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Full text of "Saggio sulla storia naturale del Chili"

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X 


/ 1  *  I    . 


7-/7 


e 


SAGGIO 

SULLA  STORIA  NATURALA 

DEL    CHILI 

DEL   SIGHOR   ABATE 

GIOVANNI   IGNAZIO 
MOLINA. 


IN  BOLOGNA  MDCCLXX^IL 
oooooooooooooooooooo 
Nella  Stamperia  di  S.  Tommafo  d'  Aquino 

Con  licenza  de9  Superiori  * 


5,Hie  ver  afSduum,  atque  alienìs  menfibus  aeftas  5 
„  Bis  gravida  pecudes,  bis  pomis  utilis  arbos..» 
3,  Hacc  eadem  argenti  rivos ,  aerifque  metalla 
9>Oftendit  venis?  atque  auro  plurima  fluxit. 

Virg*  Georg*  Uh.  2» 


^ 


'v 


J  Attenzione  dell'Europa  è  preien- 
temente  rivolta  air  America  :  fi  c^rca  con 
erudita  cunofità  di  conofcere  la  diverfità 
de' fuoi  Climi,  la  {bruttura  de5  fuoi  mon- 
ti, la  natura  de3  faci  foflili ,  la  forma  de^ 
fuoi  vegetabili,  e  animali,  il  carattere,  i 
coftumi ,  e  le  lingue  de*  fuoi  abitanti ,  e 
tutto  ciò  in  fomma  ,  che  trovali  di  più 
intereffante  nelle  fue  differenti  contrade  „ 
Il  Chili  per  confezione  di  tutti  gli  Au- 
tori, che  fcrivono  di  quella  quarta  parte 
del  noftro  Globo ,  è  una  delle  fue  più 
confiderabili  regioni,  non  tanto  per  la^ 
fua  eftenfione ,  quanto  per  elfere  fiato 
avvantaggiato  con  parzialità,  e  cura  fpe- 
ciale  dalla  natura ,  la  quale  fecondata  da 
un  deliziofo  clima  vi  ha  fparfo  con  pro- 
digalità i  fuoi  doni  efenti  dalla  maggior 
parte  degl'  incomodi ,  che  fogliono  ac- 
compagnarli in  altri  luoghi, 

Quefto  Paefe,  dirò  così,  è  l'Italia, 
vale  a  dire  il  Giardino  dell'  America  Me- 
ridionale %  ove  tutto  ciò  che  può  defide* 
A  %  rarfi 


rarfi  per  paffare  una  vita  comoda ,    pro- 
viene colla  medefima  abbondanza, e  per- 
fezione ?   che  nelP  Europea.   Elio  Ila  fi- 
tuato  in  gran  parte  fotto  i  medefimi  gra- 
di di  latitudine,  gode  degli   ftefiì  climi, 
e  ftendendofi  fimilmepte  d*  affai  più  in_. 
lunghezza  che  in  larghezza,    è  adattato 
a  ricevere,  e  a  condurre  a  maturità  ogni 
forta    di  valutabili  produzioni .   Le  Andi 
dette  altrimenti  Cordigliere ,    che  lo  fian- 
cheggiano air  Oriente  ,  fanno  le  veci  del- 
le Alpi,   e  degli  Appennini ,  mandando 
al  pari  di  effi  un  gran  numero    di  fiumi 
a  rallegrare ,  e  a  fecondare  le  campagne; 
e  ficcome  la  profperità  dell'  Italia  deriva 
dalle  due  predette  catene  di  monti ,  così 
ancora    quella  del  Chili   dipende    intera- 
mente dalle  fue  Cordigliere.  Quegli  abi- 
tanti fono  sì  intimamente  perfuafi  di  que- 
lla verità,  che  qualora  vogliono  rendere 
ragione  dì  qualche  fenomeno  concernen- 
te  la  loro  atmosfera,    o  il  lor    terreno, 
ricorrono  fempre  alle  influenze  di  quella 
montagna,  come  ad  un  agente  immedia- 
to ,  e  principale . 

Ciò  non  pertanto  un  Paefe  così  {li- 
mabile ,  e  che  fomminiftra  non  meno  nel 
tìfico,  che  nel  politico  de'  fatti  degni  di 
attenzione  non  è  ancora  conofciuto  che 

fuper- 


l 


fuperficialmente .  Appena  trovafi  fatta», 
menzione  di  qualche  fuo  prodotto  pref- 
fo  gli  Autori  5  che  al  prefente  trattano 
degli  efori  naturali  fparfi  iielle  diverfe  re- 
gioni della  terra.  L\  indole,  i  còftumi , 
e  T  armoniofo  linguaggio  de*  fuoi  abita- 
tori originali  fono  ignorati  del  pari  ,  che 
gli  ftupendi  sforzi^  con  cui  elfi  hanno 
procurato  di  difendere  la  loro  libertà  in 
tante  battaglie  date  dal  principio  della*, 
conquifta  fino  ai  noftri  giorni  . 

I  viaggiatori  iftruiti  \  che  in  differen- 
ti tempi  vi  fono  approdati,  non  hanno 
tralafciato  di  parlare  di  quefto  Regno  , 
ma  le  notizie  ,  che  ne  danno  g  fono  trop- 
po fuccinte,  perchè  fi  poffa  formarne  u- 
na  giufta  idea .  Il  P„  Luigi  Feuillce  de* 
Minimi ,  Francefe  dottiffimo  ,  defcriffe  con 
iftraordinaria  accuratezza  i  principali  ve- 
getabili ,  che  crefcono  in  quel  littorale  , 
e  alcuni  degli  animali,  che  vi  fi  propa- 
gano ■  Le  fue  defcrizioni  fono  veraci ,  e 
interamente  conformi  agli  oggetti ,  che  ci 
prefenta .  Io  non  ho  potuto  rilevare  il 
menomo  sbaglio  in  tutto  ciò,  che  que- 
fto Valentuomo  ce  ne  dice  .  Ma  la  fua 
fìoria,  eflendo  comparfa  per  Real  mu- 
nificenza con  grande  apparato  di  finsflìmi 
rami,  non  è  fiata  più  rifianipata  ,  e  di- 
A  3  vena- 


venuta  perciò  molto  rara  è  conofeiuta  da 
pochi  i 

I  Nazionali  rion  hanno  trafcufato  i 
nemrnen  elfi,  d*  illuftrare  il  proprio  Pae- 
ie  per  mezzo  de'  loro  ferirti:  molte  fo- 
no le  relazioni  compilate  con  queita  tei* 
ra  così  nel  paflato ,  come  nel  prefente-, 
fecolo ,  ma  per  motivi  5  che  riferiremo  a 
foo  luogo  5  poche  hanno  avuta  la  forte 
di  effer  pubblicate  4  io  fono  perfuafo  3  che 
avrebbero  un  favorevole  incontro  3  fé  ve- 
Bifferò  in  lucerle  tre  ftorie  ultimamente 
coitìpofte  dal  Gav,  D.  Pietro  Figueroa^  e 
da*  Sigg.  Abati  Miche/e  Oliqjares ,  e  Fi* 
lifpo  Vidaurre .  Le  due  prime  sy  aggirano 
intorno  ai  fucceffi  occorfi  in  queito  Re- 
gno dalFingrefìb  degli  Spaglinoli  fino  a* 
notòri  tempi  •  La  ftoria  dell'  Olivares  fa- 
pratutto  fi  può  dire  perfetta  in  quefto  ge- 
nere  per  la  diligenza  5  e  critica,  con  cui 
F  Autore  ha  faputo  prefentare  i  fatti  più 
intereffanti  della  guerra  quafi  continua  , 
che  fi  è  fatta  tra  gli  Spagnuoli*  e  gli  A~ 
r  atte  ani .  Il  Sig.  Ab.  Vidaurre  fi  è  appli- 
cato più  a  mettere  in  vifta  le  produzio- 
ni Chilefi  *  e  le  ufanze  di  quegli  abitan- 
ti ,  il  che  egli  ha  fatto  con  grande  in- 
telligenza della  materia ,  di  cui  tratta  . 

Le  tòorie,    o  piuttoììo  le    relazioni 

ftam- 


ftampate ,  oltre  ai  quattro  Poemi  *  che  cór- 
rono imprefìì  fulla  guerra  Aratìcana*  fo- 
no quelle  dell'  0<vallé  >  di  Ff.  Gregorio 
di  Leott}  di  Giacomo  Tejìllo^  di  D.  fifél* 
chior  dell'  Aquila ,  ed  un  Compendio  a- 
nonimo ,  che  fi  pubblicò  in  lingua  Ita- 
liana nel  1776.,  il  quale  in  certo  modo 
dà  una  notizia  più  compiuta  del  Chili  di 
quella  j  che  danno  le  altre  Opere  Campa- 
te ,  particolarmente  intorno  alla  Geogra- 
fia, e  alla  ftoria  Naturale» 

Nulladimeno  come  quefto  Compen- 
dio è  anche  troppo  riftretto,  così  io  ho 
creduto  di  fare  un  fervigio  non  inutile^ 
agli  amatori  delle  cofe  Americane*  pre- 
ientando  loro  un  ragguaglio  più  diftefo 
e  più  circoftanziato  de*  prodotti  3  e  de* 
fucceffi  più  notabili  dello  fteffo  Paefe* 
Dalla  mia  prima  gioventù  mi  dedicai  ad 
oiTervarne  le  ricchezze  naturali ,  e  a  iftra- 
irmi  degli  avvenimenti  accadutivi  prima 
per  curiofità  i  poi  col  difegno  di  pubbli- 
carli a  eomun  benefizio  de*  miei  Com- 
patriotti  i  Le  critiche  emergenze  foprav- 
venute 5  interrompendo  il  mio  lavoro*  tei 
fecero  perdere  anche  la  fperanza  di  po- 
tere arrivar  un  giorno  a  riailumerlo .  Ma 
eflfendo  capitati  alle  mie  mani  per  un^ 
fortunato  accidente  alcuni  de*  più  neeef- 
A  4  farj 


farj  materiali,  mi  accinfi  a  produrre  il 
prefente  faggio  delle  mie  interrotte  ricer- 
che fulla  ftoria  naturale  di  quella  parte 
dell'  America  ,  il  quale  farà  in  breve  fé- 
guìto,come  fpero,da  un  altro  fulla  fto- 
ria Civile. 

Quefto  Saggiò  V  ho  divifo  in  quat- 
tro Libri:  nel  primo,  dopo  una  fuccinta 
deferitone  del  Chili  ,  che  ferve  d*  op- 
portuna introduzione  al  refto  dell'  ope- 
ra,  tratto  delle  fue  ftagioni,  delle  fu*-, 
pioggie  ,  ed  altre  meteore  aquee  $  de*  fuoi 
venti ,  delle  fue  efalaziòni  ignee  *  de*  Vul- 
cani ,  che  trovanfi  nelle  fue  montagne , 
de*  tremuoti,che  qualche  voltavi  fi  fan- 
no fentire*  e  della  falubrità  del  fuo  cli- 
ma, I  tre  libri  feguenti  fono  deftinati  all' 
efpofizione  de'  corpi  appartenenti  ai  tre 
Regni  della  Natura  $  cioè  il  Minerale  ,  il 
Vegetabile ,  e  F  Animale  •  Io  parlo  in_. 
effi  ,  procedendo  gradatamente  dalle  cofe 
più  femplici  alle  più  compofte  :  i.  delle 
acque  così  comuni,  come  minerali ,  del- 
la ftruttura  de*  monti,  della  qualità  dei 
terreni,  delle  varie  fpecie  di  terre,  di 
pietre  ,  di  fall  ,  di  bitumi ,  e  di  metalli , 
che  vi  fi  fono  feoperte ,  e  della  maniera 
di  eftrarre  quefti  ultimi  dal  feno  della^ 
terra ,  e  di  depurarli  dalle  materie  etero-  . 

genee . 


genee.  2.  delle  erbe,  degli  arbofcelli ,  e 
degli  alberi  più  utili ,  che  vi  crefcono  . 
3.  de*  teftacei,  de*  croftacei,  degF  infet- 
ti, de'  rettili,  de5  pefei^  degli  uccellile 
de*  quadrupedi  fingolari ,  che  ho  potuto 
oflfervarvi •  Io  termino  là  mia  narrativa,* 
col  dare  una  leggiera  idea  delF  uomo  con* 
fiderato  come  abitante  del  Chili ,  nelle-* 
cui  montagne  colloco  anche  i  famofi  Pa« 
tagoni  creduti  ì  giganti  della  fpecie  uma- 
na, riferbandomi  a  parlarne  più  ampia* 
mente  nel  mio  fecondo  Saggio  • 

Tutti  quelli  eflferi  gli  ho  riferiti  a* 
generi  ftabiliti  dal  celebre  Cav.  Linneo, 
e  quando  è  ftato  neceffario ,  ne  ho  for- 
mato de'  nuovi  fecondo  il  metodo  di  lui* 
ma  mi  fono  difpenfato  dall'  adottare  la 
fua  maniera  di  diftribuirli,  perchè  non  V 
ho  creduta  opportuna  alla  natura  della 
mia  opera.  Per  fupplire  a  quefto  difetto, 
ho  meffo  alla  fine  un  Catalogo,  nel  qua- 
le effi  fi  troveranno  difpofti  giufta  le  ciaf- 
fi  ,  e  gli  ordini  del  fiftema  di  quel  gran 
Naturalifta .  In  vece  delle  Linneane  ho 
adoperato  delle  divifioni  più  famigliari, 
e  più  adattate  ai  piccol  numero  di  og- 
getti, che  deferivo,  le  quali  non  fervo- 
no ad  altro  ,  che  a  dare  qualche  ordine 
alla  mia  narrazione. 

Ho 


Ho  tenuto  dietro  al  Na turali fta  Sve- 
«Me,  non  perchè  io  créda  il  fuo  fiftema 
fuperiore  a  tutti  gli  altri,  ma  perchè  veg- 
go ,  che  al  prefente  è  quafi  univerfalmen- 
te  frguito .  Per  grande  che  fia  la  ftima  5 
che  ho  dèi  fuo  fapere ,  non  poffo  a  me- 
no di  dire ,  che  la  fua  ingegnofiffima  no- 
menclatura non  mi  piace  in  molti  punti 
eflenziali  .  io  avrei  feguito  più  volentie- 
ri nella  mineralogia  il  Wallerio ,  o  il  Bo- 
mare, nella  Botanica  il  gran  Tournefort, 
e  nella  Zoologia  il  Brilfon  ,  perchè  mi 
fembrano  più  facili  5  e  più  appropriati  all' 
intelligenza  comune  . 

Nelle  defcrizioni  ho  procurato  ufare 
parcamente  de'  termini  tecnici,  o  facol- 
tativi 3  per  non  renderle  del  tutto  inin- 
telligibili alle  perfoiie ,  che  non  fono  i- 
niziate  nello  fìudio  della  ftoria  naturale. 
Però  quando  è  fiato  duopo  farne  ufo  fre- 
quente, gli  ho  confinati  al  fine  della  pa- 
gina,  ove  anche  ho  ripofto  le  frafi,  odi- 
finizioni  latine  delle  nuòve  fpecie  ,  cho 
rapportò.  Attendendo  alla  brevità,  che 
mi  fono  prefìila ,  ho  fpiegato  folamente 
quegli  attributi ,  che  baftano  a  caratteriz- 
zare gli  oggetti  ,  tralasciando  rutti  gli  al- 
tri, o  meno  neceiìarj  ,  o  comuni  a  tutte 
le  fpecie  dello  ileffo  genere. 

Pel 


m 


ir 


Pel  medefimo  motivo  mi  fono  con- 
tentato nel  corfo  dell*  opera  di  efporre 
le  cofe  fempiicememe  ,■  fenza  internarmi 
xieìV  inveftigazione  delle  loro  caufé,  né 
diffondermi  in  rifìeffioni ,  le  quali  pollo- 
nò  entrar  bene  nel  piano  di  una  ftò'ria 
naturale  complèta,  ma  farebbero  in  con- 
trailo col  titolo  di  qnefta  breve  relazio- 
ne .  Cito  bensì  fpefTo  il  teftimonio  degli 
Autori  foreftieri ,  che  trattano  del  Chili  * 
il  che  ad  alcuni  parrà  forfè  cofa  tedio- 
la,  rna  io  l'ho  /limato  affolutamente  .ne- 
cedano ,  sì  perchè  fcrivendo  di  un  Pae- 
fé  tanto  lontano  non  pretendo  efifer  cre- 
duto folla  mia  parola  ,  come  per  far  ve- 
dere ,  che  io  non  efagero  niente,  e  che 
anzi  dico  meno  di  quello*  che  eflì  affer- 
mano è 

Il  titolo  dell1  Opera  annunzia  ciò 
che  ella  è  :  quello  è  un  faggio  ,  una  bre- 
ve memoria  di  alcuni  degli  e  (Te  ri  natura- 
li,  che  rinchiude  il  Chili.  Le  perforici 
intelligenti  avranno  il  equità  di  non  er- 
gere da  effa  quello,  che  non  fi  convie- 
ne, che  a  una  fìoria  naturale,  la  quale 
io  non  pretendo  in  verun  modo  fcrivere. 
Un  piano -sì  grande*  oltre  a  moke  altre 
circoftanze,  richiederebbe  che  gli  ogget- 
ti foffero    prefenti  per   confutarli  ad    o- 

gni 


12 


gni  momento ,  per  fottometterli  alle  fpe- 
rienze,  e  per  formarfene  infinite  idee, 
che  non  pofìfono  averfi  nella  loro  aflenza  i 
I  miei  Leggitori,  a  cui  fieno  notc^ 
le  Ricerche  Filolofiche  fopra  gli  Ameri* 
cani  del  Sig.  Paw ,  fi  maraviglieranno  af- 
fai di  trovar  defcritto  un  Paefe  dell'  Ame- 
rica differentemente  da  quello  ,  che  elfo 
vorrebbe  far  credere ,  che  foffero  tutte  le 
parti  di  quel  vailo  Continente.  Ma  che 
poifo  far  io  ?  Dovrò  tradir  la  verità  per 
non  efpormi  ai  farcafmi  poco  decenti , 
con  cui  T  Autore  delle  fuddette  Ricer- 
che inveiice  contro  tutti  quelli,  che  tro- 
va opponi  alle  fue  ftrane  idee  ?  Io  ho 
veduto  ,  e  offervato  coftantemente  ciò  che 
ne  dico;  non  contento  del  mio  giudizio, 
ho  confultato  gli  Scrittori  imparziali,  e 
limabili  per  i  loro  lumi, che  vi  fono  fla- 
ti,! quali  s*  accordano  in  tutto  colle  mie 
offervazioni ,  e  fono  foftenitori  irrefraga- 
bili di  quanto  ferivo  .  il  Sig,  Paw  noru 
ha  veduto  niente  di  quello ,  che  divul- 
ga ,  e  quel  che  è  più ,  non  ha  voluto 
nemmen  vederlo  negli  Autori,  che  dice 
aver  letto  per  compilar  la  fua  opera  .  Il 
Frezier ,  per  efempio,  e  V  Ulloa  ,  che  e- 
gli  fpeilb  cita,  quando  gli  torna  a  con- 
to,   parlano    dell'  efuberante    fecondità, 

con 


*3 

con  curii  grano  fruttifica  nel  Chili,    e 

pure  egli  dice  in  faccia  a  tutto  il  Icon- 
io, che  il  formento  non  è  nato  ,  che  in 
tlcuni  quartieri  del  Nord  dell'  America . 
Scalcinato    dalle  confeguenze    dell' 
deal  fiftema ,  che  fi    è  formato  per  ino* 
ivi ,  che  non  fono  difficili  a  indovinare , 
>orta  tutte  le  cofe  a  tal  ecceffo ,  che  ren- 
lono   affatto  inverifimile  il    fuo  Roman-"' 
o  .    La  Logica  poi ,  con    cui  pretende^ 
trovar  le  fue  decifive  afferzioni ,  non  fa 
lolto    onore  ai    fuoi   talenti .    Bafta  che 
eli'  immenfo  Continente   dell*  America 
i  fia  un' ifoletta,  un  piccol  cantone, che 
bòia  qualche  difetto,  perchè  tutte  le  fue 
'rovincie  partecipino  del  medesimo  .  Una 
iccoia    tribù  di  felvaggi  ferve   di  regola 
er  qualificare  tutte  le  altre  nazioni .  Io 
on  finirei  mai,    fé  voleffi  accennare   a^ 
na  a  una  le  incongruenti  premefle,  pn- 
e  tira  le  fue  conclufipni  antiamericane. 
on  quefto  metodo  fi  potrebbe  (ereditar 
el  pari  qualunque  altra  parte  della    ter* 
t  ;  ma  né  la  ragione ,  né  la  filofofia  ap- 
roveranno mai  un    fimil  modp  di   pro- 
edere . 

Il  Sig.  Paw  infomma  ha  fentto  dell* 
.merica ,  e  de'  fuoi  abitanti  colla  mede- 
ma  libertà ,  che  potrebbe  avere    ferino 

della 


x4 
della  Lutiate  de5  Seleniti  ;  ma  il  male  fi 

è  ,  che  1'  America  non  è  tanto  lontana^ 
come  la  Luna.  Moki  dotti  Europei ,  che 
colà  fono  flati  5  e  che  hanno  veduto  coi 
propri  occhi  i  Cuoi  prodotti,  ailerifcono 
il  contrario  di  quello  che  egli  dice  .  Al- 
tri pure  ci  fono  9  che  fenza  ellere  appro- 
dati a  quel  Continente,  fono  iftrmti  co- 
sì  a  fondo  nella  ftoria  delle  (ut  differen- 
ti Provincie,  che  tutte  le  di  lui  cavilla- 
zoni non  fono  itale  valevoli  a  fare  la^ 
minima  impreffione  nel  loro  fpirito  .  An* 
zi  parecchi  uomini  fàvj  guidati  dal  folo 
amore  della  verità  hanno  intraprefo  ne* 
loro  ferini  a  dimoiarne  la  infuffiftenza, 
ira  i  quali  nominerò  per  cagion  d*  ono* 
re ,  e  di  riconofeenza  il  chiariffimo  Sig. 
Conte  Gian -Rinaldo  Carli  ben  noto  ai 
Letterati  per  varie  opere  date  alla  luce, 
ed  ultimamente  per  le  fue  belle  Lettere 
Americane »,  dove  ha  faputo  epilogare  da 
fapiente  filofofo ,  e  da  critico  erudito  tut-j 
to  ciò  che  conduce  a  dare  una  vera  idea 
dell'America . 

Io  debbo  avvertire  in  ultimo ,  che^ 
quando  difeorro  di  miglia,  non  intendo 
accennare  che  le  Geografiche ,  te  quali  fi 
computano  a  feffanta  per  grado.  Così  pu^ 
re,  qualora  fo  menzione  di  piedi, di  pok 

liei 


i5 
liei  eo   intendo  di  parlare   de*  Parigini. 

La  libbra,  di  cui  mi  fervo  per  indicare 
i  peli,  è  la  comune  d'  Italia  di  oncie^. 
dodici.  La  Carta  Geografica  premeffa  a 
quefto  Saggio  è  la  medefima,che  trovali 
nel  Compendio  già  ftampato  .  EfiTa  è  fat- 
ta con  accuratezza ,  ma  contro  il  meto- 
do ordinario  de'  Geografi  fi  è  mefTò  l* 
Oriente  in  alto,  perchè  eiTendo  il  Paefe 
troppo  lungo  da  Settentrione  a  Mezzodì, 
e  affai  ftretto  da  Levante  a  Ponente ,  la 
proiezione  confueta  farebbe  riufeita  in- 
comoda per  quelli  che  fé  ne  voleffero  fer- 
vire.  Io  aveva  difegnato  di  delincarne^ 
un'alrra  più  diftefa,  ma  non  eiFendomi 
giunti  a  tempo  i  documenti  richiefti ,  ne 
ho  fofpefa  per  ora  V  esecuzione .  Creden- 
do far  piacere  agli  amatori  delle  lingue 
foreftiere ,  ho  meno  dopo  il  quarto  libro 
un  breve  Dizionario  de'  vocaboli  Cbilefi 
relativi  agli  oggetti  defermi,  ed  anche  ho 
notato  al  margine  i  termini  generici  di 
quelP  idioma .  < 


*7 

SAGGIO 
SULLA   STORIA   NATURALE 

DEL    CHILI. 


*& 


!» 


LIBRO     I. 

Situazione,  meteore  $  e  temperamento  del  Chili  « 


L  Chili,  Regno  dell'  America  Meridionale  ?  SituMio- 
giace  lungo  le  cofte  del  Mar  Pacifico,  ftenden-  ne  ' 
doli  per  un  tratto  di  12,60.  miglia  geografiche^ 
fra  i  gradi  24.  e  45*  di  latitudine  Auftrale.  La 
fua  larghezza ,  che  prenderemo  dai  gradi  304.  fi- 
no ai  30S,  di  longitudine,  Affato  il  primo  me- 
ridiano all'  Ifola  del  Ferro ,  fc  più  o  meno  ri- 
ftretta,  fecondo  che  la  gran  catena  di  monti  det- 
ti della  Cordigliera  ,  o  delle  Jindi 9  la  quale  lo 
circonda  all'  Oriente ,  fi  avvicina  ,  o  fi  feofta^ 
dall'  Oceano  medefimo,  ovvero  a  parlare  con 
più  efattezza ,  fecondo  che  il  mare  fteffo  fi  ap- 
prefla,  o  fi  ritira  da  quefta  catena  di  monti.  Fra 
!  gradi  24.,  e  32.  di  latitudine  elfo  fi  allontana 
3a*  detti  monti  210.  miglia,  e  fino  al  grado  37. 
(blamente  120;  ma  poi  da  quefto  parallelo  fino 
ili*  Arcipelago  di  Chiloe  fi  feofta  da  300.  miglia. 
Ora  riducendo  quelle  diftanze  a  un  termine  me« 
B  dio , 


~ 


xS  L  1  B  R  O     1. 

dio,  fi  può  dire,  che  turta  la  fua  eftefa  fuperfì- 
cie,  comprefa  anche  la  Cordigliera,  non  abbrac- 
cia più  di  378.,  000.  miglia  quadrate» 
Confini.  Quefto  Paefe  confina  all'Occidente  col  fud- 
dctto  Mar  Pacifico,  a  Settentrione  col  Perù,  all' 
Oriente  col  Tucuman ,  col  Cujo  ,  e  colla  Patago- 
nia ,  e  a  Mezzodì  colle  terre  Magellaniche .  La 
gran  Cordigliera ,  che  lo  fiancheggia  ,  come  det- 
to abbiamo,  a  Levante,  lo  fepara  ancora  inte- 
ramente o  per  fé  ftelTa,  o  per  i  fuoì  rami  da- 
tutte  quefte  contrade,  fervendoli  al  medefimo 
tempo  di  barriera  inefpugnabile  dalla  banda  dì 
terra,  nel  mentre,  che  1'  Oceano  lo  difende  da 
Ponente .  Le  poche  ftrade ,  che  dalle  menziona- 
te Provincie  vi  conducono,  fono  talmente  eret- 
te, e  pericolofe,  che  appena  vi  può  pacare  uni 
uemo  a  cavallo  (1) .  Sì  fatte  ftrade  non   fi  man- 

ten- 

» — < '■ 

(1)  Le  ftrade  praticabili  della  Cordigliera  Chilefe 
non  fono  ,  che  otto  0  nove  :  la  pili  frequentata  è 
quella  ,  che  dalla  Provìncia  di  Aconcagua  conduce 
al  Cujo  .  Quefìa  ftrada  ,  che  non  fi  fa  regolarmen- 
te in  meno  di  otto  giorni ,  è  fiancheggiata  in  gran 
parte  dalle  profondarne  balze  ,  che  formano  i  fiumi 
Chille ,  e  Mendozza,  e  da  aUìJfimì  monti  tagliati 
a  perpendicolo  .  V  angufto  fentiere  ,  che  refta  frcL. 
queftt  precipizj  ,  è  così  afpro  ,  e  malagevole  ,  che  i 
'viaggianti  fi  veggono  coflretti  in  molti  luoghi  a  fmon- 
tare  da*  muli  (  che  fono  le  uniche  cavalcature  ,  che 
'dì  pojfono  impiegar/!  ) ,  e  a  fare  il  cammino  a  pie-  j 
di .  E'  raro  V  anno  ,  che  non  precipiti  qualche  befiia 
da  foma  in  alcuno  deJ  fuddetti  fiumi .  Quefli  diru- 
pi pero  non  accompagnano  per  tutto  quella  ftrada  . 
Vi  fi  trovano  di  tratto  in  tratto  alcune  pìccole  pia-  . 
nure y    affai    amene ,    ove  alloggiano    ì   Viandanti* 


. 


