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Full text of "Saggio intorno agli insetti nocivi ai vegetabili economici, agli animali utili all' agricoltura, ed ai prodotti dell' economia rurale. Di G. Bayle-Barelle"

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BIOLOGY 


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SAGGIO 


INTORNO AGLI INSETTI 


NOCIVI 


AI VEGETABILI ECONOMICI, AGLI ANIMALI UTILI 
ALL’ AGRICOLTURA, ED AI PRODOTTI 
DELL'ECONOMIA RURALE. 


DI G. BAYLE-BARELLE 


PUBBLICO PROFESSORE DI AGRARIA 
NELLA R. UNIVERSITA" DI PAVIA. 


MILANO MDCCCIX. 


Presso Giuserre MarELLI Stampatore-Libraja 
sulla Corsìa del Broletto al num. 1732. 


Philosophia virtutis principium, expultrixque 
citiorum, natura operum indagatio. 


Bacone. 


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N: 


INTRODUZIONE. 


Ki. al 


Scopo ed ordine di questo scritto. 


a danno rechino all’ agricoltura alcuni in- 
setti, e che molto importi di saper escludere 
questi incomodi commensali dal banchetto, che 
© la natura offre alla maggior parte dei viventi 
nelle vegetabili produzioni, ella è una verità 
che non abbisogna di prove, ma che del pari fu 
negligentata da quegli agronomi stessi, i quali 


st renderono altronde benemeriti della prima e 


più utile delle arti. Difatti, malgrado le nunee- 

rose decantate ricette, che si trovano contro gli 
} insetti nei libri d’agraria, avviene non infre> 
€ quentemente di vedere ora le biade divorate nel 
= campo, ora spogliati delle loro foglie i pometi, 
- ora languenti gli orti, e persino deperire alcuni 
3 boschi. per la moltiplicazione di questi rovinosi 


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4 
nemici dell’ agricoltura. Essi non contenti di 
distruggere per gran parte, ed in brevi giorni 
talvolta , il frutto delle industri fatiche dei con- 
tadini, hanno penetrato nei grana}, nei ripostigli, 
e si direbbe quasi che non sappiamo-in quali 
località e per quali mezzi garantire dalia loro 
voracità i prodotti della rurale economia. 

Considerando che in diversi tempi molte agro- 
nomiche Società invitarono i coloni a dare la 
caccia a questi insetti; che la cessata Patriotica 
Società di Milano animò, non solo coll’ istruzione, 
ma, secondata dal Governo, anche col danaro, 
l’ attività dei contadini a raccogliere alcune specie 
eccessivamente moltiplicate ; e riflettendo che 
nè il premio proposto, nè l'interesse dei pro- 
prietarj giunsero a diminuire sensibilmente il 
numero di questi ospiti nemici: ho. giudicato 
meco stesso, che la causa. delle loro sempre 
crescenti generazioni dipendesse più dalla. man- 
canza di esatte notizie intorno ai costumi degli 
insetti. medesimi , .onde s ignora il modo. di 
farne una caccia diligente: ed utile, di quello 
che sia dalla negligenza dei proprietarj e degli 
agricoltori. Ho quindi voluto già da più anni 
occuparmi di questo argomento nella lusinga di 
dilucidarne almeno qualche parte. Ma siccome 
egli è impossibile il difendere i prodotti rurali 
dagli insetti nocivi, se non sì conoscono gli insetti 
medesimi; i loro costumi, il modo. delia .loro. 
riproduzione , e quali siano i loro naturali ne- 


5 


mici; e se la cognizione della loro storia na- 
turale non ci guida a saperli cogliere in diversi 
tempi e luoghi : perciò appunto sonomi studiato 
di insistere su tali nozioni, quando dato mi fu 
di acquistarle, ed ho ommsssi tutti quei dettagli, 
sulla anatomica interna ed esterna struttura degli 
insetti, che non fossero al mio scopo confacenti. 

Scrivendo io per i Gastaldi, e per quei proprie- 
tarj i quali dirigono col loro studio le cam- 
pestri faccende ( giacchè per la maggior parte i 
nostri villici giornalieri o non sanno leggere, o 
non leggono , o leggendo non intendono ) , pre- 
metterò alcune poche nozioni generali sugli 
insetti tutti, onde imparino a conoscerli; darò 
in appresso la loro descrizione con ordine tale, 
che le specie diverse di un medesimo genere, 
ed i generi d'ogni famiglia si trovino riuviti, 
e segnati da un numero progressivo all’ oggetto 
di evitare delle ripetizioni ; citerò sempre una 
delle migliori figure ed anche colorate ove 
esistono ; finalmente, dopo la descrizione delle 
specie nocive di cadaun genere d’ insetti, esporrò 
i mezzi di distruggerli, desumendoli , per quanto 
si potrà, dai loro costumi medesimi; ed a com- 
pimento di questo scritto esporrò in ultimo quei 
metodi generali di cacciare gli insetti, i quali 
siano applicabili alle diverse loro specie. A questi 
metodi dovrà ricorrere il leggitore, quando dopo 
la descrizione di alcun insetto non trovi indicati 
i mezzi di liberarne il campo, 

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6 


E poichè riescirebbe nojosa cosa e difficile 
pel Gastaldo, e pel proprietario non versato 
nella entomologìa, quella di scorrere tutto il 
libro, onde trovare colla descrizione il metodo 
distruttivo di alcun insetto, che gli devastasse i 
seminati o le piantagioni; ho ordinato lo scritto 
di maniera, che siagli facile tale ricerca. 

I nomi di tutti gl’ insetti nocivi sono preli- 
minarmente distribuiti in sette separati elenchi, 
secondo cicè ch’ essi devastano piuttosto i cereali, 
o i foraggi, o gli orti ec.; e ciascuno di questi 
nomi porta un numero corrispondente a quello 
della descrizione rispettiva. Di più ho disegnate 
due tavole colle figure, e coi nomi generici degli 
insetti nocivi. Ciò posto non potendo ignorare 
l’agricoltore quale sia il genere di coltivazione 
guastato da un insetto, che imparar vuole a 
distruggere, principiar deve dall’ osservare sulle 
tavole, se vi abbia alcuna figura somigliante 
all’ insetto di cui trattasi. Queste tavole presen- 
tano i generi degli insetti nocivi sotto le diverse 
forme nelle quali li veggiamo; onde difficile 
non è di rinvenire alcuna figura, la quale si 
avvicini a quella che si cerca. Suppongo che 
l’ agricoltore abbiala trovata: egli scorrendo la 
descrizione delle Figure, che è brevissima, sa 
tosto quale nome le compete. Cerca in appresso 
questo nome medesimo in quello fra i sette 
elenchi che deve consultare di preferenza; cioè 
in quell’elenco nel quale trovasi il genere delle 


7 
piante danneggiate dall’insetto; e siccome que- 
sto nome ha un numero corrispondente a quello 
della descrizione dei suoi costumi, e dei metodi 
di liberarsene ; così sotto il numero stesso trova 
in breve le nozioni, delle quali abbisogna. 

Non dovendosi poi annoverare le lumache fra 
gli insetti, poichè appartengono ai vermi; ho 
aggiunto intorno alle stesse un’ appendice alla 
fine di questo Saggio. Tuttavolta prima di chiu- 
dere questo paragrafo debbo avvertire una cosa : 
I paesi meridionali abbondano maggiormente 
d’insetti che i settentrionali; sarà quindi av- 
venuto, che qualche insetto meritevole di qui 
trovar luogo sia stato ommesso. Quando ciò 
fosse, io professerò la maggiore gratitudine a chi 
vorrà procurarmi su questo argomento. delle 
cognizioni che io non avessi. Ecco il motivo 
pel quale ho dato al mio scritto il semplice 
titolo di Saggio. 


Ma 


Nozioni generali intorno agli insetti. 


Gli insetti tutti, cioè quegli esseri organico- 
animali, mancanti di vertebre (1), il cui corpo 
e le cui gambe sono formati da molti pezzi fa- 
cilmente staccabili gli uni dagli altri , sì riprodu- 


(1) Le vertebre sono quelle ossa, che partono dalla base 
del cranio, e prolungandosi formano I° ossatura della schiena. 


8 


cono per mezzo di uova, che la femmina de- 
pone dopo l’accoppiamento col maschio della sua 
specie rispettiva (1). Passa però grande differenza 
fra gli animali ovipari vertebrati, e gli ovipari 
senza vertebre, quali sono appunto gli insetti. 
I primi appena sortiti dall’ uovo ( per esempio 
un pollo, od una lucertola ) conservano sino 
alla morte i caratteri, che portano sbucciando 
dall’ uovo. I secondi pel contrario dalla sortita 
dell’ uovo sino a che periscono soggiacciono a 
tali cangiamenti di forma, di colore, e di dimen- 
sione, che esaminando il medesimo individuo 
nei diversi periodi della sua vita, ( senza avere 
la cognizione dei cangiamenti, cui va soggetto ) 
tentati saremmo di crederlo sempre un animale 
diverso. 

{ proprietarj, ai quali è principalmente diretto 
questo scritto, possono avere un’ idea dei detti 
cangiamenti riflettendo a quelli, a cui soggiace 
il baco da seta, ch’eglino sogliono educare. 
Quale disparità di forme non si ravvisa fra il 
baco, ossia il bruco (in Lombardo bigatto, gat- 
ta, gattina ), e la crisalide ( in lombardo bor- 
<< _________nt—t_t—————_—_——_——————————=c"" contussstit) 

(1) E’ quindi falsa | opinione di quelli i quali credona 
generarsi gli insetti dai corpi in putrefazione. Questi corpi 
pe! loro calore congiunto all’ umidità possono favorire lo 
sviluppo delle uova degli insetti, ma non mai generarli. Se 
pongasi delia carne in un vaso chiuso, essa imputridisce ; 


ma non vi si generano vermi di sorta alcuna, se diaazi non 
vi siano state deposte le uova. 


9 

docco ) rinchiusa’ nel | bozzolo (in lombardo 
galletta) ; fra'la crisalide je la farfalla ‘(in tom» 
bardo parpaj ) che ne proviene ? 
. La vita degli insetti si divide dunque in tre 
periodi principali; i quali:sono : di larva ossia 
bruco ; di crisalide ; e finalmente d’ insetto per- 
fetto. ‘L’ insetto ‘dicesi ; perfetto’ nell’ ultimo suo 
cangiamento, perchè allora soltanto acquista gli 
organi - necessarj alla ‘riproduzione  d’ individui 
simili a lui. Infatti.i bigatti. non si accoppiano 
se non quando sonosi cangiati ‘in farfalle.. 

Vi hanno però degli insetti, i quali subisco= 
no dei cangiamenti bensì, ma assai meno sen> 
sibili e rimarchevoli di. quelli «or ora. citati. A 
cagion id’ esempio; le. cavallette conservano in 
certo. modo :sino alla morte la rorma che hanno, 
allorchè sbucciano dalPuovo. Dissi in. certo modo, 
perchè appena nate mancano: di ali; nel secon- 
do. periodo della loro: vita hanno solo i rudimenti 
delle ali stesse; ernel terzo :( quando sono cioè 
nello stato di insetto perfetto, ed hanno acqui 
stato igli ‘organi. generatori ) portano ali perfet- 
tamente formate. Questo sviluppo delle ali suc- 
cede ‘però sempre dopo un. cangiamento totale 
della. loro pelle: fenomeno il quale si osserva 
in quegli insetti medesimi, a cui la natura non 
accordò le ali. 

Considerando gli insetti nell’ ultima loro me: 
tamorfosi, si possono dire tutti nocivi; perchè 
allora si accoppiano, e.‘depongono: sulla. terra > 


renna 


i {o} 
sugli alberi; le uova, dalle quali aver deve ori- 
gine una futura generazione. Ma le ali, delle 
quali sono per la maggior parte dotati in tale 
stadio della loro vita, assai difficile ne rendono 
la caccia; onde molto importa che l’ agricoltore 
conosca le metamorfosi testè accennate ; giacchè 
impara per esse a distruggere gli insetti in qua- 
lunque stato sì trovino. 

E però da notarsi, che non in tutti i periodi 
della loro vita sono gli insetti egualmente no- 
civi. La maggior parte di essi nuoce soltanto 
nello stato di bruco, perchè allora è munita la 
loro bocca di mandibole cornee, colle quali ta+ 
gliano e rosicano i germogli, il legno degli al 
beri, ed i semi; mentre non recano verun dan- 
no nello stato di insetto perfetto, essendo allora 
munita la loro bocca di una proboscide ossia 
lingua; destinata a succhiare il miele de’ fiori 
ed incapace di recare il minimo guasto ; anzi 
moltissime farfalle notturne mancano della pro- 
boscide stessa. Altri insetti pel contrario nuoco= 
no ai prodotti dei campi tanto nello stato di 
bruco , quanto in quello di insetto perfetto; 
perchè nell’ uno e nell’ altro stato la loro ‘bocca 
è guernita di forti mandibole o tanagliuzze. A1- 
tri devastano i campi dall istante che nascono 
sino a che muojono, perchè conservano sempre 
nelle loro mute una bocca armata di denti, coi 
quali rosicano le erbè ed i frutti : tali sono le 
cavallette ed i grilli. Altri infine sono dannosi 


II 
solamente nello stato di insetto perfetto, come 
le vespe. 

Questa classificazione, desunta da alcune pro- 
prietà degli insetti medesimi, non si accorda con 
quella degli insettologi moderni; ma credo che 
sia permesso all’ agricoltore di considerarli da 
quel lato, che più lo interessa, non avendo egli 


il debito di conoscerli tutti per classificarli più 
metodicamente. 


do 


Nome e spiegazione delle parti principali 
di alcuni insetti. 


Credo non inopportuno a maggiore intelli- 
genza di chi legge il dare la spiegazione di al- 
cuni termini, dei quali devo far uso nel pro- 
gresso di questo scritto. Quando si congiunge 
un’ idea chiara e precisa. ai vocaboli, si evitano 
non pochi errori. 

Anello ( tav. I. fig. 2. a )). Si applica questo 
vocabolo tanto al corpo intero de’ bruchi, quan- 
to all’abdome ( ventre ) degli Scarabei; essendo 
sì il primo che il secondo formati da pezzi, 
che a guisa di anelli si incastrano, gli. uni ne- 
gli altri. È 

Astuccio ( tav. II. fig. 2. o ). E quell’organo, 
il quale copre le vere ali negli Scarabei.; esso 
riceve anche il nome di Elitra, e poichè sempre 
è diviso in due, ha il uome di Elitre. Astuccie 


12 
si dice pure di quel piccolo cilindro che si fi- 
lano e tessono le tarme, e nel quale stanno rin- 
chiuse nello stato di bruco. 

Antenne ( tav. I. fig. 1. e ). Sono quelle specie 
di corni che hanno su) capo; e sono riputate 
organo del tatto negli insetti. Le Antenne va- 
riano moltissimo nei diversi generi. 

Abdome ( tav. I. fig. 2. o ). È la parte po- 
steriore di qualunque insetto, che noi diremmo 
il ventre. In alcune specie d’insetti è munito di 
pungolo. 

Bilancieri ( tav. I. fig. 12. x ). E un pic- 
colo corpo collocato sotto l’inserzione delle ali 
di quegli insetti, i quali hanno due sole ali ve- 
nose. Non si conosce a che serva quest organo. 

Bruco ( tav. I. fig. 1. a ). E la prima forma 
che prende l' insetto sortendo dall uovo. Bruco 
si dice particolarmente, allorchè si vuol accenna- 
re il primo stato delle farfalle, o delle falene 
ossia farfalle notturne. 

Bozzolo ( tav. I. fig. 3. d). È un corpo fab- 
bricato dai bruchi delle falene, nel quale essi 
si racchiudono per cangiarsi in (Crisalide: ve 
n’ ha di setosi, di cartacei, e di legnosi. 

Corsaletto vedi torace. 

Crisalide ( tav. I. fig. 1. d ). È lo stato a 
cui passa il bruco dopo d'avere mutata la pel- 
le tre o quattro volte. Molte farfalle nello stato 
di crisalide hanno delle macchie dorate, e da 


13 
queste macchie è derivato il nome di Crisalide, 
perchè crysos in greco significa oro. 

Flitre vedi Astucci. 

Fascie chiamansi le macchie colorate delle 
ali, e di altre parti degli insetti, quando sono 
più lunghe che larghe, o quasi di eguale di- 
mensione. 

Larva ( tav. II. fig. 1. a ). E lo stesso che bruco; 
ma si usa specialmente questo nome per deno- 
tare quegli insetti che non si cangiano in cri- 
salide a guisa delle farfalle. 

Ninfa (tav. II. fig. 1.b ). È lo stesso che cri- 
salide; ma si applica solo al secondo stato pel 
quale passano ‘gli scarabei, le api ec. 

Occhi. Si dà questo nome non solo agli occhi 
propriamente detti, ma anche alle macchie ro- 
tonde delle ali e degli astucci, quando le mac- 
chie stesse hanno un cerchio concentrico di al- 
tro colore. 

Occhietti. Sono alcune piccole prominenze lu- 
cide d’ ordinario in numero di tre, le quali 
trovansi sulla testa degli insetti, e sono organi 
della vista essi pure. 

Palpi ( tav. II. fig. 14. x). Si dà questo nome 
ad alcuni organi, i quali accompagnano quelli 
della manducazione ; cioè le mandibole, la lin- 
gua, ec. 

Proboscide. Organo pel quale molti insetti 
succhiano l’ alimento loro omogeneo. 


14 

Stimmate ( tav. I. fig. 2. g ). Organi della 
respirazione negli insetti. 

Segmento. Equivale ad anello parlando dei 
bruchi. 

Squame si dice della piuma che colora le ali 
delle farfalle. 

Tarso è V ultima parte della gamba degli 
insetti, che costituisce il loro piede. 

Tentacoli. Lo stesso che antenne. 

Torace (tav. II. fig. 2. m) è la parte ante- 
riore dell’ insetto, che si unisce alla di lui testa, 
e a cui per disotto stanno attaccate le gambe. 

Trachee sono le stimmate (1). 


(1) Nella descrizione rispettiva degli insetti nocivi io cer- 
cherò tuttavia di fare il minor uso possibile di questi ter- 
mini tecnici, a favore di quelli cui riescissero nuovi affatto: 


Num. delle 


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» descrizioui, 


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' 


Nome italiano. ‘ 
—_ pa) ? 
Farfalla podalirio. . 
Farfalla galatea . . 
Falena bevitrice . . 


Ì 


{ 


. Falena foglia di quer. 
. Falena calamitosa. 
. Falena fascellina. . 


Tipula dei prati. . 


. Grillo viaggiatore . Ò 
90. Scarabeo rinoceronte, ‘ 


ELENCO PRIMO TS 


IGNSETTI NOCIVI AI. CERLALI, 


Nome italiano (1). .Nome-latino. Piante cui nuocono. 


—_— nei n) 


Num. delle 
descrizioni. 


Phalaena noctua tritici alle spighe del formento. 
Phalaena granella. . ai cereali nei granaj. 
Phalaena secalis . .. alla segale suli campo. 
Tinea granella. . . ai cereali nei grana). 
Curculio»frumentarivs. ai cereali nei grana). 
Curculio: orizae. . . al riso nei granaj. 


47. Falena del formento: . . 
64. Falena del grano. . 

63. Falena della segale. . - 
74. Tarma del formento. - + 
tir. Punteruolo del formento. 
112. Punteruolo del riso. . - 


85. Mosca frit (2)... - - Musca frit ... . . all’orzo ed al fromento in erba. 
84. Mosca pigmea. . . . - Musca pumilionis . °. ai cereali. prima che mettano la 
spiga. 


Melolontha ‘agricola’. alle spighe in fiore. 
Cetonia styptica . . alle spighe in fiore. 
Altica helsinis . . . divora i cotiledoni del grano sa- 
119. Grillo talpa . . . » - Acheta gryllotalpa ( raceno. 
120. Grillo viaggiatore . . . ‘Gryllus migratorius 
130. Gorgoglione dell’ avena . Aphis avenae . . . alle biade. 


. Nepa cenericcia, 0 scor- È È 3 
125, Nepa cenericcia , } Nepa cinerea. . . . al riso germogliante. 
: pione acquatico. eresie 


g5. Carruga agricola. . . 

96. Cetonia stitica ». + + + 
104. Doratella metallica . . . 
È } omniyori. 


VERMI 
149. Chiocciola nera . . . + Helix vivipara ? . . al riso germogliante. 
n TTI =-———---__._]r]emeco_rr-r_r_rr 
vernacoli: ma dopo grandi diligenze per rinvenirli 


(1) Avrei desiderato di poter dare di ogni insetto i nomi 
I medesimo nome è dai villici promiscuamente ado. 


ho dovuto desistere da questa idea, perchè o mancano, 0 i 
prato per denotare diversissimi insetti. 
(2) Cioè della sommità del grano, Varrone. 


16 


Num. delle 
0% descrizioui, 


3o. 


ELENCO SECONDO 


INSETTI DANNOSI AI FORAGGI. 


Nome italiano. Nome latino. Piante cui nuocono, 
_—_ —_ — 


. Farfalla podalirio. 
. Farfalla galatea . 


Falena bevitrice . 


Tipula dei prati. 


. Grillo viaggiatore 


Papilio podalyriùs . al trifoglio. 
» Papilio galathea S 
. haluena Bombix po- {. 
tatoria . alle, gramignacee, 


. Falena foglia di quercia . Phalaena B.quercifolia 
. Falena calamitosa. . 5 
. Falena fascellina. 


Phalaena graminis. 
Phalaena B. fascellina al trifoglio, 


Tipula pratensis . ‘. alle radici delle cottiche erbose. 


Gryllus migratorius . omnivoro. 


Scarabeo rinoceronte. .. + Scarabaeus nasicornis. alle radici dell'erba medica. 


| 
| 


ELENCO SECONDO " 
SETTI DANNOSI AI FORAGGI. 


Nome latino. Piante cui nuocono, 
aa ———%%%x' 


Papilio podalyrius . al trifoglio. 
Papilio galathea +. i 
Phalaena Bombix po- { . 

tatoria . alle gramignacee. 


sais Phalaena B.quercifolia 


Phalaena gramints. 

Phalaena B. fascellina al trifoglio. 

Tipula pratensis . . alle radici delle cottiche erbose. 
. + Gryllus migratorius . omnivoro. 
. + Scarabaeus nasicornis. alle radici dell'erba medica. 


Num. delle 


mo Daia Wi descrizioni. 


hd 
(©) 
. NI 

rp DM ia ha dt LI LI dpi ni dn n i n 


Num. delle 


Y ww descrizioni. 


18 


12. 


I 
INSETTI! 


( 
Nome. italiano. , 


——. = === 


Farfalla podalirio . . | 
Farfalla del sorbo . 


. Farfalla policlora. . 
. Sfinge occhiuta . 


Sfinge celerio 


14.* Zigena della vite 


15 


16. 
. Falena foglia di quer; 
. Falena bucefala . . 3 
. Falena lanuta 
. Falena capo-ceruleo , 
. Falena monaca 

. Falena ventre-dorato 

. Falena del pioppo . 

. Falena galonata ...‘ 

. Falena guerriera 

. Falena dispari 

. Falena vergognosa . 

. Falena del castagno 

. Falena, piramidale . 

. Falena psi greco 

. Falena del centinodio; 
. Falena antenna-gialla 

. Falena dell’ontano . 

. Falena slinguata ... » 
. Falena jemale 

. Falena delle avellane 


Falena pavonia maggi. 
Falena pavonia mino? 


Num. delle 


O DURA Wi descrizioni. 


102. 
103. 
ob. 
107. 
T1Q. 
120. 
127. 


117. 


ii 
ELENCO. TERZO ‘ È 


INSETTI NÒCIVI CAI PRODOTTI DEGLI ORTI. 


Nome italiano. 
1 ns 


. Farfalla cavolaja 
. Farfalla cavolaja minore 0 


rapajuola . . - 


. Farfalla podalirio 

. Farfalla macaone 

. Farfalla io. 

. Farfalla argo . 

. Sfinge teschio 

.. Falena sdrucciolante 
. Falena galonata . 

. Falena vergognosa ‘. 
. Falena contadina. 

. Falena caja 

.- Falena signorina. . 
. Falena fuliginosa. 

. Falena fascellina . 

. Falena BECE 

. Falena de’ piselli. 


Falena erbaggivora . 


. Falena lacera. . " 
. Tipula erbaggivora .. 
. Tipula ortolana . 

. Falena reticolata. 

. Mosca dei bruchi 

. Mosca delle radici . 


Mantellata dei piselli 
Doratella lobivora 
Doratella dei boschi 


Doratella dell’ asparago . 
Grillo grillo-talpa (1) . 


Grillo viaggiatore 
Gorgoglione de’ cavoli . 
Forbicina auricolare. . 


} Papilio rapae +. 


7 Papilio argus 


1: PhalaenaB. pudibunda 


Nome' latinò. 
edi 


Piante cui nuocono. 
—____————___ 


Papilio brassicae . . ai cavoli d'ogni genere, 
ai cavoli ed alle rape, 
Papilio: podalyrius 


Papilio machaon . 
Papilio io... . 


? } alle carote. 


al luppolo, all’ ortica. 
alle foglie delle: fave. . 
Sphinx atropos. - alle foglie del pomo di terra, 
PhalaenaB.lubricipeda 

Phalaena: B.' neustria 
Phalaena B. villica .. { OMNNOrE. 
Phalaena: B\ caja. 
Phalaena:B.' dominula 
Phalaena B: fuliginosa 
Phalaena B. fascellina 
Phalaena: N. gamma. 
Phalaena N. pisi. . 
Phalaena N. oleracea 
Phalaena N. exoleta. 
Tipula oleracea !. 
Tipula hortulana»: 
Phal. Pyr. reticulata 

Musca laròarum . t rosicanole radici dei cavoli,dei car- 
Musca radicum. . $ di,deirafani,e le rendono scrofolose. 
Bruchus pisi . . . ai semi de’ piselli, veccia ec. 
Altica oleracea : :. .@divorano i lobi seminali delle 
Altica' nemorum piante siliquose. E 
Crioceris asparagi. alle radici degli asparagi. 
Acheta gryllotalpa 
Gryllus migratorius . 
Aphis brassicae 
Forficula auricularis . 


al Fihi e piante affini, 
alle fragole. 3 


omnivore. 


* ( danneggiano le radici delle civaje. 


omnivori. 


le foglie dei cavoli per disotto. 
alle leguminose. 


VERMI, 


150. Chiocciole. = 148. Lumache = 147. Lombrici. 


-——— 


(1) Lomb, Gambero di terra, 


RIESI TTT I RION De 


18 


Num. delle 
descrizioni. 


4. 
I, 
7. 
10. 
12. 


ELENCO QUARTO. 


INSETTI NOCIVI AGLI ALBERE FRUTTIFERI. 


Nome, italiano. 


—————_—6_ 


Farfalla podalirio 
Farfalla del sorbo . 
Farfalla policlora. 
Sfinge occhiuta . 
Sfinge celerio 


14.* Zigena della vite .. 
Falena pavonia maggiore . 


15. 
16. 


Falena pavonia ‘minore 


. Falena foglia di quercia 
. Falena bucefala . 

. Falena lanuta 

. Falena capo-ceruleo 

. Falena monaca . 

. Falena ventre-dorato 

. Falena del pioppo ..l. 
. Falena galonata {x 
. Falena guerriera 

. Falena dispari 

. Falena vergognosa. 

. Falena del castagno 

. Falena, piramidale . 

.- Falena psi greco 

. Falena del centinodio . 
« Falena antenna-gialla. a 
. Falena dell’'ontano . 

. Falena, slinguata.. 

: Falena jemale..; .. . 

. Falena delle avellane .. 


. 


Nome latine, Piante cui. nuocono. 
nn _r_—-— 


Papilio podalyrius . al pesco, al pruno, 
Papilio crataegi . . ai peri, ai meli, 
Papilio polycloros 
pera occellata . 
Sphinx celerio.. 2 : 
Zygaena ampellophaga cavie: 
PhalaenaB. pavonia m. 
PhalaenaB.pavonia m. 
PhalaénaB.quercifolia al pero. 

Phalaena B. bucephala 

Phalaena B. ansi | ai frutteti tutti. 

Ph. B. coeruleocephala 

Phalaena, B. monacha al melo. 

Phal. B. chrysorrhoea . omnivora. 

Phalaena B. populi. 

Phalaena B. neustria 

Phalaena B.castrensis f omnivore. 

Phalaena B: dispar . 

Phalaena B.pudibunda 

Cossus AEsculi. . . al legno de’ castanetà 


} omnivori. 


ai frutti in genere. 


. , PhalaenaN.pyramidea al pruno. 


Phalaena». psi. . . ES 
PhalaenaN.persicariae I 
PhalaenaN.flavicornis ai frutteti. \ 

Phalaena alniaria. ».° ai frutti in genere. 
Phalaena elinguaria . al pero. 

Phalaena brumata. ;. agli alberi fruttiferi, 
Phal, Pyr. avellana, al pero, ed alle avellane, 


ELENCO QUARTO. 


NOCIVI AGLI ALBERI FRUTTIFERI. 


ore . 


re 


Zygaena ampellophaga 


cia . 


Nome latino. Piante cui nuocono, 


». Papilio podalyrius . al pesco, al pruno. 


Papilio crataegi . . ai peri, ai meli, 
Papilio polycloros 
Sphinx occellata . 
Sphinx celerio.. . . 


i ‘ omnivori. 
î alla vite. 


PhalaenaB. pavonia m. 
PhalaenaB. pavonia m. 
PhalaenaB.quercifolia al pero. 

Phalaena B. bucephala 

Phalaena B. ansi} ai frutteti tutti. 

Ph. B. coeruleocephala 

Phalaena B. monacha al melo. 

Phal. B. chrysorrhoea . omnivora. 

Phalaena B. populi. 

Phalaena B. neustric 

Phalaena B. castrensis { omnivore. 

Phalaena B. dispar . 

Phalaena B.pudibunda 

Cossus AFstuli. . . al legno de castanetà 
Phalaena N.pyramidea al pruno. 

Phalaena psi. . . 
PhalaenaN.persicariae 
Phalaena N.flavicornis ai frutteti. | 

Phalaena alniaria. .' ai frutti in genere. 
Phalaena elinguaria . al pero. 

Phalaena brumata. . agli alberi fruttiferi, 
Phal. Pyr. avellana. al pero, ed alle avellane, 


ai frutti in genere. 


} omnivore. 


20 


INSEIT 

E | 

Ta Nome italiane 

és 

Z3 i 
ro. Sfinge occhiuta. . 


14. Sfinge del pioppo, ' 
13. Sfinge del pino. . 
27. Falena foglia di qu‘ 
28. Falena del faggio. | 
44. Falena bucefala. . 
41. Falena monaca 

35. Falena sdrucciolante 
23. Falena ventre-dorate 
36. Falena del salice. 5 
20. Falena della quercia! 
31. Falena del pino. : 
26. Falena fascellinai . 
32. Falena vinula. 

17. Falena lanata. ; 
33. Falena del pioppo. . 
18. Falena processionale. 
19. Falena process. del 
45. Falena rodilegna. 
22. Falena dispari. 

25. Falena bimacchiata. 
39. Falena stellata, . 
52. Falena del castagno. 
48. Falena macchia - qua: 
Sr. Falena piramidale. . 
54. Falena psi greco. 
55. Falena del centinodio 
80. Calabrone del pino. 
81. Calabrone dell’ abete, 
QI. Carruga volgare. 

92. Carruga bruna. . 
98. Dermeste tipografo. 
99. Dermeste calcografo. 
100. Dermeste struggipino. 
105. Doratella dei boschi. 
120. Grillo viaggiatore. . 
116. Struggilegno navale. 


128. 
131. 


. Falena olmiana . . - 
. Falena dei frutti 
. Tarma evonimella . + 
; Tarma padella 

Tipula ortolana . . 4 
. Mosca dell’ ulivo... 
. Carruga volgare . 
. Carruza della vite 
. Carruga degli orti , , 
. Carruga bruna 
. Dermeste dell’ ulivo 
. Doratella delle viti . 
. Punteruolo bacco —. | 
. Punteruolo della vite . 
. Punteruolo ‘del pero . 
. Forbicina auricolare 
. Grillo viaggiatore 
5. Formiche . .... 


Cimice del pero 


. Vespa calabrone. . . 


Vespa.volgare. . . . 


. Gorgoglione del pruno 


Gorgoglione del pomo 


Chermes della vite. . 


Phal. Pyr. holmiana . 
Phal. Pyr. pomana . 
Tinea evonimella . 
Tinea padella 
Tipula hortulana . 
Misca oleae 
Mzlolontha vulgaris . 
Melolontha vitis 2 
Melolontha horticola. 
Melolontha brunnea . 
Phoiotribus oleae . 
Cyptocephalus  vitis 
Curculio bacchus . 
Curculio vitis . 
Curculio ‘pyri . 5 
Forficula auricularis . 
Gryllus migratori us . 
Formica . *. ò 
Acanthia pyr.. . 
Vespa crabro . 
Vespa vulgaris 
Aphis pruni 
Aphis mali . -. 
Cocus vitis. . 


* », 


ai pometi in genere. 


19 


ai frutti del pero, del melo. 


ti pruni, al melo. 


ai fiori degli alberi fruttiferi. 


al frutto dell’ulivo. 
omnivore. 


agli ulivi. 
ai germogli della vite, 


È ai germogli della vite. 


ai germogli del pero, 


. ai fiori dei frutti. 


omnivoro. 


ai fiori di varie piante fruttifere. 


al pero. 

ai frutti, all’ uva. 
ai frutti, all’ uva. 
al pruno. 

al melo. 

ai tralci della vite: 


20 


E Num. della 
descrizioni, 


O 
N WR 0 


20. 


ELENCO QUINTO 


INSETTI NOCIVI AGLI ALBERI 


Nome italiano. 


n 


Sfinge occhiuta. . 


. Sfinge del pioppo. - . 
. Sfinge del pino. . se 
. Falena foglia di quercia , 


Falena del faggio. » 


. Falena bucefala. . 

. Falena monaca . 

. Falena sdrucciolante 

. Falena ventre-dorato 

. Falena del salice. 

. Falena della ‘quercia. . 
. Falena del pino. . 


. Falena fascellina; «+ 
. Falena vinula. 5 
. Falena lanata. . . > 


. Falena del pioppo. . 
. Falena processionale. 
. Falena process. del 
. Falena rodilegna. 

. Falena dispari. 

. Falena bimacchiata. 
. Falena stellata. . 

