinora  si  conosca,  delle  antiche  fatiche  de'  Recolletli  Francescani  in  America, 

t  Abbiamo  udito  che  uu  manoscritlo  in  tali  caratteri  sia  in  una  delle  pubbliche  Biblioteche  di 
Parigi,  ed  abbiamo  fatto  delle  pratiche  per  ottenerne  copia  in  tutto  o  in  parte.  Da  quel  che  ce  ne 
fu  riferito,  pensiamo  dover  essere  del  secolo  XVII,  uno  ])robabilmenle  di  quelli  che  il  Padre  Le  Cuxc 
mandò  in  Francia;  e  avverato  il  tempo  in  cui  fu  fatto,  tornerà  della  più  grande  importanza  il  fame 
comparazione,  lo  ne  conosco  un  modello  del  secolo  passalo,  che  é  nel  Museo  Britannico,  di  cui 
vidi  copia;  e  non  ha  dubbio  che  i  caratteri,  in  cui  è  scritto,  sono  identici  a  quelli  da  noi  qui  riferiti* 

Questo  articolo  é  tolto  dal  The  Hixtorìcnl  Mngazine  di  .Ve»r  Jorfc,  odober  1861,  inviatoci 
dall'erudito  e  molto  cortese  signor  She.v,  che  anche  vi  aggiunse  la  lamina  di  metallo, coi  sopra 
detti  caratteri  rilevati,  e  la  rispondente  versione  italiana,  da  noi  riprodotti. 


LE   FEBVRE 


309 


329.  Le  Febvre.  —  Histoire  Chronologique  de  la  Province  des 
RecoUets  de  Paris  sous  le  titre  de  Saint  Denis  en  France  depuis  1612 
qu'elle fut erigée jusqu'  en Tan  1676,composée par  le  tres-Reverend 
Pere  Hyacinthe  Le  Febvre ,  Pere  de  la  Province  des  RecoUets 
d'Artois,  des  Custodies  des  Flandres  et  Provincial  de  la  Province 
de  Paris.  A  Paris,  chez  Deniz  Thierry,  Rue  Saint  Jacques  a  Tensei- 
gne  de  la  Ville  de  Paris,  MDCLXXVII.  Avec  privilege  du  Roy. 

Un  volume  in  4,  di  172  pagine.  Poi  seguono  due  aggiunte,  Addiiions:  la  prima,  depuis  l'année 
i616  jusqu'  a  l'année  1686;  la  seconda,  depuis  l'année  1686  jusqu'  a  V année  1688.  Libro  fatto 
raro,  di  cui  vidi  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  e  un  altro  nella  pubblica  Biblioteca 
di  Bordeaux;  ed  ò  indispensabile  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane  nel  Canada,  di  cui  riferisce 
i  primi  e  più  importanti  documenti.  Anche  dà  notizia  d' una  grande  Missione  Francescana  nell'  isola 
di  Madagascar,  di  cui  non  è  altrove  menzione. 

Riferiremo  qui  da  questa  importantissima  opera,  primo  la  Missione  del  Madagascar,  e  dipoi  il 
principio  e  le  date  di  quelle  del  Canada,  con  i  nomi  de'  Padri  che  successivamente  visi  recarono  dal 
1615  al  1680;  e  da  ultimo  compiremo  il  quadro  con  quel  che  di  questi  di  ne  ha  scritto  un  pio 
signore  del  Canada,  J.  B.  Meillrur,  nel  suo  Memorial  de  V  education  du  Bas-Canaéà^  etani  un 
exposé  des principaux  faits,qui  ont  eu  Heu  relativemenl  a  V education  depuis  de  1615  ju^qu'  a  1865 
inclusivcment,  par  J.  B.Meilleur  M.  A.  M.  LL.  D.  an^n  membre  du  Parlemeni,  ancien  surintendant 
de  r  Instruction  publique  pour  le  lias-Canadà,  auteur  d*  un  Traile  de  chimie  et  de  plusieurs  autres 
ouvrages  a  l'usage  des  ecoles,  eie.  Seconde  édition  (in  SJ.  Quebec,  Des  presses  a  Vapeur  de  Leger 
Brousseauj  9  Rue  Buade,  1877.  Da  questi  accennamenti  l'onesto  lettore  potrà  vedere  e  giudicare  quel 
che  valgono  gli  Ordini  Religiosi  e  i  loro  Missionari,  per  la  vera  rigenerazione  dei  popoli,  e  giudicare 
delle  calunnie  a  cui  vennero  fatti  segno  per  ottenerne  l'estinzione. 

Per  avere  dunque  esatta  notizia  dell'  isola  di  Madagascar  e  come  l' occupassero  e  vi  inaugurassero 
il  Cristianesimo  i  Francesi,  è  mestieri  ricorrere  all'  Histoire  da  la  grande  iste  Madagascar ,  composèe 
par  le  sieur  de  Flaeourt,  Directeur  general  de  la  compagnie  Franf^oise  de  VOrient  et  Comandant  pour  S. 
Majeslé  dans  ladite  iste  et  isles  adiacentes.  Paris,.ehez  Pierre  L'Arni^  au  secondPilier  de  la  grande  Snlle 
du  Palais  au  grand  Cesar,  MDCLVIII.  Avec  privilege.  «  L' Histoire  de  Madagascar  par  Flacourt  (dice 
con  molta  ragione  il  signor  Grandidier,  ,  Archives  des  missions  scientiflques  et  UtteraireSf  chois 
de  raports  et  instructions ,  puhliès  sous  les  auspices  du  Ministre  de  V instruction  publique,  deuxieme 
««rie,  tom.  Vili, premiere  livraison,  15  iuliet,  1871)  est  la  seule  qui  portele  cachet  de  la  verité.  • 

Il  Flacourt  diceva  al  Re  di  Francia,  a  cui  l'opera  è  dedicata,  che  l'isola  gli  si  presentava 
chiedendo  operai,  per  cui  i  suoi  abitanti  fossero  eccitati  a  comporsi  a  modo  delle  altre  nazioni 
d'Europa,  e  venissero  ammaestrati  delle  arti  di  coltivar  la  terra,  e  de'  mestieri  e  manifatture, 
onde  potessero  trar  frutto  delle  cose  che  il  paese  racchiude;  e  leggi,  e  ordinanze  sapienti,  e  ufficiali 
che  promovessero  e  invigilassero  il  loro  incivilimento.  Ma  sopra  tutto ,  e  che  est  de  plus  precieux 
que  toutes  les  choses  du  monde,  elle  vout  demande  (  aggiungeva  il  nobil  uomo  )  des  eclesiastiques, 
des  pretres  et  des  predicateurs  par  convertir  ses  peuples,  et  leur  enseigner  les  misteret  de  la  veritable 
Religion.  » 

Adunque  l'anno  1660,  cioè  due  anni  appresso,  il  signor  Casset  (dice  il  Padre  Le  Febvre) 
venne  deputato  dalla  Compagnia  delle  Indie  Orientali,  di  cui  era  capo  il  signor  Fouquet,  a  chiedere 
al  Provinciale  de'  Francescani  RecoUetli  di  Parigi,  Padre  Bernardo  Le  Grand,  sei  Religiosi  predicatori 
per  l'isola;  il  quale  di  subito  designò  i  seguenti  Padri:  Edmondo  Le  Clerc,  antico  Lettore  e  Prelato 
della  spedizione,  e  1  Padri  RafTaele  Poulet,  già  Guardiano,  Eliseo  Benoist,  Andrea  I^uget,  Filippo 
Salomon  e  Giuseppe  da  Marsiglia,  che  raccoltisi  in  Dieppe  con  tutto  l'occorrente  per  la  Missione, 
quindi  fecero  vela  verso  la  fine  di  marzo  sopra  un  vascello  di  3000  tonnellate,  dei  titolo  di  Nostra  Donna, 
Dopo  tre  giorni  tiì  navigazione,  essendo  all'  altezza  di  Lisbona,  vennero  incontrati  da  tre  fregate 
d'AigerifChe  attaccarono  il  vascello  alle  4  del  mattino,  e  la  mischia  durò  sino  allo  8  della  sera. 
Prima  di  tutto  ì  sei  Francescani  confessarono  e  dettero  1'  assoluzione  a  tutti  i  cattolici  eh*  erano  nel 


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legno,  e  poi  cui  croci  (Isso  in  inaiiu  incuraggiavano  o  aiutavano  con  tutte  le  loro  forze  la  difeu; 
quando  un  obice  nemico  appiccò  il  Ttioro  al  magazzino  delle  polveri,  e  il  vascello  senza  più  saltò  in 
aria,  fatti  a  brani  tutti  <iuelli  che  v'  eran  sopra.  Soli  diciotto  passeggieri  si  salvarono  sopra  on  avanzo 
della  pru.!,  galleggiando  per  tre  ore  sopra  le  ac<iue,  e  poi  raccolti  da' Turchi,  cheli  chiusero  deotru 
la  sentina  d' una  delle  tre  loro  fregale.  Due  dei  quali  riscattali  e  tornati  dopo  aleno  tempo  a  Parigi, 
raccontarono  il  terribile  avvenimento  a  Frate  Luca  Francois,  diacono  della  Provincia  Francescana 
Recolletta  di  San  Dionigi,  clie  unitamente  al  Padre  Policarpo  Millet aveva  accompagnato! suddetti 
Padri  a  Dieppe.  • 

In  quanto  alle  Mi$.Muni  Francescane  dt:l  Ganaiù,  esse  cominciarono  il  1G15;  e  i  Padri  che  visi 
recarono  furono  i  primi  .Missionari  cattolici  che  posero  pitnle  in  quelle  lontane  regioni.  Ne  fecero 
richiesta  i  signori  della  Compagnia  che  vi  tralicava  in  pelli  specialmente  di  castoro;  e  dal  Ministro  della 
Provincia  di  Parigi,  Padre  Chupouln ,  venne  designato  il  Padre  Dionigio  Jamaycouie  Commissario  della 
Missione,  il  Padre  Giovanni  Dolt)eau  che  gli  succedesse  neir  ufficio  se  mai  accadesse  ch^  egli  morisse,  e  il 
Padre  Giuseppe  Le  Caron,  col  fratello  Laico  Frate  Pacillco  Du  Plessis.  Ei  vennero  forniti  prò  intaim 
delle  necessarie  facoltà  dal  Nunzio  .\postulico  presso  la  Corte  di  Francia,  (ìuidoDentivoglio,  e  dopodoe 
anni  ricevettero  il  Breve  del  Sommo  Pontellcc  Paolo  V,  die  lor  solennemente  oonlidava  quelle  Missiuoi: 
r  uno  e  i'  altro  documento  sono  inseriti  per  intero  dal  Padre  Le  Febvrc  nella  sua  Storia,  con  le  lettere 
del  He  di  Francia  che  parimente  li  sceglieva  e  deputava  a  quella  impresa. 

Essi  dunque  s' imbarcarono  in  Ilonlleur  il  !2i  aprile  del  1615,  e  giunsero  alla  rada  di  Tadoussacil 
25  maggio,  da  dove  qualche  giorno  appresso  il  Padre  Giovanni  Dolbeau  si  recò  a  Quebec,  ove  dispows 
una  cappella  sotto  il  titolo  di  San  (^rlo  per  celebrarvi  il  divin  sacrificio,  e  (jualche  celletta  per  allogani 
i  Keligiosì;  e  il  25  di  giugno  vi  fu  celebrala  la  [irima  Messa  che  sia   stata  detta  in  quel  vaste» 
continente.  Essi  erano  stali  inviati  specialmente  per  assistere   a' Francesi;  ma  non   tardarono  di* 
consacrarsi  con  ardente  zelo  alla  conversione  de' nativi.  11  di  i  dicembre  il  Padre  Dolbeau  parC^ 
per  raggiungere   i  selvaggi  delle   montagne  e   impararvi   la  loro   lingua.   Lo  stesso  fece  il Padr""* 
Giuseppe  Le  Caron  recandosi  nel  [)aese  degli  Huroni,  da  dove  passò  tino  alla  nazione  dei  PetanetUL 
ma  trovati  avversi  que' barbari,  ebbe  a  far  ritorno  agli  Huroni,  de'iiuali  imparò  la  lingua,  e  ^B 
dispose  a  ricevere  una  vita  più  umana,  per  quindi  occuparsi  di  proposito  della  loro  conversiuD^b^ 
Vi  restò  un  anno  intero;  e  difioi  il  20  luglio  del  161G  s'imbarcò  col  Padre  Dionigio  Jamay  pf^— 
tornare  in  Francia  in  cerca  di  novelli  soccorsi. 

Il  loro  viaggio  durò  sette  settimane,  e  restarono  in  patria  tino  all'anno  seguente  1617:  quiDC= 
ripigiiando  la  via  del  Canadii,  col  Padre  Paolo  Huet  e  un  fratello  laico  di  nome  Frate  lionaventur  -^ 
li  Padre  Paolo   primo  di  tutti  celebrò  la  Messa  in  Tadoussac  dentro  una  cappella  fatta  di  pali 
coperta  di  rami  d'albero,  che  durò  più  di  sei  anni. 

L'anno  seguente,  per  lo  sle>so  line  tornò  iit  Francia  il  Padre  Dolbeau,  che  senza  nulla  pot-^K 
ottenere  di  quanto  era  andato  a  chiedere,  tornò  con  allri  Missionari,  e  un  altro  fratello  I^ico,  -^k- 
nonie  Frate  Modesti)  (ìuynes  :  solo  portò  se<'o  V  indulto  del  (ìiublleo  pubblicato  dal  soniiC^ 
Pontelice,  che  solennemente  annunziò  nella  cappella  di  Quebec  il  i9  luglio  1618. 

Frananti»  il  Padre  Paolo  lluet  si  recò  alle  Tre  Riviere,  dove  celebrò  la  santa   Messa  lutto 
tempo  che  vi  si  trattenne;  e  il  Padre  (ìiuscppe  Le  Caron  ripigliò  la  via  pe' suoi  cari  Huroni,  fr"  * 
([uali  restò  quattro  mesi,  cioè  sino  al  marzo  del  1620.  L'anno  antecedente  era  morto  il  23  ago^  ^ 
il  fratello  laico  Frate  Pacifico  Du  Plessis,  pianto  dai  Francesi  e  dai  selvaggi,  che  gli  avevano  prc!=*-' 
straordinario  affetto;  e  il  13  di  giugno  del  1020  il  Padre  Dolbeau  aveva  messa  la  prima  pietra  A^^ 
nostro  Convento  di  Nostra  Signora  degli  Angioli  in  Quebec. 

Il  18  ago.sto  del  1621  fu  inviato  in  Francia  uno  de' Padri  ultimamente  giunti,  di  nome  Giorg^^^" 
percht'*  vede.sse  di  conseguire  dal  He  quanto  da  pezza  chiedevano  i>er  il  buon  successo  delle  MissiuKi*  - 
e  ottenne  che  l' anno  seguente  vi  fosse  invialo  Commissario  il  Padre  Guglielmo  Gallerau,  con  autori*** 
e  titolo  di  Commissario,  in  compagnia  del  Padre  Ireneo  Piai,  che  vi  restarono  lino  al  1624. 

Lavorarono  i  noslri  (prosegue  sempre  il  Padre  Le  Febvre)  k'oiì  raddoppiato  zelo  nella  spirito:»!*^ 
assistenza  de' Francesi  e  nella  conversione  de' selvaggi:  ma  vedendo  di  non  bastare  essi  soli  a  taiit-^ 
impresa  (essendo  nata  da  pochi  anni,  cioè  dal  1612,  la  loro  Provincia ,  a  cui  il  Re  volle  affidata  tal«^ 
missione),  si  divisarono  di  chiamare  in  loro  aiuto  i  Padri  della  Conjpagnia  di  Gesù,  clie  in  effetto  vi  ?-  ■• 
recarono  il  1625,  e  furono  da  essi  ospitati  per  ])en  «juallr'  anni  nel  loro  Convento,  cioè  Andai  1629,  quand^^ 
gli  Inglesi,  avendo  fatto  una  discesa  armala  nel  pa«"!e.  li  trassero  (gii  uni  e  gli  altri)  prigionieri - 
Ma  il  1623  ai  .sopra  detii  Francescani  se   n'  erano  aggiunti  altri  ;  vale  a  dire  i  Padri  Nioui«> 


LE   FEBVRE  311 


Vieil  co'  fratelli  laici  Gabriele  Sagard  e  Gerva^io  Moyvr,  che  vi  uperarunu  veri  prodigi.  £  appresso 
nel  1628  s' imbarcaronu  iu  Francia  per  la  stessa  destina/àone  i  Padri  Daniele  Bolavier  e  Francesco 
Girard,  che  catturati  in  mare  dagli  Inglesi,  vennero  menati  in  Ispagna,  donde  fecero  ritorno  in 
Francia. 

Il  Ì6i9  poi  avendo  gli  stessi  Inglesi  preso  Quebec,  ne  portarono  via,  come  già  si  accennò,  i  nostri 
Padri  con  quelli  della  Compagnia  di  Gesù,  che  avevano  nel  proprio  Convento,  trasportandoli  in 
Inghilterra,  e  di  là  a  Calais,  dove  sbarcarono  il  29  ottobre  dello  stesso  anno.  Appresso  restituito  il 
Canada  alla  Francia,  i  Francescani  francesi  si  disposero  a  far  ritorno  a  quelle  loro  Missioni,  e  ne 
vennoro  autorizzati  da  un  decreto  della  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  del  28  febbraio 
1635,  che  il  Padre  Le  Febvre  riferisce  letteralmente.  Ma  per  ragioni  che  qui  non  vogliamo  dire 
(prosegue  il  Padre),  non  fu  possibile  che  ne  conseguissero  la  facoltà  dal  Re  Ano  al  1669  (È  da 
vedere  su  questo  punto  la  Storia  del  Padre  LeClerc:  Etablissement  de  la  foy,  etc. ,  che  chia- 
risce ogni  cosa);  quando  quel  Monarca  dovette  cedere  alle  richieste  dei  popoli  del  Canada,  che 
ad  ogni  costo  rivollero  i  loro  Padri  !  Fu  dunque  primamente  inviato  il  Padre  Cesario  Harveau, 
Deflnitore  della  Provincia  di  Parigi   in  qualità  di  Commissario  e  Superiore  della  missione ,  con 
i  venerabili  suoi  confratelli  Romualdo  Papillon,  Ilario  Gucsnin  e  il  fratello  laico  Cosimo  Graveran, 
che  s'imbarcarono  alla  Kochelle  il  19  luglio  1669:  ma  investito  il  legno  da  liera  procella,  dovettero 
approdare  a  Lisbona;  da  dove  poi  ripresa  la  via  per  Francia,  appena  usciti  dal  Iago  naufragarono. 
11  Padre  Romualdo  Papillon  peri;  e  i  suoi  compagni  salvarono  a  grande   fatica  la  vita,  perduto 
quanto  portavano  seco  per  il  ristoramento  della  Missione.  Dopo  di  che  il  30  aprile  il  Deflnitorio 
della  Provincia,  secondando  il  desiderio  del  Re,  risolvè  un'  altra  spedizione .  E  conciossiachè  il  Re 
avesse  scritto  di  propria  mano  al  Rmo  Padre  Germano  AUart,  che  avrebbe  come  cosa  graditissima, 
.se  egli   personalmente  accompagnasse  i  novelli  Missionari  al  Canada,  immantinente  parti  per  la 
Rochelle,  dove  s' imbarcò  co' Padri  GabrieH;  de  la  Ribourde,  Simplicio  Landon,  e  Ilario  Guesnin, 
e  i  fratelli  laici  Francesco  e  Anselmo  Baldon;  e  dopo  tre  mesi  di  navigazione  toccarono  Quebec.  11 
Padre  Allart  vi  si  trattenne  due  mesi,  quanto  fu  necessario  per  bene  ordinare  la  Missione ,  dopo  di 
che  fece  ritorno  in  Francia. 

L' anno  seguento  1771  partirono  per  la  stessa  destinazione  a  rinforzare  i  loro  confratelli,  i  Padri 
Eustachio  Maupassant,  Claudio  Moreau,  Stefano  Sangé,  Marziale  Limosin,  e  il  fratello  laico  Frate 
Innocenzo  Desmarais. 

Altri  li  seguirono  il  1675,  guidati  dal  Custode  Provinciale,  Padre  Potenziano  Ozon;  e  furono  i 
Padri  Luigi  Uennepin,  Luca  Buisset,  Cristiano  Le  Clerc  e  Zenobio  Membré,  della  Provincia  France- 
scana Recolletta  dell' Artois;  e  l'anno  appresso  1676  i  Padri  Giovenale  Cointrean  e  Sisto  Tacq  co' 
fratelli  laici  Leonardo  Pareut  e  Vincenzo  Du  Fournel  ec.  Speciale  menzione  poi  merita  la  spedi- 
zione di  altri  quattro  Padri  fatta  il  1682,  affinchè  accompagnassero  il  Signor  De  La  Salle  ne'nuovi  suoi 
tentativi  per  scoprire  il  Mare  del  Sud.  11  primo  tentativo  lo  aveva  fatto  il  1681  co\  Padri  Gabriele  de 
la  Ribourde  e  Luigi  Hennepin.  Quest'  ultimo  ne  scrisse  la  Storia,  e  noi  già  l' abbiamo  illustrata. 

1  quattro  Padri  suddetti  dunque  furono  Zenobio  Membré,  eletto  superiore  della  Missione  che 
doveva  inaugurarsi  nelle  nuove  contrade  che  scoprirebbero ,  il  Padre  Massimo  Le  Clerc,  Anastasio 
Dooay  e  Dionisio  Morguet,  che  partirono  dalla  Rochelle  il  detto  anno,  muniti  di  amplissime  facoltà 
della  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  per  il  felice  successo  della  loro  impresa.  1  quali  docu- 
menti sono  riferiti  alla  lettera  nello  Addizioni  {zhe^  come  si  disse,  sono  due)  fatte  alla  Storia 
del  Padre  Le  Febvre  che  stiamo  illustrando.  Vorremmo  allungarci  di  più  in  questa  rivista,  che  ben 
V  argomento  lo  richiederebbe  ;  ma  la  natura  di  questo  nostro  lavoro  non  cel  consente  :  e  però  la 
chiuderemo  con  alcuni  cenni  dell'opera  del  signor  Meilleur,  di  cui  abbiamo  detto  in  principio. 

Egli,  dunque,  dopo  di  aver  in  breve  compendiato  la  gloriosa  storia  delle  Missioni  de'Francescani 
Recolletti  nel  Canada,  piglia  a  considerarli  specialmente  dal  lato  della  pubblica  istruzione  che  da- 
vano al  paese,  e  quindi  fa  risaltare  il  gravissimo  delitto  che  nel  farli  perire  venne  commesso  dal 
lato  sociale,  mentre  non  si  parla  d' altro  che  di  sociali  utilità,  e  si  accusano  gli  Ordini  Religiosi  e 
Uoro  Missionari  di  non  rendere  a'popoli  alcun  reale  servigio. 

«  Con  la  venuta  (egli  dice)  del  Padre  Allart  nel  Canada  furono  cedute  parecchie  proprietà  al  Padre 
Gabriele  de  la  Ribourde  Superiore  della  Missione,  perchè  avessero  mezzo  i  buoni  Padri  di  occuparsi 
dell'  istruzione  de'  fanciulli  ;  ma  ceduto  il  paese  all'  Inghilterra,  ne  furono  spogliati  interamente.  In 
Montreal  divennero  privata  proprietà  del  Signor  Villiam  Grant,  che  poi  1'  8  di  aprile  del  1818  ne 
fece  una  permuta  con  sua  Maestà  Britannica.  Tutti  i  beni,  a  dir  breve,  furono  confiscati  in' profitto 


312  LE   FEBVBE 


della  corona  dMoghilterra,  e  i  Canadesi  rimasero  privi  de'  servìgii  e  della  baona  Istruzione  che  rioe- 
vevano  da'  Francescani  Rccollelti,  senza  die  ne  siano  stali  in  alcun  modo  compensati.  R  meo  male,  te  I 
nemici  de'  Frati  sopprimendo  que'  zelanti  istitutori ,  ci  avessero  lasciato  i  beni ,  di  cui  non  erano 
essi  che  depositarli  e  conscienziosi  amministratori  per  la  pubblica  istruzione  :  ma  noi  e^ci  tolsero  i 
beni  e  i  maestri  :  così  dovemmo  restare  lungo  tempo  privi  afbtto  di  mezzi  per  avere  V  insegnainento 
primario. 

•  Inoltre,  vivendo  ancora  i  buoni  Padri,  ci  toccò  vedere  i  loro  Conventi  convertiti  in  osi  proCuii, 
e  le  loro  chiese  tramutate  in  tempi  protestanti.  A  Quebec,  convento  e  chiesa  essendo  stati  divorati  dalle 
fiamme  il  6  settembre  del  1796,  11  Governo  s'impossessò  subito  del  terreno;  ed  ora  Invece  di  quei 
gloriosi  monumenti  della  fede  e  della  carità  de*  nostri  intrepidi  Missionari,  vi  s' innalza  la  chiesa 
Anglicana  e  II  palazzo  di  giustizia  della  città,  edificato  il  1873.  Anche  nelle  Tre  Riviere  la  Chiesa  è  stata 
tramutata  in  tempio  protestante,  e  il  Panon't  Manoir  non  t*  altro  che  il  Convento,  già  prima,  parte 
fatto  corte  dì  giustizia  e  parte  prigione  del  distretto.  Desolante  metamorfosi  e  Aero  strazio  de* 
cattolici  Canadesi,  veder  così  iniquamente  spogliati  i  loro  Padri  e  Maestri  di  quanto  possedevano  e 
do' mezzi  di  Instruirlil 

«  Dopo  tutto  ciò ,  i  poveri  Padri  dovettero  disperdersi  nel  paese,  e  per  i  terribili  avvenimenti 
che  sconvolsero  la  Francia,  e  la  persecuzione  a  cui  essi  erano  fatti  segno  nel  Canada,  non 
potendo  ricevere  aiuti  di  fuori ,  nò  rifornire  le  loro  case  di  nativi ,  ne  cominciò  la  lenta  estin- 
zione! Ma  non  perciò  s'era  punto  rallentato  il  loro  spirito  religioso,  né  la  loro  disciplina:  anche 
dispersi  proseguirono  eroicamente  il  loro  ministero  evangelico,  chi  occupandosi  nelP  Istrozione  de* 
franciulli,  chi  nel  visitare  e  assistere  gli  infermi  a  domicilio.  E  (cosa  ammirabile!)  tennero  le  scuole 
aperte  in  Quebec  fino  al  1870! 

«  Quebec,  Saint  Thomas,  Vercheres  e  Montreal  sono  i  luoghi   ove  durarono  più  lungamente. 
Frate  Paolo  Founiier  la  tenne  in  Montreal  fino  al  18i6;  e  quanti  furono  suoi  scolari,  che  furono 
moltissimi,  e  la  più  parte  ancora  vivono,  sono  tutti  ottimi  padri  di  famiglia .  Quasi  tutti  figliatili 
di  poveri,  appartengono  tutti  alle  chissi  operale  ;  ma  l' educazione  ricevuta  gli  ha  renduti  relìgioii, 
modesti,  pacifici,  contenti  del  loro  slato,  e  nello  stesso  tempo  industriosi  e  felici.  Lo  stésso  aweooe 
degli  allievi  di  Frate  Luigi  Bonamy  originario  dell'  Assunzione .  Per  più  che  quarant'  anni  egli  fece 
scuola  nel  sobborgo  di  Saint  Vallier  in  Quebec,  con  tanto  valore  e   tanta  virtù,  che  di  eerto 
non  gli  mancherà  una  pagina  assai  onorevole  nella  storia  del  Canada.  Egli  mori  il  1848.  Frale 
Marco  Contant  poi,  morto  qualche  anno  prima  in  Saint  Thomas  di  Montmagny,  teneva  «nilvi  una  scuoia 
serale,  e  si  procacciava  la  vita  accomodando   gii   orologi  !  Questi  Frati,  clie  giustamente  ToglioDS^ 
chiamare  benefattori  dell'  umanità,  non  solamente  davano  ai  giovanetti  lor  confidati  un*edncaiiune 
propria  per    farne    uomini   utili  e  rispettabili ,  veri  esemplari   di  cristiana   virtù  e  nella  prati 
di  essa  felici;  ma  inoltre  ei  sapevano  renderli  cosi  dolci  ne' costumi,  ameni  nel  carattere,  e  piacevo!, 
nella  società,  che  invano  cerclieremmo  altrettanto  da  coloro  che  li  hanno  oppressi,  calunniandoli,  « 
pigliandone  il  posto  I  Frate  Paolo,  fra  l'altre  cose,  s' intendeva  a  perfezione  di  canto,  specialment 
il  canto  fermo,  edera  ottimo  cantore,  ed  inoltre  coltivava  le  matematiche,  delle  quali  spesso  facev-. 
argomento  di  conversazione  co'  suoi  amiri.  Egli  mori  in  Montreal  il  15  novembre  i8i8,  di  78  anni.Priro 
che  morisse,  si  procurò  che  ne  fosse  fatto  il  ritratto  in  pittura  al  naturale,  che  ricorderà  lunga  pezz 
a'  Montrealesi  le  virtù  dell'Ordine  Francescano, e  i  meriti  personali  non  comuni  del  venerabile 

•  Appresso,  come  si  disse,  cotesti  ottimi  Padri  si  occupavano  della  cura  e  dell' assistenza  deg' 
infermi,  e  nel  predicare,  confessare,  ec.  Le  loro  stazioni  erano  specialmente  in  Percée,  In  Quebec^ 
nelle    Tre  Riviere  e  in  Montreal .  11  Padre    Crisostomo  Dugast  era    parroco  in  Sant'  Anna  ^^ 
Yamachiche  il  1798.  Prima  era  stato  missionario  fra  gii  Abenakis,  selvaggi  ch'avevano  emigraV-^^ 
dallo  stato  di  Maine  il  1780,  e  s'eran  fermati  in  San  Francesco  il  1785.  11  Padre  Domenico  Petrus  ' 
moulx  tenne  la  Cura  di  Becancourt  dal  1767  al  17G9.  11  Padre  (jiuseppo  Daillon  aveva  studiata    ^ 
imparata  a  perfezione  la  lingua  montagnese  sin  dal  16i6.  Nel  1798  il  Padre  Ilario  di  Saint  HilaKre 
era  Missionario  in  Sorci,  dove  già  era  stato  il  Padre   Emanuele  Oespel  il  17i7.  Il  Padre  Simon 
Dupont  fu  Parroco  di  Nicolet  dal  1716  al  1729.  Il  Padre  Pacomio  Legrand,  di  Saint  Pierre  neirisols 
d'Orleans  dal  1713  al  1719;  e  il   Padre  Medardo  Petrimoulx  morì  parroco  nell' Assunzione,  dorf 
ebbe  per  successore  il  suo  fratello  Domenico,  di  cui  si  disse  di  sopra,  morto  nel  1799.  Nel  17€i 
il  Padre  Felice   di  Bercy  andò  a  sostituire  in  San  Francesco  il  Gesuita  Padre  Roubaud.  Da  Su 
Francesco  passò  poi  a  Chanibly,  dove  tenne  officio  di  parroco  sino  al  1769;  appresso,  per  qualche 
mese  fo*in  Sant'Eustachio  il  1770;  e  finalmente  in  Reauport  negli  anni  1783, 1700, 1701.  InoltitMi 


LEON  313 

namero  dei  parruchi  di  BecaDcourt,  vicino  a  Sao  Francesco,  troviamo  i  Padri  Felice  Bercy  e  Luigi 
Demers  negli  anni  1764  e  1767  ;  Domenico  Petrimoulx  dal  1767  al  1769,  e  Niccolò  Couturier;  i  quali 
tutti  successero  al  Padre  Pietro  Gaunon.  H  Padre  Couturier  poi  ebbe  a  successore  per  oltre  quattr'anni 
il  Padre  Teodoro,  che  fu  l'ultimo,  e  vi  esercitò  il  suo  ministero  dal  1774  al  1779.  Il  Padre  Medardo 
Petrimoulx,  ordinato  sacerdote  il  13  ottobre  del  1754,  era  succeduto  al  Padre  Bercy  nella  Cura  di 
San  Giuseppe  di  Chambly,  e  la  tenne  fino  al  1777,  quando  divenne  parroco  di  Saint  Pierre  du 
Portage,  vulgo  l'Assunzione,  ove  mori  il  1799  di  69  anni.  Fra  l'altre  cose,  egli  aveva  gettato  qui 
le  fondamenta  d'  un  Monastero  per  le  Religiose  della  Congregazione  di  Nostra  Donna:  ma  esse  non 
n'  ebbero  V  uso  che  dopo  il  1845,  come  parte  del  bello  stabilimento  che  or  vi  tengono  per  V  educazione 
di  questa  Parrocchia.  11  Padre  Domenico  Petrimoulx,  ordinato  sacerdote  nel  1758,  morì  il  13  di  giugno 
del  1799  parroco  dell'Assunzione  nel  Basso  Canada.  Successe  al  suo  fratello  Medardo  in  detto  anno 
1799,  e  in  esso  mori  11  Padre  Felice  Bercy,  nato  in  Montereal  il  10  giugno  1720,  e  ordinato  sacerdote 
il  1753,  fu  nominato  Commissario  dei  beni  del  suo  Ordine,  e  ne  fu  l'ultimo  Superiore  nel  Canada: 
morì  in  Quebec  il  18  maggio  del  1800,  di  79  anni  e  U  mesi.  L'ultimo  Padre  Francescano  Luigi 
Demers,  ordinato  sacerdote  il  34  settembre  1787,  trapassò  in  Montreal  il  S  settembre  1843,  di  81 
anno  e  8  mesi,  in  una  piccola  casa  presso  la  chiesa,  che  il  governo  protestante  gli  aveva  tolto,  e 
n'  usava  per  raccogliervi  al  sermone i  suoi  soldati,  che  in  parte  alloggiavano  nell'  adiacente  Convento. 
Il  buon  Padre  viveva  nella  detta  piccola  e*  povera  casa  col  suo  genitore ,  il  fratello  Alessio  e  una 
nipote  che  li  serviva  nella  loro  miseria.  Fu  1'  ultimo  sacerdote  dell'  Instituto  Minoritico  ordinato  nel 
Canada.  S'intendeva  assai  di  medicina,  e  i  suoi  unguenti  e  farmachi  erano  tenuti  per  miracolosi.  Certo 
è,  che  aveva  molto  ingegno,  unito  ad  un  generosissimo  cuore  ;  onde  la  sua  morte  fu  un  pubblico  lutto  t 

«  Così  si  cstinse  nel  Canada  un  Ordine  Religioso,  consacrato  ali* apostolico  ministero  e  alla 
pubblica  istruzione  ed  educazione,  a  cui  il  paese  deve  quanto  ha  di  benel  • 

Sin  qui,  in  compendio,  il  signor  Meilleur,  a  cui  l'Ordine  Francescano  sarà  sempre  ricono- 
scente della  giustizia  rendula  a' suoi  generosi  Agli,  che  con  tanta  gloria  ne  tennero  alto  il  vessillo  in 
quelle  regioni,  e  dei  quali  tanto  ci  commove  il  flne  non  meno  bello  e  onorato.  Come  non 
dimenticherà  il  viaggio  che  egli,  il  signor  Mbilleur,  fece  dal  Canada  a  Roma  per  aver  una  novella 
missione  che  ristorasse  quelle  ajitiche  glorie  i 

Ohimè!  Le  amare  vicende^be  con  tutti  gli  altri  Ordini  attraversa  il  Serafico  Instituto  in  Italia 
come  nel  rimanente  d'Europ^JBol  consentirono!  Avrebbe  forse  accettata  1'  offerta  l' esemplarissima 
Provincia  di  Sta  Giuseppe  nel  Belgio,  retta  da  quel  dotto  e  valoroso  Padre,  che  è  il  Padre  Bernardo 
Yan-Loo:  mft  nò  anch' ella  potè,  per  aver  aperto  in  quel  momento  alcuni  conventi  in  Francia, 
in  Inghilterra,  In  Iscozia  e  nell'Irlanda;  che  sono  altrettante  missioni! 

Deloome  sarebbero  nuovamente  ricevuti  colà  i  Francescani,  dice  la  seguente  lettera  del  Padre 
Huygens  della  Compagnia  di  Gesù  allo  stesso  Padre  Yan-Loo. 

«  Mon  Rev.  Pére, 

•  Le  nom  des  Péres  RecoUets  (Franciscains)  est  encore  en  bcnediction  dans  le  Bas-Canadò.  Le 
Saint  Eveque  de  Montreal,  Monsigneur  Bourget,  les  rec^vroit  a  bras  ouvertcs.  Les  Tertiaires  y  sont 
tres  nombreuses  de  deux  sexes:  il  y  a  des  reunlons  regulieres  a  Montreal.  Rtant  Chapellain  au 
Couvent  des  Dames  du  Sacre  Coeur  au  Sault-au-RecoIlet,  ou  est  notre  Noviclat  a  8  milles  de 
Montreal,  un  Tertiaire  me  servali  la  Messe  la  dimanche  et  les  jours  de  fete  en  habit  de  Franciscain 
avec  la  corde  aux  reins.  Les  Peres  de  la  Charitó  Bclges,  y  font  tres  bien.  Le  materiel  ne  ferali 
pas  defaut.  Les  habitans  de  la  ville  de  Montreal  batirent  un  beau  monastere  aux  Carmelites.  Elles 
sont  tres  contentes.  Je  n'eus  jamais  si  peu  soufTert  de  froid  que  cet  hiver,  quo!  qu' il  ait  eté  bien 
rigoureux  ...  Ce  sont  les  bonnes  Péres  RecoUets  qui  ont  fait  venir  les  Jesuites  au  Canada ,  nous 
Doos  estimerons  tres  beureux  de  pouvoir  faire  quelquechose  popr  y  faire  revenir  les  Péres  RecoUets. 

Quebec,  le  7  luin  1876. 

P.  Huygens  S.  J.  • 

330.  Leon.  —  Vida  y  mila^os  de  San  Juan  de  Capistrano , 
Religioso  Menor  de  la  Regular  Observancia  de  N.  S.  P.  S.  Franci- 


3U  LEONESSA 


9 

ih. 


SCO.  Coinpuesta  y  ponderuda  por  el  M.  lì.  Padre  Fray  Joseph 
de  Leon,  Lector  de  Theologia,  Ex-Secretario  General  del  Orden, 
y  Padre  de  la  santa  Provincia  de  Granada.  Dada  a  publica  luz 
por  el  M.  R.  Fr.  Juan  de  Cabrerà  y  Aranda,  Predicador  habi- 
tual  de  la  misma  Provincia  y  primero  del  C!on vento  de  N.  P.  S. 
Francisco  de  la  ciudad  de  Alcalà  la  Real.  Dedicala  D.  Rodrigo 
Hurtado  de  Mendoza  Presbitero,  su  primo,  al  Ilustrissimo  Senor 
D.  Gregorio  del  Valle  Arredondo,  Cavaliere  del  Orden  de  Cala- 
trava,  Presidente  de  Granada  y  del  Consejo  Real  de  CastiUa. 

Vn  volume  in  4,  di  i6  carte  preliminari  non  numerato,  e  i33  pagine.  In  fine:  •  Impreso  cn  la 
Imprcnta  do  la  SS.  Trinidad  pur  .\ntoiiiu  do  Torruhia,  improsor  del  Ilustrissimo  Scfior  IK  MartiD  de 
Ascarguta,  Argobispo  de  Uranada  y  do  la  Santa  Iglosia  Calhodral  do  dicha  eiudad.»  Eccellente  libro  per 
la  storia  delle  antiotie  nostro  Missioni  dell'  Tn^Micria,  delta  Moravia,  della  Boemia,  della  Transilvania, 
della  TuR'hia,  oc.  N'i^  un  esemplare  nella  Biblioteca  I*roNinciale  di  Cordova. 

331.  Leonessa.  —  disposta  di  Fr.  Gio.  Francisco  da  Leonessa 

(  Nicolai  )  Minore  Oss.  Kif.  Vescovo  eletto  di  Berito ,   Vicario 

^   Apostolico  di  Hu-Qan<j  in  China,  alli   punti  contenuti    nelli 

fogli  inviatigli  dall'  Eminentissimo  e  Reverendissimo  Signor 

Cardinale  Casanatte  il  primo  di  luglio  1699. 

Sono  23  carte  in  piccolo  8,  inserite  in  italiano  ed  in  francese  nel  libro  intitolato:  Omformité  dei 
ceremonies  cìUiioixes  avec  l' idolatrU' tjn'cqne  et  rumaiite,  etc,  par  un  lìeligeux  Doeieur  et  Frofetseur 
en  Theologie.  A  Coìogne,  chez  lei  lleritiers  de  (^rncille  d'Egnioud,  1700.  i ree  approbation  et  per^ 
mixxioii  des  Su  pt' rie  ars.  Libro  raro,  cUv  acquistai  in  Parijji.  Il  1*.  Da  Leonessa  professò  Dell' Osser. 
Hifor.  Provincia  Ibunana,  e  parti  Missionario  por  (lina  l'anno  1684,  ascrivendosi  alla  Provincia  di  S. 
(ìrcgorio  dollt.' Filippine.  Zcl.mte  Mis.sìonario,  il  1697  venne  elfllo  Vicario  Apostòlico  di  llu-quang  e 
Vcsco\o  di  Ucrilo.  lUM'atosi  a  Uonia  p«'r  gravi  negozi  iì«'llo  .Mis.sioni  della  Cina,  soniniinistrù  as-^ai 
huni  alla  Sacra  (ìongrega/.ione  M)pra  lo  cuntrovi-rsie  rlio  tennero  tanto  agitati  gli  spirili  circa  i  riti 
(linosi.  E  quivi  mori  nominato  Arcivescovo  e  Vicario  del  Capitolo  di  San  Pietro. 

Egli  lasciò  una  preziosissima  e  for>e  unica  niccolta  di  libri  cinesi,  che  alla  sua  morte,  de 
ordine  SS.  Ihimini  CJeinentix  Papae  XI  recuperati,  [)oi  de  mandato  Eininentissimi  et  Reverendiisimi 
1).  CardinaliH  Gentili  Pro-Datarii,  vennero  ordinati  e  illustrati  dal  nostro  Padre  Carlo  Orazio  Da 
Castokano,  di  cui  già  abbiamo  parlato. 

Credo  die  del  Padre  da  Leonessa,  o  Nicolai,  si  dol»l»ano  trovare  non  poche  lettere  d^mportanza 
riguardanti  gli  stessi  altari  delle  Missioni  cinesi,  specialmente  negli  Archivi  della  Sacra  CougregazioDt* 
di  Propaganda  Fide  :  tre  io  ne  rinvenni  fra  i  manoscritti  della  lliblioleca  Fabrouiana  di  Pistoia.  Esse 
sono  registrato  come  segue: 

— Lettera  dol  Padre  Fr.  Giovan  Francesco  Nicolai  Vescovo  di 
lierito  0  Vicario  Apostolico  di  llu-quan^?  in  Cina  alli  illustrissimi 
0  Reverendissimi  signori  Cardinali  della  Sacra  Congregazione  di 
Propoffanda  Fide. 

Non  ha  data,  e  riguarda  V  u<to  delle  facoltà  concesse  dalla  Santa  Sede  ai  Vicari  ApotCoIici  io  Cimi. 


LEQUILE  -  LETONA  315 


—  Due  lettere  di  Monsignor  Fr.  Giovan  Francesco  Nicolai 
Vescovo  di  Borito  e  Vicario  Apostolico  di  Hu-quang  in  Cina. 

Sono  copie,  e  parimente  mancano  di  data. 

332.  Lequile  .  —  Hierarchia  Franciscana  in  quatuor  facies 
historice  distributa.  Quarum  singulae  quatuor  facies  patefacient. 
Cuius  Hierarcha  cruciformis  Christi  fungens  legationem  cuni 
suo  Dominico  consodali  lectissimo,  monarcliiam  ecclesiasticam 
stellis  duabus  noviter  et  feliciter  exorientibus,  Columna  Romana 
firmiter  patrocinante  ac  protegente,  inseparabiliter  reparat,  susti- 
netque.  Qui  variis  sobolibus,  prolibus,  prosapiis,  synodis,  pro- 
vinciis,  sedibus,  dominibus,.  collegiis,  per  totum  terrarum  orbem , 
veterem,  novum,  in  fidei  ac  Sedis  Apostolicae  dilatationem  et 
firmitatem  eam  amplissime  diflFundit.  Authore  Fr.  Didaco  Lequile 
Minimo  inter  Minores  Sancti  Francisci  Transtiberini  in  Urbe 
cenobita.  Romae,  ex  Typograhia  Jacobi  Dragondelli,  1664.  Supe- 
riorum  permissu. 

Sono  2  volumi,  in  4  grande:  il  primo,  exMbens  faciem  hominU  et  faciem  leonis,  di  13  carte 
preliminari  e  364  pagine,  con  due  indici  in  Une  duodecim  capilum  faciemm  et  rerum  notabili um : 
il  secondo,  exhibem  faciem  bovis  et  faciem  aquilae,  di  due  carte  preliminari  e  556  pagine,  con  in 
tine  gli  stessi  indici.  Libro. ricco  di  molte  notizie  dell'Ordine  e  delle  sue  Missioni;  specialmente  il 
tomo  II,  dove  delle  Missioni  dà  lo  stato  in  cui  trovavansi  al  suo  tempo,  con  questo  titolo:  Praefecti 
neoterici  ad  Missiones  Apostolicas  prò  Propaganda  Fide  in  partibus  Turcharum,  Schismaticoì'um , 
Ilaeretieorum  et  Infidelium.  N' è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Provinciale  di  Cordova;  e  un  altro 
esemplare  mi  ricordo  che  era  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Aracoeli  in  Roma. 

333.  Lerchundi  .  —  Rudimentos  del  Arabe  vulgar ,  que  se 
habla  en  el  imperio  de  Marruecos,  por  el  P.  Fr.  J.  Lerchundi 

^    Misionero  Franciscano  de  Ti  erra  Santa  y  Marruecos.  Madrid,  1872. 

Un  volume  in  4.  In  Madrid  si  vendeva  15  franchi. 

334.  Letona.  —  Descripcion  de  las  Islas  Filipinas  por  el  P.  Fr. 
Bartolomé  de  Letona  de  la  Provincia  Obser vanto  da  Cantabria. 

Cosi  l'UuERTA  (Estado,  ee,J.  Dapprima  fu  Missionario  nel  Messico,  donde  passò  alle  Filippine 
il  1649,  e  il  1654  tornò  al  Messico,  ove  Uni  la  sua  vita.  Era  nativo  d'ilibarri  nella  provincia  di 
Alava. 

Lasciò  anche  le  seguenti  opere, -parte  edite  e  parte  manoscritte:  1.  Vida  de  la  Venerable 
Mckdre  Sor  Geronima  de  la  Agumpcion^  fandadora  del  real  Monasterio  de  Monjas  Clarisas  de 
Manila:  2.  Vida  de  la  Venerable  Madre  Sor  Magdalena  de  la  Cruz,  compahera  de  la  venerable 
Madre  Sor  Geronima  de  la  Asumpcion:  3.  Confesionario  de  Moì\Jai:  4.  Perfetta  Religiosa;  impreso 
«A  AngelopoU^  ofMna  de  la  Viuda  de  Juan  de  Borgia^  Ano  de  1661  :  5.  Catalogo  de  ReUgiotos  de 


31 6  LETTERE 


Asia 


sangrc  reni,  con  su*  vidas ;  impreso  166i  :  6.  SertnoMg  de  S.  Francisco  y  S,  Clara;  impreiot  en 
AngelolopoU,  oficina  de  Francisco  Robledo,  ano  de  1662:  7.  Vida  de  Fr.  Sebastian  Aparieio. 

335.  Lettere  di  Missionari  Francescani  Spagnnoli  delle  Filip- 
pine, della  Cina,  della  Concincina,  di  Camboia  ec,  ed  altri  docu- 
menti riguardanti  le  Missioni  Francescane  in  dette  regioni. 

Preziosa  raccolta  di  cui  mi  venne  fallo  dono.  Tutte  le  lettere  sono  autografe  in  carta  cinese; 
e  cosi  i  documenti.  Vi  é  la  storia  de'  principali  memorabili  avvenimenti  onde  la  fede  fu  cotanto 
agitata  in  tutti  i  sopra  detti  regni  durante  lo  scorso  secolo.  Quel  che  se  ne  scrisse  fln  qui,  è  storia 
monca  ed  imperfetta;  solo  mediante  la  pubblicazione  de' numerosi  ed  importaDtisslmi  documenti 
che  restano  inediti,  si  potrà  vedere  quel  che  la  Chiesa  in  detto  tempo  pati;  i  fatti  eroici  d'ogni 
genere  che  nobilitarono  i  suoi  ti^li,  e  fecero  maravigliosamente  risplondere  la  sua  luco  immortale; 
e  di  quanta  dottrina,  virtù,  zelo  e  annegazione  dessero  prova  gli  Ordini  Religiosi,  di  San  Francescu, 
di  San  Domenico,  e  di  Sant'  Agostino,  ne*  numerasi  loro  Missionari  sparsi  in  tutti  i  memorati  regni, 
ai  quali  da  un  certo  genere  di  storici,  ciie  sin  qui  per  fas  o  per  nefas  tennero  il  campo,  non  si  fece 
neppur  l'onore  di  una  menzione. 

E  qui  voglio  ripetere,  che  senza  la  raccolta  e  pubblicazione  di  tutti  cotesti  documenti,  una 
storia  vera  degli  ultimi  tre  secoli  della  Chiesa  b  impossibile.  Nei  quali  documenti ,  ci  dobbiamo 
persuadere  (cjme  mi  diceva  in  Parigi  l' illustre  Ferdinando  Denis,  Conservatore  della  Biblioteca  di 
S.  Genovieffa)  che  sta  la  giustificazione  degli  Ordini  Religiosi  dalle  calunnie  a  cui  furono  fatti  segms 
e  nello  studio  di  essi  il  secreto  per  ridestarne  e  ritlorirne  la  vita. 

Dei  36  lunghi  documenti,  de'  quali  si  compone  la  nostra  raccolta,  metteremo  qui  per  saggiu 
il  più  breve,  che  è  il  seguente  del  1739. 

MINUTA  PROVINCIAE  FRANCISCANAE  S.  GREUORII  PHILIPPINARUM. 

«  Provincia  S.  Gregoril  Magni  Discalceatorum  l\cgularis  Observantiae  S.  P.  N.  S.  Francisci 
ìstis  in  insulis  Philippinis,  non  longe  a  Magnae  Sinac,  Japoniue  et  Cochinchinac  amplissimis  maio- 
risquc  Asiac  romotìorilnis  ab  Europa  regnis,  sita,  cuius  praecipua  institutio  et  porpetuum  studium 
est  sacrosancti  E\angelii  ad  genliuni  cunsersionem  praedicatio  et  earumdem  conversarum  in  Ode 
catholica  manutenlio  et  cunfirmatio,  atque  in  honorum  operum  vìrtutumque  execjuutione  assidua 
inslructio,  eOìcaxque  cumpulsio  et  compellatio;  in  praesentiarum  habet  sua  sub  cura  et  administra- 
tionc  duceuta  millia  animarum,  ex  Indis,  Sinis,  Cochinchinis  ,  Cambodianis,  aliisque  nationibu^ 
ronversis,  in  Dominum  Nostrum  Jesum  Christum  noviter  crcdentibus,  omniaque  et  singula  mysteria, 
({uae  sancta  et  Apostolica  Romana  Ecclesia,  mater  nostra,  credit,  coniitetur  et  docet,  Qmiiter  crc- 
dentibus, ac  pie  devoteque,  reieclis  Idolis,  adorantibus. 

•  Ad  qucm  effectum  habot  haec  Provincia  66  conventus,  doctrinae,  scu  ministerla  communiler 
noiicupatos,  duo<iue  xenodochia,  in  quibus  omnilms  educantur  indigenae,  eisquc  a  Fratibus  nostris, 
exomptis  ab  Ordinariorum  visitatione,  catholica  doctrina  et  ecclesiastica  Sacramenta  administrantur. 
absque  rigorosa  H  ex  iustitia.subventione;  de  quorum  apostolico  fruclo  centum  ([u&draglnta  quitoor 
millia  signati  characlere  baptismi  catholiceque  vivcntes  numerantur.  Quibus  in  ministerìis,  praeter 
assiduos  labores  curac  animarum  (et  etiam  corporum,  propter  Indorum  stupiditatem),  non  desont 
alii  plurimi  ob  defendendum  oves  a  lupis;  ob  pestcm  grassantem  pluribus  in  locis;  et  deniqw 
oh  Maururum,  iteratis  vicibus  per  tres  annos,  et  praesentem  irruptionem,  praecipue  in  provincia 
de  Camarines,  episcopatus  Novue  Caceres:  cumque  ad  expugnandos  Maurorum  incursns.  Decesse 
sit  Religiosos  agere  duces  belli  et  pacis  ob  Indorum  timiditatem;  bine  est  illos  molta  pati,  ove* 
sibi  concreditas  in  spiritualibns  temporalibusque  adiuvantes  et  defensantes.  Duoqne  ex  dictis  Reli- 
giosìs  Inter  veprcla  per  triduum  errantes  abque  cibo  et  potu,  in  montibus  fugientes,  e  maoibos 
Maurorum  ipsos  captivarc  cupientium,  miraculose  evaserunt.  Unus  namque  ex  illis  erat  gravissimi) 
morbo  praepcditus;  attamen  sic  a  Mauris  hac  illacque  fugiens ,  et  Inter  arundineta  et  herbas,  ìb 
({uibus  latebat,  ab  ipsis  ter  conquisilus,  Religioso  eos  prope  audiente  et  videntc,  a  Mauris,  tamd. 
Deo  opitulante,  nnllimode  inventus  est,  post  triduumqui  perfccte  sanus  ab  inflrmitate  sua*  VM 


LETTERE  317 


plarìraum  fatigatus  ieiunusquc,  ac  pene  nudus,  ad  Coenobium  securus,  gratias  agcns  Deo,  pervenit. 
Deinde  populus,  LiDgmanan  vocatus,  caius  Ecclesiae  et  Gonventus  titulus  et  advocatus  est  S.  Jacobus 
Maior,  Apostolas,  miraculo  pergrandi  a  S.  Apostolo  est  liberaius  a  Mauris  :  oam  oppidanis  bellan- 
tibas  adversus  multi tudinem  Maurorum  irruentem,  magnisque  vocibus  S.  Jacobum  invocantibas, 
post  aliqua  vulnera  ex  utraque  parte,  praecipue  in  Mauris,  aliquibusquc  ipsorum  occisis,  insperato 
Mauri  fugerunt,  praecipitesque,  nullo  persequenle,  recesserunt.  Captivi  vero  christiani,  qui  ex  ipsis  ad 
nos  tranfugerunt,  asseveranter  narrabant,  Mauros  fugisse,  quia  viderunt  in  aera  contra  illos  belli- 
gerantes  equites  hispanos,  praetiosis  armis  stipatos  bellicisque  magnis  tormentis  Mauros  destruentes; 
in  quo  exercitu  unus  praccipuus  videbatur  sedens  in  albo  equo.  Hoc  quippe  modo  ipsi  Mauri 
retulerunt.  Multoties,  certe,  experimur,  Religionem  catholicam,  ministrosque  evangelicos  in  bisce 
plagis  a  Domino  visibilibus  portenlis  defendi. 

«  Extant  praetcrea  nunc  temporis  in  montibus,  quamplurium  infidclium  et  apostatarum  refertis, 
harum  insularum  ,  novem  Missiones ,  in  quìbus  totidem  Religiosi  huius  Provinciae  prò  ipsorum 
conversione  ac  reductione  per  deserta,  et  invia,  et  inaquosa,  perque  impenetrabilia  quippe  nemoribus 
consita,  loca,  magnis  cum  periculis  infatigabiliter,  Dco  adiuvanfe,  laborant.  Quorum  pracsens  fructus 
uberior  est  duodecim  millia  christiani.  Nunc  ergo  ad  novas  Missiones  deveniamus,  quae  bis  ultimis 
annis  sumroo  labore  et  constantia  a  nostris  aperiuntur  in  pracruptis  et  bucusque  inaccessis  mon- 
tibus dioeccsis  Novae  Segoviac  ,  in  quibus  habitant  plures  barbari  adeo  truces  et  bellicosi ,  ut 
(fuotidie  mutuo  se  occidantsine  causa:  hi  enim  truculenti  homines  quampluries  a  ministris  evangelicis 
temporibus  diversis  ad  fldem  catholicam  et  humanitatem  incitati,  toties  ipsis  fortiter  resistere;  doncc, 
sacru  (avente  numine,  anno  practerito  quinquagesimo  quarto,  aliqui  ex  ipsis  ultro  ministros  evan- 
gelicos pctierunt,  sccuritatemque  et  obbcdientiam  illis  spoponderunt ,  ut  vìam  salutis  (ipsimet  sic 
dicebant)  eo  doccrent,  ne  in  ìnfernum  misere  retrudantur.  Mirabile  dictu  !  Quatuor  millia  hominum 
ex  dictis  usque  in  praesens  sunt  iam  instructi  et  baptizati;  aliiquc  plurimi  (licct  non  omncs ,  ut 
optamus)  in  dies  ad  populos  construendos  redncuntur,  atque  feritale  atrocitate  et  inndelitate  relicUi, 
buroanitatem,  miserationem ,  sociubilitatem ,  Memque  catholicam  amplectuntur.  Haec  est  mutatio 
dexterac  Excelsì  :  quod  clarius  apparel  in  duobus  superius  visionibus  relatis  a  quodam  Indo  ex 
praedictis,  cuius  nomen  Limay.  Ilic  ergo,, licet  infldclis,  bonus,  et  morigeratus  sencx,  sub  gravi 
attestatione  multisque  aliis  signis  piae  credibilitatis,  fatetur  se  vidisse,  primo  S.  Patrem  Nostrum 
Franciscum,  stimagtizatum,  se  suosquc  monentem  ad  sacrum  baptisma  recipiendum;  secundo 
Dominum  cruciflxum,  sic  secum  alTantem  :  Veni,  filU  mi  ;  en  vulnera  mea,  quibus  vos  a  damnatione 
redemi  :  haec  sunt  militi»  chrixtiani  arma ,  haec  mea  tormenta  bellica ,  non  ad  occidendum ,  $ed 
ad  vos  beatificandum ,  ut  nunc  vides,  praeparata  :  eia  ergo ,  convertimini  ad  me  et  baptizamini, 
et  ne  addatis  iniquitatem  super  iniquitatem,  ne  forte  irascar  robixcum,  demergamque  in  Isto  mari. 
Ex  tunc,  vero,  temporis,  diabolus  hos  neophilos  visibililer  perturbare  non  cessai;  qui  lamen  ab 
ipsis  signo  Crucis,  ac  spiritualibus  armis,  quovis  momento  fugatur:  quod  etiam  frequenter  accidit 
cathecumenis  et  neophllis  caeterarum  Missionum.  Pro  nunc  tres  sunt  hae  novae  Missiones,  impensis 
Regis  Calbolici  subsidiatae,  in  quibus  tres  Religiosi  ex  primis  fundatoribus ,  videlicet  Fraternosler 
Dominicus  de  Martorell,  praedicator  ac  Ex-Deflnitor,  qui  herniam  aliasque  ìnflrmitates  habitualitor 
patiebatur,  Frater  Joseph  a  S.  Pascliale,  et  Frater  Emmanuel  a  Jesu  Maria  Fermosellc,  praedicatores 
et  Ex-Guardiani, aernmnis  et  calamitatibus  opressi,  peregrinationibus  et  inllrmitatibusa  terrae  climate 
contractis  ;  attenuati ,  spiritu,  zeloque  apostolico  pieni,  praetiosa  morte,  virtuose  diem  iam  snpremum 
obiere.  Non,  ergo,  minore  difficultatum  pondcre  ac  fastidioso  labore  inceptum  opus  sex  de  nostris, 
I>co  dante,  dictis  in  Missionibus  prosequuntur. 

•  In  magno  Sinarum  imperio,  diversis  remotisque  in  provinciis,  civitatibns  et  villls,  triginta  a 
nostris  administrantur  Ecclesiae;  quibus  oratoria  quamplurima,  tam  in  domibus,  quam  in  xeno- 
dochiis,  prò  animarum  et  corponim  salute,  aduectuntur  in  vicinis  adiacentibus  vìcis,  ad  nostrorum 
Missionariorum  curam  spectantia.  In  quibus  copiosa  christianorum  multitudine  pollens  (usque ad 
centum  millia  animarum  et  plus  perventum  ante  persecutionem,  huius  saeculi  anno  vigesimotertio; 
annoque  quinquagesimo  erant  quinquaginta  milla  christiani  ;  nunc,  vero,  ob  crudeles  ac  continuai 
I)ersecutiones  vigìntiquinque  millia  fldeles  in  missionibus  nostris  Sinensibus  tantnmmodo  nume- 
rantur  et  extant),  sicut  rosa  inter  spinas,  sic  inter  tot  paganorum  gcntes  tldes  catholica  miriflce 
exaltatur.  Pro  cuius  assidua  propagatione  sex  de  nostris  apostolici  operarli  inibì  hodie  conslanter 
assistunt;  aliique  quatuor  illur  quamprìmum  ex  hac  provincia  transibunt  ad  idemmet  munns  vi 
idem  ODUS  subituri.  Veruni  tamenjiis  temporibus  dira  persecutio,  odiumque  in  sanctamFidem  (Deo 


.> 


I N  LETTEKK 


sic  permitteute)  omnia  penitus  contrivit:  Ecclesiae  namque  dirulae  et  propliaiiaUit;  cliriòtini!i  iJi«i'«fM 
l'I  odio  hahiti;  evangelici  ministri  persecuti,  ad  necemque  vel  exilium  conquisiti  sunl  et  fueruul; 
quam  ob  causam ,  ut  fugiant  a  facie  arcus  tyramnorum,  subveniantquc  ndciibus  occultU  pabulo 
SacTamentorum  evangelicaeciue  doctrinae,  circumeunt  in  melotis  et  pellibus  caprinis,  egeDtes,  angn- 
stiati,  afUicti,  quìbus  dignus  non  erat  mundus,  In  solitudinibus  errantes,  in  mootibus  et  speloncis 
et  in  cavernis  terrae;  et  quia  testimonio  fldei  probati  inventi  sunt,  a  Christo  Jesu  DumìDO  Noslru 
suis  in  lahoribus  cflScaciter  iuvantur,  atque  do  manifestìs  periculis  multoties  miraculose  erìpiuntar. 
Et  ideo,  gratias  agentes  Deo  Patri  per  ipsum ,  opus  Dei  constanter  prosequuntur,  tot  ioteremmoas 
gaudio  spirituali  perfusi  ;  expectantesqiie  univer^alem  ipsius  imperii  ad  Christi  fldem  conversiunen, 
ipsam  fusis  precibus  inenarrabìlibusque  lacrymis  ab  omnipolenti  Domino  deVotissime  exoranL 

•  In  Cochinchinac  vero,  magno,  Sinis,  vicino  regno,  anno  praeterito  1750,  duodecime  nostm 
Heligiosis  evangelici  ministri  numerabantur.Qui  quidem,  muUipricatislaboribu$,sed  copiosis  fractiboft 
magis  ac  magis  in  dies  crescentibus,  continua  sanctì  Evangeli  predicatione  Sacramentoruoque  adini- 
nistratione  collcctis,  in   triginta  septem  Ecclesiis  iam  ab  illis  et  suis  antecessoribas  aedìflcatis, 
adnexis  etiam  quinquaginta  octo  oratoriis,iam  in  curia  Regia  habitabant,  iam  in  vicis  abscondebaDUir, 
iam  per  deserta  peregrinabantur  ;  atque  ex  istis  uliisque  pormultis  laboribus  prò  Ade  catholicaao- 
plianda  sustentatis,  sexdecim  millia  ducentaesexaginta  animae  ab  ipsis  in  spirituaiibus  pascebantur. 
Sed  (proh!  dolor)  eodem  anno  quinquagesimo  contra  omnes  ministros  evangelicos  valida  tempesta 
exhorta,  diraque  persccutio  stabilita,  omnia  penitus  subvertit.  Siquidem,  ex  decreto  Regis  MìssiuDarìb 
Ai>ostolicis  in  Macaum  relegatis,  Ecclesiae  eversac  sunt.  Aliqui  vero  ex  dictis  nostris  Missionarii«, 
relatis  in  laboribus  vita  functi,  alii  in  alias  missiones  trauslati,  alii  deniquo  in  hanc  rrovinciamredìeiv, 
ex   quibus   Frater   noster  Josephus   a   Conreptiono,  qui    Irigesimum  annum   In  illis   MissioDÌbus 
expleverat,  sexagenarius,  factusciue  Diflinitor,  uullactenus  acqiiievit,  donec,  renunciato  officio,  «un 
duubus  oporariis  anno  quinquagesimo  quarto  iterum  ad  Cambodiam,  Cochinchinae  vicinam,  se 
contulit  :  ubi  sulus  (duo  enim  socii  sunt  defuncti)  ministrai  in  spirituaiibus  tribus  niillìbus  fldelibos 
Ciambodianis,  qunmplurimosque  chrìslìanos  Cocbinchinas  ad  eum  venientes  recipit,  refuvet  ac  pabnk 
spirituali  solatur.  Nunc  vero,  unus,  voi  alter  huius  Pros  inciac  lllius  sociabitur  dicto  Patri,  ut  qaoqw»- 
modo  in  illa  Domini  vinea  laborent;  cumque  voluntas  Dei  sit,  in  Conchinchinam  intrent  et  inibì  vlan 
aperiant;  hacteuus  namque  ibi  quibusvis  Missionariis  aditus  est  interclusus.  In  Missionibus  Sineo- 
sibus  laboravit  noster  Frater  Antonius  a  Matre  Dei,  aliter  de  Almaden,  praedicator,  qui  rigurosa  io 
perseculione,  cum  clam  et  per  noctem  sacrum  peragebat,  aliaque  Sacramenta  lldelibas  aministnbat, 
inventus  fuit  ab  persecutoribus  et  requirentibus  eum;  qui  catervatim  il  illum  irruentes,  nipote  ab 
omni  umanitate  alieni,  ipsum  fustibus  ac  nagcllis  crudelissime  cnecidcrunt,  pracsertim  iu  capile; 
cumque  iam  animam  agerc  viderunt,  reliqucrunt.  Caeterum,  Dcd  >itam  illius  ad  alia  tolleramU 
supplicia  prò  cathuliea  fide  reservante,  catenis  a  feris  sattelitibus  vinctus,  permultis  laboribus  prò 
amore  Dei  animarumque  salute,   tum  in  carceribus  locorum  (ubi  tamquam   reus  mortis  iDclnsas 
custodiebatur),  tum  in  diutino  itinere  superatis,  pervenit  tandem  ad  imperialem  curiam  Pekinefi- 
Sem  :  perpensaque  inibi  illius  causa,  nempe  quod  contra  Imperatoris  decretum  lìdem  Christi  prae- 
dicabat,  quamvis  primum  fuit  capite  damnatus,  postea,  tamen,  in  exilium  ab  omnibus  illius  inpefii 
dominis  mutata  sententia,  executioni  tandem  fuit  aman<lata  :  quod  quidem  egerrime  tulit,  resignatu 
tainen  divinae  vuluntati,  noster  Fraler  Antonius,  vitam  prò  Ade  catholica  Domino  domlnantium  sani- 
llcare  toto  corde  desiderans.  Igitur  cum  Macaum  pervenisset  prò  Christo  relegatus,  obtentaque  Supe- 
riorum  lioentia,  ad  Cochincbinam  se  contulit ,  ubi  per  annos  quinque  illis  in  Mìssiouibus  abondanter 
laborans,  demum  in   naufragio  demersus  et  arquis  praefocatus  occubuit,  l)onum  de  se  nomen  et 
exemplum  caeteris  relinqnens.  De  ipsius  etiam  praetiosa  morte  hoc   venit    notandum ,  quod  fon 
a  sociis  christianis  eius  radaver,  iuxta  litus  repcrtum,  in  ipso  litore  sepullum  fuissel,  tamen  Reli- 
gi»>si  viciniores  decreverunt  ad  Ecclesiam  deportandum  in  ipsaque  sepeliendum.  Cumque  in  trigesima 
die  ab  eius  morte  cadaver  exhumaretur  (o  beatam  animam!)  runclis  ccrnentibus,inlegrum  et  flexibile. 
et  absquc  ulta  corruptione,  imo  potius  suavem  spirans  odorem,  est  repertum.  Mortai  sunt  piae- 
terea  in  China  his  temporibus  alii  Missionari!,  huius  Provinciae  filii  specialìs  notac;  scìllcet  Frater 
noster  Joannes  de  Villena,  praedicator,  qui  per  vlginti  annos  et  amplius  ibi  laboraus,  aberes  fracms 
collegit,  mortuusque  in  bona  virtiitis  fama,  cum  quatriduo  insepultus  iacuisset  ob  atisentiam  sacer- 
dotis,  et  oh  christianorum  devotionem,  postremo  inrorruptus,  flexihilis  hilarique  vultn  gratiosos  a 
Fralre  nostro  Emmanuele,  qui  hic  ordine  sequitur,  inventus  et  sepultus  est.  Fraler  noster  Emmanirl 
a  S.  Joanne  de  Capistrano,  qui  post  obitum  laudalur  a  socis  buie  Provinciae  scrìbentibas:  IHctuiH 


LETTEHE  M^ 


Fratrem  maiorem  fructum  fecisse  io  Missionibus  per  deecm  annos,  temporeque  persecutionis,  quam 
alius  possit  facere  per  viginti  tempore  pacis  I  Hic,  demum ,  intensos  vesicae  dolores  propter  lapillos 
habitualiter  patiebatur;  cum  vero  eral  occupatus  in  ministerio  verbi  Dei,  vcl  in  Sacraraentoruni 
distri butione,  nullum  senlicbat  dolorem.  Frater  Antonius  a  Conceplione,  Laicas,  mcdicus  et  chirur- 
giis  Missionariorum  Sincnsium,  adeo  virtiiosus  et  charitativus,  ut  omnes  curaret  egrotos,  tam  (Idcles 
iiuam  infldeles;  quibii3  multum  prodcrat  tam  verbis  quam  exemplis  ad  ipsorum  convcrsionem  ; 
hocque  fecit  per  duos  supra  quinquaginta  annos;  ideoquc  ab  omnibus  Sinis,  etiam  Mandarinis  et 
Imperatoribus  magni  habitus;  passimque  ab  omnibus  pater  pauperum  dicebatur.  Magnifìcae  exequiau 
in  eius  praetiosa  morte  a  multis  in  Macao,  et  praecipue  ab  Illustrissimo  Domino  Episcopo  do 
Malaca  celebratao  sunt.  Frater  noster  Didacus  a  S.  Josepho,  praedicator,  animarum  indcfessus  lucra- 
tur  et  conquisitor ,  quampluries  a  Domino  suis  in  ]aI)oribus  sanctisque  lucris  mirabiliter  fuit  adiuctus; 
trlginta  quinquc  annis  suae  Missionis  Inter  persecutionis  procellas  explctis,  septuagenarius  in  paco 
reqoievit.  Goronidem  impunat  Sinensibus  Missionibus  unius  saeculi  vir,  noster  Frater  Michael  Roca, 
praedicator,  anno  immediate  practerito  (1758)  roortuius,  aetatis  nonaginta  sex  annis,  Sinicac  Mis- 
Hionis  sexaginta  duobus:  qui  pluries  Commissarius  Provincialis  illarum  Missionum  fuit,  plurìmumquc 
et  forti  ter  in  ipsis  iaboravit. 

•  In  Cochincliina,  vero,  praeter  alios,  apostulìcis  laboribas  insudantes,  ex  hac  vita  mortali 
migravere  sequentes:  Frater  noster  Hyeronimus  a  SS.  Trinitato,  praedicator,  illiusquc  Seraphicae 
MissÌMiis  bis  temporibus  fundator,  vel  potius  rcstaurator;  qui  plurimum  Iaboravit  in  illa  Domìni 
vinea  per  vigintiquinque  annos;  ubi  Commissarius  Provincialis  illius  Missionis,  ac  Pro-Vicarius 
Apostolicus  totius  Gochinchinae,  Camboiae  et  Chiampae  cxlitit  non  paucis  annis.  —  Frater  noster 
Philippus  a  D)nceplione,  vel  de  Toledo,  praedicator  et  Commissarius;  qui,  praeter  conlinuos  laboros 
ipsius  Missionis  Inter  infldeles  et  malos  cbristianos  per  annos  vigintiocto,  ipsemct  cum  dicto 
Fratre  nostro  Hyerunimo  in  tempestate  valida  contra  romanam  fldem  eiusquc  praedicatores  apostolicos 
a  Jansenislis  excitata,  vlncula  et  carceres,  verbera,  ludibriaque  pcrmulla  (supra  cacteros  Missionarios 
aliarum  Institutionum)  ipsi  duo  fortiter  et  patienter  (Deo  adiuvante)  sustinuerunt.  —  Deniquc 
frater  noster  Franciscus  a  Conceptione,  praedicator,  qui,  praeter  ordinarios  inter  infldeles  labores  per 
viginti  annos  toleratos,  ob  pacem  Missionis  Seraphicae  consequendam,  a  dominis  GalHs,  Franciscanos 
e  Gochinchina  cxpeliere  conantibus,perturbatam;  utpote  tunc  temporis  pluribus  annis  Commissarius, 
pcrmuKa  in  contentionibus  ac  litigiis  prò  nostro  iure  tuendo,  hac  illacquc  in  ilineribus  hanc 
Provinciam  de  sui  muneris  negotiis  consulturus,  humili  religiosaque  constantìa  perpcssus  est. 

•  lo  civitate  Manilensi,  Philipt)inarum  metropoli,  habet  haec  Provincia  unum  tantum  communi- 
(atis  Conventum,  ubi  rigorosa  nostri  Hegularis  strictiorìs  Instituti  observatio  viget.  Ad  Novitiorumque 
educa tionnm  et  Professorum  publìcam  studiosi tatem  quandocumque  necessitas  postulai,  inibì 
inagistri  instituutur. 

•  In  praedicta  civitate  habet  insoper  Monialìum  Conventum,  ubi  triginta  septem  domìnac  paupe- 
res  ac  Christi  sponsae  summa  vigilantia,  admìrabilique  chrislianorum  excmploS.  Clarae  Regulam  et 
profitentur  et  observant.  Habet  praeterea,  et  prò  tunc  exlant  Fratres  centum  quinquaginta  octo.  Ex  qui- 
has:  Palres  Provinciae  tres  solummodo  munerantur;  Sacrae  Theologiae  Lector  unus;  Praedicatores  us- 
que  ad  nunerumcentesimum  decimum  quintum;  Confessores  inveniunturt  riginta;  Laici  vero  duodecim. 

•  A  data  minutae  (  videlicet  vìgesima  prima  augusti  anni  1753)  prò  Capìtulo  Generali  practerito, 
Murciae  celebrato,  usquc  in  praesens,  mortoi  sunt  Fratres  quadraginla  duo.  Qui  omnes,  tam  prò  fldc 
ratholica  propaganda,  quam  ipsis  in  neophitis  conservanda  etconflrmanda  magnos  labores  sustulere, 
relìgioseque  et  excmplariter  viventes,  viiae  ipsonim  uitimum  dicm  clauserunt. 

«  Ex  Monialibus  tandem  a  supradicto  anno  et  die  usquc  nunc  sex  decesserunt  e  vita;  omnesque 
magno  cum  odore  virtutum. 

<  Haec  sunt,  quac  ad  hanc  Divi  Gregorii  Philippinarum  Provinciam  pertioent.  In  quorum  tldem 
praeseotes  dedimus,easquc  manibuspropriis  subscripsimusac  sigillo  malori  huius  dictae  Provinciae 
munivimus  in  nostro  Gonventu  PuriQcationis  B.  Marìae  Opidi  de  Dilao,  die  trigesima  meosis  iulii 
anni  Incaroationis  millesimi  septìngentesimi  quinquagesimi  noni. 

Frater  Franciscus  a  s.  Rosa,  Frater  Joseph  de  Yadila, 

Minister  Provincialis  f  Sigillo)  Deflnilor 

Frater  Michael  Garcia,  Frater  Franciscus  Vessado  pr  Rroja, 

Deflnitor  Deflnitor. 

Frater  Michael  de  Sevìlla, 
Deflnitor. 


o20  LKTTKIIE 


A»M 


Ita  est 
Fr.  Joannos  a  Santo  Antuxh», 

Custos 

Da  questo  solo  documento  può  giudìcaa'  Taveduto  lettore  di  quale  importanza  sii  siala 
razione  dei  Francescani  in  tutto  l'Arcipelago  Indiano,  nella  Cina,  Concincina,  ec.,  e  quali  (atklie 
e  travagli  costò  a' Missionari  della  Chiesa  cattolica  il  ditTondere  1*  evangelica  lace  fra  quelle  ancora 
ottenebrate  nazioni*  e  il  trarre  le  anime  alla  luce  della  fede  e  ai  bcnctlct  del  CrisUano  incìvilìmeolol 

«..  336.  Lettere  della  Cina  dei  Padri  Francescani  Osservanti, 

Fr.  Luigi  da  Signa,  eletto  Vescovo  Anthedonense,  Fr.  Fortuna' 
Brazzini,  Fr.  Giovanni  Antonio  Buocher  da  Portoferraio,  Vescov 
Rosaliense,  e  Fr.  Gioacchino  Salvetti,  Vescovo  di  Euria. 

(■n  volume  in  foglio.  Sono  32  lettere  copiate  dagli  originali  dal  P.  Facondo  Giannotti,  IL 
clie  me  ne  fece  dono.  Del  Salvetti  scrisse  una  liella  Biognifla  il  Padre  Francesco  Frediari,  inserii 
nel  volume  l*ro»e  e  Verni  dello  stesso  Padre,  pubblicati  in  Prato  il  i853«  e  V  anno  appresso  rislamptv.^.-» 
in  Napoli  nella  Tip<jgrafla  del  Vaglio. 

Di  quelle  del  Pa4lre  Bcik^her  già  abbiamo  parlato:  le  altre  non  sono  meno  importanti  per   1  ■■ 
storia  delle  Missioni  Cinesi.  E  il  lettore,  meglio  che  da  qualche  brano  che  ne  potremmo  qui  rifeiiv^^^ 
vogliamo  che  lo  giudichi  da  una  breve   notizia  storica  della   vita  di  cotesti  Missionari,  la  qita&l^ 
possiam  dire  che  si  compendii  nella  sopradilofta  Iliografla  che  d'uno  d'essi  (che  fu  il  Padre  SalvelCi  > 
lasciò  il  Frkdiam.  E  riproducendola  qui,  come  già  abbiam  fatto  di  (lualchc  altro  documento  consimll^y 
uniamo  a  questo  Saggio  Itibliografico,  secondo  che  promettemmo,  come  nna  tela  di   tatle  le  nostro 
Missioni. 

«  Nel  convento  de' Minori  Osservanti  di  S.  Homano  nel  Valdarno  inferiore,  il  di  35  di  febliraio 
del  1787,  il  nLiestro  de'  iiovizii  poneva  questo  ricordo  nel  libro  delle  vestizioni  :  «  Oggi  si  è  rieemto 
all'Ordine  il  giovane  Domenico  Salvetli,  mutandogli  il  nome  natalizio  in  quello  di  Giovaccfalno.  • 
Cinquantotto  anni  dopo,  nel  libro  de' morti  di  quel  conventosi  scriveva:  t  Si  ò  avuta  noUiia  della 
morte  di  monsignor  (ìiovacoliino  Salvetti,  avvenuta  nella  Cina  il  'ìi  di  settembre  del  1843.  >  Bla  • 
poi<*hf>  queste  non  sarebliero  di  (ut  sr  cose  degne  di  tramandarsi  alla  posterità,  era  debito  far  me- 
moria ddlc  eminenti  virtù  di  un  n-ligioso,  il  quale  nel  More  degli  anni  e  delle  s()eranze,  abbandO' 
nato  il  cielo  ridenti*  d' Italia,  i  parenti,  gli  amici  e  le  cos<>  più  caramente  dilette,  si  spinge  altra' 
M>rso  d'immensi  pericoli,  iit  Iracria  di  nuovo  mondo  v.  di  nui>vi  fratelli,  per  operare  la  loro  stiate. 
Kd  io,  secondo  la  tenuità  lielT  ingegno  e  delle  forze  mie,  sonomi  in  ciò  adoperati»,  affinchè  di  isolo 
onore  ed  esemfiio  derivatori  da  lui  non  sen»bri  sconoscente  il  suo  Online. 

•  Il  i9  di  gennaio  ilei  i7(>>j  nacipie  (gli  a  Bagno  ud  Aqua,  detto  volgarmente  Bagno  di  Ca- 
sciana,  da  (ìiuliano  Salvelli  e  dalla  Colomba  Marconeini,  coniugi  di  specchiato  costume,  e  agiati 
de'beni  della  fortuna.  La  quale  ultima  parlicolartà  de' genitori  io  non  avn>l  punto  toccala,  se  non 
gli  fosse  venuta  a  grande  onore  nell'umile  e  penitente  vita  che  prese  dip«»i  rendendosi  reli^«*o- 

•  Baro  è  l'Ile  la  puerizia  non  lasci  intrn vedere  quello  che  sarà  1'  uomo  nella  vita.  E  la  pueriri* 
di  lui  consolò  i  genitori  di  liete  speranze,  le  (|ua]i  a  suo  bMnpo  recò  pienamente  ad  effi^tto.  Perl** 
ehe,  scorgenilo  in  esso  forte  amore  e  tendenza  allo  studio,  e  non  amando  disgiungere  l'utilità deU* 
istruzione  dalle  dolcezze  della  educazione  domestica,  lo  affidarono  assai  per  tempo  al  maglslettìdi 
un  dabbene  ecclesiastico  che  teneva  la  pubblica   scuola  di  quel    paese.   I^a   sua  dolce  natOfSi  1' 
ingenuitii,  il  candore  e  tutte  le  care  doti  che  fanno  amabile  quella  prima  età  si  guardagnarono  ÌM 
presto  l'animo  del  maestro  e  de' condiscepoli.  E  la  costoro  benevolenza  gli  dovette   riuscire  a$tti 
t»pportuna  a  tem])erargli  il  dolore  rbe  cosi  di  buon'ora  venne  ad  amareggiargli  in  vita  per  la  morte 
del  padre.  Le  onorevoli  testimonianze,  che  gli  rendono  molti  stati  con  lui  a  quella  scuola, (Uìih) 
fede  della  diligenza  e  assiduità  sua  allo  studio,  rara  a  quella  età:  come  anche  della  sua  sa\'iem 
e  della  lM)ntà  de' costumi,  che  seppe  eonservare  illibati  in  quegli  anni  giovanili  ai  quali  ordinali^ 
mente  tanti  pericoli  Duino  insidia. 


LETTERE  o21 


•  Secondo  che  i  tempi  portavano,  lo  studio  di  quasi  tutta  ia  giovinezza,  per  ragioni  che  qui 
non  fa  di  ridire,  era  nel  latino.  Se  a  lui  pure  toccasse,  e  Ano  a  che  segno,  quella  ventura,  non  so. 
So  bene  che  V  aver  molto  studiato  in  quella  lingua  gli  fu  in  appresso  d' assai  giovamento  ad  appren- 
dere ed  insegnare  le  scienze  che  in  quella  solamente  si  solevano  scrivere.  Del  resto  non  entrerò  io 
qui  giudice  né  del  troppo  d'allora,  nò  del  troppo  poco  che  alcuni  lamentano  dei  tempi  nostri. 
Persuaso,  com'era,  il  buon  giovinetto,  che  princìpio  e  cardine  del  sapere  si  è  il  timore  di  Dio, 
questo  ad  ogni  studio  mandò  sempre  innanzi,  e  in  ogni  studio  altro  non  cercò  mai  che  il  vero,  il 
buono,  l'utile.  £  poiché  l'animo  suo  signoreggiarono  sempre  due  affetti  potenti:  desiderio  della 
propria  salvezza  e  amor  dei  fratelli;  per  meglio  ciò  conseguire,  rispose  al  celeste  invito  che  lo 
chiamava  alla  religione,  e  ai  diciotto  anni  prese  l' abito  di  san  Francesco. 

•  Compiuto  con  molta  lode  l' anno  del  tirocinio,  e  fatta  solenne  professione  de'  voti,  i  superiori 
lo  mandarono  agli  studii  della  filosofia  e  quindi  della  teologia  ;  ne'  quali  fece  tali  progressi,  che  nel 
1794  in  un  concorso  provinciale  tenutosi  a  Poggibonsi  ebbe  grado  di  lettore  nella  prima  di  queste 
discipline.  A  legger  la  quale  vennegli  destinato  il  convento  d' Ognissanti  in  Firenze,  ove  le  più  care 
speranze  del  suo  istituto  crescevano  al  decorp  della  religione  e  della  patria:  e  cosi  cominciò  per 
tempo  a  compiere  1'  uflcio  dell'  uomo  sapiente,  che  é  giovare  i  simili  del  proprio  sapere.  Ivi  se  gli 
aperse  largo  campo  a  spargere  la  buona  dottrina  e  rintuzzare  la  falsa,  che  di  que'di  riproducevasi 
oltremonte,  affatto  opposta  a  quella  di  Gesù  Cristo:  L'anima,  perchè  materiale,  passare  col  corpo: 
le  operazioni  di  lei  essere  nulla  più  che  movimento  delia  slessa  materia:  la  rivelazione,  una  fola: 
impostura  e  guadagneria  di  preti  la  religione.  Perciò  faceva  ammoniti  que'  giovani  si  guardassero 
da' lóro  sofismi,  e  ripulsassero  con  dirittura  di  ragionamento  le  loro  cavillazioni.  Soprattutto  poi 
tenessero  per  fermo,  scaturigine  e  fonte  di  quelle  e  di  altrettali  stranezze  e  delirii  essere  la  superbia. 
Perocché  ove  l' intelletto  del  superbo  si  avvenga  in  cose  a  capir  le  quali  non  basta  l'acume  naturale 
dell'  uomo,  fieramente  s' irrita  del  non  poterle  di  per  so  comprendere,  ma  doversi  umiliare  all'  auto- 
rità d'  un  Dio  che  parla.  Quindi  sdegnando  quejl'  umile  soggezione,  e  nella  sola  ragione  fidando , 
cade  in  mille  stravaganze  e  assurdità.  Per  questo  non  dimenticassero  l'avviso  di  Paolo:  di  non 
brigarsi  cioè  di  sapere  più  là  di  quello  che  è  d'  uopo  sapere,  ma  sapere  a  sobrietà.  11  mondo  fu  poi 
testimone  de*  frutti  che  si  colsero  si  ncll'  una  come  ncll'  altra  scuola  :  in  quella  cioè  del  superbo 
che  nulla  crede  perchè  nulla  intende,  e  in  quella  dell'  umile  che  tutto  intonde  perchè  tutto  crede. 
E  piaccia  a  Dio  che  questa  ragione  dell'  uomo,  intorno  alla  cui  preminenza  pur  oggidì  si  travagliano 
tanti,  non  tenti  di  nuovo  farsi  donna  di  province  non  sue. 

I  Compiuto  il  consueto  triennio  di  qucU'  insegnamento,  i  superiori,  che  bene  intendeano  quanto 
importi  ad  avere  buoni  ed  utili  religiosi  la  scelta  di  savio  e  discreto  institutore  che  ne  guidi  i 
primi  passi  nel  nuovo  sentiero  e  sia  loro  a  vece  di  padre  e  di  madre ,  lo  elessero  a  maestro  de' 
novizi!.  E  questo  uficio,  eh'  egli  tenne  prima  in  Siena  e  poi  a  San  Romano,  crebbe  in  lui  lo  studio 
della  perfezione.  Poiché,  sentendo  necessità  di  questa  massima,  che  chi  è  maggiore  in  dignità  debba 
pure  soprastare  in  virtù,  e  come  il  reggitore,  cosi  i  sudditi  ;  pose  l'animo  a  confermare  coli'  opere 
la  santità  della  dottrina  che  andava  inculcando  a  que' giovani.  Non  austero  cipiglio,  non  oltraggiosa 
burbanza,  non  rigidezza  superstiziosa;  ma  soavi  maniere,  temperato  e  bene  inteso  rigore,  affabilità, 
cortesia,  affetto  paterno,  erano  i  modi  con  che  gli  veniva  accendendo  noli'  amore  della  virtù,  e  nell' 
esercizio  delle  pratiche  della  religione.  E  1'  esempio  che  loro  porgeva  da  imitare  era  la  vita  di  quel 
poverello  sotto  le  cui  umili  ma  pur  gloriose  bandiere  intendevano  di  militare.  Della  costui  umiltà, 
povertà  e  amor  grande  a  Dio  e  agli  uomini  informava  que'  teneri  petti,  animandoli  a  smentire  col 
(atto  proprio  quella  ingiusta  e  villana  taccia,  essere  i  frati  danno  e  fastidioso  ingombro  della  civil 
società.  E  che  nemmeno  egli  fosse  tale  il  dimostrò  per  prova,  allora  che,  dopo  alquanti  anni  di 
quel  ministero,  deliberò  di  porre  in  atto  un  suo  bel  divìsamcnto,  dico,  la  missione  ne'  paesi  degl' 
Infedeli,  alla  quale  sentivasi  da  molto  tempo  divinamente  inspirato.  Per  la  qual  cosa  chiesto,  e  dopo 
lunghe  prove  ottenuto  il  sospirato  passaggio  alla  Cina,  il  2  di  febbraio  1804  si  mise  in  mare  a  Livorno 
per  alla  volta  di  Lisbona,  ove  prese  terra  il  2  4|^  marzo,  dopo  non  molto  prospera  navigazione. 

«  Assai  prima  di  muovere  da  Livorno  avea  scritte  lettere  di  commiato  alla  madre  e  agli  amici, 
le  quali  fanno  aperta  testimonianza  della  santità  del  fine  per  cui  prendeva  quel  difficile  ministero, 
e  della  bontà  dell'animo  suo.  «  Ora,  cara  mamma  (così  chiudeva  una  lettera  a  lei,  del  39  novembre 
1803),  fra  tante  altre  cose  che  vorrei  dirvi,  queste  sole  scelgo,  che  giudico  le  più  essenziali;  e  sono, 
che  non  lasciamo,  tutti  d' accordo,  di  pensare  e  spesso  riflettere  alla  caducità  di  tutte  queste  nostre  cose 
terrene  ;  alla  brevità  della  nostra  vita  ;  all'  iicertezza  non  solo  della  morte,  ma  del  «ome  dovremo 

SI 


322  LETTEUE 


morire  ;  a  quanto  imporli  d' assicurare  un  eterno  riposo  alle  anime  nostre  che  costano  il  sangne 
preziosissimo  di  un  Dio  morto  per  noi  ;  a  quant'  alto  ascenda  il  nostro  dovere  d' amar  Dio  sopn 
ogni  altra  cosa  ;  alla  brevità  del  patire  di  questa  vita ,  e  ali*  etemo  godere  dell'  altra.  •  E  indi  a 
pochi  mesi,  pur  di  Livorno,  era  tornato  a  scrìverle  in  queste  parole.  •  Sappiate  che  questo  giorao 
(era  il  primo  di  febbraio  del  1804)  nel  nome  del  Signore  e  della  sua  purissima  madre  Maria  an- 
tissima,  unitamente  al  mio  compagno  abbiamo  intrapreso  il  viaggio  della  Gina,  dove  se  avremo  b 
sorte  di  potere  esercitare  r assuntoci  ministero,  laverò  per  una  grazia  singolarissima  deldatord* 
ogni  bene.  Grazia  desiderata  e  bramata  da  tante  anime  grandi,  eppure  loro  non  conceduta  per  toi 
sapientissimi  e  giustissimi  del  nostro  Dio  . . .  Con  tutto  questo  però  non  voglio  scoragglrmi;  perchè, 
quantunque  io  mi  riconosca  e  realmente  sia  un  soggetto  miserabile  e  meschino,  tanto  più  appontu 
risplenderà  in  me  1'  opera  di  Dio ,  di  cui  tutto  è ,  e  da  cui  tutto  ripeto  quanto  vorrà  degnarsi 
operare  per  mio  mezzo.  « 

«  Nò  erano  giovate  a  sconfortarlo  dalla  presa  risoluzione  le  difficoltà  che  si  attraversavano  • 
quel  passaggio  por  la  troppo  barbara  gelosia  de'  Cinesi  di  non  ricevere  nessun  forestiere  nel  paese 
loro;  talché  l'entrarvi  furtivamente  fosse  un  cimenlArsi  alla  morte  o  a  perpetua  prigionia,  o^per 
minor  male,  a  lunghissimo  esilio.  E  non  doveva  essergli  ignoto  il  fatto  d'una  nave  portoghesr 
che,  dall'impeto  di  sfrenata  tempesta  sospinta  a  quelle  spiagge,  fu  dì  presente  con  le  merci  «»• 
liscata,  e  quanti  v'eran  sopra  battuti  inumanamente,  e  per  di  più  dannati  a  perpetua  catena.  Ih 
il  santo  sacerdote,  caldo  il  petto  di  quella  carità  che  tutto  patisce,  tutto  sostiene,  tutto  spera  ed 
aspetta,  nulla  pensoso  di  sé,  molto  d'altrui,  non  paventava  pericoli,  non  ricusava  travagli,  noi 
dolori,  non  morte.  Lo  faceva  animoso  il  pensare  che  aveva  fratelli  in  quelle  remote  regioni  bisognoiì 
di  lui,  ed  egli  poteva  far  loro  del  bene.  Il  perchè,  aspettato  in  Lisbona  che  il  tempo  si  racconciasse, 
ne  partì  il  29  di  marzo,  e  a'S5  di  maggio  toccò  il  porto  di  Rio  Janerio,  dove  prese  stanza  neir 
ospizio  de'  Cappuccini  italiani,  missionari!  nell'America  portoghese.  Statovi  diciassette  giorni,  si  mise 
nuovamente  in  mare,  e  il  sedici  di  settembre  coq  felice  navigazione  per\'enne  a  Macao.  «  È  Maeu 
(sono  sue  stesso  parole)  una  colonia  di  Portoghesi,  alle  frontiere  qui  della  Gina,  permessa  loro  di 
ciuesto  imperatore,  dove  essi  si  sono  fortificati ,  e  disciplinati  all'  usanza  d' Europa ,  con  chiese  t 
religione  pubblica;  e  però  anche  la  chiave  di  tutte  queste  missioni,  la  Cina  cioè,  Tonctiino,  G)di- 
Cina,  e  luoghi  adlancenti.  >  Ivi  soprastette  più  d' otto  mesi,  attendendo  buona  opportunità  d'introdoni 
in  quel  difficile  impero.  Ed  una  se  gliene  ofTrl  la  sera  del  22  di  maggio  1805,  che,  attese  le  pw- 
cauzioni  e  i  riguardi  tutti  che  furono  a  ciò  messi  in  opera,  faceva  pronosticare  un  «sito  fortuna- 
tissimo. E  da  quel  giorno  agli  otto  di  giugno  di  quell'anno  medesimo  andarono  sì  bene  le  cose, 
che  nulla  restava  meglio  a  desiderare.  Se  non  che  un  infedele,  che  il  padron  della  nave  a'rea  messo 
dentro  per  aiuto  di  quella,  mandò  improvidamcnte  fallito  il  disegno.  Giunti  al  luogo  divisato,  contò 
d'uno  straniero  ch'era  arrivalo  con  seco.  Il  che  bastò  perchè,  rapporiata  la  cosa  al  mandarino, 
fossero  di  subito  mandati  sgherri,  che  lui  e  i  compagni  il  di  otto  di  quel  mese  tradussero  oelk 
pubbliche  carceri  ;  dalle  quali  non  uscirono  se  non  per  passare,  dopo  alcuni  giorni,  a  quelle  defla 
provincia  di  Quanton.  Là  per  ordinario  le  cose  si  sbrigano  assai  lentamente;  e  agii  esami  che  wt 
fecero  quattro  mandarini,  cinque  mesi  appena  bastarono.  Ecco  la  relazione  che  di  questa  sua  pri* 
gionia  ci  ha  lasciato  in  lettera.  •  Furono  meco  incarcerati  altri  tre  cristiani  cinesi,  uno  ch'era  il 
principale  mio  conduttore,  uomo  di  merito  per  l' attaccamento  e  travaglio  in  vantaggio  delle  mis- 
sioni,  per  cui  dieci  anni  sono  sofh*!  un'altra  volta  la  carcere,  un  altro  preso  per  aiuto  del  medesi- 
mo, e  il  padron  della  barca.  Negli  esami  le  cose  passarono  assai  lisciamente,  ad  eccezione  del 
secondo,  in  cui  il  mandarino  venuto  in  cognizione  che  anche  i  due  ultimi  suddetti  mìei  compagni 
erano  cristiani,  volle  tentarne  la  verità,  esponendoli  a  calpestare  l' adorabilissimo  segno  della  noitra 
redenzione,  la  santissima  Croce,  con  promessa  di  tosto  liberali  e  mandarli  alle  case  loro  se  e» 
facevano,  e  con  minaccia  di  percosse  e  di  rimanersene  in  carcere  come  noi  se  ricusavano.  Per  grazia 
del  cielo  ricusarono  il  primo,  ed  elessero  ti  secondo  ;  e  cosi  mitigarono  ancora  in  qualche  maDìm 
r  orrore  ed  il  raccapriccio  concepito  nel  vedere  disprezzare  si  vilmente  e  conculcare  il  suddetto  adoia- 
bilissimo  segno  della  santissima  Croce.  • 

«  Stavano  frattanto  i  buoni  confessori  di  Cristo  attendendo  più  mite  la  sentenza  delF  impen- 
tore  ;  ma  la  congiuntura  di  una  troppo  severa  persecuzione  mossa  contro  i  cristiani  in  PechlDO,  fo 
cagiono  che  ancora  su  di  loro  egli  aggravasse  la  mano.  Il  padre  Giovacchino  in  fatti  tn.  senleuiaio 
a  tre  anni  di  prigionia;  e  il  suo  conduttore,  che  nativo  era  di  quella  provincia  di  Chan-Si,  oltre 
il  tormento  della  canga  per  tre  mesi,  ebbe  anche  condanna  di  perpetuo  esilio  nella  Tartaria  àtnat, 


LETTERE  323 


langi  di  colà  sei  mesi  di  cammiDo.  È  la  canga,  secondo  la  descrive  il  sanV  uomo,  un  arnese  fatto 
di  due  grosse  e  larghe  tavole,  dalle  quali  per  un  foro  a  ciò  ordinato  viene  chiuso  e  serrato  il  collo 
del  paziente.  Gli  altri  due  prigionieri  ebbero  pur  l' esilio  di  un  mese  di  cammino.  Per  sentenza  del 
28  di  marzo  1806  il  padre  Salvetti  dalle  comuni  carceri  fu  tramutato  in  quelle  del  più  grande  fra  i 
mandarini  dopo  il  viceré.  E  fu  gran  ventura  per  lui  che  mercè  le  cure  di  uno  sconosciuto,  d' una 
cioè  di  quelle  anime  generose  che  non  rendono  grave  il  beneficio  con  V  ostentazione,  ma  nascondono 
perflno  alla  sinistra  quello  che  la  destra  fa,  gli  fosse  data  quella  carcere  appunto  ove  solitamente 
chiudevansi  i  mandarini  delinquenti.  Di  che  poi  serbò  sempre  nell'animo  riconoscente  viva  la  me- 
moria, come  fanno  fede  le  lettere  sue,  nelle  quali  a  disacerbare  i  dolori  di  sua  prigionia  va  spesso 
ricordando  con  affetto  soave  le  cure  pietose  che  gli  prestavano  gli  Europei  quivi  stanziati,  e  i  larghi 
sussidi  di  che  gli  erano  liberali  il  procuratore  di  Propaganda  residente  a  Macao,  e  un  personaggio 
di  nazione  inglese.  Sebbene,  a  dir  vero,  a  quel  petto  sacerdotale,  a  quell'anima  eminentemente 
evangelica  il  conforto  maggiore  veniva  dal  pensare,  che  fornito  il  tempo  di  sua  prigionia,  e  riman» 
dato  colà  d' onde  era  venuto,  poteva  pur  di  nuovo  tentare  quel  viaggio,  e  sortire  un  esito  meglio 
rispondente  ai  suoi  desiderii.  t  Con  tutto  che  (scriveva  dalla  carcere)  sia  volontà  di  chi  mi  detiene  in 
questo  stato,  che,  terminata  la  mia  prigionia,  me  ne  ritomi  d'onde  sono  venuto,  io  però  penso  all' 
opposto:  e  quando  mi  sarà  dato  pormi  in  libertà,  confidato  nell'aiuto  del  Signore,  spero  nuova- 
mente intraprendere  ciò  che  intrapresi  la  sera  del  22  maggio  1805.  •  Dal  che  si  fa  manifesto  come 
la  filosofia  della  croce  di  Gesù  Cristo  ha  massime  tanto  remote  dal  comprendimento  della  umana 
sapienza,  da  parere  stoltezza.  Essendoché,  mentre  i  seguaci  di  questa  rifuggono  fatiche  e  pericoli, 
e  vedono  un  bene  nella  cessazione  loro,  i  professori  di  quella  esultano  nei  travagli,  nei  pericoli  si 
riconfortano.  Sola  una  cosa  per  altro  dava  dolore  all'illustre  prigionero,  la  privazione  cioè  dei  san- 
tissimi sacramenti  e  del  suo  breviario. 

«  Uscito  di  quel  carcere  il  28  dicembre  del  1808,  e  risospinto  a  Macao,  fermo  nella  presa 
risoluzione,  in  minore  spazio  d'un  mese  ne  riparti,  indirizzandosi  verso  la  Cocincina,  di  dove  si 
tragittò  al  Tonchino,  e  quindi  tentò  introdursi  per  la  seconda  volta  nella  Cina.  E  ciò  vennegU  fatto 
con  migliore  successo.  Poiché,  attraversate  tre  province  di  quel  vasto  impero,  cioè  Yunnan,  Setchuen, 
e  Ghen-Si,  e  abbracciato  in  quest'ultima  il  santo  suo  confratello  padre  Giovanni  da  Triora,  che 
poi  più  tardi  diede  la  vita  per  Gesù  Cristo,  il  5  di  maggio  del  1810  pervenne  alla  meta  del  suo 
lunghissimo  viaggio,  a  Ghan-Si. 

«  In  tutto  quello  smisurato  impero  cinese  erano ,  secondo  le  relazioni  eh'  egli  ne  diede 
poi  in  lettera  del  1825,  solamente  tre  sedi  vescovili  ;  cioè  Pechino,  Nanchino  e  Macao,  dirette  sempre 
da  prelati  portoghesi  che  ne  avevano  l' annuo  stipendio  dal  loro  governo.  V  erano  poi  tre  vicariati 
apostolici;  cioè  Succinan,  Fockien  e  Chan-Si.  Il  primo  era  governato  da  preti  francesi  di  quella 
Congregazione  che  dicesi  delle  Missioni  estere;  il  secondo,  dai  Domenicani  spagnuoli;  il  terzo,  dalla 
Congregazione  di  Propaganda  che  da  molti  anni  valevasi  dell'  opera  de'  Minori  Osservanti  d' Italia. 
A  Chan-Si  teneva  allora  quel  grado  ii  padre  Luigi  Laudi ,  toscano  e  vescovo  Antedonese;  dal  quale 
in  quel  primo  suo  arrivo  colà  fu  il  Salvetti  deputato  alla  direzione  di  un  seminario  da  lui  edifi- 
cato qualche  dieci  anni  addietro. 

«  Ora  mentre  si  stava  con  amorosa  sollecitudine  educando  que'  giovani  bramosi  d'iniziarsi  all' 
ecclcsliastico  ministero  per  diventare  un  giorno  essi  pure  angeli  di  salute  a  immensi  popoli  che 
perivano  miseramente  nel  difetto  di  chi  recasse  loro  il  tesoro  della  fede,  dovette  abbandonare  quella 
pacifica  dimora.  Fu  cagione  di  ciò  il  rumore  che  si  sparse  d' una  persecuzione  contra  i  cristiani . 
Por  Io  che  gli  parve  spediente  porsi  a  sicurtà  sull'alto  d'una  montagna,  ove  erano  alcune  famiglie 
cristiane,  ed  ove  per  settanta  intieri  giorni  si  tenne  appiattato  dentro  una  spelonca  cavata  nella 
terra,  ordinaria  abitazione  si  di  quello  come  di  altri  luoghi  montuosi  di  colà.  E  posciachè  quei 
timori  furono  cessati,  egli  si  restituì  alle  cure  di  quel  seminario;  il  buon  reggimento  del  quale  non 
è  a  dire  quanto  a  lui  stesse  nell'  anima.  Poiché  vedeva  bene,  che  a  mantenere  in  istato  cosi  bella 
primizia  di  cristianità,  e  a  fare  che  non  isterilisse  o  si  perdesse  miseramente  il  frutto  di  tante  fatiche, 
era  bisogno  formare  nuovi  ministri,  e  tali  che  senza  ambizione,  senza  gelosie,  senza  gare  d' onore, 
ma  gli  uni  esempio  agli  altri  di  virtù,  nella  sola  carità  del  vangelo,  santificassero  i  popoli,  fratelli 
e  compagni  nel  pastoratico,  e  degni  del  primo  pastore  Gesù  Cristo.  E  a  questo  erano  volte  con 
indefesso  studio  le  sue  sollecitudini. 

«  E  poiché,  assai  prima  che  monaco,  stato  era  e  figliuolo  e  fratello  e  cittadino,  non  dimenticava 
i  parenti  e  la  patria  che  egli  amava  veramente,  ma  di  quell'amore  che  la  natura  inspira  e  la 


324  LETTERE 


religioDe  santifica,  lì  perchè  in  data  del  39  d'agosto  1811  scrìveva  al  fratello  parole  di  motto 
rammarico  per  non  aver  mai  vedute,  dacchò  era  partito  d' Italia,  lettere  de'  suoi  ;  e  tante  ne  avet 
egli  scritte  loro,  <  acciò  non  avessero  a  dire  (sono  sue  parole)  che  chi  si  assenta  dalla  patria  si 
scorda  in  breve  della  patria  stessa  e  dei  parenti.  »  Ivi  con  affannosa  soUecitudine  domanda  novelle 
della  madre  sua,  e  degli  altri  della  famiglia.  Tocca  poi  mestamente  dello  stato  infelice  d'Italia 
in  que*  giorni  che  videro  tante  contaminazioni  ;  e  lamenta  il  disordine  e  il  guasto  che  portato  n' 
avcano  forestiere  armi ,  straniera  favella ,  insolite  leggi  e  costumi.  Ma  soprattutto  lo  aoconva  il 
sapere  sbanditi  dagli  antichi  domicilii  i  pacifici  claustrali  ;  e  ingratamente  tacciati  d*  ignavia  e  d* 
impedimento  al  civile  progresso  gli  eredi  di  quei  prodi,  che  in  altri  tempi  stettero  soli  contn  la 
barbarie  del  mondo.  Finisce  :  «  Fratello  mio  caro,  se  i  presenti  tempi  calimitosi,  co'  quali  per  i 
nostri  peccati  va  Iddio  gastigando  il  suo  popolo,  non  serviranno  per  emendare  in  meglio  la  nosUa 
vita,  e  riformare  i  nostri  costumi,  ci  saranno  di  un  forte  rammarico  al  tribunale  di  Dio.  ■ 

<  Morto  a'  26  d'ottobre  di  quell'  anno  medesimo  quel  suo  vicario  apostolico  mentovato  di  lopra, 
e  rimasto  cosi  presto  privo  di  tanta  consolazione  quanta  gliene  veniva  dal  conversare  continuo  eoo 
quel  fiore  de'  sacerdoti  e  de'  vescovi,  s' ebbe  anche  l'altro  sconforto  del  dovere  sobbarcarsi  a  quel 
difficile  ministero.  Le  bolle  del  pontefice  che,  oltre  ad  instituirlo  vicario  apostolico,  lo  eleggevano 
vescovo  d' Euria  in  Epiro,  comecché  speditegli  il  31  di  febbraio  del  1815,  a  lui  non  pervennem 
prima  del  novembre  dell'  anno  seguente.  Laonde,  condottosi  dal  vescovo  di  Nanchino,  che  risedeva 
a  Pechino,  lungi  130  leghe  da  Chan-Si,  il  15  di  febbraio  del  1817  ricevette  dallo  mani  di  lui  1' 
episcopale  consecrazione.  Tornato  alla  sua  dimora,  fra  le  tante  fatiche  e  travagli  che  gli  davano  le 
cure  di  quel  ministero,  egli  mantenne  quella  fermezza  e  costanza  d' animo  che  a  ciò  si  richiedevano; 
e  buono  e  modesto  com'  era,  a  prodigio  e  tratto  speciale  di  Provvidenza  ascrìveva  se  a  mal  grado 
della  insufficenza  e  tenuità  sua  e  de'  tentativi  di  quel  governo,  1'  umile  navicella  di  Cristo  non  en 
naufragata.  E  per  vero  molte  tempeste  se  l'erano  levate  contro  in  quel  tempo:  poiché  allora  le  cose 
della  Gina,  in  ordine  a  religione,  erano  in  pericoloso  fragante  ;  e  parecchi  operai  evangelici  venivano 
tutto  giorno  in  odio  della  fede  giudicati  all'  esilio  o  alla  morte.  Tra'  quali  ultimi  e'  novera  tre  Et- 
ropei  di  quel  vicariato  medesimo  di  cui  aveva  egli  il  reggimento.  Il  più  poi  che  quella  persecuzione 
incrudelisse  si  fu  dal  1811  iosino  al  1819:  dopo,  le  cose  parvero  pigliare  migliore  aspetto;  e,  te 
ella  non  era  adatto  cessata  nell'  anno  1833 ,  di  cui  è  data  una  sua  lettera  a'  fratelli ,  aveva  però 
alquanto  rimesso  del  primitivo  vigore,  o  potevano  que'  buoni  fedeli  godere  di  una  certa  tranquillità. 
In  quella  lettera,  ricordando  ad  essi  i  corsi  pericoli  e  lo  obbligazioni  di  uno  stato  che,  come  dice 
il  Nazianzeno,  importa  non  sovvenimento  di  vita  ma  forma  di  virtù,  non  libera  e  assoluta  signoria 
ma  ministero  da  renderne  conto,  gli  richiedo  dell'aiuto  di  loro  orazioni  per  compiere  fedelmente 
1'  uflcìo  suo  e  condur  seco  a  salvamento  tante  anime  a  lui  commesse.  E  ciò  maggiormente  perché 
sebbene  non  ancor  vecchio,  ma  giunto  appena  a  quella  età  ove  l'  arco  della  vita  comincia  a  discen- 
dere, pur  tuttavia  sentiva  che  le  forze,  le  quali  per  le  fatiche  e  i  disagi  gli  venivano  mancando, 
lo  avvisavano  del  sepolcro.  Per  lo  che  aveva  chiesto  e  ottenuto  dal  pontefice  a  suo  coadiutore  un 
tal  p.  Antonio  da  Pompeiana  del  suo  istituto  e  di  nazion  genovese,  cui  egli  sacrò  vescovo  d'Ekinam 
nelle  parti  degl'  infedeli,  il  2i  di  giugno  di  quel  medesimo  anno.  Né  ometteva  d' inculcar  a'  suoi 
r  esercizio  delle  cristiane  virtù  :  pensassero  gli  abblighi  strettissimi  che  ha  il  fedele  con  Dio,  eoo 
gli  uomini,  con  sé  medesimo:  non  seguissero  i  molti  ciechi  che  si  fanno  duci:  conformassero  u 
vece  la  loro  vita  all'  esempio  de'  ferventi  cristiani  :  fuggissero  la  compagnia  de'  tristi  :  si  stringesseru 
ai  buoni:  non  odii,  non  risse,  non  dissipamenti,  non  usurc^  non  tresche:  brevi  e  fugaci  essere! 
godimenti  di  questa  vita,  interminabili  le  pene  riserbatc  ai  trasgressori  nell'  altra.  Del  resto,  sé  pare 
accusava  peccatore  miserìssimo ,  e  bisognoso  però  delle  loro  orazioni.  Di  questo  tenore  erano  le 
lettere  con  le  quali,  cosi  lontano,  amava  intcrtcnersi  co'  suoi  cari  parenti  che  maravigliavano  in  Ini 
tanta  bontà  d' animo  e  tanto  rara  modestia.  Della  quale  virtù  si  mostrò  così  tenero,  che,  se  alcuna 
volta,  per  contentare  i  pietosi  desiderii  di  chi  ne  lo  richiedeva,  era  costretto  a  dire  alcun  che  del 
moltissimo  bene  che  per  lui  si  faceva  in  quelle  missioni,  egli  con  prudente  accorgimento  a  Dio  solu 
e  alla  sola  virtù  di  lui  ne  riferiva  la  gloria.  Faceva  avvertire  che,  essendo  Iddio  prima  cagione  d' 
ogni  bene,  vuole  in  tutte  le  cose  procacciare  la  gloria  sua;  la  quale,  quantunque  nelle  opere  deili 
sua  mano  si  appalesi  in  diverse  maniere,  là  ove  si  mostra  più  apertamente  é  nell'  eleggere  agnndi 
imprese  deboli  e  infermi  strumenti;  e  per  ciò  non  dovere  far  punto  meraviglia  se  a  condurre  opeff 
d' infinito  travaglio  erasi  Iddio  servito  dì  lui,  dandogli  mente  e  cuore  da  rimettere  in  istato  qoelU 


LETTERE  825 


crislianiti  provata  con  tante  tribolazioni.  Avvegnaché  colui  clic  pianta  e  colui  che  innaffia  è  un 
nulla:  ma  il  tutto  è  colui  che  dà  il  crescere,  Iddio. 

•  Era  ben  naturale  che  si  care  doti  e  di  cuore  e  di  mente  dovessero  acquistargli  la  riverenza 
e  r  amore  de' buoni.  Nel  lft9,  passando  per  colà  monsignor  VeroHe  vescovo  di  Colomblca,  che 
andava  nella  Tartaria,  fu  a  visitarlo.  Onde  poi  in  lettera  ad  un  amico,  contando  dì  quel  suo  viaggio, 
ne  lasciò  parole  di  molto  affetto.  <  Il  39  d' ottobre  giunsi  finalmente  presso  il  vicario  apostolico  del 
Cban-Si  nella  sua  residenza  di  Tai-Yuen-Fou,  eh' è  sulla  via  maestra,  discosto  quindici  leghe  dalla 
capitale.  Quel  vecchio  venerando,  più  che  settuagenario,  mi  accolse  con  un'  amorevolezza  veramente 
patema.  Le  sue  infermità,  più  ancora  che  gli  anni,  gli  vietano  di  camminare  :  e  questo  doloroso  stalo 
ridonda  pure  in  sua  gloria  ;  perocché  nell'  entrare  in  Cina,  riconosciuto  nella  provincia  di  Quanton, 
e  posto  in  catene,  l'umido  del  carcere  gli  fu  cagione  d' una  paralisia  alle  gambe.  » 

«  Cosi  logorato  frattanto  dalle  fatiche,  si  veniva  lentamente  avvicinando  al  suo  fine  eh'  egli 
vedeva  senza  terrore.  E  che  poteva  spaventare  il  suo  animo?  Non  aveva  egli  sempre  ardentemente 
bramato  di  dar  la  vita  per  Gesù  Cristo  in  prò  de*  fratelli  1  Non  aveva  per  ciò  intrapresi  lunghi  e 
disastrosi  viaggi,  affrontati  pericoli,  patite  persecuzioni,  tollerati  osilii  e  prigione?  Ed  ora  non 
Iscorgeva  nella  morte,  vicina  la  patria,  rotte  le  catene,  Unita  le  servitù?  Oh  ben  poteva  ripetere 
coir  Apostolo  :  €  Ho  combattuto  il  buon  combattimento,  ho  compito  il  corso,  ho  servata  la  fede. 
Mi  sta  ora  preparata  la  corona,  della  quale  mi  farà  in  quella  giornata  retribuzione  il  Signore, 
giusto  giudice.  >  E  certo ,  tanti  sudori  sparsi  in  servigio  di  Dio ,  a  beneflzio  dei  prossimi ,  nei 
quarant'anni  del  suo  apostolato,  tanti  rinnegamenti  di  volontà,  tanti  sacriflzii;e,  d'altra  parte, 
tante  lagrime  rasciugate,  tanti  cuori  racconsolati,  tanti  popoli  redenti,  erano  un  soave  ricordo  al 
suo  cuore,  e  un  pegno  anticipato  di  quella  eterna  mercede,  alla  quale  andò  la  sera  del  ventun  di 
settembre  del  1843.  Fu  grande  e  sentitoli  dolore  che  que' buoni  fedeli  provarono  nella  sua  morte  ; 
e  ne'  loro  petti  vive  e  vivrà  eternamente  cara  e  benedetta  la  memoria  d' una  vita  di  sacriftzio  e 
di  amore.  Che  il  bene  dal  santo  prelato  fatto  in  quelle  missioni  non  ristringevasi  al  tempo  presente; 
ma  era  germe  che,  confortato  da  amico  raggio  di  sole,  doveva  un  giorno  portare  più  larghi  e 
ubertosi  frutti.  Il  zelo  operoso  di  lui  e  di  altrettali  banditori  avangelici  preparava  l'odierno  dila- 
tamento della  fede  in  que' remoti  paesi;  e  in  quelle  care  primizie  si  maturavano  le  speranze  di 
un'  immensa  generazione  di  credenti ,  che  doveva  sorgere  da  cosi  lieve  principio.  E  a  me  non 
sembra  troppo  lontano  quel  tempo  in  cui  per  lo  incivilimento  presente  che  tante  novelle  vie  aperse 
e  tante  delle  antiche  agevolò,  mercè  tanto  favore  di  potenti,  tanta  carità  di  privati,  tanta  operosità 
di  sacerdoti,  l' umana  famiglia  si  stringa  in  santa  concordia  d' affetti,  diventando  un  solo  ovile  ed 
un  solo  pastore.  » 

Povero  Padre  Frediani  t  Chi  gli  avesse  detto ,  quando  scriveva  queste  parole  di  cara  speranza, 
che  pochi  anni  dipoi  il  suo  Ordine  con  tutti  gli  altri  sodalizii  Regolari  della  cattolica  Chiesa, 
sarebbe  stato  soppresso  e  disperso;  e  alla  soppressione  conseguiterebbero  leggi,  per  le  quali, 
umanamente  parlando,  ogni  loro  ristoramento  tornerebbe  impossibile  t  E  il  danno  maggiore  é  appunto 
quello  che  ne  portano  le  Missioni  cattoliche,  che  i  sopra  detti  Religiosi  Instituti  mantenevano  con 
tanto  amore  e  con  si  gravi  sacriflcii  fra'  popoli  ancora  pagani  e  selvaggi  deli'  Oriente  e  dell'  Occi- 
dente: desolazione  che  strazia  fieramente  1'  animo  di  chi  non  abbia  perduto  ogni  sentimento  di 
fede  e  di  umanità;  e  crudeltà,  che  con  ragione  ci  fa  dubitare  se  l'amore  che  oggi  si  vanta  e  si 
Iiredica  con  tanto  zelo  dell'  incivilimento  dei  popoli,  sia  una  verità  o  piuttosto  un  insulto  al  più 
santi  e  cari  affetti  dell'  uman  cuore  1 

I  lettori  ci  passeranno  questa  intramessa;  perchè  il  fine  de'  nostri  studi  è  specialmente  di 
mostrare  l' importanza  che  hanno  gli  Ordini  Religiosi,  sia  nella  società  già  cristianamente  constltuita, 
per  mantenerla  e  condurla  sempre  più  innanzi  nel  cammino  della  sua  verace  perfezione,  sia  nell' 
apostolico  ufficio  di  evangelizzare  i  popoli  che  tuttavia  restano  nelle  tenebre  e  nella  barbarie  del 
gentilesimo ,  privi  della  vera  luce  dell'  intelligenza,  e  come  separati  dalla  grande  famiglia  del 
nostro  Padre  celeste ,  rigenerata  nella  fede  e  nell'  incivilimento,  che  ci  hanno  fatto  quel  che  noi 
siamo,  e  non  ci  vennero  che  da  Gesù  Cristo  I  E  di  certo,  se  gli  Ordini  Religiosi  dovessero  perire, 
la  redenzione  de*  suddetti  popoli  dall*  abbrutimento  in  col  rimangono,  non  so  quando  si  effettuerebbe  I 


326  LETTERE  -  LETTRES 


t  In  patria  (coachiade  il  Frediani),  al  Salvettì  furono  dal  nipoti  rendati  solenni  onori  fonebri 
il  IO  d'  ottobre  del  i844  ;  nella  qoale  occasione  monsignor  Torello  Pierazzi,  vescovo  di  Samminiito, 
ne  disse  V  elogio  fanebre,  stampato  poi  in  Firenze  dal  Mazzoni  nel  1845  ;  e  sulla  porta  maggiore 
della  chiesa  si  leggeva  questa  iscrizione  dettata  da  lui: 

D  •  0  •  M- 
PARENTALIA  •  ET  •  LACRYMAE 

SINENSIVM  •  APOSTOLO 

lOACHIMO  •  SALVETTÌ  •  NOSTRO 

QVI 

SVA VITATE  •  SAPIENTIA  •  RELLIGIONE  •  PRAEaARVS 

PRO  •  DOMINO  •  DEO  •  EXEROTWM 

ZELO  •  ZELATVS  *  EST 

FRANQSCANaE  *  SOROUS 

SOLERTER  •  EDVCAMT  •  ALVMNOS 

ECCLESIAE  •  CHRISTI  •  AD  •  ANNOS  •  XXXIX 

SACRIS  •  MANQPATVS  •  MISSIONIDVS 

RARRARAS  *  GENTES  *  SVRIEGIT 

CATHOUCAE  *  FIDEI 

IN  •  PRESSVRIS  •  IN  •  CARCERlRy?  •  IN  •  ANGVSTIIS 

GLORIOSVM  •  REDDIDIT  *  TESTIMONIVM 

EPISCOPALI    •    CARACTERE    •    INSIGNITVS 

VICARU  •  PETRl  •  POTESTATE  •  HONESTATVS 

IN  •  LOCO  •  EXCELSO  •  PRO  •  HOMINIRVS  •  CONSTITVTVS 

M^XTORVM  •  ORTINVIT  •  SALVTEM 

ET  •  IN  •  HIS  •  QVAE  •  SVNT  •  AD  •  DEVM 

ASSIDVE  •  VERSATVS  *  EST 

IVSTORVM  •  MORTE  •  PEREMPTO 

SIT  •  LOCVS  •  IN  •  PACE 

AETERNVM 

SITQVE  •  NOMEN  •  IN  •  GLORIA 

337.  Lettere  di  Missionari  Francescani  da  varie  parti  della 
Terra. 

Un  volume  in  foglio.  Sono  tutte  lettere  da  me  raccolte,  o  inviatemi  ne'  testé  passati  anni  dalle 
varie  nostre  Missioni  dell'  America  del  Nord  e  del  Sud,  dalle  Filippine,  dalla  Cina,  dall'  Egitto,  dalla 
Palestina ,  dalla  Bosnia ,  dall'  Erzegovina ,  dall'  Albania,  ce.  Il  numero  di  esse  è  di  più  che  150; 
olire  un  i50  che  ne  pubblicai  nei  cinque  volumi  della  Cronaca  delle  Missioni  Francbscani  ;  eoo 
note  e  schiarimenti  e  non  poche  interessanti  memorie  e  notizie  antiche  e  recenti.  Quattr*  aani 
fa  in  Genova  mi  ero  proposto  ,di  ripigliare  e  continuare  quella  pubblicazione,  senza  la  quale 
succederà  delle  presenti  nostre  Missioni  quel  che  avvenne  delle  antiche;  vale  a  dire,  che  sari  difficile 
lo  scriverne  per  non  avere  una  facile  e  regolare  raccolta  di  documenti  che  le  concernono;  oltreché 
il  presente  secolo  più  che  di  opere  gravi,  che  non  legge,  ha  bisogno  di  diari  d'  ogni  maniera,  ove 
vedere  come  d'un  colpo  d'occhio  ciò  che  accade  nelle  diverse  parti  della  terra.  Ma  dod  fai 
secondato  nel  mio  pensiero.  E  questa  sia  risposta  alle  diverse  ragguardevoli  persone,  che  da  Tane 
parti  d' Italia,  e  di  fuora,  mi  raccomandavano  tanto  caldamente  e  con  sì  vivo  amore  dell'  Ordine  nostro 
di  proseguire  la  Cronaca  delle  presenti  nostre  Missioni  nelle  varie  parti  e  nazioni  del  giobo. 

338.  Lbttres  envoyées  au  chapitre  des  Fréres  Mineurs  de  la 
Reguliere  Observance  celebre  en  tresillustre  et  magniflque  cite 
de  Tholose  en  la  solemnité  de  la  Penthecoste  V  an.  mil  D.  XXXII. 


LEYDANO  327 


par  magnitìcque  homme  sire  Jehan  de  Bernal  docteur  en  droicts 
et  conseiller  de  la  Cesaree  Magesté  touchant  les  aflFaires  des 
Indes  et  parties  orientales.  Nouvellement  translatées  du  latin 
en  fpangoys  au  plus  prez  de  la  lettre  que  a  esté  possible.  loincte 
a  icelles  une  salutaire  exhortacion ,  a  tous  bons  et  loyaulx  chre- 
stiens  utile  et  profitable.  In  Tholose,  Mil  cinq  cens  XXXII.  a  la 
requete  du  marchant  Jean  Barrii. 

Libriccino  gotico,  rarissimo.  N'  è  un  esemplare  fra  i  riservati  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

339.  Leydano  .  —  Historia  passionis  novorum  in  Germaniae 
Inferioris  Provincia  constantissimorum  Martyrum  Ordinis  Sancti 
Francisci  ex  Observantia:  a  Reverendo  Patre  Fiorentino  Leydano, 
eiusdem  Provinciae  Ministro  collecta:  sicut  ab  eis  accepit,  qui 
sanctissimorum  Fratrum  martyrio  adfuerunt,  et  propriis  oculis 
ad  finem  usque  conspexerunt.  Cui  accedit  enarratio  martyrii  alio- 
rum  quorumdam  eiusdem  Ordinis  Religiosorum  in  partibus  Gal- 
liarum,  prò  fide  Christi  occisorum.  Ingolstadi,  ex  officina  Wolfangi 
Ederi,  anno  CIOIOXXCII. 

Un  volumetto  in  13,  di  95  pagine.  Il  solo  titolo  dice  l' importanza  di  questo  libriccino,  per  la 
storia  delle  Missioni  Francescane.  Esso  ò  rarissimo,  e  ne  incontrai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca 
della  città  di  Barcellona;  ed  è  una  seconda  edizione.  La  prima  pare  che  fosse  fatta  nel  regno  di  Napoli, 
e  che  riuscisse  scorrettissima.  Ciò  si  rileva  dalle  seguenti  parole  dell'  editore  Volfango  Edero  al  chriMUO' 
no  Lectori:  «  Cum  haud  ita  pridem  (e'dice)  commentariolum  de  persccutione  Anglicana  lypis  excude- 
rem  (cioè  la  Storia  del  Padre  Bourchier)  et  eumdem  tibi ,  Cliristiane  Lector,  gratum  fuisse  aperte 
intelligerem  ;  ofTerebat  mihi  vir  quidam  plus  et  doctus  alium  libellum  (che  è  questo)  Neapoli  in  Apulia 
perquam  mendose  in  lucem  editum ,  qui  breviter  Historiam  passionis  novorum  Martyrum,  ec.  » 

A  questo  prezioso  libro,  e  agli  altri  che  abbiamo  già  illustrati  riguardanti  le  nostre  gloriosissime 
Missioni  in  Inghilterra,  dobbiamo  qui  aggiungere  il  seguente  testé  uscito  a  luce,  di  cui  ci  dà 
notìzia  r  eruditissimo  ed  instancabile  nostro  confratello  Padre  Servasio  Dirks  della  Provincia  del 
Belgio ,  nel  numero  V  dell'  anno  IV  del  Messager  de  Saint  Francois,  etc.  i5  octobre  1878.  Il  suo  titolo 
è  come  segue  Prandsean  Martyrs  in  England  by  Mn  Hope,  London,  Bums  and  Oatet  :  ossia  : 

Marttrs  Pranciscains  en  Angleterrb,  ec. 

«  Tel  est  le  titre  (scrive  il  P.  Dirks)  d' un  charmant  petit  volume  qui  peut  compter  sur  un  accueil 
empressé  partout  où  se  parie  la  langue  de  la  Grande-Bretagne.  Produit  d' une  piume  de  talent,  drama- 
tique  dans  la  forme  et  rempli  de  récits  émouvants ,  le  livre  de  Mrs  Hope  est  plus  qu'  un  recueil 
d' anecdotes  édiflantes.  On  peut  méme  dire  qu'  il  réalise  plus  que  ne  promet  le  titre,  car  e'  est ,  en 
definitive,  une  historie  abrégée  mais  complète  de  l'Ordre  Séraphique  en  Angleterre.  Seulement 
Pauteur  glisse  rapidament  sur  les  trois  siécles  qui  précédèrent  l'epoque  de  Henri  Vili;  arrivée  là, 
elle  Dons  donne  une  suite  de  récits  émouvants,  la  plupart  tels  que  nous  les  ont  conservés  les 
actes  publics  relatife  aux  procès  des  martyrs.  Ce  beau  livre  est  écrit  en  anglais  ;  en  attendant  qu'  od 
le  tradoise,  nous  tenons  à  le  Caire  connaltre  à  nos  lecteurs  par  une  succincte  analyse  et  un  choix 
de  quelques  traits  remarquables. 

«  A  la  suite  de  Thomas  Eeclèston  (De  adventu  Fratrum  Minorum  in  AngUam)  et  d'atttrei 


328  LETDANO 


historieDS  coDtemporains,  Mrs  Hope  racont  l' anivée  des  Frères-Minears  en  Ani^elerre  et  la  foDdatfOB 
de  Icurs  premiers  couvents  dans  les  villes  principales.  Elle  reprodalt  Ics  vues  d*  un  émineot  éeriTsin 
qui,  bien  qne  protcstant,  met  dans  un  jour  tout  nouveau  les  grandes  idées  religieases  et  social» 
réalisées  au  moyen  de  son  Ordre  par  Saint  Francois  d'Assise.  (Brbwer,  Prefaee  to  MonwmtmU 
Pranciseana).  Elle  rctrace  à  larges  traits  les  travaux  de  ces  Prèret  GriSt  qui  furent  aecneUlis  comne 
des  anges  par  l'Angleterre  catholique;  le  soin  qu' ils  prirent  des  indigents  et  des  lépreux,  TlTint 
eux-m6mos  dans  la  plus  stride  pauvretó.  Elle  dit  comment  ces  simples  frères  relcvèrent  le  prestìge 
évanoui  de  V  Unlversité  d*  Oxford,  et  en  fuerent  cumme  les  nouveaux  fondatears. 

<  A  Icur  arrivée  en  Anglelerre  les  Universités  de  ce  pays  ètaient  dans  un  état  très-avaoeé  de 
décadcnce.  Les  anglals  allaient  faire  leurs  i^tudes  sur  le  continent,  et  ceux  qui  avaient  acqui  quelque 
r/'putation  dans  les  sciences,  préfóraient  occuper  des  chaires  dans  les  Universités  étrangères  plutòt 
que  chcz  eux.  La  fondation  dn  ColkSge  des  Perirei  GrU,  à  Oxford,  produisit  un  cliangement  total 
l^cs  étrangcrs  affluaicnt  par  containes.  Des  millicrs  d'étudiants  remplissaient  les  mes,  et  une 
immense  activité  intcllectuelle  caractórisait  bientót  cettc  ville.  Les  autrcs  provinoes  de  P  Ordre 
envoyòrent  leurs  jeunes  frOres  en  Angletcrre  pour  y  étudier,  et  en  obtinrcnt  à  lear  tour  des 
profcsseurs  |)our  cnselgner  chez  eux  ;  les  Universités  étrangères  reconnurent  la  préémlnence  scin- 
tillque  des  docteurs  anglais.  >  (Prancisean  Martyn,  eie  p.  38.) 

•  Les  Fròres-Mineurs  cultivòrent  surtout,  à  Tcxcmple  de  leur  ami  et  maitre,  l'evéqne 
Grosthead,  les  scienees  exactes  et  la  physique  expérimentalc,  tandis  que  dans  la  philosophie  et  la 
tbéologie  scholastique  ils  donnòrent  un  mome-nt  le  ton  à  toute  1'  Europe  savante. 

•  En  mòmc  temps  ils  ne  négligeaient  point  la  prèdication  et  T  administration  des  sacremeots; 
aussi  les  souverains  et  les  grands  feudataires  rivalisérent-ils  avec  les  communes,  en  cómblant  de 
bien faits  les  Franciscains;  plusieurs  de  leurs  monastéres  étalent  de  fondation  royale. 

«  L' Observance  fut  introduite  de  bonnc  tieure  en  Angletcrre,  et  il  est  digne  de  remarqne.  qse 
durant  les  premières  années  de  son  régne,  Henri  Vili  en  fut  un  des  principaux  promotenrs.  Mail 
lorsque,  voulant  asservir  l' Ordre  à  ses  desseins  schismatiques  il  ne  rcncontra  que  la  plus  énergiqie 
résistance,  il  en  devìnt  le  plus  ardcnt  persécutcur.  A  cette  epoque  d' oppression  sanglante,  l' Ordre 
Séraphique  n'  cut  à  déplorcr  acune  défection  ;  il  cut  des  martyrs  jusqu'  à  ce  que  les  lois  de  proscrì- 
ption  tombérent  en  désuctude. 

«  Lorsque  Henri  Vili  voulut  forcer  la  cour  de  Rome  à  prononcer  la  sentence  de  nnllité  an  svjet 
do  son  marìage  avec  la  tertiaire  Catherine  d' Aragon,  tous  Ics  thóologiens  de  TObservance  s'y  opposémit 
et  s' èrigérent  en  défenseurs  de  la  résistance  du  Saint-Siége,  et  aprés  la  consommation  de  V  iniqnilé 
par  le  couronnemcnt  d' Anne  de  Boleyn  comme  reinc  d' Anglelerre,  les  Frères-Minears  préchèrmt 
publiqueme'nt  contro  le  tyran.  On  peut  lire  diins  le  livre  de  Mrs  Hope  la  curieuse  scène  qui  se  pasuit 
le  premier  dimanchc  de  mai  1533,  dans  l'église  de  Greenwich,  à  l'occasion  d'un  sermon  pnkhé  devant 
le  roi  par  le  P.  Guillaume  Peto,  ou  Peyton,  gardicn  du  couvcut  des  Franciscains.  On  sera  force  d' 
admirer  la  liborté  evangélique,  la  saintc  hardicsse,  aveclaquelle  les  fidèles  predicatears  de  cette  époqv 
osèrent  dire  aux  rois  de  durcs  vérilés. 

«  Henri,  accoutumó  aux  adulations  et  a  la  scrvilité  d'une  cour  corrompue,  n'  était  pas  Ikomme  i. 
soufTrir  les  hardiesses  de  la  parole,  mOmc  dans  Ics  oratcurs  sacrés.  La  persócutìon  commenca,  cruelle, 
implacable.  Déja  en  1534,  deux  cents  Franciscains  se  trouvèrent  en  prison  ;  il  est  difficile  de  dire  k 
nombre  de  ceux  qui  furent  mis  à  mort,  apròs  avoir  subì  la  torture,  ni  de  ceux  qui  moururentili 
suite  des  mauvais  traitements.  Aux  condamnés  a  mort  on  appliqua  la  peine  infligée  aux  trattres.  Ce 
supplice  était  cruci  et  infamant.  On  tratnait  le  coudamné  sur  une  claie  jusqu'  au  iieu  do  Pexécatioo; 
on  le  suspendait  au  gibet,  mais  on  le  detachait  avant  qu'  il  n'eùt  rendu  le  demier  soupir  ;  puis  on  T 
.  óvcntrait,  le  cocur  lui  fut  arraché  de  la  poitrine  et  on  jeta  au  feu  ses  entrailles.  C  est  ainsi  que  nrao- 
rurcnt  une  foulc  de  Franciscains  sous  Henri  Vili  et  sous  les  rògnos  suivants  jusqu'  è  Jacques  II.  Lev 
Seul  crime  consistali  à  rester  fldèle  au  Pape  et  a  ne  pas  reconnaltre  la  suprématie  religieuse  da  Clef 
de  r  EUL 

«  Un  des  martyrs  les  plus  célèbres  fut  le  R.  P.  Heath,  récollet,  én  religion,  frére  Pftul  de  StiBle- 
Madeleinc,  qui  soulTrlt  a  Londres  en  1643.  Je  crois  qu'  on  nous  saura  grò  si  nous  donnons  an  leetetr 
uno  idée  de  la  vie  du  glorieux  athléte  et  quelques  extraits  du  long  récit  de  son  sappllce 

•  Le  P.  Heath  naquit  dans  le  proteslantisme.  Etudiant  au  collège  de  Corpui  Chriitt,  k  GuBbrldg^ 
il  menali  au  scin  de  l' hérésie  une  vie  exemplalre.  Il  se  voua  entlèrement  à  l' étude  de  la  tbéologie,  el 
son  emploi  de  bibliotécaire  lui  procura  toutes  les  lacililés  pour  lire  méme  les  oavrages  des  oaUMliqBei 


LEYDANO 


329 


.T 


ture  des  controverses  de  Bellarmin  avec  le  Dr.  Whilakerlui  ouvrlrentle»  yeux,  el  après  clnq  ans 
d'  ^rwA^^  assidues  il  abjara  le  protestantlsnie  et  se  déclara  catholìque.  Quatre  autres  étudiants,  ses  amis, 
^tJLt^^^  «^nt  WD  exemple;  llsentrèrent  tous  eu  rellgìon  ;  trois  se  lìrent  récollets ,  le  quatrième  devlnt 

«  Apréa  bien  des  aventures  el  avoir  snrmonté  mille  difflculté,  il  fut  recu  au  couvent  des  Récollets 
L  Is  i  Donai,  collège  fonde  pour  fonmir  des  misslonnaires  à  V  Anglelerre.  Il  fut  dans  la  sulte 
jssivement  Vicaire  du  couvent  et  Préfet  des  étndiants,  Lecleur  de  Tlièologie  morale,  Gardien  du 
ci>«a^'  ^nt  et  Custode  de  la  provìnce.  Mrs  Hope  nous  donne  beaucou  de  délalls  très  édlflants  sur  les  ver- 
tasi    l«i  vie  intérìeure  et  les  travaux  du  P.  Heath.  11  publia  plusieurs  livres  de  piété  et  dirigea  dàns  la 
voie      de  la  perfection  quelques  communautés  de  religìenses  anglalses,  établies  on  Belgique.  11  eut  V 
inslerv^ebonlieur  d'obtenir  par  IMntercession  de  la  Sainte  Viergc  la  converslon  de  son  pére,  vieillard  de 
qimaftrc-vingtsans,  qui  quitta  l' Angleterre  et  vint  à  Donai,  où  il  entra  comme  frère-lai  au  couvent  des 
|i«*«o1  lets,  afln  de  terminer  ses  jours  sous  la  direction  de  son  pieux  flls. 

•  Durant  le  court  espace  de  temps  pendant  lequel  V  église  d*  Angleterre  put  respirer  un  peu,  le 

P-    l^^ath  recut  de  son  Provinciali'  Ordre  de  reloumer  dans  son  pays  en  qualité  de  missionnaire ;  mais 

quel     cjue  pùt  ètre  pour  lui  V  attrai l  de  la  patrie,  il  demanda  à  genoux  la  gràce  de  pouvoìr  rcsler  à 

DouAi.  Gependant  dès  que  la  persécution  eùt  éclaté  dans  les  lles  Britanniques,  il  solliciu  avec  instance 

la    i>ermis8ion  de  partir,  afln  d*  obtenir  la  couronne  du  martyre.  Mrs  Hope  nous  communique  V  elo- 

qucn  te  et  ardente  lettere  qn'  il  ècrivit  au  Provincial  ;  mais  celul-ci  lui  repondit  que  son  départ  de 

DouAi  serait  une  perte  irréparable  pour  le  collège  ;  que  les  bons  supérieurs  et  lecteurs  étaient  rares,  et 

qti'  il    devait  attendre  Jusqu'à  un  moment  plus  opportun. 

«  Ce  dèlai  ne  flt  que  rendre  plus  ardente  en  lui  la  soif  du  martyre.  Valncu  par  ses  pieux  désirs , 

U   alla,  trouver  la  P.  Mason,  Commissaire  de  sa  province  en  Belgique,  et  le  pria  avec  un  torrent  de 

larmes  de  le  laisser  aller  en  Angleterre.  Mais  ce  religleux  lui  parla  comme  lui  avait  parie  son  Provincial. 

Vojraat  qu*  il  n'  obtcnait  rien  de  ses  supérieurs  sur  la  terre,  il  se  touma  du  còte  du  elei  ;  Il  demanda 

et  obtint  la  permission  de  faire  un  pèlerinage  à  N.-D.  de  Montaigu.  Avant  son  départ  il  ècrivit  une  lon- 

gtao  piière  qu'  il  appelalt  •  sa  lettre  à  la  Mère  de  Dleu.  •  Nous  regrettons  avec  Mrs  Hope  de  ne  pouvoir 

la  donner  en  entier  ;  elle  est  très  longue,  mais  pleinc  de  la  plus  ardente  piété  et  extrèmement  touchante. 

«  Dans  son  voyage  vers  Montaigu,  il  passa  par  Gand,  où  il  trouva  le  P.  Pierre  Marchanl,  alors 

Commissaire  General  de  V  Ordre,  auprès  duquel  il  flt  de  nouvclles  Instances.  Celuici  lui  donna  une 

obódience  par  laquellcil  lui  enjolgnait  de  se  conformer  à  la  volonté  de  son  Supérieur  immèdiat.  Ce 

Supérieur,  e'  était  le  P.  Mason,  qui  déjà  lui  avait  refusé  la  permission  si  ardemment  sollicltèe,  et  ne 

conce  vani  plus  d' espoir  du  còtó  des  hommes,  il  continua  son  pèlerinage.  Le  P.  Mason,  qui  plus  tard 

*crlvU  la  vie  de  notre  martyr,  a  avoué  lui-mème  que,  rencontrant  le  P.  Heath  àson  relour  de  Montaigu, 

Il  se  sentU  comme  intérieurement  force  à  donner  au  bon  pére  la  permission  si  longtemps  désirée. 

«  Le  P.  Heath  partit  donc  pour  l' Angleterre.  Observateur  enthousiaste  de  la  Sainte  Pauvreté, 

li  n'acoepta  ni  argent  pour  frais  de  voyage,  ni  hablts  séculiers;  Il  se   contenta  de  couper  et  d' 

^franger  son  froc  monastlque  de  facon  à  lui  donner  la  forme  d*un  habit  de  matelot 

«  r arrivai  à  Londres,  ditali  dans  une  relation,  après  le  coucher  du  solell,  et  me  rendis  à  une 

^'^Uerie  appelée  r  BtoUe,  près  du  pont  de  la  clté;  on  me  V  avait  recommandée.  Mais  à  huit  heures 

OD  me  mit  à  la  porte  sous  prétexte  qu'  Il  n'y  avait  plus  de  piane.  Je  ne  savals  où  tour^b"  ™^  P^* 

?•*▼»«,  saus  argent,  dènué  de  tout.  J' étals  venu  de  Douvres  nupleds,  et  ce  jour-là  j' avals  fait  qua- 

*^lo  milles.  Epuisé  de  fatigue  Je  m' assls  i  la  porte  d' une  maison  bourgeolse,  en  attendant  que 

i^*^»9e  repris  des  forces  poor  aller  à  la  recherche  du  P.  Coiman,  pour  lequel  j' avals  une  lettre. 

^^  qnelqQes  moments  après,  le  maitre  de  la  maison  m' accosta,  me  flt  une  infinite  de  questlons 

^  ci&voya  chercher  un  constable.  Celul-cl  me  flt  entourer  de  ses  gens,  et  après  quelques  quesffons 

*^  fouiUa.  Il  trouva  sur  mol  quelques  traltés  manuscrìts  que  j' avals  rédigés  pour  la  dèfense  del' 

H^  eatholique,  et  oette  cireonstance  lui  parut  une  raison  sufBsante  pour  me  condulre  en  prlsoo.  • 

«  Le  P.  Heath  subit  un   premier  interrogatolre  devant  le  Lord-Maire,  dans  lequel  11  avoua 

^'^'Aiiieiit  sa  qualité  de  prétre  et  de  rècollet,  ajouUnt  qu'  il  étalt  venu  en  Angleterre  pour  sauver 

^  ^trelBieB  de  F  hérésle  les  àmes  de  ses  compatrlotes.  Devant  une  commlsslon  du  Parlement,  li 

"^ apologie  da  sacerdoce  eatholique,  et  Interrogò  sur  ceux  qui  lui  avaient  procure  des  secours, 

"  Vvoma  par  les  piineipes  de  la  théologle  qu'  Il  ne  lui  étalt  pas  permls  méme  en  présence  des  exi- 

de  k  loi,  de  Crahlr  ses  blenfalteurs.  Quelques  jours  après  11  fut  tradult  devant  une  coar  de 

,  aiprès  vnÀT  parie  longtemps,  aree  une  satnte  llberté,  il  fut  eondamné  à  mort  comme  coupa- 

^  ^  htate  trahison. 


»k' 


X  *  - 


Asia 


330  LIBRO 

•  Nous  uiiietluus  ù  rt'gret  une  fonie  ile  circustances  trì*s-édilUuites;  les  bornes  qui  now  M 
prescrites  ne  nous  pemietlent  point  de  parler  des  nombreiues  visites  qu'  il  recnt  àtam  sa  prlM 
de  ses  controvcrses  avec  les  protestanU;  des  leUres  qu'U  écrivit  pour  exliorter  et  coDiolerd 
àmes  catholiques. 

«  L' heure  de  son  exécution  avait  soDoé.  11  dcscendit  le  grand  escalier  de  U  priMn  en  Un 
à  haute  volx  une  déclaration  sur  le  serment  de  fidéllté,  qu'  il  avait  rédigée  el  signèe  eft  pièm 
(le  trois  pères  Jésuites. 

t  Arrivò  dans  la  me  et  voyant  la  claie,  sur  laquelle  il  devait  taire  soo  demler  et  doakMuei 
voyage,  il  se  jeta  par  terre  et  demanda  en  grice  d' étre  attaché  aux  queues  des  clievaux  et  trati 
ainsi  Jusqu'  k  Tybum.  Gette  gràce  lui  fut  refusée.  En  route  il  chanU  le  cantiqoe,  Nunc  éimttÈii 
puis  il  il  s'écria  souvent:  «  Jesus,  Jesus,  Jesus,  pardonnez-moi  mes  péchés!  Jesus,  Jesus,  Jésn 
reccvez  mon  àme  i  >  Il  pria  Dieu  pour  la  conversion  de  son  pays.  «  Angleterre,  Angleterre,  criait-i 
reviens  à  ton  Dieui  • 

«  On  venait  déjà  de  lui  passer  le  lacet  autour  dn  cou,  el  il  continuait  de  parler  sur  i'ind 
fectibiUté  de  V  Eglise  catholique  et  sur  le  caractère  éphémère  des  hérésies.  Les  ministres  protestar 
craignant  refTet  de  ses  paroles  sur  le  peuple,  le  contraignirent  de  se  taire.  11  demanda  alois 
ShcriflT  de  pouvoir  mourir  nu,  à  l' ìmitation  do  son  Sauveur,  mais  on  ne  flt  point  attention  à  ce 
prière.  Pendant  quc  les  ministres  chahtaient  des  liymnes  protestantes,  le  martyr  eut  le  bonbeur 
réconcilier  avec  Dieu  un  voleur,  qui  allait  étre  exécuté  en  méme  temps  que  lui. 

«  Aprés  une  longuc  priùre  mentale,  se  souvenant  que  ce  jour  ótait  la  féle  de  S.  Auicet,  |m 
et  martyr,  il  entonna  d'  une  voix  eclatante  Thymne,  Inviete  Martyr,  et  la  chanta  jusqu' à  la  ! 
Levant  alors  les  mains  au  ciel,  il  s' écria  avec  bcaucoup  de  tendresse  :  Jesus ,  Marie,  pardon  de  n 
pallósi  Jesus!  convertissez  T Angleterre  1  Jesus,  ayez  pitie  de  mon  pays!  Angleterre,  reviens 
Seigncur  ton  Dieu  !  >  A  ce  moment  on  retira  l' échelle,  el  le  martyr  resta  suspendu,  les  mai 
cncore  levécs  au  ciel,  les  yeux  baissés,un  sourise  de  bonheur  sus  les  lévres;  il  venait  d'eipin 
{Franeitean  Martyre,  etc.  Chap.  XIII.) 

•  Le  livre  de  Mrs  Hope  contieni  encore  d' autres  histories  aussi  édilìantes  que  celle  que  noi 
venons  de  raconter.  Nous  voudrions  encore  citer  en  entier  le  martyrc  si  glorieux  du  P.  Bell,iic 
ilont  le  Tablet  a  donne  des  fragments,  mais  nous  dcvons  nous  bomer.  L' auteur  conduit  so 
hìstoìrc  jusqu' à  nos  jours;  le  dernier  survivant  de  r  ancienne  Province  d' Angleterre,  le  vénénb! 
Pére  0'  FarrclI,  mourul  en  1877  au  couvent  de  Ste  Elisabeth,  à  Taunton  ;  il  avait  eu  le  bontieu 
(io  voir  renaìtre  dans  sa  patrie  TOrdre  de  S.  Francois  par  les  soius  des  RécoUcts  belgcs,  qui 
fundiroDt  une  maison  cn  1858,  et  en  possèdcnt  en  ce  moment  quatre,  unies  à  la  province  beif^ 
de  Si.  Joseph. 

•  Mrs  Hope,  par  la  publication  de  son  livre,  a  donne  un  exemple  bon  à  suivre;  plnsieai 
autres  Ordres  religieux  ont  eu  leurs  martyrs  en  Angleterre,  sans  compier  les  nombreux  prèlrc 
siVuliers  el  les  pieux  laics,  qui  répandirent  leur  sang  i)our  la  (ol.  Ecrire  des  livres  dans  le  geni 
de  colui-ci,  publier  los  acles  des  martyr,  enfants  de  la  grande  patrie  britannique,  est  pour  PAn 
glelerre  surtout  une  iBuvre  patriotique,  car  celle  nation,  apprenant  les  faits  glorieux  quejusqa'i* 
rhistoire  lui  avait  systémaliquement  cachós.  Unirà  par  aimer  celle  Eglise  Catholique-Romtine  q« 
produit  doi»  hèros  parcils.  • 

340.  Libro  y  relacion  de  las  grandezas  del  reyno  de  la  China 
hecho  por  un  Frayle  Franciscano  Descalgo  de  la  Orden  de  Sai 
Francisco ,  de  seys  que  fueron  presos  en  el  diche  reyno  en  la  isl 
de  Haynan,  en  el  ano  de  1585.  S.  L.  et  A.  in  4.  1585. 

Da  queste  lettere  poste  in  ultimo  e  dalla  ripetizione  dell'anno,  argomento  che  sia  un  libn 
slampa:  ma  non  lo  vidi,  nò  per  quanto  cercai,  mi  riuscì  di  averlo  a  mano.  1  Francescani  dei (|U 
si  parla,  furono  non  sei,  ma  olio  ;  cioè  Fr.  Diego  D' Oropesa,  Fr.  liartolommeo  Ruiz,  Fr.  Franeei 
da  Monlìlla  e  Fr.  Pietro  Orlis,  sacerdoti,  e  i  fralelli  I^ici,  Fr.  Christoval  Gomez,  Fr.  Diego  Ximeo 
Fr.  Francesco  VilUrino  e  Fr.  Manuele  da  Santiago,  1  quali  trovandosi  selle  Missioni  delie  Tdip^ 


> 


LIBRO  3.S1 

la'  sixKMriori  Tanno  i585  vennero  inviati  in  Concincina:  «  a  cuya  lierra  (dice  il  l^adrc  Huerta, 

g>tfrtiTÌ€>i  9c)  Uegoron  felizmente,  y  tuvieron  el  piacer  de  ser  los  primeros  Apostolos,  que  celebraron  Misa 

en  dlciioreync . . .  El  Emperador  (de  Gochinchina)  los  mandò  pasar  a  la  corte,  y  dandose  a  la  vela 

con   este  obieto,  an  temporal  los  arrojò  a  las  costas  de  la  isla  de  Àynan,  perteneciante  a  la  China, 

donde    faeroD  presos,  encatenados  y  maltratados.  C^onseguida  sa  iibertad,  pasaron  a  Macao,  etc.  • 

QOLesto  beliissimo  episodio  delle  nostre  Missioni  in  Gina  viene  largamente  narrato  dal  Padre  Domenico 

Mamtemez  nel  sao  Compendio  hitlorUo  de  la  AposloUea  Provincia  de  S.  Gregorio  de  PhiUpinat ,  Ub. 

IL  cop.  TI,  V  isola  di  Aynan  nel  mar  della  Gina  presso  la  costa  della  provincia  di  Ganton ,  da  cui 

per  nno  stretto  canale  è  divisa,  trovasi  all'  Est  del  golfo  di  Tonkino  tra  il  18  IO  e  30  40  di  latitudine 

Nord,  e  105  50  e  i08  43  di  longitudine.  Venne  scoperta  da' Ginesi  T anno  108  avanti  (Sesù  Cristo,  e 

conUt  circa  un  1,000,000  di  abitanti,  la  più  parte  selvaggi. 

341.  Libro  del  conosgimiento  de  todos  los  reynos  y  tierras 
y  senorios  que  son  por  el  mundo  y  de  las  senales  y  annas  que 
liaii  cada  tierra  y  senorio  por  sy  y  de  los  reyes  y  senores  que 
los  ppoveen. 

Manoscritto  in  4,  di  poco  più  che  100  pagine,  della  metÀ  del  XfV  secolo,  che  rinvenni  in  doppio 
esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid,  e  un  altro  esemplare  in  quella  del  Reale  Palazzo  della 
stessa  città.  N'é  autore  un  anonimo  Francescano  Spagnuolo  (probabilmente  di  Siviglia),  di  cui 
parlano  1  Cappellani  del  conquistatore  delle  Canarie  Giovanni  Bethanconrt,  il  Minorità  Padre  Pietro 
Bonthler  e  Giovanni  Le-Verreir,  che  lo  accompagnarono  in  quell'impresa  e  ne  scrissero  la  storia; 
eome  già  per  noi  fu  detto  illustrando  la  storia  de'  sopraddetti  due  scrittori.  Anche  si  accennò  alla 
pubblicazione  del  Manoscritto,  che  cominciò  in  Madrid  il  signor  D.  Marco  Jimenes  de  la  Espada, 
ehe  me  ne  inviò  i  primi  fogli  ;  ed  io  da  Malines  nel  Belgio  V  annunziai  ne*  pubblici  giornali  con 
te  Iiarole  seguenti. 

«  Da  pezza  si  sta  disputando  su  l' esistenza  d' un  mio  confratello  di  Spagna  del  secolo  XIV ,  e  sul 

vikHre  d'una  relazione,  che  a  detta  del  Francescano  Padre  Pietro  Bonthier  e  del  Prete  Giovanni  Le- 

Verrier, Cappellani  di  Giovanni  di  Bethancourt  nella  conquista  delle  Canarie  e  storici  di  quell'impresa, 

egli  ci  avrebbe  lasciata  d'un  come  quasi  prodigioso  suo  viaggio  in  tutto  il  mondo  allora  conosciuto,  e 

specialmente  in  Affrica,  dove  sin  qui  si  è  tenuto  che  primi  di  tutti  pervenissero  i  Portoghesi.  II  Visconte 

d'^  Santauem  opinò  che  né  il  Frate  nò  la  relazione  avessero  mai  esistito,  o  essendoci  qualcosa  di  vero , 

che  il  Minorità  fosse  non  già  spagnuolo,  ma  portoghese.  Ultimamente  poi  il  Morbl-Fatio  e  il  Pbrschel 

Mgirono  ricisamente  il  viaggio  e  la  relazione  del  Francescano.  Più  riserbato  si  tenne  il  IVAvkzac, 

ttendo  notato  che  nel  poco  che  ce  ne  trasmisero  i  due  storici  del  Bethancourt  era  qualcosa  che  non 

poteva  tflèrmarsi  se  non  da  chi  avesse  visitato  quelle  contrade.  Finalmente  eoo  più  amore  il  dotto  abate 

l^>KAii&,nel  numero  i60  della  Revuedu  monde  eathoUque  de  Parie  (IO  octobre  I877,an.  XVI), dopo  aver 

Ivevemente  ragionato  dell'  importanza  sia  delle  notizie  lasciateci  dal  Bonthier  e  dal  Le-Verrier,  sia 

delle  stazioni  di  Missione  che  i  Francescani  ebbero  da  remoti  tempi  in  Affrica,  faceva  voti  che  la 

nhzioQe  del  Minorità  Spagnuolo  uscisse  quando  che  sia  dagli  Archivil,  ove  per  avventura  si  rima- 

>>eTi  sepolta,  affinchè  con  la  storia  delle  scoperte  e  della  geografia,  se  ne  approfittassero  quelle  dell' 

^▼ilimento  e  della  chiesa.  Or  noi  slam  lieti  di  annunziare  che  il  prezioso  libro  si  è  rinvenuto, 

*  ^  qneito  momento  si  sta  pubblicando  in  Madrid  da  signor  D.  Marco  Jimenes  de  la  Espada  col 

tttolo  segaente.  Ubro  del  eonoteimiento  de  todoi  loi  reynoi  y  sehorios  que  ion  por  el  mundo  y  de 

^  uSkalet  y  armai  que  han  cada  tierra  y  seflorio  por  ty  y  de  los  reyes  y  stìiores  que  los  proveen, 

^*rifo  por  un  Prandscano  Bspafiol  a  mediados  del  tiffio  XIY ,  Fra  pochi  di  la  pubblicazione  sarà 

fine,  e  i  dotti  ne  giudicheranno.  Ad  ogni  modo  avremo  un  compiuto  trattato  di  Geografia,  quanto 

Hevi  essere  nel  principio  del  XIV  secolo.  C^erto  il  libro  è  rarissimo,  e  se  il  Francescano  visitò 

nuneote  tutti  i  paesi  dei  quali  dà  notizia,  il  suo  viaggio  han  del  prodigioso;  forse  egli  era 

on  della  famosa  Sodeià  di  Frati  Pellegrinanti  per  Gesù  C^to  in  tutta  la  terra,  la  quale  a  dir 

•  operò  mirabili  cose,  come  sappiamo  dalla  storia.  » 

Mi  duole  di  non  poter  aggiungere  altro  a  queste  parole  da  me  pubblicate  nel  Belgio  e  in 
.  fa  qualche  mese,  mi  scrivevano  da  Barcellona,  che  la  pubblictzlone  fosse  stata,  non  so  per 


33S  LISBONA 


liliali  mutivi,  Sospesi!.  Sl*  sia  slata  cuiilinuata  nuo  Ilo  ancora  potato  sapere.  Ad  ogni  modo»  gioverà 
sempre  conoscere  resistenza  de*  sopra  detti  manoscritti  ;  e  chi  si  occupa  di  cosi  fatti  stidii,  polii  direi 
quel  che  la  relazione  contenga  d'importante.  Ne  diamo  per  saggio  il  principio,  che  è  come  segue. 
«  En  el  nonbre  de  dios  padre  i  fljo  i  spirita  santo  que  son  tres  personas  IndevlduBS  en  Tna 
esencia  yo  foy  nascido  en  el  Reynado  de  castilla  Reynante  en  vno  Bl  may  noble  Rejr  don  lémaiMlo 
lljo  del  may  noble  Rey  don  sancho  quando  andana  la  era  del  mundo  segando  los  abraleos  en 
Cinco  mill  i  sesenta  (  c^nco  anos  g  la  era  del  general  diluuio  en  quatro . . .  miU  g  qaatro0entos 
g  siete  g  la  era  de  nabucodonosor  Rey  de  Caldea  en  dos  mill  g  cinqvienta  g  dos  aSot  g  U  era 
dei  grande  alixandre  de  macedonia  en  mill  g  seyscienlos  g  diez  g  siete  Afios  E  la  era  de  cesar 
enperador  de  Roma  en  mill  g  trezientos  g  quarenta  g  tres  aSos  E  la  era  de  christns  en  mill  g 
trezientos  g  quatro  afSos  g  la  era  da  los  alarabes  en  sietecientos  g  seys  .  En  onze  dias  dei  mes 
de  setienbre  i;  avia  en  el  Reynado  del  dicho  Reyno  veynte  g  ocho  cibdades  g  con  otras  mnchas 
villas  g  castellos  g  logares  las  tres  gibdades  son  arfobispados  que  sun  seuilla  g  toledo  g  conpostela 
g  las  veynte  g  sìnco  cibdados  son  obispados  que  son  algezira  g  cordona  Jahen  marcia  badajoz 
corta  cibdat  Rodrigo  famora  Salamanca  plazencia  avita  segoula  palencla  caenca  osma  astorga 
burgos  leoo  Oviedo  urens  tuy  lugo  mondonedo  calahorra  ciguenca  E  falle  en  este  Relnado 
principalmente  quatro  montes .  altos  los  montcs  de  bizcaya  que  son  Ribera  del  mar  ocldental  g 
que  se  ticnen  con  las  sierras  de  las  asturias .  al  otro  monte  dizen  la  Sierra  de  segoaia  a  do  son 
muchas  villas  g  lugares  al  utro  monte  dizen  la  Sierra  morena .  al  quarto  monte  dizen  la  Sierra  de 
segura  donde  nascen  dos  Rios  muy  grandes .  al  vno  dizen  guadalqueuyr  que  antigaamenle  deiian 
bctis  g  pasa  por  cordona  g  por  seuilla  g  entra  en  el  mar  ocidental  en  vn  logar  qne  dben 
barramcda  Al  otro  rrio  dizen  segura  g  va  por  murcia  g  entra  en  el  mar  medioterreno  cerca  de  vn 
lugar  que  dizen  guardamar  E  falle  en  cstc  rreinado  seys  Rios  grandes  guadalqueuir  qne  ya  conte 
Al  otro  rrio  dizen  ti^o  que  corre  por  toledo  g  por  santaren  g  entra  en  la  mar  ocidental  cerca  de 
vna  cibdat  que  dizen  lisboa  en  el  Reynado  de  portogal .  Al  otro  Rio  dizen  duero  g  corre  por 
camora  g  entra  en  el  mar  de  pòoiente  c^rca  de  la  cibdat  que  dizen  Portogallo  Al  otro  Rio  diaen 
guadiana  g  va  a  la  cibdat  de  badajoz  g  entra  en  la  mar  de  poniente  en  >ii  lagar  que  diien 
castro  marìn  Al  otro  Rio  dicen  ebru  que  va  por  tudela  g  por  caragoca  cibdades  del  Relnado  de 
aragon  g  entra  en  el  mar  mediotcrreno  cerca  de  vna  cibdat  que  dizen  tortosa .  E  aabeC  qne  en 
este  Reynado  de  castilla  s  leon  tiene  toda  la  marisma  dei  poniente  fasta  bayona  la  mayor  g  parte 
con  nauarra  g  aragon  g  granada .  las  sefiaies  deste  Reyno  es  vn  pendon  con  dos  CastiUos  g  dus 
leoncs  feclios  en  quarteroocs  tales  corno  cstos  que  udelanto  se  siguco.  Party,  ec  » 

smmp.  342.  Lisbona. — Primeira  parte  das  Chronicas  da  Ordem  dos 
Frades  Menores  do  Serafico  Padre  Sani  Francisco,  seu  instituidor 
et  primero  Ministro  Geral.  Que  se  pode  chamar  vidas  Patrum  dos 
Menores.  Conta  dos  principios  et  primeiros  sanctos  Padres  desta 
sagrada  Religiam.  Novamente  copilada  et  ordenada  dos  aatiguos 
livros  et  memorias  da  Ordem  por  Frei  Marcos  da  Lisboa  Frade 
Menor  da  Provincia  de  PortugaL  Contem  està  primeira  parte  dez 
livros  em  que  he  divisa,  pera  mayor  clareza  da  liistoria ,  corno  na 
volta  desta  folha  se  vera.  Com  privilegio  real  por  dez  annos .  Ein- 
fine  :  Imprimiose  està  obra  em  Lisboa,  em  casa  de  Joaunes  Blavio 
de  Colonia,  et  acabouse  XXX  de  marzo  anno  1557. 

L'opera  h  in  foglio:  e  questa  prima  parte  cunta  7  carte  preliminari  non  numerate  ed  altre 
CCXCIIII.  I^  seconda  parte  tratta  da  Orden  dot  Frade»  Menare*,  et  das  auiroi  Ordem.  Sigiiiida 
et  terceirat  inttituidat  na  Igenia  por  o  santittimo  Padre  Sam  Franciteo.  Comprende  a  Mitoria 
do  que  aeonteeeo   em  tempo  de  vintequatro   Miniitrot  Geraet  que  iouderam  ao  Padre  Sam 


USBONA  333 


M^raneUeo,  et  ot  prindpioi  da  reformafam  da  Obtervanda  na  Ordem  por  etpofo  de  eenio  y 
cùiCoenUk  annoi.  Numera  5  carte  preliminari  ed  altri  GGLXXXVI:  in  flne  dei  quali  si  legge. 
«  Acaboose  a  presente  obra  imprimir  em  Lisboa  em  casa  de  Joannes  Blavlo  impressor  del  Bey 
DOSSO  senhor  a  custos  de  Joam  Borgonha  Llvreiro  do  Bey  nosso  senhor  et  vendese  em  a  rua  nova 
em  casa  do  dito  Joam  de  Borgonha.  Anno  de  mil  quinnentos  sessenta  et  dous  a  XXV  dabril.  t 
Queste,  dae  parti  le  trovai  nella  Biblioteca  dell' Episcopio  di  Cordova.  La  terza  parte  mancava  ;  ma 
con  le  altre  due  la  rinvenni  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona  :  se  non  che ,  nel  tempo  eh'  io 
fui  in  quella  città,  essendo  in  mano  di  non  so  chi  particolare  che  vi  studiava,  non  potei  vederla. 
Marco  da  Lisbona  è  scrittore  classico  nel  Portogallo.  Il  DioLAche  voltò  tutta  l'opera  in  italiano,  ci  dice, 
che  nella  terza  parte  ti  descrivono  le  vite  e  miracoli  di  ducento  e  più  ianti  e  sante  ;  e  si  racconta  la 
Riforma,  et  Osservanza  dell'  Ordine  et  suo  accrescimento.  «  Il  beato  Marco  da  Lisbona  (dice  Emilio 
Chavi.n  de  Malan)  fece  dei  lunghi  viaggi  scientiflci  in  Germania  in  Francia  e  in  Ispagna,  e  dopo  tanto 
e  coscenziose  ricerche  scrisse  la  sua  Cronaca ...  È  libro  scritto  con  grande  ingenuità  e  altamente 
cristiano.  •  E  noi  aggiungiamo  che  è  una  ricca  ed  eccellente  raccolta  di  notizie  dell'  Ordine  e  delle  sue 
Missioni  fino  al  tempo  dell'  autore.  Non  vi  si  accennano  le  fonti  :  ma  che  importa  ?  Essa  stessa  è  una 
fonte,  e  grave  è  la  sua  autorità.  Come  si  disse,  fu  voltata  in  italiano  da  Orazio  Diola  ;  e  pare  se  no 
facessero  due  edizioni  ;  la  prima  in  Parma  il  i58S,  la  seconda  in  Venezia  il  1585,  che  è  la  più  comune. 
Fa  tradotta  anche  in  castigliano  da  Diego  di  Navarra  e  dal  Padre  Fr.  Filippo  de  Soza,  e  in 
Francese  dal  Santeuil;  e  di  tutte  le  traduzioni  si  fecero  varie  ristampe.  Frate  Marco  fu  creato 
Vescovo  di  Oporto  dove,  dopo  una  santa  e  laboriosa  vita,  mori  nel  1591.  Se  ne  vedeva  il  ritratto 
nella  Biblioteca  del  Convento  di  Nostra  Donna  di  Saliceto  con  questa  scritta  : 

Mas  parece  de  Francisco 
Su  Blarcos  evangelista 
Que  su  Marcos  Coronist<i. 

Alla  terza  parte  aggiunse,  la  quarta,  in  Italia,  Barezzo  Barkzzi;  e  in  Ispagna  il  Padre  Daza, 
di  cui  si  disse  a  suo  luogo.  La  prima  edizione  di  Lisbona  è  rarissima. 

343.  Lisbona.  —  Arte  deir  idioma  Bicol  :  por  el  P.  Fr.  Marcos 
de  Lisboa,  de  la  Orden  de  S.  Francisco  de  la  Observancia  Descalzos. 

Non  bisogna  confondere  questo  Fr.  Marco  col  precedente  :  se  non  v'  è  differenza  di  nome  e 
«li  patria,  v'  è  quella  del  tempo,  della  Provincia  Francescana  a  cui  appartennero,  o  degli  uffici  che 
esercitarono.  Di  questo  ci  dà  la  seguente  breve,  ma  compiuta  biografia  il  nostro  Padre  Huerta. 
«  Fr.  Marcos  de  Lisboa,  Predicador,  naturai  de  la  ciudad  de  su  appellido,  hijo  de  nobles  y  acomo- 
dados  padres,  quienes  le  enviaron  al  comercio  de  la  India,  siendo  aun  bastante  joven ,  fijó  su 
residencia  en  la  ciudad  de  Malaca.  El  ano  de  i58i  llegó  a  dicha  ciudad  nuestro  Fr.  Juan  Bautista 
Pisaro  (da  Pesaro  in  Italia)  quien  fundó  un  Convento  bajo  la  advocacion  del  seììor  San  José, 
y  nuestro  Fray  Marcos  despues  de  arreglados  los  asnntos  de  su  comercio,  vistiò  nuestro  santo 
habito  y  profesó  en  dicho  Convento  de  està  Provincia  de  San  Gregorio  de  Filipinas,  donde  .se 
ocupó  en  la  conversion  con  fervoroso  celo.  Esto  Beligioso  proyectó  la  fundacion  de  la  hermandad 
de  Ut  santa  Misericordia  de  Manila,  y  contribuyó  a  su  realizacion  en  1694,  siendo  uno  de  los 
\ocales  que  votaron  en  la  primera  junta  para  la  eleccion  de  Proveedor.  Despues  paso  a  la  conversion 
del  partldo  de  Camarines,  donde  administró  los  pueblos  de  Polangui,  y  Oas.  En  el  capitulo  celebrado 
en  8  de  setiembre  del  i602  fué  electo  Deflnidor  y  ministro  de  Naga,  y  en  1605  paso  a  Oas. 
Segunda  vez  fué  electo  Deflnidor  en  el  capitulo  de  24  de  Mayo  del  1608,  y  en  16  de  Enero  de 
1609  le  elijìeron  Vicario  Provincial,  gobernando  con  mucho  aderto  basta  el  dia  29  de  Octubre  de 
1611,  en  cuyo  tiempo  se  comenzaron  las  Misiones  de  la  Provincia  de  Ituy,  fundaron  los  pueblos 
de  S.  Bernardo  y  S.  Juan  Bautista  de  Marinduque,  Iguey,  Calaguimi,  Casiguran  de  Albay,  Ibalon , 
y  la  venerable  Orden  Tercera  de  Manila.  Concluido  su  gubierno,  fué  nombrado  Guardian  de  Naga, 
y  en  1616  le  elljieron  tercera  vez  Deflnidor  y  ministro  de  Oilao ...  Por  los  afios  del  1618  salió 
para  Mejico,  y  habiendo  sido  oombrado  Gostodio  para  votar  al  Capitulo  Gràeral,  pasà  da  Mejico 


A14  LISTA 

a  Madrid,  y  de  aqui  a  Roma,  donde  asisUó  al  Gapitulo  general,  y  conclulda  su  comisioii,  vegresó  a 
Madrid,  retirandose  a  naestro  Convento  de  San  Gii,  donde  lleno  de  meritos  y  virtudes  entr^  la 
espiritu  al  Senor  a  principios  de  i6S8.»  La  Grammatica  della  lingua  INcol  (  che  è  una  dellei  lingue  delle 
Filippine  )  fu  la  prima  grammatica  scritta  di  queir  idioma. 

—  Diccionario  del  idioma  Bicol. 

Parimente  fu  il  primo  che  venisse  scritto. 

—  Confesonario  Bicol. 

—  Doctrina  Christiana  en  idioma  Bicol. 

Questi  Manoscritti,  che rHoEHTA  ci  fa  conoscere,  sono  senza  dubbio  nell'Archivio  del  noslru 
(>}nvento  di  Manila,  che  egli  ebbe  lungamente  studiato,  [>er  pubblicare  il  suo  B$tmdo  geograiieo, 
topografico,  estadùtico,  hittorieo,  etc,  che  per  la  storia  dell'  Arcipelago  Filippino  vale  un  vero  tesoro. 
Io  vidi  del  Padre  Fr.  Marcos  de  Lisbona  parecchie  interessantissimo  lettere  nell'  Archivio  ée  Inàiu 
di  Siviglia. 

u,.  344.  Lista  de  los  bautizados  por  nuestros  Misioneros  en  nue- 

stras  Misiones  de  este  Imperio  de  la  Gran  China  correspondente 
al  ano  pasado  de  1766. 

Manoscritto  dell' Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  que*  Padri. 


Alia 


Jls. 

Asia 


.Unerkra 


345.  Lista  do  las  christiandades  que  administra  y  cuida  el 
hermano  P.  Fr.  Salvador  de  Valencia  en  la  provincia  de  Kiang-si. 
Ano  de  1767. 

Manuscritto  dello  stesso  Archivio,  parimente  inviatomi  i>cr  la  continuazione  della  Storia  delk 
nostre  Missioni. 

tu.  346.  Lista  de  todos  los  Religiosos ,  que  en  el  dia  existen  de 

familia  en  este  Colegio  de  Misioneros  Apostolicos  de  Propaganda 
fde  de  Christo  crucificado  de  Guathemala  con  expression  de  sus 
nombres,  edades  y  oficios;  y  Relacion  de  todas  las  Misiones  y 
reducciones  de  infieles,  que  estan  a  su  cargo  y  cuidado  con  otros 
puntos  conducentes  a  este  asunto.  Ano  de  1763. 

Manoscritto  in  foglio ,  di  30  carte  non  numerate,  interessantissimo  per  le  notizie  che  dà  dei 
luoghi  e  dello  svolgimento  detrazione  apostolica  de* Francescani  in  dette  Missioni,  e  delle  loro 
relazioni  co*  governatori,  capitani  e  uditori,  che  rappresentavano  il  Governo  Spagnnolo.  IT  era  un 
esemplare  nell'Archivio  del  nostro  Convento  di  San  Francesco  di  Madrid. 


LISTA  -  LLAGAS  335 


347.  Lista  de  las  christiandades  de  la  Mision  de  Chan-Cheu 
en  la  provincia  de  Canton.  Ano  de  1766. 

Manoscritto  inviatomi  dai  nostri  del  Convento  di  Manila. 

348.  Lista  de  los  bauptizados  por  nuestros  Misioneros  en 
nuestras  Misiones  Seraficas  de  China,  en  el  ano  pasado  de  1765. 

Dono  degli  stessi  Padri. 

349.  Lista  de  las  christiandades  de  la  Provincia  de  Xan- 
tung,  que  estan  a  cargo  y  administracion  de  nnestro  Hennano 
Fr.  Martin  de  S.  Theresa  Alcazar.  Ano  de  1766. 

Della  medesima  provenienza. 

350.  Liste  chronologique  des  Eveques  et  des  Pretres  tant 
seculiers  que  regulieres ,  employes  au  service  de  V  Eglise  du 
Canada,  depuis  V  etablissement  de  les  pays,  et  aussi  la  liste  des 
Eveques  des  autres  possessions  Britanniques  de  V  Amerique  du 
Nord.  Quebec,  T.  Cary  et  C".  1834. 

Un  volume  in  8.  È  citato  dal  Faribault,  Catalogue  d' ouvraget  fur  Vhittoire  del' Amerique, 
et  en  particuUer  du  Canada ,  etc. 

351.  Livorno.  —  Grammatica  Araba,  in  utile  de' Missionarii 
Francescani  dell'  Egitto  e  della  Palestina,  per  il  R.  P.  Ortensio 
da  Livorno  dell'Osservante  Provincia  Toscana. 

Cosi  fu  da  noi  annunziata,  per  la  notizia  che  ce  ne  diede  T Autore,  nel  numero  6  dell'anno 
IV  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (Roma  1864.)  L'Autore  da  16  anni  Missionario  in  Egitto, 
in  quel  tempo  lavorava  ancora  con  molto  zelo  nelle  stesse  Missioni. 

352.  LiZANA.  Devocionario  de  Nuestra  Sonora  de  Itzmal  :  Hi- 
storia  de  la  Provincia  de  Yucatan ,  y  su  conquista  espiritual,  ec. 
por  el  Padre  Fr.  Bernardo  Lizana,  Franciscano.  Valladolid,  1633. 

Un  volume  in  8.  Il  Lizana  fu  nativo  di  Toledo  :  si  recò  nel  Yucatan  il  1606  ;  e  morì  in 
Messico  il  1631  di  50  anni.  E  opera  rarissima  e  difficilissima  a  rinvenire.  Se  n'è  giovato  molto 
il  Brasseur  ne' suoi  studii  sul  Messico;  e  ne  riferisce  alcuni  capitoli  nella  pubblicazione  che  fece 
(Iella  Reladon  de  las  eosai  de  Yucaian  del  Landa,  di  cui  già  abbiamo  discorso.  Ma  non  dice  ove 
la  incontrasse:  probabilmente  ciò  fu  in  America.  A  me  non  riuscì  di  vederne  alcun  esemplare. 

353.  Llagas.  —  Arte  del  idioma  Japon  por  el  corista  Fran- 
ciscano Fr.  Diego  de  las  Llagas. 


•i36  LLAGAS  -  LOMBARDI 


Xm 


Hi. 


—  Diccionario  Castellano-Latino-Japon. 

—  Traduccion  del  Flos  Sanctornm  al  idioma  Japon. 

Così  THuERTA  CEitado  ee.J.  Nativo  del  Giappone,  fa  convertito  e  battezzato  da  P.  Fr.  Diego 
da  Ctiinctien,  nelle  cui  mani  professò  la  regola  dei  Terz' Ordine,  e  da  lui  e  dagli  altri  ÌCìssioDari 
Francescani  imparò  il  latino  ed  il  castigliano.  Il  Ì6i3  vesti  V  abito  del  prim'  Ordine,  e  fece  la  sokone 
professione  Fanno  seguente  Ì6i4.  Non  fu  ordinato  sacerdote  per  mancanza  di  Vescovi.  Allorcbè 
V  anno  1634  il  Giappone  venne  severissimamente  chiuso  a' cristiani,  egli  vi  restò  deotro  OMOosto: 
corse  la  novella  che  vi  fosse  martirizzato  ;  ma  non  se  n'  ha  autentica  relazione. 

il,.  354.  Llagas.  —  Ano  de  1685.  Descripcion  de  las  cosas  e  Igle- 

sias  que  la  Mision  Serafica  tiene  al  presente  ano  de  1695  en  este 
imperio  de  China,  de  los  Religiosos  que  tiene  y  fhitos  que  hacen, 
por  orden  de  nuestro  Hermano  Fr.  Jaime  Tarin  Comissario 
Provincial  de  dicha  Mision. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m'inviarono  copia  que' Padri. 
Essa  contiene  5  carte  in  foglio  ;  ed  è  segnata  in  fine  i8  de  odubre  de  1605.  Fr.  BsmNARMSio  db  las 
Llagas. 


355.  Llave.  —  Chronica  de  la  santa  y  apostolica  Provincia  de 
^   San  Gregorio  en  las  Filipinas  desde  su  fundacion  en  el  afk)  del 

1577  basta  el  de  1644:  por  el  Padre  Fr.  Antonio  de  la  Llave  de  la 
Orden  de  San  Francisco. 

Manoscritto  di  21  volumi  in  foglio,  nell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila.  PTeraanchr 
un  esemplare  nel  grande  Archivio  della  Commisseria  de  Indias  del  nostro  Convento  di  San 
Francesco  di  Madrid;  ma  nella  rivoluzione  del  1834,  come  già  si  disse,  tutto  andò  miseramenle  perdata 

—  Vida  de  la  Venerable  Madre  Sor  Geronima  de  la  Asuncion 
fundadora  del  Real  Monasterio  de  Religiosas  Clarisas  de  Manila. 

Il  Padre  Fr.  Antonio  de  la  Llave  ,  chiamato  al  secolo  Gonzalo,  passò  dalla  Spagna  alle 
Filippine  in  compagnia  dei  Governatore  Gomcz  Perez  Dasmarinas  l'anno  i590,  vi  prese  Fabitu 
Francescano  il  1591,  e  solennemente  professò  in  quella  celebre  Provincia  Missionaria  di  S.  Gregoriu 
il  19  mano  del  1593,  mutando  il  nome  di  Gonzalo  in  quello  di  Antonio.  «  Corso  los  estadios  (dice 
l'lIuEmTA)en  nuestro  Convento  de  Manila,  yen  160i  fué  de  Ministro  (cioè  Missionario)  al  pueUv 
de  San  Miguel  de  Guilinguiling  admioistrando  sucessivamente  en  los  pueblos  de  Paete ,  Santa 
Cruz,  Siniloan ,  Lilio,  Mabiuc,  Pangil  y  Santa  Cruz  segunda  vcz.  En  el  capitnlo  de  18  de 
noviembre  de  1628  fué  electo  DeQnidor,  y  en  el  1630  paso  desde  Santa  Cruz  a  la  administnàon 
de  Lilio,  y  de  aqui  a  Pila..    Hallandose  ministro  de  Pila  (1635)  recibió  el  nombramiento  de 

Comisario  Visìtador gobernando  basta  ol  dicembre  de  1638  . . .  Fuè  el  primer  Cronista  ée 

e^ta  Apostolica  Provincia  de  San  Gregorio  ...  En  1641  paso  de  Ministro  a  Siniloan,  y  de  aqui  a  Saatt 
Cruz,  donde  se  hallaba  en  agosto  de  1634.  Murió  en  nuestro  Convento  de  Mahayhay  elafio  164S.* 

356.  Lombardi.  —  Descrizione  del  Serraglio  Turco,   fatta  dil 
K«"p«  Padre  Fr.  Mansueto  Lombardi,  Francescano  Conventuale,  Vicario 

Patriarcale  di  Costantinopoli,  1667. 


LOPEZ  :^:\^ 

Manoscritto  nell'  Archivio  Mediceo  di  Firenze,  filza  4274,  di  cui  ottenni  copia,  ctie  conta  15  carte 
in  foglio  di  fitta  lettera. 

—  Lettere  di  Monsignor  Fr.  Mansueto  Lombardi,  Francescano 
Conventuale,  Vicario  Patriarcale  di  Costantinopoli. 

Sono  due  lunghe  lettere:  la  prima  data  in  Pera  li  5  marzo  1667,  la  seconda  in  Costantinopoli 
li  SS  luglio  dello  stesso  anno. 

In  margine  della  prima  si  leggono  queste  parole  :  «  Con  quattro  quinternini  consegnati 
air  Eccellentissimo  Durazzo,  che  contengono  la  descrizione  del  Serraglio  :  se  non  s' intende  la  lettera 
per  essere  scritta  in  pressia,  compatisca  ;  in  tutto  carte  quaranta,  scritte  in  quarto  foglio:  avendo 
corrispondenza  in  Genova  sotto  piego  deiri Ilustrissimo  Residente  Fiesco,  saran  sicure  le  risposte;  et 
io  terrò  la  stessa  strada.  • 

Questi  documenti  non  sono  senza  importanza  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane  fra  i 
Turchi,  specialmente  di  Costantinopoli. 

357.  Lopez. — Relació  de  la  peregrinació  a  Jerusalem  1762,  por 
el  P.  Fr.  Juan  Lopez  Franciscano. 

Manoscritto  in  lingua  Catalana  di  306  pagine  in  4,  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di 
Barcellona.  Il  nome  del  P.  Giovanni  Lopez  non  è  nel  frontispizio,  ma  nella  prima  faccia  della  pagina 
bianca  che  lo  procedo  e  copre.  Sotto  poi,  d'altro  carattere,  vi  si  leggono  queste  parole:  Ex  librit 
Raymundì  Ferrer,  Presb.  Congregai.  Oratorii,  1816.  È  un  Manoscritto  interessantissimo  per  la  storia 
delle  nostre  Missioni  in  Oriente:  specialmente  di   quoUe  di  Damasco  ha  notizie  e  particolari  di 
inulta  importanza,  che  non  incontrammo  in  altre  memorie.  L'  Autore  parti  da  Barcellona  il  22  di 
gennaio   1762  con  quattro  altri  Religiosi  suoi  compugni,  tre  della  Provincia  di  Bisca  va,  che  erano 
i  Padri  Gioacchino  Eyzaguirre,  Emmannele  Loydi,  e  Giuseppe  di.Quevedo,  e  il  Padre  Francesco 
Pasqual  della  Provincia  di  Catalogna.  Imbarcatisi  sopra  una  nave  Olandese,  ebbero  molto  a  sofl'rire 
dal  Capitano  eretico.  Toccarono  Marsiglia,  Genova  e  Livorno;  e  in  Livorno  si  fermarono  un  giorno 
e  mezzo,  beali  d'avervi  incontrati  altri  tre  Religiosi  Spagnuoll,  che  parimente  andavano  alla  Terra 
Santa,  coi  quali  salirono  sopra  un'  altra  nave  per  liberarsi  de  aqnel  capitan  enemieh  de  Deu. 
Ripreso  il  cammino,  e  costeggiata  la  Sicilia,  approdarono  ad  .Alessandria,  ove  nell'ospizio  Francescano 
trovarono  25  loro  confratelli  Missionari,  che  li  accolsero  con  grandissimo  affetto.  Poi  sopra  un 
pinco  francese  continuarono  per  Tolemaide ,  già  moli  gran  y  famota  cintai ,  situata  in  una  gran 
pianura,   al  peit  del  mar,   davant   del  Carmelo:  ma  ora  moli  derruida  . ,  . ,  .  però  ben  forti- 
ficata por  haberH   fet  fori  un  cabo ,  o  gefe  anomenat  Dquer  —  el  —  Homer ,  home ,  enrora  que 
turehj  molt  amant    de  ly  cristiani.  Da  Tolemaide,  dopo  alquanti    di,   si   recarono   a  Nazaret, 
attraversando  urtai  plunarai  de  doi  horoi  de  camin  e  poi  unai  montagnai  no  molt  asperai 
ni  esefibroicu  en  ver  V  Orient.  Visitata  Nazaret,  e  dipoi  il  Tabor,  e  il  mare  di  Tiberiade,  in  riva 
al  quale  al  pretent,  exeepto  la  eiutat  de  Tiberiai»  no  ie  ven  casa  ni  lloch  en  lai  riberai  de  tantas 
que  ni  habia    en  tempi  del  poble  de  Yxrael,  passarono  a  Cana  di  Galilea  e  quindi  a  (ìialTa;  da 
Glaflk  a  Rama,  e  da  Rama  per  difficilissima  via  a  Gerusalemme.   Quivi  trovarono  Presidente  di 
tutta  la  Terra  Santa  il  P.  Fr.  Gioan  Domenico  di  Livorno,  Vicario  il  P.  Giacomo  Vasti,  e  Procurator 
Generale  il  P.  Luigi  Benavent,  dai  quali  parimente  ebbero  amorevolissima  accoglienza.  Visitarono 
tutti  i  Luoghi  Santi  della  città,  e  dipoi  il  Giordano,  Bellem  ec;  e  poi  partirono  per  Damasco,  dove 
arribals,  nos  receberen  (egli  dice)  aquells  bons  Religiosos  ab  molta  allegria,  y  tota  aquella  gens 
ab  senyals  de  gran  amor  y  benevolencia.  Era  superiore  di  quella  Missione  il  P.  Francesco  Canes , 
che  aveva  seco   i  Padri  Francesco  Barahona,  Michele  Mas,  Giovanni  Carrera,  e  Manuele  di  Sani' 
Antonio.  Era  missione  mantenuta  a  espensas  del  Rey  catolich  de  Espana.  I  più  degli  abitanti  erano 
mosalmani:  poi  cristiani  di  did^renti  riti;  Greci,  Armeni,  Soriani,  Maroniti;  questi  ultimi  cattolici: 
if\\  altri  scismatici.  La  Terra  Santa  (egli  prosegue)  casi  deideli  principii  que  comemà  a  venerar 
!n$  Uochi  ians^  està  ei  la  Religion  Serafica  envia  obrenpara  redudr  aquelUu  animai  y  cnteqìUzarlas. 


:1'58  LOPKZ  -  I.OKA 


En  Damasco  pasan  de  dos  cent»  anyt  qtie  sempre  y  a  agut  Religiosos  nostros:  y  iibe  no  «tlobaii 
en  Conventi  eom  ora  estan^  però  estaban  en  lo  hospici  y  casa  dels  MaroAUas  casi  oeuiis,  por  eamta 
de  no  haberli  ealhoUes  de  altres  riius.  Ma  lìnalmeate  mosso  Dio  a  pietà  di  quelU  selsraatlea 
gente,  vi  mandò  (circa  il  1700)  un  segon  Aposts  ah  altres  obrers  de  moH  esprit,  y  comeneà  la 
Catolieisme  a  alzar  lo  capo.  Questo  famoso  Apostolo  fu  il  P.  Joan  Gallego  con  altrU  che  essendo 
molto  dotto  di  medicina,  che  aveva  esercitata  prima  di  rendersi  Religioso,  comenzà  a  tetier  intra- 
dudò  en  lo  serallo  del  Baixa,  y  en  breu  oblingue  Uieeneia  par  obrir  ospid,  y  formar  una  JBj^iefia, 
la  qual  en  pochs  anys  eumplia  y  tamhè  lo  hospici.  K  via  via  viene  narrando  questa  bellissima 
Missione ,  i  frutti  che  produsse ,  e  le  terribili  persecuzioni  che  le  mossero  gli  scismatici  :  iosomn»  è 
un  episodio  pieno  d' interesse  per  la  storia  della  Une  del  XVIII  e  principio  del  XIX  secolo  rispetto 
alle  sorti  della  cattolica  fede  in  quella  città. 

H'.  358.  Lopez.  —  Relacion  de  la  conversion  a  la  Fé  de  los  Indios 


Amtrx^ 


Stamp, 

Antrira 


de  Talamanca  :  dirigida  al  Sr.  D.  Jacinto  Barrios  Leal ,  Presidente 
de  Guatemala,  ano  de  1690:  por  el  Padre  Fr.  Melehor  Lopez  de 
Jesus,  Franciscano. 

Nativo  di  Toledo,  dove  \<3Stl  l'abito  francescano,  il  P.  Mclchor  Lopez  sì  recò  in  America 
il  1683,  e  fu  Missionario  in  Messico,  in  Puebla,  nel  Michoacan ,  nel  Yncatan,  in  Guatemala,  In 
Honduras,  e  in  Nicaragua;  e  mori  nulla  citlà  di  Tegucigalpa  nello  Provincie  di  Hondoras  il 
1698.  Lo  ricorda  lo  Squier  (Monogr.  of,  Auth.J. 

—  Relacion  de  la  pacificacion  de  los  Indios  de  Vera  Paz. 

Lo  stesso  Squier. 

359.  Lopez. — Catechismo  v  declaracion  de  la  doctrina  cristiana 
en  lengua  Otomi,  con  un  Vocabulario  del  mismo  idioma.  Compu- 
esto  por  el  R.  Padre  Fr.  Joaquin  Lopez  Yepes,  Predicador  apostolico 
y  discreto  del  Colegio  àePropaffa?id^  Fide  de  N.  S.  P.  S.  Francisco 
de  Pachuca.  Con  las  licencias  necesarias.  Mesico,  1826.  Impreso  en 
la  Oficina  del  ciudadano  Alejandro  Valdes,  Calle  de  Santo  Domingo 
y  erquina  de  Tacuba. 

Vii  volume  in  8,  di  pagine  i56.  K  notato  anelie  dall' Icazbalcbta  (  Apunles  para  un  eatalof 
de  escritores  en  lenguas  de  America,  ec). 

SI..  360.  LoRA.  —  Dos  cartas  al  sar^^ento  mayor  D.  Matliias  de 

Annona  de  el  Padre  Fr.  Juan  Ramos  de  Lord,  de  la  Orden  de  San 
Francisco. 

Sono  7  carte,  e  riguardano  le  scoperte  e  missioni  della  California.  La  prima  comincia:  «Aiiiiif%),. 
me  he   detenido  en  escrivir  a  V.  M. ,  lo  he  echo  assi   por  no  haverseme  ofrecido  cosa  de  nov^^ 
dad,  eie.  »  La  seconda:  •  Aunqiie  ha  dias  ({iie  lie  estado   en  la  determinncion   de  escrivir  a  V.^ 
noticiandole  de  las  novedades,  que  por  aca  ocurreren,  especialmente  a  cerca  de  nueslros  deseo^ 
hrimientos  y  conquistas  de  Monteroy,  no  lo  he  podidohacer,  eie.  •.  Manoscritto  nella  Biblioleei 
Colominua  di  Siviglia. 


C^IìKmiim 


L'  OIlDiNE  -  LOSSADA  339 


361.  L'Ordine  di  San  Francesco  e  la  presente  sua  Missione  in 
Inghilterra,  1861. 

Documenti  pubblicali  nel  numero  2  dell'anno  II  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 
{Roma  1862.) 

362.  LossADA.  —  Memorial  a  el  Rey  de  Espana  del  Padre  Fr. 
Domingo  Lossada  del  Orden  de  Santo  Francisco ,  Comisario  Ge- 
neral de  todas  las  Provincias  de  las  Indias  Occidentales.  Ano  de 
1737. 

Stampa  di  5  carte  in  4,  senza  data  di  luogo,  rarissima  a  trovare.  In  essa  espone,  come  per 
la  conservazione  e  P  accrescimento  delle  conversioni  ottenute  nella  provincia  di  Cumana,  siano 
necessari  altri  Missionari ,  essendo  i  novelli  convertili  (  otto  popoli  )  dispersi  qua  e  là  in  tutta  la 
parte  dell' Cren  oco,  i  quali  uniti  a' quindici  più  antichi,  già  formavano  ventitre;  e  frattanto  si 
presentavano  novelle  conquiste  di  là  dal  fiume  suddetto.  È  uno  de' documenti,  come  già  accennai 
altrove,  che  gittano  molta  luce  sopra  le  apostoliche  fatiche  de*  Francescani  in  quelle  regioni,  e  che 
rimangono  affatto  sconosciute.  Da  essi  si  vede  lo  zelo,  che  mai  non  rimetteva,  di  que' generosi 
apostoli  di  Gesù  Cristo,  e  come  dovessero  volta  per  volta  mendicare  facoltà  e  sussidii  da' governi 
che  atiche  temporalmente  coglievano  dalle  loro  fatiche  copiosi  frutti. 

l  Francescani  di  quelle  Missioni  avevano  finalmente  potuto  ottenere,  non  senza  gravi  contra- 
dizioni, di  non  aver  più  che  far  nulla  con  i  conquistatori  di  quelle  genti;  ma  la  loro  impresa 
fuese  solo  conquista  de  la  Cruz.  E  tosto  se  n'ebbero  stupendi  effetti,  che  furono  (dice  il  Padre 
l.ossada  )  opimos  frutos  de  eathoUcidad  en  su»  hahitadores,  che  però  costarono  martyiioi  de  fuego, 
ftechas,  venenos,  y  lanzag,  que  han  padecido  los  Misioneros.  Ma  che  importa  (egli  prosegue)  se  frattanto 
abbiamo  la  consolazione  di  contemplare  diciassettemila  anime  rigenerate  a  Cristo;  e  ventitre  bellissime 
popolazioni,  con  lor  chiese,  case,  strade,  e  civile  governo,  che  impromettono  il  più  bello  avvenire? 
Questi  popoli  erano:  Nostra  Signora  della  Concezione  di  Pìritu;  Sant'Antonio  di  Clarines;  San 
Giovanni  Evangelista  del  Tucuyo;  San  Giovanni  daCapistrano  del  Puruey;San  Michele  di  Alauriquar; 
San  Francesco  dì  Guere;  San  Paolo  di  Mataruco;  San  Lorenzo  di  Guere;  Gesù,  Maria  e  Giuseppe 
di  Caìgua;  Nostra  Signora  del  Pilar  di  Guayamacuar;  San  Bernardino  di  Guertccuar;  Nostra 
Signora  dell' Amparo  dei  Pozuelos;  San  Domenico  di  Araguita.  Appresso,  San  Matteo  di  Prepuntar; 
San  Gioacchino  del  Paril;  Santa  Rosa  di  Viterbo  di  Ocopi;  Santa  Barbara  di  Aragua;  Sant'Anna 
di  Anaco;  San  Bonaventura  di  Panapotar;  la  Santissima  Trinità  della  Margarita  ;  Nostra  Signora 
de  los  Remedios  del  Mamo. 

•  Con  que  (diceva  il  Padre  Lossada  al  Re  di  Spagna  )  dexando  ya  (i  Missionari  Francescani) 
a  la  obediencia  de  V.  Magestad  y  en  el  rebafio  de  la  Iglesia  toda  la  basta  distancia  de  mas  de 
cien  leguas ,  que  habitan  los  Cumanagotos ,  Palenques ,  Caribes ,  Chaimas ,  Guaraunos  ,  Aruros, 
Quaquas,  Cores,  que  ahora  80  anos  eran  gentiles  barbaros,  y  oy,  por  la  misericordia  de  Dios,  hijos 
suyos,  de  su  Iglesia,  y  vasallos  de  V.  Magestad,  corren  comò  angelcs  veloces,  a  estender  le  Fé  por 
los  sitios,  que  con  beneplacito  de  V.  Magestad  se  han  senalado  de  nuevo. 

•  Para  tanto  trabajo  y  maquinada  tan  elevada,  los  sacerdotes  Franciscanos  que  han  pasado 
destinados  por  V.  Magestad  desde  el  dicho  ano  de  1656  de  la  fundacion  de  dichas  Misiones  basta 
ci  presente,  han  sido  solos  99:  de  los  quales,  el  venerable  Fray  Sebastian  Delgado  y  el  venerable 
Fray  Juan  Villegas  fueron  martyrizados  con  cruelissimos  tormentos  ;  y  otros  muchos  muertos 
impiamente  con  veneno,  que  les  administraron  los  barbaros.  Ahora  nuevamente  a  18  de  septiembre 
de  1735  el  venerable  fray  Andrcs  Lopez,  Misionero  en  la  conversion  nueva  de  Nuestra  Senora  de 
los  Remedios,  en  ci  rio  Orinoco,  fué  assaltado  de  los  Caribes  barbaros,  y  despues  de  haver  quemadu 
el  pueblo,  profanado  las  aras,  imagenes  y  vasos  sagrados,  haviendo  muerto  a  todos  los  habitadores, 
hombres,  mugores  y  ninos  (pues  solo  ciuco  christianos  se  lìbertaron,  y  de  ellos  los  Ires  heridos) 
el  dicho  venerable  Fray  Andres  fùé  hallado  despues  de  algunos  dias  colgado  de  un  arbol,  desnudo, 
•M)rtados  los  brazos  por  los  codos,  con  un  macanazo  en  la  cabeza,  y  otro  en  la  boca,  y  dehaxo  de 


StaMji. 
Ut. 


:Ì4U  LUYOI.A 

él  mucha  lefia  qaeniada,  sin  la  inenor  lessiun  de  el  cuerpo,  que  su  Magestad  conservò  ineornipto 
a  disUncion  de  lus  deiiias  cuerpos  muertos,  que  Uenaban  todo  el  mismo  ambito,  cuyo  hedor  en 
intolerable,  etc.  • 

363.  LoYOLA.  —  Viaggio  fatto  da  Siviglia  alla  China  dal  P.  Fr. 
Martino Egaatio  (da  Loyola)  dell'  Ordine  di  San  Francesco  insieme 
con  alquanti  Padri  della  medesima  Religione ,  di  ordine  della 
Maestà  cattolica  del  Re  Filippo.  Nel  quale  passando  per  V  India 
Orientale ,  et  per  molti  regni ,  circondarono  tutto  il  mondo  ;  dove 
si  raccontano  le  cose  più  notabili ,  eh'  essi  intesero  e  videro  nel 
camino:  si  tratta  de  i  riti,  delle  cerimonie  et  de  i  costumi  de  i  popoli 
che  trovarono,  della  ricchezza,  dell'abbondanza  et  della  fortezza 
de  i  paesi,  che  scorsero,  et  si  descrivono,  quanto  più  distintamente 
si  può,  i  siti  et  le  qualità  de  i  luochi,  che  videro,  secondo  la  noticia, 
che  poterono  averne  passando.  In  Venetia,  appresso  AndreaMuschio, 
M.  D.  XC. 

Questa  pabbllcazione,  come  la  Relazione  del  viaggio  del  Padre  Fr.  Pietro  Alfaro,  di  cai  già 
si  6  parlato,  va  unita  alla  Hittoria  della  China  del  P.  Maestro  Giovanni  Gonzalbz  db  Mesidqki 
dell'  Ordine  di  sanV  Agostino ,  che  del  pari  tutta  la  guastò  e  interpolò  a  suo  modo;  e  oompreiide 
da  pagine  367  a  469.  Un  esemplare  della  citata  traduzione  italiana  dell'opera  del  Padre  Goìoalbz 
(omai  rara)  trovasi  nella  Uibliuteca  Nazionale  di  Firenze.  II  Padre  Hlerta  ^Eikido ,  efc ^  crede  che 
il  Viaggio  del  Padre  da  Loyola  fosse  primamente  pubblicato  da  lui  stesso  in  Madrid  il  1583 ,  col 
titolo  di  Itinerario  del  Nuovo  mondo.  Ma  io  pensu  che  s'inganni,  e  lo  confonda  con  quello  del 
Padre  Gonzalez  ;  giacchù  non  se  ne  trova  vestigio.  E  così  mi  pare  che  si  rilevi  anche  dalle 
parole  del  celebre  (ìio.  Ballista  Mciioz,  che  per  fortuna  avendo  trovalo  in  Siviglia  un  esemplare  del 
Viaggio,  come  venne  originariamente  scritto,  ed  i^lrattane  ropia  per  la  Biblioteca  della  Reale  Acca- 
demia di  Storia  di  Madrid,  \i  premesse  queste  parole:  «  Viajò  este  Custodio  de  los  Franci^os 
Delcalzos  dcsde  Sevill.i  a  Lislioa,  por  Canarias,  .\ntillas,  Nueva  Espana,  Filipinas,  Cliina ,  varìas 
provincias  de  India,  Calx)  de  Buona  Esperanza,  Isla  «le  Siincta  Elena,  y  C<»sla  de  Guinea,  dando 
vuelta  al  globo  terraqueo  .  De  todas  eslas  parles  bay  buenas  noticias  y  descripciones ,  tomadaA 
de  las  que  de  palabra  y  por  escrito  hubo  del  mismo  Custodio  el  Autor,  que  puede  ser  algun 
lleligioso  de  sus  companeros.  Escribia  en  1584.  tiein])«)  en  que  se  acal>al>a  de  harer  el  viage. 
Aunque  anda  improso  este  IlìFierario  al  tln  de  la  Hintoria  d#»  la  China  de  Fr.  Juan  Goiizales  ds 
Mendoza,  OS  muy  apreciable  el  Maiiuscrito,  que  tiene  mucbas  variedades  y  aìiadiduras  de  importancia. 
Al  parecer  se  suprimicron  en  la  impresion  mucbas  cosas  por  miras  politicas.  El  nianuscrìto  de  que 
se  ha  tornado  osta  copia,  posee  en  S<'villa  ci  Conde  de  .\(riTiL.\  en  un  tomo  en  4.  pergami  no,  tetra 
romo  de  principios  del  siglo  pa^^ado.  •  Il  titolo  del  Manoscritto  e  della  copia  fatta  dal  MoiSoz  è  come 
segue:  Itinerario  del  Padre  Custodio  Fr.  .ìfartin  Ifinacio  (de  Loyola)  Franciscano  DescalfO.  QacsU 
copia  io  potei  studiare  a  tutto  mio  agio  nella  sopraddetta  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia 
di  Madrid. 

E  qui  creilo  bene  dare  il  titolo  esatto  dell'opera  del  Padre  Gonzalez,  e  delle  varie  edizioni  che 
ne  fecero  sia  in  ispagnuolo,  sia  in  altre  lingue,  in  cui  venne  tradotta. 

La  prima  edizione,  dunque,  è  di  Uoma,  e  dico  C(»si:  Hintoria  de  las  cosas  mas  notabies,  riios 
V  eostnmbres  del  (tran  Reyno  de  la  China,  xnhidns  assi  por  los  libro»  de  los  mesmo*  Chino»,  mmo 
por  relacion  de  Religioso»  y  otras  persona*  que  an  extado  en  el  dicho  Reyno.  Con  un  Ittnermrio 
del  Suevo  Mundo.  En  Roma,  a  costa  de  Rartholomé  Grassi,  iSg-'i,  in  8.  Conta  14  r4irle  nun  nonie» 
rate  e  440  pagine.  Di  questa  edizione  dic«  il  Leclerc  (  Hihliotheca  Americana,  Paris  IMS)  :«  Ce 
qui  donne  de  l' Intéròt  a  cet  uuvrage  e'  est  r  itinérairc  da  Noveau  Monde,  qui  oGCHpo  les  pa^  )41- 


LOYOLA  341 


440,  01  qai  eommence  ainsi:  Ititierario  del  Padre  Cutlodio  Fr.  Martin  Iunacio,  de  ta  Orden  de 
Sani  FraneitcOt  que  paso  a  la  China  en  compania  de  otro9  Religiosot  de  la  tni$ma  Orden,  y  de 
la  Provincia  de  8,  Joseph,  por  orden  del  Rey  D.  Philippe .  .  .  Qaoique  bref ,  le  reclt  da  voyage  de 
ce  Religieux  ne  manque  pas  d'iutérét,  el  mérile  d' etre  mieux  connu  qu'il  ne  V  a  été  Josqu' a 
présent  > 

L' opera  del  Gonzalez  con  lo  stesso  tilolo  veniva  pubblicata  in  Madrid,  Pedro  Madrigol,  pari- 
mente in  8,  ma  divisa  in  due  parti,  Tanno  appresso  1586.  La  prima  parte  di  il  carte  non  nume- 
rate, e  altre  116:  la  seconda,  di  324  carte:  88  contenenti  il  libro  segundo  de  la  tecunda  parte; 
dalla  90  alla  146,  el  viage  que  hizieron  a  este  gran  Reyno  el  aho  de  1579,  lot  Padret  Pedro 
DE  Alfaro,  Cutiodio  en  las  Itlas  Filipinas ,  eie.;  e  dalla  147  alla  S44,  V  Itinerario  y  epitome 
de  todas  las  eo$as  notables  qtie  ay  desde  Espaha  hasta  el  Reyno  de  la  Chitia  y  y  de  la  China  a 
E»paha,  boloiendo  por  la  India  Orientai,  despues  de  aver  dado  buelta  a  cati  lodo  el  mundo. 

La  terza  edizione  si  fece  in  Anvers,  Pedro  Sellerò,  l'anno  1596.  Essa  è  in  8,  e  conta  11  carte 
preliminari  non  numerale,  e  380  pagine. 

A  queste  tre  edizioni  dell*  opera  originale  s' hanno  da  aggiungere  le  seguenti  traduzioni:  1. 
DelVhitloria  della  China  tradotta  dalla  lingua  Spagnuola  neW italiana  da  Francesco  Avanzo, 
Cittadino  di  Venetia.  In  Venetia,  appresso  Andrea  Muschio,  1586,  t'n  8,  e  1590.  Di  questa  edizione  è  V 
esemplare  della  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  Conta  14  carte  preliminari  non  numerate ,  e  462 
pagine.  2.  Dell' historia  della  China  tradotta  dalla  lingua  Spagnuola  neU' italiana  da  Francesco 
AvAi<^o,  cittadino  di  Venetia.  Roma,  B.  Grassi,  1586.  In  4.  Conta  22  carte  preliminari  non  numerate 
e  379  pagine.  3.  Uistoire  du  grand  royaume  de  la  Chine,  situé  aux  Indes  orientales ,  divisèe  en  deux 
parties  :  contenant  en  la  premiere  la  sUuation,  antiquité,  fertUité,  reUgion,  ceremonies,  sacrifices , 
rois,  magistrats,  etc,  et  en  la  seconde,  trois  voyages  faits  vers  iceluy  en  l' an  1577, 1579,  et  1581, 
avec  les  singularitez  plus  remarquables  y  veuès  et  entendues:  ensemble  un  Itineraire  du  noveau 
monde,  et  le  deseouvrement  du  Noveau  Mexique  en  l' an  1583 . . .  mise  en  franfoit  por  LiJC  de  la 
Porte,  Parsien.  Paris,  Jeremie  Perier,  1588.  In  8.  Conta  11  carte  preliminari  non  numerate,  altre 
323,  e  di  nuovo  altre  23  senza  numerazione. 

Ora  ecco  il  sommario  del  Viaggio  secondo  che  1'  abbiamo  dal  Manoscritto  di  Siviglia,  riscon- 
trato con  quello  della  pubblicazione  interpolata  che  ne  fece  il  Gonzalez  Menooza. 

Ms.  —  Itinerario  del  Padre  Custodia  Fr.  Martin  Ignado  Franeiscano  Descalfo 

GoNz.  —  Per  qualche  causa  il  Re  catholico  mandasse  i  Padri  di  San  Francesco  alia  China,  che 
s'imbarcarono  et  giunsero  all'Isole  Canarie.  Cap.  i. 

Ms.  —  Capit.  II.  Parten  de  las  Islas  de  Canariaspara  Santo  Domingo  de  la  Isla  Espahola 
p  de  alti  van  a  la  Nueva  Espaiia. 

GoNz.  —  Si  partono  dall'  Isole  Canarie  verso  l' Isola  di  San  Domenico,  et  di  là  vanno  a  la  Nuova 
Spagna.  Cap.  ii. 

Ms.  —  Capit.  ih.  Parten  del  Puerto  de  Santo  Domingo,  y  llegan  al  de  Veraeruz  en  la  Nueva 
Sspana,  y  cuentase  lo  que  hay  en  el  eamino. 

GoNz.  —  Si  partono  dall' Isola  di  San  Domenico,  et  giungono  al  Porto  della  Vera  Croce  nella 
Nuova  Spagna,  et  si  parla  di  quello  che  trovarono  nel  viaggio.  Cap.  hi. 

Ms. — Capit.  iv.  De  euanto  sea  grande  el  Reino  de  Meocico  y  de  algunas  cosas  partieulares 
p  notables  que  en  el  hay. 

GoNz.  —  Della  grandezza  del  Regno  del  Messico  et  d' alcune  altre  sue  particolari  qualità.  Cap.  iv. 

Ms. — Capit.  v.  Prosiguese  la*  cosas  del  Reino  de  Mexico. 

GoNz.  —  Si  continua  a  ragionare  del  Regno  del  Messico.  Cap.  v. 

Ms.  —  Capit.  vi.  Parten  de  la  dudad  de  Mexico  y  van  al  Puerto  de  Aeapulco  en  la  mar  de  Sur, 
donde  te  embarcan  para  las  Islas  FiUplnas  :  pasan  por  las  Islas  de  Ics  Ladrones,  y  ponense  Uu 
condieiones  y  ritos  de  aquella  gente. 

GoNz. — Si  partono  dal  Messico,  et  passando  al  Porto  d' Aeapulco,  s'imbarcano  per  le  Isole 
Filippine,  et  giungono  all'Isole  de' Ladroni ,  delle  quali  si  parla  copiosamente,  et  si  descrivono  i 
costami,  et  le  qualità  di  quelle  genti.  Cap.  vi. 

Ms. — Capit.  vii.  Parten  de  lai  Itlat  de  los  Ladrones,  y  llegan  a  las  de  Luton,  o  FUipinas 
por  otro  nombre  :  euentanse  las  eosai  partieulares  de  aqueUas  Islas. 


Sii  LOYOLA 

GoNz.  —Si  partODo  dall'  Isole  de'  Ladroni  e  giungono  alle  Filippine,  delle  quali  sì  Ca  partieolaie 
menzione.  Gap.  vii. 

Ms.— Gapit.  vili.  Dedarame  algunoi  eo$as  notdblei  qu9  haf  y  te  han  tfiito  en  etioi  iridt 
FìUpinas. 

GuNz.  —  Si  parla  di  alcune  cose  notabili,  che  si  trovano  et  si  son  vedute  all'Isole  FUippioe. 
Gap.  vili. 

Ms.  —  Gapit.  ix.  Parten  de  la  Itla  de  Luzon  para  la  China  :  cuentanse  lat  couu  que  em  eUa 
vieron. 

GoNz.  — Si  partono  dair  Isola  di  Luzon  per  la  Ghina,  et  si  racconta  quello  che  videro.  Gap.  u. 

Ms.  —  Gapit.  x.  Prosiguen  las  cosa»  que  lot  nuettros  vieron  y  entendierùn  en  el  Beino  de  la 
China,  y  lot  trabajot  que  padecieron. 

GoNz.  — Si  continua  a  ragionar  delle  cose  che  gli  Spagnuoli  videro  et  intesero  nel  regno  della 
Ghina,  et  dei  travagli  che  vi  patirono.  Gap.  x. 

Ms.  —  Gapit.  xi.  Son  enviadot  lot  nuettrot  a  la  ciudad  de  Aneheofa»  y  cuenUue  lo  que  em  dU 
let  tucedió. 

GoNz.  Son  mandati  ad  llcliieofu,  et  di  là  a  Ganton,  dove  son  liberati  dal  Gapitan  Maggiore  di 
Macao.  Gap.  xi. 

Ms.  —  Gapit.  xii.  Tratate  de  la  grandeza,  bondad,  riqueza  y  forlaieza  del  Reina  de  la  China, 

GoNz.  —  Si  tratta  della  grandezza,  bontà,  ricchezza  et  fortezza  del  Regno  della  China.  Gap.  xil 

Ms. —  Gapit.  xiii.  Traiate  de  algunot  ritot  y  cerimoniat ,  y  olrat  tehalet,  que  en  eete  Reimo  m 
hallan  de  haber  lenido  noticia  de  la  ley  evangelica. 

Go.sz.  —  Si  tratta  d' alcuni  riti,  cerimonie  et  d'altri  segni  che  mostrano  i  Chini  bavere  havntu 
notilia  della  legge  evangelica.  Gap.  xiii. 

Ms.  —  Gapit.  xiv.  Tralate  de  lat  itlat  de  Japon  y  de  lat  eotat  de  aquel  Reina, 

GoNz.  —  Si  tratta  dell'  Isole  del  Giapon,  et  di  quello  che  s' appartiene  a  quel  Regno.  Gap.  xit. 

Ms. — Gapit.  xv.  Date  notiàa  de  algutiot  Reinot  comarcanot  a  ettat  Itlat  de  Japon^  y  tratanee 
algunat  cotat  de  ellot,  tegun  lat  notieiat  mat  verdaderat  que  por  aquellat  parlet  $e  ham  ienido  ;  y 
de  un  milagro  que  aeaeciò  en  el  Reino  de  Coehinchina,  que  fuè  notablc. 

GoNz. —  Si  dà  notitìa  d' alcuni  Regni  confinì  all'  Isole  del  Giapon,  secondo  la  più  vera  Information 
che  se  n'  è  havula  in  quelle  parli;  et  si  narra  un  notabile  miracolo  nel  Regno  della  Cochinchiua.  Gap.  xv. 

Ms.  —  Capit.  XVI.  Prosignen  lat  cotat  de  lot  Reinot  comarcanot  al  de  Coehinchina,  y  digunat 
eotat  notahlet  dello*  con  lot  rilot  y  cottumbret  de  lot  moradoret. 

GoNz.  — Si  cuntinua  a  ragionar  de'  Regni,  che  cunlinanu  con  quello  di  Coehinchina,  et  d' alcune 
cose  notabili,  che  vi  sono,  et  dei  riti  et  costumi  degli  habitatori.  Gap.  xvi. 

Ms.  —  Gapit*  xvii  .  De  otrot  mv^^hot  Reinox  que  hay  en  ette  Suevo  Mundo,  de  su$  nombret, 
propriedadet,  y  en  etpecial  de  la  famota  ciudad  de  Malaca, 

GoNz.  —  Di  molti  altri  regni  che  sono  in  quella  parte  di  Mondo  Nuovo,  dei  nomi  et  delle  proprietà, 
et  sperialmoule  della  famosa  citlà  di  .Malacca.  Cai»,  xvii. 

Ms.  —  (]\piT.  wiiLProtiguete  de  algunos  Rcynot  del\uevo  Mondo,  y  de  cotat  particuìares  que 
en  ellot  xe  han  rislu,  y  traiate  de  la  ciudad  de  Malaca  y  del  Rio  Ganget. 

GoNz.  —  Si  continua  a  parlare  d' alcuni  Regni  del  Mondo  Nuovo,  et  delle  cose  particolari,  che 
vi  si  son  vedute,  el  del  (lume  Ganjje.  Gap.  xviii. 

Ms.  —  Capit.  XIX.  Tratate  del  Reino  de  Corotnandcl,  y  de  otrot  tut  eomareano»,  y  de  la  ciudad 
de  Calatnina,  donde  estuvo  y  ìnuriò  el  ylorioto  Apottol  Santo  Tomat,  y  del  poder  y  riqueza  del  Rey 
de  ette  Reino,  y  la  manera  que  te  entierra,  y  olrat  cotat  de  mucha  curiotidad. 

GoNz.  —  Si  parla  di  Coromandel  el  d'altri  Regni  circonvicini,  et  de  la  città  di  Calamioa,  dove 
stelle  et  morì  S.  Tomaso  Apostolo,  et  delle  forze  et  ricchezze  di  ({uel  Re  ;  et  si  parla  di  molte  altre  cose 
curiose.  Gap.  xix. 

Ms.  —Capit.  xx.  Trata  de  muehot  Reinot  de  aquel  Nuevo  Mundo,  de  lot  ritot  y  costumhret  de 
lot  moradoret  y  algunat  cotat  muy  euriotat.  Gap.  xx. 

GoNZ.— Si  tratu  di  molti  altri  Regni  del  Mondo  Nuovo,  dei  costumi  dei  popoli,  et  d'altre  cose 
curiose.  Gap.  xx. 

Ms.  — Capit.  xxi.  Tratate  de  muehot  Reinot  del  Suevo  Mundo  y  de  lat  cotat  parUevlafet 
euriotat  de  ellot. 


LOYOLA  343 


GoNz.  —  Si  continua  a  parlar  di  molti  regni  del  Mondu  Nuovo,  et  delle  cose  notabili  che  ci 
sono.  Gap.  xxi. 

Ms.  —  Gapit. xxii.  De  los  demas  Reinos  y  cosat  notahlei  que  hay  hastaUegar  a  Espafia» y  aeabar 
de  dar  vuella  al  mundo. 

GoNz.  —  Di  altri  Regni  et  cose  notabili  che  si  trovano  (Ino  in  Spagna.  Gap.  xxii. 
titoli  de' Capitoli,  come  il  lettore  vede,  non  differiscono  gran  fatto  tra  loro:  ma  il  racconto 
che  contengono,  nella  pubblicazione  del  Gonzalez  è  in  molta  parte  monco,  guasto,  e  interpolato. 
Se  Dio  ci  conceda  tempo  e  forze,  ne  daremo,  quando  che  sia,  un'  edizione  italiana  corrispondente  al 
Manoscritto  Sivigliano.  Intorno  al  quale  sarà  bene  riferire  qui  anche  le  seguenti  parole  del  Mofioz 
che  lo  rinvenne,  come  si  leggono  nella  copia  che  ne  estrasse  per  la  Biblioteca  della  Reale 
Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

•  El  Manuscrito  de  que  se  ha  tornado  està  copia,  posee  en  Se  villa  el  Gonde  de  Aguila  en  un  tom. 
4.  pergamino,  tetra  comò  de  principios  del  siglo  pasado  :  non  tien  titulo  sino  el  siguiente  en  el  dorso: 
Itinerario  del  P.  Fr.  Martin  Ignacio  :  el  cual  en  la  obra  es  llamado  Gustodio  de  la  Orden  de  los 
Frauciscos  Descalzos,  de  quicnes  salieron  de  Sevilla  siete,  bajo  la  obediencia  de  Fr.  Martin,  al  parecer 
con  designio  de  ir  a  piantar  el  Evangelio  en  la  Ghina  :  lo  cual  hicieron  con  maniflesto  peligro  de 
sus  vidas,  saliendo  de  Gavite  en  junio  de  1382.  El  autor  riflere  por  via  de  Itinerario  la  vuelta 
que  el  dicho  Padre  dio  al  globo  tcrraqueo  desde  Sevilla  a  Lisboa  por  Ganarias,  Antillas,  Nueva 
Espana,  Marianas,  Filipinas,  Ghina,  varias  provincias  de  la  India,  Gabo  de  Bucna  Esperanza,  Isla 
de  Santa  Eleua,  y  Costa  de  Guinea.  De  todas  estas  partes  da  buenas  noticias  y  dcscripciones,  tomadas 
de  las  que  de  palabra  y  por  escrito  hubo  del  citato  Gustodio;  a  que  anade  otras  observaciones 
de  experiencia  propia.  Valese  tambien  de  noticias  de  otros  particulares  y  de  libros  impresos.  No  hallo 
nombrado  al  autor,  que  a  caso  es  alguno  de  los  Gompaneros  del  Gustodio  :  escribia  en  tiempo  de 
Felipe  II  poco  despues  del  ano  de  1583,  ano  en  que  Fray  Marlin,  restituido  a  Espana,  intenta  juntar 
cooperarios  para  vulver  a  su  primer  proposito,  segun  aqui  se  reflere  comò  de  tiempo  psesente.  —  Se 
contejó.-^Munoz. 

t  Despues  he  visto  impreso  este  itinerario  al  Un  de  la  Historia  de  la  China  del  maestro  Fray 
Juan  Gonzalez  de  Mendoza,  Agustino  (que  es  tambien  quien  escribió  el  Itinerario)  impreso  en  Amberes, 
1596  en  8;  si  bien  hay  algunas  variedades  entre  impreso  i  manuscrito,  las  cuales  van  notadas  en  este 
traslado,  compulsado  por  mi  en  Lisboa  6  julio  1785.  —  Munoz. 

«  Fray  Juan  Gonzalez  de  Mendoza  {Historia  de  la  Chinai  parL  IL  lib.  S.  Gapitulo  ultimo)  acaba 
asi:  «  Està  es  la  sustancia  de  la  carta  (que  de  Macao  escribió  a  Manila  el  Gustodio  Fray  Fedro  Alfaro), 
con  la  cual  me  parece  sera  justo  aeabar  està  segunda  relacion,  y  dar  principio  a  la  tercera,  que 
creo  ha  de  ser  de  mucho  gusto,  y  se  pondrà  con  titulo  de  Itinerario,  en  el  cual  se  contienen  cosas 
moy  curiosas,  comò  se  vera  despues  de  leido,  y  son  dichas,  escritas,  y  referidas  del  mismo  Padre 
qne  las  vió  todas,  llamado  Fr.  Martin  Ignacio,  Religioso  de  la  Orden  del  glorioso  San  Francisco, 
el  cual  despues  de  baber  dado  una  vuelta  al  mundo,  Ilegó  aqui  a  Roma,  con  Mas  Simbon,  Obispo  de  la 
Isla  de  la  Psinienta  en  la  India  Orientai,  con  quien  yo  he  hablado  diversas  veces,  y  es  Caldeo  de 
naeion ,  y  naturai  de  la  ciudad  de  Ninive  en  Babilonia ,  y  Obispo  por  el  Patriarca  de  la  misma 
Babilonia,  el  que  vinió  a  dar  la  obediencia  a  Nuestro  muy  Santo  Padre  Gregorio  XIII,  y  a  la  Santa 
Iglesia  Romana  a  los  24  de  noviembre  de  1584  anos.  > 

Da  questa  nota  del  MuSios,  e  dalle  parole  che  riferisce  del  Gonzalbz,  è  messo  fuor  di  dubbio  che 
il  Padre  Martino  Ignazio  scrisse  il  suo  Viaggio,  che  poi  il  Gonzalbz  compilò  a  modo  suo;  ed  inoltre 
impariamo  che  il  grande  viaggiatore  Francescano  condusse  seco  a  Roma  il  sopra  detto  Vescovo 
Babilonese  a  riconoscere  l'augusta  autorità  del  supremo  Capo  di  tutta  la  Chiesa  di  Gesù  Cristo. 

Il  Padre  Huerta  poi  (Ettado,  ec.)  ci  dà  del  Padre   Martin  Ignazio  le  seguenti  notizie: 

•  El  limo  senor  D.   Fr.  Martin   Ignacio  de   Loyola  Predicador,  naciò  en   un  pueblo  de  Can- 

tabrìa,    y   era    pariente    muy  cercano    de    S.    Ignacio  de  Loyola.   Tomo  el  habito  y  profesò 

en  la  claustra  de  N.  P.  S.  Francisco,  incorporandose  despues  a  nuestra  Descalces  en  la  Santa 

Provincia  de  S.  José.  El  ano  de  1580  se  alistò  para  Filipinas,  y  en  el  mismo  afio  llegò  a  Mejico, 

donde  se  detuvo,  cooperando  eflcazmente  a  la  fundacion  de  nuestro  Convento  de  S.  Gosme,  basta  el 

aSo  de  1582  que  paso  a  Filipinas.  Por  Junio  del  mismo  afio  salió  para  China,  donde  fuó  preso  y 

maltratado;  pero  rescatado  por  un  Portuguez,  paso  desde  Canton  a  Macao  en  agosto  del  citado 

aSo.  Habiendo  sido  nombrado  primer  Gustodio  de  la  nueva  Custodia  de  Malaca  en  1583,  paso  a 

etta  eiudad,  y  de  aqui  salió  a  ultimos  del  referido  ano  de  1583  para  Madrid  y  Roma«  El  afio  de 


344 


LUGDUNO 


1383  cscribió  y  dio  a  la  prcusa  cu  Madrid  ud  iibru  que  tilulu:  Itinerario  del  Xutco  Mundo*  Eli 
fi  historiaba  su$  \iajes  de  Espana  a  Mejico,  Fiilpinas,  China,  Malaca  y  vuelta  por  la  India  OiienUi 
a  Espana,  cuyo  libro  fué  inuy  bien  rccibido,  especialmente  cn  la  parte  relativa  a  Fìlìplnas,  qne 
quizà  futi  el  primero  iiuo  dcscribió  el  Archipielago  Filipino.  El  ano  de  1586  saiiò  segunda  vez  para 
Cliina,  y  cn  la  ciudad  de  Macao  hallo  lantas  y  tan  insupcrables  dillcullades  por  parte  de  los 
Religiosos,  que  le  fuc  preciso  rogresar  por  Mejicu  a  lilspana,  pcrmanccicndo  en  la  Santa  Provincia 
de  S.  José  basta  ci  ailu  de  139i,  quc  se  alistù  en  una  mision  para  Bucnos-Ayres.  AUi  se  hallaha 
ejercitando  su  fervoruso  celo,  cuando  S.  M.  le  hizo  la  grada  del  bispado  del  Paraguay  en  9  de 
octubrc  de  lG01,yen  ci  Consisturio  cclcbrado  pur  Su  Sanlidad  el  19  de  noviembre  del  proprio 
allo  fué  precoiii/adu ,  siendu  ponicnie  el  Emo  Cardinal  Avita.  El  ano  de  1605  fué  promovido  al 
arzobispado  del  Hiu  de  la  Piala,  donde  llenu  de  mcritos  y  virtudes  entrejó  sa  espirita  al  Senor  bacia 
el  ano  de  1612.  • 


*/-*p.  364.  LuGDUNO .  —  Historica  descriptio  Conventuum  Fratrum 
Mìnoruin  KecoUectorum  Provinciale  Sancti  Francisci  in  Calila,  in 
qua  Religiosi  piotate,  sanctitate  et  virtute  celebres  qui  in  eis 
conventibus  defuncti  iacent,reconsentur.  Opusfldelitep  decerptum 
vel  ex  diptycis  Conventuum,  vel  ex  viris  fide  dignis,  cura  et 
labore  Fr.  Juvenalis  a  Lugduno  Recollecti,  eiusdem  Ppovinciae 
alunni.  Accedunt  ad  tìnem  brevis  Chronologia  Custodum  et  Ppo- 
vincialium  ab  origine  Provinciae  usque  ad  praesentem  diem  et 
Constitutiones  Pontitìcum  in  hoc  opere  sparsim  citatae.  Avenione, 
apud  Jacobum  Duperier,  M.  DC.  LXXVIII.  Cum  apppobationibus 
et  permissu  Superiorum. 

Un  volume  in  8,  dì  7  carU^  [treliminari  non  numerate  e  :264  pagine,  e  un  Index  rerum  nofoW- 
lium  In  Une.  N'  è  un  esemplare  nella  Uibliotrca  Na/ii>nal(>  dì  Parigi,  e  un  altro  in  quella  dell*  Accademia 
(già  della  r.ontJfrega/.ìne  ibi  Ter/.'Ordlne  Heg.dare  di  San  Francesco)  di  Lisbona.  Vi  sodo  di  bei 
fatti  dì  quel  clic*  uperaruiio  i  Fraiieesoani  in  Francia  al  tempo  degli  eretici,  e  di  quanto  ebbero  a 
solTrire  per  la  difesa  della  caltulira  fede:  come  la  Institutio  e/  receptio  mis$ionis  Saiurti  Privati 
e  la  Cnnittructio  et  institutio  Miaionis  S.  Mariae  prope  Xeouianuin,  ec. 


M 


365.  Machetti. — Breve  memoria  della  nuova  Missione  Fran- 
cescana nel  Norde  del  Brasile,  per  il  Padre  Fr.  Gesualdo  Machetti 
dell'Osservante  Provincia  Toscana,  Missionario  Apostolico.  Milano, 
Tip.  di  S.  Giuseppe,  Via  S.  Calocero  n.  9.  1877. 

Pubblichiamo  qui  per  intero  questa  memoria,  perchè  interessantissima  per  la  continua/ione 
della  Storia  delle  nostre  Missioni  tra  le  tribù  del  flume  delle  Amazzoni,  e  perchè  stampata  in 
pochissimi  esemplari  è  quasi  sconosciuta,  e  tra  breve  sarà  rara.  Essa  non  manca  di  notizie  che 
possano  interessare  anche  alla  geografia  e  alla  storia  naturale.  La  mettiamo  qui  senza  levarne  verbo; 
e  Siam  certi  che  i  lettori  ce  ne  saranno  grati. 

lUustrisrimo  BccellentUsimo  Signor  Visconte  de  Araguaya,  degnissimo  ministro  di  S.  M. 

V  imperatore  del  Brasile  presso  la  Santa  Sede, 

«  Dovendo  il  sottoscritto  missionario  publicare  una  breve  relazione  delle  apostoliche  fatiche  da 
lai  sostenute  insieme  a' suoi  quattro  zelantissimi  compagni  nella  provincia  Amazzonese  del  nord 
del  Brasile,  gli  è  oltremodo  caro  e  doveroso  dedicare,  con  tutta  1*  ingenua  riconoscenza  del  cuore, 
questa  tenue  e  meschina  operetta  air  Eccellenza  Vostra,  degnissima  e  ragguardevolissima  per  tanti 
ineriti  ed  illustri  titoli.  A  ciò  fare  viene  stimolato  non  da  vana  pompa  ed  ostentazione  di  quanto 
operò  nell'  esercizio  del  suo  religioso  ministero,  ma  dall'  unico  flne  propostosi  che  l' opuscolo  possa 
essere  in  qualche  modo  proflcuo  e  vantaggioso  alle  anime  dei  veri  credenti,  di  fronte  ai  tempi  tristi 
e  calamitosi,  imperversanti  a  danno  della  santissima  religione  di  Gesù  Cristo  ;  e  possa  muovere 
parimente  alcuni  dei  miei  Confratelli  a  cooperare  alla  civilizzazione  ed  al  bene  spirituale  de'popoli 
selvaggi  della  Riviera  delle  Amazzoni. 

t  II  rispettoso  scrivente  nutre  la  speranza  che  V  incomparabile  bontà  dell'  Eccellenza  Vostra 
degnerassi  aggradire  questo  povero  lavoro ,  servendo  esso  anche  a  sicura  testimonianza  della  sua 
sentita  stima  ed  alta  considerazione  per  l' Eccellenza  Vostra  Illustrissima ,  di  cui  con  tutta  la  più 
viva  e  non  peritura  gratitudine  si  ra£terma 


Umil.mo,  dev.mo,  obblig.mo  servo 
Mis.  Apost.  Min.  Oss. 


346  MAGHETTl 


I. 


IL  R.  P.  SAMUELE  MANCINI  DA  VITERBO  ATTUALMENTE  SUPERIORE  DI  QUESTA  MISSIONB  I  I  SUOI  OOMMailli 

«  Il  4  di  marzo  dell'anno  del  Signore  1833,  un  numero  considerabile  di  ii  giovani  Franee- 
scani,  fra  i  quali  io,  i  chierici  Fra  Vincenzo  Rocchi,  Fra  Samuele  Mancini  e  Fra  Luigi  ZaccagDi, 
partivamo  da  Bordeaux  per  il  nostro  collegio  di  Propaganda  Fide  della  città  della  Pax  nella  Ite* 
publica  di  Bolivia,  America  meridionale,  sotto  l'obbedienza  del  M.  R.  P.  RaOsiello  Sanz, spagnuolo. 

•  Dopo  un  lungo,  penoso  e  pericolosissimo  viaggio  di  sei  mesi  in  bastimento  a  vela,  rimasti 
essendo  sani  e  salvi  fra  le  furiose  tempeste  del  Capo  de  Fìornox  per  grazia  speciale  del  cielo,  giu- 
livi arrivammo  a  quel  collegio. 

•  Fino  air  anno  1869  ci  occupammo  nelle  Missioni  della  provincia  di  Caupolicàn.  La  pi6  labo- 
riosa e  difficile  la  disimpegnò  il  P.  Samuele,  già  sacerdote,  poiché  io,  essendo  mandato  alla  Ionia- 
nissima  Missione  di  Cavinas  per  occuparmi  della  civilizzazione  delle  tanto  numerose  tribù  cbe  U 
circondano,  non  oltrepassai  la  Missione  di  Isiamas ,  per  motivo  delle  continue  febbri  che  assidoa- 
mente  mi  assalirono  per  più  di  due  anni,  e  cosi  restai  alla  cura  delle  Missioni  già  civilizzate  fino 
all'anno  1869.  Egli  però,  cioè  il  detto  P.  Samuele,  fu  destinato  insieme  col  M.  R.  P.  Paolo  Emi- 
lio Rainaud  all'infelice  Missione  di  Chimanes  in  un  luogo  centrale  e  deserto,  lontana  dalle  piò 
vicine  Missioni  di  lot  Mu$etenot  nel  nume  Veni,  non  meno  di  otto  giornate  a  piedi,  dovendo  pas- 
sare per  mezzo  d'immense  solve,  attraversate  da  impetuosi  flumi  e  da  dirupate  montagne,  dove 
non  si  trova  altro  alimento  che  frutte  silvestre  e  quel  poco  che  gl'Indiani  che  aocompagnano  il 
Padre  Missionario  portano  sulle  loro  spalle.  I  principali  alimenti  in  si  disastrosi  viaggi  consistonc 
in  farina  di  granturco  indolcita  con  banano  maturo  pesto  colla  stessa  farina,  granturco  ablMWto» 
lito  e  un  poco  di  riso.  Essi,  i  detti  due  Religiosi,  colla  loro  costanza  e  coraggio  poterono  dooinara 
quella  assai  numerosa  nazione,  (;ià  negli  anni  anteriori  visitata  più  volte  da  altri  virtuosi  Misiio— 
narii  e  particolarmente  dal  R.  Prefetto  delle  Missioni,  P.  Paolo  Corda;  in  seguito  fondaroDO  di 
numerose  popolazioni  poco  distanti  l'una  dalF altra,  di  oltre  200  anime  ciascuna.  Impararono 
perfezione  il  loro  difficilissimo  idioma,  e  non  ancora  compiuti  due  anni,  quel  barbari  erano 
battezzati;  i  quali  |»erò  forse  per  i  delitti  che  avevano  commessi ,  particolarmente  negli  ultimi  aDi^ 
di  loro  infedeltà,  Dio  non  li  lasciò  impuniti:  una  peste  li  decimò  della  metà.  Allora  i  due  Missio^-  - 
narii  di  comune  accordo  risolsero  riunire  le  due  Missioni  in  una  sola,  ove  restò  solo  il  P.  Paol  -^ 
Emilio. 

•  Questa  Missione  v  perduta  per  sempre  :  pokhè  nel  mese  di  giugno  dell'anno  1863  quei  barbar 
cristiani  commisero  V  ultimo  dei  delitti;  trucidarono  in  un  modo  il  piti  barbaro  qiusto  loro  aiftorof-  -^ 
Padre,  fingendo  dipoi  colla  maggiore  ipocrisia  che  fosse  stato  sbranato  da  una  tigre,  come  di  fu^^^ 
propria  mano  ci  scrisse  il  principale  di  loro  :  ma  dopo  che  si  scoperse  questo  orrendo  sacrilegio,  niC  '^ 
spersero  guerreggiandosi  gli  uni  cogli  altri,  andando  erranti  nuovamente  per  le  selve,  iperimin  " 
landa  il  peso  della  giustizia  divina. 

•  Tutto  questo  non  disanimò  il  P.  Samuele,  anzi  sempre  più  coraggioso,  col  permesso  Acr 
superiori,  s' incamminò  alla  remotissima  Missione  di  (^vinas  a  lavorare  in  quella  stessa  missione  che  " 
come  dissi  più  sopra,  era  stata  a  me  affidala.  Col  len)i)0  fece  molte  escursioni  fra  i  barbari  non  cow^-  '^ 
sriuli,  accompagnato  per  un  poco  di  tempo  dal  R.  P.  Fwli-le  Codinac;  ma  trovandosi  nel  centro  dell  ^^ 
barbarie,  e  mancanti  delle  rose  più  necessarie  alla  vita,  caddero  vittima  della  terzana  ambedue,  ^  ^^ 
quantuiKiue  ricolmassero  i  barbari  di  generose  promesse,  non  senza  grandi  difficoltà  furono  ricondof*"  ' 
dai  me<lesimi  per  terra  senza  strada  di  sorta  alcuna  alla  mentovata  missione  di  Cavinas. 

t  Dopo  otto  0  nove  anni  di  simiglianti  fatiche,  stenti  e  pericoli ,  che  per  brevità  passo  in  silentft^ 
(poiché  non  «'•  mio  s«upo  tessere  la  storia  delle  Missioni  in  quelle  regioni  veniane),  e  dopo  di  averd  *  "^ 
sposto  molle  tribù  a  ricevere  i  religiosi  Missionarii  e  per  mezzo  di  essi  il  tesoro  della  fede,  rilornù  *•-■ 
convento  nostro  della  Pace,  e  presentò  al  presidente  della  Repubblica  un  memoriale,  affin  di  ottener 
sussidii  pecuniarii  per  sopperire  alle  spese.  Il  presidente  promise  in  vero  una  buona  somma,  ma, 
sendo  il  tesoro  esausto  per  le  continue  rivolte  politiche,  mai  non  effettuò  la  sua  promessa. 


MACHETTI  347 


«  Iq  quel  tempo  si  trovava  nella  città  della  Pace  l' Ecmo  sig.  consigliere  di  S.  M.  l'Imperatore  del 
Brasile  e  ministro  plenipotenziario  presso  il  governo  della  Bolivia,  Lopper  Netto.  Questo  egregio  si- 
gnore, cattivatosi  l'animo  dei  Missionarii  di  quel  collegio  per  le  loro  imprese  e  scoperte,  e  partico- 
larmente del  P.  Samuele,  col  quale  contrasse  anche  dell'intimità,  datone  avviso  al  suo  Imperatore, 
persuase  detto  Padre  di  portarsi  a  fondare  una  Missione  Francescana  nel  nord  del  Brasile.  Di  fatti  col 
permesso  dei  superiori  il  P.  Samuele  dopo  pochi  mesi,  nell'occasione  che  prese  il  cammino  d'Italia, 
si  fermò  nella  capitale  del  Brasile,  ove  allora  si  trovava  anche  il  sig.  Lopper  Netto,  reduce  dalla 
Bolivia.  Questi  lo  condusse  alla  presenza  dell'Imperatore,  già  da  prima  informato,  il  quale  lo  pregò  di 
voler  fondare  una  Missione  Francescana  nella  provincia  delle  Amazzoni.  II  P.  Samuele  accettò  la  com- 
missione, e  prosegui  il  cammino  verso  Roma  per  conferire  col  Rmo  Padre  Generale  e  col  Ministro 
del  Brasile  presso  la  Santa  Sede,  che  era  autorizzato  per  le  spese  necessarie. 

«  Io  in  quel  tempo  avea  ricevuto  da  Roma  l' obbedienza  per  tornare  in  Italia  per  motivi  di  salu- 
te, e  mi  risolvetti  di  intraprendere  il  penoso  e  lungo  viaggio,  scendendo  per  i  (lumi  che  dal  luoghi 
della  mia  Missione  scaricano  le  loro  acque  nel  maestoso  fiume  delle  Amazzoni  ;  e  ciò  per  due  pre- 
cipui motivi:  primieramente  perchè  mi  era  difficile  e  pericoloso  valicare  300  leghe  di  alte  e  freddis- 
sime montagne,  atteso  le  mie  abituali  infermità,  e  farla  via  del  Pacifico:  secondariamente  perchè 
molti  negozianti  boliviani  venuti  dagli  affluenti  del  detto  Re  dei  fiumi,  e  particolarmente  dal  Ma- 
dera, mi  narravano  esservi  tanti  indiani  o  interamente  barbari  o  semicivilizzati,  onde  io,  passando, 
voleva  osservare,  se  un  giorno  ci  fosse  dato  fondarvi  una  Missione  Francescana. 

•  Infatti  scesi  il  fiume  Madera  sino  a  Manaos  e  Para;  vidi,  m'informai  e  seppi  ancora  le 
buone  disposizioni  del  Governo,  che  desiderava  Missionarii,  e  venni  a  Roma.  Qui,  oh  sorpresa!  mi 
trovai  col  P.  Samuele  (io  lo  credeva  nella  Pace  in  Bolivia)  che  vi  era  venuto  a  questo  fine.  Egli 
avea  già  parlato  col  Reverendissimo  Padre  Generale ,  ma  non  lo  aveva  trovato  disposto  a  permet- 
tere la  fondazione  di  questa  nuova  Missione,  attesala  penuria  dei  Religiosi  a  causa  della  soppres- 
sione dei  conventi.  Io  pure  significai  al  P.  Samuele  lo  stesso  desiderio  e  colla  maggiore  volontà  mi 
unii  a  lui,  sperando  che  il  Reverendissimo  Padre  Generale,  visto  l'impegno  del  Ministro  io 
nome  del  suo  Imperatore,  ce  ne  avrebbe  dato  il  permesso. 

•  In  questa  occasione  si  unirono  a  noi  altri  due  antichi  compagni  del  collegio  Pacense,  già 
mentovati,  che  si  trovavano  in  Italia,  il  P.  Vincenzo  Rocchi  e  il  P.  Luigi  Zaccagni;  eravamo  già 
quattro:  però,  con  tutto  l'impegno  del  Ministro  del  Brasile  presso  il  Generale  dell'Ordine,  non  po- 
temmo ottenere  il  permesso  per  un  numero  maggiore  di  Religiosi:  ciò  nonostante,  la  nostra  spe- 
ranza non  diminuiva;  aspettavamo  pazienti  e  ansiosi,  e  con  questa  speranza  ci  ritirammo  cia- 
scuno nella  terra  natale. 

IL 

LICENZA  E  PARTENZA. 

«  Non  era  per  anche  trascorso  un  mese,  quando  ricevetti  ordini  di  recarmi  nuovamente  a 
Roma,  perchè  ci  era  stata  concessa  licenza  di  partire  con  altri  due  Religiosi  sacerdoti.  Sebbene  il 
numero  fosse  sempre  scarso,  pure  lieti  e  contenti  ricevemmo  l' obbedienza.  Quindi,  colla  istruzione 
del  signor  Ministro,  ci  riunimmo  a  Marsiglia,  traversammo  la  Francia,  e  ci  imbarcammo  a  Bordeaux 
il  16  d' agosto  dello  stesso  anno,  dirigendoci  alla  capitale  dell'  impero  di  Santa  Croce  per  ordine  dello 
stesso  Imperatore  che  desiderava  vederci.  Il  %  di  settembre,  verso  sera,  arrivammo  a  quella  vasta 
metropoli,  e  il  giorno  seguente  venne  a  visitarci  il  segretario  del  ministero  dei  lavori  publici,  in 
nome  dì  S.  M.  l'Imperatore. 

•  Il  terzo  giorno  dopo  il  nostro  arrivo  fummo  ricevuti  da  S.  M.  in  udienza  particolare.  Egli  si 
mostrò  alquanto  dispiacente  per  essere  il  nostro  numero  assai  tenue  :  pure  ci  animò  ad  occuparci  con 
impegno  nella  civilizzazione  delle  molte  tribù  indigene  qua  e  là  nei  fiumi  della  provincia  delle 
Amazzoni,  assicurandoci  della  sua  protezione  e  di  quella  del  suo  Governo,  e  promettendoci  che  le 
spese  fatte  e  da  farsi  in  seguito  starebbero  a  carico  del  ministero  dei  lavori  publici,  industria  e 
commercio. 

•  Rimasti  circa  un  mese  in  Rio  de  Janeiro,  partimmo  su  di  un  piroscafo  postale  nazionale 
per  Para,  capitale  della  provincia  dello  stesso  nome,  e  vi  arrivammo  dopo  sedici  giorni  di  viaggio, 
avendo  sbarcato  nelle  principali  città  marittime,  cioè  Baika,  Pemanbuco  e  Maragnon. 

>  Para  è  a  un  30  leghe  entro  la  bocca  del  Gran  fiume  (la  bocca  è  di  80  leghe),  sulla  foce  del 


348  MAGIlETTi 


(ìuajaras  v  Tu(*atiii>,  pui'lii  iiììiìiUì  al  mkI  ilt'U' Kiiuuturc,  Ira  il  50  «'  31  di  Parigi.  In  qiiesU  cilti  ri 
Tormammo  puclii  giurai  e  partimmo  alla  volta  di  Manaus,  imbarcandoci  in  ano  dei  belli  e  grandi 
Itattelli  a  vapore  a  gallerie  di  due  piani  e  comodissimi,  che  navigano  in  grandi  scale  questo  Re 
dei  fiumi  e  i  suui  graniiiosi  affluenti:  in  sei  giorni  arrivamniu  a  Manaos,  essendoci  fermati  pia 
volte  in  varie  e  pittoresche  iiurgate  poste  sopra  le  sponde.  La  distanza  da  Para  a  questa  dlU 
centrale  calcolasi  150()  miglia  marine  (»  di  60  al  grado. 

•  Il  viaggio,  come  sempre  nei  grandi  affluenti,  fu  molto  riposato  e  tranquillo  tanto  pel  comodi 
e  prr  il  buon  vitto,  ipiantn  {ler  la  calma  delle  acque,  pnicht' nuli  si  sperimenta  maggior  moviroeolo 
di  quello  deir impulso  della  macchina,  nò  si  soffre  il  noios)  mal  di  mare. 

«  In  questa  estesissima  pruvincia  delle  Amazzoni  (do  AmatoiMS  in  portoghese)  come  io  quella 
del  Para  già  mentovato,  è  mestieri  viaggiare  sempre  sopra  le  acque,  o  in  vapore  o  in  barca,  polcbr 
non  \i  sono  altre  strade,  e  le  città,  come  pure  gli  abitanti  disseminati  qua  e  là,  si  trovano  sola- 
mente siipra  le  sjionde  dei  llumi  o  dei  laghi  che  hanno  comunicazione  diretta  cogli  stessi  flomi. 

•  Dumiue  con  trentasei  giorni  di  navigazione  a  vapore  eravamo  arrivati  al  termine  del  nostn» 
viaggio,  cioi;  a  Manaus. 

«  Manaus  i>  una  picc4)la  città  di  5,000  anime,  situala  alla  sinistra  del  Rio  Negro,  un  SO  miglia 
avanti  di  unirsi  cui  Mara^Miun  o  Solinao,  totalmente  commerciale,  moderna  mollo,  con  |>oche  fall- 
brirhe  di  un  piano,  t>  niente  avvi  in  essa  che  degno  sia  di  particolare  memoria. 

IH. 

1   NOSTRI  SKoRZI    PKH   FUNDARB  LE   PRIMK  MISSIONI    E  DIFFICOLTA  CHE   INOOTTRAliaO. 

«  11  presidente  d<>Ila  provinria,  che  risiede  nella  capitale  di  Manaos,  per  nostro  ospizio  pru- 
visorio  ci  assegnò  una  c:isa  fuori  della  città,  situata  in  una  nuova  e  spaziosa  piazza  quasi  senza 
abilazioiii,  o\e  esiste  una  capiK'Ila  dedicata  al  glorioso  martire  s.  Sebastiano,  appartcneote  aduna 
Confraternita  che  ne  cede  a  noi  l'uso.  Da  quel  tempo  il  (ìoxerno  ci  promise  di  costruire  un  ospizio 
pro|irio  con  rispettiva  eappella,  ma  finn  ad  ora  non  si  venne  mai  all'esecuzione;  se  non  che  avanti  U 
mia  partenza  si  trattò  nuovamente  di  una  tale  costruzione  a  conto  del  tesoro  nazionale,  a  tenore  delU 
pubblica7.ìone  di  un  decrelo  imperiale. 

•  Dopo  un  mese  rirca  dal  nostro  arrivo  a  Manaus,  ci  risolvemmo  di  andare  alPaltn  Madeira 
(tluine).  per  leiilar  di  fiiiidare  una  Missione  tra  i  >el\a^i;i,  secondo  le  istruzioni  del  ministero  &1 
presidente  liell.i  |irM\ imi.-i.  Fatti  i  pre|)arati\i,  tanfo  di  arredi  sacri  e  paramenti  per  il  culto,  quaDt«i 
di  n;/;reiii  iier.'sxarii  p«r  reu'alir>i  apli  indiani,  il  i7  delji»  sle>s..i  anno  il  W.  \\  Teotl<»ro  Maria  Porlarax» 
<-d  il»  ri  irnbarcaiiiniii  a  biiiilu  ilei  piroscafo  Mtult'ira,  nonie  del  llume  in  rui  era  destinalo  a  navigare. 
Dn|H»  diiM'i  s^inrnj,  riim|ire>(»  il  tempo  delle  fermale  nei  \arii  |»iiiili  «li  scala  per  lasciare  il  carico,  sbar- 
canifiio  in  un  piintn  del  (itiiu  iiiiine  Madeira,  deiiMiuiiiatn  Viainari  ((ìiamari)  per  la  foce  di  un  piccul" 
llunie  di  questo  nome,  alquanto  maggiore  del  Tevere.  In  (juestt)  viaggio  ci  accompagnò  anche  il  Patire 
Samuele  per  informarsi  di  quei  Innj^qd  ci^nie  Prefetl»»  delle  Missioni.  Eravamo  già  distanti  da  Manaii« 
200  le^jhe  eirra.  Al  di  siqira  di  questo  llume  \i  s«)no  pochissimi  abitanti,  e  poi  incomincianu  le  for- 
midabili cateratte,  o\ e  min  possono  navigare  i  battelli  a  vapore;  ivi  si  viaggia  con  barche  minori, 
ma  Con  grande  travagli»»:  anzi  \'ì  sono  alcuni  luo;;hi  nei  quali  le  barche  si  trascinano  per  una  vi» 
terrestre.  (Queste  rati>ratle  sono  in  numero  di  dìciotto:  ed  i  l(<>liviani  con  numeroso  seguito  di  indiani 
scendono  al  lirasile  con  nego/io  e  rilornam»  alla  Dolixiu  con  altri  generi,  viaggiando  con  penosa 
dilTicoltà  per  tre  o  quattro  mesi,  esposti  a  continui  naufragi  e  perdite  personali,  lo  feci  questo  viaggt(> 
nel  luirlio  del  1869.  quando,  come  dissi,  scesi  dalla  Bolivia. 

IV. 

IL   FUMÉ   MVDERA. 

•  II  nume  Madera  ha  le  sue  principali  sor;;enti  in  quella  Republica:  la  più  lunga  P ha  presso 
la  capitale  Cliuquisaca,  o  città  della  IMata,  c(»sì  chiamata  perchè  ivi  ha  pure  la  .sua  sorgente  il  secondu 
llume  del  inondo,  il  Rio  della  Piata;  l'altra  T  ha  .sopra  la  città  della  Paz,  ricevendo  le  acque  del 
più  alto  monte  dell' .\merica  (il  secondo  del  (ìlotto),  il  Llampn:  quella  colla  riunione  del  Chiappiri 
ed  altri  molti  forma  il  Mamoré,  questa  col  Tipuani,  Tuìchi,  ecc.,  forma  il  Veni,  che  riuniti  al  IO 


MACIIKTTI  rlifl 


grado  latitudine  Sud  danno  l'essere  al  Madera  con  un  corso  fin  dalla  sua  più  lontana  sorgente  di 
700  leghe  circa,  scaricando  maestoso  le  sue  acque  nel  primo  fiume  del  mondo ,  30  leghe  circa  sotto 
Maoaos  :  la  sua  larghezza  è  di  3  a  3  chilometri  e  non  meno  di  uno  e  mezzo  ove  è  più  stretto,  di 
quando  in  quando  coperto  di  grandi  isole  di  iO  a  15  miglia  di  lunghezza,  e  circa  una  metà  di  larghezza, 
divise  bellamente  da  grossi  canali,  coperte  tutte  di  folte  selve,  e  più  o  meno  soggette  a  inondazioni  nei 
mesi  della  maggiore  grossezza  dei  fiumi,  e  perciò  tutte  quasi  disabitate. 

«  Il  Madera  è  bastantemente  popolato ,  poiché  conta  già  13,000  abitanti ,  non  compresi  gli 
indigeni  indipendenti  :  tali  abitanti  sono  venuti  nella  maggior  parte  dalle  altre  Provincie  dell'impero , 
e  tra  questi  anche  molti  stranieri. 

«  Il  motivo  di  questa  grande  immigrazione  (il  medesimo  si  dica  degli  altri  fiumi  con  poca 
differenza)  sono  le  ricciiezze  naturali,  e  in  ispecial  modo  la  teringa  o  gomma  elastica  :  questo  ricco 
vegetale  è  abbondantissimo  in  tutta  la  provincia,  e  se  ne  estrae,  solamente  dal  Madera,  più  di  otto 
milioni  e  mezzo  di  chilogrammi  all'anno,  e  si  vende  a  un  prezzo  non  minore  di  lire  3  30  il  chi- 
logrammo, oltre  all'olio  di  copauba,  o  balsamo  del  Perù,  carissimo  ivi  e  in  Europa. 

«  Seringa  o  gomma  elastica  è  un  latte  bianco  seroso,  che  si  estrae  da  un  albero  denominato 
Serlngueira  per  incisione^  che  poi  si  fa  condensare  per  mezzo  del  fumo  del  cocco  di  varie  palme. 

»  Copàuba,  copaibà,  o  comunemente  conosciuto  sotto  il  nome  di  balsamo  del  Perù,  è  un  olio 
balsamico  di  grande  pregio  e  di  un  uso  generale  in  medicina,  che  si  estrae  dall'  albero  chiamato 
Capàuba  per  mezzo  di  una  incisione  fino  al  centro  dell'  ciberò  stesso  che  è  pieno  di  questo  liquore,  e 
per  il  foro  fatto  colla  scure  ne  scaturisce  tutto  fuori. 

<  Ma  disgraziatamente  la  popolazione  di  questo  flume  è  disseminata  lunghesso  le  sponde  por  lo 
più  in  semplici  baracche  di  legno,  di  solida  costruzione  per  causa  dei  continui  e  furiosi  uragani 
tanto  frequenti  in  quelle  regioni  entretropicali,  coperte  rusticamente  con  foglie  di  palma,  e  cinte  di 
legname,  o  più  comunemente  della  suddetta  foglia.  Queste  abitazioni  d'ordinario  son  grandi,  spaziose 
e  assai  comode  :  ora  però  si  cominciano  a  fabbricare  anche  delle  buone  case  coperte  di  tegoli,  ed  i 
più  facoltosi  0  di  miglior  gusto  costruiscono  le  loro  abitazioni  anche  di  pietra  e  calce  di  Portogallo, 
e  vi  sono  anclie  facoltosi  negozianti  con  magazzini  pieni  e  con  un  battello  a  vapore  loro  proprio. 

•  In  tutto  il  suddetto  fiume  non  vi  sono  più  che  due  parrocchie  sole  nel  basso  Madera,  e  a 
cura  del  paroco  superiore  sono  tutti  i  fedeli  da  quol  punto  in  su;  di  maniera  che  se  questo  paroco,  che 
noi  consideriamo  zelantissimo,  volesse  visitare  tutti  i  fedeli  della  sua  parrocchia,  dovrebbe  navigare 
tatto  r  anno  senza  darsi  posa;  ed  anche  cosi  facendo  non  vi  riuscirebbe,  percliò  ve  ne  ha  a  30,  40, 
80,  100  leglie  lontani!  Ne  ha  anche  entro  i  flumicelli  e  laghi  molte  volte  inaccessibili,  specialmente 
nei  mesi  della  maggiore  decrescenza  dei  fiumi.  In  conseguenza  di  questo  la  ignoranza  religiosa  ò 
generale,  e  universale  l'indifferentismo. 

V. 

TAMARI. 

«  Questo  punto  era  considerato  come  frontiera,  però  vi  era  un  drappello  di  soldati  di  arti- 
glieria con  un  comandante  per  ispezionare  1  passeggieri  che  vanno  e  vengono  dalla  Bolivia. 

«  Noi  eravamo  raccomandati  al  detto  ufficiale;  ma  non  essendovi  nessun  comodo,  anche  i 
.>oIdati  col  loro  comandante  dimoravano  malissimo  sotto  le  baracche  coperte  di  foglie  di  palma  all' 
uso  del  paese,  e  molto  umide  in  quell'  epoca,  perchè  già  cominciavano  le  pioggie. 

•  Il  degno  comandante  di  quel  drappello  era  il  sig.  Luigi  Correa  de  Maraes,  che,  ad  onta  di 
tutto  il  suo  buon  cuore,  non  altro  potè  assegnarci  che  -una  piccola  baracca  vecchia,  lunga  metri  10 
e  larga  3  o  mezzo,  quasi  fangosa ,  cinta  di  foglie  dì  palma,  vero  covilo  di  grossi  topi,  per  cui  ci 
era  impossibile  riposare  la  notte  per  il  rumore  che  facevano.  Chi  non  conosce  la  moltitudine  e 
gro&sezza  di  questi  animali  in  quelle  regioni  è  impossibile  che  se  ne  formi  un'  idea  esatta. 

•  Dopo  pochi  giorni  tutti  e  tre  fummo  vittima  delle  febbri  palustri  accompagnate  dal  vomito: 
queste  febbri  in  quei  paesi  son  comuni  a  tutti  :  su  di  me  poi  infierirono  con  maggior  forza  fino  a  porre 
in  pericolo  la  mia  esistenza,  se  non  fosse  stato  un  medico  prussiano,  che  non  era  di  lì  molto  lon- 
tano; il  quale  fu  chiamato,  venne  e  mi  sanò  per  allora. 

«  Dopo  un  mese  il  Padre  Samuele  ritornò  alla  capitale  colle  febbri,  e  noi  restammo  soli  e  infer- 
micci fino  alla  cessazione  delle  pioggie,  cioè  fino  ai  mese  di  maggio. 


AV)  MARIETTI 


•  In  questo  frattempo  però  non  istemmo  mai  inoperosi,  poicliè  in  quell- allo  Madera,  cume  lu 
chiamano,  mai  non  era  arrivato  un  sacerdote:  onde  \i  erano  adulti  anche  con  Agli,  che  Udo  allora 
non  erano  stali  battezzati,  essendo  loro  impossibile  intraprendere  un  viaggio  di  centinaut  di  miglia 
per  ricevere  i  sacramenti.  Povera  gente! 

«  Il  comandante  coi  soldati ,  e  col  soccorso  anche  personale  degli  abitanti  più  immediati , 
mandò  a  costruire  una  piccola  capannuccia  che  ci  servi  di  cappella,  uve  ammìDistrammo  il  sacra- 
mento della  pcnitonza  e  la  comunione  a  molti  fedeli,  celebrammo  una  quarantina  di  maUinonii, 
V  cunferiromo  più  di  duecento  battesimi. 

«  Versoi  primi  di  giugno  (1871)  i  soldati  furono  mandati  più  in  alto,  vicino  alla  priOM 
cateratta  denominata  di  Sant'Antonio,  e  per  conseguenza  anche  noi  seguimmo  la  medesima  sorte, 
t^ui  non  e'  era  nò  casa  né  tetto.  1  soldati  si  occupavano  a  tagliare  la  selva  per  edificarvi  banccbe. 
\o  fui  nuovamente  attaccalo  dalle  frhbri,  e  non  essendovi  altri  abitanti  nò  abitazioni  vicine,  rfsoUelti 
cui  compagno  di  scendere  al  dello  punto  di  Tamari,  ove  fummo  generosamente  da  un  portngfaeM 
ricevuti  nella  sua  baracca. 

«  Nel  mese  di  luglio  mi  trasferii  a  Manaos  per  conferire  col  superiore  e  col  presidente  ddk 
provincia  sul  modo  di  rendere  più  facile  la  vUlta  delle  tribù  selvaggie:  polche  noi  nò  avevamo 
liarca  propria,  né  gente  per  il  remo. 

•  Neir  agosto  ritornai  collo  stesso  vapore  col  quale  era  sceso ,  con  ordini  al  comandante  di 
tutelarci  :  ma  i  soldati  col  comandante  medico  erano  tutti  malati  :  inoltre  esso  non  era  più  queUo 
di  prima;  era  un  libero  pensatore  (oh  ({uanto  ri  fece  soffrire!),  e  poco  si  curava  delle  MissionL 

•  Mio  intento  allora  era  di  andare  un  30  leghe  più  oltre,  dovendo  superare  cinque  grandi 
cateratte,  e  verso  le  frontiere  di  Bolivia,  in  cerca  dei  selvaggi  Caripunas;  non  vi  poteva  andare  con 
meno  di  due  barchette  bene  equipaggiate,  e  aveva  bisogno  almeno  di  quindici  uominL 

«  Finalmente  ne  ottenni  undici,  e  >cesi  al  tiume  Machado  (pronunzia  Maciado);  visitai  una 
tribù  di  Ananas  prossima  al  fiume  principale:  seguitai  il  detto  llunie  con  perìcolo  di  qualche 
imboscala  degli  indi  IVrenlintins  che  assassinano  quanti  possono,  a  tradimento:  dopo  tre  giorni 
di  navigazione  arrivammo  a  una  maloccn ,  popolazione  indigena  di  Toràs:  feci  chiamare  i  capi  di 
un'altra  popolazione  più  olirà  di  Ananas,  fermandomi  li  alcuni  giorni  per  persuaderli  a  nscire 
deirinleruo  e  venire  a  riunirsi  eoi  primi,  prossimi  al  tlume  Madeira,  ove  rimarrebbe  con  loro  no 
Padre  Missionario  per  istruirli  nella  reli^Mone  e  nella  vita  sociale.  Tutti  questi  intendevano  alquanto 
il  portoghese  (mi  servii  però  anche  liell' inleri»rete)),  poiché  negli  anni  anteriori  orano  penetrati 
fra  loro  negozianti  dd  Madeira,  e  si  [miò  dire  che  li  consideravano  cume  schiavi  della  loro  ambizione 
rd  avarizia,  predicando  lon»  eolle  parole  e  ruiresemjiio  il  cullo  di  Bacco  e  Venere,  senza  una 
parola  della  vera  reiìi^ioni',  senza  insegnar  loro  nemnienii  il  se^no  della  santa  croce,  e  accustumandoli, 
solo  per  loro  iulercs>e,  ad  andare  vestili  e  a  fare  uso  delle  aniacclie  e  zanzariere. 

•  V  tulli  di  ogni  età  e  di  o^'ni  sesso  feei  dei  regali  in  nome  del  Governo:  questi  regali 
cou'jislevano  in  tele  liiaiirlie  e  cidoril»-,  in  an'etle,  [K'iinate,  collelli,  anelli,  ntsarini  di  vetro,  urecchini,  ec., 
ptTsuadefidoli  ad  areondiseendere  al  mio  desiderio  [ter  migliorare  la  loro  condizione  e  abbandonare  il 
rmtro  delle  selve.  La  doint'iiiea  li  riunii  perché  assistessero  alla  Mestar  in  prima  insegnai  loro  a  fare 
il  fsv.i^iuj  della  croce  |>rendendo  io  sU'sso  la  loro  mano,  e  aiutalo  dal  mio  compagno  ;  poi  feci  lon» 
reriiare  il  Pahr  noxter  e  r.4fc  Maria,  cerimoniii,  a  parer  loro,  molto  strana:  ma  più  si  meravigliaroDo 
quando  li  aspersi  e^tn  acipia  benedetta.  (Quindi  celebrai  la  santa  Messa,  e  dopo  ripetei  loro  alcuno 
eose  che  già  altre  volle  avea  detto. 

