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BIOLOGY
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University of Illinois Urbana-Champaign
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SAGGIO
INTORNO AGLI INSETTI
NOCIVI
AI VEGETABILI ECONOMICI, AGLI ANIMALI UTILI
ALL’ AGRICOLTURA, ED AI PRODOTTI
DELL'ECONOMIA RURALE.
DI G. BAYLE-BARELLE
PUBBLICO PROFESSORE DI AGRARIA
NELLA R. UNIVERSITA" DI PAVIA.
MILANO MDCCCIX.
Presso Giuserre MarELLI Stampatore-Libraja
sulla Corsìa del Broletto al num. 1732.
Philosophia virtutis principium, expultrixque
citiorum, natura operum indagatio.
Bacone.
ù
%
N:
INTRODUZIONE.
Ki. al
Scopo ed ordine di questo scritto.
a danno rechino all’ agricoltura alcuni in-
setti, e che molto importi di saper escludere
questi incomodi commensali dal banchetto, che
© la natura offre alla maggior parte dei viventi
nelle vegetabili produzioni, ella è una verità
che non abbisogna di prove, ma che del pari fu
negligentata da quegli agronomi stessi, i quali
st renderono altronde benemeriti della prima e
più utile delle arti. Difatti, malgrado le nunee-
rose decantate ricette, che si trovano contro gli
} insetti nei libri d’agraria, avviene non infre>
€ quentemente di vedere ora le biade divorate nel
= campo, ora spogliati delle loro foglie i pometi,
- ora languenti gli orti, e persino deperire alcuni
3 boschi. per la moltiplicazione di questi rovinosi
“
w-
PA
4
nemici dell’ agricoltura. Essi non contenti di
distruggere per gran parte, ed in brevi giorni
talvolta , il frutto delle industri fatiche dei con-
tadini, hanno penetrato nei grana}, nei ripostigli,
e si direbbe quasi che non sappiamo-in quali
località e per quali mezzi garantire dalia loro
voracità i prodotti della rurale economia.
Considerando che in diversi tempi molte agro-
nomiche Società invitarono i coloni a dare la
caccia a questi insetti; che la cessata Patriotica
Società di Milano animò, non solo coll’ istruzione,
ma, secondata dal Governo, anche col danaro,
l’ attività dei contadini a raccogliere alcune specie
eccessivamente moltiplicate ; e riflettendo che
nè il premio proposto, nè l'interesse dei pro-
prietarj giunsero a diminuire sensibilmente il
numero di questi ospiti nemici: ho. giudicato
meco stesso, che la causa. delle loro sempre
crescenti generazioni dipendesse più dalla. man-
canza di esatte notizie intorno ai costumi degli
insetti. medesimi , .onde s ignora il modo. di
farne una caccia diligente: ed utile, di quello
che sia dalla negligenza dei proprietarj e degli
agricoltori. Ho quindi voluto già da più anni
occuparmi di questo argomento nella lusinga di
dilucidarne almeno qualche parte. Ma siccome
egli è impossibile il difendere i prodotti rurali
dagli insetti nocivi, se non sì conoscono gli insetti
medesimi; i loro costumi, il modo. delia .loro.
riproduzione , e quali siano i loro naturali ne-
5
mici; e se la cognizione della loro storia na-
turale non ci guida a saperli cogliere in diversi
tempi e luoghi : perciò appunto sonomi studiato
di insistere su tali nozioni, quando dato mi fu
di acquistarle, ed ho ommsssi tutti quei dettagli,
sulla anatomica interna ed esterna struttura degli
insetti, che non fossero al mio scopo confacenti.
Scrivendo io per i Gastaldi, e per quei proprie-
tarj i quali dirigono col loro studio le cam-
pestri faccende ( giacchè per la maggior parte i
nostri villici giornalieri o non sanno leggere, o
non leggono , o leggendo non intendono ) , pre-
metterò alcune poche nozioni generali sugli
insetti tutti, onde imparino a conoscerli; darò
in appresso la loro descrizione con ordine tale,
che le specie diverse di un medesimo genere,
ed i generi d'ogni famiglia si trovino riuviti,
e segnati da un numero progressivo all’ oggetto
di evitare delle ripetizioni ; citerò sempre una
delle migliori figure ed anche colorate ove
esistono ; finalmente, dopo la descrizione delle
specie nocive di cadaun genere d’ insetti, esporrò
i mezzi di distruggerli, desumendoli , per quanto
si potrà, dai loro costumi medesimi; ed a com-
pimento di questo scritto esporrò in ultimo quei
metodi generali di cacciare gli insetti, i quali
siano applicabili alle diverse loro specie. A questi
metodi dovrà ricorrere il leggitore, quando dopo
la descrizione di alcun insetto non trovi indicati
i mezzi di liberarne il campo,
®
ì
6
E poichè riescirebbe nojosa cosa e difficile
pel Gastaldo, e pel proprietario non versato
nella entomologìa, quella di scorrere tutto il
libro, onde trovare colla descrizione il metodo
distruttivo di alcun insetto, che gli devastasse i
seminati o le piantagioni; ho ordinato lo scritto
di maniera, che siagli facile tale ricerca.
I nomi di tutti gl’ insetti nocivi sono preli-
minarmente distribuiti in sette separati elenchi,
secondo cicè ch’ essi devastano piuttosto i cereali,
o i foraggi, o gli orti ec.; e ciascuno di questi
nomi porta un numero corrispondente a quello
della descrizione rispettiva. Di più ho disegnate
due tavole colle figure, e coi nomi generici degli
insetti nocivi. Ciò posto non potendo ignorare
l’agricoltore quale sia il genere di coltivazione
guastato da un insetto, che imparar vuole a
distruggere, principiar deve dall’ osservare sulle
tavole, se vi abbia alcuna figura somigliante
all’ insetto di cui trattasi. Queste tavole presen-
tano i generi degli insetti nocivi sotto le diverse
forme nelle quali li veggiamo; onde difficile
non è di rinvenire alcuna figura, la quale si
avvicini a quella che si cerca. Suppongo che
l’ agricoltore abbiala trovata: egli scorrendo la
descrizione delle Figure, che è brevissima, sa
tosto quale nome le compete. Cerca in appresso
questo nome medesimo in quello fra i sette
elenchi che deve consultare di preferenza; cioè
in quell’elenco nel quale trovasi il genere delle
7
piante danneggiate dall’insetto; e siccome que-
sto nome ha un numero corrispondente a quello
della descrizione dei suoi costumi, e dei metodi
di liberarsene ; così sotto il numero stesso trova
in breve le nozioni, delle quali abbisogna.
Non dovendosi poi annoverare le lumache fra
gli insetti, poichè appartengono ai vermi; ho
aggiunto intorno alle stesse un’ appendice alla
fine di questo Saggio. Tuttavolta prima di chiu-
dere questo paragrafo debbo avvertire una cosa :
I paesi meridionali abbondano maggiormente
d’insetti che i settentrionali; sarà quindi av-
venuto, che qualche insetto meritevole di qui
trovar luogo sia stato ommesso. Quando ciò
fosse, io professerò la maggiore gratitudine a chi
vorrà procurarmi su questo argomento. delle
cognizioni che io non avessi. Ecco il motivo
pel quale ho dato al mio scritto il semplice
titolo di Saggio.
Ma
Nozioni generali intorno agli insetti.
Gli insetti tutti, cioè quegli esseri organico-
animali, mancanti di vertebre (1), il cui corpo
e le cui gambe sono formati da molti pezzi fa-
cilmente staccabili gli uni dagli altri , sì riprodu-
(1) Le vertebre sono quelle ossa, che partono dalla base
del cranio, e prolungandosi formano I° ossatura della schiena.
8
cono per mezzo di uova, che la femmina de-
pone dopo l’accoppiamento col maschio della sua
specie rispettiva (1). Passa però grande differenza
fra gli animali ovipari vertebrati, e gli ovipari
senza vertebre, quali sono appunto gli insetti.
I primi appena sortiti dall’ uovo ( per esempio
un pollo, od una lucertola ) conservano sino
alla morte i caratteri, che portano sbucciando
dall’ uovo. I secondi pel contrario dalla sortita
dell’ uovo sino a che periscono soggiacciono a
tali cangiamenti di forma, di colore, e di dimen-
sione, che esaminando il medesimo individuo
nei diversi periodi della sua vita, ( senza avere
la cognizione dei cangiamenti, cui va soggetto )
tentati saremmo di crederlo sempre un animale
diverso.
{ proprietarj, ai quali è principalmente diretto
questo scritto, possono avere un’ idea dei detti
cangiamenti riflettendo a quelli, a cui soggiace
il baco da seta, ch’eglino sogliono educare.
Quale disparità di forme non si ravvisa fra il
baco, ossia il bruco (in Lombardo bigatto, gat-
ta, gattina ), e la crisalide ( in lombardo bor-
<< _________nt—t_t—————_—_——_——————————=c"" contussstit)
(1) E’ quindi falsa | opinione di quelli i quali credona
generarsi gli insetti dai corpi in putrefazione. Questi corpi
pe! loro calore congiunto all’ umidità possono favorire lo
sviluppo delle uova degli insetti, ma non mai generarli. Se
pongasi delia carne in un vaso chiuso, essa imputridisce ;
ma non vi si generano vermi di sorta alcuna, se diaazi non
vi siano state deposte le uova.
9
docco ) rinchiusa’ nel | bozzolo (in lombardo
galletta) ; fra'la crisalide je la farfalla ‘(in tom»
bardo parpaj ) che ne proviene ?
. La vita degli insetti si divide dunque in tre
periodi principali; i quali:sono : di larva ossia
bruco ; di crisalide ; e finalmente d’ insetto per-
fetto. ‘L’ insetto ‘dicesi ; perfetto’ nell’ ultimo suo
cangiamento, perchè allora soltanto acquista gli
organi - necessarj alla ‘riproduzione d’ individui
simili a lui. Infatti.i bigatti. non si accoppiano
se non quando sonosi cangiati ‘in farfalle..
Vi hanno però degli insetti, i quali subisco=
no dei cangiamenti bensì, ma assai meno sen>
sibili e rimarchevoli di. quelli «or ora. citati. A
cagion id’ esempio; le. cavallette conservano in
certo. modo :sino alla morte la rorma che hanno,
allorchè sbucciano dalPuovo. Dissi in. certo modo,
perchè appena nate mancano: di ali; nel secon-
do. periodo della loro: vita hanno solo i rudimenti
delle ali stesse; ernel terzo :( quando sono cioè
nello stato di insetto perfetto, ed hanno acqui
stato igli ‘organi. generatori ) portano ali perfet-
tamente formate. Questo sviluppo delle ali suc-
cede ‘però sempre dopo un. cangiamento totale
della. loro pelle: fenomeno il quale si osserva
in quegli insetti medesimi, a cui la natura non
accordò le ali.
Considerando gli insetti nell’ ultima loro me:
tamorfosi, si possono dire tutti nocivi; perchè
allora si accoppiano, e.‘depongono: sulla. terra >
renna
i {o}
sugli alberi; le uova, dalle quali aver deve ori-
gine una futura generazione. Ma le ali, delle
quali sono per la maggior parte dotati in tale
stadio della loro vita, assai difficile ne rendono
la caccia; onde molto importa che l’ agricoltore
conosca le metamorfosi testè accennate ; giacchè
impara per esse a distruggere gli insetti in qua-
lunque stato sì trovino.
E però da notarsi, che non in tutti i periodi
della loro vita sono gli insetti egualmente no-
civi. La maggior parte di essi nuoce soltanto
nello stato di bruco, perchè allora è munita la
loro bocca di mandibole cornee, colle quali ta+
gliano e rosicano i germogli, il legno degli al
beri, ed i semi; mentre non recano verun dan-
no nello stato di insetto perfetto, essendo allora
munita la loro bocca di una proboscide ossia
lingua; destinata a succhiare il miele de’ fiori
ed incapace di recare il minimo guasto ; anzi
moltissime farfalle notturne mancano della pro-
boscide stessa. Altri insetti pel contrario nuoco=
no ai prodotti dei campi tanto nello stato di
bruco , quanto in quello di insetto perfetto;
perchè nell’ uno e nell’ altro stato la loro ‘bocca
è guernita di forti mandibole o tanagliuzze. A1-
tri devastano i campi dall istante che nascono
sino a che muojono, perchè conservano sempre
nelle loro mute una bocca armata di denti, coi
quali rosicano le erbè ed i frutti : tali sono le
cavallette ed i grilli. Altri infine sono dannosi
II
solamente nello stato di insetto perfetto, come
le vespe.
Questa classificazione, desunta da alcune pro-
prietà degli insetti medesimi, non si accorda con
quella degli insettologi moderni; ma credo che
sia permesso all’ agricoltore di considerarli da
quel lato, che più lo interessa, non avendo egli
il debito di conoscerli tutti per classificarli più
metodicamente.
do
Nome e spiegazione delle parti principali
di alcuni insetti.
Credo non inopportuno a maggiore intelli-
genza di chi legge il dare la spiegazione di al-
cuni termini, dei quali devo far uso nel pro-
gresso di questo scritto. Quando si congiunge
un’ idea chiara e precisa. ai vocaboli, si evitano
non pochi errori.
Anello ( tav. I. fig. 2. a )). Si applica questo
vocabolo tanto al corpo intero de’ bruchi, quan-
to all’abdome ( ventre ) degli Scarabei; essendo
sì il primo che il secondo formati da pezzi,
che a guisa di anelli si incastrano, gli. uni ne-
gli altri. È
Astuccio ( tav. II. fig. 2. o ). E quell’organo,
il quale copre le vere ali negli Scarabei.; esso
riceve anche il nome di Elitra, e poichè sempre
è diviso in due, ha il uome di Elitre. Astuccie
12
si dice pure di quel piccolo cilindro che si fi-
lano e tessono le tarme, e nel quale stanno rin-
chiuse nello stato di bruco.
Antenne ( tav. I. fig. 1. e ). Sono quelle specie
di corni che hanno su) capo; e sono riputate
organo del tatto negli insetti. Le Antenne va-
riano moltissimo nei diversi generi.
Abdome ( tav. I. fig. 2. o ). È la parte po-
steriore di qualunque insetto, che noi diremmo
il ventre. In alcune specie d’insetti è munito di
pungolo.
Bilancieri ( tav. I. fig. 12. x ). E un pic-
colo corpo collocato sotto l’inserzione delle ali
di quegli insetti, i quali hanno due sole ali ve-
nose. Non si conosce a che serva quest organo.
Bruco ( tav. I. fig. 1. a ). E la prima forma
che prende l' insetto sortendo dall uovo. Bruco
si dice particolarmente, allorchè si vuol accenna-
re il primo stato delle farfalle, o delle falene
ossia farfalle notturne.
Bozzolo ( tav. I. fig. 3. d). È un corpo fab-
bricato dai bruchi delle falene, nel quale essi
si racchiudono per cangiarsi in (Crisalide: ve
n’ ha di setosi, di cartacei, e di legnosi.
Corsaletto vedi torace.
Crisalide ( tav. I. fig. 1. d ). È lo stato a
cui passa il bruco dopo d'avere mutata la pel-
le tre o quattro volte. Molte farfalle nello stato
di crisalide hanno delle macchie dorate, e da
13
queste macchie è derivato il nome di Crisalide,
perchè crysos in greco significa oro.
Flitre vedi Astucci.
Fascie chiamansi le macchie colorate delle
ali, e di altre parti degli insetti, quando sono
più lunghe che larghe, o quasi di eguale di-
mensione.
Larva ( tav. II. fig. 1. a ). E lo stesso che bruco;
ma si usa specialmente questo nome per deno-
tare quegli insetti che non si cangiano in cri-
salide a guisa delle farfalle.
Ninfa (tav. II. fig. 1.b ). È lo stesso che cri-
salide; ma si applica solo al secondo stato pel
quale passano ‘gli scarabei, le api ec.
Occhi. Si dà questo nome non solo agli occhi
propriamente detti, ma anche alle macchie ro-
tonde delle ali e degli astucci, quando le mac-
chie stesse hanno un cerchio concentrico di al-
tro colore.
Occhietti. Sono alcune piccole prominenze lu-
cide d’ ordinario in numero di tre, le quali
trovansi sulla testa degli insetti, e sono organi
della vista essi pure.
Palpi ( tav. II. fig. 14. x). Si dà questo nome
ad alcuni organi, i quali accompagnano quelli
della manducazione ; cioè le mandibole, la lin-
gua, ec.
Proboscide. Organo pel quale molti insetti
succhiano l’ alimento loro omogeneo.
14
Stimmate ( tav. I. fig. 2. g ). Organi della
respirazione negli insetti.
Segmento. Equivale ad anello parlando dei
bruchi.
Squame si dice della piuma che colora le ali
delle farfalle.
Tarso è V ultima parte della gamba degli
insetti, che costituisce il loro piede.
Tentacoli. Lo stesso che antenne.
Torace (tav. II. fig. 2. m) è la parte ante-
riore dell’ insetto, che si unisce alla di lui testa,
e a cui per disotto stanno attaccate le gambe.
Trachee sono le stimmate (1).
(1) Nella descrizione rispettiva degli insetti nocivi io cer-
cherò tuttavia di fare il minor uso possibile di questi ter-
mini tecnici, a favore di quelli cui riescissero nuovi affatto:
Num. delle
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» descrizioui,
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Nome italiano. ‘
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Farfalla podalirio. .
Farfalla galatea . .
Falena bevitrice . .
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. Falena foglia di quer.
. Falena calamitosa.
. Falena fascellina. .
Tipula dei prati. .
. Grillo viaggiatore . Ò
90. Scarabeo rinoceronte, ‘
ELENCO PRIMO TS
IGNSETTI NOCIVI AI. CERLALI,
Nome italiano (1). .Nome-latino. Piante cui nuocono.
—_— nei n)
Num. delle
descrizioni.
Phalaena noctua tritici alle spighe del formento.
Phalaena granella. . ai cereali nei granaj.
Phalaena secalis . .. alla segale suli campo.
Tinea granella. . . ai cereali nei grana).
Curculio»frumentarivs. ai cereali nei grana).
Curculio: orizae. . . al riso nei granaj.
47. Falena del formento: . .
64. Falena del grano. .
63. Falena della segale. . -
74. Tarma del formento. - +
tir. Punteruolo del formento.
112. Punteruolo del riso. . -
85. Mosca frit (2)... - - Musca frit ... . . all’orzo ed al fromento in erba.
84. Mosca pigmea. . . . - Musca pumilionis . °. ai cereali. prima che mettano la
spiga.
Melolontha ‘agricola’. alle spighe in fiore.
Cetonia styptica . . alle spighe in fiore.
Altica helsinis . . . divora i cotiledoni del grano sa-
119. Grillo talpa . . . » - Acheta gryllotalpa ( raceno.
120. Grillo viaggiatore . . . ‘Gryllus migratorius
130. Gorgoglione dell’ avena . Aphis avenae . . . alle biade.
. Nepa cenericcia, 0 scor- È È 3
125, Nepa cenericcia , } Nepa cinerea. . . . al riso germogliante.
: pione acquatico. eresie
g5. Carruga agricola. . .
96. Cetonia stitica ». + + +
104. Doratella metallica . . .
È } omniyori.
VERMI
149. Chiocciola nera . . . + Helix vivipara ? . . al riso germogliante.
n TTI =-———---__._]r]emeco_rr-r_r_rr
vernacoli: ma dopo grandi diligenze per rinvenirli
(1) Avrei desiderato di poter dare di ogni insetto i nomi
I medesimo nome è dai villici promiscuamente ado.
ho dovuto desistere da questa idea, perchè o mancano, 0 i
prato per denotare diversissimi insetti.
(2) Cioè della sommità del grano, Varrone.
16
Num. delle
0% descrizioui,
3o.
ELENCO SECONDO
INSETTI DANNOSI AI FORAGGI.
Nome italiano. Nome latino. Piante cui nuocono,
_—_ —_ —
. Farfalla podalirio.
. Farfalla galatea .
Falena bevitrice .
Tipula dei prati.
. Grillo viaggiatore
Papilio podalyriùs . al trifoglio.
» Papilio galathea S
. haluena Bombix po- {.
tatoria . alle, gramignacee,
. Falena foglia di quercia . Phalaena B.quercifolia
. Falena calamitosa. . 5
. Falena fascellina.
Phalaena graminis.
Phalaena B. fascellina al trifoglio,
Tipula pratensis . ‘. alle radici delle cottiche erbose.
Gryllus migratorius . omnivoro.
Scarabeo rinoceronte. .. + Scarabaeus nasicornis. alle radici dell'erba medica.
|
|
ELENCO SECONDO "
SETTI DANNOSI AI FORAGGI.
Nome latino. Piante cui nuocono,
aa ———%%%x'
Papilio podalyrius . al trifoglio.
Papilio galathea +. i
Phalaena Bombix po- { .
tatoria . alle gramignacee.
sais Phalaena B.quercifolia
Phalaena gramints.
Phalaena B. fascellina al trifoglio.
Tipula pratensis . . alle radici delle cottiche erbose.
. + Gryllus migratorius . omnivoro.
. + Scarabaeus nasicornis. alle radici dell'erba medica.
Num. delle
mo Daia Wi descrizioni.
hd
(©)
. NI
rp DM ia ha dt LI LI dpi ni dn n i n
Num. delle
Y ww descrizioni.
18
12.
I
INSETTI!
(
Nome. italiano. ,
——. = ===
Farfalla podalirio . . |
Farfalla del sorbo .
. Farfalla policlora. .
. Sfinge occhiuta .
Sfinge celerio
14.* Zigena della vite
15
16.
. Falena foglia di quer;
. Falena bucefala . . 3
. Falena lanuta
. Falena capo-ceruleo ,
. Falena monaca
. Falena ventre-dorato
. Falena del pioppo .
. Falena galonata ...‘
. Falena guerriera
. Falena dispari
. Falena vergognosa .
. Falena del castagno
. Falena, piramidale .
. Falena psi greco
. Falena del centinodio;
. Falena antenna-gialla
. Falena dell’ontano .
. Falena slinguata ... »
. Falena jemale
. Falena delle avellane
Falena pavonia maggi.
Falena pavonia mino?
Num. delle
O DURA Wi descrizioni.
102.
103.
ob.
107.
T1Q.
120.
127.
117.
ii
ELENCO. TERZO ‘ È
INSETTI NÒCIVI CAI PRODOTTI DEGLI ORTI.
Nome italiano.
1 ns
. Farfalla cavolaja
. Farfalla cavolaja minore 0
rapajuola . . -
. Farfalla podalirio
. Farfalla macaone
. Farfalla io.
. Farfalla argo .
. Sfinge teschio
.. Falena sdrucciolante
. Falena galonata .
. Falena vergognosa ‘.
. Falena contadina.
. Falena caja
.- Falena signorina. .
. Falena fuliginosa.
. Falena fascellina .
. Falena BECE
. Falena de’ piselli.
Falena erbaggivora .
. Falena lacera. . "
. Tipula erbaggivora ..
. Tipula ortolana .
. Falena reticolata.
. Mosca dei bruchi
. Mosca delle radici .
Mantellata dei piselli
Doratella lobivora
Doratella dei boschi
Doratella dell’ asparago .
Grillo grillo-talpa (1) .
Grillo viaggiatore
Gorgoglione de’ cavoli .
Forbicina auricolare. .
} Papilio rapae +.
7 Papilio argus
1: PhalaenaB. pudibunda
Nome' latinò.
edi
Piante cui nuocono.
—____————___
Papilio brassicae . . ai cavoli d'ogni genere,
ai cavoli ed alle rape,
Papilio: podalyrius
Papilio machaon .
Papilio io... .
? } alle carote.
al luppolo, all’ ortica.
alle foglie delle: fave. .
Sphinx atropos. - alle foglie del pomo di terra,
PhalaenaB.lubricipeda
Phalaena: B.' neustria
Phalaena B. villica .. { OMNNOrE.
Phalaena: B\ caja.
Phalaena:B.' dominula
Phalaena B: fuliginosa
Phalaena B. fascellina
Phalaena: N. gamma.
Phalaena N. pisi. .
Phalaena N. oleracea
Phalaena N. exoleta.
Tipula oleracea !.
Tipula hortulana»:
Phal. Pyr. reticulata
Musca laròarum . t rosicanole radici dei cavoli,dei car-
Musca radicum. . $ di,deirafani,e le rendono scrofolose.
Bruchus pisi . . . ai semi de’ piselli, veccia ec.
Altica oleracea : :. .@divorano i lobi seminali delle
Altica' nemorum piante siliquose. E
Crioceris asparagi. alle radici degli asparagi.
Acheta gryllotalpa
Gryllus migratorius .
Aphis brassicae
Forficula auricularis .
al Fihi e piante affini,
alle fragole. 3
omnivore.
* ( danneggiano le radici delle civaje.
omnivori.
le foglie dei cavoli per disotto.
alle leguminose.
VERMI,
150. Chiocciole. = 148. Lumache = 147. Lombrici.
-———
(1) Lomb, Gambero di terra,
RIESI TTT I RION De
18
Num. delle
descrizioni.
4.
I,
7.
10.
12.
ELENCO QUARTO.
INSETTI NOCIVI AGLI ALBERE FRUTTIFERI.
Nome, italiano.
—————_—6_
Farfalla podalirio
Farfalla del sorbo .
Farfalla policlora.
Sfinge occhiuta .
Sfinge celerio
14.* Zigena della vite ..
Falena pavonia maggiore .
15.
16.
Falena pavonia ‘minore
. Falena foglia di quercia
. Falena bucefala .
. Falena lanuta
. Falena capo-ceruleo
. Falena monaca .
. Falena ventre-dorato
. Falena del pioppo ..l.
. Falena galonata {x
. Falena guerriera
. Falena dispari
. Falena vergognosa.
. Falena del castagno
. Falena, piramidale .
.- Falena psi greco
. Falena del centinodio .
« Falena antenna-gialla. a
. Falena dell’'ontano .
. Falena, slinguata..
: Falena jemale..; .. .
. Falena delle avellane ..
.
Nome latine, Piante cui. nuocono.
nn _r_—-—
Papilio podalyrius . al pesco, al pruno,
Papilio crataegi . . ai peri, ai meli,
Papilio polycloros
pera occellata .
Sphinx celerio.. 2 :
Zygaena ampellophaga cavie:
PhalaenaB. pavonia m.
PhalaenaB.pavonia m.
PhalaénaB.quercifolia al pero.
Phalaena B. bucephala
Phalaena B. ansi | ai frutteti tutti.
Ph. B. coeruleocephala
Phalaena, B. monacha al melo.
Phal. B. chrysorrhoea . omnivora.
Phalaena B. populi.
Phalaena B. neustria
Phalaena B.castrensis f omnivore.
Phalaena B: dispar .
Phalaena B.pudibunda
Cossus AEsculi. . . al legno de’ castanetà
} omnivori.
ai frutti in genere.
. , PhalaenaN.pyramidea al pruno.
Phalaena». psi. . . ES
PhalaenaN.persicariae I
PhalaenaN.flavicornis ai frutteti. \
Phalaena alniaria. ».° ai frutti in genere.
Phalaena elinguaria . al pero.
Phalaena brumata. ;. agli alberi fruttiferi,
Phal, Pyr. avellana, al pero, ed alle avellane,
ELENCO QUARTO.
NOCIVI AGLI ALBERI FRUTTIFERI.
ore .
re
Zygaena ampellophaga
cia .
Nome latino. Piante cui nuocono,
». Papilio podalyrius . al pesco, al pruno.
Papilio crataegi . . ai peri, ai meli,
Papilio polycloros
Sphinx occellata .
Sphinx celerio.. . .
i ‘ omnivori.
î alla vite.
PhalaenaB. pavonia m.
PhalaenaB. pavonia m.
PhalaenaB.quercifolia al pero.
Phalaena B. bucephala
Phalaena B. ansi} ai frutteti tutti.
Ph. B. coeruleocephala
Phalaena B. monacha al melo.
Phal. B. chrysorrhoea . omnivora.
Phalaena B. populi.
Phalaena B. neustric
Phalaena B. castrensis { omnivore.
Phalaena B. dispar .
Phalaena B.pudibunda
Cossus AFstuli. . . al legno de castanetà
Phalaena N.pyramidea al pruno.
Phalaena psi. . .
PhalaenaN.persicariae
Phalaena N.flavicornis ai frutteti. |
Phalaena alniaria. .' ai frutti in genere.
Phalaena elinguaria . al pero.
Phalaena brumata. . agli alberi fruttiferi,
Phal. Pyr. avellana. al pero, ed alle avellane,
ai frutti in genere.
} omnivore.
20
INSEIT
E |
Ta Nome italiane
és
Z3 i
ro. Sfinge occhiuta. .
14. Sfinge del pioppo, '
13. Sfinge del pino. .
27. Falena foglia di qu‘
28. Falena del faggio. |
44. Falena bucefala. .
41. Falena monaca
35. Falena sdrucciolante
23. Falena ventre-dorate
36. Falena del salice. 5
20. Falena della quercia!
31. Falena del pino. :
26. Falena fascellinai .
32. Falena vinula.
17. Falena lanata. ;
33. Falena del pioppo. .
18. Falena processionale.
19. Falena process. del
45. Falena rodilegna.
22. Falena dispari.
25. Falena bimacchiata.
39. Falena stellata, .
52. Falena del castagno.
48. Falena macchia - qua:
Sr. Falena piramidale. .
54. Falena psi greco.
55. Falena del centinodio
80. Calabrone del pino.
81. Calabrone dell’ abete,
QI. Carruga volgare.
92. Carruga bruna. .
98. Dermeste tipografo.
99. Dermeste calcografo.
100. Dermeste struggipino.
105. Doratella dei boschi.
120. Grillo viaggiatore. .
116. Struggilegno navale.
128.
131.
. Falena olmiana . . -
. Falena dei frutti
. Tarma evonimella . +
; Tarma padella
Tipula ortolana . . 4
. Mosca dell’ ulivo...
. Carruga volgare .
. Carruza della vite
. Carruga degli orti , ,
. Carruga bruna
. Dermeste dell’ ulivo
. Doratella delle viti .
. Punteruolo bacco —. |
. Punteruolo della vite .
. Punteruolo ‘del pero .
. Forbicina auricolare
. Grillo viaggiatore
5. Formiche . ....
Cimice del pero
. Vespa calabrone. . .
Vespa.volgare. . . .
. Gorgoglione del pruno
Gorgoglione del pomo
Chermes della vite. .
Phal. Pyr. holmiana .
Phal. Pyr. pomana .
Tinea evonimella .
Tinea padella
Tipula hortulana .
Misca oleae
Mzlolontha vulgaris .
Melolontha vitis 2
Melolontha horticola.
Melolontha brunnea .
Phoiotribus oleae .
Cyptocephalus vitis
Curculio bacchus .
Curculio vitis .
Curculio ‘pyri . 5
Forficula auricularis .
Gryllus migratori us .
Formica . *. ò
Acanthia pyr.. .
Vespa crabro .
Vespa vulgaris
Aphis pruni
Aphis mali . -.
Cocus vitis. .
* »,
ai pometi in genere.
19
ai frutti del pero, del melo.
ti pruni, al melo.
ai fiori degli alberi fruttiferi.
al frutto dell’ulivo.
omnivore.
agli ulivi.
ai germogli della vite,
È ai germogli della vite.
ai germogli del pero,
. ai fiori dei frutti.
omnivoro.
ai fiori di varie piante fruttifere.
al pero.
ai frutti, all’ uva.
ai frutti, all’ uva.
al pruno.
al melo.
ai tralci della vite:
20
E Num. della
descrizioni,
O
N WR 0
20.
ELENCO QUINTO
INSETTI NOCIVI AGLI ALBERI
Nome italiano.
n
Sfinge occhiuta. .
. Sfinge del pioppo. - .
. Sfinge del pino. . se
. Falena foglia di quercia ,
Falena del faggio. »
. Falena bucefala. .
. Falena monaca .
. Falena sdrucciolante
. Falena ventre-dorato
. Falena del salice.
. Falena della ‘quercia. .
. Falena del pino. .
. Falena fascellina; «+
. Falena vinula. 5
. Falena lanata. . . >
. Falena del pioppo. .
. Falena processionale.
. Falena process. del
. Falena rodilegna.
. Falena dispari.
. Falena bimacchiata.
. Falena stellata. .
. Falena del castagno. È
. Falena macchia - quadrata.
. Falena piramidale. .
. Falena psi greco. . .
. Falena del centinodio. .
pino.
Calabrone del pino.
. Calabrone dell’ abete, .
: Carruga volgare. .
. Carruga bruna. . ="
. Dermeste tipografo. . .
. Dermeste calcografo. . .
. Dermeste struggipino, .
. Doratella dei boschi. .
. Grillo viaggiatore... . .