. Falena del castagno. È 
. Falena macchia - quadrata. 
. Falena piramidale. . 

. Falena psi greco. . . 

. Falena del centinodio. . 


pino. 


Calabrone del pino. 


. Calabrone dell’ abete, . 

: Carruga volgare. . 

. Carruga bruna. . =" 
. Dermeste tipografo. . . 
. Dermeste calcografo. . . 
. Dermeste struggipino, . 

. Doratella dei boschi. . 

. Grillo viaggiatore... . . 
. Struggilegno navale. . |, 


Nome latino. 
ln) 


Sphinx occellata .. . - 
Sphinx populi . 

Sphinx pinastri . . - 
Phalaena B. quercifolia 
Phalaena B. fagi. . 
Phalaena' B. bucephala .. 
Phalaena B. monacha . 
Phalaena B. lubricipeda 
Phal. B. crkysorrhoea . 
Phalaena: B. salicis . 
Phalaena B. quercus 
Phalaena B. pini . 
Phalaena B. fascellina . 
Phalaena B. vinula . 
Phalaena B. lanestris . 
Phalaena B. populi . 
Phal. B. processionea 
Phal. B. process. pini. 
Cossus ligniperda 
Phalaena B. dispar . 
Phalaena B. gonostigma 
Phalaena B. antiqua 
Phalaena N. aceris . 
Phalaena N. quadra. 
Phalaena N. pyramidea 
Phalaena N. Psi 
Phal. noctua persicariae 
Tenthredo pini Se 
Tenthredo abietis . . 
Melolontha vulgaris . 
Melolontha brunnea . 
Bostrichus typographus 
Bostrichus calcographus 
Bostrichus piniperda. 
Altica nemorum . 
Gryllus migratorius . 
Lymexylon navale . . 


{ 


BOSCHIVL 


Piante cui nuocono, 
| 

al salice, 
al pioppo, al salice. 
ai pini, 
al salice. 
al faggio, alla betula. 
al tiglio , alla' quercia. 
al larice, :pino, salice. 
alla quercia. 
omnivora. 
al salice, al pioppo. 
alla quercia, al salice. 
al pino. ; 
al pioppo. 
al salice, al pioppo. 
al tiglio , al salice. 
al pioppo. 
alla quercia. 
al pino. 
al pioppo; al salice. 
omnivora. 
alla quercia, all' ontano. 
al tiglio, all’ ontano. 
al castagno. 
al pino, alla quercia. 
alla noce, alla quercia. 
all’ontano , alla quercia. 
omnivora. 


} alle piante conifere. 


È } omnivore. 


ai rami inferiori del pino. 


omnivora. 
omnivoro. 


al legno vivo della quercia. 


alla viva corteccia dei pini. 


TI NOCIVI 


no. 
n? 


a id 


lo. 
1ajo 


gigrano 


rano 
Cop 
ile. 
‘stico 


. 


. 


ELENCO SETTIMO. 


AI PRODOTTI DELL’ ECONOMIA RURALE, 


Nome latino. Prodotti danneggiati. 


Phalaena farinalis. . alla farina. 
Phalaena pinguinalis.- al lardo. 
Dermestes lardarius. alle pelli, ai cuoi, 
Tenebrio molitor . . alla farina. 
Tenebrio. mauritani- 

cus. = Trogosita 

mauritanicus. . .>al formento nei granaj. 
Phalaena graneila.  . 
Curculio frumentarius 
Curculio orizae. . . al riso nei grana}. 
Lymexylon navale. . al legname da opera. 
Blatta orientalis . . ai combustibili in genere. 
Acarus siro. + + «+ alla farina, al cacio. 


R 


e A a Cai 


ADI E Pe N DEM LO 


a, 
ae” 


h 
41 


d-.9 


i eopario; 


è 


delle 


INSETTI 


Nome italiano. 
l_—_—_——————_— 


. Tarma della cera 

. Tarma degli alveari 

. Tarma melionella . + 
. Vespa apivora' . 

. Estro del cavallo 

. Estro della pecora . 

. Estro della. pelle 

. Estro trifasciato . . + 
. Estro veterino . . 

. Vespa vulgare. .. 

. Tonchio delle api 

. Pungeruola irritante 

. Pungeruola calcitrante . 
. Tafano bovino 3 
. Moscaragno cavallina . 
. Moscaragno delle pecore . 
. Pidocchio del bue . 

. Pidocchio dei vitelli 

. Pidocchio delle anitre . 
. Pidocchio delle galline 

. Zecca zigrinata . . + 


NOCIVI 


ELENCO SESTO. 


2r 


AGLI ANIMALI UTILI ALL’ AGRICOLTURA, 


Nome latino.- 
ei 


Tinea cerella 
Galleria alvearia . 
Tinea melionella . 
Phyllantus apivorus . 
OEstrus equi . 
OEstrus ovis.. . 
OEstrus bovis. . . 
O Estr. hemorrhoidalis 
OEstrus veterinus. 
Vespa vulgaris 
Clerus apiarius.. |. 
Sthomoxys irritans. . 


Sthomoxys calcitrans... 


Tabanus bovinus . . 
Hippobosca equina 
Melophagus communis 
Pediculus bovis 
Pediculus vituli . . 
Pediculus anseris . . 
Pediculus gallinae. 
dAcarus ricinus . . + 


Animali cui nuocono. 
= zzz} 


alle api. 


allo stomaco: del cavallo. 

ai seni frontali delle pecore, 
alla pelle dorsale dei buoi. 

ai cavalli, ai muli. 

agli animali ruminanti. 

alle. api, cui ruba. il miele. 
alle api. — 
al dorso dei ruminanti. 

ai piedi de’ buoi.e dei cavalli, 
punge gli animali tutti. i 
punge i cavalli. 

fa dimagrare le pecore. 

ai buoi. 

ai vitelli. 

alle anitre, 

alle galline. 

ai cani, alle pecore, ai buoi, 


22 
x ELENCO SETTIMO. 
INSETTI. NOCIVI: AI: PRODOTTI DELL’ ECONOMIA RURALE, 


Nome italiano. Nome latino. Prodotti danneggiati 
1———— yy tnt n _ 


ni 


Num. delle 
descrizioni. 


Gr. Falena della farità . . . Phalaena farinalis. . alla farina. 
62. Falena del grasso. . . . Phalaena pinguinalis. al lardo. 
96. Dermeste del lado. . . Dermestes lardarius. alle pelli, ai cuoi, 
113. Tenebrione mugnajo . . ‘Tenebrio molitor . . alla farina. 
114. Tenebrione strugsigrano. . Tenebrio mauritani- 

cus. = Trogosita 

mauritanicus. . ‘al formento nei grana]. 
64. Falena del grano . . . Phalaena granella. . 
111. Punteruolo del grano . . Curculio frumentarius 
112. Punteruolo delriso. . . Curculio orizae. . . al riso nei granaj. 
116. Struggilegno navale. . . Lymexylon navale. . al legname da opera, 
118. Scarafaggio domestico , . Blatta orientalis . . ai combustibili in genere. 
137. Zecca del cacio: . . +. «Acarus siro. + +. alla farina, al cacio, 


CARATTERI PRINCIPALI DEGLI INSETTI NOCIVI. 


Num. delle Figure 


descrizioni. generiche. 
—_—' nn] - 


a I cui bruchi 


Filatrici € cietà Lao I. fis. 3. 


I. Insetti sono vaghi. . } 27: — 44 
Dannosi nello stato di a I cui bruchi 
buco scan, pre ne] Rose | Falee - gag sco là agio ae am fig 6 
3: i di mandibole cornee atté È ia iù 3 ; = = È ce ina = 

E a rosicare. Gufi - - { Perppgerase = 57. Tav. I. fi 4 
Geometre - - - - - 58 — 64 Taw i fig. 7. 
pi peaghe - --- + Ra -— 68. Tav. I fg: 9 
(1) EMO + => 174. Tav. Ii0cog. di 
: Estries==iane see == Sii oe 79: Tav. I. fig. Io. 
o Calabroni - = - - - - - - -  80.- 81. Tav. I fig. IT. 

BEE, 2 SEIDAI venosé; Mosche- - - e | 82. 3 86. Tav. I. fig 5. & 
ve ai vegetabili econo- T'ipule ge fa 87. 0g. “Tave I fig. 12. 
«| —‘’0mici, ed agli ani A Scarabei - - - - - - = = + 90.- — Tav. IL fig. 7. 
E: "mali utili all’agri- . 2. 3 Carrughe - = > - see In: Tav. II. fig. 2. 
| coltura, si possoni Dannosi presumibilmen- Insetti Cetonie- >. = 2 isii= = — — Tav. II. fi. 3: 


te tutti, tanto nello stato di 
bruco, quanto in quello 
di insetto perfetto, perchè 


dividere in 4. Se Deérmesti - - -.> > - = = = ‘97. -- ror. Tav. II fig. 4. 
© zioni, che sono 


le cui ali Memtellate- sf "> - « F> tomo cut Per, IL fig, Di 


sono munite Doratelle ni 


1 i == > - - - - 103. — 107. Tav. II fig. 6. | 
in questi due stati la loro 3, e Puntérioli# = > <= s - - + 108, 112. Tav..IL. fig 7. -& 
bocca è munita dij man- : Tenebrioni- - » = - 2 + - - 113, — i14. Tav. IL fig. 8. I 
dibole* cornee, Tordhi=z® = +27 para Do ESS I 
. F St I, «drv carena i a j e L'avestla 
5 et a Insetti ruggitegno pr n 


cet avi 


Forbicine - - - - © = - | 
va ia, 


Scarafaggi- - *» - 
cuni Locuste - > 
Nepe >> 


Che recano danno in 
qualsiasi periodo della 
ro vita, non ziar 


- modalieà di 


Ie cui ali 


{  ossiano papilioni che vo-} z . DE 
Farfalle { Tano si i giorno, } trà = Ge Tavokettipoogi: 
Sfingi . . ( che volano di sera. ) 10. —- 14.* Tav. I: fig. 2. 
Ù I cui bruchi ) 
2 vivonoin »} IÙ. — 26.. 


senza ali } Pidocchi - > - - .2. 195! 

Zecche= - = = 2 - 2 LL . <= 137. Tav. II. fig. 17. 

Tafani- - - += - - = - - - 138.-- — Tav. II f 

È - Pungeruole - - = = = - - - 139. -- i4o. Tav. IL 

ad ali venose Moscaragni - = - - - >= -. - 141 -- 142, Tav. Ih 
î Vespe - -— - - - - 3 - - - 143. — 145. Tav. IL fig. 2 

; > {Formiche + - - - 3-4 146.-- — = 30 


Che nello stato di lar- 
va e di ninfa non sono 
conosciuti per nocivi, e lo 
sono come insetti perfetti. 


i e —— 


- 


APPEN 


x 


DICE. 


23 
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE (1). 


Tavola I. 


Fig. 1. Farfalla policlori (a più colori). a bruco. 
5 crisalide. c farfalla volante. d la stessa in riposo» 

2. Sfiuge del pino. @ bruco. d crisalide» c sfinge 
volante. d la stessa in riposo. 

2.* Zigena della vite. a bruco. è bozzelo. c eri- 
salide. d insetto perfetto maschio. e femmina. 

3. Falena neustria ( filatrice ). @ le sue uova. 
è crisalide. 7 bozzolo. e falena volante. f la stessa 
in riposo. 

4. Falena ( Guffo ) erbaggivora. @ bruco. % lo 
stesso vicino a cangiarsi in crisalide. c crisalide. 
d falena volante. e la stessa in riposo. 

5. Mosca delle radici. a bruco. è crisalide. 
e insetto perfetto. 

6. Falena'( rodilegna ) del castagno. a bruco. 
b crisalide. c insetto perfetto in riposo. 

7. Falena (geometra) misuratrice jemale. @ bruco. 
b crisalide. c femmina della detta falena. 4 il 
maschio volante. 

8. Tarma evonimella. a bruchi. 5 bozzoli. © cri 
salide. 4 tarma in riposo. e la stessa volante. 

9. Falena ( Lucivaga ) del melo (2). @ bruco- 
5 crisalide. c la falena volante. d la stessa in 
riposo. 

ro: Estro del cavallo. @ bruco o-larva. 5 il 
maschio. c la femmina» 


(1) Ogni figura serve a rappresentare i caratteri generici 
di quelle famiglie di insetti che sono nocivi; e inoltre 
serve a denotare una o due specie dei medesimi, 

(=) Lomb. Pomo. 

3 


A 
24 

11. Calabrone dell’ abete. a bruchi. 6 ninfa. 
c insetto perfetto. 

12. Tipula ortolana. a bruco, è crisalide. c inset- 
to perfetto. 

13. Forbice portata da un lungo bastone, per 
istaccare dagli alberi i nidi delle falene, delle 
tarme , e dei calabroni , che vivono in società. 

14. Forbice a rete per prendere le farfalle, le 
falene, ed impedire che depongano le uova sui 
vegetabili. 


Tacola II. 


Fig. 1. Scarabeo rinoceronte. a larva. d ninfa. 
c insetto perfetto maschio. d la femmina, 

2» Carruga volgare. @ larva. 6 ninfa come sta 
nel terreno. c insetto perfetto maschio volante. 
d la femmina. e le uova e due larve schiuse dalle 
stesse. 

3. Cetonia stitica. a larva. 5 insetto perfetto. 

4. a Dermeste tipografo. b Dermeste struggipino. 
c lo stesso ingrandito col mieroscopio. 

5. Mantellata dei piselli. a larva. è l’ insetto per- 
fetto. c il medesimo veduto col microscopio. d un 
seme di pisello col foro pel quale esce l’insetto 
perfetto. 

6. Doratella degli asparagi. « larva. è ninfa. 
c insetto perfetto. 

7: a Punternolo o Gorgoglione della vite. è lar- 
va del Punteruolo bacco. c lo stesso Punteruolo. 

8. a Larva del Tenebrione struggigrano. è l’in- 
setto perfetto. c Tenebrione mugnajo. 

g- Tonchio delle api. a larva. b insetto perfetto. 

so. Struggilegno navale. « larva. è ninfa. c ine 
setto perfetto. 


25 

11. Forbicina auricolare. a ninfa. d insetto perfette. 

ro. Scarafaggio domestico. @« ninfa. è insetto 
perfetto. 

13. Nepa cenericcia, ossia Scorpione acquatico» 
a larva. 6 insetto perfetto. c lo stesso volante. 

14. a Grillo stridulo. 6 Cavalletta verdissima. 
e Grillo ceruleo. 

15. Chermes della vite. a Chermes femmina che 
depone le uova. d la stessa senza uova. c il maschios 

16. Gimice del pero. a di grandezza naturalè. 
b veduto col microscopio. 

17. a Zecca dei cani. 6 Zecca terrestere. c Zecca 
reduvio. 

18. Gorgoglione del pruno. a di grandezza na- 
turale. 8, c maschio e femmina ingranditi. 

19- Tafano bovino. 

20. & Moscaragno cavallino. & Moscaragno delle 
pecore. 

21. a Vespa. 6 Vespa apivora. 

22. Pungeruola calcitrante. 


<“É 
P.A-R T.E 
Descrizione degli insetti NOcivi.. 
Sezione Î. 


Degli insetti i quali nuocono soltanto 
nello stato di bruco (1). 


A questa sezione appartengono i generiz 


1. Farfalla. 5. Estro. 

2. Sfinge. 6. Calabrone. 

3. Falena. 7. Mosca. 

4. Tarma. 6. Tipula. 
rob: 


Delle Farfalle ( tav. I. fig. 1.). 


Le farfalle, ossiano i papilioni diurni pro- 
priamente detti, sì distinguono dagli altri insetti, 
coi quali hanno qualche affinità di organismo, 
1.° dai loro bruchi d’ordinario spinosi ; 2.° perchè 
si cangiano in crisalide senza filare verun boz- 
zolo, e la crisalide è dentata; 3.° perchè nello 
stato d’ insetto perfetto le loro antenne sono 
ingrossate all’ apice, e volano soltanto di giorno. 


_———_=-=-=-=-—-—-—-—-=-=-=-=-->-—-+—- -z-  -  —rrwy— 


(1) Per questa ragione nella descrizione degli insetti prim. 
cipio sempre dal bruco ; dove pel contiario i naturalisti 
principiano dall’ insetto perfetio. 


ci 
Num. 1. Farfalla del sorbo. 
Papilio cratagi L. 

Bruco peloso giallo con tre linee nere inter- 
rotte a cadaun anello. 

Crisalide , da principio verde , indî biancastra , 
con alcune macchie e punti regolari neri. 

Insetto perfetto coll’ali rotondate, bianche , e 
colle nervature nere tanto nel maschio che 
nella femmina. 

Figura. Roesel Tom TIT Tag-voegel. tav. 3. 
| Osservazione. Il bruco prima dell’ ultima muta 
vive in società, cioè non trovasi mai isolato ; 
dappoi è vago. Esso divora in primavera i teneri 
germogli, ed i fiori di qualsiasi albero frut- 
tifero, non escluso il persico, e poi ingrossanco 
Pagina i rami delle loro foglie. Quei rami sul 
quali la farfalla ha deposte é uova si conoserro 
da ‘ciò, che sembrano avvolti da una piccola te!a 
di ragno; ond’è, che levando tali ragnatele 
mentre l'albero è nudo, si salva la pianta cal 
guasto, che recarle potrebbero i bruchi sortendo 
dalle uova. A quest oggetto si adopra una 
forbice tenuta aperta da una molla, ed innalzata 
per una delle sue aste su d'una pertica, come 
alla tav. I. fig. 13 Se però fossero già nati i 
bruchi e rodessero i germogli, conviene senza 
ritardo stendere un lenzuolo al piede dell’ albero 
e scuotere i rami, acciò cadano su dî esso, e 
si possano uccidere. Se cadono i bruchi sul nudo 
terreno , si appiattano fra le erbe, ed il loro 


'’ 


28 


colore li nasconde alle più diligenti ricerche. 
Si noti che codesti bruchi, comunque al minimo 
urto abbandonino il corpo cui si appoggiano ; 
tuttavia, se l’ urto non è alquanto violento, riman- 
gono attaccati ai rami e penzoloni per mezzo 
di un tenuissimo filo di seta, a guisa appunto 
dei ragni; onde non bisogna accontentarsi di 
raccogliere quelli caduti nel lenzuolo, ma quelli 
ancora che pendono dall’ albero. Non si ricorra 
però a questo metodo quando le piante hanno 
appena legato i frutti, perchè gli urti li fareb- 
bero cadere unitamente ai bruchi. In questo 
caso è meglio ricorrere ai metodi generali di 
distruggere i bruchi, registrati in fine di codesto 
Saggio. Si può dare la caccia anche all’ insetto 
perfetto , ossia alle farfalle , per impedire che 
depongano le uova. A questo oggetto bisognerà 
osservare nell’ orto o fuori nel vicinato, se vi 
abbiano di quei piccoli cardi selvatici chiamati dai 
botanici Serratula arvensis, e visitandoli sull’ im- 
brunir della sera vi si troveranno sopra poco 
meno che ammucchiate le farfalle in riposo. 
Tali farfalle allora più non volano quand’ anche 
siano scosse, e neppur una sfugge alla mano del 
raccoglitore. Questa. farfalla. dopo il mese di 
aprile più non si vede sino all'anno susseguente. 
Linneo la chiama la peste degli orti. 
2. Farfalla cavolaja maggiore. 
Papilio brassice. L. 

Bruco verde-cenericcio punteggiato di nere 

con tre linee giallo-sulfuree. | 


29 

Crisalide bianco - cenericcia con ‘alcuni punti 
neri. 

Insetto perfetto. Nel maschio ali intere, ro- 
tondate, bianche le superiori con due macchie, 
e l’ apice nero; le inferiori per disotto grigio» 
chiare. La femmina ha le ali superiori col solo 
apice nero. 

Figura. Roesel. Ins. I. Pap. 2. tav. 4. 

Osservazione. Il bruco di questa farfalla, uno. 
dei più rovinosi agli orti, vive come il prece- 
dente in società, perchè la farfalla femmina de- 
pone sempre molte uova sulla stessa foglia; ma 
dopo l’ultima muta della pelle è vago. Facile 
riesce durante il giorno di trovare intere fami- 
glie di cotali bruchi attaccate alla pagina infe- 
riore dei cavoli; cosicchè deputando dei ragazzi 
con due palette di legno ad esplorare le foglie 
stesse, e comprimerle fra le palette medesime 
se contengono dei bruchi, se ne fa grandissima 
strage, perciocchè eglino sono sottilissimi di 
pelle. Questi bruchi per incrisalidarsi si attac- 
cano ai muri degli abitati campestri, e facilissi- 
mo allora è il raccoglierli; ma allora hanno 
già danneggiato gli orti; onde il miglior meto- 
do per le piantagioni vaste è quello di impe- 
dire che le farfalle depongano le uova sui ca- 
voli. Ciò si ottiene piantando a luogo a luogo 
nel campo degli steli di stramonio ( Datura stra- 
monium. L. ). Non saprei assegnare, se sia il gra- 
veolente odore di quest erba che allontana dai 


30 


cavoli le farfalle ; od un’altra causa qualunque. 
Egli è però di fatto che non si veggono mai le 
cavolaje ove lo stramonio è misto alle verze. Se 
la piantagione fosse già invasa dai bruchi, si po- 
trebbero introdurre nel campo dei pulcini , i 
quali divorerebbero i bruchi lasciando i paro 
intatti. 
3. Farfalla cavolaja minore Rapajola 
Papilio rape L. 

Bruco tutto verde velutato ; talvolta con una 
linea gialla lungo il dorso ed ai lati. 

Crisalide cenericcia gobbosa. 

Insetto perfetto. Eguale al suddescritto; ma 
un terzo più piccolo. Le ali inferiori nel ma- 
schio per disotto sono gialle; e le ali anteriori 
della femmina, oltre l'apice nero, hanno pure 
un punto dell’ egual colore, che non si ravvisa 
nella cavolaja maggiore. 

Figura. Reaumur. Ins. I. Tav. 29. fig. 7. 8. 

Osservazione. Danneggia i cavoli, come la 
cavolaja suddescritta; ma il bruco non vive in 
società prima dell’ ultima muta della pelle. Lo 
stramonio lo allontana pure dai campi (1). 


(1) Alle due farfalle suindicate appartengono per titolo di 
famiglia la Farfalla del navone, Papilio mapi; quella della 
senape, Pepilio sinapis; nonchè il Daplidice; madi tutti e 
îre nom si conoscono i bruchi, e la piccola quantità delle 
loro farfalle, le quzli in brevi giorni scompajono, ci Ame» 
disce di dire come e quanto ci siano dannosi. 


bi» 


4. Farfalla podalirio. 
Papilio podalyrius L. 

Bruco liscio, giallastro, minutamente punteg- 
giato di color fosco. 

Crisalide dell’eguale colore. 

Insetto perfetto. Ali anteriori giallognole ; 
prolungate a guisa di coda con delle fascie ne- 
rastre longitudinali , accoppiate, delle quali alter- 
nativamente una è più corta dell’altra ; più una 
macchia aranciata dove le ali fanno angolo per 
prolungarsi in coda. 

Figura. Roesel. Ins. I. pap. 2. tav. 2. 

Osservazione. Il bruco di questa bella farfalla 
vive solitario. In alcuni anni si mostra però ab- 
bastanza copioso per meritare che l agricoltore 
gli dia la caccia; giacchè vive non solo delle 
foglie del pruno e del persico, ma intacca pur 
quelle dei cavoli e del trifoglio. 

5 Farfalla macaone, 
Papilio machaon. L. 

Bruco solitario, liscio, verde, con anelli verdi, 
punteggiati di color di minio, e due tentacoli 
gialli retrattili al primo anello. 

Crisalide cenericcio-verdastra. 

Insetto perfetto. Ali gialle col lembo nerastro 
.scantonato di giallo, ed una macchia rosso-aranciata 
all'apice interno delle ali, ove si prolungano in coda. 

Figura. Roesel tom. I. pap. 2. tav. 1. 

Osservazione. La limitata coltivazione che si 
fa in Lombardia di piante ombrellifere; delle 


32 


quali si pasce il bruco di tale farfalla, è forse 
la causa per la quale non è moltiplicato al se- 
gno di trovarlo noi dannoso. Non così è però a 
Meldola, Beltimoro ed altre località nel dipar- 
timento del Crostolo, ove si coltiva l’ anice per 
commercio. Con tutto ciò le carote, i finocchi, 
il prezzemolo e la ruta sono frequentemente 
anche presso noi divorate da questo bruco ; e se 
coltivassimo le carote in grande per uso di forag- 
gio, come si costuma in Inghilterra , questo bruco 
sarebbe per noi egualmente dannoso della cavolaja. 
6. Farfalla io. Papilio io. L. 

Bruco spinoso nero, punteggiato di bianco. 

Crisalide dentata, verde o bruna, con alcuni 
punti dorati. 

Insetto perfetto. Ali angolose, color di tabac- 
co di Spagna, ed un occhio ceruleo su cadauna 
di esse. Per di sotto le ali sono tutte nere on- 
deggiate. 

Figura. Roesel. Ins. I. pap. 1. tav. 3. 

Osservazione. Il bruco di questa magnifica 
farfalla vive in numerosissima società sull’ortica 
e sul luppolo, prima di cangiarsi in crisalide : ed 
io non ne avrei forse parlato , se non sì fosse in- 
trodotto appo noi l uso della birra, la quale 
porta di conseguenza la coltivazione del luppolo. 
La nerezza però del bruco lo fa distinguere fa- 
cilmente da lungi, ed il suo costume di vivere 
per un dato tempo in società fa sì, che in breve 
ora se ne possa prendere e schiacciare in gran- 


33 


de quantità. Di buon mattino prima che il sole 
si alzi si trovano le farfalle appiattate sotto le 
foglie del luppolo e dell’ ortica, e nessuna allora 
sfugge alla mano di chi le cerca. 

7. Farfalla policloros. Papilio polycloros L. 

( Tav. I. fig. I. ) 

Bruco spinoso, bruno, con una linea gialla ai 
lati, e che puzza di muschio. 

Crisalide color di carne, con macchie dorate, 

Insetto perfetto. Ali nel lato superiore di co- 
lore del tabacco di Spagna, macchiate di nero 
col lembo angoloso; nell’ inferiore lato nere. 

Figura. Roesel. Ins. I. pap. 1. tav. 2. 

Osservazione. Il bruco di questa bella farfalla 
è riputato uno dei più nocivi. Esso difatti nel 
forte della vegetazione, cioè da maggio sino ad 
agosto, divora le foglie degli alberi fruttiferi di 
ogni sorta. Siccome però vive in famiglia, così 
facile riesce di distruggerne buon numero, dac- 
chè si siaccorge del danno che reca. La farfalla 
che ne proviene vive lungo tempo dopo che è 
dalla crisalide sortita, e si pasce della linfa, che 
trasuda dal tronco dei giovani salici recente- 
mente piantati. Su di essi si trovano in copia 
di buon mattino; e non è difficile di prenderle 
colla forbice (tav. I. fig. 14.), e così diminuire 
d’assai la futura generazione di questo ospite 
nemico dei frutteti. 

8. Farfalla galatea. Papilio galathea L. 

Bruco verde col capo e due spine color di 

carne alla coda. 


34 

Crisalide nuda, gibbosa, con due macchie ner e. 

Insetto perfetto. Ali screziate di bianco e di 
nero, con un occhio nelle superiori , e cinque 
poco distinti nelle inferiori. 

Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 37. fig. I. 2. 

Osservazione. Questa farfalla trovasi soltanto 
ai colli e segnatamente sulle piante gramignacee 
dei prati. Il di lei bruco si nutre delle grami- 
gne stesse: ed in alcuni anni tanta è la di lui 
quantità, che scarseggiano i foraggi pel gua- 
sto che fanno nei prati i bruchi medesimi. 

g. Farfalla argo. Papilio argus. L. 

Bruco piccolo assai, verde o bruno-rossastro, 
talvolta verde con una linea rossastra lungo il 
dorso. 

Crisalide rotondata alle estremità, bruna da 
principio, indi nera. 

Insetto perfetto. Ali superiori di vivacissimo 
color. celeste: bordate di bianco ; per disotto ce- 
nericcie' con una fascia di occhi circondati da 
una linea gialla scantonata. Questo bel papi- 
lione ammette molte varierà nel colorito; ma 
sempre si distingue dagli altri per la fascia di 
occhi, che ha sotto alle ali posteriori. 

Figura. Schaeffer. Icon. tav. 20. fig. 3. 4. 

Osservazione. Non avrei creduto che i bruchi 
di questa vaga farfallina comunissima fra di noi 
fossero dannosi , se il fatto non mi avesse con» 
vinto. Essi mi rovinarono le foglie di alcune 
preziose varietà di fave nane pervenutemi da 


35 

Pietroburgo ; ma lasciando intatta la loro infe- 
riore epidermide, (uesti bruchi stanno sempre 
attaccati alla foglia della quale rosicano il pa- 
renchima, e si giudicherebbero quasi privi di 
moto; onde si può loro dare facilmente la caccia. 
Essi appartengono a quella classe che da Reau- 
mur furono chiamati chenilles cloportes , ossiane 
bruchi aselucci. 


$. 2.0 
Delle Sfingi ( tav. I fig 2. ) 


Le Sfingi, così chiamate dal tenere l’abdome 
rivolto allo in su allorchè sono in riposo ; si di- 
stinguono dai papilioni; 1. perchè hanno le an- 
tenne prismatiche; 2. per l’abdome assai gros- 
so; e 3 perchè volano solo sul far della sera. 
I loro bruchi sono d’ ordinario adorni di ma- 
gnifici colori e portano un cornetto all ultimo 
loro anello. Differiscono pure dai papilioni quan- 
to ai costumi, perchè si cangiano in crisalide 
sotto la terra, e dalle falene, perchè non filano 
bozzolo di sorta. 

1o. Sfinge occhiuta. Sphinx ocellata L. 

Bruco solitario con coda, liscio, verde con 
delle striscie laterali bianche, dei punti e degli 
occhi gialli. 

Crisalide fosca col dorso nero. 1 

° Insetto perfetto. Ali superiori screziate di bru- 
no e di color roseo ; le inferiori rosee con un 
ecchio ceruleo, accerchiato dì color nero. 


36 


Figura. Roesel. Ins. 1. Phal. r. tav. r. 

Osservazione. Alcuni reputano rara questa ed 
altre sfingi, mentre punto non lo sono; e tali ci 
sembrano, perchè non le cerchiamo di notte ; 
tenpo nel quale volano pei campi e nei pome- 
ti. Diffatti se pongasi in un' podere un lume 
acceso di notte, e corra la bella stagione, si re- 
sta meravigliati in vedere la quantità delle far- 
falle notturne, che esistono durante quell’ epoca 
e che vanno contro il lume ad abbruciarsi le 
ali. Questo è infatti il metodo di prenderne di 
più sorta, e d'impedire che abbiano luogo le 
future generazioni. Questo metodo è quello che 
va adoperato contro la sfinge occhiuta ; giacchè il 
di lei bruco è omnivoro, e divora tanto le foglie 
degli alberi boschivi, quanto quelle dei fruttici, 

11. Sfinge teschio. Sphinx atropos. L. 

Bruco grosso più del pollice, solitario con 
coda abbassata, dapprima verde, indi verde- 
giallo, punteggiato di nero, con linee trasversali 
per metà verdi e per metà violacee. 

Crisalide fosco-rossa. 

Insetto perfetto. Ali intere ; le anteriori fosco» 
nerastre; le posteriori gialle con delle fascie 
fosche. L'abdome è giallo con anelli neri ; il 
dorso è parimenti giallastro, ed ha delle mac» 
chie nere imitanti un teschio. 

Figura. Roesel. Ins. 3. tav. r. 2. 

Osservazione. Facilmente si trovano i bruchi 
di questa sfinge sulle foglie del pomo di terra 


37 
e sul gelsomino. Tanta è la loro voracità, che 
pochi di essi bastano a rendere deserta un’ajuola 
in meno di alcuni giorni; e poichè nel disot- 
terrare i tuberi delle patate se ne scoprono non 
di rado le crisalidi ; così non bisogna negligen- 
tare questa occasione per ucciderle. Si è preteso 
recentemente da un giornalista francese, che 
questa sfinge nello stato di insetto perfetto de- 
rubi il miele alle api: ma i seguenti riflessi 
sembrano smentire tale assertiva. 1. Il suo cor- 
po è troppo grosso per penetrare nel foro di 
un’ arnia. 2. Ella non può introdurre nel foro 
medesimo la sua proboscide per succhiarne il 
miele, perchè questa proboscide è troppo corta. 
3. Le api non soffrirebbero consimili insulti 
senza assalire tutte di comune accordo il nemi- 
co, ucciderlo, od allontanarlo per lo meno. 

12. Sfinge celerio. Sphinx celerio L. 

Bruco fosco, con coda e due linee laterali 
bianche, e due macchie a guisa di occhi ad 
ambi i lati del collo. 

Crisalide anteriormente nerastra , posterior- 
mente aranciato-oscura. 

Insetto perfetto. Ali intere grigie, le ante- 
riori con alcune strisce bianche, le posteriori 
fosche con sei macchie rosse. 

Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 8. 

Osservazione. Alcuni autori rispettabili hanno 
creduto che la sfinge, la quale divora misera- 
mente le foglie della vite in alcuni luoghi, fos- 


w 


36 
se la Sphinx elpenor di Linneo, mentre invece 
è la celerio quì descritta, e la sfinge elpenor 
si pasce solo dell’epilobio e del convolvolo. Una 
certa somiglianza che passa fra il-bruco dell’una 
e dell’altra è la causa di tale errore. 

13. Sfinge del Pino. Sphinx pinastri. L. 
( Tav. I. fig. 2.) 

Bruco verdastro con coda; una linea color di 
ruggine sul dorso, ed un’ altra gialla ai lati; 
Trachee pure color di ruggine. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali intere cenericcio - rossa- 
stre, di cui le anteriori hanno tre linee nere 
avvicinate. L’abdome è fosco con delle cinture 
bianche. i 

Figura. Roesel. Ins. I. phal. 1. tav. 6. 

Osservazione. Il bruco di questa sfinge occu- 
pa sempre l’ apice dei pini, delle cui foglie 
unicamente si pasce. Per tal modo con  gravis- 
simo danno del proprietario, esso. impedisce lo 
sviluppo in lunghezza dei pini medesimi, e li 
priva d’ una delle principali qualità che in essi 
sì ricerca. 

14. Sfinge del pioppo. Sphinx populi. L. 

Bruco verde, scabro, con coda, una linea e 
delle striscie bianche, oblique da ambo i lati. 