L  1  B  R  O     1.  i* 

tengono  nernmen  aperte,  fé  non  durante  la  Sta~ 
te. 

I  Geografi  danno  a  quefto  Regno  un'  efìen* 
fìone  molto  maggiore  di  quella,  che  noi  gli  af- 
fegniamo,  comprendendo  dentro  i  fuoi  limiti  an- 
che il  Cujo,  la  Patagonia  ,  e  la  Magellanica  .  Ma 
quefte  regioni  ,  oltre  alla  fepàrazione  fattane  dal- 
la natura  ,  ne  fono  del  tutto  differenti  così  ne! 
temperamento,  come  nelle  produzioni  naturali. 
I  loro  abitanti  originari  fi  diftinguono  altresì  da* 
Chilefi  non  meno  per  le  fattezze,  che  per  i  co- 
ftumi ,  e  i  linguaggi  .  (1) 

II  Chili  aveva    già  il  nome  generale,    che^  N0mc , 
porta    oggi  giorno,    molto  prima,  che  gli    Spa- 
gnuoli   arrivaffero  a  conquiftarlo  (ì).   Gli  Auto- 

B  -l  ri , 

Gì*  Incas  ,  quando  foggiogarono  il  Cujo  ,  e  le  Pro- 
vincie Boreali  del  Chili  ,  vi  fecero  coflruire  alcune 
e  afe  di  fctjfo  per  comodo  de*  loro  Uffizi  ali  ,  le  quali 
fi  confervano  parte  intere  ,  e  parte  dirupate  .  Gli  Spa- 
gnuoli  ve  ne  hanno  aggiunte  alcune  altre  per  ufo  de* 
Corrieri  . 

(1)  Benché  la  montagna  primaria  delle  Andi  J?a 
il  termine  naturale  del  Chili  verfo  l*  Oriente  ,  io 
tuttavia  comprendo  entro  ai  fuoi  confini  non  folamen- 
te  le  Valli  Occidentali  della  medefima  montagna  ,  che 
fenza  contraddizione  gli  appartengono  ,  ma  ancht^ 
le  Orientali  ,  perche  da  tempo  immemorabile  fono 
fiate  occupate,  e  abitate  da*  Chilefi* 

(2)  Le  Colonie ,  che  dal  Chili  Aujlrale  pacarono  a 
popolare  V  Arcipelago  di  Chiloe ,  (  la  cui  trafmigra- 
zione  è  anteriore  di  alcuni  feeolì  ali*  epoca  dellt^ 
conquide  Spagnuole)  per  conservare  la  memoria  del* 
la  madre- patria,  lo  nominarono  Chil-hue  ,  cioè  di* 
ftretto  ,  0  Provincia  del  Chili .  Tutti  i  Chilefi  così  % 
liberi»,  come  i  foggiogati  chiamano  la  loro   patria^ 


ri ,  che  fcrivono  dell'  America  ,  ne  adducono  mol 
te  etimologìe  ,  tutte  le  quali ,  a  dire  il  vero ,  < 
iono  afiblutamente  falfe  ,  o  fi  fondano  fopra  fri 
vole  congetture .   I  Chilefi  pretendono  con  affa 
più  verifimiglianza ,    che  effo  derivi  dalla  voc<l 
Chili,  che  ripetono  fpeflb  certi  uccelli  del  gene 
re  de*  tordi,    i  quali  vi  fi   trovano  in  gran    m 
mero.  Potè  ben  darfi  in  fatti,  che  le  prime  Or 
de  d'  Indiani ,    che  vi  paffarono  a  ftabilirfi  ,    pi 
gliaffero  qualche    felice  augurio  da  queflo  voca< 
bolo  pronunziato  da  un  uccello ,   per  denomina- 
re il  Paefe,  che  volevano  abitare. 
Divifione         Tutta  quefta  Regione  fi  divide  naturalmente 
naturale. ja  Settentrione   a  mezzodì  in  tre  parti;  la  pri- 
ma  comprende  le  Ifole,che  trovanfi  nel  fuo  Ma- 
re;  la  feconda,  a  cui  più  comunemente    fi  dà  il 
nome  di  Chili,  è  quella  itrifcia,o  tratto  di  ter- 
ra ,  che  giace  tra  1'  Oceano  Pacifico  ,  e  la  mon- 
tagna delle  Andi  s  la  terza  finalmente   abbraccia 

tutto 


Chili  -  mapu  ,  vale  a  dire  ,  terra  del  Zhilì  ,  e  il  hr 
linguaggio  Chili-  dugu  ,  cioè  liag-ia  del  Chili  H<)n 
è  verifimìle  ,  che  una  R<z,:one,  Li  quale  dà , finora 
itile  Città  Spagnuole  il  nome  de*  luoghi '  ,  ove  furo- 
no fabbricate  ,  abbia  voluto  adottare  così  un  vtrfaU 
fnente  un  nome  generale  non  procedente  da*  fuoi  an- 
fenati  per  denominare  il  proprio  Paefe .  Ci  femhra 
pertanto  poco  fondata  V  opinione  di  quelli  ,  che  pre- 
tendono, che  gli  Spagnuoli  abbiano  comunicato  a^ 
tutto  il  Regno  il  nome  del  primo  diftretto  ,  o  del  pri- 
mo fiume  ,  che  vi  fepprirono  .  Gli  Originar]  del  Pae- 
fe pronunziano  fempre  queflo  nome  come  fé  fojfe  fcrit- 
to  Cih.  Gli  Spagnuoli  fetivom  Chile  , e  prof eri! ce- 
no Cile. 


L  I  B  R  O     I.  li 

tutto  Io  fpazio,  che  vi  occupa  quefta  vafta  Ca- 
tena di  monti  . 

Le  Ifole  fituate  nel  Mar  Chilefe  fono  ,  i.  le 
tre  Coquimbme  deferte  chiamate  Mugitlon ,    Tot$. 
ràl9  e  Pàjaro,  le  quali  hanno  fette    ovvero  etto 
miglia   di  circuito,    a  gr.  29.--  30.    1.  le  due  di 
Ciò.  Fernandes  a  gr.  33.-41.-;  la  prima,    che  fi 
avvicina  più  al  Continente  ,  detta  perciò  dj    /er- 
rar, gira  quarantadue  miglia,  e  vltn^  abitata  da- 
gli Spagnuoli .  Il  Lord  Anfcn  ,  che  vi  flette  qual- 
che tempo  ,  la  deferì  ve  come  un    Paradifo  terre- 
Are .  La  feconda  chiamata  di  Mafafuera    è  molto 
minore  ,  e  benché  di  afpetto  egualmente  bello,  ri- 
mane tuttora  incolta     $.Carrama  zs  gr.  3$.-  41. 
è  piuttcfto  un  grande  fcoglio,  che   un*  ifola  fu- 
fcetribiJe  di  coltivazione  .  4.  Quìrìquina  full*  in- 
greifo  del  Porto  della  Concezione  a*  gr.  35.-41. 
5.  Talea  appellata  Santa  Maria  dagli  Spagnuoli  a' 
gr.  37.— 11.  Tutteddue  hanno  quattro  miglia  in- 
circa di  lunghezza,  e  appartengono  a  due  bene- 
stanti della  Città  della  Concezione.  6.  Mocha  a* 
gr.  38.-37.  quefta  bella  e  fertile   ifola,  che  ha 
più  di  feffanta  miglia  di  circonferenza,   era  ben 
popolata   nel   fecolo  paffato ,    ma  al  prefente   fi  ^ 
trova  affatto  deferta.  7-  V Arcipelago  di  Chiloe, 
il  quale  unitamente  a  quello  de'  Cb*ni ,    che  ne 
è  una  dipendenza,  contiene  ottanta  due  Ifole  a- 
bitate  per  la  maggior  parte   dagli  Spagnuoli  ,  e 
dagl'    Indiani  tra    i  gr.  41.-  50.  e    4$.;  la   più 
grande  detta  Chiloe ,  onde  è  derivato  il  nome  a 
tutto  1'  Arcipelago ,  fi  fterde  in  lunghezza  cento 
cinquanta    miglia  ,  ed    ha  per  Capitale  Caftro   a* 
B  3  gr. 


~ 


L 


iz  L  I  B  R  O      I. 

gr.  42.  --58.  di  lat.  e  303.-  1$.  ài  long.  Tutte 
quefte  Ifole  Chilcfi  fono  poco  difcofte  dal  Con- 
tinente ,  à  riferva  di  quelle  di  Gio.  Fernandes  , 
la  prima  delle  quali  fé  ne  allontana  330.  miglia, 
e  T  altra  4x0.  (i£ 

II 


(1)   Sotto  Meridiani  pipi  diflanti ,  benché    nel  me* 
dejìmo  Mare ,  fi  trovano  le  piccole  Ifole  di  S.  Ambre- 
gio  y  e  di  5.  Felice ,  e  quella  di  Pafqua  celebre  per  la 
quantità  di  flatue  ,  che  ì  fuoi  abitatori  hanno  diriz- 
zato in  varj  luoghi  0  per  adornarne  la  loro  patria  , 
óppur  per  venerarle  come  Dei  tutelari.    Le  due  pri- 
me ,  finora  deferte ,  fono  difcofle  dalle  fpiagge  Chilefi 
600.  miglia  incirca  a'  gr.  26.  —  27.  di  lat,  L'  I fo- 
la dì  Pafqua  ,  forfè  non  differente  da  quella  di  Da- 
vis >  è  fituata  ay  gr>   17.--  5.  di  lat.  e  2.68.  di  long* 
iti  diflanza  di  1  Soo.  miglia  dal  Continente  :  la  fua 
lunghezza  è  di  poco  più  di  15.  miglia,   e  i  fuoi  a- 
hitanti  non  forpaffano  il  numero  di  800.  EJJt  hanno 
la  carnagione  piìi  bianca  della  maggior    parte  degl* 
Indiani*   e  fi  hfciano  crefcer  la  barba  .    Le  flatue  9 
di  cui  abbiamo  fatta  menzione  ,fi  trovano  in  gran 
numero  in  tutta  V  ìfola ,  e  di  varie  grandezze  y  efm 
fendovene  alcune  di  27.  piedi  di  altezza ,    ed  altre 
della  fiatura  umana*  Sembrano  alla  vitta  ,  e  al  tat- 
to di  faffo ,  ma  ficcome  fono  tutte  di  un  pezzo  3  e  V 
ìfola  non  ha  cave  di  pietre  sì  fmifurate  3  pare  quin* 
di  probabile  .  che  effe  fieno  formate  con  qualche  par- 
ticolar  cemento  ,  il  quale  feccandofi  abbia  prefo  il  co- 
lore ,  e  la  confi/lenza  del  faffo  •  V  Ammiraglio  Olan- 
defe  Rogewin  ,  che  fu  il  primo ,    che  vi  approdafie^ 
nel  1712.  dice ,  che  quefle  flatue  fono  efeguite  fecon-  > 
do  le  regole  delV   Arte.    La  medefima  Ìfola    e  fiata 
in  feguito  vifitata    da  D.  Filippo  Gonfales    Capitano 
della    Fregata  la  Rofalia  nel   1770.  ,  e  dal  Cap*  Cook     \ 
nel   1774;  a*  14.  Marzo  .  ì  quali  fono  d' accordo  celi* 
O  Un  de  fé  intorno  al  numero  9  e  grandezza  delle  fud- 
dette  flatue.  s 


1      a 


L  1  B  R  O      1.  %$ 

II  tratto  di  terra  fituato  fra  il  mare ,  e  le 
Indi  (di  cui  principalmente  fi  debbono  intende- 
e  le  cofe  ,  che  forno  per  dire  del  Chili ,  perchè 
|uefta  è  la  parte  più  conofeiuta,  e  abitata)  ha 
tlmeno  no  miglia  di  larghezza,  e  fi  fuddividc 
jiiafi  ugualmente  In  marittimo,  e  in  mediterra- 
ìeo*  Il  tratto  marittimo  è  intersecato  da  treca- 
ene  di  monti  paralleli  alle  Andi,tra  le  quali  fi 
reggono  molte  valli  innaffiate  da  bei  fiumi,  e  ru~ 
celli.  Il  mediterraneo  è  piano  ,  benché  abbia-, 
parfe  qua,  e  là  alcune  colline,  e  monti,  che 
anno  maggiormente  fpiccare  1*  amenità  delle  a- 
Ijacenti  campagne. 

la  montagna  delle  Cordigliere,  che  ftimaff 
a  più  alta  del  noffiro  Globo  *  attraverfa  da  Mez- 
ogiorno  a  Settentrione  tutta  P  America,  gìac* 
he  pare  fuor  di  dubbio,  che  i  monti  dell*  Ame- 
i'ca  Settentrionale  non  fieno  che  una  continua- 
iene  della  medefima  catena.  Quella  montagna 9 
ove  appartiene  al  Chili,  ha  centoventi  miglia^ 
ncirca  di  larghezza  ;  effa  è  comporta  di  monti 
I tifimi i  incatenati  gli  uni  con  gli  altri,  pieni  di 
irupi,  e  balzi  fpaventofi ,  tra'  quali  però  s'in- 
ontrano  molte  vallate  amene ,  e  pianure  affai 
afte  abbondanti  di  pafcoli  eccellenti ,  e  irrigate 
a  molti  fiumi ,  e  cafeate  di  acque ,  chie  precipita- 
lo con  grande  ftrepito  dalle  eminenze,  che  le  cir-* 
ondano  (i) .  La  parte  di  quefta  Cordigliera  com« 
B  4  prefa 


(i)  I  monti  pipi  alti  della  Cordigliera  Chilefe  fo« 
o  il  Manila  a*  gr.  28.  --  4J. ,  il  Tupun^ato  a'  gr* 
3..- 24.,//  Defcabefado  #'  gr.  35.,  il  Bianquiìlc? 


- 


— — 


14  L  1  B  R  O      I. 

prefa   tra  i  gr.  14. ,  e  33.  di  laf.  è  deferta  $   il 

reflo  fino  al  grado  45.  è  abitato  da*  popoli  Chi- 

lefi  appellati  Chiquillani ,  Tehuenchì ,  Puelchi ,  ej 

Huìlickì,  i  quali,  come  dimoftreremo   appreflb  j 

fono  i    celebri  Patagoni ,  che   hanno  data    tanta 

materia  da  difeorrere  in  Europa  • 

Divifione         H  Chili  proprio,  o  fia  il  tratto  di  terra  fi. 
polìtica  ,  fuatQ  trà  jj  mare  e  Je  AndJ  ^    fi  dIvjde  poijtfca- 

mente  in  due  partì,  cioè  nel  Paefe  ,che  abitane 
gli  Spagnuoli ,  e  fa  quello  che  pofleggono  tutto- 
ra  gì*  Indiani*  Il  primo  comprefo  tra  i  gr.  24, 
e  37.  in  circa  è  flato  fuddivifo  in  tredici  Provin- 
cie ,  le  quali  principiando  da  Settentrione  fono 
le  feguenti ,  Copiapb  ,  Coquimbo  ,  Quillota,  e  Acom 
eagua,  Mellipilla  e  Santiago,  (dove  è  fituata  la^ 
Capitale  del   Regno  dello   fleffo  nome  )    Rane** 


a'  gr.  $$.  -•  4-  ;  H  Longavì  »•  gr.   35.  ..  30.  ;   // 
ChilJàn  a9  gr.  3$.  ;  il  Corcobado  a*  gr.  43.  io  non 

ebbi  V  opportunità  dì  mifurare  V  enorme  altezza  di 
queflì  monti  .  1  nazionali  pretendono,  che  ejji  s*  in* 
nalzìno  piò  di  venti  mila  piedi  fui  livello  del  ma- 
re .  M  di  Buffon  dice ,  che  ì  più  alti  monti  del  ghm 
ho  fi  trovano  verfo  V  Equatore  ;  nia  io  avendo  ve- 
duto quei  del  Perù  e  queflì  del  Chili ,  benché  foU 
colla  femplice  vi  fi  a  9  dubito  a  fi  ai  della  verità  del 
fuo  a/Jtoma  t  e  non  fonò  molto  lontano  dall'  aderire 
all'  opinione  di  M-  di  Bertrand  ,  il  quale  dice  .  „  On 
„  à  deja  nìé ,  favs  contredit  avec  fondement  ,  que 
j,les  plus  haute;  montagne;  fé  trouvaffent  fous  i'j 
§,  Rquateur  .  Les  Andts  s'  élevent ,  en  s*  éloignant 
9,de  V  Equateur  ,f  Mem-  fur  la  ftrutt.  de  la  Terre, 
pag-^  4P.  tdit.  in  4»  La  Cordigliera  è  più  bajfa  nel 
Copiati,  t  benché  più  vicina  al  IroPtco  9  che  nel  r§-' 
fi*  del  Chili. 


LIBRO      I.  *? 

w*,  Colchagua  ,  Manie  ,  Ttata  ,  e  Cbillàn  9  Pucha- 
•ay  ,  e  Huilquilemu  .  Quefle  Provincie  fono  fiate 
aliai  mal  compartite  ,  perchè  alcune  fi  ftendono 
ial  mare  fino  alle  Andi  ,  mentre  le  altre  non  oc- 
:upano  ,  che  la  metà  di  qiiefto  fpàzio,  trovan- 
3ofi  fituate  ora  verfo  quella  montagna,  ora  ver- 
b  le  coftiere  Solamente .  Ve  ne  fono  ancora  va- 
•ie ,  che  hanno  uri'  eftenfioiie  fei ,  o  fette  volte 
>iù  grande  di  quella,  che  è  fiata  affegnata  alle 
iltre.  Quefto  fpazio  di  terreno  era  anticamente 
ibitato  da'  popoli  chiamati  Copiapini ,  Coquìmba- 
ii  Quillotani y  Mapochini ,  Promaucai ,  Curi  ,  Cau- 
fui,  e  Penconì ,  de'  quali  non  rimangono  che* 
ilcuni  piccoli  avanzi . 

Il 


(i)  Ecco  una  breve  notizia  della  fonazione  ,  ed 
eflenfione  di  quefle  Provincie  con  le  loro  Capitali  , 
?ortì ,  e  fiumi  piti  confi der abili  •  Le' lettere  iniziali 
4.  e  M.  unite  in/terne  denotano  ,  che  la  Provincia  , 
it  cui  fi  tratta  ,  fi  flende  dalle  Andi  fino  al  Mare"^ 
?  [epatate  che  ella  è  foltanto  vicina  a  quella  mon» 
lagna  ,  o  alle  cofliere .  Io  avrei  avuto  a  caro  di  pre» 
fentare  lo  flato  della  loro  popolazione  ,  ma  ad  onta 
ielle  diligenze  praticate  non  ho  potuto  farne  un  cai* 
volo  foddisfacente . 

I. 

Copiapo  A.M.  lungo  H.  S.  300.  miglia ,  largo  E. 
0.  iio.  Cap.  Copiapo   a*  gr.  26.  —  50.  lat.    Porti  Co» 
piapò  ,  Guafco  .    Fiumi  Salado  ,    Copiapo  ,    Totoral  , 
Quebrada  ,  Guafco  5  e  Cbollay  • 
IL 

Coquimbo  A.M-  lung.  H.S.  135.  mìg.  >  larg.  E. 
Q.  zìo*  Cap.  Coquimbo  a9  gr.  19.--  54-  '"*•  P^t. 
€oquimboy  Tongoy  .Fiumi  Coquimbe,  Tongoy  ,  Lima" 
ri9  Chuapa  % 


- 


*<$  L  I  B  R  0      1. 

Il  Paefe  pofleduto  dagl*  Indiani  comprende 

le 


III. 


Qutlhta  M.  lung.   N.   S.   75.  mìgl.  ,  larg,  E.   O. 
62,   Cvp.  Quìllota  a'  gr.   31.--  56.  lat.  Fort*    Papu- 
do  ,  Herr adura  ,  Quintero  y  Valpar&ìfo  a3  gr    35...  x# 
Fium.   Longoioma  ,   Ligua  ,   Chìlle  ,  Lìmacbe  • 
1^ 

Aconcagua  A.  lung.  N.  S.  7$.  j»/£.  J  /^r^.  £  q# 
74.  Ci/.  Aconcagua  a' gr.  31. -48.  /#*.  Fiumi  Lon- 
gotoma,    Lrgua,  Cbìlle  . 

Mellipilia  M.  lung.  N.  S.  *,%.  «^  ;  /*>£.  E.  o.  7©. 
0/>.    MelipflU  a'  gr     33     -  31.    /^.   p,r/,    S#   ^r>/0. 
*/o  .   F/V*?7.  XfaypcT;    M apoche,   Poangbe  . 
VI, 

Santiago  A.  lung,  N  S.  $6.  mìgL;  larg  E.  O. 
60.  Cap  Santiago,  0  S,  Giacomo  a'  gr.  33  —  31. 
Ut.   Fium.  Colina  i  Lampa,   Mapoche ,  Maypo  . 

ri:. 

Itane  agira  A.  M.  lung,  K  S.  38.  mig.  ;  larg,  E. 
O.  no,  Cap.  Rancagua  a'  gr.  34.  Ut.  F.  Maypo  , 
Codegua9  ChocAl^^  Cachatoal . 

Colchagua  A.  M.  lung.  N.  S.  54,  «*£.  /^.  £.  0# 
j^q.  Cap.  S.Fernando  a1  gr.  34.-    iS.   lat.  Fort.  To- 
pocalma ,  Kavidad.  Fium.  Rioclarillo  ,  Tingirirtca 
Cbìmbarongo  ,  Nilabue  ,   Fetfo  . 
IX. 

Mjfc/e  ^.  3f.  /«*£.  tf.  5.  131.  «,£.  .  larg. E. O. 

144.    C*/>.  7W™  «  £r.   34.  .-  5v  /tf,.   Fortm  Aftiller*  f 

P.    Marnqiiito,    Rioclaro  ,   Urcay  ,'Maule ,  Putagan  , 

Acbibuenu  ,  JLiguay  ,  Longavi ,  Loncomilla  ,  Purapel . 

Jl  • 

X7tf*/I     A/.     ///^Jgr.     tf.     5.     54.     W^.      /^^.     £.     0       £g# 

x/. 
Cftj/;*  ^.  /«^.  N#  5. 35.  !»/>.;  /^  £,  a  74# 

Ctp'tbiUan  a  gr.  56.  lat.  F.  Cattih ,  C*/#  ,  £*»*/*  , 


L  I  B   R  O      1.  il 

e  contrade ,  che  giacciono  tra  il  fiume  Biobio , 
:  T  Arcipelago  di  Chiloe  ,  ovvero  tra  i  gr.  36. 
-  44. ,  e  41.  —  10.  di  lat.  Quelli  Indiani  fi  divr- 
!ono  in  tre  nazioni ,  o  popoli  ,  cioè  gli  Arauca- 
i,  ì  Cuncbi,  e  gli  Huilìchi .  Gli  Araucani  abi- 
ano  non  le  ikrili  roccie  del  Chili ,  come  dice 
1  Sig.  P#zx>,ma  le  feraciifime  terre  finiate  tra  i 
turni  Biobio ,  e  Valdivia  ,  vale  a  dire,  tra  i  gr, 
5.-44.  e  39. —  50.  di  lat. ,  le  quali  fi  (tendono 
ungo  il  mare  18$.  miglia,  e  fono  le  più  piane, 
1  più  amene,  e  le  più  ben  innaffiate  di  tutto  il 
legno  .  La  loro  larghezza  prefa  dalle  fpiaggie^j 
carine  fino  alle  falde  occidentali  della  Cordiglie- 
a  importa  300.  miglia  incirca  .  Ma  eiTendofi  u- 
iti  nel  fecolo  fcorfo  i  Fuelchi,che  abitano  quel- 
1  montagna,  alla  confederazione  Araucana,  la 
addetta  larghezza  monta  al  preferite  a  420.  mi- 
lia .  Così  i  loro  pofiedimenti  attuali  non  hanno 
leno  di  78.,  110.  miglia  quadrate. 

Gli  Araucani  dividono  quella  eftenfione    di 
aefe,  fecondo  la  fua  lunghezza  in  quattro  Uthxn- 

mapu  , 


I 
I 


XII. 
Tuchacay  M'.  lung.  N.  S.  35*  rrJg.  ;   Urg.  E.  O. 
8.   Cap.  Guai  qui  a  gr.   36.  —  41.  iàt.  È.  Lirquen  , 
\ndalien.  ,  Biohio  . 

Builquilemu  A.  lung.  R.  S.  35.  mzg.  ;  lar%.  E.  Ó. 
5.  Cap.  Huilquilemu  a  gr.  36..-  42.  F.  Ttata ,  Cla- 
•  %   Laxa  . 

Gli  Spagnuoli  abitano  ancora  fa  Piazza  ,  e  Por- 
i  di  Valdivia  col  fuo  territorio  ,  la  quale  è  fiiuaix 
dia  riva  Aujìrale  del  fiume  di  quejio  neme  a'  gr, 
h~55.  lat. 


aJ  L  I  B  R  O      1. 

mapu,  o  Principati  paralleli,  e  quafi  egualrren- 
te  larghi ,  ai  quali  danno  i  nomi  di  Lavquenm»- 
pu  ,  cioè  Paefe  marittimo  ,  Lelvunmapu  Paefc  pia- 
no ,  Inaphcmapu  Paefe  Subandino  ,  e  Pìremapu 
Paefe  Andino  .  Ogni  Uthanmapu  fi  fuddivide  in 
cheque  Aìlla  rehue ,  o  Provincie  ,  ed  ogni  Ailla- 
rehue  in  nove  Rehue  ,  o  Prefetture  .  Il  Principa- 
to marittimo  comprende  da  Settentrione  a  Mez- 
zodì le  Provincie  di  Arturo  ,  Tucapel  ,  Ili  cura  , 
tforo/* ,  e  Kagtolten  .  Il  Principato  plano  abbrac- 
cia quelle  di  Encol  y  Puren  ,  Repocura  ,  Maquehue  9 
C  Mariquina  .  lì  Subandino  contiene  quelle  di 
Marven  ,  Colhue ,  Chacaico  ,  Quecheregua  ,  e  G#<J 
nahut .  Nel  Principato  Andino  finalmente  fi  comv 
prendono  tutte  le  Valli  della  Cordigliera  fitua-j 
te  dentro  i  limiti  accennati  . 

La  nazione  ,  o  tribù  de*  Cunchl  fi  flendej» 
lungo  il  mare  tra  il  fiume  Valdivìa ,  e  P  Arcipe«Ì 
Iago  di  Chiloe.  Il  lor  nome,  che  viene  dalla) 
parola  Cuneo  fignificante  grappolo,  corrifpondc 
affai  bene  alla  loro  propagazione  •  Gli  Huìlichi 
dimorano  parte  nelle  pianure  fituate  all'  Orien- 
te de*  Cunchi,da*  quali  vengono  divifi  per  una] 
linea  immaginaria,  e  parte  in  quel  tratto  delle1 
Andi,  che  fi  prolunga  dalfuddetto  fiume  Valdi-< 
via  fino  ai  gr.  45.  o  fia  fino  all'  eftremità  del) 
Chili.  Si  nominano  Huìlìchì ,  che  vuol  dire  uo-1 
mini  del  Sud  ,  perchè  fono  i  più  Auftrali  di  tut-j 
ti  i  Chilefi,  o  almeno  fi  /tendono  più  verfo  l'i 
Oftro.  Quefte  due  tribù  fono  bcliicofe  t  e  allea- 
te degli  Araucani,  z'  quali  hanno  fatto  impor- 
tanti  fervigj  nelle  guerre  contro  gli  Spagnuoii  .    ! 