. Struggilegno navale. . |,
Nome latino.
ln)
Sphinx occellata .. . -
Sphinx populi .
Sphinx pinastri . . -
Phalaena B. quercifolia
Phalaena B. fagi. .
Phalaena' B. bucephala ..
Phalaena B. monacha .
Phalaena B. lubricipeda
Phal. B. crkysorrhoea .
Phalaena: B. salicis .
Phalaena B. quercus
Phalaena B. pini .
Phalaena B. fascellina .
Phalaena B. vinula .
Phalaena B. lanestris .
Phalaena B. populi .
Phal. B. processionea
Phal. B. process. pini.
Cossus ligniperda
Phalaena B. dispar .
Phalaena B. gonostigma
Phalaena B. antiqua
Phalaena N. aceris .
Phalaena N. quadra.
Phalaena N. pyramidea
Phalaena N. Psi
Phal. noctua persicariae
Tenthredo pini Se
Tenthredo abietis . .
Melolontha vulgaris .
Melolontha brunnea .
Bostrichus typographus
Bostrichus calcographus
Bostrichus piniperda.
Altica nemorum .
Gryllus migratorius .
Lymexylon navale . .
{
BOSCHIVL
Piante cui nuocono,
|
al salice,
al pioppo, al salice.
ai pini,
al salice.
al faggio, alla betula.
al tiglio , alla' quercia.
al larice, :pino, salice.
alla quercia.
omnivora.
al salice, al pioppo.
alla quercia, al salice.
al pino. ;
al pioppo.
al salice, al pioppo.
al tiglio , al salice.
al pioppo.
alla quercia.
al pino.
al pioppo; al salice.
omnivora.
alla quercia, all' ontano.
al tiglio, all’ ontano.
al castagno.
al pino, alla quercia.
alla noce, alla quercia.
all’ontano , alla quercia.
omnivora.
} alle piante conifere.
È } omnivore.
ai rami inferiori del pino.
omnivora.
omnivoro.
al legno vivo della quercia.
alla viva corteccia dei pini.
TI NOCIVI
no.
n?
a id
lo.
1ajo
gigrano
rano
Cop
ile.
‘stico
.
.
ELENCO SETTIMO.
AI PRODOTTI DELL’ ECONOMIA RURALE,
Nome latino. Prodotti danneggiati.
Phalaena farinalis. . alla farina.
Phalaena pinguinalis.- al lardo.
Dermestes lardarius. alle pelli, ai cuoi,
Tenebrio molitor . . alla farina.
Tenebrio. mauritani-
cus. = Trogosita
mauritanicus. . .>al formento nei granaj.
Phalaena graneila. .
Curculio frumentarius
Curculio orizae. . . al riso nei grana}.
Lymexylon navale. . al legname da opera.
Blatta orientalis . . ai combustibili in genere.
Acarus siro. + + «+ alla farina, al cacio.
R
e A a Cai
ADI E Pe N DEM LO
a,
ae”
h
41
d-.9
i eopario;
è
delle
INSETTI
Nome italiano.
l_—_—_——————_—
. Tarma della cera
. Tarma degli alveari
. Tarma melionella . +
. Vespa apivora' .
. Estro del cavallo
. Estro della pecora .
. Estro della. pelle
. Estro trifasciato . . +
. Estro veterino . .
. Vespa vulgare. ..
. Tonchio delle api
. Pungeruola irritante
. Pungeruola calcitrante .
. Tafano bovino 3
. Moscaragno cavallina .
. Moscaragno delle pecore .
. Pidocchio del bue .
. Pidocchio dei vitelli
. Pidocchio delle anitre .
. Pidocchio delle galline
. Zecca zigrinata . . +
NOCIVI
ELENCO SESTO.
2r
AGLI ANIMALI UTILI ALL’ AGRICOLTURA,
Nome latino.-
ei
Tinea cerella
Galleria alvearia .
Tinea melionella .
Phyllantus apivorus .
OEstrus equi .
OEstrus ovis.. .
OEstrus bovis. . .
O Estr. hemorrhoidalis
OEstrus veterinus.
Vespa vulgaris
Clerus apiarius.. |.
Sthomoxys irritans. .
Sthomoxys calcitrans...
Tabanus bovinus . .
Hippobosca equina
Melophagus communis
Pediculus bovis
Pediculus vituli . .
Pediculus anseris . .
Pediculus gallinae.
dAcarus ricinus . . +
Animali cui nuocono.
= zzz}
alle api.
allo stomaco: del cavallo.
ai seni frontali delle pecore,
alla pelle dorsale dei buoi.
ai cavalli, ai muli.
agli animali ruminanti.
alle. api, cui ruba. il miele.
alle api. —
al dorso dei ruminanti.
ai piedi de’ buoi.e dei cavalli,
punge gli animali tutti. i
punge i cavalli.
fa dimagrare le pecore.
ai buoi.
ai vitelli.
alle anitre,
alle galline.
ai cani, alle pecore, ai buoi,
22
x ELENCO SETTIMO.
INSETTI. NOCIVI: AI: PRODOTTI DELL’ ECONOMIA RURALE,
Nome italiano. Nome latino. Prodotti danneggiati
1———— yy tnt n _
ni
Num. delle
descrizioni.
Gr. Falena della farità . . . Phalaena farinalis. . alla farina.
62. Falena del grasso. . . . Phalaena pinguinalis. al lardo.
96. Dermeste del lado. . . Dermestes lardarius. alle pelli, ai cuoi,
113. Tenebrione mugnajo . . ‘Tenebrio molitor . . alla farina.
114. Tenebrione strugsigrano. . Tenebrio mauritani-
cus. = Trogosita
mauritanicus. . ‘al formento nei grana].
64. Falena del grano . . . Phalaena granella. .
111. Punteruolo del grano . . Curculio frumentarius
112. Punteruolo delriso. . . Curculio orizae. . . al riso nei granaj.
116. Struggilegno navale. . . Lymexylon navale. . al legname da opera,
118. Scarafaggio domestico , . Blatta orientalis . . ai combustibili in genere.
137. Zecca del cacio: . . +. «Acarus siro. + +. alla farina, al cacio,
CARATTERI PRINCIPALI DEGLI INSETTI NOCIVI.
Num. delle Figure
descrizioni. generiche.
—_—' nn] -
a I cui bruchi
Filatrici € cietà Lao I. fis. 3.
I. Insetti sono vaghi. . } 27: — 44
Dannosi nello stato di a I cui bruchi
buco scan, pre ne] Rose | Falee - gag sco là agio ae am fig 6
3: i di mandibole cornee atté È ia iù 3 ; = = È ce ina =
E a rosicare. Gufi - - { Perppgerase = 57. Tav. I. fi 4
Geometre - - - - - 58 — 64 Taw i fig. 7.
pi peaghe - --- + Ra -— 68. Tav. I fg: 9
(1) EMO + => 174. Tav. Ii0cog. di
: Estries==iane see == Sii oe 79: Tav. I. fig. Io.
o Calabroni - = - - - - - - - 80.- 81. Tav. I fig. IT.
BEE, 2 SEIDAI venosé; Mosche- - - e | 82. 3 86. Tav. I. fig 5. &
ve ai vegetabili econo- T'ipule ge fa 87. 0g. “Tave I fig. 12.
«| —‘’0mici, ed agli ani A Scarabei - - - - - - = = + 90.- — Tav. IL fig. 7.
E: "mali utili all’agri- . 2. 3 Carrughe - = > - see In: Tav. II. fig. 2.
| coltura, si possoni Dannosi presumibilmen- Insetti Cetonie- >. = 2 isii= = — — Tav. II. fi. 3:
te tutti, tanto nello stato di
bruco, quanto in quello
di insetto perfetto, perchè
dividere in 4. Se Deérmesti - - -.> > - = = = ‘97. -- ror. Tav. II fig. 4.
© zioni, che sono
le cui ali Memtellate- sf "> - « F> tomo cut Per, IL fig, Di
sono munite Doratelle ni
1 i == > - - - - 103. — 107. Tav. II fig. 6. |
in questi due stati la loro 3, e Puntérioli# = > <= s - - + 108, 112. Tav..IL. fig 7. -&
bocca è munita dij man- : Tenebrioni- - » = - 2 + - - 113, — i14. Tav. IL fig. 8. I
dibole* cornee, Tordhi=z® = +27 para Do ESS I
. F St I, «drv carena i a j e L'avestla
5 et a Insetti ruggitegno pr n
cet avi
Forbicine - - - - © = - |
va ia,
Scarafaggi- - *» -
cuni Locuste - >
Nepe >>
Che recano danno in
qualsiasi periodo della
ro vita, non ziar
- modalieà di
Ie cui ali
{ ossiano papilioni che vo-} z . DE
Farfalle { Tano si i giorno, } trà = Ge Tavokettipoogi:
Sfingi . . ( che volano di sera. ) 10. —- 14.* Tav. I: fig. 2.
Ù I cui bruchi )
2 vivonoin »} IÙ. — 26..
senza ali } Pidocchi - > - - .2. 195!
Zecche= - = = 2 - 2 LL . <= 137. Tav. II. fig. 17.
Tafani- - - += - - = - - - 138.-- — Tav. II f
È - Pungeruole - - = = = - - - 139. -- i4o. Tav. IL
ad ali venose Moscaragni - = - - - >= -. - 141 -- 142, Tav. Ih
î Vespe - -— - - - - 3 - - - 143. — 145. Tav. IL fig. 2
; > {Formiche + - - - 3-4 146.-- — = 30
Che nello stato di lar-
va e di ninfa non sono
conosciuti per nocivi, e lo
sono come insetti perfetti.
i e ——
-
APPEN
x
DICE.
23
SPIEGAZIONE DELLE FIGURE (1).
Tavola I.
Fig. 1. Farfalla policlori (a più colori). a bruco.
5 crisalide. c farfalla volante. d la stessa in riposo»
2. Sfiuge del pino. @ bruco. d crisalide» c sfinge
volante. d la stessa in riposo.
2.* Zigena della vite. a bruco. è bozzelo. c eri-
salide. d insetto perfetto maschio. e femmina.
3. Falena neustria ( filatrice ). @ le sue uova.
è crisalide. 7 bozzolo. e falena volante. f la stessa
in riposo.
4. Falena ( Guffo ) erbaggivora. @ bruco. % lo
stesso vicino a cangiarsi in crisalide. c crisalide.
d falena volante. e la stessa in riposo.
5. Mosca delle radici. a bruco. è crisalide.
e insetto perfetto.
6. Falena'( rodilegna ) del castagno. a bruco.
b crisalide. c insetto perfetto in riposo.
7. Falena (geometra) misuratrice jemale. @ bruco.
b crisalide. c femmina della detta falena. 4 il
maschio volante.
8. Tarma evonimella. a bruchi. 5 bozzoli. © cri
salide. 4 tarma in riposo. e la stessa volante.
9. Falena ( Lucivaga ) del melo (2). @ bruco-
5 crisalide. c la falena volante. d la stessa in
riposo.
ro: Estro del cavallo. @ bruco o-larva. 5 il
maschio. c la femmina»
(1) Ogni figura serve a rappresentare i caratteri generici
di quelle famiglie di insetti che sono nocivi; e inoltre
serve a denotare una o due specie dei medesimi,
(=) Lomb. Pomo.
3
A
24
11. Calabrone dell’ abete. a bruchi. 6 ninfa.
c insetto perfetto.
12. Tipula ortolana. a bruco, è crisalide. c inset-
to perfetto.
13. Forbice portata da un lungo bastone, per
istaccare dagli alberi i nidi delle falene, delle
tarme , e dei calabroni , che vivono in società.
14. Forbice a rete per prendere le farfalle, le
falene, ed impedire che depongano le uova sui
vegetabili.
Tacola II.
Fig. 1. Scarabeo rinoceronte. a larva. d ninfa.
c insetto perfetto maschio. d la femmina,
2» Carruga volgare. @ larva. 6 ninfa come sta
nel terreno. c insetto perfetto maschio volante.
d la femmina. e le uova e due larve schiuse dalle
stesse.
3. Cetonia stitica. a larva. 5 insetto perfetto.
4. a Dermeste tipografo. b Dermeste struggipino.
c lo stesso ingrandito col mieroscopio.
5. Mantellata dei piselli. a larva. è l’ insetto per-
fetto. c il medesimo veduto col microscopio. d un
seme di pisello col foro pel quale esce l’insetto
perfetto.
6. Doratella degli asparagi. « larva. è ninfa.
c insetto perfetto.
7: a Punternolo o Gorgoglione della vite. è lar-
va del Punteruolo bacco. c lo stesso Punteruolo.
8. a Larva del Tenebrione struggigrano. è l’in-
setto perfetto. c Tenebrione mugnajo.
g- Tonchio delle api. a larva. b insetto perfetto.
so. Struggilegno navale. « larva. è ninfa. c ine
setto perfetto.
25
11. Forbicina auricolare. a ninfa. d insetto perfette.
ro. Scarafaggio domestico. @« ninfa. è insetto
perfetto.
13. Nepa cenericcia, ossia Scorpione acquatico»
a larva. 6 insetto perfetto. c lo stesso volante.
14. a Grillo stridulo. 6 Cavalletta verdissima.
e Grillo ceruleo.
15. Chermes della vite. a Chermes femmina che
depone le uova. d la stessa senza uova. c il maschios
16. Gimice del pero. a di grandezza naturalè.
b veduto col microscopio.
17. a Zecca dei cani. 6 Zecca terrestere. c Zecca
reduvio.
18. Gorgoglione del pruno. a di grandezza na-
turale. 8, c maschio e femmina ingranditi.
19- Tafano bovino.
20. & Moscaragno cavallino. & Moscaragno delle
pecore.
21. a Vespa. 6 Vespa apivora.
22. Pungeruola calcitrante.
<“É
P.A-R T.E
Descrizione degli insetti NOcivi..
Sezione Î.
Degli insetti i quali nuocono soltanto
nello stato di bruco (1).
A questa sezione appartengono i generiz
1. Farfalla. 5. Estro.
2. Sfinge. 6. Calabrone.
3. Falena. 7. Mosca.
4. Tarma. 6. Tipula.
rob:
Delle Farfalle ( tav. I. fig. 1.).
Le farfalle, ossiano i papilioni diurni pro-
priamente detti, sì distinguono dagli altri insetti,
coi quali hanno qualche affinità di organismo,
1.° dai loro bruchi d’ordinario spinosi ; 2.° perchè
si cangiano in crisalide senza filare verun boz-
zolo, e la crisalide è dentata; 3.° perchè nello
stato d’ insetto perfetto le loro antenne sono
ingrossate all’ apice, e volano soltanto di giorno.
_———_=-=-=-=-—-—-—-—-=-=-=-=-->-—-+—- -z- - —rrwy—
(1) Per questa ragione nella descrizione degli insetti prim.
cipio sempre dal bruco ; dove pel contiario i naturalisti
principiano dall’ insetto perfetio.
ci
Num. 1. Farfalla del sorbo.
Papilio cratagi L.
Bruco peloso giallo con tre linee nere inter-
rotte a cadaun anello.
Crisalide , da principio verde , indî biancastra ,
con alcune macchie e punti regolari neri.
Insetto perfetto coll’ali rotondate, bianche , e
colle nervature nere tanto nel maschio che
nella femmina.
Figura. Roesel Tom TIT Tag-voegel. tav. 3.
| Osservazione. Il bruco prima dell’ ultima muta
vive in società, cioè non trovasi mai isolato ;
dappoi è vago. Esso divora in primavera i teneri
germogli, ed i fiori di qualsiasi albero frut-
tifero, non escluso il persico, e poi ingrossanco
Pagina i rami delle loro foglie. Quei rami sul
quali la farfalla ha deposte é uova si conoserro
da ‘ciò, che sembrano avvolti da una piccola te!a
di ragno; ond’è, che levando tali ragnatele
mentre l'albero è nudo, si salva la pianta cal
guasto, che recarle potrebbero i bruchi sortendo
dalle uova. A quest oggetto si adopra una
forbice tenuta aperta da una molla, ed innalzata
per una delle sue aste su d'una pertica, come
alla tav. I. fig. 13 Se però fossero già nati i
bruchi e rodessero i germogli, conviene senza
ritardo stendere un lenzuolo al piede dell’ albero
e scuotere i rami, acciò cadano su dî esso, e
si possano uccidere. Se cadono i bruchi sul nudo
terreno , si appiattano fra le erbe, ed il loro
'’
28
colore li nasconde alle più diligenti ricerche.
Si noti che codesti bruchi, comunque al minimo
urto abbandonino il corpo cui si appoggiano ;
tuttavia, se l’ urto non è alquanto violento, riman-
gono attaccati ai rami e penzoloni per mezzo
di un tenuissimo filo di seta, a guisa appunto
dei ragni; onde non bisogna accontentarsi di
raccogliere quelli caduti nel lenzuolo, ma quelli
ancora che pendono dall’ albero. Non si ricorra
però a questo metodo quando le piante hanno
appena legato i frutti, perchè gli urti li fareb-
bero cadere unitamente ai bruchi. In questo
caso è meglio ricorrere ai metodi generali di
distruggere i bruchi, registrati in fine di codesto
Saggio. Si può dare la caccia anche all’ insetto
perfetto , ossia alle farfalle , per impedire che
depongano le uova. A questo oggetto bisognerà
osservare nell’ orto o fuori nel vicinato, se vi
abbiano di quei piccoli cardi selvatici chiamati dai
botanici Serratula arvensis, e visitandoli sull’ im-
brunir della sera vi si troveranno sopra poco
meno che ammucchiate le farfalle in riposo.
Tali farfalle allora più non volano quand’ anche
siano scosse, e neppur una sfugge alla mano del
raccoglitore. Questa. farfalla. dopo il mese di
aprile più non si vede sino all'anno susseguente.
Linneo la chiama la peste degli orti.
2. Farfalla cavolaja maggiore.
Papilio brassice. L.
Bruco verde-cenericcio punteggiato di nere
con tre linee giallo-sulfuree. |
29
Crisalide bianco - cenericcia con ‘alcuni punti
neri.
Insetto perfetto. Nel maschio ali intere, ro-
tondate, bianche le superiori con due macchie,
e l’ apice nero; le inferiori per disotto grigio»
chiare. La femmina ha le ali superiori col solo
apice nero.
Figura. Roesel. Ins. I. Pap. 2. tav. 4.
Osservazione. Il bruco di questa farfalla, uno.
dei più rovinosi agli orti, vive come il prece-
dente in società, perchè la farfalla femmina de-
pone sempre molte uova sulla stessa foglia; ma
dopo l’ultima muta della pelle è vago. Facile
riesce durante il giorno di trovare intere fami-
glie di cotali bruchi attaccate alla pagina infe-
riore dei cavoli; cosicchè deputando dei ragazzi
con due palette di legno ad esplorare le foglie
stesse, e comprimerle fra le palette medesime
se contengono dei bruchi, se ne fa grandissima
strage, perciocchè eglino sono sottilissimi di
pelle. Questi bruchi per incrisalidarsi si attac-
cano ai muri degli abitati campestri, e facilissi-
mo allora è il raccoglierli; ma allora hanno
già danneggiato gli orti; onde il miglior meto-
do per le piantagioni vaste è quello di impe-
dire che le farfalle depongano le uova sui ca-
voli. Ciò si ottiene piantando a luogo a luogo
nel campo degli steli di stramonio ( Datura stra-
monium. L. ). Non saprei assegnare, se sia il gra-
veolente odore di quest erba che allontana dai
30
cavoli le farfalle ; od un’altra causa qualunque.
Egli è però di fatto che non si veggono mai le
cavolaje ove lo stramonio è misto alle verze. Se
la piantagione fosse già invasa dai bruchi, si po-
trebbero introdurre nel campo dei pulcini , i
quali divorerebbero i bruchi lasciando i paro
intatti.
3. Farfalla cavolaja minore Rapajola
Papilio rape L.
Bruco tutto verde velutato ; talvolta con una
linea gialla lungo il dorso ed ai lati.
Crisalide cenericcia gobbosa.
Insetto perfetto. Eguale al suddescritto; ma
un terzo più piccolo. Le ali inferiori nel ma-
schio per disotto sono gialle; e le ali anteriori
della femmina, oltre l'apice nero, hanno pure
un punto dell’ egual colore, che non si ravvisa
nella cavolaja maggiore.
Figura. Reaumur. Ins. I. Tav. 29. fig. 7. 8.
Osservazione. Danneggia i cavoli, come la
cavolaja suddescritta; ma il bruco non vive in
società prima dell’ ultima muta della pelle. Lo
stramonio lo allontana pure dai campi (1).
(1) Alle due farfalle suindicate appartengono per titolo di
famiglia la Farfalla del navone, Papilio mapi; quella della
senape, Pepilio sinapis; nonchè il Daplidice; madi tutti e
îre nom si conoscono i bruchi, e la piccola quantità delle
loro farfalle, le quzli in brevi giorni scompajono, ci Ame»
disce di dire come e quanto ci siano dannosi.
bi»
4. Farfalla podalirio.
Papilio podalyrius L.
Bruco liscio, giallastro, minutamente punteg-
giato di color fosco.
Crisalide dell’eguale colore.
Insetto perfetto. Ali anteriori giallognole ;
prolungate a guisa di coda con delle fascie ne-
rastre longitudinali , accoppiate, delle quali alter-
nativamente una è più corta dell’altra ; più una
macchia aranciata dove le ali fanno angolo per
prolungarsi in coda.
Figura. Roesel. Ins. I. pap. 2. tav. 2.
Osservazione. Il bruco di questa bella farfalla
vive solitario. In alcuni anni si mostra però ab-
bastanza copioso per meritare che l agricoltore
gli dia la caccia; giacchè vive non solo delle
foglie del pruno e del persico, ma intacca pur
quelle dei cavoli e del trifoglio.
5 Farfalla macaone,
Papilio machaon. L.
Bruco solitario, liscio, verde, con anelli verdi,
punteggiati di color di minio, e due tentacoli
gialli retrattili al primo anello.
Crisalide cenericcio-verdastra.
Insetto perfetto. Ali gialle col lembo nerastro
.scantonato di giallo, ed una macchia rosso-aranciata
all'apice interno delle ali, ove si prolungano in coda.
Figura. Roesel tom. I. pap. 2. tav. 1.
Osservazione. La limitata coltivazione che si
fa in Lombardia di piante ombrellifere; delle
32
quali si pasce il bruco di tale farfalla, è forse
la causa per la quale non è moltiplicato al se-
gno di trovarlo noi dannoso. Non così è però a
Meldola, Beltimoro ed altre località nel dipar-
timento del Crostolo, ove si coltiva l’ anice per
commercio. Con tutto ciò le carote, i finocchi,
il prezzemolo e la ruta sono frequentemente
anche presso noi divorate da questo bruco ; e se
coltivassimo le carote in grande per uso di forag-
gio, come si costuma in Inghilterra , questo bruco
sarebbe per noi egualmente dannoso della cavolaja.
6. Farfalla io. Papilio io. L.
Bruco spinoso nero, punteggiato di bianco.
Crisalide dentata, verde o bruna, con alcuni
punti dorati.
Insetto perfetto. Ali angolose, color di tabac-
co di Spagna, ed un occhio ceruleo su cadauna
di esse. Per di sotto le ali sono tutte nere on-
deggiate.
Figura. Roesel. Ins. I. pap. 1. tav. 3.
Osservazione. Il bruco di questa magnifica
farfalla vive in numerosissima società sull’ortica
e sul luppolo, prima di cangiarsi in crisalide : ed
io non ne avrei forse parlato , se non sì fosse in-
trodotto appo noi l uso della birra, la quale
porta di conseguenza la coltivazione del luppolo.
La nerezza però del bruco lo fa distinguere fa-
cilmente da lungi, ed il suo costume di vivere
per un dato tempo in società fa sì, che in breve
ora se ne possa prendere e schiacciare in gran-
33
de quantità. Di buon mattino prima che il sole
si alzi si trovano le farfalle appiattate sotto le
foglie del luppolo e dell’ ortica, e nessuna allora
sfugge alla mano di chi le cerca.
7. Farfalla policloros. Papilio polycloros L.
( Tav. I. fig. I. )
Bruco spinoso, bruno, con una linea gialla ai
lati, e che puzza di muschio.
Crisalide color di carne, con macchie dorate,
Insetto perfetto. Ali nel lato superiore di co-
lore del tabacco di Spagna, macchiate di nero
col lembo angoloso; nell’ inferiore lato nere.
Figura. Roesel. Ins. I. pap. 1. tav. 2.
Osservazione. Il bruco di questa bella farfalla
è riputato uno dei più nocivi. Esso difatti nel
forte della vegetazione, cioè da maggio sino ad
agosto, divora le foglie degli alberi fruttiferi di
ogni sorta. Siccome però vive in famiglia, così
facile riesce di distruggerne buon numero, dac-
chè si siaccorge del danno che reca. La farfalla
che ne proviene vive lungo tempo dopo che è
dalla crisalide sortita, e si pasce della linfa, che
trasuda dal tronco dei giovani salici recente-
mente piantati. Su di essi si trovano in copia
di buon mattino; e non è difficile di prenderle
colla forbice (tav. I. fig. 14.), e così diminuire
d’assai la futura generazione di questo ospite
nemico dei frutteti.
8. Farfalla galatea. Papilio galathea L.
Bruco verde col capo e due spine color di
carne alla coda.
34
Crisalide nuda, gibbosa, con due macchie ner e.
Insetto perfetto. Ali screziate di bianco e di
nero, con un occhio nelle superiori , e cinque
poco distinti nelle inferiori.
Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 37. fig. I. 2.
Osservazione. Questa farfalla trovasi soltanto
ai colli e segnatamente sulle piante gramignacee
dei prati. Il di lei bruco si nutre delle grami-
gne stesse: ed in alcuni anni tanta è la di lui
quantità, che scarseggiano i foraggi pel gua-
sto che fanno nei prati i bruchi medesimi.
g. Farfalla argo. Papilio argus. L.
Bruco piccolo assai, verde o bruno-rossastro,
talvolta verde con una linea rossastra lungo il
dorso.
Crisalide rotondata alle estremità, bruna da
principio, indi nera.
Insetto perfetto. Ali superiori di vivacissimo
color. celeste: bordate di bianco ; per disotto ce-
nericcie' con una fascia di occhi circondati da
una linea gialla scantonata. Questo bel papi-
lione ammette molte varierà nel colorito; ma
sempre si distingue dagli altri per la fascia di
occhi, che ha sotto alle ali posteriori.
Figura. Schaeffer. Icon. tav. 20. fig. 3. 4.
Osservazione. Non avrei creduto che i bruchi
di questa vaga farfallina comunissima fra di noi
fossero dannosi , se il fatto non mi avesse con»
vinto. Essi mi rovinarono le foglie di alcune
preziose varietà di fave nane pervenutemi da
35
Pietroburgo ; ma lasciando intatta la loro infe-
riore epidermide, (uesti bruchi stanno sempre
attaccati alla foglia della quale rosicano il pa-
renchima, e si giudicherebbero quasi privi di
moto; onde si può loro dare facilmente la caccia.
Essi appartengono a quella classe che da Reau-
mur furono chiamati chenilles cloportes , ossiane
bruchi aselucci.
$. 2.0
Delle Sfingi ( tav. I fig 2. )
Le Sfingi, così chiamate dal tenere l’abdome
rivolto allo in su allorchè sono in riposo ; si di-
stinguono dai papilioni; 1. perchè hanno le an-
tenne prismatiche; 2. per l’abdome assai gros-
so; e 3 perchè volano solo sul far della sera.
I loro bruchi sono d’ ordinario adorni di ma-
gnifici colori e portano un cornetto all ultimo
loro anello. Differiscono pure dai papilioni quan-
to ai costumi, perchè si cangiano in crisalide
sotto la terra, e dalle falene, perchè non filano
bozzolo di sorta.
1o. Sfinge occhiuta. Sphinx ocellata L.
Bruco solitario con coda, liscio, verde con
delle striscie laterali bianche, dei punti e degli
occhi gialli.
Crisalide fosca col dorso nero. 1
° Insetto perfetto. Ali superiori screziate di bru-
no e di color roseo ; le inferiori rosee con un
ecchio ceruleo, accerchiato dì color nero.
36
Figura. Roesel. Ins. 1. Phal. r. tav. r.
Osservazione. Alcuni reputano rara questa ed
altre sfingi, mentre punto non lo sono; e tali ci
sembrano, perchè non le cerchiamo di notte ;
tenpo nel quale volano pei campi e nei pome-
ti. Diffatti se pongasi in un' podere un lume
acceso di notte, e corra la bella stagione, si re-
sta meravigliati in vedere la quantità delle far-
falle notturne, che esistono durante quell’ epoca
e che vanno contro il lume ad abbruciarsi le
ali. Questo è infatti il metodo di prenderne di
più sorta, e d'impedire che abbiano luogo le
future generazioni. Questo metodo è quello che
va adoperato contro la sfinge occhiuta ; giacchè il
di lei bruco è omnivoro, e divora tanto le foglie
degli alberi boschivi, quanto quelle dei fruttici,
11. Sfinge teschio. Sphinx atropos. L.
Bruco grosso più del pollice, solitario con
coda abbassata, dapprima verde, indi verde-
giallo, punteggiato di nero, con linee trasversali
per metà verdi e per metà violacee.
Crisalide fosco-rossa.
Insetto perfetto. Ali intere ; le anteriori fosco»
nerastre; le posteriori gialle con delle fascie
fosche. L'abdome è giallo con anelli neri ; il
dorso è parimenti giallastro, ed ha delle mac»
chie nere imitanti un teschio.
Figura. Roesel. Ins. 3. tav. r. 2.
Osservazione. Facilmente si trovano i bruchi
di questa sfinge sulle foglie del pomo di terra
37
e sul gelsomino. Tanta è la loro voracità, che
pochi di essi bastano a rendere deserta un’ajuola
in meno di alcuni giorni; e poichè nel disot-
terrare i tuberi delle patate se ne scoprono non
di rado le crisalidi ; così non bisogna negligen-
tare questa occasione per ucciderle. Si è preteso
recentemente da un giornalista francese, che
questa sfinge nello stato di insetto perfetto de-
rubi il miele alle api: ma i seguenti riflessi
sembrano smentire tale assertiva. 1. Il suo cor-
po è troppo grosso per penetrare nel foro di
un’ arnia. 2. Ella non può introdurre nel foro
medesimo la sua proboscide per succhiarne il
miele, perchè questa proboscide è troppo corta.
3. Le api non soffrirebbero consimili insulti
senza assalire tutte di comune accordo il nemi-
co, ucciderlo, od allontanarlo per lo meno.
12. Sfinge celerio. Sphinx celerio L.
Bruco fosco, con coda e due linee laterali
bianche, e due macchie a guisa di occhi ad
ambi i lati del collo.
Crisalide anteriormente nerastra , posterior-
mente aranciato-oscura.
Insetto perfetto. Ali intere grigie, le ante-
riori con alcune strisce bianche, le posteriori
fosche con sei macchie rosse.
Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 8.
Osservazione. Alcuni autori rispettabili hanno
creduto che la sfinge, la quale divora misera-
mente le foglie della vite in alcuni luoghi, fos-
w
36
se la Sphinx elpenor di Linneo, mentre invece
è la celerio quì descritta, e la sfinge elpenor
si pasce solo dell’epilobio e del convolvolo. Una
certa somiglianza che passa fra il-bruco dell’una
e dell’altra è la causa di tale errore.
13. Sfinge del Pino. Sphinx pinastri. L.
( Tav. I. fig. 2.)
Bruco verdastro con coda; una linea color di
ruggine sul dorso, ed un’ altra gialla ai lati;
Trachee pure color di ruggine.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali intere cenericcio - rossa-
stre, di cui le anteriori hanno tre linee nere
avvicinate. L’abdome è fosco con delle cinture
bianche. i
Figura. Roesel. Ins. I. phal. 1. tav. 6.
Osservazione. Il bruco di questa sfinge occu-
pa sempre l’ apice dei pini, delle cui foglie
unicamente si pasce. Per tal modo con gravis-
simo danno del proprietario, esso. impedisce lo
sviluppo in lunghezza dei pini medesimi, e li
priva d’ una delle principali qualità che in essi
sì ricerca.
14. Sfinge del pioppo. Sphinx populi. L.
Bruco verde, scabro, con coda, una linea e
delle striscie bianche, oblique da ambo i lati.
Crisalide grigio-oscura nella parte anteriore ;
color di ruggine nella inferiore.
Insetto perfetto. Ali dentate, grigie con una
larga macchia color di ruggine, che dall’ inser-
39
zione si prolunga nella parte di loro più larga.
Le anteriori hanno anche un punto bianco.
Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 3o.