•  La  majjj^ior  parte  di  loro  erano  hallez/ali,  poiché  circa  diciasetle  anni  indietro  un  Frali' 
Francescano  deir antico  nostro  convento  del  Para  era  stato  in  questo  llume  alcuni  mesi.  Riuniva 
degl'indi  e  li  hatle/zava;  in  seguito  i  Muras  di  Qiparia  Io  assalirono  in  una  barca,  gli  uccisero 
uno  sriiiavd  ed  altri  ilell'equipa^^gio,  e  di  tutto  \n  derubarono.  Allora  questo  buon  Religioso 
abbandonando  o;:ni  rosa,  ritornò  in  Porto^Mllo  sua  patria,  ove,  or  son  pochi  anni,  murL  Cosi  ancbe 
il  paroco  di  Mani'-oné,  che  l'anno  1871  visitando  la  sua  parrocchia  arrivò  Ano  a  Gratto,  hatlenù 
nello  ste.s.so  modo  tulli  ;;li  indi,  grandi  e  piccoli,  ehe  ^li  si  presentavano.  .\.nche  gli  stessi  negozianti 
o  in  c.Lso  dì  malattia,  o  per  altri  lini,  alcune  volte  non  l«Mlev</li,  li  battezzavano. 

•  Dopo  ali|uaiiti  giorni  srendemmo  nuovamente  il  lìnme,  con  un  letto  però  non  minore  di 
metri  ioo,  per  ritornare  a  vedere  i  [trimi  presso  il  grande  Madera,  e  vicino  alla  bocca  dì  questo. 
per  ivi  stabilire  una  coloida  di  abitanti:  la  lo<:<'ilità  conteneva  venti  famiglie  circa,  sebbene  disse* 
minate,  a  poca  distanza  fra  loro. 


MACIIETTJ  351 


pyi-  ■^■ip^pM,,^,.,ip  ^^B»^  ^  ^ai  I  M  11  m^^im^^fi^t^mwm 


VI. 

MISSIONE  DI  SAN  FRANCESCO  D' ASSISI. 

•  Questo  era  il  luogo  scelto  per  fondare  la  prima  Missione  :  radunai  quegli  indiani,  tre  dei 
quali  parlavano  perfettamente  l'idioma  portoghese,  li  esortai  a  ricevere  il  Padre  Missionario  che 
veniva  fln  dalle  più  remote  regioni  coli' unico  flne  di  migliorare  il  loro  stato  in  questa  vita  e  poi 
Dell'  altra,  distribuii  loro  gli  stessi  oggetti  che  avevo  distribuito  agli  altri ,  e  dissi  che  anche  i 
loro  confratelli  dell'alto  Rio  Machado  verrebbero  a  riunirsi  con  essi  per  formare  una  sola  popo- 
lazione. Quivi  cercammo  il  luogo  piò  adatto  per  costruire  una  cappella  e  la  casa  per  il  Padre 
Missionario:  a  questo  lavoro  si  prestarono  tutti  con  buona  volontà:  vennero  meco  con  pennate  a 
ripulire  e  preparare  il  terreno:  erano  venti  uomini,  e  lavorando  anche  io,  dopo  pochi  giorni  la 
cappella  fu  costruita,  e  non  mancava  più  che  la  foglia  per  coprire  il  tetto. 

«  Frattanto  il  Padre  Teodoro  riuniva  intomo  a  sé  i  ragazzi  di  ambo  i  sessi,  e  insegnava  loro  la 
dottrina  cristiana  e  le  lettere  dell'  alfabeto.  Dedicammo  questa  prima  missione  al  Patriarca  San 
Francesco,  e  però  è  denominata  Missione  di  San  Francesco  del  Rio  Machado. 

<  Stando  cosi  le  cose,  lasciai  la  nuova  Missione  a  cura  del  R.  Padre  Teodoro,  che  anche  adesso 
r  amministra,  e  gli  raccomandai  che  fact^se  coprire  la  detta  cappella,  e  facesse  costruire  le  pareti 
di  legname  e  terra  per  la  casa.  Ritornai  a  Sani'  Antonio  conducendo  meco  alcuni  indi  rematori,  e 
vi  arrivammo  in  sei  giorni:  ivi  presi  tutto  ciò  che  poteva  servire  per  il  mio  compagno;  di  più  , 
ferramenti  e  pezze  di  tela  per  i  soliti  regali,  e  ritornai  alla  detta  Missione;  ma  mi  vi  trattenni 
assai  poco,  poiché  passando  il  vapore  postale  ritornai  a  Sant'Antonio,  tormentato  dalle  febbri,  e 
fui  alloggiato  in  una  pessima  baracca  di  un  .soldato  che  era  anche  mio  camerata  o  servitore. 

«  Dirò  anche  che  in  tutti  i  vapori  postali  stipendiati  a  carico  del  tesoro  nazionale  noi  Mis- 
slonarii  abbiamo  gratU  il  passaggio  di  prima  classe. 

«  Nel  mese  di  gennaio  del  1872  ritornai  a  vedere  il  P.  Teodoro  e  la  Missione:  egli  già  fun- 
zionava nella  cappella,  e  gli  avevano  anche  costruita  una  casa  assai  comoda.  Macon  mìa  sorpresa 
seppi  che  quelli  del  Rio  Machado  non  erano  venuti  e  vi  era  poca  speranza  di  farli  venire:  avevano 
bensì  mandato  alcuni  ragazzi  alla  scuola  della  Missione.  Laonde  non  essendo  in  grado  di  portarmi 
presso  di  loro  personalmente  per  motivi  di  salute,  mandai  alcuni  indiani  a  chiamarli,  ma  invano.  Il 
perchè  dopo  alcuni  mesi  fui  obbligato  a  ritornarvi  io  stesso,  e  tanto  li  persuasi  che  vennero  a  poco  a 
poco,  e  cosi  si  formò  una  missione  di  quarantasei  famiglie,  diverse  però  di  lingua,  di  sentimenti, 
d*  idee. 

«  Non  sono  però  queste  le  uniche  difficoltà  che  s'incontrano:  la  maggiore  è  la  opposizione  degli 
abitanti  del  Madeira,  i  quali  negoziano  in  modo  ignobile  e  tiranno  con  questi  poveri  indi,  attesa  la 
turo  ignoranza,  per  cui  ci  fanno  continuamente  una  guerra  più  o  meno  sorda,  e  alcune  volte  si  sono 
dichiarati  apertamente  contro  quel  povero  Missionario,  ricorrendo  anche  alla  calunnia.  In  vero  il  pre- 
sidente della  provincia,  conoscendo  pienamente  le  loro  pessime  intenzioni,  o  non  curando  le  loro  fro* 
di,  ci  fece  sempre  giustizia. 

VII. 

CARIPUNAS. 

«  Dopo  poco  tempo  ascesi  le  cateratte  e  visitai  i  Garipunas,  ma  non  arrivai  fino  al  luogo  delle 
loro  abitazioni,  poiché  m'incontrai  con  loro  a  mezza  strada.  Sono  interamente  nudi  e  totalmente  sel- 
vaggi: non  parlano  altro  idioma  che  il  proprio,  tranne  alcune  parole  di  portoghese  o  spagnuolo  che 
lianno  appreso  dai  viaggiatori.  Sono  importuni  e  traditori,  e  in  special  modo  quando  vedono  i  viaggia- 
tori male  accompagnati:  spesso  insomma  ne  fanno  alcuna  delle  loro.  L'anno  1868  uccisero  a  colpi  di 
freccia  un  mio  amico  boliviano,  il  sig.  Edoardo  Montano,  e  altre  undici  persone:  e  tre  sole  che  riusci- 
rono a  scampare,  narravano  che  erano  state  assalite  da  essi  nascosti  dietro  alcuni  macigni ,  perché  il 
padrone  avendo  nella  sua  casa  una  somma  di  oltre  3,000  scudi,  avea  loro  negato  quanto  essi  esi- 
gevano. 

«  Io  invero  li  conosceva:  m' incontrai  con  essi  allo  scendere  dalla  Bolivia,  ma  essendo  più  di 
centocinquanta  persone  non  ci  fecero  alcun  male  :  quando  vedono  molta  gente  sono  pacillci.  Pure  ora 
i  visitava  accompagnato  solamente  da  cinque  soldati  vestiti  alla  paesana  senz'armi ,  e  con  un  indiano 
barbaro  che  avea  condotto  meco  dal  Rio  Machado, 


Xd 


MACIfETTl 


«  Li  incontrai  in  mezzo  al  liumc:  li  chiamai,  e  fra  strepitose  grida  si  accostarono  a  me;  mi  rtco- 
nohl)ero,  dalle  loro  canoe  di  biiccie  d'albero  saltarono  nella  mia  barca,  e  quindi  fummo  a  terra.  Fra 
tutti  erano  ventisette  persone;  e  nel  miglior  modo  possibile  feci  loro  intendere  che  li  visllaTa  eon 
molti  regali.  Infatti  avendo  detto  loro  che  tutto  ciò  che  era  nella  mia  barca  era  per  essi,  e  avendo  ac- 
cennato clic  venissero  a  prenderlo,  non  se  lo  fecero  ripetere  ;  non  vennero,  volarono;  ed  lo  rotti  I 
coiRTfhi  donai  a  ciascuno  tela  azzurra,  tela  bianca  allo  donne,  e  per  i  Agli,  un'accetta,  ana  pennata, 
coltelli  e  molle  altre  coserelle.  In  verità  mi  fecero  molta  festa,  e  particolarmente  il  capitano  Pico  arrivò 
a  tal  punto  di  generosi ti'i,  che  mi  offerse  una  sua  Hglia  nubile  in  sui  quindici  anni:  ma  avendogli  latto 
intendere  che  non  al>bisognava  di  dono  sifTatlo,  mi  regalò  alcune  spighe  di  granoturco  e  farina  di 
macacheira.  Ma  io  non  me  ne  fidava,  essendo  noi  molto  pochi  ;  onde  dopo  alcune  ore  li  lasciai  im- 
iKircandoci  in  fretta  per  allontanarci  da  essi.  Io  no  avea  trop()a  conoscenxa,  ma  sperava  catlivarmi 
il  loro  animo  per  mezzodì  regali;  onde,  sceso  alla  mia  residenza  di  Sant'Antonio,  chiesi  al  supe- 
riore un  altro  compagno  per  proseguire  l'impresa,  e  fare  ogni  sforzo  per  seminare  in  meizo  ad 
essi  la  fe<le  di  Cristo.  I^  febbri  non  mi  abbandonavano,  onde  io  mi  misi  in  cura  attendendo  il 
compagno. 

«  Le  loro  barchette  sono  formate  di  una  sola  buccia  d' albero ,  e  earieaAO  più  di  otto  persone 
roi  loro  oggetti. 

«  Macacheira,  in  spagnuolo  yuca,  è  una  radice  farinacea  del  sapore  quoti  delia  eattagma: 
la  grattano  e  la  teec-ano  sul  fuoco,  ed  è  un  alimento  che  tiene  luogo  del  pane,  e  ta  usano  in 
tutto  U  BrasUe. 

Vili. 

MISSIONE  I»l   GAUlEHAO. 

•  In  »iiiel  frattempo  il  Patire  Samuelf»  in  compagnia  del  Padre  .\ugclo  Fratteggìani  si  portava  per  il 
Maragnon  o  Solinao  alla  frontiera  «lei  Prrù  \h'T  foinlarvi  una  Missione;  infatti  anche  là  fecero  una 
numerosa  riunione.  Amministra  «(uosta  missione  il  detto  P.  Angelo,  ma  disgraziatamente  adesso  è 
poco  numerosa,  perche  la  epidemia  del  vainolo,  che  Inlleri  in  tutta  la  provincia  Fauno  I87J,  la 
decimò  assai:  più  di  sessanta  persone  morirono,  altre  si  ritirarono  nell'interno  delle  selve,  ove 
forse  incontrarono  la  morte;  pun»  conia  ancora  centotrenta  anime.  Vi  è  la  chiesa  e  una  ca^a  co- 
moda per  il  Missionario,  già  coperto  "di  tegoli.  È  distante  da  Manaos  iOO  leghe,  e  perù  500  dalia 
mia  ri'sideiiza.  Io  non  smu»  >lato  nja'.  in  qnelle  parti,  però  me  ne  è  ijrnola  la  tupografla,  né  mi 
.sono  del  lutit.  note  le  fatiche  del  Padn-  Angelo;  ma  posso  alTermare  che  ha  sofferto  pcrsecuxioui  e 
calnnnie  |kt  parte  dei  ìijjinchi.  IH  più,  nel  principio  del  prescnJe  anno,  cadde  infermo  anch'esso  per 
terzane  e  mal  di  fegato:  cusi  malate»  lo  lasciai  a  Manaos  nel  luglio;  ma  adesso  sta  a.s.sai  meglio,  e«l 
è  tornalo  alla  Missione.  Anche  in  iiuel  ^'raii  lUnne  non  vi  sono  parochi,  sebbene  vi  siano  alcune 
panurchie  erette  cancmicamente;  se  non  m'inganno,  sono  tutte  vacanti,  ad  wcezìone  di  una,  per 
mancanza  «li  sacerdoti  secolari  v  regolari  in  (piella  diocesi.  11  Missionario  amministra  i  sacramenti 
in  «piella  frontiera  ai  fedeli  che  cuncurroiio  alla  slessa  Missione,  e  quando  e  chiamato  va  egli  stcssu 
alle  loro  baracche. 

IX. 
cahipvìas.  ri.TiMo  tentati v«». 

«  Nel  me>c  di  maggio  del  1873  (giunse  il  ini«»  compagno  H.  Padre  Luigi  Zacc^giii;  ma  pochi 
giorni  dopo  il  suo  arrivo  cadde  anch' egli  maialo.  Quei  luoghi  sono  molto  epidemici,  e  noi  non 
potevamo  essi-r  certi  di  viverci  un  mese  in  salute:  quel  luogo  del  tlume  Madera  denominalo  San- 
t'Antonio è  il  terrore  degli  altri  abitanti  del  detto  llnme,  di  Manaos  e  di  tutti  quelli  che  sono  ob- 
bligati a  dimorarxi. 

t  Ina  compagnia  inirlese,  inipresaria  di  ferrovie.  \<'nne  per  fare  una  strada  ferrata  dal  men- 
zionalo punto  di  Sant'Antonio  lino  all' ultima  cateratta  del  Mamon-,  una  distanza  di  30  leghe. 
Tutti  caddero  malati,  molli  ne  morirono,  e  dopo  un  anno  «li  tempo  .spcs«»  infruttuosamente  sospe- 
sen»  l'impresa.  Questa  via  renjlcreblie  facih'  il  transito  dal  Br.isile  alla  Bolivia,  evitando  le  cate- 
ratte, e  per  T  initTno  della  Ilepubblica  siireblu*  continuala  la  navigazione  coi  va|K)rì  fluviali. 

>  Ritornando  ai  mio  sc4q)o,dirò  che  nel  giugno  scesi  tino  al  Gratto,  e  un  poco  più  sotto,  nel  ponto 


MACIIETTI  35d 


chuimaU)  PupunKoi,  ove  erano  alcuni  indiani  di  origine  Muras,  diretti  in  nome  del  Governo  da  un 
secolare  chiamato  Direttore.  Li  visitai,  e  feci  loro  alcuni  regalucci.  Il  mio  flne  era  di  fondarvi ,  se 
fosse  stato  possibile,  una  Missione,  dato  clie  non  fosse  riuscita  quella  fra  i  Caripunas.  Di  questi  Maras 
ne  condussi  tre  meco  fino  a  Sant'Antonio,  e  con  otto  soldati,  che  mi  concesse  il  comandante  di  quella 
frontiera,  approvigionai  due  piccole  barche,  e  coraggiosi  il  detto  mio  compagno  ed  io  ci  mettenmio  in 
viaggio  fino  al  paese  stesso  di  questi  indiani  già  menzionati.  I  soldati  erano  vestiti  da  paesani  :  coti 
aveva  io  disposto  per  non  recar  timore,  ma  portavamo  alcune  armi  da  caccia  cariche  e  due  revolvin 
in  caso  di  un  tradimento. 

•  Al  quarto  giorno  di  navigazione  li  trovammo  sulla  sponda  del  fiume  con  otto  gusci,  come  dissi 
più  sopra,  di  buccia  d'albero,  un  dei  quali  avevano  rubato  ai  viaggiatori  boliviani. 

«  Prima  di  tutto  ci  si  presentò  una  truppa  numerosa  di  fameiici  e  rabbiosi  cani  che  si  schierarono 
iQDgo  la  sponda,  assordandoci  le  orecchie  coi  loro  prolungati  latrati:  gli  indiani  che  erano  occupati  fila 
caccia  nell'  intemo  della  selva,  tutti  accorsero  sentendo  il  latrato  dei  loro  cani. 

«  Dissi  loro  che  anche  questa  volta  portava  molte  cose  da  regalare  ;  ma  che  io  volevo  andare 
fino  alle  loro  abitazioni  ordinarie.  Essi  si  consultarono  fra  loro,  poi  fecero  segno  di  seguirmi  :  dopo 
quasi  mezz'  ora  tutta  la  flottiglia  mi  seguiva,  e  in  ciascun  guscio  non  vi  erano  meno  di  quattro  per- 
sone e  cinque  cani. 

t  Verso  le  quattro  della  sera  ci  fermammo  in  una  bella  spiaggia  arenosa,  in  parte  popolata  di 
salci  ;  noi  mandammo  ad  armare  la  nostra  baracca  portabile  di  tela  :  essi  legarono  da  un  salcio  all' 
altro  le  loro  baracche  o  reti,  pensando  quindi  a  prepararci  la  cucina,  il  che  fecero  anche  le  loro  donne. 

•  Sull'imbrunire  della  sera  il  tempo  si  annuvolò,  e  cominciò  a  cadere  una  minutissima  pioggia 
con  un  vento  assai  freddo  delle  regioni  del  Sud.  Inutilmente  si  af&ticavano  di  accendere  il  fuoco 
intorno  alle  loro  amacche,  11  freddo  li  molestava,  e  noi  incomodava  il  piagnisteo  dei  bambini,  e 
in  certo  modo  avevamo  piacere  che  soffrissero,  sperando  che  avrebbero  approfittato  dei  mezzi  che 
noi  loro  procacciavamo  per  vestirsi:  ma  perchè  questi  venti  delle  regioni  australi  soffiano  poche 
volte  all'  anno  e  sono  di  poca  durata,  facilmente  li  sopportano.  Infatti  nel  far  del  giorno,  cambiato 
il  vento,  era  tornato  il  caldo,  e  n'  eran  contenti. 

«  Alle  tre  della  sera  arrivammo  al  luogo  ove  questi  barbari  lasciano  le  loro  barche  entro  un 
piccolo' flumicello  non  atto  per  la  navigazione.  Per  andare  alle  loro  capanne  nell'interno  della  selva 
passano  per  un  cammino  terrestre  per  circa  tre  ore  ;  però  ordinammo  alla  nostra  gente  di  fare  un  po' 
di  spazio  tagliando  la  stipa,  per  poter  tendere  le  nostre  baracche  :  essi  osservavano  in  piedi  senza 
degnarsi  di  prestarci  aiuto  ;  anzi  profittarono  del  nostro  lavoro  per  legare  i  loro  letti  pensili  ;  se  non 
che  il  loro  operare  ci  ispirava  fiducia. 

«  Come  ho  detto,  essi  son  molto  esigenti,  vogliono  tutto  ciò  che  vedono  :  anzi  nella  mattina 
prendendo  io  il  caffè,  uno  di  essi  ne  volle  per  forza  ;  io  glie  ne  porsi  senza  zucchero  e  rimastone 
disgustato,  né  esso  nò  gli  altri  più  ne  chiesero. 

«  Ansiosi  di  vedere  i  regali  loro  promessi,  non  ci  lasciavano  un  momento  di  pace,  tanto  che  verso 
le  dieci  della  mattina,  noiati  dalle  loro  maniere  zotiche  e  silvestri,  distribuimmo  i  doni  cominciando 
dal  primo  capitano:  questi  doni  erano  presso  a  poco  quelli  nominati  altra  volta.  Le  donne  sono  più 
incontentabili  degli  uomini,  e  con  esse  davvero  non  sarebbe  bastante  la  pazienza  del  re  Idumeo.  Per 
narrare  a  che  punto  arriva  la  sfacciataggine  di  questa  gente,  dirò  che  un  ragazzone  voleva  sedere  meco 
nella  stessa  amacca  :  lo  tollerai  molto  tempo,  ma  alfine  avendolo  sgridato,  si  pose  a  sedere  vicino  a 
me,  ma  in  terra:  meno  male. 

«  Fatti  i  regali,  chi  andò  alla  pesca,  chi  a  caccia  insieme  ai  miei  indi  Muras  e  soldati  ;  restammo 
li  soli  con  alcune  donne  e  due  armi  cariche,  sebbene  non  dimostrassero  alcun  segno  di  ostilità. 

<  La  notte  riposammo  alquanto  meglio  :  non  sentimmo  il  solito  piagnisteo,  perchè  non  faceva 
freddo.  La  mattina  fui  sorpreso  da  violenta  febbre,  di  che  quei  barbari  si  ridevano:  passò  questo 
giorno  eia  notte  come  l'altra.  11  terzo  giorno  avevamo  determinato  internarci  fino  alle  loro  baracobe; 
ma  durandomi  la  febbre,  vi  andò  il  mio  compagno  con  l'altra  gente,  ed  io  restai  in  letto  assistito  da 
due  soldati. 

X. 

LA  MALOCCA. 

«  Dopo  quattr'  ore  di  viaggio  per  un  viottolo  interamente  serrato,  con  molte  curve  ove  nessuno 
avrebbe  trovato  la  v'ui,  arrivarono  alla  loro  popolazione,  o  Malocca.  Era  una  casa  lunga  settanta  passi, 

33 


354  MACIIETTI 


coperta  flou  a  terra  di  foglie  di  palma,  poi  altre  due  aperte  e  una  semicircolare,  ove  il  Tnchana  (Toediiia) 
li  riunisce  a  bevere  il  cachiri,  bibita  fatta  di  granturco,  molto  inebriante,  quasi  simile  alla  nostn 
birra.  Esso  dirige  le  loro  cerimonie  religiose,  che  consistono  in  stregonerie  e  divinazioni,  e  sono 
seguite  poi  da  strepitose  danze.  LI  avevano  molte  piantagioni  di  banano,  macachelra,  granturco,  eanoa 
di  zucchero,  cotone,  ec.  Avevano  anche  un  sufficiente  deposito  di  granturco  vecchio.  Essi  però  poco 
tempo  dell'anno  vivono  fermi  nella  loro  abitazione;  più  che  altro  sono  nomadi:  solo  in  tempo  delle 
pioggie  e  della  seminagione  vivono  fermi  nel  medesimo  luogo. 

«  Dopo  cinque  giorni  li  lasciammo  in  buona  armonia,  pace  e  concordia,  dopo  averli  incaricali  di 
costruire  una  baracca  per  noi,  che  saremmo  ivi  tornati  fra  tre  mesi,  cioè  in  ottobre.  Scendemmo,  come 
era  nostro  costume,  al  quartiere  dei  soldati  in  Sant'  Antonio:  il  mio  compagno  prosegni  poi  anche  più 
oltre,  cioè  Ano  alla  Missione  di  San  Francesco.  11  Padre  Teodoro  mi  chiamava  a  sé,  ma  io  non  poteva 
andarvi,  perchè  sempre  afflitto  dalle  febbri. 

XI. 

PAMAS. 

«  Questi  indiani  vivono  nella  sinistra  del  flume  Madera,  ma  molto  internamente  flra  il  Madera  e 
il  Purus,  in  un  affluente  di  quesf  ultimo  denominato  Muccu.  Erano  passati  undici  anni  da  ctie  non 
avevamo  avuto  più  alcuna  notizia  di  loro;  mai  più  non  si  erano  veduti  sulle  spiaggie  del  Madera  da 
che  un  tal  Cavalcanti  li  aveva  inimicati:  essi  però  non  avevano  fatto  alcun  danno  ad  alcuno,  anzi  erano 
stimati  per  le  loro  buone  azioni  e  qualità. 

t  Andando  un  giorno  alcuni  soldati  alla  pesca  e  oltrepassando  la  prima  cateratta,  videro  da 
lontano  gente  nuda  :  andarono  loro  incontro,  pensando  che  fossero  i  Caripunas,  ma  invece  erano  1  Pamas. 
La  sera  i  pescatori  avendomi  narrato  il  fatto,  ansioso  come  oro  da  molto  tempo  di  vedere  questi 
buoni  Pamas,  nel  giorno  seguente  mi  posi  in  viaggio  insieme  ad  un  amico,  no  suo  schiavo  e  tre 
soldati  di  equipaggio  ;  tanta  era  la  mia  confidenza  in  quei  buoni  barbari,  dei  quali  ricevevo  qualche 
volta  notizie  dalle  persone  che  li  conoscevano. 

«  Non  m' ingannai  :  verso  le  quattro  di  sera  approdai  alla  foce  di  un  flumicello  denominato 
.\ruana,  ove  era  una  piccola  baracca  ptT  ricoverarci  la  notte,  e  dopo  tre  esplosioni  di  fucili  non  larda- 
rono ad  apparire  con  le  risa  in  borea,  uno  avente  in  mano  una  freccia,  l'altro  un  arco,  alcuni  a  mani 
vuote;  sejjni  non  equivoci  di  pace.  Molti  non  si  fecero  vedere,  e  rimasero  più  internamente.  Dopo 
pochi  minuti,  quelli  che  erano  apparsi  se  ne  andarono  ad  avvisare  i  compagni. 

•  La  notte  fu  srnza  timore.  Suiralbrpiriare  d«l  %r;:nonte  giorno  vennero  tutti,  uomini  e  donne, 
Coi  figli,  e  fra  quosti  un  rioni  di  20  anni,  tìjjlio  dil  capitano. 

•  Il  mio  dispiarcre  era  di  non  poterli  intendere:  pure  nrl  modo  migliore  feci  loro  comprendere 
per  mezzo  di  pesti  che  io  era  il  loro  Missionario,  e  feri  alruni  doni. 

•  l'no  di  loro,  che  in  altra  rirrtistanza  aveva  ronosrjuto  qui*l  Cavalcanti  pia  menzionato,  mi 
domandò  ove  esso  dimorava.  Costui,  dieri  o  undici  anni  innanzi,  lo  aveva  condotto  legato  con  altri 
sei  alla  sua  baracca  per  utilizzare  del  loro  sorvi/.jo;  «mde  io,  ctimprendendo  bene  lo  scopo  di  quella 
domanda,  gli  risposi  che  si  trovava  molto  lontano,  «mde  esso  e   gli  altri  si  tranquillizzarono. 

•  Mentre  mi  divertiva  Ncr^o  lo  dieci  antimrridiane  a^l  insegnare  a  due  giovanetti  a  tirare  al 
l»ersaglio  col  mio  fucilo,  ecco  apparire  i  Caripnnas  ohe  passojrffiavano  le  spaziose  spiaggie  poco  al 
di  sotto  la  grande  ratoratta  di  Tooingno.  I  Pamas  si  intimorirono,  particolarmente  il  capitano,  cbr 
volea  fuggire  con  la  sua  gente  ;  ma  rassirnrand(>lo  io.  e  dioondo  ohe  erano  miei  amici,  si  acquietai. 
contentandosi  di  licenziare  Io  donne  e  i  tìgli  :  da  ciò  ronobbi  che  erano  nemici  fra  loro,  e  questo 
salvò  la  vita  a  me  e  ai  miei  compagni,  come  si  dirà  in  appresso. 

•  Benché  questi  selvaggi  incutessero  qualche  timore  anche  a  me,  pure  mandai  Io  schiavo  di 
quel  signore  che  mi  accompagnava  a  chiamarli,  perche  molto  desiderava  di  rivederli  e  sapere  w 
mi  avevano  costruito  la  baracca,  come  avea  loro  detto:  lo  che  sarebbe  stato  un  segno  che  mi 
avroblMTO  gradito  fra  loro,  e  anche  por  meglio  esporare  l'animo  loro. 

•  Sapendo  essi,  dal  negro  che  corso  ad  avvisarli,  cho  poco  lontano  in  compagnia  di  altri  sì 
trovava  il  Padre  Cesualdo,  accorsero  subito ,  gridandt»  secondo  il  loro  costume,  e  mi  circondarono 
allegri  e  contenti  in  apparenza,  ma  sempre  importuni  ed  osìgonti  ;  costume  loro  proprio,  come  si 
disse,  come  anche  in  generale  di  tutti  i  selvaggi,  lo  non  aveva  che  poclii  coltelli  e  armi,  ma  non 
volli  dar  niente,  poiché  dicendo  che  fra  poco  sarei  tornato  fra  loro,  e  domandando  se  mi  avevano 


MACHETTI  355 


fabbricato  una  baracca  per  ricoverarmi,  mi  fecero  intendere  clie  non  i'  avrebbero  mai  falla,  e  dissero 
alle  mie  genti  che  non  avrebbero  tollerato  mai  alcun  padrone. 

«  Da  più  di  un'ora  sdraiato  sulla  mia  amacca  stava  circondato  in  mezzo  a  loro:  a  diritta 
i  Pamas  umili  e  pazienti,  a  sinistra  i  Caripunas  nauseanti  ed  altieri,  ed  io  realmente  infastidito  di  loro. 
Ad  un  tratto  il  capitano  Caripuna  mi  fa  intendere  che  voleva  andare  colla  sua  gente  fino  nellMnterno 
ove  i  Pamas  avevano  le  loro  famiglie  e  capannuccie  provinciali  ;  io  gli  dissi  che  andasse  pure , 
sperando  che  si  riconciliassero  gli  animi,  si  ristabilisse  la  pace,  e  mi  lasciassero  tranquillo.  Ciò  che 
passasse  fra  loro  non  so:  ma  poco  dopo  ritornarono  i  Caripunas  con  aspetto  truce  e  severo ,  col 
corpo  e  volto  tinti  di  rosso,  ma  con  l'arco  non  preparato  a  scagliare.  Cattivi  prognostici  son  questi, 
sig.  Carlo,  dissi  al  mio  compagno,  che  anch' egli  stava  sdraiato  nella  sua  amacca  a  me  vicino:  essi 
se  ne  vanno  più  nemici  di  prima.  Ma  io  non  sospettava  che  la  vittima  del  loro  furore  dovessi 
essere  io  e  la  mia  gente;  ma  lo  diremo  a  suo  luogo. 

«  Di  nuovo  mi  chiesero  degli  oggetti  a  loro  utili;  di  nuovo  li  negai  loro,  e  perchè  imparas- 
sero ad  esser  più  buoni,  e  perchè  nelle  altre  due  volte  avevano  ricevuto  doni  per  un  valore  di 
oltre  200  scudi.  Solo  il  mio  compagno,  per  cattivarseli,  donò  loro  un  coltello  di  suo  uso,  alquanta 
farina  e  piccoli  ami:  ma  se  ne  andarono  poco  contenti. 

«  Tutte  le  mie  speranze  erano  riposte  nei  Pamas,  che  vedea  uniti,  pronti  a  qualunque  ser- 
vizio, e  niente  petulanti.  Essi,  come  seppi,  non  erano  tutti:  ne  aspettavano  altri  rimasti  lontani. 
Li  feci  avvisati  che  dopo  dieci  soli,  secondo  il  loro  modo  di  parlare,  sarei  ritornato  con  molte 
cose,  e  scesi  a  Sant'Antonio  in  tre  ore,  nonostante  due  cateratte. 

XII. 

MISSIONE  DEI  PAMAS 

«  Attesi  che  tornasse  il  mio  compagno,  che  si  trovava  nella  Missione  di  San  Francesco.  Al 
sao  arrivo  gli  partecipai  la  notizia  dei  buoni  Pamas  che  erano  non  lungi  da  noi,  e  la  ingratitu- 
dine dei  Caripunas,  dietro  i  quali  perdevamo  il  tempo  e  il  denaro  del  Governo.  Di  comune  accordo 
equipaggiammo  una  canoa  portando  con  noi  ferramenti,  oggetti  di  nostro  uso  e  farina  di  mandioc- 
ca  per  aiutarli,  poiché  niente  avevano  da  mangiare,  tranne  frutta  silvestri  e  ciò  che  si  procac- 
ciavano colla  pesca  e  caccia. 

«  Arrivammo  al  luogo  ove  mi  era  incontrato  con  loro  pochi  giorni  innanzi:  appena  scaricata  la 
nostra  barca,  cominciò  a  piovere  sì  dirottamente  che  non  fu  possibile  agli  indiani  di  vederci  per 
quella  sera:  un  fulmine  cadde  a  quattro  passi  di  distanza  e  quasi  privandomi  di  sentimento  mi 
costernò  non  poco;  era  chiaro  che  l'inferno  tentava  ogni  mezzo  per  intimorirci. 

«  La  mattina  assai  per  tempo  alzammo  l'altare  portatile  e  celebrammo  la  santa  Messa:  a 
metà  di  essa  ecco  venire  un  dopo  l'altro  i  nostri  cari  indiani,  che  ad  un  mio  cenno  si  fermaro- 
no fuori  della  baracca.  Finita  la  Messa,  entrarono  e  sedettero  in  terra.  Eranvi  tutti,  anche  quelli 
che  abitavano  nel  più  interno  della  selva,  e  ve  ne  era  anche  uno  che,  avendo  viaggiato  alquanto, 
parlava  il  portoghese,  onde  fu  facile  farci  intendere.  Avevo  però  meco  anche  un  interprete. 

«  La  prima  nostra  conversazione  cadde  sopra  i  Caripunas:  ci  narrarono  che  in  quel  giorno 
sopra  menzionato  erano  andati  a  loro  per  persuaderli  ad  assassinar  me  e  tutti  1  miei  compagni. 
Essi  non  acconsentirono,  rispondendo:  «  Pama  non  ammazza  bianco.  »  Allora  si  condussero  seco 
tre  fanciulli  dei  Pamas,  e  questi  temevano  che  dovessero  ucciderli.  Io  veramente  non  mi  persua- 
deva che  i  Caripunas  fossero  a  me  tanto  ostili,  avendoli  molto  beneficati  :  ma  vi  credeva,  attesala 
loro  naturale  ferocia. 

XIII. 

CAUSA  PER  CUI  I  PAMAS  ERAN  PARTITI  DAL  FIUME  NUCIU. 

«  Questi  Pamas  abitano  un  fiume  secondario,  ancora  sconosciuto  agli  stranieri ,  che  corre  fra 
il  Madeira  ed  il  Purus,  influente  di  quest'ultimo,  e  distante  dal  primo,  nel  punto  ove  eravamo, 
dieci  ore  di  cammino  terrestre  (vedi  e.  xi).  Là  furono  assaliti  da  una  tribù  di  Araras  che  abitalo 
stesso  fiume,  e  avevan  loro  ucciso  cinque  persone,  due  uomini  e  tre  donne:  dicevano  che  erano 
una  tribù  feroce  che  non  patteggia  con  alcuno,  onde  amavan  meglio  abbandonare  la  patria  e  sta- 
bilirsi in  altri  luoghi. 


:r)5G  machetti 


t  Noi,  approQttando  di  questa  circostanu  favorevole,  li  invitammo  a  stabilirli  in  quello  iteMO 
luogo,  dichiarandoci  loro  protettori:  per  cui  dispensammo  a  ciascuno  accette,  pennati  e  eollelli,ed 
altri  oggetti  di  minor  valore ,  e  pensammo  a  vestirli. 

•  Molti  giorni  stettero  dubbiosi,  ma  dipoi  scelsero  un  bel  piano  inclinato  presso  la  boect  del 
flumicello  denominato  Aruana,  vicino  alla  sponda  del  Madera,  e  vi  atterrarono  in  poco  tempo  un  gran 
tratto  di  bosco.  Molti  di  loro  lavoravano,  ed  altri  andavano  alla  caccia  e  alla  pesca  per  fornire  a  tatti  e 
anche  a  noi  la  carne:  noi  in  ricompensa  ogni  giorno  concedevamo  loro  alquanta  farina  di  man- 
diocca  per  ciascuno.  In  seguito  ci  fecero  una  bella  baracca,  e  un'  altra  più  piccola  senza  cinta,  perchè 
servisse  di  cucina  e  di  dimora  per  due  soldati,  che  per  nostro  peculiare  servizio  ci  concedeva  il  Governo. 
Questi  Pamas  erano  cinquanta  persone,  fra  grandi  e  piccoli  ;  ma  noi  di  niente  temevamo.  La  nostra 
maggiore  inquietudine  era  quella  di  non  potere  indurre  le  donne  a  usare  delle  vesti,  almeno  una 
camicia:  llnalmente  io  stesso  cucii  una  camicia  senza  maniche  a  guisa  di  sacco,  e  la  indossai  ad  ona 
ragazzctta  di  8  anni  che  più  frequentava  la  nostra  baracca  :  la  imitarono  le  altre  donne,  e  da  qael  tempo 
si  presentavano  mezzo  coperte:  agli  uomini  però  piaceva  molto  portar  brache  o  calzoni,  e  ad  aleanl 
ne  davamo  di  già  cuciti. 

•  In  quel  frattempo  ecco  ritornare  quei  poveri  ragazzi,  che  con  mille  astuzie  si  erano  portati 
via  i  Caripunas.  Erano  fuggiti  di  notte  tempo,  ed  erano  sempre  spaventati  di  ciò  che  aveano  odilo. 
Imperocché  non  solo  li  volevano  trucidare,  ma  avevano  anche  detto  che  volevano  uccidere  me  e 
tutti  i  bianchi  che  io  aveva  introdotti  nei  loro  domini.  I  Pamas,  di  natura  un  po'  timidi,  credevano  a 
tutto  questo  e  se  ne  stavano  molto  pensierosi  :  io  ed  il  compagno  procurammo  di  rassicurarli,  dicendo 
loro  che  ciò  non  poteva  avvenire,  perchè  i  Caripunas  non  uccidono  che  a  tradimento. 

t  Questi  Pamas  avevano  costruito  le  loro  baracchine  dietro  alle  nostre ,  vicine  le  une  alle 
altre  sotto  grossi  albori,  in  guisa  che  ciascuna  famiglia  ne  aveva  una  indipendentemente  dagli  altri. 

t  Un  giorno  verso  le  tre  pomeridiane  incominciarono  ad  alzarsi  grossi  e  neri  nuvoloni,  e  dopo 
poco  n'  ere  ricoperto  tutto  il  cielo  :  io  non  avea  mai  visto  un  tempo  cosi  spaventevole,  essendosi 
fatto  un  gran  buio  ;  dopo  poco  si  scatenò  una  furiosa  tempesta  di  acqua,  e  vento  e  tuoni  che  schian- 
tavano da  per  tutto  i  più  annosi  alberi  fin  dalle  radici  :  sembrava  veramente  la  fine  del  mondo;  tanto 
era  il  fracasso  degli  alberi,  il  fragore  dei  tuoni,  e  la  dirottissima  pioggia!  In  quel  giorno  ambedue  noi 
eravamo  afflitti  dalla  febbre,  ma  temendo  che  qualche  albero  cadesse  sopra  la  nostra  Inraoca,  ci 
alzammo  dalla  nostra  amacr^i,  ed  io  osai  levare  il  capo  fuori  dell'  uscio  :  Dio  mio  !  in  quel  momentu 
un  lampo  e  uno  strepitoso  scru<;cio  di  fulminei ....  era  caduto  entro  le  Iiaracchc. . .  .  odo  grida  e 
abbaiare  di  cani . . .  Non  polendo  io,  pregili  il  mio  compagno  ad  accorrere,  volare  per  soccorrere  quegl' 
infelici.  Dopo  pochi  momenti  ritornò,  e  con  esso  portavano  il  Aglio  dei  capitano  esanime  . . .  subilo 
mi  provo  con  alcool,  alcali  vulalili,  panni  di  lana,  a  richiamarlo  ai  sensi ....  tutto  inutile.  In  quel 
tempo  mi  portano  nel  medesimo  stato  anche  il  llglio  del  Tucciana,  che  era,  come  anche  V  altro ,  un 
ragazzo  dai  li  ai  15  anni  :  pnMligai  i  medesimi  rimedii,  ma  con  nessun  effetto;  poco  dopo  spirarono 
ambedue  arcinto  al  capitano  stesso  trasportato  li  morto  ....  anche  dieci  altre  ])ersone  rimasero  prese 
da  asfissia,  ma  riuscii  a  farle  ritornare  ai  sensi.  A  questo  spettacolo  timidi  e  tremanti  entrarono  tutti 
nella  mia  capanna.  Pensino  i  lettori  in  che  costerna/ione  ci  trovassimo  noi,  e  in  che  pericolo  insieme 
coi  nostri  camerati,  se  i  Pamas  avessero  attribuito  a  noi  le  loro  disgrazie,  come  1  Caripunas  ci  attri- 
buivano le  loro  !  Ma  Dio  ebbe  compassione  di  noi. 

XIV. 

SEPOLTURA,  E   UN  TRIDUO  DI  SOLENNI  ESEQUIE. 

•  La  sera  medesima  volevano  dar  sepoltura  ai  litro  morti,  ma  per  essere  inoltrata  la  notte, 
ottenemmo  facilmente  che  la  cerimonia  fosse  trasferita  alla  mattina  seguente,  rimanendo  i  cadaveri 
nella  mia  cucina. 

«  Sul  far  del  giorno  celebrammo  la  santa  Messa  entro  la  nostra  baracca;  ma  essi  avanti  cht- 
fosse  Anita  ci  aspettavano  fuori  della  porta  per  avvisarci  del  luogo  ove  volevano  seppellirli.  È  loro 
costume  seppellire  i  loro  confratelli  nei  Inogo  stesso  e  sotto  la  baracca  ove  abitavano,  ma  dopoi 
superstiti  abbandonano  il  luogo  colle  baracche  e  si  stabiliscono  altrove.  Conoscendo  che  non  avevan» 
alcuna  animosità  contro  di  noi,  ci  opponemmo  a  questo  loro  costume,  perchè  li  avrebbero  seppelliti 
circa  dodici  passi  lungi  dalla  nostra  abitazione  e  nelle  baracche  ove  morirono  :  e  quantunque  addi*. 


MAGHETTI  857 


tassimo  altri  luoghi  adatti  poco  lontani,  non  fu  possibile  rimuoverli  ;  scelsero  però  una  baracchina 
alquanto  separata  dalie  altre,  e  avendovi  scavata  una  fossa  ben  grande,  la  destinarono  per  tomba 
di  tutti  e  tre.  Vi  collocarono  in  mezzo  il  capitano  ed  i  giovani  ai  Iati  con  tutti  i  loro  utensili,  cioè 
accette,  pennati,  coltelli,  archi,  freccie,  vestiti,  penne,  pentole  con  bibite  ed  altre  coserellc;  in  vero 
con  molto  nostro  rincrescimento,  essendo  tutti  oggetti  nuovi  da  noi  loro  donati  alcuni  giorni  innanzi: 
ma  che  fare?  non  era  per  anche  il  tempo  di  farci  obbedire,  e  però  rispettammo  i  loro  costumi. 

«  Nel  momento  che  cominciarono  a  coprire  i  cadaveri  cominciò  il  piagnisteo  e  diverse  canti- 
lene  più  o  meno  piacevoli ,  incominciando,  per  dare  il  tono ,  il  Jucciana  o  Apaygé  :  alcune  volte 
quelle  cantilene  erano  a  tre  cori,  cioè  dell'  Apaygé  coi  vecchi,  degli  uomini  e  delle  donne  riuniti  a 
pie  degli  alberi,  ma  in  luoghi  separati  e  distanti  alcuni  passi  fra  loro;  e  questa  cerimonia  durò 
tre  giorni  senza  interruzione. 

«  Dopo  aver  finito  di  colmare  di  terra  la  fossa,  andarono  in  processione  fino  alla  baracca 
dei  morti:  da  prima  T Apaygé  o  sacerdote  ruppe  tutte  le  pentole  e  tutte  le  altre  cose  frangibili: 
fece  ammazzare  cani,  scimmie,  uccelli  e  tutti  gli  altri  animali  che  erano  di  proprietà  dei  defunti , 
terminanda  la  cerimonia  coir  appiccare  il  fuoco  anche  alle  baracche.  È  loro  costume  di  non  conservar 
niente  dei  trapassati,  tranne  le  donne  e  i  figli,  e  ciò  per  sfuggirne  anche  la  memoria.  Dopo  questo 
ritornarono  alle  loro  baracche  e  vi  continuarono  il  piagnisteo  in  modo  molto  monotono  e  con  flebili 
cantilene;  ma  essendo  stanchi,  seguivano  ad  intervalli.  Per  nostra  buona  fortuna  T Apaygé  (era 
fratello  del  defunto  capitano)  diede  alle  loro  disgrazie  una  spiegazione  del  tutto  a  noi  favorevole. 
Il  defunto  suo  fratello  di  fatti  aveva  un  mortale  nemico,  che  era  anch' egli  Apaygé,  e  quantunque 
gli  avesse  fatti  molti  favori,  dandogli  per  suo  personale  servizio  una  figlia  ed  un  figlio,  e  non  so 
che  altro,  pur  non  di  meno  l' odiava  sempre  mortalmente  :  ora  per  essersi  egli  allontanato  dairintemo 
delle  selve  e  non  sapendo  come  vendicarsi,  gli  mandò  quel  fulmine  che  lo  uccise  insieme  ad  un 
Aglio  e  ad  un  nipote  :  e  cosi  se  n'  era  vendicato.  Ognuno  dunque  si  può  imaginare  che  le  loro 
cantilene  in  sufflragio  dei  defunti  consistevano  in  lagni  di  compassione  per  gli  estinti,  in  motti 
ingiuriosi  contro  il  nemico,  e  in  progetti  per  vendicarsene. 

XV. 

MISSIONE  DI  SANT*  ANTONIO. 

«  Nonostante  queste  vicende,  dopo  resi  gli  onori  funebri  al  loro  capitano  e  ai  confratelli,  tornò 
di  nuovo  la  calma  ed  il  buon  ordine  nella  tribù.  Gpn  nostro  permesso,  un  buon  numero  si  assentò 
per  pochi  giorni ,  per  procacciarsi  per  mezzo  della  caccia  e  della  pesca  il  vitto,  per  poi  costruire 
nuove  baracche  nel  terreno  già  preparato  :  alcuni  andarono  fino  al  11 ucui  per  prendere  delle  vetto- 
vaglie, e  andò  con  essi  anche  uno  dei  nostri  camerati:  questi  si  trattennero  venti  giorni,  perchè 
arrivarono  fino  alle  loro  antiche  baracche,  ove  avevano  delle  piantagioni. 

t  Io  pure  lasciai  il  Padre  Luigi,  e  scesi  fino  a  Sant'  Antonio,  al  quartiere  dei  soldati,  per  prove- 
dere viveri  ed  altri  oggetti,  e  piante,  come  di  banano ,  macacheira,  aranci,  limoni  e  alcuni  semi  : 
partii  verso  il  15  di  novembre  e  toni^  alla  fine  del  mese.  Vi  trovai  già  dieci  baracche  quasi  finite, 
e  altre  tre  in  disparte  per  le  donne. 

«  I  poveri  indiani  sembravano  contenti  e  dimentichi  del  passato,  tantoché  volevano  chiamare 
altri  confratelli  in  numero  maggiore  di  loro,  che  erano  nelP  intemo  delle  selve  :  noi  dicemmo  loro 
che  non  era  tempo,  non  perchè  non  avessimo  da  alimentarli ,  ma  perchè  il  demonio  volea  vincere 
e  cercava  ogni  modo  di  fare  mutare  di  proposito  anche  quelli  che  già  vi  erano.  In  fatti  li  sorprese 
tutti,  di  ogni  età  e  di  ogni  sesso,  un  catarro  cosi  tenace  che  fU  ribelle  ad  ogni  farmaco:  per  favore 
speciale  del  cielo  non  ne  morì  alcuno,  e  non  ne  incolparono  noi  bianchi,  come  usano  fare  sini- 
stramente i  Caripunas  :  noi  somministrammo  loro  alcuni  purganti  e  del  té.  Essi  si  meravigliarono 
oltremodo  che  non  fosse  morto  nessuno  di  questa  infermità;  poiché  per  solito  questa  malattia  suol 
fare  degli  indiani  abbandonati  a  sé  stessi  molta  strage.  Essi  erano  molto  riconoscenti  verso  noi 
anche  per  alcuni  benefizii  che  avevano  ricevuto  sul  principio,  poiché  essendovene  quattro  o  cinque 
con  terzane  inveterate,  che  non  avevano  ceduto  alle  medicine  del  loro  sacerdote  o  Apaygé,  che  è 
anche  il  loro  medico,  avevano  ceduto  a  quelle  che  noi  avevamo  loro  preparato,  e  ohe  sebbene 
amarlssime  avevano  preso.         • 

t  Con  tuUo  ciò  notavamo  qualche  incostanza  nel  loro  dire  ed  operare;  e  verso  il  SO  di 


358  MACHETTl 

dicembre  avendoci  chiesto  licenza  di  andare  al  loro  paese  per  an  mese,  se  De  partirooo  tatti;  e 
questo  ci  costernò  non  poco,  temendo  del  loro  ritorno. 

•  In  questo  tempo  presi  la  risoluzione  di  scendere  il  fiume  fino  al  Grotto,  ove,  tapiilofti  appena 
il  mio  arrivo,  si  riunì  molto  popolo  per  udire  la  santa  Messa  nella  notte  del  Santo  NnUle. Tenne 
anche  il  Padre  Luigi  per  pochi  giorni,  e  in  quel  giorno  solenne  disse  la  Messa  presso  la  cnlentta  di 
Sant'Antonio,  ove  gli  inglesi  ivi  sUbiliti  per  V  impresa  della  ferrovia  lo  avevano  invitato  e  gli  avevino 
costruito  una  baracca:  tutti,  cattulici  e  protestanti,  udirono  le  tre  Messe,  e  in  quel  ponto  non  ti  erano 
riunite  meno  di  cinquecento  persone.  Passato  il  Santo  Natale,  il  Padre  Luigi  ritornò  alla  sollinrìa  eqtan- 
na  di  Sant'  Antonio  di  Aruanù  con  un  solo  camerata  per  compagno,  per  procacciargli  allo  stesso  tempo 
selvaggina  e  pesce  per  il  vitto,  lo  scesi  at  Pupunìuu,  albergandomi  nella  sua  baracca  un  amico, 
col  quale  anche  i  Muras  avevano  amicizia.  I  pochi  indiani  che  erano  in  quel  luogo  col  loro  capitano 
parlavano  alquanto  il  portoghese,  e  alcuni  si  facevano  intendere.  Feci  loro  alcuni  regalnccl,  e  pregai 
il  capitano  a  far  venire  gli  altri  confratelli  che  dimoravano  in  altri  luoghi  più  o  meno  distanti, 
perchè  presto  sarei  tornato  in  mezzo  a  loro. 

XVL 

IL  11  DI  0EI«?(AI0  DEL  1873. 

«  Partii  dunque  da  questo  luogo ,  conducendo  meco  quattro  Muras  e  nna  piccola  barehetta 
che  avea  comprato,  e  mi  misi  in  viaggio  per  tornare  a  vedere  il  Padre  Luigi:  arrivato  al  Grotto. 
e  venuto  il  vapore,  presi  il  passaggio  per  me  e  per  i  miei  indiani,  a  conto  del  Governo,  e  fed 
anche  caricare  la  barchetta,  e  cosi  in  tre  giorni  arrivammo  al  quartiere  dei  soldati  in  Sant'  Antonio, 
mentre  ne  avrei  impiegati  otto  o  dicci,  se  avessi  do^-uto  fare  il  viaggio  a  remo  con  la  mia  canoa. 

•  Quivi  m'informai  del  compagno,  e  seppi  che  era  solo,  e  che  i  Pamas  non  erano  per  anche 
tornati,  né  vi  era  speranza  che  venissero,  perchè  la  inondazione  era  grande,  né  potevamo  mandarli 
a  chiamare.  Allora  risolvetti  di  andarvi  personalmente  per  caricare  le  nostre  cose,  e  abbandonare 
l'impresa;  ma  al  prima  cateratta,  per  la  impetuosità  della  corrente  contro  le  scogliere,  perdei  la 
canoa  che  scarica  tentavamo  tirare  per  mezzo  delle  funi. 

«  Come  dissi  altra  volta,  quivi  erano  stabiliti  alcuni  inglesi  per  l'impresa  di  una  ferrovia: 
essi  vedendomi  senza  canoa,  ebbero  la  compiacenza  di  prestarmene  una  che  avevano  in  cima  alla 
cateratta.  Accettai  grato  V  offerta,  ma  siccome  la  canoa  era  molto  piccola  per  poter  navigare  on  si 
gran  fiume,  e  oltremodo  gonfio  in  quel  tempo,  però  v'  imbarcai  solo  tre  persone,  e  scrissi  al  Padre 
Luigi  che  se  ne  venisse  con  altra  barca  maggiore;  e  cosi  fece:  e  nel  giorno  dopo  era  meco  a 
Sant'Antonio,  nostra  residenza  ordinaria,  ove  restò  fino  al  giugno,  aspettando  1'  ultimo  risultato 
dei  Pamas:  ma  essi  non  comparvero  mai  più. 

•  Dipoi  scese  fino  a  Manaos,  da  dove  parti  per  la  capitale  dell'Impero,  ove  anche  adesso 
dislmpcfrna  il  carico  di  Commissario  di  Terra  Santa.  In  quell'epoca  lasciai  il  Padre  Luigi  solo,  e 
mi  recai  risoluto  as  Pupunhas  per  fondare  una  Missione  coi  Muras  già  menzionati. 

XVU. 

MISSIONE  01  SAN   PIETRO  APOSTOLO. 

•  La  nazione  dei  Muras  è  molto  estesa  e  divisa  in  innumerabili  tribù,  quasi  tutte  semlcivillzzale: 
almeno  da  molti  anni  esse  sono  in  conlatto  coi  bianchi,  dai  quali  apprendono  vizi!  loro  ignoti, 
particolarmento  quello  dell*  ubbriachezza  per  mezzo  di  bibite  alcoolirhe,  che  questi  fra  loro  intro- 
ducono per  loro  speciale  interesse:  «luesli  generalmente  vanno  tulli  vestiti, anche  quelli  dell'interno 

«  Evvi  opinione  generale  fra  gli  abitanti  della  provincia  che  questi  indiani  siano  indomabili, 
e  sia  impossibile  ridurli  all' obl>edienza  e  alla  vita  sociale:  in  generale  quasi  tutti  gli  abitanti  di 
quei  contorni  mi  pronosticavano  cattiva  riuscita,  se  mi  fossi  messo  coi  Muras.  Sapeva  io  per  certo 
esser  loro  particolare  costume  abbandonare  i  padroni  con  la  canoa  in  mezzo  alle  spiaggia  e  luoghi 
solitarii e  fuggire:  al  Padre  Giovacchino,  che  altra  volta  ne  aveva  riuniti  un  gran  numero  nel  Grotto 
ed  in  Ca pana,  assalirono,  come  dissi,  la  barca  proveniente  da  Manaos,  carica  di  oggetti  per  loro, 
derubando  tutto,  e  uccidendo  la  maggior  parte  dell'  equipaggio.  Negli  anni  antecedenti  verso  li 
bocca  del  Madeira  abbandonarono  in  luogo  solitario  il  vescovo  D.  Giuseppe,  nonostante  tatti  1  regali 


MAGHETTI  359 


che  aveva  loro  fatti,  il  buoD  trattamento  e  considerazioni  che  aveva  loro  manifestato,  facendo  loro 
prendere  il  calle  e  il  buon  cognac.  Per  questi  fatti  che  mi  contarono,  e  mi  contano  tuttora,  mi  face- 
vano credere  essere  essi  la  stessa  ingratitudine;  ma  pure  io  sperava  di  modiQcare  colla  religione 
quel  loro  istinto  e  quella  loro  naturale  antipatìa  per  i  bianchi.  Feci  la  prova,  e  non  m' ingannai. 

t  La  prima  cosa  che  feci  dopo  il  mio  arrivo  a  questo  luogo,  chiamato  fino  allora  la  Meloeea 
doi  MurcUt  fu  di  mandare  a  ricostruire  una  baracca  vecchia  :  la  divisi,  facendone  servire  la  metà 
per  ricoverarmi,  e  l'altra  metà  pef  cappella  provisoria,  ove  alzai  l'altare. 

t  Questo  luogo  è  situato  sopra  il  margine  diritto  del  fiume  Madeira,  denominato  Pupughat 
{PupugnatJt  circa  8  leghe  sotto  il  Grotto  e  al  7  grado  latitudine  Sud  con  poca  differenza. 

«  Essi  vi  abitavano  già  da  alcuni  anni,  ma  non  sempre  né  tutti  vivevano  insieme.  Il  capitano, 
che  si  chiama  Feiiciano,  vi  aveva  costruito  una  spaziosa  baracca,  ma  essi  abitavano  nel  lago  sulle 
loro  barchette  giorno  e  notte:  molti  di  loro  si  trovavano  in  un  altro  lago  vicino,  ed  altri  in  un 
flomicello  poco  lontano. 

t  Eravi  anche  un  direttore,  postovi  a  carico  del  Governo,  che  abitava  e.  abita  anche  adesso, 
di  fronte  alla  Missione,  nella  riva  opposta  del  fiume  ;  ma  dacché  io  presi  possesso  di  loro ,  non  si 
ingerisce  più  negli  affari  di  quegli  indiani. 

•  La  vita  dell'  indiano  Mura  è  questa  :  vagare  tutto  il  di  dietro  al  pesce  e  alle  tartarughe,  e 
per  prò  vedersi  delle  altre  cose  necessarie  approssimarsi  alle  baracche  del  bianco,  offrire  della  pesca 
per  conseguire  ciò  che  desidera,  specialmente  l' acquavite,  delia  quale  é  molto  ghiotto. 

*.La  tartaruga  comune  in  tutti  i  tributarti  delV  Amazzone  è  molto  grande:  le  maggiori  eoi 
guscio  pesano  anche  30  chilogrammi,  È  carne  tana,  ed  è  il  principale  alimento  di  quella  provincia. 
Anche  le  uova  sono  buone,  ma  ;molto  oleose  :  una  tartaruga  ne  ha  fino  a  centoventi,  groue  come 
quelle  di  gallina,  ma  rotonde, 

«  Per  descrivere  in  una  sola  espressione  l'indiano  Mura,  dirò  che  è  chiamato  o  homem  do 
gappò,  r  uomo  che  vive  sopra  le  acque.  Egli  non  si  cura  tli  niente  :  non  pianta,  non  semina,  e 
allo  stesso  tempo  in  quanto  ad  alimenti  non  fa  sacrifizii  :  in  critiche  circostanze,  le  stesse  frutta  di 
che  si  alimentano  le  scimmie,  sfamano  egualmente  V  indiano  Mura.  Anche  quando  ne  hanno,  non 
sono  voraci  come  tutta  in  generale  la  razza  americana.  Io,  che  ho  navigato  tanto  con  loro ,  li  ho 
veduti  remigare  tutta  la  mattina  fino  alle  dieci  o  alle  undici  con  un  solo  bicchierino  di  acquavite 
preso  la  mattina  a  buon'ora:  prendere  fra  il  giorno  un  po' di  chibè;  bagnarsi  in  seguito,  e  remare 
fino  a  tarda  sera  :  questa  per  vero  é  cosa  ammirabile. 

«  Chibé  è  una  tazza  di  acqua  con  alquanta  farina  di  mandioeca:  ehi  può,  vi  unisce  anche 
/succherò :  cosi  piace  anche  a  me:  è  una  bibita  sostanziosa  e  refrigerante, 

«  Nel  mese  di  marzo  aveva  riunito  venti  famiglie  circa:  le  avvezzai  a  venire  alla  cappella 
latte  le  mattine  per  imparare  la  dottrina  cristiana:  nel  medesimo  tempo  non  cessava  di  inculcar 
loro  i  principi!  di  nostra  santa  religione,  l'obbedienza  a  Dio,  alla  Chiesa,  alle  autorità  di  questo 
mondo,  che  sono  superiori  agli  altri  in  forza  dell'autorità  che  hanno  ricevuta  da  Dio.  Spiegava 
loro  che  senza  la  sommissione  a  un  capo  non  é  possibile  vivere  riuniti  in  società,  di  maniera  che 
io  desiderava  per  loro  un  avvenire  migliore;  e  questo  era  il  fine  per  cui  volontariamente  era  venuto 
a  soffrire  infermità  e  privazioni  in  quei  paesi,  e  pel  quale  il  Governo  mi  autorizzava. 

«  Nel  primo  anno  in  vero  ritrassi  poco  frutto,  e  appena  mi  riusciva  di  congiungere  i 
matrimonio  alcuni  di  quelli  già  battezzati  nel  Grotto  dal  Religioso  due  volte  menzionato. 

t  In  seguito  mandai  a  costruire  una  baracca  serrata  in  circuito  con  foglia  di  palma  per 
ripararmi  dall'umidità,  e  ne  costrussero  delle  nuove  essi  stessi:  il  peggio  era  che  le  febbri  non 
mi  lasciavano,  e  nemmeno  il  mal  di  fegato,  che  mi  tormenta  anche  ora. 

•  Nonostante  nell'  agosto  fui  a  visitare  altri  loro  confratelli  al  di  sotto  un  13  leghe ,  nella 
sinistra  del  fiume  ;  ed  altri  più  oltre  8  leghe,  nella  destra  :  i  primi  stanno  nel  lago  di  Garapanaituba, 
i  secondi  in  quello  di  Antonio:  tra  gli  uni  e  gli  altri  sono  centocinquanta  persone:  dai  primi  ho 
conseguito  l'intento  conducendone  alcuni  alla  Missione,  nessuno  però  d^i  secondi:  i  primi  sono 
più  rozzi  ed  incivili;  e  gli  uni  e  gli  altri  avrei  riunito  con  facilità  in  un  solo  ovile,  se  non  fossero 
•tati  vicini  certi  soggetti,  tanto  brasiliani  che  europei,  che  ci  hanno  fatto  sempre  forte  opposizione 
per  U  loro  sordido  e  vile  interesse.  Il  capitano  del  lago  di  Antonio  mi  disse  apertamente:  Padre, 


i 


360  MACHBTn 

il  bianco  non  vuole  che  noi  veniamo  quassù  con  lei.  Chiesi  piii  volle  riutenciiUj  ilei  tiovcmu»  aa 
nulla  ottenni  :  non  vogliono  molle  volle  dispiacere  agli  amici ,  e  poco  loro  import»  Il  piugiUH» 
delle  Missioni.  Con  tutto  ciò,  ai  primi  del  1875  la  Missione  di  San  Pietro  cooUva  pia  éì  eato 
anime  riunite,  lo  vado  nei  detti  luoghi  due  volte  all'  anno  per  visitarti ,  ma  sema  fratto  «  padiè 
BOB  manca  chi  predica  loro  tutto  il  contrario,  e  sopra  tutto  coli*  acquavite  fanuo  progrmì  mira- 
colosi: ciò  nonostante  ho  colà  un  individuo  mio  incaricato,  mollo  religioso,  a  coi  obbeditruan 
quando  vogliono  ;  io  però  li  coBsidero  come  mìei  sudditi. 

XMIL 

B  A  B  T  A  S. 

«  Scendendo  fl  iume  Madeira  un  SO  leghe  più  al  basso  e  muovendo  dalla  mia  MIbbìqm  di 

San  Pietro,  alla  sinistra  si  trova  un  luogo  di  terre  alle  con  alcune  poggiale,  ove  sono  stabilill  al- 
cuni negozianti,  denominato  Baeias.  In  questo  luogo  stesso  un  paroco,  del  basso  Madeira,  orsoB 
quindici  anni,  vi  si  stabili  per  riunire  le  varie  tribù  Muras  circonv icine.  In  quei  tempi,  nei  quali 
gr  indiani  non  erano  stali  corrotti  dagli  abitanti  che  di  poi  vi  si  stabilirono  adescati  dal  negodo 
delia  seringa,  gli  fu  facile  mandare  a  termine  l'impresa,  e  molto  più  che  gli  indiani  erano  allora 
poverissimi  e  quasi  nudi.  Secondo  le  notizie  di  testimoni  oculari,  radunò  più  di  cento  famiglie; 
ma  siccome  il  Une  non  era  puramente  religioso,  cosi  vennero  in  discordia  il  prete  eoi  sodo  Im- 
presario; e  per  questi  ed  altri  mutivi  gli  indiani  scontenti  si  ritirarono  chi  qua  chi  là  per  quei  laghi, 
sebbene  molti  avessero  ricevuto  il  battesimo:  anche  il  prete  e  il  negoziante  se  ne  allontanaiODO. 

•  Dopo  alcuni  anni.  In  occasione  della  guerra  del  Brasile  con  la  Repubblica  del  Paraguay,  il 
sig.  maggiore  Là  renne  al  fiume  Madeira  con  forza  annata  a  prendere  quanti  indiani  poteva  di 
tutte  le  nazioni  per  fame  soldati  voluntarii  !  I  poveri  indiani  non  difesi ,  onde  evitare  questa 
ingiusta  persecuzione,  s' internarono  nel  Atto  delle  selve,  e  solo  cominciarono  ad  apparire  timida- 
mente quando  fu  ristabilita  la  calma. 

•  Nel  maggio  del  medesimo  anno  fui  a  visitarli ,  e  li  esortai  ad  uscir  fuori  e  stabilirsi  sopn 
le  sponde  del  pittoresco  ed  ameno  lago  di  Baeias ,  non  lungi  dal  fiume  Madeira  più  che  1  miglia. 

«  Nominai  un  mio  incaricato  che  li  raggiungesse  e  li  dirigesse  in  mio  nome  e  secondo  le 
mie  istruzioni  per  mancanza  di  sacerdoti:  ho  conseguito  la  riunione  di  oltre  a  venti  famiglie,  ed  altre 
in  maggior  numero  non  sono  molto  distanti,  e  spero  che  a  poco  a  poco  si  riuniranno  alle  prime. 

•  L'ultima  visita  io  ve  la  feci  in  gennaio  del  presente  anno.  Mi  avevano  costruita  una  bella 
baracca  tutta  cinta  di  stuoie  di  foglia  di  palma  per  albergo  e  cappella  provvisoria:  ne  unii  in  ma- 
trimonio alcuni:  battezzai  i  bambini,  promettendo  loro  che  avrei  mandato  un  Padre  Missionario,  se 
lo  avessi  potuto  trovare:  in  mia  assenza  li  dovea  visitare  il  Padre  Michele  che  lasciai  a  cura  della 
mia  Missione.  L'anno  avanti,  il  vaiuolo  ci  aveva  fatto  strage;  ne  morirono  fra  grandi  e  piccoli 
più  di  quaranta. 

•  Ho  notato  una  virtù  naturale  fra  i  Muras,  cioè  che  non  hanno  più  che  una  donna,  e  or- 
dinariamente  stanno  uniti  alla  prima,  e  poche  volte  succede  il  cambio,  come  fanno  gli  indiani 
Araras:  questi  amano  averne  anche  due  o  tre  alla  volta:  e  lo  stesso  è  degli  indiani  Toras. 

•  »/  fiume  Machado  un  Indiano  Ararca  denominato  Nanbù  (  pendice  J  era  molto  infermo, 
ed  aveva  tre  donne  dai 'iO  ai  S5  anni  ciaMcuua:  io  gli  dim:  •  Caro  Sanbù,  perchè  non  lasà  le 
tue  donne  e  rexti  con  una  noia  come  fanno  i  cristiana  non  vedi  che  alcuni  tuoi  confhJiMii  non 
ne  hanno?  •  Kgli  miriupose  in  iua  lingua:  e  Sarebbe  bene,  o  Padre:  non  ho  più  forze,  miiono 
inutiU,  • 

XIX. 

virus  IHIS  MARHBLOS. 

«  Scendendo  anche  un  poco  più  al  basso  alla  diritta,  trovasi  la  foce  di  questo  fiume,  che  ha 
origine  in  vicinanza  del  Machado,  ed  ha  un  corso  di  oltre  190  leghe. 

•  Nella  foce  vi  sono  gli  indiani  Toras,  in  numero  di  trenta  o  quaranta  famiglie.  Vi  feeluna 
breve  visita  nel  maggio  del  4874:  battezzai  tre  bambini  ed  un'adulta  per  maritarla  con  un  blan- 
do, u  piuttosto  indiano  civilizzato,  nativo  di  Manaos,  che  convive  con  loro.  Questi  sono  di  buona 


«Àcmm  864 


indole;  una  parte  di. loro  sono  queglino  stessi  dei  quali  feci  menzione  quando  la  prima  volta  an- 
dai al  llume  Hachado. 

•  Neil'  interno  vi  è  tuttora  una  Domerosa  tribù  d' indiani  denominati  Mattanahui ,  circa  ses- 
santa famiglie,  interamente  barbari,  i  quali  non  ammettevano  i  bianchi  fra  loro,  ma  or  sono  tre 
anni,  vennero  alcuni  di  loro  al  Madeira,  ed  in  seguito  alcuni  bianchi  si  portarono  più  volte 
tra  loro. 

•  In  questo  (lume  con  due  Religiosi  si  potrebbe  fondare  una  bella  e  numerosa  Missione;  poi- 
ché, oltre  ai  mentovati,  in  un  affluente  del  suddetto  flume  vi  sono  i  Piriaha:  questi  non  sono  né 
barbari  né  civilizzati:  vengono  di  quando  in  quando  al  flume  Madeira  in  cerca  di  ferramenti  e  ve- 
stito. L'anno  1873,  nel  mese  di  maggio,  mentre  stava  io  nel  punto  menzionato  di  Baetas,  e  am- 
ministrava i  santi  sacramenti  ai  fedeli  di  quei  dintorni,  uscirono  fuori  e  vennero  a  trovare  i  loro 
confratelli  nel  detto  luogo  di  Baetas.  Un  Ul  sig.  Giuseppe  Ferreira  Horta,  cUbÉ  conosceva,  si  pre- 
sentò a  loro,  e  disse  che  si  trovava  vicino  il  Padre  Missionario,  onde  si  disponessero  a  battezzar- 
si: obbedirono  a  queste  di  lui  parole,  e  un  giorno  li  introdusse  tutti  nella  mia  stanza:  con  essi 
vennero  anche  due  Muras,  del  detto  luogo  di  Baetas,  per  far  da  interpreti;  e  mi  domandarono  il 
battesimo.  Erano  fra  tutti  circa  trenta  persone,  compresi  i  bambini. 

«  lo  feci  loro  intendere  che  senza  alcuna  istruzione  non  li  potea  battezzare,  tanto  più  che 
sarebbero  poi  tornati  nell'interno  dei  boschi;  e  se  altri  sacerdoti  in  altre  circostanze  lo  avevano 
fatto,  io  certamente  noi  potea  fare.  Dissi  loro  anche  altre  cose  e  li  licenziai,  essendo  allora  molto 
occupato  in  varii  matrimonile  confessioni  :  mi  sembrarono  buona  gente;  parlavano  l' idioma  Mura 
e  appartenevano  alla  stessa  nazione:  ignoro  quanti  fossero:  ma  sembra  che  non  fossero  molti. 

«  Nella  foce  dello  stesso  flume,  avanti  di  trovare  le  baracche  degli  indiani,  si  incontra  prima 
quella  di  un  negro,  assai  devoto,  che  sa  leggere  e  scrivere:  io  lo  costituii  direttore,  perché  inse- 
gnasse la  dottrina  ai  giovanetti. 

<  Con  tutto  ciò  non  mi  feci  carico  degli  indiani,  perchè  per  la  molta  lontananza,  ed  essendo 
solo,  non  poteva  attendere  a  tutu. 

XX. 

e  A   P  A   N   X. 

«  Capane  é  il  nome  di  un  Iago  assai  più  basso  alla  sinistra  del  Madeira,  ove  sono  molti  in- 
diani Muras:  non  li  conosco  personalmente,  ma  un  mio  amico  nel  maggio  del  presente  anno  mi 
scriveva  che  erano  intieramente  liberi  di  sé  stessi,  senza  un  direttore  nominato  dal  Governo:  mi  di- 
ceva anche  che,  se  non  mi  era  possibile  andarvi  personalmente,  mandassi  almeno  la  nomina  a  un 
tale  che  io  ben  conosceva:  cosi  feci,  promettendo  di  andarvi  io  stesso  al  mio  ri  tomo  dall'Europa. 

«  Anche  questo  sarebbe  un  luogo  atto  a  fondare  una  Missione;  ma  ove  sono  i  Religiosi?  i 
governi  anticattolici  hanno  chiusi  i  conventi  e  i  Religiosi  mancano  anche  per  incivilire  i  selvaggi! 

XXI. 

PROGRESSI  DELLA  MISSIONE  DI  SAN  PIETRO. 

«  Oltre  il  vainolo,  di  che  furono  vittima  due  terzi  della  popolazione  che  avea  riunito,  ma 
dei  quali  per  grazia  speciale  del  santo  Patrono  non  morì  alcuno;  altra  epidemia  non  meno  terri- 
bile della  prima  li  colse  e  non  risparmiò  neppur  me,  il  catarro.  Generalmente  questa  malattia  si 
sviluppa  tutti  gli  anni,  è  epidemica  e  comune  a  tutti  gli  abitanti  dell'  America  torrida,  ma  in  ispe- 
cial  modo  attacca  con  più  forza  l'indiano  o  indigeno:  ma  grazie  a  Dio,  neppure  di  questa  ne  mori 
alcuno.  La  miglior  medicina  è  un  purgante  leggiero  e  un'  infusione  di  té. 

•  Vi  è  anche  di  più:  una  maggior  parte  di  questi  indiani  erano  carichi  di  debiti:  dopo  poco 
tempo  che  erano  arrivati  alla  Missione  ed  essendo  già  miei  sudditi,  varii  individui  di  quelle  vici- 
nanze mi  presentarono  i  loro  conti,  alcuni  anche  considerevoli:  vi  era  anche  chi  doveva  pagare 
più  di  500  franchi  1  Ciò  per  altro  avevan  fatto  espressamente  perché  io  abbandonassi  l'impresa,  e 
cosi  poter  essi  restare  soli  con  la  liberta  di  speculare  su  questi  poveri  ignoranti.  Il  fatto  è  che  per 
fona  portavano  via  tutte  le  tartarughe.  Il  pesce  secco  e  fresco  al  pre;^  che  volevano;  e  cosi  l'In- 
diano, ebe  nessun  vantaggio  ne  ritraeva,  era  sempre  poverissimo. 


I 


362  MACHETTI 


«  Pur  nuDusiautc,  nei  primi  due  anni  elio  fui  con  loro,  costrassi  una  decente  cbictetu  lOBia 
15  metri  e  larga  6  e  mezzo»  di  legname  solido  e  incorruUibile,  coperta  di  foglie  di  palnMit  e  le 
pareti  costruite  di  legno  e  terra.  Feci  in  seguito  venire  alcune  botti  di  calcina,  e  da  un  muntoR 
le  feci  intonacare  e  imbiancare. 

«  Io  stesso  insegnai  a  tre  giovani  a  lavorare  di  falegname,  e  con  essi  feci  un  aliare  tatto  di 
codro  inverniciato,  e  in  ultimo  anche  il  pavimento  di  tavole.  Quindi,  nello  stesso  modo  che  la 
chiesa,  feci  anche  la  casa  parrochiale. 

«  Essendovi  bisogno  di  una  fucina,  a  mia  richiesta  fu  proveduta  dal  Governo,  e  mi  eoncesie 
un  maestro,  sotto  il  quale,  quantunque  poco  abile,  in  tre  mesi  uno  dei  giovani  imparò  a  te 
qualche  cosa:  al  resto  supplisco  io. 

m  Ho  fatto  piantare  anche  molte  canne  di  zucchero,  ed  ho  costruito  un  congegno  cilindrieo 
per  spremerle  e  fabbricarne  acquavite  e  miele  per  uso  della  Missione. 

•  Gli  indiani  si  sono  dedicati  assai  all'  agricoltura,  in  modo  sufficiente  al  loro  sostentameoto, 
vendendo  anche  dei  generi  per  sopperire  ad  altri  loro  bisogni.  Si  occupano  pure  della  pesca,  alta 
quale  sono  molto  affezionati,  e  vi  si  avvezzano  fino  dall'Infanzia.  Da  vero  l'indiano  Mura,  una 
volta  die  abbia  ricevuto  un  po' d'educazione,  lavora  nonostante  la  naturale  Indolenza.  Al  presente 
tutti  sono  battezzati  e  congiunti  in  matrimonio:  vengono  la  mattina  alla  chiesa  a  recitare  b 
dottrina  cristiana,  ed  il  sat)ato  sera  anche  al  rosario  e  litanie,  e  non  mancano  a  Messa  le  domeniche: 
in  una  parola  in  questa  Missione  vi  ò  ordine,  obbedienza,  moralità  e  timor  di  Dio. 

«  Quest'anno  in  occasione  della  Pasqua  ne  confessai  una  maggior  parte  per  la  prima  volta; 
io  ne  sono  molto  contento,  ed  essi  pure  mi  mostrano  confidenza  e  son  lieti  del  mio  operare. 

«  Nonostante  molte  difficoltà,  a  poco  a  poco  ho  potuto  ottenere  pagassero  tutti  i  debiti  antichi, 
•  migliorassero  cosi  di  condizione  :  ma  perchè  T  perchè  si  sono  persuasi  che  la  direzione  del  Padre 
Missionario  era  loro  utile. 

t  In  mia  assenza,  li  lasciai  alle  cure  del  R.  Padre  Michele  Prenofeta,  spagnaolo:  questo 
Religioso  venne  fra  noi  l' anno  scorso  dal  Perù.  Apparteneva  al  nostro  Collegio  di  Ocoiw ,  ed  è 
molto  amante  delle  Missioni  e  zelante  Religioso. 

XXll. 

RIO  NEGRO. 

«  Nella  città  di  Manaos  risiede  il  Supcriore  delle  nostre  Missioni,  il  R.  Padre  Samaele  Mancin  i 
egli  mantiene  la  corrisponilen?^  col  Governo  e  rol  Presidente  della  provincia  riguardo  alle  MissioDÌ, 
comunicandoci  k*  loro  disposizioni.  Egli  fa  le  visite  ora  a  una  Missione,  ora  ad  un'  altra,  e  accom 
anche  in  (luei  luoghi  della  provincia  ove  non  sono  parrochi,  per  soccorrere  gli  abitanti  di  tante 
parrocchie  vacanti,  o  in  quei  llumi  ove  non  sono  né  parrucchie  nò  sacerdoti. 

«  Il  Rio  Negro  è  un  liunie  navigabile,  e  sene  fa  il  viaggio  in  tre  giorni  col  vapore  finoalU 
prima  cateratta,  ov'è  un'unica  parrocchia  denoniinat^i  Rarcellos,  col  paroco:  né  al  di  sotto  né  ai 
di  sopra  vi  è  altro  sacerdote.  Oltre  la  detta  parrocchia,  il  fiume  è  ingombro  di  molte   cateratte  e 
scogliere  fino  alla  frontiera  della  Republica  di  Venezuela,  che  è  un  tratto  di  nìolte  centinaia  di 
miglia:  pure  vi  si  sono  introdotti  dei  negozianti,  oltre  a  molte  tribù  indiane  che  abitano  questo 
fiume.  II  Padre  Samuele  fu  ivilato  da  quegli  abitanti  ad  andarvi  per  amministrare  i  sacramenti, 
perchè  non  vedono  quasi  mai  il  sacerdote.  Nel  settembre  del  1874  annui  alle  loro  richieste;  viandi 
e  visitò  le  tredici  popolazioni,  tanto  indigene  che  forestiere.  Undici  popolazioni  Indigene  vi  Iisboc 
la  loro  cappella  ben  costruita  di  pietra  e  calce:  manca  solamente  un  sacerdote  per   istabilirviiL 
Egli  vi  si  trattenne  quattro   mesi:  celebrò  molti  matrimonii,  e  amministrò  il  battesimo  a  pii  di 
cinquecento  persone. 

«  Giovani  Francescani  miei  confratelli!  non  vedete  quante  migliaia  di  anime  vivono  neff 
ignoranza  e  fuori  del  cammino  della  salute  1  È  «luesto  il  luogo  di  esclamare  nuovamente:  ^antli 
petierunt  pattern,  et  non  erat  qui  frangerei  eis. 

«  Possa  Iddio  ispirarvi  d'accompagnarmi  per  soccorrere  quegl' infelici ,  che  aspettanOi  M 
invano,  un  Padre  che  li  consoli  e  dispensi  loro  il  pane  di  eterna  vital  Coraggio,  andlanoK):  sevi 
sgomentano  e  il  calore  di  quelle  regioni  antitropicali ,  il  mare,  i  disagi,  i  pericoli,  gli  incomodii 
l'aria  in  alcuni  luoghi  malsana,  non  temete;  se  vi  sentite  ispirati  da  Dio,  obl>edite:  egli  vi  dai 
le  forze  per  superare  tutte  le  difficoltà  che  forse  il  demonio  per  iscoraggiarvi  vi  fa  vedere  qM 


MAGHBTTI  363 


iosoperabili;  e  dopo  il  Tostro  travaglio,  quando  non  sarete  più  in  questo  mondo,  vi  ricompenserà 
con  premio  imperituro,  il  premio  dei  martiri  I 

XXIII. 

FIUME  PURUS. 

«  Questo  flume  corre  quasi  parallelo  al  Madeira  :  ha  origine  nelle  onde  del  Perù  verso  il 
Gurco,  ma  non  è  per  anche  tutto  conosciuto.  Scarica  le  sue  acque  nel  Solinao  o  Maragnon,  avanti 
che  questo  si  unisca  col  Rio  Negro,  ed  ambedue  formano  il  grandioso  flume  delle  Amazzoni. 

«  Or  bene,  anche  questo  è  abitato  da  una  colonia  di  forestieri  di  otto  o  dieci  mila  anime,  oltre 
le  tribù  indiane:  il  fine  della  immigrazione  fu  quello  stesso  delia  immigrazione  del  Madeira,  cioè 
il  traffico  della  gomma  elastica. 

«  Dopo  il  nostro  arrivo  alla  capitale  della  provincia,  quegli  abitanti  fecero  ripetute  richieste 
al  Padre  Samuele  e  al  Presidente  dilla  provincia  per  ottenere  almeno  un  Missionario,  ma  non  fu 
possibile  concederlo,  essendo  molto  poctii  per  sopperire  alle  necessità  di  tutti.  Anche  adesso  i  bianchi 
e  gli  indigeni  sono  senza  sacerdote,  100  e  300  leghe  distanti  da  Manaos,  ove  è  il  loro  parocol 
Questi  in  sei  anni  vi  andò  due  volte. 

XXIV. 


I 


STATO  ATTUALE  DELLA  MISSIONE  DI  SAN  FRANCESCO. 

«  11  Padre  Teodoro  fu  costantemente  instancabile  per  dirozzare  gli  abitanti  della  sua  Missione, 
più  numerosa,  come  è,  delle  altre,  e  basta  dire  che  tutti  i  ragazzi  sanno  leggere,  scrivere  e  fare 
l  conti.  Ciò  nonostante  non  mancarono  perversi  fra  essi,  che  ebbero  ordine  di  propinargli  il  veleno 
in  una  bibita  vegetale  :  per  grazia  speciale  di  Dio  la  dose  fu  piccola,  e  fu  conosciuto  il  veleno  in 
tempo:  pur  non  di  meno  soffrì  mal  di  stomaco  per  molti  mesi. 

«  L' anno  scorso  entrò  nelP  interno  in  cerca  di  altri  indiani  intieramente  barbari  :  si  stabili 
lontano  dalla  sua  Missione  dodici  giornate  di  navigazione,  perchè  più  oltre  il  fiume  non  si  può 
più  navigare  per  impedimenti  naturali  di  grandi  scogliere,  di  modo  che  era  mestieri  seguitare  per 
mezzo  alle  selve  per  arrivare  fin  dove  abitano  gli  indiani  Giarùs.  Risolvette  pertanto  mandarli  a 
chiamare:  vennero,  e  arrivarono  al  luogo  ove  si  trovava  il  Padre  da  più  di  due  mesi,  essendo 
lontani  circa  ventiquattro  giorni  di  cammino  a  piedi.  In  poco  tempo  apprese  il  loro  idioma,  e 
seppe  essere  essi  molto  numerosi:  un  mille  anime  circa.  Ottenne  in  seguito  di  riunirne  un  buon 
numero,  coi  quali  viaggiava  in  canoa  senza  diffidenza  alcuna;  anzi  venne  Qno  alla  mia  Missione 
con  sette  di  essi  di  equipaggio. 

«  La  Missione  di  San  Francesco  era  in  quel  tempo  affidata  al  Padre  Michele,  ed  egli  viveva 
in  mezzo  a  loro  sperando  fondarvi  una  buona  e  beila  Missione,  ma  dopo  otto  o  dodici  mesi  di 
molti  stenti  e  fatiche,  dopo  averli  beneficati  e  regalati  di  tutto  ciò  onde  abbisognavano  per  vivere, 
non  più  come  animali,  ma  come  uomini,  ritornarono  alla  loro  terra  natale. 

«  Senza  dubbio  è  una  razza  di  gente  ben  singolare  quella  che  non  apprezza  1  benefizi  o  dà 
segno  d' indole  incostante.  Anche  fra  gli  indiani  civilizzati  ve  ne  sono  alcuni  che  non  si  curano 
di  lasciar  le  loro  comodità  e  perdere  tutto  ciò  che  hanno  di  proprio,  per  seguire  le  loro  stravaganti 
inclinazioni.  Per  questo  non  dobbiamo  maravigliarci  che  lo  facciano  quelli  che  per  la  prima  volta 
escono  dalP  interno  delle  selve,  ignari  assolutamente  delle  comodità  di  una  vita  civile  :  essi  sopratutto 
amano  la  loro  indipendenza  ed  il  suolo  natale.  Credo  essere  arrivato  al  termine  delle  mie  relazioni 
riguardo  a  ciò  che  abbiamo  fatto  nella  nascente  Missione  Amazzonese,  essendo  noi  soli  cinque 
Religiosi,  ed  essendo  un  campo  tanto  vasto  che  non  basterebbero  a  coltivarlo  più  di  cinquanta 
zelanti  sacerdoti,  poiché  non  ho  fatto  parola  di  innumerevoli  fiumi,  tutti  popolati  di  selvaggi  più 
o  meno  barbari  ed  anche  feroci,  che  vivono  tutti  quanti  nella  più  crassa  ignoranza  e  vita  silvestre. 

«  NeUa  provincia  del  Para  fondarono  alcune  MittiorU  i  RR,  PP,  Cappuccini,  Nel  1868  il  R, 
Padre  Lodovico  da  Mazzarino  ne  aveva  fondata  una  nel  fiume  Xingù  o  Yngii,  ove  t*  infermò  e 
poco  mancò  che  non  vi  laeciasse  la  vita.  Ritornato  egli  in  salute,  gli  morì  U  compagno.  L'anno 
iS70  rtf  lo  feriU>  grav9menU  dcMé  ftecde  dei  barbari  :  poco  dopo  abbandonò  queUa  Miuiùné, 


364  MADRE  DB  DBOS  -  MADRm 


finitile 


«  Altri  due  »i  recarono  al  fiume  Cappum  :  tu  meno  di  due  anni  avevamo  ^Mutato  dm§ 
Mittioni,  e  ricevettero  un  beli'  elogio  dai  ffiomaU  e  da  un.  delegato  del  governo  mandato  a  vUUare  U 
Mitsioni  appositamente  per  vendicarli  daUe  atcu$e  dei  biandU  nemid  dei  FratL  In  eeguiio  $U  indioM 
0  delle  Miuioni  già  ttabilite  o  del  vicinato,  presero  a  colpi  di  freccia  un  di  guei  Padri,  menire  andava 
in  canoa,  e  lo  uccisero  con  tutta  la  gente  del  suo  equipaggio  :  quello  che  rimase  in  vita  /W  ridiiamat» 
dal  Superiore  ;  e  però  le  Missioni  si  abbandonarono. 

t  Finalmente  due  anni  fa  due  coraggiosi  Cappuccini  fondarono  una  Uiteione  oltre  te  taUratU 
del  Tapajos,  ove  riunirono  più  di  cinquecento  indiani:  attualmente  vi  è  un  solo  operaio  :  U  Saperiert 
non  ne  ha  più  mandati,  e  forse  non  ne  manderà  altri  alla  demoralizzata  provincia  dei  Pura,  ove 
hanno  sofferto  una  grande  opposizione  per  parte  dei  negozianti  e  dei  fratelli  universaU, 

«  Iddio  voglia  ehe  almeno  il  mio  viaggio  intrapreso  (Ino  a  queste  nostre  eontrade  aUoieopo 
di  trovare  de' compagni  laboriosi  fra  i  miei  confratelli  per  aumentare  il  numero  degli  opeiai 
evangelici ,  non  riesca  del  tutto  infruttuoso  I  > 

Af..  366.  Madre  de  Deos  (da).  —  Diario  da  esquadra  que  sahiu  do 

Rio  de  Janeiro  a  dar  fundo  na  ensenada  de  S.  Catharina ,  para 
dalli  socorrer  o  Rio  Grande,  sendo  chefe  da  esquadra  Roberto  Mal- 
cuduval,  1775:  por  Fr.  Manoel  da  Madre  de  Deos,  Franciscano. 

Manoscritto  autografo,  in  4,  di  4  carte  preliminari  non  numerate  ed  altre  45,  nella  pobblkt 
Biblioteca  della  città  di  Evora.  Il  Padre  Emmanuclc  accompagnò  la  squadra  e  da  Rio  Janeiro  mandò 
il  suo  Diario  al  signor  Cenaculo  in  Cartagua,  con  lettera  del  3  di  maggio  1776,  che  vi  è  unita. 

367.  Madre  di  Dio  (della).  —  Storia  della  vita,  virtù,  doni,  e 
grazie  del  Venerabile  servo  di  Dio  P.  Fr.  Pietro  di  S.  Giuseppe 
Betancur,  fondatore  dell'Ordine  Betlemitico  nell'Indie  Occidentali. 
Cavata  da'  processi  ordinari  fatti  per  la  sua  beatificazione ,  dal 
Padre  Fr.  Giuseppe  della  Madre  di  Dio.  Roma,  Antonio  Rossi,  1739. 

Un  volume  in  i,  di  10  carte  non  numerate  e  332  i)aginis  col  ritratto  del  Betancur,  e  molte 
vignette.  Del  BeUncur  e  della  sua  mirabile  instituzione  Betlemitica,  già  s'è  per  noi  parlato;  e 
sarebbe  inutile  il  ritornarvi. 


ABtrfat 


M$. 


\M 


368.  Madrid.  —  Relacion  del  viage,  que  higo  el  Abad  D.  Juan 
J^,  Baptista  Sidoti  desde  Manila  al  Japon,  embiado  par  el  Papa  Cle- 
mente XI;  por  el  Rev.  P.  Fr.  Augustin  de  Madrid.  1717, 

k  una  scrittura  in  fuglio,  che  credo  tuttavia  inediU;  ma  n'abbiamo  a  stampa  una  tndoiiooe 
italiana,  il  cui  titolo  ò  come  segue: 

— Breve  relazione  estratta  da  varie  lettere  per  il  Reverendo 
Padre  Fr.  Agostino  da  Madrid,  dell'Ordine  Serafico,  Commissario 
e  Procuratore  Generale  della  Provincia  di  San  Gregorio  e  Missioni 
de'  Francescani  Scalzi  nell'  isole  Filippine ,  China  ed  altri  regni 
del  gentilesimo:  sopra  l'arrivo  nelle  città  di  Manila,  partenza  per 


MÀGDALENA  -  MAGLIANO  365 


l' impero  del  Giappone ,  arrivo  e  dimora  in  quello  dell'  abate  Gio. 
Battista  Sidoti  :  con  un  esatto  diariQ  del  viaggio  del  Giappone  e 
stato  in  cui  si  trova  :  tradotto  dall'  idioma  spagnuolo  nell'  ita- 
liano da  Gio.  Francesco  Sangermano  Corvo.  Roma,  Bernabò,  1718. 

Sono  45  pagine  in  4.  E  ne  sono  tre  esemplari  nella  Biblioteca  della  Minerva  di  Roma,  nei 
volumi  di  Miscellanee  in  4,  233,  486  e  503. 

—  Memoria!  sobre  las  Misiones  de  Filipinas  y  China.  Por  el 
Padre  Fray  Agustin  de  Madrid  de  la  Provincia  de  S.  José.  Impreso 
en  el  ano  de  1715. 

L'HuERTA  (Eitado,  ee.)  ci  fa  sapere  che  il  Padre  Agostino  si  recò  alle  Filippine  nel  1696,  e  vi 
disimpegnò  vari  affici.  Dalle  Filippine  viaggiò  ripetutamente  in  Ispagna  e  a  Roma  per  gravi  negozi 
delle  Missioni,  e  mori  nel  convento  di  S.  Gii  di  Madrid  il  1736. 

369.  Magdalena.  —  Arte  de  el  idioma  Tagalog,  por  el  P.  Fr. 
Agustin  de  la  Magdalena ,  de  la  Provincia  de  S.  Pablo.  Impreso 
a  Mexico,  ano  de  1679. 

Cosi  V  HìJEKTK  (  Ettado,  ee.J.  Era  nativo  di  Lillo,  vescovado  di  Leon.  Passò  alle  Filippine  il 
1665.  Vi  sostenne  vari  uffici,  e  per  il  Capitolo  generale  del  1684  andò  a  Roma.  Morì  nel  convento 
di  Santa  Cruz  delle  Filippine  il  1689. 

.  370.  Magliano.  —  Storia  compendiosa  di  San  Francesco  e  dei 
Francescani,  per  Fr.  Panfilo  da  Magliano  M.  0.  R.  Roma,  Tipo- 
grafia Cattolica  di  F.  Chiapperini,  1874. 

Ne  sono  usciti  2  volami  in  8,  di  oltre  600  pagine  ciascuno;  manca  il  terzo,  che  l'Autore 
non  potè  condurre  a  fine,  colto  da  morte  in  ancor  fresca  età,  e  mentre  prometteva  altri  belli  studi 
per  la  gloria  delV  Ordine. 

Ne'  sopraddetti  due  volumi  usciti  a  stampa  l' Autore  ha  compendiato  anche  con  molto  senno 
molle  cose  de'  primi  libri  della  nostra  Storia  universale  delle  Mistioni  Francescane.  Ed  è  lavoro  assai 
ben  fatto,  che  dà  un'  esatta  notizia  dell'  Ordine  ;  chiarisce  molti  punti  di  storia  incerti  o  controversi  ; 
empie  qui  e  là  non  poche  lacune  ;  e  soprattutto  appalesa  un  amore  schietto  e  vivo  della  Serafica 
Famiglia  eh'  egli,  il  Padre  Panfilo,  vedeva  nella  grandezza  ed  unità  del  suo  concetto,  e  ne  desiderava 
ardentemente  la  ristorazione. 

Ma  affinchè  i  lettori  possano  meglio  stimare  il  suo  lavoro,  ne  riferiremo  qui  la  breve  prefazione, 
avvertendo  che  l'Autore  si  tenne  fermo  nel  suo  disegno,  e  che  l'opera,  fin  dove  fu  condotta, 
pienamente  vi  corrisponde. 

«  Neil'  accingermi  al  lavoro  della  Storia  compendiosa  di  San  Franceisco  e  de*  Francescani ,  stimo 
opportuno  premettere  alcune  avvertenze  per  far  meglio  conoscere  lo  scopo  che  mi  propongo. 
Avverto  dunque  in  prima  che,  rispetto  a  S.  Francesco  ed  ai  Francescani,  quantunque  vi  fossero 
anticamente  delle  memorie  sparse  in  diversi  libri,  pure  il  primo  a  raccoglierle  in  un  sul  corpo,  ed 
a  ridarle  ad  ordinata  cronica  universale  fu  Fr.  Mariano  da  Firenze,  che,  morendo  nel  15S7,  lasciò 
cinque  grandi  volumi  manoscritti,  ne'  quali  egli  aveva  esposto  cronologicamente  le  sue  narrazioni 
sino  al  1486.  Fr.  Marco  da  Lisbona,  alcuni  anni  dopo,  compose  le  Cronache  di  S,  Francesco  ;  nelle 
quali  restringendo  ciò  che  dal  suo  confratello  si  era  scritto,  ed  aggiungendovi  altre  notizie,  da  lui 


3f)6  MAGLIANO 


ritrovato  nelle  sue  i)eIIegrinazioni,  le  diede  alle  stampe  dal  1556  al  1568.  Circa  la  flne  dello  stesso 
secolo,  il  p.  Francesco  Gonzaga  diede  alla  luce  la  Storia  della  Serafica  Religione^  descrIv«)do  prin- 
cipalmente r  origine  e  il  progresso  delle  Province  e  de'  Conventi  dell'  Osservanza.  Contemporaneamente 
al  Gonzaga  il  P.  Pietro  Ridolfl  da  Tossignano  pubblicò  la  sua  Storia  Serafica,  Assorbite  fbrono  eotrite 
croniche  e  storie  negli  Annali  de'  Minori  di  Luca  Waddìug,  che  tutti  lasciò  Indietro  per  crìtiei, 
erudizione,  e  soda  dottrina,  e  per  1m>I1o  stile.  Egli  stesso,  per  altro,  tuttoché  ammirabile  per  la  gran- 
dezza ed  eccellenza  della  sua  opera,  non  era  a  sperarsi  per  avventura  che  potesse  In  latte  le  cose 
accertare  nel  meglio.  Né  ci  ò  da  stupirne.   Mancarono  a  lui  le  principali  memorie  genuine  dei 
pimordt  dell'Ordine,  scritte  dagli  autorevoli  storici.  Fra  Tommaso  da  Celano,  e  i  tre  Compagni  ~ 
Fra  Leone,  Fra  Uuflno  e  Frat'  Angelo  —  Fra  Tommaso  Eccleston,  Fra  Bernardo  da  Bessa  segretario 
di  San  Bonaventura,  e  Fra  Salimbcne  degli  Adami;  imperocché  quelle  da  lui  citate  appariscono  noe 
essere  le  vere.  Fidò  egli  troppo  nelle  asserzioni  e  citazioni  di  Fra  Mariano,  riconosciuto  già  quale 
scrittore  di  troppa  buona  fede;  ed  incorse  |)erciò  delle  volle  in  anacronismi  ed  inesattezze.  Vari  scrittori 

10  seguirono  poi  in  tutto  con  fldanza,  senza  neppure  avvertire  le  rettincazioni  e  correzioni  ditte  dilP 
Annalista  nel  corso  dell'opera. 

«  Tra  le  Vite  di  San  Francesco,  venute  alla  luce  nei  tempi  moderni,  due  hanno  acquisito  pre* 
cìpuamentc  gran  rinomanza,  quella  cioè  pia  ed  apologetica,  scritta  nel  secolo  passato  dal  Recolletlo 
Padre  Candido  Chalìppe,  e  l'altra,  composta  con  bello  stile  poetico  nel  secolo  presente,  dal  Signor 
Chavin  de  Malan,  ambidue  francesi;  l'uno  però  non  meno  che  l'altro,  comechò  degni  di  gru 
lode,  non  si  dipartirono  punto  dall'autorità  del  Wadding. 

«  In  materia  di  storie  generali  dell'Ordine  Francescano  desidereremmo  potere  almeno  dire 
altrettanto;  ma  o  non  ne  furono  pubblicate,  o  solo  incompletamente  ne  fu  scritto  qualcosa.  Noi 
occorre,  al  certo,  farne  qui  particolare  disamina.  Ardua  veramente  é  l'Impresa  di  scrìvere  udì 
storia  completa  di  tutto  l' Ordine  Seraflco.  Sarebbe  d'  uopo  in  prima  che  compiuti  fossero  gli 
annali,  fin  qua  mancanti  degli  ultimi  tre  secoli,  e  che  riempite  fossero  le  lagune  di  quelli  già 
scritti,  per  aver  quindi  in  pronto  i  materiali  necessari  per  una  storia  completa.  Sappiamo  esser 
fra  le  grandiose  idee  del  nostro  intelligente  e  zelante  Padre  Ministro  Generale  il  far  compiere  no 
tanto  volo;  e  quando  ciò  fosse  recato  ad  efTftto,  sareblK!  allora  men  difficile  scriver  la  detta  Storia. 
Sarà  dunque  temiTità  il  voler  d.ire  alla  luce  una  storia  compendiosa  di  San  Francesco  e  dei 
Francescani?  Sarebbe  invero  una  j;ran  presunzione,  se  pretendessi  di  fare  un'opera  perfetta.  Io 
nondimeno  sono  indotto  ad  imprendere  questo  compendio  soltanto  per  sopperire  in  qualche  modo 
.-il  bisosno  di  una  grande  storia.  11  mio  intendimento  è  di  presentare  come  in  un  quadro  I  fitti 
principali  dHT Ordine  Franre^^rano,  a  rdillcazione  dei  miri  fratelli,  e  per  illuminare  il  popolo  cri- 
stiano «Mie  iniqui  scrittori  si  sforzano  di  ottenebrare,  incitando  gli  animi  contro  gli  Ordini  Religiosi, 
si  benemeriti  dell'Italia  e  di  tulle  le  altre  nazioni  del  mondo. 

•  Nrjrli  Stati  L'nili  di  America  ebbi  occasione  di  compilare  e  pulddicare  in  inglese  un  volume 
rijjuardante  le  glorie  francescane  ;  il  quale  mi  incornj^jjiò  col  suo  buon  esito  a  scrivere  la  presente 
storia.  f.<infesso,  nimdimeno,  che  per  manraza  di  op|u>rtuiii  libri  e  documenti  non  restai  contento 
di  ine  slesso.  Ora  seblK.'n«ì  io  mi  possa  in  qualche  cosa  jjiovnre  di  quel  lavoro,  pure  sarà  di 
me<li«'ri  fare  opera  tutta  nuova.  Nc;,'li  Annali  del  W.-iiMin!;  si  troverà  per  fermo  abbondanza  di 
noii/ie  de' primi  secoli  dell'Ordine:  ma  con  lutto  il  ri'?pello  dovuto  ad  un  tanto  Scrittore,  avrò 
raj^ione  di  ilovermi  talvolta  da  lui  scost;ire.  Mi  ci)?i\errà  profirtare  dcRli  scritti  sopraccitati,  e  degli 
sludi  critici  fatti  all'uopo  occasiitnalmente  dai  dotti  Rollandisti.  dal  Padre  Antonio  da  Melissano, 
dallo  Sliara;;iia,  dui  Bonelli,  dall' A/zo<;uidi ,  dall' Atfò,  dal  llenoffl ,  dal  Padre  Flaminio  Annibali, 
dal  Padre  Nicola  Papini  e  da  altri  ;  non  intendo  [lerò  aver  a  guida  .se  non  la  giusta  e  sana  critica. 

11  Signor  r.ha>in  de  Malan  parlò  con  orrore  della  Storia  di  San  France.uo  del  Papini,  dicendola 
«  opi>ra  critica  molto  cattiva  •;  ed  il  Guasti  stimò  •  libro  di  molta  erudizione,  ma  indigesta  e  sti- 
racchiata »  l'opuscolo  intitolato  Notizie  ficure.  Noi  dobbiamo,  ciò  non  ostante,  essere  grati  al  Papìoi 
per  averci  messo  in  guardia  rispelt<>  a  molti  punti  da  chiarire  ne'  fasti  Francescani. 

>  Qn.intunquo  io  intenda  di  trattare  principalmente  del  prim' Ordine  del  Padre  San  Francesco, 
non  pertanto  al  capo,  dove  avrò  a  parlare  dell' istituzione  del  second'  Ordine,  dirò  in  breve  quanto 
vi  .sia  di  più  importante  della  storia  del  medesimo:  e  farò  lo  stesso  del  Terz' Ordine  ;  por  rivolgere 
di  poi  l'attenzione  specialmente  al  primo,  cioè  all'  Ordine  propriamente  Minoritico. 

•  Veri  Frati  Minori  e  tigli  dello  stesso  Serafico  Padre  .sono  certamente  si  i  nostri  confntelR 
della  Regolare  e  più  stretta  Osservanza,  come  i  (ì<>nventuali,  ed  i  Cappuccini.  Siccome  la  verità  e 


MAJOLO  -  MALDONADO  367 


ra 


I. 
ria 


V  imparzialità  sono  i  requisiti  necessari  dello  storico,  così  dal  canto  mio  studierò,  com*  è  di  dovere, 
essere  con  tutta  buona  fede  veridico  ed  imparziale,  a  lode  e  gloria  di  Dio.  • 

La  morte  del  Padre  Panfilo,  avvenuta  mentre  io  era  in  viaggio  per  l'Europa,  grandemente 
mi  addolorò ,  essendo  da  molti  anni  a  lui  stretto  per  cordiali  relazioni  ;  al  quale  debbo  rendere 
anche  l' onore  d' aver  meco  efficacemente  cooperato  alla  pubblicazione  della  Cronaca  delle  Missioni 
Francescane,  inviandomi  importantissime  memorie  dagli  Stati  Uniti  d'America,  dove  con  alcuni 
compagni  si  recò  ad  aprire  una  Missione  il  1850,  e  ne  fu  il  primo  Superiore.  Tornato  in  Europa 
per  causa  di  salute,  mori  illustrando  il  suo  Ordine  con  l' opera  da  noi  annunziata. 

371.  Majolo.  —  Carta  de  Fr.  Antonio  Majolo,  o  Macedo,  Guar- 
dilo de  Arzila,  a  el  Rey  de  Portugal. 

È  data  in  Arzila  il  10  aprile  1548.  Si  trova  nelP  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona. 
Originale. 

Di  questa  lettera  fa  cenno  il  Visconte  Paiva  Manso  nella  sua  Hittoria  EcdesiattUa  ultramarina, 
tomo  1,  Africa  septentrional.  Lisboa,  Imprensa  Sacional,  1873,  dicendo  :  «  Em  Arzilla,  cidade  que  fazia 
parte  do  bispado  de  Tanger,  tinhamos  o  Convento  da  Ordem  de  S.  Francisco.  Em  1548  era  n'elle 
Guardi3(o  Fr.  Angelo  de  Majolo,  do  quel  existe  uma  carta  em  data  10  de  abril  d'esse  anno  para  D. 
JoaoUL  • 

372.  Maldonado.  —  Sermones  super  Evangelia  quae  in  San- 
ctorum  festivitatibus  leguntur,  cum  eorumdem  vitis  et  transi- 
tis ,  idiomate  Guatimalensi  Cakchiquel  :  per  P.  Fratrem  Franci- 
cum  Maldonado  Ordinis  Divi  Francisci  Praedicatorem  olimque 
Definitorem ,  nominis  Jesu  Guatemelensis  Provinciae  alumnum, 
licet  Matriti  natum.  Anno  DMLXXI. 


Un  volume  in  foglio  (dice  il  Brasseur  che  lo  vide  e  lo  esaminò)  di  2  carte  non  numerate  ed 
altre  153.  Manoscritto  eccellentemente  scritto  e  ottimamente  conservato.  L'Autore,  comesi  vede  dal 
titolo,  era  nativo  di  Madrid,  e  non  di  Guatemala,  come  scrissero  il  suo  confratello  Padre  Arochena 
e  il  Beristain.  Possedè  a  perfezione  (continua  ii  Brasseur)  i  tre  principali  dialetti  del  paese,  Quichò, 
Cakchiquel  e  Izutuhil,  ne' quali  scrisse  molti  trattati  e  opere  spirituali ,  rimasti  tutti  inediti:  e  per 
la  grande  stima  che  giustamente  se  ne  faceva,  la  più  parte  vennero  tradotti  in  spagnolo  per  uso 
dei  Missionari  e  delle  parrocchie.  Del  suo  specialissimo  merito  si  fa  menzione  nelle  approvazioni  pre- 
messe all'irte  de  la  lengua  metropolitana  del  suo  dotto  confratello  Padre  Flores;  e  questi  nelF 
introduzione  r appella  dottissimo  di  tale  lingua:  «  Come  dice  nuestro  doctissimo  Padre  Maldonado, 
qaienen  varias  partes  de  sus  eloquentes  obras  la  escribe ,  comò  en  el  sermon  de  la  Samaritana.  > 

—  Ha  nima  Vuh  vae  Thelogia  Indorum  ru  binaam  :  Auctore 
P.  Francisco  Maldonado. 

È  un  manoscritto  in  foglio  di  129  carte.  Nella  prima  ha  queste  parole:  —  Ahauh  ti  qohe 
auiqnin  at  nulokol  ah  tata  — cioè:  Dio  sia  con  te,  mio  amabile  Padre. —  E  sotto:  —  Della  libre- 
rìa del  N.  P.  S.  Francesco  di  Guatemala.  —  Due  soli  de'  Missionari  hanno  scritto  su  questo  argomento; 
il  Francescano  Maldonado,  in  lingua  Cakchiquel,  e  il  Domenicano  Fr.  Domingo  Vico,  compagno  del 
Las-Casas,  e  dipoi  Vescovo  di  Vera-Paz,  in  lingua  Quichè.  Il  titolo  del  lavoro  del  Domenicano  in 
Utino  è  lo  stesso  che  quello  del  manoscritto  del  Francescano  ,  e  in  lingua  Quiche  snona:  —  Vac 
ro-eam  m  Vahil  nimac  biitz.  — 


tiGS  UALEO  -  MÀNEKDA 


Alia 


Ife. 

Aria 


Ud  altro  Frate  MaldoDado  fu  parimeote  celebre  Missionario  in  America  innanzi  al  suo  con- 
fratello suddetto ,  il  cai  nome  figura  segnato  in  parecechie  lettere  che  i  primi  Fnnecfcaoi 
del  Nuovo  Mondo  indirizzarono  a'  Monarchi  di  Spagna  a  difesa  degP  Indiani.  Parte  di  queste  lettera 
sono  state  testé  pubblicate  in  Madrid,  e  un  numero  maggiore  restano  ancore  inedite  negli  AraUvi 
e  Biblioteche  di  Spagna.  Di  lui  si  fa  parola  nei  Datos  Biograficos,  che  accompagnano  le  pabbUale 
(Cartas  de  Indias,  puMicadai  por  primeva  vez  i>er  ordine  del  Minitterio  de  Famenio,  Madrid,  1877.) 

•  Maldonado  Fray  Antonio  (quivi  si  legge)  era  naturai  de  Salamanca,  hijo  de  padre»  BoUei, 
y  niayorazco  de  una  renta  de  gran  consideracion  ;  fue  desposado  con  la  bija  de  un  aeilor  de 
vasallos,  y  al  dia  siguicnte  de  tornear  en  las  flestas  de  su  desposorio,  menospreclando  la  gloria 
del  mundo,  tomo  el  habito  de  la  Orden  de  S.  Francisco  en  aquella  cindad.  Se  trasladó  despnesa 
la  Provincia  de  S.  Gabriel,  y  de  està  a  la  del  Santo  Evangelio  de  Mexico,  bacia  el  aSo  deiSM; 
en  1532  fué  Guardian  del  Convento  do  Tlamanalco,  y  con  uumbre  de  varon  bnmikle  y  ^mplar 
por  su  virtud,  mnriò  en  Mexico  en  9  de  Abril  de  1545.  • 

373.  Maleo.  —  Terra  Santa  nuovamente  illustrata  dal  Padre 
Fr.  Mariano  da  Maleo  de' Minori  Osservanti,  già  Commissario 
Apostolico  neir Oriente,  Custode  della  medesima  Terra  Santa  e 
Guardiano  del  Monte  Sion.  Piacenza ,  nella  Stamperia  Ducale  di 
Giovanni  Bazachi,  1669. 

Due  volumi  in  4:  il  primo  di  498  pagine;  il  secondo  di  435.  È  opere  di  molto  pregio  per  la 
storia  della  Palestina,  e  rarissima.  N*  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anu 
di  Parigi. 


374.  Manerba.  —  Lettera  del  Padre  Francesco  Manerba,  inde- 
AflHct  gnissimo  Guardiano  de' Santi  Luoghi,  al  Gran  Duca  di  Toscana. 

È  nell'archivio  Mediceo  di  Firenze,  nella  Corrispondenza  generale  de'  Gean  Duchi,  ed  ha 
la  data  di  Cienisa  lemme  ii  20  gennaio  1603.  Espone  al  (ìran  Ducale  angustie  de' poveri  Francescani 
di  quella  Missione,  minacciati  di  sti>rminìo  dal  Bascià  del  Cairo,  e  ne  implora  la  protezione.  Gli 
accbiudc  copia  della  lettera  di  quel  liranno,  tradotta  dall'  arabo, che  dice  cosi:  «  A  quelli  che  sono  tenuti 
per  dare  ammaestramento  alla  nazione  cristiana,  e  che  mettono  in  via  la  generazione  di  Jesu,  il 
Guardiano  e  capi  de' Frati  Religiosi,  che  ahitano  nella  chiesa  di  Gerusalemme  nobile.  Dappoi  arri- 
vato questo  n(>slro  Memoriale,  saprranno  che  tulli  diesi  tro>  ano  d'Adam  del  clima  abitabile  sottd 
la  feliciti  del  Gran  Signore  (sia  manlenula  la  sua  vittoria  sin  al  giorno  del  giudizio  1)  sono  In 
pace,  requie,  e  sicurtà;  e  voi  sete  il  moderno  sotto  l'ale  felici  e  signoria  allegri  e  pacifici.  Et  a 
noi  è  un  j^ran  piacere  di  star  così;  et  doveressimo  di  questo  rendere  grandissima  lande  et  esser  veri 
servitori,  come  dovcria  essere  il  nostro  ohltlìgo.  Ma  al  ccmlrlaro  sapemo  del  certo,  rome  voi  tenete 
da  fare  et  sete  mescolati  con  tutta  la  generazione  Franca,  loro  a  voi,  et  voi  a  loro.  Del  continuo  li 
vostri  uomini,  e  nuove,  e  presenti,  e  cose  di  prezzo  sanno  e  vengono  a  voi,  e  vi  tengono  in  grande 
stima  per  conto  che  siete  una  medema  fede,  et  hannt»  ^^ran  riguardo  e  stima.  Et  a  voi  tatte  k 
l'ose  vengono  ricercale,  e  mai  fanno  contro  ai  vostro  solere;  et  in  somma  sete  uniti  et  accordati 
con  loro.  Et  insino  ad  ora  non  ù  causato  da  vostra  [larte  cosa  contraria  che  al  presente.  Per  esser 
necessario  alla  felicitA  del  Signor  del  Mondo  fier  la  <;uerra  magna,  li  fu  necessario  Riandar  la  poi- 
sere  dal  Cairo,  e  mandandola  fu  presa  dalle  galee  cristiane  chea  posta  l'aspettavano,  e  la  mag- 
gior parte  intendono  che  sia  per  causa  vostra.  Però  dappoi  sarà  arrivato  questo  nostro  Memoriale* 
(''  mestieri  che  mandiate  a  Messina  et  al  Duca  di  Firenze  et  a  Malta  lettere  e  nomini,  che  consegnìBO 
alia  Porta  felice  la  firopria  polvere;  e  questo  lo  farete  con  grande  diligenza  et  efficacia;  et  in  con- 
clusione se  la  polvere  non  sarà  restituitii  integralmente  con  quelli  uomini  che  v'erano,  sapeietf 
che  le  Chiese  vostre  saranno  tutte  al  fuoco  l)ruciate  e  sradicate  da' fondamenti;  e  voi  sanie  Istti 


MANSILLA  -  MANTOVA  369 


dispersi  e  rovinati,  ctie  non  resterà  segno  che  non  sia  dai  vento  scovato:  e  sarà  questo  del  certo! 
E  però  pensate  bene  al  fatto  vostro,  et  non  vi  scordate  che  se  la  polvere  e  li  uomini  non  siano  inte- 
gramente consegnati  alla  felice  Portai  E  con  gran  procura  e  diligenzia  farete  con  li  cristiani  che 
noQ  sia  altramente!  Cosi  saperete  e  secondo  il  tenore  della  nostra  farete  sin' a  un  punto!  Fatta 
nel  principio  del  mese  di  Mazzhara  1011.  Data  nel  Cairo.  —Il  Bascià  del  Cairo.— Luogo  del  sigillo.— 
11  lettore  veda  qual  genere  di  vita  sia  stata  quella  de'  Francescani  Missionari  in  Palestina  da 
San  Francesco  insino  a  noi! 

375.  Mansilla.  —  Hechos  y  trabajos  de  los  venerables  Mar- 
tyres  Fr.  Sebastian  de  S.  José  y  Fr.  Antonio  de  S.  Ana:  por 
el  P.  Fr.  Juan  de  Mansilla  de  la  Obser vanto  Provincia  de  Granada. 

Cosi  r  HuERTA  (Esiodo,  ec.J.  Si  recò  dalla  Spagna  alle  Filippine  il  1609.  Evangelizzò  parecchi 
anni  ne' popoli  di  Binangonan,  Lampon,  Tayabas,  Lumbange  Paete.  Dipoi  s'  imbarcò  per  il  regno 
di  Siam,  e  non  se  n'ebbe  più  notizie  di  sorta. 

376.  Mansilla.  —  Carta  dirigida  por  Fr.  Juan  de  Mansilla, 
*•  de  la  Orden  de  S.  Francisco,  al  Rey  Don  Filipe  II,  dando  conoci- 

miento  de  los  abusos  que  se  cometian  en  Veracruz ,  y  proponien- 
dole  el  medio  de  remediarlos.  Xalapa,  24  de  Mayo  del  1562. 

Pubblicata  nelle  Cartas  db  Indias  testé  citate.  Sono  3  pagine  In  foglio  reale. 

377.  Mantova. — Relazione  del  Martirio  dei  Padri  Fr.  Pietro 

* 

»  Martire  Sans  Vescovo  Mauricastrense,  Fr.  Francesco  Serrano  eletto 
Vescovo  Tipositano,  Fr.  Giovanni  Alcober,  Fr.  Giovacchino  Royo 
e  Fr.  Francesco  Diaz,  e  del  viaggio  da  Venezia  alla  Cina  fatto  V 
anno  1745  e  seguenti  da  me  Fr.  Giampietro  da  Mantova,  Minore 
Osservante  Riformato  della  Provincia  di  Venezia,  spedito  dalla  S. 
Congregazione  di  Propaganda  Fide  Missionario  Apostolico  in 
quell'Impero,  con  suo  decreto  dato  il  dì  10  settembre  1745. 

Cosi  (se  ben  ricordo)  il  Padre  Anton  Maria  da  Vicenza  nella  sua  Bt&/togra/!a  della  Oss. 
Riformata  Provincia  di  Venezia. 

Del  Padre Gampietro  trovo  le  seguenti  notizie  in  un  Manoscritto  eh'  io  posseggo  di  lettere  della  Cina. 

«  Il  Padre  Giampietro  nacque  da  onesta  famiglia  in  Mantova  il  1706.  In  llcligione  fu  Lettore 

di  fllosofla  e   teologia,   e  Segretario   Provinciale.   Passò   nel  4735   alle  Missioni   delPalto  Egitto. 

Ritornato  in  Provincia,  conservò  il  desiderio  di  ricondursi  nelle  Missioni,  avendo  di  mira  special^ 

mente  la  Cina,  dolcemente  spìnto  eziandio  dalle  informazioni  del  Padre  Eugenio  da  Bassano.  Dopo 

varie  vicende,  potè  finalmente  nel  17i5  compiere  i  suoi  desideri,  ed  avviarsi  alla  volta  di  queir 

Imperio.  Se  non  che  infierendovi  allora  una  sanguinosa  persecuzione,  ei  dovette  fermarsi  in  Macao, 

donde  poi   i  Superiori  della  Missione  Io  spedirono  a  Roma  a  trattarvi  alcuni  negozi  concernenti 

alla  Missione  medesima.  Egli  aveva  già  con  destrezza  adempito  in  tutto,  e  si  era  disposto  pel 

ritorno,  qoando  la  morte  Io  colse  nella  città  di   Porto-Luis  in  Francia  il  29  maggio  1756,  in  età 

di  50  annL  Oltre  una  lettera  dall'Egitto,  egli  aveva  scritto  in   un   grosso  volume  in  foglio  il 

Ragguaglio  del  $%u)  viaggio  alla  Cina ,  e  tradotta  dallo  spagnuolo  la  Relazione  del  martino  dei 

PP.  Pietro  Martire  Sans,  Vescovo  Mauricastrense,  e  quattro  compagni  Domenicani,  successo  nella 

Provincia  di  Fokien  neUa  dna  negli  anni  1747-1748. 

24 


370  MARCA  -  MARCHANT 


Sfi^, 


378.  Marca.  —  Chponica  Seraphica  de  la  S.  Provincia  de  Ca- 
talana de  la  Regalar  Observaacia  de  naestro  Padre  S.  Francisco: 
escrita  por  el  Padre  Fr.  Francisco  Marca,  Chronista  de  la  misma 
Provincia.  Barcellona,  en  la  Impronta  de  los  Padres  Carmelitas 
Descalfos. 

Sudo  due  volami  in  foglio  :  primera  parte  y  HQUfida,  Della  tegunda  parte  n'è  un  ewmpUre 
nella  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona  con  la  data  del  1759,  e  contiene  i  fatti  che  passarono  dnde 
tot  amt  1400  batta  los  de  1759.  Conta  57S  pagine,  ed  ha  molte  belle  cose  delle  nostre  MìssIodi. 
La  parte  primera  non  l' incontrai  in  alcuna  Biblioteca. 

379.  Marchant.  —  Fandamenta  daodecim  Ordinis  Fratrum 
Minor am  S.  Francisci  fandamentis  daodecim  Apostolorum  civi- 
tatis  S.  Jerasalem  etc.  saperaedificata,  ipso  sammo  angulari  lapide 
Christo  Jesa.  Aactore  R.  P.  Fr.  Petro  Marchant  Conviniensi, 
eiasdem  Ordinis  et  Provinciaram  atriasqae  Flandriae  Patte  per- 
petao  et  S.  Theologiae  Lectore  emerito.  Dedicata  SS.  D.  N.  Alexan- 
dre VII  Pontifici  Maximo  sab  patrociniis  Emi.  S.  R.  E.  Cardinalis 
Francisci  Barberini,  Ordinis  Minoram  Gabematoris,  Protectoris 
et  Correctoris ,  etc.  Accedant  ad  calcem  Brevis  explicatio  Testar 
menti  S.  P.  Francisci  et  Chronologia  Generaliam  Ordinis ,  cum 
copiosis  indicibas  .  Braxellis ,  apad  Franciscam  Vivienum  • 
MDCLVII. 

Un  volume  in  foglio,  di  16  carte  preliminari  senza  numerazione  e  365  pagine;  con  nn  Indice 
locorum  saerae  Seripturae  di  6  rarte,  e  un  altro  rerum  praeripuarum  di  2H  in  tlne.  Ne  vidi  un  esemplare 
nella  Biblioteca  del  nostro  Om vento  di  Maiines.  Lil»ru  raro,  ed  importantissimo  per  la  storia  delk 
Missioni  Francescane.  Tutto  il  titulng  XII,  fiindamentum  \\\,  ìthUh  di  questo  argomento:  ed  è  un 
su^^oso  compendio  di  tutto  l'iò  clie  i  Fratu'esrani  hanno  operato  per  la  diffusione  della  Tede  cattolica 
fra  le  penti  infedeli,  o  errticiie,  o  scismaticiie,  dal  tempo  di  i^an  Francesco  sino  al  1657.  Ha  poi  una 
speciale  importanza  il  paragrafo  (  della  sectio  II  delio  stesso  titolo  e  fondamento  ^  dove  mostra 
quanti»  laboribut  et  quihu*  fructibui  haereticos  et  eorum  harrexe»  intrctati  sint  (  i  Minori),  qui 
eontra  Lutentm,  Calrinum  et  godo*,  doctrina,  verbo,  sanguine  dimicarunt  et  in  hane  usqus  horam 
(i6ol)  dimicant  non  sìne  uberrimis  fructibns.  È  per  l' Ordine  Francescano  una  gloriosissima  pagina 
di  storia,  tra  noi  afTatto  sconosciuta. 

—  Lacerna  fidei  per  Fratres  Minores  Re^laris  et  Strictioris 
Observantiae  in  Palatinata  et  nonnallis  Provinciis  Germaniae 
accensa,  etc.  per  Patrem  Petrum  Marchantiam,  etc. 

Libro  cosi  raro,  clie  quasi  si  dlrel)bi*  perduto.  E  nondimeno  T  Autore  stesso  ci  attcsta  dia\erlu 
pubblicato,  dicendo:  Dedi  aliquando  Lucemam  etc,  in  qua  ampia  et  authentica  testimonia  exii* 
bentur  Principum^  Begiminum,  Archisatrapianim ,  Satrapiarum  amplissimorum ,  oppidorum,  rie 
quibus  conrersiones  totius  populi  ab  hneresi  data  fide  adxcribuntur  Fratribus Minoribus,  et  conrertiù' 
net  plurium  ministrorum  dexcribuntur.  Et  hoc  tempore  testimonia  authentica  mihi  aliata  sul 
plnrimarum  conversionum ,  quae  Dei  gratin  per  Fratres  Minores  adhue  hitc  tempore  /funi:  ywf 
Tuxuii  particularem  reqnirunt,  et  libenter  ei  qui  eonversiones  eas  publUMS  facere  voluerit  exktktèitmt 


MARCÒ  -  MARIANO  o71 


La  storia  di  ciò  che  operarono  i  Francescani  in  difesa  della  fede  cattolica  al  tempo  di  Lutero, 
di  Calvino  e  degli  altri  eretici  di  quel  tempo,  sarebbe  uno  de'  più  be'  lavori  che  si  potesse  fare  ; 
e  rovistando  negii  Archivi  e  nelle  Biblioteche  dell'  alta  e  bassa  Germania ,  abbiam  veduto  che  si 
troverebbero  amplissimi  documenti,  aflàtto  ignorati,  nonché  inediti:  ed  anche  potrebbe  prestare  molto 
aiate  l'opera  rarissima,  ma  che  non  è  impossibile  a  trovare,  del  Domenicano  P.Alonso  Fernandez: 
Historia  eelesiatiiea  de  nuetiras  tiempos,  que  es  compendio  de  los  excelentet  Prutot  gue  en  ellos 
ti  eeiado  eeelesiastico  y  sagradas  Religiones  han  hecho  y  hazen  en  la  eonvertion  de  idolaWat  y 
reducion  de  hereges,  y  de  lot  ilusiree  martiriot  de  varonet  apoàtoUeos,  que  en  estat  heroicas 
empretat  han  padecido.  Toledo,  per  la  Viuda  de  Fedro  Rodriguez  impressor  del  Rey:  atio  de  16ii. 
Io  n'incontrai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona,  e  un  altro  in  quella  della  Reale 
Accademia  di  Storia  di  Madrid. 

380.  Marcò.  —  Apuntes  sobre  la  Palestina  :  o  sea  relacion 
dada  por  los  venerables  Padres  Fr.  Juan  Marcò  y  Trifon  sobre  los 
principales  hechos  ocurridos  en  Oriente,  desde  1799  basta  1858. 

Manoscritto  di  16  carte  in  4,  di  minutissima  lettera,  datomi  da  un  nostro  Padre  Missionario 
Spagnuolo. 

381.  Marial  sacro  y  Santoral:  Sermones  en  lengna  Quiche, 
escritos  por  varios  autores,  principalmente  por  un  Indio,  por  lo 
qual  bay  mucho  que  correjir  o  emendar  en  todos  los  textos 
latinos.  Pertenece  al  uso  del  Px.  Pr.  Fr.  Je.  A'Sz.  bjio  de  la  santa 
Provincia  Franciscana  del  dulcissimo  nombre  de  I.  H.  S.  de  Gua- 
temala. Ano  1796. 

Manoscritto  dblla  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi ,  a  cui  va  unito  anche  un  Vocabolario  en 
lengua  Castellana  y  Guatemalica»  que  se  llama  Cak-ehi-que-chel.  È  chiaro  che  pur  il  Voeabulario  fu 
opera  de'  Francescani  e  che  ad  essi  apparleneva.  Quanto  all'  Indio,  che  si  dice  avere  prinàpaimente 
scritto  i  sermoni,  è  da  sapere  che  i  Missionari  si  servivano  de'  nativi  per  farli  copiare,  dopo  che  gii 
avevano  composti,  e  correggerli  per  la  loro  lìngua  :  i  quali  non  s' intendendo  di  latino,  nei  copiare 
1  sacri  testi  commettevano  di  molti  errori. 

382.  Mariano.  —  Gloriosus  Franciscus  redivivus.  Sive  Chro- 
nica  Observantiae  strictioris,  reparatae,  reductae  etc.  eiusdemque 
per  christianos  orbes ,  non  solum ,  sed  et  Americam,  Perù,  Chinas, 
Japones,  Chichimecas,  Zacatecas ,  Indos  Orientis,  et  Occidui  Solis, 
Turcas  et  Barbaras  gentes,  diflFusae  et  Evangelio  fructificantis. 
Distincta  VI  libris  et  28  figuris  aeneis  ornata .  Cum  facultate 
Superiorum.  Ingolstadii:  ex  Officina  Wilhelmi  Ederi,  anno  1625. 
Stve  :  Mirabilia  Seraphica  Novi  ac  veteris  Orbis.  Id  est,  gesta 
genuinae  familiae  Franciscanae,  etc.  EtBeatorum  zelotum  in  ea, 
iam  inde  a  centum  annis  et  aliquot  lustris,  argumentosa  veritate, 
deducta  et  debite  censurata.  FF.  P.  Patribus  Custodiae  Seraphicae 
Boiariae  ditionis  cooperatoribus .  Auctore  et  compilatore  R.  P. 
Mariano. 


372  MARIGNOLLIS 


Un  volume  in  ^,  di  S6  carte  preliminari  non  numerate,  e  85i  pagine.  Opus  perquam 
scriveva  il  Feder;  ed  io  aggiungo  rarissimo,  e  di  capilale  importanza  per  la  storia  delle  Mlsslooi 
Minoritiche.  Ne  vidi  un  beli'  esemplare  in  Parigi,  che  già  appartenne  al  fZofl«r  Biidkmumn ,  e 
un  altro  nella  Dililiuteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera,  in  flDe  delqmale 
suno  scritte  a  mano  le  parole  seguenti  :  Author  Auiuf  libri  est  R.  Pater  Marianui  Orteeitr  Q^Mdufnu, 
ìiatione  Belgas,  oUm  S.  Theologiae  et  utriusque  iuris  doctor,  mire  ab  haertH  ad  /IdAn  eomwrmu, 
deinde  alumnus  Prorineiae  Davariae,  in  fama  tanetitatis  mortuut  die  i6  iulU  1539.  K<de¥arl|rrolOf. 
R,  P.  Forunati  Hueber  ad  16  iuUL 

si^f^p.        383.  Marignollis  (de).  Chronicon  Boemorum  Fr.  Joannis  de 
Marignollis,  de  Florentia,  Ordinis  Minorum. 

Io  non  vidi  mai  questo  Chronico!C,  e  mi  servirò  per  darne  notizia  di  quel  che  n'ha  teslè 
pubblicato  il  Professure  Angelo  De  Gubernatis  nella  recento  sua  ^orto  dei  Vio^gialori /folteiii  «dlt 
Indie  orientali,  te.  ÌÀvorno,  coi  tipi  di  Fran.  Vigo,  editore,  1873;  il  quale  con  le  seguenti  parole  ci 
fa  sapere  cuuic  ne  potesse  aciiuistar  cunusci*nza. 

•  Avendo  potuto  (egli  dice,  Supplemento  al  primo  capii.,  pag.  95),  per  la  cortesia  del  mio 
eccellente  amico  professor  Knrico  Gigmoli,  insigne  zoologo,  di  cui  si  attende  con  impailenia  la 
vasta  illustrazione  che  egli  stampa  a  Milano  dei  Viaggio  intorno  al  mondo  della  Magenta,  adoperare 
dopo  la  stampa  del  primo  rapitolo,  la  magnillca  opera  del  Culonncllo  Yclb,  intitolala:  Caikaf  amd 
the  ìcay  thither  (Londra  1866,  in  i  vol.)f  mi  restano  qui  ad  aggiungere  alcune  notiiie  intorno  ad 
alcuni  viaggiatori  nostri,  che  mi  passarono  inosservati,  i  quali  recandosi  alla  Cina  attraveraarono 
r  India  o  vi  furono  trovati  da  nostri  Missionari  destinati  alla  Cina.  L' opera  del  Yule  è  specialmente 
intesa  ad  illustrare  le  relazioni  del  viaggio  del  beato  Odorlco  del  Friuli,  e  del  Fiurentlno  GiOTannl 
Marignolli,  Frati  del  secolo  XIV:  egli  le  reca  tradotte,  e,  come  fece  pel  Milione  di  Marco  Polo, 
soggiunge  un  ampio  e  dotto  commento  storico  e  geografico.  > 

Dopo  questa  notìzia,  per  verità  interessantissima ,  egli  riferisce  alquanti  capitoli  del  viaggio 
elle  il  Missionario  e  \ia^giatore  Fraiii'cscano  dei  st-colo  XIV  intromesse  nei  detto  Chronicon,  scrìtto, 
senindo  che  leggo  nella  flintoire  generale  dr*  Mììhom  Csatholique*  deputi  le  Xllì  tièefejutqu'n 
no»  jours  par  le  Uarun  IIevrion,  Ili).  1.  chap.  XII  {Parif,  (ìaume  Frèret  èditeurs,  1846),  per 
citmandamento  dell'Imperatore  Carlo  IV.  E  noi  lietissimi  d'averli  conosciuti,  li  riferiremo  anche 
noi  alla  lettera,  rome  ce  li  dà  il  1»k  (ìubernajis. 

Di  questo  relet>re  Missionario  e  viaggiatore  Francescano  in  Oriente  nel  secolo  XIV  ,  parla 
quanto  l>asii  il  \Vaiiiii<;o,  e  lini  [)ure  ne  parlammo  largiimonto  nel  libro  III  della  nostra  Storia 
universale  delle  Mixxianì  VraneeMnne.  Solo  diibitanimo  se  fosse  veramente  ilella  nobile  famiglia 
Fiorentina  di  Marignolli,  di  rut  n(^  il  Wadingo  né  alcun  altri»  de' nostri  Cronisti  fa  parola;  quan- 
tunque in  tal  tempo  ri  fosse  \eram(>tile  anche  un  Frate  (ìiovanni  de  Marignolli,  che  si  sarebbe 
distinto  per  altre  doti,  e  venne  crealo  Vtscovo  di  Hisjgnano  in  (!lalabria  l' anno  appresso  che  quello 
avreblic  fatto  ritorno  tlall'  esfremo  Oriente. 

HIpeterò  qui  le  mie  parole.  •  Ci  piace  in  questo  rapitolo  (cap.  XV  del  lib.  III.)  muovere  una 
domanda  sopra  «piosto  Frate  (Giovanni  da  Firenze,  testé  tornato  dalla  Tarlarla.  (Ciò  fu  il  Ì3S3.) 
Il  Darono  IlRNnioN  lo  chiama  do  Marignolli,  nobilissima  famiglia  Fiorentina,  afTermando  che 
tornato  dalla  Cina  per  la  via  dell'Indie,  drlla  Palestina  e  di  Cipro,  venne  nominato  Vescovo  di 
ltÌNÌ<;nano  in  Calaliria  e  Cappellano  dell'Imperatore  Carlo  IV,  che  gli  commise  di  scrivere  un 
compendio  delle  Oonarhe  antiche  delta  Hormia,  ove  intromesse  parte  del  suo  viaggio  in  Oriente, 
in  cui  fa  menziono  del  zenzero  e  del  legno  del  Brasile  (ma  il  traduttore  italiano  della  Storia 
deirilENRioN  credt^  che  invece  di  &r/i«i2/<>f.  come  hall  testo  Francese,  s' abbia  a  leggere  emafotidio. 
eniatoxilum  tindorinm  ) .  . .  Ma,  a  vero  dire,  tutti  i  nostri  C^ronisti  distinguono  il  Missionario  drlla 
Tarlarla  e  della  Cina  dal  .Marignolli,  e  né  all'uno  né  air  altro  attribuiscono  alcuna  scrittura  che 
riguardi  viajj:gi  per  I' Oriente.  Citerò  tra  tutti  lo  Sbara(ìlia. 

«  Gioxanni  de  Marignolli  di  San  L(*ren7o  ^ e^di  dice,  Suplenienta  et  castigatio  ad  Saiptani 
Ordiniti  Minor,  paij.  ^56),  nato  da  nubile  famiglia  llorentina  ora  estinta,  in  rimunerazione  de'saoi 
grandi  meriti  e  segnalala  dottrina,  l' anno  135i  fu  dato  \ escovo  alla  Chiesa  di  Disignano  in  Calabria 


MAfUGNOLLIS  373 


da  loooceozo  VJ,  al  quale  poi  lo  vediamo  inviato  l'aunu  i356  dalla  Repubblica  Fiorenliiia  legato 
pei  Malatesta,  onde  ne  componesse  la  causa;  e  l'anno  appresso  in  Bologna,  ove  concesse  indul- 
genze nella  chiesa  di  Santa  Maria  della  Misericordia,  si  con  autorità  propria  e  si  dell'Arcivescovo 
di  quella  città,  parimente  Minorità,  Frate  Nazzareno  Riccardi,  di  cui  nella  carta  della  predetta 
dispensazione  d' indulgenze  aflèrma  di  tenere  le  veci ....  Ora  cbe  quegli  scrivesse  molte  opere  è 
assai  verisimile:  ciò  nondimeno  non  sono  riconosci  ulti  come  suol  cbe  1  due  opuscoli  del  titolo,  il 
primo.  Storia  di  S.  Onofrio  ;  il  secondo,  gli  Aiii  ApottoUd  ;  libro  della  cui  autorità,  come  testo  di 
lingua,  si  avvalgono  gli  Autori  del  Vocabolario  della  Crusca.  Era  anche  nella  Biblioteca  del  signor 
Guadagni  Fiorentino  un' opera  col  titolo:  Traetatut  Pratrii  de  MarignolUs:  ma  ora  più  non  vi  si 
trova;  del  quale  nondimeno  io  credo  autore  quel  Frate  Giovanni   Fiorentino,  fllosoXo  e  teologo 
celebre,  e  chiarissimo  ricercatore  d' antichità,  il  quale»  al  dire  del  Wadingo,  scrisse  anche  una  Storia 
del  suo  Ordine,  che  si  conservava  manoscritta  nel  Convento  di  Santa  Croce  de'  Padri  Minori  Con- 
ventuali. Al  quale  il  detto  Wadingo  aggiudica  un'  altra  opera  :  De  Canonizatione  Saneti  Francitei , 
e  vi  concordano  il  Poccianti  e  il  Posse  vino.  Certo  è  che  nella  Biblioteca  di  Santa  Croce  di  Firenze 
si  conservava  il  Manoscritto  seguente:  Chroniea  gettorum  beati  Prancisd  et  tociorum  eius  usque 
ad  tempora  modemaf  che  ora  è  andato  smarrito  :  ma  se  sia  da  crederne  autore  questo  Frate  Gio- 
vanni, il  giudicheranno  coloro  ai  quali  toccherà  in  sorte  di  avere  quei  codici  alle  mani.  Se  non 
che  fioriva  nel  medesimo  secolo  un  altro  Frate  Giovanni  da  Firenze,  da  Benedetto  XII  l'anno  1338 
inviato  con  due  compagni  al  gran  Khan   de'  Tartari ,  che  è  fama  vi  fosse  stato  ricevuto  con  ogni 
maniera  di  onore,  ottenuto  licenza  di  predicare  liberamente  la  fede  di  Cristo  in  tutte  quelle  contrade, 
ove  converti  di  gran  gente  ed  edificò  molte  Chiese  e  Conventi .  Ma  niuno  è  che  gii  dia  il  titolo 
di  scrittore.  Io  nondimeno  avviso  lui  essere  autore  dell'  operetta  Italiana  :  Fioretti  di  San  Franeetco , 
che  vaga  anonima,  e  n'ho   ragioni  alquante  conghietture ,  che  sono:  primo,  il  tempo;  scrivendo 
l'autore  al  capitolo  quarantesimosettimo,  a' suoi  dì  essere  vissuto  il  beato  Giovanni  dell' Alvemia, 
che  si  sa  morisse  1'  anno   13Ì2;  e  al  capo  quarantaquattro,  aver  saputo  molte  cose  da  Frate 
Ugolino,  che  già  mostrai  essere  passato  di  questa  vita  il  1322:  dipoi  l'elegante  stile  toscano,  in 
cui  quel  libro  è  dettato,  giovandosene  i  compilatori  del   Vocabolario  della  Crusca,  in   quanto 
modello  di  purezza  della  nostra  lingua  :  da  ultimo,  un  antichissimo  Codice  manoscritto,  eh'  io  vidi 
nel  nostro  Convento  di  Bologna,  in  fine  al  quale  sono  i  versi  seguenti: 

0  confessor  Francesco  benedetto. 
Riguarda  il  tuo  servo  Zohanne, 
Ch'ha  scritto  tuo  Fioretto. 

Quantunque  non  di  mano  dell'  autore,  ma  del  copiatore  o  d' alcun  altro  credo  fossero  quc'  versi 
aggiunti.  >  Fin  qui  lo  Sbaraglia. 

•  Che  dunque?  io  conchiudeva:  è  forse  da  dire  pura  immaginazione  la  sentenza  dell' Hsnrion ? 
No,  certo:  anzi  citando  egli  le  Cronache  di  Boemia,  ove  quella  relazione  del  Frate  Fiorentino  ò 
inserita,  abbiamo  argomento  da  credere  che  in  fatti  esista;  e  però  è  che  tal  fatto  vuol  essere  da  qualche 
nostro  confratello  con  dotte  ricerche  chiarito,  per  aggiungere  un  altro  celebre  viaggiatore  e  scrittore 
a  Giovanni  da  Pian-Carpino ,  al  Rubriquis,  a  Odorico  da  Udine,  a  Nicolò  da  Poggibonsi,  ed  altri.  * 
Ed  ora  dunque  la  pubblicazione  del  Colonnello  Yclb,  di  cui  il  Professor  Db  Gubernatis  si  è  potuto 
servire  col  dotto  commento  storico  e  geografico  che  1'  accompagna,  leva  ogni  dubbio,  e  mostra 
come  veramente  il  de  MarignoUis  fosse  il  Missionario  e  viaggiatore  di  cui  si  tratta,  e  sua  la  Cronaca 
di  Boemia  con  la  relazione  del  suo  viaggio  nell'estremo  Oriente.  I 

Ciò  posto,  ecco  i  capitoli  del  detto  viaggio,  come  sono  riferiti  nell'  opera  del  De  Gubernatis. 

DAL  CHRONIGON  BOBMORUM  DI  GIOVANNI   DB*  MARIONOLLl  FIORENTINO  VESCOVO  DI  B1SI6NAN0. 

De  creatione. 


•  Plantaverat  autem  Dominus  paradisum  volnptatis  a  principio,  id  est,  in  parte  orientali,  qui 
loCQS  dici  tur  Eden  ultra  Jndiam, 


'ili  MARIGNOLLIS 


•  Nam  ut  ex  vlsis  aliqua  brevitcr  inseramus,  nos  fratcr  Johannes  de  Florentla  Ordinis  MiDomm 
indignus  Episcopas  Bysiniancnsis,  anno  Domini  millesimo  trecentesimo  tricesimo  quarto,  a  Sancto 
papa  Bcnedicto  duodecimo  cum  aliis  missiis  fui  cum  apostolicis  lilcrls  et  donis  nuncins  et  legatns 
ad  Kaam,  sommum  umniam  Thartaroriim,  qui  tonet  quasi  dominium  modietatis  orbis  orientalis,  cujos 
potcstas  et  copia  civitatum,  tcrrarum,  linguarum,  divitianim,  et  rcgimìnis  inflnitoram  qaudaminodo 
populorum  excedit  omnem  narrationcm.  Recossinuis  de  Avinione  mense  decembrìs,  pervenlmns  Kea- 
polim  in  principio  quadragesimae  et  ibi  usque  ad  pascha,  quod  fuit  in  flne  Marcii,  expectavimiK 
navigium  lanuensium  venturum  cum  nunciis  Thartarorum,  quos  misit  Kaam  de  Cambal$e  (Pechino) 
maxima  civitate  ad  papam,  prò  miltendis  legatisel  ad  apericndam  viam  et  fedas  componendnin  cmn 
Christianis,  eo  quod  multum  honorat  et  diligit  fldcni  nostram.  Summi  ctiam  prìncipes  sui  imperiì 
totius,  plus  quam  triginta  millia,  qui  vocantur  Alani  et  totum  gubernant  imperiuoi  orientis,  sant 
Christiani,  re  vel  nomine,  et  dicunt  se  sclavos  papae,  parati  mori  prò  franqui»;  sic  enim  vocant  nos 
non  a  fronda,  sed  a  franquia.  Iloruni  primus  Apostolus  fuit  fraler  Joannet  dietut  de  monte  Còrriiia, 
qui  primo  miles,  judex  et  doctor  Friderici  im[>eratorìs  post  LXXII  annos  faclus  frater  Minor  doctisslmns 
et  scicntissimus.  Pervcnimus  autem  in  Constantinopolim  por  mare  in  Kalendls  Malj,  et  fùimus  in 
Peffra  (Pera)  usquc  ad  festum  Santi  Joannis  Baptistac  non   otiose,  quia  summam  disputationen 
habuimus  cum  patriarcha  Grecorum,  et  toto  concilio  eorum  in  palatiu  sanctae  Sophlae,  ubi  Deus 
fecit  in  nobis  novum  miraculum,  dans  nobis  os  et  sapientiam ,  cui  non  potuerant  resistere,  et  se 
necessario  esse  scimaticos  conflteri  compulsi  sunt,  nihil  in  suae  damnationis  pallìum  pretendeotes. 
Disi  superbiam  in  tollerai  )i  lem  presulum  Romanorum.  Inde  navigavlmus  Mare  Maurum  (il  mar  Nero}, 
et  In  octo  diebus  pervcnimus  in  Caffa,  ubi  multanim  seotarum  sunt  Christiani.  Inde  ad  prlmam 
Thartarorum  imperatorem  Vthec  pervenimus  et  ubtulimus  literas,  pan  nos,  dextrarium,  csrtiacam,  et 
dona  papae,  et  post   hiemem  tH>ne   pasti ,  vestiti  et   remunerati  magnillce ,   et  cum  eius  eqois  et 
expensis  penenimus  in  Armalec  imperii  medii,  ubi  fecimus  Eccleslam,  cmimos  aream,  feciDUS 
fontes,  cantavimus  missas,  baptisavimus  plures,  libere  et  publice  predicantes,  non  obstante  quod. 
anno  precedenti ,  solemne  martirium  passi  sunt  ibidem  prò  Christo ,  Episcopus  et  te.\  alii  fratrcs 
Minores.  mìraculis  coruscantes,  quorum  nomina:  Frater  Rychardus  Episcupns,  natione  Burgandus, 
frater  Franeiteus  de  Alexandria,  fratcr  Paschalis  Hyspauus,  qui  fuit  propheta  et  vidit  celum  apertom 
et  prcdixit  sibi  et  sociis  suis  martirium,  et  Thariaros  de  Saray  destruendos  diluvio,  irmaXec  peri- 
turam  prupter  Ipsorum  martirium  et  niult;i  alla  gluriusa;  frater  Laurentiu» de  Ancona:  frater  Pdmi, 
frater  Indus  interprcs  illorum  ot  Gilottua  mereator.  Annu  tortio  post  nostrum  recessum  de  curia 
circa  (Ines  de  Armalec  rocedentos  pt>r\enimus  ad  Cyolloi  Kagon,  id  est,  ad  montes   arenae,  qao$ 
faciunt  venti,  ultra  iiuas   ante  Tiiartarus   nullus  putuvit   terram  habitabilcm,  nec  putabatur  oltn 
aliquam  terram  esse.  Thartari   autrin    voluntatr  lìv\   mirabili  industria  transicrunt   et   fuenint  in 
campo  maxime»,  uhi  dicitur  torrida  zona,  et  impertransibilis  a  philosophis,  quam  tamen  Thartari 
transierunt,  et  egu  etiam  l»is,  de  qua  in  psalmo  David  :  posuit  dosertum  etc.  Qua  pertransita,  pene- 
nimus in  Camhalee,  uiii  est  sumnia  Sedes  Imperi!   Orit'ntis,  de  cuius  magnitudine   incredibili  ei 
populo,  ordine  niilitum  sili-alur.  Maximus  autem  Kaam,  visis  dextrariis,  et  donis  papac,  et  literis 
bullatis  et  regls  etiam  ilob<Tti  rum  auro,  et  nobis,  gavisus  est  gaudio  magno,  valde  reputaus  bonum, 
immo  optimum  umne,  el  summi.' iius  honuravit.  Kgu  autem  solemuiter  indutus  cum  Crucc  pokhcr- 
rima,  que  iiu*  prect'debat  cum  luminaribus  el  incenso  cantando:  (Tredo  in  unum  Deunt.  in travioiiu 
corani  ilio  Ivaam  in   glorioso  palatio   residente,  vt  canto  Unito,  largam  dedi   recipienti   humiliter 
b(!uedictionen).  Kt  sic  missi  fuimus  ad  Imperialem  aulam,  nohìs  honorabiliter  preparatami  assignatis 
duobus  principit)us,  (^ui  nobis  in  oninìt)Us  necessilatibus  habundantissime  ministrahant  in  cibis  et 
potibus,  et  iixfiue  adpapirum  prò  laternis,  deputatis  et  mìnistris  de  curia,  et  sic  per  annos  quasi 
quatuor  servierunt  ìntlnitis  scnipcr  bonorilius,  vestilms  pretiosis  prò  nobis  et  familiis  exloUendi'. 
Et  si  boni*   omnia   computarcm ,  ultra  valori'm   expendìt  quatuor   millium  marcaruni   prò  ooIk?; 
eramus  personac  triginta   duo.    Fueruut  autem   disputationt's  factae  oontra  Judcus  et  alias  serus 
multae  et  gloriosao,  sed  rt  multus  animaruni  fruotus  in  ilio  Imperio  factus  est.  Habent  etiam  Fratrci 
Minores  Camhalec  ecck'siam  catlicdralem  immediate  justa  [lalalium  et  solemneoi  archiepìscopatnm 
et  alias  ccclosias  pluros  in  ci\itate  et  canipanas,  et  omnes  vivunt  de  mensa  Imperatoris  honorìtirt 
vaidc.  ViiU-ns  autdii  Inipi-ratnr  illc  i|uuil  nullo  modo  volui   remaueri ,  concessit  quod  cum  sui^ 
annoruni  trlum  (Apeiisis  d  donis  nMiinni  ad  Papam  et  cito   v^n  \el   alius   mitteretur  Cardrnalis 
suleninì>  cum  plenitudine  potestatis  et  esset  episcopus,  quia  illum  gradum  summc  veneranlor  oDoes 
oriontales.  sive  sisi  Christiani,  sive  non,  et  esset  de  Ordine  Minorum,  quia  illos  solOB  eogooicfiftl 


MARIGNOLLIS  375 


sacerdotes  et  putaDl  Papam  semper  talem,  sicut  fuit  ille  lerunimus  (Innocenzo  IV)  papa  qui  mislt 
eU  legatam,  quem  Sanctum  venerantur  Thartari  et  Alani,  fratrem  lohannem  de  monte  Corvino 
Ordinis  Minorum,  de  quo  supra.  Fuimus  autem  in  Cambalee  annis  quasi  tribus,  inde  per  Mauzi  (o 
Manzi),  iter  nostrum  direximus  cum  expensis  Imperatoris  magniQcis  et  equis  quasi  ducentis,  et 
vidimus  gloriam  mundi  in  tot  civitatit)U8 ,  terris,  villis  et  rebus,  quae  nulla  lingua  posset  reprimere 
sufficienter.  A  festo  autem  Sancii  Stephani  usque  ad  Dominicam  olivarum  per  mare  Indieum,  per- 
▼enimus  ad  nobilissimam  civitatem  Columbum  ubi  nascitur  piper  totius  orbis .  Nascitur  autem  in 
vitìbus,  quae  plantantur  ad  modum  vinearum  omnino  et  facit  vitis  primo  racemos,  quasi  labruscas 
viridis  coloris,  post  facit  quasi  racemos,  et  est  intus  vinum  rubeum,  quod  manu  mea  prò  salsa 
expressi  in  scutella.  Post  maturantur  et  exiccantur  in  arbore  et  arescit  prae  nimio  calore,  et  siccum 
excutitur  parvo  baculo,  cadens  super  linteamina  et  recollitur.  Ista  oculis  vidi  et  manibus  contrectavi 
mensibns  quatuordecim  ;  nec  comburitur  utmentiuntuf  scriptores,  nec  nascitur  in  desertis,  sed  in 
Ortis,  nec  Saraceni  sunt  Domini,  sed  Ctiristiani  Sancti  Thomae,  qui  habent  stateram  ponderis  totius 
mundi,  de  qua  prò  meo  officio  tanquam  legatus  Papae  habebam  omni  mense  fan  de  auro  talis 
monelae  centum,  in  fine  mille.  Ibi  est  Ecclesia  Sancti  Georgii  latinorum,  ubi  mansi,  et  picturis  egregiis 
decoravi,  et  docui  sacram  legem.  Tandem  transiens  gloriam  maximi  Alexandri,  qui  erexit  colnmnam, 
ego  in  cono  mundi  contra  paradisum  erexi  lapidem  in  titulum,  fundens  oleum  desuper;  scilicet 
Golumnam  marmoream,  desuper  crucem  lapideam  usque  ad  flnem  mundi  duraturam,  quam  praesenti- 
bus  quasi  inflnitis  populis  erexi,  consecravi  et  benedixi,  sculptis  armis  Papae  et  nostris  et  literis  tam 
Indicis  quam  latinis  princìpibus  illis  super  bumeros  portantibus  me  in  lectulo,  seu  ferculo  Salomonis. 
Inde  valefaciens  Fratribus  post  annum  et  quatuor  menses,  muUis  patratit  gloriosit  operibus,  perrexi 
ad  famosissimam  Reginam  Sahomi ,  a  qua  honorati  post  fructum  ibidem  animarum  ;  sunt  enim  ibi 
pauci  Ghristiani.  Deinde  perreximus  per  mare  ad  SeyUanum  montem  gloriosum,  ex  opposito  paradisi, 
et  de  SeyUano  usque  ad  paradisum,  ut  dicunt  incolae  ex  traditione  patrum  sunt  milliaria  italica 
qnadraginta,  ita  quod,  ut  dicitur,  auditur  sonitus  aquarom  fontis  cadentium  de  paradiso. 

Capitulum  de  Parodilo. 

,  •  Est  autem  paradisus  locus  in  terra,  circumvallatus  mari  Oceano,  in  parte  orientali  ultra 
Indiam  Columbinam,  contra  montem  Sei^tonum  locus  altissimus  super  omnem  terram,  attingens, 
ut  probat  Johannes  Scotus,  globum  lunarem,  ab  omni  altercatione  remotus,  locus  omni  suavitate  ac 
claritate  amenus,  in  cuius  medio  oritur  fons  de  terra  scaturiens  et  irrigat  prò  tempore  paradisum  et 
omnia  Ugna  eius.  Sunt  autem  ibi  piantata  omnia  ligna  producentia  fructus  optimos  mirae  pulchritu- 
dinis,  suavitatis  et  odoris  in  cibum  hominis.  Fons  autem  ille  derivatur  de  monte,  et  cadit  in  lacum , 
qui  dicitur  a  phìlosophis  Enphirattes,  et  intrat  sub  alia  aqua  spissa  et  post  egreditur  ex  alia  parte 
et  dividitur  in  quatuor  flumina,  quae  transeunt  per  SeyUanum  et  baec  nomina  eorum  :  Qffon  qui 
Circuit  terram  Ethiope,  ubi  sunt  modo  homines  nigri,  quae  dicitur  terra  presbiteri  Jobannis,  et  iste 
putatur  esse  Nylus,  qui  descendit  In  Egyptum,  etc. 

De  arboribut  ParadUL 

t  In  medio  etlam  Paradisi  duas  arbores  sapientia  divina  plantavit,  unam  ad  exercitium,  aliam 
ad  Sacramentum,  nam  de  Ugno  vitae  comedisset  homo  prò  Sacramento  et  in  restaurationem,  ita  quod 
comedendo  potuisset  non  mori,  et  gratiam  meruisset  In  alia  obedientiam  exercuisset,  non  tangendo 
et  meruisset  vitam  aetemam ,  unde  fuisset  translatus  ad  gloriam  perpetuam  sine  morte.  Ad  istum 
locnm  deliciosum  gloriosum  et  beatum  transtulit  Deus  Adam  ministerio  Angelorum.  Creatus  autem 
fuit  Adam  in  aetate  perfecta,  sicut  est  homo  triginta  annorum,  omni  scientia  etdecore,  virtuteqne 
omnimodo  plenus,  in  tali  statu  quod  nunquam  fuisset  mortuus,  nec  infirmus,  si  non  peccassetet 
sine  libidine,  ut  dicit  Augustinus,  perfectos  filios  procreasset,  et  potuit  non  mori,  et  tandem  fuisset 
Id  celum  translatus.  Fuit  autem  omni  sapientia  plenus,  ideo  omnia  animalia  et  creata  Deus  addnxit 
coram  eo  ut  videret,  quid  vocaret  ea  et  omne  quod  vocavit  Adam  animae  viventis,  hoc  e«t  nomen 
eius  in  lingua  sua,  et  posult  eum  in  paradiso,  ut  operaretur  manibus  prò  delectatione  et  exercitio, 
et  custodiret  locum  ab  ingressu  omnium  animalium,  quod,  si  fecisset,  et  non  permisisset  intrare 
serpentem  instinctu  diaboli,  forte  non  fuisset  Eva  seducta,  diabolo  enim  utente  lingua  ipstus  tanquam 
istrumento  seducta  est  muiier.  Comedisset  etiam  de  omnibus  fructibus  paradisi,  namque  ibi  sunt. 


376  MARIGNOLLIS 


ut,  (licil  Panteon,  palet  per  fructus-ot  folla,  quae  aliqnando  erampuntde  fluminibus  illisiamedi- 
cinam,  et  odori:»  suavitatcm.  Noe  miriim,  quia  in  vicinis  provinciis  Indiae  arbores  qoaedam  fniclai 
mirabilos,  sicut  \idi,  pruferunt  uiniii  mense.  In  predicta  felicitate  posito  homine  misit  Denssoporeoi 
et  de  costa  ipsius  dorinientis  forniavit  Evam  et  vocavit  nomea  amburum  Adam,  per  alias  Ulens  MB 
hebraicas,  scriptum,  qunniam  quando  signitlcat  \irum,  sicut  apud  nos  dicitar  hic  et  haee  humo  ec 
aliter  hic  vir.  Et  pust  extasim  somni  adduxit  eam  ad  Adam,  dicens  :  nosti  istam,  qai  respondit: 
quamobrcm  relinquot  hunio  patreni  et  matrem  suam  ,  et  adhaerebit  uxori.  Non  dixlt  uxoribus  qnU 
eruut  duo  non  piures  in  carne  una.  Deus  vocavit  nomen  eorum  Adam  alio  modo  quam  \iraiii.  Adam 
tamen  vocavit  Evam  \irago,  co  quod  de  viro  sumpta  est.  Et  dedit  Deus  eis  praeceptum  comedendi  et 
generandi  et  domiuaudi  omnibus  creaturìs  in  terra. 

De  tran sgretf  ione  primorum  parentum  induciione  serpentU, 

•  Sed  et  serpens  crat  callidior  cunctis  animantibus  terrae,  id  est  creatos  magia  propter  exer- 
citium  prudentiae  ad  hominis  utili tatem  quam  propter  aliam  oecessitatem.  Unde  dicitar  in  E^ao- 
gelio  estote  prudente»,  sicut  serpentes  etc.,  non  quod  hal)oret  loquelam  naturalem  vel  asum  ratioDiii 
tamen  fuit  pcrmissum  ilyaltulo.  uti  tamquam  ministro  et  nmi  aliud,  aliter  nobilius,  ut  ex  sai  ati> 
lilate  citius  mo\ere  posset  animam  Evae;  qui  dixit  Evae,  quam  invenit  solam  vagabaodam  :  cor 
prccepit  vobis  Deus,  quod  non  nianducaretis  de  omni  liij;no?  Eva  respondit,  nos  comedimos  de 
omnibus  fructibus  panidisi,  sed  de  ilio  scicntiae  lioni  et  mali  precepit  ne  comederemus  neque  tange- 
rcmus,  ne  forte  moriamur.  Nola,  quod  jani  Adam  in  parte  erat  trasgressor,  quia  ^'agaliatar  solus  ei 
nimiis  deliciis  iht  paradisum,  Eva  etiaiii  sola  vagabiinda.  Item  argumentum.  quod  JamcomedermL  Ilem 
quod  praeceptum  affirmatum  Dei  vo<!avit  in  dubium,  ne  forte,  inquit.  Tunc^diabolus  fecii  de  dabio 
in  Ade  inlldelem;  uequaquam,  inquit.  Fecit  etiam  invidum  Deum;  quasi  nollet  eis  commaoicaie 
DeiUitem,  seu  scientiam  l)oni  et  mali.  Mulier  ergo  fjcta  ìnlldelis,  videns  lignnm  pulchrum  optimi  odo- 
ris,  et  per  consequens  estimans  dclectalnlissinìi  saporis,  appett^ns  nihilominus  e<inaiitateni  Dei,  oblila 
Dei  comedit.  Vidensque  se  non  mori,  inxento  \iro,  obtulitfructum  mortiferum  viro,  seu  Adam  qai  doo 
comedisset,  sed  quia  vidit  E\am  tristari,  et  tìmens  ex  tristitia  illius  rarerc  deiectatione  et  gravatione 
prulis,  et  videns  eani  non  mori,  comedit,  et  tunc  statini  aperti  suut  oculi  amborum  et  scivenut 
bonum  perditum  et  se  malurn  incurrisso,  quod  est  prima  mors.  Et  statim  membra  pudenda,  qote 
sine  libidine  fuisserit  mola,  sicut  modo  manus  vel  oculus,  quando  o[ius  fuisset  ad  actum  generandi, 
facta  sunt  in  ei>,  motu  turpissimo,  rebellia  cum  land)  pruritu ,  (luod  se  ipsos  horrenies  fugeruDl 
ab  invii^ein  et  abscondoruiit  se.  Serpens  etiani  qui  prius,  ut  dicunt  <iuidam,  \ultu  placido  apparebat, 
et  omnia  alia  animalia  farla  sunt  homini  inobedientia,  quae  prius  ol>edissent  ad  nutum.  Acceperuiit 
auteru  folia  ficus,  seu  mumrum,  et  fi'ccrunt  sibi  peri/omata,  foliis  pudibunda  velantes.  Tunc  poft 
merìdiem,  bora  scilicet  \espcrtina  auditus  est  sonìlus  foiioruni  in  paradiso,  et  Deus  in  subjecta  crea- 
tura clamai:  Adam  ubi   oii  bene    tamen  sciens   ubi  esset ,  sed  sicut  ex   passione  loquitar  homo 
incanrerato,  ul)ì  es  miseri  Et  alt  Adam:  Abscondi    me,  (^uia  nudus   sum ;  tunc  dixit   Deus:  nisi 
fuisses  iiiobediens,  nescires  te  e^ise  nuduni  :  (]ui  culpain  restorsit  in  Deum,  dicens  :  mulier,  quiim 
dedisti  niihi  Tecil  liaec  fieri;  mulier  rulpat  Deum,  allegando  serpentis  iistutiam.   Tunc  Deus  dedit 
sententiam  post  eonfessìonen)  culpae,  primo  rontra  sorpeiitem,  quod  gradiatur  sui>cr  pcctus  reptando 
per  torram,  licei  ego  viderim  in  parlibus  fllis  mullos  et  niaximos  eunles  medio  corporc  crcclo  oomino, 
quasi  mulieres  eunles  por  \iam  conspectu  eloi'ulis  gratis,  sed  non  contìnue.  Secunda  penitentìa,  quod 
comedat  lerrarn.   Tertia,   quod   iiisidieiur   ralmnoo  mulieris   nnrendo  et   ipsa  conterai  caput  eius 
calcando:  vestigium  enim  mulieris  occidit  serpentem  in  i)rofunda  fovea  latitantem ,  qaod  maxime 
comidrtum  est  in  Virgiue  gloriosa.  Nec  petixit  Deus  a  serpente  confessionem,  quia  non  dabatorsft»! 
locus  veniae,  sicut  hoinini  {M-nitenli.  Evae  autem  dedit  Deus  primo  viri   prelationem,  dolorem  in 
conceptu  et  parlu  lU  fetoreni,  et  laborem  in  pndis  nulrìlione  :  primo  enim  generassot  fllios  perfe- 
ctos  sine  defeclu.  Adae  autem  non  maledixit  Deus,  ut  dicit  Pantheon,  (jnia  primo  1>eDcdixit,  s^ 
alt,  maledicta  terra  in  opere  tuo:  cum  operatus  fueris  eam,  non  dabit  fructus  suos,  sed  spinaset 
Iribulos  germinabil  tihì  et  in  sudore  vullus   lui  ve>reris  pane  tuo.   Primo  enim   nec  terra   ftaiswt 
infruetUDs.i,  nei'  cum    tribulìs    inutililMis,   nec  cum   spini<.  Fecit  autem  eis  tunic-as  peli iceas.  DOS 
coiiiinuiiiti-r  dìi'inius  pellire.iN,  ri)«  liu<i  tainoii  dicjtur  fìlitrnx,  quia  de  quadam  materia,  quae  fllonUB 
1^1,  qii.-K'  ni-^i'itur  iTiter  sun'ulo'^  iinruill'irMin  ad  inudum  retis ,  sicut  portavi  et  dimisi  FioreDllM. 
Et  priiliibuit  Deus  esum  lìgni  vil.te.  Videle,  inquii,  Angelis,  nesumant  de  lìgno  titao,  et  viriotlB 


MARIGNOLLIS  377 


aeterouni ,  et  statini  Augilus  ccpit  Adam  per  brachiuni  et  pobuit  euiii  ultra  lacum  in  monlem 
Seyllanum,  ubi  fui  qualuor  mensibus  et  in  caso  posuit  Adam  pedem  dextnim  super  lapidem  qui 
adhuc  est,  et  statini  miraculo  Divino  forma  plantae  pedis  eius  inflxa  est  In  marmore,  et  usqne  hodie 
perseverai  et  est  magnitudo,  seii  longitudo  duorum  nostrorum  palmomm  et  dimidii  plus,  seu, 
quam  media  ulna  de  Praga,  quara  non  ego  solus  mensuravi,  sed  alius  peregrinus  Saracenus  Hispa- 
nus,  quia  vadunt  multi  ad  peregrìnationem  Adae.  In  alio  autem  monte  ad  quatuor  quasi  parvas 
dictas  exposita  etiam  fuit  per  Angelum  Eva.  Et  ut  historìae  illamm  gentium  narrant,  nec  sacrae 
scripturae  contradicunt,  fuerunt  ab  invicem  separati  diebus  quadraginta  in  luctu,  post  quos  Angelus 
daxit  Evam  ad  Adam  quodammodo  disperantem  :  et  consolatus  est  eos. 

De  mùnte  Sepllafw  Mstoria, 

•  Verum  quia  materia  requirit  et  credo  delectabile  et  aliquibus  proflcuum  hlstoriam  de  ^I- 
lano  duximus  presentibus  inserendam,  dummodo  placeat  Gesareae  Maiestati  ;  si  vero  non  placeat, 
obelus  citius  emendabit.  Et  primo  videndum  est,  quomodo  pervenlmus  ad  euro  et  qualiter,  secundo 
de  eius  conditionibus.  Primo  namque  cum  nos  dimissi  a  Kaam  summo  Imperatore  cum  donis 
maxirois  et  cspensis  transire  per  Indiam  temptaremus,  alia  via  per  terram  clausa  propter  guerras 
et  nullomodo  pateret  transitus,  praeceptum  fuit  Kaam  quod  venircmus  per  Ifauzi,  quae  olim  maxima 
India  vocabatur.  Habet  autem  Mauzi  civitates  et  populos  sine  numero  et  nobis  incredibilìa  sunt. 
Disi  vidissem  copiam  omnium  rerum ,  fructuum ,  quos  nunquam  gignit  terra  latina ,  et  civitates 
maximas  triginta  millia,  exceptis  villis  et  oppidis   inflnitis.  Et  Inter  illas  est  civitas  famosissima 
nomine  Campsay  mirabilior,  pulchrior,  ditior  et  maìor  cum  malori  populo  et  pluribus  divltiis  et 
dellciis,  edificiis  et  maxime  idolorum  tcmplis,  ubi  sunt  M.  et  duo  millia  religiosi  simul  habitantes, 
quam  aliqua  civitas,  quae  sit  in  mundo  vcl  forte  fuerìt  unqiiam.  Ubi  scribunt  scribentes  esse  decem 
millia  pontium  nobilium  de  lapide  cum  sculpturis  et  imaginìbus  principium  armatorum,  incredibile 
est  non  videnti  et  tamen  forte  non  mcntiuntur.  Est  etiam  Zaiton  portus  maris  mirabilis,  civitas  nobis 
incredlbilis,  ubi  Fratres  Minores  habent  tres  Ecclesias  pulcberrimas,  optimas  et  ditissimas,  balneum 
fnndaturo,  omnium  mercatonim  dcpositorium ,  habent  etiam  campanas  optimas  et  pulcberrimas , 
quarum  duas  ego  feci  fieri  cum  magna  sulemni tate,  quarum  unam  lohanniniam,  aliam  Antoninam 
decrevimus  nominandas,  et  in  medio  Sarracenorum  sitas.  Rccessimus  autem  de  Zayton  in  festo  san- 
cii Stephani  et  in  quarta  feria  majoris  ebdomade  pervenlmus  ad  Columbum,  Deinde  volentes  navigare 
ad  Sanctum  Thomam  apoitolum  et  inde  ad  Terram  Sanctam,  ascendentes  jnnkos,  de  inferiori  India, 
qoaie  Nimbar  vocatur,  in  vigilia  Sancii  Georgi,  tot  procellis  ferebamur,  quod  sexaginta  vicibus  vel 
amplius  fuimus  quasi  demersi  sub  aqua  usque  ad  profundum  maris,  et  solo  divino  miraculo  evadentes, 
tot  mirabilia  vidimus,  seu  ardere  mare,  dracones  ignivomos  volantes,  et  occidentes  aliorum  junkorum 
personas  in  suo  transito,  nostro  Divina  ope  manente  illeso,  virlute  Corporls  Christi,  quod  portabam, 
et  meritis  Virginis  gloriosae  etSanctae  Clarae.  Et  quia  omnes  Christianos  induxeram  ad  lamentum 
el  penitentiam,  ipsaque  procella  durante  dedimus  vela  venlis,  nos  Divino  regìmini  committentes , 
de  solis  animabus  curantes.  Divina  autem  clementia  nos  ducente,  die  inventionls  sanctae  Crucis 
invenimus  nos  perductos  ad  porfum  Seyllani  nomine  pervilis,  ex  opposito  paradisi,  in  quo  domi na- 
bator  contra  verum  Regem  Tyrannus  quidam  nomine  Goya  Paan  castratus,  pessimus  Sarracenus,  qui 
prò  mag^a  parte  occupaverat  rcgnum,  propter  inflnitos  Ihesauros,  quos  bahebat,  qui  tamen  prima 
(àcie  nos  honoravil  fiele,  postmodum  curialiter  nomine  mutui  accepit  nobis  LX.  M.  marcarum  in 
auro,  in  argento,  serico,  pannis  aureis,  lapidibus  preciosis,  perlis,  camphora,  musto,  mirra  el 
aromatibus  ex  dono  maximo  Kaam  et  aliorum  principium  et  Xenia  missa  Papae  et  fuimus  curia- 
liter capti  quatuor  mensibus. 

t  In  isto  altissimo  monte  forte  post  paradisum  altiore,  qui  sit  in  terra,  putant  quidam  esse 
paradisum  el  male  quia  nomen  contradiclt;  vocatur  enim  ab  incolis  Zindanbaba;  babà  id  est  pater, 
et  marna  id  est  mater  in  omni  idiomate  mundi,  et  Zindan  idem  est  quod  infernus  patris,  quia  ibi 
de  paradiso  expulsus,  positus  fuit  pater  quasi  in  inferno.  In  isto  etiam  altissimo  monte  est  cacumen 
snpereminens,  quod  raro  videri  potest  propter  nebulam.  Deus  autem  mlsertus  lacrimis  nostris, 
quodam  mane  in  aurora  fecit  ipsum  luminosum,  et  vidimus  flammam  clarissimam  illustrantem 
ipsum.  In  descensu  collis  ejusdem  montis  est  planitìes  altissima  pulcra,  in  qua  sunt  per  ordinem, 
primo  forma  pedis  Adae,  secundo:  Statua  quaedam  sedens,  sinistra  manu  super  genu  quiescente, 
dextra  levata,  extensa  contra  oceidentem.  Item  domns  eius,  quam  fecit  matiibus  suis  quasi  perroo- 


378  MARIGNOLLIS 


dum  sepulcn  qiiatiraiigulu  iililuiiga  liustio  in  medio  de  luaximis  lapidibus  marniureU  UbalU  non 
muratis,  sed  sappositis.  Dicunt  incoUc,  maximi  reiigiosi,  qui  stani  ad  pedes  montis  sine  fidesas- 
ctissimae  vitae,  quod  illuc  nunquam  ascendit  diluvium.  Ideo  est  permaneos  domns  Illa,  sonmianKs 
contra  sacram  scripturam  et  dieta  sanctorum;  ipsi  tamen  habent  prò  se  argomenU  appaientii 
valde,  et  dicunt  se  non  descendissc  de  Caym,  nec  de  Setb,  sed  de  aliis  flliis  Adae,  qui  gennilflUoi 
alios  et  Alias;  quia  tamon  est  contra  sacram  scripturam,  pertranseo.  Nunquam  lamen  eomediiDt 
carncs,  quia  Adam  nec  alii  cumederunt  carnes  usque  post  diluvium.  Nudi  vadunt  a  lambii  et 
sursum,  et  prò  certo  sunt  boni  moris.  Habent  domos  de  foliis  palmarum,  quae  cam  digito  fran- 
gerentur  et  disporsas  per  silvas,  plenas  divitiis;  et  tamen  .securissime  habitant  a  faribns,  niùsiat 
aliundc  et  inopos  vagadundi.  In  codem  monte  versus  paradisum  est  fons  maximus  bene  deeen 
miliarum  italicorum  aquis  opttmis  perspicuus  quem  dicunt  derivari  de  fonte  paradisi  et  ibi  eram- 
pere,  quod  probant;  quia  nliquando  erumpunt  de  fundo  quaedam  folia  ignota  et  in  magna  copia, 
lignum  alocs,  et  lapides  pretiosi,  sicut  Carbunculus  et  Saphirus,  et  poma  quaedam  ad  Mnitatfm 
■Dicunt  etiam  lapillos  ilio  causatos  de  lacrimis  Adae,  quod  falsum  omnino  videtur.  De  moltii aliis 
pertranseundum  puto  ad  praesens. 

De  horto  Àdae  et  fruciibus  iptiui. 

•  Sunt  cnim  in  borio  ilio  Adae  de  Seyllano,  primo,  musae,  quas  incolae  flcus  vocanl.  Masi 
aulem  magis  videtur  pianta  hortensis  quam  arboa.  Est  enim  grossa  arbor,  sicut  quereus,  ettanlae 
teneritudinis,  quod  forlìs  bomu  |K)sset  eam  digito  perforare,  et  exit  de  ea  aqua  contlnae;  folla  istiv 
musae  sunt  pulcherrima,  longa  et  lata  valde,  viriditatis  smaragdi,  ita  quod  de  foliis  illis  tacioat 
tohalias  in  uno  prandio  tantum;  quando  etiam  primo  nascuntur  pucri,  post lotionem condilos sale 
et  aloes  et  rosis,  involvunt  ods  sine  fascia  in  fuliis  istis,  et  In  arcnam  ponunt;  folia  Illa  sunt 
longitudinis  secundum  magis  et  minus  bene  decem  ulnarum,  et  similitudinem  nesclmns  ponere, 
nisi  emilac  campanae.  Fructum  producit  tantum  in  sumniitate,  et  in  uno  bacalo  faciaot  bene 
treccntos  fructos  et  prius  non  valent  ad  comedendum  ;  applicantur  in  domo  et  sani  optimi  odoris 
et  mclioris  saporis,  et  sunt  Inngi  ad  modum  longorum  digttorum  manus,  et  per  se  alando  mato- 
rantur.  Et  istud  vidimus  oculis  nustris,  qui  ubicumquc  inciditur  per  transversam,  in  atraqve  parte 
incisurae  videtur  imago  hominis  crucilixi,  quasi  si  bumo  cum  acu  scuipsisset,  et  de  istis  foliis  Ocu 
Adam  et  Eva  fecerunt  sibi  perizomata  ad  couperiendaro  turpitudinem  suam.  Sunt  ibi  et  aliae 
artNires  muKae  et  fructns  mirabilcs,  quos  nunquam  vidimus  bic,  scilicet  nargìllns.  Est  aotem 
nargillus  nu\  Indirà;  arbur  eìus  est  in  <\>rtice  delicalissinia;  fi)lia  hal)et  pulcberrinia,  quasi  palata, 
de  quibus  fiunt  xportae,  se\taria,  cooperiunt  domos  de  ligno,  scilicet  bastas  et  trabes,  de  callo 
sive  xcorlia  faciuul  funes,  de  U-sta  cuppas  vi  Nas.  Item  contra  venenum  flunt  de  ipsis  coclearea: 
in  tosta  osi  carnositas  duorum  digitoruni  optima  ad  comendum,  quasi  amigdala;  comburitur  etiam, 
et  .sir  til  inde  oleum  optimum  et  Zukara.  Intus  est  liquor,  ad  modum  lactis  bullìt,  et  sic  fltinde 
oleum  optimum,  et  Zuiiara.  Intus  est  liquor;  ad  modum  lactis  buUit  et  flt  viuum  optimum.  Est 
ibi  alia  arbur,  qnar  vocatur  Amburanus  optimi  odoris  et  saporis  quasi  ad  modum  persici.  Est  et 
alia  arl)or  mirabilis  nomine  Ciakeharuhe  ingens,  quasi  <iuercus  ;  in  grosso,  non  in  ramis  produrit 
fructos  mirabiles  ad  magnitudinem  unius  grossi  agnelli,  vel  pueri  trium  annorum;  cortex  ejus 
dura,  ut  pini  apud  nos;  inciditur  securi;  habet  intus  c4irnositatcm  plenam  omnis  saporis,  soavilaie 
quasi  mellis  et  optimi  peiMmìs  it^ilici ,  et  bene  quingenas  castaneas  continent  eiusdem  saporii; 
quando  sunt  coctae,  bene  romestibiles;  fructus  alios  non  recordor  me  vidisse,  nec  pira,  nec  poma, 
nec  llcus,  neo  vites,  nisi  quue  faciunt  tantum  folia,  non  racemos.  Nisi  quod  in  Ecclesia  Salirti 
Thomae  Apostoli  pnlcberrima,  ubi  ipse  fuit  Episcopus,  est  vinca  parva,  faciens  panim  vini,  quam 
vidi;  dicitur  autem  ;  quando  ivit,  portavit  secum  parum  vini  prò  mìssis,  sicut  ego  feci  annis quasi 
duobus,  «luo  deficiente  ivit  ad  paradisum,  ministiTio  angelico  introductus,  portavit  secum  de  uvi* 
illis,  et  grana  seminavit,  et  crevit  vinca,  et  fecit  sibi  vinum,  et  ego  vidi  eam  ibi:  alibi  tamen 
sunt  vites,  uvas  tamen  non  faciunt  et  probavi:  similiter  peponeii  et  cucurbitas,  nullam  berbam  vel 
olerà  comestibilia  vidi,  nisi  silvas  de  basilico.  Ista  sunt  in  orto  Adae.  Sed  de  qua  arbore  fhicliun 
comedcrit,  ignoratur;  tamon  per  coniecturam  lial)eri  potest  quia  do  Cedro,  nam  scribitur;  ipK 
lignum  lune  notavìt,  damna  tigni  ut  soixerct.  Fuerunt  itaque  in  ligno  crucis  palma,  oliva,  cipressos, 
et  cedrus,  qui  solus  dicitur  esse  fructus  delecLibilis  ad  manducandum,  ut  tale  videtur  iignom  cncis 
apud  Dnminum  nostrum  Karolum  impcralorem  in  sua  cruce,  quam  vis  llli  dlcant  de  musa,  qiM 


MARI6N0LLIS  379 


dicitar  ficus,  et  repraesentat  imaginem  cruciflxi,  tioc  sine  prejudicio  et  assertione.  De  predictu  aulem 
frartu  dicit  quaedam  glosa  liebraica  super  illud  proverbium  Ezecliielis:  Paires  eomederunt  uvam 
aeerbam,  et  dentet  fUìorum  obstupuerunt  ;  ubi  enim  nostra  litera  hahet  patres,  hebraica  veritas 
habet  Adam,  scriptum  aliis  et  aliis  flguris.  Nam  Adam  uno  modo  apud  eos  scribitur,  quando 
signiflcat  parentes,  seu  virum  et  uxorem  juxta  illud  Genesis;  vocavit  nomen  eorum  Adam  in 
numero  plurali.  Aliis  lìteris  scrlbitur,  quando  signiflcat  tantum  virum,  sicut  in  nostra  lingua  dicitur 
kic  et  haee  homo  et  alio  modo  dicitur  hic  vir.  Sed  non  habemus  distinctos  apices  et  sonantes  per 
se,  sicut  hebraei.  Nam  Sem  scribitur  aliquando  per  Zade ,  alio  modo  per  Samech ,  et  ita  Abram 
aliquando  per  Aleph,  aliquando  per  he»  et  vario  signiflcat  modo;  Adam  eomederunt  uvam  aeerbam, 
Sed  non  consonat  haec  glosa  nostris  doctoribns,  quia  in  cruce  non  fuit  lignum  vitis.  Idem  de  flcu, 
de  quo  tenent  fllii  Adae  de  Seyllano,  nec  de  musis  propter  eamdem  causam,  non  obstante,  quod 
fecerunt  perizomata  de  foliis  illis  propter  magnitudinem  foliorum.  De  olivis  nullus  dicit,  nec  de 
dactilis,  quamvis  sint  delcctabilcs.  Fuit  tamen  palma  in  cruce,  sicut  bene  apparet  in  Ugno  Impe- 
rialium  Reliquiarum  aperte  meo  judicio.  Si  enim  vera  esset  relatio  Yiterbiensis  in  Pantheon^  tunc 
non  esset  quaestio  :  dicit  enim,  quod  quando  Adam  fuit  inflrmus,  roisit  fllium  suum  ad  paradisum, 
petendo  oleum  misericordiae  repromissum.  Angelus  custos  paradisi  dixit:  nondum  est  tempus; 
tamen  accipe  tres  istos  ramos,  seu  olivae,  cedri  et  cipressi;  et  pianta;  quando  facient  oleum,  tunc 
pater  tuus  surget  sanus.  Venìt  Seth  et  invenit  patrem  mortuum  in  Ebron  et  contorsit  tres  ramos 
istos,  et  plantavit  super  corpus  Adae  et  statim  facti  sunt  unum.  Tandem  arbor  Illa  crescens  tran- 
spiantata  fuit,  primo  in  monte  Libani,  postmodum  prope  lerusalem  et  est  ibi  hodie  monasterium 
Grecorum,  ubi  fuit  incisum  illud  lignum,  et  est  sub  altari  fossa  illa,  et  vocatur  monasterium  ex 
eventu,  Mater  crucis  in  bebraico,  et  illud  lignum  fuit  revelatum  Salomoni  per  Reginam  Saba,  quod 
Salomon  sepeliri  fecit  sub  profundissima  turri,  et  facto  terrae  motu  in  nativitate  Christi  erupit, 
scisso  fundamento  turrls,  et  illius  virtute  facta  fuit  probatica  piscina. 

De  amictu  Parentum. 

» 

•  Fecit  autem  Dominus  Adae  et  uxori  eius  tunicas  pelliceas  et  induit  eos.  Sed  queritur  de 
qulbus  pellibus,  vel  de  novo  creavit,  quod  non  sapit;  vd  animai  occidit,  quod  non  placet;  quia 
noodum  erant  muitipllcata  per  generationem ,  et  duo  et  duo  tantum  in  principio  creata  fuisse 
creduntur;  ideo  videtur  sine  assertione  dicendum,  quod  non  pelliceas  tunicas  est  legendum,  sed 
flllceas.  Nan  Inter  folla  nargillorum,  de  quibus  supra  dictum  est,  nascuntur  flla  ad  modum  telae, 
staminis  quasi  grossi  et  rari  sicci,  de  quibus  etiam  hodie  flunt  apud  illos  et  apud  Jndaeos  vestos 
prò  pluvia  rusticorum,  qui  vocantur  camalli,  portantes  onera,  et  etiam  homines  et  mulieres  portanl 
soper  scapulas  in  lecticis,  de  quibus  in  canticis  ;  ferculum  fecit  sibi  Salomon  de  lignis  Lybani,  ìd 
est  lectulum  portatilem,  sicut  portabam  ego  in  Zayton  et  in  India.  Unam  talem  vestem  de  fliis 
illis  camallorum,  non  camelorum,  portavi  ego  usqne  Florentiam  et  dimisi  in  sacristia  Minorum 
similem  vesti  Ioannis  Baptistae.  Nam  pili  camelorum  sunt  delicatior  lana,  quae  sit  in  mundo  post 
serìcum.  Fui  enim  aliquando  cum  inflnitis  camelis  et  pullis  camelorum  in  deserto  vastissimo 
descendendo  de  Babilon  confusionis  versus  Aegyptum  per  viam  Damasci  cum  Arabibus  inflnitis . 
Nec  in  Seyllano  sunt  camelì,  sed  elepbantes  innumeri,  qui,  licet  sint  ferocissimi,  raro  tamen  nocent 
homini  peregrino.  Ego  equitavi  super  unum  Reginae  Sabae,  qui  videbatur  habere  usum  rationis, 
si  non  esset  contra  fldem. 

De  vietu  Parentum, 

«  Vlxerunt  autem  in  Seyllano  primi  parentes  de  fructibus  istis,  et  bibebant  lac  animalium, 
non  carnesante  diluvium,  sicut  nec  adhuc  comedunt  homines,  qui  se  dicuntfllios  Adae,comede- 
ront.  Fuit  autem  positus  Adam  in  monte  Seyllano ,  et  inceplt  ibi  ediflcare  domum ,  ut  dictum  est 
sapra,  de  tabulis  maximis  marmoreis  etc.  Ibi  habitant  homines  religiosi  (  Buddhisti)  et  mundissimi, 
immo  tantae  munditiae  quod  nullus  habitaret  io  domo,  ubi  spuisset  aliquis,  immo,  quamvis  raro 
spoant,  tamen  vadunt  longe  tam  prò  sputo  ,  quam  prò  alia  materia.  Comedunt  tantum  semel  in 
die,  numquam  bis;  nullum  potum  praeter  lac  et  aquam  bibunt,  orant  mundissime,  scribunt  primo 
in  arena  digito,  et  sic  docent  formare  literas  pueros,  postmodum  stilo  ferreo  in  foliis  papiri,  sci- 
licet  arboris  cnitisdam.  In  claustro  sunt  doae  arbores  dlssimiles  in  foliis  ab  omni  alia;  sunt  cir- 


:)80  ^  MARIGNOLLIS 


cumdutac  curonis  aureis  elgeiiiiuis,  ci  luminaria  suntant«  eas  et  illas  colanUlali  eliam  nuiMpuB 
in  crastinum  scrvant  aliquid  in  domo  sua,  io  arena  jacent,  nudipedes  incedont,  bacnlos  innaatt 
gestant;  tunica  quasi  Fratrum  Minorum  sinc  capacio,  et  mantello,  ad  modum  ^kostoiorom  pli- 
catu  bupcr  humerum,  sunt  contenti.  Vadunt  omni  mane  processionai  iter  prò  prandio 
rlsum,  uccurrunt  eis  Principes  cum  maxima  devolione,  velalìiet  dant  ad  mensuram  et 
pcrsonarum,  lixum  in  aqua  comedunt  cum  lacte  nargillorum  et  musis.  Haec  vidi  ocolls  iiiels,et 
feccrunt  mihi  fcstum,  quasi  csem  de  ordine  eorum. 

De  cuUu  poti  diluvium. 


t  Gcnuit  autem  Sem  xziiii  Principes  familiarum,  Caam  xxxiu,  laphet  pater  Doster  xv,  et 
tot  postmodum  divisao  sunt  linguac  minus  tantummodo  una  etc.  ArCaxat  (llias  Sem  anno  aetatis 
XXXV  genuit  Sola  vel  Sale,  a  quo  India  populata  est  et  divisa  in  tria  regna.  Quorum  prtmum  vo- 
catur  Malici,  olim  Cpn  .  ubi  usque  bodic  est  portus  et  civitas  nobilis ,  quae  dicitar  Cynkalao, 
id  est  magna  India,  nam  Kalan  est  magnum  ad  torram  secundac  Indiae  quae  dicitur  Nymbar, 
ubi  est  Cynkali,  id  est  parvum,  parva  India.  Secundum  Indiae  rcgnum  vocatur  Sffmbar,  dcqao 
loquitur  beatus  Augustiuus,  de  philosophis  caninis,  qui  ideo  Canini  dicti  sunt,  quia  oatnram 
canum  imilari  doccbant,  ne  videlicet  de  naturalibus  bomo  verccundari  deberel,  nectamen  potw- 
runt  persuadere  pupulis,  quod  etiam  lllii  non  verecundarentur  coram  patrìbus  balneari,  vel  pn- 
diMida  ostendere.  Ibi  esl  civitas  Columbi,  ubi  nascitur  piper,  de  quo  supra.Tertia  proviocU India 
viicatur  Maabar,  ubi  est  Ecclesia  Sancti  Thomae,  quam  manu  propria  editlcavit,  et  alia  quamedi- 
flcavit  cum  opcrariis,  quibus  solvebat  de  lapillis  maximis,  quos  vidimus,  et  de  uno  Ugno  inciso 
in  monte  Adae  in  Scyllano,  quod  fecit  sccari,  et  de  pnlvere  secaturac  sunt  arborea.  Fuit  anien 
lignum  illud  ita  maximum  incisum  per  duos  sclavos  suus,  et  ipsius  cingulo  tractum  in  mare,  et 
precepit  ligno,  diccns:  vade,  exptn^ta  nos  in  portis  civitatisJItrapoIis,  (  Meliapur)  quo  cum  pervenisse! 
Rox  cum  luto  esercita  suo,  conabatur  trabere  in  terram,  nec  movere  potuenint  homines  decem  millia; 
lune  supervenit  Sanctus  Thomas  Apostolus  indutus  camisia,  stola  et  mantello  de  pennis  pav<»iam 
super  asinum,  sociatus  duobus  illis  sclavis,  et  duobus  magnis  leonibus,  sicut  pingitur,  et  dama- 
vit:  nolitc  inquit,  tangere  lignum,  quia  meum  est.  Unde,  inquit  Rex,  probas  tuum?  Qui  solvens 
funiculum,  quo  erat  precinctus,  procepit  sclavis,  ligate  lignum  et  trabile  in  terram,  quo  (acillime 
in  tnrrani  Irarto,  llex  cunvertitur  vi  donai  sibi  de  terra,  quantum  voluit  cum  asino  circuire.  Ec- 
clesi.'is  l'tiiiirat  in  civitale  in  die,  sed  noote  ad  tria  miliaria  italica  fcrebatur,  ubi  sunt  pavones  in- 
nuniori,  unde  sagiltas,  quam  fricciam  vocant,  in  latore,  sicut  misit  manum  in  latus  ClirisU,  per- 
cussus,  bora  coinplclorii  ante  suum  uratoriuni  iarens  ol  sanguineni  sacrum  totum  per  latus  effUu- 
dens,  tota  nucte  prrdiraiis ,  mane  rttldil  animam  Di'u.  Sacerdotes  tunc  terram  illam  sanguine 
mixlam  collegerunt,  et  secum  sopoilerunt,  de  qua  vidi  expressum  miraculum  in  Persona  niea 
duplìcatuni,  alibi  rocitandum.  Mirum  autem  continuum  ibidem  apparel,  tam  de  apertione  maris, 
quam  de  pavonibus,  ci  quia  quanto  plus  trahitur  terra  de  i Ila  fovea  una  die,  tantum  scaturii  alia, 
de  qua  bibita  rurantur  languores,  lam  per  Christianos,  qunm  per  Tharlaros  et  paganos ,  finnt  aperta 
miracola,  bedit  etiam  Rex  iile  statcrani  ponderis  piporis  beato  Thoma(>,  et  omnium  specierum  aro- 
matum  in  aeternum,  quam  nullus  potest  eis  auferre  sine  periculo  mortis.  Fuimus  ibi  diebus  qua- 
tuor;  ibi  est  summa  porlarum  piscalio. 

« , 

t  De  monstris  quae  bysturiac  vp|  fabulac  llngunt  vel  pinpunt  et  dicunturesse  in  India,  de 
quibus  eliam  beatus  Augustinus  Lib.  de  cìvitate  Dei  xvi  facit  memoriam,  pula  quod  sunt  qui  tan- 
tum in  fronte  unum  habcnt  oculum,  quidam  plantas  vcrsas  posi  cnira,  quibusdam  utriusquese- 
xus  naturam,  et  dextram  mammam  virilem,  sinislram  ntuliebrem  esse  flngunt,  ali i  sine  capite  et 
sine  ore,  in  pectore  tantum  babere  foramen.  Alii  ptr  nares  tantum  alitu  vivere,  aliì  statura  cubi- 
tali cum  gruibus  dimicare.  Alii  octavuni  annuni  non  excedere,  quinquies  concipere  et  parere.  Alii 
sine  iunctura,  alii  supini  jacentes,  plantam  pedis  unibram  sibi  faciendo,  quidam  babentes  capita 
canina,  yppopotanios  ci  alia  multa  monstra  poctac  fliixiTunt.  De  istis  omnibus  si  concludit  bea- 
tus Augustinus,  ani  nullo  mudo  sunt,  aut  si  snnl  et  ratiunc  utunlur  vel  uti  possunt,  ex  Adam 
omnes,  homines  sunt,  aul  monslra  in  natura;  sunl  tamen  ex  Adam,  sicut  Inter  nos  aliquaodi» 
nata  sunl,  panca  in  illis  partibus  et  in  loto  genere  humanosunt  multa,  sicut  ponlt  exemplnmdc 


MARIGNOLLIS  381 


vaiiis  gibbosìs,  de  homine  babente  sex  dìgitos  et  de  aliis  maltis Ego  tamen,  omnium  prò- 

vindarum  indorum  cariosissimas  peragrator,  sicat  sepe  plus  babai  animum  curiosum  quam  vir- 
taosam,  volens  omnia  nosse  si  possem,  et  qui  plus  dedi  operam,  ut  puto,  quam  alius,  qui  le- 
gatar  vel  scialur  ad  investigandum  mirabilia  mundi,  et  transivi  per  principaliores  mundi  provin- 
cias  maxime  ubi  totius  orbis  mercatores  conveniunt,  scilicet  in  insula  dieta  Ormes  (Ormuz),  nunquam 
potui  investigare  prò  vero  tales  gentes  esse  in  mundo ,  immo  ipsi  a  me  petebant  ulrum  essent.  Nec  est 
aliqua  natio  talis,  nisi  ut  dixi,  monstrum,  nec  illi  qui  flnguntur  uno  pede  sibi  umbram  faeere, 
sunt  natio  una,  sed  quia  omnes  Indi  communiter  nudi  vadunt,  portant  in  arundine  parvum  papi- 
lionem  semper  in  mann,  quem  vocant  Cyatpr  (il  sanscrito  ch'atra  ombrello,  onde  eh' atrin  om- 
brellifero), sìcut  ego  babui  Florenciae  et  extendunt  contra  solem  et  pluviam,  quando  volunt; 
istud  poctae  (Inxerunt  pedem. 

Incidens  de  quodam  Indo  bapHzato. 

•  Cum  etiam  essem  in  Columbo,  cum  principibus  illis  Christianis,  qui  ModiUal  vocantur  Domini 
Piperis,  ante  Eccle^iam  quodam  mane  venit  bomo  nudus  a  lumbis  supra  venerandae  staturae,  alba 
barba ,  solo  pallio  coopertus  cordala  nodosa  ad  modum  stolae  diaconi ,  et  toto  corpore  in  arena 
prostratus  adoravit,  caput  ter  ad  solum  percutìens  ;  tandem  surgens  cepit  pedes  meos  nudos  osculari 
desiderans;  prohibitus  autem  surrexit;  postmodum  residens  in  arena  per  interpretem  flllum,  qui 
captus  aliquando  a  Piratis  venditus  fuit  enidam  lanueniti  mercatori  et  baptiiatus,  et  casa  tunc 
erat  nobiscum  et  patrem  ex  circumstantiis  recognovit ,  dixit  nobis  totam  vitim  suam.  Numquam 
cames  comederat,  nunquam  nisi  unam  cognoverat  causam  prolis  procreandae,  quatucir  mensibus 
in  anno  purissime  ieiunabat,  granum  risii  parum  in  aqua  bnllitum  et  fructus  et  herbas  de  sero 
manducabat ,  in  oratione  pernoctabat ,  et  antcquam  intraret  oratorium  suum ,  corpus  totum  aqua 
lavabat,  et  induebat  mundissimam  lineam  vestem  ad  hoc  solummodo  preparatam;  tunc  intrabat 
et  eolebat  diabulum  in  idolo  sao  purissima  devotione,  et  erat  sacerdos  totius  insulae,  quae  sita 
est  in  ultimis  finibus  Indorum.  Deus  videns  eius  pnritatem  illuminavit  eum  primo  per  sapientiam, 
tandem  demon  coactus  per  os  idoli  dixit  sibi;  non  es  in  via  salatis;  ideo  precipit  tibi  Deus,  ut 
vadas  in  Columbum  itinere  per  mare  annorum  duornm;  ibi  invenies  nuncium  Dei,  qui  docebit 
te  viam  salutis;  ideo,  inqnit,  veni  ad  pedes  tuos,  paratns  in  omnibus  obedire,  et  quod  plus  est, 
in  somnis  vidi  faciem  tuam,  sicut  modo  agnosco.  Tane  cum  lacrimis  facta  oratione  confortantem 
eum^dedimusslbi  fllium  suum  baptizatum  interpretem  et  doctorem.  Tunc  post  tres  menses  instructum 
baptizaTimus  Michaelem  vocantes  et  percepta  benedictione  remisimus  ipsum,  promittentem  quod 
fldem  quam  didicerat  aliis  predicaret.  Haec  hystoria  utilis  est  ad  ostendendum  quod  non  est 
personarum  acceptio  apud  Deum ,  sed  quicumque  legem  scriptam  in  corde  adeo  servat ,  quod 
slgnatum  est  super  nos  lumen  vultus  tui.  Domine,  acceptus  est  illi  et  docct  viam  saluti*.  Utrum 
autem  iste,  quia  per  duos  annos  navigans  per  mare  et  per  Indorum  insulas  olim  ignotas  aliquid 
vidisset  de  monstris  istis,  vel  saltem  audisset,  inquisivimus ,  qui  omnino  nihil  scivit.  Nec  etiam 
apud  Reginam  Saba,  ubi  tamcn  oritur  sol  modo  opposi to  nobis,  et  in  meridie  transit  umbra  viri 
ad  dextrum,  sicut  bic  ad  sinistrum,  et  occultatur  ibi  polus  articus  nobis  gradibus  sex,  et  antarticus 
totidem  elevatur,  sicut  Dominus  Lemon  de  lanua  nobilis  astrologus  nobis  ostendit  et  multa  in 
astris  mira.  Sunt  tamen  bene  quidam  gigantes,  quorum  unum  vidi,  cui  non  potui  cum  capite 
attingere  ultra  cingulum,  turpissimae  flgurae  et  fetidae  valde.  Sunt  homines  silvestres  in  silvis 
cnm  flliis  et  nxoribus  nudi  et  pilosi  habitante-s,  inter  homines  non  apparent,  et  raro  potui  videre 
aliquem,  quia  abscondunt  se  in  silvis,  quando  sentiunt  homines  transeuntcs,  faciunt  multa  opera, 
seminant  et  coUigunt  biada,  et  multa  alta,  et  quando  mercatores  ad  eos  vadunt,  ut  vidi,  illi 
exponunt  venalia  in  medio  viae,  et  fugiunt  et  stant  absconsi,  tunc  currentes  vadunt,  et  ponunt 
pretlum,  et  mercator  accipìt  res  relictas.  Sunt  etiam  monstruosi  serpentes,  et  fere  sicut  habet  in 
clausura  sua  Pragensi  Dominus  imperator  Carolus.  Sunt  etiam  animalia  quaedam,  quasi  ad  flguram 
homìnis,  maxime  apud  reginam  Saba,  et  in  claustro  de  Campsay,  in  ilio  famosissimo  monasterio, 
abi  sunt  tot  monstruosa  animalia  quae  volunt  esse  animas  defunctorum.  Sed  ex  certa  scientia 
didici  esse  animalia  irrationabilia ,  nisi  quod  diabolus  utitur  eis,  sicut  olim  lingua  serpentis 
demerentibus  illis  inftdelibus  propter  infldelitatera  eornm,  alias  vita  illoram  in  religiosis  moribus 
et  oraiionibus  contenta  et  Jeiuniis,  si  essent  in  vera  nde,  excederet  omnem  observatiam  et  conti- 
oentlam  nostram.  Yeniunt  cnim  Illa  animalia  ordinarie  ad  comedendum  dato  signo,  vcrum  tamcn 


38:2  NARIGNOLLIS 


nunquam  venerunt  cruce  presente,  post  venerunt  cruce  recedente,  ideo  concludo  quod  ista  fflonslra 
homines  non  sunt,  lìcet  videantur  habere  aliquos  actus,  sed  sunt  sicul  timeae,  quas  si  nanqnam 
vldissemiu» ,  pataremus  hominet  ette,  nisi  cautum  illa  monstre,  ut  dixi,  quae  nata  sunt,  prieler 
consueludinem  de  Adam.  Nec  putandam  est,  ut  dicit  beatus  Augustinus.  antipodes  esse  quasi 
homines  plantas  con  tra  nos  tcnentes,  quod  nullomodo  putandum  est,  quia  terra  Armala  esl  saper 
aquas,  et  ut  experientia  eerta  didicimut,  dividendo  oceanum  in  modum  crucis,  duae  quadrae  sani 
navlgabiles,  et  due  aliae  nullo  modo.  Noluit  enim  Deus  quod  homo  posset  circuire  per  mjure 
totum  mundum.  Ermafroditam  vidimus,  pon  tamen  generantem,  slcut  est,  nequo  ctiam  molus 
generat. 

De  Yotfoda  PonUfUe, 


«  Dicunt  etìam  illi  de  Saba,  quod  ibi  nunc  etlam  aliquando  apparet  et  est  ibi  foDS,  onde 
dicnnt  eum  blbisse  in  pede  montis,  et  ego  bibi  de  fonte  ilio,  non  tamen  potui  ascendere  montem 
illum  beatum  (GybeitJ  gravatus  inflrmitate  propter  fortisslmum  venenum,  quod  blberam  in  CohtmbOp 
mihi  propinatum  ab  bis,  qui  volebant  repere  quae  habebam,  quamvis  proiicerem  frustretim  spolla, 
cames  omnium  intestinorum  cum  infinito  sanguine,  et  passus  fuerlm  tertiae  speciei  Incarabilem 
dissenteriam,  monsis  quasi  undecim,  de  qua  forte  nullus  dicitur  alius  evasisse.  Deus  tamen  misertus 
est  mei ,  ut  refcrrem ,  quae  vidoram  et  auxilio  cujusdam  medicae  illìus  reginae  evasi,  quae  cam 
succis  herbarum  tantum  et  abstinentia  me  curavlt.  Rcgtnam  etiam  illam  frequenter  vidi  et  solemniter 
benedlxi,  et  super  eius  elefantem  equitavl,  et  in  eius  convivio  glorioso  fui,  et  ipsa  me  in  conspectu 
totius  civitalis  in  solio  residentem  hunoravit  dunis  roagnitlcls,  nam  cingulum  aurenm,  sicut  ipsa 
donabat  prlnciplbus  institutis  mihi  donavit,  quam  latrones  mihi  acceperunt  in  Seyllano.  Donavit 
etlam  mihi  vestes,  petias  integras  pretlosas  subtiles,  centum  quinqnaginta,  de  quibus  novem  recepì 
prò  Domino  Papa,  quinque  prò  me,  sociis  principalibus  dedi  tres  prò  quolibct,  minoribus  daos, 
et  omnes  alias  in  eius  conspectu  distrbui  immediate  astantlbus  servitorlbus  eius,  ne  essem  avams, 
ffuod  fuit  summe  commendatum  et  magnificum  reportatum.  Hoc  incidens  non  despliceaL  • 

Da  questo  saggio  si  vede  l' importanza  grendissima  della  pubblicazione  fatta  dal  Colonnello 
YuLE,  la  quale  aggiungo  nuovo  giurie  all'  Ordine  Minoritico. 

Ora  metteremo  qui  alcune  noto,  o  schiarimenti,  con  cui  il  Chiarissimo  De  Gubbrnatis  spiega 
qualche  vocabulu  uscuro,  dei  capituli  riferiti,  o  fa  avvertire  la  rispondenza  o  dissonanza  delle 
notìzie  storiche  che  dà  il  De  Marh;nollis,  e  della  sua  scienza  con  i  presenti  studi. 

Nel  primo:  De  Creatione,  fa  avvertire  •  essere  notevole  il  contrasto  del  modo  con  cui  furono 
accolti  i  nostri  italiani,  Giovanni  da  Montecorvino,  Marco  Polo  e  Giovanni  MarignoUi  nel  secolo  XIII 
e  XIV,  con  quello  che  usanu  i  Cinesi  da  qualche  secolo  in  qua  nell' accogliere  ogni  maniera  di 
stranieri.  Ma  non  doversi  neppure  dimenticare  la  diversa  maniera  che  tenevano  i  nostri  primi 
intrepidi,  ma  cavullereschi  viaggiatori,  e  gli  odierni  forse  troppo  violenti  e  cupidi  esploretori  di 
terre.  •  Ed  inoltre,  «  iieH* originalo  ingresso  che  fecero  alla  corte  dell'Imperatore  della  Cina,  essere 
qualcosa  di  grandioso.  Invece  d'inchinarsi,  di  umiliarsi  al  sovrano  orientale,  MarignoUi  entra 
gioriosamrnte  come  un  conquistatore,  fatto  forte  della  sua  fede  cristiana,  ed  obbliga  l' Imperatore 
ad  inchinarsi  a  lui  per  ricoveri' la  t>enedizione.  •  Nota  anche  nel  Francescano  «  l'irresistibile  buon 
umore  fiorentino.  Il  quale  in  una  descrizione  di  viaggio  fatto  cosi  lontano  ad  una  città  dell' 
importanza  di  Pekino,  ove  egli  rimase  quasi  quattr'anni,  trova  posto  speciale  al  ricordo  di  cosa  che 
nessuno  si  attenderebbe  di  trovare  indicata  in  una  cosi  breve  e  sommaria  relazione  di  viaggio  ( cìoìmI 
papirum  prò  laternit,  che  egli  e  i  suoi  compagni  ricevevano  col  resto  della  Corte  di  Pekino).  • 

Ancora,  il  Mxrzi,  o  Manzi,  che  quivi  nomina,  e  in  altro  luogo  poi  dice  Maxima  India,  è  la 
Cina  meridionale;  e  il  Columbum,  ove  diro  che  natcitur piper,  non  s'  ha  da  confondere  cai  Colombo 
di  Seillan;  ma  è  il  Colon,  o  Conia m ,  o  Kulam  nel  Dekan  meridionale.  TI  cono  mundi  contra 
paradisnm,  par  debba  essere  la  punta  del  conico  Dekan,  di  fronte  a  Seillan.  L'avere  poi  il 
.MarignoUi  scritto  sopra  la  colonna,  che  quivi  elevò,  Utterit  latinit  e  indicit,  mostrerebbe  eh'  egli  avesse 
avuto  sufficiente  conoscenza  di  qualche  dialetto  del  Dekan.  La  Regina  Saba,  che  visitò,  probabil- 
mente era  la  regina  di  Va\a,  o  almeno  di  quella  punta  ove  dice\ano  comandare  le  donne.  Final- 
mente direndo  che  per  mare  andò  ad  SeyUaitum  monlem  gloriotum  e^  oppo$Uo  paroditi,  e  che  de 


MARTI  383 

Sepìlano  wque  ad  paradisum  sùnt  miUiaria  italica  quadraginta,  farebbe  «  credere  che  il  Harignolli, 
dopo  essersi  trattenuto  sedici  mesi  presso  i  cristiani  di  San  Tommaso,  si  fosse  avanzato  Ano  alla 
punta  del  capo,  e  poi  di  là  imbarcato  per  Giava,  e  da  Giava  per  Seillan,  ove  gli  si  potè  indicare 
a  40  miglia  di  distanza  qualche  parte  dell'  isola  stessa  come  sede  del  Paradiso.  »  Ma,  a  vero  dire, 
in  questo  punto  il  discorso  è  cosi  confuso,  che  non  lascia  alcuna  speranza  di  seguire  in  modo 
sicuro  il  suo  itinerario. 

Capitolo  secondo:  Di  Paradiso.  Dove  dice  che  il  fonte  del  Paradiso  si  divide  in  quatuor 
(lumina,  quae  tranteunt  per  SepUanun^  il  Db  Gubernatis  nota:  «  Per  la  stessa  ragione,  proba- 
bilmente, per  la  quale  si  collocò  in  Seilan  la  mitica  Lanka,  sede  di  Ràvana,  rivale  in  ricchezza  del 
Dio  delle  ricchezze  Kuvera,  si  dovette  dallMmmaginazione  indiana  flgurare  il  Paradiso  in  Seylan. 
È  noto  come  nel  mito,  l'inferno  e  il  paradiso  siano  strettamente  congiunti;  Qiva,  Yama,  Kuvera 
son  nomi  paradisiaci  ed  infernali.  • 

Capitolo  terzo:  De  arboribut  Paradisi.  11  Panteon  che  quivi  si  cita  dal  Marignolli,  è  la 
Cronaca  di  Goffredo  da  Viterbo,  del  secolo  XII. 

Capìtolo  quarto:  De  transfiressione  primorum  parenium  indtictione  serpentis.  Quel  che  quivi 
dice  il  Marignolli  dell' all}ero  di  fico,  o  musarum,  è  antichissima  tradizione  indiana.  •  La  stessa 
tradizione  (dice  il  Db  Gobernatis)  trovò  ancora  il  Padre  Vincenzio  Maria  di  Santa  Caterina  presso 
i  cristiani  di  San  Tommaso,  dai  quali  senza  dubbio  il  Marignolli  tolse  informazione.  •  A  quel  che 
dice  poi  il  Missionario,  citando  le  storie  indiane,  dell'  essere  stati  divisi  Adamo  ed  Eva  per  quaranta 
dì  dopo  il  peccato,  il  De  Gobernatis,  aggiunge  :  «  Non  è  forse  affatto  e-stranea  a  questa  leggenda 
quella  che  servì  di  tema  a  Meghaduta  di  Kalidasa.  Un  yaksha  o  guardiano  del  Paradiso  di  Kuvera, 
per  una  colpa  è  disgiunto  dalla  sua  sposa,  che  manda  a  salutare  per  mezzo  d' una  nuvola  messaggera.» 

Capitolo  quinto:  De  Monte  Seyllano  historia.  Quivi  è  da  notare  che  la  città  di  Campsay,  non 
é  già  Cambaya,  come  suppose  il  Dobner,  ma  Cansai  nella  Cina.  Lo  stesso  Dobner  poi  annotava 
le  parole  del  Marignolli  :  Deinde  volentes  navigare  (de  Columbo)  ad  Sanctum  Thomam  apostolum; 
«  nempe  ad  montem  S.  Thomae  a  Madras  dissitum  in  litoribus  Coromandelae  ;  ad  quem  etiam 
bodie  multae  peregri nationes  flunt  a  vicinis  christianis.  Mons  biceps  est,  in  quorum  altissimo 
specus  est,  quam  S.  Thomas  Apostolus  incoluisse  traditur.  »  In  quanto  poi  al  nome  di  Zindanbaba, 
che  il  Marignolli  dice  che  era  dato  a  quel  monte,  il  Db  Gubernatis  dubita  che  sia  riferito  con 
esattezza;  e  il  zindan,  che  il  Missionario  spiega  infemus  patris,  quia  ibi  de  paradiso  espulsus, 
positut  fuit  pater  qucui  in  infèrno,  il  De  Gubernatis  osserva  che  «  zindan,  anziché  all'  inferno,  ci 
farebbe  pensare  al  e' andana  o  santaio,  da  cui  si  intitola  appunto  una  montagna  del  vicino 
Malabar  {e'  andanagiri,  c'andanac'  ala,  montagna  del  Santaio);  e  dubito  che  anche  nel  Zindan-baba 
si  nasconda  un  signiflcato  analogo  e' andanapatha ,  che  sarebbe  ti  paese  del  Santaio; le  palatali 
sono  spesso  rese  con  una  z,  nella  trascrizione  de'  nostri  viaggiatori.  > 

Capitolo  sesto:  De  horto  Adae  et  fructibus  ipsius.  Qui  parla  il  Marignolli  della  corteccia  d'  un 
albero,  qui  ubieumque  inciditurper  transversum,  in  utraque  parte  videtur  imago  hominis  crudfixi. 
«  Questa  singolare  notizia  (dice  il  De  Gubernatis)  è  confermata  dal  Padre  Vincenzio  Maria  da 
Santa  Caterina  e  da  altri  viaggiatori.  >  Anche  parla  il  Missionario  di  un  albero  maraviglioso  nominato 
Gkebaruke,  che  è  l' albero  della  giacca.  Finalmente  parlando  dei  diversi  legni  d' albero,  di  cui  si 
supponeva  composta  la  Croce  di  Gesù  Cristo,  il  Marignolli  cita  di  nuovo  1'  autorità  della  relazione  di 
Goffredo  da  Viterbo;  t  la  quale  conviene  in  buona  parte  (dice  il  Db  Gubernatis)  con  La  leggenda 
di  Adamo  ed  Eva,  edita  nel  1870  dal  Prof.  D' Ancona  a  Bologna  presso  Romagnoli.  > 

Capitolo  settimo:  De  amictu  Parentum.  Qui  abbiamo  il  genovese  camali,  facchini,  derivante 
dall'indiano  ammel. 

384.  Marti.  —  Origen  de  las  Misiones  Franciscanas  en  China 
por  el  P.  Fr.  Juan  Marti  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bautista. 

Così  l'HuERTA  (Estado,  ec.).lì  P.  Marti  partì  dalla  Spagna  per  le  Filippine  il  1669,  giun- 
gendovi il  1671.  L' anno  appresso  s' imbarcò  per  la  Cina,  dove  entrò  col  nome  di  Ting,  e  vi  sparse 
per  9  anni  la  divina  parola  con  molto  flutto.  Tornato  alle  Filippine,  morì  in  Manila  il  17  di  mag- 
gio del  1704. 


384 


MARTIMEZ  -  MARTOREL 


385.  Martinez.  —  Compendio  historico  de  la  apostolica  Pro- 
jL.  vincia  de  S.  Gregorio  de  Philipinas  de  Religiosos  Menores  Descalzos, 
en  que  se  declaran  sus  heroycas  empressas  para  la  dilatacion  de 
nuestra  santa  Fé,  por  varios  reynos  y  provincias  del  Assia  :  con 
las  vidas,  martyrios,  y  hechos  en  comun ,  y  en  particular  de  sus 
venerables  hijos,  correspondientes  a  la  succession  de  los  trienios 
y  Missiones ,  desde  su  fundacion ,  basta  los  arios  del  Seiior  mil 
setecientos  y  oche.  Dividese,  para  mayor  claridad,  en  tres  libros. 
El  primero  compendia  todo  lo  que  teca  a  està  Provincia  e  Islas 
Philipinas.  El  segundo  a  la  gran  China,  Cochinchina  y  otros 
reynos.  Y  el  tercero  de  lo  porteneciente  a  el  Japon.  Obra  que  dexó 
escrita  el  Reverendo  Padre  Fray  Domingo  Martinez,  Predicadop, 
Ex-Difinidor,  Chronista  general  de  la  Provincia  y  Comissario  del 
Santo  Oficio .  Sacalo  a  luz  la  misma  Provincia  en  el  trienio  de  el 
R.  P.  Fr.  Alexandre  Ferrer ,  Predicador ,  Ex-Difinidor  y  Ministro 
Provincial,  etc.  Impreso  en  Madrid  el  ano  de  1756. 

Uo  volume  in  foglio,  di  13  carte  preliminari  non  numerate,  e  340  pag.  il  lib.  I;  116  il 
secondo;  e  S18  il  terzo.  È  uno  de' più  importanti  lavori  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  nelT 
Arcipelago  Filippino,  nella  Gina  e  nel  Giappone.  Ne  trovai  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro 
Collegio  di  Pastrana  in  Ispagna  ;  un  altro  era  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  de*  Santi 
Quaranta  in  Roma;  e  un  terzo  ò  appresso  di  me,  regalatomi  da' Padri  del  sopraddetto  Collegio. 

—  Esposicion  de  la  doctrina  cristiana  con  varios  opusculos 
piadosos,  en  idioma  Bicol  :  por  el  P.  Fr.  Domingo  Martinez  de  la 
Provincia  de  S.  Juan  Dantista.  Impreso  en  Manila  por  Francisco 
de  los  Sanctos,  ano  de  1708. 

—  Vida  admirable  del  venerable  Fr.  Francisco  de  la  Con- 
cepcion. 

Frale  Francesco  della  Guncczione  fu  un  celeberrimo  Missionario  in  Gina  nella  seconda  metà  del 
secolo  XVI.  Io  posseggo  alcune  sue  relazioni  inviatemi  dallo  Filippine. 

Questi  due  ultimi  lavori  sunu  ricordati  dall'  Hcertà  (Estado,  ec.J,  il  quale  ci  fa  sapere  che  il 
Padre  Martinez  recatosi  alle  Filippine  il  1696,  quivi  amministrò  parecchi  popoli,  come  Quipayo, 
Gas,  Triga,  S.  Gruz  de  la  Laguna:  e  in   qucst'  ultimo  morì  l'ottobre  del  17i7,  di  59  anni. 


Mi. 

Asia 


386.  Martorel.  —  Catecismo  de  doctrina  cristiana  en  idio- 
ma Iraya  o  Egongot:  por  el  P.  Fr.  Domingo  Martorel  de  la 
Provincia  de  S.  Juan  Dantista. 

Gosì  l'HuERTA  (FMado,  ec).  Si  recò  alle  Filippine  il  1726.  Vi  amministrò  vari  popoli,  co- 
me Bay,  Gatalangan,  ec;  e  il  1735  mori  in  Lallo  presso  i  Padri  Domenicani,  che  lo  seppellirono  nella 
Chiesa  di  S.  Fernando  di  Ilagan. 


MARVAO  -  MATRITENSIS  385 


Brata* 


M-.  387.  Marvao.  —  Memorial  a  el  Rey  sobre  o  deploravel  estado 

da  Missao  da  Aidea  de  S.  Joao  Baptista,  junto  a  villa  de  Ca- 
rnuta, Capitania  do  Para.  Por  Fr.  Manoel  de  Marsrao,  Commissario 
Provincial  da  Provincia  (Franciseana  )  da  Piedade." 

Così  nell'Indice  della  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Evora  in  Portogallo,  ove  si  aggiunge: 
Datado  do  Hogpieio  de  S.  José  do  Para  a  li  de  Ociuhro  de  1740.  Àssignatura  authographa  do 
metmo  CommUtario.  Ma  il  Manoscritto  non  esiste  più  nella  Biblioteca.  Come  trovai  mancante  il 
lAvro  de  Ley$  e  orden$  regio»  para  a  Estado  do  Maranhao  e  Para ,  Manoscritto  di  oltre  800  pa- 
gine in  foglio,  in  cui  erano  amplissime  e  particolareggiate  notizie  delle  Missioni  Francescane  nel 
Brasile.  E  cosi  l'altro  Manoscritto,  Aegim«n<o  e  Leys  sohra  as  Missoes  do  Brasiì ,  di  148  pagine:  e 
Analmente  Duas  eartat  de  Roma  sohre  as  Missoes  do  Brasil.  Eppure  il  Catalogo  è  recentissimo, 
e  a  stampa.  Quel  Custode  non  me  ne  seppe  dir  nulla ,  dolendosi  di  avvertire  cbe  tali  preziosi 
Manoscritti  fossero  andati  smarriti! 


M* 


388.  Mathbos.  —  Lettere  del  P.   Fr.  Alessandro  Matheos, 
A^    Spagnuolo  Min.  Oss.  al  Gran  Duca  di  Toscana. 

Son  date  dal  Convento  del  S.  Sepolcro  di  Gerusalemme  il  di  12  Aprile  1695.  Trovansi  ncl- 
r  Archivio  Mediceo  di  Firenze,  nella  Corrispondenza  del  Bassetti,  Segretario  di  Cosimo  111. 

^  389.  Matraja.  —  Genigrafia  italiana  :  nuovo  metodo  di  scri- 

vere quest'idioma  aflBnchè  riesca  indentificamente  leggibile  in 
tutti  gli  altri  del  mondo  ;  inventato  e  pul?blicato  dal  M.  R. 
Padre  Fr.  Giuseppe  Matraja  da  Lucca  M.  0.  della  Provincia  To- 
scana; Predicatore  Generale  Apostolico,  Ex-Missionario  di  Pro- 
paganda Fide  nell'America  Meridionale,  Consultor  Teologo  ed 
Esaminatore  Sinodale  dell'Arcivescovado  della  Piata  e  del  Perù, 
Professor  pubblico  di  Matematica  e  di  Teologia  Morale  in  quel 
regno,  nelle  cui  vastissime  diocesi  di  Cordova,  S.  Michele  del 
Tauman,  Salta,  Chuquisaca,  S.  Croce  della  Sierra,  La  Pace, 
Arequipa  e  Lima  ha  esercitato  il  suo  ministero  tanto  fra  i  cri- 
stiani quanto  fra  i  gentili  per  lo  spazio  di  32  anni.  Lucca,  dalla 

•    Tipografia  Genigrafica,  1831. 

Un  volumetto  in  13,  di  459  pagine  di  minutissima  e  fittissima  lettera.  Ognuno  vede  di  per 
su  di  qual  proQtto  sarebbe  tornato  a'  Missionari  cattolici  neir  esercizio  del  loro  difficile  ministero 
il  tentativo  del  Padre  Matraja,  se  fosse  riuscito.  Egli  era  Religioso  di  molta  e  soda  virtù,  e  di  pro- 
fondi studi;  ma  poco  accurato  nello  scrivere  italiano.  Dettò  e  pubblicò  parecchi  Trattati  di  Teolo- 
gia dommatica  e  morale,  di  astronomia,  di  flsica,  di  chimica,  di  medicina,  di  grammatica;  ideò  e 
costruì  un  istrumento  per  misurare  le  altezze,  chiamato  Teodolfte,  che  ebbe  molti  encomi!  dal- 
l'Accademia di  scienze  in  Vienna.  Mori  in  Lucca  sua  patria  circa  il  1840. 

390.  Matritensis.  —  BuUarium  Fratrum  Ordinis  Minorum 
Sancti  Francisci  strictioris  Observantiae  Discalceatorum,  simulque 


25 


386  MATTHAEJYS 


Sacrarum  Congregationum  decisiones  spectantes  adDiscalceatos, 
ab  Alexandre  VI  Hispaiiico,Pontifice  Maximo,  usque  ad  Benedictum 
XIV  hodie  feliciter  regnantem,  et  ad  calcem  decreta  Capituloram 
et  Congregationum,  Superiorumque  Generalium  Ordinis  ad  prae- 
dictos  Discalceatos  spectantia  :  a  patre  Fr.  Francisco  Matritensi 
Praedicatore  Apostolico  et  scriptore  publico  alumnoque  Provinciae 
Sancti  Joseph  in  Nova  Castella  eorumdem  Fratrum  Discalceatomm 
elaboratum  sub  auspiciis  Conceptionis  Virginig  Mariae.  Matriti, 
et  Typographia  Emmanuelis  Feraandez,  Chalcographi  Reverendae 
Camerae  Apostolicae. 

Sono  4  grossi  volumi  in  foglio  «  contenenti  molte  Bolle  e  Decreti  risguardanti  IniUt  le  nustre 
Missioni  in  Asia,  in  AfTIrica,  in  America,  ec.  Ognun  vede  da  so  T  importanza  di  questa  collezione  ; 
e  cosi  dovrebbe  rifarsi  oggi  quella  concernente  tutto  l' Ordine.  N'  6  un  esemplare  nella  Biblioteea 
del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera. 

si^p.  391 .  Matthaej vs.  —  Vita  Nicolai  Papae  IV  Ordinis  Sancti  Fran- 
cisci  a  Hieronymo  Rubeo  composita,  nunc  primum  ex  Ms.  Vaticano 
edita,  adnotationibus,  novisque  accessionibus  illustrata  a  Patre  M. 
Antonio  Felice  Matthaej o  eiusdem  Ordinis  alumno,  in  Imperiali 
Pisano  Lyceo  Sacrae  Teologiae  publico  Professore,  Academiarum 
Etruscae  Cortonensis  et  Lucensis  historiae  Ecclesiasticae  socio. 
Accedit  Monumentorum  appendix.  Pisis  A.  D.  MDCCLXI.  Job. 
Paulus  Giovanellius  cum  sociis  typographus  almae  Pisanae 
Academiae  excudebat.  Praesidibus  adprobantibus. 

Questa  Vita  del  grande  I^onteflce  Nicrulò  IV  edita  ed  illustrata  dal  Mattei ,  mi  venne  fatta 
conoscere  dal  gentile  ed  enidito  Priore  di  Orreto  pressi»  Prato,  Matteo  Mattei,  della  famiglia  dclP 
Autore  che  pigliamo  ad  illustrare:  e  per  noi  é  libro  prezioso,  narrando  i  fatti  d'uno  de' più  celebri 
Missionari  Francescani  in  Grecia  nel  sih^oIo  XIII,  il  quale  tanto  contribuì  alla  riunione  della  Chiesa 
greca  alla  latina  nel  generale  Concilio  di  Lione;  e  dipoi  creato  Cardinale  da  Niccolò  III  Panno 
li78,  dieci  anni  appresso,  cioù  il  1288,  veniva  eletto  Sommo  Ponteike,  pigliando  il  nome  di  Niccolò 
IV.  Fu  uno  de' più  grandi  Papi  che  illustrò  la  Chiesa  di  Gesù  Cristo,  e  che  in  modo  speciale  dio 
vita  (secondo  il  maraviglioso  concetto  del  suo  Serafico  Padre,  di  trarre  tutto  il  mondo  a  Gesù 
Cristo  )  a  quel  prodigioso  movimento  per  la  propagazione  della  Fede  tra  le  genti  infedeli ,  che  si 
manifestò  cosi  vivo  e  potente  per  mezzo  de'  Frati  Minori  e  Predicatori,  appena  fondati  i  loro  Istituti  ; 
il  quale  dipoi  a  poco  a  poco,  sotto  1'  azione  immediata  del  romano  Pontidcato,  si  venne  organando 
in  quella  mirabile  Congregazione  di  Propaganda  Fide,  che  è  una  delle  più  stupende  institazioni 
e  glorie  della  cattolica  Chiesa. 

Di  questo  insigne  Missionario  e  glorioso  Pontefice  già  io  parlai  largamente  nel  II  volarne 
della  mia  Storia  universale  delle  Missioni  Francescane  :  ciononostante  mi  sia  qui  consentito  com- 
pendiare quell'ampia  storia  in  quanto  riguarda  il  movimento  da  lui  dato  alle  Missioni,  come 
Pontefice,  con  le  parole  del  dotto  Padre  Mattei  (Nola  4.  alla  Vita,  pag.  80). 

•  Curae,  quac  Nìcolaum  cogebant,  manebantque  sub  cius  pectore  fixae  non  in  eo  soluin  ver- 
sabantur,  quod  hic  scribit  Rubens.  Id,  in  quod  summa  cogitatione  hoc  anno  li89  etiam  incabuit, 
falt  ut  veram  fldem  per  varias  mundi  regionos  evulgaret,  servarctque,  ubi  laro  evulgata  csset. 


MATTHAEJVS  387 


Cum  ab  Argone  Tarlarorum  rege  iam  baptizato,  et  a  Fratre  Joanne  de  Monte-Corvino  Minorità, 
allisque  sodalibus  suis  ex  Orientis  regionibus  reversis  audivisset  et  illarum  populos  verbum  Dei 
sitire,  et  viros  Principes  optare,  ut  Religio  Christiana  longe  lateque  dilateretnr,  mense  inlio  iisdem 
Fratribus  in  Orìentem  missis  ad  Argonem,  Sobylam  Cham  summum  Tartarorum  imperatorem,  et 
Caydoniam  virum  Principem  litteras  dedit,  quibus  alteriim  in  vera  fide  conflrmabat,  alteros  ad 
eam  suscipiendam  hortabatur;  resque  iuxta  Pontiflcis  vota  evenit.  Memoratas  litteras  exhibent 
Wadingus,  Raynaldus  et  Moshemlus.  Scripsit  etiam  hoc  eodem  anno  ad  Aytonum  Regem  Harmeniae, 
ad  Imperatorem  Aethiopiue,  Demetrium  Georgianorum,  Davidem  Regem  Hiberorum,  ad  Patriarchas, 
Episcopos,aIiosque  Praelatos  Jacobitarum,  Nestorianorum  acAethiopum,  speciali  affecta,eonim  quosdam 
admonens ,  ut  ad  Ecclesiam  Romanam  redirent,  quosdam  ut  Christum  colerent  Vide  Raynaldum  et 
Wadingum.  In  Arrica  quoque  rei  christianae  cultum  maxime  promovit,  nam  anno  laudato,  tertio  idus 
decembris,  in  Episcopum  Marochitanum  elegit  Pr.  Rodericum  Ordinis  Minorum,  quem  item  in  variis 
Europae  partibus  Croeiatae  predicatorem,  et  anno  sequenti  in  Africa  universa  Apostolicae  Sedis  legatum 
constituit.  Literas  praeterea  misit  ad  christianos  qui  in  Tremesino,  Morochitano  et  Tunetano  regnis 
versabantur,  ut  Mauros  ad  sacra  Christi  instituta  adduccre  vellent.  lura  pariter  ecclesiastica  strenue 
defendi t  Nicolaus  hoc  eodem  anno  ;  enim  vero  cum  Dionysius  Lusitaniae  Rex  in  clerum  praesertim 
iniurius  nimis  esset,  Pontifex  scriptis  ad  Regem  literis  cum  eo  convenit,  ut  libertas  ecclesiastica 
póstliminio  restitueretur,  gravissimis  statutis  poenis  in  Regem,  aliosque  inposterum  audentes  eidem 
libertati  derogare  ;  utque  conventiones  servarentur  Priori  Fratrum  Praedicatorum,  et  Guardiano  Mino- 
rum urbis  Ulyssiponensis  pracepit,  a  Rege,  caeterisquc  antea  delinquentibus  sacramentum  reciperc 
mandatis  Ecclesiae  parendi.  Lege  Raynadum.  Multum  quoque  laboravit  apud  Rodulphum  Imperatorem, 
aliosque  viros  principes  Gennaniàe,  quo  e  carcere  educeretur  Siffridus  Archiepiscopns  Coloniensis, 
ubi  detinebatur  a  duce  Rrabanti  Henrico  e  Juliaeo  et  Adolpho  a  Monte  Comitibus.  Etc.  » 

In  quanto  al  Padre  Antonio  Felice,  che  ci  ha  data  questa  dotta  pubblicazione,  e  importantissima 
per  la  storia  delle  Missioni  Francescane,  mettiam  qui  il  cenno  biografico,  che  ce  ne  faceva  tenere  il 
suddetto  signor  Priore  di  Cerreto,  ove  si  dà  notizia  anche  delle  altre  molte  opere,  specialmente  di 
storia,  da  esso  pubblicate,  in  cui  era  dottissimo.  Ed  il  suo  nome  accresce  un^ altra  bella  gloria  all' 
Ordine  Minori tico,  a  cui  appartenne. 

«  Antonio  Felice,  al  secolo  Nicolao,  figlio  di  Domenico  Mattei,  e  di  Maria  parimente  Mattei, 
nacque  il  16  febbraio  1736  in  Fossato,  piccolo  paese  nella  Montagna  bassa  di  Pistoia  in  Toscana. 

«  Nel  decembre  del  1740  vestì  l'abito  clericale,  e  si  portò  a  Bologna,  dove  ricevè  la  tonsura 
e  il  primo  ordine  minore  da  Monsignore  Gio.  Batista  Scarselli  Vescovo  in  partibus.  Trovandosi  un 
giorno  nella  chiesa  di  S.  Francesco  in  detta  città ,  e  vedendo  il  decoro  delle  funzioni  e  i  modi  e 
il  tratto  di  quei  Religiosi  Conventuali,  si  sentì  ispirato  a  entrare  in  quell'  Ordine,  talché  il  33  marzo 
del  1743  ne  vestì  l'abito  presso  i  Minori  Conventuali  di  S.  Croce  in  Firenze. 

•  Recatosi  a  Roma  per  cagione  di  studio,  contrasse  amicizia  strettissima  col  P.  Ganganelli, 
unitamente  al  quale  sostenne  diverse  ingerenze  nel  Santo  Uffizio;  amicizia  che  non  venne  meno 
quando  il  Ganganelli  fu  eletto  Cardinale,  e  neppure  quando  fu  innalzato  al  Pontificato  sotto  nome  di 
Clemente  XIV.  Alieno  dagli  onori,  ricusò  diversi  impieghi  offerti  dall' amico  Pontefice,  e  in  ultimo 
chiamato  da  lui  espressamente  a  Roma,  per  non  sappiamo  quale  destinazione,  nel  corso  del  viaggio 
apprese  la  di  lui  morte,  talché  senza  proseguire  fece  ritorno  a  Pisa,  dove  fino  dal  1758  era  stato 
eletto  professore  di  Teologia  in  quella  Università. 

«  Abitava  nel  Convento  di  S.  Francesco  presso  i  suoi  confratelli ,  e  quando  Pietro  Leopoldo 
vi  collocò  gli  Agostiniani  levandone  i  Francescani,  ottenne  al  Padre  Mattei,  a  sua  insaputa,  il  Breve 
di  secolarizzazione:  ei  non  volle  però  profittarne,  amando  ritenere  quelle  sacre  lane  che  aveva  prefe- 
rito nella  sua  gioventù.  Allora  il  Granduca,  per  grazia  speciale,  gli  concesse  di  continuare  ad  abitare 
il  suo  quartiere  consueto,  dove  morì  nel  14  marzo  1794. 

«  Ebbe  sepoltura  nel  famoso  Camposanto  di  Pisa,  ed  ebbe  l'onore  di  un  modesto  monumento  col 
busto  in  marmo,  e  iscrizione,  che  in  breve  tratteggia  la  sua  vita  e  le  principali  opere  pubblicate. 

«  11  Convento  dei  Minori  Conventuali  di  S.  Miniato  al  Tedesco,  del  quale  amò  esser  figlio,  fu 
erede  dei  suoi  libri,  e  in  conseguenza  dei  manoscritti,  fra  i  quali  non  è  a  dubitare  fossero  lavori 
importanti,  non  esclusa  la  Storia  delle  Chiese  particolari  Pisane,  promessa  nella  prefazione  alla  Storia 
dei  Prelati  che  aveva  pubblicata  fino  dall'  anno  1772  e  che,  per  quanto  so,  non  vide  la  pubblica  luce. 

«  Le  opere  pubblicate,  per  quanto  è  a  mia  notizia,  sono  le  seguenti  : 

1.  Sardinia  Saera,  feu  de  Epieeopis  Sordiniae. —Romae,  1758,  in  fol 


388  MAZARA  -  MRD1NA 


SMMip. 


a.  Histoiia  Ecdetiae  PUanae.  —  \o\.  S.  Lucae,  1773. 

3.  Vita  Nicolai  lY  e  M.  SS.  Vaticano,  ec.  Pisis,  1761.  Scritta  dal  De  Rossi,  tradotta  in  latino, 
annotata  e  corredata  di  documenti  dal  Padre  Mattei. 

4.  Oiservazioni  sopra  un  tigiUo  dei  Bassi  tempi.  —  Nei  nuovi  Miscellanei  Lucchesi  di  Seba- 
stiano Donati  ec.  Lucca,  1773. 

5.  Diversi  elogi  di  lUustH  PUani  nella  raccolu  —Uomini  Illustri  Pisani.  —Voi  4.  Pisa,  1791 
Quelli  scritti  dal  Padre  Mattei  sono  controsegnati  colle  lettere  P.  M.  B.  P.  e  sono  :  1.  Elogio  dd 
Cardinale  Pandolfo ,  Tom.  L  53-69.-3.  Di  Guido  da  Caprona,  Tom.  II.  31-48.  —  3.  Di  Arrigii 
Moricotti,  Tom.  U.  117-138.-4.  Di  Pietro  Ralbi,  Tom.  IH.  305-324.-5.  Di  Buono  Accorso, Tom. 
in.  353-367.-6.  Di  Giovanni  Pagni.  Tom,  IIL  347-359.-7.  Del  Graziano.  Tom.  IV.  37-39.— 8. Dì 
Ugo  da  Fagiano,  Tom.  IV.  91-117. 

6.  Nella  dedica  della  Storia  Pisana  al  Cardinal  Ganganclli ,  dichiara  di  avere  scritta  la  fata 
Ànionii  Rhaudensis. 

7.  Lo  credo  anche  Autore  di  una  Orazione  Accademica  sulla  storia  Pisana,  pubblicata  in  Pisa 
nel  1787. 

8.  E  suoi  sono  diversi  opuscoli,  non  senza  importanza,  in  una  controversia  col  Padre  Ireneu 
AITÒ  di  Parma. 

Gli  opuscoli  del  Padre  Antonio  Felice  Mattei  nella  controversia  col  Padre  Venuti  e  col  Padre  Affùi, 
relativa  a  F.  Elia,  sono  quattro,  pubblicati  —  Anonimo  Pisano. 
Si  aggiungano  le  seguenti  produzioni. 

9.  De  Antonio  Massario  (Minorità  Conventuale).  Pisis,  1760.  8. 

10.  Giunte  ed  Osservazioni  alla  Sardinia  sacra,  in  forma  di  lettera  al  Padre  Paolo  Parenti  suo 
correligioso,  in  data  di  Pisa,  24  agosto  1772.  Lo  asserisce  Pietro  Martini  nella  Storia  ecclesiastica  di 
Sardegna. 

Secondo  il  P.  Affò  nella  Vita  del  B.  Giovanni  da  Parma,  pag.  206,  il  Padre  Mattei  fu  coUaboratOR 
al  Padre  Giacinto  Sbaraglia  nella  compilazione  del  Bollano  Francescano. 

392.  Mazara.  —  Leggendario  Francescano,  nel  quale  secon- 
do r  ordine  de'  mesi  si  rapportano  le  vite  e  morti  de'  Santi ,  Bea- 
ti, et  altri  uomini  venerabili  et  illustri,  che  per  le  loro  rare 
virtù  et  erpiche  azioni  si  sono  segnalati  nella  santità  ne' tre 
Ordini  instituiti  dal  Serafico  P.  S.  Francesco.  Raccolte  et  com- 
pilate da  Fr.  Benedetto  Mazara,  Francescano  Oss.  Riformato  della 
Provincia  di  S.  Bernardino.  In  Vcnetia,  MCLXXVI,  appresso  Bar- 
tolomeo Tramontino.  Con  licenza  de' Superiori  et  privilegio. 

Sono  3  volumi  in  4,  con  tre  tavole  in  fine;  una  contenente  le  cose  più  notabili;  l'altra,  i 
nomi  tutti  secondo  Palfahelo;  la  terza  disposta  per  ordine  di  mesi. 

393«  Medina.  —  Viaggio  di  Terra  Santa  con  le  sue  stazioni 
e  misteri,  del  M.  R.  Fr.  Antonio  Medina  Spagnuolo  dell'  Ordine  di 
S.  Francesco  degli  Scalzi  :  tradotto  di  lingua  Castigliana  nella 
Toscana  dal  M.  R.  Pietro  Burafani  Piovano  di  Bibbiena.  In  Firenze, 
appresso  Giorgio  Marescotti,  1590. 

l'n  volume  in  8. 11  viaggio  venne  fatto  circa  il  1530,  come  si  riieva  dalle  parole  dall'Autore  a 
pagine  236:  FinU  di  scrivere  questo  trattato  Vanno  1536.  Trovò  i  suoi  confratelli  in  Gialli,  Q- 
pro.  Rodi,  Candia,  ec.  Mi  parve  libro  molto  I)en  fatto,  e  bella  la  traduzione.  N'è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  dell' Arsenale  di  Parigi. 


MEDINA  389 


394.  Medina.  —  Chronica  de  la  S.  Provincia  de  S.  Diego  de 
Mexico  de  Religiosos  Descalgos  de  nuestro  Seraphico  iPadre  San 
Francisco  en  la  Nuova  Espana.  Vida  de  illustres  y  venerables 
varones  que  le  han  edificado  con  excelentes  virtudes.  Escribelas 
y  consagralas  a  S.  Diego  de  Alcalà,  Patron  y  titular  de  la 
misma  Provincia,  Fray  Balthassar  de  Medina,  naturai  de  la  óiudad 
de  Mexico,  Lector  de  Theologia ,  hijo  y  Difinidor  de  la  misma 
Provincia  de  S.  Diego ,  y  Comissario  Visitador  que  fué  de  la 
de  San  Gregorio  de  Philipinas.  Con  licencia  de  los  Superiorés. 
En  Mexico  :  por  Juan  de  Ribera,  Imptessor  y  Merdàder  de  libròs 
en  el  Empedradillo.  Ano  de  .1681. 

Un  volume  in  Toglio  di  21  carte  preliminari  non  numerale,  e  258  numerate;  cioè  5i6  pagine. 
L' opera  è  divisa ,  oltre  il  preludio  importantissimo,  in  4  libri.  Nel  primefo  si  tratta  del  principio 
della  custodia  de  San  Diego  de  Mexico  e  su  ereceion  a  Provincia  :  e  vi  sono  molte  belle  biografie 
di  celebri  nostri  Missionari,  come  Fr.  Antonio  da  San  Gregorio,  Fr.  Pietro  del  Monte,  Fr.  Miguel  de 
Tavalera,  ec.  Nel  segundo  si  ragiona  de  tot  progrettot  y  varones  Uustres  de  la  Provincia.  Nel  tereero 
€ontinuase  los  suussos  y  vidas  de  apostoUcos  Religiosos  de  la  Provincia.  Nel  coarto  coneluyen 
ios  sucessos  y  vidas  de  los  Religiosos  Uustres  de  la  Provincia.  Poi  segue  una  —  Breve  geographia 
f/  panegirica  descripeion  de  las  ciudades,  villcts,  y  puebtot,  en  que  estan  fundadoi  loi  eonventos 
de  està  Provincia.  —  Non  si  può   fare  a  meno  dello  spoglio  di  questo  importantissimo  libro,  e 
rarissimo,  scrivendo  la  storia  delle  Missioni  Francescane.  Lo  rinvenni  a  caso  (non  essendo  segnato 
nel  Catalogo)  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid,  essendo  sul  lasciare  quella 
città.  È  prezioso  anche  (come  avvertì  pure  il  Brasseur)  per  le  notizie  che  dà  de'  Manoscritti  e  oegli 
autori  de'  quali  si  servi  distendendo  il  suo  lavoro  :  «  Los  prìncipales  authores  e  instrumentos  Manu- 
seri  tos,  que  han  ayudado  a  formar  estos  anales,  registrados  con  puntualidad  ycitas.  «  Ne  accenno 
i  seguenti  :  1.  —  Informaciones  juridicas  que  de  XVI  Religiosos  venerables  tornò  Fr.  Thomas  de  S. 
Diego,  con  autoridad  y  delegacion  de  los  Ilus.  Sehores  D.  Juan  de  Manosca»  Àrzobispo  de  Mexico, 
D.  Juan  de  Palafox,  Obispo  de  Puebla,  D.  Bartholome  de  Benavides,  Obispo  de  Huaxaca,  ec.  9.  — 
Reladon  authorizada  de  Fr.  Juan  del  S.  Àna,  qualificador  de  S.  Officio,  y  Ministro  Provincial  de 
està  S.  Provincia ,  con  breve  memoria  de  algunos  Religiosos  Uustres.  3.  —  Relaciones  manuscritas 
de  Nuevo  Mexico  de  Fr.  Agustin  de  Cuellar,  aiio  de  1626.  4.  —  Reladon  de  Fr.  Roque  Figueredo, 
ano  de  1629  :  cuyos  originales  estan  en  el  Arehivo  del  Convento  grande  de  N.  P.  3.  Francisco  de 
Mexico.  Quanti  tesori,  dei  quali  or  non  sappiam  più  nulla! 

—  Vida,  Martirio ,  y  beatificacion  del  in  vieto  Protomartyr  de 
el  Japon,  San  Fr.  Phelipe  de  Jesus,  Patron  de  Mexico,  su  patria. 
Imperiai  Corte  de  Nuova  Espana  en  el  Nuevo  Mundo  :  que  escrivió, 
el  P.  Fr.  Balthassar  de  Medina  su  compatriota,  Lector  de  Theo- 
logia,  Difinidor  habitual,  y  Chronista  de  la  santa  Provincia  de 
San  Diego  de  Religiosos  Descalfos  de  N.  P.  S.  Francisco  en 
Nueva  Espana ,  y  Comissario  Visitador  que  fuè  de  la  de  S.  Gre- 
gorio de  Fhilipinas.  Segunda  impression  a  expensas  de  la  devota, 
noble  y  generosa  Plateria  de  Mexico ,  a  quien  se  dedica .  Con 
licencia.  En  Madrid,  en  la  Impronta  de  los  Herederos  de  la  Viuda 
de  Juan  Garcia  Infanzon.  1751. 


390  MEDITAGIONBS  -  MEMORIA 


Un  volume  in  4,  di  13  carte  prelimiDari  non  numerate  e  176  pagine.  La  prima  ediiloiM  fti 
fatta  in  Mexico  por  JiMn  de  Ribera,  1683.  Libro  ricco  d'importantissime  notizie  delle  ooftre 
Missioni  del  Giappone.  Parimente  n'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia 
di  Madrid. 

395.  Meditaciones  del  Santo  Via  Crucis  que  compuso  en 
lengua  italiana  el  Beato  Leonardo  de  Porto  Mauricio,  y  tradujo  en 
la  Castellana  el  R.  P.  Fr.  Juan  de  S.  José  de  la  Provincia  de  los 
Descalzos  de  Castilla  la  Nuova.  Transladadas  al  idioma  Mexicano 
por  un  Cura  del  Obispado  de  Puebla.  Impronta  del  Hospital  de 
SanPedro,  Portai  de  las  Flores,  1837 

Sono  34  pagine.  In  8. 

396.  Mblissano.  —  Annalium  Ordinis  Minorum  supplementa 
ab  admodum  Reverendo  Padre  Fr.  Antonio  Melissano  de  Macro, 
Ordinis  Minorum  strictioris  Observantiae  Refonnat.  Divi  Tho- 
mae  Lectore  Theologo,  Ex-Provinciali ,  et  eiusdem  Ordinis  Chro- 
nologo  Generali  ab  an.  1223  usque  ad  1600  collecta.  In  lucem 
edita  per  Fr.  Antonium  Mariam  de  Turre  ab  Augusta  Praeto- 
ria,  eiusdem  Provinciae  Ex-Ministrum  et  Ordinis  Chronogra- 
phum,  etc.  Augustae  Thaurinorum,  MDCCX.  Ex  Typographia 
Joannis  Jacobi  GMringhelli ,  et  Pauli  Mariae  Datti.  Superionim 
permissu. 

Un  volume  in  foglio,  di  4  carte  preliminari  e  593  pagine.  No  trovai  un  esemplare  ncir  Archivio 
del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera. 

il,.  397.  Memoria  dos  Religiosos  que  em  està  Provincia  de  Arrabida 

tem  falecido  e  das  cousas  mais  notaveis  que  em  ella  tem  sucedido. 

Manoscritto  in  8,  dì  281  pagine,  nell'Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  È  interessan- 
tissimo per  la  storia  delle  Missioni  Francescane  nelle  Colonie  Portoghesi. 

I,,.  398.  Memoria  de  las  iglesias  y  oratorios  que  actualmente  tiene 

^'  la  Mision  Serafica  en  este  reyno  de  Cochinchina,  fundadas  y 
administradas  por  los  Religiosos  Franciscanos  Espanoles,  hijos 
todos  de  la  S.  Provincia  de  S.  Gregorio  de  las  Islas  Filipinas. 

Manoscritto  autografo,  segnato  del  sigillo  della  Missione,  inviatomi  da  nostri  Padri  di  Manila. 
Sono  8  pagine  in  carta  cinese. 

M,  399.  Memoria  de  alguns  Religiosos  de  santa  vida,  que  morer&o 


ìlEMOfttA  39i 


nesta  Provincia  dos  Algarves,  da  qual  eu  sou  indigno  filho.  An. 
1679. 

Manoscritto  in  iS,  di  ai  carte.  Chi  ne  fosse  l'Autore  non  apparisce.  È  nell' Archivio  della 
Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Pare  originale. 

400.  Memoria  y  padron  de  los  Conventos,  Religiosos,  y  doctri- 
nas  de  la  Provincia  del  Nombre  de  Jesus,  del  Orden  de  San  Fran- 
cisco, de  Goatemala .  Y  de  los  Pueblos  y  Indios,  que  administra  : 
de  que  da  quenta ,  y  haze  informe  a  su  Magestad  el  Obispo  de 
Goatemala ,  en  conformidad  de  su  R.  Cedula  de  quatro  de  abril 
del  ano  pasado  de  mil  y  seigientos  y  cinquenta  y  nueve.  Hizose 
este  Padron  en  el  mes  de  setiembre  del  ano  de  mil  y  seisgientos  y 
sesenta  y  uno. 

Pubblichiamo  questo  padron ,  perchè  mette  sott'  occhio  V  azione  de'  Missionari  Francescani 
nella  conversione  degli  infedeli,  anche  doV  erano  constituiti  in  regolare  Provincia;  ed  è  documento 
fatto  dal  Vescovo  di  Guatemala,  che  ne  rendeva  ragione  al  Governo  spagnuolo. 

I.  Convento  db  Guatsmala. 
Tine,  y  sustenta  de  ordinario  setenta  y  mas  Religiosos. 

Religiotos.  Indiai 

070  Tiene  vna  Gapilla  de  administracion  con  titulo  de  Santa  Ana,  de  Indios  del  Varrio,  cuyo 

numero  es 036 

S.  Convento  t  doctrina  db  almolonga. 

005  Tiene  este  Conuento  cincò  Religiosos  ;  los  dos  Doctrineros ,  y  los  tres  coadjutores. 

Administra  los  pueblos  siguientes.  La  Goncepcion  de  Almolonga S56 

San  Joan  Alotenango 506 

San  Lorenzo 093 

Santa  Cathalina. 046 

San  Antonio 091 

San  Andrea 017 

Santiago 040 

San  Joan  de  Duenas 070 

San  Pedro 097 

Estancia  de  San  Sebastian 016 

Estancia  de  San  Diego , 016 

ÌÌ48 
3.  Convento  t  doctrina  db  san  ioan  del  obispo. 

003  Tiene  tres  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  dos  coadjutores.  Administra  los  pueblos  siguentes. 

San  Joan  del  Obispo *'* 

SanU  Maria  de  Jesus *^*® 

San  Xptoval  Alto,  y  Vaxo ®** 

San  Lucas  Chabac ®** 

San  Bartholome ^* 

SanU  Yatbel ^ 

997 


S92  MBMOIUA 

4.  Convento  t  doctrina  de  s.  Antonio  acathenanoos. 

003  Tiene  tres  Religiosos;  ano  Doctrinero,  y  los  dos  coadjatores .  Administra  tos  pueblos 

siguientes.  San  Antooio 179 

San  Bernabe Sii 

San  Fedro 1*4 

Santa  Ana. 035 

Santa  Lucia 019 

574 
3.  Convento  t  dogteina  db  santa  cathalina  siouinala. 

003  Tiene  tres  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  dos  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  Santa  Cathalina 168 

La  Asuncion 906 

San  Andres 067 

La  Magdalena 051 

4M 

6.  Convento  t  doctrina  de  Santiago  cosumalguapam. 

005  Tiene  (inco  Religiosos;  uno  Docatrinero,  y  los  quatro  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  Santiago 916 

San  Joan IM 

San  Andres 046 

Santa  Lucia 085 

San  Francisco 099 

Santo  Domingo 083 

San  Xptoval 061 

779 
7.  Convento  t  doctrina  del  patulul. 

004  Tiene  quatro  Religiosos;  uno  Doctrincro,  y  los  tres  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

sigucntcs.  La  Magdalena 490 

San  Miguel 365 

San  Geronimo 060 

San  Joan 030 


9i5 

8.  Convento  y  doctrina  db  s.  Francisco  de  la  costilla. 

003  Tiene  tres  Religiosos;  uno  Doclrinero,  y  dos  coadjuiores.  Administra  los  pueblos  siguientes. 

San  Francisco 959 

Santa  Barbara 193 

San  Andres 094 


471 

9.  Convento  t  doctrina  db  s.  bartholome  de  la  costilla. 


003  Tiene  Ircs  Bciigiosos;  uno  Doctrincro,  y  lus  dos  coadj  utores.  Administra  los  pueblo  siguientes. 

San  Bartholome , 105 

San  Gregorio 161 

Santo  Thomas 160 

San  Miguel 053 

479 

10.  Convento  y  doctrina  de  la  concepcion  de  samayaque. 

003  Tiene  quatro  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  tres  coadjuiores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  La  Concepcion 453 


MEMORU  393 

-  j  .     ■  ' 

San  Pablo 350 

San  Bernardino 080 

Santo  Domingo 080 

965 
il.  Convento  t  doctrina  db  quesaltenango. 

04  Tiene  quatro  Religiosos;  ano  Doctrinero,  y  Ics  tre  coat^utores.  Admioistra  los  paeblos 

siguientes.  Espirila  Santo 894 

San  Joan 178 

San  Fedro 113 

Santa  Galhallna 053 

1337 
13.  Convento  y  doctrina  de  Santiago  momostbnango. 

03  Tiene  tres  Religiosos  ;  uno  Doctrinero,  y  los  dos  coadjatores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  Santiago 835 

San  Bartholome 045 

Chiquimulilla 080 

1  360 
13.  Convento  y  ooctri.na  de  s.  Miguel  totonicapa. 

•04  Tiene  quatre  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  tres  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  San  Miguel 603 

San  Xploval 368 

San  Francisco 183 

Santa  Calhalina 165 

1319 
14.  Convento  y  doctrina  de  la  asunsion  de  tecpanatitlan. 

>04  Tiene  quatro  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  tres  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  La  Asunsion 878 

Santa  Lugia 096 

San  lorge 187 

Santa  Cruz 025 

San  Marcos 030 

1316 
15.  Convento  y  doctrina  de  s.  francizco  panaxachel. 

)03  Tiene  tres  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  dos  coadjutores.  Administra  lus  pueblos 

siguientes.  San  Frangisco 403 

San  Andres ' 330 

La  Concepgion 050 

San  Antonio 035 

Santa  Cathalina 047 


755 
16.  Convento  t  doctrina  db  Santiago  atitan. 

>04  Tiene  quatro  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  tres  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  Santiago 903 

San  Lucas 348 

Santo  Thomas ì 113 

1363 
17.  Convento,  y  doctrina  de  san  pedro  de  la  laguna. 

303  Tiene  tres  Religiosos;  uno  Doctrinero,  y  los  dos  coadjatores.  Admioistra  los  paeblos 

siguientes.  San  Pedro 180 


394  MEMORIA 

SanJoan 119 

San  Pablo 07» 

LaVisilaclon 050 

Santa  Clara * 157 

571 

i8.  Convento  t  doctaina  db  tbcpanguatbmala. 

OOi  Tiene  qnatro  Religiosos;  ano  Doctrinero,  y  los  tres  coadlatores.  Administra  los  paeblos 

siguientes.  San  Francisco  de  Tecpangaatemala 445 

San  Bernardino  de  Pason 545 

Santa  Polonia 080 

1070 

19.  Convento  t  doctrina  de  san  ioan  db  comalapa. 

006  Tiene  seis  Religiosos;  uno  Doctrinero ,  y  los  cinco  coadjatores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  San  Joan  de  Comalapa .•...•••  700 

Santa  Cmz 004 

Santiago  de  Pasisia 545 

San  Andres  de  Ysapu 575 

Los  Ynocentes  de  Parramus 315 

tiii. 

so.  EL  Convento  db  san  Salvador. 

003.  Tiene  ciuco  Religiosos , 

004.  Tiene  una  Vicaria  con  uno  Doclrineru,  y  un  coadjulor,  y  otros  dos  Religiosos.  Admiuistra 

los  pueblos  siguientes 

Santiago 050 

Santo  Thomas 045 

San  Marcos 030 

Texistepeque 045 

Chiquengueca 040 

Masagua 015 

Guyjar 008 

Tacaciiico 005 

il.  Convento  de  la  cicdad  db  s.  Miguel. 

003  Tiene  Ires  Heligiosos 

OOi  Tiene  una  Vicaria  cono  uno  Doctrinero.  Administra  los  pueblo:»  ^iguiellles.  Ereguayquin.    .  030 

locoran 030 

Santa  Maria 005 

Comacaran Oi4 

Vluasapa OJO 

Yocaycliin 030 

locoro 0J5 

16i 
23.  Convento  y  doctrina  de  amapal. 

003  Tiene  tres  Religiosos  ;  uno  Doctrinero  y  los  dos  coadjutores.  Administra  los  pueblos 

siguientes.  Las  Nieves 005 

Tìpuca 010 

Yayanlique 0J5 

Lamiangola 030 

La  Conctiaba 050 

La  Teca OIS 

Monleo 000 

19S 


MfiMORIAL  395 


23.  Convento  y  doctrina  db  san  andrbs  nacaome. 

>03.  Tiene  tres  Religiosos  ;  vdo  Docrinero ,  y  los  dos  coadjutores.  Administra  los  paeblos 

siguientes.  San  Andres 005 

Pispi OJO 

Guaxilope 015 

Guaxoran 045 

Lftngue 0i9 

Aramesina OSO 

Apasapo 008 

Anamoros 040 

Poloros 050 

Lapigre 016 


931 

24.  Convento  db  la  villa  db  la  ss.  Trinidad  db  sonconatb 

04.  Tiene  tres  Religiosos,  y  vna  Vicaria  con  un  Doctrinero*  Administra  los  pueblos  siguientes. 

San  Andres  de  Apanecn 120 

Santa  Lucìa .•-«......  030 

San  Miguel .  025 

175 

Los  Conventos  referidos,  que  son'todos  los  que  tiene  en  este  oblspado  de  Goatemala  la  Provincia 
el  nombrc  de  Jesus  del  Orden  de  San  Francisco  son  veynte  y  quatro.  Los  Religiosos  todos  queay 
Q  ellus,  son  cicnto  y  sesenta  y  dos:  los  pueblos  referidos  que  administran ,  son  ciento  y  veinte. 
OS  lodios  tributarios  de  dichos  pueblos,  que  se  contienen  en  las  partidas  puestas,  son  diez  y  siete 
lill,  novecientos  y  ochenta  y  tres.  A  estos  se  anaden  los  reservados  por  edad,  o  por  officios  y  asi- 
tencia  a  Iglesia  y  choro;  y  muchachos  y  muchachas  pertenecientes  a  la  doctrina:  con  quienes  el 
umero  todo  de  almas  de  dichos  pueblos  y  docrinas,  sera  de  cinquenta  mill.  En  Goatemala  a  diez 
ocho  de  setiembre  de  mill  seis  cientos  y  sesenta  y  vn  anos. 

P.  PAIO  OBISPO  DE  OOATBMALA. 

401.  Memorial  de  las  doctrinas  y  Religiosos  de  la  Provincia 
Lei  SS.  Nombre  de  Jesus  de  Guatemala,  Honduras  y  Chiapa 
Le  los  Frayles  Menores  (  de  San  Francisco  ) ,  hecho  por  mandado 
Lei  limo.  Sr.  Conde  de  Lemos  y  Andrada,  Presidente  del  R. 
^nsejo  de  las  Indias. 


È  un'  altra  breve,  ma  importante ,  relazione  dello  stato  de'  Conventi  e  delle  Missioni  che  i 
rancescani  avevano  in  quelle  contrade  l'anno  1603.  È  data  in  Guatemala,  15  di  Maggio  1608. 
rovasi  nella  Biblioteca  del  Beai  Palazzo  di  Madrid. 

402.  Memorial.  Ingresso  en  Cochinchina  de  los  Religiosos 
)escalzos  Espaiioles  de  le  Provincia  de  S.  Gregorio ,  del  Or- 
lon de  S.  Francisco,  legitima  fundacion  de  sus  Missiones,  y 
Tecion  de  Iglesias  en  aquel  reyno,  sacada  de  los  documentos 
ìomunicados  a  el  Procurador  General  por  la  sagrada  Congre- 
jacion  de  Propaganda. 

Sono  6  cario  in  foglio  a  stampa.  Me  lo  inviarono  i  nostri  Padri  di  Manila  nelle  Filippine. 


396  MEMORIALE  -  MEHCHERO 


Vs. 


403.  Memokialk  apostolicue  Provinciae  S.  Gregorii  Pliilippi- 
narum  Discalceatorum  Regularis  Observantiae  Seraphici  Patris 
S.  Francisci  prò  defensione  in  modo  evangelizandi  regnum  Dei 
in  nova  conversione  perquam  magni  Sinarum  Imponi,  ec. 

Manoscritto  in  foglio,  in  carta  cinese,  di  carte  SO,  di  cui  mi  venne  fatto  dono,  sottoscritto  in 
flne:  «  Fratcr  Antonius  de  S.  Maria,  Procnrator  Generalis  Provinciae  S.  Gregorii.  • 

M..  404.   Memorias  para  a  vida  do  V.  P.  Fr.  Hyacintho   dea 

Anjos,  fillio  da  S.  Provincia  da  Ordem  Serafica,  com  outras  perte- 
necientes  a  vida  do  V.  P.  Fr.  José  de  Santa  Anna,  filho  da  mesma 
Provincia,  que  escreveu  o  P.  Fr.  leronimo  de  Beleem  Chroiiista, 
e  se  imprimiò  no  anno  de  1743. 

È  un  Manoscritto  in  foglio.  Vi  sono  delle  notizie  per  le  Missioni  Francescane  di  Capoverde. 
È  neir  Archivio  della  Torre  del  Tunibo  di  Lisbona. 


California 


*r..  405.  Memorias  para  la  historia  naturai  de  California  por 
un  Religioso  de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio  de  Mexico.  Ano 
de  1790. 

Importante  Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid. 
I  capitoli  sono  i  seguenti: — AnimaUs  dometticot. — Aniinalet  xilvestres.  —  Avet  conocidas  de  la 
California.  —  De  log  vegetale»  de  la  California  cipilizada.  —  Hortaliza.  —  Frutoi  de  la  region,  — 
Minerales.  —  De  los  pece*.  —  Pintnras  de  los  antiguos  Californios. 


Aiwrica 


Uè. 

Aiumn 


406.  Mena  .  —  Sermones  y  opusculos  piadosos  en  Lengua 
Yucateca  :  por  el  Padre  Fr.  Carlos  Mena  Franciscano. 

Nativo  di  Valladolid  del  Yuoatan,  (luivi  vt-sil  l'abito  Francescano,  e  fu  Guardiano  del  Con- 
vento di  Moncucba.  Ne  fa  menzione  il  Padre  Cogolludo  (liixtoria  de  Yacaian,  ec.J. 

407.  Mencheho.  —  Declaracion  que  yo  Fr.  Juan  Miguel  de 
Menclioro  Predicador  Apostolico  y  general,  Calificador  del  Santo 
Oficio  de  la  Inquisicion,  Notare  Apostolico,  Ex-Custodio  de  està 
Provincia  del  Santo  Evangelio,  Ex-Visitador  de  la  Custodia  de 
la  Provincia  de  San  Pablo  de  la  Nueva  Mejico,  su  actual  Pro- 
curador  General,  corno  tal  hago  on  virtud  de  licencia  in  excriptis 
que  me  dio  i)ara  elio  nuestro  M.  R.  P.  Fr.  Manuel  de  Enciso, 
Lector  Jubilado,  Calificador  del  Santo  Oficio,  Ex-Difinidor,  Padre 
de  la  Provincia  de  Yucatan  v  dulcissimo  nombre  de  Jesus  de 
Guatemala,  Padre  de  la  del  Santo  Evangelio  y  Ministro  Provincal 


MENDIETA  397 


de  ella  ;  y  en  virtud  de  la  carta  orden  dimanada  del  Exmo  Senor 
Conte  de  Fuenclara,  Virrey  Gobemador  y  Capitan  General  de 
està  Nueva  Espana ,  por  la  comision  conferida  a  el  Contador 
General  de  Reales  (Azognes)  D.  José  Sanches  de  Villasenor,  por 
quien  me  fue  remetida,  en  que  haga  demarcacion  de  este  vasto 
reino  y  Nuevo  Mundo,  de  sus  ciudades,  villas,  pueblos,  parrochias 
conventos ,  haciendas ,  ranchos  y  Misiones.  De  estas  corno  tal 
Procurador  General,  harè  descripcion  de  las  de  Nuevo  Mejico 
que  son  a  mi  cargo ,  sus  fundaciones,  ramos  y  progressos. 