Il 


t  1  B  K  O      I.  tp 

Il  Chili  è  uno  del  migliori  Paefi  dell' Amc-  clima, 
'Ica  ;  la  bellezza  del  fuo  Cielo  ,  la  colante  be- 
)  ignita  del  Aio  Clima  ,  la  fecondità  e  ricchezza 
lei  fuo  terreno  lo  rendono  un  foggicrno  sì  di- 
ettevo!e,che  riguardo  ai  vantaggi  naturali  nuL 
a  ha  da  invidiare  alle  più  felici  contrade  del 
oftro  Globo  (i) .  Le  quattro  ftagioni  dell'anno, 

ben- 

(0  »  Quella  parte  del  Chili ,  che  pub  propri amen- 
,  te  appellar/i  Provincia   Spagnuola  ,     è  un  anguHo 
,  dìjlretto  ,  il  quale  fi  flende  lungo  la  Cojla  dal  Df- 
,ferto  di  Atacama  all'   I/ola  di  Chiloe  .  Il  fuo  Cli- 
\  ma  è  il  più  delizio/o    del  Kmvq  Mondo  y  ed    ap- 
pena avvi  una  regione  in  fulla  faccia    della  ter* 
I  ra  ,    che  pretenda  uguagliarlo  •     Benché  confinante 
\  colla  Torrida  Zona  non  fente  mai  V  efiremità  del 
,  caldo  ,  efiendo  difefo  a  Oriente  dalV  Ande  ,  e  rin» 
frefeato  da  Ponente  da  alcuni  venticelli    marini* 
V  aria  è  così  mite ,  ed  uguale  ,  che  gli  Spagnuo- 
,  //  le  danno  la  preferenza  [opra   quella  delle  Pro* 
vincie  meridionali  del  loro  nativo   Paefe  .    La  fer- 
tilità del  fuolo  corrifponde  alla  bontà  del  Clima  j 
ed  è    maravigliofamente  adattato    alle  produzioni 
Europee  ;  delle  quali  le  più  filmabili  grano  ,  vino  , 
e  olio    abbondano  nel  Chili,    come  fé  vi   facejfero 
\  naturalmente  .  Tutti  i  frutti    portativi  d*  Europa 
vi  allignano  ,  e  vi  fi  maturano  .  Gli  animali  dee 
,  noflro  Emisfero  non  vi  moltiplicano  folamente  ,  ma. 
,  vi    diventan  migliori .    Il  beHiame  a  corno  è    di 
j  grandezza  maggiore  di  quello  di  Spagna  .  I  fuoi 
>  cavalli  vincono  in  bellezza  ,  e  vivacità  i  famoji 
\  dell*   Andaluzia  5    dai  quali  fon  derivati  .     Né  è 
, fiata  la  Matura  profufa  fulla  fuperficie  foltanto  del- 
,  la  fua  terra  :  ella  ha  ripiene  le  fue  vifeere  di  ric- 
chezze .  Vi  fi  fom  (coperte  in  varie  parti  miniere 
apprezzabili  d*  oro  r    d'  argento  ,  di  rame,    e    di 
piombo  .  Si  ^conchiuderebbe  pertanto  ,  che  un  paefe 
dìfiinto  da  tante  benedizioni  dovefie  fubito  diven- 


- 


3©  L  I  E  R  O      I. 

benché  in  tempi  opporli  a  quelli,  in  cui  vengo- 
no  in  Europa,  vi  fono  regolari,  e  quantunque 
i!  paffaggio  dal  freddo  al  caldo  Ila  poco  fenfibl 
le,  le  medefime  però  fono  ben  caratterizzate 
La  Primavera  in  quelle  parti  finiate  di  là  da! 
Tropico  di  Capricorno  comincia,  come  è  noto, 
a*  ix.  di  Settembre ,  così  V  Eitate  in  Dicembre, 
l'Autunno  in  Marzo,  e  il  Verno  in  Giugno. 
Meteore  E>a*  principio  della  Primavera  fino  alla   me- 

*??*'•      tà  dell'Autunno  il  Cielo  è  femore  fereno  in  tur 

Cini,  m*un,  ■      . 

to  il  Regno,  maggiormente  tra  j  gradì  14.  e_i 
3<É.  ài  lai. ,  eifendovi  raro  V  anno  ,  in  cui  cada 
qualche  leggiera  pioggia  in  quello  tempo  .  Nelh 
Ifole  di  Chiloe  però  ,  ftante  la  gran  quantità  di 
bofehi ,  che  ingombrano  quel  terreno  ,  piove  an- 
che di  State  con  frequenza  .  Le  pioggie  princi« 
piano  nel  Continente  dalla  metà  di  Aprile,  eu 
durano  fino  a  tutto  Agofto.  Nelle  Provincie  Bo- 
reali ,  quali  fono  il  Qpquimbo ,  e  il  Copìapò  ,  elle 
fono  molto  fcarfe .  In  quelle  di  mezzo  fuol  pio- 
vere tre ,  o  quattro  giorni  di  feguito  ,  i  quali 
vengono  alternati  da  cjuindici,  o  venti    fereni. 

Le 


9,  tare  una  fonazione  favorita  degli  Spagnuolì ,  ed 
9>  effere  coltivato  con  parzialità  e  cura  [pedale  .  ln\ 
9ivece  di  quefto  una  fua  vafla  parte  rimane  ancorai 
^non  occupata*  In  tutta  quefta  effenfione  di  luoga 
5,  non  vi  fono  pia  di  ottanta  mila  abitatori  bianÀ 
5,  chi  ,  e  quaft  tre  volte  il  numero  flefio  di  negri  ,  d 
,,  dì  gente  dì  razza  mefchìata  .  Il  fuolo  il  piti  fei 
,,  condo  d*  America  languìfce  inculto  :  e  la  maggiori 
5,  parte  delle  fue  invitanti  miniere  non  fon  lavorai 
„  te .  Robertfon  Stor.  di  America  tom.  IV.  U  7.' 
pag.  ut. 


i 


L  1  B  R  O      I.  31 

.e  Provincie  Auftrali  vanno  allora  foggctte  a-. 
Ielle  pioggie  più  frequenti ,  le'  quali  talvolta  du- 
ano  con  poca  interruzione  i/o  ve  o  dieci  giorni 
ontinui .  Quefle  pioggie  fono  tranquille  fenzst 
empefte  di  grandine,  o  tuoni,  le  quali  neppur 
i  State  fi  fanno  fentire  nei  Paefi  fituati  fuor  dei- 
fi  Andi ,  benché  in  quella  montagna  ,  e  nel  vi- 
ino  Mare  fé  ne  formino  di  quando  in  quando 
leune,  che  fecondo  i  venti  predominanti  fono 
ortate  via  o  a  Settentrione ,  o  verfo  il  Mezzo- 
Ì  dì  . 

La  neve  non  è  cafcata  finora  nelle  contrade 
minime  ;  in  quelle  ,  che  fi  avvicinano  alle  Cor- 
igliere  ne  fuol  venire  un  poco  di  cinque  in  cln- 
ue  anni,  e  talvolta  paifa  più  tempo,  fenza  che 
i  fi  vegga.  Quefta  neve,  o  fi  fquaglia  a  mifu- 
a,  che  va  cadendo,  o  al  più  dura  fui  terreno 
na  fola  giornata  .  Sulla  Cordigliera  però  dal  me- 
1  d*  Aprile  fino  a  quello  di  Novembre  ne  piom- 
a  una  sì  gran  quantità,  che  vi  fi  conferva  per- 
etuamente,e  rende  impraticabile  nella  maggior 
arte  dell'  anno  il  paffaggio  per  quefta  monta- 
na [1] .  Le  fue  a^tiffime  vette  comparifcono  fem- 

pre 

(1)  ,,  lì  Chili  è  libero  affatto  da*  fulmini ,  qtiìtn- 
,  tunque  vi  fi  fenta  talvolta  tuonare ,  perchè  que~ 
.fio  fegue  a  una  gran  dìfianza  full*  Andes .  U  In* 
lefe  Aut.  del  Gazzet.  Amer. 

(2)  Alcuni  dì  quei ,  che  nel  Verno  s*  attentano  a 
affare  quefia  montagna  ,  colti  da  qualche  ìmprcv- 
nfa  burrafca  ,  vi  fogliono  refiar  gelati ,  come  accad- 
\e  a*  primi  Spagnuoli ,  che  vi  arrivarono  nel  1535. 
'otto  la  condotta  di  Almagro.  Quindi  eerti  Autori , 
'enza  fpecificare  ì  luoghi 3  dicono  afiolutamenU  5  che 


■ 


I 


~ 


3*  L  I  B  R  O     1. 

pre  bianche,  e  formano  una  profpettiva  marav 
gliofa  .  Gli  abitanti  del  Paefe  ,  che  non  hanno 
né  poflbno  avere  delle  Conferve  ,  fan  venire  1 
neve  addoflb  de'  mali  dalle  falde  più  vicine  < 
quefti  monti  per  rjnfrefcare  le  loro  bevande , 
per  fare  de'  forbetti,  de'  quali  fi  fa  un  gran  coi 
fumo  durante  la  Magione  calda.  Ma  di  quefto  b< 
nefizio  non  godono,  che  le  Città  mediterranee 
le  marittime,  eflendo  tanto  lontane  dalle  Andi 
non  poflbno  procurar/I  quefta  forta  di  refrigerio 
il  quale  tuttavia  non  è  affblutamente  neceflari 
per  loro,  effendovj  il  caldo  affai  più  moderai 
di  quello  che  fia  ne*  Paefi  interiori  f  Nel  mefe 
di  Agofto  fi  veggono  alcune  brine  ,  fpecialmeni 
nel  Chili  mediterraneo ,  le  quali  cagionano  h 
mattina  un  po'  di  freddo:  quefto  freddo,  che 
il  più  confiderabile ,  che  vi  fi  fenta,  cefla  ur 
ora,  o   due  dopo   il  levar  del    Sole:   nel   refi 

della 


nel  Chili  muojono  gli  uomini  di  freddo ,  e  tacciati 
quefto  Paefe  di  fcmmamente  rigido  .  Il  freddo  nell 
farti  del  Chili  fituate  fuori  della  Cordigliere  è  tal 
mente  benigno ,  che  il  termometro  di  M.  Reaumur  ra 
te  volte  ivi  fcende  al  termine  della  congelazione 
Ueffun  fiume ,  o  rufcello  ,  in  tutto  quel  tratto  di  Pae 
fé  fi  e  mai  ghiacciato  .  Il  Sig.  Ab.  Sauri  dice  ne 
fuo  corfo  di  Fifica  ,  che  nelle  pianure  di  quefto  Re 
gno  il  freddo  è  per  modo  in fopport abile  ,  che  quegì 
abitanti  fi  veggono  coftretti  d*  inverno  ad  abbando 
nctre  le  loro  e  afe  ,  e  a  rifugiarfi  come  gì*  infelici  a 
bitatorì  delle  regioni  Polari  in  certe  tane  .  Ma  que< 
fto^  è  un  aneddotto  non  meno  ignorato  da  quelli ,  chi 
vi  fono  fiati ,  che  deftituto  di  ogni  forta  di  vertfiml 
glianza  • 


kj 


iella  giornata  fi   gode  di  una  temperie   limile  a 
juclla  della  Primavera  (x)  . 
Tom.  h  C  La 

(i)  L*  opinion?  concernente  V  eccepivo  freddo  dell* 
fremita  Auftrale  dell'  America  è  per  modo  ftabili- 
a  ,  che  farebbe  temerità  voler  contrattarla  .  Ma  che 
ni  fi  a  lecito  almeno  di  proporre  alcuni  dubbj  eirc» 
n  fatto  sì  univerfalmente  ammejfo  .  Il  Comandane 
e  Byron  nel  tempo  medefimo ,  che  paragona  la  tem~ 
ìerie  dell9  Efiate  Magellanica  col  clima  d%  InghiU 
trra  a  mezzo  inverno  ,  deferive  quella  eontradtu 
ella  maniera  feguente  : 

„Toute  cene  foìnte  (  Sandy  )  eft  converte  de  boi;  9 
,  nous  y  trouvames  des  fources  d'  eau  douce ,  &  les 
j  arbres,  &  la  verdure y  offrent  un  coup  d*  ail  tris** 
}agréable  dans  une  étendue  de  quatre ,  ou  cinq. 
t  mille  s .  Au  dejfus  de  la  pointe  ,  la  contrée  préfen- 
,  te  une  plaine  unie  ,  dont  le  fot  eft  en  apparence^ 
,  fertile;  la  terre  y  étoit  converte  de  fleurs ,  qui  r4- 
}pandoient  dans  V  air  un  parfum  délicieux ;.  Ojl. 
,  àiftinguoit  une  prodigieufe  quantiti  de  graìnes  d* 
efpeces  différentes ,  dans  les  endroits ,  ou  les  fleurs 

étoient  tombées ,  &  nous  y  vtmes  des  pois  ,  dont 
les  tiges  étoient  fleuries  .  Au  milieu  de  cette  tian* 
te  prairie  ,  émaillée  £  une  infinite  de  fleurs  ,  pa- 
roifoient  plufieurs  centafnes  d'  oifeaux ,  aux  queìs 
nous  donnames  le  nom  d*  oies  peintes  ,  à  caufe  de 
leur  plumage  nuance  des  plus  brillantes  ceuleurs . 
Uous  flmes  prés^  de  douze  milles  fur  les  bords  de 
cette  belle  contrée  coupée  par  plufieurs  ruijfeaux  > 
dont  V  eau  étoit  douce  ,  (£•  trasparente.  .  .  .  Cet 
endroit  ahopde  en  oies ,  farcelles  ,  bécafftnes ,  # 
beaucoup  d*  autres  oifeaux  d*  un  trìs-bon  gotit.  .  . . 
Les  bords  de  la  Sedger  font  piante s  de  grands  ,  é* 
fuperbes  arbresi  je  ne  penfe  pas  y  qu*  on  en  puif- 
fe  jamais  voir  d*  une  plus  belle  élevation  .  Dans 
le  nombre  de  ces  arbres  il  y  en  a  ,  qui  ont  plus  de 
butt  pieds  de  diametre ,  ce  qui  foli  en  proportion 
plus  de  vingt-quatre  pieds  de  meonference  ;    d^ 


I 


54  L  I  B  R  m     I. 

La  rugiada  è  copicfìtflma  nelle  notti  di  Pri- 
ma v  e- 

5,  maniere  atte  qua  tre  hommes  en  fé  j'oignant  les  ma* 
„  ins  ,  ne  pourroient  pas  les  embraffer  ,  Le  pof'vrier  1 
,,<&*/  écorce  de  Wmter  font  hi  très-communs  -  Ceì 
99beaux  arbres,  malgré  la  rigueur  du  elima?  ,  font 
„  encore  embellis  par  la  préfenes  d*  une  fonìe  ina 
,,  nombrable  de  perroquets  ,  (è*  &'  autres  orfeaux  M 
,,  un  magnifique  plumage  .  • .  .  Le  Pays  entre  e?  por? 
3,  (Famìne;,  ó*  le  Cap.  Forward  ,  qui  en  eft-éloi* 
isgné  d  environ  quatre  lieues  ,  eft  on  ne  petit  pas 
9}plus  agre  Me  .  La  terre  femble  propre  à  preduìre 
3,  tonte*  les  plantes  utile s  :  elle  efl  arresée  par  trois 

,,  helles  rivìeres ,   &  plujìeurs  ruiffeaux je  fis 

3»  *uffi  quelques  ìnturfions  le  long  de  la  ci  te  du  Nord  , 
f,  èr  pendant  plufieurs  mille s  le  pays  fs  préfentoh 
99fous  un  afpeh  bien  propre  à  interefier  la  curio/iti 
y9  à*  un  voyageur  :  la  terre  ,  en  quelques  endroits  , 
,5  étoit  converte  de  fieurs  ,  qui  n  éioìent  inférieures 
3.3  à  celles ,  qu  on  cultive  communement  dans  nos 
iyJardins,  ni  par  la  varieté ,  &  V  éclat  de  leurs 
„  couleurs  ,  ni  par  le  parfum  ,  qu  elles  exhaloient .  „ 
Viag.  ài  Hawkerfworth .  toni.  i.  cap.  4. 

Quefl a  deferitone  è  vera,  e  conferme  a  tutto  ciò  f 
che  raccontano  molti  altri  Viaggiatori  di  quefla  con* 
trada  .  Ma  una  sì  ridente  ,  e  sì  efuberante  vegeta* 
xione  puoflar  mai  con  un  freddo  sì  ecceffivoì  1  pap- 
pagalli ,  uccelli  amantijfimi  del  caldo,  poffono  mai 
Soggiornar  volentieri  fotta  un  clima  condannato  ad 
un  perpetuo  inverno  ?  Imperciocché  fé  la  fiate  vi  è 
così  rigida  da  paragonar/i  col  cuore  del  verno  d*  t'm 
gbìlierra  ,  quaV  idea  fi  dee  mai  formare  delle  in-> 
vernate  Magellaniche  ?  La  cannella  Winteriana  non 
follmente  fi  trova  in  abbondanza  nelle  rive  Borea* 
li  dello  Stretto  ,  ma  anche  nelV  Ifola  del  Fuoco  ,  co* 
me  ajferìfce  il  Cap  Cook  nel  fuo  fecondo  vttggio  • 
Contuttocìò  qtiesV  albero  ,  che  vi  vegeta  prodigiofa* 
mente  a  Cielo  feoperto  ,  non  può  reggere  ali  inver* 
pò  d'  Inghilterra  ,  deve  è  flato  trafportato  ,  fé  no» 
/radiante   il  calori1  artificiale   delle  il  ufi  ♦    i  Marie 


III* 


^^ 


I  1  B  k  O     1,  35 

mavera ,  di  State ,  e  di  Autunno  In  tutto  il  Re* 
C  a  gno. 


che  circondano  ,  e  attraverfano  quelle  orride  regioni^ 
benché  ricevano  una  gran  quantità  d'  acqua  dolce9 
non  fi  fono  mai  ghiacciati  ,  J  va) celli  Europei  r  che 
ritornano  dalV  Oceano  Pacìfico  ,  voltano  d*  ordina** 
rio  il  Capo  d'  Horn  in  tempo  d*  inverno  lo  nìù 
vigai  nel  mefe  di  Giugno  del  ij6%.  nei  medimi  ma- 
ri fino  alla  latitudine  di  6i.  gradi ,  fenza  avervi 
trovato  il  menomo  indizio  di  congelazione ^  e  quan- 
tunque allora  nevicale  fpeffo  ,  il  freddo  non  vi  era, 
più  intenfo  di  quello  che  fi  fuol  fentire  qui  in  &o- 
logna  durante  V  inverno  >  Le  I/ole  di  ghiaccio  on~ 
deggiante  ,  che  figlio  no  incontrarfi ,  majfime  di  fta~ 
>e  ,  in  quei  mari  ,  vi  vengono  portate  per  mezzo  dei 
venti   Australi  dalle  regioni  Antartiche  « 

I  Francefi ,  che  nel  1765.  fi  erano  flahilìti  alìt^ 
ìfole  Malouine  fituate  a*  gr.  fu  --40.  di  lat-  ,  af- 
fermano ,  che  T  inverno  che  vi  pacarono ,  non  fi4 
Punto  rigorofo  ,  e  che  la  neve  non  vi  venne  mai  in} 
quantità  da  coprire  le  fibbie  delle  f e  arpe  Leti%  di 
M.  di  Nervi! le  .  Io  non  dubito  mica  dell*  accidente 
ucorfo  al  Sig  Banks,  e  alla  j uà  comitiva  nelV  1  fo- 
la del  Fuoco;  ma  queflo  fatto  ifolato  non  è  fuffici- 
*nte  per  ijlabilire  una  teoria*  V  equipaggio  del  va- 
gello la  Concezione  vi  flette  tutto  V  inverno  del 
1766.  fenza  fperimentare  un  fimile  difafiro  .  Variti 
legioni  fortuite  poterono  allora  combinarfi  a  produrr 
-e  un  fenomeno  sì  flr aordinario  «  Quando  coli*  an* 
iar  de  tempi  quella  porzione  del  Globo  verrà  a  pq~ 
polarfi,  il  freddo,  che  ora  vi  fi  crede  connaturale  9 
rcemerà  notabilmente ,  e  quel  terreno  coltivato  ren- 
ierà  V  aria  mite  al  pari  di  quella  5  che  refphana 
ili  abitanti  fituati  fotto  t  medefimi  paralleli  Setter 
(rionali .  13 n  paefe  dif abitato  \  e  ingombro  di  bofea* 
vlis  è  il  doppio  più  {oggetto  a  tutte  le  intemperie 
dell*  atmosfera.  L*  lmperator  Giuliano  parlava  del 
Clima  di  Francia  allora  inedita ,  e  bofeofa  ,  come  fi 
ifoorre  adejfo  fui  freddo  delle  regioni  Magellaniche 


fri 


Met.aeree 


**  L  1  B  R  Q     l. 

gno,  e  ricompenfa  abbondantemente  h  manca». 
2a  di  pioggie  ,  che  in  quefte  ftagioni  fi  fpcrimcn- 
ta.  Benché  allora  T  aria  per  motivo  dei  graiu 
fereno  fia  carica  d'  umidità  ,  efla  non  è  pernìcio- 
fa;  f  contadini,  e  i  viandanti  per  lo  più  dor- 
mono in  queflo  tempo  a  Cielo  feoperto  per  go- 
dere del  frefeo,  fecza  rifentirne  incomodo  alcu- 
no. Le  nebbie  fono  comuni  nell'Autunno  fulle 
coftiere,  ma  non  durano  ordinariamente ,  che  fi- 
no a  due ,  o  tre  ore  innanzi  al  mezzogiorno  .  E 
ficcome  non  fono  formate ,  che  di  parti  acquee, 
così  non  fono  nocive  né  alla  falute  degli  abitan- 
ti, né  alla  fruttificazione  de'  vegetabili. 

I  Venti  del  Nord,  e  del  Nord-ovett  vi  por- 
Chil. Cruv. ta"o  1^  pioggie,  e  quelli  del  Sud,  e  del  Sudo- 
vefi  al  contrario  diflìpano  le  nuvole.  Quindi  i 
primi,  allorché  cominciano  a  fpirare ,  fono  un* 
indizio  infallibile  di  pioggia  ,  e  gli  altri  di  fé- 
renità.  I  Nazionali  fi  prevalgano  con  fucceflb  di 
quefta  fy^cìe  dì  barometro  naturale  per  conofee- 
re  i  prorlìmi  cangiamenti  dell'  Atmosfera .  L<l# 
qualità  di  quefti  venti  fono  neil'  Emisfero  Au* 
Arale  reciprocamente  opporle  a  quelle,  che  efll 
hanno  nell*  Emisfero  Settentrionale.  Il  vento 
del  Nord  con  i  fuoi  laterali ,  attraverfando  la^ 
Zona  torrida  per  arrivare  a  quelle  parti ,  è  cal- 
do e  piovofo  a  cagione  dei  gran  vapori,  di  cui 
fi  carica  nel  fuo  paflTaggio  fra  i  due  Tropici .  Nel 
Tucuman,  e  nel  Cujo  ,  dove  eflb  fi  nomina  Son. 
da  ,  è  più  ibffocante  che  non  è  il  Scirocco,  che 
regna  in  Italia  .  Entrando  però  nel  Chili  ,  ficco- 
me palla  per  le    nevofe  vette  delle  Andi ,  vi  fi 

fpo- 


k"    i 

M 


m 


LIBRO?.  37 

coglia  delle  fue  cattive  qualità,  9  rimane  eoa 
n  grado  moderato,  e  piacevole  di  calore. 

Il  vento  del  Sud  con  gli  altri ,  che  foffiano 
a  quella  banda,  venendovi  immediatamente  dal 
do  Antartico,  è  frefeo  e  feeeo.  Quefto  ven- 
0,  che  per  lo  più  declina  al  Sud  cveji ,  domina 
el  Chili  tutto  il  tempo,  che  il  Sole  trovai!  nelì* 
emisfero  Auftrale  ,  il  quale  col  rarefar  la  fot- 
opofta  atmosfera  diviene  forfè  una  delle  princi- 
ali  cagioni  del  fuo  collante  corfo  verfo  V  Equa- 
Dre  •  Non  eflendo  contrariato  dai  venti  piovofi, 
he  alternativamente  regnano  con  eflb  nel  ver- 
o ,  fcaccia  allora  dal  Cielo  Chilefe  verfo  le  An- 
i  tutti  1  vapori ,  che  potevano  condenfandofi  ri? 
alverfi  in  pioggia ,  e  vi  mantiene  la  perenne^ 
:arfezza  dì  acqua  piovana ,  che  abbiamo  indica- 
0  .  Le  nuvole  ,  che  fi  formano  coi  fuddetti  val- 
ori raccolti  fulle  Andf,  innoltratefi  per  i  luo- 
hi  più  baffi  di  quella  montagna  paffano  ali*  O- 
iente,  ove  imbattendofi  in  quelle,  che  vi  am- 
ano dal  Mar  del  Kord ,  fi  difciolgono  in  pioggie 
irottiffime  accompagnate  da  furiofi  tuoni .  Così 
el  mentre  che  1'  atmosfera  Chilefe  conferva  ii 
no  beli*  azzurro ,  e  gode  della  maggior  fere- 
ita  ,  il  Tucuman ,  il  Cujo  ,  e  gli  altri  Paeli  C/- 
tndini ,  che  foltanto  ne  fono  difeofti  per  mez- 
0  della  Cordiglieri,  vengono  innondati  dalle.* 
iù  copiofe  acque,  e  moleftati  dalle  più  orribi- 
i  temperie  .  Tutto  il  contrario  avviene  nell'  in- 
erno  :  quefta  ftagione  è  fereniffima  per  le  fo« 
raccennate  Provincie,  e  piovofa  pel  Chili. 

li  vento  del  Sud  però  non  domina  in  code* 

C    $  &Q 


S$  t  1  È  R  Q    le 

ito  Regno  tutto  il  giorno  colla  medefima  ener* 
gia;queftafi  rallenta  a  rnifura  che  il  Sole  s' ap- 
protfima  al  meridiano  ,  e  non  ripiglia  il  Aio  vi- 
gore, che  verfo  le  tre  o  quattro  ore  pomeridia- 
ne .  Circa  il  mezzodì ,  quando  effb  è  affai  lan^ 
guido,  fi  leva  dal  mare  un  venticello  frefco  ,  il 
quale  dura  predo  a  poco  due  ore  .  I  terrazza* 
Ili  lo  chiamano  Venticello  delle  dodici ,  o  I*  Orol&+ 
gìo  de'  Contadini  ,  perchè  elfo  ferve  loro  di  reo 
gola  per  fapere  T  ora  del  mezzogiorno.  Sicco- 
me il  medefimo  zefiretto  torna  a  spirare  verfo 
la  mezzanotte ,  così  è  da  credere  che  abbia  c- 
rigàne  dalle  marèe  .  Sul  finir  dell'Autunno  que- 
llo vento  occidentale  divenuto  più  gagliardo  fuo! 
portare  alcune  pioggie  dirotte  accompagnate  da 
gualche  piccola  gragnuola  .  I  venti  orientali  im- 
pediti dalla  Cordigliera  vi  foiEano  rariiìlme  vol- 
te. Nel  163$.  a*  14.  Maggio  un  violento  Uraga- 
no, o  turbine,  fradicò  gli  alberi ,  e  rovefciò  gli 
edifizj  d*  un  forte  fituato  nel!1  eftremità  meri- 
dionale dd  Chili  detta  Carelmapo  9  o  terra  ver- 
de :  quefto  fenomeno ,  che  incomoda  non  di  ra- 
do le '  Mole  Antìlfo  9  non  fi  è  fentito  fin  quì,petf 
quanto  fappiamo ,  nelle  altre  Provincie  Chilefi  * 
Alla  regolare  alternativa  di  quelli  venti  pe- 
tiodici  deve  il  Chili  la  piacevole  temperatura, 
di  cui  gode  nelle  ftagioni  calde,  che  non  pote- 
va afpettarfi  dalla  fua  fituazione  vicina  alla  Zo« 
na  torrida.  A  rinfrcfcarvi  maggiormente  V  ariJ 
tf  uriifcotìo  anche  le  folife  maiée,  le  rugiade^! 
notturne,  e  certa  aura  foave,  che  fcende  dallej 
nevofe  Andi,  molto  differente  dai  Venti  Orien- 
tali» 