Osservazione. Comunissimo è questo bruco
sul pioppo e sul salice, dei quali divora le fo-
glie. I contadini non reputano grave danno quel-
lo che fanno i bruchi alle piante, se non allor-
quando sono essi in copia tale di quasi intera-
mente sfrondarle, ed è perciò che poca cura si
dano di distruggere i bruchi medesimi. Anche
però il parziale sfrondamento di qualche ramo
nuoce moltissimo ai vegetabili. Noi sappiamo
dalla fisiologia delle piante, che le foglie loro
sono organi assorbenti ed escretorj ad un tem-
po stesso; cioè che assorbono dall’ atmosfera
delle sostanze , per le quali l’ albero si nutre e
cresce; ed esalano il superfluo alla nutrizione;
che anzi l’ umore nutritizio, il quale alimenta
e fa ingrossare le radici, ha un moto di disce*a
( dalle foglie che lo assorbono ) verso le radici
medesime, e serve ad alimentare e rendere vi-
gorose le radici stesse; ciò posto , quanto non
deve essere il disordine nell’ economia vitale
d’un albero, di cui qualche membro non possa
eseguire le due funzioni principali e più neces-
sarie alla di lui esistenza? (1)
(1) Alcuni naturalisti oltre le farfalle e le sfingi qui an-
noverate fanno pur cenno di alcune altre specie, cui diedero
4
40
14* Zigena della vite.
Zygaena ampellophaga (mihi ). (1).
Bruco non più lungo di un pollice, bruno;
ogni anello del suo corpo porta dei peli disposti
a stella su ambo ilati, ed il ventre è biancastro.
un nome corrispondente alla pianta sulla quale i loro bru-
chi furono trovati : essi sono fra le farfalle
1. La farfalla del pruno Papilio prunî. L.
2. La farfalla della quercia. Papilio guercus. L.
3. La farfalla del pioppo. Papilio populi. L.
4. La farfalla della betula. Papilio berule. L.
La piccolezza però di tali farfalle, e, direi quasi, la loro
rarità nel clima almeno sotto il quale io scrivo, non mi
permette di credere nocivi i loro bruchi. Eguale opinione
io tengo riguardo alle
I. Sfinge del tiglio. Spbinx tilie. L.
2. Sfinge delle piante stellate. Sesia stellatavum Fabr.
Quest’ ultima a dir vero è frequentissima ; ma sarebbeci dan-
nosa nel caso soltaato, che noi coltivassimo la rubbia;
giacchè se ora il di lei bruco si pasce del Gallio aspro, Gal-
lium aparine. L., che si trova nelle siepi, divorando allora
le foglie della rubbia, che trovasse coltivata nei campi, im-
pedirebbe 1° accrescimento delle di lei radici, le quali tanto
interessano la tintorìa.
(3) Hanno rilevato gli Entomologi, che fra le farfalle, le
quali molto si avvicinano alle sfingi per la forma e pel
costume di volare sull’imbrunir della sera, eranvi alcune,
le quali potevano fare un genere separato, attesochè fab-
bricano un bozzolo a guisa delle falene, nè si appiattano
sotto terra per subirvi l’ultima metamorfosi, siccome fanno
le sfingi propriamente dette. Degeer fu il primo che fece
tale distinzione, e diede alle anzidette farfalle il nome di
Papilioni falene ( Spbinx-adscita ). Ma avendo rilevato in
appresso il sig. Fabricio, ch’ elleno si scostavano dalle sfingi
pel carattere delle antenne non prismatiche, ma rotondate
ed alquanto più gresse verso la loro metà, fotmò il genere
41
Bozzolo ovale candidissimo, tessuto con poca
seta, onde non è consistente.
Crisalide bianca dapprima, e che imbrunisce,
quando sta per sortire l’ insetto perfetto.
Insetto perfetto. Ali anteriori e posteriori di
una tinta bruna uniforme, alquanto lucida , cioè
di quel colore volgarmente detto testa di moro ;
abdome, torace, capo, ed antenne di un bel
colore ‘azzurro metallico.
Zygena ritenuto dagli Entomologi, che scrissero dopo dî
lui. La Zigena della vite, che io chiamo perciò Zysene
ampellophaga, trovasi figurata nello stato di farfalla al tomo
3. tav. 10: fig. 151 A. dell’opera di Engremel: Puapillons
d' Europe, ove è denominata Spbinx du prunellier, ossia del
pruno. In appresso sotto il medesimo nome di Sphinx pruné
fu brevemente descritta dal celebre chimico Giobert nella parte
prima delle Memorie della Società centrale di Agricoltura
di Torino pag. 79; ma siccome ritenendo tale denominazione
si darebbe luogo a confonderla con altro insetto, ho creduto
di denotarla con un nome, che indichi la sua nociva qualità,
To mi sono altronde accertato più volte, che gli Entomologi
hanno dato agli insetti da loro descritti per nome specifico
quello della pianta sulla quale li hanno trovati nello stato
perfetto, cosa che è accidentale assai; mentre importava anzi
di indicare col nome specifico medesimo la pianta, cui nuocon@
nello stato di bruco. Ora essendo rara la favorevole circo»
stanza di trovare i bruchi di alcune farfalle, essendo anzi
di moltissime ignoti, mi sono creduto autorizzato a cangiare
il nome di sfinge del pruno, in quello di zigena della vite,
perciò appunto che mi si è presentata nella corrente prima.
vera ( 1809) l'occasione di potere ‘educare il bruco della
zigena, che qui descrivo, e che diversi proprietarj delle
colline dette d’ Oltrepò mi hanno interpellato sul mezzo di
distruggere un insetto loro tanto dannoso.
42
Figura. Tav. I. fig..2.*
Osservazione. Quando incominciano ad ingros-
sare e poi a spuntare le gemme nei rami della
vite destinati a portare i grappoli, sbucciano i
piccoli bruchi dalle uova che depositò sui tralci
la farfalla nel mese di giugno dell’ anno prece-
dente. Appena sbucciati si praticano un foro nel
centro delle gemme, e divorando i rudimenti dei
grappoli, non meno che delle foglie , defraudano
le speranze dell’ agricoltore , e talvolta conducono
ben anche la vite a morte col privarla delle
foglie, che sono il principale mezzo della nu-
trizione della pianta. Codesti bruchi nello spazio
di circa .un mese cangiano più volte di pelle ;
quindi appiattatisi disotto alla scorza lacera della
vite, o nelle fessure, e nelle scorze dei pali, e
talvolta anche disotto alle legature che vincolano
i pampini ai pali medesimi, fabbricano il boz-
zolo, dal quale sortono cangiati in farfalle dopo
circa 16 giorni; ciò che suole avvenire fra gli
ultimi giorni di maggio ed i primi di giugno,
secondo che la temperatura atmosferica è più o
meno costante. Queste farfalle volano assai poco,
e solo sull’imbrunir. della sera, o di mattino
innanzi che il sole sia sul nostro orizzonte ; anzi
volano così pesantemente, che si possono pren-
dere colle mani. Elleno non sono punto diffidenti,
e quando stanno appiattate sui vegetabili si lasciano
prendere con quella facilità, che si colgono i
vegetabili stessi; mentre pel contrario le vere
43
sfingi sono assai vivaci nei loro movimenti, ed
hanno un volo rapidissimo.
I bruchi di questa zigena trovansi numerosis-
simi in Piemonte sui colli che costeggiano la
strada Romera da Broni a Casteggio, ed in
alcuni anni favorevoli al loro sviluppo si calcola
che involano la metà della vendemmia. Dai co-
stumi sovraesposti si rileva, non essere difficile
di liberare i vigneti da tale flagello, non già
col dare la caccia ai bruchi medesimi; giacchè
stando essi appiattati nei teneri germogli delle
viti, si arrischierebbe nel coglierli di frangere
i germogli medesimi; ma bensì deputando dei
ragazzi a prendere l’ insetto perfetto, il quale
per la sua stupida pigrizia non può sfuggire
alle loro mani. Sarebbe pure opportuno, che il
potatore delle viti medesime, nell’ atto che le
dispone in filari, stropicciasse i tralci con una
grossa ruvida lana, onde staccare da essi le
uova di così rovinoso insetto , che per la loro
esilità si nascondono all’ occhio dell’ osservatore ;
ed usasse solo di pali scortecciati per sostenere,
le viti, e rinnovasse infallantemente ogni anno i
vimini, che servono a legarla ai pali mede-
simi. fo vorrei lusingarmi, che una sì fatta cura
continuata per tre anni distruggerebbe del tutto
tale insetto nocivo. Si potrebbe a dir vero cogliere
anche i bruchi, perchè essi sortono a mezzo
giorno dalle gemme della vite, e camminano
lungo i tralci sino verso alle due: ore pomeri-
44
diane; ma tale caccia deve essere fatta con un
lungo pennello a setole pungenti, o costrutto di
finissimo fil di ferro; acciocchè tocchi da esso
i bruchi rimangano feriti e non possano subire
l’ultima metamorfosi. Per ultimo si potrebbe
accendere di distanza in distanza nel vigneto dei
piccoli fuochi a notte inoltrata, onde vedere se
fosse comune a queste zigene il costume, che
hanno le piralidi di accorrere intorno agli 0g-
getti luminosi. Ciò accadendo, la fiamma tarpando
loro le ali, caderebbero le farfalle sul terreno,
nè potrebbero più deporre le uova per una fu-
tura generazione sui sarmenti della vite. Combi-
nando nello stesso anno questi tre metodi di
distruzione non se ne possono aspettare che ‘dei
felici risultati.
bas
Delle Falene (tav. I. fis. 3. £. 6. 7. 8. 9. ).
Le falene sono farfalle le quali a guisa delle
sfingi volano solo di notte; ma si distinguono
da quelle, e dai papilioni : 1.° perchè le loro
antenne sono filiformi, o fatte a pettine; 2.° perchè
le loro crisalidi sono difese da un bozzolo di
seta filato dal bruco della specie rispettiva , o
formato da altra sostanza. In questo genere
d’ insetti le femmine sono più grandi dei maschi;
e siccome esso è uno dei più ricchi di specie,
così fu diviso in.
Filatrici = Bombyces.
Guffi = Noctue.
dea Legnajuole = Cossus.
Geometre — Geometra.
Lucivaghe = Pyralides.
Tarme — Tinea.
* Falene Filatrici
( Tav. I fig. 3. ).
Le antenne di queste sono fatte a pettine.
15. Falena Pavonia maggiore. Phalena Bombyx
pavonia major. L.
Bruco nero da che sbuccia dall’ uovo sino alla
terza muta; dappoi verde ; sempre però ha delle
prominenze verrucose , disposte ad anello sul suo
corpo, e sormontate da alcuni peli rigidi. Tali
prominenze sono o cerulee, o rosse, o gialle.
Crisalide nera coll’ ano barbato.
Bozzolo di seta ruvida, grigia, con doppia
apertura dal suo lato più acuto, l’una interna ,
esterna l’ altra.
Insetto perfetto. Nel maschio ali anteriori
fosche con un occhio rinchiuso in una macchia
bianca per cadauna ala; le inferiori tiranti al
giallo. Nella femmina i colori sono più sbiadati.
| Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 15. 16, 17.
Osservazione. Dopo il bruco della sfinge
teschio num. 11, questo è il più grosso d’'Eu-
ropa, ed al tempo stesso uno dei più rovinosi
per gli alberi fruttiferi delle cyi foglie si pasce.
4
Disponendo la femmina di tale farfalla le nova
sui rami a guisa di anello, tutti i bruchi che
sbucciano da esse vivono quindi per molto tempo
in società; ed il ramo foglioso, che è alla loro
portata, rimane presto sfrondato. Talvolta questi
bruchi devastano anche le fragole. In più epoche
dell’anno si può dare la caccia a questo insetto :
la più proficua è però quella che si fa d'inverno,
cercando i di lui bozzoli fra le inserzioni dei
rami, e le uova che sui rami stessi ha deposto ,
diminuendosi così d’ assai la futura generazione.
Per conoscere se un frutice è già in preda dei
bruchi dei quali si parla, non è sempre neces»
sario di osservare la chioma dell'albero : lo
sterco dei bruchi che cade a terra, essendo assai
grosso, indica tosto la loro presenza; ed in que-
sto caso il rimedio è di fare del fumo di buon
mattino , abbruciando sotto all’ albero della paglia
inumidita, acciò cadendo i bruchi sul suolo si
possano uccidere.
16. Falena pavonia minore.
Phalena B. pavonia minor. L.
Differisce solo dalla precedente, perchè più
piccola. Ha i costumi di quella. Fu figurata da
Roesel. Ins, I. Phal. 2. tav. 5.
17. Falena lanuta.
Phalena B. lanestris. L.
Bruco, che vive in società, leggermente
peloso ; tutto nero nelle prime mute; in appresso
con due macchie giallo-oscure, pelose ad ogni
anello del suo corpo.
47
‘Bozzolo elittico , giallognolo , nel quale non si
ravvisano fili di seta, perchè agglutinati insieme
e ridotti a consistenza cartonosa, ma fragile.
Crisalide nera.
Insetto perfetto. Ali color di cioccolata con
tre macchiette bianche per cadauna.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 62.
Osservazione. I bruchi, dai quali nasce la
falena lanuta, vivono in società sino al momento,
che stanno per filare il bozzolo. Ogni società di
questi bruchi, la quale non è mai minore di
200 in 300, sta riunita sotto una specie di nido
irregolare, costrutto di seta bianca a varj strati
concentrici, con fori esterni. I bruchi in ragione
dell’ accrescimento che prendono filano e dilatano
codesto nido. Sino a che sono giovani stanno
rinchiusi nel nido stesso, e fatto passare nel di
lui centro un ramoscello foglioso se lo divo-
rano stando al coperto. Cresciuti poi sortono, dal
bozzolo a pascolare in ore determinate del gior-
no, e vi rientrano. Quindi è che per liberare
gli alberi fruttiferi dal loro guasto, bisogna
staccare dalla pianta gli indicati nidi o di sera
o di buon mattino, quando i bruchi vi sono
ritirati; o volendo ciò eseguire di giorno, spruz-
zare la pianta con dell’acqua, acciò i bruchi,
che trovansi sparsi su di essa, e che temono la
pioggia, si ricoverino nella loro abitazione. Dif-
ficile assai riesce di dare altrimenti la caccia @
questo rovinoso insetto , perchè nello stato di
43
farfalla vola solo di notte sui rami più alti dei
frutici, e le uova che depone sono avvolte da
a una lana nera (ch’ ella stacca dal suo abdome),
la quale confondendosi col colore dei rami non
permette di riconoscerle. Le indicate società di
bruchi si trovano sul pruno, sul tiglio, sul
salice, ed altre piante.
18. Falena processionale.
Phalena B. processionea. L.
Bruco che vive in società a guisa di quello
della falena lanuta, peloso, fosco-cinereo , col
dorso nero e delle verruche gialle.
Bozzoli nel nido, paralelli gli uni agli altri;
la cui seta è intralciata coi peli del bruco
divenuto liscio.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali fosche con una striscia
dell’ egual colore più carico.
Figura. Reaumur Ins. 2. tav. 11.
Osservazione. Il numero di questi bruchi per
ogni famiglia giunge talvolta a 700, 0 800; e
sulla quercia , pianta cui divorano , si trovano
più famiglie riunite. Essi compiono tutte le loro
metamorfosi nel nido, che sonosi cosfrutto e
ch’ è perciò assai grande ; e da quello non sortono
per andare al pascolo , se non traniontato il sole.
Questo costume ci indica che la caccia di tali
nidi va fatta di giorno a sole alzato, quando
tutti vi si trovano riuniti i bruchi in riposo.
Allorchè tali bruchi vanno al paseolo, o ne ri-
49
tornano, camminano appajati in numeri diseguali,
sicchè la famiglia intera presenta una figura
triangolare. I nidi sunnominati non si possono
maneggiare senza soffrire un doloroso prurito
alle mani ed al volto, a motivo dei. peli dei
bruchi, che entrano nei pori della pelle.
19. Falena processionale del Fino.
Phalena B. processionea pini. Villers.
Bruco nero, peloso.
Crisalide bruna.
Bozzolo formato da poca seta ruvida , collocato
sotto terra al piede degli alberi.
Insetto perfetto. Ali cenericcie con delle stri-
scie più cariche, poco spiegate, e l' abdome
anellato in color fosco.
Figura. Reaumur Tom. 2. tav. 8. fig. 1.-- 12.
Osservazione. I bruchi di questa falena prima
di fare il bozzolo vivono in società numerosa
entro un nido da loro costrutto con seta bianca,
il quale ha talvolta la grossezza di un melone,
ed è sempre attaccato ai rami dei pini; ond' è
assai riconoscibile da lungi la loro esistenza.
Da questo nido sortono i bruchi processional-
mente , siccome fanno quelli descritti al num. 18,
per andare a divorare le foglie dei pini mede-
simi, cui recano non lieve danno. Fatti poi
maturi i bruchi nascondonsi sotto terra per
incrisalidarsi.
50
20. Falena gallonata.
Phalena B. neustria. L.
( Tav. I. fig. 3.)
Bruco, che vive in società come il precedente ;
di color verde tirante al celeste, con delle linee
rosse cerulee ai lati, ed una bianca sul dorso.
Bozzolo fosco, cartonoso.
Crisalide oscura.
Insetto perfetto. Ali pagliarine con una striscia
color di ruggine.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 6.
Osservazione. Tutti i giardinieri convengono
nel considerare i bruchi di questa falena siccome
dei più rovinosi, perchè non rispettano veruna
sorta di alberi fruttiferi. Le mova dai quali
nascono vengono deposte dalla falena femmina
ad anello sui rami degli alberi, e non mai in
minor copia di 200, o 350.
21. Falena guerriera.
Phalena B. castrensis. I.
Bruco che vive in società, peloso, ceruleo
con linee rosse macchiate di nero.
Bozzolo ovale bianco.
Crisalide cenericcia.
Insetto perfetto. Ali oscure con due fascie
biancastre , ed una sola pallida nelle ali inferiori,
Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 14.
Osservazione. Il bruco di questa falena è
omnivoro, e pel guasto che fa nei campi va
del pari col precedente.
51
22. Falena dispari.
Phalena B. dispar. L.
Bruco peloso ora giallastro, ora grigio, più
di rado con una fascia longitudinale nera sul
dorso. Sul dorso stesso nella sua parte anteriore
ha 12 punti cerulei rilevati, e due pure rossi ad
ogni altro anello del di lui corpo. Questo bruco
si distingue anche per due prominenze laterali
al primo anello , che lo rendono come orecchiuto.
Bozzolo impropriamente detto, perchè for-
mato da pochi fili di seta, pei quali sta sospesa
la crisalide.
Crisalide bruno-nerastra, la quale ha un ciuf-
fo di peli al suo apice, ed una punta troncata
alla base.
Insetto perfetto. Ali grigio - fuligginose nel
maschio ; nella femmina biancastre con una
striscia ineguale, ed alcuni punti bruni.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 3.
Osservazione. Non vi ha, cred'io, falena più
moltiplicata di questa in Lombardia. Non passa
anno che vaste piantagioni di salice ed altri
alberi non siano quasi interamente sfrondate dai
suoi bruchi in primavera, e rimangano langui-
de ed emaciate sino alla nuova cacciata di
agosto. Questi bruchi attaccano pure i peri, i
pomi, gli olmi, i faggi con notabile danno
dell’ annuale loro accrescimento. In due maniere
si può dar loro la caccia; cioè quando la far-
falla è ancora nello stato di bruco, cercando di
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buon mattino oppure dopo una pioggia i bru-
chi medesimi, i quali trovansi in copia appiat-
tati sul tronco degli alberi, ove si possono
schiacciare con una lunga spatola di legno
che giunga a colpirli; ed in secondo luogo nello
stato di uovo. Ogni femmina depone in agosto tutte
le uova, delle quali è gravida, unite in massa
sul tronco degli alberi, e per viemeglio diffen-
derle dall’ ingiurie dell’ inverno le ricopre di
una densa lanugine ‘color d’ isabella, ch’ ella
stacca dal suo abdome. Il colore di tale lanu-
gine troppo contrasta con quello dell’ albero, per-
chè tosto non si riconoscano gli ammassi delle
uova suddette. Rimane dunque di staccarnele
con un lungo coltello di legno, e farle cadere
in un cesto sottoposto per quindi abbruciarle.
A questo lavoro potrebbesi deputare dei ragazzi
in autunno, perchè se venissero a cadere delle
uova sul terreno, i freddi d’ inverno le farebbe-
bero perire, siccome ‘non difese dalla lanugine.
Tali uova ancora attaccate alla scorza degli al-
beri sono credute dai villici essere quelle di cicala;
onde converrà servirsi di tale denominazione,
per indicare ai villici medesimi su quale oggetto
devono cadere le loro ricerche.
23. Falena ventre dorato.
Phalena B. chrysorrhea. L.
Bruco che vive in società a guisa della fale-
na lanuta num. 17, non molto peloso, bruno,
53
con due linee dorsali rosse e dei fascetti di pe-
lo bianco ai lati.
Bozzolo bianco, floscio.
Crisalide nera.
Insetto perfetto tutto candido coll’ abdome
barbato all’ apice e di bel color giallo-dorato.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 22.
Osservazione. Questa falena è delle più mol-
tiplicate nei boschi e nei pometi; talvolta, ma
assai di rado, si attacca agli erbaggi. Essa de-
pone le uova sui rami degli alberi a guisa della
falena dispari num. 22.; e le avvolge in una lana
giallo-dorata, che coi piedi posteriori stacca dal
suo corpo nell’ atto di deporle: ond’ è che si
minorano i danni che recano i bruchi di co-
desta falena collo staccare dai rami le uova
stesse in autunno. Egli è appunto in quest’ epo-
ca che i bruchi sbucciano dalle uova ; ed accar-
tocciando alcune foglie dell’ albero mediante po-
chi fili di seta si fanno un nido, nel quale pas-
sano l invernata in società.
24. Falena signorina.
Phalena B. dominula. L.
Bruco che vive in società, peloso, ceruleo ,
con tre linee gialle macchiate di bianco.
Bozzolo comune a molti bruchi , che meglio
sì direbbe un nido.
Crisalide rossastra.
Insetto perfetto. Ali anteriori nere con mae
chie biancastre ed alcuna aranciata ; le posteriori
rosse macchiate di nero.
54
Figura. Roesel, Ins. 3. tav. 47.
Osservazione. Non mi sembra comune questa
fa!ena , avendola trovata di rado. Essendo però
o:nnivoro il di lei bruco, se in qualche locali-
tà si fosse moltiplicato assai, importerà sempre
di darle la caccia coi metodi espressi in fine
di questo Saggio.
25. Falena bimacchiata.
Phalena B. gonostigma. L.
Bruco che vive in società, bruno, screziato
di rosso e di nero; con otto fascetti di pelo gial-
lo sul dorso, due al collo, ed uno alla coda.
Bozzolo ovato, bruno.
Crisalide anteriormente gialla , posteriormen-
te nera con una linea pelosa.
Insetto perfetto. Nel maschio ali fosche ti-
ranti al color d’ocra con due macchie opposte
bianche. La femmina è senz’ ali.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 40.
Osservazione. I bruchi divorano le foglie del-
la quercia e dell’ ontano, e siccome vivono in
società, così non è mai leggere il danno che
arrecano.
26. Falena fascellina.
Phalena B. fascellina. L.
Bruco peloso, i cui.peli sono disposti a stel-
la; giallo-nerastro, punteggiato di rosso, con
cinque fascetti di pelo sul dorso, per metà bian-
chi e per metà neri. Altri fascicoli pelosi esso
porta pure alla testa ed all’ ultimo anello.
dò
Bozzolo biancastro, la cui seta è frammista
ai peli del bruco.
Crisalide bruna con una linea pelosa sul dorso.
Insetto perfetto. Ali cenericcie, punteggiate
minutamente di nero,e con due striscie ondeg-
gianti rossastre.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 37.
Osservazione. Durante le prime mute questo
bruco vive in società, vi passa l'inverno, e solo
verso la metà di aprile costruisce il bozzolo ,
che avvolge fra le foglie. Il pioppo, il trifoglio
e le fragole sono i vegetabili che devasta; io
lo credo omnivoro.. Dall’ esposto si rileva, che
per dargli la caccia con buon esito bisogna ciò fare
sino che i bruchi vivono in società, cioè pri-
ma che filino il bozzolo, perchè così se ne uc-
cidono molti in un solo colpo.
27. Falena foglia di quercia.
Phalena B. quercifolia. L.
Bruco peloso , color di ruggine, macchiato di
nero, con due collari cerulei, ed una coda all’ ul-
timo anello.
Bozzolo elittico, fosco, cenericcio.
Crisalide fosca. con fascie. rosse.
Insetto perfetto. Ali dentate color di ruggi»
ne ; la bocca e le zampe nere. ,
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 41.
Osservazione. Il nome di quercifolia è dato
a questa falena, perchè nello stato di riposo; le
sue ali dentate si assomigliano a foglie di ro-
5
56
vere essiccate. Il di lei bruco mangia le foglie
del pero, del salice, e di alcune gramigne;
onde viene riputato omnivoro.
28. Falena del faggio.
Phalena B. fagi. L.
Bruco bruno, liscio, i cui anelli del dorso
sono dentati, ed i piedi anteriori lunghissimi in
paragone di quelli di altri bruchi. Esso ha pu-
re due prolungamenti all’ ultimo anello a guisa
di cornetti.
Bozzolo :
Crisalide } Bruco.
Insetto perfetto. Ali cenericcie screziate di
biondo , con due fascie lineari giallognole alla
loro base.
Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 12.
Osservazione. Questo bruco, che mai non
trovasi alla pianura, ma solo ai monti, vive
tanto delle foglie del faggio, che di quelle del-
V avellano e dell’ ontano.
20. Falena della quercia.
Phalcena B. quercus. L.
Bruco peloso grigio, cogli anelli alternativa-
mente neri, ed alcuni punti bianchi.
Bozzolo bruno-verdastro , compatto, i fili della
cui seta non sono separabili.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali color di ruggine, con una
striscia giallognola, ed un punto bianco nel
mezzo, la femmina ha le ali bionde.
57
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 35.
Osservazione. Questo bruco divora ‘tanto le
foglie della. quercia, quanto quelle del salice.
Sul far della sera scende dai rami per appiat-
tarsi sul tronco di codesti alberi; ond’ è che per
prenderli bisogna esaminare di notte i tronchi
stessi colla lampada.
30. Falena bevitrice.
Phalena B. potatoria. L.
Bruco peloso lateralmente macchiato di bianco ,
e munito di coda, e di una prominenza a guisa
di cresta.
Bozzolo i
Crisalide Ì bruni,
Insetto perfetto. Ali dentate di color giallo-
aranciato, con una striscia trasversale bruna, e
due punti bianchi in mezzo dell’ ali superiori.
Figura Wilk. pap. 27. tav. 3.
Osservazione. Le gramigne sono il pascolo
prediletto di questo bruco, il quale è talvolta
così copioso da fare scarseggiare il foraggio.
Lo si distrugge mandando una covata di pulcini
nel prato,
31. Falena del pino.
Phalena B. pini. L.
Bruco peloso, variegato di bianco , di grigio
e di fosco, colla coda e due collari cerulei.
Bozzolo allungato, elittico, aperto da ambe-
«due le estremità , fosco.
Crisalide fosco-cerulea.
56
Insetto perfetto. Ali superiori cenericcio-gri-
gie, con una fascia color di ruggine, ed un
punto bianco triangolare collocato in ‘una :mac-
chia più intensa dell’ egual colore; ‘le inferiori
color di ruggine.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 59.
Osservazione. Vive sui pini, cui danneggia
moltissimo.
32. Falena vinula.
Phalena B. vinula. L.
Bruco a dorso piano, fosco; nel rimanente
del corpo verde, con coda formata da due setole
carnose rosse, che l’animale può a piacere al-
lungare ed accorciare , facendole ipiù o meno
entrare nel loro astuccio.
Bozzolo formato da frammenti di legno agglu-
tinati.
Crisalide bruna, con alcuni punti bianchi sul-
l’abdome.
Insetto perfetto. Ali bianco-cenericcie , stri-
sciate di color fosco rosseggiante ; abdome bian-
co punteggiato di nero.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 19;
Osservazione. Questo bruco singolare per la
sua forma divora le foglie del salice e del piop-
po, e facilmente lo si fa cadere dall’albero scuo-
tendone i rami di buon mattino.
33. Falena del pioppo.
Phalena B. populi L.
Bruco cenericcio, col dorso più oscuro, e 4
punti rossi ad ogni anello del suo corpo.
59
Bozzolo ovato color di ruggine.
Crisalide anteriormente fosca, posteriormente
rossastra.
Insetto perfetto. Ali anteriori tiranti al color
fosco con una striscia ondeggiante biancastra ; ali
inferiori ‘cenericcie con una fascia più chiara.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 60.
‘ Osservazione. Quantunque sia. chiamata far-
falla del pioppo, il suo bruco vive frequente-
mente. su ‘altre sorta di alberi fruttiferi e bo-
schivi, ed in alcune località è così moltiplicato
che si rende veramente dannoso.
34. Falena vergognosa.
Phalena B. pudibunda. L.
Bruco peloso , verdastro o giallastro, con 4
fascetti di pelo bianco sul dorso, ed uno più
lugo rossastro alla coda.
Bozzolo ovale , gialliccio. ib
Crisalide anteriormente nera; posteriormente
bruna , ‘macchiata di. giallo.
Insetto perfetto. Ali cenericcie con tre fascie
fosche, lineari, ondeggianti. Esso tiene la testa
abbassata. fra le gambe anteriori, d'onde ebbe
il nome di falena vergognosa o vereconda.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 38.
Osservazione. Tl bruco di questa falena è om-
nivoro, ma rosica spezialmente le foglie degli
alberi fruttiferi, ed è frequente sul castagno e
sugli avellani.
60
35. Falena sdrucciolante.
Phalcena B. lubricipeda. L.
Bruco peloso, fosco, con punti cerulei, ed
una linea giallastra sul dorso.
Bozzolo ovato, bruno,
Crisalide ceruleo-oscura colle stimmate rosse.
Insetto perfetto. Ali bianche punteggiate di
nero; abdome giallo con cinque ordini di punti
neri.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 46. 47.
Osservazione. Il bruco di questa, farfalla not-
turna è omnivoro; lo. si trova però più frequen-
temente sulla quercia e sugli erbaggi da cucina.
36. Falena del salice.
Phalena B. salicis. L.
Bruco peloso, bruno, il cui dorso è longitu-
dinalmente macchiato di bianco e punteggiato
di nero.
Bozzolo informe.
Crisalide pelosa, bruna, sostenuta da. pochi
fili di seta, in luogo di essere racchiusa in un
vero bozzolo.
Insetto perfetto. Tutto bianco, colle antenne
nere, ed i piedi anellati di bianco e di nero;
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 9:
Osservazione. Copiosissimo è questo bruco in
alcuni anni, e giugne a sguernire i pioppi edi
salici delle loro foglie. Nello stato di falena lo
si vede sul fare della sera volare lentamente in-
torno questi alberi per deporvi le uova. Un den-
6r
so fumo che allora si faccia abbruciando della
paglia inumidita lo allontana.
37. Falena contadina.
Phalana B. villica. L,
Bruco irsuto nereggiante, col capo, i piedi,
ed alcune macchie rossastre.
Bozzolo cenericcio, vasto, a guisa di rete.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali anteriori nere con 8 mac-
chie bianco-gialliccie ; le posteriori gialle, mac-
chiate di nero; abdome color di minio con al-
cuni punti neri.
Figura. Roesel. Ins. 4. tav. 28. fig. 2.
Osservazione. Questo bruco è omnivoro; ma
trovasi particolarmente negli orti, cui molto
danneggia.
58. Falena caja.
Phalena B. caja. L.
Bruco irsutissimo nereggiante, con tre punti
cerulei rilevati ad ogni anello del suo corpo.
Bozzolo assai grosso, cenericcio-oscuro , in-
tralciato coi peli del bruco.
Crisalide nera, opaca.
Insetto perfetto. Ali anteriori color di caffè con
delle striscie biancastre; le posteriori rosso-por-
porine largamente punteggiate di nero.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. ,1.
Osservazione. E' omnivoro come il preceden-
te; ma danneggia particolarmente gli orti.
62
39. Falena stellata.
Phalena B. antiqua L.
Bruco peloso, screziato di rosso , di bianco e
di giallo, con 4 fascicoli di pelo bianco sul dorso,
2 consimili nerastri al collo, e 4 verso la coda.
Bozzolo ovato, bruno.
Crisalide nera, screziata di giallo, con una
linea pelosa sul dorso.
Insetto perfetto. Nel maschio ali color di rug-
gine con una macchia bianca semicircolare; la’
femmina manca di ali.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 39. e
tom. 3. tav. IÒ.
Osservazione. Il bruco di questa falena vive
sul tiglio, sull’ontano, sul pruno, e reca gra-
ve danno ad ogni genere di alberi fruttiferi.