Crisalide grigio-oscura nella parte anteriore ; 
color di ruggine nella inferiore. 

Insetto perfetto. Ali dentate, grigie con una 
larga macchia color di ruggine, che dall’ inser- 


39 
zione si prolunga nella parte di loro più larga. 
Le anteriori hanno anche un punto bianco. 

Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 3o. 

Osservazione. Comunissimo è questo bruco 
sul pioppo e sul salice, dei quali divora le fo- 
glie. I contadini non reputano grave danno quel- 
lo che fanno i bruchi alle piante, se non allor- 
quando sono essi in copia tale di quasi intera- 
mente sfrondarle, ed è perciò che poca cura si 
dano di distruggere i bruchi medesimi. Anche 
però il parziale sfrondamento di qualche ramo 
nuoce moltissimo ai vegetabili. Noi sappiamo 
dalla fisiologia delle piante, che le foglie loro 
sono organi assorbenti ed escretorj ad un tem- 
po stesso; cioè che assorbono dall’ atmosfera 
delle sostanze , per le quali l’ albero si nutre e 
cresce; ed esalano il superfluo alla nutrizione; 
che anzi l’ umore nutritizio, il quale alimenta 
e fa ingrossare le radici, ha un moto di disce*a 
( dalle foglie che lo assorbono ) verso le radici 
medesime, e serve ad alimentare e rendere vi- 
gorose le radici stesse; ciò posto , quanto non 
deve essere il disordine nell’ economia vitale 
d’un albero, di cui qualche membro non possa 
eseguire le due funzioni principali e più neces- 
sarie alla di lui esistenza? (1) 


(1) Alcuni naturalisti oltre le farfalle e le sfingi qui an- 
noverate fanno pur cenno di alcune altre specie, cui diedero 


4 


40 
14* Zigena della vite. 
Zygaena ampellophaga (mihi ). (1). 
Bruco non più lungo di un pollice, bruno; 
ogni anello del suo corpo porta dei peli disposti 
a stella su ambo ilati, ed il ventre è biancastro. 


un nome corrispondente alla pianta sulla quale i loro bru- 
chi furono trovati : essi sono fra le farfalle 

1. La farfalla del pruno Papilio prunî. L. 

2. La farfalla della quercia. Papilio guercus. L. 

3. La farfalla del pioppo. Papilio populi. L. 

4. La farfalla della betula. Papilio berule. L. 

La piccolezza però di tali farfalle, e, direi quasi, la loro 
rarità nel clima almeno sotto il quale io scrivo, non mi 
permette di credere nocivi i loro bruchi. Eguale opinione 
io tengo riguardo alle 

I. Sfinge del tiglio. Spbinx tilie. L. 

2. Sfinge delle piante stellate. Sesia stellatavum Fabr. 
Quest’ ultima a dir vero è frequentissima ; ma sarebbeci dan- 
nosa nel caso soltaato, che noi coltivassimo la rubbia; 
giacchè se ora il di lei bruco si pasce del Gallio aspro, Gal- 
lium aparine. L., che si trova nelle siepi, divorando allora 
le foglie della rubbia, che trovasse coltivata nei campi, im- 
pedirebbe 1° accrescimento delle di lei radici, le quali tanto 
interessano la tintorìa. 

(3) Hanno rilevato gli Entomologi, che fra le farfalle, le 
quali molto si avvicinano alle sfingi per la forma e pel 
costume di volare sull’imbrunir della sera, eranvi alcune, 
le quali potevano fare un genere separato, attesochè fab- 
bricano un bozzolo a guisa delle falene, nè si appiattano 
sotto terra per subirvi l’ultima metamorfosi, siccome fanno 
le sfingi propriamente dette. Degeer fu il primo che fece 
tale distinzione, e diede alle anzidette farfalle il nome di 
Papilioni falene ( Spbinx-adscita ). Ma avendo rilevato in 
appresso il sig. Fabricio, ch’ elleno si scostavano dalle sfingi 
pel carattere delle antenne non prismatiche, ma rotondate 
ed alquanto più gresse verso la loro metà, fotmò il genere 


41 

Bozzolo ovale candidissimo, tessuto con poca 
seta, onde non è consistente. 

Crisalide bianca dapprima, e che imbrunisce, 
quando sta per sortire l’ insetto perfetto. 

Insetto perfetto. Ali anteriori e posteriori di 
una tinta bruna uniforme, alquanto lucida , cioè 
di quel colore volgarmente detto testa di moro ; 
abdome, torace, capo, ed antenne di un bel 
colore ‘azzurro metallico. 


Zygena ritenuto dagli Entomologi, che scrissero dopo dî 
lui. La Zigena della vite, che io chiamo perciò Zysene 
ampellophaga, trovasi figurata nello stato di farfalla al tomo 
3. tav. 10: fig. 151 A. dell’opera di Engremel: Puapillons 
d' Europe, ove è denominata Spbinx du prunellier, ossia del 
pruno. In appresso sotto il medesimo nome di Sphinx pruné 
fu brevemente descritta dal celebre chimico Giobert nella parte 
prima delle Memorie della Società centrale di Agricoltura 
di Torino pag. 79; ma siccome ritenendo tale denominazione 
si darebbe luogo a confonderla con altro insetto, ho creduto 
di denotarla con un nome, che indichi la sua nociva qualità, 
To mi sono altronde accertato più volte, che gli Entomologi 
hanno dato agli insetti da loro descritti per nome specifico 
quello della pianta sulla quale li hanno trovati nello stato 
perfetto, cosa che è accidentale assai; mentre importava anzi 
di indicare col nome specifico medesimo la pianta, cui nuocon@ 
nello stato di bruco. Ora essendo rara la favorevole circo» 
stanza di trovare i bruchi di alcune farfalle, essendo anzi 
di moltissime ignoti, mi sono creduto autorizzato a cangiare 
il nome di sfinge del pruno, in quello di zigena della vite, 
perciò appunto che mi si è presentata nella corrente prima. 
vera ( 1809) l'occasione di potere ‘educare il bruco della 
zigena, che qui descrivo, e che diversi proprietarj delle 
colline dette d’ Oltrepò mi hanno interpellato sul mezzo di 
distruggere un insetto loro tanto dannoso. 


42 

Figura. Tav. I. fig..2.* 

Osservazione. Quando incominciano ad ingros- 
sare e poi a spuntare le gemme nei rami della 
vite destinati a portare i grappoli, sbucciano i 
piccoli bruchi dalle uova che depositò sui tralci 
la farfalla nel mese di giugno dell’ anno prece- 
dente. Appena sbucciati si praticano un foro nel 
centro delle gemme, e divorando i rudimenti dei 
grappoli, non meno che delle foglie , defraudano 
le speranze dell’ agricoltore , e talvolta conducono 
ben anche la vite a morte col privarla delle 
foglie, che sono il principale mezzo della nu- 
trizione della pianta. Codesti bruchi nello spazio 
di circa .un mese cangiano più volte di pelle ; 
quindi appiattatisi disotto alla scorza lacera della 
vite, o nelle fessure, e nelle scorze dei pali, e 
talvolta anche disotto alle legature che vincolano 
i pampini ai pali medesimi, fabbricano il boz- 
zolo, dal quale sortono cangiati in farfalle dopo 
circa 16 giorni; ciò che suole avvenire fra gli 
ultimi giorni di maggio ed i primi di giugno, 
secondo che la temperatura atmosferica è più o 
meno costante. Queste farfalle volano assai poco, 
e solo sull’imbrunir. della sera, o di mattino 
innanzi che il sole sia sul nostro orizzonte ; anzi 
volano così pesantemente, che si possono pren- 
dere colle mani. Elleno non sono punto diffidenti, 
e quando stanno appiattate sui vegetabili si lasciano 
prendere con quella facilità, che si colgono i 
vegetabili stessi; mentre pel contrario le vere 


43 
sfingi sono assai vivaci nei loro movimenti, ed 
hanno un volo rapidissimo. 

I bruchi di questa zigena trovansi numerosis- 
simi in Piemonte sui colli che costeggiano la 
strada Romera da Broni a Casteggio, ed in 
alcuni anni favorevoli al loro sviluppo si calcola 
che involano la metà della vendemmia. Dai co- 
stumi sovraesposti si rileva, non essere difficile 
di liberare i vigneti da tale flagello, non già 
col dare la caccia ai bruchi medesimi; giacchè 
stando essi appiattati nei teneri germogli delle 
viti, si arrischierebbe nel coglierli di frangere 
i germogli medesimi; ma bensì deputando dei 
ragazzi a prendere l’ insetto perfetto, il quale 
per la sua stupida pigrizia non può sfuggire 
alle loro mani. Sarebbe pure opportuno, che il 
potatore delle viti medesime, nell’ atto che le 
dispone in filari, stropicciasse i tralci con una 
grossa ruvida lana, onde staccare da essi le 
uova di così rovinoso insetto , che per la loro 
esilità si nascondono all’ occhio dell’ osservatore ; 
ed usasse solo di pali scortecciati per sostenere, 
le viti, e rinnovasse infallantemente ogni anno i 
vimini, che servono a legarla ai pali mede- 
simi. fo vorrei lusingarmi, che una sì fatta cura 
continuata per tre anni distruggerebbe del tutto 
tale insetto nocivo. Si potrebbe a dir vero cogliere 
anche i bruchi, perchè essi sortono a mezzo 
giorno dalle gemme della vite, e camminano 
lungo i tralci sino verso alle due: ore pomeri- 


44 

diane; ma tale caccia deve essere fatta con un 
lungo pennello a setole pungenti, o costrutto di 
finissimo fil di ferro; acciocchè tocchi da esso 
i bruchi rimangano feriti e non possano subire 
l’ultima metamorfosi. Per ultimo si potrebbe 
accendere di distanza in distanza nel vigneto dei 
piccoli fuochi a notte inoltrata, onde vedere se 
fosse comune a queste zigene il costume, che 
hanno le piralidi di accorrere intorno agli 0g- 
getti luminosi. Ciò accadendo, la fiamma tarpando 
loro le ali, caderebbero le farfalle sul terreno, 
nè potrebbero più deporre le uova per una fu- 
tura generazione sui sarmenti della vite. Combi- 
nando nello stesso anno questi tre metodi di 
distruzione non se ne possono aspettare che ‘dei 
felici risultati. 


bas 
Delle Falene (tav. I. fis. 3. £. 6. 7. 8. 9. ). 


Le falene sono farfalle le quali a guisa delle 
sfingi volano solo di notte; ma si distinguono 
da quelle, e dai papilioni : 1.° perchè le loro 
antenne sono filiformi, o fatte a pettine; 2.° perchè 
le loro crisalidi sono difese da un bozzolo di 
seta filato dal bruco della specie rispettiva , o 
formato da altra sostanza. In questo genere 
d’ insetti le femmine sono più grandi dei maschi; 
e siccome esso è uno dei più ricchi di specie, 
così fu diviso in. 


Filatrici = Bombyces. 
Guffi = Noctue. 
dea Legnajuole = Cossus. 
Geometre — Geometra. 
Lucivaghe = Pyralides. 
Tarme — Tinea. 


* Falene Filatrici 


( Tav. I fig. 3. ). 
Le antenne di queste sono fatte a pettine. 


15. Falena Pavonia maggiore. Phalena Bombyx 
pavonia major. L. 

Bruco nero da che sbuccia dall’ uovo sino alla 
terza muta; dappoi verde ; sempre però ha delle 
prominenze verrucose , disposte ad anello sul suo 
corpo, e sormontate da alcuni peli rigidi. Tali 
prominenze sono o cerulee, o rosse, o gialle. 

Crisalide nera coll’ ano barbato. 

Bozzolo di seta ruvida, grigia, con doppia 
apertura dal suo lato più acuto, l’una interna , 
esterna l’ altra. 

Insetto perfetto. Nel maschio ali anteriori 
fosche con un occhio rinchiuso in una macchia 
bianca per cadauna ala; le inferiori tiranti al 
giallo. Nella femmina i colori sono più sbiadati. 

| Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 15. 16, 17. 

Osservazione. Dopo il bruco della sfinge 
teschio num. 11, questo è il più grosso d’'Eu- 
ropa, ed al tempo stesso uno dei più rovinosi 
per gli alberi fruttiferi delle cyi foglie si pasce. 


4 
Disponendo la femmina di tale farfalla le nova 
sui rami a guisa di anello, tutti i bruchi che 
sbucciano da esse vivono quindi per molto tempo 
in società; ed il ramo foglioso, che è alla loro 
portata, rimane presto sfrondato. Talvolta questi 
bruchi devastano anche le fragole. In più epoche 
dell’anno si può dare la caccia a questo insetto : 
la più proficua è però quella che si fa d'inverno, 
cercando i di lui bozzoli fra le inserzioni dei 
rami, e le uova che sui rami stessi ha deposto , 
diminuendosi così d’ assai la futura generazione. 
Per conoscere se un frutice è già in preda dei 
bruchi dei quali si parla, non è sempre neces» 
sario di osservare la chioma dell'albero : lo 
sterco dei bruchi che cade a terra, essendo assai 
grosso, indica tosto la loro presenza; ed in que- 
sto caso il rimedio è di fare del fumo di buon 
mattino , abbruciando sotto all’ albero della paglia 
inumidita, acciò cadendo i bruchi sul suolo si 
possano uccidere. 

16. Falena pavonia minore. 
Phalena B. pavonia minor. L. 

Differisce solo dalla precedente, perchè più 
piccola. Ha i costumi di quella. Fu figurata da 
Roesel. Ins, I. Phal. 2. tav. 5. 

17. Falena lanuta. 
Phalena B. lanestris. L. 

Bruco, che vive in società, leggermente 
peloso ; tutto nero nelle prime mute; in appresso 
con due macchie giallo-oscure, pelose ad ogni 
anello del suo corpo. 


47 

‘Bozzolo elittico , giallognolo , nel quale non si 
ravvisano fili di seta, perchè agglutinati insieme 
e ridotti a consistenza cartonosa, ma fragile. 

Crisalide nera. 

Insetto perfetto. Ali color di cioccolata con 
tre macchiette bianche per cadauna. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 62. 

Osservazione. I bruchi, dai quali nasce la 
falena lanuta, vivono in società sino al momento, 
che stanno per filare il bozzolo. Ogni società di 
questi bruchi, la quale non è mai minore di 
200 in 300, sta riunita sotto una specie di nido 
irregolare, costrutto di seta bianca a varj strati 
concentrici, con fori esterni. I bruchi in ragione 
dell’ accrescimento che prendono filano e dilatano 
codesto nido. Sino a che sono giovani stanno 
rinchiusi nel nido stesso, e fatto passare nel di 
lui centro un ramoscello foglioso se lo divo- 
rano stando al coperto. Cresciuti poi sortono, dal 
bozzolo a pascolare in ore determinate del gior- 
no, e vi rientrano. Quindi è che per liberare 
gli alberi fruttiferi dal loro guasto, bisogna 
staccare dalla pianta gli indicati nidi o di sera 
o di buon mattino, quando i bruchi vi sono 
ritirati; o volendo ciò eseguire di giorno, spruz- 
zare la pianta con dell’acqua, acciò i bruchi, 
che trovansi sparsi su di essa, e che temono la 
pioggia, si ricoverino nella loro abitazione. Dif- 
ficile assai riesce di dare altrimenti la caccia @ 
questo rovinoso insetto , perchè nello stato di 


43 
farfalla vola solo di notte sui rami più alti dei 
frutici, e le uova che depone sono avvolte da 

a una lana nera (ch’ ella stacca dal suo abdome), 
la quale confondendosi col colore dei rami non 
permette di riconoscerle. Le indicate società di 
bruchi si trovano sul pruno, sul tiglio, sul 
salice, ed altre piante. 

18. Falena processionale. 
Phalena B. processionea. L. 

Bruco che vive in società a guisa di quello 
della falena lanuta, peloso, fosco-cinereo , col 
dorso nero e delle verruche gialle. 

Bozzoli nel nido, paralelli gli uni agli altri; 
la cui seta è intralciata coi peli del bruco 
divenuto liscio. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali fosche con una striscia 
dell’ egual colore più carico. 

Figura. Reaumur Ins. 2. tav. 11. 

Osservazione. Il numero di questi bruchi per 
ogni famiglia giunge talvolta a 700, 0 800; e 
sulla quercia , pianta cui divorano , si trovano 
più famiglie riunite. Essi compiono tutte le loro 
metamorfosi nel nido, che sonosi cosfrutto e 
ch’ è perciò assai grande ; e da quello non sortono 
per andare al pascolo , se non traniontato il sole. 
Questo costume ci indica che la caccia di tali 
nidi va fatta di giorno a sole alzato, quando 
tutti vi si trovano riuniti i bruchi in riposo. 
Allorchè tali bruchi vanno al paseolo, o ne ri- 


49 
tornano, camminano appajati in numeri diseguali, 
sicchè la famiglia intera presenta una figura 
triangolare. I nidi sunnominati non si possono 
maneggiare senza soffrire un doloroso prurito 
alle mani ed al volto, a motivo dei. peli dei 
bruchi, che entrano nei pori della pelle. 

19. Falena processionale del Fino. 
Phalena B. processionea pini. Villers. 

Bruco nero, peloso. 

Crisalide bruna. 

Bozzolo formato da poca seta ruvida , collocato 
sotto terra al piede degli alberi. 

Insetto perfetto. Ali cenericcie con delle stri- 
scie più cariche, poco spiegate, e l' abdome 
anellato in color fosco. 

Figura. Reaumur Tom. 2. tav. 8. fig. 1.-- 12. 

Osservazione. I bruchi di questa falena prima 
di fare il bozzolo vivono in società numerosa 
entro un nido da loro costrutto con seta bianca, 
il quale ha talvolta la grossezza di un melone, 
ed è sempre attaccato ai rami dei pini; ond' è 
assai riconoscibile da lungi la loro esistenza. 
Da questo nido sortono i bruchi processional- 
mente , siccome fanno quelli descritti al num. 18, 
per andare a divorare le foglie dei pini mede- 
simi, cui recano non lieve danno. Fatti poi 
maturi i bruchi nascondonsi sotto terra per 
incrisalidarsi. 


50 


20. Falena gallonata. 
Phalena B. neustria. L. 
( Tav. I. fig. 3.) 

Bruco, che vive in società come il precedente ; 
di color verde tirante al celeste, con delle linee 
rosse cerulee ai lati, ed una bianca sul dorso. 

Bozzolo fosco, cartonoso. 

Crisalide oscura. 

Insetto perfetto. Ali pagliarine con una striscia 
color di ruggine. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 6. 

Osservazione. Tutti i giardinieri convengono 
nel considerare i bruchi di questa falena siccome 
dei più rovinosi, perchè non rispettano veruna 
sorta di alberi fruttiferi. Le mova dai quali 
nascono vengono deposte dalla falena femmina 
ad anello sui rami degli alberi, e non mai in 
minor copia di 200, o 350. 

21. Falena guerriera. 
Phalena B. castrensis. I. 

Bruco che vive in società, peloso, ceruleo 
con linee rosse macchiate di nero. 

Bozzolo ovale bianco. 

Crisalide cenericcia. 

Insetto perfetto. Ali oscure con due fascie 
biancastre , ed una sola pallida nelle ali inferiori, 

Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 14. 

Osservazione. Il bruco di questa falena è 
omnivoro, e pel guasto che fa nei campi va 
del pari col precedente. 


51 
22. Falena dispari. 
Phalena B. dispar. L. 

Bruco peloso ora giallastro, ora grigio, più 
di rado con una fascia longitudinale nera sul 
dorso. Sul dorso stesso nella sua parte anteriore 
ha 12 punti cerulei rilevati, e due pure rossi ad 
ogni altro anello del di lui corpo. Questo bruco 
si distingue anche per due prominenze laterali 
al primo anello , che lo rendono come orecchiuto. 

Bozzolo impropriamente detto, perchè for- 
mato da pochi fili di seta, pei quali sta sospesa 
la crisalide. 

Crisalide bruno-nerastra, la quale ha un ciuf- 
fo di peli al suo apice, ed una punta troncata 
alla base. 

Insetto perfetto. Ali grigio - fuligginose nel 
maschio ; nella femmina biancastre con una 
striscia ineguale, ed alcuni punti bruni. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 3. 

Osservazione. Non vi ha, cred'io, falena più 
moltiplicata di questa in Lombardia. Non passa 
anno che vaste piantagioni di salice ed altri 
alberi non siano quasi interamente sfrondate dai 
suoi bruchi in primavera, e rimangano langui- 
de ed emaciate sino alla nuova cacciata di 
agosto. Questi bruchi attaccano pure i peri, i 
pomi, gli olmi, i faggi con notabile danno 
dell’ annuale loro accrescimento. In due maniere 
si può dar loro la caccia; cioè quando la far- 
falla è ancora nello stato di bruco, cercando di 


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52 


buon mattino oppure dopo una pioggia i bru- 
chi medesimi, i quali trovansi in copia appiat- 
tati sul tronco degli alberi, ove si possono 
schiacciare con una lunga spatola di legno 
che giunga a colpirli; ed in secondo luogo nello 
stato di uovo. Ogni femmina depone in agosto tutte 
le uova, delle quali è gravida, unite in massa 
sul tronco degli alberi, e per viemeglio diffen- 
derle dall’ ingiurie dell’ inverno le ricopre di 
una densa lanugine ‘color d’ isabella, ch’ ella 
stacca dal suo abdome. Il colore di tale lanu- 
gine troppo contrasta con quello dell’ albero, per- 
chè tosto non si riconoscano gli ammassi delle 
uova suddette. Rimane dunque di staccarnele 
con un lungo coltello di legno, e farle cadere 
in un cesto sottoposto per quindi abbruciarle. 
A questo lavoro potrebbesi deputare dei ragazzi 
in autunno, perchè se venissero a cadere delle 
uova sul terreno, i freddi d’ inverno le farebbe- 
bero perire, siccome ‘non difese dalla lanugine. 
Tali uova ancora attaccate alla scorza degli al- 
beri sono credute dai villici essere quelle di cicala; 
onde converrà servirsi di tale denominazione, 
per indicare ai villici medesimi su quale oggetto 
devono cadere le loro ricerche. 
23. Falena ventre dorato. 
Phalena B. chrysorrhea. L. 

Bruco che vive in società a guisa della fale- 

na lanuta num. 17, non molto peloso, bruno, 


53 


con due linee dorsali rosse e dei fascetti di pe- 
lo bianco ai lati. 


Bozzolo bianco, floscio. 

Crisalide nera. 

Insetto perfetto tutto candido coll’ abdome 
barbato all’ apice e di bel color giallo-dorato. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 22. 

Osservazione. Questa falena è delle più mol- 
tiplicate nei boschi e nei pometi; talvolta, ma 
assai di rado, si attacca agli erbaggi. Essa de- 
pone le uova sui rami degli alberi a guisa della 
falena dispari num. 22.; e le avvolge in una lana 
giallo-dorata, che coi piedi posteriori stacca dal 
suo corpo nell’ atto di deporle: ond’ è che si 
minorano i danni che recano i bruchi di co- 
desta falena collo staccare dai rami le uova 
stesse in autunno. Egli è appunto in quest’ epo- 
ca che i bruchi sbucciano dalle uova ; ed accar- 
tocciando alcune foglie dell’ albero mediante po- 
chi fili di seta si fanno un nido, nel quale pas- 
sano l invernata in società. 

24. Falena signorina. 
Phalena B. dominula. L. 

Bruco che vive in società, peloso, ceruleo , 

con tre linee gialle macchiate di bianco. 


Bozzolo comune a molti bruchi , che meglio 
sì direbbe un nido. 


Crisalide rossastra. 

Insetto perfetto. Ali anteriori nere con mae 
chie biancastre ed alcuna aranciata ; le posteriori 
rosse macchiate di nero. 


54 
Figura. Roesel, Ins. 3. tav. 47. 
Osservazione. Non mi sembra comune questa 
fa!ena , avendola trovata di rado. Essendo però 
o:nnivoro il di lei bruco, se in qualche locali- 
tà si fosse moltiplicato assai, importerà sempre 
di darle la caccia coi metodi espressi in fine 
di questo Saggio. 
25. Falena bimacchiata. 
Phalena B. gonostigma. L. 

Bruco che vive in società, bruno, screziato 
di rosso e di nero; con otto fascetti di pelo gial- 
lo sul dorso, due al collo, ed uno alla coda. 

Bozzolo ovato, bruno. 

Crisalide anteriormente gialla , posteriormen- 
te nera con una linea pelosa. 

Insetto perfetto. Nel maschio ali fosche ti- 
ranti al color d’ocra con due macchie opposte 
bianche. La femmina è senz’ ali. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 40. 

Osservazione. I bruchi divorano le foglie del- 
la quercia e dell’ ontano, e siccome vivono in 
società, così non è mai leggere il danno che 
arrecano. 

26. Falena fascellina. 
Phalena B. fascellina. L. 

Bruco peloso, i cui.peli sono disposti a stel- 
la; giallo-nerastro, punteggiato di rosso, con 
cinque fascetti di pelo sul dorso, per metà bian- 
chi e per metà neri. Altri fascicoli pelosi esso 
porta pure alla testa ed all’ ultimo anello. 


dò 


Bozzolo biancastro, la cui seta è frammista 
ai peli del bruco. 

Crisalide bruna con una linea pelosa sul dorso. 

Insetto perfetto. Ali cenericcie, punteggiate 
minutamente di nero,e con due striscie ondeg- 
gianti rossastre. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 37. 

Osservazione. Durante le prime mute questo 
bruco vive in società, vi passa l'inverno, e solo 
verso la metà di aprile costruisce il bozzolo , 
che avvolge fra le foglie. Il pioppo, il trifoglio 
e le fragole sono i vegetabili che devasta; io 
lo credo omnivoro.. Dall’ esposto si rileva, che 
per dargli la caccia con buon esito bisogna ciò fare 
sino che i bruchi vivono in società, cioè pri- 
ma che filino il bozzolo, perchè così se ne uc- 
cidono molti in un solo colpo. 

27. Falena foglia di quercia. 
Phalena B. quercifolia. L. 

Bruco peloso , color di ruggine, macchiato di 
nero, con due collari cerulei, ed una coda all’ ul- 
timo anello. 

Bozzolo elittico, fosco, cenericcio. 

Crisalide fosca. con fascie. rosse. 

Insetto perfetto. Ali dentate color di ruggi» 
ne ; la bocca e le zampe nere. , 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 41. 

Osservazione. Il nome di quercifolia è dato 
a questa falena, perchè nello stato di riposo; le 
sue ali dentate si assomigliano a foglie di ro- 


5 


56 


vere essiccate. Il di lei bruco mangia le foglie 
del pero, del salice, e di alcune gramigne; 
onde viene riputato omnivoro. 
28. Falena del faggio. 
Phalena B. fagi. L. 

Bruco bruno, liscio, i cui anelli del dorso 
sono dentati, ed i piedi anteriori lunghissimi in 
paragone di quelli di altri bruchi. Esso ha pu- 


re due prolungamenti all’ ultimo anello a guisa 
di cornetti. 


Bozzolo : 

Crisalide } Bruco. 

Insetto perfetto. Ali cenericcie screziate di 
biondo , con due fascie lineari giallognole alla 
loro base. 

Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 12. 

Osservazione. Questo bruco, che mai non 
trovasi alla pianura, ma solo ai monti, vive 
tanto delle foglie del faggio, che di quelle del- 
V avellano e dell’ ontano. 

20. Falena della quercia. 
Phalcena B. quercus. L. 

Bruco peloso grigio, cogli anelli alternativa- 
mente neri, ed alcuni punti bianchi. 

Bozzolo bruno-verdastro , compatto, i fili della 
cui seta non sono separabili. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali color di ruggine, con una 
striscia giallognola, ed un punto bianco nel 
mezzo, la femmina ha le ali bionde. 


57 


Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 35. 

Osservazione. Questo bruco divora ‘tanto le 
foglie della. quercia, quanto quelle del salice. 
Sul far della sera scende dai rami per appiat- 
tarsi sul tronco di codesti alberi; ond’ è che per 
prenderli bisogna esaminare di notte i tronchi 
stessi colla lampada. 

30. Falena bevitrice. 
Phalena B. potatoria. L. 

Bruco peloso lateralmente macchiato di bianco , 
e munito di coda, e di una prominenza a guisa 
di cresta. 

Bozzolo i 

Crisalide Ì bruni, 

Insetto perfetto. Ali dentate di color giallo- 
aranciato, con una striscia trasversale bruna, e 
due punti bianchi in mezzo dell’ ali superiori. 

Figura Wilk. pap. 27. tav. 3. 

Osservazione. Le gramigne sono il pascolo 
prediletto di questo bruco, il quale è talvolta 
così copioso da fare scarseggiare il foraggio. 
Lo si distrugge mandando una covata di pulcini 
nel prato, 

31. Falena del pino. 
Phalena B. pini. L. 

Bruco peloso, variegato di bianco , di grigio 
e di fosco, colla coda e due collari cerulei. 

Bozzolo allungato, elittico, aperto da ambe- 
«due le estremità , fosco. 

Crisalide fosco-cerulea. 


56 


Insetto perfetto. Ali superiori cenericcio-gri- 
gie, con una fascia color di ruggine, ed un 
punto bianco triangolare collocato in ‘una :mac- 
chia più intensa dell’ egual colore; ‘le inferiori 
color di ruggine. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 59. 

Osservazione. Vive sui pini, cui danneggia 
moltissimo. 

32. Falena vinula. 
Phalena B. vinula. L. 

Bruco a dorso piano, fosco; nel rimanente 
del corpo verde, con coda formata da due setole 
carnose rosse, che l’animale può a piacere al- 
lungare ed accorciare , facendole ipiù o meno 
entrare nel loro astuccio. 

Bozzolo formato da frammenti di legno agglu- 
tinati. 

Crisalide bruna, con alcuni punti bianchi sul- 
l’abdome. 

Insetto perfetto. Ali bianco-cenericcie , stri- 
sciate di color fosco rosseggiante ; abdome bian- 
co punteggiato di nero. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 19; 

Osservazione. Questo bruco singolare per la 
sua forma divora le foglie del salice e del piop- 
po, e facilmente lo si fa cadere dall’albero scuo- 
tendone i rami di buon mattino. 

33. Falena del pioppo. 
Phalena B. populi L. 

Bruco cenericcio, col dorso più oscuro, e 4 

punti rossi ad ogni anello del suo corpo. 


59 

Bozzolo ovato color di ruggine. 

Crisalide anteriormente fosca, posteriormente 
rossastra. 

Insetto perfetto. Ali anteriori tiranti al color 
fosco con una striscia ondeggiante biancastra ; ali 
inferiori ‘cenericcie con una fascia più chiara. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 60. 

‘ Osservazione. Quantunque sia. chiamata far- 
falla del pioppo, il suo bruco vive frequente- 
mente. su ‘altre sorta di alberi fruttiferi e bo- 
schivi, ed in alcune località è così moltiplicato 
che si rende veramente dannoso. 
34. Falena vergognosa. 
Phalena B. pudibunda. L. 

Bruco peloso , verdastro o giallastro, con 4 
fascetti di pelo bianco sul dorso, ed uno più 
lugo rossastro alla coda. 

Bozzolo ovale , gialliccio. ib 

Crisalide anteriormente nera; posteriormente 
bruna , ‘macchiata di. giallo. 

Insetto perfetto. Ali cenericcie con tre fascie 
fosche, lineari, ondeggianti. Esso tiene la testa 
abbassata. fra le gambe anteriori, d'onde ebbe 
il nome di falena vergognosa o vereconda. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 38. 

Osservazione. Tl bruco di questa falena è om- 
nivoro, ma rosica spezialmente le foglie degli 
alberi fruttiferi, ed è frequente sul castagno e 
sugli avellani. 


60 
35. Falena sdrucciolante. 
Phalcena B. lubricipeda. L. 

Bruco peloso, fosco, con punti cerulei, ed 
una linea giallastra sul dorso. 

Bozzolo ovato, bruno, 

Crisalide ceruleo-oscura colle stimmate rosse. 

Insetto perfetto. Ali bianche punteggiate di 
nero; abdome giallo con cinque ordini di punti 
neri. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 46. 47. 

Osservazione. Il bruco di questa, farfalla not- 
turna è omnivoro; lo. si trova però più frequen- 
temente sulla quercia e sugli erbaggi da cucina. 

36. Falena del salice. 
Phalena B. salicis. L. 

Bruco peloso, bruno, il cui dorso è longitu- 
dinalmente macchiato di bianco e punteggiato 
di nero. 

Bozzolo informe. 

Crisalide pelosa, bruna, sostenuta da. pochi 
fili di seta, in luogo di essere racchiusa in un 
vero bozzolo. 

Insetto perfetto. Tutto bianco, colle antenne 
nere, ed i piedi anellati di bianco e di nero; 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 9: 

Osservazione. Copiosissimo è questo bruco in 
alcuni anni, e giugne a sguernire i pioppi edi 
salici delle loro foglie. Nello stato di falena lo 
si vede sul fare della sera volare lentamente in- 
torno questi alberi per deporvi le uova. Un den- 


6r 
so fumo che allora si faccia abbruciando della 
paglia inumidita lo allontana. 
37. Falena contadina. 
Phalana B. villica. L, 

Bruco irsuto nereggiante, col capo, i piedi, 
ed alcune macchie rossastre. 

Bozzolo cenericcio, vasto, a guisa di rete. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali anteriori nere con 8 mac- 
chie bianco-gialliccie ; le posteriori gialle, mac- 
chiate di nero; abdome color di minio con al- 
cuni punti neri. 

Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 28. fig. 2. 

Osservazione. Questo bruco è omnivoro; ma 
trovasi particolarmente negli orti, cui molto 
danneggia. 

58. Falena caja. 
Phalena B. caja. L. 

Bruco irsutissimo nereggiante, con tre punti 
cerulei rilevati ad ogni anello del suo corpo. 

Bozzolo assai grosso, cenericcio-oscuro , in- 
tralciato coi peli del bruco. 

Crisalide nera, opaca. 

Insetto perfetto. Ali anteriori color di caffè con 
delle striscie biancastre; le posteriori rosso-por- 
porine largamente punteggiate di nero. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. ,1. 

Osservazione. E' omnivoro come il preceden- 
te; ma danneggia particolarmente gli orti. 


62 
39. Falena stellata. 
Phalena B. antiqua L. 

Bruco peloso, screziato di rosso , di bianco e 
di giallo, con 4 fascicoli di pelo bianco sul dorso, 
2 consimili nerastri al collo, e 4 verso la coda. 

Bozzolo ovato, bruno. 