Manoscritto  \n  Toglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Comincia  : 
«  Fundacion  de  la  Custodia.  En  el  ano  de  1638  despues  de  la  entrada  ((ue  hizo  el  P.  Fr.  Alonso 
Reynaldo  ec.  •  Manoscritto  della  più  grande  importanza,  pieno  ài  preziosi  documenti  per  la  storia  di 
quelle  contrade  e  Missioni.  Segnato  in  fine:  19  aprile  1780. 

408.  Mendieta.  —  Historia  Ecclesiastica  Indiana.  Obra  escrita 
a  fines  del  siglo  XVI  por  Fray  Geronimo  de  Mendieta  de  la 
Orden  de  S.  Francisco.  La  publica  por  la  primera  vez  Joaquin 
Garcia  Icazbalceta.  Mexico  :  antigua  Libreria,  Portai  de  Agu- 
stinos,  numero  3.  MDCCCLXX. 

Questo  è  il  titolo  della  pubblicazione  fattane  dall' Icazbalceta.  Ma  il  vero  titolo  del  Manoscritto 
del  Padre  Mendieta  ò  il  seguente: 

—  Historia  Eclesiastica  Indiana.  Compuesta  por  el  Padre  Fray 
Geronimo  de  Mendieta,  Predicador  de  la  Orden  de  N.  S.  P.  S. 
Francisco,  naturai  de  la  ciudad  de  Viteria  v  morador  en  la 
Provincia  del  Santo  Evangelio  en  las  Indias.  —  Con  algunas  ad- 
vertencias  del  Padre  Fray  Jean  de  Domayquia ,  Predicador  y 
Guardian  de  S.  Francisco  de  la  dicha  ciudad  de  Viteria. — Dirigida 
a  nuestro  P.  Fr.  Antonio  de  Trejo,  Lector  Jubilado,  y  Comisario 
General  de  todas  las  Indias. 

L'pdizlone  fatta  dalP Icazbalceta  è  d'un  volume  in  4,  di  XLV  e  790  pagine:  bella  edizione 
che  onora  V  editore  e  il  tipografo.  Quanto  al  valore  dell*  opera,  basterà  sapere  che  il  Brasseur,  si 
valoroso  negli  studii  della  storia  Americana,  la  chiama  opera  capitale  per  la  storia  civile  e  religiosa 
del  Messico  e  delle  provineie  circonvicine  ;  oltre  gli  imporiantissimi  capitoli  che  contiene  circa  i 
costumi  e  le  cerimonie  dell'antica  religione  messicana. 

II  Padre  Mendieta  nacque  in  Vittoria  di  Alcava  nella  Spagna  tra  il  1524  e  il  1538.  Giovine  prese  V 
abito  di  Frate  Minore  nel  Convento  di  San  Francesco  di  Bilbao,  e  passò  al  Messico  in  Missione  Tanno 
1554.  Là  nel  Convento  dì  Xochimilco  si  applicò  allo  stadio  della  lingua  Messicana,  che  imparò  a  per- 
fezione. Nel  1570  fece  ritorno  in  patria;  ma  l'obbedienza  lo  rinviò  in  quelle  contrade  il  1578  ,  e  vi 
restò  sino  al  1604,  disimpegnandovi  con  pieno  successo  alte  cariche  dell'Ordine.  Scrisse,  tra  l'altre 
cose,  la  Storia  Eckticutica  Indiana,  che  gli  acquistò  gran  nome.  Ma  da  molto  tempo  non  se  ne  potc\a 


398  MENDOZA 


Anerict 


trovar  più  traccia,  e  tcmevasi  che  il  prezioso  Manoscritto  fosse  andato  perduto,  quando  Tanno  1860 
8Ì  rinvenne  fra' libri  e  manoscritti  lasciati  dal  signor  D.  Bartolommeo  Giuseppe  Gallardo  in  Madrid: 
ne  fece  acquisto  il  signor  D.  Giuseppe  Maria  Andrade  del  Messico,  e  così  V  Icazbalcbta  potè  averlo  e 
pubblicarlo. 

Abbiamo  desunti  questi  cenni  dalle  Notieiat  del  autor  y  de  la  ohra,  premesse  all'opera  stampata 
dal  signor  Icazbalceta,  che  ci  duole  di  non  poter  copiare  per  intero,  essendo  per  verità  inte- 
ressantissime. Ma  non  possiamo  tralasciare  i  passi  seguenti:  «  En  santas  y  utiles  ocupaciones  llegò 
nuestro  autor  al  termino  de  su  larga  carrera.  Habia  pcdido  a  Dios  que  su  ultima  enfermedad  faese 
penosa,  y  tal  que  le  sirviese  de  explacion  a  sus  culpas  :  su  peticion  fuè  escuchada,  porque  sufrìò  largo 
tiempo  de  una  diarrea  o  disenteria,  sin  que  se  agotase  nunca  su  paciencia,  basta  que  llegò  la  ultìnna 
bora  el  dia  9  de  mayo  de  1604.  Tenia  proximamente  80  anos.  Fuè  sepultado  en  el  Convento  de  Mexico, 
y  sus  ccnizas,  corno  las  de  tantos  otros  insignes  varones,  ban  sido  dispersadas  por  el  huracan  revo- 
lucionario  que  arrasò  ci  vencrable  edificio  donde  reposaban  1 

«  Entre  las  innumcrables  cartas  que  escribiò  el  Padre  Mendieta  al  Rey,  al  Consejo  de  Indias, 
a  los  Vireyes,  a  los  Prclados  do  la  Orden,  y  a  individuos  particulares,  stendo  muchas  de  ellas  en  favor 
de  los  Indios,  solodos  han  llegado  basta  ahora  a  mi  noticia.  Una  cs  la  que  dirìgiò  al  General  Gon- 
zaga :  tracia  el  Torquemada  ...  la  otra  es  la  que  publiquò  en  el  tomo  II  de  la  Colecdon  para  la 
fattoria  del  Mexico  . . .  tiene  la  fecha  de  156i  :  va  dirigida  al  Padre  Comissairo  General  Fr.  Francisco 
de  Bustamante,  y  es  tan  extensa  comò  importante ....  Si  se  conservaran  los  e^critos  sueltos  de 
nuestro  Fr.  Geronimo ,  formarian  una  coleccion  incstimable  para  el  futuro  bistoriador  de  aquella 
epoca.  * 

Un  esemplare  della  Hiitoria  eclesiastica  fu  da  me  acquistato  in  Parigi  dal.  Maisonneave  al 
prezzo  di  100  franchi. 

409.  Mendoza.  —  Chronica  de  la  Provincia  de  S.  Antonio  de 
los  Charcas  del  Orden  de  Nuestro  Serafico  Padre  S.  Francisco 
en  las  Indias  Occidentalos  reyno  del  Perù  :  escrita  por  el  R.  P. 
Predicador  Fr.  Diego  de  Mendoza  Chronista  j  Padre  de  la  mesma 
Provincia.  Dedicala  al  limo,  y  Rmo.  S.  D.  Fr.  Gabriel  de  Guil- 
lestegui  del  Consejo  de  su  Magestad  y  Obispo  de  Paraguay.  Ma- 
drid, 1604. 

Un  volume  in  foglio  a  due  colonne  numerate,  che  sommano  601  pagine.  N'  A  un  esemplare  nella 
Hibliuteca  delia  Reale  Accademia  dì  storia  di  Madrid.  Un  altro  ne  incontrai  appresso  il  signor 
Maisonnouvc  in  i*arigi,  che  me  no  dimandò  per  ultimo  prezzo  300  franchi. 

Veramente  ò  libro  di  molta  importanza  e  raro.  Oltre  una  rapida  storia  delle  nostre  Missioni 
in  tutta  r  America,  con  fatti  e  schiarimenti  non  riferiti  da  altri,  e  che  spargono  molta  luce  sopra 
le  prime  conquiste,  e  l'opera  benetlca  che  prestarono  i  Francescani,  ha  poi  una  piena  e  partico- 
lareggiata  storia  delle  loro  apostoliche  fatiche  nella  Provincia  de  los  Charcas,  che  veramente  for- 
mano un'epopea  gloriosissima  e  delle  più  belle  che  mi  sia  accaduto  di  leggere,  e  possiam  dire  che 
è  affatto  ignorala. 

«  La  Provincia  de  los  Charcas  (dice  l'autore  nel  capitolo  3  del  lib.  I)  està  en  la  mitad  de 
estos  reynos  del  Perù,  y  corazon  deste  Nuevo  Mundo.  Porque  selon  la  demarcacion  destos  orbes, 
tendrà  de  largo  Norte  Sur  mas  de  mil  leguas  castellanas  .  .  .  .  en  que  se  incluye  todo  el  imperio 
de  los  Heyes  Incas. . .  que  se  dividiò  w  dos  gobernaciones  por  el  Sefìor  Emperador  Carlos  V  a  los 
dos  primeros  contiuistadores  de  estes  reynos:  al  Marques  Don  Francisco  Pizzaro  docientas  y  setenta 
leguiis  de  dislrito  y  jurisdicion,  desdeQuito,  medidas  por  la  costa  del  mar,  basta  ci  Cuzco,  se- 
tenta leguas  mas  al>ajo  de  Chincha  en  los  llanos  al  Sur:  al  adclantado  Don  Diego  dei  Mmagru 
docientas  loguas  por  la  costa,  dcsde  los  terminos  de  Don  Francisco  Pizarro'azia  Chile  ....  Segon 
la  demercacion  de  estos  orbes,  advierte  no  se  han  de  entender  todas  las  Indias  Oc^identales  del  me- 
dio dia  por  reyno  del  Perù  ....  sin  desde  Quito,  que  està  debaxo  de  la  linea  equinocial ,  y  corre 
de  largo  basta  Chile,  saliendo  de  los  tropicos  que  seran  700  leguas  de  largo  y  60  de  ancho  de  la 


MENDOZA  399 


costa  del  Mar  a  la  Ck)rdillcra  Grande,  aunque  por  algunas  partes  hai  mas  de  80  legnas.  Desde  el 
Cozco  a  Quito  ponen  dozientas  y  setenta  leguas:  y  desde  los  ultimos  termlnos  del  distrilo  de  està 
Provincia  (de  la  160  leguas  que  contiene)  a  Ghile,  ponen  480  leguas  de  demarcacion ; y  por  ella  queda 
la  Provincia  de  S.  Antonio  de  los  Gharcas  (  que  comienca  desde  la  ciudad  del  Cuzco  y  acaba  en 
la  villa  d  Tarixa  )  en  la  mitad  de  estos  reynos  .  .  .  donde  la  influencia  del  sol  y  demas  astros, 
en  obediencia de  la  voluntad  y  disposicion  divina,  han  producido  y  prodncen  las  mayores  riquezas. . .  » 

In  mezzo  poi  al  distretto  della  Provincia  di  S.  Antonio  de  los  Gharcas  è  la  Provincia  di  Col- 
lao  (cap.  5  lib.  I.):  tutta  terra  piana,  abbondantissima  di  pascoli  per  ogni  maniera  di  gregge;  ed 
è  corsa  da  gran  flumi  navigabili  in  tempo  di  piogge,  che  tutti  vanno  a  flnire  nella  gran  laguna 
chiamata  Chncuito,  le  cui  rive  sono  popolatissime  d' Indi.  «  Baja  la  laguna  quasi  80  leguas ,  y  tiene 
sii  desague  estrecho  y  profundissimo  azia  la  parte  del  mar,  culo  remanente  sale  a  Gballacollo 
(tre  leghe  da  Orcuro,  terre  bcuse),  y  alli  se  pierde  basta  salir  al  mar.  •  In  mezzo  alla  laguna  sono 
isole  grandi  e  piccole,  piene  di  gregge  per  gli  eccellenti  pascoli  che  forniscono;  e  vi  si  fa  ottima 
pesca.  Quantunque  la  terra  sia  tutta  piana,  tiene  la  stessa  altura  che  è  da  Potosi  a  lo»  alto»  de 
VUeatiotat  30  leghe  da  Guzco.  Alle  falde  del  cerro  Vilcanota  formasi  dallo  scioglimento  delle  nevi 
una  piccola  laguna,  da  cui  nasce  e  s' avvia  verso  il  Nord  un  piccolo  rdscello,  che  mano  mano  ri- 
cevendone altri  da  diverse  si&rre,  a  poco  a  poco  addiventa  il  famoso  fiume  Maragnon,  e  dalla  parte 
del  Sur  formansi  quello  di  Ayaviri  e  il  Pucarà,  che  entra  nella  luguna  di  Chucuito  con  quello  di 
Azangaro;  non  già  il  Rio  della  Piata,  che  nasce  nelle  alture  (alto»)  delle  Lagonillas  a  46  leghe 
da  Potosi,  ed  entrando  per  la  valle  di  Yocalla,  riceve  la  Ribera  de  lo»  Ingenio»  di  Potosi,  «  a  cuya 
causa  se  viste  de  el  color  de  los  metalos  y  lamas  que  beneflcian  aquellos  Ingenios ,  y  toma  cuer- 
po  en  el  valle  de  Pilcomayo,  de  donde  uniendose  otros  poderosos  rios,  corre  sobervio  y  caudaloso 
la  tierra  adentro  basta  el  Paraguay,  y  sale  por  Buenosayres  al  mar.  • 

È  questo  l' immenso  campo  dove  dispiegò  in  modo  maraviglioso  il  suo  apostolico  zelo  la 
Provincia  Francescana  de  los  Gharcas;  e  lo  ripetiamo,  è  un  dramma  de* più  belli  e  sorprendenti 
nella  storia  delle  Missioni  deir  Ordine  ;  specialmente  le  ardite  spedizioni  eh'  essi  fecero  fra  i  barbari 
dentro  terra,  e  che  l'autore  largamente  racconta.  Di  quelle  genti  ci  dà  la  notizia  seguente:  •  Todos 
los  Indios  infleles,  que  habitan  las  regiones  de  la  otra  parte  de  la  Cordillera  Grande,  que  contigua- 
mente cine  por  mitad,  Norte-Sur,  a  este  Nnevo  Mundo,  hablan  un  general  idioma,  fuera  del  que 
tiene  cada  provincia  de  las  suyas,  particular,  desde  el  Brasil  a  los  Panataguas,  y  Darien  (que  al 
paracer  corre  mas  de  dos  mil  leguas  entorno),  al  modo  que  de  està  parte  de  la  Gordillera  usavan 
la  lengua  general  Quicbua,  que  establecieron  los  Beyes  Incas;  sin  embargo  de  especiales,  varias 
lenguas,  que  hablan  diversas  regiones  :  mas  comò  todos  aquellos  barbaros  infleles  viven  brutalmente, 
sin  genero  de  obediencia,  ni  policia ,  estos  que  son  mas  nuestros  vezinos,  son  bijas  sus  costumbres 
del  apetito  y  voracidad;  pues  tan  solamente  los  varones  se  ocupan  en  la  caca  con  arco  y  flecha 
y  en  la  pesca  de  los  rios,  que  tienen  en  abundancia  para  el  sustento  de  la  vida,  sin  mas  sazon 
de  viandas  que  el  naturai  desabrimiento  de  las  carnes  y  pescados  crudos  que  comen ,  y  muchas 
vezes  unos  a  otros,  quando  se  canti van  en  las  guerras,  que  traen  continuas  con  los  circun vezinos 
fronterizos  :  y  las  mugeres  se  ocupan  en  la  labor  de  la  tierra,  hacer  los  bervages  de  Chicha  para 
sus  embriaguezes,  y  algunas  en  hilar  algodon,  para  vcstirse  . . .  Visten  de  algudon  tan  solamente 
una  camiseta,  o  tunica  sin  mangas,  que  les  cubre  de  los  ombros  a  las  rodillas;  traen  el  cabello 
largo  sin  corte  . . .  y  muchos  de  ellos  traen  coronas  en  las  cabezas,  que  labran  del  mesmo  cabello,  con 
agttdissimos  pedernales ,  que  afllan  para  el  efecto.  Todos  tienen  buena  disposicion  de  cuerpos , 
menbrndos,  adustos  de  color,  y  de  facciones  ferozes  :  las  mugeres  algo  meno  adustas  que  los  hom- 
bres,  de  buena  disposicion  todas,  camudas  y  no  bien  agestadas ...  Su  vivienda  comun  son  unos 
galpones  grandes,  con  puertas  a  una  y  otra  parte  de  la  montala  (los  que  moran  entre  arboledas 
espesas),  y  dentre  tienen  puestas  hamacas  de  cordeles  pendientes  de  unos  maderos,  y  alli  duermen 
siempre  rezelosos  de  enemigos  circunvezinos:  de  noche  tienen  centinelas  de  una  y  otra  parte  de 
la  vivienda,  por  los  continuos  robos,  que  se  hazen  de  sus  mugeres,  y  familias,  comidas  y  ropas, 
cantlvandose  unos  a  otros,  y  en  teniendo  aviso  de  una  parte,  por  la  otra  huyen,  y  llevan  consigo 
tudo  el  ajuar  a  lo  mas  espeso  del  monte,  donde  tienen  senaladas  emboscadas:  en  las  llanadas 
vlven  en  aldeas,  o  rancherias  de  a  30  a  30  casas  de  ramas,  juntas  las  casas,  sin  orden  ni  concierto 
alguno;  estos  se  sugetan  a  un  Cacique,  o  capitan  que  eligen  por  Caudillo  en  las  guerras,  y  vien 
a  ser  cabeza  de  cien  Indios.  ...  No  tienen  culto,  ni  adoracion  politica  conocida:  los  mas  adoran 
el  sul  y  luna,  que  reverencian  por  Dioses,  mas  cada  uno  tiene  en  los  campos  su  espccial  idolo 


V4N) 


MENDOZA  -  MEKENDEZ 


•»  mrichaittTo:  -in  'iii^  »-|  .li.S(!iir5(>  Uà  .-ideliDte  a  mayor  conociroiento;  y  assi  en  cudiud  a  nadie 
■ulorin.  V  ^n  partiriilar  snn  iiiitUtras  i^randes.  ijnaodo  han  de  hazer  algan  assalto  a  sus  enemigos, 
>«*  luntan  «-n  rn)pas.  ^iiniiendo  ;i  un  «*apitan  <|iie  numbrao ,  y  a<inel  ubedecen  todos,  basta  acabar 
la  f.irrion.  v  '-n  •livulienrlu  la  presa,  no  le  roiiecen  mas  por  superior,  y  buelven  a  su  antìgna 
•'nsiiimtirf*.  Sirrcn.se  iM^n  .'rande  imperio  ile  lus  [ndìos  qne  canti van ,  osando  mal  de  ellos.  Sos 
■irmos  >i.n    irru  y  ilecha;  ■•\erricio  «'n  'jne  todus  soo  diestros,  por  exercitarle  desde   la  DlSez;  y 

•  lesde  "ntoncefi  ^e  iradan  •'!  lahiu  mferinr,  donde  se  ponen  un  boton  de  oro,  o  piata,  o  eslaSo,  o 
.'oma,  •nn  un  ;lador.  'iue  it.>s  <'uge  pur  ambua  lados  la  dentadura  por  dentro ....  Salen  alganas 
''trzei  >w  iiaz  1  nni'stn);}  nufhlos.  j  sat'an  frutos  de  la  tiem  a  feriarlos  por  eochillos,  ropas  de  la 
rierra.  /  lucntas  «le  ^  ulriti.  :«js  «lue  saii>n  pur  Tanja,  sacan  gran  eantidad  de  monos  y  papagayos  ec .. 
l'js  -lue  -^aitMi  ;>or  .mr  ri.>mina  ■  (It^rhabamba,  en  los  Charcas ,  sacan  eantidad  de  resina  clorosa 
■le  |uiuaM">iia.  me  xssi  llamao  los  irijuies  qae  «lan  està  resina;  y  està  desecha  al  foego,  hazen 
iinu!»  :hi11us.  i-diiti<.  ine  'raen  i  vender,  y  joa  may  medirinales.  Los  que  salen  por  Chaquiabo, 
^acau  ^nu  -aniKijiii  le  vavniUas  -le  4randL»imo  «Wor,  que  S4)n  may  codiciadas  en  todo  esto  reyno... 
^:LÌen  le  <^u!i  irrrts  'lì  -anuu»  le  madera  por  in^ndes  rìos«  que  los  diriden  de  està  noestra  reglon, 
i  iieinpu  -cilaiaiit*.  iuanii«)  ^axao  la&  acuas  de  lus  rìus,  que  es  desde  el  mes  de  mayo  basta  fines 
le  MCDstu.  r<  ila   >  ^nu*  nuy  cixUciusa  . . .  enemiga  de  trabajo,  erobidiosissima ,  veodida  al  Ticio 

•  ie  la  •(.'luMiiaii.  ^rtti  .'"ineaura.  . .  .  Mn  fee.  ni  palabra,  inclinada  al  horto,  ec.  ■  Quanto  al  iiiatri> 
'OiMitM  «  Viiuei  «'s  ;uaÀ  ^^.*•>  v  .te  mayor  estimacion  entre  eiius,  que  paede  sostentar  mas  concabi- 
!ia.N  ^in  '-\cv|K*i>.>ii  ie  ^raiiu  u;:unu  'le  .uini«iad;  <|ue  sol  el  primer  grado  de  consanguinidad  respetan; 
^    Hyd*^  lu    l«iifa>  M%«.*    LÌ    intujti  ile  su  apetitu.  *  liib.  I.  «'ap.   13.) 

^111  IMI  tri  :iLm>  :<niuii.  Nei  «ientndu  T  Autore  dà  le  biografie  dì  oltre  50  Missionari,  la  cui 
Mfa  rtrhir.Unom-  iti.i  niraituue  a  ;>ane;  o  sono  tra  gli  altri,  P.  Alonso  deArgoello,  V.  P.  Gaspero 
•le  v.ii\rnie.  i*  >niv;<*  le  llan> .  P.  Stefano  de  Ytumìela.  P.  Loca  dì  Cuenca,  P.  Benedetto  di 
lliirrtuii.  P  (ii«i\aniii  Ks4rn\an«>,  P.  Bemanki  Navam».  P.  Antonio  Qaìntero,  P.  Francesco  Cayrasco, 
i*.  Vntiiiiiu  w  Nili  liuiiaveiiiura.  P  IK^menicu  de  Alcitnrieta,  P.  Pietn>  de  Mendoza,  P.  Filippo 
Sfilano.  <-«'..  '.utti  MTaiiK'iiie  .iimsiniì  .ti  <tmtinlinaria  virtù  in  quelle  contrade,  versatissimi  nelle 
itiviTM'  liii^cnt'  iv  Tia(tw,  •  'auiuaiur^hi  nelle  •*on\ersioni.  i  quali  posero  suggello  alle  loro  eroiche 
bilichi'  -'Mii  itn.i  inorU-  -ia  Niiitl. 

>ri  »rr<i»  :i;ìrt»  sMrJa  U iroMiiie  «il  S.  <*hiam.  ohe  parimente  tanto  fiorì  nella  Provincia  de 
l<w  »'.lKin:i'*.  ••    la  il«Mni     h  «K-  ^»»»:criiìt'  .\i  \M\,zu*^  di  non  unlinaria  virtù. 

N.  I  lu.ir*"  hi  limi  iiii'  ri:M  i«  ile  •nar:iM;:he  «Ifl  T»»rz'  Ordine,  ohe  da  per  tutto,  e  specialmente 
Il   XiiiiT'.- 1.  im  Nifi- i'iiiMi- t:iM  ii.e  ■•  lUnhuitii  lila  nf;»'iieri/i<>iie  sociale  di  cjuelle  g'^nti,  ora  in  molta 

«•  410.  Mkndo/v.  — Portriiia  i.*hristiana  en  Leng:ua  Mexicana  : 

por  ^^l  Pnilr»*  Fr»\   Ju*m  Mt^iuloza,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

—  F''  v  v.'//.".  '•''///.  '^  \  ida  (le  los  Santos  en  Lengua  Kachiquel. 

—  Pbiti<*as  d.HTriiiales  sobre  b>s  Evanijelios  de  todo  el  ano, 

!:  l*iMr-  M'Tiil.^/a.  nafnt«liiLi  Nuova  S|«a^:iM.  fu  litologo  di  multij  valore  in  Guatemala,  do>e 

4H.  \fKNENnKz  .  —  Diario  de  la  seirnnda  expedicion  que  se 
Ur/.h  (,rirj  dr»>:r-uhrir  la  Lairuiia  de  Nahuelhuapi  ano  de  1791.  Lo 
f'<f'rì/\h  Vr.  Francisco  MfMiendez,  Misionario  Franciscano  de  la 
ffU^T'uiìfìu  de  Onopa  en  Chiloe. 

W  in  .^'  nffo  fliiioj(r>ifo  di  13  rarte  in  V.  p.^ssedulo,  o  meglio,  (^nscrvato  dal  M.  R.  Padre  Giovanni 


\  in#r  /^ 


MliiUGADU  401 


Antonio  Lopez  Provinciale  della  Provincia  de  los  Angeles  di  Andalusia,  già  Missionario  in  quelle 
regioni,  ed  ora  Direttore  spirituale  del  Seminario  Conciliare  di  Cordova.  È  una  interessantissima 
relazione ,  di  cui  presi  copia.  E  qui  non  posso  a  meno  di  mettere  una  parola  di  affettuosa  e  viva 
riconoscenza  per  queir  eccellente  Padre,  da  cui  ricevetti  segnalati  favori;  non  altrimenti  che  per 
l'IIlus.  Monsignor  Gonzalcz  Sanchez,  Vescovo  di  Caen,  che  allora,  ausiliare  delF  Arcivescovo  di 
Siviglia,  stava  al  governo  del  Seminario;  e  cosi  ancora  per  tutti  gli  ottimi  sacerdoti  e  giovani 
che  lo  componevano.  Le  amorevolezze  d' ogni  maniera  che  mi  usarono,  con  la  memoria  della  loro  bella 
e  nobile  virtù ,  non  si  cancelleranno  mai  dal  mio  cuore . 

412.  Mercado.  —  Encyclopaedia  Missionis  Apostolicae  in 
regno  Cypri ,  seu  Institutiones  Linguae  Graecae-Vulgaris ,  cum 
aliquibus  additamentis  apprime  necessariis  ad  vernaculam  Grae- 
corum  facilius  addiscendam  prò  malori  Apostolicae  Missionis  com- 
modo.  Auctore  R.  P.  F.  Fedro  Mercado  Reg.  Observantiae  S.  P. 
Francisci  Provinciae  Aragoniae  filio ,  Custodie  Terrae  Sanctae 
Praedicatore  Apostolico  et  Missionario  Linguae  Graecae,  ejusdem- 
que  Lectore.  Romae ,  Typis  Salvioni ,  MDCCXXXII.  Superiorum 
pennissu. 

È  un  volume  in  4,  di  XII  e  21i  pagine  a  tre  colonne,  e  in  4  lingue;  spagnuola,  latina, 
italiana,  e  greca.  N'è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Colombina  di  Siviglia. 

•  Ardentisslmus  (dice  l'Autore  nel  preambolo)  apprime  erga  apostolicum  Missionis  munus,  quo 
tamquam  salutaris  obedientiae  mancipium  aliquot  iam  annorum  spatio  in  insula  Cypro  perfunctus  sum, 
zelus  celitusque  mihi  innata  propensìo,  ad  id  adiiecit  animum  et  incitavitorexim,  ut  nonnuUas  verna- 
culae  linguae  graecae  institutiones  conscrit>erem,  quibus  alii,  meiquc  praesertium  nationales,  qui  ad 
Evangelii  ministerii  culmen  Inter  Graecos  anhelant,  atque  devote  suspirant,  habeant  illam  lucem,  qua 
me  ab  initioob  defcclum  librorum  orbatum  fuisscdeflevi;  ideotiue  zelus  domus  Dei  comedìt  me,  ut  vel 
ante  nieum  Missionis  cursum  funditus  consummatum,  quadrilinguem  hanc  Grammaticam  cum  nomen- 
clatura, suisque  additamentis,  in  studiose  inventutis  utilitatem  concinnatam,  praevia  eimsdem  praesen* 
tatione,  quorum  intererat,  superioribus,  atque  peritonim  unanimi  approbatione  obtenta,  in  lucem  tan- 
topere  a  me  suspìratam  parerem  . . .  Animadvertendum  tnmen  erit,  quod  aliqua  praecepta  a  me  in 
grammatica  insti tutione  tradita  et  cxemplis  comprobata,  aliquando  non  in  nostris  Ilnguis,  sed  solum 
ingraeca  vulgari  constructione  veriflcantur. . .  Admoneo,  me  nonnulla  hic  inseruisse  gracca  vocabula 
peritis  captu  aliquantulum  difficilia;  sed  non  inde  vituperiis  me  aliquis  constrìngere  debet,cum  sit  luce 
clarius,  quod  graecismus  vulgaris  nunc  dicrum  aliis  quamplurimis  linguis  permixtus  pluribus  bar- 
barismis  scatet,  quod  ipsemet  propria  doctus  experieniia  in  meis  pcregrinationibus  passim  obser- 
varam.  Nam  in  Cypro  insula,  ubi  aliquot  annorum  spatio  apostolico  ministerio  vacavi,  cum  lingua 
Turcica  varie  confusum  observavi:  in  Syria  vero,  Palestina  et  Aeprypto,  cum  lingua  Arabica:  et 
in  Creta,  vulgo  Candia,  Millo,  Argentarla,  Cithera,  aliisque  Cycladibus,  sive  Archipelagi  insulis  (elsi 
transeunter)  cum  lingua  italica  varie  permixtum  inveni,  proinde  debere  stare  usui  provinciaruro.  • 

In  nne  poi  del  volume  è  aggiunta  V  operetta  seguente  : 

—  Brevis  instructio  (  latina  et  graeca  )  qua  christiani ,  prae- 
sertim  catholici  orientales,  per  decem  praecepta  Decalogi  possint 
examinare  suas  conscientias ,  et  Missionarii  Apostolici  illos  inter- 
rogare ut  faciant  integram  et  perfectam  peccatorum  suorum 
confessionem. 

J6 


402  MESSINA  -  MIGLIONICO 


m,         413.  Messina.  —  Lettere  dei  P.  Fr.  Santo  da  Messina  dei 
^*   Minori  Osservanti,  Guardiano  di  Terra  Santa,  al  Gran  Duca  di 
Toscana, 

Sono  due  lettere,  che  rinvenni  nell'Archivio  Mediceo  di  Firenze,  nella  CorrispondeDza  di 
Urbino.  La  prima  ha  la  data  dalla  santa  città  di  Gerusalemme  il  20  aprUe  163i;  la  seconda,  dalla 
santa  città  di  Sazaret  U  25  febbraio  16Ì7.  Sono  nuove  oppressioni  e  persecuzioni  dei  Turchi.  Nella 
prima  parla,  tra  V  altre  cose,  d'  una  vistosa  limosina  che  i  Francescani  della  Terra  Santa  avevano 
raccolta  in  Europa  ;  •  e  il  Bassa  di  Tripoli  di  Soria  spogliò  i  Frati  di  Cipro  che  la  portavano,  colà  per 
fortuna  di  mare  capitati,  dì  tutto  quello  che  per  sostentamento  de*  Santi  Luoghi  seco  avevano.  • 
Anche  più  dolorosa  è  la  seconda.  •  Troppo  saria  fegli  dice)  e  impossibile,  s' io  pretendessi  appieno 
informarla  degli  eccessivi  travagli  e  tirannie  ,  ove  mi  ritrovo  con  tutta  questa  famiglia  per  conserva» 
zione  de' Luoghi  Sacri  della  nostra  Redenzione! . . .  Siamo  giunti  in  tale  termine,  che  persa  ò  ogni 
speranza  di  poter  sussistere  con  qualsiasi  genere  di  pazienza,  dopo  che  ogni  gran  somma  di  danaro 
per  niente  è  riputata  all'  insaziabile  ingordigia  di  questi  tiranni!  ...  lo  con  il  Patriarca  de' Greci  e 
e  tutti  gli  altri  Prelati  delle  altre  nazioni  abitanti  nella  santa  città ,  ci  siamo  assentati  per  ricorrere 
alla  Porta, ...  per  provare  se  con  quest'  ultimo  rimedio  si  potesse  ultimare!  .  . .  •  Scongiura  il  Gran 
Duca  che  l'aiuti  per  mezzo  del  suo  Residente  in  Costantinopoli  ;  e  frattanto  gliene  sarà  riconoscente, 
pregando,  unitamente  a'  suoi  Religiosi,  per  sua  A.  S.  e  tutta  la  sua  famiglia,  come  già  facevano  in 
quel  santo  locello  di  Nazaret,  ove  è  stato  ed  ha  operato  l'umanissimo  e  divinissimo  Verbo! 


Asia 


M..  414.  MiGGENES.  —  Missio  Seraphica  in  Imperio  Sinarum  :  sive 

brevis  sinceraque  relatio  ortus,  progressus  praesentisque  status 
Missionis  Sinensis  Fratrum  Minorum  Strictioris  Observantiae  S. 
P.  N.  Francisci  Discalceatorum  Provinciae  S.  Gregorii  Magni  in 
Insulis  Filippinis  :  a  Fr.  Francisco  Miggenes  eiusdem  Apostolicae 
S.  Grogorii  Provinciae  filio,  Pro-Ministro  Provinciali  nec  non  in 
Romana  Curia  Generali  Procuratore  concinnata. 

Manoscritto  in  8,  di  carte  iO  in  i,  aiifografo,  llrnialo  die,  13  auijusti  i76i;  di  cui  mi  venne  fatto 
dono.  Dall'ultimo  §  segnato  66,  ne  togliamo  (luanto  segue:  •  In  praesonti  cxtant  in  Sinis  (ex 
Provincia  Francescana  S.  firegorii)  Chrìstum  annunlianles,  quantum  persecutionis  turbo  patitur, 
Palres  Josepli  Sensio,  Joannes  Ortuno.  Joseph  Hornav,  Malhias  a  S.  Theresia  Airazar,  Bornardus  a 
Sanctis  (queni  carceri  mancipatum  prò  Chrislo  lilterae  recentiores  asscrunt  ),  Franciscus  Abbas,  Ber- 
nandus  de  ci  ('orral,  Bonaventura  a  ('.orde  Jesu ,  Thomas  a  Santissimo  Sacramento,  Salvator  u 
Valentia,  et  Frater  Marlinus  Palau  Laicus,  qui  curae  Missionariorum  in  inllrmitalibus  allondit.  • 

K  un  interessantissimo  Manoscritto. 


A«ia 


"  •  415.   MiGLiONico.  —  Lettore  del  V,  Fr.  Paolo  da  Miglionico, 

Minoro  Osservante  Kitbrmalo,  al  Gran  Duca  di  Toscana. 

Altre  due  lettere  parimente  nell'Archivi)  Me<liceo  di  Firenze,  nella  Corrispondenza  del  Rassetti.  I.a 
prima  ha  la  data  di  Gerusalemme  del  25  fehraio  del  1686;  la  seconda,  del  i  lui^lio  dello  stesso  anno.  Vi 
parla,  fra  l'altre  cose,  qu<*sto  Padre,  d'  una  prospettiva  che  aveva  disegnala  di  quella  città,  e  che  inviava 
al  Gran  Duca.  •  Sapendo  (ei  dire  nella  lettera  prima  ;quanto  l'A.  V.  abbia  devozione  alli  Santi  Luoghi 
di  nostra  Redenzione,  prendo  ardire  d' inviargli  (per  il  P.  Antonio  RonaNcnfura  da  Firenze,  suddito  di 
V.  A.  che  predicando  V  \vvento  in  Hetlenime  si  è  dimostrato  tale,  che  c«(n  il  suo  zelo  ha  ridotto  molti 
Armeni  e  Greci  alla  vera  e  santissima  nostra  Religione  cattolici,  facendoli  pubblicamente  nella  chiesa 


MILAiNO  -  MINISTROS  Mìo 


iti. 


M». 


abiurare  gli  errori  cbe  tenevano)  una  carta  lineata  da  me.  Non  rimirerà  in  essa  le  regole  che  usano  li 
disegnatori  e  pittori,  perchè  no  ho  avuto  chi  mi  abbia  guidato;  ma  perchè  sono  al  servizio  di 
Terra  Santa  dall'anno  1671,  Ano  adesso  mi  sono  talmente  impressi  nella  mente  i  Santi  Luoghi, 
che  non  mi  rende  difficile  il  disegnarli  con  la  penna ....  Compatisca  alla  mia  cadente  età  di  8i 
anni...  Questa  prospettiva  della  santa  città  è  conforme  si  vede  dal  sacro  monte  Oliveto.  Ho  cominciato 
a  disegnare  un'  altra  carta  come  sta  oggi  la  santa  città,  fondata,  edlQcata  e  murata,  con  le  strade, 
conventi,  chiese,  moschee  di  Turchi,  e  Santuarii  tanto  di  dentro  quanto  di  fuori,  con  la  carovana 
delle  nazioni  che  vanno  al  sacro  Qumo  Giordano ,  la  Quarantana,  Mar  Morto,  con  le  città  brugiale, 
e  moltissime  altre  cose ...» 

Nella  seconda  poi  parla  di  un  disegno  di  tutta  la  terra  Santa.  «  Oltre  di  queste  ho  lineata 
tutta  la  Terra  Santa;  cioè  dintorno  a  questa  descrizione  vi  ho  disignate  tutte  le  piante  de* Santuarii, 
u  dintorno  a  questi  Santuarii  vi  ho  disignate  tutte  le  cerimonie  e  usanze  turchesche  ed  arabe  :  di 
sopra  a  tutti  questi  vi  ho  fatto  il  Papa,  appresso ,  l'Imperatore,  appresso,  il  Re  di  Spagna,  appresso, 
tutti  li  Re  cattolici  et  eretici,  appresso,  gli  infedeli,  tutti  a  cavallo.. . .  Vi  sono  ancora  la  maggior 
parte  degli  officiali  di  Costantinopoli,  come  anche  molte  dame  che  tiene  la  Sultana  nelli  serragli,  che 
suonano  diversi  strumenti.  Dippiù  vi  sono  le  donne  di  questi  paesi,  conforme  stanno  in  casa,  e 
quando  escono  fuori  di  casa ,  e  il  lunedi  e  giovedì  vanno  nelli  sepolcri  a  piangere  li  loro  morti . 
Sicché  chi  se  vuole  dare  alla  curiosità,  guarda  questi  personaggi  ;  ma  chi  se  vuol  dare  alla  divozione, 
guarda  come  il  Figliuolo  di  Dio  andava  per  le  città  e  castelli ,  predicando  e  facendo  miracoli.  11 
Padre  Commissario  di  Terra  Santa  di  Parigi  è  stato  qui  in  Terra  Santa  sei  anni  passati ,  e  1'  ha 
vista  questa  descrizione:  adesso  mi  ha  scritto  che  la  mandassi,  che  lui  la  farà  stampare.  Ma  perchè 
ò  troppo  lontano  e  non  posso  averne  le  stampo,  ed  ho  caro  che  sìa  stampata  in  Italia,  Dio  mi  ha 
ispirato  di  mandarla  a  V.  A.,  ec.  • 

416.  Milano.  —  Della  Minoritica  Riforma  di  Milano.  Cronica 
quinta  raccolta  e  scritta  dal  P.  Fr.  Benvenuto  da  Milano,  alunno 
della  medesima. 

Un  volume  in  foglio  manoscritto  nella  Biblioteca  Brera  di  Milano,  in  cui  si  parla  largamente 
delle  Missioni  Cinesi,  e  de' Padri  Gio.  Battista  da  Bormio,  Gio.  Battista  da  Serravalle  il  Seniore, 
e  Gio.  Battista  da  Serravalle  il  Giuniore,  eletto,  ma  non  consacrato  vescovo  Maggidano,  morto  in 
Cina ,  e  del  P.  Francesco  Maria  da  Dervio  vescovo  Miletapolitano  e  parimente  Vicario  apostolico  in  Cina. 

417.  Milano.  —  Fioretti  storici  di  cose  curiose  in  Levante  rac- 
colti dal  Padre  Fr.  Angelico  da  Milano  M.  0.  R.  In  Milano,  per 
Ambrogio  Ramellati,  1639. 

Un  volume  in  8.  Il  P.  Angelico  è  il  traduttore  e  interpolatore  della  Cronaca  della  Siria  del  P. 
da  Calahorra.  E  da  questa  sono  estratte  le  cose  curiose  qui  riferite. 

418.  MiNiSTROS  Provinciais  que  tem  tenido  està  Provincia  da 
Piedado  desde  o  ultimo,  de  que  fas  mengao  a  Cronica  da  Pro- 
vincia (del  P.  Monforte),  que  foi  o  Padre  Fr.  Manoel  de  Castello 
de  Vide,  conforme  que  foi  em  numero  o  quinquagesimo  sexto. 
Eleito  no  anno  de  1690  a  4  de  lulho.  Ponemse  taobem  os  acon- 
tecimientos  mas  notaveis  no  tempo  de  cada  bum  dos  Prelados. 
Ordenouse  este  livro  por  ordem  do  N.  Commissario  P.  Fr.  Joào 
de  Evora-Monte,  Ex-Leitor  de  Theologia,  Qualificador  do  Santo 


AOi  MINORITÀ  -  MOr.ES 


Sf'mp. 


31$. 

Asia 


Officio,  Examinador  das  tres  Ordines  Militares,  Consultor  da  Buia, 
sendo  Ministro  Provincial  de  està  Provincia  no  anno  de  1780. 

Socu  48  pagine  In  4,  possedute  da  un  Padre  Francescano  di  Lisbona.  Vi  ho  trovate  parec- 
cliie  utilissime  notizie  por  la  storia  delle  nostre  Missioni,  e  parecchi  nomi  di  Missionari  nostri  glo- 
riosi affatto  ignorati.  Tra  gli  altri,  il  Padre  Fr.  Raffaele  da  C:iStello  de  Vide,  che  Fanno  i785,  ci/ 
suoi  compagni,  fu  capo  d'  una  solenne  missione  in  Guinea,  e  ce  ne  lasciò  ampia  e  bellissima 
relazione  manuscritta,  di  cui  già  abbiami  parlato.  Senza  queste  notizie  forse  non  F  avrei  trovata, 
e  chi  sa  per  quanto  tempo  ancora  sarebtie  rimasta  per  noi  nelP  oblio. 

419.  MiNOUiTA.  —  Chronicon  de  gestis  centra  Fraticellos,  au- 
ctorc  Joanne  Minorità. 

Publ)licata  nel  tomo  IH  delle  MUcellanee  Stepham  Balutii,  ec.  cun  la  seguente  nota  innanzi 
del  Mansi  :  •  liane  Fraticcllorum  historiani  scripsil  Fr.  loannes  Ord.  Minorum ,  ut  est  in  Praefa- 
tione.  Ser\ari  iliam  I\omac  in  OibliutluTa  Cullegii  Capranici  docuit  me  per  litcras  D.  Silvcrias  Or- 
bini  1.  V.  D.  signilìcavil»|ut'  curaturum  se  ut  accurate  describerelur  ;  quod  et  praestitit  diligen- 
ter.  Ut  vero  hic  darem  in  causa  fuil,  quud  fere  tota  conlexta  sii  e\  literis,  instrumentis,  et  di- 
plomatibus,  «juae  buie  vulumini  destinata  buut.  »  Piglia  dalLi  pagina  (in  foglio  a  due  colonne)  206 
alla  367. 

420.  MisiON  do  China.  1735, 

breve  memoria  in>iatami  da' nostri  Padri  di  Manila  nello  Filippine. 


»»m;..         *21.  MisiON  Sornphira  Rspanola  do  Xan-tung  en  osto  imperio 

'"-^    (1(3  la  (Iran  China  de-  la  Provincia  de  San  Gregorio.  Nomina  de 

los  lugares  dondo  liay  christianos  y  los  quo  on  oUos  conservan 

la  toc  esto  ano  de  1757.  Apuntase  la  distancia  de  unos  lu^^ares 

a  otros.  Madrid  17()(). 

Simo  Sri  fiij;li  (li  slaiiipa,  pr«  /i<»si  v  r.irissimi,  clif  .ipparlciH'Nano  alla  rckbn'  Hibliufrca  Svi.vx, 
aniui.si.ila  pni  da  un  Conte  di  Madrid.  Lo  \isitai,  fintandolo  di  lasriarmi  pi;^li.'ir  nota  di  questo 
fd  allri  irift'n'ssanfi>sin)i  «l'.riuni'nti  •he  \i  >ono:  n'rl»lii  ln'lk-  promessi';  ma  in  verità  nun  ne  po- 
tei eonseiiuir  nulla!  ^ 


^imp. 


422.  MissioNKs  Apostolicao  Provinciao  Coloniao. 

K  una  hn-se  ma  interessantissima  memoria  delle  nostre  Missioni  in  Olanda  e  iu  Frisia,  dovi- 
si dà  un  cenno  delle  opere  prodigiose  di-i  Padri  Nirolò  Vi^'rrio,  Michele  Homes,  (ìiovanni  Slalparl. 
Antonio  VerNxey,  (iio\anni  Huener,  Arnoldo  prerkens,  Francesco  Huson ,  Lorenzo  Simonis,  Oistau- 
tino  Anttinii,  Fluslachi(j  lUrk,  Knrico  Isendorn,  Berardo  Koiiinps,  Luijji  Ilonseler,  (ìristiano  Becker, 
(ìiovanni  Putz,  Nictdò  llania.  K  inoltre  \'è  aggiunta  notizia  della  Missione  Palatinatns  Àustriaf:  et 
Vtnjh  arine. 

423.  MoLEs.  —  Moinorial  do  la  Provincia  do  S.  Gabriel  de  la 
Orden  de  los  Frayles  Menores  de  Observancia,  recopilado  por 


MOLINA  405 


A«ìa 


Fray  Juan  Baptista  Moles,  hijo  de  la  dicha  Provincia  y  Ministro 
Provincial  della.  En  Madrid,  por  Fedro  Madrigal.  Ano  MDXCII. 

Ud  volume  io  4 ,  di  614  pagine.  N'incontrai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della 
città  di  Barcellona.  È  opera  interessantissima  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane  nel  Messico. 

424.  Molina  .  —  Memorial  que  por  parte  de  la  Provincia  de 
San  Gregorio  de  Philipinas  y  sus  Religiosos  que  assisten  en  ìns 
Missiones  de  las  gentilidades  del  reyno  de  Conchinchina ,  hizo 
el  M.  R.  P.  Fr.  Petro  Juan  de  Molina ,  Procurador  General  en 
la  Corte  Romana  de  Descalzos  de  Espana  y  Recoletos  de  Fran- 
cia :  dirigido  al  Eminentissimo  Senor  Cardenal  de  Aquaviva ,  Mi- 
nistro de  Espana  y  Protector  de  nuestro  Seraphico  Orden:  con 
el  fin  de  instruir  a  su  Eminencia  en  la  justicia  y  derecho,  que 
tienen  dicha  Provincia  y  Religiosos  a  ser  mantenidos  en  la  le- 
gitima  propriedad  y  possession  de  sus  Missiones,  con  20  Iglesias 
y  4  Oratorios,  de  que  les  mandò  violentemente  despojar  Mon- 
senor  Obispo  Alicarnasio,  Vicario  Apostolico  (que  de  Dios  goce) 
el  ano  passado  de  1756.  Sacalo  a  el  publico  ilustrado  con  sus 
antecedentes  Fr.  Pedro  de  Jesus,  Custodie,  y  Procurador  Gene- 
ral por  la  sopradicha  Provincia. 

Stampa  di  15  carte,  rarissima,  di  cui  mi  fu  fatto  dono. 

425.  Molina.  —  Qui  comienza  un  Vocabolario  en  la  lengua 
Castellana  y  Mexicana,  compuesto  por  el  muy  Reverendo  Pa- 
dre Frav  Alonso  de  Molina,  Guardian  del  Convento  de  Sant  An- 
ionio  de  Tezcuco  de  la  Orden  de  los  Frayles  Menores. 

Un  volume  in  4,  di  Scarte  preliminari  ed  altre  859  a  due  colonne.  Nel  fronlospizio,  dopo  il 
titolo,  è  un'incisione  delle  Stimmate  di  S.  Francesco  con  questa  leggenda  all' intorno:  Signasti, 
Domine t  servum  tuum  Praneiscum  signit  redemptionis  nostrae;  e  sotto  l' incisione,  questi  versi: 

Indorum  nimia  te  fecit  prole  parentem 
Qui  genuit  moriens,  quos  Pater  alme  foves. 
Conflxus  vivìs,  langues;  cum  mente  revolvis 
Vulnera,  cum  spectas,  stigmata  carne  geris. 

In  flne  poi  del  volume  si  legge:  •  A  honra  et  gloria  de  nuestro  Senor  Jesu  Xpo  y  de  su  ben- 
dita  Madre.  Aqui  se  acaba  la  presente  obra:  la  qual  fué  compuesla  por  el  muy  reverendo  padre 
Fray  Alonso  de  Molina.  Imprimiose  en  la  muy  grande  et  insigne  y  muy  Ical  ciudad  de  Mexico,  en 
casa  de  Jua  Pablos,  con  licencia  del  Ilustrlssimo  Senor  Don  Luys  de  Velasco  Visorrey  y  Governa- 
dor  està  Nneva  Esp.iiia ,  y  de  la  Audiencìa  Real  que  en  ella  resìde.  Y  assìmismo  con  licencia  dr  1 
Reverendissimo  Seiìor  Do  Fray  Alonso  de  Montufar  por  la  gracia  do  Dìos  Arcobispo  meritisslmo  de 


^>  MOLINA 


la  diclia  ciudad  de  Mexico.  Fué  vista  y  examìDada  la  presente  ubra  por  el  Reverendo  Padre  Fray 
Francisco  de  Lintorne,  Guardian  del  Monestero  de  Sani  Francisco  de  Mexico,  y  por  ei  reverendo 
Padre  Fray  Bernardino  de  Sahagun  de  la  dicha  Orden  a  (luicnes  ci  examen  della  fué  cometido.  Aca- 
bose  de  imprimir  a  ({uatro  del  mes  de  mayo  de  1555.  l^ 

È  questa  la  prima  edizione  del  classico  Vocabolario  del  Padre  Molina,  ristampato  poi  Del  1571 
in  due  volumi:  conlenente  il  primo,  di  4  carte  preliminari  ed  altre  121,  la  parte  Castellana  M^xi' 
cana;  e  il  secondo,  di  i  ciirte  preliminari  ed  altre  16i,  la  Mexicana  Castellana  ;  mentre  runico 
volume  della  prima  edizione  non  ha  che  la  parte  Castellana  Mexicana .  Questa  seconda  edizione  è 
parimente  stampata  in  Mexico,  en  casa  de  Antonio  de  Espinosa,  1571.  E  alla  (Ine  del  secondo  volu- 
me si  leggono  le  parole  seguenti  :  Soli  Beo  honor  et  gloria.  •  Aqui  hazen  fln  los  dos  Vocabola- 
rios,  en  lengua  Castellana  y  Mahual,  o  Mexicana,  que  hizo  y  recopiló  el  muy  reverendo  Padre  Pr. 
Alonso  de  Molina,  de  la  Orden  del  senor  Sant  Francesco.  Imprimieronsc  f  n  la  muy  insigne  y  gran 
ciudad  de  Mexico,  en  casa  de  Antonio  de  Espinosa,  en  el  ano  de  nuestra  redempcion  de  4571.  • 
Segue  lo  stemma  dello  stampatore  col  motto:  YirtVLS  in  infirmitate  perficitur ,  che  è  ripetuto  in 
lìngua  messicana. 

Tanto  dell'  Autore  quanto  del  lavoro  del  Vocabolario,  ecco  quel  che  dice  il  Leclerc  (BibUot.  Amerie.) 
t  II  Padre  Alonso  de  Molina,  o  d*Escalona,  Religioso  Francescano,  nacque,  secondo  che  ha  Aotooio 
Nicolas,  il  1496,  e  fu  uno  de*  più  dotti  Missionarii  del  Messico;  versatissimo  nella  lingua  di  quel 
paese,  per  la  quale  compose  un  Vocabolario  ed  una  Grammatica,  e  scrisse  nella  medesima  ser- 
moni, catechismi,  preghiere  per  gli  Indiani,  ec.  11  lavoro  principale  è  il  Vocabolario  Spagnuolo  Mes- 
sicano e  Messicano  Spagnuolo;  libro  tanto  più  prezioso,  in  quanto  che  ne  cercheresti  Invano  un  altro 
che  ne  potesse  sostenere  il  confronto,  ed  ò  V  unico  che  viene  citato  da'  litologi  Americani.  Questo  Re- 
ligioso, a  cui  dobbiamo  questo  insigne  monumento  della  lingua  Nahuatl,  morì  nel  Convento  del 
suo  Ordine  in  Messico  il  1584  di  88  anni.  •  «  Nativo  di  S|)agna  (aggiunge  il  Brassecr)  passò  co'saoi 
parenti  ai  Messico  il  15i3,  e  giovinetto  di  pochi  anni  avendo  facilmente  imparata  la  lingua  Mes- 
sicana, i  Francescani  lo  tolsero  a  loro  interprete  ne U' evangelizzare  quelle  genti,  ai  quali  poi  si  ag- 
gregò vestendone  l'abito  e  professandone  solennemente  l'Instiluto.  Fu  celebre  Missionario ,  e  scrisse 
molte  opere.  La  principale  è  il  Vocabolario,  che  ebbe  due  edizioni,  l' una  il  1555,  l'altra  il  1371; 
e  questa  ò  l' unica  opera  di  questo  genere  che  pos.sediamo  per  lo  studio  della  lingua  Messicana.  •  11 
Ternaux  parimente  la  chiama  V  opera  più  dotta  e  completa  che  si  conosca.  Dell'Autore  e  delle 
sue  opere  si  fa  bella  menzione  anche  nei  Datos  biographicos  che  accompagnano  le  Cartas  de  Indias, 
da  noi  più  volte  citate. 

—  Arte  de  la  lengua  Mexicana  y  Castellana ,  compuesta  por 
el  muv  R.  P.  Fr.  Alonso  de  Molina,  de  la  Orden  del  senor  Sant 
Francisco,  de  nuevo  en  està  se^^unda  impression  corregida,  emen- 
dada  y  anadida,  mas  copiosa  y  clara  que  la  primera.  Dirigida  al  muy 
excelento  senor  Visorrey,  ec.  Mexico,  en  casa  de  Fedro  Balli,  1576. 

l'n  volume  in  8  di  due  carte  preliminari  ed  altre  112.  l.a  prima  edizione  fu  fatta  per  Pedro 
Ocharte,  1571,  in  lettera  gotica,  e  conta  3  carte  preliminari,  ed  altre  8i,  iO  e  55.  li  Pi.nkllo  ne  cita 
un'altra  del  1578. 

— Doctrina  Christiana  en  lenguaMexicana  muy  necessaria  :  en 
laqual  se  contienen  todos  los  principales  misterios  de  nuestra  santa 
Fee  catholica.  Compuesta  por  el  muy  Reverendo  Padre  Fray  Alonso 
de  Molina,  de  la  Orden  del  glorioso  Padre  Sant  Francisco.  Con 
privilegio.  En  Mexico.  En  casa  de  Pedro  Ocharte,  MDLXXVIII. 

Un  volume  in  8  di  carte  XC,  el  altri  quattro  di  Tavola, 


MouNÀ  407 


—  Doctrina  Christiana  y  Catechismo  en  lengua  Mexicana  : 
compuesta  por  el  P.  Fr.  Alonso  de  Molina  de  la  Orden  del  glo- 
rioso Seraphico  Padre  San  Francisco.  Corregida  fielmente  por  su 
originai.  Ano  de  1732.  Reimpressa  en  Mexico.  Por  la  Viuda  de 
Francisco  de  Rivera  Calderon,  en  la  calle  de  San  Agustin. 

Sodo  46  carte  in  8,  senza  numerazione.  Secondo  il  Beristain  era  stata  già  ristampata  in  Sivi- 
glia il  i584. 

A  questa  ristampa  se  n'  hanno  da  aggiungere  altre  due:  la  prima  nuevamente  emendada,  di- 
sjmefta  y  afiadida;  para  el  uto  y  emehanza  de  los  ncUurales.  Àìio  de  1675.  En  Mexico,  por  la 
Viuda  de  Bernardo  Calderon.  È  in  8,  e  conta  anch'essa  16  carte.  L'altra,  corregida  ahora  nue- 
vamente por  el  R.  Padre  Lector  Fr.  Manuel  Perez^  cathed^atico  de  lengua  Mexicana  en  la  Real  Uni- 
vernidad,  del  Orden  de  San  Agustin.  Para  la  huena  ensehanza  de  lo»  naturalef.  Ano  del  1718. 
En  Mexico,  per  Francisco  de  Ribera  Calderon.  Parimente  conta  16  catte. 

—  Confessonario  Mayor  en  lengua  Mexicana  y  Castellana , 
compuesto  por  el  muy  Reverendo  Padre  Fr.  Alonso  de  Molina, 
de  la  Orden  del  Seraphico  P.  sant  Francisco  :  En  Mexico.  En  casa 
de  Pedro  Balli,  ano  de  1578. 


Un  volume  in  4,  di  lettera  gotica,  a  due  colonne.  (1  frontespizio  e  la  dedica  sono  2  carte;  dalla 
3  alla  132  (ma  che  per  errore  dice  113)  è  il  Confessionario.  Poi  seguono  altre  quattro  carte  non 
numerate.  E  in  line  v'è  aggiunto  il  Confesfsnario  breve,  di  cui  diremo  appresso. 

E  questa  è  la  seconda  edizione;  che  la  prima  fu  fatta  en  Mexico,  por  Antonio  de  Espinosa, 
1565,  in  4,  parimente  di  lettera  gotica.  Dalla  carta  3  alla  121  contiene  il  Confessonario,  a  due  co- 
lonne, aggiuntovi  il  modo  di  amministrare  i  Sacramenti,  e  un  modulo  per  i  testamenti.  Dalla  carta 
121  alla  124  è  una  tavola  alfabetica  delle  materie;  e  nelU  seconda  faccia  dell'ultima  carta  si  leg- 
ge: «  Acabose  de  imprimir  e^te  Confessonario  en  la  muy  insigne  y  gran  ciudad  de  Mexico,  en  ca.«(a 
de  Antonio  de  Espinosa,  impresor  del  libros,  junto  a  la  Iglesia  de  Senor  Sant  Agustin  a  quinzc 
de  Mayo.  Ano  de  1565.  > 

—  Confessonario  breve  en  lengua  Mexicana  y  Castellana: 
compuesto  por  el  muy  reverendo  Padre  Fr.  Alonso  de  Molina, 
de  la  Orden  del  Seraphico  Padre  Sant  Francisco.  En  Mexico,  en 
casa  de  Antonio  de  Espinosa,  impressor  1565,  Acabose  de  im- 
primir  este  Confessonario  en  XXVI  de  Henero  de  1565. 

Nel  frontispizio  sono  impresse  in  rosso  e  nero  cinque  piaghe,  cinte  da  una  corona  di  fiori, 
con  altri  fiori  sciolti;  e  allMntorno  si  leggono  queste  parole:  AcdpUe  Spiritum  sanetwn:  quorum 
remiseritispecctUaremituntur  eis;  et  quorum  retinueritis  retenta  sunt.  Ioan.  20.  Questo  Confesso- 
nario breve,  nel  Confessonario  Mayor  a  cui  è  aggiunto,  conta  18  carte  in  4. 

Oltre  questi  lavori,  che  tutti  ebbero  parecchie  edizioni ,  il  Pinello  cita  anche  una  tra- 
duzione che  il  Molina  fece  in  Messicano  degli  Evangelii  per  tutto  Tanno,  e  dell' Officio  della  B.  Vergine; 
molti  Sermoni  ;  una  vita  di  san  Francesco;  un  Trattato  de*  Sacramenti,  e  npn  poche  divote  orazioni 
per  uso  d<,*gli  Indiani:  manoscritti  che  forse  sono  andati  perduti. 


408  MOLINA  -  MONTE  ALVERNE 


1/».  426.  Molina.  —  Memorial  al  Rey  de  Espana  :  por  el  Padre 

Amrnc»  p^  Christoval  de  Molina,  de  la  Orden  de  S.  Francisco,  Comisario 

Visitador  de  Piritu  sobre  las  Misiojies  de  Cumanà.  Ano  de  1713. 

Sono  16  carte  in  foglio,  e  n'ho  appresso  di  me  un  esemplare.  Questo  interessantissimo 
Memoriale  inedito,  quando  verrà  pubblicato,  mostrerà  in  modo  sempre  più  luminoso  quale  umanità 
fosse  ne'  Governi  che  estinsero  gli  Ordini  Religiosi ,  caricandoli  d' ogni  maniera  calunnie,  mentre 
non  ignoravano  che,  quand'  altro  non  fosse,  molti  de'  loro  membri  erano  in  officio  di  Missione  fra 
popoli  ancor  barbari  e  selvaggi  del  globo;  e  mostrerà  ad  un  tempo  quali  padri  e  benefattori 
abbiano  perduto  quelle  sventurate  genti  che  tuttavia  restano  fuori  della  luce  del  Vangelo  e  dell' 
incivilimento!  Povere  nazioni,  in  cui  Governi  che  si  chiamavano  cattolici  non  videro  mai  altroché 
strumenti  della  loro  avarìzia  e  libidine!  N'  era  un  esemplare  nel  grande  Archivio  della  nostra 
Commisseria  dell'Indie  in  Madrid. 

SHnrf,.  427.  MoNFORTE.  — Chronica  da  Provincia  da  Piedade,  primera 
Capucha  de  toda  a  Ordem  e  Regular  Observancia  do  nesso  Sera- 
fico Padre  S.  Francisco ,  dedicada  na  primera  impressào  ao  sere- 
nissimo SenhorDom  Joào,  Principe  de  Portugal,  e  Duque  da  Real 
Casa  de  Braganga.  En  està  segunda  offerecida  a'  Magestade  Fide- 
lissima  de  Dom  Jose  I.  nesso  Senhor  :  composta  por  Fr.  Manoel  de 
Monforte,  Pregador,  filho  de  mesma  Provincia.  Lisboa,  na  oflBcina 
de  Miguel  Manescal  da  Costa,  impressor  do  Santo  OflScio.  Anno 
1751.  Con  as  licengas  necessarias. 

Un  volume  in  foglio,  di  7  carte  preliminari  non  numerale  e  871  pagine.  Opera  ricca  di  notizie 
delle  nostre  Missioni  nello  Indie  Orientali'  ed  Occidentali ,  e  indispensabile  per  la  storia  di  quelle 
delle  isole  di  Capo  Verde,  li  Padre  Manuel  ù  annoverai)  tra' classici  scrittori  in  lingua  portoghese. 
•  Fr.  Manuel  df  Monforte  (dice  l'Autore  del  Mappa  do  Portngal  antiguo  e  moderno,  tom.  lì, 
seconda  edi/.ioue,  Lisl)oa  1870)  naturai  da  vIIIh  do  seu  appellido,  fui  Ileligiuso  Franciscano  da  Pro- 
vincia (la  Piedade,  de  «jue  eMTcveu  a  su  (ihrouica  tao  aceila  pelos  doulos,  que  he  numerado  entre 
OS  nn'Ihons  historiadores  pela  pureza  do  estylo,  e  prudencla  eni  a  narrarlo  dos  factos.  Falereu  no 
anno  ile  1711.  •  Ne  vidi  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 


428.  Monte  Alveune  .  —  Chronica  da  Provincia  de  S.  Joào 
Evanfff^listji  das  Islhas  Acores,  on  quo  se  da  rehicao  comò  forain 
descobertas  as  Islas  de  S.  Miguel  e  S.  Maria  e  da  creac^o  de 
sus  villas  e  citados  com  sus  ermidas,  freguezias,  ec.  composta 
por  Fr.  Agostinho  de  Monte  Alverne,  Franciscano,  ec. 

Di  questo  importante  manoscritto  dà  notizia  il  Silva  nella  sua  liibliografia  Porlugtieta,  dicendo 
che  è  diviso  in  3  parti,  e  appartiene  alla  pubblica  liiblioteca  della  città  di  Ponta  Delgada  nell'isola 
di  S.  Michele;  e  n' estrasse  una  copia  il  signor  José  [)E  Torhks  per  la  sua  vasta  e  preziosa  CoUefao 
de  variedadex  A^orianas.  Il  P.  Agostino  fu  liglio  della  Provincia  Francescana  di  S.  Giovanni  Evan- 
gelista, che  comprendeva  tulle  le  isole  Azorre,  e  tenne  ufficio  di  Guardiano  nel  Convento  di  Ribeira 
Grande  nella  sopraddetta  isola  di  S.  Michele  sua  patria,  dov'era  nato  ni  dì  febbraio  del  466i,  e 
mori  il  47i6. 


MONTE  CORVINO 


409 


429.  Monte  Corvino. — Lettere  di  Frate  Giovanni  da  Monte 
Corvino  dell'Ordine  de' Minori,  scritte  da  Tauris  e  da  Cambalù, 
ossia  Pekino,  gli  anni  1292,  1305  e  1306. 

Di  questo  straordinario  Apostolo  delia  Cina,  e  Arcivescovo  di  Pekino,  con  sei  suflTraganei, 
alla  fine  del  XIIl  secolo,  fu  per  noi  largamente  parlalo  nel  III  volume  della  nostra  Storia  Universale 
delle  Missioni  Francescane,  riportando  anche  in  italiano  le  sue  lettere,  già  pubblicate  In  latino 
dal  Wadingo  e  dal  Raynaldo.  Per  non  ripetere  qui  le  nostre  parole,  daremo  la  breve  biografia  che 
teste  ne  hanno  pubblicalo  i  Compilatori  degli  Studi  bibliografici  e  biografici  sulla  storia  deUa 
Geografia  in  Italia,  pubblicati  per  cura  della  Deputazione  nUnisteriale  instituita  presso  la  Società 
Geografica  Italiana,  Roma,  1873. 

«Giovanni  da  Montecorvino ,  nato  nel  i247 ,  morto  nel  1333.  Montecorvino  è  paese  nel 
Napoletano;  ivi  nacque  nel  li47  Giovanni  che  trovo  talvolta  ricordato  col  nome  di  Giovanni 
Valente;  e  indagini  da  me  fatte  non  mi  permettono  di  affermare  se  questo  sia  casato  di  famiglia. 

•  Papa  Nicolò  IV,  per  secondare  la  domanda  d'un  Kan  tartaro  che  gli  offriva  l'opportunità 
di  predicare  l'Evangelio  nelle  regioni  centrali  dell'Asia,  spedi  una  camiti  va  di  Frati  Francescani 
alla  cui  testa  pose  il  Montecorvino,  munendolo  di  credenziali  scritte  a  parecchi  Principi  Asiatici  ed 
al  celebre  Kublay. 

«  Il  Montecorvino  partiva  nel  1391  "e  conduceasi  a  Tauris  capitale  della  Persia;  poscia,  presi 
a  compagni  il  mercante  genovese  Pietro  di  Lucolongo  ed  un  Frate  Domenicano,  penetrò  nell'Indie, 
fu  a  Meliapur,  e  di  là  dirigendosi  verso  Oriente,  entrò  nel  Calai,  e  dopo  lungo  viaggio  pervenne  a 
Kan-Balik.  Poi  ebbe  udienza  da  Kublay,  cui  presentò  le  lettere  papali  ;  ricevè  buone  accoglienze  e 
libertà  di  predicare  la  religione  cristiana. 

«  Nella  lettera  che  scrisse  da  Pekino  nel  1305,  racconta  le  fatiche  incontrate  nel  suo  apostolato, 
come  pure  fornisce  non  poche  notizie  intorno  alle  cose  vedute  in  quelle  regioni. 

•  Elevato  nel  1307  da  Clemente  VII  al  nuovo  Arcivescovato  di  Pekino,  ebl3e  sotto  di  sé  altri 
sci  Vescovi  suffragane!;  ed  a  quella  dignità  furono  chiamati  alcuni  suoi  confratelli  che  lo  avevano 
raggiunto  in  diverse  epoche  nella  Cina.  Affranto  dalle  fatiche  e  dagli  anni,  il  Montecorvino  moriva  di 
86  anni  in  Pekino  nel  1333.  > 

Ma  l' importanza  delle  lettere  del  nostro  Missionario  è  messa  meglio  in  rilievo  dal  Profossore 
Angelo  Db  Gubernatis  nel  Supplemento  al  primo  capitolo  della  sua  Storia  dei  Viaggiatori  italiani 
nelle  Indie  Orientali»  ec. Livorno,  1875,  le  cui  parole  ci  giova  qui  riferire. 

«  La  prima  lettera  di  Frate  Giovanni  da  Montecorvino  c'insegna  come  questo  Francescano, 
partito  da  Tauris  nel  1291,  si  recò  nell'India  presso  i  Cristiani  di  San  Tommaso,  ove  in  13  mesi 
battezzò  circa  100  persone,  e  seppellì  il  proprio  compagno  Fr.  Niccolò  da  Pistoia,  dell'Ordine  dei 
Predicatori,  morto  in  quel  luogo.  Quindi  Giovanni  da  Montecorvino  s' indirizza  verso  il  Cathay,  e 
presenta  al  gran  Cham  una  lettera  del  Papa.  A  Cambalù  (  Pekino  )  nei  primi  sei  anni  del  suo 
soggiorno  battezza  circa  sei  mila  persone.  Giovanni  da  Montecorvino  trova  in  Cina  già  stabilita  come 
nell'India  una  setta  di  cristiani  Nestoriani.  Scrive  che  gli  mandino  altri  Frati,  e  eh'  egli  se  ne  ripro- 
mette grandi  vantaggi  per  la  Missione;  indica  come  la  vìa  più  breve  e  sicura  per  arrivare  al  Cathay, 
la  sirada  di  Tarlarla  per  Tana  ;  richiede  un  Antifonario  con  le  leggende  de'  Santi,  un  Graduale  ed  un 
Salterio.  Annunzia  che  due  anni  innanzi  (cioè  nel  1303)  è  arrivato  colaggiù  un  chirurgo  lombardo,  il 
quale  spacciò  le  più  strane  ed  empie  novelle  sulla  Corte  di  Roma  e  lo  stato  delle  cose  in  Occidente. 
Racconta  com'  egli  ha  58  anni,  come  sa  la  lingua  tartara,  e  che  in  essa  tradusse  il  Nuovo  Testamento 
e  il  Salterio  ;  infine  come  ad  un  figlio  d'un  re  Giorgio,  cristiano  nestoriano  della  stessa  famiglia  del 
Prete  Gianni  d' India,  in  onore  del  Montecorvino,  fu  messo  nome  Giovanni.  Nella  sua  seconda  lettera, 
dell'  anno  1306,  Giovanni  da  Montecorvino  fa  sapere  come  al  suo  arrivo  a  Cambalec,  dove  1'  aveva 
accompagnato  da  Tauris  un  mastro  Pietro  da  Lucolongo,  buon  cristiano  e  gran  mercante,  questi  gli 
forni  i  mezzi  di  fabbricare  una  chiesa  cattolica.  Questo  mastro  Pietro  di  Lucoloìigo  vuol  essere  com- 
preso col  Montecorvino  nella  serie  de'  più  antichi  viaggiatori  nell'  India.  Nella  seconda  lettera,  Giovanni 
da  Montecorvino  esorta  a  mandare  nell'  India  a  predicare  la  fede  di  Cristo  Frati  robusti,  che  resistano 
al  caldo  e  a  quella  maniera  di  cibi.  La  terza  delle  lettere  da  Montecorvino,  prima  tuttavia  per  ordine 
di  tempo,  poiché  scritta  dall'  India  nel  lt9i  o  1293,  fa  portata  da  qualche  Frate  eh'  era  pur  nelPIndLi, 


41 0  MONTES  -  MONTI  LL A 


ina  che  duo  vien  nominatu,  al  Domenicanu  Frate  Meneotillu  da  Spoletu,  il  quale  la  spedi  al  notissimo 
suo  confratelk»  Bartolomroo  da  San  Concordfo.  VI  si  parla  esclusivamente  deir  India  ;  anzi  tatto  del 
rliiiiii  e  (Ielle  stagioni  ;  dell'  abbassamento  della  stella  polare ,  appena  percettibile  nell'  India  merìdio- 
Italo.  •  Moliti  guardai  (egli  scrive)  di  vedere  e  vidi  più  segni  che  gli  andavano  intorno,  per  lì  quali  li 
ro;ior^  (conobbi)  e  parvemi  ch'ellì  fussiTo  vicini  veramente,  perchè  le  fumosità  vi  sono  continue 
rhontra  quella  parte  si  tene  (sottana)  per  li  calori  e  per  li  venti  ella  è  molto  al  disotto  non  me 
tie  potei  certlUcare  :  •  dell'  auipiezza  dell'  India,  delle  grandi  città  che  vi  si  trovano  e  delle  cattive 
nise;  dell'aspetto  flsico  del  paese  e  de' suoi  prodotti  natu^li :  avverte  che  non  vi  ha  trovati  quegli 
uomini  mostruosi  e  straordinarii  che  gli  era  stato  detto;  che  le  vacche  vi  sono  sacre,  e  però  non 
vi  si  mangiano,  ad*jperandone  tuttavia  il  latte;  die  gl'Indiani  sono  idolatri,  che  hanno  una  ìcm 
lingua  speciale  per  le  preghiere,  e  che  scrivono  su  foglie  di  palma;  che  1  matrimoni  si  fanno  a 
tempo  fisso,  che  le  vedove  non  si  maritano,  che  gì'  Indiani  bruciano  i  cadaveri  ;  che  l' India  del 
resto  ha  molte  favelle;  che  gì'  Indiani  sono  «  assai  domestichi  e  familiari  e  di  poche  parole;  » 
che  non  sono  neri,  ma  olivastri  e  ben  fatti;  che  vanno  nudi  ;  che  si  lavano  spesso;  che  non  hanno 
uè  pane  né  vino,  ma  che  usano  molto  riso  e  frutti  a  noi  sconosciuti,  e  che  mangiano  con  l«* 
mani  ;  che  la  sicurezza  pubblica  ò  grande,  ma  che  si  pagano  nell'  India  molti  pedaggi  ;  che  i 
soldati  combattono  ignudi  con  le  spade;  che  il  mare  indiano  ha  molti  pesci,  e,  in  alcune  parti, 
perle  e  pietre  preziose  :  e,  nella  parte  meridionale,  molte  isole  :  tocca  d' alcune  distanze  fra  paesi  da 
lui  percorsi,  cioè  dal  Malabar  (  Minat)ar  )  al  Maabar  (  300  miglia  ) ,  e  dallo  stesso  Malabar  a  Siu 
Simmoncota  (  la  cui  posizione  geograflca  è  ancora  da  determinarsi  )  ;  de'  venti  che  soffiano  presso 
le  coste  indiane.  Da  questo  breve  sunto  appare  evidente  quanto  serio  e  attento  ed  esatto  osservatore 
fosse  pi>l  suo  tempo  Giovanni  da  Montccorviuo,  per  avere  potuto,  dopo  cosi  breve  tempo,  dare  dell' 
India  un  conto  relativamente  cosi  compiuto  e  preciso.  •  Sin  qui  il  De  Guberxatis. 

lo  aggiungerò,  che  un  esemplare  di  questa  lettera  (credo  inedita)  si  trova  nella  Biblioteca 
Laurenziana  di  Firenze. 

ji..  430.  MoNTES.  —  Arte  del  idioma  Tagalog  :  por  el   P.    Fr. 

Geronimo  Montes  y  Escamilla,  de  la  Provincia  de  S.  José, 

—  Diccionario  del  idioma  Tagalog ,  etc. 

—  Confesonario  Tagalog,  etc. 

—  Version  al  idioma  Tagalog  do  la  Gnia  de  PecadoreSy  eie. 

—  Uevocional  Tagalog,  etc. 

Cosi  il  Padre  IIukrta  (  FMado  ec.  ).  1  primi  quattro  sono  manoscritti;  l'ultimo,  in  4,  fu 
stampato  due  voIU'  in  Manila:  la  prima,  1'  anno  I6i0;  la  seconda,  il  1648  nella  oficina  de  Tomai 
Pimpin.  i;Aut(»re  parli  dalla  Spagna  perle  Filippine  il  1580,  dove  lavorò  molto  nella  conversione 
di  (luelle  genti,  specialmente  nei  popoli  di  tìumaca,  Meycauayan  ,  S.  .\na  de  Sapa,  Morong  y 
Nagc^irlan;  e  muri  in  quello  di  Lumbani  il  1610. 


e 

Stamp 

Ahm 


431.  MoNTiLLA.  —  Memorial  a  la  Majestad  del  Senor  D.  Felipe 
II  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Montilla  de  la  Franciscaaa  Pro- 
vincia de  S.  José. 

—  Memorial  a  la  Santidad  de  Clemente  Vili,  etc. 

Questi  due  Memoriali  sono  scritti  in  latino,  dice  il  Padre  II ubrta  (  Kitodo,  er.  ),  e  riguardano 
le  Missioni  della  Cina,  Siam,  Cioncincina,  ec. 

—  Historia  de  la  propagacion  de  la  Fé  en  Filipìnas ,  Japon 
Cocliinchina  y  Siam,  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Montilla,  etc. 


MONTOYA  -  MONUMENTA  FRANCISCANA  AH 

Lo  slessu  Padre  Huerta,  die  ce  ne  dà  nolizia,  dice  che  è  ^egiiaUi  il  dì  ii  novombre  dei 
4602.  Il  P.  Da  MoDtilla  nacque  da  Luis  Ponce  di  Leon,  dell'  illustre  famiglia  dei  Godoyes  di 
Cordova,  in  Montilla,  e  vesti  l'abito  Francescano  nel  Convento  di  Arenas  della  Provincia  di  S. 
Giuseppe.  II  1580  partì  per  il  Messico,  dove  rimase  alcun  tempo,  e  dal  Messico  per  le  Filippine,  dove 
giunse  il  1582.  Di  là,  l'anno  seguente,  con  alcuni  compagni  s'imbarcò  per  la  Concincina,  e  vi 
giunsero  felicemente.  Ma  rimbarcatisi  per  recarsi  alla  corte  del  Monarca  che  li  desiderava,  una 
violenta  bufera  li  gettò  su  l'isola  di  Aynan,  dove  vennero  presi,  e  quindi  menati  nell'interno  della 
China.  Da  ultimo,  dopo  molti  patimenti,  poterono  passare  a  Macao.  E  di  là  il  Monti  Ila  con  Frale 
Girolamo  di  Aguilar  partì  per  le  Missioni  di  Siam,  dove,  imparata  tosto  la  lingua  del  paese,  ottenne 
da  quel  re  di  liberamente  predicare  il  Vangelo  nella  stessa  sua  corte  e  in  tu^to  il  regno.  Ma 
scoppiata  fiera  guerra  tra  i  Siamesi  e  il  regno  di  Pegù,  ebbe  a  far  ritorno  a  Macao,  da  dove 
ripartì  per  le  Filippine,  giungendo  in  Manila  il  1385.  Quivi  lavorò  molto  nella  conversione  di  quelle 
genti;  finché  l'anno  1593  s'imbarcò  col  Governatore  Gomez  Perez  Desmarinas  per  la  i:onquistadi 
Moluco.  Disgraziata  impresa  !  Perchè  ribellatisi  i  numerosi  Cinesi ,  che  erano  nella  nave  di  quel 
capitano,  •  dieron  muerte  (dice  il  Padre  Huerta)  a  este  y  a  la  mayor  parte  de  los  Espanoles,  en 
punta  Azufre  el  dia  26  de  octubro,  •  e  per  vero  miracolo  •  respetaron  a  Fr.  Francisco,  y  a  ruegos 
de  este  perdonaron  la  vida  al  Senur  Secretarlo  D.  Juan  de  Cuellar,  los  quales  Uegaron  a  Manila 
despues  de  muchos  sustos  y  trabajos.  •  Poi  da'  suoi  fu  nominato  Commissario  e  Procuratore  delle 
Missioni  presso  le  Corti  di  Madrid  e  di  Roma:  e  compite  alcune  importanti  incombenze,  il  1599 
da  Roma  tornato  in  Ispagna,  si  ricoverò  nel  Convento  di  Alcalà  di  Henares,  dove  ebbe  ufficio  di 
Maestro  de' Novizi.  Poi  passò  in  Almagro,  e  in  Almodovar  del  Campo,  dove  morì  il  1603  in  grande 
concetto  dì  santità. 

«#..  432.  Montoya.  —  Chronica  de  la  Custodia  de  ^yria  y  Tierra 

^^  Santa  de  Jerusalem,  dedicada  al  Rey  immortai  de  los  siglos,  y 
Senor  de  los  Senores  Christo,  sacrificado  en  el  ara  de  la  Santa 
Cruz  y  pendulo  en  el  Monte  Calvario  por  los  hombres.  Escrita 
por  el  Padre  Fr.  Andres  de  Montoya,  hijo  de  la  santa  Provincia 
de  S.  Miguel  en  la  Estremadura,  Padre  de  ella,  Colegial  que 
fuè  de  Nuestra  Sonora  de  los  Angeles  en  la  Bien  Parada,  Mi- 
sionero  Apostolico  en  el  Colegio  de  Sahagun ,  Comissario  de 
Tierra  Santa  a  la  Porta  Othomana  y  Procurador  General  en 
Jerusalem  y  su  Custodia.  Parte  I  y  II  basta  el  ano  de  1700. 

Manoscritto  in  due  grossi  volumi  in  foglio,  nelP  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona. 

5,,^.  433.  Monumenta  Franciscana  :  scilicet,  1."*  Tbomas  de  Ec- 
^•^  cleston  de  adventu  Fratrum  in  Angliam.  2.°  Adae  de  Marisco 
Epistolae.  3."*  Registrum  Fratrum  Minorum  Londoniae.  Edited 
by  J.  S.  Brewer,  M.  A.,  Professor  of  english  Literature,  King's 
College,  London,  and  Reader  at  the  RoUs.  Publisbed  of  the 
Lords  Commissioners  of  ber  majesty's  treasury,  under  the  di- 
rection of  the  master  of  the  Rolls.  London  :  Longman  Prown , 
Green,  Longmans,  and  Roberts.  1858. 

Un  volarne  in  8,  di  CXXXVIl!  e  669  pagine.  N'  ft  un  esemplare  nHP  Archivio  di  Stato  di  Firenze. 


ii  2  MONUMENTA  -  MORFI 


Soiiu  tulli  «liM'iiinenti  iiiiitort.iiiii^Miiii,  t.niti»  per  la  sinria  dcilu  Chiosa,  quanto  doir Ordine  Fraoce&cauo 
in  IiiKliiltcrra. 

s.'./..        434.  Monumenta  Ordinis  Minorum. 

Un  grosso  volume  in  4,  in  line  del  quale  si  legge  «Finis  totias  libri.  Fait  presens  liber  sea 
opusculum  in  nobili  civiiate  Salinantina  per  mandatum  Reverendi  Patris  Fratris  Francisci  de  Ledesma 
(ìuanliani  ConM'ntus  Fratruin  Minorum  Observantie  eiusdem  civitatis  ma\imo  cum  labore  vigili isquc 
compilatum ,  ibiUcm(|uc  ctiam  anno  Domini  M(X(XCV1  mense  luliì  ope  spensisque  iioDorabilis  viri 
loannis  de  Porras  imprcssum.  Cuius  in  presentis  libri  prusecutionc  quaiitus  labor  quantaque  cura 
exactaque  diligentia  ncc  nun  rbarìtaliva  erga  nos  impvnsa  fuerit  elemosina:  ut  a  quolibet  lecloro 
liunc  singulariter  I>eo  ronimendatum  reddanius .  hoc  eius  nuticic  tradimus.  Dee  gratias.  •  Libru 
rarissimo,  e  importantissimo  per  la  storia  delP  Ordine  e  delle  Missioni  nustre  di  que* secoli.  N'è  un 
esemplare  nella  Biblioteca  dell' Accademia  (già  della  Congregazione  del  Terz' Ordine  Regolare  Fran- 
cescano) di  Lisbona. 


AtMTira 


*/«.  435.  MoREiiA. — Noticias  de  la  Provincia  de  Guatemala,  con 

un  Tratado  de  la  Mision  v  Martvrio  de  los  Padres  Misioneros 

V  t. 

Franciscanos  Verdelete  y  Monteagudo  :  por  el  Padre  Fray  José 
Morera  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 


Il  Padre  Morera  era  nuliv«)  di  <iuatemala,  e  fu  Oeflnilore  di  quella  Provincia  del  suo  Ordine. 
M<»rì  il  4666.11  suo  Manoscritti»  si  conservava  nel  Convento  di  Cuatemala.  È  ricordalo  anche  dallo 
SouiKR  (Monograf.  of  AulhJ. 


Aiitrrka 


**-  436.  MoRFi. —  Momorias  para  la  liìstoria  de  la  Provincia  do 

Texas,  escritns  por  o\  Koverendo  Padre  Fr.  Juan  Auf^ustin  d(^ 
Morfi,  Leotor  Jul)ila(lo,  o  liijo  de  la  Provincia  del  Santo  Evan- 
frelio  do  Moxico. 

S.tni)  i  {^ro>si  volumi  in  foglio,  appartenenti  alla  Hibiloirca  della  Heale  Accademia  di  storia  di 
Madrid.  Anciie  «juesla  «'■  una  delie  più  inlt-ressaiili  opere  dir  Mano  siale  siTìtte  sopra  l'America. 
Pece.ito  elle  l' Autore,  sorpreso  dalla  morie,  nr»n  vi  desso  1' ultimo  compimento,  come  si  vede  dalla 
Une  del  secondo  Nohinie,  o\e  si  legger  •  Hasia  aqui  el  H.  Padre  Morii,  quien  antes  de  concluir  està 
ubra  riiuriù  de  una  maliij:na  tie\re,  siendo  (.ìuardian  de  estc  Convento  (ìrande  de  Mexico  a  ti)  do 
octubre  <lel  1783.  • 

—  Viage  de  Indios  y  Diario  del  Nuovo  Mexico,  escrito  por 
el  R.  P.  Fr.  Juan  Agustin  de  Morfì.  1777. 

Manoscritto  in  foglio  nella  Hibliotoca  della  Koalo  Ac<'ademia  di  storia  di  Madrid.  Una  nota 
al  Manu>critlo  dice:  •  Kn  oste  derotero  el  R.  P.  Fr.  Juan  Augustin  de  Morii  detrdiò  todas  las 
parlicuKirliladesque  sr  presenlaron  a  >u  ob.servacinn  cun  a  (luel  arn-}:!.»,  amenidail  y  hormosura  corre- 
spendienl«'s  a  la  critica,  iUi<lraeion  y  buon  ttiisto  quo  brillan  en  tiMlas  sus  producionos.  •  Va  unita  al 
Manoscritto  una  carta  jieoj^rallca  di  Zaraloeas,  falla  dallo  stcìiso  Padre.  Fra  l'altre  cose,  v*è  una 
iH'ilissima  relazione  (\c\V  iirigen  de  lai  MUionei  Franciicana»  y  Pre$idio  del  Rio  Grande. 


MOTOLINIA  /l-IS 


—  Descripcion  geografica  del  Nuevo  Mejico  :  escrita  por  el 
P.  Fr.  Juan  Augustin  de  Morfi,  Lector  Jubilado  de  la  Provincia 
de  S.  Evangelio  de  Mexico.  Ano  de  1782. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  stessa  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

437.  MoTOLiNiA.  —  Historia  de  los  Indios  de  Nueva  Espana , 
dividida  en  tres  partes.  En  la  primera  irata  de  los  rìtos,  sacri- 
ficios,  e  idolatrias  del  tiempo  de  la  gentilidad.  En  la  segunda 
de  su  mara villosa  conversion  a  la  fee ,  y  modo  de  celebrar  las 
fiestas  de  nuestra  santa  Iglesia.  En  la  torcerà  del  genio  y  cara- 
cter  de  aquella  gente  y  figuras  con  que  notaban  los  acontecimien- 
tos  con  otras  particularidades  y  noticias  de  las  principales  ciu- 
dades  de  aquel  reyno.  Escrita  el  aSo  de  1541  por  un  de  los  dofe 
Religiosos  Franciscos  (  Fray  Toribio  Motolinia)  que  primero  pasa- 
ron  a  entender  en  su  conversion.  Pedicada  al  Ilus.  Senor  D. 
Antonio  Pimentel  Conde  sexto  de  Benevente. 


Magnifico  Manoscritto  di  un  grosso  volarne  in  foglio,  nella  Biblioteca  del  Beai  Palazzo  di  Madrid. 
L'  opera  del  Motolinia  ,  uno  de'  primi  Francescani  che  al  tempo  del  Cortez  si  recarono  dalla 
Spagna  apostoli  al  Messico,  ò  una  delle  più  dotte  ed  interessanti  che  siano  state  scritte.  Ultimamente, 
sopra  un  esemplare  del  Messico,  venne  pubblicata  in  bellissima  edizione  in  4,  nella  Coleccion  de 
doaimentos  para  la  historia  del  Mexico,  dal  benemerito  Joaquin  Icazbalceta,  preceduta  da  una 
larga  e  dotta  biografìa  (Noticias  de  la  vida  y  escritos  del  P.  Motolinia)  scritta  del  cb.  D.  José  Fer- 
nando Ramirez  (Mexico,  Libreria  de  I.  M.  Andrade,  Portas  de  Agustinos,  numero  3,  4858;  e:  Paris 
llector  Bossange  et  iils.  quai  Voltaire,  25).  Per  quanto  facessi  in  Parigi  ed  in  Ispagna,  non  mi 
fu  possibile  acquistarne  un  esemplare,  essendo  esaurita  T  edizione.  Diremo  chi  fosse  il  Padre 
Motolinia  con  le  seguenti  brevi  notizie  che  ne  danno  gli  Editori  delle  Cartas  de  Lndia  (Madrid  4877) , 
tra  le  quali  ne  sono  alcune  di  lui. 

«  Motolinia  Fray  Toribio  de  Benavente,  naciò  en  la  poblacion  de  este  nombre  (Zamora) 
en  los  nltimos  anos  del  siglo  XV ,  y  paso  con  los  primeros  Religiosos  Pranciscanos  a  la 
Nueva  Espana  en  4524,  en  donde  cambiò  su  apellido  por  el  de  Motolinia ,  porque  al  entrar  en 
Tlascala,  viendolc  sus  habitantes  à  pie,  descalzo  y  tan  derrotado,  esclamaron  en  tono  de  compasion: 
Motolinia!  Es  decir:  Pobrecito!  de  cuya  palabra,  que  adoptó  por  santa  humilidad,  hizo  el  sobre- 
nombre  que  conservò  toda  su  vida ,  y  por  el  que  generalmente  se  le  conoce.  Instalado  con  sus 
companeros  en  Mexico  en  junio  de  aquel  ano,  dedicose  desde  luego  con  fervor  e  incansable  celo  a 
la  doctrina  de  los  Indios  de  los  qiiales  bautizò  muchos  millares  en  la  provincia  de  Mexico ,  en 
Iluexotzingo,  donde  dio  refugio  en  4529  a  los  Caciques  que  se  veian  acosados  por  las  gentes  de  la 
Audiencia  de  Guatemala,  Nicaragua  y  en  las  otras  partes  que  liabian  disfrutado  los  bienes  de  su 
predìcacion.  Fray  Toribio  que  se  titulaba  visitador,  defensor,  protector  y  juez  de  los  Indios  en 
his  provincias  de  Huexotzingo,  Huacachula,  y  Tlascala,  desde  cuyo  punto  coadiuvò  ala  fundacion 
de  la  Puebla  de  los  Angeles  en  1530,  fuè  Guardian  del  Convento  de  Tezcoco,  y  en  4538  electo  sexto 
Provincial;  escribiò  en  castellano  muchas  y  entercsantes  obras  y  en  Mexicano  algunos  tratados, 
y  muriò  tras  una  larga,  laboriosa,  humanitaria  y  arreglada  vida  en  su  Convento  de  Mexico  el  9 
de  agosto  de  45C8.  >  Ma  questo  non  ò  che  un  cenno:  per  vedere  la  gigantesca  flgura  che  presenta 
questo  celebre  Missionario  e  scrittore  Francescano,  bisogna  leggere  lo  Soticias  sopra  citate  del 
Hajiirbz.  Intanto  delle  sue  opere  accenniamo  le  scgaentt: 


ili  MOVILLA 


—  Vida  de  tres  niiìos  Tlaxcaltecas  y  los  martirios  que  pade- 
cieron  por  la  fé  de  Cristo. 

—  Historia  del  martirio  y  muerte  que  padecieron  dos  ninos 
principales  de  Tlaxcala,  nombrados  Antonio  y  Juan. 

Suno  due  commovcntissimi  epis<jdii  delle  prtme  Mi.ssiuni  Francescane  del  Messico ,  da  uno  do' 
(|uali  prese  argomento  del  suo  bel  racconto,  Le$  Cadquet  de  Tlaxcala,  il  nostro  Padre  Servasìo  Dibks, 
di  cui  abbiamo  parlato.  Il  primo  conta  11  capitoli,  F altro  8,  e  tutti  due  vennero  tradotti  io  Messicano 
da  un  altro  celebre  Missionario  Francescano  d'America,  Padre  Fr.  Juan  Bautista,  che  il  lettor  già 
conosce.  Oediamo  che  su  ne  sia  fatta  anticamente  ({ualche  stampa:  un  esemplare  manoscritto  dell' 
uno  e  dell'altro  in  Castellano,  di  Iiellissima  lettera,  trovasi  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia 
di  storia  di  Madrid. 

—  Carta  de  Fr.  Toribio  de  Motolinia.  Tlaxcala  2  de  Enero 
da  1555. 

Som*  18  carte  in  8,  nella  pubblicazione  che  se  n'ù  fatta  nel  tom.  Vili  della  CoUccion  de 
docunienlos  inedUot  relaliros  al  deirubrimienlo  conquMa  y  orgauizacion  de  lat  antigtia*  potè- 
sione/t  espafiolan  de  America,  ee.  por  D.  Lui$  Tohres  de  Memn)/.a  (Madrid,  fmprenta  de  Frias  y  campa- 
luii,  Misericordia  2,  1867),  e  venne  condotta  sulla  copia  che  dall'  (iriginale  dell'  Archivio  di  Simanras 
estrasse  il  Munoz,  e  che  trovasi  nella  nil)lio(eca  d»>llu  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Già  era 
stata  pubblicata  anche  dai  signor  Hcckingcuam  Smith  nella  Coleccion  de  rario$  documento*  para  ta 
hUftoria  de  la  Florida  y  tierras  adiacenten,  e  dall' Icazbalcbta  nella  Coleccion  de  documenios  para  la 
hitloria  de  Mexico,  tom.  I.  È  un  documento  do' più  gravi  ed  importanti  che  si  abbia  su  le  conquiste 
degli  Spagnuoli  in  America,  che  bisogna  assolutamente  leggere  per  poter  dar  giudizio  delle  terribili 
accuse  lanciate  contro  gli  Spagnuoli  dal  Las-Casas. 

^^^  438.  MoviLLA.  —  Explicacion  do  la  doctrina  que  compuso  el 
v..,.ri«  CardcMial  Belarmino  por  mandado  del  Senor  Papa  Clemente  Vili. 
Traduoida  on  lengua  Floridana  por  ol  Padre  Fr.  Gregorio  de  Mo- 
villa,  Difmidor  do  la  Provincia  de  Santa  Elena  de  la  Orden  de 
San  Francisco,  naturai  de  la  villa  de  Carrion  de  los  Condes  ; 
hijo  de  la  Provincia  de  la  Concepion  y  del  Convento  Recolecto 
de  Nuostra  Senora  de  Calahorra.  Corre<:rida,  emendada  y  ana- 
dida  en  està  seijunda  impresion  por  el  mesmo  autor.  En  Mexico. 
Impressa  con  licencia  en  la  impronta  de  Juan  Ruyz.  Ano  de  1035. 

In  vulium-  in  8,  di  ti  carte  preliminari,  197,  oid'imlii'e  in  line,  non  numerale.  Neil' ultima 
ilflli'  quali  si  Ir-,';:!':  «  Acaboso  a  9  de  EruTo  de  ÌG:\(\.  Om  lii.'encia.  En  Mexico,  por  Ju.au  Uuyz.  •  Fa 
coiitinua/.ioiic  poi  dt'll' opera  l' t){iusn)|o  srixuiMife  : 

—  Forma  l)reve  de  administrar  los  Sacramentos  a  los  Indios 
y  Espanoles  que  viven  entro  ellos.  Aprobado  por  autoridad  apo- 
stolica, y  sacado  del  Manual  Mexicano,  que  se  usa  en  teda  la 


MOVA  -  MUNOZ  il 5 


Nueva  Espana  y  Pirù.  Mutatis  mutandis,  esto  es  lo  que  estava 
ea  lengua  Mexicana  traducido  en  lengua  Floridana  .  Para  uso 
de  los  Religiosos  de  nuestro  Padre *S.  Francisco,  que  son  los 
Ministros  de  la  Provincia  de  la  Florida.  Por  el  Padre  Fr.  Gre- 
gorio de  Movilla.  Con  licencia  del  Sefior  D.  Lopez  Altamarino , 
Comisario  General  de  la  santa  Cruzada.  Impresso  en  Mexico.  Por 
Juan  Ruyz.  Ano  de  1636. 

Sono  32  carte  in  8.  La  prima  edizione  dì  questo  opuscolo  fu  fatta  in  Madrid  il  1631,  parimente  in 
8  :  ma  essendo  riuscita  assai  scorretta,  l'Autore  lo  ristampò  in  Messico,  corretto  ed  accresciuto.  Tanto 
si  rileva  dal  Prologo. 

439.  MoYA.  —  Memoria  per  i  Collegi  di  Missione  dell'  Ame- 
rica Meridionale  del  P.  Fr.  Pablo  de  Moya,  Comissario  Gene- 
ral de  Indias. 

Sono  5  fogli  in  4 ,  in  lingua  spagnuula;  ed  è  data  in  Madrid  il  dì  8  febraio  del  1840.  L'ettlù 
in  dono  dal  M.  R.  Padre  Fulgenzio  da  Torino,  E\-Procurator  Generale  dell'Ordine  e  già  Commissario 
della  Terra  Santa  in  Parigi. 

440.  MuLLOCK.  —  Notizie  storiche  intorno  a  Terra  Nuova  nel- 
l'America Settentrionale,  e  intorno  a' Frati  Minori  che  v'intro- 
dussero il  Cattolicismo ,  tratte  alla  lettera  da  una  conferenza  di 
Monsignor  Tommaso  MuUock  de' Min.  Oss.  Vescovo  di  quella 
Diocesi. 


Pubblicata  in  8 ,  nei  numeri  4 ,  e  5  dell'  anno  I  della  Cronaca  delie  Missioni  Francescane 
(Roma  1860).  Èia  traduzione  dall'inglese  dell'edizione  americana,  fatta  dal  Padre  Anselmo  Knap- 
PEN  della  Provincia  di  S.  Giuseppe  del  Belgio. 


441.  Munoz.  —  Copia  de  la  Relacion  o  carta  escrita  por  el 
R.  P.  Fr.  Joseph  Gii  Munoz,  Predicador  Apostolico  y  Comis- 
sario del  Colegio  de  Santa  Rosa  de  Ocopa  y  Misiones  de  Infle- 
les  del  Cerro  del  Sai,  a  D.  Domingo  de  linda  Syndico  Apostolico 
de  las  Misiones  en  la  Imperiai  ciudad  de  Cusco  :  en  la  que  da 
noticia  de  la  entrada  que  hizo  en  ellas  el  escandaloso  apostata 
y  fingido  Rey  Juan  Santos  Aragualca  Apuinga  Quainacapac , 
Indio  Christiane  de  dicha  ciudad:  ano  de  1742. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid, 


Amrki 


410  MtZZAM 


Ito.  442.  MuzzANi.  —  Memoria  latiaa  sopra  le  Missioni  France- 

scane di  Tarij a  dell' America  Meridionale,  del  P.  ZeflSrino  Muz- 
zani,  dell'Osservante  Provincia  di  S.  Tommaso  di  Torino,  Mis- 
sionario Apostolico  nell'America  Meridionale. 

Sono  8  carte  in  4 ,  indirizzate  all'  Emo  Cardinale  Barnabò  Prefetto  della  Sacra  CongregazioDe 
di  Propaganda  Fide^  il  28  agosto  del  1851.  L' ebbi  in  dono  dal  M.  R.  Padre  Fulgenzio  di  Toiìdo,  di 
sopra  memorato.  Il  Padre  ZefBrino  è  un  Religioso  di  molti  studii,  che  lasciò  bella  fama  di  sé  in  Italia, 
e  in  grave  età  sta  tuttavia  lavorando  alla  conversione  e  all'incivilimento  de'  selvaggi  dell' America. 


N 


443.  Napolbs.  —  Asia  Menor.  Estado  presente  que  tiene  en 
ella  la  Religion  de  San  Francisco .  Escrita  por  Fr.  Miguel  An- 
gel  de  Napoles ,  Lector  Jubilado  y  Secretarlo  General  de  la  di- 
cha  Orden:  dirigida  a  nuestro  Reverendissimo  Padre  Fray  Fe- 
dro Manero,  Ministro  General  de  toda  la  Orden  de  San  Francisco. 
En  Madrid,  en  la  Impronta  Real,  ano  de  1654. 

Sono  93  pagine  in  foglio;  e  contiene  particolari  interessantissimi  delle  Bfissioni  Francescane  della 
Palestina  Ano  al  1653. 

«  Viendo  (  dice  V  autore  nella  dedica  al  P.  Generale  Pietro  Manero  )  que  Vuestra  Rma  ocu- 
para  algunos  Religiosos  en  sacar  a  luz  el  estado  presente  que  tiene  nuestra  sagrada  Religion  en 

las  naciones  del  mundo ,  tome  yo  la  ocupacion  de  monstrar  el  que  tiene  en  la  Asia  Menor 

A  este  exercicio  me  animò  tambien  la  oportunidad  de  instrumentos  que  halle  en  el  Archivo  ge- 
neral de  la  Orden,  que  Vuestra  Rma  ha  fabricado  en  està  Corte  fH  liodiià).  * 

Il  libro  del  P.  Michelangiolo  oontiene  una  succinta  storia  iella  Tèrra  Santa,  e  vi  st  narrano 
fatti  commoventlssimi  delle  vessazioni  e  de' martini  che,  pur  al  suo  tempo,  ebbero  a  sofflrire  i  Fran- 
cescani per  conservare  que'  Santi  Luoghi  in  proprietà  della  Chiesa  Latina. 

No  annoteremo  brevemente  alcuni.  L'amo  1  OSI,  sborsando  buona  socama  di  denaro,  avevano 
ottenuto  dal  Rascia  di  GerusalemoM  di  poter  edifleare  un  ospizio  nella  casa  di  Zaccaria  padre  del 
Battista  su  le  montagne  della  Giudea.  Ma  come  prima  lo  seppero  l  Mori,  fieramente  se  ne  richia- 
marono ,  negando  che  quella  facoltà  potesse  essere  loro  concessa.  E  non  trovato  ascolto  appresso  il 
Rascia  di  Gerusalemme ,  ricorsero  a  quel  di  Damasco ,  che  subito  rispose  l' impedissero ,  anzi  H 
cacciassero  via  da  quel  luogo  :  e  tanto  bastò  perchè  que'  barbari  li  assalissero  furiosamente  in  tutta 
la  Terra  Santa,  mettendone  parecchi  a  morte  ;  e  li  avrebbero  tutti  finiti,  se  11  Caeayas  con  una  squr 
dra  di  Giannizzeri  non  fosse  accorso  a  sedare  la  rivolta.  L' anno  appr<^sao  I6M  alcune  galee  di  Malta 
avendo  catturato  due  barche  di  Mori  cariche  di  carbone,  lo  stesso  Rasdà  di  Gennatemme  intima  a' 
Francescani  le  facciano  immediatamente  restituire,  o  altrimenti  verranno  tutti  impieeatL  II  i61t  i 
Turchi  invadono  il  Convento  di  San  Salvatore,  ek>  saccheggiano;  e  i  Padri  debbono  soArire  et»* 
cere,  per  non  aver  danni  maggiori.  11  1638  il  Rascia  va  a  chiedere  al  Guardiano  di  Qenuakm* 
me,  P.  Fr.  Diego  da  San  Severino,  300  dollari,  che  questi  si  scusa  di  bob  poter  dare.  Il  Rascia  qmal- 
che  di  appresso  tornalo  al  Convento,  n'  esce  d' un  tratto  tutto  sdegnato,  come  se  avcase  trovate 
(|ualehe  gran  delitto,  gridando  per  le  pubbliche  vie,  che  i  Frati  aprivano  un  muro  per  farvi  cn- 

n 


418  NAKKAZIONC 


Nf. 


trar  di  Dotte  e  nascostamente  i  cristiani  a  danno  dei  Turchi .  L' incendio  era  appiccato  t  Tutta  la 
città  si  solleva  con  grida  di  morte,  e  la  tempesta  non  cessa,  Onchò  i  Frati  non  abbiano  pagato  i 
dollari  richiesti.  Peggio  av\'iene  il  1649  ,  essendo  superiore  il  Padre  Antonio  da  Gaeta,  che  già  en 
stato  costretto  a  pagar  due  volte  il  tributo  solito  darsi  al  Bascià  quando  giungeva  un  nuovo  Guar- 
diano. Si  sparse  la  voce,  che  rimosso  questo  Bascià,  ne  veniva  un  altro  nimiclssimo  da' Franchi, 
de' Greci,  degli  Armeni,  e  terribile  contro  gli  stessi  Turchi.  «  In  quel  momento  era  in  Betlem  (scrive 
il  P.  Antonio  al  Ministro  Generale  dell'Ordine)  celebrando  la  festa  della  Natività:  e  quella  voce  mise 
tanto  sgomento  in  tutti,  che  Greci  ed  Armeni  si  disposero  a  fuggire,  invitando  me  a  seguirli;  come 
di  fatto  si  fece  la  notte,  camminando  per  ben  sette  di  e  sette  notti  il  più  possibile  nascostamente, 
finché  si  giunse  alla  città  di  Sayda ,  che  è  nella  giurisdizione  di  Damasco.  •  Arrivato  intanto  il 
nuovo  Bascià  di  Gerusalemme,  e  saputa  la  fuga  de' Francescani ,  ne  monta  in  furore,  minacciando 
atterrare  i  conventi  e  scannare  quanti  Religiosi  gli  vengano  alle  mani,  se  tutti  all' istante  non  fac- 
ciano ritorno  al  loro  pusto.  Alcuni  Turchi  allora  s'interpongono  per  placarlo,  promettendogli  due 
mila  reali  da  otto,  che  accetta.  «  Quantunque  io  sapessi  (prosegue  il  P.  Antonio)  che  non  era  da 
prestar  fede  alcuna  alle  sue  promesse,  pure,  per  salvare  Frati  e  Convento,  tornai,  facendogli  su- 
bito tenere,  non  due  solamente,  ma  ben  cinque  mila  reali.  Ma  che!  Mentre  la  notte  dell'Ascensione 
ci  disponevamo  per  recarci  a  celebrare  sul  monte  Olivclo,  ecco  una  baronda  di  soldati  circondare      « 
il  Convento,   ed  entrati  dentro,  ci  minacciano  furiosamente  della  vita.  Chiediamo  che  cosa  sia.      . 
—  0  altri  quattro  mila  reali,  rispondono,  o  la  morte!  —  Per  mezzo  dell'interprete,  mostro  l'im-      ~ 
possibilità  in  cui  eravamo  di  far  tal  sacrincio!  Il  Bascià  senz'altro  fa  numerare  i  Religiosi,  e  me   -^^ 
con  i  Frati  Antonio  da  Buonsuccesso  e  Fedele  da  Genova  chiudere  ben  guardati  dentro  jm  dor-   — 
mentorio ,  e  frattanto  comanda  che  si  drizzino  fuora  i  pali  su  i  quali  ci  dovevano  tutti  infilzare.  L'in-  — 
terpretc  s' interpone  :  tutto  6  vano  :  bisognò  dunque  cercare  ad  imprestito  e  sborsare  all'  istante  i  quattru«_^ 
mila  reali  per  aver  salva  la  vita!  «  Esto  si  (esclama  il  P.  Antonio)  que  es  padecer  en  Tierra  Santa,.. 
0  Padre  Rmo,  pues  los  antiguos  Religiosos  que  habitaron  estos  lugares,  fueron  atormentados  y  mu-^^ 

ertos  por  la  confession  de  la  santa  fé  ;  pero  ahora  los  atormentan  y  matan  por  sacarnos  los  dineros « 

No  sabemos  en  que  ha  de  parar  està  tragedia,  porque  el  tirano  es  cruel,  blasphemo  y  alevoso:  espero«=3 
en  la  misericordia  de  Dios,  o  que  a  el  lo  amiinzerà  de  su  flereza,  o  que  a  nosotros  nos  darà^K 
la  paciencia  necessaria  para  que  moramos  por  su  santa  fé,  y  por  guardar  estos  Santos  Lugares,.. 
para  <iuc  no  lleguen  a  ser  profanados  de  los  enemigos  de  Dios.  • 

E  la  storia  continua  sempre  più  dolorosa:  ma  questo  cenno  basti.  Un  esemplare  del  libro  dcK  ' 
P.  Michele,  che  riferisce  questi  ed  altri  molti  particolari  inlfressantissimì,  trovasi  nella  pubblicc'^ 
Biblioteca  di  Sant'Isidoro  di  Madrid.  K  libro  rarissimo,  non  facile  a  rinvenirsi:  ù  que:>to  1' unìci 
esemplare  che  incontrai  nelle  mie  ricerche. 

444.  Narrazione  del  Martirio  sofferto  da  Frate  Junipero  di 
Catania  in  Turchia  adì  primo  marzo  1547, 

Fa  parte  di  un  Codice  cartaceo  della  Biblioteca  Bodleiana  di  Oxford.  Questo  Codice  ò  così  illu  — 
strato  dal  Conte  Alessandro  Mortara  f  Catalogo  dei  Manofcritti  italiani,  che  sotto  la  denominazion  é^ 
di  Codici  Canoniciani  italici  si  conservano  nella  Biblioteca  Bodleiana  a  Oxford,  ec.  Oxonii  ;  e  typo  - 
grapheo  Clarendoniano.  1864.  •  Codice  cartaceo,  in  4,  del  secolo  XVI,  di  due  diverse  mani,  e  composto 
di  carte  scritte  72.  i.  Carte  i-70.  Fioretti  novelli  della  vita  di  San  Francesco  e  d'alquanti  Frati  deW 
Ordine  suo ,  tratti  per  la  maggior  parte  dal  libro  delle  Conformità  di  Fra  Bartolommeo  da  Pisa,  e 
volgarizzati  da  suor  Maddalena  del  Convento  di  Santa  Maria  Maggiore  di  Venezia.  Precede  il  prologc 
della  traduttrice,  che  incomincia:  Priego  cadauna  persona  che  legera  qsto  devoto  libro  ec,  e  finisce: 
et  del  poverello  S.  Francesco.  Principiano  quindi  i  detti  Fioretti  così:  Prima  de  la  natività  del  beato  F. 
Cercha  la  natività  ec;  e  terminano:  passo  di  questa  vita  al  suo  signor  Dio  II  qual  sia  honor  tt 
glori  in  secula  secxUor.  Amen.  Il  nome  della  traduttrice  da  noi  aggiunto  al  titolo,  è  ricavato  dalla 
seguente  nota, che  di  carattere  diverso  da  tutto  il  rimanente  sta  appiè  della  prima  faccia:  Della  Comu- 
nitta  de  S.'«  M.'  Mazzore  il  qual  scrisse  la  Mre  S.  Madalena  de  sua  propia  mani  U  Signor  U 
merita  tanto  bene  che  ne  a  fatto  a  nui  altre  sue  povere  fiolla.  D'onde  inoltre  raccogliamo  che  questa 
sua  opera  ù  qui  scritta  da  lei  medesima.  3.  Carta  71.  Della  grande  potenza  di  San  Franeetco  contro  al 


NAVARRO  -  NEEF  419 


k  ^ 


Demonio  (opuscolo  senza  titolo  ed  in  carattere  diverso  da  quello  del  precedente).  Incomincia:  Il  segno 
per  il  quale  se  poi  comprendere,  ec.  ;  e  finisce  :  p  la  moltiludine  delli  angeli  che  erano  (/.  3.  Carte 
73.  De  molti  mali  che  advengano  a  qulli  che  perseguita  lordine.  Incomincia  :  ninno  che  a  pssumesto 
de  psequitar  lordine  d  S.  Francesco,  ec;  e  termina  :  si  de  hon  core  avera  amato  lordine.  Questo  bre- 
vissimo opuscolo  è  della  mano  stessa  che  ha  scritto  i  Fioretti  sopraccennati.  4.  Carte  74.  Narrazione 
del  Martirio,  ec.  Principia:  Essendo  Frate  Felice  da  Venetia  Vicario,  ec;  e  finisce:  cui  se  fida  i  la 
sua  imensa  Clementia.  Finis.  Senza  titolo,  e  della  medesima  mano  che  ha  scritto  V  opuscolo  di  num.  S. 

445.  Navarro.  —  Noticia  historica  de  los  misterios  de  nuestra 
santa  Fé  desde  la  creacion  del  mundo  :  por  el  P.  Fr.  José  Na- 
varro de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bautista.  En  lengua  China. 

—  Vida  de  S.  Francisco  de  Asis  et  en  lingua  China,  ec. 

Cosi  r  Hderta  (Eslado,  ec).  Parti  dalla  Spagna  Missionario  per  le  Filippine  il  1684,  donde  V 
anno  seguente  fu  inviato  alle  Missioni  della  Gina,  e  addivenne  versatissimo  nella  lingua  del  paese. 
Il  1700  fondò  una  chiesa  nella  città  di  Kun-ten  ,  e  dipoi  per  negozi!  della  Missione  si  recò  a 
Pekino.  Morì  in  via,  facendo  ritorno  alla  sua  missione,  il  9  di  ottobre  del  1709 ,  dopo  ventiquattr'  anni 
di  fruttuosissime  fatiche  apostoliche. 

La  Vida  de  San  Francisco  è  in  3  volumi,  in  4. 

446.  Navarro.  —  Carta  de  Fray  Miguel  Navarro  y  otros  Reli- 
giosos  de  la  Orden  de  San  Francisco  al  Real  Consejo  de  las  Indias 
recomendando  al  licenciado  Munos.  San  Francisco  de  Mexico  24 
de  Mayo  de  1568.  Carta  de  Fray  Miguel  Navarro  y  otros  Religiosos 
de  la  Orden  de  San  Francisco  al  Rey  Don  Felipe  II,  exponiendo 
los  inconvenientes  que  se  presentaban  para  admitir  bajo  su  pro- 
tecion  al  Convento  de  Monjas  que  le  fué  recomendado.  San  Fran- 
cisco de  Mexico,  6  de  Noviembre  de  1569. 

Queste  due  Lettere  del  Padre  Navarro  sono  state  testò  pubblicate  nella  collezione  delle  Cartas 
DE  Indias  fatta  in  Madrid.  Egli  fu  Ministro  della  Missionaria  Provincia  Francescana  del  Messico 
gli  anni  1368  e  1569. 

447.  Neef.  —  Tabula  chronologica  de  origine  et  progressu 
Provinciae  Comitatus  Flandriae  S.  Joseph  Fratrum  Minorum  Re- 
collectorum,  ex  authenticis  monumentis,  authore  Fratre  Stephano 
de  Neef  S.  Theologiae  Lectore  Jubilato  ac  praefatae  Provinciae 
Ex-Provinciali. 

Manoscritto  in  4,  di  148  pagine;  appartenente  alla  pubblica  Biblioteca  di  Gand  nel  Belgio. 
Nel  Catalogo  a  stampa  della  stessa  Biblioteca  si  legge  :  «  Cette  Chronique  ou  histoire  de  V  origine 
el  du  progres  de  V  Ordre  des  Freres  Mineurs  dans  la  Province  de  Fiandre,  commence  a  V  année  H06. 
L' Auteur,  le  frere  Etienne  de  Neef,  à  tire  ses  renseignements  non  soulement  du  Waddingus,  Meyer, 
Foppeos,  et  aulres  auteurs  recommendables,  mais  encore  d*  un  grand  nombre  de  sources  authenti- 
ques,  qu'il  dit  avoir  consultées . . .  La  Chronique  flnit  a  T  année  1745.  >  E  noi  aggiungiamo,  che 
è  della  massima  importanza  per  la  storia  delle  nostre  Missioni,  specialmente  della  Terra  Santa,  di 
Smirne,  dell'  Etiopia,  della  Turchia,  nel  secoIaXVI  e  XVIL  Come  n*  ebbe  notizia  il  dotto  e  zelantissimo 


Aio  NECIiOhOGlK  -  iMZZA 


PMlre  Van-Loo,  attuale  Ministro  Prx)viDciale  della  Provincia  di  S.  Giasepp«  del  Belgio,  subito  dispose 
che  ne  Tenisse  estratta  una  copia,  per  metterla  poi,  accresciuta  di  alquante  aggiunte,  a  stampa. 

n».  448.  Necrologie,  ou  Table  generale  de  tous  les  Religieux 

Franciscains  Recollets  de  la  Pro viace  de  S^  Denis  de  France , 
morts  depuis  Terection  de  la  Province. 

Manoscritto  di  circa  100  pagine.  Dà  molti  nomi  per  la  storia  specialmente  delle  nostre  Missioni 
nel  Canada.  Giunge  fino  alla  grande  ri?oluxione  Francese,  quando  tutti  i  Religiosi  vennero  banditi 
da' loro  Conventi,  e  molti  di  essi  crudelmente  trucidati  È  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

M,.  449.  NiEUWENHUiZEN.  —  Monumenta  concementia  historiam 

*^"^  Fratrum  Minonim  Sancti  Francisci  eorumque  Missiones  in  Ger- 
mania Inferiori,  per  P.  Fr.  Antonium  Franciscum  Nieuwenhuizen 
ex  Provincia  Franciscana  Holandiae. 

Sono  sin  qui  ii  volumi  di  documenti  importantissimi,  raccolti  da  questo  dotto  e  laborioso 
Padre,  che  io  ebbi  piacere  di  conoscere  nella  città  di  Maestrich  in  Olanda.  Le  Missioni  Francescane  in 
Olanda  e  in  tutta  l'antica  Germania  inferiore  non'Sonu  punto  conosciute;  e  nondimeno  formano  una 
delle  più  Splendide  giurie  delia  Minoritica  famiglia,  come  già  ho  detto,  ed  anche  accennai  tempo  fa 
nella  Riviita  Prandicana  di  Barcellona.  Con  quell'  egregio  Padre  si  ragionò  a  lungo  dell'  importanza 
di  raccogliere  tutti  i  documenti  delle  nostre  Missioni,  ordinarli  e  pubblicarli,  se  si  desidera  di  avere 
una  vera  e  compiuta  Storia  di  esse  ;  che  è  il  presente  metodo,  e  giusto,  di  fare  la  storia  ;  e  appresso 
i  sapienti  estimatori  se  n*  accrescerel>be  del  doppio  l'onore  dell'  Ordine.  Ma  a'  poveri  non  ò  dato  fare 
tutto  quello  che  vorrebbero,  e  gl'intelligenti  di  cosi  fatti  studi  non  sono  molti.  Auguriamo  al  P. 
Nieuwenhuizen,  che  possa  compiere  la  sua  raccolta:  egli  avrà  renduto  un  segnalato  servigio  alla 
sua  madre  Keligione  ed  alla  Chiesa. 

450.  Nizza.  —  Relazione  del  Reverendo  Fra  Marco  da  Nizza 

Siamp. 

Anurie  dell'  Ordine  di  San  Francesco. 

Di  questo  insigne  Missionario  Francescano  non  al)bian)0  ancora  ,  eh'  io  sappia,  una  biogratla 
degna  di  lui.  E  tanto  più  importerebbe  farla,  in  quanto  clic  anche  a  lui,  come  a  t;inti  altri,  si  è 
provalo  ili  levare  la  gloria  che  ebbft  acquistata,  a  s^  e  al  suo  Online,  co' suoi  viaggi,  con  le  sue 
esplorazioni  e  le  sue  apostoliche  fatiche.  Primo  Missionario  del  Pitù  ,  gli  si  contrastò  questo 
onoro:  ma  chi  leggerà  le  opere  elei  dotto  Cordova,  de  Salinas,  che  abbiamo  illustrate,  ve<lrà  per 
irrepugnabili  documenti  come  sia  incontrastabile.  Scopritore  di  un  Immenso  paese,  cbiainato  Cibula 
e  C^ivira,  si  voleva  che  la  sua  relazione  non  fosse  che  una  strana  immaginazione:  ma  i  recenti 
studi  cominciano  a  fargli  giustizia;  e  noi  rimettiamo  il  lettore  alla  grande  Collezione  di  documenti 
e  memorie  per  la  Horia  d' America  del  Termaux.  E  per  ciò  abbiamo  divisato  di  qui  riportarla,  come 
già  la  pubblicò  in  italiano  il  Raxusio;  dati  prinui  i  migliori  cenni  che  abbiamo  incontrati  di  lui, 
che  sono  i  seguenti  lasciatici  dal  Torouemada. 

•  Dios  (egli  dice,  Monarq.  India,  tom.  IH,  cap.  52)  comò  piadoso  y  cuidadoso  de  osta  su 
villa  indiana,  la  qual  havia  «lescubierto  a  nueslros  Espanalcs,  andaba  por  lodas  las  partes  de  la 
christiandad  haciendo  gente  para  (raerla  a  estas  en  lo  principio  de  su  conversion.  Poniue  conio 
corrió  la  fama  por  todas  ellas  de  el  grandisimo  gentio,  hallado  en  las  nuevas  tierras,  y  quo 
padecian  grande  necesidad  de  doctrina,  muchos  se  movian  con  la  inspiracion  interna  de  Dios,  a 
venir  a  ellas.  Y  entrc  otros  grandes  siervos  de  Dios,  que  vinieron,  fué  uno  Fr.  Marcos  de  Niia, 
naturai  de  la  misma  ciudad  en  el  ducado  de  Saboia;  el  qual  partió  para  Espaìia  el  ano  de  1531, 
sin  reparar  la  muchas  leguas,  que  por  mar  j  por  tierra  tenia  que  caminar,  a  fln  de  hacer  està 
Jornada.  Y  haviendola  hecho,  con  mucho  trabajo,  basta  la  Isla  de  Santo  Domingo,  no  luego  se  vino 
a  està  .Nueva  Kspana;  porque  oió  que  la  tierra  del  Perù  èra  recien  conquistada,  para  donde  se 


mzstA  iìi 

partiù  con  fervor  i  celo  de  aprovechar  a  Jas  gentes  idoUtras  alU  desoubiertat  :  p«ro  Dio»,  quo  le 
queria  para  ministro  de  eKaa,  no  le  quieto  et  corazon  eo  aquelias,  porque  ite  ballò  eon  moeha 
inquietud  y  muy  desacomodadas  para  &m  inlentos,  y  ask  se  vino  laego  a  esU  Provincia  de  el  Sa«to 
Evangelio,  adonde  por  sus  letras,  religion  y  baenas  parles  fué  recibido  con  nmcbo  gusto,  y  a  pocoa 
anos  elegido  on  lercero  Ministro  Provincia!,  despues  quc  aoabó  su  officio  el  santo  varon  Pr.  Antonio 
de  Ciudad-Rodriguo:  y  con  el  cargo  de  Provincia!  partiòen  demanda  de  la  lierra  nueva  de  Ciboia, 
de  qoe  tnvo  nolìcia  por  relacion  de  olro  Religioso  ( corno  decimos  en  otra  parte),  y  satislèchoen 
alguna  manera  de  las  poblaciones  que  por  li  havia,  bolviò  por  segunda  vei  en  demanda  «k  la 
misma  tierra,  llevando  algunos  Religioaos  en  compaSia  de  el  capitan  Francisco  Vasqaez  de  Goronado, 
que  faé  por  general  de  los  Espanoles.  Anduvieron  macba  tierra  desierta,  y  pasaron  grandes 
trabajos,  basta  llegar  a  la  tierra  de  Cibola  e  Quivira.  Dìo  la  boelta,  no  con  menos  trabajos  que  a 
la  ida,  e  resultr»le  de  aquella  larga  Jornada  una  grave  enfermedad,  de  que  quedò  tuUido  basta  la 
muerte.  Era  Fr.  Maroos  varon  muy  religioso,  docto  y  celoso  da  la  conversion  y  salvaeion  de  las 
almas;  por  la  qual  se  sacriflcaba  a  Dios  en  todos  los  riesgos  y  peligros  que  se  ofrecian,  aleodiendo 
mas  (siendo  Provincia!)  a  dar  pasto  de  doctrina  a  sus  ovejas  que  a  tornar  refecion  para  el  descanso 
de  su  cuerpo,  diciendo  que  su  manjar  verdadero  era  hacer  la  voluntad  de  el  Padre  oeleatiaL  Muriò 
santamente  en  el  Convento  de  Mexiso,  donde  està  enierrado.  »  Or  ecco  la  sua  Relasione. 

Fra  Marco  da  Nizza  parte  da  Culnacan»  et  gionto  a  Peiatlan,  riee9$  molte  eortetie  da  que^i 
Indiani:  di  quivi  partito,  havuta  relatione  éi  tnoUe  hole^et  d'un  paete  grande  habiialù  da  gente 
dvUe,  perviene  a  Vaet^pa:  mentre  ivi  dimora  gU  è  dato  relatione  di  Cevola,  et  dallo  stalo  delle  sette 
Città,  et  d'altre  Provincie,  et  Itole  rieiM  di  perle,  quali  corrano  a  tramontana  dietro  laeotia. 

•  Con  l'aiuto,  et  favore  della Sacratissima  Vergine  Maria,  nostra  Signora,  adelSeraAco  no- 
stro padre  S.  Francesco,  io  Fra  Marco  da  Nicza,  profésso  delF Ordine  di  S.  Fraoeesoo,  per  «ssecutione 
deir  instrnttione  di  sopra  contenuta  dellMllustrissimo  Signor  Don  Antonio  di   Mendoua  (quetU 
documenti  ti  potton  vedere   aeUa  topra  citata   Collezione  del  Tihnaux  )  Viceré ,  et  capitano 
generale  per  sua  Maestà ,  nella  nuova  Spagna ,  parti'  dalU  villa  di  S.  Micbiel  della  Provincia  di 
Culnacan   venerdì  alli   7  del  mese  di  Marzo  i539,  havendo  per  compagno  Fra   Honorato,   et 
menato  meco  Stefano  di  Dorante  negro,  et  alcuni  Indiani  di  quelli  cbe  il  detto  Signor  Viceré  ba 
fatto  liberi,  et  li  comprò  per  questo  effetto,  li  quali  mi  consignò  Francesco  Vazques  di  Goronado 
Govemator  delia  Nuova  Galitla,  et  con  altra  gran  quantità  d'Indiani  di  Petailan,  et  della  villa, 
cbe  si  cbiama  del  Cucbillo ,  cbe  può  esser  da  cinquanta  legbe  da  Petailan ,  li  quali  vennero  alla 
valle  di  Culiacan  mostrando  grandissima  allegrezza  per  baverli  certificati  gl'Indiani  liberati,  cbe 
il  detto  Governator  mandò  avanti  a  farli  a  saper  la  sua  libertà,  che  non  si  doveva  far  più  alcuni 
scbiavi  di  loro,  né  farli  guerra,  né  mal  trattamento  akuno,  dicendoli  cbe  cosi  vuole,  et  ordina 
sua  Maestà;  et  con  questa  compagnia  cb'  io  dico  presi  il  mio  cammino  flneb'  le  arrivai  al  popolo 
di  Petatlan,  trovando  nel  cammino  grandi  ricevimenti,  et  apparecchi  da  mangiar  eoo  rose,  et  fio- 
ri ,  et  altre  co<e  di  questa  qualità,  et  case  cbe  mi  facevano  di  creta  con  rami  infrascati  in  tutte  le 
parti ,  dove  non  erano  babitationì.  In  questo  popolo  di  Petatlan  riposai  tre  giorni ,  perchò  il  mio 
compagno  fra  Honorato  s'  ammalò  di  sorte ,  eh'  io  fui  astretto  a  lasciarlo  tt ,  et  secondo  la  detta 
instruttione  seguitai  il  mio  cammino  per  dove  mi  guidava  il  Spirito  Santo,  senxa  alcuno  mio  me- 
rito, et  venendo  meco  il  detto  Stefano  Dorantes  negro,  et  alcuni  degl'Indiani  liberali,  et  molte 
genti  del  paese,  facendomi  io  tutte  le  parti  eh'  io  arrivavo  grandi  ricevimenti ,  el  allegrezze ,  et 
frascati  d'arbori,  dandomi  da  mangiar  di  quel  cbe  havevano  ancbor  cbe  fusse  poco»  perchò  di- 
cevano, che  erano  tre  anni  cbe  non  vi  baveva  piovuto,  et  percbè  gl'Indiani  di  quel  paese  bave- 
-vano  più  atteso  a  nascondersi,  che  a  seminare  per  paura  de' Christiani  della  villa  di  S,  Micbiel, 
che  Ano  lì  solevano  trascorrere  facendoli  guerra,  et  menandoti  scbiavi. 

«  In  tutto  questo  cammino,  cbe  possono  essere  da  venticinque  in  trenta  legbe,  da  quella  parte 
di  Petatlan  non  vidi  cosa  degna  da  notare,  eccetto  che  mi  vennero  a  trovar  alcuni  UKliani  dal- 
l'Isola, dove  andò  Fernando  Cortese  Marchese  di  Vales,  dalli  quali  mi  certificai,  come  la  eia  Iso- 
la, et  non  (come  alcuni  vogliono  dire)  esser  terra  ferma:  passavano  sopra  alcune  zatUre»  et  dalla 
terra  ferma  all'Isola  v'  è  il  spatio  di  mezza  lega  di  mare,  poco  più  o  meno,  umilmente  mi  ven- 
nero a  vedere  alcuni  Indiani  d'un'  altra  Fsola  maggior  di  questa,  la  qual  è  posta  più  avanti, 
dalli  quali  hebbi  relatiune  esservi  altro  30  Isole  piccole,  babitate  da  gente,  et  povere  di  vettova- 


422  NIZZA 

glia,  eccetto  due,  che  tengono  del  Mahlz.  Qaesti  Indiani  havevanu  intorno  al  collo  niolte  coppe 
grandi,  madre  di  perle.  Io  li  mostrai  perle  che  portavo  con  me  per  mostra:  mi  dissero  che  di 
quelle  ve  n'erano  molte,  et  molto  grosse  nell'Isole,  nientedimeno  non  ve  ne  vìddi  alcuna. Segui* 
tal  il  mio  cammino  per  un  luogo  dishabitato,  da  4  giorni,  venendo  meco  gl'Indiani  così  dell'I- 
sole, come  de*  monti,  che  lasciavo  a  dietro;  et  in  capo  di  questo  paese  dishabitato  trovai  altri  In- 
diani ,  che  si  maravigliavano  di  vedermi ,  perchè  nluna  notitia  tenevano  de'  Ghristiani  per  non 
esser  contrattation  alcuna  con  quelli  da  dietro,  essendo  tanto  paese  dishabitato  :  questi  mi  fecero 
grandissimo  ricevimento,  et  mi  dettero  molto  da  mangiare,  et  procuravano  di  toccarmi  in  la  ve- 
sta, et  mi  chiamavano  Hayota,  che  vuol  dire  nella  sua  lingua,  huomo  dal  cielo,  alli  quali  meglio 
che  potette  feci  intender  1'  interprete  quanto  si  contiene  nella  instrultione  del  conoscimento  del 
nostro  Signor  Dio  nel  cielo ,  et  sua  Maestà.  In  queste  terre,  et  sempre  per  tutte  le  vie,  et  meni 
che  potevo,  procuravo  di  saper  paese  dove  fussero  molte  città ,  et  gente  di  più  civilità  et  intel- 
letto di  quelli,  che  mi  incontravano  ,  et  non  hebbi  nuova  alcuna  ;  ma  mi  dissero  che  dentro  fra 
terra  quattro  o  cinque  giornate  dove  s'abbassano  le  falde  de' monti,  si  fa  una  pianura  larga,  et  di 
gran  paese,  nella  qual  mi  dissero  esser  molte  grandi  habitationi,  dove  è  gente  vestita  di  cottone; 
et  mostrandoli  io  alcuni  metalli,  che  portavo  per  prender  instrutione  delti  metalli  della  terra,  pre- 
sero il  metallo  dell'oro,  et  mi  dissero,  che  di  quello  v'erano  vasi  tra  quella  gente  della  pianura, 
et  che  portano  attaccate  alli  buchi  del  naso  ,  et  all'orecchie  certo  cose   tonde  verdi,  et  che  ten- 
gono certe  palette  di  quell'  oro  con  le  quali  si  radono,  et  tirano  via  il  sudore,  et  che  nelli  tempii 
i  pareti  stanno  coperti  di  quello ,  et  che  l' usano  in  tutte  le  cose  di  casa  :  et  perchè  questa  pianura 
s'apparta  dalla  costa  del  mare ,  et  la  mia  instrultione  era  dì   non  partirmi  da  quella,  determinai 
di  lasciarla  per  la  ritornata,  et  che  all' bora  si  potria  veder  meglio,  et  cosi  andai  per  tre  giorni  per 
luoghi  habitati  dalle  dette  genti,  dalle  quali  fui  ricevuto,  come  da  quelli  da  drieto,  e  arrivai  ad  un 
ragionevole  riduto,  che  si  chiama  Vacapa,  dove  mi  fecero  gran  carezze,  et  mi  dettero  ben  da  man- 
giare, et  abbondantemente,  perchè  è  terra  fertile,  et  che  si  può  adacquare.  Sono  da  questa  habi- 
tatione  fino  al  mare  quaranta  leghe,  et  per   trovarmi  tanto  a  largo  dal  mare,  et  per  esser  duoi 
giorni  avanti  la  Domenica  di  Passione ,  determinai  di  star  quivi  fino  a  Pasqua  per  certificarmi 
dell'Isole,  che  di  sopra  ho  detto  havcme  havuto  notitia,  et  cosi  mandai  alcuni  messi  Indiani  al 
mare  per  tre  vie,  alli  quali  ordinai  che  mi  menassero  Indiani  della  costa,  et  di  alcune  di  quel- 
le Isole,  per  informarmi  da  loro;  et  per  un'altra  parte  mandai  Stefano  Dorantes  negro,  al  qual 
dissi,  che  andasse  per  il  dritto  delia  Tramontana  cinquanta,  o  sessanta  leghe  per  veder  se  per 
quella  via  si  potesse  haver  relatione  d'alcuna  cosa  notabile  di  quelle  eh'  andavamo  cercando,  et 
composi  con   lui  ,  che  se  egli  havesse  nutilia  dì  terra  popolata,  et  ricca,  che  fosse  cosa  grande, 
che  '1  non  andasse  avanti ,  ma  che  '1  se  no  tornasse  in  persona ,  over  che  '1  mandasse  Indiani 
con  questo  segnale,  che  convenimmo  insieme,  cioè  che  se  la  cosa  fosse  ragionevole ,  mi  mandasse 
una  croce  bianca  d'  un  palmo,  et  se  la  fosse  grande,  di  duoi  palmi,  et  se  la  fasse  cosa  maggior 
et  migliore  delia  nuova  Spagna,  mi  mandasse  una  gran  croce:  et  cosi  si  parti  il  detto  Stefano  da 
me  la  Domenica  di  Passione  dopo' desinare,  et  de  li  a  quattro  giorni  vennero  li  messi  di  Stefano 
con  una  croce  grande  di  statura  d'un  huomo;  et  mi  dissero  da  parte  di  Stefano,  che  in  queir  bora 
mi  partisse  seguitandolo,  iHTchi^  gii  haveva  trovato  gente,  cheli  davano  relatione  d'una  provincia 
grandissima,  et  che  gli  haveva  seco  Indiani,  die  erano  slati  in  quella,  et  mi  mandò  un  di  loro,  et 
mi  disse,  che  v'erano  trenta  giornate  da  quel  luogo  dove  stava  Stefano  tino  alia  prima  città  della 
terra,  che  si  nomina  Cevola.  Afferma,  che  in  questa  provincia   vi  sono  sette  città  mollo  grande, 
tutte  sotto  un  Signore,  et  di  case  fatte  di  pietra,  et  calcina  molto  grandi,  et  la  più  piccohi  con  un 
solaro  di  sopra,  et  altre  di  duoi,  et  tre  solari:  et  quella  del  Signor  di  quattro,  tutte  l' una  appresso 
l'altra  per  il  suo  ordine,  et  in  li  portali  delle  case  principali  vi  sono  molti  lavori  di   pietre  tur- 
chese,  delle  quali  disse,  che  ve  n'erano  in  grande  abondantia,  et  che  le  genti  dì  queste  città  vanno 
molto  ben  vestite,  et  che  vi  sono  altre  Provincie  più  avanti,  ciascuna  delle  quali  disse  esser  mol- 
to più  grande,  che  queste  sette  città.  Io  gliel  credette,  perchè  lo  viddi  huomo  di  buon'intelletto, 
et  cosi  dilTerlti  il  mio  partir  a  seguir  Stefano  Dorantes  pensando,  che  U  mi  aspettaria,  et  anco 
per  aspettar  li  messi,  che  avevo  mandato  al  mare,  quali  vennero  il  di  di  Pasqua  fiorila,  et  con 
loro  gente  della  costa  del  maro,  et  di  due  Isole,  dalli  quali  seppi  l'Isole,  che  di  sopra  dico  esser 
povere  di  vettovaglia,  come  I' havevo  saputo  avanti,  et  che  sono  hat)itato  da  gente,   che  portano 
coppe  di  perle  sopra  la  fronte,  et  dicono  di  tener  perle  grosse,  et  molto  oro:  mi  certiflcorono  di 
trentaquattro  Isole  una  appresso  l'altra;  la  gente  della  costa  del  mar  dicono  haver  poca  vetto\a* 


tmlk  423 

glia,  cosi  loro,  come  quelli  dell'Isole,  et  contrattano  un  con  l'altro  con  zatte.  Quella  costa  corre 
alla  tramontana  quanto  si  può  vedere.  Questi  Indiani  della  costa  mi  portarono  rotelle  di  cuoi  di 
vacca  molto  ben  lavorate,  tanto  grande  che  li  coprivano  dalla  testa  fin  alla  punta  de' piedi,  con 
un  buco  in  cima  dell'  imbracciatura,  per  poter  veder  di  drietodi  quelle:  sono  tanto  forte,  eh'  lo 
credo  che  non  le  passarla  una  balestra. 

«  Da  eerti  Indiani  detti  Pintados,  ha  di  nuovo  relatUme  delle  tette  città,  et  d'altri  tre  Regni 
detU  Marata,  Usacue,  et  Tolanteae^  paesi  molto  ricchi  di  turchese,  et  cuoi  d'  animali.  Seguendo  U 
tfiaggio  per  quelli  luoghi,  prende  per  sua  Maestà  U  possesso ,  et  è  da  gì'  Indiani  molto  honorato  et  di 
vettovaglie  servito. 

«  In  questo  giorno  mi  vennero  a  trovare  tre  Indiani  di  quelli,  che  chiamano  Pintados,  che 
haveano  dipinto  il  volto,  li  petto ,  et  le  braccia .  Questi  stanno  in  alto  alla  parte  di  Levante ,  et 
vengono  a  confinar  alcuni  di  loro  circa  delle  sette  città,  quali  dissero,  che  mi  venivano  a  vedere, 
perchè  hebbero  notitia  di  me ,  et  tra  I'  altre  cose  mi  dettero  notitia  delle  sette  città,  et  Provincie 
che  l' Indiano  di  Stefano  mi  haveva  detto,  quasi  per  la  medesima  maniera ,  che  Stefano  mi  havea 
mandato  adire;  et  cosi  licentiai  le  genti  della  costa,  et  duoi  Indiani  dell'Isole  dissero,  che  vole- 
vano venir  meco  sette,  over  otto  di,  et  con  quelli,  et  con  li  tre  dipinti,  ch'Io  dico,  mi  partii  da 
Vacapa  il  secondo  di  di  Pasqua  fiorita  per  11  cammino  che  tenea  Stefano,  dal  qnal  havevo  ricevuto 
altri  messi  con  un'altra  Croce  della  grandezza  della  prima,  la  qual  mi  mandò,  dandomi  pressa, 
et  afflrmandomi  esser  la  terra,  la  qual  lo  cercavo,  la  maggior  et  miglior  cosa  che  sia  In  quelle 
parli;  l  quali  messi,  particolarmente  mi  dissero  senza  mancar  In  cosa,  né  punto  alcuno  di  quello 
che  mi  disse  il  primo,  anzi  dissero  molto  più,  et  mi  dettero  più  chiara  relatione,  et  cosi  camminai 
quel  giorno  secondo  di  Pasqua,  et  altri  duoi  di  per  le  medesime  strade  eh'  era  andato  Stefano, 
in  capo  delle  quali  mi  dissero,  che  de  \\  s'anderla  in  trenta  giorni  alla  città  di  Cevola,  eh'  è  la 
prima  delle  sette;  et  non  mi  disse  questo  un  solo,  ma  molti,  et  molto  particolarmente  mi  dissero 
hi  grandezza  delle  case,  et  la  maniera  di  quelle,  come  m' havevano  detto  l  primi ,  et  mi  dissero , 
che  di  più  di  queste  sette  città  vi  sono  altri  tre  regni,  che  si  chiamano  Marata,  Vacus,  Totonteac 
Volsi  sapere  perchè  andavano  cosi  da  lungi  delle  sue  case  ;  mi  dissero,  che  andavano  per  turchese, 
per  cuoi  di  vacche,  et  altre  cose ,  et  che  dell'  una  et  1'  altra  vi  si  ha  In  questo  paese  gran  quantità: 
et  similmente  volsi  saper  con  che  modo  et  via  si  havevano  :  mi  dissero ,  che  col  servitio ,  et 
sudore  delle  sue  persone,  che  andavano  alla  prima  città,  che  si  chiama  Cevola,  et  che  servano  11 
in  lavorare  la  terra,  et  altri  servigi,  et  che  li  danno  cuoi  di  vacca  di  quelli  che  hanno  in  quel 
luogo,  et  turchese  per  il  suo  servitio  ;  et  questi  di  questa  città  portano  tutti  turchese  attaccate  all' 
orecchie,  et  alli  buchi  del  naso  finissime,  et  buone  :  et  dicono  che  di  quelle  sono  fatti  lavori  nelle 
porte  principali  delle  case  di  Cevola:  mi  dissero,  che  la  maniera  delle  vesti  degli  habiUnti  in 
Cevola,  è  una  camicia  di  cotton  lunga  fino  alla  punta  de'  piedi  con  un  botton  alla  gohi,  et  un 
cordon  lungo,  che  pende  da  quello,  et  le  maniche  di  queste  camicie  large  tanto  di  sopra  come 
di  sotto:  dicono  che  vanno  cinti  con  cinture  di  turchese,  et  che  sopra  queste  camicie,  alcuni  por- 
Uno  buone  vesti,  altri  cuoi  di  vacca  ben  lavorati,  quali  tengono  miglior  vestir  di  quel  paese,  dove 
n'  è  gran  quantità.  Il  medesimo  le  donne  vanno  vestite ,  et  ben  coperte  fino  alli  piedi  anchor  lor 
slmilmente.  Questi  Indiani  mi  ricevettero  molto  bene,  et  volsero  sapere  con  diligenza  li  giorno  che 
mi  parti'  da  Vacapa ,  per  potermi  proveder  nel  viaggio  al  ritomo  del  vivere ,  et  del  dormire.  MI 
menavano  avanti  alcuni  ammalati,  acclochè  gli  sanassi:  procuravano  di  toccarmi  la  veste:  mi 
dettero  alcuni  cuoi  di  vacca,  tanto  bene  acconci,  et  lavorati,  che  da  quelli  si  poteva  estimar  essere 
stati  fatti  da  huomini  molto  civili,  et  tutti  dicevano,  che  venivano  da  Cevola.  L' altro  giorno  seguitai 
il  mio  cammino  menando  meco  11  Plntadl,  quali  non  mi  volsero  lasciare.  Arrivai  ad  un  altro  vil- 
laggio, dove  fui  ben  ricevuto  dalle  genti  di  quello,  i  quali  slmilmente  procuravano  di  toccanni  la 
Teste,  et  mi  dettero  notitia  della  terra,  la  qual  lo  sapevo  cosi  particolarmente,  come  havevo  havuto 
da  quelli  per  avanti,  et  mi  dissero,  come  da  quel  luogo  era  andata  gente  con  Stefano  Dorantes, 
quattro,  o  cinque  giornate,  et  qui  trovai  una  Croce  grande,  che  Stefano  mi  haveva  lasciato  per  segno, 
che  la  nuova  della  buona  terra  cresceva,  et  ordinò  che  mi  desslno  molta  pressa,  perchè  m'aspet- 
terla  al  capo  del  primo  del  disbabitato.  Qui  lo  posi  due  Croci,  et  presi  11  possesso  conforme  alla 
instruttione ,  perchè  quella  terra  mi  pareva  esser  migliore  di  quella  e'  havevo  lasciato  a  dietro,  et 
che  mi  conveniva  fino  li  far  un  atro  di  possessione ,  et  in  questa  maniera  andai  cinque  giorni 


4)4  NOIA 

trovando  sempre  luoghi  habitati,  et  grande  bospitalità,  et  ricevimenti,  et  multe  turcbeie,  el  cuoi  di 
vacca,  et  la  medesima  relation  della  terra.  Quivi  intesi,  che  doppo  due  giornate  ritroveria  un  pane 
dishabitato,  dove  non  v'  è  da  mangiare,  ma  che  già  era  stato  prevenuto  di  farmi  case,  et  portami 
vettovaglia  :  per  il  che  sollecitai  il  cammino,  pensando  di  trovar  al  Un  di  quello  Stefano ,  perchè 
in  quel  luogo  mi  mandò  a  dire ,  che  '1  mi  aspetteria.  Avanti  che  arrivassi  al  diriuibilato  mi 
trovai  in  un  villaggio  fresco  per  molte  acque,  che  vi  sono  condotte  per  adacquare  :  qui  mi  vennero 
incontro  molte  genti,  si  uomini  come  donne,  vestiti  di  cottone,  et  alcuni  coperti  con  cuoi  di  vacca, 
che  generalmente  tengono  per  miglior  vestito  che  quello  di  cottone,  tutti  quelli  che  di  questo 
villaggio  vanno  in  Caconados,  cioè  con  turchese,  che  gli  pendono  dalli  buchi  del  naso,  et  orecchie, 
et  chiamano  queste  turcliese  cacona,  fra  li  quali  veniva  il  signor  di  questo  villaggio,  et  dooi  suoi 
fratelli  molto  ben  vestiti  di  cottone  ancor  loro  in  Caconados  col  suo  celiar  ciascuno  di  turchese 
al  collo,  et  mi  appresentarono  molte  salvaticine,  come  conigli,  coturnici,  mahiz,  pignoli,  et  tutto  « 
in  grande  abbondantia,  et  mi  offersero  molte  turchese  et  cuoi  di  vacca,  et  vasi  da  bevere  molto  « 
belli,  et  altre  cose,  delle  quali  non  volsi  tor  cosa  alcuna;  et  io  bavevo  la  mia  veste  di  panno  berretin,    ,^ 

che  si  chiama  io  Spagna  da  Xaragosa,  et  questo  signor  di  questo  villaggio,  et  altri  Indiani  toc 

corono  V  habito  con  le  mani,  et  mi  dissero  che  di  quello  ve  n'  era  molto  in  Totonteac ,  et  che  lo^c:j 

portavano  per  vesti  gli  habitatori  di  quel  paese  ;  del  che  io  mi  risi,  et  dissi  che  non  saria,  se 

di  quelle  vesti  di  cottone  che  loro  portano  ;  et  loro  mi  dissero,  pensa  che  noi  sappiamo,  che 

che  tu  porti,  et  quelle  che  noi  portiamo  è  differente.  Sappi  che  in  Ce  vola  tutte  le  case  sono  piene  d' 

questa  robba  che  noi  portiamo,  ma  in  Totonteac  sono  alcuni  animali  piccoli  dalli  quali  levano 

col  quale  si  fa  quel  che  tu  porti.  Io  volsi  Information  più  particolarmente  di  questo  :  mi  dissero    ^ 

cke  gli  animali  sono  della  grandezza  di  duoi  bracchi  di  Castiglia,  che  menava  seco  Stefano,  e/ 

dicono  che  di  detti  animali  ve  ne  sono  molti  in  Totonteac. 

«  Entra  in  una  vaile  diihabiiata,  $t  da  gV  Indiami  tum  ffii  è  latdalo  patire  akuno  ineommodo: 
seiuendo  a  viaggio,  entra  in  paese  fertile,  et  f^i  è  dato  eertezza  (ti  come  prima)  del  etato  di  Cevola, 
et  di  Totonteac,  et  chela  eotta  del  tnare  àa  trentaeinque  gradi ,  volge  molto  a  ponente,  et  deUi  regai 
di  Marala,  et  Àeut. 

•  L'altro  di  entrai  nel  diahabitato,  et  dove  havevo  a  desinare  trovai  case  fatte,  vettovaglia  a 
bastanza  appresso  ad  un  rivo  d' acqua,  et  alla  notte  trovai  case,  et  similmente  vettovaglia,  et  cosi 
trovai  per  quattro  di,  che  durò  il  dishabitato,  al  capo  delti  quali  entrai  in  una  valle  molto  ben 
habitata  da  gente:  nel  primo  villaggio  mi  vennero  incontra  molti  huomini,  et  donne  con  cose  da 
mangiare,  et  tutti  havevano  turchese,  che  li  pendevano  dalli  buchi  dei  naso  et  dell' orecchie,  et 
alcuni  havean  collari  di  turchese  della  sorte  che  portava  il  Signore,  et  gli  suoi  fratelli  del  vil- 
laggio avanti  il  dishabitato,  eccetto  che  quelli  gli  havevano  d'  una  sola  volta,  et  questi  3,  et  4,  con 
buona  veste,  et  cuoi  di  vacca,  et  le  donne  le  medesime  turchese  ncUi  buchi  del  naso,  et  delle  orecchie, 
et  molte  buone  Naguas  et  camicie .  Quivi  era  tanta  notitia  di  Cevola ,  come  nella  Nuova  Spagna 
di  Temistitan,  el  nel  Perù  del  Cusco,  el  tanto  particolarmente  raccontavano  la  maniera  delle  case, 
delle  habitationi,  strade,  et  piazze  di  quelle ,  come  persone  che  v'  erano  state  molte  volte ,  et  che 
si  fornivano  da  quelle  delle  cose  necessarie  per  scrvitio  di  casa  sua,  si  come  quelli  di  drieto 
facevano.  Io  li  diceva,  che  non  era  possibile,  che  le  case  fossero  della  maniera  che  mi  dicevano,  et 
loro  per  darmelo  ad  intendere  prendevano  terra  o  cenere,  et  la  buttavano  sopra  acqua,  et  mi  mostra- 
vano come  mettevano  le  pietre,  et  cresceva  lo  edificio  in  suso,  mettendoli  in  quello  le  pietre  fino 
che  gli  andava  in  alto.  Io  li  domandavo  se  gli  huomini  di  quella  terra  havevano  ale  per  montar 
sopra  quelli  solari;  si  ridevano,  et  mi  mostravano  la  scala  cosi  ben,  come  io  la potria  designare. 
Prendevano  un  legno,  et  se  lo  mettevano  sopra  la  testa,  et  dicevano,  che  queir  altezza  era  da  solaro 
e  solaro.  Similmente  ebbi  qui  relatione  del  panno  di  lana  di  Totonteac,  dove  dicono  che  vi  sodo 
case  come  quelle  di  Cevola,  et  migliori,  et  molto  più,  et  che  è  una  cosa  grande,  et  che  non  tien 
capo.  Qui  seppi,  che  la  costa  del  mare  si  voltava  verso  ponente  molto  forte,  perchè  fin  alla  intrata 
di  questo  primo  dishabitato  ch'io  passai,  sempre  la  costa  s'andava  mettendo  verso  tramontana, 
et  come  cosa,  che   Importa  molto  il  voltar  della  costa,  lo  volsi  saper  et  vedere,  et  cosi  fui  in 
dimanda  di  quella,  et  viddi  chiaramente  che  li  a  35  gradi  la  volge  al  ponente,  del  che  minore 
allegrezza  non  hebbi  che  della  buona  nuova  della  terra:  et  cosi  mi  ritornai  a  proseguire  il  mio 
cammino,  et  fui  per  quella  valle  cinque  giorni ,  la  qual  è  habitata  da  bella  gente ,  et  tanto  abon- 


nwLk  435 

dante  di  veilovtglie,  che  basteria  per  dar  da  mangiare  a  più  di  tre  mila  cavalli;  adacquasi  tutta, 
et  è  come  an  giardino:  sono  li  borghi,  et  casali  mezza  lega,  et  un  quarto  di  lega,  et  in  ciascuno  di 
questi  villaggi  trovavo  moUo  larga  relatione  di  Cevola,  et  tasto  particolarmente  mi  raccontavano 
di  quella,  come  gent6  eiie  va  ogn*  anno  a  guadagnar  il  suo  vivere.  Qui  trovai  un'  huomo  naturale 
di  Cevoia,  il  qua!  disse  esser  venuto  11,  fuggendo  il  governatore ,  o  la  persona  che  v'  è  posta  per 
il  Signore,  perchè  il  Signore  di  queste  sette  città  vive  et  tiene  la  sua  residentia  in  una  di  quelle , 
che  si  chiama  Ahacus,  et  nelle  altre  tieo  posto  persone  che  comandano  per  lui.  Questo  habitator 
di  Cevola  è  huomo  bianco,  di  buona  dispositione,  alquanto  vecchio,  et  di  molto  più  intelletto  che 
gli  habi latori  di  questa  valle,  et  di  quelli  deir altre  a  dietro:  mi  disse  che  '1  voleva  venir  meco, 
acciochè  gli  facesse  perdonare:  mMnformai  particolarmente  da  lui;  mi  disse,  che  Cevola  è  una 
gran  città,  nella  quale  v'  è  molta  gente,  et  strade,  et  piazze,  et  che  in  alcune  parti  della  città  vi 
sono  certe  case  mollo  grandi,  che  hanno  dieci  solari ,  et  io  queste  si  riducono  li  principali  certi 
giorni  dell'  anno  :  dice,  che  case  sono  di  pietra,  et  calcina,  della  maniera  che  mi  dissero  quelli  di 
sopra,  et  che  le  porte,  et  pilastri  delle  case  principali  sono  di  turchese,  et  li  vasi  con  li  quali  si 
servono ,  et  altri  ornamenti  sono  d'  oro,  et  che  della  forma  di  questa  città  sono  l' altre  sette,  alcune 
maggiori,  et  che  la  più  principale  di  quelle  è  Ahacus.  Dice,  che  dalla  parte  di  sirocco  v'  è  un  regno, 
che  si  chiama  Marata,  et  vi  solevano  essere  assai  città,  et  molto  grandi,  le  qual  tutte  erano  fatte 
con  case  di  pietra,  et  solari ,  et  che  questi  hanno  fatto  guerra,  et  U  fatino  col  Signor  delle  sette 
città,  per  la  qual  guerra  si  ha  sminuito  in  gran  parte  questo  regno  di  Marata,  ancbor  che  tuttavia 
stia  in  piedi,  et  mantenga  la  guerra  contra  questi  altri.  Similmente  dice,  che  alla  parte  di  ponente 
v'  è  il  regno  nominato  Totonteac,  qual  dice  essere  cosa  grandissima,  et  d' inQnila  gente,  et  ricchezze, 
et  che  nel  detto  regno  vestono  panno  della  sorte  che  è  quello  che  io  porto ,  et  d' alcuni  più  deli- 
cati, che  si  cavano  dagli  animali,  che  di  sopra  mi  designarono,  et  che  la  gente  è  molto  civile,  et 
differente  dalla  gente  che  ho  veduto.  Similmente  mi  disse,  che  v'  è  un'altra  provincia,  et  regno 
molto  grande,  che  si  chiama  Acus,  perchè  v'  è  Acub  et  Ahacus,  con  l' aspiratione,  che  è  una  delle  sette 
città,  la  più  principale,  et  senza  aspiratione  Acus  è  regno  et  provincia  da  perse.  Mi  disse,  che  le  veste 
che  portano  in  Cevola ,  sono  della  maniera  che  per  avanti  m' haveano  detto ,  et  che  tutti  gli  habi- 
tatori  della  città  dormono  in  letti  alti  dal  suolo,  con  coltre,  et  padiglioni  di  sopra,  che  coprono  li 
letti,  et  mi  disse  che  veneriano  con  meco  in  Cevola,  et  più  avanti  se  volesse  menarlo.  La  medesima 
relatione  mi  fu  data  in  questo  villaggio  per  altre  molte  persone ,  ma  non  così  particolarmente.  Io 
camminai  per  questa  valle  tre  giorni,  facendomi  gli  habitatori  di  quella  grandissima  festa  et  acco- 
glienza. In  questa  valle  viddi  più  di  mille  cuoi  di  vacche  eccellentissimamente  acconci  et  lavorati  ; 
viddi  molto  maggior  quantità  di  tvchese,  et  collari  fatti  di  quelle  in  questa  valle,  che  in  tutte  quelle 
che  havevo  lasciato  a  dietro;  et  dicono  che  tutto  viene  dalla  città  di  Cevola,  della  qual  tengono  molta 
notitia,  et  similmente  del  regno  di  Marata,  et  di  quel  di  Acus,  et  di  Totonteac 

•  D'un  animale  molto  grande,  qual'  ha  un  corno  in  fronte,  et  delle  cortesie,  quale  da 
quMìli  Indiani  per  il  viaggio  f^i  fìimo  usate .  Stefano  Dorantei  con  tuoi  compagni  quanto  f ussero 
§nal  trattati  nel  giungere  a  Cevola  da  quél  ^gnore. 

•  Qui  mi  mostrarono  un  cuoio ,  la  metà  maggiore  di  quello  d' una  gran  vacca,  et  mi  disse- 
ro eh'  era  d' un  animale,  che  tien  un  sol  corno  nella  fronte ,  et  che  questo  corno  si  torze  verso 
il  petto,  et  che  de  lì  volge  una  ponta  dritta,  nella  quale  ha  tanta  forza,  che  ninna  cosa,  per  forte 
che  la  sia,  non  lascia  di  rompere,  se  '1  s'incontra  con  quella ,  et  che  di  questi  tal  animali  ve  ne 
sono  molti  in  quel  paese.  Il  color  del  cuoio  è  come  d'un  caprone,  et  il  pelo  tanto  grosso  come  il 
detto.  Qui  hebbi  messi  da  Stefano ,  li  quali  da  sua  parte  mi  dissero,  che  gli  andava  già  nell'  ulti- 
ma parte  del  dishabitato,  et  molto  allegro  per  andare  molto  più  certificato  della  grandezza  del 
paese,  et  mi  mandò  a  dire,  che  dapoi  che  'I  si  partì  da  me ,  mai  non  haveva  trovato  gl'Indiani 
in  alcuna  bugia,  perchè  Ano  lì  il  tutto  haveva  trovato  della  maniera  che  gli  bavevano  detto,  et 
così  pensava  di  trovar  nell'  avenlre  in  questa  valle ,  come  ne  gli  altri  villaggi  da  dietro.  Io  posi 
croci,  et  feci  gli  atti,  et  diligenze  che  si  convenivano  conformi  alla  instruttione.  Li  paesani  mi 
pregorono  eh'  io  dovesse  riposar  qui  tre  o  quattro  giorni ,  perchè  fino  al  dishabitato ,  yI  erano 
ancora  quattro  giornate  da  quel  luogo,  et  dal  principio  di  quello  fino  all'  arrivar  alla  città  di  Ce- 
dola, vi  sono  larghi  quindeci  giorni  di  camino,  et  che  mi  voleano  far  da  mangiare,  et  appa- 
recchiarmi le  cose  necessarie  per  quello;  et  mi  dissero,  che  con  Stefano  nero  erano  andati  di  quel 


496  NIZZA 

luogo  più  di  trecento  liuuuiìni  per  accompagnarlo,  et  portargli  dietro  11  vivere,  et  che  meco  si- 
milmente volevano  venire  molti  per  servirmi,  perchè  pensavano,  che  tomerUno riechi.  Io  gUrfah 
gratiai ,  et  gli  dissi  che  lo  mettessero  ad  ordine  presto  ;  et  così  stetti  tre  giorni  senza  passar 
avanti,  nelli  quali  sempre  m'informai  di  Gevola,  et  di  tutto  quel  più  eh*  io  potevo,  et  non  fa- 
cevo altro,  se  non  chiamar  Indiani,  et  interrogarli  a  parte  ciascun  da  per  sé;  et  tutti  si  confor- 
mavano in  una  medesima  cosa,  et  mi  dicevano  della  moltitudine  grande  di  gente,  et  P ordine  delle 
strade,  la  grandezza  delle  cose,  et  la  forza  dell!  portali,  il  tutto  come  quelli  per  avanti  mi  lia- 
vean  detto.  Passati  li  tre  giorni  si  missero  insieme  molti  per  venire  meco ,  delli  quali  perfino  a 
trenta  delli  principali,  molto  ben  vestiti,  et  con  quelli  colari  di  turchese,  che  alcuni  di  loro  te- 
nevano cinque  o  sei  volte,  et  con  questi  la  gente  necessaria,  che  portasse  il  vivere  per  loro  et  per 
me,  et  mi  posi  in  cammino,  et  entrai  nel  deserto  a'  nove  di  maggio ,  et  così  andammo  il  primo 
dì  per  un  camino  molto  largo  et  usato,  arrivammo  a  desinare  appresso  un'  acqua  dove  gl'In- 
diani mi  haveano  apparecchiato,  et  a  dormire  appresso  un'altra  acqua,  dove  trovai  una  casa,  che 
haveano  compita  di  fare  per  me ,  et  un'  altra  stava  fatta  ,  dove  dormì  Stefano  quando  egli  passò, 
et  molte  capanne  vecchie,  molti  segnali  di  fuoco  della  gente,  che  andava  a  Gevola  per  questo 


mino;  et  con  questo  medesimo  ordine  caminai  dodeei  dì,  sempre  ben  proveduto  del  vivere,  d^^  \ 
salvaticine,  lepri,  et  pernici  del  medesimo  colore  et  sapore  che  sono  quelle  di  Spagna,  ancor —  -• 
che  non  siano  così  grandi,  perche  sono  un  poco  minori.  Quivi  arrivò  un'Indiano  figliuolo  d'u^^cin 
principale  di  quelli  che  venivano  meco,  il  qual  era  andato  in  compagnia  di  Stefano,  qual  veniva  -a 
tutto  spaventato,  havendo  tutto  il  viso  et  il  corpo  coperto  di  sudore,  et  mostrava  grandissima 
tristezza  nella  persona ,  et  mi  disse ,  che  una  giornata  avanti  che  Stefano  arrivasse  a  Gevola 
mandò  il  suo  gran  Cajipel  di  zucca  con  suoi  messi,  come  sempre  costumava  di  mandare  avanti 
acciochù  sapessero  come,  lui  veniva ,  il  qual  zuccon  havea  una  filza  di  sonagli ,  et  due  penne- 
una  bianca,  et  l'altra  di  rulur,  die  ò  in  segnai  di  dimandar  sicurtà,  et  mostrar  che  non  si  vie 
per  far  danno;  et  come  arri  veruno  a  Gevola  avanti  la  persona,  che  il  Signor  tlen  lì  posto  per 
pò,  li  dettero  il  detto  zuccon:  lui  lo  preso  nello  mani,  et  visti  li  sonagli  con  grand' Ira,  et  n< 
trasse  il  zuccon  per  terra,  et  disse  alli  messi ,  che  subito  si  partissero  via,  perchè  conosceva 
gente  era  quella,  et  che  li  dicessero  che  non  dovessero  entrar  nella  città,  perchè  facendo  alt 
mente  tutti  li  ammazzeria.  Li  messi  ritornarono,  et  dissero  a  Stefano  come  la  cosa  passava; 
qual  gli  rispose,  che  questo  non  era  d'importanza,  et  volse  proseguire  il  suo  viaggio  fino  all'j 
rivare  alla  città  di  Gevola,  dove  trovò  gente  clic  non  li  permissero  entrar  dentro,  et  Io  mlssei 
in  una  casa  grande,  qual  era  pusia   fuori  della  città ,  et  gli  tdsero  subito  tutto  quello   che  '1 

porta\a  per  (Mintrattare,  et  alcuno  turrhese,  et  altn>  rose  che  gli  havea  havutu  per  camino  da^^ssl' 
Indiani,  et  elio  1:11  stette  qui\i  quella  notte  senza  darli  da  mangiare,  né  da  bere,  et  che  l'a-  N 
tro  dì  (la  mattina,  questo  Indiano  helilte  sete,  et  usci  di'Ua  «-asa  a  bere  in  un  rio  clie  era  lì  a^Ki.^' 
appresso,  et  de  lì  a  un  pochello  viiidc  Slifano  andare  fiijf;:('n(lo,  et  dietro  di  lui  v'andava  gea  te 
della  città,  et  clie  ammazzavano  alcuni  di  quelli  che  erano  andati  in  sua  compagnia;  et  coi^vi^ie 
questo  indiano  vidde  ({uesta  cosa,  s'andò  a  nascondere  sopra  del  rio,  et  dipoi  attraversò  il  e  ^a* 
mino  dei  deserto  ;  le  quali  nuo\e  udite  da  gl'Indiani   che  venivano  meco,  subito  cominciorno  a 

piangere,  et  io  per  rosi  triste  et  cattive  nuove  dubitai  di  perdermi,  et  non  temevo  tanto  di  pertM  ^f 
la  vita,  quanto  era  di  non  poter  ritornare  a  dare  aviso  della  grandezza  della  terra  dove  il  n.  i»' 
Siro  Signor  Iddio  possi  esser  servito,  et  soluto  tagliai  le  corde  delle  valigie  che  portavo  con  1^ 

robbe  da  contrattare,  che  fin'  all'liora  non  havevo  voluto  fare,  n^  dar  cosa  ad  alcuno,  et  comi        n- 

ciai  a  partir  quanto  eh'  io  portavo  con  li  principali,  et  li  dissi   che  non  temessero,  et  venisse '-^^ 

meco,  et  cosi  fecero:  et  andando  per  il  nostro  camino  una  giornata  da  Gevola,  trovammo  altri  (W_    oe 
indiani  di  quelli  ch'erano  andati  con  Stefano,  i  quali  venivano  insanguinati,  et  con  molte  t&^      ri- 
te,  et  come  arrivarono,  «luelli  che  venivano  meco  cominciorono  a  far  un  gran  pianto.  Dlman^^s-Jai 
alti  feriti,  di  Stefano,  et  conformandosi  co'l  primo  indiano  in  tutto,  dissero  che  dapoi  che  gli 
veva  tenuti  in  quella  casa   senza  darli  da  mangiare,  ne  da  bere  tutto  quel  giorno,  et  la  no 
tolsero  a  Stefano  tutto  (|uel  che   lui  portava.  L'altro  giorno  essendo  il  Sole  alto  una  lancia, 
Stefano  della  casa,  et  alcuni  de' principali  con  lui,  et  suliito  venne  molta  gente  dalla  città,  etc(^'  ^sd« 
lui  li  vidde  Cominciò  a  fuggire,  et  noi  altri  similmente,  et  subito  ne  dettero  delle  frezze,  et  f^^r/- 
te,  et  cademmo,  et  sopra  noi  caddero  alcuni  morti,  et  così  stemmo  fino  la  notte  senza  ardir       ài 
muoversi,  et  udimmo  di  gran  voci  nella  città,  et  vedemmo  sopra  le  terrazze  molti  huominiv     '' 


milk  427 

donne  che  guardavano,  et  non  vedemmo  più  Stefano»  et  crediamo  che  i'habbino  infrezzato,  come. 
hanno  fatto  tutti  gli  altri,  che  andavano  con  lui,  siche  non  è  scampato  se  non  noi  soli. 

«  Sito  et  grandezza  detta  città  di  Cevola,  et  come  di  quella  et  altre  provinde  fra  Marco  ne 
^ende  il  possesso,  nominandola  il  nuovo  Regno  di  S.  Francesco;  et  di  quivi  partito,  preservato 
dal  nostro  Signor  Dio  in  sì  periglioso  viaggio  giunge  in  Compostella, 

«  Veduto  io  quello  che  gli  Indiani  dicevano,  et  il  mal  ordine  che  era  per  seguire  il  mio  viaggio, 
come  desideravo,  non  vobte  consentire  di  perder  la  mia  vita  insieme  con  quella  di  Stefano,  et  dissi 
che  4  nostro  Signor  Dio  castigheria  quelli  di  Gevola,  et  come  il  Viceré  sapesse  quel  che  fosse  intra- 
venuto,  manderia  molti  christiani,  che  gli  castigheriano,  et  non  me  lo  volsero  credere,  perchè  dicevano 
che  niuno  era  bastante  contra  il  potere  di  Gevola,  et  con  questo  gli  lasciai  et  mi  discostai  un  tratto, 
o  duoi,  di  pietra,  et  quando  ritornai  trovai  un'indiano  mio,  chMo  menai  da  Messico,  nominato 
Marco,  il  qual  piangeva,  et  mi  disse:  Padre,  costoro  si  sono  consigliati  d' ammazzarci,  perchè  dicono 
che  per  te  et  per  Stefano  sono  stati  morti  i  suoi  padri,  et  che  non  ha  da  restar  di  tutti  loro  huomo, 
né  donna,  che  non  sia  morto.  Io  tornai  a  repartire  fra  costoro  alcune  altre  cose,  che  mi  restavano 
per  mitigarli:  con  questo  si  placorono  alquanto,  ancorché  tuttavia  mostravano  gran  dolore  per  la 
gente  ch'era  stata  morta.  Io  pregai  alcuni  di  loro  che  volessero  andar  a  Gevola,  a  vedere  s'era 
scampato  alcuno  altro  Indiano,  et  questo,  acciochè  sapessero  alcuna  nuova  di  Stefano  :  la  qual  cosa 
non  potette  impetrare  da  loro.  Visto  questo,  io  gli  dissi  che  in  ogni  caso  io  volevo  vedere  la  città 
di  Gevola;  mi  dissero  che  niuno  vorria  venire  con  me;  et  alla  fine,  vedendomi  determinato,  duoi 
de*  principali  mi  dissero ,  che  vernano  meco,  con  li  quali ,  et  con  gli  miei  indiani,  et  interpreti , 
seguitai  il  mio  cammino  fln'  alla  vista  di  Gevola ,  la  qual  è  posta  in  una  pianura  alla  costa  d' 
un  monte  ritondo,  et  fa  una  bella  mostra  di  città,  et  più  bel  sito  d' alcuna  che  in  queste  parti  io 
habbia  veduto.  Sono  le  case  all'  ordine,  secondo  che  gì'  Indiani  mi  dissero,  tutte  di  pietra  con  li 
suoi  solari,  et  terrazze,  a  quel  che  mi  parve  di  vedere  da  un  monte ,  dove  mi  posi  a  guardare  la 
città.  La  città  è  maggior  che  la  città  di  Temistitan,  la  qual  passa  venti  mila  case:  le  genti  sono  quasi 
bianche,  vanno  vestiti,  et  dormono  in  letti,  tengono  archi  per  arme,  hanno  molti  smeraldi,  et  altre 
gioie,  ancorché  non  apprezzino  se  non  turchese,  con  le  quali  adornano  li  pareti  delli  portali  delle 
case,  et  le  vesti,  et  li  vasi,  et  si  spende,  come  moneta,  in  tutto  quel  paese.  Vestono  di  cottone  et 
di  cuoi  di  vacca,  et  questo  è  il  più  apprezzato  et  honorevole  vestire  :  usano  vasi  d' oro  et  d'argento, 
perchè  non  hanno  altro  metallo,  del  quale  vi  è  maggior  uso  et  maggior  abondanza  che  nel  Perù; 
et  questo  comprano  per  turchese  nella  Provincia  delli  Pintadi ,  dove  si  dice  che  vi  sono  le  minere 
in  grande  abondanza.  D'altri  regni  non  potette  bavere  instruttione  così  particolare';  alcune  volte  fui 
tentato  andarmene  Uno  lì,  perché  sapevo  che  non  arrisigavo  se  non  la  vita,  et  questa  io  havevo 
offerta  a  Dio  il  primo  dì  eh'  io  cominciai  l' andata  :  alla  flne  mi  venne  paura,  considerando  il  mio 
l>ericoIo,  che  se  io  morivo,  non  si  poteva  haver  relatione  di  questa  terra,  che  al  mio  parere  è  la 
maggiore  et  miglior  di  tutte  le  discoperte  :  et  dicendo  io  alli  principali ,  quanto  bella  mi  pareva 
Gevola,  mi  risposero  che  l'era  la  minor  delle  sette  città,  et  che  Totonteac  è  la  maggior  et  miglior 
di  tutte  per  tante  case  et  gente  che  tiene,  che  non  v'  è  flne.  Vista  la  dispositione  et  sito  del  luogo, 
mi  parve  di  nominar  quel  paese,  il  nuovo  regno  di  San  Francesco  ;  nel  qual  luogo  feci  con  l'aiuto 
de  gì'  indiani  un  gran  monton  di  pietre,  et  in  cima  di  quello  vi  posi  una  Groce  piccola  et  sottile, 
perchè  non  havevo  modo  di  farvela  maggiore;  et  disse  che  quella  Groce  et  monton  mettevo  in  nome 
dell'Illustrissimo  signor  D.  Antonio  di  Mendoza,  Viceré,  et  Gapitano  generale  della  Nuova  Spagna, 
per  l' Imperator  nostro  Signore,  in  segno  di  possession  conforme  alla  instruttione;  la  quale  posses- 
Sion  disse  che  io  prendevo  in  quel  luogo  di  tutte  le  città,  et  delli  regni  di  Totonteac,  di  Acus, 
di  Marata  ;  et  così  ritornai  con  molto  più  paura  che  vettovaglia ,  et  andai  fino  eh'  io  trovai  la 
gente  che  era  a  dietro  restata,  con  la  maggior  pressa,  eh'  io  potetti;  alli  quali  arrivai  in  due  giornate 
di  cammino,  et  con  loro  venni  Ano  a  passar  il  diserto,  dove  non  mi  fu  fatto  tanto  carezze  come 
per  avanti,  perché  così  gli  uomini  come  le  donne  facevano  gran  pianto  per  le  persone,  che  gli  erano 
state  ammazzate  in  Gevola,  et  con  paura  mi  espedi  dalla  gente  di  quella  valle,  et  camminai  il  primo 
dì  10  leghe,  et  così  andai  a  otto,  et  10  leghe,  senza  tenermi  Ano  al  passare  il  secondo  luogo 
dishabitato  ritornando;  et  ancor  eh'  io  avessi  paura,  determinai  d' arrivare  alla  campagna,  della  qual 
di  sopra  dico  che  havevo  relatione,  dove  s'abbassarno  le  montagne;  et  in  quel  luogo  intesi  che 
quella  campagna  è  habitata  per  molte  giornate  verso  Levante,  non  ardivo  entrare  in  quella,  paren- 


e 
AArk» 


428  Nofi 

domi,  che  se  havevo  da  venire  ad  habitarc  quest'altra  terra  delle  sette  città  et  regoi  ch'io  dko» 
all' bora  si  potria  meglio  vedere  senza  metter  a  pericolo  la  mia  persona,  et  lasciar  per  questo  di 
dar  relatione  delle  cose  vedale  :  solamente  viddi  dalla  bocca  della  campagna  sette  villaggi  ragio- 
nevoli, alquanto  lontani,  in  una  valle  di  sotto,  molto  fresca  e  di  molto  buona  terra,  onde  «sci vano 
molti  fiumi:  hcbbc  inforroatiune  che  in  quella  era  molto  oro,  et  die  gli  habitatorl  F adoperano  in 
vasi,  et  palettine,  con  le  quali  si  radono,  et  levano  via  il  sudore  ;  et  che  sono  gente  che  non  con- 
sentono che  quelli  d' altra  parte  delia  campagna  contrattino  con  loro,  et  non  mi  seppero  dir  la  causa. 
Qui  posi  due  Croci ,  et  tolsi  il  possesso  di  tutta  la  campagna ,  et  valle ,  per  la  maniera  et  ordine 
delli  possessi  tolti  da  me  di  sopra  conforme  alla  instruttione,  et  de  lì  proseguì'  il  ritomo  del  mio  viag- 
gio con  la  maggior  pressa ,  eh'  io  potei ,  Anch'  io  arrivai  alla  terra  di  San  Michiele  della  provincia  di 
Guliacan,  credendo  trovar  in  quel  luogo  Francesco  Vaszquez  di  Goronado  Govemator  della  Nnova 
Galitia,  et  non  trovandolo  proseguì'  il  mio  cammino  fino  alla  città  di  Compostella,  dove  lo  trovai. 
Non  scrivo  qui  molte  altre  particolarità,  perchè  non  sono  pertinenti  a  questo  caso  :  solamente  dico 
quello  ch'io  viddi,  et  mi  fu  detto  delle  terre  per  dove  andai,  et  di  quelle,  che  bebbi  inforroatione.  • 

yi^mp.  451.  Noè.  —  Viaggio  da  Venetia  al  Santo  Sepolcro  et  al  Mon- 
te Sinai  co  '1  dissegno  delle  città,  castelli,  ville,  chiese,  mona- 
sterii,  isole ,  porti ,  et  fiumi,  che  in  là  si  ritrovano.  Et  una  breve 
regola  di  quanto  si  deve  osservare  nel  detto  viaggio,  e  quello 
che  si  pagha  da  luoco  a  luoco  sì  di  datii  come  d' altre  cose.  Com- 
posto dal  R.  P.  Noè  dell'  Ordine  di  San  Francesco.  Aggiontovi 
il  modo  di  pigliare  le  sante  Indulgenze  et  a  che  chiese ,  mona- 
sterii  et  altri  luochi  siano  concesse.  Di  nuovo  aggiontovi  una 
tavola ,  che  denota  quante  miglia  sono  da  luoco  a  luoco  infino 
a  Girusalem.  In  Venetia,  per  Michiel  Miloco,  MDCLX... 

In  volumetto  in  8,  non  numerato,  fra  le  300  e  400  paginr,  con  flgure  in  legno.  Ve  ne  sono 
parcrrliio  edizioni:  Venezia  1570,  i575,  4638,  1684,  che  crediamo  essere  quella  da  noi  riferita  : 
e  Hassano  i685,  i697,  4742,  i753.  Negli  Studi  bibliografici  e  biografici  tulla  storia  della  geogra- 
fia in  Italia  pubblicati  per  cura  della  deputazione  Ministeriale  instituita  presso  la  Società  Geogra- 
fica Italiana,  ec.  Roma,  Tipografia  Elzeviriana,  1875,  8i  dice  die  il  Padre  Noè  Bianco  Francescano 
nacque  a  Venezia  verso  la  Une  del  XV  secolo,  e  visitata  la  Terra  Santa,  al  ritorno  pubblicò  per 
comodo  de'  pellegrini  V  itinerario  del  viaggio ,  con  la  descrizione  e  i  disegni  delle  città  ,  chiese, 
monumenti  e  luoghi  più  notevoli,  che  si  incontravano  nella  via  da  lui  seguila,  partendo  da  Vene- 
zia, e  sbarcando  a  GiaiTa,  indi  visitando  Genisalemm»  ed  i  principali  santuari  e  monasteri  della 
Palestina. 

Osserviamo  primamente,  che  v'  è  il  grave  errore  di  chiamarlo  Noè  Bianco.  Soé  Bianco ,  viag- 
giatore parimente  in  Palestina,  e  scrittore  del  suo  viaggio,  non  era  Francescano,  si bbene  dell* Or- 
dine de' Servi  di  Maria, e  posteriore  al  nostro:  n'abbiamo  la  testimonianza  di  autorevole  persona,  che 
riferimmo  illustrando  il  viaggio  del  P.  Buysa;  che  io  non  vidi  veramente  l'opera  del  Bianco,  e  forse  è 
quella  che  ne' sopraddetti  studi  è  riferita  col  tìtolo  di  Viaggio  fatto  in  Terra  Santa  e  deterUtoper 
benefizio  de' Pellegrini,  ec.  Un  altro  errore,  se  non  c'inganniamo,  proveniente  forse  dal  primo,  t 
la  data  assegnata  alla  nascita  del  Francescano,  cioè  sul  chiudersi  del  XV  secolo.  Infatti  il  nostro 
Padre  verso  la  fine  del  suo  viaggio,  parlando  del  suo  ritorno  in  Italia,  dice  «  che  partito  da  Bet- 
tania,  in  brevi  disi  ritrovò  a  Nicosia,  dove  dimorava  il  Re  di  Cipro:  e  andammo  (prosegue)  per 
la  licentia,  che  niuno  può  uscire  dal  suo  reame  senza  licentia:  anco  gli  conviene  avere  il  suo  bol- 
lo; e  cosi  andammo  al  porto  di  Famagasta,  ec.  •  Dunque  il  suo  viaggio  dovè  compiersi  prinu  del 
1470;  ed  egli.  Il  meno,  doveva  essere  nato  alquanto  prima  della  seconda  metà  del  secolo  XV.  Nella 
pubblica  Biblioteca  dell'Arsenale  di  Parigi  trovai  l'edizione  di  Rassano,  Remondlnl,  i€85. 


NOTICE  -  NOTICIAS 


429 


^  452.  NoTiCB  historique  sur  la  situation  actuelle  des  Péres 

Gardiens  du  S.  Sepulchre  et  des  Catholiques  de  la  Judée ,  suivie 
du  plaa  d' une  souscriptioa  libre  et  volontaire  pour  venir  au  se- 
cours  des  etablissements  Religieux  de  Terre  Sainte.  MarseiUe, 
Achard,  1828. 

Ud  volarne  in  8,  che  faceva  parte  della  ricchissima  Biblioteca  di  Carlo  Escalopibr. 

M,.  453.  NoTiciA  de  Zacatecas  y  su  Provincia  de  Padres  Franci- 

scanos  Observantes ,  extrahida  de  la  Cronica  que  por  el  ano  de 
mil  setecientos  treinta  y  seis  escribia  el  P.  Arlequi. 

Manoscritto  in  foglio,  della  Biblioteca  della  Reale  Àccadenoia  di  storia  di  Madrid.  È  interessan- 
tissimo specialmente  per  la  geografìa,  la  storia  natarale  e  l'etnografìa  di  quelle  regioni. 


M*. 


454.  Notici  A  de  la  California,  Sonora,  Nueva  Vizcaya  y  Nuo- 
vo Mexico,  en  cuyos  territorios  se  han  de  fundar  las  Custodias 
de  Misioneros  de  Propaganda  Fide  del  Orden  de  S.  Francisco. 
Con  algunas  breves  reflexiones. 

Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid,  molto  accurato  e  giudizioso,  della  fìno  dello 
scorso  secolo.  In  fine  v'  è  aggiunto  un  Examen  de  la  Historia  de  America  escrita  por  el  Doctor  Don 
GuiUermo  Robertson,  Reeior  de  la  universidad  de  Edimburgo  y  cronista  de  Escoda.  Esame  assai 
ben  fatto,  con  cui  si  correggono  molti  errori  dello  storico  inglese:  ed  è  lavoro  dello  stesso  anoni- 
mo Francescano. 

455.  NoTiciA  geographica  da  Provincia  (Franciscana)  da  Con- 
ceicao  de  Rio  de  Janeiro.  Compomse  està  Provincia  de  13  con- 
ventos;  a  saber  7  no  Bispado  de  Rio  de  Janeiro,  e  6  no  Bispado 
de  Sao  Paulo.  A  mesma  Provincia  estao  actualmente  anexos  8 
Missoes  de  Indios  no  Bispado  de  Rio,  e  seis  no  Bispado  de  Sào 
Paulo. 

Sono  3  carte,  senza  data,  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Evora  in  Portogallo. 

» 

456.  NoTiciAS  fidedignas  de  lo  que  obran  los  Religiosos 
de  nuestro  Serafico  Padre  San  Francisco  de  su  mas  estrecha 
Observancia  en  los  reynos  de  la  Gran  China  y  Cochinchina,  en 
cumplimiento  de  sus  empleos  de  Missioneros  Apostolicos,  y 
Ministros  evangelicos,  enviados  por  la  Magestad  Catholica  del 
Rey  nuestro  Senor  a  aquellos  bastos  clymas .  Sacase  a  luz  a 
diligencias  del  Procurador  general  de  la  Santa  Provincia  de 


430  NOTIGIAS 


Philippinas  :  y  las  dedica  en  paga  de  cierta  culpa  a  nuestros 
charissimos  hermanos  Provincial  y  Venerable  Diffinitorio  de 
està  Santa  Provincia  de  San  Diego  de  Mexico.  Con  licencia  de 
los  Superiores  :  en  Mexico,  por  Joseph  Bernardo  de  Hogal,  Mi- 
nistro e  Impressor  del  Real  y  Apostolico  Tribunal  de  la  Santa 
Cruzada  en  todo  este  reyno.  Ano  de  1739. 

Sono  30  pagine  in  4,  di  Atta  lettera  ;  ed  è  stampa  rarissima.  V  esemplare  eh'  io  posseggo  mi 
venne  inviato  da' nostri  Padri  di  Manila.  Importantissimi  poi  sono  i  documenti  che  contiene,  pe^ 
la  vera  storia  di  quelle  Missioni. 

M.  457.  Notici AS  historicas  de  la  Misiones  de  infieles  y  fiele?- 


AiWfka 


del  Colegio  de  Propaganda  Fide  de  Santa  Rosa  de  Ocopa  ;  par=^ 
proseguir  al  Compendio  historico  del  R.  P.  Fr.  José  Amich. 

Sono  8  carte,  in  4,  di  fitta  lettera,  inviatemi  dall'  America.  Di  questo  lavoro  l' Autore  anonii^^ 
dà  ragione  con  le  seguenti  parole: 

«  £1  compendio  historico  de  los  trabajos  y  muertes  qne  padecieron  los  Misioncros  de 
Religion  Serafica  por  la  conversion  de  los  gentiles  en  las  montanas  de  los  .\ndes  del  R.  P.  Mis^B 
nero  Apostolico  Fr.  José  Amich,  impreso  cn  Paris  en  1854,  contiene  desde  el  alio  de  17i4,en  «k.  ^ 
se  concedió  por  la  Provincia  de  los  doce  Apostoles  de  Lima,  al  M.  R.  P.  Comissario  de  Misiones  "S<^ 
Francisco  de  S.  José  para  hospicio  de  conversione»  el  anejo  de  Santa  Rosa  de  Ocopa,  la  hist(»s-/j 
de  las  Misipncs  de  este  Colegio,  hasta  el  ano  de  1773;  concluyendo  con  el  abandono  de  las  Misio-nes 
de  Lamas. 

«  Con  la  espulsion  de  los  PP.  Jesuitas,  fueron  encargadas  a  este  Colegio  la  Misiones  del  Arctì/- 
pielago  Chlloe  por  los  anos  del  1770;  y  en  4787  lenian  los  Misionoros  de  Ocopa  visìtadas,  con    no 
zelo  verdaderamente  apostolico,  tanto  las  ishus  del  Archipielago  conio  su  continente  :  catequizaroo 
a  muchos  innclos,  y  adminislraban  los  S.irraniontDs  a  26685  cliristianos  quo  encontraron  «liseminado!! 
en  ellos.  El  Cabildo  de  la  riudad  de  Santiago  de  Castro,  capitai  de  la  Provincia  de  Chiloc,  en  una 
certiflcacion  de  7  seliembre   de  1781  aflrma  quo  lodos  los  Misioncros  exislentes  en  aquellas  islas  r 
tierra  firme,  guiadus  de  zelo  y  amor  de  las  almas,  se  ocupan  sin  perdonar  Irabajo  ni  fatiga  en  confe- 
sarles  y  doctrinarles  ;  y  en  otro  informe  dado  por  ol  propio  Cabildo  en  7  diciembre  de  1789,  se 
conflrma  io  misnio;  manifestando  la  necesìdad  que  bay  de  mayor  numero  de  operarios ,  para  que 
puedan  dar  el  mas  pronto  y   ])ruporcìonado   pasto  espiritual  a  26683  almas ,  que  moran  entre  la 
tierra  firme  y  en  26  islas.  I).  Francisco  Garos,  Gobernador  Intendente  de  dlcha  provincia,  en  suoflcio 
de  1  diriembre  del  referido  ano  de  1789,  informa  lo  propio  sobre  los  trabajos  de  los  Misioncros 
y  sobre  la  neresidad  de  mayor  numero  de  operarios. 

•  A  flncs  del  ano  de  1786,  ci  P.  Misionero  Fr.  Francisco  Menondez,  acompanado  de  D.  Manuel 
Rarientos  y  algunos  Indios  emprendiò  un  penoso  viage  que  cuncluyò  a  18  de  Enero  de  1787,  de  culo 
Diario  costa,  que  dirigiendo  su  rumbo  por  el  Este  de  la  ultima  Isla  que  se  balla  a  la  parte  de  la 
Cordillera  llamada  Rutachauqui,  se  internò  por  el  esteso  de  Marinino,  siguiendo  por  el  Rio  l^xliialjfc 
liasta  la  confiuencia  de  Reremo  ;  y  continuando  su  viage  por  tierra,  llegò  a  pasar  la  famosa  Cordillcw 
iievada  de  los  Andes,  y  babiendo  bajado  a  una  llanura  de  casi  dos  leguas,  descubrió  varias  lagunas,)' 
despues  de  estas  reconoció  Ires  cerros  que  bacian  frenle  a  otros  cerros  quo  bacian  frenleaolros  d* 
colorados  :  pasados  estos,  mirando  por  la  parte  del  Este,  vió  una  llanura  o  pampa  interminable;  y 
cerca  a  los  dichos  cerros  registrò  el  mismo  tres  raminos  muy  trillados,  con  huellas  recientcs  de  caballo?. 
I^  fatta  de  provisiones,  yel  temor  imminente  de  dar,  sin  las  pervenciones  y  precauciones  necesarias.eo 
manos  de  los  gentiles,  le  detuvo  el  proseguir  la  emprcsa.  Eslo  laborioso  Misionero  merece  en  recuerdo 
particular:  egercitose  continuamente  dando  Misionrs  en  aquellas  Islas,  sufriendo  immensos  trabajus 
por  mar  y  tierra;  y  en  la  espedicion  que  bizo  hasta  la  altura  de  17  grados  en  el  afio  de  1773,  pudo 
a  costa  de  evidcntes  peligros  atraer  a  la  fé  varios  gentiles. 


WOTICIAS  4-31 


•  Los  pueblos  y  capillas  de  Misiones,  que  por  este  tiempo  tenia  a  sa  carga  el  Colegio  de  Ocopa 
eu  las  montafias  del  Perù,  fueras  de  las  que  tenia  a  sa  cargo  en  la  tierra  firme,  y  26  Islas  de  Cbiloe, 
eran  noeve.  Cuatro  en  las  de  Gajamarquilla  o  Huallas,  nombradas  Pajatem,  Valle,  Sion  y  Pampa- 
bermosa:  cuatro  en  las  de  Hnanuco,  a  saber.  Pueblo  Nuevo,  OhagUa,  Muna,  Pozuso  ,  y  una  captila 
con  el  nombre  de  Simariba  en  las  de  Huanta.  »  Poi  seguono  i  titoli  seguenti  : 

Progresos  de  lat  Misianes  durante  la  Guardiania  del  Rev,  P,  Sohreviela,  —  Reeonquista  de 
Uu  Misiones  del  Rio  Ocayali.  —  Piogresos  de  las  Misiones  de  Ocayali,  —  Estado  de  las  Misiones 
hasta  el  tiempo  de  la  Independeneia  del  Perù, 

458.  NoTiciAS  do  que  obrarso  os  Frades  de  S.  Francisco  filhos 
da  Provincia  do  Apostolo  S.  Thomé  no  servilo  de  Deos  e  de  su 
Magestad  (  que  Deos  guarde  )  depois  que  passarào  a  està  India 
orientai. 

Manoscritto  di  62  carte,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona.  È  un  compendio  molto  parti- 
colareggiato delle  Missioni  Francescane  dell'Indie.  La  scrittura  è  data  in  Goa,  15  gennaio  1793,  e 
segnata  —  Fr.  Clemente  da  santa  Eyria  Provincial  de  Observanda  de  Indias..  —  Rispetto  a'  Missionari 
scrittori,  nomina  tra  gli  altri  i  seguenti:  «  0  P.  Fr.  Francesco  Negi^o,  nascido  na  India,  compoz 
huma  Chronica  dando  notìcia  das  antiguidades.  Anda  impreca  (  Se  non  è  andata  perduta ,  è 
addivenuta  cosi  rara ,  cbe  torna  impossibile  incontrarla  ) .  0  Padre  Fray  Miguel  da  Puriflcac9o , 
nascido  na  India,  compoz  Vida  Evangelica  (opera  interessantissima,  di  cui  diremo  a  suo  luogo).  0 
Padre  Fr.  Gaspar  de  San  Miguel,  nascido  na  India,  compoz  na  lingua  da  terra  huma  obra  en  estilo 
poetico  sobre  os  coatro  novissimos,  os  sete  sacramentos  e  os  preceitos  do  Decalogo.  Emprimiouse,  e 
anda  entre  os  naturaes  comò  thesouro.  0  Padre  Fray  Àmador  de  S.  Anna,  e  Fray  Joao  de  S. 
Matbias,  ambos  compuzerSo  em  dois  mil  versos  em  lingua  da  terra  a  doutrina  cbristam  e  os  mysterios 
da  Feo.  Fr.  Miguel  Banha  compoz  bum  Vocabolario  na  mesma  lengua  dos  naturaes .  Fr.  Christovai 
fez  huma  Arte  gramatical.  Fr.  Manuel  Bautista  compoz  bum  cathecismo  copioso,  e  actualmente  o 
Padre  Fr.  Diogo  de  S.  Bernardino  compoz  na  mesma  lengua  huma  explica^So  do  Credo,  etc.  * 

459.  NoTiciAS  de  las  Misiones  de  Tampico  sacadas  de  papeles 
originales  existentes  en  el  Archivo  del  Convento  grande  de  nuestro 
Padre  San  Francisco  de  Mexico. 

Un  grosso  volume  in  foglio,  appartenente  alla  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di 
Madrid.  Sono  tutti  documenti  interessantissimi  e  affatto  sconosciuti,  che  porgono  argomento  per 
una  bellissima  storia. 

460.  NoTiciAS  da  fundagao  das  Igrejas  de  Bardes, 

Sono  6  carte  in  4,  nella  Biblioteca  delP  Accademia  (già  della  Congregazione  del  Terz' Ordine 
Regolare  di  San  Francesco)  di  Lisbona.  Non  porta  il  nome  deir  Autore  t  ma  in  principio  ha  questa 
nota:  «  Fr.  Antonio  de  Padua,  Lente  Jubilado,  deputado  do  S.  Officio  e  da  junta  das  Missoes, 
Examinador  Synodal,  Ex-Provincial  immediato  e  Chronista  desta  santa  Provincia  do  .\postolo  S. 
Thomè  da  India  Orientai,  certiflco  que  examinando  os  documentos  authenticos  que  se  guard3o  no 
Archivo  da  mesma  Provìncia,  entre  ellas  aciiei  o  das  fundacoes  das  S4  Igrejas  da  Provincia  de 
Bardes.  •  Queste  fondazioni  cominciando  dai  1555  giungono  Ano  al  1697.  E  il  manoscritto  finisce 
come  segue:  «  He  qne  consta  do  refcrido  documento ,  que  se  acha  authentico  no  Archivo  desta  S. 
Provincia,  e  a  elle  me  reporto  nesta  copia,  que  bem  e  flelmente  trasladai.  Rea!  Convento  do  Espi- 
rìto  Santo  de  Goa,  31  de  laneiro  de  1767.  Fr.  Antonio  de  Padua  Chronista  da  Provincia.  • 


43:2  NOTIZIE  -  NOVO  triunfo 


M..  461.  Notizie  e  Documenti  per  las  Apostolicas  Missiones,  que 

en  el  Africa  Tingitana ,  o  Imperio  de  Maruecos  y  Reynos  de 
Mequinez,  Fez,  Tetuan,  Sale,  Sus  y  Tafilete,  tiene  la  Provincia 
de  San  Diego  de  Menores  Descalzos  de  N.  P.  S.  Francisco  de 
Andalusia.  Dal  1620  al  1764. 

Sono  34  pagine  in  foglio. 


Cìm 


sfc-v.  462.  Novella.  —  Catalogna  omnium  civitatum  in  singulis 
Imperli  Sinarum  provinciis  existentium,  cum  orthographia,  qua 
ipsorum  nomina  exprimere  solent  ex  diversis  nationibus  Missio- 
sionarii  ibidem  commorantes,  in  commodum  S.  C.  de  Propuganda 
Fide  digestus  a  Fr.  Josepho  Novella  Ordinis  Minorum  Strictioris 
Observantiae  S.  Francisci,  Episcopo  Patarensi,  et  Vicario  Aposto- 
lico in  Imperio  Sinensi.  Romae,  Lithogr.  Danesi.  1854. 

11  Novella  era  nativo  di  Carpasio  nella  Liguria  Occidentale.  Recatosi  Missionario  ApostoUoù  in 
Cina,  venne  consacrato  Vescovo  di  Patara  in  partibus  il  ii  maggio  i8(7.  •  Fu  uno  de'PreUtt 
(dicono  i  compilatori  del  Quadro  nominaUvo  dei  MUiionari  ApottoUd  iuddUi  Sardi,  «e  Torino, 
1857)  elle  ritornarono  in  Italia  per  assistere  alla  solenne  dichiarazione  dell'immacolato  Concepi- 
mento della  divina  Madre.  >  La  solTerente  salute  non  gli  permise  di  far  più  ritomo  al  suo  gregge; 
u  non  ha  gran  tempo  che  mori ,  non  ricordo ,  se  in  patria ,  o  nel  Collegio  Cinese  di  Napoli ,  dove 
aveva  preso  stanza.  11  suo  lavoro  ò  stato  giudicato  una  delle  più  importanti  pubblicazioni  moderne 
su  la  Cina. 


Sknmp, 

AbllMDM 


463.  Novo  TRIUNFO  da  Religiam  Serafica,  ou  noticia  summa- 
ria  do  martyrio  e  morte  que  padeceram  em  odio  de  nossa  santa 
Fé  0  veneravel  Padre  Fr.  Liberato  Weis ,  com  dous  companheiros 
seus ,  todos  Religiosos  da  Ordem  de  S.  Francisco,  Missionarios 
e  Pregadoros  Apostolicos  no  Imperio  da  Habassia,  no  dia  3  de 
margo  do  anno  1716.  Lisboa  Occidental,  na  officina  de  Sylva, 
impressor  de  S.  Magestade,  anno  1718. 

stampa  rarissima  di  8  pagine  in  4.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell'  Accademia  (  già  della 
Congregazione  del  Terz'  Ordine  Regolare  di  San  Fraucesco)  di  Lisbona.  Di  questi  Martiri  fa  anche  parola 
il  IMdre  Kresslinger  {Ortus  et  progrettui  sacri  Ordinis  Fratrum  Minorum  Sancii  Francisci,  ete.  ; 
Monachii  MDCCXXXil),  dicendo  :  t  Alia  Missio  sub  Clemente  XI  in  Africani  insliluta  full,  quam  Pater 
I/ibcralus  Wels,  Franciscanns,  nalus  I»alalino-Bavarus,  Provinciae  Auslriacae  alumnus,  peraclo  plurium 
annornm  laborioso  el  periculoso  itinere,  tandem  una  cum  sociis  suis  anno  1711  in  civitate  Gondar 
advenit.  Exccptus  suaviler  a  Rege ,  et  cum  maxima  spe  ingenlis  animarum  fructus,  benigne  ac 
frequenter  audilus  full  ;  verum  insliganle  inferno,  lam  ipsc  Rex  a  lumultuantlbus  subditis  a  throno 
deturbalus,  quam  Palres  illi,  lapidibus  obruli,  gloriosam  morlem  opelierunt,  • 


0 


464.  OcAfiA.  —  Epitome  del  viage  qne  hizo  a  Marruecos  el 
P.  Fr.  Francisco  de  la  Concepcion,  por  Fr.  Gines  de  Ocana  de 
la  Orden  de  N.  S,  P.  S.  Francisco,  ec.  Siviglia,  1664. 

Un  volume  in  4;  interessantissimo  per  la  diplomatica  Missione  che  il  sopraddetto  Padre  Fran- 
cesco fu  mandato  a  compiere  appresso  il  Sultano  Muley  Mahamet  Xec  in  Marocco:  ma  nò  in 
Siviglia,  né  in  Madrid,  né  in  altre  città  della  Spagna  mi  riuscì  di  incontrarlo  in  quante  pubbliche 
Biblioteche  visitai.  Narra  però  largamente  questa  Missione  il  Padre  Fr.  Francesco  da  sa^  Giovanni 
DAL  PuERTO  nella  sua  Mision  historial  de  Marruecos,  ec,  (Sevilla,  1708,  Ub,  Y,).iì  Padre  Fr.  Gines 
de  Ocana ,  che  ne  scrisse  la  relazione ,  fu  compagno  e  segretario  del  Padre  della  Ck)ncepcion  ;  ed 
altri  quattro  lor  si  aggiunsero  come  Missionari  per  rimanere  in  Marocco  :  ei  furono  i  Padri  Antonio 
de  la  Cruz,  Pietro  d'Alcantara,  Martin  de  Luna,  e  il  fratello  Laico  Francesco  de  las  Llagas. 
Partirono  di  Spagna  il  1630. 

465.  Odoricus.  —  B.  Fratris  Odorici  de  Foro  Julii ,  Ordinis 
Minonim,  iter  ad  partes  infidelium  a  Fratre  Henrico  de  Glars 
eiusdem  Ordinis  descriptum,  nunc  vero  primo  in  lucem  editum 
ad  fìdem  Mss.  codicis  Bibliothecae  Regiae  Monacensis  (  Cod.  Lat. 
903  )  cura  Patris  Marcellini  a  Civetia. 

Questa  pubblicazione  fu  da  me  fatta  in  fine  del  III  volume  della  mia  Storia  universale 
deUe  Missioni  Francescane,  con  brevi  note  a  pie  di  pagina,  che  dichiarano  i  principali  luoghi 
percorsi  dal  grande  Apostolo  nella  prodigiosa  sua  missione  in  Tartaria,  in  Gina,  e  in  quasi  tutto 
l'Arcipelago  Indiano;  dei  quali  schiarimenti  mi  giovai  anche  nel  racconto  che  feci  della  sua  vita 
e  del  suo  apostolato  nel  capitolo  XII  dello  stesso  libro,  dove  in  corrispondenza  del  testo  latino 
diedi  una  parte  del  racconto  in  italiano.  L*  esemplare  di  questo  Codice  da  me  pubblicato  V  ebbi  in 
dono  dalla  gentilezza  del  chiaro  illustratore  dei  viaggi  di  Marco  Polo  Vincenzio  Lazari  per  gentile 

28 


434  OLGIATI  -  OLIVEIHA 


iotramessa  del  mio  amico  Cesari  Guasti.  11  Lazari  giudicò  che  fosse  completo,  e  che  fenine  portalo 
d'Irlanda  a  Ratisbona  il  1539;  e  che  fosse  affastellamento  di  Frate  Marchesino  da  Badaion, 
originalmente  transcritto  da  Frate  Enrico  daGlars  nel  1440.  In  quanto  air  essere  venuto  in  RaUsbona 
d'Irlanda  il  Lazari  pensava  facilmente  spiegarsi  con  osservare,  che  il  compagno  di  peregrinazione 
del  Beato  Odorico  fu  un  tal  Frate  Giacomo  Irlandese. 

Ancora  è  notabile  (come  nelle  Cronache  di  Frate  Salinbene,  di  cui  diremo  a  suo  luogo), 
che  il  latino  non  fa  che  velare  le  forme  del  volgare  italiano. 

Dei  Viaggi  del  beato  Odorico  fu  pubblicata  una  traduzione  italiana,  ma  tronca  e  interpolata, 
dal  Ramusio.  E  cosi  dai  Boliandisti  in  latino.  Un  codice  poi  latino,  chiamato  limliano,  diede  alle 
stampe  il  Conventuale  Padre  Veni,  con  dotte  illustrazioni  in  italiano,  e  un  Elogio  storico  dette 
getta  det  Beato»  ee„  in  4.  Venezia,  MDCCLI.  Anche  sono  da  ricordare  la  Vita  e  i  viaggi  dei  beato 
Odorico  da  Udine,  descritti  dal  Barnabita  BcksiUo  Asooini;  Udine,  1737.  E  Analmente  con  la  pub- 
blicazione d' un  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  intitolato  Le  livre  des  mareiviUes  du 
monde,  le  quel  eontient  six  autheurs  :  Mare  Poi  ;  Frere  Odrie  de  V  Ordre  des  Freres  Mineurs; 
Le  livre  faict  à  la  requeste  du  Cardinal  Taleran  ;  Le  livre  de  Messire  Guillaume  de  MandeviUe  ; 
Le  livre  de  Frere  Jean  Hayton  ;  Le  livre  de  Frere  Bieul  de  V  Ordre  des  Precheurs  ;  ci  dava  la 
pubblicazione  di  questa  antica  traduzione  francese  dei  Viaggi  del  beato  Odorico  V  illustre  signor  Luigi 
Db  Backer,  dotto  e  gentile  signore  che  ebbi  la  fortuna  di  conoscere  in  Parigi.  Questa  interessante 
pubblieazione,  uscita  a  luce  nella  suddetta  città  Tanno  scorso  1877,  è  intitolata:  L'extreme  Orient 
au  Moyen-Age  d'après  les  manuscrits  d'un  Flamand  de  Belgique,  Moine  de  Saint  Berlin  à  Saint 
Omer  et  d*un  Prince  d* Armenie  Moine  de  Prémonstrè  à  Poitiers.  Paris,  Ernest  Leroux,  editeur, 
1877,  in  4.  La  pubblicazione  del  Manoscritto  è  preceduta  da  una  dotta  introduzione  sulla  storia 
orientale,  e  il  testo  è  corredato  di  note  importantissime  in  (Ine.  Di  questo  egregio  signore,  da  cui 
ebbi  in  dono  un  esemplare  del  suo  lavoro,  mi  occorrerà  parlare  in  altro  luogo  ;  qui  frattanto  slamo 
lieti  di  ricordarci  alla  sua  nobile  e  affettuosissima  amicizia. 

In  quanto  alla  vera  traduzione  italiana  del  Viaggio  del  Beato,  com'  il  lettore  vede,  non  è  stata  ancora 
pubblicata;  e  crediamo  che  sia  nella  Biblioteca  Marciana  di  Venezia;  ma  non  saprei  dire  se  fosse 
quella  del  Codice  della  classe  VI,  numero  308,  cartaceo  in  4,  che  contiene  i  Viaggi  del  beato  Odorico 
da  Udine,  di  Marco  Polo,  di  Alvise  Cadamosto,  di  Pietro  Sinzia,  di  Vasco  di  Gama,  di  Emmanuele 
Re  di  Portogallo,  di  Cristoforo  Colombo,  ec.,  o  l'altro  delia  classe  XI  numero  33,  cartaceo  in  foglio, 
ove  il  Viaggio  del  beato  Odorico  è  preceduto  dall'altro  Viaygio  da  Venezia  a  San  Giacomo  di  Galizia. 

Un  altro  Codice  è  nella  Laurenziana  di  Firenze,  ool  titolo:  Oderigo  da  Frigoli,  Viaggio  da 
Padova  a  Costantinopoli  e  alla  terra  del  Ponto;  e  un  altro  nella  Casanatonsc  di  Roma,  intitolato: 
Odorico,  Libro  de  diverse  bele  he  stranie  cose,  eie. 

skurr.  466.  Olgiati.  —  Viaggio  di  Genisalemme  con  la  descrizione 
non  solo  dei  Santi  Luoghi  et  altri  sì  nell'  andare  come  nel 
ritornare,  ma  anco  di  altre  cose  degne,  ec.  Fatto  et  mandato  in 
luce  dal  Padre  Fr.  Claudio  Olgiati  dei  Padri  di  San  Francesco. 
Milano,  F.  Ghisolfì,  1647. 

Tn  volume  in  8.  •  Il  Padre  Olgiati  fu  nativo  di  Como  e  travagliò  molli  anni  nelle  Missionidi 
Terra  Santa.  11  suo  libro,  al  dire  del  Tobler,  è  scritto  assai  bene  e  fornisce  importanti  notizie.  *  Cosi 
i  compilatori  degli  Studi  bibliografici  e  biografici  sulla  storia  della  geografia  in  Italia,  pubblicati 
per  cura  della  Deputazione  Ministeriale,  istituita  presso  la  Società  Geografica  Italiana,  Roma,  1875. 


A^w 


Stanv*. 


467.  Oliveira.  —  Compendio  goral  da  historia  da  venera vel 
Ordem  Terceira (Regolare)  de  Sao  Francisco:  por  el  P.  Fr.  Manuel  de 
Oliveira ,  Chronista  Geral  da  Terceira  Ordem ,  naturai  do  Porto. 
Porto,  na  oflScina  do  Capitao  Manuel  Pedroso,  e  Coimbra,  1752. 


OLIVER  -  OLMOS  Ì35 


Un  volume  in  foglio .  Già  abbiamo  accennato  perchè  la  Storia  del  Terz'  Ordine  Regolare 
Francescano  di  Portogallo  interessi  il  ceppo  deir  Ordine ,  da  cui  era  dipendente ,  e  come  straordi- 
nariamente florisse  di  classici  studi,  e  di  uomini  straordinari  per  virtù  in  Portogallo  e  nelle  Missioni 
delle  sue  Colonie,  specialmente  nello  studio  delle  lingue  dell*  Asia  ed  Affricane. 

468.  Oliver.  — El  arte  Tagalog  escrito  por  Fr.  Juan  de  Pla- 
sencia,  reformado  y  aumentado  de  adverbios  y  particulas  por 
el  Padre  Fr.  Juan  de  Oliver  de  la  Santa  Provincia  Observante 
de  Valencia. 

—  Diccionario  Tagalog-Espanol,  escrito  por  el  Fr.  Juan  ec: 
perfeccionado  y  aumentado  por  el  P.  Fr.  Juan  de  Oliver,  ec. 

«  Fr.  Joan  de  Oliver  (dice  il  Padre  Huerta,  Esiodo,  ecj  fuè  naturai  de  la  ciudadde  Valencia, 
en  cuya  universidad  cursó  fllusofla  y  teologia.  Tomo  el  habito  y  profesó  en  la  santa  Provincia  de 
Valencia ,  incorporandose  despues  en  la  de  S.  José.  El  afio  de  4580  se  alistó  para  las  Misiones  de 
Fìlipinas  y  en  el  mismo  ai!o  llegó  a  Mejico.  De  està  ciudad  paso  a  Manila  en  1581,  donde  se 
ejercitò  sin  descanso  en  la  conversion,  fundando  varios  pueblos  en  las  provincias  Tagales  y  de 
Camarines.  Admlnislró  en  el  pueblo  de  Balayan  de  la  Provincia  de  Batangas,  o  mas  bien  fuè  su 
prìncipal  fundador.  »  Oltre  le  sopraddette  opere,  scrisse  anche  (a  detta  dello  stesso  Biografo)  nelle 
lingue  Tagalog  e  Bicol  le  seguenti  :  —  I.  Traiado  iobre  los  beneficios  de  Bios.  —  3.  Sàbre  la 
tniteria  de  la  vida  humana.  —  3.  Sobre  la  bienavenluranza.  —  (.  Sobre  los  cuatro  novisimos,  —  5. 
Sobre  los  siele  peeados  capitales.  7-  6.  Sobre  la  penileneia.  —  7.  Sobre  la  Umosna.  —  8.  Sobre  la  sagrada 
Eucaristia  y  Comunion.  —  9.  Sobre  la  viriud  de  la  Fé,  — IO.  Sobre  la  virtud  de  la  earidad.  —  il. 
De  consideraeion  y  mediiaeion.  —  13.  Explicaeion  de  los  15  misterios  del  Santisimo  Rosario.  — 
13.  Cateàsmo  de  Uis  buenas  costumbres  del  cristiano.  —  i4.  Catedsmo  de  la  doctrina  cristiana 
eitplicado. —  13.  Modo  de  comulgar  dignamente.  —  16.  Modo  de  catequizar  y  bautizar  infieles.  — 
17.  Practica  del  eonfesonario  en  forma  de  dialogo.  — 18.  Catalogo  de  indulgencias.  — 19.  Platieas 
sobre  los  prindpales  misterios  de  nuestra  santa  Fé.  —  30.  Un  tomo  de  sermones  varios.  Mori  nella 
provincia  di  Canarincs  il  1599,  in  concetto  di  santità. 

469.  Olmos.  —  Comienga  el  arte  de  la  lengua  Mexicana , 
compuesta  por  el  Padre  Fray  Andres  de  Olmos  de  la  Orden  de 
los  Frayles  Menores,  dirigida  al  muy  reverendo  Padre  Fray  Mar- 
tin de  Hoj  acastro  Comissario  general  de  la  dicha  Orden  en  todas 
las  Indias.  Y  al  pse  Obpo.  de  Taxcala. 

Preziosissimo  manoscritto  in  4,  di  lettera  gotica,  della  metà  del  XVI  secolo,  di  CXLYI  carte, 
cbe  era  in  vendita  appresso  Maisonneuve  in  Parigi.  La  grammatica  è  divisa  in  tre  parti:  la  prima, 
di  V-XXIX  carte,  dà  i  primi  elementi  della  lingua  Messicana,  le  declinazioni  e  i  pronomi.  La  seconda, 
di  XXX-LXX1X,  tratta  de'  verbi ,  della  loro  formazione  e  cuniugazione.  La  terza ,  di  LXXX-CX , 
contiene  le  differenti  parti  del  discorso,  le  regole  delP  ortografìa ,  e  alcuni  dialoghi  in  Ispagnuolo 
e  in  messicano.  Il  rimanente  di  carte  CXI-GXV,  è  un  appendice  slW  ultima  parte,  di  platieas, 
cioè  esercizi  in  lingua  messicana,  e  Manuscrit  que  nous  pouvons  (  dice  il  Leclerc  ,  Biblioth. 
Amer.  )  assurer  ótre  inedit  ,  quoique  plusieurs  bibliographes  aient  annoncé  cet  ouvrage  comme 
imprimé  a  Mexico  en  1555  (  Cf.  Eguiara,  Ludewig.  )  •  Il  ToRQUEHAnA  cita  questa  Grammatica 
rome  opera  di  grande  erudizione,  e  di  capitale  importanza  per  gli  sludii  della  lingua  e  della  storia 
Messicana;  e  una  commissione  .scientifica  instituita  in  Messico  sotto  la  presidenza  del  Ministro  dell' 
istruzione  pubblica  nel  breve  ed  infelice  impero  di  Massimiliano  I,  confermò  il  giudizio  di  quel  dotto 
Francescano,  deliberando  e  facendo  preparare  la  stampa  dell'  opera  del  Padre  Olmos.  Questo  insigne 


Ì86  Ol'RllA 


Francescano  nacque  nella  giurisdizione  della  città  di  Ofia,  provincia  di  Borgoi,  donde  giovanetto  si 
recò  a  studiare  in  Olrous  presso  Yalladulid,  da  cui  prese  dipoi  la  sua  denominazione.  E  in  YalladoUd 
compiti  i  suoi  studi  flno'  al  corso  di  diritto  canonico  e  civile ,  a  SO  anni  vesti  T  abito  Minorltico, 
recandosi  quindi  il  1538  Missionario  al  Messico  col  celebre  suo  confratello  Padre  Giovanni 
Zumarraga,  primo  Arcivescovo  della  Nuova  Spagna  :  e  per  ben  43  anni  menò  la  sua  vita  tra 
mezzo  agli  Indiani,  dei  quali  imparò  a  perfezione  le  varie  lingue;  come  la  Messicana,  la  Totanaca, 
la  Huaxteca,  la  "Tepebuana,  e  in.  tutte  scrisse  opere  di  gran  merito,  cbe  tuttaTia  restano  inedite.  E 
sono  tra  P  altre: 

—  Vocabulario  Mexicano. 

—  Confessonario  Mexicano. 

—  Catechismo  Mexicano; 

—  Sermones  Huaxtecos. 

—  Antiguidades  Mexicanas. 

—  Arte  y  Diccionario  de  la  lengua  Totanaca. 

Della  Arte  de  la  Ungua  Mexieana ,  n'  è  anche  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di 
Parigi,  di  ito  pagine  in  4;  nel  quale,  a  pagine  Ili,  si  leggono  queste  parole:  «  Fue  hecha  està  Arte 
en  St.  Andres ,  convento  de  Sun  Francisco  en  Ueytlalhapa  :  a  gloria  de  N.  S.  J.  C  aiio  de  su 
nacimiento  1-547.  »  Forse  è  una  copia  dell'  originale  posseduto  dal  signor  Aubin,  con  note  del  celebre 
Vescovo  di  Cliiapa ,  L.as  Casas.  Ancora  il  nostro  Padre  Vetancour  parla  di  alcuni  Opu$eulo$  Hua- 
xtecos, che  si  conservavano  in  Ozolvana,  provincia  di  Tampico.  E  dell*  Arte  y  Vocabviario  Mexicano, 
insieme  congiunti,  sappiamo  che  n'  era  un  esemplare  nella  Biblioteca  de  la  Santa  Chiesa  di  Toledo, 
il  cui  originale,  a  detta  dell' Eguiara ,  si  conservava  in  Tlanepantla  nel  Messico  .  Finalmente  gli 
Editori  delle  Cartas  de  Ittdias  (  Madrid  1877  ),  con  una  breve  biografia  del  Padre  Olimos,  hanno 
testé  pubblicata  una  importantissima  sua  lettera  a  Carlo  Y. 

—  Carta ...  al  Emperador  D.  Carlos,  comunicandole  las  dispo- 
siciones  quo  creia  convenientCvS  para  la  conversion  de  los  Indos 
de  Nuova  Espana.  Mexico  25  de  Novieinbre  de  1556. 

Dalla  biografia  aggiungiamo  allo  noti/le  da  noi  date  di  sopra,  che  con  la  sua  straoniinarìa 
virtù  e  dottrina  •  tal  respoto  y  venoraoion  Uogò  a  alcanzar  su  nomhre,  quo  los  lodios  de  algunas 
regionos  do  «iquel  viriMnato  (del  Messico)  ami  nuiclios  afios  despues  de  su  niuerto  llamaban  Padre 
Olmos  a  todos  los  de  su  Ordcu  que  iban  a  doctrìnarles.  Los  trabajos  excesi vos  del  Misionero,  y  los 
no  mono  pesados  do  la  vida  liloraria,  Ir  produjoron  una  afTocoitm  asmatica,  quo  le  oblìgò  a  rotirarsc 
a  su  Convento  de  Mexico,  y  buscar  luogo  la  salud  en  Tampico,  donde  acalx)  sus  dias  ei  8  de 
agosto  de  1571.  » 

»!«.,.  470.  Opera  dilettevole  da  entendere ,  nella  quale  se  contiene 
do  itinerarii  in  Tartaria  per  alcuni  Frati  mandati  dal  Papa  In- 
nocentio  IV  nella  provincia  di  Scithia  per  Ambasciatori.  Venezia, 
Niccolini  da  Sabio,  1537. 

Un  volume  in  8.  È  il  viaggio  del  Francescano  (ìiovanni  da  Pian  Carpino  ed  altri  Missionarìi 
iviati  da  Innocenzo  IV  ai  Tartari. 


Asi.-i 


'ORAISGN-elKE  ^437 


471.  Oraison  funebre  du  tres-l^iut  et  tres-puissant  seigneur 
Louis  de  Buade  Comte  de  Frontenac  et  de  Palnan ,  Mapecbal  de 
Camp  des  armées  du  Roy ,  Chevalier  de  T  Ordre  de  Saint  Louis , 
Gouverneur  et  Lieutenant' General  pour  le  Boy  dans  tonte  V  Ame- 
rique  Septentrionale ,  prononcée  en  V  Eglise  des  RecoUects  de 
Kebec,  lieu  de  sa  sepulture,  le  19  decembre  1696. 

Manoscritto  in  4,  di  cai  è  un  esemplare  nella*  BiMioteoa  Nazionale  di  Parigi,  e  l' originale  si 
conser\Ìk  nella  Biblioteca  dei  Signori  del  Seminario  di  Quebec.  Ma  all' esemplare  delle  Biblioteca 
Nazionale  di  Parigi  mancano,  se  ben  mi  ricordo,  le  note  critiche  di  cui  l'Autore  corredò  l'originale; 
note  assai  bene  scritte,  al  dire  del  Faribault  {Catalog.  d'<mvraige9  $w  Vhiitoire  de  l''Ameriq%ief 
ee.  Qìiebec,  1837),  quantunque  severe  e  senza  adulazione  alla  memoria  del  Frontenac.  L'^Aftore 
dell'Orazione  fu  il  Padre  Oliviero  Goter  Commissario  de' Francescani  nel  Canada. 

472.  ORDOfiEZ. — Doctrina  dogmatica,  en  lenguaide  Guatemala, 
para  instruir  a  los  Indios  :  por  el  P.  Fr.  Diego  Ordonez,  de  TOrden 
de  San  Francisco. 

Nativo  di  Salamanca,  mori  in  Guatemala  nel  1607  in  età  di  li7  anni.  Era  dottissimo  delle  lingue 
americane,  ed  oltre  alla  suddetta  Doetrìna  dogmatica,  compose  parecchi  altri  volumJL  di  Esortazioni, 
di  Sermoni,  eie.  È  ricordato  dallo  Souibr  {Monogr,  of,  A^ih,), 

473.  Ore.  —  Rituale  seu  Manuale  Peruanum ,  et  forma  brevis 
administrandi  apud  Indos  sacrosancta  Baptismi ,  P^^nitentiae  , 
Eucharistiae ,  Matrimonii,  etExtremae  unctionis  saoromenta, 
juxta  ordinem  Sanctae  Romanae  Ecclesiae:  per  Fr.  Ludovicum 
Hieronimum  de  Ore,  Ordinis  Minorum.  Et  quàe  indigent  versione, 
vulgaribus  idiomatibus  Indicis,  seeundum  diversos.«itus  omnium 
provinciarum  novi  orbis  Perù,  aut  per  ipsum  translata,  aut  eius 
industria  elaborata.  Neapoli,  apud  Jo.  Jacobum  Carlinum  et  Con- 
st?intinum  Vitalem,  1607, 

Un  volume  in  4,  di  418  pagine.  Un  bellissimo  esemplare  di  quest'opera,  timbrato  nel  frontespizio 
con  l'arme  della  Biblioteca  del  Cardinale  Albani,  cbe  poi  fu  Papa  Clemente  XI,  era  in  vendita  appresso 
Maisonneuve  in  Parigi.  Libro  prezioso,  di  cui  si  servivano  tutti  1  Missionari  del  Perù,  conteneute 
tutte  le  preghiere  e  le  formole  del  rito  romano  in  latino  e  spagnuolo,  con  la  traduzione  nelle  lingue 
QuiCHUA  e  Atvara.  Inoltre,  vi  è  la  celebre  Bolla  d'Alessandro  VI  data  in  Roma  il  1493  circa  la 
partizione  de'  possedimenti  Spagnuoli  e  Portoghesi  nelle  regioni  nuovamente  scoperte  ;  e  dàlia 
pagina  385  alla  418  un  Compendio  della  dottrina  cristiana  in  ispagnuolo,  con  la  traduzione  nelle 
lingue  QuicHUA,  Aymara,  Poquina,  Moghiga,  Yunga,  Guarani,  e  Brasiliana.  «Dice,  bervls^imo  il 
Leclerc  (  BìbVioth.  Amer.)^  che  quest'opera  del  De  Ore  non  è  solamente  rara;  «  mais  un  de  plus 
précieux  documents  qui  existent  pour  V  étude  des  langues  de  1'  Amérique  Meridionale.  »'  Poche 
notizie  si  hanno  di  questo  celebre  Missionario  Francescano  :  il  Wadingo  ci  dice  che  nacque'  nella 
città  di  Guamanga  (oggi  Huamanga,  e  capo  luogo  dolla  provincia  di  Ayacucho)  nel  Perù.  E  il 
NiooLAO  aggiunge,  che  mori  net  4698.  Anche  scrìsse  e  pubblicò: 


438  ORTEGA  -  OSDfO 


—  Symbolo  Catholico  Indiano  :  por  el  P.  Fr.  Luis  Hieronimo 
de  Ore.  Mexico,  1598. 

—  Relacion  de  los  martyres  que  ha  havido  en  la  Florida:  por 
Luis  Hieronimo  de  Ore,  Franciscano.  Lima,  1612. 

474.  Ortega.  —  Chronica  de  la  S.  Provincia  de  Cartagena  de 
la  Regular  Observancia  de  N.  S.  P..S.  Francisco.  Su  autor  el  P. 
Fr.  Pablo  Manuel  Ortega,  Lector  de  Filosophia  y  Chronista  de  la 
misma  Santa  Provincia.  En  Murcia,  en  la  Imprenta  de  Don  Fran- 
cisco Joseph  Lopez  Mesnier,  por  Pedro  Carreras .  Ano  MDCCXL- 
MDCCXLVI. 

Dae  volami  in  foglio:  il  primo  di  568  pagine,  il  secondo  di  480.  N'è  un  esemplare  nella 
pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 

M..  475.  ORTuno.  —  Copia  de  la  informacion  de  las  christiaadades 

de  la  Provincia  de  Kiang-sy  hecha  por  nuestro  hermano  Ortuno. 

Manoscritto  deir  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  qae' Padri.  Segnato 
in  fine  :  Lo-tumi  de  Kan-Kien ,  oy  dia  ii  de  enero  de  1759.  Fr,  Juan  Bautitia  Ortuiko  MU. 
Apost.  Ord,  Min, 

Ms.  476.  Osca.  —  Vida  y  trabajos  apostolicos  en  China  del  V.  Fray 
Antonio  de  S.  Maria  Caballero:  por  el  P.  Fr.  José  Osca  de  la  Pro- 
vincia de  S.  Juan  Bautista.  Ano  de  1725. 

—  Vida  y  trabajos  apostolicos  en  China  de  Fray  Bernardo  de 
la  Encamacion,  etc.  Ano  de  1722. 

Così  r  HuBRTA  {Etlado,  ec),  aggiungendo  ctie  scrisse  anclie  varios  tratadot  daetrinales  en  idiowM 
y  earacterex  arabieot.  Era  llgliu  il  Padre  Osca  dulia  Provincia  di  San  Giovanni  Rallista,  donde  si 
recò  alle  Filippine  il  1684,  e  di  ià  parti  per  le  Missioni  della  Cina  l'anno  seguente.  Evangelizzò 
con  molto  z«'lo  nella  provincia  e  città  di  Kang-lun.  L'anno  1689,  essendosi  recato  a  visitar  quella 
città  l'Imperatore  del  celeste  impero,  il  Padre  Osca  usci  a  riceverlo  in  compagnia  dì  letterati. 
L'Imperatore  gli  fece  festosa  accoglienza,  pigliandolo  sotto  il  suo  braccio,  e  passeggiando  lungo 
tratto  con  lui;  gli  domandò  notizie  della  missione,  e  lo  regalò  di  20  taeli  in  oro.  Dopo  ventanni 
di  fatiche  tornò  alle  Filippine ,  dove  lavorò  ancora  molti  anni  nei  popoli  di  Pagsanhan ,  Pila, 
Maoban,  Nagcarlang,  Cavinti,  e  Atimonan,  e  finalmente  mori  in  quello  di  Santa  Cruz  il  Si  settembre 
del  1735,  in  età  di  78  anni. 

477.  OsiMO.  —  Cristoforo  Colombo  ed  il  Padre  Giovanni  Perez, 
ossia  la  cooperazione  dell'Ordine  Francescano  nella  scoperta  dell' 
America ,  del  P.  Agostino  da  Osimo  Minore  Osservante.  Ascoli , 
1801. 


A*u 


SAI  IH/;. 


OYANGUREN  439 


l-n  volume  in  8,  di  circa  300  pagine.  Del  valore  del  Padre  Agostino  da  Osimo,  rapito  dalla 
morte  nel  fior  della  sua  vita,  abbiamo  parlato  altrove:  ci  basii  dunque  dire,  che  quest'operetta, 
come  le  seguenti,  si  leggono  con  grandissimo  gusto,  e  che  attestano  qual  carriera  letteraria  rAutore 
avrebbe  percorso,  se  avesse  avuto  più  lunga  vita. 

♦ 

—  Storia  dei  ventitre  Martiri  Giapponesi  dell'  Ordine  dei 
Minori  Osservanti  detti  Scalzi  di  San  Francesco  ,  Pierbattista 
Commissario,  Martino  di  Aguirre,  Francesco  Bianco,  Filippo  Las 
Casas,  Gonzalvo  Garzia,  Francesco  della  Pariglia,  Leone  Garasuma, 
Paolo  Suzuqui,  Michele  Cosaqui,  Paolo  Ibarchi,  Tommaso  lanqui, 
Francesco  Medico,  Gabriele  Duizco ,  Bonaventura  di  Meaco,  Tom- 
maso Cosaqui ,  Giovanni  Quizuia ,  Cosimo  Tarquia ,  Antonio  di 
Nangazachi ,  Ludovico  Ilarqui ,  Gioacchino  Saquyie ,  Mattia  di 
Meaco,  Pietro  Suquezico,  Francesco  Fahelante:  scritta  per  la  ciiv 
costanza  della  solenne  loro  canonizzazione  dal  P,  Agostino  da 
Osimo  y  Professore  di  Sacra  Eloquenza  ne'  Minori  Osservanti , 
dedicata  alla  Santità  di  nostro  Signore  Pio  Papa  IX.  Roma, 
Tipografia  Tiberina,  1862. 

Un  volume  in  k,  di  pagine  XII  e  358.  È  uo  bel  lavoro,  che  dà  molte  notiiie  circa  le  nostre 

Missioni  del  Giappone. 

—  Storia  dei  diciannove  Martiri  Gorcomiesi,  dei  quali  undici 
appartenenti  all'  Ordine  de'  Minori  Osservanti  di  San  Francesco, 
uno  all'  Ordine  Domenicano ,  uno  ai  Canonici  Regolari  di  Sftnt' 
Agostino ,  due  all'  Ordine  Premonstratense  ^  e  quattro  al  Clero 
Secolare:  scritta  per  la  circostanza  della  loro  solenne  canonizzasdone 
dal  P.  Agostino  da  Osimo,  Professore  di  Eloquenza  ne'  M.  0.  Roma, 
Tipografia  Monaldi,  1867. 

Un  volume  in  k,  di  3  carte  preliminari  e  fi 7  pagine. 

478.  Oyanguren.  —  Arte  de  la  lengua  Japona  dividido  en 
quatro  libros  segun  el  arte  de  Nebrixa ,  con  algunas  vofes 
propias  de  la  escritura  y  otras  de  los  lenguages  de  Ximo,  y 
del  Cami,  y  con  algunas  perifrases  y  figurasi  compuesto  por  el 
Hermano  P.  Fr.  Melchior  Oyanguren  de  Santa  Ines ,  Religioso 
Descalfo  de  la  Regular  Observancia  de  nuestro  S,  P.  San  Fran- 
cisco. Impresso  en  Mexico,  con  licencia,  por  Joseph  Bernardo  de 
Hogal,  ano  de  1738. 


440  OTANGUREN 


Un  volarne  in  4,  nelle  cui  ultime  pagine  si  legge;  «  Se  acabó  este  arte  de  U  lengua  Japona 
a  13  de  marzo  de  1738.  »  Libro  rarissimo  ed  importanlissimo  per  gli  studi  della  lingua  Giapponese, 
▼enduto  ultimamente  in  Parigi  S50  franchi.  Un  esemplare  manoscritto  di  quest'  opera  era  posseduto 
dal  Klaproth  :  perì  con  tutti  gli  altri  neir  incendio  della  ricchissima  Biblioteca  di  questo  insigne 
Orientalista.  Ad  essa  si  deve  aggiungere  la  seguente  pubblicazione  del  Barone  G.  Db  Humboldt. 

—  Supplement  a  la  Grammaire  japonaise  du  P.  Rodriguez: 
ou  remarques  additionelles  sur  quelques  points  du  systéme 
grammatical  des  Japonais,  tirées  de  la  Grammaire  composée  par 
le  Pere  Oyanguren,  et  traduites  por  M,  C.  Landresse,  précedées 
d' une  notice  comparative  des  grammaires  Japonaises  des  Peres 
Rodriguez  et  Oyanguren,  par  le  Baron  G.  de  Humboldt.  Ouvrage 
pubblio  par  la  Societé  Asiatique  :  Paris,  Dondey.  —  Dupré  et  fìls, 
1826. 

Pagine  31  in  8. 

—  Tagalismo  elucidado,  y  alusion  que  tiene  con  las  lenguas 
Chinica,  Hebrea  y  Griega,  por  el  P.  Fr.  Melchior  Oyanguren ,  ec. 
Impreso  en  Mexico,  en  la  officina  de  Francisco  Xavier  Sanehez, 
aiio  de  1742. 

Lavoro  del  pari  ImporUntUAmo  p6r  la  storia  delle  lingue  Asiatiche. 

—  Diccionario  trilingue ,  Tagalog-Castellano-Cantabre  :  por 
el  P.  Fr.  Melchior  Oyanguren,  ec. 

Inedito,  neir  Archivio  del^ nostro  Convento  di  Manila  nelle  Filippine. 

Di  questo  dotto  Missionario  Francescano  ci  dà  la  .seguente  breve  biografla  il  Padre  Hukrta 
{Eitado,  ee.J.  «  Fr.  Melchior  Oyanguren  de  Santa  Ii!es,  Predicador,  nació  en  el  ano  de  1688  en  Sali- 
nas  de  Guipuzcoa ,  Obispado  de  Cala  borra,  profesó  en  la  santa  Provincia  de  S.  Pablo  el  dia  21  de 
Enero  de  1706,  Uegó  a  Filipinas  d  ano  de  1717,  y  habiendo  «nfcrmado  poco  despues ,  obluvo 
liccncia  para  regresar  a  EspaHa  para  donde  salió  el  ano  de  1721:  mas  habiendo  llegado  a  Mejico 
y  restablccidose  de  su  cnfermedad,  se  volvió  a  Fiiìpinas  ci  ano  de  17ii.  Administró  en  el  pueblo 
de  ius  Baf^os,  y  de  aqni  paso  al  de  Saryaha,  però  siempre  con  un  gran  deseo  de  pasar  al  Japon, 
y  viendo  que  esto  no  le  era  posible,  obtuvo  segunda  vez  licencia  para  regresar  a  Espafìa,  y  se  embarcó 
el  ano  de  1736.  Llegado  a  Mejico,  falleció  el  Religioso  Presidente  del  fiospicio  de  S.  Agustin  de 
las  Cuevas,  y  Fr.  Merchior  se  encargó  de  dlcho  hospicio,  danda  parie  a  Filipinas:  mas  el  Defini- 
torio le  nombrò  Presidente  de  dicho  hospicio  en  1737,  cuyo  cargo  admitió  con  humiidad  resignan- 
dose  a  no  volvcr  a  Espana.  Fué  Religioso  muy  exacto  en  ci  cumplimiento  de  sus  obligaciones, 
y  n)uy  versado  en  las  lenguas  Hebrea,  Griega,  Latina,  Chinica,  Japona  y  Tagaia . . .  Siendo  ya  de 
58  afios  de  edad  y  41  de  Religioso,  falleció  en  el  citado  hospicio  de  S.  Agustin  de  las  Gae^'as  ci 
mes  de  Enero  de  1747,  ignorandose  en  que  dia  acaeció.  • 


I 

479.  Padrso.  —  Carta  de  Pr.  Antonio  Padrto  a  ^-Rey  de 
Portugal.  ' 

È  data  in  Gochim  il  1530.  Originale  neU' Archivio  della  Torre  del  TombQ  tiU  toboaib*  • 

%■ 
\. 

480.  Padua.  —  Incipit  liber  requpeoaritioms  Terrae  Sanctae. 
Sanctissimo  ac  Reverendissimo  in  Christo  Patri  ac  Domino,  Domino 
Nicholao,  Dei  gratia  Sanctae  Rotaanae  lab  nniveròalia  Ecclesiae 
Summo  Pontifici.  Fidentius  (de  Padua)  Ordiais  Minorum  ìninimtó 
ad  pedum  oscula  beatorum. 


•  ■  •! 


-.'x-:.  \ 


Manoscritto  membranaceo  ini,  di  78  earte,  con  l^tlìk^iiitie miniatóre,  nella Bit)Uot^a'(Ìlb(lolDale^ 
Parigi.  Incomincia:  «  Felicis  recordationts  Domlnas  Pa|[ii^  Gregorius  Sanèto  Spirita  fnflanamAtos»  totis 
visceribus  liberationem  Terrae  Sanctae  desiderans,  guaita  Salvator  n(»ter  Domini^B  Jesqs  Gtiristus 
proprio  sanguine  conqaisivit,  ihihi  raàndàirit  in  CohclMLngdnnensiutin  Iscriptlsponeréta  ({naliter 
Terra  Sancta  acqairi  posset  de  manibns  infldèfìiim  ;  el  qualiter  acquisita  posset  «  OhrtoUfldelibus 
conservari.  Ego,  sane  licet  minus  idoneus,  scribendum  e&istimàvl  Sanétltati  Vestrae  quod  super 
premissis  Dominus  inspiravit  ad  laudem  et  honòren 'Dòmini' nòstri  Jèsù  Christi  et  ad  dire- 
clionem  eorum  qui  amore  Salvatoris  nostri  sunt  in  maria  transituri,  simplfcl  oratione  insinuans 
ea  quae  prò  parte  oculis  meis  vidi  et  manibus  attrataVl!  >  Éld  entrando  nelP  argomento  narra,  come 
la  Terra  Santa,j>rtmofu«  genlilium  dispertorum;  secundo^  ludéorum;  lertio,  Astiriorum  ;  quarto, 
Romanorum;  quinto,  ChrisUanorum  ;  sexto,  Saracenorum  ;  aggiungendo  che  da  ultimo  erit  dì 
nuovo  Chriitianorum.  Parlando  della  prima  possessione  clìe  n'  ebbero  i  cristiani,  mostra  per  quali 
cause  dipoi  la  perdessero;  ctie  furono  i  vizi  pagani,  di  <nii  si  resero  infetti:  cioè  esterminaiio , 
indUeretio,  divitio,  defectio,  derelicHo.  Poi  venendo  all'acquisto  che  ne  fecero  i  Saraceni,  ragiona 
a  lungo  de  Machometo  et  eius  vita,  e  di  quel  che  lasciò  per  eredità  ai  suoi  seguaci,  cioè  infideìUas, 
foeditas,  erudelitas,  cupiditas,  sagacitas,  «<oIlid»to«,  tn«<a&i2»tos.  Finalmente  passando  a  dimostrare 
quod  Terra  Sancta  debeat  etse  Chriitianorum:  Nee  prophetizo  (egli  dice)  quia  propheta  non 
fum  :  ied  ea  fiarrff  quae  scripta  repéri,  utque  ex  seriptoribus  c&mUeete'potui:  E I  toezzl  dono  :  Exercitut 
niffieientia,  ìnmitaUi  tt/dnèMia,  edpitU  praeidentia.  Quanto  al  primo ,  cfpòfiet  ut  VeUatorei  nitilfi  Hnt 


M2  PALESTINA  -  PALOM SS 


numero, periti prelio,  (orles  animo,  sagacen  iiigenio.  Poi  decenier  armati,  bene  ordinati,  ad  incieem 
ditpotitL  11  tagaces  ingenio  comprende  castrorum  /trio  ;  eattrorum  moderatio  ;  ctutrorum  cMUh 
ditio;  inimicorum  exploratio  ;  in  fugis  cautio;  continua  unto  ;  agendorum  eomideratio.  lì  banUoi 
comprende  caritat ,  eastitast  humiUias ,  pietcu ,  unitoi ,  sobrietat ,  legàUtoi»  padentia,  eupidit4Mt 
earentia ,  orationis  frequentia .  Il  praenidentia  unius  capitit  espone  le  qualità  di  cui  II  sapremo 
capitano  vuol  essere  adorno:  cioè  potentia  exceUuSt  vita  honeslus,  sapieniia  eontpieuui,  imdkio 
aequus ,  probitate  animoiut ,  largitale  copiottu ,  diligentia  solUdtut ,  convertanone  mamueiui , 
stabilitale  firmus.  Si  debbono  allestire  due  eserciti  ;  uno  per  terra ,  V  altro  per  mare  :  parlando 
deli'  esercito  di  mare,  ragiona  con  molta  perizia  de  loco  galearum ,  de  hominibu$  gaiearum ,  de 
rutoribut  galearum:  e  cosi  di  quello  por  terra.  Quel  che  può  nuocere  è  neceuariorum  defeeiibUitas , 
hostis  magnanimitas,  adintorii  longinquitas,  temporii  morositas.  Qui  aggiunge  un  trattatello  geo- 
graflco  con  una  carta  rispondente  della  Terra  Santa,  per  mostrare  come  il  detto  esercito  per  terra 
s'abbia  a  disporre,  intrattenendosi  specialmente  de  Antiochena  civUaU  et  ditionibui  eius.  Final- 
mente si  fa  a  ragionare  de  Terrae  Sanctae  conservatione ,  la  quale  richiede  tuHUient  mSlUia,  morii 
cuilodia ,  munitio  firma  ,  campetent  prcutidentia ,  humilit  saptenUa  ;  e  quindi  passa  a  dire  della 
poca  solidità  dell'  esercito  del  Sultano,  essendo  composto  di  rinnegati  cristiani:  Cimi  tit  tkrittianormm 
malorum,  che  facilmente  gli  si  volteranno  contro.  E  conchiudc: 

«  lam  attendat  diligenter 
Qui  Christum  amat  ferventer: 
Ghristus  exclamat  exprobans: 
Quis  crit  inflammatus. 
Qui  me  tegat  denudatum, 
A  maligais  cruciatumT 
Sacra  mea  sunt  deiecta, 
Feris  Inpis  iacent  spreta: 
Dolor  meus  renovatur, 
Hostis  stridet  et  crassatur. 
An  dilectus  non  exnrget, 
Qnem  et  vis  amoris  urget,    * 
Ut  malignos  hostcs  sternat. 
Et  aeternum  lumen  cernat  T 
Felix  qui  per  me  se  dabit: 
Mccum  semper  conregnabit. 

•  Explicit  liber  edilus  a  Fruire  Fidentio  de  l\idua  de  Ordine  Minorum.  Et  est  quod  Terra 
San«*ta  posset  recuperari  de  manilius  inndciium   et  teneri.  > 
I  lettori  veggono  da  sé  il  pregio  di  questo  Manoscritto. 

481.  Palestrina.  — Notizie  storiche  intorno  i  Luoghi  di  Terra 
Santa  stese  succintamente  dal  P.  Agapito  di  Palestrina  Minore 
Osservante  Riformato.  Roma,  1793,  dalle  stampe  del  Giunchi. 

Un  volume  in  8,  di  176  pagine. 

si.mp.  482.  Palomes.  —  storia  di  San  Francesco  d' Assisi  per  Luigi 
Palomes  Minore  Conventuale,  Professore  di  lettere  e  di  storia  nel 
Seminario  Arcivescovile  di  Palermo.  Palermo,  presso  Antonio 
Palomes  editore,  1876. 

Duoolumi  in  8  grande:  il  primo  di  444  pagine,  il  secondo  di  500.  Lavoro  molto  beo  Catto,  bene 
scrìtto,  e  pieno  di  dottrina  e  di  erudizione.  Ve  la  storia  de*  primi  tempi  dell'Ordine. 


i^mp. 


PALOMINO  -  PALOU  443 


e 
Me. 

■Bcriea 


483.  Palomino.  —  Arte  de  la  lengua  de  Manados  :  por  el  P. 
Fr.  Blas  Palomino  de  la  Observante  Provincia  de  Granada. 

— Tratado  delos  Dioses,ritos,usos  y  contumbres  de  Manados,  ec. 

<  £1  venerable  roartir  Fr.  Blas  PalomìDO  (dice  ]'  Huerta,  EitadOy  ec.)  confesor,  naturai  de  Andujar, 
profesò  en  la  Recoleccion  Observante  de  la  santa  provincia  de  Granada,  donde  fuè  maestro  de 
novicios.  Paso  a  Filipinas  el  afio  de  1609,  y  fuè  destinado  a  la  conversion  de  la  provincia  de  Ytuy, 
ahora  Nueva  Viscaya,  donde  fundó  el  pueblo  de  Ytuy ,  que  daba  nombre  a  la  provincia,  y  el  de 
Palanan.  Despues  paso  en  1617  a  la  administracìon  del  pueblo  de  Binangonan  de  Lampon  y  en  1619 
salió  para  las  misioncs  de  las  Mae  Molucas.  Llegado  a  Ternate,  partiò  para  la  isla  de  Macasar,  y 
recorrió  los  pequefios  reinos  de  Mateos  y  Manados,  situados  al  Nord  de  dicha  isla.  Su  principal 
residencia  fuè  en  Manados,  piantando  la  ensena  consolodora  de  la  Cruz  en  los  pueblos  de  Cale, 
Cascasen,  Tomun,  Saranson,  TooQbariri,  Tandano,  y  Quemas.  »  Dopo  molte  vicende  e  fatiche,  venne 
ucciso  da  quei  di  Macasar  nel  territorio  di  Manados  il  30  agosto  del  1622. 

—  Carta  de  Fr.  Blas  Palomino,  escrita  en  Manados  en  23 
de  Junio  de  1619  sobre  los  asuntos  de  aquella  mision  dirigida 
a  los  Religiosos  de  Ternate,  para  que  estos  la  mandasen  a  Manila. 

Di  quest'  ultimo  documento  mi  è  stato  inviato  copia  dai  nostri  Padri  di  Manila,  e  conta 
16  pagine  in  8. 

484.  Palou.  —  Relacion  historica  de  la  vida  y  apostolicas 
tareas  des  venerable  Fray  Junipero  Serra,  y  de  las  Misìones 
que  fundò  en  la  California  Septentrional ,  y  nuevos  estableci- 
mientos  de  Monterrey  :  escrita  por  el  R.  Padre  Lector  Fray 
Francisco  Palou,  Guardian  actual  del  Colegio  Apostolico  de  S. 
Fernando  de  Mexico,  y  discipulo  del  venerable  Fundador:  diri- 
gida a  su  santa  Provincia  de  Mallorca,  a  expensas  de  varios 
bienhechores.  Impresa  en  Mexico,  en  la  Imprenta  de  don  Felipe 
de  Zuniga  y  Ontiveros,  calle  del  Espiritu  Santo,  ano  de  1787. 

Un  volume  in  4,  di  13  pagine  non  numerate  e  344,  col  r^ratto.del  P.  Giunipero,  ed  una  carta 
dell'  antica  e  moderna  California  incisa  da  Diego  Froncoso.  Questo  prodigioso  apostolo  dell'America 
e  fondatore  della  capitale  di  California,  nacque  neir  isola  di  Maiorica  il  24  novembre  del  1713,  per 
36  anni  evangelizzò  quelle  terre  sconosciute ,  e  mori  in  concetto  di  santità  il  28  agosto  del  1784 
neir  età  di  70  anni  9  mesi  e  4  giorni.  L'anno  scorso  si  celebrò  il  primo  centenario  di  detta  fondazione 
in  San  Francisco  con  straordinaria  solennità  davanti  alla  statua  innalzata  al  santo  e  celebre  Fran- 
cescano, di  cui  cattolici  e  protestanti  celebrarono  altamente  i  meriti,  rendendo  solenne  omaggio 
alla  divinità  della  fede  e  della  vera  Chiesa  di  Gesù  Cristo. 

Riguardo  al  lavoro  del  Padre  Palou,  assolutamente  indispensabile  per  trattare  della  storia 
delle  Missioni  Francescane  in  quelle  regioni,  ci  basterà  dire  che  è  universalmente  riputato  di  grandis- 
simo valore  e  ricercatissimo.  11  Leclerc  (  BihlioiK  Amer.J  dice  che  è  «  un  ouvrage' tres-curieux, 
contenent  des  renseigneiments  importants  sur  la  Californie.  »  E  il  Brunet,  nel  suo  Manuel  du  Ubraire, 
1  a  chiama  RelaUon  interestante,  ì  cui  esemplari  sono  rari ,  e  peu  repandut  in  Francia  ;  e  meno  lo 
sono,  aggiungiamo  noi,  in  Italia,  dove  forse  non  è  conosciuta.  Studiai  a  mio  agio  quest'  opera  nella 
pubblica  Biblioteca  dell'Università  di  Valenza  in  IsiMgna. 


Wk  PANZTCRA 


—  Relacion  y  estado  de  las  santas  Misiones  de  San  Carlos 
de  Monterrey,  que  dio  en  10  de  diciembre  de  1772  Fr.  Francisco 
Palou,  Presidente  interino  de  ellas  al  Virrey  de  Nneva  Espaoa. 

Sono  48  pagine  in  foglio,  in  un  volarne  di  Varia  della  Biblioteca  delFAecademU  di  slorìi 
di  Madrid. 

—  Noticias  de  la  Nueva  California,  escritas  por  el  Padre 
Palou,  ec.  .  ^ 

Sono  due  grossi  volumi  in  foglio,  appartenenti  alla  Biblioieca  della  stessa  Reale  Accademia  di 
storia  di  Madrid.  Racconto  di  grandissima  importanza  per  la  geografia,  le  s^perCe,  la  storia  naturate  e 
io  stabilimento  della  fedo  in  California  :  impossibile  scriverne  la  storia  seoza  consultarla. 

-i«v.  485.  Panziera.  —  Epistola  di  frate  Ugo  Panziera,  mandata  a 
Salvato  Lamberto,  o  Iacopo,  o  Mone,  procnratori  de' frati  Minori 
di  Prato:  nella  quale  si  dimostra  quanto  lesu  Cristo  noi  ama,  e 
quanto  prezzo  vuole  del  suo  amore. 

Frate  Ugo  Panziera  di  Prato  in  Toscana,  partì  per  le  Missioni  della  Tartaria  V  anno  1307  io 
compagnia  di  molti  altri  suoi  confratelli  che  si  sparsero  largamente  per  tutta  I*  Asia,  come  per  noi  si 
racconta  nel  voi.  IH  della  nostra  Storia  Universale  delle  Miisioni  Francescane.  Diamo  qui  la  sua 
Epistola  come  un  prezioso  documento  dello  spirito  che  animava  i  Francescani  nella  graad'  opera  che 
intrapresero  di  trarre  a  Gesù  Cristo  tutto  il  mondo.  Missionario  in  Tartaria,  il  Panziera  non  dimenticò 
1  cari  suoi  confratelli  spirituali  della  Compagnia  della  Croce  in  Prato;  ma  benché  si  lontano,  è 
ad  essi  presente  con  l' amore  e  lo  spirito,  e  V  incoraggia  a  mirare  senza  tregua  al  conquisto  del  gran 
tesoro  della  evangelica  perfezione. 

«  A' suoi  in  Cristo  dilettissimi  spirituali  fratelli,  i  quali  nelle  parti  di  ponente,  nella  proriocii 
di  Toscana,  ed  in  Prato  dimorano,  e  spesse  volte  al  Ceppo  insieme  si  racogliono;  essendo  per 
superna  ciiritado  tutti  in  una  spirituale  compagnia  amorosamente  congiunti;  Frate  Ugo  Panzien, 
della  soprascritta  provincia,  infra  li  minimi  poveri  frati  Minori  della  Tarlarla  d'  Oriente  indegoamenlf 
annumerato,  se  li  raccomanda  nello  inflnito  abisso  dove  tutte  le  creature  per  Iddio  resplendono,  rana 
r  altra  adornando,  quando  la  sapienzia  increata  a  se  medesima  intendere  si  circonda;  con  desiderio 
di  viHlorgli  nella  superna  patria  del  serafico  instrumento  eccellentissimi  sonatori,  dinanzi  al  celestiale 
imperadore  lesu  Cristo  in  eterno  a  sua  laude  ad  alte  voci  amorosamente  cantando  col  Profeta,  dicendo: 
Laudabo  Dominum  in  vita  mea,  psallam  Beo  meo  quamdiu  /Viero.  Sensuali tade ,  ragione,  rirtn 
politica  e  meritoria  in  salute,  desidera  per  lo  modo  suo  di  dilettarsi  della  creatura  amata,  e  di  dire 
di  st^  allo  amante  diletto.  Li  amanti  spesse  volte  si  dilettano  senza  peccato  per  li  sentimenti,  P  uno 
coir  altro  prolissamente  conversando;  e  molte  volte  si  dilettano  per  la  ragione.  Tono  delP  altro 
amorosanH'nte  i>onsando:  e  maggiormente  si  dilettano  per  le  virtudi  politiche  ed  in  salate  meritorie, 
insieme  virtuosi  atti  esercitando,  e  l'uno  l'altro  ferventemente  servendo.  De' quali  Salomone  nelU 
C«antica  dice  :  Ego  dilecto  meo ,  et  ad  me  convertio  eius.  Et  dilectus  meus  mihi ,  el  «90  ÌRl  lo 
desidero  li  miei  amatori  di  me,  e  me  degli  amanti  dilettare,  per  la  sensualitade,  per  la  ragione  e 
per  la  viriude:  e  volendo  questo  desiderio  adempiere,  ed  essendo  da  voi  corporalmente  lontaiM, 
sono  ragionevolmente  constretto  di  scrìvervi  nella  mia  simplicitade  parole  le  qoall  vi  siano  cagioae 
di  potervi  spiritualmente  per  le  tre  soprascritte  vie  senza  peccato  dilettare,  e  conira  ogni  pericolon 
spirituale  inilrmitade  di  salute  rimedio.  Avenga  che  la  dottrina  che  io  in  questa  lettera  scrivo, 
non  t^  di  mia  sufficienzia  tratta,  ma  della  immaculata  vita  dello  amoroso  lesa;  della  quale  di  iMOaa 
roiìseienzìa  dico,  come  egli,  di  sé  nello  Evangelio  umilmente  parlando,  m'insegna,  dicendo:  Jta 
dottrina  non  est  mea  :  et  rerba  quae  ego  ìoentus  ium  roNf .  tpirihtt  et  vita  «imi.  GnttsMmndo  li  fol 


PA^ZIEKA  445 


la  sensualitade  da  pericolosi  vizil  partita,  e  la  mia  ne*  molti  peccati  esercitare  ;  e  la  vostra  ragione 
di  superna  luce  vestita,  e  la  mia  in  tenebrosa  oscuritade  notare  ;  e  la  vostra  virtude  di  spirituale 
premio  arricchita,  e  la  mia  in  somma  pavertade  peregrinare;  giudico  che  le  parole  mie  debbono 
essere  dagli  uditori  in  contempto  ricevute,  secondo  la  sentenzia  di  messer  santo  Gregorio;  cioè: 
Cuius  vita  despidtur,  rettat  ut  eiug  praedicatio  conUmpnatur.  Ma  consigliovi  che  vi  ricordiate  della 
evangelica  dottrina,  la  quale  dice  :  Super  eathedram  MaysU  sederunt  Scribae  et  Pharisaei:  quQeeumque 
dixerint  vobU,  servate  et  facUe;  secundum  vero  opera  eorum  noUte  facere.  Molti  sono  li  segni  per  li 
quali  si  manifesta  infra  li  amanti  l' amore:  ma  nullo  el  manifesta  perfettamente,  quanto  se  l'amante 
si  converte  contra  voglia  dello  amato,  dì  so  medesimo  sua  voluntade  adempiere;  pero  che  nullo 
eccellentemente  innamorato  può  di  sé  avere  signorìa,  se  non  di  fare  sé  dello  amore  servo.  Non  ò 
maraviglia  se  P amore  tiene  il  servo  servidore:  ma  somma  maraviglia  mi  pare  quando  l'amore 
fece  il  sommo  Signore  di  villssiml  servi  e  suoi  inimici  servidore,  non  ritenendo  di  sé  signoria,  se 
non  quanto  sua  umililade  Io  inchinava  vivendo  di  farlo  perfettamente  allo  amore  obedire,  ed  al 
tempo  da  lui  ordinato  in  penosissima  morte  tormentare.  E  ciò  é  che  lo  Apostolo  in  questa  parola 
dice  :  Semetipsum  extnàfUvU  formam  servi  aedpiens;  in  simiUtudinem  honUnum  faeiui^  et  haòUu 
inventus  ut  homo,  humOiafifit  ieinétipsum,  factia  obediene  usque  ad  mortem,  tnortem  autem  crucis. 
Molti  credono  non  poco  Io  amoroso  Giesu  amare,  e  se  avessono  di  loro  lucido  e  chiaro  vedere,  sempre 
sarebbono  in  dubbio  forse  di  non  sapere  che  quello  amore  si  sia.  Non  certi,  ma  certissimi  essere 
dobbiamo  che  siamo  dal  nostro  Redentore  amati,  come  la  sua  obedienzia  pruova.  Adunche  é  da 
vedere  che  precio  vuole  di  questo  ismesurato  amore  il  nostro  dilettissimo  Redentore  ;  e  quale,  e 
quanto,  e  dove,  e  perché.  Se  considero  la  qualitade,  é  tutto  il  nostro  amore,  del  quale  lo  Evangelio 
dice:  DUiges  Dominum  Deum  tuum  ex  toto  corde  tuo.  Se  considero  la  quantitade,  é  quanto  puoto 
la  creatura  virtuosamente  operare,  essendo  allo  amore  obediente;  simili  all'Apostolo  nel  mondo 
cnicifissi  vivendo,  el  quale  di  sé  dice  :  Mihi  aòsit  gloriari ,  nisi  in  cruce  Domini  nostri  lesu  Christit 
per  quem  mihi  mundus  crucifixus  est,  et  ego  mundo.  Se  considero  el  luogo,  é'I  corpo  in  pene,  e  la 
mente  dolorosa  in  Cristo,  lui  seguendo,  questa  dottrina  di  santo  Pietro  perfettamente  osservando, 
il  quale  dice  :  Christus  passus  est  prò  nobis,  vobis  relinques  exemplum  ut  sequamini  vestigia  ejus. 
Se  considero  la  cagione,  é  per  fare  la  penosa  creatura  etemalmente  gloriosa,  come  egli  si  degna 
nello  Evangelio  testiflcare,  a  noi  gloria  promettendo,  dicendo:  Haec  locutus  sum  vobis,  ut  gaudium 
meum  in  vobis  sit,  et  gaudium  veslrum  impìeatur.  V  umana  natura  in  via  é  per  lo  peccato  cor- 
rotta, e  virtuosamente  la  creatura  vivendo,  vive  contra  la  corrotta  natura;  la  quale  é  tanto  all' 
amoroso  Dio  graziosa,  che  si  degna  la  sua  corrotta  natura  in  parte  rettiQcare,  e  di  doni  sopra 
natura  questa  creatura  provedere  :  le  quali  provisioni  sono  quasi  infinite  e  diverse.  Non  ò  pos- 
sibile solo  per  le  corporali  virtudi  a  questa  eccellenzia  pervenire,  se  non  fusseno  al  prossimo  di 
vera  salute  cagione,  od  a  sé  medesimo  siogularmente  penose,  e  con  fervente  carità  operate:  pero- 
che  a  l'anima  che  debba  in  vita  eterna  principalmente  gloriQcare,  le  mentali  virtudi  sono  di  sua 
eccellenzia  per  divina  grazia  realmente  cagione,  quando  la  mente  ha  le  circnnstanzie  che  a  sua  per- 
fezione si  richieggono:  le  quali  sono  queste.  Prima;  debito  stromcnto:  seconda;  laudabile  modo 
in  sonare:  terza;  non  moltiplicare  diverse  danze:  quarta;  sonare  lungamente:  quinta;  continuare 
el  sonare:  sesta;  sonare  con  amore:  settima;  sé  al  sonare  indegno  e  insufficiente  vedere.  Queste 
sette  circnnstanzie,  che  si  richieggono  alla  perfezione  della  mentale  virtude,  voglio,  brevemente  par- 
lando, dichiarare.  Prima;  debito  struntento:  cioè,  in  mente  ed  in  corpo  portare  la  passibile  umani- 
tade  dello  amoroso  figliuolo  di  Dio,  questa  dottrina  dello  Apostolo  osservando,  il  quale  dice:  Iloc 
enim  sentite  in  vobis  quod  et  in  Christo  lesu.  Seconda;  laudabile  modo  in  sonare:  cioè,  pensare 
gli  inconsiderabili  dolori  che  erano  nella  sua  anima  addolorata,  e  le  mirabili  pene  che  sostenne  nel 
corpo  vivendo,  e  nella  sua  orribilissima  morte;  della  quale  leremia  in  sua  persona  parla,  noi 
amaestrando,  e  dice:  0  vos  omnes  qui  transitis  per  viam,  attendite  et  videte  si  est  dolor  sieut 
dolor  meus.  Terza;  non  multiplicare  diverse  danze:  cioè,  di  non  variare  i  pensieri  se  non  solamente 
nella  sua  passione  per  sette  danze,  il  di  naturale  nel  quale  morte  sostenne,  secondo  le  sette  ore 
canoniche  dividendo,  come  li  Evangeli!  la  passione  narrano  ordinata,  dalla  compieta,  nella  quale  fece 
la  cena,  incominciando.  Delle  quali  sette  ore  voglio ,  in  servigio  d' alcuno  semplice  che  potrebbe 
questa  Lettera  vedere,  e  non  intendere,  alcuna  notizia  brevissimamente  dure.  Onde  alla  compieta 
fece  il  Signoro  con  suoi  discepoli  la  cena,  di  sé  medesimo  in  prima  comunicandoli  ;  a  mattutino  fu 
pigliato;  a  prima,  battuto;  a  terza,  sentenziato;  a  sesta,  cmcillsso;  a  nona,  sostenne  morte;  a 
vespro,  fu  sepolto;  coli' altre  debite  cìrcunslanzic  penose  di  questo  penosissimo  di,  ordinatamente 


44f) 


PANZIERA 


pensando,  e  sempre  in  questi  pensieri  l' anima  non  pocu  adolurata  ritenendo,  si  eh' ella  possa  dt  sé, 
rome  dice  Icremia,  ctrlamonte  affermare.  Onde  dice  :  Potuii  me  de$olaiam,  tota  die  moerore  cotifeeiawi. 
Quarta;  sonare  lungamente:  cioè  la  passione  pensare,  sé  dolendo  quanto  tempo  la  creatura  nella 
presente  vita  dimora,  acciochè  ella  possa  di  buona  conscienzia  della  sua  anima  dire,  come  il  Signore 
ci  rende  della  sua  testimonio,  dicendo  :  Tristit  ett  anima  mea  mque  ad  mortem.  Quinta  ;  cootlnoare 
il  sonare:  cioè  tenere  la  mente  senza  niuno  intervallo  continuamente  della  passione  adolorata, 
si  che  a  ciascuno  sia  licito,  come  l'Apostolo  sé  commenda,  commendare;  il  quale  dice:  TrisUtia 
est  mihi  magna,  et  continuus  dolor  cordi  meo.  Sesta  ;  sonare  con  amore:  cioè,  colui  di  cai  la  mente 
si  duole,  sempre  cordialissimamente  amando,  come  Salomone  l' amore  perfetto  nelli  Proverbii  disegna, 
dicendo:  Omni  tempore  diligit  qui  amicus  est.  Settima  ed  ultima;  sé  al  sonare  insufficiente  ed  indegno 
vedere:  cioè  cognoscersi  indegno  di  cosi  alto  dono,  come  è  la  memoria  della  passione  del  suo 
amoroso  Creatore,  ed  insufficiente  ad  intenderla,  ed  a  ogni  spirituale  pensiero  e  Tirtuosa  operazione 
intendendo ,  in  sé  il  suo  Salvatore  in  sua  salute  magistralmente  operare,  alla  evangelica  dottrina 
senza  nullo  dubio  credendo  ;  la  quale  dice  :  Omnia  per  iptum  fatta  iunt,  et  fine  ipso  faeium  est 
nihU.  E  lo  Apostolo  dice:  Non  quod  suffieieniet  simut  cogitare  atiquid  a  noìHs»  quasi  ex  noMs  ,  std 
suffieientia  nostra  ex  Deo  est.  V  impedimenti  per  li  quali  molti  che  pensano  di  Dio,  e  non  pervengono 
ad  eccellente  mentale  slato,  sono  gli  opposili  delle  sette  soprascritte  circunstanzie,  che  si  richiegono 
a  fabricare  e  ad  esercitare  la  perfezione  della  mentale  virtù.  De*  quali  sette  oppositi  voglio  bre- 
vissimamente parlare.  Primo;  alcuno  non  ha  1'  umanitade  passibile  del  nostro  Redentore  nella  mente 
per  instrumento;  ma  pensa  altri  spirituali  pensieri.  Secondo;  alcuno  pensa  della  umanitade  dell' 
amoroso  Cristo;  ma  non  pensa  della  sua  anima  adolorata,  con  lei  dolendosi,  né  della  sua  peno- 
sissima passione.  Terzo  ;  alcuno  varia  della  passione  tanti  e  si  diversi  pensieri,  che  impediscono 
la  dolorosa  mentale  divozione,  e  negli  occhi  le  lacrime.  Quarto;  alcuno  pensa  della  passione  brieve 
tempo,  a  sua  posta  lassandola,  non  essendo  da  [)iu  per  singulare  prerogativa  e  per  forza  ad  alcuna 
contemplazione  tratto.  Quinto;  alcuno,  se  pensa  della  passione  lungamente,  non  continua  i 
pensieri,  ma  pensa  alcuno  tempo  del  di.  Sesto;  alcuno  pensa  della  passione,  ma  non  amando  colui  di 
cui  pensa  ;  ma  i  suoi  pensieri  sono  aridi ,  come  i  pensieri  lllosoflci ,  quando  i»ensano  del  corso 
de*  corpi  celestiali  e  delle  loro  influenzie.  Settimo;  alcuno  pen.sa  della  passione,  e  vedesi  sufficiente 
ad  intenderla,  ed  a  pensarla  degno.  Chi  parie  da  sé  il  secondo  di  questi  impedimenti,  si  parte 
con  el  secondo  il  primo,  l'no  di  questi  impedimenti  si  é  sufficiente  ad  impedire  la  mentale 
perfezione,  avendo  la  creatura  da  sé  tulli  gli  altri  partiti.  Considerate  che  M  nostro  dilettissimo 
Redentore  vesti  nella  sua  amurosa  anima  per  nostro  amore,  i»er  sufficiente  contrizione  lutti  i  dolori 
de*  nostri  abbominabili  e  diversi  e  ciuasi  inllnili  pedali;  de'  «luali  di>lori  lasciava  nel  proprio 
corpo  di\ersissinie  ed  inconsiderabili  pene  risolvere;  come  (luesti  due  perfetti  profeti,  leremia  e^ì 
Isaia,  ci  rendono  di  Ini  leslimi»nio  ,  dicendo  leremia,  non  de' suoi,  ma  de' nostri  peccai:  Matjnn 
est  enim  colut  man'  cnutritio  tua.  Ed  Isaia  dice  :  Vere  lìolorea  nostros  ipxe  tulit,  et  ìanguores 
nostros  ipse  portavit.  Ahi!  come  e  «luanto  si  puole  di  noi  l'amoroso  (liesu  degnamente  turbare, 
essendosi  fallo  per  nostro  amore  a  tulli  i  nostri  sentimenti  i)alpal)ile,  e  sé  nel  nostro  intelletto 
non  trovarlo.  Onde  si  seguila,  che  non  ci  puole  d'ordinala  potenzia,  come  desidera,  promuo>ere, 
ciascuno  di  noi  quasi  Iddio  farcendo, e  suoi  altissimi  figliuoli  generando,  come  promuove  coloro  ehe 
lui,  secondo  la  loro  possibiliUile,  come  è  degno,  ricevono:  de' quali  lo  Evangelio  e 'l  Profeta  parla, 
dicendo:  Quot  qunt  autem  receperunt  enm,  (ìedit  eis  potextatem  fìlins  Dei  fieri.  E '1  Profeta  dice: 
Ego  dixi,  (Hi  ealis ,  rt  fiìii  excehi  amn*'^.  Non  «'•  degno  di  participare  la  trionfale  vittoria  del 
nostro  dilettissimo  Iledentore  chi  lui  non  seguita,  tulli  i  senlinieiiti  e  le  corporali  potenze  in  croce 
chiovando;  alla  quale  l'uomo  si  conosce  per  superna  grazia  sufficiente  portare;  crescendo  la  cri»ce, 
cioè  la  penitenzia,  di  di  in  di,  e  di  sellimana  in  sellimana,  e  di  mese  in  mese,  e  di  anno  in  anno; 
come  cresce  per  li  \irtuosi  atti  e 'I  \irluoso  abito  nel!' anima.  La  nostra  croce  si  é,  a  tulli  lì  viziai 
diletti  renunziare,  la  sensuale  voluntade  negando;  e  qiianlo  virtuoso  dolore  e  corporale  pena  potemo, 
nella  presente  vita  sostenere,  né  maggiore  né  niinore,  come  si  degna  il  diletto  Cristo  noi  nello 
Evangelio  amorosamente  invitare,  dicendo:  Qui  vult  venire  pnH  me.  nhneget  semetipsum,  et  t oliai 
cruecm  xuam  et  seqnntur  me:  quia  qui  non  sequitnr  mi',  non  est  me  dignns.  Et  qui  sequitur 
me,  non  nmbuldt  in  tenebris ,  sed  hnhebit  lumen  ritae.  Alla  quale  vita  Colui,  il  quale  sé  nello 
Evangelio  Vita  chiama,  dicendo:  Ego  sum  via,  rt'ritas  et  vita,  vi  meni,  voi  nelle  sue  amorose  braccia 
Ntretli,  triunfalmente  gloriosi,  ritenendo,  per  infinita  saecula  saecnìnrum.  Amen.  Data  nelle  parli  di 
Levante,  dove  si  congiugne  el  Mare  maggiore  d'  Oriente  col  Mare  che  viene  dal  Ponente,  Anno 
Domini  MCCCXIL  » 


PAPIÒ  -  PARGHELIA  447 


AaU 


Questa  EpUtóla  si  legge,  per  lo  più,  inQoe  ai  Trattati  SpiHttuM  dello  stesso  Frate  Ugo  ;  dei 
quali  abbiamo  molti  Codici  a  penna,  e  alcune  edizioni  rarissime;  segno  ch'era  multo  letto  e 
ricercato.  Passandoci  de*  primi,  daremo  qui,  col  titolo  della  prima  stampa,  l'elenco  delie  seconde; 
non  senza  far  voti  che  il  concittadino  del  Panziera,  Cesare  Guasti,  il  quale  ne  raccolse  e  ripubblicò 
emendati  i  Cantici  SpirUuali,  cosi  ne  dia  una  buona  edizione  dei  Trattati;  facendo  essi,  non  menu 
dei  Cantiàt  testo  di  lingua  nella  quinta  impressione  del  Vocabolario  della  Crusca. 