40. Falena fuligginosa.
Phalena B. fuliginosa. L.
Bruco peloso, color di ruggine, colla testa,
ed i piedi anteriori neri.
Bozzolo bruno.
Crisalide nera, posteriormente con delle fa-
scie gialle.
Insetto perfetto. Ali anteriori rosso-fuliggino-
se, con un punto nero ; le posteriori rosse, col
margine nero, e due punti avvicinati neri. L’ ab-
dome è color di sangue.
Figura. Roesel. Tns. I. Phal. 2. tav. 43.
Osservazione. Ella è questa una delle: falene
più comuni. Il suo bruco vive sulla rapa, sulla
senape, sui cavoli, e divora anche le gramigne,
63
41. Falena monaca.
Phalcena B. monacha. L.
Bruco fosco, cenericcio, con' fascetti .di pelo
rossastro, ed una macchia nera a foggia di cuo-
re sul secondo anello.
Bozzolo bruno.
Crisalide nera.
Insetto perfetto. Ali superiori biancastre, on-
deggiate di nero; le inferiori sbiadate. I seg-
menti del suo abdome sono rossi.
Figura. Schaeffer. Icon. tav. 68. fig. 2. 3. ed
in Joerdens Geschichte der kleinen Fichten-Raupen.
Fig. 17. 19.
Osservazione. Vive sul pomo, sul salice, sul
rovo, sul larice, sul pino, cui reca talvolta gra-
vissimi danni.
42. Falena calamitosa.
Phalena B. graminis. L.
Bruco liscio, oscuro, con tre striscie longitu-
dinali gialle.
Bozzolo
Crisalide
Insetto perfetto. Ali grigie, con una linea
ramosa ed un punto bianchi.
Figura. Frisch. Ins. ro. tav. 21.
Osservazione. I bruchi di questa falena sono
numerosissimi in alcuni anni, e cagionano grave
scarsezza del foraggio; giacchè ( eccettuata la
coda di volpe, Alopecurus pratensis ) divorano
le altre gramigne tutte. Moltiplicandosi in alcu-
bruni.
64
ne località ogni anno tale flagello , l' unica ma-
niera di allontanarlo è quella appunto di semi-
nare nel prato la coda di volpe. Il fatto ha di-
mostrato in più luoghi, che, dove trovasi que-
st'erba ad altre unita , la falena calamitosa le ab-
bandona tutte. Essa impiega 14, giorni a passa-
re dallo stato di crisalide a quello di insetto
perfetto.
43. Falena capo-ceruleo.
Phalena B. coeruleocephala. L.
Bruco nudo, cerulescente , lineato di giallo e
punteggiato di nero.
Bozzolo formato da tritumi di legno secco.
Crisalide bruno-rossastra.
Insetto perfetto. Ali superiori. grigio-oscure ,
con una macchia ed una linea biancastre; le
inferiori cenericcio-gialle.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 16.
: Osservazione: Divora le foglie. degli alberi
fruttiferi.
44. Falena bucefala.
Phalena B. bucephala. L.
Bruco peloso, nero, cogli anelli alternativa-
mente gialli,e delle striscie longitudinali giallastre.
Bozzolo formato da pochi fili di seta.
Crisalide con due cornetti alla parte inferiore.
Insetto perfetto. Ali anteriori cineree, con due
striscie color di. ruggine, ed una macchia gialla
al loro orlo esterno; le inferiori giallastre. La.
testa ed il torace sono circondati da una cresta
65
di peli, quadrata: e da .iciò le è derivato il no-
me di bucefala.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 14.
Osservazione. Il bruco vive delle foglie degli
alberi fruttiferi, di quelle. del: tiglio e. della
quercia.
* *. Falene. legnajuole.
( Tav. I. fig. 6.)
Tali falene hanno le antenne lamellate.
45. Falena. rodilegno.
Cossus ligniperda Latreille: Phal. B. cossus. L.
Bruco grosso assai, rosso per disopra , giallo
per disotto, con peli rari.
Bozzolo formato da frantumi di legno.
Crisalide color di marrone.
Insetto. perfetto. Ali grigio-fosche, con delle
striscie irregolari e trasversali più cariche.
Figura. Roesel. Ins. I, Phal. 2. tav. 18.
Osservazione. Questo bruco, dei più rovinosi
pei salici, pei pioppi ed altri alberi boschivi,
cui talvolta fa perire, ha il costume di forare
gli anzidetti alberi e di roderne il legno, segna-
tamente la di lui parte più tenera, cioè il libro
e l’alburno. Si può conoscere se un albero è da
codesto bruco corroso, osservando esteriormente
il di lui tronco. Se il tronco mostra in qualche
punto della sua superficie un rialzo formato da
66
umida segatura del di lui legno, egli è questo
un certo segnale, che la di lui sostanza legnosa
è divorata dall’anzidetto brato; poichè tale se-
gatura altro non è che il di lui ‘escremento. In-
fatti togliendo la segatura stessa si ‘vede, ch’ella
copre un foro, e che dal foro medesimo nuova
segatura sorte ogni giorno. Per liberare quindi
l'albero da questo incomodo' parasito non vi ha
altro mezzo che quello di introdurre pel foro
medesimo un filo di ferro acuminato e cotto,
acciò possa piegarsi e seguire la via' tortuosa,
che segue il bruco nel corpo dell’ albero. Se si
giugne a ferirlo, l'albero è salvo.
46. Falena -del castagno d'’india.
Cossus csculi. ‘Latreille. Phal. ‘B. esculi. L.
( Tav. I. fig. 6. )
Bruco giallo; punteggiato di nero, col capo e
la coda neri
Bozzolo formato da frantumi di legno.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali candidissime minutamen-
te punteggiate di color nero-ceruleo, e 6 punti
eguali sul torace. |
Figura. Roesel. Ins. 3. tav. 48. fig. 5. 6.
Osservazione. Il bruco a guisa del precedente
vive del legno ‘del castagno d’india, del castagno
comune, del pero; e si uccide nell’egual' modo.
607
*.* * Falene . gufîi.
(Tav. I. fig..4. )
Le antenne di queste, falene. sono filiformi.
47. Falena del. formento.
Phalena Noctua tritici. Villers.
. Bruco nudo peloso, con;tre linee bianche.
Bozzolo risultante da pochissimi fili di seta,
Crisalide brunastra.
Insetio perfetto. Ali cenericcie con due mac-
chie pallide, ed ‘una nereggiante. Torace cre-
stato.
Figura. Frisch. Ins. 10. tav. 19.
Osservazione. ll bruco divora. le spighe del
formento; e l’insetto perfetto somiglia tanto alla
falena calamitosa, che facile è il confondere l’uno
coll’ altro. I terreni a formento, non sarchiati e
sporchi di erbe gramignacee vi sono maggior-
. mente soggetti. Il bruco infatti principia dal di-
vorare le erbe gramignacee , che trova al for-
mento frammiste, e quando queste gli mancano
si attacca alle spighe del formento medesimo.
Ma allora il bruco essendo più grosso abbisogna
di maggior nutrizione, ond’è che reca maggior
danno. Per allontanarlo dai seminati a biade,
bisogna spandere sugli stessi dei semi di coda
di volpe (. Alopecurus pratensis ). Dove alligna
quest’ erba. la falena del formento non reca
alcun danno..
68
48. Falena macchia-quadrata.
Phalena N. quadra. L.
Bruco peloso, col dorso punteggiato di rosso,
ed una macchia nera. I suoi fianchi sono pure li-
neati di nero.
Bozzolo bianco elittico.
Crisalide nera.
Insetto perfetto. Ali gialle, di cui le anterio-
ri hanno due macchie quadrate azzuro-oscure.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 17.
Osservazione. Abita solo nei luoghi montuosi,
ove divora le foglie tanto dei pini, che delle
quercie. i
49. Falena gamma.
Phalena N. gamma. L.
Bruco verde, con delle striscie bianche sul
dorso, ed altre gialle ai lati.
Bozzolo floscio, fatto di poca seta bianca.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto, crestato, colle ali screziate di
più tinte fosche; in mezzo alle superiori vi ha
una macchia imitante la lettera 9, di color bian-
co argentato. Da questa lettera greca ha rice-
vuto il nome.
Figura. Schaeffer. Icon. tav. 84. fig. 5.
Osservazione. Omnivoro è il bruco di questa
falena, ma divora principalmente gli erbaggi negli
orti. Nel 1735 esso recò gravissimo danno alla
tenera canape nell’ Auvergne. L' insetto perfetto
vola anche di giorno a fior di terra nei prati
69
per succhiare il miele dai fiori. Si riproduce
più di una volta all’anno.
50. Falena del Se
Phalena N. pisi. L.
Bruco nudo, color di ruggine, con 4 linee
| gialle, ed il capo color di carne.
Bozzolo nissuno.
Crisalide fosca cogli anelli sanguigni.
Insetto perfetto. Crestato, coll’ali color di rus-
gine, aventi due macchie, ed una striscia infe-
riore pallida ondeggiante. Le ali posteriori so-
no oscure, uniformi e col margine giallastro.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 52.
Osservazione. Il bruco divora le piante legu-
minose.
51. Falena piramidale.
Phalena N. pyramidea. L.
Bruco nudo, verde, con linee dorsali e laterali
bianche, il cui ultimo anello è rilevato a guisa
di piramide.
Bozzolo bianco, avvolto fra le foglie, delle
quali il bruco si pasce.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali anteriori fosche con tre
striscie giallastre ondeggianti ; le inferiori color
di ruggine.
Figura. Roesel. Tns. I. Phal. 2. tav. rr.
Osservazione. Vivendo questo bruco sul pru-
no, sulla noce, sulla quercia e sul salice , si
sospetta che sia omnivoro, e per tale ragione
70
uno dei più nocivi, se venisse a moltiplicarsi
d’ assai.
52. Falena del Castagno.
Phalana N. aceris. L.
. Bruco irsuto, con 8 fascetti di pelo giallo
aranciato ai lati del dorso, nel cui mezzo vi
hanno tante piccole macchiette bianche, accer-
chiate da un’ areola nera.
Bozzolo biancastro, di leggiere tessuto, ed in
gran parte formato dai peli staccati dal corpo
del bruco.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali bianche, ondeggiate di
bruno, con una macchia ovale nel mezzo.
Figura. Frisch. Ins. I. tav. 5.
Osservazione. Questo bruco divora nel mese
di maggio le foglie dei castagni, cui reca gravis-
. simo danno; e quelle pure dell’acero e del ca-
stagno d'india. La noce stessa non va esente
dalla di lui voracità. Breve egli è però il pe-
riodo della di lui vita; e nel mese di luglio
più non si vede. I castagni da questo bruco in-
festati presentano frequentemente il fenomeno
di rifiorire all'autunno, siccome osservò il sig.
Dorthes all’ Esplanade sul Torinese; quindi na-
turale è il concludere che molto si snervino tali
piante. Pare che alcuni naturalisti abbiano con-
fuso questa falena col Cossus @sculi del quale
si è parlato al n.° 46.
7I
53. Falena. erbaggivora.
Phalena Noctua oleracea. L.
( Tav. I. fig. 4. )
Bruco nudo, verde ,. livido, punteggiato di
nero, con. una linea sul dorso fosca, ed altra
bianca ai lati. Prima di cangiarsi in crisalide
diventa. rossastro. i
Bozzolo formato da pochissimi fili di seta
giallognola.
Crisalide bruno-nerastra.
Insetto perfetto : crestato: ali anteriori rosso-
oscure, con un. semicerchio . giallastro , .ed una
linea bianca a zig-zag verso la base: abdome
verso l'apice diviso.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 32.
Osservazione. Il bruco è omnivoro,..e, come
viene indicato dal nome specifico , divora partico-
larmente i prodotti degli orti.
54. Falena. psi però
Phalena N. psi. L.
Bruco peloso a. dorso giallo, coi lati. neri
macchiati di rosso, ed un corno nero. retto al
torace.
Bozzolo ovale grigio.
Crisalide bruna...
Ansetto perfetto a dorso crestato, ed ali ce-
nericcie, di cui le. anteriori con macchie nere
imitanti la lettera greca 4.
Figura. Roesel. Ins, I. Phal. 2. tav. 7. 8,
6
72
Osservazione. Il bruto è omnivoro; ma de-
vasta particolarmente i frutteti, l’ontano e la
quercia.
55. Falena del centinodio.
Phalera N. persicarie. L.
Bruco nudo, verdè, con una linea bianca lungo
il dorso, e due macchie nere quadrate al se-
condo segmento del di lui corpo.
Bozzolo formato da tenuissimi e scarsi fili di
seta.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto col dorso crestato, e le ali
fosche, segnate da una piccola macchia bianca
reniforme.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 2. tav. 30.
Osservazione. Molte falene hanno ricevuto dai
naturalisti un nome specifico corrispondente a
quello del vegetabile sul quale furono trovati i
loro bruchi; e non avvi forse denominazione
basata su dati più falsi di questa , come si può
rilevare dalle osservazioni fatte intorno la falena
della quercia, quella del pioppo, ed altre
superiormente descritte, i cui bruchi infestano
molte altre piante, oltre quelle delle quali
portano il nome. Ciò vale pure riguardo al
bruco della falena del centinodio, il quale è
omnivoro, ed allora solo divora il centinodio,
che non trova alberi fruttiferi, su cui eserci-
tare la sua voracità,
73
56. Falena lacera.
Phalena N. exoleta. L.
Bruco verde, con due punti bianchi per ogni
anello accerchiati di nero.
Crisalide nuda, bruna.
Bozzolo non è noto.
Insetto perfetto. Dorso crestato ; ali color di
legno, screziate di bruno-giallastro , e come
lacere all’ apice.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal 2. tav. 24.
Osservazione. Il di lei bruco è uno dei più
rovinosi ai prodotti degli orti.
67. Falena antennagialla.
Phalena N. flavicornis. L.
Bruco nero punteggiato di bianco, colla testa
bruna.
Bozzolo risultante dalle foglie dell’ albero di-
vorato, ed agglutinàte da alcuni fili di seta.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Dorso crestato ; ali cenericcie
con tre striscie nere, e le antenne gialle.
Figura. Schaeffer. Icon. Tav. go fig. 3.
Osservazione. Il bruco si pasce delle foglie
di alberi fruttiferi. (1).
Pr _— bt
(1) Il sig. Paikul ( Nova acta Stokolm.)fra le falene delle
quali qui si parla ne accenna una col nome di Péal. moctue
selifera, siccome nociva assai ai pineti. Non essendomi mai
avvenuto di trovaria, non so se esista nel nostro clima.
74
*%*%%* Falene Geometre.
( Tav. I. fig. 7. )
Queste falene si distinguono dalle precedenti,
per aver esse i palpi cilindrici, e perchè i loro
bruchi hanno solo dieci piedi, cioè sei scagliosi
dopo la testa, e quattro verso la coda. Il modo col
quale questi bruchi camminano ha dato loro il
nome di geometre. Tale modo viene rappresen-
tato dalla Tav. I. fig. 7.
58. Falena dell’ ontano.
Phalena Geometra alniaria. L.
Bruco grigio, fosco, punteggiato di giallo,
con tre porri rilevati sul dorso , e 1° uno dall’ altro
distanti, più quattro avvicinati sulla coda.
‘’ Crisalide tirante al color ceruleo, molto as-
sottigliata nella sua parte inferiore.
Bozzolo non si conosce.
Insetto perfetto. Antenne fatte a pettine ; ali
corrose al lembo, gialle, e come spolverate di
color fosco, con due striscie di egual colore.
Figura. Roesel. I. Phal. 3. tav. 1. \
Osservazione. Il bruco di questa falena divora
le foglie tanto degli alberi boschivi, che dei
fruttiferi, onde può essere annoverato fra gli
omnivori.
‘5g. Falena slinguata.
Phalena G. elinguaria. L.
Bruco rugoso , screziato di bruno e di cene-
riccio.
DI.
Bozzolo formato dalle Fogpn dell’ albero , «cui
-divora.
Crisalide anteriormente fosca , posteriormente
bruna.
Insetto perfetto. Ali gialliccie, di cui le an-
teriori con una larga fascia più oscura, ed un
punto nero nel mezzo.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 3. tav. 9g.
Osservazione, Il bruco divora le foglie dei
peri.
66. Falena jemale.
Phalena G. brumata. L.
( Tav. I. fig. 7.)
Bruco rossastro, giallo ai lati ; talvolta verde,
coi lati bianchi. :
Crisalide rossastra.
Bozzolo nissuno.
Insetto perfetto. Il maschio ha le alì superiori
gialle, punteggiate di bruno, con una fascia ine-
guale color di ruggine; le ali inferiori biancastre
punteggiate di bruno. Femmina senz’ali, o con ali
appena visibili ; cine ng macchiata di
bruno.
fia Roesel. Ins. 3. tav. mei quanto al bal
, la crisalide, e la femmina dell’ insetto per-
d: e tavola 40 fig. 6. per riguardo al maschio.
Osservazione. La falena in autunno depone
le uova sugli alberi fruttiferi d’ ogni sorta. Da
queste ( prima che gli alberi stessi portino fo-
glie ) nascono i bruchi, i quali rosicano le gem-
76
me; quindi questa specie è delle più nocive,
perchè invade la parte più interessante degli al-
beri, e ne impedisce lo sviluppo ; e bastano due
o tre de’ suoi bruchi a produrre il guasto che
cagionano quelli che vivono in società. Siccome
la femmina di codesta specie non vola; così è
facile di prenderla in autunno , allorchè depone
le uova sugli alberi.
6r. Falena della farina.
Fhalana G. farinalis. L.
Bruco peloso, biancastro.
Bozzolo fatto con crusca legata da fili setolosi.
Crisalide giallastra.
Insetto perfetto. Ali falcate giallastre, con
delle striscie ondeggiate bianche, e colla base e
coll’ apice verdicci.
Figura. Clerk. Phal. tab. 2. fig. 14.
Osservazione. Questo bruco vive in numerose
società alla superficie dei mucchi di farina,
cui lega coi suoi fili di seta, e rende inetta alla
panizzazione.
62. Falena del grasso.
Phalena G. pinguinalis. L.
Bruco biancastro.
Crisalide dell’ eguale colore.
Bozzolo non è noto.
Insetto perfetto. Ali cenericcie, col margine
ingrossato , nero.
Figura. Rolland. Act. Stokol. 1755 p. Sr.
Tav. 2.
77
Osservazione. Il bruco abita nel butirro, nel
lardo, ed altri grassi, de’ quali diminuisce la
bontà e la quantità. Linneo è d’opinione che
si possa allontanare questo bruco col Lichene
cumatile.
63. Falena della segale.
Phalaena secalis. L.
Bruco brillante, liscio, verde, con dieci righe
trasversali rosse, e colle stimmate. oscure.
Bozzolo nissuno.
Crisalide, prima verdastra, indi color di fuoco.
Insetto perfetto. Ali rosso-oscure con qualche
linea cenericcia ; nelle superiori evvi una mac-
chia rossa coll’ orlo giallo pallido rappresentante
un A, le cui aste siano molto allargate. Le ali
inferiori sono color di fuoco con un punto giallo.
Figura. Rolland. Acta Stokol. 1752 p. 62.
Osservazione. Questo bruco ha il costume di
salire ancor piccolo lungo lo stelo: della segale,
e di insinuarsi fra lo stelo medesimo e la foglia.
Ivi giunto rode la pianta e ne succhia tutto l’ a-
limento destinato a nodrire la spiga, la quale
imbianca, si secca, e muore prima di portare
isemi a maturità. Finalmente il bruco fatto ma-
turo scende sotto terra. per incrisalidarsi. Si è
osservato che esso stabilisce di preferenza la sua
dimora sul margine dei campi; quindi per liberare
la segale da questo flagello bisogna sul principio
della state svellere tutte fe spighe che si mo-
strano: bianchiccie, per abbruciare con esse i
78
bruchi che contengono. Se poi il campo stesso
ne fosse molto infestato, converrà non seminarlo
a segale per tre anni consecutivi. In sì fatta
guisa i bruchi che sortissero dalle uova' deposi-
tate dalle farfalle sulle stoppie della segale, non
trovando l’ alimento loro analogo, saranno for-
zate a perire senza posterità.
64. Falena del Grano.
Phalena granella. L. Alucita granella. Fabr.
Bruco nudo, bianco, col ‘capo bruno.
Bozzolo bianco, tessuto entro un seme di orzo
o di formento, e fatto con pochissimi fili di seta,
Crisalide allungata bruna.
Insetto perfetto. Ali screziate di nero su di
un fondo quasi color nankin, e rilevate al loro
apice. La testa è bianca.
Figura. Roesel. Ins, I. Phal. 4. tav. 12.
Osservazione. Codesta falenetta, che abbon-
dantissima si trova nei granai, perviene in es-
‘ si quale furtivo notturno ladro dalle finestre,
o vi è recata colle messi, sulle quali ha già
deposte nel campo le uova, che assicurano’ la
sua posterità. Tuttavolta i granai nei quali vi
hanno delle biade durante tutto l’anno, o dei
quali non si spazzano diligentemente gli angoli
e le soffitte, e rimangono sporchi dalle crivel-
‘lature; sempre racchiudono di tali insetti senza
che recati vi siano colla nuova messe; e ad
‘essì si aggiungono poi anche quelli che dai
campi portati vi sono col nuovo raccolto. Quindi
79
è che dato un granajo tenuto polito, o non è
infestato dalla falena ‘del: grano; o lo è da quelli
pochi individui, che depositarono ile loro uova
nei semi del formento ancora esistente nel campo.
La battitura però del formento sull’aja, il di
lui essiccamento, e le altre. cure; che gli:sì
presentano, fanno sì che, questi individui medesimi
muojano per la: maggior parte ; e se troviamo il
granajo da codeste falene infestato al segno tal-
volta di: rendere ‘nullo il. raccolto, dobbiamo
concludere che non si ebbero per esso le : cure
che la di lui buona conservazione esige. Così
pure se le biade siano ‘state conservate in covoni
in un luogo caldo non molto riparato , le.si
vedono tosto invase dalle farfalline di cui sì parla,
e che si riproducono con molta rapidità. I loro
bruchi penetrano le sementi, e le rodono senza
che si abbia un'esterno sensibile segnale : del
‘ guasto che fanno, poichè tali vermetti sono di
una estrema minutezza, e sfuggono tanto’ più
facilmente all’ osservazione, quantochè si anni-
dano ed'eseguiscono tutte le loro funzioni nella
sostanza farinosa del seme. Il punto. pel quale
è penetrato il bruco nella semente è facile a
riconoscersi in quelle specie di cereali, che do-
po la trebbiatura rimangono coperti dai loro
invoglj corticali, siccome sono alcune specie di
orzo, ed i farri propriamente detti. Ma nei
formenti nudi, ossia che lasciano le buccie sotto
la trebbiatura, tale ingresso non si conosce se
80
non allorquando il bruco ha già corrosa quasi
interamente la sostanza farinosa. Il formento in
tale stato non solo è leggerissimo , ma inoltre
biancastro, quasi diafano ; anzi si vede su di
esso un punto circolare più bianco delle altre
di lui parti. Egli è da questo punto, dirò
meglio, da questa porta, che la farfallina sorte
per accoppiarsi, e deporre su altri grani di for-
mento le uova, le quali non sono mai meno di
70 od 80 per ogni parto. Il tempo che impiega
la falena del grano a compiere nel seme tutte
le sue trasmutazioni ordinariamente è di 28 o
29 giorni; quindi è che potendo avere luogo
molte generazioni in un anno, esserci non deve
di meraviglia se tanto si moltiplica nei granaj.
Il formento, come esposi da principio, viene tal
volta recato al granajo col germe di questa no+
civa posterità, la quale produce un nuovo sciame
in agosto (I); e così, per poco che la stagione
sia calda, di mese in mese nuove generazioni
nascono dalle prime; cioè la prima generazione
solita mostrarsi tra maggio e giugno è figliata
dall’ ultima , che è nata nel granajo , e dal granajo
stesso si spande per le campagne ad invadere i ce-
reali vegetanti, da dove viene riportata colla messe
nel granajo; mentre la seconda generazione , la
e __—_—__
(1) Mi si permetta questo vocabolo (comunque si applichi
solo alle api) onde spiegare la contemporanea sortita di
molte farfalle dalle loro crisalidi.
8i
terza e la quarta, avendo a propria disposizione
i cereali, che nutrir devono le generazioni che
succederanno loro, rimangono nel granajo sino
alla primavera futura. Da ciò nasce che i grani
raccolti molto lungi dall’ abitato vanno meno
soggetti a tale disastro; giacchè essendo assai
corto il volo di tali farfalline, non giungono 2
depositare sulle spighe le loro uova. Le circo»
stanze che favoriscono codeste generazioni , e ne
danno l’ indizio, sono le seguenti:
1. La temperatura atmosferica; che oltrepassì
il zo grado, è assai favorevole allo sviluppo di
codesti insetti.
2. Data l’indicata temperatura , la moltiplica-
zione della falena del grano è più felice se la
stagione è umida; perchè il suo bruco penetra
più facilmente una corteccia ammollita dall’umi-
dità, che non una molto secca.
3. La sortita di ogni nuova generazione ‘dal
formento è prenunziata da un sensibile calore
nel grano stesso, il quale giugne talvolta a 25,
o 30 gradi, secondo cioè la quantità delle far-
falline che devono nascere.
4. Tale calore diminuisce dopo la nascita
delle farfalle. I rimedj contro questo dannosis-
simo insetto riduconsi a due sorta, cioè ai ri-
medj di precauzione, ed ai rimedj curativi,
nel caso che siansi già manifestate le farfalline.
Si previene il loro danno, battendo il formento
tostochè fatta sia la messe; facendolo bene essiccare
B...
sull’ aja, e riponendolo in granai puliti , molto
aereati, freschi; e preparando il formento stesso
col liscivio e colla calce, qualora lo si destini
per la nuova semina. Nel caso poi che l’ insetto
si fosse già ‘manifestato, converrà fargli subire al
forno, o meglio anche nella celebre stuffa di
Bartolomeo Interi; un grado di calore superiore
al cinquantesimo del termometro di Deluc; ri>
sultando da varie ‘sperienze, che a codesta tem-
peratura muojono gli insetti tutti. Se però ‘gli
insetti siano in piccolo numero, si può ottenere
l’ intento mettendo nel. granajo una’ covata di
pulcini, o qualche dozzina di uccelli insettivori
acciò ne purghino il formento. Non ‘mai però
il proprietario deve. in questo caso unicamente
smovere il suo grano colla pala, siccome usano
molti di fare nell'opinione di diminuire così il
calore, che il formento ha contratto e ch’ essi
reputano da fermentazione prodotto ; giacchè
non farebbe altro che apprestare agl’ insetti una
nuova superficie di. grano da rosicare. E idi-
mostrato dal fatto, che se il formento fu ripo-
sto rel granajo discretamente secco, non si ris-
calda, e che si guadagna più non ismovendolo,
che col cangiarlo di luogo; giacchè gli insetti
dei quali si parla non si internano mai nel muc-
chio del formento, ma soltanto invadono la di
lui superficie. Perciò nella. mia Monografia dei
cereali, :dove ho trattato più diffusamente questo
argomento, ho suggerito. come convenevole e
83
sicuro ed economico rimedio quello di ammuc-
chiare nel granajo il formento a molta’ altezza
mediante delle tavole, oppure di riporlo nei ti-
ni, e quindi di coprirne la di lui superficie con
due piedi di fina sabbia, subito dopo che è le-
vato dall’ aja. Si ha a dir vero l’incomodo di
crivellare la superficie del grano per. purgarlo
dalla sabbia ogni qualvolta lo si vuole smercia-
re, o convertire. negli economici usi; ‘ma si
mantiene fresco, inattaccabile dagli insetti: e se
questi per. avventura vi fossero. già annidati,
non potendo sortire. rimangono sotto il peso
della sabbia soffocati; nè possono riprodursi
per alcun modo.
***** Falene Lucivaghe.
( Tav. I. fig. 9. )
Tali falene sono assai piccole, e quando stan-
no in riposo le loro ali presentano una figura
quasi triangolare. Le loro metamorfosi sono po-
co note. I
.. 65. Falena delle avellane.
Phal. Pyralis. avellana. Fabr.
.. Ansetto perfetto. Ali anteriori rosso-giallastre,
con molte macchie fosche.
| Figura. Albin. Ins. I Tav. 95. fig. 9. h?
Osservazione. Vive sul :pero e sull’ avellano ;
probabilmente non reca grave danno; ma. sic-
84
come alcuni insetti non moltiplicati in una lo-
calità, lo sono ‘non di rado in altre, perciò si
è creduto di farne un cenno. |
66. Falena olmiana.
Phal. Pyralis holmiana. L.
Insetto perfetto. Ali anteriori giallo-ruggino-
se, con una macchia al margine, triangolare,
bi.nca.
Figura. Clerk Phal. tav. 10. fig. 7.
Osservazione abita su tutti gli alberi Bratt
67. Falena del pomo. »
Phal. Pyralis pomana. L.
( Tav. là fig. 9.) |
Bruco nudo, color di carne, col capo nero.
Bozzolo formato dallo sterco del bruco me-
desimo.
Crisalide bruna,
Insetto perfetto. Ali superiori fosco-ceneric-
cie a striscie brune; le inferiori rosso-oscure
alla loro inserzione, con una macchia dorata.
Figura. Roesel. Ins. I. Pap. Noct. Class. 3.
tav. 13.
Osservazione. Questo è quell’ insetto rovinoso,
che si intromette nei frutti del pero e del po-
mo, e ne fora l’ovario quasi al momento stesso
che cadendo la -corolla lega il frutto. Entrato
in esso si pasce della. polpa del frutto, nè più
si conosce il foro, pel quale il bruco ha pene-
trato. Moltissimi frutti invasi da questo insetto
cadono a terra innanzi maturare, ogni qualvolta
65
il bruco abbia divorati i vasi principali, che
portano la nutrizione ai frutti medesimi:e tale
accidente delle piante fruttifere è volgarmente
chiamato la mora. dai coritadini. Per liberarne
gli alberi, conviene accendere di notte dei lumi
soito gli stessi allorchè sono in fiore; acciò le
piralidi vadano contro quelli ad ‘abbruciarsi le
ali, nè possano deporre le uova dalle quali na-
scono ‘i bruchi, che devastano le frutta.
68. Falena paralella e reticolata.
Phal. Pyralides paralella et' reticulata.
Il sig. Cav. Profes. Re di Bologna ha osser-
vato, che queste due piralidi recano: grave dan-
no alla canape, attesochè i loro bruchi si in-
ternano nei canapucci, e col cibarsene rendono
fiacco e deboleil tiglio al luogo nel quale stan-
no appiattati; nè mai le piante così bucherate
conducono il seme a perfezione. Una cosa con-
simile fu pure osservata dal sig. Claudio della
Fossa professore d’Agraria nel Liceo di Reggio.
Non avendo però io trovato indicate le sud-
dette piralidi nelle ultime edizioni di Linneo
per farne un’ esatta descrizione e supplire a
quanto non si è potuto osservare dagli autori
sullodati intorno questi insetti, mi è forza di
lasciare quest’ articolo imperfetto. Si noti che
questo scritto porta il titolo di Saggio.
fi 4.7
Delle: Tarme.
( Tav. I. fig. 8. )
Rettamente parlando le tarme, essendo le più
piccole fra le falene, dovrebbero formare una
suddivisione di quelle; ma poichè se ne scosta-
no pel carattere di fabbricare un cilindretto di
seta o di altra materia, nel quale i loro bruchi
stinno rinchiusi. sino all’ ultimo cangiamento , e
che traggono dietro a se nel camminare, per-
ciò se ne è fatto un articolo separato. Talvolta
le tarme vivono in società, ed allora fabbricano
in comune una tenda di seta sotto la quale vi-
vono, ed eseguiscono le loro trasformazioni.
68. Tarma della. cera.
Tinea cerella L.
Galleria cereana di Fabbricio,
Camola delle api dei contadini.
Bruco biancastro, difeso da un cilindro di seta,
Bozzolo elittico, bianco.
Crisalide giallognola.
Insetto perfetto: Ali grigio-oscure , coll’ apice
smozzicato fosco ; torace cenericcio depresso.‘
Figura. Reaumur. Ins. 3. tav. 19. fig. 14.15.