■H 


L  1  B  R  0     1.  $p 

hriì  •  Il  calore,  mercè  queftJ  refrigeri  naturali, 
vi  è  talmente  mite  ,  che  quando  fi  ita  all'  ombra 
non  provoca  mai  il  federe.  Gli  abitanti  delle»* 
:ontrade  marittime  fi  vedono  della  ftefTa  manie- 
ra  di  fiate,  che  d'  inverno.  Nelle  Valli  medi- 
terranee,  ove  il  caldo  fi  h  maggiormente  fenti- 
re,il  mercurio  fuol  montare  nei  termometro  Re- 
uimuriano  a  %$.  gradi,  le  notti  eftivc  fono  de- 
iziofiffime  in  tutto  il  Paefe.  Ciò  non  oftantt* 
jucfto  calore  sì  piacevole,  cofpirando  col  fotter- 
'aneo,  che  vi  fembfa  più  forte  che  altrove,  è 
"ufficiente  per  condurre  a  perfetta  maturità  tutti 
frutti,  anche  quelli  che  vengono  ibi  tanto  fra  I 
(Topici  (ij.  Le  regioni  confinanti  all'  Oriente 
C  4  col 


fi)  ,,  Verfo  ti  mezzodì  del  Perii  flà  immediata- 
,  mente  fituato  il  Chili  ,  il  quale  fflendefi  come  un» 
,  lunga  ,  e  firma,  firifeia  dietro  le  cotte  del  mar^ 
.detto  del  Sudo  Quivi  l'  aria  è  ti  ci  ab  i  Ime  ni  e  chi  a- 
,  \*\  e  [eretta  ,  ed  il  tempo  vi  ì  prefiochè  fempre  co* 
affante  per  tre  parti  dell9  anno  ,  piovendovi  affai 
,  poco  durante  tal  periodo  .  In  contraccambio  dell» 
,  pioggia  una  benigna  rugiada  ogni  notte  ,  e  li  co» 
iptofi  rufcelli ,  che  vengono  fomminiftrzti  dalle  vi- 
,  cine  Andi  rendono  fertile  la  pianura  ,  e  fanne  9 
,  che  produca  altrettanto  frumento  ,  vino ,  olio  ,  e 
sfrutti ,  quanio.il  numero  degli  abitanti ,  il  quale 
,  ?  pìccolo  affai  y  o  la  loro  indujtria  ,  la  qual  non 
,  è  che  mediocre  ,  jf>«ò  /^r  ,  <r£e  »e  w^a  coltìva- 
,  £<?  ..  Se  //  Governo  fi  nicftrafie  un  pò  più  favorevo- 
le f  e  vohjfe  dar  coraggio  ali  in  ìuftria  ,  e  z//  /ò/? 
,/<?  maggior  popolazione  ,  difficilmente  verun  altra 
|  />0rr<?  de/  ^6»^o  potrebbe  Jiar  a  competenza  coru 
codefia  .  Poiché  nel  tempo  Jìeffo  ,  dre  efa  ^aie  «»" 
yana  fanijjlma  y  ed  è  ri] ''caldai  a  da  un  calore,  il 
t  quale  in  vcrun  mod$  non  è  aganmj®  >  vi  enfant 


■ 


I 


H  I! 


i 


40  L  l  B  R  O     1. 

col  Chili ,   effendo  prive  della  maggior  parte  di 

tali 


„  molti  frutti  di  quei  ,  che  non  fogliono  ventre  ,  che 
9yfra  li  Tropici ,  né  fpontane  amente  mai  ,  che  fottv 
s,  la  Zona  Torrida  .  Nel  piano  luftureggìa  codejlo  Pa- 
5J  efe  di  quanto  puh  ejfere  necejìario  ,  e  dilettevole  9 
3J  e  verfo  i  monti  è  quanto  pojfa  dirji  ricco  di  vene 
„  d*  oro ,  argento  ,  rame ,  piombo  ,  ferro  ,  e  mercu- 
ri r/0.  Quelle  d*  oro  fono  le  pia  lavorate  :  ed  in  ve» 
5,  ro  evvi  appena  un  rufcello  nel  paefe  ,  nelle  di  cut 
„  arene  non  trovi/i  in  poca ,  0  molta  quantità  dell* 
j,  oro  ;  ma  la  deficienza  di  gente  ,  /d  quale  è  pik 
-ftnjibile  quivi,  che  negli  altri  flabilimenti  Spa- 
3,  gnuoli ,  li  r attiene  dal  lavorare  a  tutte  le  loro  mi» 
3,  niere ,  e  quel  che  è  peggio  ,  dal  migliorare  la  fu<* 
„  perfide  del  loro  Paefe  ,  e  ridurla  in  qualche  conte 
99  *l  grado  di  perfezione  ,  a  cui  potrebbe  efìer  ridot- 
9i  ta  .  Imperocché  in  tale  intera  eftenfìone  di  paefe  9 
99che  oltrepapa  in  lunghezza  iioo.  miglia  ,  ed  ha 
9y  in  larghezza  in  qualche  luogo  300.,  ed  in  qnaU 
„  che  altro  $00.  miglia ,  contafì  che  non  vi  JìtL* 
„  molto  più  di  x©  ,    000.   bianchi  atti  a  portar  ar~ 


mi 


r,  e  incirca  tre  volte  tanto  di  neri ,    mulatti, 


s,  e  Indiani  injieme .  Ciò  non  ofiante  con  sì  pochts 
5,  mani ,  e  codeste  non  delle  piti  indufiriofe  ,  e/re 
3,  annualmente  dalli  porti  del  Chili  per  Callao ,  ed 
„  /*/fr/  por/i  del  Perii ,  d?e/  frumento  quanto  bafla^ 
„  f  ef  mantenere  60  ,  000.  perfone  ,  wotf  efiendovi 
„  Ptff/1?  #e/  mondo  più  fecondo  di  grano  di  ogni  fpe« 
„  <r/<?  iti  code/lo  .  Mandafi  fuori  in  oltre  gran  quan» 
3,  *i*J  dì  vino  y  canape  f  r&e  #otf  coltiva/i  in  verun 
99  altra  parte  lungo  il  mar  del  Sud%  cuoj ,  fego  9  e 
3,  provvifioni  fatate  9  per  tacere  dell'  orò  ,  e  */*r/  >»/- 
3,  neraliy  i  quali  per  ora  formano  la  principal  loro 
„  ricchezza .  E'  un  grand'  impiego  per  codejlo  popò» 
3,  lo  quello  dell'  aver  cura  di  greggie  $  e  li  bovi  fo* 
;,  no  quivi  in  così  grand'  abbondanza  ,  che  un  man* 
„zo  ingranato  può  aver/i  per  quattrù  tolleri;  prò* 
„  va    ben  grande  della  fertilità    del  Paefe ,  in    cui 


L  1  S  R  O    ì.  4* 

tali  agenti  rlnfrefcanti ,  foffrono  nel  medefimd 
tempo  un  calore  affannofo  ,  e  a  difpetto  delle.»  \ 
leggi  graduali  promulgate  dal  Sig.  Pa^  ,  niente 
inferiore  a  quello, che  fi  fa  feiìtire  nelle  contra- 
de dell*  Africa  fituàte  fottò  la  tiriedefima  latifudi* 
ne*  Ma  la  Natura  fi  compiace  di  trasgredire  le 
leggi,  che  fanriofi  fenza  confultàré  il  locale  dei 
paefi,  a  cui  fi  vogliono  imporre. 

Le  meteore  ignee  fono  frequenti  nel  chili  ÈMtU  Igne© 
le  efalazioni  dette  volgarmente  flelle  cadenti  fi  f^l9^h'" 
veggono ,  màfllme  nell*  efiate^quafi  ad  ógni  mo- 
mento .-  i  globi  di  fuoco  di  diverfe  grandezze  $ 
che  dalle  And!  fcorrono  verfo  il  mare,  noci  vi 
fono  molto  rari  .*  non  vi  è  memoria  però  ^  che 
alcuno  di  detti  globi  fia  caduto  nel  Regno  *  1  €j> 
Aurore  Auftrali  all'  oppofto  fi  veggond  p< che 
volte  ili  quell'atmosfera  (ij  .  Nel  1643.  ne  cóm* 
parve  una  di  grandiffima  eftefifiofìé ,  la  quale  $ 
per  quanto  dicono  gli  Storici  dì  quel  fempo,  fi 
ofiervò  tutte  le  nòtti  dal  principio  di  Febbrajd 
fino  alla  fine  di  Aprile.  In  quefto  fecólo  fé  ne 
fono  vedute  quattro,  delle  qjtiali  fiori  ho  te  re* 
lazione  circoftanziata*  Oli  abitanti  dell'  Arcipe- 
lago' di  Childe  afferifeono,  che  qùe&ò  fetìotfieno 
fi  moftra  fpeiTe  volte  adle  loro  ìfole^lo  che  noti 

I  inve« 


5,  d*  altra  parie  non  v*  è  fcarfezza  di  danaro  *  ,$ 
Stor.  degli  Stabilimenti  Europei  iri  Aitìer-  voi.  x« 
part*  5.  cap.  iti 

(1)  te  chiamo  Auròre  Àufirati  perchì  comparifeo* 
00  ver  fé  il  Polo  Antartico  ,  ficcami  nominar/ fi  Bo~ 
reali  quelle  aurati  ,  che  fi  veggono  dalla  banda  del 
fé  lo  Artico  4 


H  f! 


Vulcani 
Chi!.   De- 


4~  -  LIBRO     7. 

è  invcrlimiile,  perchè  queir  efiremità  del  Chili 
ha  il  polo  più  elevato  di  quello  che  lo  abbiano 
ic  rimanenti  Provincie  . 

La  gran  copia  di  materie  fui  fu  ree,  bitumì- 


kuin.  nole5  e  mtrote  ,  che  vi  s'incontra,  è  la  cagio- 
ne deila  maggior  parte  di  tali  meteore  .  Quelli 
material;  acceiì  nell'interiore  della  terra  per  1* 
infiammazione  delle  piriti  fulfuree  e  ferruginofe 
cagionata  dall'  umidità  delle  acque  fotterraneo 
fi  manifeftano  per  mezzo  della  quantità  di  Vul- 
cani  ,  che  trovanfi  nella  Cordigiiera:  nel  folo  di- 
itretto,  che  quefta  montagna  occupa  nel  Chili, 
fi  contano  quattordici  monti  ignivomi  rimarche- 
voli,  i  quali  fiammeggiano  continuamente ,  ©'tre 
ad  un  gran  numero  d'altri  o  eflinti,o  piccoli, 
che  fumicano  di  quando  in  quando.  Effendo  que~ 
{ti  Vulcani  nel  centro  di  quei  monti,  le  loro  ce- 
neri e  lave  non  fi  ftendono  fuori  del  loro  recin- 
to ,  ma  dentro  ,  e  all'  intorno  di  effi  rincontrai! 
gran  copia  di  zolfo,  di  fale  ammoniaco,  di  pi- 
riti intiere,  o  decompofte,  di  pietre  calcinate  o 
vetrificatele  df  altre  materie  metalliche  fondute  « 
La  più  famofa  eruzione  Vulcanica,  che  fap. 
plafijè  fiata  quella  del  monte  ardente  di  Peteroa* 
Quefto  antico  Vulcano  nel  1762.  a'  3.  Decembre 
fi  £qc$  un  nuovo  cratere ,  Spaccando  in  due  par- 
li un  monte  contiguo  per  lo  fpazio  di  molte  mi- 
glia.  Lo  flrepito  fu  sì  orribile,  che  fi  fentì  iru 
una  gran  parte  del  Regno  ,  ma  non  venne  ac- 
compagnato da  alcuna  feoflfa  fendibile.  Le  cene- 
ri ,  e  le  lave  eruttate  riempirono  le  valli  adia- 
centi ,  e  ingroffarono  per   due  giorni  le  acquo 

del 


i 


L  1  È  R  O    li  43 

dèi  fiume  Tìngìrìrtca  .  Un  pezzo  dì  monte  ,  pre* 
cipitando  fui  gran  Surre  Lontuè  ,  ne  fermò  il  cor- 
fo  per  Io  (patio  di  dieci  giorni  ,  e  le  acque  (la* 
gnanti ,  avendovi  formato  un  vafio  lago,  che  tut- 
tora cMe,  fi  aprirono  in  fine  vici*  nttrrènte  il 
pafTaggio,  e  innondarono  le  campagne  cifetnvi* 
cine . 

Nella  parte  del  Chili,  che  fi!  fuor!  ièìttj 
Andi  ,  non  fi  veggono  che  dvt  Vulcani  ,  il  pri- 
mo de*  quali  fituaro  in  uni  collina  poco  dlfcòftii 
dalle  fóci  del  fiume  Rapèl%h  piccolo ,  e  non  ^eN 
ta  altro  che  un  poco  di  fumo  .  Il  fecondo  è  if 
gran  Vulcano  dì  Villartcca  Così  chiamato,  per  tU 
fere  vicino  al  lago  dì  quefìo  nome  prefìo  gli  Araii^ 
cani.-quefto  monte  fiammeggiante  ,  che  fi  fcdprg 
ili  diftanza  di  più  di  centocinquanta  miglia,  è 
ifolato  ;  ma  fi  crede  comunemente,  che  nella  fu  a 
bafe  fi  congiunga  colla  Cordigliela  ,  dalla  quale 
è  poco  diflaste  .  la  fua  cima,  che  arde  giòrnd 
è  notte  ,  è  tempre  coperta  di  neve  ;  nla  le  fué 
falde,  che  girano  quattordici  miglia ,  fono  rive- 
ftite  del  più  bel  bòfeo  ,  che  polla  immaginàri 
e  gettano  tatto  all'  intorno  Un  gran  numero  dì 
rivi  criftallinw  l'amena  verdura,  da  eiiì  è  Ciri* 
to ,  fa  credere  ,  che  le  fue  eruzioni  fieno  ftate^ 
rare,  e  in  fatti  vi  s'  incontrano  pochi  fegni  del* 
le  fue  antiche  invafioni. 

La  fotterranea  efferve&erizà  di  cjùeffé  rharé  Ttemùòih 
rie  infiammabili,  ónde  è  fognata  la  bafe  del  ter-  C^*  ** 
reno  Chilgfe ,  meiìa  in  moto  dalla  materia  elet- 
trica ,  vi  cagiona  ancora  i   tremuoti ,    Unico  fla- 
gellò^  a  cui  è   foggetto  qtfeil*  bel  Pacie-    Efflk 


F-fc] 


44  L  1  B  R  O     I. 

tuttavia  non  è  venfimilmente  V  agente  immedia* 
to  ,  che  produce  un  sì  terribile  fenomeno  :  T  e- 
kfticità  dell'  aria  interna  ettremarnente  da  cfla 
rarefatta,  e  la  prodigiofa  forza  dell'  acqua  ri- 
dotta in  vapori  ,  la  quale  dal  vicino  mare  s' In- 
troduce per  i  condotti  fotterranei,  fembrano  la 
cagione  proilìma  di  tali  eataftrofi .  Perciò  i  Paefi 
fittiati  all'  Oriente  delle  Andi ,  ficcome  dittanti 
dal  mare  ,  ne  rifentono  poco  o  nulla  gli  effetti . 
Il  Copìapò,  e  il  Coquìmho  ,  benché  marittimi,  e 
abbondanti  ài  mirerali  ,  nientedimeno  non  fono 
flati  efpcfti  fin  qui  a  quefta  difgrazia  ;  le  fcoffe 
più  terribili  fentite  nel  rimanente  del  Chili  o 
non  vi  fono  arrivate,  o  vi  fono  fiate  debolillì- 
me  .  Si  prefume  comunemente,  che  il  terreno 
di  quelle  Provincie  fia  interiormente  interfecato 
da  vaftc  caverne,  perchè  in  alcune  delle  loro 
campagne  fi  ode  qualche  volta  una  fpecie  di  ro- 
aiore  fotterraneo  ,  come  fé  vi  fcorreffero  di  fot- 
to  delle  acque,  o  dei  venti:  que£e  caverne,  la 
cui  efiftenza  non  è  improbabile,  fervono  forfè 
di  contrammina  per  impedire  i  progredì  delle^ 
infettine  ccnvulfioni,  a  cui  foggiacciono  le  con- 
trade limitrofe,  e  per  dare  un  'ìbero  sfogo  ai  ma- 
teriali accefi  nelle  proprie  vifcere. 

I  tremuoti  leggieri  fi  fanno  fentire  nel  Chi- 
li tre,  o  quattro  volte  V  anno  ;  ma  i  grandi  non 
fogliono  accadere  che  nello  fpazio  di  molti  an- 
ni (x).  Quefte  fcoffe,  che  prima  forfè   erano  di 

pul- 


ci) Dall'  ingrejfo  degli  Spagnucli  in  qua ,  cioè 
nello  fpaz,io  di  144  anni  ,  fi  fono  fenthi  nel  Chili 
eiH%uc  terremoti  grandi .  Il  primo  mi  1570*  rovefci» 


L  1   E  R  O     1.  45 

>u!fazfone ,  ed  efplotlone ,  come  ragionevoImeH- 
e  fi  può  congetturare  dall' apertura  di  tanti  mon- 
i  ignivomi,  ora  non  fono  che  d*  o/dilazione  9 
vvcro  orizzontaìi;  i  medefimi  Vulcani ,  per  do- 
e  sfogano  1'  interne  materie  accefe ,  ne  rallea- 
tno  la  violenza.  I  terremoti  perciò  in  quello 
egoo  non  fono  tanto  improvvidi ,  per  quel  che 
è  orTervato ,  quanto  in  alcuni  dei  Paefi  fogget- 
a  quefta  fventura  ,  imperocché  principiando  de- 
finente ,  ed  eflendo  fempre  preceduti    da  una** 

fpe- 

curii  borghi  nelle  contrade  Auflralì .  //  fecondo  nel 
»'47.  a*  13.  Maggio  rovinò  molti  edfizj  nella  Ca* 
tale  .  Il  terzo  nel  1657.  a9  if.   Marzo  ne  diftruf- 

una.  gran  parte  .  Il  quarto  nel  1730,  agli  g,  Lit- 
io fpinfe  il  mare  contro  la  Città  della  Concezione  9 
l'  atterrò»  Il  quinto  nel  17  fi.  a*  14,  Maggio  rui~ 
>  affatto  la  medefima  Città ,  rivoltandovi  [opra  il 
tre,  e  fconquafsò  tutte  le  fortezze ,  e  borghi  com- 
efì  tra  i  gr.  34.  ,  e  40.  La  (uà  direzione  fu  S.  N.  t 
venne  annunziato  da  alcuni  piccoli  tremuoti  nel* 

notti  precedenti  ,  e  fpecialmente  da  uno  fentitofi 
'■  quarto  d'  ora  innanzi  al  fuo  principio  :  così  att- 
>a  da  un  globo  di  fuoco  ,  che  dalle  /indi  fi  lanciò 
rfo  il  mare  *  La  grande  f coffa  principiò  a  mezza. 
tte  in  circa ,  e  durò  4.  0  5.  minuti  ;  ma  U  terra 
iballò  quafi  continuamente  fino  all'  Aurora  #  Avan- 
ti terremoto  il  Cielo  era  chiaro  di  pertutto  ,  mot 
mediatamente  dopo  fi  coprì  di  fpaventofe  nuvole 
e  arrecarono  una  pioggia  ajjìiua  di  otto  giorni  . 
fiata-  la  pioggia  tornarono  ì  tremori  leggieri  ,  è 
ali  feguitarono  poi  un  mefe  intero  coli*  intervalle 

1$.  0  io.  minuti.  Hon  fi  feppe  che  in  tutto  il 
gno  foffe  perita  alcuna  per  fona ,  a  riferva  dì  fe$~ 

invalide  ,  che  furono  ingojate  dal  mare  nella^ 
nmerja  Città  della  Concezione  .  La  mortalità  nei 
'cedenti  terremoti 9  i  quali  vennero  anche  dì  not- 
»  fi*  parimtnte  ai  poca ,  è  mun*  confi  Aerazione  « 


IP 


4$  L  I  E  R  O     li 

fpecie  di  romba  ,  che  pare  un  effetto  della  vi. 
orazione  dell'  aria  divtrfamente  agitata  ,  avver- 
tirono con  qualche  intervallo  di  tempo  del  lo- 
yo  arrivo  ,  e  lafciaro  agli  abitanti  lo  fpazio  fuf- 
ficiente  per  ifcappare  dai  loro  tettile  falvarfi  . 

I  Nazionali  per  mettere  in  ficuro  le  loro 
perfette  hanno  fabbricato  le  Città  adattata  a  tut< 
ti  gli  eventi ,  che  pedono  rifiutare  da  tal  caia« 
mità  :  perciò  le  ftrade  fono  larghe  di  maniera  . 
che  crollando  gli  edifizj  dajr  una,  e  dall'  altr^ 
banda  non  vergono  ad  incrociarne  e  lafciano  ir 
mezzo  un  fìto  bafìsntemente  libero  per  quegli, 
che  vi  fi  rifugiano.  Le  cafe  innoltre  hirno  de: 
gran  cortili  ,  e  giardini ,  ove  gli  abitatori  poflb- 
pò  fenza  pericolo  ricoverar*] .  I  beneftanti  ten« 
gono  preparate  in  queiti  giardini  delle  baracche 
$(fai  pulite  ,  dove  vanno  a  dormire  tutte  le  vol- 
te ,  che  (I  credono  minacciati  da  qualche  fort* 
feoifa  f 

Mediante  quefte  faggìe  precauzioni  1  Chilefi 
fi  ftimano  ficuri ,  tanto  più  che  finora  il  terrene 
non  vi  fi  è  fubiffato  in  verun  luogo,  quanfunqui 
alcune  delle  fcotTe  fovraecennate  fieno  Hate  affai 
gagliarde  5  il  che  parimente  deefi  attribuire  allej 
ecntrammine  praticatevi  dalla  natura  nelle  moni 
lagne  -andine,  ove  trovanfi  per  la  maggior  par< 
%q  i  rifervatoj  ,  che  contengono  le  cagioni  fifiche 
pelle  interine  fermentazioni,  che  agitano  quelli 
parte  dei  Globo.  Queitì  fpiragli  benché  erTeti 
de*  terremoti ,  vengono  ad  eflere ,  per  dir  così! 
il  contravveleno  della  propri*  caufa.  Senza  i 
Vulcani  il  Chili  3  ftante  la  gran  quantità  di  mJ 

terie 


L   I   B    fi   O      L  47 

;rie  comburi  bili ,  che  rinchiude  nelle  fue  vifee- 
j ,  farebbe  forfè  un  Paefe  inabitabile  . 

Certuni  pretendono  ,  che  dallo  (lato  dell'  at- 
losfera  fi  poffa  con  flcurezza  prefagirc  il  proz- 
io arrivo  di  un  tremuoto  ,  Io  non  nego  la  pof- 
^ilità  ,  ma  confetfb  ingenuamente,  che  avendo 
ripiegata  tutta  1' attenzione  ,  di  cui  fon  capace  9 
s!  combinare  i  diverfi  afpetrì  che  prefenta  1*  ar- 
osfera  ,  allorché  la  terra  fi  fcuote ,  non  ho  pa- 
tto mi  inferirne  un'indizio  analogo,  che  nelP 
:correnza  non  fi  trovaffe  fallace  .  Effendo  io  na- 
>,  e  allevato  nel  Chili,  ho  veduto  tremarvi  la 
rra  in  tutte  le  Cagioni ,  così  in  tempo  di  piog- 
a,  come  in  tempo  di  ferenjtà  ,  quando  fpirava 
vento  ,  e  quando  V  aria  era  tranquilla  .  (j) 
I  Chilefi  a  difpetto  di  quefto  inccrnedo  ,  fo-  Salubrità 
:>  contenti  della  loro  iituazione,e  non  càmBie~deiciira3# 
bbero  volentieri  il  proprio  Paefe  per  qualunque 

altro 


(i)    Mentre   che    fcriveva  dì  quefla  materia ,     mi 
cadde  dì  dovere  ofiervar  lo  fleffo   nella  funejla  cri* 
.   che  ha  atterrito    Bologna  .  Qusfla  Città  famofa 
bergo  gradito  delle  fetente  ,  e  delle  belle  arti  7  den~ 
7  alla  quale  ho  la  grata  forte  di  foggi  ornar  e  pluv- 
iamente dopo  tante  vicende  da   me  ffo,rfi  di  terre 
di  mari  ,  fi  trova  prefentemente  fottopoft*  al  pari 
l  Chili    ai  terremoti.    Tuttavìa  q  ne  fio   fpaventofo 
romeno  qui  fi  prejenta  ,  per  quanto  vado   ojfervan- 

,  differente  non  poco  da  quello  del  Chili*  1  ttrm 
^notì  Chilefi,  anche  ì  più  piccoli  ,  fono  ,  per  dir 
?)  ^generali  per  tutto  il  Regno  :  fono  anche  dì  mtg* 
ir  durata  ,  fi  propagano  orizzontalmente  ,  e  vìèn^ 
no  preceduti,  come  abbiamo  detto  ,  da  un  rombo 
%ì  fenfibile.  Laddove  queftì  di  Bologna  fi  dilata** 
1  poco  ,  fono  ijìantanei  ,  e  per  lo  più  efplofivi . 


I 


1  1 1 


4?  t  1  S  R  O     l. 

£l£ro  libero  da  tale  infortunio.  Quefta  predila 
£Ìone  non  deriva  folo  dalla  naturale  inclinazio- 
re,  che  tutti  gli  uomini  hanno  al  nativo  fuolo 
jna  ella  fi  fonda  ancora  nei  pregi  reali  del  lon 
Regno.  Avvantaggiato  naturalmente,  come  effe 
Io  è  ,  di  un  terreno  fecondo  ,  e  adattato  a  tutti 
le  utili  produzioni,  gode  eziandio  di  una  tem 
perle  ,  che  effendo  nelle  rifpettive  ftagioni  fred 
da  ,  e  calda  a  fufficienza  ,  è  generalmente  fa 
Sia  (i)?    Non    vi  è  ftata    finora    conofeiuta,    pe 

quanto 


(t)  ,,  Se  il  Chili  è  un  deferto,  ciò  non  debbe  at 
§,  trìbuirfi  a  vizio  del  Clima  ,  il  quale  è  uno  dei  piì 
9i  falubri  di  quanti  fé  ne  conofcorio  .  I^a  vicinane 
f,  delle  Cordigliere  lo  rende  di  un  così  delirio fo  tem 
5,  per amenti >,  che  fi  ante  la  fua  fiìuazione  non  pò 
^irebbe  da  effo  afpeitarfi  .  $lon  v' ì  alcuna  Previa 
3,  eia  della  Metropoli ,  il  cui  foggiorno  poffa  eftert. 
„pìà  dilettevole.  Raynah  Stor?  Filofof,  degij  fta< 
bil.  Europ.  ec   ì.  8.  C.  2. 

Due  fono  finte  lo  cagioni ,  che  hanno  impedito  l 
etecref cimento  della  popolazione  nel  Chili,  malgrado 
i  vantaggi  accordatigli  dalla  natura  per  favorirla 
La  prima  fi  è  la  guerra  ,  che  dal  principio  della  con 
quiiìa  fi  è  continuata  con  pochi  intervalli  di  paci 
fino  a*  noflri  dì  fra  gli  Araucan'  ,  e  gli  Spagnuoli , 
la  quale  ha  aJforbi$o  innumerabile  gente  dall'  una, 
e  dall*  altra  parte  .  La  feconda  ,  e  forfè  la  princi- 
pale ,  è  lo  (vantaggio  ,  a  cui  codtfio  Paefe  è  fiati 
foggttto  riguardo  al  commercio  ,  che  e  per  così  dire, 
il  padre  della  popolazione  .  I  Chilefi  fino  a  quefii 
fecolq  non  ayeano  avuta  comunicazione  diretta  coli 
Europa  ,  ne  potevano  mandar  le  loro  produzioni  al- 
trove ,  fuorché  al  porto  del  Callaq  .  Così  tutti  i  ge> 
neri  importati  ,  ed  e  (portati  p  affavano  per  le  man 
de'  mercanti  del  Perà ,  ì  quali  per  confeguenza  go- 
devano di  tutto  il  profitto  •  L*  indufiria  ,  flante  que- 
fio  pernìezofo  fifiana  3  languiva  affatto  3  e  la  popola-. 