Crisalide nera, screziata di giallo, con una 
linea pelosa sul dorso. 

Insetto perfetto. Nel maschio ali color di rug- 
gine con una macchia bianca semicircolare; la’ 
femmina manca di ali. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 39. e 
tom. 3. tav. IÒ. 

Osservazione. Il bruco di questa falena vive 
sul tiglio, sull’ontano, sul pruno, e reca gra- 
ve danno ad ogni genere di alberi fruttiferi. 

40. Falena fuligginosa. 
Phalena B. fuliginosa. L. 

Bruco peloso, color di ruggine, colla testa, 
ed i piedi anteriori neri. 

Bozzolo bruno. 

Crisalide nera, posteriormente con delle fa- 
scie gialle. 

Insetto perfetto. Ali anteriori rosso-fuliggino- 
se, con un punto nero ; le posteriori rosse, col 
margine nero, e due punti avvicinati neri. L’ ab- 
dome è color di sangue. 

Figura. Roesel. Tns. I. Phal. 2. tav. 43. 

Osservazione. Ella è questa una delle: falene 
più comuni. Il suo bruco vive sulla rapa, sulla 
senape, sui cavoli, e divora anche le gramigne, 


63 
41. Falena monaca. 
Phalcena B. monacha. L. 

Bruco fosco, cenericcio, con' fascetti .di pelo 
rossastro, ed una macchia nera a foggia di cuo- 
re sul secondo anello. 

Bozzolo bruno. 

Crisalide nera. 

Insetto perfetto. Ali superiori biancastre, on- 
deggiate di nero; le inferiori sbiadate. I seg- 
menti del suo abdome sono rossi. 

Figura. Schaeffer. Icon. tav. 68. fig. 2. 3. ed 
in Joerdens Geschichte der kleinen Fichten-Raupen. 
Fig. 17. 19. 

Osservazione. Vive sul pomo, sul salice, sul 
rovo, sul larice, sul pino, cui reca talvolta gra- 
vissimi danni. 

42. Falena calamitosa. 
Phalena B. graminis. L. 

Bruco liscio, oscuro, con tre striscie longitu- 
dinali gialle. 

Bozzolo 

Crisalide 

Insetto perfetto. Ali grigie, con una linea 
ramosa ed un punto bianchi. 

Figura. Frisch. Ins. ro. tav. 21. 

Osservazione. I bruchi di questa falena sono 
numerosissimi in alcuni anni, e cagionano grave 
scarsezza del foraggio; giacchè ( eccettuata la 
coda di volpe, Alopecurus pratensis ) divorano 
le altre gramigne tutte. Moltiplicandosi in alcu- 


bruni. 


64 

ne località ogni anno tale flagello , l' unica ma- 
niera di allontanarlo è quella appunto di semi- 
nare nel prato la coda di volpe. Il fatto ha di- 
mostrato in più luoghi, che, dove trovasi que- 
st'erba ad altre unita , la falena calamitosa le ab- 
bandona tutte. Essa impiega 14, giorni a passa- 
re dallo stato di crisalide a quello di insetto 
perfetto. 

43. Falena capo-ceruleo. 
Phalena B. coeruleocephala. L. 

Bruco nudo, cerulescente , lineato di giallo e 
punteggiato di nero. 

Bozzolo formato da tritumi di legno secco. 

Crisalide bruno-rossastra. 

Insetto perfetto. Ali superiori. grigio-oscure , 
con una macchia ed una linea biancastre; le 
inferiori cenericcio-gialle. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 16. 

: Osservazione: Divora le foglie. degli alberi 
fruttiferi. 

44. Falena bucefala. 
Phalena B. bucephala. L. 

Bruco peloso, nero, cogli anelli alternativa- 
mente gialli,e delle striscie longitudinali giallastre. 

Bozzolo formato da pochi fili di seta. 

Crisalide con due cornetti alla parte inferiore. 
Insetto perfetto. Ali anteriori cineree, con due 
striscie color di. ruggine, ed una macchia gialla 
al loro orlo esterno; le inferiori giallastre. La. 
testa ed il torace sono circondati da una cresta 


65 
di peli, quadrata: e da .iciò le è derivato il no- 
me di bucefala. 
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 14. 
Osservazione. Il bruco vive delle foglie degli 
alberi fruttiferi, di quelle. del: tiglio e. della 
quercia. 


* *. Falene. legnajuole. 


( Tav. I. fig. 6.) 


Tali falene hanno le antenne lamellate. 


45. Falena. rodilegno. 

Cossus ligniperda Latreille: Phal. B. cossus. L. 

Bruco grosso assai, rosso per disopra , giallo 
per disotto, con peli rari. 

Bozzolo formato da frantumi di legno. 

Crisalide color di marrone. 

Insetto. perfetto. Ali grigio-fosche, con delle 
striscie irregolari e trasversali più cariche. 

Figura. Roesel. Ins. I, Phal. 2. tav. 18. 

Osservazione. Questo bruco, dei più rovinosi 
pei salici, pei pioppi ed altri alberi boschivi, 
cui talvolta fa perire, ha il costume di forare 
gli anzidetti alberi e di roderne il legno, segna- 
tamente la di lui parte più tenera, cioè il libro 
e l’alburno. Si può conoscere se un albero è da 
codesto bruco corroso, osservando esteriormente 
il di lui tronco. Se il tronco mostra in qualche 
punto della sua superficie un rialzo formato da 


66 
umida segatura del di lui legno, egli è questo 
un certo segnale, che la di lui sostanza legnosa 
è divorata dall’anzidetto brato; poichè tale se- 
gatura altro non è che il di lui ‘escremento. In- 
fatti togliendo la segatura stessa si ‘vede, ch’ella 
copre un foro, e che dal foro medesimo nuova 
segatura sorte ogni giorno. Per liberare quindi 
l'albero da questo incomodo' parasito non vi ha 
altro mezzo che quello di introdurre pel foro 
medesimo un filo di ferro acuminato e cotto, 
acciò possa piegarsi e seguire la via' tortuosa, 
che segue il bruco nel corpo dell’ albero. Se si 
giugne a ferirlo, l'albero è salvo. 

46. Falena -del castagno d'’india. 

Cossus csculi. ‘Latreille. Phal. ‘B. esculi. L. 

( Tav. I. fig. 6. ) 

Bruco giallo; punteggiato di nero, col capo e 
la coda neri 

Bozzolo formato da frantumi di legno. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali candidissime minutamen- 
te punteggiate di color nero-ceruleo, e 6 punti 
eguali sul torace. | 

Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 48. fig. 5. 6. 

Osservazione. Il bruco a guisa del precedente 
vive del legno ‘del castagno d’india, del castagno 
comune, del pero; e si uccide nell’egual' modo. 


607 
*.* * Falene . gufîi. 
(Tav. I. fig..4. ) 


Le antenne di queste, falene. sono filiformi. 


47. Falena del. formento. 
Phalena Noctua tritici. Villers. 

. Bruco nudo peloso, con;tre linee bianche. 
Bozzolo risultante da pochissimi fili di seta, 
Crisalide  brunastra. 

Insetio perfetto. Ali cenericcie con due mac- 
chie pallide, ed ‘una nereggiante. Torace cre- 
stato. 

Figura. Frisch. Ins. 10. tav. 19. 

Osservazione. ll bruco divora. le spighe del 
formento; e l’insetto perfetto somiglia tanto alla 
falena calamitosa, che facile è il confondere l’uno 
coll’ altro. I terreni a formento, non sarchiati e 
sporchi di erbe gramignacee vi sono maggior- 
. mente soggetti. Il bruco infatti principia dal di- 
vorare le erbe gramignacee , che trova al for- 
mento frammiste, e quando queste gli mancano 
si attacca alle spighe del formento medesimo. 
Ma allora il bruco essendo più grosso abbisogna 
di maggior nutrizione, ond’è che reca maggior 
danno. Per allontanarlo dai seminati a biade, 
bisogna spandere sugli stessi dei semi di coda 
di volpe (. Alopecurus pratensis ). Dove alligna 
quest’ erba. la falena del formento non reca 
alcun danno.. 


68 
48. Falena macchia-quadrata. 
Phalena N. quadra. L. 

Bruco peloso, col dorso punteggiato di rosso, 
ed una macchia nera. I suoi fianchi sono pure li- 
neati di nero. 

Bozzolo bianco elittico. 

Crisalide nera. 

Insetto perfetto. Ali gialle, di cui le anterio- 
ri hanno due macchie quadrate azzuro-oscure. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 17. 

Osservazione. Abita solo nei luoghi montuosi, 
ove divora le foglie tanto dei pini, che delle 
quercie. i 

49. Falena gamma. 
Phalena N. gamma. L. 

Bruco verde, con delle striscie bianche sul 
dorso, ed altre gialle ai lati. 

Bozzolo floscio, fatto di poca seta bianca. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto, crestato, colle ali screziate di 
più tinte fosche; in mezzo alle superiori vi ha 
una macchia imitante la lettera 9, di color bian- 
co argentato. Da questa lettera greca ha rice- 
vuto il nome. 

Figura. Schaeffer. Icon. tav. 84. fig. 5. 

Osservazione. Omnivoro è il bruco di questa 
falena, ma divora principalmente gli erbaggi negli 
orti. Nel 1735 esso recò gravissimo danno alla 
tenera canape nell’ Auvergne. L' insetto perfetto 
vola anche di giorno a fior di terra nei prati 


69 
per succhiare il miele dai fiori. Si riproduce 
più di una volta all’anno. 

50. Falena del Se 
Phalena N. pisi. L. 

Bruco nudo, color di ruggine, con 4 linee 
| gialle, ed il capo color di carne. 

Bozzolo nissuno. 

Crisalide fosca cogli anelli sanguigni. 

Insetto perfetto. Crestato, coll’ali color di rus- 
gine, aventi due macchie, ed una striscia infe- 
riore pallida ondeggiante. Le ali posteriori so- 
no oscure, uniformi e col margine giallastro. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 52. 

Osservazione. Il bruco divora le piante legu- 
minose. 

51. Falena piramidale. 
Phalena N. pyramidea. L. 

Bruco nudo, verde, con linee dorsali e laterali 
bianche, il cui ultimo anello è rilevato a guisa 
di piramide. 

Bozzolo bianco, avvolto fra le foglie, delle 
quali il bruco si pasce. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali anteriori fosche con tre 
striscie giallastre ondeggianti ; le inferiori color 
di ruggine. 

Figura. Roesel. Tns. I. Phal. 2. tav. rr. 

Osservazione. Vivendo questo bruco sul pru- 
no, sulla noce, sulla quercia e sul salice , si 
sospetta che sia omnivoro, e per tale ragione 


70 
uno dei più nocivi, se venisse a moltiplicarsi 
d’ assai. 

52. Falena del Castagno. 
Phalana N. aceris. L. 
. Bruco irsuto, con 8 fascetti di pelo giallo 
aranciato ai lati del dorso, nel cui mezzo vi 
hanno tante piccole macchiette bianche, accer- 
chiate da un’ areola nera. 

Bozzolo biancastro, di leggiere tessuto, ed in 

gran parte formato dai peli staccati dal corpo 


del bruco. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali bianche, ondeggiate di 
bruno, con una macchia ovale nel mezzo. 

Figura. Frisch. Ins. I. tav. 5. 

Osservazione. Questo bruco divora nel mese 
di maggio le foglie dei castagni, cui reca gravis- 
. simo danno; e quelle pure dell’acero e del ca- 
stagno d'india. La noce stessa non va esente 
dalla di lui voracità. Breve egli è però il pe- 
riodo della di lui vita; e nel mese di luglio 
più non si vede. I castagni da questo bruco in- 
festati presentano frequentemente il fenomeno 
di rifiorire all'autunno, siccome osservò il sig. 
Dorthes all’ Esplanade sul Torinese; quindi na- 
turale è il concludere che molto si snervino tali 
piante. Pare che alcuni naturalisti abbiano con- 
fuso questa falena col Cossus @sculi del quale 


si è parlato al n.° 46. 


7I 
53. Falena. erbaggivora. 
Phalena Noctua oleracea. L. 
( Tav. I. fig. 4. ) 

Bruco nudo, verde ,. livido, punteggiato di 
nero, con. una linea sul dorso fosca, ed altra 
bianca ai lati. Prima di cangiarsi in crisalide 
diventa. rossastro. i 

Bozzolo formato da pochissimi fili di seta 
giallognola. 

Crisalide bruno-nerastra. 

Insetto perfetto : crestato: ali anteriori rosso- 
oscure, con un. semicerchio . giallastro , .ed una 

linea bianca a zig-zag verso la base: abdome 
verso l'apice diviso. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 32. 

Osservazione. Il bruco è omnivoro,..e, come 
viene indicato dal nome specifico , divora partico- 
larmente i prodotti degli orti. 

54. Falena. psi però 
Phalena N. psi. L. 

Bruco peloso a. dorso giallo, coi lati. neri 
macchiati di rosso, ed un corno nero. retto al 
torace. 

Bozzolo ovale grigio. 

Crisalide bruna... 

Ansetto perfetto a dorso crestato, ed ali ce- 
nericcie, di cui le. anteriori con macchie nere 
imitanti la lettera greca 4. 

Figura. Roesel. Ins, I. Phal. 2. tav. 7. 8, 

6 


72 

Osservazione. Il bruto è omnivoro; ma de- 
vasta particolarmente i frutteti, l’ontano e la 
quercia. 

55. Falena del centinodio. 
Phalera N. persicarie. L. 

Bruco nudo, verdè, con una linea bianca lungo 
il dorso, e due macchie nere quadrate al se- 
condo segmento del di lui corpo. 

Bozzolo formato da tenuissimi e scarsi fili di 
seta. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto col dorso crestato, e le ali 
fosche, segnate da una piccola macchia bianca 
reniforme. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 30. 

Osservazione. Molte falene hanno ricevuto dai 
naturalisti un nome specifico corrispondente a 
quello del vegetabile sul quale furono trovati i 
loro bruchi; e non avvi forse denominazione 
basata su dati più falsi di questa , come si può 
rilevare dalle osservazioni fatte intorno la falena 
della quercia, quella del pioppo, ed altre 
superiormente descritte, i cui bruchi infestano 
molte altre piante, oltre quelle delle quali 
portano il nome. Ciò vale pure riguardo al 
bruco della falena del centinodio, il quale è 
omnivoro, ed allora solo divora il centinodio, 
che non trova alberi fruttiferi, su cui eserci- 
tare la sua voracità, 


73 
56. Falena lacera. 
Phalena N. exoleta. L. 

Bruco verde, con due punti bianchi per ogni 
anello accerchiati di nero. 

Crisalide nuda, bruna. 

Bozzolo non è noto. 

Insetto perfetto. Dorso crestato ; ali color di 
legno, screziate di bruno-giallastro , e come 
lacere all’ apice. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal 2. tav. 24. 

Osservazione. Il di lei bruco è uno dei più 
rovinosi ai prodotti degli orti. 

67. Falena antennagialla. 
Phalena N. flavicornis. L. 

Bruco nero punteggiato di bianco, colla testa 
bruna. 

Bozzolo risultante dalle foglie dell’ albero di- 
vorato, ed agglutinàte da alcuni fili di seta. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Dorso crestato ; ali cenericcie 
con tre striscie nere, e le antenne gialle. 

Figura. Schaeffer. Icon. Tav. go fig. 3. 

Osservazione. Il bruco si pasce delle foglie 
di alberi fruttiferi. (1). 


Pr _— bt 


(1) Il sig. Paikul ( Nova acta Stokolm.)fra le falene delle 
quali qui si parla ne accenna una col nome di Péal. moctue 
selifera, siccome nociva assai ai pineti. Non essendomi mai 
avvenuto di trovaria, non so se esista nel nostro clima. 


74 


*%*%%* Falene Geometre. 


( Tav. I. fig. 7. ) 


Queste falene si distinguono dalle precedenti, 
per aver esse i palpi cilindrici, e perchè i loro 
bruchi hanno solo dieci piedi, cioè sei scagliosi 
dopo la testa, e quattro verso la coda. Il modo col 
quale questi bruchi camminano ha dato loro il 
nome di geometre. Tale modo viene rappresen- 


tato dalla Tav. I. fig. 7. 


58. Falena dell’ ontano. 
Phalena Geometra alniaria. L. 

Bruco grigio, fosco, punteggiato di giallo, 
con tre porri rilevati sul dorso , e 1° uno dall’ altro 
distanti, più quattro avvicinati sulla coda. 

‘’ Crisalide tirante al color ceruleo, molto as- 
sottigliata nella sua parte inferiore. 

Bozzolo non si conosce. 
 Insetto perfetto. Antenne fatte a pettine ; ali 
corrose al lembo, gialle, e come spolverate di 
color fosco, con due striscie di egual colore. 

Figura. Roesel. I. Phal. 3. tav. 1. \ 

Osservazione. Il bruco di questa falena divora 
le foglie tanto degli alberi boschivi, che dei 
fruttiferi, onde può essere annoverato fra gli 
omnivori. 

‘5g. Falena slinguata. 
Phalena G. elinguaria. L. 

Bruco rugoso , screziato di bruno e di cene- 

riccio. 


DI. 

Bozzolo formato dalle Fogpn dell’ albero , «cui 
-divora. 

Crisalide anteriormente fosca , posteriormente 
bruna. 

Insetto perfetto. Ali gialliccie, di cui le an- 
teriori con una larga fascia più oscura, ed un 
punto nero nel mezzo. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 3. tav. 9g. 

Osservazione, Il bruco divora le foglie dei 
peri. 

66. Falena jemale. 
Phalena G. brumata. L. 
( Tav. I. fig. 7.) 

Bruco rossastro, giallo ai lati ; talvolta verde, 
coi lati bianchi. : 

Crisalide rossastra. 

Bozzolo nissuno. 

Insetto perfetto. Il maschio ha le alì superiori 
gialle, punteggiate di bruno, con una fascia ine- 
guale color di ruggine; le ali inferiori biancastre 
punteggiate di bruno. Femmina senz’ali, o con ali 
appena visibili ; cine ng macchiata di 
bruno. 

fia Roesel. Ins. 3. tav. mei quanto al bal 

, la crisalide, e la femmina dell’ insetto per- 
d: e tavola 40 fig. 6. per riguardo al maschio. 

Osservazione. La falena in autunno depone 
le uova sugli alberi fruttiferi d’ ogni sorta. Da 
queste ( prima che gli alberi stessi portino fo- 
glie ) nascono i bruchi, i quali rosicano le gem- 


76 
me; quindi questa specie è delle più nocive, 
perchè invade la parte più interessante degli al- 
beri, e ne impedisce lo sviluppo ; e bastano due 
o tre de’ suoi bruchi a produrre il guasto che 
cagionano quelli che vivono in società. Siccome 
la femmina di codesta specie non vola; così è 
facile di prenderla in autunno , allorchè depone 
le uova sugli alberi. 

6r. Falena della farina. 
Fhalana G. farinalis. L. 

Bruco peloso, biancastro. 

Bozzolo fatto con crusca legata da fili setolosi. 

Crisalide giallastra. 

Insetto perfetto. Ali falcate giallastre, con 
delle striscie ondeggiate bianche, e colla base e 
coll’ apice verdicci. 

Figura. Clerk. Phal. tab. 2. fig. 14. 

Osservazione. Questo bruco vive in numerose 
società alla superficie dei mucchi di farina, 
cui lega coi suoi fili di seta, e rende inetta alla 
panizzazione. 

62. Falena del grasso. 
Phalena G. pinguinalis. L. 

Bruco biancastro. 

Crisalide dell’ eguale colore. 

Bozzolo non è noto. 

Insetto perfetto. Ali cenericcie, col margine 
ingrossato , nero. 

Figura. Rolland. Act. Stokol. 1755 p. Sr. 
Tav. 2. 


77 

Osservazione. Il bruco abita nel butirro, nel 
lardo, ed altri grassi, de’ quali diminuisce la 
bontà e la quantità. Linneo è d’opinione che 
si possa allontanare questo bruco col Lichene 
cumatile. 

63. Falena della segale. 
Phalaena secalis. L. 

Bruco brillante, liscio, verde, con dieci righe 
trasversali rosse, e colle stimmate. oscure. 

Bozzolo nissuno. 

Crisalide, prima verdastra, indi color di fuoco. 

Insetto perfetto. Ali rosso-oscure con qualche 
linea cenericcia ; nelle superiori evvi una mac- 
chia rossa coll’ orlo giallo pallido rappresentante 
un A, le cui aste siano molto allargate. Le ali 
inferiori sono color di fuoco con un punto giallo. 

Figura. Rolland. Acta Stokol. 1752 p. 62. 

Osservazione. Questo bruco ha il costume di 
salire ancor piccolo lungo lo stelo: della segale, 
e di insinuarsi fra lo stelo medesimo e la foglia. 
Ivi giunto rode la pianta e ne succhia tutto l’ a- 
limento destinato a nodrire la spiga, la quale 
imbianca, si secca, e muore prima di portare 
isemi a maturità. Finalmente il bruco fatto ma- 
turo scende sotto terra. per incrisalidarsi. Si è 
osservato che esso stabilisce di preferenza la sua 
dimora sul margine dei campi; quindi per liberare 
la segale da questo flagello bisogna sul principio 
della state svellere tutte fe spighe che si mo- 
strano: bianchiccie, per abbruciare con esse i 


78 
bruchi che contengono. Se poi il campo stesso 
ne fosse molto infestato, converrà non seminarlo 
a segale per tre anni consecutivi. In sì fatta 
guisa i bruchi che sortissero dalle uova' deposi- 
tate dalle farfalle sulle stoppie della segale, non 
trovando l’ alimento loro analogo, saranno for- 
zate a perire senza posterità. 

64. Falena del Grano. 

Phalena granella. L. Alucita granella. Fabr. 

Bruco nudo, bianco, col ‘capo bruno. 

Bozzolo bianco, tessuto entro un seme di orzo 
o di formento, e fatto con pochissimi fili di seta, 

Crisalide allungata bruna. 

Insetto perfetto. Ali screziate di nero su di 
un fondo quasi color nankin, e rilevate al loro 
apice. La testa è bianca. 

Figura. Roesel. Ins, I. Phal. 4. tav. 12. 

Osservazione. Codesta falenetta, che abbon- 
dantissima si trova nei granai, perviene in es- 
‘ si quale furtivo notturno ladro dalle finestre, 
o vi è recata colle messi, sulle quali ha già 
deposte nel campo le uova, che assicurano’ la 
sua posterità. Tuttavolta i granai nei quali vi 
hanno delle biade durante tutto l’anno, o dei 
quali non si spazzano diligentemente gli angoli 
e le soffitte, e rimangono sporchi dalle crivel- 
‘lature; sempre racchiudono di tali insetti senza 
che recati vi siano colla nuova messe; e ad 
‘essì si aggiungono poi anche quelli che dai 
campi portati vi sono col nuovo raccolto. Quindi 


79 
è che dato un granajo tenuto polito, o non è 
infestato dalla falena ‘del: grano; o lo è da quelli 
pochi individui, che depositarono ile loro uova 
nei semi del formento ancora esistente nel campo. 
La battitura però del formento sull’aja, il di 
lui essiccamento, e le altre. cure; che gli:sì 
presentano, fanno sì che, questi individui medesimi 
muojano per la: maggior parte ; e se troviamo il 
granajo da codeste falene infestato al segno tal- 
volta di: rendere ‘nullo il. raccolto, dobbiamo 
concludere che non si ebbero per esso le : cure 
che la di lui buona conservazione esige. Così 
pure se le biade siano ‘state conservate in covoni 
in un luogo caldo non molto riparato , le.si 
vedono tosto invase dalle farfalline di cui sì parla, 
e che si riproducono con molta rapidità. I loro 
bruchi penetrano le sementi, e le rodono senza 
che si abbia un'esterno sensibile segnale : del 
‘ guasto che fanno, poichè tali vermetti sono di 
una estrema minutezza, e sfuggono tanto’ più 
facilmente all’ osservazione, quantochè si anni- 
dano ed'eseguiscono tutte le loro funzioni nella 
sostanza farinosa del seme. Il punto. pel quale 
è penetrato il bruco nella semente è facile a 
riconoscersi in quelle specie di cereali, che do- 
po la trebbiatura rimangono coperti dai loro 
invoglj corticali, siccome sono alcune specie di 
orzo, ed i farri propriamente detti. Ma nei 
formenti nudi, ossia che lasciano le buccie sotto 
la trebbiatura, tale ingresso non si conosce se 


80 


non allorquando il bruco ha già corrosa quasi 
interamente la sostanza farinosa. Il formento in 
tale stato non solo è leggerissimo , ma inoltre 
biancastro, quasi diafano ; anzi si vede su di 
esso un punto circolare più bianco delle altre 
di lui parti. Egli è da questo punto, dirò 
meglio, da questa porta, che la farfallina sorte 
per accoppiarsi, e deporre su altri grani di for- 
mento le uova, le quali non sono mai meno di 
70 od 80 per ogni parto. Il tempo che impiega 
la falena del grano a compiere nel seme tutte 
le sue trasmutazioni ordinariamente è di 28 o 
29 giorni; quindi è che potendo avere luogo 
molte generazioni in un anno, esserci non deve 
di meraviglia se tanto si moltiplica nei granaj. 
Il formento, come esposi da principio, viene tal 
volta recato al granajo col germe di questa no+ 
civa posterità, la quale produce un nuovo sciame 
in agosto (I); e così, per poco che la stagione 
sia calda, di mese in mese nuove generazioni 
nascono dalle prime; cioè la prima generazione 
solita mostrarsi tra maggio e giugno è figliata 
dall’ ultima , che è nata nel granajo , e dal granajo 
stesso si spande per le campagne ad invadere i ce- 
reali vegetanti, da dove viene riportata colla messe 
nel granajo; mentre la seconda generazione , la 


e __—_—__ 


(1) Mi si permetta questo vocabolo (comunque si applichi 
solo alle api) onde spiegare la contemporanea sortita di 
molte farfalle dalle loro crisalidi. 


8i 

terza e la quarta, avendo a propria disposizione 
i cereali, che nutrir devono le generazioni che 
succederanno loro, rimangono nel granajo sino 
alla primavera futura. Da ciò nasce che i grani 
raccolti molto lungi dall’ abitato vanno meno 
soggetti a tale disastro; giacchè essendo assai 
corto il volo di tali farfalline, non giungono 2 
depositare sulle spighe le loro uova. Le circo» 
stanze che favoriscono codeste generazioni , e ne 
danno l’ indizio, sono le seguenti: 

1. La temperatura atmosferica; che oltrepassì 
il zo grado, è assai favorevole allo sviluppo di 
codesti insetti. 

2. Data l’indicata temperatura , la moltiplica- 
zione della falena del grano è più felice se la 
stagione è umida; perchè il suo bruco penetra 
più facilmente una corteccia ammollita dall’umi- 
dità, che non una molto secca. 

3. La sortita di ogni nuova generazione ‘dal 
formento è prenunziata da un sensibile calore 
nel grano stesso, il quale giugne talvolta a 25, 
o 30 gradi, secondo cioè la quantità delle far- 
falline che devono nascere. 

4. Tale calore diminuisce dopo la nascita 
delle farfalle. I rimedj contro questo dannosis- 
simo insetto riduconsi a due sorta, cioè ai ri- 
medj di precauzione, ed ai rimedj curativi, 
nel caso che siansi già manifestate le farfalline. 
Si previene il loro danno, battendo il formento 
tostochè fatta sia la messe; facendolo bene essiccare 


B... 
sull’ aja, e riponendolo in granai puliti , molto 
aereati, freschi; e preparando il formento stesso 
col liscivio e colla calce, qualora lo si destini 
per la nuova semina. Nel caso poi che l’ insetto 
si fosse già ‘manifestato, converrà fargli subire al 
forno, o meglio anche nella celebre stuffa di 
Bartolomeo Interi; un grado di calore superiore 
al cinquantesimo del termometro di Deluc; ri> 
sultando da varie ‘sperienze, che a codesta tem- 
peratura muojono gli insetti tutti. Se però ‘gli 
insetti siano in piccolo numero, si può ottenere 
l’ intento mettendo nel. granajo una’ covata di 
pulcini, o qualche dozzina di uccelli insettivori 
acciò ne purghino il formento. Non ‘mai però 
il proprietario deve. in questo caso unicamente 
smovere il suo grano colla pala, siccome usano 
molti di fare nell'opinione di diminuire così il 
calore, che il formento ha contratto e ch’ essi 
reputano da fermentazione prodotto ; giacchè 
non farebbe altro che apprestare agl’ insetti una 
nuova superficie di. grano da rosicare. E idi- 
mostrato dal fatto, che se il formento fu ripo- 
sto rel granajo discretamente secco, non si ris- 
calda, e che si guadagna più non ismovendolo, 
che col cangiarlo di luogo; giacchè gli insetti 
dei quali si parla non si internano mai nel muc- 
chio del formento, ma soltanto invadono la di 
lui superficie. Perciò nella. mia Monografia dei 
cereali, :dove ho trattato più diffusamente questo 
argomento, ho suggerito. come convenevole e 


83 


sicuro ed economico rimedio quello di ammuc- 
chiare nel granajo il formento a molta’ altezza 
mediante delle tavole, oppure di riporlo nei ti- 
ni, e quindi di coprirne la di lui superficie con 
due piedi di fina sabbia, subito dopo che è le- 
vato dall’ aja. Si ha a dir vero l’incomodo di 
crivellare la superficie del grano per. purgarlo 
dalla sabbia ogni qualvolta lo si vuole smercia- 
re, o convertire. negli economici usi; ‘ma si 
mantiene fresco, inattaccabile dagli insetti: e se 
questi per. avventura vi fossero. già annidati, 
non potendo sortire. rimangono sotto il peso 
della sabbia soffocati; nè possono riprodursi 
per alcun modo. 


***** Falene Lucivaghe. 
( Tav. I. fig. 9. ) 


Tali falene sono assai piccole, e quando stan- 
no in riposo le loro ali presentano una figura 
quasi triangolare. Le loro metamorfosi sono po- 
co note. I 


.. 65. Falena delle avellane. 
Phal. Pyralis. avellana. Fabr. 
.. Ansetto perfetto. Ali anteriori rosso-giallastre, 
con molte macchie fosche. 
| Figura. Albin. Ins. I Tav. 95. fig. 9. h? 
Osservazione. Vive sul :pero e sull’ avellano ; 
probabilmente non reca grave danno; ma. sic- 


84 
come alcuni insetti non moltiplicati in una lo- 
calità, lo sono ‘non di rado in altre, perciò si 
è creduto di farne un cenno. | 

66. Falena olmiana. 
Phal. Pyralis holmiana. L. 

Insetto perfetto. Ali anteriori giallo-ruggino- 
se, con una macchia al margine, triangolare, 
bi.nca. 

Figura. Clerk Phal. tav. 10. fig. 7. 

Osservazione abita su tutti gli alberi Bratt 

67. Falena del pomo. » 
Phal. Pyralis pomana. L. 
( Tav. là fig. 9.) | 

Bruco nudo, color di carne, col capo nero. 

Bozzolo formato dallo sterco del bruco me- 
desimo. 

Crisalide bruna, 

Insetto perfetto. Ali superiori fosco-ceneric- 
cie a striscie brune; le inferiori rosso-oscure 
alla loro inserzione, con una macchia dorata. 

Figura. Roesel. Ins. I. Pap. Noct. Class. 3. 
tav. 13. 

Osservazione. Questo è quell’ insetto rovinoso, 
che si intromette nei frutti del pero e del po- 
mo, e ne fora l’ovario quasi al momento stesso 
che cadendo la -corolla lega il frutto. Entrato 
in esso si pasce della. polpa del frutto, nè più 
si conosce il foro, pel quale il bruco ha pene- 
trato. Moltissimi frutti invasi da questo insetto 
cadono a terra innanzi maturare, ogni qualvolta 


65 

il bruco abbia divorati i vasi principali, che 
portano la nutrizione ai frutti medesimi:e tale 
accidente delle piante fruttifere è volgarmente 
chiamato la mora. dai coritadini. Per liberarne 
gli alberi, conviene accendere di notte dei lumi 
soito gli stessi allorchè sono in fiore; acciò le 
piralidi vadano contro quelli ad ‘abbruciarsi le 
ali, nè possano deporre le uova dalle quali na- 
scono ‘i bruchi, che devastano le frutta. 

68. Falena paralella e reticolata. 

Phal. Pyralides paralella et' reticulata. 

Il sig. Cav. Profes. Re di Bologna ha osser- 
vato, che queste due piralidi recano: grave dan- 
no alla canape, attesochè i loro bruchi si in- 
ternano nei canapucci, e col cibarsene rendono 
fiacco e deboleil tiglio al luogo nel quale stan- 
no appiattati; nè mai le piante così bucherate 
conducono il seme a perfezione. Una cosa con- 
simile fu pure osservata dal sig. Claudio della 
Fossa professore d’Agraria nel Liceo di Reggio. 

Non avendo però io trovato indicate le sud- 
dette piralidi nelle ultime edizioni di Linneo 
per farne un’ esatta descrizione e supplire a 
quanto non si è potuto osservare dagli autori 
sullodati intorno questi insetti, mi è forza di 
lasciare quest’ articolo imperfetto. Si noti che 
questo scritto porta il titolo di Saggio. 


fi 4.7 


Delle: Tarme. 
( Tav. I. fig. 8. ) 


Rettamente parlando le tarme, essendo le più 
piccole fra le falene, dovrebbero formare una 
suddivisione di quelle; ma poichè se ne scosta- 
no pel carattere di fabbricare un cilindretto di 
seta o di altra materia, nel quale i loro bruchi 
stinno rinchiusi. sino all’ ultimo cangiamento , e 
che traggono dietro a se nel camminare, per- 
ciò se ne è fatto un articolo separato. Talvolta 
le tarme vivono in società, ed allora fabbricano 
in comune una tenda di seta sotto la quale vi- 
vono, ed eseguiscono le loro trasformazioni. 

68. Tarma della. cera. 
Tinea cerella L. 
Galleria cereana di Fabbricio, 
Camola delle api dei contadini. 

Bruco biancastro, difeso da un cilindro di seta, 

Bozzolo elittico, bianco. 

Crisalide giallognola. 

Insetto perfetto: Ali grigio-oscure , coll’ apice 
smozzicato fosco ; torace cenericcio depresso.‘ 

Figura. Reaumur. Ins. 3. tav. 19. fig. 14.15. 