Osservazione. Questa tarma è una delle più
perniciose per le api. Essa penetra negli alveari,
e vi depone le uova. I bruchi che nascono da
essi filano, nello spazio che passa fra un favo
87
e l’altro, un cilindro di seta, il quale serve
loro di difesa e di strada. Così coperti, ed al
sicuro dalle punzecchiature delle api, vanno ro-
dendo la cera dei favi. Le api temono tanto
questo loro nemico, che talvolta abbandonano
l’arnia. Si conosce se la tarma vi fa del guasto
osservando la base dell’ arnia medesima , nel
qual caso vi si veggono i rimasugli della . cera
divorata. Quando vi si scorgano bisogna, se la
stagione è ancora favorevole, far passare coi noti
metodi le api dall’ arnia guasta in altra che
sia sana; e se la stagione non lascia sperare,
che leapi possano fabbricare nuovi favi e prov-
vederli di miele, levare almeno dall’arnia quelli
che sono invasi dalle tarme , rimettendo poi alla
stagione opportuna l’ operazione di cangiare d’ax-
nia le api:
7o. Tarma degli alveari.
Galleria alvearia. Fabr.
Bruco. dic:
bxBossaloi come nella precedente, ma più
MORE iccoli.
Crisalide P
Insetto perfetto. Ali cenericcio-oscure ; .te-
sia gialla.
© Figura manca presso gli autori.
Osservaz. Ha i costumi della tarma della cera;
71. Tarma evonimella.
T'inea evonimella. L.
( Tav. I. fig. 8. )
Bruco giallastro o cenericcio, punteggiato di
nero, 7
88
Bozzolo elittico bianco.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali anteriori candide con 50
punti neri; le posteriori cinereo-oscure.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. tav. 8.
Osservazione. Questa tarma è delle più dan-
nose. Essa vive in società sotto una tenda di
seta, che i bruchi si fabbricano in comune, e
nella quale avvolgono i teneri germogli dei
pruni e dei pomi e dei sorbi, che misera-
mente divorano. Sotto la tenda stessa fanno i
loro bozzoli disposti paralellamente gli uni agli
altri. Ho avuto numerose piante annualmente
denudate da migliaja di questi bruchi, con grave
danno del prodotto; e vi ho in gran parte ri-
mediato facendo bagnare i rami in autunno
col lescivio, onde far morire le uova, che le
farfalline aveanvi deposte.
72. Tarma padella.
Tinea padella L.
Bruco nudo, grigio, con un pupoo nero ad
ogni anello.
Basa giallastro.
Crisalide giallastra.
Insetto perfetto. Ali anteriori color di piombo
con 20 punti neri.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. tav. 7.
Osservazione. Questo bruco ha costumi eguali
a quelli della tarma evonimella, di cui forse
è una semplice varietà. Invade esso pure le
foglie degli alberi fruttiferi.
‘gg*
dA, r3. Tarma delle arnie.
Tinea melionella L.
Bruco nudo, grigio ‘colla testa» bruna.
Bozzolo! bianco , elittico.
Crisalide . bruna.
Unsetto perfetto. Alianteriori cenericcie scre-
ziate, col lembo interno giallastro; le posteriori
| gialliccio-pallide.
Figura. Roesel. Ins. 3. Tav. 4r.
Osservazione. ‘A primo aspetto si crederebbe es-
sere questa tarma'una semplice varietà della tarma
| della cera ; ma. comunque di quella abbia i costu-
‘mi, ne ha però uno particolare ; cioè essa si col-,
loca non tra un favo e l’altro, ma nei fori dei
favi, che servono di comunicazione fra li superio-
ri e gliinferiori; li ottura coi cilindri di seta che
si fabbrica , ed ascosa in quelli divora la cera (1).
74. Tarma delle biade.
Tinea granella L.
Bruco nudo, bianco, colla testa bruna.
Bozzolo cenericcio.
Crisalide bruna.
Insetto perfetto. Ali screziate di bianco e
di bruno; la testa bianca.
Figura. Roesel. Ins. I. Phal. 4. Tav. 12.
Osservazione. La tarma del grano ossia delle
biade abita esclusivamente ne’ granaj, nè mai si
(1) Fra le tarme nocive alle api vi ha anche la Times so-
ciella, la quale abita nei favi delle api silvestri, e partico-
larmente di quelli, che costruiscono i favi fra le rupi. Di
questa non si è creduto dover dare la descrizione , come
neppure di quelle altre numerose tarme ,, che rodono le lane
e le vestimenta. La storia di quest’ ultime appartiene piut-
tosto all’ economia domestica, che non alla economia rurale.
89*
îrova sui cereali vegetanti, come vi si trova la
falena del grano. Il di lei bruco non entra
nel seme dei cereali a guisa di quella , per an-
nidarvisi e divorarlo; ma si fabbrica un astuc-
cio di seta, nel quale sta racchiuso, e che trae
dietro a se in ogni suo movimento, Coi fili della
seta medesima esso lega più grani di formente
intorno a se onde essere sempre di alimente
provvisto. Li rode infatti ora più ed ora meno,
ma non mai interamente ; quindi li abbandona,
ed altri ne lega intorno al suo astuccio per ro-
sicar quelli pure. Da ciò nasce, che l’ astuccio
, medesimo è quasi sempre coperto da avanzi di
crusca e di farina. Se queste tarme sono molti-
plicate d’ assai nel granajo tutta la superficie del
formento trovasi legata dai fili di seta alla pro-
fondità talvolta di due o tre pollici, per cui si pro-
va una non leggiere resistenza quando s'immer-
ge la mano nel mucchio stesso, onde esami-
nare la qualità del grano. Anzi il formento da
codesta tarma infetto ha un odore disaggradevole ,
simile a quello della sugna fusa. Tutti i cangia-
menti, cui la tarma soggiace, si eseguiscono nell’ a-
stuccio che le serve di dimora. Fatta poi insetto
perfetto abbandona l’ astuccio , e dopo l’ accoppia-
mento depone sul grano le uova dalle quali risulta
una nuova generazione. Questo accoppiamento suc-
cede nel mese di laglio. Ora per liberare il granajo
dalle tarme il miglior mezzo è quello di staccare
dalla superficie del formento la coperta setosa che
vi hanno filato, e di immantinenti abbruciarla,
Se non si fa tale sagrifizio di anno in anno si
va vieppiù moltiplicando il danno che recano,
s. 5.0
Degli Estri.
( Tav. I. fig. ro. )
Gli Estri, insetti così chiamati dall’infuriamen-
to che producono negli animali, hanno l’esteriore
aspetto delle mosche; ma differiscono da queste,
perchè la loro bocca non è munita di alcun or-
gano per succhiare l’ alimento, e la loro grossa
testa somiglia in certo modo a quella di alcuni
quadrupedi. Altri caratteri di distinzione hanno
essi alle antenne ed ai palpi, che qui non si
annoverano. Osserveremo solo, ch’ eglino ab-
borriscono i luoghi umidi, nè mai si veggono se
faccia freddo, o soffi il vento; ed in secondo
luogo, che i loro bruchi non vivono di vegeta-
bili, ma nel corpo degli animali utili o neces-
sarj all'agricoltura. I bruchi di questi insetti, non
avendo alcuna somiglianza con quelli che furo-
no fin quì descritti, ricevono il nome di larva.
75. Estro della pelle, ossia del Bue.
AEstrus bovis. L.
Larva elittica e come troncata alle due estre-
mità, bruna.
Ninfa nera, convessa da un lato, quasi piana
dall'altro. Sortendo da essa l’insetto perfetto ne
stacca una porzione a guisa di coperchio.
Insetto perfetto. Ali senza macchie brunastre ;
abdome cinto verso la metà da una fascia nera
gÒ
susseguita sino all’apice da peli giallo-oscuri.
Nella femmina l'apice dell’ abdome è munito
da una specie di pungolo, il quale è l’ organo
per cui mezzo l’insetto depone le uova.
Figura. Bracy Clarck nelle Transactions of
the Linnean Society. Tom. 3. Tav. 23. fig. 5. 6.
Osservazione. Quest insetto si sottrae assai
meno delie sue specie congeneri all'osservazione
del naturalista, perchè depone le uova ‘esterna-
mente sul dorso dei buoi; e le larve :che nasco-
no da esse rimangono sempre tra il cuojo del-
Vanimale e la membrana cellulare, ove produ-
cono un ascesso, ossia follicolo assai rilevato.
Questa larva, la quale è la più grossa fra quel-
la degli estri conosciuti, è munita ‘alla bocca di
piccoli pungiglioni, i quali servono ad irritare
la cellulare del bue, a produrvi una infiamma-
zione locale, e quindi la secrezione del pus ne-
cessario alla nutrizione della larva stessa. ‘Tali
pungiglioni servono pure di piedi alla ninfa , al-
lorchè vuol sortire dall’ascesso per cangiarsi in’
insetto perfetto, avendo costantemente luogo
quest ultima metamorfosi fuori del follicolo, che
la larva ha prodotto sul dorso del bue. Nel sor-
tire da esso cade la ninfa sul terreno, e vi ri+
mane due mesi prima di cangiarsi in insetto
perfetto. Ciò d’ordinario succede in agosto. Al»
lora la piaga prodotta dalla larva si cicatrizza
senza soccorso di medicina. Con tutto ciò non
lascia l'animale di soffrirne: ed i conciatori de
gI
‘cuoj trovano le pelli deboli e quasi forate, ove
più importa che siano sane ed egualmente den-
se. Il dolore che produce nel bue la femmina
idi questo Estro, nell’atto che vi inserisce l'uovo
nella pelle, rende pericolosa cosa il liberarlo da
‘tale parasito; attesochè l’animale fa ogni sforzo,
onde non essere tocco nella parte affetta e do-
Jorosa. Malgrado ciò ; se i follicoli fossero nume-
rosi e l’animale dimagrasse , bisogna legarlo , e far
.passare nei follicoli medesimi un fil di ferro acumi-
‘nato e rovente per uccidere la larva, che vi sta
‘annidata , od injettarvi una soluzione corrosiva.
Ella è osservazione , che il bestiame più giovine
e più robusto è di preferenza offeso da questa
specie di Estro, onde i follicoli da esso lui
prodotti sono un criterio della bontà dei buoi.
76. Estro del cavallo.
AEstrus aqui. Bracy Clarck.
( Tav. I. fig. 10. )
Larva cilindrica, verdognola, acuminata verso
la bocca, con un cerchio di punte ad ogni anel-
lo, e due uncini alla bocca stessa.
Ninfa bruna.
Insetto perfetto. Ali biancastre con una fa-
scia nera nel mezzo e due punti neri verso l'a-
pice. Torace con una macchia nera, quadrata.
Figura. Bracy Clark. ibid. fig. 8. 9.
Osservazione. Linneo ha confuso questo estro
con quello del bue. Il costume della di lui lar
va è quello di attaccarsi allo stomaco del caval-
92
lo, e più frequentemente al piloro, ove sonosene
talvolta trovate 100 e più riunite (1). La località
singolare, che occupano tali larve, ha tenuto
molto indecisi i naturalisti sulla maniera per la
quale s'introducano nello stomaco del cavallo.
Ma un'attenta osservazione ha dimostrato che è
la seguente. Quando la femmina di tale specie
di estro è gravida, si getta sul cavallo, sce-
gliendo di preferenza la parte interna delle di
lui ginocchia, o la parte posteriore della spalla,
od anche l'estremità della criniera; s'incurva te-
nacemente sulla pelle; depone e lascia aderenti
ai peli le uova, che sono talvolta in numero
di 500. Essa pertanto ha l’istinto di scegliere
sempre in questa operazione le parti suscettibili
di essere dalla lingua del cavallo leccate: ed
avviene infatti, che essendo tocche tali uova
dall’umido contatto della lingua, sbuccino da
esse le piccole larve, si attacchino alla lingua
e passino colla saliva allo stomaco, alle cui
membrane si appiccano tenacemente per mez-
zo degli uncini, dei quali la loro bocca è mu-
nita, e vi cagionano la secrezione degli umori
dei quali si nutrono. Le larve fatte poi mature
si staccano dallo stomaco nello stato di ninfa,
passano per gli intestini, e finalmente dall’ ano
(:) Nel Gabinetto di Anatomia comparata della R. Univer-
sità di Pavia vi ha porzione di ventricolo d’un cavallo, a
cui sono aderenti_moltissime di queste larve.
93
del cavallo cadono in terra per subirvi l’ultimo
cangiamento. Tale cangiamento succede in mag-
gio, 6 o 7 settimane dopo che la crisalide è
sortita dall’ano. Egli è evidente che i cavalli, i
quali hanno nello stomaco tanti incomodi para-
siti, devono assai soffrirne; con tutto ciò i drastici
più forti non giungono a liberarneli, ed è me-
stieri di ricorrere ai rimedj di precauzione, a
quello cioè di bagnare le parti sulle quali l’estro
suol deporre le uova con qualche decotto ( co-
me si dirà in appresso ), il cui odore allontani
l’estro femmina allorchè vuol deporre le uova
suddette .
7. Estro trifasciato.
AEstrus hamorroidalis. Bracy Clark et L.
Larva verdognola, quasi cilindrica, acuminata
verso la. testa, di cui ogni anello è cinto da
pungoli.
Ninfa ovato-acuminata , dentata , bruna.
Insetto perfetto. Ali brunastre, senza macchie :
abdome a trè fascie, di cui la prima è gialla,
la seconda nera, e la terza rossa.
Figura. Bracy Clark L. c. fig. 12. 13.
Osservazione. Linneo ha chiamato col nome
di emorroidale questa specie di estro, perchè
avendo vedute le di lui ninfe attaccate all’ in-
testino retto dei cavalli, credeva che deponesse
le uova nell’ano dei quadrupedi, e le larve vi-
vessero nei di loro intestini. Ma la riflessione
obbliga tosto a rettificare quest'idea. Contraendosi
94
e corrugandosi lano: alla più leggere irritazio-
ne, l’estro non potrebbe deporvi le uova senza
essere schiacciato e compresso dall’ ano. medesi-
mo. Altronde le nova e le larve schiuse da esse
sarebbero tosto evacuate cogli escrementi. Infatti
l'osservazione dimostra, che la femmina di co-
desta specie non depone già le sue uova nel-
lano; ma fra le labbra dei cavalli nell'atto che
eglino sono al pascolo; ond'è che dalle labbra
passano poi allo stomaco le larve, e finalmente
sortono nello stato di crisalide ossia. di ninfa
dall’intestino retto, come appunto fa l’estro del
cavallo. Quando questo estro depone le uova fra
le labbra degli animali produce in esse una ti-
tillazione, per la quale strofinano la bocca con-
tro le proprie gambe ‘e contro terra. Le pecore
‘soprattutto conoscono tale insetto all'odore, e vol-
gono indietro il passo dal pascolo per non ‘es-
serne offese. Quanto ai rimedj si usino quelli
prescritti infine di questo paragrafo.
78. Estro della pecora.
AFstrus Ovis. L.
Larva ovato-oblonga, giallastra, ‘troncata dal
lato della bocca con una piccola macchia ‘nera
ad ogni anello del suo corpo.
Crisalide convessa da un lato , alquanto ‘con-
cava dall'altro ; e bipartita all'apice.
Insetto perfetto. Ali diafane , punteggiate alla
base; abdome bianco, minutamente punteggiato
di nero. |
95
Figura. Bracy Clark 1. c. fig. 016. 17.
Osservazione. Questo estro; non meno fatale
dei precedenti agli animali, depone le uova nel-
l'interno margine delle narici delle pecore, da do-
ve schiuse le larve passano poi ad annidarsi nei
seni mascellari e frontali, cioè. in quella cavità
dell’ osso, che sostiene le corna. Queste larve
hanno da un lato una cresta marginata, me-
diante la. quale si attaccano alle parti summen-
tovate, come appunto farebbe una sanguisuga , €
sono inferiormente munite di punte assai ruvi-
de, che facilitano loro il passaggio sulla super-
ficie lubrica e mucosa dei seni nasali, e che
servono pure ad irritare le membrane, infiam-
marle, e produrre la secrezione del pus, del
quale si nutrono. Fatte. poi mature le larve
stesse cadono dalle nari sul suolo, ed attaccatesi
all’erba si cangiano in ninfa. Per due mesi circa
rimangono in tale stato; quindi ne sorte l’'estro
perfetto, che va di nuovo a deporre le. uova
nelle narici delle pecore. Codesti pacifici animali
lo temono moltissimo, lo conoscono all’ odore,
ed allorchè l’estro svolazza intorno ad essi agi-
tano e dimenano il capo, battono la terra coi pie-
di anteriori, e mettendo il muso contro il ter-
reno guardano di soppiatto se la mosca dell’estro
li perseguita. Alle larve di questa specie di e-
stro attribuiscono i veterinarj il capostorno, la
‘timpanitide , e l’infuriamento letale , cui le pe-
core vanno soggette.
96
79. Estrò veterino.
AFstrus veterinus. Bracy Clark.
Larva. ) .
Nin fa. ignote.
Insetto perfetto. Ali diafane , col margine e-
sterno giallo; torace. ed abdome peloso, gial-
lo-aranciato.
Figura. Bracy Clark. 1. c. fig. 18. 19.
Osservazione. Si sa che questo estro sta ap-
piattato sulle masse di concime cavallino, e che
infesta i ruminanti; ma non si conosce in quale
maniera deponga le uova.
Rimedj contro gli Estri.
Quanto all’ estro del bue e del cavallo, si è
già assegnato il rimedio : si potrebbe però ag-
giugnere, così per esso, come per gli altri,
l'avvertenza di tagliare con una forbice, o di
staccare con una spazzola tinta nell'acqua calda,
le uova che gli estri depongono sul pelo delle
ginocchia e delle spalle degli animali. Per im-
pedire poi, che anche le pecore non siano af-
flitte dall estro che sembra parzialmente infe-
starle, bisognerà astenersi dal condurle al pasco-
Jo nei mesi di giugno e di luglio, epoca nella
quale appajono codesti insetti; anzi condurvele
solo dopo il mese di agosto, perchè così gli
estri, che fossero nell'erba, non troverebbero ove
deporre le uova in luogo analogo al loro svi-
luppo, e sarebbero forzate a morire senza suc-
cessione,
97
s. 6.°
Dei Calabroni.
( Tav. I. fig. 2.)
Questi insetti somigliano alle mosche; ma
hanno i palpi filiformi, ed il labbro fesso in
tre; i loro bruchi si avvicinano a quelli delle
falene.
80. Calabrone del pino.
Tenthredo pini. L.
Larva cerulea, colle estremità rossastre; 1’ è
dome, ed i piedi gialli.
Ninfa bruna, sotto terra.
Insetto perfetto nero, colle tibie ed i tarsi
gialli, e le antenne pennate da un lato solo; il
torace è peloso.
Figura. Uddm. Diss. go. fig. 13 = Schaeffer
Icon. Tav. 68. fig. 7. 8.
Osservazione. I suoi bruchi vivono. in società
di 100 e più sul pino e sul larice, e dopo avere
spogliato delle foglie un ramo si mettono rego-
larmente in marcia per impossessarsi di un al-
tro. Essi rosicano pure la scorza dei giovani
getti, e vi fanno dei larghi fori. Se la larva vie-
ne toccata, lascia sortire dalla bocca una goccia
di resina eguale in tutto a quella del pino me-
desimo.
BI. Calabrone dell’abete.
Tenthredo abietis. L.
( Tav. I. fig. 2. )
Larva verdognola, solitaria, punteggiata di
nero.
e*. Ninfa bruna.
Insetto perfetto. Antenne a sette nodi; corpo
nero, con quattro segmenti color di ruggine
all’ abdome. |
Figura. Frisch. Ins. .2. Tav. I. fig. 21. 24.
Osservazione. Essendo solitaria la di lui larva,
.è meno dannosa di quella del calabrone del pi-
no, Per ambedue converrà usare i rimedj in-
segnati contro i bruchi delle falene.
(8 n.°
Delle Mosche,
( Tav. I, fig. 5. )
Credo inutile di esporre i caratteri delle mos-
che per distinguerle dagli altri insetti.
82. Mosca dei bruchi.
Musca larvarum. L.
Larva. giallastra,
Ninfa ovale, liscia, bruna. ,
Insetto perfetto nerastro , il cui abdome è
più bianco e con delle macchie brune disposte
a scacco, ;
Figura De-Geer. Ins. I. tab. 2. fig. 23.
99
Osservazione. Si potrebbe giudicare più utile
che dannosa questa mosca , se si riflettesse solo al
costume, ch’essa ha, di deporre le sue uova nel
corpo dei bruchi viventi \dei. papilioni e delle
falene ; motivo pel quale moltissimi muojono
prima di cangiarsi in crisalide: ma quando si
trova la di lei larva annidata anche nelle radici
dei cavoli e dei cardi; quando si vede che le
radici stesse diventano scrofolose, ed i cavoli,
in luogo di avere il loro ‘naturale incremento ,
rimangono ‘piccoli, stentati e: flosci ; è imesneri
considerare questa mosca, siccome dannosa. Que-
sta malattia dei cavoli è chiamata dai contadini
male della rapa, appunto perchè la loro radice
ingrossa, comunque irregolarmente, a guisa di
piccola rapa. Ella si manifesta. però solo nei ‘luo=
ghi umidi, ed .in quei «terreni ,.icui non siasi
procurato il necessario scolo ; ; Onde facile è di
prevenirla.
82. Mosca delle radici De:
Musca radicum. L.
(Tav. I fig. 5.)
Larva |
Ninfa pa come nella precedente.
(€.) ‘A’ questa inosca. si.aggiuriga quella del nvone M.n4-
po brassice, e quella dei Cavoli M. brassicaria. La prima
è pelosa bianca ; la. seconda nera col secondo € terzo seg-
mento rossi. I loro costumi sono eguali a quella della quale
qui si parla,
ù
10%
Figura. Manca presso gli autori.
Osservazione. La larva è grossa quanto una
pulce; si intromette fra le glume dell’ orzo sul
campo, e ne divora la sostanza farinosa. Il danno
che reca nella Svezia fu calcolato = del raccolto.
86. Mosca dell’ ulivo, pidocchina dell’ ulivo,
Musca olee. Fabr.
Larva biancastra, il cui capo è munito da una
specie di proboscide formata da due uncini bruni.
Ninfa bruna.
Insetto perfetto lungo una linea, di color
bruno-dorato ; torace ceruleo con tre eminenze.
Figura. Manca presso gli entomologi : fu però
esattamente descritta da Penchienati Acta Tau-
rinensia an. 1766. 1707.
Osservazione. La larva per mezzo dei succen-
nati uncini intacca la sostanza carnosa del frutto
dell’ ulivo, ed a poco a poco lascia in secco il
nocciolo. Coi proprj escrementi ella ottura il
foro pel quale è entrata; ma le formiche cono-
scono tali fori; sanno penetrarli e divorare la
larva. In questo stato di larva suole rimanere
tre mesi; quindi si cangia in ninfa, e sotto
tale forma la si trova sempre dai rodi novem-
bre sino ai 15 dicembre, dopo la qual epoca
diventa insetto perfetto, si accoppia e depone le
uova nelle screpolature della scorza dell’ ulivo.
Le larve. sbucciano dalle uova in maggio, si
arrampicano sul tronco; prima intaccano le
102
foglie ; quindi ì frutti. Queste interessanti notizie
le dobbiamo al sig. Sieuve, il quale ha fatto uno
studio particolare sugli ulivi. Il rimedio contro
questo perniciosissimo insetto è quello di pennel-
lare in gennaro i tronchi degli ulivi, ove si
biforcano, con un forte lescivio perchè ivi si
trovano le uova della mosca ; oppure di servirsi
delle’ formiche stesse per distruggerlo nel modo
esposto infine di questo Saggio. Per quanto mi
è noto questa mosca non intacca finora i nostri
oliveti : essa però fa dei guasti terribili nel
Genovesato, dove appunto riceve il nome di
pidocchina per. la forma ch’essa ha, e solo
l’anno decorso mi furono spediti gli insetti me-
desimi dal sig. Dott. Fisico Sartorio, acciò gli»
suggerissi qualche metodo di riparazione ai danni
che arreca.
s 8
Delle Tipule.
: (Tav. I. fig. 012. )
LI
Le tipule hanno un aspetto esteriore , il quale
le distingue da qualsiasi altro insetto. Torace
corto e gibboso; ali, ed abdome, e gambe
sproporzionate., cioè. lunghissime in confronto
delle altre parti, sono i caratteri che le distin=
guono. Gli insettologi hanno riunito al genere
Tipula alcune specie, nelle quali non si riscon-
103
trano suindicati caratteri; ma ciò prova solo
la necessità di dividere le specie suddette dalle
prime , per farne un genere separato, od almeno
una suddivisione del genere stesso.
67. Tipula erbaggivora.
Tipula oleracea. L.
Larva cilindrica , anteriormente bicornuta , col
podice dentato. o
Ninfa. Simile all’ insetto perfetto, piegata su
di se medesima,
Insetto perfetto. Ali diafane, la cui costa
marginale è fosca.
Figura. Bradl. Nat. tav. 25 fig. 3. = Schaef-
fer. Ic. tav. 15 fig. 6.
Osservazione. La larva di questa tipula reca
grave danno alle radici delle piante ortensi, ed
in particolare a quelle delle leguminose. La con-
cimazione con cenere o fuliggine -la allontana.
88. Tipula ortolana.
Tipula hortulana L.
( Tav. I. fig. 12. )
Larva
Ninfa
Insetto perfetto. Ali diafane, col margine este-
riore nero, e l’abdome rosso, od anche nero.
Figura. Reanmur. Ins. 5. tav. 7. fig. 7. 10.
Osservazione. La di lei larva devasta in pri-
mavera i fiori degli alberi fruttiferi, e gli
asparagi.
} come nella precedente.
8
104.
89. Tipula dei prati.
Tipula pratensis L.
Larva
Ninfa
Insetto perfetto. Ali cenericcie venate di fosco:
torace screziato a più colori.
Figura. Frisch. Ins. 4 tav. 12.
Osservazione. La di lei larva distrugge le
radici delle gramigne nei prati.
} come nella precedente.
i (oe)
Sezione II.
Degli insetti, che presumibilmente recano danno
all’ agricoltura, tanto nello stato di bruco os-
sia larva, quanto in quello di insetto perfet-
to; perchè nell’uno e nell’ altro stato la loro
bocca è munita di mandibole cornee, colle
‘quali rosicano i.legnami, le foglie ec.
A questa sezione appartengono
I. gli Scarabei. 6. le Doratelle.
2. le Carrughe. 7. i Punteruoli.
3. le Cetonie. 8. i Tenebrioni.
4. i Dermesti. g. i Tonchj.
5. le Mantellate. 10. gli Struggilegno.
toni
Degli Scarabei. .
(Tav. II. fig. 1.)
Essi hanno quattro palpi filiformi; il labbro
smozzicato, e le antenne a lamelle.
go. Scarabeo rinoceronte.
Scarabaus nasicornis. L.
Cave tt.-fig103
- Larva (1) giallo-grigia, col capo; i piedi, e
le stimmate rossastri.
(1) Tutte le larve degli insetti a questa sezione apparie»
menti hanno solamente sei piedi scagliosi, stanno sempre
curve, ed hanno l’abdome alquanto ingrossato.
106
Ninfa (1) di color giallo terreo.
Insetto perfetto bruno nerastro, con tre pro-
minenze sul capo, di cui l’ intermedia maggiore
è rivolta in dietro. Tale maggiore Lite 0
nella femmina non si ravvisa,
Figura. Roesel. Inst. 2. Scarab. 1. tab. 67.
Osservazione. La di lui larva è una delle più
rovinose ai prati artificiali di exgba medica. Quan-
do si veggono degli spazj in un prato, nei quali
questo prezioso foraggio è languente, ed a poco
a poco si secca, egli è segno evidente che le di lui
| radici sono da codesta larva divorate. Tenendo
‘ dietro coll’ osservazione all’ insetto perfetto, per
vedere come la di lui larva penetrare possa alla
profondità, cui giungono le radici dell’ erba me-
dica, si rileva, ch’ esso depone le uova nelle
mete vaccine che rimangono nel campo dopo la
fienata; ch’ ivi si schiudono, e che le giovani
larve per disotto alle dejezioni alvine dei buoi,
le quali mantengono umido e permeabile il ter-
reno, penetrano alle radici. Il rimedio è dun-
que quello di levare le mete vaccine dal campo
dopo la tosatura ed il trasporto dell’ erba me-
(1) Nelle -ninfe di questi insetti medesimi, a differenza
delle crisalidi dei papilioni e delle falene, si ravvisa la forma
dell’ insetto perfetto; ma tutto rannicchiato, colle, gambe le
antenne ed il capo piegati sul torace e sull’ abdome ; il
loro colore è sempre assai sbiadato in confronto di quello
che avrà l’insetto nell’ultima sua metamorfosi ; e rimangono
come immobili.
107
dica, o di cercare sotto. gli steli languidi e mo-
ribondi dell’ erba stessa le larve per ucciderle (1).
DREI dl
Delle Carniche
(Tav fa. 2.)
Nelle carrughe la mascella ha molti denti al
suo apice.
gr. Carruga volgare.
Melolontha vulgaris. L.
(Tav. II fig. 2.)
. Larva grigia, coi piedi e colla testa bruno-
giallastri.
Ninfa giallognola, rinchiusa in una specie di
bozzolo .terroso.
Insetto perfetto. Corpo bruno-rossastro , con
alcune linee rilevate sugli astucci. Abdome ter-
minato in punta, piegato per disotto, con alcu-
ne macchie bianche laterali.
(1) Alcuni naturalisti reputano nocivo alle roveri, ed altri
alberi anche il Cervo volante ( ’ucazzys cervus L. ), che
îl volgo chiama C»r:45), Io opino che la di lui larva rosichi
solo il legno putrido, e non il legno vivo. Qiest’ insetto non
mi pare altronde assai moltiplicato. Se in qualche località lo
fosse e con danno, si potrebbero deputare dei ragazzi a
dargli la caccia. Esso vola di sera intorno agli alberi, e per
poco si scuota l’aria che lo circonda, mediante una verga,
cade sul suolo; e si ha tempo di ucciderlo prima che ri.
prenda il volo, essendo egli forse il più pigro, siccome i!
più grosso , fra gli insetti d’ Europa.
»
108
Figura. Roesel. Ins. 2. Scatab. 1. tab. 1.
Osservazione. La larva di questa carruga vive
quattro anni sotto terra prima di subire l' ultimo
cangiamento. In tale stato divora le radici di
qualsiasi vegetabile. Fatta poi nel sesto anno in-
setto perfetto, rosica i teneri germogli delle viti e
le foglie degli alberi fruttiferi e boschivi in un mo-
do veramente lagrimevole. Il danno che quest in-
setto recò in alcuni anni per la prodigiosa di lui
moltiplicazione fu tale, che il Governo pubblicar
fece il metodo di prenderlo, ed esibì un premio a
chi ne portasse all’ autorità locale una data mi-
sura. Esso vola a torme sul far della sera in
giro agli alberi, e dopo essersi pasciuto intirizzi-
sce pel freddo della notte; onde al minimo ur-
to della pianta sulla quale posa, cade quasi se-
mivivo a terra. Il modo pertanto di farne una
caccia numerosa è quello appunto di scuotere
le piante prima che si alzi il sole; immediata-
mente raccogliere gli insetti da terra, ed ucciderli.
Quando si arano i campi avviene frequentemente
di scoprire coll’aratro moltissime di queste larve ;
se allora si facesse passare sul campo una tor-
ma di polli, col divorarsele minorerebbero d’assai
il numero di tali irisetti (1) giustamente anno-
verati fra i più rovinosi.
—_
(1) Stettler nella sua Cronaca della Svizzera racconta -a
proposito di tali insetti un aneddoto, che indica la semplicità
di quella nazione. Avendo essi nel 1479 recato gravissimi
T09
92. Carruga bruna.
Melolontha brunnea. L.
pan) somiglianti a quelle della carruga
Ninfa precedente.
Insetto perfetto alquanto più grosso della car-
ruga volgare; sopra color di marrone; sotto bian-
co, peloso.
Figura. De Geer. Ins. 4. Tav. ro. fig. 17.
Osservazione. I costumi di questo insetto sono
eguali a quelli del precedente.
93. Carruga della Vite,
Melolontha vitis.
Larva | . _..
cia ca simili alle precedenti.
Insetto perfetto: varia molto di colore; ma
comunque si trovi ora color di rame, ora az-
zurro o più comunemente verde, sempre questi
colori sono lucidi e come metallici; esso ha i
piedi neri,
Figura. Schaeff. Icon. 23. fig. 6. 7.
Osservazione. In quest’ anno (1808) fuvvi
un’ innumerevole quantità di tali insetti. Fortuna-
tamente pel ritardo della primavera sonosi ma-
nifestati, allorchè le viti ed altre piante erano
dannì, furono citati con un Junso monitorio innanzi al Tri.
bunale Ecclesiastico di Losanna; i Giudici accordarono loro
per difensore un Avvocato di Friburgo ; e dopo avere intese
le parti, furono formalmente banditi; ognuno può immaginarsi
con qual esito.