1 


L  1  B  R  O     ì.  4? 

quanto  oppiamo ,  alcuna  forta  di  peftc  :  il  va- 
juolo  però  viene  fignificato  da  quei  popoli  fot* 
to  quefto  nome;  tale  malattia  portatavi  dagli 
Spagnuoli ,  fi  fa  fentire  qualche  volta  nelle  con- 
trade Boreali  del  Regno  ;  e  allora  gli  abitanti 
ielle  Provincie  oppofte  obbligano  i  pafleggieri  a 
:arvi  la  quarantena,  come  fi  pratica  in  Europa- 
n  tempo  di  pefte.  Quindi  è  che  quella  parte  del 
Shili  fi  è  confervata  tuttora  efente  da  quella  e- 
jidemia;  e  quelli,  che  vi  menano  tutta  la  lo- 
*o  vita  ,  muojono  fenza  averla  fperimentata  .  Gì* 
indiani  gentili,  che  fono  peranche  liberi  da  tal 
naiattia,  allorché  fanno ,  che  alcuno  di  loro  ne 
ia  infettato,  per  aver  avuto  commercio  con  gli 
>pagnuoli,lo  bruciano  dentro  la  propria  capan- 
la  con  freccie  infuocate .  Sì  fatte  precauzioni 
tanno  arredato  quefto  contagio  dentro  i  termi- 
li  predetti.  Un  Medico  Chilefe  dell'  Ordine  di 
;.  Gio  dj  Dio  nominato  Fr.  Mattia  Verdugo  fu 
l  primo  ad  introdurvi  V  inoculazione  nell*  anno 
1768. ,  la  quale  ha  avuto  in  feguito  un  gran  fuc^ 
*ffò .  D  le 

.ione  ,  che  ne  dipende  ,  veniva  fempre  meno  .  Ma 
tdejfo'j  che  il  commercio  fi  fa  direttamente  coi  ba- 
simenti Europei ,  ì  quali  vi  vanno  tutti  gli  anni , 
uefio  felice  Regno  comincia  a  popolarfi  grandemen- 
e .  e  ad  innalzarfi  a  quel  grado  d'  importante  fi- 
ura ,  a  cui  lo  defiinano  i  fuoi  naturali  vantaggi  . 
<a  fola  Provìncia  dì  Maule  contava  già  nel  175$» 
4.  00©.  bianchi  atti  a  portar  le  armi ,  e  le  altre 
Provincie  fi  empivano  dì  gente  a  proporzione  della 
oro  efienfione .  1  calcoli  ,  che  fanno  il  Robert  fon ,  e 
N  Autore  anonimo  dell*  eccellente  opera  citata  alla 
>ag.  39.  nota  (1)  ,  fono  j>refi  dalle  matricole  fatte 
wl  fecolo  pafiato  • 


I   i1 


5o  L  1  E  R  O     I. 

Le  febbri  terzane ,  e  quartane  fono  parimen- 
te fconofcìu  te  nel  Chili, e  gli  abitanti  de' Regni 
circonvicini  ben  confapevoli  di  quefta  prerogati. 
va,  quando  non  potfbno  liberarfene  colle  medi- 
cine  ufuali ,  fi  portano  ad  abitare  in  codeflo  Pae- 
fe,  dove  fra  poco  tempo  reftano  perfettamente 
guariti»  Nella  State  però,  e  nell*  Autunno  fo- 
gliono  fentirfi  in  certi  anni  alcune  febbri  arden- 
ti 5 /penalmente  fra  la  gente  di  campagna,  1<l» 
quali  vengono  accompagnate  da  una  fpecie  dì 
delirio.  GÌ'  Indiani  le  chiamano  Chavo  -  lonco  , 
cioè  malattia  della  tefia,  e  le  curano  con  varj 
fpeafici  del  Regno  vegetabile ,  che  loro  fono  fia- 
ti infegnati  dall'  esperienza.  Il  morbo  Venereo 
ha  tatto  pcco  progrelTo  nelle  terre,  che  abitano 
gli  Spagnuoli.e  molto  meno ,  o  quafi  niente  nei 
Paefi  poffeduti  dagl'  Indiani,  i  quali  non  hanno 
nella  loro  lingua  un  vocabolo  proprio  per  ligni- 
ficarlo ;  quello  è  un  indizio,  certo  ,  che  elfo  non 
vi  è  flato  introdotto,  che  dopo  V  epoca  delle^ 
conquide  Spagnuole  • 

La  rachitide  malattia ,  che  da  tre  fecoli  in 
qua  incrudelifce  contro  i  fanciulli  in  quafi  tutta 
V  Europa,  non  vi  è  entrata  finora,  onde  fono* 
pochi  i  zoppi,  e  gli  firoppiati ,  che  vi  fi  veggo- 
no (1) .  Il  mal  di  Siam  t  il  Vomito  nero,  e  la  leb- 
bra 


(x)  ,,  I  Creollì  (*)  fono  generalmente  ben  fatti  J 
M  Appena  fé  ne  vede  qualcuno  afflitto  dalle  defor-  ] 
^  mità  cotanto  comuni  negli  altri  Climi»  Hanno I 
„  tutti  generalmente  un  eftrema  flejjtbìlità  nelle  lo»ì 
j,  ro  membra.,,  RaynaL  Stor.  Filof.  1.  11.  e.  18. 
(*}  Non  filamento  ì  Creolli  ,  che  fino  i  difiendentil 


L  1  B  R  Ù    r.  *t 

ra  fono  altresì  de'  flagelli  affatto  incogniti  aJ 
uei  popoli.  I  cani,  i  gatti,  e  gli  altri  animali 
on  vanno  foggetti  alla  rabbia ,  il  qual  privile- 
io  è  comune  a  tutta  P  America  Meridionale, 
ome  bene  offerva  M.  de  la  Condamine  .  V  urna- 
ita  non  per  tanto,  benché  efente  da  quefti  po- 
hi  malori ,  che  coli'  andar  de*  tempi  vi  fi  ren- 
eranno anche  comuni ,  è  efpofta  in  quello  Pae- 
?  non  meno  che  nel  refto  del  noftro  Globo,  a* 
umerofo  ftuolo  delle  altre  malattie  3  che  afflig- 
ono  i  difeendenti    di  Adamo . 

Alla  falubrità  dell'  aria  corrifponde  la  net- 
ezza  del  terreno.  Non  vi  s'incontrano  vipere, 
jrpena,  tigri,  orfi ,  lupi,  né  altre  beftie  no- 
ive,o  velenofe .  Le  bìfeie  ,  di  cui  non  fi  vede 
he  una  fpecie  di  Efculaph  ,  non  hanno  veleno, 
ome  ne  fecero  P  efperìenza  alcuni  degli  Acca- 
emici ,  che  nel  in6  paffarono  al  Perà  per  mi- 
grarvi un  grado  del  meridiano  .  I  leoni ,  che  fi 
Itrovaro  nelle  bofeaglie  più  folte  non  frequen- 
te fono  timidi ,  e  differenti  da*  leoni  criniti 
elP  Africa  ,  ne  fi  fono  arditi  mai  a  far  fronte^ 
IP  uomo;  anzi  fuggono  da  tutti  i  luoghi,  che 
Di  elfo 

egli  Europei  ,  ma  anche  gli  originali  del  Paefe  fo- 
o  in  generale  perfetti .  Certi  Autori  pretendono , 
he  il  non  trovarfi  dei  deformi ,  o  fi orti ,  fra  quel 
opolì  provenga  dall'  ufanza  barbara  ,  che  hanno  i. 
enitori ,  per  quanto  dicono  ,  dì  far  morire  ì  bambi- 
ni difettofi .  Quefia  ufanza  ì  chimerica  ,  almeno  fra, 
Ch'ile  fi  ^  dove  non  fé  ne  trova  veftìgio  alcuno  ,  co» 
ne  affermano  tutti  quelli,  che  vijfero  molti  anni 
ippreflo  loro,  4  offetvarono  attentamente  ì  ht  $o<* 
lumi . 


w 


"il 


n  LIBRO     I. 

eflb  frequenta .  Onde  fi  può  ftare  ,  e  dormire  kn- 
za  follecitudine  alcuna  in  qualunque  fitò  della^ 
campagna,  e  dei  bofehi  (i).  Quefta  prerogativa 
del  Chili  di  non  albergare  tali  beftie  diviene  più 
ammirabile,  qualora  fi  rifletta,  che  le  regioni 
confinanti  ne  vanno  affai  infettate.  Può  darfi 
che  la  gran  catena  delle  Andi  ficcome  eftrema- 
mente  ripida, e  fempremai  coperta  di  neve  im- 
pedifea  loro  V  entrata  .  Può  accadere  ancora 
che  la  benignità  del  Clima  fia  loro  contraria  I 
perchè  quelli  animali  per  la  maggior  parte  ama-: 
no  i  Paefi  caldi . 


ir- 


ci) „Non  vi  fono  bejlie  veleno/e  ,  e  quantunque  nei 
s>  tamfi ,  e  net  bofehi  Jì veggano  alcune  bifeìe  ,  le  lo» 
99ro  morjìcature  non  fono  nocive.  Kon  Jì  trovano 
5,  nemmeno  ammali  felvatici  feroci ,  che  pofiano  far 
9,  paura  t  cqfichè  quejlo  Vaefe  impiega  tutta  la  fua^ 
9,  fertilità,  e  benefica  natura  in  rendere  agli  abitane 
9>ti  tutto  ciò  chepojfono  dejìderare  per  la  vita  9  fen- 
99za  incomodo  alcuno.  „  Ulloa  Viag.  Tom.  3. 1.  %. 
cap.  5,D.  518.  v.  Chile* 


»«; 


*!>< 


LIBRO     II. 

Acque ,   terre ,  pietre  9  fall,  bitumi  f  é 
metalli  del  Chili* 


IL  Chili  è  uri  piano  fenfibilmente  inclinato  al 
lare ,  e  forfè  non  è  altro  che  un  prolungamen- 
>  della  bafe  Occidentale  della  montagna  delle-* 
.ndi .  Perciò  elfo  riceve  quafi  tutte  le  acque,  che 
?1  fuo  diilrettò  provengono  dall'  immenfa  ne- 
e,che  annualmente  cade  fu  quelli  monti,  men- 
•e  che  le  contrade  Orientali  ne  fono  molto  fcar- 
: .  Quelle  acque  o  feorrono  fulla  fuperficie  del- 
.  terrà  ,  o  feltrati  do  fi  per  i  condotti  fotterranei , 
ime  per  tanti  fifoni  naturali ,  vanno  a  formare 
j  criftalline  forgehti ,  perenni,  intermittenti ,  e 
ergodiche ,  che  fi  trovano  in  grande  abbondan- 
ti nelle  pianure ,  nelle  colline ,  ed  anche  fulle 
me  dei  monti  più  alti  della  parte  marittima  di 
ietto  Paefe* 

I  fiumi  piccoli  ,  che  feendorio  dalla  Cordi-  -.     % 
,.  F       à     *  Fiumi . 

liera  ,  o  che  fi  formano  da  quefte  forgenti ,  fo*  chii.  l#« 
o  innumerabili  .  I  Grandi  poi,  che  folamente^  UVUm 
inno  origine  in  quella  montagtia,  fono  cento- 
?ntitrè ,  quarantadue  de*  quali  mettono  foce  im- 
sediatamente  nel  mare,  e  vi  portano  le  acque 
i  tutti  gli  altri  .  Quantunque  il  corfo.  di  guefli 
umi  9  flante  la  fìrettezza  del  Regno ,  fia  affai  cor- 
E>  3  tof 


54  LIBRO      II. 

to,  contuttoché  fé  ne  veggono  alcuni  navigabili 
da'  vafcelH  di  linea  al  meno  fino  alla  metà  •  Ta- 
li fono  il  Maule  nella  Provincia  di  quefto  nome  3 
il  Biobio,  che  ha  due  miglia  di  larghezza,  il  Cau~ 
tcn^  il  Tolte n  ,  il  Valdivia  nelle  terre  Arauca- 
ne ,  il  Qhaivin ,  il  Riobueno  tra  i  Cunchi ,  e  il 
Sinfondo  che  sbocca  nell'  Arcipelago  di  Chiloe  I 
Tutti  quefti  fiumi  Andini  fono  molto  rapidi 
dalle  leroforgenti  fino  alle  montagne  marittime  , 
le  quali  col  ribattere  il  loro  corfo  in  varie  ma- 
niere ,  ne  ritardano  la  velocità  .  I  loro  alvei  ab- 
bandonati alla  natura  fono  di  una  lunghezza  fpro- 
porzicnata,  ed  hanno  il  fondo  comunemente  faf- 
fofo  ,  e  le  fponde  affai  baffe  «  I  paefani  fé  no 
prevalgono  vanta^giofamente  ,  divertendone  con 
facilità  le  acque  in  diverfi  canali,  che  vanno  a 
portar  1*  allegrezza,  e  la  fecondità  a  tutte  le 
campagne  in  mancanza  dell'  acqua  piovana  .  Sic- 
come quefti  fiumi  diventano  più  groffi  nel  tempo 
appunto,  che  più  fé  n'  abbifogna,  che  è  nella 
fiate  ,  a  cagione  della  gran  neve,  che  allora  fi 
fquaglia  nella  Cordigliera ,  così  non  è  da  temer- 
ai, che  vengano  a  mancare  per  la  copia  di  ac- 
qua, che  fé  n'  eftrae  (i) . 

Le  gran  piene  incominciano   ordinariamente 

fui 

(i)  „  1  fiumi  poi  che  bagnano  ,  e  fecondano  ma* 
2,  r  avi  gli  of amente  il  Paefe  tutto  dalla  parte  Ocm 
s ,  cimentate  ,  fono  moltijjimi  ,  e  tutti  feendono  dalla 
,,  catena  delle  Andi ,  ed  hanno  il  corfo  da  Levan» 
„  te  a  Ponente  fcaricandojl  nel  Mar  Pacifico  «  V  4M 
^^mcnità  delle  lóro  rive  tutte  coperte  di  begli  albe^ 
a,  ri  %  che  mai  n§n  perdono  il  verde  ,  e  la  dilìca*\ 
„  tez,zf$s  e  frigidezza  delle  loro    cr  ìfi  tilt  ne  forge  ntft 


M 


iiho    ir.  i% 

iti:  fine  dì  Settembre,©  durano  fino  a  tutto  Feb- 
>rajo,  benché  non  féitìpre  fieno  uniformi ,  perde 
n  alcuni  fiumi  s*  accrescono  di  molto  la  matti- 
a,  e  in  altri  a  mezzodì,  o  verfò  fera,  il  che 
enza  dubbio  proviene  dalla  rispettiva  fituazione 
elle  loro  forgenti  nelle  falde  di  quei  monti  ef- 
orte differentemente  a'  raggi  folari  .  Quefte  fiu* 
lane,  tuttoché  copiofiflime  ,  avendo  i  letti  affai 
irghi ,  neri  allagano  i  terreni  adiacenti»  ma  ri- 
fcono  fpeffe  volte  fatali  alla  vita  di  parecchi  pae- 
tni ,  che  con  troppo  ardimento  fi  arr*fchiano  a 
unzzarle  a  cavallo  .  Sebbene  tutte  qùefte  acque 
rovengano  dalle  nevi  liquefatte,  fono  però  fa- 
'ffime,  ed  eccellenti  a  bere,  né  cagionano  alle 
erfone,  che  ne  fanno  ufo  frequente,  la  malat- 
a  del  gozzo  ;  fiechè  fembra  falfa  V  opinione  di 
)loro,  che  attribuifcoiK)  alle  acque  mvoh  que- 
a  maligna  proprietà.. 

;  Quefto  Regno  ha  pure  i  fuoi  laghi ,  piittJ  J:?&hL> , 
*i  quali  fono  di  acqua  falata,e  parte  di  acqua  Un. 
5Ìce .    I  primi  fi  trovano   tutti  nelle   maremme 
i   quella  parte,  che  abitano    gli  Spagnudi  :    i 
ù  rimarchevoli  fono  il  Bucalemu ,  il  Cagml ,  e 

Bojeruca,  ì  quali  hanno  da  dodici  fino  a  venti 
iglia  di  lunghezza  .  I  laghi  dì  acqua  d'elee  fo- 
>  fituati  nelle  contrade  mediterranee  del  Paefe  .* 
principali  fono  il  fudngutl\  V  Aculìu ,  il  Ta~ 
tataguct  ,  il  Lavquen  ,  e  il  Kahuelguapi  .  Quefti 
D  4  die 


fanno  un  patft  il  piti  dtlìziefo  del  mondo  .  Lt^ 
acque  così  minerali  ,  come  termali  concorrono  aU 
lei  falute  degli  abitanti .  Coletti  Dizionar.  dell* 
mer.  v.  Chili . 


5*  L  1  B  R  O     1  1. 

due  ultimi ,  che  trovanti  nelle  Provincie  Arauca 
ne ,  fono  i  più  grandi  di  tutti .    Il  Lavquen  ,  a 
cui  gli  Spagnuoli  hanno  dato  il  nome  di  lago  d 
Vìllarìcca ,  ha  fettanta  due  miglia    di  circuito, 
nel   fuo  centro  abbraccia  una  bella  collina,    eh 
s*  erge  a  guifa  di  un  cono  .  Il  Nabuelguapi  gir 
ben  ottanta  miglia ,  ed  ha  parimente    nel  mezzi 
un*  Ifoletta   coperta  di    belli  alberi.    Ambiduc 
quefti  laghi  formano  due  gran  fiumi;   dal  primi 
forge  quello  di  Tolten  ,  che  sbocca  nelP  Oceani 
Pacifico ,  e  dal  fecondo  quello  ,  che  porta  lo  fief 
io  nome   del  lago  ,  e  va  a  terminare  nel    man 
Tatagonìco  Verfo  lo  flretto  Magellanico.  Le  An 
di    rinchiudono    ancora  varj  altri  laghi ,   i  qual 
fono  meno  conflderabili* 
£cquemi-         Eflendo  il  Chili  un  Paefe  impregnato  di  ma- 
Chifel.  terJemetailicne,piriticofe,e  faline  ,  come  fi  ve< 
munto,     drà    in  appreffo,    abbonda  di    acque  compofte    e 
minerali  così  fredde,    che  calde,  onde  i    nazio« 
nali  ritraggono  gran  profitto  nelle  loro  malattie 
e  in  altri  bifogni  della  vita»    Le  acque  minerali 
fredde   tanto  le  fpiritofe   o  acidule,  quanto    le-i 
non  fpiritofe,  fono  Comuni  in  tutte  le  Provincie, 
ma  fpecialmente  fi  trovano  nelle  Valli  Andine: 
ve  n'  ha  delle  fpiritofe  eteree,  vitrioliche,  e  aU 
caline:    delle  marziali  non  ifpiritofe,  delle   ful- 
furee,  delle  alluminofe  ,  delle  muriatiche  ec.  tut- 
te le  quali  per  lo  più  hanno  la  medefima  tempe- 
ratura   dell*  atmosfera  ;    ma  ve    ne  fono    alcune 
frigidiflime  di  fiate,  lo  che  forfè  non  procede  da 
altro ,  che  dal  paffar  che  fanno  quefte   acque  in 
vicinanza    di  qualche  fotterranea  forgente ,    che 

abbia 


L  I  B  R  O     1  I.  57 

bbia  in  diffoluzione  una  quantità  confiderabile 
:i  fale  .  Siccome  fino  al  prefente  non  fi  è  fatta 
on  efattezza  V  analifi  di  queflie  acque,  così  io 
on  fono  in  iftato  di  darne  una  relazione  idro- 
Dgica  circoftanziata. 

Il  Copiapò,  e  il  Coquimbó  fono  le  Provin- 
ic  Chilefi  ,  che  hanno  in  maggior  numero  delle 
ontane  falate ,  e  nella  prima  di  quefte  Provincie 
trova  anche  un  fiume  ,  a  cui  la  notabile  falfe- 
ine  ha  dato  il  nome  di  Satado .  Quello,  come 
atti  gli  altri  gran  fiumi  Chilefi  ,  fgorga  dalle.* 
:ordigliere ,  e  fi  fcarica  a  dirittura  nel  Mar  Pa- 
ifico,  portandovi  un  copiofo  volume  di  acque 
impidiffime  ,  le  quali  concentrate  dalla  natura 
ianno  da  quindici  fino  a  diciotto  gradi  al  pefa- 
iquore,  fecondo  le  ftagioni  dell'  anno.  Il  fale, 
he  formafi  fpontaneamerite  nelle  fue  rive,  è  ec- 
eliente ,  e  adoprafi  qual  viene  dal  fiume  ,  elen- 
io privo  quali  interamente  di  fai  marino  a  bafe 
errofa ,  e  degli  altri  fali  eterogenei ,  che  d'  or- 
inario trovanti*  uniti  al  fale  comune.  In  una  del- 
e  Valli  Andine,  che  abitano  i  Pehuenchì ,  fituata. 
4  gr.  34.  -  40.  fcaturifcono  dai  monti  adiacenti 
indici  rivi  affai  grolfi  ,  le  cui  acque  diramandoli 
>er  la  pianura  li  criftallizzano  in  un  fale  puro , 
:  bianco  quanto  la  neve.  Il  fondo  della  valle, 
:he  gira  quindici  miglia  in  circa  ,  ne  è  tutto  com. 
>ofto  fino  alla  profondità  di  fei  in  kttc  piedi, 
>nde  i  naturali  del  paefe  lo  ritirano  in  gran  pez- 
li  per  fervirfene  negli  ufi  dorneftici  .  I  monti , 
;he  circondano  la  valle  ,  non  prefentano  al  di 
fuori  veftigio  alcuno  di  fai  minerale,  ma  interi- 

ormen- 


h  l! 


*$  L  r  B  R  O     1  I. 

Qrmente  non  poffono  fare  a  meno  di  non  cflcrni 
gravidi  per  fornire  una  quantità  così  copiofa  d 
acque  falfe  . 

Le  acque  termali  /empiici  ,  e  maggiormente 
le  compofre  fono  altresì  affai  comuni  in  tutto  il 
Chili  i  Le  più  rinomare  però  nelle  contrade  abi- 
tate dagli  Spagnuoli    fono  quelle    di  Peldebx? ,  e 
quelle    di  Cauquenes  .    Le  prime  ,  che    ritrovanti 
fulia  cima  di  uno  dei   monti   efteriori   Andini   J 
ftfate  a  tramontana  della  Capitale  ,  confiftano  in 
due  confiderabili  tergenti  dittanti  fra  loro  ottan- 
ta piedi  m  circa,  una  delle  quali  è  calda  di  ma- 
niera ,  che  effendo  la  temperatura  del  monte  ,  on- 
de  fgorga  ,  a  otto  gradi  fopra  il    termine  dellju 
congelazione,  il  mercurio  nel  termometro  di  Ke- 
aumut  vi  monta  a'  *>.  gradi;  l'altra  al  centra- 
tic  è  allora  a  4-  gradi  fotto  il  medefìmo    termi- 
ne;   Le  acque  di  quelle  due   forgenti  unite  arti- 
iizialmcnte  in  un  canale  formano   un  bagno  tie- 
pido a  benefizio  degli  ammalati.  La  calda  è  fa- 
ponacea  al  tatto,  e  fchiuma  pretfb  a  poco  come 
il  fapone,  il  che  proviene  dall'alcali  minerale, 
che  vi  è  come  principio  dominante ,  e  che  vi  tie- 
ne in  diffbluzione  alcune  materie  oliofe  .  Queft* 
acqua,  ìa  cai  gravità  fpecifica  è  di  due  gradi  fo-  ' 
lamente   fopra  il  termine  dell'  acqua    diftillata , 
f5on  ha  alcun  odore  fenfibilc,  ed    è  perenne  ,  e 
chiara  ,  e  un   poco  gafofa  .  Il  fuo  calore    proba- 
bilmente  procede  da  qualche  grande  ammaffo  di 
pinti  ,  che   fi    trovano    nell'  effervefeenza  dellju 
dccompofizione  fpontanea  dalla  banda  del  monte, 
per  dove  paffa  la  fua  forgente  .  V  acqua  fredda 

è  mar- 


LIBRO      I  I*  $9 

marziale  vltriolica ,  onde  nel  conghrngeffi  col- 
a  calda  alcalina  depone  del  fale  di  Glauber,  e 
n  fedimento  ocraceo  giallo  . 

I  Bagni  dì  Gattquenes  fono  fituati  nelle  val- 
i  della  Cordigliela  preffo  la  forgente  del  fiu- 
ie*Caciapoal3aì  quali ,  per  effere  iì  luogo  moi- 
o  ameno  ,  e  dilettevole,  fi  conducono  fra  V  an« 
o  nelle  belle  ftagioni  varie  brigate  di  liete  per- 
one parte  per  loro  diporto ,  e  parte  per  riac- 
uiftare  la  fanità  perduta.  Le  forgenti  di  que- 
:i  bagni  fano  molte ,  e  tutte  di  diverfa  qualità 
osi  per  la  temperatura,  come  per  le  materie» 
nde  fono  impregnate;  ve  ne  ha  delle  caldiffi- 
se,  e  delle  intenfamente  fredde  ;  alcune  fono  a- 
idttle  marziali  femplici,  o  alcaline;  altre  fem- 
dici  ,  fpiritofe  come  quelle  di  Pifa  ,  ed  altre  vi- 
rioliche  ,  o  neutre  .  La  forgente  principale  cal- 
la è  fulfurea  ,  come  oltre  il  fuo  odore  lo  Indi- 
ano abbaftanza  il  fegato ,  e  i  fiori  gkìlgni  di 
,olfo ,  che  vi  fi  formano  ali9  intorno.  Vi  fi  no- 
a  ancora  una  materia  alcalina,  e  un  poco  di  fai 
leutro  •  Il  fùo  calere  è  nella  temperatura  media 
teli*  atmosfera  di  58,  gradi,  e  qualche  volta. di 
P  I  monti  confinanti  fono  quali  tutti  impafta- 
i  di  ogni  forta  di  minerali.  Le  foglie  dei  falci» 
:he  vi  crefeono  in  quantità, fi  cuoprono  durante 
a  fiate ,  e  T  autunno  di  una  fpecie  di  manna  tu- 
nica della  groffezza  di  un  grano  di  pepe  • 

Sul  margine  di  tre  fontane  minerali  ,  cSl* 
ncontranfi  falla  ftradà ,  ciré  conduce  dal  Chili 
ti  Cujo,  fi  raccoglie  nù  fai  neutro  calcarlo- ,  a- 
:re3  amaro,  un  pò  deliquefeente,  e   formato  in 

cri/lai* 


■ 


: 


•jffl 


■ 


lll'i, 


Qualità 
del  ter- 
reno • 


6<*  L  1  B  R  O      1  I. 

griftalli  prifmatici  quadrangolari,  il  quale,  ben 
che  da  alcuni  fia  adoperato ,  come  fé  'off*  il  fa 
le  ammirabile  di  Glauber ,  io  lo  credo  piuttoftì 
una  fpccie  di  fai  d'  Epfoni ,  mentre  effo  non  h 
né  la  configurazione  ,  ne  la  bafe  medefima  de 
vero  fai  di  Glauber,  ma  non  poffo  aflicurarlo  coi 
prec'fione,  perchè  mnho  fatto  la  neceffaria  ana 
lifi  di  tal  fale  .  Gli  Araucani  fanno  particolar  iti 
ma  delle  acque  minerali  s  confiderandoie  come, 
fommamente  vantaggiose  al  genere  umano,  ( 
perciò  ne  hanno  incaricato  il  loro  Dio  benefici 
Meulen ,  al  quale  danno  il  fopranhome  di  Genco> 
vunco  ,  cioè  Signor  delle  acque   minerali. 