Osservazione. Questa tarma è una delle più 
perniciose per le api. Essa penetra negli alveari, 
e vi depone le uova. I bruchi che nascono da 
essi filano, nello spazio che passa fra un favo 


87 
e l’altro, un cilindro di seta, il quale serve 
loro di difesa e di strada. Così coperti, ed al 
sicuro dalle punzecchiature delle api, vanno ro- 
dendo la cera dei favi. Le api temono tanto 
questo loro nemico, che talvolta abbandonano 
l’arnia. Si conosce se la tarma vi fa del guasto 
osservando la base dell’ arnia medesima , nel 
qual caso vi si veggono i rimasugli della . cera 
divorata. Quando vi si scorgano bisogna, se la 
stagione è ancora favorevole, far passare coi noti 
metodi le api dall’ arnia guasta in altra che 
sia sana; e se la stagione non lascia sperare, 
che leapi possano fabbricare nuovi favi e prov- 
vederli di miele, levare almeno dall’arnia quelli 
che sono invasi dalle tarme , rimettendo poi alla 
stagione opportuna l’ operazione di cangiare d’ax- 
nia le api: 
7o. Tarma degli alveari. 
Galleria alvearia. Fabr. 


Bruco. dic: 

bxBossaloi come nella precedente, ma più 
MORE iccoli. 

Crisalide P 


Insetto perfetto. Ali cenericcio-oscure ; .te- 
sia gialla. 
© Figura manca presso gli autori. 
Osservaz. Ha i costumi della tarma della cera; 
71. Tarma evonimella. 
T'inea evonimella. L. 
( Tav. I. fig. 8. ) 
Bruco giallastro o cenericcio, punteggiato di 
nero, 7 


88 


Bozzolo elittico bianco. 

Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali anteriori candide con 50 
punti neri; le posteriori cinereo-oscure. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. tav. 8. 

Osservazione. Questa tarma è delle più dan- 
nose. Essa vive in società sotto una tenda di 
seta, che i bruchi si fabbricano in comune, e 
nella quale avvolgono i teneri germogli dei 
pruni e dei pomi e dei sorbi, che misera- 
mente divorano. Sotto la tenda stessa fanno i 
loro bozzoli disposti paralellamente gli uni agli 
altri. Ho avuto numerose piante annualmente 
denudate da migliaja di questi bruchi, con grave 
danno del prodotto; e vi ho in gran parte ri- 
mediato facendo bagnare i rami in autunno 
col lescivio, onde far morire le uova, che le 
farfalline aveanvi deposte. 

72. Tarma padella. 
Tinea padella L. 

Bruco nudo, grigio, con un pupoo nero ad 
ogni anello. 

Basa giallastro. 

Crisalide giallastra. 

Insetto perfetto. Ali anteriori color di piombo 
con 20 punti neri. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. tav. 7. 

Osservazione. Questo bruco ha costumi eguali 
a quelli della tarma evonimella, di cui forse 
è una semplice varietà. Invade esso pure le 
foglie degli alberi fruttiferi. 


‘gg* 
dA, r3. Tarma delle arnie. 
Tinea melionella L. 
Bruco nudo, grigio ‘colla testa» bruna. 
Bozzolo! bianco , elittico. 
Crisalide . bruna. 

Unsetto perfetto. Alianteriori cenericcie scre- 
ziate, col lembo interno giallastro; le posteriori 
| gialliccio-pallide. 

Figura. Roesel. Ins. 3. Tav. 4r. 

Osservazione. ‘A primo aspetto si crederebbe es- 
sere questa tarma'una semplice varietà della tarma 
| della cera ; ma. comunque di quella abbia i costu- 
‘mi, ne ha però uno particolare ; cioè essa si col-, 
loca non tra un favo e l’altro, ma nei fori dei 
favi, che servono di comunicazione fra li superio- 
ri e gliinferiori; li ottura coi cilindri di seta che 
si fabbrica , ed ascosa in quelli divora la cera (1). 

74. Tarma delle biade. 
Tinea granella L. 
Bruco nudo, bianco, colla testa bruna. 
Bozzolo cenericcio. 
Crisalide bruna. 

Insetto perfetto. Ali screziate di bianco e 
di bruno; la testa bianca. 

Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. Tav. 12. 

Osservazione. La tarma del grano ossia delle 
biade abita esclusivamente ne’ granaj, nè mai si 


(1) Fra le tarme nocive alle api vi ha anche la Times so- 
ciella, la quale abita nei favi delle api silvestri, e partico- 
larmente di quelli, che costruiscono i favi fra le rupi. Di 
questa non si è creduto dover dare la descrizione , come 
neppure di quelle altre numerose tarme ,, che rodono le lane 
e le vestimenta. La storia di quest’ ultime appartiene piut- 
tosto all’ economia domestica, che non alla economia rurale. 


89* 
îrova sui cereali vegetanti, come vi si trova la 
falena del grano. Il di lei bruco non entra 
nel seme dei cereali a guisa di quella , per an- 
nidarvisi e divorarlo; ma si fabbrica un astuc- 
cio di seta, nel quale sta racchiuso, e che trae 
dietro a se in ogni suo movimento, Coi fili della 
seta medesima esso lega più grani di formente 
intorno a se onde essere sempre di alimente 
provvisto. Li rode infatti ora più ed ora meno, 
ma non mai interamente ; quindi li abbandona, 
ed altri ne lega intorno al suo astuccio per ro- 
sicar quelli pure. Da ciò nasce, che l’ astuccio 
, medesimo è quasi sempre coperto da avanzi di 
crusca e di farina. Se queste tarme sono molti- 
plicate d’ assai nel granajo tutta la superficie del 
formento trovasi legata dai fili di seta alla pro- 
fondità talvolta di due o tre pollici, per cui si pro- 
va una non leggiere resistenza quando s'immer- 
ge la mano nel mucchio stesso, onde esami- 
nare la qualità del grano. Anzi il formento da 
codesta tarma infetto ha un odore disaggradevole , 
simile a quello della sugna fusa. Tutti i cangia- 
menti, cui la tarma soggiace, si eseguiscono nell’ a- 
stuccio che le serve di dimora. Fatta poi insetto 
perfetto abbandona l’ astuccio , e dopo l’ accoppia- 
mento depone sul grano le uova dalle quali risulta 
una nuova generazione. Questo accoppiamento suc- 
cede nel mese di laglio. Ora per liberare il granajo 
dalle tarme il miglior mezzo è quello di staccare 
dalla superficie del formento la coperta setosa che 
vi hanno filato, e di immantinenti abbruciarla, 
Se non si fa tale sagrifizio di anno in anno si 
va vieppiù moltiplicando il danno che recano, 


s. 5.0 


Degli Estri. 
( Tav. I. fig. ro. ) 


Gli Estri, insetti così chiamati dall’infuriamen- 
to che producono negli animali, hanno l’esteriore 
aspetto delle mosche; ma differiscono da queste, 
perchè la loro bocca non è munita di alcun or- 
gano per succhiare l’ alimento, e la loro grossa 
testa somiglia in certo modo a quella di alcuni 
quadrupedi. Altri caratteri di distinzione hanno 
essi alle antenne ed ai palpi, che qui non si 
annoverano. Osserveremo solo, ch’ eglino ab- 
borriscono i luoghi umidi, nè mai si veggono se 
faccia freddo, o soffi il vento; ed in secondo 
luogo, che i loro bruchi non vivono di vegeta- 
bili, ma nel corpo degli animali utili o neces- 
sarj all'agricoltura. I bruchi di questi insetti, non 
avendo alcuna somiglianza con quelli che  furo- 
no fin quì descritti, ricevono il nome di larva. 

75. Estro della pelle, ossia del Bue. 
AEstrus bovis. L. 

Larva elittica e come troncata alle due estre- 
mità, bruna. 

Ninfa nera, convessa da un lato, quasi piana 
dall'altro. Sortendo da essa l’insetto perfetto ne 
stacca una porzione a guisa di coperchio. 

Insetto perfetto. Ali senza macchie brunastre ; 
abdome cinto verso la metà da una fascia nera 


gÒ 
susseguita sino all’apice da peli giallo-oscuri. 
Nella femmina l'apice dell’ abdome è munito 
da una specie di pungolo, il quale è l’ organo 
per cui mezzo l’insetto depone le uova. 

Figura. Bracy Clarck nelle Transactions of 
the Linnean Society. Tom. 3. Tav. 23. fig. 5. 6. 

Osservazione. Quest insetto si sottrae assai 
meno delie sue specie congeneri all'osservazione 
del naturalista, perchè depone le uova ‘esterna- 
mente sul dorso dei buoi; e le larve :che nasco- 
no da esse rimangono sempre tra il cuojo del- 
Vanimale e la membrana cellulare, ove produ- 
cono un ascesso, ossia follicolo assai rilevato. 
Questa larva, la quale è la più grossa fra quel- 
la degli estri conosciuti, è munita ‘alla bocca di 
piccoli pungiglioni, i quali servono ad irritare 
la cellulare del bue, a produrvi una infiamma- 
zione locale, e quindi la secrezione del pus ne- 
cessario alla nutrizione della larva stessa. ‘Tali 
pungiglioni servono pure di piedi alla ninfa , al- 
lorchè vuol sortire dall’ascesso per cangiarsi in’ 
insetto perfetto, avendo costantemente luogo 
quest ultima metamorfosi fuori del follicolo, che 
la larva ha prodotto sul dorso del bue. Nel sor- 
tire da esso cade la ninfa sul terreno, e vi ri+ 
mane due mesi prima di cangiarsi in insetto 
perfetto. Ciò d’ordinario succede in agosto. Al» 
lora la piaga prodotta dalla larva si cicatrizza 
senza soccorso di medicina. Con tutto ciò non 
lascia l'animale di soffrirne: ed i conciatori de 


gI 
‘cuoj trovano le pelli deboli e quasi forate, ove 
più importa che siano sane ed egualmente den- 
se. Il dolore che produce nel bue la femmina 
idi questo Estro, nell’atto che vi inserisce l'uovo 
nella pelle, rende pericolosa cosa il liberarlo da 
‘tale parasito; attesochè l’animale fa ogni sforzo, 
onde non essere tocco nella parte affetta e do- 
Jorosa. Malgrado ciò ; se i follicoli fossero nume- 
rosi e l’animale dimagrasse , bisogna legarlo , e far 
.passare nei follicoli medesimi un fil di ferro acumi- 
‘nato e rovente per uccidere la larva, che vi sta 
‘annidata , od injettarvi una soluzione  corrosiva. 
Ella è osservazione , che il bestiame più giovine 
e più robusto è di preferenza offeso da questa 
specie di Estro, onde i follicoli da esso lui 
prodotti sono un criterio della bontà dei buoi. 
76. Estro del cavallo. 
AEstrus aqui. Bracy Clarck. 
( Tav. I. fig. 10. ) 

Larva cilindrica, verdognola, acuminata verso 
la bocca, con un cerchio di punte ad ogni anel- 
lo, e due uncini alla bocca stessa. 

Ninfa bruna. 

Insetto perfetto. Ali biancastre con una fa- 
scia nera nel mezzo e due punti neri verso l'a- 
pice. Torace con una macchia nera, quadrata. 

Figura. Bracy Clark. ibid. fig. 8. 9. 

Osservazione. Linneo ha confuso questo estro 
con quello del bue. Il costume della di lui lar 
va è quello di attaccarsi allo stomaco del caval- 


92 
lo, e più frequentemente al piloro, ove sonosene 
talvolta trovate 100 e più riunite (1). La località 
singolare, che occupano tali larve, ha tenuto 
molto indecisi i naturalisti sulla maniera per la 
quale s'introducano nello stomaco del cavallo. 
Ma un'attenta osservazione ha dimostrato che è 
la seguente. Quando la femmina di tale specie 
di estro è gravida, si getta sul cavallo, sce- 
gliendo di preferenza la parte interna delle di 
lui ginocchia, o la parte posteriore della spalla, 
od anche l'estremità della criniera; s'incurva te- 
nacemente sulla pelle; depone e lascia aderenti 
ai peli le uova, che sono talvolta in numero 
di 500. Essa pertanto ha l’istinto di scegliere 
sempre in questa operazione le parti suscettibili 
di essere dalla lingua del cavallo leccate: ed 
avviene infatti, che essendo tocche tali uova 
dall’umido contatto della lingua, sbuccino da 
esse le piccole larve, si attacchino alla lingua 
e passino colla saliva allo stomaco, alle cui 
membrane si appiccano tenacemente per mez- 
zo degli uncini, dei quali la loro bocca è mu- 
nita, e vi cagionano la secrezione degli umori 
dei quali si nutrono. Le larve fatte poi mature 
si staccano dallo stomaco nello stato di ninfa, 
passano per gli intestini, e finalmente dall’ ano 


(:) Nel Gabinetto di Anatomia comparata della R. Univer- 
sità di Pavia vi ha porzione di ventricolo d’un cavallo, a 
cui sono aderenti_moltissime di queste larve. 


93 
del cavallo cadono in terra per subirvi l’ultimo 
cangiamento. Tale cangiamento succede in mag- 
gio, 6 o 7 settimane dopo che la crisalide è 
sortita dall’ano. Egli è evidente che i cavalli, i 
quali hanno nello stomaco tanti incomodi para- 
siti, devono assai soffrirne; con tutto ciò i drastici 
più forti non giungono a liberarneli, ed è me- 
stieri di ricorrere ai rimedj di precauzione, a 
quello cioè di bagnare le parti sulle quali l’estro 
suol deporre le uova con qualche decotto ( co- 
me si dirà in appresso ), il cui odore allontani 
l’estro femmina allorchè vuol deporre le uova 
suddette . 

7. Estro trifasciato. 

AEstrus hamorroidalis. Bracy Clark et L. 

Larva verdognola, quasi cilindrica, acuminata 
verso la. testa, di cui ogni anello è cinto da 
pungoli. 

Ninfa ovato-acuminata , dentata , bruna. 

Insetto perfetto. Ali brunastre, senza macchie : 
abdome a trè fascie, di cui la prima è gialla, 
la seconda nera, e la terza rossa. 

Figura. Bracy Clark L. c. fig. 12. 13. 

Osservazione. Linneo ha chiamato col nome 
di emorroidale questa specie di estro, perchè 
avendo vedute le di lui ninfe attaccate all’ in- 
testino retto dei cavalli, credeva che deponesse 
le uova nell’ano dei quadrupedi, e le larve vi- 
vessero nei di loro intestini. Ma la riflessione 
obbliga tosto a rettificare quest'idea. Contraendosi 


94 
e corrugandosi lano: alla più leggere irritazio- 
ne, l’estro non potrebbe deporvi le uova senza 
essere schiacciato e compresso dall’ ano. medesi- 
mo. Altronde le nova e le larve schiuse da esse 
sarebbero tosto evacuate cogli escrementi. Infatti 
l'osservazione dimostra, che la femmina di co- 
desta specie non depone già le sue uova nel- 
lano; ma fra le labbra dei cavalli nell'atto che 
eglino sono al pascolo; ond'è che dalle labbra 
passano poi allo stomaco le larve, e finalmente 
sortono nello stato di crisalide ossia. di ninfa 
dall’intestino retto, come appunto fa l’estro del 
cavallo. Quando questo estro depone le uova fra 
le labbra degli animali produce in esse una ti- 
tillazione, per la quale strofinano la bocca con- 
tro le proprie gambe ‘e contro terra. Le pecore 
‘soprattutto conoscono tale insetto all'odore, e vol- 
gono indietro il passo dal pascolo per non ‘es- 
serne offese. Quanto ai rimedj si usino quelli 
prescritti infine di questo paragrafo. 

78. Estro della pecora. 
AFstrus Ovis. L. 

Larva ovato-oblonga, giallastra, ‘troncata dal 
lato della bocca con una piccola macchia ‘nera 
ad ogni anello del suo corpo. 

Crisalide convessa da un lato , alquanto ‘con- 
cava dall'altro ; e bipartita all'apice. 

Insetto perfetto. Ali diafane , punteggiate alla 
base; abdome bianco, minutamente punteggiato 
di nero. | 


95 
Figura. Bracy Clark 1. c. fig. 016. 17. 
Osservazione. Questo estro; non meno fatale 

dei precedenti agli animali, depone le uova nel- 

l'interno margine delle narici delle pecore, da do- 
ve schiuse le larve passano poi ad annidarsi nei 
seni mascellari e frontali, cioè. in quella cavità 
dell’ osso, che sostiene le corna. Queste larve 
hanno da un lato una cresta marginata, me- 
diante la. quale si attaccano alle parti summen- 
tovate, come appunto farebbe una sanguisuga , € 
sono inferiormente munite di punte assai ruvi- 
de, che facilitano loro il passaggio sulla super- 
ficie lubrica e mucosa dei seni nasali, e che 
servono pure ad irritare le membrane, infiam- 
marle, e produrre la secrezione del pus, del 
quale si nutrono. Fatte. poi mature le larve 
stesse cadono dalle nari sul suolo, ed attaccatesi 
all’erba si cangiano in ninfa. Per due mesi circa 
rimangono in tale stato; quindi ne sorte l’'estro 
perfetto, che va di nuovo a deporre le. uova 
nelle narici delle pecore. Codesti pacifici animali 
lo temono moltissimo, lo conoscono all’ odore, 
ed allorchè l’estro svolazza intorno ad essi agi- 
tano e dimenano il capo, battono la terra coi pie- 

di anteriori, e mettendo il muso contro il ter- 

reno guardano di soppiatto se la mosca dell’estro 

li perseguita. Alle larve di questa specie di e- 

stro attribuiscono i veterinarj il capostorno, la 

‘timpanitide , e l’infuriamento letale , cui le pe- 

core vanno soggette. 


96 
79. Estrò veterino. 
AFstrus veterinus. Bracy Clark. 

Larva. ) . 

Nin fa. ignote. 

Insetto perfetto. Ali diafane , col margine e- 
sterno giallo; torace. ed abdome peloso, gial- 
lo-aranciato. 

Figura. Bracy Clark. 1. c. fig. 18. 19. 

Osservazione. Si sa che questo estro sta ap- 
piattato sulle masse di concime cavallino, e che 
infesta i ruminanti; ma non si conosce in quale 
maniera deponga le uova. 


Rimedj contro gli Estri. 


Quanto all’ estro del bue e del cavallo, si è 
già assegnato il rimedio : si potrebbe però ag- 
giugnere, così per esso, come per gli altri, 
l'avvertenza di tagliare con una forbice, o di 
staccare con una spazzola tinta nell'acqua calda, 
le uova che gli estri depongono sul pelo delle 
ginocchia e delle spalle degli animali. Per im- 
pedire poi, che anche le pecore non siano af- 
flitte dall estro che sembra parzialmente infe- 
starle, bisognerà astenersi dal condurle al pasco- 
Jo nei mesi di giugno e di luglio, epoca nella 
quale appajono codesti insetti; anzi condurvele 
solo dopo il mese di agosto, perchè così gli 
estri, che fossero nell'erba, non troverebbero ove 
deporre le uova in luogo analogo al loro svi- 
luppo, e sarebbero forzate a morire senza suc- 
cessione, 


97 
s. 6.° 


Dei Calabroni. 
( Tav. I. fig. 2.) 


Questi insetti somigliano alle mosche; ma 
hanno i palpi filiformi, ed il labbro fesso in 
tre; i loro bruchi si avvicinano a quelli delle 
falene. 

80. Calabrone del pino. 
Tenthredo pini. L. 

Larva cerulea, colle estremità rossastre; 1’ è 
dome, ed i piedi gialli. 

Ninfa bruna, sotto terra. 

Insetto perfetto nero, colle tibie ed i tarsi 
gialli, e le antenne pennate da un lato solo; il 
torace è peloso. 

Figura. Uddm. Diss. go. fig. 13 = Schaeffer 
Icon. Tav. 68. fig. 7. 8. 

Osservazione. I suoi bruchi vivono. in società 
di 100 e più sul pino e sul larice, e dopo avere 
spogliato delle foglie un ramo si mettono rego- 
larmente in marcia per impossessarsi di un al- 
tro. Essi rosicano pure la scorza dei giovani 
getti, e vi fanno dei larghi fori. Se la larva vie- 
ne toccata, lascia sortire dalla bocca una goccia 
di resina eguale in tutto a quella del pino me- 
desimo. 


BI. Calabrone dell’abete. 
Tenthredo abietis. L. 
( Tav. I. fig. 2. ) 

Larva verdognola, solitaria, punteggiata di 
nero. 

e*. Ninfa bruna. 

Insetto perfetto. Antenne a sette nodi; corpo 
nero, con quattro segmenti color di ruggine 
all’ abdome. | 

Figura. Frisch. Ins. .2. Tav. I. fig. 21. 24. 

Osservazione. Essendo solitaria la di lui larva, 
.è meno dannosa di quella del calabrone del pi- 
no, Per ambedue converrà usare i rimedj in- 
segnati contro i bruchi delle falene. 


(8 n.° 


Delle Mosche, 
( Tav. I, fig. 5. ) 


Credo inutile di esporre i caratteri delle mos- 
che per distinguerle dagli altri insetti. 


82. Mosca dei bruchi. 
Musca larvarum. L. 

Larva. giallastra, 

Ninfa ovale, liscia, bruna. , 

Insetto perfetto nerastro , il cui abdome è 
più bianco e con delle macchie brune disposte 
a scacco, ; 

Figura De-Geer. Ins. I. tab. 2. fig. 23. 


99 

Osservazione. Si potrebbe giudicare più utile 
che dannosa questa mosca , se si riflettesse solo al 
costume, ch’essa ha, di deporre le sue uova nel 
corpo dei bruchi viventi \dei. papilioni e delle 
falene ; motivo pel quale moltissimi muojono 
prima di cangiarsi in crisalide: ma quando si 
trova la di lei larva annidata anche nelle radici 
dei cavoli e dei cardi; quando si vede che le 
radici stesse diventano scrofolose, ed i cavoli, 
in luogo di avere il loro ‘naturale incremento , 
rimangono ‘piccoli, stentati e: flosci ; è imesneri 
considerare questa mosca, siccome dannosa. Que- 
sta malattia dei cavoli è chiamata dai contadini 
male della rapa, appunto perchè la loro radice 
ingrossa, comunque irregolarmente, a guisa di 
piccola rapa. Ella si manifesta. però solo nei ‘luo= 
ghi umidi, ed .in quei «terreni ,.icui non siasi 
procurato il necessario scolo ; ; Onde facile è di 
prevenirla. 

82. Mosca delle radici De: 
Musca radicum. L. 


(Tav. I fig. 5.) 
Larva | 
Ninfa pa come nella precedente. 


(€.) ‘A’ questa inosca. si.aggiuriga quella del nvone M.n4- 
po brassice, e quella dei Cavoli M. brassicaria. La prima 
è pelosa bianca ; la. seconda nera col secondo € terzo seg- 
mento rossi. I loro costumi sono eguali a quella della quale 
qui si parla, 


ù 


10% 
Figura. Manca presso gli autori. 
Osservazione. La larva è grossa quanto una 
pulce; si intromette fra le glume dell’ orzo sul 
campo, e ne divora la sostanza farinosa. Il danno 


che reca nella Svezia fu calcolato = del raccolto. 


86. Mosca dell’ ulivo, pidocchina dell’ ulivo, 
Musca olee. Fabr. 

Larva biancastra, il cui capo è munito da una 
specie di proboscide formata da due uncini bruni. 

Ninfa bruna. 

Insetto perfetto lungo una linea, di color 
bruno-dorato ; torace ceruleo con tre eminenze. 

Figura. Manca presso gli entomologi : fu però 
esattamente descritta da Penchienati Acta Tau- 
rinensia an. 1766. 1707. 

Osservazione. La larva per mezzo dei succen- 
nati uncini intacca la sostanza carnosa del frutto 
dell’ ulivo, ed a poco a poco lascia in secco il 
nocciolo. Coi proprj escrementi ella ottura il 
foro pel quale è entrata; ma le formiche cono- 
scono tali fori; sanno penetrarli e divorare la 
larva. In questo stato di larva suole rimanere 
tre mesi; quindi si cangia in ninfa, e sotto 
tale forma la si trova sempre dai rodi novem- 
bre sino ai 15 dicembre, dopo la qual epoca 
diventa insetto perfetto, si accoppia e depone le 
uova nelle screpolature della scorza dell’ ulivo. 
Le larve. sbucciano dalle uova in maggio, si 
arrampicano sul tronco; prima intaccano le 


102 


foglie ; quindi ì frutti. Queste interessanti notizie 
le dobbiamo al sig. Sieuve, il quale ha fatto uno 
studio particolare sugli ulivi. Il rimedio contro 
questo perniciosissimo insetto è quello di pennel- 
lare in gennaro i tronchi degli ulivi, ove si 
biforcano, con un forte lescivio perchè ivi si 
trovano le uova della mosca ; oppure di servirsi 
delle’ formiche stesse per distruggerlo nel modo 
esposto infine di questo Saggio. Per quanto mi 
è noto questa mosca non intacca finora i nostri 
oliveti : essa però fa dei guasti terribili nel 
Genovesato, dove appunto riceve il nome di 
pidocchina per. la forma ch’essa ha, e solo 
l’anno decorso mi furono spediti gli insetti me- 
desimi dal sig. Dott. Fisico Sartorio, acciò gli» 
suggerissi qualche metodo di riparazione ai danni 
che arreca. 


s 8 


Delle Tipule. 

: (Tav. I. fig. 012. ) 

LI 
Le tipule hanno un aspetto esteriore , il quale 
le distingue da qualsiasi altro insetto. Torace 
corto e gibboso; ali, ed abdome, e gambe 
sproporzionate., cioè. lunghissime in confronto 
delle altre parti, sono i caratteri che le distin= 
guono. Gli insettologi hanno riunito al genere 
Tipula alcune specie, nelle quali non si riscon- 


103 


trano suindicati caratteri; ma ciò prova solo 
la necessità di dividere le specie suddette dalle 
prime , per farne un genere separato, od almeno 
una suddivisione del genere stesso. 
67. Tipula erbaggivora. 
Tipula oleracea. L. 

Larva cilindrica , anteriormente bicornuta , col 
podice dentato. o 

Ninfa. Simile all’ insetto perfetto, piegata su 
di se medesima, 

Insetto perfetto. Ali diafane, la cui costa 
marginale è fosca. 

Figura. Bradl. Nat. tav. 25 fig. 3. = Schaef- 
fer. Ic. tav. 15 fig. 6. 

Osservazione. La larva di questa tipula reca 
grave danno alle radici delle piante ortensi, ed 
in particolare a quelle delle leguminose. La con- 
cimazione con cenere o fuliggine -la allontana. 

88. Tipula ortolana. 
Tipula hortulana L. 
( Tav. I. fig. 12. ) 

Larva 

Ninfa 

Insetto perfetto. Ali diafane, col margine este- 
riore nero, e l’abdome rosso, od anche nero. 

Figura. Reanmur. Ins. 5. tav. 7. fig. 7. 10. 

Osservazione. La di lei larva devasta in pri- 
mavera i fiori degli alberi fruttiferi, e gli 
asparagi. 


} come nella precedente. 


8 


104. 
89. Tipula dei prati. 
Tipula pratensis L. 
Larva 
Ninfa 
Insetto perfetto. Ali cenericcie venate di fosco: 
torace screziato a più colori. 
Figura. Frisch. Ins. 4 tav. 12. 
Osservazione. La di lei larva distrugge le 
radici delle gramigne nei prati. 


} come nella precedente. 


i (oe) 
Sezione II. 


Degli insetti, che presumibilmente recano danno 
all’ agricoltura, tanto nello stato di bruco os- 
sia larva, quanto in quello di insetto perfet- 
to; perchè nell’uno e nell’ altro stato la loro 
bocca è munita di mandibole cornee, colle 
‘quali rosicano i.legnami, le foglie ec. 


A questa sezione appartengono 


I. gli Scarabei. 6. le Doratelle. 

2. le Carrughe. 7. i Punteruoli. 

3. le Cetonie. 8. i Tenebrioni. 

4. i Dermesti. g. i Tonchj. 

5. le Mantellate. 10. gli Struggilegno. 
toni 


Degli Scarabei. . 
(Tav. II. fig. 1.) 


Essi hanno quattro palpi filiformi; il labbro 
smozzicato, e le antenne a lamelle. 


go. Scarabeo rinoceronte. 
Scarabaus nasicornis. L. 
Cave tt.-fig103 
- Larva (1) giallo-grigia, col capo; i piedi, e 
le stimmate rossastri. 


(1) Tutte le larve degli insetti a questa sezione apparie» 
menti hanno solamente sei piedi scagliosi, stanno sempre 
curve, ed hanno l’abdome alquanto ingrossato. 


106 
Ninfa (1) di color giallo terreo. 


Insetto perfetto bruno nerastro, con tre pro- 
minenze sul capo, di cui l’ intermedia maggiore 
è rivolta in dietro. Tale maggiore Lite 0 
nella femmina non si ravvisa, 

Figura. Roesel. Inst. 2. Scarab. 1. tab. 67. 

Osservazione. La di lui larva è una delle più 
rovinose ai prati artificiali di exgba medica. Quan- 
do si veggono degli spazj in un prato, nei quali 
questo prezioso foraggio è languente, ed a poco 
a poco si secca, egli è segno evidente che le di lui 
| radici sono da codesta larva divorate. Tenendo 
‘ dietro coll’ osservazione all’ insetto perfetto, per 
vedere come la di lui larva penetrare possa alla 
profondità, cui giungono le radici dell’ erba me- 
dica, si rileva, ch’ esso depone le uova nelle 
mete vaccine che rimangono nel campo dopo la 
fienata; ch’ ivi si schiudono, e che le giovani 
larve per disotto alle dejezioni alvine dei buoi, 
le quali mantengono umido e permeabile il ter- 
reno, penetrano alle radici. Il rimedio è dun- 
que quello di levare le mete vaccine dal campo 
dopo la tosatura ed il trasporto dell’ erba me- 


(1) Nelle -ninfe di questi insetti medesimi, a differenza 
delle crisalidi dei papilioni e delle falene, si ravvisa la forma 
dell’ insetto perfetto; ma tutto rannicchiato, colle, gambe le 
antenne ed il capo piegati sul torace e sull’ abdome ; il 
loro colore è sempre assai sbiadato in confronto di quello 
che avrà l’insetto nell’ultima sua metamorfosi ; e rimangono 
come immobili. 


107 
dica, o di cercare sotto. gli steli languidi e mo- 
ribondi dell’ erba stessa le larve per ucciderle (1). 


DREI dl 


Delle Carniche 
(Tav fa. 2.) 


Nelle carrughe la mascella ha molti denti al 
suo apice. 


gr. Carruga volgare. 
Melolontha vulgaris. L. 
(Tav. II fig. 2.) 
. Larva grigia, coi piedi e colla testa bruno- 
giallastri. 

Ninfa giallognola, rinchiusa in una specie di 
bozzolo .terroso. 

Insetto perfetto. Corpo bruno-rossastro , con 
alcune linee rilevate sugli astucci. Abdome ter- 
minato in punta, piegato per disotto, con alcu- 
ne macchie bianche laterali. 


(1) Alcuni naturalisti reputano nocivo alle roveri, ed altri 
alberi anche il Cervo volante ( ’ucazzys cervus L. ), che 
îl volgo chiama C»r:45), Io opino che la di lui larva rosichi 
solo il legno putrido, e non il legno vivo. Qiest’ insetto non 
mi pare altronde assai moltiplicato. Se in qualche località lo 
fosse e con danno, si potrebbero deputare dei ragazzi a 
dargli la caccia. Esso vola di sera intorno agli alberi, e per 
poco si scuota l’aria che lo circonda, mediante una verga, 
cade sul suolo; e si ha tempo di ucciderlo prima che ri. 
prenda il volo, essendo egli forse il più pigro, siccome i! 
più grosso , fra gli insetti d’ Europa. 

» 


108 

Figura. Roesel. Ins. 2. Scatab. 1. tab. 1. 

Osservazione. La larva di questa carruga vive 
quattro anni sotto terra prima di subire l' ultimo 
cangiamento. In tale stato divora le radici di 
qualsiasi vegetabile. Fatta poi nel sesto anno in- 
setto perfetto, rosica i teneri germogli delle viti e 
le foglie degli alberi fruttiferi e boschivi in un mo- 
do veramente lagrimevole. Il danno che quest in- 
setto recò in alcuni anni per la prodigiosa di lui 
moltiplicazione fu tale, che il Governo pubblicar 
fece il metodo di prenderlo, ed esibì un premio a 
chi ne portasse all’ autorità locale una data mi- 
sura. Esso vola a torme sul far della sera in 
giro agli alberi, e dopo essersi pasciuto intirizzi- 
sce pel freddo della notte; onde al minimo ur- 
to della pianta sulla quale posa, cade quasi se- 
mivivo a terra. Il modo pertanto di farne una 
caccia numerosa è quello appunto di scuotere 
le piante prima che si alzi il sole; immediata- 
mente raccogliere gli insetti da terra, ed ucciderli. 
Quando si arano i campi avviene frequentemente 
di scoprire coll’aratro moltissime di queste larve ; 
se allora si facesse passare sul campo una tor- 
ma di polli, col divorarsele minorerebbero d’assai 
il numero di tali irisetti (1) giustamente anno- 
verati fra i più rovinosi. 


—_ 


(1) Stettler nella sua Cronaca della Svizzera racconta -a 
proposito di tali insetti un aneddoto, che indica la semplicità 
di quella nazione. Avendo essi nel 1479 recato gravissimi 


T09 
92. Carruga bruna. 
Melolontha brunnea. L. 

pan) somiglianti a quelle della carruga 

Ninfa precedente. 

Insetto perfetto alquanto più grosso della car- 
ruga volgare; sopra color di marrone; sotto bian- 
co, peloso. 

Figura. De Geer. Ins. 4. Tav. ro. fig. 17. 

Osservazione. I costumi di questo insetto sono 
eguali a quelli del precedente. 

93. Carruga della Vite, 
Melolontha vitis. 

Larva | . _.. 

cia ca simili alle precedenti. 

Insetto perfetto: varia molto di colore; ma 
comunque si trovi ora color di rame, ora az- 
zurro o più comunemente verde, sempre questi 
colori sono lucidi e come metallici; esso ha i 
piedi neri, 

Figura. Schaeff. Icon. 23. fig. 6. 7. 

Osservazione. In quest’ anno (1808) fuvvi 
un’ innumerevole quantità di tali insetti. Fortuna- 
tamente pel ritardo della primavera sonosi  ma- 
nifestati, allorchè le viti ed altre piante erano 


dannì, furono citati con un Junso monitorio innanzi al Tri. 
bunale Ecclesiastico di Losanna; i Giudici accordarono loro 
per difensore un Avvocato di Friburgo ; e dopo avere intese 
le parti, furono formalmente banditi; ognuno può immaginarsi 
con qual esito. 