1150
già fogliose. Senza questa favorevole circostanza
avrebbero fatto un immenso guasto. Essi volano
per torme di 200 o 300, e mangiano di giorno;
quindi non è prudente consiglio di scacciarli
dalle viti, come fanno alcuni, perchè passano
da una in altra pianta; ma conviene attendere
la sera; stendere sul suolo un pannolino. sotto
alla vite e poi scuoterla ; perchè cadendo si pos-
sano raccogliere. Senza tale precauzione cadendo
sul suolo , .il loro color verde li nasconde ‘alle
nostre ricerche. ©
94. Carruga degli Orti.
Melolontha horticola. L.
Larva
Ninfa
Insetto perfetto: capo e torace ceruleo-pelosi ;
astucci bruni; piedi neri.
Figura. Schaeffer. Icon. Tab. 53. fig. 4.
Osservazione. Devasta le piante fruttifere , la-
sciando intatto il pero (1).
95. Carruga agricola.
Melolontha agricola. L.
come nelle precedenti, ma più piccole.
Larva
Ninfa
Insetto perfetto. Capo e torace pelosi, tiranti al
colore azzurro ; gli astucci sono giallo-lividi con
i
come nelle precedenti.
1_m__8Èkm__m_-
(1) Secondo Lister, se questo insetto si pasce delle foglie
del pomo coltivato, od anche selvatico, il chilo nei di lui
intestini contenuto prende un bel colore d’arancio, il quale
. può servire alla miniatura.
IM
una macchia nera nel mezzo. Si danno degli in-
dividui senza la detta macchia.
Figura. Schaeff. Icon. Tab. 63. fig. 1.
Osservazione. Nello stato di insetto perfetto
si attacca alle spighe dei cereali, e vi rimane
delle giornate intere divorando il poline delle
stamigne; onde non avendo luogo la feconda-
zione dei germi, le spighe rimangono prive di
semi, Quando tali carrughe siano moltiplicate
d’assai in un campo, il rimedio è.quello di en-
trare alla sera fra i solchi, e raccoglierle con
quello stromento del quale servonsi i villici per
raccogliere il pabbio. Esse cadono tosto nel pic-
colo sacco, dal quale si estraggono per abbru-
ciarle (1).
gran
Delle Cetonie.
( Tav. II. fig. 3.)
Le Cetonie differiscono dalle Carrughe, per-
chè hanno le mascelle munite di peli, ed il lab-
bro smozzato nel mezzo.
(1) Molti Autori annoverano fra gli insetti nocivi la car.
ruga solstiziale Melolontha solstitialis L,: cioè credono che
il di lei bruco cagioni al formento la malattia del rachi-
tismo, mentre tutt’ altra ne è la cagione. Talvolta negli
ultimi giorni di giugno se ne veggono coperti i prati dopo
tramontato il sole; e dopo due o tre giorni scompajeno. Se
i loro bruchi fossero riconosciuti in qualche località dannosi,
converrà dar la caccia all’insetto perfetto; attaccare ad un
bastone un piccolo sacco di tela, la cui bocca rimanga aperta
mediante un cerchio di fil di ferro, e con esso scoppare il
prato per raccoglierli nel sacco,
112
| 96. Cetonia stitica.
Cetonia styptica. L.
( Tav. II. fig. 3.)
Larva vici
Ninfa } simili a quelle delle carrughe,
Insetto perfetto nero, peloso, con macchiet-
te bianche minute sugli astucci, e con quattro
punti bianchi sotto all’abdome.
Figura. Miterpacher. (Trad. d’Amoretti) tom.3.
tav. 13. fig. 3.
Osservazione. Questo insetto ha gli uguali
costumi della carruga agricola ( num. 95 ). Alcu-
ni anni sono le spighe nei campi ne erano quasi
coperte , e non fu piccolo il danno che ha reca-
to. Esso danneggia pure i prodotti ortensi ed in
particolare le fave. Il metodo di prenderlo è
quello stesso assegnato per la carruga sunnomi-
nata; ma è necessario di ripetere l’ operazione
per alcune sere consecutive; perchè appena sia
tocca la pianta, sulla quale posa l’ insetto, che
egli lasciasi cadere a terra, e non è più possi-
bile di rinvenirlo : altronde non è compatibile
colla economia del tempo il prenderne uno per
volta. Siccome poi quest'insetto difficilmente ab-
bandona la località; che ha scelto per sua di-
mora ; così, replicando la caccia, si giugne quasi
interamente a distruggerlo.
TIS
$ 4°
Dei Dermesti.
( Tav. II. fig. 4. )
I Dermesti si distinguono dagli insetti prece-
denti, perchè i loro palpi sono ineguali filiformi,
ed hanno le antenne a clava fogliata. General-
mente parlando sono insetti minuti.
97. Dermeste del lardo.
Dermestes lardarius. L.
Larva ovata, cenericcia, liscia.
Ninfa bruno-giallastra.
Insetto perfetto nero, cogli astucci anterior-
mente cenericcio-gialli.
Figura. Frisch. Ins. 5. p. 5. tab. 9.
Osservazione. La larva non meno che I inset-
to perfetto si pasce del lardo e di altre sostanze
grasse; essa rovina pure le pelliccie, e qualun-
que altra animale sostanza. Nel Nouveau Diction-
naire d'Histoire Naturelle di Parigi (1783) si
propone contro questo voracissimo insetto la ri>
cetta del sig. Becoeur : la quale consiste in mezza
oncia di calce viva, 3 denari di sale di tartaro,
15 denari di canfora, once 4 di arsenico, ed
altrettante di sapone bianco; il tutto sciolto nello
spirito di vino. Ma come adoperare poi questa
composizione senza che ne risultino degli incon-
venienti per l’arsenico che contiene? Io. prefe-
‘4
risco quindi per allontanare questo voracissimo
insetto di far cadere delle goccie di olio d’abete
su dei foglj di carta, e collocarli ove si trovano
i dermesti: o meglio anche di mischiare alle so-
stanze che conservare si vogliono dei fuchi ma-
rini, od altre piante maritime disseccate. L'odore
salmastro di tali erbe gli allontana, mirabilmente,
‘98. Dermeste tipografo.
Bostrichus tipographus (1).
(Tav. II. fig. 4. ‘a0.)
Larva molle, corta, arcuata, a testa scaglio-
sa, dura.
Ninfa bruna:
Inseito perfetto oscuro, peloso, cogli astucci
al loro apice smozzato-dentati.
Figura. Von Trebra in den Schr. der Berl.
Ges Naturforschen. Freunde 4. Band. tab. 4.
Osservazione. La larva impiega uno o due
anni a diventare insetto perfetto, e vive. nei
legni, che strugge, divora e rende tarlati. Que-
sto insetto nel 1801 recò gravissimo. danno ai
pineti del Harz. Egli si intromette fra il libro
ed il legno dei pini; ond’è che divorando quel-
l'organo dell'albero, nel quale tutta la di lui vi-
talità risiede, forz è che muoja. Tale insetto è
(1) I Naturalisti moderni hanno separato dal genere dei
° dermesti le specie seguenti, e creato il genere Bortrichus,
perchè hanno le antenne a clava solida. Poco importando que-
sti caratteri agli agricoltori, ritengo quanto al nome italiano
quello che avevano una volta.
IIÒ
così fecondo, che un solo albero. di mediocre
grandezza è talvolta da 80 e più mille dermesti
tormentato. L'albero dalle loro larve attaccato
principia a seccare nella cima; le foglie diven-
tano rosse ; perde la resina e non serve più nè
come legno da costruzione, nè come combu-
stibile. Si conosce il legno guasto da tale insetto
per le cavità labirintiformi, che vi si scorgo-
no piene di polvere. color di legno, cioè degli
escrementi dell’ insetto medesimo.
99. Dermeste calcografo.
Bostrichis calcographus. Fabr.
Larva : h
Nin Aq come nei precedenti.
Insetto perfetto nero, cogli astuccì rossastri ,
neri all'apice ed ai lati, e smozzato-dentati.
Figura. Manca presso gli autori.
Osservazione. È tre volte più piccolo del pre-
cedente, del quale ha pure i costumi.
100. Dermeste struggipino.
Bostrichus piniperda. Fabr.
( Tav. II fig. 4. db. c.)
Larva È x
Ninfa } come nei precedenti.
Insetto perfetto nero , pelosetto, cogli astuc-
ci interi , color di pece, ed i piedi rossi.
Figura. De Geer. Ins. 5. Tab. 6. fig. 8. 9g.
Osservazione. Fora i rami inferiori dei pini ,
i quali muojono per lo scolo della resinà. L'uni-
co rimedio che si conosca è quello di sagrifi-
116
care la pianta , che mostrasi infetta, ed abbru-
ciarla. Devono pertanto le guardie dei boschi,
segnatamente dei pineti, essere a ciò attente;
perchè se tali insetti si lascino tranquilli su di
una pianta, sono capaci colla loro rapida. mol-
tiplicazione di rovinare un'intera foresta.
101. Dermesto dell’ulivo.
Phototribus olea. Olivier.
Hylesinus olea. Fabric.
Larva
Ninfa
Insetto perfetto piccolo, ovale, nero, coperto
da finissimi peli cenericci , colla base degli a-
stucci più chiara ; antenne giallo-oscure; le zam-
pe brune.
Osservazione. Nei paesi meridionali rovina
assai i rami degli ulivi.
} non sono note.
811513
Delle Mantellate.
( Fav. II. fig. 5. )
Le mantellate sono piccoli scarabei a testa
depressa, ed antenne filiformi.
102. Mantellata dei piselli.
Bruchus pisi. L.
( Tav. II. fig. 5. )
Larva corta, arcuata, gonfia , verdognola.
- Ninfa giallognola, vi”
117
Insetto perfetto. Astucci neri coperti da mi-
nutissimi peli cenericci disposti a scacco; il po-
dice è bianco con due punti neri.
Figura. Lederm. Micr. 195. T. roo = De
Geer. Ins. 5. Tav. 16. fig. 3. 4.
Osservazione. Non i soli piselli intacca questo
insetto, I semi delle lenti, delle fave e delle
veccie sono egualmente divorati dalla di lui
larva. L'insetto perfetto depone le uova sui bac-
celli ancor verdi dei legumi; e la minuta larva
che nasce penetra tosto nei semi, e divorandone
la sostanza vi subisce tutte le sue trasformazio-
ni; ma presaga della difficoltà che trovar po-
trebbe in sortire dal seme sotto una forma mag-
giore di quella che aveva come larva, allorchè
vi è entrata; essa taglia in giro la scorza del
seme per maniera, che la scorza medesima ce-
de al minimo urto e lascia all’ insetto perfetto
un libero passaggio. Con tutto ciò, amenochè i
semi non siano assai minuti, la larva assai di
rado ne divora il germe, ed è perciò, che i pi-
selli bucherati germogliano tuttavia. L’ unico
mezzo di diminuire il danno che recano tali
larve è quello di immergere per un istante nel-
l’acqua bollente subito. dopo il raccolto quelle
sementi, che si destinano al consumo, acciò
che periscano le larve, e di far subire un calore di
40 o 45 gradi al forno a quelle, che devono
essere riseminate. Se gli ortolani di comune ac-
cordo volessero, ciò fare, in breve tempo questo
insetto sparirebbe dagli orti.
118
85:00
Delle" Dorgielle.
( Tav. II. fig. 6. )
Le Doratelle si distinguono per le antenne
moniliformi, ed i vivaci colori, dei quali d’or-
dinario, vanno adorne.. Questi piccoli ‘scarabei
sono superiormente convessi; appianati per di-
sotto; nè ‘di - tutti. si conosce la larva. Anche
questo genere fu diviso in più altri dai natura-
listi moderni. Io. ho ritenuto per tutte quelle
specie, che sono nocive , il nome di doratella ,
cui. corrisponde quello di Chrysomela dato loro
da Linneo.
103. Doratella lobivora.
Altica oleracea. Fabr.
Larva } .
Ninfa ignote.
Insetto perfetto verde ceruleo oscuro, lucido,
non più lungo di due linee...
Figura. Manca presso gli autori.
Osservazione. Questa doratella, comunque ap-
pena più grossa di un pulce, è delle più rovino-
se. Essa intacca ogni sorta di rafani e di cavoli
appena spuntati da terra ,, e ne divora i teneri
lobi, cioè i cotiledoni, motivo per cui le pian-
te rimangono intristite, nè possono crescere (I).
(3) I Cotiledoni, ossiano lobi seminali, fanno nella pianta
le veci di mammelle sino a che fatta robusta possa nutrirsi per
mezzo delle radici; quindi di necessità intristisce qualuaque
pianta guasta nei lobi seminali,
119
T lobi stessi delle tenere piantine sono tal-
volta da questi minuti insetti coperti ; e se alcu»
no vi si avvicina, essi con un moto salta-
torio scendono in un istante a terra per ricom-
parire dopo qualche minuto. Si allontanano però
efficacemente , spargendo di cenere e di fuliggine
le semine fatte o le pianticelle germoglianti.
104. Doratella metallica.
Altica helsines. Fabr.
Larva ) .
Ninfa ignote.
Insetto perfetto verde metallico, colle antenne
ed i piedi biondi.
Figura. Sultz! Ins. Tab. 3. fig. 12.
Osservazione. Ha i costumi della doratella
precedente; ma offende in vece le semine del
grano saraceno, volgarmente detto ‘la Fraina.
105. Doratella dei boschi.
Altica nemorum. L.
Larva Y .
b Nin fa ignote.
‘ Insetto perfetto nero, cogli astucci gialli or-
lati di nero.
‘Figura. Sultz. Rist. Ins. Tom. 3. fig. 11.
‘Osservazione. Eguale alle precedenti nei costu-
mi: eguale è pure il metodo di allontanarla.
Questa specie però è omnivora.
9
129
106. Doratella della vite.
Cryptocephalus. vitis.. Fabr.
Eumolphus vitis. Olivier.
Larva ovale bruna.
Ninfa giallognola.
Insetto perfetto mero, ad eccezione degli a-
stucci, che sono biondo oscuri.
Figura. Nissun autore l’ha data.
Osservazione. La sua larva, che si manifesta
in primavera , è una delle più rovinose alle viti.
Essa rosica il picciuolo dei grappoli, mentre è
tenero , polposo, pieno di sugo. e principia a
sbucciare ; cosicchè impedisce l’ulteriore suo svi-
luppo. La di lei moltiplicazione in alcuni luoghi,
nei quai la coltivazione della vite è principale
porta talvolta la desolazione nelle famiglie... Per
impedire il male che arreca, non si ha altro
rimedio efficace fuori che quello di spiare il mo-
mento nel quale l’insetto depone le uova, e cer-
care di prenderlo; ma oltrechè questo processo
è lunghissimo, ha poi anche l'inconveniente: di
accrescere il male. Ognuno sa con quanta. faci-
lità si rompano i teneri germogli della. vite per
poco che sono urtati;. onde sarebbe più. sano
consiglio fare dei tentativi, e vedere se attaccan-
do a luogo a luogo sulle viti. delle erbe gra-
veolenti si giugnesse ad allontanare un ospite
così rovinoso.
12%
107. Doratella degli asparagi.
Crioceris asparagi. Fabr.
( Tav. IL fig. 6. )
Larva giallognola.
* Ninfa brunastra.
Insetto perfetto oblungo, col torace rosso, e
gli astucci gialli con una croce e quattro punti
neri.
Figura. Roesel. Inst. 2. Scar. 3. p. rr. tab. 4.
Osservazione. Devasta nello stato di larva le
radici, ed in quello di insetto perfetto le foglie
degli asparagi. In quest ultimo stato è pigro, e
si può prendere in copia, facendolo cadere in
una sottoposta borsa di tela (1).
7.0
Dei punteruoli.
(Tav. 2. fig. 7. )
I punteruoli si distinguono facilmente dagli
altri insetti, perchè hanno le antenne ginoc-
| chiate ed attaccate al rostro , il quale d’ordina-
rio è lunghetto.
(1) Gli insettologi annoverano fra le Doratelle nocive
1. quella delle gramigne Chrysometa graminis, tutta verde
lucida. 2. quella del pioppo C populi che ha il torace ceru-
leo, e gli astucci rossi. 3. la cereale €. cereelis, dorata con
delle fascie cerulee ; finalmente la doratella dell’ontano C.
betule, che è tutta violacea ; ma il danno che recano non
mi è parso abbastanza riflessibile per doverne parlare dette-
gliatamente.
122 \
; 108. Punteruolo Bacco.
Curculio bacchus. L.
Magnacozzo dei Toscani.
Larva biancastra.
Ninfa bruna. ?
Insetto perfetto. Rostro della lunghezza del
corpo; il quale è verde dorato nel maschio, e
azzurro lucente nella femmina.
. Figura. Schaeffer. Icon, Tab. 6. fig. 4.
Osservazione. Codesto punteruolo è tanto dan-
noso alla vite, quanto la .doratella descritta al
num. 106. Esso ha il costume di ferire in pri-
mavera la base dei teneri germogli, acciocchè
appassiscano ; quindi piega ed agglutina le loro
foglie per modo, che prendono una forma quasi
cilindrica. Mentre egli fa tale lavoro depone un
uovo fra ogni piegatura delle foglie. Da que-
st uovo nasce la larva, che si pasce della foglia
appassita, e si cangia finalmente in insetto per-
fetto. Esaminando i pergolati, non è difticile di
vedere questi cartocci fogliosi, che racchiudono
le anzidette larve , e distaccarli per condannarle
al fuoco ; ma bisogna essere solleciti nell’ ope-
razione e replicarla frequentemente , perchè l’ in-
setto perfetto in breve tempo sorte dai cartocci
medesimi: ritardando ad eseguirla si levano dalla
vite i cartocci già abbandonati dagl’ insetti, e la
caccia non è più vantaggiosa. Si può distrugge-
re questo punteruolo anche nello stato di inset-
to perfetto , cercandolo di mezzo giorno alla base
dei pampini dove sta appiattato, per lo viù a
123
due a due, e difeso dagli ardori del sole, che
teme assai. Talvolta i punteruoli si manifestano
quando la vite ha già fiorito, - ed allora recano
minor danno, rimanendo soltanto meno garan-
tito il grappolo dalla sferza solare per le foglie
ch’ eglino accartocciano; ma anche in questo
caso, se i punteruoli sono numerosi , essendo
grande lo sfrondamento, la vite diventa decre-
pita innanzi tempo, o per lo meno idropica (1).
109. Punteruolo della vite.
Curculio vitis mihi: an pilosus Fabricii ?
Larva
Ninfa } come nel precedente.
Insetto perfetto. Forma ovale : capo allungato 5
rostro corto grosso; astucci convessi , che chiu-
dono una parte dell’ abdome per disotto; color
grigio cenericcio ; antenne cortissime.
Figura. Tav. II. di questo scritto fig. 7. a.
Osservazione. Nissun autore, per quanto io
sappia, ha indicato questo punteruolo come no-
civo. Solo in Geofroy pag. 282 trovasi una. de-
scrizione , che in parte gli conviene. Egli è non
perciò egualmente: dannoso del precedente. Ol-
tre alla vite, della quale rosica i teneri ger-
mogli, senza però accartocciarne le foglie, si
attacca pure ai peri ed ai gelsi di recente pian-
tati ; sicchè giugne talvolta a farli perire. Quan-
(1) Il Punteruolo della Betula di alcuni insettologi è la
femmina della specie, che si è quì descritta,
ì24
d’ anche ciò non succeda , ]a nuova cacciata degli
alberi offesi è sempre debole, e quella. della
vite dà poca uva, la quale difficilmente giunge
a maturità.
Il punteruolo grigio divora le foglie, ossiano
i germogli , sul far del mattino ; e tostochè l’aria
si fa calda, si cela alle nostre ricerche rifugian-
dosi sul terreno. Per farne quindi la caccia, bi-
sogna visitare le viti di buon mattino, con un
pennello a lungo manico nella destra, ed un
vaso semipieno d’ acqua nella mano manca; e
farvi entro cadere gl’ insetti, toccando col pennello i
pampini, sui quali stanno appiattati. La cogni-
zione di tale punteruolo io la devo al sig. Av-
vocato Campari egregio Podestà della Comune
di Pavia, il quale avendo una vigna da esso de-
vastata, ne fece nel 1808 raccogliere in copia,
ond’ io lo esaminassi. Quest’ insetto ora trovasi
minuto di corpo e poco più grosso di un grano
di miglio, ora grosso come il punteruolo bacco
num. 108, essendo però sempre identicamente lo
stesso. Da ciò si deduce, che è dotato di grande
forza riproduttiva, e che alcune di lui larve co-
munque male alimentate si cangiano tuttavia in
insetto perfetto.
110. Punteruolo del pero.
Curculto pyri.
Larva ; i
Ninfa Ì come nei precedenti.
Insetto perfetto: eguale al precedente quanto al
125
colore; ma è costantemente più grosso , ed as-
sai grandi sono pure le di lui antenne in con-
fronto di quello.
Figura. Sulzer. Ins. tav. 3. fig. 23.
Osservazione. Accartoccia le foglie del pero,
le quali anneriscono. Tali cartocci sono formati
da un intero germoglio, e racchiudono talvolta
un mazzetto di fiori; onde questo insetto dimi-
nuisce di molto i frutti. Il rimedio è di stac-
care colla forbice i predetti cartocci, e di ab-
bruciare con essi la futura generazione che na-
scerà dalle larve che contengono ( veggansi i
costumi del punteruolo bacco ).
tit. Punteruolo del formento,
Curculio granarius. L.
Larva ; L
Ninfa Ì come nei precedenti.
Insetto perfetto. Rostro lungo; torace lungo
quanto gli astucci, ora rosso, ed ora nero o
color di pece.
Figura. Leuwenh. Arc. 168. Aug. 6. pag.
83 fig. 1.
Osservazione. Comunque alcunî naturalisti di-
stinguano il punteruolo del grano da quello del
formento, ed assegnino per carattere specifico
dell'uno il color rossastro e dell'altro il nero, io
non posso a meno di considerarli per una specie
unica. Quando tale punteruolo è appena sortito
dallo stato di ninfa, è rossastro, e dappoi nero
diventa. Che che ne sia di questa osservazione,
126
che ho già esternato nella mia Monografia dei. Ce-
reali, quest'insetto è fin troppo noto ai proprie-
tar), per gli immensi danni che loro reca. Ec-
cone i costumi.
Tostochè la femmina del punteruolo è fecon-
data (funzione la quale succede ogni qualvolta
la temperatura sia. maggiore di 8 o 9 gradi),
ella si interna. nel mucchio del. formento, fa
una puntura obliqua nella. scorza dei semi,
mediante un organo che porta. all’ apice del suo
abdome, ed a cadauno di essi. vi inserisce un
uovo. Da quest uovo non tarda a sbucciare. Ja
larva, la quale internandosi. nel seme, e divo-
randone la farina, chiude il piccolo foro co’ suoi
escrementi. Per tal modo si trova essa difesa
da qualsivoglia ingiuria esterna, e per quanto si
v:da smovendo il grano nulla soffre. La larva
del punteruolo eseguisce quindi tutte le sue tra-
sformazioni nel seme del formento; ma quando
da esso sorte nello stato di insetto perfetto, va
tosto ad appiattarsi alcuni pollici al disotto della
superficie del mucchio del grano, perchè teme
assaissimo il freddo e l'aria ventilata. Quando
poi la stagione comincia a farsi fredda, i punte-
ruoli abbandonano il mucchio , si ritirano nelle
fessure dei muri e dei legnami, dove muojono,
di freddo: ed è meno vera l'opinione di quegli
agricoltori, i quali opinano che i punteruoli ri-
fugiatisi sulle soffitte dei granaj in antunno,
ritornino poi nella primavera susseguente ad in-
127
vadere il formento. Se gli insetti perfetti giun-
gano «ad, accoppiarsi , non campano molto tempo
dopo l'accoppiamento. .Il tempo che \impiega il
punteruolo del grano nelle sue trasmutazioni es-
sendo di circa 4o giorni nei climi temperati
siccome il nostro, . facile è di concludere, che
possono avere luogo più generazioni in. un an-
no, e che il danno ch'egli reca sarà in propor-
zione. della di lui prolifica facoltà , la quale ci
sì, mostra grandissima. Da questi costumi sì ve-
de, ch'egli è difficile di distruggere il :punteruo- ‘
lo nello stato di larva. Chiusa ella nel seme e
difesa dalla di lui corteccia nulla ha da temere.
Diffatti per ucciderla, o bisogna far passare il
formento ad una stufa, il cui calore passi i 50
gradi T. R., o lisciviarlo unendo al liscivio una
porzione di calce: ed ognuno di questi metodi
ha i suoi vantaggi, secondochè si destina il for-
mento alla semina futura od agli economici usi,
siccome esposi ‘nella citata Monografia. agrono-
mica dei cereali. Meno fruttuosi di. questi sono
i metodi stati immaginati onde distruggere l’in-
setto perfetto. I suffumigj di solfo; le tele in-
zuppate nel sugo di sambuco, ed applicate al
mucchio di grano; le assicelle intrise nel sugo
di aglio, ed immerse nel mucchio stesso ; l’uso
infine del giusquiamo , del guado e di mille altre
ricette, dalle quali. non si ottenne mai l'esito,
desiderato , vanno convincendoci tuttodì , che as-
sal poco : sappiamo intorno questo argomento,
128
Con tutto ciò non si deve tacere, che siccome
il punteruolo teme moltissimo il freddo, ed in-
tirizzito ch’ei sia non eseguisce alcuna delle
funzioni necessarie alla sua esistenza ed alla
sua moltiplicazione; così tornerebbe forse como+
do pel piccolo possessore di collocare da giugno
a tutto settembre il suo formento ( ben essiccato
dapprima ) in luogo fresco, ventilato e vicino
a qualche conserva di ghiaccio. Per lo meno
allorchè in primavera si veggono i primi pun-
teruoli nel granajo, ed è presumibile che non ab-
biano per anco deposte le uova , i proprietarj do-
vrebbero fare smovere il formento colla pala;
lasciandone però un mucchietto a canto di quel-
lo, cui cangiano di luogo: perchè in questa ma-
niera i punteruoli disturbati correrebbero tosto
a nascondersi nel detto mucchietto, e versando
su di esso dell’ acqua bollente se ne farebbero
perire d’assai. Van Diesche ha esposto alla So-
cietà. d’ Incoraggimento in Olanda, che i fiori
di sambuco allontanano i punteruoli dal formen-
to : l’esperienza comproverà quest’ asserzione.
112. Punteruolo del riso.
Curculio oriza. L.
Larva
Ninfa
Insetto perfetto simile al precedente; si di-
stingue però per alcuni punti color di ruggine
che ha sugli astucci.
come nei precedenti.
129)
Osservazione. Divora il riso nei granaj. Quan-
to ai rimedj, veggasi ciò. si è esposto parlande
del punteruolo del formento (1).
s.0.0
Dei Tenebrioni.
( Tav. II. fig. 8. )
Essi hanno il labbro troncato, e le antenne
moniliformi.
113. Tenebrione mugnajo.
Tenebrio molitor. L.
( Tav. II. fig. 8. d. )
Larva bianco-giallognola , rigida.
Ninfa bruna.
Insetto perfetto oblungo, color di pece, cogli
astucci rigati.
Figura Frisch. Ins. 4. p. 1. tab, 3 = Schaeff.
Icon. Tav. 66. fig. 1. nà
Osservazione. La larva divora la farina, ed
è frequente negli abitati dei mugnaj e dei. pa-
netieri. La di lui larva è cercata dagli tccella-
tori, perchè cibo gratissimo e sano agli usignuoli.
(1) Sultzer ( Ins. tab. s fig. 22.) ha fatto conoscere il
Punteruolo delle avellane ; e Petiverio( Gazop4'/: 14 tab 8.
fig. 9) quello deli? abete, il quale vive sotto la corteccia
resinosa del pino. Di questi ho ommesso la descrizione,
siccome non molto nocivi, nè assai moltiplicati.
30 i»
‘114. Tenebrione struggigrane.
Tenebrio mauritanicus. L.
Trogossita mauritanicus. Latreille.
Cadelle dei Francesi.
Larva bianca, con alcuni peli rari, rigidi; te-
sta dura, nera, munita di forti mandibole; ab-
dome con due uncini neri.
Ninfa, la quale conserva gli uncini neri, e si
appiatta nelle fessure dei pavimenti dei grana].
Insetto perfetto : disopra nerastro, bruno disot-
to; antenne appena più langhe della testa;
corsaletto dentato.
Figura Tav. 2. fig. 8. a, bd di questo scritto.
Osservazione. Abbondantissima fu quest anno
( 1808 ) la larva di tale insetto in alcuni gra-
naj del Lodigiano. Il sig. Profess.. Moretti in
Udine, me ne recò da Roncaro sua patria; e
dallo studio che ho fatto su di essa, mi è forza
convenire col sig. Dorthes, il quale nel 1.° tri-
mestre 1807 delle memorie della Società d'Agri-
coltura di Parigi nocivissima la dichiara. Qual-
che. cenno. ne aveva fatto pure il sig. Rozier
nel suo Cours d'Agriculture; ma: non aveva indi-
cato quale insetto sorta da tale larva. Essa è
più nociva di quella del Punteruolo del formen-
to e della Tarma del grano. Un seme basta ad
alimentare ogni larva di questi; questa in vece
del Tenebrione , essendo assai più grande, abbi-
sogna di maggiore nutrizione. Ella rode il grano
per difuori; passa dall’ uno all’altro seme, ed in
13I
breve tempo fa grandi stragi. Per garantire il
formento da essa; ‘bisogna passarlo alla stufa,
od introdurre nel granajo . qualche dozzina di
uccelli insettivori.
$. 9.”
Boi <Tooohi.
( Tav. II. fig. 9 )
Essi. hanno due palpi fliformi, e due a foggia
di scure; le antenne moniliformi.
‘ 115, Tonchio delle api.
Clerus apiarius.
Trichodes apiarius. Fabr.
( Tav. II. fig. Q: )
| Larva di color rosso vivace, munita di sei
zampe scagliose minute, e di due uncini all’ab-
dome.
Ninfa brunastra.
Insetto perfetto peloso, di color azzurro ne-
rastro lucido ; astucci rossi con due fascie di
eolor azzurro.
: Figura. Schaeffer. Elem. Tab. 46 = Icon.
Tab. 48. fig. 2.
Osservazione. La «larva impiega un anno a
diventare insetto perfetto; e la si trova costan-
temente tanto nei favi delle api muratrici, quan-
to delle api comuni, Ivi fora la cera degli al-
13z
veoli, e divora tanto le larve, che le ninfe delle
api. Nell’alveare medesimo ella subisce tutte le
metamorfosi; ma l’' insetto perfetto abbandona
l'alveare per pascersi di fiori nei campi. Fre-
quentissimo si trova difatti su quelli della ca-
rota, ed altre ombrellifere Opinano alcuni na-
turalisti, che le api medesime rechino nell’ al-
veare unitamente al poline dei fiori, ed alla ce-
ra, le uova minute di questo loro nemico, le
quali poi si schiudano nell’alveare stesso. Questa
opinione non è forse lontana dal vero, perchè
appunto il tonchio delle api si accoppia sui fiori.
Il metodo di liberare gli alveari da questi ospiti
incomodi è quello stesso del quale si è parlato
all’ articolo Tarma delle api num. 70; ma per
conoscere se gli alveari sono dal tonchio infestati,
fa d'uopo visitare le arnie in gennajo e febbrajo.
(5)
€. IO.
Degli struggilegno.
( Tav. II fig. 10. )
Essi hanno la mascella bifida, il labbro lineare
rotondato all'apice, e le antenne moniliformi.
116. Struggilegno navale.
Lymexylon navale. Fabr.
Larva Ì come alla Tav. II. fig; Io. di que-
Ninfa sto scritto.
133
Insetto perfetto >. giallo, cogli astucci neti
all'apice ed al margine.
Figura. Frisch. Inst. 13. pag. 24. tab..z20o. =
Schaeff. Icon, ‘Tav. 59. fig. 1.
Osservazione. Le larve di questo insetto vivo-
no nel cuore degli alberi, lo scavano , lo fora-
no, e struggono di modo tale ‘il legno, che do-
po avere per qualche tempo languito , le piante
muojono , .nè più possono ‘a certi usi servire:
l insetto. perfetto si trova sulle roveri (1).
(1) Sarebbe qui il luogo di far cenno della Cantarella,
Lytta vesicatoria , la quale in alcuni luoghi spoglia i fras-
sini, e può anche cagionare dei disordini negli animali, se
per avventura ne mangiano coll’ erba; ma quest’ insetto
prezioso alla medicina si è ora fatto assai raro, forse pel
taglio delle piante delle quali si pasceva.
134
- SEZIONE. Ni
Degli insetti, i quali sono nocivi in'ogni pèriode
della lor vita, perchè la ‘lorò ‘bocca è sempre
in ogni : stato munita di mandibole ossee.