Il  terreno  del  Chili,  generalmente  parlan 
do^  è  dotato  di  una  gran  fecondità  0)*!a  qua 
le  s*  accfcfce  in  ragione  della  diftanza  dal  ma 
re.  Le  terre  della  parte  marittima  fono  ordina, 
riamente  meno  fertili  di  quelle  della  parte  me 
diterrànea,  e  queftè  ftimanfi  anche  inferiori  a. 
quelle,  che  fono  fituate  tra  le  Andi ,  perchè  j 
vegetabili,  e  gli  animali  vi  diventano  più  ro- 
bulli  ,  che  nel  rimanente  del  Regno  .  I  Selvag- 
gi Andini ,  nomadi  di  profetinone ,  non  femina* 
fio  cofa  veruna  nelle  vafte  valJi  ^  che  abitano 
ónde  non  polliamo  conofeere  con  certezza  ì  gra« 
di  della  loro  fertilità*  I  fali,  e  le  altre  parti- 
cole 


(x)  „Le  pianure,  le  eminenze  ^  e  le  valli,,  ed  in 
a,  breve  tutto  il  Chili  fino  alla  p:k  piccola  porzione 
5>  di  terreno  ,  è  un  oggetto  dì  maraviglia  #  Ogni 
,5  particella  di  terra  in  quefia  fua  Sorprendente  fer- 
$,  tilità  par  che  fi  converta  in  femenza  .,,  1/  In* 
glefe  Aut.del  Gazzet.  Amer.v.  Chili • 


L  I  B  R  O      1  I.  6t 

:oIe  fecondanti ,  che  da  quella  montagna  fi  /par- 
tono per  tutto  il  paefe  per  mezzo  del  veicoli  na~ 
urali  T  aria  ,  e  l'acqua,  fono  verifimilmente  la 
agione  della  colante  ubertà,   che  vi  ammirano 
:  perfone  intelligenti.  Il  calore  interno  ancora 
roveniente  da  tanti  minerali  atti  a  mantenerlo, 
e'  quali  il  fuolo  è  tutto  impregnato  ,  può  con- 
orrere  a  fomentarne  la  virtù  produttiva  ,  la  qua- 
)    non  richiede   peranche  1*  eftero  foccorfo    del 
ancimi.  I  paefani  credonfi  autorizzati  dalla  (pe- 
enza  a  non  adottare  un  tal  metodo,    giudkan- 
Dio   anzi  nocino,    o  almeno    fuperfluo  ai   loro 
impi,  e  allegano  per  pruova  V  inalterabile  fe~ 
mdità  del  circondario  della  Capitale,    il  quale 
rendo   flato  feminato  annualmente  prima   dagli 
diani,che  vi  erano  in  gran  numerose  poi  da- 
i  Spagnuoli  per  lo  fpazio  di  239.  anni  fenza^ 
rinforzo  àegV  ingrafTaraenti  artifiziali,  non  ha 
io  fino  ad  ora  alcun  indizio  di  degenerazione 
decadenza  nei  fuoi  prodotti  «  Quindi  forfè  av- 
ene,  che  il  terreno  Chilefe  non  fia    infeftato 
i  vermi  diftruggitori  delle  biade  in  erba  ,  i  qua- 
mediante  la  fermentazione  ,  e  putrefazione  del 
:ame  probabilmente  fi  moltiplicano  più  del  fo« 
0 . 

Gli  Autori ,  che  fanno  menzione  della  tetti- 
à  del  Chili,  variano  molto  nell*  accennare  il 
odotto  delle  {erre  di  codefto  Regno  \  Alcunj 
cono,  che  fruttano  feffanta ,  ottanta,  ed  anche 
rito  per  uno  (1) .  Altri  affermano,  che  la  rac- 
colta 


fi)  „  La  riviere  de  Chille  /'  appelle  aujfi  riviere 
d'Aconcagua,  farce  qvC  elle  vient  d'  une  Valli* 


6%  L'I  B  R  O     I  1. 

colta  fi  ftima    rniferabile ,  o  irregolare ,   qualor; 
il    grano    non   renda   più   di   cento  (2) ,  ed    al 

cunl 

9,  de  ce  nom  ,  fameufe  par  la  quantità  prodìgìeufe 
de  bled  >  qu*  on  en  the  tous  les  ans .  C  efl  de  /i 
3,6*  dei  envìrons  de  Santiago,  en  urani  vers  U 
Cordillere ,  que  vieni  tout  celui,  qu  on  trafpor. 
3,te  dt  Valparayfo  au  Callao ,  à  Lima  ,  &  autre 
e,  endroìts  du  Perou  .  A  moìns  que  d*  ètte  informa 
.,  de  la  quallté  de  la  terre  9  qui  donne  ordìnaìremen 
93foixàrite^  &  quatrevingt  pour  un  ,  on  ne  peti 
«,  comprendre  comment  un  Pays  fi  defert  ,  oh  V  a 
9,  ne  vqit  des  terres  labourées ,  que  dans  quelque 
9Ì  valle  s  de  dix  en  dix  lieues  ,  peut  fournìr  tant  d 
9i  graìns  ,  outre  e  luì  qu9  il  faut  pour  nourrir  le 
9i  babìtxns  .  Pendant  les  huìt  mais  >  que  nous  avon 
3,  demeuré  a  Valparayfo ,  il  en  forth  trenie  Vaifiè 
9ì  aux  chirgés  de  bled  ,  donfr  ebacun  peut  fé  reduìr* 
9i  a  Jìx  mille  fanegues ,  ou  trois  mille  ebarges  de 
55  mule  qui  e $  une  quantité  fuffif ante  pour  nourri 
5,  env/ren  6o  ,  000»  hommes  par  an  .  Malgé  re. 
sgrani  debit ,  il  y  efl  à  très  bon  marche  .  „  Fre 
zier  Voy  toni,  i-'pag.  203. 

9J  Outre  le  commerce  des  cuìrs  ,  fuìfs ,  &  viande 
9,falées,  les  babitans  de  la  Cooception  font  eneo 
«,,  re  celiti  du  bUd ,  dont  ils  ebargent  tous  les  an 
9%huit  ,  0  dix  navlres  de  4.  à  $00.  tonneaux  pou 
9ien*wiyer  au  Callao  ,  outre  les  farines ,  <&  bìfcuìts 
9,  qu  ih  fournijfent  aux  vatffeaux  Francois  y  qui 
si  font  m*ri  provifiont  pour  dtfeendre  au  Pérou  ,  ^ 
9,  pour  retouvner  en  arance  .  Ce  feroìt  peu  pour  ut 
9J  fi  bon  pays ,  fi  la  terre  y  étoit  eultìvée  ,  elle  ej 
3,  très  fertile ,  &  fi  facile  a  labourer  ,  qu'  on  ne  fai 
9i  que  la  gru  ter  avec  une  charrue  faite  le  plus  fot* 
5?  veni  d'  une  feule  branche  d'  arbre  crochue  thè 
^par  deux  b&ufs ,  &  quoique  le  grain  foit  à,  pem 
5,  couvert ,  il  ne  rend  guere  moìns  du  centuple . , 
Frezieriv.  psg  132. 

(i)  ,,  Une  richefie  plus  réelle  ,  quoique  moìns  che 
9i  re  à  fes  pofiejfeurs  ,  V  ej}  la  fertìlhé  du  fol  »  £//i 


L  1  B  R  O      I  L  6} 

mi  altri  arrivarono  a  dire ,  che  effo  producevaL* 
tventcfino  a  trecento  per  uno  (i)  .  Io  fono  ben 
ntano  dal  cenfurare  la  veracità  dei  rifpettabilì 
utori ,   che  affermano    quefto ,    i    quali  per   la 
aggior  parte  fono  anche  teftimonj  oculari;  tan- 
più  che  in  quello  paefe  fogliono  di  quando  In 
landò  occorrere  dei  prodigj  in  tal  genere  ;  ma 
irlanda    in  generale  dico  ,  che  febbene  al    mio 
mpo  certe  poffeffioni  abbiano  renduto  centoven-. 
.,  e  parecchie  ceocinquanta ,    ed  anche    cenfef- 
nta  per  uno,  tuttavia  quefta  efuberante  frutta 
azione  non  è  comune. 
La  raccolta  ordinaria  nelle  terre  mediterra- 
nee 


tfl  prodìgi eufe  .  Tous  les  fruìts  de  V  Europe  fé  font 
Perfeòlionnis  fous  cet  htur*ux  climat .  Le  vin  er* 
feroit  exquis^fi  on  ne  luì  communi qu oh  ungono 
amer  en  le  dipofant  dans  des  yafes  de  terre  en- 
iuits  d'  une  forte  de  tifine ,  &  en  le  tranfpottant 
dans  des  peaux  de  bouc .  La  ricolte  des  graìns 
bajfe  poar  mauvaife ,  lorfqu  elle  ne  rend  pas  au 
ie4à  de  cent  pour  un  .  „  Eaynah  Hift.  PhiLl.  8. 
g.  316.  v.  Chili, 

„  V  anno  non  fi  crede  regolare  ,  quando  la  rac« 
colta  del  grano  non  rende  più  di  cento  per  uno  + 
U  che  proporzionalmente  fi  dee  intendere  anche  di 
tutte  (e  altre  femenze  .  „  D.  Antonio  Uìloa  Viago 
tu.  3.  Part.  x.  1.  2.  cap.  5.  n.  509.  v.  Chili . 
(1)  „  Le  terroir  efl  excellent ,  &  fertile,  bien  qu9 
%vec  quelque  difference  ,  fuivant  qu*  il  eff  plus  * 
ou  moins  eloigni  de  V  Equateur  ; .  ..  La  vallie, 
de  Copiapo  rend  fouvent  trois  cent  pour  uni  ceU 
les  de  Guafcà  ,  <&  de  Coquimbo  ne  lui  cident  d§ 
lueres  ;  celle  de  Chili  efl  fi  excellente  qu'  elle  com- 
munìque  fon  nom  au  Fayf'*  „  Sanfon  d*  Àfcbevll* 
Géogr.  v.  Chili . 


$4  L  I  B  R  O      I  I. 

nee  è  dì  le  (Tanta  ,  o  di  fettanta ,  e  nelle  mar 
time  di  quaranta,  o  di  cinquanta  per  uno; 
qual  prodotto  è  più  ftabile  nelle  Provincie  fiti 
te  tra  i  gr.  14. ,  e  34» ,  dove  i  campi  fi  ada 
quano  artifizialmente  ,  che  nelle  Provincie  Auftr 
ìi ,  nelle  quali  i  coltivatori  fi  contentano  de 
innaffiamento  proveniente  dalle  notturne  rugi 
de  ,  ancorché  abbiano  V  acqua  dei  fiumi  alla  1 
difpofizicne p  Io  non  nego,  che  la  fomma  afi 
gnata  non  poffa  montare  a  qualche  cofa  di  pii 
fé  fi  voglia  mettere  in  conto  la  quantità  di  gì 
no ,  che  fi  perde  nel  tempo  della  raccolta . 
Contadini  hanno  la  biafimevole  ufanza  di  no; 
mietere  il  frumento  ,  fé  non  quando  principia  p 
troppa  maturità  a  fgranarfi  da  fé  fteflfo,  ondi 
rifulta  ?  che  una  gran  porzione  refta  fui  terreni 
parte  della  quale  ferve  di  alimento  agli  uccell 
e  parte  tornando  a  nafeere  fuol  rendere ,  fen 
aggiungervi  altra  femenza ,  una  raccolta  non  i 
feriore  a  quella  dell'  anno  antecedente» 

Il  divario  ,  che  fi  offerva  in  quanto  alla  i 
colta  prodattiva  tra  la  parte  marittima  ,  e  1; 
mediterranea ,  deriva  dalle  peculiari  qualità  de 
uno,  e  dell'altro  terreno.  La  terra  del  Iittor 
le  Chilefe  analoga  a  quefta  del  territorio  graf 
di  Bologna ,  è  comunemente  di  un  bruno  rofì 
gno  ,  friabile  ,  morbida  ,  un  poco  argillofa  , 
marnofa  ,  frammifehiata  di  felci  bianche  ,  e  bri 
niccie,  di  piriti  arfcnicali,  e  marziali,  di  coi 
chiglie  ,  di  madrepore  ,  e  di  altre  produzioni  m; 
rine  .  Quella  della  parte  mediterranea,  e  queL 
delle  Valli  Andine  fono  di  un  nero  giallognole 

poro- 


L  1  B  R  O      I  I.  Gs 

srofe  ,  friabili ,  foavi  al  tatto  ,  benefpeilb  ghia- 
ie ,  fparfe  ancora  di  piriti,  di  ciottoli,  e  di 
>rpi  marini  fnaturati .  Tali  qualità  non  folamen- 
fi  prefentano  nel  primo  Arato  fuperficiaJe  ,  o 
t  nella  terra  franca  ,  ma  ancora  fino  ad  una  pre- 
ndila confiderabile  per  quanto  potei  enervare 
:i  crepacci  fattivi  dai  torrenti. 

Quelli  Corpi  marini,  che  vi  fi  trovano  fpar-  F] fica  or* 
9  per  dir  così,  ad  ogni  paffo  .  e  foprattutto  la gon^dei^ 
fica  organizzazione  di  quello  paefe  ,  annunzia- CIìili  * 
»  chiaramente ,  che  elfo  ha  fervito  di  letto  per 
ohi  Secoli    all'  Oceano,  il  quale    ritirando/!  a 
ico  a  poco,  come  fa  anche  oggigiorno  ,  ha  la- 
ata  li  era  la  ftretta  fu  perfide,  che  al  prefente 
tue  abitata  (i)  .  Tutto  vi  dimoftra  la  Tua  lun- 
Tom.  1.  E  ga , 


fr)  V  allontanamento  del  Mare  dalie  cofiiere  del 
ìli  e  annualmente  affai  fenfibrle  ,  benché  non  fia 
•  tutto  ugnale,  Avvi  dei  luoghi,  ove  ejfo  non  fi 
'fra  che  due  pollici  ;  in  altri  retrocede  da  un  mei, 
pie  te  foprattutto  nelle  fpitgge  adiacenti  alle  foci 
fiumi  Queflo  fenomeno  ,  lafriate  da  parie  altre 
efe  più  generali',  deriva  probabilmente  àagV  inter- 
denti e  gicnati  dalla  gran  quantità  di  fiumi ,  che 
sboccano  .  Le  rive  abbandonate  veggonfi  nel  pri' 
>nno  coperte  d'  arena  volatile ,  nel  fecondo  prò» 
mho  alcune  erbette  ,  e  nel  terzo  fi  vefiono  total- 
me  d:  verdura  ,  Il  littorale  perciò  di  quefio  Re» 
)  confi fte  per  la  maggior  parte  in  una  pianura  lar- 
da cinque  in  fei  miglia  fituata  tra  il  mare  ,  e  le 
nt tigne  marittime.  Le  falde  occidentali  di  quefle 
ntagne  fono  tutte  J cavate ,  e  ferbano  ancora  è 
(iigj  dello  sbattimento  dell'  onde ,  le  quali  vi  han- 
formato  molte  grotte  curiofe  compartite  in  vari? 
nere  9  t  tape&zate  di  conchiglie ,  e  di  belle  Jìalat* 


1PI 


I 


•I 


V 


66  L  I  B  R  O      1  1. 

ga  ,  e  tranquilla  dimora  .  Le  tre  catene    pa 
lei  e    dei    monti   marittimi ,   le  colline  ,    che 

i       fpazi 

titi  9  ove  il  befiiame  fi  ricoverar  durante  V  ìnve 
In  diflanza  di  40©»  p affi  dall'  imboccatura-  del 
me  Ma ule  a  mano  finiflra  x*  erge  fulla  riva  del  ; 
re  alV  altezza  di  75.  piedi  in  circa  un  maffo 
marmo  hiancaftro  ,  tutto  di  un  pezze 9  ifolato  y  j 
go  E»  O.  da  214.  piedi  e  largo  da  54.  ,  cui  i 
razzani  hanno  impojlo  il  nome  di  Chiefa  :  in  j 
ne  ha  tutta  V  apparenza  9  efiendo  interiormente  \\ 
vato  a  volta  fino  a  più  del  terzo  della  fua  eie 
pione  ,  ed  avendo  tre  porte  proporzionalmente  a 
e  larghe  fatte  a  femicircolo 9  una  nella  facciata 
cidentale\  per  dove  /'  innoltra  il  mare  ,  a  cui  è 
zfuto  quefto  lavoro  ,  e  due  laterali  e  fattamente  0} 
fle 9  per  le  quali  s*  entra  in  tempo  di  riflujfo  •  £ 
fio  edificio  naturale  <  che  fino  alla  metà  è  tutti 
bagnato  dal  mare  y  ferve  di  domicilio  nella  fua  p 
te  inferiore  a  un  gran  numero  di  lupi  marini  9 
coi  loro  urli  fanno  rifuonar  quella  vafta  concavi 
e  nella  fua  cima  a  certi  uccelli  marini  bianchi  a 
matt  Lili  >  che  per  la  figura ,  e  grandezza  fjmig 
no  alle  colombe  domeflìchs  •  Nelle  maremme  de, 
provincia  di  Rancagua  fi  trova  un  altro  masi 
fimilmente  f cavato  ,  e  libero  già  dal  mxr*e  .  Qu 
abitanti ,  che  lo  chiamano  Chiefa  del  Rofirio  , 
levano  dedicarlo  al  culto  divino  ,  Le  Andi  ha 
molte  di  quefle  grotte ,  0  buche  di  grandljflma  efl 
fione  .  Nelle  giogane  vicine  alla  forgente  del  fit 
Lcngavi  fi  vede  un  finefirone  ovale  ,  dove  può  . 
re  comodamente  un  uomo  a  cavallo  :  i  raggi  f. 
ri  ,  introducendo/i  per  quefto  buco  ,  prima  di  com 
tire  fulle  cime  /Indine ,  offrono  il  più  bel  colpe 
occhio,  che  pojfa  vederfi .  Nelle  medefimè  montat 
e  celebre  ancora  il  Ponte  detto  dell  Ine  a  ,  il  qu 
non  è  altro  9  che  un  gran  monte  forato  dal  firn 
Mendozza  .  Siccome  quejlo  monte  è  di  gè  (te  ,  < 
dalla  volta  del  ponte  pendono  molte  ftalatiiti  p 
dotte  dal  falò  vitriolico  dello  fiejfo  gefio  . 


LIBRO      I  I.  67 

"pazio  in  ifpazio  le  unifcono  alle  Cordigliere  9 
e  ramificazioni ,  o  appendici  efterne  di  quefta_. 
nontagna  antidiluviana  fono  un*  effetto  non  e- 
[uivoco  della  lenta  operazione  delle  acque  ina- 
ine . 

La  ftruttura  interiore  delle  Andì,  la  cui  crea- 
ione  fembra  coetanea  a  quella  della  terra,  in- 
!ica  un'  origine  tutta  dìiferente.  Quefla  prodi- 
iofa  montagna  s'  innalza  rapidamente,  non  fa- 
endo  che  un  piccolo  angolo  colla  fua  bafe .  La 
uà  forma  ordinaria  è  fimile  ad  una  piramide-» 
contata  di  tratto  in  tratto  da  punte  coniche  più 
levate  ,  e  come  criftallizzate  Gli  enormi  maf- 
!,  che  la  compongono,  non  fono  altro  comu- 
emente  ,  che  una  roccia  viva  quarzofa  ,  e  qua- 
i  uniforme,  dove  non  s*  incontrano  avanzi  di 
orpi  marini,  come  fi  offervano  in  mezzo  ai  faf- 
ì  degli  altri  monti  di  fecondo  ordine.  Sulla  ci- 
ia  però  del  gran  monte  Defcabefado ,  che  flà  fi- 
uato  nella  catena  primaria  Andina  ,  e  che  io  non 
limo  inferiore  in  altezza  al  famofo  Chimborafo 
el  Quito  ,  fi  ritrovano  delle  patelle,  dei  bucci- 
i ,  dei  turbini ,  ed  altre  fpecie  di  conchiglie  e- 
identemente  marine  parte  petrificate,  e  parte 
alcinate ,  le  quali  forfè  vi  furono  depofitate  dal- 
e  acque  diluviane.  Quefta  cima,  probabilmen- 
e  fmottata  da  qualche  eruzione  Vulcanica ,  for- 
ila un  piano  quadrato ,  i  cui  lati  hanno  più  di 
ei  miglia  di  lunghezza  ;  nel  mezzo  vi  è  un  la- 
;o  profondiamo,  che  forfè  è  il  cratere  ,  o  la 
>occa  del  Vulcano  5  che  fpianò  la  punta  di  quel 
nonte  • 

B  %  Lz 


6S  L  I  B  R  O     1  1. 

La  catena  primaria  della  Cordigliera  glac 
in  mezzo  ad  altre  due  fubalterne  più  baffe  ,  pj 
rallele,  difcofle  da  efia  da  venticinque  in  treni 
miglia,  ma  congiunte  di  tratto  in  tratto  permei 
zo  dì  alcuni  rami  traversali,  le  quali  pajono  ( 
eguale  antichità,  e  organizzazione,  quantunqu 
le  loro  bafi  fieno  più  dilatate  ,e  variate  .  A  qu< 
Ai  monti  collaterali  fuccedono  al  di  fuori  alt 
più  piccoli  con  diverfe  ramificazioni,!  quali  no 
ferbano  fempre  il  medefimo  parallelifmo . 

V  offatura  di  quelli  monti  Andini  efterni 
come  pure  quella  di  tutti  gli  altri  così  medftei 
ranei ,  come  marittimi  del  Chili ,  è  per  dir  c< 
sì,  di  feconda  formazione,  e  di  un'  ordine  mol 
to  di?erfo  .  Cotefti  monti ,  le  cui  |«Be  compa 
rlfcono  d'  ordinano  più  ottufe  ,  fono  comporti  e 
fìrati  orizzontali,  paralleli,  più  o  meno  largr 
e  profondi,  di  differenti  materie,  che  fi  fucce 
dono  le  ime  alle  altre,  tramezzati  da  una  gra 
quantità  di  produzioni  marine,  e  improntati  be 
nefpeifodi  figure  appartenenti  agli  efferi  dei  Re 
gni  Animale,  e  Vegetabile-  Per  quanto  mi  f, 
poflìbile  di  ofiervare  nei  divallamenti ,  e  neg] 
fcavi  fatti  o  dalle  acque,  o  artifizialmente,  l'in 
fimo  Arato  è  in  alcuni  luoghi  di  una  forta  di  co 
te  refficcia  granellata  ;  in  altri  d'  un  fabbione  quar 
zofo  ,  o  d*  un  tufo  bruniccio  compatto  ;  a  quq- 
fti  ftrati  fuccedono  diverfi  letti  di  argille,  di  mar- 
ne,  di  marmi  di  varie  (pcclc,  di  fchifti ,  di  fpa- 
ti,  di  geflb,  di  carbon  follile  ec.  Si  veggono  ir 
feguito  filoni  metallici,  ocre,  quarzi,  graniti, 
porfidi,  fabbie,  e  roccie  più  o  meno  dure. 

Sì 


L  ì  B  K  O     1  I.  69 

Sì  fatto  ordine  di  politura  varia  notabilmc:  n- 
c  in  qtiafi  tutte  le  ferie  dei  monti,  trovandoli 
icgli  uni  di  fotto  quello,  che  negli  altri  forma 
a  cima  ,  e  nel  disordine  di  tali  ammarlì  s'  in- 
ondano rare  volte  offervate  le  leggi  della  gra- 
ità  .  Gli  ftrati  nonoftante  fembrano  feguire  qual- 
he  forta  di  regolarità  dirigendoli  quafi  coftan- 
emente  da  mezzodì  a  Settentrione,  ed  effendo 
n  poco  inclinati  all'  Occidente ,  fecondando  co- 
}  io  sbattimento  del  mare,  il  quale  riguardo  al 
aefe  è  occidentale,  e  le  fue  correnti  portano 
a  mezzogiorno  a  tramontana  ; 

Oltre  a  quefti  monti  a  iìrat!  eterogenei  ve 
e  fono  parecchi  altrr,  la  cui  ftruttura  è  intera- 
ente  formata  da  letti  omogenei  dì  pietre  cal- 
ine, di  geifo,  dì  talco,  di  coti,  di  graniti,  di 
>ccie  fempIicT,  e  primitive,  di  b'afalfi,  di  la- 
?  ,  ed  altre  materie  vulcaniche,  ed  anche  di 
«chiglie  poco  o  niente  filatura  re,  delle  quali 
irla  D.  Antonio  ÙJJoa  nella  relazione  del  fuo 
iaggio:  ma  queftl  monti  uniformi  fono  comu- 
imente  aridi,  o  non  producono,  che  alcuni  ar- 
idi deboli  :' all' oppofto  gli  altri ,  dopo  i  divertì 
rati ,  che  formano  la  loro  interna  tenitura  j  fono 
perti  di  una  crofta  affai  groffa  di  ottima  terra 
vorativa,  e  fi  veftono  di  belli  alberi» 

La  forma  efteriore  di  tutti  que/ti  monti  ftra- 
ificati  fomroinitàra  anche  una  prova  palpabile^ 
:1  lungo  foggiorno  dell*  Oceano  in  quel  Paefe  . 
e  loro  falde  troppo  slargate  vanno  infenfibil- 
ente  a  formare  delle  Valli,  le  cui  iofleflìoni, 
inclinazioni  rapprefentano  alla  vifla  la  conti- 
li 3  nuata 


•'!'' 


Terre  » 
Ghil.  tut 


7©  L  1  B  R  O      I  I. 

muta  dimora  ,  e  la  direzione  delie  acque  .  le. 
loro  curvature  fi  riferirono  alternativamente  1 
une  alle  altre  di  maniera  ,  che  gli  angoli  fagl: 
enti  delle  une  corrifpondono  fempre  agli  ango 
rientranti  delle  altre.  Se  discendiamo  alle  pi* 
nure,  la  loro  interna  organizzazione  trovafi  ai 
cora  analoga  a  quella  de'  monti ,  il  loro  fond 
prefenta  la  medefìma  difpofizione  parallela, 
orizzontale  ne*  fuoi  ftrati ,  e  la  fteffa  conger 
di  materie,  ma  per  lo  più  fminuzzate,  e  rido 
te  in  terra  * 

Quefta  varietà  di  foffili ,  onde  il  terreno 
comporto  ,  accrefce  fempre  più  il  pregio  di  e 
defto  delizioso  Paefe .-  e  benché  i  fuoi  abitar: 
invaghiti  feltanto  de'  nobili  metalli,  facciano 
prefente  poco  conto  del  redo ,  tuttavia  verrà  i 
tempo,  in  cui  le  diverfe  terre,  le  pietre,  i  i 
li,  i  bitumi,  i  femimetalli,  e  gli  altri  meta 
detti  imperfetti ,  che  tutti  vi  abbondano  ,  farà 
ro  loro  di  notabile  utilità ,  e  ciò  accaderà  qua 
do  le  feienze ,  e  le  arti  vi  giugneranno  a  qu 
grado  di  perfezione ,  che  pollano  eccitare  nei 
fpirito  di  quelle  genti  V  emulazione  >  e  la  ftir 
di  tante  belle  produzioni.  Tutti  quefti  foffili 
fono  flati  profufamente  diverfificati  dalla  natur 
e  con  particolarità  le  terre  tanto  argìlhfe ,  e  d 
.carie,  quanto  minerali,  e   arenarie . 

Trovanfi  in  quefto  Regno  tutte  le  fpecie 
varietà  di  argille,  di  cui  fa  menzione  il  Linn 
nel  filo  fiftema  della  natura ,  e  il  Wallcrìo  ne 
fua  Mineralogia  ,  a  riferva  forfè  dell'  argilla  i 
carnata,  o  Ha  Lemma ,  che  non  so  che  fr  tre 

in 


I  1  B  R  O     I  1.  7i 

vcrun  luogo  .  Oltre  quefle  ve  ne  fono  cinque 
ecie,  le  quali  mi  fembrano  differenti  dalle  al- 
e  conofciute . 

La  prima,  che  io  denomino  Argilla  Bucare  Argille*, 
(  (*)  *  e  una  forta  di  terra  holare  ,  che  ricavali  l'  **p 
:lla  Provincia  di  Santiago  ,  affai  fina  ,  leggiere, 
lorofa  ,  di  color  bruno  punteggiato  di  giallo, 
che  al  pari  degli  'altri  boli  fi  difcioglie  nella 
>cca  ,  e  impiaftriccia  la  lingua.  Le  Monache^ 
.Ila  Capitale  fanno  con  quefta  terra  bicchieri  , 
raffe  5  chicchere,  e  varie  altre  forte  di  vateU 
me  dilicato  ,  cui  danno  al  di  fuori  una  leggie- 
vernice ,  fopra  la  quale  dipingono  poi  fiora- 
i ,  uccelli  ,  od  altri  animali  »  L'  acqua  pófìa  in 
li  vafi  vi  contrae  un  fapore  ,  e  un  odore  gra- 
to, il  quale  verifimilmente  proviene  da  qual- 
e  bitume  mefchiato,  o  difcioito  nella  terra,  di 
i  però  non  fi  fcuopre  veftigio  alcuno  nei  con- 
rni  della  cava  t  V  analifi  fola  potrebbe  dimo- 
rarne  1*  efiftenza ,  e  la  qualità  .  Quefti  vafi  fi 
afportano  in  quantità  al  Perù,  ed  anche  in  If- 
igna ,  dove  fono  molto  pregiati  col  nome  di 
mètri  dell'  America  Meridionale  .  Le  Donne  Pe- 
tvìane  coftumano  di  mangiarne  i  frammenti, 
ime  le  Mogolefi  mangiano  il  vafellaniQ  di  Pa- 
a  . 