Incominciano  alcuni  singulari  tractati  di  frate  Vgo  Panziera  de  frati  minori.  Et  in  questo 
primo  tractato  parla  della  perfectione^  ee. 

1.*  ediz.  •—  Impresso  in  Firenze  per  Antonio  Mischomini.  M.  GGCGLXXXXII.  Adi.  Villi.  Di 
Giugno. 

S.*  —  Impresso  in  Firenze.  A  di.  XV.  di  Dicembre.  M.  CCCa  LXXXXII.  Per  Ser  Lorenzo  de 
Morgiani.  et  Giovanni  da  Maganza. 

3.*  —  Stampato  in  la  Inclita  et  MagniQca  Gita  di  Genoa  per  Antonio  Bellon  nel  Ano  del  nostro 
Signore.  M.  D.  XXXV.  a  dL  XXX.  de  Setembre. 

4.*  —  Impresso  in  Uenetia  per  Nicolo  Brenta  da  Uarena.  Al  tragheto  de  san  Polo  in  corte 
Pitriaoi. 

486.  Papiò.  —  El  Colegio  Seminario  del  Archangel  San  Miguel 
de  Escornalbou,  de  Padres  Missioneros  Observantes  del  Serafico 
Patriarca  S.  Francisco  del  Principado  de  Cathaluna,  manifestado 
en  los  tres  estados  que  ha  tenido ,  etc.  Su  Autor  el  M.  R.  P.  Fr. 
Juan  Papiò  Predicador  Apostolico,  Escriptor  de  dicho  Seminario , 
Lector  dos  vezes  Jubilado ,  Doclor  y  Cathedratico  de  Filosofia  y 
Theologia  en  la  Real  y  Pontificia  Universidad  de  Cervera ,  etc. 

Un  volume  in  4,  di  9  carte  preliminari,  e  440  pagine.  L'esemplare  che  cito  mi  fu  regalato 
dal  M.  R.  P.  Ramon  Bdldù  Provinciale  dell'  Osservanza  in  Catalogna.  È  mancante  del  frontespizio 
e  delle  ultime  carte  dell'Indice  in  fine.  Credo  che  sia  stampato  in  Madrid  il  1763  o  64.  L'opera 
è  divisa  in  quattro  libri.  Il  primo  contiene  la  storia  del  castello  di  Escornalbou,  e  della  fondazione 
del  Collegio,  con  un  compendio  di  tutte  le  nostre  Missioni  tra  gli  Indiani.  Il  secondo,  la  vita  del  V.  P. 
Fr.  Antonio  Llinas  fondatore  de'Collegii  Seminarti  di  Propaganda  Fide  (Francescani  Osservanti) 
nella  Spagna  e  in  America,  e  la  vita  di  parecchi  celebri  Missionari,  tanto  delia  Provincia  di 
Catalogna,  quanto  del  sopraddetto  Collegio  di  Escornalbou.  Il  terzo,  i  casi  rari  e  notabili  avvenuti 
nelle  Missioni.  Il  quarto,  alcuni  mistici  fiori  e  fatti  del  giardino  Francescano.  È  un  libro  prezioso, 
e  non  facile  ad  incontrarsi. 

487.  Parghelia.  —  Relagam  verdadeira  do  celeberrimo  triunfo 
e  viteria,  que  conseguio  a  Religao  Franciscana ,  recuperando  os 
Santos  Lugares  de  Jerusalem ,  usurpados  pela  nagao  Grega  Cis- 
matica ,  em  virtude  de  bum  mandado  imperiai ,  que  deu  o  Sultào 
Solimao  a  20  de  abril  de  1690.  Ganhado  em  Juizo  contraditorio 
pelo  Padre  Procurador  Fr.  Domingo  ds  Arizaval,  Biscainho  :  cujas 
noticias  constào  por  buma  carta  (de  14  de  agosto  de  1690)  escrita 
na  santa  cidade  de  Jerusalem  ao  Rmo  P.  Fr.  Joam  Alvin,  Leitor 
Jubilado  e  Geral  de  teda  a  Ordem  Serafica,  pelo  M.  R.  P.  Fr.  Gre- 
gorio Parghelia ,  Leitor  Goral  e  Guardiao  do  Sacro  Monte  de  Si5o 


Ì48  PAKRA  -  PÀTKISX 


e  Santissimo  Sepulchro  :  publicada  pelo  M.  R  P.  Fr.  Antonio  de 
S.  Agostinho ,  Commissario  Geral  das  esmolas  da  Terra  Santa  em 
OS  reynos  de  Portugal  e  sus  conquistas  e  a  sua  casta  impressa.  Lis- 
boa. Na  officina  de  Miguel  Deslandes,  impressor  de  su  Magestade. 
Com  todas  as  licengas  necessarias.  Anno  1691. 

Sodo  iZ  pagine  in  8.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

—  Lettera  del  Padre  Fr.  Gregorio  da  Parghelia,  Guardiano  del 
Monte  Sion  in  Gerusalemme,  al  Gran  Duca  di  Toscana. 

È  nell'  Archivio  Mediceo  di  Firenze  nelle  Relazioni  del  Bassetti.  Ha  la  data  V  anno  1690.  Fa 
sapere  al  Gran  Duca  •  la  grazia  singolare  che  il  Sommo  Iddio  ha  loro  fatta  di  ricuperare  i  Santi 
Luoghi  di  Gerusalemme,  cioè  il  Monte  Calvario,  la  Pietra  deir Unzione,  l'Invenzione  delU  Santa 
Croce,  ed  il  Santissimo  Sepolcro  di  Nostro  Signore  Gesù  Cristo,  con  le  due  cupole  grande  e  piccola 
e  sua  galleria,  e  in  Betlemme  il  Santo  Presepio,  la  Chiesa  grande  co'  suoi  tenimcnti  e  giardino,  etc  > 

488.  Parrà.  — Vocabulario  trilingue  Guatemalteco  de  los  tres 
America  priucipalos  idiomas,  Kachiquel,  Quiché  y  Tzutuchil:  por  el  Padre 
Fray  Francisco  de  la  Parrà,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Di  questo  insigne  Missionario  Francescano  trovo  le  seguenti  notizie  nei  Datos  biografieoi ,  cÌÈt 
accompagnano  le  Cartas  de  Indias  pubblicate  1'  anno  scorso  in  Madrid.  «  Naturai  de  Galicia  tomo 
ci  habito  Franciscano  cn  la  Provincia  de  Santiago,  y  paso  a  la  de  Guatemala,  donde  mostrò  gran 
celu,  padeció  muchu  en  l.i  cunversion  do  los  Indios  y  fué  Gt)misario  del  Convento  de  la  capital  en 
1547,  y  Presidenle  de  la  Cuslodia  do  aquella  provìncia  y  Visitador  de  la  de  Yucatan,  donde  pareoe 
({ue  muriò  cn  1560.  Pose\ó  ol  Padre  Parrà  varios  idiomas  de  los  paises  en  donde  esluvo;  y  viendo 
quo  era  insullcienlc  el  abeccdario  espanol  para  poder  expresarlos ,  inventò  cinco  letras  que  fuerou 
luogo  adopUulas  por  los  oscrilorcs  en  aquoUas  lenguas.  • 

Il  Dicionario  che  lasciò  manoscritto  si  conservava  nel  Con\onto  di  San  Francesco  di  Guatemala. 


ìtt. 


Dello  sopraddotte  lettere,  da  lui  inventate,  poniamo  (jui  il  facsimile 


ì  6^  ^\ 


ShliHp, 


M'iR/l. 


489.  Passio  gloriosi  Martyris  Fratris  Andreae  de  Spoleto 
Ordinis  Minorum  Kegularis  Observanciae ,  prò  catholicae  fidei 
voritate  passi  in  Affrica  civitato  Fez ,  anno  Domini  MDXXXII. 
Impressum  Tholosae.  S.  A. 

SUinipa  in  i,  rarissima,  di  cui  un  esemplare  si  conserva  tra'  riservali  della  Biblioteca  Nazionale 
di  Parigi. 

490.  Patuem.  —  Tableau  Synotique  de  T  histoire  de  V  Ordre 
Seraphùiue,  par  le  R.  Pére  Leon  Patrem,  de  l'Observance  de  Saint 


PA35  -  PELLICI  449 


Francois  de  la  Province  de  Saint  Louis  de  France,  Missionnaire 
Apostolique  et  Diserei  de  la  Custodie  de  Terre  Sainte. 

È  UD  interessantissimo  qaadro  sinottico  della  storia  dell' Ordine,  dove  hanno  larga  parto  le 
nostre  Missioni.  Si  sta  pubblicando  in  questo  momento  in  Francia  coli'  assistenza  dell'  Autore.  Da 
alcune  pagine  che  me  ne  vennero  inviate,  mi  parve  che  sarà  un  segnalato  servigio  che  il  Padre 
Patrem  avrà  reso  all'Ordine,  specialmente  in  Francia. 

491.  Paz.  —  Carta  de  Fr.  Fernando  da  Paz  a  el-Rey  de 
Portugal. 

Questa  importantissima  lettera  è  data  nel  collegio  Francescano  di  Granganor  il  iO  gennaio  1557  ; 
e  parla  della  fondazione  del  Collegio.  È  nell'  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Originale. 

492.  Paz.  —  Escala  del  cielo,  en  la  lengua  Kachiquel  :  por  el 
Padre  Fray  Alonso  Paz ,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Nativo  di  Guatemala,  morì  nel  Convento  di  Momostenango  nel  1610.  «  Supo  con  eminencia 
(dice  il  Vasqdez)  quatro  lenguas,  que  son  CakchiqueK  Quichè,  Zutugil  y  Mexicana,  predicando  en 
cllas  magistralmente  porqué  fuó  consumado  en  cada  una  dellas.  En  la  Cakchiquel  fué  maestro, 
que  leyó  y  enseno  a  los  Religìosos.  • 

493.  Pellici.  —  Relazione  storica  delle  Missioni  Francescane 
del  Chaco,  ec.  del  P.  Pietro  Pellici  Minore  Osservante,  Prefetto 
Apostolico  delle  Missioni  del  Collegio  di  Salta  (Repubblica  di 
Bolivia).  Genova,  1862. 

Un  volumetto  in  8.  Questo  dotto  e  zelantissimo  Padre  Lucchese,  dopo  di  aver  lavorato  parecchi 
anni  con  gran  frutto  tra'  Selvaggi  dell'  America,  dall'  obbedienza  venne  inviato  alle  Missioni  della 
Cina;  e  di  là  fatto  ritomo,  ripigliò  la  via  dell'  America,  dove  di  presente  sta  evangelizzando,  grave 
d'  anni,  e  da  tutti  grandemente  venerato  in  quelle  regioni. 

—  Relazione  del  M.  R.  P.  Pietro  Pellici  da  Lucca  Minore 
Osservante,  Prefetto  Apostolico  delle  Missioni  Francescane  del 
Chaco ,  circa  le  condizioni  delle  stesse  Missioni  e  Y  associazione 
cattolica  incivilitrice  fondata  in  prò  degli  Infedeli  Selvaggi  della 
Confederazione  Argentina. 

Pubblicata  nei  numeri  5  e  6  dell'anno  II  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane.  Roma,  1861. 

—  Statuti  della  società  Cattolica  incivilitrice,  fondata  in  prò 
de' Selvaggi  della  Confederazione  Argentina,  del  M.  R.  P.  Pietro 
Pellici  da  Lucca,  Minore  Osservante,  Prefetto  Apostolico  nelle 
Missioni  Francescane  del  Chaco. 


450  PERAGALLO  -  PEREGRINACIONES 


Hktmp, 


Pubblicati  nella  stessa  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 

494.  Peragallo.  —  La  Missione ,  il  Monachismo  e  la  Donna 
Cattolica.  Saggio  di  discorsi  per  Prospero  Peragallo  de'  Minori 
Rif.  di  San  Francesco.  Firenze,  Tipografia  delle  Murate,  1859. 

Un  volume  in  8,  di  391  pagine.  Libro  molto  bene  pensato  e  scritto,  ove  sMncontrano  bellissime 
cose  sopra  le  cattoliche  Missioni  nelle  varie  parti  della  terra. 

—  Frammenti  d'  una  raccolta  delle  scoperte ,  invenzioni  e 
novità,  del  Padre  Prospero  Peragallo  ec.  Genova,  co' tipi  del  R.  I. 
de'  Sordo-muti,  1862. 

Sono  63  pagine  in  8  grande,  veramente  preziose.  L'Ordine  Francescano  vi  spicca  per  molti  capi, 
0  specialmente  per  i  suoi  Missionari,  che  Jlgurano  tra'prinìi  viaggiatori  ed  esploratori  nel  paesi  dell' 
Asia,  deir  AlArica  e  dell'  America.  L' esemplare  che  posseggo  di  ({oesto  libretto,  l' ebbi  in  dono  dall' 
Autore  in  Lisbona,  ove,  come  ho  detto  in  altro  luogo,  si  trova  per  causa  di  salute;  ed  è  tutto 
postillato  ed  aggiunto  di  sua  mano  per  una  seconda  edizione.  Profitto  di  questo  luogo  per  ricliia- 
marmi  alia  sua  memoria ,  e  per  manifestargli  pubblicamente  quella  eh'  io  conservo  carissima  di 
lui,  e  la  viva  riconoscenza  che  gli  avrò  sempre  Anche  vivo,  per  le  cordiali  gentilezze  d'ogni  manien 
che  mi  usò  in  tutto  il  tempo  che  restai  nella  Capitale  del  Portogallo. 

—  Lezioni  popolari  di  geografia,  astronomia  e  fisica,  per  il  P. 
Prospero  Peragallo,  ec.  Genova,  co' tipi  del  R.  I.  de' Sordo-muti , 
1870. 

Due  volume  in  8  grande:  il  primo  di  159  pagine;  il  secondo  di  331.  Quest'opera  non  è  di 
minor  pregio  «ii'i  procodenli  lavori;  el»l)C  molle  lodi;  e  se  ne  sarebbe  fjià  fatta  la  seconda  e  f*»rse 
la  terza  edizione,  se  1'  Autore  non  vi  si  fosse  opposto,  per  la  speranza  di  poterla  rivedere  od  accrescere, 
quando  le  condizioni  della  salute  vorranno  consentirgli  di  ripigliare  i  suoi  studi. 

495.  Perea. — Relacion  del  Nuovo  Mando  v  de  la  conversion 
de  Ics  Xumanas,  embiada  al  Arzobispo  do  Mexico  Don  Francisco 
Manso  por  Fray  Estcban  de  Perea,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 
1640. 

Un  volume  In  4,  che  non  so  se  sia  stampato  o  manoscritto,  lornalc  inutili  tutte  le  ricerche 
che  feci  per  chiarirmene,  o  almeno  averne  qualche  notizia  di  più. 

^^  496.  Peregrinacioxes  quo  do  ordon  do  su  Guardian  de  Ocopa 

f^^^  practicó  por  el  Ucayali  el  P.  Fr.  Narciso  Girbal  y  Barceló,  celebre 
Misionoro  Catalan,  y  su  martyrio. 

Qu«*sra  lunga  ed  incantevole  relazione,  rhe  è  un  bellissimo  episodio  delle  nostre  Missioni  del 
passato  secolo  nel  Perù ,  fu  stampala  al  princif»io  di  questo  secolo  in  un  periodico  Spagnuolu 
intitolato  il  Mercurio.  Incontratala  per  caso  il  venerando  nostro  Padre  Ramon  Ruldù,  Provinciale 
della  Catalogna,  l'acquistò,  e  amorosamente  la  conscr\ava:  capitalo  io  colà,  me  ne  fece  generosa- 
mente dono. 


A  melica 


PEREZ  -  PERINALDO  451 


497.  Perez  .  —  Arte  del  idioma  Japon  en  caracteres  Japones 
et  Chinicos  por  el  P.  Fr.  Miguel  Perez,  de  la  Provincia  de  S. 
Juan  Bautista. 

—  Catecismo  de  doctrina  cristiana,  en  los  idiomas  Japon  y 
Tagalog. 

Così  r  HuERTA  (Estado,  ecj.  E  aggiunge  :  «  Se  ignora  caando  Uegó  a  Filipinas  por  no  constar 
su  nombre  en  las  listas  de  Misiones.  La  primera  vez  quo  so  menciona  es  cn  la  tabla  capitular 
des  ano  de  i6ii,  corno  ministro  del  pueblo  de  Casiguran  en  Camarines.  «  Il  1613  passò  alle  Mis- 
sioni del  Giappone,  dove  predicò  con  molto  frutto  per  5  anni,  e  dipoi  preso  e  chiuso  nelle  carceri 
di  Firando,  v'  ebbe  a  durare  3  anni  di  duro  martirio.  Il  1620  liberato,  tornò  a  Manila,  ed  evangelizzò 
fra'  vari  popoli  dell'  isola.  Appresso  fu  inviato  per  gravi  negozi  a  Madrid  e  a  Roma  ;  e  di  ritorno 
da  Roma  a  Madrid,  mori  nel  Convento  di  San  Gii  della  stessa  città  Li  1639,  ed  ebbe  sepoltura  in 
quello  di  S.  Bernardino. 

#,.  498.  Perez.  —  Manifesto  canonico- politico -moral  sobre  las 

"    Misiones  de  los  Montes  Caraballos ,  por  el  P.  Fr.  Francisco  José 
Perez  de  los  Cobos  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Bautista. 

Così  THuERTA  (Esiodo  fCC);  aggiungendo,  che  «  naturai  de  Jumilla y  habiendose  ya 

graduado  doctor  en  ambos  dercchos,  abrazó  la  Serafica  Regia . . .  Apenas  habia  profesado  se  alistó 
para  las  Misiones  de  Filipinas,  a  cuyas  islas  llegó  ci  ano  de  1779.  Fuè  destinado  a  la  Mision  de 
Casignan,  e  despues  a  la  de  Pungcan  (nei  Monti  Caraballos) . . .  Despues  descmpeno  la  predicacion 
conventual  de  Manila,  y  oblenida  la  competente  licencia,  regresó  a  Espana  el  ano  de  1787.  • 

499.  Perinaldo.  —  Storia  di  Gerusalemme  corredata  di  un 

imp. 

compendio  delle  principali  vicende  dei  Re  e  dei  Principi  di  Giuda, 
della  guerra  giudaica  e  delle  Crociate ,  per  amore  e  studio  del 
Padre  Francesco  da  Perinaldo  Francescano  di  Terra  Santa.  Roma, 
Stabilimeiito  tipografico  Bertinelli,  1857. 

Sono  2  volumi  in  8  grande:  il  primo  di  XYII  e  480  pagine;  il  secondo  di  pagine  414.  Questo 
egregio  Padre  fu  per  parecchi  anni  Missionario  in  Palestina,  e  mori  logoro  dalle  fatiche  nel  Con- 
vento di  Cimella  presso  Nizza.  Molte  belle  cose  dice  la  sua  storia  ;  ma  è  a  dolere  che  non  accenni 
a  nessuna  fonte  e  a  nessun  de' documenti  a  cui  attinse.  Pubblicò  anche  le  opere  seguenti. 

—  La  Terra  Santa  descritta,  ec.  Genova,  Ferrando,  1855. 

Sono  tre  volumi  in  8;  il  primo  di  448  pagine;  il  secondo  di  495;  il  terzo  di  478. 

—  Epistole  e  coUoquii  su  la  Terra  Santa,  ec.  Genova,  Instituto 
de' Sordo-muti,  1856. 

Un  volume  in  8. 


452  PERIS  -  PESARO 


—  Un  viaggio  in  Terra  Santa  colla  descrizione  di  tntte  le 
peregrinazioni  che  soglionsi  praticare  infra  Tanno  dai  Padri 
Francescani,  ec.  Genova,  Instituto  de' Sordo-muti,  1864. 

Un  volarne  in  8,  di  57i  pagine.  Mi  pare  che  pubblicasse  anche  un  piccolo  volarne  sopra  i 
costumi  e  riti  delle  diverse  chiese  dissidenti  e  sòtte  della  Palestina;  ma  non  ne  ho  presente  il  titolo. 

500.  Peris. — Tratado  centra  los  errores  de  Confucio  filosofo 
de  China,  en  lengua  Chinica  :  por  el  P.  Fr.  Francisco  Peris  de 
la  Concepcion  de  la  Provincia  de  S.  Juan  Dantista. 

—  De  los  requisitos  para  abrazar  la  Ley  de  Dios ,  y  recibir  ^. 
el  Santo  Dantismo,  en  idioma  Chinico. 

Cosi  rifuERTA  ( EKtado,  ec).  Discendente  dalla  famiglia  di  San  Vincenzio  Ferrari,  Il  P.  Peris 
nacque  in  Pego,  Arcivescovado  di  Valenza,  il  1«35.  Studiò  latinità  e  fllosolla  in  Gandia,  ed  abbracciato 
r  Ordine  Francescano,  venne  destinato  alle  Missioni,  in  prima  dell' America,  ed  evangelizzò  in  Hon- 
duras, Guatemala  e  Messico,  passando  dipoi  alle  Missioni  della  Cina,  dove  giunse  il  i674.  E  quhi 
preso  il  nome  di  Piensiam-Kung,  in  breve  s'acquistò  per  modo  la  benevolenza  del  Regolo  di 
Canton,  che  consegui  di  aprire  una  Chiesa  nello  stesso  suo  palazzo,  e  edificarne  due  In  città,  dove 
evangelizzò  per  ii  anni.  Tornato  finalmente  a  Manila,  vi  morì  l'8  di  novembre  del  1706. 

Scrisse  anche  una  grande  opera  di  Teologia  mistica,  divisa  in  16  trattati,  di  gran  rilievo;  e 
nn*  Arte  de  ùraeUm,  que  ensefia  de  cotUemplar  y  amar  a  Diot  en  espiritn  y  verdad,  che  ebbe 
grandi  encomi  dal  Vescovo  di  Nankino,  Fra  Manuele  di  Gesù,  parimente  Francescano,  che  nein\ió 
un  esemplare  al  Capitolo  generale  dell'Ordine  celebrato  in  Roma  il  1773. 

^,.  501.  Perugia.  —  Viaggio  di  Gerusalemme  fatto  dal   Padre 

**^    Egidio  da  Perugia  Minore  Osservante  V  anno  1672  fino  al  1677, 

composto  dallo  stesso  per  modo  di  dialogo  per  maggior  capacità. 

Trovo  questa  notizia  nella  Biografia  degli  terittori  Perugini  del  Vermiglivoli.  Perugia,  18i8.  •  Dì 
questo  Padre  (egli  dico)  ci  ò  ascosa  ugni  notizia.  Sappiamo  peraltro  che  fu  autore  del  Viaggio  sud- 
detto, [)Ossedulo  già  dal  coltissimo  Padre  Galesii  Ben»?di*ttino.  • 


}h. 


502.  Perugia.  —  Annales  Ecclesiastici  redacti  a  Patre  Ignatio 
a  Perugia  Ordinis  Minorum  Strictae  Observantiae. 

«  Manoscritto  presso  di  noi  (dire  lo  stesso  Bil»Hografo)  con  dedica  a  Monsignor  .\lessandru 
Castracani  Vescovo  Ycicaslrcnse,  e  con  la  seguente  sottoscrizione  :  •  Hacc  aulcm  omnia  scribebat  Fr. 
Ignatiiis  a  Perusio  Ordinis  Minorum  Strictau  OI>ser\antiae,  Provinciae  vero  sanctissimi  Patris  nostri 
Francisci,  an.  Domini  1637,  «iclatis  suae  33,  caplivilalis  vero  anno  prinio,  Lusilaniae  cum  csset  in 
Convenlu  S.  P.  N.  Francisci  de  Civitate.  .  . .  adhuc  Missionarius  Aposlolicus  ad  .\elhiopiam,  mense 
scptembris  die  29,  eie.  • 

j^j^  503.  Pesaro.  —  Viaggio  dell' Indie  fatto  por  il  R.  P.   Fran- 

^*^   cescano  Scalzo  Fr.  Gio.  Batta  da  Pesaro  insieme  con  altri  Frati 

di  San  Francesco,  i  quali  Y  anno  1577  v'andarono  con  l'autorità 


PESARO  453 


apostolica  e  col  consenso  del  Re  Cattolico.  Diviso  in  Dialoghi 
per  maggior  facilità  :  dove  s' intendono  in  particolare  li  successi 
nel  gran  Regno  della  China  per  la  conversione  degli  infedeli . 
Sottomesso  alla  correzzione  della  sacrosanta  Romana  Chiesa, 
oflferto  alli  piedi  della  Santità  di  Nostro  Signore  Clemente  VITI. 

Ud  volume  in  foglio,  di  carte  324,  moltissimo  interessante,  nella  Biblioteca  del  Reale  Palazzo 
di  Ajada  in  Lisbona.  Dello  stesso  viaggio  egli  scrìsse  una  più  breve  relazione,  che  trovai  in  un 
Manoscrìtto  di  Varia  della  privata  Biblioteca  di  Gino  Capponi.  11  titolo  è  :  Relatione  vera  del  gtnn 
viaggio  del  grandissimo  regno  della  China  fatto  dal  P.  FV.  Gio.  Batista  Scalzo  Pesarese.  La  sostanza  è 
la  stessa,  ed  ha  la  data  di  RoD)^^del  15  gennaio  i593.  Del  Padre  da  Pesaro  ci  dà  la  seguente  biografia  il 
P.  HcEKTA  (Estado,  ec.)  :  *  Fr.  Juan  Bautista  Pisaro,  Predicador,  naciò  en  Pisaro,  Ducado  de  Urbino 
'^i*  rn  Italia.  Tomo  el  habito  y  profesò  en  la  claustra  de  N.  P.  S.  Francisco,  en  la  que  foé  contemporaneo  y 
<*ondiscipulo  de  la  Santidad  de  Sixto  V.  Paso  a  Espana  y  se  afllió  en  la  santa  Provincia  de  S.  José.  El 
ano  de  1576  se  alistó  en  la  primera  mision  para  Filipinas,  a  donde  llegó  el  i4  de  Junio  de  1577.  La 
obediencia  le  destinò  en  Febrero  de  1578  a  la  conversion  de  his  provincias  de  llocos  y  Pangasinan,  cuyos 
ìdiomas  aprendió  con  pronti tud  y  a  donde  hizo  meravillosos  fmtos.  Pundó  Convento  en  la  Villa  Per- 
nandina,  por  otro  norobre  Vigan,  principiò  la  fundacion  del  pueblo  de  Agoo,  y  echò  los  eimientos  para 
otros  ffluchos  pueblos.  El  dia  20  de  marzo  de  1579  saliò  para  la  mision  de  la  China,  donde  faè  preso, 
maltratado  y  conducido  e  Macao.  En  està  ciudad  cooperò ,  o  mas  bien  fuó  el  prìncipal  fundador 
de  nuestro  Convento  de  Nuestra  Seiiora  de  los  Angeles.  En  1581  fnè  desterrado  por  los  Portngueses 
a  Malaca,  donde  fundò  otro  Convento  bajo  la  advocacion  del  Sefior  S.  José.  Yolvlò  a  Macao  el 
siguiente  ano  de  158i  y  fundò  un  seminano  para  la  educacion  de  Misioneros.  La  obediencia  le 
destinò  en  1583  para  Guardian  de  nuestro  Convento  de  Malaca,  en  cuya  ciudad  pefmaneciò  basta 
flnes  de  1585,  o  principios  de  1586,  que  saliò  para  EspaHa.  De  aqui  partiòaBoma,  y  la  Santidad 
de  Sixto  V  quiso  agraciarle  con  la  purpura  cardinalicia  ;  pero  nuestro  venerable  Fr.  Juan  Bautista 
rehusó  con  humildad  constante  tan  elevada  dignidad,  y  solo  admitiò  el  titnlo  de  Predicador  Apo- 
stolico, bajo  el  cual  corriò  gran  parte  de  la  Italia,  recogiendo  opimos  frutcs  de  santidad.  Con  el  fin 
de  educar  Misioneros  para  la  conversion  de  las  remotas  regiones  que  habia  corrido  su  celo  evan- 
gelizador,  fundò  el  Convento  de  Nuestra  Senora  del  Milagro  en  Boma ,  el  del  Monte  Calvario  de 
Genova,  y  el  de  Santa  Lucia  de  Naples,  donde  Ueno  de  anos,  de  meritos  y  vìrtndes  eniregò  su 
espiri  tu  al  Senor  bacia  el  ano  de  1597.  > 

Ecco  intanto  la  Belazione  del  suo  viaggio  come  1*  abbiamo  estratta  dal  suddetto  Codice  della 
Biblioteca  di  Gino  Capponi,  ora  nella  Nazionale  di  Firenze  :  essa  è  inedita,  e  non  senza  importanza  per 
la  storia  de'  viaggi,  della  Cina  e  delle  cattoliche  Missioni.  È  indirizzata  a  S.  A.  il  Cardinal  Medici 
di  Toscana. 

•  In  questo  giorno  XY  di  gennaio  di  questo  anno  1593  dedicato  alla  memoria  dì  santo  Paolo 
primo  Eremita,  che  60  anni  fu  nel  deserto  liberato  con  mezzo  pane,  che  per  il  mansueto  corvo  gli 
mandava  il  Signore  Dio;  non  avendo  possuto  riavere  il  libro  eh*  io  diedi  al  Papa  delle  cose  del 
gran  regno  della  China,  mi  son  voluto  dare  a  gustare  alli  suoi  gentilhuomini  di  S.  A.  S.  le  molliche 
del  pane ,  che  il  Signore  Dio  mandò  a  quelle  povere  creature  ragionevoli  di  queir  Indie  con 
grande  honore  di  sua  divina  Maestà  e  di  V.  A.  S.  che  allora  era  Protettore  e  Governatore  di  questa 
sua  Serafica  Beligione  .  Della  quale  sondo  io  indignissimo  professore,  et  havendo  eoi  merito  deir 
obbedienza  fatta  si  lunga  peregrina  tiene  et  viaggio ,  devo  darne  aUneno  ragguaglio  all'  A.  V.  S.  et 
scoprir  al  mondo  la  parte  del  merito,  che  Y.  A.  S.  ne  terrà  in  Paradiso,  quando  per  la  divina 
misericordia  verrà  1'  bora  rli  andarvi  a  sedere  et  regnarvi  cum  principihus  poptM  Domini  Del  nostri. 
Et  per  proceder  più  distintamente  et  con  la  maggior  brevità,  che  io  potrò,  dirò  quello  ohe  mi 
occorrerà  alla  memoria  in  ciaschedun  luogo  ove  arrivassimo. 

«  Et  cominciando  dico,  che  sendo  Sommo  Pontefice  Gregorio  XIII  et  Y.  A.  8.  amplissimo  Cardinale 
et  Protettore  dell'Ordine,  et  generale  il  Capitesontium,  o  per  meglio  dire  huomo  di  suo  capo^per 
il  respetto  di  Y.  A.  S.,  un  gran  Beligioso  dell'  Ordine  nostro,  frate  Uico,  detto  frate  ÀBtonto  di 
San  Gregorio,  Spagnuolo,  venuto  dal  Perù  a  Boma,  impetrò  dal  Papa  e  da  Y.  A.  S.  et  dal  Generale 
liceotia  di  condurre  operarii  del  santissimo  Yangelo  a  quelle  parti  ;  sendo  quelle  creature  sì 
necessitate  di  lume  della  santa  fede  cattolica,  che  bavute  le  lettere  apostoliche  venne  in  Spagna 


454  PESARO 

et  quivi  aggregati  i  Religiosi  per  questa  grande  impresa,  tra'  quali  seDdo  io  il  più  indegno,  col 
beneplacito  del  Re  Cattolico  andaisimo  alla  città  di  Siviglia.  Et  quivi  fatto  il  nostro  superiore  per 
elettione  canonica,  frate  Pietro  de  Alfaro,  naturai  di  Siviglia,  religioso  d' angelico  aspetto,  dopo  rhavcr 
noi  quivi  predicato  il  Vangelio  in  quella  città  more  apostolico  nelle  piazze  per  il  gran  concorso 
delli  popoli  che  ci  venivano  a  vedere;  sendo  la  cosa  nuova  in  quella  città  il  veder  Frati  scalzi  con  li 
piedi  nudi  per  terra  ;  et  dopo  d' essersi  convertita  una  Turca  ostinata  alle  nostre  prediche  come  an 
segno  del  frutto  clic  il  Signore  pretendeva  cavare  di  tale  missione;  l'anno  1577  la  notte  di  San 
tìio.  Battista  ci  facessimo  alla  vela,  et  partissimo  da  Sunto  Lucar  di  Barrameda,  porto  molto  celebrato 
et  importante,  ove  arrivano  le  flotte  del  Re  che  vengano  dal  Perù  e  da  Nuova  Spagna.  Ecco  qaello 
che  successe  nel  primo  >iuggio  del  suo  picciolo  ovile,  XIII  Religiosi  eletti  per  memoria  del  sacro 
numero  Apostolico,  secondo  che  il  Papa  V  haveva  havuto  per  bene,  et  sua  Maestà  cattolica  vi  meritò 
tanto,  dandoci  tutto  quello  eh'  era  necessario  per  si  gran  viaggio. 

•  11  secondo  viaggio  fu  dal  detto  Porto  (Ino  a  Nuova  Spagna:  et  prima  in  iO  giorni  arrivassimo 
all'Isole  Canarie,  duve  stette  il  santo  Frate  Diego, che  Sisto  V  ad  instanza  del  Re  canonizzò,  e  V.  A.  S. 
la  negoziò  sendo  altura  Protettore  di  Spagna.  Et  io  pretendo  qui  in  Roma  far  a  honore  di  questo  santo 
una  santa  memoria;  che  però  ho  consentito  l'esser  andato  il  mio  compagno  Frate  Felice  in  Spa- 
gna ;  e  se  di  là  nun  havesse  aiuto,  Y.  A.  S.  darà  l' aiuto  et  favore.  In  qu(.*ste  Isole  Canarie  vi  succede 
una  cosa  notabile,  che  non  vi  sendo  in  una  di  esse  acqua,  la  fa  il  Signore  Dio  distillare  per  11  rami 
et  foglie  d' un  grande  albero,  che  viene  a  bastare  per  li  abitatori,  et  anco  per  li  animali. 

«  Poi  partissimo  et  entrassimo  fjerquel  golfo  si  tempestoso  di  quel  mare  Oceano,  detto  dagli 
Spagnuoli  il  Golfo  de  la  Sieguas,  non  senza  timor  grande  ,  sendo  ohe  l'onde  sogliono  passare  1 
navilii  sopra  da  banda  a  banda;  acciocché  conoscessimo  esser  vero  quel  detto:  Qui  narigant  mare, 
narrent  perieula  eius  ;  et  per  meglio  provare  il  Signore  Dio  alli  suoi  servi,  volse  che  vi  entrasse  la  peste 
in  quella  flotta,  e  sei  de'  nostri  erano  passati  a  miglior  vita  con  segni  evidenti  ;  perchè  V  uno  diceva 
morendo:  Introibo  ad  altare  Dei;  V  altro  :  Videho  Dominum  ;  V  altro:  Complacuit  Patri  noiiro  dare 
nobit  regnum  :  un  altro  gli  ritrovassimo  nel  petto  su  le  nude  carni  una  croce  con  acuti  chiodi,  che 
gli  havevano  ferito  il  petto  :  alla  morte  d'  un  altro  apparve  di  notte  una  colomba  bianca  sopra  della 
gabbia,  sendo  lui  stato  devotissimo  della  Regina  del  cielo  Nostra  Signora,  digiunando  18  anni  ogni 
sabato  al  suo  honore  :  et  un  altro  che  era  il  più  robusto  et  gagliardo  di  tutti,  gli  convenne  risolversi  a 
partirsi  di  questa  vita  con  più   presli'zza  degli  altri,  et  diceva:  Moro  volentieri,  sondo    che  sia 
meglio  la  carne  mia  esser  cibo  di  i>esci  che  di  vermi,  et  sapendo  noi  che  Iona  Profeta,  che  fu  cibo 
di  ciuel  gran  pesce,  ora  crediamo  che  regni  glorioso  in  Paradiso.  Solo  io  et  il  superiore  et  il  buon 
Frale  Laico  restassimo  scuza  peste:  li  altri,  loci'hi»  poi  risanarono:  ma  acciò  non  ci  potessimo  gloriare 
d'  esser  i>assali  (|iiel  j^Tan  golfo  senza  gran  timore  di  niortf,  perniettollc  il  Signore  Dio  che  si  appic- 
ciassi fuoc<»  nella  nave  il  giorno  di  Santa  Anna,  et  già  abbruciata  ila  un  cantn,  alPoratione  della  Madre 
di  Nostra  Signora  e  di  tal  llgìiuoli»,  e  del  Padre  Santo  Francesco  e  di  quel  nostro  angelico  supcriore  s^ 
estinse  subitamente  il  fuoco.  Et  ecco  il  secondo  viaggio  sino  a  Nuova  Spagna.  Ma  prima  che  arrivas- 
simo, scontrassimo  un'  isola  detta  in  lingua  S[»agnuola  L:ì  Descada,  poi  cfueila  s'  è  nominata  di  Santo 
Domenico,  ove  i  soldati  primi   Spagnuoli,  che  v'arrivonmo  al  tempo  dell'Imperatore   Carlo  V,  >ì 
porlorono  tanto  male  di  quei  naturali,  che  quando  vi  pass.-issimo  noi  nò  un  solo  ve  ne  trovassiiiic)  vì\i», 
et  forse  per  questa  causa  li  Spagnuoli  presenti  a' tempi  nostri  dal  Drucco  vi  sono  stati  si  mal  trattati  ; 
perchè,  sta  scritto:  Eadcm  mensura  qua  menxi  fin^ritix,  riunictetur  et  vobi$.  È  isola  fertilissima,  et 
in  un  porlo  dove  stessimo  in  essa,  detto  Och«)a,  se  \i  fa  il  buon  zucchero  come  nelle  Oinarie.  Poi  in 
pochi  giorni,  cioè  la  vigilia  della  Madonna  di  settembre,  arrivassimo  al  primo  porto  di  Nuova  Spagna 
dello  Santo  Giovanni  Delua,  et  ipiivi  laudalo  il  Signore  et  baciata  la  terra  in  segno  di  gratitudine,  ci 
animassimo  a  seguitare  il  viaggio,  et  arrivassimo  a  un  luogo  di  mal' aria,  detto  Vera  Croce  :  et  in 
vero  clic  gli  quadra  il  nome,  sendo  che  si  come  li  Giudei  cavorno  per  mezzo  della  croce  il  sangue  al 
nostro  Redentore,  così  l' inimico  pare  faccia  con  li  cristiani  per  mezzo  dì  certi  moschetti  ohe  vi 
sono  tanto  crudeli,  che  mordendo  i  nuovi  arrivali  a  quella  terra,  gli  cavano  il  sangue:  ma  \i  pongono 
i  naturali  remedio  c«>n  certo  bagno  o  tinta,  qual  posta  sopra  delli  nostri  pieilì  el  gambe  ,  più  non 
ci  potettero  dar  noia.  Poi  arrivassimo  a  miglior  terra,  della  Scialaga;  poi  a  miglior  paesi,  com'è  la 
Scala,  la  città  della  Popohi,  et  ilnalmente  a  Messico,  sì  nominata  città;  et  fussimo  ben  ricevuti  con 
honore  e  da' Spagnuoli  e  da' naturali,  et  (juivi  evangelizzassimo  sino  al  mese  di  «licembre  con  tanto 
concorso,  eh'  era  necessario  ascender  sopra  delli  telli,  perchè  almeno  quei  naturali    vedessero  il 
Predicatore,  non  l«»  polendo  ascollare.  Et  questo  viaggio  terminato  con  l'arrivar  noi  al  porto  di  Acapulco 
passalo  tulla  Nuo\a  Spagna,  quivi  ci  fermassimo. 


.^K 


PESARO  455 


«  Poi  alli  tanti  di  marzo  ci  partissimo  da  quel  porto  l'anno  i 578,  et  cominciassimo  quella 
seconda  navigatione,  et  per  me  terza,  sendo  partito  da  Roma  la  prima  volta  per  Spagna;  et  in  quel 
mare,  detto  mare  del  Sud,  navigassimo  come  per  acqua  dolce,  senza  mai  haver  mal  tempo,  nò 
vento  contrario,  et  in  breve  tempo,  cioè  la  vigilia  della  Yisitatione  della  Madonna,  arrivassimo  all' 
Isole  Filippine.  Et  prima  lassassimo  le  Isole  Loarbute  a  una  mano ,  come  avevamo  lassato  il  Perù 
dall'altra,  e  giungessimo  alle  Ladrone  isole,  dette  da' Portoghesi  delle  Vele.  Sapessimo  che  erano 
da  IS  o  13  isole  incolte,  piene  d' huominì  salvatichi,  che  vanno  nudi  come  si  nasce,  benché  le 
donne  con  una  foglia  grande  si  cuoprono  le  parti  naturali.  Hanno  gran  timore  dell!  tiri  d' archibusi, 
et  però  gridavano  Eripee,  che  in  quella  lingua  vuol  dire;  non  con  Farchibusot  Tirano  con  fronda 
et  fanno  tanto  male,  che  ammazzano  li  loro  inimici  con  quei  quadrelli  di  pietra  che  tirano.  Non 
vogliono  oro  nò  argento,  ma  il  ferro  si,  per  lavorar  la  terra.  Sono  huomini  di  graa  forza,  con  un 
pugno  rompono  una  di  quelle  noce  dell'  Indie.  Quivi  non  sendo  giunta  1'  ora  di  farvi  I^Uo , 
fummo  stimolati  a  lassar  1'  idolatri  com'  erano  prima ,  et  lassando  questi  indegni  neJl'  Isole  di 
ponente  dette  le  Filippine,  in  breve  tempo  avendo  noi  pigliati  altri  sei  Frati  in  Nuova  Spagna 
in  luogo  delli  sci  passati  a  miglior  vita,  repartiti  more  apostolico,  et  in  breve  tempo  saputa  la 
lingua  di  quelP  isola  principale  detta  Lucon,  ci  piantassimo  l'Ordine  nostro,  et  vi  battezzassimo 
innumerabili  anime,  che  in  tre  mesi  con  quelle  che  prima  avevano  battezzate  li  Frati  di  sant'  Austi  no 
ascesero  al  numero  di  6000  mila  anime  battezzate ,  et  ora  saranno  senza  dubio  innumerabili , 
sendo  tanto  che  partissimo.  È  ben  vero  che  noi  che  andassimo  al  gran  regno  della  China,  sendoci 
solo  dimorati  tre  mesi ,  da  nove  Chiese  per  il  nostro  Ministro  vi  si  fondarono  solamente ,  quat- 
tromila anime  per  uno  vi  battezzassimo.  E  non  ò  vero  che  le  battezzassimo  more  apostolico  con 
uno  spargolo  spargendo  acqua  sopra  di  loro,  come  dissero  alcuni;  ma  catechizzandoli  prima  et 
insegnando  loro  la  dottrina  cristiana  in  quella  lingua  di  quell'  isola  detta  Lucon  ;  et  poi  gli  ammini- 
strassimo il  Sacramento  del  matrimonio  facendo  loro  forza  in  pigliare  per  loro  consorte,  di  tante 
donne  che  solevano  avere,  la  prima  da  essi  pigliata  in  quest'  isola.  Vi  vennero  poi  gli  Padri  della 
Compagnia  del  Giesù  per  via  di  Nuova  Spagna:  poi  vi  venne  il  Vescovo  dell'Ordine  di  Santo  Domenico 
con  altri  religiosi  Dominicani.  Onde  vediamo  che  nostro  Signore  Dio  si  serve  delle  Religioni  in  gran 
maniera,  et  sebbene  siamo  indegni  et  imperfetti,  ò  giusto  essere  aiutati  et  sopportati  da  Santa  Chiesa, 
et  favoriti  dalli  Principi  Christian!,  acciò  non  ne  seguiti  inconvenienti  maggiori,  come  andar  tali  Frati 
disformati,  o  con  banditi  o  con  heretlci.  Vostra  A.  S.  come  gran  medico  del  mondo,  si  come  so  cha 
intende  la  dolentia ,  son  sicuro  che  procurerà  dare  opportuno  remedio.  Et  questo  è  quanto  alla 
terza  navigatione  mia. 

t  Quanto  alla  quarta,  che  fu  dall'  isole  Filippine  al  gran  regno  della  China,  ove  andassimo  quattro 
Religiosi  l'anno  1579,  cioè  Frate  Pietro  de  Alfaro  Custode,  Frate  Gio.  Rattista  Scalzo  Pesarese, 
Frate  Agostino  di  Tordesiglias ,  et  Frate  Sebastiano  di  Baezza,  due  soldati,  Francesco  Ducnas  et 
Giovanni  Diara  Pardo  con  un  altro  di  Nuova  Spagna,  detto  Pietro  di  Vigliavoel,  con  alcuni  naturali 
di  Lucon,  in  una  picciola  fregata,  senza  sapere  arte  di  mare,  senza  nocchiero,  et  senza  sapere  il 
viaggio,  ci  animassimo  a  seguitare  il  nostro  Superiore,  et  in  tre  giorni  arrivassimo  per  il  giorno  di 
Santo  Gio.  Rattista  al  gran  regno  di  China,  siccome  due  anni  avanti  eravamo  partiti  da  Siviglia. 
Et  bora  venendo  a  dire  il  restante  saprà  V.  A.  S.  per  vera  relatione,  che  il  gran  regno  della  China, 
che  in  quella  lingua  si  nomina  Thaibin,  ò  un  solo  regno,  sebbene  affermano  che  anticamente  erano  tre 
regni,  combattendo  poi  tutti  i  tre  reami  insieme,  si  ridusse  a  essere  un  solo  questo  regno;  et  sebbene 
è  un  solo,  ò  diviso  nondimeno  in  i5  regni,  o  Provincie  di  tanta  grandezza,  che  ò  incredibile:  et 
sebbene  affermano,  essere  il  suo  circuito  tre  mila  miglia,  credo  sia  maggiore,  si  per  la  relatione 
delli  loro  libri,  si  per  la  relatione  de*  mercanti  con  quali  ragionai ,  si  anche  perchè  non  vogliono 
conquistare  altri  paesi  ;  segno  della  grandezza  di  quel  regno.  Il  numero  anche  degli  huomini  d'  esso 
è  innumerabile,  si  perchè  aflfermono  quel  Re  tenere  nelli  suoi  presidli  contro  alli  Tartari  un  milione 
e  mezzo  d' huomini  per  forte,  sì  anche  per  stare  innumerabili  di  essi  nelli  loro  gran  navilii  habitanti 
ìd  quei  gran  fiumi  loro,  si  anche  perchè  si  gloriano  di  poter  uccidere  i  nostri  con  far  che  i  nostri 
ammazzino  i  loro  condennati  a  morte ,  che  poi  il  fetore  di  quelli  potrà  ammazzare  tutti  li  nostri, 
non  li  lassando  partire  per  altra  via  :  et  in  vero  che  par  che  si  verifichi-  quel  detto  del  Salmo,  con 
•1  gran  moltitudine  de'  popoli  :  Seeundum  aUitudinem  tuam  multiplicasH  fiUos  hominum.  Et  qui 
vedrà  V.  A.  S.  quanto  sia  da  sentire  il  scendere  ogni  giorno  all'inferno  wì  milione  d'anime, 
per  penuria  di  ministri  del  santo  Evangelio ,  senza  il  vero  lume  della  fede  cattolica ,  et  quanto 
merito  acquisterà  in  cielo  aiutarmi,  come  sempre  ha  fatto,  acciò  per  quella  via  del  golfo  Persico, 


456  PESARO 


facendo  prima  un  laogo  a  Vcnctia ,  vi  possa  mandare  compagni  miei ,  che  per  gloria  del  Signore 
Dio,  et  per  zelo  della  conversione  di  si  bellissimo  regno,  si  animeranno  d'andarvi,  et  masiiiiie 
vedendo  che  i  Venetiani  per  acquisto  temporale  vi  conducono  li  fragili  vetri  ogni  anno  per  quella  via 
per  spatio  di  tre  mesi.  La  loro  principal  città  si  nomina  in  loro  lingua  Paquian  (  Pekino).  11  Re  si 
nomina  in  quella  lingua  Vutri,  cioè  Re  della  terra.  Evvene  un'  altra  princìpalissima.  chiamato  Naquin 
(Nankino),  alla  quale  slan  soggetti  li  otto  regni,  o  Provincie,  come  le  altre  sette  sUnno  soggette 
alla  gran  città  di  Paquian,  nella  quale  sebbene  bora  vi  è  la  sedia  reale,  anticamente  era  in  NaqiUD; 
et  questo  fa  per  meglio  reprimer  l' Impeto  e  furore  de*  Tartari,  che  fan  guerra  perpetua  alli  Cinesi. 
Et  a  questa  gran  città  di  Paquian  si  riducono  tutti  i  negotii  gravi,  come  i  negotii  di  tatto  Toscana 
a  Fiorenza.  Si  dice  die  i'aquian  ha  nove  muraglie  che  la  circondano,  e  non  ò  casa  iacredibUe: 
che  se  tanto  ò  San-quin-fu,  che  ne  ha  tre,  come  ho  visto,  meglio  ne  avrà  Paquian  nove,  il  Re 
non  si  vede  mai,  et  quando  esce  in  pubblico  con  cinq.*»  cocolii,  non  si  sa  in  quale  venghi  :  et  in 
questo  dove  imitare  il  suo  duce,  il  Demonio,  che  per  non  esser  visto  si  asconde  ncUi  idoli.  Qaattro 
sono  i  supremi,  che  hanno  il  governo  di  tutto  il  regno,  chiamati  da  loro  Colaii,  et  quello  che  questi 
decretano,  è  inviolabilmente  osservato,  et  non  t>  necessario  mandar  molti  commissarii,  sendo  tanto 
ternato  et  reverito  quel  Ke,  che  il  suo  nome  dipinto  basta  che  sia  mandato,  et  il  suo  volere  scrìtto 
in  UtoIo  o  chappe ,  come  dicono.  Vanno  i  Viceré  alli  loro  g(tverni ,  et  poi  vanno  1  Chayeo  in 
segreto,  et  fanno  render  conto  alli  Tutani  o  Viceré.  (^  città  che  governano  sono  ridotte  a  un  certo 
numero,  di  maniera  che  questo  nome  Fu  sono  155  cittì;  et  sulto  questo  nome  Chiev  sono  123 
città;  et  sotto  questo  nome  Nfen  sono  1154;  et  sotto  quisti^  nome  Hnf/  sono  911  città;  et  sotto 
questo  nome  Su  sono  tl3  città.  Il  regno  di  Thibin  ha  per  parte  di  ponente  l' Isole  innumenbili 
dette  Filippine;  ma  non  sono  tutte  popolate;  et  alle  parte  d' Oriente  i  Tartari,  gran  guerrieri  ;  et  dalla 
parte  australe  il  gran  regno  de  Cuocicina  detto  da  loro  Cuocincuve  ;  et  qui  presso  è  situato  V  isola 
si  conosciuta  Aynau,  et  dall'  altra  parte  la  Lay,  li  Limiami,  li  Brami,  et  li  Mogori,  et  1'  altre  isole 
innumerabili.  Et  tutto  11  regno  usa  una  lingua,  polita,  chiamata  lingua  Mandri,  come  la  toscana 
celebrata  da  noi,  cosi  quella  da  quei  naturali.  In  somma  perchè  si  fa  notte,  il  regno  è  un  solo  scielto 
tra  mille.  I^  ricchezza  sua  è  indicibile,  crescendo  sempre  il  suo  tesoro,  né  mai  sminuendo  ;  et  quei 
Magistrati  sono  divisi  in  tre:  1'  uno  ha  cura  delle  cose  civili  et  criminali;  l'altro  di  far  crescere 
l'entrate  del  Re;  e  l'altro,  detto  Chumbin,  domina  il  maro;  et  facilmente  potrebbe  qael  Re  per  molli 
giorni  ogni  giorno  mettere  rinquecirnto  navilii  «r  alto  Iiordo  in  acqua,  se  volesse.  Pensa  quel  re  essere 
nnico  e  singolare  nel  mondo;  et  non  ammetto  facilnieule  amliascialori  d'altri,  tenendosi  per  il  più 
allo  e  supremo  di  tutti  gli  altri  ;  nò  \um1i*  prrsciili,  sobbeno  fussen»  di  prejiiii  di  milioni;  né  vuole  che 
i  suoi  Minisiri  li  piglino:  nfd  quia  uitimur  in  ritium.  là  in  China  non  si  fa  negotii»  alcuno  se  non 
con  presenti  ut  doni:  ci  nio  voglia  cUv.  sircome  1'  intcntioiie  ♦•  biion.i  di  Nosln»  Signore,  che  non  si 
piglino  presenti,  sia  pi<|:liata  in  bene  la  sua  santa  volontà,  spiovala  in  una  Bolla  che  bora  si  è 
pubblicata.  Che  però  là  i  Poriuizhesi  si  prevalseri»  a  pura  fi»r/..-i  di  doni  e  di  presenti,  donando  a 
quei  (ìovcrnatori  belle  pez/.o  di  veluti  e  di  i^rane  line,  che  loro  non  seppero  trovar  la  via  di  farle  ;  et 
se  ogni  anno  non  presentassero  i  P»»rtnghesi,  s:iri'bboiio  disoariati,  u  li  faroblK)no  morir  di  fame. 
«  Quanto  poi  iiila  terra  è  fertilissiuìa  di  sua  natura,  et  anche  per  la  rommodità  di  poter  essere 
irrigaUi  per  tutto  le  parti,  sondo  i  tìumi  di  China  ^grandissimi,  ol  loro  ingegnosissimi:  et  là  nvn 
si  ricordano  mai  di  diluvii,  né  di  carestie,  an/i  sondo  tanti  i  popoli,  et  le  (tersone,  sou  soliti 
desiderar  la  peste,  acciocché  i  morti  diano  spazio  et  luop)  nia^'giorc  alli  vivi.  Quanto  poi  alli  frutti 
della  terra  ne  hanno  più  sorte  di  noi,  et  le  niolaranoif  sun  grosso  come  li  melloni  nostri;  ve  au 
sono  poi  dell'altre  conio  le  nostro,  che  son  buono  con  soorza;el  altro  più  picciole,  come  olive  di 
Spagna  di  gran  gusto.  Li  vini,  sebbene  non  sono  di  vili  e  vigne,  sono  buoni  come  li  nostri  et 
migliori.  Li  olii  d'  oliva  non  vi  sono,  ma  ne  hanm»  d'  altre  sorto.  Si  vedono  le  caso  grandi  piene  di 
pesci  socchi,  et  le  carni  d'ogni  sorte  in  tanto  numero,  che  Ix^no  mostrano  d'essere  membra  dell* inferno, 
che  mai  sadire  basta:  e  si  pongano  a  mangiare,  o  a  cena,  e  \i  stanno  Uno  all'altro  giorno  in  romtfifJKca- 
tionihus  et  ebrietatihux.  Fanno  li  apparali  altissimi,  pieni  di  varii  cibi,  et  li  olToriscono  alli  demonii. 
et  poi  si  mettono  a  mangiare,  et  poi  a  fare  le  loro  foste  eon  tanta  diligenza,  che  ci  confondono  a  noi 
cristiani.  Dirò  a  V.  A.  S.  quello  che  ci  successe  in  .Vmachao  Olaoao)  primo  porto  di  questo  regno,  ove  si 
è  principiato  l'Ordine  nostro  per  il  mio  indegno  ministero,  ci  é  fomlato  due  chiose  a  honore  del  Signore 
Dio  e  della  Madonna  dolli  Angeli.  Si  mossero  aceb'brar  (|uivi  avanti  alla  chiosa  nostra  la  loro  festa 
della  Luna,  et  erano  innumcrabili.  Né  volendo  tener  rispetto  al  Sacramonto  et  chiesa  nostra,  montai 
sul  palco,  e  con  la  disciplina  aiutato  dal  Signore  Dio  né  mandai  migliaia  d'essi  indispersi  che  non 


PESARO  -  PIEDADE  457 


sep{>ero  altro  dire.  Dipoi  fu  necessario  partir  dal  regno  della  China,  et  venir  all'  India  di  Portogallo, 
sendo  chiamato  dal  Consolo  del  re  di  Portogallo  a  dar  conto  di  conae  eravamo  entrati  in  quel  regno: 
et  cosi  l'anno  81  ci  partissimo  et  venissimo  in  breve  tempo  al  regno  di  Malaoa,  ove  predicando 
r  Evangelio  in  quella  lingua  imparata  in  breve ,  vi  si  fondò  un  principale  monasterio  dell'  Ordine 
nostro  detto  Madre  di  Dio  ;  et  poi  sendo  che  il  Re  Cattolico  guadagnassi  il  regno  di  Portogallo  et  l'India, 
fa  necessario  tornare  alla  China,  e  vi  tornai  con  cinque  Frati  novitii  a  dar  soccorso  a  quelle  due  prime 
chiese  di  China.  Et  tornalo  si  riscattorno  con  il  favor  divino  dalle  mani  delli  Cinesi,  che  non  admettono 
forestieri,  li  Frati  da  loro  detenuti,  venuti  doppo  noi,  fjra  quali  fu  Fr.  Martino  Ignatio,  che  ha 
scritto  V Itinerario  di  China:  e  poi  fu  necessario  per  obbedienza  lassarli  l'acquistato^  sendo  che 
sia  usanza  di  Spagna  con  li  nostri  farli  acquistati ,  e  loro  pigliarne  il  possesso  ;  et  con  ragione  sendo 
il  Re  si  cattolico  et  si  benemerito.  E  così  ci  imbarcassimo  di  nuovo  per  l' India,  eon  li  Ambasoiatori 
Giapponesi.  Et  arrivato  a  salvamento  la  loro  nave  e  la  nostra,  che  era  navi  le  della  China,  si  perse 
a  vista  de' nostri  occhi  una  nave  grossa  di  Portogallo,  che  doveva  portare  un  milione  d'oro, 
appresso  allo  stretto  di  Malaua  :  ma  non  si  anncgorono  perchA  furono  ricevati  nel  nostro  navilìo  di 
China  mille  persone  ;  et  nella  nave  delli  Ciapponesi  di  paura  il  loro  Capitano  non  volse  accettarne 
Dissuno;  et  mille  che  eravamo,  vedrà  V.  A.  S.  che  tali  sono  l  navilii  di  China.  Poi  venissimo  a 
certe  isole  Malduce,  poi  all'  isola  di  Peylao  (Geylan)  ove  nasce  la  cannella  :  et  quivi  fossimo  combattuti 
da  i3  fuste  di  Mori  per  spatio  di  tre  hore  il  giorno  di  Santo  Benedetto ,  et  il  Signore  ci  dette  vittoria. 
Poi  arrivassimo  all'  India  l' anno  84 ,  e  quivi  evangelizzato  il  Signore  tutto  l'  Advento,  per  gennaro 
r  anno  stesso  ci  partissimo  per  Portugallo,  et  venissimo  verso  il  capo  di  Buona  Speranza,  lassando 
a  mano  dritta  l'isola  di  Santo  Lorenzo  (Madagascar),  et  venissimo  a  salvamento  in  breve  tempo  all'isola 
di  Santa  Elena,  isola  lontanissima  da  terra  et  fertilissima,  ma  spopolata,  ove  sono  gran  giardini  et 
animali  a  proposito  per  pigliar  rifresco,  i  Portughesi,  ove  piacque  al  Signore  che  io  v'  instituli  la  Fra- 
ternità della  Madonna  del  Santissimo  Rosario,  et  vi  restorono  tre  servì  del  Signore  Dio  a  averne  cura 
per  quando  vi  arrivassino  le  navi ,  non  volendo  il  Re  che  tal  isola  si  abiti.  Poi  venissimo  all'  isola  di 
San  Tome,  et  a  Capoverde,  et  alle  Canarie,  et  finalmente  a  Lisbona.  E  poi  per  terra  venni  a  Bar- 
cellona, ove  ]'  anno  85  predicai  in  lingua  spagnuola,  quando  il  Re  vi  venne  e.  fece  giurare  per  principe 
il  suo  figliuolo,  et  dette  al  Duca  di  Savoia  la  figliuola.  Et  finalmente  venuto  et  tornato  a  Roma, 
V.  A.  S.  mi  favori  sempre,  et  li  piaceva  il  rigor  nostro  dell'  andare  scalzi.  Ma  poiché  il  Signore  lo 
richiamò  a  tener  cura  del  suo  Gran  Ducato,  fui  tribolato,  et  Sisto  V  estìnse  il  nome  degli  Scalzi  in 
Italia,  facendoci  Riformati,  perchè  i  persecutori  et  invidiosi  li  dissero,  che  non  haveva  voluto  ritornare 
air  India ,  sendo  falso  :  ma  fu  che  non  mi  lassarono  tornare  quei  del  Consiglio  ,  perchè  il  Papa  non 
aveva  posto  nel  Breve:  Dummodo.  consentiat  Rex  Catholieus.  Ove  accorgendosi  di  ciò  mi  riman- 
darono in  Italia  ;  et  cosi  ho  speso  il  tempo  finora  in  predicare  due  quadragesime  a  Genova ,  tre  a 
Venetia,  una  a  Roma,  et  1'  altra  in  Lombardia.  Se  V.  A.  S.  vorrà  aiutarmi ,  la  supplico  umilmente 
mandarmi  una  lettera  per  questo  proposito,  acciò  Nostro  Signore  mi  confermi  le  lettere  apostoliche, 
et  di  più  vi  si  aggiunga  poter  pigliare  in  Italia  questi  luoghi  per  aver  col  tempo  copia  di  ministri 
per  tal  impresa,  ne  dieat  inimicus:  eoepit  aedificare,  et  non  potuit  consumare.  Et  d' ogni  cosa  né  sia 
laudato  il  Signore  Iddio,  et  sua  Santissima  Madre,  et  reverito  il  Padre  Nostro  Santo  Francesco,  e  V. 
A.  S.  conosciuta  per  particolare  Prencipe  geloso  della  salute  di  tante  anime,  da  chi  cominciò  dopo  il 
Signore  Dio  il  loré  remedio.  Di  Roma  alli  iS  di  Gennaro  iS93. 

Ms.  504.  Pesaro.  —  Lettera  del  P.  Fr.  Egidio  da  Pesaro  al  Padre 

Antonio  da  Lucca  Vice-Procuratore  delle  Missioni. 

È  data  in  Rossetto  il  23  gennaio  1696.  Trovasi  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia.  In 
essa  dà  ragguaglio  delle  condizioni  della  Missione,  chiedendo  aiuti.  «  Non  siamo  rimasti  più  che  tre 
in  Egitto:  il  Padre  Gio.  Battista  della  Fratta-Maggiore:  il  povero  meschino  da  sei  mesi  fa  se  ne 
sta  soletto  in  Faiume;  il  Padre  Pasquale  al  Cairo:  ed  io  in  Rossetto:  io  fui  posto  per  supplì- 
mento  di  Cappellano  alla  nazione  Francese,  ec.  > 


A«a 


Sfm0ip' 


505.  PiEDADE.  —  Relagào  fidelissima  dos  execrandos  estragos 
e  sacrilegos  roubos,  que  os  Gregos  scismaticos  fizerao  no  Santis- 


458  PIEDADE 


SM-rif). 


Simo  Sepulcro  de  N.  Senlior  Jesus  Christo  em  Jerusalem  e  da 
perseguigao,  que  padecerao  os  Religiosos  Menores  da  Observancia 
de  N.  P.  S.  Francisco,  guardas  e  defensores  dos  Lugares  Santos, 
na  quella  barbara  invazao  do  dia  2  de  abril  de  1757.  Oflferecida 
aos  devotos  e  benefeitores  de  nuestra  Terra  Santa;  pelo  Reverendo 
Padre  Fr.  Gaetano  da  Piedade,  Pregador  Jubilado,  Ex-Guardiao 
do  Convento  de  S.  Francisco  da  cidade  de  Porto,  Penitenciario 
Goral  de  teda  a  Ordem  Serafica,  e  Commissario  Geral  de  Jerusalem 
nos  reynos  e  dominios  de  su  Magestade  Fidelissima.  Lisboa.  Na 
oflBcina  de  Francisco  Borges  de  Souza,  anno  MDCCLVIII.  Com 
todas  as  licengas  necessarias. 

Sono  due  cario  non  numerate,  e  31  pagina,  in  8.  Comincia:  «  Inda  nSo  tinhamos  cningado  as 
lagrimas  por  Io  que  a  conterco  em  JaflTa  ans  nossos  Keligiosos  no  dia  30  de  avril  de  1756,  ec  » 
N*  r;  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  List)ona. 

—  Relagao  fidelissima  das  continuas  vexagoens  e  grandes 
tyrannias ,  roubos  e  tormentos ,  que  continuamente  padecem 
OS  Religiosos  de  nesso  Padre  Sam  Francisco  em  Jerusalem  e 
Conventos  pertencentes  a  Terra  Santa  ,  de  que  ellos  s5o  guardas 
e  defensores.  Continu§o-se  todos  os  successos  acontecidos  desde 
a  ultima  Relagao  do  anno  1758  ate  o  presente  de  mil  settecentos 
sessanta  e  dous.  Oflferecida  aos  devotos  e  benefeitores  da  mesma 
Terra  Santa,  pelo  Reverendo  Padre  Fr.  Gaetano  da  Piedade, 
Pregador  Jubilado,  Ex-Guardiào  do  Convonto  de  S.  Francisco 
da  cidade  de  Porto,  Ponitenciario  Geral  de  teda  a  Ordem  Sera- 
fica ,  Commissario  Geral  de  Jerusalem  nos  revnos  e  dominios  de 
su  Magestade  Fidelissima.  Lisboa,  na  ofllcina  de  Francisco  de 
Souza,  anno  MDCCLXIII.  Com  todas  as  liconcas  necessarias. 

Sono  4  carie,  in  8,  numerai»-,  e  56  pagine.  N'è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

506.  Piedade. — Espelho  de  Penitontos  eChronica  daPro\dncia 
de  S.  Maria  da  Arrabida,  da  Regular  e  mais  ostreita  Observancia 
da  Ordem  do  Serafico  Patriarclia  Sam  Francisco,  no  Instituto 
Capucho.  Tomo  primeiro,  oflferecido  a  sempre  augusta  Magestade 
del  Rey  D.  Joào  y  nesso  Senhor,  por  seu  author  Fr.  Antonio  da 
Piedade,  Leitor  de  Theologia,  Qualificador  do  Santo  Officio,  Cliro- 
nista ,  Ex-Definidor  de  mesma  Provincia.  Lisboa  OccidentaL  Na 


PIERI  459 

officina  de  Joseph  Antonio  de  Sylva,  impressor  da  Academia 
Beai,  MDCCXXVII.  Com  todas  as  licenjas  necessarias. 

È  il  primo  volume  della  Cronica  dell'  Arrabida,  di  cui  facemmo  cenno  illustrando  il  tomo 
secondo  ,  con  cui  la  continuò  il  Padre  Giuseppe  di  Jesus  Maria.  Conta  quattordici  carte 
preliminari  non  numerate,  e  972  pagine:  contiene  importanti  notizie  dello  nostre  Missioni,  spe- 
cialmente d'Affrica  e  del  Brasile.  E  rispetto  ali'  ultimo,  rivendica  ali'  Ordine  nostro  la  gloria  d' 
essere  stato  il  primo  ad  inviare  Apostoli  in  quelle  regioni^  contro  alcuni  scrittori  che  ne  fecero 
merito  alla  Compagnia  di  Gesù,  che  dipoi  v'  aggiunse  con  molto  zelo  e  successo  l' opera  sua.  «  Antes 
qae  os  RR.  Padres  da  Companhia  de  Jesus  entrassem  a  eij^tlmr-esta  parte  de  Novo  Hunfio...  (egli 
scrive)  indo  juntamente  com  o  Govemador  Thomé  de  Sonza,  qae  no  anno  de  1549  fondoa  a  cidade 
de  Bahia  de  Todos  os  Santos ,  cabeza  e  metropoli  de  lodo  aquello  estado ,  Ja  a  nossa  Ordem  se 
havia  anticipado  em  mandar  obreiros  para  a  mesma  cultura  do  sacrado  Evangelho ,  em  cqjK  : 
cmpresa  sacriQcar^o  as  vidas  para  major  sua  gloria,  exaltacSo  da  fé,  e  lustroso  credito  de  toda  a 
Seraflca  Familia.  >  In  (atti  oltre  i  primi  Francescani,  che  vi  approdarono  con  Cabrai  l'anno  1500 
quando  a  caso  scoprirono  il  paese,  e  primi  di  tutti  vi  celebrarono  la  Messa,  dipoi  «  no  anno  de 
1503  mandou  a  Provincia  de  Portugal  a  dous  fllhos  seus,  de  quem  ignoramos  os  nomes ....  os 
quaes  apenas  desembarcar3o  em  Porto  Seguro  ...  *  fabricaiHo  logo  un  tempio,  e  junto  a  elle  duas . 
apartadas  casinhas  para  o  seu  recolhimcnto.  Era  copioso  o  firnto  que  fàziSo  catequizando  huns  e 
bautizando  outros ...»  Ma  i  nativi  mal  soffrendo  gente  straniera  nel  loro  paese,  li  uccisero  ;  «  e 
para  que  a  mina  dos  catholicos  fosse  intera ,  usarllo  de  outra  industria  diabolica ,  e  foi  que  dous 
destes  Tapuyas  (cosi  si  chiamavano  que'  barbari)  vestlifia. 06  habitos  dos  dous  Religosos:  »  e  così 
sterminarono  tutta  la  piccola  chiesa  testò  fondata.  Dopo  ciò,  i  cattolici  che  sopravissero,  abbandonati 
in  mezzo  a  tal  gente,  se  non  perdettero  del  tutto  la  fede,  nel  fatto  e  ne'  costumi  ne  addivennero 
peggiori.  Cosi  passarono  alcuni  anni  ;  quando ,  o  sia  che  ad  alcun  di  essi  venisse  l' inspirazione 
d' implorar  rimedio  a  tanta  rovina,  o  che  per  caso  saputosi  in  Europa  quel  che  ivi  era  accaduto , 
ci  fosse  chi  si  prese  pensiero  di  provvedervi  ;  certo  è  che  1'  Ordine  Francescano  inviò  colà  altri 
due  Missionari  d'Italia,  i  quali  pervenuti  t  a  mesma  Capitania  do  Porto  Seguro  .  . .  redificarSo  o 
tempio  que  haviSo  fabricado  os  dous  primeiros ,  e  o  dedicarlo  a  nosso  Padre  SSo  Francisco,  e  tambem 
reparar9o  as  antigas  casinhas  para  a  sua  habitac^o.  >  Ricomposero  la  colonia  cristiana ,  e  poi  si 
dedicarono  alla  conversione  dei  Gentili.  Ma  incontratisi  in  un  gran  (lume,  un  di  essi,  provandosi  a 
passarlo,  vi  peri;  onde  avvenne  che  quindi  innanzi  il  fiume  si  chiamasse  il  Rio  del  Frate,  e  il 
compagno,  rimasto  solo,  fece  ritorno  in  Europa.  Dopo  questi  due  Padri,  i  Francescani  ricompariscono 
in  quella  contrada  il  1558,  mirabilmente  moltiplicandovisi,  e  durandovi  con  istraordinario  onore  sino 
a'  dì  nostri.  (Dal  lib.  I.  cap.  3.)  Le  stesse  cose  ha  il  Padre  Jaboatao,  iVot^o  orbe  Serafico  Brtuilico,  ec. 
Un  esemplare  dell'  opera  del  Padre  Antonio  da  Piedade  trovasi  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

507.  Pieri.  —  Compendio  biografico  del  Servo  di  Dio  Fra 
Odorico  di  Collodi,  sacerdote  professo  dell'  Ordine  de'  Minori  Os- 
servanti di  S.  Francesco,  Missionario  Apostolico  nella  Cocincina. 
Compilata  dal  P.  Fr.  Francesco  Pieri  di  Lucca  dello  stesso  Ordine. 
Roma,  Tipografia  Tiberina,  1861. 

Sono  52  pagine  in  8.  Il  Padre  Odorico  nacque  in  Collodi  nella  diocesi  di  Lucca  in  Toscana  il 
7  settembre  del  i788.  Vestì  l'abito  Francescano  nel  Convento  di  S.  Bernardino  di  Orte  della  Osser- 
vante Provincia  Romana  il  3  maggio  i807 ,  e  il  SI  febbraio  del  seguente  anno  1808  per  speciale 
indulto  pontificio  fece  la  solenne  professione.  Il  7  marzo  poi  del  1818  partì  Missionario  per  la 
Cipa,  tenendo  la  via  dell'  America,  e  giunse  a  Macao  il  marzo  del  1830.  Infierendo  in  quell'  Im- 
pero la  persecuzione  contro  de' cristiani,  non  potò  penetrarvi  ;  onde  si  recò  per  mare  alla  Cocin- 
cina. Il  Padre  Pieri  racconta  per  disteso  la  difficilissima  quanto  proficua  missione,  che  quivi  lo  aveva 
inviato  a  compiere  la  Provvidenza;  le  fatiche,  i  patimenti  di  ogni  genere  che  ebbe  a  sostenere,  i 


Mi. 


460  FILAR 

fluiti  copiusùisiini  che  ne  raccufóc,  e  linalmcDte  la  sua  cattura,  la  lunga  e  penosissima  prigiuuia  e 
la  santa  morte  avvenuta  nella  carcere  di  Ai-Lao  il  33  maggio  del  1834. 

Subito  die  no  giunse  la  certa  notizia  a  Roma,  venne  comunicata  air  Ordine  con  lettera  dì 
Monsignor  Angolo  Mai,  Segretario  allora  delF  Economia  della  Sacra  Congregazione  di  Propaganàm, 
e  poi  insigne  porporato  di  S.  Chiesa,  e  indirizzata  al  Rmo  Padre  Generale  di  tutta  la  MlDoritict 
Famiglia  Padre  Giuseppe  Maria  da  Alessandria,  fatto  poi  vescovo  di  Avellino,  e  finalmenle  morto 
titolare  della  chiesa  di  Caltagironc  di  Sicilia.  La  data  è  del  16  aprile  1836 ,  e  diceva:  t  11  rerereado 
Padre  Odorico  di  Collodi  dell'  inclito  Ordine  de'  Minori  Osservanti  della  Provincia  Romana,  nella  perse- 
cuzione eccitata  dal  Re  della  Cocincina,  ha  dato  illustri  esempii  delle  virtù  di  cui  era  fornita  Costante 
egli  nel  confessare  la  nostra  santa  fede,  lia  saputo  rigettare  le  insidiose  offèrte  degli  infedeli ,  ed  ha 
piuttosto  voluto  soffrire  costantemente  tutti  i  disagi,  che  vanno  congiunti  col  carcere,  le  vessazioni,  la 
(lisportazione  la  più  crudele.  Ma  la  vita  di  questo  illustre  confessore  di  nostra  santa  fede  ha  do^'Vlo 
finalmente  soccombere  al  peso  de* cattivi  trattamenti,  che  con. esso  si  usavano,  e  dopo  una  febbre  di 
iioattro  giorni  il  dì  23  maggio  del  1834  al  mezzogiorno  passò  air  altra  vita  nel  carcere  di  Ai-Lao, 
dove  era  ristretto  col  signor  Jaccard  Missionario  alunno  del  Seminario  delle  Missioni  estere  di  Parigi, 
ristretto  per  la  stessa  onorevole  cagione.  Il  Segretario  della  Propaganda  ne  partecipa  a  V.  P.  Rev. 
la  notizia ,  perchè  non  sia  defraudato  il  suo  Ordine  di  questo  onore ,  e  il  defunto  de*  consseli 
suffragi.  • 

Aggiungo  che  Tanno  1835  fu  pubblicata  in  Iloma  una  Relazione  deW  ultima  peneeusknu 
eceilata  contro  i  cristiani  nella  Cocincina,  tratta  dalle  lettere  autentidìe  scritte  di|  quel  regmà  éàl 
Padre  Odorico  da  Collodi,  E  queste  senza  dubbio  si  conservano  nelP  Archivio  di  Propaganda, 

508.  PiLAR.  —  Instruccion  para  Ics  Missioneros  de  Conchin- 
china  :  por  el  P.  Fr.  Julian  del  Filar  de  la  Provincia  de  S.  Pablo. 
Ano  de  1770. 

—  Historia  de  las  guerras  de  Cochinchina. 

—  Historia  de  la  Missiones  Catolicas  en  Cochinchina. 

Cosi  l'HuRRTA  (Estado  ec).  Nato  nella  diocesi  d' Aviia  il  1733,  passò  alle  Filippine  il  4756. 
donde  fu  inviato  alle  Missioni  della  Concinrina.  11  suo  zelo  vi  operò  prodigii,  per  cui  venne  nomi- 
nalo Vicario  Apostolico  della  Provinola  di  Kan-Koo.  V  el»I)e  a  soffrire  prigionie  e  mali  truttanaenti 
d'ogni  maniero,  l^aru  die  il  1775  s' imbarcasse  per  ritornare  in  Ispagna.  «  Ignorase  ( dice  il  citato 
Padre)  donde  y  cuando  murió.  • 

—  Hrevo  Rolacion  y  exactas  noticias  do  los  estragos  hacae- 
(;idos  en  nuestras  Seraphicas  Missiones  en  los  dominios  del 
Regnlo  de  Kan-Koo ,  reyno  de  Camboja ,  en  los  tnmultuosos 
asjiltos  quo  dieron  los  levantados  Chiiios,  Malayos  y  Cambojas 
en  los  anos  de  1769  y  en  el  de  1770.  Escrivelo  el  P.  Fr.  Julian 
de  Nuestra  Sonora  del  Pilar,  Salinantino,  Predicador,  Missionario 
Apostolico  de  las  Missiones,  que  la  Sancta  y  Apostolica  Provincia 
de  San  Gregorio  de  Religiosos  Descalzos  de  nuestro  Serafico 
Padre  San  Francisco  de  las  Islas  Philippinas  tiene  en  los  reynos 
de  Cochinchina,  Champa  y  Camboja;  Notarlo  Apostolico  y  Vicario 
que  fué  de  dicha  provincia  de  Kan-Koo  :  con  cuyo  motivo  se 
elucida  con  varias  noticias  y  sucesos  pertenecientes  a  dichas 
Seraphicas  Missiones.  Ano  de  1770. 


PILOTI  461 


Altro  Manoscritto  interessantissimo  in  8,  di  65  carte,  inviatomi  da'nostri  Padri  di  Manila. 

509.  Piloti.  —  Alcune  lettere  del  Padre  Eugenio  Piloti , 
Vescovo  Portimense,  ora  per  la  prima  volta  pubblicate.  Bassano, 
Tipografia  Baseggio,  MDCCCXXXIV. 

Un  volume  di  69  pagine  in  8.  Vestì  V  abito  Francescano  il  4715  :  parti  Missionario  per  la  Cina  il 
1729,  e  vi  durò  37  anni.  Fu  fatto  Vicario  Apostolico  di  Kensi  e  Kansi  col  titolo  di  Vescovo  Portimense  il 
1739,  e  mori  soffrendo  una  crudele  persecuzione  nel  1756.  Quanto  alle  sue  lettere  basti  il  giudizio 
che  ne  dà  Bartolommeo  Gamba  nella  sua  opera  De'  BassaneH  iUustri.  «  La  lettura  (  egli  dice  )  n'  ò 
interessante  :  e  da  essa  si  scorge  abbastanza  che  Monsignor  Piloti  era  dotto,  Apostolo  pieno  di  carità 
e  di  amore,  Missionario  della  Santa  Sede  attivo  e  svegliato.  » 

Le  lettere  pubblicate  sono  7 ,  precedute  da  una  breve  Vita  dell'  illustre  Missionario  e  Prelitò 
Francescano,  scritta  da  Giambattista  Vergi,  che  ci  duole  di  non  poter  riferire.  Ma  esse  non  sono 
che  un  saggio  delle  molte  altre  ed  importantissime,  che  egli  ebbe  lasciate,  come  si  vede  dalla 
conclusione  del  sopraddetto  cenno  della  sua  vita,  che  dice  :  «  Abbiamo  del  nostro  Eugenio  un  bel 
Volume  di  lettere  raccolte  e  conservate  dal  Dottor  Glangaspero  Marangoni,  nelle  quali  ci  dà  esattissimi 
ragguagli  intorno  alle  principali  città  della  Gina,  ai  costumi  di  que'  popoli ,  alle  massime  e  riti  della 
loro  religione,  e  lo  stato,  leggi  e  governo  politico  di  quellMmpero  Cinese,  e  lo  stato  di  quelle 
Missioni,  ossia  riguardo  alle  persecuzioni  degli  Imperatori,  ossia  riguardo  alle  controversie  insorte 
e  vertenti  fra'  Missionari  medesimi.  Il  Memmo  (  Francesco  Memmo,  Vita  e  Macchine  di  Bartolommeo 
Ferradno)  ci  aveva  fatto  sperare  di  pubblicarle  con  le  stampe  per  non  defraudare  il  pubblico  di 
lettere  tanto  erudite  e  curiose,  che  chiaramente  fanno  vedere  le  molte  favole,  che  ci  vendettero 
certi  scrittori  per  rapporto  a  que' paesi  asiatici  ;  ma  le  speranze  degli  eruditi  rimasero  finora  deluse.  • 

Anch'  io  posseggo,  tra  le  mie  carte,  copia  di  parecchie  lettere  inedite  del  nostro  Piloti ,  che 
non  so  se  saranno  le  stesse  del  volume  del  Marangoni. 

Non  potendo  qui  riferire  le  suddette  notizie,  che  del  nostro  Missionario  pubblicò  il  Vergi,  darò 
almeno  la  lettera  latina  con  cui  un  sacerdote  Cinese,  Vitale  Kciò,  ne  annunziava  al  Generale  dell' 
Ordine  la  morte. 

t  Rev.  Pat  Pat.  Col. 

«  Patemitatem  vestram  reverendlssimam  commonefacio  felicissimum  obitum  Illus.  etBmi.  D.  Eu- 
genii  Piloti  Episcopi  Portimensis,  Vicarii  Apostolici  harum  provinciarum  Kensy  et  Kansy,  qui  omnibus 
sacramentis  me  adminlstrante  munitus,  cum  sancta  pace  die  trigesima  decembris  anni  1756  e\  hac 
miserabili  vita  in  aliam  transmigravit.  Hinc  igilur  oret,  et  orabit  prò  eo,  ac  sacriflcia,  quae  prò 
Missionariis,  sive  vestris  confratribus  offerri  consuevit,  solo  charitatis  titulo  exposcit  ipse  pie  defun- 
ctus  Praesul.  Quamvis  hoc  aliunde  Paternltas  Vestra  Rma  ignorare  haud  possit,  attamen  ex  mea 
obligatione  officii  ac  commissionis  felicis  memoriae  Illus.  Domini  praeteriti  minime  possit.  Praeterca 
corpus,  seu  cadaver  praefati  felicis  memoriae  Illus.  Domini  ante  altare  depositum  usqne  ad  dicm 
tertiam  adhuc  flexibile  eraU  prima  die  extra  feretrum,  secunda  et  tertia  vero  intra  feretrum  apertum 
quibus  acurate  observavi  num  flexibilitas  dicti  cadaveris  mutaretur,  sed  in  facto  nulla  fall  mutatio. 
Quamobrem  cupiebam  relìnquere  feretrum  apertum  usque  ad  diem  octavam,8ed  consultius  tribus 
elapsis  diebus  fuit  clausum  clavis  ferrcis  secundum  consuetudinem  sinensem,  quia  tunc  erat  terribilis 
persecutio  occasione  capturae  Hlus.  Domini  Rosaliensis  conlra  personam  felicis  memoriae  Domini 
Praesulis  suborta  (qui  vere  passus  fuit  martyrium  ,  ut  scio,  quonlam  fui  eiusdem  indlgnus  Con- 
fessarius  et  Secretarius;  quantam  paticnliam,  quantum  timorem  sustulit  in  illa  tempestate!  saepc 
huc  illucque  de  civltato  in  civitatem,  et  de  familia  in  famillam  fugam  arripuit  cum  sua  gravissima 
inflrmitate);  unde  urgente  necessitate  die  octaya  fuit  sepultus  extra  civitatem  in  terra  cuiusdam 
christiani,  a  me  benedicta;  Dei  tamen  speciali  gratia  huc  usque  nuUus  fuit  rumor,  ncque  alìquis 
infldelis  hoc  animadvertit. 

«  Intra  octo  dies  furtim  fuit  concursus  plurium  Christi  fidelium  utriusque  sexus  (  licet  rigorose 
prohibui  ne  aliquis  illuc  accederet  praeter  illos,  qui  aliquo  officio  fungi  poterant  propter  praedictam 
persccutionem  :  quanto  autcm  eis  prohibeam ,  tanto  magis  praetextu  alterius  rei  oh  amorem  ac 


4(52  PINUELA 


dolorem  erga  pie  defuntum  Domìnam  Praesnlem  accedebant,  et  eo  amplios  admirabantiur  dieeotes: 
Sanctum,  Sanctum),  qui  inter  se  conferebant  circa  nexibilitatcm ,  hoc  numqaam  vidimasi  Tali 
tempore  biemali  acqua  et  oleum  in  cubiculo  etiam  gelantor ,  praesertim  si  foras  eiieianUir,  statim 
fiunt  gelu,  et  glacies,  vcluti  cum  in  terram  aspergitur.  Illis  hoc  significavi,  quod  extraordinarie 
accidit,  quod  etiam  est  signnm  sanctitatis,  huiusmodi  saepe  saepius  io  Europa  aocidaL 

t  Quapropter  dicam  illum  esse  beatum  et  sanctum  :  de  caeteris  suis  virtutibas  dioamenre 
longum  est;  scilicet  fuit  vir  doctissimus,  sed  humilis,  immo  valde  studiosoa,  zelosus,  benignos; 
benevolus,  praecipue  affectus  utraque  cbaritate  erga  Dcum  et  proxlmum;  hoc  verum  est  quod  pares 
buie  pauci  putentnr.  Quod  superest,  si  quid  tnm  in  scribendo,  quam  in  eonstroctione  offendi, 
minosve  latine  som  locutus,  tyroni  et  advenae  non  proprio  scribcnti  idioma  Ignoseas  amabou 
Interim  me  vestris  sanctissimis  orationibns  ac  sacriflciis  enixe  commendans,  sacram  dexleram  eins 
bomillime  deosculans  subscribo. 

Paternitati  Vcstrae  Reverendissimae 

Ex  Provincia  Kansi  civitatc  Kiangseu 
XVII  KaL  octob.  1757. 

Hnmil.,  ac  Observ.  Servos 
ViTALis  Kcio  indignus  Miss.  Apostolicos 
S.  Congregationis  de  Propag.  Fide. 

**•  510.  PifiuELA.  —  Relacion  de  las  Misiones  de  China  en  el  ano  de 

s«v.  1677,  por  el  P.  Fr.  Fedro  Pinuela  de  la  Provincia  de  San  Diego 

Aaii 

de  Mejico. 

—  Relacion  de  los  progresos  de  la  mision  de  Lo-yuen-hien,  ec. 
Firmada  el  6  de  Ene^  de  1680. 

—  Dialogo  en  idima  Chinico,  entro  un  Ministro  evangelico,  y 
en  letrado  Chino,  ano  de  1688. 

—  Catalogo  de  los  Religiosos  Misioneros  Franciscanos  que 
entraron  en  China  dosde  el  ano  do  1579  a  1700. 

Tutti  questi  lavori  restano  Manoscritti:  l'ultimo  è  in  latino.  A  stampa  poi  si  hanno  i  seguenti, 
tutti  in  lingua  cinese. 

—  Controversia  de  la  ley  de  Dios  centra  los  Gentiles ,  Canton, 
1703. 

—  Vida  de  N.  P.  S.  Francisco.  Canton,  oc. 

—  Ejercicio  de  oracion  de  San  Pcdro  de  Alcantara,  con  addic- 
ciones.  Canton,  ec. 

—  Breve  esplicacion  do  las  indulgencias.  Canton,  ec. 

—  Diferencia  entro  lo  temperai  y  eterno.  Canton,  ec. 

—  Tratado  sobre  la  piedad  y  devocion  con  las  animas  del 
Purgatorio.  Canton,  ec. 

—  Catecismo  de  doctrina  cristiana,  con  oraciones  para  confesar 
y  comulgar,  y  otros  ejercicios  de  virtud.  Canton,  ec. 

—  Tratado  sobre  las  virtudes  de  varias  plantas  y  piedras. 
Canton,  ec. 


pisis  463 

—  Regia  de  la  Tercera  Orden  de  San  Francisco .  Canton ,  ec, 

—  Arte  de  la  lengua  Chinica  en  Castellano  y  Chino.  Canton,  ec. 

Cosi  l'HuERTA  (Esiodo,  ec),  che  aggiunge  la  seguente  biografia  del  Santo  Missionario.  «  Fr. 
Fedro  Pifiaela,  Predicador,  naturai  de  de  la  ciudad  de  Mejico,  profesó  en  la  santa  Provincia  de 
San  Diego  de  Mejìco,  paso  a  Filipinas  el  ano  de  4671. . . .  Permaneciò  en  Manila  basta  quc  ordenadu 
de  sacerdote,  salió  para  las  Misiones  de  China  el  ano  de  4676.  Aprendiò  el  idioma  Ghinieo  con 
brevedad  y  perfeccion ,  dedicandose  a  la  conversion  de  la  almas  con  celo  y  caridad  infatlgabto  en 
la  provincia  de  Foquien.  Por  los  anos  de  4679  fundó  on  el  pueblo  de  Ghian-glo  una  iglesia  de- 
dicada  a  San  Miguel  Arcangel ,  y  poco  despues  otra  bajo  la  advocacion  de  S.  Salvador  en  Lun-Keu. 
En  los  afios  de  4684  y  4685  corrió  mil  y  cien  leguas  acompaffando  el  limo  senor  D.  Fr.  Bernardino 
della  Chiesa,  en  su  visita  diocesana.  Despues  fundó  una  iglesia  en  la  ciudad  de  Chan-Cheu  el  afio 
de  4686,  y  sucesivamente  fundó  otra  en  Kiem-ming  con  la  advocacion  de  Nuestra  SeiSora  de 
Guadalupe  de  Mejico,  y  otra  en  Tay-ning,  dedicada  a  San  Fedro  de  Alcantara . . .  Este  infatigable 
operarlo  evangelico  falleció  el  dia  30  de  Julio  de  4704,  a  los  54  de  su  edad,  y  28  de  apostolico 
mìnisterlo  con  gran  senti miento  de  sus  convertidos  y  hermanos  Religiosos,  quienes  le  dieron  honoriflca 
sepultura  en  la  iglesia  de  Ghan-cheu.  > 

511.  Pisis,  —  De  conformitate  vitae  beati  Francisci  ad  vitam 
Domini  nostri,  Redemptoris  nostri,  opus  editum  ab  illuminato  sa- 
crarum  litterarum  interprete  consumatissimo,  Fratre  Bartholomeo 
de  Pisis,  Ordinis  Fratrum  Minorum  Sancti  Francisci,  ob  reveren- 
tiam  praelibati  Patris  Sancti  Francisci.  Mediolani,  1513. 

Un  volume  in  foglio,  di  229  carte.  Rarissimo.  Lo  incontrai  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento 
di  Sant'  Anna  di  Parigi.  Importantissima  per  la  storia  deir  Ordine  e  delle  nostre  Missioni  è  la  pars 
seeunda  wtdeàmi  fructus  et  conformitatis  del  lìb.  I,  la  quale  ha  per  titolo  :  Franciscus  destiìvatar. 
Ve  n'  è  anche  un'  altra  edizione  anteriore,  e  non  meno,  se  non  più  rara,  fatta  parimente  in  Milano 
il  4510,  di  cui  posseggo  un  esemplare  ;  ma  è  mancante  del  frontispizio  e  de'  primi  XXX  fogli  dei 
CCLVI  che  numera.  In  fine  è  la  lettera  con  cui  il  Ministro  Generale  dell'  Ordine  approva  1'  opera 
in  nome  proprio  e  di  tutto  il  Capitolo  Generale  d'Assisi  del  4399,  da  cui  scrive,  e  lodaPAutore; 
e  sotto  si  legge  il  nome  dello  stampatore  con  la  data  dell'anno  e  del  mese  che  il  libro  fu  finito  di 
imprimere.  Cioè  :  Impressum  Mediolani  per  Gotardum  Ponticu  :  eujus  Officina  libraria  est  apud 
templum  sancti  Satiri.  Anno  Domini  M.  CCCCCX.  die.  XVIII.  Mensis  septembris.  La  lettera  del  Generale 
è  come  appresso: 

t  In  Christo  sibi  charissimo  Fratri  Bartholomeo  de  Pisis  sacre  theologie  magistro:  Frater 
Henricus  Ordinis  Fratrum  Minorum  minister  et  servus:  ceterique  ministri  ac  diffinitores  eapituli 
generalis  apud  sacrum  locum  de  Assisio  die  seeunda  augusti.  Anno  Domini  M.  CCCLXXXXIX 
celebrati  salutem  et  pacem  in  Domino  sempitemam.  Opus  quod  divina  fa  venta  clementia  :  et  inti- 
tulatur  de  conformitate  vite  beati  Francisci  ad  vitam  Domini  nostri  Jesu  Gbristi  fecisti  :  inspici, 
discuti  et  examinari  fecimus  dilìgenter  :  cum  arbore  quam  nobis  personaliter  presentasti  :  et  nihii 
invenimus correctione dignum, sed  laude:  de  quo  tue  regratiando  prudentie:  presentibus  Ubi  licentiam 
faciendi  depingi  ipsam  arborem ,  ac  ipsum  opus  volentibus  videre  A  transcribere ,  quod  eis  possis 
communicare  liberaliter  impertimur.  In  culus  rei  testimonium  presentem  litteram  in  registro  Ordinis 
positam:  fecimus  sigillo  generalatus  officii  impressione  muniri. 

«  Data  in  dicto  sacro  loco  anno  die  et  mense  superius  annotatis.  » 

Ma  oltre  a  queste,  ve  ne  sono  due  altre  edizioni:  la  prima  di  tutte,  di  Venezia,  rarissima 
senza  data  e  senza  il  nome  dello  stampatore;  e  la  quarta,  del  4590,  per  il  Francescano  Conventuale 
Padre  Geremia  Bucchio,  che  venne  anche  riprodotta  in  Bologna  il  4620,  e  di  cui  poi  fece  un' 
edizione  in  compendio,  in  Colonia,  Filippo  Bosquerio  col  titolo:  AntiquUates  Frandscanae,  4623 
in  8.  L'edizione  del  Padre  Succhio  ha  il  titolo  seguente:  Uber  aureus  inscriptus  Uber  conformi- 


464  PLAN  -  PLANO 


A«a 


taium  vUae  Beati  FrancUd  ad  vUam  Jesu  ChrUti  Domini  Noitri,  Nunc  demum  in  iucem  edìtoj, 
atqw  infiniti»  propemodum  mendis  eorreetu»  a  Reverendo  ac  dociistimo  P.  Fr.  Jeremia  BiweMo 
Utinenti,  Sodali  Frandscano,  Dottore  Theologo,  laboriosi»  omatistimitque  lueubraiionibu»  iUutiraiut, 
Cui  piane  addita  ett  perbrevit  et  faeilis  Motoria  omnium  virorum,  qui  sancHtate,  probitate,  innoeenUa, 
vita  et  doetrina  eecleiiattici$que  dignitatibus  in  Franàteana  Religione  utque  ad  nostra  haec  tempora 
exeelluerunt.  Bononiae,  apud  Àlexandrum  Benatium.  FacuUate  a  superioribtu  eoneeua.  1590.  •  £  in 
fuglio,  e  conta  16  carte  preliminari  senza  numerazione,  e  330  numerate.  Ne  trovai  un  esemplare 
nelP  Archivio  del  nostro  Convento  di  Sant'  Anna  di  Monaco  in  Baviera.  Questa  edizione  è  più 
importante  delle  altre  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane,  per  le  aggiunte  fattevi  dal  Bacchia 
Inoltre,  abbiamo  di  quest'  opera  del  Pisano  una  traduzione  italiana  autografa,  eoa  la  data  degU 
anni  1543  e  1544,  del  Padre  Dionigio  Pulinari  dell'  Osservante  Provincia  Toscana,  autore  anche  della 
Cronica  della  stessa  Provincia,  parimente  inedita,  di  cui  s' era  occupato  con  tanto  allietto  il  nostro 
Padre  Franct«co  Frcdiani,  per  pubblicarla;  quando  la  morte  pose  Une  alla  troppo  breve  sua  vita. 
Di  questa  traduzione  parlò  primo  di  tutti  Cesare  Guasti  nelle  sue  note  alla  Storia  di  San  Franeuco 
di  Emilio  Chavin  de  Malan,  eh'  egli  tradusse  dal  francese,  o  di  cui  si  sta  ora  rifacendo  una  seconda 
edizione  da  lui  riveduta.  La  traduzione  del  Pulinari  ò  ora  tra'  Manoscritti  della  Nazionale  di 
Firenze. 

512.  Plan  du  Saint  Sepulchre  présente  au  Roy  par  le  Com- 
missaire  General  de  la  Terre  Sainte. 

Così  il  Catalogo  della  Biblioteca  di  Carlo  Escalopier. 

sé»,p.  513.  Plano.  —  Johannis  de  Plano  Carpini  (Ordinis  Minorum) 
Antivarensis  Archiepiscopi  historia  Mongalorum,  quos  nos  Tarta- 
ros  appellamus.  (  Paris ,  Librairio  geographique  de  Arthus-Ber- 
trand,  rue  Hautefeuille,  23.  Librairie  orientale  de  Dondey  Dupré, 
rue  Vi  Vienne,  1838.  ) 

K  r edizione  fatta  dal  1)'A\'ezac  col  titolo:  •  Relation  des  Mogol»  ou  Tartare»  par  le  Frere 
Jean  da  Pian  de  Carpìn  de  l'  Ordre  de»  Frere»  Mineur»,  Legai  du  Saint  Siege.  ApOitlolique .  nonce  eu 
Tarlane  pendant  le»  annèe»  li45.  iàVC,  li47,  et  Archereque  de  Antìrari.  Primiere  edition  complete, 
publiée  d' apre»  le»  manu»rritt  de  Leyde^  de  Paris  et  de  Londre^  et  prrcèdèc  d'  une  notice  fur  lei 
ancien»  royage»  de  Tartarie  en  general,  et  »ur  celai  de  Jean  du  Pian  de  Carpin  en  particulier,  par 
M.  D'Arezac,  de»  Societe»  grographiquex  de  Pari»,  de  Londres  et  de  Francfort ,  de  la  Socictc 
A»iatique  de  la  Grande  Breiagne  et  d' Irlande,  eie.  Paris,  eie.  •  È  un  volume  in  4,  di  338  p.igiii»'. 
Dalla  1  alla  i06  sono  le  noti/.io  impurUintissime  promos>o  dal  D'ANezac;  dalla  i07  all' ultima  i- 
la  relazione  latina,  in  minutissima  lettera,  del  celebr*?  Missionario  Francescano.  Kssa  (  per  sorvinriì 
delle  parole  «lei  l)'  Avezac  )  •  se  compose  de  deux  parties  bien  dlstincles  :  1'  un»»  est  dcstinèo  a  fairc 
eonnailre  le  pays ,  les  moeurs  et  V  histoire  «ies  peupUs  Tarlares  ,  vers  les«iuels  Iniiocenl  IV 
r  avait  envoyé  ;  la  secunde  partie  est  consacrée  au  recif  d»?  son  ambassado.  l'n  prologae  et  un 
epilogue  complete  le  livrc  de  nutre  Voyageur.  • 

La  relazione  originale  latina  contincia  così.  «  Omnibus  rhristitUielibus  ad  quos  praosens 
scriptum  pervenerit,  Kraler  Johannes  de  Plano  Carpini  Onlinis  Fralrum  Minorum,  sedis  A|»o$tolic.ie 
Legalus,  nuncius  ad  Tarfaros,et  ad  naliones  alias  Orienfis,  hei  graliam  in  praesenti  et  gloriam  in 
fulnro,  ol  de  inimicis  Dei  et  Domini  Nostri  Jesu  (ìhrisli  vjcinriam  Iriumphalem. .  . .  Cum  c\  mandato 
Sedis  Aposfolicae  iremus  ad  Tarlaros  et  ad  nationes  alias  Orienlis,  et  soiremus  Domini  Papae  ac 
vencrabilium  Cardinaliuni  volunlalem,  elegimus  prìus  ad  Tartaros  profìcisci.  Timcliamus  enim  ne 
per  eos  in  proximo  Flcrlcsiai?  Dei  perieulnm  imniineret.  Kl  (juainvis  a  Tartaris  vel  ab  aliis  natio- 
nibus  timcremus  uccidi,  vel  peri>etuo  captivari,  vel  fame,  sili,  al<;ore,  estu.  contumeliis  et  labf>ribus 
nimis  quasi  ultra  vires  affligi ,  <]uac  omnia  multo  plus  (piani  credididerimns,  cxcepta  morte,  vel 


PLASENCIA  465 


captivìtate  perpetua,  nobis  maltipliciter  eveneront  ;  non  tamen  pepercimns  nobis  ipsis,  ut  voluntatem 
Dei  secundum  Domini  Papae  mandatum  adimplere  possemus,  et  ut  proflceremus  in  aliquo  christia- 
nis,  etc.  »  Un  esemplare  di  questa  edizione,  affatto  esaurita  in  commercio,  trorasi  nella  Biblioteca 
Palatina,  che  fa  parte  della  Nazionale  di  Firenze. 

Del  Viaggio  e  delle  fatiche  di  questo  insigne  Missionario  Francescano  noi  abbiamo  lungamente 
parlato  nel  primo  volume  della  nostra  Storia  universale  dette  Misiioni  Francescane, 

514.  Plasencia.  —  Arte  del  idioma  Tagalog,  por  el  P.  Fr.  Juan 
de  Plasencia  de  la  Observante  Provincia  de  Santiago,  1580- 

—  Diccionario  Hispano-Tagalog,  por  el  P.  Fr.  Juan,  ec.  1580. 

—  Catecismo  Tagalog  de  la  doctrina  Christiana,  aprobado  por 
el  Sinodo  celebrado  en  Manila  de  1581.  ^ 

—  Relacion  de  las  cosas  memorables  de  Filipinas. 

È  in  castigliano,  con  la  data  del  19  giugno  1585. 

—  La  Santina.  » 

Libro  mistico  in  lingua  Tagalog. 

—  Tratado  de  los  ritos ,  usos  y  costumbres  de  los  Indios 
Filipinos. 

.\ncho  questo  Trattato  è  in  lingua  castigliana,  con  la  data  del  24  ottobre  del  1589.  Trattato  (dice 
r  HuERTA,  Estado,  «e.  )  approvato  dalla  Reale  Udienza,  e  con  Reale  Codula  inviato  a  tutte  le  autorità, 
perchè  con  esso  si  regolassero  nel  governo  dei  nativi  delle  Filippine. 

—  Platicas  doctrinales  en  idioma  Tagalog. 

Di  tutti  questi  Manoscritti  ci  dà  notizia  il  citato  Padre  Hubrta  ( Estado,  ec,  ),  q  aggiunge  la 
seguente  biografìa  dell'  Autore:  «  Fr.  Juan  de  Plasencia,  o  Portocarrero ,  Predicador,  nació 
cn  la  ciudad  de  Plasencia,  en  Estremadura,  de  la  noble  familìa  de  los  Portocarreros.  Siendo  joven 
paso  a  Italia  y  tomo  el  habito  en  la  claustra  de  N.  P.  S.  Francisco  ,  donde  hizo  su  solenne 
profesion.  De  aqui  hizo  transito  a  la  santa  Provincia  Observante  de  Santiago,  y  deseoso  de 
mayor  perfecion  se  incorporò  en  la  santa  Provincia  de  S.  José.  El  aiìo  de  1576  se  alistó  en  la 
primera  mision  para  Filipinas,  a  donde  Uegó  el  dia  34  de  Junio  de  1577.  En  Espana  habia 
dejado  grandes  creditos  de  elocuente  orador,  pero  en  estas  islas  pudiera  dicirse  que  se  trasformo 
en  uno  de  aquellos  angeles  veloces  que  refìere  Isaias.  Apenas  pisò  el  suclo  Filipino  cuando  la  Provi- 
dencìa  le  deparò  un  nino  llamado  Miguel,  naturai  de  Nuova  Granada,  que  en  compania  de  sus  padres 
habia  pasado  a  Fiiipinas  con  la  espcdicion  del  Adelantado  Miguel  Lopez  de  Legaspi,  quien  a  la  vez  que 
cstudiaba  Gramatica  latina  con  nucslro  Fr.  Juan,  instruia  al  roesmo  Padre  cn  ci  idioma  Tagalog, 
y  con  tan  bueno  exito,  que  a  los  dos  anos  de  rcsidencia  en  estos  ya  habia  escrito  nucstro  Fr. 
Juan,  Arte  y  Diccionario  Tagalog,  siendo  los  primeros  que  se  han  escrito,  y  los  que  han  servido  do 
norma  a  todos  los  Àrtes  y  Diceionarios  cscritos  despues  de  los  diversos  dialectos  del  Archipielago 
Filipino.  El  mcs  de  Fcbrero  de  1578  fué  destinado  a  la  conversion  de  las  provincias  de  Tayabas  y 
Laguna,  corriendo  su  espìritu  evangelizador  y  echando  los  cimientos  para  la  formacion  de  los 
pueblos  de  Tayabas,  Galilaya,  Lucban,  Majayiay,  Nagcnrian,  Lilio,  Pila,  Santa  Cruz,  Lumbang,  Pangil, 
Paete,  Siniloan,  Morong,  Pililla,  Antipolo,  y  basta  Meycauayan,  en  la  provincia  de  Bulacan,  sin 
desatender  las  obligaciones  de  Prelado  superìor  de  està  Provincia  de  San  Gregorio,  cuya  prelacia 

30 


466  POBRE 

desempefio  por  comision  del  V.  Fr.  Fedro  de  Alfàro,  desde  el  SO  de  Mayo  de  1579  basta  d  1  de 
Jnlio  de  1580,  que  presidio  el  Capitalo  celebrado  en  dicho  dia,  y  en  el  qne  propaso  7  espiano 
admlrablemente  la  conveniencia  de  fumar  pueblos,  y  plantear  escaelas  de  prìmeras  letras,  cqjos 
dos  proyectos  no  solo  faeron  aprobados  por  el  Capitulo  pieno,  sino  tambien  por  el  Superior  Gobierao. 
Desde  el  aiSo  1580  basta  el  de  1583  despiegò  tal  celo  en  la  conversion  de  las  almas,  7  en  la 
formaclon  de  pueblos  y  establecimiento  de  escuelas  de  prlmera  ensenanza,  qne  mereeiò  Jnstamenle 
ser  appellidado:  Padre  de  las  reduedones,  el  ineantable,  y  promovedor  iinguiar  de  ìas  eseueiat. 
El  dia  1  de  Julio  del  1583  faé  electo  Custodio  y  prclado  saperior  de  està  Apostolica  Provincia  de 
San  Gregorio,  caya  prclacia  desempefio  con  admirable  celo  y  pmdencìa  basta  el  S3  de  setiembre 
del  ano  del  1590  en  el  pueblo  de  Lilio,  onde  yacen  sos  restos  venerables,  dejando  ediflcados  a 
cuantos  le  conocieron,  y  mereciendo  que  el  limo  SeUor  Obispo  D.  Fr.  Domingo  de  Salazar,  del 
sagrado  Orden  de  Predicadores  y  primier  abispo  de  Fillpinas,  al  nuticiarlc  su  muerte  prorampiese 
en  este  brillante  y  magnifico  elogio:  EceleHam  DeiiUius  morte magnam  ineurriste iaeturam,  quia 
ceddit  colufUna  ehriitianitatis.  • 


Hmmpm 


km 


515.  PoBRE.  —  Carta  apologetica,  probando  que  los  reinos  de 
jL    China ,  Japon  e  Siam  pertenecian  al  Rey  d' Espana ,  segun  la  de- 
marcacion  hecha  por  su  Santidad  :  por  Fray  Juan  Pobre  Descalf  o 
de  San  Francisco.  Impresa  en  Madrid  por  orden  del  Senor  Felipe  IIL 

Non  m'è  riuscito  di  trovarla  e  vederla;  e  tanto  dicasi  dell'altre  opere  che  lasciò  il  medesimo 
autore  manoscritte  e  a  stampa,  come  ora  diremo.  Fr.  Giovanni  Pobre  Laico  Francescano,  addetto 
alle  Missioni  dell'Arcipelago  Filippino,  «  fué  naturai  (dice  il  P.  Huerta,  £<todo,  eej  de  la  ciadad 
de  Zamora.  En  su  juventud  siguiò  la  carrera  de  las  armas,  militando  en  las  guerras  de  Flandes, 
donde  tomo  su  retiro,  y  vistió  nuestro  santo  hàbito  profcsando  en  la  santa  Provincia  Observante 
de  Flandes,  despues  paso  a  Espana  y  so  incorporò  a  la  santa  Provincia  de  S.  Josò.  El  ano  de  1593 
se  alistò  para  las  misiones  de  Filipinas,  a  cuyas  islas  Uegó  el  siguiente  de  1394.  La  obedienaia  le 
destinò  a  la  Provincia  de  Camarines,  donde  pcrmaneció  basta  el  ai)o  de  1596,  en  cuya  epoca  se 
embarcó  para  Mejico  en  el  galeon  S.  Felipe,  el  qual  arribó  al  Japon,  apoderandosc  el  emperador 
de  dicho  reino  del  baroo  y  sus  mercancias.  Nuestro  Fr.  Juan  Pubre  fuó  preso  y  conducido  a  un 
barco  porluj^ues  fondeado  en  l:i  bahia  de  Nungasaqui,  desde  cuyo  punto  vió  el  martìrio  de  San 
Pcdro  Dantista  y  sus  cumpaneros.  Despues  de  tres  0  qualro  meses  de  prison  vino  destorrado  a 
Manila  en  1597.  El  aiìo  de  1599  salió  para  Espana  y  de  alli  paso  a  Homa  donde  obtuvo  varios 
rescriplos  de  su  Santidad,  favorables  a  esla  Apostolica  Provincia  de  San  Gregorio,  regresiindo 
despues  a  ia  Corte  de  Madrid,  y  habiendo  recojido  misìon  parlìó  para  Filipinas  el  ano  de  !600: 
pero  locando  el  buciuc  en  ias  islas  Marian^us,  se  quedó  en  dichas  islas  para  asistir  a  dus  Religìosu> 
enfermos.  Alli  pcrmaneció  convirtiendo  muchos  inlleles  basta  el  ano  do  1603  que  llejjfù  a  Manila , 
de  donde  salió  se^unda  vez  para  Espafia  por  los  aìios  de  1606.  El  ano  de  1609  regresó  a  Manila 
conduciendo  una  mission,  y  en  el  de  1611  salió  tercera  vez  para  Espana.  »  E  allora  fu  che  scrisse 
le  varie  sue  opere  che  di  lui  ci  sono  rimaste.  •  Este  venerable  Lego  (  ronchiude  I'Huerta  )  fu»- 
muy  perfccto  Ueligioso ,  y  apreciado  de  todos ,  especialnienle  del  St^fior  D.  Felipe  III,  <iuien  mando 
sacar  su  retrato  despues  de  su  muerte,  la  cual  acaeció  en  nuestro  Convento  de  San  Bernardino  de 
Madrid  el  ano  de  1615,  dejando  gran  fama  de  santidad.  • 

—  Relacion  de  la  perdida  del  galeon  espanol  jSfan  Felipe,  en  los 
reinos  del  Japon  el  ano  de  1596. 

—  Tratado  de  la  promulgacion  de  la  Santa  Fé  catolica  en  los 
reinos  del  Japon. 

—  Historia  eclesiastica  de  las  Islas  Filipinas ,  Japon  y  otros 
reinos  adyacentes,  impresa  en  Madrid  por  orden  de  D.  Filipe  IH. 


POGGIBONSr  -  PONCE  467 


Tutti  questi  lavori ,  tanto  a  stampa  quanto  manoscritti ,  forse  sono  anche  nella  ricchissima 
Biblioteca  Reale  di  Madrid.  Ma  ogni  nostra  ricerca  tornò  inutile,  perchè  manca  affatto  il  Catalogo, 
e  l'ordinamento  sìa  deMibri  come  de' manoscritti,  di  cui  si  sta  ora  occupando  il  dotto  Bibliografo 
e  gentile  signore  D.  Zarco  del  Valle. 

fc.  516.  PoGGiBONSi.  —  Liber  Sanctuarius  de  Ultramare:  omero  : 

^    Viaggio  di  Terra  Santa,  di  Frate  Nicolò  da  Poggibonsi. 

Sono  due  titoli  di  due  Codici  della  Biblioteca  Riccardiana  di  Firenze:  il  primo  cartaceo 
miscellaneo  in  foglio,  del  principio  del  secolo  XV,  autografo;  il  secondo  cartaceo  in  4,  del  secolo  XV, 
mancante  in  flnc.  L' uno  e  V  altro  cominciano  :  «  Al  nome  di  Dio  e  della  sua  Santissima  Madre,  ec.  • 
Termina  il  primo:  Explicit  liber  sanctuarius  de  ultra  mare  editus  et  ordinatus  cum  magno  labore 
a  Fratre  Nicolao  de  Podiebonsi.  Qui  scripsit  scribat  semper  eum  Domino  vivat.  •  Altri  due  Codici 
dello  stesso  Viaggio  sono  nella  Biblioteca  Nazionale,  il  primo  fra'  Magliabechiani,  il  secondo  tra' 
Palatini.  Questi  Codici  sono  stati  illustrati  dai  compilatori  degli  Studii  bibliografici  e  biografici  sulla 
storia  della  geografia  in  Italia  pubblicati  per  cura  della  Deputazione  Ministeriale  instituita  presso 
la  Società  Geografica  Italiana.  Roma,  Tipografia  Elzeviriana,  1875. 


nmp. 


517.  Polio.  —  Epitome  clironologica  de  creatione,  pregressa 
et  statu  Coloniensis  Provinciae  (Ordinis  Sancti  Francisci):  auctore 
Jacobo  Polio,  Germano,  Marcodurano,  Strictioris  Observantiae 
Sancti  Francisci.  Coloniae,  apud  Brachel,  1628. 

Un  volume  in  4,  che  non  mi  riuscì  di  vedere. 

II,.  518.  Polonia.  —  Epistola  Patris  Placidi  a  Polonia  Ordinis 

Minorum  Missionarii  Apostolici  ad  quemdam  Cardinalem. 

È  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia.  Ha  la  data  di  Siam  il  novembre  I7i8.  Racconta  il 
suo  viaggio  dalla  Cina  al  sopraddetto  regno  in  tempi  difficilissimi  per  la  cattolica  fede  in  quelle 
contrade. 


eriei 


519.  Ponce, — Relacion  breve  y  verdadera  de  algunas  cosas  de 
de  las  muchas  que  sucedieron  al  Padre  Fray  Alonso  Ponce  en  las 
provincias  de  Nuova  Espana,  siendo  Comisario  General  de  aquellas 
partes.  Tratanse  algunas  particularidades  de  aquella  tierra ,  y 
dicese  su  ida  a  ella  y  vuelta  a  Espana ,  con  algo  de  lo  que  en  el 
viaje  le  aconteció  basta  voi  ver  a  su  Provincia  de  Castilla.  Escrita 
por  dos  Religiosos ,  sus  companeros ,  el  uno  de  los  cuales  le  acom- 
pafio  desde  Espana  a  Mexico,  y  el  otre  en  todos  los  demàs  caminos 
que  hizo  y  trabajos  que  paso. 

È  una  delle  memorie  più  importanti  che  siano  stale  scritte  sull'America,  e  venne  testò  pub- 
blicata nella  Coleccion  de  documentos  ineditos  para  la  historia  de  Espaila  por  los  Sehores  D,  Miguel 
Salva,  individuo  de  la  Academia  de  la  historia»  y  et  Marques  De  la  Fuensanta  nsL  Valle.  Sono 
due  volumi;  il  primo  di  548  pagine  in  8  grande,  il  secondo  di  572;  e  della  Collezione  in  corso 
di  stampa,  57  e  96.  Madrid,  imprenta  de  la  Vidua  de  ealero.  Calle  de  Santa  Itàbelf  n.  36,  i87S. 


4-68  PORTO  -  PHAZERES 


Nui  non  possiamo  far  meglio  conoscere  l' importanza  di  questa  Relazione,  che  riferendo  qni 
la  Àdvertencia  premessavi  dagli  Editori. 

«  De  ninguna  do  las  visitas  hectias  por  los  once  Gomisarios  generales  de  la  Orden  de  San 
Francisco,  qae,  en  las  provincias  de  la  Nueva  Espana,  precedieron  al  Padre  Fray  Alonso  Ponce, 
existe,  que  sepamos,  relacion  tan  detallada  comò  de  la  de  este  ùltimo  qae  hoy  damos  à  luz.  Es 
un  verdadero  iotinerario  descriptivo  de  mas  de  dos  mil  lenguas,  importantisimo  à  naestro  parecer; 
pnes  en  él,  con  gran  sencillez  y  sin  pretensiones  de  nlngun  gènero,  re  describen  las  contumbre^' 
trage  y  lengua  de  sus  habitantes,  se  marca  la  distancia  de  nnos  pneblos  ó  Conventos  à  otroe,  oon 
indicacion  do  los  rios,  arroyos,  puentes,  llanos  y  cerros  por  donde  se  pasa,  y  se  dan  curiosas 
noticias  de  algunas  de  las  antigiìcdades  de  aquellas  comarcas,  asi  comò  de  sns  diferentes  climas 
y  cosechas. 

«  Del  padre  Ponce  y  de  su  visita  dice  fray  Augusti n  de  Vetancur  en  su  Chróniea  de  la 
Provincia  del  Santo  Evangelio,  impresa  en  BIéJico  en  4697,  lo  que  sigue: 

«  El  M.  R.  P.  fray  Alonso  Ponce,  de  la  Provincia  de  Castilla,  ano  1584;  tuvo  algunos  trabajus 
do  dcstierros  del  Principe  que  la  gobernada. 

«  En  cuanto  i  los  dos  religiosos,  sus  compaHeros,  que  se  diccn  autores  de  la  relacion,  el  que 
fnò  con  él  desde  Espafia  à  M^jico  pudo  ser,  aunqnc  no  Io  aseguramos,  fray  Alonso  de  San  Juan. 
El  otro  que  le  acompaSió  en  todos  los  demàs  caminos  que  iiizo,  y  trabajos  que  paso,  nos  parece 
indudablo  que  fué  Fray  Antonio  de  Cibdad-Real. 

«  El  MS.  que  nos  sirve  para  la  impresion  es  un  tomo  en  folio,  de  265  hojas,  de  la  propledad 
de  nnestro  querido  amigo  el  Sr.  D.  Mariano  de  Zabalburu,  quien  nos  le  ha  franqucado  generosa- 
mente no  bien  le  manifestamos  nnestros  deseos  de  publicarlc.  Si  no  es  «1  originai  es  por  Io  mcnos 
una  copia  contemporànea,  y  pertencció  en  el  siglo  XVII  à  la  libreria  de  San  Diego  de  Alcali,  seguu 
una  nota  que  se  lee  en  la  primera  hoja  ;  las  ultimas  estan  desgraciadamente  tan  estropeadas,  que 
nos  veremos  en  la  precision  de  dejar  de  imprimir  algunas,  si  bien  procurarcmos  quo  sean  las 
menos  posible. 

t  Los  Gomisarios  generales  fucron  desde  1531  basta  158i:  Fr.  Alonso  de  Rosas,  Fr.  Juan  de 
Granada,  Fr.  Jacobo  de  Testerà,  Fr.  Martin  Sarmiento  y  Hojacastro,  Fr.  Francisco  de  Bustaroante, 
Fr.  Francisco  de  Mena,  Fr.  Francisco  de  Rustamaiite  (  segundu  vez),  Fr.  Diego  de  Otarie,  Fr. 
Francisco  de  Ribera,  Fr.  Miguel  Navarro,  Fr.  Rodrigo  de  Sequera  y  Fr.  Pedro  de  Oroz.  • 

siamp.         520.  Porto.  —  Carta  de  Frei  Francisco  de  Porto  al  Rey  D.  Joào 
L    III,  dizendo-lhc  quo  tivera  em  su  companhia  dous  Bispos  Caldeos, 
e  dando-lhe  noticia  do  ostado  do  Christào  do  Malabar. 

Sono  due  carte:  l' ori  ìti  naie  ò  nell'Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona,  e  una  copia 
nella  Biblioteca  drll'  Accademia  («jià  della  (!on;;roga7.ione  del  Torz'  Online  Hogolare  di  San  Francesco  ) 
della  stessa  città,  l'ilimamento  venne  piil)hlicata  nel  Itullanum  Palronntnx  Portufinlliae  in  Ecclexiit 
Africae,  Asiae  atqne  Occauiae  (4  volumi  in  foj?lio),  curante  Levy  Maria  Jordào.  Olisiponae,  ex 
Typogrnphia  Sationali,  MDCiXLXVlìì,  «li  cui  ebbi  un  esemplare  in  dono  dalla  {gentilezza  del  signor 
Presidente  del  (Consiglio  de' Ministri  di  I*ortogallo  (1877),  signor  Marchese  di  Bolama. 

w..  521.  Porto.  —  Carta  do  Fr.  Antonio  do  Porto  a  el  Roy  de  Por- 

'"^    tugal  D.  Joao  III. 

Interessantissima:  ò  data  in  Bacaim  7  di  ottobre  Ì5i8,  e  si  conserva  nel  Archivio  della  Torre 
del  TomlK)  di  Lisbona.  Originale.  ^ 

stenp.         522.  Prazeues.  —  Ficl  copia  das  rclacoes  que  a  Santa  Custodia 
de  Terra  Santa  mandou  a  Roma  :  huma  da  origein ,  progresso  e 


PRIPESAGUE  -  PROCBSSIO  469 


p- 


firn  da  subleva^ao,  que  fizerao  os  santoes,  ministros  dejustija 
e  0  povo  de  Jerusalem  centra  os  Religiosos  da  Terra  Santa  em 
0  anno  de  1746;  e  outra  da  cruelissima  perseguigao  ordida  e 
fomentada  pelos  Gregos  scismaticos  na  dita  cidade  de  Jerusalem, 
^  eni  Damasco  no  anno  de  1748  centra  os  mesmos  Religiosos 
Observantes  do  nesso  Serafico  Padre  Sam  Francisco ,  destinados 
para  custodios  dos  santissimos  Lugares  da  nessa  Redempgao  e 
centra  todos  os  catholicos,  que  na  mesma  Terra  Santa  professSo 
a  verdadeira  Fé  catholica  Romana.  Mandadas  imprimir  pelo 
multo  Reverendo  Padre  Fr.  Joào  dos  Prazeres,  Pregador  Jubilade, 
Padre  da  Provincia  de  Portugal,  e  Cemmissaro  Geral  da  Terra 
Santa  nestes  reinos  e  sus  conquistas.  Lisboa.  Na  oflBlcina  de  Miguel 
Marescal  da  Cesta ,  impresser  de  Santo  Oficio.  Anne  M.  DCC.  L. 
Com  as  licen^as  necessarias. 

Sono  59  pagine  in  8,  e  la  relazione  comincia  cosi  :  «  Sendo  sido  os  Religiosos  da  Terra  Santa 
extraordinariamente  tyrannizados  no  anno  de  1745,  etc.  >  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca 
Nazionale  di  Lisbona* 

523.  Pripesague  poetka  Bosanskega:  idest  descriptio,  prin- 
cipium,  pregressus  et  finis  regni  Bossiniae,  cum  assignatione  epo- 
cliae  qua  Fratres  Franciscani  in  Provincias  Illiricas  ingressi  sunt. 
Venetiis,  apud  Johannem  Bassanese,  1775. 

Sono  88  pagine  in  8,  preziose  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane  nella  Bosnia  e  nell' 
Illiria.  Alle  quali  vuoisi  aggiungere  la  seguente  interessantissima  opera,  parimente  Francescana: 
HUtoria  àvilis  et  ecdesiatUea  Dalmatiche,  Croatiae  et  Bosniae  Fr.  Johannit  Antqìiii  Bommam  ex 
Coenobio  S.  FrancUà  déUa  Vigna.  YenetOs,  1772.  3  volumi  in  8. 

524.  Processio  quotidiana  quae,  finito  completorio,  in  loco 
sacerrimae  Nazarenae  Domus,  ubi  Immaculata  Virgo  Maria  aeter- 
num  concepit  Verbum,  a  Fratribus  Minoribus  S.  P.  N.  Frahcisci 
celebratur.  Venetiis,  1786. 

a 

In  piccolo  8.  Così  il  Catalogo  della  Biblioteca  del  signore  Esgalopibr. 

525.  Processio  quotidiana  quae,  finito  completorio,  ad  Santis- 
simum  nascentis  Christi  Praesepe  in  Bethleem  Judae  civitate 
David,  a  Fratribus  Minoribus  S.  P.  N.  Francisci  celebratur.  Vene- 
tiis,  1786. 

Dallo  stesso  Catalogo. 


470  PROCESSIO  -  PULINARI 


Ut. 


526.  Processio  quae  fit  quotidie  a  PP.  Franciscanis  in  ecclesia 
sanctissimi  et  gloriosissimi  Domini  nostri  Jesu  Christi  Sepulcri  in 
Jerusalem  ;  cum  aliis  processionibus  et  officiis  divinis  quae  finrit 
suis  temporibus  in  sacro  monte  Oliveti  in  sepulchro  B.  V.  Mariae, 
in  loco  nativitatis  S.  Joannis  Baptistae,  in  monte  Thabor,  in  antro 
agoniae  Christi ,  in  loco  Immaculatae  Conceptionis  et  Nativitatis 
B.  V.  Mariae  et  aliis  locis.  Decreto  R.  P.  Jo.  Dominici  a  Levitiano, 
Commissarii  apostolici,  Sacri  Montis  Sion  et  SS.  Sepulcri  D.  N. 
J.  C.  Guardiani. 

Dallo  stesso  Catalogo. 

527.  PuERTA.  —  Carta  de  Fray  Juan  de  la  Puerta,  Comisario, 
y  de  otros  Franciscanos  de  la  Provincia  de  Yucatan,  al  Real  Consejo 
de  Indias,  haciendo  presente  las  modificaciones  que  era  necessario 
introducir  en  el  buon  gobierno  y  regimen  de  aquella  provincia. 
Merida  1  de  febrero  de  1574. 

È  stata  pubblicata  nella  Cullezione  delie  Cartas  db  Indias  ,  fatta  V  anno  1877 ,  in  Madrid. 
Frate  Giovanni  della  Paerta  fu  uno  da' primi  Francescani  die  si  recarono  nel  Yucatan  mentre  ne 
stava  facendo  la  conquista  don  Francesco  di  Montejo,  e  vi  rese  segnalati  servigi  con  le  sue  predicazioni 
e  la  sua  dottrina;  per  cui  venne  nominato  Commissario,  carica  che  teneva  1'  anno  1547  nel  Cunvento 
di  Merida.  Cosi  ne'  Datot  biografico$  che  accompagnano  ic  suddette  Cartai  de  Indias. 

528.  PuLiNARi. — Cronica  della  Provincia  di  Toscana,  scritta  da 
Padre  Dionigio  Pulinari  Minore  Osservante,  secondo  una  copia 
esistente  nella  Libreria  del  Vivajo. 

Manoscritto  in  foglio,  di  518  pagine,  l)uona  parlo  di  mano  dt-l  l'adre  Francesco  Frediam,  o  il 
resto  di  varii  altri  Religiosi  del  (ìonvcnlo  di  San  Domenico  di  l*ralo  ,  die  l'aiutarono  dell'opera 
loro.  In  fine  v' è  aggiunta  un'altra  Scrittura,  che  ò  la  so;?uenlc  : 

Relazione  del  Convento  del  Palco,  del  monaxtero  di  San  (ìiorqio,  dell'  Ospizio  di  San  Giuseppe , 
del  Monastero  di  Santa  Margherita,  e  del  Monastero  di  Santa  Chiara,  di  Prato.  Opera  del  M.  R.  P. 
Gio.  Batta  Puri  dal  lìorgo  alla  Collina,  cittadino  Pratese.  Lettor  Giubilato,  già  Ministro,  Confessore 
de' Serenissimi  Principi  Matthia,  Leopoldo,  e  Francesco  Maria  .Medici:  anno  1689.  Sono  23  fogli. 

Tanto  la  Cronaca  del  Pulinari,  quanto  ({uosti  Relazione,  s«»no  ricche  <li  preziose  notizie  dell' 
Ordine  in  Toscana,  e  la  prima  ha  molti  fatti  e  nonti  di  nostri  celebri  Missionari  in  varie  parti 
della  terra. 

—  Nel  nome  del  Nostro  Signor  Giesù  Cristo  et  della  Beatissima 
Vergine  Madre  sua ,  et  del  Beato  Padne  nostro  San  Francesco. 
Incomincia  V  opera  intitolata  :  Della  conformità  della  vita  del 
beato  Padre  nostro  San  Francesco  alla  vita  del  nostro  Signor  Giesù 
Cristo  nostro  Redentore,  compilata  et  composta  dall'  illuminato 


PtlOTfiAtS  471 


eco 


Dottore  et  interpetre  delle  Sacre  Lettere,  Frate  Bartolomeo  da  Pisa 
dell'  Ordine  Minore  di  San  Francesco  V  anno  1385.  Ridotta  in 
volgare  per  frate  Dionigio  Polinari  da  Fiorenza  Frate  Minore 
Osservante  T  anno  ....  et  per  lui  più  fiate  trascritta. 

Un  grosso  volume  in  foglio,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze,  come  abbiamo  accennato 
illastrando  l'opera  latina  del  Pisano. 

Questa  traduzione  dovrebbe  invogliare  qualcuno  de*  nostri  a  far  meglio  conoscere  il  lavoro 
del  Pisano,  come  con  tanto  criterio  e  fino  gusto  letterario  fa  ora  il  chiarissimo  Canonico  Amoni 
della  Vita  Prima  di  San  Francesco  del  B.  Tommato  da  Celano,  È  doloroso  il  vedere  che  assai  spesso 
ne' Cataloghi  delle  Biblioteche  poste  alla  pubblica  vendita,  quest'  opera,  piena,  come  ben  dice  Chavin 
DE  Malan,  de'  più  soavi  profumi  della  poesia  del  Medio  evo  ,  e  quasi  tutta  fondata  sovra  storici 
monumenti  d'incorrotta  autenticità,  venga  riferita  col  titolo  datole  dai  Protestanti  di  Coranum 
Frandscanum  I  Sta  bene  quel  che  scrive  il  dolto  nostro  Padre  Affò ,  «  che  questo  libro  fu  inutilmente 
screditato  dagli  Eretici,  e  senza  fondamento  messo  in  derisione  da  certi  scioli,  che  non  avranno  mai 
avuto  la  pazienza  di  leggerlo.  >  Sta  bene,  ripeto  ;  ma  perchè  non  farlo  meglio  conoscere  ?  perchè  non 
renderlo,  quanto  é  possibile,  nell'italiana  favella  popolare?  Pur  troppo  gli  ignoranti  e  gli  sciocchi 
sono  molti,  i  quali  a  leggere  il  sopraddetto  titolo  ridono,  e  si  persuadono  che  non  sia  diverso  da 
quello  che  dal  titolo  è  indicato! 

529.  Prothais.  —  Lettre  du  Pere  Frere  Prothais  Franciscain 
de  France. 

È  nell'Archivio  Mediceo  di  Firenze  nelle  Carte  Strozziane.  Racconta  a  una  signora  11  suo 
viaggio  nell'  Alto  Egitto,  e  la  ragguaglia  specialmente  delle  antichità  incontratevi.  La  lettera  ha  la 
fiata  del  Cairo,  l'anno  1670:  è  una  copia,  e  scorrettissima.  «  Jé  vous  dyray  donc  (egli  scrive),  quc 
j' ay  employè  trois  mois  de  temps  en  ce  voyage ,  là  acompagné  de  mon  Frere  le  Pere  Charles  et 
Francois,  toujours  montant  sur  le  Nil  iusque  a  300  lieues  au  dessus  de  cette  ville  (del  Cairo)  a 
dcux  journées  en  deca  les  cascades  du  Nil ,  et  ou  jamais  Frane  n'  avoit  encore  esté  de  roemoire 
iV  homme.  J'  y  ay  admiré  quantitè  de  temples  de  faux  Dieux  ancore  touts  entiers  avec  des  palais 
fort  antiques  tous  remplis  des  statues  et  d' Idoles.  J' y  ay  compté  dans  un  seul  endroit  iusque  a 
sept  obelìsques  comme  celles  qui  sont  a  Rome,  et  environ  liO  colomnes  dans  une  valle,  ec. . . . 

remplis  de  lettres  hyerogliflques,  et  de  flgures  des  fauses  divinites de  statues  de  marbré 

blanc,  quelque  autre  de  marbré  noir,  de  la  grandeur  des  trois  personnes,  ec . . .  un  tres  ancien 
chateaux,  que  la  tradition  du  pais  tient  avoir  esté  autresfois  la  demeure  d' un  Roy ....  et  une 
quantità  de  sphinx . . .  Je  cheminay  dans  4  allées,  qui  aboutissent  a  quatre  portes  dn  chateaux 
qui  est  fort  spacieux  ...  les  portes  du  dit  chateau  sont  d'  une  effToyable  hauteur,  couvertes  des 
plus  belles  pierres  qui  se  puissent  voir  .  .  .  .  Je  croy  qu'  il  a  plus  d' un  mlUion  de  flgures  demy 
reliées  et  de  proQl,  mais  aucune  de  front;  j'entends  ce  qui  est  grave  aux  murailles  et  pilliers  ec... 
Je  me  contentay  seulement  de  tirer  les  postures  d' une  douzaine  de  diables  les  plus  estravagans 
avec  leur  adorateurs  et  adoratrices,  et  quelques  frontisplces  de  temples,  les  quels  ne  sont  pas  fort 
rìches  en  architecture;  mais  ils  sont  batis  de  tres  belle  pierre:  ce  qui  me  plaisait  le  plus  estait  le 
platfonds ,  ou  l' azur  et  les  autres  conleurs  qui  sont  comme  de  1'  email  paroissent  ansy  fraiches  , 
que  si  elles  avoient  esté  appliquées  despuis  un  mois,  ec . . . .  Voyla  ce  que  je  pnis  vous  mander  de 
ce  que  nous  avons  veus  en  nostre  voyage ,  qui  n'  est  pas  la  5*  partie  de  ce  que  nous  ponrrions 
voir  :  mais  nostre  temps  estant  limite  ,  nous  ne  nous  arrestames  qu'  en  denx  endroits.  Nostre 
dessein  n' estait  pas  de  contente|| nostre  curiosile,  mais  bien  de  faire  la  Misslon  panni  les 
chrestiens  Coptes  en  ce  pais  là,  qui  sont  en  gran  nombre,  et  ont  quantitè  de  monasteres  et  d' 
cglises  anciennes,  mais  pauvres,  et  de  decouvrir  ce  qn'  il  y  avoit  a  fàire  pour  des  Missionalres  en 
ce  quartier  là  . . .  Nous  avons  passe  par  beaucoup  de  lienx,  ou  il  n'  y  a  ni  prestres  ni  eglises , 
mais  seulement  des  pauvres  gens  abbandonées  comme  des  brebis  sans  pastores,  qui  estoient  ravls 


472  pmuncAo  -  purificagion 


Alb 


Aria 


d' entcndre   nus  Messes ,  et  d' ouir  parler  de  Uieu Je  espere  y  retourner  bien  tosi  «...  mais 

auparavank  il  me  faut  faire  un  petit  vuyage  sur  ia  Mer  Rouge,  ou  je  vais  tous  les  ans  ponr 
vUiter  des  pauvres  esclaves  dans  les  Galeres  du  Turk.  et  leur  administrer  les  Sacraments,  etc  • 

Mu  530.  PuRiFiCAO.  —  Narrafào  recopilada  da  cidade  de  Santo 

Thomé  de  Meliopor  e  de  suas  Aldeas,  por  Fr.  Antonio  da  Puri- 
ficacao,  Religioso  de  Sam  Francisco  da  Provincia  de  S.  Tome  da 
India,  ja  Commissario  Provincial  e  Visitador  de  Missoes  nas  costas 
de  Malavar,  Choromandel,  Pegù,  Ava,  e  Procurador  do  estudo 
de  Goa,  Bispo  eleito  de  Halicarnasse.  1749. 

Manoscritto  in  4,  di  34  carte,  nelia  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Evora.  11  proemio  dice  che  si 
deve  intendere,  •  depois  que  o  Principe  fez  mercé  das  mcncionadas  aldeas  a  Antonio  José  de  Tioronba 
(da  Puriflcac3o)  Rispo  eleito  de  Alicarnase,  e  este  as  ofrecen  a  séu  Fidelissimo  Soberano,  tempo  em 
que  governava  o  estado  de  India  o  Marquez  de  Alorna,  e  authorizado  por  este  tomoli  posse  e 
alvoruu  a  bandeira  de  Portugal  nu  anno  de  1749,  conservando-a  asim  the  a  usurpafSo  dos  Ingleses. 
Mostra  ta<jbem  peios  breves  e  concisos  fundamentos  pertenccrem  por  derelto  ao  sempre  angusto  e 
fidelissimo  Monarcha,  e  as  utilidades  que  seguirlo,  e  se  pudcra  conseguir  a  Real  Fazenda  de  Portugal 
com  a  resturac3o  delas ,  e  se  podira  conseguir  iielas  negucia^ues  com  o  Principe  Mogal  e  outnis 
Potencias  respectiveis  sem  romper  a  alianca  dos  Ingleses  conio  aliados  do  rebelde  Mohomedalikan.  • 
E  Analmente  mostra  «  nSo  ter  este  dereito  algumna  quellas  provincias,  e  so,  sim  o  titolo  de  Nababo, 
adquirido  pcUas  armas  Rretanicas,  e  com  este  apareucia  desfrute  a  Companhia  de  Inglaterra  a  soas 
rendas  com  o  protesto  de  satisfaccio,  de  que  o  mesmo  rebelde  Ihe  he  debedor.  • 

531.  Purificagion.  —  Vida  evangelica  y  apostolica  de  los 
Frayles  Menores,  ilustrada  con  varias  materias  morales  y  con- 
ceptos  predicables  con  un  copioso  elenco  para  muchos  sermones 
y  platicas  para  diferentes  assumptos.  Por  el  M.  R.  P.  Fr.  Miguel 
de  la  Purificacion,  Custodie  v  Procurador  General  de  la  Provincia 
del  Apostol  S.  Thomé  de  la  Regular  Observancia  de  N.  P.  S. 
Francisco,  Predicador  Missionario  Apostolico  por  la  S.  de  Urbano 
Vili  del  reyno  del  Gran  Mogor,  hijo  de  la  misma  Provincia  y 
naturai  de  Tarapor  de  la  Orientai  India.  En  Barcelona  ,  por 
Gabriel  Nogues,  ano  1641. 

Un  volume  in  foglio  di  57:2  pagine,  col  ritratto  dell'Autore  avanti  il  frontespizio,  e  bellissime 
incisioni  simboliche  nel  corpo  dell'  opera.  La  quale  non  è  veramente  una  storia ,  rome  le  prime 
parole  del  titolo  paiono  indicare,  ma  un  curso  di  sermoni,  coi  quali  si  espone  quale  debba  essere, 
secondo  l'instituzione  del  Serallco  Patriarca,  la  vita  de' suoi  figli  nelle  varie  parti  della  terra.  •  Va 
està  obra  reparlida  (  dice  l' Autore  nel  Prologo  )  cn  quatro  partes .  En  la  primera  se  trala  de  la 
observancia  del  estado  regular  en  comun,  y  corno  todas  Iiis  sagnulas  Rfllglones  se  fundan  y  dependcii 
de  la  Vida  evangelica  en  seguir  Christo  y  buscar  la  juTfccion,  y  inurhos  capilulos  portonecienles  a 
los  hombres  de  mundo,  a  (In  de  buscar  està  perfecion  en  las  Aeligiones,  ve.  La  segunda  va  dividida 
en  ciuco  iralados.  En  el  primero  se  trala  de  la'  Regula  de  los  Frayles  Menores,  ec.  En  el  scgundo 
come  fuè  revelada,  instituida,  ec.  En  el  tercero  se  declara,  comò  solo  los  Frayles  Menores  son  suc- 
cessores  de  los  sagrados  Apostoles  y  permaneceran  basta  la  Un  del  mundo,  y  convertiraD  a  la  fé 
de  Cliristo  todos  los  Indios  y  inlleles  er.  La  tercera  va  repardida  en  tns  tratados.  En  el   primero 


PURIFICACION  473 


se  Irata  comò  nuestro  Padre  san  Francisco  fuè  hecho  por  las  manos  de  Dios  a  imagen  y  semejanca 
de  Chrìsto,  ec.  La  quarta  va  dividida  en  quatro  tralados  :  cn  el  primero  se  trata  de  la  obllgacion  que 
tienen  todos  los  Religiosos  de  saber  sa  Regula,  ec  >  Possiam  dire  che  l'opera  é  ingegnosissima  e  piena 
di  molta  dottrina  ed  erudizione,  con  dei  pensieri  quanto  veri  altrettanto  Ideili  e  nuovi,  specialmente 
circa  il  permaneeer  lot  Frayles  Menores  hasta  la  fin  del  mundo^  y  convertir  a  la  fé  de  Christo 
todot  lot  Indios  y  infielet.  Nel  trattato  terzo  poi  della  seconda  parte  sono  preziosissime  notizie 
delle  nostre  Missioni  nelP  India  Orientale,  ossia  Portoghese;  fatti  e  particolari  notabilissimi,  che  danno 
vita  alla  storia ,  e  la  illustrano  di  luce  splendidissima.  Né  mancano  belle  notizie  delle  Missioni 
de*  nostri  Padri  nelle  colonie  Portoghesi  Affricane  e  dell»  America.  Curiosa  cosa  è  che  Y  Autore , 
essendo  nativo  dell'India  Portoghese,  scrivesse  questa  sua  opera  in  lingua  Spagnuola.  Egli  se  ne 
scusa  nel  Prologo  con  le  parole  seguenti  :  «  ConQesso  mis  defectos  en  lo  incompuesto  del  estilo,  en 
lo  confuso  del  concepto,  en  lo  tardo  del  discurrir,  en  Io  violento  del  pensar,  particularmente  en  ci 
lenguaje  castellano;  pues  naci  en  le  India  Orientai  de  padres  portngueses,  sin  jamas  comunicar  con 
castellanos,  ni  usar  de  su  lenguaje,  sino  de  dos  anos  o  tres  a  està  parte  que  passe  a  Espana:  no 
paedo  dexar  de  escuchar  gozoso  mis  defectos ,  si  mi  escucha  me  desculpa.  •  Trovai  un  esemplare  di 
questa  rarissima  opera  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 

—  Relagao  defensiva  do  Filhos  da  India  Orientai  e  da  Pro- 
vincia do  Apostolo  S.  Thomé  dos  Frades  Menores  da  Regular 
Observancia  da  mesma  India,  por  P.  Frei  Miguel  da  Purifi^ao, 
Custodie  e  Procurador  da  mesma  Provincia,  ifilho  della  e  naturai 
de  Tarapor  da  mesma  India:  dirigida  ao  R.  P.  Fr.  Paulo  da 
Trinidade,  Lector  Jubilado,  Deputado  do  S.  OflBcio  da  India  Orien- 
tai, e  Padre  da  mesma  Provincia.  Em  Barcelona,  em  a  Imprenta 
de  Sebastiào  e  JoSo  Matheva,  con  licenza  dos  Superiores.  Anno 
1670. 

Sono  57  pagine  in  8,  in  lingua  portoghese  e  latina,  e  con  il  ritratto  dell' Autore.  N'ò  un 
esemplare  nella  stessa  Biblioteca. 

—  Estatutos  Generales  para  la  India  Orientai.  En  Roma.  En 
la  Imprenta  de  la  Real  Camara  Apostolica.  1639. 

Altre  92  pagine  parimente  in  8,  aggiunte  in  fine  della  Relagao, 

—  Breve  Apostolico,  paraque  los  Prelados  y  Ministros  de  los 
Frayles  Menores  de  la  Regular  Observancia ,  y  los  Christianos 
nuevos  conversos  en  la  India  Orientai ,  gozen  todas  las  gracias, 
indultos  y  privilegios,  que  los  Romanos  Pontifices  han  concedido 
a  todos  los  dichos  Christianos,  Prelados  y  Ministros  de  todas  las 
Provincias  de  las  Indias  Occidentales,  de  la  misma  manera  que 
ellos  gozan.  En  Roma  :  en  la  Imprenta  de  la  Reverenda  Camara 
Apostolica.  Ano  MDCXXXIX. 

.    —  Elenco  di  varii  oggetti  e  libri  di  Chiesa  e  di  scienza,  che 
il  P.  Michele  aveva  ottenuti  per  quelle  Missioni  dell'Indie. 


474  PURIFIGACIOK 


È  aggiuiilu  in  Une  all'  opusoulo  precedente.  E  1'  esemplare  da  me  veduto,  parimcDtc  appirtiene 
alla  sopraddetta  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona. 

Tulli  questi   documenti  sono  della  maggior  importanza  per  la  storia  delle  nostre  Hissioni 
ncir  Indie  Portoghesi;  e  spargono  chiara  luce  sopra  le  cagioni  per  le  quali  l'Ordine  FraDcescano, 
che  in  si  mirabil   modo  vi  aveva  fiorito,  alla  (Ine  vi   perdo  alquanto  del  suo  splendore.  AkaDi 
recenti  scrittori  Portoghesi,  come  il  Cunha  Rivara,  e  Barrbtto  Miranda,  con  atteggiamento  noi 
sincero  di  compassione  si  dilettano  a  mostrare  come  da  due  secoli  i  Francescani  fossero  cadati  in 
vera  obbiezione.  Ma  dopo   la  lettura  dei  loro  libri,  tu  vedi  eh'  ei  parlano  mossi  da  odio  contro 
gli  Ordini  Religiosi,  e  specialmente  contro  il  Francescano.  Vera  certo  del  male;  ma  c'era  anche 
di  mollo   bene ,  insino  a  che  la  Rivoluzione  non  gli  ebbe  dispersi.  Basterà  dire  che  nel  mo- 
mento stesso  che  si  gridava  al  loro  sterminio,  due  insigni  Missionari  Francescani  governavano  te 
due  principali  Chiese  delle  Colonie  Portoghesi,  Goa  e  Capo- Verde:  Fr.  Emakinuele  da  S.  Gaddino 
Arcivescovo  di  Goa,  e  Fr.  Geronimo  Vescovo  di  Capo-Verde.  E  del  primo  lo  stesso  Barrbtto  Miraicda 
non  può  a  meno  di  dire,  che  il  suo  nome  è  un  nome  taìidoto  de  virtuoso  àrzobitpo,  a  quem  em  grande 
parte  he  devido  o  retpeito  em  que  he  tido  o  notto  clero  (  dell'  Indie.  )  Al  Cunua  Rivara,  più  astioso, 
duole  la  fama  che  godeva,  di  dotto  e  zelantissimo  prelato,  e  la  universale  venerazione  che  rìscno- 
teva  in  India  e  in  Portogallo:  e  non  sapendo  come  morderlo,  gitla  in  mezzo  una  maligna  insinua- 
zione, dicendo  che   fece ,  si  certo ,  delle  ottime  leggi  per  la  Chiesa  dell'  Indie ,  ma  non   promosse 
abbastanza  lo  studio  della  lingua  del  paese,  che,  secondo  lui,  vuol'  esser  sopra  ogni  altra  cosa;  come 
se  la  Missione  d'  un  Vescovo  fosse  quella  di  occuparsi  di  studi  fllologici,  e  non  già  della  salvezza 
delle  anime  ;  e  da  ultimo,  che  ben  s' era  occupato  dello  studio  di  detta  lingua,  sino  a  scrivere  una 
Grammatica  :  ma  siccome  egli,  il  Cunha  Rivara  ,  non  ne  aveva  potuto  vedere  il  Manoscritto,  potersi 
dubitare  se  l'avesse  veramente  composta  il  San  Caldino,  o  forse  non  l' avesse  rubato  1  Se  questo  sia  amor 
del  vero,  e  imparzialità,  lo  giudichi  il  lettore.  In  quanto  al  Vescovo  di  Capo-Verde,  riferiremo  qui  le 
parole  d' un  libro  ufficiale ,  che  sono  gli  Ànìialet  Maritimos  e  Coloniaet,  publifSo  mentuai  redigida  foò 
a  direfao  da  assoclafao  Maritima  Colonial,  fi.  1.  Novembre  18i0.  L' articolo  è  un  po'  lungo ,  ma  vale 
la  pena  di  trascriverlo:  esso  ci  fa  conoscere  ciò  che  erano  le  Missioni  nelle  Colonie  Portoghesi,  e  i 
frutti  che  ha  dato  l'odio  contro  gli  istituti  Monastici  ;  quantunque  lo  scrittore  non  sia  punto  ad  essi 
l)encvolo,  e  si  studii  di  attribuire  a  loro  colpa  il  male  che  venne  fatto  dai  loro  nemici.  Perciò  v' 
inframetteremo  alcune  chiuse.  L' articolo  ha  il  titolo  seguente:  Breve»  eowtiderafoes  sobrea  pregofào 
do  Evangelho  na  Africa,  scritta  dal  Segretario  da  Secfao  da  Marinha  Militar. 

•  A  fertilidade  dos  terrenos  (egli  dice),  as  produccoes  propri;is  de  aquellos  climas,  y  riqueza 
minerai,  a  abandancia  de  niadeiras  de  conslruc^o,  e  os  niuilos  rios  e  portt>s  que  ulli  tcmos,  tud.» 
alìanva  e  forlalecc  a  idea  de  podernos  lirar  «la  Africa  multo  mais  provcilo  do  que  ultimamente  uos 
proviiiha  do  Brasil,  a  cuja  prosporidade  sacriUcanios  aquellus  dominios  africanos,  primeiros  padruos 
ulevantatios  pelo  valor  Portugiioz .  .  .  .  Voltando  nos  para  Africa  hoje  que  perdemos  o  Brasil,  ja 
achanios  de  menos  muitos  portos  importanles,  e  os  que  nos  restain,  en  tale  estado  que  pouco  differe 
daquelle  ein  (jue  os  descubridores  Portiigueses  os  encontraran,  e  do  muito  que  oulra  ora  alti  llzemos 
fracos  vestij?ios  restam,  apena-s  Ironcados  documenlos,  mas  que  ainda  assim  altestam  onosso  direilo 
0  senhorio  corno  primeiros  descubridores  e  conquistadores  os  testcmunhos  do  valor  militar  ;  porquc 
a  errada  politica  dcsviou  da  Africa  a  attencao  do  nosso  i^roverno,  <}uando  ja  seguro  da  sugeic<So  do^ 
povos ,  deveria  com  a  civilisivno  dar  impulso  a  a^ricultura,  ao  commercio  e  a  novegacSo  que  alii 
acliavariamos  a^'ora,  senJlo  tivessemos  parado  em  tHo  nobre  empenho.  (E  sin  qui  ttabenel) 

•  Consideran<lo  a  civilisi\^o  (esso  prosegue)  conio  a  base  solida  da  prosperidade  dos  povos. 
nao  vejo  algum  mais  poderoso  para  o  seu  progresso  do  que  o  cultivo  e  a  pregac3o  do  Vangelho  de 
Jesu  Christo  :  so  o  Christianismo  que  civilisou  a  Europa  podcra  civilizar  a  Africa  ....  No  apresento 
està  idea  conio  um  pensamento  no\o .  .  .  nHo  ignoro  os  servi\;os  preslados  pelos  Missionarios,  man- 
dados  a  Africa  nos  reinados  de  Joflo  lì,  I).  Manoel,  1).  JoHo  111,  e  D.  Felipe  II ,  e  o  acerto  con  que 
se  foudou  0  Seminario  de  Santa  F«'*  en  Goa,  eos  dos  Franciscanos  en  Loanda  :  (Manco  male!).  Tambcm 
si.'i  que  se  aconsj'llia  ao  (Joverno  a  crea^ao  de  Seminarios  de  Ultramar;  mas  da  lic3o  destas  noticias 
tenho  concluido  que,  apesar  dos  l)ons  desejos  ijue  delerminaron  aquellas  Missoes,  os  resultados  n3o 
••orresponderam  por  dous  moiivos..  .  a  insaluliridade  dos  climas,  a  a«;pereza  e  longiludc  dos  caminhos. 
a  ignorancia  das  diversas  linguas  dos  gentios,  e  a  su  jusla  reserva  e  sconflanca,  que  s5o  diflcultades 
insuperaveis ...  e  os  sujctos  empregados  uas  Missoes,  que  erain  os  que  meno  virtude  e  capacidade 
tinham.  fin  quanto  al  primo  motivo,  ben  noi  intendiamo  che  le  caute  accennate  potevatto  riiardan 


PURIFICACION  .475 


{'  azione  de'  Missionarii,  ma  non  già  che  fossero  alla  loro  virtù  insuperabili.  La  storia  dà  una  solenne 
smentita  a  questa  affermazione  t  In  quanto  al  secondo,  è  una  vera  calunnia  I  Non  neghiamo  noi  che 
nelle  Missioni  si  fossero  introdotti  degli  abusi  che  bisognava  riparare  :  ma  dire  che  tutti  i  Missionari 
erano  senza  virtù  e  senza  capacità,  capeggio,  immorali;  questo  significa  voler  giustificare  l'odio  che  i 
moderni  Governi  portano  agli  Ordini  Religiosi,  e  la  estinzione  a  cui  barbaramente  li  condannarono, 
mentre  si  prometteva  universale  libertà  a  tutti  ;  e  non  sappiamo  intendere  come  nei  Tutti  non 
vi  debbano  essere  anch'  essi  compresi.  )  Tambem  se  fez  o  ensajo  de  educar  os  Africanos  no 
reyno,  e  depois  de  ordenados,  mandalos  para  as  Missoes ....  mas  nao  me  parece  o  melhor  espe- 
diente ;  porque  os  Africanos,  depois  de  afeitos  ao  clima  de  Portugal,  e  as  comodidades  de  Europa, 
de  m^o  grado  voltariam  para  os  sertaos,  e  con  repugnancia  se  sujeteriam  a  vida  laboriosa  dos 
Misionarios.  (Noi  crediamo  che  ci  sia  il  prò  ed  il  contraj.  Para  obviar  estes  obstacalos  tenho  quc 
o  mejo  preferivel  è  a  creacao  de  Seminarios  ecclesiasticos  nos  establecimientos  de  Africa  qne  mais 
proprìos  parecam,  que  nestes  Seminarios  seian  educados  e  instruidos  nas  materias  religiosas  os 
lìlhos  dos  Regulos  das  nacoes  do  interior,  e  alli  recebam  instrucSo,  ec.  {Sta  bene  I  ma  chi  li  formerà  in 
cotesti  Seminarti ,  se  non  ci  mandate  Missionarii  d' Europa  J )  NSo  fallerà  qucm  prefera  o  commercio 
a  prega^ao  do  Vangelho  ...  0  commercio  corno  cfeito,  si;  comò  causa,  nao  . . .  dando  comò  provas 
desta  doctrina  que  sìgo,  estas  mesmas  relacoes  commerciaes  que  temos  na  Africa  e  Asia  e  as  que 
tivemos  ao  Brasil;  que  todas  sSo  resultados  das  Missoes.  {Dunque  valevano  qualcosa  i  Missionarii 
Religiosi  l  Vi  hanno  creato  le  relazioni  che  sin  qui  conservate  con  le  vostre  Colonie!  E  voi  gli  avete 
estinti!  E  dite  che  non  sono  adattati  per  le  Missioni! J  E  procurando  o  testemunho  d' outras 
nagoes,  particularmente  da  Inglilesa,  vejo  que  o  commercio  das  sus  colonias  tem  crecìdo  na  propor^ao 
do  progresso  das  Missoes,  tanto  dos  Ministros  Protestanles  comò  dos  Catholicos Romanos,  a  quem 
d^o  protecao  nestes  traballios.  (Come  !  i  Missionari  Religiosi  d' Europa  non  sono  adattati  per  le 
Missioni  delle  vostre  Colonie,  e  invocate  l'esempio  dell'Inghilterra  che  li  protegge,  e  ne  trae  gran- 
dissimo profitto  ?  L' Inghilterra  dunque  Protestante  insegna  a  voi  ;  a  voi,  che  vi  dite  cattolici ,  e 
perseguitate  i  Missionari  cattolici  eh'  ella  protegge  !  )  Concorde  comigo  nas  ideas  que  tenho 
ex  posto,  0  meu  rcspeitavel  amigo  D.  Fr.  Jeronimo  (ecco  il  secondo  Prelato  Francescano,  di  cui 
parliamo)  Bispo  reservatario  de  Capo-Verde,  fondou  um  Seminario  ecclesiastico  na  cidade  de  S. 
Tiago  de  Cabo-Verdc,  a  sua  custa  fez  costruir  o  edificio  proprio,  e  com  o  scu  parlicular  comprou 
uma  quinta  para  fazer  parie  do  patrimonio  do  Seminario.  T3o  louvablemcnte  empregou  este  V.  Pre- 
lado  as  sobras  de  su  pequena  congrua  f'Eran  questi  i  Francescani ,  the  U  Cunha  Rivara  e  il  Bar- 
retto  Miranda  trovarono  caduti  nelle  tenebre  della  più  stupida  ignoranza  e  nel  fango  della  più 
vile  ahbiezione  !  E  diciamo  i  Francescani,  accennando  a  tutto  V  Ordine  loro  :  perchè  da  Ordini  caduti 
in  tale  abbiezione,  non  possono  uscire  uomini  della  dottrina  e  della  virtù,  che  essi  stessi  sono  costretti 
di  ammirare  in  questi  due  Figli  di  San  Francesco,  de'quali  trattano.  )  A  este  Seminario  deviam  estudar 
con  preferencia  os  flltìos  dos  Regulos  e  Poderosos  do  Continente  da  Africa,  para  depois  de  ordenados 
voltarcm  a  suas  terras,  e  alli  servirem  comò  parrocos  e  pregadores  ....  mas  estes  grandes  resullados, 
que  naturalmente  se  espera van  do  Seminario  de  Cabo-Verde,  nSo  os  vio  o  seu  Fundador,  porque 
apenas  nascente,  ainda  nem  bem  acabado,  fui  destruido  pelo  torrente  devastador  das  innovacoes  e 
reformas  . . .  As  aulas  n3o  se  abriram ,  o  edificio  e  a  quinta  endcvidamente  encorporados  nos  pro- 
prios  da  Na^o,  deo-se-les  outra  applica^ao,  ou  talvez  nenhumaì  »  {Rene!  la  conclusione  non  può 
essere  migliore  per  giudicare  chi  abbia  distrutte  le  Missioni,  e  quale  moralità  praticasse  il  Governo 
Portoghese ,  mentre  accusava  d' immoralità  i  frati ,  e  pazzamente  li  disperdeva  dalle  Missioni  e 
dai  loro  conventi  !  Il  nobile  e  generoso  Prelato  Francescano  si  priva  della  sua  rendita  per  formare 
un  Seminario  a  benefizio  dei  popoli  d' Affrica  e  delle  Colonie  della  sua  nazione ,  e  U  Governo  di 
Portogallo  incorpora  il  Seminario  e  la  sua  dotazione  ai  beni  nazionali,  e  forse  peggio,  e  lascia  perire 
Seminario,  istituzione,  ogni  cosa!) 

1  lettori  ci  perdoneranno  questa  digressione,  che  può  dare  molto  lume  a  chi  abbia  anima 
retta  e  nobile,  su  la  quistione  deir  utilità  degli  Ordini  Religiosi,  specialmente  riguardo  alle  Missioni 
nelle  Colonie  che  le  nazioni  civili  d'  Europa  hanno  o  cercano  di  avere  neir  Asia,  o  in  ACTrica,  o 
in  qualche  parte  d' America:  ed  inoltre  io  non  ho  potuto  a  meno  di  non  toccare  di  questo  punto  per  la 
diffusione  che  ebbero  le  opere  de'due  scrittori  sopraddetti,  e  la  molta  autorità  che  ad  esse  si  attribuisce. 
Io  dico  che  non  si  può  fare  e  non  si  farà  mai  il  bene  dei  popoli  con  1'  odio  a  tutto  quello  che 
non  è  secondo  il  nostro  modo  di  pensare  :  la  verità  e  la  giustizia  vogliono  essere  sopra  ogni  cosa. 

E  qui,  se  questo  nostro  lavoro  lo  comportasse,  potremmo  produrre  autorità  e  documenti  fuori 


476.  PURIFICACION 


d'ogni  eecezione  in  solenne  giustiticazione  dell'  Ordine  nostro  cosi  ingiustamente  maltrattato:  i  quali 
documenti ,  chi  amasse  conoscerli,  potrà  trovarne  un  saggio,  per  V  India,  nel  GabimU  LUUmrto  dai 
Fontainhat,  Publieofoo  Mensual  redigida  peto  auodofoo  do  metmo  tUulo,  Vokune  L  Nova  fioa, 
na  imprenta  nadonalt  1846  :  nel  tom.  V  delle  Ohras  eompletas  do  Cardeal  Saraita  D.  Franeiuo  di 
San  Luiz  Patriareha  de  Utboa  ,  precedidat  de  urna  introdufoo  pelo  Marques  de  Ksn^m^, 
pvblkada»  por  Antonio  Gorrbia  CÀLnsiRA;  JUsòoa,  Imprenta  Naeional,  1875:  per  P  AflHea,  nella 
Hitioria  do  Congo,  obra  pottuma  do  Vitconde  de  Pai  va  Makso,  sodo  efecttvo  da  Aeadémia  Beai 
dot  dendae  de  LUboa,  pubUeada  pela  metma  Àcademia  (docìimentot)  ;  LUboa,  Tipograpkia  de 
VAcadetnia  1877,  e  nella  Bibliotheea  EeelesiatUea  ultramarina  tom,  /.  Africa  Septenhional  ;  lÀtboa, 
Imprenta  .Voetonoi,  1871,  dello  stesso  Autore  :  e  per  l' America  nella  Memoria  hislorica  e  documeniad 
a  doe  àldeae  de  Indiot  do  Rio  de  Janeiro  ,  composta  pelo  socio  effedvo  JoaqtUn  Norberdo  Db  Socu 
Silva,  e  laureada  na  sessao  magna  de  ii  de  desembro  de  18ii,  pubblicata  nella  Bivista  Mmestrai  de 
kistoria  e  geographia,  ou  lomal  do  InsUttUo  historico  e  geografico  BrazUeiro,  fundado  no  Rio  de 
Janerio  sob  os  aìispidos  da  sodedade  auxHiadora  de  industria  nadonal,  de  baixo  da  hmwsedieaa 
protecfao  de  S,  M,  I.  o  Senhor  D.  Fedro  IL  tom,  XYIL 


Q 


532.  Quaderno  en  que  se  halleran  el  origen,  progressos,  y 
estado ,  que  al  presente  tiene  este  Colegio  de  Missiones  de  Propa- 
ganda Fide  de  Nuestra  Senora  de  las  Gracias  de  està  ciudad  de 
Popayan.  Agregosele  tambien  un  Manuscripto,  que  le  antecede,  en 
que  hace  individuai  relacion  el  R.  Padre  Jubilado  Fr.  Fernando 
de  Jesus  y  Larrea  de  las  Misiones  que  hizo  ;  de  la  fundacion  del 
Colegio  de  Cali  ;  y  de  varias  otras  cousas ,  que  dan  mucha  luz  y 
Clara  noticia  de  lo  perteneciente  a  las  mas,  y  pudieran  desearse 
sobre  el  origen  y  fundacion  de  este  de  Popayan. 

Il  prezioso  Manoscritto  si  divide  in  dae  parti  :  la  prima  di  36  carte  non  numerate  in  i  :  la 
seconda  di  46  numerate.  Da  quella  riferiamo  la  seguente  importante  nota  che  si  legge  in  fine  : 

«  En  este  estado  tenia  y  dexó  sns  apuntamientos  y  razon  de  fundaciones  de  Colegios  de  Popayan 
y  de  Cali  y  de  sus  missiones,  que  tilzo  el  R.  P.  Jubilado  Fr.  Fernando  de  Jesus  y  Larrea,  de  cuya 
nota,  letra,  puno  y  forma  es  lodo  lo  antecedente.  Llevosele  Dios  para  si  por  Noviembre  del  ano  de 
1723  de  edad  de  73  anos,  y  sepultado  que  fué  en  dicho  su  Colegio  de  Cali,  comò  tambien  se  dice 
a  fac.  27  de  este  quaderno  (della  seconda  parte)  haviendose  cometido  al  R.  P.  Fr.  Joaquin  de  San 
Luis  Gonzaga  y  Lucia  por  nuestro  Rmo  P.  Comissario  de  Indias  la  visita  de  aquel  Colegio,  logró 
tornar  este  originai  monumento,  y  dexando  copia  de  el  en  aquel  Colegio  de  Cali,  se  traxo  consigo 
este  documento,  que  se  pone  en  este  quaderno  comò  tan  conducente  a  las  noticias  que  en  el  se 
ponen  para  perpetua  memoria,  assi  del  origen,  progressos  y  estado  de  aquel  Colegio  de  Cali,  comò 
de  este  de  Popayan  . . .  .  y  porque  con  el  trascurso  del  tiempo  no  se  carezca  de  la  noticia  de  la 
patria  y  padres  de  nuestro  R.  P.  Larrea,  summariamente  diremos  aqui  que  stendo  Oidor  de  la  Rcal 
Audiencia  de  la  ciudad  de  Santa  Fé  de  Bogota  del  Nuovo  Reyno  el  Setior  D.  Juan  de  Larrea,  e 
a  (Ines  del  siglo  passado,  se  le  mando  por  S.  M.  passasse  de  Oidor  a  la  Audiencia  de  Quito.  Caso 
alli  con  Doiìa  Thomasa  Davalos ,  familia  ilustre.  Entre  varios  otros  hijos ,  que  tuviera  en  fruto  de 
su  bie|^  logràdo  matrimonio ,  tuvioron  a  nuestro  Fr.  Fernando,  educaronlo  sus  horrados  padres ,  y 


.478  QUADRO 


a  mas  de  sa  bella  indole,  virlud  y  distinguidas  prendas  cun  que  la  adornò  el  cielo,  puesto  que 
fué  a  sa  tiempo  en  el  Colegìo  de  San  Fernando  dio  maestras  de  su  ingenio  en  el  aprovechimento 
en  la  Philosophia  y  Sagrada  Theulogia  en  que  fué  graduado.  Llamole  Dios  a  la  ReligioD.  y 
respondiendo  e  la  vocacion  con  abandonar  al  mundo,  y  sus  esperansas  pidió  la  Recoleccion  de  San 
Diego  de  Qui  lo.  Profeso  que  fué  y  dando  muestra  de  alto  destino  a  que  le  llamaba  el  cielo,  k 
promovieron  sus  Prelados  al  sacerdocio,  recibiendo  alti,  y  a  su  tiempo  los  sagrados  ordenes.  Apenas 
los  recibìó  quando  comenzó  ya  a  exercitarsc  en  las  tareas  de  sus  Missiones ,  y  demas  actos  de  sa 
fervoroso  espiritu  y  apostolico  ministerio,  comò  consta  de  la  serie  y  relacion  que  hace  en  sa  ante- 
cedente narraccion En  este  Golegio  de  Popayan  en  20  de  Enero  de  1783. —  Fr.  Francisco 

Mosquera  Guardian.  —  Fr.  Joseph  de  Sin  Joaquin  E\-Guardian.  —  Fr.  Joseph  de  San  Angostin 
discreto.  —  Fr.  Joaquin  Mariano  de  San  Luis  Gonzaga  Ex-Guardian.  —  Fr.  Diego  de  la  Prubeza 
Discreto.  —  Ante  mi  Fr.  Mariano  Joseph  del  Santissimo,  Discreto  y  Segretario.  — 11  titolo  poi  della 
seconda  parte  del  Manoscritto  è  il'  seguente:  lÀvro  en  que  te  da  noticia  de  ìa  fundaàon  del 
Colegio  de  Musionet  de  la  Santas  Yirginet  Clara  y  Rosa  de  Pomatque  ;  da  sus  proifresiot  y 
pertecueionet  ;  de  loi  $ugetos  que  han  abrattado  tati  sagrado  Instiiuto  ;  de  los  varios  eontratiempos 
que  ha  tenido  el  Seminario;  de  las  permutax  y  transito  de  los  Missioìiarios ,  ya  a  la  Recoltdoa 
de  San  Diego  de  Quito,  ya  al  Concento  de  San  Bernardino  de  Popayan  ;  de  los  Capituios  que  se 
han  celebrado  en  el  Colegio;  y  de  las  cosas  notables,  que  en  el  han  aeaesido  en  varios  tiempot. 
Giunge  sino  ai  1773.  Poi  vi  furono  f.itte  delle  aggiunte  fino  al  1799.  Questa)  Manoscritto  mi  fa 
portato  in  dono  dall'  Amcrira  dal  Padre  Ottaviu  da  Fcrestrelle  delia  Provincia  Osservante  di  San 
Tommaso  di  Torino,  già  Missionario  nella  Nuova  Granata,  dipoi  Vice-Ck)mm issarlo  della  Terra  Santa 
in  Parigi,  ed  ora  Missionario  in  Palestina. 

Sto-».  533.  Quadro  nominativo  dei  Missionari  Apostolici  sudditi  Sardi 
sparsi  nelle  Missioni  estere  delle  cinque  parti  del  mondo.  Torino , 
dalla  Tipografia  di  Giacinto  Marietti,  1857. 

Sono  40  pagine  in  faglio.  In  questo  quadro  figura  in  modo  speciale  l'Ordine  FraDces*:ano , 
non  solo  di  valorosi  Missionari,  ma  di  Vescovi  e  Vicari  Apostolici,  dei  quali  nelle  note  è  data  una 
breve  biogralla,  e  sono  rifiTlti  alciuanli  brani  d' interessanlissinie  Ietterò  e  relazioni. 

E  Simo  tra  gli  altri,  Monsij^nor  Giovanni  Berfjjorelti,  Vicario  Apostolico  nell'  isola  di  Santorino; 
Monsignor  Luigi  Blancis,  Vescovo  di  SIra  nell' Arcipelago  e  Vicario  Apostolico  della  Grecia;  Monsignor 
Elisio  Cliiais,  Vescovo  Tinenso,  Vicario  Apostolico  del  Ken-si  in  Cina;  Monsignor  Gabriele  Grioglio, 
Vescovo  Euriense,  e  Vicario  Apostolico  del  Kan-si  in  Cina  ;  Monsignor  Perpetuo  Guasco,  Vescovo 
(li  Fez  e  Vicario  Apostolico  dell'  Egittr»  ;  Monsignor  Luigi  Moccagalta,  Vescovo  di  Zenopoli  e  Vicario 
Apostolico  (li  Chan-tung  in  Cina;  Monsignor  Giuseppe  Novella,  Vescovo  di  Patara  e  Vicario  Apo- 
stolico del  Huquang  in  Cina;  Monsignor  Celestino  Spelta,  Vescovo  di  Tliespis  e  Vicario  .\p(jstolico 
di  Nanltino  in  Cina. 

Tra'  Missionari  poi  (';  notevolissimo  il  Venerabile  Martire  •  Padre  Giovanni  di  Triora,  ditkcrsi 
di  AllKmga  (nella  Liguria  occidentale),  Minore  Osservante,  Missionario  nella  Provincia  di  Hou-Quan;:. 
Mentre  per  nulla  contando  la  persecuzione  rlie  incrudelivajj^li  intorno,  adempiva  con  zelo  veramente 
apostolico  le  sante  funzioni  del  suo  ministero,  fu  arrestato  il  38  luglio  del  1815,  ed  il  31  dello 
slesso  mese  lrasf(?rito  nelle  carceri  di  una  città  \irina  alla  sua  residenza,  hi  lo  caricarono  di 
catene  cosi  pesanti,  che  non  poteva  muoversi  sotto  il  peso  che  l'opprimeva;  e  lo  lasciarono  nei 
tormenti  di  (]uesta  crudele  tortura  in  tutti  i  sei  mesi  che  <lun')  la  sua  catti\ità.  il  i9  affusto  venne 
Condotto  a  Chang-cha,  città  capitale  della  Provincia,  dove  i  mandarini  superiori  lo  sottomisero  a 
vari  interrogatorii,  nei  (juali  fece  prova  d'un  allo  sapere  e  d'una  irremo>ibile  fermezza.  Vi  era 
chi  si  prendeva  il  barbaro  piacere  di  tormentarlo,  costringendolo  un  giorno  a  stare  in  gin(.K*chio 
tre  o  «iiiatt'ore  di  seguito,  ed  altra  \olta  comandandogli  un  mandarino  di  calpestar  la  Croce  di 
Gesù  Cristo.  Invece  di  ubl)idire  a  questa  intimazione,  manifestava  con  energia  1'  orrore  che  ave\a 
di  un  simile  delitto.  Allora  i  sjtldaii  il  presero  e  lo  coslrin'iero  con  la  forza  a  passare  su  questo 
venerabile  .segno  di  nostra  redenzione,  ed  egli  protestava  gridando  contro  la  >iolenza  che  gli  face- 
Nano,  e  prendendo  Dio  e  gli  uomini  tutti  a  testimoni  che  la  sua  volontà  non  partecipava  di  alcun 


QUARESMIO  479 


modo  a  quest'  atto  empio  ed  iniquo.  Si  stancarono  finalmente  i  carnefici  di  tormentare  questa  vittima 
coraggiosa,  che  non  era  mai  stanca  di  sofTHre  pel  nome  di  Gesù  Cristo  ;  onde  per  dar  fine  a  tante 
carneficine,  si  condannò  il  pio  Martire  ad  essere  strozzato.  Egli  soffri  questo  acerbo  supplizio 
unitamente  a  tutti  gii  altri,  il  13  febbraio  18i6,  con  tutta  la  pazienza  e  tutto  il  coraggio  d'un 
cristiano  eroe.  • 

Qualche  anno  f!a,  mentre  io  era  in  Roma,  Monsignor  Celestino  Spelta,  con  autorità  della  Santa 
Sede,  ne  trasportava  i  preziosi  avanzi  dalla  Cina  nella  suddetta  città,  che  vennero  deposti  in  un 
luogo  di  onore  nella  nostra  chiesa  di  Santa  Maria  di  Araceli. 

534.  QuARESMio.  —  Historica,  theologica ,  et  moralis  Terrae 
Sanctae  elucidatio:  in  qua  pleraque  ad  veterem  et  praesentem 
eiusdem  Terrae  statum  spectantia  accurate  explicantur,  varii 
errores  refelluntur,  veritas  fideliter  exacteque  discutitur  ac  com- 
probatur.  Opus  non  tantum  ad  Terram  Sanctam  proficiscentibus , 
sed  etiam  sacrae  Scripturae  studiosìs  et  divini  verbi  praeconibus 
utlissimum.  Auctore  Fr.  Francisco  Quaresmio  Laudensi ,  Ordinis 
Minorum  Theologo,  olim  Terrae  Sanctae  Preside  ac  Commissario 
Apostolico.  Antuerpiae,  ex  Officina  Plantiniana  Balthasaris  Moreti, 
M.  DC.  XXXIX, 


Sono  due  volumi,  in  foglio  grande  reale  :  il  primo  di  XXX-924  pagine,  e  49  carte  non  numerate 
&  Indici  ed  Elenchi;  il  secondo  di  pagine  Ì0i4,  e  60  carte  non  numerate  d' Indici  ed  Elenchi.  È 
opera  classica,  la  più  dotta  ed  importante  opera  che  sia  stata  scritta  sopra  la  Terra  Santa,  ed  oggi 
fatta  rarissima.  Qualche  anno  fa ,  un  esemplare  non  costò  meno  di  600  franchi  ;  ed  è  opera 
ricercatissima.  Di  questi  dì  ho  ricevuto  un  Manifesto  di  Venezia,  che  ne  annunzia  una  nuova 
edizione,  curata  dal  Padrn  Cipriano  da  Treviso  Commissario  della  Terra  Santa  fra'  Minori  Osservanti 
di  quella  Provincia;  dummodo  (egli  dice)  sufficientem  numerum  subicribendorum  inveniam,  E  dà 
ragione  della  sua  impresa  con  le  parole  seguenti,  che  fanno  conoscere  il  merito  dell'  opera. 

«  Hujus  Operis  meritum  et  excellentia  tanta  est,  ut  verbis  nequeat  declarari.  Si  liber  quilibet 
perfectus  censetur  cum  suo  titulo  respondet;  hic,  licet  juxta  temporis  stylum  multiplicì  nec  non 
enucleato  titulo  exhibeatur,  materiam  atque  doctrinam  quae  titulum  ipsum  valde  exsuperant, 
praesefert. 

«  In  primis  enim  omnia  ita  copiose  et  erudite  in  eo  pertractantur,  ut  in  palaestinologia  omnium 
librorum  facile  princeps  ab  erudi tis  habeatur. 

«  Et  sane  inter  plusquam  auctores  octingentos  qui  post  Quaeesmium  de  Terrae  Sanctae  rebus 
scripserunt,  si  paucos  excipias,  fere  omnes  non  solum  Auctoris  nostri  Opus  summis  laudibus 
celebrarunt,  verum  ab  eo  veluti  a  copiosissimo  fonte  multa  hauserunt,  ejusque  auctoritate  quaestiones 
plurimas  hìstoricas  et  topographicas  enodarunt. 

«  Ex  quo  patet  perutilem  esse  hunc  librum  omnibus  qui  orientalibus  et  praesertim  Terrae 
Sanctae  studiis  applicantur:  geographicis  enim  ac  etnographicis  notionibus  refertus,  profunde  discutit 
quidqnid  ad  historiam  hujus  celeberrimae  regionis  pertinet.  Terrae  vero  Sanctae  statum  sui  temporis 
Auctor  accuratissime  describit,  studio  ac  labore,  ut  ipse  fatetur,  tredecim  annorum,  suaque  repetita 
vìsitatione  et  experientia,  aliqua  etiam  addens  de  Syria  et  Aegypto. 

«  At  non  solum  Palaestinologis  summo  in  pretio  retincndus,  sed  insuper  cactcris  qui  cupiunt 
pleniorem  Sacrae  Scripturae  intelligentiam  adipisci.  Mirum  sane  est  quot  quaestiones  biblicae  per- 
difficiles  et  fere  inextricabiles  ejus  auxilio  solvantur,  quasque  celeberrimi  ipsi  commentatores  vel 
intactas  reliquerunt,  vel  falsis  locorum  notionibu.s  innixi  magis  magisque  obnubilaveruut  ;  proin- 
deque  non  solum  confert  ad  jucundiorcm  Sacrae  Scripturae  scientiam,  sed  quod  magis  est,  ad  ejus 
veritatem  ultro  slabiliendam  et  vindicandam,  atque  ad  Qdei  dogmata  theologice  deroonslranda. 


480  QUILES  -  gUJNTANILl.A 


«  Ex  quo  denique  flt  quod  cam  Sacra  Scriptura  praecipuus  sit  fons,  ex  qao  verbi  divini 
praedicatores  sua  argumenta  depromanl,  ad  ea  quae  (Idei  sunt  et  chrisUanae  moraliUtis  popolo 
lìdei  insìDuanda,  cumque  PalaesUna  theatrum  sit  gestorum  tum  prophetarum ,  tom  ipsius  Chrtsti 
Domini,  evidens  est  ex  pleniore  et  certiure  notitia  Sacrae  Scriputurae,  ac  Teme  promisskmis 
locorum  maximum  emolumcntum  sacris  concionatoribus  liinc  exliibcri. 

«  Sed  qaod  magis  interest,  Auctor  summa  patientia,  in  apposito  elencho ,  ordinaUssiine  ex 
materia  ipsa  suae  tractationis  ea  omnia  collegi!  quae  ad  formandas  conciones  prò  quolibet  festo  die 
necessaria  sunt  ;  exliibens  scticma  cujuscumque  concionis,  in  commodum  praesertim  eorom,  qui  io 
in  cura  sunt  animarum,  praeter  triplicem  indicem  amplissimum  quo  opus  suum  ditavi(. 

«  Porro  hujusmodi  lil>er  quem  tanti  faciunt  eruditi ,  impressus  fuit  Antuerpiae  anno  1639 
duobus  voluminibus  in  folio,  nec  amplius  recusus,  adeo  ut  hodie  rarissima  sint  ejusdem  exemplarìa. 
Dee  amplius  venalia,  licet  summo  pretio,  prostent. 

«  Illa  autem  prima  editio  non  tam  copiosa  fuisse  patet  ex  eo  quod  in  multls  bibliolhecis 
desideratur. 

«  Praecla rissi mus  M igne  illam  denuo  typis  committere  optasset,  nisi  ejus  officina  typogrmphica 
incendio  periisset;  ali!  vero  typographi  inutilia  desideria  patefecerunt,  perterriti  forsan  expensis  ob 
tantam  molem  voluminis,  nam  opus  complectitur  plusquam  duo  millia  paginanim  in  follo, 

«  Verum  hodie  excito  amoro  orieutalium  studiorum ,  auctoque  incrodibiliter  numero  eonim 
qui  Palacslinologia  delectantur,  nostri  Auctoris  desiderium  magis  in  dies  augeri  non  dubie  patet 

«  Statim  enim  ac  reimpretiionem  alterius  hujus  generis  rarissimi  libri,  nempe:  BanifàeU  de 
Ragutio,  De  Perenni  cuUu  Terrae  Sanctae  curaverim,  cui  prò  appendice  addidi  copiosum  indleem 
bibliographicum  Scriptorum  Terrae  Sanctae,  non  pauci  eruditi  ex  Italia,  Gallia ,  Hispania ,  Belgio, 
Anglia,  Germania,  nec  non  ex  ipsa  America,  ad  novam  Quaresmii  editlonem  aggrediendam  me 
excitarc  coeperunt 

«  Quibus  permotus,  eam  libenter  paratus  sum  molirì,  dummodo  sufficientem  tubscrlbendcrum 
numcrum  inveniam.  • 

jfa.  535.  QuiLES.  —  Al  Exmo  S.  Conde  de  Frigliana  del  consejo  de 

Estado  y  Gabinete  de  S.  M.  y  Presidente  del  de  Indias  B.  R.  S.  M. 
Ff.  Andres  Quiles  Galindo,  Lector  Jubilado  y  Procurador  general 
de  las  Provincias  de  Indias  de  San  Francisco. 

Manuscrilto  di  26  pagine  in  foglio,  dove  l' Autore  dà  unagoneralt>  descrizione  delle  Indie,  special- 
mente della  Nuova  Spagna  e  della  Florida.  Appartiene  alla  biblioteca  dell' Accademia  di  storia  di  Madrid 


Ab  erica 


Airica 


^-'P'  536.  QuiNTANiLLA. — Oranum  Ximonii  virtute  catholicum:  seii 
de  Affricano  bello,  in  Tremezenii  ro^j^no  sub  servi  Dei  Francisci 
Ximenos  de  Cisneros  8.  R.  E.  Cardinalis  protectione  per  152  annos 
continuato.  Liber  unus  ex  vetustis,  recentioribusque  monumentis 
haustus  a  Patre  Fr.  Petro  de  Quiirtanilla  et  Mendoza  Complutensi 
Ord.  S.  P.  Francisci  de  Observantia  consecrat.  dicat.  et  donat. 
Serenissimo  et  in  utroquc  Orbe  potentissimo  Principi  Fhilippo 
Balthassari.  Anno  1(558.  Itomae,  per  Franciscum  Monetam,  Supe- 
riorum  pennissu. 

Vn  volume  in  V  granile,  di  38  carte  preliminari  non  numeralo  e  253  pagine.  Libro  imixjrtan- 
lissìmo  por  la  storia  delle  Missioni  Francescane  d'  AfTrir.i  e  della  Terra  Santa.  .V  è  un  esemplare 
nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 


QUOTIDIANA  ASI 


v^p« 


—  Archetipo  de  virtudes ,  expexo  de  Prelados  el  venerable 
Padre  y  Siervo  de  Dios  Rrancisco  Ximenes  de  Cisneros.  En  Palermo, 
por  Nicolas  Bua,  Impressor  del  S.  Officio  de  la  Inquisicion,  ano  de 
1653.  Con  licencia  de  los  Superiores. 

Un  volume  in  foglio,  di  i5  carte  preliminari  non  numerate,  altre  22  parimente  preliminari, 
e  360  dell'opera, 

—  Archivium  complutense,  Registro  universal  y  autenticas 
glorias  de  la  vida  inculpable,  virtudes,  milagros,  y  singulares 
hazanas  de  nuestro  supremo  Prelado  y  venerado  Senor  D.  Fr. 
Francisco  Ximenes  de  Cisneros,  ec. 

Un  volume  parimente  in  foglio ,  di  i49  pagine,  aggiunto  al  precedente,  e  stampato  nello  stesso 
luogo  e  anno ,  come  consta  dalle  seguenti  parole  in  flne  :  En  Palermo»  por  Nicolas  Bua,  fmpressor 
del  Santo  Ofiiào  de  la  Inquisicion ,  ìi.  DC.  LUI.  V  esemplare  eh'  io  vidi  di  queste  due  opere  del 
Quintanilla,  trovasi  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

L'Autore  nel  libro  III  dell' i4r<;/u!^tpo  a  pagine  203  descrive  con  queste  parole  il  solenne  rito 
religioso  compito  dal  Ximenes  in  Orano.  «  Desdc  1'  Alcazava  fué  (  procesionalmente  )  a  la  Mesquita 
mayor ....  puriHcola . . .  y  la  que  havia  sido  tempio  de  Mahoma  consagrò  a  Maria  SS.  Madre  de 
Dios,  con  el  titulo  de  Santa  Maria  de  la  Victoria  y  de  su  SS.  Annunciacion.  Y  dizo  si  la  priqfiera 

Missa  de  Pontiflcai a  lo  mas  del  exercito  christiano,  en  hazimiento  de  gracias.  Dispuese  luego 

otros  altares,  y  fueron  celebrando  sus  sacerdotes,  porque  todos  cumpliesen  con  el  precepto  de 
Domingo.  Acavada  la  solennidad,  siguió  la  procesion  a  otra  Mesquita,  donde  fueran  muertos 
innumerables  Moros:  puriflcola  asimismo,  y  consacrò  al  Apostol  Santiago  patron  de  Espana,  y 
dicha  la  ultima  oracion ,  se  dixieron  en  ella  muchas  Missas ....  Retirose  el  Siervo  de  Dios  al 
palacìode  Alcazava,  y  en  acabando  de  comer,  Uamó  a  los  Gondes  Maesses  de  Campo,  capitanes  y 
otros  soldados  quo  so  havian  aventurado  a  los  demas,  y  repartió  con  particular  piacer  gracia  y 
liberalidad  los  despojos  que  havia  con  el . . . .  Acompanole  lo  mas  noble  del  exercito  y  su  casa,  y 
en  otra  Mesquita,  o  palacio  principale  dedicò  y  consacrò  a  S.  Bernardino  de  Sena  un  Ospidal  para 
que  en  el  se  curasen  los  soldados  desta  plaza.  Dotole  de  crocida  renta,  y  dexò  vastante  numero  de 
sacerdotes  que  les  administrassen  los  sacramentos.  Fundò  alli  mismo  dos  Conventos,  el  un  de  S. 
Domingo,  y  el  otro  de  S.  Francisco. . . .  ambos  a  dos  le  labro  la  casa,  y  antcs  de  partirse  de  Oran 
dexò  consagradas  sus  yglesias,  y  despues  desde  Espana  les  remetiò  todo  el  necessario  para  sus 
comunidades,  recados  de  Sagristia  y  provision  para  sus  officinas  :  y  las  limosnas  que  les  dava  eran 
tan  grandes,  que  sustentavan  cada  Convento  a  40  Religiosos.  Oy  (1653)  tienen  menos,  pero  son 
estos  Monasterios  de  mucha  utilidad  en  aquella  provincia  ;  pues  no  solo  confessan  y  predican  a 
los  catolicos,  sino  que  con  sus  santas  costumbres  sus  Religiosos  convierten  muebos  infleles  a 
nuestra  fée;  y  cada  dia  les  da  cspiritu  en  la  tierra  adentro  de  predicarla  y  padecer  martyrio.  »  Ciò 
vuol  dire  che  nel  1653  le  Missioni  Francescane  neli'  Affrica  settentrionale  continuavano  Aorentissime. 

537.  Quotidiana  processio  quae,  finito  completorio,  in  ecclesia 
praecursoris  D.  Joannis  Baptistae  in  Montanis  Judeae,  a  Fratribus 
Minoribus  S.  P.  N.  Francisci  celebratur.  Venetiis ,  1786. 

Così  nel  Catalogo  della  Biblioteca  di  Carlo  Escalopier. 


3t 


R 


JA. 

BmdU 


538.  Radvich. — Lettera  del  Padre  Fr.  Michele  Radvich,  Custode 
e  Commissario  Visitatore  della  Bosnia  Argentina  al  Gran  Duca  di 
Toscana. 

È  neir  Archivio  Mediceo  di  Firenze,  filza  li  16,  e  ha  la  data  di  Macarsa  il  SO  maggio  1681 
Fauna  relazione  al  Gran  Duca  dello  stato  di  quella  Missione.  «  In  queste  parli  (egli  dice)i  nostri  bno&i 
cristiani,  eh'  erano  sudditi  del  Turco,  fanno  grandissimo  profitto  contro  V  inimico  connune,  e  som 
continuamente  da* miei  Religiosi  parrochi  inanimiti  ed  assistiti;  et  però  anch'io  vado  circospetto 
visitando  la  Provincia,  clie  abbraccia  tre  mila  miglia,  cominciando  in  Dalmazia,  e  Unisce  inTrao- 
sil Vania,  comprendendo  la  Bosna,  Buda,  Belgrado  et  tutta  l'Ungheria,  che  è  sotto  il  Turco.  Nelli 
luoghi  nuovamente  presi  alli  Turchi  io  ho  messi  Parrochi  e  Cappellani,  i  quali  celebrano  nelle  loro 
già  moschee  . . .  Ultimamente  è  stata  presa  la  considerabile  fortezza  di  Duare  addi  31  di  aprite,  d0v« 
io  ho  posto  cappellano  il  mio  compagno,  eh' è  stato  meco  a  Roma  per  le  lingue  Italiana  eMllirica.» 
Amministrava  in  questo  tempo  il  vescovado  di  Scardona  vacante  il  venerando  Francescano  Fr. 
Mariano,  Vescovo  di  Macarsa,  di  oltre  80  anni,  I' un  luogo  distante  dall'altro  più  che  150  miglia: 
prega  il  Gran  Duca  clie  s' interponga  presso  la  Santa  Sede ,  affinchè  venga  dato  il  proprio  pastore 
anche  a  Scardona;  «  essendo  que' poveri  cristiani  quasi  abbandonali,  giorno  e  notte  con  le  arme 
insanguinate  contro  i  Turchi.  >  Di  questi  Missionari  Francescani  della  Bosnia,  e  propriamente  di  quelli 
che  lavoravano  in  questo  tempo  nella  città  di  Belgrado,  incontrai  notizia  in  una  lettera  originale 
di  Michelangìoli  Tilli,  nella  Corrispondenza  di  Levante  che  è  nell'Archivio  Mediceo  di  Firenze, 
ed  ha  la  data  del  7  ottobre  1683.  «  È  Belgrado  (egli  dice  )  bella  città,  ma  l' està  sottoposta  a  mntaziuoi 
d' aria  non  troppo  conTacevoIi  agli  abitatori  e  particolarmente  per  quelli,  i  quali  habitano  più  accosto 
alla  Sava  et  al  gran  Danubio,  luogo  più  basso  del  rimanente.  Questa  ha  belle  contrade  al  pari 
dell'  altre  città  sottoposte  al  Gran  Signore.  Li  casamenti  sono  una  parte  all'  uso  tedesco,  e  parte 
all'uso  turco:  le  camere  sono  con  la  stufa  per  difendersi  meglio  dai  rigorosi  freddi.  Gli  abitanti 
sono  di  diversa  religione:  il  maggior  numero  ò  di  persone  che  vivono  in  forma  di  Greci  scismatici: 
secondariamente  quello  de' Turchi;  in  terzo  luogo  degli  Ebrei;  in  quarto  luogo  de* cattolici  romani 
Sono  moltissime  le  moschee,  e  due  sole  chiese,  una  greca,  e  1'  altra  latina.  In  questa  sono  perma- 
nenti tre  sacerdoti  Osservanti  {Francescani),  i  quali  hanno  gran  cura  di  circa  poco  più  di  mille 
cattolici,  che  quivi  si  ritrovano.  Quando  escono  dal  Convento  depongono  o  coprono  l' abito  eoa 
vestimenti  alla  Bulgara,  ed  in  particolare  quando  va  un  semplice  Frate  con  un  servente  con  lampiow 
sotto  la  pelliccia  a  sacramentare  qualche  ammalato.  Oltre  al  parlare  Turchese^,  da  Sofìa  in  qna 
stilasi  la  lingua  schiavona,  a  segno  che  nel  cantare  la  Messa  le  feste  comandate,  tali  Padri  06^^ 
vanti,  dopo  che  il  sacerdote  celebrante  ha  letto  l'Epistola  e  l'Evangelio  latino,  il.  cherìco  ctfta 
l'Epistola  in  lingua  schiavona,  e  il  sacerdote  replica  l'Evangelio  nella  stessa  forma,  avendo  tn 
Messale  tratto  dal  Ialino  in  idioma  illirico,  mi  dicono  da  San  Girolamo.  • 


RAGUSA  -  RAMIREZ  ASò 


539.  Ragusa. — Carta  de  Fr.  Bonifacio  de  Ragusa,  Custodio  da 

•  Terra  Santa,  a  el-Rey  de  Portugal. 

È  datft  dal  sacro  Monte  Sion  il  di  20  di  gennaio  1558.  Importantissima.  Trovasi  nell'  Archivio 
della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Originale. 

^.         540.  Ragusinus. — Liber  de  perenni  cultu  Terrae  Sanctae  ac  de 

*  fructuosa  peregrinatione ,  auctore  Bonifacio  Stefano  Ragusino, 
Ordinis  Minorum,  Stagni  Episcopo.  Venetiis,  Guerraea,  1573. 

Un  volume  in  8,  dedicato  a  Papa  Gregorio  XIII.  Rarissimo.  Ma  credo  che  di  quest'opera  siasi 
fatta  ultimamente  un'  edizione  per  cura  della  nostra  Commisseria  della  Terra  Santa  in  Venezia. 

p.  541.  Ramirez.  —  Breve  compendio  de  toto  lo  que  debe  saber 
**  y  entender  el  Christiane,  para  poder  lograr,  ver,  conocer  y  gozar 
de  Dios  nuestro  Senor  en  el  cielo  eternamente.  Dispuesto  en  la 
lengua  Othomi  y  costmido  literalmente  en  lengua  Castellana. 
Por  el  Padre  Fray  Antonio  de  Guadalupe  Ramirez ,  Procurador 
Apostolico,  y  Ex-Guardian  del  Apostolico  Colegio  de  Propaganda 
Fide  de  N.  S.  P.  S.  Francisco  de  la  ciudad  de  Pachnca.  Quien 
por  decreto  del  venerable  Concilio  Provincial  IV,  expedido  el 
dia  17  de  agosto  de  1771,  formò  un  Cathecismo  breve  en  lengua 
Othomi,  el  que  (  en  parte  a  que  dieron  lugar  las  incidencias  del 
tiempo  )  fué  visto,  examinado  y  aprobado  por  los  senores  sinodales 
de  diche  idioma,  nombrados  por  el  mismo  Venerable  Concilio. 
Haviendose  tenido  sobre  la  materia  sesiones  particulares  en  el 
Palacio  Arzobispal,  comò  consta  de  sus  actas:  en  las  que  igualmente 
se  acordó,  el  que  siempre,  que  se  dieso  a  la  estampa  diche  Cathe- 
cismo ,  y  se  encorporase  en  el  alfabeto  de  diche  idioma,  para  que 
se  pudiese  leer  sin  error.  Impreso  ex  Mexico ,  en  la  Impronta 
Nuova  Madrilena  de  los  Herederos  del  Lic.  D.  Joseph  de  Jauregui: 
en  la  calle  de  San  Bernardo,  ano  de  1785. 

Un  volume  in  4»  di  8  carte  preliminari  e  83  pagine.  Libro  stampato  con  caratteri  appositamente 
fusi  per  esprimere  i  diversi  signillcati  della  lingua  Othomi,  che  non  hanno  riscontro  nella  Castigliana. 

—  Epitome  de  lo  que  debe  saber  y  entender  el  Christiane, 
para  que  pueda  conseguir,  veer,  conocer  y  gozar  Dios  eternamente 
en  la  gloria.  Compendio  que  yo  Fr.  Antonio  de  Guadalupe 
Ramirez,  forme  en  el  idioma  Othomi,  y  literalmente  construi  en 
la  lengua  Castellana,  que  oy  corre  en  el  publico  con  las  licencias 


N. 


484  RAPINE  -  HAZON 


necessarias  :  para  que  los  enfermos,  catequizandos,  viejos  y  mdes 
de  dicho  idioma,  puedan  conseguir  su  necessaria  instruccion  con 
menos  trabajo.  En  Mexico,  en  la  Impronta  Nuova  Madritena,  en 
la  Calle  de  San  Fernardo. 

Quest'  opuscolo  è  senza  data,  e  il  lesto  è  in  sola  lingua  Othomi  a  3  colonne. 

**«v-  542.  Rapine.  —  Histoire  generale  de  l' origine  et  progrez  des 
Freres  Mineurs  de  San  Francois,  vulgairement  apellés  en  Franco , 
Fiandre,  Italie,  Espagne,  RecoUects  Reformes  ou  Dechauxes,  tant 
eu  toutes  les  Provinces  et  Royaumes  catholiques ,  come  dans 
les  In  des  Orientales  et  Occidentales,  et  autres  parties  des  noveaux 
mondes.  Composée  par  le  Pere  Charles  Rapine,  Provincial  des 
RecoUects  de  Paris.  Divisée  en  douze  decades  d'années  depuis 
1486  jusques  a  T  annego  1630.  Precede  d' un  Memorial  de  TOrdre 
des  Freres  Mineurs  depuis  1206  jusqu'eu  1500.  Paris,  1630. 

Un  volume  in  4,  di  3  carte  preliminari  non  numerate ,  e  una  Preface^  e  una  Introduetion  à 
V histoire  di  3i  pagine,  e  alla  Si  una  incisione  di  San  Francesco,  a  cui  fanno  seguito,  decadi* 
l>er  decade,  in  cui  T  opera  è  divisa,  molte  altre  de' principali  Santi  e  Martiri  dell'Ordine,  che  noD 
sono  senza  pregio.  I^  narrazione  poi  seguita  dalla  pagina  3i  sino  alla  714.  È  libro  assai  raro,  ed 
importantissimo,  e  dirò  anche  necessario  per  la  storia  della  nostre  Missioni,  di  cui  vidi  un  esemplare 
nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

—  Deux  additions  a  V  histoire  chronologique  de  la  Province 
des  RecoUects  de  Paris  jusqu'en  1688. 

Sullo  parimente  in  4,  e  le  vidi  a;:jriunle  e  legato  in  line  dell' est'inplarc  dell'  opera  ^op^a  citata. 


A^ìh 


M».  543.  Razon  do  las  Missionos  del  Imperio  de  China  a  que  tiene 

deroclio  osta  Santa  Provincia  do  San  Gregorio ,  por  haberhis 
mantonido,  y  fundado,  hasta  ci  tienipo  de  la  persecucion  «general, 
que  padocierou  en  dicho  Imperio. 

Pubblico  qui  (lucsta  breve,  ma  interessante  memoria,  inviatami  fra  molte  altre  da'  nostri  Padri 
di  Manila  nelle  Filiitpine. 

Provincia  de  xantl'ng. 

Kn  Chy-iianfu  MelroiMili  de  dirha  Provin<Ma  habia  anilfruamonte  una  Iglesia  del  litulo  de  Nucstra 
Sefiora  de  los  Angeles,  la  quo  fm*  dcstruyda  en  el  tienipo  «le  la  i)ersecnrion ;  perù  aura  se  conserva 
una  casa  bastanti-mente  capaz  para  ailiniutstrar  conio  tresoientos  ohristianos,  que  perseveran  vu 
imcslra  santa  Lev,  En  las  Ahleas  pertenescientes  a  bis  villas  Sinbieii,  y  Xauiuen  dus  pequefias 
atlministrarioins,  pertenericnits  al  Ministro  de  ('liy-Nan.  Advirrtes»',  que  en  inucbas  Aldeas  y  villaN 
ay  clirisliandadrs,  y  no  ay  l;riesias,  ni  oasas  seguras  para  la  administraoion. 

En  l'I  pueblo  de  Chy-nin-(jlieu  tenenios  casa  ron  la  advocacion  de  SS.  Nombre  de  Jt^us. 

En  Ching-cheufu  casa  con  la  advocacion  de  Santa  Ana,  y  los  cbristianos  son  treinta  y  vnr, 
fuera  de  los  parbulos. 


RAZÒN  485 

fin  la  ciudad  de  Jeucbeufu  habia  casa  aules,  uy  no  ay  christiaiidad,  y  por  cuusiguiente  se 
ha  perdido  la  casa. 

En  la  ciudad  de  Tay-grancheu  ay  una  pequefia  casa,  qae  la  visita  el  Ministro  rara  vez  por  las 
diflcultades  que  ày,  y  Ics  christianos  son  muy  pocos.  El  P.  Fr.  filathias  Alcazar  logrò  el  entrar,  en 
dicha  ciudad,  este  ai!o  de  sesenta  y  tres,  dexò  Misa,  se  confesaron  veinte  personas,  se  reconciliaron 
onze  apostatas,  y  baptizò  nueve  parbulos. 

En  la  villa  de  Xeu-Kauang  tenemos  casa  mai  buena,  y  corno  ochenta  xpUanos  fuera  de  los 
parbulos. 

Provincia  db  Kuangtung. 

En  la  ciudad  de  Canton  tenemos  una  Iglesia  de  Nuestra  Senora  de  los  Angeles  dentro  de  la 
ciudad,  y  otra  fuera,  de  nueslro  S.  P.  S.  Francisco,  que  se  abandonaron  en  el  tiempo  de  la  persecucion, 
y  oy  suple  por  Iglesia  en  donde  se  celebra,  y  hacen  los  Sacramentos.  Las  chrisliandades  de  està  ciudad 
estan  muy  dec;iidas  por  falta  de  Ministros:  por  que  ci  P.  Fr.  Joseph  Sensio  que  cuidaba  de  estas 
chrisliandades  no  puede  yà  por  sus  achaques,  y  ancianidad,  aunque  cuida  de  ellas  un  Sacerdote  China. 

Provincia  db  Kuang-tuno. 

En  la  ciudad  de  Canton  una  Iglesia  de  Nuestra  Senora  de  los  Angeles  extramuros ,  y  otra  de 
nuestro  S.  P.  S.  Francisco  extramuros.  Està  a  sido  el  consueto  de  todos  los  Missioneros  de  China, 
y  no  ay  gremio,  que  no  aya  recivido  algun  beneficio  en  dicha  casa. 

llem.  Tres  Iglesias  para  los  Lazarientos  en  las  Aldeas  vezinas. 

Item.  Dos  Iglesias  para  las  mugeres  en  las  cercanias  do  Canton.  ' 

En  la  ciudad  de  Hoyccheu  casa  y  Iglesia  de  Sant'  Antonio  se  Padua  y  otra  para  las  mugeres 
con  la  advocacion  de  la  Pastora. 

Item.  En  las  Aideas  pcrtenccientes  à  està  ciudad  tres  Iglesias. 

En  la  ciudad  de  Chào-chSo  casa  y  Iglesia.  En  las  villas  de  Changpughien ,  y  Chyngiiayhien 
casa  para  el  Padre  Ministro. 

En  Haymucn-so  Iglesia  y  casa  de  administracion. 

En  la  villa  de  Tung-Kuon  casa  e  Iglesia. 

En  la  villa  se  Xungte  casa  e  Iglesia  con  el  titulo  de  San  Bernardino. 

En  los  Aldeas  de  su  distrito,  qoatro  Iglesias  pequenas. 

• 

PROVINCU  DB  KiANSYO. 

En  la  ciudad  de  Man-gan-casa  e  Iglesia  con  la  advocacion  del  Patriarcha  San  Joseph.  V  para 
las  mugeres  con  ci  titulo  de  la  Virgen. 

En  las  villas  do  Ningfù  y  Hyn-Chyeu  pcrtcnecientes  a  Kancheu  una  Iglesia. 
En  la  ciudad  de  Kicu-gran  una  casa  e  Iglesia  de  San  Juan  Baptista. 
En  las  villas  de  Yuan-gran,  y  Lucyg-hieng  casa  e  Iglesia. 

PrOVINGU  db  FO-KlEN. 

En  la  ciudad  de  Xaovug,  casa  e  Iglesia. 

En  la  villa  de  Kien-ning,  casa  e  Iglesia  de  Nuestra  Seuora  de  Guadalupe. 

En  la  villa  de  Chian-Lò,  casa  e  Iglesia  del  Archangel  San  Miguel. 

En  la  villa  de  Ning-hoa,  Iglesia. 

En  la  villa  de  Kieng-LicuS,  una  Iglesia  pequena. 

ESTADO  PRESENTE  QUE  TIENEN  LAS  HISSIONBS  DESTA  SANTA  PROVINCIA  BN  LAS  RBRRIDAS 

DE  China,  t  razon  db  las  Iglesias  y  christiandades  que  conserva. 

Provincia  de  Xantuno. 

Aunque  las  christiandades  hàn  padecido  mucho  en  todas  las  provincias  de  China ,  en  està 
han  sido  menos  las  persccuciones,  y  conservan  mui  floridas  christiandades. 


/m 


HAZON 


En  la  metropoli  de  està  Provincia  quo  es  Chy-nanfù  manlcDemos  una  casa,  qae  sinre  de 
Iglcsia  para  la  administracion  de  los  santus  Sacranientos,  y  enseHar  la  Doctrina  ChrbtiaDa.  La 
Iglesia  quo  antcs  habia  con  ci  titulode  NuestraSeilorade  los  Angeles  la  tienen  ocupada  la  MaDdarines. 
Los  christianos  de  osta  ciadad  son  cìento  y  calorze.  En  las  \illas,  y  Aldeas  del  Goviemu  de  està 
ciudad  ay  maior  numero  de  christianos  por  la  maior  seguridad  que  gozan  cq  las  publaciooes 
inferìore.s  corno  se  manifesta  en  Iìls  villas  Sin-hien,  y  Kao-tuen,  que  cada  una  de  ellas  ascieodc 
al  numero  de  la  ciudad,  pero  no  tenemos  casa  en  alguna  de  ellas,  porque  eo  la  casa  mas  capai 
de  alguno  de  los  christianos  se  ios  ensefìa  la  Doctrina,  y  administran  los  saulos  Sacmnentos. 
Finalmente  Iglesia  propriamente  tal  no  la  ay  no  solo  en  està  Provincia,  pero  ni  alguna  otra  de  las 
quinio  que  componen  el  Imperio  de  la  China. 

MlSSIONEROS  DE  ESTÀ  PROVIN'CIA. 

El  Padre  Fr.  Mathias  Alcazar  Predicador  y  Missionero  Apostolico  tiene  de  cdad  quarenta  y 
nueve  anos.  El  Padre  Fr.  Ruenaventura  de  Astorga  Predicador  y  Missionero  tiene  de  edad  quarenta 
y  ocho  anos.  Este  Religioso  saliò  de  aqnellas  Missiones  para  venir  a  vot^ir,  y  tratar  negocios  de 
importancia  pertenecientes  a  las  clirisliandades  de  aquel  Imperio,  en  el  capitalo  que  se  celebrò  el 
veinte  y  cinco  de  mayo  de  oste  presente  ano  en  està  santa  Provincia. 

Christiandades  de  la  provincia  de  Xantitng. 


Christianos 
S139 


Apostatas  reconci lados  en 
los  anos  de  63  y  64 

130 


Niuos  baplizados  en  los 
dos  anos 

30i 


Todos 
2571 


En  està  Provincia  se  necosilan  cinco  Religiosos  por  lo  distante  de  las  poblaciones,  y  pcirqne 
es  mui  rara  la  «luo  uo  tiene  rhri«*tiandados  ;  por  cuia  causa  y  la  de  no  haber  operarios  se  Iiallan  muy 
alrasadas  las  conversioncs,  Ci)ino  consta  de  los  ultimos  informes  de  los  Missioneros  de  aiiucl  Imperio. 

Provincia  de  KuANC-TUXfi. 

En  la  riudad  ile  Cinton  no  à  (piecl.ido  yà  Ij;Ì(nì;i  al;;una  ni  fuera  de  sus  muros,  pero  conserva 
el  Mi^isionero  dr  o>la  l'ruviin'ia  una  rasa  «mi  jus  arraltaN-^  dr  la  riudad,  en  la  que  ensefia  la  Diiolrin.i 
Chrisiiaiia,  y  adminislr.i  ius  ^iint.K  Sacnniiiitt^s.  La  nj.iior  parie  de  las  rhristandades  de  esii 
Pro\incia  rr<ide  «n  Ia><  villas  di' Tun;,'-Ku<iiiir.  y  Xuiijiié:  ay  eri  rada  una,  una  casa  (jue  sirve  »:. 
oratiirlopara  iamlniiiiislnifiuii  de  los  sarHos  Sacranimtus.  Kn  las  Aldeas  del  distrito  dee>tas  dos  \illa- 
a>  mui'lios  (*hri.>liaiioH:  mas  la  falla  dt?  Minlstros  es  la  rausa  de  quo  eslas  ohrisliandades  nn  esien 
muy  adrlanladas.  Kl  Patire  Kr.  Joseph  Si-nsio  Predicailor  ApostuH(N) ,  y  Comissario  Pro\iihMal. 
halland<»e  roii  seteiila  afios  ile  edail,  ear;:adit  de  ai'haques,  y  de  quarenta  afios  de  Missione^  vivas 
en  esla  Prj\ii)'Ma,  se  reijró  iinposibiljiid»)  a  la  cludail  y  enfenneria  de  Macao,  dexando  un  substituti> 
en  su  Iu;;ar,  que  ouida  y  asiste  de  dichas  ehristìandades. 

Missionero  de  l\  provincia  de  Kl'ang-tcng. 


El  SeiTor  Presbìtero  Don  Matheo  Ly  de  nacion  China,  a  quien  se  le  dà  la  mitad  del  estì pendio 
del  Rey  Nuestro  Seflor,  y  la  otra  mitad  sirve  para  la  manutencion  de  el  R.  P.  Fr.  Joseph  Sensiu, 
rpie  se  balla  imposibilitado.  En  està  Provincia  se  necessitan  tres  Religiosos. 


HAZON 


ÌÌ87 


Christiandadbs  de  està  provincia. 


En  los  Arrabalcs  de  Canton, 

Chris  tianos. 

335 

Ninos  baptizados 

103 


Àpaslatas  reconciliados  en 

los  anos  de  63,  64. 

Si 

NiSas  rescatadas ,  que  se  ba- 

ptizaron  y  criaron  en  Macao. 

11 

Provincu  de  Kianstg. 


En  las  Aldeas  y  Villas 

christianos. 

3376 

Ninas  baptizadas. 

46 


Todos. 


2633 


160 


En  està  Provincia,  que  es  la  que  tiene  las  chrisliandades  mas  dispersas,  tenemos  cinco  casas 
en  las  villas,  y  Aldeas  de  Kan-Keù,  Ning-Fù,  Hing-Kué,  Kie-Gan,  Vuàn-Gan,  y  Lungciaen,  para 
administrar  la  Doctrina  Christiana,  y  sanlos  Sacramentos.  El  Ministro  Missionero  a  culo  cargo  estàn 
las  christandades  de  està  Provincia,  es  el  Padre  Fr.  Bernardo  de  los  Santos,  Predieador,  Comissario 
Provinciul,  tiene  de  edad  quarenta  y  ocho  aiìos.  Este  Religioso  padeció  persecacion  el  ano  de  sesenta 
y  tres  tolerando  muchos  trabajos,  azotes,  prisiones,  y  ultimamente  el  desterro  en  la  ciudad  de 
Macao,  en  la  que  permaneció  basta  principio  de  este  de  sesenta  y  cinco  que  se  restituyó  a  entender 
en  aquellas  christiandades.  En  està  Mission  se  necesitan  cinco  Relìgiosos. 


Christiandadbs  db  està  provincia. 


Xptianos  de  toda  la 
Provincia 
9141 


Apost&tas  reconciliados. 


9 


Ninos  baptizados 


563 


En  la  provincu  db  Fu-Kien. 


Està  Provincia  ha  sido  la  mas  persequida ,  comò  consta  por  el  martirio  del  Venerable  SeSor 
Don  Fr.  Pedro  Sanz  Obispo  Mauristrense,  y  sus  quatro  companeros  Religiosos  Dominicanos,  en  ella 
tenemos  quatro  casas  en  las  villas  de  Xaovù,  Kien-ning,  Ching-Lo,  Ning-hoà,  y  Ghin-Lieu  para  la 
administracion  de  los  santos  Sacramentos  y  ensenar  la  Doctrina  Christiana. 

En  està  Provìncia  asisten  el  Padre  Fr.  Thomas  del  Santissimo  Sacramento  Missionero,  tiene 
de  edad  quarenta  y  tres  anos,  y  el  Padre  Fr.  Salvador  de  Valencia,  Pedicador  Mùssionero ,  tiene  de 
edad  quarenta  y  un  ailos.  Se  necesitan  dos  Religiosos. 


Christundades  de  està  provincia. 


Christianos. 
5536 


Apostatas  reconciliados 
346 


Ninos  baptizados. 
311 


En  la  ciudad  de  Macao. 


El  Padre  Fr.  Joseph  Bomey,  Missionero  Apostolico  de  quarenta  aSos  de  Mlssion  en  China,  y 
de  sesenta  y  cinco  de  edad,  y  el  Padre  Fr.  Joseph  Sensio  Pedicador,  estos  dos  Religiosos  sobre  hallarse 
tan  canzados  de  Missionario  en  China ,  y  con  su  larga  edad,  hacen  notable  fnito  en  los  Chinas  que 
alU  esisten  comò  consta  a  la  razon  de  las  almas,  que  hàn  admiministrado  en  este  ano  passado  de 
64.  El  Padre  Fr.  Martin  Palau  Procurador  de  las  Missiones  de  China,  tiene  de  edad  quarenta  y  cinco 
anos. 


Christianos  que  se 

han  confessado. 

398 


Apstatas  reconci- 
liados. 
37 


Ninos  baptizados. 


905 


Ninos  rescatados. 


16 


488 


REA  -  REBOLLEDO 


ReTXO  db  GOCHlNCHIlfA. 

En  la  ciudad  de  Kankao  el  Padre  Fr.  Francisco  Hermosa,  Comissario  Provinciil,  tiene  de  edad 
cinquenta  y  tres  anos.  £1  Padre  Fr.  Juan  de  la  Goncepcion,  tiene  de  edad  quarenU  y  Duere  aSos. 
Estos  dos  Religiosus  curren  las  adminìstraciones ,  y  dilatadas  christiandades  del  reyno  da  Camboja, 
adonde  se  perniile  publicamente  la  Doctrìna  Christiana,  y  assi  ticnen  quatro  IgleBias  poblicas  en 
Kan-Kao,  Honchon,  Yancù,  y  Hon-Dat,  adonde  concorren  muchos  Conchinchinas. 

CURISTIANDADBS  DB  BSTB  RbTNO  DE  CAXBOJA. 


Kan-Kao 

Honchon 

Yancù,  xptianos. 

HoD-Dat,  xpUanof. 

Xplianos. 

Xptianos. 

965 

307 

in 

506 

Apostatas  reconci l 

Apostatas  reconcil. 

Apostatas  reconcil. 

Apostatas  reconciL 

30 

11 

000 

000 

Nifios  baptizados. 

Niiios  baplizados. 

Ninos  baptizados. 

NiSos  baplixados. 

149 

67 

56 

88 

En  el  Reyno  de  Gochinciiina  t  su  Provincia  mas  Austral  llamada  Saioxon. 
El  Padre  Fr.  Diego  Jumilla,  Prcdicador  y  Missionero,  tiene  de  edad  trointa  y  nueve  aOos. 

Christundades  de  està  Provincia. 


Xptianos. 
S358 


Apostatas  reconciliados. 
26i 


Ninos  baptìzados. 
i07 


Todos. 
S826 


Skifnp. 
Aiiitrìca 


544.  Kea.  —  Chronica  do  la  Provincia  de  S.  Fedro  y  S.  Fabio 
de  Mechoaean,  compuesta  por  Fr.  Alonso  de  la  Kea,  de  la  Orden 
de  S.  Francisco.  Mexico,  Viuda  de  Calderon,  1043. 


l'n  volume  in  4.  Libro  mollo  raro,  che  non  mi  riiisd  d'inconlrare  in  alcuna  Biblioteca.  Mi 
pan^  chi'  molti  anni  fa  no  valessi  un  csomplire  nrlla  nililiolo«'.i  del  nostro  Convonli>  di  Spagna 
de'Sanli  <Juaranla  in  Uoma;  ma  non  no  son  rcTlo.  Aih'Iu'  tlobho  av\«'rtln\  che  in  tUITtTonli  Biblio- 
gralle  l'ho  tri>vala  «itala  col  nomo  «>ra  di  Alonso»  ora  di  Bernardo:  credo  che  sia  scambio  di  nomo, 
e  non  due  (tonache  1'  una  distinta  dall'  altra. 


»rfip. 


545.  Reholledo.  —  Chronica  de  nuestro  Serafico  Fadre  San 
Francisco  y  su  Apostolica  Orden ,  por  el  Fadre  Fray  Luys  de 
Ilebolledo  de  la  misma  Orden  Fredicador  en  Sevilla  y  Frovincial 
de  la  Frovincia  de  Andalusia.  Impressa  en  S.  Francisco  de 
Sevilla,  por  Clemente  Hidalgo,  ano  de  1603. 


Sono  due  volumi  in  foglio,  e  due  Parli.  Nella  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona  trovai  la  parie 
Ih  che  è  rjrca  di  molte  notizie  delle  nostre  antiche  Missioni.  L'altra  non  mi  venne  veduta  in 
itessuna  Bibliol(>ca. 


RBGIT  -  RELAGAM  ASQ 


—  Libro  de  la  Regala  y  Constituciones  generales  de  la 
Orden  de  nuestro  Padre  Sant  Francisco  de  la  Observancia.  Con 
las  exposiciones  de  los  Pontifices  :  y  Letras  Apostolica^  a  cerca 
de  la  recepcion  de  los  Novicios,  y  mas  la  forma  para  darles  el 
habito  y  profession.  Dedicado  al  Rmo  Padre  nuestro  Fray  Pedro 
Gonzales  de  Mendoza,  Comissario  General  mentissimo  de  toda  la 
familia  Cismontana.  Aora  nuebamente  buelto  a  imprimir  y  ana- 
dir  las  Constituciones  que  feltavan ,  y  otras  cosas  por  el  mismo 
Fray  Luys  de  Rebolledo,  que  las  a  impresso  otras  veces.  En 
Sevilla,  por  Clemente  Hidalgo.  Ano  de  1607. 

Un  volume  in  foglio  di  due  carte  prelimìDari  non  numerate,  e  altre  i3S.  Tra  P  altre,  yì  sono 
le  Constituciones  y  Tobias  dei  Capitoli  Generali  di  Salamanca,  i553.— Di  Valladolid,  i565.  — Di  Roma, 
1571.— Di  Parigi,  1579.— Di  Roma,  4687.— DI  Valladolid,  4593.  —  Di  Vittoria,  4596.— Di  Roma,  4600. 
—  Di  Toledo,  4606.  —Stampa  rarissima,  posseduta  dal  Molto  Reverendo  Padre  Antonio  Monterò,  Pro- 
vinciale degli  Osservanti  di  Andalusia,  ctie  in  Siviglia  la  pose  a  mia  disposizione.  Le  tavole  dei 
Capitoli  (come  si  facevano  allora)  sono  un  tesoro  per  la  Storia  delle  Missioni  e  delPOrdine,  riferendovisi, 
tra  Taltre  cose,  il  nome  e  le  notizie  di  tutti  que' Religiosi  clic  da  un  Capitolo  all'altro  eran  morti  o 
tra' popoli  pagani,  o  tra  gli  eretici  e  scismatici,  per  la  diffusione  della  fede  e  in  difesa  della  cattolica 
Chiesa.  Debbo  aggiungere  con  grande  mio  dolore,  che  il  Padre  Monlero,  poco  dopo  il  mio  ritorno 
dalla  Spagna,  cessava  di  vivere,  benché  tuttavia  fiorente  di  salute. 

546.  Recit  veritable  et  miraculeux  de  ce  qui  a  été  veu  in 
Jerusalem  par  un  Religieux  de  l' Ordre  de  S.  Francois  et  autres 
persones  de  qualité.  Paris,  1623. 

N'è  un  esemplare  fra' riservati  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

547.  Reinbcio. — Solon  Franciscanus,  sive  sapientiae  Franci- 
scanae,  idest  actorum  in  Religione  Franciscana  sapienter  editorum 
et  synoptice  conscriptorum  a  P.  Fr.  Felice  Reinecio  Marchico  Bran- 
deburgensi  Ordinis  Minorum  Reformat.  Concionatore  Aulico  ad 
S.  Crucem.  Oeniponti,  typis  Michaelis  Wagnerii,  an.  MDCII. 

Un  volume  io  43,  diviso  in  due  Parti  :  la  prima,  di  40  carte  preliminari  non  numerate  e  300 
pagine:  la  seconda,  44  carte  preliminari  e  pagine  366.  Libro  che  contiene  un  bellissimo  compendio 
di  tutte  le  nostre  Missioni  sino  al  tempo  dell'Autore. 

548.  Relacam  summaria  e  noticiosa  dos  Lugares  Santos  de 
Jerusalem  et  dos  mais  de  que  na  Terra  Santa  et  Palestina  està 
de  posse,  em  que  tem  muytos  conventos  et  hospicios  a  Religiao 
dos  Frades  Menores  da  Regular  Observancia  do  grande  Patriarca 
dos  Pobres  o  Serafico  Padre  Sao  Francisco;  sobre  o  direyto  com 


490  RELAGAO  -  RELACION 


que  a  dita  Religiào  os  possue;  dos  grandes  tributos  que  alli  se 
pagao  ;  dos  muy tos  e  intoleraveis  traballios ,  que  seus  Religìosos 
alli  padecem,  nào  so  dos  infleis  Turcos,  senao  tambem  dos  sci- 
smaticos  gregos,  tudo  a  firn  de  su  inteyra  e  devida  conservagao. 
Resumindoa  de  inuytos  livros,  que  tratam  desta  materia ,  et  de 
outras  nouvas  noticias ,  que  lium  Religioso  fide  dig^o  o  anno 
passado  de  1706  trouxe  da  Terra  Santa,  em  que  te  ve  assistencia 
de  muytos  annos  em  seus  santos  Lugares.  Nesta  breve  copia, 
que  para  edifigam  e  compayxam  dos  fìeis  manda  imprimir  para 
gloria  de  Deos  o  M.  R.  P.  Fr.  Francisco  de  Santiago,  Diflinidor 
actual  de  Santa  Provincia  de  Portugal,  e  Commissario  Goral  da 
mesma  Terra  Santa  nestes  reynos  de  Portugal  et  sus  conquistas. 
Lisboa  :  na  officina  de  Miguel  Manescal ,  impressor  do  Santo 
Officio,  et  da  Serenissima  casa  de  Braganga.  Com  todas  as  licen- 
gas  necessarias.  Anno  de  1709. 

Sono  i6  pagine  in  8.  N'ò  an  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

y*'         549.  RELA^ao  memoravel  da  Santa  Provincia  dos  Algarves. 

Manoscritto  ricco  di  molte  notizie  per  la  Storia  delle  Missioni  Francescane  nel!'  Affrica.  Questa 
Relazione  fu  scritta  il  16i5,  come  si  legge  nella  pagina  33,  e  continuata  il  1637,  come  si  vede 
nella  pagina  Si.  È  nell'Archivio  delia  Torre  del  Tombo  di  Lisbona. 


Aiiirrica 


Wi.  550.  Relacion  de  las  ceremonias  y  poblacion  y  gubornacion 

de  los  ludios  dfì  la  provincia  de  Mecliuacaii ,  hecha  al  Ilustris. 
Seiìor  1).  Antonio  de  ^Nlendoza,  Virrev  v  Giivernador  do  està 
Nueva  Espana,  por  S.  M. 

QiifSlu  interessante  Manoscritto,  senza  nome  di  Autore,  fu  scritto  da  uno  de'primi  Religiosi 
Francese-mi  die  entrarono  in  quelle  regioni.  È  nella  biblioteca  Reale  dell'  Accademia  di  storia  di 
Madrid.  È  annotato  anctic  dal  Rrasseuh  {Biblioth.  Mex .  G{t,at.). 

Aiu  551.  Relacion  breve  de  los  grandes  y  rigorosos  martyrios  que 

en  el  ano  passado  de  1G22  dieron  en  el  Japon  a  ciento  diez  y 
ocbo  ilustres  Martyres.  S.  L.  et  A.  1623. 

Non  so  se  manoscritto  o  a  sUimpa,  perchè  non  mMncontrò  di  vederlo.  È  la  continuazione 
della  grande  epopea  de'  Francescani  e  de'  loro  spirituali  tlgliuoli  nel  Giappone. 

^^v-         552.  Relacion  historica  de  la  ereccion  de  los  Franciscanos  en 

Amor  ics 

la  Nueva  Granada  desde  1618  basta  estos  ultimos  anos.  Con  una 


RELACION  491 


Asia 


A«ia 


noticia  circunstanciada  de  la  vida  de  los  mas  esclarecidos  varones 
de  dicha  familia.  Siendo  Provincial  el  M.  R.  P.  F.  C.  Almanza. 
Bogotà.  Imprenta  de  Francisco  Torres  Amaya  por  Carlos  Lopez. 
Carrera  del  Norte  Calle ,  6.  n.  251,  1823. 

Sono  42  pagine  in  8,  di  minutissima  e  fittissima  lettera,  e  con  i  ritratti  dei  Padri  Fr.  José 
de  Solis  Daque  de  Montellano,  Fr.  Diego  Diaz  Quijano,  Fr.  Vincente  Olarte,  e  Fr.  Ignacio  Boterò. 
Mi  fu  inviato  dall'America. 

553.  Relacion  breve  y  sumaria  del  edito  que  mandò  pub- 
blicar en  todo  sn  reyno  del  Boju,  uno  de  los  mas  poderosos  del 
Japon ,  el  rey  Idate  Masamune ,  publicando  la  Fé  de  Cristo,  y 
del  Ambaxador  que  embia  a  Espana,  en  compania  del  R.  P.  Fr. 
Luys  Sotelo.  Sevilla.  R.  Gamorra,  1614. 

N'  è  un  esemplare  in  un  volume  di  Varia  della  Dibliotcca  Colombina  di  Siviglia.  Del  Sotelo 
parleremo  a  suo  luogo.  Il  Ternaux  ne  cita  un'edizione  di  Tolosa  del  1618.  Forse  è  una  traduzione 
Francese. 

554.  Relacion  del  Martirio  que  padeicó  en  el  Japon  Fr.  Bar- 
tolomé  Laurei  a  17  agosto  de  1627.  S.  L.  N.  A. 

L' ho  trovata  cosi  citata  in  una  Bibliografla  :  ma  non  saprei  dire  se  il  Laurei  sia  Francescano 
o  Domenicano.  Come  ignoro  se  la  Relazione  sia  manoscritta  o  a  stampa. 

555.  Relacion  sumaria  y  verdadera  de  una  embajada  que  el 
santo  Fr.  Pedro  Baptista,  Descalgo  de  san  Francisco,  de  la  Provincia 
de  San  Joseph,  higo  al  Emperador  Taicosama  ;  y  del  martirio ,  que 
recibió,  con  otros  ciuco  Frades  Descalfos,  i  20  Japones  christianos, 
sus  allegados,  en Nangasaqui,  anodo  1597, à5febrero,recopilada 
de  las  informaciones  autenticas ,  que  se  embiaron  de  Filipinas  a 
Espana,  dedicada  al  rei  D.  Felipe  III. 

Manoscritto  notato  dal  Pinelo,  appartenente  alla  Biblioteca  del  Marchese  di  Yillena. 

556.  Relacion  de  la  Mision  que  hizo  a  las  Islas  de  Nicobar  N. 
H.  Fr.  Antonio  de  Santo  Domingo,  1681. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m' inviarono  copia  que*  nostri 
Padri;  e  conta  16  carte  in  8. 

^^^^        557.  Relacion  de  los  medios  de  que  la  venerable  Orden  Torcerà 
'Aftta  de  N.  P.  San  Francisco  de  està  Corte  (  de  Madrid  )  se  valió  para 


■ìa 


Ift. 

Aiix 


492  RELACION  -  RELATION 


Mi. 
Asia 


Alia 


A«i.i 


redimir  alguaos  de  los  soldados  que  sirviendo  en  Oran,  quedaron 
capti vos  de  Moros,  con  outros  vasallos  de  su  Magestad,  a  cuyo 
fin  tuvo  orden  del  Rey  nuestro  Senor.  Y  de  las  funciones  que  se 
executaron  con  ellos.  Escrito  por  un  devoto  de  la  Orden ,  que  con 
el  mayor  respecto  la  pone  a  los  pies  del  serenissimo  Principe 
nuestro  Senor,  y  dedicada  A.  S.  A. 

Sono  39  pagine  in  4,  oltre  tre  carte  di  dedica  non  numerate.  I  redenti  furono  54,  e  se  ne 
riferiscono  i  nomi.  Si  descrive  la  festa  fatta  al  loro  arrivo  in  Spagna  ;  e  si  mostra  lo  spirito  e 
V  opera  dell*  Ordine  Francescano  in  tutte  le  imprese  della  fede  e  del  vero  bene  dei  popoli*  «  aaio 
cristiani,  o  siano  infedeli.  Un  esemplare  di  questa  stampa  è  nella  Biblioteca  dell'  Accademia  di  storia 
di  Madrid. 

558.  Relacion  muy  berdadeira  de  lo  que  al  presente  pasa  en 
Japon  y  del  gran  provecho  y  fruto  que  se  hage  por  medio  de 
los  Religiosos  Descal^os  y  mucho  mas  para  la  gloria  de  Dios 
se  ara  addante. 

Manoscritto  di  13  carte  in  4,  in  un  volume  in  foglio  della  Biblioteca  del  Reale  Palano  di 
Madrid,  intitolato  MiHoneg  de  la  China.  Incomincia:  •  Bcndicto  y  loado  sca  mi  Sefior  que  tantas 
marabillas  y  tantas  misericordias  a  obrado  por  medio  do  unos  pocos  Prayles  Delcal^os ,  que  y mbiù  a 
Japon.  Porque  dcjando  a  parte  aver  amansado  a  un  rey  tan  brioso  y  altivo  que  amcnacava  de 
Oriente  a  Ponicnte ,  e  haberlo  el  Senor ,  ec.  El  provecho  y  gran  fructo  que  el  Senor  ha  echo  en 
las  almas  del  Japon  por  medio  de  los  Frayics  DescalQos,  era  menester  una  grande  historìa,  yqjse 
la  iciera  otro  con  mas  espiritu  que  el  mio ,  porque  aflcionara  los  oyentes  con  tan  buenas  noe- 
vas,  ec.  >  E  seguita  descrivendo  le  maraviglie  operate  da'  primi  Missionari  Francescani  in  quelle 
regioni;  le  chiese  fondate,  le  conversioni  ottenute,  gli  ospedali  e  le  scuole  stabilite  ce.  In  Une  pare 
che  la  Relazione  manchi  di  qualche  pagina. 

559.  Relacion  del  descubrimiento  y  entrada  de  los  Religiosos 
de  N.  P.  San  Francisco  de  la  Provincia  de  San  Gregorio  de  las 
Islas  Filipinas  en  los  Pueblos  o  Rancherias  de  los  montes  altos 
de  Baler  en  la  contracosta  de  dichas  Islas. 

Manoscritto  di  8  pagine,  in  carta  di  seta  della  Cina,  già  appartenente  alla  Biblioteca  SaltI 
in  Madrid,  e  acquistato  dipoi  da  un  Conte  della  stessa  città,  di  cui  ho  già  parlato,  dal  quale  ood 
potei  ottenere  di  vederlo.  Ma  lo  stesso  Salv\  nel  Catalogo  della  detta  sua  Biblioteca  scriveva, 
che  probabilmente  la  Relazione  era  stata  pubblicata  in  Manila  1'  anno  1754. 

"'•         560.  Relatio  persecutionis  excitatae  in  Sinis  anno  1784  et 
continuatae  anno  1785. 

Manoscritto  dello  stesso  Archivio,  dì  cui  que'  Padri  parimente  mMnvlarono  copia;  e  conta  questa 
34  pagine  in  8. 

^*^-        561.  Relation  fidele  du  voyage  de  la  Terre  Sainte ,  dans  la 


i 


nELAZIONE  -  REQUESTE  493 

. tstsst 

quelle  se  voit  tout  ce  qu'il  y  a  de  remarcable  par  terre,  depuis 
le  depart  de  Marseille  jusqu'  au  retour  de  ce  saint  voyage:  par 
un  Religieux  de  S.  Francois  Observantin ,  qui  a  fait  le  voyage 
trois  fois.  Paris,  chez  Gabriel  Valleyre.  MDCCLX. 

Un  volarne  in  12,  di  248  pagine.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di 
Sant'  Anna  di  Parigi. 

562.  Relazione  della  fondazione ,  degli  avanzamenti  e  delle 
presenti  condizioni  del  Collegio  de'  Francescani ,  del  titolo  di  San 
Carlos,  in  Buenos- Ayres,  e  a  quante  Missioni  prò  vegga.  1856. 

Sono  2i  carte ,  in  4  grande.  Vi  sono  notizie  assai  belle  e  interessanti.  Mi  venne  inviata  dai 
Padri  di  quel  Collegio. 

563.  Religiosos  que  fueron  a  les  Missiones  do  las  Islas  Molucas, 
o  sea  Ternate,  y  Macasar,  donde  se  hallan  los  Reynos  de  Calonga 
y  Tabuca,  y  Uamados  islas  de  Siao ,  Jilolo  y  Bool. 

Catalogo  prezioso,  inviatomi  da'  Padri  del  nostro  Convento  di  Manila. 

p^  564.  Requeste  remostrative  que  le  Rme  Pere  Frere  Jean  de 
Santander,  Commissaire  de  V  Ordre  des  Freres  Mineurs  des 
Indes ,  presente  a  sa  Majesté  Catholique  d' Espagne  Philippe 
IV  par  le  Reverend  Pere  Frere  Alphonse  de  Benavides  du  meme 
Ordre,  Commissaire  de  la  Saint  Inquisition  et  Custode  de  la 
Province  et  conversion  du  Nouveau -Mexico .  Ou  se  traite  des 
tresors  tant  spirituels  que  temporels,  que  la  Majesté  divine  a 
manifeste  a  la  dite  conversion  et  nouvelle  decouverte  par  V  en- 
tremise  des  Freres  Mineurs.  A  Bruxelles,  ches  Francois  au  bon 
Pasteur  derriere  l'Hostes  de  Ville,  1631. 

Un  volarne  in  8,  di  cui  trovai  un  esemplare  nella  Biblioteca  Mazzarino  di  Parigi.  È  libru 
rarissimo,  e  molto  interessante  per  la  storia  di  quel  paese,  di  cui  V  Autore  fa  la  descrizione ,  e 
enumera  le  nazioni,  dicendo  quanto  basti  della  loro  indole,  dell'occupazioni,  dei  costumi,  e  delle 
arti  e  faticlie  con  cui  i  Francescani  si  adoperavano  per  renderli  umani  e  indurli  al  Cristianesimo.  Tra 
r  altre,  è  commovente  la  conversione  clie  ottennero  della  nazione  Xumana,  e  il  loro  apostolato  fra 
gli  Yapies,  i  Xabaloas ,  e  nei  regni  di  Aixaos  e  di  Quivira.  Il  paese  in  quel  tempo  non  era  ancora 
del  tutto  scoperto:  in  questa  impresa  erano  occupati  i  suddetti  Missionari,  e  la  compirono,  come 
è  a  vedere  nelle  Memorie  lasciate  dal  nostro  Padre  Morpi  ,  che  abbiamo  illustrato .  Questa 
Relazione  fu  primamente  pubblicata  in  ispagnuolo,  di  cui  la  presente  non  è  che  una  traduzione. 
L'  edizione  spagnuola  è  anche  più  rara,  ed  ha  questo  titolo:  Memorial  que  Frey  Juan  de  Santander, 
ComUsario  general  de  las  Jndias,  presenta  a  su  Majestad  eatholica  del  rey  D.  Filipe  IV,  hecho 
por  el  P,  Pr,  Alfonso  de  Benavides ,  Comissario  del  Santo  OlfUio ,  y  Custodio  que  ha  sido  de  las 


km 


404    .^ìj:'^*  ;  RESTALUACION  -  RESUMEN 


Provinafmjfffionversiones  del  Nuevo  Mexico  :  tratate  en  el  de  los  tetoros  espirituales  y  temporaln 
en  aquelioi  conversiones  y  nuevos  detcubrimientot  por  aquelloi  Padres.  Madrid,  1630.  È  un  volnme 
ìd  4. 


AiDencft 


565.  Restauracion  del  Colegio  de  Ocopa. 


Sono  97  pagine  in  4,  di  Atta  lettera.  E  una  storia  commovcntìssìma  del  come,  dopo  la  vittoria 
ottenuta  da  Peruani  sopra  i  soldati  Spagnuoli  Panno  1823,  i  pochi  Francescani  che  rimanevano  in 
iiuel  Collegio  ebbero  ad  abbandonarlo  con  gravissimo  pericolo  della  vita.  L'  anno  poi  appresso  1834, 
un  decreto  della  Repubblica  dichiarava  disciolta  quella  Religiosa  famiglia,  e  tramutava  il  Collegio 
Francescano  in  un  Collegio  di  educazione.  Ma  i  maestri  mancavano;  o  il  Governo  fu  costretto  di  ado- 
perare in  tale  ufficio  i  Missionari ,  che  avevano  testò  discacciati  e  s'  erano  rifuggiti  nel  Cuzco. 
Finalmente  l'anno  1836  il  Presidente  D.  Luis  José  Orbegazo,  derogando  a  quella  ordinazione,  consentiva 
all'  Illustrissimo  Arcivescovo  di  Lima  Giorgio  Benavente,  che  inviasse  un  Francescano  in  Italia  a 
raccogliervi  quanti  più  potesse  Religiosi  di  San  Francesco  per  ripigliare  V  opera  interrotta  della 
conversione  e  dell'  incivilimento  de'  poveri  selvaggi.  E  fu  mandato  il  Padre  Andrea  Herrero  ,  di 
cui  abbiamo  già  parlato,  che  ritornò  con  80  Religiosi.  In  tal  modo  si  riapri  solennemente  il 
Collegio,  e  l' opera  apostolica  de*  Padri  ripigliò  il  suo  corso.  II  Manoscritto  narra  i  primi  loro  successi, 
e  prosegue  dipoi  sino  al  1859.  Metto  qui  i  titoli  in  cui  il  lavoro  è  diviso: 

1.  Llega  de  Europa  (1843)  una  nueva  ìiision,  i  celo  de  lo%  MUioneros  etUre  pueblos  fielef. 

—  2.  Prosiguen  las  Misiones  de  infUlex  del  Ucayali.  —  3.  Martirio  del  R.  P.  Cimni  y  sax  compaheros, 

—  4.  Produetos  y  animale*  de  Ucayali.  —  5.  \oticia  de  lai  naciones  y  tribus  infielef  esparàda* 
en  10$  contorno»  del  Ucayali.  —  6.  Relacion  del  viaje  que  hizo  el  Padre  Vieente  Calvo,  en  una 
carta  al  Padre  Fernando  Pallaret.  I  compagni  di  martirio  del  Padre  Cimini,  avvenuto  nel  1851, 
furono  il  Padre  Feliciano  Morentin,  e  il  fratello  Laic«  Amadio  Bertona. 

Questo  interessantissimo  Manoscritto  mi  venne  inviato  dall'  America. 

*'••  566.  Resumen  de  la  Cronica  Franciscana  de  las  provincias  del 

Perù,  escrita  por  el  lì,  P.  Fr.  Diego  de  Cordoba  y  Salinas,  Predica- 
dor,  Guardian  del  Convento  de  San  Francisco  de  Jesus  de  Lima, 
Notario  Apostolico  y  Cronista  de  todas  las  Provincias  del  Perù  de 
su  Serafica  Orden.  Ano  1G51. 

Manoscritto  di  11  pagine  in  4,  di  lilla  lettera,  invialonii  dall'America. 


America 


A^u 


w..  567.  Resumen  de  las  noticias  extraìdas  de  las  cartas  que  han 

escrito  los  venticinco  Missioneros  Espanoles  hijos  de  està  Santa 
Provincia  de  San  (Jregorio  de  Filipiiias  de  Reli,ij:iosos  Descalzos  de 
N.  S.  P.  San  Francisco  ;  que  a  espensas  de  nuostro  gran  Monarca 
Felipe  V  (  que  Dios  guardo  )  se  mantienen  en  el  Imperio  de  la 
(Iran  China  v  en  el  advacente  de  Conchinchina  evercitando  su 
apostolico  zelo  en  la  conversion  de  las  al  mas,  predicacion  del  Santo 
Evangelio  y  administracion  de  .los  Santos  Sacramentos  a  los 
convertidos  los  que  llegaron  a  estas  Islas  est  e  arìo  de  1G32. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m'inviarono  copia  que* nostri 
Padri;  e  conta  quattro  carte  in  foglio. 


REVUE  -  RIBADENEYBA 


>. 


-».  568.  Revue  Franciscaine  :  bulletin  mensuel  du  TiieaWwdre 
de  Saiat  Francois,  publiée  par  les  Franciscains  de  T  Observance 
avec  r  approbation  du  Ministre  General.  Paris ,  Librairie  Saint- 
Joseph,  Torla  Libraire-Editeur,  Rue  de  Rennes,  112. 

Questa  importante  Rivista  Francescana,  clie  già  conta  V  anno  9,  esce  ogni  mese  in  fascicoli  di 
32  pagine  in  8,  e  pubblica  non  poclii  documenti  relativi  alle  presenti  nostre  Missioni.  Cominciò  a 
comparire  in  Bolbec  col  titolo  L'année  FraneUeaine ,  chronique  des  Franeitcains  de  l' Observance 
en  France,  e  dava  tradotte  in  francese  non  poche  cose  della  Crotuiea  delle  Mistioni  Francescane 
eh'  io  pubblicava  in  Roma  ;  e  cosi  continuò  fin  al  1870 ,  che  prese  il  titolo  di  Revue ,  ec.  Tutta  la 
collezione  forma  già  i6  volumi  in  8,  dei  quali  mi  fece  dono  il  presente  Ministro  Provinciale  di 
Francia,  Padre  RaUaele  d' Aureillac ,  oltre  i  fascicoli  che  ricevo  regolarmente  della  continuazione.  A 
queir  ottimo  Padre,  che  ebbi  la  ventura  di  conoscere  in  Parigi  e  rivedere  in  Bordeaux,  e  di  apprezzarne 
il  sapere  e  le  molte  virtù,  me  ne  chiamo  qui  riconoscentissimo.  Un'  altra  Rivista  pubblicano  colà 
anche  i  nostri  Padri  Recolletti,  che  parimente  conta  già  parecchi  anni  :  mi  duole  di  non  conoscerne 
il  titolo  preciso,  e  di  non  poterla  registrare  in  questo  lavoro.  Ne  feci  dimanda  per  lettera  a  quel 
Padre  Provinciale:  mi  venne  risposto,  che  essa  riguardava  piuttosto  le  Missioni  che  quegli  ottimi 
Padri  davano  in  Francia,  che  le  Missioni  tra  gì'  infedeli.  Tuttavia  gioverà  averne  qui  fatto  menzione. 
Un'  altra  Rivista  Francescana  si  pubblica  in  Londra  ;  ed  una  cominciò  testé  in  Ispruck  nel  Tirolo, 
col  titolo,  in  tedesco,  se  ben  ricordo,  di  Campanello  di  San  Francesco.  Venne  fondata  ed  è  diretta 
da' nostri  egregi  Padri  delia  Riforma,  che  sono  quivi  liorentissimi. 


569.  Rheinfelben.  —  Neue  Jerosolymitanische  Pilger-Fahrt, 
das  ist  :  Kurtze  doch  Wahrhafft-nnd  de  denckwuerdige  Beschrei- 
bung  des  Gelobten  Heiligen  Lands  von  Jesu  Christo  un  serem 
Erloeser  und  Seeligmacher  betretten  nnd  geheiliget ,  von  P.  F. 
Ignatio  von  Rheinfelden.  Augspurg,  1699. 

Dal  Catalogo  della  Biblioteca  di  Carlo  Escalopier. 

570.  RiBADENEYRA.  —  Historìa  de  las  islas  del  Archipielago  y 
reynos  de  la  Gran  China,  Tartaria,  Conchinchina,  Malaca,  Siam, 
Camboya,  y  Jappon,  y  de  lo  sucedido  en  ellas  a  los  Religiosos 
Delscalgos  de  la  Orden  del  Seraphico  Padre  San  Francisco  de  la 
Provincia  de  San  Gregorio  de  las  Philippinas ,  compuesta  por 
Fray  Marcello  de  Ribadeneyra,  companero  de  los  seys  Frayles  hijos 
de  la  misma  Provincia,  martyres  gloriosissimos  de  Jappon,  y  testigo 
de  vista  de  su  admirable  martyrio,  dirigida  a  nuestro  Rmo  Padre 
Fray  Francisco  de  Sosa,  Generalissimo  de  tota  la  Orden  de  N.  P.  S. 
Francisco ,  En  Barcelona ,  en  la  imprenta  de  Gabriel  Graells  y 
Giraldo  Dotil,  anoMDCI. 

Opera  rara,  ed  interessantissima,  delle  migliori  che  siano  state  scritte  sul  Giappone.  È  divisa 
in  6  libri  :  il  primo  di  XXII  capitoli  ;  il  secondo  di  XXVI  ;  il  terzo  di  XXXIV;  U  quarto  di  XXXVIII; 
il  quinto  di  XXXIV;  il  sesto  di  XXVIII.  I  due  ultimi  libri  sono  la  storia,  prigionia,  condanna  e 
morte  de*  Protomartiri  del  Giappone  San  Pier  Battista  e  suoi  compagni  :  gli  altri  contengono  una 


4^6  RIIIADENEYRA 


storia  generale  dei  deiti  regni,  e  dell'opera  de*  Francescani  che  vMntrodusscro  il  CristtanesiiBO. N' è 
an  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  citta  di  Barcellona. 

Del  santo  Missionario  e  valente  scrittore  Padre  Ribadencyra  t\  dà  la  seguente  Biografia  l'  Hunti 
(Eftodo,  ee.)  «  Lector  de  sagrada  Teologia,  naturai  de  la  ciudad  de  Palencia,  profesó  en  la  santa 
Provincia  Observante  de  Santiago,  donde  esplicò  artes  y  dos  cursos  de  Teologia.  Dcspues  fuò 
cathedratico  de  dicha  facultad  en  la  universidad  de  Salamanca.  Con  desco  de  pasar  a  las  Mislones 
de  Filipinas,  se  encorporó  en  la  santa  Provincia  de  S.  José,  y  paso  a  estas  islas  el  afio  de  1594.  En 
agosto  del  mismo  ai!o  partió  a  las  reinos  del  Japon,  donde  ejercitó  su  fervoroso  celo,  y  fondò  el 
Convento  de  la  ciudad  de  Osaca.  El  mes  de  dlciembre  de  1596  fué  preso  por  la  predicacion  de 
la  ley  Evangelica  eu  la  ciudad  de  Nangazaqui ,  y  conducido  a  un  bnque  portugues  que  se  hallaba 
en  el  puerto  de  dicha  ciudad.  Con  ardlente  celo  de  conseguir  la  palma  dei  martirio  en  compafiia  de 
San  Pedro  Bautista  se  fugò  del  buque,  y  a  pocos  dias  fué  aprendido  segunda  vez  y  redacido  a 
estrecha  prision  en  el  mismo  sopredicho  barco,  desde  cuyo  punto  presenciò  el  glorioso  martirio  de 
San  Pedro  Bautista  y  sus  compafleros  el  dia  5  de  febrero  de  1597.  Despues  de  sesenta  y  siete  dias 
de  prision  y  trabajos,  fué  desterrado  a  la  ciudad  de  Macao,  en  la  China ,  en  cuya  ciudad  pernoanecló 
nucve  meses,  regresando  a  Filipinas  el  mes  de  Enero  de  1598.  En  dicho  afSo  c^rriò  todos  los 
pueblos  pertenecientes  a  la  administraclon  de  està  Apostolica  Provincia  de  San  Gregorio,  y  nombndo 
Procurador  de  la  causa  de  la  canonizacion  de  San  Pedro  Bautista  y  sus  coropaSeros,  partió  para 
las  cortes  de  Madrid  y  Roma  a  ultimos  del  citado  affo  de  1598.  Hizo  su  viaje  por  la  India,  locando 
en  Malaca  y  Goa ,  en  cuya  ciudad  recogió  varias  informaciones  de  testigos  de  vista  del  glorioso 
martirio  objeto  de  su  comision.  Llegado  a  Madrid  y  obtenidas  cartas  de  favor  de  nuestro  catolico 
Monarca,  paso  a  Roma,  donde  fuè  muy  bien  recebido  y  agraciado  por  la  Santidad  de  Clemente  Vili, 
con  el  tìtolo  de  Penitenciario  Apostolico.  Evacuadas  sus  diligencias,  regresò  a  Espatia,  retirandose 
al  Convento  de  Sant  Antonio  de  Salamanca.  Este  varon  apa<ttolico,  despues  de  haber  corrido  tantos 
y  tan  diversos  reinos  y  naciones,  de  haber  poseido  tan  distintos  idiomas,  y  sufrido  tantos  tral>ajos 
por  la  gloria  de  Dios  y  exaltacion  de  su  santo  nombre ,  iluminadò  a  sus  pruximos  por  palabra  y 
por  escrito,  rindió  su  espiritu  en  manos  de  su  Criador  ci  afio  de  1606,  Ileno  de  mcritos  y  virtudes 
y  en  una  ancianidad  venerable.  > 

Ritornando  alla  sua  Storia,  per  Io  studio  che  ne  feci  in  Barcellona,  posso  aOTermare  che  anche 
oggi  riprodotta  in  casllgliano,  e  tradotta  nella  nostra  lingua,  sarebbe  avidamente  letla,  e  protilterebbc 
agli  studi  della  storia  dell'estremo  Oriente.  In  quanto  alle  Missioni,  con  le  quali  i  nostri  eroi 
(non  possono  chiamarsi  altrimenti  tutti  i  venerabili  suoi  compagni,  e  coetanei,  dell'Ordine,  chi- 
evangelizzarono  que'  regni  )  è  pi»'na  di  rucrunli  e  di  episodii  di  strai)rdinario  interesse  e  di  rara 
Iwllezza.  Ne  metterò  ({ai  uno,  che  rivela  una  .Missiun»*  dell'  Online  lin  (jui  nella  nostra  storia 
sconosciuta.  Come,  cioè,  per  opera  de*  Francescani  fosse  primamente  predicata  la  fede  nelle  Isole 
dette  dei  Ladroni.  È  il  capitolo  XIX  del  libro  primo,  che  traduci». 

Come  un  Francescano  Scalzo  fu  nelV  Isole  de'  Ladroni. 

•  Navigando  dalla  Nuova  Spagna  alle  Filippine,  s' incontrano  per  via  alcune  isole  ohiamaio 
de' Ladroni,  per  la  destrezza  che  hanno  (pie' nativi  nel  rubare  il  ferro.  Navigano  sopra  canoti ,  e 
.sono  ben  falli,  di  alta  statura,  e  quasi  bianchi.  Passando  di  là  le  nostre  navi,  si  accostarono  u 
quelle  isole  per  f.ir  cambio  di  ferro  con  natte  di  palma,  ìììoìU)  ben  lavorate,  i?  cocchi  e  pescagione. 
In  questa  un  nostro  Religioso  di  venlidue  anni,  di  nome  Frate  Antonio  desìi  Anjrioli,  mosso  da  interiore 
spirito,  da  cui  si  sentiva  acceso  per  la  salvezza  di  que'  barbari  (  nella  loro  totale  nudità  veramente 
orridi  a  vederci),  chiese  licenza  al  suo  superiore  di  rimanere  tra  essi.  E  questi  credendo  che 
celiasse,  gliel'  accordò.  Frate  Antonio,  che  nuli'  altro  desiderava,  senza  badare  a'  pericoli  ai  quali  si 
esponeva,  [>reso  il  Crocillsso  e  '1  Breviario,  si  gitta  senza  più  con  due  spagnuoli  dentro  un  de'  molli 
canoti  che  ave\an  circondato  le  navi.  Chiamato  il  superi»»re,  che  era  sotto  la  tolda  della  nave  u 
vedere  il  fatto,  ne  stupì;  ma  poiché  non  c'era  riparo,  gli  dette  la  sua  benedizione.  In  fatti,  l^n 
furono  all'  istruite  calate  in  acqua  due  lancie  della  nave  per  ripigliarlo;  ma  i  barbari  vogarono  cosi 
rapidamente  co'  loro  canoti,  che  fu  impossibile  raggiungerli.  Avanzavano  in  tre  fila,  ordinati  per 
modo,  che  il  Francescano  era  rimasto  chiuso  in  quella  di  mezzo;  e  cosi  giunsero  a  riva.  Ciò  fu 
r  anno  1596.  Ninno  al  certo  avrebbe  mai  saiiuto  più  notizie  di  lui,  se  1'  anno  appresso  1397  uon  si 
fosse  fermato  appresso  queir  isola  il  nobil  uomo  Lopez  di  Olloa  y  Lemos,  che  recavasi  Generale 
alle  Filippine.  Allettati  con  doni  alcuni  nativi  saliti  sopra  la  sua  nave,  ottenne  da  essi  la  restituzione 


RIGNANO  497 


del  Religioso  e  de*  due  suoi  compagni.  Ed  egli,  Frate  Antonio,  andò  sperando  dì  trovar  su  la  nave  il 
Vescovo  di  Manila,  che  lo  consecrasse  sacerdote ,  o  altri  suoi  confratelli  Missionari,  che  restassero  là  in 
luogo  suo:  ma  non  avendovi  trovato  alcuno,  né  potendo  egli  celebrare  i  divini  misteri,  acconsenti  di 
proseguire  per  le  Filippine.  I  nativi  lo  avevano  rispettato  ed  onorato,  ed  egli  li  aveva  ammaestrati 
de'  misteri  di  nostra  fede  ;  i  quali  furono  dolentissimi  di  perderlo.  » 

Aggiungo  che  incontrai  questo  medesimo  racconto  in  un  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale 
di  Firenze ,  e  che  inoltre  V  abbiamo  in  una  delle  importantissime  lettere  suli'  Indie  del  florcntino 
Sassetti  ,  messe  a  luce  in  Firenze  nel  4855  ;  il  quale  s' incontrò  su  la  nave  del  Religioso  quando 
avvenne  la  sua  magnanima  risoluzione,  e  ne  fu  testimonio. 

Finalmente  non  devo  omettere  che  lo  stesso  Frate  Antonio  scrisse  una  importantissima  Rela- 
zione per  il  Re  di  Spagna  circa  le  condizioni  di  que*  barbari,  e  sopra  le  loro  disposizioni  rispetto 
a  ricevere  la  cristiana  Religione,  che  è  riferita  per  intero  dal  Ribadeneira. 

—  Actas  del  martirio  de  San  Fedro  Bautista  y  sus  companeros 
protomartires  del  Japon. 

Un  volume  stampato  in  Barcellona  Panno  i601. 

—  Sermon  al  Sumo  Sacerdote  Tartaro. 

Un  volume  manoscritto. 

Inoltre  il  Padre  Ribadeneira  scrisse  le  seguenti  opere,  parte  pubblicate,  e  parte  inedite,  informate 
di  profonda  pietà  e  piene  di  molta  erudizione:  —  1.  Alabanza$  y  prerogativas  de  N.  P.  S.  Praneiseo 
y  iu$  doce  primeros  companeros.  Un  volume.  — 3.  Corona  virginal:  due  volumi  in  4.  —  S.  PrivUegios 
de  la  cuerda  de  N.  P.  S.  Francisco,  Un  volume.  —  4.  Eseelencias  de  Santa  Maria  MagdaUna.  Un 
volume.  —  5.  Corona  de  eseelencias  de  nuestro  Sefior  Jesu  Cristo.  Due  volumi:  il  primo  tratta 
deir  Origtn  de  le  corona  que  rezan  los  Religiosos  Menores  ;  il  secondo,  delle  Etceìencias  de  està 
Corona,  Quest*  opera  fu  stampata  in  Napoli,  per  Giovanni  Sottile,  l' anno  1605,  e  quivi  stesso  riprodotta 
Tanno  seguente. 

571.  RiGNANO.  — Considerazioni  sopra  Gerusalemme  e  il  Santo 
Sepolcro  di  Gesù  Cristo  con  alcune  notizie  intorno  i  Frati  Minori 
e  r  Ordine  dei  Cavalieri  del  Santo  Sepolcro,  del  Cavaliere  Artaud 
di  Montor,  ec.  Traduzione  italiana  con  note  del  P.  Antonio  M.  "da 
Rignano  M.  0.  Parigi,  Libreria  di  Adriano  Le  Clero,  1847. 

Un  volume  in  8.  Interessantissime  sono  le  note  aggiuntevi  dal  Padre  da  Rtgnano,  con  un 
elenco  de' Guardiani  del  Sacro  Monte  Sion  dal  tempo  di  San  Francesco  insino  a  noi.  Profitto  di 
questa  occasione  per  chiamarmi  inllnitamente  riconoscente  a  questo  dotto  e  venerabile  Padre,  già 
Segretario  e  Procuratore  Generale  dell'Ordine,  ed  ora  Vescovo  di  Marsico  e  Potenza  in  Basilicata, 
col  quale  per  molti  anni  in  Roma  vissi  unito  d' intendimenti  nel  promovere,  quanto  era  da  noi, 
il  ristoramento  dell'  antico  spirito  francescano.  Egli  mi  fu  di  grandissimo  aluto  in  tutti  i  miei 
studi;  e  niuno  più  di  lui  li  promosse  efficacemente  in  tutte  le  Provincie  dell'Ordine.  E  polche 
non  è  possibile  scienza  senza  severa  disciplina,  egli  fece  ristampare  in  Roma,  in  latino  e  in  italiano, 
il  prezioso  libro  di  San  Bonaventura  Detta  Disciplina  de' Frati  Minori,  che  era  addivenuto  rarissimo; 
del  quale  poi  si  fece  una  seconda  edizione,  curata  da  me,  in  Genova;  e  l'una  e  l'altra  vennero  largamente 
e  gratuitamente  sparse  per  tutti  i  Conventi  nostri  in  Italia  e  fuori,  non  esclusi  i  Gollcgii  di  missione 
in  America.  Quantunque  occupatissimo  in  gravi  studli  per  le  principali  Congregazioni  di  Roma, 
alle  quali  era  addetto,  non  smise  mai  l'amore  delle  cose  nostre;  e  tra  l'altre,  scrisse  una  Memoria  su 
]a  missione  di  San  Francesco  e  de*  primi  suoi  compagni  In  Oriente,  della  quale  mi  giovai  nel  primo 

Zi 


498  niNcoN  -  uocA 


volume  della  mia  Storia  VrUvertaU  delle  Mistioni  Franee$eane.  Aggiungo,  che  a  lui  si  deve  la  prima 
idea  di  quel  mio  lavoro;  che  essendo  stato  accolto  dal  Rmo  Padre  Generale  delP Ordine,  Bernardino 
da  MoNTEPRANCo,  quando  il  1856  venne  assunto  a  quella  carica  dal  Capitolo  Generale  di  Roma,  io 
fui  chiamato  a  farne  gli  studi.  In  altro  luogo  già  dissi  come  poi,  per  difetto  de'  documenti  necessari 
a  portarla  a  fine,  si  dovesse  interrompere  all'anno  i500;  e  quali  fossero  cotesti  documenti  il  lettore 
non  può  meglio  conoscerlo  che  da  questi  cenni  bibliograflci,  che  danno  notizia  appena  d' una  parte 
di  quelli  che  si  potrebbero  rinvenire  ed  illustrare,  visitando  con  più  agio  le  Biblioteche  da  me 
visitate,  e  molte  altre  ch'io  non  vidi,  specialmente  nelle  due  Americhe. 