Ad essa rappattengenoi: il
1. le Forbicine. 6. i Gorgoglioni.
2. gli Scarafaggi. m. i Chermes.
3. i Grilli. 8. i Pidocchi,
4. le Nepe. g. le Zecche.
o. i Cimici,
A 1°
Delle Fosbicines:
( Tav. II. fig. Ir. )
Esse hanno per carattere il labbro diviso in tre
( trifido ) ; gli astucci dimezzati ; le antenne seta-
cee ; e l’abdome terminato da una pinzetta ossea.
117. Forbicina, ossia tenagliuzza auricolare.
Forficula auricularis. L.
Larva bianca, simile all’ insetto perfetto ; ma
senza astucci nè ali.
Ninfa, come l’ insetto perfetto, coi soli rudi-
menti delle ali (1).
——— T———___r_r_r
(1) Essendo comuni questi caratteri sì della larva che
della ninfa a tutti gli insetti alati, dei quali si parla in
135
Insetto perfetto , bruno, coll’ apice delle elitre
bianco.
Figura. Schaeffer. Elem. tab. 63.
Osservazione. La larva vive della corteccia
degli alberi che divora per disotto, e 1’ inset-
to perfetto è il flagello dei giardini ; le gem-
me dei frutti, i loro fiori, i germogli teneri
delle erbe, ilegumi ancor teneri, sono il di lui
pasto gradito. Di quest’ insetto contansi diverse
specie aventi tutte gli eguali costumi. Per libe-
rarsene si suggerisce di appendere alle spalliere,
ai frutti, o di gettare nell'orto, delle unghie
di bue e di montone. Essendo ghiottissime le
forbicine del cibo animale, entrano a torme
nelle unghie, vi si annidano; sicchè gettando
quest urighie medesime nell’ acqua bollente si
fanno perire.
Gi
Degli Scarafaggi.
( Tav. II fig. 12. )
Essi hanno il labbro membranoso bifido, e
due appendici all’ abdome.
questa Sezione , si crede opportuno di ommetterli nelle descri-
zioni successive, per non tediare il leggitore con una inutile
ripetizione.
IO
136
118. Scarafaggio domestico,
Blatta orientalis. L. i L)
( Tav. II. fig. 12.)
Insetto perfetto, nero, colle ali color di pece.
Figura Sultz: Ins Tab. 7. fig. 47. = De
Geer. Tom 3. tav. 25. fig. I. 2
Osservazione. "Tale schifoso insetto si crede
portato a noi dall’ America Esso è un flagello
per alcuni paesi moltiplicandosi prodigiosamen-
te. Di giorno sta nascosto, e sorte solo di notte
a far preda d'ogni sorta di commestibili. Corre
così veloce, che difficilmente può prendersi
quando sia scoperto. Il maggior danno lo fa però
quando si moltiplica nelle navi, perchè può sino
far morire di fame un intero equipaggio di-
vorandone le provvisioni, come consta dal viag-
gio di La Perouse vol. 1. pag. 179. Il farma-
cista sig. Bonfico ha trovato che l'olio fetido di
succino lo allontana ; - ma sembrandomi troppo
disgustoso negli abitati il di lui odore, credo
meglio chiudere, durante la notte, nel luogo
dallo scarafaggio infestato un’ anitra, od anche
meglio un riccio cane. Essi non tardano a di-
vorarseli tutti.
dio.
Dei Grilli, e delle Locuste.
( Tav. IL fig. 14. )
I naturalisti hanno diviso in più generi le
specie dei Grilli; la figura che diamo di alewni
137
basterà per farli conoscere tutti, senza bisogno
di assegnarne i caratteri entomologici.
1t9. Grillotalpa , ossia la Zeccaruola.
Acheta gryllotalpa. Fabr.
Insetto perfetto: ali prolungate a foggia di
coda ; più lunghe degli astucci ; piedi anteriori
palmati. .
Figura. Roesel. Ins. Tab, 14. 15.
Osservazione. Il guasto che fa negli orti ed
alle biade d'ogni sorta codesto insetto, lo ren-
de notissimo agli agricoltori. Non vi ha vege-
tabile, cui egli non rosichi, e faccia perire;
avviene anzi non di rado, che estese campagne
di grano turco, di rafano oleifero chinese, o
di altro genere, siano dalla grillotalpa ridotte al
più deplorabile stato, e faccia mestieri replicare
i lavori e la seminagione. Essa ha il costume
di vivere sotto terra a guisa delle talpe, e solo
di notte sorte per volare, ed accoppiarsi. Si co-
struisce un nido di terra, l’esistenza del quale
si conosce dal vedere nel campo degli spazj cir-
colari del diametro di alcuni pollici, alquanto
rilevati nel mezzo, e la cui superficie o è pri-
va di vegetazione , o sostiene vegetabili languen-
ti. In questo nido la femmina non depone mai
meno di 4oo uova, e le strade sotterranee che
vi conducono sì conoscono da un leggiere rial-
zo della superficie del terreno; e dal fori che
vi pratica, I gravi danni che arreca quest’ insetto
138
hanno quindi messo a tortura l'ingegno degli
agronomi e degli ortolani per trovare il modo
di distruggerlo. Si è provato a mettere sott' ac-
qua per un dato tempo il terreno, onde annegar-
lo: ma esso ritirasi negli argini, e ricompare
dappoi. Cercarlo colla zappa per ucciderlo è
impresa lunga e dispendiosa. Malgrado ciò noi
sappiamo di certo , ch’ esso è ghiottissimo del
concime cavallino, e che ama di annidarvisi 5
onde ponendo dei mucchj di tale concio nei
campi, avendo la cura di non lasciarlo essiccare ,
ed andando di buon mattino a scoprire con un
tridente il terreno dal letame coperto, vi si tro-
vano sotto in copia le grillotalpe e si uccidono.
Perchè tale caccia sia più abbondante, bisogna
previamente concimare il campo con letame
porcino , o con della fuliggine , sapendosi dalle
osservazioni di Scopoli, che questa sorte di con-
cio le allontana. Nella Biblioteca fisico-econo- -
mica di Sonnini sì accenna come un rimedio
sicuro quello di versare nei fori sul terreno dal
grillotalpa escavati dell’acqua, e di poi un cu-
chiajo d'olio, perchè così l'olio va a turare le
stimmate per le quali l’ insetto respira, onde
sorte dal foro e muore convulso. Tale teoria
è giusta; ma bisognerebbe che l'olio costasse
poco meno che nulla per adoperarlo in tale
operazione , la quale sarebbe altronde eterna e
non sempre efficace.
139
To aggiungerò che si può distruggere infalli-
bilmente quest insetto, concimando i terreni
colla calce, ove si possa disporre di questa so-
stanza in quantità sufficiente. Tale rimedio tor-
na a grande utilità del fondo medesimo, se è
di natura argillosa ; prestando allora, la calce un
triplice effetto: 1. di disunire le molecole troppo
compatte del terreno, quindi di metterle in grado
di ritenere nè troppo nè troppo poco l’aria,
l’acqua , il calorico, la luce e gli altri agenti
tutti della vegetazione: 2. di agire come ingras-
so nutritivo pel carbonio che la calce sommini-
stra alla vegetazione: 3. di distruggere il più
rovinoso degl’ insetti. Per questo scopo la calce
dev’ essere sparsa all’ aprirsi della bella stagione,
premessa l’aratura del terreno.
120. Grillo viaggiatore.
Gryllus mygratorius LL.
Acrydium mygratorium. Olivier.
Insetto perfetto verde oscuro, colle mascelle
nere.
Figura. Roesel. Ins. Gryl Tab. 24.
Osservazione. Il paese natale di questo grillo
è la Tartaria; ma viene talvolta in Europa in
torme innumerevoli, le quali producono una ge-
nerale carestia ovunque passano, denudando
il suolo d'ogni verdura. Le osservazioni di Gia-
como Bryant ( Londra 1794 paz. 187 ) quel-
le fatte da Joel tradotto da Giusti ( Lipsia 1702 )
intorno questo insetto fanno raccapricciare. Ol-
140
tre questo grillo, ‘il ‘quale si‘trova non di rado
nei luoghi asciutti, se ne contano molti di Europei,
fra i quali meritano essere annotati il
121. Grillo stridulo..
Gryllus stridulus. L. a ali rosse col margine
nero. :
Figura. Roesel. Ins. 2. Gryl. Tab. 21. fig. 1.
122. Grillo italico.
Gryllus italicus, L.'a ali rosse col margine
diafano.
Figura. Roesel. Ins. 2. Gryl. 21. fig. 6.
123. Grillo ceruleo.
Gryllus coeruleus. L. a ali verdi cerulee con
una fascia nera.
Figura. Roesel. ibid. tab. 4.
124. Grillo grosso.
Gryllus grossus. L. con astucci verdi e coscie
sanguigne.
Figura. Frisch. Ins. 9. p. 5. tab. 4.
Deponendo tutti i grilli le loro uova sotto
terra, egli è poco meno che impossibile il cer-
carle per distruggerlì in questo primo stato. Dif-
ficile del pari è il dare loro la caccia, quando
sono nello stato di insetto. perfetto. Essendo al-
lora muniti di ali, si sottraggono facilmente alla
mano che vorrebbe afferrarli; ond'è che i no-
stri agricoltori per liberarsene sogliono scavare
dei fossi nel podere, mettervi dell’ acqua, e
spedire dei ragazzi nel podere medesimo. acciò
camminando di concerto verso il fosso spingano
T4I
innanzi'a se i. grilli, e vadano poi questi a cade-
re nel, fosso medesimo ed. annegarsi; giacchè
il loro volo è assai corto. Io valuto moltissimo
questo metodo; ma credo di suggerirne uno più
radicale, ed è quello di sagrificare per un anno
il prodotto delle stoppie abbruciandole in luglio,
mentre ancora sono sul campo. Per sì fatta. gui-
sa non solo si torrefano le uova dei grilli, i
quali stanno a fior di terra, ma sà distruggono
moltissimi altri insetti. In agricoltura bisogna.
avere il coraggio di fare dei sagrifizj alla. pro-
sperità dei futuri raccolti.
$. 4.
Delle Nepe.
(Tav. II fig. 13. )
Le nepe , ossiano gli scorpioni acquatici,
hanno il rostro piegato sul petto ; quattro ali co-
riacee piegate in croce le une sulle altre; e le
zampe anteriori assai lunghe a foggia di pin-
zetta.
125. Nepa cinericcia.
Nepa cinerea L.
(Tav. II fig. 13. )
». Insetto perfetto: corpo ovato oblungo, rosso
sotto le ali, e terminato da una coda composta
d: due setole riunite.
Li
Figura. Schaeffer. Elem. Tab. 69.
r42
Osservazione. Quest insetto non è descritto
dai naturalisti come nocivo; ma lo è anche di
troppo alle risaje, allorchè il riso è germoglian-
te; perchè gli taglia colle pinzette il cotiledone,
non già per cibarsene, ma per togliere qualun-
que impaccio al suo cammino. Esso è conosciuto
dai nostri villici sotto il nome di Froson o For-
beson, cioè di forbicione, nome datogli in se-
quela dei danni che reca. IL’ unico rimedio on-
de allontanarlo è quello di mettere in asciutto il
riso per alcuni giorni, togliendogli l’acqua per
modo che acquisti essa molta velocità nel la-
sciare in secco la risaja, e così porti seco altro-
ve l’insetto che la rovina, ed impedisce al riso
ogni ulteriore di lui sviluppo.
$. 5.°
Dei Cimici.
Il loro carattere consiste nel rostro piegato
sotto la testa, e nelle antenne inserite sopra gli
occhi.
Questo genere numerosissimo di specie fu sud-
diviso dai naturalisti moderni in altri assai. For-
tunatamente una sola specie è riconosciuta no-
civa, e le altre per la maggior parte sono utili,
perchè divorano i gorgoglioni , ossiano i pidoc-
chi delle piante.
143
126. Cimice del pero.
Acanthia pyri. Fabr.
Coreus pyri. Latreille.
Insetto perfetto. Torace con tre prominenze
a guisa di ali; astucci reticolati , diafani , gib-
bosi alla base.
Figura. Villers. Tav. II. fig. 19. e Tav. IL
fig. 16. di questo scritto.
Osservazione. Questo minuto insetto, non più
lungo di 4 linee, è poco noto agli ortolani; ma
non lascia di recare grave nocumento alle pian-
te di pero tenute a spalliera. Esso sta sempre
appiattato disotto alle loro foglie; e ogni foglia
ne conta talvolta più dozzine. Riuniti questi ci-
mici sotto le foglie stesse assorbiscono col ro-
stro i fluidi che le alimentano, ond’è che si
vede la loro pagina superiore tutta punteggiata
di macchie gialle. Nella pagina inferiore poi
questi medesimi insetti vi lasciano degli escre-
menti neri vischiosi, e le spoglie risultanti dalle
loro mute; e così per queste due cagioni non
potendo le foglie fare nell'albero il doppio of-
fizio di organo assorbente e di organo escreto-
rio, la pianta medesima languisce, ed invecchia
innanzi tempo. Siccome in autunno cadono sul
terreno le foglie e con esse gli insetti, pare
che perdersene dovrebbe ogni anno la generazio-
ne; ma succede anzi il contrario, ed un pero
da questo cimice offeso continua ad esserlo sin-
chè vive. Pare quindi probabile, che gli ultimi
144
cimici nati ogni. anno depongano le uova sui ra-
moscelli del vero, onde assicurare la generazio-
ne futura. Crederei pertanto buon metodo per
distruggerli quello di intridere un grosso pennel-
lo in un fotte liscivio, e con esso pennellare
l'albero prima che spuntino da esso i \germoglj,
onde così far perire le uova di.tali insetti.
518
Dei Gonssglioni arsenal A
(Tav. II: fig. 18.)
Il loro carattere è di avere. il. rostro. piegato
sul petto ,. 4 ali verticali, .0 di. esserne privi; e
l'a: dome all’ apice bicornuto. Tutti i gorgoglioni
vivono in società, Quasi ogni vegetabile ha il
suo gorgoglione che lo infesta. Fra tutti accen>
nerò i principali.
127. Gorgoglione dei cavoli.
Aphis brassice. L.
Insetto perfetto. Corpo verde coperto da una
polv ere bianca.
Figura. Frisch. Ins. 2. Tab. 3. fig. 15;
Osservazione. Vive in numerose veti sotto
alle foglie dei cavoli d'ogni specie , eli fa intri-
stire di modo che facilmente marciscono.
145
128. Gorgoglione del melo.
Aphis mali. L.
(.Tavdiz fig. 18.)
Insetto perfetto verde, coi piedi e le antenne
fosche, e le prolungazioni dell’abdome nere.
Figura. De-Geer. Ins. 3. Tav. 3. fig. 20.
Osservazione. Succhia l' umore: nutritizio dei
teneri germogli del melo.
129. Gorgoglione del pruno.
Aphis, pruni. L. -
Insetto perfetto. Corpo verde, con. una linea
sul dorso, ed un punto ai lati Sh un verde più
carico.
Figura. Reaumur. Ins. 1. 3. Tab..23. fig. 9. 10.
Osservazione. Sta sotto le foglie del pruno e
del persico, che accartoccia e rende mostruose,
130. Gorgoglione dell’ avena.
Aphis avene. L.
Insetto perfetto di color giallo-terreo ; colle
antenne e i piedi neri, e l’abdome verde.
Figura. Nissun autore la ha dita;
Osservazione. Circonda i colmi deli’ avena, 2
cui sottrae la nutrizione per rivolgerla a. pro-
prio profitto.
Metodo di distruggere i Gorgoglioni.
Ai gorgoglioni, che vivono sulle piante frut-
tifere , si può fare la guerra per mezzo delle for-
miche , le quali sono avidissime del cibo animale.
ta
a
146
D'ordinario gli albéri infestati dai gorgoglioni
non mancano di formiche, le quali tengono die-
tro a codesti incomodì parasiti per cibarsi dei
loro escrementi mielosi; anzi Huber ha osser-
vato che le formiche stesse mediante certi movi-
menti delle loro antenne applicate al corpo dei
gorgoglioni, li obbligano a deporre l'umore, che
da esse è così avidamente ricercato. Ma le for-
miche rimangono sull'albero solo durante il gior-
no e ritiransi poi a terra di notte; per obbligar-
le dunque a divorare i gorgoglioni bisogna im-
pedire che scendano a terra col mettere all’albe-
ro un anello di tela intriso di trementina; così
facendo si determinano esse ad assalire i gorgo-
glioni, che divengono loro preda. Se mancasse-
ro le formiche, si può ricorrere ad un altro
non meno efficace mezzo, quello cioè di attacca-
re all’ albero delle fettuccie di lana inzuppate
di olio essenziale di trementina, il cui odore
li fa morire. Quanto poi ai gorgoglioni che vi-
vono sui cavoli, essendo essi il cibo quasi e-
sclusivo del cimice oleraceo ( Cimex oleraceus
Schaeffer Icon. Tab. 46. fig. 45 ),il quale è di
color ceruleo bronzato, cogli astucci macchiati
all’apice di rosso o di giallo, bisogna cercare
questo cimice per portarlo sui cavoli dai gor-
goglioni offesi. Esso è facile a trovarsi negli orti
appunto seminati a cavoli ; ed è così torpido, che
non isfugge alla mano di chi vuol coglierlo,
Non potendosi poi mettere in pratica questo me-
147
todo, bisognerà adottare quello del Krause giar-
diniere in Berlino. Egli ha osservato-che se fram-
misti ai cavoli si piantino alcuni pedali di ci-
coria, i gorgoglioni si attaccano di preferenza
alle tenere foglie di cicoria e lasciano i cavoli
intatti.
gui?
Dei Chermes.
( Tav. II fig. 15. )
I due sessi differiscono talmente in questo ge-
nere d’insetti, che si giudicherebbero specie di-
verse. Il maschio rassomiglia ad una mosca, ed
è alato, quindi d fficile a ritrovarsi ; la femmi-
na pel contrario ha la forma di un batello ro-
vesciato. Si avvicinano però molto ai gorgoglioni ,
pel carattere del rostro piegato sul petto, e pel
costume di deviare, mediante lo stesso, l’umore
nutritivo delle piante, che loro serve. di cibo.
Molte specie vi hanno di chermes, dei quali
alcuni utili alla tintoria; i più comuni sono
quelli del fico, dei lamnoni, degli agrumi e
della vite Basterà descrivere quest’ altimo perchè
sì conoscano tutti.
148
131. Chermes della vite.
Coccus vitis.. L.
. ( Tav. II. fig. 15.)
Insetto perfetto. Ovale, convesso, bruno.
Figura. Reaumur. Ins. 1. 4. Tab. 6. fig. 5. 7.
Osservazione. Questo chermes non è proprio
soltanto della vite, ma anche dei lamponi. Esso
sta aderente e come immobile ai rami di que-
ste piante, e talvolta in tanta copia da farli mo-
rire. Il metodo di liberarsene è quello di stac-
carli con una spatola di legno a filo tondo, se
la scorza della pianta è robusta, e di lavare dap-
poi i rami con un forte liscivio, acciò periscano le
uova dell'insetto; e se i rami sono teneri, di
pennellarli con pennello rigido di setole.
808.2
Dei Pidocchi,
Le numerose specie di questo genere distur-
bano solo gli animali; e si direbbe quasi, che
ognuno di essi ne abbia una specie propria. Il
loro carattere è la mancanza delle ali, ed un
succhiatojo contrattile alla bocca. Poche specie
se ne annoverano quì, essendo unico il rimedio
per tutte.
149
132: Pidocchio del bue.
Pediculus bovis. L. |
Insetto perfetto. Abdome con otto linee tra-
sversali color di ‘ruggine.
Figura, manca presso gli autori.
139. Pidocchio dei vitelli.
Pediculus vituli. L.
Insetto perfetto: abdome acuminato, color
di piombo.
Figura, non fu data dagli autori.
134. Pidocchio delle anitre.
Pediculus anseris. L.
Insetto perfetto: filiforme, pallido, col mar-
gine punteggiato di nero.
Figura. Redi esper. Tav. ro.
130. Pidocchio delle galline.
Pediculus gallina. L.
Insetto perfetto. Ha il torace ed il capo pun-
siglionati da ambi i lati.
Figura. Redi esper. Tav. 16. fig. r..
Osservazione Si vedono talvolta languire e di-
magrare gli animali domestici per la copia di
questi insetti, che li tormentano. In questo caso
giova osservare, se alcuno dei suddescritti pidoc-
chi ne sia la causa, per ricorrere tosto al rime-
dio. Il pidocchio del cavallo si scaccia bagnando
questo prezioso quadrupede col decotto di Sem-
previvo dal fior giallo (Sedum acre L.) o con
quello del Ledo palustre, il quale giova pure
contro il pidocchio dell'asino e del vitello. Quelli
VA
150
delle galline si uccidono col decotto di pepe.
Anche le api sono infestate da un pidocchio de-
scritto e figurato da Reaumur (Ins. 5. tab, 38.
fi. 1.3. ). Ella è però osservazione, che codesti
schifosi insetti si attaccano sempre ad animali
mal sani, o che non sono bene governati, Se si
abbiano poi delle api infestate dai pidocchi il
partito prudente è di disfarsene.
L5S
Delle Zecche.
(Tav. II fig. 17.)
Questo genere è molto affine ai pidocchi per
la forma e per i costumi; ma le zecche si sco-
stano allorchè sono in istato di insetto perfetto,
perchè allora hanno 8 piedi; mentre tutti quel-
li, dei quali si è parlato, nell'ultima loro tra-
sformazione non ne hanno più di sei.
136. Zecca zigrinata.
Acarus ricinus. L.
Acarus ovinus. Bay.
Insetto perfetto : globoso , ovato, con una
macchia rotonda alla base, e le antenne a fog-
gia di clava.
Figura. Frisch. Ins. 5. Tav. 19. = De-Geer.
Tom. VII. Tav. 5. fig. 16. 17.
15I
Osservazione. E frequente sui cani, sui buoi
e sulle pecore. In quest ultimo animale prefe-
. risce di attaccarsi alle orecchie, ove produce
una specie di tumore sanguinolento , il quale
vuol essere tagliato per non vedere l'animale a
dimagrare ed istupidire. Questo costume è co-
mune pure alla zecca terrestre ed alla zecca
reduvio. V.le figure.
137. Zecca del’ cacio.
Acarus stro. L.
Insetto perfetto. Capo color di ruggine ; i 4
piedi posteriori assai lunghi ; e l’abdome setoloso.
Figura. Bonann. Micr. Fig. 112.
Osservazione. Comunque quest'insetto sia mi-
crescopiRO, lo si può considerare uno degli ani-
mali più distruttori degli oggetti di domestica
‘ economia.. Il cacio , il presciutto, la vecchia
arina ‘ec. sono il suo*cibo:’ Esso è volgarmente
conosciuto sotto il nome di°tarlo' del ‘cacio. Si
impedisce la di lui propagazione bagnando con
forte aceto le cose. tarlate e spazzolandone la
superficie; se poi trattasi della farina conviene
consumarla,
XI
152
Sezione IV.
Degli insetti i quali nuocono all’ Agricoltura
ed agli animali utili, nel solo stato di in
setto perfetto.
A questi appartengono:
I. i Tafani. 4. le Vespe.
2. le Pungeruole. 5. le Formiche.
3. i Moscaragni.
$ 1°
Dei Tafani.
( Tav. II. fig. 19. )
Varie specie di Tafani vi hanno, e molto
note ai villici. Il loro carattere è di avere la
proboscide munita di succhiatojo, e gli ecchi
screziati di vivacissimi colori.
138. Tafano bovino.
Tabanus bovinus. L.
( Tav. II. fig. 19. )
Insetto perfetto. Ha gli occhi verdi , e l’abdome
giallastro, con una macchia triangolare bianca ad
‘ogni anello.
Figura. Schaeffer. Elem. tab. 122.
Osservazione. Il costume dei tafani è quello
di tormentare gli animali d’ ogni genere, e ben
155
ariche gli uomini. Essi si posano sulla pelle in
un modo insensibile, e rapidamente succhiano
il sangue ; ond’ è cHe gli animali medesimi di-
veniano restii e calcitranti. I tafani abbondano
nei luoglit umidi e pantanosi: e per impedire
che tormentino gli animali fa d’uopo bagnare
di tratto in tratto la loro pelle colla decozione
di' tabacco’, o° meglio anche di pepe.
So
Delle Pungeruole.
( Tav. II. fig. 22. )
La bocca delle Pungeruole ‘è munita di suc-
chiatojo, ma è priva di proboscide, ed il succhia-
tojo è ginocchiato alla base.
139. Pungeruola calcitrante.
Stomoxys calcitrans. L.
Insetto perfetto. Somiglia talmente ‘alla mosca
domestica , che senza Y' ispezione del suo rostro,
la‘si Bnfafidbrebbe con quella.
Figura. Geoffroy Inst. 2.\Tab. 18 fig. 2.
Osservazione. I di lei costumi sono simili a
quelli del 'tàfano; ma' preferisce’ di attaccarsi
ai piedi dei buoi e‘ dei cavalli Quando il tempo”
è per cangiarsi, ella punge gli animali con tanta
forza, che diventano inquieti e calcitranti. I villici .
mostri la chiamano mosca cavallina. Per allon-
154
tanarla si usi il rimedio prescritto contro i
tafani.
140. Pungeruola irritante.
$Stomoxys irritans. L.
Insetto perfetto. Cenericcio pelosetto , coll’ab-
dome macchiato di nero. |
Figura. Non sì trova presso. gli autori.
Osservazione. Sta appiattata sul dorso de’ buoi,
e sempre in gran copia. Si allontana bagnando
i buoi col decotto di pepe.
s Id
Dei Moscaragni.
( Tav. II. fig. 20. )
Bocca senza proboscide, munita di un suc»
chiatojo breve, retto.
141. Moscaragno cavallino.
Hippobosca equina. L..
( Tav. II. fig. 20. a. )
Insetto perfetto. Ali ottuse incrociate ; torace
screziato di. bianco. .
| Figura. Schaeffer. Icon. tab. 1r. fig. 5. 6.
Osservazione. Molesta gli animali utili all’agri»
coltura, come £ la pungeruola.
Pa
742. Moscaragno delle pecore.
Hippobosca ovina. L.
Melophagus communis. Latreille.
( Tav. II fig. 20. bd. )
Insetto perfetto. Bruno, privo di ali.
Figura. Frisch. Ins.' 5. tav. 18.
Osservazione Sta appiattato fra la lana delle .
pecore, e si riproduce sul loro corpo pascendosi
del loro sangue. Io opino che questo insetto sia
molto affine alle zecche, e vada i riportato
alla Sezione III. O
8.40
Delle Vespe.
( Tav. II. fig. 21. )
Il carattere delle vespe è quello di avere il
labbro sporgente, munito di due mandibole den-
tate; le antenne filiformi, ed un pungiglio-
ne all'apice dell’ abdome.
143. Vespa calabrona.”
. Vespa crabro. L.
Insetto perfetto : giallo, col torace nero,, e due
punti neri avvicinati ‘ad ogni | Segmento dell’ab-
dome.
Figura. De-Geer. Ins. 2. Tav. 27. gt .0N oi
Osservazione. Fabbrica il suo nido nelle ca-
vità degli alberi e dei fabbricati campestri. È
dannosissimo - alle uve, ai peri, ai fichi; e se
156
avviene che alcuno .de’ suoi nidi si trovi in un
orto, poche frutta vi si possono cogliere intatte.
Il rimedio migliore è quello di distruggere i
nidi, se si giunge a scoprirli. Questa operazione
va eseguita di notte, allorchè vi si sono ritirate
le vespe, le quali si fanno morire gettando nel
nido medesimo degli zolfanelli accesi e chiuden-
done per di fuori l'apertura. Se non sì trovano
i nidi, si attacchino ai rami degli alberi frutti-
feri Tia delle ampolle semipiene di acqua
melata. Le vespe, le formiche, ed altri insetti
attratti dall’ odore del miele entrano nell’ampol-
la e si affogano. Tali ampolle vogliono essere
visitate di frequente; perchè se non si levano.
gli insetti annegati, si putrefanno, ed il loro
odore superando quello del miele, non si ottie-
ne più l'intento desiderato.
144. Vespa volgare.
Vespa vulgaris. L.
Insetto perfetto: giallo; il torace ha una
linea nera interrotta da ambi i lati; ed i seg-
menti dell’'abdome hanno dei punti neri di-
stinti. <
Figura, Schaeffer, Icon. Tav. 35. fig. 4.
Osservazione. Fabbrica i suoi nidi nelle case
di campagna, negli angoli delle finestre, sotto
ai tetti, e non di rado li appende agli alberi
fruttiferi. Essa vive tanto della polpa dei frutti,
quanto di altri insetti. Non infrequentemente de-
ruba il miele alle api. Le si dà la caccia col
metodo suddescritto,
157
145. Vespa apivora.
Philanthus apivorus. Latreille.
Philantus pietus. Panzer.
Larva bianco-giallastra, liscia, colla bocca
a forma di rostro.
Ninfa quasi elittica, brunastra.
Insetto perfetto. La femmina lunga 6 o 7 li-
nee : la testa, le antenne e il corsaletto neri con
una macchia gialla. Maschio più piccolo della
femmina, coll’abdome nero disopra ; i lati degli
anelli ed-il-loro orlo posteriore gialli.
Figura. Tav. II. fig. 21 di questo saggio.
Osservazione. Gli individui femmine di que-
sta specie di vespa scavano, nei terreni sabbiosi
situati in pendio ed esposti al sole, una galleria
quasi orizzontale, lunga un piede. Fatto così il loro
nido, svolazzano sui fiori, afferrano colle mandi
bole un'ape, e la uccidono col loro pungiglione,
che intromettono fra il di lei corsaletto e la te-
sta, o fra il corsaletto e l’abdome; la portano in
fondo al nido, e vi depongono un uove, il qua-
le nascendo si nutre del cadavere dell’ ape. Il
sig. Latreille ha osservato su di un piccolo spa-
zio di terra più di ro femmine occupate a nidi-
ficare; e siccome depongono esse molte uova,
così opina che la strage, ch’ elleno fanno delle
api essendo di molte migliaja, debba l’ economo
rurale molto interessarsi della distruzione di un
così pernicioso insetto, coll’ osservare i luoghi
dove nidificano, e smoverne molto la terra sul
finire dell'autunno, onde farne morire le larvè,
158
8 Db.
145. Delle Formiche.
Questo genere è troppo noto per abbisognare
di essere illustrato da figure o descrizioni. Mol-
te specie si trovano nel nostro clima, di cui al-
tre piccole, altre grosse, altre nere, ed altre
color di ruggine. La .maggior parte di esse abita
ne’ boschi e nei prati; poche si trovano negli or-
ti. Tutte però vivono in società e preferiscono il
cibo animale al vegetabile., Se . avviene »che. le
formiche facciano cadere molti: fiori dagli. agru-
mi ed altre piante fruttifere ,. ciò dipende. per-
chè non possono succhiare .l’ umore mieloso; che
trasuda dal loro pistillo e dalla base. delle; sta-
migne, senza intaccare colle loro mandibole que-
sti organi delicati del fiore stesso; quindi se lo-
ro si appresti. del. cibo animale, se a‘; cagion
d'esempio si attacchino con un filo dei, gamberi
od una lucertola scorticata ai rami della: pianta,
tosto vi si attaccano , ed abbandonano .. il. vege-
tabile. In alcune località le formiche. sono così
moltiplicare da essere dannose segnatamente nei
prati a motivo dei covili che si fabbricano ‘sotto
terra, e pei quali Ja cottica erbosa che .loro so-
vrasta, avendo per disotto una. corrente d’aria che
essicca le radici, è obbligata a morire. In questo
caso l’unico rimedio è quello di scoprire il for-
micaio colla zappa; spandervi. sopra ‘della ‘calce
in, polvere e tosto irrigarla. .Con questo metodo
si abbruciano migliaja di formiche in un istante;
i)
254
APPENDICE. È
Oltre gli insetti. fin quì annoverati, e che nuo-
cono più o meno ai prodotti territoriali ed agli
animali giovevoli ‘all’ agricoltura, si contano pure
alcuni Z7ermi; cioè alcuni vermi. intestinali, ossia
che vivono nel corpo degli animali cui ‘nuocono;
alcuni molluschi, ed alcuni testacei, i quali vi-
vono sopra’ terra’ o nell’ acqua. Quì però’ si farà
cenno soltanto degli ultimi; giacchè spetta ‘al
veterinario di suggerire i rimedj, che valgono
contro i primi.
w n°
Vermi molluschi.
Fra questi animali ; il cui carattere è di avere le
loro membra ‘nude, molli e visibili, a differenza
dei testacei che ‘le hanno ‘coperte da un’ossatura
esterna ; l'agricoltura nostra non ha altri nemici,
che il Lumacone:, le sue diverse specie, ed'i
Lombrici: a. questi possiamo aggiungere sotto
un certo aspetto ‘anche le: Sanguisughe.