1150 


già fogliose. Senza questa favorevole circostanza 
avrebbero fatto un immenso guasto. Essi volano 
per torme di 200 o 300, e mangiano di giorno; 
quindi non è prudente consiglio di scacciarli 
dalle viti, come fanno alcuni, perchè passano 
da una in altra pianta; ma conviene attendere 
la sera; stendere sul suolo un pannolino. sotto 
alla vite e poi scuoterla ; perchè cadendo si pos- 
sano raccogliere. Senza tale precauzione cadendo 
sul suolo , .il loro color verde li nasconde ‘alle 
nostre ricerche. © 
94. Carruga degli Orti. 
Melolontha horticola. L. 
Larva 
Ninfa 
Insetto perfetto: capo e torace ceruleo-pelosi ; 
astucci bruni; piedi neri. 
Figura. Schaeffer. Icon. Tab. 53. fig. 4. 
Osservazione. Devasta le piante fruttifere , la- 
sciando intatto il pero (1). 
95. Carruga agricola. 
Melolontha agricola. L. 


come nelle precedenti, ma più piccole. 


Larva 
Ninfa 
Insetto perfetto. Capo e torace pelosi, tiranti al 
colore azzurro ; gli astucci sono giallo-lividi con 


i 


come nelle precedenti. 


1_m__8Èkm__m_- 

(1) Secondo Lister, se questo insetto si pasce delle foglie 
del pomo coltivato, od anche selvatico, il chilo nei di lui 
intestini contenuto prende un bel colore d’arancio, il quale 
. può servire alla miniatura. 


IM 


una macchia nera nel mezzo. Si danno degli in- 
dividui senza la detta macchia. 

Figura. Schaeff. Icon. Tab. 63. fig. 1. 

Osservazione. Nello stato di insetto perfetto 
si attacca alle spighe dei cereali, e vi rimane 
delle giornate intere divorando il poline delle 
stamigne; onde non avendo luogo la feconda- 
zione dei germi, le spighe rimangono prive di 
semi, Quando tali carrughe siano moltiplicate 
d’assai in un campo, il rimedio è.quello di en- 
trare alla sera fra i solchi, e raccoglierle con 
quello stromento del quale servonsi i villici per 
raccogliere il pabbio. Esse cadono tosto nel pic- 
colo sacco, dal quale si estraggono per abbru- 
ciarle (1). 


gran 


Delle Cetonie. 
( Tav. II. fig. 3.) 


Le Cetonie differiscono dalle Carrughe, per- 
chè hanno le mascelle munite di peli, ed il lab- 
bro smozzato nel mezzo. 


(1) Molti Autori annoverano fra gli insetti nocivi la car. 
ruga solstiziale Melolontha solstitialis L,: cioè credono che 
il di lei bruco cagioni al formento la malattia del rachi- 
tismo, mentre tutt’ altra ne è la cagione. Talvolta negli 
ultimi giorni di giugno se ne veggono coperti i prati dopo 
tramontato il sole; e dopo due o tre giorni scompajeno. Se 
i loro bruchi fossero riconosciuti in qualche località dannosi, 
converrà dar la caccia all’insetto perfetto; attaccare ad un 
bastone un piccolo sacco di tela, la cui bocca rimanga aperta 
mediante un cerchio di fil di ferro, e con esso scoppare il 
prato per raccoglierli nel sacco, 


112 


| 96. Cetonia stitica. 
Cetonia styptica. L. 
( Tav. II. fig. 3.) 

Larva vici 

Ninfa } simili a quelle delle carrughe, 

Insetto perfetto nero, peloso, con macchiet- 
te bianche minute sugli astucci, e con quattro 
punti bianchi sotto all’abdome. 

Figura. Miterpacher. (Trad. d’Amoretti) tom.3. 
tav. 13. fig. 3. 

Osservazione. Questo insetto ha gli uguali 
costumi della carruga agricola ( num. 95 ). Alcu- 
ni anni sono le spighe nei campi ne erano quasi 
coperte , e non fu piccolo il danno che ha reca- 
to. Esso danneggia pure i prodotti ortensi ed in 
particolare le fave. Il metodo di prenderlo è 
quello stesso assegnato per la carruga sunnomi- 
nata; ma è necessario di ripetere l’ operazione 
per alcune sere consecutive; perchè appena sia 
tocca la pianta, sulla quale posa l’ insetto, che 
egli lasciasi cadere a terra, e non è più possi- 
bile di rinvenirlo : altronde non è compatibile 
colla economia del tempo il prenderne uno per 
volta. Siccome poi quest'insetto difficilmente ab- 
bandona la località; che ha scelto per sua di- 
mora ; così, replicando la caccia, si giugne quasi 
interamente a distruggerlo. 


TIS 
$ 4° 


Dei Dermesti. 
( Tav. II. fig. 4. ) 


I Dermesti si distinguono dagli insetti prece- 
denti, perchè i loro palpi sono ineguali filiformi, 
ed hanno le antenne a clava fogliata. General- 
mente parlando sono insetti minuti. 


97. Dermeste del lardo. 
Dermestes lardarius. L. 

Larva ovata, cenericcia, liscia. 

Ninfa bruno-giallastra. 

Insetto perfetto nero, cogli astucci anterior- 
mente cenericcio-gialli. 

Figura. Frisch. Ins. 5. p. 5. tab. 9. 

Osservazione. La larva non meno che I inset- 
to perfetto si pasce del lardo e di altre sostanze 
grasse; essa rovina pure le pelliccie, e qualun- 
que altra animale sostanza. Nel Nouveau Diction- 
naire d'Histoire Naturelle di Parigi (1783) si 
propone contro questo voracissimo insetto la ri> 
cetta del sig. Becoeur : la quale consiste in mezza 
oncia di calce viva, 3 denari di sale di tartaro, 
15 denari di canfora, once 4 di arsenico, ed 
altrettante di sapone bianco; il tutto sciolto nello 
spirito di vino. Ma come adoperare poi questa 
composizione senza che ne risultino degli incon- 
venienti per l’arsenico che contiene? Io. prefe- 


‘4 
risco quindi per allontanare questo voracissimo 
insetto di far cadere delle goccie di olio d’abete 
su dei foglj di carta, e collocarli ove si trovano 
i dermesti: o meglio anche di mischiare alle so- 
stanze che conservare si vogliono dei fuchi ma- 
rini, od altre piante maritime disseccate. L'odore 
salmastro di tali erbe gli allontana, mirabilmente, 
‘98. Dermeste tipografo. 
Bostrichus tipographus (1). 
(Tav. II. fig. 4. ‘a0.) 

Larva molle, corta, arcuata, a testa scaglio- 
sa, dura. 

Ninfa bruna: 

Inseito perfetto oscuro, peloso, cogli astucci 
al loro apice smozzato-dentati. 

Figura. Von Trebra in den Schr. der Berl. 
Ges Naturforschen. Freunde 4. Band. tab. 4. 

Osservazione. La larva impiega uno o due 
anni a diventare insetto perfetto, e vive. nei 
legni, che strugge, divora e rende tarlati. Que- 
sto insetto nel 1801 recò gravissimo. danno ai 
pineti del Harz. Egli si intromette fra il libro 
ed il legno dei pini; ond’è che divorando quel- 
l'organo dell'albero, nel quale tutta la di lui vi- 
talità risiede, forz è che muoja. Tale insetto è 


(1) I Naturalisti moderni hanno separato dal genere dei 

° dermesti le specie seguenti, e creato il genere Bortrichus, 

perchè hanno le antenne a clava solida. Poco importando que- 

sti caratteri agli agricoltori, ritengo quanto al nome italiano 
quello che avevano una volta. 


IIÒ 
così fecondo, che un solo albero. di mediocre 
grandezza è talvolta da 80 e più mille dermesti 
tormentato. L'albero dalle loro larve attaccato 
principia a seccare nella cima; le foglie diven- 
tano rosse ; perde la resina e non serve più nè 
come legno da costruzione, nè come combu- 
stibile. Si conosce il legno guasto da tale insetto 
per le cavità labirintiformi, che vi si scorgo- 
no piene di polvere. color di legno, cioè degli 
escrementi dell’ insetto medesimo. 

99. Dermeste calcografo. 
Bostrichis calcographus. Fabr. 
Larva : h 
Nin Aq come nei precedenti. 
Insetto perfetto nero, cogli astuccì rossastri , 
neri all'apice ed ai lati, e smozzato-dentati. 
Figura. Manca presso gli autori. 
Osservazione. È tre volte più piccolo del pre- 
cedente, del quale ha pure i costumi. 
100. Dermeste struggipino. 
Bostrichus piniperda. Fabr. 
( Tav. II fig. 4. db. c.) 
Larva È x 
Ninfa } come nei precedenti. 
Insetto perfetto nero , pelosetto, cogli astuc- 
ci interi , color di pece, ed i piedi rossi. 
Figura. De Geer. Ins. 5. Tab. 6. fig. 8. 9g. 
Osservazione. Fora i rami inferiori dei pini , 
i quali muojono per lo scolo della resinà. L'uni- 
co rimedio che si conosca è quello di sagrifi- 


116 
care la pianta , che mostrasi infetta, ed abbru- 
ciarla. Devono pertanto le guardie dei boschi, 
segnatamente dei pineti, essere a ciò attente; 
perchè se tali insetti si lascino tranquilli su di 
una pianta, sono capaci colla loro rapida. mol- 
tiplicazione di rovinare un'intera foresta. 
101. Dermesto dell’ulivo. 
Phototribus olea. Olivier. 
Hylesinus olea. Fabric. 
Larva 
Ninfa 
Insetto perfetto piccolo, ovale, nero, coperto 
da finissimi peli cenericci , colla base degli a- 
stucci più chiara ; antenne giallo-oscure; le zam- 
pe brune. 
Osservazione. Nei paesi meridionali rovina 
assai i rami degli ulivi. 


} non sono note. 


811513 


Delle Mantellate. 
( Fav. II. fig. 5. ) 


Le mantellate sono piccoli scarabei a testa 
depressa, ed antenne filiformi. 


102. Mantellata dei piselli. 
Bruchus pisi. L. 
( Tav. II. fig. 5. ) 
Larva corta, arcuata, gonfia , verdognola. 
- Ninfa giallognola, vi” 


117 

Insetto perfetto. Astucci neri coperti da mi- 
nutissimi peli cenericci disposti a scacco; il po- 
dice è bianco con due punti neri. 

Figura. Lederm. Micr. 195. T. roo = De 
Geer. Ins. 5. Tav. 16. fig. 3. 4. 

Osservazione. Non i soli piselli intacca questo 
insetto, I semi delle lenti, delle fave e delle 
veccie sono egualmente divorati dalla di lui 
larva. L'insetto perfetto depone le uova sui bac- 
celli ancor verdi dei legumi; e la minuta larva 
che nasce penetra tosto nei semi, e divorandone 
la sostanza vi subisce tutte le sue trasformazio- 
ni; ma presaga della difficoltà che trovar po- 
trebbe in sortire dal seme sotto una forma mag- 
giore di quella che aveva come larva, allorchè 
vi è entrata; essa taglia in giro la scorza del 
seme per maniera, che la scorza medesima ce- 
de al minimo urto e lascia all’ insetto perfetto 
un libero passaggio. Con tutto ciò, amenochè i 
semi non siano assai minuti, la larva assai di 
rado ne divora il germe, ed è perciò, che i pi- 
selli bucherati germogliano tuttavia. L’ unico 
mezzo di diminuire il danno che recano tali 
larve è quello di immergere per un istante nel- 
l’acqua bollente subito. dopo il raccolto quelle 
sementi, che si destinano al consumo, acciò 
che periscano le larve, e di far subire un calore di 
40 o 45 gradi al forno a quelle, che devono 
essere riseminate. Se gli ortolani di comune ac- 
cordo volessero, ciò fare, in breve tempo questo 
insetto sparirebbe dagli orti. 


118 
85:00 


Delle" Dorgielle. 
( Tav. II. fig. 6. ) 


Le Doratelle si distinguono per le antenne 
moniliformi, ed i vivaci colori, dei quali d’or- 
dinario, vanno adorne.. Questi piccoli ‘scarabei 
sono superiormente convessi; appianati per di- 
sotto; nè ‘di - tutti. si conosce la larva. Anche 
questo genere fu diviso in più altri dai natura- 
listi moderni. Io. ho ritenuto per tutte quelle 
specie, che sono nocive , il nome di doratella , 
cui. corrisponde quello di Chrysomela dato loro 
da Linneo. 

103. Doratella lobivora. 
Altica oleracea. Fabr. 

Larva } . 

Ninfa ignote. 

Insetto perfetto verde ceruleo oscuro, lucido, 
non più lungo di due linee... 

Figura. Manca presso gli autori. 

Osservazione. Questa doratella, comunque ap- 
pena più grossa di un pulce, è delle più rovino- 
se. Essa intacca ogni sorta di rafani e di cavoli 
appena spuntati da terra ,, e ne divora i teneri 
lobi, cioè i cotiledoni, motivo per cui le pian- 
te rimangono intristite, nè possono crescere (I). 


(3) I Cotiledoni, ossiano lobi seminali, fanno nella pianta 
le veci di mammelle sino a che fatta robusta possa nutrirsi per 
mezzo delle radici; quindi di necessità intristisce qualuaque 
pianta guasta nei lobi seminali, 


119 
T lobi stessi delle tenere piantine sono tal- 
volta da questi minuti insetti coperti ; e se alcu» 
no vi si avvicina, essi con un moto salta- 
torio scendono in un istante a terra per ricom- 
parire dopo qualche minuto. Si allontanano però 
efficacemente , spargendo di cenere e di fuliggine 
le semine fatte o le pianticelle germoglianti. 
104. Doratella metallica. 
Altica helsines. Fabr. 

Larva ) . 

Ninfa ignote. 

Insetto perfetto verde metallico, colle antenne 
ed i piedi biondi. 

Figura. Sultz! Ins. Tab. 3. fig. 12. 

Osservazione. Ha i costumi della doratella 
precedente; ma offende in vece le semine del 
grano saraceno, volgarmente detto ‘la Fraina. 
105. Doratella dei boschi. 

Altica nemorum. L. 

Larva Y . 

b Nin fa ignote. 

‘ Insetto perfetto nero, cogli astucci gialli or- 
lati di nero. 
‘Figura. Sultz. Rist. Ins. Tom. 3. fig. 11. 
‘Osservazione. Eguale alle precedenti nei costu- 
mi: eguale è pure il metodo di allontanarla. 
Questa specie però è omnivora. 


9 


129 
106. Doratella della vite. 
Cryptocephalus. vitis.. Fabr. 
Eumolphus vitis. Olivier. 

Larva ovale bruna. 

Ninfa giallognola. 

Insetto perfetto mero, ad eccezione degli a- 
stucci, che sono biondo oscuri. 

Figura. Nissun autore l’ha data. 

Osservazione. La sua larva, che si manifesta 
in primavera , è una delle più rovinose alle viti. 
Essa rosica il picciuolo dei grappoli, mentre è 
tenero , polposo, pieno di sugo. e principia a 
sbucciare ; cosicchè impedisce l’ulteriore suo svi- 
luppo. La di lei moltiplicazione in alcuni luoghi, 
nei quai la coltivazione della vite è principale 
porta talvolta la desolazione nelle famiglie... Per 
impedire il male che arreca, non si ha altro 
rimedio efficace fuori che quello di spiare il mo- 
mento nel quale l’insetto depone le uova, e cer- 
care di prenderlo; ma oltrechè questo processo 
è lunghissimo, ha poi anche l'inconveniente: di 
accrescere il male. Ognuno sa con quanta. faci- 
lità si rompano i teneri germogli della. vite per 
poco che sono urtati;. onde sarebbe più. sano 
consiglio fare dei tentativi, e vedere se attaccan- 
do a luogo a luogo sulle viti. delle erbe gra- 
veolenti si giugnesse ad allontanare un ospite 
così rovinoso. 


12% 
107. Doratella degli asparagi. 
Crioceris asparagi. Fabr. 
( Tav. IL fig. 6. ) 
Larva giallognola. 
* Ninfa brunastra. 

Insetto perfetto oblungo, col torace rosso, e 
gli astucci gialli con una croce e quattro punti 
neri. 

Figura. Roesel. Inst. 2. Scar. 3. p. rr. tab. 4. 

Osservazione. Devasta nello stato di larva le 
radici, ed in quello di insetto perfetto le foglie 
degli asparagi. In quest ultimo stato è pigro, e 
si può prendere in copia, facendolo cadere in 
una sottoposta borsa di tela (1). 


7.0 
Dei punteruoli. 


(Tav. 2. fig. 7. ) 


I punteruoli si distinguono facilmente dagli 
altri insetti, perchè hanno le antenne ginoc- 
| chiate ed attaccate al rostro , il quale d’ordina- 
rio è lunghetto. 


(1) Gli insettologi annoverano fra le Doratelle nocive 
1. quella delle gramigne Chrysometa graminis, tutta verde 
lucida. 2. quella del pioppo C populi che ha il torace ceru- 
leo, e gli astucci rossi. 3. la cereale €. cereelis, dorata con 
delle fascie cerulee ; finalmente la doratella dell’ontano C. 
betule, che è tutta violacea ; ma il danno che recano non 
mi è parso abbastanza riflessibile per doverne parlare dette- 

gliatamente. 


122 \ 


; 108. Punteruolo Bacco. 
Curculio bacchus. L. 
Magnacozzo dei Toscani. 
Larva biancastra. 
Ninfa bruna. ? 
Insetto perfetto. Rostro della lunghezza del 
corpo; il quale è verde dorato nel maschio, e 
azzurro lucente nella femmina. 
. Figura. Schaeffer. Icon, Tab. 6. fig. 4. 
Osservazione. Codesto punteruolo è tanto dan- 
noso alla vite, quanto la .doratella descritta al 
num. 106. Esso ha il costume di ferire in pri- 
mavera la base dei teneri germogli, acciocchè 
appassiscano ; quindi piega ed agglutina le loro 
foglie per modo, che prendono una forma quasi 
cilindrica. Mentre egli fa tale lavoro depone un 
uovo fra ogni piegatura delle foglie. Da que- 
st uovo nasce la larva, che si pasce della foglia 
appassita, e si cangia finalmente in insetto per- 
fetto. Esaminando i pergolati, non è difticile di 
vedere questi cartocci fogliosi, che racchiudono 
le anzidette larve , e distaccarli per condannarle 
al fuoco ; ma bisogna essere solleciti nell’ ope- 
razione e replicarla frequentemente , perchè l’ in- 
setto perfetto in breve tempo sorte dai cartocci 
medesimi: ritardando ad eseguirla si levano dalla 
vite i cartocci già abbandonati dagl’ insetti, e la 
caccia non è più vantaggiosa. Si può distrugge- 
re questo punteruolo anche nello stato di inset- 
to perfetto , cercandolo di mezzo giorno alla base 
dei pampini dove sta appiattato, per lo viù a 


123 


due a due, e difeso dagli ardori del sole, che 
teme assai. Talvolta i punteruoli si manifestano 
quando la vite ha già fiorito, - ed allora recano 
minor danno, rimanendo soltanto meno garan- 
tito il grappolo dalla sferza solare per le foglie 
ch’ eglino accartocciano; ma anche in questo 
caso, se i punteruoli sono numerosi , essendo 
grande lo sfrondamento, la vite diventa decre- 
pita innanzi tempo, o per lo meno idropica (1). 
109. Punteruolo della vite. 
Curculio vitis mihi: an pilosus Fabricii ? 
Larva 


Ninfa } come nel precedente. 


Insetto perfetto. Forma ovale : capo allungato 5 
rostro corto grosso; astucci convessi , che chiu- 
dono una parte dell’ abdome per disotto; color 
grigio cenericcio ; antenne cortissime. 

Figura. Tav. II. di questo scritto fig. 7. a. 

Osservazione. Nissun autore, per quanto io 
sappia, ha indicato questo punteruolo come no- 
civo. Solo in Geofroy pag. 282 trovasi una. de- 
scrizione , che in parte gli conviene. Egli è non 
perciò egualmente: dannoso del precedente. Ol- 
tre alla vite, della quale rosica i teneri ger- 
mogli, senza però accartocciarne le foglie, si 
attacca pure ai peri ed ai gelsi di recente pian- 
tati ; sicchè giugne talvolta a farli perire. Quan- 


(1) Il Punteruolo della Betula di alcuni insettologi è la 
femmina della specie, che si è quì descritta, 


ì24 
d’ anche ciò non succeda , ]a nuova cacciata degli 
alberi offesi è sempre debole, e quella. della 
vite dà poca uva, la quale difficilmente giunge 
a maturità. 

Il punteruolo grigio divora le foglie, ossiano 
i germogli , sul far del mattino ; e tostochè l’aria 
si fa calda, si cela alle nostre ricerche rifugian- 
dosi sul terreno. Per farne quindi la caccia, bi- 
sogna visitare le viti di buon mattino, con un 
pennello a lungo manico nella destra, ed un 
vaso semipieno d’ acqua nella mano manca; e 
farvi entro cadere gl’ insetti, toccando col pennello i 
pampini, sui quali stanno appiattati. La cogni- 
zione di tale punteruolo io la devo al sig. Av- 
vocato Campari egregio Podestà della Comune 
di Pavia, il quale avendo una vigna da esso de- 
vastata, ne fece nel 1808 raccogliere in copia, 
ond’ io lo esaminassi. Quest’ insetto ora trovasi 
minuto di corpo e poco più grosso di un grano 
di miglio, ora grosso come il punteruolo bacco 
num. 108, essendo però sempre identicamente lo 
stesso. Da ciò si deduce, che è dotato di grande 
forza riproduttiva, e che alcune di lui larve co- 
munque male alimentate si cangiano tuttavia in 
insetto perfetto. 

110. Punteruolo del pero. 
Curculto pyri. 
Larva ; i 
Ninfa Ì come nei precedenti. 


Insetto perfetto: eguale al precedente quanto al 


125 
colore; ma è costantemente più grosso , ed as- 
sai grandi sono pure le di lui antenne in con- 
fronto di quello. 

Figura. Sulzer. Ins. tav. 3. fig. 23. 
Osservazione. Accartoccia le foglie del pero, 
le quali anneriscono. Tali cartocci sono formati 
da un intero germoglio, e racchiudono talvolta 
un mazzetto di fiori; onde questo insetto dimi- 
nuisce di molto i frutti. Il rimedio è di stac- 
care colla forbice i predetti cartocci, e di ab- 
bruciare con essi la futura generazione che na- 
scerà dalle larve che contengono ( veggansi i 
costumi del punteruolo bacco ). 
tit. Punteruolo del formento, 
Curculio granarius. L. 


Larva ; L 

Ninfa Ì come nei precedenti. 

Insetto perfetto. Rostro lungo; torace lungo 
quanto gli astucci, ora rosso, ed ora nero o 
color di pece. 

Figura. Leuwenh. Arc. 168. Aug. 6. pag. 
83 fig. 1. 

Osservazione. Comunque alcunî naturalisti di- 
stinguano il punteruolo del grano da quello del 
formento, ed assegnino per carattere specifico 
dell'uno il color rossastro e dell'altro il nero, io 
non posso a meno di considerarli per una specie 
unica. Quando tale punteruolo è appena sortito 
dallo stato di ninfa, è rossastro, e dappoi nero 
diventa. Che che ne sia di questa osservazione, 


126 
che ho già esternato nella mia Monografia dei. Ce- 
reali, quest'insetto è fin troppo noto ai proprie- 
tar), per gli immensi danni che loro reca. Ec- 
cone i costumi. 

Tostochè la femmina del punteruolo è fecon- 
data (funzione la quale succede ogni qualvolta 
la temperatura sia. maggiore di 8 o 9 gradi), 
ella si interna. nel mucchio del. formento, fa 
una puntura obliqua nella. scorza dei semi, 
mediante un organo che porta. all’ apice del suo 
abdome, ed a cadauno di essi. vi inserisce un 
uovo. Da quest uovo non tarda a sbucciare. Ja 
larva, la quale internandosi. nel seme, e divo- 
randone la farina, chiude il piccolo foro co’ suoi 
escrementi. Per tal modo si trova essa difesa 
da qualsivoglia ingiuria esterna, e per quanto si 
v:da smovendo il grano nulla soffre. La larva 
del punteruolo eseguisce quindi tutte le sue tra- 
sformazioni nel seme del formento; ma quando 
da esso sorte nello stato di insetto perfetto, va 
tosto ad appiattarsi alcuni pollici al disotto della 
superficie del mucchio del grano, perchè teme 
assaissimo il freddo e l'aria ventilata. Quando 
poi la stagione comincia a farsi fredda, i punte- 
ruoli abbandonano il mucchio , si ritirano nelle 
fessure dei muri e dei legnami, dove muojono, 
di freddo: ed è meno vera l'opinione di quegli 
agricoltori, i quali opinano che i punteruoli ri- 
fugiatisi sulle soffitte dei granaj in antunno, 
ritornino poi nella primavera susseguente ad in- 


127 


vadere il formento. Se gli insetti perfetti giun- 
gano «ad, accoppiarsi , non campano molto tempo 
dopo l'accoppiamento. .Il tempo che \impiega il 
punteruolo del grano nelle sue trasmutazioni es- 
sendo di circa 4o giorni nei climi temperati 
siccome il nostro, . facile è di concludere, che 
possono avere luogo più generazioni in. un an- 
no, e che il danno ch'egli reca sarà in propor- 
zione. della di lui prolifica facoltà , la quale ci 
sì, mostra grandissima. Da questi costumi sì ve- 
de, ch'egli è difficile di distruggere il :punteruo- ‘ 
lo nello stato di larva. Chiusa ella nel seme e 
difesa dalla di lui corteccia nulla ha da temere. 
Diffatti per ucciderla, o bisogna far passare il 
formento ad una stufa, il cui calore passi i 50 
gradi T. R., o lisciviarlo unendo al liscivio una 
porzione di calce: ed ognuno di questi metodi 
ha i suoi vantaggi, secondochè si destina il for- 
mento alla semina futura od agli economici usi, 
siccome esposi ‘nella citata Monografia. agrono- 
mica dei cereali. Meno fruttuosi di. questi sono 
i metodi stati immaginati onde distruggere l’in- 
setto perfetto. I suffumigj di solfo; le tele in- 
zuppate nel sugo di sambuco, ed applicate al 
mucchio di grano; le assicelle intrise nel sugo 
di aglio, ed immerse nel mucchio stesso ; l’uso 
infine del giusquiamo , del guado e di mille altre 
ricette, dalle quali. non si ottenne mai l'esito, 
desiderato , vanno convincendoci tuttodì , che as- 
sal poco : sappiamo intorno questo argomento, 


128 


Con tutto ciò non si deve tacere, che siccome 
il punteruolo teme moltissimo il freddo, ed in- 
tirizzito ch’ei sia non eseguisce alcuna delle 
funzioni necessarie alla sua esistenza ed alla 
sua moltiplicazione; così tornerebbe forse como+ 
do pel piccolo possessore di collocare da giugno 
a tutto settembre il suo formento ( ben essiccato 
dapprima ) in luogo fresco, ventilato e vicino 
a qualche conserva di ghiaccio. Per lo meno 
allorchè in primavera si veggono i primi pun- 
teruoli nel granajo, ed è presumibile che non ab- 
biano per anco deposte le uova , i proprietarj do- 
vrebbero fare smovere il formento colla pala; 
lasciandone però un mucchietto a canto di quel- 
lo, cui cangiano di luogo: perchè in questa ma- 
niera i punteruoli disturbati correrebbero tosto 
a nascondersi nel detto mucchietto, e versando 
su di esso dell’ acqua bollente se ne farebbero 
perire d’assai. Van Diesche ha esposto alla So- 
cietà. d’ Incoraggimento in Olanda, che i fiori 
di sambuco allontanano i punteruoli dal formen- 
to : l’esperienza comproverà quest’ asserzione. 
112. Punteruolo del riso. 
Curculio oriza. L. 

Larva 

Ninfa 

Insetto perfetto simile al precedente; si di- 
stingue però per alcuni punti color di ruggine 
che ha sugli astucci. 


come nei precedenti. 


129) 
Osservazione. Divora il riso nei granaj. Quan- 
to ai rimedj, veggasi ciò. si è esposto parlande 
del punteruolo del formento (1). 


s.0.0 


Dei Tenebrioni. 
( Tav. II. fig. 8. ) 


Essi hanno il labbro troncato, e le antenne 
moniliformi. 


113. Tenebrione mugnajo. 
Tenebrio molitor. L. 
( Tav. II. fig. 8. d. ) 
Larva bianco-giallognola , rigida. 
Ninfa bruna. 
Insetto perfetto oblungo, color di pece, cogli 
astucci rigati. 
Figura Frisch. Ins. 4. p. 1. tab, 3 = Schaeff. 
Icon. Tav. 66. fig. 1. nà 
Osservazione. La larva divora la farina, ed 
è frequente negli abitati dei mugnaj e dei. pa- 
netieri. La di lui larva è cercata dagli tccella- 
tori, perchè cibo gratissimo e sano agli usignuoli. 


(1) Sultzer ( Ins. tab. s fig. 22.) ha fatto conoscere il 
Punteruolo delle avellane ; e Petiverio( Gazop4'/: 14 tab 8. 
fig. 9) quello deli? abete, il quale vive sotto la corteccia 
resinosa del pino. Di questi ho ommesso la descrizione, 
siccome non molto nocivi, nè assai moltiplicati. 


30 i» 


‘114. Tenebrione struggigrane. 
Tenebrio mauritanicus. L. 
Trogossita mauritanicus. Latreille. 
Cadelle dei Francesi. 

Larva bianca, con alcuni peli rari, rigidi; te- 
sta dura, nera, munita di forti mandibole; ab- 
dome con due uncini neri. 

Ninfa, la quale conserva gli uncini neri, e si 
appiatta nelle fessure dei pavimenti dei grana]. 

Insetto perfetto : disopra nerastro, bruno disot- 
to; antenne appena più langhe della testa; 
corsaletto dentato. 

Figura Tav. 2. fig. 8. a, bd di questo scritto. 

Osservazione. Abbondantissima fu quest anno 
( 1808 ) la larva di tale insetto in alcuni gra- 
naj del Lodigiano. Il sig. Profess.. Moretti in 
Udine, me ne recò da Roncaro sua patria; e 
dallo studio che ho fatto su di essa, mi è forza 
convenire col sig. Dorthes, il quale nel 1.° tri- 
mestre 1807 delle memorie della Società d'Agri- 
coltura di Parigi nocivissima la dichiara. Qual- 
che. cenno. ne aveva fatto pure il sig. Rozier 
nel suo Cours d'Agriculture; ma: non aveva indi- 
cato quale insetto sorta da tale larva. Essa è 
più nociva di quella del Punteruolo del formen- 
to e della Tarma del grano. Un seme basta ad 
alimentare ogni larva di questi; questa in vece 
del Tenebrione , essendo assai più grande, abbi- 
sogna di maggiore nutrizione. Ella rode il grano 
per difuori; passa dall’ uno all’altro seme, ed in 


13I 
breve tempo fa grandi stragi. Per garantire il 
formento da essa; ‘bisogna passarlo alla stufa, 


od introdurre nel granajo . qualche dozzina di 
uccelli insettivori. 


$. 9.” 


Boi <Tooohi. 
( Tav. II. fig. 9 ) 


Essi. hanno due palpi fliformi, e due a foggia 
di scure; le antenne moniliformi. 


‘ 115, Tonchio delle api. 
Clerus apiarius. 
Trichodes apiarius. Fabr. 
( Tav. II. fig. Q: ) 
| Larva di color rosso vivace, munita di sei 


zampe scagliose minute, e di due uncini all’ab- 
dome. 


Ninfa brunastra. 

Insetto perfetto peloso, di color azzurro ne- 
rastro lucido ; astucci rossi con due fascie di 
eolor azzurro. 


: Figura. Schaeffer. Elem. Tab. 46 = Icon. 
Tab. 48. fig. 2. 

Osservazione. La «larva impiega un anno a 
diventare insetto perfetto; e la si trova costan- 
temente tanto nei favi delle api muratrici, quan- 
to delle api comuni, Ivi fora la cera degli al- 


13z 
veoli, e divora tanto le larve, che le ninfe delle 
api. Nell’alveare medesimo ella subisce tutte le 
metamorfosi; ma l’' insetto perfetto abbandona 
l'alveare per pascersi di fiori nei campi. Fre- 
quentissimo si trova difatti su quelli della ca- 
rota, ed altre ombrellifere Opinano alcuni na- 
turalisti, che le api medesime rechino nell’ al- 
veare unitamente al poline dei fiori, ed alla ce- 
ra, le uova minute di questo loro nemico, le 
quali poi si schiudano nell’alveare stesso. Questa 
opinione non è forse lontana dal vero, perchè 
appunto il tonchio delle api si accoppia sui fiori. 
Il metodo di liberare gli alveari da questi ospiti 
incomodi è quello stesso del quale si è parlato 
all’ articolo Tarma delle api num. 70; ma per 
conoscere se gli alveari sono dal tonchio infestati, 
fa d'uopo visitare le arnie in gennajo e febbrajo. 


(5) 


€. IO. 


Degli struggilegno. 
( Tav. II fig. 10. ) 


Essi hanno la mascella bifida, il labbro lineare 
rotondato all'apice, e le antenne moniliformi. 


116. Struggilegno navale. 
Lymexylon navale. Fabr. 
Larva Ì come alla Tav. II. fig; Io. di que- 
Ninfa sto scritto. 


133 

Insetto perfetto >. giallo, cogli astucci neti 
all'apice ed al margine. 

Figura. Frisch. Inst. 13. pag. 24. tab..z20o. = 
Schaeff. Icon, ‘Tav. 59. fig. 1. 

Osservazione. Le larve di questo insetto vivo- 
no nel cuore degli alberi, lo scavano , lo fora- 
no, e struggono di modo tale ‘il legno, che do- 
po avere per qualche tempo languito , le piante 
muojono , .nè più possono ‘a certi usi servire: 
l insetto. perfetto si trova sulle roveri (1). 


(1) Sarebbe qui il luogo di far cenno della Cantarella, 
Lytta vesicatoria , la quale in alcuni luoghi spoglia i fras- 
sini, e può anche cagionare dei disordini negli animali, se 
per avventura ne mangiano coll’ erba; ma quest’ insetto 
prezioso alla medicina si è ora fatto assai raro, forse pel 
taglio delle piante delle quali si pasceva. 