*".  572.  RiNCON.  —  Arte  de  la  lengua  Mexicana,  compuesta  por  el 

**  Padre  Antonio  de  Rincon  de  la  Orden  de  S.  Francisco.  Mexico,  1568. 

Un  volume  in  13.  II  Padre  Rincon  fu  uno  de' più  dotti  Missionari  Francescani  in  quelle  regioni. 

*fc.  573.  RivAROLO .  —  Fr.  Francisci  de  Rivarolo  Praefecti  M issio- 

num  Aegypti  Ordinis  Minorum  Reformatorum  Sancti  Francisci. 
Relaziono  compendiosa  del  suo  viaggio  per  l'Etiopia  e  del  suo 
negoziato  quivi  a  prò  della  Religione  cattolica,  presentata  dal 
medesimo  alla  Sacra  Congregazione  de  Propaganda  Fide  V  anno 
1730. 

Sono  39  carte  nella  collezione  Manoscritta  Sffmmitica  Lufitaniea  ex  Manuseriptii  codieibut 
Biblioth,  Apostolica  Vatieanae  aliarumque  Urbix,  della  Biblioteca  dei  Reale  Palazzo  di  AJuda  di  Lisbona. 
È  una  relazione  interessantissima  per  la  storia  del  Cristianesimo  in  Abissinia.  Narra  11  martirio 
che  il  4  maggio  dell'  anno  1716  sostennero  in  Gondera  i  Padri  Samuele  da  Bruno,  Michele  Priore 
di  Thebe  e  Liberato  da  San  Lorenzo  con  un  loro  disrcpolu  di  nome  Giacomo  di  Gondera. 

«••  574.  RizzoLATi. — Notizie  dello  stato  attuale  della  Cina,  scritte 

da  Monsignor  (liuseppe  Rizzolati  do' Minori  Osservanti  Riformati 
Vescovo  di  Arada,  già  Vicario  Apostolico  in  Cina. 

Sono  Hi  fogli  in  carta  cinese,  che  l' egregio  Prelato  scrisse  a  mia  richiesta,  facendomene  dono. 

—  Miei  viaggi  da  Roma  alla  Cina  e  dalla  Cina  a  Roma  dopo 
trentanni  di  Missione. 

Sono  30  fogli  parimente  in  carta  cinese,  con  cui  l'autore  compi  il  lavoro  di  cui  lo  avevo 
ricliiesto.  Mi  diiule  di  non  poter  dare  «ini  una  noli/la  biografica  di  questo  insigne  Missionario  e 
Prelato  Francescano,  morto  pociii  anni  fa  in  Roma,  dopo  trenta  e  più  anni  di  fatiche  apostoliche 
in  Cina.  Egli  mi  a\«?va  onoralo  della  sua  amicizia,  e  mi  portava  grandissima  benevolenza.  I^  su.t 
umilt;i,  congiunta  a  mollo  sapere  e  a  un  raro  conoscimento  dell'  Impero  Cinese,  lo  faceva  sopra  modu 
caro  e  venerando.  SpiTo  die  qualche  Padre  della  Provincia  di  Venezia,  a  cui  apparteneva,  vorrà 
darci  una  storia  del  suo  apostolato.  Niuno  più  di  lui  l'ebbe  meritalo. 

*/..  575.  Roca.  —  Noticias  de  la  Mision  de  China,  por  el  Padre  Fr. 

Miguel  Roca  de  la  Orden  de  San  Francisco  de  Descalfos. 


RODRIGUEZ  499 


Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  m'inviarono  copia  quei 
Padri.  Sono  4  carte  in  8,  segnate  in  fine  come  segue  :  8  àbrU  i743.  Fr.  Miguel  Roca  Comitario 
Provindal  de  la  Mision. 

—  Diccionario  Chino  Espanol. 

Un  volume  in  foglio  a  dae  colonne,  nella  Biblioteca  del  Reale  Palazzo  di  Madrid. 

—  Suplemento  sobre  la  pronunciacion  de  las  vozes  contenidas 
en  està  obra. 

Aggiunto  al  Diccionario.  Nella  prima  faccia  del  primo  foglio  del  Dizionario  si  legge:  t  Este 
Vocabulario  es  de  la  Mision  de  los  Padres  Franciscanos  EspaSoles:  >  e  nell'  ultima  pagina:  •  Gracias  a 
Dios.  Ruego  a  quien  lo  leyere  que  encomiende  a  Dios  a  quien  lo  a  escrilo.  Vale.  Vigilia  de  San 
Bartholomé  del  ano  1728.  >  Ma  chi  ne  fu  T autore  ?  Ecco  quel  che  sin  qui  ninno  sapeva,  e  eh'  io  scoprii 
in  mezzo  alle  cifre  della  parte  cinese,  dove  dall'Autore  vennero  posti  alcuni  ricordi,  ma  in  modo  che 
a  prima  vista  non  si  possono  avvertire.  Metterò  qui  questi  ricordi,  che  sono  interessantissimi  per  la 
storia  delle  Missioni  cattoliche  in  quell'Impero,  e  ci  danno  il  nome  dell'Autore,  che  è  il  nostro  Padre  Roca. 

«  1696.  Este  ano  entrò  en  China  el  que  escrive  esto.  Rogad  por  el  a  Dios.  Fr.  Miguel  Roca. — 
1706.  Este  aiìo  entrò  en  China  el  Senor  Patriarcha  de  Tournon:  desde  que  vino  hasta  aora  no  ay 
paz  en  la  Mision.  — 1709.  Este  aiio  recibimos  el  diploma  del  Emperador,  para  poder  quedar  en 
China  6  Europeos  Franciscanos  de  Manila.  — 1722.  Este  ano  mudò  el  Emperador  dia  de  Santo 
Tbomé,  diciembre  a  21.  —  1724.  Este  ano  prohibida  la  Ley  de  Dios,  y  desterrados  los  Ministros 
Evangelicos.  Conflscadas  todas  las  Yglesias.  —  1730.  Este  ano  a  30  de  setiembre  huvo  un  gran 
trémblor  de  tierra  en  Pe-King,  y  destruiò  la  mayor  parte  de  la  ciudad  y  muriò  muchissima  gente. 
Duraron  los  tremblores  hasta  el  siguìente  ano,  et  amplius  hasta  el  tercero  ano.  —  1732.  Este  ano 
fueron  desterrados  a  Macao  los  Misioneros  de  Canton  sin  exceptuar  ninguno.  A  20  de  abril  partimos: 
Uegamos  a  Macao,  unos  vigilia  de  San  Bartholomé,  otros  dia  del  Santo  Apostolo.  —  1733.  Bste  ano 
avìsaron  las  espias  al  Emperador,  que  aun  avia  Europeos  por  las  provincias.  Mandò  que  se  esaminara 
cop  todo  rigor,  comò  se  està  haziendo,  buscandolos  de  casa  en  casa.  De  Xan-si  saliò  segretamente 
el  Senor  Obispo  Ferrer,  y  otro  Missionero  por  no  ballar  donde  flxar  los  pies.  —  1735.  Este  affo 
muriò  el  Emperador  a  24  de  la  8  Luna-  Fué  electo  su  quinto  hijo  de  27  ailos,  se  llama  su  reinado 
Kien-lung.  Acabose  este  siglo.  Adelante  passa,  que  se  sta  escrito  el  que  siguiòafio  1744.  •  Ma  per 
quanto  esaminai  il  manoscritto,  non  mi  riuscì  trovare  altra  memoria. 

Di  questo  valoroso  Missionario  non  fa  alcuna  menzione  1'  Hderta  ;  e  l' unica  notizia  che  ne 
rinvenni  è  la  seguente,  nella  manoscritta  Relazione  latina  delle  Missioni  nostre  in  Cina  del  Padre 
Francesco  Migoenes,  già  illustrata.  «  Pater  Michael  Roca  ;  vir  nostris  temporibus  ulli  comparabilis. 
Si^xaginta  duobus  annis  Inter  Sina*  Christum  annuntiando  vixit,  prò  quo  varias  aerumnas  et  exilium 
passus  est.  Tandem  anno  aetatis  suae  96  Sinensisque  Missionis  62,  Machai  vita  functus  est  anno 
1757.  » 

576.  RoDRiGUEZ .  —  Dilucidazione  della  carta  topografica  dell' 
antica  città  di  Gerusalemme  data  alla  luce  dal  P.  Fr.  Tommaso 
Rodriguez  di  Lisbona ,  Lettore  Giubilato  della  Provincia  di  S. 
Antonio  di  Portogallo  ed  al  presente  alunno  e  Commissario 
delegato  della  Custodia  di  Terra  Santa,  alla  Fidelissima  Corte  del 
Rio  di  Janeiro  nel  Brasile,  ec.  In  Messina,  presso  Giovanni  del 
Nobolo,  1812, 


500  RODRIGUEZ  -  nOJAS 


A*ùi 


Un  volume  in  8,  di  iS4  pagine.  N'ò  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di 
Sani'  Anna  di  Parigi. 

*''•  577.  RoDRiGUEZ.  —  Relacion  de  los  montes  de  Tabueyon,  y 

reduccion  de  todos  los  infieles  Ilongotes ,  por  el  P.  Fr.  Manuel 
Rodriguez  Bianco  de  Jesus  Maria  y  José  de  la  Provincia  de  San 
Gabriel. 

Cosi  r  HvEKT K  (Esiodo,  ec).  Nativo  di  Oliveneta,  professò  ia  Regola  Francescana  il  i74i,  e  il  4747 
parti  per  le  Filippine,  dove  fu  destinato  alle  Missioni  dei  munti  di  Baiar.  Il  1754  sMntemò  fra  le 
montagne  di  Tabueyon  e  Tubo  Grande,  ove  piantò  la  Croce  in  80  Raneherie  (grandi  capanne,  ove 
vivono  molte  famiglie  insieme),  convertendo  e  facendo  umani  più  che  diecimila  selvaggi,  onde  si 
stabilirono  le  missioni  di  Tabueyon,  A  le  ver,  Etmoien  e  Bonabue.  Quivi  passò  tutta  la  sua  vita,  e 
dopo  46  anni  di  prodigioso  apostolato,  mori  nell'infermeria  di  Santa  Cruz  T aprile  del  i787. 

578.  RoEHR.  —  Historico-geographical  Account  of  Palestine  in 
the  time  of  Christ,  by  Fr.  Roehr,  translated  from  the  gennan  by 
D.  Esdaile.  Edinburgh,  Clark,  1843. 

Dal  Catalogo  della  Biblioteca  del  signor  Ebcalopibr. 

579.  Roger.  — La  Terre  Sainte,  ou  Description  topographique 
très-particuliere  des  saints  lieux  et  de  la  terre  de  promission.  Avec 
un  Traitté  de  quatorze  nations  de  differente  Religion  qui  V  habi- 
tent,  leurs  moeurs,  croyance,  ceremonies,  et  police.  Un  discours 
des  principaux  poincts  de  TAlcoran,  et  ce  quo  les  Santons  leur 
preschent  dans  les  Mosquóes.  L'  historie  de  la  vie  et  mort  de 
l'Emir  Fechrredin,  Prince  des  Drus.  Et  une  Relation  voritable 
de  Za<2:a-Christ  Prinoo  d'  Eth yopie,  qui  mourut  a  Ruol  proz  Paris 
l'an  1()38.  Lo  tout  enrichi  de  fi^ures.  Par  Eugene  Roger,  RecoUect, 
Missionnaire  do  Rarbarie.  A  Paris,  che  Antoine  Bertier,  ruo  Saint 
Jacques,  a  le  Enseigne  de  la  Fortune.  M.  DC.  LXI V.  Avec  appro- 
bation  et  privilege. 

Un  volume  in  i,  di  6  carte  preliminari  non  numerate,  e  una  carta  f;eograflca  della  Palestina 
e  498  pagine.  E  llnalmcnte  14  carte  non  numerate  dì  Table  dei  matiei'es  et  choxes  plut  remarquabl^Js 
conlenues  en  la  Terre  Sainte. 

K  una  delle  opere  più  dotte  che  siano  slate  scritte  sulla  Palestina,  ed  inltTcssantissima  per 
la  storia  liolle  nostre  Missioni  in  tutte  (luelle  contrade,  fc  inoltre  istoriata  con  biMlissime  incisioni 
de' principali  monumenti  e  rosiuuii  delle  vario  genti  e  sette  che  vi  fanno  dimora.  N' è  un  esemplari; 
nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

580.  RojAS.  —  Anales  de  la  Orden  de  los  Menores  donde  se 
tratan  las  cosas  mas  memorables  de  personas  insignes  en  sandidad 


Alia 
AIIHca 


.V<t»/' 


ROJO  501 

y  letras  de  las  tres  Ordenes  que  instituyó  su  gran  Fundador 
San  Francisco.  Dividido  en  tres  tomos.  Dedicados  a  la  Magestad 
Cesarea  del  Rey  D.  Felipe  Quarto  el  Grande,  corno  hijo  de  la 
Tercera  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco.  Por  Fr.  Francisco  de  Rojas , 
Comissario  Visitador  de  la  Provincia  de  Valencia  y  Calificador 
del  Consejo  Supremo  de  la  General  Inquisicion.  Ano  1652.  Con 
licencia:  en  Valencia,  en  casa  de  los  herederos  Chrisostomo  Garriz, 
por  Bernardo  Nogues  junto  al  Molino  de  Rovella.  Tomo  primero. 
Ponese  la  historia  de  N.  P.  S.  Francisco  y  las  cosas  que  passaron 
en  su  Orden  desde  el  ano  primero  basta  el  de  veintiuno  de 
su  fundacion.  Tomo  segundo.  Ponese  las  legacias  a  que  los 
Sumos  Pontifices  embiaron  a  los  Frailes  Menores ,  y  lo  que 
padecieron  por  la  defensa  de  la  Sede  Apostolica  con  el  Emperador 
Federigo  Segundo  el  ano  veintiuno  de  la  fundacion  de  la  Orden,  ec. 
Tomo  Torcerò.  Donde  se  prosiguen  las  cosas  que  passaron  en  la 
Orden  en  el  Pontificado  de  Urbano  IV  y  sus  successorfes  desde 
el  ano  cincuenta  y  seis  de  su  fundacion. 

È  qaesta  un'  opera  interessantissiroa,  e  piena  di  notizie  delle  antiche  nostre  Missioni.  No  trovai 
nn  esemplare  nella  Biblioteca  dell' Accademia  (già  della  Congregazione  del  Terz* Ordine  Regolare 
Francescano)  di  Lisbona.  Il  primo  tomo,  in  foglio,  conta  3  carte  preliminari  non  numerate  e  6i8 
pagine:  il  secondo,  3  carte  preliminari  non  numerate  e  pagine  686:  U  terzo,  565  pagine:  e  tutti  e 
tre  hanno  un'ampia  Tabla  de  las  cosai  mas  notables  in  fine. 

581.  RoJO.  —  Historia  del  Capitulo  general  que  celebrò  la 
Religion  Seraphica  en  la  Imperiai  Toledo  este  ano  de  1658.  Con 
algunas  breves  noticias  que  se  dan  de  personas  insignee  en 
virtud,  letras  y  dignidades  eclesiasticas  ;  y  otras  cosas  que  ceden 
en  lustre  y  credito  de  la  misma  Orden.  Dedicada  al  Emo  y 
Emo  S.  D.  Francisco  Barberino ,  Cardenal  de  la  Santa  Iglesia 
de  Roma ,  del  titulo  de  San  Laurencio  en  Damaso ,  Canciller 
mayor  de  la  misma  Iglesia  ;  Arcipreste  de  la  de  San  Pedro  en  el 
Vaticano  ;  Protector  de  la  Orden  de  los  Frayles  Menores,  ec.  Escri- 
viola  de  orden  de  sus  Superiores  el  P.  Fr.  Antonio  Rojo,  Califi- 
cador del  Santo  Officio  de  la  Inquisicion,  Examinador  Synodal  del 
Arzobispado  de  Toledo,  y  Lector  de  Tbeologia  del  insigne  Convento 
de  San  Juan  de  los  Reyes  de  la  misma  ciudad.  Con  licencia.  En 
Toledo.  Por  Francisco  Calvo  :  ano  de  1658. 

Sono  58  carte  in  8.  Fra  V  altre  cose,  l' Autore  dà  un  Memorial  de  los  Reìigiosos  de  nuestra 
Orden,  que  han  padeeido  marlirio  desde  que  se  hizo  la  ultima  reladon  del  CapUulo  general  de  ToUtdo 


502  ROMA  -  ROSELLY 


A«ia 


Smmp, 
Rraailt 


Slmp, 


en  1645  hasta  ette  de  1658.  Sono  notizie  autentiche  portate  dai  Padri  vocali  di  tatte  le  proviDCte 
deir Ordine,  come  allora  usava;  e  nomi  e  fatti  splendidissimi,  che  non  è  facile  incontrare  altrove. 
N*  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  delP  Episcopio  di  Cordova. 

582.  Roma.  —  Relacion  de  las  cosas  notables  y  progresos  de  las 
Misiones  Catolicas  en  el  Imperio  de  la  China  :  por  el  P.  Fr.  Juan 
Bonaventura  de  Roma  de  la  Observante  Provincia  Romana.  Ano 
de  1709. 

Cosi  l'HuERTA  {Estado,  ee.),  dicendo  che  è  relazione  molto  ettensa  y  nUnueciosa,  e  che 
anche  ne  fu  inviata  copia  alla  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  in  Roma.  Figlio  dell' 
Osservante  Provincia  Romana ,  il  Padre  Giovanni  Bonaventura  chiese  d*  essere  ascritto  al  Collegio 
delle  Missioni,  e  il  1692  fu  destinato  alla  Cina,  dove  dimorò  27  anni,  tornando  quindi  a  Roma  il 
1721.  In  qual  Convento  morisse  non  sappiamo. 

583.  Rosario.  —  Frutas  do  Brasil  numa  nova,  e  ascetica  Mo- 
narchia, por  Fr.  Antonio  do  Rosario,  dos  Menores  da  Serafica  Fa- 
milia  de  Sant  Antonio  do  Bresil.  Lisboa,  A.  Pedrozo  Galram,  1602. 

In  volume  in  4,  di  11  carte  non  numerate,  e  108  pagine.  L'Autore  era  vissuto  lunghi  anni 
fra  gP Indiani  del  Brasile,  come  si  può  vedere  nella  BibUotheca  Luntana  del  Barbosa  Maghado. 

584.  RosELLY. — Della  vita  di  Cristoforo  Colombo  e  delle  ragioni 
di  chiederne  la  beatificazione  :  opera  del  Conte  Roselly  de  Lorgues, 
tradotta  dal  francese  e  accresciuta  di  nuovi  documenti  dal  Padre 
Marcollino  da  Civezza  Minore  Osservante .  Prato ,  per  Ranieri 
Guasti,  editore-libraio,  1870. 

Un  volume  di  XX  e  563  pagine.  Il  lettore  intende  da  sé  percht*^  diamo  qui  il  liloio  di  questo 
libro.  Il  Colombo  fu  Terziario  Francescano,  e  por  mezzo  dell'Ordine  Francescano  riuscì  nel  suo 
gigantesco  intento  di  scoprirò  il  Nuovo  Mondo;  del  quale  possiamo  dire  che  fu  il  primo  Missionario 
col  dtdce  suo  amico  e  pr»>l('ttore  l*adre  Giovanni  Perez  di  Marrhena  :  e  opera  di  Francescani ,  ai 
«inali  dipoi  si  aggiunsero  i  Domenicani,  gli  Agostiniani,  e  da  ultimo  i  Padri  della  Compagnia  di 
Tiesù,  fu  la  conversione  alia  fede  e  l'incivilimento  di  tutta  l'America,  dove  continuano  ancora  le 
loro  belle  glorie.  All'  illustre  Conte  Uoselly  de  Lorgues  poi  1'  Ordino  Francescano  dev'  essere  rico- 
noscente, che  con  documenti  nuovi,  sconosciuti,  o  affatto  dimenticati,  abl»ia  messo  nella  vera 
sua  luce  la  vita  e  l' apostolato  del  Colombo  ,  e  la  sublime  figura  del  Perez.  Oltre  questa  sua 
opera  relativa  alle  straordinarie  virtù  cristiane  del  Colombo,  si  vuol  citare  la  sua  grande  Storia 
della  vita  e  de'  riaggi  di  Crintoforo  Colombo  suìV  appoggio  di  documenti  autentici  raccolti  in  Spagna 
ed  in  Italia;  la  «juale  pubblicala  il  1854  in  Parigi,  venne  subilo  volgarizzata  fra  noi  per  cura  del 
nostro  non  mai  abbastanza  compianto  amico,  e  insigne  filosofo  e  scrittor  cattolico.  Conte  Trtuo 
Dandolo.  Questa  edizione  venne  fatta  in  Milano  per  la  Tipografia  Cuglielmini  1857  :  due  volumi 
in  8  grande;  il  primo  di  XI  e  475  pagine;  il  s<H:«»ndo,  di  492.  Di  quest'opera  non  si  può  fare  a 
meno  dando  principio  alla  storia  delle  Missioni  cattoliche  e  Francescane  nell'  America,  ed  io  me  ne 
sono  largamenlr  {,'iovalo  nel  > ohimè  V  della  mia  »S/orki  Universale  drlle  sopraddette  Missioni  ;  e  mi 
profitterà,  se  a  Dio  piaccia,  ne' seguenti.  Aggiungo  finalmente,  cln*  proprio  in  questi  giorni  è  uscita  in 
Parigi  la  stessa  opera  con  qualche  ritocco  ed  aggiunta,  artisticamente  illustrata,  in  una  delle  più  bellee 
uiagniliche  e<lizioni  che  si  possano  id»'are:  r  il  titolo  n' è  questo:  Chrititìphe  Coìomb,  par  le Comte 


ROUEN  -  RUBROUGK  503 


M 


Hoselljf  de  Lorgiies.  Edition  illushu'e  d' eucadremetUs  variés  a  ehaque  page  et  de  ehromolUhogrdphies 
9cenei,  paysages,  marinei^  portraitt  et  earte,  Paris,  soeiétè  generale  de  Ubrairie  cathoUque.  Parit, 
Victor  Palme,  editeur  dee  BoUandittes,  Direeteur  general,  Ìi5,rue  de  Grenelle-Sant-Germain.  Bruxellet,' 
Joseph  Albanely  Directeur  de  la  succursale  de  Belgique  et  de  Hollandey  99  rue  de  Paroissiens,  99. 
MDCCCLXXlX.Vn  volume  in  foglio,  di'XXV-588  pagine. 

Inoltre  il  nostro  egregio  amico,  benché  logoro  dalle  fatiche  e  dalle  sofferenze,  sta  preparando  un 
ouovo  lavoro,  che  compirà  il  trionfo  della  gloria  intemerata  ed  unica  del  Colombo,  t  Si  Dieu  m' accordo 
(  scrivevami  nell'  ultima  sua  lettera  del  5  febbaaio  i879  )  encore  un  peu  de  terops ,  je  compie 
publier  un  travail  noveau  sur  Christophe  Colomb,  qui  contiendrà  des  faits  d' une  certaine  importance 
pour  rhistoire  de  ce  grand  serviteur  de  lesus  Christ  •  E  noi  gli  auguriamo  davvero,  con  tutto 
l'affetto  del  cuore,  ancora  molti  anni  per  l'onore  del  Cattolicismo  e  del  suo  paese.  Chi  non  sente 
profonda  venerazione  in  tutta  l' Europa  e  fuori  all'  autore  del  Christ  devant  le  sièclb,  che  venne 
tradotto  in  quasi  tutte  le  principali  lingue  dell'Occidente,  ed  ebbe  più  di  95  edizioni?  oltre 
£a  Croce  nei  due  Mondi;  La  Morte  avanti  U  peccato,  ec  Se  mai  gli  caderanno  sotto  gli  occhi 
queste  nostre  povere  parole ,  sappia  che  non  sono  altro  che  la  misera  espressione  dell'  immensa 
stima  che  gli  portiamo,  e  del  pari  affetto  che  sente  per  lui  il  nostro  cuore  1 

Tornando  ai  Colombo  e  alla  storia  de'  suoi  viaggi  e  del  suo  apostolato,  non  posso  qui  omettere 
come  in  omaggio  a  tanta  sua  virtù,  e  in  diffusione  della  gloria  che  ne  viene  alla  Chiesa  e  ali' 
Ordine  Francescano,  un'eguale  edizione  illustrata  dell'opera  sopraddetta  del  Conte  Roselly,  siasi 
fatta  testé  in  Spagna  per  cura  del  dotto  e  venerando  Padre  e  mio  dolcissimo  amico  Ramon  Buldù , 
Provinciale  dell'  Osservanza  in  Catalogna,  e  quivi  ristoratore  di  quell'  antica  e  gloriosa  Provincia  nel 
Convento  di  Villa-Real,  che  a  tal  une  consegui  dal  governo  di  Madrid  ;  edizione  tanto  più  pregevole, 
in  quanto  che  il  Padre  Buldù  vi  ha  aggiunti  tutti  i  nuovi  ed  importantissimi  documenti  che 
vennero  ultimamente  trovati  negli  Archivi  e  Biblioteche  di  Spagna,  relativi  al  secondo  vero  matri- 
monio del  Colombo,  e  alla  virtù  por  ogni  lato  specchiata  di  quell'eroe  immortale.  Il  titolo  ò  come 
segue:  Monumento  a  Colon,  Historia  de  la  vida  y  viajes  de  Christobal  Colon,  escrita  en  frances por  el 
Conte  Roselly  de  Lorgues,  continuada  con  documentos  ineditos  importantes  relativos  al  segundo 
matrimonio  de  Colon  con  doTia  Beatriz  Enriquez  de  Cordoba,  tradudda  por  Pelegrin  Casato  y  Pages, 
interprete  jurado,  anotada  y  publicada  bajo  la  direcdon  del  M.  R.  P.  Ramon  Buldù,  Provincial  de 
los  Frandscanos  Observantes,  Barcelona,  D.  Jame  Seix,  Calle  de  Dou,  numero  i5,  baJo.  MOCCCLIKYIll- 
IX,  Due  volumi  in  foglio  reale  di  rara  magnificenza. 

585.  RouEN.  —  Compte-rendu  présente  par  le  R.  Pére  Victor- 
Bernardin  de  Rouen,  Commissaire  General  de  Terre  Saint  en  France 
a  nosseigueurs  Les  Cardinaux  Arche véques  et  Èvéques  de  France 
sur  les  quétes  recueillies  pour  les  Franciscains  de  Terre  Sainte  en 
r  année  1878.  Paris,  Imprimerie  de  T  Oeuvre  de  Saint  Paul,  51. 
rue  de  Lille,  Sousseus  et  C. 

Sono  iO  pagine  in  foglio. 

586.  RuBROUGK.  —  Guillaume  de  Rubrouck  (  de  V  Ordre  dès 
Freres  Mineurs  )  ambassadeur  de  Saint  Louis  en  Orient  :  recit  de 
son  voyage  traduit  de  l'originai  latin  et  annoté  par  Louis  de 
Backer.  Paris,  Ernest  Lebroux,  éditeur.  Libraire  de  la  sociótó  Asia- 
tique  de  Paris  de  l' école  des  Langues  orientales  vivantes,  ec.  28 
Rue  Bonaparte,  28,  1877. 

Un  volume  in  8,  di  XIX  e  336  pagine.  Notissimi^  la  storia,  tra' dotti,  dell'ambasceria  che 
il  celebre  Francescano  Fr.  Guglielmo  Bubrouck,  o  Rubriquis,  come  il  più  sovente  si  trova  scritto, 


504  RUBROUCK 


compi,  d' ordine  di  San  Luigi  di  Francia,  appresso  i  Tartari.  Oltre  l' edizione  che  ne  fece  il  Bergeron 
nel  1634,  e  V  edizione  di  Leida  del  1706,  se  ne  parla  in  tolte  le  importanti  Raccolte  di  viaggi  e  di 
^ria  della  geografia,  e  ne' principali  sturici  della  Chiesa,  come  il  Fleurt,  il  Rorbàchbr,  ec;'ed 
anche  noi  ne  dicemmo  assai  nel  primo  volume  della  Storia  Unioertale  delle  MUtUmi  Franeeteam, 
Ma  il  De  Bacher,  oltre  alle  importantissime  note  storiche  e  geografiche  con  cui  lo  ha  illustrato,  ce  ne 
là  conoscere  la  vera  i>atria  e  la  storia  fin  qui  ignorate,  lo  era  in  Parigi  allorché  qnelF  egregio 
signore  si  occupava  di  questa  pubblicazione;  il  quale  onorandomi  della  sua  amicizia  e  benevolenza, 
volle  darmi  notizia  degli  appunti  su  i  quali  lavorava.  Ed  io  son  lieto  di  riferire  qui  tali  preziose 
notizie  che  precedono  il  viaggio,  lo  lumeggiano  a  maraviglia,  e  rendono  sempre  più  interessante 
la  nobile  dgura  del  nostro  Missionario. 


Saint  louis,  robet  d'artois,  lbs  fra.nciscains,  les  croisades. 

«  Au  mois  de  Juìn  i337,  le  roi  saint  Louis,  se  trouvant  au  chàteau  de  Compiègne,  voulat,  avant 
de  partir  pour  la  Palestine,  cxécuter  une  des  clauses  du  testament  de  son  pére.  Il  érigea  la  terre 
d' Artois  cn  comté  et  1'  assìgna  à  son  frére  Robert,  avec  Saint-Omcr,  Airo,  Hesdin,  Bapaume  et  Lens, 
Mais  Ics  trois  dernières  villes  ne  pouvaient  lui  app.irtenir  qu'après  le  déccs  de  la  reine  Bianche. 
Elles  avaiont  été  constituées  en  dot  à  la  lille  d*  Alphonse  de  Castille,  et  provenaient  d'Isabelle  de 
Hainaut  qui  les  donna  à  la  France  cn  montant  sur  le  trùne  de  Philippe  Auguste. 

t  L' annóe  suivant,  ce  magniflque  domaine  s'  ctendit  jusqu'  à  la  mer,  par  l' adjonction  du  comté 
de  Boulogne  qui  forma  une  partie  de  la  dot  de  Mahaut,  la  fllle  atnée  du  due  de  Brahant  et  de 
Basse-Lorraine.  La  reine  Bianche  avait,  dòs  ii3i,  recherché  la  main  de  cette  belle  princesse  pour 
son  flls  Robert;  mais  le  mariage  ne  put  ótre  célèbre  quc  le  li  juin  1238. 

•  Ce  jour-là,  la  ville  de  Conipiégne  étail  en  féle. 

«  Aprés  avoir  assistè  à  la  hènédicliDn  nupliale  dans  1' óglise  de  T  abbaye  de  Saint-Comeille, 
dcux  mille  chevaliers  bannerets  se  livrérent  en  la  prairie,  commi"  dit  Philippe  Mouskes ,  à  des 
combnts  à  la  barrière,  à  des  juùtes,  à  des  pas  d'armos,  h  des  danses ,  et  Bianche  de  Castille, 
Marguerite  de  Provcnce  et  la  nouvelle  conitcsse  d'  Artois  dislribuérenl  elles-mémes  les  pri\  aux 
heureux  vainqueurs.  Le  londfmaiii ,  dans  colte  moine  èglisp  (ie  Sainf-Corncille,  le  roi  de  France 
conferà  l'  ordre  de  la  Cosse  de  geiiéi  au  conile  d'  Arlt)is  ci  ;i  cento  quaranlo  genlilshommes. 

•  Depuis  lors,  Robert  se  monfra  conslammenl  le  fóal  clievalior  du  Roi,  son  suzerain.  Il 
l'accompagna  en  Torro-Sainlo  et  comballil  en  héros  à  la  lète  ilo  sos  vassaux,  l\o!)erl  de  Wa\nn, 
Henri  de  Crciiui,  Itaudoiiin  de  Hénin-Liélard ,  Bogor  do  llalowyn ,  Nicolas  de  Maiily,  de  conile  d' 
Hesdin,  le  baron  d'  Auchy,  Joan  de  Nedo,  Jean  do  Boaufort,  Kiuios  de  Monlrouii.  Mais  ai!oablé  snus 
le  nombre  tles  Sarrazins,  il  tomba,  morlollomenl  blossó,  io  i  fó\rlor  li'»9,  à  i' àge  de  trenle-trois 
ans,  dans  une  dos  ruos  l»arricadéos  de  Mansurali,  au  milieu  dos  ennemis  qu' il  avuit  terrassés  de 
sa  propre  main.  Sa  mori  fui  un  deuil  public. 

t  Pendant  (jue  Ics  croisados  alliraieiil  la  noblosso  fran^aise  vers  l'Orioni,  saint  Francois  d' 
Assise  et  ses  disciples  roiiiuaionl  los  classos  populalros  on  bonorant  en  ellos  la  pauvreté  et  la 
faisant  honorer  par  elles;  ils  lour  cnsoignaient  ainsi  de  s' estimer  ellos-niòmes  et  leur  procuraient 
los  moyens  de  s'organiser  ci  d' arriver  insonsiblemenl  à  T  ómancipalion  politique.  On  vii  alors 
1' Artois  et  la  Fiandre  se  couvrir  de  njonastòros  do  Jacobiiis  ol  de  Fròros  Mineurs.  Jean  de  Saiute- 
Aldegondo ,  seigneur  de  Noircarnies,  on  fonda  un  de  cliarlreux  à  Longuenesse  ,  aux  portes  de 
Saint-Omer,  avec  le  consenlomonl  do  l'évéquo  de  Thórouanno  et  de  l' abbó  de  Saint-Berlin. 

«  Si  ces  moines  renongaient  au  monde,  ils  n'  avaiont  point  étouffé  en  eux  le  sentiinente  du 
patriolisme.  S' ils  pn*chaienl  la  guerre  salale,  la  guorro  do  la  civilisation  contrc  la  barbarie,  ils 
s'enròlaient  do  leurs  porsonnos  sous  la  banni«TO  fraiivaiso  de  Jean  de  Boaufwrl,  et,  à  celle  niérne 
journée  de  la  Mansurah ,  ils  se  soni  conduils  avec  tanl  de  bravoure  quo  le  roi  domanda  à  lour 
chef  comment  ils  s'  appelaiont.  Braiiforl,  ne  pouvanl  s(»  rappelor  lo  noni  ile  leur  Ordre,  rópondit  j 
Saint  Louis  que  e' ótiionl  dos  niuinos  «  liés  de  cordos.  »  El  do|)Uis  ce  lemps,  dil  Hurn  Deviennc, 
on  s'accoulurna  a  appoiiT  •  cordoliors  •  l»s  rolip:ioux.  do  salnl  Francois.  Parmi  cos  cordeliers  se 
trousail  (iiiillaumo  df  Huhroiick,  plus  connu  sous  lo  noni  laiini^ó  do  Huhrutjuia, 

•  U'  où  vieni  ce  nom? 


RUBROITCR  505 


Le  VILLA6E  DB  RUBROUCK. 

«  A  rextrémité  septentrìonale  de  la  Franco,  vers  la  mer,  le  village  de  Rubrouck  étale  8# 
maìsons  bien  proppreltes  «  au  milieu  d*  ane  plaine  verdoyante  qui  s' élend  entra  la  colline  de 
WaWen,  où  fut  enseveli  Thierry  d'Alsace;  le  Ravensberg  où  s'eleva,  en  1194,  l'abbaye  de  la 
bienhenreuse  Marie  de  Houtovc;  le  Balenberg,  dont  le  nom  a  conserve  l'eroprelnte  du  paganismi 
germaoique,  et  le  Mont-Cassel  où  l'auteur  de  V  Anacharsis  francais  s'est  écrie  dans  son  enthousla&me  : 
«  0  Jenny,  que  la  nature  est  belle  ici  1  • 

«  Ces  collines  sont  couvertes  d' excellents  herbages  que  paissent  de  gras  tronpeaux.  De  leur 
sommet,  V  obU  découvre,  par  un  soleil  d' été,  avec  de  larges  bouquets  d' arbres,  de  vasles  champs 
èmaillés  de  fleurs  ;  pois  au  loìn,  à  V  occldent,  les  landes  attristèes  de  V  Artois  qui  se  perdent  dans 
un  horizon  de  pourpre;  et  l'oreille  attentive  n'entend  que  le  gazoulllement  des  oiseaux  cachés 
sous  la  feuillée  et  le  murmure  du  vent  qui  se  mèle,  le  soir,  à  la  voix  argentine  des  clochettes  de 
V  Angelus.  Ce  n'est  pas  ici  que  Ruysdaeì  aurait  pu  accomplir  lo  miracle  de  nous  ìntéresser  avec 
un  paysage  qui  contient  un  seul  arbre,  ou  un  pauvre  buisson,  ou  un  pont  de  bois  à  demi  ruiné. 

<  Au  xui  siècle,  le  village  de  Rubrouck  était  sous  la  juridiction  spirìtnelle  de  Févéque  de 
Thérouanne,  et  il  s'y  trouvait  des  flefs  qui  mouvaient  du  sénéchal  de  Saint-Omcr.  Un  de  ces  flefs, 
qui  avait  rang  de  conitó,  appartenait  à  Jean  Mor,  flls  de  Jean  Mor  de  Rubrouck.  Le  premier  en  flt 
le  transport,  avec  les  terres  et  tous  les  droils  de  justìce  qui  y  étaient  attachés,  à  1'  église  de  Walten. 
Uévéque  de  la  Morinie  approuva  cette  cession  en  1227.  Vingt-cinq  ans  auparavant,  Wautier  de 
Rubrouck  avait  fait  pareille  donation  à  la  mdme  église,  et  en  1250,  maitre  Jean  de  Rubrouck, 
doyen  de  r  église  Sainte-Walburge  à  Furnes,  légua  une  rente  annuelle  do  cent  sols  de  Fiandre  en 
faveur  d'un  clero,  natif  de  Rubrouck,  pour  l'aider  à  faire  des  études  de  théologie. 

«  A  r  epoque  des  croisades  et  au  temps  de  saint  Louis ,  il  y  avait  donc  à  Rubrouck  une 
farolUe  qui  portalt  le  nom  de  ce  village  de  Franco.  Des  Charles  authentiques  constatent  son  existence. 
Guillaume  de  Rubrouck  était  peut-étre  le  frére  du  doyen  de  Sainte-Walburge.  Mais  comme  les 
écrivains  qui  ont  parie  de  lui  avaient  déguisé  son  nom  de  famille  sous  colui  de  Ruhruquis ,  on 
ignora  longtemps  le  nom  de  son  pnys  natal.  Pits  crut  quo  e'  était  V  Angleterrc;  Swccrtius,  Francisque 
Michel  et  Wrighl,  le  Brabant;  Valére  André,  la  Belgique.  Pacquol,  Michaud,  le  baron  de  Saint- 
(ìcnois  et  le  marquis  de  Villeneuve  font  naltre  le  ministre  de  saint  Louis  à  Ruysbrock,  on  Brabant; 
Vivien  de  Saint-Martin  le  dìt  originaire  de  la  Fiandre;  Hakluyt  et  Purchas  soutiennent  qu'il  est 
Francais.  mais  sans  iodiquor  l'endroit  où  il  a  vu  le  jour. 

•  Or,  le  plus  ancien  des  manuscrits  de  la  relation  du  voyage  du  célèbre  franciscain ,  publié 
par  la  Sociélé  de  géographie  de  Paris,  porto  son  nom  écrit  de  cotto  manière:  Rubruk.  D'autres 
manuscrits  ont  Rtibrock  et  Rubnic.  Au  moyen  dge,  la  voyelle  u  sonnait  ou  cn  flamand.  C'est 
pourquoi  t  Bubruk  »  a  été  écrit,  dans  la  suite  des  siècles,  «  Rubrouk  >  ou  «  Rubrouch,  »  et  ce 
nom  est  colui  d' une  commune  francaise  du  canton  de  Cassel,  dans  le  département  du  Nord,  mais 
d'une  commune  où  l'on  a  toujours  parie  le  flamand  et  ou  cette  langue  s'est  maintemie., 

•  Nous  pouvons  donc  afllrmer,  avec  M.  Wallon,  que  nostre  Cordelior  était  d' origine  fiinc&ise, 
mais  nous  ne  pouvons  pas ,  avec  le  savant  académicien ,  l' appeler  Ruysbroek,  parce  que  ce  nom 
est  celui  d'un  village  de  Belgique,  où  naquit  en  1994  le  moine  Jean  de  Ruyst)ro^]t,qil  s'est 
rendu  célòbre  par  une  vie  austère  et  des  écrits  ascétiques. 

Guillaume  db  ntiBRoucK.  4!' 

,  **'  •      •  ■*.■•• 

«  LoRSQUE  Guillaume  de  Rubrouck  apparati  dans  Fhistoire,  il  se  trouve  en  Orient.  C'est  là 
que  saint  Louis  le  charge  d*  une  mission  auprès  de  Sartach ,  un  prince  tartare  qu'  il  supposait  .>  '*^-'  {- 
chrétien  d' après  une  rumeur  accréditée  en  Palestine.  On  ne  sait  si  lo  roi  espéralt  s' on  faire  un 
allié  contro  les  Sarrazins.  Les  lettres  qu'  il  remlt  pour  lui  au  Cordelior,  n'  ont  pas  fait  connaltre  ses 
vues  politiques;  e' étaient  uniquemont  des  lettres  de  paix  et  d'amitié,  et  oUes  no  parlaient  que  de 
son  désir  de  voir  la  doctrine  de  Jésus-Christ  se  répandro  dans  Ics  terres  lointainos  de  l'Asie. 

•  Cependant  le  Religieux  de  Rubrouck  avait  été  à  Paris  avant  de  se  rondre  en  Terro-Sainto; 
car,  dans  la  relation  de  son  voyage,  il  compare  le  Don  et  le  Volga  à  la  Soine  de  Paris,  la  ville  de 
Caracorum  au  bourg  de  Saint-Denis  et  il  mentionne  le  Grand-Pont ,  qui  est  le  Pont-au-Change 
ea  face  da  Cb&telet.  Il  doit  méme  a  voir  été  à  la  cour  de  Franco,  pui.squ'  il  a  connu  M.  de  Beau- 


r"^ 


506  RUBROUGK 


moni,  maréclial  et  chambellun  de  Franco.  Aussi,  à  Coostantinople,  esl-il  admis  auprès  de  V  Gmiierear, 
Baudouin  de  Hainaat  li  peut  donc  se  faire  que  Guillaume  de  Rubrouck  ait  accompagné  saint 
Louis  en  Palestine,  ou  bien  Robert  d' Artois  dans  le  voisinage  dnquel  ólait  le  lieo  de  sa  naissance, 
mais  enclave  dans  le  domaine  du  comte  de  Fiandre.  Peut-étre  a-t-il  pris  part  i  la  bataille  de  la 
Mansurah,  avec  ses  frères  de  V  Ordre  de  saint  Francois,  sous  la  bannière  et  les  urdres  de  lean  de 
BeaufTort  ? 

•  Quoi  qu'il  cn  soit,  e'  est  à  Saint-Jean-d' Acre  que  le  roi  de  France  confleau  flrère  Gulllaniiie 
ses  lettres  pour  Sartach ,  qui  campait  alors  à  trois  Journées  en  de^à  du  Volga,  et  e*  est  à  Saint- 
Jean-d*  Acre  que  le  Cordelier  s*  embarque  pour  s' acquitter  de  sa  mission. 

•  Rubrouck  nous  a  laissé  sur  Ics  peuples  qu'  il  a  visités  les  notions  les  plus  précises,  et  il 
nous  fait  connaltre  en  méme  temps  sa  personne,  les  opinions  qu'  il  a  soutenues  sur  V  orìgine  da 
monde  et  l' àme  des  bótcs,  et  ses  idées  sur  les  hommes  et  les  cboses  dcs  pays  qu'  il  a  parconmi. 
Mais  ce  qu'  il  y  a  surtout  de  remarquable,  e'  esl  sa  théorie  sur  le  droit  de  propriété  et  le  fait  de 
la  guerre. 

«  Rubrouck  rapporte  que  les  Orientanx  ne  s*  accusaient  point  du  péché  de  larcin,  parce  qo'  ils 
ne  pouvaient  vivrò  sans  voler,  leurs  seigneurs  les  privant  de  nourriture  et  de  vétements.  Le  moine, 
ému  de  tant  de  dureté  st  de  si  cruelles  injustices  dont  ils  avaient  à  souffrir,  ne  leur  déoia  pas  te 
droit  de  s' approprier,  sur  les  biens  du  maitre,  tout  ce  qui  était  necessarie  à  leur  existenoe,  et  il 
s' engagea  méme  à  soutenir  celle  tbèse  davant  leur  souverain,  Mangou-Kgàn. 

•  Or,  en  Asie,  au  xiu  siede,  le  khan,  représentant  V  Etat,  était  seul  proprìètaire  da  soL  Mais 
il  est  certain  que  le  droit  de  propriòtó  ne  lui  avait  ótó  accordò  que  pour  en  faire  usage  aa  profli 
de  tous  ses  sujets.  Le  khan  manquait  donc  au  plus  impérieux  de  ses  devolrs  s'il  méconnaissail 
celle  obligation,  et  Rubrouck  se  rappelant  ces  paroles  de  la  Genèse:  t  Je  vous  ai  donne  tonle^s 
les  herbcs  qui  porlent  leur  graine  et  tous  Ics  arbres  qui  renfcrment  en  eux  leur  semence,  ehacun 
selon  sun  espèce,  afln  quMls  vous  servenlde  nourriture  (eh.  i,  19),  •  Rubrouck  pouvait  donc  ne 
pas  qualifler  de  péché  le  vul  commis  dans  de  telles  circonstances.  Pour  lui,  il  sufflsait  de  vivre 
pour  «ivoir  le  droit  de  vivre.  11  ólait  donc  crìminel,  le  pouvoir  qui  dérobait  l' aliment  nécessaire  à 
la  vie  d' un  élre  humain.  «  En  eflTet,  dil  un  publìciste,  la  famillc  d' une  part,  la  propriété  d'autre 
part,  soni  les  deux  cellules,  les  deux  ovaires,  Tun  physiologiquc,  l'autre  économique,  de  tout 
organisme,  de  tout  mouvement  de  la  vie  sociale ....  La  famille  et  la  propriété,  ainsi  que  les  ìoU 
qui  présidnnl  à  la  formalion  dcs  deux  faits  primordiaux  et  génériques,  soni  donc  anlórìeures  et 
supérieurcs  à  toutcs  lois  ci  à  tous  fails  pulitiqucs  contingents  et  volonlaires,  quels  qu'  ils  soient.  « 

•  Quanl  à  le  guerre,  Hubruuck  pardonne  aux  soidats  d'  y  prendrc  pari,  losrqu'  elle  est  dirigée 
coiilre  les  infldùles  ou  les  inécròants.  •  Mais,  dit-il,  je  leur  ai  défendu  énergiquement  de  marcher 
conlre  les  chrélìens  et  de  leur  faire  le  nioiiidre  tòri,  Je  leur  ai  coiiseillé  de  soufTrir  plulòl  la  mori, 
parce  qu'  ils  seraienl  niurtyrs  ,  »  et  il  ajoula  que  sì  <|uelqu'  un  lui  repruchail  son  opinion  sur  ce 
point,  il  irait  la  soutenir  davaat  Mangou-Khdn  lui-mùme. 

•  Rubrouck  admet  donc  la  guerre  comme  un  fait  selon  la  nature  dePhomme,  mais  il  no 
r  admet  qu'aulanl  qu'elle  .soit  juslo  et  légìlime.  S'il  ne  trouve  pas  celle  condition  absolue  dans 
celle  élrangc  juridiclion  du  meurlro,  il  condamne  la  guerre;  parco  qu'il  se  rappelle  ces  lois  de 
Moì'se  consignées  dans  1'  Exode:  •  Vous  ne  luerez  point  (eh.  xx,  13);  •  . .  .  .  t  Si  un  homme  tue 
.son  prochain  avec  un  dcssein  forme  et  l'ayant  recherché,  vous  l'arracherez  de  mon  autel  pour  le 
faire  mourir  (eh.  xxi,  14).  •  Mais  la  guerre  conlre  les  diréliens  esl  une  guerre  injuste  et  impie. 
et  Rubrouck  fait  défense  expresse  d'y  prcndre  pari,  parce  (jue  pour  lui  le  chrélien  do  1' Orioni  esl 
t  Tinnocenl  et  lo  juslo,  »  et  qu'il  est  dil  au  mòme  livre  de  l'Exode:  t  Vous  ne  feroz  poinl 
mourir  l' innocent  et  le  jusle  (eh.  xxiii.,  7).  • 

•  L'envoyé  do  saint  Louis  cn  Tartarìe  n' était  pas  seulemenl  un  esprit  droit  et  éclairé,  il 
était  encore  un  grand  caractère.  l'u  faux  eromito  avait  fait  accroire  à  Mangou-Khàn  qn'  il  serait  le 
maitre  de  la  France  et  du  monde  s'il  se  faisait  chrélien,  et  lorsque  Rubrouck  alla  le  visiter,  le 
solitairo  le  pria  do  lenir  au  prìncc  tartare  la  méme  langage.  •  Frère,  lui  répondit  le  Franciscain,  je 
lui  conseillerai  volonliers  de  .se  faire  chrélien,  car  je  suis  vonu  pour  cola,  et  jc  donnerai  ce  conseil 
à  l'univcrs  onlier.  Je  lui  ferai  enlrevoir  aussi  la  joio  qu'en  éprouvorenl  les  Franvais  et  le  Pape, 
et  lui  prumettrai  qu' ils  le  tiendront  pour  frère  et  ami;  mais  qu'ìls  deviendront  ses  esclaves  et 
lui  paieront  Iribut,  je  ne  le  dirai  jamais,  parco  que  je  parlorais  contro  ma  conscience.  > 

«  Guillaume  de  Rubrouck  rovini  il  en  France  après  avoir  accompli  la  mission  que  Louis  IX  lai 


RUGELLAI  507 


avait  cooQée  ?  Oo  l' ignore.  Le  célèbre  Franciscaln  le  désirait,  et  il  supplia  le  roi  de  solliciter  pour  lui 
celle  faveur  de  soo  Provincial.  Mais  rien  ne  nous  apprend  qu'il  lui  fui  permis  de  revoir  sa  patrie,  et 
si  nous  avons  pu  montrer  son  berceau,  nous  n'  avons  pas  eu  le  bonheur  de  découvrìr  sa  tombe.  Les 
uns  croieot  qae  GniUtume  de  Rubrouck  est  mori  au  couvent  de  Saint-Jean  d' Acre  en  i356,  d' autres 
qu'  il  vivait  encore  en  1363,  et  qu'  il  était  àgé  de  vingt-trois  ans  quand  le  roi  de  Franco  flt  appel 
à  son  dévouement  et  à  son  patriotisme.  » 

Debbo  avvertire  che  riferendo  queste  preziose  notizie,  ho  tralasciato  le  citazioni  de'  documenti, 
di  cui  il  Db  Hacker  le  ha  corredate.  Il  lettore  che  desideri  conoscerli,  li  troverà  nel  libro  da  noi 
illustrato. 

587.  RucELLAi.  —  Viaggio  d' oltremare  di  Frate  Pietro  Pagolo 
Rucellai  dell'  Osservanza  di  San  Francesco. 

È  un  Viaggio  inedito  che  incontrai  nella  Riblioteca  Nazionale  di  Firense,  cod.  75  della  classe 

XIII.  Mi  parve  che  non  fosse  senza  pregio,  sia  per  quel  che  racconta,  sia  per  il  modo  con  cui  è  scritto. 

Ed  essendo  assai  breve,  ho  pensato  di  darlo  per  intero  in  questa  Bibliografìa.  Il  titolo  mancava  ;  ed  è 

-I- 
mia  fattura.  11  Manoscritto  comincia  con  le  parole  seguenti:  IHS. 

«  Questi  sono  in  brevi  i  luoghi  devoti  i  quali  si  visitano  nel  viaggio  di  Jerusalem.  » 

t  Io  Frate  Pietro  Pagolo  Rucellai  dell'  Osservanza  di  Santo  Francesco ,  facendo  impresa  per 

andare  a  visitare  i  Luoghi  Santi  di  Jerusalem ,  due  volte  fui  impedito.  Finalmente  per  volontà  di 

Dio  finito   Tanno  del  Giubileo  Mille  cinquecento,  dal  nostro  Vicario   Generale  mi  fu  mandato 

V  obbedienza  con  li  miei  compagni,  ei  addì  9  d' agosto  pervenimmo  alla  città  di  Vinegia,  la  quale 

è  città  molto  ricca  et  maravigliosa.  Considerando  el  sito  et  come  tanto  maravigliosamente  è  edificata, 

da  ogni  parte  circondata  dal  mare,  non  si  crede  che  un'  altra  ne  sia  simile.  Credo  vi  sia  reliquie 

et  corpi  santi  assai:  non  li  scrivo  distinti,  perché  dimorammo  tre  giorni:  dipoi  la  mattina  dell' 

Assunzione  della  Vergine  Maria  dicemmo  la  Messa  in  su  una  nave  grossa  di  Veneziani  d' uno  nobile  et 

devoto  mercatante,  per  nome  chiamato  Messer  Piero  Ruggeri,  in  nel  nome  di  Jesù  Cristo  pigliammo 

la  volta  inverso  l'isola  di  Candia,  che  era  viaggio  di  numero  miglia  mille  cinquecento. 

Candia. 

t  Candia  è  un'isola  in  Grecia,  la  quale  si  dice  essere  di  circuito  miglia  settecento:  produce 
abbondanza  di  ottimi  vini,  et  cosi  naturali  et  perfette  malvagie  :  fertile  di  bestiame  et  formaggio  in 
grande  quantità:  molto  popolosa  et  di  molte  terre.  La  maggior  parte  sono  eretici.  Favvisi  molte 
gentilezze  d' arci  pressi ,  forsieri  et  altre  cose,  per  la  abbondanza  di  quelli  arbori  di  cipresso,  che 
una  parte  di  detta  isola  produce.  Nella  città  principale  è  un  bel  Convento  dell'Osservanza  di  Santo 
Francesco,  dove  è  quella  nobile  reliquia  del  teschio  di  Santo  Stefano,  primo  martire  di  Cristo  :  et 
vedesi  due  percussioni  di  quelle  pietre,  le  quali  calcarono  et  infransero  l' osso  verso  il  cervello  a 
Santo  Stefano.  Evvi  altre  chiese  e  reliquie  di  Santi:  per  brevità  non  le  narro.  Pigliammo  il  viaggio 
verso  Rodi  in  su  un  navile  di  Genovesi,  che  sono  miglia  quattrocento;  et  con  gran  pericolo  della 
vita  pervenimmo  alla  città  et  isola  di  Rodi  nel  nome  di  Jesù. 

Roni. 

t  Rodi  è  una  isola  di  circuito  miglia  trecento:  sono  che  governano  e  signoreggiano  questa 
isola  cavalieri  fieri:  portano  l'abito  nero  colla  croce  nel  petto  bianca:  et  fanno  uno  signore  per 
elezione,  come  si  fa  il  Papa,  fra  loro,  et  chiamanlo  Gran  Mastro  di  Rodi.  La  terra  è  molto  fortissima, 
copiosamente  fornita  d'ogni  generazione  d'artiglieria,  da  potersi  difendere  dal  Gran  Turco,  che 
sono  i  confini  per  mare  uno  canale  di  sedici  miglia.  Evvi  di  reliquie  un  bel  pezzo  del  legno  della 
Santa  Croce  :  un'  altra  nobile  et  maravigliosa  reliquia  ;  una  spina  della  corona  di  Cristo.  La  quale 
spina  produce  questo  eflfetto  ;  che  ogni  anno  il  Venerdì  Santo  con  grande  reverenza  si  cava  fuori 
in  una  cappella  del  palazzo  del  Gran  Mastro  di  Rodi,  come  apparisce  il  giorno  :  et  all'  ora  di  terza 
comincia  a  fare  mutazione,  et  da  una  parte  inbianca;  et  per  insino  a  sesta  cresce;  et  nella  punta  di 
questa  spina  apparisce  una  bocciolioa  a  modo  d' on  flore,  che  fanno  questi  prui,  che  comunemente 


508  RUCELLAI 


oasrooo  nelle  siepe,  biaucu.  K  sta  cosi  per  inUno  a  nona,  quando  Cristo  emisit  *piriÌHm,  morì:  e 
poi  a  poco  a  poco  si  dissolve  e  sparisce ,  e  torna  nel  suo  essere  naturale ,  eh'  è  del  colore  di 
queste  spine  di  giuggiolo.  Gredesi  fussi  di  quelle,  che  penetrassi  il  cervello  di  quello  sacratissimo 
capo  di  Cristo  nvì  tempo  della  passione.  Fuori  di  Rodi  tre  miglia  sono  le  sepolture  di  qvelli 
quaranta  Martiri,  che  sono  a' nove  di  marzo,  et  sono  sotto  terra,  fatta  una  bella  chiesa;  etdliau- 
strasi  per  ogni  martire  la  sua  cassa  di  marmo.  Le  reliquie  delle  ossa  sono  state  portale  per  diTerse 
parti  del  mondo.  Evvi  altre  reliquie:  per  cagione  di  brevità  pertranneo.  Seguitammo  11  nostro 
viaggio  montando  in  su  un  navile  di  Stiavoni,  ci  partimmo  il  primo  di  gennaio,  andando  per 
Io  golfo  di  Satalia:  et  quivi  Santa  Elena,  Madre  di  Costantino  imperadore,  gittò  uno  chioTO  della 
Croce  di  Cristo,  e  fu  sacrato  allora  il  mare.  Colla  grazia  di  Dio  pervenimo  in  Cipri ,  discosto 
da  Rodi  circa  di  miglia  quattrocento. 

Cipri. 

«  Cipri  è  una  isola  anticamente  molto  famosa:  ò  di  circuito  miglia  settecento,  verso  Siria  pare 
in  Grecia.  Molte  nobili  città  sono  state  rovinale  perle  antiche  guerre  vi  sono  state;  et  è  fertile  et 
abbondante  di  frumento,  di  bestiame,  di  zuccheri,  cotone,  cioO  bambagia,  moltitudine  grande  di 
pernici  et  altri  uccelli  et  animali,  ottimi  vini.  Però  disse  Salomone,  nella  Cantica  :  Botrut  Cypri,  Sonvi 
di  molti  corpi  santi.  Di  quest'isola  fu  Santa  Caterina  Vergine  et  martire,  di  una  città  che  si  chiamava 
Costa:  oggi  si  chiama  Costanzia,  et  fu  desolata ,  et  presso,  in  su  la  marina,  edilicato  un'altrm  terra,  che 
si  dice  Famagosta.  In  una  città  detta  Nicosia,  capo  d(>l  reame  di  Cipri,  discosto  quaranta  miglia  da 
Costanza,  stette  Santa  Caterina  a  studio,  et  fece  gran  profitto  in  lllosùlia  et  in  nelle  altre  arti  liberali,  et 
dopo  la  sua  morte  fu  in  questo  loco  edilicato  una  bella  chiesa  in  sua  memoria.  Dipoi  dal  padre  fu 
mandata  in  Alessandria  presso  allo  Egitto,  acciò  che  da  quello  Re  le  fosse  mutato  l' animo  suo  dalia 
fede  di  Cristo  :  et  stando  costante  nella  cristiana  Religione,  li  fu  ordinato  uno  crudelissimo  niartirio 
di  due  ruote.  Per  mistcrio  degli  Angeli  miracolosamente  furono  fratte  in  molti  pezzi,  et  uccisono 
quelli  ministri  crudeli  et  infedeli  :  et  finalmente  fu  decapitala  dopo  la  gran  disputa  fece  con  molti 
fllo.soli.  Il  suo  santissimo  corpo  con  grande  riverenza  fu  dalli  Angeli  portato  In  sui  monte  Sinay  et 
quivi  ò  sepolto;  che  sono  delle  giornate  circa  venti.  Dal  suo  corpo,  come  testimonia  la  Santa  Chiesa, 
per  molte  centinaia  d' anni  emanava  un  certo  liquore  et  sanava  d' ogni  infermità  ;  et  inlinita  mot* 
tiludine  di  miracoli  op<Tava  Iddio  per  li  suoi  meriti.  Di  qnest'  isola  di  Cipri  fu  quello  Santo 
llarioiic  Aitate,  del  quale  si  parla  nel  liltrode' Siinti  l'adri,  et  multo  commendato  dalla  Santa  Chiesa, 
del  SUD  Corpo  essere  stali»  austeri»  et  in  }j:rai)(le  penitenza;  ron  tanta  parcità  di  cibo  nutrito  il  suo 
cuppu,  ohe  nessuno  si  le;:{re  essere  a}:;:iiinto  a  tanta  pi-rfe/.inne.  nuando  fu  presso  alla  morte,  essendo 
forte  i'oniltattulo  dal  demonio,  riprese  \v  for/e  della  ratrione,  et  parlò  a  sé  medesinit»  dicendo:  Hai 
sersilo  a  Cristo  w^ltanl.n'.inqiie  anni  ei  mortem  timex^  Ksoi  fiiora  di  (pieslt»  corpo  anima  mia,  et 
mi'jrucit  ad  coeìum.  La  sua  testa  è  nel  (^anento  ili  Santi»  Francesco  in  Nicosia  citta  di  Cipri. 
Abitaci  in  Ciitri  di  tutti  quelli  cristiani  eho  sono  in  Jerusalein,  e  molti  altri  corpi,  e  reliquie  sante 
sono  in  Cipro.  Per  brevità  non  si  scri\ono  in  libro  hor.  Col  nome  di  Jesu  desitlerosi  di  perflcere 
il  nostro  viaggio,  fummo  ricevuti  in  su  una  nave  vini/iana  et  posti  a  Daruti  terra  di  Mori  et  capo  della 
Siria;  viaggio  discosto  da  Cipri  trecento  miglia.  Ilenedcttu  sia  iddio. 

Darl'ti. 

•  Raruti  è  una  terra  piccola:  co<sl  è  porto  di  Damasco.  \a}  navi  conducono  morcalanzic  ed  altre 
mercerie  et  robe  a  Haruti  :  pui  per  terra  sono  mandate  in  su  cameli  in  Damasco,  et  in  altre  terre  per  la 
Siria,  et  per  tulli  quelli  paesi.  Sono  abitati,  copiosi  di  popoli.  (>t  molte  varietà  di  sette  et  lingue.  In 
(pK^sto  castello  di  Haruli  \i  abita  i  nostri  Frati  di  Santo  Francesco  deirOs>ervan/a.  Kt  in  questo  modo 
fu  dato  loro  il  Cun\ento,  per  uno  miracolo  grande:  do\e  abitando  una  citsata  di  (ìiudei,  in  una  ca.<a 
tro>arono  una  imma^'im»  d'uno  Crocifisso  come  nascoso,  u>vero  a  c:i.so,  in  certi  luoghi.  Subito 
proMK-ati  ad  ira  loro  (ìiudei  insieme  con  li  altri  della  Si na^'oga,  fe<:ero  a  questo  Crucillsso  tutti  quelli 
dispregi  et  strazi  che  fu  fatto  ad  Jesu  Oisto.  Fece  Iddio  questo  miracolo,  che  in  tanta  abbondanza 
flusse  il  sangue  et  usci  fuori  di  quella  imrna}:ine.  che  bisofinò  fussi  manifesto  a  tutti»  il  popolo,  et 
cristiani,  et  Giudei,  et  Mori  :  et  per  ({uesto  miracelo  si  converti  alla  fede  quelli  Tìiudei,  et  dettono  quella 
casa  a'  Frati  di  Santo  Francesco  dell'  Oss4.Tvanza,  et  quella  Sinagoga  fu  consecrata  in  Chiesa  di  cristiani; 
et  Convenne  molti  Vescovi  et  Prelati  a  questo  spettacolo.  Et  con  grandis.«ima  riverenza  presono  quellu 


RUCELLAI  509 


sangae,  et  tniovasene  in  più  luoghi,  et  credono  alcuni  sia  del  sangue  di  Cristo  quando  fu  crocifisso. 
Fuori  di  Baruti  duo  miglia  si  mostra  il  luogo  dove  Santo  Giorgio  ammazzò  quello  dragone,  come 
narra  la  sua  leggenda.  Per  lo  paese  di  Baruti  si  vede  alcuna  volta,  la  state,  di  quelli  animali,  ciie 
si  domandano  camaleon,  et  vivono  senza  cibo,  et  in  tutto  il  mondo  non  si  trova  altra  specie  d' animali 
che  questi  camaleon  che  vivino  senza  cibo  secondo  scrivono  li  autori,  che  hanno  scritto  la  proprietà 
delli  animali.  Cosi  anco  si  mutano  d'  ogni  colore,  secondo  a  quella  cosa,  dove  s'  accostano,  eccetto 
bianco  e  rosso.  Riposati  alquanti  giorni,  trovammo  alcuni  Mori,  ponendoci  in  su  una  loro  barca.  Ci 
portarono  inflno  che  smontammo  al  Zaffo,  porto  di  Jerusalem,  discosto  da  Baruti  trecento  miglia.  In 
questo  viaggio  si  trova  Tyri  e  Sydone. 

loppBM  CIÒ  È  Zaffo  porto  di  Jerusalem. 

«  Il  Zaffo  è  porto  di  Jerusalem.  Anticamente  era  una  città  sita  et  edificata  in  su  la  marina.  Et 
apparisce  et  vedesi  le  ruine  delle  mura.  Ora  vi  sono  due  torri,  che  guardano  il  porto.  A  quelli  che 
vanno  per  cagione  di  visitare  Jerusalem,  come  sono  smontati  in  terra,  è  conceduto  indulgenza  plenaria, 
perchè  ò  il  principio  di  terra  di  promissione  e  del  paese  di  Terra  Santa.  È  discosta  da  Jerusalem 
quaranta  miglia.  Camminando  si  perviene  ad  una  terra,  che  si  chiama  Rama,  discosto  dal  Zaffo 
miglia  dodici  :  poi  si  trova  discosto  da  Rama  venti  miglia  Emaus,  che  è  presso  ad  Jerusalem  otto 
miglia.  Qui  in  Emaus  apparve  Jesù  Cristo  alli  duo!  discepoli  in  forma  di  Pellegrino  il  lunedi  dopo 
la  pasqua  della  Resurrezione.  Camminando  insieme  la  sera,  lo  conobbono  nel  partire  del  pane,  come 
narra  lo  Evangelio.  Dipoi  sempre  si  ascende  et  sale  otto  miglia  continue  per  insino  che  si  viene  alla 
inclita  città  di  Jerusalem.  Pervenuti  alla  città  santa,  tutti  vengono  al  Monte  Sion,  dove  tutti  si 
confessano  et  devotamente  si  comunicano.  In  questo  Monte  Sion  furono  operati  molti  mistnri  devoti. 
Anticamente  era  la  fortezza  di  Jerusalem  :  oggi  v'  è  il  nostro  luogo  principale  de'  Frati  dell'  Osser- 
vanza di  Santo  Francesco.  Quivi  fece  Cristo  la  cena  colli  suoi  Apostoli ,  et  istituì  il  Sacramento  dell' 
Eucarestia,  suo  corpo  e  sangue  in  cibo  ;  lavò  i  piedi  a'  suoi  discepoli  :  et  mostrasi  il  luogo  proprio.  Al 
presente  ci  è  la  Chiesa,  et  diconci  i  Frati  l' officio  et  celebranvi  le  Messe.  Dopo  la  risurrezione  si 
mostra  un'  altra  abitazione,  dove  Cristo  apparve  alli  discepoli  et  entrò  nel  Cenacolo,  stando  le  porte 
serrate,  et  dette  lo  Spirito  Santo  alli  discepoli,  stando  loro  all'  orazione  insieme.  Mostrasi  un'  altra 
cappella,  nella  quale  apparve  Jesu  Cristo  a  Santo  Tommaso  e  disseli  :  Poni  le  tue  dita  nelle  piaghe  mia, 
et  eognosee  loca  elavoruin,  et  non  volere  essere  più  incredulo,  ma  sii  fedele.  Mostrasi  il  luogo  dove 
mori  la  Vergine  Maria:  eravi  anticamente  una  chiesa:  fu  poi  da  quelli  Mori  rovinata. 

In  Bettania. 

«  Bettania  è  discosto  da  Jerusalem  dua  miglia:  era  il  castello  di  Marta  :  e  presso  a  Bettania 
quattrocento  passi  era  uno  palazzo  o  fortezza,  che  si  chiamava  Magdalo,  et  abitavalo  Maria  Maddalena. 
Loro  furono  ospite  et  molte  volte  ricevettero  Cristo  e  li  Apostoli  in  casa  loro.  Et  presso  Bettania  si 
mostra  il  sepolcro  di  Lazzaro,  et  discosto  dal  sepolcro  di  Lazzaro  circa  di  quaranta  braccia  stette 
Cristo  quando  chiamò  forte  :  Jjazare,  veni  foras.  Et  questo  fece  Jesu  acciò  fussi  inteso  che  parole 
diceva,  et  fussi  attribuito  la  virtù  di  resuscitare  Lazzaro  alla  divinità,  eh'  era  in  Cristo,  et  non  al 
demonio.  Fu  in  questo  luogo  da  Sant' Elena  edificato  una  bella  chiesa,  et  sopra  il  sepolcro  di 
Lazzaro  vi  si  celebra  la  Messa.  Benedetto  sia  Iddio. 

Il  Monti  Ouvkto. 

«  Il  Monte  Oliveto  è  fra  Jerusalem  et  Bettania,  in  quel  mezzo;  et  nella  sommità  del  monte 
fu  il  loco  dove  Cristo  proprio  motu  sali  in  cielo,  et  in  su  una  pietra  lasciò  la  vestigia  et  forma 
d'uno  pie.  Furono  presenti  centoventi  discepoli  et  la  sua  Madre  colle  altre  Marie  et  li  Apostoli, 
quando  Cristo  salì  in  cielo,  et  in  tale  memoria  fu  da  Santa  Elena  edificata  una  bella  chiesa. 
Allato  a  questa  Chiesa  è  la  cella  di  Santa  Pelagia,  che  si  partì  di  Antiochia,  come  narra  la 
leggenda  de' Santi  Padri.  Nel  descenso  di  questo  monte,  verso  Jerusalem,  si  mostra  il  luogo  dove 
stette  Cristo  quando  pianse  sopra  di  Jerusalem:  trovasi  scritto  nello  Evangelio  di  Santo  Luca  capo 
19  et  la  domenica  nona  dopo  la  Pentecoste.  Appiè  del  Monte  Oliveto  è  la  valle  di  losaphat:  e  quivi 
è  il  sepolcro  della  Vergine  Maria,  Madre  di  Dio,  et  evvl  fabbricato  una  nobile  chiesa  in  onore  quando 
fa  assunta  in  cielo .  Et  pochi  passi  appresso  a  questa  chiesa  è  il  torrente  Cedron  :  poi  si  sale  un 


51 0  KUCBLLAl 


mezzo  migrio,  et  sono  le  mura  di  Jerusalem.  In  questo  torrente  si  mostra  il  luogo,  dove  fu  lapidatu 
Santo  Stefano  protomartire. 

IL  VIAGGIO  CHE  FECE  JeSU  CrISTO  NBL  TEMPO  DELLA  SUA  PASSIONE. 

«  Primo,  Cristo  si  parti  di  Bettania  da  casa  Marta  e  Maddalena,  et  venne  a  fare  U  Pasqua 
in  Jerusalem  in  Monte  Sion:  poi  dal  Monte  Sion  discese  verso  il  Monte  Oliveto,  et  passò  trans 
torrentem  Cedron,  che  è  uno  mezzo  miglio  discosto;  et  andò  in  su  salendo  in  una  parte  del  monle 
Oliveto.  Mostrasi  il  luogo,  dove  disse  Cristo  alli  Discepoli  :  Vigilate  et  arate.  Lontano,  come  dice  lo 
Evangelio,  un  gittare  di  pietra,  è  la  spilonca  dove  orò  al  Padre,  e  disse  :  Padre,  ti  pouSbOe  ett, 
rimovi  da  me  questo  calice  della  passione  :  tamen  sia  fatta  la  volontà  tua  :  et  quivi  In  questa 
orazione  mandò  fuori  lagrime  et  sudore  sanguineo  ;  poi  ritornato  alli  discepoli.  Si  mostra  presso 
il  luogo  dove  fu  preso  e  legato.  Cosi  menato  per  lo  torrente  con  molto  dispregio  verso  Jeru- 
salem, pervennono  a  casa  di  Anna,  ch'era  stato  Pontefice  l'anno  dinanzi;  et  è  discosto,  da 
dove  fu  preso,  passi  settecento;  e  quivi  ricevette  la  guanciata  dal  servo  del  Ponteflce,  chiamato 
per  nome  Malco.  Evvi  una  Chiesa  :  stannovi  cristiani,  che  si  chiamano  Armeni.  La  sera  medesima 
fu  menato  a  casa  di  Caiphas,  eh'  era  Ponteflce  ;  et  è  presso  a  casa  di  Anna  per  un  gittar  di  mano.  Et  in 
c^sa  di  Caiphas  fu  dove  ricevette  grandissimi  flagelii  et  crudeli  tormenti  per  insino  alla  mattina.  Et 
quivi  fu  negato  da  Pietro.  Di  ((ui  si  parti  Giovanni  innanzi  di,  correndo  in  Bettania  a  darne  nuova 
alla  Vergine  Maria,  credendo  per  lo  battiture  e  flagelli  Cristo  morisse  in  quella  notte.  Poi  la  mattina 
per  tempo  tutta  mesta  e  lacrimosa  si  parti  di  Bettania  la  Vergine  culle  altre  Marie  per  trovare  il  suo 
figliuolo  vivo,  et  trovarono  Pietro  in  su  la  porta  del  palazzo  di  Caiphas  che  piangeva  amaramente 
d' aver  negalo  il  suo  Maestro.  La  mattina  per  tempo  fu  menato  a  casa  di  Pilato ,  eh'  era  discosto 
circa  d'uno  miglio  dalla  casa  di  Caiphas.  Mostrasi  Patrio,  ciò  ò  l'entrata  del  palazzo  di  Pilato 
dove  Cristo -fu  legato  ad  una  colonna  di  porfido  e  crudelmente  battuto  e  coronato  di  spine.  Fu 
fatto  in  questo  luogo  una  bella  capella:  al  presente  l'adoperano  quelli  Mori  per  stalla.  Prima 
che  Cristo  fussi  flagellato,  Pilato  lo  mandò  a  casa  di  Erode:  da  Erode  Cristo  fu  reputato  come 
stolto,  e  rimandato  a  Pilato:  et  allora  Pilato  comandò  che  Cristo  fussi  flagellato.  La  casa  di  Erode 
ò  dietro  da  quella  di  Pilato;  un  bel  palazzo  discosto  cento  cinquanta  passi.  Et  quando  Pilato  ebbe 
dato  la  sentenza,  mandò  Cristo  culli  due  ladroni  ad  esser  cruciflsso.  Discusto  circa  di  centoquaranta 
passi  si  truva  una  chiesa  in  parte  rovinata,  che  si  domanda  Santa  Maria  dello  spasimo,  dove  la 
Vergine  Maria  vedendo  il  suo  llgliuulo  rovinare  sotto  quella  gran  Croce,  ruvinò  in  terra  et  fu  per 
iscuppialle  il  cuore.  Da' cristiani  fu  fallo  quella  Chiorba.  Dipoi  «iiscosto  rento  passi  si  trova  quella 
trivio:  dalla  destra  veniva  Simon  Cireneo,  la  sinistra  voltava  verso  il  Monte  Calvario,  et  quivi 
costrinsero  Simon  Cireneo  che  portassi  la  Croce  per  insino  al  Monte  Calvario,  che  erano  passi  circa 
di  secento:  percljù  Cristo  Jesu  per  li  dori  flagelii  essendo  lutto  laceralo  et  sanguineo,  non  potette 
portare  [)iù  la  croce.  In  questo  trivio  quella  donna  Santa  Veronica,  vedendo  Jesu  Cristo  da  ogni 
parte  affli  Ito,  mossa  da  pietà  si  levò  il  velo  di  capo,  et  porse  il  Santo  Sudario  alla  faccia  di  Jesu 
Cristo,  et  rimasevi  la  impronta  del  suo  viso,  come  si  mostra  a  Roma.  11  Monle  Calvario  al  tempo 
di  Cristo  era  fuori  (Iella  città  di  Jerusalem:  oggi  è  quasi  nel  mezzo  della  terra,  perii  casamenti, 
che  poiché  Io  presono  i  cristiani,  furono  fabbricati  per  divozione  verso  quel  Monte  Calvario:  così, 
fatto  una  magna  et  trionfante  Chiesa,  messoci  dentro  il  Monte  Calvario  quanto  a  quella  parte  dove 
fu  crocifìsso  Cristo. 

LA  PROPORZIONE  COME  STA  LA  CHIESA  DEL  SANTO  SEPOLCRO. 

•  La  Chiesa  del  Santo  Sepolcro  la  lunghezza  è  braccia  404  :  la  larghezza  è  braccia  64,  con  due 
tribune,  o  vuoi  cupole,  alte  braccia  60.  Il  vano  della  cupola  ò  sopra  il  Santo  Sepolcro,  lungo  per 
traverso  diametraliter  br<iccia  30,  che  viene  a  moltiplicare  di  circuito  braccia  90.  Et  sta  detta  cupola 
sopra  il  Santo  Sepolcro  eretta  sopra  4  4  colonne,  che  ve  ne  sono  dieci  molto  grosse,  et  le  base  di  esse 
colonne  sono  per  ogni  faocia  braccia  2  e  mezzo,  con  imbasamento  appiccate  alto  braccia  3,  e  sono  d'un 
pezzo,  e  sonvi  6  pilastri  quadri:  per  ogni  faccia  sono  braccia  i  e  mezzo.  In  tutta  la  Chiesa  vi  sono  centi>- 
quaranta  colonne  fra  piccole  et  grosse,  e  più  che  dugenlo  mezze.  Sonvi  anche  molle  cappelle,  eh* 
escono  fuori  «lai  corpo  d' essa  Chiesa,  per  includervi  di  queli  misteri  santi  operati  in  Cristo.  Come  s'entra 
nella  Chiesa  a  mano  destra  circa  braccia  34  v'è  il  Monle  Calvario,  et  sale  dal  piano  alla  Chiesa  18  sca- 
glioni, per  insino  dove  è  la  buca  dove  fu  messo  la  Croce.  Evvi  timasto  un  piano,  per  uno  verso  braccia  6 


RUCELLAl  511 


dove  stettoDO  le  tre  croci;  per  l'altro  verso  braccia  4.  Evvi  una  fessura  nel  masso  langa  3  braccia 
larga  mezzo,  che  si  aperse,  come  dice  lo  Evangelio,  petrae  seUtae  iunt,  quando  Cristo  enUHt 
tpiritufn.  V  apritura  è  dal  lato  dove  stava  il  cattivo  ladrone,  chiamato  per  nome  Gesta  :  evvi  due 
colonne  piccole,  dove  stettono  le  croci  de'  ladroni  ;  dove  stette  la  Croce  di  Cristo,  v'  è  la  buca  che 
va  dentro  due  terzi  di  braccio,  et  intorno  è  sprangata  di  rame,  acciò  non  ne  possi  esser  levato.  Poi 
fa  levato  di  Croce,  portato  verso  il  Santo  Sepolcro.  A  mano  sinistra  34  braccia  discosto  dalla  buca 
della  Croce  la  Madre  colle  Marie  distesono  quel  telo  per  rin volgere  quello  santissimo  corpo  et  con 
cose  preziose  et  aroms^tiche  l' nnsono  ;  et  evvi  la  memoria  della  misura  del  corpo  di  lesu  Cristo  ;  con 
grande  reverenza  tenuto  quel  luogo  et  con  otto  lampane  accese  discosto  dal  Monte  Calvario  braccia 
trentaquattro.  Poi  lo  portarono  al  Santo  Sepolcro  discosto  da  dove  fu  unto  braccia  34;  et  così  dal 
Monte  Calvario  al  Santo  Sepolcro  è  un  lunghezza  di  braccia  68,  pure  ogni  cosa  incluso  in  essa 
Chiesa.  Dietro  al  Monte  Calvario  sotto  terra  40  scalini  è  dove  fu  trovato  la  santa  Croce  di  Cristo 
da  santa  Elena,  et  UMUiifestossi  per  miracolo  d'uno  morto,  che  ponendoli  essa  Croce  a  dosso,  subito 
risuscitò;  et  evvi  il  segno,  dove  fa  operato  tale  miracolo.  Abitanvi  nostri  Frati.  In  questa  cappella 
Uk  conservata  per  lungo  tempo  la  Croce,  et  in  questo  luogo  vi  è  un  gran  pezzo  della  colonna  dove  fu 
flagellato  Cristo,  e  vedesi  alcuni  segni  in  questa  colonna  miracolosi.  Fuori  di  questa  cappella  pochi 
passi  si  mostra  il  loco  dove  Cristo  risuscitato  apparve  alla  Maddalena  in  forma  d' ortolano,  volendo  Cri- 
sto manifestarli  la  sua  risurrezione,  il  Santo  Sepolcro,  dove  fu  messo  il  corpo  di  Jesu,  per  ogni  verso 
è  braccia  3  e  mezzo.  Includendovi  dentro  l'arca  marmorea  dove  fu  sepolto  Cristo,  solo  vi  rimane 
tanto  spazio  che  vi  può  stare  il  sacerdote  a  dire  la  Messa  sopra  il  Sepolcro.  L'  uscio  proprio  dove  s' 
entra  è  alto  braccia  1  e  3  quarti,  largo  uno  braccio.  Evvi  un'  altra  cappelletta  oscura  a  mano  destro, 
che  si  dice  Career  Christi  dove  te  conservato  Cristo  alquanto  spazio  appiè  del  Monte  Calvario  nel 
tempo  della  passione.  Tutta  la  Chiesa  è  ornata  di  mosaico,  et  molto  ricca  et  trionfante:  fabbrica 
grande:  figure  assai  del  vecchio  e  nuovo  Tl^tamento.  Molti  altri  misteri  sono  in  essa  Chiesa,  dove 
fu  spogliato,  dove  apparve  a  Pietro,  et  stavvi  moltitudine  di  lampade  accese  per  tutta  la  Chiesa.  Sopni 
del  Sepolcro  ve  ne  sta  38.  Abitavi  otto  geniMQÌ«ni  di  Cristiani  :  tutti  hanno  la  lingua  distinta  1' 
uno  dalP altro:  cosi  l' ò  scritto.  Come  sono  Greci,  A>.GorgÌi,  3'  Indiani,  4<  Armenii,  quinti  Soriani,  sexti 
Abassini,  septimi  lacobiti,  8'  Maroniti,  et  Latini.  Questi  Maroniti  sono  cattolici.  Ciascheduno  in  essa 
Chiesa  ha  la  sua  abitazione,  et  notte  et  giorno  laudano  Iddio  in  loro  lingua,  in  grandissima  peni- 
tenzia.  Mostrasi  presso  al,  Monte  Calvario  verso  il  Santo  Sepolcro  il  mezzo  della  terra:  In  quel 
tempo  fa  adempiuto  quel  verso  del  Salmo:  Operatili  est  Deui  salutem  in  medio  terrae.  Mostrasi 
nel  tempio  di  Salomone,  onde  il  Diavolo  volse  che  Cristo  si  gittassi,  come  è  scritto  la  prima  domenica 
di  Quaresima  nello  Evangelio  di  Santo  Matteo,  quarto  capo.  Cosi  di  questo  tempio  nella  città  si  mostra 
la  porta  speziosa,  dove  santo  Piero  disse  a  quello  ratratto  che  li  domandava  ettmoBina  :  ÀrgerUum 
et  aurum  non  est  mihi  :  in  nomine  lesu  Christi  surge  et  ambula  ;  e  nel  nome  di  €rtst8  fliBDava  infer« 
mità  e  suscitava  morti.  Cosi  li  altri  Apostoli.  Dall'altra  parte  del  tempio  verso  tevant<r«l  mostra  la 
porta  aurea,  la  quale  risponde  verso  il  Monte  Olivete,  donde  Cristo  entrò  in  Jenualem  quando  venne 
da  BeflC^ ,  che  fu  ricevuto  da  quel  popolo  come  Messia  la  domenica  in  Paknis.  È  Reffage  in  sul 
Monte  Oliveto,  quando  si  discende  che  si  viene  verso  Jcrusalem,  discosto  mille  passi  dalla  città. 
Quella  porta  aurea  si  serrò  nel  tempo  della  passione ,  et  poi  non  s' è  mai  aperta.  Dalla  parte  di 
fuori  del  tempio  è  murata  e  non  si  può  vedere.  Mostrasi  la  carcere  di  Pietro,  quando  Erode  lo  tenne 
in  carcere  legato  con  due  catene ,  et  miracolosamente  fu  liberato  dall'  Angelo.  Mostrasi  la  casa,  dove 
a  S.  Maria  Maddalena  li  fu  perdonato  tutti  li  suoi  peccati  da  Jesu  Cristo,  come  si  narra  in  santo  Luca, 
capo  settimo.  Il  giovedì  dopo  la  domenica  di  Passione  corre  questo  Evangelio.  Et  mostrasi  dovo 
fu  decapitato  Santo  Iacopo:  dov'era  la  Piscina  quando  Cristo  sanò  quello  ch'era  stato  38  anni 
aspettare.  L'Angelo  discendeva  dal  cielo,  e  moveva  l'acqua:  il  primo  che  discendeva  era  sanato, 
come  dice  lo  Evangelio  di  santo  Giovanni,  capo  quinto.  Leggesl  il-*vtnerdl  dopo  la  prima  domenica 
di  Quadragesima.  Chiamavasi  questa  Piscina  Probatica  BethKalda.  Mostrasi  la  Piscina  natatoria 
Siloe,  dove  fu  alluminato  il  cieco  nato  fuori  poco  di  Jerusalera.  Il  palazzo  dove  si  fece  la  deter- 
minazione di  uccidere  Cristo,  quando  Caiphas  disse  profetando  :  Necesse  est  ut  unus  moriatur  prò 
populo,  ne  tota  gens  pereat  :  chiamasi  oggi  il  palazzo  del  mai  consiglio  :  è  discosto  da  Jerusalem 
un  miglio.  Del  cieco  nato  si  fa  menzione  in  santo  Giovanni,  capo  nono:  è  il  mercoledì  dopo  la  quarta 
domenica  di  Quaresima.  Cosi  Acheldemach,  idest  quello  terreno  che  fu  comperato  di  quelli  triginta 
argentei^  che  ricevette  Giuda  quando  vendette  Cristo.  Fu  deputato  questo  terreno  in  sepoltura  dei 
Pellegrini.  Anco  serve  a  quello  esercizio  oggi. 


512  RUGELLAI 


LA  CITTX  di  BBTLEKII. 

t  Beteleem  è  una  città  piccola,  lontana  da  Jerasalem  cinque  miglia:  evvi  una  bella  CbieM  et 
grande,  come  san  Pietro  di  Roma,  tutta  ornata  di  mosaico.  Grande  riverenza  ci  portano  quelli  Morì: 
molle  volte  ci  vengono  quelli  Mori  a  fare  loro  orazioni ,  perchè  assai   riverenzia  portano  alla  Vergine 
Maria.  Tengono  la  Vergine  Maria  fussi  Vergine  dopo  il  parto,  nel  parlo,  et  innanzi  al  parto.  Molta 
riverenzia  portano  a  Cristo  :  solo  non  credono  fussi  morto,  né  che  fussi  Iddio.  Dicono  eh'  andò  in 
cielo,  quando  i  Giudei  lo  volsono  pigliare.  Mostrasi  in  questa  Chiesa  il  luogu  proprio,  dove  la  Vergine 
Maria  partorì  il  Figliuolo  di  Dio  :  et  evvi  fatto  di  sopra  uno  bello  altare,  per  dirvi  la  Messa.  Presso 
circa  di  4  braccia  si  mostra  una  grotta  del  sasso  naturale,  dove  Josephe  reclinò  lesu  Cristo  fra  F 
asinelio  e  '1  bue  nel  Presepio  di  tieno.  Cosi  sopra  del  Presepio  un  bello  altare ,  et  celebravisi  te 
Messe.  Discosto  circa  dieci  bracala  si  mostra   proprio  il  luogo,  dove   disparve  la  steUa  da' Magi, 
poiché  ebbono  trovato  Jesu  nel  Presepio.  Queste  cose  sono  da  una  delle  estremità  della  Chiesa,  solto 
terra  circa  di  sei  o  otto  scaglioni.  Poi  di  sopra  dal  piano  della  Chiesa,  da  mano  destra  si  mostra  uno  altare, 
dove  l' ottavo  giorno  fu  circonciso  Cristo.  Dalla  mano  sinistra  incuntra  a  quello  si  mostra  un  altro 
altare,  dove  li  Magi  avendo  culla  stella  trovato  lesu  Cristo,  sì  prepararono  li  doni,  incenso,  mirra  et 
oro,  et  con  riverenzia  andarono  ad  adorare  il  Figliuolo  di  Dio  et  di  Maria  Vergine,  come  vero  Iddia 
Evvi  allato  a  questa  Chiesa  sotto  terra  la  sepoltura  di  santo  lerooimo.  Cosi  la  sepoltura  dì  quelli 
Innocenti,  che  fece  uccidere  Erode,  per  uccidere  Jesu  Cristo.  Fuori  di  Beteleem  circa  di  seccato  passi 
è  il  luogo  dove  i  Pastori  udirono  cantare  Gloria  in  excelsis  Deo  dalli  Angeli  :  et  quivi  fece  ediOcare 
santo  leronimo  uno  bello  Muuistero  ad  Paulam  et  EuUoehium,  Evvi  la  Chiesa  in  parte  rovinata.  Li 
Pastori  vidono  splendore  grande  sopra  di  Beteleem,  et  dissono  V  uno  all'  altro  :  Transeamus  u$qu» 
Betheleem  :  perchè  si  sale  da'  pastori  a  venire  verso  Beteleem.  Partissi  loseph  con  Maria  et  Jesu  Cristo, 
per  difendere  che  Cristo  non  fosse  morto  :  imperocché  in  tutto  Beteleem  et  ne'conlini  suoi  si  cercava 
tutti  i  fanciulli  fra  duoi  anni  in  giù,  et  erano  morti  per  comandamento  di   Erode  :  venivano  loseph 
Maria  et  Jesu  verso  Jerusalem  :  quando  furono  discosti  daBeteleem  due  miglia,  come  narra  Io  Evangelio, 
Matteo  capo  secondo,  et  nella  festa  delli  Innocenti,  fa  ammonito  loseph  dall'Angelo  et  disseti  :  Fuge  in 
Aegiptum.  Cosi  obbedì  all'Angelo,  et  prese  la  via  verso  l'Egitto,  che  è  discosto  da  Jerusalem  et 
Beteleem  miglia  quattrocento. 

LN  MONTANA  JUDEA. 

•  Montana  Judea  è  discosti  da  Jerusalem  (|uindici  miglia.  La  Vergine  Maria  si  partì  di  Nazareth, 
et  venne  in  Montana  Judea  a  visitare  santi  Flllsabolta;  eh'  era  un  viag^'io  di  circa  60  miglia.  Mostrasi 
il  luogo  proprio  dove  santa  Elisabetta  partorì  santo  Giovanni  Battigia.  Ewi  una  hflla  chiesa  et 
ogni  anno  per  la  festa  di  Santo  Giovanni  ci  vanno  i  Frati  di  Jerusalem  a  cantare  la  Messa. 
Così  discosto  dugento  passi  vi  è  un  palazzo  in  parte  rovinato,  dove  visitando  la  Vergine  Maria 
santa  Elisabetta,  Giovanni  ch'era  di  sei  mesi  nel  ventre  di  santa  Klisahelta,  fece  riverenzia  alla 
Vergine  Maria,  che  già  aveva  concepito  il  divino  Verbo.  Kt  santa  Elisal)etta  sentendo  quella  riverenzia 
che  fece  Giovanni,  fu  eerlillcalii  del  Figlino!  di  Dio,  eh'  era  in  utero  Mariae  :  ci  rispose  alla  Vergine  et 
disse:  Benedictus  frnctus  ventris  tui.  Allora  la  Vergine  referendo  ;;razie  a  Dio,  compose  quello  Cantico: 
Magiìificat  anima  mea  Doininum.  Da  un'altra  parte  in  «piel  medesimo  palazzo  era  Zaccaria,  marito  di 
santa  Elisalx'tta:  et  <|uando  ebbe  partorito  santa  Elisabetta,  fu  domandato  per  segni,  perchè  era  fallo 
mutolo,  come  volessi  por  nome  al  suo  Figliuolo,  scrisse  Inannes  est  nomea  eiux,  ci  subito  riebbe  la 
loquela,  et  compose  quel  Cantico  :  fìenedictus  Dominua  Deus  Israel.  Et  mostrasi  dove  fu  nascosto 
(iiovanni  Battista,  quando  furono  uccisi  gli  innocenti  per  comandamento  di  Erode.  Et  poi  di  lungo 
circa  di  sette  miglia  si  trova  il  deserto,  dove  di  cinque  anni  santo  Giovanni  andò  abitare,  et  quivi 
ri  angiava  h)euste  et  fnvum  mellis  et  ac<iua  pura.  Evvi  una  devota  Chiesa  presso  a  quella  fonte;  et 
mostrasi  una  pietra  dove  santo  Giovanni  dormiva.  Et  sotto  la  Chiesa  si  mostra  la  spelonca  dove  fre- 
quentemente al)itava.  Dipoi  come  fu  stato  alquanto  tempo  in  quesl»)  deserto,  camminò  circa  del  Home 
Gitirdano  in  uno  deserlu  più  aspro;  et  quivi  continuò  [>er  insino  alla  età  di  anni  30.  Poi  uscì  fuori  a 
predicare  penitenzia  et  manifestare  il  Messia  Cristo  dovere  di  prossimo  venire  et  mostroUo  col  dito 
dicendo  :  Eae  Agnus  Dei. 

NELLA   GALILEA   ET  J  ERI  CO. 

•  Il  (lume  Giordano  passa  per  la  Galilea,  et  è  discosto  da  Jerusalem  (|uaranta  nàiglia.  Per  questo 
fiume  Giordano  passò  il  popolo  di  Israel,  quando  Josue  lo  ripalriò,  et  roiso  quel  popolo  in  terra  di 


RUGELLAI  513 


promissione,  come  si  narra  nella  Bibbia  in  lotue^  al  terzo  capitolo.  Quando  passavano  il  fiume, 
mostrò  Iddio  questo  miracolo,  che  V  acque  si  fermarono,  e  tennero  in  collo  ad  modo  di  un  monte  : 
quelle  eh'  erano  innanzi  seguitarono  nel  Mare  Morto,  et  così  rimase  in  secco,  per  inflno  a  tanto  che 
tutto  il  popolo  passò  per  la  terra  asciutta:  et  poi  si  ritornarono  le  acque  nel  suo  letto,  e'I  popolo 
passò  verso  Jerusalem.  Mostrasi  il  luogo  dove  fu  battezzato  Cristo  da  santo  Giovanni  Battista,  et 
fu  audito  la  voce  del  Padre  eterno,  che  disse  :  Hie  est  fUiu$  meus  :  et  lo  Spirilo  Santo  apparve  in 
ispecie  di  Colomba  sopra  del  capo  di  Jesu  Cristo.  Cosi  nasce  questo  fiume  Giordano  circa  del  Monte 
Libano  presso  a  Damasco,  et  discende  per  certe  montagne  verso  la  Galilea,  et  entra  nel  Mare  Morto  : 
il  quale  è  uno  certo  lago,  o  stagno  lungo  ottanta  miglia  o  più  ;  e  quest'acqua  è  amarissima  et  salsa, 
e  non  vi  nasce  alcuna  cosa  viva,  né  pesce,  né  vermini.  Et  molte  grandi  cose  si  dice  di  questo 
Mare  Morto.  La  sua  larghezza  sono  di  circa  30  miglia.  Quivi  venne  quello  grande  flagello  di  Dio, 
quando  furono  bruciate  quelle  cinque  città  Spddoma  et  Camorra  dal  fuoco  et  zolfo,  come  narra  la 
Bibbia  nel  Genesi  alli  19  capitoli.  Venne  Abraham  poi  ad  abitare  in*Ebron:  furono  in  numero  delli 
anni  che  stette  Abraham  in  questo  mondo,  cento  settantacinque  anni,  come  è  scritto  nel  Genesi  alli 
95  capitoli.  Et  fu  sepolto  Abraham  con  la  sua  Sara  in  Ebron.  Cosi  il  suoUglìuolo  Isaac;  poi  lacob; 
poi  il  figliuolo  di  lacob,  losephe  ;  l' ossa  del  quale  losephe  prese  Moìsè  quando  trasse  il  popolo  fuori 
dello  Egitto,  et  portolle  in  Ebron.  Et  fu  in  Ebron  edificato  da'  Cristiani  una  bella  et  trionfante  Chiesa, 
dove  si  riposano  i  corpi  di  questi  Patriarchi;  Abraham,  Isaac,  et  lacob  et  losephe.  Dicesi  esservi  la 
sepoltura  di  Adam  con  le  loro  compagnie.  Evvi  presso  uno  miglio  il  campo  Damasceno,  dove  fu 
formato  et  plasmato  il  primo  uomo  Adam.  Cosi  ad  Ulicem  Matibre  dove  Abraham  vedde  tre  Angeli,  et 
adoronne  uno,  che  fu  misterio  che  li  fti  mostrato  la  Trinità.  Ebron  è  discosto  da  Jerusalem  sessanta 
miglia,  et  fu  Ebron  il  primo  reame  che  avesse  David  Profeta. 

JERIGO. 

Jeiko  ò  una  città  discosto  da  Jenisalem  trenta  ioigHa  dopo  il  fiume  Giordano .  Narrasi  cose 
molto  maravigliose  di  questa  città  di  ierlco  nel  libro  di  Josue  alU  sei  capitoli  nella  Bibbia.  Quando 
il  popolo  di  Moisè  fu  passato  il  fiume  Giordano,  si  accampò  intomo  ad  Jerico,  et  mir^Iosamente 
per  virtù  divina  in  uno  subito  rovinarono  in  terra  le  mura  della  città  di  Jerico.  Cosi  entrò  dentro 
tutto  quello  esercito  del  popolo  di  Dio,  essendo  capitano  et  duttore  Josue.  Quivi  ebbono  il  nuovo 
comandamento  della  Circoncisione.  Intorno  a  questa  città  cominciò  a  mancare  di  venire  la  manna 
dal  cielo:  la  quale  per  40  anni  già  aveva  cibato  quel  popolo  di  Molse.  Presso  duo  miglia  dalla 
città  di  Jerico  si  mostra  uno  loco  deserto,  dove  abitava  léArones;  et  quello  che  veniva  da  Jerasalem 
in  Jerico  si  riscontrò  in  questi  ladri,  et  fu  ferito  a  morte.  Quello  Samaritano  passando  di  quivi  si 
mosse  a  pietà  et  medicollo,  come  narra  lo  Evangelio  di  santo  Luca  decimo  capitolo.  E  la  i^  Domenica 
dopo  la  Pentecoste.  Così  si  mostra  il  luogo  dove  Cristo  digiunò  40  di  et  40  notte,  come  è  scritto  nello 
Evangelio  la  prima  Domenica  della  Quaresima.  È  discosto  da  Jerusalem  circa  di  30  miglia,  et  ò 
uno  monte  molto  repente,  pericoloso  il  salirvi.  Oggi  si  chiama  la  Quarantana.  Dalla  parte  suprema  di 
questo  Monte  si  mostra  una  grotta  dove  stette  Cristo,  et  evvi  una  Chiesetta  dove  era  quando  il  dia- 
volo io  tentò,  e  dissegli:  Se  tu  se'  Figliuolo  di  Dio  di' che  queste  pietre  diventino  pane,  barrasi 
nello  Evangelio  la  prima  Domenica  di  Quadragesima.  La  Galilea  confina  da  una  parte  colla  Siria, 
dall'altra  parte  coli' Arabia,  dall'altra  parte  colI'Egitto,  et  è  parte  della  Giudea.  Trovasi  in  questa  Galilea 
molli  misteri  devoti.  Il  monte  Tabor,  dove  Jesu  Cristo  si  transfigurò  et  mostrò  il  suo  corpo  glorioso, 
presente  tre  suoi  discepoli.  Il  pozzo  della  Samaritana  presso  alla  città  di  Sichar.  Dicesi  questo 
Evangelio  il  venerdì  dopo  la  terza  Domenica  di  Quaresima.  Nelli  confini  Tiri  et  Sidoni ,  che  sono 
due  città  poste  in  su  la  marina.  Cristo  sanò  quello  sordo  e  muiolp,  come  narra  lo  Evangelio  di 
Santo  Marco,  capitolo  settimo  ;  et  la  terza  domenica  di  Quaresima  corre  questo  Evangelio.  Mostrasi 
dove  Cristo  fece  dell'acqua  vino.  Queste  città  Tiri  e  Sidoni  oggi  hanno  mutato  il  nome:  chìamansì 
(l'una)  Sur.  l'altra  Saitta.  In  questi  confini  verso  la  Galilea  fu  esaltata  quella  donna  Cananea  da 
Cristo,  della  costanza  et  perseveranzia  nella  fede,  quando  Cristo  le  disse  :  0  mulier,  magna  est  fldes 
tìia,  come  narra  Santo  Matteo,  capitolo  quindici,  et  leggesl  questo  Evangelio  il  giovedì  dopo  la 
prima  domenica  in  Quadragesima.  Poi  si  perviene  in  Nazareth,  dove  l' Angelo  Gabriello  annunzio  la 
Vergine  Maria.  Et  in  quello  proprio  luogo  v'è  una  chiesa,  et  due  colonne  di  porfido,  et  è  tenuta 
con  grande  riverenza.  Verso  Damasco. 

3:1 


514  RUIZ  BLANCO 


Amtrira 


DAMASCa 

Damasco  è  una  nobile  città  molto  famosa,  capo  della  Siria.  Abitavi  assai  mercatantL  Fuori  di 
Damasco  si  mostra  il  luogo  dove  Cristo  chiamò  Santo  Paolo  Apostolo  dicendo:  Sanie,  SaìàU^qmid 
me  persequerUf  Rispose  Paolo:  QtUi  m,  Domine f  Rispose  Cristo:  Ego  ium  Je$us  Nazarenue,  qugm 
tu pertequerU.  Quelli  che  erano  in  compagnia  di  Paolo  si  maravigliavano:  udivano  la  voce,  et 
non  vedevano  chi  parlava.  Alla  voce  di  Jesù  Cristo  Paolo  subito  diventò  cieco,  e  fu  guidato  in 
mcnasco.  Per  comandamento  di  Jesù  Cristo,  si  presentò  ad  Anania,  et  per  virtù  del  sacro  Battesimo 
fu  Illuminato  dalla  santa  fede,  et  riebbe  il  lume  degli  occhi  corporali,  come  si  legge  nelli  Atti  delli 
Apostoli  alli  nove  capitoli,  et  nella  Epistola  che  si  legge  nella  conversione  di  Santo  Paolo.  Mostrasi 
da  quella  parte  delle  mura  donde  Paolo  fu  tratto  fuori  di  Damasco  per  una  sporta ,  perchè  quellu 
Principe  il  voleva  uccidere.  Anco  si  mostra  la  casa  di  questo  Anania,  che  battezzò  Paolo  Apostolo. 
Damasco  è  discosto  da  Jerusalen)  trecento  miglia. 

ALBSSANDHIA.   U.  CAIRO.  SINAI. 

t  Alessandria  è  una  città  posta  in  su  la  marina,  flne  dell'  Affrica ,  et  principio  delF  Egitto , 

discosto  dal  Cairo  due  giornate.   Questo  Cairo  è  una  cosa  grandissima  et  roaravigliosa  quaniu 

ne  sia  nel  mondo  :  grande,  iniinita  moltitudine  di  popolo  et  di  casamenti,  et  la  residenzia  et  caiM) 

dell'Egitto.   Qui  stava  quello  grande  Re  Faraone.  Dal  Cairo  al  Monte   Sinai  sono  delle  giornate 

circa  30  :  in  su  questo  Monte  Sinai  Iddio  dette  la  legge  a  Moise,  et  quelle  due  tavole  scritte  da  Dio 

di  dieci  comandamenti  ;  come  si  legge  nella  Bibbia  nell'  Esodo  alli  30  capitoli.  Appiè  dei  moble 

stava  tutto  lo  popolo  di  Moise,  et  Moise  parlava  con  Dio.  Et  quanto  fussi  il  numero  di  quello 

popolo  è  scritto  nel  libro  de*  Numeri,  capitolo  36.  In  questo  viaggio  dal  Cairo  al  Monte  Sinai  si 

trova  il  mare  Rosso,  dove  passarono  il  popolo  di  Dio  ikco  vestigio.  Miracolosamente  per  virtù  di 

Dio  si  aperse  il  mare  tanto  che  passassi  il  popolo  di  Moise,  perseguitando  li  Egizi  con  re  Faraone 

quel  popolo  di  Dio.  Come  furono  nel  mezzo  del  mare  li  Egizi,  le  acque  ritornarono  al  luogo  loro, 

et  tutti  furono  sommersi  nel  profondo  del  mare  insieme  con  re  Faraone .  Allora  Moise  con  tutto  il 

popolo  renderono  laude  a  Dio.  1^  sorella  di  Moise  compose  allora  quello  cantico,  et  insieme  cun 

tutto  il  numero  delle  donne  cantarono:  Cantemus  Domino,  gloriose  ec.  È  scritto  nella  Bibbia  alli 

i3  capitoli  dell'  Esodo.  Trovasi   per  ((uelli  diserti  quello  masso  di  pietra ,  il  quale  Moise  percosse 

colla  virga  di  legno,  et  subito  usci  di  quel  masso  l'acqua  in  abbondanza.  Ewi  in  sul  Monte  Sinai 

una  Chiesa,  duve  iddio  chiamò  Moise  di  quella  flamma  de  rubro;  che  ardeva  et  non  sì  consumava. 

È  scritlu  nella  Bibbia,  ali'  Esudo,  al  terzo  capitolo.  Cosi  un'  altra  cappella  dove  sl^iva  Iddio  quando 

dette  le  tavole  de' dieci  comandamenti;  et  dove  stava  Mois<^  v'è  un'  altra  cappella.  Mostrasi  il  luogo 

dove  li  Angeli  seppellirono  Santa  Caterina.  Poi  fu  cdilìcato  uno  nobile  Monistero  di  Monaci  di  Santa 

Basilio,  dove  con  riverenza  fu  traslatato  esso  santissimo  corpo.  Et  in  questi  luoghi  .principali  dove 

Iddio  operò  qualciie  mìsterio,  et  così  Jesù  Cristo  suo  Figliuolo,  et  la  sua  madre  Maria  Vergine, 

quasi  in  tutti  per  antica  memoria  sì  dice  esservi  indulgcnzìa  plenaria  a  poena  et  culpa.  Alcuni  luoghi 

ho  pretermìssi  e  lasciati  indietro  per  fare  la  narrazione  più  breve.  Et  tutti  quelli  che  non  fussino  abili 

a  potere  andare  in  ((uesta  peregrinazione  spirituale,  né  vedere  questi  luoghi  devotissimi,  degni  di 

ogni  riverenzìa;  ne' quali  luoghi  il  nostro  Iddio  volse  incarnare,  conversare  et  per  nostra  salute 

morire;  abbino   buona   fede  et   riverenza   di  cuore,  et  saranno  da  Dio   premiati   secondo    il  loro 

fervente  et  spirituale  desiderio,   in  quella  Jerusalem  città  superna,  città  di  Dìo,  dove  è  il   nostro 

nne  beatifico  quielativo  d'ogni  intelletto  creato;  et  quivi  si  trova  ogni  bene. 

•  Io  Frate  Pietro  Pagolo  Hucellaì  sopra  detto,  Unito  il  sopra  detto  viaggio,  tornai  al  nostro 

loco  di  Santo  Salvadore  nel  mille  cinquecentoquattro;  et  oculata  fede  et  personalmente  veddi  le 

sopra  dette  cose.  Pro  me  preut  effundite  apud  Altissimum.  Amen.  » 

•  ■»- 

IHS 

588.  Ruiz  Blanco. —  Conversion  de  Piritu,  de  Indios  Cuma- 
nagotos,  Palenques  y  otros.  Sus  principios  y  incrementos  que  oy 
tiene,  con  todas  las  cosas  mas  singulares  del  pais ,  politica  y 


RUIZ  BLANGO  5i5 


pitos  de  sus  naturales,  pratica  que  se  observa  en  su  reduccion, 
y  otras  cosas  dignas  de  memoria.  Sacalas  nuevamente  a  luz  el 
P.  Fr.  Matias  Ruiz  Bianco  de  la  Observancia  de  N.  P.  S.  Fran- 
cisco, Lector  de  Theologia,  Examinador  del  Obispado  de  Puerto- 
Eico,  y  Comissario  Provincial  que  ha  sido  dos  vezes  en  dichn. 
conversion.  Dedicalas  al  Exmo  Senor  Marques  de  Ics  Velez,  ^^-ì. 
gnissimo  Presidente  del  supremo  y  real  Consejo  de  Indias.  Con' 
privilegio.  En  Madrid.  Por  Juan  Garcia  Infangon.  Ano  1692. 

> 

Un  volume  in  4,  di  7  carte  preliminari  non  namerale,  e  160  pagine,  oltre  4  carte  d' Indice  de 
las  eosai  particulares  in  fine.  Libro  rarissimo,  quanto  prezioso;  di  cui  incontrai  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Madrid.  Impossibile  scrivere  di  quella  grande  eonvertion  senza  conoscerlo; 
a  cui  fa  naturai  seguito  la  Historia  Coro^graphUa,  naturai  y  wangeUca  del  Padre  Antonio  CauUn, 
di  cui  abbiamo  a  suo  luogo  parlata  La  relazione  giunge*  sino  a  pag.  ili,  e  alla  iiS  seguita  la 

—  Platica  que  ay  en  la  ensenaiiza  de  los  Indios,  y  un  directivo 
para  que  los  Religiosos  puedan  commodamento  instruirles  en  las 
cosas  essenciales  de  la  Religion  Christiana. 

«  Piritu  (dice  P  Autore  nella  prima)  tiene  su  assiento  en  la  costa  que  communemente  Uaman 
la  Tierraflrme  en  las  Indias  occidentales  ;  media  entre  las  dos  provincias  de  Venezuela  y  de  Gumanà, 
0  Nueva  Andaluzia.  La  de  Venezuela  se  remata  en  el  cabo  Guaderà ,  o  EnseiUada  de  Higuerote,  y 
la  de  Gumanà  en  el  rio  y  valles  de  Santa  Fé,  de  donde  corre  la  costa  Lesteoeste,  basta  el  dicho 
cabo  de  Guaderà,  en  que  se  compreende  toda  la  tierra  que  tucò  a  la  conquista  y  jurisdiceion  de  D. 
Juan  de  Urpin,  y  tendrà  de  longitud  60  o  70  leguas;  en  cuya  mediania  està  el  puerto  de  Piritu, 
adonde  los  navios  no  quedan  dar  fondo,  sino  vienen  apartados  de  la  tierra;  ma  los  barcos  y 
piroguas  sL  Los  Rios  que  salen  al  Mar  son,  el  de  Pertigalete,  Guantar,  Nevery,  Unare,  Uchire, 
Capirà,  Papero,  Higuerote,  y  Guriepe.  En  las  riberas  de  Nevery  una  legna  distante  dal  Mar,  està 
fandada  oy  la  Nueva  Barcelona,  lugar  de  Espanoles,  el  mas  cercano  a  la  conversion  de  Piritu  . . . 
El  mar  de  toda  està  costa,  en  algunas  ensefiadas  y  bocas  de  los  rios ,  es  abundante  de  pescado  y 
de  mucho  marisco,  de  que  se  sustentan  los  naturales.  Las  playas  de  Piritu  son  muy  buenas  y 
apacibles  ;  ay  en  ellas  algunas  salinas ,  de  que  ...  se  saca  todo  el  ano  la  sai  muy  bianca . . .  Los 
montes  de  la  marisma  son  impenetrables  por  lo  espinoso  de  su  arboleda  :  alguna  cosa  distante  dal 
Mar  es  toda  la  tierra  bien  alta  y  montuosa,  cria  preciosas  maderas,  de  que  se  fabrican  las  casas  y 
demas  ediQeios,  ec . . .  Grian  los  montes  variedad  de  frutos  silvestres  ...  la  meyor  qualidad  se  llaman 
Mada,  Cuechue,  Paicuruco,  Goamache,  Ocoyep,  ec  . .  Grian  los  montes  y  lagunas  gran  suma  de  raizes 
comestibles,  de  que  se  vaien  los  naturales  en  tiempo  de  necessidad ...  Se  experimenta  un  prodigio  de 
la  divina  Providencia  en  qualquier  montala,  porque  ay  unos  arboles,  que  llaman  Marapa,  cuyas 
raizes,  aunque  seaen  el  estio,  tienen  cantidad  de  agua  darà  y  dulce,  con  laqual  los  caminadles  pueden 
satisfacer  muy  bien  la  sed  en  aquellos  parages,  que  no  se  balla  agua . . .  El  temperamento  del  Piritu 
es  calido  toto  el  ano  . . .  toda  la  tierra  es  montuosa . . .  ay  en  ella  diversas  species  de  fleras  y  otros 
animales,  comò  son  leones,  tigres,  dos  castas  de  ossos,  antas,  saginos,  puercospines,  conejos,  tres 
o  quatro  especies  de  monos,  ec.  (cap.  1.)  Tiene  aquella  Provincia^lversas  naciones,  comò  son  Guma- 
nagotos,  Palenques,  Gores,  Tumazas,  Ghaimas,  larantes,  Guales,  Artiacas,  Garives  y  otros  . . .  Gasazen 
con  diversas  mugeres,  y  la  primera  es  la  respectada  . . .  viven  dispersas  las  lamilias  por  los  montes 
en  poblaciones  pequefias ...  las  casas  las  forman  de  madera  redondas  al  modo  de  los  almiares  . . . 
todos  usan  de  flecha  y  arco  . . .  todos  se  horadan  las  orejas,  y  los  varroes  la  temilla  que  està  entre 
las  dos  ventanas  de  las  narizes,  aonde  ponen  unas  medias  lunas  de  piata  . . .  todos  son  idolatras . . . 
conflesan  la  immortalidad  de  las  almas,  y  qucseparandose  del  cuerpo  van  a  otro  lugar  unas  a  sua  bere- 


TiUI  HIV. 

iIinIpiì,  y  li««  inAN  u  min  Ihkiiiiii  ipin  ll/iitmii  Maphim,  lulondo  iic  la»  tragan  unas  culebras  qae  ay  may 

i>riiiiilr«,  Y  III*  tMimin  ii  iiiitm  lliTiiii  ilr  plnrrr.Htloiido  mc  rntrrllonrii  en  vaylos  y  otras  nestas,ec.  (ap.  4.) 

hntln  /'/ii/fr/i  liiKlluiito  II  l'jilrr  iioNtrr  In  lltiKUa  ('umaiut((()U.  —  t  Amna  Papue,  Capin  maze, 

riffirliMl  lliiiitiiui  linii'liv,  ninna  iiya  rap  ntrn,  auynrii  ni'lly  ntirloyan  Capiu  ììvch,  Curcoro  amna  uja  Cha- 

liimnii  iiirn,  Ainii'i  Murlilii'iuii  tiiii|iari'ak  Aman(t>A  ntompiuMn  ainna  yoUNlocom.  Amna  quenolaptek 

ynirit  liinprd  i|iil\i>iiirii<itiii  Cnpnlriiknim  (t^iipit^r,  Irnii'^ro  rurrpra  poi.  Kuocauehy.  •  — 

^^%     Il  l.mii.nht  pili  {tUhIuìth.  impt  Mitro  tll  nvor  vinlulo  hi  Parigi  un  riu'mplarc  della  Conrrrno*  4^ 

'  'Sff'^>  rt  l'Ili  Piti  Hlititi  iiHUinniii  In  iliir  un  alt  ni  opuscolo  proMoso,  col  titolo  seguente:  Reiflas  par^  U 

|(i{|Vli;i*Mi  hi  ilii  fu  Ifiii/tiii  i{i<  fin  fiiifiiiA  ifi*  l'irtlM.  •  Olio  pnVltMiso  sulto  (egli  scriw^  se  com|;>:<««  dr  a 

f\^liP9  \ui\\r  U^k  u\^W%  \tti\\ì\\\\MWAW%  itola  Unituo  Oiimanaftota  ;  iV  un  viKabulafre  E$[a]K4  Camk&&- 

Holn,  i»oou|mnl  Iom  ihimi"!   W  a  tSO.  nu  tv  In  do  .1  filo.,  pour  la  tallio  ol  Torrala.  Le  ikinKr  c^^^^an 

mi  livninn  n  la  \lrt|{o  imi  tannilo  Inttirnno.  Ol  .«l'Io  y  IWiihiifiirio,  non  oitò  jus<iu*i  pry^ai^'C'L  -iis:  nuf 

nouxollo  i^itttloii  lUiiinirnliV  ri   rorrigxV  ilo  rouvrai:o  ilu  IV  M.  IH'  Yangi'ES,  intìtok  Pnma§auH  t 

i^iiifl  ifi»  fit  f<tftD«(i»  rwiHit*«ii})orii.  • 

—  Mwiwml  |mr«o?itokimry  niiministrnr  los  Santos Sacraai'ffi' :t? 
»  \o^  Iihlitw  \\\\ì^  \\ì\h\U\n  h\  Pri^vìnoin  do  la  Nuova  AnciC'ii^ia. 
V  Nuo\n  Han^oloiui.  v  San  Ohristovnl  do  los  Cumanautr:«v:»f.-  ia. 
IhirjLTos.  Por  Jnaiì  do  Viar.  Ano  U>8;t. 

\  «  ^^*twm«*  iw  S*  %\\  M'i  ,"Aiio  M.M1  wwwvMto  0  101  \v\cine  l.i^^*  rarissim:!.  f  nfii  hhoii  lirgyi.»». 
^,vwi'  .«iti^u  t^  *t*n.*.*  \  ViXì^K^'^  .  ,)wo  t*'>  Auin^  ••u\rav^">  >wt  U  mi^nw  Ur.ror  f>uìilif*«-  ìkt   i-    utxl 


Motuorial  al  lìov  do  Kspana  ]x^r  ol  P.  Fray  Mniiiin?  Inir 
UUn^M.  do  la  Ko^ular  OUsorxauoia  do  N\  P.  ?.  FrsnMsr-i  .  I-T/ir 
do  Vl\oo!^vr;:>.  K\  i\>v,v!s<ar.o  A:m>!>'.*:v>  v  Padr?  ♦•*":  r^iiUf   l.i  Tiriv 


V  ..    .-..■     .•  ■.■.-  .■       V     u      ,'.»  .j  •  .  •■       :■.  -.    .-.     .i    >■    i         «1     «::. i    Ti  i      •    ;..-    - 

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Ruz  5i7 


—  Graiiiutica  Vucateea  por  el  P.  Fr.  Joaquin  Ruz,  formada 
para. la  instruccion  de  los  Indigenas,  sobre  el  compendio  de  D. 
Diego  Narajo  Herranz  y  Quirofl.  Merida  de  Yucatan.  Por  Rafael 
Pedrera,  1844.  , 


Un  volarne  di  119  pagine,  in  8. 


—  Cartina  o  Silabario  de  la  lengua  Maya ,  para  la  ensenan 
de  los  ninos  indigenas.  Por  el  P,  Pr.  Joaquin  Huz.  Merida  de 
Yucatan.  Por  Rafael  Pedrera,  1845. 

Sono  16  pagine,  in  8. 

—  Colecoion  de  Sermones  para  los  Domingos  de  todo  el  ano 
y  Cuaresma,  tomados  de  varios  autores,  y  traducidos  libremente 
al  idioma  Yucateco,  por  el  P.  Fr.  Joaquin  Ruz.  Merida.  Impronta 
de  José  de  Espinosa,  1846. 

È  i'  unica  collezione  in  lingua  Maya  conosciuta  in  Europa,  fatta  già  rarissima  nello  stesso  Yucatan. 

Sono  4  volumi,  in  8  grande:  il  primo  di  145  pagine:  il  secondo  (Impreso  por  Nazario  Novelo 
1840  )«  di  268:  il  terzo,  di  S45  :  il  quarto,  di  S^8:  in  flne  del  quale  si  trova  la  seguente  notizia  di  tutte 
le  opere  scrìtte  dair  Autore  In  lingua  Yucateca.  «  Nomina  de  las  obras  en  Idioma  Yucateco.  Gartilla, 
0  Silabario  y  explicacion  de  su  pronunciaclon.  —  Gathecismo  del  P.  Fleury.  —  Catbecismo  del  P. 
Maestro  Geronimo  de  Ripalda,  con  afectos  para  atxiliàr  a  los  enformos. — Gatbeclsmo  explicado 
en  treìnta  y  nueve  instrucciones  sacadas  del  Romano,  primera  parte.  —  Devoto  en  el  Santo  Sacrflcio 
de  la  Misa  con  afectos  de  Fé,  Esperanza  y  Caridad  —  Gramatica  Yucateca.  —  Manual  Romano,  Yucateco. 
—  Sermones  en  cuatro  tomos  de  las  Dominìcasdel  afio,  Cuaresma,  Semana  Santa,  festividades  del 
Senor,  de  la  Virgen  Santissima,  de  algunos  Santos  y  del  dogma  del  Purgatorio.  —  Via  Sacra  del 
divina  —  amante  Gorazon  de  Jesus.  » 

—  Explicacion  de  una  parte  de  la  Doctrina  Cristiana . . .  por 

el  R.  P.  M.  Fr.  Placido  Rico  Frontaura Traducldo  por  el  R.  P. 

Fr.  Joaquin  Ruz.  Merida  de  Yucatan.  OflcinadeJ.D.  Espinosa,  1847. 

Un  volume  di  393  pagine,  in  8. 


»  ■ 


—  Catecismo  y  esposicion  breve  de  la  Doctrina  Cristiana,  por 

el  P.  Maestro  Geronimo  de  Ripalda  de  la  Compania  de  Jesus. 

JTraducido  al  idioma  Yucateco  con  unos  afectos  para  socorrer  a  los 

^moribundos,  por  el  P.  Fr.  Joaquin  Ruz.  Merida  de  Yucatan.  Impreso 

por  José  D.  Espinosa,  1847. 

Sono  88  pagine  In  8. 


518  Ruz 

—  Via  sacra  del  di  vino-amante  Corazon  de  Jesus .  Dispuesta 
por  las  cruces  del  Calvario,  por  el  Presbitero  José  de  Herrera 
Villa  Visencio.  Traducido  al  idioma  Yucateco  por  el  R.  P.  Fr. 
Joaquin  Ruz.  Merida  de  Yucatan.  Impreso  por  Nazario  Novelo. 

Sono  34  pagine  in  8. 

—  Analisis  del  Idioma  Yucateco,  por  el  R.  P-  Fr.  Joaquin  Ruz, 
Merida  de  Yucatan.  Impreso  por  Mariano  Guzman,  1854. 

Sono  16  pagine  io  8. 

—  Manual  Romano  Toledano,  y  Yucateco,  para  la  administra- 
cion  de  los  Santos  Sacramentos,  por  el  R.  P.  Fr.  Ioaquim  Ruz. 
Merida  de  Yucatan.  En  la  Oficina  de  José  De  Espinosa,  1846. 

Un  volarne  in  4.  In  qaest'  opera  si  ha  la  traduzione  in  lingua  Maya  delle  istruzioni  che  il 
Manuale  Romano  dà  ordinariamente  nell' idioma  volgare: — i  pel  battesimo,  pagine  iO.  —  S  per  la 
penitenza,  pagine  39.  —  3  per  la  comunione,  pagine  43. —  4  pel  Viatico,  pagine  5i.  —  ft  per 
l'Estrema  unzione,  pagine  56. —  6  pel  Matrimonio,  pagine  96. 

Dell'Autore  flnalABente  ci  dà  la  seguente  breve  notizia  il  hu^ssEUfi  ( Biblioth.  Mex.  Guat.J: 
«  li  Padre  Gioaflcblf^  Buz,  il  più  facondo  degli  scrittori  in  lingua  Maya  che  abbia  a\iili  il  Yucatan, 
nacque  in  questa  penisola  alla  fine  dell'ultimo  secolo.  Assai  giovine  entrò  nel  Convento  de* Fran- 
cescani di  Merida,  dei  quali  vesti  l'abito  qualche  anno  prima  che  la  rivoluzione  scoppiasse  e 
distruggesse  gii  Ordini  Religiosi  nel  Yucatan.  Conosceva  a  perfezione  la  lingua  Maya,  in  cai  non 
cessò  di  predicare  fino  all'ultimo  de* suoi  di.  1  suoi  discorsi  erano  molto  ben  condotti»  e  tatti 
accorrevano  ad  ascoltarlo  con  diletto  e  fratto.  Alcuni  lo  tacciano  che  fosse  troppo  verboso,  e 
usasse  nel  suo  stile  forme  e  ridondanze  non  meno  gramaticali.  Mori  in  Merida,  di  grave  età,  non 
sono  molti  anni.  • 


\* 


M*. 


Aite 


590.  Sacramento  (del).  —  Arte  del  idioma  ehinico,  por  el  P. 
Fr.  Manuel  del  Sacramento  de  la  Provincia  de  S.yPablo.  Impreso 
en  Canton  el  ano  de  1781.  •  ^'  * 

—  Recopilacion  de  decretos  Pontificios  y  de  la  Sagrada  Con- 
gtegacion  sobre  las  Misiones  de  China. 

-^  Recomendacion  del  alma,  en  lengua  latina-chinica. 

Cosìr  HuKRTA  {Eitado,  ec).  Nativo  di  Villa  IbaSez,  diocesi  di  Valladolid,  Fra  Manuele  parti  per  le 
Filippine  il  4770,  donde  due  anni  appresso  fa  inviato  alle  Missioni  delia  Cina,  e  vi  durò  40  anni  sotto  il 
nome  di  An.  «  Fue  sempre  Religioso  (dice  il  citato  Padre  Huerta)  muy  humilde,  amante  de  la  probreza, 
de  ejemplar  paciencia  y  muy  prudente  en  el  desempeno  del  cargo  de  Comisario  Provincial,  que  le  dio 
la  ol)ediencia.  Despues  de  convertir  innnmerables  almas,  despues  de  sufrir  con  admirable  resignacion 
oprobios  y  penalidades  sin  cuento,  despues  de  ser  tratado  corno  loco,  cargado  de  cadenas,  vestido  con 
andrajoso  saco  encarnado  (insignia  de  locura  en  el  imperio  Chino)  con  un  cantapelon  en  la  espalda, 
que  en  grandes  caracteres  decia  :  Maettro  de  la  tuta  de  IHot  ;  despues  de  ser  levado  en  esa  forma  de 
tribunal  en  tribunal,  de  carcel  en  carcel,  y  de  ciudad  en  ciudad,  por  espacio  de  dos  meses,  fuè 
presentado  en  Pekin  al  tirano  Emperador,  ante  quien  confesó  con  valentia  de  spirltu  la  santa  Fé 
catolica,  y  fuò  encerrado  despues  en  una  lobrega  carcel.  En  ella  le  visitò  el  Senor  por  medio  de 
una  enfermedad  que  le  poso  a  los  umbrales  de  la  muerte,  y  sin  mas  medicinas  que  su  paciencia 
inalterable,  su  fé  costante  y  su  oracion  fervorosa,  recobrò  a  la  vez,  por  una  especie  de  miIi|gro,  su 
saiud  y  liberdad  para  volver  cargado  de  meritos  y  virtudes  a  Fllipinas,  el  afio  de  Ì8i3,  y  entregar 
tranquilamente  su  espiritu  el  dia  ii  de  setiembre  de  1833  a  la  edad  venerablede  83  aSoscoatro 
meses  y  veinte  dias  y  66  de  perfecto  Religioso.  » 

591.  Sacramento  (do).  — Viagem  santa  e  peregrina^fio  devota, 
que  aos  santos  Lugares  de  Jerusalem ,  em  qne  se  obrou  a  nossa 
Redempgào,  fez  nos  annos  de  mil  setecentos  e  trinta  nove  e  quarenta 


520  SAGRA    RITUUM 


Fr.  Antonio  do  Sacramento,  Religioso  de  S5o  Francisco  da  santa 
Provincia  de  Portugal,  Pregador  Jubilado,  Ex-Guardiao  do  santo 
Convento  de  Belem,  Mestre  de  Novicios  que  foi  no  de  S.  Francisco 
da  cidade  de  Lisboa,  e  Guardiso  no  da  Ponte  de  Coimbra,  e  Peni- 
tenciario  em  toda  a  sua  Ordem  Serafica,  na  occasiào,  em  que  foi  por 
Commissario  da  conducta  das  esmolas,  que  deste  reino  de  Portugal 
e  suas  conquistas  vao  todos  os  annos  por  ordem  do  magnanimo  Rey 
e  Senor  D.  Joao  V.  Lisboa,  na  officina  de  Miguel  Manescal  da  Costa, 
impressor  do  santo  Officio.  Anno  MDCCL  VITI.  Com  todas  as  licen^as 

necessarias. 

• 

Sono  due  volumi  in  4.  Il  primo  di  33  carte  preliminari  non  numerate,  e  195  pagine,  che  è 
la  primeira  parie  ;  e  in  esso  «  se  trata  da  viagem  aos  Santos  Lugares  e  volta  ao  reino,  com  rela^ 
dos  successos ,  que  nella  houve ,  dedicada  a  nossa  Senhora  da  ConcicSo ,  na  so  formosa  e  mila- 
grosa  imagen,  que  se  vonera  em  S.  Fins,  sito  no  Consellio  de  UnhSo,  e  subdedicada  a' anglista 
Magestade  de  Dom  luSa  V.  •  li  secondo  volume,  che  è  la  tegunda  parte,  conta  3  carte  prelimioarì 
non  numerate  e  470  pagine,  e  •  trata  da  vìsita  dos  Santos  lugares,  e  noticia  de  indulgencias,  que 
nelles  se  ganhSo,  com  instru^oes  espiritùaes  mui  proveitosas  para  os  leitores,  dedicada  a  Deos  Maximo, 
coUocado  no  cor  do  mesmo  Real  Convento  de  SSo  Francisco  da  cidade,  diante  da  Rainha  e  Senhora  dos 
Anges  Maria  Santissima  sua  Mai  ec.»  Uno  de'revisori  dell'  opera,  che  fu  il  «Padre  Manoel  de  S3o  Damaso, 
Lcctor  Jubilad<^  Cronista  de  la  santa  Provincia  de  Portugal,  e  Academicu  de  Academia  Real  da  historia 
Portuguesa»,  nella  ragionata  approvazione  che  fa  dell'  opera,  ci  dà  notizia  d'  un  «iTiNniARio  mahdscuto 
bastante  e\arto  e  eloquente,  que  hemos  (dice)  nesta  Bibliotheca,  do  Padre  Fr.  Patrìcio  de  Sani 
Gonzalo»  Religioso  de  nome  vencravel,  que  deste  convento  e  porto  de  Lisboa  embarcoa  para  Jerusalem 
em  31  de  lulho  de  1713,  o  qual  escreveu  em  varias  datas  ao  Exmo  e  Rmo  Bispo  do  Rio  Fr. 
Antonio  de  Guadalupe,  sendo  aìnda  morador  no  convento  de  S9o  Francisco  de  Guimaraes,  du 
quaes  eu  copiei,  e  hoje  conservo  o  proprio  originai  »  Praticai  molte  ricerche  per  rinvenirne  traccia, 
ma  non  vi  riuscii.  Un  esemplare  dell'  opera  del  P.  Antonio  do  Sacramento  è  nella  Blbli9teca  dell' 
Accademia  (già  della  Congregazione  del  Terz' Ordine  Regolare  di  San  Francesco)  di  Lisbona. 

sm^.  592.  Sacra  Rituum  Congregatione  particulari  Emium  et 
Rmorum  DD.  Cardinalium  Patrizi  Praefecti  ac  Relatoris,  Clarelli, 
Reisach,  Panebianco  et  Bizzarri,  a  Sanctissimo  D.  N.  Pio  Papa  IX 
deputata.  Japonen.  Beatificationis  seu  declarationis  Martyrii  ac 
miraculorum  vel  signorum  Ven.  Servorum  Dei  Alphonsi  Na vafrete 
Ordinis  Praedicatorum,  Petri  de  Avila  Ordinis  Minorum  S.  Fran- 
cisci,  Petri  de  Zuniga  Ordinis  Eremitarum  S.  Augustini,  Caroli 
Spinolae  Societatis  Jesu ,  Joachimi  Firayma ,  seu  Diaz ,  Luciae 
Fleites  et  sociorum  tam  eorumdem  Ordinum  quam  etiam  saecula- 
rium,  ec.  Romae  1866.  Typ.  Brancadoro. 

Un  volume  in  foglio,  di  117  pagine,  e  altre  48  di  aggiunta;  e  Analmente: 

Summarium  additionale  ....  V.  Pr.  Franciscus  a  S.  Bona- 
ventura Ordinis  S.  Francisci.  V.  Fr.  Paulus  a  S.  Clara  Ordinis 
Sancti  Francisci. 

Altre  %i  pagine. 


SAGRA  RITUUH  -  SAGAIU)  594 


Sacra  Rituum  Congregatione  Emo  et  Rev.  Dno.  Card,  de 
Belluga.  Manilana  Philippinarum  in  Indiis  Orientalibus.  Beati- 
ficationis  et  canonizationis  Ven.  Servae  Dei  Sor.  Hieronymae 
ab  Apsumptione ,  Fundatricis  et  primae  Abbatissàe  Monasterii 
Monialium  Excalceatarum  Sanctae  Clarae,  Ord.  S.  Francisci. 
Romae,  ex  typographìa  Rev,  Oamerae  Apost.,  L734. 

Un  volume  in  foglio,  di  20,  144,  8  e  37  pagine.  Preziosa  collezione  di  documenti  per  la  cano- 
nizzazione della  sopraddetta  venerabile  Madre,  che  non  è  senza  importanza  per  la  Storia  generale  delle 
Missioni  Francescane  nelle  Filippine.  Il  1876  n'era  un  esemplare  in  vendita  appresso  Maisonnenve 
in  Parigi.  È  una  delle  memorie  difficilissime  ad  incontrare,  e  quasi  impossibile. 

593.  Sagard.  —  Histoire  du  Canada  et  voyages  qne  les  Freres 
Mineurs  ReeoUects  y  ont  faicts  pour  la  conversion  dea  infidelles. 
Divizez  en  quatre  livpes.  Où.  est  amplement  traicté  des  choses 
principalòs  arrivóes  dans  le  pays  depuisTan  IBlSjusques  à  la 
prise  qui  en  est  faicte  par  les  Anglois. — Des  biens  et  commoditez 
qu'  on  en  peut  esperer.  -^  Des  jnoeurs,  ceremonies,  creance,  loix 
et  coustumes  merveilleuses  de  ses  habitans.  —  De  la  conversion  et 
baptesme  de  plusieurs,  et  des  moyens  necessaires  pour  les  amener 
alacognoissanoe  deDieu. — L'entretien  ordinaire  de  nos  Mwdniers 
et  autres  particularitez  qui  se  remarquent  en  la  suite  de  Thistoire. 
Fait  et  compose  par  le  F.  (Jabriel  Sagard  Theodat,  MineurRecollect 
delaTrdvince  de  Paris.  A  Paris,  chez  Claude  Sonnius,  me  S, 
Jacques  à  V  Escu  de  Basle  et  aù  Compas  d' or.  M.  DC.  XXXVI. 
Avec  privilege  et  aprobation. 

Un  volnwe  ii^  8,  di  37  pagine  preliminari,  e  1005;  oltre  altre  44  pagine  non  numerate  in 
fine,  ove  si  dà  U  Decreto  ^ella  Santa  Congregazione  di  Profoganda  Fide,  che  confermava  a' 
Francescani  Recolletli  l&.Xissione  del  Canada,  e  una  Tabìe  detmateries.  Ancora,  tra  le  pagine  176 
e  17/sono  tre  carte  non  Ifumerate,  e  vi  è  un  canto  Indiano  nella  lingua  degli  Uroni,  musicato.  «  Cet 
OQvrage  du  P.  Sagard  (  dice  il  Leclbrc,  BibUotÌL  Amer.  )  est  bien  plus  rare  que  son  voyage  (  ne 
diremo  sotto)  aux  Hurons.  C'est  parmi  les  livrea  d*  histoire  du  Canada  un  des  plus  importants 
et  des  plus  precièux.  Il  manque  dans  presque  tous  les  coUections.  » 

In  vero,  erano  tante  le  ricerche  che  ne  venivan  fatte  d'Europa  e  delP  America,  che  il  iSp5  ne 
intraprese  una  bella  ristampa  il  Libraio  di  Parigi  signor  Edvin  Tross,  eseguita  nella  Tipografìa 
di  M.  Schoutheer  in  Arras.  È  in  4  volumi  in  8:  il  primo,  di  373  pagine:  il  secondo,  di  373-543: 
il  terzo,  di  543-836:  il  quarto,  di  837-933  :  oltre  35  carte  non  numerate  di  Tàble  de$  maUèrei  les  plus 
remarquablet.  Dopo  questa  Table  seguita  unito  al  volume  il 

—  Dictionairè  de  la  langue  Huronne  necessaire  a  ceux  qui  n' 
ont  r  intelligence  d' icelle ,  et  ont  a  traiter  avec  les  sauvages  du 
Pays,  par  Fr.  Gabriel  Sagard,  RocoUect  de  San  Francois,  de  la 
Provincie  de  Saint  Denys. 


522  SAGARD 


Sodo  7i  carte  dou  uuuierate,  cioè  444  pagine.  La  prima  edi£iont;  di  questo  importantissimo 
Dizionario  fu  Catta  a  Parit  Oiet  Denyt  Moreau,  rùe  S.  Jacques  a  la  Salamandre  d' ArgmiU,  MJHLXUU. 
avec  privUege  du  Roy,  Finalmente,  dopo  la  Canzone  Indiana  in  mnsica  di  3  carte,  segue  una 

—  Notice  sur  Fr.  Gabriel  Sagard  Théodat  et  son  oeuvre  par  H. 
Emile  Chevelier.  Servant  d' iutroduction  à  la  nouvelle  editioa  de 
r  Histoire  du  Canada  par  le  F.  Sagard.  Paris  Librairie  Tross,  5, 
Rue  Neuve-des-Petits-Champs.  1866. 

Sono  LXIV  pagine  interessantissime. 

—  Le  Grand  voyage  du  pays  des  Hurons,  situe  en  TAmérique 
vers  la  Mer  douce ,  és  demiers  confln  de  la  Nouvelle  Franco,  dite 
Canada.  Où  il  est  amplement  traité  de  tout  ce  qui  est  du  pays, 
des  moeurs  et  du  natupol  des  Sauvages,  des  leur  gouvemement 
et  fagons  de  faire,  tant  dedans  leurs  pays,  qu'  allans  en  voyages. 
De  leur  foy  et  croyance.  De  leur  conseils  et  guerres,  et  de  quel 
genre  de  tourmens  ils  font  mourir  leurs  prisonniers.  Comme  il  se 
marient  et  esle  vent  leurs  enfans.  De  leurs  medecins,  et  des  remedes 
dont  ils  usent  a  leurs  maladies.  De  leurs  dances  et  chansons.  De  la 
chasse,  de  la  pesche,  et  des  oyseaux  et  animaux  terrestres  et 
aquatiques  qu'  ils  ont.  Des  richesses  du  pays.  Comme  ils  cultivent 
les  terres ,  et  accomodent  leur  Menestre.  De  leur  deùil ,  pleurs  et 
lame  ntations,  et  comme  ils  ensevelissent  et  enterrent  leurs  morts. 
Avec  un  Dictionnaire  de  la  langue  Huronne ,  pour  la  commodité 
de  ceux  qui  ont  à  voyager  dans  le  pays,  et  n'  ont  V  intelligence  d' 
icelle  langue.  par  F.  Gabriel  Sagard  Theodat ,  Recollet  de  S. 
FranQois  de  la  Province  de  S.  Denys  de  France.  Paris,  Denys 
Moreau,  rue  S.  Jacques  à  la  Salamandre,  M.  DC.  XXXII. 

Un  volume  in  8;  nel  quale  il  viaggio  conta  10  carte  non  numerate  e  380  pagine;  e  il  Dizionario 
12  pagine  preliminari  e  66  carte  non  numerate;  oltre  una  Table  in  (Ine,  di  7. 

Anclic  di  questo  viaggio  ita  fatto  una  nuova  e  l)ella  edizione  il  Tboss:  Souvelle  edition 
publiée  par  M.  Émile  Chevaìier.  Paris,  Librairie  Trota,  5  Rue-Seuve-des  Petit s-Champs,  i865.  È  divisa 
in  due  volumi  :  il  primo,  di  XXV  e  206  pagine;  il  secondo,  di  207-268,  a  cui  è  unito  il  Dictionnaire, 
detto  di  sopra. 

Qualuntiue  elogio  noi  aggiungessimo  della  Storia  dell'illustre  Laico  Francescano  Gabriele 
Sagard,  sarebbe  meno  del  suo  merito.  E  però  basterà  aggiungere  alle  parole  di  sopra  riferite 
del  Leclerc,  lo  seguenti  del  Tross:  t  Est  l'ouvrage  ancien  le  plus  important  qui  ait  paru  sur  cettc 
parile  de  l'Amérique.  •  Solo  io  aggiungerò  ciie,  oltre  il  racconto,  contiene  documenti  preziosi  che 
non  si  incontrano  altrove  :  come  la  Lettre  du  P.  Denis  Jamet ,  RecoUect  (  e  Ci)mmissarlo  delle 
nostre  Missioni  nel  Canada),  au  Sieur  de  Boves,  Grand  ì'icaire  de  Pontoise,  e  la  Lettre  de  Montitur 
le  Grand  Vicaire  de  Pontoise  au  Pere  Denis  Jamet ,  Commissaire  del  PP.  Recolleets  en  Canada:  due 
Memorie  del  Padre  George  i\  Re  di  Francia,  a  cui  venne  inviato  in  missione  da' Canadesi,  ec  Mi 


SAGGIO  -  SAHAGUN  523 


mp. 


daole  aggiungere,  che  queste  upere  del  Sagard,  come  quelle  del  nostro  Leclerc,  che  già  abbiamo 
illustrate ,  non  sieno  tra  noi  punto  conosciute  :  eppure  porgerebbero  argomento  anco  di  presente 
a  bellissimi  e  utilissimi  studi,  sia  rispetto  alla  geografia  e  alla  storia,  sia  relativamente  alla  gloria 
della  nostra  Religione.  In  fatti  del  Lbclbrc  si  è  occupato  il  Congresso  intemazionale  degli 
ÀmericanUti  tenvLlo  in  Luxemburg  il  1877,  e  so  che  di  nuovo  se  ne  occuperà  quest'anno  4879  in 
Bruxelles ,  dove  si  raccoglierà  nel  venturo  settembre.  Ripeterò  qui  le  parole,  da  me  riferite  in  altro 
luogo,  deir illustre  Ferdinando  Denis:  che,  cioè,  nello  studio  di  queste  memorie  sta  il  secreto 
per  ridonar  la  vita  agli  Ordini  Religiosi,  e  confutare  le  calunnie  da' loro  nemici! 
Anche  redizione  fatta  dal  Taoss  è  tutta  esaurita. 

594.  Saggio  d' una  delle  lingue  che  si  parlano  dai  Selvaggi 
delle  rive  del  Veni,  evangelizzati  dai  Missionari  Francescani  del 
Collegio  della  Paz. 

Pubblicato  in  8,  nel  numero  6  dell'anno  III  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 

595.  Sahagun  .  —  Historia  general  de  las  cosas  de  Nuova 
Espana,  que  en  XII  libros  y  dos  volumeneis  escribió  el  R.  P.  Fr. 
Bernardino  de  Sahagun  de  la  Observancia  de  S.  Francisco  y  uno 
de  los  primeros  predicadores  del  santo  Evangelio  en  aquellas 
regiones.  Dala  a  luz  con  notas  y  suplementos  Carlos  Maria  de 
Bustamante,  diputado  por  el  estado  de  Oaxaca  en  el  Congresso 
general  de  la  Confederacion  Mexicana,  y  la  dedica  a  Nuestro 
SS.  Padre  Pio  Vili.  Mexico.  Impronta  del  Ciudadano  Alejandro 
Valdes,  calle  de  Santo  Domingo  y  eschina  de  Tacuba.  1829. 

Sono  3  grossi  volumi  in  4,  in  lingua  Messicana  e  Spagnupla.  «  L'opera  del  P.  Bernardino  da  Sahagun 
(dice  il  signor  Bustamante  )  che  ho  l' onore  di  pubblicare,  fa  testo  nella  lingua  Messicana.  Egli  fu 
ano  dei  primi  Missionarii  inviati  a  predicar  la'  fede  nel  Nuovo  Mondo  ;  e  alle  nobili  qualità  este- 
riori che  si  richiedono  per  ammaestrare  un  popolo  delle  verità  eteme,  aggiunse  quella  di  sapiente 
secondo  tutto  il  significato  della  parola.  Scrisse  quest'  opera  per  il  lodevole  fine  di  aiutare  nel  loro 
ministero!  suoi  compagni  di  missione,  intesi  a  predicar  la  verità  agli  Indiani:  ciò  era  impossibile 
senza  il  pieno  conoscimento  degli  usi  e  costami,  della  religione,  della  politica  e  delle  scienze  natu- 
rali de*  Messicani  ;  ed  egli  dispose  per  modo  il  suo  lavoro,  che  l'effetto  corrispose  pienamente  ai 
saoi  divisamentL  Essa  esce  oggi  a  luce  secondo  il  manoscritto  conservatosi  per  più  che  due  secoli 
nel  Convento  di  S.  Francesco  di  Tolosa  in  Navarra.  È  opera  dotta,  ed  eccellentemente  letteraria, 
dalla  quale  l'America  riceverà  molto  onore;  ed  io  mi  reputo  fortunato  di  aver  contribuito  ad  una 
impresa,  da  cui  verrà  gran  bene  al  mio  paese t  »  «  Il  venerabile  Padre  Bernardino  da  Sahagun  (pro- 
segue il  Padre  Ybtancoubt, Ifenolog.  Seraf,),  nativo  di  Sahagun  (nel  regno  di  Leon)  prese  l'abito 
Serafico  nel  Convento  di  Salamanca,  essendo  studente  in  quella  università,  e  si  recò  in  questa 
Provincia  di  Messico  l'anno  1539  con  il  venerabile  P.  Fr.  Antonio  da  Città-Rodriguo .  Giovine  di 
bellissime  forme,  e  dotato  di  molta  forza  di  corpo  e  di  spirito ,  quanto  era  dolce,  allibile  e  piace- 
vole nel  conversare ,  altrettanto  era  osservante  delle  regole  del  suo  Istituto ,  raccolto  e  dedito  all' 
orazione.  Per  cui  si  strinse  di  forte  amicizia  col  Padre  Fr.  Martino  da  Valenza  (  Il  capo.  Delegato 
Apostolico,  della  prima  Missione  cattolica  e  Francescana  recatasi  dalla  Spagna  al  Messico ,  quando 
ne  fece  la  conquista  il  Cortes),  ed  ebbe  la  ventura  di  vederlo  più  d'una  volta  rapito  in  estasi. 
Appresso,  col  dottissimo  suo  confratello  P.  Fr.  Giovanni  da  Gama,  venne  fatto  lettore  nel  Collegio  di 
Santa  Croce  di  Tlaltelolco,  e  vi  risplendè  come  lucerna  sul  candelabro,  versatisslmo  In  ogni  genere 
di  sapere.  Lallngaa  Messicana  cosi  profondamente  conobbe,  che  niono  fin  qui  Pebbe  agguagliato,  e 


524  SAHAGur< 


scrisse  in  essa  molte  opere  che  formano  l' ammirazione  de'  dotti.  Zelò  grandemente  V  onore  di  Dio 
contro  l'idolatria,  desiderando  che  la  fede  profondamente  s' imprimesse  nel  cuore  de'coDvertiU.  Soleva 
dire,  che  sode  erano  state  le  conversioni  di  quelU  gente  ne*  primi  ventf  anni;  ma  che  appresso  non  pochi 
de'  convertiti  tornavano  agli  antichi  errori.  Ne' sopraddetti  vent'  anni  era  stato  Guardiano  io  pareoehi 
Conventi  ;  ma  dopo  quel  tempo  non  volle  più  sapere  di  vMxL  di  sorta,  per  occuparsi  solo  e  tutto  nei 
predicare,  scrivere  e  confessare:  e  ne'quarant'anni  che  passò  in  questa  Provincia,  la  più  parie  nel 
Collegio  suddetto,  non  omise  mai,  neppure  un  sol  giorno,  di  ammaestrare  i  fanciulli  nella  pietà  e  nel 
sapere  che  lor  conveniva  ;  cioè  leggere,  scrivere,  grammatica,  musica,  ed  altro  che  potesse  renderli 
cari  a  Dio  e  agli  uomini.  L'anno  1590  predisse  la  sua  morte,  e  fu  trasportato  all' infermeria  di 
Messico ,  dove  trapassò  ai  23  di  ottobre.  Assistettero  alle  sue  esequie  gli  alunni  del  Collegio,  che 
portarono  i  cordoni  della  coltre  mortuaria,  e  immensa  moltitudine  di  nativi  che  dirottamente  piange- 
vano, e  i  suoi  confratelli,  che  erano  certi  di  aver  acquistato  un  protettore  in  cielo.  > 

Ora  darò  conto  dell'opera,  di  cui  vidi  un  esemplare  (dico  della  riferita  edictooe  fatta  dal  losta- 
mantc)  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi.  E  non  potrei  farlo  meglio  ebdfpn  le  parole  dell'Autore 
nel  Prologo.  %  Il  medico  (egli  dice)  non  può' ordinare  medicamenti  all'Infermo,  se  prima  non  abbia 
conosciuto  quale  ne  sia  l'umor  dominante,  e  da  quali  cagioni  l'infermità  proceda ...  I  predicatori  e 
confessori  sono  medici  delle  anime  per  guarirle  dalle  spirituali  infermità  da  cui  sono  traTagliate;  essi 
duntiuc  debbono  avere  le  stesse  cognizioni,  se  vogliano  trar  profitto  dal  loro  ministero ...  Né  vale  il 
dire  che  fra  questo  genti  (gli  Indiani)  non  vi  sono  peccati  di  ubriachezza,  di  sangue,  di  luismria,  ec  ; 
ce  n'  è  assai  altri,  che  hanno  egualmente  necessità  di  rimedio.  E  per  conoscerli,  convien  sapere  come  osa- 
vano al  tempo  delia  idolatrìa:  la  qual  cosa  noi  ignorando,  non  potremo  mai  giudicare  della  natm 
delle  loro  azioni,  che  talvolta  essendo  pessime,  ci  sembreranno  innocenti;  e  peggio  non  sapendo  a 
fondo  la  loro  lingua,  né  anche  saremo  in  caso  d'interrogarli  per  sapere  quello  che  ci  occorre.  Affinchè 
dunque  quelli  che  verranno  dopo  di  noi  in  questa  vigna  del  Signore,  non  abbiano  a  dolersi  che  da'prlmi 
ministri  evangelici  non  fu  loro  ben  preparato  il  terreno:  io  Frate  Bernardino  da  Sahagan,  Religlow) 
professo  dell'Ordine  del  N.  P.  S.  Francesco  dell'  Osservanza,  nativo  della  città  di  Sahagun  in  Gampos, 
d'ordine  del  M.  R.  P.  Francesco  Toral,  Ministro  di  questa  Provincia  del  Santo  Evangelio  di  Messico, 
e  dipoi  Vescovo  di  Campeche  e  Yucatan,  ho  scritto  dodici  libri  delle  cose  divine ,  o  meglio  idola- 
triche, e  delle  cose  umane  e  naturali  di  quQsta  nuova  Spagna ...  E  unitamente  alla  Grammatica 
e  al  Vooabulario  che  sonb'in  appendice,  f^li  ho  finiti,  in  lingua  Messicana,  il  4569:  e  dipoi,  con  1' 
approvazione  e  benedizione  del  R.  Padr»»  Rodrigo  di  Segnerà,  giunto  qui  Commissario  Generale  di 
tutte  queste  Provincie  della  Nuova  Spagna,  Guatemala,  ec,  li  trasportai  nella  lingua  Castigliana. 
(Quest'opera  ò  come  una  rete  ordinata  a  far  conoscerei!  slgniflcalo  di  tutte  le  voci  della  lingua  Mes- 
sicana, lauto  proprio  che  metaforico;  e  lutti  i  modi  di  dire,  anche  i  più  antichi,  buoni  o  cattivi  che 
fossero,  e  che  non  ponno  in  nessun  modo  intendere  coloro  che  da  poco  son  venuti  e  dimorano  in 
queste  contrade;  e  cosi  mostrare  chi  sia  questo  popolo  insin  qui  non  conosciuto.  ■ 

Prinia  poi  di  cominciare  la  sua  narrazione, fa  avvertire,  rispetto  all'antichità  de' Messicani,  come 
iCssa  non  salga  oltre  dtlemila  anni,  incontrandosi  nelle  loro  antiche  pitture  la  famosa  città  di  Tulla, 
édillcala  da  popoli  che  li  avevano  preceduti,  e  che  del  pari  avevano  vinto  e  spento  altre  genti  più 
antiche  di  loro,  tra  le  quali  i  Tullanlzinco.  La  distruzione  di   Tulla   e   dell'impero   Tolteco,  egli 
pone  che  avvenisse  l'anno  1116  di  Gesù  Cristo  per  opera  dei  Regoli  di  Xalisco,  di  cui  fu  ultimo  re 
Topillzin.  Di  coleste  più  antiche  genti,  come  i  ChosoUecas,  i  Cholulanos,  e  Traxcaitecas ,  fa  notare 
che  rimanevano  ancora  notiibili  vestigi  in  Tulla  e  Tullantzinco,  specialmente  in  un  ediflzio  chiamato 
Xochìcalco.  E  riguardo  a  ({uesto  antichissimo  e  mirabile  monumento  di  fortificazione,  il  Bustamante 
ci  fa  sapere  in  nolii,  che   venne  illustrato  da  un  altro  dotto  Francescano  l'anno  1791,  che   fu  il 
Padre  Alzate;  ma  per  quante  ricerche  feci  in  Spagna,  non  mi  riuscì  di  vedere  alcun  esemplare  di 
questo  lavoro.  Quanto  al  sapere  de' sopraddetti  popoli  (prosegue  il  Sahagun),  è  fama  che  fosse  grande, 
come  si  vedrà  del  libro  X  :  e'  si  conoscevano  ottimamente  delle  arti  meccaniche ,  specialmente  io 
quanto  servono  a  ediflcare.  La  loro  Religione  poi,  egli  dice,  era  sfrenata  idolatria,  non  incontran- 
dosi popoli  che   abbiano  avuti  tanti  Dei  quanto  i  Messicani  e  che  più  superstiziosamente  gli  ado- 
rassero. Finalmente  1'  arrivo  di  cotesta  gente  è  tradizione  che  fosse  dal  lato  del  Nord  sopra  alcuni 
navigli,  che  chiamarono  caverne;  e  primamente  si  stabilirono  nella  Florida,  sbarcando  nel  porlo  di 
Panuco,  eh'  essi  dicevano  Pauco,  e  significava  il  luogo  da  ctU  vennero  t  primi  abitatori  del  paese. 

Intorno  a  questi  studi  importantissimi  per  la  storia  e  per  il  Cristianesimo  sono  da  consultare 
tutte  le  opere  pubblicate  pochi  anni  fa  dal  Brasseur,  che  qui  e  là  abbiamo  già  citate  in  questo 


SAHAGUN  525 


Uvoro,  specialmente  VHittoire  dei  natiom  dvitttéet  du  Mexiqiie  et  de  V  Amérique-Centrale  ;  il  Voyage 
$ur  V  Uthme  de  Tehuantepee;  il  Popot-Vvh,  ossia  Uvre  tacré  et  tee  Mythet  de  V  afUiquUé 
Americaine,  ec.;  Vniitoire  de  la  conqviete  du  Mexiqw,  par  Viluam  H.  Prkscott;  la  classica  opera 
del  nostro  Torquemada,  Monarquia  Indiana^  che  illustreremo  appresso  ;  le  memorie  dì  D.  Fernando 
d'ÀLVA  IXTiLiLXOCHiTL,  pubblicate  in  Messico  dallo  stesso  Bustamante,  e  riprodotte  in  Francese  dal 
Ternaux  nella  sua  grande  collezione  di  Voffoges,  relatìont  et  mèmoires  originaiix  pour  tervir  a  V 
Hiitoire  de  la  decouverte  de  V Amerique.  Pariti  Arthus  Bertrand,  1838;  e  Analmente,  SUet  dee 
CordiUiéres  et  monumenit  dee  peuples  indigénet  de  V  imm^ue,^  dei  Barone  Alessandro  Humboldt; 
i  quali  tutti  autori  rendono  giustizia  allo  straordinario  valore  de'  Missionari  e  scrittori  Francescani, 
che  ci  hanno  conservato  quanto  sappiamo  di  quelle  antiche  nazioni ,  mentre  diffusero  fra  esse  la 
fede  evangelica,  e  furono  i  Padri  e  protettori  degli  Indiani. J}uando  illustreremo  il  Torquemada,  rife- 
riremo le  parole  dell'  Humboldt.  È  ancora  da  notare  che  questa  Historia  del  P.  da  Sahagun  è  stata 
inserita  e  ristampata  nella  grande  e  magnifica  collezione  di  Lord  ^inosborough,  1836-40. 

Ora  ecco  in  suntd^l  Capitoli  dei  quali  essa  si  compone,  e  di  cui  è  un  magnifico  esemplare 
Manoscritto,  Messicano  e  Spagnuolo ,  nella  Biblioteca  Laurenziana  di  Firenze. 

Il  Libro  I  tratta  in  2i  capitoli  degli  Dei  adorati  dai  naturali  della  Nuova  Spagna.  —  Del  Dio 
principale  chiamato  Yitcilupuchtli.  —  Dei  Dio  Paynal ,  che  essendo  uomo,  era  adorato  come  Dio.  — 
Del  Dio  chiamato  Texcatlipoca.  —  Del  Dio  chiamato  Tlaloctlamacazqui.  —  Del  Dio  Quetzalcoatl.  —  Delle 
principali  Dee  che  si  adoravano  nella  Nuova  Spagna.  —  Della  Dea  Chicomecoatl,  ossia  Cerere.  —  Della 
Qfli  Centeolt,  o  Cibele.  —  Della  Dea  Tzaputlaneaé  —  Delle  Dee  chiamate  Ci vapi pilli.  —  Della  Dea 
ChalchiuhUicue,  ossia  Giunone.  —  Della  Dea  TlaculteuU,  o  Venere. —  Degli  Dei  minori.—  Del  Dio 
Xiahtecutli,  ossia  Vulcano.  —  Del  Dio  Macuilxuchitl,  che  si  pigliava  cura  de'  fiori.  —Del  Dio  Omecatl, 
ossia  Dio  dei  conviti.  —  Del  Dio  Ixtlilton,  ossia  il  Negrillo,  o  popolatore  nero.  —  Del  Dio  Opuchtli.— 
Del  Dio  Xipetotec,  ossia  Detalato.  —  Del  Dio  Yucatecutli,  ossi^  de  mercadanti.  —  Del  Dio  Napalecnlli. 

—  Degli. Dei  immaginari,  chiamati  Telaloques.  —  Del  Dio  Texcatzoncatl ,  uno  degli  Dei  del  vino.— 
Qui  poi  seguita  una  dotta  appendice  in  confutazione  dell'  Idolatria,  con  i  Capitoli  i3  e  14  del  libro 
della  Sapienza  ridotti  in  lingua  volgare. 

Il  Libro  II  tratta  in  38  capitoli  dflle  feste  e  sacrifici,  onde  i  popoli  della  Nuova  Spagna 
onoravano  le  loro  divinità.  —  Delle  feste  fisse  che  avevano  i  popoli  deUl  Nuova  Spagna.  —  Della 
festa  del  mese  Tlacaxipcoaliztli.  —  Delia  festa  del  mese  Tozoztontli.  —  Della  2èÌBta  del  mese  Veytocoztli. 

—  Della  festa  del  mese  ToxcatL  —  Della  festa  del  mese  Etzacualiztli.  —  Della  festa  del  mese 
Tecuilhuitontli.  —  Della  festa  del  mese  Veytecuilhuill.  —  Della  festa  del  mese  chiamato  Tlaxochimaco. 

—  Della  festa  del  mc^e  detto  Xocohuetzi.  —  Della  festa  del  mese  chiamato  Ocpauiztli.  —  Della  festa 
del  mese  chiamato  TIoteco.  —  Della  festa  del  mese  detto  TepeilhuitL-^  Della  festa  del  mese  chiamato 
Quecholli.  —  Della  festa  del  mese  detto  Pancuctzaliztli.  —  Della  festa  del  mese  chiamato  A temoztli. 

—  Della  festa  del  mese  chiamato  Tititl.  —  Della  festa  del  mese  detto  Izcalli. — Dei  cinque  giorni 
dell'anno  chiamati  Nemon temi.  —  Della  festa- del  mese  chiamato  AUacoalo,  o^Quavitleloa. —  E  qui 
segue  un  nuovo  discorso  dell'autore  contro  l'idolatria.  —  Delle  cerimonie  e  sacrifici  che  facevano^ 
nel  secondo  mese  che  si  chamava  Tlacaxipcoalixtli  nelle  feste  e  sacrifici  che  facevano  nell' ul- 
timo giorno  del  detto  mese.  —  Delle  feste  e  cerimonie  che  facevano  nelle  calende  del  quarto 
mese  detto  Veytocoztli.  —  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  quinto  mese,  chiamato  Tozcatl. 

—  Della  festa  e  de' sacrifici  che  si  facevano  nelle  calende  del  sesto  mese  chiamato  Etzaqualiztli. — 
Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  settimo  mese,  dettoTecuilbuitontli.- Della  festa  che  si 
faceva  nelle  calende  dell'ottavo  mese  detto  Veytecuiihuitl.  —  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende 
del  nono  mese  detto  Ploxochimaco. — Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  decimo  mese  detto 
Xocotlvetzi.  —  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  mese  undecimo  detto  Ochpaniztli.  —  Della, 
festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  mese  duodecimo  detto  Teutleco.  —  Della  festa  che  si  faceva 
nelle  calende  del  mese  terzodecimo  detto  Tepeìlhuitl.  —  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende 
del  XIV  mese  detto  Quecholli.  —  Della  festa  che  si  faceva   nel  mese  chiamato  Panquetzaliztzll. 

—  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  mese  XVì  detto  AtemuzUi.  —  Della  festa  che  si  faceva 
nelle  calende  del  mese  XVII  detto  Titil.  —  Della  festa  che  si  faceva  nelle  calende  del  mese  detto 
localli.  —  Della  festa  chiamata  Oauquiltamalqualiztli  che  si  faceva  in  onore  del  Dio  Ixcocauhqui. — 

—  Qui  seguita  un'altra  appendice,  che  contiene  varie  relazioni  di  Messicani;  1.  intorno  alle  feste  del 
Dio  Vitzilopuchtli.  2.  intorno  alla  festa  che  si  faceva  di  otto  in  otto  anni.  3.  Degli  ediflzi  del  gran 
tempio  del  Messico.  4.  Delle  cose  che  si  ollérivano  nel  tempio  da'  Messicani.  5.  Del  sangue  che 


526  SAHAGUK 


dentro  e  fuori  del  tempio  sparge  vasi  in  onore  del  demonio.  6.  Delle  altre  cerimonie  che  si  facevano 
in  onore  dello  stesso.  7.  Seguita.  8.  De'  differenti  ministri  che  servivano  agli  Dei.  9.  Degli  eiercizi  e 
lavori  che  si  facevano  nel  tempio.  iO.  Dei  voti  e  giuramenti,  il.  De' canti  che  si  facevano  dentro 
e  fuori  del  tempio  in  onore  degli  Dei.  li.  Delle  donne  che  servivano  nel  tempio. 

Del  Libro  III  prima  accennerò  il  Prologo.  Pensi  il  lettore  (dice  l' Autore)  che  Sant'Agostino  non 
istimò  inutile  il  trattare,  com' egli  fece  nel  libro  VI  della  sua  Città  di  Dio,  della  teologia  Cavolosa 
de'  Gentili:  perchè  «  com'egli  dice,  conosciute  le  favole  e  le  flnzioni  che  avevano  intomo  a' loro 
Dei,  torna  facil  cosa  far  loro  intendere  ch'essi  non  erano  Dei,  né  potevano  far  cosa  che  servisse 
all'  uomo.  Con  questo  intendimento,  dice  il  Padre  Sahagun  ,  io  parlo  in  questo  terzo  libro  delle 
favole  e  flnzioni  che  avevano  i  Messicani,...  affinchè  conosciutane  la  vanità,  più  facilmente  conoscano, 
mediante  la  dottrina  evangelica,  il  vero. Dio;  essi  che  non  ebbero  adorato  altro  che  diavoli  Ingan- 
natori. E  se  alcuno  mi  dicesse,  che  queste  sono  cose  vecchie,  e  che  la  fede  omai  ò  qui  così  radicata 
che  non  vi  è  più  pericolo  che  si  perda;  io  gli  risponderò,  che  pur  credendogli,  so  di  certo  cheli 
demonio  non  dorme,  né  ha  dimenticato  gli  onori  che  riceveva  da  queste  genti,  e  ita  oipeUando  U 
momento  di  poterle  trar  di  nuovo  a  sé  ;  onde  è  bene  che  ci  tengMamo  con  le  armi  pronte  per 
respingerlo.  Preziose  parole  (aggiunge  il  Bnstamante  in  nota)  che  non  dobbiamo  dimenticare  noi 
disgraziati  discendenti  di  quella  nazione .  Pur  troppo  l' idolatria  di  nuovo  imperversa  e  con  assai 
maggior  danno  che  ne'  passati  secoli,  brutalmente  mischiando  il  cristianesimo  con  le  idolatriche 
abominazioni  I  Onde  io  supplico  al  Romano  PonteOce,  a  cui  quest'edizione  è  dedicata,  che  in  sua 
pietà  sorregga  quanto  più  può  la  Chiesa  Messicana!  Poi  il  libro  in  H  capitoli  tratta: — Del  luogo 
ov' ebbero  principio  gli  Dei. —Del  nascimento  di  Viullopuchtii.— In  qual  modo  l' onoravano  come 
Dio.  —  Della  penitenza  a  cui  si  obbligavano  quelli  che  ne  ricevevano  il  corpo.  —  Del  duro  tributo 
che  pagavano  coloro  che  si  comunicavano  del  suo  corpo.  —  Della  stima  in  cui  era  tenuto  11  Dio 
Tezcatlipuca.  —  Chi  fosse  Quetzalcoatl ,  dove  regnò  e  che  fece  quando  fuggì.  —  Come  si  formò  la 
sua  fortuna,  e  tre  negromanti  gli  andarono  contro,  e  cosa  fecero.  —  Di  altre  parecchie  furberìe  del 
Negromante  Titlacaon .  —  E  delio  sdegno  di  quelli  di  Tulla  per  il  matrimonio  che  fece  Tobeyo  con  la 
flglia  di  Huemac.  —  Come  Titlacaon  ballando  uccise  molti  Tullani.  —  Dì  altre  furberie  usate  con  quelli 
di  Tulla.  —  Di'ila  fuga  di  Quetzalcoatl  per  Tlapallan,  e  di  quei  che  fece  in  cammino.  —  De*  segni  eh' 
egli  lasciò  nelle  pietre  con  la  palma  della  mano,  e  delle  fessure  ne'  luoghi  ove  si  riposava.  —  Come 
gli  morirono  i  paggi  nel  passare  il  vulcano  e  la  selva  gelata,  ed  altre  prove.  —  Qui  seguita  un'altra 
appendice  in  nove  capitoli,  nel  i  de'  quali  si  parla  di  quelli  che  andavano  all'  inferno  e  delle  lon> 
ose«iuie.  2.  Di  quelli  che  andavano  nel  terrestre  l^aradiso.  3.  Di  quelli  che  andavano  al  cielo.  4. 
Come  il  popolo  dava  i  suoi  Agli  al  Collegio  di  Telpuchcali,  e  roslnmi  a' quali  venivano  educali.  5. 
Della  maniere  di  vivere  e  solitudine  a  cui  si  davano  coloro  che  vivevano  in  tale  casa,  6.  Castighi 
a  cui  venivano  assoggettati  coloro  che  si  ubriacavano.  7.  Come  i  signori  e  principali  del  paese 
dessero  i  loro  Agli  al  Collegio  di  Calmecac,  e  costumi  a'  quali  venivano  educati.  8.  Come  si  viveva 
nel  Calmecac,  dove  si  creavano  fln  da  fanciulli  i  sacerdoti  e  ministri  del  tempio.  9.  De* sommi 
sacerdoti  che  sempre  eran  due,  eletti  tra' più  perfetti  del  tempio.  Qui  seguita  un  supplemento,  ciot> 
una  dotta  dissertazione  su  la  missione  compita  da  San  Tommaso  Apostolo  nell'America, 

Libro  IV.  Dotta  introduzione  su  I'  arte  divinatoria.  —  La  sua  impostura ,  i  suoi  danni,  e  dell' 
astrologia  giudiziaria  de' Messicani.  —  Del  primo  segno,  detto  Cecipactli,  e  della  fortuna  di  colon» 
che  nascevano  in  esso,  tanto  uomini  che  donne,  se  per  loro  negligenza  o  debolezza  non  la  perdessero. 

—  Del  secondo  segno,  chiamato  Ocelotl.  —  Del  terzo  segno,  detto  Cemacatl.  —  Della  seconda  casa 
del  segno  anteriore,  chiamato  Umetochtli,  in  mi  nascevano  gli  ubriaconi.—  Delle  diverse  specie 
di  ubriaconi.  —  Delle  altre  case  del  segno  anteriore,  prospere,  contrarie  o  indifferenti.  —  Del  quarto 
segno  detto  Cexuchitl,  che  dicevano  essere  indifferente  al  bene  e  al  male. —  Del  quinto  segno 
chiamato  Ceacatl,  o  sventurato.  —  Del  sesto  segno  detto  Cemiquizlli,  ossia  della  prosperevole  fortuna. 

—  Delle  altre  case  di  questo  segno.  —  Del  settimo  segno  chiamato  Cequiavitl,  e  della  sua  disastrosa 
fortuna.  —  Delle  altre  sue  case.  —  Del  malo  augurio  che  pigliavano  se  alcuno  in  quel  di  inciampa.sse, 
0  facesse  alcun  danno.  —  Delle  quattro  case  prospere  del  segno  Cequiaviztli.  —  Del  segno  chiamata 
Cemalinalli.  —  Del  segno  chiamato  Cecoatl,  e  della  sua  buona  fortuna.  —  Del  ragionamento  che  i 
vecchi  mercanti  facevano  ai  mozzi,  quando  per  la  prima  volta  uscivano  a  trafficare,  —  Del  ragio- 
namento che  facevano  a'  mercanti,  che  già  una  volta  eransi  recati  a  trafficare.  —  Delle  cerimonie  che 
facevano  i  mercanti  che  restavano  per  colui  che  partiva,  e  delle  cerimonie  che  facevano  se  udivano 
che  fosse  morto.  —  Delle  altre  case  del  segno  Cecoatl.  —  Del  segno  decimo  chiamato  Cctecpatl,  segno 


SAIIAGUN  527 


di  Vitzilopnchtli  e  Gamaxtle. — DelPundecimo  segno  detto  Ceocamatl,  e  della  saa  baona  fortuna. — 
Del  duodecimo  segno  chiamato  Cnetzpallin.  — Del  decimoterzo  segno  chiamato  Ceollin.  — Del  decimo- 
quarto,  detto  Geitzcuintli.  —  Del  come  in  questo  segno  i  Re  si  preparavano  alla  guerra  e  sentenziavano 
de*  prigionieri.  —  Del  segno  decimoquinto  chiamato  Cecalii,  e  della  sua  contraria  fortuna.  —  Della 
triste  condizione  delle  donne  nate  nel  segno  predetto.  —  Del  decimosesto  segno  detto  Gozquauhtli.  — 
Del  decimosettimo  segno  chiamato  Ceatl,  e  della  sua  disastrosa  fortuna.  —  Del  decimottavo  segno 
detto  Ceacatl.  —  Dei  pianti  che  facevano  i  derubati  da'  negromanti ,  ed  altre  case  del  predetto  segno. 
—  Del  segno  decimonono  chiamato  Cequanhtli.  —  Delle  superstizioni  che  usavano  nel  visitare  le 
donne  che  avevano  partorito.  —  Delle  cerimonie  che  usavano  quando  battezzavano  i  barobini,  edell^ 
pratiche  e  ragionamenti  che  l  vecchi  tenevano  alle  creature  e  alle  loro  madri.  —  Del  convito  che  si 
faceva  pe*  battesimi ,  dei  modi  di  servirlo,  e  della  ubriachezza  con  cui  compivana  la  festa.  —  Di 
quel  che  si  pratica  di  presente  (1540,  ec.)  ne*  battesimi,  e  delle  altre  case  del  segno  precedente. 
— Del  segno  vigesimo  e  ultimo,  chiamato  Gexvchil.  —  Delle  restanti  case  di  questo  segno  e  delle 
tavole  e  numero  di  tutti  i  segni.  —  Segue  un  appendice  di  schiarimenti  e  confermazioni.  —  E  dei 
modi  di  contare  de' Messicani. 

Il  Libro  V  tratta  degli  augurii  e  prognostici  che  i  Messicani  pigliavano  da  alcuni  uccelli, 
animali,  e  insetti  per  indovinare  le  future  cose:  contiene  33  capitoli,  tra  gli  altri  i  due  ultimi  che 
trattano  de'  fantasmi.  Al  predetto  libro  segue  un'  appendice,  che  tratta  delle  superstizioni  degli  Indi. 

Il  Libro  Vi  discorre  delia  rettorica,  della  filosoQa  morale  e  della  teologia  de' Messicani.  —  Sono 
43  capitoli  di  straordinaria  importanza. 

Il  Libro  VII  tratta  dell'astrologia  naturale,  del  sole,  della  luna,  delle  stelle,  delle  comete,  del 
vento,  ec^;  in  i2  capitoli. 

Il  Libro  Vili  tratta  dei  Re  e  de' signori,  della  maniera  che  usavano  nelle  loro  elezioni,  e  nel 
governo  del  regno. — Sono  38  capitoli  interessantissimi. 

Il  Libro  IX  tratta  de' mercanti  e  uffiziali  dell'oro,  delle  pietre  preziose,  delle  penne,  ec;  e  sono 
li  capitoli. 

Il  Libro  X  tratta,  con  grande  dottrina,  de' vizi  e  delle  virtù  sì  spirituali  e  si  corporali  d'ogni 
genere  di  persone. — Delle  qualità  e  condizioni  delle  persone  congiunte  per  parentado.  —  Dei  gradi 
dell'affinità,  dei  vecchi,  degli  uomini  forti,  dei  nobili.  —  Delle  condizioni  e  uffici  delle  donne  del 
popolo,  de' mercatanti,  degli  schiavi,  ec;  e  sono  30  capitoli. 

II  Libro  XI  parla  delle  proprietà  degli  animali,  uccelli,  alberi,  erbe,  flori,  metalli,  pietre, 
colori;  ed  é  un  incanto  a  leggerlo  I 

Il  Libro  XII  è  la  seguente  : 

—  Relacion  de  la  conquista  de  està  Nneva  Espana,  come  la 
contaron  losBoldados  indios  que  se  hallaron  presentes.  Convertiose 
en  lengua  espanola,  liana  è  inteligible,  y  bien  emendada,  en  este 
ano  de  1585.  Por  el  Padre  Fray  Bernardino  de  Sahagun. 

Venne  pubblicata  dal  Bcstamantb,  congiunta  al  rimanente  dell'opera,  e  a  parto;  nia,  non  sappiamo 
per  quale  stranezza,  dandole  il  titolo  seguente ,  invece  di  quello  lasciato  dall'  Aurore.  «  La  aparieìon 
de  la  SS.  Senora  de  GuaékUupe  de  Mexico,  eomprobada  con  la  refutadon  del  ar^mento  negaHeo 
que  pretenta  D.  Juan  BauiUta  Mufioz,  fundandose  en  el  tesHmanio  del  P.  Pr,  Bernardino  Sah€tgun: 
o  tea  Historia  originai  de  este  eseritor  que  altera  la  publieada  en  1829  en  el  equivoco  concepto  de 
ser  la  unica  y  originai  de  dieho  autor.  Publieala  precediendo  una  disertadon  tohre  la  Aparidon 
Guadalupana,  y  con  notai  iobre  la  conquista  de  Mexico,  Carlos  Maria  de  Bustamante.  Mexico. 
Impreso  por  fgnado  Cumplido,  i840.  in  4.  > 

«  Quantunque,  dice  il  Bustamante,  il  Navarretb  ci  abbia  dato  l' importantissima  opera  De  los 
viages  e  descnhrimientoSt  ec,  noi  ci  affrettiamo  a  pubblicare  questo  manoscritto  del  Francescano  Padre 
Sahagun,  uno  de'  primi  santi  e  dotti  Missionari  che  approdarono  al  Messico,  e  Io  illustrarono  con 
le  loro  predicazioni  e  i  loro  scritti,  il  quale  fu  testimonio  di  veduta  di  quasi  tutte  le  vicende  che 
trasformarono  questo  impero  ;  e  scrisse  con  tale  critica  e  veracità,  che  il  suo  lavoro  non  ha  paragone 


528 


SAHAGUN 


COD  quanti  De  sono  stati  fin  qui  pubblicati  su  la  storia  del  Messico.  In  questo  XU  libro  tratu 
solUnto  del  modo  con  cui  gli  Spagnuoli  conquistarono  la  città  di  Messico.  Egli  chiama  in  gladOzIo 
tutti  i  conquistatori  ;  e  se  dalle  sue  parole  apparisce  quanto  furono  grandi  e  magnanimi  i  Las-Casaa. 
i  Luigi  Beltran,  i  Motolinia  ed  altri  santi  Missionari,  il  cui  nome  risnunerà  in  eterna  benedizIoDe; 
egli  fa  vedere  del  pari  T  orrore  che  mettono  e  metteranno  sempre  i  Bobadilla,  gli  Alvmndos,  l 
Pizarro,  e  compagni,  sin  tanto  che  resti  un  senso  di  umanità  sopra  la  terrai  • 

—  Evangeliarium  epistolarium  et  lectionarium  Aztecum  si  ve 
Mexicanum  ex  antiquo  Codice  Mexicano  nuper  reperto  deprom- 
ptum  cum  ppaefatione  interppetatione  adnotationibus  Glossario, 
edidit  Bernardiuus  Biondelli.  Mediolani,  J.  Bernardoni,  1858. 


Un  volume  in  4  grande,  di  XL1X  e  574  pagine  a  due  colonne,  in  lingua  Spagnoola  e  1 
cana.  11  Manoscritto  su  cui  venne  fatta  questa  edizione,  fu  portato  dall'America  dal  Signor  Bel- 
TRAMI.  Il  titolo  lasciato  dal  Padre  Sahagun  era  :  ExpUeadon  de  lot  Evangelioi  f  Episiolas  de  te 
Mita;  che  il  Biondelli  mutò  col  riferito.  Il  lavoro  è  scritto  in  purissima  lingua  Messicana,  o  Nahoall; 
e  il  Glotiario,  che  lo  compie,  è  tratto  in  gran  parte  dal  classico  Vocabulario  Mexicano  del  nostro 
Padre  Molina,  che  abbiamo  già  illustrato. 

—  Cateeismo  de  la  Doctrina  Cristiana  en  lengua  Mexicana. 
Impreso  en  Mexico  por  Fedro  Ocharte.  Ano  de  1583. 

Un  volume  in  4. 

Oltre  questi  importantissimi  lavori,  il  Padre  da  Sahagun  lasciò  molte  altre  opere,  parte  edite  e 
parte  manoscritte,  delle  quali  fece  multe  ricerche  nel  Messico  il  Brassecr;  ma  si  duole  che  non  ne  abbia 
potuto  incontrar  traccia.  Non  credo  perù  che  siano  andati  del  tulio  perduti.  Quando  nel  Messico 
vennero  i  Religiosi  vlolenleinenle  espulsi  dai  l  >ro  (A>nvenli,  là,  come  in  Ispagna  ,  in  Portogallo,  ed 
altrove .  si  delle  a  «luelle  sante  case  il  sarrheggio ,  e  in  nome  della  libertà  e  della  patria  si  deruh.-irono 
preziosi  tesori,  specialmente  di  Manoscritti  che  i  poveri  Frati  da  secoli  custodivano  e  conservavano  in 
pubblica  uliliiii;  e  Manoscritti  e  libri  appartenuti  a  «|ue* Conventi  e  derubati,  si  sono  venduti  e  sì  ven- 
dono n  prezzi  favolosi  ne'  principali  fondachi  di  libri  antichi  e  rari,  specialmente  di  Parigi.  Essi  hanno 
ancora  il  timbro  e  il  nome  delle  librerie  a  cui  appartennero  ! 

Di  tali  lavori  <lel  Padre  Sahagun,  almeno  d' una  parte,  per  fortuna  se  ne  dà  notizia  in  un  arti- 
colo pubblicato  nella  Biblioteca  del  Signor  Egui ara;  e  chi  scrisse  l'articolo,  sema  dubbio  gli  aveva 
veduti.  Di  (|uelle  notizie  si  ò servito  il  Uustamante  per  farne  cenno  nel  discorso  da  lui  premesso  alla 
Ilistoria;  ed  io  mi  servirò  del  suo  cenno  per  inserirne  memoria  in  questo  libro.  •  Nella  Biblioteca  (egli 
dice)  del  Sij^nor  Eguiara  ho  letto  un  articolo  sul  Pa<lre  dji  Sahagun,  dove  si  dà  un  notevole  catalogo 
delle  opere  che  scrisse,  e  sono:  —  i.  Arte  della  Grammatica  Mexicana:  — *.  Dizionario  trilingue, 
cioè  Spagnnolo,  Latino  e  Memcano. —  3.  Sermoni  per  lutto  V  anno  in  lingua  Meisicnna.  E  di  questi 
ho  io  copiji,  quantunque  vi  manchi  il  nome  dell'Autore.  —  i.  Postille,  o  Commentarii  al  Vangelo  per  U 
Mette  Molenni  di  tutti  i  giorni  di  precetto.  —  5.  Storia  dei  primi  Mitsionari  Francetcani  nel  Messico. 
—  G.  Salmodia  della  vita  di  Critto,  della  Vergine  e  dei  Santi,  che  usavano  gì'  Indiani^  e  ammaestra- 
menti per  i  convertiti.  —  7.  SecUa  Spiritìiale.  E  questa  è  la  prima  opera  che  si  stampi.)  in  Messico 
nella  Tipografia  di  Hernand  Corlez  di  Spagna.  > 

Di  altri  due  poi  incontrai  notizia  negli  Apnntes  para  un  Catalogo  de  eseritores  en  lenguat 
indigennt  de  America,  por  Joaguin  Garda  Jcazbalceia ,  }fexico  1868.  E  sono:  1  Sermones  en  Me- 
xicano. «  Manoscritto  originale  (dice  1' Jcazbalceta )  in  foglio,  col  titolo  seguente:  Siguente  U9iot 
Sermones  de  Dominicax  y  de  Sanctot  en  lengua  mexicana  :  no  trnduzidos  de  termonario  algumo 
sino  compuestos  nueramente  a  la  medida  de  capacidad  de  los  Indios  :  breves  en  materia  y  en 
lenguaye  congruo ,  venusto,  y  llano ,  facil  de  entender  para  todos  los  que  oyeren  allos  f  baso* 


SALAZAR  -  SALCEDO  529 


jnineipalei  y  maeegalet  hombre$  y  mugeres.  Compusieronse  el  alio  de  1560.  Ante  comen^do  a 
eorregir  y  aiiadir  este  atio  de  1563,  en  este  mei  de  Julio  infraoctava  VUitationU.  El  autor  lo» 
somete  a  la  eorreetion  de  la  Madre  Sancta  Yglesia  Romana  con  todas  leu  obrai  que  en  eita  len(fua 
mtxkana  a  compuesto  —  Fray  Bernardino  de  Sahagun,  —  Mancano  in  fine  (continua  V  Icazbalceta) 
alcune  carie,  e  in  un  foglio  staccato  dal  Manoscritto  si  legge  la  nota  seguente:  Siguente  unot 
sermones  breves  en  lengua  mexieana ,  el  autor  dello»  los  somete  a  la  correption  de  la  Madre  Sancta 
Ygleiia  con  todas  lai  demai  obrai  iuyat  »  ion  para  lodo  el  aho  de  Dominicai  y  de  Sanctoi  :  no 
esian  corregidoi.  —  Fray  Bernardino  de  Sahagun,  —  Il  Manoscritto  conta  95  carte  in  foglio  con  larghi 
margini,  postillati  di  mano  del  Sahagun.  3.  Doctrina  chrittiana  en  Mexieano.  Mi  nasce  il  dubbio 
che  questa  potesse  essere  la  stessa  cosa  col  Cateeismo  de  la  Doctrina  ehriitiana  dì  sopra  annotato. 
Ad  ogni  modo  questo  annotato  dall'  Icazbalceta  è  manoscritto ,  secondo  eh'  ei  dTce ,  originale 
di  36  carte  ;  mancante  però  del  fine.  Sigueme  veynte  y  ieii  addidonei  deità  Poitilla  :  lai  qualei 
Mzo  el  Autor  della  deipuei  de  muchoi  ahoi  que  la  Kavia  hecho^  anta  que  ie  imprìmiete, 
Es  lo  mismo  que  eità  al  principio  debaxo  del  titulo  de  declaracion  breve  de  lai  trei  virtudei 
theologalei.  Segue  un  Prologo  in  lingua  castellana;  e  analmente  conchiude:  Site  miimo  aho  de 
1579  ie  puzo  por  dpendiz  de  eita  PoiliUa  en  lo  ultimo  un  tratado  que  contiene  iiete  Collationei 
en  lengua  mexieana,  en  lai  qualei  ie  conttenen  mtiehoi  iecretoi  de  lai  costumbrei  deitoi  naturala: 
y  tambien  muchos  iecretOi  y  primorei  data  lengua  mexieana:  y  pua  que  ate  volume  no  ha 
ds  andar  iino  entrei  loi  iocerdotei  y  predicadora,  no  ay  porque  tener  reeelo  de  lai  antiguallai, 
que  en  el  ie  conlienen»  anta  daran  mueha  lumbre  y  contento  e  loi  predieadora  del  Santo  Evan- 
gelio. >  Ma  ricAZBALCETA  fa  notare  che  nel  manoscritto  questo  Trattato  manca;  e  solamente  vi  sono 
ventiquattro  Addidona. 

Inoltre,  dagli  stessi  Apuntei  rilevo,  che  la  Pialmodia  Christiana^  ec.  accennata  nell'articolo 
della  Biblioteca  dell' Eguiara,  fu  stampata  nel  1585,  e  l' intero  suo  titolo  è  come  segue:  Pialmodia 
Xpiiana  y  Sermonario  de  loi  Santos  del  aho,  compueita  por  el  Padre  Fr,  Bernardino  de  Sahcigun, 
de  la  Orden  de  San  Franeiico,  ordenada  en  cantarci  o  psalmos  para  que  canten  loi  ìndioi  en 
loi  areitoi  que  hazen  en  lai  Yglaiai.  Imprao  en  Mexico  ^  en  caia  de  Fedro  Ocharte,  alio  1585. 
Un  tomo  in  4. 

Finalmente  i  Datoi  biograficoi,  che  accompagnano  le  Cartai  de  Indicu  (Madrid  1877)»  già 
tante  volte  citale  in  questo  nostro  lavoro,  mi  fanno  conoscere  altre  due  opere  del  Sahagun  ;  e  sonò 
un  Diccionario  hiitorico  Mexieano,  mandato  ad  Antonio  Herrera  dal  Viceré  del  Messico  Marchese 
di  Villamarlna,  e  una  Vida  de  San  Bernardino  de  Sena  en  Mexieano, 

596.  Salazar.  —  Chronica  y  historia  de  la  fundacion  y 
progresso  de  la  Provincia  de  Castilla  de  la  Orden  del  beneaven- 
tnrado  Padre  S.  Francisco,  compuesta  por  el  Padre  Pedro  da 
Salazar,  Provincial  seconda  vez  de  la  dicha  Orden.  En  Madrid, 
en  la  Impronta  Real,  MDCXII. 

Un  volume  in  foglio,  di  546  pagine.  N'  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città 
di  Barcellona.  È  interessantissima  per  la  storia  specialmente  delle  Missioni  d' America. 

597.  Salcedo  (de).  —  Arte  y  Diccionario  de  la  Lengua  Mexi- 
eana, por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Salcedo  de  la  Orden  de  San 
Francisco. 

Nativo  della  Real  città  di  Chiapa,  e  dottissimo  nelle  principali  lingue  del  paese,  che  sono  la 
Cakchiquel,  la  Quichè  e  la  Tzutuhil,  ne  fu  pubblico  professore  in  Guatemala,  e  in  tutte  e  tre  scrisse 
Grammatiche  e  Dizionari,  e  varie  Dottrine  Criitiane.  II Manoscritto  riferitosi  conservava  nel  Convento 
di  San  Francesco  della  sopraddetta  città.  È  ricordato  dallo  SomER  {Monogr,  of.  Auth.), 


530  SALDANHA  -  SALIMBBNE 


Mm. 


Sitmf. 


598.  Saldane A(de). — Vita  del  glorioso  Sant'Antonio  da  Padova 
in  lingua  Indiana,  per  il  Padre  Antonio  di  Saldanha.  Goa,  1655. 

Ud  volarne  in  4.  E  ricordato  nei  lavori  bibliografici  dei  Tbrnaux;  e  non  ne  ho  incontrato 
altra  notizia. 

599.  Salerno  (da).  — Lettere  del  Padre  Fr.  Matteo  da  Salerno 
Commissario  Gerosolimitano  al  Serenissimo  Principe  Gran  Duca 

di  Toscana. 

• 

Sono  neir  Archivio  Mediceo  di  Firenze,  nel  Carteggio  de'  Gran  Duchi,  e  riguardano  le  Mìssìodì 
Francescane  della  Terra  Santa.  La  prima  è  data  dal  Convento  della  SS.  Nunciata  di  Genova  il  i6 
maggio  1590:  la  seconda  dal  Convento  di  San  Francesco  di  Lisbona  il  3  di  luglio  del  1591:  la 
terza,  parimente  da  Lisbona,  il  4  di  luglio  dello  stesso  anno. 

600.  Salimbene.  —  Chronica  Fr.  Salimbene  Pannensis,  Ordi- 
nis  Minorum.  Ex  Codice  Bibliothecae  Vaticanae  nunc  primum 
edita.  Parmae,  ex  oflScina  Petri  Fiaccadorii.  Anno  MDCCCLVII. 

Un  volume  in  4.,  di  pagine  XIV  e  434  :  bella  edizione.  È  un  libro  che  dovrebbe  trovarsi  in 
ogni  casa  Francescana;  né  credo  non  ci  possa  essere  lettura  più  utile  o  più  dilettevole  per  chi 
si  occupi  di  storia  ed  ami  le  glorie  del  nostro  paese  e  la  Francescana  Religione.  Ne  darò  no  cenno 
con  le  parole  degli  Editori. 

«  11  decimoterzo  secolo  che,  ricco  in  Italia  del  retaggio  dì  S.  Tommaso,  di  S.  Bonaventura  e 
d'altri  sommi  maestri,  dava  Dante  al  mondo  intero,  era  secolo  di  grande  intellettuale  entusiasmo 
fra  noi,  si  che  ognuno,  il  quale  si  avesse  da  natura  sortito  fervido  lume  di  mente,  era  vago  di 
rovistare  nel  tesoro  trasmessogli  da' maggiori  e  di  tramandare  a' futuri  tutto  quanto  ne  ritraeva, 
insieme  co' frutti  suoi  proprii,  a  tale  che  tu,  leggendo  lo  scritture  di  que'  dì,  ne  diresti  gli  Autori 
presi  da  una  smania,  da  una  febiirp  di  apprendere  e  d' insegnare.  Fra  questi  ardenti  spiriti  è  certo 
da  noverarsi  il  Frate,  di  cui  pubblichiamo  qui  l'unico  lavoro  a  nostra  corta  conoscenza  venuto. 
Nato  egli  in  Parma,  siirto  apjK'na  il  (|Uinlo  lustro  di  quel  secolo,  da  padre  Crociato,  ebbe  sveglia- 
tissimo  ingegno,  congiunto  ad  allo  cuore  e  ribollente  animo;  basti  a  darne  un  sentore  la  vigoria 
con  rui,  giovinetto  ancora,  tenne  fermo  contro  l' opposizione,  che  ben  può  dirsi,  più  che  tenace, 
soldatesca,  del  padre  alla  risoluzion  sua  di  cingere  il  cordone  di  S.  Francesco.  Cosi  deliberalo,  il 
narra  ei  medesimo,  nel  suo  decimoquinto  anno  vesti,  per  intercessione  di  Fr.  Gherardo  Boccabadati, 
l'abito  religioso  in  Fano  all'insaputa  di  Guido  padre  suo:  venutone  questi  a  conoscenza,  dolente  rhe 
la  famiglia  sua  delta  di  Adamo,  perdesse  così  ogni  speranza  di  perpetuazione,  giacché  1'  altro,  mag- 
giore de' due  soli  maschi  avuti,  erasi  già  reso  Frate,  corse  all'Imperatore  ed  implorò  ed  ottenne 
ch'ei  s'interponesse  presso  Frale  Elia  Generale  dell'Ordine  che  fossegli  restituito  il  figlio.  Elia 
rispose  che  il  renderebbe ,  ove  questi  aderisse  di  ritornare  al  secolo.  Volò  Guido  a  Salimbene ,  lo 
pregò,  scongiurollo,  fecegli  ampie  promesse;  vinto  dall'ira  e  fatto  quasi  demente  dal  dolore  il 
maledisse:  il  gio\ incito  piegò  la  fronte  pregando  Iddio  e  stette  saldo.  Parti  il  meschino  genitore; 
e  Salimbene  poi  nelle  sacre  ed  umane  lettere,  nella  gentile  arie  del  canto  andò  liberamente  educando 
mente  ad  animo,  onde  poi  salito  in  alta  stima  ebbe  agio  d'intrattenersi  con  assaissimi  de' personaggi 
più  cospicui  in  lettere,  scienze  ed  armi,  gradilo  Ano  a' Pontefici  ed  all'Imperatore  medesimo  .... 
Amante  del  nuovo  e  del  grazioso,  ai  fiori  della  nascente  poesia  italiana  volger  volle  l'ingegno,  e 
dettò  versi  in  copia,  ora  perduti.  Non  pi>chi  paesi  viaggiò,  notando  tutto  quello  che  lesse,  vide,  e 
a  tutto  aggiungendo  le  proprie  considerazioni;  e  moltissimo  appunto  e  lesse  e  vide  e  udì,  vissuto 
essendo  dal  fine  del  4221  sin  oltre  il  1287,  e  fors' anche  fin  dopo  il  1290  :  però  da  questo  solo  ben 
potrebbe  ognuno  farsi  una  sufficiente  idea  dell'importanza  della  presente  Cronaca,  nella  quale  sono 
appunto  registrate  pressoché  tutte  le  impressioni  in  quc'varii  modi  ricevute  ne'suoi  più  belli  anni... 


SALINAS  531 


Né  la  sua  Cronaca  si  limita  a  rinserrar  soltanto  notizie  italiane  :  da'  suoi  confrati,  che  avean  visi- 
tate altre  terre,  avidamente  saggeva  le  novelle  e  notava:  onde  qui  trovi  sin  dovizia  per  le  storie 
d'Oriente;  ed  egli  stesso  de'saoi  viaggi  in  Francia,  ove  fu  ben  affetto,  tiene  ricordi  minati  in  modo 
da  porti  solt'  occhio  le  ricchezze  de'  vigneti  e  le  costumanze  de' baroni,  nell'  ora  istessa  che  ti  descrive 
la  partenza  dalla  piaggia  natale  di  Ludovico  (  S.  Luigi  )  volto  al  riscatto  del  gran  Sepolcro,  in  maniera 
talmente  esatta,  che  inutilmente  cerchi  l' eguale  negli  annalisti  contemporanei  di  quella  nazione.  > 

E  da  questo  si  vede,  io  aggiungo,  l'importanza  che  ha  questa  Cronaca  per  la  storia  delle 
Missioni  dell'Ordine.  Vi  sono  nomi,  fatti  e  particolari,  che  invano  cercheresti  altrove,  specialmente  su  le 
prime  Missioni  di  Grecia;  e  un  incanto  è  quel  che  racconta,  fra  l' altre  cose,  de'  viaggi  e  delle  relazioni 
di  Frate  Giovanni  da  Pian  Carpino  tornato  dalla  sua  missione  ai  Tartari.  Con  questa  Cronaca,  per 
verità  la  storia  si  ringiovanisce,  e  si  fa  viva  ove  pareva  che  fosse  morta.  Ripeto  che  ogni  casa 
Francescana  dovrebbe  possederne  un  esemplare,  e  dalla  lettura  di  essa  son  certo  che  s' accenderebbe 
non  poco  l' animo  de'  volenterosi  per  gli  stndii  della  storia-deli'  Ordine  nostro,  che  è  cosi  grande  e 
gloriosa,  e  in  molta  parte  rimane  ancora  negli  Annali  e  nelle  Cronache.  Aggiungo,  che  sotto  il 
velo  del  latino  in  cui  il  Salimbene  scrisse,  tu  vedi  spuntare  bello  e  formato  il  nostro  volgare  ;  così  che 
quella  lettura  si  fa  doppiamente  dilettevole ,  e  forse  ti  dà  lume  per  conoscere  come  dalio  svolgimento 
della  vita  de'nostri  Comuni,  informata  alle  benefiche  dottrine  del  Cristianesimo,  nascesse  naturalmente, 
e  si  venisse  a  poco  a  poco  formando,  la  più  bella  e  gentile  delle  lingue  moderne  d'Europa. 

Di  questa  Cronaca  diede  un  bellissimo  ragguaglio  neWArdUvio  Storico  Italiano  il  Senatore  Marco 
Tabarrini,  riprodotto  poi  nel  volume  dei  suoi  Studj  di  critica  storica,  pubblicato  dall'  editore  Sansoni 
in  Firenze.  Ci  viene  poi  asserito,  che  si  vdda  preparando  una  ristampa  della  Cronica  di  Fra  Salimbene, 
riveduta  sul  Codice  Vaticano,  e  supplita  di  alcuni  tratti  che  non  si  leggono  nella  edizione  parmense. 

601.  Salinas  (de).  —  Memorial,  informe  y  manifiesto  del  Padre 
Fr.  Buenaventupa  d^e  Salinas  y  Cordova,  de  la  Orden  de  S.  Fran- 
cisco, Lector  Jubilado,  Calificador  del  Consejo  de  la  Santa  General 
Inquisicìon,  Padre  de  Provincia  de  los  doze  Apostoles  de  Lima, 
y  Comissario  General  de  las  de  Nueva  Espana.  Al  Rey  nuestro 
Senor  en  su  Real  y  supremo  Consejo  de  las  Indias.  Representa 
las*  aeciones  propias  y  la  estimacion  con  que  ha  servido  a  su 
Magestad  y  a  su  Religion.  Informa  la  buena  dicha  y  meritos 
de  los  que  nacen  en  las  Indias,  de  padres  Espanoles;  y  las  honras, 
y  premios  con  que  cada  dia  los  remunera,  y  lebanta  la  grandeza, 
y  justificacion  de  su  Magestad  y  su  Real  Consejo  de  las  Indias. 
Manifiesta  la  piedad  y  zelo  con  que  su  Magestad  govierna  teda 
la  America,  dilatando  la  Fé  catolica  y  conocimiento  del  verda- 
dero  Dios  por  infinitos  reynos  et  naciones  de  Indios  ;  y  la  gloria 
que  de  conser varlos ,  crecerlos  y  aumentarlos  recibe  su  Real 
Corona  y  Cetro.  Y  lo  mucho  que  para  esto  sirven  y  ayudan 
los  Predicadores  Evangelicos. 

Un  volume  in  foglio,  di  due  carte  preliminari  ed  altre  115.  Poi  segue  la  tegunda  parte  deste 
discurso  y  pruevas  de  lo  dicho  en  la  primera,  di  altre  39  carte.  È  un  Memoriale  degno  d'un  Padre 
della  Chiesa  per  la  eloquentissima  difesa  che  vi  si  fa  de'  popoli  dell'  America.  Primamente  l'Autore 
parla  diffusamente  delle  miracolose  opere  di  San  Francesco  Solano,  l'Apostolo  del  Perù:  poi  entra 
nel  suo  argomento  con  uno  zelo,  un  coraggio  e  una  forza  di  parola,  che  ti  rapisce  ed  entusiasma. 
Prima  di  vestire  l'abito  Francescano,  egli  era  statò  segretario  del  Vicerò  del  Perù.  Ne  riferiremo  un 


532  SAN   AGUSTIN  -  SAN   ANTONIO 


saggio.  Dice  al  Re,  a  pàgine  53  :  «  Aqui  SeiSor  tengo  de  ballar  a  Y.  Magestad  eome  a  Rey  y  PrtDcìpe 
zelosisflimu  de  la  gloria  de  Dios  y  bien  de  sns  vastallos.  Por  predicar  deepc^oe,  agravloe,  y  fi&- 
lencias,  que  algnnos  melos  christianos  y  ministros  inferlores,  corregidores,  alcaldet  de  Min»  y 
Tenientes*  y  algunas  personas  eclesiasticas  interessadas,  bazen  a  los  Indioe  vassallos  de  Y.  Magestad, 
passe  contradicion  y  calumnla,  por  aqnellos  qne  tenian  mas  obngacion  de  Ibvoreeer  la  predlcacio& 
y  patrocinio  de  los  Indios . . . .  El  tiempo  que  qultara  del  suefio  y  de  la  Vida,  oeopè  en  oompoiier 
un  libro,  que  di  a  la  estanapa  en  la  ciudad  de  Lima  el  afio  1630 ....  »  Scongiura  il  Re  a  pensare 
quanto  importi  •  conservar  y  mantener  Innumerables  pueblos,  grandes  reynos,  ricas  y  opolenUssimas 
provincias  de  un  mundo  entero  . . .  babitado  de  Inflnitas  gentes  mlserables,  innocentes,  desealdadas, 
flacas,  desarmadas ,  sin  arte  ni  alguna  practica,  eke  iono  las  mas  bumildes,  dociles,  facUei, 
tratal)les,  sencillas,  quietas,  obedientes,  fleles,  reconocidas  y  gratas  que  tiene  el  universo .  Qoe  tao 
facilmente  se  reduxeron  a  nuestra  santa  Ley  y  reclbieron  el  bautlsmo,  franqueando  sos  teaoros, 
minas,  tierras  y  ganados  al  servicio  de  Y.  Magestad  y  toda  EspaiUa.  •  Bisogna  trattarli  con  dokezia 
e  soavità ,  •  porque ...  los  princlpios  de  los  rlclen  convertldos  ban  de  ser  blandos  y  anBorasos, 
porque  si  comiencan  por  la  aspereza ,  espantados  se  buelven  a  sus  antiguos  ritos ....  »  In  somma 
è  il  libro  di  un  apostolo,  di  un  padre,  di  un  vero  ministro  di  Gesù  Cristo.  Ci  dispiace  di  Don 
aver  incontrato  V  altro  Memoriale,  cbe  per  lo  stesso  fine  dice  di  aver  indlrìizato  al  Re  li  1630.  Un 
esemplare  del  presente  trovasi  nella  Biblioteca  Colombina  di  Siviglia. 

»"•  602.  San  Agustin  (de).  —  Relacion  de  la  primera  entrada  de  los 

^"*    Misioneros  Franciscanos  en  los  Montes  Tabueyon,  ano  de  1754: 

por  el  P.  Fr.  Manuel  de  S.  Agustin,  de  la  Provincia  de  S.  Pablo, 

Cosi  V  HiJSRTA  (Bttado ,  ee.)-  Il  Padre  da  S.  Agostino  nacque  in  Yillauti  di  Burgos,  e  abbracciato 
r  Instituto  Francescano  il  1736,  parti  per  le  Filippine  il  1744.  Quivi  fu  addetto  alle  Missioni  di 
IMpaculao,  Baler,  Casiguran,  Binatangan,  Lumbang,  Pandacan,  ec.,  e  morì  In  Manila  il  9  aprile  del 
1791,  dopo  44  anni  di  apostolico  ministero. 

s»amp.        603.  San  Agustin  (de).  —  Arte  del  idioma  Bicol  para  la  ense- 
m.    nanza  de  este  idioma  en  la  Provincia  de  Camarines,  por  el  P.  Fr. 

Andres  de  S.  Agustin  de  la  Provincia  de  S.  José.  Impreso  en  Manila 

el  ano  de  1647. 

Un  volume  in  8.  Ve  n'è  una  seconda  edizione,  fotta  nel  Convento  del  «  Pueblo  de  Sampaloc 
por  et  Hermano  Pedro  Arguellesde  la Concepciun,  i795.>  Conta  due  carte  non  numerate  e  177  pagine. 

—  Esplicacion  de  la  doctrina  cristiana  en  idioma  Bicol. 
Impreso  en  Manila  el  ano  de  1647. 

—  Traduccion  al  idioma  Bicol  de  la  doctrina  del  Cardenal 
Belarmino.  Impreso  a  Manila,  ec. 

Cosi  r  HoERTA  (Estado  ec.  ).  Non  si  sa  in  quale  anno  andasse  alle  Filippine  :  ma  il  1626  già 
era  Missionario  in  Bacon,  donde  passò  a  Buia,  Quipayo,  Daet ,  Naga,  Oas,  Minaliabag,  Sampaloc,  e 
Analmente  mori  in  Manila  il  1649. 

4,.^^.  604.  San  Antonio  (de).  —  Franciscos  Descalzos  en  Castilla  la 
Vieja.  Chronica  de  la  santa  Provincia  de  S.  Pablo  de  la  mas  estrecha 
Regular  Observancia  de  N.  P.  S.  Francisco,  formada  de  las  ma- 


SAN  ANTONIO  533 


ravillas  de  Dios  ea  aus  Eeligiosos,  Conventos,  Sautos,  y  Venera- 
bles  liyos,  por  el  Menor  Fr.  Juan  de  S.  AAtooio  Salmantino  ^ 
Lector  de  Theologia,  Revisop  por  el  santo  Tribunal  de  las  Biblio- 
thecas  del  Obispado  de  Zamora,  Visitadop  vice  de  las  santas 
Ppovincias  Descalzas  de  S.  Gabriel  y  S.Diego,  Definidor  aetual, 
y  Chronista  de  la  nombrada  Provincia  del  Apostol,  su  fìel  Patron, 
a  quien,  por  mano  de  el  Senor  D.  Francisco  Henriques  Theran, 
Segretario  de  su  Magestad  y  Comissario  General  de  sus  exercitos, 
se  presenta  y  dedica.  En  Salamanca  :  en  la  Impronta  de  S.  Cruz. 
Ano  de  1728. 

Opera  rarissima  e  interessantissima,  specialmente  per  la  storia  delle  Filippine,  della  Gina  e 
Giappone,  di  4  grossi  volumi  in  foglio.  PTò  un  esemplare  nel  nostro  Ck)llegio  di  Pastrana,  provincia 
di  Guadalajara  di  Spagna.  Mi  fu  necessario  copiarne  gran  parte;  e  que'  buoni  Padri  vi  si  prestarono 
con  una  pietà  e  un  amor  dell'Ordine  veramente  edificanti. 

605.  San  Antonio  (de).  —  Chronicas  de  la  Apostolica  Provincia 
de  S.  Gregorio  de  Religiosos  Descalzos  de  N.  S.  P.  S.  Francisco 
en  las  Islas  Philipìnas,  China,  Japon,  ec.  Escrita  por  el  Padre 
Fr.  Juan  Francisco  de  S.  Antonio,  Matritense,  Lector  de  Theo- 
logia  scholastica  y  moral,  Ex-DiflBnidor  y  Chronista  General  de 
la  dicha  Provincia.  Impressa  en  la  Impronta  del  uso  de  la  pro- 
pria Provincia,  sita  en  el  Convento  de  Nuestra  Sonora  de  Loreto 
del  Pueblo  de  Sampaloc,  extra  muros  de  la  ciudad  de  Manila  : 
por  Fr.  Juan  de  Sotillo,  ano  de  1738. 

Sono  tre  volumi  e  tre  Parti  in  foglio.  Nella  parte  primera,  di  32  carte  non  nomefate  e  78f 
pagine,  te  incluye  la  de$cripcion  d#  estat  islot,  ed  ò  dedicata  a  la  S,  C.  Magestad  de  Phelipe  V, 
el  animoso  nuestro  catholico  Rey  y  a%^%$to  Emperador  de  las  Espahas  y  de  la  indiai;  e  ne  fa 
V  offerta  la  misma  santa  Provincia  y  en  su  nombre  su  Ministro  Provincial.  La  parte  secwida,  di 
14  carte  non  numerate  e  579  pagine,  tratta  del  ultimo  estado  de  la  Custodia  y  des4$  su  ereccion 
de  Provincia  en  Roma  hasta  su  execudon  en  ManUa;  ed  ò  stampata  l'anno  iHU  La  parte 
iercera,  di  18  carte  preliminari  e  839  pagine,  tratta  de  la  celeberrima  Seraphica  Missiam'del  Japon 
con  la  deseripeion  de  aquel  imperio,  glorioso  triunpKo  de  nuestros  Protomariyres  invietos  S.  Pedro 
Bautista  y  sui  eompafieros^  sus  vidas,  tu  beaUficadon  y  eustas  ;  ed  è  stampata  nel  i744.  i  opera 
molto  rara,  e  classica  per  la  parte  geografica  dei  luoghi  di  cui  tratta.  N'è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 

Deir  Autore  ci  dà  le  seguenti  notizie  V  Huerta  (Estado,  ec.):  •  Fr.  Juan  Francisco  de  S.  Antonio, 
Predicador,  Lector  de  sagrada  Teologia,  nació  en  Madrid  en  el  afio  do  4683,  profesó  en  la  santa 
Provincia  de  San  José  el  dia  li  de  Junio  de  I70S,  donde  le  nombraron  Lector  de  Theologia.  El 
afio  de  1734  llegò  a  Filipinas  presidiendo  la  Mision,  y  en  noviembre  del  mismo  aSo  fué  nombrado 
Gomisario  de  la  Teroera  Orden.  Esplicò  Teologia  en  el  Convento  de  Manila,  y  desempeno  tambien 
el  cargo  de  segretario  de  Provincia  . . .  Administró  en  Pandacan  un  a2o  y  14  en  Meyacauayan,  donde 
enfermò  y  habiendo  pasado  a  Manila,  falleció  el  dia  39  de  mayo  de  i744  a  los  63  de  su  edad 
y  43  de  Religioso.  » 


'  ^  -^•' 


534  SAN  ANTONIO  -  SAN   BDENAVENTURA 


Aik 


*fc  606.  San  Antonio  (de).  —  Institucion  de  la  Lengua  Tagala,  por 

el  P.  Fr.  Francisco  de  S.  Antonio  de  la  Provincia  de  S.  Gabriel. 
—  Diccionario  Tagalog,  ec. 

•  Naturai  de  Asterga  (dice  11  P.  Uubrtà,  Esiodo,  ecj,  en  SeviUa  profesò  en  el  Convento  de 
dlcha  ciudad  de  la  santa  Provincia  de  S.  Gabriel  El  afio  de  1606  llegó  a  Filipinas  donde,  perfe- 
tamente  instroido  en  el  idiuma  Tagalog,  faó  nombrc.do  ministro  de  los  pueblos  de  Baler,  Pillila,  y 
Paete . . .  Murio  en  Pila  el  anu  de  i6S4.  • 

607.  San  Bernardo  (de). — Historia  de  la  persecucion  centra  los 
cristianos  en  Cochinchina ,  prison  y  destierro  de  los  Misioneros 
Franciscanos,  arìo  de  1751  :  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  S.  Ber- 
nardo de  la  Provincia  de  S.  Pablo. 

Così  r  HcjBRTA  CEitado,  ee.J.  Nato  in  Seca,  diocesi  di  Valladolid,  professò  la  Regola  Francescana 
il  Ì7S7.  11  1743  parli  per  le  Filippine,  e  il  1748  fu  inviato  alle  Missioni  della  Concincina.  Tosto 
fu  preso,  e  incarcerato,  e  messo  in  bando  il  1750.  Tornato  alle  Filippine,  evangelizzò  ne*  popoli 
di  Longos,  Mahayhay,  Pangil  e  Sampaloc:  e  il  i758  ebbe  licenza  di  rimpatriare. 

Si-».  608.  San  Buen  a  ventura  (de). —  Ave  Maria  !  Relacion  que  hace 
el  Ilus.  Senor  D.  Fray  Francisco  de  San  Buenaventura,  Recollecto 
de  la  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco ,  Obispo  de  Nicopoli ,  anxi- 
liar  del  Ilus.  Seiior  Obispo  de  Cuba,  residente  en  S.  Agustin 
de  la  Florida,  et  Joseph  Ortigoza,  residente  en  SeviUa,  de  lo 
sucedido  con  Diego  Obgletorp,  General  ingles,  en  la  ciudad 
de  la  Florida  en  el  ano  de  1740.  Con  licencia.  En  Se  villa,  por 
D.  Florencio  Joseph  de  Blas  y  Guesada,  impressor  mayor  de 
dicha  ciudad. 

stampa  rarissima,  di  due  carte  ;  di  cui  vidi  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  Seminario  Con- 
ciliare di  Siviglia. 


Slotup, 


609.  San  Buenaventura  (de).  — Diccionario  Espanol  Tagalog, 
por  el  P.  Fr.  Pedro  de  S.  Buenaventura  do  la  Provincia  de  S.  José. 
Manila,  en  la  officina  de  Tomas  Pimpin.  Ano  de  1613. 

Così  1'  HuERTA  (Estado,  ec.)  ;  e  aggiunge,  che  scrissi-  anche  varii  trattati  cristiani  nello  stesso 
idioma.  S'imbarcò  in  Ispagna  per  le  Filippine  circa  il  15Ui,  e  dopo  parecchi  anni  di  apostoliche 
fatiche  in  quelle  isole,  imbarcandosi  per  Messico,  morì  in  mare  prima  di  giungervi,  l'anno  Ì6i7. 

s,.,^..         610.  San  Buenaventura  (de).  —  Sol  de  Marruecos  el  V.  P.  Fr. 

^'''"'  Juan  de  Prado,  primer  Provincial  de  la  santa  Provincia  de  S. 

Diego  de  Franciscos  Observantes   Descalgos  de  la  Andaluzia. 


SAN  BUENAVENTUHA  535 


Cuya  Vida  admirable ,  heroicas  virtudes  y  glorioso  martyrio 
panegiriza  el  Padre  Fray  Francisco  de  San  Buona  Ventura, 
Lector  de  Theologia,  Ex-Definidor  de  la  misma  Provincia,  y 
Guardian  del  Convento  de  la  Reyna  de  los  Angeles  de  la  ciudad 
de  Cadiz.  Al  Patriarca  grande  y  glorioso  Padre  San  Domingo 
de  Guzman,  mefortimbre  y  corona  de  los  buenos,  los  excelentis- 
simos  Senores  Duques  de  Medina  Sidonia,  en  quienes  recaen  las 
glorias  de  los  valerosos  triunfos,  que  la  otra  contiene,  por  mano 
de  la  Religion  gravissima  de  Predicadores.  Impresso  en  Se  villa, 
por  Juan  Francisco  de  Blas,  Impressor  Mayor  de  dicha  ciudad. 
Ano  de  1691. 

Un  volarne  in  4  grande,  di  SS  fogli  preliminari  non  numerati,  e  460  pagine,  e  una  Tahla  de 
los  capitulot  in  fine.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  Palazzo  Arcivescovile  di  Siviglia. 

611.  San  Buen  a  ventura  (de).  —  Arte  de  la  lengua  Maya,  por 
el  Padre  Fr.  Francisco  Gabriel  de  San  Buenaventura  Predicador 
y  Definidor  habitual  de  la  Provincia  de  San  Joseph  de  Yucatan, 
del  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco.  Ano  de  1648.  Con  licencia.  En 
Mexico,  por  la  Viuda  de  Bernardo  Calderon. 

Sono  9  carte  preliminari,  e  41  pagina,  in  4;  seconda  edizione;  ctiò  la  prima  fu  fatta  nella 
stessa  città  di  Messico  il  i580.  È  uno  de' primi  lavori  sulla  lingua  Maya,  e  però  interessantissimo; 
sul  quale  poi  lavorarono  il  Padre  Fr.  Pietro  Beltran  da  Santa  Rosa,  e  il  Padre  Fr.  Joaqain  Ruz, 
che  abbiamo  già  illustrati  ;  e  ultimamente,  giovandosi  de'  loro  lavori,  pubblicava  il  suo  Eiquiue  d* 
une  grammaire  de  la  langue  Maya  il  Brassedr,  che  uni  alla  Reladon  de  lae  eosae  de  Yucatan 
del  Francescano  Landa,  da  lui  primamente  messa  a  stampa.  • 

Riferiremo  qui  il  breve  proemio,  in  cui  dà  ragione  del  suo  Esqdissb.  «  A  l'epoque  (egli  dice) 
de  la  décou verte  du  continent  américain,  le  Maya  était  la  langue  unique  de  toute  la  pèninsule 
yucatèque  et  d'une  partie  des  régions  voisines,  comprises  actuellement  sous  le  nom  de  Peten  et 
de  Lacandon,  ainsi  que  des  cantons  fertilcs  arroses  par  les  nombreuses  embouchures  de  l'Uzumacinta 
et  du  Tabasco.  A  cette  langue  se  rattachaint  différents  dialectes:  d'une  coté  c'etaint  le  mopan, 
le  peten  et  le  chol,  qui  paraissent  s'en  étre  éloignés  beaucoup,  depuis  lors;  de  l'autre,  lo  tzendàl, 
le  zotzU  et  le  mam,  alliés  également  de  fort  près  autrefois,  mais  qui  s' annoncent  plutdt  comme 
un  trait  d' union  entre  les  trois  autres  et  le  groupe  quiché-guàtenuUien,  Au  rapport  de  Landa, 
l' Adelantado  Montejo  fut  un  des  primiers  qui  eùt  travaillé  à  acquérir  quelque  connaissance  de  la 
langue  de  mayas,  afln,  dit-il,  de  pouvoir  converser  avec  eux.  Les  Franciscains,  à  qui  était  échue 
l'oeuvre  de  la  conversion  du  Yucatan  ,  ne  tardèrent  pas  à  suivre  son  exemple,  et  celui  qui  s' 
appliqua  tout  d' abord  à  enseigner  leurs  enfants  fut  le  Franciscain  francais  Jacques  de  Testerà, 
frère  d' un  chambellan  de  Francois  I,  que  les  EspaSoles  chasserent  du  Yucatan  a  cause  du  zèle 
avec  lequel  il  défendait  les  indigènes  de  leurs  excés. 

t  A  la  suite  de  la  seconde  expédition  de  Montejo,  d' autres  Franciscains  furent  envoyós  a 
Campèche  et  a  Mérida,  où  ils  travaillérent  avec  ardeur  à  se  rendre  maitres  des  primiers  éléments 
de  la  langue.  Celui  qui  obtint  le  plus  succès  fut  le  Pére  Luis  de  Yillalpando,  qui  comenca  a  1' 
apprendre  d' abord,  ajoute  ici  Landa,  par  signes  et  à  l'aide  de  petites  pierres,  à  la  manière  de 
ceux  dont  parie  Torquemada.  La  grammaire  qu'  il  composa  sur  le  pian  des  grammaires  latines  de 
son  temps,  augmentée  et  perfectionnée  par  Landa,  aurait  été  pubblio  au  rapport  de  Pinelo;  mail 


536  SAN  BUENAVENTURA 


si  elle  existe,  les  exemplaires  en  soDt  aujourdh'  hui  perdus.  Quoi  qu'  il  en  soit,  cet  ouvrage  senit 
de  base  à  plusieurs  autres  du  memo  genre;  tclles  furent  les  grammaires  du  Pére  Julian  de  Qaartes, 
du  Pére  Juan  Coronel ,  du  Pere  Juan  de  Azevedo ,  du  Pére  Francisco  Gabriel  de  San  Baenaventura, 
et  du  Pére  Beltran  de  Santa  Rosa-Maria;  mais,  a  Texception  des  ouvrages  de  ceux  derniers,  od 
ne  connait  rien  aujourd'  hui  d' imprimo  à  ce  sujet  jusqu'  à  la  grammaire  pubbliée  par  le  Pére 
Joaquin  Ruz  en  1842.  > 

Ha  per  meglio  conoscere  IMmmenso  servigio  renduto  da' Missionari  Francescani  alla  scienza 
rispetto  alla  storia  delle  nazioni  dell'  America,  vuoisi  qui  riferire  in  compendio  quel  che  lo  stesso 
Brasseur  ne  ragiona  nella  sua  Misxion  scientifique  au  Mexique  et  dans  V  Amerique  CentraU: 
ouvrage  publié  par  ordre  de  S.  M.  V  Empereur  et  par  les  soint  du  MitUttre  de  V  instru^ion 
ptUtUque,  ec.  Paris,  Imprimerle  Imperiale,  1869. 

La  provincia  dì  Yucatan  nel  Messico  (egli  dice),  la  prima  ove  i  conquistatori  spagnoli  s* 
incontrarono  in  mirabili  monumenti  d'  un  architettura  all'  antico  mondo  sconosciuta,  è  anco  di  pre- 
sente la  più  celebre ,  sia  rispetto   ali'  arte   e  all'  archeologia  americana ,  sia  in    quanto  concerne 
l'importantissimo   argomento  della   linguistica  e   della  (llologia  comparata.  Là  ebbe  origine- una 
civiltà  da  lunghi  secoli  estinta,  di  cui  quella  del  Messico,  al  tempo  che  dagli   Spagnoli  ne  venne 
fatta  la  conquista,  fu  1'  ultimo  splendore.  E  là  il  viaggiatore  ammira  ancora  e  contempla  attonito 
le  splendide  rovine  di  Chichòn-ltza,  di  Uxmal  e  di    Labna,  con  le  grandiose  piramidi  di  Silan  e 
d' Izamel  ;  e  sul  confine  della  penisola  le  monumentali  iscrizioni  dei  templi  abbandonati  di  Palenque. 
Di  là  furono  portati  i  rari  manoscritti  e  i  caratteri  fonetici,  di  cui  1'  Europa  s'  arricchì  al  tempo  del 
Cortez  ;    fra'  quali    il   magniUco  Codice    della   Biblioteca  Reale   di   Dresda ,  pubblicato  da   L^rd 
Kingsborough.  Quindi    il  mio   vìvo  desiderio  di  visitare   quelle   antiche  contrade  ;   desiderio  che 
maggiormente  s'accrebbe  com'ebbi  trovato  in  Madrid  e  pubblicatoli  Manoscritto  della  Reazione 
delle  cose  del  Yucatan  del  Francescano  Landa,  che  conteneva  l' antico  alfabeto  dei  caratteri  mayas. 
Visitai  dunque  il  Yucatan,  e  quindi  le  rovine  di  Palenque,  le  piramidi  di  Teotihuacan,  e  gli  avanzi 
di  Tezcuco   e  di  Huexotla.  Volsi  poi  all'antica   città   di  Cholula,  la  cui  piramide,  descrìtta  dalF 
Humboldt,  sembra  da  lontano  una  naturale  collina  del   paese;  e  appresso  imbarcandomi  presso 
Vera  Cruz  e  Sisal  per  recarmi  a  Beiize,  esplorai  tutta  la  costa  del  Yucatan ,  coperta  di  numerosi 
monumenti,  le  cui  forme  coniche  si  vedono  in  lontananza  dal  mare.  Finalmente,  disceso  di  nuovo 
in  terra,  ed  entrato  nella  provincia  di  Honduras,  risalii    il  corso  del  Chamelicon,  le  cui  spiagge 
sono  gremite  di  rovine;  e    prima  di   trapassare  le    montagne  che  dividono  detta  provincia  dalla 
Repubblica  di  Guatemala,  ne  discesi  per  visitare  di  nuovo  gli  odiflcii  di  Copan;  e  ne*  monolìti  di 
questa  antica  cillù  riconobbi  gli  stessi  caratteri  delle  iscrizioni  di  Palenque,  che  poi  trovai  identici 
a  quelli  dell'alfabeto  del  Landa.  Ma  provatomi  a  leggerli,  mi  tornò  impossibile.  Tuttavia  io  portava 
meco  dal  Messico  lutti  gli  elementi  di  un  vocabolario  della  lingua  maya  ;  e  fortuna  volle  che  nel 
mio  ritorno  in  Europa  passando  per  Madrid,  quivi  dal  sigiuir  Giovanni  Tre  y  Ortolano  mi  venisse 
fatto  conoscere    un  manoscritto   originale  esistente  nella  liiblioleca  dell'  Accademia  Reale  di  storia, 
i  cui  caratteri  erano  identici  a  (luelli  dell'  alfabeto  del  Lamia  e  delle  iscrizioni  di  Palenque.  Questo 
manoscritto  era  nn  documento  originale  di  quelli  che  si   chiamarono  anaìle ,  ossia  libri    in    carta 
di    scorza    d'albero,    che   con    altri     ricclii    doni    erano  slati    inviati  a' Monarchi  di  Spagna  dalla 
nascente  colonia  di  Vera  Cruz,  fondala  dal  Cortez.  Esso  ctniteneva  la  storia  del  Yucatan.  Per  formarsi 
un'  idea  di  questi  libri  e  dell'  immenso  tesoro  in  essi  inviato  a'  Monarchi  spagnuoli,  bisogna  leggere 
la  descrizione  che  ne  fa  il  dotto  Pietro  Martire  d'  Anghiera  nella  sua  opera  :  De  ìnmlis  nuper  inten- 
tis ,  eie.  Coloniae,  1574  ,  et  Parix,  1587.  Erano  libri  politici  e  di  storia,  libri  d'  arte   e  di    scienza, 
trattali  religiosi  e  rituali,  codicilli  ad  uso  degli  astronomi,  de'medici,  de' coloni,  e  sino  libri  per 
divertire  il  pubblico,  adorni  d*  immagini;  in  somma,  una  raccolta  da  comporre  uno  de' più  preziosi 
tesori.  E  il  merito  di  averli  salvali  da  distruzione  fu  tutto  de'  Missionari.  Certo  è,  per  testimonianza 
di  tutti  gli  scrittori  di  quel  tempo  (prosegue  il  Brasseir  ),  ciie  ordini  severissimi  erano  slati  inviati 
dal  Governo    di  Spagna   a  tutti  i    Vescovi   e  capi    degli    Ordini    ik'ligiosi  recatisi    in  Missione  nel 
Messico,  di  dare  alle  fiamme  quanti  manoscritti  o  libri   de' nativi    incontrassero:  e  pur   troppo  il 
comando  venne  eseguito  I  E  ne  sarebbe   perita  afTalfo  ogni    memoria,  se  il  coraggio  de' Missionari 
non  ne  avesse   sottraili  quanti    più  pol(>   alla  crudele   politica  della   Corte   Spagnuola:  ma  quanti 
tesori  perirono   per   sempre!  Fu  dunque    la  politica,  e  non    il  fanatismo   religioso,  che  operò  tale 
rovinai  Al  contrario,!  Frali,  e  soprattutto  i  Francescani,  avvedutisi  del  valore  storico  che  avevano 
tali  libri  posseduti   da'  nativi  alle   spirituali   loro  curo  affidati,  e  che   con  tanto  coraggio  difesero 


SAN  BUENA VENTURA  537 


dalla  violenza  e  rapacità  de'  novelli  loro  tiranni ,  raccolsero  religiosamente  que'  monumenti  nelle 
loro  case,  e  li  conservarono  :  fra'  quali  merita  speciale  menzione  il  Padre  Testerà,  Provinciale  della 
famiglia  Serafica  nel  Messico. 

Lasciando  da  parte  se  11  governo  Spagnnolo  trattasse  crudelmente  quelle  povere  genti  vinte, 
0  piuttosto  r  abbia  difese,  qcAnto  fu  possibile,  dalle  ingiustizie  e  ferocie  de'  conquistatori  ;  il  certo 
è,  che  fece  quanto  potè  per  spegnere  ogni  traccia  della  civiltà  indiana,  e  ridurre  quelle  disgraziate 
nazioni  a  una  compiuta  degradazione  t  II  famoso  Consiglio  dell'Indie,  non  contento  d'aver  fatto  distrug- 
gere, quanto  era  da  sé,  ogni  monumento  per  timore  che  a  qualche  genio  de'  tanti  Stati  d' Europa 
a  quel  tempo  soggetti  alla  Spagna ,  non  venisse  l' Idea  di  passare  alP  America  a  ridestarvi 
quel  saero  fuoco  vicino  ad  estinguersi,  arrivò  sino  all'  iniquità  di  proibire  con  ispeclati  leggi,  che 
avvocati,  chirurgi,  e  uomini  di  lettere  potessero  recarsi. in  America,  accumunandoli  al  Mori,  ai 
Giudei,  e  a'  sospetti  d' eresia,  co*  loro  discendenti  sino  alla  quarta  generazione  t  Non  si  poteva  andare 
al  Nuovo  Mondo  senza  speciale  licenza  del  Real  Consiglio  residente  in  Siviglia  I  Adunque  1  motivi 
religiosi  che  gli  scrittori  spagnoli  mettono  del  continuo  in  mezzo  per  difendere  il  loro  Governo,  non 
sono  che  ridicoli  pretesti  per  levargli  di  dosso  l'infame  delitto  I  Basti  ricordare  l'interdetto  messo 
a'  Vescovi  e  a  tutti  i  capi  degli  Ordini  Religiosi ,  che  apostolicamente  lavoravano  in  America ,  di 
non  aver  libera  comunicazione  con  la  Corte  romana;  talmente  che  niun  d'essi  poteva  ricever 
lettere  che  non  avessero  il  visto  del  Governo  I 

Dopo  Pietro  Martire,  il  nome  più  celebre  per  la  monografia  de'  libri  Messicani  è  quello  del 
Las-Casas.  E  se  come  il  Francescano  Zumarraga  nel  Messico,  e  il  suo  confratello  Landa  nel  Yucan- 
tan,  non  potè  sottrarsi  alla  crudele  e  Inesorabile  polìtica  del  Governo  di  Spagna,  certa  cosa  è  che 
tenne  nel  conto  che  si  doveva  i  libri  Americani  ;  né  a  lui,  né  agli  altri  santi  Vescovi  e  Missionari 
può  addebitarsi  che  perissero.  Si  legga  la  sua*fftifoHa  de  la$  Indias  (pubblicata  per  la  prima  volta 
in  Madrid  il  1875),  e  propriamente  il  Capitolo  S35.  «  Bisogna  sapere  (ei  dice)  che  in  tutte  le  repub- 
bliche di  quelle  terre,  nella  Nuova  Spagna  come  altrove,  tra  le  altre  professioni  v'  era  quella  di  cro- 
nisti e  di  storici.  E  quelli  che  l'esercitavano,  conoscevano  le  orìgini  e  le  cose  concernenti  la  reli- 
gione, gli  Dei,  il  loro  culto,  e  i  fondatori  de*  villaggi  e  delle  città:  sapevano  in  qual  modo  avevano 
cominciato  1  re,  i  signori,  e  l  loro  regni;  ì  modi  che  tenevano  nelle  elezioni  e  successioni;  il 
numero  e  le  qualità  de'  principi  che  avevano  vissuto  ;  le  loro  fatiche,  le  azioni,  l  fatti  memorabili, 
buoni  0  cattivi  che  fossero;  se  avevano  governato  bene  o  male,  ec;  l  loro  antichi  costumi;  le 
guerre  sostenute,  ec.  Tenevano  inoltre  il  computo  de' giorni,  de' mesi  e  degli  anni,  ec. . . .  Ei  non 
avevano  scrittura  simigliante  alla  nostra,  ma  usavano  figure  e  caratteri  propri,  ec.  » 

Oltre  de'  caratteri  e  libri  Messicani,  v'  erano  quelli  delle  altre  nazioni  Americane,  come  i  Caramarls 
nei  paesi  vicini  al  Darien.  Di  fatti,  lo  stesso  Pietro  Martire  racconta  la  sorpresa  che  ebbe  un  Indiano 
vedendo  de' libri  in  mano  agli  Spagnoli,  altamente  maravigliandosi  che  anch'essi  avessero  carat- 
teri con  cui  trasmettere  l  loro  pensieri  al  lontani.  Il  poeta  Spagnuolo  Erzilla,  nella  sua  Introduzione 
all'i4r(Kuana,  anch' egli  fa  menzione  di  libri  veduti  In  mano  agli  Aracuanl.  E  da  quanto  racconta 
l'Humboldt  (Sites  de»  Cùrdilleres  de$  peuples  indigènes  de  VAmerique,  tom.  I.)  del  libri  trovati 
dal  Francescano  Narciso  Gilbar  fra  gli  Indiani  Panos  in  riva  all'  Ucayle,  si  vede  chiaro  che  ave- 
vano una  grande  analogia  con  quelli  de' quali  abbiamo  sin  qui  parlato.  All'Humboldt  n'aveva 
fatto  relazione  il  Padre  Cisneros,  uno  de*  direttori  del  Mercurio  Peruano,  secondo  l'esemplare  che  n' 
aveva  ricevuto  dal  suo  confratello  il  Padre  Gilbar.  •  Erano  (dice  V  Humboldt)  cartelli  di  pitture,  che 
nella  loro  forma  esteriore  si  assomigliavano  molto  a' nostri  volumi  In  4.  Ciascun  foglio  aveva  tre 
decimetri  di  lunghezza  sopra  due  di  larghezza  :  la  copertura  di  ciascun  cartello  era  fatta  di  foglie 
di  palifaa  Incollate  insieme  e  d'  una  pereiuhyme  spessissima  :  pezzi  di  tela  di  cotone ,  di  finissimo 
tessuto,  erano  l  fogli,  cuciti  Insieme  con  filo  di  pite.  Quando  il  Padre  Gilbar  giunse  fra  l  Panos,  trovò 
un  vecchio  seduto  appiè  d'una  palma  e  circondato  da  giovani,  a' quali  dichiarava  il  contenuto 
di  que'  libri.  Dapprima  gli  indigeni  volevano  impedire  V  uomo  Manco  che  s' avvicinasse  al  vecchio, 
facendogli  conoscere  per  mezzo  dell'  Intermediarlo  degli  Indiani  di  Manoa  (che  soli  Intendevano  la 
lingua  del  Panos),  che  quelle  pitture  contenevano  cose  nascoste,  che  nissuno  straniero  doveva  sapere. 
E  solo  a  gran  pena  potè  II  Padre  ottenere  uno  di  que*  cartelli,  che  subito  Inviò  al  suo  confratello 
Padre  Cisneros  in  Lima.  Questi  voleva  far  depositare  il  preziosissimo  libro  nel  Convento  delle 
Missioni  Francescane  di  Ocopa  :  ma  sia  che  la  persona  a  cui  lo  confidò,  lo  smarrisse  passando  le  Cordi- 
gliere, sia  che  lo  rubasse  inviandolo  furtivamente  in  Europa;  certo  è,  che  non  giunse  alla  sua 
d^tlnaiionei  ed  ogni  ricerca  fatta  riuscì  senza  eflistto.  • 


538  SAN  BUBNAVSNTURA 


Simigliami  libri  (come  abbiamo  dall'  annalista  Hontesinos,  M9tnoriai  antigwu  hUtoriaU»  ed 
Perù^  Hb.  IL  cap.  i4.  Ilanoscritto  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid)  erano  anclie  nd  Perù; 
e  il  Montesinos  nel  compilar  le  sue  memorie  si  valse  dei  manoscritti  inediti  del  Domenicano  Las-Casai 
e  del  Francescano  de  Betan^s.  Lo  stesso  ha  il  Balboa  nella  sua  Hitioria  del  Ptrk^  ec  cap.  XIV,  dove 
parla  del  testamento  scritto  dell'  Inca  Hayana-Gapac  «  Pigliavano  (ei  dice)  un  lungo  bastonei  o  ima 
specie  di  gruccia,  e  vi  disegnavano  intomo  linee  di  diverso  colore,  da  cui  si  doveva  venire  lo  cogni- 
zione della  loro  ultima  volontà;  e  dipoi  li  consegnavano  al  Quipo-Camayoc,  notaio,  o  archivista  gene- 
rale. Quanto  ai  cordoncini  propriamente  detti,  di  lana,  o  di  cotone,  erano  conosciuti  dai  Purnhoas  ^ 
Quito  molto  tempo  Innanzi  che  cadesse  sotto  il  dominio  degli  Incas.  •  Ciò  vuol  dire  che  i  conquistatori 
Spagnoli  trovarono  al  Messico  quel  che  1  Portoghesi  avevano  incontrato  in  Gina.  Onde  il  dotto 
Francescano  Padre  Velades  (prosegue  11  BaASSBUi)  scriveva  degli  Indiani:  •  Sic  nostri  Qìodi  alioqni 
crassi  et  inculti  videantur)  veluti  polygraphia  quadam  utentes,  variis  modis arcana  sua  absque  lllerìs» 
sed  signis  et  flguris  mandabanL  Succedebant  interdum  in  locum  eiusmodl  characlemm,  fila,  divenis 
coloribus  prò  qualitate  nuncii  ipsius  tlncta.  Adde  huc  sagittas,  faseolos  colore  diversos  ac  varìos,  icni- 
polos,  grana,  et  id  genus  alia.  Sed  quae  pergam  dicere  omnium  admirabllium  admirabilissimA  aunU 
quod  cum  adeo  sint  stupidi,  tamque  in  crasso  aere  nati,  Istis  formis  epbemerides,  calendaria  ci 
annalia  delineant  »  (Reih,  Chritt.  pari,  IL  cap,  t7,  94.  et  iOO.; 

In  somma,  stupendi  avanzi  di  epigrafla  s* incontrano  in  tutto  il  continente  Americano:  non  sola- 
mente rocce  ed  ediOzii  coperti  di  sculture  (antiche  memorie  d' una  storia  perduta)  ;  ma  libri,  annali, 
e  avanzi  d'una  scrittura  più  o  meno  perfetta,  di  cui  le  pietre,  i  legni,  i  bastoni  dipinti,  i  cordoodni 
a  vario  colore  sono  irrepugnabili  documenti.  Dei  cordoncini  di  lana  o  di  cotone  si  servono  anche  oggi 
gli  Aracuani.  Di  flgure,  delle  quali  si  servivano  i  selvaggi  del  Canada,  parla  il  Francescano  Ltrianr 

Noi  pensiamo  (conchiude  il  Brassbui)  che,  col  tempo,  si  igriverà  a  deciferare  i  misteriosi  libri  che  i 
Missionari  ci  ebbero  conservati.  E l' alfabeto  maya  (noi  aggiungiamo)  daini  pubblicato  èli  primo  lampa 
Gioverà  moltissimo  F  esaminare  i  metodi  tenuti  da' Missionari  medesimi  per  insegnare  agli  indigeni  il 
Catechismo;  cioò  i  catechismi  in  pittura,  Doctrinat  thritHanat,o  immagini  parlanti,  intramezzate  da 
spiegazioni  scritte,  seguendo  quasi  sempre  il  sistema  graflco  dei  popoli  ove  s' incontrarono  ad  evangeliz- 
zare. Onde  un  valente  Francese,  il  signor  Aubin,  dopo  di  avere  mostrato  in  una  sua  eruditissima  Memoria 
sul  Messico  (  Memobre  tur  la  peitUure  didaeiique  et  V  eerUwre  fiQwroHve  dee  ancUm  Meuieains,  ParU, 
1847  )  V  importanza  dello  studio  delle  pitture  ordinate  da'  Missionari  Francescani  per  l' insegnamento 
della  dottrina  cristiana,  prosegue:  t  Ricordando  quel  che  dissi  de' catechismi  misti,  ancora  in  uso 
in  qualche  contrada,  e  inollrc  che  nel  momento  che  passò  per  Bogotà  il  grand'  Humboldt,  il  signor 
Du(iuesnc  per  mezzo  degli  Indiani  Mozcas  riusci  a  decifrare  ed  intendere  il  Calendario  e  i  caratteri 
antichi  che  quello  per  tal  fine  gli  aveva  Inviati  ;  e'  ó  mulivo  a  sperare  che  da  ultimo  si  troverà  la 
chia\o  della  scrittura  in  crosta,  ansia  in  pittura,  clic  non  ò  meno  antica  dell'altra.  >  E  non  si  creda 
che  questi  studi  non  abbiano  che  far  nulla  con  la  Religione  :  invece,  strettissima  è  1*  attinenza  che 
hanno  con  essa.  Per  essi  si  viene  in  chiaro,  che  le  civiltà  trovate  nel  Nuovo  Mondo  non  erano  altro 
che  avanzi  di  una  civiltà  di  molto  anteriore,  portata  là  dal  mondo  antico.  «  Fa  sorpresa  (dice 
Alessandro  Humboldt,  SUet  det  eordUleret,  ec.)  trovare  alla  flne  del  XV  secolo  in  un  mondo  che  noi 
chiamiamo  nuovo,  le  instìtuzioni ,  le  idee  religiose  e  le  forme  degli  ediOzi,  dio  mostrano  chiara- 
mente di  risalire  alla  prima  aurora  della  civiltà  dell'  Asia.  » 

li  Bbasseur  (come  abbiamo  dello)  ha  cominciato  a  portar  lume  in  questo  oscuro  ed  interessante 
argomento,  con  le  dotte  sue  pubblicazioni,  e  specialmente  con  (luella  del  Codice  Tboano  (  lAnguitUque. 
M$,  Troano  elude  sur  le  tysleme  grafiqike  et  la  langue  de  Mayax,  par  M.  Braiseur,  ec.  Parie,  Impri- 
merie  Imperiale,  1869),  che  è  ad  un  tempo  fonetico,  monosillabo  e  alfabetico,  con  caratteri  flgu- 
ralivi  e  simbolici,  servendosi  della  lingua  maya  del  Yucatan,  che  sembra  essere  la  stessa  cosa.  E 
in  questo  difficile  studio  gli  hanno  giovato  sopra  tutto  gli  studi  de'  Francescani  Cogolludo,  Beltran  di 
Santa  Rosa,  e  la  Grammatica  del  Padre  Francesco  Gabriele  da  San  Buonaventura,  che  egli  dà  aggiunta 
ai  Codice.  «  Le  Grammatiche  (egli  dice)  del  Padre  Gabriele,  e  i  Vocabolari  del  suo  confrafello  Beltran 
de  Santa  Rosa,  ci  hanno  messo  in  condizione  di  formare  un  Dizionario,  che  sarà  della  maggiore 
utilità.  •  Rammenta  poi  il  Vocabolario  che  Io  stesso  Padre  aveva  lascialo  non  solo  della  lingua  maya, 
ma  della  mitologia,  della  storia  e  delle  piante  del  Yucatan.  i  Un  altro  (egli  prosegue)  ne  aveva 
cominciato  ne'  tempi  moderni  il  Padre  Gioacchino  Ruz;  ma  sventuratamente  lo  lasciò  incompleto;  ed 
inoltre,  invano  ne  facemmo  ricerca  durante  il  nostro  soggiorno  in  Merida.  Ma  per  buona  ventura 
n'esiste  un  altro,  abbastanza  compito,  nella  ricca  Biblioteca  del  signor  Baow  in  Providenza  negli 


SANGTA  GRUCE  539 


rra 


Siati  Uniti,  procedente  dal  Messico,  ed  è  opera  d' un  altro  Francescano,  il  Padre  Antonio  da  Ciadad 
Rodrigo ,  uno  de*  primi  dodici  Apostoli  del  Messico ,  al  tempo  del  Cortez.  N*  ha  fatta  una  copia  il 
signor  Bbrendbt,  la  quale  siamo  assicurati  che  verrà  pubblicata  in  Europa.  Adunque  (  egli  conchiude) 
le  sorgenti  più  pure  del  nostro  Vocabolario  sono  la  Grammatica  del  Padre  Francesco  Gabriele 
da  San  Bonaventura,  le  Profezie  del  suo  confratello  il  Padre  Lizana,  le  Relazioni  di  Pech,  e  i 
Vocabolari  del  Padre  Beltran  da  Santa  Rosa.  I  vocaboli  poi  più  lunghi ,  gli  abbiamo  estratti  dalle 
opere  del  Francescano  Padre  Gioacchino  Ruz.  Questo  Religioso,  assai  dotto  nella  sua  lingua,  con 
maravigliosa  facilità  li  componeva  all'  infinito, senza  mai  alterare  minimamente  il  valore  delle  sillabe.» 

Da  questi  cenni  il  lettore  vede  qnal  parte  si  debba  attribuire  all'  Ordine  Francescano  negli 
importantissimi  studi  storici  ed  etnografici ,  di  cui  tanto  si  occupa  il  nostro  secolo  :  e  nondimeno 
non  è  questa  che  una  piccola  parte  delle  opere  che  essi  ci  ebbero  lasciate  ;  molte  sono  ancora  ignorate, 
altre  involate ,  o  pubblicate  sotto  altri  nomi ,  ed  altre  sepolte  negli  Archivi  e  nelle  Biblioteche. 
Questa  nostra  pubblicazione  ne  è  prova;  e  tuttavia  essa  è  imperfettissima.  Molti  altri  nomi  e  lavori 
avremmo  potuto  annotare  e  illustrare,  se  il  tempo  e  i  mezzi  ci  fossero  bastati;  altri  non  meno 
importanti  d^'già  riferiti  daremo  appresso;  oltre  quelli  che  riserbiamo,  se  ci  basterà  la  vita, 
per  un  altro  lavoro. 

Non  occorre  che  io  faccia  qui  notare  quanto  importi  che  oggi  noi  ci  rendiamo  familiari  questi 
studi  :  i  nemici  del  Cattollcismo,  con  l'animo  preoccupato  contro  la  rivelazione,  ne  fanno  uno  de*  pre- 
diletti loro  argomenti  per  combatterlo:  spetta  a  noi  il  mostrare  che,  al  contrario,  essi  vengono  a 
sempre  meglio  confermare  la  parola  dei  Libri  Santi,  che  la  Chiesa  cattolica  ha  in  custodia,  e  che 
quindi  ella  possiede  l'assoluta  verità,  da  cui  dipende  la  vita  dell'  umano  spirito. 

612.  Sancta  CRUCE(a).  —  Epistola  Patris  Fr.  Joannis  a  Sancta 
Cruce,  Angliae  Ministri  Ordiais  Minorum,  ad  serenissimum  et 
magnum  Ducem  Etruriae. 

E  nell'Archivio  Mediceo,  nelle  Relazioni  del  BASSBTTi,segretario  di  Cosimo  IH.  Ha  la  data  di  Milano, 
Ilio  luglio  1688.  Ci  par  documento  da  riferirsi  per  intero.  Essa  dice  cosi:  t  Serenissime  Magne  Dux  I 
Egrediens  Roma  sub  finem  iunii  per  viam  Sanctam  Laureti,  ut  statura  regni  Angliae  Reginaeque  prae- 
gnantis  Virgini  Deiparae  in  sacra  aede  recomendarem,  dccreveram  iter  inde  per  Florentiam  prosequi,  ut 
praesens  ad  pedes  tuae  Celsitudinis  regiae  iterato  humillimas  exponerem  petitiones  prò  subsidio  ad 
propagandam  fldem  Calholìcam,  et  ad  ampliandum  Ordinem  nostrum  Seraphicum  in  regno  Angliae, 
sub  clementibus  piissimi  Regis  nostri  anspiciis,  opportuno.  Verum  cum  praesentia  mea  intra 
provinciam  vehementer  posceretur,  et  saepius  in  itinere  recurrerent  nova  nati  Principis  Wallid,  ingens 
desiderinm  quo  ferebatur  animus,  ut  de  tam  laeto  nuncio  certior  flerem,  iter  accelerabat  ;  evenitque 
foeliciter:  Mutinaeenimoccurritnunciusnatae  prolis  masculae  foelicissimus,  acdie  quarta  huius  actae 
sunt  illic  Deo  gratiae  solemnes,  prò  tam  immenso  erga  Angliam  et  Europam  unlversam  beneficio,  unde 
elucet  spes  amplissima  progressus  lucis  fide! ,  sub  stella  tanta,  tantorum  parentum  sobole  illustris- 
sima. Spem  hanc  augebit  Serenìssimae  Celsitudinis  tuae  regiae  liberalitas,  si  vetus  urbis  Cantuariae 
Conventus  e  manu  haeretiel  possessore  redlmatur,  ae  piis  Provlnclae  Angliae  nslbus  resti tuatur. 
Unicus  fundum  totum  et  ruinas  occupat,  iustoque  pretio  vendere  cupit.  Igitur  nunc  de  loci  illius 
recuperatone;  summa  vero  exposcitur  Ingens,  nempe  millae  dugentae  nostrales.  Si  ad  finem  hunc 
dignetur  Celsitudo  tua  regia  adiicere  eleemosinam,  adlaborablmus  ut  locus  Is,  qui  sanctorum  ac 
illustrium  virorum  asylus  nonnumquam  fuit.  Ordini  restituatur,  sitque  initlum  restaurationis  fldei 
in  urbe,  cuius  Episcopus  est  regni  Primas;  in  qua  sedit  Ethelbertus  rex,  opera  Sanctl  Gregorii 
Magni  ad  fidem  con  versus;  in  cuius  ecclesia  cathedrali  martyrium  passus  est  Sanctus  Thomas  Can- 
tuariensis  sub  Henrico  rege  secundo;  cuiusque  Conventus  Guardianus  postremus,  primus  fuit,  qui 
prò  Sacrae  Sedis  Apostolicae  primatu  sanguinem  fudit  sub  Henrico  rege  Vili.  Inspiret  Deus  quidquid 
sanctae  fidei  propagandae,  tuaeque  Celsitudinis  regiae  glorlae  ampliandae,  tituloque  fundatoris  erit 
magis  congruum.  Festino  in  Provincia,  ac  Londlnl,  apud  Celsitudinis  regiae  agentem  opperlar. 
Interim,  ac  aeterne,  vota  Deo  sanctissimo  operumque  mìsericordiae  rerouneratorl  amplissimo  prò 
temporali  et  perenni  regiae  incolumitate  porrecturus.  Serenìssimae  Cebitudinis  regiae  humillimns  et 
devotlssimas  servus— Fr,  Joannes  «  Saata  Croce,  Angliae  Minister.  » 


StoHipt 


540  SANCTA  MARIA  -  SANCTO  PRANGISGO 

613.  Sancta  Maria  (a). — Elenchus  caeremoniarum  Terrae  Saa- 
ctae,  in  quo  non  solum  ritus  ioti  Ecclesiae  communes  enuclean- 
tur,  imo  et  particulares,  qui  sanctuariorum  gratia,  per  Fratres 
Minores  peraguntur;  congestus  per  P.  Patritium  a  Sancta  Maria 
(  alias  de  Cortona  ) ,  Terrae  Sanctae  caeremoniarum  magistrom,  et 
in  iisdem  sanctissimis  Palestinae  locis  per  annos  viginti  unum 
habitantem.  — Lisbona,  typ.  doct.  Em.  Alv.  Sellano,  1754. 

Un  volume  in  4.  È  ricordato  nel  Catalogo  della  privata  Biblioteca  del  signor  Ebcalopub. 

614.  Sancto  Antonio  (a).  — Bibliotheca  universa Frandscana, 
sive  alumnorum  trium  Ordinum  S.  P.  N.  Francisd  qui  ab  ordine 
Seraphico  condito  usque  ad  praesentem  diem  latina,  sive  alia 
qua  vis  lingua  scripto  aliquid  consignarunt,  encyclopedia  Willoti, 
atheneo  et  syllabo  Wadingiano  locupletior,  in  tres  distributa  tornai, 
adiectis  necessariis  indicibus,  ac  materiarum  bibliotheca,  concin- 
nata a  P.  P.  Fr.  Jeanne  a  Sancto  Antonio  Salmantino,  etc.  Matriti, 
ex  typographia  causae  V.  Matris  de  Agreda,  1732  e  1733. 

Sono  3  volumi  in  foglio,  di  cui  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  6  uno 
de*  prim^  lavori  bibliograflci  di  molta  importanza.  Dell'  interessantissima  Cronaca  che  scrisse  in 
lingua  spagnnola  abbiamo  detto  di  sopra. 

w..  615.  Sancto  Antonio  (a).  —  Catalogus  christianorum  a  me 

infrascripto  in  totius  anni  decursu  administratorum.  1807. 

Manoscritto  dell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  mi  fu  inviata  copia  da  quei 
Padri ,  segnato  in  fine  :  Ex  regno  Coneinànae ,  atque  ex  pago  Cai-uhum,  dei  31  maji  1808.  — 
Fr.  Franciseui  a  Saneto  Antonio  Mittionaritu  ApoitoUctu  et  Religiosut  Frandscanus  ex  Prtwinàa 
Manilensi. 

—  Catalogus  de  Sacramentis  a  me  infrascripto  et  a  coadiutore 
sacerdote  Anamita  administratis  anno  1812.  Cho-quan. 

Altro  Manoscritto,  di  cui  parimente  ebbi  copia,  ed  ha  la  data  seguente:  Datum  ex  Cho-quan 
die  25  maji  1813. —  Fr.  Franciscus  de  Sancto  Antonio  Missionarius  Apostolicus  de  Provincia  San 
Gregorii  Magni. 


Asia 


Slitmp. 


616.  Sancto  Francisco  (a).  —  Globus  et  canon  arcanorum 
linguae  sacrae ,  ec.  per  Patrem  Fr.  Aloysium  a  Sancto  Francisco 
Regularis  Observantiae  in  regno  Portugalliae.  Romae ,  1586. 

Tolgo  questa  indicazione  dall'opera  del  P.  Vicente  SALGxno:  Origem  e  progreuo  dot  lÀngua$ 
Orientaet  na  CongregofOo  da  Tereeira  Ordem  de  Portugal ,  IÀ$hoa  4790. 


SAN  DIEGO  -  SAN  FEtlPE  541 

u  I  I r n-m n-^ w — rrT ■ 1 ^^j^__— ^_^^^^^,^^_^»^^_^^— — ^^^_^»^— ^^^_^^^^— ^^^^■^^^^^^__^_ 

617.  San  Diego  (de).  — Discurso  de  la  vida  meritos  y  trabajos 
del  Ilustrissimo  Senor  Obispo  del  Paraguay  y  verdaderas  desnudas, 
con  las  quales  se  prueva  quan  inocentemente  ha  padecido  en 
defensa  de  la  dignidad  episcopal,  desde  el  alio  1644  en  que  lo 
hecharon  de  su  diocesis  hasta  el  de  1657  en  que  se  balla  fuera 
de  eUa,  obligandole  vivir  en  los  campos  y  desiertos,  donde  predica 
e  instruye  a  la  muchedumbre  de  Indios  que  le  sigue,  y  a  quien 
administra  los  Sacramentos,  conio  lo  hazia  siendo  Religioso  par- 
ticular  de  mi  Padre  San  Francisco.  Apoyadas  con  los  instrumen- 
tos,  autos,  peticiones,  cartas,  y  sentencia  que  le  dieron,  y  con 
la  Cedula  Beai  ^.^  que  la  etra  parte  ha  presentado  en  diferentes 
tribunales.  Por  Fray  Juan  de  San  Diego  y  Villaron,  Religioso 
Lego  de  la  Orden  de  mi  Padre  San  Francisco ,  Procurador  de 
las  Provincias  del  Tucuman/ Paraguay  y  Buenos-Ayres ,  y  de 
las  causas  del  Ilustrissimo  Senor  D.  Fray  Bernardino  de  Cardenas, 
Obispo  del  Paraguay.  Al  Bey  nuestro  Senor  en  sus  reales  manos. 

Sono  30  carte  ;  con  altre  48  non  numerate,  di  documenti  e  pareri;  di  cui  si  trova  un  esemplare 
nella  Biblioteca  dell'  Episcopio  di  Cordova. 

618.  San  Diego  (de).  —  Belacion  de  la  conversion  y  progresos 
de  la  Fé ,  en  los  reynos  de  Calonga  y  Tabuca  :  por  el  P.  Fr. 
Bartolomé  de  S.  Diego  de  la  Provincia  de  S.  Pablo. 

Così  riJnBRTA  (Estado,  ec),  dicendo  che  è  datata  il  25  aprile  1640.  Passò  dalla  Spagna  alle 
Filippine  il  i6Ì8»  e  fu  destinato  alle  Missioni  delle  Molucche.  Da  Ternante  si  recò  a'  regni  di  Calonga 
e  di  Tabuca,  dove  ottenne  numerose  conversioni  e  fondò  pareccliie  Chiese.  Tornato  a  llanila,  vi 
mori  il  i648. 

619.  San  Estbvan  (de). — Historia  del  martirio  de  Fr.  Sebastian 
de  S.  José  y  Fr.  Antonio  de  S.  Ana  en  las  islas  Molucas:  por 
el  P.  Fr.  Gregorio  de  S.  Estevan  de  la  Provincia  de  S.  Pablo. 

—  Historia  de  las  Islas  Molucas  y  sus  guerras. 

Cosi  r  HuBRTA  (Estado  ec).  Il  P.  Gregorio  parti  dalla  Spagna  per  le  Filippine  il  1609,  donde 
fu  inviato  alle  Molucche  il  i«i2.  Dipoi  tornò  alle  Filippine,  e  mori  in  Manila  il  163S. 

u..  620.  San  Felipe  (de).  —  Actas  del  martirio  de  Fr.  Apolinario 

"^    Franco  y  sus  companeros  :  por  el  P.  Fr.  Juan  de  S.  Felipe  de  la 
Provincia  de  S.  José. 

—  Estado  de  la  cristiandad  del  Japon. 


M». 


hmU 


542  SAN   FRANCISCO 


AOTrira 


Sltf^f' 


Stomp, 

e 

Jtf«. 

Asia 


Così  r  HuERTA  (Esiodo,  ee.)y  aggiuDgendo  che  quest'  ultimo  MaDOseriUo  ò  firmato  il  SO  marzo 
del  Ì6i8.  «  Fr.  Juan  da  S.  Felipe  (egli  continua),  Confesor,  proteso  en  la  santa  Provincia  de  S.  José, 
paso  a  Filipinas  el  aSo  de  1609,  donde  se  ocupó  en  la  conversion  y  fué  maestro  de  Novicios  de 
nnestro  Convento  de  Manila.  El  ano  de  Ì6i3  paso  a  las  Misiones  del  Japon,  donde  ejercitó  sa  ttr- 
voroso  celo  ....  Despues  de  una  vida  en  todo  apostolica,  y  habicndo  tenido  revelacion  de  sa  maerte, 
falleció  en  la  ciudad  de  Nangasaqui  el  dia  Ì2  de  octubre  de  1628,  dcjando  gran  fama  de  santìdad.  • 


"p-  621.  San  Francisco  (de).  —  Relacion  del  viage  espiritual  y 
prodigioso ,  que  hizo  a  Marniecos  el  Venerable  Padre  Fray  Juan 
de  Prado,  Predicador  y  primer  Provincial  de  la  Provincia  de  San 
Diego  del  Andaluzia.  Escrito  por  el  Padre  Fray  Matias  de  San 
Francisco,  su  humilde  companero,  Guardian  al  presente  del  Con- 
vento de  su  Orden,  fundado  en  Marruecos.  Sale  a  luz  debaxo  de 
la  proteccion  de  la  Excelentissima  Senora  Dona  Ana  Femandez 
de  Cordova,  Duquesa  de  Feria  ec.  Ano  1643.  En  Madrid.  Por 
Francisco  Garcia,  Impresor  del  Reyno. 

È  un  volume  in  4,  di  230  pagine.  Alla  pagina  13  :  •  Comienza  la  relacion  del  viage  que  el  venera- 
bile Padre  Fray  Juan  de  Prado,  Predicador  y  primer  Provincial  de  la  Provincia  de  San  Diego,  del 
Andaluzia,  hizo  al  reyno  de  Marruecos,  llevando  por  sus  companeros  a  Francisco  de  Ocafia,  Religioso  de 
los  que  en  Religion  llaman  Uegos,  y  a  mi  Fray  Matias  de  S.  Francisco  tan  indigno  companero  suyo,  ec» 


622.  San  Francisco  (de).  —  Relicario  y  viage  de  Roma,  Loreto, 
y  Jerusalem,  que  hizo  el  P.  Fr.  Eugenio  de  S.  Francisco,  anno 
1682.  Cadiz,  Alf.  Bartol.  Nunez  de  Castro. 

lin  volume  in  4,  istorialo,  rarissimo,  e  sconosciuto  ai  bibliografl.  N'era  un  esemplare  nella 
privala  Biblioteca  del  signor  Carlo  Escalopier.  • 

623.  San  Francisco  (de).  —  Relacion  verdadera  y  breve  de  la 
persecucion  y  martirios  que  padecieron  por  la  confesion  de  la  nue- 
stra  santa  Fò  catolica  en  Japon  quinze  Religiosos  de  la  Provincia 
de  S.  Gegorio  de  los  Descalgos  del  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco 
de  las  Islas  Filipinas.  Adonde  tambion  so  trata  de  otros  Martires 
Religiosos  de  otras  Religionos  y  seculares  de  deferentes  estados. 
Todos  los  quales  padecieron  en  Japon  deste  afio  de  1613  basta 
el  de  1624.  Dirigida  por  la  misma  Provincia  a  S.  R.  y  C.  Ma- 
gestad  de  Phelipe  Quarto  nuestro  Rey  de  Espana.  La  qual  escriviò 
y  embió  a  la  dicha  Provincia  Fray  Diego  de  San  Francisco 
Predicador  de  la  misma  Provincia  y  Comissario  del  Japon.  Con 
licencia.  En  IVfanila,  en  el  Colegio  do  S.  Thomas  de  Aquino  por 
Thomas  Pimpin,  impressor  de  libros.  Ano  de  MDCXXV. 


SAN   GERONIMO  543 


Un  volane  in  4,  di  tre  carte  preliminari  e  04  numerate.  Ve  n'è  anche  un'edizione  di  Mexico 
del  16i0,  parimente  in  4.  E  poi  una  tradazione  italiana  stampata  in  Napoli  per  Ottavio  Beltrano,  1630. 
Dell'edizione  di  Manila  n'è  an  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze.  Pochi  Libri  hanno 
P incanto  di  questa  relazione;  è  un  dramma  che  ti  rapisce,  e  dove  i  più  solenni  prodigii  della 
divina  grazia  si  manifestano  in  tanto  splendore,  che  ti  trovi  in  una  continua  azione  soprannatu- 
rale, che  ti  fa  piangere  per  profonda  commozione.  Se  questo  libretto  fosse  stato  fra  noi  conosciuto, 
pochi  anni  fa,  quando  avvenne  la  beatificazione  de* martiri  Francescani  del  Giappone,  quanto  non 
ne  avrebbe  profittato  la  storiai 


—  Estado  de  la  cristiandad  del  Japon  en  1612. 

—  Refutacion  de  las  sectas  del  Japon  y  esplìcacion  de  la 
doctrina  cristiana,  en  idioma  Japon,  el  ano  de  1613, 

—  Catecismo  de  la  doctrina  cristiana,  en  el  mismo  idioma. 

—  Relacion  de  la  persecucion  y  Martires  del  Japon  desde 
1624  a  1628. 

—  Continuacion  desde  1628  basta  el  25  setiembre  de  1630. 


t  Fr.  Diego  de  San  Francisco,  o  Pardo  (dice  lo  stesso  Hubrta),  Predicador,  naturai  de  Membrilla, 
profesó  en  la  santa  Provincia  de  S.  Pablo,  paso  a  Filipinas  el  ano  de  1609. . .  El  ano  de  Ì6i2  paso 
a  las  Misiones  del  Japon,  donde  trabajó  con  mucho  celo,  y  en  donde  desempeno  ci  cargo  de  Comi- 
sano  Provincial,  quedandose  oculto  en  el  destierro  general  de  los  ministros  evangelicos  en  Ì6i4. 
El  Martes  Santo,  14  de  abril  de  Ì6i5,  fué  preso  por  la  predicacion  en  la  ciudad  de  Yendo,  y  el 
Juves  Santo,  i6  de  dicho  mes  y  ano,  confesó  la  Fé  con  valentia  de  espiritu,  en  publico  tribunal  a 
presencia  del  Emperador,  y  despues  fué  encerrado  en  la  penosa  carcel  de  Yendo,  la  cual  tenia 
cinco  varas  de  ancho  por  doce  de  largo,  y  contenia  156  personas.  En  està  horrorosa  prision  se 
Ilenó  de  lepra  asquerosa  y  sufrió  con  admirable  paciencia  indecibles  trabajos  ;  pero  tuvo  el  Consuelo 
de  convertir  y  bautizar  a  60  personas  en  la  misma  carceL  Por  influjo  de  un  noble  Japon  fué 
desterrado  a  Mejico,  embarcandole  el  dia  30  de  setiembre  de  1616,  y  Ife^^ando  a  la  referida  ciudad 
de  Mejico  le  fué  profetizado  el  martirio  por  un  venerable  sacerdote  llamado  Padre  Losa.  El  mcs 
do  abril  de  1618  saliò  para  Filipinas,  a  donde  Uegó  en  Julio,  y  a  los  tres  dias  partió  para  el  Japon, 
donde  continuò  sus  tareas  apostolicas  con  nuevo  fcrvor.  . . .  Fué  uno  de  los  que  mas  trabajoron 
en  la  viì!a  de  Japon,  y  el  ano  de  1634,  en  cnya  epoca  se  cerrò  dicho  reino  con  tanto  rigor  para 
los  ministros  del  Evangelio,  se  quedó  escondido,  y  no  ha  podido  averiguarse  comò  y  cuando  murió, 
pues  aunque  llegaron  noticias  de  que  le  habian  martirizado,  nunca  se  dijo  con  certeza.  • 


624.  San  Geronimo  (  de  ) .  —  Historia  autentica  y  actas  del 
Martirio  de  Fr.  Sebastian  de  S.  José  y  Fr.  Antonio  de  Santa 
Ana,  en  las  islas  de  Macasar  y  Tagolanda  el  ano  1610,  por 
el  P.  Fr.  Gabriel  Bautista  de  S.  Geronimo  de  la  Provincia  de 
S.  José. 