147. Lumacone.
Se giungano le lumache a moltiplicarsi in um
erto recano’ gravissimo danno col “divorare tanto
le adulte che le ‘giovani piantagioni. E-loro co-
stume di fare ‘tali guasti sempre di notte; quin-
di siccome sul loro passaggio lasciano una stri-
160
scia bavosa lucida, questa striscia medesima set-
ve di guida per trovare il luogo nel quale stan-
no nascoste durante il giorno, ed. ucciderle. Il
metodo. però infallibile ed economico per di-
struggerle è quello di spargere della cenere al-
l’altezza di un pollice nei viali dell’ orto, pei
quali si accorge dai segnali sunnominati, che i
lumaconi sogliono passare; giacchè appena giunti
siano sul viale la cenere si attacca al loro cor-
po vischioso; vi forma un cemento, che loro
impedisce di progredire nel cammino e di ritor-
nare addietro. Anzi quanto più si dibattono mag-
giormente si cementano e si trovano tutti mor-
ti sul luogo nel mattino seguente.
148. Lombrici.
Anche i lombrici si reputano nocivi agli orti.
Questi vermi di terra, quand’ anche non vivano
di vegetabili, distruggono le tenere piante col
soversciarle nell'atto che si scavano ì loro sotter-
ranei ritiri. Per liberarsene bisogna, quando non
sia precedentemente p@vuto, innaffiare il terre-
no; quindi andar di notte sopra i nuovi seminati
con una lampada sorda e col maggiore silenzio
raccoglierli da terra; giacchè sogliono appunto
sortire di notte dopo la pioggia. Si fanno pure
sortire da terra, i lombrici, battendola con una
mazza ; ma se l'operazione si fa di estate sì
ottiene più felicemente l’intento innaffiando il sue»
lo coll'infusione di foglie o fiori di noce.
dè
«161
148.* Sanguisughe.
Non lieve danno e non di rado recano le san-
guisughe , ossiano le mignatte , ai bovini ed ai
cavalli, allorchè si fanno abbeverare nei fossi.
Questi vermi acquatici si attaccano 0 alle loro
labbra, od .alle nari, 0 si internano nelle fauci;
anzi talvolta s’introducono nel ventricolo. Si siac-
corge di ciò allorchè si vede l animale mettere
sangue dalla bocca; quindi tardare non si deve
a visitare le di lui fauci per distaccare il verme,
se si giugne a vederlo, e ad injettare in esse
dell’ acqua satura di sale, se non lo si vede
o non si possa aggrapparlo, ed a far inghiottire
alla bestia forti dosi di salamoja, nella supposi-
zione che le sanguisughe fossero discese nello
stomaco; Nel caso poi che fossero entrate nelle nari,
si può farle staccare e cadere mediante i va»
pori di zolfo, che si faranno entrare nelle nari
stesse. Tale rimedio giova anche a far cessare
l'emorragia dei vasi della membrana pituitaria.
Essendo poi osservazione costante, che le mignat-
ie stanno sul fondo dei fossi, di quelli partico-
larmente i quali non contengono molta acqua, e
ch’ elleno. ‘alla di lei superficie si portano al»
lora soltanto, che l’acqua dei fossi medesimi
viene repentinamente accresciuta ; cioè quando
si fa l’invaso per l'irrigazione ; dovrà essere re-
gola del bifolco di non fare abbeverare il bestia-
me a. quei ruscelli nei quali l’acqua non sia al-
‘a almeno due palmi; nè quando in essi viene
162
l’acqua repentinamente accresciufa * ma aspetterà
che le sanguisughe ‘disturbate ‘dall’impetuoso ac-
crescimento delle acque, pussano appiattarsi di
nuovo ‘sul fondo» del fosso, ove preferiscono di
stare Ciò succede un ora circa dopo l’ invasa»
mento completo del cavo d'irrigazione.
] È
wgs
Dei Testacei.
149. Chiocciola nera.
bop; eri 20Li ( I)
Gipteitosibisiona è questa: ittico “nelle PRE
e secondo le osservazioni dei’ villici - è dannosis-
si na al riso, di cui divora il tenero’ cotiledone
avpena sbucciato dal seme, quand'è ancor: te-
nero e biancastro» Quando però la germoglia-
zione è inoltrata , ‘ed ‘il cotiledone è divenuto
verde, allora è già troppo duro, perchè possa
essere attaccato. dalla chiocciola nera. I villici,
i quali danno ili nome: di limazim e lumagnin a
questa. chiocciola , hanno: pure osservato che ella
si manifesta in copia tutt ad un tratto; ond' è
AIDS ni MISI 12°
(3) Dubito assai, che questa chiocciola sia stata descritta
dai naturalisti; ma ho creduto di -mmetterne la descrizione
per non cadere nella necessità di servirmi dei termini tecnici
di conchilinlogia , e di darne la ‘piegazione; cosa che poco @
nulla interessar poteva !a classe, de leasitori pei quali sonomi
occupato della redazione di codesto saggio.
163
che levando l’acqua alla risaja per alcuni giorni
muojono tutte. Ella è pure osservazione costan-
te, che macerando il risone nell’ acqua di fulig-
gine, prima di seminarlo si viene attaccato
dalla chiocciola nera.
150. Chiocciole degli orti. in genere.
Sarebbe troppo lunga cosa il volere descrivere
tutte le, diverse specie di :chiocciole.,.. che divo
vano gli erbaggi, ed in'particolare le erbe. più
tenere e giovani. Avendo ;esse, comuni.i costumi,
eguale pure per..tutte è il rimedio, il quale con-
sisteo nello spargere della. cenere: sui. viali, co-
me. si:è detto parlando del lumacone, ‘o nell’in-
trodurre: inell’ orto, delle rane. ‘e. dei. giovani :pap-
peri, ir quali. essendone. ;avidissimi, .le .. divorano,
tutte. Si escludano però. le.grosse; anitre, ; perchè
dannegserebbero, anche i prodotti, Per. distrug-
gere le chiocciole. si, è pure trovato. mezzo . effi»
cace. quello di mettere delle. tavolette , di.. Jegno
abpiattite. sul terreno. Le, chiocciole: per ripararsi
dal sole vi si raccolgono . sotto : : quindi ;è che
andando di mezzo giorno a levare le dette, pie-..
tre, tante ve se ne trovano da farne considera-
bile macello. Altri però per evitare. tale: distur=,
bo si accontentano; di spargere della. , calce , viva
e della cenere sulle seminagioni ; ma _se venga .
a piovere nullo è il loro effetto, A
VAIO t } rigor
164
PARTE IF
gr
Cause per le quali si moltiplicano
gli' insetti nocivi.
Prima di esporre quali ‘essere possano i metodi
generali di distruggere gli insetti nocivi ai pro-
dotti territoriali, o di minorare il guasto che ‘
fanno, non è inutile di assegnare le cause, le
quali contribuiscono alla loro più' facile molti-
plicazione. Impedendo, pet quanto da noi dipen-
de, che tali cause esistano, avremo fatto il passo
più importante' su tale ‘argomento ; giacchè mi- |
nòrandosi colla diminuzione degli ‘insetti i dan-
ni che ci recano, saranno pure minorate le in-
dagini, le osservazioni e le cure che si voglio-
nò avere per distruggerli od allontanarli dai
campi. A' sei io riduco le cause medesime, cioè:
1. Al’ umidità del suolo congiunta ad un
certo grado di calore.
2; Al'difettoso e' non abbastanza ripetuto la-
voro delle terre.
3. AI difetto dî una ben ordinata alternativa
coltivazione.
4. Alla conservazione nei poderi di alberi
decrepiti, cadenti, o malaticci, ed alla semina
fatta con cattive sementi.
5. Alla distruzione dei volatili insettivori.
165
6. Alla difettosa concimazione dei campi,
fatta cioè con letame non bene consunto, o la
cui qualità favorisca la propagazione di alcuni
dati insetti.
Prenderò brevemente in esame queste cause
per fare sentire quanta sia l’importanza di
impedire che abbiano luogo.
1. Egli è indubitato, che maggior numero di
insetti. e più mumerose specie di essi si molti-
plicano nei climi caldi, che non nei freddi; ma
se al calore. non va unita una certa umidità
necessariamente periscono. Siano essi nello stato
di uovo, o di larva, o di insetto perfetto, devono
molto soffrire in tale caso:, perchè attesa la
piccolezza del loro corpo per paco che traspirino
rimangono essiccati (1). Noi veggiamo perciò
le larve di quasi tutti gli insetti appiattarsi in
luoghi ombrosi e caldi; molti andare al pascolo
solo di notte, ed altri assai difendersi dall’ azione
dei raggi solari ben anche nello stato di insetto
perfetto, e nascondersi sotto le foglie ‘e fra le
screpolature della scorza degli alberi; eppure
molti di essi sono in tale stato difesi da integu-
menti ossei o cartilaginosi. Non è certamente
in poter nostro di alterare i gradi della tem-
peratura atmosferica; altronde non vi ha un
—=@=rscccr ste)
(x) I-soli grilli sembrano far eccezione. Essi amano i
Suoghi adusti.
166
grado fisso le determinato di essa; dato il quale
gli insetti ttt. sbuecino :dalle uova edsi molti-
plichino.:' Altri di» essi si manifestano* costante-
mente all’ aprirsi della bella stagione ,'altri' nella
state, ed. altri nell’ autunno. © Ma! siccome a
queste stagioni.corrisponde lo sviluppo di diversi?
vegetabili, dei quali alcuni degli. insetti mede-
simi, si nutrono esclusivamente’, e «la. natura
che veglia alla conservazione delle specie fa na-
scere questi insetti allorchè la. vegétazione "loro,
ha preparato il convenevole alimento ::così quanto
minori. specie di: vegetabili saranno: coltivate ‘in’
un, podere; quanto: minori erbe parasite. vi tro-
veranno:-gli ‘insetti ;. in una; parola: quanto” più:
dalle: erbe. inutili. sarà. un campo purgato ,%i
bruchi non. ‘trovando un ricovero: in esse, che
li (difenda dagli; ardori ‘solari, minore sarà pure
il guasto che recheranno. E siccome:del‘pari le.
acque stagnanti mantengono sul. suolo: un calore?
favorevole al loro! incremento , basterà diminui+
re queste, perchè diminuiscano pure gli insetti.
2.1 terrenil;non lavorati. quelli cioè ‘che pet
una mal ;intesa pratica di agricoltura rimangono
alternativamente in riposo, non che quelli,.cui'
appena ;si.graffia col aratro la superficie} sono‘
il.vivajo idi tutti «quegli insetti; rovinosi i quali]
depongono le loro uova sotto terra, siccome
sono le diverse specie di carrughe, di grilli, di
locuste ec. ec. I replicati lavori. dei terreni,
quelli segnatamente di autunno, scoprono-i nidi*
ninni e dia
167
degli insetti; le loro uova, le loro larve re-
stano esposte a tutte le intemperie ; onde moltis-
sime muojono pel freddo, e per le pioggie , le
quali facilmente péènetrano una terra bene smos-
sa e soffice. Noi veggiamo anzi moltissimi vo-
latili, siccome le coditremole d’ autunno, e gli
storni di primavera , seguire nel campo il corso
dell’aratro per cibarsi dei bruchi e delle larve,
che il lavoro discopre e porta alla superficie del
terreno. Quanto più frequentemente si disturba-
no questi ospiti nemici nei loro ritiri; quanto
più regolari saranno i solchi e non tortuosi;
quanto più facile sarà lo scolo delle acque nei
terreni argillosi, tanto minori insetti infesteranno
il podere per difetto appunto di quelle condi-
zioni, che favoriscono la loro moltiplicazione.
3. Anche una bene ordinata alternativa colti-
vazione dei vegetabili allontana gli insetti, e
diminuisce i danni che recano. Comunque
molti di essi si nutrano di vegetabili diversi, e
si dicono oînnivori, hanno però tutti una data
pianta che preferiscono , e sulla quale depongono
più facilmente le uova; acciò i bruchi che ne
sbucceranno trovino l’ alimento loro più omo-
geneo. Quindi è che la lunga coltivazione di
un dato vegetabile nel medesimo luogo favorisce
la moltiplicazione di quegli insetti che del ve-
getabile stesso si nutrono preferibilmente ; mentre
pel contrario coll’ alternare i prodotti non tro-
vando gli insetti il genere di alimento loro ana-
12
168
logo, abbandoneranno il campo per recarsi
altrove. Un esempio della verità di tale asser-
zione la abbiamo in quanto si è esposto parlando
della falena della segale al num. 63. Nella
coltivazione dei diversi prodotti territoriali sì
potrebbe anche seminare a luogo a luogo alcuna
di quelle erbe annuali, che pel loro graveolente
odore, od altra proprietà a noi ignota, allonta-
nano il maggior numero degli insetti, e perciò
non si trovano mai dagli stessi corrose. Per sì
fatta guisa seminando nei prati vallivi frequen-
temente divorati dalla falena calamitosa (Phalena
graminis) l Alopecuro pratense, volgarmente detto
la coda di volpe, si ottiene, che non siano più
infestati. Così pure alcuni pedali di Stramonio
allontanano dagli orti le farfalle dette Cavolaje.
Ma sgraziatamente manchiamo intorno questo
argomento di quella serie di osservazioni, che
sarebbero necessarie allo scopo.
4. Il conservare in un podere dei vegetabili
malaticci, in decadenza per vetustà, già cavi e
cariati, torna pure a vantaggio della moltiplica-
zione degli insetti, ed in particolare di queglì
scarabei, le cui larve vivono della sostanza le-
gnosa dei tronchi e dei rami. Noi non ci ac-
corgiamo di questo danno perchè non veggiamo
le larve medesime. Egli è però dimostrato dal
fatto, che in tali alberi cancerosi e malaticci si
moltiplicano a dismisura gli insetti, trovandoviî
essi un pascolo loro omogeneo; che ne, deterio-
169
rano: il legname col bucherarlo in diversi sensi,
e che da essi si spandono poi gli insetti perfetti a
rovinare per egual modo anche gli alberi sani.
Ella è osservazione , che gli alberi fruttiferi decre-
piti o per malattia languenti sono preferiti dai bru-
chi di varie falene, e che un pometo ben regolato,
il quale contenga alberi sani e vigorosi , va assai
di rado soggetto a quelle miriadi di insetti , che
sfogliano' gli alberi decrepiti e malaticci. Dicasi
lo stesso :per riguardo alle ‘seminagioni fatte con
sementi etiche e cattive. Oltrechè tali semi non
possono: mai figliare delle. piante robuste, nè
dare un abbondante raccolto‘, essi attirano su di
loro anche gli insetti.
5. Nella natura tutto è in equilibrio, propor-
zione e misura. S’ ella. ha creato gli insetti, ha
pure dato. l’esistenza a moltissimi uccelli inset-
tivori, i quali impediscono l'eccessiva . molti-
plicazione dei primi, e col cibarsene mantengono
l'equilibrio. Ma l uomo, il più distruttore fra
gli animali, col muovere una guerra ‘ spietata
agli uccelli medesimi, rompe .l equilibrio, e
si attira quei mali, che devono necessariamente
risultare’ dalla diminuzione di alcune specie, la
quale favorisce l'eccessiva moltiplicazione di altre.
Per la stessa ragione la caccia, che noi facciamo
ai falchi ed altri volatili carnivori, per l’ insùlso
piacere di appiccarli su di una porta, li allon-
tana dai seminati , e favorisce la moltiplicazione
dei topi ei dei passeri tanto rovinosi ai poderi.
170
Uccidendo adunque gli uctelli insettivori molti-
plichiamo a dismisura gli insetti. Nel clima che
abbiamo, ovunque intersecato da acque :d' irri-
gazione, noi saremmo divorati dalle zanzare e
dai tafani, se fossimo egualmente crudeli verso
le rondini. Se si avesse a fare il calcolo degli
insetti, che può ingojare in un giorno un vola-
tile insettivoro , noi saremmo sorpresi dell'utilità
che ci recano, e forzati ( malgrado il piacere
che abbiamo in dare loro la caccia ) di :conve-
nire , ch’eglino sono i perpetui custodi dei no-
stri campi, e che la crudeltà e l’ ingratitudine
nostra verso di loro è senza esempio.
6. Per ultimo favorisce assai la moltiplicazione
degli insetti nocivi il concimare i poderi «con
letame non bene consunto. Il calore che esso
mantiene, perchè ancora fermentante , attira gli
insetti, i quali non tardano a deporvi le uova,
siccome in un mezzo molto favorevole al loro
sviluppo : e siccome questo medesimo concime
altera la buona costituzione dei vegetabili , cui
viene applicato, così gli insetti trovano in tali
vegetabili un alimento loro assai gradito, e
deludono le speranze dell’ agricoltore. Anche Ja
qualità dei concimi applicati a certi poderi, già
da alcuni insetti danneggiati, favorisce la di
loro moltiplicazione. Se a cagion d’ esempio
spargesi il concio cavallino ove abbonda il
Grillotalpa, che ne è ghiottissimo, vi si molti-
plica di modo, che distrugge qualsiasi genere
di vegetazione.
171
$. 25°
Metodi generali per' distruggere gli insetti,
Se noti ci fossero individualmente iî costumi
dei diversi insetti nocivi ai vegetabili economici,
od agli animali utili.all’ Agricoltura, non sarebbe
forse difficile di poter dedurre dai costumi me-
desimî wn metodo. certo di impedire i danni
ch'essi cì recano, Tale verità è' dimostrata dagli
articoli più estesi di codesto saggio; ed è perciò
che poco mi resta a dire su questo. argomento:
Siccome: però non! ci sono noti i costumi di
cadauna | specie di insetti j. perciocchè. impos-
sibile! rîesce di tener dietro ad ogni loro movi-
ménto per istudiarne lo scopo : così è mestieri
all''agronomo di ricorrere a dei metodi generali;
i quali valgano ad allontanare dai campi questi
ospiti incomodi e. dannosi. Fra questi. metodi
generali il. primo che ci si presenta è quello di
cercarli, di dare loro la caccia, e di ucciderli.
Ma quì obbiettano gli agricoltori, che tale me-
todo. non.è economico; nè alla portata di quelli
che : posseggono vaste. estensioni di poderi, ed
appena praticato essere può dai piccoli posses-
sori di orto; quasichè non si debbano avere per
un vasta possedimento le eguali. cure. che per
un piccolo; quasichè il ‘coltivatore di una. vasta
estensione di terreno non abbia, a guisa. del
piccolo. proprietario, in date epoehe dell’ anne
dei mezzi corrispondenti al bisogno.
172
Ella è da noi invalsa l'opinione che quegli
sia il migliore agricoltore, il quale, poco o nulla
spendendo, molto ricava dai suoi poderi; e mon
si riflette, che la terra rende più o meno, in
ragione. dell’ attività che si. impiega in bene
celtivarla, e dei capitali che vi si versano onde
renderla sempre più ferace. Siavi. un podere
dagli insetti infestato : si potrebbero essi distrug-
gere, od almeno infievolire d’ assai le future:
generazioni, dando agli stessi per pochi giorni
una caccia generale nel’ distretto che occupano.
Ma questa caccia esige dei giornalieri ; non‘ si
vuole incontrare la spesa del loro mantenimento
per molto ricavare dal podere col minore dispen-
dio : intanto gli insetti moltiplicano, ed il danno
irreparabile diventa. Se quando la grandine ha
devastato un prodotto: noi abbandonassimo a lui
stesso il campo, in luogo di ararlo e seminarlo
di nuovo, non saremmo noi da rimproverare ?
Perchè dunque non saremmo rimproverabili del
pari, allorchè negligentiamo di trarci d’ addosso
le passività, che ogni anno ‘ci recano alcuni
insetti ? Sia pure ‘lunga e difficile l’ operazione:
lo è essa forse di meno; allorchè si tratta di
rimontare una vigna ‘malmenata ‘ dalla gragnuo-
la? To sono d’ avviso, che gli insetti i più no-
civi a’ territoriali prodotti sarebbero ; eliminati
dai campi, se i possessori ne volessero efticace-
mente e di comune accordo l’ estinzione, e se
in epoche determinate dessero loro la caccia con
175
quei metodi stessi, ch’ eslino giudicano buoni
Soltanto per i piccoli poderi. Il più tenue com»
penso dato ai ragazzi di campagna ( i quali
sino ad una certa età sogliono rimanere inope-
rosi ) acciò prendessero gli insetti medesimi,
coll’ abituarli al lavoro, renderebbe anche econo»
mica questa operazione. |
Ciò vale per gli insetti in generale. Fra quelli
però dei quali si è fin quì favellato, altri sono
nocivi soltanto nello stato di bruco, altri lo
sono in ogni periodo della loro vita , ed altri
solo nello stato di insetto perfetto ; oltre di ciò
alcuni di essi divorano le foglie degli alberi ,
altri ne rosicano la sostanza legnosa, altri infine
sì attaccano agli animali dei quali l’ agricoltura
si serve. Non può dunque essere uniforme per
tutti il metodo di dare loro la caccia.
Riguardo ai bruchi che infestano le piante
fruttifere o boschive, è prima da notarsi s' eglino
sono vaghi, o se vivono in società. Se vivono
in famiglia, nulla di più facile di quello che il
distruggerli ; perchè i loro nidi fabbricati in
autunno fra le foglie degli alberi si possono
scorgere. e staccare ed abbruciare allorchè le
foglie sono cadute, cioè d’ inverno, quando
‘ appunto non sì manca di tempo per eseguire
consimili operazioni. Nell’ ipotesi ben anche
che tali insetti si scoprissero sulle piante solo a
primavera inoltrata , ed avessero già recato alcun
danno, vi ha ancora il modo di impedire che
174
si propaghino nell’anno successivo. Si attende
allora che sia piovuto, o meglio anche si spruz-
zano abbondantemente le piante dai . bruchi
infestati con dell’acqua di pozzo, acciò. rien-
trino. nei loro nidi, siccome sogliono fare in caso,
di pioggia; quindi radunati che vi siano , si passa
a staccare dall’ albero colla falciuola i nidi mede-
sini, Se..tale operazione si . facesse a tempo
asciutto, quando i. bruchi, sparsi. sulla; pianta
stanno; pascendo , frustranea sarebbe. l’ operazione
stessa.
Se, pel contrario i bruchi. sono vaghi e non
vivono in, società, il rimedio è quello. di. farli
cadere dagli alberi, scuotendoli dai rami. di
buon mattino, allorchè intirizziti, sono dal. fred-
do della notte, o col fare dei suffumigj di paglia
inumidita sotto. agli stessi. Ma. siccome alcuni
bruchi caduti sul suolo sfuggirebbero all’ atten-
zione del. cacciatore e. potrebbero in appresso
risalire sulla pianta; così sarà prudente cosa di
mettere al di lei tronco un anello di grossa. te-
la impecciata di, trementina , acciò restino. ap-
paniati, quelli, che risalissero sull’ albero, Gio-
verà. tuttavolta. visitare di tratto in tratto gli anelli
impecciati per. istaccare quei bruchi, i quali vin-
colati dalla. trementina, servire. potessero ad altri
bruchi di un sicuro appoggio per risalire sul-
l albero,, Se. si trattasse in fine di, liberare. una
pianta fruttifera. interessante da codesti parasiti,
si, potrebbe. ricorrere al seguente metodo inge-
175
gnoso. Si cerchi nel vicinato un formicajo della
grossa. specie; vi si collochi vicino una. borsa cons
tenente qualche poco di zucchero: le formiche
non tarderanno ad entrare nella borsa. Quando
ve ne sia buon numero, la si chiuda, e così chiu-
sa la si. attacchi all'albero dai bruchi infestato, ;
quindi per disotto al punto, cui la borsa sta. ap-
pesa, si; metta al tronco.l’anello: di tela, impec?
ciato del quale si. è parlato. poc'anzi, esi. apra
la borsa. Le formiche sortiranno da essa} ma
non. potendo, discendere a terra. si. determinano
in breve a divorare i bruchi; giacchè sono esse
ghiottissime. del cibo animale. Questo. metodo. è
praticato nella Svizzera.e nella. Lusazia. Quelli
che, conoscono il Carabus,.sicophanta.,. il. quale
fra, gli insetti è certamente il: maggiore, divora-
tore dei. bruchi d'ogni specie , potrebbero. in. egual
modo trarne grandissimo profitto e cercarlo per
tale oggetto sui: tronchi delle gabbate.
Per .i bruchi divoratori degli erbaggi, egli è
necessario, che l’ortolano: sia vigile:a schiacciarli,
To) deputi :; anche dei ragazzi. ad. ucciderli, od
infine, come. ho, già suggerito, che faccia. pasco=
lare per ‘alcuni giorni dei, pulcini nell’orto. Il
loro occhio linceo sa. trovare i bruchi. dove l’uo-
mo non sospetterebbe la, loro. esistenza, e parmi,
che: troppo poco; conto. facciano i. contadini; di.
questo, mezzo, ch’ eglino. hanno di. distruggere
mumerosissimi insetti,
176
Per ultimo un'ottima caccia si può fare di
falene, dalle cui uova sortono i bruchi più ro-
vinosi, coll’accendere di notte a luogo a luogo
nel campo dei lumi. Attratte le falene dalla fiam-
mella del lume collo svolazzarvi d’intorno si ab-
bruciano le ali, nè possono più andare in trac-
cia del sesso di cui abbisognano per riprodurre
la specie; nè deporre le uova se già feconde;
e così si minorano d’assai' le successive loro ge-
nerazioni. |
Quì però rifletta ‘il proprietario’, che volendo
egli per qualsiasi : modo dare la caccia agli
insetti, egli non deve da solo occuparsi di
tale operazione; ma è necessario, ‘che contem-
poraneamente e di comune ‘accordo vi concor-
rano i di lui vicini, essendo questa Punica ma-
niera di sperimentare tosto i vantaggi della cac-
cia che si è fatta.
Il sig. Tatin per i bruchi tutti propone in ve-
ce la seguente ricetta. Prendansi,'dice egli, di
sapone onc. 28; fiori di zolfo idem; funghi n. 2;
acqua di pioggia pinte 60: si divida l'acqua in
due porzioni; in una si sciolga il sapone e vi
si aggiungano i funghi schiacciati ; e l’altra por-
zione si faccia bollite per 20 minuti unitamen-
te allo zolfo avvolto in un pannolino, e si agiti
il fluido ; di-poi isi uniscano le due porzioni
d'acqua, e si lascino in un vaso sino a che la
massa è diventata fetente, e con essa si spruzzino
con una siringa gli alberi infestati dai bruchi o
N
177
dagli scarabei. Ma chi ci assicura poi, che questa
composizione non nuoca agli alberi, cui viene
applicata ? Questa ricetta va rilegata fra le mille
ed una di cui ripullulano certi libri. Le sole a-
spersioni innocue che fare si possano sono quelle.
di libbre 18di fuliggine in libbre 50 di acqua;
oppure di 6 libbre di trementina in libbre 18. di
acqua, estrattane la trementina medesima quando
l’acqua sia raffreddata : tutte le altre, senza. molto
giovare allo scopo, nuocono' alle piante. Pei ter-
reni finalmente ‘assai pingui. ed argillosi, nei
quali le ‘derrate sogliono essere rosicate dai ver-
mi, io. ho sperimentato un mezzo eccellente per
liberarneli la concimazione di calce, di. cenere
© di gesso. Ecco il poco che sappiamo su tale
argomento. To ho tracciato \ in questo saggio le
prime linee ; giacchè. l’opera di. Buchoz che ab-
biamo su questa tema, e che è l’unica, è pure
la cosa più meschina. Altri; ora che la carriera
è aperta, aggiugnere potranno ..Giò. che io ho
involontariamente. ommesso.
*78
IND VEE:
INTRODUZIONE.
& 1. Scopo ed ordine:di questo scritto pag.
$ 2: Nozioni generali: intorno agli insetti ,,
$. 3. Nome e spiegazione: delle. partò prin-
cipali di alcuni insetti . . + »
ELENCHI DEGLI INSETTI NOCIVE... . +. + >»
Elenco 1. Insetti:nocivi at cereali. .. ,;
—— 2. Insetti\nocivi at foragg@i .
— 3, Insetti nocigi ai prodotti degli :
orti: i
— 4: Bisottib: nocivi: a alberi frate
tiferî. 22258
—_ 5: Insettt nocivi sità albari bo-
schivi»
—— . 6. Insetti nocivi 2 - pe ro
all’ agricoltura. Sith"
—— r..-Insetti nocivi at prodotti della
economia: rurale: . . .
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE. . . . . ,
PARTE L.
Descrizione degli insetti nocivi . . pag.
Sezione I. Degl' insetti 1 quali nuocono sol-
tanto nello stato di bruco . . . ,
$. 1. Delle Farfalle (Papilio) . . ,
s. 2. Delle Sfingi (Sphinx) . . . »
ivi
ivi
#79
i. 3. Delle Falene ( Phalena) . pag. 44
filatrici(Bombyx) ,, 45
legnajuole (Cossus) ,) 65
guffi (Noctua) . ,, 67
geometre(Geometre),, 74
lucivaghe gd 5 163
$. 4. Delle'Tarme (Tinea) . . » 96
s. 5. Degli Estri ( Astrus) . . . ,» 89
Rimedj contro gli-estri . . . » 96
‘$. 6. Dei Calabroni ( Tenthredo ) . .,, ‘(97
$ 7. Delle Mosche (Musca)... . » 198
$. 8. Delle Tipole ( Tipula). . . , 102
Sezione II. Degl'insetti che presumibilmen-
te recano danno all’ agricoltura , tanto
nello stato di bruco quanto ‘in care
d’ insetto perfetto . . . ,», 105
i. 1. Degli Scarabei ((Scarabaus ) . >» dvi
+. 2. Delle Carughe ( Melolontha ) . ,, 107
$. 3. Delle Cetonie ( Cetonia ) . . , IIr
$. 4. Dei Dermesti ( Dermestes ) . ,, 113
$. 5. Delle Mantellate ( Bruchus ) . , 116
$. 6. Delle Doratelle (Altica Fab. Chry-
somela Lin. ) . + 4 #78
$. 7. Dei Punteruoli Caertalig) sz 28
$. 8. Dei Tenebrioni ‘(( Tenebrio ) . ,, 129
i. 9. Dei Tonchi ( Clerus Lin. Tricho-
des Fab.) . . i, I
sto. Degli Struggilegno (Lymenvib) ,» 132
Sezione II. Degl' insetti, 1 quali sono no-
ci in ogm periodo della loro vità ,, 134
180 ‘
s. 1. Delle Forbicine ( Forficula ). pag.
$. 2. Degli Scarafaggi ( Blatta) . . ,
$. 3. Dei Grilli e delle Locuste ( Acheta,
Gryllus) . ... MA"
t. 4. Delle Nepe (Nepa) . i »
$. 5. Dei Cimici ( Acanthia Fab. pi;
$. 6. Dei Gorgoglioni ( Aphis)...\. ,»
Metodo di distruggere 1 Vase,
glioni .. . . . »
$. 7. Dei Chermes. ( Cocoons: si d
$. 8. Dei Pidocchi (Pediculus)...
$. 9. Delle Zecche ( Acarus). LL è
Sezione IV. Degli insetti 1 quali nuocono
all* Agricoltura ed agli animali utili,
nel solo stato di insetto perfetto .. ,,
$. 1. Dei Tafani ( Tabanus ).. LL è»
3. z. Delle Pungeruole ( Stomoxys ) ;,
s. 3. Dei Moscaragni ( Hippobosca ) ,,
$. 4. Delle Vespe (Vespa) ..... ,
s b. Delle;-Formiche: .. «a et
APPENDICE .. . . ste 0
; i. Yermi melliucta pvt sà è
8:16 2. Dei Testacer è giX.glatmioo .
PARTE II.
ss 1. Cause per le quali st. moltiplicano
gli Insetti nocivi. . .
s. 2. Metodi generali per distruggere dii
editi o\'p\bib dico » > 106
I71
DI
It presente Saggio è estratto dal Giornale
della Società d’ Incoraggiamento delle Scienze e
delle Arti di Milano Tom. V, VI e VII.
ERRORI DA. CORREGGERE.
Q ri leggi si
18 cavallina cavallino
15. ai combustibili correggi ai co-
mestibili
9 alesue uova, aggiungi b bruco,
sO C leggi d
13 num. 67 57
ir num. 66 . 60:
15 num. 68. 69;
3 gr fig. 2. Tav. I. fig. 11
zo num. 82 83
»3. aggiungi la citazione della
Tav. IL: fig 7, bi di
4 aggiungi la citazione della
Tav. Il fig: 14. di
12. aggiungi la citazione della
Tav. II fig: fc.
3 Philantus pietus leggi Philan—
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2° num. 145 leggi 146
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