134 
- SEZIONE. Ni 


Degli insetti, i quali sono nocivi in'ogni pèriode 
della lor vita, perchè la ‘lorò ‘bocca è sempre 
in ogni : stato munita di mandibole ossee. 


Ad essa rappattengenoi: il 

1. le Forbicine. 6. i Gorgoglioni. 
2. gli Scarafaggi. m. i Chermes. 
3. i Grilli. 8. i Pidocchi, 
4. le Nepe. g. le Zecche. 
o. i Cimici, 


A 1° 


Delle Fosbicines: 
( Tav. II. fig. Ir. ) 


Esse hanno per carattere il labbro diviso in tre 
( trifido ) ; gli astucci dimezzati ; le antenne seta- 
cee ; e l’abdome terminato da una pinzetta ossea. 


117. Forbicina, ossia tenagliuzza auricolare. 
Forficula auricularis. L. 
Larva bianca, simile all’ insetto perfetto ; ma 


senza astucci nè ali. 
Ninfa, come l’ insetto perfetto, coi soli rudi- 


menti delle ali (1). 


———  T———___r_r_r 


(1) Essendo comuni questi caratteri sì della larva che 
della ninfa a tutti gli insetti alati, dei quali si parla in 


135 

Insetto perfetto , bruno, coll’ apice delle elitre 
bianco. 

Figura. Schaeffer. Elem. tab. 63. 

Osservazione. La larva vive della corteccia 
degli alberi che divora per disotto, e 1’ inset- 
to perfetto è il flagello dei giardini ; le gem- 
me dei frutti, i loro fiori, i germogli teneri 
delle erbe, ilegumi ancor teneri, sono il di lui 
pasto gradito. Di quest’ insetto contansi diverse 
specie aventi tutte gli eguali costumi. Per libe- 
rarsene si suggerisce di appendere alle spalliere, 
ai frutti, o di gettare nell'orto, delle unghie 
di bue e di montone. Essendo ghiottissime le 
forbicine del cibo animale, entrano a torme 
nelle unghie, vi si annidano; sicchè gettando 
quest urighie medesime nell’ acqua bollente si 
fanno perire. 


Gi 


Degli Scarafaggi. 
( Tav. II fig. 12. ) 


Essi hanno il labbro membranoso bifido, e 
due appendici all’ abdome. 


questa Sezione , si crede opportuno di ommetterli nelle descri- 
zioni successive, per non tediare il leggitore con una inutile 
ripetizione. 


IO 


136 


118. Scarafaggio domestico, 
Blatta orientalis. L. i L) 
( Tav. II. fig. 12.) 
Insetto perfetto, nero, colle ali color di pece. 
Figura Sultz: Ins Tab. 7. fig. 47. = De 
Geer. Tom 3. tav. 25. fig. I. 2 
Osservazione. "Tale schifoso insetto si crede 
portato a noi dall’ America Esso è un flagello 
per alcuni paesi moltiplicandosi prodigiosamen- 
te. Di giorno sta nascosto, e sorte solo di notte 
a far preda d'ogni sorta di commestibili. Corre 
così veloce, che difficilmente può prendersi 
quando sia scoperto. Il maggior danno lo fa però 
quando si moltiplica nelle navi, perchè può sino 
far morire di fame un intero equipaggio di- 
vorandone le provvisioni, come consta dal viag- 
gio di La Perouse vol. 1. pag. 179. Il farma- 
cista sig. Bonfico ha trovato che l'olio fetido di 
succino lo allontana ; - ma sembrandomi troppo 
disgustoso negli abitati il di lui odore, credo 
meglio chiudere, durante la notte, nel luogo 
dallo scarafaggio infestato un’ anitra, od anche 
meglio un riccio cane. Essi non tardano a di- 
vorarseli tutti. 


dio. 


Dei Grilli, e delle Locuste. 
( Tav. IL fig. 14. ) 


I naturalisti hanno diviso in più generi le 
specie dei Grilli; la figura che diamo di alewni 


137 
basterà per farli conoscere tutti, senza bisogno 
di assegnarne i caratteri entomologici. 


1t9. Grillotalpa , ossia la Zeccaruola. 
Acheta gryllotalpa. Fabr. 

Insetto perfetto: ali prolungate a foggia di 
coda ; più lunghe degli astucci ; piedi anteriori 
palmati. . 

Figura. Roesel. Ins. Tab, 14. 15. 

Osservazione. Il guasto che fa negli orti ed 
alle biade d'ogni sorta codesto insetto, lo ren- 
de notissimo agli agricoltori. Non vi ha vege- 
tabile, cui egli non rosichi, e faccia perire; 
avviene anzi non di rado, che estese campagne 
di grano turco, di rafano oleifero chinese, o 
di altro genere, siano dalla grillotalpa ridotte al 
più deplorabile stato, e faccia mestieri replicare 
i lavori e la seminagione. Essa ha il costume 
di vivere sotto terra a guisa delle talpe, e solo 
di notte sorte per volare, ed accoppiarsi. Si co- 
struisce un nido di terra, l’esistenza del quale 
si conosce dal vedere nel campo degli spazj cir- 
colari del diametro di alcuni pollici, alquanto 
rilevati nel mezzo, e la cui superficie o è pri- 
va di vegetazione , o sostiene vegetabili languen- 
ti. In questo nido la femmina non depone mai 
meno di 4oo uova, e le strade sotterranee che 
vi conducono sì conoscono da un leggiere rial- 
zo della superficie del terreno; e dal fori che 
vi pratica, I gravi danni che arreca quest’ insetto 


138 


hanno quindi messo a tortura l'ingegno degli 
agronomi e degli ortolani per trovare il modo 
di distruggerlo. Si è provato a mettere sott' ac- 
qua per un dato tempo il terreno, onde annegar- 
lo: ma esso ritirasi negli argini, e ricompare 
dappoi. Cercarlo colla zappa per ucciderlo è 
impresa lunga e dispendiosa. Malgrado ciò noi 
sappiamo di certo , ch’ esso è ghiottissimo del 
concime cavallino, e che ama di annidarvisi 5 
onde ponendo dei mucchj di tale concio nei 
campi, avendo la cura di non lasciarlo essiccare , 
ed andando di buon mattino a scoprire con un 
tridente il terreno dal letame coperto, vi si tro- 
vano sotto in copia le grillotalpe e si uccidono. 
Perchè tale caccia sia più abbondante, bisogna 
previamente concimare il campo con letame 
porcino , o con della fuliggine , sapendosi dalle 
osservazioni di Scopoli, che questa sorte di con- 
cio le allontana. Nella Biblioteca fisico-econo- - 
mica di Sonnini sì accenna come un rimedio 
sicuro quello di versare nei fori sul terreno dal 
grillotalpa escavati dell’acqua, e di poi un cu- 
chiajo d'olio, perchè così l'olio va a turare le 
stimmate per le quali l’ insetto respira, onde 
sorte dal foro e muore convulso. Tale teoria 
è giusta; ma bisognerebbe che l'olio costasse 
poco meno che nulla per adoperarlo in tale 
operazione , la quale sarebbe altronde eterna e 
non sempre efficace. 


139 

To aggiungerò che si può distruggere infalli- 
bilmente quest insetto, concimando i terreni 
colla calce, ove si possa disporre di questa so- 
stanza in quantità sufficiente. Tale rimedio tor- 
na a grande utilità del fondo medesimo, se è 
di natura argillosa ; prestando allora, la calce un 
triplice effetto: 1. di disunire le molecole troppo 
compatte del terreno, quindi di metterle in grado 
di ritenere nè troppo nè troppo poco l’aria, 
l’acqua , il calorico, la luce e gli altri agenti 
tutti della vegetazione: 2. di agire come ingras- 
so nutritivo pel carbonio che la calce sommini- 
stra alla vegetazione: 3. di distruggere il più 
rovinoso degl’ insetti. Per questo scopo la calce 
dev’ essere sparsa all’ aprirsi della bella stagione, 
premessa l’aratura del terreno. 

120. Grillo viaggiatore. 
Gryllus mygratorius LL. 
Acrydium mygratorium. Olivier. 

Insetto perfetto verde oscuro, colle mascelle 
nere. 

Figura. Roesel. Ins. Gryl Tab. 24. 

Osservazione. Il paese natale di questo grillo 
è la Tartaria; ma viene talvolta in Europa in 
torme innumerevoli, le quali producono una ge- 
nerale carestia ovunque passano, denudando 
il suolo d'ogni verdura. Le osservazioni di Gia- 
como Bryant ( Londra 1794 paz. 187 ) quel- 
le fatte da Joel tradotto da Giusti ( Lipsia 1702 ) 
intorno questo insetto fanno raccapricciare. Ol- 


140 
tre questo grillo, ‘il ‘quale si‘trova non di rado 
nei luoghi asciutti, se ne contano molti di Europei, 
fra i quali meritano essere annotati il 
121. Grillo stridulo.. 
Gryllus stridulus. L. a ali rosse col margine 
nero. : 
Figura. Roesel. Ins. 2. Gryl. Tab. 21. fig. 1. 
122. Grillo italico. 
Gryllus italicus, L.'a ali rosse col margine 
diafano. 
Figura. Roesel. Ins. 2. Gryl. 21. fig. 6. 
123. Grillo ceruleo. 
Gryllus coeruleus. L. a ali verdi cerulee con 
una fascia nera. 
Figura. Roesel. ibid. tab. 4. 
124. Grillo grosso. 
Gryllus grossus. L. con astucci verdi e coscie 
sanguigne. 
Figura. Frisch. Ins. 9. p. 5. tab. 4. 
Deponendo tutti i grilli le loro uova sotto 
terra, egli è poco meno che impossibile il cer- 
carle per distruggerlì in questo primo stato. Dif- 
ficile del pari è il dare loro la caccia, quando 
sono nello stato di insetto. perfetto. Essendo al- 
lora muniti di ali, si sottraggono facilmente alla 
mano che vorrebbe afferrarli; ond'è che i no- 
stri agricoltori per liberarsene sogliono scavare 
dei fossi nel podere, mettervi dell’ acqua, e 
spedire dei ragazzi nel podere medesimo. acciò 
camminando di concerto verso il fosso spingano 


T4I 
innanzi'a se i. grilli, e vadano poi questi a cade- 
re nel, fosso medesimo ed. annegarsi; giacchè 
il loro volo è assai corto. Io valuto moltissimo 
questo metodo; ma credo di suggerirne uno più 
radicale, ed è quello di sagrificare per un anno 
il prodotto delle stoppie abbruciandole in luglio, 
mentre ancora sono sul campo. Per sì fatta. gui- 
sa non solo si torrefano le uova dei grilli, i 
quali stanno a fior di terra, ma sà distruggono 
moltissimi altri insetti. In agricoltura bisogna. 
avere il coraggio di fare dei sagrifizj alla. pro- 
sperità dei futuri raccolti. 


$. 4. 


Delle Nepe. 
(Tav. II fig. 13. ) 


Le nepe , ossiano gli scorpioni acquatici, 
hanno il rostro piegato sul petto ; quattro ali co- 
riacee piegate in croce le une sulle altre; e le 
zampe anteriori assai lunghe a foggia di pin- 
zetta. 

125. Nepa cinericcia. 
Nepa cinerea L. 
(Tav. II fig. 13. ) 
». Insetto perfetto: corpo ovato oblungo, rosso 
sotto le ali, e terminato da una coda composta 
d: due setole riunite. 


Li 


Figura. Schaeffer. Elem. Tab. 69. 


r42 

Osservazione. Quest insetto non è descritto 
dai naturalisti come nocivo; ma lo è anche di 
troppo alle risaje, allorchè il riso è germoglian- 
te; perchè gli taglia colle pinzette il cotiledone, 
non già per cibarsene, ma per togliere qualun- 
que impaccio al suo cammino. Esso è conosciuto 
dai nostri villici sotto il nome di Froson o For- 
beson, cioè di forbicione, nome datogli in se- 
quela dei danni che reca. IL’ unico rimedio on- 
de allontanarlo è quello di mettere in asciutto il 
riso per alcuni giorni, togliendogli l’acqua per 
modo che acquisti essa molta velocità nel la- 
sciare in secco la risaja, e così porti seco altro- 
ve l’insetto che la rovina, ed impedisce al riso 


ogni ulteriore di lui sviluppo. 
$. 5.° 
Dei Cimici. 


Il loro carattere consiste nel rostro piegato 
sotto la testa, e nelle antenne inserite sopra gli 
occhi. 

Questo genere numerosissimo di specie fu sud- 
diviso dai naturalisti moderni in altri assai. For- 
tunatamente una sola specie è riconosciuta no- 
civa, e le altre per la maggior parte sono utili, 
perchè divorano i gorgoglioni , ossiano i pidoc- 
chi delle piante. 


143 
126. Cimice del pero. 
Acanthia pyri. Fabr. 
Coreus pyri. Latreille. 

Insetto perfetto. Torace con tre prominenze 
a guisa di ali; astucci reticolati , diafani , gib- 
bosi alla base. 

Figura. Villers. Tav. II. fig. 19. e Tav. IL 
fig. 16. di questo scritto. 

Osservazione. Questo minuto insetto, non più 
lungo di 4 linee, è poco noto agli ortolani; ma 
non lascia di recare grave nocumento alle pian- 
te di pero tenute a spalliera. Esso sta sempre 
appiattato disotto alle loro foglie; e ogni foglia 
ne conta talvolta più dozzine. Riuniti questi ci- 
mici sotto le foglie stesse assorbiscono col ro- 
stro i fluidi che le alimentano, ond’è che si 
vede la loro pagina superiore tutta punteggiata 
di macchie gialle. Nella pagina inferiore poi 
questi medesimi insetti vi lasciano degli escre- 
menti neri vischiosi, e le spoglie risultanti dalle 
loro mute; e così per queste due cagioni non 
potendo le foglie fare nell'albero il doppio of- 
fizio di organo assorbente e di organo escreto- 
rio, la pianta medesima languisce, ed invecchia 
innanzi tempo. Siccome in autunno cadono sul 
terreno le foglie e con esse gli insetti, pare 
che perdersene dovrebbe ogni anno la generazio- 
ne; ma succede anzi il contrario, ed un pero 
da questo cimice offeso continua ad esserlo sin- 
chè vive. Pare quindi probabile, che gli ultimi 


144 

cimici nati ogni. anno depongano le uova sui ra- 
moscelli del vero, onde assicurare la generazio- 
ne futura. Crederei pertanto buon metodo per 
distruggerli quello di intridere un grosso pennel- 
lo in un fotte liscivio, e con esso pennellare 
l'albero prima che spuntino da esso i \germoglj, 
onde così far perire le uova di.tali insetti. 


518 


Dei Gonssglioni arsenal A 
(Tav. II: fig. 18.) 


Il loro carattere è di avere. il. rostro. piegato 
sul petto ,. 4 ali verticali, .0 di. esserne privi; e 
l'a: dome all’ apice bicornuto. Tutti i gorgoglioni 
vivono in società, Quasi ogni vegetabile ha il 
suo gorgoglione che lo infesta. Fra tutti accen> 
nerò i principali. 


127. Gorgoglione dei cavoli. 
Aphis brassice. L. 

Insetto perfetto. Corpo verde coperto da una 
polv ere bianca. 

Figura. Frisch. Ins. 2. Tab. 3. fig. 15; 

Osservazione. Vive in numerose veti sotto 
alle foglie dei cavoli d'ogni specie , eli fa intri- 
stire di modo che facilmente marciscono. 


145 
128. Gorgoglione del melo. 
Aphis mali. L. 
(.Tavdiz fig. 18.) 

Insetto perfetto verde, coi piedi e le antenne 
fosche, e le prolungazioni dell’abdome nere. 

Figura. De-Geer. Ins. 3. Tav. 3. fig. 20. 

Osservazione. Succhia l' umore: nutritizio dei 
teneri germogli del melo. 

129. Gorgoglione del pruno. 
Aphis, pruni. L. - 

Insetto perfetto. Corpo verde, con. una linea 
sul dorso, ed un punto ai lati Sh un verde più 
carico. 

Figura. Reaumur. Ins. 1. 3. Tab..23. fig. 9. 10. 

Osservazione. Sta sotto le foglie del pruno e 
del persico, che accartoccia e rende mostruose, 

130. Gorgoglione dell’ avena. 
Aphis avene. L. 

Insetto perfetto di color giallo-terreo ; colle 
antenne e i piedi neri, e l’abdome verde. 

Figura. Nissun autore la ha dita; 

Osservazione. Circonda i colmi deli’ avena, 2 
cui sottrae la nutrizione per rivolgerla a. pro- 
prio profitto. 


Metodo di distruggere i Gorgoglioni. 
Ai gorgoglioni, che vivono sulle piante frut- 


tifere , si può fare la guerra per mezzo delle for- 
miche , le quali sono avidissime del cibo animale. 


ta 


a 


146 
D'ordinario gli albéri infestati dai gorgoglioni 
non mancano di formiche, le quali tengono die- 
tro a codesti incomodì parasiti per cibarsi dei 
loro escrementi mielosi; anzi Huber ha osser- 
vato che le formiche stesse mediante certi movi- 
menti delle loro antenne applicate al corpo dei 
gorgoglioni, li obbligano a deporre l'umore, che 
da esse è così avidamente ricercato. Ma le for- 
miche rimangono sull'albero solo durante il gior- 
no e ritiransi poi a terra di notte; per obbligar- 
le dunque a divorare i gorgoglioni bisogna im- 
pedire che scendano a terra col mettere all’albe- 
ro un anello di tela intriso di trementina; così 
facendo si determinano esse ad assalire i gorgo- 
glioni, che divengono loro preda. Se mancasse- 
ro le formiche, si può ricorrere ad un altro 
non meno efficace mezzo, quello cioè di attacca- 
re all’ albero delle fettuccie di lana inzuppate 
di olio essenziale di trementina, il cui odore 
li fa morire. Quanto poi ai gorgoglioni che vi- 
vono sui cavoli, essendo essi il cibo quasi e- 
sclusivo del cimice oleraceo ( Cimex oleraceus 
Schaeffer Icon. Tab. 46. fig. 45 ),il quale è di 
color ceruleo bronzato, cogli astucci macchiati 
all’apice di rosso o di giallo, bisogna cercare 
questo cimice per portarlo sui cavoli dai gor- 
goglioni offesi. Esso è facile a trovarsi negli orti 
appunto seminati a cavoli ; ed è così torpido, che 
non isfugge alla mano di chi vuol coglierlo, 
Non potendosi poi mettere in pratica questo me- 


147 
todo, bisognerà adottare quello del Krause giar- 
diniere in Berlino. Egli ha osservato-che se fram- 
misti ai cavoli si piantino alcuni pedali di ci- 
coria, i gorgoglioni si attaccano di preferenza 


alle tenere foglie di cicoria e lasciano i cavoli 
intatti. 


gui? 


Dei Chermes. 
( Tav. II fig. 15. ) 


I due sessi differiscono talmente in questo ge- 
nere d’insetti, che si giudicherebbero specie di- 
verse. Il maschio rassomiglia ad una mosca, ed 
è alato, quindi d fficile a ritrovarsi ; la femmi- 
na pel contrario ha la forma di un batello ro- 
vesciato. Si avvicinano però molto ai gorgoglioni , 
pel carattere del rostro piegato sul petto, e pel 
costume di deviare, mediante lo stesso, l’umore 
nutritivo delle piante, che loro serve. di cibo. 
Molte specie vi hanno di chermes, dei quali 
alcuni utili alla tintoria; i più comuni sono 
quelli del fico, dei lamnoni, degli agrumi e 
della vite Basterà descrivere quest’ altimo perchè 
sì conoscano tutti. 


148 
131. Chermes della vite. 
Coccus vitis.. L. 
. ( Tav. II. fig. 15.) 
Insetto perfetto. Ovale, convesso, bruno. 
Figura. Reaumur. Ins. 1. 4. Tab. 6. fig. 5. 7. 
Osservazione. Questo chermes non è proprio 
soltanto della vite, ma anche dei lamponi. Esso 
sta aderente e come immobile ai rami di que- 
ste piante, e talvolta in tanta copia da farli mo- 
rire. Il metodo di liberarsene è quello di stac- 
carli con una spatola di legno a filo tondo, se 
la scorza della pianta è robusta, e di lavare dap- 
poi i rami con un forte liscivio, acciò periscano le 
uova dell'insetto; e se i rami sono teneri, di 
pennellarli con pennello rigido di setole. 


808.2 
Dei Pidocchi, 


Le numerose specie di questo genere distur- 
bano solo gli animali; e si direbbe quasi, che 
ognuno di essi ne abbia una specie propria. Il 
loro carattere è la mancanza delle ali, ed un 
succhiatojo contrattile alla bocca. Poche specie 
se ne annoverano quì, essendo unico il rimedio 


per tutte. 


149 
132: Pidocchio del bue. 
Pediculus bovis. L. | 
Insetto perfetto. Abdome con otto linee tra- 
sversali color di ‘ruggine. 
Figura, manca presso gli autori. 
139. Pidocchio dei vitelli. 
Pediculus vituli. L. 
Insetto perfetto: abdome acuminato, color 
di piombo. 
Figura, non fu data dagli autori. 
134. Pidocchio delle anitre. 
Pediculus anseris. L. 
Insetto perfetto: filiforme, pallido, col mar- 
gine punteggiato di nero. 
Figura. Redi esper. Tav. ro. 
130. Pidocchio delle galline. 
Pediculus gallina. L. 
Insetto perfetto. Ha il torace ed il capo pun- 
siglionati da ambi i lati. 
Figura. Redi esper. Tav. 16. fig. r.. 
Osservazione Si vedono talvolta languire e di- 
magrare gli animali domestici per la copia di 
questi insetti, che li tormentano. In questo caso 
giova osservare, se alcuno dei suddescritti pidoc- 
chi ne sia la causa, per ricorrere tosto al rime- 
dio. Il pidocchio del cavallo si scaccia bagnando 
questo prezioso quadrupede col decotto di Sem- 
previvo dal fior giallo (Sedum acre L.) o con 
quello del Ledo palustre, il quale giova pure 
contro il pidocchio dell'asino e del vitello. Quelli 


VA 


150 

delle galline si uccidono col decotto di pepe. 
Anche le api sono infestate da un pidocchio de- 
scritto e figurato da Reaumur (Ins. 5. tab, 38. 
fi. 1.3. ). Ella è però osservazione, che codesti 
schifosi insetti si attaccano sempre ad animali 
mal sani, o che non sono bene governati, Se si 
abbiano poi delle api infestate dai pidocchi il 
partito prudente è di disfarsene. 


L5S 


Delle Zecche. 
(Tav. II fig. 17.) 

Questo genere è molto affine ai pidocchi per 
la forma e per i costumi; ma le zecche si sco- 
stano allorchè sono in istato di insetto perfetto, 
perchè allora hanno 8 piedi; mentre tutti quel- 
li, dei quali si è parlato, nell'ultima loro tra- 
sformazione non ne hanno più di sei. 


136. Zecca zigrinata. 
Acarus ricinus. L. 
Acarus ovinus. Bay. 

Insetto perfetto : globoso , ovato, con una 
macchia rotonda alla base, e le antenne a fog- 
gia di clava. 

Figura. Frisch. Ins. 5. Tav. 19. = De-Geer. 
Tom. VII. Tav. 5. fig. 16. 17. 


15I 


Osservazione. E frequente sui cani, sui buoi 
e sulle pecore. In quest ultimo animale prefe- 
. risce di attaccarsi alle orecchie, ove produce 
una specie di tumore sanguinolento , il quale 
vuol essere tagliato per non vedere l'animale a 
dimagrare ed istupidire. Questo costume è co- 
mune pure alla zecca terrestre ed alla zecca 
reduvio. V.le figure. 

137. Zecca del’ cacio. 
Acarus stro. L. 

Insetto perfetto. Capo color di ruggine ; i 4 
piedi posteriori assai lunghi ; e l’abdome setoloso. 

Figura. Bonann. Micr. Fig. 112. 

Osservazione. Comunque quest'insetto sia mi- 
crescopiRO, lo si può considerare uno degli ani- 
mali più distruttori degli oggetti di domestica 
‘ economia.. Il cacio , il presciutto, la vecchia 
arina ‘ec. sono il suo*cibo:’ Esso è volgarmente 
conosciuto sotto il nome di°tarlo' del ‘cacio. Si 
impedisce la di lui propagazione bagnando con 
forte aceto le cose. tarlate e spazzolandone la 
superficie; se poi trattasi della farina conviene 
consumarla, 


XI 


152 
Sezione IV. 


Degli insetti i quali nuocono all’ Agricoltura 
ed agli animali utili, nel solo stato di in 
setto perfetto. 


A questi appartengono: 


I. i Tafani. 4. le Vespe. 
2. le Pungeruole. 5. le Formiche. 
3. i Moscaragni. 


$ 1° 


Dei Tafani. 
( Tav. II. fig. 19. ) 
Varie specie di Tafani vi hanno, e molto 
note ai villici. Il loro carattere è di avere la 
proboscide munita di succhiatojo, e gli ecchi 
screziati di vivacissimi colori. 


138. Tafano bovino. 
Tabanus bovinus. L. 
( Tav. II. fig. 19. ) 
Insetto perfetto. Ha gli occhi verdi , e l’abdome 
giallastro, con una macchia triangolare bianca ad 
‘ogni anello. 
Figura. Schaeffer. Elem. tab. 122. 
Osservazione. Il costume dei tafani è quello 
di tormentare gli animali d’ ogni genere, e ben 


155 
ariche gli uomini. Essi si posano sulla pelle in 
un modo insensibile, e rapidamente succhiano 
il sangue ; ond’ è cHe gli animali medesimi di- 
veniano restii e calcitranti. I tafani abbondano 
nei luoglit umidi e pantanosi: e per impedire 
che tormentino gli animali fa d’uopo bagnare 
di tratto in tratto la loro pelle colla  decozione 
di' tabacco’, o° meglio anche di pepe. 


So 


Delle Pungeruole. 
( Tav. II. fig. 22. ) 


La bocca delle Pungeruole ‘è munita di suc- 
chiatojo, ma è priva di proboscide, ed il succhia- 
tojo è ginocchiato alla base. 


139. Pungeruola calcitrante. 
Stomoxys calcitrans. L. 

Insetto perfetto. Somiglia talmente ‘alla mosca 
domestica , che senza Y' ispezione del suo rostro, 
la‘si Bnfafidbrebbe con quella. 

Figura. Geoffroy Inst. 2.\Tab. 18 fig. 2. 

Osservazione. I di lei costumi sono simili a 
quelli del 'tàfano; ma' preferisce’ di attaccarsi 
ai piedi dei buoi e‘ dei cavalli Quando il tempo” 
è per cangiarsi, ella punge gli animali con tanta 
forza, che diventano inquieti e calcitranti. I villici . 
mostri la chiamano mosca cavallina. Per allon- 


154 
tanarla si usi il rimedio prescritto contro i 
tafani. 

140. Pungeruola irritante. 

$Stomoxys irritans. L. 

Insetto perfetto. Cenericcio pelosetto , coll’ab- 
dome macchiato di nero. | 

Figura. Non sì trova presso. gli autori. 

Osservazione. Sta appiattata sul dorso de’ buoi, 
e sempre in gran copia. Si allontana bagnando 
i buoi col decotto di pepe. 


s Id 


Dei Moscaragni. 
( Tav. II. fig. 20. ) 


Bocca senza proboscide, munita di un suc» 
chiatojo breve, retto. 


141. Moscaragno cavallino. 
Hippobosca equina. L.. 
( Tav. II. fig. 20. a. ) 
Insetto perfetto. Ali ottuse incrociate ; torace 
screziato di. bianco. . 
| Figura. Schaeffer. Icon. tab. 1r. fig. 5. 6. 
Osservazione. Molesta gli animali utili all’agri» 
coltura, come £ la pungeruola. 


Pa 


742. Moscaragno delle pecore. 
Hippobosca ovina. L. 
Melophagus communis. Latreille. 

( Tav. II fig. 20. bd. ) 

Insetto perfetto. Bruno, privo di ali. 

Figura. Frisch. Ins.' 5. tav. 18. 

Osservazione Sta appiattato fra la lana delle . 
pecore, e si riproduce sul loro corpo pascendosi 
del loro sangue. Io opino che questo insetto sia 
molto affine alle zecche, e vada i riportato 
alla Sezione III. O 


8.40 


Delle Vespe. 
( Tav. II. fig. 21. ) 


Il carattere delle vespe è quello di avere il 
labbro sporgente, munito di due mandibole den- 
tate; le antenne filiformi, ed un pungiglio- 
ne all'apice dell’ abdome. 

143. Vespa calabrona.” 
. Vespa crabro. L. 

Insetto perfetto : giallo, col torace nero,, e due 
punti neri avvicinati ‘ad ogni | Segmento dell’ab- 
dome. 

Figura. De-Geer. Ins. 2. Tav. 27. gt .0N oi 

Osservazione. Fabbrica il suo nido nelle ca- 
vità degli alberi e dei fabbricati campestri. È 
dannosissimo - alle uve, ai peri, ai fichi; e se 


156 
avviene che alcuno .de’ suoi nidi si trovi in un 
orto, poche frutta vi si possono cogliere intatte. 
Il rimedio migliore è quello di distruggere i 
nidi, se si giunge a scoprirli. Questa operazione 
va eseguita di notte, allorchè vi si sono ritirate 
le vespe, le quali si fanno morire gettando nel 
nido medesimo degli zolfanelli accesi e chiuden- 
done per di fuori l'apertura. Se non sì trovano 
i nidi, si attacchino ai rami degli alberi frutti- 
feri Tia delle ampolle semipiene di acqua 
melata. Le vespe, le formiche, ed altri insetti 
attratti dall’ odore del miele entrano nell’ampol- 
la e si affogano. Tali ampolle vogliono essere 
visitate di frequente; perchè se non si levano. 
gli insetti annegati, si putrefanno, ed il loro 
odore superando quello del miele, non si ottie- 
ne più l'intento desiderato. 

144. Vespa volgare. 
Vespa vulgaris. L. 

Insetto perfetto: giallo; il torace ha una 
linea nera interrotta da ambi i lati; ed i seg- 
menti dell’'abdome hanno dei punti neri di- 
stinti. < 

Figura, Schaeffer, Icon. Tav. 35. fig. 4. 

Osservazione. Fabbrica i suoi nidi nelle case 
di campagna, negli angoli delle finestre, sotto 
ai tetti, e non di rado li appende agli alberi 
fruttiferi. Essa vive tanto della polpa dei frutti, 
quanto di altri insetti. Non infrequentemente de- 
ruba il miele alle api. Le si dà la caccia col 
metodo suddescritto, 


157 
145. Vespa apivora. 
Philanthus apivorus. Latreille. 
Philantus pietus. Panzer. 

Larva bianco-giallastra, liscia, colla bocca 
a forma di rostro. 

Ninfa quasi elittica, brunastra. 

Insetto perfetto. La femmina lunga 6 o 7 li- 
nee : la testa, le antenne e il corsaletto neri con 
una macchia gialla. Maschio più piccolo della 
femmina, coll’abdome nero disopra ; i lati degli 
anelli ed-il-loro orlo posteriore gialli. 

Figura. Tav. II. fig. 21 di questo saggio. 

Osservazione. Gli individui femmine di que- 
sta specie di vespa scavano, nei terreni sabbiosi 
situati in pendio ed esposti al sole, una galleria 
quasi orizzontale, lunga un piede. Fatto così il loro 
nido, svolazzano sui fiori, afferrano colle mandi 
bole un'ape, e la uccidono col loro pungiglione, 
che intromettono fra il di lei corsaletto e la te- 
sta, o fra il corsaletto e l’abdome; la portano in 
fondo al nido, e vi depongono un uove, il qua- 
le nascendo si nutre del cadavere dell’ ape. Il 
sig. Latreille ha osservato su di un piccolo spa- 
zio di terra più di ro femmine occupate a nidi- 
ficare; e siccome depongono esse molte uova, 
così opina che la strage, ch’ elleno fanno delle 
api essendo di molte migliaja, debba l’ economo 
rurale molto interessarsi della distruzione di un 
così pernicioso insetto, coll’ osservare i luoghi 
dove nidificano, e smoverne molto la terra sul 
finire dell'autunno, onde farne morire le larvè, 


158 
8 Db. 


145. Delle Formiche. 


Questo genere è troppo noto per abbisognare 
di essere illustrato da figure o descrizioni. Mol- 
te specie si trovano nel nostro clima, di cui al- 
tre piccole, altre grosse, altre nere, ed altre 
color di ruggine. La .maggior parte di esse abita 
ne’ boschi e nei prati; poche si trovano negli or- 
ti. Tutte però vivono in società e preferiscono il 
cibo animale al vegetabile., Se . avviene »che. le 
formiche facciano cadere molti: fiori dagli. agru- 
mi ed altre piante fruttifere ,. ciò dipende. per- 
chè non possono succhiare .l’ umore mieloso; che 
trasuda dal loro pistillo e dalla base. delle; sta- 
migne, senza intaccare colle loro mandibole que- 
sti organi delicati del fiore stesso; quindi se lo- 
ro si appresti. del. cibo animale, se a‘; cagion 
d'esempio si attacchino con un filo dei, gamberi 
od una lucertola scorticata ai rami della: pianta, 
tosto vi si attaccano , ed abbandonano .. il. vege- 
tabile. In alcune località le formiche. sono così 
moltiplicare da essere dannose segnatamente nei 
prati a motivo dei covili che si fabbricano ‘sotto 
terra, e pei quali Ja cottica erbosa che .loro so- 
vrasta, avendo per disotto una. corrente d’aria che 
essicca le radici, è obbligata a morire. In questo 
caso l’unico rimedio è quello di scoprire il for- 
micaio colla zappa; spandervi. sopra ‘della ‘calce 
in, polvere e tosto irrigarla. .Con questo metodo 
si abbruciano migliaja di formiche in un istante; 


i) 


254 
APPENDICE. È 


Oltre gli insetti. fin quì annoverati, e che nuo- 
cono più o meno ai prodotti territoriali ed agli 
animali giovevoli ‘all’ agricoltura, si contano pure 
alcuni Z7ermi; cioè alcuni vermi. intestinali, ossia 
che vivono nel corpo degli animali cui ‘nuocono; 
alcuni molluschi, ed alcuni testacei, i quali vi- 
vono sopra’ terra’ o nell’ acqua. Quì però’ si farà 
cenno soltanto degli ultimi; giacchè spetta ‘al 
veterinario di suggerire i rimedj, che valgono 
contro i primi. 


w n° 
Vermi molluschi. 