Parti  dalla  Spagna  per  il  Messico  e  le  Filippine  il  1580.  Di  là  il  1612  passò  alle  isole  Moluche, 
e  scrisse  la  sua  opera  nel  Convento  di  Ternate.  Dipoi  nel  1614  si  recò  alle  Missioni  delFisola  di  Jiiolo, 
•  donde  (dice  l'HuBRTA,  FMado,  ee.J  hizo  maravillosos  frutos  y  fundò  una  pequena  Iglesia;  pero 
consnmido  de  los  trabajos  y  lleno  de  mcritos,  muriò  en  dicha  isola  el  mismo  ano  do  1614.  • 


544  SAN   GREGOIUO-SAN  JOSÉ 


625.  San  Gregorio  (de).  —  Esplicacion  de  los  ptincipales  mi- 
jfr.   sterios  de  nuestra  santa  Fé,  en  idioma  Tagalog  :  por  el  Padre  Fr. 
Antonio  de  S.  Gregorio  de  la  Provincia  de  S.  Pablo.  Impreso  en 
Manila  en  la  Oficina  de  Simon  Pimpin  el  ano  de  1648. 

Un  volume  in  4. 

— Defensorio  de  Fr.  Benito  de  Christo,  Gobernador  eclesiastico 
de  Macao. 

L*  HuERTA  (Esicido,  ec)  dice,  che  è  datato  in  Manila  il  i%  di  ottobre  del  1642. 

—  Informe  al  superior  Gobierno  de  Filipinas,  sobre  los  usos 
y  costumbres  de  los  Indios  de  Camarines,  metodo  a  convertirlos, 
y  proyectos  de  defensa  centra  las  invasiones  piraticas  de  los 
Moros. 

Secondo  lo  stesso  Huerta  (Ettado,  ec.J,  è  datato  in  Naga  il  18  di  luglio  del  1656.  Il  Padre  da  Sant' 
Antonio  nacque  in  Saelices  de  los  Gallegos,  diocesi  di  Ciudad-Rodrigo,  e  professò  la  Regola  France- 
scana il  i6U.  Il  i622  passò  alle  Filippine,  e  vi  tenne  varii  uflScii,  di  Lettor  di  Teologia,  di  Deflnitore, 
e  di  Provinciale  di  tutta  la  Missione,  sotto  il  cui  governo  il  celebre  Missionario  Fr.  Antonio  da  Santa 
Maria  penetrò  nella  Cina  in  tempo  di  flerissima  persecuzione.  II 1635  si  recò  al  Messico,  e  felicemente 
esaurite  le  incombenze  che  ve  lo  avevano  condotto,  tornò  a  Manila,  e  vi  riprese  V  apostolico  ministero. 
Finalmente  il  1649  venne  nominato  Vescovo  di  Nueva-Caceres ,  di  cui  prese  possesso  il  i653,  e 
governò  quelle  diocesi  fino  al  1661,  in  cui  mori  nel  nostro  Convento  di  Naga,  lasciando  grande 
fama  di  santità. 


ifi 


626.  San  José  (de).  —  Estado  de  la  Provincia  de  S.  Gregorio  en 
^   el  ano  de  1680,  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  S.  José,  o  Camarena, 
de  la  Provincia  de  S.  José. 

—  Estado  de  la  Provincia  de  S.  Gregorio  en  el  ano  de  1695. 

—  Instruccion  de  los  Misterios  do  la  Misa  en  idioma  Tagalog. 

—  Instruccion  de  Ministros  nuovos  de  Indios. 

Cosi  r  Huerta  CEstado,  ec).  Naturale  di  Camarena,  diocesi  di  Toledo,  il  Padre  Francesco  pani 
per  le  Filippine  il  1662.  Rendulesi  familiare  le  lingue  Bìcol  e  Tagaloj?,  evangelizzò  con  assai  frullo 
in  molti  popoli,  come  Buia,  Camalìg,  Cagsaua,  Tayahas,  Naga,  Capalungan,  Gumaca,  Lumlxang, 
Pagsanhan,  Sampaloc,  Bay,  Pila.  Da  ultimo  ritiratosi  infermo  in  Manila,  quivi  mori  nel  1701. 

Lasciò  anciie  i  lavori  segucnli:  1.  Uanto  de  la  Raguel  Serafica:  i.  Verdad  desnuda  y  desralza: 
3.  Dos  sermones  pangiricos;  e  questi  furono  messi  a  stampa  in  Manila  il  1681:  4.  hi4truceion  de 
taeristanes  tagalos. 


Ut. 


627.  San  José  (de).  —  Relacion  de  los  prodigios  y  cosas  notables 
aTu    de  su  mision  en  la  Provincia  de  Foquien,  ano  de  1725:  por  el  P. 
Fr.  Diego  de  San  José  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 


SAN  JOSÉ  -  SAN  JOSEPH  545 


—  Relacioa  de  la  persecucion  contra  los  cristianos  en  Canton, 
ano  de  1733. 

—  Esplicacion  de  los  ritos  Chinicos,  ano  de  1746. 

Ck)sl  THuERTA  (Esiado,  ec).  II  Padre  Diego  era  nativo  di  Toledo;  professò  la  Regola  Francc- 
scaDa  il  1711,  e  il  1721  passò  alle  Filippine,  donde  Io  stesso  anno  fu  inviato  alle  Missioni  della 
Gina.  Destinato  alla  provincia  di  Foquien,  lavorò  con  indicibile  zelo  per  la  diffusione  della  fede, 
e  sostenne  prigionie  ed  oltraggi  con  eroica  costanza.  Morì  in  Foquien,  dopo  34  anni  di  apostolato, 
il  16  di  giugno  del  1755.  Dell'  una  e  dell'  altra  Relazione  mi  hanno  inviato  copia  i  nostri  Padri  di  Manila. 

628.  San  José  (  de  ) .  —  Defens^  de  las  operaciones  de  los 
Misioneros  de  China  en  el  aito  de  1714  contra  lo  dispuesto  por  el 
Sefior  Patriarca  D.  Carlos  Mailard ,  ano  de  1707 ,  por  el  P.  Fr. 
Nicolas  de  San  José  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 

Ck)sl  r  HuERTA  fEttado,  ec.).  Passò  alle  Filippine  il  1690,  donde  venne  inviato  alle  Missioni  della 
Goncincina  il  1700.  Quivi,  dopo  due  anni  di  apostolico  ministero,  scoperto  ed  imprigionato,  ebbe  a 
far  ri  tomo  alle  Filippine:  e  il  i705  parti  per  Cina,  dove  morì  il  1719. 

629.  San  Joseph  (de).  —  Historia  de  las  vidas  y  milagros  de 
nuestro  Beato  Padre  Frai  Pedro  de  Alcantara,  del  venerable  firai 
Francisco  de  Cogolludo  y  de  los  Religiosos  insignes  en  virtudes 
qnehahavido  en  la  Reforma  de  Descalfos,  que  el  mismo  bienaven- 
tnrado  Santo  Padre  instituyo  en  la  Orden  de  nnestro  Seraphico 
Padre  Francisco  con  la  f  andacion  de  las  Provincias  que  de  ella  han 
procedido.  Dedicala  a  la  Reyna  de  los  Angeles  Maria  Sefiora  Nnestra 
frai  Martin  de  San  Joseph,  indigno  Fraile  Menor  Descalfo,  Deflni- 
dor  de  la  Provincia  de  San  Pablo  de  Castilla  Vieja.  En  Arevelo,  en 
la  Impronta  de  Geronimo  Murillo,  ano  de  1644. 

Sono  due  volumi  in  foglio:  il  primo,  di  4  carte  preliminari  non  numerate  e  667  pagine:  il 
secondo,  di  pagine  635,  e  24  carte  in  flne  di  Tdblan  de  las  cosas  notàbles.  Libro  ricchissimo  di 
notizie  e  di  biograne  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  nelle  Filippine,  in  Cina  e  nel  Giappone.  N*  è 
un  esemplare  nella  Biblioteca  del  Palazzo  Arcivescovile  di  Siviglia. 

630.  San  Joseph  (de).  —  Discurso  consultivo ,  propuesto  por  el 
R.  P.  Fr.  Francisco  de  San  Joseph,  Predicad or  y  Ministro  Provincial 
de  la  Provincia  de  San  Gregorio  de  las  Islas  Philipinas  de  Des- 
calgos  de  N.  P.  S,  Francisco,  tocantes  a  los  Religiosos  de  su  Orden 
que  administran  en  las  conversiones  de  los  reynos  de  China  y  sus 
adiacentes  aSo  de  1684. 

Manoscritto  di  4  carte,  ueWÀrchivo  de  Indku  di  Siviglia. 

35 


546  SAN  JUAN  B AUTISTA  -  SAN  JUAN  DEL  PUERTO 

m.  631.  San  Juan  B autista  (de).  —  Cronica  de  la  Provincia  de 

^*   S.  Gregorio  desde^su  fundacion  en  el  ano  de  1576  basta  el  ano  de 

1705  :  por  el  P.   Fr.  Manuel  de  S.  Juan  Bautista,  Puga,  de  la 

Provincia  de  San  Pablo. 

Sono  4  volumi  in  foglio,  che  si  conservano  nelF  Arcliivio  del  nostro  Convento  di  Manila.  •  Pr. 
Manuel  de  San  Juan  Bautista,  Fuga  (dice  rHuniTÀ,  Esiodo,  ec)  Predicador,  profesó  en  la  santa  Proviocia 
de  San  Pablo,  paso  a  Filipinas  el  afio  de  i684,  y  desempeno  la  secretarla  de  Provincia  eo  ÌM8. 
Despues  administró  en  los  pueblos  de  Santa  Ana  de  Sapu  y  Horong.  El  1698  fué  nombrado  pre- 
dicador conventual  y  Ministro  de  Santa  Ana,  y  suceslvamente  administró  en  Tayabas,  Majayjay,  los 

Baiios,  Atimonan,  Pila,  segunda  vcz  en  Majayjay,  de  donde  "paso  a  Meycanayan ùdleció  en 

nuestro  Convento  de  Manila  el  die  5  de  setiombre  del  1709.  • 

M.  632.  San  Juan  Bautista  (de). — Traduccion  del  latin  al  chinico 

del  Salterio  de  la  Virgen,  compuesto  por  San  Buenaventura  :  por 
el  P.  Fr.  Manuel  de  San  Juan  Bautista,  Labaneza,  de  la  Provincia 
de  San  José. 

Cosi  l'HuEUTA  {Esiodo,  ec.).  Si  recò  alle  Missioni  delle  Filippine  il  1684.  L' anno  seguente  Tu 
destinato  a  quelle  della  Cina,  dove  esercitò  V  apostolico  ministero  per  i5  anni,  e  quello  di  Commissario 
Provinciale,  e  fondò  due  chiese.  Entrato  nell'amicizia  dell*  Imperatore  del  celeste  Impero,  n'  ebbe  molti 
favori;  e  tra  questi  gli  consenti  che  pubblicamente  lo  ricevesse  nella  città  di  Chiningcbeu,  quando 
fu  a  visitarla,  intrattenendosi  familiarmente  con  lui  parecchie  ore  e  regalandolo  di  iO  loeles  d'oro. 
Dopo  t5  anni  di  apostoliche  fatiche,  mori  in  Pekino  il  40  marzo  de  Ì7i0. 

— Carta  annual  de  lo  que  ha  sucedido  en  està  nuestra  Mision 
de  reino  de  China  en  el  ano  de  1703  se^un  las  noticias  que  nue- 
stros  Religiosos  me  han  remetido  a  està  Metropoli  de  Canton 
sacadas  de  sus  Cartas. 

Manoscritto  autografo  dell'Archivio  dei  nostro  Convento  di  Manila,  di  cui  mi  venne  mandato 
copia;  e  conta  questa  30  pagine  in  foglio.  Sognata  in  Une:  Canton,  30  de  deciembre  de  1703.  —  Fr. 
Manuel  de  San  Juan  Bautista  Cotnisario  Provincial. 

—  Lo  sucedido  a  nuestra  Mision  en  este  ano  (de  1704)  en 
el  reino  de  China,  Tun-Kin ,  y  Conchinchina,  se^i^un  las  cartas 
remitidas  a  mi  Fr.  Manuel  de  San  Juan  Bautista,  Comisario  Pro- 
vincial. 

Altro  manoscritto  di  cui  parimente  mi  hanno  mandato  copia  que* Padri;  e  conta  questa  3 
carte  in  foglio. 

M,n,;..         633.  San  Juan  del  PuERTo(de). — Mission  historial  deMarruecos, 
^'•^  en  que  se  trata  de  los  martirios,  persecuciones,  y  trabajos,  que 


SAN  JUAN  EVANGELISTA  547 


han  padecido  los  Missionarios,  y  frutos  que  han  cogido  las  Mis- 
siones,  que  desde  sus  principìos  tu  va  la  Orden  Seraphica  en  el 
Imperio  de  Marruecos,  y  continua  la  Provincia  de  San  Diego  de 
Franciscos  Descalgos  de  Andalucia  en  el  mismo  Imperio.  Dedicada 
a  el  Eminentissimo  Senor  D.  Luis  Manuel  Cardenal  Porto  Carrero, 
Arzobispo  de  Toledo,  Primado  de  las  Espanas ,  ec.  Escrita  por  Fr. 
Francisco  de  San  Juan  del  Puerto,  Predicador  Apostolico,  Cali- 
flcador  de  el  Santo  Oficio,  Vice-Prefecto ,  Chronista  general  de 
dichas  Missiones,  y  Guardian  de  el  Real  Convento  de  Mequinez. 
Con  privilegio.  En  Sevilla,  por  Francisco  Garay,  impresso!  de 
libros,  en  calle  de  Vizcaynos.  Ano  de  1708. 

Un  volume  in  foglio,  di  Si  carte  preliminari  non  numerate  e  8S9  pagine,  oltre  due  TabUu 
in  fine;  la  prima  de  lot  libroi  y  eapUulos;  la  seconda,  de  las  eosas  mas  notables.  L'opera  ò  divisa 
in  VII  libri.  Nel  primo  «  se  da  la  descripcion  de  el  imperio  de  Marruecos,  religion,  govierno  y 
costumbre  de  los  Moros:  »  nel  secondo  «  se  trata  de  la  antiguedad  de  la  Inglesia  de  Marruecos; 
origen  de  la  Mission  y  primeros  Missioneros:  >  nel  terzo,  «  de  los  primeros  Missionarios  de  la 
Provincia  de  San  Diego,  que  pasaron  a  el  Affrica,  y  de  Io  mucho  que  padecieron  :  •  nel  quarto  t  se 
prosiguen  las  persecuciones  de  los  dos  companeros  (dei  Beato  Giovanni  da  Prado)  ;  castlgos ,  que 
Dios  liizo  a  Marruecos,  y  establecimiento  de  la  Mission  Franclscana  de  Descalcos  :  •  nel  quinto ,  «  do 
la  fundacion  de  el  Convento  de  Marruecos,  Missioneros  que  ban  passado;  fuctos  y  alteraciones 
de  la  Mission  basta  la  espulsion  de  los  Religiosos  :  *  nel  sesto,  «  de  la  restauracion  de  las  Missiones, 
frutos,  martirios  y  casos,  basta  el  estado  presente  (1708.)  * 

È  una  delle  opere  più  interessanti  cbe  siano  state  scritte  sul  Marrocco,  e  ornai  rarissima;  e 
rispetto  alle  Missioni  in  quell'Impero,  è  l'unica,  della  quale  non  si  può  fare  a  meno  trattando 
tale  argomento.  Ne  vidi  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid.  II  Padre  Francesco  è 
ancbe  autore  del  Patrimonio  Serafico  de  la  Tierra  Santa,  ec,  cbe  abbiamo  illustrato  sotto  la 
denominazione  db  Jesus  Maria. 

E  qui  son  lieto  di  aggiungere,  cbe  proprio  in  questi  di  è  uscito  a  luce  in  Santiago  di  Galizia 
un  altro  lavoro,  cbe  fa  seguito  a  quello  del  Padre  da  San  Juan  del  Pubrto  ,  d' uno  de'  presenti  nostri 
Missionari  in  Marrocco,  il  dotto  Padre  Fr.  Manuel  Pablo  Gastellanos.  Il  titolo  è  questo:  Descripcion 
historica  de  Marruecos  y  brevt  resefia  de  sus  dinastias  :  o  apuntes  para  servir  a  la  historia  del 
Magreb.  RecopHados  por  el  Padre  Fr.  Manuel  Pablo  Castelìanos,  Religioso  Menor  Observanie  del  Colegio 
de  Misiones  para  Tierra  Santa  y  MarriLecos  de  la  ciudad  de  Santiago,  Santiago,  Imp.  de  el  Bolbtin 
EcLESiASTico,  a  eargo  de  D.  Àndres  Fraile.  1878.  È  un  volume  in  8,  di  3  carte  preliminari  e  336 
pagine,  di  cui  mi  ba  gentilmente  inviato  un  esemplare  il  Padre  Boldù.  La  descrizione  giunge  sino 
a  pagine  298:  dalla  299  alla  312  è  un  Àpendice  de  las  Misiones  Franciscanas  en  Marruecos;  dalla 
3Ì3  alla  323  un'altra  Apendiee  de  bibliografia  historica  de  Marruecos,  veramente  preziosa:  e 
dalla  324  alla  328,  un  saggio  delle  Diferendas  mas  notables  que  se  eneuentran  entre  el  Àrabe  Uteral 
clasieo  y  el  dialeeto  que  hoy  se  habla  en  MamMcos.  Qut^t'  opera  del  Padre  Gastellanos  è  stata 
riputata  di  tal  valore,  che  l'Autore  venne  immediatamente  creato  Socio  corrispondente  dell'  Accademia 
di  storia  di  Madrid. 

634.  San  Juan  Evangelista  (de).  —  Esplicacion  de  la  doctrina 
cristiana  en  lengua  Bicol  :  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  San  Jnan 
Evangelista  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 

Cosi  VHfiEvtkf  Estado  ec.;.  Nativo  di  Burgos,  il  Padre  Fr.  Francesco  partì  per  le  Filippine  H 


548  sanhing  -  san  pascual 


jiii 


4674,  dove  evangelizzò  in  vari  popoli,  come  Ligmanan  e  Nabua.  Poi  il  1679  s'imbarcò  per  il  Giap- 
pone; ma  i  cattivi  tempi  lo  costrinsero  a  sbarcare  nel  regno  di  Siam.  Di  qui  fcc«  ritorno  alle  Filippine, 
dove  ripigliò  V  apostolico  ministero,  tinche  nel  i68i  venne  nominato  Procuratore  delle  Missioni  nd 
Messico.  Vi  dimorò  i  anni,  facendo  da  ultimo  ritorno  in  Ispugna.  Ma  ii  4696  ripigliò  il  mare  per  k 
Filippine,  e  il  1702  vi  fu  nominato  Commissario  Provinciale,  nel  quale  ufficio  zelò  molto  T  incremento 
delle  Missioni.  Mori  in  Manila  il  i  settembre  del  1718. 

st^.  635.  Sanning.  —  Der  Chronichen  des  drei  Orden  des  S.  Fran- 
ciscus  Seraphicus  theil  Welche  serfasst  und  beschon  P.  Bernardus 
Sanning  de  Nissa  Silesiorum  der  Boehmischen  Provinz  Franzisca- 
ner.  Pragae  Gedruckt  bei  Johann  Hampel  im  Jahr,  1689. 

Sono  le  Cronache  dei  tre  Ordini  di  San  Francesco,  composte  dal  Padre  Remardo  Sanning  da 
Nissa  di  Silesia  della  I^rovincia  Franceseann  di  Boemia,  in  8  grossi  volami  in  (bglio,  ricchissimi  di 
notizie  di  fatti  e  di  nomi  per  la  storia  dell'  Ordine  e  di  tutte  le  nostre  Missioni.  N'  è  un  esemplare  neili 
Biblioteca  del  nostro  Convento  di  S.  Anna  di  Monaco  in  Baviera. 

skmp.        636.  San  Pascual  (de).  —  Camino  de  la  bienaventuranza  :  por 
L.    el  Pr.  Fr.  Augustin  de  San  Pascual ,  de  la  Provincia  de  San  Juan 
Bautista.  Impreso  en  Canton  ol  ano  de  1681. 

In  lingua  e  caratteri  cinesi. 

—  Tratado  sobre  las  dificultades  del  matrimonio  en  China. 

—  Relacion  de  los  progresos  de  su  Mision  desde  1672  a  1677. 

—  Esplicacion  del  Simbolo  de  los  Apostoles. 

L*  HoERTA  dice  rho  ^  un  lavoro  elegante.  Parimente  in  lingua  e  caratteri  cinesi. 

—  Kefutaciou  al  error  do  la  tnismigrracion  de  las  almas,  en 

idioma  v  oaractoros  chiniros. 

«. 

—  Tratndo  do  las  virtudos,  quo  constituyen  la  verdadera  per- 
feccion,  en  idioma  v  carateros  cliiniros. 

—  Tratado  sol)ro  lo  quo  so  ha  do  oreor  y  esperar,  en  idioma 
y  carateres  cliinioos. 

—  Controversias  v  cuostiones  ohinicas. 

—  Do  la  concioncia  final,  oii  idioma  y  caratoros  chinicos. 

—  liolaoion  do  la  Mision  »^orafica  on  China  desde  1677  a  21 
de  noviemhro  do  1078. 

—  Relacion  de  los  atontados  del  frances  Carlos  Maygrrot. 

L'fluERTA  (Esiado,  ec.)  dice  che  ha  la  data  del  4  aprile  1C89. 

—  Refutacion  a  las  pretonsinnes  dol  frances  Carlos  Maygrot. 

Con  data  del  io  luglio  i689. 


SAN  REMO-SANS  549 


—  Deseripciott  estadistica  de  China  y  do  la  Mision  Serafica 
en  diche  Imperio. 

Datata  in  Canton,  il  12  febraio  1690. 

—  Breve  catecismo  de  la  doctrina  cristiana  en  idioma  y 
carateres  chinicos. 

Di  tutti  questi  preziosi  lavori  del  Padre  Agostino  da  San  Pasquale  ci  dà  notizia  il  Padre 
HuERTA  (Estado,  €c.) ,  Archivista  del  nostro  Convento  di  Manila.  Il  Padre  Agostino  nacque  in  Mar- 
bella,  diocesi  di  Malaga,  e  professò  la  Regola  Francescana  nella  Provincia  di  San  Giovanni  Battista 
il  17  di  maggio  del  1657.  Destinato  alle  Missioni  delle  Filippine,  partì  di  Spagna  11  1665;  e  vi  giunse  V 
anno  seguente  1667,  donde  il  1670  fu  inviato  alla  Cina;  ma  una  violenta  tempesta  lo  balaò  air 
isola  di  Solar,  dove  molto  ebbe  a  soffrire  per  la  predicazione  della  fede  cristiana.  Da  Solar  passò  all' 
isola  dì  Timor,  e  la  scorse  per  ogni  verso  evangelizzaado,  specialmente  la  città  di  Manatutu,  Ada, 
e  Lifao.  Poi  s' imbarcò  per  Batavia,  e  da  Batavia  per  Macao  in  Cina.  Qui  si  trattenne  dal  luglio 
del  1671  sino  al  gennaio  del  1672.  E  penetrò  frattanto  nella  clttà^  di  Canton,  dove  col  Domenicano 
Padre  Fr.  Francesco  Baro  si  applicò  con  forte  proposito  allo  studio  della  lingua  Cinese,  e  in  brere 
se  ne  rese  maestro.  Allora  si  diede  con  grande  zelo  all'  esercizio  del  ministero  apostolico ,  e  fondò 
una  chiesa  nel  popolo  di  Ning-Te,  provincia  di  Poquien,  che  poi  l'anno  1675  venne  ceduta  a' 
Padri  di  San  Domenico.  Appresso  ricuperò  la  chiesa  di  Cinan-Fu,  provincia  di  Xaag-Tun,  e  quelle 
di  Put-Ay,  Sinchin,  e  Fue-Sin,  già  fondate  dal  Padre  Fr.  Antonio  da  S.  Maria;  un' altra  nuova  ne 
fondò  in  Liching  e  in  Chìning,  dedicando  quést'  ultima  al  dolcissimo  nume  di  Gesù  il  4  giugno 
del  1681  ;  e  in  quel  di  ebbe  la  consolazione  di  battezzare  diciassette  persone,  tra  le  quali  un  grande 
letterato  che  già  quattro  volte  era  stato  mandarino.  Ancora  converti  tutto  il  popolo  di  Virca-Yao, 
edìQcandovi  parimente  una  chiesa.  Finalmente  Commissario  di  tutte  le  Missioni  Francescane  della 
Cina  dal  1685  al  1693,  visitò  tutta  la  vasta  provincia  in  cui  erano  sparse.  E  dopo  tutto  ciò  s' imbarcò 
per  Roma,  per  trattarvi  alcuni  gravi  negozi  delle  stesse  Missioni,  contando  60  anni  di  età.  Ma  Dio 
non  volle  più  oltre  indugiargli  il  premio  di  tante  fatiche.  La  morte  lo  colse  in  mare  vicino  del 
porto  di  Acapulco  nella  Nuova  Spagna  ;  e  fu  la  morte  di  un  santo. 

637.  San  Remo  (da).  —  Viaggio  dall'Egitto  per  la  Giudea, 
Galilea,  Samaria  e  Siria,  per  il  Padre  Giuseppe  da  San  Remo  dell' 
Osservante  Provincia  Romana. 

Manoscritto  di  64  carte  in  8,  che  ottenni  dall'Autore  in  un  breve  ritorno  che  fece  a  Roma, 
e  a  cui  da  me  richiesto  aggiunse  8  carte:  Da  Alessandria  per  Malta  a  Roma. 

Questo  egregio  Padre  e  distinto  predicatore,  fa  per  molti  anni  confessore  nel  Monastero  delle 
Terziarie  Francescane  della  città  di  Ferentino  nella  Campania  Romana,  donde  si  recò  Missionario 
Apostolico  in  Terra  Santa  e  in  Egitto,  e  là  condusse  con  l'autorità  dell'Apostolica  Sede  una  eletta 
di  quelle  buone  Religiose,  che  aprirono  pubblica  scuola  per  le  fanciulle  in  Cairo.  Se  ne  dà  conto 
in  una  sua  lettera  pubblicata  nel  numero  I  dell'  anno  II  della  CaoNACA  delle  Missioni  Francescane, 
1861.  Egli  mori ,  fa  due  o  tre  anni,  in  Alessandria  d'  Egitto,  lasciando  venerata  memoria  del  suo 
nome  e  del  suo  zelo  apostolico. 

638.  Sans.  —  Noticias  lamentables  acaecidas  en  la  Nueva 
Mexico  y  stravos  que  cada  dia  se  esperimentan  asi  en  lo  espi- 
ritual corno  en  lo  temperai  escritas  por  el  P.  Fr.  Juan  Sans  de 
Lezaun,  de  la  Orden  de  San  Francisco  en  el  ano  de  1760. 

Manoscritto  in  foglio  della  Reale  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid, 


550  SANS- SANTA  ANNA 


Aiia 


639.  Sans.  —  Apuntes  de  una  visita  a  Tierra  Santa  por  el  R. 
Padre  Fr.  Rafael  Sans,  Misionero  Apostolico,  ex-Guardian  y  ex- 
Prefecto  del  Colegio  y  Misiones  da  la  Paz  en  Bolivia,  ex  Defi- 
nidor  General  y  Comisario  visitador  Apostolico  de  la  Provincia 
de  Franciscanos  de  Chilo.  Barcellona,  Tipografia  Catolica,  Pino  5, 
bajo,  1873. 

Ud  volume  in  13,  di  S38  pagine.  Il  Padre  Raffele  Sans  è  uno  de*  presenti  più  venerabili  nostri 
Missionari  dell'  America  ;  religioso  di  molta  dottrina ,  di  grande  zelo,  e  di  operosità  veramente  apo- 
stolica. Fui  lieto  di  conoscerlo  anni  fa  in  Roma,  e  alcune  sue  lettere  vennero  pubblicale  nella 
Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 

640.  Santa  Ana  (de).  —  Esplicacion  de  la  doctrina  Christiana 
en  Tagalog:  por  el  Padre  Fr.  Alonso  de  Santa  Ana  de  la  Provincia 
de  San  José.  Impreso  en  Manila  el  ano  de  1628,  reimpreso  en  Sam- 
paloc,  y  segunda  vez  reimpreso  en  Manila  el  ano  de  1637. 

—  Version  de  la  doctrina  del  Cardenal  Belarmino  al  idioma 
Tagalog,  ec.  Impreso  en  Manila  el  ano  de  1637. 

Così  V  HoEHTA  (  Ettado,  $e,).  Nativo  di  Ponferrada,  diocesi  di  Astorga,  il  Padre  Alonso  abbracciò 
Plnstituto  Francescano,  essendo  già  sacerdote.  Il  1594  parti  per  le  Filippine,  dove  imparò  a 
perfezione  V  idioma  Tagalog  fra  nativi  assegnatigli  ad  evangelizzare,  e  morì  in  Manila  il  ttf 90. 

^  641.  Santa  Ana  (de).  —  Tratado  de  la  nuova  cristiandad  del 

Japon,  y  trabajos  de  la  plantacion  de  la  santa  Fé  :  por  el  Padre  Fr. 
Ricardo  de  Santa  Ana  de  la  Obser vanto  Provincia  de  Flandes. 

Manoscritto  che  il  Padre  Huerta  (Estado,  ec.)  dice  fìrmato  il  a  di  maggio  del  16ii.  Di  questo 
beato  e  gloriosissimo  martire  Francescano  del  Giappone,  nativo  di  Nivelle  nelle  Fiandre,  è  stato 
largamente  scritto  nell'occasione  clic  co' suoi  Compagni  venne  solennemente  dichiarato  l)eato  dai 
Sommo  Pontcncc  Pio  IX.  Anche  1'  Huerta  ne  dà  una  larga  biografia. 

Leon  Pages  ( Bibliographie  japonaise,  ou  Catalogne  des  ouvraget  relatifs  au  Japon  qui  ont 
été  publiées  depuis  le  quinzieme  tiècle  ju$qu'  à  nos  jours;  Parif,  ec.)  ^  ci  fa  sapere  che  parecchie  sue 
lettere  erano  conservale  nel  Convento  della  sua  patria.  E  poiché  ho  citalo  questo  Auture,  mi  occorre 
fare  avvertire  come  inoltre  abbia  pubblicalo  un  altro  iroportanlissimo  lavoro  sul  Giappone,  che 
racchiude  molti  e  preziosi  documenti  per  le  Mi.ssioni  Francescane;  ed  è  V  Histoire  de  la  Religion 
chrètienne  au  Japon  depuis  iodUjusqu'à  1631,  comprenant  les  faits  relatifs  anx  deux  cent  dnq 
Martyrs  beatifih  le  7  julliet  1867.  ParU,  Charles  Donniol,  JAbraire-editeur  ;  rìie  de  Tournon  ±9 
1862-1870.  Due  grossi  volumi  in  8;  opera  di  cui  non  può  fare  a  meno  lo  storico  delle  Missioni 
Francescane.  Inoltre  era  annunziato  in  preparazione  quest'altro  lavoro:  1/ Empire  du  Japon,  son 
Eglise  chrètienne,  ses  relatiom  avec  V  Europe,  in  4  volumi  in  8,  che  ora  sarà  uscito  a  stampa. 


Asia 


Asia 


642.  Santa  Anna  (de). — Flos  Sanctorum.  —  Historia  das  vidas 
e  feitos  heroicos,  e  obras  insignes  dos  Santos  coin  muitos  sermoes  et 
praticas  espirituais,  que  servem  para  muitas  festas  do  anno.  Fello 


SANTA  CECILIA  -  SANTA  INBS  55i 


Padre  Frey  Amador  de  Santa  Anna,  da  Ordem  do  Seraphico 
Padre  San  Francisco,  reduzido  en  lengua  Canarini.  Em  Goa: 
trasladado  com  licenza  do  Sancto  Officio,  anno  1607. 

Manoscritto  cartaceo,  in  4  grande,  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi  (fondo  Indiano  ),  di  i06 
pagine.  Porta  in  fine  la  Arma  autografa  dell'  Autore.  Di  questa  traduzione  dice  il  Padre  Fr.  Giacinto 
De  Madre  db  Dbos,  que  està  feita  com  a  elegada  propria  da  lingua  materna  dos  Orientaa,  E  bisogna 
che  sia  vero ,  perchè  il  Cunha  Rivara  (  Entaio  hUUnieo  da  Ungua  Coneani  ;  Nova  Goa,  i858  ) , 
riferendo  queste  parole,  non  osa  contraddirvi. 

643.  Santa  Cecilia  (di).  —  Palestina,  ovvero  primo  viaggio  di 
F.  Leandro  di  Santa  Cecilia  in  Oriente.  Boma.  A.  Rotili,  1752. 

Un  volume  in  4.  Così  il  Catalogo  della  Biblioteca  del  Signor  Escalopibr. 

644.  Santa  Croce  (  da  ) .  —  Relazione  del  viaggio  fatto  da 
Venezia  fino  a  Cattare  in  Albania  cristiana  dal  P.  Lorenzo  Maria 
da  Santa  Croce  e  suoi  compagni  dal  primo  dicembre  fino  al  25 
marzo  del  1720. 

Manoscritto  della  Biblioteca  Riccardiana  di  Firenze,  tra  le  corrispondenze  del  Lami.  Non  è  gran 
cosa.  Solo  si  conosce  eh'  egli  era  andato  per  gravi  negozi  delle  Missioni  Francescane  fra'  Turchi.  Più 
importanti  sono  due  delle  quattro  lettere  che  seguono;  una  data  in  Buda  il  12  aprile  17S0,  l'altra 
il  S5  di  giugno  da  Caporedani  in  Albania.  La  terza  è  data  in  Durazzo  il  25  aprile  172S,  e  la 
quarta  in  Roma  il  26  settembre  1721.  Un'altra  lettera  precede  la  Relazione,  ed  è  data  in  Venezia 
il  di  21  ottobre  1719.  Tutte  sono  indirizzate  AW  lUmo  signor  Padrone  Colmo ,  Il  signor  Bartolomeo 
DuranU'Cigolij  cugino  del  Padre  Lorenzo, 

645.  Santa  Cruz  (de). — Chronica  de  la  Santa  Provincia  de  San 
Miguel  del  Orden  de  N.  P.  S.  Francisco  :  por  el  P.  Fr.  Joseph  de 
Santa  Cruz,  Diffinidor  de  la  misma  Provincia.  Contiene  las  funda- 
ciones,  progresos ,  y  cosas  notables  de  sus  Conventos  assi  de  Reli- 
giosos,  corno  de  Religiosas ,  las  memorias  de  los  varones  doctos  y 
constituidos  en  dignidad ,  y  la  vidas  ejemplares  de  las  personas 
senaladas  en  virtud ,  y  otras  noticias  historicas.  En  Madrid  por  la 
Viuda  de  Melchor  Allegre,  ano  de  MDCLXXI. 

N*  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 

646.  Santa  ISes  (de).  —  Cronica  de  la  Apostolica  Provincia  de 
San  Gregorio  de  Filipinas  :  por  el  P.  Fr.  Francisco  de  Santa  Ines 
de  la  Provincia  de  San  Pablo. 

«  Està  Cronica  (dice  il  Padre  Husrta,  Eitado,  ec.  )  en  dos  tomos  en  folio,  que  se  conserva  en 
Duestro  Archivo  (del  Convento  di  Manila),  comprende  la  historia  de  està  Provincia  de  San  Gregorio 


552  SANTA  ICARIA 


Mi, 


Alia 


desde  su  fundacion  en  el  ano  de  1376  hasta  el  de  Ì6i7,  y  fué  aprobada  por  el  Rmu  Padre  Gomisarìo 
General  de  las  Indias  Fr.  Domingo  de  Noriega  el  aiSo  del  1681.  »  11  Padre  da  Santa  Ifies  evangelizzò 
con  assai  zelo  e  frutto  in  non  pochi  popoli  delle  Filippine,  e  mori  in  quello  di  Lilio  il  4  agosto 
del  Ì7i3. 

647.  Santa  Maria  (de).  —  Apologia  de  los  Religiosos  Dominicos 
•  y  Franciscanos  Misioneros  de  China  :  por  el  Padre  Fr.  Antonio  de 
Santa  Maria,  Caballero,  de  la  Provincia  de  San  Pablo.  Impreso  en 
la  Oficina  de  Juan  Garcia  Infanzon. 

Ha  la  data  del  1  del  1639. 

—  Relacion  de  la  entrada  de  los  Religiosos  Misioneros  Fran- 
ciscanos en  China. 

Con  la  data  del  15  novembre  del  1637. 

—  Defensa  del  sentir  de  los  Religiosos  Franciscanos   en   el 
modo  de  evangelizar  el  nombre  de  Dios  en  China. 

—  Memorial  defensorio  del  modo  de  evangelizar  en  China 
dirigido  a  la  Msgestad  de  Felipe  IV. 

Di  questo  Memoriale  mandò  copia,  in  latino,  alla  sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fid€  in 
Roma,  e  un'  altra  all'  Eminentissimo  Signor  Cardinale  Francesco  Barberino. 

—  Historia  del  martirio  del  venerable  Fr.  Gabriel  de  la  Ma- 
gdalena  y  otros  siete  Martires  Franciscanos  en  el  reino  del  Japon. 

L' originale  fu  mandato  alla  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  Fide  in  Roma  :  questa  è  la 
copia  rimasta  nell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila. 

—  Refutacion  de   cinco  procesos  sobre   cosas  que  desdoran 
nuestra  santa  Fé  catolica. 

Porta  la  data  del  1  di  maggio  del  1638. 

—  Respuesta  a  quince  dudas  graves  sobre  la  conversion  y 
cristiandad  de  China. 

Ha  la  dau  deU'  11  di  giugno  del  1638. 

' —  Refntacion  de  un  manifiesto  centra  los  Religiosos  Domi- 
nicos y  Franciscanos  Misioneros  en  China. 

È  data  il  S  marzo  del  1639. 


SANTA  MARIA  553 


—  Defensorio  del  R.  Padre  Fr.  Benito  de  Cristo ,  gobernador 
eclesiastico  de  Macao. 

È  in  liDgxia  portoghese,  ed  ha  la  data  de*  25  luglio  del  1641. 

—  Segando  defensorio. 

Con  la  data  del  15  febbraio  1642. 

—  Tepcer  defensorio. 

Dato  il  26  marzo  1643. 

—  Apologia  de  la  Ley  Evangelica  centra  un  sabio  Chino , 
Uamado  Chin-Han-Sin,  Vaupa. 

—  Informe  a  la  catolica  Magestad  de  Felipe  IV,  sobre  la  con- 
version  de  China. 

Informazione  lunga,  dice  1'  Huerta  (Eslado,  éc.)  e  molto  particolareggiata,  con  la  data  del  21 
marzo  del  1658. 

—  Relacion  de  la  segunda  entrada  en  China  de  los  Religiosos 
Franciscanos,  y  sucesos  de  la  Mision  Serafica  desde  1649  a  1659. 

Ha  la  data  del  6  marzo  1659. 

—  Relatio  Sinae  Sectarum. 

Opera  divisa  in  tre  parti:  la  prima  tratta  delle  sètte  dei  letterati  della  Cina;  la  seconda,  delle 
sètte  del  popolo,  degli  idoli  e  de' templi:  la  terza,  del  conoscimento  del  vero  Dio  in  Cina,  e  delF 
entrata  che  vi  fecero  gli  Ordini  Religiosi.  Ha  la  data  di  Chinan-Fu,  18  novembre  1662.  Fu  tradotta 
in  Francese,  e  stampata  in  Parigi  nella  tipografia  di  Luis  Guerin  il  1705. 

—  Congruencia  de  la  ley  de  Dios  con  las  sectas  de  los  letrados 
da  China. 

Lavoro  stampato  in  Xantung,  in  lingua  e  caratteri  cinesi. 

—  Discordancia  de  las  sectas  de  los  letrados  de  China  con  la 
ley  de  Dios. 

Stampato  allo  stesso  modo  che  il  precedente,  e  nel  luogo  medesimo. 

t 

—  Comentarios  sobre  la  filosofia  etenica  de  Confucio,  mae- 
stro de  los  Chinos. 


554  SANTA  MARIA 


— Origen  de  la  persecucion  de  la  ley  cristiana  y  sus  ministros 
en  China  el  ano  de  1664,  con  los  argumentos  de  los  Chinos  y  sns 
respuestas. 

—  Relaciones  de  la  conversion,  progresos  y  fiructns  de  los 
Misioneros  Franciscanos  en  China. 

Sono  5  RelazionL 

—  Histopia  de  la  persecucion  de  la  ley  evangelica  y  sus 
Ministros  en  China  desde  el  ano  1664  a  1666. 

Ha  la  data  di  CantoD»  30  aprile  i660. 

—  Catecismo  cristiano  impreso  en  Canton  ano  de  1666. 

—  Compendio  de  la  ley  de  Dios  impreso  en  Xantung  por  los 
Religiosos  Franciscanos  el  ano  de  1680. 

Sono  Fano  a  l'altro  in  lingua  e  caratteri  Cinesi. 

—  La  ley  de  Dios  es  piedra  Iman.  Impreso  en  el  ano  de  1703. 

In  lingna  e  caratteri  CinesL 

Di  tutte  queste  opere  ci  dà  notizia  il  Padre  HuraTA  (EHado,  u.)  Archivista  del  nostro  Con- 
vento di  Manila.  Egli  ne  riferisce  molte  altre,  che  non  attenendosi  strettamente  alla  Storia  ddle 
Missioni,  le  abbiamo  omesse.  Ma  alle  sopra  citate  dobbiamo  aggiungere  :  1,  Nuova  infarmasUnu  in 
latino,  inviata  alla  santa  Sede  circa  il  modo  di  pensare  de*  ministri  evangelici  delle  Missioni  della  Cina 
(s'intende  rispetto  alla  famosa  qaistìone  de'  Riti  Cinesi);  3,  le  Controver$ie  che  scrisse  sopra  il  culto 
che  si  dà  a' primogeniti  defunti  de' Cinesi  ;  3,  un  esteso  e  minuto  Traitaio  circa  gli  stessi  Riti  ;  4,  la 
traduziune  che  fece  in  latinu  d'  un  libro  dei  Padre  Nicola  Longovardo  della  Compagnia  di  Gesù 
sopra  le  Missioni  e  conversioni  delia  Cina  ;  5,  venti  e  più  Cartat  (lettere)  che  inviò  a'  suoi  superiori 
delle  Filippine,  riferendo  lo  stato  e  i  progressi  delle  Missioni  Cinesi;  6,  il  LapU  CalanUnarit  verat 
doctrinae;  7,  Deelaratio  principii  et  finis  rerum  omnium. 

Di  questo  insigne  e  straordinario  Missionario  Francescano  delia  Cina  diamo  qui  la  breve  bio* 
grafia  che  n'ha  scritta  il  Padre  Hubrta  (Estado,  ecj,  facendo  voti  che  qualcuno  de'nostri  confratelli 
s' invogli  di  scriverne  la  storia,  per  la  quale  noi  potremmo  somministrargli  molti  e  preziosi  docu- 
menli.  •  Fr.  Antonio  Caballero,  o  de  Santa  Maria  (  dice  1'  Huerta,  Esiodo,  ec.),  Predicador,  Lector  de 
sagrada  Theologia,  nació  en  Baltanas,  obispado  de  Palencia,  de  illustre  familia,  e  fué  bautizado  el 
dia  sabado  20  de  abrii  del  ano  de  160i.  Despues  de  posar  su  niSes  en  santas  costumbres,  tomo 
nuestro  santo  habito  el  sal)ado  24  de  marzo  de  4618  y  profesó  el  sabado  25  de  marzo  de  Ì6I9  en  la 
santa  Provincia  de  San  Pablo,  donde  cursó  los  estudios,  y  fué  instituido  Predicador.  De  aqui  salió 
para  Filipinas,  llegando  a  Manila  el  ano  de  4629,  y  en  agosto  de  1630  fué  nombrado  Lector  de 
sagrada  Theologia,  cuyo  cargo  desempeno  basta  el  mes  de  mayo  de  1633,  en  el  cual  fué  destinado 
a  las  Misiones  de  China.  El  primier  fruto  de  su  espiritu  cvangelizador  fué  un  joven,  a  quien  bau- 
tizò  en  dia  sabado,  emponiendole  el  nombre  de  Gregorio  Lopez,  y  enseiladole  despues  latinidad. 
Este  joven  vistió  despues  el  santo  habito  de  la  esclarecida  Orden  de  Predicadores ,  en  Manila,  y 
llegó  a  ser  consagrado  obispo  de  Basilea  y  Vicario  Apostolico  de  China,  siendo  el  primero  de  su 
nacion  que  obtuvo  dicha  gracia.  En  el  mismo  afio  de  1633  partió  desde  Fungan  a  la  Corte  de 
Nankin,  donde  fué  preso  y  mallralado  por  espacio  de  seis  meses,  al  fio  de  los  cuales  fué  desterrado 
a  Fungan.  De  aqui  paso  a  Isla  Hermasa,  donde  fué  preso  por  los  Holandeses,  quienes  le  condujeron 
a  las  Islas  Molucas,  y  despues  a  Datavia,  sufriendo  multiplicados  irabajos  en  los  carceres,  basta  qae 
recobrada  su  libcrtad,  regresó  a  Manila  en  junio  de  1637.  El  dia  16  de  settembre  de  1639  fué  Dom- 


SANTA  MARIA  555 


brado  Vicario  de  las  Religiosas  de  Santa  Clara  de  MaDìia ,  y  despues  paso  a  la  ciudad  de  Macao 
donde  fué  director  cspiritual  de  la  Y.  Sor  Magdalena  de  la  Cruz.  El  aSo  de  1644  desterraron 
lo8  Portugueses  de  Macao  a  las  Religiosas  qne  habian  salido  de  Manila  para  fondar  el  Mona- 
sterio  de  Clarisas  en  dicha  ciudad ,  y  puntamente  todos  los  Castellanos  residentes  en  la  referida 
ciodad  de  Macao,  por  cuya  causa  se  embarcó  nuestro  Pr.  Antonio  con  las  Religiosas  para  Manila  a 
10  de  octubre  dedicho  ano  de  1644;  pero  un  furioso  temporal  los  arrojó  al  puerto  de  Turon,  en 
Gochinchina.  Aqui  fueron  presos  y  conducidos  a  la  corte  de  Hué,  donde  al  ver  el  Emperador  a 
las  Religiosas,  las  recibiò  con  toda  benignitad,  las  hospedó  en  su  palacio,  y  guardaron  clausura 
mientras  alli  permanecieron.  Durante  su  permanencia  en  Gochinchina,  y  favorecido  por  el  Empera- 
dor, se  dedicò  nuestro  Fr.  Antonio,  con  su  companero  Fr.  Antonio  del  Puerto,  ala  conversion  de 
las  almas,  bautizando  basta  dos  mil  personas,  entre  ellas  cincuenta  de  la  servidnmbre  imperiai, 
distinguiendose  un  sabio  bonzo,  sobrino  del  Emperador,  quien  se  llamó  Esteban,  y  fué  despues  glo- 
rioso Protomartir  de  Gochinchina.  El  dia  20  de  abril  de  1645  salió  nuestro  Fr.  Antonio  de  Gochin- 
china con  las  Religiosas,  y  llegaron  felizmente  a  Manila  el  20  de  mayo  del  mismo  ano.  En  el  Gapi- 
tulo  celebrado  el  ano  de  1646  fuó  nombrado  segunda  vez  Vicario  de  las  Religiosas  de  Santa  Giara 
de  Manila,  y  habiendo  recibido  el  nombramiento  de  Prefecto  Apostolico  de  Ghina,  cuya  BuU  se 
despachó  en  Roma  por  la  santidad  de  Urbano  Vili  el  dia  20  de  abril  de  1643,  partió  para  Gina 
el  10  de  ìulio  de  1649,  adoptando  el  nombre  chino  Ligan-Tang.  Llegó  a  la  ciudad  y  puerto  de 
Aynan,  donde  se  detuvo  fundando  una  pequeHa  Inglesia,  y  la  Tercera  Orden  de  Penitencia  de  N. 
S.  P.  S.  Francisco.  El  ano  de  1650  intentò  pasar  a  la  Gorea ,  pero  no  habiendolo  conseguldo ,  se 
dirigió  a  la  Corte  de  Pekin ,  fljandose  por  ultimo  en  la  ciudad  de  Chinan-Fu ,  metropoli  de  la 
provincia  de  Kantung,  donde  fundó  la  Iglesia,  que  dedicò  a  Nuestra  Senora  de  los  Angeles,  el  dia 
2  de  agosto  de  1651,  con  otras  tres  Iglesias  anejas  en  las  villas  de  Putay,  Sin-Ghing,  y  Teu-Sin.  Por 
les  afios  de  1653  se  presentò  ante  el  tribunal  de  Lipu,  y  habiendo  sido  examinado  en  concnrso 
de  muchos  letrados,  obtuvo  la  aprobacion  de  sobresaliente  con  el  numero  tercero,  espidiendosele 
el  diploma  para  poder  ser  mandarino  . . .  Despues  de  32  anos  de  tareas  apostolicas,  fué  llamado  el 
dia  1  de  Eoero  de  1665  a  publico  tribunal,  donde  confesò  con  valentia  de  espiritu  nuestra  santa  Fé, 
y  el  25  del  mismo  mes  y  afio  fué  encerrado  en  la  carcel  de  la  ciudad  de  Ghinan-?u.  De  aqui  saliò  el  11 
de  marzo  del  propio  ano  de  1665  para  la  Corte  de  Pekin,  cargado  de  cadenas,  sufriendo  indecibles 
trabajos  en  el  dilatado  y  aspero  camino  de  unes  800  leguas,  tolerando  injurias  y  afrentas  en  mnl- 
titud  de  tribunales,  basta  el  18  de  settembre  del  cilado  afio,  que  llegò  a  Pekin.  En  està  ciudad  fué 
presentado  al  tribunal  de  ritos,  donde  reiterò  con  valor  la  confesion  de  nuestra  santa  Fé,  por  cuya 
causa  fué  desterrado  a  la  ciudad  de  Ganton,  a  donde  llegò  el  25  de  marzo  de  1666,  despues  de  los 
padecimientos  que  se  dejan  considerar  en  un  viaje  tan  dilatado  y  penoso.  Uegado  al  lugar  de  su 
destierro  sufriò  con  admirable  paciencia  y  conformidad  todo  genero  de  privaciones,  basta  que  el 
Senor  quiso  recompensar  sus  virtudes,  llevandoselo  para  si  en  la  referida  ciudad  de  Ganton  el  dia 
sabado  13  de  mayo  de  1669,  halUndose  en  su  transido  rodeado  del  Ilus.  SeSor  Obispo  D.  Fr. 
Domingo  Navarrete  y  24  sacerdotes  compaHeros  de  destierro.  Su  venerable  cadaver  permane<;iò 
iDsepulto  basta  el  sabado  20  de  Mayo,  en  cuyo  dia  celebrò  sus  exequias  de  Pontificai  el  citado  Ilus. 
SeSor  Obispo,  y  se  le  dio  sepultura  extramuros  de  la  ciudad  de  Ganton.  »  I  due  Padri  Gesuiti  Gio- 
vanni Balat,  e  Francesco  Varo  scrivevano  che  ad  un  sì  santo  e  straordinario  Apostolo  non  poteva 
essere  toccato  che  un  altissimo  seggio  di  gloria  in  cielo,  e  il  loro  confratello  Padre  Gabriele  Magal- 
lanes  ne  confermava  il  giudizio  con  queste  parole  :  «  Ni  otra  cosa  podemos  creer  de  un  tan  gran 
Religioso,  tan  Apostolico  Misionario,  y  de  un  tan  insigne  varon,  honra  e  gloria,  por  sus  partes, 
letras  y  virtud,  de  su  santa  y  Serafica  Relìgion.  El  se  goza,  no  solo  del  premio  de  sus  mnchas  y 
santas  virtudes;  sino  tanbien  de  la  corona  del  martirio,  que  alcanzò  ann  en  el  destierro  y  prison. 
Las  muchas  contiendas  y  cuestiunes,  las  carceles  y  cadenas,  las  faligas  y  trabajos,  asi  al  tiempo 
de  la  persecucion,  comò  despues  de  ella,  todo  lo  habemos  escrito  y  V.  Patemldad  lo  tendrà  oido.  • 
Lettera  data  in  Pekino  il  20  gennaio  1673. 

Ora  qui  debbo  aggiungere  la  notizia  di  parecchie  cose  inviatemi  da'  nostri  Padri  di  Manila,  e 
sono:  1.  Breve  reladon  de  nuestro  mage  y  Uegada  a  ette  gran  reyno  de  la  China,  1649;  originale  :  2. 
Breve  extraeto  de  la  primera  parte  de  la  relaUon  eterita  por  Fr.  Antonio  de  Santa  Maria  iohre  la 
penecueion  eontra  la  ley  de  Bios  y  tue  minietrot  en  la  grande  China,  1664  :  3.  Reladon  de  algunat 
€09at  tucedidas  a  los  Padres  de  la  Serafica  Religion  de  la  gran  China,  desde  el  m$$  de  Agosto  d^  ano 
de  1649  hoita  Marzo  1659. 


556  SANTA   MARIA 


Inoltre  inconlrui  un'altra  sua  Uelazione  manoscritta,  in  frauccM!,  nella  Uibliuleca  Nazionale  di 
Parigi,  iotitolata  come  segue:  P.  Àntoine  de  Santa  Maria,  Frandteain,  qui  ettùUavecUP.  I.  fi. 
Moraies  et  quelques  DonUniqtiains,  ettarU  en  tout  7  RMgieux.  Retatioti  de  noflr«  voyo^t  dtpwU 
ManeiUe  iìitqu'  a  nostre  arrivée  dan$  le  grand  royame  de  la  Cìdne,  E  nella  stessa  Biblioteca  (  fDOdo 
spagnolo  )  sono  1  Manoscritti  seguenti  :  1.  Dudas  grave$  que  se  ofreeen  a  cerea  de  la  nsutm  eonvertkm 
y  ehristiandad  del  gran  reyno  de  la  China,  por  el  P.  Fr.  Antonio  de  Santa  Maria,  Leetar  de  Teologia 
y  Prefeelo  de  los  reynos  de  la  Gran  China,  del  Orden  de  San  Francisco.  Sono  15  dubbi  con  le  risposte 
del  Padre  Antonio,  dove  si  mostra  filosofo,  teologo,  storico,  e  versatissimo  della  lingua  e  de* riti 
cinesi.  2.  È  una  serie  di  quistioni  che  il  Padre  Antonio  indirizza  al  Padre  Luigi  de  Gama  sopra 
un  Memoriale  di  43  punti  che  gli  aveva  fatti  mandare  il  Padre  Feliciano  Pacbeco  Vice-Provinciale 
della  Compagnia  di  Gesù  in  Cina;  e  a  cui  risponde.  È  lavoro  fatto  in  Huam-che-fu ,  provincia  di 
Quam-tung,  V  aprile  del  1668.  Il  primo  Manoscritto  conta  15  carte  di  minutissima  e  Attissima  lettera, 
anche  con  caratteri  cinesi  ;  il  secondo  19. 

sto»F.  648.  Santa  Maria  (de). — Rosas  do  Japào  candidas  a^ucenas,  e 
ramalhete  de  fragrantes  e  peregrinas  flores,  colhidas  no  Jardim  da 
Igresia  do  Japào,  ec,  por  Fr.  Agostinho  de  Santa  Maria.  Lisboa, 
Pedroso  Galrào,  1699. 

Sono  2  volumi  in  4.  Il  secondo  comprende  anche  as  rosas  da  Cochinchina,  candidas,  ec  ed  è 
stampalo  in  Lisboa  Occidental,  Fedro  Ferreira,  1714.  È  cosi  annotato  da  Leon  Pagbs  ( BSbliog.  Jap,J. 
Ma  io  non  potrei  accertare  che  l'Autore  sia  Francescano. 


A«U 


649.  Santa  Maria  (  de  ).  —  Chronica  de  la  Provincia  da  San 
Joseph  de  los  Descalgos  de  la  Orden  de  N.  S.  P.  S.  Francisco,  y  de 
las  Provincias  y  Custodias  Descalgas  que  della  han  salido  y  son  sus 
hìjas,  compuesta  por  por  Fr.  Juan  de  Santa  Maria,  Predicador  y 
Padre  do  la  mesina  Provincia .  Madrid ,  en  la  imprenta  Real , 
MDCV-MDCVIII. 

Sono  2  volumi  in  foglio:  il  primo,  che  è  la  parie  prima,  di  67i  pagine:  il  secondo,  che  è  la 
parte  seconda,  di  737.  Opera  importantissima  per  la  storia  delle  Missioni  nelle  Filippine,  nella  Cina, 
nel  Giappone  e  in  tutto  l'Arcipelago  Indiano.  N'ò  un  esemplare  nella  pul)liiica  Biblioteca  della 
città  di  Barcellona. 

—  Relacion  del  martirio  que  seys  Padres  Delcalgos  Franciscos, 
tres  hermanos  de  la  Compania  de  Jesus,  y  decisiete  Japones  Christia- 
nos  padeceron  en  el  Japon,  heclia  por  el  P.  Fr.  Juan  de  Santa  Maria, 
Provincial  de  la  Provincia  de  San  Joseph  de  los  Descalgos.  En 
Madrid,  por  los  herederos  de  Juan  Iniguez  de  Loquerica,  ano  de  1601. 

Un  volume  in  8,  di  cui  vidi  un  esemplare  nulla  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 
Questa  è  la  seconda  edizione:  la  prima  si  fece  in  Madrid,  por  Vare,i  de  Castro,  1599;  di  cui  è  un 
esemplare  nella  Biblioteca  Mazzarino  di  Parigi  ;  che  tradotta  in  italiano  dal  Padre  Giuseppe  Francesco 
da  Santa  Maria,  si  pubblicò  in  Roma  lo  stesso  anno;  e  n'  <>  un  esemplare  nella  Biblioteca  Barbertnlana 
di  quella  città. 


SANTA  MARTA  -  SANTA   ROSA  557 

'».  650.  Santa  Marta  (  de  ).  —  Relacion  historica  de  las  cosas  de 

Japon,  su  cristiandad  y  persecuciones,  por  el  P.  Fr.  Juan  de  Santa 
Marta  de  la  Observante  Provincia  de  Santiago. 

—  Sermones  sobre  la  mayor  parte  de  las  humilias  del  Bre- 
viario, en  idioma  japon. 

—  Refutacion  de  los  errores  y  supersticiones  contenidos  en 
el  libro  BwpOy  en  idioma  japon. 

Questo  libro  contiene  le  cose  spettanti  alle  credenze  Giapponesi. 

— Catecismo  esplicado  de  la  doctrina  cristiana,  en  idioma  japon. 

—  Varias  cartas  espirituales,  ec. 

Cosi  r  Hderta  (EtiaàQ,  ec).  Il  primo  è  scritto  in  Castigliano  ;  e  le  lettere  {Cartat)  parte  in 
giapponese  e  parte  in  castigliano.  Il  Padre  Santa  Maria  fu  uno  de*  più  celebri  apostoli  del  Giappone. 
Infuriando  la  terribile  persecuzione  che  vi  spense  il  cristianesimo,  egli  vi  rimase  occulto:  ma  il  16i5 
scoperto  ed  incarcerato,  venne  menato  alla  città  di  Meaco,  dove,  per  ben  due  anni  gli  fu  fatto  patire 
ogni  maniera  di  strazi,  e  finalmente  extramuroi  ebbe  tronco  il  capo  il  i6  di  agosto  del  16i8.  Fu 
dichiarato  vero  martire  con  un  decreto  della  Sacra  Congregazione  dei  riti  del  21  aprile  i668. 


mp. 


ìm. 


nca 


651.  Santa  Rosa  (de) .  —  Relacion  del  imperio  de  China,  y 
frutos  apostolicos  de  los  Misioneros  Franciscanos,  ano  de  1712:  por 
el  P.  Fr.  Diego  de  Santa  Rosa  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 

Cosi  l'HuERTA  (E$tado,ec.) ,  dicendo  che  è  una  relazione  molto  estesa  e  particolareggiata,  e 
che  fu  messa  a  stampa  in  Madrid  il  4717.  li  Padre  Diego  parti  dalla  Spagna  per  le  Filippine  il 
1696,  e  lo  stesso  anno  di  là  fu  mandato  alle  Missioni  della  Cina,  dove  evangelizzò  con  assai 
successo  per  37  anni.  Il  1733  tornò  alle  Filippine,  e  mori  nel  Convento  di  Manila  il  febbraio  del 
1740,  neiretà  di  80  anni. 

652.  Santa  Rosa  (  de  ).  —  Arte  del  idioma  de  los  Aetas  :  por 
el  P.  Fr.  Bernardo  de  Santa  Rosa,  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 

—  Diccionario ,  idem. 

—  Doctrina  cristiana,  idem. 

—  Administracion  de  los  Sacramentos  a  los  Aetas  cristianos,  ec. 

Cosi  l'HuERTA  (Estado^ec).  Il  Padre  Bernardo  da  Santa  Rosa  fu  nativo  di  Vi llamor,  diocesi 
di  Leon.  Abbracciò  P  Instituto  Francescano  il  1713,  e  s'imbarcò  per  le  Filippine  il  1726.  Là  fu 
destinato  alla  Missione  di  Casiguran,  evi  durò  23  anni,  convertendo  gran  numero  di  Aetas,  che 
abitano  quelle  montagne.  Poi  fu  in  Binangonan  di  Lampon,  donde  il  1753  passò  a  Binangonan  di 
Bay.  Quivi  1'  anno  appresso  infermò,  e  trasportato  in  Manila,  chiuse  i  suoi  di  il  22  aprile  del  1754. 

653.  Santa  Rosa  (de).  —  Vida  e  martyrio  dos  bemaventnrados 
sete  Martyres  que  pela  confissào  da  santa  fé  de  Jesu  Christo 


Asia 


558  SANTA  THERESIA  -  SANTISSIMA  TRINIDAD 

derramaram  o  sangue,  e  sacrificaram  suas  innocentes  vidas  na 
cidade  de  Marrocos ,  pel  P.  Fr.  José  de  Santa  Rosa  Francìscano. 
Lisboa,  na  Officina  de  Miguel  Manescal  da  Costa,  1761. 

Un  volume  io  4. 

èu.  654.  Santa  Theresia  (  de  ).  —  Mision  Seraphica  Espanola  de 

Xan-tung,  en  este  imperio  de  la  gran  China,  parteneciente  a  la 
Santa  y  Apostolica  Provincia  de  San  Gregorio  de  la  Regular  y 
mas  estrecha  Observancia  de  N.  S.  P.  S.  Francisco  en  les  Islas 
Philipinas,  ano  de  1757,  por  el  Padre  Fr.  Mathias  de  Santa  Theresa. 

Manoscritto  dell'  Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  qnc*  Padri.  Sono  4  carte 
in  foglio,  segnate  in  fine:  Dada  $n  Chi-nan-fu  en5  de  septienbre  de  i757.  —  Fr,  Mathias  de  Santa 
Theretia  y  AUazar,  Ord.  Min,  Ex^Mitsionarius  de  Coehinchina  y  actual  de  China, 

655.  Sant-Iago  (de).  —  Chronica  da  santa  Provincia  da  Nossa 
Senhora  da  Soledade  da  mas  estreita  e  Regular  Observancia  do 
Serafico  Padre  Sao  Francisco  do  Instituto  dos  Descalgos  no  reino 
do  Portugal,  a  qual  consagra,  dedica  e  oflFerece  ao  mesmo  Serafico 
Patriarca  S.  Francisco  o  minimo  de  seus  filhos  Fr.  Francisco  de 
Sant-Iago ,  Barcellense ,  Ex-Leitor  de  Theologia ,  Qualificador 
do  Santo  Officio,  Consultor  du  Bulla  da  Cruzada,  Examinador  das 
tres  Ordens  Militares ,  Padre  da  Provincia  da  ConceigSo  de  Por- 
tugal, Ex-Dofmidor ,  e  Chronista  da  Soledade.  Tom.  I.  Lisboa. 
Na  Officina  de  Miguel  Manescal  da  Costa,  Impressor  do  Santo 
Officio.  Anno  MDCCLXII.  Con  todas  as  licengas  necessarias. 

Un  volume  in  fuglio,  di  24  fogli  preliminari  non  numerati  e  932  pagine.  Tratta  specialmente  lic-lic 
nostre  Missioni  di  Capo  Verde.  li  secondo  volume  restò  inedito.  N'  è  un  esemplare  nella  Bibliotcra 
Nazionale  di  Lisbona. 

jfa.  656.  Santissima  Trinidad  (de  la).  — lielacion  del  imperio  Ana- 

mitico  y  profjreso  de  las  Misiones  catolicas  en  el  mismo  :  por  el 
P.  Fr.  Geronimo  de  la  SS.  Trinidad  de  la  Provincia  de  San  Pablo. 
—  Carta  pastral  a  los  nuevos  cliristianos,  en  idioma  y  carate- 
res  Anamiticos. 

Così  l'HuERTA  (Estado,  ec).  Il  Padre  Geronimo  nacque  in  Vega  di  Valdetronco ,  diocesi  di 
Palencia,  e  abbracciato  l'Istituto  Francescano,  s'imbarcò  per  lu  Filippine  il  1717,  donde  l'anno 
seguente  prosegui  per  le  Missioni  della  Concincina.  Zelantissimo  della  conversione  di  quelle  genti, 
da  Monsignor  I>.  Francesco  Perez  Vescovo  Hugiense  venne  nominato  Pro-Vicario  Apostolico  di  quelle 
Missioni.  Dopo  i7  anni  di  apostolato,  mori  in  Concincina  il  27  febbraio  del  17(4. 


Atto 


SANTISSIMO   SACRAMENTO  -  SANTO  AMBROZIO  559 


»• 


657.  Santissimo  Sacramento  (de  el).  —  Viage  y  peregrinacion 
de  Jepusalem  que  hizo  el  hermaiio  Fr.  Juan  de  el  SS.  Sacramento, 
Religioso  lego  de  el  Orden  de  nuestro  Serafico  Padre  San  Fran- 
cisco, y  colegial  que  faè  en  el  Colegio  Seminario  de  Arcos.  Sale 
a  luz  baxo  la  proteccion  de  el  Senor  D.  Fedro  de  Aniaga,  dignis- 
simo  esposo  de  mi  Senora  Dona  Cathalina  Casanova.  Con  licencia. 
En  el  Puerto  de  Santa  Maria,  en  la  Impronta  y  Libreria  de  los 
Gomez,  en  la  calle  de  Luna. 

Ud  volarne  in  8,  di  andici  carte  preiimiDari  non  numerate  o  iS4  pagine.  N'  è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  del  Palazzo  Arcivescovile  di  Siviglia.  In  ogni  libro  di  questo  genere  sono  sempre  fatti  nuovi 
e  interessanti  delle  Missioni  Francescane  di  Palestina  :  e  in  questo  non  mancano ,  come  fu  quel  che 
accadde  ali*  Autore  da  Alessandria  al  Cairo. 

658.  Santo  Agostinho  (de).  Relagao  verdadeira  do  celeberrimo 
triumpho  e  Victoria  que  conseguiu  a  Religiao  Franciscana,  recu- 
perando OS  Sanctos  Lugares  de  Jerusalem  usurpados  pela  nagao 
Grega  scismatica,  pelo  Padre  Fr.  Antonio  de  Santo  Agostinho, 
Franciscano  de  la  Provincia  de  Portugal.  Lisboa,  por  Miguel 
Deslandes,  1691. 

Sono  SS  pagine  in  4.  Raro  a  incontrare. 

—  Breve  summario  dos  conventos,  igrejas,  capellas,  et 
Lugares  Santos,  que  a  sagrada  Religiao  dos  Frades  Menores  de 
Observancia  tem  a  seu  cargo  em  a  cidade  de  Jerusalem  et  Terra 
Santa,  et  do  direito  com  que  os  possue  et  habita  :  et  dos  grandes 
et  excessi vos  trabalhos,  que  padecem  os  Religiosos  que  aly  estao  : 
et  dos  tributos  que  pagào,  para  que  os  deixem  morar  aly  osTurcos; 
et  por  ter  com  a  devida  decencia  aquellos  Santos  Lugares.  Tirado 
a  luz  pelo  P.  Fr.  Antonio  de  San  Agostinho,  Pregador,  Commis- 
sario, et  Procurador  Geral  da  Terra  Santa  neste  reyno  de  Portugal 
et  sus  Conquistas.  Em  Lisboa ,  na  officina  de  Miguel  Deslandes, 
impressor  da  su  Magestade.  Anno  de  1698.  Com  todas  as  licenjas 
necessarias. 

Sono  18  pagine  in  4.  N*  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

659.  Santo  AMBROzio(de). — ^Breve  e  distinta Relagam  da  sedigam 
popular,  que  na  cidade  de  Jerusalem  se  levantou  centra  os  Religio- 


5tì0  SANTO  ANDRE  -  SANTO  ANTONIO 

SOS  da  nosso  Padre  Sao  Francisco,  que  os  habitam,  et  veneram  os 
sagrados  vestigios  da  nossa  Redempgào  ;  a  qual  mandou  a  M.  R. 
Padre  Fp.  Joam  de  Santo  Ambrozio,  filho  da  santa  Provincia  de 
Portugal  et  morador  no  Convento  do  Santo  Sepulchro  ;  dada  a 
estampa  por  Antonio  Manescal,  Syndico  goral  dos  Santos  Lugares 
de  Jerusalem,  por  ordem  do  M.  R.  P.  Fr.  Francisco  de  Santiago, 
Pregador  Jubilado,  Diffinidor  habitual  da  Provincia  de  Portugal, 
da  Ordem  de  Sao  Francisco,  et  Comissario  Goral  dos  mesmos 
Santos  Lugares  de  Jerusalem  neste  reyno,  e  seus  estados  et  con- 
quistas  ec,  Lisboa.  Na  Officina  de  Miguel  Manescal,  impressor  do 
santo  Officio  e  da  Serenissima  Gaza  de  Braganga.  Anno  MDCCXVL 
Com  todas  as  licengas  negessarias. 

Sono  18  pagine,  in  8.  N^é  an  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

*•  660.  Santo  Andre  (de).  —  Copia  de  huma  carta  de  Frey  Manoel 

de  Santo  Andre  da  Ordem  dos  Menores  de  Sao  Francisco,  Pay  dos 
Christaos  das  terras  do  Norte,  a  el-Rey  de  Portugal. 

È  data  il  20  decembrc  1642.  Nell'Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Originale. 

sian^.  661.  Santo  Antonio  (de).  —  Paraiso  Serafico  ,  plandado  nos 
Sacros  Lu/:]:aros  da  l^edempcào ,  rogado  con  as  preciosas  eorrentes 
do  Salvador  do  mundo  Jesu  Christo,  fonte  da  vida,  guardado  pelos 
filhos  do  Patriarcha  Sào  Francisco  com  a  espada  de  seu  ardente 
zelo,  repartido  em  oito  estancias,  ou  livros,  nos  quaos  se  descre- 
vem  OS  principaes  Sanctuarios ,  em  que  rosidem  os  Religiosos 
Franoiscanos  :  o  seu  incomparavol  zelo  :  a  perfeigao  e  magestade 
do  culto,  que  a  Deos  tributdo  nos  oflfìcios  divinos,  e  mais  fun- 
f oens  e  celebridades  :  os  frequentes  o  grandes  trabalhos  que  pa- 
decem  pela  fé  :  os  frutos  quo  adquirem  com  su  prega^ao  e  dou- 
trina  :  as  despezas  que  fazem  :  as  conduotas  que  deste  reyno  de 
Portugal  recobem  :  e  ultimamente  so  matizHo  com  varias  noticias 
historicas  e  geoffraficas  do  mesmo  paiz,  memorias  do  seu  governo 
antigo  assim  Heal  comò  Pontifìcio ,  e  outras  cousas  dignas  da 
attencao  universal.  Su  author  Fr.  .Tono  Bautista  de  Santo  Antonio, 
dos  Menores  da  Sào  Francisco  da  Provincia  de  Portugal ,  no 
menor  estado  de  Lcigo,  naturai  de  villa  do  Basto,  Vice-Commis- 


SANTO   DOBimGO  561 


sario  e  Procuradop  geral  de  Terra  Santa,  nestes  reynos  de  Portugal 
e  Conquistas.  Lisboa  Occidental,  na  officina  dos  Monges  das  Covas 
do  Monte  Forado,  MDCCXXXIV. 

Sono  3  volami,  in  foglio:  il  primo,  dedicato  al  serenissimo  t  Rey  de  Portugual i).  JoSo  Y  » ,  conta 
17  carte  preliminari  non  numerate  e  59S,  ed  è  ricchissimo  di  notizie  e  di  erudizione  per  la  storia 
delie  Missioni  Francescane  in  Palestina,  in  Egitto,  e  specialmente  fra'  Maroniti  del  Monte  Libano,  e  di 
documenti  importanti  che  forse  non  s' incontrano  altrove ,  spMlalmente  ne*  capitoli  XIV  e  XV  del 
libro  IV.  Il  secondo,  di  8  fogli  preliminari  non  numerati  e  633  pagine,  «  dedicado  ao  Emo  e  Rmo 
Senhor  Gardenal  Nuno  de  Cunha  e  Ataide  e  impresso  na  oflBcina  de  Domingos  Gonsalves,  MDCCXLI,  • 
tratta  della  «  guerra  sacra  até  a  tomada  de  Jenisalem,  do  estado  do  governo  dos  seus  Reys  ató 
a  Guido  de  Lusignano  e  perda  da  santa  Gidade:  motivos  desta  perda:  vaticinos  do  Restaurador 
dos  santos  Lugares ,  o  N.  S.  Padre  S9o  Francisco  :  summario  das  ultìmas  armadas  dos  Gruzados , 
que  intentarSo  a  restaurammo  do  reyno  de  Jenisalem  :  estableclmento  do  Patriarcha  Serafico  e  de  su 
Religi9o  na  Asia,  com  especialidade  para  a  guarda  e  culto  do  Santissimo  Sepulchro,  e  mais  Lugares: 
memorias  do  primeiro  Guardilo  do  Sacro  Monte  Sion,  com  os  successos  que  houve  depois  de  su 
nomenacSo  no  espa^o  de  cento  e  dous  annos;  et  oulras  noticias  dignas  de  attenevo,  e  nSo  sem 
utilidade  dos  militares.  »  Il  terzo  finalmente,  di  8  fogli  preliminari  non  numerati  e  690  pagine, 
stampato  «  na  officina  dos  Herdeiros  de  Antonio  Pedrozo  Galram,  MDCCXLIX,  e  dedicado  ao  Exmo 
e  Rmo  D.  Fr.  Joseph  Maria  Fonseca  de  Evora,  Bisbo  de  Porto,  descreve  as  elei^oens  e  govemos  de 
trinta  e  dous  Guardiaens  do  sacro  Monte  Sion ,  com  os  casos  peregrinos  e  memoraveis,  que  no 
mesmo  tempo  succederlo  no  mundo  pelo  espa^o  de  cento  oi tenta  e  site  annos,  que  comprehende, 
e  de  mil  trezentos  e  vinte  e  oito  até  mil  quinhentos  e  quinze:  obra  util  y  muy  curiosa  paratodo 
o  genero  de  pessoas,  anthorizada  con  escriptores  classicos,  assim  antigos  comò  modernos.  »  N*  ò  un 
esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Lisbona. 

Da  documenti  annotati  in  questo  libro  rispetto  alla  T^rra  Santa,  è  facile  vedere  che  tra' governi 
e  popoli  cattolici  che  in  modo  speciale  contribuirono  a  conservare  con  decoro  i  Santi  Luoghi  della 
Palestina,  e  a  tenerne  viva  la  pietà  ne' fedeli,  si  distinse  assai  il  governo  e  popolo  di  Portogallo. 
E  molti  altri  io  credo  ne  restino  ancora  inediti  negli  Archivi  e  nelle  Biblioteche  di  quel  regno. 
Alcuni  ne  pubblicò  ultimamente  l' erudito  signor  Giulio  Firmino  Judice  Biker  in  un  fascicolo  a  parte 
del  suo  Suplemento  a  eoUefào  dos  tratados,  eonven(oe$,  contratos  e  actos  pubUeos  eelebrados  entre 
a  coròa  de  Portugal  e  as  mais  Potentias  desde  1640,  eompUados,  eoordenados  e  annotados  pelo 
Visconte  de  Borges  de  Castro  e  continuafao  por  Julio  Firmine  ec.,  di  cui  volle  gentilmente  regalarmi 
parecchi  volumi.  Accenno  questa  pubblicazione,  come  già  ho  fatto  di  molte  altre,  perchè  si  conosca 
la  necessità  che  hanno  oggi  gli  Ordini  Religiosi  di  aver  conoscenza  di  cosi  fatte  pubblicazioni 
bibliografiche  e  di  collezioni  di  viaggi  e  di  documenti  di  storia ,  che  quasi  tutte  contengono  cose 
che  li  riguardano:  e  se  ne^fanno  in  Francia,  in  Spagna,  in  Portogallo,  in  Inghilterra,  in  Germania: 
sono  assolutamente  necessarie  per  scrivere  la  nostra  storia,  specialmente  da  tre  secoli  a  questa  parte  ;  e 
per  questo  lato  dobbiamo  saperne  grado  al  nostro  secolo,  che  in  ciò  mostra  una  imparzialità  meritevole 
di  riconoscenza. 

b.  662.  Santo  Domingo  (de).  —  Relacion  de  un  viaje  a  la  isla  de 

*•    Nicovar,  usos  y  costumbres  de  sus  babitantes,  y  fructos  y  trabajos 

apostolicos  en  dicha  isla  :  por  el  P.  Fr.  Antonio  de  S.  Domingo,  ec. 

Cosi  r  Hderta  (Estcido,  «e.) ,  dicendo  che  la  Relazione  porta  la  data  del  Si  luglio  1691.  Il  Padre 
Antonio  professò  l' Istituto  Francescano  nella  Provincia  di  San  Diego  di  Siviglia,  e  passò  missionario 
alle  Filippine  il  1684,  donde  il  1686  fu  mandato  capo  d'  una  missione  pel  regno  di  Siam:  erano  cinque 
suoi  confratelli,  ed  egli  il  sesto.  Ma  giunti  nel  regno  di  Siam,  trovarono  eh'  era  avvolto  in  sanguinose 
guerre,  e  fu  impossibile  stabilirvi  la  naissione.  Allora  Frate  Antonio  si  recò  al  Porto  di  Mergi,  donde 
fecero  vela  per  Nicobar.  Vi  venne  bene  accolto ,  e  fissata  la  sua  dimora  nel  popolo  di  Albanan,  vi 
fondò  una  chiesa,  e  v'  ottenne  numerose  conversioni  Blancando  di  provvigioni,  s' imbuto  sopra  un 

36 


562  SANTOS-SAO   UEKNAItDlNO 

piccolo  legno  che  capitò  nella  baja,  per  andarne  in  cerca;  ma  un  improvviso  e  furioso  temponlt 
lo  trasportò  a  Madras,  da  dove  con  gran  pena  ebbe  a  far  ri  tomo  alle  Filippine.  Ciò  fa  il  1688. 
Nelle  Filippine  fu  eletto  Cus#de  di  tutta  la  missione,  e  volendo  sempre  più  aumentarla,  per  la  via 
dell'  Indie  tornò  in  Spagna  a  pigliarvi  altri  suoi  confratelli,  che  in  buon  numero  menò  seeo  il  1698. 
Eletto  poi  Provinciale,  mandò  cinque  di  essi  in  missione  alle  sopraddette  isole,  e  due  in  Concincina, 
che  vi  fondarono  una  fiorente  chiesa.  Intanto  egli  stabili  una  tipografia  in  Tayabas,  e  vi  fece  stampare 
il  Dizionario  della  lingua  Tagala,  scritto  dal  Padre  Fr.  Domenico  Db  los  santos.  Finalmente,  logoro 
dalle  fatiche,  mori  in  Nasa  il  ii  luglio  del  1701,  lasciando  fama  di  non  comune  santità. 

*  663.  Santos  (de  los). — Vocabulario  de  la  lengua  Tagala,  por  el 
L  Padre  Fr.  Domingo  de  los  Santos  de  la  Provincia  de  San  Gabriel, 
primera  y  segunda  parte.  En  la  primera  se  pone  primero  el  Ca- 
stellano, y  despues  el  Tagalo  ;  y  en  la  segunda,  al  contrario,  que 
son  las  raices  simples  con  sus  acentos.  Reimpreso  en  la  Imprenta 
nueva  de  D.  José  Maria  Dayot,  por  Thomas  Oliva.  Manila,  1835. 

Un  volume  in  foglio  di  3  carte  non  numerate,  739  e  118  pagine.  Stampato  in  carta  di  riso. 
«  La  primera  edicion  de  este  Diccionario  (dice  il  signor  Sebastian  Vidal  y  soler.  Memoria  tobre 
el  ramo  de  montes  en  Filipinat,  ec.  Madrid  1874)  se  hizo  cn  Tayabas  1703,  in  fol.  El  unico  exemplar 
conocido  se  encontraba  en  la  coleccion  de  Mardsex.  Se  hizo  una  3  edicion  en  Manila  1794  in  (oL 
La  que  se  indica  es  la  tercera,  que  ya  es  bastante  rara  en  Filipinas.  • 

—  Ari;e  de  la  lengua  Tagala. 

Questa  Grammatica  sta  tuttora  manoscritta  nell'Archivio  del  nostro  Convento  di  Manila.  E  non  si  sa 
intendere  (dice  il  Padre  Huerta,  Estado,  ec.)  come  ciò  sia  avvenuto,  essendo  stata  giudicata  da' revisori, 
ai  quaii  ne  venne  affidato  l'esame,  uno  de'  più  dotti  lavori  che  siansi  fatti  soprala  lingua  Tagala.  II 
loro  giudizio  avvenne  1'  anno  1693,  e  resta  unito  al  ManoscriUo.  Elssi  furono  tre:  il  Padre  Fr.  Vincenzi(» 
HerengiKT,  il  Padre  Fr.  Frann-sro  tll  San  Giuseppe,  e  il  Padre  Andrea  Serrano  della  Compagnia  dì 
Gesù.  11  Padre  Serrano,  fra  1'  altre  ck^->(},  n«'  «lice  (juanlo  segue  :  •  ilien  puecle  su  autor  levantar  t)andera 
enlre  los  muchos  y  gramles  macslros  que  ha  dado  al  Tagalismo  su  sagrada  Familia  (Franciscana), 
pues  a  ninguno  es  inferior  cn  la  erudicion,  y  nirigun  le  es  superior  en  el  magislerio.  En  estaobra 
liay  una  (|uinta  esencìa  de  los  primores  que  hallamn  en  esla  gran  lengua  sus  antecessures,  y  sobrc 
esla  enùneiiL'ia  ha  lenitlo  su  autor  reales  que  aiiadir  a  aipiellos  primores.  Muehos  escribieron  de 
està  materia,  (pie  a  esla  santa  Provincia  de  San  Gregorio  fueron  corona  y  singular  ornamento  de 
celo;  mas  en  està  .Vrte  el  I^adre  Fr.  Domingo  es  la  llor  de  los  escrilores,  en  (jue  se  recopila  una 
copia  «le  sus  fragrancias  y  una  cifra  «le  sus  mas  rclovantes  (jb.servacìones  :  la  elocuonle  abundancia 
de  Fr.  Pcdro  de  San  l^uenaventura,  la  claridad  de  Fr.  Juan  de  Oliver,  lo  nervioso  de  Fr.  Geronimo 
de  Monte;  lo  alto  esiilo  de  Fr.  Diego  de  la  Asuuipcion,  lo  elcvado  de  Fr.  Alonso  de  Santa  Ana,  lo 
profundo  de  Fr.  Miguel  de  Talavcra,  lo  grave  de  Fr.  Juan  de  Plasencia,  lo  suave  de  Fr.  Antoniu 
de  San  Gregorio,  lo  dulce  de  Fr.  José  de  Santa  Maria ,  y  lo  laconico  de  Fr.  Agustin  de  la  Magda* 
Iena  Esto  es  haber  juntado  lantas  flores  en  una  fior ,  non  para  se  marchilen  c^n  el  tiempo,  sino  para 
que  se  elernice  con  la  fama,  ec.  • 

Il  Padre  de  los  Santos  nativo  di  Torrejoncillo  in  Eslremadura,  erasi  recato  dalla  Spagna  alle 
Filippine  il  1665.  Fu  zelante  Missionario  in  vari  popoli ,  come  Santa  Cruz,  Morong,  Siniloan,  Paqnil, 
Lucban,  Voraue,  Mabilac,  Paole,  Sant'Anna  di  Sapa,  Tayabas,  ec.  Mori  nel  Convento  di  Mohayhay 
il  gennaio  del  1695. 

»««p.         664.  Sao  Bernardino  (de).  —  Itinerario  da  India  por  terra  até 
^    este  reyno  de  Portugal,  com  a  descripf am  de  Jenisalem,  composto 


*. 


SAO  BERNARDINO  -  SAO  BOAVENTURA  563 

por  Frey  Gaspar  de  Sao  Bernardino  da  Ordem  do  Seraphico  Padre 
Sam  Francisco  da  Provincia  de  Portugal.  Lisboa,  por  Vincente 
Alvarez,  1611. 

Ud  volume  in  4.  Rarissimo.  Ma  esso  venne  ristampato  nella  stessa  città  di  Lislrana  il  1841 
cui  titolo  seguente:  Itinerario  da  India  por  terra  aU  a  Uha  de  Chipre,  Dirigido  a  Rainha  de 
Espanha  Margarita  de  Austria  nossa  senhora,  ee,  lÀsboa  1842,  Typografia  de  A.  S.  CoeUio,  Rua 
do  OuteirOy  ao  Lourelo  n.  4.  primeiro  andar.  Un  volume  in  8,  di  S59  pagine,  e  due  carte  non 
numerate  in  fine.  E  questo  titolo  veramente  è  più  giusto  ;  perchè  questa  non  è  che  la  prima  parte 
deir  Itinerario;  la  seconda  non  venne  fin  qui  pubblicata,  se  non  è  andata  perduta.  Della  prima  edizione 
ne  incontrai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona.  Quale  merito  abbia 
questo  Itinerario  lo  dice  il  seguente  Prologo  do  Reitnpretior, 

«  A  leitura  d'algunos  dos  nossos  Auctores  classicos  a  qual  principieiadedicar-me,  despertou 
en  mim  o  desejo  de  procurar  entre  elles  hum,  que  tanto  pelo  seu  estylo  puro  e  corrente,  comò 
pela  curiosa  materia  de  que  tratasse,  pudesse  excitar  nos  meus  compatriotas  a  cobi^a  de  o  lerem, 
e  fosse  tambem  comò  un  novo  incentivo ,  aprindo-lhes  este  caminho,  para  emprehenderem  dar  a 
luz  outras  muitas  obras  que  se  nSu  tem  reimpresso,  e  se  achSo  bem  comò  hum  manancial  que 
podendo  saciar  e  sède  de  muitos,  pela  distancia  em  que  està,  so  o  póde  fazer  a  ùm  pequeno  numero 
ao  qual  elle  he  accessivel:  julguei  por  tanto  que  para  este  firn  nSo  podia  fazer  melhor  escolha, 
da  que  a  do  presente  livro.  Nelle  se  observa  huma  linguagem ,  aìnda  que  singela  e  ingenua , 
elegante  e  mismo  elevada ,  qualidades  estas  que  o  podem  equiparar  a  alguns  dos  nossos  mais 
abalisados  escritores  de  mil  e  quinhentos  e  mil  e  seiscentos,  tempo  en  que  elle  pnblicou  este  livro.  » 

Ed  io  aggiungo ,  che  è  interessantissimo  sia  per  la  natura  del  viaggio  difficilissimo  che  quel 
Padre  compì,  sia  per  le  avventure  d' ogni  maniera  per  terra  e  mare,  che  vi  sono  descritte,  mentre  è  un 
magnifico  episodio  delle  Missioni  Francescane  nell'  India. 

665.  Sào  Bernardino  (de).  —  ExposigSo  do  Credo  em  lingua 
Concani:  pelo  Padre  Fr.  Domingos  de  Sao  Bernardino. 

Dice  il  CuNHA  RiVARA,  cho  fu  natlvo  d'India  e  Commissario  del  Santo  Officio  nel  suo  paese. 

666.  Sao  BoAVENTURA  (de). — Paraiso  mystico  da  sagrada  Ordem 
dos  Frades  Menores,  plantado  no  campo  fecundo  da  Igreja  mi- 
litante pe  lo  mesmo  Deos  que  na  terra  plantou  o  primeiro  Pa- 
raiso, regado  com  as  enchentes  dos  favores,  privilegios  e  gra^as 
da  Sé.  Apostolica,  com  que  produsio,  produz  e  produsira  até  o 
fim  do  mundo  admiraveis  fructos  de  santidade  em  tantos  filhos 
quantos  tem  culto  ecclesiastico  nas  quatro  partes  do  mundo,  em 
que  se  dilatou,  cooperando  a  divina  gra^a  sempre  omado  com 
letras  e  dignidades  ecclesiasticas  em  servilo  da  mesma  Igreja 
para  credito  da  Fé  catholica.  Composto  em  obsequio  dos  devotos 
da  Ordem  por  Frey  Antonio  Gaetano  de  Sào  Boaventura,  Frade 
Menor  da  Regular  Observancia  da  Provincia  de  Portugal.  Porto  : 
na  Officina  Episcopal  de  Manoel  Pedroso.  Coimbra.  Anno  de  1750, 
Com  todas  as  licengas  necessarias. 


564  SAO  FRANCISCO  -  SAO  JOSEPH 

Un  volume  in  fogliò ,  di  7  carte  preliminari  non  numerate  e  819  pagine.  Libro  abbastania 
raro ,  ed  interessantissimo  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane,  delle  quali  contiene  un  heì  com- 
pendio dall'origine  dell'Ordine  sino  al  tempo  dell' Ahtore,  specialmente  per  le  conquiste  e  colonie 
Portoghesi.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell'Accademia  (già  della  Congregazione  del  Ten' Ordine 
Regolare  Francescano)  di  Lisbona.  Ed  io  potei  procurarmene  un  esemplare  al  prezzo  di  60  franchi. 

M-  667.  Sao  Francisco  (de).  —  Rela^ao  brevissima  de  todo  o  estedo 


Ajnrriet 


do  Maranhao  e  partieularmente  do  Grande  Rio  das  Amazonas. 
Wvidese  em  dous  tratados:  de  cadahum  destes  dous  capitulos. 
Hai  no  firn  huma  jornada  infausta  por  tormentosa  que  Frey 
Hieronimo  de  Sao  Francisco,  author  deste  papel,  fez  do  Maranhdo 
para  Portugal  pellas  dilatadas  Indias  de  Castella  no  anno  de  1692. 

Ne  rimane  solamente  questo  titolo,  strappato  dal  Manoscritto,  e  si  conserva  nella  Bibliolcta 
Nazionale  di  Lisbona. 

«--p.         668.  Sao  Galdino  (de).  —  Pastoral  do  Arzobispo  Metropolitano 
m.    de  Goa ,  Primas  d'  Oriente ,  dom  Frei  Manoel  de  Sao  Galdino  (  da 

Asia  _ 

Ordem  do  Serafico  Padre  Sao  Francisco  ) ,  na  qual  se  explica  o 
modo  de  desempenhar  dignamente  o  sagrado  ministerio  da  pre- 
gagao  da  palavra  de  Deos.  Calcutta  :  Printed  at  the  Hurkaro 
Press.  1818. 

Sono  52  pagine  in  4,  pieno  di  dottrina  e  di  alti  avvertimonti  per  la  storia  della  Chiesa  cat- 
tolica «eir  Indie.  Questo  insigne  Prelato  Francescano,  eletto  vescovo  di  Ton-kino  nel  1801 ,  venne 
poi  trasferito  a  Macao,  e  da  Macao  nel  1803  inviato  coaudilore  dell' Arcivescovo  di  Goa,  Fr.  Manuel 
di  Santa  Caterina,  di  cui  poi  fu  succ«'ssure.  Neil' Archivio  del  Ministero  della  Marina  di  Lisbona 
trovasi  una  lunga  serie  di  sue  lellere  inleres»ianlissinie  ;  e  se  ne  p«)lrebbe  scrivere  una  stu{>€nda 
biogralla.  Mori  in  (loa  il  1831.  Nel  Jornal  da  Santa  Igrej a  Lusitana  do  Oriente,  n.  6,  18i7,  sono 
alcune  sue  cose.  Compose  anche  e  mandò  a  stan)pare  una  (ìrammatica  in  lingua  del  paese:  ma 
venne  falla  sparire,  e  tinora  non  se  ne  ha  altra  nolizia. 

st.nnp.  669.  Sno  José  (do). — Jornada  que  Francisco  de  Sousa  de  Castro. 
Fidalgo  da  casa  de  sua  Ma^estade  fez  ao  Achem  ,  com  urna 
importante  enibaiscada,  enviado  pelo  Vicerei  da  India  Pedro  da 
Silva,  no  anno  1(538,  pelo  PAdre  Fr.  Gonzalo  de  Sao  José,  Religioso 
Franciscano  de  la  Provincia  de  Sào  Thomé.  Goa,  1642. 

Un  volume  in  4,  senza  il  nome  dello  stampatore. 


A-4Ìa 


Asia 


«'•  670.  S^o  Joseph  (de).  —  Apontamentos  mui  necessarios  para 

obter  0  bem  e  conservagào  da  conquista  da  ilha  de  Ceilao,  pelo 
Fr.  Manoel  de  Sào  Joseph,  Definidor  da  Provincia  Franciscana  da 
Madre  de  Deos.  En  1656. 


SAO  MATIAS-SAO  BTIGUEL  565 


Sono  i  funpli,  uulujsraU,  nella  pubblica  BibUotoca  della  cUtà  di  Evora  in  Portogallo. 

i— ».  671.  Sao  Matias  (de).  —  Versao  em  lingua  Concani  do  symbolo 
m.  da  Fé,  composto  pelo  Cardeal  Bellarmino:  pelo  Padre  Fr.  Joao 
^^   de  Sao  Mathias. 

Fu  naturale  di  Lisbona  (dice  il  Cunha  Rivara)  e  Ministro  della  Provincia  da  San  Thomè  nell' 
Indie.  La  versione  è  in  versi,  perchè  si  potessero  facilmente  cantare. 

—  Vida  de  Christo,  escrita  em  lengua  Bramana,  ec. 

L' Autore  l' intitolò  Puréima,  non  gtà  PurUatìa,  come  lesse  il  Easboba.  Così  il  Cutmk  hWAiLA, 
Aggiungendo  che  nella  pubblica  Biblioteca  di  Goa  trovò  due  esemplari  di  un  Puranna,  uno  a  stampa, 
1*  altro  manoscritto,  ma  tutti  e  due  mancanti  di  alcune  carte  in  principio  e  in  fine  ;  onde  gli  fu  im- 
possibile di  scoprirne  l'Autore.  0  non  potrebbe  essere  il  Puranna  del  Padre  JoSo  da  S9o  Mathias  ? 

Eccone  alcuni  versi  dal  libro  1  canto  8. 

Oissie  obangui  sicovonné  gané 
ApostoUicb^  {tae  aponjió 
Apohosti  Devonondoné 
Quelé  praqheallono  : 

cioè  :  A  fine  di  anodare  sì  uiUe  ammaestramento ,  egli ,  il  figliìAOlo  di  Dio,  lavò  con  le  proprie 
mani  i  piedi  agli  Apostoli. 

B^.         672.  Sso  Miguel  (de). — Das  estagoes,  que  os  Parochos  devem 
^^    fazer  as  suas  ovelhas ,  em  que  se  ensinam  os  mysterios  de  nossa 
santa  Fé,  e  ^xplicam  os  sete  Sacramentos  e  os  preceitoe  <lo  Dee^ogo, 
em  lingua  Concani  :  pelo  Padre  Fr.  Gaspar  de  Sao  Miguel. 

—  Sermoes  do  tempo  e  «dos  Santoe,  ec. 

Sono  4  tomi. 

—  Baculo  Pastoral,  ec. 

—  Symbolo  da  Fé  do  nosso  Fr.  Luiz  de  Gxanada,  ec. 

—  Symbolo  do  Cardeal  Bellarmino. 

—  Manual  para  os  Parochos  e  Reitores,  ec. 

—  Paixao  de  Christo,  desoripta  ^xx  ti?es  mii  versos ,  ec. 

—  Explica^ao  do  Credo ,  vida  dos  Apostolos ,  oom  muitop  oto- 
cumentos  e  refutagoes  da  idolatria,  ritos  e  superstigoes  gentilicas. 

—  Das  miserias  humanas,  gravidade  do  peeeado,  quatro  No- 
Yissimos  e  dos  beneficios  de  Deos. 

•  É 

Cosi  il  GuNHA  Ri  VARA.  Il  Barbosa  (BibUot.  Lusiiana  )  dice  che  V  Autore  dedicò  tutte  queste 
opere  scritte  in  lingua  Concani,  a  Filippo  IV,  e  che  le  due  ultime  si  compongono  di  seimila  versi; 


566  SAO  PBDRO  -  SARTHUNO 


col  titolo  di  VivaghomaUà ,  che  significa  Dichiarazione  della  fede ,  eoa  un  dottlasimo  tntUlo  in 
confatazioDO  de*  riti  pagani,  e  un'  ampia  notizia  degl'  idoli  Indiani.  Quasi  lo  stesso  dice  il  Padre  Fr. 
Giacinto  Da  Madrb  de  Dsos  nel  suo  Vergei  de  plantae  e  floret,  pagine  10,  con  le  parole  seguenti: 
«  0  Padre  Fr.  Gospar  da  San  Miguel  compoz  un  livro  com  admiravel  policia  em  estylo  poetico  de 
toda  a  Doctrina  chrLsl9o,  e  outro  com  a  mesoìa  traca  e  maior  energia  sobre  os  quatro  Novissimoi, 
a  modo  de  dialogo,  a  que  deu  titulo  :  VivaghomaUà ....  com  um  doutissimo  tratado  confatatortu 
dos  enganus  cm  que  traz  o  diatx)  a  estes  cegos  idolatras,  e  noticia  de  quem  foram  seos  idolos,  e 
contem  seis  mii  versos.  » 

^  673.  Sao  Fedro  (de). — Apologia  e  resposta  a  hum  tratado  feito 

pelo  P.  F.  Sebastian  de  Sao  Fedro ,  da  Ordem  de  Sào  Francisco , 
que  se  intitula  :  Recopilaf  So  das  causas  porque  o  Emperador  do 
Japao  desterrou  dos  seus  reynos  todos  os  Padres, 

Un  volume  manoscritto  in  4,  di  303  pagine.  Leon  Pagbs  (  Bibliogr,  japon,  )  dice  che  tacerti  parte 
de*  Manoscritti  dnj  Padre  Gaubil  nella  raccolta  del  Padre  Brotier,  poi  acquistata  dal  Lànolb,  e  che 
fu  venduta,  non  sappiamo  a  chi,  nel  1835. 


Alia 


Asia 


*«».  674.  Sardon.  —  Relacion  de  las  Misiones  de  los  Egongotes  y 

medios  de  reduccion.  Ano  de  1785.  For  el  P.  Fr.  Juan  Sardon  de 
la  Frovincia  de  San  Fedro  de  Alcantara. 

Dice  l' HuBRTA  (Rstado,  ecj  che  ò  una  relazione  molto  estesa  ed  importante.  11  Padre  Sardon 
fu  nativo  di  Murcia:  professò  la  Regola  Seraflca  il  1759;  il  1770  passò  alle  Filippine,  e  fb  addetto 
alle  Missioni  di  Dipaculao,  Binatangan,  Casignan,  Pungcan,  Caranglan,  Dibutarec  e  Palanan.  11  suo 
apostolato  durò  più  che  30  anni,  e  ricco  di  meriti  mori  il  33  luglio  del  1796. 


SiBMil. 


675.  Sarthiano  (a).  —  Beati  Alberti  a  Sarthiano  Ordinis  Mino- 
rum  Regularis  Observantiae  Opera  omnia  in  ordinem  redacta 
ac  argumentis  et  adnotationibus  illustrata  a  Francisco  Haroldo 
Hiberno,  eiusdem  Ordinis Xhronographo  Generali,  quibus  prae- 
mittuntur  gesta  Beati  Alberti  ab  eodem  coUecta  et  conscripta. 
Opus  posthumum,  revisum,  correctum,  notis  et  indicibus  auctum, 
ac  in  lucem  editum  per  Fatrem  Fr.  Fatriciuin  Duffium  olim  in 
Universitate  Lovaniensi  Artium  et  S.  Theologiae  Lectorem  pri- 
marium  et  Maiestatis  Catholicae  ad  Urbem  Theologum.  Romae 
CIOIOCLXXXVIII,  apud  Ioannem  Baptistam  Bussotum.  Superio- 
nim  permissu. 

Un  volume  in  foglio,  di  4  carte  preliminari  non  numerate  e  363  pagine.  Tutti  sanno  che 
il  Beato  Alberto  ò  stalo  uno  de' più  celebri  Missionari  Francescani  nell'Oriente.  Per  ben  conoscere 
la  straordinaria  sua  \irtù,  le  prodigiose  sue  opere  e  la  sua  sapienza,  bisogna  leggere  questa  raccolta, 
specialmcnltì  le  sue  lettere,  che  non  mancano  di  latina  eleganza,  e  sono  tutte  eluquentìssime.  l'n 
esemplare  di  quest'  opera  era  nella  HilUioteca  del  nostro  Convento  di  Santa  Maria  d'  Aracoeli  in 
iloma:  un  altro  ne  incontrai  nella  llibiioleca  del  nostro  Convento  di  Cand  nt>l  Hdgio. 


SA2  -  SCOTO  567 


676.  Saz. — Adiciones  al  Arte  de  la  lengua  do  Guatemala,  para 
utilidad  de  los  Indios,  y  comodidad  de  sus  Ministros  :  por  el  Padre 
Antonio  Saz,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Manoscritto  che  si  conservava  nel  Convento  di  San  Francesco  di  Guatemala.  Cosi  Io  Sqdier 
(Monogr,  of  Auth.) ,  aggiungendo  che  il  Padre  Antonio  era  nativo  della  città  di  Chiapa. 

677.  Sbaraleae.  —  Bullarium  Franciscanum ,  Romanorum 
Pontificum  constitutiones,epistolas,ac  diplomata  continens,  tribus 
Ordinibus  Minorum  Clarissarum  et  Poenitentium  a  Seraphico 
Patriarcha  Santo  Francisco  institutis  concessa,  ab  illorum  exordio 
ad  nostra  usque  tempora ,  iussu  atque  auspiciis  Rmi  Patris  Ma- 
gistri  Fr.  Joannis  Baptistae  Constantii  Minorum  Conventualium 
Magistri  Generalis  ,  conquisitis  undique  monumentis ,  nunc 
primum  in  lucem  editum,  notis  atque  indicibus  locupletatum 
studio  et  labore  Fr.  Joannis  Hyacinthi  Sbaraleae  eiusdem  Ordinis 
Sacrae  Theologiae  Magistri.  Romae,  Typis  Sacrae  Congregationis 
de  Propaganda  Fide.  MDCCLIX-MDCCLXXX. 

Sono  cinque  grossi  volumi  in  foglio  reale.  Il  quinto  tomo  è:  Ad  Bullarium  FrancUeanum  à 
P.  Fr.  Joanne  Hyacintho  SbaraUa  Ord,  Min.  Conv.  S<wae  Theologiae  Magistro  aedUum,  Supplementum 
studio  el  labore  Fr.  Flaminii  Anmbali  a  Latera,  Ordinis  Minorum,  Sacrae  Theologiae  Lectorii  JubUati 
et  Observantis  Romanae  Provineiae  alumni  digpositum,  praeviis  animadversionibus  in  notat  eiusdem 
Sbaraleae  illustratum,  opportunisque  adnotationibus  refertum.  È  inutile  il  dire  che  questa  preziosa 
raccolta,  benché  non  compita,  è  di  capitale  importanza  per  la  Storia  dell'Ordine  e  delle  Missioni. 
Dello  Sbaraglia  scrisse  V  elogio  il  dotto  suo  confratello  e  compagno  di  fatiche  nella  compilazione  del 
Bullarium,  Padre  Maestro  Antonio  Felice  BlàrrEi,  di  cui  abbiamo  già  parlato  in  questo  nostro  lavoro  ; 
e  venne  pubblicato  nel  tom.  XXVI  delle  Novelle  Letterarie  di  Firenze,  da  pagine  36  a  131. 

—  Supplementum  et  castigatio  ad  Scriptores  trium  Ordinum 
S.  Francisci  a  Wadingo  aliisque  descriptos  ;  cum  adnotationibus 
ad  syllabum  Martyrum  eorumdem  Ordinum.  Opus  posthumum 
Fr.  Joannis  Hyacinthi  Sbaraleae  Min.  Convent.  Sacrae  Theolog. 
Magistri.  Romae  MDCCCVI.  Ex  Typographia  S.  Michaelis  ad 
Ripas  apud  Linum  Contedini.  Superiorum  facultate. 

Un  grosso  volume  in  foglio,  pieno  di  molta  ed  utilissima  erudizione. 

678.  Scoto.  —  Itinerario,  ovvero  Nuova  Descrizione  dei  viaggi 
principali d' Italia  di  Fr.  Scoto:  aggiuntovi  le  Descrizioni  di  Udine.. 
Palestina,  ovvero  Terra  Santa,  ec.  Venetia,  Brigonoi,  1665. 

Due  volumi  in  13,  istoriati  d' incisioni.  N'era  un  esemplare  nella  privata  Biblioteca  del  signor 
EscALOPiER,  e  cosi  è  notato  nel  catalogo  della  medesima.  Ma  non  saprei  dire  se  l'Autore  fosse  Francescano. 


568  SCRITTURA  -  SEPULCHBO 


jfr.  679.  Scrittura  presentata  nel!'  anno  1691  per  parte  deirOrdine 

de' Minori  Osservanti  di  San  Francesco  alla  preclara  memoria  del 
Cardinale  Casanate. 

Sodo  26  carte  ìd  foglio,  e  contiene  una  succinta  storia  delle  Missioni  Francescane  in  Palestina. 
Manoscritto  nella  Biblioteca  Forteguerriana  di  Pistoia. 

siamp'  680.  Secoli  Serafici,  ovvero  Compendio  cronologico  della  storia 
Francescana  dall'anno  MCLXXXII,  in  cui  nacque  il  Serafico 
Patriarca  S.  Francesco  d'Assisi,  Fondatore  dell'Ordine  de' Frati 
Minori,  fino  al  Capitolo  Generale  dell'anno  MDCCLVI.  Nuovamente 
disteso ,  aggiunto ,  e  difeso  con  un'  appendice  alla  storia  del 
primo  secolo ,  da  un  Religioso  Toscano  dello  stess'  Ordine.  In 
Firenze.  MDCCLVII.  Appresso  Pietro  Gaetano  Viviani.  Con  licenza 
de'  Superiori. 

Un  volume  in  4,  di  8  carte  preliminari  e  476  pagine.  È  nn  bnon  compendio  della  storia  dell'Ordine, 
dove  qua  e  là  sono  belle  notizie  delle  principali  nostre  Missioni.  A  pagine  61,  per  esempio,  parlando 
de'Nunzii  e  Missionarii  Apostolici,  inviati  da  Benedetto  XII  l'anno  1338  a  diversi  Principi  di  Tartaria, 
t&  memoria  d'  un  certo  Padre  Fra  Daniele  da  Treviso,  eli'  era  stato  legato  appresso  il  Re  di  Armenia 
e  aveva  scritto  un'Apologia  «  per  purgare  gli  Armeni  dagli  errori,  imposti  loro  nel  Pontificato  di  Bene- 
detto Xll.  •  Non  ricordo,  se  ne  parlassi  ne*  primi  volumi  della  Storia  universale  delle  nostre  MissionL 
In  somma,  è  un  libro  da  leggersi  con  profitto  e  diletto;  e  appunto  con  tali  letture  venivano  informati 
i  giovani  di  recente  venuti  all'Ordine,  al  tempo  de' nostri  maggiori. 

11  nostro  Padre  Affò,  nella  Vita  del  beato  Giovanni  da  Parma,  dice  che  l'Autore  di  quest' 
opera  fu  il  Padre  Bonaventura  da  Decimo,  dell'Osservante  Provincia  Serafica;  nomo  dotto,  che  lasciò 
anche  altri  scritti  a  vantaggio  dell'Ordine. 

» 

sHmp.  681.  Sedulius.  —  Historia  Seraphica.  S.  P.  Francisci  Assisiatis 
vita  eiusdemque  sodalium  qui  ex  tribus  Ordinibus  relati  sunt 
inter  Sanctos  ;  iteui  illustria  martyria  Fratrum  Minorum  Superio- 
ris  Germaniae  Provinciao ,  a  P.  Fr.  Henrico  Sedulio  concinnata. 
Antuerpiae,  anno  MDC.  XIII. 

Un  volume  in  foglio  di  696  pagine.  Opera  ricca  di  notizie  delle  nostre  antiche  Missioni  e  di 
quelle  dell'India  Orientale  e  dell' America;  ove  Inollrc  è  rifcrilu  il  martirio  di  parecchi  nostri 
Religiosi,  uccisi  per  la  fede  in  Olanda  e  nella  Germania.  Libro  prezioso  e  raro,  di  cui  vidi  un  esem- 
plare nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona,  e  un  altro  in  quella  del  nostro  Convento 
di  Gand  nel  Belgio. 

^,.^p.  682.  Sepulchro  (do).  —  Rela^ao  do  naufragio,  que  padeceu  no 
anno  de  163G  Fr.  Manuel  do  Sepulchro,  Franciscano. 

Questa  interossanlissima  Relazione  si  trova  stampala  nella  Fliftoria  Serafica  del  Padre  Fr. 
Fernando  Da  SoLKnADK,  parie  V,  Uh.  P',  cap.  45,  che  a  suo  luogo  illustriamo. 


SERies  -  SERAAVALLE  569 


«•.  683.  Series  viroruin  Ordinis  Minorum  Strictioris  Observantiae 

Provinciae  Pedemontana  ^  qui  Apostolicis  Missionibus  strenue 
laborarunt. 

Sta  nelle  opere  Manoscritte  di  Giovanni  Lami,  esistenti  nella  Biblioteca  Riccardiana  di  Firenze. 

**•  684.  Serra. — Cronica,  o  Relatione  del  sacro  Convento  dì  Giac- 

carino  Pistorese  de'  Minori  Osservanti,  fatta  prima  in  compendio 
dal  Pulinari  e  Gonzaga,  dipoi  dal  Padre  Giovanni  Maria  di 
Cutigliano  e  Padre  Buonagratia  di  Cireglio,  e  finalmente  dispo- 
sta ordinata  et  accresciuta  dal  Padre  Leonardo  della  Serra,  con 
l'annotazioni  del  Padre  Terrinca,  divisa  in  quattro  parti,  con 
r  aggiunta  della  quinta  che  dovrà  servire  per  supplimento,  ove 
si  scriveranno  gli  accidenti,  che  occorreranno  il  futuro.  Anno 
MDCLXXX. 

Un  volarne  manoscritto  in  foglio,  di  carte  192,  nel  nostro  Convento  di  Giaccberino. 

«'  685.  Serrano.  —  Informe  del  R.  Padre  Provincial  Fr.  Pedrò 

Serrano  al  Exo  Senor  Virrey  Marquez  de  CriuUas,  sobre  la 
Custodia  de  Nuevo  Mesico.  Ano  de  1761. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

686.  Serrate.  —  Epitome  de  la  heroica  vida  y  glorioso  mar- 
tyrio  del  inclyto  y  bienaventurado  Martyr  San  Juan  de  Prado , 
Ministro  Provincial  primero  de  la  Provincia  de  San  Diego  de 
Franciscos  Observantes  Descalfos  de  Andalucia.  Beatificado  so- 
lemnemente  por  nuestro  S.  Padre  Benedicto  XIII  en  24  de  ' 
mayo  de  1728.  Por  el  Padre  Fray  Francisco  de  San  Nicolas 
Serrate,  Lector  de  Theologia,  Ex-Defìnidor,  Ex-'Custodio.  Con 
licencia.  En  Sevilla,  en  el  Convento  de  San  Diego. 

Un  volarne  in  8,  di  13  carte  prelininari  non  numerate  e  116  pagine.  N*  è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  del  Palazzo  Arcivescovile  di  Siviglia. 


b. 


687.  Serravalle.  —  Brieve  ragguaglio  da  Roma  sino  alla 
China  fatto  da  Fr.  Giambattista  da  Serra vaUe  Vercellese,  sacer-  . 
dote  Minore  Osservante  Riformato  della  Provincia  di  Milano , 
destinatovi  Missionario  Apostolico  dalla  Santità  di  Clemente  XI  : 
inviato  al  Padre  Illuminato  da  Varallo  (di  cognome  Racchetti  ) 


570  SICILIANO  -  SILVA 


morto  nel  1748,  e  in  sua  assenza  al  Padre  Gaudenzio  da  Varallo 
(di  cognome  Scagliotto)  morto  nel  1745,  sacerdoti  delle  Osser- 
vante Riformata  Provincia  di  Milano,  che  Dio  conservi  lunga- 
mente. In  Cina,  scritto  nella  città  di  Sigan-Fu,  metropoli  della 
vastissima  provincia  di  Xensi,  una  delle  15  provincie  del  grande 
Imperio  della  Cina,  li  18  giugno  1706,  regnando  KANG-m, 
tartaro  Imperatore,  Tanno  45  del  suo  Imperio,  e  del  primo  impe- 
ratore della  Cina  Foni,  sino  al  dì  d'oggi,  4686,  secondo  il  parere 
di  molti. 

'  MaDOScritto  nella  Biblioteca  Brera  di  Milano,  che  conta  84  pagine  in  foglio. 

688.  Siciliano. — Peregrinaggio  di  Terra  Santa  di  Fr.  Agostino 
Siciliano.  Palermo  1632. 

Un  volume  in  8.  È  ricordato  dal  Ternad\:  ma  ignoro  se  l'Autore  sia  Francescano. 

689.  SiLESiA.  —  Fabrica  linguae  arabicae  cum  interpretatione 
latina  et  italica,  accomodatae  ad  usum  linguae  vulgaris  et  scri- 
pturalis.  Authore  Padre  Fr.  Dominico  Germano  de  Silesia,  Ordi- 
nis  Minorum  de  Observ.  Refor.  Provinciae  Romanae  et  in  Con- 
ventu  Sancti  Petri  Mentis  Aurei  linguarum  orientalium  Lectore. 
Romae,  typis  S.  Congregationis  de  Propaganda  Fide,  MDCXXXIX. 
Superiorum  permissu. 

Un  volume  in  foglio,  di  16  carte  preliminari  non  numerate  e  1108  pagine,  e  in  flne  un  Inde\ 
di  309.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia. 

sia,np.  Q20.  Silva  (de).  —  Advertencias  importantes  acerca  del  buen 
gobierno  y  administracion  de  las  Indias,  assi  en  lo  espiritual  comò 
en  lo  tempora!.  Repartidas  en  tres  memoriales  informaciones , 
dados  en  diferentes  tiempos  a  su  Magestad  y  Real  Consejo  de 
Indias.  Por  el  Padre  Fr.  Juan  de  Silva,  Confessor  del  Palacio 
Real,  Predicador  de  la  Orden  Serafica  Nuestro  Padre  San  Francisco 
de  la  Provincia  de  Castilla,  Conventual  de  Madrid.  Ano  de  1G31.  En 
Madrid.  Por  la  Viuda  de  Fernando  Correa  Montenegro. 

Un  volume  in  foglio,  di  150  carte.  Coloro  che  accusano  i  Frati  di  avere  adulato  i  Re,  e  non 
curati  i  popoli  quando  erano  ingiustamente  oppressi  ed  infelici,  dovrebbero  leggere  queste  Adrertenàas 
del  Padre  Silva,  e  giudicare  se  vi  possa  esser  maggior  sapienza,  congiunta  a  pari  zelo  e  coraggio,  per 
rendere  felici  i  regnanti  eie  nazioni,  se  non  vogliano  incorrere  I  tremendi  castighi  della  giustizia 
divina! 


America 


SIMON  571 

691.  Simon.  —  Primera  parte  de  las  noticias  historiales  de 
Tierrafirme  ea  las  Indias  Occidentales ,  compuesto  por  el  R. 
Padre  Fray  Pedro  Simon,  Provincial  de  la  Serafica  Orden  de 
San  Francisco  del  Nuovo  Reyno  de  Granada  en  las  Indias,  Lector 
Jubilado  en  S.  Theologia  y  Qualificador  del  S.  Officio,  hijo  de 
la  Provincia  de  Cartagena  en  Castilla,  naturai  de  Parrilla,  Obi- 
spado  de  Cuenca,  dirigido  a  nuestro  in  vietissimo  y  mayor  Mo- 
narca del  Antiguo  y  Nuovo  Mundo  Phelipe  IV  en  su  Real 
Consejo  de  la  Indias.  En  Cuenca ,  en  casa  de  Domingo  de  la 
Iglesia,  1627. 

Un  volume  in  foglio,  di  8  carte  preliminari  non  numerate,  671  pagine,  e  altre  )0  carte  di 
TabÌM  parimente  senza  numerare.  PTè  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell'Università  di  Valenza. 
L' opera  è  divisa  in  tre  parti  ;  la  seconda  e  la  terza  sono  ancora  inedite,  e  n'  è  una  copia  nella 
Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  11  titolo  identico  a  quello  della  prima  parte 
dice  cosi: 

—  Segunda  parte  de  las  noticias  historiales  de  las  conquistas 
de  Tierrafirme  en  el  Nuovo  Reino  de  Granada,  Indias  Occidentales, 
quo  ha  compuesto  un  Fraile  de  San  Francisco ,  Lector  Jubilado, 
Qualificador  del  Santo  Officio,  hijo  de  la  Provincia  de  Cartagena,  y 
Provincial  en  la  del  Nuovo  Reino  de  Granada  en  las  Indias,  Uamado 
Fr.  Pedro  Simon,  naturai  de  la  Parlila,  Obispado  de  Cuenca.  Ofre- 
cida  a  nuestro  invictissimo  Cesar  Phelipe  quarto,  Mayor  Monarca 
del  Antiguo  y  Nuovo  Mundo,  en  el  real  Consejo  de  Indias,  ano  de 
1624. 

Sono  due  grossi  volumi  in  foglio. 

—  Torcerà  parte  de  las  noticias  historiales  de  las  conquistas 
de  Tierrafirme  en  las  Indias  Occidentales,  quo  compuso  un  Frayle 
de  San  Francisco,  hijo  de  la  Provincia  de  Cartagena  y  Provincial 
das  Nuovo  Reino  de  Granada  en  las  Indias,  Lector  Jubilado,  Qua- 
lificador de  Santo  Officio,  Uamado  Potrò  Simon,  naturai  de  Parlila, 
Obispado  de  Cuenca,  ano  de  1625,  copiado  a  la  lettra  de  el  manu- 
scrito  quo  se  balla  en  la  Libreria  del  Convento  de  San  Franisco  de 
està  ciudad  de  Santa  Fée,  ano  de  1785. 

Un  grosso  volume  in  foglio.  Queste  Ifotidai  historialet  del  Padre  Pedro  Simon  sono  una  delle 
opere  più  gravi  ed  autorevoli  che  vennero  scritte  sopra  la  Tierrafirme  de  America.  È  piena  di  notizie 
e  di  documenti  inediti  interessantissimi,  tanto  per  la  storia  in  generale  quanto  in  particolare  per 
quelle  Missioni  Francescane.  Né  dubito  asserire,  ciie  sarà  impossibile  scrivere  la  storia  completa  delle 
nostre  Missioni,  e  proseguire  il  grande  lavoro  degli  Annalbs  del  Wadingo  in  modo  che  contengano 


572  SIMON 

lulta  k  storia  liell' Ordine,  mi  iiou  vengano  studiati  e  spogliaìi  i  voluniÌDosi  ed  intercssaaliisimi 
documenti  che  per  noi  si  vengono  accennando.  Nò  questo  è  un  lavoro,  che  possa  (àrsi  per  mi  solo  e  in 
poco  tempo  :  parecchi  Padri  della  Compagnia  di  Gesù,  per  pubblicare  le  sole  lettere  del  loro  fondatore 
Sant'Ignazio,  da  cinque  o  sei  anni  vi  lavorano  Intesamente. 

Non  potendo  qui  estendermi  a  dar  ragione  dell'  opera  del  Simon,  che  richiederebbe  vn  longo 
lavoro;  dirò  soltanto  che,  fra  l'altre  cose,  v' è  tutta  la  storia  della  scoperta  dell' Orenoco  (impresa 
in  cui  ebbero  molta  parte  i  Francescani  ),  e  delle  Missioni  che  co' loro  confratelli  Domenlcuii  inaa- 
gurarono  in  tutte  quelle  regioni;  Santa  Marta,  Granata,  Venezuela,  ec:  storia  inedita,  e  delle  più 
gloriose.  E  posso  anche  aggiungere,  storia  gloriosissimamente  continuata  sino  a' dì  nostri;  giacche 
V  immortale  Humboldt  trovò  i  Missionari  Francescani  continuare  lungo  V  Orenoco  lo  gloriose  loro 
tradizioni  ;  tali  uomini,  che  si  reputò  fortunato  di  averli  compagni  nelle  sue  dotte  esplorazioni,  e 
ne  ricevè  non  poco  aiuto.  Egli  rende  loro  questa  testimonianza  nella  sua  opera  TabUaux  de  la 
Nature,  ec.,  specialmente  ai  due  Padri  Ramon  Bucno  e  Giovanni  Gonzales;  e  gioverà  riferirne  le 
parole.  Non  avendo  l' edizione  francese,  mi  servo  della  traduzione  di  F.  C.  Mariiocchi  (Firenie  1835). 

«  Sulle  coste  di  Cumaoa ,  di  Nucva-Barcelona  e  di  Caracas ,  visitate  dai  Frati  Francescani 
della  Guyana  al  loro  ritorno  dalle  Missioni,  è  invalsa  la  tradizione  che  alcuni  popoli  abitanti  salir 
rive  dell'  Orenoco  mangino  della  terra.  Il  dì  6  di  giugno  dell'  anno  1800,  allorché,  tornando  dal  Rio 
Negro ,  discendevamo  I'  Orenoco  (  sul  qual  fiume  ci  siamo  trattenuti  per  ben  trentasei  giorni) 
passammo  un  dì  intero  in  una  Missione  abitata  dagli  Ottomachi  che  mangiano  la  terra.  11  villaggio 
chiamato  la  Concepcion  di  Umana,  è  basato  in  modo  assai  pittoresco  sul  pendio  di  un  masso  di 
granito.  Ne  determinai  la  latitudine  a  7®  8'  3*  nord,  e  la  longitudine  a  4«  38'  38»  ovest  da  Parigi. 
La  terra  mangiata  dagli  Ottomachi  è  un  '  argilla  grassa  ed  untuosa,  una  vera  terra  da  stoviglie,  di 
color  giallo-grigiognolo  a  causa  del  poco  di  ossido  ferreo  che  contiene.  Scelgonla  essi  con  molta 
cura,  e  prendono  quella  di  certi  particolari  strati  situati  sulle  rive  del  Alimi  Orenoco  e  Meta. 
Distinguono  al  sapore  una  specie  di  terra  da  un'altra,  poiché  tutte  le  qualità  dell'argilla  non 
sembrano  egualmente  gustose  al  loro  palato.  Impastano  questa  terra  in  pallottole  del  diametro  di 
quattro  o  sei  pollici,  e  quindi  le  fanno  cuocere  a  calor  lento,  finché  la  superficie  di  ogni  pallottola 
rivolta  verso  il  fuoco  non  divenga  rossastra.  Quando  però  voglion  mangiare  alcuna  di  qaeste  tali 
pallottole,  usano  di  inumidirle  nuovamente. 

«  Questi  Ottomachi  sono,  per  la  massima  parte,  uomini  ferocissimi,  che  hanno  in  avversione 
ogni  viver  civile.  Le  nazioni  dell' Orenoco  meno  vicine  a  questo  cantone,  «illor  quando  voglion 
parlare  di  una  qualche  cosa  sporchissima,  sogliono  sempre  enunciare  questo  proverbio:  è  ciò  fi 
diigustevole,  che  un  Ottomnco  lo  mangerebbe.  Finché  le  acque  dell'  Orenoco  e  del  Meta  son  basse, 
l'Ollomaro  usa  nutricarsi  di  pesce  e  di  tartarughe.  Ej;li  uccide  i  pesci  a  colpi  di  freccia  allorquando 
comj)ariscono  alla  superfìce  delle  ac(|ue,  e  ciò  con  tal  destrezza  che  spesso  1' abbiamo  ammirata; 
ma  dal  momento  che  i  llurni  incominciano  la  loro  i)eriudica  inondazione,  la  pesca  cessa,  poiché 
allora  »'•  allrellanlo  dìfiiclle  il  pescare  nelle  acque  loro  divenute  più  profonde,  quanto  lo  sareblio 
nell'alto  mare  istesso.  Nel  tempo  adunque  di  questo  allagamento,  clic  dura  due  o  tre  mesi,  gli 
Ottomachi  divorano  delle  (juantità  prodigiose  di  terra.  Ne  al)l)iamo  osservate  nelle  loro  capanne 
delle  grandi  provvisioni  ammassale  a  piramidi,  e  (secondo  quello  che  ci  fu  riferito  da  Fra  Ramon 
Bueno,  Religioso  intelligentissimo,  nativo  di  Madrid,  e  che  ha  vissuto  per  H  anni  tra  questi  indigeni 
dell'America)  ogni  individuo  consuma  giornalmente  i  tre  quarti  ed  i  quattro  quinti  di  una  libbra 
di  terra.  Gli  Ottomachi  da  loro  stessi  confessano,  che,  nella  stagione  delle  piogge,  traggono  la  parte 
principale  del  loro  alimento  da  quesUi  terra:  —  il  resto  vien  loro  fornito  dai  pesciuoli,  ilalle  lucertole, 
0  dalle  radiche  di  felce  che  si  possono  procurare.  Sono  poi  così  ghiotti  di  quest'argilla,  che  tutti  i 
giorni,  quasi  per  galanteria,  ne  mangiano  un  poca  dopo  il  pasto,  anche  nella  stagione  della  siccità 
e  quando  il  pesce  abbonda.  Questi  popoli  hanno  la  pelle  di  un  color  di  rame  cupi.ssimo,  i  linea- 
menti del  volto  sordidi  come  quelli  dei  tart<'iri,  e  la  costituzione  del  corpo  piuguedinosa,  quantunque 
ninno  sia  però  incomodato  dalla  troppa  grossezza  della  pancia.  Il  Missionario  che  risiede  tra  loro, 
ci  assicurò  di  non  avere  osservalo  alterazione  veruna  nella  salute  di  questi  selvaggi,  in  tutto  il 
tempo  in  cui  mangiavan  la  terra. 

«  Ecco  la  semplice  esposizione  dei  fatti  :  —  Gli  Ottomachi  mangiano  gran  quantità  di  argilla, 
senza  che  la  salute  l(>ro  ne  risenta  alcun  danno.  —  Riguardano  essi  questa  terra  siccome  un  cibo 
nutriente  ;  vale  a  dire,  conoscono  benissimo  che  1'  uso  che  ne  fanno  li  satolla  per  qualche  tempo. 
—  Attribuiscono  questa  sensazione  di  sazietà  all'argilla  e  non  agli  altri  spregevoli  nutrimenti  che 


siTjAu  573 

j  —  —  

vi  possono  secondo  l' evento  aggiugoere.  —  Se  aglf  Ottomachi  si  domanda  qual  sia  la  lor  provvisione 
pel  corso  dell' inverno,  imperocché  nella  parte  calda  dell'America  meridionale  chiamasi  verno  la 
slagion  delle  piogge,  additanvi  francamente  la  terra  ammassata  in  un  canto  delle  loro  capanne.  — 
Ma  questi  fatti  parziali  non  rispondono  però  alle  seguenti  quistioni  :  —  1.»  Può  l' argilla  veramente 
costituire  una  sostanza  nutriente?  —  3»  Posson  le  terre  assimilarsi  alla  nostra  natura,  o  debbon 
piuttosto  riguardarsi  siccome  una  zavorra,  per  cosi  dire,  dello  stomaco  ?  —  L' effetto  di  ammansire 
la  fame  che  veramente  questa  terra  produce  sullo  stomaco  degli  Ottomachi  che  ne  mangiano,  sarebbe 
forse  r  effetto  soltanto  del  tenerne  dilatate  le  pareti  ?  ^  Io  non  posso  decidere  tutte  queste  quistioni. 
È  cosa  molto  singolare  che  il  P.  Gumilla,  d'altronde  si  credulo,  e  la  cui  opera  è  si  fattamente 
priva  di  sana  critica,  voglia  assolutamente  negare  che  gli  Ottomachi  mangino  della  terra.  Pretendo 
che  le  pallottole  di  cui  qui  sopra  si  ò  parlato  non  siano  altrimenti  di  pura  argilla,  ma  sibbene  di  un 
mescuglio  di  essa  con  farina  di  mais  (  gran-siciliano,  o  turco  )  e  grasso  di  crocodillo .  Bla  il  Missionario 
Francescano  Fray  Ramon  Bueno,  e  l'altro  Francescano  Fray  Juan  Gonzales,  nostro  amico  e  compagno  di 
viaggio,  che  fu  inghiottito  dal  mare  sulla  costa  d' Affrica  con  una  parte  delle  nostre  collezioni ,  ci 
hanno  concordemente  accertato  della  falsità  di  queste  asserzioni.  IV  altronde* ad  Umana,  non  abbiamo 
giammai  sentito  far  motto  di  tal  mescuglio  di  argilla  e  farina.  E  la  terra  di  queste  pallottole,  da 
noi  arrecata  in  Europa  e  sottoposta  all'  analisi  chimica  dal  Vauquelin  ,  resultò  pura  e  senza 
mescuglio  alcuno.  Gumilla  confonde  dei  fatti  estranei;  —  forse  egli  ha  qui  voluto  alludere  al  pane 
che  preparasi  con  i  baccelli  allungati  di  una  specie  di  ingcL,  E  notisi  che  questo  frutto  vien  posto 
sotto  terra,  affinchè  fermenti  con  più  di  ò^lerità.  Ciò  che  d'altronde  maggiormente  mi  sorprendo 
si  è,  che  1'  uso  di  una  si  gran  quantità  di  terra  non  cagioni  alcuna  malattia  agli  Ottomachi.  È 
egli,  questo  popolo,  abituato  a  tali  cibi  fino  da  un  gran  numero  di  generazioni  ?  —  In  tutte  le 
contrade  della  zona  torrida,  gli  uomini  hanno  sorprendente  e  quasi  direi  irresistibile  smania  di 
mangiar  della  terra;  e  non  una  terra  alcalina  o  calcarea  atta  a  neutralizzare  dei  sughi  acidi,  ma 
si  veramente  un'  argilla  grassissima  ed  il  cui  odore  è  fortissima  È  forza  spesso  legare  i  fanciulli 
per  impedir  loro  di  uscire  di  casa  e  mangiar  della  terra  quando  è  cessato  di  piovere.  Al  villaggio 
di  Banco,  sulle  rive  del  fiume  della  Maddalena,  le  donne  indigene  che  fanno  dei  vasi  di  terra  ed 
altre  stoviglie,  ponevano,  in  lavorando,  e  di  tanto  in  tanto  (a  mia  gran  sorpresa,  poiché  vi  era 
presente)  dei  grossi  pezzi  d'argilla  in  bocca.  Le  altre  popolazioni  dell'America  non  tardano  ad 
essere  affette  da  malanni,  allorché  cedono  a  questa  singoiar  voglia  di  mangiar  della  terra.  Nella 
missione  di  San-Borgia  fu  da  noi  veduto  un  fanciullo  che,  dietro  a  quanto  ne  disse  la  madre  di 
lui,  non  voleva  cibarsi  che  di  terra;  e  questo  nutrimento  lo  avea  quasi  inscheletrito.  Perchè  mai 
nelle  zone  temperate  e  frigide  la  mania  di  mangiar  terra  è  si  rara,  e  soltanto  osservasi  nei  fanciulli 
e  nelle  donne  gravide  ?  —  Puossi  oramai  asserire  che  in  tutte  le  regioni  della  zona  torrida  furono 
osservati  dei  geofagi.  In  Guinea  i  negri  mangiano  una  terra  giallognola  che  appellano  eauac;  — 
e  gli  schiavi  che  di  qui  vengon  condotti  in  America,  cercano  anche  in  questa  regione  di  procurarsi 
un  simil  diletto,  quantunque  sempre  a  detrimento  della  loro  salute.  • 

Né  si  deve  omettere  che  nella  Prima  parte  a  stampa ,  il  Simon  vendica  (  forse  innanzi  a  tutti  ) 
al  nostro  Colombo  il  merito  di  avere  scoperta  la  Terraferma  Americana  ;  onore  dato  ingiustamente 
ad  Americo  Yespucci:  oltre  che,  nella  quistione  tre  anni  fa  tanto  dibattuta  sopra  il  secondo 
matrimonio  dello  stesso  Colombo,  forni  il  primo  documento  che  mise  fuori  di  dubbio  l' integrità  dello 
scopritore  del  Nuovo  Mondo,  e  apri  la  via  a  rinvenirne  molti  altri,  che  da  ultimo  formarono  un' 
appodittica  dimostrazione.  Se  il  tempo  e  i  mezzi  mi  fossero  bastali  per  studiare  posatamente  tutta 
V  opera,  n'  avrei  tratto  nuovi  e  stupendi  documenti  per  la  storia  delle  nostre  Missioni,  e  notizie  e 
memorie  pellegrine  da  arricchire  il  racconto. 

Il  Padre  Manufil  Ortega,  nella  sua  interessantissima  Chroniea  de  Uis  Provinda  de  la  RegiUar 
Obtervancia  de  N.  P.  S.  Francisco  de  Cartagena,  già  da  noi  illustrata,  parte  II,  lib.  I,  cap.  88,  dà  del 
Padre  Simon  queste  notizie:  «  Nativo  della  città  di  San  Lorenzo  della  Parrilla  nel  Vescovado  di  Cuenca, 
passò  al  Messico  a  lavorare  in  quella  novella  e  preziosa  eredità  del  Signore,  e  molto  contribuì  alla 
conversione  di  quelle  genti.  Quindi  penetrato  nelle  Provincie  del  regno  della  Nuova  Granata,  anche  là 
fu  parecchi  anni  missionario  e  maestro  di  Sacra  Teologia,  e  da  ultimo  Ministro  di  quella  novella 
Provincia.  • 

692.  SiTJAR.  —  Vocabulary  of  the  language  of  San  Antonio 


574  SKOLLA  -  SOLEDÀDE 


Mission,  California.  By  Father  Bonaventure  Sitjar,  of  the  Order 
of  St.  Francis.  New  York:  Cramoisy  Press.  1861. 

Ud  volarne  in  4,  di  XXIV  e  54  pagine.  Ha  dae  parti,  l' inglese  e  la  spagnaola,  con  doppio  titolo 
identico,  che  nella  spagnuola  dice  così  :  Vocabvlario  de  la  lengua  de  lot  naturaìei  d$  la  Mirion  ii 
San  Antonio,  Alta  CaUfomia.  Compuetto  por  el  Rev.  Padre  Fray  Buenaventura  SUjar,  del  Orde» 
Serafieo  de  N.  P.  S.  Franeiteo.  Questo  prezioso  libro  è  così  illustrato  dal  LscLEac  (BibUot.  ÀwurJ  : 

•  Ce  volume,  ainsi  que  la  grammaire  Mutsun,  du  P.  Arroto  db  la  Cuera,  a  étè  Imprimée 
d'aprés  le  mss.  originai  appartenant  à  la  •  Smitheoniam  InttittMon  »  donno  par  A.  S.  Taylor,  Esq. 

«  La  mission  de  San  Antonio  de  Padua  fut  fondée  pas  le  P.  Junipero  Serra  le  14  iuillet  1771  ,dans 
la  Sierra  de  Santa  Lucia,  à  34  lieues  S.  s/o.  de  Monterey.  Le  P.  a  Sitjar,  et  le  P.  Migubl  Pisras, 
auteurs  de  ce  Yocabulaire,  en  furcnt  les  premiers  Missionnaires.  —  (Duplot  di  Mopras  appelie  los 
indiens  de  cette  mission  Tatdiè  ou  TelaméJ. 

«  Le  P.  B.  Sitjar,  né  a  Perreras,  prés  Palma,  ile  Maiorque,  le  9  dèe  1739,  fui  l'im  des  (onda- 
teurs  des  missions  de  San  Antonio  en  1771,  et  de  San  Miguel,  en  1797.  Il  moumtàSao  Anlonio 
le  3  sepL  1808  et  fut  enterré  prés  l'autel  de  V  église  de  la  mission.  Son  compagnon,  le  Péie 
Miguel  Pibras,  ausai  Maiorquin,  mourut  vers  1795.  Les  Indiens  qui  parlent  cette  laDgue  aoat 
presque  anéantis;  l'éditeur  de  ce  Yocabulaire  parie  de  moins  de  50  indiridus.  —  On  dit  qu'Uf 
étaient  si  nombrenx  autrefois,  qu'  ils  parlaient  environ  SO  dialectes.  » 

•*:  893.  Skolla  .  —  Relazione  delle  Missioni  Francescane  negli 

Stati  Uniti  d'America,  per  il  Padre  Fr.  Ottone  Skolla  Ordinis 
Sancti  Patris  Francisci.  1861. 

Manoscritto  di  84  pagine  in  4,  inviatomi  dair  Autore.  È  scritta  in  latino. 


Aiofliiai 


ih. 

Aaicriea 


6tomp. 


694.  SoLANA.  —  Diccionario  Maya  y  Espanol,  por  el  Padre  Fr. 
Alonso  Solana  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Nativo  della  Nuova  Spagna ,  fu  Missionario  nel  Yucalan ,  e  conobbe  a  perfezione  la  lingua 
Maya.  Mori  nel  Convento  di  San  Francesco  di  Merida  il  1600. 

—  Sermones  en  lengua  Maya. 

—  Noticias  sagradas  y  profanas  de  las  anteguedades  y  con- 
version  de  los  Indios  de  Yiicatan. 

Cosi  lo  StìUER  (Monogr.  of  Auth.). 

695.  SoLEDADE.  —  Historia  Serafica  chronologica  da  Ordem  de 
San  Francisco  na  Provincia  de  Portugal.  Refere  os  seus  progressos 
en  tempo  de  52  annos,  do  de  1448  ató  o  de  15G0.  Composto  par 
Ft.  Fernando  da  Soledade,  Clironista  et  Padre  da  mesma  Provin- 
cia, ec.  Lisboa.  Na  Officina  de  Manoel  et  Joseph  Lopes  Ferreyra, 
MDCCV. 

L'  abbiamo  illustrat^i  parlando  delia  Historia  Seraphica  do  Padre  Manoel  da  Espshanca  ,  di  cui 
«luesta  del  Padre  Da  Solkdade  è  la  continuazione.  Ma  dcbtK)  aggiungere,  clìe  se  ne  fece  una  seconda 


SOTELI     '  575 


edizione  aareteendada  e  «mendacia,  Liiboa  Oeddental,  na  officina  da  DonUngot  Gonfalves,  1773, 
parimente  in  foglio;  oltre  clie  in  una  reeente  Bibliografia  Poriuguesa  trovo  citata  una  parte  V, 
que  refere  os  eeus  progreigoi  en  tempo  de  Ikò  annoi,  do  de  1569  aie  o  de  1615,  Lisboa  OeddenUU,  na 
officina  de  Antonio  Pedroso  Gatrao,  1721,  che  a  me  non  incontrò  di  vedere. 

896.  SoTELi  (Ludovici)  Minoritae,  Regii  ad  Apostolicam  Sedem 
Legati  et  regni  Oxensis  Apostoli  ac  designati  Episcopi,  ad  Urbanum 
VIIL  Pont.  Max.  de  Ecclesiae  Japonicae  statu  Relatio.  Madrid, 
1634.  in  4.  Parisiis,  1634.  in  4.  Francofurti,  1634.  in  8. 

L'originale  si  dice  che  sia  negli  Archivi  del  Valicano.  N'ò  un  esemplare  Manoscritto  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  e  un  altro  in  quella  dell'  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Lbon  Pagbs 
poi  ha  riprodotto  tutto  intero  questo  gravissimo  documento  nel  1  volume  della  sua  Hittolre  de  la 
religUm  chretienne  au  Japon,  ec  Paris  1869-1870.  E  sono  24  pagine  in  8.  La  Relazione  è  data  :  De  hoc 
carcere  Japonio  Omurensi,  30  JanuarU  163i.  11  Sotelo  è  stato  solennemente  dichiarato  beato  dal 
romano  Pontefice  Pio  IX.  Lo  stesso  Leon  Paoàs  riferisce  4  importantissime  sue  lettere  ;  ed  altre  no 
restano  inedite  ueWAreMvo  de  Indiche  di  Siviglia,  lì  nostro  Padre  Hcerta  {Estado,  m.)  poi  aggiungo 
i  lavori  seguenti: 


Catecismo  Japon,  dividido  en  tres  partes. 
Carta  latina  a  la  Santidad  de  Paolo  V. 


Ma  del  Catecismo  dice,  che  la  terza  parte  è  incompleta.  Finalmente  annota  «  varios  opuscolos 
cristianos  en  idioma  Japon,  para  instrucion  de  los  recien  convertidos ,  reeomendados  por  Fr.  Diego 
Lequile,  en  su  obra:  Frandsd  terlegislatoris ,  foL  286.  »  L*  opera  del  Lbquile  fu  da  noi  a  suo  luogo 
illustrata. 

Or  ecco  la  biografia  che  ce  ne  dà  lo  stésso  Huerta:  «  El  limo  y  venerable  Martyr  Fr.  Luis 
Sotelo,  naturai  de  Sevilla,  de  la  ilustre  familia  de  los  Sotelos,  siendo  juven  paso  a  cursar  los  estudios 
a  la  universidad  de  Salamanca,  donde  deseoso  de  servir  al  Senor,  tomo  nuestro  santo  habito  en  el 
Convento  del  Calvario  de  la  santa  Provincia  de  San  José,  y  profesó  el  dia  11  de  Mayo  del  ano 
de  1594,  quedandose  en  la  Santa  Provincia  de  San  Pablo  al  dividirse  de  la  de  San  José.  Poco 
tiempo  despues  consiguieron  sus  padres,  de  los  Prelados  generales  de  la  Orden,  trasladarle  al 
Convento  de  Sevilla,  pero  nuestro  Fr.  Luis  sin  dejarse  llevar  de  la  carne  y  sangre,  se  alistó  para 
las  Misiones  de  Filipinas,  a  donde  Ilegó  el  afio  de  1600,  y  fuè  destinado  a  estudiar  el  idioma  japon 
en  ci  Convento  de  Dilao.  Impuesto  ya  en  el  idioma  administró  algun  tiempo  a  los  Japones  del 
pueblo  de  Balete,  y  en  1603  fué  nombrado  Lector  de  Artes  y  predicador  conventual  de  nuestro 
Convento  de  Manila,  cuyos  cargos  desempenó  basta  el  siguiente  aito  de  1603,  que  salió  para  las 
Misiones  del  Japon.  En  este  reino  trabajó  con  gran  celo  basta  que  fué  preso  por  la  predicacion  el 
ano  de  1613  y  condenado  a  muerte;  pero  fué  indultado  a  istancias  del  rey  de  Boxu,  Uamado 
Maxamune,  quien  le  nombró  su  embajador  para  las  cortes  de  Madrid  y  Roma.  El  dia  28  de  octubre 
de  1613  partió  a  desempenar  su  embajada,  acompaHado  del  Principe  japon  Rocuyemon  Faxecura,  a 
quien  convirtió  en  el  viaje  y  bautizo  en  Madrid,  siendo  padrino  el  sefior  Duque  de  Zerma,  con 
asistencia  de  nuestros  Reyes,  ante  quien  predicò  nuestro  Fr.  Luis  un  elocuente  sermon  o  aluslvo 
a  la  cerimonia.  De  Madrid  paso  a  Roma,  y  fué  paternalmente  recibido  por  la  Santidad  de  Paulo  V, 
quien  trató  de  honrarle  con  la  purpura  cardinalicia  ;  pero  habiendose  opuesto  los  Cardinales 
Belarmino  y  Zapata,  le  nombrò  Obispo  de  la  parte  orientai  del  Japon.  Despachada  su  embajada  en 
ambas  Cortes,  regresò  a  Espana  y  de  aqui  a  Mejico,  donde  un  venerable  sacerdote  le  profetzó  el 
martirio,  y  el  ano  de  1618  Ilegó  con  felicidad  a  Filipinas.  No  proporcionandose  pasar  al  Japon  tan 
pronto  corno  deseaba,  se  retiró  a  nuestro  Convento  de  San  Francisco  del  Monte,  donde  se  e jercitó  en 
todo  genero  de  virtudes  basta  el  ano  de  1622,  que  consiguiò  pasar  al  Japon.  AHI  se  dedicò  con 
nuevo  fervor  al  ministero  apostolico,  aunque  por  bricve  tiempo,  pues  el  24  do  octubre  del  mismo  aSq 


576  SOTOMAYOR  -  SOSA 


de  16i3  fué  preso  en  la  ciudad  de  SaUuma  y  condueido,  con  igoominia,  a  k  caroel  pubtica  de 
Ja  ciudad  de  Oniura  :  •  e  finalmente  «  la  fuó  intlmada  la  sentencia  de  muerte»  por  la  predicaeioo 
de  nuestra  santa  Fé,  y  dando  infinitas  gracias  al  Seckir,  saliò  maniatado  al  lugar  del  sopUcio»  j 
fué  quemado  vivo  en  la  ciudad  de  Omura  el  dia  )2  de  agosto  dei  auo  de  16i4.  j  U  Sagnda 
Congregaciun  le  dcclaró  verdadero  Martir  el  36  de  agosto  de  1645,  cuyo  decreto  conflrmó  la  Santa 
Sede  el  dia  8  de  octubre  del  mismo  ano.  »  Ultimamente,  come  si  disse,  venne  dicliiarato  solemieine&te 
beato  dal  Sommo  Pontefice  Pio  IX. 

La  storia  di  questo  insigne  Martire  Francescano  richiederebbe  un  lavoro  a  parte»  ehe  iachm- 
derebbe  la  narrazione  de'più  importanti  avvenimenti  delia  Chiesa  Giapponese  :  il  Sotelo  messo  in  tutta 
la  sua  luce,  sarebbe  una  delle  più  splendide  figure  deir  Ordine  e  delia  Chiesa  di  Gesù  Cristo  ! 

— Relacion  verdadera  que  embiò  el  Padre  Fray  Luys  Sotelo 
de  la  Orden  de  San  Francisco,  a  su  Hermano  D.  Diego  Cavaliere 
de  Cabrerà  beintiquatro  de  Sevilla,  en  que  se  da  quanta  del 
bautismo  que  se  hizo  a  el  Embajador  Japon, 

Stampa  rarissima,  di  due  earte  :  e  In  fine  delP  ultima  si  legge  :  «  Con  licencla.  Impresso  en 
Sevilla,  por  Diego  Perez.  •  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Colombina  di  Siviglia. 

>  # 

w-  697.  SoTOMAYOR.  —  Arte,  Vocabulario,  y  Sennònes  en  len- 

gua  Guatemala  :  por  el  Padre  Fp.  Fedro  Sotomayor,  de  la  Orden 
de  San  Francisco. 

—  Informacion  de  los  varones  ilustres  del  Orden  de  San 
Francisco  del  Reino  de  Guatemala. 

Il  Padre  Pietro  fu  nativo  di  Guatemala  ;  Provinciale  del  suo  Ordine  il  1612  ;  e  morì  il  1631. 

È  ricordalo  dallo  Squier  (}fonogr.  of  AuthJ. 


Awcrtn 


iti. 

America 


Cimar  ia 


698.  SoTO  Y  Marne  (de).  — Diario  critico  nautico,  por  el  Padre 
Fr.  Francisco  de  Soto  y  Marne. 

Ne  parla  il   nostro   Padre  Torrubia,  di  cut  diremo  appresso;  egli  lo  ebbe  a  mano   quando 
fu  portato  dall' America  il  1752. 

^;  699.  SosA  (de).  —  Topografia  de  la  isla  Afortunada  Gran 
Canaria,  cabeza  del  Partido  de  toda  la  provincia  comprensiva  de 
las  siete  islas  llamadas  vulvarmente  Afortunadas.  Su  anteguedad, 
conquista  e  invasiones  ;  sus  puertos,  playas,  murallas  y  castillos  ; 
con  cierta  relacion  de  sus  defensas ,  escrita  en  la  muy  noble  y 
muy  leal  ciudad  Real  de  las  Palmas,  por  un  hijo  suio  (  el  M. 
R.  P.  Fray  Joseph  de  Sosa,  de  la  Ordon  de  San  Francisco  de  la 
Observancia)  oste  ano  de  1678.  Imprenta  Islena.  S.  Cruz  de  Te- 
nerife, 1829.  Kegent^,  Miguel  Miranda. 


souzA  577 


Un  volume  io  8,  di  VII  e  198  pagine,  e  tre  carte  di  Indice  in  fine.  Opera  interessantissima  per 
la  storia  delle  Canarie,  che  fa  seguito  alla  HUtoria  de  la  conquista  ee,  del  Padre  Abrbo  Gaundo  , 
che  abbiamo  mostrata. 

Di  questo  nostro  scrittore  trovo  menzione  nelle  Notidat  de  la  hiitùria  generai  de  lat  hlae  de 
Canaria,  por  D.  Joseph  de  Yiera  y  Clavijo,  Àrcediano  de  Fuerte-ventura  ;  Madrid.  «  Fray  Joseph  Soza 
(  egli  dice  )  naturai  de  la  Gran  Canaria,  sugeto  laborioso,  amante  de  las  antegnedades,  escribió  la 
apreciable  obra:  Topographia  ec.;  y  assegura  que  habia  recogido  las  noticias  pertenecientes  a  la 
entrada  de  los  Espafioles  en  aquella  isla  de  unos  antiguos  manuscritos  de  mas  de  150  aSos,  en 
qvfe  certi flcaban  los  que  escribieron,  haber  hablado  con  algunos  de  los  Canarios  naturales  de  mas 
capacidad,  que  habian  alcanzado  el  tiempo  de  la  conquista.  »  Aggiungo,  che  T  opera  del  De  Vibra 
Y  Clavuo  è  interessantissima  per  la  storia  dell'Ordine  nostro  nelle  Canarie. 

700.  SouzA  (de).  —  Vestigios  da  lingoa  Arabica  em  Portugal, 
cu  Lexicon  etymologico  das  palavras  e  nomes  portugueses,  que 
tem  origem  arabica ,  composto  por  ordem  da  Academia  Real  das 
scieacias  de  Lisboa,  por  Fr.  Joao  de  Souza,  socio  da  dita  Acad^ 
mia  e  Interprete  de  S.  Magestade  para  a  lingua  Arabica  ;  e  au- 
gmentado  e  annotado  por  Fr.  Jose  de  Santo  Antonio  Moura , 
socio  da  predita  Academia,  officiai:  da  Secretaria  de  Estado  dos 
negocios  estrangeiros  e  interprete  Regio  da  refenda  lingua.  Li- 
sboa, na  typografia  da  mesma  Academia,  1830.  Con  licencia  de 
sua  Magestade. 

Un  volume  in  8,  di  XVI  e  304  pagine.  Ne  posseggo  un  esemplare  gentilmente  donatomi  in 
Parigi  dall'illustre  Ferdinando  Denis;  tanto  più  prezioso,  in  quanto  che  egli  vi  ha  aggiu^ito  a  penna 
in  fine  una  breve  biografia  dell'  Autore ,  e  la  notizia  di  altri  importanti  lavori  del  medesimo.  Copio 
e  riferisco  qui  questo  prezioso  autografo  d'uno  de*  più  chiari  uomini  di  Francia,  che  il  lettore  già 
conosce,  e  in  cui  l'amabilità  pareggia  la  vastissima  erudizione;  autore  d' una  interessantissima  Storia 
del  Brasile,  in  due  grandi  volumi  in  8,  e  d' altre  molte  pubblicazioni  storiche,  biografiche  e  biblio- 
grafiche, che  hanno  rcoduto  popolare  il  suo  nome  in  Europa  e  nell'America.  Fra  lo  quali  merita 
speciale  menzione  il  Voyage  dans  le  Nord  du  Brasile  ec,  par  le  Pere  Yves  d*  Ewevoit  di  cui  diremo 
a  suo  luogo.  N*  ebbi  in  Parigi  grandissimo  ed  afTettuosissimo  aiuto  nelle  mie  ricerche  ,  e  gliene 
conservo  vivissima  ed  imperitura  riconoscenza. 

«  Le  Pere  Fr.  JoSo  de  Sousa  était  Moine  (egli  dice)  de  l'Ordre  de  Saint  Francois  et  interprete  de  la 
langue  Arabe  a  Lisbonne  vers  le  milieu  du  XVllI  siécle.  li  était  méme  attaché  en  cette  qualitó  aux 
aflfaires  étrangeres.  Il  était  né  a  Damas  vers  l'annèe  1730  ou  1734,  et  il  était  devenu  habitant  de 
Lisbonne  en  1750.  Là  il  avait  été  accudii  par  le  Comte  de  Rio-Maior.  C  etait  par  reconnaissance  qu*  il 
avait  pris  le  nom  de  ce  signeur  qui  était  en  son  nom  Saldanha  de  Oliveira  et  Souza.  Il  remplit 
diverses  missions  dipiomatiques  en  Afrique  et  mourut  d' une  afTecion  de  poitrìne  dans  le  Couvent  de 
N.  S.  de  Jesus  le  95  janvier  18U. 

«  En  outre  de  ses  travaux  de  linguistique,  Jo8o  de  Souza  a  laissé  un  curieux  écrit  intitulé: 
Narraf€U)  da  arribada  das  princezas  Africanas  ao  porlo  desta  capital  de  Lisboa,  seu  desembarque 
para  terra ,  alcjamento  para  palado  de  ffecessidades ,  ida  pc^ra  Queluz,  seu  embarque  e  volta  para 
Tanger,  Ldsboa  1793,  in  4,  de  38  pag.  La  Biblloth.  d' Evora  renferme  les  plus  interessants  Mss. 
de  cet  Orientaliste. 

«  Durant  la  mission  litteraire  qu'  il  remplit  en  janvier  1847,  M.  Theodore  Pavie  qui  examina 
les  Archi ves  et  le  fameux  depot  de  livres  fondò  a  l' ancien  Couvent  de  S.  Francisco,  y  trouva  le 
livre  suivant  formant  un  tres-volumineux  et  tres-lisibie  in  4,  intitulé:  Histoire  de  la  fundation 
de  Maroc  par  Yousouf  Ben  Tashifins  premier  CaUf  de  la  dynastie  des  Almoravides  ;  ìdstoire  des 
Almoahoes  leurs  suecesseurs;  description  de  la  fundation  de  Mequinez  et  autres  Ueux  par  les 
Edresites  avec  V  histoire  des  Cherif^  el  le  recU  de  ìa  bataitle  ^Akazar, 

37 


578  SPINA  -  STAZZEMA 


•  Celle  Chroniqae,  qui  embrasse  cinq  siecles  d' histoire,  fui  achetée  pour  la  modiqoe  somme  de 
800  reis  (oinq  francs)  par  V  Orientaltsle  portugais  Souza,  qui  faisait  partie  de  V  Ambassade  enTuvée 
de  Lisbonne  vers  Mulez-el-Yazid,  en  1800,  à  l' occasion  de  son  avénement  au  tròne  de  Maroc  Elle 
meriterait  que  l'on  dépensat  pour  cn  obtenir  une  copie  vingt  fois  ce  qu'elle  a  conte.  » 

Altri  interessantissimi  Manoscritti  relativi  all'  Affrica,  di  questo  insigne  FnmcescaDO,  sono  nella 
Biblioteca  dell'  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

701.  Spina  (de).  —  Fortalitium  fidei  centra  Judeos,  Saracenos 
et  alios  Christianae  fidei  iniinicos,  quosque  religionis  Xptianae 
adversarios  aptissime  confutans,  iamdudum  in  plerisque  passibus 
multipliciter  vitiatum,  nunc  vero  magna  cum  diligentia  castiga- 
tum  et  fideliter  emendatum  per  venerabilem  magistrum  nostrum 
Guillebnum  Totani  in  sacra  pagina  professorem,  Ordinis  Prae- 
dicatorum  Conventus  Lugdunensis.  Impressum  Lugduni  per 
Johannem  de  Romoys,  anno  salutis  nostrae  XI  supra  milesimum 
quingentesimum ,  impensis  spectabilis  viri  Magistri  Stephani 
Gueynard  prope  S.  Anthoniuln. 

Un  volume  in  4,  gotico.  Nella  carta  che  precede  e  copre  il  frontispizio,  trovai  scrìtte  a  mano 
queste  parole  :  «  Huius  libri  aucUir ,  ut  pluribus  locis  testatur  Petrus  Garibai  in  suo  Compendio 
historialli,  fuit  Frater  Alphonsus  de  Spina;  qui  lib.  16  Regum  Caslellac  cap.  46,  addacit  ex  libfu  4 
huius  operis,  authorem  hunc  audisse  confessionem  Comestabilis  Alvari  de  Luna  (  tolies  a  plurìbiis 
decantati)  cum  iam  illi  ultimum  extarct  suplìtium  Valdoliti.  Quod  vide  infra  fol.  339  lib.  4.  Constai 
fuisse  Minori tam,  lib.  3.  fui.  188,  ubi  luquitur  de  suo  Cunventu  Yalisoletano,  et  de  Venerabili  Fr. 
Pctro  Vele  Guardiano.  •  E  cosi  è,  com'  io  veriflciii. 

Questo  rarissimo  libro,  se;  si  ristampasse ,  sarebbe  letto  con  gusto  anch'  oggi  :  v'è  tutta  la  storia 
delle  Crociato  molto  bene  e  ordin.-itamente  scritta.  Si  divide  in  5  libri ,  oltre  il  Prologo  :  il  primu 
libro  è,  De  armatura  omnium  fidelium:  il  secondo,  De  bello  haereticorum  :  il  terzo,  De  bello  Judeorum: 
il  «luarlo,  l>e  bello  Saracenorum  :  il  quinto,  De  bello  Domitwrum.  Conta  371  carte,  vale  a  dire  742 
pagine.  L'  esemplare  che  io  vidi,  appartiene  alla  Biblioteca  di  Sani'  Isidoro  di  Madrid. 

siamp.         702.  Stato  delle  Missioni  Francescano  nelle  isole  Filippine 
l'anno  1860. 

Pubblicalo,  in  8,  nel  numero  3  dell'anno  1  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane  (Uoma, 
1860). 


Mi 


703.  Stazzema  (di).  —  Compendio  cronologico  delle  cose  me- 
^*  morabili  accadute  in  Terra  Santa  incominciando  dall'anno  1765, 
per  mandamento  del  Reverendo  Padre  Francesco  Saverio  di  Malta 
Minore  Osservante,  Custode  di  Terra  Santa,  raccolte  fedelmente 
dal  M.  R.  P.  Francesco  di  Stazzema  dell'  Osservante  Riformata 
Provincia  di  Toscana.  1837. 

Un  volume  in  foglio,  non  numerato,  appresso  di  me. 


STUDI  -  SURIUS  5  79 


^^         704.  Studi  circa  la  Palestina. 

Pubblicati  in  8,  nei  numeri  4  e  6  dell'anno  IV  della  Cronaca  delle  Missioni  Francescane. 
(Roma,  1862). 

■v.        705.  SuRiANO.  —  Opera  nova,  chiamata  Itinerario  de  Hierusa- 
"*    lem  :  ovvero  della  parte  orientale  ;  composta  per  el  R.  P.  Fr. 
Francesco  Suriano  da  Venezia,  dell'Ordine  del  Seraphico  Francesco, 
nell'anni  del  Signore  1485.  Venezia,  Fr.  Bindoni,  1524. 

Un  volume  in  8,  in  carattere  gotico.  Libro  raro,  non  citato.  Il  nome  dell'  Autore  si  trova  nella 
seconda  carta. 

■»•  706.  SuRius.  —  Le  pieux  pelerin ,  ou  voyage  de  Jerusalem 
divise  en  trois  livres,  contenans  la  description  topographique  de 
plusieurs  royaumes,  pais,  villes,  nations  estrangeres,  nommement 
des  quatorze  religions  orientales ,  leurs  moeurs  et  humeurs  tant 
en  matiere  de  religion  que  de  civile  conversation ,  ec.  loinct 
un  discours  de  l' Alcoran,  et  un  traicté  de  la  cité  de  Jerusalem 
et  de  tous  les  saincts  lieux  de  la  Palestine.  Le  tout  remarquó  et 
recueilli  par  le  R.  Pere  Bernardin  Surius  Recollect,  President 
du  Sainct  Sepulchre  et  Commissaire  de  la  Terre  Saincte  es  an- 
nées  1644,  1645,  1646,  1647.  Bruselles,  ches  Francois  Foppens 
imprimeur  et  libraire  au  S.  Esprit,  1666. 

Un  volume  in  4.  Opera  molto  rara,  e  di  assai  pregio,  col  ritratto  dell'Autore.  È  divisa  in  tre 
parti  :  la  prima,  il  pellegrino  viaggiante;  la  seconda  il  pellegrino  soggiornante;  la  terza,  il  pellegrino 
che  ritorna.  L' Autore  scrisse  in  lingua  fiamminga,  e  poi  egli  stesso  ne  fece  questa  traduzione  francese. 


Mi. 

t 

Alia 


707.  Tabula  geographica  totius  S#aphici  Ordinis  FF.  Mmomm 
Sancti  Francisci,  sub  Generali  Ministro  Rmo  Patre  in  Christo  P. 
Fr.  Josepho  Ximenes  de  Samaniego  Deo  per  universum  terrarum 
orbem  militantium ,  sub  utroque  sexu  in  Regulari  Observantia 
atque  Reforma  (  Exceptis  RR.  PP.  Capucinis ,  Conventualibus , 
Tertiariis  et  Monialibus  quibuscumque,  extra  praefati  Generalis 
Ministri  gubernium  ac  sigillum  sub  S.  P.  N.  Francisci  invocatione 
directione  vel  institutione  quomodocumque  Deo  famulantibus  )  ; 
publico  aspectui  collectim  proposita  ad  augmentum  gloriae  Dei 
et  Seraphicae  Roligionis  incrementum.  Cum  licentia  Superiorum. 
Monachii,  typis  Lucae  Straub,  1(580. 

Sono  9  pagine  in  8,  inUressantissime  por  conoscere  ({uale  fosse  a  qual  tempo  lu  stalo  dell' 
Ordine  e  delle  sue  Missioni  in  tuMo  il  mondo.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  uostru  Convenlu 
di  Sani'  Anna  in  Monaco  di  Baviera. 

708.  Talavera  (de).  —  Figuras  y  metaforas  de  la  sagrada 
Escritura,  aplicadas  a  las  fosti vidades  de  los  Sanctos ,  en  idioma 
Tagalog:  por  el  Padre  Fr.  Miguel  de  Talavera,  Francisco  Descalzo 
de  la  Provincia  dela  Provincia  de  S.  Gregorio  de  Filipinas. 

—  Ejemplos  cristianos,  ec. 

—  Sentencias  de  la  sagrada  Escritura  y  santos  Padres,  ec. 

—  Marial,  o  Sermones  para  todas  las  festividades  de  Nuestra 
Sonora,  ec. 


TAPU  -  TARIN  58i 


—  Memorial  de  la  conciencia,  ec. 

Tutte  queste  opere,  notate  dairHuERTA  (Bttadù,  ic.),  sono  in  idioma  Tagalog,  e  manoscrìtle; 
tranne  l'ultima,  che  dice  stampata  in  Manila  il  1617,  in  Gastigliano  e  Tagalog.  Il  Padre  Michele  fa 
nativo  di  Nueva  Granada  in  America,  donde  fanciullo  passò  co' suoi  genitori  alle  FiFippine.  Dato 
quivi  ad  ammaestrare  al  Padre  Fr.  Giovanni  di  Plasencia,  vesti  l' abito  francescano  il  1380.  Finiti  gli 
studii,  s' imbarcò  per  la  Spagna  col  Padre  Fr.  Francesco  da  S.  Maria.  Approdati  al  porto  di  Mollala 
neir  isola  di  Borneo,  il  Padre  Francesco  venne  martirizzato  da  quei  barbari;  ed  egli,  dolente  clie  non 
gli  fosse  toccata  la  stessa  sorte,  fece  ritomo  a  Manila.  Quivi  lavorò  per  molti  anni  nella  conversione 
di  que'  popoli  con  grande  zelo  e  successo,  e  mori  nel  Convento  di  Pila  il  29  di  luglio  del  1612. 

709.  Tapia  (de).  —  Confessionario  en  lengua  Cumanagota  y  de 
otras  naciones  de  la  Provincia  de  Cumana,  con  unas  adver- 
tencias  praevias  al  Confessionario  para  los  confessores.  Por  Fr. 
Diego  de  Tapia,  indigno  Frayle  Menor,  hijo  de  la  santa  Recolec- 
cion  de  la  Provincia  de  Sevilla,  y  Missionero  Apostolico  en  las 
vivas  conversiones  de  Piritu.  Dedicalo  a  la  soberana  Reyna  de 
los  Angeles  y  hombres  Maria  Santissima,  Madre  de  Dios  y  Senora 
Nuestra,  con  la  advocion  €e  los  Milagros.  En  Madrid.  Pedro 
Hemandes,  ano  de  1726. 

Un  volume  in  d,  di  18  carte  preliminari  senzck  numerazione  e  732  pagine.  ITé  un. esemplare 
nella  Biblioteca  della  Keale  ^Accademia  di  storia  di- Madrid.  E  qui  rispetto  al  Piritu  gioverà  citare 
un  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale  della  stessa  città,  intitolato  :  Grandezas  de  Indiai,  Escrilo 
por  D.  Gabriel  de  BWàbor.  Ettado  poUtico  y  edeiiattko  de  America  ;  ove  si  fa  bella  menzione  del 
Francescani  deir  X)sservanza,  intesi  ad  evangelizzare  in  quelle  regioni.  Il  Padre  de  Tapla  era  nativo  di 
Siviglia,  e  visse  molti  anni  fra  gli  Indiani' del  Piritu,  provincia  dipendente  dalla  Nuova  Granada, 
confinante  air  Est  con  Venezuela,  e  con  la  provincia  di  Cumana  air  Ovest,  dove  sono  diverse  tribù, 
come  Cumanagotl,  Palenques,  Arvacas ,  Carlbes ,  che  tutti  usano  dialetti  della  medesima  lingua,  la 
q«ale  pare  che  appartenga  alla  famiglia  delle  lingue  Carlbes  che  si  parlano  nelle  vicinanze  dell'Orenoco. 

710.  Tarin.  —  Historia  y  relacion  brave  de  la  entrfcida  en  el 
reyno  de  China  la  Mision  qne  truxo  de  Espana  nnestro  Hermano 
Comissario  Fr.  Buenaventura  Ybanez.  Escuta  por  Jayme  Tarin 
Religioso  Descalzo  de  nuestro  Padre  S.  Francis^co  y  companero 
de  la  misma  Mision.  Ano  de  1689. 

Manoscritto  di  35  carte  In  8,  inviatomi  dal  nostri  Padri  di  Manila.  Doli  titolo  de'S  capitoli, 
in  cui  li  lavoro  è  diviso  :  1.  —  Del  viaje  cte  la  Mission  hatia  lat  Yilae  PhiUppinat  de  Matiila;  enirada 
de  alffunoe  ReUffioiot  compaìieroe  en  el  repno  de  China  ;  y  del  modo  qtte  eomiguieron  la  primera 
fundaeUm  de  rgletia  en  la  metropoli  de  la  Provincia  de  Canton.  —  %.  Dela  Igletia  de  lat  mugeree 
ehritUanas,  que  està  intra  muros  de  la  dtidad  de  Cantoni  pHmer  Pmcto  de  la  nostra  ìgksia  de 
Poreincuula,  —  3.  De  la  f^indacion  de  la  Iglesia  de  la  mesma  Séiiora  de  la  Coneepdon  en  la  vUla  dt 
Tung'Kuon ,  detta  provincia  de  Canton.  —  4.  De'  la  fundadon  de  la  Igletia  de  nuettro  Seraphieo 
P.  S,  Pranciteo»  qw  ettà  extra  murot  de  la  dudad ,  metropoH  de  Canton,  —  5.  De  Xà  muerte  del 
Regulo  de  Canton  :  peligro  en  que  ettwHeron  nuettrat  dot  Igletku  de  perderte  ;  y' corno  Dios  lat  con- 
nervo,  quedando  con  maior  firmeza  que  antet  tenian. 


582  TASSO 

—  Descripcion  de  las  casas  e  iglesias  que  la  Misiou  Serafica 
de  N.  P.  S.  Francisco  tiene  el  presente  ano  de  1695  en  èste 
imperio  de  China;  de  los  Religiosos  que  tiene  y  frutos  que 
hacen  ;  por  orden  de  N.  H.  Jayme  Tarin  Comisario  Provincial 
de  dicha  Mission. 

Altro  breve  Manoscritto  inviatomi  da  Manila. 

—  Esposizione  al  Patriarca  d' Antiochia  del  Padre  Fr.  Jayme 
Tarin,  Vice-Commissario  Provinciale  delle  Missioni  Francescane 
di  China ,  delle  angustie  in  cui  si  trovava  co'  suoi  soggetti,  o  di 
abbandonar  le  Missioni,  o  di  chiedere  licenza  di  rimanervi  all' 
Interprete  di  Cina,  assoggettandosi  a  formolo  che  ripugnavano 
alla  loro  coscienza. 

È  data  in  Cina  il  30  agosto  1708.  Sono  i2  carte  in  foglio,  sottoscritte  dal  sopra  detto  Padre  Jayme 
Tarin,  Giuseppe  Navarro,  Emmanaelc  di  S.  Giovanni  Battista,  Micliele  Rocca  e  Nicola  da  S.  Giuseppeu 
Trovasi  nella  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia. 

711.  Tasso.  —  Le  historie  de' successi  de' nostri  tempi,  del  R. 
P.  Faustino  Tasso  Vinitiano,  de' Minori  Osservanti,  divise  in  tre- 
dici libri.  Nelle  quali  si  contengono  tumulti,  ribellioni,  seditioni, 
tradimenti,  solle vationi,  guerre  de' popoli,  prese  di  città,  espu- 
gnationi  di  fortezze,  diete  di  stati,  saccheggiamenti  di  luoghi, 
incendi,  tregue,  accordi,  rompimenti  di  pace,  uccisioni  di  gente, 
morte  di  principi,  et  altre  cose  occorse  fra  cattolici  et  heretici, 
dal  fine  dell'  anno  MDLXVI  fino  al  principio  dell'  anno  MDLXXX. 
Et  particolarmente  si  discrivono  le  passioni  crudeli ,  et  morti 
acerbe,  sofferte  da  molti  Frati  di  San  Francesco,  per  la  confes- 
sione della  fede  catolica  nei  novi  tumulti  di  questi  ultimi  tempi. 
Al  Serenissimo  Duca  di  Savoia.  Con  privilegi.  In  Venetia,  presso 
Domenico  et  Giovanni  Battista  Guerra,  fratelli.  MDLXXXIIL 


Un  volume  in  4,  di  36  carte  non  numerate  o  815  pagine.  Le  26  carte  contengono  :  primo,  la  dedica 
al  Serenissimo  Carlo  EmanuelU  Duca  di  Savoia,  Principe  di  Piemonte:  secondo,  una  Tavola  delle  cose 
notabili  contenute  ìieW  opera,  per  modo  alfabetico  disposta;  terzo,  una  Tavola  particolare  de' Mar- 
tiri dell'  Ordine  di  S,  Francesco,  martirizzati  per  la  fede  in  questi  novi  tumulti  ;  et  autenticati  per 
diligenza  del  Reverendissimo  Padre  Francesco  Gonzaga,  Generale  di  tutto  V  Ordine  di  S.  Francesco  : 
quartu,  una  Tavola  delle  cose  particolari  occorse  ai  Frati  di  San  Francesco:  e  flnalraenle  alenne 
poesie  in  lode  dell'  Autore.  Ne  posseggo  una  esemplare,  di  cui  mi  fece  dono  il  M.  R.  P.  Fulgenzio  da 
Torino,  Ex-Procuratore  Generale  dell'Ordine. 


TAStERA  -  TECtÓ  583 


712.  Tasterà  (de). — Carta  de  Fray  Jacobo  de  Tasterà,  y  de  otros 
Religiosos  de  San  Francisco,  al  Emperador  D.  Carlos,  dandole 
cuenta  del  estado  de  sus  Misiones  y  de  la  buena  disposicion  de 
los  Indios.  Convento  de  Rexucinco,  6  de  mayo  de  1533. 

È  stata  testé  pubblicata  col  facsimile  dell'  originale  nella  Cartat  de  Indiasi  ec  Madrid,  1877.  Gli 
altri  Religiosi  soscritti  col  Padre  da  Tasterà,  sono  Fr.  Christobal  de  Qamora,  Fr.  Juan  de  Ribas,  Fr. 
Antonio  de  Qibdadrrodrigo,  Fr.  Francisco  de  Soto,  Fr.  Martinus  de  Valencia,  Fr.  Francisco  Ximenes, 
Frater  Ludovìcus  de  Fuensalida. 

Nei  Datos  hiograficos  poi  che  accompagnano  le  Cartìis,  si  danno  del  Padre  de  Tasterà  le  notizie 
seguenti  :  «  Naturai  de  Bayona  de  Francia,  y  Hermano  de  uno  de  los  camereros  del  rey  Francisco  I, 
tomo  el  habito  de  San  Francisco  a  principios  del  siglo  XVI,  en  cuya  Orden  se  distinguió  por  sus  virtndes 
y  erudicion  en  las  divinas  letras.  En  la  corte  del  Emperador  Carlos  V  y  en  Sevilla  predicò  mas  de 
veinte  anos,  y  celoso  por  la  extension  de  la  Fé  Christiana,  se  embarcó  para  la  Nueva  Espafia  con  Fray 
Antonio  de  Ciudad  Rodrigo  en  el  de  1529.  Dirigiose  desdo  Mexico  a  Champoton,  en  Yucatan,  siendo 
acompanado  de  un  Indio  que  traducia  su  predicacion  a  los  naturales  ;  en  1533  volvió  a  aquella  capital 
y  primer  Convento  de  Santo  Evangelio  por  habersele  elìgido  cuarto  Custodio  ;  fué  luego  a  ver  la  tierra 
de  Michoacan  y  a  poblarla  de  ministros,  y  envió  a  Fray  Toribio  Motolinia  a  Guatemala  con  igual 
objecto.  Asistió  en  1541  al  Capitulo  General  de  la  Orden,  celebrado  a  Mantua,  y  a  poco  de  regresar  a 
Mexico,  con  150  Religiosos  y  el  eie  vado  cargo  de  Comisario  general,  murió  en  aquel  Convento  a  8  de 
agosto  de  1544.  >  Egli  ebbe  molto  merito  nel  salvare  i  libri  antichi  degli  Indiani  che  il  Governo  Spa- 
gnuolo  voleva  distrutti,  come  si  disse  illustrando  la  Grammatica  Maya  del  Padre  Fr.  Francisco  Gabriele 
Di  San  Busnaventura. 

713.  Tauste  (de).  —  Arte  y  Vocabulario  de  la  lengua  de  los 
Indios  Chaymas,  Cumanagotos,  Cores,  Parias  y  otros  diversos  de 
la  provincia  de  Cumana.  Con  un  tradado  de  la  doctrina  Christiana 
y  catecismo  traducido  de  Castellano  en  la  dicha  lengua  indiana. 
Compuesto  por  el  Padre  Fr.  Francisco  de  Tauste  de  la  Orden  de 
San  Francisco,  Predicador  Missionero,  ec.  en  Madrid,  1680. 

Un  volume  in  4. 

714.  Tecto  (de). — Primeros  rudimentos  de  la  Doctrina  cristiana 
en  lengua  Mexicana:  por  el  Padre  Fr.  Juan  de  Tecto  de  la 
Orden  de  San  Francisco. 

Su  questi  Rudimentot  formò  poi  il  suo  Catedtmo  Frate  Pietro  di  Gantb,  che  abbiamo  già  illustrato. 

—  Apologia  del  bautismo  administrado  a  los  gentiles  Mexi- 
canos  con  sola  el  agua  y  la  forma  sacramentai. 

Questi  Manoscritti  probabilmente  sono  andati  perduti.  «  Fray  Juan  de  Tecto  (dicono  gli  Editori 
delle  Gartas  de  Indias)  Flamenco  de  nacion,  acaso  naturai  de  Gante  (Gand  nel  Belgio),  Guardian  del 
Convento  de  San  Francisco  de  su  ciudad,  varon  docto,  que  habia  enseSado  catorce  afios  Teologia  en  la 
Uoiversidad  de  Paris,  y  confessor  del  Emperador  Carlos  V,  con  quien  desembarcó  en  Santander,  en 


.Wé  TELLECHEA  -  TELLO 


union  de  Fray  Pedro  da  Gante,  en  el  ano  de  Ì5i7,  y  paso  con  esle,  y  benepUcitu  de  Cesar,  a  b 
Nueva  Espana,  en  el  de  Ì5i3.  Instalado  en  Tezcoco,  cerca  de  Mexico,  dedicose  desde  laego  a  aprender 
la  lengua  Mexicana  para  doctrlnar  a  los  ninos  que  escogia  de  familias  indìas  acomodtdas ,  y  eo  el 
1515  fué  con  Hernan  Cortes  a  la  conquista  de  las  Hibueras,  en  cuya  expedicion,  habieudo  faltado  los 
viveres  por  el  alzamiento  de  Cristobal  de  Oltd,  murió  el  Padre  de  Tecto,  de  hambre,  arrimado  a  un 
arbol,  segun  dice  Beristain,  aunque  Bernal  Diaz  aflrma  que  ahogado,  al  trasladarae  a  Santo  Domlngu 
en  el  navio  que  envió  Cortes  para  dar  la  noticia  de  aquellos  sucesos,  y  se  perdio  antes  de  llegar  a 
la  Espanola.  > 

a«v.  715.  Tellechea. — Compendio  gramatical  para  la  inteligencia 
del  idioma  Tarahumar.  Oraciones,  Docrina  cristiana,  Platicas,  y 
otras  cosas  necesarias,  para  la  recta  aministracion  de  los  Santos 
Sacramentos  en  el  mismo  idioma.  Dispuesto  por  el  Padre  Fr. 
Miguel  Tellechea  de  la  Orden  de  San  Francisco.  Mexico,  ano  de 
1826.  Impronta  de  la  federacion  en  palacio. 

Un  volume  in  8,  di  iO  carte  non  numerate  e  i61  pagine.  11  Padre  Pr.  Miguel  Tellechea  (dice 
il  Brjisseur,  BibUot.  Amer.J,  predicatore  Apostolico  del  collegio  Francescano  de  Propaganda  Fiat 
di  Zacatecas,  era  stato  Missionario  degli  Indiani  di  Shinipas,  clie  è  la  contrada  inferiore  di  Taraha- 
mara  :  si  divide  questa  contrada  in  alta  e  in  bassa  e  appartiene  alla  porzione  occidentale  della 
montagna  di  Chihuahua.  Mail  Padre  Tellechea  non  è  il  solo  che  studiasse  Tarahoraar:  si  distinse  la 
questo  studio  anche  il  Padre  SlofTel,  il  cui  Dizionario  stampato  dal  Murr,  è  ricordato  nel  MUhridaUt  éi 
Adelunoe  di  Vater.  11  Clavigero  ed  il  Beristain  ricordano  ancora  i  PP.  Girolamo  Figueros  ed  Aogu- 
stin  Boa,  ai  quali  il  Beristain  aggiunge  Giuseppe  Vittoriano,  come  autore  di  una  Gramnoatica  e  di  un 
Vocabolario.  Ma  pare  che  il  Padre  Tellechea  non  ne  avesse  notizia. 

.«««,,,.         716.  Tello.  —  Fragmentos  de  una  historia  de  la  Nueva  Galicia, 
i.    escrita  bacia  1650  por  el  Padre  Fr.  Antonio  Tello  de  la  Orden 
de  San  Francisco. 

Questi  interessantissimi  Fragmentos  sono  stati  puhi)licali  dal  signor  Joaquin  Garcia  Icazbalceta 
nel  tom.  Il  della  sua  Coleccion  de  documentox  para  la  hixtoria  de  Mexico.  Mexico,  Aniigita  Libranti, 
Portai  de  Agustinoit ,  numero  3,  1866,  in  foglio.  E  ne  dà  ragione  nel  modo  che  segue:  Sono  dieci  o 
dodici  anni  che  il  signor  I/iccnziado  D.  Oìspìniano  dei  Castillo,  sa|)endo  quanto  mi  stia  a  cuore  la  storia 
nazionale,  ebbe  la  liuntà  di  regalamil  questi  frammenti  della  Sltiria  del  Padre  Tello,  di  cui  egii  a>eva 
conseguito  copia  dal  signor  Liceuziado  llarione  Komcro  Gii,  residente  in  (ìuadalajara,  eh'  io  allora  non 
conosceva.  .  .  .  Cosi  poco  nolo  ò  questo  Autore,  che  mai  ne  ho  incontrato  altra  notizia,  fuora  delle 
seguenti  parole  che  si  leggono  nella  Diblioteai  del  Deristain  ;  ■  Historia  de  Xali$co  y  de  la  }fueta 
Vizcaya.  Ms.  Su  extracio  en  nueve  quadernos  exisle  en  el  Archivio  de  la  Provincia  del  Santo  Evan- 
gelio de  Mexico.  •  Incaricai  il  signor  Homero  Gii  che  ne  cercasse  in  Guadalajara.  E  potei  sapere  che  fu 
nativo  di  quella  città,  dell'antica  famiglia  Tello,  la  quale  ebt»e,  tra  gli  altri,  un  distinto  uomo  di 
lettere  nel  canonico  Tello  di  Orazco.  ¥1  m' inviò  il  signor  Romero  Gii  la  seguente  nota,  tratta  da  una 
Cronaca  Manoscritta  dell'  Ordine  di  San  Francesco. 

■  El  aiìo  de  1596,  gobernando  la  Nueva  Espana  el  Conde  de  Monterey,  .salió  para  el  puerto  de 
Acapulco  Sebaslian  Vizcaino  con  gran  numero  de  gente  y  cualro  Beligiosos  Franciscanos  (  ma  ne 
Sono  numerali  cinque,  oltre  il  fratello  Laico,  che  fa  sei)  al  descubrimienlo  de  la  ìsla  de  California.  Los 
Bellgiosos  eran  Fr.  Francisco  de  IJalda,  por  Comisario,  Fr.  Diego  de  Perdomo,  Fr.  Bernardino  de 
Zamudio,  Fr,  Antonio  Tello,  de  la  Provincia  de  Xalisco,  Fr.  Nicolas  Arabia,  sacerdotes,  y  el  Hennano 
legò  Fr.  Christobal  Lopez.,  y  caminaron  con  felicidad  basta  el  puerto  de  Mazatlan,  y  habiendo  llegado 
alli  a  tornar  agua  y  otras  cosas,  se  desemharcó  el  Padre  Balda,  porque  siendo  hombre  may  gmeso  • 


TELLO  585 


-  --   i»i~ 


y  la  oavigacion  de  aquellas  costas  calieote,  se  enfennó  y  se  qaedó  en  aqueila  tierra.  Llegó  la  armad|i 
a  la  boca  de  CaUfornia,  que  tiene  ochenta  legaas  de  enirada,  y  babiendo  desembarcado  en  dos  partes, 
porqae  no  les  parecieron  parajes  a  proposito  para  poder  poblar,  corno  lo  intentaban,  se  Tolvieron  a 
embarcar  basta  dar  en  el  puerto  de  la  Pax,  por  ser  tierra  apadble,  y  sa  gente  tan  docil  y  amigable, 
qae  viendo  a  nuestros  Espanoles  los  recibieron  bien  y  con  grandes  demostraciones  de  contento.  Aqal 
desemltarcaron,  y  laego  con  ramas  de  arbol  se  amurallaron ,  por  si  los  Indios  se  desmandaran  en 
atguna  cosa.  Asi  permanecleron  por  dos  meses,  en  qoe  determinò  el  General  Vizcaino  desem  parar 
la  tierra,  porque  no  habia  maiz  en  ella,  y  el  qae  ellos  habian  llevado  estaba  al  acabarse.  Los  Religiosos, 
qae  se  sujetaban  a  padecer  caalqaier  penuria  por  no  desemparar  la  tierra,  qaisieron  quedarse  ;  pero 
no  se  lo  permetió  el  General,  prometlendoles  qae  breve  darian  la  ?aelta,  y  asi  partieron  con  la  esperanza 
de  volver;  però  no  se  le  concedió  Bios,  porqae  aanqae  el  dicho  Vixcaino  volviò  a  aportar  a  las 
Catifomias,  coando  por  mandado  de  Felipe  111  faé  a  deseabrir  el  cabo  Bfendocino  ;  pero  ya  no  llevò 
Frailes  Franciscos,  sino  Descalzos  de  N.  S.  del  Carmen.  • 

Nella  stessa  Cronaca  (prosegue  V  Icazbalcbta)  si  trova,  che  nell'anno  1605  il  Padre  Tello  venne 
eletto  Guardiano  del  Convento  di  Zacoalco  ;  e  dipoi  che  nel  1510  dal  Provinciale  Fr.  Pietro  Gutierez 
venne  preposto  al  Convento  di  Amatlan  in  unione  di  Fr.  Diego  Ribera  ;  aggiungendo  il  Cronista, 
«  que  por  no  saber  el  camino  entraron  por  San  Fedro  Analco,  pasando  indecibles  trabajos  entre 
aquellas  fragosissimas  y  asperisimas  serranias,  y  habiendo  llegado  al  minerai  de  lora,  dejò  ali!  su 
compaSero.  Fr.  Antonio  se  fué  a  dar  a  conoscer  con  los  Indios  de  Amatlan,  y  allò  en  el  Indios  Tepe- 
buanes,  Goanos,  y  otros  de  distintas  tierras,  foragidos  por  delltos  y  por  no  pagar  tributo;  porque  alli 
no  llegaba  justicia  seglar  ni  eclesiastica.  Cuatro  aiios  despues,  y  hablendose  sublevado  los  Indios 
de  Amatlan,  a  instancias  de  la  Audieneia,  y  del  senor  obispo  D.  Francisco  Rìbero,  mandaron  el 
Padre  Tello  a  los  pueblos  de  Amatlan  y  minerà  para  paciflcarlos  . . .  y  habiendo  ido ,  a  costa  de 
nuevos  trabajos  volviò  a  reducir  los  Indios  al  estado  pacifico  en  que  antes  se  hallaban.  > 

Appresso,  nel  Ì641,  si  trova  il  suo  nome  tra'  Guardiani  dei  Convento  di  Tecolotlan  ;  e  nel  1648 
eletto  Guardiano  del  Convento  di  Cocula.  In  un  capitolo  poi  della  Cronaca  intitolato  :  t  De  los  mu- 
cbos  litros  que  han  compuesto  los  ministros  del  Evangelio  Franciscanos  en  la  Nueva  Espana  •  ;  si 
dice  :  «  El  Padre  Fr.  Juan  Antonio  Tello,  doctissimo  varon,  escribiò  muchas  cosas  en  nuestra  Cronica 
primitiva,  compuso  muchos  sermones,  y  tradujo  muchos  pedazos  de  la  sagrada  Escrltura  en  una 
lengua  pura  y  elegante ,  que  se  conservan  en  nuestro  Convento.  > 

In  fatti,  il  Mota  Pàdilla,  nella  sua  HUtoria  de  la  conquUta  de  la  Nueva  GaUda,  cita  continua- 
mente 11  Cronieon  del  Padre  Tello,  E  così  il  Padre  Bràumont,  che  scriveva  la  sua  CrùtUea  de  MUho- 
aean  circa  il  1780;  il  quale  nel  capitolo  SS  del  libro  I  dice:  «  La  historia  manuscrita  del  R.  P.  Fr. 
Antonio  Tello,  gue  he  leido  ha  mucho  Hempo,  y  te  ha  perdido:  >  e  ciò  vuol  dire  che  si  smarrì  tra 
il  tempo  che  il  Beadmont  la  lesse  e  quello  in  cui  scrisse  la  sua  Cronica. 

In  quanto  a' quaderni  (sono  sempre  parole  dell'  Icazbalcbta)  che  il  Bbristain  dice  che  si  conser- 
vavano nell'  Archivio  della  Provincia  Francescana  del  Santo  Evangelio  del  Messico,  forse  esistevano 
quando  la  provincia  viveva;  ma  con  la  dispersione  degli  Ordini  Religiosi  sono  andati  smarriti,  nò  mi 
fa  possibile  incontrarne  traccia.  I  frammenti  che  ora  pubblico,  un  d'essi  fu  dato  al  signor  Romero 
Gii  dal  Padre  Fr.  Manuel  di  San  Giovan  Crisostomo  Najera  ;  e  aveva  in  fine  la  seguente  nota,  da  cui 
si  conosce  il  vero  titolo  dell'opera,  che  sin  qui  non  s'era  potuto  rinvenire  :  t  Va  cierto  y  verdadero 
eate  traslado,  corregido  y  concertado,  y  concuerda  con  los  capitulos  de  que  se  ha  fecho  mencion ,  y 
constan  sentados  en  un  libro  manuscrito  por  el  R.  P.  Fr.  Antonio  Tello,  de  la  Orden  Serafica  de  N.  P. 
S.  Francisco,  sita  en  el  Convento  grande  de  la  Provincia  de  Santiago  de  Jalisco,  qua  se  balla  fnndado 
en  està  ciudad  de  Guadalajara,  Nuovo  Reino  de  Gallcla,  cuyo  tltulo  es  :  Ubro  tegundo  de  la  Croniea 
Miteeianea,  en  que  se  irata  de  (a  eonqultta  spiritual  y  temporal  de  la  Santa  Provincia  de  Santiago 
deJaUteo  y  Nueva  Vizeaya  y  deeeruJbrimiento  del  Nuevo  Mexico:  tu  fedìa  por  el  tiglo  patado  de  1651 
atiot.  Y  a  pedlmento  del  Regidor  y  demas  prindpales  de  pueblo  de  Mexlcalclngo  y  con  llcencla  del 
Padre  Provincia!,  saqué  dicho  testimonio  ;  y  para  que  conste  donde  convenga,  doy  el  presente  en  la 
ciudad  de  Guadalajara,  a  los  ciuco  dias  del  mes  de  abrll  de  mil  setecientos  y  cuarenta  y  cuatro  aSos^ 
stendo  testigos  a  lo  ver  corregir  y  concertar  D.  Juan  de  San  Pedro  Moncayo  y  Augustin  de  Mendez, 
presenles  y  vecinos  :  cuyo  testimonio  va  en  cineuenta  y  cinco  fojas,  la  primera  de  sello  cuarto  y  las 
demas  del  comun.  En  testimonio  de  verdad. — Luis  Ruiz  db  Moncato,  escribano  real  mayor  de 
eamara  y  provincia.  > 

GOQ  qóestt  indirli  11  signor  Roaiero  Oli  feee  delle  ricerche  nel  Convento  dePFrsncescani  di  Guada- 


Amcrioi 


586  TKNA 

lajara,  e  tro\uil  secuadu  fraiiiiueiilo  in  un  iiliro  legato  in  pergamena,  cliea\e\a  questo  titolo:  CoUceion 
de  variot  papeUi  y  noUdat  de  Mitiones.  Egli  attribuisce  la  perdita  di  questa  interessantissima  opera 
alle  due  invasioni,  alle  quali  fu  soggetta  la  Biblioteca  del  Convento;  la  prima,  nella  rivoluzione  del 
1810,  capitanata  dal  Hidalgo  ;  la  seconda,  in  quella  del  1846  ;  e  per  verità  in  ambedue  furono  distratti 
e  bruciati  molti  libri  e  manoscritti  preziosi.  È  però  vero ,  che  una  parte  della  Crouica  era  stata  già 
smarrita  al  tempo  del  Padre  Beadmont. 

Per  impedirne  il  totale  deperimento  (conchiude  1*  Icazbalcbta)  mi  determinal  a  inebioderli  in 
questa  CoUcdon.  E  Io  richiedeva  V  importanza  del  documento.  Certo  è  che  il  Mota  Pamlla  si  gioTÒ 
molto  del  lavoro  del  Padre  Tello.  Questi  frammenti  del  Padre  Tello  si  riferiscono  ad  ao  periodo  di 
storia  molto  importante.  Vi  si  dà  la  relazione  d'una  parte  delle  spedizioni  di  NuSo  de  Guzman,  e  della 
rivolta  degli  Indi  della  Nuova  Galizia  sino  al  ritorno  dal  Messico  del  Viceré  D.  Antonio  de  Meodoza. 

Tra  le  molte  opere  non  Francescane,  che  mano  mano  si  vengono  per  noi  citando,  come  contenenti 
notizie  e  documenti  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  e  dell'  Ordine;  come  il  BmisTAiN,  il  Tsmnaux, 
r  Icazbalcbta,  il  Brasseur,  F  Eguiara,  ec;  mi  preme  qui  far  notare  come  quest'  ultimo  abbia  una 
speciale  importanza  per  l' Ordine  nostro  nell'  America,  contenendo  biografie  rare  e  preziose  e  notizie 
di  libri  e  di  manoscritti  che  non  s' incontrano  altrove.  Il  titolo  della  sua  opera  è  questo:  BfMMktca 
Méxicana,  tive  eruditorum  hiMtoria  virorum  qui,  in  America  BoreaU  nati,  vel  alibi  geniti^  in  iptam 
domicilio  atU  itudiit  asciti  quavit  lingua  teripto  aliquid  tradiderunt  :  eorum  praeeertim  qui  prò 
fide  eatholiea  et  pietate  ampUanda  fovendaque  egregie  faetit  et  quibutvii  teriptie  fioruere  ediiis  aut 
inediti».  Auctore  D,  Joanne  Jotepho  de  Eguiara  et  Eguren  Mexieano,  eletto  Episcopo  Iucat«n$i,  Metro- 
polUanae  Ecclesiae  Canonico  Magistrali,  ec,  Mexid  ex  nova  Tfpographia  in  aedibus  auetoris,  ec  ilmio 
Domini  M,  DCCLV.  Ne  vidi  un  esemplare  nella  Biblioteca  dell'Accademia  di  storia  di  Madrid. 

Mu  717.  Tena.  —  Introducioa  al  Aparato  de  la  Cronica  de  la 

Santa  Provincia  de  los  gloriosos  doce  Apostoles  del  Orden  de 
N.  P.  S.  Francisco.  Tratase  en  este  Aparato  de  dar  una  clara 
noticia  de  las  cosas  de  las  dos  Americas  Meridional  y  Septen- 
trional.  Traese  la  historia  antigua  y  moderna  para  que  sea 
ilustrado  lo  que  no  pudo  serio  por  los  primeros  autores,  faltan- 
doles  los  documentos.  Escribelo  el  R.  P.  Fr.  Fernando  Rodriguez 
Tena,  Lector  Jubilado,  Doctor  Theologo  por  la  Real  y  Pontifìcia 
Universidad  de  S.  Marcos  de  la  ciudad  de  Lima,  y  Chronista  de 
la  dicha  S.  Provincia  de  Santos  doce  Apostoles.  Ano  1776. 

Manoscritto  della  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  Storia  di  Madrid.  È  questa  una  delle  opere 
più  dotte  che  per  ugni  verso  siano  state  scritte  sulF  America  ;  e  si  divide  in  due  parti,  ciascuna  di  due 
grossi  volumi  in  faglio.  Metterò  qui  i  titoli  dei  capitoli  de'  quattro  volumi  ;  e  questi  basterannu 
perchè  il  lettore  giudichi  del  merito  di  essa. 

Tom.  1  della  parte  I,  di  156Ì  pagine.  — Averienàa.  —  cap.  1.  FA  delo  rodea  la  tierra,  —  cap.  i. 
Aspelo  del  cielo  del  Suevo  Mando.  —  cap.  3.  El  mondo  a  siis  polo»  tiene  mar  y  tierra.  —  cap,  4.  Rrue- 
base  haber  antipodas.  —  cap.  5.  FUosofos  antiguos  porque  negaron  el  Nuevo  Mutido.  —  cap,  6. 
Ilustracion  de  lo  historiado.  —  cap.  7.  Prosegue  la  ilustracion.  —  cap.  8.  Disposiciones  varias  de  tem- 
peratnento  y  terrenos.  — cap.  9.  Disposiciones  y  variedad  de  terrenos  de  America.  —  cap.  10.  Prose- 
gue el  antecedente.  —  cap.  11.  Nuevas  conquiste^  protUvidas  en  America. — cap.  ii.  Pian  de  la 
America  Meridional.  —  cap.  13.  Temperamentos  y  clitnas  de  America.  —  cap.  14.  Continua  lo  ante- 
cedente.—  cap.  i5.  Concluye  el  anterior. — cap.  i6.  Aguas  de  America. — cap.  17.  Lagunas  y  la/gos 
de  America.  —  cap.  18.  Continua  el  antecedente.  —  cap.  19.  Fuentes  y  manantiales  de  America. — 
cap.  ao.  Continua  el  anterior.  —  cap.  il.  Rios  de  America.  —  cap.  ii.  Prosigue  de  los  rt'os.  — cap. 
S3.  Continua  lo  mismo. 

Tom.  II,  di  1849  pagine.  —  cap.  34.  Marahon  descubierto  por  tierra.  —  cap,  i6.  Limites  del 


TERHA  SANTA  587 


Gobierno  de  Mainai.  —  eap.  26.  Mision  de  Mainai  fantastica  por  su  Norte.  — eap,  27.  Mision  de  Mai- 
nai faUda  por  iu  Sur, — cap.  38.  Proiigue  la  materia  anterior.  — cap.  29.  Mision  de  los  Contboi. 

—  eap.  30.  Sigue  la  Mision  de  loi  Coniboi.  —  cap.  31.  Concluie  de  la  Mition, — eap.  32.  Del  rio 
Orinoco  y  loi  que  le  entran.  —  cap.  ZZ.  Del  rio  Maranon  y  de  loi  que  le  entran.  —  cap.  34.  Prosigue 
lo  de  el  rio  Maranon.  —  cap.  35.  De  el  rio  Paraguay  y  los  que  le  entran.  —  eap.  36.  Prosigue  lo  de  el 
rio  Paraguay.  —  cap.  37.  De  el  rio  de  la  Magdalena  y  otros. 

Tom.  I  della  parte  li,  di  1106  pagine.  —  eap.  i.  Qualidad  de  la  tierra  de  Indias  en  general.  — 
cap.  2.  De  los  vulcanos  de  Indias.  — cap.  3.  Prosigue  de  los  vulcanos.  —  4.  De  los  tremblores  de  Uerra. 

—  eap.  5.  Continua  de  los  temblores  de  tierra. — cap.  6.  Coneluie  de  los  tremblores  de  tierra.  — cap.  7. 
Como  se  abrasan  mar  y  tierra.  — eap.  8.  Variedad  de  mistos  de  la  America.  — eap,  9.  Ahundanda 
de  metales  de  la  America.  —  cap.  10.  Ilustradon  a  la  historia.  —  cap.  11.  Piedrcu  de  todeu  espedes. 

—  eap.  12.  Petrificadon  de  America.  —  cap.  13.  Materia  de  los  metales.  —  cap.  14.  Prosigue  lo  de  me- 
tales en  comun.—  cap.  15.  Metales  en  partieular,  del  oro.  — cap.  15.  Prosigue  los  metales  en  parti- 
cutor.  —  eap.  17.  ContiniM  los  metales^  minerales  en  particular.  —  cap.  18.  Minas  azogue. 

Tom.  II,  di  1226  pagine. — cap.  19.  De  los  metales.  —  cap.  20.  Dispendio  de  azogue  en  el  beneficio. 

—  cap.  21.  Aplicacion  al  beneficio  de  metales.  —  cap.  22.  Metodo  del  beneficio  de  minas.  — eap.  23. 
Prosigue  lo  de  este  metodo.  —  cap.  24.  Beneficio  de  metales  por  cocimiento.  —  cap.  25.  Beneficio  de 
metales  por  fundacion.  —  cap.  26.  Beneficio  y  aparato  de  metales.  —  cap.  27.  Mina  de  azogue  de 
Huanca.  — cap.  28.  — Estado  de  està  mina  por  el  aflo  de  1636.  — cap.  29.  Adelantamientos  posteriores. 
— eap.  30.  Prosigue  lo  mismo.  —  cap.  31.  Asiento  del  Sehor  Sola.  —cap.  32.  Confirmadon  de  lo  mismo. 

—  cap.  33.  Continua  la  mina  de  HìMncaveUca.  —  cap.  34.  Prosigue  el  Capitolo,  —eap.  35.  Nuevo 
beneficio  de  metales  de  Piata, 

Nel  tom.  II  della  parte  I  di  questa  opera  ò  la  storia  completa  della  scoperta  deir  Orenoco  e  del 
Maragnon,  fatta  da'  Francescani,  e  delle  Missioni  che  inaugurarono  e  proseguirono  in  tutte  quelle  re- 
gioni; e  compie  quel  che  ne  avevano  scritto  il  Diaz,  il  Simon,  il  Cordova,  già  da  noi  illustrati,  e  il 
ToRRDBiA  che  illustreremo  fra  poco.  Ed  è  storia  tutta  corredata  di  documenti  sin  qui  inediti,  della 
maggiore  importanza.  Ci  fa  conoscere  il  nome  e  ie  fatiche  di  valentissimi  Missionaril,  sin  qui  ignoti, 
e  spiega  largamente  quel  che  il  Padre  Laureano  db  la  Cruz  appena  accenna  nel  suo  Deseubrtmiento 
del  MaraHon,  delle  arti  che  si  adoperarono  per  impedire  i  Francescani  in  quella  impresa,  e  levar 
ad  essi  la  gloria  che  con  il  loro  ardimento  e  zelo  apostolico  si  eran  acquistata.  È  un'  opera  che  V  Ordine 
dovrebbe  assolutamente  far  pubblicare  in  ispagnuolo  e  tradotta  in  italiano  ;  se  n'  accrescerebbe  di  molto 
in  suo  splendore,  e  la  scienza  ne  avrebbe  immenso  profìtto.  Spero  che  se  ne  occuperà  il  Congresso 
degli  Americanisti^  che  nel  prossimo  settembre  si  raccoglierà  in  Bruxelles  :  io  non  saprei  come  meglio 
corrispondere  all'invito  che,  straordinariamente  onorandomi,  mi  fecero  di  cooperarvi,  quanto  sia  indi- 
cando loro  questo  Manoscritto  del  Padre  Tena,  dopo  di  aver  pubblicato  per  tal  fine  quello  del  Padre 
.  Laureano.  . 


*#..  718.  Terra  Santa,  Africa  e  Bulgaria.  1708. 


Manoscritto  della  Biblioteca  Fabroniana  di  Pistoia.  Ne  tolgo  le  seguenti  notizie.  —  Proposita  ab 
Emo  Spada  sub  die  14  lanuarii  1708.— Si  tratta  di  mandare  i  Minori  Osservanti  Missionaril  in  Palestina, 
anche  in  Affrica  e  in  altre  parti  orientali.  E  risponde  il  relatore  :  «  Se  poi  le  Eminenze  Vostre  siano 
di  sentimento  di  mandare  li  PP.  Osservanti  nell'  Affrica  ad  altre  parti  Orientali,  stimerebbe  necessario, 
far  apprendere  anche  la  lingua  Armena  (oltre  la  Greca  ed  Ebraica)  come  più  usuale  per  ragione  de'Mer- 
canti.  Deduce  intanto  alla  notizia  delle  EE.  VV.  li  luoghi,  che  tengono  li  Minori  Osservanti  nella 
Bulgaria  e  luoghi  adiacenti.  In  Yergoviste  vi  è  il  Convento,  e  le  case  dei  cattolici  sono  incerte.  In 
Campo-Longo  vi  è  il  Convento,  e  le  case  de  cattolici  sono  da  40.  —  In  Bucareste  è  un  luogo  per  Con- 
vento, la  Chiesa  è  ruinata,  e  le  case  de'cattollci  sono  da  30.  —  In  Craieva  vi  è  una  cappella,  e  vi  sono 
100  case  di  cattolici  quasi  tutti  mercanti. —  In  Bradiciano  vi  è  una  cappella,  e  vi  sono  90  case  di  cattolici. 
—  In  Bimnico  v'  è  una  cappella,  e  sono  40  case  di  cattolici.  —  In  Agninas  et  in  Pareni  sono  cappelle  e  20 
case  commode  di  cattolici. —  In  Supresti  v'  è  cappella,  e  sono  40  case  in  circa  di  cattolici.  —  In  Belcico 
v'  è  cappella,  che  è  sotto  Craiova.  —  In  Sibidio  di  Transilvania  vi  è  un  ospizio  con  cappellano  che  tiene 
sotto  la  sua  cura  da  6  case. —  Inoltre  vi  sono  luoghi  a  lui  soggetti  nella  Macedonia,  come  nelle  Provincie 
di  Bosna,  Argentina,  Ungarla  e  Dalmazia  sotto  la  Repubblica  Veneta,  e  nella  Bulgaria  che  si  estende 
nella  VaUachia  e  sue  viciname,  e  nell'  Albania  sotto  li  ToreiU,  ridotti^  poehi  Frati  per  le  angarie.  > 


588  TERRA  SANTA  -  TITADEI 


719.  Terra  Santa.  Serafich  Jardi  liistorich. 

è  nn  Manoscritto,  in  lingua  catalana,  d*  un  grosso  volarne  In  foglio,  di  bella  letterm  ed  otti- 
mamente conservato,  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona,  gii  appaitenslo  alla 
Biblioteca  Mariana  del  grande  Otnvento  di  San  Francesco  della  stessa  città,  dislrutlo  dalla  rivoimloBe 
del  1835.  Contiene  un'  ampia  descrizione  e  storia  della  Palestina  e  de*  Santuari!  di  noatra  Redenziooe 
che  vi  si  venerano;  dà  notizia  delle  varie  sètte  che  vi  abitano,  e  delle  tante  e  si  varie  avrentine, 
che  fanno  al  tutto  singolare  la  Missione  de'  Francescani  in  quelle  terre. 

Nel  capitolo  contenente  la  «  Serie  dels  Guardians  del  sagrat  Monte  Sion  •  ci  fa  eoooseere  alemit 
avvenimenti  e  nomi  dal  1640  in  poi,  che  non  sMncontrano  in  altri  Cronisti;  e  inoltre  pone  ladila 
del  martirio  di  molti  Religiosi,  che  s' ignorava,  od  era  al  tutto  incerta.  Ancora  ha  notizie  delle 
nostre  Missioni  lungo  le  coste  di  Barberia,  e  registra  Catti  importantissimi;  come  il  martirio  del 
Padre  Francesco  Cirano,  scorticato  vivo  in  Algeri  Tanno  1603,  mentre  predicava  la  fede  di  Grislo 
a  quei  bcrbarL 

Commovente  poi  è  il  racconto  della  crudele  morte  data  in  Gerusalemme  ad  «  ima  devota 
Pelegrina  Portuguesa ,  Terciaria  del  Patre  San  Francesch ,  per  nom  Maria ,  que  (  il  1578  )  avla  aiiat 
a  visitar  ios  sants  Llochs  de  nostra  Redempeiò.  La  prengueren  aquellos  barbaros,  porqiie  ab  la 
moha  introducciò  e  familiaritat  que  tenia  ab  las  Turcas,  les  batejaba  las  criaturas,  quant  las 
conslderaba  de  mal  de  morte:  la  clavaren  cruelment  en  uns  pals,  y  en  aqoel  tonoenC  no  dexaba 
de  predicar  la  verdadera  fé  Christiana,  y  abominar  la  de  Mahoma:  de  Io  que  mes  ofesos  loe  Topcs 
incitats  de  la  rabia  dels  Hebreus,  la  arrosegaren  fln  a  la  placa  del  SS.  Sepalchro,  y  amora  viva 
alli  la  creoiaren,  et  ab  ella  a  altres  Religiosos.  >  Ed  ecco  il  vero  principio  della  pietosistima'  opera 
detta  della  Santa  Infanzia  ,  che  oggi  salva  tanti  bambini  da  crudelissima  morte,  speelalnwnie  io 
Qna,  e  tanti  altri  ne  avvia  angioletti  al  cielo.  Ne  ftt  institatrice  una  santa  Martire  Franeeseana. 

awr.  720.  Terrinca  (a).  —  Genealogicum  et  honorificum  Theatmm 
Etrusco-Minoriticum  a  P.  F.  Antonio  a  Terrinca  Minorità  anno 
Domini  MDCLXXX  elaboratum.  Florentiae,  MDCLXXXIL  Ex 
Typo^raphia  sub  signo  Stellae.  Superiorum  permissu. 

Un  volume  in  4,  di  42  pagine  preliminari  e  i9i  dell'  opera.  Il  concplto  che  ebbe  V  Autore  nel 
comporia  si  vede  dal  seguente  lilolo  della  dedica  che  no  fece  al  serenissimo  Francesco  de*  Mediò: 
t  Thcairum  Etruscu-Minorilicum  iTk  quo  Minorilae,  qui  ab  Ipsomel  pauperum  Palriarcha,  ChrlJrt 
Signifero,  Inslitulore,  Fundalore,  S.  P.  I).  Francisco,  ad  annum  Domini  M.  DG.  LXXX  in  alma 
primogenita  Tusciae  Provincia  et  ex  Tuscis  in  alienis, quadruplicato  Primi  Instituti  sodaRtlo prae- 
fuerunt:  qui  ecclesiasticis  dignititibus  ac  muniis  ex  Etruriii,  aut  in  ea  praefulserunt:  ({ui  scicntia, 
prudentia,  scriptis ,  sanguinisque  claritate  Etruscas  sodalitates  illustrarunt,  lìdeli  narratione,  et 
accurata,  quantum  licuit,  temporis  et  instituti  ratione,  producuntur.  Tribus  partibus,  titulis  variK  eC 
scriebus  digestum  ;  duplici  indice,  partium  operis  uno,  personarum  praecipuarum  altero,  illnstraltim.  » 

siamp.  721.  Tesoro  de  virtudes  copilado  por  un  Religioso  Portughez, 
y  martyrio  de  Fr.  Andres  de  Espoleto  en  Fez,  y  una  carta  de  Mexico 
en  1531.  Medina  del  Campo,  1543. 

Un  volume  in  4.  Rarissimo. 


jtMNip. 


722.  Thadei  .  —  Nitela  Franciscanae  Religionis  et  abstertio 
sordium  quibus  conspurcare  tentavit  Abrahamus  Bzovius.  Parenti 
optimae  Fr.  Dermicius  Thadei  (  Ordinis  Minorum  Regularis  Gb- 


THENAUD  589 


servantiae  Provinciae  Hibemiae)  pius  filius ,  Sacrae  Theologiae 
Lector  mutuam  vicem  reddit.  Opus  accuratum ,  ac  varium ,  quo 
pleraque  summarum  Pontificum  decreta  illustrantur ,  multa  ad 
temporum  notitiam  spectantia  adducuntur  in  lucern  ;  alia  iam 
stabilita  confirmantur  ;  imprimisque  eminentissima  Christi  Sal- 
vatoris  nostri  paupertas  solide  et  perspicue  defenditur.  Prodit  nunc 
primum  Lugduni,  sumptibus  Claudij  Landry,  M.  DCXXVIL 

Un  volume  in  4,  di  7  carte  preliminari  e  494  pagine;  e  in  fine  un  Index  rerum.  Vi  sono 
molte  ed  Importanti  notizie  delle  antiche  Missioni  sino  al  tempo  dell'  Autore  ;  il  quale  dice  : 
«  Vidimus  ctiam  bisce  diebus  schismaticos  ex  Oriente  et  idolatras  ex  Japonicis  sub  Paulo  V  ad 
agnitionem  veritatis,  ductoribus  Franciscanis,  ingressos.  «  Libro  molto  raro,  di  cui  trovai  un  esemplare 
nella  Biblioteca  del  Seminario  Conciliare  di  Siviglia. 

tei,.         723.  Thenaud.  — Le  Voyage  et  itineraire  de  oultremer,  faict 

L    par  Frere  Jehan  Thenaud,  Maistre  ès-arts,  Docteur  en  Theologie  et 

Gardien  des  Freres  Mineurs  d'  Angoulesme  ;  et  premierement 

dudict  lieu  d' Angoulesme  jusqué  au  Cairo.  On  les  vend  a  Paris 

en  la  rue  neufve  Nostre  Dameal'enseigne  de  Saint  Nicholas.  1513. 

Un  volume  in  8,  gotico,  molto  raro.  Nacque  il  Padre  Thenaud  verso  la  metà  del  XV  secolo,  e 
probabilmente  nell'Angoumois,  e  forse  nella  capitale  di  questa  Provincia.  Sembra  che  la  sua 
famiglia  non  fosse  ricca;  e  mostrando  svegliatlssimo  ingegno,  gli  forni  i  mezzi  di  fare  i  suoi  studi 
e  rendersi  viaggiatore  Luisa  di  Savoia.  Rendutosi  Francescano,  divenne  maestro  di  filosofia,  dottore 
in  teologia  e  Guardiano  del  convento  d'Angouléme.  Il  2  luglio  del  1511  partì  per  il  Levante,  e 
visitò  i  Luoghi  Santi,  r  Egitto  ec;  e  di  ritorno  pubblicò  il  suo  Voyage  et  iUnéraire,  ec;  libro  oggi 
molto  raro,  e  senza  data  e  nome  dello  stampatore  ;  ma  pare  che  venisse  stampato  in  Parigi  per  la 
Vedova  di  Giovanni  di  San  Dionisio  il  1513.  Molte  altre  cose  scrisse  il  Thenaud,  che  sono  rimaste 
inedite.  Ne  daremo  qui  i  titoli,  con  qualche  schiarimento  estratto  dall'importante  lavoro,  ManueeriU 
fmnfaie,  ec  par  M,  PauUn  Paris,  tomo  /.  e  turno  IV  J.  l.  Lignee  de  Satume,  composta  per  Luigi  XII 
quando  conquistò  il  Milanese,  a.  La  Marguerite  de  Frante.  3.  Traité  des  divinitee  poétiques.  k.  Le  Tri" 
umpKe  dee  vertut  ;  opera,  questa,  allegorica,  divisa  in  tre  parti,  e  preceduta  da  una  Lettera  a  Luisa 
di  Savoia  e  d'un  prologo.  In  questo  libro  singolare  (  dice  il  Padre  Db  Montpaocon  BQtUoth.  Bibliotheear. 
Manueeript.)  il  Thenaud  si  è  proposto  di  fare  un  PeUegrinaggio  della  vita  umana.  In  cui  mette  in  ve- 
duta gli  stati  della  società,  le  diflBcollà  della  vita,  i  vizi  da  evitare  e  le  virtù  da  praticarsi.  Vi  si  appalesa 
sovente  profondo  filosofo  e  sempre  erudito.  Il  signor  Paris  pensa  che  questo  poema  in  prosa  del  Guar- 
diano di  Angoulóme  sia  stato  scritto  verso  il  1518,  ed  aggiunge  che  coloro  che  vogliano  conoscere  a  fondo 
1»  storia  del  primi  anni  del  regno  di  Fnmcesco  I,  e  giudicare  delle  morali  condizioni  della  Francia 
quando  Calvino  vi  entrò  per  rovesciare  tutta  la  morale  cristiana,  faranno  bene  a  leggere  attentamente 
le  Triumphe  des  vertus  del  Padre  Thenaud.  La  quale  opera  è  anche  dilettevolissima  per  le  descrizioni 
che  v'  inframise  della  Touraine,  e  dell' Angoumois;  la  descrizione  de'  giuochi  e  l' apologia  dei  circhi  ;  le 
considerazioni  sopra  la  nobiltà ,  ec.  Lo  stile  del  Thenaud,  tranne  le  dediche,  è  abbastanza  corretto 
edelegante.  5.  La  Cabale  ehrétienne»  in  versi,  dedicata  a  Francesco  I.  In  questo  lavoro  suppone  l'Autore 
che  lo  spirito  di  Carlo  d' Angoulème,  padre  del  Re,  apparisca  al  figlio ,  e  gli  spieghi  la  sua  maniera 
di  esistere  nell'altro  mondo,  il  mistero  delie  celesti  gerarchie,  ed  in  fine  le  relazioni  che  passano 
tra  le  angeliche  dominazioni  e  gii  uomini.  SMgnora  l'epoca  della  morte  del  Padre  Thenaud. 


590  THEVET 


ifc.  724.  Thevet.  —  Cosmographie  du  Levant,  ou  voyage  a  Co- 

srlv-  stantinople,  et  a  la  Terre  Sainte,  commencé  en  1549,  par  Fr.  André 

Thevet  (de  l'Observance  de  Saint  Franfois).  Lion,  Jean  de  Tournes, 

1554. 

Un  volume  in  4,  figurato.  Due  anni  dipoi  se  ne  fece  quivi  stesso  una  seconda  edizione  reowe  et 
augmentée;  e  un' altra  in  Anvers,parl.  Richart,  in  8,  parimente  figurata.  Libro  oggi  rarissimo.  11 
Brunbt  nel  suo  Manuel  du  Ubraire,  ec  dice  clie  Tanno  186i  un  esemplare  si  pagò  in  Parigi  36  franchi 

—  La  Cosmographie  universelle  de  Fr.  Andre  Thevet  (de 
r  Observance  de  Saint  Francois)  Cosmographe  du  Roy,  illnstrée 
de  diverses  flgures  des  choses  plus  remarquables  veues  par  V 
auteur  et  incongneues  de  nos  anciens  et  modernes.  A  Paris,  chez 
Guillaume  Chaudiere,  rue  S.  Jacques  a  Teinseigne  du  temps  et 
de  THomme  Sauvage.  1575.  Avec  privilege  du  Boy. 

Sono  due  volumi  in  foglio ,  figurati  :  il  primo  di  iO  carte  preliminari  non  numerate  e  467 
numerate,  e  in  fine  altre  i3  di  Table  dee  matieret  :  il  secondo  di  7  carte  non  numerate  e  4025  nume- 
rate, ed  altre  16  di  Table  des  ehoiei  plus  remarquables.  Egli  mostra,  fra  l'altre  cose,  di  aver  preveduto 
V  importanza  grandissima  che  avrebbero  un  dì,  non  solo  la  geografia  e  la  storia,  ma  V  etnografia  e  la 
numismatica:  perciò  raccolse  saggi  di  tutte  le  lingue  che  potè  conoscere,  e  medaglie  antiche  d'ogni 
maniera  di  tutte  le  parti  della  terra,  ove  se  ne  incontrarono;  e  ne  dà  l'illustrazione.  Di  quest'opera 
è  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 

—  Les  singularitez  de  la  Franco  Antarctique,  autrement  nom- 
mée  Amerique  :  et  de  plusieurs  terres  et  isles  decouvertes  de 
nostre  temps,  par  Fr.  André  Thevet  (de  T Observance  de  Saint 
Francois )  natif  d'  Angoulesme.  A  Paris,  chez  les  heritiers  de 
Maurice  de  la  Porte  au  Clos  Bruneau  a  V  anseigne  S.  Claude,  1558. 

Uu  volume  in  4,  figurato.  N'  è  un  esemplare  nella  Uiblioleca  Nazionale  di  Firenze.  Nello  stesso 
anno  1358  se  ne  fece  una  seconda  edizione  in  Anvers^  par  Piantiti ,  in  8.  E  in  Italia  venne  tradotu 
da  Giuseppe  Horologgi,  e  pubblicata  in  Venezia  l'anno  1561  cui  titolo  seguente:  Historia  deW India 
America^  detta  altrimenti  Francia  Antartica^  tradotta  di  francese  in  lingua  italiana  da  Giusepiìc 
Horologgi,  In  Venezia^  appresso  Gabriel  Giolito  de* Ferrari,  1561.  Di  questa  traduzione  (in  8)  è  un 
esemplare  nella  Biblioteca  Riccardiana  di  Firenze. 

Fr.  Andrea  Thevet  nacque  in  Augouleme  al  principio  del  XVI  secolo.  Vestito  l'abito  Francescano 
e  inviato  agli  studii  di  Filosofìa  e  di  Teologia,  si  applicò  in  modo  speciale  alla  lettura  di  viaggi  e 
di  storie,  e  lesse  avidamente  quanti  libri  di  questo  genere  gli  capitassero.  Fornito  di  grande  memoria, 
in  breve  acquistò  una  maravigliosa  facilità  di  parlare  d'ogni  cosa.  Ottenutane  licenza  da'  suoi  sui>c- 
riori,  viaggiò  in  Italia,  in  Palestina ,  nell'  Egitto  e  in  Grecia,  e  pubblicò  la  relazione  che  abbiamo 
notata  di  sopra.  Poi  accompagnò  il  signor  de  Villegaignon  al  Brasile,  e  mise  a  stampa  le  note  raccolte 
in  (luesta  sua  pellegrinazione.  Fatto  cappellano  della  Regina  de' Medici,  e  istoriografo  e  cosmografo  del 
He,  ottenne  per  Breve  Apostolico  di  poter  viaggiare  senza  l'abito  del  suo  Ordine.  Nella  fiift/iograpfe»^ 
universelle  par  Michaud,  è  un  lungo  articolo  biogratlco  sopra  il  Thevet  ;  ma  non  è  il  più  esatto. 

Metterò  qui  alcune  osservazioni  dell'illustro  Ferdinando  Denis,  Conservatore  e  .\mministratore 
della  Biblioteca  di  S.  Genoviefa  in  Parigi,  che  rinvenni  in  un  esemplare  delle  Singularitez,  ec  da  lui 
postillalo,  e  che  gentilmente  m' imprestò  per  studiarlo  a  mio  agio  lutto  il  tempo  che  fui  in  quella 
cilliu  E  primamente  avverte,  che  la  Cosmographie  du  Levant  fu  tradotta  in  Alemanno,  e  pubblicità  anche 


THEVET       .  591 


ìd  Germania  il  i6i7.  Secondo,  che  Let  iingularUez  de  la  Pranee  Antaretique,  ee.  furono  scritte  nel  1556, 
come  si  vede  dal  capitolo  XV,  e  che  le  figure  che  V  adomano  vennero  incise  da  Geofrh)y  Tory  di 
Bourges.  Terzo,  che  i  biografi  fanno  nascere  il  Thevet  nel  i50i;  ma  che  questa  data  non  combina  con 
quel  che  egli  dice  nel  suo  Intulaire,  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi;  vale  a  dire,  Tanno 
1517  fu  «  l'annéeque  je  vien  au  mond.  > 

Andrea  Thevet  ebbe  molti  invidiosi,  che  ne  attaccarono  perfino  la  fede;  ma  a  quest'accusa  fu  ris- 
posto in  un  opuscolo  stampato  in  Parigi  (  Wechel)  il  1561  col  titolo  seguente  :  Aeiponie  aux  UbeUes  d' 
injures  eontre  le  ehevaUer  de  Vtìlegaignon.  Tuttavia  è  da  notare  (dice  il  Dknis),  «que  ne  fut  pas  toujours 
mal  traitò  par  ses  contemporains.  Le  sieur  de  la  Popeliniere  parie  de  sa  Cosmographie  franQoise  et 
autres  ouvres  lovables,  pour  les  quelles  il  est  connù.  »  E  rispetto  alla  sua  scienza,  ecco  come  ne 
sentenzia  lo  stesso  illustre  Scrittore  (Lettres  sur  VitUroducUm  du  tabae  en  FranceParU,  GtùUaumin, 
1851  ):  «  Ses  premiéres  études  furent  nulles,  et  il  ne  sut  jamais  réparer  cette  absence  de  bonnes  lettres, 
comme  on  disoit  alors, . . .  malgré  le  efforts  qu'  il  renouvela  durant  une  longue  carriere  pour  fairo 
croire  à  une  éruditien  qu'  il  n'  avoit  point  ;  mais  sans  avoir  pu  lire  Vico,  Thevet  gardoit  empreinte 
dans  son  esprit  cette  vérité  de  V  immcTrtel  penseur:  il  sentoit  confusement  que  la  curiositó.  Alle  de 
V  ignorance,  peut  ótre  mere  de  la  science  :  or,  loin  de  jeter  le  froc  aux  orties ,  il  le  mit  de  coté , 
avec  desein  de  le  reprendre,  puis  il  quitta  le  Couvent  et  voyagea.  C  est  réellement  cette  passioii 
instinctive  pour  les  choses  curieuses,  ce  gùt  de  recherches  patientes,  tourné  vers  les  objets  d'art, 
cet  enthusiasme  pour  les  savans,  qu'  on  le  voit  admirer  sur  la  foi  d' autrui,  qui  font  d'Andrò  Thevet 
un  homme  a  part,  et  dont  le  valeur  reelle  est  bien  moins  a  dedaigner  que  ne  le  voudroit  faire  sup- 
poser  r  illustre  Thou  (Histoire  univertelle  de  J,  A,  de  Thou,  edit.  1734J  Nous  le  disons  ardiment,  sans 
le  Garde  dei  tingularitez  du  Roy»  une  foule  de  particularìtez  prócieux  sur  l'Amerique  et  sur  l' Orient 
n'eussent  pas  été  préservées  de  l'oubli;  et,  en  efl'et,  il  eut  le  temps  de  satisfaire  cette  inépuisablc 
curiositó  dont  il  se  vante,  puisqu'  il  navigua  et  peregrina,  pour  nous  servir  de  ses  expressions,  durant 
trente-six  ans.  »  Questo  giudizio  del  Denis  venne  confermato  dal  Principe  Galitzin,  che  estrasse  dallu 
CoimograpìUe  del  Thevet,  e  pubblicò  a  parte  la  Cosmographie  riguardante  la  Russia,  col  titolo  seguente: 

—  Cosmograpliie  Moscovite  par  André  Thevet ,  recueillie  et 
publiée  par  le  Prince  Augustin  Galitzin.  Paris ,  J.  Techener ,  Li- 
braire  ,  me  de  V  Arbre-sec ,  prés  la  Colonnade  du  Louvre  . 
MDCCCLVIII. 


Un  volume  in  8,  di  XVI  e  179  pagine.  11  Principe  Galitzin,  riferite  le  parole  testé  da  noi  citate 
del  Denis,  prosegue  ncW  Introduetion  :  «  L' Angoumoisin, 

Qui  a  pratiquè  mille  ports 
Mille  peuples  en  mille  bords, 
Tous  parlans  un  divers  langage. 
Et  mille  fleuves  tous  bruyans 
De  mille  lieux  divers  fuyans 
En  la  mer  d' un  large  voyage, 

a-t-  il  poussé  ses  póregrinations  jusqu'en  Moscovia?  Je  ne  presume  pas  qu' il  soit  allò  jusque-là 
pour  l' embellissement  et  le  contentement  de  son  esprit;  mais,  malgré  le  P.  Lelong,  et  M.  Brunet, 
bibliographe  encore  plus  dangereux  à  contredire,  je  crois  Thevet  sincère  quand  il  affirme  a  Henry 
III  dans  son  épttre  dédicatoire,  «  qu' il  n' allegue  que  ce  qu' il  a  oculairement  veu  ou  entendu  de 
ceux  qui  sont  sur  les  lieux,  •  et,  frappé  de  l'exactitude  comme  de  l'abondance  des  renseignemens 
qu'  il  a  fournis  le  primier  en  langue  francòise  sur  «  ceste  brave  nation  russienne  touiours  de  peu 
vaincu3  et  qui  souventefoìs  a  eu  le  dessus  de  plusieurs,  »  il  m' a  paru  que  les  pages  qu'  il  lui  a 
consacrées  dans  sa  ConnograpìUe  Univertelle,  et  ses  Vrais  pourtraits  de$  hommes  iUuttreSt  valoien  t 
peine  d' ótre  détachées  du  lourd  et  assez  rare  en  folio  où  elles  sont  ensevelies,  et  pouvoient  servir, 
au  moins  comme  fragment  très-singulieur  si  non  Iròs-authentiquc,  à  l' elude  d'  un  passe  qui  a  encore 


59-2 


TIIEYET 


taot  de  choses  a  réveler ...  U  m' est  difficile  de  ne  pas  aUirer  ici  l' attenlioD  de  mon  leeteor  sv 
le  chapitre  inUtulé:  En  quoy  let  Mo$eovUei  diffèrent  de  VE$U9e  romaine.  Thevet  y  soatieDt  une  tbèse 
qae  trois  sióoles  n'  ont  pas  vieiliie,  celle  de  la  reunion  de  V  Eglise  russe  à  V  Eglise  «  oa  le  prindpe 
chrétien  n'  a  Jamais  péri,  a  toujoura  été  plus  fori  qae  V  erreur  oa  la  passion  des  hommes  > ,  et 
dont  elle  n'est  separée  que  par  uo  sol  chevea;  these,  plus  feconde  quo  celle  da  libre-écbange  et 
des  chemlDs  de  fer ,  qol  renfèrme  tout  ane  desllDèe  nouvelle  poor  le  mond.  Thevet  y  ayance  ee 
qu'uii  docte  professeur  certifloit  il  n'y  a  pas  longtemps  aa  Collège  de  Fraoce,  a  savoir:  que  le 
schisroe  est  la  cause  principale,  V  unlque  cause  de  tous  les  maux  des  races  slaves.  • 

—  Grand  Insulaire  en  Pilotage  d' André  Thevet  Angoumosoin, 
Cosmographe  du  Roy.  Dans  lequel  sont  contenus  plusieurs  pian 
d' isles  habitez  et  deshabitez  et  description  d' icelles. 

Manoscritto  inedito,  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi,  di  1  volumi  in  foglio  :  il  primo  di  407 
carte;  il  secondo  di  326. 

—  Histoire  d' André  Thevet  Angoumosoin,  Cosmographe  du 
Roy,  contenant  la  fafon  de  vivre  des  peuples  barbares,  et  observa- 
tion  des  principaux  points  que  doivent  tenir  en  leur  route  les 
pilotes  et  mariniers,  pour  eviter  le  naufrage  et  autres  dangers  de 
ce  grand  Ocean,  avec  une  réponse  aux  libelles  d' injures  publiées 
contre  le  Chevalier  de  ViUegaignon. 

Un  volume  in  foglio,  di  i67  carte.  Quando  studiai  in  Parigi  questi  due  manoscritti,  mi  parve 
che  contenessero  delle  interessantissime  cose.  Ed  avendone  dipoi  ragionato  coli'  illustre  Ferdinando 
Denis,  fui  ben  lieto  che  mi  confermasse  nel  mio  giudtzia 

A  questi  lavori  sono  da  aggiungere  parecchie  Carle  cosmografiche,  fra  le  quali  la  più 
curiosa  ò  L'Univttn  reduit  en  fleur  de  lys  4583;  e  Lex  vrais  porthaits  etvies  des  hommes  Ulustres 
greeSt  laiins^  et  payens,  anciens  et  modenies,  ParUt  1584,  2  volumi  in  foglio;  e  Paris  1670-1671, 
seconda  edizione  in  8  volumi,  in  li.  F'rale  Andrea  Thevet  morì  in  Parigi  il  139i,  e  fu  sepolto  nella 
chiesa  del  (Iran  Convento  del  suo  Ordine,  con  questa  iscrizione:  Cy  gist  venerable  et  scientipiolt 

PERSONNE  M.  ANDRE  THEVET  COSMOGRAPHE  DE  OUATRE  ROYS ,  LE  QUEL  AGÈ  DE  88  ANS  EST  DECEDÈ  E> 
CETTE  VILLE  DE  PARIS  LE  23  NOVEMBRE  1592. 

Ma  non  possiamo  chiudere  queste  notizie  senza  ricordare  qui  un  altro  merito  straordinario 
di  questo  insigne  Francescano;  ed  è  di  avere  arricchito  della  preziosa  pianta  del  Tabacco  la  botanica 
e  r  Europa.  E  qui  c^mpendieremo  le  parole  dell'  illustre  Denis,  che  trattò  di  proposito  questo 
argomento  in  un  libretto  che  per  tal  line  mise  a  stampa,  intitolato:  Du  Tabac  au  Paraguay 
par  M.  Alfred  Demersay  avec  une  lettre  d' introdudion  par  M.  Ferdinand  Denis.  Paris  1851, 
in  8.  Se  vi  piaccia  conoscere  (  egli  dice  )  questo  Francescano  che  arricchì  di  si  preziosa  pianta 
la  botanica,  vi  diremo  che  nacque  in  Angouleme,  e  si  chiamò  Fr.  Andrea  Thevet.  Benché  non 
facesse  i  suoi  studi  con  quella  regolarità  ,  che  avrebbe  dato  alle  sue  grandi  opere  assai 
maggiore  importanza;  tuttavia  spinto  da  queir  ardente  desiderio  di  viaggiare  e  di  conoscere,  senza 
di  cui  non  si  dà  scienza,  ci  ha  lasciato  de' tesori.  Il  vivo  istinto,  che  assai  per  tempo  lo  punse, 
di  conoscere  più  che  al  suo  tempo  non  si  conosceva,  il  diletto  di  travagliarsi  in  pazienti  ricerche, 
la  sua  ammirazione  per  qualunque  si  fosse  oggetto  d'arte,  e  l'entusiasmo  che  sentiva  per  gli 
uomini  di  scienza,  fecero  di  lui  un  uomo  a  pane,  il  cui  valore,  so  non  fu  straordinario,  non  meritava, 
certo,  la  miserabile  compassione  con  cui  lo  trattò  il  signor  di  Thou.  Perocché,  vogliasi  o  no,  un 
numero  senza  Une  di  preziosi  particolari  concernenti  1' America  e  1'  (»riente  sarebbero  periti,  s*  egli 
non  gli  avesse  salvati  raccogliendoli  nelle  sue  lunghe  navigazioni,  e  ne' suoi  faticosissimi  viaggi  in 
presso  che  tutte  le  spiagge  del  globo;  in  Asia,  in  AIT^ica,  al  Nuovo  Mondo,  in  Cairo,  in  Damasco, 
in  Gerusalcnunc,  nella  magnifica  baja  di  Nictcrohy  ;  senza  dire  di  lutti  i  paesi  e  di  tutte  le  principali 


THEVET  593 


città  d'Europa.  Figlio  di  un  Ordine  mendicante,  a  cui  si  gloria  di  appartenere,  da  per  tutto 
chiede  carità,  e  ne  riceve  a  soprabbondanza.  Da  un  mercatante  di  Parigi,  di  nome  Giovanni  Debray, 
grande  amatore  di  anticlie  medaglie,  ottiene  un  numero  di  antiche  monete  provinciali  di  Francia ,  e  fa 
incidere  i  primi  saggi  di  questo  genere,  che  ci  son  pervenuti  dal  secolo  XVI.  Da  un  Giudeo  consegua, 
de*  tipi  orientali ,  e  da  un  Siro  viaggiatore  tipi  dell'  Etiopia.  Ne*  di  di  vacanza  si  reca  a  scavare 
in  vicinanza  delle  arene  di  Nimes,  e  vi  rinviene  le  più  curiose  statuette  di  bronzo  che  possano 
adomare  un  Museo.  In  Ispagna  da  un  mercatante ,  che  aveva  conosciuto  in  Terra  Santa,  ammesso 
in  un  segreto  Gabinetto,  ne  portò  seco  in  dono  un  bel  ritratto  del  Cortes,  che  già  faceva  parte  del 
tesoro  del  Re  cattolico.  In  Toledo  trova  un'effigie  di  Atahaualpa,  e  dalla  bocca  proprio  di  un 
compagno  del  Pizarro  viene  a  sapere  come  en^  stato  messo  a  morte  1'  ultimo  imperatore  Incas  del 
Perù.  Per  desiderio  di  conoscere  e  di  sapere,  si  mette  in  relazione  con  tutti  gli  uomini  famosi  del 
XVI  secolo ,  anche  quelli  che  s' erano  dichiarati  ostili  alla  romana  Chiesa  (  ma  senza  minimamente 
partecipare  a'  loro  traviamenti  )  ;  come  Melanton ,  Gessner ,  Michele  Comicas ,  Simone  Goulard  ;  e 
più  d'una  volta  per  lo  stesso  fine  cprse  pericolo  della  vita,  come  fu  nell'isola  di  Zante,  dove 
restò  ferito  da  due  frecce.  Visitato  l'Oriente,  sospira  di  viaggiare  In  America;  ed  allestendosi 
una  spedizione  per  il  Brasile,  di  cui  il  Coligny  aveva  affidato  il  comando  al  Villegaignon,  chiede  senz' 
altro  di  fame  parte.  Erano  cattolici  e  protestanti  ;  e  sentì  che  non  sarebbe  la  migliore  compagnia  ;  ma 
il  desiderio  di  visitare  quelle  lontane  regioni  vinse  il  suo  cuore.  Approdarono  alla  magnifica  baja 
dì  Ganabara,  o  Porto  Frio;  ma  non  vi  restò  che  quattro  mesi.  E  da  ciò  tolsero  argomento  i  suoi 
nemici  per  screditare  le  sue  relazioni;  ma  né  anch'essi  avevano  veduto  tutto  il  Brasile;  e  invece  di 
criticare  la  sua  France  antarctique,  avrebbero  dovuto  ammirare,  che  in  si  poco  tempo  avesse  raccolto 
tanti  documenti  e  una  varietà  si  preziosa  d' importantissime  figure,  che  ci  sono  oggi  di  tanto  aiuto 
per  il  compimento  della  storia  di  quel  paese. 

Qui  poi,  riferito  il  luogo  della  France  antarctique,  dove  parla  del  Tabacco  (Petun)  (pag.  Si 
dell'edizione  di  Anvers  del  1558),  di  cui  torna  poi  a  parlare  nella  sua  grande  CosmograpMe,  e  nei 
manoscritti  che  si  conservano  ancora  inediti  nella  Nazionale  di  Parigi,  come  di  una  sua  gloria  (e  perciò 
la  pianta  venne  chiamata  in  Francia  Erba  angoulemine)  ^  il  Denis  prosegue:  si  è  voluto  dare  questa 
gloria  a  Nicot,  togliendola  al  Francescano  Thevet  ;  ma  per  vedere  l' ingiustizia,  basta  mettere  al  proprio 
luogo  le  date.  Maestro  Giovanni  Nicot,  come  viene  chiamato  nell'  iscrizione  del  suo  sepolcro,  nacque  in 
Niroes  l'anno  i530,  e  venne  fatto  maestro  di  ricerche  del  Re,  del  Delfino  e  della  Regina  il  i559. 
Inviato  ambasciatore  a  Lisbona  appresso  la  regina  Caterina  vedova  di  Giovanni  III,  seppe  acqui- 
starsi molta  onoranza,  ed  ebbe  relazione  con  tutti  gli  uomini  di  merito  di  quel  paese,  come  Resende, 
Castaneda,  Barros.  Da  uno  di  questi  signori  il  Nicot  ebbe  in  dono  la  preziosa  pianta  del  Tabacco, 
e  la  portò  in  dono  alla  Corte  di  Francia.  Ciò  sta  scritto  a  chiare  lettere  nel  libro  di  Neaniar;  dove 
si  legge,  che  l' anno  i560,  Giovanni  Nicot,  che  trovavasi  in  legazione  presso  la  Corte  di  Portogallo, 
recatosi  un  di  a  visitare  l'officina  di  Lisbona,  «  da  un  gentiluomo  fiammingo,  che  era  a  quo'  di  custode 
delle  carte  reali,  n'ebbe  in  dono  la  pianta  straniera  (del  Tabacco),  che  egli  accettò  molto  volentieri 
come  pianta  transmarina  non  mai  veduta.  >  Questo  gentiluomo  fiammingo  era  (come  si  può  vedere  in 
Barbosa  Machado  ed  altri)  il  celebre  Damiano  di  Goes  ;  il  quale,  benché  nato,  nel  1501,  nella  piccola 
città  di  Alenquer  in  Portogallo,  aveva  passato  il  più  della  sua  vita  in  Lovaifio,  in  intime  relazioni 
con  i  dotti  ed  artisti  del  suo  tempo,  benemerito  di  aver  fatto  stampare  una  delle  prime  descrizioni 
della  Laponia  che  si  conoscano,  e  accertato  inoltre  l' esistenza  insino  allora  tanto  problematica  del 
famoso  Prete  Gianni,  Peccato  che  questo  grande  ingegno  finisse  anzi  tempo  e  miseramente  la  sua 
vita  1  Vivendo ,  probabilmente  ci  avrebbe  data  la  storia  dell'  Erba  Santa  (  cosi  chiamavasi  allora  il 
Tabacco,  e  così  si  chiama  anch'  oggi  in  Napoli),  facendoci  conoscere  se  questa  pianta  americana  fosse 
stata  trasportata  a  Goa  da  Garcia  di  Orla  l'amico  di  Camoens  e  il  più  grande  botanico  del  suo  tempo. 

Diqual  modo  poi  la  semenza  del  Tabacco  proveniente  dalla  Florida  si  trovasse  a  que'di  in 
Portogallo,  é  facilissimo  a  spiegare.  Tutti  sanno  come  il  famoso  Ernando  de  Soto  intraprese  la  sua  avven- 
turosa esplorazione  a  traverso  la  Florida  a  capo  di  600  uomini  :  tra  questi  avventurieri  dunque  era  un 
gentiluomo  portoghese  della  città  di  Elvas,  che  ci  ha  lasciato  una  minutissima  relazione  di  quell' 
impresa.  Dalla  quale  narrazione  apparisce  che  non  egli  soltanto,  ma  parecchi  portoghesi  accom- 
pagnarono il  de  Soto  ;  cioè  Andrea  Vasconcellus,  Fernando  Pegado,  Antonio  Martines  Segurado,  Roiz 
Pereira,  Jo3o  Cardeiro,  Estevao  Pegado  Bento,  e  Alvaro  Fernandes.  Qualcun  di  costoro  portò  la  semenza 
del  Tabacco  dalla  Florida,  e  così  si  trovò  in  Portogallo;  donde  il  Nicot  la  inviò,  come  semenza  di  pianta 
rara  e  medicinale,  in  Francia;  e  dal  suo  nome  prese  il  nome  di  Erba  Nicoziana.  Ma  già  v'  era  11  Petwi 

38 


594  TIMMERS  '  TOUAL 


(Tabacco,  o  Erba  angoulemine),  che  il  Thevet  di  Angoaleme  aveva  portato  dal  Brasile  :  egli  ne  paria 
ripetutamente  nelle  sue  opere  edite  e  manoscritte ,  anteriori  all'  andata  del  Nicot  a  Lisbona. 
•  Les  Chrestiens  (egli  dice  in  uno  dei  Manoscritti  che  restano  nella  Nazionale  di  Parigi) ,  de  par  de  là  en 
sont  devenus  friands  de  facon  tonte  merveilleuse.  •  Ma  siccome  egli  era  un  povero  Francescano,  il  nome 
del  Nicot  prevalse ,  quantunque  il  Thevet  non  cessasse  di  richiamarsene  finché  visse.  Dalla  Francia  poi 
il  Tabacco  passò  alla  nostra  Italia  per  mezzo  del  Nunzio  apostolico  Santa  Croce,  che  ne  mandò  la 
semenza  a  Niccolò  Tornabuoni,  e  questi  lo  sparse  in  tutta  la  penisola.  Ne  parla,  dando  il  disegno  della 
pianta,  il  famoso  Cesalpino,  che  ebbe  la  gloria  di  trovare,  o  meglio  d'in  ventare,  11  primo  metodo 
della  Botanica,  e  chiamò  quella  pianta  Tornabuoni  ;  ma  questa  denominazione  non  ebbe  segnilo. 

s*-».  725.  TiMMERS. — Leven  en  geschiedenis  der  XIX  H.H.  Martelaars 
van  Gorcum  die  voor  het  katholijk  geloof  gedood  zijn  in  het  jaar 
1572,  volgens  de  geloofwaardige  schijrers  van  dien  tijd  en  de 
Archieven  der  Orde  doorP.F.PaulinnsTimmers  minderbroeder  en 
Gardiaan  de  Kloosters  van  Artv^erpen.  3^®.  druk  te  Antwerpen 
Duckkelij  I.  B.  Van  Aarsen  Beurzestraat.  Ossia:  Vie  et  Histoire 
des  XIX  martyrs  de  Gorcum ,  qui  ont  été  martyrises  pour  la  foi 
Catholique  en  l'an  1572,  d' aprés  les  écrivains  contemporains 
dignes  de  foi  et  les  Archives  du  Couvent  d' Anvers  par  Pere  Pau- 
lin  Timmers,  RécoUet  et  Gardien  du  Couvent  d' Anvers.  3  édition 
a  Anvers.  Imprimeur.  I.  B.  Van  Aarsen,  rue  de  la  Cours.  1867. 

Un  volume  in  8  grande,  di  120  pagine,  che  contiene  anche  una  succinta  notizia  delle  varie  e 
distinte  famiglie  dell'  Ordine,  come  sono  i  Padri  Cappuccini  e  Conventuali,  e  d*  altri  Martiri  Fran- 
cescani che  al  tempo  di  quelli  di  Gorcum  suggellarono  cui  sangue  il  loro  apostolico  ministero  in 
Olanda.  È  la  più  l)clla  storia  che  abbiamo  de' sopra  detti  Martiri,  fatta  sopra  autentici  documenti, 
e  molto  bene  scritta  e  disposta.  L'Autore  pubblicò  anche  in  fiammingo  un  bel  lavoro  sopra  i  titoli 
dati  alla  Vergine  nelle  Litanie  Lauretane,  stampato  parimente  in  An\ersa  per  J.  B.  Van  Aarsen  ec. 
Quand'io,  or  fa  un  anno  e  mezze»,  \i.sitai  (jiiella  città,  ed  ebbi  il  piacere  di  conoscere  quell'egregio 
Padre,  (ìuardiano  d'una  eùincanlis.sinia  comunità  che  riscuoteva  l'universale  venerazione,  stava 
curando  la  stampa  d' una  sua  traduzione  in  flamingo  della  Vita  del  nostro  S.  Antonio  da  Padova. 

&««p.  726.  ToRAL  (del). — Carta  de  Fray  Francisco  del  Toral,  Provincial 
«'.  de  la  Orden  de  San  Francisco,  al  Keal  Consejo  de  las  Yndias, 
exponiendo  la  falla  de  Prelados  en  la  Nueva  Kspana  y  la  nece- 
sidad  de  que  se  enviasen  pronto.  Mexico,  25  de  mayo  de  1558. 
Carta  del  Obispo  de  Yucatan,  Fray  Francisco  del  Toral,  al  ade- 
lantado  de  la  Florida ,  Pedro  Menendez  de  Avilés,  acusando  el 
recibo  de  otra  suya,  anunciandole  el  pronto  envio  de  bastimentos 
y  dandole  consejos  para  su  buen  gobierno.  Merida  de  Yucàtan, 
5  de  abril  de  1577. 

—  Arte  y  Vocabulario  de  la  lengua  Totanaca. 

Le  due  Lettere,  interessantissime,  furono  pubblicate  col  facsimile  nelle  Cartas  de  Ixdias,  ec.: 
1*  Arte  y  Vocabulario  poi  non  saprei  dire  se  esistano,  o  se  sian  andati  perduti.  Nei  Dato$  biografica 
che  accompagnano  le  suddette  Cartas,  si  danno  del  Padre  de  Toral,  poi  vescovo  di  Yucatan,  le  notizie 
seguenti. 


Ani«rÌGB 


TORDESILLAS  -  TORQUEMADA  595 


«  Fray  Francesco  de  Toral,  naturai  de  Ubeda  (Jaen),  hijo  de  Juan  Santos  y  de  Catalina  del  Toral, 
recibió  el  habito  de  San  Francisco  en  la  Provincia  de  Andalucia,  desde  la  que  paso  a  la  del  Santo 
Evangelio  de  la  Nueva  Espafia,  donde  fué  el  primero  que  aprendiò  la  dillcultosa  lengua  Popoloca, 
o  ToTANACA,  que  ensefio  a  otros  Rellgiosos,  y  la  puso  en  arte  y  metodo,  para  facilitar  su  ensei!anza; 
y  despues  de  aprender  tambien  la  lengua  Mexicana,  doctrìnò  con  arobas  a  los  Indios  naturales  del 
territorio  de  Tecamachalco  principalmente.  Como  Custodio  de  su  Provincia,  asistió  en  el  ai!o  de 
1553  al  Capitulo  General  celebrado  en  Salamanca,  y  al  siguiente  de  1555  estuvo  tambien  en  el 
Concilio  Mexicano  ;  pocos  anos  despues  se  le  nombró  decimo  Ministro  Provincìal  ;  cargo  que  desem- 
peno  con  aplauso,  y  al  terminar  su  Provincialado  faé  electo  primer  Obispo  de  Yucatan ,  siendo 
consagrado,  a  pesar  de  haber  querido  de  renunciarlo,  el  15  de  agosto  del  ano  de  156S.  En  su  calidad 
de  Obispo  sufraganeo,  tomo  parte  en  el  Concilio  celebrado  en  el  mismo  Mexico  por  el  Arzobispo 
Montafar  en  1565,  y  hallandose  en  aquella  Capital  a  negocios  de  la  diocesis,  murió  a  30  de  abril 
de  1571  en  el  Convento  grande  de  San  Francisco.  Ademas  del  Arte  y  Vocabulatio  de  ìa  lengua 
Totanaea,  escribió  varios  opuscolos  sobre  la  misma.  » 

727.  ToRDESiLLAS  (de).  —  Relacion  del  viage  que  hicimos  en 
China  Fr.  Fedro  de  Alfaro  con  otros  tres  Frailes  de  la  Orden  de 
San  Francisco,  de  la  Provincia  de  S.  Joseph  del  ano  del  Senor  de  mil 
quinientos  setenta  y  nueve  anos,  hecha  por  mi  Fr.  Agustin  de 
Tordesillas,  Fraile  profeso  de  la  dicha  Provincia,  testigo  de  vista 
de  todo  lo  que  aqui  va  escrito. 

Di  questo  Viaggio  abbiamo  parlato  al  cognome  Alfaro  (Pedro).  Questa  è  una  copia  dei  Mano- 
scritto ch'ebbe  lasciato  l'Autore,  appartenente  alla  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di 
Madrid,  di  cui  feci  estrarre  una  copia  per  me;  conta  97  carte  in  foglio. 

728.  ToRELLAS .  —  Historia  del  martirio  de  Fr.  Sebastìan  de 
S.  José  y  Fr.  Antonio  de  Santa  Ana  y  milagros  de  los  mismos  : 
por  el  Padre  Fr.  Pascual  Torellas  de  la  Provincia  de  S.  Juan 
Bautista. 


Cosi  l'HuERTA  (Ettado,  ecj.  Quest'opera  fu  stampata  In  Roma  il  1620  col  titolo:  Miracula  et 
leonet Sanctorum  Martffrum  Japonentium.  L'Autore  fu  Missionario  nelle  Filippine  ed  in  Cina;  ma 
mori  in  Ispagna  nel  principio  del  1612. 

729.  ToRQUEMADA  (de).  —  De  los  veinte  i  un  libros  rituales  i 
Monarchia  Indiana  con  el  origen  y  guerras  de  los  Indios  Occiden- 
tales,  de  sus  poblaciones,  descubrimiento,  conquista,  conversion 
y  otras  cosas  maravillosas  de  la  mesma  tierra,  distribuydos  en 
tres  tomos.  Compuesto  por  Fr.  Juan  de  Torquemada,  Ministro 
Provincial  de  la  Orden  de  Nuestro  Serafico  Padre  San  Francisco 
en  la  Provincia  del  Santo  Evangelio  de  Mexico  en  la  Nueva 
Espana.  Con  privilegio .  En  Madrid ,  en  la  Officina  y  a  costa  de 
Nicolas  Bodriguez  Franco.  Ano  de  1723. 


596  TORRALVA  -  TORRUBIA 


Sono,  come  dice  i'  Autore,  tre  tomi  e  tre  parti:  il  primo  tomo,  di  49  carte  prelìmiiiari,  a  cui 
segue  un  carta  geografica  de  Uu  Indiai  OeddentaUt,  768  pagine,  e  altre  55  carte  non  nomerale 
d' Indice  de  Uu  cotat  nuu  notablet  :  il  secondo,  di  6  carte  preliminari,  6S3  pagine,  ed  altre  S9 
carte  non  numerate  d*  Indice,  te.;  il  terzo  di  5  carte  preliminari,  634  pagine^  ed  altre  2i  carte  non 
numerate  d' Indice,  ec,  È  V  opera  (dice  il  Ternaux)  la  più  compiuta  che  abbiamo  su  V  antico  Messico; 
e  però,  quantunque  il  Barcia  la  facesse  ristampare  nel  1733  (che  è  questa  edizione  da  noi  citata), 
già  è  addivenuta  rarissima.  La  prima  edizione  fu  fatta  nel  1613,  parimente  in  Madrid. 

E  r  Humboldt  (SiUt  dee  Cardilleret  et  MonumenU  dee  peuples  indigénee  de  V  Ameriqtie,  ec) 
ne  dà  il  giudizio  seguente  :  •  Les  Moines  et  d' autres  ècrivains  espagnols  qui  ont  visite  le  Mexiifue 
peu  de  temps  aprés  la  conquéte,  n'  ont  donne  que  des  notices  vagues  et  souvent  contraditoires  óes 
difTérents  calendriers  usités  parmi  les  peuples  de  la  race  toltéque  et  azéteque.  On  trouve  ces  notiuns 
dans  les  ouvrages  de  Gomara,  Valadés,  Acosta  et  Torquemada.  Ce  dernier . . .  nous  a  transmis  dans 
sa  MonarqtUa  Indiana  un  recueil  del  faits  precieux  qui  prouve  une  connaissance  exacte  des  locali- 
tés  :  il  vécul  pendant  cinquante  ans  parmi  lex  Mexicains  ;  il  arriva  à  la  ville  de  Tenochtilan  à  une 
epoque  ou  les  indigénes  conservaint  encore  un  gran  nombre  de  peintures  historiques,  et  où«  devant 
la  maison  du  Marquis  del  Valle,  sur  la  Plaza  Mayor,  on  voyait  encore  des  restes  du  grand  téocalU 
dcdió  au  Dieu  Huitzilopochtli.  Torquemada  se  servit  des  manuscrits  de  trois  Religieux  Franeiscaìiis, 
Bernardino  de  Sahagun,  Andres  de.Olmoe  et  Toribio  de  Benavente,  qui  tous  étaint  allés  a  la  Neu- 
velie  Espagne  du  temps  de  Cortez,  avant  l'année  i528.  > 

M..  730.  ToRRALVA.  —  Sennones  doctrinales  en  lengua  Maya  o 
de  Yucatan:  por  el  P.  Fr.  Francisco  Terrai  va  de  la  Orden  de 
S.  Francisco. 

Nativo  di  Madrid,  si  recò  Missionario  nel  Yucatan  il  1573,  e  mori  nel  Convento  di  Menda  il 
1624.  È  ricordato  dal  Cogolludo,  dal  Pinelo,  dal  Nicolas,  e  dallo  Sqdikr  (Monogr,  of.  Auth,). 

Sta»?.  731.  Torres  (de).  — Chronica  de  la  Santa  Provincia  de  Granada 
de  la  Regalar  Observancia  de  N.  S.  P.  San  Francisco,  autor  el 
M.  R.  P.  Fr.  Alonso  de  Torros,  Lector  Jubilado,  hijo  de  la  mesma 
Provincia  y  su  Clironista.  En  Madrid,  por  Juan  Garcia  Infanfon, 
impressor  de  libros  en  la  calle  do  Calatrava  y  a  su  costa.  Ano 
de  1683. 

Tn  volume  in  foglio,  di  916  pagine. 

Vi  sono  molle  belle  biografie  di  nostri  Missionari  nel  Nuovo  Mondo,  ed  altre  notizie  per  l;i 
storia  delle  Missioni  Francescane.  N'  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Barcellona. 


AflMfica 


w.  732.  ToRRESANO.  —  Arte  de  la  lengua  Cakchiquel,  ec.  inclu- 

^'^*'  iendo  un  Parallelo  de  las  lenguas  Kiché,  Cakchiquel,  y  Zutuhil: 

por  el  Padre  Fr.  Esteban  Torresano  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

Guatemala  1754. 

Lo  SyuiER  (Monogr.  of.  ^m//i.^  dice,  che  possedeva  una  copia  di  questo  prezioso  Manoscritu», 
di  cui  si  fa  menzione  ne'  cataloghi  della  Biblioteca  Nazionale  di  Parigi. 

i^mp.         733.  ToRRUBiA. — Chronica  de  la  Seraphica  Religion  del  grlorioso 
jmI    Patriarcha  San  Francisco  de  Assis,  escrita  por  el  M.  R.  Fr,  Joseph 


TORRUBtA  597 


Torrubia,  Predicador  y  Missionero  apostolico^  Padre  de  la  Provincia 

del  Santo  Evangelio  de  Mexico,  Archiverò  y  Chronista  General 

de  toda  la  Orden  del  N.  P.  S.  Francisco  y  al  presente  su  Procn- 

rador  General  en  la  Curia  Romana,  con  Apendice  de  los  Arzobis- 

pos  y  Obispos  que  ha  tenido  la  Seraphica  Religion  en  las  Indiàs 

Occidentales  desde  su  descubrimiento  basta  el  ano  presente  de  mil 

setecientos  cinquanta  y  ciuco.  Roma  MDCCLVI ,  en  la  officina  de 

Generoso  Salomoni. 

/ 

Uo  volume  in  foglio,  di  496  pagine,  che  è  la  coDtinuazioDe  della  Cronaca  Generale  dell'Ordine 
cominciata  del  Cornejo,  e  proseguita  dal  Gonzàlbs,  e  per  la  quale  il  Torrubia,  oltre  questo  volume 
messo  a  stampa,  pare  che  avesse  preparato  in  Roma  altri  materiali,  che  sventuratamente  sono 
andati  perduti.  Di  questo  volume  ho  visto  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  di  Barcellona. 
V  Apendice  poi,  interessantissima,  conta  altre  XLIV  pagine. 

—  I  Moscoviti  nella  California,  o  sia  dimostrazione  della 
verità  del  passo  all'  America  Settentrionale  nuovamente  scoperto 
dai  Russi,  e  di  quello  anticamente  praticato  dalli  popolatori  che 
vi  trasmigrarono  dall'  Asia ,  dissertazione  storico-geografica  del 
Padre  Giuseppe  Torrubia  Minore  Osservante  di  San  Francesco, 
Cronologo  di  tutto  V  Ordine  e  Commissario  Generale  della  Curia 
oltramontana.  Roma  M.  DCC.  LTX.  Per  Generoso  Salomoni. 

Sono  83  pagine  in  8.  L'Autore  dedicava  questa  dottissima  dissertazione  al  Rmo  P.  Generale 
dell'  Ordine  di  quel  tempo.  Clemente  da  Palermo  ;  e  diceva  :  «  Sere  sono  mi  diedi  l' onore  di  recare 
a  notìzia  di  Vostra  Paternità  Rma,  che  negli  Avvisi  di  Modena  si  ragguagliava  il  pubblico ,  qual- 
mente dall'Accademia  di  Pietroburgo  veniva  data  alle  stampe  una  nuova  carta  geografica,  in  cui 
vedevasi  che  parte  del  Nord-ovest  della  California  si  stende  sino  al  Continente  dell'Asia,  e  che 
nelli  medesimi  Avvisi  si  fa  riflessione  che  se  queste  scoperte  e  osservazioni  dell'  Accademia  sono 
fondate  e  giuste,  si  avrà  finalmente  la  consolazione  di  vedere  comprovato  ciò  che  da  si  lungo 
tempo  si  bramava  di  sapere,  e  che  bramavasi  di  arrivare  un  giorno  a  scoprire;  vale  a  dire  un 
passaggio  per  il  settentrione  all'  America.  Essendo  io  pertanto  attualmente  impiegato,  per  soddisfare 
all'  offlzio  di  Cronista  generale  dell'  Ordine,  alla  formazione  del  tomo  X  delle  nostre  Cronache,  nel 
quale  debbo  parlare  della  fondazione  della  gran  Provìncia  del  Santo  Evangelo  del  Messico,  e 
conseguentemente  dell!  primi  popolatori  dell'  America ,  raccolto  avendo  autentici  e  singolarissimi 
documenti  {ecco  i  documerUi  perduti  eoi  lavoro  deW  ÀtUore)'  iper  provare  che  la  trasmigrazione  a 
quei  paesi  segui  per  mezzo  dei  popoli ,  che  abitavan   quella  parte  che  ora  chiamasi  Tartaria 

Rutiiana,  non  dubitai  dover  aderire  al  riferito  sistema  dell'  Accademia e  stimai  non  sarebbe 

flìBcaro  a  Y.  P.  Rma  ed  inutile  al  pubblico,  se  avessi  formato  un  breve  e  chiaro  dettaglio  del  motivi 
e  fondamenti  che  vi  sono  per  credere,  anzi  per  toccar  con  mano,  che  né  V  impresa  dell'Accademia 
é  impossibile,  né  quello  che  si  pretende  di  sostenere  sia  lungi  dal  vero,  ma  piuttosto  appoggiato 
a  de*  fatti  positivi ....  Roma,  Aracoell,  26  agosto  1759.  • 

Dalla  Dissertazione  poi  togliamo  quanto  segue,  onde  si  vegga  sempre  meglio  quale  valore 
abbiano  gli  scritti  lasciatici  da'  nostri  antichi  Missionari  dell'  America ,  e  come  questi  dotti 
Padri  già  trattassero  ex-professo  quel  che  poi  è  parsa  una  novità  nelle  opere  di  Alessandro 

Humboldt.  «   I  Moscoviti  in   California  ? SI  ,  questi  Moscoviti  ,  che  cosi  possenti  si 

dimostrano  nell'  Alemagna ,  questi  stessi  andar  possono  sopra  la  California  con  le  loro  navi  ; 
perchè  veramente  le  loro  ultime  settentrionali  regioni,  che  hanmi  porli  al  mare  del  Sud,  confinano 


598  TORRUBIA 


con  la  nostra  America  settentrionale.  Allorché  io  navigava  per  quei  mari  nelPanoo  1733  con 
r  insigne  piloto  ed  ammiraglio  D.  Giuseppe  Bueno,  uomo  cognito  della  mia  nazione  per  le  sue 
opere,  trovandoci  a  distanza  di  300  miglia  dalla  California,  ci  diceva  in  virtù  delle  sue  osservazioni 
e  degli  antichi  itinerarii,  che  per  il  Nord  e  il  Nord-Est  del  nostro  navigare  vi  rimaneva  delia  terra. 
Confermava  il  suo  dire  con  additarci  li  continui  maravigliosi  fenomeni,  che  osservavamo  io  quelle 
parti,  ove  crede  vasi  essere  terra,  e  particolarmente  quelli  che  molte  volte  si  osservano  dalli  nostri 
naviganti  (  Torquemada,  Monarq.  Indian.  tom,  I.  lib.  IV,  eap,  36.  ).  Vedevamo  di  continuo  venire  e 
fermarsi  sopra  la  nostra  nave  uccelli  di  terra,  e  cogli  ami  e  con  lo  spuntone  prendevamo  pesci  di 
lido.  Tutte  queste  specie,  che  io  ne* miei  Diarii  {ove  tono  quetti  Diarii  del  Padre  TomMaf) 
registrate  conservo ,  io  allora  attentamente  le  univa  con  le  memorie  antiche  de'  nostri  spagnoli  e 
^specialmente  del  cronologo  Gomara,  geografo  diligentissimo  ;  il  quale  assicura  che  dal  Capo  di  Saa 
Luca  nella  California  siegue  tutta  la  costa  dell'  America  Settentrionale ,  flnchò  volta  al  Nord,  e 
chiude  la  terra  in  un'isola,  con  la  Groclandia.  Una  tale  opinione  è  molto  conforme  ai  sentimento 
dei  Chinesi  geografi ,  i  quali  credevano  esservi  gran  terra  da  Leao-tung  sino  ad  Anian,  o  verso  la 
Quivira,  come  ci  riferisce  il  Padre  Martini  nella  Relazione  della  Tarlarla,  e  con  amendae  ooncorda 
il  P.  Kirclcer  nella  sua  China  iUuttrata  ;  mentre  scrive  che  sebbene  nel  tempi  suoi  non  erano 
peranco  bene  scoperti  li  conAni  della  Tartaria  Rusea,  peraltro  senza  dubbio  li  riputava  continnati 
per  Ainan,  o  per  altro  stretto  o  istmo,  con  la  costa  dell'America  Settentrionale.  »  E  qnesto  era  stato 
predetto  dal  Francescano  Torquemada.  «  È  certo  (prosegue  il  Torrubia)  che  il  Padre  Torquemada 
istruito  delle  primitive  pitture  dei  Messicani ,  lasciò  scritto  che  l'America  Settentrionale  congiun- 
gevasi  con  la  terra  dell'Asia  per  mezzo  di  qualche  stretto,  o  istmo,  per  etU  eomunieansi  le  aeque 
del  mare  del  Nord  con  quelle  dell'altro  mare  del  Sud.  Opinione  per  verità  pregiabilissima,  non  solo 
attesane  l'antichità  di  un  secolo  e  mezzo,  ma  ancora  perchè  con  essa  si  conformano  li  vetusti 
Messicani  monumenti  da  questo  autore  veduti  e  le  antiche  memorie  dei  Cinesi  e  Giapponesi.  Ecco 
quel  che  dice  il  Torquemada:  Si  prova  questa  Conghietturà  col  vedersi,  che  li  stessi  Indiani  nel 
principio  della  storia  della  loro  venuta  a  queste  regioni  d' Anahuac,  vi  hanno  dipinto  on  braccio 
d'acqua,  che  sembra  un  fiume  molto  ampio  e  grosso,  talché  pare  uno  stretto  del  mare  del  Nord 
con  quello  del  Sud.  Ed  in  altra  parte  ho  udito,  qualmente  tenevano  per  tradizione  che  li  primieri 
popolatori  di  questi  paesi  vi  vennero  sopra  certe  chiose  di  legno  o  di  canne  grosse  ;  donde  inferisco 
multo  verisimilmente  che  tale  sia  la  positura  di  quelle  terre  {Monarq.  indian.  lib.  /.  ).  » 

Bastano  iiuesti  cenni  per  mostrare  il  valore  della  Dissertazione  del  Torrubia,  e  per  sempre 
meglio  valutare  l'importanza  deir  opera  del  Torquemada,  che  é  la  Monarqua  Indiana.  Della 
Disseriazione  6  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  di  Sani'  Isidoro  di  Madrid. 