La  feconda  ,  che  può  chiamarli  Argilla  Mau- 
ra (**)  ,  è  una  terra  bianca  quanto  la  neve  ,  la- 
ica ,  afperfa  di  punti  nfplendenti,  e  di  un  gra- 
E  4  no 


(*)  Argilla  rìifca  ,  luteo  -  puntata  ,  odorifera  , 
(**)  Argilla  nivea  ,  lubrica ,  atomis  nitidis  * 


I 

il 


II 


i'i. 


7z  L  I  B  R  O      I  I. 

ino  fmiffimo.  Ritrovafi  fulle  rive  dei  fiumi, 
dei  rufcelli  della  Provincia  di  Maule  ,  difpofta 
ìftrati,  che  s*  internano  molto  in  terra,  e  che 
lontano  hanno  tutta  1*  apparenza  di  un  terre 
coperto  di  neve.  La  fua  lubricità  è  tale,  e 
non  fi  può  mettervi  (opra  i  piedi  fenza  fdrucc 
lare,  o  cadere.  Efpofta  all'  azione  degli  acic 
non  fa  effervefeenza  alcuna,  e  nel  fuoco  lur 
dal  perdere  niente  della  fua  lucente  bianchezz 
vi  acquifìa  anzi  un  poco  dì  trafparenza  .  I*  qi 
lità  efbinfrche  mi  avearìo  fatto  credere  a  prii 
giunta,  che  quefh  Argilla  fotte  una  fpecie 
fmettìte ,  o  di  terra  fuì!on:ca  ;  ma  ella  non  è  1 
roinofa  ,  fi  lafcia  facum-nte  lavorare,  ritiene 
forma  ricevuta  ,  e  benché  faponacea  al  tatto  ,  n 
fa  febiuma  sbattuta  nelT  acqua,  ne  ha  le.  ali 
proprietà,  che  caratterizzano  le  terre  faponari 
delle  quali  vi  è  ancora  grand"  abbondanza  .  ^i 
&\  motivi  m' induffero  a  fofpettare ,  che  ella  f 
fé  piuttofto  una  terra  da  porcellana  analoga 
Kiolìn  Chinefe ,  e  che  collo  fpato  fufibile ,  e 
è  comune  nella  medefima  Provincia,  fé  ne  f 
trebbe  fare  un'  eccellente  porcellana;  ma  le  e 
coftanze  poco  favorevoli  noni  mi  permiferodi  ^ 
rificare  il  mio  fofpetto» 

La  terza  è  1'  ArgìlU  Subdola  (*)  così  dett 
perchè  il  fito  ,  dove  fi  trova  ,  che  d9  ordinai 
è  nelle  maremme  5  è  una  voragine  pericoiofi 
ma  per  gli  animali;  i  cavalli,  che  vi  fi  alfe 
dano,  fé  non  vengono  prontamente   tratti  fui 

per 


(*j  Argilla  atra  ,  aquofa ,  tenacifrìma . 


L  1  B  R  O      I  1.  73 

per  mezzo  dì  un  pajo  di  buoi,  vi  perifcono  ;  gli 
uomini  pure,  che  hanno  la  difgrazia  di  precipi- 
tarvi ,  non  p'oflorìo  fortirne  fen/a  l5  ajuto  d:'  pa- 
recchie peffone.  Queft' Argilla  è  nera,  acquitri- 
nofa,  vifcofiffima,  compofta  di  molecole  gro/fo- 
lane  indeterminate*  Le  fue  Cive  hanno  quindi- 
ci, o  venti  piedi  di  circonferenza ,  ed  un  fondo 
immenio  .  il  Wallerio,  e  il  Linneo  parlano  di 
un'  Argilla  analoga,  che  trovai!  in  Ifvezia,fot- 
to  la  denominazione  di  Argilla  tumefcens  ;  ma  el- 
la è  differente  da  quefta  non  meno  nel  colore \ 
che  in  alcune  delle  fue  proprietà.  L'Argilla  Chi- 
lefe  è  un  poco  alcalina,  fi  conferva  nello  fretto 
flato  in  tutte  le  Cagioni ,  e  tempre  fi  vede  Co- 
perta della  più  ridente  verdura,  la  quale  allet- 
ta gli  animali  ad  appreilarvifi  :  laddove  la  Sve- 
defe  ha  qualche  cofa  di  acido,  fi  gonfia  in  certi 
tempi  più  del  folito,  ed  è  naturalmente  fterile  a 
La  quarta'  fpecie  fi  è  il  rovo  ,  o  fia  ^  Argil- 
la Rovia  [*},  dì  cui  quei  popoli  fi  fervono  per 
fare  un'  eccellente  riero  da  impiegare  helle  tin« 
ture  delle  loro  lane  .  Quello  colore  è  preferite 
dal  P.  Feuillée,  e  da  M.  Frezier  al  più  bei  ne- 
ro, che  fi  porta  fare  in  Europa.  L'  Argilla  ro- 
via è  fina  ^  rieriflìma  ,  un  poco  bituminofa  e  vi- 
triolica  ,  e  fi  trova  in-.quafi  tutti  i  bofehi .  I  le- 
gni in  effa  tuffati-  acqui  ftano  in  poco  tempo  usa. 
fpecie  di  vernice  nera  brillante ,  e  indelebile  •  II 
buon  color  nero  però  non  fieftrae  da' quefta  ter- 
ra, fé  non  dopo  averla  fatto  bollire  infiemé  eol- 
ie 

(*J  Argilla  aterrima ,  tintoria. 


74  L  I  E  R  O      1  I. 

le  foglie  della  Coriaria  Rufcifolia ,  o  della  fanh 
iinftoria  .  Le  Argille  grigie  ,  che  adopràtìo  i  pen 
fola;,  hanno  tutte  le  buone  qualità,  che  fi  richle. 
dono,  ed  io  le  credo  anche  adattate  a  farne  ero 
duoli,  ed  altri  vafi  Chimici,  perchè  fono  alfa 
refrattarie,  e  foftengotio  la  più  violenta  azioni 
del  fuoco  fenza  fcrepolare  o  vitriflcarfi  « 

Fra  le  terre  calcane  è  da  nofarfi  una  caldi 
Crete,  na  ,  o  creta  granulofa,  friabile  ,  che  trovafi  nel 
Chi!.  Mah. fa  Cordigliela  in  cave  di  due,  o  tre  miglia  d 
eflenfione,  di  cui  peraiico  s*  ignora  il  fondo.  I< 
le  ho  dato  la  denominazione  di  Calx  Vulcani*  '* 
perchè  fono  perfuafo,  che  eiTa  di  pietra  marmo 
rea,  che  era  originariamente,  fia  fiata  ridotta- 
in  quefto  flato  dai  Vulcani,  o  dal  fuochi  fotter 
ranei  ì  la  fu  a  crofta  fuperficiale  di  fatti  è  abbru 
Solita,  e  i  monti  adjacenti  presentano  indizj  noi 
equivochi  di  Un  Vulcano  eftinto  *  Ancorché  la. 
medefima  faccia  un  poco  di  eifervefeenza  con  gì 
acidi,  e  formi  con  effi  dei  criftalli  irregolari 
non  ha  però  le  qualità  cauftiche  della  calcina  co 
tfnune  ,  e  neppur  le  riacquifta  effendo  bruciata 
I  Nazionali  per  quefto  motivo  non  la  impiega 
iio ,  fé  non  per  imbiancare  le  loro  eafe  •  Av 
vene  di  due  forte,  cioè  la  fina,  e  là  groflola 
kz  .  Là  prima,  che  fi  cava  nelle  montagne  d 
Coìchagua  ,  e  del  Maule  è  di  un  bianco  perfetto 
€  fi  riduce  in  una  polvere  impalpabile  :  I1  altr; 
che  adoprafi  nel  Cbìllàn ,  tirando  di  fua  naturi 
al  giallo,  diventa  col  tempo,  e  coli'  ufo  pi; 
pallida.  Le 

(*)  Caix  iolubiiis ,  pulvereo  -  granulata . 


gniltue  , 


LIBRO      IL  75 

Le  terre  metalliche  feoperte  finora  nel  Chi--   0cre 
ì  fono  il  verde,  e  1'  azzurro  di  montagna,    Ia_*  ChìLVa* 
erujfa  nativa ,  la  terra    calamitare  ,  1'  ocra   bru-  ' 
a,  la  gialla,  e  la  rolfa.  Di  queft'  ultima  fi  rip- 
rovano due  fpecie  j  la  prima  detta  Colo  è  di  un 
offo  pallido  ;    l*  altra    affai  più    fina    chiamata^ 
luenchu  è  di  un  color  più  accef©  ,  e  più  vivo  di 
luello  del  cinabro,  come  aifernià  il  Lord  j4nfon3 
he   ne  feoprì    una  gran  quantità    nèll*  Ifola   di 
}io:  Fernandes.  Siccome  quefta  terra    metallica 
a  prelfo  a  poco  la  medefìma   gravità   fpecifica  , 
:  1*  apparenza  del  minio  ,  perciò  alcuni  non  du- 
rarono di  denominarla  minio  naturale ,    creden- 
!o  che  i  fuochi  fotterranei  poteiTero  ben  formar- 

0,  come  fi  fa  il  minio  artifiziale ,  col  calcinare 
'iolentemente  qualche  miniera  di  piombo.  Co- 
nunque  ciò  fìa  ,  le  cave  di  queftè  due  forte  di 
ere  fi  profondato  molto  in  terra ,  e  la  loro  fi- 
tezza  crefee  in  ragione   dell'  altezza  . 

Il  Chili  ha  pochi  luòghi  veramente  fabbiofi, 
>  coperti  a  tal    fegno  di  fabbia  ,   che  non  prò-  chil.'K- 
lucano  niente,  e  quefii  fonò  di  piccola  efienfio-  >**• 

1 .  I  fiumi  nondimeno ,  eifendo  tutti  fa  fio  fi  ,  por- 
ano  arene  in  gran  copia ,  e  di  tutte  quelle  fpe» 
ie ,  che  distinguono  i  Naturalifti .  Sulle  loro  ri- 
'e,  ed  anche  fui  lido  del  mare  fi  ritrova  tra  le 
iltre  in  quantità  If  direna  micacea  nera  Virginia» 
\a  del  \V0dwa4rd  ;  quefia  fabbia ,  che  quegli  abU 
anti  afano  in  vece  di  polverino,  è  fina,  e  pe- 
ante  a  cagione  del  ferro  ,  che  contiene .  Nei  me- 
lefimi  luoghi  fé  rie  vede  un'  altra  fpecie,  la«. 
juale  non  è  differente  dalla   prima  fé   non  nei 

colo- 


Arene  : 


!       ! 


7*  L  I  B  R  O      I  1. 

colore,  che  fomiglia  perfettamente  a  quello  d( 
turchino  di  Pruflìa  ,  onde  fi  può  nominare  Ar< 
na  Cyanea  (*)  .  Prefìb  Talea  Capitale  del  Maul 
fi  eftrae  da  una  piccola  Collina  una  fpecie  di  P02 
zo/ana  conofeiuta  fotto  il  nome  di  Arena  Talcen^ 
(**;  ,  che  pare  un  prodotto  dei  Vulcani.  Qu< 
Aa  fabbia  è  di  un  color  roflb  bruno  ,  e  un  poc 
più  attenuata  di  quella  di  Pozzuoli  :  le  grane 
la  ,  onde  è  compòfta  ,  contengono  delle  parti  tei 
rofe,  e  ferruginofe  mezzo  calcinate.  I  terrazzi 
ni  fé  ne  fervono  per  intonacare  le  mura  delle 
loro  cafe  prima  di  darvi  il  bianco,  alle  quali  ; 
attacca  fenza  calcina  fortemente,  e  non  effend 
foggetta  a  fcrepolare ,  riceve  a  "maraviglia  l'ini 
biàncatura  . 
Pietre*  t  quattro  ordini,  nei  quali  comodamente    : 

Ghii,  Cura.pv:ó  dividere  la  claffe  delle  pietre,  cioè  le  Argii 
Iacee ,  le  Calcarle  ,  le  Arenarie,  e  le  Aggregate 
comprendono  anche  nel  Chili  tutti  i  generi  ri] 
pettivi  già  riabiliti  da'  più  approvati  Autori 
Quelli  generi,  per  non  effere  flati  efaminati  qu* 
monti  da  rieffun  Mineralogo ,  prefenrano  finor 
poche  (pecie,  le  quali  per  lo  più  fono  anaJogh 
a  quelle,  che  fi  conofeono  in  Europa.  Nelle  bre 
viffime  éfcurlioni,  che  mi  permettevano  di  far 
gli  fludj  ,  che  allora  mi  tenevano  occupato  ,  I 
(coprii  ie  feguenti  fpecie  appartenenti    ai  gener 

Ctol}&a/-deì  prÌm°  °rdine;  ]°  fchifto    nwzcitia,  il  tabu 

tura.        iare  ■   ij  verde  >  V  ardejìa ,  il  comune,    e  il  coni 

pattiflimo  :  il  Talco  verde,  il  nefritico,  il   car 

neo  ♦ 


(*>  Arena  ferri  micans  cerulea  . 

(**>  Arena  ferruginea  in  aqua  durefeens* 


L  I  B  R  O      1  1.  77 

eo  ,  e  T  acero/o  :  V  amianto  asbefto  ,  il  fragile  , 

il  fugherò;  la  Mica  membranacea,  l'argenta- 
t,  V  aurea,  1*  ungherefe ,  la  talcofa ,  e  la  cri- 
alllna  . 

La  mica  membranacea  detta  altrimenti  Ve- 
o  di  Mofcovia,  vi  è  perfetta  nel  jfuo  genere^ 
>sì  perla  grandezza  *  come  per  la  nettezza  del- 

fue  lamine,  le  quali  vengono  impiegate  dai 
lefani  nel  compor  fiori  artifizialj ,  e  nelle  fi- 
■ftre  in  vece  di  Iaftre  di  vetro,  come  ufano  i 
affi  •  Molti  ancora  le  preferirono  al  vetro  ,  per- 
è  non  elTendo  foggette  a  romper/! ,  hanno  di 
ù  la  comodità    di  lafciar  vedere  alle   perfone.* 

dentro  gli    oggetti    eterni ,  e   d'  impedire    :% 
elle    di  fuori   1*  ofTervare  gì'  interni.    Quefl< 
nine  hanno  d?  ordinario  un  piede  di  grandez 
,  ma  cavandole  con  precauzione  dalla    rninie 

fé  ne  può  avere  anche  di  óuq  piedi:  il  lo, 
lore  è  poco  differente  da  quello  del  vetro.  Se 

trova  però  un'  altra  fpecie  ,  la  quale  è  bri 
ta  di  macchie  irregolari  gialle,  rode,  verdi, 
turchine,  che  perciò  fi  può  appellare  Mi  e  tu 
negata  (*) .  Ella  è  al  pari  dell'  altra  pieghe- 
Ie ,  e  fi  knde  in  lame  di  un  piede  incirca  ài 
ighezza,  ma  a  cagione  delle  fue  macchie  è 
:o  ricercata . 

Le  fpecie  del  fecondo  ordine ,   che    fornifee 
iefto  Regno,  fono  le  differenti  pietre  comuni ^^arie. 

calcina ,  i    marmi ,  gli  fpati ,  e  i  geffi  .   Tra  cura . 
prime  fi  trovano  le  pietre  calcane   compatte 

di 


[*;  Mica  membranacea ,  fiifilis ,  flexilis ,  pelluci- 
,  variegata  . 


m 


78  L  1  B  R  O      1  1. 

dì  tutti  I  colori,  le  lucicanti  finalmente  colori 
te  s  e  le  afpre  montane  bianche  ,  turchine ,  e  gri 
g'»c  • 

I  marmi  di  un  fol  colore  /coperti  fino  a 
preferite  fono  il  bianco  ftatuario ,  il  nero  ,  il  ver 
dello,  il  giallo,  e  il  grigio.  Due  monti,  un 
Situato  fra  le  Cordigliere  del  Copiapò  ,  e  1*  a! 
tro  nelle  maremme  del  Manie  fono  interament 
cpmpoftì  dì  marmo  polfzonite ,  o  fia  liftato  a  fa 
feie  di  differenti  colori  difpofìe  in  tanti  ftrati 
che  circondano  quefti  due  monti  dalla  bafe  fin 
alla  cima  con  tale  firn metria  5  che  fembra  appui 
|o  uno  fcherzo  della  natura .  Tra  i  marmi  mai 
chiari  vi  ha  il  cenerino  venato  di  bianco  ,  dì  già 
lo,  e  di  turchino,*  il  verde  fpruzzato  di  nero 
e  il  gialligno  con  macchie  irregolari  nere  ,  bri 
"ne,  e  verdi.  QuefT  ultimo,  che  cavafi  da  un 
monte  vicino  a  S.  Fernando  Capitale  di  Col  chi 
gua  è  affai  ricercato,  perchè  è  molto  facile  ds 
lavorare ,  e  col  tempo  diventa  notabilmente  di 
xo  *  Tutti  gli  altri  marmi  fovraccennati  prendi 
no  un  bel  polimento ,  ed  han  io  le  buone  qua! 
tà,  che  ricercano  i  Marmoraj.  Le  Andi  inferii 
jri,  per  quel  che  mi  dicono  varie  perfone  ,  ci 
vi  han  penetrato,  abbondano  di  queflo  genere 
di  pietre  di  tutti  i  colori,  ma  mi  mancano 
relazioni  circoftanziate  per  poter  fiffarrje  i  e; 
ratterl . 

Nelle  pianure  vicine    alla  Città  di  Coquiri 
bo  s'  incontrano,    dopo  tre,  o  quattro  piedi 
terra  lavorativa,  da  cinque  fino  ad  otto  ilrati 
piarmo  teftaceo  biancaftro  granulofo,c  fparfo 

con- 


LIHO     II.  79 

conchiglie  più»  o  meno  intere,  il  quale  forni - 
glia  molto  alla  Lumachella.  Gli  Arati,  che  fi 
fendono  in  lunghezza  ,  e  in  larghezza  più  di  tre 
miglia  ,  hanno  dì  grolTezza  due  piedi  in  circa  , 
e  fono  alternativamente  tramezzati  da  altri  leg- 
gieri  Arati  di  rena.  Tal  pietra  diventa  più  fina, 
e  più  dura  in  ragion  diretta  della  profondità  » 
Quella  del  primo  ftrato  è  groffolana,  e  friabile, 
e  non  ferve  ad  altro,  che  a  farne  calcina.  Le* 
feguenti ,  benché  compatte  ,  cedono  con  poca  dif- 
ficoltà al  ferro ,  dì  cui  fervonfi  i  paefani  per  ta- 
gliarle, e  ritirarle  dalla  cava,  ma  negli  edificj, 
dove  vengono  impiegate,  acquiftano  una  fulfici- 
ente  durezza  per  refiftere  alle  impreffionl  dell' 
aria,  e  dell'  acqua» 

Gli  fpati  fono  i  compagni  infeparabill  dal? 
le  miniere  metalliche ,  e  fervono  ai  minatori  di 
guide  certe  per  caratterizzare  i  minerali  feoper- 
ti;  quindi  è  che  tutte  le  loro  fpecie  claffincate»* 
fono  baftantemente  conofeiute  in  quefto  paefe,a 
riferva  del  criflallo  d'  Islandia  ,  che  fino  ad  ora 
non  vi  è  fiato  feoperto.  Quefie  fpecie  compren- 
dono infinite  varietà ,  molte  delle  quali  dopo  un 
efame  più  attento  diventeranno  anch'  effe  delle 
fpecie  feparate.  Lo  fpato  tisto  in  particolare  vi 
|  affai  comune,  onde  vi  fi  trovano  in  quantità 
i  topazj ,  gli  fmeraldi ,  e  i  zaffiri  fpurj ,  che^» 
altri  chiamano  Fluor?  fpaticj,  ma  il  più  fingolare 
tra  gli  fpati  criftalligzati  trafparenti  fi  è  lo  fpa<* 
to  efagono  di  diverfe  grandezze,  che  fi  cava», 
dalle  miniere  d'  oro  di  Qmllota  ,  il  quale  è  ver- 
gato in  mille  maniere  di  fonili  filetti  d'  prp;ii 

colpo 


Arenari  t 
ChiL  Cuyur? 


g©  L  1  B  R  O     I  I. 

colpo    d*  occhio,  che  preferita    quefta  pietra,    è 
uno  dei  più  belli  ,  che  pollano   vederti. 

Ancorché  il  Chili  abbia  molte  cave  del  gef« 
fo  ufuale  ,  o  fia  pxrMdìpìpUzo ,'  e  doì  romboi. 
dale,  e  dello  ftriato ,  i  Nazionali  tuttavia  norL. 
le  ne  curano  ,  e  preferirono  a  tutti  gli  altri  u- 
na  fpecie  di  geffo  friabile  ,  compoflo  di  parti- 
celle  piccoliffime  indeterminate,  e  di  un  bel  bi- 
anco, che  tira  un  tantino  all'  azzurro.  Quello 
geffo ,  che  io  chianierò  Gypfum  Vulcanìum  (*)  . 
fi  trova  fempre  vicino  ai  Vulcani  della  Cordiglie- 
la in  cave  à\  confiderabile  eflenfione  ,  e  in  une 
flato  di  femiralcinazione -•  ciò  non  òftante  effe 
riefee  ottimamente  in  tutti  i  lavori ,  in  cui  s'im- 
piega in  vece  del  geffo  comune  ,  ma  fpecialmen- 
te  viene  adoperato  per  imbiancare  le  muraglie  3 
alle  quali  colla  fua  leggiere  tìnta  di  turchino  dì 
una  foita  di  bianco  di  Re:  benché  fi  poffa  met- 
terò in  opera  tal  quale  viene  dalla  cava  ,  i  mi 
raton  nondimeno  coftumano  di  fottoporlo  prima 
a  una  lieve  calcinazione  «  Le  medefime  monta. 
gne  Andine,  dove  pare  che  la  natura  operi  cor 
Speciale  compiacenza ,  abbondano  di  cave  dì  a. 
labaftro  fino,  e  di  felenite  fpecobre,  colla  quale 
gli  abitanti  della  Città  di  San  Giovanni  fanno  le 
striate  alle  fineftre  delie  loro  Chiefe. 

Le  coti  di  differenti  fpecie,  1  quarzi,  \m 
felci,  e  i  cnfhlli  di  monte  fono  le  pietre  are- 
narie,  che  trovanti  nel  Chili  non  meno,  cht  nel- 
la^maggior  parte  delle  contrade  del  noftro  Globo. 

Tra 


W. 


(*;  Gypfum  patticulis  indeteroiinatis  caerukicens 


L  I  B  R  0      I  1.  St 

ra  le  prime  vi  fono  comuni  le  pietre  bianche 
Offrine,  e  giallognole  da  affilare,  le  molari,  e 

cementane,  o  fitti  da  corruzione.  I  quarzi 
afani,  gli  opachi ,  i  colorati  ,  ed  anche  i  no» 
li  abbondano  in  tutti  quei  monti ,   come  pur&# 

felci  cretacee,  il  piromacho,  V  Emacbate  ,  e 

agate  ordinarie ,  ma  delle  fine  non  so  fé  vi 
trovino  .  Le  fpecie  di  diafpro  di  un  folo  colo- 

finora  olfervate  fono  il  diafpro  rofTo  ,  il  ver- 
,  il  grigio  ,  il  bianco  ,  e  il  Japis  laziali  per- 
io  (1):  tra  i  fioriti,  o  variegati  vi  è  il  cene- 
io  macchiato  di  nero,  il  biancaftro  venato  di 
ilio,  e  di  turchino,  e  il  giallo  con  macchie 
rchine,  rofle,  e  grigie  vagamente  intrecciate. 
Oltre  ai  criftajli  piccoli  di  mpnte,  che  ri- 
)vanfi  da  pertutto ,  la  Conigliera  ne  fornifce 
i  pezzi  confiderabili  da  farne  colonne  di  fei  , 
fette  piedi  di  altezza  .  Avvi  ancora  un  gran^ 
nero  di  criftalli  colorati,  o  falfe  pietre,  pre- 
.fé,  come  farebbe  il  falfo  rubino,  il  topazio, 
giacinto  ,  lo  fmeraldo  ec.  Circa  poi  alle  ver$ 
urne  so  che ,  anni  fono ,  fi  trovò  nel  Coquim- 

un  bellilfimo  fmeraldo,  e  nella  Provincia  di 
Tom.  I.  F  §an- 


1)  „Outre  les  mìnes  d'  or  on  trouve  aux  envi- 
ons  de  Copiapb  quantìté  de  mìnes  de  fer ,  de  cui» 
ve  ,  d'  étaìn  ,  de  plomb  ,  aux  quelles  on  ne  duì- 
ne pas  travailler  ;  il  y  a  aujjl  quantìté  d'  ai~ 
vant ,  ^r  du  Lapis  lazzuli ,  que  Ics  gens  du  Pays 
ie  connoìffent  pas  pour  une  chofe  de  valeur  ;  cel» 
e s- et  font  à  14,  ou  15.  lìeues  loin  de  Copiapb, 
>rès  d'  un  endroìt,  oh  il  y  a  quantìté  de  mime- 
es  de  plomb  •  Frezier  Voy.  tom.  1.  pag.  245. 


m 


Si,  L  I  B  K  O     1  I. 

Santiago  un  topazio  di  grandezza  ragguardevole 
I  fiumi  Cogliono  portare  di  quando  in  quando  f] 
le  fabbie  alcuni  piccoli  rubini,  zaffiri,  ed  alt: 
pietre  di  valore ,  indicando  che  nelle  montagne 
per  dove  feorrono ,  vi  fieno  delle  gemme  di  maj 
gior  prezzo  ;  ma  P  indolenza  di  quegli  abitati 
trafeura  al  pari  di  molti  altri  rami  di  comme 
cio,quefto  ancora  ,  che  potrebbe  divenire  di  for 
ma  importanza.  Io  non  dubito  punto,  che 
montagne  Chìlefi  ,  attefa  la  loro  coftituzione,  n< 
abbiano  delle  ricchezze  confiderabili  anche  11 
quefla  claife,  ficcome  abbondanti  ài  criftalli , 
fali,  e  di  vapori  metallici;  ma  i  ripoftigli,  d 
ve  la  natura  è  folita  nafeondere  i  fuoi  effetti  p 
preziofi  ,  lungi  dall'  eflere  flati  indagati  da  o 
chj  intelligenti,  non  fono  flati  neppur  calcat 
per  quanto  appare,  da  umano  piede. 

Una  piccola  collina  fituata  al  Nord  -  eft 
Talea  è  quafi  tutta  compofta  di  amatifte  di  ui 
bel  violetto  5  le  quali  fi  trovano  parte  attacca 
a  una  fpecie  di  quarzo  grigio ,  che  loro  ferve 
prima,  o  di  matrice,  e  parte  fpiccate,e  ravve 
te  nella  fabbia;  la  finezza,  e  la  durezza  del 
medefime  crefeono  in  ragione  della  loro  diftan: 
dalla  fuperficie  ,  ed  io  fono  perfuafo  ,  che  p 
addentro  della  terra  fé  ne  troverebbero  delle  pc 
fette  .  Alcune  9  che  fi  cavarono  ,  poco  prima  d( 
la  mia  partenza  di  colà,  da  un  buco  di  un  pi 
de  di  altezza,  erano  interamente,  e  vivamen 
colorite ,  e  tagliavano  il  vetro  fino  a  fei ,  o  ù 
te  volte  fecza  fpuntarfi  mai  :  fé  ne  videro  ezia 
dio  alcune  altre,  che  avevano  T  acqua  ftefla  d 

dia- 


L  1  B  K  O     1  I.  S5 

iamanti,  le  quali  forfè  erano  foriere  di  quefta 
rillante  gemma .  Le  feffure  di  alcune  roccia 
lontane  fomminiftrano  anche  delle  amatile  pur- 
uree  fine . 