Fra questi animali ; il cui carattere è di avere le 
loro membra ‘nude, molli e visibili, a differenza 
dei testacei che ‘le hanno ‘coperte da un’ossatura 
esterna ; l'agricoltura nostra non ha altri nemici, 
che il Lumacone:, le sue diverse specie, ed'i 
Lombrici: a. questi possiamo aggiungere sotto 
un certo aspetto ‘anche le: Sanguisughe. 

147. Lumacone. 

Se giungano le lumache a moltiplicarsi in um 
erto recano’ gravissimo danno col “divorare tanto 
le adulte che le ‘giovani piantagioni. E-loro co- 
stume di fare ‘tali guasti sempre di notte; quin- 
di siccome sul loro passaggio lasciano una stri- 


160 
scia bavosa lucida, questa striscia medesima set- 
ve di guida per trovare il luogo nel quale stan- 
no nascoste durante il giorno, ed. ucciderle. Il 
metodo. però infallibile ed economico per di- 
struggerle è quello di spargere della cenere al- 
l’altezza di un pollice nei viali dell’ orto, pei 
quali si accorge dai segnali sunnominati, che i 
lumaconi sogliono passare; giacchè appena giunti 
siano sul viale la cenere si attacca al loro cor- 
po vischioso; vi forma un cemento, che loro 
impedisce di progredire nel cammino e di ritor- 
nare addietro. Anzi quanto più si dibattono mag- 
giormente si cementano e si trovano tutti mor- 
ti sul luogo nel mattino seguente. 

148. Lombrici. 

Anche i lombrici si reputano nocivi agli orti. 
Questi vermi di terra, quand’ anche non vivano 
di vegetabili, distruggono le tenere piante col 
soversciarle nell'atto che si scavano ì loro sotter- 
ranei ritiri. Per liberarsene bisogna, quando non 
sia precedentemente p@vuto, innaffiare il terre- 
no; quindi andar di notte sopra i nuovi seminati 
con una lampada sorda e col maggiore silenzio 
raccoglierli da terra; giacchè sogliono appunto 
sortire di notte dopo la pioggia. Si fanno pure 
sortire da terra, i lombrici, battendola con una 
mazza ; ma se l'operazione si fa di estate sì 
ottiene più felicemente l’intento innaffiando il sue» 
lo coll'infusione di foglie o fiori di noce. 


dè 


«161 
148.* Sanguisughe. 

Non lieve danno e non di rado recano le san- 
guisughe , ossiano le mignatte , ai bovini ed ai 
cavalli, allorchè si fanno abbeverare nei fossi. 
Questi vermi acquatici si attaccano 0 alle loro 
labbra, od .alle nari, 0 si internano nelle fauci; 
anzi talvolta s’introducono nel ventricolo. Si siac- 
corge di ciò allorchè si vede l animale mettere 
sangue dalla bocca; quindi tardare non si deve 
a visitare le di lui fauci per distaccare il verme, 
se si giugne a vederlo, e ad injettare in esse 
dell’ acqua satura di sale, se non lo si vede 
o non si possa aggrapparlo, ed a far inghiottire 
alla bestia forti dosi di salamoja, nella supposi- 
zione che le sanguisughe fossero discese nello 
stomaco; Nel caso poi che fossero entrate nelle nari, 
si può farle staccare e cadere mediante i va» 
pori di zolfo, che si faranno entrare nelle nari 
stesse. Tale rimedio giova anche a far cessare 
l'emorragia dei vasi della membrana pituitaria. 
Essendo poi osservazione costante, che le mignat- 
ie stanno sul fondo dei fossi, di quelli partico- 
larmente i quali non contengono molta acqua, e 
ch’ elleno. ‘alla di lei superficie si portano al» 
lora soltanto, che l’acqua dei fossi medesimi 
viene repentinamente accresciuta ; cioè quando 
si fa l’invaso per l'irrigazione ; dovrà essere re- 
gola del bifolco di non fare abbeverare il bestia- 
me a. quei ruscelli nei quali l’acqua non sia al- 
‘a almeno due palmi; nè quando in essi viene 


162 

l’acqua repentinamente accresciufa * ma aspetterà 
che le sanguisughe ‘disturbate ‘dall’impetuoso ac- 
crescimento delle acque, pussano appiattarsi di 
nuovo ‘sul fondo» del fosso, ove preferiscono di 
stare Ciò succede un ora circa dopo l’ invasa» 
mento completo del cavo d'irrigazione. 

] È 
wgs 


Dei Testacei. 
149. Chiocciola nera. 
bop; eri 20Li ( I) 


Gipteitosibisiona è questa: ittico “nelle PRE 
e secondo le osservazioni dei’ villici - è  dannosis- 
si na al riso, di cui divora il tenero’ cotiledone 
avpena sbucciato dal seme, quand'è ancor: te- 
nero e biancastro» Quando però la germoglia- 
zione è inoltrata , ‘ed ‘il cotiledone è divenuto 
verde, allora è già troppo duro, perchè possa 
essere attaccato. dalla chiocciola nera. I villici, 
i quali danno ili nome: di limazim e lumagnin a 
questa. chiocciola , hanno: pure osservato che ella 
si manifesta in copia tutt ad un tratto; ond' è 


AIDS ni MISI 12° 

(3) Dubito assai, che questa chiocciola sia stata descritta 
dai naturalisti; ma ho creduto di -mmetterne la descrizione 
per non cadere nella necessità di servirmi dei termini tecnici 
di conchilinlogia , e di darne la ‘piegazione; cosa che poco @ 
nulla interessar poteva !a classe, de leasitori pei quali sonomi 
occupato della redazione di codesto saggio. 


163 


che levando l’acqua alla risaja per alcuni giorni 
muojono tutte. Ella è pure osservazione costan- 
te, che macerando il risone nell’ acqua di fulig- 
gine, prima di seminarlo si viene attaccato 
dalla chiocciola nera. 
150. Chiocciole degli orti. in genere. 

Sarebbe troppo lunga cosa il volere descrivere 
tutte le, diverse specie di :chiocciole.,.. che divo 
vano gli erbaggi, ed in'particolare le erbe. più 
tenere e giovani. Avendo ;esse, comuni.i costumi, 
eguale pure per..tutte è il rimedio, il quale con- 
sisteo nello spargere della. cenere: sui. viali, co- 
me. si:è detto parlando del lumacone, ‘o nell’in- 
trodurre: inell’ orto, delle rane. ‘e. dei. giovani :pap- 
peri, ir quali. essendone. ;avidissimi, .le .. divorano, 
tutte. Si escludano però. le.grosse; anitre, ; perchè 
dannegserebbero, anche i prodotti, Per. distrug- 
gere le chiocciole. si, è pure trovato. mezzo . effi» 
cace. quello di mettere delle. tavolette , di.. Jegno 
abpiattite. sul terreno. Le, chiocciole: per ripararsi 
dal sole vi si raccolgono . sotto : : quindi ;è che 
andando di mezzo giorno a levare le dette, pie-.. 
tre, tante ve se ne trovano da farne considera- 
bile macello. Altri però per evitare. tale: distur=, 
bo si accontentano; di spargere della. , calce , viva 
e della cenere sulle seminagioni ; ma _se venga . 
a piovere nullo è il loro effetto, A 


VAIO t } rigor 


164 
PARTE IF 


gr 


Cause per le quali si moltiplicano 
gli' insetti nocivi. 


Prima di esporre quali ‘essere possano i metodi 
generali di distruggere gli insetti nocivi ai pro- 
dotti territoriali, o di minorare il guasto che ‘ 
fanno, non è inutile di assegnare le cause, le 
quali contribuiscono alla loro più' facile molti- 
plicazione. Impedendo, pet quanto da noi dipen- 
de, che tali cause esistano, avremo fatto il passo 
più importante' su tale ‘argomento ; giacchè mi- | 
nòrandosi colla diminuzione degli ‘insetti i dan- 
ni che ci recano, saranno pure minorate le in- 
dagini, le osservazioni e le cure che si voglio- 
nò avere per distruggerli od allontanarli dai 
campi. A' sei io riduco le cause medesime, cioè: 

1. Al’ umidità del suolo congiunta ad un 
certo grado di calore. 

2; Al'difettoso e' non abbastanza ripetuto la- 
voro delle terre. 

3. AI difetto dî una ben ordinata alternativa 
coltivazione. 

4. Alla conservazione nei poderi di alberi 
decrepiti, cadenti, o malaticci, ed alla semina 
fatta con cattive sementi. 

5. Alla distruzione dei volatili insettivori. 


165 


6. Alla difettosa concimazione dei campi, 
fatta cioè con letame non bene consunto, o la 
cui qualità favorisca la propagazione di alcuni 
dati insetti. 

Prenderò brevemente in esame queste cause 
per fare sentire quanta sia l’importanza di 
impedire che abbiano luogo. 

1. Egli è indubitato, che maggior numero di 
insetti. e più mumerose specie di essi si molti- 
plicano nei climi caldi, che non nei freddi; ma 
se al calore. non va unita una certa umidità 
necessariamente periscono. Siano essi nello stato 
di uovo, o di larva, o di insetto perfetto, devono 
molto soffrire in tale caso:, perchè attesa la 
piccolezza del loro corpo per paco che traspirino 
rimangono essiccati (1). Noi veggiamo perciò 
le larve di quasi tutti gli insetti appiattarsi in 
luoghi ombrosi e caldi; molti andare al pascolo 
solo di notte, ed altri assai difendersi dall’ azione 
dei raggi solari ben anche nello stato di insetto 
perfetto, e nascondersi sotto le foglie ‘e fra le 
screpolature della scorza degli alberi; eppure 
molti di essi sono in tale stato difesi da integu- 
menti ossei o cartilaginosi. Non è certamente 
in poter nostro di alterare i gradi della tem- 
peratura atmosferica; altronde non vi ha un 


—=@=rscccr ste) 


(x) I-soli grilli sembrano far eccezione. Essi amano i 
Suoghi adusti. 


166 


grado fisso le determinato di essa; dato il quale 

gli insetti ttt. sbuecino :dalle uova edsi  molti- 

plichino.:' Altri di» essi si manifestano* costante- 

mente all’ aprirsi della bella stagione ,'altri' nella 
state, ed. altri nell’ autunno. © Ma! siccome a 

queste stagioni.corrisponde lo sviluppo di diversi? 
vegetabili, dei quali alcuni degli. insetti mede- 
simi, si nutrono esclusivamente’, e «la. natura 

che veglia alla conservazione delle specie fa na- 
scere questi insetti allorchè la. vegétazione "loro, 
ha preparato il convenevole alimento ::così quanto 
minori. specie di: vegetabili saranno: coltivate ‘in’ 
un, podere; quanto: minori erbe parasite. vi tro- 
veranno:-gli ‘insetti ;. in una; parola: quanto” più: 
dalle: erbe. inutili. sarà. un campo purgato ,%i 
bruchi non. ‘trovando un ricovero: in esse, che 
li (difenda dagli; ardori ‘solari, minore sarà pure 
il guasto che recheranno. E siccome:del‘pari le. 
acque stagnanti mantengono sul. suolo: un calore? 
favorevole al loro! incremento , basterà diminui+ 
re queste, perchè diminuiscano pure gli insetti. 
2.1 terrenil;non lavorati. quelli cioè ‘che pet 
una mal ;intesa pratica di agricoltura rimangono 
alternativamente in riposo, non che quelli,.cui' 
appena ;si.graffia col aratro la superficie} sono‘ 
il.vivajo idi tutti «quegli insetti; rovinosi i quali] 
depongono le loro uova sotto terra, siccome 

sono le diverse specie di carrughe, di grilli, di 
locuste ec. ec. I replicati lavori. dei terreni, 

quelli segnatamente di autunno, scoprono-i nidi* 


ninni e dia 


167 


degli insetti; le loro uova, le loro larve re- 
stano esposte a tutte le intemperie ; onde moltis- 
sime muojono pel freddo, e per le pioggie , le 
quali facilmente péènetrano una terra bene smos- 
sa e soffice. Noi veggiamo anzi moltissimi vo- 
latili, siccome le coditremole d’ autunno, e gli 
storni di primavera , seguire nel campo il corso 
dell’aratro per cibarsi dei bruchi e delle larve, 
che il lavoro discopre e porta alla superficie del 
terreno. Quanto più frequentemente si disturba- 
no questi ospiti nemici nei loro ritiri; quanto 
più regolari saranno i solchi e non tortuosi; 
quanto più facile sarà lo scolo delle acque nei 
terreni argillosi, tanto minori insetti infesteranno 
il podere per difetto appunto di quelle condi- 
zioni, che favoriscono la loro moltiplicazione. 
3. Anche una bene ordinata alternativa colti- 
vazione dei vegetabili allontana gli insetti, e 
diminuisce i danni che recano. Comunque 
molti di essi si nutrano di vegetabili diversi, e 
si dicono oînnivori, hanno però tutti una data 
pianta che preferiscono , e sulla quale depongono 
più facilmente le uova; acciò i bruchi che ne 
sbucceranno trovino l’ alimento loro più omo- 
geneo. Quindi è che la lunga coltivazione di 
un dato vegetabile nel medesimo luogo favorisce 
la moltiplicazione di quegli insetti che del ve- 
getabile stesso si nutrono preferibilmente ; mentre 
pel contrario coll’ alternare i prodotti non tro- 
vando gli insetti il genere di alimento loro ana- 
12 


168 


logo, abbandoneranno il campo per recarsi 
altrove. Un esempio della verità di tale asser- 
zione la abbiamo in quanto si è esposto parlando 
della falena della segale al num. 63. Nella 
coltivazione dei diversi prodotti territoriali sì 
potrebbe anche seminare a luogo a luogo alcuna 
di quelle erbe annuali, che pel loro graveolente 
odore, od altra proprietà a noi ignota, allonta- 
nano il maggior numero degli insetti, e perciò 
non si trovano mai dagli stessi corrose. Per sì 
fatta guisa seminando nei prati vallivi frequen- 
temente divorati dalla falena calamitosa (Phalena 
graminis) l Alopecuro pratense, volgarmente detto 
la coda di volpe, si ottiene, che non siano più 
infestati. Così pure alcuni pedali di Stramonio 
allontanano dagli orti le farfalle dette Cavolaje. 
Ma sgraziatamente manchiamo intorno questo 
argomento di quella serie di osservazioni, che 
sarebbero necessarie allo scopo. 

4. Il conservare in un podere dei vegetabili 
malaticci, in decadenza per vetustà, già cavi e 
cariati, torna pure a vantaggio della moltiplica- 
zione degli insetti, ed in particolare di queglì 
scarabei, le cui larve vivono della sostanza le- 
gnosa dei tronchi e dei rami. Noi non ci ac- 
corgiamo di questo danno perchè non veggiamo 
le larve medesime. Egli è però dimostrato dal 
fatto, che in tali alberi cancerosi e malaticci si 
moltiplicano a dismisura gli insetti, trovandoviî 
essi un pascolo loro omogeneo; che ne, deterio- 


169 
rano: il legname col bucherarlo in diversi sensi, 
e che da essi si spandono poi gli insetti perfetti a 
rovinare per egual modo anche gli alberi sani. 
Ella è osservazione , che gli alberi fruttiferi decre- 
piti o per malattia languenti sono preferiti dai bru- 
chi di varie falene, e che un pometo ben regolato, 
il quale contenga alberi sani e vigorosi , va assai 
di rado soggetto a quelle miriadi di insetti , che 
sfogliano' gli alberi decrepiti e malaticci. Dicasi 
lo stesso :per riguardo alle ‘seminagioni fatte con 
sementi etiche e cattive. Oltrechè tali semi non 
possono: mai figliare delle. piante robuste, nè 
dare un abbondante raccolto‘, essi attirano su di 
loro anche gli insetti. 

5. Nella natura tutto è in equilibrio, propor- 
zione e misura. S’ ella. ha creato gli insetti, ha 
pure dato. l’esistenza a moltissimi uccelli inset- 
tivori, i quali impediscono l'eccessiva . molti- 
plicazione dei primi, e col cibarsene mantengono 
l'equilibrio. Ma l uomo, il più distruttore fra 
gli animali, col muovere una guerra ‘ spietata 
agli uccelli medesimi, rompe .l equilibrio, e 
si attira quei mali, che devono necessariamente 
risultare’ dalla diminuzione di alcune specie, la 
quale favorisce l'eccessiva moltiplicazione di altre. 
Per la stessa ragione la caccia, che noi facciamo 
ai falchi ed altri volatili carnivori, per l’ insùlso 
piacere di appiccarli su di una porta, li allon- 
tana dai seminati , e favorisce la moltiplicazione 
dei topi ei dei passeri tanto rovinosi ai poderi. 


170 
Uccidendo adunque gli uctelli insettivori molti- 
plichiamo a dismisura gli insetti. Nel clima che 
abbiamo, ovunque intersecato da acque :d' irri- 
gazione, noi saremmo divorati dalle zanzare e 
dai tafani, se fossimo egualmente crudeli verso 
le rondini. Se si avesse a fare il calcolo degli 
insetti, che può ingojare in un giorno un vola- 
tile insettivoro , noi saremmo sorpresi dell'utilità 
che ci recano, e forzati ( malgrado il piacere 
che abbiamo in dare loro la caccia ) di :conve- 
nire , ch’eglino sono i perpetui custodi dei no- 
stri campi, e che la crudeltà e l’ ingratitudine 
nostra verso di loro è senza esempio. 

6. Per ultimo favorisce assai la moltiplicazione 
degli insetti nocivi il concimare i poderi «con 
letame non bene consunto. Il calore che esso 
mantiene, perchè ancora fermentante , attira gli 
insetti, i quali non tardano a deporvi le uova, 
siccome in un mezzo molto favorevole al loro 
sviluppo : e siccome questo medesimo concime 
altera la buona costituzione dei vegetabili , cui 
viene applicato, così gli insetti trovano in tali 
vegetabili un alimento loro assai gradito, e 
deludono le speranze dell’ agricoltore. Anche Ja 
qualità dei concimi applicati a certi poderi, già 
da alcuni insetti danneggiati, favorisce la di 
loro moltiplicazione. Se a cagion d’ esempio 
spargesi il concio cavallino ove abbonda il 
Grillotalpa, che ne è ghiottissimo, vi si molti- 
plica di modo, che distrugge qualsiasi genere 
di vegetazione. 


171 
$. 25° 


Metodi generali per' distruggere gli insetti, 


Se noti ci fossero individualmente iî costumi 
dei diversi insetti nocivi ai vegetabili economici, 
od agli animali utili.all’ Agricoltura, non sarebbe 
forse difficile di poter dedurre dai costumi me- 
desimî wn metodo. certo di impedire i danni 
ch'essi cì recano, Tale verità è' dimostrata dagli 
articoli più estesi di codesto saggio; ed è perciò 
che poco mi resta a dire su questo. argomento: 
Siccome: però non! ci sono noti i costumi di 
cadauna | specie di insetti j. perciocchè. impos- 
sibile! rîesce di tener dietro ad ogni loro movi- 
ménto per istudiarne lo scopo : così è mestieri 
all''agronomo di ricorrere a dei metodi generali; 
i quali valgano ad allontanare dai campi questi 
ospiti incomodi e. dannosi. Fra questi. metodi 
generali il. primo che ci si presenta è quello di 
cercarli, di dare loro la caccia, e di ucciderli. 
Ma quì obbiettano gli agricoltori, che tale me- 
todo. non.è economico; nè alla portata di quelli 
che : posseggono vaste. estensioni di poderi, ed 
appena praticato essere può dai piccoli posses- 
sori di orto; quasichè non si debbano avere per 
un vasta possedimento le eguali. cure. che per 
un piccolo; quasichè il ‘coltivatore di una. vasta 
estensione di terreno non abbia, a guisa. del 
piccolo. proprietario, in date epoehe dell’ anne 
dei mezzi corrispondenti al bisogno. 


172 

Ella è da noi invalsa l'opinione che quegli 
sia il migliore agricoltore, il quale, poco o nulla 
spendendo, molto ricava dai suoi poderi; e mon 
si riflette, che la terra rende più o meno, in 
ragione. dell’ attività che si. impiega in bene 
celtivarla, e dei capitali che vi si versano onde 
renderla sempre più ferace. Siavi. un podere 
dagli insetti infestato : si potrebbero essi distrug- 
gere, od almeno infievolire d’ assai le future: 
generazioni, dando agli stessi per pochi giorni 
una caccia generale nel’ distretto che occupano. 
Ma questa caccia esige dei giornalieri ; non‘ si 
vuole incontrare la spesa del loro mantenimento 
per molto ricavare dal podere col minore dispen- 
dio : intanto gli insetti moltiplicano, ed il danno 
irreparabile diventa. Se quando la grandine ha 
devastato un prodotto: noi abbandonassimo a lui 
stesso il campo, in luogo di ararlo e seminarlo 
di nuovo, non saremmo noi da rimproverare ? 
Perchè dunque non saremmo rimproverabili del 
pari, allorchè negligentiamo di trarci d’ addosso 
le passività, che ogni anno ‘ci recano alcuni 
insetti ? Sia pure ‘lunga e difficile l’ operazione: 
lo è essa forse di meno; allorchè si tratta di 
rimontare una vigna ‘malmenata ‘ dalla gragnuo- 
la? To sono d’ avviso, che gli insetti i più no- 
civi a’ territoriali prodotti sarebbero ; eliminati 
dai campi, se i possessori ne volessero efticace- 
mente e di comune accordo l’ estinzione, e se 
in epoche determinate dessero loro la caccia con 


175 
quei metodi stessi, ch’ eslino giudicano buoni 
Soltanto per i piccoli poderi. Il più tenue com» 
penso dato ai ragazzi di campagna ( i quali 
sino ad una certa età sogliono rimanere inope- 
rosi ) acciò prendessero gli insetti medesimi, 
coll’ abituarli al lavoro, renderebbe anche econo» 
mica questa operazione. | 

Ciò vale per gli insetti in generale. Fra quelli 
però dei quali si è fin quì favellato, altri sono 
nocivi soltanto nello stato di bruco, altri lo 
sono in ogni periodo della loro vita , ed altri 
solo nello stato di insetto perfetto ; oltre di ciò 
alcuni di essi divorano le foglie degli alberi , 
altri ne rosicano la sostanza legnosa, altri infine 
sì attaccano agli animali dei quali l’ agricoltura 
si serve. Non può dunque essere uniforme per 
tutti il metodo di dare loro la caccia. 

Riguardo ai bruchi che infestano le piante 
fruttifere o boschive, è prima da notarsi s' eglino 
sono vaghi, o se vivono in società. Se vivono 
in famiglia, nulla di più facile di quello che il 
distruggerli ; perchè i loro nidi fabbricati in 
autunno fra le foglie degli alberi si possono 
scorgere. e staccare ed abbruciare allorchè le 
foglie sono cadute, cioè d’ inverno, quando 
‘ appunto non sì manca di tempo per eseguire 
consimili operazioni. Nell’ ipotesi ben anche 
che tali insetti si scoprissero sulle piante solo a 
primavera inoltrata , ed avessero già recato alcun 
danno, vi ha ancora il modo di impedire che 


174 
si propaghino nell’anno successivo. Si attende 
allora che sia piovuto, o meglio anche si spruz- 
zano abbondantemente le piante dai . bruchi 
infestati con dell’acqua di pozzo, acciò. rien- 
trino. nei loro nidi, siccome sogliono fare in caso, 
di pioggia; quindi radunati che vi siano , si passa 
a staccare dall’ albero colla falciuola i nidi mede- 
sini, Se..tale operazione si . facesse a tempo 
asciutto, quando i. bruchi, sparsi. sulla; pianta 
stanno; pascendo , frustranea sarebbe. l’ operazione 
stessa. 

Se, pel contrario i bruchi. sono vaghi e non 
vivono in, società, il rimedio è quello. di. farli 
cadere dagli alberi, scuotendoli dai rami. di 
buon mattino, allorchè intirizziti, sono dal. fred- 
do della notte, o col fare dei suffumigj di paglia 
inumidita sotto. agli stessi. Ma. siccome alcuni 
bruchi caduti sul suolo sfuggirebbero all’ atten- 
zione del. cacciatore e. potrebbero in appresso 
risalire sulla pianta; così sarà prudente cosa di 
mettere al di lei tronco un anello di grossa. te- 
la impecciata di, trementina , acciò restino. ap- 
paniati, quelli, che  risalissero sull’ albero, Gio- 
verà. tuttavolta. visitare di tratto in tratto gli anelli 
impecciati per. istaccare quei bruchi, i quali vin- 
colati dalla. trementina, servire. potessero ad altri 
bruchi di un sicuro appoggio per risalire sul- 
l albero,, Se. si trattasse in fine di, liberare. una 
pianta fruttifera. interessante da codesti parasiti, 
si, potrebbe. ricorrere al seguente metodo inge- 


175 
gnoso. Si cerchi nel vicinato un formicajo della 
grossa. specie; vi si collochi vicino una. borsa cons 
tenente qualche poco di zucchero: le formiche 
non tarderanno ad entrare nella borsa. Quando 
ve ne sia buon numero, la si chiuda, e così chiu- 
sa la si. attacchi all'albero dai bruchi infestato, ; 
quindi per disotto al punto, cui la borsa sta. ap- 
pesa, si; metta al tronco.l’anello: di tela, impec? 
ciato del quale si. è parlato. poc'anzi, esi. apra 
la borsa. Le formiche sortiranno da essa} ma 
non. potendo, discendere a terra. si. determinano 
in breve a divorare i bruchi; giacchè sono esse 
ghiottissime. del cibo animale. Questo. metodo. è 
praticato nella Svizzera.e nella. Lusazia. Quelli 
che, conoscono il Carabus,.sicophanta.,. il. quale 
fra, gli insetti è certamente il: maggiore, divora- 
tore dei. bruchi d'ogni specie , potrebbero. in. egual 
modo trarne grandissimo profitto e cercarlo per 
tale oggetto sui: tronchi delle gabbate. 

Per .i bruchi divoratori degli erbaggi, egli è 
necessario, che l’ortolano: sia vigile:a schiacciarli, 
To) deputi :; anche dei ragazzi. ad. ucciderli, od 
infine, come. ho, già suggerito, che faccia. pasco= 
lare per ‘alcuni giorni dei, pulcini nell’orto. Il 
loro occhio linceo sa. trovare i bruchi. dove l’uo- 
mo non sospetterebbe la, loro. esistenza, e parmi, 
che: troppo poco; conto. facciano i. contadini; di. 
questo, mezzo, ch’ eglino. hanno di. distruggere 
mumerosissimi insetti, 


176 

Per ultimo un'ottima caccia si può fare di 
falene, dalle cui uova sortono i bruchi più ro- 
vinosi, coll’accendere di notte a luogo a luogo 
nel campo dei lumi. Attratte le falene dalla fiam- 
mella del lume collo svolazzarvi d’intorno si ab- 
bruciano le ali, nè possono più andare in trac- 
cia del sesso di cui abbisognano per riprodurre 
la specie; nè deporre le uova se già feconde; 
e così si minorano d’assai' le successive loro ge- 
nerazioni. | 

Quì però rifletta ‘il proprietario’, che volendo 
egli per qualsiasi : modo dare la caccia agli 
insetti, egli non deve da solo occuparsi di 
tale operazione; ma è necessario, ‘che contem- 
poraneamente e di comune ‘accordo vi concor- 
rano i di lui vicini, essendo questa Punica ma- 
niera di sperimentare tosto i vantaggi della cac- 
cia che si è fatta. 

Il sig. Tatin per i bruchi tutti propone in ve- 
ce la seguente ricetta. Prendansi,'dice egli, di 
sapone onc. 28; fiori di zolfo idem; funghi n. 2; 
acqua di pioggia pinte 60: si divida l'acqua in 
due porzioni; in una si sciolga il sapone e vi 
si aggiungano i funghi schiacciati ; e l’altra por- 
zione si faccia bollite per 20 minuti unitamen- 
te allo zolfo avvolto in un pannolino, e si agiti 
il fluido ; di-poi isi uniscano le due porzioni 
d'acqua, e si lascino in un vaso sino a che la 
massa è diventata fetente, e con essa si spruzzino 
con una siringa gli alberi infestati dai bruchi o 

N 


177 
dagli scarabei. Ma chi ci assicura poi, che questa 
composizione non nuoca agli alberi, cui viene 
applicata ? Questa ricetta va rilegata fra le mille 
ed una di cui ripullulano certi libri. Le sole a- 
spersioni innocue che fare si possano sono quelle. 
di libbre 18di fuliggine in libbre 50 di acqua; 
oppure di 6 libbre di trementina in libbre 18. di 
acqua, estrattane la trementina medesima quando 
l’acqua sia raffreddata : tutte le altre, senza. molto 
giovare allo scopo, nuocono' alle piante. Pei ter- 
reni finalmente ‘assai pingui. ed argillosi, nei 
quali le ‘derrate sogliono essere rosicate dai ver- 
mi, io. ho sperimentato un mezzo eccellente per 
liberarneli la concimazione di calce, di. cenere 
© di gesso. Ecco il poco che sappiamo su tale 
argomento. To ho tracciato \ in questo saggio le 
prime linee ; giacchè. l’opera di. Buchoz che ab- 
biamo su questa tema, e che è l’unica, è pure 
la cosa più meschina. Altri; ora che la carriera 
è aperta, aggiugnere potranno ..Giò. che io ho 
involontariamente. ommesso. 


*78 
IND VEE: 
INTRODUZIONE. 


& 1. Scopo ed ordine:di questo scritto pag. 
$ 2: Nozioni generali: intorno agli insetti ,, 
$. 3. Nome e spiegazione: delle. partò prin- 
cipali di alcuni insetti . . + » 
ELENCHI DEGLI INSETTI NOCIVE... . +. + >» 
Elenco 1. Insetti:nocivi at cereali. .. ,; 
—— 2. Insetti\nocivi at foragg@i . 


— 3, Insetti nocigi ai prodotti degli : 


orti: i 
— 4: Bisottib: nocivi: a alberi frate 

tiferî. 22258 
—_ 5: Insettt nocivi sità albari bo- 


schivi» 


—— . 6. Insetti nocivi 2 - pe ro 


all’ agricoltura. Sith" 
—— r..-Insetti nocivi at prodotti della 


economia: rurale: . . . 


SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE. . . . . , 


PARTE L. 
Descrizione degli insetti nocivi . . pag. 


Sezione I. Degl' insetti 1 quali nuocono sol- 
tanto nello stato di bruco . . . , 

$. 1. Delle Farfalle (Papilio) . . , 
s. 2. Delle Sfingi (Sphinx) . . . » 


ivi 
ivi 


#79 


i. 3. Delle Falene ( Phalena) . pag. 44 

filatrici(Bombyx) ,, 45 

legnajuole (Cossus) ,) 65 

guffi (Noctua) . ,, 67 

geometre(Geometre),, 74 

lucivaghe gd 5 163 

$. 4. Delle'Tarme (Tinea) . . » 96 

s. 5. Degli Estri ( Astrus) . . . ,» 89 

Rimedj contro gli-estri . . . » 96 

‘$. 6. Dei Calabroni ( Tenthredo ) . .,, ‘(97 

$ 7. Delle Mosche (Musca)... . » 198 

$. 8. Delle Tipole ( Tipula). . . , 102 
Sezione II. Degl'insetti che presumibilmen- 
te recano danno all’ agricoltura , tanto 
nello stato di bruco quanto ‘in care 

d’ insetto perfetto . . . ,», 105 

i. 1. Degli Scarabei ((Scarabaus ) . >» dvi 

+. 2. Delle Carughe ( Melolontha ) . ,, 107 

$. 3. Delle Cetonie ( Cetonia ) . . , IIr 

$. 4. Dei Dermesti ( Dermestes ) . ,, 113 

$. 5. Delle Mantellate ( Bruchus ) . , 116 
$. 6. Delle Doratelle (Altica Fab. Chry- 

somela Lin. ) . + 4 #78 

$. 7. Dei Punteruoli Caertalig) sz 28 

$. 8. Dei Tenebrioni ‘(( Tenebrio ) . ,, 129 
i. 9. Dei Tonchi ( Clerus Lin. Tricho- 

des Fab.) . . i, I 

sto. Degli Struggilegno (Lymenvib) ,» 132 


Sezione II. Degl' insetti, 1 quali sono no- 
ci in ogm periodo della loro vità ,, 134 


180 ‘ 


s. 1. Delle Forbicine ( Forficula ). pag. 

$. 2. Degli Scarafaggi ( Blatta) . . , 

$. 3. Dei Grilli e delle Locuste ( Acheta, 
Gryllus) . ... MA" 

t. 4. Delle Nepe (Nepa) . i » 

$. 5. Dei Cimici ( Acanthia Fab. pi; 

$. 6. Dei Gorgoglioni ( Aphis)...\. ,» 


Metodo di distruggere 1 Vase, 
glioni .. . . . » 

$. 7. Dei Chermes. ( Cocoons: si d 
$. 8. Dei Pidocchi (Pediculus)... 
$. 9. Delle Zecche ( Acarus). LL è 
Sezione IV. Degli insetti 1 quali  nuocono 
all* Agricoltura ed agli animali utili, 
nel solo stato di insetto perfetto .. ,, 
$. 1. Dei Tafani ( Tabanus ).. LL è» 
3. z. Delle Pungeruole ( Stomoxys ) ;, 
s. 3. Dei Moscaragni ( Hippobosca ) ,, 
$. 4. Delle Vespe (Vespa) ..... , 
s b. Delle;-Formiche: .. «a et 


APPENDICE .. . . ste 0 

; i. Yermi melliucta pvt sà è 

8:16 2. Dei Testacer è giX.glatmioo . 
PARTE II. 


ss 1. Cause per le quali st. moltiplicano 


gli Insetti nocivi. . . 
s. 2. Metodi generali per distruggere dii 
editi o\'p\bib dico » > 106 


I71 


DI 


It presente Saggio è estratto dal Giornale 
della Società d’ Incoraggiamento delle Scienze e 
delle Arti di Milano Tom. V, VI e VII. 


ERRORI DA. CORREGGERE. 


Q ri leggi si 
18 cavallina cavallino 
15. ai combustibili correggi ai co- 
mestibili 
9 alesue uova, aggiungi b bruco, 
sO C leggi d 
13 num. 67 57 
ir num. 66 . 60: 
15 num. 68. 69; 
3 gr fig. 2. Tav. I. fig. 11 
zo num. 82 83 
»3. aggiungi la citazione della 
Tav. IL: fig 7, bi di 
4 aggiungi la citazione della 
Tav. Il fig: 14. di 
12. aggiungi la citazione della 
Tav. II fig: fc. 
3 Philantus pietus leggi Philan— 
tus picties 
2° num. 145 leggi 146 


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