—  Aparato  para  la  liistoria  naturai  Espanola.  Tomo  primero. 
Contiene  muclias  dissertaciones  physicas,  especialinente  sobre  el 
diluvio;  resuelve  el  gran  problema  de  la  trasmigracion  de  cu- 
erpos  marinos  y  su  petrificacion  en  los  mas  altos  montes  do 
Espana,  donde  recientemente  se  han  descubierto  ;  ilustrase  con 
un  indice  de  laminas,  que  explican  la  naturaleza  de  estos  fosiles 
y  de  otras  muclias  piedras  figuradas,  halladas  en  los  dominios 
Espanoles.  Autor  el  Rev.  Padre  Fr.  Joseph  Torrubia,  Archiverò 
y  Chronista  general  de  toda  la  Orden  de  nuestro  Padre  San 
Francisco.  En  Madrid.  En  la  Imprenta  de  los  herederos  de  don 
Agustin  de  Gordejuela  y  Sierra ,  calle  del  Carmen ,  ano  de 
MDCCLIV. 

Un  volume  in  foglio,  di  20i  pagine.  Opera,  quanto  lo  comportava  il  tempo,  dottissima  ed 
eruditissima,  in  cui  l'Autore  combatte  valorosamente  il  Ulosollsmo  volteriano,  che  attaccava  fiera- 
mente la  rivela/lune,  specialmente  con  gli  studi  della  storia  naturale,  dei  quali  era  a  capo  il  Bulloo. 
N'  è  un  esemplare  nella  stessa  Biblioteca  di  Sani'  Isidoro  di  Madrid. 


TORRtlBIA  599 


—  Dissertacion  historico-politica ,  en  que  se  irata  de  la 
extention  de  el  Mahometismo  en  las  Islas  Philipinas  :  grandes 
estragos  que  han  hecho  los  Mindanaos,  Joloes,  Cumacones  y 
confederados  de  està  secta  en  nuestros  pueblos  christianos: 
medio  con  que  se  han  contenido,  y  uno  congruente  para  su  per- 
fecto  establecimiento.  Escrita  en  forma  de  dialogo  por  el  Padre 
Fr.  Joseph  Torrubia,  Missionero  Apostolico,  Calificador  de  el 
Santo  Officio,  Examinador  Sinodal  y  de  Lenguas,  de  los  Obi- 
spados  de  Nuova  Cazeres,  y  Zebù,  Custodie,  Comissario  y  Pro- 
curador  General  para  las  Cortes  de  Roma  y  de  Madrid  por  su 
Provincia  de  S.  Gregorio  en  Philipinas  de  Religiosos  Descalfos 
de  nuestro  Padre  San  Francisco.  Dedicala  al  N.  Emo  Padre  Fr. 
Domingo  Lossada  Comissario  General  de  Indias.  Con  licencia. 
En  Madrid,  en  la  Impronta  de  Alonso  Balvas.  1736. 

Un  volarne  in  4,  di  15  carte  preliminari  non  numerate  e  80  pagine.  Se  ne  fece  poi  una 
seconda  edizione,  alquanto  modificata  nel  titolo,  il  1753:  cioè  in  12,  di  Ì3  carte  preliminari  non  nume- 
rate e  115  pagine.  Lavoro  non  meno  dotto  de' precedenti,  è  egualmente  interessantissimo  per  la  storia 
delle  Filippine  e  delle  Missioni  che  vi  tiene  l' Ordine  Francescano.  Della  prima  edizione  è  un  esemplare 
nella  Biblioteca  della  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

A  questi  lavori  dobbiamo  aggiungere  i  seguenti,  de'  quali  ci  dà  conto  il  Padre  Huerta  (Ettado,  ee,)  : 

—  Vida  de  quarenta  Martires,  ochenta  y  nuove  venerables, 
y  ciento  treinta  escritores,  hijos  todos  de  la  Provincia  de  San 
Gregorio  de  Filipinas.  Ano  de  1747. 

Un  volume  Manoscritto. 

—  Siestas  de  San  Gii. 

Un  volume  stampato  in  Madrid  il  1738. 

—  Ritual  del  Parroco  de  Indios. 

Un  volume  pubblicato  in  Manila  nelle  Filippine  il  1729. 

—  El  hijo  de  Beasain. 

Un  volume  Manoscritto.  Il  Padre  Torrubia  (dice  lo  stesso  Padre  Hdkrtji,  Ettado,  et.)  professò  la 
regola  Francescana  nella  Provincia  di  S.  Pietro  d'Alcantara  in  Ispagna  il  1714;  il  17S1  si  recò  alle 
Filippine,  e  vi  tenne  vari  ufficii;  comedi  Predicatore  Annuale  del  Convento  di  Manila  e  di  Commissario 
del  Terz' Ordine  il  1796,  e  di  Segretario  della  Provincia  il  1739;  finché  il  1739  venne  eletto  Custode 
e  Missionario  parroco  del  popolo  di  Polo.  Il  1733  poi  fu  inviato  in  Ispagna  come  Procuratore  e 
Commissario  delle  Filippine  :  ma  passando  per  Messico,  quivi  s' incorporò  alla  Osservante  Provincia 
del  Santo  Evangelio.  Finalmente  venne  nominato  Segretario  generale  del  Padre  Commissario  dell' 
indie,  col  quale  si  recò  a  Roma  :  e  là  venne  dichiarato  Cronista  Generale  dell'  Ordine ,  e  vi  mori 
Panno  i761. 


600  TOSSINIANENSIS  -  TOTANES 


Alto 


734.  TossiNiANENSis. —  Historiarum  Seraphicae  Religionis  libri 
tres,  seriem  temporum  continentes,  quibus  brevi  esplicantur  fun- 
damenta  universi  Ordinis,  amplicatio,  gradus  et  instituta,  nec 
non  viri  scientia,  virtutibus  et  fama  praeclari,  a  Fr.  Petro  Rodulpho 
Tossinianensi,  Minorità  Conventuali.  Venetiis,  apud  Franciscum  de 
Franciscis  Senensem,  MDLXXXVI. 

Un  volarne  in  foglio,  di  96  carte  preliminari  non  numerate  e  336  numerate,  ossia  67t  pagine. 
Vi  sono  molti  documenti  delle  nostre  Missioni  antiche,  specialmente  di  Grecia,  e  belle  biografie 
non  facili  ad  incontrare  altrove.  Ed  inoltre  vi  sono  incisi  i  ritratti  de'  principali  santi  ed  nomini 
distinti  dell'  Ordine.  N*  è  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Baroelloua. 

fn^.  735.  ToTANES  (de). — Arte  de  la  lengua  Tagala  y  Manual  Taga- 
log  para  la  administracion  da  los  santos  Sacramentos  que  de  orden 
de  sus  superiores  compuso  Fr.  Sebastian  de  Totanes,  hyo  de  la 
Apostolica  y  Serafica  Provincia  de  San  Gregorio  Magno  de  Reli- 
giosos  Descalzos  de  la  regular  y  mas  estrecha  Observancia  de 
N.  S.  P.  S.  Francisco  de  las  Islas  Filipinas ,  para  alivio  de  los 
Religiosos  de  la  misma  nuestra  Provincia  que  de  nuevo  se 
dedican  a  aprender  este  idioma  y  son  principiantes  en  la  admi- 
nistracion espiritual  de  las  almas.  Reimpreso  en  la  imprenta  de 
Nuestra  Sonora  de  Loreto  en  el  pueblo  de  San  Paloc  extra-muros 
de  la  ciudad  de  Manila,  por  el  Hermano  Pedro  Arguelles  de  la 
Concepcion.  Ano  de  1790. 

Un  volume  in  4,  di  395  pagine:  148  la.  Arte,  e  247  il  Manual.  Questa  è  la  seconda  edizione. 
La  prima  a  due  colonne,  in  lingua  Tagala  e  Spagmiola,  si  fece  nel  Convento  de  Suextra  Sehora  de 
Loreto,  extra  muros  de  la  ciudad  de  Manila,  1745,  in  carte  di  riso,  ed  è  oggi  rarissima.  N'è  uu 
esemplare  nella  Hiblioleca  dell'  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Conia  13  carie  preliminari  non 
numerale,  e  333  pagine:  135  V  Arte,  o  218  il  Manual.  Appresso  se  ne  fece  una  terza  eiliziune  il 
1796  en  el\Pnelo  de  Sampaloc ,  por  el  herm.  Pedro  Arguelles  de  la  Conc^cion,  parimcnle  in  4;  e 
llnalmenle  una  quarta  dello  stesso  sesto,  in  Manila,  Colegio  de  Santo  Tomas,  il  1850.  11  Leclebc 
(Bibliot.  Amer.)  no  dà  questo  giudizio  ;  t  La  meillcure  grammaire  Tagale  qui  esiste.  » 

—  La  paz  do  Dios  perdida  en  Espana  y  por  duplicada  divina 
piedad  hallada  en  el  raismo  reino.  Oracion  funebre  panegirica  en 
las  honras  de  Luis  I.  Por  el  Padre  Frav  Sebastian  Totanes,  ec.  1725. 

Vi  si  parla  delle  Colonie  Spagnuole.  Del  l^adre  Totanes  ri  dà  le  seguenti  notizie  1'  Huerta 
(Estado,  eej.  Il  Padre  Fr.  Sebastiano  Totanes  nactiue  nel  popolo  di  Totanes,  Arcivescovado  di  Toledo, 
il  1687:  professò  1' insliluli»  Francescano  nella  Provincia  di  S.  Giuseppe  il  1706;  e  compiuti  gli 
sludi,  venne  fallo  lettore  di  Fili)solia  nella  cillà  di  Toledo.  11  1717  parti  per  le  Filippine,  e  là,  dopo 
di  essere  stato  per  tre  anni  Commissario  del  Terz'  Ordine  in  Manila ,  venne  destinalo  alla  Missione  dì 
Sampaloc,  dove  restò  lino  al  1729.  Poi  fu  Guardiano  di  Manila,  e  appresso  Missionario  in  Lilio  e 


TRENTO  -  TRUXILLÒ  601 


in  PagsaDhan.  Il  1738  eietto  Ministro  Provinciale ,  zelò  assai  T incremento  delie  Missioni,  e  il  i741. 
Unito  il  SHo  ufficio,  andò  Missionario  in  Santa  Anna  di  Sapa.  Il  1744  ebbe  il  carico  di  Custode  e 
l^ocuratore  delle  Missioni  presso  le  Corti  di  Madrid  e  di  Roma,  e  s'imbarcò  per  la  Spagna  il  i746, 
dote  morì,  nei  Convento  di  San  Gii  di  Madrid,  il  febbraio  del  1748. 

"•  736.  Trento  (da).  — Lettera  del  Padre  Agostino  da  Trento 

'"*  Minore  Osservante  Riformato,  Commissario  nella  città  di  Smirne, 
al  Gran  Duca  di  Toscana. 

È  nelV  Archivio  Mediceo  di  Firenze,  carteggio  del  Canonico  Bassetti,  Segretario  di  Cosimo  III. 
Ila  la  data  di  Smirne,  15  giugno  1685,  e  riguarda  lo  stato  di  quelle  Missioni. 

ife.  737.  Treviglio  (da).  —  Della  Minoritica  Riforma  di  Milano, 

Cronica  prima  composta  dal  Padre  Francesco  da  Treviglio . 

Un  volume  in  foglio,  di  pagine  335,  estratta  dall'Originale  che  è  nella  Biblioteca  Brera  di 
Milano.  A  pagine  191,  Capìtolo  LXXXIV,  vi  si  racconta  il  Martirio  di  Fra  Girolamo  Arese  da  Milano 
e  di  Fr.  Gaspero  Daverio  da  Varese,  in  Praga;  e  a  pagine  193,  Capitolo  LXXXV,  si  dà  notizia  d' 
alcuni  altri  Francescani  che  furono  mandati  Missionari  nei  regni  d'Albania  e  Servia. 


iff. 

icrica 


738.  Trigo.  —  Informe  del  gobierno  politico  y  cristiano  de 
las  Misiones  que  componen  la  Custodia  de  los  santos  Apostoles 
S.  Fedro  y  S.  Fabio  de  la  Nuova  Mexico  :  por  el  Padre  Fr.  Ma- 
nuel de  S.  Juan  Nepumeceno  Trigo. 

Manoscritto  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  li  documento 
e  firmato  in  Totacaico  il  13  de  luglio  del  1754. 

Ito.  739.  Trinidad  (de  la).  —  Vida  de  los  principales  Santos  Fran- 

'^  ciscanos  en  metro  Tagalog:  por  el  Fadre  Fr.  Francisco  de  la 
Trinidad  Franciscano  Descalzo. 

II  Padre  Huerta  (Ettado,  ee.J  ci  dà  dell'Autore  le  notizie  seguenti.  Il  Padife  Francesco  vesti  V  abito 
Francescano  nel  Convento  di  S.  Cosimo  nel  Messico  il  I58i.  L'anno  appresso  passò  alle  Filippine,  e 
restò  nei  Convento  di  Bfaniia  fino  al  1586,  in  cui  venne  inviato  in  Missione  nella  provincia  di  Tayatìas. 
Di  là  passò  a  quella  di  Canarines,  ed  evangelizzò  nei  popoli  di  Nagun  e  Gamalig.  Era  poeta  di  valore. 
•  Murió  (dice  il  citato  Huerta)  en  el  pueblo  de  Gamalig  el  dia  i  de  Agosto  de  1594  con  sentimiento 
aniversal  de  todos  los  Indios  de  la  Gomarca,  que  Io  amaban  come  a  verdadero  Padre.  » 

«•r.  740.  Truxillo  ,  —  Exhortacion  pastoral ,  avisos  importantes , 
reglamentos  utiles,  que  para  la  mejor  observancia  de  la  disciplina 
regular,  é  ilustracion  de  la  literatura  en  todas  las  Frovincias  y 
Colegios  Apostolicos  de  America  y  Filipinas  expone  y  publica  a 
todos  sus  subditos  el  Rmo  F.  Fr.  Manuel  Maria  Truxillo,  actual 
Comisario  general  de  Indias ,  de  la  Regular  Observancia  de  N.  S. 
F.  S.  Francisco.  Madrid,  MDCCLXXXVI.  For  la  Viuda  de  Ibarra, 
hijos  y  compania,  con  superior  permiso. 


602  TRtJXILLO 


Un  volume  in  4,  di  240  pagine,  diviso  in  tre  Parti,  con  in  Une  uno  specchio  delle  Missioni 
che  l'Ordine  teneva  da  quel  tempo  in  tutta  l'America.  È  opera  piena  di  dotlriua,  di  erudizione, 
di  zelo  e  di  eloquenza,  che  vorrebbe  essere  in  roano  di  ogni  Francescano,  che  ami  V  Ordine,  il 
proprio  onore,  e  la  Chiesa.  Eccone  un  saggio  della  prima  Parte,  dove  parla  dei  gran  Conventi, 
che  sono  la  rovina  degli  Istituti  Religiosi.  «  Un  de  los  motivos  (  e*  dice  )  de  dolor ,  que  pnede 
herir  el  corazon,  es  el  excesi vo  numero  de  los  subditos  (en  America).  Nopenseis  que  yo  voy  a 
califlcar  de  excesivo  el  numero  que  tienen  las  Provicias  y  Colegios  de  America. 

t  Se  que  bay  17  Provinclas,  14  Colegios,  algunas  Custodias,  y  otras  Misiones  independientes,  que 
vienen  a  ser  otros  tantos  granos  de  trigo  respecto  de  aquel  vastissimo  continente.  Veo  que  los 
Religiosos,  que  Ilenan  estos  Conventos,  son  en  tan  pequeno  numero,  que  ni  bastan  para  cultivar  el 
terreno,  ni  para  colectar  la  mies,  que  por  su  misma  feracidad  produce.  Se  verifica  ciertamente  aquello 

del  Evangelio:  Le  mies  es  mucha,  y  pocos  los  operarios Con  todo  esto,  permanezco  en  el 

dictamen  de  que  la  muUitud  de  los  subditos  es  la  mina  de  nuestra  Religion  en  la  America.  Lo 
primero  por  que  si  algunos  Conventos  menores  estan  tan  escasos  de  moradores,  que  ni  aun  puedan 
formar  comunidad  respectable,  es  porque  en  los  maximos  hay  100  o  mas  habitantes.  Los  nombres 
del  mayor  respecto,  y  de  mas  alta  gerarquia ,  los  Padres  de  Provincia,  los  graduados,  una  escuela 
numerosa  y  por  la  mayor  parte  inutil,  una  porcion  excedente  de  empléados,  y  otra  igual  de 
Religiosos  sueltos,  forman  un  cuerpo  de  comunidad  exorbitantc  y  digno  de  allegerirse.  » 

Nella  seconda  Parte,  parlando  dell' istituzione  de' Collegi  per  le  Missioni,  dice  :  •  No  porque  los 
Colegios  se  desmembraron  de  las  Provincias,se  han  da  considerar  estas  exentes  de  las  conversiones, 
a  cuyo  fin  se  fundaron.  En  està  separacion  no  se  hizo  otra  cosa  que  dividir  la  carga  para  Uevarla 
con  algun  alivio.  Provincias  y  Colegios  deben  entrar  de  man  comun  al  cultivo  de  la  vina:  para 
todos  hay  terrenos;  para  totos  hay  labor;  y  unos  y  otros  comò  fleles  siervos  han  de  aplicarse  al 
trabajo,  sin  perdonar  fatiga,  ni  desvelo.  De  Io  contrario  es  de  rezelar,  que  el  Senor  arriende  U 
vliia  a  labradores  mas  activos ....  Temed,  pues,  que  se  os  quite  el  reyno  de  Dios  ....  Para  evitar 
este  golpe  formibable,  procuraràn  las  Provinclas  fomentar  las  Missiones ....  Los  Colegios  seminarìos 
son  en  cierto  mudo  parte  de  sus  respectivas  Provincias;  y  si  no  se  ajustasen  a  este  todo,  se 
grangerian  una  defurmidad  horrorosa  y  nada  edificante.  » 

La  terza  Parte  contiene  alcune  instrudonet  lUerariat  ;  e  sono  bellissime  e  dottissime  instruzioni 
per  formare  veri  Missionari,  onore  delia  Chiesa  e  della  società.  «  Si  el  pian  de  estudios,  que  forme 
(e'dice)  para  mi  Provincia  de  Granada,  lia  llegado. ...  a  vuestras  manos,  va  abreis  conocido  mi 
modo  de  pensar  sobra  la  literatura,  y  la  aflcion  con  quo  miro  al  adclantamienlo  de  las  ciencias  y 
do  liL»;  arles.  Yo  csloy  altiunente  persuadido,  a  (|ue  el  unico  medio  que  hay  para  resuscitar  el 
csplendor  apagado  de  nuestra  Orden,  es  obrar  de  mudo,  que  cada  uno  sepa  sus  deberes,  conozca 
sus  obligaciones  respecto  de  si  mismo  y  del  eslado,  y  acierle  a  dar  a  Dios  lo  que  es  de  DIos  y  a 
Osar  lo  que  es  de  Cesar.  •  È,  per  verità,  un  dotto  trattalo  di  studi  per  formare  un  vero  ministro 
evangelico,  che  sia  il  sale  della  terra,  la  luce  delle  anime  e  l'ammirazione  del  mondo.  Bellissime 
cose  dice  intorno  allo  studio  delle  lingue  orientali  ed  americane,  i  La  versacion  en  las  lenguas 
facilita  el  camino  para  las  ciencias  mas  respectables,  eutre  las  quales  tiene  el  primer  lugar  la  filosofìa 
melodica.  »  Che  cosa  dev'essere  il  ministro  evangelico?  t  Condccorado  con  la  investitura  de  Predicador... 

ha  de  ser  filosofo,  ethico,  mitologico —  historico geografo....  cronologo...  escolastico,  exposidor 

retorico  ...»  Cume  Missionari  poi ,  debbono  in  ispecìal  modo  applicarsi  i  Religiosi  <  al  estudio  de 
la  geografìa;  pues,  ademas  de  las  notorias  utilidades,  que  trae  consigo  està  facultad  para  todo  genero 
de  personas,  produce  otras  mas  necessarias  y  ventajosas  en  los  Missioneros  destinados  a  las  conversiones 
vivas  de  infìeles,  asì  para  demarcar  los  terrenos  que  pisan,  Icvanlar  planos  exaclos  de  las  nuevas 
conquistas  espirituales,  y  saber  dirigirse  por  los  paises  incognilos,  que  atraviesan  ,  comò  para 
informar ....  de  los  eli  mas,  siluaciones  de  provincias  y  coslumbres  de  los  Indios,  sogun  la  diversidad 
delosreynos,  que  van  civilizando.  El  descubrimienlo  y  demarcacion  de  las  islas  Carolinas,  o  de 
Otageile,  siluadas  en  el  Oceano  Pacifico,  cuyo  reconocimiento  geografico  y  noticia  de  sus  habitantes 
se  debió  unicamente  a  nucstro  Pr.  Joseph  Amich  afìo  de  1772,  es,  entre  olras  innumerabies,  una 
prueba  convincente  de  està  verdad.  •  Studiai  questo  bellissimo  libro  nel  Seminario  Conciliare  di 
Siviglia,  fornitomi  dal  P.  Antonio  Lopez  :  poi  n'  ebbi  un  esemplare  in  dono  dal  Padre  Ramon  Bnldà 
in  Barcellona. 


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741.  Urtiaga.  —  Diario  del  Viaje  de  los  cinco  Missioneros 
desde  Queretaro  basta  Guatemala  :  por  Fr.  Fedro  Urtiaga,  de  la 
Orden  de  San  Francisco,  Obispo  de  Puerto  Rico.  Guatemala,  1694. 

L'  Urtiaga  fa  nativo  di  Messico;  accompagnò  il  venerabile  Fr.  Antonio  Margil  nelle  Missioni 
del  Chol  ;  assistè  alla  fondazione  del  Collegio  di  Propaganda  Fide  di  Guatemala  ;  prese  parte  a  varie 
intraprese  apostoliche;  e  finalmente  venne  creato  Vescovo  di  Porto  Ricco,  dove  finì  l  suoi  giorni. 
Ma  non  potei  accertarmi  se  questo  lavoro  sia  manoscritto  o  a  stampa. 

Profitto  di  questo  luogo  per  raccomandare  a  qualcuno  de' miei  confratelli  lo  studio  della  vita 
e  deir apostolato  mirabilissimo  del  venerabile  Padre  Fr.  Antonio  Margil,  di  cui  è  già  introdotta  la 
causa  di  beatificazione  nella  romana  Curia;  storia  che  porterebbe  seco  aggiunta  quella  de'principali 
Collegi  di  Propaganda  Fide  a  quel  tempo  fondati  in  molte  parti  d'America  ;  Collegi  che  diedero,  tutti, 
apostoli  straordinari  alla  Chiesa  di  Gesù  Cristo  e  gran  santi.  Ed  è  storia  sin  qui  affatto  fra  noi 
sconosciuta.  Del  venerabile  Margil  vidi  anni  fa,  non  ricordo  più  in  qual  Convento,  una  breve  vita 
Italiana;  ma  ben  ricordo  che  era  un  miserissimo  lavoro  ;  mentre  la  sua  vita  apostolica  fu  una  delle 
più  splendide  epopee,  che  trattata  come  si  conviene,  e  unita  a  quella  de' sopraddetti  Collegi,  riu- 
scirebbe un  lavoro  interessantissimo  per  ogni  riguardo. 

Ecco  un  cenno  del  Margil,  che  tolgo  dalle  brevissime  notizie  che  pubblicò  sul  Collegio  di  Santa 
Croce  di  Queretaro  il  Padre  Bringas  nB  Mazansua,  già  da  noi  illustrato.  «  Aunque  (egli  dice)  la 
santa  Provincia  de  Valencia  (di  cui  il  Margil  era  figliuolo)  no  hubiese  honrado  el  Colegio  de  la  Santa 
Cruz  de  Queretaro  mas  que  con  V  amable  persona  del  apostolico  varon  el  venerable  Padre  Fr.  Antonio 
Margil  de  Jesus ,  uno  de  los  fundadores ,  deberia  considerarla  siempre  corno  una  de  los  primeras 
fuentes  de  su  dicha  y  de  su  fama  ;  pero  aun  le  ha  ilustrado  con  otros  muchos  varones  insignes  en  la 
litteratura,  y  respetables  por  su  virtud. 

«  Que  podremos  decir  de  este  nuevo  Apostol  de  las  Indias,  habiendo  sudado  tanto  las  prensas 
en  su  elogio  en  la  Americas,  y  en  la  misma  Roma,  donde  se  ha  ya  cinco  tomos  en  folio  en  la 
prosecucion  de  su  causa  de  beatiflcacion,  que  està  al  concluirse?  Se  ha  escrito  su  prodigiosa  vida 
por  tres  Cronistas  de  este  Colegio;  y  aun  en  nuestros  dias  hay  inedita  otra  historia  de  sus  prodigiosi 
en  ellas  podra  saciar  su  afecto  la  devocion,  que  a  mi,  por  las  circunstancias  de  mi  escrito,  me  basta 
decir,  que  fue  hijo  de  la  santa  Provincia  de  Valencia,  nacido,  en  dicha  ciudad;  y  siendo  ya  religioso  y 
sacerdote  paso  a  fundar  este  Colegio  el  ano  de  i683  en  la  edad  de  27  anos,  pero  quan  floridos  de 
virtudes  I  Trabajó  incansable  en  està  apostolica  vifia  quarenta  y  quatro  anos  ;  mas  quien  potrà  seguirle 
los  pasos  ?  Volved  los  ojos  a  los  quatro  vientos,  y  no  consegaireU  darle  alcance  sino  con  el  asombo. 


604  URTIAGA 


«  Toda  su  Vida  faé  una  admtrable  alteniaU?a  de  prelaelas  y  conveniones  de  peeadores,  fmula- 
ciones  de  SemiDarios  y  converaioDes  de  infleles,  peregrìnadones  immensas  de  inillares  de  legoas  a 
pie  y  adquisIctoDes  eoDtiouas  de  virtudes,  exemplos  y  prodlglos.  Virgen,  Profeta,  Apoatol,  Dociof 
de  kis  gentes,  Martir  de  deseos  y  Gonfesor  de  la  Fé  a  prneba  de  loe  martirias  y  trabi^oa,  y  siempre 
llenó  de  aquella  grada  y  amabllidad  qae  bace  mas  atraetlva  la  virtad.  Algana  vei  me  ha  pare- 
cido  qae  el  SeSor  qnlso  honrar  este  Seminario,  dandole  por  Padre  y  exemplar  en  este  Antonio  admi- 
rable,  un  bombre  qae  faese  corno  an  compendio  de  loe  mayores  eroes  de  lalFranciscana  familia.  En 
la  hamildad  an  Francisco,  en  los  prodigios  on  Paduano,  en  la  penitenda  un  Alcantara,  en  la  ama- 
bllidad an  Boeoaventura,  en  el  zelo  on  Gapistrano,  en  el  amor  de  Jesus  an  Bernardino  de  Sena  y  un 
Jacome  de  la  Marca.  El  se  bilocò  muchas  veoes  eamo  S.  Antonio,  ambos  por  la  piedad,  ballandose 
Margit  varias  veces  en  America  y  en  Valencia  consolando  a  su  madre  a  on  mismo  tiempo«  Hiio  hablar 
a  los  infantes  recien  nacidos;  pero  a  los  infuites  de  losgentiles,  y  en  lengoa  castellana  para  elogiar 
la  Concepcion  Inmacalada  de  Maria!  Todo  es  raro  en  este  hamilde  Minorità:  el  salta  corno  nn  David 
delante  de  la  Arca  del  Testamento,  pero  con  an  pesado  instrumento  en  los  brazos,  taSendole  y  danzando 
a  on  tempo,  caminando  acia  atras  sin  volver  la  espalda  al  iman  de  sos  amores  en  el  Aogosto  Sacra- 
mento, con  el  brio  de  on  joven  o  de  an  Angel  en  la  mas  venerable  anclanidad.  A  pesar  mio  detengo  lus 
pasos  a  mi  afecto  ;  no  qoiero  engolfàrme  en  los  prodigios.  Toda  està  America  faé  el  lestìgo  y  el 
teatro  de  sas  virtades  y  milagros.  Mas  para  demarcar  sus  caminos  por  el  gentllismo,  volved  los 
ojos  al  Oriente  y  Ocaso,  al  Septention  y  Mediodia,  y  le  hallereis  en  todas  partes,  trasegando  monlaSas, 
lochando  a  veces  corporalmente  a  brazo  partido  con  el  mismo  espirita  maligno  basta  rendirle  a  sas 
triunfantesplantas.  Las  dilatadas  provindas  de  Nicaragua  y  Costarica,  de  Hondaras,  d  Chol,  y  Panami 
<le  Cohabolla  y  de  los  Tejas,  escacharon  sa  apostolica  yoqe,  a  veces  de  paso,  y  a  veoes  muy  de  asiento, 
liasta  que  el  6  de  agosto  de  i716  paso  de  està  vida  mortai  a  la  etema  en  d  Convento  grande  de  N. 
S.  P.  S.  Francisco  de  la  Imperiai  Mexico,  donde  decansan  sas  senlsas.  » 

Ed  io  che  ebbi  occasione,  anni  fk,  di  leggere  in  Roma  gli  atti  già  a  stampa  per  la  sua  beatili- 
catione,  poaso  affermare,  non  essere  in  queste  parole  del  Padre  BnniOAs,  alemna  esagerazione. 


742.  Valadbs.  —  Rethorica  Christiana  ad  concionandi  et  orandi 
u3Tim  accomodata,  utriusque  facultatis  exemplis  suo  loco  insertis  ; 
quae  quidem  ex  Indorum  maxime  deprompta  sunt  historiis.  Unde 
praeter  doctrinam  summa  quoque  delectatio  comparabitur.  Au- 
ctore  R.  Admodum  P.  Fr.  Didaco  Valades  totius  Ordinis  Fràtrum 
Minorum  Regularis  Observantiae  olim  Procuratore  Generali  in 
Romana  Curia.  Anno  Domini  MDLXXVIII.  Cum  licentia  Supe- 
riorum.  Sanctissimo  D.  Nostro  D.  Gregorio  XIII  dicata  anno 
Domini  1579.  Perusìae  apud  Petrumiacobum  Petrutium.  1579. 

Un  volarne  in  4,  di  9  carte  preliminari  non  numerate,  378  pagine,  e  8  d? Index,  verba,  ret,  ten- 
tentias  continent,  §e.  Libro  dottissimo  ed  interessantissimo  per  la  storia  delle  nostre  Missioni  in  America, 
e  ricco  di  finissime  incisioni.  L' Autore  narra  quel  che  vide  e  toccò  con  le  proprie  mani  :  «  Opportunae 
autem  rerum  Indicarum  quibus  ipsi  non  modo  interfuimus,  sed  et  praefnlmus,  altqua  adhibuimus 
exempla.  »  Eccone  un  saggio  che  mostrerà  qual  genere  di  società  civile  e  religiosa  inaugurassero  i 
Francescani  fra' Selvaggi  dell'America.  «  Indorum  Rbipublicae  dbscriptio.  Postquam  Religiosi  non  sine 
magno  labore  per  montes  et  deserta  dissipatos  Indios  congregaverunt,  mores  et  instituta  vitae 
rerum  familiarum  ac  domesticarum  rationem  illis  sollicite  tradiderunt  Primum  autem,  locorum 
futuris  aedìflciis  viis  et  ilineribus  metatio  condecens  facta  est  :  nec  non  agrorum  distributio  ex 
praescripto  Regiae  Maiestatis  et  Senatus  facta  est  Antequam  enim  quidpiam  tentaretur,  primum 
consulto  opus  fuit,  ad  eiusmodi  Consilia  coetusque  incultorum  hominum  instituendum  ad  salutem 
illorum  tam  corporalem  quam  spiritualem  et  commodum  eorum,  qui  cum  illis  commercia  tractaturi 
in  posterum  essent.  Arcae  illis  assignabantur  amplissimae,  quae  extruendis  aedibus,  conserendis 
vineis,  et  faciendis  viridariis  sufflcerent,  idque  cum  aliquo  additamento  semper  flebat,  ut  iis  locus  in 
quo  erban  ortenses  et  quotidiani  usus  plantarent.  Videlicet,  pi  per,  cucurbitas,  maguei,  ficus  Indicas 
et  tabacum,  atque  etiam  diversi  generis  fructiferas  arborcs  ex  Hispania  allatas,  quas  Religiosorum 
auctoritate  posuerant  Unde  tantus  est  ibi  fructuum  provectus,  ut  infinitis  partibus  minoris  vaeneant 
quam  usquam  gcnlium.  Huc  accedunl  ulera  etiam  bispanica,  ita  ut  prò  (acuitale  vel  arbilratu  cuiquc 


fi06  VALENCIA 


suas  possessiunes  colere  liceat,  seri  in  distributione  acquali tas  observata  est  Et  ne  baberent  quod 
conquerereutur,  dimensio  analogica  praediorom  flebat,  et  si  forte  usa  veniret,  ut  alicui  de  sua 
parte  diminoeretur,  quod  in  tanta  divisione  aliter  Aeri  nequit,  illis  prò  votis  et  desideriis  alio  in  loco 
compensatio  llebat,  ut  omnium  esset  paritas.  Habebatur  autem  ratio  nobilinm ,  qaibus  ampUores 
positiones  prò  conditone  uniuscuiusque  tribuebantur  in  agrorum  divisionibus,  prupterea  quod  illis 
maioribus  spatiis  ad  equestrem  dignitatem  tuendam  opus  sit.  In  metalionibus  istis,  campus  aliquis 
medius  relinquebatur,  ubi  commercia  et  anundinationes  exercerentur,  etaediflcia  publlca  lucantur, 
videlicct  curia  quam  domum  civicam  vocant,  in  qua  permulta  sunt  atria  et  conclavia  in  quibos  aes 
publicum  reponitur  et  hospiles  accipiuntur.  In  frontispiciis  templum  forumqne  versus  erant  porti« 
cus  tam  supra  quam  infra.  In  superioribus  et  excelsis  habebatur  Senatus  et  consilium  et  ius  redde- 
batur.  In  inferiorìbus  et  humilioribus  cxistunt  multae  habitationes  et  carceres;  nam  Qunt  eiusmodi 
aeditlcia  in  upidis  ex  calce  et  immensis  saxis  fabricata  eadem  forma  cumstructuris  hispanicis.  Templum 
debinc  intermedium  locum  occupat,  miriflco  artifìcio  et  excellentia  elaboratum.  Supplent  autem 
tempia  nostra  scholarum  etiam  locum,  nec  reditibus  aut  pensionibus  annuis  sed  gratis  et  christia- 
nae  charitatis  erga  Fratres  omnia  officia  ecclesiastica  et  politica  edocent.  Sunt  autem  aedes  sacrae 
separatae  in  modum  insularum,  vicos  undique  habentes  et  altos  parietes  saxeos  et  calce  interlitos, 
nulHs  connexae  aediUciis  cohaerentibus.  In  singulis  autem  viculis  quibus  cinguntur,  existunt  singulae 
aediculae,  ad  quas  diebus  solemnibus,  quibus  publicae  solemnes  deprecationes  decretae  sunt,  acce- 
dunt,  vìdelicet  in  feslo  Corporis  Christi  :  nec  sacrosanctum  Sacramentum  longius  circumferuDt  per 
alias  plateas,  propter  summam  reverentiam  et  sumptuositatem,  qua  tunc  vias  exornant  :  itaque  si 
per  alias  etiam  plateas  iretur,  flerent  immodici  sumptus:  praeier*ia  in  feriis  Rerurrectionis  et  Sanctornm 
Tutelarium  vel  civitatis  Patronorum,  nec  non  D.  Patris  Francisci,  idque  ea  religione,  quam  suo  loco 
declarabimus.  Ad  sinistram  templorum  partem  sunt  ludi  1  iterarti  quadrilateri,  quos  pleruroquc  mille 
luvenculi  plus  minus  frequeutant  prò  frequentia  locorum,  quibus  rectae  loquelae  ractaeque  scripturae 
scicntia  traditur  :  paeterea  docentur  canere  voce ,  fldibus  et  nervis,  habentque  plura  inslnimenta 
musica  quam  apud  nostratas  reperiuntur.  Ad  ea  autem  exercltia  certae  dici  horae  matutinae  et  ve- 
spertinae  constilutae  sunt:  convocantur  vero  et  dimitluntur  ad  pulsum  campanulanim.  Quando 
adeundum  est  ad  rem  sacram,  ordine  ducuntur,  et  in  templis  magna  cum  eleganlia  versantur. 
Discunt  etiam  pingerc,  rerum  imagines  coloribus  delineare,  et  acute  pingere.  Inilio  maximae  pietatis 
vir  Frater  Petrus  Gandensis,  de  quo  alibi  oportunius  dicetur,  omnes  artes  mechanicas,  quae  apud  nos 
in  usu  habentur,  illos  ducebat,  quaeilli  propter  assiduitatem  et  fervorem  quo  ipse  proponebat  facile 
et  brevi  pcrcipicbant.  Jam  alter  allerura  sine  spe  lucri  vel  qiiaestus  easdem  docenl.  In  areis  scatu- 
riunì  amoenissimi  funles  in  quibus  pueri  sordes  corporis  abluunl;  quia  in  primis  praescribuntur 
legcs  munditiei  :  schulis  continua  essent  solent  sacella  afTabre  facta,  io  quibus  diebus  feriatis  et  dominicis 
conciunes  ad  Indios  habenturet  Missac  celebrantur:  nulli  enim  sunt  hominum  coetus  quibus  quidam 
non  praesimus,  apud  quos  tam  ingentia  sunt  tempia,  ut  omnem  turbam  capere  possint  etiam  si  duplo 
esscnt  magnitudine.  Quocirca  moris  est  illis  praedicare  in  areis,  quae  sunt  spatiosissimae,  non  solum 
in  civitatibus  ubi  nostrani  comunem  habemus  habitationem,  sed  etiam  in  omnibus  aliis,  ad  quae 
prcdicationis  causa  accedimus.  Nam  ubicumque  sumus,  sem^KT  operi  animorum  sumus  intenti.  • 

t  Cct  ouvrage  (ilice  il  Brunkt,  Manuel  du  Libraire)  est  recerciió  .  . .  pour  les  digressions  sur 
1' Amérique,  dont  l'auteur,  ancien  Missiunnaire  dans  ce  pays,  a  surchargó  son  textc,  et  qu'il  a 
illustrées  de  gravures  tantot  allegoriqucs  et  mnémoniques,  tantòt  historiques  et  relatives  aux  moe- 
urs  et  usage  des  Indiens.  > 

Antonio  Nicolao,  il  Pinelo  ed  il  Wadingo  citano  un'edizione  accresciuta  del  1583;  ma  erra 
l'ultimo  nel  dire  che  l'Autore  morisse  il  1570  in  America. 

6M,^p.        7^3  Valencia  (  de  ) .  —  Carta  de  Fray  Martin  de  Valencia , 
*''•    Cnstodio ,  y  de  otros  Relii?iosos  de  la  Orden  de  San  Francisco ,  al 
Emperador  D.  Carlos,  refiriendole  el  resultado  do  sus  Misiones  en 
la  Nneva  Espana,  y  los  grandes  servicios  del  Obispo  Fr.  Juan  de 
Zumarraga.  Guntitan,  17  de  noviembre  de  1532. 


Anwrìca 


VALENCIA  -  VALLEFLAMMARUM  607 


./.. 


Sodo  8  pagine  in  foglio  reale  nelle  Cartas  db  Indias,  pubblicate  In  Madrid  il  1877.  E  nei 
Datos  biografieos  che  le  accompagnano,  se  ne  dà  la  seguente  breve  notizia.  «  Naturai  de  Valencia 
de  Don  Juan  (Leon)  tomo  el  habito  de  San  Francisco  en  el  Convento  de  Ifayorga  de  la  Provincia 
de  Santiago,  y  ya  profeso,  trasladose  a  otro  de  la  Recoieccion  en  Extremadura,  en  donde  se  le 
ofrcció  el  Convento  de  Santa  Maria  de  Berrocal  en  Belvis  de  Monroy,  para  restablecer  la  mas  estrecha 
Observancia ,  con  el  cual  y  otras  sels  casas  fundó  la  Custodia  de  San  Gabriel ,  qne  fué  aprobada 
por  el  Pontiflce,  cuando  para  este  asunto  fué  a  Roma  Fr.  Martin  de  Valencia  en  Ì5I6.  Hallandose 
en  el  afio  de  i523  de  Provi  ncial  de  esa  Provincia,  le  designò  el  Emperador  para  que,  corno  Prelado, 
Hevase  a  Nueva  Espai!a  doce  Misioneros  Franciscanos  por  Hernan  Cortes,  y  paso  en  I5S4  a  Mexico, 
donde  fundó  la  Provincia  del  Santo  Evangelio,  y  él  y  sus  companeros  hicieron  prudigios  en  la 
conversion  y  doctrina  de  los  Indios.  En  un  viaje  que  htzo  a  Tehuantepec  enfermó  de  gravedad; 
partió  del  Convento  de  Tlamanalco  en  direcion  a  Mexico,  y  al  embarcarse  en  el  pueblo  de  Ayòtzingo, 
conociendo  que  se  moria,  y  cayendo  de  rodillas  al  pie  de  un  arbol,  exlialó  el  ultimo  suspiro,  a 
los  diez  anos  de  permanencia  en  aquella  tierra,  el  Si  de  agosto  de  1534.  Escribió  luminosas  Cartas 
cU  Papa  Adriano  VI  f  al  Emperador  Cariai  V;  Carta  al  General  del  Orden  de  San  Francisco  Fr. 
MatiiU  Weisen^  dandole  razon  de  los  buenos  sucetos  de  la  conquista  espiritual  de  Mexico  ;  Àctas 
de  la  primera  junta  apostolica  eetebrada  en  Mexico  en  1328;  y  algunos  documentos  historicos.  • 

Alcune  sue  lettere  fuj^ono  pubblicate  dal  Wadingo,  dal  Mariano,  dal  Rapine,  e  da  quasi  tutti 
i  Cronisti  dell'  Ordine  in  Ispagna  ed  in  Portogallo.  Questo  primo  e  straordinario  Apostolo  e  Delegato 
Pontificio  del  Messico  meriterebbe  una  vita  a  parte ,  e  vi  sarebbero  fatti  e  documenti  da  scriverne  una 
storia  maravigliosa  ed  Interessantissima.  Belle  parole  ne  disse  il  nostro  eruditissimo  confratello 
ed  elegante  scrittore  Padre  Servio  Dirks  nei  suoi  Caeiques  de  Tlascala  ;  e  quelle  parole,  a  chi  intende, 
mostrano  il  concetto  del  libro  che  noi  desidereremmo.  A  che  servono  queste  splendidissime  glorie 
dell' Ordine ,  se  noi  le  lasciamo  sepolte  nei  volumi  in  foli um  e  ne' manoscritti  degli  Archivi  e  delle 
Biblioteche,  mentre  altri,  se  le  possedessero,  n'empirebbero  il  mondo?  Anche  il  Brassbur  ne  ha 
belle  pagine  nella  sua  Histoire  des  nations  civiUsées  du  Mexique  et  de  V  Àmérique  Centrale ,  ec. 
Paris,  1858. 

744.  Valencia  (de).  —  Carta  de  Fray  Angel  de  Valencia, 
Custodie,  y  otros  Religiosos  de  la  Orden  de  San  Francisco,  pro- 
poniendo  los  medios  necessarios  para  doctrinar  los  Indios  del 
Nuovo  Reino  de  Galicia  y  de  la  Provincia  de  Mechoacan.  Guada- 
lajara,  8  de  mayo  de  1552. 

Sono  i6  pagine  in  foglio  reale,  nelle  Cartas  oe  Inoias  (Madrid  1877).  È  documento  della 
maggiore  importanza.  <  Fr.  Angel  (  dicono  i  Datos  biograficos,  che  accompagnano  le  Cartas  )  Religioso 
Franciscano  de  la  Provincia  de  Valencia,  paso  a  la  de  Nueva  Espana,  y  de  alll  a  Michoacan, 
en  el  Nuevo  Reino  de  Galicia,  donde  aprendió  a  la  perfécion  la  lenque  Tarasga  para  doctrinar  los 
Indios,  en  cuyo  piadoso  ejercicio  se  ocupò  cnarenta  anos.  Fué  Custodio  del  Convento  de  Guadalajara 
tu  155S,  primer  Provincial  de  Michoacan,  residiendo  en  la  casa  de  Tarecuato  en  el  mes  de  febrero 
del  ano  eo  1569,  y  murió  de  avanzada  edad,  en  opinion  de  muy  perfecto  Religioso.  » 

745.  VALLEFLAMMARUM  (a).  —  Flofos  grammaticalos  Arabici 
idiomatis  ex  optimis  grammaticis ,  nec  non  pluribus  Arabum 
monumentis  collecti,  studio  et  labore  Fr.  Agapiti  a  Valle  Flam- 
marum  Ordinis  Minorum .  Editio  prima  romana  in  meliorem 
ordinem  redacta  et  variis  accessionibus  locupletata  a  Vincentio 
Castellini,  linguae  Arabicae  in  Romano  Archigymnasio  professore, 
Bomae,  1845. 


(H)8  VÀNDEN  -  VAN-LOO 


Un  volarne  io  8,  di  40tf  pagine.  Io  conobbi  in  Roma  il  Castkluni,  che  lodava  questo  lavoro 
come  uno  de*  migliori  per  la  lingua  Araba. 

i>^T.  746.  Vanden  Haute  .  —  Brevis  historia  Ordinis  Minorum 
tractans  de  illius  institutore  et  institutione,  essentia  et  divisione, 
rectoribus  et  regimine,  sedulo  coUecta  a  Fr.  Petro  Vanden  Haute 
Recoll.  Belg.  S.  T.  Lect.  Em. ,  in  Romana  Curia  prò  natione 
Germano  Belgica  Com.  Agente  Generali.  Romae,  Typis  Pauli 
Junchii,  1777. 

Un  volume  in  foglio,  di  346  pagine.  Eccellente  raccolta,  ricca  di  molte  notizie  e  documenti 
interessanti  per  la  storia  delle  Missioni  e  dell'Ordine,  che  l' Autore,  per  P ufficio  che  teneva  in  Roma, 
potè  avere,  e  inserire  o  darne  notizia  nel  suo  lavoro.  N'ho  un  esemplare  regalatomi  in  Malines 
dell'egregio  Padre  Bernardo  Van-Loo. 

s*-F.  747.  Van-Loo.  —  Stimulus  Seraphicae  conversationis,  auctore 
Fr.  Bernardo  Van-Loo  Ordinis  Fratrum  Minorum  Recollectorum. 
Editio  secunda.  Lovanii,  ex  typographia  C.  J.  Fonteyn,  1862. 

Un  volume  in  i6,  di  4  carte  preliminari  e  405  pagine.  Questo  libro  pieno  di  dottrina,  di 
pietà,  e  di  accesissimo  zelo  della  gloria  di  Dio  e  dell'Ordine,  dovrebb' essere  il  Vadé-mecum  d*ogni 
Francescano.  Mentre  dà  un  sunto  della  storia  dell'Ordine  da  San  Francesco  sino  a  noi  sotto  il 
rispello  della  predicazione,  ne  mostra  e  te  ne  fa  sentire  nel  cuore  lo  spirilo,  e  ti  viene  a  poco  a 
poco  fi*rmando  quel  che  il  SeraAco  Padre  voleva  che  fossero  i  suoi  flgliuoli  per  tirare  tutto  il  mondo 
a  Gesù  Cristo. 

—  Brevis  conspectus  praecipuarum  Missionum  Ordinis  sancti 
Francisci,  auctore  Fr.  Bernardo  Van-Loo,  Ordinis  Fratrum  Minorum 
Recollectorum.  Superiorum  permissu.  Lovanii,  ex  typographia  C. 
J.  Fonteyn,  1863. 

Un  volume  in  16,  di  %  carte  preliminari  e  183  pagine.  Rreve.  ma  sugosissimo  prospetto  di  quel 
che  furono  e  sono  di  presento  le  nostre  Missioni ,  nel  quale  1'  egregio  Autore  ha  saputo  inserire 
fatti  e  documenti  importantissimi  per  modo,  che  tornasse  facile  di  formarsi  un'idea  delle  mara- 
vigliose  cose  che  secolo  per  secolo  ebbe  operale  l'Ordine  Minoritico  in  diffusione  della  fede  di  Gesù 
Cristo.  11  Padre  Van-Loo,  Kx-I*rocuralore  generale  dei  Becolielli ,  e  du**  volte  Ministro  Provinciale 
nel  Belgio ,  è  anche  autore  di  una  dotta  Introductio  ad  stndium  Sacrae  TheologUu ,  oltre  che  è 
operaio  zelantissimo  nella  pratica  dell'apostolico  ministero,  e  a  lui  si  dove  in  molta  parie  la 
ristorazione  dell'ora  llorenlissima  Provincia  Francescana  di  San  Cìiuseppe  del  Belgio,  che  in  questi 
ultimi  anni  ha  aperto  conventi  di  Missioni  anche  in  Irlanda,  in  Scozia  e  in  Inghilterra.  Mi  è  qui 
dolce  ricordare,  come  nel  Belgio  ricevessi  da  lui  ogni  maniera  di  aiuti  e  di  cordiali  amorevolezze.  11 
Padre  Van-Loo,  è  una  di  quelle  anime  raro  che  incontrandoli  in  osse,  ne  resii  così  preso  di  amore, 
che  non  puoi  più  dimenticarlo.  Conosciutici  in  Roma,  e  quivi  vissuti  alcuni  anni  insieme.  Iddio 
mi  accordò  la  straordinaria  consolazione  di  riabbracciarlo  nel  suo  paese.  Molle  cose  si  ragionarono 
su  i  destini  dell'Ordine  nostro,  e  le  presenti  vicende  della  società  e  della  Chiesa,  e  i  nostri  voli 
furono  per  la  salvezza  delle  anime  e  la  vera  felicita  delle  nazioni.  Voglia  il  cielo  metter  tregua 
alle  sbrigliale  umane  passioni,  che  ne  sono  la  rovina:  solo  in  quel  dì  ricomincerà  per  i  poiwli 
un'era  novella  di  vera  prosperità  o  di  pace! 


VARELA  -  VEGA  609 


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k.  748.  Varela.  — Calepino  de  Varela  :  por  el  Padre  Fr.  Francisco 

Varela  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

Il  Padre  Varela  si  recò  in  Guatemala  in  1596  ;  apprese  a  perfezione  le  varie  lingue  del  paese, 
e  compose  questo  interessantissimo  Calepino  di  400  pagine  in  foglio,  che  si  conservava  nel  Convento 
di  S.  Francesco  di  Guatemala. 

749.  Vasquez  .  —  Cronica  de  la  Provincia  del  Smo  Nombre 
de  Jesus,  del  Orden  de  S.  Francisco  de  Guatemala:  por  el  P. 
Fr.  Francisco  Vasquez,  ec. 

Duo  volumi  in  foglio;  il  primo,  di  786  pagine;  il  secondo,  di  904;  con  la  data  del  1716.  Lo 
Squier  (Monogr.  of  Auth,)  dice  che  è  interessantissima  per  la  storia  di  quelle  contrade,  e  spe- 
cialmente per  la  conoscenza  delle  lingue  aborigeni  che  vi  si  parlavano. 

750.  Vega  (de  la).  —  Coleccion  de  memorias  de  Nueva  Espana, 
que  en  virtud  de  ordenes  de  su  Magestad,  del  Ixmo  Condede 
Revilla  Gygedo  y  del  M.  E.  P.  Ministro  Provincial  (  de  la  Obser- 
vancia)  Fr.  Francisco  Garcia  Figueroa,  colectó,  extractó,  y  dispuso 
en  XXXII  tomos  un  Eeligioso  de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio 
de  Messico  por  el  ano  de  1792:  el  P.  Fr.  Manuel  de  la  Vega  de  la 
Observancia  de  San  Francisco. 


Sono  32  volumi  manoscritti  in  foglio,  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di 
Madrid.  Per  giudicare  dell' importanza  di  quest' opera  colossale  ed  immensa,  basta  dare  un'occhiata 
al  prospetto  di  ciò  che  si  contiene  ne'  XXXII  volumi.  Eccone  il  compendio. 

Tom.  I.  Contiene  i  più  importanti  documenti  del  celebre  Museo  Bonturini,  di  vario  argomento. 
Un'  informazione  del  Vescovo  Giovanni  Palafox  sul  governo  della  Nuova  Spagna.  Un  Memoriale  di 
Don  Carlos  dì  Siguenza  e  Gongora  su  la  Baia  di  Panzacola.  E  quattro  lettere  del  P.  Giovanni  Maria 
di  Salvatierra  della  Compagnia  di  Gesù,  su  la  California.  I  documenti  scelti  del  Museo  Bonturini, 
sono:  1.  La  copia  d'un  antico  manascritto,  che  tratta  della  reale  discendenza  di  Don  Ferdinando 
d'  Alva  Ixtlilxochitl,  autore  delle  relazioni  e  della  storia  Chichìmeca,  che  fanno  parte  della  collezione. 

3.  Il  testamento  di  Don  Francesco  Yerdugo  Quetzalmamalictzin ,  rogato  l'anno  1363,  in  cui,  fra 
r  altre  cose,  è  notabile  il  legato  in  omaggio  alla  Vergine  di  Guadalupe ,  di  cui  prova  1'  antica 
venerazione.  3.  Breve  notizia  dei  Signori  di  Teotituacan  e  della  loro  successione  da  Tochinteutli  e 
Tomeyauhtzin  sino  a  Don  Ferdinando  Paradela;  e  n'è  autore  don  Ferdinando  de  Alva  Ixtlilxochitl. 

4.  Un  trattato  sopra  lo  stesso  argomento,  con  alcune  notizie  sopra  i  tributi,  i  litigi  e  le  retribuzioni 
date  da  sua  Maestà  a  Don  Francesco  Verdugo,  di  cui  si  dichiara  la  successione.  5.  Una  circostanziala 
notizia  dell'  Apparizione  di  San  Michele  all'  Indio  Lazaro  nella  provincia  di  Tlascala,  scritta  d' ordine 
di  Monsignor  Giovanni  di  Palafox  dal  licenziato  Pietro  Salmeron  l'anno  1601;  dove  si  tratta  anche 
del  culto  renduto  al  Santo  Arcangiolo  e  de*  miracoli  per  sua  intercessione  conseguiti.  6.  La  fede  di 
battesimo  di  Diego  Lazaro,  trovata  e  tradotta  per  cura  del  Cavalier  Bonturini  l'anno  1638.  7.  La 
facoltà  data  dall'  Eccellentissimo  signor  Viceré  l' anno  1631  per  la  fondazione  del  Santuario  dell' 
Arcangelo  San  Michele,  ce.  8.  Un  capitolo  della  Cronica  di  San  Domenico  di  Messico,  scritta  dal 
P.  Fr.  Alonso  Franco,  ove  si  parla  dell'inondazione  avvenuta  nella  città  di  Messico  1'  anno  1629; 
e  della  postura  di  detta  città,  delle  barche  degli  Indi,  delle  lagune  alberate,  dell'  inondazione  e  dei 
danni  cagionati  ;  delle  pubbliche  preghiere  fatte  ;  della  venuta  di  Maria  Vergine  di  Guadalupe  nella 
chiesa  cattedrale  ;  e  finalmente  della  visione  di  una  Serva  di  Dio ,  e  del  patronato  di  San  Domenico 

30 


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nella  stessa  città  di  Messico.  9.  Il  testamento  di  Sebastiano  Tomelin,  padre  ddla  venerabile  Maria 
di  Gesù,  Religiosa  di  singolare  virtù,  ciìe  fiori  nel  Convento  della  Concezione  di  PueMa  de  Ìot 
Angelet,  e  testamento,  trovato  per  le  sollecitudini  del  Cavalier  Bonturini  Panno  1631,  in  cai  si 
parla  di  un  legato  a  favore  di  Nostra  Signora  di  Guadalape.  10.  Un  Memoriale  de'  meriti  della 
città  di  Tlascala,  fatto  1*  anno  1565,  e  ripetuto  alla  fine  del  secolo  decimosettlmo,  in  cut  si  hanno  le 
notizie  seguenti:  Battaglie  del  Cortes  coi  Tlaxcaltecos.  Pace  con  essi,  e  partenza  per  Cholnla  fino 
a  Messico.  Come  i  Tlaxcaltecos  gli  facilitassero  le  strade,  e  Io  accompagnassero  nella  spedizione 
contro  Panfilo.  Morte  di  diecimila  Tlaxcatecos  nella  noche  triste.  Spedizione  di  Tepeaca.  Costrozione  di 
navigli.  Tlaxcaltecos  morti  nel  sito  di  Messico.  Colonie  dei  Tlaxcaltecos  nei  Chichimechi  di  Camperhe 
e  della  Florida.  Promesse  del  Marchese  del  Valle.  Rovina  dei  popoli  della  pro>incia  di  Tlascala. 
Donativi.  Ricevimento  del  Viceré.  Testimonianze  dei  meriti  di  Tlascala.  Servigli  del  Tlaxcalteeos 
in  Coahuila  e  Messico.  Artiglieria  venuta  da  Sempoala.  Prova  dei  navigli  nel  fiume  di  Tlascala. 
Catalogo  delle  provincie  conquistate  dagli  Spagnuoli  colP  aiuto  de*  Tlaxcaltecos.  11.  Notizie  ottenute 
dal  Cavalier  Bonturini  su  la  immagine  di  Nostra  Signora  della  difesa  di  Tlascala  l'anno  1640,  e 
dei  prodigi  del  venerabile  eremitano  Giovanni  Battista,  e  delie  condizioni  del  suo  corpo  V  anno  168S. 

12.  Un  Memoriale  presentato  al  Nunzio  di  Sua  Santità  nella  Corte  del  Re  cattolico,  dal  signore  Don 
Stefano  de  Portillo  V  anno  1558,  con  cui  si  chiedevano  quattro  concessioni ,  e  si  esponevano  sette 
dubbi  per  averne  la  soluzione.  Si  chiedevano,  cioè,  primamente  de' pubblici  notai;  poi,  che  una 
confraternita  di  laici  nons'  immischiasse  nel  governo  spirituale  d'un  monastero  di  Religiose;  appresso, 
che  si  revocasse  la  facoltà  che  avevano  i  Religiosi  di  dispensare;  e  da  ultimo,  che  i  giudici  secolari 
non  intervenissero  nella  rinuncia  delle  Monache.  1  dubbi  poi  erano:  1.  Se  i  Prelati  possano  dispensare 
dalle  denuncie,  senza  pigliare  prima  informazione  della  causa.  2.  Se  ci  fosse  obbligo  di  promulgare 
la  Bulla  in  Coena  DominL  3.  Se  i  Frati  potessero  essere  ammessi  agli  Ordini  Sacri,  e  confessare  e 
predicare,  senza  esame  dell'  Ordinario.  4.  Se  i  Vescovi  potessero  assolvere  dell'  eresia  occulta,  o  nota 
soltanto  a  pochi.  5.  Se  il  Vescovo  potesse  permettere  la  benedizione  nunziale  in  tempo  che  dal 
Concilio  è  vietata.  6.  Se  il  medesimo  potesse  ordinare  chi  non  gli  era  suddito  rcLtione  origifU*, 
7.  Quanto  tempo  si  richiedesse  per  conseguir  domicilio,  e  se  colui  che  l'aveva  cominciato,  potesse 
essere  ordinalo  senza  dimissorie,  per  ragione  del  domicilio  contratto,  ec.  Nel  margine  son  risoluzioni. 

13.  Parere  dato  per  ordine  di  Sua  Santità  e  del  Protomedicato,  dal  dottor  don  Giovanni  da  Melgarqo 
l'  anno  1666,  sopra  l' incorruzione  del  divuto  di  Maria  Vergine  di  Guadalupe;  i  cui  punti  principali 
sono:  necessità  dell'aria  per  vivere:  temperamento  di  Messico,  umido  e  caldo:  umidità  del  terreno 
del  Romitorio  di  Nostra  Signora  di  Guadalupe,  e  sue  qualità  fatte  per  distruggere:  vento  del 
Sud  che  reca  umidilà  al  Romitorio.  Dai  quali  principi!  Osici ,  unitavi  1'  autorità  di  Ipocrate  e  di 
Galeno,  deduce  mm  essere  naturale  l'incorruzione  del  Servo  di  Dio  e  la  durazione  della  s^^ora 
immagine  di  Guadalupe.  14.  Un  poema  in  ottava  rima,  che  ha  per  argomento  la  storia  di  Nostra 
Signora  de  los  lìemedioK,  composto  dal  capitano  don  Luijji  Angi'lo  di  Velancour,  che  non  è  senza 
pregio.  Le  notizie  sloriche  \h)\,  che  sono  fondamento  di-l  poema,  nionslrano  i  profondi  studi  e  1' 
erudizione  dell' Autore;  a  cui  soccorre  l'autorità  di  Enrico  Martin,  del  Francescano  Ti^rquemada, 
del  Gomara  e  di  Bernal  Diaz.  13.  Una  lettera  latina  di  don  Pietro  di  Alangon  al  Cavalier  Bonturini 
sopra  i  mesi  dell'anno  Messicano.  16.  Una  lettera  del  Bonturini  ai  Padri  della  Compagnia  di  Gesù, 
perchè  alTretlino  il  decreto  del  Beale  Consiglio  dell'Indie  in  esecuzione  delle  facoltà  giunte  da  Roma 
per  la  coronazione  della  Vergine  di  Guadalupe.  17.  Uno  scritto  dello  stesso  Cavalier  Bonturini,  in  cui 
espone  le  sue  fatiche  per  ralleslinienlo  de' documenti  storici,  e  il  suo  zelo  per  il  culto  della  sopri 
detta  Vergine  di  Guadalupe:  chiede  che  si  registrino  negli  Archivi  i  dispacci  di  Boma,  e  che  la 
città  si  presti  nella  funzione  dell' incoronamenlo.  18.  Ordine  con  cui  l'anno  1640,  essendo  egli 
tenente  della  città  di  Tlascala,  comanda  che  si  notifichi  all'usciere  don  Giuseppe  Boxano  Mudarra, 
di  designare  Uìinislri  competenti  per  le  scolle  notturne  ed  altre  funzioni  di  giustizia ,  per  evitare 
gli  inconvenienti  che  largamente  espone.  19.  Documenti  per  la  sua  \ita:  sua  illustre  prosapia; 
risoluzione  dì  dedicar  la  sua  penna  a  promovere  le  glorie  e  il  cullo  della  Vergine  di  Guadalupe  e 
a  scrivere  la  storia  universale  dell'  America  :  sua  residenza  nell'  imperiai  Corte  :  raccomandazioni  dell' 
Imperatore  e  dell'  Arciduchessa  Maddalena  d'  Austria  all'  ambasciator  di  Vienna  in  Portogallo  e  alh 
Regina  di  questo  regno  in  suo  favore  :  raccomandazione  del  Serenissimo  Infante  don  Manuel  di 
Portogallo  air  Eccellentissimo  signor  Patino.  Arrivo  del  Bonlurini  nell'  America  Settentrionale  in  qualità 
di  Apoderado  di  donna  Manuela  de  Oca  y  Silva  ,  Contessa  di  Moctezuma.  20.  Accuse  e  richieste 
del  signor   Fiscale  contro   il  Cavalier  Bonturini.  21.   Informazione   del  signor   B^ilcarzcl  al  signor 


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Viceré  sopra  l' innocenza  e  T onorato  procedere  di  lui.  Segue  poi  1'  informazione  dell'illustrissimo 
Monsignor  Giovanni  Palafox,  in  cui  tratta  delle  funzioni  di  un  Viceré  della  Nuova  Spagna,  e  delle 
varie  caste  degli  abitanti  del  paese,  proponendo  alcune  massime  di  governo,  che  a  suo  giudizio 
sarebbero  tornate  profittevoli.  Della  rivoluzione  del  Nuovo  Messico  secondo  le  sue  impressioni. 
Della  guerra  armata  di  Barlovento,  delle  pagbe  Ae^tituadot,  delle  flotte  di  Spagna,  delle  Filippine 
e  del  nuovo  Patronato:  e  finalmente  dà  il  suo  parere  in  ordine  al  Governatore  degli  Indi,  agli  Alcaldi 
maggiori,  ai  Presidenti,  alle  materie  di  giustizia,  al  tribunali  di  euentat,ec.  È  come  un  direttorio 
politico,  in  cui  il  Vescovo  Palafox  dà  istruzioni  di  governo  al  Conte  di  Salvatierra  Viceré,  proprietario 
della  Nuova  Spagna.  Appresso  viene  il  Memoriale  di  don  Carlos  de  Siguenza  y  Gongora,  in  cui 
descrive  la  Baia  di  Panzacola:  esamina  gli  inconvenienti  che  nascono  dallo  stabilirsi  in  essa  gente 
straniera;  mostra  rutilila  che  si  ritrarrebbe  dall' occuparla,  e  il  modo  di  farlo.  Fa  seguito  unMnforma- 
zione  deir  Eccellentissimo  signor  Viceré  sopra  il  buono  stato  della  fortezza  di  San  Giovanni  di  Ulua 
contro  le  pretese  del  Cardenas,  e  una  rappresentanza  di  don  Andrea  di  Arriola;  e  conchiude  con  la 
risposta  data  dal  Viceré,  ove  si  appalesa  il  suo  genio,  l'erudizione  e  l'ingegno.  Finalmente,  con- 
chiudono  le  lettere  del  Padre  Salvatierra  che  trattano,  come  si  disse,  della  California.  Nella  prima 
si  narra  l'assalto  dato  da  quattro  nazioni  infedeli  al  Real  Efpaìiol  in  California;  la  vittoria  riportata 
dagli  Spagnoli,  e  il  valore  mostrato  dal  capitano  Fortolero  e  da'  soldati  ;  il  battesimo  di  due  nativi  ; 
e  8i  celebra  il  merito  di  don  Giovanni  Romero  della  Sierpe,  chiamandolo  Apostolo  e  conquistatore 
della  California.  La  seconda,  indirizzata  alla  signora  Viceregina,  espone  varii  punti  della  precedente. 
La  terza,  diretta  al  Padre  Giovanni  Hugarte  Procuratore  delle  Missioni  in  California,  descrive  il 
viaggio  dell'Autore  a  Sinaloa;  il  sollevamento  dei  Tauramanes;  la  vittoria  dei  Serrani  contro  i 
ribelli;  il  viaggio  pericoloso  della  Sierra;  i  pericoli  della  Galeota,  e  l'ammutinamento  della  gente 
di  mare;  l' incontro  di  un  porto,  e  1'  arrivo  in  California  ;  il  seno  di  San  Dionisio;  il  Redi  di  Loreto; 
1'  assalto  contro  il  Real;  la  difesa,  la  vittoria,  la  ritirata  degli  Indi,  e  l'arrivo  in  quelle  contrade 
del  Padre  Picolo.  La  quarta,  finalmente,  indirizzata  a  don  Giovanni  Cavallero  y  Oslo  sacerdote  di 
Queretaro,  ripete  alcune  notizie  della  precedente,  e  tocca  della  pressante  necessità  di  una  nave, 
e  lo  esorta  a  favorire  l'impresa  della  California. 

Tom.  II.  Questo  tomo  contiene.   1.  Il  Teatro  delle  virtù  politiche,  scritto  da  don  Carlo  di 
Siguenza  y  Gongora;  una  dedica;  varia  erudizione  sopra  gli  archi  trionfali  ;  un  elogio  della  poetessa 
Messicana  Suor  Giovanna  Inez  della  Cruz  ;  l' erezione  dell'arco;  una  dedicatoria  latina;  il  ritratto  e 
1'  elogio  del  Viceré  e  delia  sua  sposa  ;  la  storia  di  Huihtzilopochtzi   comandante  de*  Messicani ,  e 
alcune  eleganti  ottave.  S.  La  vita  e  il  martirio  di  tre  fanciulli  di  Tlascala  ;  la  discendenza,  il  bat- 
tesimo e  lo  zelo  del  fanciullo  Cristoforo;  lo  spezzare  che  fece  gli   idoli  di  suo  padre  Acxotecalt; 
la  santa  sua  inlrepidità;  i  suoi  strazii;  la  morte;  la  traslazione  del  suo  corpo.  Poi  1'  ofTHrsi  de' 
fanciulli   Antonio  e  Giovanni   ad  una  santa  spedizione;  la  distruzione  degli  idoli  die  rinven- 
Dero  in  Guautinchan  ;   la  loro   morte  ;  lo  scoprimento   de'  loro  corpi  ;  il  dolore  del  venerabile 
Fr.  Martino  da  Valenza,  e  il  supplizio  degli  aggressori.  3.  Le  Relazioni  del  Nuovo  Messico  del  P. 
Girolamo  Salmeron.  Prima  spedizione  nella  California.  Scoperta  del  Nuovo  Messico.  11  viaggio  del 
Coronado.  La  morte  di  alcuni  Francescani  per  mano  degli  Indi  Figuas.  La  entrata  di  nuovi  Fran- 
cescani. La  loro  morte.  La   spedizione  di   Antonio   Espejo.   11  viaggio   di   Sebastiano  Viscayno  in 
California.  Lo  scoprimento  del  punto  di  Monterrey.  L'entrata  di  Onate  nel  Nuovo  Messico.  Le  mine 
e  i  metalli  del  paese.  Le  vesti  e  gli  alimenti  degli  IndL  La  guerra  e  la  vittoria  di  Onate.  11  suo 
ritorno  in  California.  La  Florida.   La  terra  ferma.  Il  Nuovo  Messico.  La   terra  del  Labrador.  Suoi 
abitanti  e  costumi.   Chicoria  e  suoi  abitanti.  Esilio  di  Ernando  de  Soto.  Antichi  Messicani  popo- 
latori della  Nuova  Spagna.  Relazione  del  Piloto   Morera.  Appunti  del  Padre  Armando   della  Com- 
pagnia di  Gesù,  che  illustrano  le  relazioni  del  Padre  Zarate.  4.  Una  lettera  del  Francescano  Padre 
Fr.  Silvestro  Velez,  che  dà  la  serie  dei  Governatori  del  Nuovo  Messico,  e  tratta  di  quei  popoli  avanti 
la  sollevazione.  Della  distruzione  di  sette  di  essi.   Della  cospirazione   di  Pope.  Della  morte  di  21 
Missionari  Francescani  della  Provincia  del  Santo  Evangelio.  Del  sito  della  città  di  Santa  Fé.  Delle 
ferite  di  Otermin,  e  suo  ritorno  al  Paso.  Dei  soccorsi  arrecati  dal  Francescano  Padre  Ayeta.  Delle 
atrocità  dei  sollevati.   Dei   brìndisi  nel   calici  sacri.  Dell'edificazione  del  presidio  del   Paso.  Della 
mossa  di  Otermin  contro  i  ribelli.   Della  riduzione  dell' Isleta.  Delle  cause  della  generale  solleva- 
zione. Della  fondazione  di  nuovi  popoli.  Di  una  spedizione  di  Missionari  Francescani.  Della  rivol- 
terà degli  Indi  del  Pas<«.  Della  morte  del  Padre  Fr.  Manuele  Beltran,  e  della  sottomissione  de*  rìbelli. 
Morte  di  Pope  Tupatu  e  Catiti,  capi  della  ribellione.  Spedizione  militare  di  Ginonza,  e  disperata 


61^2  VEOA 

difesa  degli  Indi.  Riacquisto  della  città  di  Santa  Fé ,  e  pacificazione  dei  sollevati.  Giudizio  dell'  autore 
delle  lettere  sopra  la  gran  Quivira.  Tradimento  di  quelli  di  Panama,  e  notizie  dei  barbari  Tatat 
5.  Ristorazione  del  Nuovo  Messico  e  riduzione  dei  Panos,  Pecuries,  Pecos  ed  alttL  Assoluzione 
degli  apostati  Acumas  e  Zuuis.  Memorabile  pietà  di  questi  Indi.  Riduzione  di  alcuni  Moquinos. 
Metallo  di  piombo  e  ocra  rossa.  Supplizio  di  un  Apache.  Diario  di  Vargas  dal  Monno  al  popolo  del 
Soccorso.  Boschi  del  Nuovo  Messico.  Entrata  di  Vargas  in  .Santa  Fé ,  portando  lo  stendardo  don 
Giovanni  de  Onatc.  Prudonte  condotta  di  Vargas.  Rappresentazione  del  Padre  Custode  France- 
scano. Giunta  di  Guerra.  Nuova  sollevazione.  Avanzamento  degli  Spagnuoli.  Assedio  fatto  de*  ribelli 
e  supplizio  di  settanta  Gandules.  Nuova  spedizione  di  Vargas.  Assalto  contro  i  ribelli  della  pianun 
di  S.  Ildefonso.  Resistenza  de*  barbari  e  ritiro  degli  Spagnuoli.  Varie  sortite  e  lotte.  Morte  di  don 
Giovanni  Ve.  Fatto  di  guerra  contro  i  Gemes.  Fuga  precipitosa  dei  barbari.  Saccheggio  del  popola 
Ritrovamento  del  corpo  del  Francescano  Padre  Fr.  Giovanni  di  Gesù.  Nuovo  attacco  contro  la  pia- 
nura di  S.  Ildefonso.  Vigorosa  difesa.  Morti,  e  fuggitivi.  Ristabilimento  di  quattordici  Mìssìodì 
Francescane.  Fondazione  della  città  di  Santa  Croce  della  Caiia.  Nuove  inquietudini  degli  Indi 
Rappresentanza  del  R.  Padre  Custode  Francescano.  Imprudente  sicurezza  di  Vargas.  Sollevazione  e 
morte  di  cinque  Missionari  Francescani  ed  altri  Spagnuoli.  Dispersione  dei  ribelli  nelle  Serraniat, 
Addebiti  contro  Vargas  per  il  nuovo  Governatore  Cuervo.  Lunga  prigionia  e  travagli  di  Vargis. 
Trionfa  del  suo  nemico,  e  torna  per  la  seconda  volta  Governatore  del  Nuovo  Messico.  Riduzione  dei 
ribelli  Zufiis  fatta  dal  Padre  Garicochea.  False  proposizioni  di  pace  dei  Moquinos.  Campagna  inu- 
tile di  Cuervo.  Tumulto  in  Zunis,  e  morte  di  tre  soldati.  Inazione  di  Cuervo.  Sua  morte  in  Messica 
Morte  di  Vargas.  Missioni  Francescane  nelle  p<irti  dei  fiumi  Norte  e  Concho.<;.  Riduzione  dei  sollevati 
di  Zunis.  Iniqui  progetti  dei  Moquinos.  Campagna  contro  i  Navajos.  Fondazione  della  città  dì  Albun- 
querque.  Ripopolamento  di  Galisleo.  Falsi  meriti  del  Governatore  Cuervo.  Ostilità  dei  Moquint». 
Campagne  infelici  contro  di  essi.  Governo  del  Signor  Medina  Marchese  della  Penuela.  Ostilità  dei 
Navajos  e  lor  pacificazione.  Nuova  pianta  nella  Missione  di  Isleta.  Importante  visita  del  Padre 
Custode  Francescano  Pena .  Nuovo  Governatore  don  Ignazio  Mogoyon.  Sollevamento  dei  Zumas  e 
loro  sottomissione.  Fondazione  del  popolo  di  S.  Lorenzo.  Pericoli  del  Missionario  Francescano  Padre 
Fr.  Carlos  Delgado  in  Acoma.  Inganni  dei  Moquinos.  Ostilità  degli  Apaches  e  Navajos,  e  lur  castigo. 
Giudizio  del  venerabile  Padre  Fr.  Antonio  Miranda  sopra  gli  Indi.  Campagna  contro  ì  Navajos. 
Invasione  dei  Tumancs  nel  Quartelejo.  Rinuncia  del  Governatore  Mogoyon.  Merito  e  carattere  di 
don  Felice  Martinez,  Governature  interino.  Sua  inutile  campagna  contro  i  Moquinos.  Suoi  intrighi, 
e  partenza  per  Messico  d'ordine  del  Viceré. 

Tom.  HI.  Questo  lomn  conlienf^,  l.  Ina  informazi<»no  del  Francescano  Padre  Fr.  Ahmso  Posada, 
che  ha  le  nulizie  seguenti,  l'jllà  di  santa  Fé.  Rio  liel  Norte.  Rio  delle  .\HeceK.  Alberi  e  animali  delle  sue 
riviere.  Knlraladei  Padri  Francescani  nella  nazione  Tunianu.  Spetlizìone  del  capitano  Ferdinando  Mar- 
tine/. Conrliij^'ru»  V  perle.  Nazione  dei  Texas.  Spedizione  di  don  Diejio  lìuadalaxara.  Spedizione  di  rifìai»- 
alla  Quivira.  Sierra  bianca.  Viapj^i  del  capitano  Alonso  Raja.  Carattere  ed  estensione  degli  Apaches. 
Nazioni  alle  quali  sono  listili.  Sierra  Aznl.  Indi  lutes.  Nazione  guivira.  Governo,  veslimenta  e  armi 
degli  Apaches.  Copola.  Mine  del  i*arral.  Nazirme  Capuchies.  Sierrax  Sevadas.  liilità  della  communica- 
zione  del  Nuovo  Messico  con  hi  Baia  dello  Spirito  Santo.  Danni  per  difetto  di  tale  C4)munica- 
zione.  Scoprimento  della  Florida.  ì.  Helazione  della  popolazioni;  della  Nuova  Spagna.  Giganti  della 
Nuova  Spagna.  ()[)inioni  sopra  rondine  dejjli  Indi.  Venula  «lei  Tultechì.  Cronologia  de'snrco.ssi.  3.  Ci»- 
lendario  Indiano.  Quattro  canti  di  Nezaliualcoyolzin.  i.  Canto  della  instabilità  delle  umane  cose.  Guerra 
dell' lmf»eralore  Nezahualcoyoizin  con  la  {)rovincia  di  Chalco.  Cammino  dell'infante  Ichaiillaatotztu. 
Cacico  di  Chalc(».  Sacrillcio  di  (piatirò  infanti.  Eroica  pietà  d'un  Indo.  Cullo  di  Nezahualcoyolzin 
al  Dio  sconosciuto.  Apparizione  d'  un  giovinetto  risplendente ,  che  annunzia  a  Nezahualcoyutzin  la 
vìltt)ria.  Impresa  dell'  infante  A7X)quenlzin,  e  a.sso{;peltamento  della  provincia  del  Chalco.  Azioni  di 
grazie  di  Nezahualcoyolzin  al  Dio  onnipotente.  Ricevimento  del  vittorioso  infante.  Sua  relazione 
maravigliosa.  Tempio  al  vero  Dio.  SacriOcii  d'incenso  e  copale.  Providenze  e  morte  di  Nezahualco- 
yolzin. Successore  Nezahualpile.  Premii  di  Avoquelzin.  II  Cacico  del  Chalco  ai  leoni.  5.  Viag^'iu 
degli  Indi,  e  Diario  del  Francescano  Padre  Morii.  Uscita  di  Messico  del  signor  comandante  Croix. 
Azienda  del  Marchese  di  Guardiola.  Popolo  di  Quoti tlan.  Di  Huehuetoca.  Di  Toluca.  San  Giovanni 
del  Wui.  Colle  fallo  a  mano.  QuereLaro.  San  Michele  il  (ìrandc.  Atolonilco.  Zacatecas.  PresnilK». 
Zombrenele.  SallilU».  Durango.  AviniUi.  Mamo.  Parr/LS.  Villa  della  Monclova.  Missioni  e  presidio 
del  Rio  Grande.  Notizie  d'altri  popoli.  Delle  miniere.  Dei  commerci.  Dei  frutti.  Delle  industrie.  Dei 
tcnipii.  Delle  case.  Dei  terreni  «  lon»  abitanti. 


TEGA  6i3 

Tom.  iV.  Cuiitiene  questo  volume  le  Relazioni  di  Ullilxochill.  Relazioue  della  nazione  Tulteca. 
1.  Tradizioni  degli  antichi  Tultechi.  Come  dividessero  il  tempo.  Deir  unione  di  sette  uomini  della 
stessa  lingua  accompagnati  dalle  loro  sette  mogli.  Dal  loro  primo  viaggio ,  e  distruzione  dei 
Tuinametzin.  Deir  unione  che  fecero  i  sapienti  in  Huchuet  Capalan.  Ecclisse.  Tremuoti  6  cause 
del  esiliò  dei  Tultechi  dalla  loro  patria.  S.  Come  uscirono  esiliati  dalla  loro  patria.  Scoprimenti. 
Pellegrinazioni  Direzione  e  prognostico  dell'astrologo  Hnemantz in.  Loro  mansioni  in  Tlapalantonco, 
Haeixalan,  Xalisco,  Toxpam,  Quiahuitlan,  Zacatlan,  Tutzapam,  Pepetla,  Matatepec,  Zuìhcohuat,  Ix- 
tachuixuca,  sino  a  Tulantzinco,  dove  edificano  una  gran  casa,  dopo  di  aver  lasciato  in  tutte  parti 
genti  per  popolarle.  3.  Fondazione  di  Tuia.  Come  domandarono  dei  re  al  signor  de' Ghichimechi , 
e  stabilirono  che  non  regnerebl)ero  più  di  cìnquantadue  anni.  Morte  del  primo  re  Chalchiuhtlanczim. 
Saccessione  del  suo  figliuolo  di  nome  Tzatecatl.  Sua  morte  e  successione  di  Huetim.  Muore  Huetnatzin 
di  quasi  300  anni.  Prima  di  morire  compone  un  gran  libro  delle  storie  Tulteche,  dei  loro  tempii,  degli 
idoli,  de'  sacriflcii,  de'  principii  dell'  astrologia,  della  filosofia,  dell'agricoltura  ed  altre  arti,  e  annunzia 
la  distruzione  dei  Tultechi,  chiamando  il  suo  libro  Teoamoxtli,  ossia  Libro  divino.  Morte  di  Huetzin. 
Successione  di  Totepanh,  a  cui  succede  nell'  imperio  Nanarxa.  Come  i  Tultechi  fossero  alti,  bianchi 
e  barbuti  al  modo  degli  Spagnuoli.  4.  Morte  di  Nararxa.  Successione  del  suo  figlio  Milt.  Suo  governo. 
Fabbriche  di  grandi  templi.  Sua  morte.  Governo  della  regina  Xiuhtlaltzin ,  e  successione  di  Tepal- 
catzin.  I  Tultechi  estesi  per  quasi  mille  leghe  verso  il  Sud  e  1'  Oriente ,  popolando ,  edificando 
case,  tempii,  e  le  grandi  città  Teotihuacar,  Toluca,  Cuanhnahuac,  Cholula,  Totepec  Loro  anti- 
chi Dei  e  nuovi.  Di  un  sacrificio  di  cuori  di  giovanetto  e  di  Un  istrumento  per  far  morire  il 
peggiore  del  delinquenti.  Feste  e  danze.  Delle  loro  arti.  Scienze.  Vari  tessuti  delle  donne.  Vestimenta 
di  ambo  i  sessi.  Modestia,  costume,  e  purezza  de' sacerdoti.  Vestiti  do' loro  re.  Giardini.  Boschi. 
Uccelli  di  ricreazione.  De' matrimoni.  Tempii,  ediflcii,  condotti  d'acqua,  semenze,  legumi,  ec.  5. 
Funesta  passione  di  Tepalcatzin  per  la  nobile  donzella  Xochill.  Nascita  di  Topiltzin.  Suoi  diritti 
Ck}rrttzione  morale  dei  Tultechi.  Diluvio.  Distruzione  degli  edificii.  Calore  che  secca  gli  alberi  e  le 
piante.  Geli,  grandini,  fulmini,  piaghe,  guerre,  pesti;  ostilitÀ  contro  Topiltzin.  Preziosi  doni  onde 
invano  ei  si  studia  placare  i  suoi  nemici.  Sanguinose  guerre ,  in  cui  muore  Tepalcatzin,  e  Xochitl, 
e  cinque  millioni  e  seicento  mila  combattenti  da  una  parte  e  dall'  altra.  Distruzione  dei  Tultechi. 
Ritiro  del  re  Topiltzin  in  Altabpan,  dove  muore  in  pace.  Dispersione  dei  pochi  Tultechi,  che 
.wpravvissero  alla  distruzione;  dai  quali  uscirono  nuove  generazioni,  che  moltiplicatesi,  giunsero 
a  formar  città  regni  e  Provincie  maggiori  di  quelli.  Finalmente  si  dà  notizia  de'  vecchi 
versati  nel  conoscimento  delle  antiche  cose,  che  lo  scrittore  consultò  per  scrivere  la  sua  storia. 
r^  II  Relazione  contiene  la  storia  dei  Chichimechl,  sino  alla  venuta  degli  Spagnuoli.  1.  Il  Chichimeca 
Ycautzin  dà  il  suo  figlio  Chalchiutlamextzin  per  re  a  Tultechi.  Alcuni  Indi  di  lunga  età.  Morte  di 
Monzeloquitzin,  e  successione  di  Tlacamatzin,  che  mori  l'anno  della  distruzione  dei  Tultechi.  Succes- 
sione di  Axcauhtzim  fratello  maggiore  di  Xolotl,  a  cui  lasciò  il  governo  de*  suoi  stati  quando  venne 
in  queste  regioni.  2.  Mossa  del  Chichimeca  Xeloil  con  la  regina  Temuauh,  il  principe  Nopkltzin, 
sei  signori,  e  tre  milioni  e  dugento  mila  persone,  passando  per  le  rovine  del  Tultechi,  e  lasciando 
in  cammino  gente  per  popolare.  Viaggi,  e  scoprimenti  di  Nopaltzin  e  altri  esploratori.  Traslazione 
di  Xolotl  a  Tenayuca.  Allogamento  dei  signori  fatti  da  Xolotl.  Arrivo  ai  Acuihuas  e  loro  costumi. 
Matrimonio  del  principe  Nopaltinz.  Guerre  con  i  Golhuas  Tultechi.  Attentati  contro  la  vita  di  Xolotl. 
Vittoria  di  Huetzin.  Morte  di  Xolotl.  Successione  di  Nopaltzin.  4.  Nopaltzin  proiftuove  la  coltivazione 
del  maiz.  Crea  e  stabilisce  leggi.  Tenayuca  capitale  de' suoi  regni.  Casa  da  cui  discesero  i  re  e  si- 
gnori deila  Nuova  Spagna.  Scuole  e  università  in  Tescuco.  Varietà  di  lingue  nella  Nuova  Spagna. 
Morte  di  Nopaltzin.  Suo  carattere  e  flsonomia.  5.  Diritti  di  Tloltzin.  Visita  personalmente  i  suoi 
stati.  Primi  signori  di  Huetxotzinco  e  di  Tlascaia.  Morte  del  re  Tloltzin.  Sollevazione  di  molti  si- 
gnori. 6.  Tenancaltzin  Tiranno.  Stabilimento  del  Messicani  In  Gtaapultepec.  Suoi  travagli  in  Gul- 
lioaean.  Vittoria  dei  Messicani.  Ritiro  del  Tiranno.  Diritti  di  Teuhtli.  Popolazione  di  Tlateloleo.  Se- 
minagioni de' Messicani.  Primi  re  dei  Tlaxcaltecas  e  Tenuxcas.  Diritti  di  Quimautzin.  Guerre  dei 
gran  Sacerdote.  Guerra  de' Messicani  con  quelli  di  Gulhuacan.  Diritti  del  re  Xoamaplstli.  7.  Cospi- 
razione contro  Quinautzin.  Battaglia  di  venti  giorni  e  vittoria  di  Quinautzin.  Guadagna  la  provincia 
di  Tepepulco.  Morte  dell' infante  Nopaltzin.  Morte  di  Aculhua,re  di  Ascapuzalco,  di  oltre  200  anni 
La  gran  guerra  di  Quinautzin.  Sue  vittorie  e  sua  morte.  8.  Diritti  di  Tecliotlalatzio.  Be  e  signori 
delle  principali  Provincie  della  Nuova  Spagna.  Morte  di  Acamapistli ,  primo  re  di  Tenunchtitlan.  n 
suo  successore  Huitzilyhuitl.  Guerre  di  Techotlalatzln  contro  gli  Otomiti  e  sue  vittorie.  Assemblee 


Oli  VECA 

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generali,  e  creazione  di  46  signori  sudditi  delF imperio  di  Techotlalatzin.  Haitzilyhaitl  secondo  re 
di  Messico.  Suo  successore  Chimalpopoca.  Morte  di  Techotlalatzin,  di  150  anni  di  età  e  140  di  re- 
gno. 9.  Ardimenti  di  Tezozomoc  re  di  Ascapuzalco  per  usurpar  l' imperio.  Tetzoco  contro  il  diritto 
di  IxtliUochiti  legittimo  erede.  Il  tiranno  rompe  la  guerra.  Nascita  del  principe  NezahoalcoyotL 
Diritti  di  Ixtlilxochitl.  Sue  guerre  e  vittorie  contro  Tezozomoc  Assedio  di  Azcapazalca  Tradimenti 
di  Tezozomoc.  Fine  del  re  Ixtlilaochitl.  Pietà  del  cavaliere  Chichiquil  col  corpo  fatto  in  brani  del 
suo  re  e  con  il  principe  Nezahualcoyoll.  10.  Crudeltà  del  Tiranno  Tezozomoc.  Nuovi  tributi  imposti  ai 
popoli.  Persecuzioni  di  NezahnalcoyotL  Eroica  azione  delle  signore  Messicane.  Sogni  funesti  del  tiran- 
no. Sua  morte  e  funerali.  Diritto  del  tiranno  Mextla.  Fratricidio.  Arbitrii  e  crudeltà.  Rischii  di 
Nezahualcoyoll.  Mezzi  per  la  ristorazione  della  corona.  Sua  vittoria.  Suo  regno.  Palazzi,  templi  e 
creazione  di  nuovi  signori.  Gran  politica  e  ordinanze  di  Nezahualcoyotl.  Sua  morte.  Cerimonie  per 
creare  un  signore.  Arrivo  degli  Spagnuoli  alla  nuova  Spagna.  Loro  entrata  in  Tescuco.  L.a  111  Re- 
lazione tratta:  i.  Del  lignaggio  di  Ghichimechi.  Del  loro  primo  re  ChehimecatL  Sue  pellegrinazionL 
Suo  stabilimento.  Sua  discendenza.  2.  Dei  giganti  della  Nuova  Spagna,  discendenti  dai  Chichiine- 
cbi.  Burrasche  e  terremoti  della  prima  età.  3.  Dei  Tultechi  e  loro  cento  capi  che  vennero  popolando 
e  seminando.  Della  fondazione  della  città  di  Tuia.  Diritti  e  matrimonio  del  suo  re.  Suoi  successori. 
Siccità,  pesti,  guerre  e  distruzione  del  suo  impero.  4.  Serie  dei  monarchi  Chichimechi,  predeces- 
sori di  Xolotl.  5.  Viaggi,  scoprimenti,  stabilimenti  e  regno  di  Xoiotl,  primo  grande  Chichimeco. 
6.  Governo  di  Napaltzin  e  sua  morte.  7.  Di  Holtzin  e  sua  discendenza.  8.  Del  re  Quinautzin  e  sue 
gesta.  9.  Fatti  di  Techotlalatzin.  10.  Vita  del  re  Ixtlixuchitl.  ii.  Persecuzioni,  guerre,  governo,  leg- 
gi, conquiste,  religione  e  discendenza  di  Nezahualcoyotzin.  19.  Qualità  e  governo  di  NezahualcoyotiiD. 
13.  Descrizione  dell*  arrivo  degli  Spagnuoli ,  loro  fatti,  e  principio  della  legge  evangelica.  La  Re- 
lazione IV  è  un  attestato  del  Governatore,  degli  Alcaldi  e  Reggitori  del  popolo  di  San  Salvatore 
di  Quatlalinco  della  provincia  di  Otumba,  della  certezza,  verità  e  rispondenza  degli  scritti  storici  di 
don  Ferdinando  de  Alva  Ixtlilxochitl  con  le  antiche  storie  della  nazione.  La  V  Relazione  traOa,  4. 
Del  regno  dei  Tultechi.  9.  Dei  re  Chichimechi  innanzi  di  Xolotl.  3.  Di  XolotL  4.  Dello  stesso.  5.  Di 
Nopallzin.  6.  Di  Tlotzin.  7.  Di  Tlastecatzin.  8.  Di  Techotlalatzin.  9.  Di  Ixtlilxochitl  10.  di  Nezalw- 
alcoyotzin.  ii.  Di  NezahualpilUiutli.  12.  Degli  altri  Signori  della  Nuova  Spagna.  13.  Dell' orìgine 
de  Xnchimilcas.  La  Relazione  VI  contiene  altre  scritture,  che  chiariscono  e  cunfermano  le  cose  nar- 
rate. La  Relazione  VII  contiene  una  scrittura  giuridica  contro  Nuiìo  Guzman  primo  presidente  della 
Reale  udienza  di  Messico.  La  Relazione  Vili  parla  d'  una  retribuzione  data  da  don  Fernando  Cortes  a 
donna  Isabella  Moctzuma  e  successori  di  lei,  confermata  da  sua  Maestà  il  1568.  I^  Relazione  IX 
contiene  un  Diario  della  spedizione  a  Chichimechi,  di  don  Francesco  Sandoval  Acazitlì,  signore  della 
Provincia  di  Chalco,  in  compagnia  dell' Eccellentissimo  signor  don  Antonio  Mendoza. 

Tom.  V.  Questo  tomo  contiene  la  conquista  del  regno  della  Nuova  dallizia,  in  25  capitoli. 
Entrala  dei  primi  popolatori  della  Nuova  Galli/Ja.  Varietà  delle  nazioni  che  vi  trovarono.  Diversità 
delle  loro  lingue.  Idoli  e  dominazione  de' Messicani.  Conquista  fallane  da  Nuiìo  Guzman.  Morte  dì 
Calzollzin.  Entrala  nella  valle  di  Coinan  nelle  terre  del  Cacico  Cuilzco.  Entrata  dei  Chiriuos  in 
Tonalan.  Sanguinosa  ballaglia,  e  vittoria  degli  Spagnoli.  Pace  e  descrizione  di  Tonalan.  Vìsita  di 
Guzman  in  varie  giurisdizioni.  Entrala  di  Onale  in  Elzallan.  Dei  Chiriuos  in  Colouilla,  Matatan- 
llagos,  Comanaja,  Xacalecas.  Pacillcazione  di  alcune  nazioni  falla  da  Onale.  Varie  descrizioni.  Perdile 
di  cotone  in  Xuchipria  e  paciflcazione  in  Tlallenango  per  Onale.  Ritiro  di  Guzman  a  Zalisco,  e  suoi 
travagli.  Fondazione  di  laquahilco,  e  come  prima  di  Guzman  fosse  entralo  in  Xalisco  Francesco 
Cortes,  ricevuto  pacificamente  della  Regina,  che  era  in  guerra  con  gli  Indi  della  Valle  di  Uanderas, 
e  con  croci  in  mano  da  quelli  di  Quilo.  Del  viaggio  di  Nuiio  in  Acaponua  e  Culiacan.  Fondazione 
della  città  di  San  Michele.  Entrata  in  Sinaloa  e  Topla.  Tramutamento  della  città  di  Guadalaxara. 
Entrala  dei  Chiriuos  nel  flumc  Hiaqui.  Incontro  con  Doranles,  e  compagni  perduti  dell' armata  di 
Panfilo  nella  Florida.  Panuco  e  Guadiana.  Ordine  di  Sua  Maeslii,  che  il  conquistalo  paese  venga 
chiamato  Nuova  Gallizia,  e  si  fondi  la  città  capitale  col  nome  di  Compostella.  Fondazione  della  città 
della  Purificazione.  1  soldati  abbandonano  Nuno.  Spopolamento  di  una  città,  e  fondazione  di  Com- 
postella. Prigionia  di  don  Luigi  di  Castiglia  por  opera  di  Nuno.  Descrizione  della  provincia  di 
Aralos  e  Colima.  Partenza  di  Guzman  per  Panuco.  Viene  rimesso  in  Ispagna  dal  giudice  di  residenza 
del  governo  interino  di  Onale.  Spedizione  del  Coronado.  Ribellione  della  Gallizia.  Vittoria  degli  Indù 
Soccorso  di  Alvarado.  Morte  del  venerabile  Fr.  Giovanni  Calerò.  Ratlaglia  di  Alvarado  con  gli  Indi, 
e  sua  morte.  Muore  di  freccie  il  Padre  Andrea  Cuellar.  Cospirazione  degli   Indi.  Bravura  di  odi 


VECA  615 

donna,  e  riduzione  dei  sollevati  per  mezzo  de'  Religiosi  Francescani.  Mossa  del  Viceré  don  Antonio 
Mendoza  con  cinquecento  nomini  a  gastigar  la  ribellione.  Sue  vittorie  nei  PeSoles  e  in  Miston. 
Paciflcazione  degli  Indi  per  la  predicazione  del  Padre  Fr.  Antonio  di  Segovia.  Tradimento  di 
Remerò.  Ritorno  del  Viceré  a  Messico.  Dei  successi  del  Coronado.  Quivira.  Morte  di  due 
Religiosi.  Dichiarazione  del  Papa,  che  gli  Indi  erano  esseri  ragionevoli.  Buia.  Presidi!.  Missioni. 
Miniere  e  fertilità  della  Gallìzia.  La  Santa  Crociata.  Tepic.  Armi  di  Guadalaxara  e  Zacatecas.  Sua 
fondazione.  Progressi.  Miniere.  Erezione  del  Vescovado.  Udienza,  e  morte  dell'illustrissimo  Pacillcatore 
Gines  Marchese  d'  Ayala.  Trasferimento  dell'  Udienza  da  Compostella  a  Guadalaxara.  Ybarra  paci- 
flcatore  della  Biscaglìa.  Fabbrica  della  Cattedrale.  Padri  Francescani.  Provincia  di  Xalisco.  Morte 
dell'illustrissimo.  Presentazione  del  signor  Mendiola.  Sua  origine,  patria,  morte.  Movimento  del  suo 
cappello,  e  incorruzione  del  suo  cadavere.  Delle  funzioni  degli  Agostiniani.  L'illustrissimo  Arzola. 
Collegio  de'  PP.  Gesuiti.  Convento  di  Santa  Maria  della  Grazia.  Dignità  e  Canonici.  Morte  di  Religiosi 
insigni.  Caduta  degli  idoli  di  Zapotitlan  in  presenza  di  Gesù  Sacramentato.  Il  Francescano  Frate 
Pietro  del  Monte  e  suoi  prodigi.  Comete,  tremuoti,  pesti  e  rovine.  Degli  Uditori.  Bolla  della 
Crociata.  Azione  de'  Procuratori  e  Ricevitori.  Come  1'  Udienza  nega  la  sua  giurisdizione  al  Viceré,  ed 
essendo  per  venir  alle  mani  con  l' armi,  li  placa  l' Arcivescovo  col  Santissimo  Sacramento.  Morte  di 
questo  Prelato.  Degli  illustrissimi  Santos,  Gracìa  e  Mota.  11  Presidente  Santiago.  Vera  conversione 
del  Nayarit  e  Analco  per  quelli  di  Topic,  e  amministrazione  del  Convento  di  Santa  Maria  della  Grazia 
de*  Padri  Domenicani.  Come  i  Carmelitani  abbandonarono  il  loro  Ospizio,  e  i  Domenicani  vi  fondarono 
r  Ospedale  del  Sangue  di  Cristo  per  i  Fratelli  di  San  Giovanni  di  Dio.  Traslocamento  del  signor 
Nora,  e  morte  del  Vera.  Dell'  amministrazione  della  Reale  Azienda  per  l' Udienza  Reale.  Divisione  del  ' 
Governo  di  don  Giovanni  de  Vilieta.  Rinunzia  del  signor  Valle.  Villeta  consigliero  dell'  Indie. 
Tribunale  della  Crociata.  Controversie  tra  ecclesiastici  e  secolari. 

Tom.  VI.  Contiene  questo  tomo  la  continuzione  della  conquista  della  Nuova  Gallizia,  in  40 
capitoli.  Del  Presidente  don  Alonzo  Perez  e  don  Francesco  Rivera.  Compimento  della  Cattedrale.  Assalto 
degli  Indi  a  Guadiana  e  Acaporreta.  Sbarco  di  un  inglese  in  Zalagua.  Tremuoti.  Pioggia  di  cenere. 
Incendio  e  peste  in  Zacatecas.  Morte  del  signor  Merchan  Presidente  Atarola.  Fondazione  del  Real  di  Torà 
e  Amatlan.  Divisione  del  Vescovado.  Dignità.  Canonicati.  Ragioni  di  Guadalaxara  dalla  sua  fondazione 
sino  all'anno  quarantadue.  Fondazione  de' Merccdarii.  Loro  progressi.  Uomini  illustri.  Festa  di  San 
Pietro  Nolasco.  Fondazione  delie  scuole  di  Cristo.  Patronato  di  San  Marco  contro  le  formiche,  le  tempe- 
ste, ec.  Patronato  di  San  Clemente.  Reliquia  di  questo  Santo,  e  patronato  di  San  Sebastiano.  Dei  signori 
Acoquencho  e  Cervantes.  Morte  dell'  uno ,  e  inalzamento  dell'  altro.  Il  Presidente  Canceco ,  e  il  vescovo 
Estrada.  Confraternite.  Diritti  di  Filippo  IV.  Donativi  a  Sua  Maestà,  4  opulenza  della  Gallizia 
e  Discaglia.  Dei  prodotti  della  reale  Azienda.  Virtù  del  P.  Fr.  Giovanni  Angulo,  di  donna  Giacinta 
di  Vidarte,  di  donna  Angela  Xaviera,  e  del  solitario  Gregorio  Lopez.  Economie  del  Capitolo.  Diritti 
dello  stesso.  Spaccio  di  vino.  Presentazione  del  signor  Za  vaia.  L' illustrissimo  Colmeneko.  Im- 
magine di  Nostra  Signora  di  Zapopan,  e  voto  di  difendere  la  Concezione  de'  Padri  Francescani  di 
Zacatecas.  Convenzioni  del  Nuovo  Regno  di  Leon.  Miracolo  di  Nostra  Signora.  Provincie  di  Sina- 
loa.  Ostimuri  e  Sonora.  Presidenza  di  don  Antonio  De  Ulloa.  Diritti  di  Carlo  IL  Immagine  di 
Nostra  Signora  di  San  Giovanni.  Presidenza  di  don  Antonio  de  Alvares,  e  di  don  Francesco  Romero. 
Dello  scoprimento  di  Coahuila,  fatto  da  un  Francescano  di  Xalisco.  Entrata  del  signor  Santa  Cruz,  e 
paciflcazione  del  paese.  Fondazione  di  vari  popoli  di  Coahuila.  Notizie  del  Texas.  Patronati.  Immagini 
miracolose.  Promozione  del  signor  Santa  Cruz,  e  successione  del  signor  Garavito.  De  Agunto  presidente 
Interino.  De  Ceballos  proprietario.  Competenze  di  giurisdizione.  Fondazioni  di  Santa  Teresa.  Congrega- 
zione degli  Oblati«  Oratorio  di  Gesù.  Dotazione  delle  cattedre  di  Teologia  e  Filosofìa  pei  Padri  della 
Compagnia  di  Gesù.  Fondazione  del  Collegio  di  San  Giovanni.  Descrizione  del  Santuario  di  Loreto. 
Cattedrale  di  San  Francesco.  Illustrissimo  Galindo,  e  fondazione  del  Seminario.  Delle  ragioni  per 
fondare  una  Università.  Presidenti  Abanca  e  Solis.  Fondazione  de*  Betlemiti.  Di  S.  Monica.  Collegio 
delle  fanciulle.  Fabbrica.  Predicatori  del  Nayarit.  Lor  conquiste.  Providenze  di  Feran  e  Ri  vera. 
Santa  Croce.  Chiesa  di  S.  Giovanni  di  Dio.  Presidenza  di  Burgos  e  Ayza  per  l' illustrissimo  Parada. 
Guadalaxara.  Sua  longitudine,  latitudine,  temperatura  e  fertilità.  Tribunali,  commercio,  fabbriche, 
abitanti.  Finalmente,  dei  termini  del  regno  di  Gallizia  Città.  Miniere.  Popoli.  Nazioni.  Gradì  di  Nayarit, 
Coahuila,  Texas,  Viscaya,  Sinaloa,  Ostimuri,  Sonora.  Popoli.  Caste.  Presidii.  Ostilità. 

Tom.  VII.  Apparato  alla  Cronaca  di  Mechoacan,  di  S3  capitoli.  Scoprimento  delle  Indie,  fatto 
da  Colombo.  Isola  Hispaniola.  Battaglia  tra  Indi  e  Gastigliani.  Ritorno  del  Colombo  in  CasMglia. 


GI6  VEGA 

Relazione  delle  sue  scoperte.  Approvazione  del  Papa.  Secondo  viaggio  del  Colombo  air  Indie.  Primazia 
del  Padre  Boyl  Francescano  nelle  Indie.  Successi  del  Colomba  Fondazione  della  città  di  S.  Domingo. 
PaciQcazione  delF isola.  Ribellione  di  Guarìonex,  e  predicazione  evangelica.  Ribellione  del  Roldan. 
Prigionìa  dei  re  Gaurionex  e  Mayabanes.  Terzo  viaggio  del  Colombo,  e  nuovi  scoprimenti.  Concerti  del 
Roldan  con  T  Ammiraglio.  Origine  dei  ripartimenti.  Scoperte  di  Ojeda.  Sollevazione  della  Spagnoola. 
Sollevazione  di  Moxica.  Prigionia  delFAImirante  per  Bobadilla.  Governo  di  Ovando  nella  Spagonola. 
Quarto  viaggio  del  Colombo  air  Indie.  Naufragio  della  Flotta.  Guerra  nella  Provincia  di  Higneis. 
Riediflcazione  di  San  Dominga  Ultimo  viaggio  del  Colombo.  Suoi  richiami,  e  sua  morte.  Amerigo 
VespuccL  Morte  della  regina  Isabella.  Gentilità  e  conversione  degli  Indi  della  Spagnuola.  Erezione 
della  Provincia  Francescana  di  S.  Croce ,  o  primi  vescovi  in  quelle  isole.  Ricognizione  di  Caba  da 
Ocampo,  e  dell' isola  di  Porto-Ricco  da  Giovanni  Ponce  di  Leon.  Dispacci  dell' Al  mirante  don  Diego 
Colombo.  Suo  arrivo  alla  Spagnuola,  dove  vanno  i  Padri  Domenicani.  Creazione  di  un  Vescovado. 
Ripartimenti.  Causa  degli  Indi  di  Cuba.  Diego  Velesquez.  Scoperta  della  Florida,  fatta  da  Glovao 
Ponce  di  Leon,  e  del  mare  del  Sud,  da  Vasco  Nnì^ez. 

Tom.  Vili.  È  la  continuazione  delF  apparato  alla  Cronaca  di  Mechoacan ,  in  18  capitoli. 
Spopolamento  della  Spagnuola.  Viaggio  del  Padre  Las  Casas  col  Colombo.  Udienza  del  Cardi- 
nale Cisneros  ai  richiami  del  I..as  Casas.  Destinazione  dei  Gerolimiti  per  V  Isola,  e  morte  del 
re  cattolico.  Arrivo  di  Carlo  V  In  Castiglia.  Morte  del  Cardinale  Cisneros.  Scoperta  delPTuca- 
tan.  Spedizioni  di  Grijalva.  Sollevazione  del  Cortes  con  1'  armata.  Piaghe  nella  Spagnuola.  I  Ge- 
ronimiti  tornano  in  Castiglia.  Piano  del  Padre  Las  Casas.  Esame  della  causa  degli  IndL  Parere  delP 
Almirante  D.  Diego  Colombo.  Cortes  in  Cozumel.  Fondazione  di  Vera  Cruz.  Andata  del  Cortes  a  Sem- 
poala.  Atterra  gli  idoli.  Guerra  e  pace  coi  Tlascaltechi.  Descrizione  della  loro  città.  Fazione  di  Cholola. 
Prigionia  di  Moctzuma  e  suo  vassallaggio  al  re  di  Castiglia.  Prigionia  di  Panfilo.  Morte  di  Moctzoma. 
Irritazione  dei  Messicani.  Ritirata  del  Cortes.  Rattaglia  di  Otumba.  Il  Cortes  in  Tascala  e  Tepeaca. 
Ribellione  del  Cacico  Enriquillo.  Condizioni  delle  isole  Spagnuole,  Cuba,  Giamaica  e  rlnoanenti. 
Assedio  di  Messico.  Rovina  dell*  imperio  Messicano.  Origine  degli  Indi  della  Nuova  Spagna.  Primi 
popolatori.  Giganti.  Tultechi.  Chichimechi.  Imperatori  Messicani.  Loro  religione  e  governo.  Riedi- 
ficazione di  Messico,  fatta  dal  Cortes.  Relazioni  a  Carlo  V,  ed  altre  notizie  sino  alla  morte  di  Leone  X. 

Tom.  IX.  Primo  libro  della  Cronaca  di  Mechoacan  in  27  capitoli.  Scoperta  del  regno  di  Mechoacan. 
Intenzione  del  re  di  Mechoacan  di  sacrificare  gli  Spagnuoli.  Sue  imbasciate  al  Cortes.  Va  in  persona 
a  visitarlo,  e  torna  alla  sua  corto  afTezionato  agli  Spagnuoli.  Descrizione  di  Mechoacan  avanti 
l'entrata  de'  ministri  Evangelici.  Origine  delle  genti  che  popolarono  Mechoacan.  Del  suo  re,  governo, 
oflScli  militari  e  moccanioi.  Sepoltura  dei  Re.  Segni  che  precedettero  1*  arrivo  degli  Spagnuoli,  e 
timore  del  Re.  Pretensione  di  Moctzuma  per  federarsi  con  Siutzicha  contro  gli  Spagnuoli  ,  e 
risoluzione  del  Re.  Capitani  che  inviò  il  Cortes  a  pacificare  lo  provincie  dell'  impero  Messicano. 
Riconoscimento  della  rusla  del  Sud.  .Assoggettamento  di  Paniico.  Riedificazione  di  Messico.  Solle- 
citudini per  trovar  miniere.  Ribellione  dei  Nej?ri  nella  Spagnuola.  Prima  Missione  dei  Francescani 
nella  Nuova  Spagna.  Ribellione  di  Cristoforo  Olid  nelle  lligueras.  Rivoluzioni  di  Messico.  Fabbrica 
della  Chiesa  do'  Francescani ,  e  viaggio  del  re  di  Mechoacan  in  corca  di  Religiosi  per  il  suo  regno. 
Ritorno  del  Cortes  dalle  Higueras.  Primo  Gmcilio,  o  Giunta  reale  ecclesiastica  in  Messico.  Presidenza 
e  morte  dol  Cortes.  Governo  di  Aguilary  Estrada,  l  Domenicani  in  Messico.  Raltesimo  in  Tzintzoutzan. 
Missione  de*  Francescani.  Vescovo  di  Messico.  Cattedrale.  Primi  Conventi  delle  Provincie  di  Mechoacan. 
Esempio  dei  Ministri.  Conversioni  di  Gentili.  Altre  funzioni  dei  Conventi.  Spedizioni  di  Guzman. 
Seconda  Udienza  di  Messico.  Visita  e  descrizione  di  Mechoacan.  Fondazioni  di  Conventi  nella  Nuova 
Gallizia,  Apparizione  di  Maria  Vergine  di  Guadalupe.  Viaggio  in  Ispagna  del  signor  Zomarraga. 
Puebla  e  Xalisco.  Relazione  del  Cacico  Yanzecall.  11  Francescano  Fr.  Martino  di  Gesù,  fondatore 
della  Provincia  di  Mechoacan,  s' imbarca  in  cerca  di  Gentili.  Nuove  sco|)erte  dei  capitani  del  Guzman. 
Condotta  degli  Almendes,  Chiriuos  e  Angulo.  Successo  di  Hurlado  di  Mendoza.  Fondazione  dei 
Cx)nvento  di  Zapotlan,  e  altre  Dottrine,  ossia  Missioni.  Arrivo  de' Padri  Agostiniani  nella  Nuova 
Spagna.  Provvedimenti  in  favor  degli  Indi.  Descrizione  della  Nuova  Spagna.  Provincie  e  Vescovadi. 
L'illustrissimo  Ximenes  Vescovo  di  Guazacoalco.  Morte  di  Clemente  VII.  Elezione  di  Paolo  IIL  Morte 
di  Fr.  Martino  da  Valenza.  Primo  Viceré  della  Nuova  Spagna.  Casa  di  Moneta.  Nuno  de  Guzman 
ruba  una  nave  al  Cortes.  Popoli  della  giurisdizione  di  T/itaquaro  e  Taximaroa.  Fondazione  del 
Convento  di  Etzallan. 

Tom.  X.  Libro  II  della  Cronaca  di  Mechocean,  in  18  rapitoli.  Erezione  della  Custodia  e  del  Vescovado 


VEGA  617 

di  Mechoacan.  Visita  del  signor  Quiroga.  Memoriale  dei  Conventi  di  Mechoacao  e  saoi  Custodi. 
Fondazione  di  Acambaro.  Conquista  dei  Teules.  Residenza  di  Nufio,  e  prigionia  di  Don  Laiz  di 
Castiglia.  Istruzioni  per  il  governo  della  Nuova  Spagna  e  Gallizia.  Fondazione  del  Convento  di  Santa 
Cruz  in  Messico,  fatta  dai  Caciquì.  Fine  di  Nuno.  Governo  del  Licenziato  Perez  nella  Nuova  Gallizia. 
Lettere  apostoliche  sopra  la  ragionevolezza  degli  Indi.  Scoperta  del  Nuovo  Messico.  Convento  di 
Etzatlan.  Fondazione  degli  Agostiniani  in  Tiripitos.  Traslazione  a  Patzguaro  delia  chiesa  cattedrale. 
Spedizione  di  Vasco  Coronado.  Fondazione  del  Convento  di  Xalisco.  Sollevamento  di  vari  popoli  nella 
^uova  Gallizia.  Servigi  de' Missionari  Francescani.  Disgraziata  morte  di  Alvarado.  Vittoria  degli 
Spagnuoli  in  difesa  di  Guadalaxara.  Progressi  di  Vasques  Coronado,  e  suo  ritorno  a  Messico.  Vittorie 
ilei  Viceré  don  Antonio  de  Mendoza  sopra  I  ribelli  della  Nuova  Gallizia.  Fondazione  di  Valladolid. 
Travagli  de'  Padri  Francescani  da  Segovia  e  da  Bologna  nella  paciflcazione  de'popoli  sollevati.  Miniere. 
Unione  delle  Religioni  per  la  migliore  amministrazione.  Francesco  di  Sandoval  visitatore  della  Nuova 
Spagna.  Turbazione  del  regno.  Mediazione  delle  Religioni  per  la  sospensione  delle  nuove  leggi.  Litigio 
grande  tra  i  Mitres  di  Messico  e  Mechoacan.  Conquista  di  Queretaro. 

Tom.  XI.  Continuazione  del  libro  II  della  Cronaca  di  Mecheocan,  e  principi!  del  III,  in  13 
rapitoli.  Relazione  del  Cacico  don  Luis.  Peste  in  Mechoacan.  Xalisco.  Fondazione  di  ospedali. 
Erezione  delle  Metropoli,  Messico,  Lima  e  San  Domingo.  Miniere.  Fondazione  del  Convento  di 
Amacucca.  Morte  del  Cortes.  Reale  Udienza  nella  Nuova  Gallizia.  Miniere.  Fondazione  di  San  Michele 
il  Grande.  Morte  di  Paolo  HI,  ed  elezione  di  Giulio  III.  Fondazioni  de' Francescani  in  Gallizia  e  di 
Qaitinos  in  Mechoacan.  Successi  nella  Nuova  Galizia.  Fondazione  dell'  Università  in  Messico.  Ordinanza 
per  la  fondazione  di  Monasteri.  Fondazione  dell'ospedale  reale  di  Messico.  Entrate  Apostoliche. 
l*:rezione  della  chiesa  di  Mechoacan  in  Paztguaro.  Bolle  di  approvazione.  Morte  di  Giulio  III.  Ele- 
zione di  Marcello  li.  Sua  morte,  ed  elezione  di  Paolo  IV.  Morte  di  Carlo  V,  e  del  fondatore  Fr. 
Martino  di  Gesù.  Miniere.  Morte  del  primo  Vescovo.  Successione  dell'illustrissimo  Ayala.  Reale 
Udienza  e  Sede  episcopale.  Morte  di  Paolo  IV,  ed  elezione  di  Pio  IV.  Bolle  e  Brevi  per  erezioni  di 
Cattedrali.  Popolo  delle  Miniere  de  los  Ranchos.  Fondazione  della  città  del  Nome  di  Dio.  Altri 
Brevi  pontifici,  e  conquista  di  Copala.  Fondazione  dì  Guadiana  e  San  Sebastiano.  Martirio  di  Padri 
Francescani.  Morte  del  Viceré  e  del  signor  Ybarra.  Fondazione  degli  Agostiniani  in  Guadalaxara. 
Beai  Cedola  perchè  le  Udienze  non  facciano  informazioni  pubbliche  nò  scerete  contro  i  Religiosi. 
Qui  finisce  il  II  libro  della  Cronaca,  e  comincia  il  III;  con  alcune  avvertenze  per  la  descrizione  del 
regno  di  Mechoacan,  ove  anche  si  dà  ragione  di  alcune  produzioni ,  che  servivano  di  comune  alimento 
nei  Tarascos.  E  finisce  l'opera,  perchè  l' Autore  colto  da  morte  non  potì^  compirla. 

Tom.  XII.  Cronaca  Messicana  per  don  Fernando  Tezozomoc,  in  113  capitoli.  Origine  dei 
Messicani.  Loro  stabilimento  in  Tenuchtitlan.  Contrarietà  in  cui  s' avvengono.  Progressi.  Monarchia. 
Guerre.  Conquiste.  Vicissitudini.  Preziose  notizie  dei  loro  re.  Statue.  Lor  valore.  Costumi.  Politica. 
Utensili.  Vestiari  ed  altre  opere  di  magnificenza.  Religione.  Idoli.  Sacerdoti.  Solennità.  Sacrifici  di 
schiavi.  Onori  ai  militari  morti  in  guerra.  Arrivo  del  Cortes.  Tristezza,  abbattimento,  e  coraggio  di 
Moctzuma.  Genio  e  carattere  Messicano. 

Tom.  XIII.  Storia  Chichimeca  per  don  Ferdinando  de  Alva  Ixtlilxochitl,  in  9t  capitoli.  Crea- 
a:ione  del  mondo,  e  sue  quattro  età  secondo  gli  storici  Messicani.  Origine  della  nazione  Tulteca. 
Suol  re,  capi  e  popolazioni.  Arrivo  di  Xolotl  alle  terre  de  Tnltechi  e  degli  Aculhuas,  Tepanecas  e 
Otomites.  Ripartimento  di  terre.  Matrimoni.  Discendenza.  Altro  ripartimento  di  popolazioni  e  Provincie 
che  fece  Xolotl.  Sua  morte.  Regno  di  Nopaltzin.  Tlotzin.  lumanantzin.  Arrivo  de'  Messicani.  Guerre 
civili  tra  i  Chichimechi.  Popolo  di  Chimalpanecas  in  Tescuco.  Guerre  tra  gli  Azcapuzalcos  e  i  Messicani. 
Successione  nel  regno  degli  Gulhuas,  e  morte  di  Techotlalatz.  Successione  di  Ixtlixochitl.  Rivoluzioni 
dell'  Impero,  eccitate  da  Tezozomoc  e  da'  Messicani.  Diritti  del  principe  Nezahualcoyotzin.  Guerre  tra 
Ixtlilxochitl  e  Tezozomoc,  che  chiede  tregue  senz'animo  di  osservarle.  Ritiro  di  Ixtlilxochitl  alle 
montagne,  e  sua  sventurata  morte.  Ripartimenti  di  terre  .  Patrimonio  de' Chichimechi ,  che  fece 
il  tiranno  Tezozomoc,  e  sua  morte.  Entrata  di  Maxtla  nel!'  Impero.  Morte  del  suo  fratello  Tayatzin,  e 
prigionia  di  Chimalpopoca  re  di  Messico.  Travagli  di  Nezahualcoyotzin,  perseguitato  dal  tiranno. 
Morte  di  Chimalpopoca  e  Tlacateotzin.  Il  regno  di  Tlatelolco.  Nuore  persecuzioni  di  Nezahualcoyotzin. 
Sue  peregrinazioni  e  racqnisto  delP  impero.  Oppressione  de'  Messicani  per  opera  del  tiranno  Maxtià. 
Mossa  a  favore  de'  Messicani  di  Nezahualcoyotzin,  che  gridano  re  di  Tescuco  Acoihuacan,  e  imperatore 
de  Chichimechi.  Sua  guerra  contro  Yzcoatzin  re  di  Messico.  Restituzioni  clìe  fece  Nezahualcoyotzin  delle 
lor  signorie  al  Aculhuas.  Palazzi.  Descrizione  delle  loro  case.  Dei  loro  templi.  Loro  leggi,  e  zelo  per  la 


618  VECA 

Kìnstizia.  Ampliazione  delle  terre  della  signoria  di  Tlascala.  Morie  di  Yzecatzin.  Suo  successore.  Guerre 
con  le  Provincie  lontane.  Fame  e  mortalità.  Principli  delle  guerre  di  Tlascala,  Huetzotzinco  e  Choiulam, 
contro  V  Impero.  Case.  Boschi.  Giardini  di  Nezahualcoyotzin,  e  sua  tomba  in  Ascalxochitzin.  Figli,  e 
morte  del  principe  Tezahpintzintli.  Vittoria  contro  la  provincia  di  Chalco  per  mezzo  dell*  infante  Azo- 
queulzin.  Nascita  del  principe  Nezahualpìli.  Morte  del  Re  di  Messico,  ed  elezione  d'un  altro.  Detti,  profezie 
e  sentenze  di  Nezaliualcoyotzin.  Fatti  di  Acateualzin  e  morte  dellMmperatore  Nezahualcoyotzin.  Diritti,  e 
coronazione  di  Nezahualpilzimtli.  Guerre.  Conquiste  e  morte  di  Xibuitltemoc,  signor  di  XpchimUca 
Morte  di  Axacayatzin,  e  sua  successione.  Spedizione  di  Nezahualpitlzimtli  contro  alcuni  popoli  e  Pro- 
vincie del  Sud.  Grandezza  delle  case  e  dei  templi.  Loro  figli.  Mogli  e  concubine.  Morte  di  Tzocotzicatzin. 
Sua  successione.  Spedizioni  militari  di  Nezahualpilzintli  nelle  Provincie  del  Sud.  Compimento  del 
maggior  tempio  di  Messico.  Morte  del  Re.  Suo  successore.  Guerra  fortunata  di  Nez&hualpiltzintii 
contro  Huehuetzin,  signor  di  Huetzozinco.  Fatto  singolare  di  un  cavaliere  discendente  dalla  casa 
di  Tescuco.  Guerre  e  conquiste  dell'Impero  sopra  lontane  nazioni.  Severo  castigo  dato  da  Nezahualpil- 
zintli alla  Regina  adultera.  Altre  conquiste  dell'  Impero.  Grande  inondazione  di  Messico.  Nezahaalpil- 
zintii  compone  le  discordie  dei  fratelli,  egastiga  esemplarmente  i  suoi  figli.  Giustizia  e  legislaziofie  di 
Nezahualpiltziotii.  Nascita  di  Ixtlixochitl  e  sua  fanciullezza.  Morte  di  Abuitzoatzin  re  di  Messico. 
Elezione  di  Moctzuma  secondo.  Vari  successi .  Segni  della  distruzione  dell'  impero.  Ribellione  di 
alcune  provincia  Crudeli  arbitri  di  Moctzuma  per  rendersi  padrone  di  tutto  l' impero.  Morte  di 
Nezahualpilzintli,  e  discordia  tra' suoi  figli  rispetto  alla  successione.  Principii  della  conquista.  Successi 
del  Cortes  sino  a  Vera  Cruz.  Providenze  di  Moctzuma.  Il  Cortez  in  Villa-Ricca.  Abbruciamento  delle 
navi.  Partenza  del  Cortes  per  Messico.  Il  Cortes  in  Tiascala.  Suo  viaggio  a  Messico  sino  alla  prigionia 
di  Moctzuma.  Risentimento  di  Cacama.  Andata  di  Utliixochitl  per  consegnarlo  al  Cortes.  Obtie- 
dienza  di  Moctzuma  e  degli  altri  signori  al  Re  di  Casliglia.  Arrivo  di  Panfilo,  di  Pietro  de  Alvarado 
0  dei  loro.  Mettono  a  morte  la  nobiltà  Messicana;  e  gli  Indi  irritati  li  fanno  fuggire  precipitosamente 
dalla  città.  Morte  di  Moctzuma,  Cacama  ed  altri  signori.  Ritirata  del  Cortes  a  Tlascala.  Morte  del 
re  di  Messico.  Elezione.  Viaggio  dti  Cortes  sino  al  Messico.  Battaglia  di  Ixtapalapam.  Guerra  di 
Acapuchtlan.  Visita  del  Cortes.  Messico  intorno  alle  sue  lagune.  Battaglia  di  Hayacapa.  Guerra  dì 
Xochimilco.  Postura  di  Messico  per  acqua  e  per  terra,  e  vittoria  dei  navigli  nella  laguna. 

Tom.  XIV.  Memorie  di  Messico.  Gradi  della  città  di  Messico.  Sua  fondazione  e  governo  nel 
gentilesimo.  Etimologia  del  nome  Messico.  Conquista.  Grandezza  dì  Messico  in  sua  gentilità.  Morte 
dei  Cortes.  Primo  libro  stampato  in  Messico.  Divisione  dell' America.  Estensione  della  Settentrionale. 
Opinione  sopra  l'origine  dogli  Indi.  Provviste  di  Messico.  Inondazioni.  Edifici  politici  e  sacri.  Ponti 
sull' ac(]ua.  Estensione  dell'  Impero  Messicano.  Grandézza  di  Moctzuma.  Immagini  e  Santuari  della 
Vergine  di  Giiadalupe  e  de  los  Remedios.  Collegiata  di  S.  M.  di  (luadalupe.  Esemplare  previdenza 
dell'  illusi  rissimo  Moya,  e  peste  in  Messico.  Erezione  e  dedicazione  della  Cattedrale.  Filippo  di 
Gesù,  e  clausola  singolare  del  testamento  di  sua  Madre.  Estensione  dell'  Arcivescovado  Messicano. 
Curali  chierici  in  (|uesto  Arcivescovado  l'anno  1719.  Provincie  di  Francescani  nell' Americji  Setten- 
trionale. Stabilimento  de'  Padri  Francescani  Osservanti.  Vestali  Messicane.  Fondazioni  di  Domenicani, 
Agostiniani,  Ippolilini,  e  Gesuiti.  Scuole  pubbliche  e  seminarii  per  istruzione  della  gioventù.  Fondazioni 
de*  RR.  PI».  Carmelitani,  Mercenari  Scalzi,  San  Giovanni  di  Dio,  Bellemili  e  Benedettini.  Altre  notìzie. 

Tom.  XV.  Memorie  per  la  storia  di  Sinaloa.  Spedizioni  apostoliche  de' Padri  Gesuiti  nella 
provincia  di  Sinaloa.  Bolla  descrizione  di  quei  monti,  fiumi,  piani,  boschi.  Frutta  di  coltura  e  produ- 
zioni selvatiche.  Genio,  usi,  costumi,  lìngue,  guerre  e  superstizioni  delle  nazioni  barbare.  Stabili- 
menti delle  Missioni.  Inquctudini.  Governo.  Avanzamenti,  societ^i ,  polizìa.  Arte  degli  indovini. 
Congiuro.  Ribellioni.  Decadenza  della  Religione.  Apostasie  degli  Indi.  Ingratitudine  e  crudeltà  dei 
loro  ministri.  Perìcoli  e  combattimenti  delle  armi  cattoliche.  Trionfi.  Castighi  ai  ribelli.  Abbattimento 
e  successione  di  gentili.  Imprese.  Travagli.  Morti.  Costanza  e  zelo  de' Missionari.  Eccellenti  condizioni 
di  quella  cristianità. 

Tom.  XVI.  Materiali  per  la  storia  della  Sonora.  Nome  della  Sonora.  Termini  e  confini.  Fiumi. 
Rivi.  Terreno.  Temperatura.  Fertilità.  Frutta  e  greggio.  Animali  selvatichi .  insetti,  uccelli,  pro- 
duzioni medicinali.  Nazioni  degli  Indi.  Genio,  lingua  carattere.  Loro  antichità.  Idolatrie.  Indovini. 
Superstizioni,  credenze  e  abusi.  Riti,  cx»stumì,  cerimonie,  guerre,  medici,  cure.  Gli  Opatas,  gli  Eudeves, 
e  gli  Jovas.  Indi  dell'  alta  e  bassa  Pimeria.  Seris  e  loro  confederali.  Nazione  Apache.  Antiche  MissiODi. 
Popoli  deperiti.  Chiese  e  scuole  delle  Missioni.  Governo  ecclesiastico  e  politico.  Miniere.  Popolaziooi 
e  luoghi  spopolati.   Reali  presidii.  Mezzi  per  evitar  la  rovina  della  Sonora.  Stato   della  Sonora  il 


.* 


VEGA  619 

4730.  Sollevazione  dell'  Indiano  Munì.  Relazioni  e  progetti  di  Ferdinando  Sancbez  Salvador.  Ostilità  dei 
Seris,  e  pericolo  della  provincia.  Miniere  d'oro  in  Sayopa.  Pezzo  d'argento  di  31  pesi.  Insti tuzioni 
«lei  signor  Croix.  Missioni  del  Collegio  di  Santa  Croce  di  Queretaro.  Governo  spirituale  e  temporale. 
L'alta  e  bassa  Pimeria.  Missioni  di  Nevomes  il  1658.  Conversioni  degli  Splnas  l' anno  1690.  Stato 
della  Primeria  il  1697.  Vittoria  dei  Pimas  coatro  i  nemici  della  provincia  di  Sonora.  Nostra  Signora 
de  los  Remedios  de  la  Pimeria.  Entrata  dalla  Sonora  sino  al  Nord-ovest  della  California.  Missioni 
Tanno  1724  e  1727.  La  Pimeria  il  1740.  Entrata  nei  fiumi  di  Gila  e  Colorado.  Istruzioni  di  Gallardo 
.il  Colonnello  Ortis.  Providenze  di  Vildosola. 

Tom.  XVII.  Continuazione  dei  materiali  per  la  storia  della  Sonora.  Varie  providenze.  Haneherias 
della  Vega  e  de'flumi  Gila  e  Colorado.  Pitture  sopra  pietre.  Donne  Ymnas  uccise  con  frecce.  Sollevamento 
della  Pimeria.  Luigi  del  Saries  Generale  della  cospirazione.  Morte  dei  Padri  Tello  ed  Enrico  Roen. 
Incendio.  Profanazione  delle  chiese  e  de'  vasi  sacri.  Mossa  di  Menocal  contro  i  sollevati.  Distruzione  di 
tre  Missioni,  e  di  altri  popoli  della  Valle  di  San  Luis.  Spedizione  di  Aribac.  Procedimenti  di 
Parilla.  Giustificazione  della  condotta  de'Missionarì.  Assalto  al  Peilol  del  Cierro  prieto  per  raggiungere 
i  Seris,  ed  altre  spedizioni  di  Giovanni  di  Mendoza.  Campagne  contro  gli  Apaches.  Vita  errante  di 
questa  nazione.  Riconoscimento  e  descrizione  della  Barranca  di  Talarrequa.  Spedizione  contro  i 
Seris.  Tre  corpi  umani  secchi  e  colpiti  di  frecce  sotto  i  rami  di  differenti  alberi.  Ritirata  degli 
Spagnuoli.  Vari  successi  nelle  Missioni.  Ostilità  degli  Apaches  nella  giurisdizione  di  Oposua.  Fuga 
degli  Indi  Sububapas.  Diligenze  del  capitano  don  Lorenzo  Gancio.  Nuovo  presidio.  Corse  contro 
l' Apache  di  D.  Antonio  Vildosola.  Barbare  ostilità  dell'Apache.  Memorie  della  fondazione  del  governo 
di  Sioaloa,  Caliaean,  Ostumuri  e  Sonora.  Sollevamento  degli  Yaquis  e  Mayas  capitanali  da  Calisto. 
Monti,  incendi!,  stragi  e  pericoli  nella  provincia  di  Ostimuri.  Fuga  notturna  di  Huidrobo.  Governo 
interino  di  Vildosola.  Gallardo  Inquisitore.  Governo  di  don  Di**go  Parrilla.  Suo  successore  don 
Diego  di  Arce  y  Arroyo.  Governo  di  Mendoza.  Sue  infelici  spedizioni  contro  i  Seris,  i  quali  l'uc- 
cidono a  colpi  di  frecce.  Governo  di  Tienda  del  Cuervo.  Il  Governatore  don  Giovanni  di  Pineda. 
Spedizione  di  Elizondo  contro  i  Seris.  Governi  di  Corbalan,  Sastre  e  Crespo.  Divisione  delle  Provincie 
interne  del  Viceregnato.  Il  comandante  generale  cavalier  de  Croix.  Scoperte  del  capitan  Marge.  Diario 
per  nuove  terre  de' Gentili,  del  R.  P.  Eusebio  Franceseo  Klno. 

Tom.  XVllL  Lettere  importanti  per  illustrare  la  storia  di  Sinaloa  e  Sonora.  Espongono  queste 
lettere  lo  zelo  e  la  vigilanza  de' superiori  per  assicurare  le  frontiere,  provvedere  alle  neces.sità, 
soffocar  le  sedizioni,  e  reprimere  l' audacia  dei  barbari .  Le  lacrime  di  quelle  Provincie  per  il  ca- 
stigo distruggitore  degli  Apaches,  le  invasioni  continue  dei  popoli ,  1'  oppressione  de*  loro  abitanti, 
gli  incendii  delle  case,  la  distruzione  delle  semenze,  il  rapimento  delle  greggie,  i  rubamenti  e  le 
morti  e  le  turbazioni  suscitate  dai  selvaggi.  Loro  ardiri,  passione  per  la  caccia,  scorrerie,  e 
sanguinose  trucidazioni.  Condotta  degli  incivilitori,  loro  massime,  intelligenza,  consìgli,  precauzioni, 
subordinazione,  valore,  spedizioni,  fatiche.  Finalmente  parlano  dell'  avanzamento  delle  Missioni  e  della 
Religione  per  l'attività  e  l'esempio  de' loro  Ministri. 

Tom.  XIX.  Documenti  per  la  storia  della  Nuova  Discaglia.  Descrizione  della  Nuova  Discaglia. 
Gradi  di  longitudine  e  latitudine  e  confini.  Nazioni  che  l'abitano.  Popolazione,  temperamento  e 
miniere.  Gli  Apaches  e  i  Faraones.  Loro  armi.  Crudeltà  e  vesti.  Fertilità  di  Durango.  Santuario 
di  Guadalupe.  Immagine  di  Gesù.  Miniere  di  Avinito  e  Parras.  Stabilimento  della  Compagnia 
di  Gesù.  Indi  della  Laguna.  Vita  e  costumi  dei  Tepehuanes.  Fondazione  delle  Missioni.  Loro  frutti 
e  progressi.  Popolazione  di  S.  Maria  nella  Valle  di  Parras.  Conversione  dei  Zacatechi.  Ordine  dei 
catechismo.  Triste  canto  e  balli  degli  Indi  intorno  alle  sepolture.  Inumanità  dei  Pachos.  Moritz  di 
un  Indiana  in  difesa  di  sua  castità.  Ministero  de'  Padri  Gesuiti  tra  gli  Acaxes.  Conversioni,  battesimi  e 
chiese.  Apostoliche  fatiche  del  Padre  Santaren.  Distruzione  di  molti  idoli  della  Laguna  e  del  fiume 
de  las  Nazas.  Sterilità  del  terreno.  Nuove  popolazioni.  Sollevamento  degli  Indi  Parras.  Strane  figure 
degli  idoli.  Balli  con  il  capo  di  cinghiali.  Effetti  della  divina  predestinazione  nei  Gentili.  Cometa,  e 
superstizioni  degli  indovinL  Epidemia  del  vainolo,  e  carità  de*  Missionari.  Spedizioni  contro  Gorgojito 
e  sua  morte.  Descrizione  della  Quebrada  di  Guarisanie.  Suoi  abitanti,  frutta,  vestimenta,  piume,  case 
e  fortificazioni.  Gli  Humnes  chiedono  la  pace,  e  il  Governatore  la  concede  a  certe  condizione  Mechisua 
persuade  a  pigliar  le  armi  in  favor  degli  Spagnuoli  gli  Indi  di  Yamoriba  e  Zamospitua.  Fuga  dei  Tepe- 
huanes. Perdono  di  quelli  di  Guapijujo.  Scorrerie  In  cerca  dei  Tepehuanes.  Fortunata  pace  con  gli 
Humnes.  Ostilità  della  nazione  Tobosa.  Mos.sa  contro  di  essi  del  capitano  Berraza  senza  successo.  Con- 
federazione di  sei  nazioni  con  i  Tobosos.  Sollevamento  generale  dei  Gonchos.  Muoiono  di  colpi  di  frecce 


620  VECA 

Ligaran  e  Labado.  I  Francescani.  Incendio .  Profanazione  di  chiese,  di  altari,  di  calici,  e  sangaiDOte 
morti.  Disastri  nel  popolo  di  San  Pietro.  Sollevamento  degli  Indi  della  Valle  di  San  Bartolommeo. 
Disordini  dei  Ministri  secolari  Nupve  ostilità  degli  Indi.  Loro  Unte  paci.  Supplizio  di  alcani 
Salineros  ribellatisi.  Sollevamento  degli  Tarahamares.  Parte  dal  Parai  11  Generale  PernaDdez,  e 
castigo  senza  effètto.  Muovono  contro  il  Barbaro  11  Capitano  Barraza  e  il  Gorematore  Taxanto. 
Sorpresa  di  tre  spie  dei  nemico.  Giunta  di  guerra.  Scorrerie  per  la  Sierra,  Morte  di  dicci  nemici ,  e 
prigionia  di  ventisette.  Ardire  e  fuga  degli  altri  Parahumares.  Alcuni  chiedono  la  pace  presentando  la 
testa  di  don  Bartolomeo ,  uno  dei  capi  de'  ribelli,  e  paciflcazione  della  terra.  Fondazione  della  città 
di  Aguilar.  Fondazione  di  una  nuova  Missione  fatta  dal  Padre  Godinaz.  Il  quale  muore  attraversato 
da  frecce  appiedi  della  Croce  del  Sementano.  Combattimenti  con  gli  omicidi.  Ritirata  degli  Spagnaoli, 
Campagna  del  Governatore  Taxardo.  Sue  ferite  e  pericoli.  Ristoramento  della  Missione  distratta, 
fatta  dal  Padre  Giacomo  Basilio.  Cospirazione  dell'  Iiidlo  Tiporaca.  Assalto  che  dà  co*  saoi  alla  città 
di  Aguilar.  Incendio,  rovina  della  città  e  morte  del  Capitano  spagnuolo.  Colpiscono  di  frecce  il 
Padre  Giacomo  Basilio,  che  muore  affisso  di  un  braccio  alla  Croce.  Fuoco  appiccato  alla  chiesa  e  alle 
case  della  città.  Pericolo  dì  altre  Missioni.  Mosse  del  Governatore.  Vari  incontri,  in  cui  vincono 
gli  Tarahuamares.  Loro  resistenza  nel  Peilol  di  Pisaguigi.  Pace  e  supplizio  di  Tiporaca.  Progressi 
delle  Missioni  tra  i  Tarahuroares.  Missioni  di  Casas  Grandes.  Patronato  di  San  Francesco  Xaverio 
nella  Nuova  Biscaglla.  Entrata  de' Padri  Gesuiti  in  Papigoche.  Convinzioni  dei  genttili,  e  altri  vari 
successi.  Missioni  dei  Conchos  e  altre.  Missioni  dei  Padri  Gesuiti  nella  Nuova  Biscaglla  Panno  1678. 

Tom.  XX.  Continuazione  dei  documenti  per  la  storia  della  Nuova  Biscaglla.  Riconoscimento 
delle  terre  dei  Gentili  l'anno  1704.  Disegno  e  spedizidni  contro  di  essi.  Popolazioni  e  progetti  di  don 
Manuel  Santa  Cruz,  (ìovematore  della  Nuova  Biscaglla.  Visita  delle  Provincie  de* Tarahuroares,  fatta  dal 
Padre  Giovanni  di  Guendulain  l' anno  1735.  Studii  del  Collegio  di  Durango.  Sua  fabbrica.  Ministeri. 
Introduzione  della  divozione  della  SS.  Trinità.  Fatti  di  ediflcazlon^.  Consegna  di  SS  Missioni  della 
Compagnia  di  Gesù  al  Vescovo  di  Durango.  Tristi  condizioni  della  Nuova  Discaglia  P  anno  177t. 
Missioni  della  Sierra-Madre,  di  Tarauhmara,  Tepoguana  e  Pima,  amministrate  da'  Francescani.  Lon- 
gitudine, latitudine,  situazioni,  flumi,  temperamenti,  animali,  frutta.  Mineralogia.  Indi.  PopolL 
Agricoltura.  Missioni  della  giunta  de  los  Bios  Antiguos.  Progressi  della  fede  nelle  Serranie  di  Topia. 
Paciflcazioni.  Convenzioni  per  il  Padre  Ernando  de  Santaren  e  il  capitano  Diego  Avita.  Idolatrie 
degli  Indi  di  San  Telmo,  Naspeces,  Huexupa,  e  Tecuspa.  Si  bruciano  in  pubblico  i  loro  idoli.  Ossa  e 
cadaveri.  Hldu7Jone  dei  Moscus  e  Zaycus.  Idoli  di  Tccuaytas  e  di  Coapa.  Battesim:>  del  cacico  don 
Diego.  Soltomissionc  dpp;li  Indi,  e  casa  dipinta.  Un'Aquila  rralo  tra  i  loro  idoli  dolla  Quthraàa.  Riunione 
di  vari  popoli  in  uno.  A;jrj;n'a:a/.ione  dei  popoli  Topisihnilc  e  Macabrcs  a  quello  di  Ocalitlan,  Unione 
dei  popoli  Aibupae  Oocxpa.  Ualtcsimi,  malrimoni  e  numero  degli  abitanti  ne' delti  popoli  Tanno  ICOiì. 

Tomo  XXI.  Stabilimento  e  proj^resso  delle  Missioni  dell'antica  l'alifornia.  Spedizioni  del  (A)rtei 
per  scoprire  la  OUifornia.  Viaggi  di  Alar^on  e  Sebastiano  Viscayno.  Scoperta  dei  porto  di  Monter- 
rey.  Morte  di  Sel)astiano  Viscayno.  Registro  di  Yturl)e.  Bosco.  Spedizioni  di  Ortega,  Carboneli,  Qa- 
sanate,  Pinadero,  e  Susenilla.  Successi  dell'Ammiraglio  Olondo.  Dittarne  del  Padre  Kino.  Diligenze  del 
V.  Padre  Salvalierra  per  la  conquista  della  California.  Suo  stal>ilimento  in  essa.  .Assalto  degli  Indi. 
Vittoria  degli  Spagniioli.  Principii  del  catechismo.  Cerimonie  degli  In<li  con  gli  infermi  e  defunti. 
Loro  ln<iuietudini.  Progressi  della  Fede.  Entrala  in  Londo  del  Padre  Salvalierra.  Scoperte  di  Vige. 
Pubblico  castigo  d'un  vecciiio  sacerdote  gentile. Tumulto  del  capitano  llores.  Popolo  di  San  France- 
.Hco  Xaverio.  Mostro  marino.  Lotte  dei  Laymones  e  Moixjues.  Mezzi  politici,  economici  e  spirituali 
che  praticò  il  V.  P.  Salvalierra  per  la  conversione  della  California.  Rinuncia  del  capitano  Fortule- 
ro.  Perdita  della  fregala  di  San  Firmino.  Giuochi  e  balli  degli  Indi.  Il  Padre  Giovanni  Ugante 
recasi  in  California.  Viaggio  alla  Sonora  del  Padre  Salvalierra.  Morte  di  I).  Pietro  Gii  della  Sierpe. 
AHot  di  San  Giuseppe  della  Giganla.  Diario  del  Padre  Salvalierra  per  scoprire  la  California.  Scoperta 
di  nazioni  sconosciute.  Sollevamento  degli  Indi  nelle  Missioni  di  San  Francesco  Xaverio.  Sono  paci- 
llcati  dal  Padre  Uganle.  Fame  nel  KtaX  di  Loreto.  Nuove  Ribellioni  in  San  Francesco  Xaverio.  Diligenze 
in  Messico  del  Padre  Picolo.  Rappresentazioni  del  P.  Salvalierra  ywr  il  congiungimento  delle  Missioni 
della  California.  Cedole  e  dispacci.  11  Padre  Salvalierra  Provinciale  della  sua  Compagnia  nella  Nuova 
Spagna.  Promove  l' industria  del  Padre  Ugante.  Il  P.  Provinciale  visita  le  Missioni  della  California.  Sue 
provvidenze.  Missioni  di  Siqui,  Santa  Rosalia  e  Dolores.  Ritorno  del  P.  Salvalierra  in  California.  Sue 
fatiche  nelle  terre  dei  Seris.  Epidemie  e  vainolo.  Morii  nelle  harancat.  Perdita  del  barco  del 
Rosario.  Malaugurata  spedizione  del  Padre  Salvalierra.  Sua  morte  in  Guadalaxara.  Furioso  temporale 


VEGA  fisi 

in  California  e  suoi  danni.  Fondazione  della  Missione  della  Parissima  fatta  dal  Padre  TaramaL  Co- 
struzione di  un  arco  per  il  Padre  Ugante.  Missioni  della  Paz  e  di  Guadalupe.  Viaggio  marittimo 
del  Padre  Ugante  per  segnare  le  coste  della  California,  e  scoperta  di  tre  porti.  Missioni  di  San  Jago 
e  di  Sant'  Ignazio.  Religioso  valore  del  Padre  Luyando.  Vaiuolo  nella  Missione  di  Sant'  Ignazio.  Fati- 
clie  del  Missionario.  Progressi  della  Missione  dei  Dolores.  Sollevamento  degli  Indi  del  Sud.  Muore  il 
Padre  Carranco,  colpito  di  frecce.  Morti  nella  Missione  di  tutti  i  Santi.  Fondazione  di  un  presidio  nel 
Sud.  Viaggio  del  Padre  Gonsag.  Nuove  inquietudini  nel  Sud.  Missioni  di  Santa  Geltnide.  Furioso 
temporale.  Stato  delle  Missioni  di  San  Francesco  Xaverio  e  di  Loreto  Tanno  1762. 

Tomo  XXII.  Notizie  della  Nuova  California.  Partenza  dei  Padri  del  Collegio  Francescano  di  S. 
Ferdinando  di  Messico.  Loro  Missione  in  Tepic.  Viaggio  alla  California.  Distribuzione  de'Religiosi  per  ic 
Missioni.  Arrivo  del  signor  Visitatore  e  sue  disposizioni.  Successi  della  California  dopo  la  partenza  del 
signor  Visitatore.  Viaggio  del  Padre  Ramos.  Arrivo  del  Governatore  don  Matliias  de  Annona.  Congiungi- 
mento della  Missione.  Rappresentanza  del  signor  Visitatore.  Sollevamento  degli  Indi  di  Tutti  i  Santi. 
Stato  delle  Missioni  delT  antica  California  de'  Padri  Domenicani.  Partenza  dei  Padri  Fernandini  per 
il  Nord.  Partenza  della  nave  San  Carlos  per  il  porto  di  San  Diego.  Viaggio  del  primo  tratto  della 
spedizione  di  terra.  Viaggio  del  secondo  tratto.  ì'ondazione  della  Missione  di  San  Fernando  in  Bel- 
licata.  Congiungimento  di  ambe  le  spedizioni  in  San  Diego  e  Monterrey.  Provvidenze  di  sua  Eccel- 
lenza. Fondazione  della  Missione  di  Sant'Antonio  nella  Canada  de  los  Robles.  Traslazione  della  Mis- 
sione di  San  Carlo  alle  spiagge  del  flume  Carmelo.  Fondazione  della  Missione  di  San  Gabriele  .arcan- 
gelo. Registro  del  Porto  di  San  Francisco.  Fondazione  della  Missione  di  San  Luigi  Vescovo. 

Tomo  XXIU.  Continuazione  delle  notizie  della  Nuova  California.  Rappresentazione  e  giunta  di 
Guerra.  Regolamenti  per  la  California.  Nuovi  stabilimenti  in  Monterrey.  Fondo  pio  della  Missione. 
Spedizione  per  terra  dalla  Sonora  Uno  alle  Missioni  di  Monterrey.  Spedizione  marittima.  Stato  delle 
5  Missioni.  Registro  delle  Cereanioi  del  Porto  San  Francisco.  Spedizioni  di  terra  per  discoprire 
il  porto.  Nuovi  stabilimenti  nella  California  Settentrionale.  Spedizione  marittima  sino  al  grado  58 
delle  coste  del  Mar  Pacifico.  Viaggio  per  terra  al  Porto  di  San  Francesco.  Viaggio  delle  navi  a 
San  Blas.  Nuova  Missione  tra  San  Diego  e  San  Gabriele.  Martirio  del  P.  Fr.  Luigi  Jayme.  Tragedia 
nella  Missione  di  San  Diego.  Seconda  spedizione  da  San  Giovanni  Battista  di  Anza  al  Porto  di  San 
Francesco.  Successi  di  don  Ferdinando  de  Ri  vera  in  Monterrey.  Fondazione  del  Presidio  in  San 
Francesco.  Nuovo  registro  dei  Qumi.  Fondazione  della  Missione  di  San  Francesco  nelle  Cercaniai 
del  Porto.  Avvenimenti  in  questa  Missione.  Riediflcazione  della  Missione  di  San  Diego,  e  fondazione 
di  quella  di  San  Giove n  Battista.  Missione  di  San  Luigi.  Fondazione  della  Missione  e  di  una  po- 
polazione chiamata  San  Giuseppe.  Spedizione  marittima  alle  coste  del  Mar  Paciflco  fino  al  grado 
60.  Successi  prodotti  dalla  guerra.  Funesto  avvenimento.  Il  Rio  Colorado.  Fondazione  della  Mis- 
sione di  San  Bonaventura  e  presidio  di  Santa  Barbara. 

Tomo  XXIV.  Diarii  di  viaggi  Apostolici  e  Militari.  Diario  del  Padre  Garces.  Partenza  dal  Tubac 
del  Padre  Garces.  Bando  del  Comandante.  Pimas  Gileììos  con  5  popoli  nel  distretto  di  quattro  leghe. 
Sementi.  Lagune  di  cattiva  acqua.  Rio  deir  Assun^^one.  Cocomaricopas.  Loro  semplicità  e  vesti.  Il 
capitano  Palma.  Pace  de'  Cocomoricopas  e  Jumas.  Congiunzione  del  Rio  Gila  con  il  Colorado.  Rovine 
degli  antichi  edillcii  in  Quemeya.  Nazione  Cajunche.  Sue  sementi.  Nazioni  Talicuan  e  Cucapa. 
Serranos.  Danza  particolare,  vesti,  usi,  idiomi.  Guerra,  pace,  commercio  di  varie  nazioni.  Tessuti 
di  pelo  di  coniglio  e  lontre.  Entrata  del  Padre  in  Oraybe  di  .Moquilita.  Nazioni  del  Gila  e  del 
Colorado,  e  di  quelle  disposte  a  ricevere  il  catechismo.  Disegni  per  soggettare  l'Apache.  Vie  per 
la  comunicazione  di  queste  Provincie  e  del  Nuovo  Messico  con  Monterrey.  Lettere  del  Padre  Rar- 
bastro.  Sollevamento  del  Rio  Colorado.  Profanazione  di  vasi  sacri.  Distruzione  di  tutti  i  popoli.  Mort6 
del  Padre  Garces  e  altri  tre  Missionari  Francescani. 

Diario  del  Padre  Pont  Descrizione  della  casa  grande  o  palazzo  di  Moctzuma.  Sollevazione  degli 
Indi  della  Missione  di  San  Diego.  Morte  dei  Padre  Fr.  Luigi  Jayme.  Presidio  di  San  Diego.  Missioni 
di  San  Luigi  Vescovo.  Di  Sant'  Antonio  e  di  San  Carlo.  Porto  di  San  Francesco.  Sierra  Sevada,  Cafkada 
di  San  Vincenzo.  Porto  della  Concezione.  Il  capitano  Palma.  Presidio  di  Orcasitas. 

Diario  del  Padre  Capetillo.  Città  di  Leon  e  di  Acque  Calde.  Cattiva  situazione  di  Zacatecas.  Po- 
polazione del  Gallo.  Don  Bernardo  Galvez.  Il  Comandante  delie  frontiere  di  Chiguagua.  Sconfìtta  de- 
gli Indi  nemici.  Pericoli  di  Don  Bernardo  Galvez.  Presidio  della  Nuova  Biscaglia.  Morte  in  campa- 
gna del  tenente  RonquiUo.  Sanguinosa  ostilità  degli  Apaches.  Piacer  de  oro.  Suo  prodotto  di  4000 
marcos.  Previdenze  della  giunta  di  Guerra,  Colpi  di  Ortega  contro  i  nemici.  Disegno  di  operazione 


622  VEGA 

dei  Presidi.  Corpo  volante  della  spedizione  militare.  Caduta  del  Tenente  Ochoa.  Presidio  di  San 
Giovan  Rallista.  Città  di  San  Fernando  di  Aastria.  Sua  fondazione  e  fertilità.  Presidio  di  San 
Saba.  Capitani  dei  Lipares.  Loro  governo.  Fondazione  del  Presidio  di  San  Jago  della  Monelora.  Nuove 
ostililà  dei  nemici.  Viaggio  della  fregala  Santiago  alle  coste  del  Mare  del  Sud.  Partenza  dei  San- 
Blas.  Canoti  di  Gentili.  Dà  fondo  nel  porlo.  Indi  coronati  di  erbe  e  fiori  che  celebrano  la  festa  dei  morti 
Riconoscimento  delle  Rancherias.  Atto  di  possesso  del  porto  della  Santissima  Trinità.  Rio  del  Prìncipe. 
Pesche.  Uccelli.  Quadrupedi.  Descrizione  del  Porto  delia  SS.  Trinità.  Vegetali.  La  goleta  esce  dal  porto 
e  dà  fondo.  Rischi  dei  Gentili  delle  Rancherias.  Possesso  del  terreno  in  nome  di  Sua  Maestà.  Im- 
boscata dei  barbari.  Morte  di  5  marinai  e  i7  naturali.  Loro  statura.  Armi.  Vesti.  Ornamenti.  Donne. 
La  goleta  per  molti  di  sparisce.  Ritomo  della  goleta  a  Monterrey.  Scoperta  della  Baja  delP  As- 
sunzione, e  dei  capi  di  San  Rocco  e  Frondoso.  Fondo  nel  porlo  di  Pinasco.  Scorbuto  Ira'  marinaL  La 
goleta  trova  il  porto  di  Nostra  Signora  di  Remedi.  Possesso  della  terra  in  nome  di  Sua  Maestà.  Armi 
dei  Gentili  di  questo  Porto.  Isola  di  San  Cario  e  suo  possesso.  Entrala  della  goleta  nelP  antico 
Porto  di  San  Francesco.  Accorrono  i  gentili  e  rigalano  gli  Spagnuoli  d'  una  bandiera  di  piume. 
Parte  la  goleta  dall'isola,  e  dà  fondo  in  Monterrey,  donde  torna  il  San  Blas. 

Diarii  di  Urrea  ed  altri.  Uscita  contro  il  nemico.  Funzione.  Morte  di  un  Indo.  Danze  degli  Hìaquis 
e  loro  capi.  Azione  nella  montagna.  Fuoco  del  presidio  di  America.  Altre  varie  operazioni.  Riconosci- 
mento del  luogo,  dove  si  raccoglievano  1  Seris  e  Piluas,  per  don  Giovanni  Battista  de  Anza.  Corse 
e  spedizioni  di  Vildosola,  Roman  e  Peiran. 

Diario  di  operazioni  di  D.  Giovanni  Battista  de  Anza  per  aprire  un  cammino  e  una  comuni- 
cazione dalla  Sonora  alla  California  Settentrionale  per  i  (lumi  Gila  e  Colorado.  Comincia  1'  andata. 
Popolo  del  Savit.  Sua  fertilità.  Arizona  e  sue  vene  di  argento  vergine.  Tubutama,  sue  terre  e  famiglie. 
Arene  di  oro.  Aquitoa  e  suoi  abitanti.  Presidio  di  Aitar.  Caborca  e  suoi  abitanti.  Miniere  di  argento.  Indi 
Papagas.  Lor  numero.  Estensione  e  fertilità  di  loro  terre.  Nazioni  del  Rio  Gila.  Rancheria  di  Quitobac. 
Suo  sostentamento.  Erbe.  Sonaytac  Cerro  del  Sai.  Montoni  selvatici.  Abuso  clie  fanno  delle  coma 
gli  Indi.  Relazione  del  Capitan  Palma.  Isola  della  Santissima  Trinità.  Costume  di  bruciare  i  corpi 
dei  defunti  tra  gli  Indi  del  Rio  Abajo.  Buoni  uffici  della  nazione  Yuma  con  gli  SpagnuoIL  Figura, 
genio,  colore,  armi  e  lingua  degli  Yumas.  Loro  applicazione  all'  agricoltura  e  fertilità  delle  loro  terre. 
Nazione  Cojat.  Indi  Taguechis.  Lor  carattere.  Real  di  San  Carlo.  Vene  di  argento.  Valle  amena. 
Laguna  di  Sani'  Antonio.  Arrivo  alla  Missione  di  San  Gabriele.  Fanta  Barbara  popolata  di  gentili. 
Loro  armi,  manifatture,  pesca.  Sorgenti  di  catrame.  Missioni  di  San  Luigi  e  Sani'  Antonio.  Arrivo  al 
presidio  di  Monlerruy.  Missione  del  Carmelo.  Ritorno  di  Anza  al  suo  presidio. 

Spedizione  di  Anza  per  aprire  un  passaggio  e  commercio  tra  il  Nuovo  Messico  e  la  Sonora.  Va  da 
S.  Fede  alia  Golondrinas,  esegue  il  cammino  per  varie  tribù  spopolate.  Guerra  dei  Mimbres.  Scoperta 
di  nemici.  Sua  dispersione  e  morie.  Spedizione  di  Vildosola  alla  Sierra  dei  Mimbres. 

Tom.  XXV.  Documenti  per  la  storia  ecclesiastica  e  civile  del  Nuovo  Messico.  Governo  ed  ammi- 
nistrazione delle  Missioni.  Abusi  dei  Governatori.  Fecondità.  Miniere.  Antimonio.  Saline.  Carichi  e 
servizii  personali  degli  Indi.  Difficoltà  nelle  conversioni.  Notizia  delle  Missioni  in  particolare. 
Descrizione  e  geografìa  del  Nuovo  Messico.  Longitudine,  latitudine,  contini.  Fiumi  e  ruscelli. 
Alcaldie.  Popolazioni.  Rancho»,  terre,  distanze,  pascoli,  e  numero  di  abitanti.  Apaches  e  Cumanche>. 
Bello  epilogo.  Disordini  del  Nuovo  .Messico.  Marmo  bianco,  ed  altro  con  fessure  negre.  Pietnjfazoli. 
Petrilicazioni  tra  giallognole  e  rosse.  Pesche  nel  Rio  del  Nord.  Castori ,  cani  e  galline  d'  acqua. 
Sorgente  di  argento  misto  a  mercurio.  Minerali  di  Azul  di  Prussia.  Commercio.  Popolo  di  Zumas. 
Rovine  per  l*  .\  pache  l'anno  1672.  Sollevamento  generale  nel  16S0.  Distruzione  delle  aziende  e 
popola/ioni.  Morte  de'  PP.  Missionari.  Loro  età,  patria  e  provincia.  Ricuperazione  del  Nuovo  Messico 
per  Diego  di  Vargas.  Ponce  di  Leon.  Notizie  rare  di  storia  naturale.  Provincia  di  Moqui.  Varie 
entrate  dt-'Missionari  nei  Moquinos.  Entrata  nella  Provincia  di  Navnjoo.  Fondazione  della  Custodia, 
Aumento  delle  Missioni  sino  a  60  con  2i  mila  Indi  cristiani.  Ristoraraento  della  Missione  pKrduta 
il  !68i.  Missioni  della  Giunta  de  los  Rios.  Descrizione  della  Sierra  azìil.  Missione  di  Sebolleta. 
Passo  da  Monterrey  al  Nuovo  Messico.  Entrata  negli  lunlas  il  1770.  Felice  spedizione  di  -Anza  contro 
la  nazione  Comanrhi.  Entrata  nei  Mochi  dtl  Padre  Fr.  Silvestro  Velez.  Governo  delle  Missioni. 

Tom.  XXVI.  Continuazione.  Scoperta  «lei  Nuovo  Messico.  Cammino  di  Espejo  per  i  Conchas  Pasa- 
guaces  e  T«)bosos.  Nazione  Tuniana.  Costumi,  vesti,  armi  di  varie  nazioni.  Provincie  dei  Tiguas  con  16 
popolazioni.  Morte  dei  Padri  Lopez  e  Buiz.  Undici  popoli  con  40  mila  anime.  Parasoli  degli  Indi,  in 
cui  stanno  dipinti  il  sole,  la  luna  e  le  stelle.  Nazione  Cumana  in  numero  di  20  mila.  Nazioni  Acume, 


VECA  623 

Zame  e  Yaquata.  Miniere  di  argento.  Qaires,  Imbatos,  e  Tanos.  Spedizione  di  OSiate.  Morte  di  sette 
Spagnuoli.  Fondazione  del  popolo  di  San  Giovanni.  Sant'Antonio  di  Zerrecu.  Predicazione  del  Vangelo. 
Ricclie  Miniere.  Riduzione  di  varie  nazioni  e  loro  distanze.  I  Hoquis.  Fecondità  del  loro  terreno.  Fiumi 
e  animali.  Apaches  erranti.  Loro  idioma  e  varietà  di  esso.  Particolari  dei  successi  del  1680.  Atrocità  dei 
Tanos  e  Pecurìes.  Discursioni  di  Francesco  Gomez  con  la  sua  squadra.  Morti.  Rovine  nei  tempii  e  sac- 
cheggio delle  case  in  Santa  Chiara.  Pusuaque  e  Nambè.  1  sollevati  occupano  le  vie.  Sito  di  Santa  Fé. 
Guadagnano  gli  Indi  un'altura.  Fuoco  e  saccheggio  della  città.  Assediano  le  case  reali.  Fame,  sete  e 
fatica  degli  Spagnuoli.  Uscita  di  Utermin,  che  sloggia  i  nemici  dalle  case  e  strade.  Morte  del  maestro 
di  campo,  Andrea  Gomez.  Ferite  del  Governatore  e  di  molti  soldati.  Ritirata  militare  del  Governatore 
a  Santa  Fé.  Dichiarazione  di  un  Indo.  Morti  in  San  Domingo.  Morti  e  rovine  in  Galisteo  e  Zandia.  Vari 
successi  nelle  operazioni.  Si  soccorre  al  popolo.  Il  Padre  Ayeta  e  suo  pericolo  nel  Rio  del  Nord.  Orrenda 
profanazione  de' sacri  corporali  in  Zandia.  Schiaffi  ad  un  Crocifisso.  Relazioni  del  Padre  Ayeta.  Distri- 
buzione di  armi  e  operazioni  militari.  Popolo  di  Zerrecu  deserto.  Rovine  nei  popoli  del  Soccorso, 
Alamillo,  e  Sebolleta.  Assalto  alla  isoletta.  Restituiscono  1  ribelli  le  frecce  e  gli  archi .  Assoluzione  degli 
apostati.  Rando  del  Governatore.  Dei,  maschere  e  figure  del  popolo  di  Zandia.  Neve  e  campi.  Stufe  del 
popolo  di  Puaray.  Pope  istigatore  e  capo  dèi  sollevamento  generale.  Ardire  di  Caliti  capo  dei  Guenes. 
Bagno  degli  apostati  per  togliersi  il  carattere  del  battesimo.  Libertà  di  coscienza.  Dallo  della  Cachina. 
Varie  declamazioni.  Cammino  de'Padri  Domingues  e  Velez.  Descrizione  delle  Sierre  della  Grulla  e  della 
Piata.  Annunzio  del  Vangelo  in  alcune  Raneherie  di  Sabuaganas.  Indi  del  Minerale  d'oro.  Entrata 
ntjì  Timpanlgotis.  Loro  afiàbilità  e  stima  per  gli  Spagnuoli.  Pitture.  Lor  buona  fede.  Descrizione  della 
loro  valle  e  laguna.  Terre,  fiumi,  temperamento,  pesche,  abitazioni,  idioma  e  vesti.  Nazione  Pagu- 
ampe.  Indi  Tiramguapis.  Nuova  via  nel  ritorno.  Acque  che  scaturiscono  in  cima  di  un  colle.  Coloni. 
Valle  di  San  Giuseppe.  Suoi  abitanti.  Yeso  e  Talco.  Genti  che  abitano  dalla  valle  di  San  Giusepix) 
sino  al  vado  del  gran  Rio  di  Cosmina. 

Tom.  XXVII.  Documenti  per  la  storia  ecclesiastica  e  civile  della  provincia  del  Texas.  Scoperta 
della  Baia  dello  Spirito  Santo  e  del  Rio  di  San  Marcos,  fatta  dal  Generale  Alonso  di  Leon.  Instruzioni 
del  superior  governo  per  V  entrata  nel  Texas.  Nuovi  scoprimenti  di  terre.  Nazioni  Barbare.  Animali 
e  vegetali.  D.  Diego  Feran.  Spedizione  marittima  di  D.  Alessandro  Bruno  piloto  della  fregata  del 
San  Cristofano.  Parere  de'  Padri  Missionari.  Loro  spedizioni.  Carattere  dei  Mascaderos  ed  altre  nazioni. 
Furioso  uragano.  Doni  agli  Indi.  Lagune  e  pesche.  Cammino  del  Capitano  Martinez.  Proposte  del 
Marchese  di  San  Michele  di  Aguayo.  Dichiarazione  di  don  Luigi  di  San  Denis.  Il  Ven.  Padre  Fr. 
Antonio  Margil  nella  bocca  dei  Leoni.  Infedeltà  dei  soldati  Spagnuoli.  Commercio  dei  Francesi  con 
1  Texas.  Cammino  e  marcie  del  capitano  Domenico  Ramon.  Orrendo  Uragano,  che  le^ò  in  aria 
un  cavallo.  Fiori  di  squisita  fragranza.  Pergola  con  grappoli.  Descrizione  d' una  cipolla.  Un  Indo  uc- 
cide un  cocodrillo.  Indi  e  cerimonia  che  usano  ccin  le  loro  pipe.  Prima  Missione  di  San  Francesco  di 
Nacochis  e  fondazione  di  altre  tre.  Creazione  del  Capitan  generale.  Alcaldi  e  fiscali  degli  Indi.  Divisione 
delle  Missioni  tra  i  Francescani  di  Santa  Cruz  di  Queretaro  e  Nostra  Signora  di  Guadalupe  di  Zacatecas. 
Fertilità  della  provincia  del  Texas  e  carattere  de' suoi  nativi.  Nuove  Missioni.  Provvidenze  del  Governo 
per  la  popolazione  e  le  conversioni.  Progressi  delle  Missioni  ed  altre  particolarità  degne  di  attenzione. 

Tom.  XXVIII.  Continuazione.  Invasione  de' Francesi  in  Panzacola  e  Texas.  Partenza  del  Mar- 
chese di  San  Michele  di  Aguayo.  Battaglione  d'infanteria  di  San  Michele  di  Aragon.  Provvidenze 
del  Marchese.  Cammino  sino  a  Sant'Antonio  di  Bajar.  Scoperta  di  due  Saline.  Missioni  di  San 
Giuseppe  e  San  Michele  di  Aguayo.  Scorrerie  degli  Spagnuoli.  Ricevimento  che  gli  Indi  fecero  al 
Marchese  con  bandiera  bianca.  Obbedienza  del  Caclco  del  Texas,  e  del  capitano  del  Mechas.  Con- 
ferenza di  Don  Luis  di  San  Denis  col  Marchese.  Ristabilimento  delle  Missioni.  San  Francesco.  La 
Concezione.  San  Giuseppe.  Guadalupe  e  Nostra  Signora  de  los  Dolores.  Abboccamento  del  signor 
de  Revenon  col  tenente  generale  don  Fernando  Aleman.  Rlstoramento  della  Missione  degli  Adayas. 
Fondazione  di  presidii  e  Missioni.  Inconsiderato  progetto  del  Brigadier  Rivera.  Ordine  di  sua  Eccellenza 
per  la  cessazione  del  Presidio  di  Nostra  Signora  de  los  Dolores  e  soldati  della  sua  guarnigione. 
Urgente  rappresentazione  dei  RR.  PP.  Missionari.  Nuove  Missioni  nel  Rio  di  San  Xavier,  e  loro 
fine.  Pericolo  di  altre  Missioni.  Servigio  de' Missionari.  Gli  Apaches  vogliono  le  Missioni.  Provvidenze 
del  Governo.  Muoiono  per  mano  del  Barbari  il  Padre  Fr.  Alonso  Ferreros  e  Fr.  José  di  Santlestevan. 
Descrizione  di  ciascuna  Missione.  Travagli  de'  Missionari  e  fondazioni  di  altre  Missioni.  Particolari  delle 
Missioni  del  Collegio  di  Santa  Croce  di  Queretaro  nel  Rio  di  Sant'Antonio.  Ostilità  degli  Indi,  e 
richiami  della  città  di  San  Fernando  d'Austria.  Carattere,  situazione,  alleanze,  numero  e  modi  di  guerra 
delle  nazioni  del  Nord.  Progetti.  Spedizioni.  Morte  di  don  Atanasio  di  Mesieres. 


624  VECA 

Tomo  XXIX.  Documenti  per  la  stona  di  Coahuila  e  del  Seno  Messicano.  Comprende  questo  tomo 
3S  documenti:  i  primi  13  appartengono  a  Coahuila,  e  i  19  restanti  al  Seno  Messicano.  Quelli  di 
Coahuila  trattano  delle  fondazioni  e  dello  stato  delle  Missioni.  Lor  situazione,  nazioni,  anuninistrazioDe, 
progressi  spirituali,  economici,  frutta,  greggie ,  ediflciL  Della  fuga  degli  Indi.  Spopolamento  di  alcune 
Missioni.  Convenzione  e  fondazione  del  presidio  di  San  Giovanni  Battista.  E  Analmente  si  descrive 
la  Provincia  di  Coahuila,  e  si  dice  de' suoi  gradi,  delle  suo  dottrine,  delle  popolazioni  del  Rio  del 
Nord  e  della  Provincia  di  Xalisco.  Gli  altri  19  circa  il  seno  Messicano,  espongono  largamente  il 
sollevamento  degli  Indi  della  Sierra  Corda.  La  Morte  delP  uditore  Zapata.  Don  Gabriel  Gaerrera 
La  pace  e  lo  stabilimento  delle  Missioni.  Dichiarano  V  estensione  della  costa  del  Seno  Messicano,  i 
terreni,  i  fiumi ,  le  lagune,  le  saline,  le  frutta,  i  minerali.  Descrivono  le  spedizioni  del  Generale 
Escandon,  i  progressi,  le  fondazioni,  le  contradizioni  contro  gli  stabilimenti,  le  consulte,  i  ricorsi, 
le  provvidenze,  le  difficoltà,  la  pacificazione,  il  popolo,  ed  altre  cose  occorse  nella  creazione  e  congiun- 
gimento delle  Missioni  della  Nuova  Colonia  e  del  seno  Messicano. 

Tom.  XXX.  Tampico.  Rio  Verde.  Nuovo  Regno  di  Leone.  Tampìco.  Sua  situazione,  tempera- 
mento, frutta,  commercio,  famiglie  e  amministrazioni  negli  anni  1748  e  1749.  Nuovo  Regno  di 
Leone.  Aggregazione  degli  Indi  Yaguas  alle  aziende  del*  Licenziato  Calancha.  Stabilimento  di  YntliOs 
nel  popolo  di  Guadalupe.  Spedizioni  del  capitano  Giovanni  Guerra.  Servigli  del  Padre  I..osada.  Stato 
della  città  di  Linarcs  nell'anno  1715.  Fr.  Giovanni  Losada  Commissario  delle  Missioni  per  com- 
missione di  Sua  Eccellenza.  Paciflcazioni  di  molte  nazioni  ottenuta  dal  detto  Padre.  Cadeneytas, 
Linares,  e  Labradones.  Ristabilimento  di  varie  Missioni.  Assoggettamento  degli  Indi.  Provvidenze  del 
paciQcatore  generale  Don  Antonio  de  Guevara.  Descrizione  delie  Sierre  di  Taumalipa.  Ostilità  degli 
Indi.  Lor  paciQcazione  ed  altri  punti  toccanti  a  Guevara.  Rio  Verde.  Missioni  del  Rio  Verde.  Nazioni 
dalle  quali  son  popolate.  Numero  delle  loro  famiglie  e  amministrazione  nell'anno  1695.  Inquietudini 
degli  Indi  del  Monte  Alberne.  Il  vainolo  nelle  Missioni  di  Lagunillas,  e  fuga  degli  Indi  al  Monte. 
Trista  situazione  e  rovina  delle  Missioni  di  San  Giovanni  Telia.  Vari  successi  di  altre  Missioni. 
Stato  di  tutte  nel  1733.  Rinunzia  del  Rio  Verde  fatta  dalla  Provincia  di  Mechoacan.  Numero  delie 
Missioni,  famiglie,  e  lor  qualità.  Sussistenza  dei  ministri.  Stato  del  culto,  e  ordine  di  amministrazione 
per  l'anno  1758.  Descrizione  delle  Missioni  e  loro  stato  Tanno  1761. 

Tom.  XXXI.  Notizie  di  varie  città.  Vera  Cruz,  sua  situazione,  commercio  e  antichi  suoi  vizìL 
Fondazione  del  Collegio  dei  Padri  Gesuiti.  Frutti  spirituali.  Nuova  Vera  Cruz,  e  sua  descrizio- 
ne. Incendio  generale,  e  suoi  danni.  Instituzionc  delle  scuole  per  la  gioventù.  Ministri.  Invasione 
del  nemico  nella  nuova  ciltà  di  Vera  Cruz  l'anno  1683.  Città  di  Cordova.  Sua  fondazione.  Alcaldi 
ordinarli  dalla  sua  instiluzione,  e  successi  in  ciascun  anno  rispettivo.  Sollevamento  dei  Negri,  e  fe- 
lice spedizione  delle  armi  Spagnuole.  Fondazione  del  popolo  di  San  Lorenzo.  Oaxaca.  Descrizione 
della  città  di  Oaxaca.  Danni  di  una  terribile  ribellione  e  pacificazione  di  Pehuantepec.  Notizie  di  sto- 
ria naturale.  Ramo  principale  del  commercio  di  Oaxaca.  Descrizione  della  cociniglia.  Descrizione 
dell'erba  delle  scottature,  e  modo  di  amministrarla.  Globi  areoslatici.  Descrizione  dell'erba  ExpuU 
e  sue  virtù.  Dolore  pleuritico.  Tremuoti.  Lampi.  Nascimento  di  un  vitello  con  due  rapi.  Puebla. 
Sua  descrizione  e  suo  Vescovo.  Fondazione  del  primo  Collegio  de'  Padri  Gesuiti.  Ministeri  con  gli 
Indi.  Tempio  dello  Spirilo  Santo.  Congregazione  della  Santissima  Vergine.  Casi  esemplari.  Semi- 
nario (li  San  Girolamo.  Cappella  di  San  Michele.  Ministero  con  gli  Indi.  Casi  rari.  Missioni  in 
Tlascala.  Tepozotlan.  Virtù  degli  Indi  di  Tepozotlan.  Seminario  di  San  Martino  per  ammae- 
stramento degli  Indi.  Queretaro.  Descrizione  della  citlii.  Immagine  di  Nostra  Signora  del  Puc- 
blito.  Santuario  e  Collegio  di  Santacroce.  Cuanaxuanlo.  Epidemia  del  vainolo.  Scarsezza  d'acqua. 
Morte  di  400  uomini  nelle  mine  di  S.  Ramon  e  Valenziana.  Straripamento  di  un  torrente  di  acque. 
Inondazione  «Iella  Mina  di  llayas  e  morte  di  90  uomini.  Scarsezza  di  viveri.  Insulti.  (ìuada- 
laxara.  Fon<lazione  del  Collegio  de'  Padri  (ìesuiti.  Loro  ministerii.  Casi  di  edificazione.  Missione 
alle  mine  di  Ototipac.  Suoi  frutti.  Tradizione  degli  Indi  Serranos  di  Checala  in  ordine  albi 
predicazione  «lei  Vangelo  prima  «lell'  arrivo  degli  Spagnuoli.  Zacatecas.  Nazion  Chichimeca.  Scoper- 
ta di  ricchi  minerali.  Fondazione  della  citta.  Entrata  de' Padri  Gesuiti.  Fondazione  del  Collegio. 
Ministerii  di  esso.  Scuole  per  1'  educazione  della  gioventù.  Barlwirie.  Altri  successi.  Eniratii 
di  D.  Giovanni  di  Tolosa  nei  Zacatecas  co'  Frati  (ìeronimo  di  Mendoza  ed  altri  quattn:»  Fran- 
cescani della  Provincia  del  Santo  Kvangelio.  Loro  amministrazione.  Miniere  di  Santa  Barltara. 
Entrata  dei  Francescani  nel  Pefìol  bianco  e  fondazione  della  sua  Chiesa.  Erezione  della  Custodia. 
Armi  dei  Zacatecas.  Scoperta  di  nuove  miniere  fatte  dai  Francescani.  Scoperta  di  miniere  fatte  da 


VELEZ  -  VELLOSO  625 


don  Giovanni  OSate.  Fondazione  di  Ck>nventi  e  Missioni.  Miniere  di  Topia.  Scoperta  dei  regni  di  Leon 
e  di  Coahuila,  fatta  dai  Francescani.  Sollevamento  dei  Tepebuanes  e  Tarahumanes  e  degli  Indi  di 
Colotlan.  Fr.  Bernardo  Cousin  Francescano,  il  primo  che  sparse  il  suo  sangue  per  la  fede  in  America. 
Conventi.  Cìonqniste.  Missioni.  Dottrine,  cose  memorabili  e  segnalati  servizi  delia  Provincia  Francescana 
di  Zacatecas.  Nucasito  di  Nuca.  Suoi  laghi.  Fiumi.  Montagne.  Popolazioni.  Alimenti  vegetali,  animali 
terrestri,  uccelli  e  pesche.  Commercio  de'  suoi  nativi .  Arrivo  del  Capitano  Guk.  La  Fregata  detta  La 
Principessa  nel  porto  di  Santa  Cruz.  Erezione  del  porto  di  San  Michele.  Possesso  presone  dalla 
Spagna.  Inutili  tentativi  degli  Inglesi.  Religione  dei  Nuqueros.  Costumi,  economia,  lingua. 

Tom.  XXXII.  Memorie  pietose  delle  Missioni  Indiane.  Primo  portento  di  Dio  per  la  riduzione 
degli  Indi.  Martirio  di  un  fanciullo  Indo  di  Tlascala.  Traslazione  del  suo  corpo.  Martirio  di  altri  tre 
fanciulli.  Apparizione  della  Vergine  di  Guadalupe  in  Messico  e  di  quella  di  Ocotlan  in  Tlascala. 
Invenzione  di  Nostra  Signora  dei  Remedi  e  della  Santa  Croce  di  Queretaro.  Apparizione  di  San  Michele 
a  Diego  Lopez  nella  Provincia  di  Tlascala.  Indii  d'ambo  i  sessi  da  Dio  favoriti.  Indi!  esemplari. 
La  Serva  di  Dio  Salvatora  de  Los  Santos,  inda  Otonite.  Alcuni  Indii  illustri .  Capacità  degli  Indii. 
Vestali  Messicane.  Virtù  della  inda  Caterina  Texacobita.  Sorte  avventurata  di  un  Indo.  Martirio  di 
due  Inde  Iroquesi,  e  d'un  Indo  della  stessa  nazione. 

751 .  Velez.  —  Diario  y  Derotero  de  los  nuevos  descubrimien- 
*"  tos  de  tierras  a  los  rumbos  de  N.  N.  OE.  OE.  del  Nuovo  Mejico, 

por  los  RR.  Padres  Velez  Escalante  y  Fr.  Francisco  Atanasio 
Dominguez. 

Un  volume  in  foglio,  della  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Il  Padre  Fr. 
Silvestro  Velez  Escalante  era  Missionario  in  Nostra  Signora  di  Guadalupe  di  Zuni,  e  il  Padre 
Francesco  Atanasio  Dominguez  Commissario  Visitatore  della  Custodia  Francescana  della  Con- 
versione di  San  Paolo  del  Nuovo  Messico.  Il  loro  viaggio  comincia  il  S9  luglio  del  i776,  e  ter- 
mina il  3  di  gennaio  del  1777.  «  1  por  ser  cierto  y  segun  lo  acaccido  y  observado  en  nuestro 
viage  cuanto  en  este  Diario  se  contiene,  lo  (Irmamos  (dicono)  en  este  mismo  dia  tres  de  Enero  de 
mil  sete  cientos  setenda  y  siete.  •  Interessantissimo. 

752.  Velles. — Nova  et  voterà  S.  Provinciae  Aragoniae  Regu- 
laris  Observantiae  S.  P.  N.  Francisci  monumenta  historica  ab 
omni  prorsus  errore  castigata  et  in  quatuor  libros  distributa 
clarissimoque  calamo  disposita  a  Patre  Felice  Velles  et  Assensio, 
Predicadore  Generali  et  Provinciae  Chronologo  ad  Capitulum 
Generale  Romae  celebrandum  die  15  maj  anno  Domini  .-1723. 

Manoscritto  in  foglio,  di  443  pagine,  già  spettante  air  Archivio  Generale  del  grande  Convento 
di  San  Francesco  di  Madrid,  ed  ora  nel  Collegio  de' nostri  Padri  per  le  Filippine  in  Pastrana. 
È  ricco  di  notizie  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane:  iroportantissimi,  tra  gli  altri,  il  capitolo 
5  del  libro  li  :  De  Seraphicis  Aragonensibus  Mariyribus  trium  Ordinum  a  primordiis  SeraphUae 
Religionis  usque  ad  praesentem  annum:  il  6,  De  venerabilibus  AragoneMibus  MinoritU  ante  divisionem 
Provinciae  a  eoeteris  Custodiis ,  etii  martyrii  palma  non  laureatis ,  varios  labores  et  crudatus  infide- 
libu$  praedieando  suitinentibus  :  il  7,  De  venerctbUibus  viris  Seraphids  Aragonensifms  post  divisionem 
Provinàae  a  eoeteris  Custodiis  in  conversione  infidelium  labores  maximos  tusHnentiibus, 

753.  Velloso.  —  Florae  Fluminensis  Jcones  fundamentales  ad 
■p. 

•*  vivum  expressae  jussu  illustrissimi  ac  praestantissimi  Domini 

40 


62(5  VELLOSO 


Aloysii  Vasconcellos  et  Scusa,  a  sacratioribus  conciliis  Sacrae 
Majestatis ,  totius  ditionis  Brasiliae  mari  terraque  Praetoris 
generalis  ac  Pro-Regis  IV  Fluminensis ,  et  curante  Fr,  Josepho 
Mariano  a  Conceptione  Velloso.  Parisiis,  1790. 

Sono  S  tomi  in  foglio. 

Ecco  OD  santo  Missionario  Francescano  del  Brasile,  che  mentre  evangelizzava  fra  l  popoli  delle 
sue  contrade  datosi  allo  stadio  della  natura,  a  cui  sentivasi  straordinariamente  inclinato,  addivenne 
un  secondo  Linnbo,  ed  ha  pubblicato  un  numero  prodigioso  di  dottissimi  lavori,  che  hanno  fen- 
duto il  suo  nome  immortale.  Strano  a  dire,  che  in  Italia  non  sia  forse  conosciuto,  mentre  in  Francia, 
in  Inghilterra,  in  Germania,  non  è  cultore  delle  naturali  scienze  che  non  ne  citi  rautorità,  e  non 
renda  omaggio  all'alto  suo  sapere.  Una  bella  biografia  ne  fu  pubblicata  nel  tomo  XXXI  della 
Rivista  do  iMtituto  BraiUerOp  1868,  ove  si  dà  largamente  conto  dei  suoi  studi  e  delle  sue  opere; 
e  noi  preghiamo  qualche  nostro  confratello,  che  si  voglia  prender  la  pena  di  tradurla  in  italiano: 
r  Ordine  acquisterebbe  una  splendidissima  gloria  !  11  Padre  Velloso  nacque  nella  città  di  San  José, 
Comarca  di  Rios  dos  Montes,  oggi  provincia  das  Minas-Geracs,  il  173S,  e  mori  il  i8il. 

— Fazandeiro  do  Brasil,  melhorado  na  economia  rural  dos  ge- 
neros  ja  culti vados  et  de  outros  que  se  podem  introduzir  :  e 
nas  fabricas  que  Ihe  sao  proprias,  segundo  o  nielhor  que  se  tem 
escripto  en  este  assumpto,  coUigido  de  memorias  estrangeiras  por 
Fr.  José  Marianno  da  Conceigào  Velloso.  Lisboa,  1798-1806. 

Sono  S  tomi ,  in  8  grande.  11  Tomo  I.  Parte  I.  Da  coltura  dot  can€U  e  factura  do  asiucar, 
1798,  con  quattro  incisioni.  La  Parte  II.  Da  cultura  da  cana  do  cusucar  e  su  factura  extrahida  da 
Encyclopedia  methodica,  1799,  con  8  incisioni.  La  Parte  III.  Do  lette  ,  queijo,  e  manteiga,  1801, 
con  due  incisioni.  11  Tomo  II.  Parte  I.  Tinturaria,  que  contem  vnrias  memorias  sobre  o  anil,  cultura 
e  fabrica  do  nntcù ,  1800,  con  li  incisioni.  La  Parte  II.  Tinturaria,  cultura  da  indigoeira, 
e  extraccflo  da  sua  fecula,  1800  con  13  incisioni.  La  Parte  111.  Tinturaria,  cnttura  do  cacttUrOy 
e  creatilo  do  cochoniiha,  1800,  con  tre  incisioni  colorate.  11  Tomo  HI.  Parte  I.  Befùdax  alimentosm: 
cultura  do  cafe,  18(K),  con  tre  incisit)ni.  La  Parte  IL  Bebidas  alimentosax  :  cultura  de  cafe,  1799,  con 
23  incisit)ni.  La  Parte  III.  Bebidas  alimentosas :  cacao,  preparafflo  do  chocolate,  1805.  II  Tomo  IV. 
Parte  I.  Especiarias,  1805,  con  tre  incisioni.  Il  Tonio  V.  Filatura,  1806,  con  15  incisioni.  In  questo 
tempo  r  Autore  avendo  lasciato  il  Brasile,  1'  opera  restò  sospesa. 

—  Memoria  sobre  a  cultura  e  preparagào  do  girofeiro  aro- 
matico, vul^o  cravo  da  India,  nas  ilhas  de  Bourbon  e  Cayena,  ec. 
Transladada  en  vul^ar  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  na 
Officina  do  Joào  Procopio  Correa  da  Silva,  1798. 

l'n  volume  in  8,  con  incisioni. 

—  Memorias,  e  oxtractos  sobre  a  pipereira  negra  fPìper  Niffrvnì] 
que  produz  o  fructu  conhecido  valgarmente  pelo  nome  de  pimenta 
da  India,  publicadas  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1798, 

fu  volume  in  8*  con  una  incisione. 


VELLOSO  627 


—  Alographia  dos  alkalis  fixos  vegetai  ou  potassa,  minerai 
ou  soda,  e  dos  seus  nitratos ,  segundo  ss  melhores  memorias 
estrangeiras,  ec.  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  na  Officina 
de  Simao  Thaddeo  Ferreira,  1798. 

Un  volume  in  4. 

—  lacob  Dikson.  Fasciculus  plantanim  cryptogamianim  Bri- 
tanniae  Lusitanonim  Botanicorum,  in  usum  celsissimi  ac  poten- 
tissimi Lusitaniae  Principis  Regentis,  curante  Fr.  Josepho  Ma- 
riano Velloso,  ec.  Ulysiponae,  1800. 

Un  volume  in  4,  con  i3  incisioni. 

—  Cultura  Americana,  que  contem  uma  relacSo  do  terreno,  ec. 

—  Manual  do  Mineralogico,  ou  esbogo  do  reino  minerai ,  ec. 

—  Memoria  sobre  os  queijos  de  Requefort  por  M.  Chaptal , 
traduzida  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1799. 

Un  volume  in  8. 

• 

—  CoUec^ao  de  memorias  inglezas  sobre  a  cultura  e  com- 
mercio do  linho  canamo,  tiradas  de  diflferentes  auctores ,  que 
devem  entrar  no  tomo  V  do  Fazendeiro  do  Brasil,  traduzidas  e 
publicadas  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1799. 

Un  volume  in  8. 

—  Tractado  sobre  o  canamo,  composto  en  francez  por  Marcan- 
dier. 

—  Discurso  sobre  o  melhoramento  da  economia  rustica  do 
Brasil. 

—  Memoria  sobre  a  cultura  dos  algodeiros. 

Un  volume. 

—  Quinographia  portugueza,  ou  coUeccSo  de  varias  memorias 
sobre  vinte  e  duas  especies  de  quinas,  tendentes  ao  seu  desco- 
brimento  nos  vastos  dominios  do  Brasil,  copiada  de  varios  aucto- 
res modemos.  Lisboa,  1708. 

Un  volume  in  8,  con  15  incisioni 


698  VELLOSO 


—  Helminthologia  portugaesa,  em  qtie  se  descrevem  algnuis 
genoFos  das  duas  primeiras  ordens,  intestinaes  e  moUusoos ,  da 
classe  sexta  do  remo  animai,  vermes;  por  Jacques  Barbut, 
traduzida  por  Fr.  José  Mariamio,  ec.  Lisboa,  1799. 

Un  volume  Id  4,  eon  il  IncUionl. 

—  Discursu  pratico  acerca  da  cultura,  preparacao  e  maceratilo 
do  canamo,  lido  e  approvado  pela  Real  Sociedad  Agraria  de  Turimi, 
traduzido  do  italiano  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1799. 

Un  volume  in  8,  eon  il  ineittonl. 

—  Tentamen  dispositionis  methodicae  fungorum  in  classes, 
ordines,  genera  et  fieonilias.  Cum  supplemento  adiecto,  auctore 
C.  H.  Persoon.  Curante  Fr.  Josepho  Mariano,  ec.  Ulysipone,  1800. 

Un  volume  in  4,  eon  quattro  IneitionL 

—  Aviario  brasilico,  ou  galena  omithologica  dtts  aves  indige- 
nas  do  Brasil,  disposto  e  descripto  segundo  o  sistema  de  Carlos 
Linneo,  copiado  do  naturai  e  dos  melhores  auctores ,  precedido 
de  diversas  dissertagoes  analogas  ao  seu  melhor  conhecimento, 
acompanhadas  de  outras  extranhas  ao  mesmo  continente ,  por 
Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1800. 

Uu  vulume  in  fogiio,  con  una  grande  incisione. 

—  Memoria  sobre  a  moagem  dos  gràos,  e  sobre  outros  obie- 
ctos  relativos,  por  Muret ,  tiuduzida  por  Fr.  José  Marianno,  ec. 
Lisboa,  1800. 

Un  volume  in  4.  * 

—  Naturalista  instruido  nos  diversos  methodos  antigos  e 
modernos  de  aiuntar,  preparar  e  conservar  os  productos  dos  tres 
reinos  da  natureza ,  colhido  de  differentes  auctores,  por  Fr.  José 
Marianno,  ec.  1800. 

Un  volume  in  8.  Traila  del  Regno  animale. 


VELLOSO  6^9 


—  Instrucfoes  para  se  trasportarein  por  mar  as  arvores , 
plantas  vivas,  sementes  e  outras  curiosidades  naturaes,  por  Fr. 
José  Mariaano,  ec.  Lisboa,  1805. 

Un  volume  ìd  8. 

—  Memoria  sobre  a  cultura  da  urumbeba,  e  sobre  a  crecSo 
da  cochonilha,  extraida  de  Bertholet  por  Fr.  José  Mariauno,  ec. 
Lisboa,  1799. 

Un  volarne  in  8,  con  una  incisione. 

—  Sciencia  das  sombras  relati vas  ao  deseuho  :  obra  necessaria 
a  todos  OS  que  querem  descuhar  architectura  civil  e  militar, 
ou  que  se  destinam  a  pintura,  ec,  por  Dupain,  traduzida  por  Fr. 
José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1799. 

Un  volume  in  4,  con  13  incisionL 

—  Tractado  historico  e  physico  das  abelhas. 

Un  volume. 

—  Tractado  sobre  a  cultura  uso  e  utilidade  das  batatas,  ou 
papas  (Stdanum  tuberosnm)  por  Henrique  Doyle ,  traduzido  do 
hespanol  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1800. 

Un  volume  in  8. 

—  Extracto  sobre  os  engenhos  de  assucar  do  Brasil,  e  sobre 
0  methodo  ja  entào  praticado  na  factura  d' este  sai  essencial  ; 
tirado  da  obra,  Riqueza  e  opidenda  do  Brasil,  por  Fr.  José  Marian- 
no, ec.  Lisboa,  1800. 

Un  volume  in  4,  con  quattro  incisioni. 

—  Relacso  das  moedas  dos  paizes  estrangeiros,  com  o  valor 
de  cada  uma,  reduzida  ao  dinheiro  portuguez  para  uso  dos  com- 
merciantes,  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1800. 

Un  volume  in  8. 


630  VELLOSO 


—  Tractado  da  agua,  relativamente  a  economia  rustica,  ou 
irrigaffio  dos  prados  por  Bertrand,  traduzido  por  Fr.  José  Ma- 
rianno,  ec.  Lisboa,  1800. 

Un  volarne  in  4,  con  7  IncisionL 

—  Memoria  sobra  a  qualidade  e  sobre  o  emprego  dos  adubos, 
ou  estrumes,  por  Massac ,  traduzida  por  Fr.  José  Marianno ,  ec. 
Lisboa,  1801. 

Un  volume  in  8. 

—  Ensaio  sobre  o  modo  de  melhorar  as  terras,  por  Patucco, 
traduzido  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1801. 

Un  volume  in  4,  con  3  incisioni. 

— CoUecfSo  de  memorias  sobre  a  quassia  amarga  e  simaruba; 
traduzidas  por  Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1801. 

Ua  volume  in  4,  con  6  incisioni  eolorite. 

—  Compendio  sobre  a  cana  do  assucar,  e  sobre  os  meios  de 
Ihe  se  estrahir  o  sai  assencial,  por  J.  A  Dutrone,  traduzido  por 
Fr.  José  Marianno,  ec.  Lisboa,  1801. 

Un  volume,  con  6  incisioni. 

—  Mineiro  livelador,  on  hydrometra,  copiado  do  novo  tra- 
ctado de  livelamento  de  le  Febure,  por  Fr.  José  Marianno ,  ec. 
Lisboa,  1803. 

Due  tomi  in  4,  con  7  incisioni. 

—  Descriptio  et  adumbratio  plantarum  e  classe  cryptogamica 
Linnaei,  quae  Lichenes  dicuntur,  A.  D.  Georg.  Frane.  HoflEman 
P.  P.  E.  Soc.  Physiolog  Lund.  Memb.  Lusitanorum  Botaniconim 
in  usum,  celsissimì  ac  potentissimi  Lusitaniae  Principis  Regentis 
D.  N.  et  iussu  et  auspiciis  denuo  typis  mandata,  curante  Fr. 
José  Mariano  Velloso.  Ulysipone,  1800-1801. 

Due  volumi  in  4,  con  48  incisioni  illuslratr. 


VENEZIA  -  VERNIERO  63i 


754.  Venezia  (da).  —  Giardino  Serafico  e  storico,  fecondo  di 
fiori  e  frutti,  di  virtù,  di  zelo  e  di  santità,  nelli  tre  Ordini  instituiti 
dal  gran  Patriarca  de'  poveri  San  Francesco,  dove  si  vagheggia 
l'origine,  il  progresso  e  lo  stato  di  tutta  la  Religione  de' Minori, 
con  tutto  ciò  che  in  essa  avvenne  di  singolare,  glorioso  e  grande; 
aperi;o  in  due  tomi  et  esposto  alla  comodità,  diletto  et  devozione 
de' professori  di  Regolare  istoria,  dal  Padre  Pietro  Antonio  da 
Venezia,  Minore  Osservante  Riformato.  In  Venezia  MDCCX.  Per 
Domenico  Lovisa,  con  licenza  de' Superiori. 

Sono  3  volomi  in  4  :  il  primo  di  8  carte  preliminari  e  79S  pagine,  il  secondo  di  6  carte  pre- 
liminari e  pagine  586.  Vi  sono  raccolte  molte  notizie  anche  delle  nostre  Missioni. 

755.  Venezia  (da).  —  Biografia  Serafica  degli  uomini  illustri 
che  fiorirono  nel  Francescano  Istituto  per  santità,  dottrina  e 
dignità  fino  ai  nostri  giorni,  del  P.  Fr.  Sigismondo  da  Venezia, 
Minore  Riformato  della  Provincia  Veneta.  Venezia,  dalla  Tipo- 
grafia di  G.  B.  Merlo.  MDCCCXLVI. 

Un  volume  in  4,  di  956  pagine. 

[•^  758.  Venezia  (da).  —  Nuovo  Dizionario  Arabo  Italiano  ed 

Italiano  Arabo,  per  il  Padre  Bonaventura  da  Venezia,  Lettore  di 
lingua  Araba  nel  Collegio  di  Cairo  Nuovo. 

Manoscritto  di  circa  900  pagine  in  foglio ,  di  assai  bella  scrittura.  Ho  tolto  questa  notizia  da 
una  recente  Bibliografla  francese. 

f'  757.  Verdelete.  —  Noticias  de  la  Provincia  de  Teguzigalpa, 

0  Teguzgalpa  :  por  el  Padre  Fr.  Esteban  Verdelete,  de  la  Orden 
de  San  Francisco. 

Nativo  di  Valenza,  il  Padre  Verdelete  si  recò  in  Guatemala  nel  i593;  fu  Guardiano  in  vari 
Conventi;  e  mori  tra' selvaggi  il  i6i2. 

M..  758.  Verniero.  —  Chroniche,  ovvero  Annali  dì  Terra  Santa, 

quali  contengono  li  prosperi  et  adversi  avvenimenti  successi  in 
spatio  di  trecento  e  più  anni,  col  martirio  di  alcuni  Frati  Mi- 
nori della  Famiglia  di  Terra  Santa.  Quando  e  da  chi  vi  furono 
li  Frati  Minori  introdotti.  Li  travagli,  vessationi  e  persecutioni 
che  giornalmente  patiscono  tra  quella  barbara  gente  per  la 


itlo 


■enea 


Mr'm 


632  VETANCOURT 


America 


confessione  della  nostra  Santa  Fede  e  custodia  de'  Santi  Luoghi. 
Le  gratie,  indulgenze  e  privilegi  concessi  a  Terra  Santa  con  la 
loro  dichiaratione.  Nomi,  cognomi,  patrie  e  nationi  delli  convertiti 
alla  nostra  Santa  Fede  per  industria  di  detti  Frati  :  le  spese 
che  ciascun  anno  si  sono  fatte;  e  una  succinta  descritione  di 
tutta  la  terra  di  promissione  e  della  santa  città  di  Jerusalem, 
e  molte  altre  cose  degne  di  memoria.  Opera  nuova,  non  men 
pietosa  che  curiosa,  da  molti  con  gran  brama  aspettata:  composta 
e  radunata  dal  M.  R.  P.  Fra  Pietro  Verniero,  Guardiano  del 
Sacro  Monte  Sion,  Custode  di  Terra  Santa  e  Commissario  apo- 
stolico nelle  parti  Orientali. 

Questo  iDleressantissimo  Manoscritto  appartiene  all'  illustre  letterato  della  Provincia  di  Basi- 
licata, Professore  Bonaventura  Ricotti  di  Potenza,  che  gentilmente  me  ne  faceva  dono  per  pubbli- 
carlo e  servirmene  ne' miei  lavori,  anche  per  omaggio  a  Monsignor  Antonio  da  Rignano  Vescovo 
della  sopraddetta  città  e  di  Marsico.  È  forse  il  lavoro  più  completo  che  abbiamo  sulla  Terra  Santa,  che 
ben  meriterebbe  che  fosse  stampato.  L'opera  è  divisa  in  XII  libri,  in  foglio:  il  primo,  di  89  pagine; 
il  secondi^  di  fSS;  il  terzo,  di  116;  il  quarto,  di  54;  il  quinto,  di  137;  il  «esto,  di  iOO;  il  seUimo, 
di  68;  l'ottavo,  di  80;  il  nono,  di  8i;  il  decimo,  di  56;  l'undecimo,  di  4«;  il  duodecimo,  di  8. 
È  una  copia  del  Manoscritto  originale,  preparata  per  le  stampe,  che  ha  l' approvazione  del  Maestro  del 
Palazzo  Apostolico,  e  qui  e  là  corretta  di  mano  dell'  Autore.  Contiene  gran  numero  d' interessantissimi 
documenti  per  le  nostre  Missioni  dell'  Oriente. 

759.  Vbtancourt  (de).  — Theatro  Mexicano.  Descripcion  breve 
de  los  successos  exemplares ,  historicos,  politicos,  militares,  reli- 
fi:iosos  del  Nuovo  Mundo  Ocidental  en  las  Indias.  Dedicado  al 
Esposo  de  la  quo  es  del  mismo  Dios  Esposa,  Padre  putativo  del 
Hijo  quo  es  liijo  del  mismo  Dios,  Christo,  Dios  y  hombre  ver- 
dadero.  Al  que  con  el  sudor  de  su  rostro  sustentò  al  que  todo 
sustenta:  al  que  fu  an^el  de  ^arda  de  la  ciudad  de  Dios,  mi- 
lagro  de  su  omnipotencia  y  abismo  de  la  gracia,  Maria  Senora 
Nuestra.  Al  glorioso  Patriarca  de  la  casa  de  Dios,  Senor  San 
Joseph.  Dispuesto  por  el  H.  P.  Fr.  Aguslin  de  Velancourt,  Me- 
xicano, hijo  de  la  misma  Provincia,  Definidor  actual,  Ex-Lector 
de  Theologin,  Predicador  Jubilado  general,  y  su  Chronista  Apo- 
stolico, Vicario  y  Cura  Ministro,  por  su  Mag(^slad,  de  la  Iglesia 
Parrochial  de  S.  Joseph  de  los  naturales  de  Mexico.  Con  licencia 
de  los  Superiores.  En  Mexico  por  Dona  Maria  de  Benavides  viuda 
de  Juan  de  Ribera.  Ano  de  1G98. 


Due  Volumi  in  fuglio  ;  il  primo,  che  è  la  Parte  prima,  di  5  carte  preliminari  non  numerate  e 
66  pagine,  tratta  :  1.  De  la  naturcUeza»  UmpU,  fUio,  ec.  del  Messico,  in  8  capitoli  :  i.  D^  la  fertaidad. 


VETANCOtJRT  633 


riquezM,  arboles,  ec.  lì  secondo  volume  poi,  che  conipreuUe  U  Parie  i>econdu  e  terza,  in  168  pagine, 
tratta:  1.  De  lot  iwetsoi  poUtieos;  2.  de  los  gucessos  mUitaret.  N'è  un  esemplare  nella  Biblioteca 
della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

—  Chronica  de  la  Provincia  de  Santo  Evangelio  de  Mexico. 
Quarta  parte  del  Theatro  Mexicano  de  los  successos  Religiosos. 
Compuesta  por  el  R.  Padre  Fray  Agustin  de  Vetancourt,  Mexi- 
cano, hijo  de  la  misma  Provincia,  Defidor  actual,  Ex-Lector  de 
Theologia ,  Predicador  Jubilado  general ,  y  su  Chronista  Aposto- 
lico, y  Cura-Ministro,  por  su  Magestad,  de  la  Iglesia  Parrochial 
de  S.  Joseph  de  los  naturales  de  Mexico.  Dedica  da  al  glorioso 
Patriarcha  Esposo  de  la  que  es  de  Dios  Esposa,  angel  custodio 
de  la  ciudad  Mistica  Maria  Santissima,  Padre  putativo  de  Christo 
nuestro  Senor,  Patron  de  la  Nueva  Espana  S.  Joseph.  Con  licencia 
de  los  superiores.  En  Mexico,  por  Dona  Maria  de  Benavides 
viuda  de  Juan  de  Ribera.  Aiio  de  1697. 

Un  volume  in  4,  di  5  carte  preliminari  non  numerate,  136  pagine ,  e  una  carta  d' Indice  de 
la  cosas  notables  in  fine.  Sono  quattro  trattati  :  il  i.  De  la  fundacion  de  la  Provincia  del  Santo 
Evangelio  en  la  Nueva  Espana  :  il  2.  De  los  Provineias  y  Conventos  de  la  Provincia  del  S.  Evangelio 
Mexicana:  il  3.  De  la»  Custodias  de  la  Provincia  del  S,  Evangelio:  il  4.  De  los  Conventos  de  las 
Monjas  que  administra  la  Provincia  del  S.  Evangelio  de  Mexico.  ^ 

Di  questo  volume,  tre  anni  fa,  era  in  vendita  un  esemplare  dal  Maisonneuve  in  Parigi,  ai 
prezzo  di  600  franchi.  Un  altro  esemplare  è  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid. 

Di  tutta  l'opera  dà  il  seguente  giudizio  il  Leglerc  (Bibliot.  MexJ: 

«  Ce  livre,  compose  par  un  des  Religieux  les  plus  instruits  et  les  plus  savants  dans  la  lan- 
gue  nahuatl,  sur  de  nombreux  documenta  imprimés  et  manuscrits,  est  un  des  ouvrages  les  plus 
précieux  qui  existent  pour  i'histoirc  mexicaine. 

«  Farmi  les  Mss.  qui  ont  servi  au  P.  Augustin  db  Vbtancourt  (ou  Betancourt)  nous  en  citerons 
deux  du  P.  DE  Sauagdn  (  entr'autre  le  neuvìéme  livre  de  son  ouvrage  Conquista  de  Mexico  ) , 
des  cartes^  livres,  ou  manuscrits  peints  des  anciens  Mexicains;  des  Mss.  de  Alv arado  Tezozomoc, 
A.  MuNON  Chimalpain,  db  Carlos  de  Siguensa  t  Gongoba,  ec  • 

— Menologio  Franciscano  de  los  varones  mas  senalados  que 
con  sus  vidas  exemplares,  perfecion  religiosa,  ciencia,  predicacion 
evangelica  en  su  vida  y  muerte  ilustraron  la  Provincia  de  el  S. 
Evangelio  de  Mexico.  Recopiladas  por  el  Padre.  Fr.  Agustin  de 
Vetancourt,  Ex-Lector  de  Theologia,  Predicador  General  Jubilado, 
Chronista  electo  por  la  misma  Provincia,  confirmado  por  el  Emo 
de  Indias ,  y  Apostolico  por  Buia  de  la  Santidad  de  Innocencio 
XI,  pasada  por  el  Consejo  Real  de  Indias;  de  varios  autores  im- 
presos,  y  de  informaciones  manuscritas  hechas  en  letras  patentes 
de  los  Prelados  y  con  Notarlo  Apostolico  autorizadas. 

Sono  156  pagine  aggiunte  al  volume  precedente.  È  interessantissimo,  e  n'  è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Madrid. 


634  VETWIES  -  VIDÀLES 


—  Tratado  de  la  ciudad  de  Mexico,  y  las  grandezas  que  la 
ilustran  despues  que  la  fondaron  los  Espanoles. 

Libriccino  rarissimo  e  interessante.  N'è  un  esemplare  nella  detta  Biblioteca. 

—  Arte  de  la  lengua  Mexicana,  dispuesto  por  opden  y  man- 
dato de  N.  Emo  Padre  Fr.  Francisco  Trovino ,  Predicadop  Theo- 
logo,  Padre  de  la  santa  Provincia  de  Burgos  y  Comissario  General 
de  todas  las  de  la  Nuova  Espana,  y  por  el  Reverendo  y  vene- 
rable  Diffinitorio  de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio.  Dedicado 
al  bienaventurado  Sant  Antonio  de  Padua.  Por  el  Padre  Fr. 
Agustin  de  Vetancourt,  hijo  de  la  dicha  Provincia  del  Santo 
Evangelio,  Predicador  Jubilado,  Ex-Lector  de  Theologia  y  Pre- 
ceptor  de  lengua  Mexicana,  Vicario  en  la  capilla  de  S.  Joseph 
de  los  Naturales  en  el  Convento  de  N.  P.  S.  Francisco  de  Mexico. 
Mexico,  por  Francisco  Rodrigues  Lupercio,  1673. 

Un  volarne  in  4,  di  6  carte  preliminari,  e  altre  49;  e  poi  altre  8  carte  che  contengono  nna 
Instrucion  breve  para  los  santos  Saeramentos,  y  reHadonet  en  lengua  Mexicana,  y  un  CtUedktimo  » 
tambien  en  Mexicano.  11  Tbrnaux  ne  cita  un'altra  edizione  del  i573;  ma  è  un  errore,  perchè  in 
queir  anno  il  Vetancoart  non  era  nato  ancora.  È  libro  di  straordinaria  rarità. 

Il  Padre  de  Vetancourt  nacque  in  Messico  il  16S0  da  genitori  discendenti  da  Giovanni  Bethan- 
court,  che  fece  la  conquista  delle  Canarie.  Fu  scrittore  (dice  il  Brasskdr)  elegante,  che  conosceva 
a  fondo  la  lingua  Messicana.  Egli  mori  di  80  anni,  e  la  sua  Grammatica  è  tenuta  per  uno  dei 
lavori  più  pregevoli  di  quella  lingua. 

smmp.  760.  Vetwies.  —  Vera  et  sincora  informatio  circa  originem  et 
statum  Fratrum  Minorum  S.  P.  Francisci  :  Auctore  R.  A.  Patre 
Fr.  Bernardino  Vetwies,  S.  Theologiae  Lectore  Jubilato.  Coloniae 
Agrippinae ,  typis  Viduae  Hortgeri  Woringen.  Anno  MDCLIII. 

Un  volume  in  12,  di  3  carte  preliminari  non  numerate  e  jlli  pagine.  N'è  un  esemplare  nella 
Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 


Sbntp. 


761.  Vicenza  (da).  —  Vita  e  Martirio  dei  Servi  di  Dio  Padre 
Paolo  da  Mantova  e  P.  Clemente  da  Bressanone  dell'Ordine  dei 
Minori  Riformati  della  Provincia  di  Sant'  Antonio  di  Venezia,  per 
il  Padre  Anton  Maria  da  Vicenza. 


Un  volume  in  8. 


A  me?  tea 


w..  762.  ViDALES. — Dos  vocabularios  y  Sintaxis  del  idioma  Yucateco 

0  Maya:  por  el  Padre  Fr.  Luis  Vidales,  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 

Nativo  del  Yucatan,  compilò  questi  Vocabolarii  tra  il  1644  e  il  i648. 


VIGUIBR  -  VILLAPANDO  635 


763.  ViGUiER.  —  Legende  dorée ,  ou  sommaire  de  V  histoire 
des  Freres  Mendiaus  de  V  Ordre  de  Saint-Dominique  et  de  Saint 
Franfois,  par  Nic.  Viguier.  Amsterdam,  1734. 

Un  Yolame  in  12. 

764.  ViLAPLANA  (de).  —  Vida  portentosa  del  Americano  Se- 
ptentrional  apostol,  el  V.  P.  Fr.  Antonio  Margil  de  Jesus,  Fundador 
y  Ex-guardian  de  los  Colegios  de  Santa  Cruz  de  Queretaro,  etc. 
Eelacion  historica  de  sus  nuevas  y  antiguas  maravillas ,  escrita 
por  el  R.  P.  Fray  Hermenegildo  de  Vilaplana,  ec.  En  Mexico,  en  la 
impronta  de  la  Biblioteca  Mexicana,  1763. 

Un  volume  in  4.  È  pieno  (  dice  il  Brasssur,  che  l' ebbe  a  mano  in  America  )  di  avvisi  curiosi 
suglMndigeni  della  regione  di  Palenqué,  dove  il  Margil  esercitò  il  suo  ministero,  e  sopra  tutto 
suU'  idolatria  de' Naqualisti  e  del  Pontefice  supremo  di  Samayac  a  Guatemala.  Il  Padre  da  Vilaplana 
nativo  della  Provincia  di  Valenza,  dove  prese  l' abito  di  San  Francesco,  insegnò  con  onore  la  teologia 
e  la  filosofia:  passato  poi  in  America,  egli  si  esercitò  in  importanti  ministeri,  e  fu  Cronista  di 
tutti  i  Gollegii  del  suo  Ordine  nella  Novella  Spagna.  È  anche  autore  di  altre  opere  di  storia  e  di 
teologia.  A  me  non  riuscì  d' incontrare  quest'  opera  nelle  mie  ricerche  ;  ed  è  indispensabile  per  la 
storia  de'  sopraddetti  Collegi! ,  e  delle  Missioni  che  tenevano  fra'  nativi  Americani. 

765.  ViLLACis. — Relacion  del  viage  de  D.  Diego  Vera  Ordonez 
Villaquirin,  para  la  reduccion  de  los  Indios  del  Reino  del  Prospero 
en  Nuova  Espana:  por  el  P.  Fr.  Simon  Villacis,  de  la  Orden  de 
San  Francisco. 

Il  Padre  Villacis  fu  nativo  del  Yucatan  ;  e  gli  Indi  del  sopraddetto  regno  si  compongono  di 
molte  e  diverse  tribù,  come  i  Locenes,  i  Chinchiles,  i  Mopanes,  i  Lacandones,  gli  Auzioes,  i 
Ganules,  i  Tulunquies,  i  Cehaches,  i  Chinami tas,  ec.  È  ricordato  dallo  Soniisa  {Monogr,  of  atUh.). 

766.  ViLLALPANDO  (de).  —  Arte  y  Vocabulario  de  la  lengua  de 
Yucatan  :  por  el  Padre  Fr.  Luis  de  Villalpando ,  de  la  Orden  de 
San  Francisco. 

Fu  uno  de*  primi  Francescani  che  d' ordine  dell'  Imperatore  Carlo  V  si  recarono  dalla  Spagna 
nel  Yucatan.  Evangelizzò  con  gran  frutto  in  Merida  e  in  Campeche  dal  1547  al  i554,  ed  acquistò 
profonda  conoscenza  della  lingua  Maya,  di  cui  scrisse  la  Grammatica  e  il  Vocabolario.  Il  suo  nome 
flgura  in  alcuni  documenti  pubblicati  nelle  Gartas  db  Indias  (Madrid,  i877). 

767.  ViLLAPANDO  (de).  —  Carta  de  Fr.  Francisco  de  Villapando 
da  Orden  de  Sao  Francisco  a  el  Rey  D.  Manoel. 

È  data  in  Alcazar  il  i514.  Nell'Archivio  della  Torre  del  lombo  di  Lisbona.  Originale. 


636  VILLAR  -  VITA 


Asia 

e 

Afria 


it$. 
Alia 


788.  ViLLAR.  —  Breve  resiimen  de  los  progressos  mas  prodi- 
giosos  que  en  la  Provincia  de  Siria  y  Tierra  Santa  de  Jerusalem 
ha  hecho  la  Religion  Seraphica.  Entresacordo  de  la  Chronica  que 
compuso  el  M.  R.  P.  Fr.  Juan  de  Calahorra.  Sacala  a  lus  Bartho- 
lomé  Villar.  Valencia,  Diego  de  Vega,  1700. 

Un  volume  in  8,  di  otto  carte  preliminari  e  368  pagine.  N'è  an  esemplare  nella  Biblioteca 
della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid. 

769.  ViLLENA.  —  Translado  de  la  carta  de  Fr.  Juan  de  Villena 
escrita  a  9  de  abril  y  Uegada  a  Macao  a  26  de  Junio  deste  presente 
ano  de  1738. 

Manoscritto  dell' Arctiivio  del  nostro  Convento  di  Manila,  inviatomi  da  que'Padri.  Sono  6  carte  in  8. 

*".  770.  Vincente.  —  Carta  de  Fr.  Vincente  a  el  Rey  de  Portugal. 

Asia 

Lettera  della  maggiore  importanza  per  la  storia  delle  Missioni  nell'  India.  È  data  il  i  gennaio 
1549.  Pare  che  il  Padre  Vincente  fosse  compagno  dei  celebre  P.  Fr.  Giovanni  Alboqaerque,  primo 
Arcivescovo  di  Goa.  È  nell'  Archivio  della  Torre  del  Tombo  di  Lisbona.  Originale. 

smmp.        771.  Vita  del  Padre  Atto  Biagini  da  Pistoia,  Missionario  Apo- 
^•^    stolico  Minore  Osservante  in  Cina. 

È  pubblicata  nelP  opera  :  Cataloghi  dei  Santi,  dei  Beati  e  di  altre  persone  imigni  n^la  pietà 
PUtoiesi»  pubblicati  da  diversi  agiografi,  in  una  ordinata  ed  uniforme  maniera  ridotti  ed  aumentati 
di  una  serie  di  Beati  e  di  altre  persone  similmente  memorabili  per  la  santità  della  vita.  Pisto- 
iesi, di  cui  non  è  stata  fatta  menzione  in  quei  Cataloghi.  Opera  del  P.  Ferdinando  Panieri. 
Canonico  dell'  inxigne  Chiesa  Cattedrale  di  Pistoia.  Pistoia,  dai  Fratelli  Manfredini,  1818-1820. 
Sono  (lue  vularni  '\\\  8;  «*  la  Vita  ♦•  tratta  •  halle  lettere  aiilugrafr  del  suiidelto  Padre  Atto:  d.i 
(lue  1(  Itere  sifnilmenle  autografe  del  signor  Cardinale  Stefano  B<>rgia  al  signor  Giovanni  Biagini 
fratello  del  Padre  Alto  medesimo:  dall'apografo  di  una  lettera  di  Fr.  Homualdo  Kuoielschi  Minore 
Osservante,  scritta  da  Pekino  al  Generalo  del  suo  Ordine:  e  da  una  Helazione,  pari  mento  autografa 
del  Padre  Luigi  da  Signa  Minore  Osservante,  scritta  da  Manila  nelle  Isole  Filippine,  allorchr' 
partito  dalla  Cina  era  di  ritorno  in  Europa,  e  diretta  ai  superiori  del  suo  Ordine,  e  per  mezzo  di 
(jucsti  pervenuta  allo  stesso  nostro  signor  (ìiovanni  Hiagini.  • 

II  Padre  Atto  nacque  in  Pistoia  il  175i.  Vesti  l'abito  in  Cortona.  Kin\ò  a  Roma  il  1779, 
donde  con  un  compagno  fu  invialo  in  Siria  ed  Egitto.  l>i  là  poi  nel  178i  fu  mandato  in  Cina  coi 
Padri  Giuseppe  da  Bienlina  e  Luigi  da  Signa.  Mori  nel  carcere  di  Pekino  il   1785. 

f^n^-  112.  Vita  e  martirio  dei  Padri  Ferdinando  Isola  Genovese  e 
Giacomo  Zampa  della  Marca  Minori  Osservanti  Riformati  di  San 
Francesco,  Missionarii  Apostolici  in  Albania.  Seconda  edizione  su 
la  prima  del  1600  a  cura  del  Padre  Marcellino  da  Civezza  Minore 
Osservante.  Roma,  Tipografia  Tiberina,  18G4-1865. 

Venne  da  me  ristampata  nella  Cronaca  delle  Missioni  Francescane,  anno  IV  e  V,  in  8.  Non 
posso  dar  conto  dell'  antica  edizione  perchè  1'  ho  smarrita,  ed  è  rarissima. 


VITA  -  VOCABIILARIO  '  637 


Del  P.  Ferdinando  Isola  trovai  ampia  menzione  in  nn  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale 
(Ji  Madrid,  che  ha  il  titolo  seguente:  CrevoHO.  Ordines  Mendieantes ;  e  contiene  la  storia  de' detti 
Ordini,  scritta  dal  sacerdote  Don  Geronimo  Crevasco-Lercaro  e  Pavia,  sacerdote  e  avvocato  della 
Cancelleria  di  Granata.  Comincia  dalla  Religione  Francescana;  ed  ha  preziose  notizie,  specialmente 
della  Provincia  Minorltica  di  Genova.  V* incontrai,  tra  l'altre  cose,  che  l'Ordine  Serafico  Panno  1517 
aveva  26  conventi  di  Missione  nella  Bosnia  Argentina,  13  in  Inghilterra,  e  IS  in  Dacia. 

773.  Vita  del  Padre  Giovan  Battista  Maoletti  da  Serravalle , 
Missionario  Apostolico  nella  Cina,  de'  Minori  Osservanti  Riformati 
di  San  Francesco  della  Provincia  di  Milano ,  morto  il  14  gennaio 
1723. 

Sono  11  carte  in  foglio.  Copia  estratta  dall'esemplare  che  è  nella  Biblioteca  di  Brera  in  Milano. 
La  Vita  è  preceduta  da  altre  quattro  carte  di  Cognizioni  preliminari  :  e  sono  nfltizie  per  la  intel^ 
ligenza  delle  principali  setter  le  quali  trovanti  neUa  Cina . . .  rilevate  d(U  attissimo  Salmon, 
volum.  4,  cap.  8.  1790. 

774.  VocABULARio.  —  De  la  lengua  de  los  Indios  que  poblan 
los  rios  de  Potumayo  y  Caqueta,  hecho  a  solicitudes  del  Colegio 
de  Misiones  de  S.  Diego  de  Quito. 

Manoscritto  di  26  pagine  in  4,  nella  Biblioteca  della  Beale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Precedo 
il  Vocabulario  una  ùratio  gratulatoria;  e  in  flne  del  Manoscritto  si  legge:  «  Soli  Deo  honor  et 
gloria  eiusque  Matri  et  Josepho  sponso  suo  et  parenti  nostro.  Amen.  •  Dall'  Oralio  gratulatoria  si 
vede  che  è  opera  Francescana;  e  gioverà  riferirne  i  tratti  seguenti,  per  vedere  a  quali  fatiche, 
rìschi  e  sacriflcii  dovevano  assoggettarsi  i  Francescani  per  difToAdcre  la  fede  su  quelle  montagne; 
ed  inoltre  ci  dà  notizia  di  quattro  Martiri  dell'Ordine,  forse  sin  qui  sconosciuti. 

«  Pocos  anos  à  que  tragicando  osta  Cordillera  aquel  ilustre  y  fervoroso  Misionero  Fr.  Juan 
Matheu,  a  el  Padre  Fr.  Santiago  Picina,  uno  de  sus  companeros,  habiendoles  ido  los  pies,  y  que- 
dando  asido  de  los  manos,  a  el  naturai  movimiento  de  estender  los  brazos  se  les  deshiso  la  cuerda 
con  que  aseguraba  el  hornamento,  que  llevaba  -sobre  sus  religiosas  espaldas,  y  pasando  està  de 
los  hombres  a  la  garganta,  a  no  haber  tenido  pronto  socorro  en  los  companeros,  o  le  hubiera 
cortado  la  soga  con  la  respiracion  la  vida,  o  despachado  Faetonte  le  hubiera  prestado  sus  alas  de 
muerte. 

«  Pero  està  solo  es  una  puerta  y  la  primera  entrada,  por  donde  se  pasa  a  otros  muchos 
trabajos ,  que  se  padecen  en  aquellos  montes ,  poblados  de  horribiles  Qeras ,  venenosas  sabandìcas , 
groseros  alimientos,  faltos  de  un  todo,  y  solo  abastecidos  de  innumerables  riesgos,  espuesta  la 
Vida  a  el  arbitrio  de  unos  barbaros,  aun  entre  si  sangrien temente  crueles,  a  cuias  sacrilegas  manos, 
en  solo  mi  tiempo  an  muerto  cuatro  Beligiosos,  ci  B.  P.  Fr.  Lucas  Bodriguez  de  Acusta,  que  fué 
y  bolvió  de  Espana  por  el  Para,  y  por  ultimo  lo  quemaron  vivo.  El  benito  siervo  de  Dios  Fr. 
Joseph  de  Jesus,  en  culo  martirio  sncedieron  grandes  prodigios.  Mi  connobicio  el  Padre  Fr.  Miguel 
Marin ,  y  Fr.  Juan  Garzon.  Fuera  de  este  continuo  riesgo ,  se  miran  precisados  los  Misioneros  a 
transitar  sus  grandes  rios,  por  temerosas  gentes  y  bejucos,  y  a  trajetar  los  navegables  en  debiles 
vasos  de  papel.  Pues  en  el  grande  lago  que  sobre  Paste  le  corta  el  camino,  se  embarcan  en  unas 
pirogas  que  forman  de  juncos  poco  mas  que  de  paxa ,  la  qual  intitulan  los  naturales  Totora,  y 
labran  della  sestas  y  patates:  •  È  duro  ministero  (egli  prosegue);  ma  «  hablo  con  Beligiosos  de 
San  Francisco,  cuios  jenerosos  corazones,  vacios  de  intereses  temporales,  aspiran  santamente  ambi- 
ciosos  a  llenarlos  de  lo  eterno.  «  Per  riuscire  è  specialmente  necessario  aver  conoscenza  della  lin- 
gua del  paese .  •  Por  esto  (continua)  habicndo  descargado  el  cuidado  de  las  conversiones  està  Pro- 
vincia en  el  de  su  Golegiu  Apostolico;  dcseando  este  de  empefiar  la  conllansa  con  el  propiu 


638  VULCANO 


Africa 


ministerio,  procurò  propulsar  las  diflculudes  para  buscar  de  benserlas.  Embiò  desde  laegoasoU- 
citar  obreros  en  EspaHa,  sapiendo  que  no  puede  haber  Missiones  sin  operarlo,  i  para  que  estos 
puedan  sin  embaraso  cumplir  con  el  ministerio,  le  remite  està  corta  luz  de  la  lengoa  mas  general 
de  aquel  pais  . . . .  Y  porque  la  aspereza  de  lus  caminos  no  ajorase  a  sus  alumnos,  causando  al 
mismo  ticmpo  exccsivos  gastos ...  no  perdonò  el  Colegio  gastos  ni  (atigas  para  expecolar  la  Cor- 
dillera,  que  ballò  siempre  aspera ,  basta  que  dentrando  en  la  provincia  y  obispado  de  Popajan , 
advirtió  que  se  docilitaba  la  entrada  por  humiliarsc  en  està  parte  la  Cordillera,  descobriendo  un 
camino  antiguo,  oy  totalmente  borrado,  por  donde  los  becinos  de  la  antigua  ciudad  de  Almagner 
transitaban  a  la  de  Mocoa,  oy  tambien  destruida.  Otra  entrada  ofrece  en  el  mismo  Popayan  el 
Fimana,  ec  ■ 

775.  Vulcano. — Vera  e  nuova  descritione  di  tutta  Terra  Santa, 
et  Peregrinaggio  del  sacro  monte  Sinai,  compilata  da  verissimi 
autori ,  dal  venerabile  Padre  Frate  Luigi  Vulcano  dalla  Padula 
dell'Ordine  Minore  Osservante  di  San  Francesco.  Napoli,  Gio. 
Maria  Scotto,  1563. 

Un  volume  in  8. 


w 


776.  Wadingo. — Annales  Minorum,  seu  trium  Ordinum  a  S. 
Francisco  institutorum,  auctore  A.  R.  P.  Luca  Wadingo  Hiberno, 
S.  T.  Lectore  Jubilato  et  Ordinis  Chronologo.  Editio  secunda, 
locupletior  et  accuratior  opera  et  studio  Rmi  Patris  Josephi 
Mariae  Fonseca  ab  Evora,  S.  T.  Lectoris  Jubilati,  S.  et  U.  Inqui- 
sitionis  Consultoris,  S.  C.  Consistor.  Votantis,  Episcop.  Exami- 
natoris,  Ord.  Discreti  et  in  Romana  Curia  Commis.  Generalis. 
Romae,  typis  Rechi  Bernabò.  MDCCXXXI.  Superiorum  pemiissu. 
Cum  privilegio  Summi  Pontificis. 

Sono  i6  volami  in  foglio,  a  cui  seguita  il  i7  del  SUlatms  universus,  ee.,  confeetut  a  R.  P,  Fr. 
Josepho  Maria  de  Ancona^  Ordinis  Minorum  RegiUaris  Observantiae^  ec.  Chi  non  conosce  gli  Annali 
del  Wadingo,  e  l' immenso  valore  di  questa  dottissima  raccolta,  per  cui  (  come  egregiamente  dice 
il  Fonseca  nella  dedica  a  Clemente  XII  )  t  Lucam  Wadingum ,  non  de  nostra  sodalitate  solum , 
verum  etiam  de  Gatholica  Ecclesia  bene  mereri,  eruditorum  iudicio  vulgatum  est?  •  E  questa 
seconda  edizione  fatta  dal  Fonseca  è  tanto  più  pregevole,  in  quanto  che,  «  primum  (com'egli  dice) 
Wadingi  vitam,  quam  Pater  Franciscus  Haroldus  composuit,  primo  volumini  praeflxi:  deinde  Sum- 
morum  Pontiflcum  BuUas  aliquot,  nec  hactenus  cum  Wadingo  editas,  Inter  regesta  conieci.  Denique 
cum  multa  ab  Auctore  inìtio  praetermtssa,  deinde  addita,  et  ad  multorum  tomorum  calcem  reiecta, 
sois  locis  inserui;  tum  etiam  Supplementa  Patris  Antonii  Melizzani  Strictioris  Observantiae  Augu- 
stae  Taurinorum  edita  anno  MDCCX  et  alia  quaedam  nondum  typis  vulgata.  > 

Seguitano  poi  altri  7  volumi,  co*  quali  T  opera  venne  continuata  :  il  i8  disposto  a  Padre  Fr.  Joanne 
de  Luca  Veneto»  Minorum  Observantium  Sacrae  Theologiae  Lectore  iu5i7a(o,  ec  :  il  19  a  Fr.  Josepho 
Maria  de  Ancona ,  ex  Observantium  Familia:  il  20,  rarissimo  perchè  braciò  quasi  tutta  l'edizione, 
a  Fr.  Caietano  Michelesio  AsculanOf  Minorum  Observantium  Sacrae  Theologiae  Lectore  JubUato  :  i 
21,  2),  33,  e  )i,  a  Patre  Fr.  Stanislao  Melchiorri  de  Cerreto,  Minorum  Observantium  Leetori  Jubilato. 
Al  Padre  da  Cerreto  non  sappiamo  chi  sia  succeduto  nel  gravissimo  incarico  di  proseguire  un'opera  di 
tanto  peso  e  di  tanta  utilità  per  l'Ordine  e  per  la  Chiesa.  Noi  abbiamo  già  accennato  altrove  gli 


6A0  WITTE 


S'iUTff 


stilili  che  suno  uecessarii  afllnchè  il  lavuro  riesca  pieno  e  perfetto,  come  l'ebbe  iucoininciato  il 
Wadingo.  Ma  senza  un  particolare  studio  in  tutte  le  Biblioteche  e  Archivii,  non  che  solo  dell'Europa, 
ma  deir  America,  è  impresa  impossibile.  Vi  sono  immensi  documenti,  di  cui  gli  ultimi  coutinuatorì 
non  ebbero  né  anche  sentore. 

11  Wadingo  poi  ben  meriterebbe  che  se  ne  scrivesse  una  vita ,  di  cui  quella  lasciata  dall' 
llaroldo  potrebbe  essere  la  traccia:  egli  è  una  figura  gigantesca  nell'  Ordine  sotto  ogni  rispetto,  e  ben 
pochi  sono  che  lo  conoscono.  Metto  qui  una  notizia  che  lo  riguarda,  e  che  incontrai  in  un  Manoscrìttu 
della  Biblioteca  Fubroniana  di  Pistoia  in  Toscana,  che  tocca  di  un  suo  gran  merito,  che  l' Haroldo  a 
mala  pena  ebbe  accennato. 

•  Elisabetta,  erede  della  malvagità  del  padre  Arrigo  Vili  re  del  regno  d'Inghilterra,  havendo 

* 

in  mille  maniere,  parte  con  persecuzioni,  parte  con  rendere  incapace  dei  carichi  nel  regno  la  nobiltà 
lliernesc,  provato  invano  di  ridurre  quel  regno  alla  sua  eresia;  finalmente  applicò  l'animo  all'arti- 
ficio usato  prima  da  Giuliano  Apostata,  di  proibire  sotto  pena  della  vita,  che  nessuno,  come  ella 
diceva,  papista  potesse  insegnare  e  tenere  scuole  pubbliche ,  ac^iò  che  la  gioventù,  studiando  sotto 
maestri  Eretici,  con  la  dottrina,  succhiasse  il  veleno  dell'eresìa:  dal  che  vedendo  la  nobiltà,  gen- 
tiluomini e  cittadini,  nascere  danno  irreparabile  alti  loro  figliuoli  et  alla  fede  cattolica»  comincia- 
rono a  mandarli  alli  studìl  fuori  del  regno,  in  Italia,  Francia  e  nelli  dominii  del  Re  di  Spagna,  il 
quale  li  fondò  diversi  Collegi!,  nelli  quali  si  allevano  in  tanto  numero,  in  dottrina  et  in  virtù,  che 
appena  si  trova  una  Parrocchia  in  ll)ernia,  nella  quale  non  fosse  un  Curato,  Dottore  di  Teologìa, 
come  esperimentò  Monsignor  Rinuccini,  essendo  Nunzio  in  quel  regno.  Questi  resistevano  con  tanto 
valore  alli  predicanti  eretici ,  e  mantenevano  nella  vera  fede  con  tanta  diligenza  li  cattolici ,  che 
dal  tempo  d'Enrico  Vili  sino  al  presente,  pochi  della  nobiltà  hanno  abbandonato  la  fede.  Il  frutto 
grande  che  rendevano  questi  Coltegli  eccitò  gli  altri  Principi  Serenissimi  a  fondare  Seminarìi  e 
residenze  per  allievo  della  gioventù  Ibernese,  e  fra  gì'  altri  animò  1'  Eminentlssimo  Signor  Cardinale 
Ludovisio  di  santa  memoria,  a  fargli  in  Roma  una  residenza,  o  piuttosto  un  embrione  di  Collegio, 
del  quale,  vivendo  Sua  Eminenza,  diedene  cura  al  Padre  Fr.  Luca  Wadingo  Minore  Osservante,  uomo 
dotto  e  prudente,  assegnandoli  1000  scudi  d'  entrata  annua ,  con  una  vigna  di  ii,000  arbori  io 
Castelgandolfo,  dotata  di  molti  arbori  di  varii  frutti,  d'acqua  sorgente,  e  d'  una  casa,  assai  comoda. 
11  Padre  Fr.  Luca  applicò  l' animo  cun  grande  calore  al  governo  di  questo  Collegio,  e  presa  a  pigione 
una  cai^a  di  rimpetto  a  Sant'Isidoro,  in  questa  con  l'entrata  assegnatali  manteneva  ora  li  ora  14 
scolari  sotto  la  cura  immediala  d'un  Frale,  che  li  governava,  studiando  a  Sani' Isidoro,  d;>vc  dopo 
di  due  anni  di  niosofla  e  di  Ire  di  Teologia,  e  dopo  varii  esercizii  di  controversie  e  casi  di  cojicienza, 
procurandogli  la  Missione  ul  il  Niatiooper  il  viaggio  dalla  Sacra  Congregazione  iVi  Propaganda  Fide, 
li  mandava  a  la\ orare  nella  vigna  delle  Signore  in  Ibernia. 

«  Il  ftlice  avvan/.anicnto  di  ciiiosio  (^ullei^io  fu  interrotto  con  la  nnjrle  dell'  Kminentissimo  Ludo- 
visio, li  (piale  selilH-nr  mentre  nìsso  mostrò  sempre  d'avere  intenzione  che  il  Collegio  restasse  sotto 
la  cura  del  Fr.  Luca  e  ilelli  Guardiani  successori,  di  Sant'Isidoro,  ad  oj^iii  modo  nel  Test.imentu 
pareva  cliiaranicMite  die  ne  lasciasse  l'assoluto  governo  alla  Conjjregaziono  ;  per  il  che  litigan>n<i 
insieme  il  Padre  Viteleschi  e  Fr.  Luca,  il  (juale  per  una  senlen/.a  della  Rota  perse  la  lite  et  il 
Collegio.  • 

777.  WiTTE  (do).  —  Ori<?ines  et  desoriptiones  Coaventuum 
Provinciao  inforioris  Genuaniae  tam  Fratrum  quam  Soronim, 
auotoro  Augustine  De  Witte,  Bruxellensi,  ex  Ordino  Minorum. 
Antuerpiae,  1629. 

Un  volume  in  4. 


Jfc. 


778.  XiMENES. — Arte  y  Vocabulario  de  la  lengua  Mexicana 
por  el  Padre  Fr.  Francisco  Ximenes  de  la  Orden  de  S.  Francisco. 
—  Vida  del  R.  P.  Fr.  Martin  de  Valencia. 

Se  qaesti  Manoscritti  del  Padre  Ximenes  esistano  aiiCora  in  qualche  Biblioteca  o  Archivio  d' 
America,  o  sian  periti,  non  saprei  dire.  Egli  fu  uno  de' primi  dodici  Francescani  della  Provincia  di 
San  Gabriel,  che  col  loro  capo  Fr.  Martino  da  Valenza  si  recarono  dalla  Spagna  al  Messico,  e  fon- 
darono la  Provincia  del  Santo  Evangelio.  Dottissimo  in  diritto  canonico,  e  poeta,  riflutava  per  umiltà 
di  ordinarsi  sacerdote;  ma  giunto  al  Messico,  ricevo  gli  ordini  sacri,  e  primo  di  tutti  cantò  la  sua 
prima  messa  in  quelle  terre,  dove  rapidamente  apprese  la  lingua  Messicana,  e  scrisse  la  Gram- 
matica e  il  Vocabolario  accennati,  ed  inoltre  ebbe  speciale  incarico  di  esaminare  tutto  quello  che  in 
detta  lingua  si  scriveva.  Evangelizzò  con  grande  zelo  in  molta  parte  di  quelle  terre ,  e  vi  raccolse 
copiosissimi  frutti.  In  premio  delle  sue  grandi  fatiche  venne  ripetutamente  scelto  per  la  dignità 
episcopale  :  ma  egli  fu  costante  in  ricusarla,  e  mori  di  paralisi  il  31  luglio  del  1537.  Cosi  nei 
Datos  biogra/icos  che  accompagnano  le  Cartas  db  Indias,  pubblicate  in  Madrid  il  1877. 

E  qui  voglio  avvertire  che  chi  percorra  il  grosso  e  prezioso  volume  delle  sopraddette  Cartas  (a 
cui  speriamo  ne  facciano  seguito  altri),  oltre  i  molti  nomi  e  documenti,  che  abbiamo  annotati  in 
questo  nostro  lavoro,  v'incontrerà  molti  altri  nomi  di  celebri  Francescani  Missionari  nell'America, 
che  senza  dubbio  scrìssero  molte  cose  nella  lingua  e  sulla  st  )ria  dei  popoli  primitivi  di  quelle  regioni  ; 
ma  que'  lavori,  o  perirono  o,  chi  sai  restarono  dispersi  e  nascosti  ove  meno  si  potrebbe  pensare.  Noi 
abbiamo  già  veduto,  per  autorevolissime  e  non  sospette  testimonianze,  come  nei  rivolgimenti  politici 
che  da  cinquant'  unni  a  questa  parte  hanno  tramutato  l'America,  e  là,  come  in  Europa,  hanno  disperso 
i  Conventi  de' Religiosi,  molti  preziosi  documenti  manoscritti  delle  case  religiose  siano  scomparsi.  L' 
amore  così  vivo  che  si  è  oggi  svegliato  da  per  tutto  per  la  ricerca  di  tali  interessanti  memorie,  già  ne 
ha  fatto  rinvenire  di  molti  ;  e  parecchi  lavori  bibliograflci  ci  hanno  rivelato,  che  se  non  tutti,  molti 
di  essi  con  la  pazienza  e  con  l'amore  possono  riacquistarsi.  E  però  bisogna  che  gli  Ordini  Religiosi, 
come  già  ho  detto  altrove,  piglino  conoscenza,  e  acquistino  almeno  per  le  loro  case  di  studio  così 
fatte  pubblicazioni  ed  altre  di  simiglìante  natura.  In  tutti  sono  notizie  e  memorie  di  somma  importanza, 
che  non  possiamo  ignorare,  volendo  scrivere  con  dignità  e  successo  la  storia  dell'  Ordine  a  cui  ap- 
parteniamo. Parecchie  ne  ho  già  accennate:  mi  si  permetta  qui  di  aggiungere,  tra  non  poche  altre  (dico 
per  l'Ordine  Francescano),  i  Monumenta  Germaniae  hL^torieay  pubblicati   in  Annovcr  dal  Pertz; 
V  Histoire  de  la  Colonie  Franfaise  en  Canada^  pubblicata  in  Villemairc  e  Paris  il  1865  per  l'Abate 
Faillon;  la  Bibliotheca  Hispano  uUramarina,  che  con  altre  collezioni  si  pubblica  in  Madrid,  e  fra 
i  volumi  di  essa  già  usciti  a  luce,  specialmente  la   Historia  del  descubrimienio  de  las  Regiones 
Austriales  por  Femandez  de  Quiros ,  e  La  Guerra  de  Qnito  por  Fedro  Ciesa  de  Leon  ;  V  ìlUtoria 
dcu  Ilhas  do  Forto  Sanlo^  Madeira,  deserta»  e  selvagenSy  manuseripto  do  seeulo  XF/,  annotado  por 
Alvaro  Rodrigu^z;  Funchal,  1873;  e  la  Vida  do  Infante  D.  Henrique  de  Fortugal,  appellidado  o 
Navegador,  e  seus resultadot,  comprehendendo  o  deuubrimienlOt  no  espafo  de  um  seeulo,  de  metad^ 
do  mundo,  ec  por  Richard-Henry  Mayor,  ee,  Lisboa ,  ìmprensa  Nadonal,  1876. 

M 


Ammìci 


Am^rìat 


istm*p» 
A*w 


779.  Yangues  .  —  Principios ,  y  reglas  de  la  lengua  Cuma- 
nagota,  general  en  varias  naciones,  que  habitan  en  la  Provincia 
de  Cumana,  ec.  Sacados  a  luz  aora  nuevamente,  corregidos,  y 
reducidos  a  mayor  claridad,  y  brevedad,  junto  con  un  Diccio- 
nario  que  ha  compuesto  el  R.  P.  Mathias  Bianco.  Por  el  Padre 
Fr.  Manuel  Yangues  del  Orden  de  San  Francisco. 

Un  volume  In  4,  di  3  carte  prelimmari  non  nnmerate  e  2Ì0  pagine.  Dalla  pagina  i  alla  7  sono 
I  Prindpioi;  dalla  pagina  7i  alla  73,  le  Advertendat  ;  e  dalla  pagina  73  alla  SiO,  i  Dicdonario  Bipafiol 
Cwnanagoto. 

Dcir  opera  dà  il  seguente  giadizio  il  LECLEnc  (  BibUot.  Amer.):  •  Gramroairc  excei^sivemeot 
rare.  Ainsi  qae  V  indique  le  litre,  elle  a  ùlé  publióe  par  le  P.  Mathias  Kdiz  Blango,  savant  mis- 
sionnaire,  qui  y  ajouta  un  dictlonnaire  assez  étendu.  Ce  m^me  l\eligieux  publia  en  1690,  a  la  suite 
de  son  ouvrage  intimi^  Conv'ernon  de  Piritu  ,  une  nouvelle  édilion  de  la  (ìrammaire  du  1*.  Yangue; 
et  de  son  Dictiunnairc  Espanol  Cumanagoto,  arrangés  avec  plus  de  ciarle.  • 

780.  Yepes.  —  Catecismo  y  declaracion  de  la  Doctrina  cristiana 
en  lengua  Otomi,  ec.  por  el  R.  P.  Fr.  Joaquim  Yepes,  ec. 

Fu  da  noi  annotato  al  cognome  Ix)pez,  che  ha  unito  a  quello  dì  Yepes.  Qui  aggiungerò  per  noli7.it> 
incontrate  posteriormente,  che  dalia  pagina  1  del  volume  alla  17,  è  l'Alfabeto  Otomi;  dalla  pagina  l« 
alla  91,  il  Catechismo  e  la  Dottrina;  dalla  pagina  93  alla  251,  il  Vocahulario;  alla  pagina  25i  sono  le 
cifre  e  i  nomi  numerali;  e  dalla  pagina  i5i  alla  i3i,  il  Modo  di  spiegare  il  Catechismo  agli  Indi. 

II  Padre  Yepes  (  Lopez  Yepez)  era  Messicano,  e  fare\a  parte  del  Collegio  Franrescano  di  Pro- 
paganda Fide  di  Pachuca.  Il  suo  Vocabolario  Otomi,  che  ci  pervenne,  è  sin  qui  il  più  completo  che 
sia  stato  pubblicato. 

781.  Yepes.  —  Descritione  di  Terra  Santa  del  R.  P.  Rodrisfo 
de  Yepes,  tradotta  dallo  Spagnuolo.  Venezia,  Zialteri,  1600, 

Un  volume  in  12.  E  ricordato  dal  Ternadx. 


YVES  643 

782.  Yves.  —  Voyage  dans  le  Nord  du  Bresil,  fait  durant  les 
années  1613  et  1614  par  le  Pere  Yves  d'Evreux,  publié  d'apres 
r  exemplaire  unique  conserve  a  la  Bibliotheque  Imperiale  de 
Paris  par  M.  Ferdinand  Denis,  Conservateur  a  la  Bibliotheque  de 
Sainte  Genevieve.  Leipzig  et  Paris,  1864. 

Ud  grosso  volarne  ìd  8.  È  ana  iroportantissima  Relazione  di  quelle  contrade;  e  basta  il  giudizio 
del  Denis,  che  la  pubblicava,  per  non  dubitarne.  In  modo  speciale  ha  preziose  ed  esatte  notizie 
sopra  ì  Tupinambos.  Compendierò  qui  alcuni  schiarimenti,  di  cui  quel  dotto  signore  V  ha  corredata, 
ove  si  tratta  anche  de' nostri  presenti  Missionari  del  Brasile.  Nella  vasta  provincia  (egli  dice)  del 
Maragnon,  che  è  una  delle  più  floride  del  Brasile,  non  vi  si  fecero  stabilimenti  di  qualche  impor- 
tanza prima  che  vi  giungessero  i  Missionari  di  Francia.  A  que'  dì  essa  non  aveva  limiti  determinati,  e 
r  immensa  capitaneria  del  Piauhy  ne  fece  parte  sino  al  i8U.  Oggi  si  distende  186  leghe  in  lunghezza 
con  i46  in  larghezza  sopra  una  superflce  di  ventimila  leghe  quadrate.  È  tra  il.»  16,  e  7.«  35  di 
latitudine  meridionale.  Conflna  al  Nord-Ovest  col  Para,  da  cui  la  divide  il  fiume  Gurupy  ;  al  Nord-Est 
è  bagnata  dall'Atlantico;  e  al  Sud-Est  ne  forma  il  confine  il  Paranahiba.  11  Tocantins  finalmente  la 
divide  al  Sud  dalla  provincia  di  Goyas.  11  clima  del  Maragnon,  quantunque  caldo  ed  umido,  è  sano: 
le  pioggie  che  rendono  fertile  il  paese,  cominciano  regolarmente  in  ottobre.  L' aspetto  del  suolo  si 
presenta  ineguale,  ma  senza  notevoli  alzamenti,  eccettuato  nella  Gomarca  di  Pagtos  bons,  dove  s' incon- 
trano delle  montagne,  come  T  Alpacata,  il  Valentin,  il  Negro,  ec;  ed  è  bagnata  da  quattordici  correnti 
d'acqua,  delle  quali  la  più  notabile  è  il  Paranahiba;  ma  le  sue  spiagge  non  sono  dappertutto  salubri, 
anzi  in  parecchi  luoghi  vi  regnano  le  febbri  intermittenti.  Il  corso  del  Paranahiba  è  valutato  320  leghe; 
e  la  popolazione  di  questa  provincia  si  crede  che  giunga  oggi  a  463,000  abitanti.  In  quanto  alle 
tribù  nomadi  che  ancora  vi  si  aggirano,  nulla  possiamo  dire  con  certezza.  Esse  s'incontrano,  più 
che  altrove,  nel  Maragnon,  nel  Para  e  nella  Nuova  Provincia  di  Rio  Negro.  Respinti  nell'interno 
del  paese  da  Mattia  di  Albunquerque,  e  decimati  dal  vainolo ,  si  sono  omai  ridotti  appena  ad  un' 
ombra  di  quel  che  erano  sotto  i  loro  capi  indipendenti,  e  talmente  decaddero,  «:he  hanno  sin  di- 
mentiche le  loro  teogonie  e  tradizioni  ;  per  cui  le  memorie  che  ce  ne  lasciarono  i  nostri  Missionari 
sono  d'immenso  valore. 

La  Capitale  del  Maragnon  rimane  nel  sito,  ove  la  stabilirono  i  suoi  primi  fondatori,  a  3.<>  30 
44  di  latitudine  australe,  e  l.o  6,  34  di  longitudine  orientale,  contando  dal  Forte  di  Villegaignon , 
nella  baia  di  Rio  Gianeiro.  La  Ravardiere  e  Razilly  scelsero  per  fondarla,  la  punta  o  vetta  di  una 
pìccola  penisola  congiunta  all'  istmo  di  Maranhan.  Fu  chiamata  San  Luigi,  e  venne  levata  a  dignità 
di  città  vescovile  del  Pontefice  Innocenzio  XI  l'anno  1676.  Conta  un  trentamila  anime,  ed  è  divisa 
in  tre  parrocchie,  di  Noisa  Senhora  da  Victoria,  di  S.  Joào,  di  Noita  Senhora  da  CaneeifUo.  L' aria  vi 
è  salubre,  e  vi  si  vede  molta  prosperità.  Le  navi  che  vi  cercano  un  ancoraggio,  s' indirizzano  verso 
il  palazzo  del  Governatore,  che  si  leva  sopra  un'  altura  dominante  il  porto,  ed  ha  per  fondamento 
la  fortezza  di  San  Luigi.  Dalle  finestre  del  palazzo  gittando  io  sguardo  sopra  la  lunga  baia  che  si 
spiega  dinanzi,  ti  si  mostrano  in  un  fuggente  orizzonte  le  coste  e  la  città  di  Alcantara;  e  poco 
distante  in  riva  all'Anll  s' innalza  la  Chiesa  e  il  Convento  di  Sant'Antonio,  edificato  nel  1613  per 
cura  del  Padre  Yves  e  degli  altri  suoi  confratelli  Cappuccini:  esso  venne  poi  parecchie  volte  modi- 
ficato, ed  oggi  una  parte  serve  di  Seminario  Vescovile.  È  in  San  Luigi  una  pubblica  Biblioteca,  ma 
conta  appena  1031  volumi.  La  Chiesa  cattedrale,  già  del  titolo  dello  stesso  San  Luigi,  non  esiste  più,  e 
venne  trasportata  in  quella  dell'antica  casa  de' Padri  della  Compagnia  di  Gesù,  detta  Sfossa  Senhora 
da  Victoria.  Nel  Convento  di  Sant'Antonio,  quando  in  questi  ultimi  anni  si  lavorò  per  ingrandirlo, 
fu  rispettata  la  cappella  d'origine  Francescana;  ed  oggi  vi  sono  tre  Padri  deir  Osservanza,  che 
ne  hanno  la  cura  :  il  Padre  Fr.  Vincenzio  di  Gesù  Guardiano,  il  Padre  Fr.  Riccardo  dal  Sepolcro,  e 
Il  Padre  Giovacchino  da  San  Francesco. 

Belle  e  stupende  conversioni  (prosegue  il  Denis)  avevano  operate  fra'  Tupinambi  1  Missionarii 
Cappuccini  Francesi.  Al  Padre  Yves  e  suoi  compagni  eran  succeduti  altri  loro  confratelli  guidati 
dal  Padre  Onorato  di  Parigi.  Ma  pigliato  possesso  del  paese  dai  Portoghesi,  i  Padri  Cappuccini 
si  ritirarono,  cedendo  il  luogo  a'  loro  confratelli  Francescani  dell'  Osservanza,  che  occuparono  il 
Convento  in  numero  di  30,  e  sotto  la  direzione  di  Fr.  Cristoforo  Severim  venne  come  a  dire  rifatto. 


644  YVES 

Se  ne  gittarono  le  naove  fondamenta  il  16S5,  e  i  lavori  finirono  nell'agosto  dell'anno  seguente. 
Troppo  Inngo  sarebbe  il  dire  di  tntte  le  vicende  alle  qnali  dipoi  andò  soggetto  :  basti  sapere,  che  alla 
fine  del  passato  secolo  era  ridotto  quasi  in  rovine.  Nel  i860  il  sopraddetto  Padre  Guardiano,  Frate 
Vincenzio  di  Gesù,  fece  ricorso  alla  pubblica  carità,  perchè  venisse  degnamente  riparato  an  ediQzio 
che  si  lega  alle  più  Importanti  memorie  del  paese;  e  n'ebbe  generosa  corrispondenza. 

Poi  11  Dknis  tocca  dei  grandi  servizi  rendati  da' Missionari  allo  stadio  delle  lingue ,  e  dice: 
11  Padre  Yves  dà  nella  saa  opera  un  piccolo  Vocabolario  delia  lingua  dei  Tupinambl.  B  così, 
aggiungiamo  noi,  hanno  fatto  tutti  i  Missionari  Francescani,  rispetto  alle  nazioni  fra  le  quali  hanno 
evangelizzato;  e  questa  nostra  pubblicazione  ne  dice  qualcosa.  S'ingannerebbe  (egli  prosegue)  chi 
pensasse  che  il  piccolo  lavoro  lasciatoci  dal  nostro  Missionario  non  fosse  di  notevole  importanza.  1 
lettori  d'Europa,  poco  usati  alla  filologia  Americana,  non  sanno  che  farsi  d' una  raccolta  di  tnA  di 
popoli  così  lontani  :  ma  non  avviene  lo  stesso  in  America,  ove  la  civiltà  e  la  letteratura  sono  oggi 
in  onore. 

In  Calti,  già  da  qualche  anno  l' Autore  della  Storia  generale  del  Brasile ,  ha  fatto  notare  P 
importanza  dello  studio  delle  lingue  indigene  in  una  sua  Memoria  inserita  fra  gli  atti  dell'  institnto 
Storico  di  Rio  Gianeiro  (1840).  E  se  il  signor  Labt  non  ne  parla  con  l' entusiasmo  del  Padre  Anlchieta 
che  primo  di  tutti  ci  diede  una  Grammatica  della  lingua  brasiliana  (lÀngoa  geralj,  ben  però  ne  fa  av- 
vertire la  ricchezza  e  il  dolce  suono.  Ma  chi  specialmente  ne  fece  conoscere  l' importanza,  fa  il  Padre 
Araujo.  Sbaglierebbe  anche  chi  pensasse  che  la  lingua  usata  fra  le  numerose  tribù,  che  l'anno 
1500  il  Cabrai  trovò  al  Brasile,  e  alle  quali  i  Francescani  primi  di  tutti  annunziarono  Gesù  Cristo, 
oggi  fosse  estinta;  che  non  solo  essa  ha  lasciato  dappertutto  de'  vestigi  nella  Geografia  Q  nomi  geo- 
grafici )  ;  ma  è  tuttavia  parlata  da  un  gran  numero  di  selvaggi ,  ed  ha  strettissime  afflnità  con 
quella  del  Paraguay.  Certo,  non  è  più  quella  stessa  lingua  del  secolo  XVI.  Gli  idiomi  dei  popoli 
selvaggi  si  modificano  come  quelli  dei  civili,  e  forse  di  più,  quando  i'  apparizione  di  nuove  idee  lì 
chiama,  come  a  dire,  a  novella  vita.  Cosi  la  lingua  Maya,  la  Quichb,  I'Azeteca,  la  Quicbua,  TAta- 
MAEA  non  sono  più  quel  che  erano  al  tempo  del  Cortes ,  dell'  Alvarado  e  del  Pizzarro.  Se  già  un 
secolo  fa  il  dotto  Vettia  faceva  avvertire  l'enorme  diflèrenza  che  esisteva  tra  l'antica  lingua 
Nahuatl  e  quella  che  sì  parlava  ai  suo  tempo  ;  ognuno  facilmente  intende  quel  che  debbe  essere 
avvenuto  rispetto  alla  Topica  e  alla  Guarani.  Per  cui  tutti  i  libri  che  ci  danno  notizia  di  quelle 
antiche  lingue,  e  le  Grammatiche  e  i  Vocabolari,  sono  documenti  preziosi.  E  tali  a  questo  riguardo 
sono  gli  scrìtti  di  Han-Staden,  del  Francescano  Thevet,  del  Lert;  e  di  quasi  tulli  i  Religiosi 
(aggiungiamo  noi)  che  hanno  evangelizzalo  nelle  varie  contrade  della  terra,  in  Oriente  dal  secolo 
XII  in  poi,  e  in  Occidente  dopo  la  scoperta  del  Nuovo  Mondo.  Su  questi»  argomento  è  da  vedere  anche 
l*  inleressanlissinia  pubblicazione  dello  stesso  Denis,  Une  (eie  fìré»Uienne  celebrée  a  Houen  en  4550. 
Parit.  4835,  in  8. 

Finalmente  egli  accenna  V  importanza  de  Catechismi,  scritti  dai  Missionari  nelle  linjjue  delle 
tribù  che  evangelizzavano.  iNè  anche  questi  lavori  (dice  il  Denis)  sono  senza  importanza.  Riguardo  ai 
Tupinamhi,  interessantissimo  è  il  Catecismo  da  doctrina  christUo  com  o  ceremonial  dos  Sacramenti^, 
compoito  por  Padres  douton  da  Companhia  de  Jesus,  aperfei(ondo  e  dado  a  luz  pelo  Padre  Antonio 
de  Aratro  da  mestna  Companhia.  Lisboa,  na  officina  de  Mifjnel  Dèslnndes,  1684.  In  8.  Libro  rarissimo 
quasi  impossibile  a  trovare,  e  di  cui  è  un  esemplare  prezioso  nella  Nazionale  di  l^arigi.  Questo  studiu 
(conchiude  il  Denis)  si  potrebbe  compiere  cercando  i  seguenti  Manoscritti  citati  dal  Rarbosa  Machaik». 
e  dal  Ludwig  nel  dotto  suo  lavoro  compito  dal  Trobner.  Padre  JoJ\o  de  Jesus,  Esplicalo  dos  misterios 
da  Fé.  P.  Manuel  de  Veiga,  Catecismo.  Fr.  Pedro  de  Santa  Uosa,  Confessionario.  Anche  il  Thevet  m-' 
suoi  Manoscritti  conservali  nella  Nazionale  di  Parigi,  ci  dà  il  Palei'  ed  ii  Credo  ìtì  lingua  Tupi  ;  e  così 
nella  sua  Cosmografia  a  slampa,  che  sono  due  documenti  preziosissimi  per  la  loro  antichità, 
rimontando  al  4556.  II  più  moderno  è  un  lavoro  del  Padre  Marcosa  Antonio,  intitolato:  Doutrina  e 
preguntas  dot  mysierios  principaes  de  nossa  santa  Fé  na  lingua  Brasila,  scritto  nel  4750.  Ne  parla 
il  Ludwig,  e  fa  parie  della  collezione  del  Rritish  Museum  di  Londra. 

Chiuderò  questi  cenni  con  una  lettera,  che  Io  stesso  illustre  signore  .si  compiaceva  dì  scri- 
vermi sul  merito  del  Manoscritto  (pubblicato  in  questa  raccolta,  e  già  estratto  a  parte  )  del  Pad  re 
Laureano,  che  tratta  delta  scoperta  del  Maragnon. 


YVES  645 

• --  -  III  ■■■         m^  -    m  —  !!■  i^»        j ■  I  1 

«  Paris,  le  S8  Pévrier  i879. 
Mon  Pére  Reverendissime  Marcellin, 


«  Vous  avez  bien  voola  me  fàire  un  don,  si  particalièrement  agréable,  en  m' adressant  qaelqaes 
exemplaires  de  l'opuscale  intitulé:  DeseuMnUento  del  Rio  de  Maranon,  qa'aa  risque  dedistraire 
votre  Révérence  de  ses  importants  travaax,  je  me  hasarde  a  lui  envoyer  mes  plus  sincères 
remerctments.  Ce  voyage  où  fut  dècouvert  notamment  le  Rio  Napo,  parcouru  d' une  facon  si  proAtabie 
ponr  la  science  et  si  intéressante  par  l' intrèpide  Gaetano  Osculati ,  en  l' année  1856,  est  d' autant 
plus  précieux  quMl  fait  connaitre,  dès  P  année  i64i,  des  solitudes  fécondes  où  errent  encore  d' 
innombrables  nations  Indiennes  que  l' Ordre,  auquel  vous  appartenez,  pent  convertir  et  fàire  passer 
dans  un  état  de  clvilisation  bien  different  de  ce  qui  existe  maintenant.  Cest  dans  cotte  pensée, 
mon  Pére  Reverendissime,  que  je  vais  adrèsser  à  Sa  Majesté  TEmpereur  du  Brésil,  D.  Pedro  de 
Alcantara,  l'exposé  du  Pére  Laureano  de  la  Cruz,  qui,  après  de  si  longues  années,  doit  tant  aux 
soins  éclairés  de  votre  Révérence.  Vous  ne  sauriez  ignorer  que  D.  Pedro  est  le  promoteur  des 
mesures  qui  auront  bientòt  aboli  l*  esclavage  dans  ses  vastes  états,  et  qu'  il  prend  connaissance , 
avec  empressement ,  de  tous  les  écrits  sérieux  qu'  on  public  touchant  les  races  diverses  dont 
PAmazonie  est  peuplée.  J'ai  pris  la  liherté  de  lui  designer  déjà  le  titre  de  votre  publication.  Je 
serai  heureux  de  mettre  sous  ses  yeux  la  preuve  de  votre  zèle  infatigable. 

t  Veuillez  agréer  avec  mes  remerciments  empressés  l' expression  de  ma  consideration  respectnense, 

Votre  reconnaissant  servlteur. 


lù.  783.  Z ARATE. — Relaciones  de  todas  las  cosas  qxxe  en  el  Nuevo 

Mexico  se  han  visto  y  savido,  asi  por  Mar,  corno  por  tieira, 
desde  el  mio  de  1538  basta  el  de  1626  por  el  Padre  Fr.  Gero- 
nimo Zarate  y  Salmeron,  Predicador  de  la  Orden  de  los  Menores 
de  la  Provincia  del  Santo  Evangelio  :  dirigidas  a  nuestro  Rev. 
Padre  Fray  Francisco  de  Apodaca,  Padre  de  la  Provincia  de 
Cantabria,  y  Comisario  General  de  todas  las  de  està  Nuova 
Espana. 

Un  grosso  volume  in  foglio ,  appartenente  alla  Riblioteca  della  Reale  Accademia  dì  storia  di 
Madrid.  Manoscritto  sotto  ogni  rispetto  interessantissimo.  «  £1  Padre  Fr.  Geronimo  Zarate  (dice  una 
lettera  del  Padre  Francesco  de  N.  S.,  che  precede  il  Manoscritto)  ha  rccogido  y  recopiiado,  de 
las  cslendidas  provincias  de  Nuevo  Mexico,  corno  persona  quc  se  ocupò  muchos  anos  en  aquellas 
conversiones,  y  conquistas,  y  juntamentc  io  que  vió  y  entendió  por  propria  diligencia  y  trabajo 
suyo.  • 


Afb 


««..  784.  Zarza  (de  la).  —  Arte  del  idioma  Egongot  :  por  el  Padre 

Fr.  Francisco  de  la  Zarza,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

—  Catecismo  de  doctrina  cristiana  en  Egongot. 

—  Administracion  de  los  Sacramentos  en  idioma  Egongot. 

Cosi  l'HuBRTA  (Esiodo,  ec),  dandoci  dell'Autore  le  notizie  seguenti.  Naturale  di  Sarita,  vesco- 
vado di  Coria,  professò  la  Regola  Seraflca  nella  Provincia  di  San  Gabriel  il  6  ottobre  dei  178i«  f 
giunse  dalla  Spagna  alle  Filippine  11  4788.  Imparato  T idioma  Tagalog«  fu  inviato  alle  Missioni  di 
Casignan,  Raler,  Dipaculao  e  Pungcan.  Trattando  per  officio  del  suo  ministero  co*  nativi  dell' 
Arcipelago,  s'ammaestrò  nell'idioma  Egongot,  nel  quale  scrisse  i  lavori  indicati.  Dopo  ventun'aniM 
di  Missione,  trapa.ssò  in  Raler  il  31  dicembre  del  Ì8i0,  di  48  anni  di  età  e  30  dì  religione. 


ZIERIXBENSE  -  ZUMARRAGA  647 


•erica 


785.  ZiERiXEENSK .  —  Chrouica  compendiosissima  ab  exordio 
mundi  usque  ad  annum  Domini  millesimum  quingentesimum 
trìgesimum  quartum  :  per  venerandum  Patrem  Fr.  Amandum 
Zierixeensem,  Ordinis  Fratrum  Minorimi  Regularis  Observantiae, 
virum  divinis  et  humanis  rebus  peritissimum.  Eiusdem  tractatus 
de  septuaginta  hebdomadibus  Danielis.  Adiectae  sunt  Epistolae 
Regis  Aethiopiae,  Davidis ,  ad  Clementem  Septimum,  Romanum 
Pontificem,  anno  Domini  1527  destinatae,  cum  articulis  quibu- 
sdam  de  fide  et  moribus  Aethiopum  Christianorum.  Aliae  quo- 
que tres  Epistolae  ex  Nova  Maris  Oceani  Hispania  ad  nos  tran- 
smissae,  de  fnictu  mirabili  illius  surgentis  novae  Ecclesiae,  ex 
quibus  animus  christianus  merito  debeat  laethari.  Antuerpiae, 
apud  Simonem  Cocum,  anno  Domini  MCCCCCXXXIIII.  Mense 
maio. 

Un  volume  in  8,  di  8  carte  preliminari  non  numerate  e  altre  1S8.  Libro  rarissimo,  di  cui 
trovai  un  esemplare  nella  pubblica  Biblioteca  della  città  di  Gand  nel  Belgio.  Il  titolo  ne  dice  l'im- 
portanza. È  il  libro  ove  vennero  pubblicate  le  prime  notizie  del  Messico,  e  vi  sono  le  lettere  de*  Fran- 
cescani, Fr.  Martino  da  Valenza,  Fr.  Giovanni  Zumarraga,  e  Fr.  Pietro  di  Gand.  La  lettera  di  Fr. 
Pietro  è  del  1539,  e  indirizzata  Ad  Patres  et  Fratret  ProvineicLe  Flandtiae,  Deir  Autore  trovai  le 
seguenti  notizie  nel  Tossiniano  (  Hist.  Seraph.  Relig.,  liò.  3)  :  «  Fr.  Amandus  apud  Belgas  in  Insula 
natus,  scripsit  ab  exordio  mundi  ad  annum  1534  libros  sex  :  de  quadraginta  mansionibus  librum 
unum:  Commentarios  in  Genesim,  in  Ecclestiastem,  in  Job:  de  Ebdomadibus  Danielis  prophetae 
librum  unum  :  Dominicae  Passionis  librum  unum  :  de  Resurrectione  et  Ascensione  librum  unum. 
Obiit  anno  1544.  »  Nella  carta  bianca  poi  che  cuopre  il  frontespizio  del  libro,  si  leggono  a  mano 
queste  parole:  t  Praestantiam  huius  Auctoris  vide  in  Epistola  nuncupatoria  Patris  Fr.  Francisci 
Titelmanni  viri  doctissimi.  De  utroque,  lege  Valerium  Andream  in  Bibliotheca  Belgica,  pagina  45  et 
d!44.  *  Debbo  finalmente  avvertire,  che  alla  fine  del  foglio  128  della  Chroniea,  dopo  le  parole  :  Deo 
semper  et  vbique  gloria,  è  un  capitolo  non  menzionato  nel  titolo,  che  dice:  Sequuntw  quaedam 
notatu  digna  de  SofM  Rege  Persarum,  hoste  Turearumf  eoUecta  -per  eumdem  venerandum  Patrem 
Àmandum  Zierixeensem  Ordinit  Minonun. 

786.  ZuMARRAGA  (de).  —  Carta  del  Obispo  de  Mexico,  Fray 
Juan  de  Zmnarraga  a  Juan  de  Samano,  secretarlo  de  S.  M. 
haciendole  presente  algunas  necesidades  de  sus  diocesanos ,  y 
rogandole  que  apoyara  su  proyecto  de  edificacion  de  Colegios 
y  Monasterios  para  jovenes  de  ambos  sexos.  Mexico,  20  de  diciem- 
bre  de  1534. 


Sono  li  pagine  in  foglio  reale;  ed  è  pubblicata,  col  facsimile,  nelle  Gaatas  db  Indias  (Madrid, 
1877).  Di  questo  straordinario  Apostolo  Francescano  e  primo  Vescovo  di  Messico,  mi  contenterò  di 
dare  qui  le  brevissime  notizie,  che  nei  Datos  Wogratleoi,  che  accompagnano  le  suddette  Cartas,  ne 
compendiarono  gli  editori,  facendo  voti  che  qualche  mio  confratello  s' invogli  di  scriverne  la  vìla, 
che  sarebbe  una  storia  delle  più  importanti  e  gloriose  per  V  Ordine  e  per  la  Chiesa  cattolica. 


fU8  ZUMARRAGA 


t  Fray  Juan  de  Zumarraga  nació  en  la  villa  de  DuraDgo,  del  Senorio  de  Viscaya,  en  1468: 
tomo  el  habito  de  San  Francisco  en  ci  Convento  Aranzazu  ;  fuó  Guardian  en  varias  casas  de  su 
Orden,  entro  elles  la  de  Avita  y  la  austerisima  del  Abrojo  en  las  medlaciones  de  Valladolid,  donde 
le  conoció  y  trató  el  Emperador  Carlos  V,  quien  le  dio  coraision  para  que,  con  tiluk»  de  ioquìsi- 
dor,  pasase  a  Viscaya  para  conoscer  de  las  causas  alli  incoadas  en  castigo  de  las  brujerias ,  que 
por  enlonces  se  tenian  corno  reinantes  en  aquellas  coraarcas.  Fué  luego  elegido  Provincial  en  la 
de  la  Concepcion  de  Espana,  y  en  el  ano  de  1518,  lo  nombró  el  Emperador  Obispo  de  Mexico, 
cuyo  cargo  sólo  accpló  por  conscjo  de  sus  supcriores,  habiendo  pasado  à  la  Nucva  Espafia  comò 
protector  de  los  Indios ,  en  aqucl  mismo  ano,  aunquc  todavia  sin  consagrar.  Para  llenar  este  re- 
quisito, regresó  à  Espana  en  153i,  à  la  vez  que  para  procurar  el  remedio  de  ciertos  àbusos  que 
se  cometian  con  aquellos  indigcnas,  y  para  proroover  la  ereccion  de  su  Catedral,  que  consiguió  dei 
Emperador  esiando  en  Toledo  en  153i.  Ya  consagrado ,  volvió  a  Mexico ,  dedicandose  a  la  fabrica 
material  de  su  iglesia,  a  otras  diTerentes  fundaciones  religiosas  y  beneflcas,  y  à  la  reonioD  del 
primer  Concilio  Mexicano ,  que  tuvo  lugar  en  1538.  Opusose  tambien  à  los  excesos  cometidus  por 
la  primera  Audiencia  de  la  Nucva  Espana,  lo  que  le  atrajo,  de  parte  de  està,  numerosos  disgustos 
y  calumnias.  Murió  el  Domingo  despucs  de  la  tìesta  del  Corpus  del  15i8,  à  la  edad  de  80  anos. 
Tradujo  y  escribió  diferentes  obras,  entro  cllos  :  Memorias  de  la  Sueva  Espantks  V  Dottrina  eritUana 
para  gente  sin  erudidon  ni  letras ,  en  que  se  contiene  el  Cateciumo  o  informaàon  para  Indios . 
con  lodo  lo  principale  y  necesario  que  el  Cristian  debe  saber  y  obrar,  con  suplemento  y  adieiones.  • 

Fin  qui  gli  Editori  delie  Cartas  de  Indias.  Noi  aggiungiamo,  che  molte  sue  lettere  restano 
inedite  neir ilrc/uvo  de  Indias  di  Sivigliri;  d'una  delle  <iuali ,  lunghissima  ed  interessantissima,  è 
una  copia  nella  Biblioteca  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid.  Il  suo  titolo  è:  Carta  de 
Pr,  Juoìi  de  Zumarraga,  E.  Obispo  de  Mexico.  Mexico  26  de  agosto  de  1529.  È  indirizzata  a  Carlo 
V.  Ora  darò  il  titok»  di  quel  che  fu  messo  a  stampa,  tanto  più  che  sono  libri  così  rari,  da  essere 
quasi  impossibile  il  rinvenirne  copia. 

—  Doctrina  Christiana,  en  que  en  suma  se  contiene  todo  lo 
principal  y  necessario  que  el  cristiano  debe  saber  y  obrar.  Y  el 
verdadero  Cathecismo  para  los  adultos  que  le  han  de  baptizar: 
y  para  los  nuevos  baptizados  necessario  y  laudable  documento: 
y  lo  que  mas  conviene  predicar  y  dar  a  entendor  a  los  Indios: 
sin  otras  cosas  que  no  tiene  necessidad  do  saber.  Impressa  en 
Mexico  por  mandado  del  I?ev.  Senor  D.  Fray  Juan  Cumarraga: 
primer  Obispo  do  ^lexico,  del  Consejo  de  su  Magestad. 

Un  volume,  in  line  «lei  qualo  si  leggono  le  seguenti  parole:  «  Imprimiose  este  Manual  de 
adultus  en  la  gran  ciudad  eie  Mexico  por  niandadu  eie  los  lleverendissimos  Seiìores  Obispos  de  la 
Nueva  Espana  y  a  sus  expensas  ;  en  casa  de  Juan  Cromberg.  Aùo  del  nacimiento  de  nuestro  Senor 
Josu  Christo  de  miil  y  quinientus  y  quarenta.  A  Xlll  dias  dei  mes  de  de/iembre.  •  Qualche  anno  fa 
n'aveva  acquistalo  un  esemplare  in  Londra  il  signor  l).  Pasquale  di  Gayaiigos  ;  ma  erano  poche 
carte  col  frontispizio,  e  mancava  quasi  tutto  il  libro. 

—  Doctrina  breve  muy  provecliosa  de  las  cosas  que  perteaecen 
a  la  Fé  catholica  y  a  nuostra  cristiandad  en  estilo  llano  para  comun 
inteligencia.  Compuesto  por  el  limo  Senor  Don  Fray  Juan  de 
Qumarraga,  primer  Obispo  de  Mexico.  Del  Consejo  de  su  Magestad. 
Impressa  en  la  misma  ciudad  de  Mexico  por  su  mandado  y  a  su 
costa.  Ano  de  MDXLIII. 


ZUMARRACiA  64>9 


Ud  volume  in  4.  N'  è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  Fomento  di  Madrid,  e  un  altro  nella 
Provinciale  di  Toledo.  In  fine  del  volume  si  legge:  «  A  honra  y  alabanca  de  nuestro  Sefior  Jesù 
Xpo  y  de  la  gloriosa  Virgen  Santa  Maria  su  Madre:  aqul  se  acaba  el  presente  tratado.  El  qual  Uxé 
risto  y  examinado  y  corregido  per  mandado  d'I.  B.  S.  Don  Fray  Juan  Qomarraga,  primer  Oblspo 
de  Mexico  :  y  del  Consejo  de  su  Magestad.  Iroprimiose  en  està  gran  ciudad  de  Tenuchtillan,  Mexico, 
desta  Nueva  EspaSa:  en  casa  de  Juan  Cromberg,  por  mandado  del  mismo  SeSor  Obispo  Don  Fr. 
Juan  Qumarraga,  y  a  su  costa.  Acabose  de  imprimir  a  XIV  dias  del  mes  de  Jonio  del  ano  de  M.  D, 
quarenta  y  quatro  anos.  » 

—  Tripartito  del  christianissimo  y  consolatorio  doctor  Juan 
Gerson  de  doctrina  Christiana;  a  qualquiera  muy  provechoso. 
Traduzido  de  latin  en  lengua  Castellana ,  para  el  bien  de  muchos 
necessario.  Impresso  en  Mexico  :  en  casa  de  Juan  Cromberg.  Por 
mandado  y  a  costa  del  R.  S.  Obispo  de  la  mesma  ciudad  Fray  Juan 
Qumarraga .  Revisto  y  examinado  por  su  mandado .  Ano  de 
MDXLIIII.  Acabose  el  Tripartito  de  Juan  Gerson  :  a  gloria  y  loor 
de  la  Santissima  Trinidad  :  y  de  la  Sacratissima  Virgen  Santa  Maria 
reyna  de  los  Angeles.  Y  de  los  gloriosissimos  Santo  Juan  Baptista  : 
y  Santo  Joseph.  Y  de  Sant  Francisco.  El  qual  se  imprimió  en  la 
gran  ciudad  de  Tenuchtitlan,  Mexico,  de  Nueva  Esptóa,  en  casa  de 
Juan  Cromberg,  que  Dios  aya.  Acabose  de  imprimir  afio  de 
MDXLIV. 

Un  volume  in  4.  E  ricordato  dall' Harissb  (BibUot  vetuit.  Amelie J. 

—  Doctrina  Christiana  :  mas  cierta  y  verdadera  para  gente 
sin  erudicion  y  letras  :  en  que  se  contiene  el  Catecismo  o  infor- 
macion  para  Indios  con  todo  lo  principal  y  necessario  que  el 
Xpiano  deve  saber  y  obrar.  Impressa  en  Mexico  por  mandado 
del  Rmo  Senor  Don  Fray  Juan  Qamarraga:  primer  Obispo  de 
Mexico.  A  gloria  de  Jesu  Christo  y  de  su  bendita  Madre  :  aqui 
se  acaba  lo  anadido  al  Catecismo  por  doctrina  mas  facil  para 
los  Indios  menos  entendidos  y  mas  rudos  y  negros.  El  qual  fué 
impresso  en  la  muy  leal  ciudad  de  Mexico  por  mandado  del 
Rmo  Seiior  D.  Fray  Juan  Qumarraga,  primer  Obispo  de  Mexico. 
Del  Consejo  de  su  Magestad.  Acabose  de  imprimir  en  fin  del 
ano  de  mil  et  quinientos  y  querenta  y  seys  anos. 

Un  volume  In  4.  Ricordato  parimente  dall' Harisse. 

—  Quicumque  hanc  regulam  secuti  fuerint,  pax  super  illos 
et  misericordia  Dei.  Paolo  ad  Gal.  VI.  Capii.  Regia  Christiana 


650  ZWINNRR 


breve  :  para  ordenar  la  vida  y  tyempo  del  Xpiano  qua  se  qnere 
salvar  y  tener  su  alma  dispuesta  para  que  Jesuxpo  more  en 
ella.  Impressa  por  mandado  del  Rmo  Senor  Don  Fray  Juan 
Qnmarraga,  primer  Obispo  de  Mexico.  Del  Consejo  de  su  Mage- 
stad.  A  gloria  y  loor  de  la  Sanctissima  Trinidad  y  de  la  Sacra- 
tissima  Immaculata  Virgen  Sancta  Maria  fenece  y  acaba  està 
Doctrina  de  los  proficientes  y  trata  de  la  regia  y  vida  Xpiana: 
con  la  forma  de  la  oracion  montai  :  y  aparejo  de  bien  morir. 
Fué  impressa  en  la  grand  y  muy  leal  ciudad  de  Mexico  por 
mandado  del  Rmo  Senor  Don  Fray  Juan  Qimiarraga  primer 
Obispo  de  Mexico.  Del  Consejo  de  su  Magestad.  A  quien  por 
congregacion  de  los  Senores  Obispos  fué  cometida  la  copilacion 
y  examen  et  impression  della.  Acabose  d' imprimir  en  fin  del 
mes  de  enero  del  ano  de  Mill  y  quinientos  y  querenta  y  siete 
anos. 

Un  volume  in  4.  Così  PHaruse. 

s>m^.  787.  ZwiNNER.  — Blumen  Buch  dess  heiligen  Lands  Palestinae 
so  in  drey  Buecher  abgetheitlt  durch  Patrem  Fr.  Electum 
Zwinner.  Munchem,  W.  Schell,  1661. 

Un  volume  in  4,  fibrato.  PTera  un  esemplare  nella  privata  Biblioteca  del  Signor  Escalopibu. 


APPENDICE 


B 


788.  Baldi. — La  glorificazione  del  Genio  cristiano  (in  Cristoforo 
Colombo  ) .  Sentimenti  dell'  Episcopato  e  postulazione  inedita  di 
Monsignor  Rocco  Cocchia  (dell'Ordine  de' Minori)  a  Sua  Santità 
Leone  XIIL  Con  Appendice  contenente  molti  documenti  ed  un 
voto  di  Monsignor  Francesco  Miglior,  Cenni  di  Giuseppe  di  G.  B. 
Baldi.  Genova,  tipografia  delle  Letture  cattoliche,  1879. 

Un  volarne  in  8  grande,  di  i79  pagine,  e  ana  carta  ù^ Indice  in  fine.  Registro  questo 
carissimo  lavoro,  perchè  strettamente  collegato  alla  storia  delle  Missioni  Francescane,  e  diretto  a 
promovere  la  glorificazione  del  più  grande  genio  che  forse  sia  apparito  al  mondo,  il  quale  non  isdegnò 
di  vestire  le  Serafiche  divise,  e  con  la  sua  fede  e  il  suo  inspirato  ardimento  aprì  un  nuovo  mondo 
al  Vangelo  di  Gesù  Cristo,  che  egli  primo  di  tutti  co'  suoi  confratelli  dell'  Osservanza  annunziò  ai 
numerosi  popoli,  che  da  tanti  secoli  Pabitavano,  al  tutto  ignoti  all'antico  mondo,  e  miseramente  perduti. 

Questo  libro  del  chiarissimo  nostro  amico  e  confratello  signor  Giuseppe  Baldi,  sarà  avidamente 
letto  da  tutti  coloro  che  sentono  amore  alla  cattolica  fede  ed  hanno  un  bel  cuore.  Oltre  che  ò 
pieno  di  storica  erudizione,  e  compendia  in  poco  una  delle  più  importanti  questioni  che  siansi 
discusse  a'  nostri  di.  È  il  trionfo  della  causa  dì  Cristoforo  Colombo  ,  gloria  splendidissima  dell' 
Terz' Ordine  Francescano  e  della  cattolica  Chiesa.  Solo  avremmo  desiderato  che  si  fossero  omesse  certe 
allusioni ,  dalle  quali  la  delicatezza  della  carità  potrebbe  restare  offesa.  In  questa  nostra  Bibliografia 
abbiamo  illustrato  alcune  delle  fonti  storiche,  che  somministrarono  importantissimi  documenti  e  apri- 
rono la  via  a  rinvenirne  molti  altri,  onde  si  consegui  quel  trionfo.  Ad  onore  di  tanto  Eroe  ne  aggiungo 
un  altro  sin  qui  sconosciuto,  che  conferma  la  santità  della  sua  vita,  senza  la  quale  tanto  suo  splendore 
afl)itto  si  dileguerebbe.  Esso  ò  tratto  da  un  autorevolissimo  Manoscritto  della  Biblioteca  della  Reale 
Accademia  di  storia  di  Madrid,  intitolato  :  Decadoi  abrevUuUis  de  los  descubrimientos,  eonquistas  y 
otrat  cosas  notables  acaeddas  en  las  Indias  Oeddentàles  desde  i493  a  Ì6i6.  V  è  in  compendio  tutta 
la  mirabile  sua  vita,  che  si  conchiude  nel  modo  seguente  :  A5o  db  1506.  Fallecimiento  db  D.  Ghristobal 
Colon  en  EspSna,  en  Valladolid,  despues  de  cdatro  viajbs  a  las  Indias.  1506.  Fue  D.  Christobal 
Colon  varon  de  grande  capacidad,  db  altos  pbnsamibntos  ,  db  gran  conpibnza  en  la  providencia 
de  dl08,pacllbn  perdonar  injurias,  pacibnte  en  los  trabajos ,  pidelissimo  a  los  retbs  catolicos, 
mut  devoto  i  catolico  christiano  :  gonfbsaba  t  comulgaba  a  mbnudo,  bnbmigo  de  blasfemias,  devoto 

DE  NUESTRA  SEfìORA  Y  DE  SaN  FRANCISCO,  GRAN  QELADOR  DE  LA  CONVERSION   D9  LOS  INPIOS.  • 


05i  BREYIS  -  COMAIUNGOSA 


Bonia 


789.  Brevis  memoria  Pro vinciaeCapistranae  ab  erectione  sui  de 
Provincia  Bosniae  Argentinae  anno  1757  die  16  augusti  solenniter 
promulgata,  festum  saeculare  anno  1857  die  16  augusti  celebrantis, 
ab  eiusdem  Provinciae  alumno  adornata.  Budae,  typis  C.  R.  Uni- 
versitatis  Pestiensis,  1857. 

Sono  69  pagine  in  4,  piene  di  preziosissime  notizie  per  la  storia  dell'Ordine  e  delle  MissiooL 


M,.  790.  Centuria  Bktica. — Descripcion  y  coleccion  de  notìcias  de 

la  Provincia  de  Andalusia  de  la  Regular  Observancia  de  N.  S.  P. 
San  Francisco  desde  su  ereccion  en  Provincia  y  separacion  de  la 
de  Castina  conforme  a  los  instnimentos  existentes  despues  de  la 
quema  del  Archi vo.  Este  libro  es  copia  del  que  escribió  Fr.  Francisco 
Valderrama,  siendo  Lector  de  casos  de  la  casa  grande  de  Sevilla  y 
del  anadió  el  importuno  titulo  de  Centuria  Betica  y  algunas  no- 
ticias  posteriores. 

Manoscritto  in  4,  di  571  pagine,  non  senza  importanti  notizie  per  la  storta  delle  nostre  Missioni, 
che  trovai  in  Moguer  nella  Provincia  di  Haelva  presso  il  nostro  Padre  Verduga  cappellano  del 
Monastero  di  Santa  Chiara  di  quella  città.  Profitto  di  questa  nota  per  chiamarmi  profondamente 
riconoscente  a  tutto  il  Clero  di  Moguer  per  le  alTt'lluose  accoglienze  che  mi  fece;  non  altrimenti 
che  all'Alcalde  della  città  di  Huelva;  all'erudito  e  gentile  signore  D.  l^raulio  Santa-Marìa ,  auture 
del  bel  libro:  Huelva  y  la  Rabida;  Huelva,  imprenta  de  }fendoza,  Monasterio,  3.  1878;  e  sopra  tutto 
air  amabilissimo  signore  D.  Francesco  di  Briunes  e  Interian«  Rrigadiere  comandante  di  Marina  della 
detta  Provincia  di  Huelva,  e  a  tutta  la  nobile  sua  famìglia. 

Sion,,.         791.  Chalippe. — La  vie  de  Saint  Francois,  par  le  Pere  Candide 
Chalippe,  Recollet.  Paris,  1728. 

Un  volume  in  4.  È  un  bel  lavoro,  e  forse  il  più  compiuto  che  abbiamo  sul  Santo  Patriarca. 
Ve  n'  è  una  traduzione  italiana,  ristampata  in  iluma  per  Angelo  Aiani  al  tempo  del  generalato  del 
Padre  (ìiusoppe  Maria  d'  Alessandria,  morto,  fa  pochi  anni,  Vescovo  di  Caltagirone  in  Sicilia. 

^'-  792.  CoMAiuNCOSA.  —  El  Comisario  Prefecto  de  Missiones  in- 

stniido  en  las  obligaciones  y  facultades  del  suo  oflBcio,  por  el 
Padre  Fr.  Antonio  Comaiuncosa,  Predicador  Apostolico  de  la  Orden 
de  San  Francisco. 

Sono  3  grossi  volumi  in  8  grande,  pieni  di  erudizione,  e  utilissimi  pe' Missionari.  L'autografo 
si  trova  nel  Collegio  di  Sant'Anna  della  città  di  Sucre,  capitale  della  Bolivia,  e  una  copia  è  od 
(>>llegio  Francescano  di  Turija. 


AmriHM 


COMAIUNCOSA  655 


—  Tratado  de  los  juegos,  escrito  y  ordenado  por  el  Padre  Fr, 
Antonio  Comaiuncosa,  Predicador  Apostolico,  ec. 

Un  volarne  in  8,  di  106  pagine,  autografo  ;  nel  Collegio  Francescano  di  Tarija. 

—  Manifesto  historico,  topografico,  apostolico,  y  politico  del 
Colegio  Seminario  de  Propa^/anda  Fide  de  Nuestra  Senora  de  los 
Angeles  de  la  Villa  de  San  Bernardo  de  Tarija  :  de  su  situacion , 
origen,  y  progressos  materiales  y  espirituales ,  y  de  lo  que  han 
trabajado  sus  Missioneros  en  beneficio  de  la  Religion  y  del  Estado, 
asi  entro  los  fieles,  corno  entre  los  infieles  de  su  districto. 

Un  volume  in  8  grande,  di  145  pagine,  autografo;  nel  Ck)llegio  Francescano  di  Tarija. 

—  Manual  de  Misioneros.  Instruccion  a  los  Religiosos  clericos 
de  Cochebamba,  ec. 

— Metodo  pratico  para  vivir  una  vita  perfectamente  cristiana,  ec. 

Di  tutti  questi  Manoscritti  mi  lia  inviato  notizia  il  Padre  Giacomo  Lardani,  delF Osservante 
Provincia  delle  Marche,  e  Missionario  Apostolico  in  Bolivia.  Il  quale  aggiunge  le  seguenti  notizie 
intomo  all'Autore. 

«  Il  Padre  Antonio  Comaiuncosa  nacque  in  Altafulla,  diocesi  di  Tarragona,  il  13  giugno  del 
1749.  I  suoi  genitori  furono  Giuseppe  Comaiuncosa,  dottore  in  medicina,  e  Rosalia  Orlet  Entrò 
neir Ordine  de' Minori  Osservanti  il  di  8  aprile  del  1766,  e  l'anno  dipoi  professò  solennemente  la 
Regola  nel  Convento  di  San  Francesco  di  Barcellona.  Fece  i  suoi  studii  nel  Collegio  di  San  Bona- 
ventura della  stessa  città,  e  vi  sostenne  pubblicamente  gravi  tesi  di  fliosofla  e  di  teologia.  Nei 
concorsi  di  fliosofla  ottenne  la  prima  cattedra,  ed  insegnò  per  alcun  tempo  nel  Convento  di  Reus. 
Innamorato  della  vita  apostolica,  abbandonò  la  cattedra,  e  si  ritirò  nel  Collegio  de'  Missionari  di 
Escomalbou  l'anno  1775.  Due  anni  dopo  domandò  ed  ottenne  di  far  parte  dei  Missionari  che  il 
Padre  Mingo  raccolse  nelle  Provincie  di  Spagna  per  il  Collegio  di  Tarija  in  Bolivia.  Nella  fregata,  che 
li  trasportò,  diede  una  fervorosissima  missione,  ed  un'altra,  appena  sbarcato,  in  Montevideo,  che  durò 
UD  mese,  e  ne  raccolse  prodigiosi  frutti.  Lunga  cosa  sarebbe  il  riferire  tutte  e  singole  le  imprese 
di  questo  zelantissimo  e  dotto  Missionario,  vera  gloria  del  Collegio  di  Tarija  e  dell'Ordine.  Basti 
dire,  che  con  la  sua  apostolica  predicazione  percorse  tutto  il  territorio  che  oggi  forma  la  Repubblica 
Boliviana,  e  gran  parte  del  Perù  e  dell'Argentina,  cominciando  dall' Arani,  diocesi  di  Arequipa,  sino 
alla  Baia-sin-fondo  della  Patagonia.  Spese  tutta  la  sua  vita  in  dar  Missioni  al  popolo  ed  Esercizi 
al  Clero,  ai  Collegi,  ai  Monasteri,  nelle  carceri,  ec.,  nelle  principali  città  e  paesi  del  suddetto 
ti^rritorio,  che  è  vastissimo.  Fu  il  braccio  destro  dell'immortale  Arcivescovo  della  Piata  Giuseppe 
Antonio  di  Sant'Alberto,  Teresiano,  che  lo  volle  sempre  suo  indivisibile  compagno  nelle  visite 
pastorali,  e  si  valse  de' suoi  savi  consigli  nel  governo  di  quella  vastissima  Archidiocesi.  Governò 
in  qualità  di  Commissario  Prefetto  per  lo  spazio  di  7  anni  le  21  Missioni  fra' selvaggi,  che  in  quel 
tempo  (1794-1801)  appartenevano  al  Collegio  di  Tarija,  visitandole  tutte  ben  quattro  volte  con 
iDdicibili  fatiche  ;  ed  in  quel  tempo  spedi  ai  Padri  Gonversorl  residenti  nelle  suddette  Missioni  S3 
bellissime  lettere  circolari,  nelle  quali  si  vede  ritratta  la  sua  pietà,  lo  zelo  e  la  vasta  erudizione. 
Raccolse  pure  ed  ordinò  le  Leggi,  dette  municipali,  del  Collegio.  Finalmente  il  S  ottobre  del  1814, 
ìd  età  di  61  anni  volò  a  ricevere  il  premio  delle  sue  apostoliche  fatiche.  Nel  Necrologio  del  Collegio 
si  legge  di  lui  questo  elogio: — Fu  uomo  veramente  apostolico;  infatigabile  nel  pulpito  e  nel 
confessionario  ;  in  una  parola,  fu  un  uomo*  molto  dotto  ed  esemplare.  —  • 

Perchè  i  Padri  Superiori  degli  altri  molti  nostri  Coliegii  di  Missioni  d' America,  non  hanno 
fatto,  0  non  fanno,  come  l'egregio  e  zelante  Padre  Lardani,  che  mi  mandava  questa  ed  altre 
preziose  notizie  riguardanti  il  suo?  Io  so  che  in  tutti  sono  de'  preziosi  manoscritti.  Almeno  tacciamone 
conoscere  i  titoli,  e  tante  glorie  non  restino  più  lungamente  sepolte! 


656  CORS  -  FUBNTE 


M:  803.  CoRS.  —  Catechismo  en  idioma  Guarayo,  por  el  Padre  Fr. 

Joseph  Cors,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

—  Arte  y  Diccionario  completo  de  la  lengua  Guaraya,  ec. 

—  Sermones  doctrinales  en  lengua  Guaraya,  ec. 

Così  il  Padre  Laudani.  Il  quale  aggiunge  gli  schiarimenti  seguenti:  «  Il  19  giugno  di  qaesl' 
anno  1878  mori  nel  Collegio  di  Sucre  il  R.  Padre  Fr.  Giuseppe  Cors.  Era  nato  in  San  Coloiiia  de 
l'ardes  nella  Catalogna  V  anno  1813.  Rendutosi  Francescano  l' anno  1831  nel  Convento  di  Berga, 
ijuattr*  anni  dopo  ne  dovette  escire  per  il  decreto  di  soppressione  di  tutti  i  Conventi  nelle  Spagne. 
Kecalosi  in  Italia»  si  ascrisse,  ancora  chierico,  alla  eletta  schiera  de*  Missionari ,  che  il  beoemerìtu 
Padre  Andrea  Herrero  andava  raccogliendo  per  far  rivivere,  e  quasi  dare  nuova  vita  a'  CoUegii  di 
America.  Sbarcato  in  Orica  il  S3  agosto  1837,  pochi  mesi  dopo  si  ordinò  sacerdote  in  Sacre,  o 
Chuquisaca.  L'anno  1841  fu  inviato  alle  Missioni  Indiane,  dette  dei  Guarayos,  fra' quali  con  zelo 
straordinario,  dimentico  affatto  di  sé  stesso,  né  facendo  mai  conto  delle  sue  inft^rmità,  esercitò 
l' apostolico  ministero  per  36  anni  continui.  Per  alcuni  anni,  sul  principio,  fu  compagno  delF  apo- 
stolico suo  confratello  Padre  Francesco  Lacdeva,  di  cui  fa  si  beli'  elogio  l' illustre  Conte  Roselly  de 
LoRGUES  nella  sua  opera:  Iai  Croce  nei  due  mondi.  Oltre  lo  suddette  opere,  scrisse  anche  una  Bret$ 
hi9toria  di  quelle  Missioni,  nella  quale  dà  varie  ed  esattissime  notizie  del  suddetto  Padre  Francesco 
Lacueva.  * 


^*  804.  FoRCADELL. — Tratado  de  los  testamentos  y  ultimas  volun- 

tades,  ordenado  y  sacado  de  los  autores  mas  graves ,  que  tratan 
de  este  asunto,  conforme  a  las  leyes  de  Castilla  y  de  las  Indias, 
por  el  Padre  Fr.  Alexo  Forcadell,  Predicador  apostolico  del  Co- 
legio  Seminario  do  S.  Mi^^uel  Arcan;:rel  de  Escornalbou  en  la 
Provincia  de  Catalana,  Fuiidador,  Visitador,  y  dos  veces  Guardian 
del  Colemie  Apostolico  do  Projiaf/amki  Fide  de  Nuestra  Sonora 
de  los  Angeles  de  la  villa  de  Tarija  en  ol  reyno  del  Perù.  Ano 
de  1780. 

Manoscrillu  in  8,  <li  140  pagine,  nell' Arrliivio  del  detto  Cullegio.  •  11  Padre  Alessio 
Forcadell  dedicossi  al  ministero  aposlolieo  nel  Convent»)  di  S.  Michele  ili  Escurnalhoii .  o  l'anno 
1751  passò  al  Collegio  di  Ocopa  nei  Perù.  L'anno  l'.").")  fu  destinato  eon  altri  Missioriarii  alla 
fondazione  <lel  ('.nllegio  di  Tarija  in  Bolivia,  del  (jualc  fu  |)uro  Huaniiano  «lue  volte.  Fu  Beligios*» 
dotto  c«l  cseniplarissimo.  Con  una  morte  edificante  Unì  la  sua  vita  in  detto  Collegio  il  i5  dicem- 
bre 1797,  contando  78  anni,  5  mesi,  ed  alcuni  git)rni  di  eia,  e  61  anni  e  7  mesi  di  Religione.» 
Cosi  il  Padre  (jiacomo  Lardam. 

iunrrp.  805.  FuENTE  (do  la).  — Ilistoria  del  Capitulo general  que  celebro 
la  Religion  Serafica  en  la  Imperiai  Toledo  osto  ano  de  1633.  Y 
accion  de  gracias  do  la  Heligion  a'  Dios  N.  S.  por  su  nuovo 
Protector.  Al  Eminontissimo  Senor  Cardenal  D.  Francisco  Bar- 
berino, nepote  de  nuestro  Senor  Urbano  Vili,  Bibliotecario  de  la 


tilROW  -  GUAL  (i57 


ib. 


Santa  Iglesia  Romana,  y  Protector  de  todos  los  Menores.  Por  Fr. 
Gaspar  de  la  Fuente,  Lector  de  Theologia  en  San  Diego  de 
Alcalà.  En  Madrid.  En  la  Impronta  Real.  Ano  MDCXXXIII. 

Un  volume  in  4,  di  5  carte  preliminari  non  numerate  ed  altre  80.  Dopu  il  frontespizio  ha 
un'incisione  del  Courbes,  che  flgura  le  armi  della  famiglia  Barberini  e  deli'  Istituto  Francescano.  È  un 
libro  veramente  prezioso  per  la  storia  delle  Missioni  Francescane,  dando  il  nome  di  tutti  i  «  Relìgiosos 
de  nuestra  Scraflca  Orden  quc  han  padecido  martyrio  por  la  confesion  de  nuestra  Santa  Fé,  o  muertos 
con  opinion  y  senales  de  santidad,  desde  el  Capitulo  ultimo  quc  se  celebrò  en  Roma  afio  de  1625 
basta  este  de  1633  ;  *  e  facendoci  conoscere  le  •  nuevas  provincias  de  idolaCras  y  gentiles  quo  han 
descubierto  y  reduzido  a  la  verdadera  Fé  de  Christo  Senor  nuestro  :  y  otros  servicios  que  han  hecho 
a  la  Iglesia  y  Fé  catbolica  en  la  dilatacion  de  su  dominio  los  hijos  de  N.  P.  S.  Francisco  desdc  el  afio 
de  1623  basta  el  presente.  >  N'  é  un  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 


796.  GiRON .  —  Notas  manuscritas  del  Misionero  Padre  Fray 
Bartolomé  Giron.  ^ 

Di  questo  prezioso  Manoscritto,  esìstente  nella  nostra  casa  di  Missione  in  Marocco,  ci  dà  notizia 
il  nostro  chiaro  confratello  Padre  Fr.  Manuel  Castellaxos,  nella  recentissima  e  dotta  sua  opera 
Detcripdon  historica  de  Marrueeos,  y  resena  de  nus  dinastias,  ec,  da  noi  illustrata  nella  nota  che 
accompagna  la  Mission  historial  de  Marrueeos  del  Padre  Francesco  di  San  Juan  del  Puerto. 
Anche  fa  cenno  di  un  altro  non  meno  prezioso  Manoscritto  esistente  nella  casa  della  presente  nostra 
Missione  in  Mogador ,  che  sventuratamente  non  é  intero.  Ecco  le  sue  parole  :  «  En  la  Mision 
Catolico-Espanola  de  Mogador  se  conserva  parte  de  un  Diario,  que  en  aquellos  tlempos  (1766)  lleva- 
ban  los  Misioneros,  y  entre  otras  curiosidades  que  contiene,  se  lee  el  nombre,  estado,  patria,  ano 
y  dia  que  muchos  artesanos  Espanoles  Ilamados  por  el  Sultan  vinieron  a  ensenar  sus  artes,  ec.  » 

Il  Padre  Fr.  Bartolomeo  Giron  era  uno  de' detti  Missionari,  il  quale  l'anno  1766,  quando  la 
Spagna,  la  Francia,  la  Toscana,  il  Portogail(jr,  Venezia  e  l'Austria  conchiuscro  trattati  col  Marocco, 
fa  mandato  compagno  dell'Ambasciatore  Spagnuolo.  •  En  estas  ambajadas  (dice  il  Padre  Castellanos) 
trabajaron  muchisimo  los  Misioneros  de  S.  Francisco,  especialmente  el  R.  P.  Fr.  José  Boltas, 
despaes  Obispo  de  Urgel,  para  que  celebrasen  convenios,  ventajosos  casi  siemprc  para  los  Espanoles, 
a  quienes  Sidi  Mohamed  (allora  sultano  di  Marocco)  concedió,  entre  otros  privilegios,  el  de  poder 
pescar  libremente  en  todas  la  costas  de  sus  estados,  desde  Tetuan  basta  Santa  Cruz.  » 

797.  GoNZALES.  —  Arabiga  en  compendio,  compuesta  por  Fr. 
Bernardino  Gonzales  Minorità.  1719. 

Manoscritto  nella  Biblioteca  dell'  Escuriale  in  Spagna. 

798.  GuAL.  —  Cuestion  canonica  entre  el  Ilus.  Senor  Obispo 
del  Paraguay  (Bernardino  de  Cardenas)  y  los  RR.  PP.  Jesuitas, 
por  el  M.  R.  P.  Fr.  Pedro  Guai.  Lima,  Tipografia  de  la  sociedad, 
Plazuela  de  San  Francisco,  numero  82.  1879. 

Un  volume  in  8,  di  106  pagine.  Ci  giunse  questo  importantissimo  lavoro  dall'America  mentre 
di  stava  per  chiudere  la  stampa  del  presente  volume.  Tanto  del  Cardenas,  quanto  del  Gual,  s' è  già 

49 


658  GUYSE  -  LOSSADA 


per  noi  largamente  parlato:  questo  libro  del  Gual  appaga  un  ardente  desiderio  del  nostro  cnore; 
vale  a  dire,  che  la  memoria  del  celeberrimo  Apostolo  e  Vescovo  del  Paraguay  fosse  vendicata 
dalie  insolenze  a  cui  Io  fece  segno  il  famoso  Crbtinkau-Jolt.  Non  ò  questa  una  polemica  contro 
la  Compagnia  di  Gesù;  e  chi  legga  il  libro  se  ne  convincerà;  ma  è  la  santa  difesa  della  verità  e  della 
giustizia,  per  la  quale  esistono  volumi  di  gravissimi  documenti  che  noi  abbiamo  accennati. 

799.  GuYSE.  —  Annales  Hannoniae,  seu  Chronica  illustrium 
principum  Hannoniae ,  ab  initio  rerum  usque  ad  annum  Christi 
1390,  per  Patrem  Fr.  Jacobum  de  Guyse,  Ordinis  Minorum. 

L' originale  forma  tre  volumi  in  foglio,  che  si  conservano  sino  ad  oggi  nella  Biblioteca  della  città 
di  Valenciennes.  Poi  ve  ne  sono  parecchie  traduzioni  e  stampe  in  francese  :  Annales  du  Hainaut  :  su 
di  che  è  da  vedere  V  eruditissima  Primière  lettre  iur  Jacques  de  Guyse  Ànnaliste  du  Hainaut  a 
Monsieur  le  Baron  de  Stassart,  Gourerneur  du  Brabant^  Directeur  de  VAcadèmie  deBruseUes, 
par  M.  Adolphe  Adbenas,  Membre  de  la  société  Royale  de  Antiquaires  de  Frante.  Pari»,  ehez  V 
Auteur^  Bue  de  la  Roehefocaud,  numero  li,  1839;  dove  inoltre  si  dà  un'ampia  notizia  dell' opera  e 
deir  Autore.  •  11  nous  donne  (dice  I'Aubenas)  non  suolement  Thistoire  complète  de  V  Hainaut,  mais 
celle  de  la  Belgique  entiere  et  de  nos  provinces  du  Nord.  >  E  vi  sono  (aggiungiamo  noi)  bellissime 
ed  interessantissime  notizie  dell'introduzione  dell'Ordine  nostro  in  quel  paese.  11  Padre  de  Gujse 
nacque  il  1334,  e  mori  fn  Valenciennes  il  6  febbraio  1399.  Sopra  la  sua  tomba,  nella  Chiesa  del 
Convento,  fu  posta  questa  lapida: 

CHY  GIST  MAISTRE  JACQUES  DE  Gl'YSE 

DOCTEUR  ET  FRERE  MIN  EUR 

AUTEUR  DES  CHRONIQUES  DU  HAINAUT 

QUI  TREPASSA  L'AN  1399,  LE  6  FÈVRIER 

PRIEZ  DIEU  POUR  S'AME. 

K 

'^''  800.  KosTROscHiTZ.  —  Sormo  qu'em  occasiono  fosti  saecularis 

a  Provincia  Ordinis  Sancii  Francisci  Capistrana  die  10  augusti 
anni  1857  celebrati  Budae,  dixit  Pater  Paschalis  Kostroschitz, 
SS.  Theolog.  Doctor,  incl.  Facultatis  Theolog:icae  penes  C.  R. 
scientiarum  Universitatem  Pestiensem  meinbrum  collegiatum , 
DefinitorProvinciae,  AdrainistratorParochiae  Buda-Tabanensis  ad 
S.  Catherinam.  Budae,  typis  E.  1^  Universitatis  Pestiensis,  1857. 

Sono  9  pagine  in  4. 


America 


&*«r.  801.  LossADA.  —  Compendio  chronoloi^ico  de  los  privilegios 
regulares  de  Indias,  desde  nuestro  Santo  Padre  Leon  X,  creado 
el  ano  de  1513  basta  Clemente  XII  creado  el  ano  de  1730:  por  el 
Padre  Fr.  Domingo  Lossada,  de  la  Regular  Observancia  de  N.  P,  S. 


MARTIRIO  -  MOLINA  (559 


Francisco,  Comissario  General  de  Indias.  Madrid,  Impronta  de 
la  causa  de  la  V.  Madre  de  Agreda,  1737. 

Del  Padre  Lossada  abbiamo  già  parlato:  quest'altro  suo  lavoro  è  un  volume  in  4,  di  22  carte 
non  numerate,  467  pagine,  ed  altre  16  non  numerate. 


802.  Martirio  di  un  Francescano  in  Tunisi  l'anno  1621, 

Relazione  manoscritta  nella  Biblioteca  Rtccardiana  di  Firenze,  che  fa  parte  della  Relazione 
manoicritta  del  Regno  di  Tunisi  di  Gioan  Paolo  Cassella. 

803.  Mingo.  —  Historia  del  origen,  fundacion  y  progresos  del 
Colegio  de  Propaganda  Fide  de  Misioneros  apostolicos  Franciscos 
Observantes  <de  la  villa  de  Tarya,  y  de  las  Misiones  o  Reduc- 
dones  de  Indios,  que  han  estado  y  estan  (basta  al  presente  ano 
de  1795)  a  la  direccion  y  cargo  del  expresado  Colegio,  ec.  Escrito 
por  el  Padre  •  Fr.  Manuel  Mingo  de  la  Concepcion ,  Predicador 
Apostolico,  ec. 

Manoscritto  autografo,  in  foglio,  di  753  pagine,  neir  Archivio  del  Collegio  Francescano  di  Tarija, 
di  cui  era  stata  inviata  copia  al  Commissario  Generale  dell'Indie  in  Madrid  perchè  si  pubblicasse; 
ma  non  si  effettuò.  Dà  minutissime  notizie  di  tutte  le  Missioni,  o  riduzioni,  che  a  quel  tempo 
aveva  il  Collegio  di  Tarija,  indica  le  posizioni  topograflche,  la  qualità  dei  terreni,  le  produzioni,  le 
distanze  dal  Collegio,  ì  varii  cammini  che  possono  tenersi,  ec.  E  Analmente  v'è  aggiunta  una  carta 
geografica  di  tutto  il  paese  delle  dette  Missioni.  Così  il  Padre  Giacomo  Lardani,  il  quale  aggiunge 
le  seguenti  notizie  sulP  Autore. 

«  Il  Padre  Fr.  Emmanuele  Mingo  della  Concepcion,  nacque  da  Cristoforo  Mingo  e  da  Gregoria 
Erraiz  nella  città  di  Cuenca  nella  Nuova  Castiglia  il  26  febbraio  1726.  Professò  la  Regola  Serafica 
nel  Convento  di  santa  Caterina  del  Monte  fuori  le  mura  della  città  di  Murcia  1'  8  dicembre  1743. 
Ordinatosi  sacerdote  il  14  maggio  del  1750,  s' imbarcò  in  Cadice  I'  11  novembre  del  1752  con  altri 
55  suoi  confratelli  Missionarii,  sotto  la  direzione  del  Padre  Giuseppe  da  Sant'Antonio,  zelante  ed 
esemplarissimo  Missionario  del  Collegio  di  Ocopa.  Vicino  a  Maldonado  nell'Uruguay  naufragò  la 
nave;  ma  1  Missionari  poterono  riparare  in  salvo,  e  dopo  infiniti  stenti  giunsero  al  detto  Collegio 
verso  il  fine  di  giugno  de  1754i  Un  anno  dopo,  il  Padre  Emmanuele  venne  destinato  con  altri  a 
fondare  il  Collegio  di  Tarija  in  Bolivia.  Visse  quivi  52  anni,  occupato  sempre  nell'esercizio  dell' 
apostolico  ministero,  ora  fra  i  Selvaggi,  ed  ora  fra  gli  antichi  cristiani.  Fu  Guardiano,  e  due  volte  si 
recò  in  Spagna  per  raccogliere  e  condurre  altri  Missionari.  Ben  70  ne  condusse  al  ministero  apostolico. 
Per  comandamento  del  Padre  Commissario  generale  dell'  Indie  scrisse  la  Storia  di  detto  Collegio 
dalla  sua  fondazione  fino  al  1795.  E  quivi  pieno  di  anni  e  di  meriti  mori  il  29  novembre  del  1807. 

804.  Molina  (de).  —  Vida  del  hennano  Fr.  Juan  de  la  Cruz 
Misionero  de  los  Santos  Lugares  de  Jerusalem,  por  el  P.  Fr.  Blaz 
de  Molina  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Manoscritto  che- apparteneva  all'Osservante  Provincia  dell' Andalusiar forse  andato  perduto. 


660  MORELU  -  PAPINI 


Mi. 


805.  Morelli. — Lettere  del  P.  Fr.  Gio.  Battista  Morelli,  Minore 
Osservante  Riformato,  al  Gran  Duca  di  Toscana,  scritte  dal  regno 
di  Siam  nel  secolo  XVII. 

Sono  7  Lettere  e  tutte  interessantissime,  neir  Archivio  di  Stato  di  Firenze,  fm  le  CorrisiHindeiize 
del  Canonico  Bassetti,  segretario  di  Cosimo  III. 

N 

806.  NuEVAs  Provincias  de  idolatras  y  gentiles,  que  han  de- 
scubierto  y  reduzido  a  la  verdadera  Fé  de  Christo  Senor  nuestro  : 
y  otros  servicios  que  han  hecho  a  la  Iglesia  y  Rey  catolico  en  la 
dilatacion  de  su  dominio  los  hijos  de  San  Francisco ,  desde  el  ano 
del  1613  basta  el  presente  1630. 

E  questa  la  copia  di  un  antico  Manoscritto,  pervenutami  per  la  t)0Sta.  Ma  non  so  nò  da  dove 
venisse,  nò  chi  me  l'abbia  inviata.  Conta  9  carte  in  foglio. 


CiIUorait 


jfc  807.  Olvares.  —  Tratado  de  la  utilidad  de  los  Frayles  Fran- 

ciscos  para  la  conquista  de  la  California,  por  el  P.  Fr.  Bernardino 
de  Olvares,  de  la  Orden  de  San  Francisco. 

Manoscrillu  che  apparlenoNa  alla  l*n>\iii('ia  ()sser\aiilo  «li  Andalusia,  forse  andato  perduto. 


s'-p-  808.  Papini.  —  La  storia  di  San  Francesco  di  Assisi  :  opera  critira 
di  Fr.  Niccola  Papini ,  indegno  figlio,  o  successore  un  tempo  deir 
inclito  Patriarca  nel  governo  dell' Ordino  do' Minori  Conventuali. 
Libro  primo  che  contiene  c^li  avvenimenti  e  latti  notabili  del  Santo 
d'epoca  certa  dalla  cuna  fino  al  sepolcro,  disposti  cronolo<TÌcument^. 
ed  altre  notizie  relative  secondo  X  opportunità.  —  Libro  secondo 
che  contiene  gli  avvenimenti  e  fatti  notabili  del  Santo  finché  visse, 
vaghi  e  senza  epoca,  dispostivi  con  metodo  ed  altre  notizie  atte- 
nenti per  compimento  ed  erudizione.  In  Fuligno,  nella  tipografia 
di  Giovanni  Tomassini,  1825-1827. 

Sono  i  volumi,  in  4;  il  primo  di  i61  pagine;  il  sccumlo  di  i5'.*. 


PAREJA  -  PINEDA  661 


—  L'Etniria  Francescana,  ovvero  raccolta  di  notizie  storiche 
interessanti  V  Ordine  de'  Frati  Minori  Conventuali  di  San  Fran- 
cesco in  Toscana.  Opera  del  Padre  M.  F.  Niccola  Papini  dell'Ordine 
stesso .  Siena  ,  dai  torchi  Pazzini  e  Carli.  Con  approvazione . 
MDCCXCVII. 

Un  volume  in  4,  di  166  pagine;  in  cui,  fra F altre  cose,  è  notevole  l'ampio  Indice  dei  Codici 
Manoscritti  dell'antica  Libreria  di  San  Francesco  di  Siena. 

809.  Pareja.  —  Catechismo  y  breve  esposloion  de  la  Doctrina 
Christiana.  Muy  util  y  necessaria  asi  por  los  Bspaiioles,  corno  para 
los  Naturales ,  en  lengua  Castellana  y  Timuquana ,  en  modo  de 
preguntas  y  respuestas.  Compuestp  por  el  Padre  Fray  Francisco 
Pareja  de  la  Orden  de  N.  Seraphico  P.  S.  Francisco ,  Padre  de  la 
Custodia  de  Santa  Elena  de  la  Florida.  En  Mexico,  en  casa  de  la 
Viuda  de  Pedro  Balli,  ano  de  1617.  Por.  C.  Adriano  Cesar. 

Un  volume  in  8,  di  170  carte ,  nell'  ultima  delle  quali  si  legge  :  «  Con  licencla  de.  los  Snperiores.  » 

—  Cathecismo  en  lengua  Castellana  y  Timuquana.  En  el  qual 
se  contiene  lo  que  se  les  puede  ensenar  a  los  adulto?  que  han  de 
ser  baptizados.  Compuesto  por  el  P.  Fr.  Francisco  Pareja,  Religioso 
de  la  Orden  del  Seraphico  P.  S.  Francisco,  Guardian  del  Convento 
de  la  Purissima  Concepcion  de  N.  Sonora  de  San  Augustin  y 
Padre  de  la  Custodia  de  Santa  Elena  de  la  Florida.  En  la  Impronta 
de  la  Viuda  de  Pedro  Balli.  Por.  C.  Adriano  Cesar.  M.  DC.  XII. 

Un  volume  in  8,  di  80  carte  non  numerate.  Di  questo  valoroso  nostro  Missionario  trovai  che 
Del  1595  aveva  menato  seco  dalla  Spagna  undici  suoi  confratelli  alla  Florida  ;  e  credo  che  debbano 
trovarsi  delle  sue  lettere  neWArchivo  de  Indiat  di  Siviglia. 

810.  PiNEDA  (de).  —  Los  treynta  libros  de  la  Monarchia  Ecle- 
siastica,  o  historia  universal  del  mundo  dividida  en  5  tomos 
dirigidos  a  la  Magestad  infinita  de  nuestro  onnipotentissimo 
Criador,  Govemador  i  Redemptor  Jesu  Christo,  Rey  de  Reyes  y 
Senór  de  Senores,  compuestos  por  Fr.  Juan  de  Pineda  Frayle 
Menor  de  la  Observancia.  Primer  volumen  de  la  primera  parte, 
con  tablas  de  capitulos  y  de  materias  por  orden  alphabetico, 
muy  copiosas.  Con  privilegio.  En  Salamanca.  En  casa  de  Juan 
Femandez.  Ano  de  1588.  A  costa  de  Hylario  de  Benefout,  y  se 
venden  en  su  casa  en  Medina  del  Campo.  Està  tasado  a  quatro 
maravedis  al  pliego. 


662  RELATION 


Un  volarne  in  foglio,  di  22  carie  preliminari  senza  numerazione,  S93  numerate,  e  ODaUneote 
197  di  Tablas  de  las  materias,  parimente  senza  numerazione.  È  diviso  in  4  libri,  che  comprendono 
dalla  creazione  del  mondo  alla  monarchia  di  Artaserse. 

—  Monarchia  Eclesiastica,  compuesta  por  Fr.  Juan  de  Pineda 
de  la  Orden  del  bienaventurado  Sant  Francisco,  segundo  volumen 
de  la  primera  parte.  Con  privilegio.  En  Salamanca,  en  la  officina 
da  Juan  Fernandez.  MDLXXXVIII. 

Un  volume  in  foglio,  di  369  carte ,  e  5  di  Tobias  senza  numerazione.  È  diTiso  in  5  libri , 
5,  6,  7,  8,  9,  e  piglia  da  Artaserse  alla  battaglia  di  Azio,  in  cui  Marcantonio  e  Cleopatra  furono 
vinti  da  Augusto. 

—  Segunda  parte  de  la  Monarchia  Eclesiastica,  compuesta 
por  Fr.  Juan  de  Pineda  de  la  Orden  del  bienaventurado  Sant 
Francisco.  Con  privilegio.  En  Salamanca,  ec. 

Un  volume  in  foglio,  di  3  carte  preliminari  non  numerale,  564  numerate,  e  8  parimente  senza 
numerazione,  dL  Tablas  ec.  Si  divide  in  7  libri,  10,  11,  13,  13,  14,  15,  e  16;  e  comprende  dal 
principio  del  Cristianesimo  sino  al  Concilio  di  Costantinopoli  al  tempo  di  Giustiniano  e  i  Papi 
Pelagio  I  e  Giovanni  lY. 

—  Torcerà  parte  de  la  Monarchia  Eclesiastica,  compuesta  por 
Fr.  Juan  de  Pineda  de  la  Orden  del  bienventurado  Sant  Fran- 
cisco. Con  privilegio.  En  Salamanca,  ec. 

Un  volume  in  foglio,  di  9  carte  preliminari  senza  numerazione,  ed  altre  539.  Si  divide  in  7 
libri,  17,  18,  19,  20,  il,  :2i,  23;  e  comprende  dall' imperio  di  Giustiniano  11  sino  alla  morte  di 
Carlo  VII  di  Francia. 

—  Quarta  parte  de  la  Monarchia  Eclesiastica,  compuesta  por 
Fr.  Juan  de  Pineda,  de  la  Orden  del  bienaventurado  Sant  Fran- 
cisco. Con  privilegio.  En  Salamanca,  ec. 

Un  volume  di  9  carte  preliminari  senza  numerazione,  ed  altre  523.  Si  divide  in  altri  7  libri: 
34,  35,  36,  37,  38,  39,  30  ;  e  comprende  dalle  tirannie  di  Amurat  e  dalie  prodezze  dello  Scanderberg 
sino  air  eleziono  di  Gustavo  di  Danimarca.  È  opera  rara,  e  intcro^santissima  per  le  nostre  antiche 
Missioni.  Ne  incontrai  due  esemplari  ;  uno  nella  Bibliotec^i  di  Santa  Genoviefa  in  Parigi ,  1'  altro 
nella  Nazionale  di  Madrid. 

"'•  8!1.  Relation  d' un  Missionaire  Franciscain  en  Turquie. 

Asia  * 

ed 

Karopa  Manoscritto  in  lingua  tlamminga,  di  133  pagine,  minutissima  lettera,  da  me  rinvenuto  nell' 

Archivio  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio.  Dell'  importanza  di  esso  il  lettore  può  giudicjire  dai 
titoli  de'  capitoli  che  do  qui  tradotti  da  uno  de'  Padri  di  quel  Convento,  in  lingua  francese.  Il  Mano- 
scritto non  porta  nome  di  Autore;  ma  nella  Cronaca  manoscritta  del  Padre  Neep,  appartenente  alla 
pubblica  Biblioteca  della  città  di  Gand,  già  da  noi  illustrata,  ho  trovato  che  la  Relazione  è  open  dd 


REA  663 

Padre  Pacifico  SmiL  II  Padre  Nrbp  riferisce  a  lungo  la  missione  del  Padre  Smit  e  de* suoi  compagni, 
che  è  interessantissima. 

1.  CKap.  Comment  il  a  été  le  prapre,  de  UnU  lempi,  d*étre  envoyé  parmi  lei  infULelet,  et 
aux  SS.  Apótres  et  à  eeux  qui  $ont  iìupirés  par  le  mime  etprit  que  les  Apòtret.  —  2.  Chap.  De 
ce  qui  a  donne  lieu ,  ou  de  ce  qui  à  été  V  oecasUm  de  cette  Minion  dont  on  parie  dant  la  tuiU, 
—  3.  Chap.  Comment  trois  prétre$  de  la  Province  des  Frére»  Mineure  Récollets  de  la  Province  de 
St.  Joseph  dans  le  Comté  de  Fiandre,  ont  refu  V  obédience  de  partir  pour  la  Turquie.  —  4.  Chap, 
Comment  les  trois  Missionnaires  ont  dit  adieu  à  leurs  amie  et  comment  Us  soni  parOs  avee  la 
bénédiction  de  leur  Supérieur.  —  5.  Chap.  Comment  les  trois  Missionn(Ures  ajant  dit  adieu  à 
leurs  amis ,  sont  arrivés  à  Cotogne  et  comment  ils  ont  continue  leur  route  vere  Vénise.  — 
6.  Chap.  Suite  de  leur  voyage  (  route J  de  Huspurgh  vers  Vénise.  —  7.  Chap.  Commeni  les  troie  JfìMìoii- 
naires  Neerlandais  en  compagnie  de  deux  autres  se  sont  embarqués  ensemble  pour  continuer 
leur  route  vers  la  Turquie.  —  8.  Chap.  Comment  un  des  quatre  est  reste  a  Sdo  et  les  autres  ont 
été  séparés ,  et  placés  à  Smyme  et  à  Constantinople  ;  et  comment  le  quatriéme  à  aussi  prie  la 
route  de  Constantinople.  —  9.  Chap.  Quelques  remarques  sur  la  reUgion  des  Tures.  D*  autres 
ont  éerit  ex  professo  de  cette  reUgion,  e'  est  pourquoi  je  n'ai  pas  V  intention  de  trotter  de  cette 
religion  en  general,  mais  seulement  de  quelques  particularités  que  y  ai  remarqué  moi-méme, 
— 10.  Chap.  Quelques  remarques  sur  la  justice  chez  les  Tura.  — 11.  Chap.  Comment  les  esclaves 
ChrHiens  sont  traitès  en  Turquie.  — 13.  Chap.  W  où  venait  V  argent  pour  étre  distribué  aux  esclaves 
et  pour  payer  leur  rangon  (pour  aeheter  leur  Uberté.  J  —  13.  Chap.  Comment  le  Domine  de  la 
Nation  Holladaise  à  donne  de  V  argent  pour  donner  à  manger  aux  esclaves,  et  comment 
Vamitié,  ou  V  accord  entre  le  Domine  et  le  Pere  à  été  rompu,  mais  retabUe  par  après,  — 14.  Chap, 
Comment  les  pauvres  esclaves  chrétiens  sont  sur  les  galeres  ou  la  flotte  des  Tures  qui  se  battent 
eontre  les  Vénitiens.  — 15.  Chap.  D*un  apostat  et  de  tout  ce  qu'ona  fait  pour  le  dèUvrer ,  et  comment 
eependant  apres  tout  ce  qu'on  a  fait  U  n'y  a  pas  eu  de  bonne  réussite.  — 16.  Chap,  De  la  priion 
du  grand  Seigneur.  — 17.  Chap.  De  troie  jeunes  fUles  faites  prisonnieres  pendant  le  siége  de  Vienne, 
et  comment  éUes  ont  èté  données  en  présent  au  grand  Vizir  et  de  tout  u  qui  leurs  est  arrivé,  — 18. 
Chap.  D*  uìie  noble  Dame  fatte  prisonniere  de  ce  coté  de  Vienne,  et  pendant  le  siege  de  Vienne,  —  19 
Chap.  Et  de  quelle  rare  et  ètrange  maìUere  elle  a  été  delivrée  de  l'eulavage. — %0.  Chap.  De  la  deUvranu 
d'une  Senne  fUle  qui  se  fU  passer  pour  Comtesse  de  Staerenbergh^  fUle  du  Comte  de  Staerenbergh , 
qui  a  défendu  Vienne  eontre  les  Tures,  et  comment  la  fraude  a  été  deeouverte,  —  21.  Chap,  De  la 
délivrance  d* une  galere  des  Tures  d'un  Chirurgien  et  de  sa  femme,  et  du  dangerqu'a  eouruson 
sauveur.  —  23.  Chap.  De  la  delivranae  du  Baron  GcM,  Lieutenant  du  régiment  imperiai  Àrchints,  — 
23.  Chap.  Comment  deux  des  nommés  Religieux  sont  morts  à  Smyme ,  et  comment  le  troisieme  à 
du  s' enfuir  de  Constantinople.  —34.  Chap.  Comment  ce  RecoUet  fugitif,  avee  d' autres  esdaves  délivrés, 
et  moi,  nous  nous  sommes  embarqués,  et  comment  nous  sommes  arrives  a  Smyme,  et  de  la  en 
Stelle.  —  25.  Chap.  Histoire  surprenante  arrivée  a  un  certain  Prere  Ossomarus,  frere  late,  de  V  Ordre 
de  notre  Pere  Seraphique ,  pendant  le  siege  de  Vienne  en  Autriche  ;  U  est  fait  prisonnier  par  les 
Tartaree  et  il  a  souffert  un  terrible  esdavage;  enfln  U  est  delivrè  par  un  Pere  du  mime  Ordre  de 
la  Province  de  St.  Joseph  dans  le  Comtè  de  Fiandre .  —  Anno  MDCLXIXX  decembris.  —  26.  Chap. 
De  Notre  voyage  de  la  Sidle  a  Vienne  en  Autriche.  —  27.  Chap.  De  ce  qtU  est  arrivè  à  Vienne  en 
r  Autriche  pendant  le  temps  de  trois  mois,  —  28.  Chap.  Le  voyage  de  Vienne  jusque  dans  la  Fiandre. 


812.  Rea  (de  la). — Chronica  de  Mechoacan,  ec:  por  el  Padre 
Ft.  Alonso  de  la  Rea,  ec. 

Debbo  qui  aggiungere  intorno  a  questo  interessantissimo  scrittore ,  già  illustrato ,  che  della 
sua  opera,  in  un  volume  in  4,  di  7  carte  preliminari  non  numerate»  e  171  numerale,  è  un  esemplare 
DelU  Biblioteca  Nazionale  di  Madrid,  dove  potei  studiarla  a  mìo  agio. 


664  RERULLIDA  -SANTA-CLARA 


«..  813.  Rebullida.  —  Informe  a  la  Audiencia  de  Guatemala 

^"^  sobre  el  estado  actual  de  la  cristiandad  de  la  Provincia  de 
Talamanca,  1697.  Por  el  Padre  Fr.  Pablo  Rebullida  de  la  Orden 
de  San  Francisco. 

—  Cartas  del  Ven.  Padre  Margil,  sobre  el  caracter  de  los 
Indios  Terrabas,  Talamancas  y  Changenes. 

Questi  due  Manoscritti  sono  annotati  dallo  Squier  (  Monograf.  ofAuL).PsLTe  che  il  Padre 
Rebullida  si  recasse  in  Guatemala  il  169i.  Evangelizzò  fra  i  nativi  di  Talamanca  e  Costa  Rica,  e 
vi  mori  il  1709. 


America 


Asta 


mk  814.  Relacion  y  descripcion  de  las  Missiones  y  Conversiones 

de  infìeles,  vulgarmente  llamados  de  Apolobamba,  que  estan  al 
cuidado  de  los  Religiosos  de  N.  P.  S.  Francisco  de  està  Provincia 
de  S.  Antonio  de  los  Charcas  en  el  reyno  del  Perù,  ec. 

«  Un  quaderno  molto  importante  (mi  scriveva  il  Padre  Lardàni)  dell'anno  1747,  che  si  con- 
serva Manoscritto  in  questo  nostro  Collegio  di  Tarija.  • 

s 

815.  Saint-Etienne  (de).  —  Les  Franciscains  en  Terre  Sainte. 
Rapport  In  dans  la  seance  du  10  avril,  du  Comité  catholiqne  à 
Paris ,  par  lo  R.  P.  Hilaire  Plot  de  Sainte-Etienno ,  des  Freres 
Minours  de  V  Observanco,  Gardien  du  Couvent  de  Sainte  Anne, 
à  Paris. 

Questo  lungo  ed  inlercssanlissimo  rapporto  è  stalo  pubblicato  nel  numero  106,  anno  XX. 
(li'l  Giornale  cattolico  Le  Monde  del  i  maggio  1879. 

Mi  piace  e  gioverà  iiui  notare,  clic  parecchi  altri  documenti  riguardanti  le  Missioni  nostre, 
specialmente  della  (^ina,  vennero  pubblicati  lo  scors»^  anno  i?  nel  corrente,  sia  nel  Mondk,  sia  nell" 
Tnivers,  e  nel  Periodico  di  Lione,  Le  Missions  catholiques,  an.  X  e  XI;  e  fu  special  cura  dello 
zelantissimo  e  benemerito  Padre  Maria  de  Brest  l'rocuratore  delle  Missioni  Francescane  nel  Convento 
dell'Osservanza  di  Sant'Anna  in  Parigi,  rue  de  Forneaux,  83. 

skmp.  816.  S anta-Clara  (a). — Fragmenta,  seu  Historia  Minor  Provin- 
'""*""*''*  eia  Angliao  FF.  Minonim,  limo  Patri  F.  Michaoli  de  Sambuca 
Ordinis  iMinorum  Ministro  Generali  porrecta.  Editio  secunda 
auctior  et  correptior.  Aiithore  R.  Adm.  Padre  Fr.  Francisco  a 
S.  Clara,  Sacrae  Theologiae  Lectore  Emerito,  ac  Provinciae  Fra- 
trum  Minorum  in  An;:!:lia  iterato  ex-Ministro,  ac  Serenissimae 
Reginae  Mariae  Britanniae  a  sacris  ec.  Duaci ,  t\T)is  Balthazaris 
Belleri,  sub  Circino  Aureo.  Anno  MDLXI. 


SANCTO   FRANCISCO  665 


ikilmrrm 


Un  volume  ìd  16,  di  quattro  carte  preliminari  senza  numerazione  e  214  pagine.  Interessantissimo 
per  la  Storia  d'Inghilterra.  N' è  un  esemplare  nella  Biblioteca  del  nostro  Convento  di  Gand  nel  Belgio. 

U  FoppENS  ci  dà  dell'Autore  le  notizie  seguenti»  che  vale  la  pena  di  riferire. 

«  Pater  Franciscus  a  S.  Clara,  sive  Davenportus,  Coventriensis  Anglus,  circa  annum  1598  nobilibus 
natus  parentibus  Joanne  Davenporto  et  Elisabetha  WoUey:  deinde  corouniter  dictus  a  Sancta  Clara,  ex 
quo  Ordinem  Fratrum  Minorum  Recollectorum  ingressus  est,  nempe  die  7  octobris  1617,  annoque  elapso 
eumdem  in  Conventu  Tprcnsi  professus.  Provinciam  Anglicanam  Fratrum  Minorum  ob  fldei  catholicae 
professionem  exulantium,  instaurare  tnnc  coeperant  Patres  Joannes  lennings,  eximii  quondam 
martyris  Edmundi  lennigs  germanus  Frater,  et  Petrus  Marcantius  Commissarius  Generalis.  Cuius 
ìnslituti  conQrmationcm  ut  obtineret  a  Capitulo  Generali  Ordinis  anno  1633  in  alma  urbe  Roma 
celebrato,  illuc  profectus  est  Pater  Franciscus  Davenportus,  indeque  Sacrae  Teologiae  lauream  retu- 
liL  Fuit  et  principalis  promotor  Conventus  Minorum  Anglorum  in  Urbe  et  Academia  Duacena  (Douai); 
variaque  ibi  oflScia  Lectoris  S.  Theologiae,  Praesidis,  Guardiani,  Custodis  Custodum  cum  summa 
laude  obivìt.  Inde  profectus  ad  Missioncm  Anglicam,  formandis  in  Ade  catholicis  revocandisque  ab 
haeresi  popnlaribus  (contempiis  etiam  insidiis  vitaeque  periculis)  totum  se  dedit  ;  haesitque  ibidem 
per  annos  ferme  36,  eo  solum  tempore  excepto,  quo  sub  flnem  regni  Caroli  I  regis  et  Cromwellianae 
tyramnidis,  saluti  suae  per  fpgam  consnlere  coactus  fuit.  Fuerat  ante  a  sacris  Reginae  Henricae, 
ìlenrici  IV  regis  flli^,  et  infanlis  Caroli  regis  I  coniugis.  Postmodum  quoque  utl  Theologus  ac 
cappellanus  adfnit  Catharinae  Lusilaniae  regis  Caroli  II  uxori.  Tandem  in  pace  quievit  apud  Lon- 
dinum  pridie  calendas  iunii  1680.  Vir  eximiae  pieutis ,  eruditionis  profundae  atque  omnigenae, 
aperti  cordìs,  indolis  nobilis  ac  suavis,  ac  imprimis  zelator  animamm  ac  salutìs  populorum  suo- 
rum.  Fidem  faciunt  scquentia  eius  opera,  tam  de  scholasticis  quam  de  controversis  quaestion|bus. 
—  Sistema  fidei,  sive  tractatus  de  CondUo  universali;  De  structura  (idei;  De  disUnctione  funda- 
mentalium  in  rebus  ad  fidem  speetantibus  ;  De  vindieOs  saeri  Tridentini  ConeHU  ;  De  origine  Pa- 
Tpatus  romani,  et  an  Petrus  et  Paulus  simul  fuerint  Papae.  In  4.  Londini  1648.  Dein  haec  el  alia 
opera,  primnm  sparsim  edita ,  simul  coUecta  denuo  prodierunt  duobus  tomis  in  folio,  Duaci,  1665. 
Tom.  I  continentur:  1.  Sistema  fidei,  seu  tractatus  de  ConeUio  universali,  cui  anneetUur  ojpusculum  ; 
De  definihilitate  Immaculatae  Conceptionis  :  9.  Tractatus  de  schismate ,  speeiatim  Anglicano:  3. 
Fragmenta,  seu  If istoria  Minor  Fratrum  Minorum  almae  Provinciae  Angliae  :  4.  Manuale  Missio- 
nariorum,  seu  commentano  super  nobiliores  quctestioìies  Regulae  S  Frandsci  ad  Missionarios 
spectantes.  Tom.  II.  Continentur:  1.  Apologia  Episcaporum:  S.  Liber  dialogorum,  seu  summa  velerie 
Theologiae  dialogismis  tradita  :  3.  Problemata  seholastica  et  controversialia  speculativa  :  4.  OpusctUa 
de  medio  statu  animarum  :  5.  Paralipomena  phUosophica  de  mundo  Peripatetico  :  6.  ReUgio  phUo- 
sophi ,  seu  peripatetica  discussio  celeberrimi  miraculi  restauratele  Obiae  aJbscissae  et  sepiUtae,  seeuti- 
dum  principia  Aristotelis  examinata  :  7.  EpistoUum  adversus  iudidariam  astrologiam.  • 

817.  Sancto  Francisco  (a) — Certamen  Seraphicum  Provinciae 
Angliae  prò  sancta  Dei  Ecclesia.  In  quo  breviter  declaratur  quod 
Fratres  Minores  Angli  calamo  et  sanguine  prò  fide  Christi  san- 
ctaque  eius  Ecclesia  certarunt.  Opere  et  labore  R.  P.  Fr.  Angeli 
a  Sancto  Francisco  Conventus  Recollectorum  Anglorum  Duaci 
Guardiani,  Provinciae.  suae  Custodum  Custodis,  ac  Sacrae  Theo- 
logiae Lectoris  primarii  concinnatum.  Duaci.  Typis  Baltasarii 
Belleri,  sub  Circino  Aureo.  Anno  1649. 

Un  volume  in  4,  di  19  carte  senza  numerazione  e  900  pagine.  Dalla  pagina  poi  301  seguita 
un  Appendix  de  Missionibus,  Ano  a  pagine  306;  e  dalla  307  alla  356  un  Cathalogus  Scriptorum 
Anglorum  ex  Ordine  Fratrum  Minorum.  Autentica  e  pietosissima  storia  delle  penose  vicende  della 
Chiesa  cattolica  e  dell'  Ordine  Francescano  in  Inghilterra.  Con  questa  storia  ha  relazione  uno  studio 
interessantissimo  pubblicato,  non  è  molto  tempo,  nel  Belgio,  nella  Rivista  periodica:  Btudes  religieux. 


666  TABOA 

kUtoriques  et  lUteraire$  par  Ut  Perei  de  la  Compagnie  de  Juus.  Parit,  au  Bureau  de  la  Reme 
chez  Joieph  Albarel,  libraire,  15  rue  de  Toumon  15,  et  ehez  Auguste  Durand,  tue  duiat  7,  Au- 
denne  rue  des  gres  Sorbonne.  An.  XIV.  Serie  IX.  Tom.  HI,  dalla  pagina  408  alla  437,  e  dalla  5M 
alla  603.  Del  Certamen  è  ud  esemplare  nella  Biblioteca  Nazionale  di  Firenze. 


^P'         818.  Taboa  do  Capitulo  Provincial  da  Provincia  de  Santo  Anto- 
*fc    nio  do  Brasil,  celebrado  na  cidade  de  Bahia  a  os  dos  de  desembro 
de  1780. 

Sono  due  carte  in  foglio,  stampate  e  manoscritte,  con  una  compendiata  notizia  delle  Missioni 
che  la  Provincia  aveva  in  quelle  contrade.  Unita  a  questa  ne  posseggo  un'altra  del  1808. 

s*-v.         819.  Taboa  da  Congregagao  capitulo  intennedio  da  Provincia 
«•.    de  Santo  Antonio  de  Brasil,  celebrado  en  Bahia  no  anno  de  1810. 


BMilt 


Sono  parimente  9  carte  in  foglio  con  le  stesse  notizie.  A  cui  sono  unite  altre  3  Toboat,  una 
del  Capitolo  del  1811,  un'  altra  della  Congregazione  intermedia  del  1813,  e  un'  altra  della  Congregazio- 
ne del  1816.  Sono  importanti,  specialmente  per  1  nomi  che  danno  de* luoghi  di  Missioni  e  de^ 
Padri  e  Fratelli  che  vi  lavoravano. 


INDICE 

DELLE  COSE  PIÙ  NOTABILI 


CONTENUTE  IN  QUEST'OPERA 


A 


ABATE  Eyzaguirrc,  Histoire  da  Chili.  Pag,  1)8. 

ABISSIN1A.  p.  67  433. 

ABREU  Fray  Andres.  p.  i  577. 

AGAPULCO  porto,  p.  549. 

ACCADEMIA  di  SanU  Margherita,  p.  i84. 

—  di  storia  di  Madrid,  p.  547. 

—  di  Pietroburgo,  p.  597. 
ACADEMIA  Medicea  Matritense.  p.  39. 
ACEVEDO  Fray  JuaD.  p.  i. 

ACTA  Saocti  Joannis  Capistraoi.  p.  4. 

—  DelegatioDis  Apostolicae.  p.  4. 

—  Seraphicl  P.  N.  Francisci.  p.  14. 

—  Del  Martirio  di  Fr.  ApolUoario  ec.  p.  541. 
ADUMBRATIO  planctarum.  p.  630. 
ADVERTENCIAS  del  P.  Silva,  p.  57U. 
ADELANTADO  Ximenes.  p.  6. 

ADRIANO  VI.  p.  607. 

AFFRICA,  p.    4   41    79  88  115   123  143  149  185 

.    186  316  217  227  240  245  315  335  367  368  428 

432  433  457  480  491  498  500  534  542  546  549 

557  564  631  635  636  638. 
AFFINITÀ  di  lingue,  p.  35. 
AFORTUNADA  (i$laj  Gran  Canaria,  p.  576. 
AGOSTINO  (  P.  )  da  Osimo.  p.  36. 
AIANI  Angelo,  p.  654, 
ALFONSO  di  Zamorra.  p.  5. 
ALMANSA  Missionario   Francescano    in  Cina.  p. 

161. 
ALBERTO  di  Castel-Bianco,  p.  56. 
ALBOC  (montagna),  p.  52. 
ALBANIA,  p.  551  636. 
ALESSANDRO  Bassi  M.  0.  p.  35. 


ALESSANDRO  (P.)  Ariosti  da  Bologna,  p.  24. 

ALONZO  M.  R.  P.  del  Ca8tillo.p,  146. 

ALBERI,  fiori,  erbe,  ed  animali  rari  che  son  nell' 

Egitto,  p.  217. 
ALFABETO  Otomi.  p.  642. 
ALCALDE  delU  città  di  Huelva.  p.  654. 
ALLOCUZIONE  bellissima  del  Capo  dei  Gaspesiani. 

p.  304. 
ALESSANDRIA,  il  Cairo,  il  Sinai,  p.  514. 
ALOGRAPHIA.  p.  627. 
AMBIGUITAS,  Heb.  Linguae.  p.  153  573. 
AMERICA,  p.  2  5  8  9  16  17  19  23  24  27  28  29 
31  36  38  40  41    42  43  44  48  63  67  69  72  80 
81  109  110   112  114  116  122  123  124  128  129 
130  132  135  136  138  145  152  164  165  169  170 
171  189  192  193  194  199  200  202  20S  204  203 
207   2Ì2   213  223   228  231  237   239  240  246 
247  252  266  268  334  335  338  339  364  367  369 
371  389  391  395  396  397  398  400  405  408  412 
413  414  415  416  419  420  429  430  431  432  435 
437  443  448  449  450  467  470  477  480  483  488 
490  493  494  498  514  516  523  529  531  534  535 
549  567  569  570  571  574  676  581  583  584  586 
594  595  596  601  603  605  606  607  609  625  631 
632  634  635  637  657  658  639  661  663  664. 
—    Meridional,  p.  17. 
AMERIGO  VESPUCCL  p.  4  448  616. 
ANDREA  (fra)  da  Spoleto  M.  0.  p.  4  448. 
ANDRÉ  (fra)  de  Faro.  p.  158. 
ANGELICO  (  Rev.  Padre  )  da  Milano M.  0.  p.  75. 
ANGELO  (  Pad,  )  da  Messina,  p.  74. 
ANALISI  dell'idioma  Yucateco.p.  518. 


670 


INDICE 


ANALOGIA  dei  diversi  idiomi  del  regno  di  Gua- 
temala.^ p.  300. 
ANNALI  del  Wadingo.  p.  98  571. 

—  manoscritti  di  Terra  Santa,  p.  28  631. 
ANNALES  de  las  Missiones.  p.  23  184. 

—  Hannoniae.  p.  658. 

—  Minorum.  p.  639. 

—  Del  R.  P.  Adamo  Biir\'enich.  p.  183. 
ANNÈE  Franciscaine.  |^  493. 
ANIMALI  dell'Etiopia,  p.  218. 

ANNUNZIO  di  un  libro  fatto  per  i  pubblici  fogli 

dal  P.  Marcellino  da  Civezza.p.  331. 
ANTON  Maria  da  Rignano  Vescovo,  p.  138  633. 
.VNTONIO  {fra)  da  Aquila,  p.  20. 
--    (fra)  da  Pleiade,  p.  251. 

—  (Pad.)  Buonaventura  da  Firenze,  p.  402. 

—  (/Va)  Medrano.  p.  6. 

—  (fra)  da  San  Gregorio,  spagnolo,  p.  433. 
ANTONIUS  {fra)  de  Goa.  p.  20. 
ANTICHITÀ  dell'  Impero  Cinese,  p.  97. 
ANTIQUITATES  Franciscanae.  p.  463. 
APPENDICE  alla  storia  della  Chiesa  Cattolica  in 

Danimarca,  p.  20. 
APOLLONIO  Bassetti  scgreLnrio  di  Cosimo  III.  p. 

HI  660. 
APOLOGIA  dei  religiosi  Francescani  e  Domenicani 

p.  552. 

—  de  la  Ley  Evangelica,  p.  533  566  583. 
APOSTOL\TO  del  Solano  nell'  America,  p.  14. 
APUNTES  sobre  la  Palestina,  p.  371. 
APPUNTI  necessari,  p.  564. 

APPARIZIONE  di  S.  Michele  all'Indio  I^azaro.  p.  609. 

—  Della  Vergine  di  Guadalupe  nel  Messico,  p.  625. 
ARCANGELO  Miralta  Procuralor  Generale  di  Pro- 
paganda Fide.  p.  57. 

ARCANGELO  (Pad.)  Carradori  da  Pistoia,  p.  82. 
ARCIPELAGO  Malese  nell'Oceania,  p.  151. 

—  Indiano,  p.  320. 

ARNOLDO  (fra)  da  Serrano,  p.  133. 
ARTE  de  la  longvia  Mcxicana.  p.  228. 

—  de  la  lengua  Metropoli  lana  ec.  p.  367. 

—  dell'idioma  Tagalog.  p.  ilO. 

ARTI  meccaniche  conosciule  dagli  Idolatri,  p.  52i. 
ARME  della  famiglia  Barberini,  p.  657. 
ARABICA  en  compendio,  p.  657. 
ARCHEOLOGIA  Americana,  p.  231. 
ARCHETIPO  de  virludes.  p.  481. 
ARCmVlUM  Complulense.  p.  481. 
ARCHIVIO  Storico-italiano,  p.  532. 

—  del  Ministero  della  Marina  di  Lisbona,  p.  364. 

—  dellaProvincia  FrancescanadolSanloEvangelio 
del  Messico,  p.  585. 

—  di  Gand.  p.  662. 

—  della  Torre  «lei  Tombo  di  Lisbona,  p.  10  20 
148  151  215  230  206  367  390  391  396  441  449 
468  483  490  560  635  636. 

—  Mediceo  di  Firenze,  p.  Ili  214  337  368  385 
40i  448   471   482  530. 


ARCHIVIO  de  Indias  di  Siviglia,  p.  i2  13  253  516 
545  575  648. 

—  del  Convento  di  Sant'Anna  in  Monaco  di 
Baviera,  p.  142  390. 

—  del  Convento  Francescano  di  Manila,  p.  i3 
22  72  88  164  187  209  240  334  438  440  494  499 
540  546  552  562. 

—  dei  Minori  Osservanti  delia  Santissima  Annon- 
ziata  di  Bologna,  p.  24. 

—  Generale  di  San  Francesco  in  Madrid,  p.  il4 
204  334  336. 

—  di  Stato  di  Firenze,  p.  135  66Q. 

—  della  Commisseria  de  Indias,  p.  336  408. 

—  di  Simancas.  p.  414. 

—  di  Propaganda  Fide.  p.  460. 
ARCHIVII  del  Vaticano,  p.  575. 
ARENE  d' oro.  p.  662. 

kSlk.  4  10  11  12  13  18  20  22  24  25  26  27  31  32 
33  35  36  38  41  42  43  52  62  66  68  69  70  71 
72  73  75  76  80  82  88  89  90  i09  110  Ili  113 
118  121  122  123  134  135  148  151  152  160 
164  187  189  200  201  207  208  211  214  215 
216  217  223  230  237  239  240  242  243  24S  248 
249  250  252  253  264  265  266  268  3i4  315  316 
320  330  333  334  335  336  337  364  363  36S  369 
383  384  385  388  389  390  395  396  402  404  405 
409  410  411  417  419  429  431  433  434  435  436 
438  439  441  443  447  449  451  452  4S7  4i0 
461  462  464  465  466  467  468  472  483  484  489 
490  491  492  493  494  495  498  500  502  503  507 
519  532  533  534  540  541  542  543  544  545  546 
3i7  548  549  550  551  552  556  557  558  559  560 
361  562  563  564  565  566  569  570  575  578  579 
580  581  593  600  601  631  636  637  638  659  660 
662  664. 

ASSALTO  di  Lione,  p.  190. 

AIREILLAC  (Pad.)  Raffaele,  p.  493. 

AUTOGRAFO  prezioso  di  uno  dei  più  chiarì  nomini 
di  Krancia.  p.  577. 

AUTORE  dei  Fioretti  di  San  Francesco,  p.  373. 

Al'CTORES  qui  scripserunt  de  Seraphico  P.  N. 
Francisco,  p.  14. 

AVANZI  di  epigralia  nel  Continente  .americana 
p.  538. 

AVANZO  Francesco,  p.  341. 

AVE  MARIA!  p.  334. 

AVE-MARIAcPater-noslerinidioniaTacana.p.214. 

AVVENTURE  di  un  Corsaro  francese,  p.  167. 

—  di  Frale  Pietro  Fardo  in  Affrica,  p.  132. 
AZORRE.  p.  HO  408. 


B 


RACTAS  Borgo  nell'  Indie,  p.  360. 
BAGNO  di  Casciana.  p.  320. 
MAIA  di  Ganabara.  p.  593. 


INDICE 


671 


BALAGUER  (Pad.)  Antonio,  p.  50. 
BALDI  Giuseppe,  p.  653. 
BALLI  degl'Indi  intorno  alle  sepolture,  p.  619. 
BALSAMO  del  Perù.  p.  349. 
BANDIERA  di  piume  regalaU  agli  Spagnuoli.  p.  692. 
BAREZZO  Barezzi.  p.  333. 
BARONE  d'Henrion.  p.  70. 
BARNABÒ  Cardinal  Prefetto  della  Sacra  Congrega- 
zione di  Propaganda  Fide.  p.  416. 
BARTOLOMÈ  (Pad.)  Anleo.  p.  19. 
BARTOLOMEO  da  Pisa.  133. 
RASCIA,  p.  85. 
BASILIO  {Pad.)  da  Gemona.  p.  208. 

—  (  Pad.  )  da  Caprarola.  p.  74. 
BASSANESI  illustri,  p.  461. 
BATTAGLIA  di  Lenef.  p.  233. 

BATTESIMO  conferito  ad  un  alto  Capo  Indiano.p.  10. 

—  degl'Indiani,  p.  47. 

—  della  Nazione  Carea.s.  p.  168. 
BEATO  Pietro  Canisio  d.  C.  d.  G.  p.  74. 

—  Odorico  d*  Udine,  p.  99. 

—  Marco  da  Lisbona,  scrittore  classico  nel  Por- 
togallo, p.  333. 

BECINI  Gregorio,  p.  222. 

BELTRAN  (Pad.)  Pietro,  p.  335. 

BBNEDICTI  XIV  Consti  (ut.  Ex  quo  singulari  ec. 

p.  55. 
BERNARDINO  (Pad.)  Cardenas.  p.  81  657. 

—  (Pad.)  Le  Grand,  p.  309. 

—  (  Pad,  )  da  Montefranco.  p.  109  498. 

—  da  Portogruaro,  attuale  Generale  dell'  Ordine. 
p.  Ito. 

—  (Pad.)  della  Chiesa  M.  0.  p.  IH. 

—  da  Siena  M.  0.  p.  169  174  181. 

—  da  Gallipoli  M.  0.  p.  201. 

BERGAIGNE  Joseph.  Commissarius  Generalis  Pro- 
vinciae  Saxoniae.  p.  181. 

BERNARDO  M.  R.  P.  Van-Loo.  p.  67. 

BERENGUER  (Pad.)  Vincenzio,  p.  .562. 

BERISTAIN  e  CLAVIGERO,  p.  584. 

BERISTAIN  e  Ternaux.  p.  204. 

BETHANCOURT  Giovanni  conquistatore  delle  Ca- 
narie, p.  331. 

BIBLIOFILI  Alemanni,  p.  186. 

BIBLIOGRAFIA  e  Biogratta.  p.  70  75. 

—  Francese,  p.  75. 

—  riguardante  l' Osservante  Rif.  Provincia  di 
Venezia,  p.  114. 

—  Portuguesa.  p.  408  575. 
BIBLIOGRAPHIE  des  voyages.  ec.  p.  131. 

—  Japonaise.  p.  550  566. 

—  BIBLIOGRAFO  illustre  d'America,  p.  146. 
BIBLIOTECA  Americana,  p.  5  437  443. 

—  del  Cardinale  Albani  poi  Clemente  XI.  p.  437. 

—  del  Convento  d' Aracoeli  (  in  Roma),  p.  92  96 
145  315  566. 

—  Barberiniana  di  Roma.  p.  51  556. 


BIBLIOTECA  del  Convento  Francescano  di  Gand 
nel  Belgio,  p.  44  139  419  662. 

—  Mariana  del  gran  Convento  di  San  Francesco 
di  Barcellona,  p.  588. 

—  del  signor  Brow.  p.  538. 

—  del  Minori  Osservanti  Riformati  di  Bologna, 
p.  24. 

—  di  Brera  in  Milano,  p.  52  62  403  570  601  637. 

—  pubblica  della  città  dì  Barcellona,  p.  32  33 
36  119  128  130  145  216  226  231  250  252  337 
370  371  405  438  473  474  488  496  529  556  563 
568  588  596. 

->    del  Seminario  Conciliare  di  Barcellona,  p.  265. 

—  di  Monaco  in  Baviera,  p.  160  239  256  264. 

—  di  Bordeaux,  p.  309. 

—  del  Convento  Francescano  di  Sant'  Anna  in 
Baviera,  p.  242  386  548  580. 

—  Mess.  Guat.  del  Brassbur.  p.  9. 

—  del  Palazzo  Vescovile  di  Cordova,  p.  15  123 
333  541. 

—  privata  di  Gino  Capponi,  p.  458. 

—  privata  del  signor  Carlo  Escalopibr.  p.  134 
153  429  464  469  481  500  540  542  551  567  650. 

—  del  signor  Eguiara.  p.  528. 

—  Espafiola  de  libros  raros  y  curiosos.  p.  212. 
-—    linguistica  del  March,  de  la  Fertè-Sencctere. 

p.  208. 

—  pubblica  di  Ferrara,  p.  24. 

—  dei  Missionari  per  le  Filippine,  p.  43. 

—  Nazionale  di  Firenze,  p.  3.  12  75  80  91  130 
201  340  341  453  464  465  467  497  507  533  590 
634. 

—  Laurenziana  di  Firenze,  p.  112  133  208  525. 

—  Riccardiana  di  Firenze,  p.  467  551   569  590 

659. 

—  del  Convento  di  Guadalajara.  p.  586. 

—  dei  Minori  Osservanti  di  Giaccherino.  p.  82. 

—  pubblica  di  Goa.p.  565. 

—  dell'Università  di  Genova,  p.  114. 

—  Indiana,  p.  127. 

—  deir  insigne  orienUllsU  Klaproth.  p.  440. 

—  dell'Accademia  (già  della  Congregazione  del 
Terz' Ordine  Regolare  di  San  Francese^»)  di  Lisbo- 
na, p.  14  20  89  188  223  230  244  344  431  432 
501  520  564. 

—  LusiUna  di  Barbosa  Machado.  p.  32  502. 

—  Nazionale  di  Lisbona,  p.  18  40  115  119  121 
123  139  142  167  244  250  353  431  448  458  459 
469  490  558  460  568. 

—  del  Beai  Palazzo  di  .\jndain  Lisbona  p.  Ili 
453   498. 

—  pubblica  di  Lucca,  p.  79. 

—  della  Reale  Accademia  di  storia  di  Madrid,  p. 
8  11  13  10  22  25  30  37  39  67  90  116  124  127 
128  132  133  138  171  192  205  207  224  266 
340  343  371  389  390  397  412  413  414  415 
429    444    467  468  480   481    490    492  549  569 


672 


INDICE 


571  575  578    781    586  595    599   601   609   695 

636  637  646  648  653. 
BIBLIOTECA  di  San  Luigi  capilale  del  Marognon. 

p.  643. 
— /    del  Fomento  di  Madrid,  p.  649. 

—  Nazionale  di  Madrid,  p.  15  16  51  167  331  429 
515  547  581  633  637  66S  663. 

—  di  Santo  Isidoro  di  Madrid,  p.  1  14  76  79 
418  578  598. 

—  del  Convento  di  Malines.  p.  370. 

—  del  Rea!  Palazzo  di  Madrid,  p.  73  SIS  226 
331  395  413  415  499. 

—  Salva  in  Madrid,  p.  404  492. 

—  Nazionale  di  Napoli,  p.  41. 

—  di  Nau-thch9ng-fou.  p.  208. 

—  de  Oro.  p.  127. 

—  Bodleiana  di  Oxford,  p.  418. 

—  Forteguerrlana  di  Pistoia,  p.  3  82  114  212. 

—  Fabroniana  di  Pistoia,  p.  12  20  IH  144  314 
457  467  570  582  587  640. 

—  della  città  d'  Kvora  in  Portogallo,  p.  10  183 
364  384  429  372  565. 

—  del  Convento  Francescano  di  Sant'Anna  in 
Parigi,  p.  73  201  217  368  463  493  500. 

—  di  Santa  GenoyiefTa  di  Parigi,  p.  316  590  662. 

—  Nazionale  di  Parigi,  p.  68  69  80  112  130  190 
240  247  301  309  327  344  371  420  436  437  441  448 
484  489  500  523  551  556  575  591  592  593  644. 

—  dell'  Arsenale  di  Parigi,  p.  130  388  428. 

—  Mazzarino  di  Parigi,  p.  493  556. 

—  dei  Signori  del  Seminario  di  Quebec,  p.  437. 

—  del  Convento  Francescano  dei  SS.  Quaranta  in 
Koma.  p.  384. 

—  del  Collegio  Capranico  di  Homa.  p.  404. 

—  della  Minerva  di  Homa.  p.  305. 

—  di  Nostra  Donna  di  Saliceto,  p.  333. 

—  del  Palazzo  .\rclvescoviIe  di  Siviglia,  p.  535 
545  569. 

—  Colombina  di  Siviglia,  p.  80  90  108  133  145 
226  401   491   533  576. 

—  dell'  Università  di  Siviglia,  p.  82. 

—  del  Seminario  Conciliare  di  Siviglia,  p.  55 i  5Ky. 

—  del  Collegio  Francescano  di  Pastrana  in  Spa- 
gna, p.  384. 

—  dell' Kscuriale  in  Spagna,  p.  f>57. 
--     di  Tlatelolco.  p.   135. 

—  Provinciale  di  Toledo,  p.  649. 

—  della  Santa  Chiesa  di  Toledo,  p.  436. 

—  Apostolica  Vaticana,  p.  96  498  530. 

—  del  signor  Francesco  Vande- Velile,  p.  2 li. 

—  della  città  di  Valenciennes,  p.  658. 
-    dell'Università  di  Valenza,  p.  110. 

—  del  Marchese  di  Villena  p.  491. 
niBLIOTHKQrK  Asiatique  et  Africaine.  p.  129. 
lUBLlOTKCHK  puhblicho  d'  Italia,  di  Francia,  di 

Spagna,  di  Portogallo,  visiUite  dal    i»adre  Mar- 
cellino da  Civezza.  M.  O.  p.  112  136. 

—  dell'Alta  e  Bassa  (ìerinania.  p.  371. 


BIBLIOTECHE  di  Artois.  p.  152. 

—  pubbliche  delle  Fiandre,  p.  25. 

—  del  Messico,  p.  81. 

BIOGRAFIA  UNIVERSALE  del  Michaud.  p.  131. 
BIOGRAFIA  di  fra  Gaspar  Alenda.  p.  12. 

—  breve  di  fra  Pietro  Gante,  p.  ioa. 

—  del  Salvetti  scritta  dal  Padre  Frediani  M.  0. 
p.  320. 

—  di  fra  Marcos  de  Lisboa,  p.  333. 

—  di  Giovanni  da  Montecorvino.  p.  409. 

—  del  R.  P.  Marco  da  Nizza,  p.  420. 

—  del  Padre  Melchior  Oyanguren.  p.  440. 

—  del  Padre  Juan  de  Plasencia.  p.  465. 

—  breve  dei  Missionari  Apostolici,  sudditi  Sardi, 
p.  478. 

—  del  Padre  Marcello  di  Ribadeneyfa.  p.  496. 

—  di  fra  Antonio  Cavallero  de  Santa  Maria,  p.  554. 

—  del  Padre  Luigi  Sotelo.  p.  575. 

—  del  Padre  Jo3o  de  Souza.  p.  577. 

—  breve  di  fra  Andrea  TheveU  p.  590. 

—  del  Maestro  Giovanni  Nicot.  p.  593. 

—  del  Padre  Mariano  Velloso,  p.  626. 

—  Serafica  degli  uomini  illustri  che  florirono  nell' 
Ordine  Francescano,  p.  631. 

BIOGRAFIE  di  Missionari  e  Martiri  Francescani 

p.  15. 

—  di  Missionari  e  Vescovi  Francescani,  p.  40. 
— ■    del  Salvetti.  p.  71. 

—  di  alcuni  celebri  Missionari  Francescani,  p.  iOS. 

—  di  Missionari  Francescani  in  Palestina,  p.  129. 

—  di  Francescani  di  Catalogna,  p.  137. 

—  di  Martiri  francescani  nel  Giappone,  in  America 
e  In  Cina.  216. 

—  di  Missionari  Francescani  nelle  Filippine,  p. 
ii6. 

—  di  Missionari  e  di    Religiose  Francescane,  p. 
400. 

—  rare  e  preziose  che  non  si  incontrano  altrove, 
p.  5S6. 

—  dei  Missionari  del  Nuovo  Mondo,  p.  396. 
-     \nrie.  p.  600. 

niSUi.NANO  in  Calabria,  p.  372. 

BOLLA  di  Alessandro  VI.  p.  436. 

BOLKTIN  Ecclesiasl.  p.  547. 

noNAMV  Padre  Luigi,  p.  812. 

BONIFACIO  (Padre)  de  Ragusa,  p.  27. 

BKTTOMA.  p.  509. 

BIACIO  {Vati.)  Palomino.  p.  443. 

BIBBIA  Sacra  in  lingua  araba,  p.  83. 

IU)SMA  Missioni  Francescane,  p.  214  256  469  48i. 

BOTANICA  arricchita  da  un  Francescano,  p.  Sii. 

Buccino  Ceremia  Conventuale,  p.  463. 

BUKNO  Padn'  llamon.  p.  572. 

BUKNAYENTUllA  {Pad.)  Armcngual.  p.  50. 

BUONA  VENTURA  (Prtrf.)  da  Firenze,  p.  71. 

da  Caltagirone  tìenerale  dell'  Ordine  France- 
scano, p.  226. 
BUFFON,  p.  5l»8. 


INDICE 


673 


BULDU  M.  R.   P.  Ramon,  p.  50  90  i38  i37  447 

450  503  547  602. 
BULLAE  Rom.  Pont.  p.  i60. 
BULLARIUM  peculiare  Terrae  Sanctae.  p.  70. 

—  Franciscanum.  p.  567. 

—  Patronatus  Portugalliae.  p.  368. 
BULLOT  {Pad.)  Massimiliano,  p.  23 1. 
BUSTAWANTE  (  Pad.  )  Francesco,  p.  73. 
BLUMEN  Buch.  p.  649. 

BRASILE,  p.  20  345  364  385  429  502  625. 

BRAULIO  Santa  Maria,  p.  654. 

BRENAN  Rov.  M.  J.  0.  S.  F.  p.  66. 

BREVI  dei  Papi  ai  Francescani  addetti  ai  Luoghi 
Santi,  p.  150. 

BREVE  compendio  di  ciò  che  deve  sapere  il  cri- 
stiano ec.  p.  483. 

BRIEVA  Fray  Martin,  p.  283. 

BROCARDO.  p.  74. 

BRUNIS  {de)  Guardiano  del  Monte  Sion.  p.  70. 


CABALE  chrètlenne  in  versi,  p.  589. 
CACIQUES  (les)  de  Tlascala.  p.  147. 
CAIRO,  p.85. 
CALECUT.  p.  57. 
CALENDARIO  indiano,  p.  612. 
CALEPINO  de  la  lenguaMaya.  p.  114. 

—  de  Varela.  p.  609. 
CALIFORNIA,  p.  26  170  338  396  573. 
CALUNNIE  contro  V  Ordine  Minoritico.  p.  229. 
CALVARIO  monte,  p.  411. 
CAMPANELLO  di  San  Francesco,  p.  495. 
CAMPO  SANTO  di  Pisa.  p.  387. 

CANADA,  p.  232  521. 

CANADA  e  le  Missioni  Francescane,  p.  152. 

CANARIE  isole,  p.  12  51  576  577. 

CANON  arcanorum  lingnae  sacrae.  p.  540. 

CANTI  di  Nezahualcoyotzin.  p.  612. 

CANTICI  spirituali  del  Panziera  raccolti  emendati 

e  pubblicati  da  Cesare  Guasti,  p.  447. 
CAPANÀ  lago  alla  sinistra  del  Madeira,  p.  361. 
CAPACITÀ  degli  Indi.  p.  625. 
CAPITOLO  generale  di  Roma.  p.  498. 

—  generale  di  Tolosa,  p.  4. 

—  generale  celebrato  in  Roma  (1625).  p.  665. 

—  generale  celebrato  in  Mantova,  p.  73. 

—  generale  celebrato  in  Toledo,  p.  180. 

—  generale  d'Assisi  (1399).  p.  463. 
CAPITULO  provincial  da  Provincia  de  S.  Antonio 

do  BrasiL  p.  666. 
CAPITOLI  del  Trattato  della  Cina.  p.  139. 

—  generali  de  Salamanca  (1553).  p.  489. 

—  di  Valladolid  (1565),  (1593).  p.  489. 

—  di  Roma  (1571),  (1587),  (1600).  p.  489. 

—  di  Parigi  (1579).  p.  489. 
*-    di  Vittoria  (  1596).  p.  489. 


CAPITOLI  di  Toledo  (1606).  p.  489. 

—  deir  Opera  del  Frate  Marignolli  Fiorentino.  De 
Creatlone.—De  Paradiso. — De  Arboribus  Para- 
disi.— De  trangressione  primomm  parentum. — 
De  monte  Seyllano.  —  De  horto  Adae .  —  De 
amictu  parentum.  —  De  victu  parentum.  — De 
cultu  post  diluvium.  —  De  quodam  Indo  ba- 
ptizato.  —  De  Yoyada  Pontiflce.  p.  373. 

—  di  cui  si  compone  la  storia  di  Padre  Bernar- 
dino da  Sahagun.  p.  625. 

CAPO  della  Missione  Minoritlca  in  Palestina,  p.  42. 

—  Breton.  p.  307. 

—  di  una  solenne  Missione  in  Guinea,  p.  404. 

—  Verde,  p.  408. 
CAP  de  Non.  p.  32. 
CAPOREDANI  in  Albania,  p.  551. 
CAPOLAVORO  del  Padre  Gonzaga,  p.  216. 
CAPPUM.  Fiume,  p.  364. 

CARATTERI  e  lingua  cinese,  p.  553  554  556. 
CARIPUNAS  e  idioma  loro.  p.  351. 
CARDOSA  Laurentius  Archiep.  p.  56. 
CARLO  V  spedisce  Missionari  al  Nuovo  Mondo. 

p.  135. 
CARLO  Emanuele  Duca  di  Savoia,  ec.  p.  582. 
CARMELITAS  Descal?os  as  Missoes  de  Syria  e  Persia. 

p.  250. 
CARTAS  de  Indias.  p.  42  190  201  413  419  436 

498  470  529  583  594  607  641  647. 
CARTA  della  città  di  Gerusalemme,  p.  403. 
^    dirigida  al  Rey  don  Filipe  II.  p.  369. 

—  geograflca  de  Zacatecas  del  Padre  Agostino 
Morfl  Francescano,  p.  412. 

—  dell'  antica  e  moderna  California,  p.  443. 

—  di  seta  della  Cina.  p.  492. 

—  topografica  di  Gerusalemme.  499. 

—  geografica  della  Palestina,  p.  500. 

—  di  riso.  p.  562. 

—  geografica  de  las  Indias  Occidentales.  p.  596. 
CARTE  autografe  inviate  al  Padre  Marcellino  da 

Civezza.  p.  245. 

—  stampate  e  manoscritte,  p.  666. 

—  cosmografiche  del  Padre  Andeba  Thevet.  p.  592. 
CARTEGGI  Medicei,  p.  135. 

CASA  dove  abitò  per  alcuni  mesi  San  Francesco 
Saverio,  p.  11. 

—  di  Sani'  Atanasio,  p.  84. 
CASI  rari  ed  esemplarL  p.  624. 

—  vari  e  notabili  avvenuti  nelle  Missioni  Fran- 
cescane, p.  447. 

CASTELA  {Pad.)  Henri,  p.  88. 
CASTELLO  de  Vide.  p.  89. 
CASTELLANL  p.  608. 
CASTILLO  {Pad.)  Antonio,  p.  90. 
CASTORANO  {da)  Padre  Orazio,  p.  314. 
CATALOGO  de  los  escritores  del  Orden  de  San 
Francisco,  p.  24. 

—  d' ouvrages  sur  1'  histoiro  de  V  Ameriqne  del 
MlCHAUD.  p.  131. 

43 


674 


INDICE 


CATALOGO  d'ouvrages  sur  l'histoire  dn  Canada. 
p.  «32. 

—  de  Religiosos  de  san  gre  real.  p.  315. 

—  delle  opere  del  Sahagan.  p.  5«8. 

—  dei  Santi,  dei  Beati ,  ec.  Pistoiesi,  p.  636. 
CATECHISMO  in  Aralx)  e  in  Italiano,  p.  109. 

—  in  lingaa  cinese,  p.  «09. 
CATHECISMO  del  {Pad.)  Fleury.  p.  517. 

—  del  Padre  Geronimo  de  Ripalda  d.  e.  d.  G.  p. 
517. 

—  cristiano  del  Padre  Francesco  Ifies.  p.  551. 

—  en  idioma  Japon.  p.  557  64«. 
CATERINA  Texacoleta  inda.  p.  6«5. 
CATTURA  di  Antonio  Bucher.  M.  0.  p.  70. 
CANZONE  più  antica  dei  Negri,  p.  144. 

—  indiana  in  musica,  p.  52S. 

CAUSA  di  Beatincazione  del  Venerabile  P.  .\ntonio 

Margil.  p.  41. 
CAUSAS  de  la  decadencia  del  Cristianismo  en  la 

India,  p.  SS7. 
CÈDULA  Real.  ec.  p.  «88. 
CENNO  biografico  del  Venerabile   Padre  Margil. 

p.  603. 

—  della  Cronaca  del  Padre  Salini  bene.  p.  330. 
CENTURIA  Belica.  p.  654l. 

CERIMONIAS  de  los  Indios.  p.  7. 

CERTAMEN  Seraphicum.  p.  665. 

CEFERINO  (  Pad,)  Mussani.  p.  16. 

CIBOLA  e  QUIVIRA  scoperti  da  un  Missionario. 

p.  4«0. 
CINA.  p.  71  90  97  139  187  43«  446  49«. 
CIPRO,  p.  114. 
CIPRIANO  da  Treviso  M.  0.  Commissario  di  Terra 

Santa,  p.  471. 
CIHANO  (Pad.)  Francesco  marti  rizzato  in  Algeri. 

p.  588. 
CITK  de  Maroch.  p.  32.  de  Melee.  p.  ihi. 
CITTA  di  Sergio,  p,  86. 

—  di  Girge.  p.  87. 

—  di  Burgos.  p.  «04. 

—  Regina  dei  Laghi,  p.  «.ir>, 

—  di  G'TUsalemme,  p.  403. 

—  di  Hetleem.  p.  11«. 

—  Montana  ludea.  p.  11«. 

—  Galilea  et  lerico.  p.  11«. 

—  Damasco,  p.  115. 
CIUDAl)  de  San  Miguel,  p.  394. 
CIVILTÀ  Cattolica  (periodico),  p.  1.38. 
CIVILTÀ  inaugurata  dai  Francescani  fra  i  selvaggi 

dell'  America,  p.  605. 

—  moderna  opera  del  Vangelo,  p.  «06. 
COCODRILLO  ucciso  da  un  Indo.  p.  6«3. 
COCHIN'CHINA   (  en  )    Ingresso   de  los   Iteligiosos 

Espanoles  ec.  p.  395. 
CODICE  Troano.  p.  538. 
COL.\T  (Pad.)  di  Valenza,  p.  118. 
COLEGIO  de  Misioneros  de  la  Santa  Cruz.  p.  69. 

—  do  Lamica,  p.  78. 


COLLEGIO  de  Espafloles.  p.  78. 

—  trilingue  de  Sevilla.  p.  78. 

—  de  Guatemala,  p.  195. 

—  de  Propaganda  Fide  de  S.  Rosa  de  Ocopa. 
p.  430  494. 

—  de  S.  Thomas  de  Aquino,  p.  84S. 
COLLEZIONE  dei  naufragi,  ec.  It9. 

—  dei  documenti  per  la  storia  d'America,  p.  «53. 

—  di  monumenti  e  memorie  per  la  storia  d'Ame- 
rica, p.  4«6. 

COLECCION  general  de  las  espediciones  practicadas 
por  los  Religlos  del  Orden  di  San  Francisco,  p.  9. 

—  para  la  historia  del  Mexico,  p.  398  584. 

—  de  documentos  inedilos  para  la   historia  de 
EspaHa.  p.  467. 

—  do  Memorias  do  Nueva  Espana,  p.  609. 
COLLEGIO  di  Consuegra.  p.  188. 

—  di  Propaganda  Fide  in  Guatamala.  p.  170  603 

—  Francescano  di  Cranganor.  449. 

—  primo  dei  Padri  Gesuiti.  6S4. 

—  fondalo  dal  Cardinale  Ludovisio.  p.  640. 

—  di  San  Ferdinando  in  Messico,  p.  170. 

—  e  Università  di  San  Tommaso  in  Manila,  p.  54. 

—  di  Missionari  in  Moquenqua  e  in  Ocopa.  p.  65 

—  di  San  Fancesco  nel  Messico,  p.  M4. 

—  Cinese  di  Napoli,  p.  43«. 

—  dei  Padri  Missionari  in  Pastrana.  p,  4 1  US  hìi 

—  della  Paz.  p.  5«3. 

—  della  Puebla  de  los  Angeles,  p.  170. 

—  Francescano  di  Pachuca.  p.  64«. 

—  dì  Propaganda  Fide  di  Qaeretaro  nel  Messico 
p.  41  113  145  619. 

—  di  Saita  (repubblica    di  Bolivia),  pag.  4i9. 

—  di  Sucre,  p.  656. 

COLLEGE  de  Corpus    Chrisli  (C;im bridge),  p.  3i8 

—  do  Frères  Gris  (  Oxford),  p.  3i8. 
COLLKGl  di  Controversie  e  di  lingue  neil'  Ordine 

Minoritico.  p.  138. 

—  die  diedero  Apostoli  straordinarii  alla  Chiesa. 
p.  603. 

COLONNELLO  VILE.  p.  373. 

COMANDANTI*:   di  Capo  Breton    manda    un  lil.r-j 

scritto  in  geroglifici,  p.  307. 
COME  e   quando   entrarono    i   Francescani    ncll^ 

Indie,  p.  HO. 
COMENTARIOS.  p.  553. 

—  de  los  canlicos.  p.  76. 
COMMENTO  storico  e  geografico,  p.  373. 
COMMISAIilA  Apostolica  di  Spagna,  p.  «07. 
COMPAGNO   di    studi    del    Padre    Marcellino    da 

Civezza.  p.  147. 
COMPAGNIA  dell'  Indie  Orientali,  p.  309. 

—  della  Croce  in  Prato  (Toscana),  p.  44  L 

—  di  Gesù.  p.  56«  664. 

COMPAGNI  di  martirio  del  Padre  Cimini.  p.  iUi. 
COMPENDIO  historlco  Lego-Seraphico.  p.  33. 

—  storico  della  Provincia  delie  Filippine,  p.  88. 

—  di  tutte  le  Missioni  Francescane,  p.  170  489- 


INDICE 


675 


COMPENDIO  cronologico  di  tutte  le  Missioni  Fran- 
cescane, p.  359. 

—  (li  ciò  che  dice  il  Brassedr  intorno  ai  servigi 
immensi  resi  dai  Missionari  Francescani  alla 
scienza,  p.  539. 

—  dell'  Origine  dell'  Ordine,  p.  564. 

—  cronologico  della  Storia  Francescana,  p.  569 
578. 

—  grammatical  ec.  p.  584. 

—  dell'opera  colossale  ed  immensa  del  Padre 
Emanuel  de  la  Veoa.  p.  609. 

—  cronologico,  p.  658. 
CONCANI  lingua,  p.  3«. 
CONCILIO  Vicnese.  p.  77. 

—  Provincial  Argentino,  p.  81. 

—  Tridentino,  p.  885. 

—  Medicano,  p.  589. 

—  di  Costantinopoli,  p.  66S. 
CONCIONATORE  aulico  Padre  Felice  Reinecio  M. 

R.  p.  489. 
CONCORDIA  della  Bibbia  coi  fatti  della  natura. 

p.  35. 
CONCORSO  provinciale  tenutosi  a  Poggibonsi.  p. 

321. 
CONQUISTATORE  della  Florida,  p.  166. 

—  delle  Canarie,  p.  331. 
CONCQUISTE  Spagnole,  p.  193. 
CONFESSIONE   principio   della   salvezza   e  delP 

incivilimento  del  mondo,  volgarizzata  dal  Padre 

Marcellino  da  Civezza.  p.  927. 
CONFESSONARII  en  lengua  Mexicana  y  Castellana. 

p.  407. 
CONFISCA  dei  beni  dei  RecollettL  p.  311. 
CONFORMITÀ  della  vita  di  San  Francesco  a  quella 

di  Nostro  Signore  Gesù  Cristo,  p.  463. 
CONFUCIO  e  la  sua  dottrina,  p.  61. 
CONFUSII  vita,  p.  9«. 
CONFUTAZIONE  di  riti  pagani,  p.  566. 
CONGRESSO  internazionale  d' Americanisti,  p.  953 

487  523,  ec. 
CONSTITUCIONES  generales  de  la  Orden  de  Sant 

Francisco,  p.  489. 
CONTANT  (Pad.)  Marco,  p.  312. 
CONTE  Beltrami,  Gran  Cancelliere,  p.  61. 
CONTINU.\ZIONE  dell'  Opera  del  Cornejo.  p.  216. 
CONTROVERSIE  circa  i  riti  cinesi,  p.  314. 
CONVENTO  dt;  AlmoloDga.  p.  391. 

—  di  Amatlan.  p.  585. 

—  di  Amacncca.  p.  617. 

—  de  Amapal.  p.  394. 

—  di  Sant'Anna  di  Monaco  in  Baviera,  p.  39  379. 

—  di  Sant'  Anna  in  Parigi,  p.  75  185  664. 

—  de  Sant'Antonio  Acathenanga.  p.  399. 

—  di  Sant'  Antonio  Abate  nell'  Arabia,  p.  86. 

—  di  Sant'Antonio  di  Cochim.  p.  966. 

—  di  Sant'Antonio  {Saint  Luis,  Brasile),  p.  643. 

—  di  Angoulème.  p.  589. 

—  de  Sant'Andres  Nacaome.  p.  395. 


CONVENTO  di  Anversa,  p.  194. 

—  di  Aranzazu.  p.  648. 

—  di  Arenas  nella  Provincia  di  S.  Giuseppe,  p.  411. 

—  di  Ara-coeli.  p.  79  199  908. 

—  de  la  Asuncion  de  Tecpanatipcan.  p.  393. 

—  Bacai  m.  p.  952. 

—  Bartolomè  de  la  Castilla.  p.  399. 

—  di  Berga.  p.  959  656. 

—  di  Betlielem.  p.  149. 

->  a  Saint-Bernard  negli  Stati  Uniti  {Nehreska). 
p.  184. 

—  di  San  Bernardino  in  Madrid,  p.  908  466. 

—  di  San  Bernardino  d'  Orte.  p.  459. 

—  de  Santa  Cathalina  Slquinala.  p.  399. 

—  de  San  Cosme.  p.  71. 

—  di  Cordova,  p.  949. 

—  di  San  Cosimo  nel  Messico,  p.  187  601. 

—  di  Santa  Cruz  nelle  Filippine,  p.  365. 

—  di   Santa   Croce   dei  Minori  Conventuali   di 
Firenze,  p.  373. 

—  di  Gimella  presso  Nizza,  p.  451. 

—  di  Cocula.  p.  585. 

—  della   Concezione   di  Puebla  de  los  Angeles, 
p.  610. 

—  de  la  Concepcion  de  Samayaque.  p.  399. 

—  de  la  ciudad  de  San  MigucL  p.  394. 

—  de  Dilao.  p.  575. 

—  fatto  da  Sant'  Elena.  p.  87. 

—  degli  Etiopi,  p.  86. 

—  de  San  Francisco  di  Merida.  p.  574. 

—  di  San  Francesco  de  Gand.  p.  583. 

—  di  San  Francesco  di  Lisbona,  p.  530. 

—  di  San  Francesco  di  Palma,  p.  50. 

—  di  San  Francesco  di  Bilbao,  p.  397. 

—  Francescano  di  Bologna,  p.  373. 

—  dei  Francescani  Scalzi  portoghesi,  p.  55  57. 

—  di  San  Francesco  in  Madrid,  p.  113  695. 

—  di  San  Francesco  di  Barcellona,  p.  588  655. 

—  Francescano  della  Pace.  p.  346. 

—  di  San  Francesco  di  Guatemala,  p.  419  448. 

—  di  San  Francesco  della  Vigna,  p.  469. 

—  de'Francescani  di  Merida.  p.  518. 

—  di  San  Francesco  di  Tolosa,  p.  593. 

—  de  San  Francisco  de  la  Costilla.  p.  399. 

—  de  San  Francisco  PanaxàcheL  p.  393. 

—  di  Gand  nel  Belgio,  p.  4  68. 

—  del  Gesù  in  Roma.  p.*193. 

—  di  Giaccherino  di  Pistoia,  p.  569. 

—  del  Giardino,  p.  59. 

>-  de  San  Gii  de  Madrid,  p.  79  601. 

—  di  San  Gii  de  Mexico,  p.  189. 

—  di  San  Giovanni  de  Ribera.  p.  900. 

—  di  Guadalajara.  p.  607. 

—  di  Guatemala,  p.  199  391. 

—  di  S.  Juan  de  los  Reyes  In  Toledo,  p.  967. 

—  de  S.  Joan  de  Camoclapa.  p.  394. 

—  de  S.  Joan  de  Obispo.  p.  391. 

—  di  Mj^orada.  p.  9. 


676 


INDICE 


CONVENTO  di  Majorada  e  di  Merida.  p.  H8. 

—  di  Manila,  p.  66  «14  937  551  554  557  558. 

—  de  Santa  Maria  de  Berrocal.  p.  607. 

—  de  Mayorga.  p.  607. 

—  de  Mequinez,  p.  113. 

—  di  Menda,  p.lll. 

—  di  San  Michele  in  Girg.  p.  87. 

—  de  San  Migael  Totonicapa.  p.  393. 

—  dei  Minori  Conventuali   di    San   Miniato  al 
Tedesco,  p.  387. 

—  di  Mohayhay.  p.  568. 

—  di  Momustenango.  p.  449. 

—  di  Moncocha.  p.  396. 

—  del  Moharrach.  p.  86. 

—  di  San  Michele  di  Escornalbou.  p.  656. 

—  della  SS.  Nunciata  in  Genova,  p.  530. 

—  di  Naga-  p.  544. 

—  de  Nuestra  SeSora  de  Loreto,  p.  600. 

—  Nangazachi.  p.  «50. 

—  di  Nostra  Signora  degli   Angeli    di  Quebec, 
p.  303. 

—  dei  Minori  Osservanti  di  San  Romano  nel 
Valdamo  inferiore,  p.  3«0. 

—  di  Nostra  Donna  di  Saliceto,  p.  333. 

—  Recoletto  de  Nuestra  SeiSora   de  Calahorra. 
p.  414. 

—  d*  Ognissanti  in  Firenze,  p.  3«1. 

—  del  Pueblo  di  Sampaloc.  p.  533. 

—  di  San  Pietro  In  Montorio.  p.  58. 

—  di  Patulul.  p.  39S. 

—  di  San  Paolo,  primo  Eremita,  p.  86. 

—  di  Pila  nelle  Filippine,  p.  151. 

—  della  Purificazione  in  Dilao.  p.  319. 

—  de  San  Pedro  de  la  Laguna,  p.  393. 

—  di  Quilo.  p.  «5«. 

—  de  (Juesallenango.  p.  393. 

—  de  la  Reina  de  lus  Angeles,  p.  535. 

—  di  Ribelra  Grande,  p.  408. 

—  di  Septubal.  p.  4. 

—  di  San  Salvadore  in  Gerusalemme,  p.  28. 

—  del  Santo  Sepolcro  in  Gerusalemme,  p.  385. 

—  Santiago  Cosumalguapan.  p.  392. 

—  de  Santiago  Momostenango.  p.  393. 

—  de  Santiago  Atitan.  p.  393. 

—  de  San  Salvador,  p.  394. 

—  di  Santiago  Tlatilulco.  p.  37. 

—  e  Università  di  San  Tommaso  in  Manila,  p.  54. 

—  di  Traona.  p.  62. 

—  Tlalelolco.  p.  204. 

—  de  Tecpanguatemala.  p.  394. 

—  de  la  villa  de  la  SS.  Trinidad  de  Sooconate. 
p.  395. 

—  Vallsoletano.  p.  578. 

—  del  Varatoju  in  Portogallo,  p.  164. 

—  di  Villa  Reale,  p.  503. 

—  Xochimilco.  p.  397. 

—  Zacoalco.  p.  585. 
CONVENTI  Cofli.  p.  85. 


CONVENTI  di  Francescane  e  Francescani  nelli 
Lituania,  p.  160. 

—  soppressi  dall'  impero  Prossiano.  p.  «41. 

—  di  Missione  nella  Bosnia  Argentina,  In  In- 
ghilterra, in  Dacia,  p.  637. 

CONVENTOS  de  Salamanca  ec  p.  77. 

—  de  las  Monjas.  p.  633. 

CONVENTUS  olim  ad  provinciam  Saxoniae  spen- 
ctantes.  p.  175. 

—  Coloniensis.  p.  183. 

—  Limburgensis,  Fuldensis,  ec.  p.  181. 
CONVERSION  de  Piritu.  p.  514. 
CONVERSIONE  del  Re  di  CeiUn.  p.  118. 

—  dell'  Imperatore  Abissino,  p.  «64. 

—  de*  Talamancos.  p.  194. 

CONVERSIONI  operate  dai  Missionari  fra  i  Topi- 
nambi.  p.  643. 

CONVITTO  per  fanciulle  aperto  dalle  Soore  del 
Terz'  Ordine  a  Winstead.  p.  184. 

COOPERATORE  alla  pubblicazione  della  Cromata 
delle  Missioni  Francescane,  p,  367. 

COPIA  di  un  Manoscritto  della  Biblioteca  Nazionale 
di  Madrid  fatta  per  commissione  del  Padre 
Marcellino  da  Civezza  M.  0.  p.  «69. 

COPIE  di  Manoscritti  interessanti  inviate  al  Padre 
Marcellino  da  Civezza  dal  PP.  del  Convento  di 
Manila  o  d'altrove,  p.  160  164  336  337  443 
461  491  49«  498  540  545  546  560  660,  ec 

CORANO  di  elegante  scriuura.  p.  79. 

CORDILLERA  de  los  Andes.  p.  16. 

CORRUZIONE  morale  del  Tolthechi.  p.  613. 

CORTES  de  Madrid,  p.  36. 

COSIMO  IN.  p.  601. 

COSMOGRAFIA,  p.  «39. 

COSMOGRAPHIE  du  Levante,  p.  590. 

—  Moscovite,  p.  591. 
COSTK  d'Affrica,  p.  51. 
COSTRUZIONE  di  navigli,  p.  610. 

—  di  un  arco  per  il  Padre  Ugante.  p.  621. 
COSTUMI  dei  Zapari.  p.  109. 

—  indiani,  p.  45. 

—  degli  Egiziani,  p.  «27. 

—  degli  Oltomachi.  p.  572. 
CUCCO  re.  p.  149. 

CUESTION  canonica  del  Padre  Gual.  p.  657. 
CULTURA  do  Gravo  da  fndia.  p.  626. 

—  Americana,  p.  627. 

—  do  Urumbeba.  p.  629. 
CURIA  generalizia,  p.  75. 
CUSTODIA  d'  Erzegovina,  p.  256. 
CHALIPPE  {Pad.)  Candido,  p.  654. 
CHARLES  VI  Roy.  p.  51. 
CHAVIN  de  Malan.  p.  366  464. 
CHERUBINO  (Pad.)  da  Forìo.  p.  192. 
CHIR£  (Bibita  sostanziosa  delle  Indie.)  p.  359. 
CHINA  illustraU  del  Kirker.  p.  108. 

CHIESA  dedicata  a  Sani'  Antonio  da  Padova  nelle 
Moluche.  p.  152. 


INDICE 


677 


CHIESA  anglicana  in  Quel)cc  sopra  un  Convento  di 
Missionari  FrancescanL  p.  318. 

—  del  Santo  Sepolcro,  p.  5i0. 
CHIESE  cattoliche  in  Pechino,  p.  60. 
CHRIST  devant  le  siéclc.  p.  503. 
CHRONICA  de  la  Provincia  de  San  Gregorio  de 

Philipinas.  p.  11. 

—  di  San  Diego  de  Mexico,  p.  14. 

—  de  la  Provincia  de  Santiago,  p.  11* 

—  provinciae  Argentinae.  p-  38. 

—  de  la  Provincia  de  Cathalaania.  p.  36. 

—  de  la  Provincia  di  Siria,  p.  75. 

—  de  la  Provincia  de  Granada*  596. 

—  Serafica  de  Castilla.  p.  113. 

—  da  Provincia  de  Piedade.  p.  i86. 

—  Manoscritta,  p.  916  633. 

—  da  Provincia  de  Santa  Maria  da  Arrabida. 
p.  t50. 

—  de  la  Custodia  de  Syria.  p.  411. 

—  de  la  Provincia  de  San  Pedro  y  San  Pablo  de 
Mechoacan.  p.  188. 

—  de  nuestro  Serafico  Padre  San  Francisco,  p. 
488. 

—  y  hisioria  de  la  Provincia  de  Castilla.  p.  5S9. 

—  del  Padre  Salimbene  di  Parma,  p.  530. 

—  de  la  Provincia  de  San  Miguel,  p.  551. 

—  da  Santa  Provincia  da  Nossa  Senhora  da  So- 
ledade.  p.  558. 

CHRONICON  Boemorum.  p.  37«. 

—  del  Padre  Tello,  p.  585. 
CLASSICI  scrittori  del  Portogallo,  p*  167. 
CLEMENTE  V.  p.  77. 

— -    X.  p.  «06. 

—  (Padre)  da  Monella,  p.  44, 

—  XI.  p.  77  «17. 

—  XIV.  p.  387. 

—  da  Palermo  Generale  dell'  Ordine  Francescano. 
p.  597. 

CLERE  (de)  monte,  p.  5«. 
CREDO  in  lingua  Tupi.  p.  644. 
CREDENZE  Giapponesi,  p.  557. 
CRETINE4U  Jolt.  p.  658. 
CRISTIANESIMO  in  Egitto,  p.  83. 

—  in  Cina.  p.  97.  108. 

CRISTOFORO  Colombo,  p.  39  114  118  «53  438  50« 

573  615  616  653  ec. 
CRISTOVAL  (Pad.)  Larios.  p.  18. 
CRITICHE  del  Gesuita  Charlevolx.  «33. 
CROCE  (la)  ne*  due  Mondi  opera  del  Conte  Ro- 

SKLLT  de  LoRODES.  p.  305  503. 

—  Santa  (da)  Padre  Lorenzo,  p.  551. 
CROCIATE,  p.  451. 

CRONACA  delle  Missioni  Francescane,  p.  «0  44  71 
109  1«8  135  148  2«6  «56  305  339  367  389  408 
415  449  495  549  550  578  636,  ec. 

—  di  Mechoacan.  p.  616  663. 

—  più  pregevole  ed  importante  dell'  Ordine  Fran- 
cescano, p.  1«8. 


CRONACA  dei  Ministri  Generali  dell'Ordine  di  San 
Francesco,  p.  133. 

—  di  Goffredo  da  Viterbo,  p.  383. 

—  della  Siria  del  Padre  Calahorra.  p.  403. 

—  Mexicana.  p.  617. 

~    inedita  della  Provincia  di  Toscana  del  Pulinari 
p.  464. 

—  della  Provincia  del  Santo  Vangelo,  p.  468. 

—  del  Convento  di  Giaccherino.  p.  569. 
CRONACHE  dei  tre  Ordini  Francescani,  p.  548. 

—  di  San  Francesco,  p.  365. 

—  Manoscritte,  p.  193. 

CRONICA  Francescana  del  Perù.  p.  16  18. 

—  del  discacciamento  dei  Francescani  dal  regno 
di  Danimarca,  p.  19. 

—  della  Minoritica  Riforma  di  Milano,  p.  601. 

—  dell' Arrabida.  p.  459. 

—  della  Provincia  di  Toscana,  p.  470. 

—  SeraHca.  p.  «4  39  «68  370  609. 

—  di  San  Domenico  del  Messico,  p.  609. 

—  de  la  Provincia  Apostolica,  p.  38. 

—  della  Religione  Francescana  nella  Provincia  dì 
San  Giuseppe,  p.  133. 

—  de  la  Provincia  de  Zacatecas.  p.  «00. 

—  de  la  Provincia  da  Piedade.  p.  403. 

—  dell'  Apostolica   Provincia  di  San    Gregorio, 
p.  551. 

—  Miscelanea.  p.  585. 

CRONISTA  generale  dell'  Ordine  Francescano,  p. 
599. 


DAMASCO,  p.  514. 

DAMIATA.  p.  84. 

DA  MONACO  a  Roma.  p.  «64. 

DA  MONTEFORTE  Padre  Emmanuele.  p.  186. 

DANESIO  Doctor  Pedro.  p.  73. 

DA  ROMA  alla  China,  p.  569. 

DA  SOLEDADE  Padre,  p.  15«. 

DATOS  biograQcos,  che  accompagnano  le  Cartas 
de  INDIAS.  p.  73  368  5«9  583  594  641. 

DECADENZA  delle  Missioni  Francescane  opera  dei 
Governi  e  non  dei  Missionari,  p.  199. 

DECRETO  della  Sacra  Congregazione  di  Propa- 
ganda Fide,  p.  311. 

DECRETI  che  debbono  osservarsi  dai  Missionari, 
p.  «49. 

—  e  Bolle  risguardanti  le  Missioni  Francescane, 
p.  385. 

DECOUVERTES  de  M.  de  U  Salle.  p.  i5«. 

DEFFINIBILITÀ  dell'  Immacolata  Concezione  della 
Vergine  del  Padre  Gual,  voltata  in  italiano  dal 
Padre  Marcellino  da  Civezza.  p.  ««7. 

DEI,  maschere  e  figure  del  popolo  di  Zandia.  p. 
6«3. 


678 


INDICE 


DEM0STRAC10N  historica  quc  los  Apostolos  san 
Bartholomé  y  San  Tomàs  predicaron  el  Evan- 
gelio en  la  India,  p.  S87. 

DEN  Velaer  de  la  Barre  Giuseppe,  insigne  bene- 
fattore dei  Missionari,  p.  55. 

DENIS  Ferdinando  Bibliotecario,  p.  319  590  592. 

DE  PROPHETARUM  et  Sybill.  vaticinis.  p.  153. 

DE  RIDICrLA  Turcarum  Religione,  p.  153. 

DESIDERIO  del  Padre  Marcellino  da  Clvezza.  per- 
chè tante  glorie  dell'  Ordine  non  restino  sepolte. 
p.  655. 

DESCRIZIONE  della  città  di  Alessandria,  p.  83. 

—  delle  Molucchc.  p.  151. 

—  dei  Luoghi  Santi,  p.iìl. 

—  del  Gran  Cairo,  p.  ««4. 

—  deir  Indiano  Mura.  p.  359. 

—  della  città  di  Pekino.  p.  456. 

—  del  viaggi  principali  d' Italia  di  Pr.  Scoto,  p. 
567. 

—  dei  Santuari  di  nastra  Religione  che  si  vene- 
rano nella  Palestina,  p.  588. 

—  della  I^ponia.  p.  593. 

—  del  Santuario  di  Loreto,  p.  615. 

—  di  Meclioacan.  p.  616. 

—  delle  case,  templi,  leggi  ec.  dei  Chlchimcchi. 
p.  617. 

—  di  una  cipolla,  p.  623. 

—  di  tutta  la  Terra  Santa .  p.  638. 
DESCRIPCION  gcograflca  de  la  sitnacion  de  Go- 

legio  de  Propaganda  Fide  de  Santa  Rosa.  p.  9. 

—  historial  de  la  Provincia  y  .\rchipiclago  de 
Ghilòe.  p.  8. 

—  del  Nuevo  Mundo.  p.  49. 

—  de  la  Terra  Santa,  p.  73. 

—  geograllca  dt*  China,  p.  4i9. 

—  geograllca  dt'l  Nurvo  Mojici).  p.   il 3. 

—  de  el  imperio  de  Marnavos.  ;;.  r.i7. 
DESCRIPTION  ttn)(»graphi(iue  dcs  saints  Lieux  del 

Padre  Euijenio  Hocer.  p.  90. 
DESCHITIONK  di  Ttrra  Santa,  p.  614. 
DKSCrniUMIKNTO  de  Santa  Marta,  p.  6. 

—  de  las  Carulinas  Islas.  p.  IC. 

—  de  Colon  hasta  la  toma  de  Mexico  por  Corlez 
p.  39. 

—  del  reino  de  Michuaran.  p.  39. 

—  del  Maranon  ano  1651.  p.  470. 

DE  VIIUS  et  foeminis  illustribus   franciscanis.  p. 

Ì8H. 
DEVOCIONARIO.  p.  2. 
DIALOGHI    avuti  roi  Negri   della    tribù   dei    Kic. 

p.  143. 
DIALOtiUS  qui  rum  Rabbinis  habitus  est.  p.  ir» 4. 
DIALKCTOO  Iberiivee.  p.  90. 
DIALETTO  del  Marrorco.  p.  5V7. 
DIALETTI  della  iin^'ua  Calirhiquel.  p.  9. 
DIARIO  del  Padre  Garges.  p.  Gii- 

—  del  Padre  Pont.  «il. 

—  del  Padre  C^petillo.  p.  621. 


DIARIO  y  Derotero  ec.  p.  625. 

—  de  las  ultimas  peregri naciones.  p.  fOS. 

—  delle  gravissime  fatiche  sostenute  dai  Missio- 
nari Francescani,  p.  264. 

—  da  esquadra,  p.  364. 

—  di  un  Viaggio,  p.  603. 

DIARI  I  del  Padre  Torrubia.  p.  398. 

DIAZ  Padre  Francesco  dei  PredicatorL  p.  54. 

—  Marcello,  p.  205. 

—  Fr.  Quijano.  p.  49!. 
DICCIONARIO  botanico  y  medico,  p.  28. 

—  Chinico-EspaHoL  p.  187  499. 

—  Castellano-I^tino-Japon.  p.  336. 

—  de  la  lengua  Mexicana.  p.  529. 

—  en  Idioma  de  las  Actas.  p.  557. 

—  Espafiol  Cumanagoto.  p.  642. 
DICTIONAIRE  de  la  langue  Hurronne.  p.  521. 
DICTIONNAIRE  Chinois-Francois-Utin.  p.  t08. 

—  Chinois-Latin.  p.  208. 
DIEGO  fray  Cogolludo.  p.  30. 

—  Padre  de  Sicilia,  p.  74. 

—  de  Barba,  p.  10. 

DILUCIDAZIONE  della  Carta  topograOca  di  Geni- 

.sa lemme,  p.  499. 
DIMORA  del  P.Marcelllno  daCivezza  io  Parigi. p.  130. 
DIPLOMATIC.\  Missione  di  UD  FraDcescano  presso 

il  Sultano,  p.  433. 
DIRITTO  canonico,  p.  641. 
DIRITTI  dell'  Occidente  sulla  Palestina,  p.  t07. 
DIRETTORIO  politico,  p.  611. 
DIRKS.  M.  R.  Padre  Scrvasio.  p.  132  i47  184  203 

253    305  327   607. 
DISCIPLINA  dei  Frati  Minori  (prezioso  libro  di  S. 

Ruonnventura).  p.   197. 
DISCENDENTE   della   famiglia   di  San    Vincenzio 

Ferreri.  p.   ir>4. 
DISCORSI  di  Prospero  Peragallo,  Minore  Riformato. 

p.  450. 
DISEGNO  di  esplorare  il  cratere  del  Vulcano,  p. 

203. 

—  di  tutta  la  Terra  Santa,  p.  403. 
DISSEUTACCION  hislorico-polilìca.  p.  599. 
DISPIJTATIO  Scoti  prò  Immac.  Concepì.  V.  Mariae 

p.  259. 
DIZIONARIO  Turco-italiano  e  Italiano-Turco,  p.  84. 

—  La  ti  no- Italiano-Cinese,  p.  95. 

—  Arabo-Italiano  e  llaliano-.\rabo.  p.  631. 

—  di  Biogratla  Tniversale.  p.  231. 

—  stampato  dal  Murr.  p.  581. 

DIZIONARI  di  cui  si  servirono  i  Missionari,  p.  208. 

—  scritti  in  tre  lingue,  p.  529. 
DOCUMENTO  per  la  storia  delle  Missioni  France- 
scane trai  selvaggi  d'America,  p.   112. 

—  inedito  intorno  alle  vicende  dell' Ordine  Fran- 
cescano, p.  171. 

—  del  Padre  de  la  Fuente.  p.  194. 

—  latino  ciroa  le  Missioni  Francescane  in  Bosnia, 
p.  214. 


INDICE 


679 


DOCUMENTO  che  dimostra  V  integrità  di  Colombo. 

p.  573. 
DOCUMENTI  inediti  nelle  Biblioteche  e  negli  Ar- 

—  chlvi  di  Spagna,  p.  42. 

—  per  la  Storia  del  Paraguay,  p.  8S. 

—  delle  Missioni  Francescane  in  Guinea,  p.  186. 

—  esistenti  nelP  Archivio,  dei  Convento  France- 
scano di  Gand  nei  Belgio,  p.  SIO. 

—  interessanti  intorno  ai  primi  Missionari  Fran- 
cescani nell'  America,  p.  5153. 

—  e  notizie,  p.  43i. 

—  annotati,  p.  561. 

—  perduti,  p.  597. 

DOCUMENTOS  per  la  storia  del  Messico,  p.  584. 

—  ineditos  para  la  historia  de  Espana,  p.  467. 

—  originales.  p.  i7. 

DOCTRINA  Christiana  del  Reverendo  Fray  Juan 

Qumarraga  (Zumarraga).  p,  648. 
DOLBEAU  (Pad.)  Giovanni,  p.  310. 
DOMENICO  Moreni.  p.  42. 
DOMENICANI  strozzati  in  Cina  per  la  Santa  Fede. 

p.  55. 

—  in  America,  p.  115. 
DORANTES  Stefano,  p.  425. 

DOTTRINA  cristiana  in  Medicano  e  in  Ispagnuolo 
*  p.  37. 

—  in  lingua  Guatemala,  p.  42. 

—  en  Mexicano.  p.  529. 

—  del  Card.  Berlarmino  tradotta  in  idioma  Ta- 
galog.  p.  550. 

—  en  idioma  de  los  Aetas.  p.  557. 
DOTTRINE  cristiane  scritte  in  tre  lingue,  p.  529. 
DULCEDO  (de)  Padre  Francisco,  p.  74. 
DRACK  famoso  capitano,  p.  166. 

DRAMMA  dei  più  belli  nella  storia  delle  Missioni 
Francescane,  p.  399. 


EDinZI  indi.  p.  46. 

EDIZIONE  curata  dal  P.  Marcellino  da  Civezza.  p.497. 

EDUCACION  de  los  mancebos.  p.  267. 

EFFICACIA  miraculorum.  p.  153. 

EFFIGIE  di  Atahaualpa  trovata  in  Toledo,  p.  593. 

EGIDIO  da  Perugia  M.  0.  p.  452. 

EGIDIO  da  Pesaro,  p.  457. 

EGITTO,  p.  68  82  471  631. 

ELENCO  di  molli  storici  e  cronisti  spagnoli,  p.  49. 

ELENCO  delle  ceremonle  di  Terra  Santa,  p.  540. 

ELENCO  di   vari  oggetti  e  libri  di  chiesa  e  di 

scienza,  p.  473. 
ELOGIO  funebre,  p.  326. 

ELOGIO  storico  del  Beato  Odorico  da  Udine,  p.  434. 
ELUCIDATIO  historica  ec.  p.  379. 
EMHANUELE  {Pad.)  da  Monteforte.  p.  10  180. 
EMPIRE  du  Japon.  p.  :.50. 
ENCYCLOPAEDIA  Missionis  Apostolicae.  p.  401. 


ENSAIO  historico  da  lingua  Goncani  dei  Cunha 

RiVARA.  p.  249  551. 
ENTRATA  dei  Padri  Francescani  nella  nazione  Tu- 

mana.  p.  612. 
ENTRATA  dei  Padri  Gesuiti  in  Papigoche.  p.  620. 
EPISODIO  bellissimo  delle   Missioni  Francescane. 

p.  331. 

—  magniflco  delle  Missioni  Francescane  in  Gui- 
nea, p.  115. 

EPISODI I  delle  prime  Missioni  Francescane,  p.  414. 
EPITOME  Annalium  Ordinum  Minorum.  p.  230. 

483. 
EPISTOLA  di  Frate  Ugo  Panziera  ai  procuratori 

dei  Frati  Minori  di  Prato  (Toscana),  p.  444. 

—  Patris  Placidi  a  Polonia,  ec  p.  467. 

—  orìginalis  Nuntii  Bruxellensis.  p.  211. 
EPISTOLAE  Missionariorum  ec.  p.  161. 
EPISTOLAS  del  Doctor  Pedro  Danesio.  p.  73. 

—  del  Principe  Niccolao.  p,  73. 
ÈRA  novella  di  prosperità  e  di  pace.  p.  608. 
ERBA  PirH'pirri.  p.  109. 

—  angoulemine.  p.  593. 

—  santa  (Tabacco)  p.  594. 

—  nicoziana,  da  Nicol,  che  la  inviò  in  Francia 
come  semenza  di  pianta  rara  e  medicinale,  p. 
593. 

ERMETE  (Pad.)  da  Recanati,  p.  75. 

ERODOTO,  Padre  della  Storia,  p.  49. 

EROICA  pietà  di  un  Indo.  p.  612. 

EROISMO  dei  Francescani  al  tempo  dei  Calvinisti 
in  Francia,  p.  190. 

ESCALONA  in  Spagna,  p.  164. 

ESEMPLARE  acquistato  in  Parigi  dal  Patire  Mar- 
cellino da  Civezza  per  Lire  100.  p.  398. 

—  acquistato  dal  suddetto  per  Lire  150.  p.  241. 

—  di  un  libro  postillato  dal  Padre  Frediani  M. 
0.  p.  268. 

—  di  un  libro  del  Lardizaval  presso  il  Padre 
Marcellino  da  Civezza.  p.  268. 

—  donato  al  Padre  Marcellino  dall'  illustre  Fsa- 
DiNANDO  Denis  in  Parigi,  p.  577. 

—  procurato  da  Marcellino  al  prezzo  di  Lire  60. 
p.  564. 

ESEMPLARI  pressali  Padre  Marcellino  da  Civezza 
p.  75  121  242  247  268  384  398  408  430  433 
434  447  450  461  468  564  577  602  608. 

ESEQUIE  dei  Pamas.  p.  356. 

ESERCITO  del  Sultano  di  cristiani  rinnegati,  p. 
442. 

ESERCIZIO  della  Via  Crucis  tradotto  in  lingua 
Castellana,  p.  390. 

ESORTAZIONE  ai  govani  Francescani,  p.  362. 

ESPELHO  de  Penitentes.  p.  251. 

ESPLORAZIONE  del  Missisipi.  p.  236. 

ESTADO  geografico,  ec.  de  la  Provincia  de  San 
Gregorio  de  Filipinas.  p.  12. 

ESTABLISSEMENT  de  la  foy  dans  la  Nouvellc 
I      France.  p.  152  305. 


680 


INDICE 


ESTABLECIMIENTO  de  las  Missiones  de  la  anUgua 

California,  p.  170. 
ETABLISSEMENT  de  la  Foi  dans  le  Naeve  France. 

p.  153. 
ETIOPIA,  studi  moderni,  p.  317. 
ETNOGRAFIA  e  sua  importanza  preveduta  da  un 

Francescano,  p.  590. 
ETRURIA  Francescana,  p.  661. 
EUROPA,  p.  4  19  43  44  63  66  114  150  160  171 

337  339  404  411  470. 
EVANGELARIUM    epistolarium    et    lectionarium 

Azlecum  sive  Mexicanum.  p.  538. 
EXHORTACION  pastora!  ec.  del  Reverendo   Padre 

Fr.  Manuel  Maria  Truxillo.  p.  601. 
EXPOSigAO  do  Credo  en  lengua  Concani.  p.  563. 


FABRIGA  linguae  Arabicae    cum    interpelratione 

latina  et 'italica,  p.  570. 
FACOLTÀ  concesse  dalla  Santa  Sede   ai    Vicari 

Apostolici  in  Cina.  p.  314. 
FACONDO  (Pad.)  Giannotto  71. 
F.VC-SIMILE  dei  caratteri  inventati  dal  Padre  Le- 

Clerc  per  insegnare  a  leggere  ai  selvaggi  del 

Canada,  p.  306. 

—  delle  cinque  lettere  inventate  dal  Padre  Parrà. 
p.  448. 

FANTUZZI  fSenitori  bolognesi),  p.  34. 

FARINA  machacbeira.  p.  353. 

FARO  d'  Alessandro,  p.  84. 

FATTI  commoventissimi  dei  martini  che  ebbero  a 

soffrire   i    Francescani    per   conservare  i   Santi 

Luoghi  ec.  p.  417. 
FAVOLE  dei  Lamas  e  dei  Bonzi,  p.  61. 
FAZANDKIRO  do  Hrasil.  p.  626. 
FEDE  predicala  dai  Missionari  nel  regno  di  Jafa- 

napatao.  p.  168. 
FEDERIGO  (Pad.)  da  Duniccrque.  p.  130. 
FELICE  da  San  Severino,  p.  68. 
FELIX  M.  R.  P.  DE  HuERTA.  p.  212. 
FERNANDO  da  Mencses.  p.  4. 
FIGURE  in  legno  dei  principali  misteri  di  Nostra 

Santa  Religione,  p.  61. 
FIGURAS  y  melaforas  de    la    Sagrada    Escritura. 

p.  580. 
FILIPPO  Rossi  Cassigoli  di  Pistoia,  p.  82. 
FILIPPO  (Pad.)  Arroyo.  p.  25. 
FILIPPO  li.  p.  6. 
FILIPPINE,  p.  365. 
FILOLOGIA  Americana,  p.  234. 
FIORI  del  Giardino  Francescano,  p.  447. 
FIORETTI   storici  di  cose  curiose  in   Levante,  p. 

403. 

—  di  San  Francesco,  p.  373. 

—  novelli  della  vita  di  San  Francesco  ce,  p.  418. 
FIUME  Niagaru.  p.  235. 


FIUME  Madera,  p.  347. 

—  Purus.  p.  363. 

—  Cappum.  p.  364. 

—  della  Maddalena,  p.  573. 

FOGLI  di  un  Manoscritto  inviato  al  Padre  Mar- 
cellino da  Civezza  dal  Signor  Marco  Jimenes  de 
la  Espada,  p.  331. 

FONDATORE  del  Convento  di  S.  Anna  in  Parigi 
.d  81S. 

FONDAZIONE  del  Collegio  di  San  Ferdinando  in 
Messico,  p.  170. 

—  del  Collegio  della  Puebla  de  los  Angeles,  p.  i70. 

—  del  Collegio  di  Propaganda  Fide  in  Gnate» 
mala.  p.  170. 

—  e  ristabilimento  di  varie  MissionL  p,  634. 

—  dei  Betlemili.  p.  615. 
FONDAZIONI  di  Santa  Teresa,  p,  615. 
FONTI  di  San  Matteo,  p.  87. 

FULGENZIO  M.  R.  P.  da  Torino,  Commissario  della 
Terra  Santa  in  Parigi  e  Ex-Procuratore  Generale 
dell'Ordine,  p.  185  415. 

FLEUVE  de  l' Or.  p.  53. 

FLOS  sanctorum ,  del  Padre  Amador  de  Santa 
Anna.  p.  550. 

FLORES  grammaticales  Arabici  idiomatis.  p.  607. 

FRAGMENTA,  seu  Historia  Minor  Provinciae  An- 
gliae  FF.  Minorum.  p.  664. 

FRAGMENTOS  de  una  historia  de  la  Nueva  Gali- 
eia  por  el  P.  Antonio  Tello,  p.  584. 

FRANCIA  Antartica,  p.  590. 

FRANCESCO  {Pad.)  Frediani  M.  0.  p.  71  368  336. 

FRANCESCO  Hermosa  Francescano  si  dà  ostaggio 
in  Siam  per  alcuni  Spagnoli  prigioni,  p.  237. 

—  Solano  M.  0.  p.   126. 

—  Bondoy.  p.  50. 

—  Caccia,  p.  75. 

—  Avanzo,  p.  12. 

—  di  Santa  Rosa  da  Viterbo,  p.  40. 
FRACKSCANO  dotto  in  medicina,  p.  338. 
FRANCKSILANI    llaminini^hi    clje    evangelizzarono 

nel  Messico  e  nel  Perù.  p.  253. 

—  clje  viaggiarono  con  Cristoforo  Colombo, 
p.  253. 

—  in  America,  p.  18i. 

—  in  Francia  al  tenuto  degli  eretici,  p.  334. 
FRANCISCO  de  Avola,  p.  20. 

—  de  Rarajas.  p.  33. 

—  Machadu.  p.  8. 

—  Garces.  p.  205. 

FRATE  Marco  da  Lisbona,  p.  128. 
FRATTEGGIANI  (Pad.)  Angelo,  p.  352. 
FRERE  Pierre  de  Mura,  racconto,  p.  203. 
FRUCTUS  Missionar.  p.  161. 


GARINETE  liltcrario  das  Fontainhas.  p.  476. 


INDICE 


68i 


GALERIA  ornithologica.  p.  6S8. 

GALILEA  et  Jerico.  p.  Sii. 

GAMBA  Bartolomineo.  p.  461. 

GASPERO  e  GIOVANNI  Religiosi  architetti  d'Italia. 

p.  i47. 
GASPESIA  e  sua  descrizione,  p.  301. 
GENERE  di  vita    de*  Missionari  Francescani  in 

Palestina,  p.  369. 
GENIO  cristiano,  p.  653. 
GENERALE  Tafel.  p.  317. 
GENERALES  Ordinis  Franciscani.  p.  160. 
GENIGRAFU  iUliana.  p.  385. 
GEOGRAFI  moderni,  p.  61. 
GEOGRAFIA  p.  117. 

—  e 'storia  del  Canada,  p.  134. 
GEOGRAPHIÀ  Terrae  Sanctae.  p.  111. 
GERONIMO  {fra)  Jìmenei.  p.  18. 
GERONIMO  (Pad.)  de  Burgos.  p.  71. 
GERSONE  Parisino  e  i  suoi  seguaci,  p.  115. 
GIACOMO  della  Marca  M.  0.  p.  191. 

—  di  Portogallo,  p.  10. 

GIANNOTTI  (Pad.)  Facondo  M.  0.  p.  310.  ' 
GIAPPONE,  p.  1  71  116  548. 
GIARDINO  SeraHco  e  storico,  p.  631. 
GIGLIOLI  Enrico  insigne  zoologo,  p.  371. 
GINO  Capponi,  p.  453. 

GIOVANNA  (Suor)  Inez  della  Cruz  poetessa  Mes- 
sicana, p.  611. 
GIOVANNI  IV.  p.  661. 
GIO.  BATTA  da  Bormio,  ipra)  p.  53  56. 
GIO.  BATTISTA  Mnfioz.  p.  5. 
GIOVAN  FRANCESCO  Gemelli,  p.  10. 
GIOVANNI  da  Pian  Carpino,  p.  436. 
GIOVANNI  {Pad.)  Perez,  p.  438. 

—  IV.  p.  661. 

GIOVANNI  (A-a)  Zummaraga.  p.  647  648  649  650. 
GIORNALE  cattolico  LE  MONDE,  p.  664. 
GIORNALI  americani,  p.  184. 
GIRO  del  mondo.  Opetfi  di  Giovanni  Francesco 

Gemelli,  p.  10. 
GIUSEPPE  Den  Velaer  insigne  benefattore  dei  Bfis- 

sionari.  p.  55. 
GIUSEPPE  {Pad.)  Mattei  M.  0.  p.  43. 
GOMARA  cronologo  e  geografo  dilìgentisslmo.  p. 

598. 
GOMMA  elastica,  p.  349. 
GOMEZ  celebre  Missionario  in  America,  p.  115. 
GONZALES  (Pad.)  Giovanni,  p.  571. 
GORGOMIESI  Martiri  Francescani,  p.  439. 
GOVERNO  del  Portogallo,  p.  561. 
GUAL  {Pad.)  Fedro,  p.  117  657.  ec. 
GUASTI  Cesare,  p.  366  434  447  464. 
GUASTI  Ranieri  tipografo  in  Prato,  p.  147  501. 
GUATEMALA,  p.  9. 
GUERRA  sacra,  p.  561. 
GUIDA  per  coloro  che  volessero  recarsi  alla  visita 

dei  Santi  Luoghi  del  Padre  Henri  Castela.  p.  88. 
GUIGNES  supposto  autore  di  un  dizionario,  p.  109. 


GLORIA  ingiustamente  data  al  Nioot.  p.  593. 
GLORIE  cattoliche  e  francescane  aflktto  ignorate. 

p.  113. 
GRAMATICA  Arabi  go-EspaSola.  p.  76. 

—  de  la  lengua  Griega  en  idioma  espSnoL  p.  90. 

—  griega.  p.  199. 

—  Mutsun.  p.  15. 

—  Yucateca.  p.  617. 

—  de  la  lengua  Tagala.  p.  661. 

—  del  Padre  Manoel  de  S5o  Galdino  Arzobispo 
de  Goa.  p.  564. 

GRAMMATICA  deU'  Aquila,  p.  79. 

—  turca,  p.  80. 

—  della  lingua  Messicana,  p.  189  435  634  641. 

—  latino-illirica,  p.  156. 

—  araba,  p.  335. 

—  della  lingua  Guatemala,  p.  567. 

—  Maya.p.  583. 

GRAMMAIRE  excessivement  rare.  p.  651. 
GRABfMATICHE  scritte  in  lingua  Cahchiquel,  Qui- 

chè,  TzutuhiL  p.  519. 
GRAND  voyage  du  pays  des  Hurons.  p.  511. 
GRANDEZAS  de  Indlas.  p.  581. 
GRECI  Scismatici  che  si  impadroniscono  con  false 

scritture  dei  Luoghi  Santi  di  Gerusalemme .  p. 

'l68. 
GREGORIO  XIL  p.  453  483. 

—  X.  p.  4831 


H 


HAN-TSU-SI-L  Nuovo  Dizionario  Cinese,  p.  109. 

HASSIAE  Conventus  Tertiariarum.  p.  178. 

HELMINTHOLOGIA  portugueza.  p.  618. 

HENRI  VIII.  p.  318. 

HENRICUS  R.  A.  P.  Lotzius  Hagiopolitanus.  p.  180. 

HENNEPIN  County.  p.  136. 

HERMANO  fray  Diego  Ordofiez.  p.  188  191. 

—  fray  Domingo  de  Brieva.  p.  178  180  181  183 
184  185  188  191. 

—  fray  Francisco  de  Piiia.  p.  179  191. 

—  fray  Francisco  Gonzalez.  p.  198. 

—  fray  Fedro,  p.  173  174  177  391  395. 
HERRERO  {Pad.)  Andrea,  p.  494. 
HIAM-XANG  (città),  p.  54  55. 

HIANGXAN    (città  quindici   leghe    distante    da 

Macao),  p.  53. 
HIAZIN-HIEN  (  città  ).  p.  107. 
HIBERNIAE  martyres.  p.  63. 
HIERARCHIA  Franciscana.  p.  315. 
HIERUSALEMSCHE  Reyse  vanden  eeriw.  p.  116. 
HILARIUS  a  Sancta  Rosa  Episcopus  Macaonensis. 

p.  59  60. 
HISTORU.  de  Yucatan.  p.  1  116  167. 

—  del  regno  di  Voxu.  p.  1. 

—  Ecclesiastica  del  iapon.  p.  11  148  149  557. 

44 


682 


INDICE 


HISTQRIA  de  la  Seraphica  Descalzòs:  Fray  Jaeobo 
de  Ca$tro.  p.  il. 

—  de  lodo  lo  obrado  en  China,  p.  li. 

—  de  Guatemala,  p.  29. 

—  Qnivenal  del  munda  p.  661. 

—  de  las  Islas  Filipinas  ec  p.  36. 

—  de  la  Palestina,  p.  41. 

—  minor  Provinciae  Angliae.  p.  664. 

—  de  las  Misiones  de  la  Republica  de  Chile.  p.  48. 

—  de  civilizacion  y  progressos  de  America,  p.  48. 

—  de  las  Misiones  de  America,  p.  48. 

—  de  la  revolucion  moral  de  los  selvajes.  p.  48. 

—  de  las  acciones  generosas,  de  los  costantes 
sacriflclos  y  padeclmientos  de  los  ìlisioneros  ec. 
p.  48. 

—  de  los  Araacanos.  p.  49. 

—  moderna  de  Chile.  p.  49. 

—  de  la  Patagonia,  p.  49. 

—  del  primer  descabrimiento  y  conquista  de  las 
Canarias.  p.  51. 

—  ecclesiastica  de  martyrio  Fratrum  Ord.  Mino- 
rum.  p.  63. 

—  cronologica  della  Provincia  di  Sorta,  p.  75. 
»    de  Tunkin.  p.  76. 

—  ecclesiastica  y  scglardeia  colonia  Belis.  108. 

—  de  la  persecucion  y  gaerras  de  Cochinchina. 
p.  109. 

—  corographica  naturai  y  evangelica  de  la  Nueva 
Andalucia.  p.  HO. 

—  de  los  admirables  progresos  de  nuestra  santa 
Fé  catolica  en  los  reinos  de  Cochinchina  y 
Cambodja.  p.  123. 

—  polemica  de  Graecorum  schismate.  p.  129. 

—  chronologica  do  Convento  do  Varatojo.  p.  164. 

—  serafica  da  Ordcm  dos  Frades  Menores  na 
Provincia  de  Porlugal.  p.  167. 

—  de  la  reduccion  y  conversion  de  la  provincia 
de  Taguzgalpa.  p.  169. 

—  breve  de  la  conquista  de  los  eslados  inde- 
pendcntes  del  Imperio  Mexicano.  p.  193. 

—  bethelemilica.  p.  205. 

—  de  las  guerras  de  Cochinchina  ec.  p.  114. 

—  seraphica  en  Espafiol.  p.  216. 

—  de  la  santa  Provincia  de  los  Angeles,  p.  226. 

—  de  las  guerras  del  Perù.  p.  228. 

—  y  Cronica  Francescana  de  la  Provincia  del 
Santo  Nombre  de  Jesus  de  Goallmala.  p.  240. 

—  de  la  Cochinchina.  p.  240. 

—  de  la  predicaciou  del  Santo  Evangelio  cu 
China,  p.  243. 

—  de  los  sucesos  de  Ternate,  p.  245. 

—  general  de  Philipinas.  p.  242. 

—  de  la  China  dei  Padre  Gonialez.  p.  340. 

—  ecclesiatica  ullramarina.  p.  367. 

—  de  los  Indios  ec.  p.  413. 

—  de  las  guerras  de  Cochinchina.  p.  460. 

—  de  las  Missiones  catolicas  en  Cochinchina. 
p.  460. 


HISTORIA  Mongalorum.  p.  464. 

—  civilis  et  ecclesiastica  Dalmatiae,  ec.  p.  469. 

—  general  de  las  cosas  de  Noeva  Espaua. 
p.  523. 

—  de  la  pereecucion  contra  los  crìstiaDos  en 
Cochinchina.  p.  534. 

— -  del  martirio  de  Fray  Sebastian  de  San  José, 
p.  541  543  595. 

—  de  las  vidas  y  milagros  de  Beato  Fedro  de 
Alcantara,  p.  545. 

—  das  vidas  e  feitos  heroicos,  ec.  due  Santos. 
p.550. 

—  del  martirio  del  Venerable  Pr.  Gabriel  de  la 
Magdalena.  p.  552. 

—  de  la  persecucion  de  la  ley  Evangelica  y  sus 
Ministros  en  China,  p.  554. 

—  seraphica  S.  P.  Franciscl.  p.  SS8. 

—  do  Xalisco  y  de  la  Nueva  Vizcaya.   p.  584. 

—  naturai  Espanola.  p.  598. 

—  brevis  Ordinis  Minornm.  p.  608. 

—  del  Capitulo  general  qne  celebrò  la  Religiùn 
Serafica  en  Toledo,  p.  656. 

HISTOIRE  de  la  premiere  descouverte  et  couque- 
ste  des  Canaries.  p.  51. 

—  de  la  geograpbie  du  Noveau  CoDtJneDt. 
p.  66. 

—  du  christianisme  en  Chine,  p.  108. 

—  et  voyage  de  la  Terre  Sainte.  p.  217. 

—  du  Canada,  p.  521. 

—  du  ChiU.  p.  128. 

—  des  Ordres  Monastiqaes.  p.  231. 

—  du  clergò  Kegulier.  p.  231. 

—  des  Ordres  militaires.  p.  231. 

—  de  la  perseculion  dedeux  saints  evé<iues.  p. 
239. 

—  du  glorieux  Frerc  André  de  Spolete.  p.  240. 

—  chronologiquo  de  la  Province  des  lU-ftillels 
de  Vàv\<.  p.   309. 

—  de  Mai^adascar.  p.  3^^9. 

—  generale  de  1'  origine  et  progrez  des  Frercs 
Mineurs  ec.  p.  484. 

—  de  la  lU'ligion  chrelienn  au  Japon.  p.  530. 
niSTOHl.\I)lUHES  y  Cronislas.  p.  49. 
IIOCHEU  (città),  p.  53  54. 
H01)0E1»0HICUM  llicrosolymilanae  peregri naliunis. 

p.  ir)2. 

HOHOLO(i(lI  Giuseppe,  p.   232  590. 

IIOSPICIO  da  Piedade.  p.  185. 

HUMBOLDT  dotto  esploratore,  p.  572. 

HVEHTA  Padre  (FMado.  ec.)  p.  12  13  18  26  37 
31  33  36  71  76  82  134  151  161  187  189  200 
214  215  2(7  237  243  248  249  265  315  336  36J 
369  384  410  419  435  438  4i3  431  452  460  466 
519  532  534  5il  5i3  544  545  546  549  557  55S 
561   562  560  581  595  601. 

HUET  Padre  Paolo,  p.  310. 

IIYDROMETRA.  p.  630. 

HYMNE  ìnvicie  Uariyr.  p.  330. 


IRDICB 


683 


I 


IDIOMA  Tagalog.  p.  26  465  550  581  646. 

—  Bicol.  p.  S6  37  345  334  384  533. 

—  Maya.  p.  41  517. 

—  Yucateco.  p.  41  517  634. 

—  Arabo  o  arabico,  p.  79  438  607. 

—  Anamitico.  p.  118. 

—  Kachique].  p.  346. 

—  Tacana.  p.  313. 

—  iapoo.  p.  335  451  557. 

—  de  Caripunas.  p.  351. 

—  Iraya.  p.  384. 

—  Illirico,  p.  483. 

—  chioico.  p.  519. 

—  de  los  Aetas.  p.  .557. 

—  Tarahamar.  p.  584. 

—  Egongot.  p.  646. 

—  Gaarayo.  p.  656. 

IDIOMAS  Tagalog  Ilocano,  y  Chino,  p.  31. 

IDIOBfl  KachiqueU  Qaichè,  Tzutuhìl.  p.  448. 

IDOLI  indi.  p.  46. 

IDOLI  e  templi  della  Cina.  p.  553. 

IDOLATRIA  di  Naqualisti.  p.  635. 

ILIBARRI  Provincia  di  Alava,  p.  315. 

ILLIRIA.  p.  150. 

IMPORTANZA  degli  Ordini  religiosi,  p.  335. 

IMPRESA  d'Algeri,  p.  149. 

IMPRESE  famose  del  Gesuita  Kin.  p.  171. 

INARD.  R.  P.  Benoit.  p.  244. 

INiNOCENCIA  insultada.  p.344. 

INNOCENTIUS  III.  IV.  V.  VI.  p.  358. 

—  VII.  Vili.  IX.  p.  868. 

—  X.  XI.  XII.  XIII.  p.  363. 
INCISIONI  di  GeofTroy.  p.  591. 

—  del  GaUot.  p.  301. 

—  di  San  Francesco  e  dei  principali  Santi  e 
Martiri  dell'Ordine,  p.  484. 

INCIVILIMENTO  cristiano  arrecato  dai  Missionari 

Francescani  ai  popoli  dell'Arcipelago  indiano. 

p.  330. 
INDIA  cristiana  del  Padre  Gaal.  p.  337. 
INDIANI  detti  pintados.  p.  433. 
INDICE  di  un  Opera  dottissima  del  Granados. 

p.  334. 
INDICULO  cronologico,  p.  40. 
INDOLES,  genio  y  talentos  de  los  Espanoles*  p. 

334. 
INDOVINI,  p.  «18. 
INDULTO  del  Giubileo,  ec.  p.  310. 
INFANZIA  (sanU).  p.  588. 
INFERNO  di  Massaya.  p.  303. 
INGHILTERRA,  p.  313  475  539  664  665. 
INSANIA  Machometi.  p.  153. 
INSULAE  Jonici  maris.  p.  153. 
INSTITUTRICE  della  Santa,  ec.  p.  588. 
INTRODUCTION  da  Tabac  en  France.  p.  591. 


INTRODUCTIO  ad  studium  Sacrae  theologiaé  del 
M.  R.  P.  Van-Loo,  Recolletto  nel  Belgio,  p.  608. 

INVENZIONE  europea,  p.  306. 

INVITO  fatto  al  Padre  Macellino  per  il  Congresso 
degli  Americanisti  in  Bruxelles,  p.  687. 

IOAN  de  Domayquia.  p.  397. 

IPOCRATB  e  Galeno,  p.  610. 

IRMAO  Fr.  Francisco  Bautista.  p.  143. 

ISCRIZIONE  epigrafica,  p.  336. 

ISLA  de  Sanguir.  p.  245. 

ISLAS  Filipinas  p.  315. 

ISLE  Caable.  p.  53. 

ISOLA  di  Portoferralo.  p.  71. 

—  di  Ternate,  p.  158. 

—  di  Calonga.  p.  346. 

—  Percèe.  p.  303. 

—  di  Magadascar.  p.  309. 

—  d'Orleans,  p.  313. 

—  di  Candia.  p.  507. 

—  di  Rodi.  p.  507. 
— -    di  Cipro,  p.  508. 

—  di  Tereriffe.  p.  51. 

ISOLE  d'origine  vulcanica,  p.  151 

—  di  Pongardiva  e  di  Pagode,  p.  16tf'. 
ISTITUZIONE  della  CiOngregazione  di  PtùpaifaMa 

Fide.  p.  138. 

—  mirabile,  p.  307. 

ISTORIA  del  Padre  Emanuel  Crespel  Recollet  d' 

Avesnes.  p.  130. 
ISTORIOGRAFO  e  Cosmografo  regio,  p.  590. 
ITINERARIO  del  Padre  Ignazio  di  Lojola.  p.  340. 
-^    del  Nuovo  Mondo,  p.  340. 

—  di  China,  p.  457. 
ITINERARII  in  Tartaria.  p.  436. 

lUARRO  autore  di  un  opera  sconosciuta,  p.  189. 
lUNG-TCHIN  imperatore,  p.  160. 


JOANINO,  Gusiodio  da  Provincia  da  India,  p.  «53. 

JABOATAM.  p.  347. 

JACOBUS  a  Rosario  converlit  Hayton.  p.  359. 

JENNES.  p.  347. 

JENCHEUFU(città).  p.  61. 

JERONIMO  (Pad.)  de  Belem.  p.  39. 

JOANNES  de  Muro  Cardinalis.  p.  358. 

JOANNES  Fr.  Putz.  p.  258. 

JOkO  Fr.  da  Apresenta^fU).  p.  30. 

—  Fr.  Bautista  fundou  o  Convento  de  Malaca. 
p.  141. 

—  Pecador.  p.  143. 

—  da  Assumpcam.  p.  143. 
JOAO  III  Rey.  p.  352. 

—  V  Rey.  p.  351 . 
JOAO  Albuquerque.  p.  10. 

JOAQUIN  Garcia  IcazbìOCBTA.  Àpuntei.  p.  39  304. 
JODOCO  (Pad.)  Biche,  p.  353.  .      . 


684 


INDICE 


JORNAL  da  Santa  Igresia  Lusitana  do  Oriente. 

p.  564. 
JOSÉ  Fr.  Amich.  p.  16. 
JOSEPH  Alvarez.  p.  15. 
JOVER  Pater  Petrus,  p.  181. 
JUAN  {Pad.)  Bautista.  p.  36. 
JUAN  (Pad.)  Baenaventura  Ibancz.  p.  S43. 
JUAN  Pray  Francisco  Irondo.  p.  146. 
JUAN  {Pad.)  de  Jesus,  p.  i48. 
JUDBI.  p.  153. 

JULIUS  Bussin  Florentinus.  p.  63. 
JUMILLA.  p.  i58. 


K 


KIANG-SY.  p.  88. 
KIEN-LUNG  (imperatore),  p.  81. 
KIN-FU-HIEN  piccola  città,  p.  61. 
KING  Fr.  Paulo  Hiberoo.  p.  i55. 
KORTESWAGE  pagus.  p.  163. 
KLAPROTH  orientalista  illustre,  p.  440. 
KRALIEVIÈ  (Pad.)  Angelo,  p.  386. 
KRE<:SLINGER  Fr.  Massaeo.  p.  S86  S87. 
KRUMP  (Aid.)  Teodoro,  p.  S64. 


LAGO  di  Brulles.  p.  84. 
LAPIDA  sepolcrale,  p.  i44. 
LARDAN1  {Pad.)  Giacomo,  p.  685  664. 
LAVORI  manoscritti  e  stampati  in  lingua  cinese 
del  Padre  Pietro  Plnuela.  p.  462. 

—  Bibliogranci.  p.  6il. 
LAZARETO  do  S.  l\o(iuc.  p.  «50. 
LAZARl,  Marco  i>olo.  p.  i33. 

LECLEHC  (fìiblioteca  Americana.)  p.  8  340  64i. 
LEGENDE  DORÈE.  p.  635. 
LEGENDI  ratio  apvid  Hcbreos.  p.  133. 
LEGGENDARIO  Francescano,  p.  388. 
LENGUA  Achi.  p.  «15. 

—  Arabe,  p.  76. 

—  Bramana.  p.  565. 

—  Cakchiquel.  p.  9  19  367  449. 

—  de  Manados.  p.  443. 

—  Castellana,  p.  649. 

—  China,  419. 

—  Chinica.  p.  163  519. 

—  Cumanagota.  p.  581  64«. 

—  Ebrea,  p.  76  155  199. 

—  Hebrea  arabiga.  p.  199. 

—  Griega.  p.  78  155. 

—  Guaraya.  p.  656. 

—  di  Guatemala,  p.  4i  437  567  576. 

—  de  los  Indios.  p,  883  637. 

—  Japona.  p.  439. 

—  Kichè.p.  «9. 


LENGUA  Vulgar  Mallorquina.  p.  80. 

—  Mexicana  y  Castellana,  p.  36  406  595. 

—  Mexicana.  p.  S9  31  38  73  400  436  498  561 
634  641. 

—  di  Mechoachan.  p.  S13. 

—  Nahuatl.  p.  37. 

—  Otomi.  p.  3^8. 

—  Popoloca  0  Totanaca.  p.  436  595. 

—  de  Yucatan.  p.  S8. 
LEON  Pages.  p.  850. 
LEONE  XIII.  p.  683. 

LEONARDO  della  Serra  M.  0.  p.  869. 
LEONARDO  {San)  da  Porto  Maurizio,  p.  190. 
LETTERA  del  Re  Idate  al  Papa  Paolo  V.  p.  S. 

—  del  Padre  Areso  al  Padre  MarceUino  da  CiYezia. 
p.  SS. 

—  del  Padre  Francesco  da  Bologna,  p.  44. 

—  di  Monsignor  Maigrot.  p.  5S. 

—  Pastorale  di  Pietro  Sans  Vescovo  dì  Maurica- 
stro.  p.  88. 

—  tradotta  dal  Portoghese,  p.  67. 

—  di  Mons.  Marti liat  tradotta  dal  francese,  p.  58. 

—  della  Sacra  Congregazione  di  Propaganda  al 
Superiore  dei  M.  0.  R.  della  ProviDcia  di  Milano, 
p.  59. 

—  dalla  Cina  del  Padre  Gio.  BatU  MioletU  da 
Serravalle.  p.  60. 

—  di  Monsignor  Portimense.  p.  «0. 

—  al  Padre  Borghetto.  p.  61. 

—  di  un  dotto  Orientalista  al  Padre  Marcellino  da 
Civezza.  p.  79. 

—  del  Padre  Francesco  da  Capannori.  p.  79. 

—  del  Vescovo  di  Guatemala  al  Re  di  Spagna, 
p.  146. 

—  del  Padre  Eustachio  Beecl:  al  suo  Provincialt*. 
p.  163. 

—  in  lingua  Spagnola,  p.  203. 

—  del  Padre  da  Jenne.  p.  248. 

—  del  Padre  Jodoco  de  Ricke.  p.  253. 

—  del  Padre  Manero  Ministro  Generale,  p.  236. 

—  del  Padre  Jumeau.  p.  301. 

—  del  Padre  Huygcns.  d.  e.  d.  G.  p.  313. 

—  di  Monsignor  Salvelti  alla  sua  Mamma,  p.  Zìi. 

—  del  Padre  Francesco  Manerba  al  Granduca  di 
Toscana,  p.  368. 

—  del  Rascia  del  Cairo  tradotta  dall'Arabo,  p.  3M. 

—  rinvenuta  dal  Padre  Marcellino  nell*  Archivio 
Mediceo  di  Firenze,  p.  402. 

—  del  Padre  Olmos  a  Carlo  V.  p.  436. 

—  del  Padre  Gregorio  da  Parghelia.  p.  448. 

—  di  Fr.  Fernando  da  Paz.  p.   449. 

—  di  Mon.signor  Angelo  Mai.  p.   460. 

—  Ialina  di  Vitale  Kaiò  sacerdote  cinese,  p.  441. 

—  del  Ministro  Generale  dell'  Ordine  a  fra  Barto- 
lommeo  da  Pisa.  p.  463. 

—  del  Padre  Prolhais.  p.  471. 

—  del  Padre  Michele  Radvich.   p.  48S. 

—  originale  di  Micbelangiolo  Tiixi.  p.  482. 


INDICE 


685 


LETTERA  delP.  Thenaud  a  Luisa  di  Savoia,  p.  589. 

—  del  Padre  Agostino  da  Trento  M.  0.  R.  p.  601 . 

—  del  signor  Bonturini  a'  Padri  della  Compagnia 
di  Gesù.  p.  eio. 

—  del  Francescano  P.  Silvestro  Velez.  p.  «11. 

—  del  Padre  Vincente,  p.  636. 

—  del  Conte  Roselly  de  Lorgues  al  Padre  Mar- 
cellino da  Civezza.  p.  S03. 

—  del  Padre  Giovanni  da  S.  Croce,  p.  539. 

—  dell'  mastre  Ferdinando  Denis  a  Marcellino  da 
Civezza  sul  merito  del  manoscritto  del  Padre 
Laureano  de  la  Cruz.  p.  644. 

LETTERE  del  R.  P.  Giovanni  Fernandez.  p.  187. 

—  del  Padre  Martino  Aleman.  p.  187. 

—  di  Fr.  Pietro  Gante,  p.  ao«. 

—  inedite  di  Francescani,  p.  204. 

—  dei  Missionari  Francescani  di  America,  p.  42. 

—  del  Padre  Bernardino  della  Chiesa  M.  0.  p.  1 11 . 

—  di  Fr.  Giovanni  da  Capistrano.  p.  80. 

—  di  Monsignor  Dionisio  Grego.  p.  224. 

—  risguardanti  le  Missioni  cinesi,  p.  314. 

—  autografe  di  Missionari  Francescani  Spagnoli, 
p.  316. 

—  copiate  dalP  originale  dal  P.  Giannotti  e  rega- 
late al  Padre  Marcellino,  p.  320. 

—  di  Missionari  Francescani  raccolte  dal  Padre 
Marcellino,  p.  326. 

—  pubblicate  da  Marcellino  nella  Cronaca  delle 
Missioni  Francescane,  p.  326. 

—  di  Monsignor  Mansueto  Lombardi,  p.  337. 

—  inedite  nelle  Biblioteche  di  Spagna,  p.  368. 

—  inedite  della  Cina  presso  Marcellino  da  Civezza. 
p.  369. 

—  di  Fr.  Giovanni  da  Monte  Corvino,  p.  409. 

—  del  Padre  Salvatierra.  p.  611. 

—  sopra  la  gran  Quivlra.  p.  612. 

—  per  illustrare  la  storia  di  Sinaloa.  p.  619. 

—  del  Padre  Navarro,  p.  419. 

—  raccolte  e  conservate  dal  Dottor  Giangaspero 
Marangoni,  p.  461. 

—  del  Padre  Eugenio  Pilot.  p.  461. 

—  suir  Indie  del  Fiorentino  Sassetti,  p.  497. 

—  del  Padre  Matteo  da  Salerno,  p.  530. 

—  del  Padre  Raffaello  Sans.  p.  550. 

—  del  Padre  Lorenzo  Maria  da  S.  Croce,  p.  551. 

—  latine  del  Beato  Alberto  da  Sarthiano.  p.  566. 

—  di  Sant  Ignazio  di  Lojola.  p.  572. 

—  interessantissime  del  Padre  Toral.  p.  594. 

—  sulla  California,  p.  609. 

—  autografe  del  Padre  Atto  Biagini  M.  0.  p.  636. 

—  del  Cardinale  Stefano  Borgia,  p.  636. 

—  inedite  del  Padre  Zummaraga.  p.  648. 

—  del  Padre  Morelli  Minore  Oss.  Riform.  p.  669. 

—  du  P.  Denis  Samet.  p.  522. 
LEXICON  etymologico.  p.  577. 

—  de  Jacobo  Golia  p.  79. 

LEZIONI  popolari  di  geograQa,  astronomia  e  fisica 
del  Peragallo.  p.  450. 


LIBERTÀ  Cattolica  giornale  napoletano,  p.  253. 
LIBRO  raro  acquistato  dal  P.  Marcellino  da  Civezza. 
p.  314. 

—  gotico  rarissimo,  p.  240. 

—  mistico  in  lingua  Tagalog.  p.  465. 

—  de  la  Regula  ec.  p.  489. 

—  rarissimo   trovato   dal   Padre  Marcellino  da 
Civezza  in  un  monastero  di  Clarisse,  p.  136. 

LIBRERIA  de  D.  Jayme  Bondoy  p.  50. 

—  del  Vivajo.  p.  470. 

LIBRI  antichi  degli  indiani  salvati  da  un  France- 
scano, p.  583. 

—  cinesi,  p.  92. 
LIBRICCINO  gotico,  p.  327. 
LIGNEE  de  Saturne.  p.  589. 
LIMA  limata  Conciliis.  p.  231. 
LINNEO  novello,  p.  626. 
LINGUA  Albanese,  p.  300. 

—  Alemanna,  p.  232. 

—  Arabica,  p.  20  76  82  547  570  577  609. 

—  Bicol.  p.  334  548. 

—  Canarina,  p.  249. 

—  Cantabrtt.  p.  440. 

—  Castellana  o  Castigliana.  p.  76  465  483  661. 

—  Catalana,  p.  130  337  390  588. 

—  Cinese,  p.  61  649. 

—  Concani.  p.  32  265  551  563. 

—  Cumanagota.  p.  516. 

—  Fiamminga,  p.  579  662. 

—  madre  dell'Isole  Filippine,  p.  367. 

—  Flandrica.  p.  162. 

—  Floridana.  p.  414  415. 

—  Francese,  p.  556  579  662. 

—  de'  Gaspesiani  p.  301. 

—  Guatimalese.  p.  367. 

—  Indiana,  p.  530. 

—  Inglese,  p.  26  574. 

—  Italiana,  p.  341  390  570. 

—  IzutuhiL  p.  367. 

~    Latina,  p.  367  473  482  519  554  570. 

—  Malaua.  p.  457. 

—  Maya.  p.  41  517  518  535  574  596  644. 

—  Messicana,  p.  37  123  164  523. 

—  dei  Miemaes.  p.  306. 

—  Montagnese.  p.  312. 

>-    Portoghese,  p.  56  209  473  553. 

—  Quiche.  p.  19.  367. 

—  RiLSsa.  p.  299. 

—  Schiavona.  p.  482. 

—  Spagnola,  p.  26  51  209  266  341  401  415  600. 

—  Tagala.  p.  25  534  562  600. 

—  Tagalog.  p.  465. 

—  dei  Tupinambi.  p.  644. 

—  Turca,  p.  147. 
LINGUE  Aborìgeni,  p.  609. 

—  Asiatiche,  p.  440. 

—  Chinica,  hebrea,  greca,  p.  440. 

^    Cakchiquel,  Quichè,  TzutuhlL  p.  529  566. 


686 


INDICE 


LINGUE  latina,  italiana,  greca,  inglese,  araba, 
inorea,  tedesca,  francese,  p.  35. 

—  Maya,  Quiquè,  Azeleca,  Quichua  ce.  p.  644. 

—  Qaichoa,  Aymara ,  Puquina,  Guarani,  Mochica, 
Brasiliana,  Yunga.  p.  437. 

—  Tagalog  e  Bicol.  p.  435. 

—  dei  Selvaggi  del  Veni.  p.  533. 

—  Tarasia,  greca,  ebraica,  latina,  p.  135. 
LITANIE  Lauretane.  p.  594. 

LITERAE  R.  P.  Pelri  Traieclini.  p.  172. 
• —    quas  Fr.  Josephus.  Bergaigne  scripsit  V.  A.  P. 
I^mberto  Weiir.  p.  182. 

—  variae.  p.  211. 

LITTERARIUM  SinicoUtinuro.  p.  94. 
LOUISIANE.  Opera  del  Padre  Hennepin.  p.  233. 
LOPEZ  {Pad.)  Melchor.  p.  338. 

—  Padre  Giovanni  Antonio,  p.  400. 
LORENZO  de' Medici,  p.  133. 

LOTTA  tra  Portoghesi  e  Francesi,  p.  166. 

LUCERNA  Fidei.  p.  370. 

LUIGI  (Padre)  Serra,  p.  36. 

LUIS  Jocolliot.  p.  227. 

LUISA  di  Savoia  dà  i  mezzi  ad  un  povero  Frate  per 

rendersi  viaggiatore,  p.  589. 
LUOGO  ove  fu  eretto  il  serpente  eneo.  p.  85. 

—  ove  Mosè  percosso  là  pietra,  p.  85. 

—  ove    fu  sepolto  Faraone  sommerso  nel  Mar 
Rosso,  p.  83. 

—  ove  stanno  le  reliquie  di  Santa  Caterina  Ver- 
gine e  Martire,  p.  85. 


MACAO,  p.  71. 

MACHKTTI  {Pad.)  C.osuaMo.  p.  345. 

MADAMA  di  lUiilion.  p.  MKk 

MADDALENA  d'Austria,  p.  610. 

MAGALISMO.  p.  U. 

MALAGA,  p.  li. 

MALLAT.  p.  188. 

MALOCCA.  p.  353. 

MALDONADO  Fra  Antonio,  p.  368. 

MANXANZA  di  Hcligiosi  per  incivilire  i  Selvaggi. 

p.  361. 
MANCINI  n.  P.  da  Viterl)o.  p.  346. 
MANIFESTO  iiistorico.  p.  655. 
MANILA,  p.  li  88  lOl   105  164  ce. 
MANIOS  piccola  città,  p.  347. 
MANOSCIUTTU    in   cui   si  contengono    320  brevi 

biogralle.  p.  142. 

—  nella  Riblioicca  dell'  Escuriale,  p.  223. 

—  del  Padre  Laureano  de  la  Cruz.  p.  269. 

—  del  Padre  Tena.  p.  587. 
M.ANOSCRITTI  del  Padre  (iAUBIL  p.  566. 

—  in\  iati  al  Padre  .Marcellino  da  Cive/.za.  p.  22 
ìii  185  334  335  369  371  390  396  430  438  461 
478  4Ui  538  574  581  582  599  632  636  641  059 
602  ec. 


MANOSCRITTI  dei  Francescani  In  Manila,  p.  71 

—  Arabici  p.  79. 

—  di  cui  si  fa  menzione  nella  presente  Bibliografla 
p.2  4  5  8  9  10  11  12  13  16  18  19  20  24  IS  il 
27  28  31    32  33  36  38  39  41  42  43  48  50  St 
66  67  69  71  72  76  79  80  82  88    90   109  111 
113  114  118  122  123  124  128  129  132  133  1S4 
133  136  137  138  142  145  150  151  152  100 101 
164  165  170  171  185  186  187  189  192  200  tO) 
204  207  208  209  211  212  214  215  217  123  2i« 
227  228  230  237  240  243  245  247  248  249  2St 
253  265  266  268  314  315  Ut  320  326  331  313 
334  336  337  338  340  364  367  368  369  371 103 
384  385  390  391  396  400  402  403  404  408  401 
410  411  412  413  415  416  418  419  420  429  4)0 
431  432  433  437  438  439  441  U3  449  451  432 
457  460  461  462  465  466  467  468  470  472  477 
480  482  483  484  490  491  492  493  494  495  490 
500  502  507  523  529  330  532  534  539  540  541 
543  544  545  546  517  548  549  550  551  552  551 
557  558  560  561  562  563  564  565  500  567  568 
569  571  574  575  576  577  580  581  583  584  58C 
587  588  589  590  594  595  596  601  606  609  015 
631  634  635  636  637  641  646  647  654  656  657 
659  660  662  664  666. 

MANUSCRIT  du  Vatlcan.  p.  209. 
MANUALE  Peruanum.  p.  127  437. 

—  en  siete  lenguas  diferentes  de  Provinciis  y 
reinos  del  Perà.  p.  127. 

—  dei  Frati  Minori,  p.  208. 

MANUAL  Romano  tradotto  in  lingua  Maya.  p.  518. 

—  de  Misioneros.  p.  655. 

—  du  Libraire.  p.  443. 

—  do  Mineralogico,  p.  027. 
MAOMETTO,  p.  Ii9. 

MAPA  de  la  Provincia  y  Archipielago  de  Chilò«?.  p.  S. 
MAPIW  geograllca.  p.  192. 
MARCO  (Pad.)  da  Nizza  primo  Apostolo  del  Perù. 
p.  12  L 

—  (frale)  da  Lisbona,  p.  136. 
MARCELLO  11.  p.  017. 

MARCELLINO  da  Civezza  tra  i  PP.  del  Collegio  di 
I^astrana.  p.  113. 

MARCELLIN  Pere  de  Civezza.  p.  164. 

MAIU:HESE  di  Bolama  Presidente  del  Consiglio  dei 
Ministri  di  l^ortogallo.  (1877.)  p.  468. 

MARIGNOLLI  fra  Giovanni  llorentino.  p.  374. 

MARGUERITE  de  France.  p.  589. 

MARIA  (Suor)  di  Gesù.  p.  610. 

MARIANO  (Pad.)  da  Firenze  M.  0.  p.  363. 

MARIANNA  di  (iesù,  superiora  delle  Suore  Bette- 
mitiche,  p.  206. 

MARIE  {Pad.)  de  BREST,  p.  664. 

MARTINO  V.  p.  77. 

MARTINO  (Padre)  da  Valenza,  p.  5. 

MARTINHO  Fr.  do  Amor  de  Deos.  p.  18, 

MARTIRE  dichiarato  Beato  dal  Sommo  Pontefice 
Pio  IX.  p.  576. 


MARTIRI  Giapponesi  e  Gorcomiesi.  p.  4S9. 
BfARTIRIO  dei  43  Martiri  Giapponesi,  p.  «8. 

—  del  Padre  Geronimo  de  la  Cruz.  p.  134. 

—  del  P.  Francesco  Girano  in  Algeri,  p.  i49  588. 

—  del  Padre  Luis  Gomez.  p.  316. 

— -    di  Fr.  Juan  de  Santa  Maria,  p.  ii5  «16. 

—  di  parecchi    Francescani   uccisi  in  Olanda, 
p.  568. 

—  di  Fra  Girolamo  Arese.  p.  601 .  / 

—  de  seis  Fi^yles  Franciscanos.  p.  11. 
MARTIROLOGIUM  fraftciscanum.  p.  25. 
HARTYRS  Franciscains  en  Angleterre  ec.  p.  227. 
MASSIMILIANO  I.  p.  435. 

MASSEO  (Pad.)  Kresslinger.  p.  68. 

MATAREA,  Rascia  e  Cairo,  p.  85. 

MATTEI    Matteo  Prior  di  Cerreto  presso  Prato. 

p.  386  387. 
MATTEO  (Pad.)  Ricci  di  Macerata,  p.  100. 
MATRIMONIO  secondo  di  Cristoforo  Colombo,  p.  39. 
MAZZARINO  (Pad.)  Lodovico,  p.  363. 
MEDAGLIE  antiche,  p.  593. 
MEMOIRES  de  V  Acadèmie  Royale  des  scienses  des 

lettres  et  des  beaux  arts  de  Belgique.  p.  1. 
MEM0RABIL1A  Ordinis  Seraphici.  p.  259. 
MEMORIA  sulle  Missioni  della  Cina.  p.  %0. 

—  indirizzata  al  Governo  del  Perù.  p.  64. 

—  per  i  Collegi  di  Missione  dell'  America  me- 
ridionale, p.  415. 

—  latina  sopra  le  Missioni  Francescane,  p.  416. 

—  circa  le  Missioni  delP  impero  di  China,  p.  484. 

—  ProvinciaeCapistranae.  p.  654. 

—  sobre  a  cultura  e  prepara^ao  do  girofeiro  aro- 
matico, p.  626. 

—  di  Sir  Erskine  Perry,  p.  32. 

—  dolcissima  del  P.  Marcellino  da  Civezza.  p.  13o. 

—  de  alguns  Religiosos,  ec.  p.  390  391. 

—  degli  Americani  all'Esploratore  del  Missisipi. 
p.  236. 

—  della  Missione  francescana  nel  Nord  del  Brasile, 
p.  345. 

—  inviata  al  Padre  Marcellino  da  Civezza.  p.  404 
415  416  484. 

—  delle  Missioni  Francescane  in  Olanda,  p.  404. 
MEMORIE  dei  Commissari  di  Terra  Santa,  p.  150. 

—  della  Nuova  Zelanda,  p.  35. 

—  lasciale  dal  Padre  Morfl.  p.  493. 

—  del  Padre  George  al  Re  di  Francia,  p.  522. 

—  antiche  dei  Cinesi  e  Giapponesi,  p.  598. 

—  del  Messico,  p.  618. 
MEMORIAL  defensorio.  p.  553. 

—  sobre  las  Misiones  de  Filipinas.  p.  365. 

—  de  la  Conciencia.  p.  581. 

—  para  la  continuacion  de  la  Cronica,  ec.  p.  23. 
MEMORIALE  in  difesa  dei  popoli  dell'America. 

p.  532. 
MEMORIALI  scritti  in  latino,  p.  410. 
MENOLOGIO  Francescano,  p.  633. 
MENSA  della  Misericordia  di  ManiU.  p.  105. 


MENENTILLO  da  Spoleto  Domenicano,  p.  410. 
MERCANTI  cinesi  che  vanno  a  Manila,  p.  101. 
MERCURIO  (  Periodico  Peruano).  p.  450. 
MESSA  solenne  di  Requiem  celebrata  ad  un  vivo. 

p.  236. 
MESSAGER  de  Saint    Francois  de    Saint-Trond. 

p.  132  184  305. 
METAMORFOSI  desolante,  p.  312. 
METODO  per  confessare  in  lingua  cinese,  p.  209. 

—  facile  per  insegnare  le  preghiere  ai  Giapponesi . 
p.  308. 

—  nuovo  di  scrivere  inventato  da  un  Francescano, 
p.  385. 

—  adoperato  per  convertire  gl'Indiani,  p.  46. 
MICHAUD(historìederAmerique).  p.  131. 
BnCHELANGIOLO  (Pad.)  da  Napoli,  p.  417. 

—  Laanci  insigne  orientalista,  p.  89. 
MICHELE  Casimiri.  p.  76. 

MIEI  YAIGGI  da  Roma  alla  Cina.  p.  498. 

MIGUEL  de  Castro,  p.  27. 

MIGUEL  Fr.  de  Aguirre.  p.  9. 

MILPA-ALTA.  p.  29. 

MINERALOGIA,  p.  627. 

MINIERE  d' oro, d' argento,  ec.  nell'India,  p.  45. 

—  degli  abitanti  del  Rio  Grande,  p.  612. 

—  e  fertilità  della  Gallizia.  p.  615. 
MINISTRI  Pro  vi  nciales  Pro  vinciaeSaxoniae.  p.  180. 
MINORI  Osservanti  fondano  un  Convento  a  Saint 

Bernard  negli  Stati  Uniti,  p.  184. 
MINUTA  Provinciae  Franciscanae  S.  Gregorii  Phi- 

lippinarum.  p.  316. 
MISCELLANEE  di  Stefano  Baluzi.  p.  404. 
MISION  en  Cochinchina  y  Camboja.  p.  22. 

—  .Serafica  Espanola  de  Xan-Tung.  p.  558. 
MISIONES  en  la  Republica  de  Bolivia,  p.  16. 
— -    de  la  China,  p.  492. 

—  de  los  Egongotes.  p.  566. 

—  de  los  Indos.  p.  583. 

MISIONEROS  de  la  santa  Cruz  de  Queretaro.  p.  69. 
MISSIO  in  Albaniam.  p.  263. 

—  Seraphica  p.  402. 

MISSIONS  de  la  Nouvelle  France.  p.  131. 

—  Franciscaines.  p.  184. 

—  en  Palestine,  p.  22. 

—  catholiques  ec.  p.  664. 
MISSIONES  de  Filipinas.  p.  71. 

—  de  Japon.  p.  72. 

MISSIONARI  primi  delle  Canarie,  p.  51. 

—  in  Moquengua  e  in  Ocopo.  p.  65. 

—  dati  all'America  dall'Ordine  Francescano,  p.  66. 

—  in  Macao  sul  flne  del  1709.  p.  105. 

—  della  Florida,  p.  165. 

—  neir  Olanda,  p.  161. 

—  in  India  spediti  dal  re  di  Portogallo  con  un' 
armata,  p.  168. 

—  in  Mechoachan.  p.  261. 

—  fra  i  selvaggi  Ahenakis.  p.  312. 

—  inviati  da  Innocenzio  IV.  ai  Tartari,  p.  436. 


688 


INDICE 


MISSIONARI  apostolici,  sudditi  sardi,  p.  478. 
MISSIONEROS  Jesuitas.  p.  65. 
MISSIONE  ai  Maroniti,  p.  U. 

—  FrancescaDa   di   San    Giovanni   Battista  in 
California  p.  S5. 

—  di  Sani  Inez.  p.  85. 

—  Francescana  nella  nuova  Zelanda,  p.  34. 

—  del  Padre  CreipeL  p.  131. 

—  di  Fra  Pietro  di  Gand  nel  Belgio,  p.  132. 

—  fra  i  Greus  e  i  Procuruxas.  p.  251. 

—  nel  regno  di  Camaboja.p.  257. 

—  del  Magadascar.  p.  309. 

—  nel  Nord  del  Brasile,  p.  345. 

—  di  Cavinas.  p.  346. 

—  di  San  Francesco  d'Assisi,  p.  351. 

—  di  Calderao.  p.  352. 

—  dei  Pamas.  p.  355. 

—  di  Sant'  Antonio,  p.  357. 

—  di  San  Pietro  Apostolo,  p.  358. 

—  nel  regno  di  Siam.  p.  561. 

—  di  San-Borgia.  p.  573. 

—  di  Sampaloc  p.  600. 

—  di  San  Luigi,  p.  621. 

—  di  San  Diego,  p.  621. 

—  nelle  Cercanias.  p.  621. 
MISSIONI  Francescane  in  America,  p.  4. 

—  d'Affrica,  p.  41.  152  251. 

—  Americane,  p.  569. 

—  della  Palestina,  p.  251. 

—  d'Oriente,  p.  14. 

^    degli  Ilongotes.  p.  217. 

—  della  Provincia  di  Sant  Thomò.  p.  18. 

—  delle  Filippine,  del  Giappone  e  deirAnierica. 
p.  36. 

—  antiche  francescane  d'  AITricu  e  del  Giappone. 
p.  34. 

—  nell'Indie  Portoghesi,  p.  139. 

—  in  Palestina,  p.  !i4. 

—  in  California,  p.  145. 

—  del  Canada,  p.  152. 

—  ^della  Tarlarla,  p.  167. 

—  nel  Nuovo  Mondo,  p.  236. 

—  della  Bolivia,  p.  238. 

—  delle  Molucche.  p.  243. 

—  dell'  Ungheria,  Moriavia,  Boemia,  Transilva- 
nia,  Turchia,  p.  3U. 

—  francescane  in  Inghilterra,  p.  327. 

—  fra  i  Turchi,  p.  337. 

—  di  Caupolican.  p.  346. 

—  nelle  regioni  vcniane.  p.  346. 

—  fondate  dai  Cai>puccini   nella   Provincia  do! 
Para.  p.  363. 

—  nelle  Colonie  Portoghesi,  p.  390. 

—  in  Olanda,  p.  404. 

—  della  Cina.  p.  546  557. 

—  nelle  Filippine,  p.  556. 

—  francescane  di  Palestina,  p.  550. 

—  di  (^siguran.  p.  557, 


MISSIONI  neir  India,  p.  56S. 

—  dell'  India  orientale  e  dell'  America,  p.  S6^ 

—  lungo  le  Coste  di  Barberia.  p.  S88. 
MITHRIDATES  di  ADELUNGE  di  VATER.  p.  584. 
MITOLOGIA,  storia  e  piante  dell' YacaUo.  p.  S38. 
MONACI  di  S.  Basilio,  p.  85. 

MONACHISMO  e  la  Donna  Cattolica,  p.  450. 
MONARCHIA  Ecclesiastica,  p.  662. 
MONARQUIA  Indiana,  p.  30  215  268. 
MONASTERO  della  Montagna  Nera.  p.  1. 

—  di  Frati  Bianchi  In  Ayo.  p.  218. 

—  di  Santa  Chiara  in  Muguer.  p.  €54. 

—  di  S.  Maria  dei  Maroniti  sai  Libano,  p.  21. 
MONASTERIA  Monalium  in  Provinciae  Saxoniae. 

p.  178. 
MONDO  Nuovo  veduto  da  S.  Francesco,  p.  101. 
MONETE  provinciali  di  Francia,  p.  593. 
MONOGRAPH  of  Authors.  ec  p.  2. 
MONSIGNOR  Mezzabarba.  p.  54. 
MONTAGNA  del  Sol.  p.  17. 

—  di  Chi-hua-huas.  p.  584. 
MONTANA  ludea.  p.  512. 
MONTE  Libano,  p.  21. 

—  Sinai,  p.  85. 

—  di  Santa  Caterina,  p.  221. 

—  Sion.  p.  22  561. 

—  Oliveto.  p.  509. 

MONTERÒ  M.  R.  P.  Antonio,  p.  489. 
MONTS  de  Clere.  p.  52. 

—  de  la  Lune.  p.  52. 

—  de  Or.  p.  52. 
MONUMENTA  Franciscana.  p.  411. 

—  Germaniae  historica.  p.  641. 

—  lanuensium.  p.  114. 

MONT.MKNTl  principali  e  costumi  della  Palestina. 

p.  500. 
.MORTE  di  alcuni  Francescani,  p.  611. 
MORTAUA  Conte  Alessandro,  p.  418. 
MOSCOVITI  nella  California,  p.  597. 
MOSTRO  Marino,  p.  620. 

MUGIER  città  nella  Provincia  d'Hvielva.  p.  634. 
MUMMIE,  p.  85. 
MUSEO  Mexicano.  p.  213. 

—  Bonturini.  p.  609. 


N 


NAZIONE  dei  Tupinamiù.  p.  126. 
NAZIONI  harharo  evangelizzale,  p.  69. 
NECESSITÀ  di  un  viaggio  dei   Francescani    nelle 

due  Americhe,  p.  115. 
—    di  pubblicazioni  Ribliograllche.  p.  561. 
NICOI.AO  Antonio  (Bibliot.  hisp.).  p.  136. 
NICOLO  da  Poggibonsi.  p.  467. 
NILO  dove  nasce?  p.  217. 
NOÈ  Hianco.  p.  428. 
NOSTRA  SIGNORA  della  Difesa,  p.  610. 


INDICE 


689 


NOSTRA  SIGNORA  de  los  Remediot.  p,  610. 
NOTA  del  Monos.  p.  343. 

—  importaote.  p.  477. 

—  tratta  da  una  Cronaca  manoscritta,  p.  584. 

—  di  fra  Antonio  di  Urcozar.  p.  9iS. 

NOTE  alla  Storia  di  San  Francesco  tradotta  da 
Cesare  Guasti  di  Prato  in  Toscana,  p.  464. 

NOTAS  manuscritas.  p.  657. 

NOTICIA  biografia  di  Fr.  Fernando  Cuero.  p.  171 
419. 

NOTICIAS  del  Reyno  de  Meclioacan.  p.  36. 

—  de  la  Nueva  California,  p.  444. 

—  dignas  de  attencSo.  p.  561. 

—  historìales  del  Pad.  Fedro  Simon,  p.  571. 
NOTIZIA  dei  Luoghi  Santi,  p.  49. 

—  in  latino  ed  in  fiammingo  di  Francescani  uc- 
cisi dagli  eretici,  p.  44. 

—  storica  della  vita  dei  Missionari  cinesi,  p.  320. 

—  di  parecchie  cose  inviate  al  P.  Marcellino  dai 
PP.  di  Manila,  p.  555. 

—  di  quattro  martiri  Francescani  sin  qui  scono- 
sciuti, p.  637. 

—  che  risguarda  il  Wadingo.  p.  640. 
NOTIZIE  storiche  dell' Australia,  p.  34. 

—  circa  i  viaggi  in  Terra  Santa,  p.  73. 

—  della  Cina.  p.  96. 

—  del  Perù.  p.  1«4. 

—  inedite  intorno  V  Abissinia.  p.  317. 

—  interessanti  per  la  geografia  e  per  la  storia 
naturale,  p.  345. 

—  degli  Indiani  infedeli,  p.  399. 

—  del  Padre  Motolinia.  p.  413. 

—  storiche  intorno  a  Terra  Nuova,  p.  4i5. 

—  storiche  intomo  ai  luoghi  di  Terra  Santa. 
p.  44S  587. 

—  risguardanti  il  viaggio  del  celebre  Missiona- 
rio GmLLAUME  DE  ROBRODCK.  p.  504. 

—  sopra  i  Tapinambos.  p.  643. 

—  in  tomo  al  Padre  Armando  Zierixeense  trova- 
te nel  Tossiniano.  p.  647. 

—  intorno  al  Padre  Antonio  Comajuncosa  spe- 
dite al  Pad.  Marcellino  dal  Pad.  Lardani.  p.  655. 

—  del  Pad.  Emmanuele  Mingo,  p.  660. 
NOUVELLE  Relation  del  Pad.  Le-Clerc.  p.  300. 
NOVA  et  velerà  ecc.  p.  6i5. 

NOVELLE  letterarie  di  Firenze,  p.  567. 
NOVITÀ,  scoperte,  invenzioni  del  Portogallo,  p.  450. 
NOVO  Orbe  serafico  Brasilico.  p.  459. 
NUMISMATICA  e  sua  importanza,  p.  590. 
NUNZII  Apostolici  inviati  da  Benedetto  Xll.  p. 
568. 


OCEANIA,  p.  34. 

OGCHOA  fray  Martin,  p.  i83. 


ODIO  che  i  governi  moderni  portano  agli  Ordini 

religiosi,  p.  475. 
ODORICO  Matiussi.  p.  i48. 
OLANDA,  p.  161. 
OLIO  di  copauba.  p.  349. 
ONORE  dato  ingiustamente  ad  Amerigo  Vespucci. 

p.  573. 
OPERA  nova.  p.  579. 

—  del  Padre  Anton  Castillo  presso  il  Padre  Mar- 
cellino da  Civezza.  p.  90. 

—  del  Daza,  p.  136. 

—  del  Padre  de  Gubematis.  p.  137. 

—  importantissima  per  lo  studio  delle  lingue, 
p.  188. 

—  acquistata  in  Parigi  dal  Padre  Marcellino  da 
Civezza  per  iOO  franchi,  p.  i4S. 

—  tradotta  in  italiano,  in  castigliano  o  in  fran- 
cese, p.  333. 

—  interessante  per  la  storia  civile  e  religiosa  del 
Messico,  p.  397. 

—  data  in  dono  al  Padre  Marcellino  da  Civezza 
dal  Padre  BULDÙ.  p.  450. 

—  omnia  B.  Alberti  a  Sarthiano.  p.  566. 
OPERE  del  Padre  Colat  di  Valenza,  p.  118. 

—  dei  Missionari  Francescani  nel  regno  di  Bi- 
snega.  p.  169. 

—  pubblicate  dal  Padre  Anton  Felice  Mattei.  p. 
387. 

—  del  Padre  Andres  de  Olmos.  p.  436. 

—  del  Padre  Francesco  da  Perinaldo.  p.  451. 

—  del  Padre  Juan  Pobre  Franciscano.  p.  466. 

—  pubblicate  e  inedite  del  Padre  Ribadeneyra. 
p.  495  497. 

—  del  Padre  Diego  da  S.  Francisco,  p.  543. 

—  del  Padre  Francesco  da  S.  Giuseppe,  p.  544. 

—  del  Padre  Antonio  da  San  Gregorio,  p.  544. 

—  del  Padre  Agostino  da  San  Pasquale,  p.  548. 

—  del  Padre  Gaspar  da  S9o  Miguel  dedicate  a 
Filippo  IV.  p.  565. 

—  del  Padre  ANDRÉ  THEVET  Francescano,  p. 
590. 

—  di  Alessandro  HUMBOLDT,  p.  597. 

—  del  Padre  Velloso,  p.  6S5  6f  6  637. 

—  del  Padre  Francesco  da  Santa  Chiara,  p.  664 
665. 

OPUSCOLOS  Huaxtecos.  p.  436. 
ORACION  funebre,  p.  600. 
ORACIONES.  p.  584. 
ORAISON  funebre,  p.  437. 
ORATIO  Fr.  Gregorii  Petrochae.  p.  «. 

—  gratulatoria,  p.  637. 

ORDINE  Francescano  il  primo  ad  inviare  Apostoli 
neir  Affrica  e  nel  Brasile,  p.  459. 

—  di  Santa  Chiara,  p.  400. 
ORDEN  militar  ec.  p.  78. 

ORDINI  religiosi  e  i  loro  Missionari  quanto  valgano 

per  la  vera  rigenerazione  dei  popoli,  p.  309. 
ORIGEM  do  Real  Mosteiro  de  Xabregas.   p.  39. 

45 


6!)0 


INDICE 


ORIGINE  della  Provincia  Bosna  Croatia.  p.  43. 

—  della  Nazione  Slava,  p.  43. 

—  della  Santa  Croce  di  Queretarp.  p.  170. 

—  della  Serafica  Religione  per  il  Padre  Goiazaga. 

—  e  progresso  (  ortus  el  progretius  )  dell*  Ordine 
llinoritico  di  San  Francesco,  p.  256. 

—  deì\à  più  bella  e  gentile  delle  lingae  moderne. 
p.  531. 

ORIGINALE  prezioso  in  Firenze,  p.  «08. 

ORTAL  Geronimo,  p.  7. 

ORTENSIO   Rev.  P.  da  Livorno  Missionario,  p. 

335. 
ORTUS  ^l  progressus  sacri  OrdinisMinoruro.  p.  68. 
OSPEDALE  per  le  donne  nel  Perù.  p.  «06. 

—  dì  Montreal,  p.  305.' 

OSPIZIO  dei  Cappuccini   italiani  Missionari  neir 
America  portoghese,  p.  3S2. 

—  di  Propaganda  Fide  di  Granata,  p.  41. 
OTTAVIO  Beltrano.  p.  643. 

—  (  Pad.  )  da  Fenestrelle  Missionario  in  Pale- 
stina, p.  478. 

—  (Pa^)  Barsanti.  M.  0.  p.  34. 
OZON  Padre  Potenziano,  p.  311. 


PACIFICATORE  delU  Nuova  Biscaglia.  p.  615. 

PADRI  della  Coropagpia  di  Gesù.  p.  10. 

PADRON  de  los  Conventos  de  la  Provincia  del  Nom- 
bre  de  Jesus,  p.  391. 

PAESI  dove  si  fa  raccolta  due  volte  V  anno.  p.  218. 

PAGINA  di  storia  gloriosissima  per  l'Ordine  Fran- 
cescano p.  370. 

PAGINE  di  un  Quadro  sinottico  della  Storia  del- 
l'Ordine inviate  al  Padre  Marcellino  da  Civezza 
M.  0.  p.  449. 

PAJARES  {Pad.)  p.  50. 

PALAZZO  della  Giustiza  in  Quebec,  p.  312. 

PALLAVICINO  Cardinale  di  S.  Chiesa,  p.  83. 

PALMETO  Serafico,  p.  193. 

PAUMAS  Indiani,  p.  354. 

PANEGIRICO  in  onore  del  B.  Benedetto  d'Arezzo, 
p.  42. 

PANIERI  Canonico  Ferdinando,  p.  636. 

PANFILO  (Pad.)  da  Magliano  M.  0.  R.  p.  234  365. 

PAOLO  III.  p.  10  44. 

—  IV.  p.  617. 

—  V.  p.  3. 

—  (Pad.)  Fournier.  p.  312. 
PARAISO  serafico,  p.  560. 

—  mistico,  p.  563. 
PARASOLI  degli  Indi.  p.  622. 

PAROLE  di  riconoscenza  del  Pad.  Marcellino  da  Ci- 
vezza M.  0.  p.  401. 
PARTICOLARI  interessantissimi,  p.  169. 


PASS.AGG10  aperto  tra  il  Nuovo  Messico  e  la  So- 
nora, p.  622. 

—  gratit  nei  Vapori  postali  ai  MissionarL  p.  331. 

—  Passio  gloriosi  Martyris  Andreae  de  Spoleto, 
p.  448. 

PASSIONI  e  morti  crudeli  sofferte  da  molti  frati 
Francescani,  p.  582. 

PASTORAL  del  Metropolitano  di  Oca.  p.  56L 

PATATE,  loro  cultura,  uso  e  utili tà.  p.  629. 

PATENTE  R.  P.  Theodori  Reinfeld.  p.  182. 

PATENTI  dei  Re  di  Francia  a  favore  dei  France- 
scani del  Santo  Sepolcro,  p.  180. 

PATER  NOSTER  in  geroglifici  delle  tribù  india- 
ne.  p.  306. 

—  in  lingua  Cumanagota.  p.  51  ft. 
PATRIARCA  d'Alessandria  si  sottomette  al  Papa. 

p.  130. 
PATRIMONIO  Seraphico.  p.  251. 

—  Serafico  della  Terra  Santa,  p.  S47. 
PAULUS  de  Trìncis  p.  258. 

PEDRO  de  Aguado  M.  0.  p.  5. 

—  Fr.  Simon,  p.  5. 

—  Gonzalez  de  Agueros.  p.  8. 

—  (Pad,)  Bautista.  p.  36. 

—  (Pad,)  Beltran.  p.  4i. 
PELAGLO  I.  p.  662. 

PELLEGRINO  viaggiante,  sog^giornante,  ec  p.  571 

PELLEGRINÀGGIO  delia  vita  umana,  p.  589. 

PELLI  di  Castoro,  p.  310. 

PENSIERO  Cattolico  (giornale  genovese.)  p.  253. 

PEREGRINAGGIO  di  Terra  Santa,  p.  570 

PERECRINÀgAO  a  ìerusalem.  p.  f  50. 

PEREGRINATIO  terrae  promissionis.  p.  IL 

PERUGIA,  p.  452. 

PERSECUZIONE  dei  Cristiani  nel  Giappone,  p.  7i. 

—  dei  Missionari  nel  Trarback.  p.  162. 
PIERRE  (Pad.)  Bonlhler.  p.  51. 

PIER  BATTISTA  e  compagni  Martin,  p.  250. 
PIETRO  (Pad.)  da  Belmonte.  p.  16. 

—  Marini  Cardinale,  p.  20. 

—  Gnlielmi.  p.  58. 

—  (Pod.)  Alfaro.  p.  133. 

—  M.  R.  P.  Pellici  da  Lucca  M.  0.  p.  449. 
PIO  IV.  p.  28. 

—  IX.  p.  109  227  550. 
PISTOIA,  p.  636. 
POBLACION  de  Valdivia.  p.  9. 
POEMA  in  ottava  rima.  p.  610. 

—  di  un  Francescano  in  ottava  rima.  p.  165. 

—  sacro  in  ottava  rima,  p.  201. 

POESIE  in  lode  del   Padre  Faustino  Tasso  M.  0 

p.  582. 
POETESSA  Messicana,  p.  611. 
POLINARI  da  Fiorenza  M.  0.  p.  471. 
POPOLO  d'Albanan.  p.  561. 
POPOLI  convertiti  dai  Missionari  Francescani  neili 

Provincia  di  Curoana.  p.  539. 
PORTA  dei  PettinarL  p.  139. 


INPfCE 


691 


Iceyra.  p.  56. 
,  p.  57. 

p.  56i. 

e  Olandesi,  p.  15i. 

nae  p.  153. 

•1  Cazco.  p.  63. 

ilizzatrice  della  Religione  cattolica. 

la  dolce  ncir  Egitto,  p.  88. 

NE  del  Barone  G.    de  Humboldt. 

Ita  delle  donne  indiane,  p.  45. 
:ui  predicava  l'Evangelista,  p.  83. 
trales  de  los  Indios.  p.  37. 
scana.  p.  444. 

alla   Storia   compendiata   di    San 
K  365. 

fo  dell'Indie,  p.  10. 
3lla  pietcisa  opera  della  Santa  In- 
588. 

iioni  francescane  nel  Yucatan.  p.  119. 
f  reglas  de  la  lengua  Camanagota. 

ìbec.  p.  932. 

Dirabili  di  una  Missione,  p.  361. 

Reimpressor  all'  opera  del   Padre 
San  Bernardino,  p.  563. 
si  del  Padre  Frediani  M.  0.  pubbli- 
to  (Toscana)  nel  1853.  p.  320. 
adre  Peragallo.  p.  121  450. 
delle  Missioni  Francescane,  p.  608. 
curioso  degli  OUomachi.  p.  572. 
li  Xan-lung.  p.  61. 
la.  p.  71. 

tregorio.  p.  22.  71. 
osé.  p.  71.  72. 

p.  75. 
gL  p.  98. 
ivaros.  p.  287. 
.  p.  273. 
na.  p.  339. 
bre  de  Jesus,  p.  391. 
arcas.  p.  398. 

he  si  segnalarono  nelle  Missioni,  p.  69. 
Christiana,  p.  529. 


en  que  se  liallan  el  origen  ,  pro- 
ludo, que  al  presente  tiene  este  Co- 
^issioncs  de  Propagande  Fide  de 
fiora  de  las  Gracias.  p.  477. 
ninalivu  dei  Missionari  apostolici, 
dì.  p.  478. 

Laudensi  Fr.  Francisco,  p.  479. 
Diego  Diaz.  p.  491. 
Andres  p.  480. 
A  et  Mcndoza  Complut.  p.  480. 


QULNOGRAPIA  portugueza.  p.  627. 

QUISTIONE  sopra  il  secondo  matrimonio  ^ì  Co- 
lombo, p.  673. 

QUISTI0N1  curiose  circa  il  cibo  4egU  Ottomachi. 
p.  573. 

QUO  et  a  quibus  poncta  hebraicae  llngoae  inventa, 
p.  183. 

QUOTIDIANA  processio  quae  a  Fratribus  Minorlbus 
celebratur.  p.  469  481. 


RACCOLTA    del  P.  Brotisr  poi  acquistata  dal 

Lànolbs.  p.  566. 
RACCONTO  di  Capo  Breton.  p.  307. 

—  di  un  Francescano  che  fu  nell'  isola  de*  La- 
droni, p.  496. 

—  di  quel  che  In  Sennaar  avvenne  al  Missiona- 
ri, p.  264. 

—  commovente  della  morte  crudele  .data  in  Ge- 
rusalemme ad  una  Pellegrina  Portoghese.Terziaria 
Francescana,  p.  388. 

RACCONTI  interessanti,  p.  304. 

RASI  di  Firenze,  p.  84. 

RECOLLETTl  Francescani  di  Parigi,  p.  309. 

RECOPILACION  de  algnnos  nombres  arabigos.  p. 

226. 
REFUTACION  de  un  manifesto  contra  lo  Rellgiosos 

en  China,  p.  552. 

—  al  error  de  la  Irasmigracion  de  las  almas. 
p.  548. 

—  de  los  errores  contenldos  en  el  libro  fiupo, 
p.  557. 

REGIONBS  austrlales.  p.  641. 
REGISTER  der  capitelen.  p.  217. 
REGLA  de  S.  Clara,  p.  40. 
REGLAS  para  la  lAtelligencla  de  ja  lengua  ^6  los 
Indios  de  Piritu.  516. 

—  de  la  lengua  Cumanagota.  p.  64$. 
REINFELD  R.  P.  Teodoro,  p,  ^74.' 
RELACAM  summarla  ec  p.  489. 

RELAQÀO  do  que  aconteceu  na  villa  de  Angra. 
p.  110. 

—  da  viagem  e  successo  que  teve  a  Nau  ,Capi- 
tania  ec  p.  121. 

—  do  que  obrar9o  na  segunda  missSo  os  Reli- 
giosos  Capuchos  da  Pietade.  p.  185. 

—  flel  jda  perseguilo  contra  o  Chrlstianlsmo  da 
China,  p.  223. 

—  memora vel  da  Santa  Provincia  dos  Algarves. 
p.  490. 

—  verdadeira  do  celeberrimo  triampho  e  Victo- 
ria ec.  p.  559. 

—  de  todo  0  estSdo  do  MaranhSo.  p.  564. 

—  do  naufragio,  que  padeceu  Fr.  Manuel  do 
Sepulcro.  p.  568. 

—  das  moedas  dos  palzes  estrangeiros,  ec.  p.  629. 


692 


INDICE 


RELAGION  del  Martirio  de  Fr.  Sebast  de  S.  José, 
p.  18. 

—  de  la  ConversioD  ec.  cn  Catonga.  p.  541. 

—  de  mi  viage  a  Pekin.  p.  14. 

—  de  los  trabajos  apostolicos  de  los  religiosos 
Franciscanos.  p.  13. 

—  de  Hienisalem.  p.  «I. 

—  geografica  de  Lanatin  ec.  p.  30. 

—  de  la  persecucion  con  tra  los  Cristianos  en  Ja- 
pon.  p.  36. 

—  del  hermano  Fr.  Antonio  de  Almaden.  p.  13. 

—  del  Laoghi  Santi,  p.  «1  73. 

—  en  qne  se  dize  la  prision  de  un  Religioso  Fran- 
cisco Descalzo  EspSnol.  p.  13. 

—  de  la  administracion  de  los  sanctos  Sacramen- 
tos.  p.  66. 

—  bistorica  de  los  progresos  de  la  crisitiandad 
en  Filipinas.  p.  71. 

—  hecha  por  Fr.  Fedro  de  Burgnillos.  p.  7i. 

—  de  los  sucesos  y  persecacion  con  tra  los  cri- 
stianos en  el  Japon.  p.  79. 

—  verdadera  y  copiosa  de  los  sagrados  Lugurcs. 
p.  73. 

—  de  las  cosas  de  reyno  de  Perù.  p.  81. 

—  de  la  fundacion  de  la  Santa  Provincia  de  los 
do^  Apostoles  del  Perù  ec.  p.  H7  138. 

—  de  mi  mlsion  y  trabajos  en  el  relno  de  Mon- 
gam  ec.  p.  134. 

—  del  viage  al  relno  de  la  gran  China,  p.  164. 

—  de  viyage  di  Fr.  Juan  da  Prado.  p.  84S. 

—  de  la  Misiones  de  los  Ilongotcs  ec.  p.  SI 7. 

—  di  Fr.  Anselmo  de  Montesion.  p.  74. 

—  del  vlaje  de  Juan  Ceberio  de  Vera.  p.  73. 

—  de  las  cosas  de  Yucatan.  p.  266. 

—  historica  de  la  vida  ec.  de  Fr.  lunipero  Ser- 
ra, p.  443. 

—  de  la  santas  Missiones  de  san  Carlos,  p.  444. 

—  del  Nuevo  Mundo  ec,  p.  450. 

—  de  las  ceriroonias  de  los  Indos.  ec.  p.  490. 

—  del  edito  del  rey  Idate.  p.  491. 

—  del  martirio  del  P.  Laurei,  p.  491. 

—  de  los  medios.  ec.  p.  491  492. 

—  de  la  conquista  d*  està  Nueva  Espaiia  ec.  p. 
527. 

—  de  la  entrada  de  los  Misioneros.  ec.  p.  532. 

—  de  la  Mlsion  Serafica  en  China,  p.  548  552. 

—  de  los  atcntados  del  frances  Carlos  Maygrot. 
p.  648. 

—  del  martyrio  que  seys  Padres  Descalcos  Fran- 
ciscos  ec  p.  556. 

—  de  la  cosas  del  Japon.  p.  557. 

—  del  imperlo  Anamitico.  p.  558. 

—  de  un  viaje  a  la  isla  de  Nicovar.  p.  561. 

—  de  las  Misiones  del  los  Egongotcs  p.  566. 

—  del  Padre  Luys  Sotelo.  p.  576. 

—  del  viage  en  China  de  Fr.  P.  de  Alfaro.  p.  595. 

—  del  viage  de  D.  Diego  Vera  Ordonez  Villaqui- 
rin.  p.  635. 


RELACION  de   los  Missiones   y  conversioDes  de 

infleles,  ec.  p.  364. 
RELACIONES  de  todas  las  cosas  que  en  el  Nuevo 

Mexico  se  ban  visto  y  savido,  p.  €46. 

—  de  la  converslon  y  froctiis  de  los  Misioneros 
en  China,  p.  554. 

RELATIO  carcerationls  Patris  Ioannis  Baptistae  de 
Bormio,  p.  52. 

—  Missionum  occldentalinm   sab  vexUlis  Sera- 
phici  Instituti  pcractarum.  p.  144. 

—  martirii  V.  P.  F.  Ioannis  a  santa  Martha,  p.  213. 

—  Sinae  sectarum.  p.  553. 

RELATION  des  decouvertes   de    M.   de   La  Salle. 
p.  152. 

—  d'  un  Mlssionnaire  Franciscain  en    Turquie 
p.  662. 

—  du  voyage  de  Terre  Salute,  p.  38. 
RELAZIONE  del  Convento  di  Giaccherino  dei  M.  0. 

della  città  di  Pistoia,  p.  3  114  569. 

—  dello  stato  della  Abissinia.  p.  97. 

—  dei  trionfi  ottenuti  dai  Francescani  nell'alto 
Egitto,  p.  68. 

—  delle  cose  che  ha  potuto  vedere   nelFEgitU» 
il  Padre  Arcangelo  da  Pistoia.  M.  0.  p.  82. 

—  di  varii  viaggi,  fatiche,  patimenti  ec  nelF im- 
perio della  Cina.  p.  90. 

—  di  una  lettera  scritta  in  Roma  circa  la  mor- 
te del  Pad.  Francesco  Cirani.  p.  149. 

—  del  Padre  Raffaele  da  Castello  de  Vide.  p.  89. 

—  delle  feste  fatte  a  Pistoia  per  la  promozione 
al  Pontificato  di  Gemente  IX.  p.  114. 

—  di  Fra  Tommaso  dell'  Ordine  di  San  France- 
sco, p.  219. 

—  inedita  del  Padre  Laureano,  p.  269. 

—  della  prigionia  di  alcuni  Missionari,  p.  32i- 
— .  del  martirio  di  alcuni  Missionari   francesca- 
ni, p.  322. 

—  di  un  martirio,  p.  438. 

—  della  Missione  Francescana  del  Chaco.  p.  449. 

—  della  Missione  della  Bosnia  Argentina,  p.  48i. 

—  della  fondazione  ec.  del  Collegio  dei  FraQce- 
scani  in  Buenos- Ayres.  493. 

—  inviata  al  Padre  Marcellino,  p.  493. 

—  manoscritta  in  lingua  francese,  p.  536. 

—  delle  Missioni  Francescane  negli  Stati  Uniti  di 
America,  p.  574. 

—  delia  Tarlarla,  del  Padre  Martini,  p.  59|. 
RELAZIONI  inviate  al  Padre  Marcellino  dalle  Fi- 
lippine, p.  384. 

—  del  Bassetti,  p.  448,  ec. 

—  fra  il  Buddismo  indiano  e  il  Cristianesimo, 
p.  227. 

RELICARlO  y  viage  de  Roma,  Loreto,  Jerusaiem. 

p.  452. 
RELIGIONE  dei  Nuqueros.  p.  «25. 
RELIGIOSE  Ospitaliere  di  Bcaufort  p.  305. 

—  dì  S.  Agostino,  p.  162. 

—  della  Congregazione  di  Nostra  Donna,  p.  313. 


f 


IRIMCB 


693 


\M  generate  ec.  p.  S09. 

emostrative.  p.  493. 

ux  libelles  dMnJures  cootre  le  chevalier 

ipnou.  p.  59 1. 

lON  del  Collegio  de  Ocopa.  p.  494. 

ì  la  Cronica  Franciscana.  p.  494. 

cristiana  del  Padre  Vallades.  p.  194 

;iscaine  (bulletin  mensuel  ec)  p.   190 

S.  Ana  dichiarato  Beato  dal  Sommo 
io  IX.  p.  550. 
izarena  p.  373. 

el  Padre  Marcellino  da  Civezza  nelle 
di  Lisbona,  p.  SS3. 
Missionari  Francescani,  p.  71. 
esser  Bonaventura,  p.  639. 
ro  da  Tossignano.  p.  366. 
p.  1«5. 
Leoa.  p.  185. 
1S5. 

is.  p.  185. 
.  p.  185. 

on  scoperto  nel  1651  dai  Missionari 
.  p.  S69. 
.  p.  459. 

ime  navigabile,  p.  369. 
i  degli  Indiani,  p.  46. 

CUTOIA  RIVARA  C  a  BaRRBTTO  MIRANDA. 

p.  J57. 
NTO  e  fondazione  di  varie  Missioni. 

[E  della  Ciiiesa  del  Santo  Sepolcro  e 
ella  Natività  a  Betlem.  p.  i65. 
ioni  Francescane  nolPAmerica.  p.  184. 
.  187. 

i  delie  Ctiiese  dissidenti  della  Pale- 
si. 

.  566. 
3S.  p.  543. 

1  Padre  Giunepero.  p.  443. 
s.  p.  593. 
uaniim.  p.  H7. 

p.  91. 
Ni  le.  p.  5«. 

lituto  Brasiiero.  p.  696. 
na  di  Barcellona,  p.  4fO. 

de  liistoria  y  geographia  ec  p.  476. 
.  p.  70 
n  politici  che  hanno  tramutato  V 

611. 

li  Indi  della  Nuova  Galizia,  p.  586. 
ons.  Giuseppe  Vicario  Apostolico  In 
ina  sua  opera  al  P.  Marcellino,  p.  91 

ancur.  p.  41 


ROSAS  do  JapSo  candidas.  p.  556. 
ROSELLY  de  Lorgues.  p.  305  509  656. 
ROSSETTO,  luogo  di  gran  traffico,  p.  84. 
ROTONDA  di  Roma.  p.  87. 
RUDIMENTOS  de  la  Doctrina  cristiana,  p. 
—    del  Arabe  vulgar.  p.  315. 
RUFINO  Padre  de  Saboea.  p.  74. 


583. 


SACERDOTE  ultimo  deU' latitato  ÌCinoritico  del 

Canada,  p.  313. 
SACRIFIZI  umani  degli  IndianL  p.  46. 
SAGGIO  dell'opera  del  Reverendo  Padre  Truxillo. 

p.  603. 

—  dell'  idioma  Tacana.  p.  914. 

—  di  un  opera  di  Frate  Apollinare,  p.  120. 

—  di  36  documenti,  p.  316. 

—  di  una  relazione  importante,  p.  339. 

—  della  lingua  Messicana,  p.  37. 
SALMON.  p.  61. 

SALVATO  Lamberto,  procuratore  dei  Frati  Minori 

di  Prato  in  Toscana,  p.  444. 
SALVATORE  Fr.  da  Taveiro.  p.  186. 

—  {Pad,)  della  Cruz.  p.  149. 

SALTERIO  de  la  Virgen  trad.  de  latin  al  chinico. 

p.  546. 
SANNIG  Padre  Bernardo,  p.  548. 
SANTA  TERESA,  p.  558  615. 
SANTITÀ  (la)  Libro  mistico   in  lingua  Tagalog. 

p.  465. 
SE  I  FRATI  sien  dannosi  alla  civil  società,  p.  3il. 
SECOLO  di  Dante,  p.  530. 
SELVAGGI  Taensi.  p.  936. 

—  dell'Australia,  p.  34. 
SEMINARIO  di  Prato  (Toscana.)  p.  297. 

—  Arcivescovile  di  Palermo,  p.  449. 

—  e  Collegio  deFArchangel  Bflguel  de  Escomal- 
bou.  p.  447. 

—  fondato  da  un  Prelato  Francescano  a  benefi- 
zio dei  popoli  d'Affrica,  p.  475. 

—  Conciliare  di  Siviglia,  p.  603. 

—  di  San  Girolamo,  p.  624. 
SENECTUTIS  bona  et  mala.p.  153. 
SEPOLTURA  dei  Pamas.  p.  366. 
SEPOLTURE  dei  Cristiani  uccisi  da  Diocleziano. 

p.  88. 
SERIE  di  lettere  importantissime  dell'Arcivescovo 

di  Goa.  p.  564. 
SERMOES.  p.  565. 

S^MON  al  Sumo  Sacerdoto  Tartaro,  p.  497. 
SER  MONA  RIO  en  lengua  Mexicana.  p.  38. 
SERMONI  tradotti  dal  Messicano,  p.  164. 

—  per  tutto  l' anno  in  lingua  Messicana,  p.  598. 
SERMONES  traducidos  libremente  al  idioma  Yu- 

cateco.  p.  517. 

—  de  San  Francisco  y  Sant'  Clara,  p.  316. 


é 


694 


INDICE 


SERMONES,  vocabuku1o,y  grammatica  en  liDgaa 

Guatemala,  p.  576. 
-^    para  todas  la  fesUvidades.  p.  580. 

—  en  lengaa  Maya.  p.  596. 

—  soper  Evangelia,  p.  367. 

—  en  Lengna  CahckiqaeL  p.  9. 
SERRANIA  del  Brasil.  p.  17. 

SERRANO  (Pad.)  Andrea  d.  a  d.  Gesù.  p.  563. 

—  Don  Francisco  Vescovo  Tipasitano.  p.  54. 
SIESTAS  de  San  Gii.  p.  599. 
SILABARIO  de  la  lengaa  Maya.  517. 
SILLABUS  aniversus.  p.  639. 

SILES  de  CordiUeres,  ec.  p.  596. 
SILVA,  Diccionario  BibL  Portog.  p.  110. 
SIMBOLO  da  Fé  do  aosso  Pr.  Loiz  da  Graoada. 
p.  565. 

—  do  Cardeal  Bellarmino.  565. 

—  cattolico  in  lingaa  indiana  ,  spagnoola  e 
latina,  p.  137. 

—  Cattolico  Indiano,  p.  438. 

—  da  Fò  in  em  lingaa  Concanl.  p.  565. 
SINGULARITEZ  (les)  de  U  France  Antarctiqne.  p. 

590. 
SINTESI   di  tuttociò  che  era  sUto  scritto  di  San 

Francesco  fino  air  anno  1651.  p.  14. 
SISTO  V.  p.  94  S15. 

SITO  e  grandezza  della  città  di  CevoU.  p.  497. 
SOaETÀ  de*  Frati  Pellegrinanti,  p.  831. 

—  geografica  italiana,  p.  467. 

—  scientifica  in  Cuzco.  p.  66. 

—  dei  Bibliofili  Alemanni,  p.  186. 
SOLON  Franciscanus.  p.  489. 

SOMMARIO  di  un  viaggio  da  Siviglia  alla  China, 
p.  341. 

SOMMOSSA  di  popolo  eccilaUi  dai  Mori.  p.  168. 

SOin>RESSIONE  degli  Ordini  religiosi  di  quanto 
danno  alle  Missioni,  p.  Ì38. 

SOR(iENTE  d'argento  misto  a  Mercurio,  p.  692. 

SORORES  Sanctae  Clarae.  p.  179. 

SOTELO  (Pad.)  Luigi,  p.  3. 

SOZZIFANTl  Monsignor  Niccolò  Vescovo  di  Pistoia 
e  Prato,  p.  Si. 

SUCCESSI  del  Colombo,  p.  616. 

SUMMARIO.  p.  559. 

SIPERSTICIONES  de  los  Indios.  p.  41. 

SrPPLEMENTAAnnallumOrdinisMinorum.p.  390. 

SUPPLEMENTO,  p.  561. 

SUPPLEMENTIM  et  casligalio  ad  scriptores  trium 
Ordinuni  Sancii  Francisci.  p.  567. 

SCHIARIMENTI  e  note  del  De  Gubernatis  sopra  V 
opera  del  Marignolli  M.  0.  p.  389. 

SCISMA  tra  i  Maroniti  del  Monte  Libano,  p.  130. 

SCIPIONE  Amati,  p.  3. 

SCOGLIETTO  detto  il  Faro  ove  si  dice  scrivesse- 
ro i  Settanta  Intcrpetri.  p.  84. 

SCOPERTA  di  nuove  miniere  fatte  dai  Francesca- 
ni, p.  694. 

—  dell*  Orenoco.  p.  579. 


SCOPERTA  del  ttomo  delle  AmazzoDi»  open  dei 

Francescani,  p.  969. 
^    del  MississipL  p.  934. 

—  dell'autore  di  un  manoscritto  prezioio  CiUa 
dal  Padre  Maroelllno  da  Civena.  fi.  A99. 

—  del  Brasile  (àtU  dai  Missionari  Praneescaini. 
p.  168. 

—  delP  isole  di  Salomone,  p.  194. 

—  del  Rio  delle  Amazzoni,  p.  194. 
SCOPERTE  e  Missioni  della  California,  p.  338. 

—  del  Canada,  p.  159. 

—  del  Paese  di  Qaivira  e  Qboola.  p.  410. 
SCOPRIMENTO  del  Texas,  p.  170. 

—  deir Indie  fatto  dal  Colombo,  p.  €15. 
SCRITTI  lasciati  dal  nostri  antichi  Missionari  neiP 

America,  p.  597. 
SCRITTORI  classici  in  lingua  Portoghese,  pi.  408. 

—  Portoghesi  recenti,  p.  474. 

—  primi  in  lingua  Messicana,  p.  S8. 

—  della  Provincia  Francescana  di  llijoriea.  p.  50. 
SCRITTURA  presentata  al  Cardinale  Casanale.  p. 

568. 
SCUOLE  e  università  in  Tescoca  p.  618. 
SMENTITA  solenne  e  interessante,  p.  47K. 
SPEDIZIONE  di  Missionari  PrancescanL  pu  611. 

—  marittima  allo  coste  del  Mar  PaciOeo  lino  al 
grado  60.  p.  691. 

SPIEGAZIONE  del  caratteri  regolari  ee.  p.  M8. 
SQUIER.  BibUografo  d'  America.  ^.  19  18  Sf  i» 

198  199  146  169  596,  ec. 

STAMPA  donata  al  Padre  Marcellino  da  Civezza 
M.  0.  p.  405. 

ST.AMPATO  invialo  al  Padre  MarceUino  da  Qvez- 
za  M.  0.  p.  395. 

STAMPATI  citati  nella  presente  Bibliografia,  p.  1 
9  4  8  9  10  11  19  13  14  15  16  18  19  90  II 
93  9i  95  97  29  3i  33  34  35  36  38  39  40  41 
49  43  44  51  69  63  66  67  68  69  70  71  73  75 
76  80  81  88  89  90  108  109  110  ili  119  115 
116  119  121  Hi  123  i9i  198  199  130  133  135 
136  137  139  143  144  U5  147  148  149  150  159 
160  167  159  171  186  188  189  190  191  193  194 

199  900  901  909  904  905  907  908  911  113  915 
916  917  993  99i  995  196  997  998  930  931  937 
938  939  940  949  943  944  947  948  950  951  259 
955  956  264  965  966  968  309  313  314  315  396 
397  330  332  335  339  340  344  345  364  367  368 
369  370  371  379  384  385  386  388  389  390  396 
397  398  401  403  404  405  408  409  410  411  413 
414  415  417  490  498  499  439  433  434  435  436 
437  438  439  449  443  444  447  448  449  450 
451  457  458  459  461  469  463  464  466  467  468 
469  470  479  478  479  480  481  483  484  488  489 
490  491  499  493  495  497  499  500  501  509  503 
514  516  519  590  591  593  599  530  531  531  533 
534  535  540  541  549  544  545  546  548  550  551 
552  556  557  558  559  560  569  563  564  565  566 
567  568  569  570  571  573  574  575  576  577  578 


INDICE 


695 


S79  880  581  58i  S83  584  588  589  590  594  595 
598  600  601  605  606  607  608  625  631  «at  634 
«36  686  638  639  640  643  646  647  648  650  653 
«B4  655  656  657  658  660  66i  663  664  665  666. 
STATO  attuale  della  Cina.  p.  498. 

—  delle  Mlsaiool  Francescane,  p.  578. 
STATUTI  della  Società  cattolica  incivilitrice.  p.  449. 
STATUETTE  di  bronzo,  p.  593. 

STORIA  della  conquista  deir  isole  Canarie,  p.  1. 

—  della  predicazione  deir  ordinamento  del  Cat- 
tolicismo  neir  India  Portoghese,  p.  11. 

—  generale  del  Brasile  di  Varnhagen.  p.  SO. 

—  della  Normandia,  p.  96. 

—  de  Yucatan.  p.  30. 

—  dei  Pai  Marlre.  p.  34. 

—  delle  Missioni  Francescane,  p.  39  50  51  67  110 
151  309,  ec. 

—  delle  persecuzioni  in  Gna  contro  la  Religione 
Cattolica,  p.  43. 

—  dell'Ordine  Francescano  nell' isole  di  Majorica, 
Moorica,  ec  p.  50. 

—  prima  delle  Canarie,  p.  51. 

—  di  quattro  Missionari  Domenicani  strozzati  in 
Qua.  p.  55. 

—  Ecclesiastica  dell'  Irlanda,  p.  67. 

—  universale  delle  Missioni  Cattoliche,  p.  70  148. 

—  della  Nuova  Andalusia,  p.  110. 

—  dello  scisma  Greco,  p.  139  130. 

—  del  Fardé.  p.  148. 

—  del  Giappone,  p.  79. 

—  Francescana  di  Ragusa,  p.  150. 

—  della  Florida  nella  Nuova  Spagna,  p.  165. 

—  del  Francescani  nelle  Filippine,  p.  169. 

—  della  Guinea,  p.  186. 

—  di  S50  Martiri  Giapponesi,  p.  194. 

—  della  Terra  Santa,  p.  S07. 

—  della  Cocincina,  in  lingua  spagnola,  p.  344. 

—  dei  Recoliettl  nel  Canada,  p.  311. 

—  di  San  Francesco  d' Assisi,  p.  333  365  366 
443  660. 

—  della  Serafica  Religione,  p.  366. 

—  di  San  Louis  del  MaranhSfo.  p.  353. 

—  di  S.  Antonio,  p.  353. 

—  del  Gran  Para.  p.  353. 

—  universale  delle  Missioni  Francescane  del  P. 
Marcellino  da  Civezza.  p.  373  386  409  433  444 
465  498  504  668,  ec. 

—  di  Sant'Onofrio,  p.  373. 

delle  Chiese  particolari  Pisane,  p.  387. 

—  naturale  della  California,  p.  396. 

—  ecclesiastica  indiana,  p.  397. 

—  della  Propagazione  delia  Fede.  p.  410. 

—  del  primi  tempi  dell'Ordine  Francescano,  p.  4  43. 

—  di  Gerusalemme,  p.  451. 

—  dell'  isole  deli'  Arcipelago,  p.  491. 

—  dell'  illustre  laico  Francescano  Gabriele  Sa- 
'  CARD.  p.  533. 

—  dei  primi  Francescani  nel  Messico,  p.  538 


STATO  delle  Canarie,  p.  577. 

—  delle  Crociate,  p.  578. 

—  dei  successi  del  nostri  tempi,  p.  583. 

—  completa  della  scoperta  delP  Orenoco  e  del 
Maragnon  fatta  dai  Francescani,  p.  587. 

—  delle  Missioni  Filippine,  p.  699. 

—  Serafica,  p.  600. 

—  Chichimeca.  p.  609  617. 

—  della  Sonora,  p.  618. 

—  d'Inghilterra,  p.  664. 

STUDIO  delle  Lingue  dell'Asia  e  deU'AflTrìca.  p.  434. 
STUDI  di  Ferdinando  Dbnis.  p.  136. 

—  del  Padre  Marcellino  da  Civezza  nelle  prin- 
cipali Biblioteche  d'Europa,  p.  110. 

—  bibliografici  e  biografici,  p.  70  409  438  434. 

—  geografici  italiani,  p.  467. 

—  circa  la  Palestina,  p.  579. 

—  della  storia  naturale,  p.  598. 

—  moderni  intorno  l'Etiopia,  p.  317. 


TABAC  au  Paraguay,  p.  593. 
TABACCO  del  Brasile,  p.  304. 

—  en  France.  p.  591. 

TABOA  do  Capitolo  Provincial  da  Provincia  di 
Sant'Antonio  do  Brasi  1.  p.  666. 

—  da   Congreg9cao   Capitulo   ec.  celebrado  eo 
Bahia,  p.  666. 

—  in  Europa,  gloria  del  Francescano  Thbvbt.  p. 
593. 

TABLAS  de  las  cosas  notables.  p.  545. 
TABLEAU  synotiquo  ec.  p.  448. 
TABLEAUX  de  la  nature,  p.  373. 
TABUGA.  p.  346. 
TABULA  geographica.  p.  580. 

—  chronologica.  p.  419. 

—  chronologica  de  origine  et  progressu  Religionls 

—  Seraphicae.  p.  358. 
TABULAE  cronologicae.  p.  357. 

—  Tablas  y  Conslituciones.  p.  489. 
TABLE  des  choses  plus  remarquables.  p.  590. 
TALAMANCAS.  p.  146. 

TAMARI,  p.  349. 

TARTARUGA,  p.  359. 

TAVOLA  particolare  dei  Martiri  Francescani,  p.  583. 

TEATRO  Etrusco  Serafico,  p.  83. 

—  Mexicano  y  Menologio.  p.  30. 

TELLO  (Canonico)  di  Orazco  distinto  uomo  di 

lettere,  p.  584. 
TEMPIO  Salomonico.  p«  35. 
TERNAUX  Bibliografico,  p.  44  303  394,  ec 
TERRA  di  Barati,  p.  508. 
TERRA  cibo  degli  Oltomachi.  p.  573. 
TERRA  SANTA,  Affrica  e  Bulgaria,  Panno  1708. 

p.  587  588. 


696 


INDICE 


TERZIARIO  Francesc&DO  che  fonda  ospedali  per 

tutta  r  America,  p.  %0$. 
TERZIARIE  FrancescaDe  di  Ferentino,  p.  549. 
TESORO  de  virtndes.  p.  588- 
TESTABOSSA.  p.  i«. 
TESTIMONIANZA  resa  dal  Governo  della  Transil- 

Vania  ai  Missionari  Francescani,  pu  f%9. 

—  ai  Missionari  Francescani  dalF  immortale  Hum- 
boldt, p.  57  696. 

TIPI  orientali,  p.  593. 

—  dell'Etiopia,  p.  593. 

TITOLO  dei  cinque  capitoli  del  libro  del   Padre 

Taain.  p.  1  58 i. 
TITOLI  dei  libri  del  Padre  Alfonso  de  Spina,  p.  578. 

—  di  un  manoscritto  importante,  p.  138* 

—  dei  vari  capitoli  di  un  manoscritto  interessante, 
p   66i  663. 

—  dei  Capitoli  dei  4  volami  del  Padre  Fernando 
Tena.  p.  586. 

TOLEDO,  pi  .  593. 

TOMMASO  (Pad.)  Rodriguez.  p.  499. 

TOPOGRAPHIA  Terrae  Sanctae.  p.  3iS. 

—  della  Gran  Pampa,  p.  64. 

—  de  la  is!a  Afortunada.  p.  576. 
TORAS  indiani,  p.  360. 
TORNABUOM  Niccolò,  p.  59L 
TORIBIO  de  Benavente,  p.  596. 
TORQUATO  Parisiani  d.  C.  di  Gesù.  p.  68. 
TORRE  del  Forno,  p.  i8. 

—  del  Tombo  di  Lisbona,  p.  10  SO  40  41  148 
151  315  330  366  367  390  391  896  441  449 
468  483  490  560  635  636. 

TORRUBIA  e  TORQUEMADA.  p.  598. 
TULLIO  DANDOLO,  p.  508. 
TURANIANA  E  ARIANA,  p.  31. 
TCHAUG-EUL-KOUNG,   famoso  Iclleralo  cinese. 

p.  208. 
THEATRO  Mcxicano.  p.  63i. 
THEATRl'M  Elrusco-Minorilicum.  p.  588. 
THE  HISTORICAL  Magazione  di  New-Yorlc.  p.  308. 
THEOLOr.lA  Indorum.  p.  367. 
THOMA  Fr.  Bourchier.  p.  63. 
THOMAS  de  Almeida.  p.  18. 

—  de  No  varrà,  p.  74. 

THOMAZ  (Pad.)  Eslevìio  Gesuita,  p.  33. 
TRADUZIONE  latina  di  un  originale  cinese,  p.  160. 

—  del  Dizionario  cinese  del  Padre  da  Gemona,  in 
lingua  spagnuola  ,  russa  ,  francese,  portoghese. 
p.209. 

—  italiana  del  Padre  Pulinari.  p.  464. 
TRAITÈ  des  divinites  poetiques.  p.  589. 
TR.\N'SILVANIA.  p.  «28. 

TRATTATO  dei  .sacramenti  scritto  per  uso  degli 
Indiani,  p.  407. 

—  storico  descrittivo  della  Cina.  p.  139. 
TRATTATI  di  astronomia,  fisica,  medicina,  gram- 

.  matica,  teologia,  chimica,  pubblicati  dal  Padre 
Matraia  di  Lucca  M.  0.  pj  385. 


TRATTATI  spirituali  di  Frate  Ugo  Panzien  da  Prato 

in  Toscana,  p.  444. 
TRAVAGLI  di  Ni'zahualcoytzin,  perseguitato  da  un 

tiranno,  p.  617. 
TREGGIA  e  barba  all'  usanza  cinese,  p.  58. 
TRIBÙ  infedeli  de'  Zapari  e  de'  Givari.  p.  109. 

—  Irochesi,  p.  305. 

TRIONFO  della  Concezione  di  Maria  SS.  nella  Bolla 
dommatlca  di  Pio  IX.  p.  337. 

—  della  cansa  di  Cristoforo  Colombo,  p.  853. 
TRIUMPHE  des  vertus.  p.  589. 


u 


UAA  paese  dove  si  dice  andasse  a  predicare  San 

Matteo,  p.  97. 
UCCELLI  di  ricreazione  dei  Tultechi.  p.  813. 
UGO  Panziera  di  Prato  in  Toscana  M.  0.  Missionario 

in  Tartaria.  p.  444. 
UNA  delle  più  belle  e  magniOche  edizioni,  p.  502. 
UNGHERIA,  p.  339. 

UNGUENTI  e  farmachi  miracolosi,  p.  313. 
UNIVERS  (giornale  francese),  p.  664. 
UNIVERSITÀ  di  Alcali,  p.  138. 

—  di  Genova,  p.  144. 

—  di  Pisa.  p.  79  83. 
~    di  Siviglia,  p.  83. 

—  in  Tescuco.  p.  613. 

—  di  Valenza,  p.  110. 
UNIONE  delle  ReligionL  p.  617. 

UNO   dei  lavori  moderni  più  importanti  su   la 

Cina.  p.  433. 
UOMINI  illustri  della  città  di  Sassari,  p.  149. 
URAGANO  che  levò  in  aria  un  cavallo,  p.  623. 
URBANO  Vili.  p.  656, 
URTIAGA  accompagna  il  Venerabile  Fr.   Antonio 

Margit  nelle  Missioni  del  Chol.  p.  603. 
UTENSILI,  vestiari  ed  altre  opere  di  magniflcenza 

dei  Messicani,  p.  617. 
UTILITÀ  della  lingua  Arabica,  p.  78. 


VADE-MECUM  d'ogni  Francescano,  p.  608. 
VAN  lleoke  {Pad.},  p.  4. 
VANDE-VELDE  Fraijcesco.  p.  212.  ec. 
VAN-LOO  E\  Procuratore  Generale  dei  ReooUetli. 

p.  608. 
VARIET.\  di  lingue  nella  Nuova  Spagna,  p.  613. 
VARII  tessuti  delle  donne  Tulteche.  p.  613. 
VARNHAGEN  (Storia  generale  del  Brasile),  p.  20. 
VEHIL  Sebastiano,  p.  90. 
VENECIA.  p.  74. 
VERGINE  de  Guadalupe.  p.  609. 
VERMIGLU'OLI  (Biogralìe  degli  Scrittori  Perugini). 

p.  452. 


morcB 


697 


VERE  ragioni  perchè  la  Spagna  lia  perduto  le  sue 

colonie  Americane,  p.  8. 
VEROLLE  Vescovo  di  Colombica.  p.  325. 
VERSI  del  Puranna.  p.  565. 

—  sotto  un'  incisione  delle  Stimate  di  San  Fran- 
cesco, p.  405. 

VESTALE  messicana,  p.  618. 
VESTI  e  alimenti  degli  Indi.  p.  611. 

—  armi,  costumi  di  varie  nazioni,  p.  699. 
VESTIGIOS  da  lingua  Arabica  en  Portagal.  p.  577. 
VESCOVO  di  Ton-kino.  p.  564. 

VEXILLA  himnus  ec.  p.  236. 

VEYETIA.  p.  644. 

VIA  sacra,  p.  518. 

VUGE  de  la  Terre  Sante,  p.  38  60  111. 

—  de  Huspurgh.  p.  663. 

—  a  Pekin.  p.  19. 

—  al  reino  de  la  Gran -China,  p.  164.  595. 

—  de  Juan  Ceberio  de  Vera.  p.  73. 

—  a  la  isla  de  Nicovar.  p.  561. 
VIAGGIO  del  P.  Consag.  p.  6il. 

—  alla  California,  p.  631. 

—  per  terra  al  Porto  S.  Francesco,  p.  691. 

—  secondo  del  Colombo  all'  Indie,  p.  616. 

—  fatto  dal  Padre  Thcnaud.  p.  589. 

—  di  Fry  Ramon  Rueno.  p.  573. 

—  difficilissimo  del  P.  Gaspar  da  San  Bernardino, 
p.  563. 

—  da  Venezia  a  Cattaro.  p.  551. 

—  dall'  Egitto  per  la  Giudea,  p.  549. 

—  da  Alessandria  per  Malta  a  Roma.  p.  549. 

—  di  Gerusalemme,  p.  69  916  434. 

—  alle  Tribù  infedeli  dei  Zaparl  e  dei  Givari,  li- 
bro tradotto  dallo  Spagnuolo  dal  P.  Marcellino 
da  Givezza.  p.  109. 

—  in  Siria  e  Palestina,  p.  135. 

—  da  Siviglia  alla  China,  p.  340. 

—  di  Terra  Santa,  p.  388. 

—  da  Venezia  al  Santo  Sepolcro  e  al  Monte  Si- 
nai, p.  498. 

—  d'Oltremare  di  Fr.  Pietro  Rucellai.  p.  507. 

—  fatto  alla  Cina.  p.  19. 

—  degli  Indi.  p.  619. 

—  marittimo  del  Padre  Ucante.  p.  661. 
VIAGGI  di  Pietro  della  Valle,  p.  90. 

—  di  Marco  Polo.  p.  99. 

—  di  San  Francesco  in  Oriente,  p.  139. 

—  del  Beato  Odorico  da  Udine  tradotte  dal  Ra- 
Musco.  p.  434. 

—  principali  d' Italia  di  Fr.  Scoto,  p.  567. 

—  del  Pad.  Thanbt  in  tutte  le  splaggie  del  glo- 
bo, p.  599. 

—  e  scoprimenti  di  Nopaltzln.  p.  613. 
VIAJE  a  la  isla  de  Nicovar.  p.  561. 
VICENDE  dell'  Ordine  Francescano  In  Prussia,  p. 

184. 

—  dolorose  degli  Ordini  Religiosi,  p.  940. 

—  dell'Ordine  Seraflco  in  Italia,  p.  313. 


VIDA  de  San  Martin  Proto-Martyr.  p.  11. 

—  de  Infante  D.  Henrique  de  PortugaL  p.  641. 

—  de  la  Venerahle  Mad.  Suor  Geronima  de  la 
Assuncion.  p.  336. 

—  Evangelica  de  los  Frayles  Menores  ec  p.  479. 

—  de  Quarenta  Martires,  ec.  p.  599. 

—  de  los  principale  santo»  Franciscos.  p.  601. 

—  del  V.  P.  Antonio  Margil  de  Jesus,  p.  635. 

—  del  Fr.  Juan  de  la  Cruz.  p.  659. 
VIE  de  S.  Francois,  p.  654. 

VIGNA  di  San  Francesco,  p.  139. 

VILLA  della  Mondova.  p.  619. 

VILLETA  conslgliero  dell'Indie.  p.615. 

VILLORESI  Ab.  Silvio  Professore  di  Sacra  Scrit- 
tura e  di  Lingua  ebraica  nel  Seminario  Vesco- 
vile di  Prato  in  Toscana,  p.  148  997. 

VINCENZIO  (Pad.)  del  Moral.  p.  113. 

VISCONTE  de  Borges  de  Castro,  p.  564. 

VISIONE  di  una  Serva  di  Dio.  p.  609. 

VITTIME  di  una  peste,  p.  74. 

VITA  di  San  Francesco  d'Assisi,  p.  1. 

—  di  Cristoforo  Colombo  di  Roselly  de  Lorgues, 
tradotta  dal  firancese  e  accresciuta  di  nuovi  do- 
cumenti dal  Pad.  Marcellino,  p.  509. 

—  dei  93  Martiri  Francescani  Giapponesi,  p.  39- 

—  del  Venerabile  Padre  Glnnepero  Serra,  p.  50 
145. 

—  del  Beato  Giovanni  da  Prado.  951. 

—  Confusii.  p.  99. 

—  Sancti  Patris  Franclsci.  p.  93. 

—  del  Venerabile  Nargil.  p.  169. 

—  del  Venerabel  Padre  Linaz.  p.  170. 

—  del  Padre  Melchior  Lopez,  p.  170. 

-^  del  Missionario  Padre  Paolo  da  Rebnhda.  p. 
170. 

—  di  San  Giacomo  della  Marca  M.  0.  p.  199. 

—  del  Nostro  Signore  Gesù  Cristo  contro  Renan, 
p.  997. 

—  di  Fr.  Antonio  de  Santa  Maria,  p.  943. 

—  dei  Missionari  Cinesi,  p.  390. 

—  del  Venerabli  Missionario  frate  Francesco  della 
Concezione,  p.  384. 

—  del  Papa  Niccolò  IV  dell'  Ordine  Francescano, 
p.  386. 

—  del  Protomartire  del  Giappone  Filippo  di 
Gesù.  p.  389. 

—  di  Sant'  Antonio  da  Padova  tradotta  in  Fiam- 
mingo, p.  594. 

—  del  Glorioso  Sant'  Antonio  da  Padova  In  lingua 
idioma,  p.  539. 

—  di  San  Francesco  scritta  per  gli  Indiani,  p.  407. 

—  del  Beato  Odorico  da  Udine,  p.  434. 

—  del  Venerabile  Padre  Fr.  Antonio  Lenas,  fon- 
datore dei  Collegi  Seminari  di  Propaganda  Fide 
nella  Spagna  e  in  America,  p.  447. 

—  del  Padre  Eugenio  Piloti,  illustre  Missionario 
e  Prelato  Francescano,  p.  461. 

—  di  sette  Martiri  del  Marocco,  p.  557. 


698 


INDICE 


VITA  de  Ghristo  ec.  p.  M8. 

—  del  Beato  Giovanni  da  Panna,  p.  518. 

—  deir  indilo  martire    Sani'  Juan   Db    Prado. 
p.  569. 

—  italiana  del  Venerabile  Padre  Antonio  Margil. 
p.  603. 

—  di  tre  fanciolli  di  Tlascala.  p.  61i. 

—  di  Padre  Paolo  da  Mantova  e  di  Padre  Cle- 
mente da  Bressanone  Minori  Riformati,  p.  634. 

—  del  Padre  Atto  Biagini  da  Pistoia,  p.  636. 

—  e  martirio  dei  Padri  Ferdinando  Isola  e  Gia- 
como Zampa.  M.  0.  R.  p.  636. 

—  del  Padre  Giovanni  Battista  Maoletti  M.  0.  R. 
p.  637. 

—  dei  Padre  Juan  de  Zumarraga.  p.  647. 
VITRY  {de)  Cardinale  di  Santa  Romana  Chiesa. 

p.  1. 
VIVAGHOMALU.  p.  566. 
VOCABOLARIO  in  lingua  Castellana  e  Guatemalica. 

p.  37i  408. 

—  della  Crusca,  p.  378  447. 

—  classico  Spagnolo-Messicano  e  Messicano-Spa- 
gnolo, del  Padre  Molina,  p.  405  406. 

~  trilingue  Guatemalteco,  p.  448. 

—  de  lengua  de  los  Indios  de  Putumayo  y  Caqueta. 
p.  837. 

—  e  grammatica  de  la  lengua  Mexicana.  p.  641. 

—  della  Lingua  del  Brasile  e  de  Tupinambi.  p.  644 . 

—  della  lingua  del  Yucatan.  p.  835. 

—  della  lingua  Totanoca.  p.  595. 

—  de  los  Indios  Chaymas,  ec.  p.  583. 

—  inglese  spagnolo,  p.  374  574. 

VOLUMI  gentilmente  regalati  al  Padre  Marcellino 

da  Civezza.  p.  561. 
VOYAGE  dans  le  Bresil.  p.  643. 

—  et  ilineraire.  p.  589. 

—  de  la  Sicile  a  Vienne,  p.  663. 

VUICIC  Pasquale,  Vicario  Apostolico  della  Bosnia. 

p.  i27. 
VULCANI  di  Fuego  e  di  Acua.  p.  9. 
VRAIS  pourtraits  des  liommes  illustres.  p.  591. 


w 


WADINGO  Luca  M.  0.  p.  357  639  640. 
WEIIH  Lamberto,  p.  182. 
WEIS.  p.  «39. 


WINSTEAD  nd  ConnecticaL  p.  184. 
WITTE  (de)  Augustinus.  p.  640. 


XALISCO  (provincia),  p.  814. 

XAOSI  (provincia),  p.  59. 

XIHUITLTEMOC  signor  'di  Xoehimilco.  p.  8i8. 

XIMENES.  p.  841. 

XIPETOTEC,  idolo  adorato  dai  naturali  della  Nuova 

Spagna,  p.  595. 
XIVAROS.  p.  «87. 
XOCHIMILCO.  p.  104. 
XOCHITL,  nobile  donzella  della  nazione  Tolleca. 

p.  813. 
XOLOTL  arriva  alle  terre  dei  Tultechi.  p.  817. 


YAMORIBA  e  Zamospitua.  p.  619. 
YANGUES.  p.  642. 
YANZECATL  Cacico.  p.  616. 
YAQUATA  e  ZUME,  ec.  p.  8S3. 
YEPES.  p.  642. 
YUCATAN.  p.  8  396  538  ec. 
YVES  d'  Evreux.  p.  643. 
YZCOATZIN  re  di  Messico,  p.  817. 


z 


ZACATEC.\SeZacatechl.p.  1«0  SOO  619  623  624 

625. 
ZAFFO  porlo  di  Gerusalemme,  p.  509. 
ZANOni  (Pad.)  Mambrè.  p.  152. 
ZARCO  del  Valle,  p.  212  467. 
ZAYAS  (Pad.)  Obispo.  p.  43. 
ZIERIXEENSE.  p.  647. 
ZIM  {Pad.)  L  p.  68. 
ZIRANUS  Franciscus  in  Affrica  poste  graves  lega- 

tiunes  occisus.  p.  263. 
ZUCCHERO ,  caff»> ,  cotone,  cocos,  ec.  nell'impero 

Anamitlco.  p.  119. 
ZUMARRAGA   Giovanni   primo   Arcivescovo  della 

Nuova  Spagna,  p.  202  436  647  648  649  G50. 
ZWINNER.  p.  650. 


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