La  Provincia  di  Copiapò  ha  avuto  quefto  no- 
ie dall'  abbondanza  di  turchine,  che  $*■  incora- 
rano  nei  fuoi  monti  ;  benché  le  medefime  non 
enc  altro  che  denti  petrefatti ,  e  coloriti  da* 
apori  metallici ,  e  per  tanto  appartengano  pro- 
riamente alla  dalle  delle  concrezioni ,  io  tut- 
tvia  ho  voluto  farne  menzione  in  quefto  luogo 
el    rapporto ,  che   hanno    alle  pietre  preziofe , 

perchè  vengono  volgarmente  così  chiamate, 
•uefìe  pietre,  o  fieno  denti  impietriti ,  fono  pei* 

maggior  parte  di  un  turchino  verdiccio ,  ben- 
iè   fé    ne  trovino  molte  ancora  di  quelle,  che 

Lapidarj  appellano  di  vecchia  rocca  ,  cioè  a  di* 
:  che  hanno  un  bel  color  turchino  ,  e  una  no- 
bile durezza  . 

I  faffi  aggregati,  o  formati  per  1*  aggrega- Aggregate, 
one    di  varie   parti  eterogenee,    ficcome   fra  {ChiLLi£* 
>rpi  di  quefta    claffe  fono  i  più  comuni,   così 
ire  formano  in  gran  parte  la  ftruttura  dei  mon- 

Chilefi  .  Ma  oltre  alle  fpecie  ordinarie ,  che 
no  numerofiffime ,' vi  fi  trovano  ancora  parec- 
iie  forte  di  breccie ,  di  porfidi  ,  e  di  graniti  di 
tima  qualità  .Le  falde  dei  monti, che  fiancheg- 
anola  ftretta  ftrada  ,  che  conduce  per  le  Cor- 
gliere  al  Cujo,  fono  interamente  compone  di 
)rfidi  roffi  ,  neri ,  e  verdi  punteggiati  di  varj 
»lori,  fra  i  quali  fi  rende  notabile  uno  ,  che 
i  il  fondo  giallo  vagamente  macchiato  di  rollo  , 
Fa  e  di 


r"! 


84  L  I  B  R  O     1  1. 

e   di  azzurro  ,    il  quale  per  ritrovar/!  vicino 
fiume  Cbille  io  nominerò  Saxum  Chillenfe  .  (*) 

Nelle  campagne  adiacenti  alle  confluenze 
Rioclard  fi  fcoprì  a  due  piedi  di  profondità  un 
vafta  cava  di  porfido  bruniccio  con  macchie  fp 
tofe  nere  ,  la  quale  fi  ramifica  in  varj  filoni 
rizzontali,  di  cui  peranco  ignorali  e  !'  eftenfi 
ne ,  e  1'  altezza .  Quefta  pietra  vi  ftà  difpofta 
fèratl  di  due  piedi  in  circa  di  larghezza  ,  e 
tre  ,  o  quattro  oncie  di  gròffezza  9  le  quali  n 
fure  fono  fempre  uniformi  nel  medefimo  ftrat 
Benché  la  ferie  di  tali  Jaftre  fi  trovi  jnterroi 
di  tratto  in  tratto  o  per  via  di  fpaccatura ,  o  p< 
che  qualche  corpo  eterogeneo  s'  attraverfa,  e 
non  ottante  fé  ne  poflbno  avere  di  etto  ,  ed  a 
che  di  più  piedi  di  lunghezza.  La  fuperficie 
quefte  laftre  è  talmente  polita  ,  ch$  i  pittori 
ne  fervono  per  macinare  i  loro  colori  fenza  f; 
le  aggiufiare  dagli  fcarpellini  .  Come  poi  fi  f 
no  ammonticchiate  codette  pietre  in  quel  prec: 
luogo  ,  e  per  qua!  forza  di  meccanifmo  abbia 
ricevuta  una  forma  sì  regolare ,  io  non  faprei  : 
ciìmente  fpiegare  .  Tutto  il  terreno  di  quelle  cai 
pagne  parte  è  fabbiofo  ,  e  parte  argillofo  o  m* 
nofo  ,  e  fra  laftra  e  lattra  non  fi  trova  altro  ,  e 
delia  fabbia  quarzofa,  e  fpatofa* 

In  tutte  le  pianure ,  e  fulla  maggior  pai 
de'  monti  fi  vede  un  gran  numero  di  fafG  ifoJ 
ti  di    forma  circolare  appianata ,  e  di  cinque 

fei 


(*)  Saxum  impalpabile  luteum  maculis  fpato 
rubris,  Cceruleifque. 


L  1  B  R  O      1  I.  H 

ei  pollici  di  diametro ,  i  quali  hanno  un  foro 
tei  loro  centro,  che  paffa  da  una  parte  ali*,  al- 
ra .  Quefti  faflS  ,  che  fono  indubitatamente  arti- 
[ziati ,  appartengono  parte  alla  fperie  de*  grani- 
i  I  e  parte  à  quella  dei  porfidi  ;  forfè  gli  anti- 
hi  Chilefi  fé  ne  ferviVano  in  vece  di  clava ,  o 
lazza ,  inferendovi  nel  buco  un   barione . 

Quella  parte  delle  AndL  che  appartiene  al*  Sali, 
e  Provincie  di  Còpiapo  ,  e  dì  Coquimbo,  ha_„ 
iarecchi  monti  comporli  di  Arati  di  falgemma 
iafano  ,  crifiallizzato  in  bei  cubi ,  di  color  rof- 
o,  giallo  ,  turchino  ,  e  bianco.  La  terra  ,  che  in 
lcune  parti  incrofla  la  fuperfìcie  di  quei  monti , 

argiliofa  »  Quello  eccellente  fale  non  viene  a- 
operatò  $  che  dagli  abitanti  circonvicini ,  imper- 
iocchè  gli  altri  più  lontani ,  credendo  difpendio- 
j  il  tràfportó,  fi  provvedono  più  volentieri  del 
el  fai  marino*  che  fi  fa  nelle  eoftiere  3  fpecial- 
ìente  nei  luoghi  nominati  Bucaìemo  ,    Boyeruca  , 

Vìchuqmtìy  dove  trovanfi  le  più  ricche  ialine 
el  Chili  .  Nelle  contrade  ffredifemnee  fi  Éb 
ranci*  u(ó  del  fai  fontano  dei  Tehuenchì  y  di  cui 
bbiamo  fatta  menzione  lielP  articolo  delle  acque 
ninerali  • 

Il  fale  ammoniaco  in  crofle  è  in  efflorefcen- 
:a  è  comune  in  varie  parti  di  codefto  Regno  3 
;osì  pure  il  fale  ammonìaco  follile  di  diverfi  co- 
ori ,  che  trovafi  preffo  i  Vulcani,  da'  quali  fem- 
>ra,  che  venga  fublimatò.  Il  territòrio  della  Cit- 
à  di  Coquimbo  confiflente  per  Io  più  in  una  ter- 
a  marnofa  ,  e  porofa  fi  vede  coperto  in  molti 
uoghi  di  ung  crofla  di  parecchi  pollici  di  fai 
E  3  rsitr® 


I  Pi 


In 


%6  L  t  B  R  0     t  1. 

nitro  ben  cnftallizzato  a  bafe  d'  alcali  fiilb  (i 
Il  rimanente  della  Provincia ,  come  altresì  quc 
le  di  Copiapò,  e  di  Melipilla  ,  abbondano  del 
fìelTo  fale  a  bafe  calcarla  ;  ma  non  per  tanto  ti 
io  quello  ,  che  da'  Terrazzani  è  appellato  r 
tro  ,  lo  è  veramente,  trovandovi^  anche  in  gr 
copia  il  narro  ,  o  fai  alcali  terrofo  mefchiato 
ordinario  col  fai  marino ,  o  col  fai  alcali  voi 
tile  ,  a  cui  eglino  parimente  danno  il  nome  ir 
proprio  di  nitro ,  o  di  falpetra . 

Oltre  all'  allume  connine,  e  a  quello  det 
di  piuma  fcoperti  in  varj  diftretti  del  Paefe, 
cava  ancora  nelle  Andi  una  pietra  alluminof: 
femicriitallizzata  ,  friabile ,  di  un  grano  fino , 
fapore  vitriolico,  e  di  color  bianco  pallido,  a 
la  quale  i  nazionali  danno  il  nome  ài  Folcura 
Benché  ella  abbia  a  un  di  preifo  P  apparenza 
e  la  confiftenza  della  marna  bianca  i  non  conti 
uè  però  niente  di  calcano ,  non  effendo  altre 
che  un*  argilla  imbevuta  di  acido  vitriolico, 
analoga  alla  pietra  alluminofa  della  Tolfa  .  I 
cave,  onde  fi  tira  que&a  pietra  titiliffima  perì 
tintura,  fono  fparfe  per  tutta  quella  montagna 
e  occupano  molte  miglia  di  terreno.  Dai  medi 
iirni  monti  viene  un'  altra  pietra  congenere,  ni 
più  groflblana  e  meno  ricercata,  la  quale,  a 
differenza  della  vera  Polcura  ,  che  non  è  alter; 
la    da  veruna  particola  metallica,    è    pirlticofa 

ed 


(i)  ,,  Le  falpetfe  n  y  efl  pus  motns  commun  ;  & 
„  te  vott  dans  les  Vallées  d'  un  doìgt  d*  épais  fu 
„  té  terre  .  Frczier  Voy.  tom.  i.  pag.  245. 


I  I  B  R  O     1  1.  8? 

d  abbonda  di  zolfo  ,  perciò  tira  molto  al  giallo . 

Le  quattro  fpecie  principali  di  vitriolo  nati* 
0,  cioè  il  verde  o  marziale,  il  turchino  a  ba- 
-  di  rame,  il  bianco  a  bafe  di  zinco,  e  il  mi- 
o/i ritrovano  tanto  nello  flato  di  criftallizzazio- 
e,  0  di  Italattiti,  quanto  germinanti,©  in  fio- 
i  nelle  rifpettive  miniere ,  ed  anche  in  piena-, 
ampagna .  Quindi  è  che  le  miniere  delle  cope- 
sfe,  o  fieno  pietre  atramentarie  rofle,  ceneri- 
e,  nere,  e  gialle  vi  fono  molto  comuni. 

la  gran  catena  della  Cordigliera  rifcaldata  Bitumi  • 
a  tanti  fuochi  fotterranei  fornifce  in  varj .  hio-chllt  ^e* 
hi  della  nafta  bianca,  e  rofflgnà,  del  petrolio, 
eli*  asfalto,  e  della  pece  minerale  di  due  {br- 
avale a  dire  la  pece  montana  ordinaria ,  e  un* 
Itra ,  che  nel  nero  azzurreggia .  Quefta  pece , 
be  chiamerò  Bìtumen  Andìnum  (*) ,  efpofta  al  ( 
loco  efala  un  odore  grato  affai  limile  a  quello 
el  fuccifto  .  Noi  crediamo  però,  che  effà  altro 
©n  fia ,  che  una  nafta  condenfata  dalla  lunga.* 
iccelHone  dei  tempi,  onde  potrebbe  ben  darli, 
ìe  foffe  una  varietà  della  mummia  Perfica  .  Che- 
le ne  fia  ,  la  natura  non  ha  avuto  la  mira  di 
fparmiarla,  giacché  le  fue  cave  hanno  una~» 
afta  eftenfione .  Il  Jaeto  fi  trova  in  gran  copia 
■a  gli  Araucani ,  e  il  carbon  follile  nel  circon- 
ario  della  Città  della  Concezione ,  e  in  molte 
Itre  parti  del  Regno  (i)* 

F  4  H 

(*)  JBitumen  tenax  ex  atro  caeruleicens . 

(1)  ,,  Dans  les  montagnes  voìfines  habìtées  par  les 
,  Vuelches  fé  trouvent  det  mìms-  de  fcufre ,  &  de^> 
,/**/•  A  Talcaguano  s  à  F  Irequin  ,  è*  àans  la  Ville 


Hi 


Tiriti  4 
Chil.  CV 


%%  L  1  B  R  O      1  1. 

Il  mare  getta  quantità  di  ambra  bruna  é  | 
ra,  ed  anche  della  grigia  fulle  cofte  di  Arauc< 
e  nell'Arcipelago  dì  Chiloe  .  Gl'Indiani  la  chi 
mano  Meyene ,  cioè  efcremenfo  delle  Balene, 
pretendono  che  quefta  foftanza  ,  che  vlen  fuc 
dall'  acqua  con  un  color  nero  ,  diventi  poi  br 
na ,  e  in  feguito  grìgia  ,  e  odorofa  per  mez 
del  calore  del  Sole.  Io  fofpetto  che  vi  fiene  a 
Cora  delle  miniere  di  fuccìnó,  o  ambra  giall 
perchè  quando  il  mare  è  in  fortuna  fuol  caccis 
al  lido  alcuni  pezzi  di  quefto  utile  bitume. 

La  Provincia  di  Copiapò ,  il  cui  fuolo  è  U 
fé  uno  dei  più  ricchi  di  minerali,  che  il  trovi 
mondo,  ha  due  monti,  la  cui  ftruttura  non 
compone  d*  altro,  che  d*  un  zolfo  criftalliz? 
to  ,  e  puro  di  maniera ,  che  non  fi  ha  bifog 
di  rlpurgarfó  (i) .  Le  c3v$  di  quefta  foftanza  p 
altre  fonò  sì  ùnlveffali  nelle  Andi  ,  che  appe 
vi  farà  una  valle,  dove  non  fé  ne  trovi  alcun 

Il  terreno  Chilefe  è  tutto  intralciato  di  | 
riti,  che  fi  trovano  non  folo  nell'  internò  de 
terra  ad  ogni  forta  di  profondità,  dove  èffe  f( 

mano 


„mème   {de  laConceptìo»)  on  trouve  de  trèsbc 
„  nes  mine*  de  cbarbon  de  terre  ,  fans   creufer  pi 
„d'  un  youdeux  pieds  .  „  Frezier.  tom.  ì.pag.  14 
(i)    „  Dans  les  bautes  màniagnes  de   la   Cordìl 
„  re  n  40.  lieues  du  port  (  de   Copiapò  )   vers  l* 
„  S.  E.  font  les  mines  du    plus  beau  fon f re  qu* 
rrpùifi  voìr  ;    on  le  tire  tout  pur   dy  une  veìne 
,,  envìran   deux  pìeds  de  large  ,  fans    qu    il  ah  ì 
^foin  d'  ette  purìfié  .  Il  vaut  trois  pìaflres  le  qui 
,,  tal  rendu  au  port,  d'  oU  on  le  trafporte  à  Lim 
Frezier  tom.  1.  pag.  145- 


L  1  B   R  O      l  1.  %9 

mano  dei  nidi ,  e  delle  vene  o  filoni  di  una  fpef- 
fezza,  ed  eftenfione  confiderabile '$  ma  eziandio 
fulla  fuperficie  delle  pianure,  e  delle  montagne. 
I  loro  filoni  talvolta  fcorrono  foli ,  e  tal  altra 
(  il  che  è  più  frequente  )  accompagnano  quelli 
delle  miniere  di  ogni  fpecie  .  Le  piriti  fi  veggo- 
no altresì  fparfe  nelle  fteffe  vene  metalliche  s 
nelle  argille,  nelle  crete,  nelle  pietre,  ma  fo* 
prattuttò  fu  i  quarzi,  e  fu  i  cfiftalli  di  monte» 
Le  tre  fpecie ,  a  cui  pòifòno  ridurfi  quefli  foffi- 
li,  cioè  a  dire  le  piriti  ferruginofe ,  le  ramigno- 
fe,  e  le  arfemcali ,  o  marcaffite  ,  fono  sì  varia- 
te in  codefto  Paefe,  che  per  tenderne  conto  vi 
vorrebbe  un*  opera  altrettanto  va  ita1 ,  quanto  la 
Piritologia  dell'  Jfenckel .  La  più  degna  però  di 
particolare  attenzione,  che  io  vi  abbia  veduto  9 
è  la  Pirite  ramigriofa1  aurìfera  di  forma  cubica y 
dove  P  oro  Unito  col  rame  è  indirettamente  mi- 
neralizzato dal  solfo.  Queftai  pirite  getta  poco 
o  niente  di  fuoco  petcofla  dall'  acciarino  .  M.  di 
Bomare  nel  fuo  eccellente  Dizionario  di  Storia 
naturale  ,  dice,  che  le  piriti  nominate  Pietre  dell* 
Inca  fono  oggidì  così  rare*:  é^e  non  fi  trovano 
guari,  fé  non  nei  fepolcri  degli  antichi  Peruvia- 
ni i  lo  che  può  effer  vero  nel  Perù,  ma  nel  eti- 
li fé  ne  ritrova  un  gran  numero  di  codette  pie- 
tre ,  e  fpecialmefité  in  un  alto  monte  della  Pro» 
vincia  di  Quillofa  chiamato  Campana  ,  ove  pa- 
rimente fono  conofeiute  fotta*  il  nome  di  Pietre 
deli*  Inca ., 

Quello  Regno  e  fornito  ancora  dei  lei  femi-     talli -; 
metalli  comuni ,  cioè  P  arfenico  ,  il    cobalto  ,  £Ichìl-  ***'- 

bilmu» 


m\ 


90  L  I  B  R  O     1  I. 

bifmuto  ,  Io  zinco  ,  V  antimonio  ,  e  l'argento  vi- 
vo ,  i  quali  fi  trovano  o  in  miniere  particolari 
o  raefchiati  con  altre  foftanze  metalliche ,  e^ 
per  lo  più  mineralizzati  ;  ma  quegli  abitanti  noi 
fi  fono  applicati  all'  eftrazicne  di  quelli  minerà 
li .  V  antimonio  foitanto  viene  ricercato  dai  mi 
natori  per  impiegarlo  nella  fufione  di  alcune  mi 
uiere  d*  argento,  e  dagli  orefici  per  purificar» 
P  oro:  onde  vi  fi  conofce T  antimonio  ftriato 
il  plumofo,  il  folido,  e  il  roflb  combinato  co 
zolfo,  e  coli'  arfenico,  i  quali  tutti  fi  eflrag 
gotto  dalle  miniere  d'  oro,  d*  argento,  di  fer 
?©,  e  di  piombo,  ed  anche  da  una  cava  partico 
lare,  dove  è  criftallizzato  . 

Il  Mercurio ,  la  cui  eftrazione  per  motivi 
del  Real  appalto  è  rigorofamente  proibita,  fi  tro 
va  iti  varie  parti  del  Regno  ora  vergine ,  e  or; 
mineralizzato  dal  solfo,  0  fia  nello  fiato  di  ci 
habro.  le  Provincie  di  Coquimbo  ,  e  di  Quillo 
ta  pofieggono  le  due  più  ricche  miniere  di  que 
ila  foflanza  fieceffariilìma  pel  lavoro  degli  alti 
metalli ,  le  quali  quando  ne  farà  permefso  lo  fmer 
ciò  ,  arrecheranno  a  quegli  abitatori  un  vantag 
gio  ineftimabile  .  La  miniera  Ccquimbana  è  fitua 
ta  in  uno  dei  monti  mediterranei  compofio  in. 
parte  di  un'  argilla  bruniccia,  e  in  parte  di  un 
pietra  argillofa  rompevole  nera  .  Tutteddue  fer 
vono  di  matrice  al^mercurio  ,  il  quale  vi  fi  tro 
va  nativo  in  gran  copia  in  filoni  inclinati  al 
orizzonte  .  Alcune  venule  di  quefli  filoni  fi  veg 
gòno  mineralizzate  ,  vale  a  dire  ,  fotto  la  fcrm 
^i  cinabro  di  un  tuffo  carico .  La  miniera  Qui] 

Iota- 


LIBRO     1  U  0$ 

lotana  è  umilmente  fituata  In  un  alto  monte  po- 
co dir co  Ho  dal  luogo  detto  Lìmacbe ,  e  per  quan- 
to appare  non  è  meno  ricca  della  precedente- 
V  argento  vivo,  che  vi  è  mineralizzato  dal  zol- 
lo, ha  per  matrice  una  pietra  calcarla,  là  qua» 
e  potrebbe  fervire  d'  intermedio  per  trattenere 
1  zolfo ,  allorché  per  via  del  fuoco  fi  venilTe  % 
"ftrarfie  il  mercurio  . 

Benché  le  miniere  di    piombo    vi   fieno  per  Metalli 
o  più  di  ottima  qualità,  i  paefani  tuttavolta  ne  chì*;-  P* 
:avano  poco ,  e  foltanto  quello  che  bafta  per  la   *"' 
ufione    dell'  argento  ,    e  per  gli  ufi   doróìéftici  » 
)ltre  al  piombo,  che  trovafi  nelle  miniere  prò- 
>rie  d'  argento  ,   il  Paefe  fomminiftra   ancora  la 
;alena    a  grandi  ,  e    a  piccoli  cubi ,  la    miniera 
li  piombo  verde,  e  la  fpatica    bianca  e  verde 5 
e  quali  tutte  contengono  fem|>re  un  poco  di  ar- 
ento  ,  e  d'  oro,  che  difprezzano  i  minatori. 

Le  miniere  di  ftagoo  fono  piti  trafcurate  dì 
uelle  del  piombo,  malgrado  la  loro  ricchezza  9 
d  eccellenza.  Quefte  per  lo  più  fi  trovano  nei 
lontì  fabbiofi  ,  ove  non  formano  filoni ,  coniò 
;!i  altri  minerali ,  ma  confiftono  in  certe  pietre 
ere  ,  irregolari,  fragili,  affai  pefanti ,  e  frac- 
ate  le  une  dalle  altre  ,  le  quali  contengono  §rSi 
opia  dì  qaefto  metallo  quali  puro  ,  e  foltanto 
ìineralizzato  da  un  poco  di  arfenico  ,  e  unito 
d  una  piccola  quantità  d'i  ferra.  I  cnftalli  di 
:agnó  dì  vài]  colori  vi  fono  aiìcora  multò  ca- 
nini .  ~  - 

L'Autóre  delle  Ricerche  Americane  ha  sbad- 
ito mn  un  tratto  di  penna  tutte  le  miniere   dì 

ferra 


: 


V 


?' 


"'! 


>:V 


9z  L  I  B  R  O      1  I. 

ferro  da  quello  Paefe .  Il  Chili ,  dice  egli  fem 
allegar  la  minima  autorità  ,  non  ha  afiolutamen 
alcunu  miniera  dì  ferro  (i)  .  Ma  M.  Frezier  ,  e 
tutti  quelli  ,che  vi  fono  flati,  hanno  veduto  tu 
to  il  contrario  d)  .  Quefto  metallo  vi  è  sì  pr< 
fufamente  fparfo,  che  tutti  i  fiumi,  i  mfcelli 
e  i  torrenti  depongono  nelle  loro  rive  una  gn 
quantità  della  fabbia  ferruginosa  ,  di  cui  facen 
nio  menzione  ,  trattando  delle  arene  .  Il  mare 
fteffo  ne  getta  di  quando  in  quando  tanta  abboi 
danza,  che  il  lido  in  varie  parti  fi  vede  coper: 
della  fuddetta  fabbia,  la  quale  fenza   contradd 

zio- 
fi)  Di  più  a  [credito  maggiore  dell9  America  a. 
gìugne  ,,  il  y  a  peu  de  mines  de  fer  dans  tonte 
5,  étendue  de  V  Amérique  ,  &  ce  qui  efl  encore  ph 
5J  étonnant ,  e*  efl  que  le  fer  ,  qu  on  y  employi 
9y  efl  inflniment  inferìeur  à  celui  de  notre  Contine* 
3,  de  forte  qu  on  n*  en  fauroìt  fabriquer  des  clou. 
5,  malgré  ce  defaut ,  il  fé  vena  fori  cher  ,  &  con 
3,  un  écu  la  lìvre  au  Perou  ,  V  acier  y  vaut  u 
5,  écù%  (è*  demi .  ,, 

Ma  queflo  ferro  ,  che  V  accennato  Scrittore  vut 
fcreditar  cotanto  ,  perchè  lo  crede  Americano  i  è  J, 
lo  flejfiffimo  ferro,  che  gli  Spagnuoli  trafportano  e 
là  dall*  Europa  .  In  tutta  V  America  Spagnuola  | 
un  Decreto  Reale  non  Jì  pub  adoperare  ,  ne  vende 
altro  ferro ,  fé  non  quello ,  che  vi  viene  portato  M 
la  Spagna . 

(2)  „  Ouire  les  mines  d*  or  on  trouve  aux  ent 
3$  rons  de  Copiapò  qu&ntite  de  mines  de  fer  ,  de  a 
,,  vre ,  d'  étain ,  de  plomb  .  Frezier  Voy.  tom. 
pag.  -ni. 

,,  On  y  a  decouvert  f  Lampaguì)  en  1710.  qua 
9ytité  de  mines  de  toutes  fortes  de  métaux  ,  d*  M 
$1  &  argent  t  de  fer  ,  de  plomb  ,  de  cuime  ,  •Jjfc* 
«a,  étain  •  ivi  pag.  199. 


- 


L  1  B  R  O      1  I.  93 

'.ione  è  comporta  di  particole  ferrigne  ,  perchè 
tiene  fortemente  attratta  dalla  calamita  •  Il  Co- 
juimbo ,  il  Copiapò  ,  1*  Aconcagua  ,  e  1*  Huil* 
juilemu  hanno  le  più  ricche  miniere  dì  ferro, 
;he  poflan  mai  darfi  ,  tra  le  quali  fi  trovano  la 
niniera  folida  nericcia  ,  la  grigia  cenerina  gra- 
lulofa,  e  la  turchina  folida  cubica  .  Quefto  fer* 
o,  come  è  noto  per  i  faggi  fattivi  da  perfone 
ntelligenti,  è  di  eccellente  qualità,  ma  lo  fca- 
'0  ne  è  affolutamente  proibito  in  grazia  del 
ommercio  con  la  Spagna,  di  dove  fi  manda  il 
?rro  bifognevole  per  i  varj  ufi  della  focietà  » 
Julladimanco  un  beneftante  in  tempo ,  che  que- 
:o  metallo  era  affai  caro  per  motivo  della  guer- 
a  colla  Gran  Bretagna ,  fi  arrifchiò  a  fcavarne 
;gretamente  parecchi  quintali ,  che  impiegò  pò* 
on  ottima  riufcita  negli  arnefi  delle  fue  poffef? 
oni  • 

Le  Provincie  Araucane  abbondano  ancora  di 
liniere  di  ferro,  le  quali  fecondo  il  rapporto  di 
m  Bifcaglino  afiai  pratico  nel  meftiere,  non- 
ano  punto  inferiori  ne  per  la  ricchezza,  ne  per 
i  qualità  a  quelle  di  Bifcaglia  in  lfpagna.  Le 
pecie  della  medefima  foftanza  dette  voraci  ,  o 
efrattarie ,  vi  fono  pure  fiate  fcoperte  ,  e  ap^ 
ena  vi  farà  una  Provincia  ,  che  non  .abbia  qual- 
he  miniera  particolare  di  calamita.  Il  preloda-. 
o  Frezier  parla  di  un  monte  Andino  appellato 
li  S.  Agnefe  quali  interamente  comporto  di  que- 
la  pietra . 

-Ma  tutte  le  mire  degli  abitanti  dal  princìpio 
Iella  conquida  di  quefto  Regno  fino  al  prefente 

fono 


ijt 

il''! 


li 


94  £  I  8  R  ®      I  I, 

fono  rivolte  all'  effrazione  del  rame,  dell*  a 
gente,  e  dell'  oro.  Le  miniere  del  primo  a 
bondano  fpecialmente  tra  i  gr.  14.  e  36.  di  1; 
Il  rame,  che  fé  ne  cava,  varia  moltiffimo  ce 
pel  colore,  come  per  la  qualità,  giacché  ve 
fta  dell'  eccellente  ,  del  buono,  e  dell'inferiori 
D.  Antonio  Ulloa  parlando  nel  fuo  Viaggio 
quello  rame  in  generale  ,  gii  dà  il  fecondo  lu 
go  dopo  quello  di  Corinto  ,  che  con  ragione  t 
mafi  un  metallo  fattizio  •  V  Inglefe  Autore  e 
Gazzettiere  Americano  lo  preferire  affolutame 
te  a  tutti  gli  altri  finora  conofeiuti  (r) .  Quei 
rame  trovai!  per  io  più  mifio  coli'  oro,  onde 
f  rancefi  ,  che  nel  principio  del  fecolo  corren 
fecero  in  quelle  parti  un  traffico  confiderabiL 
procurarono  dì  acquifere  tutto  quello,  che  p 
terono  per  ritrarne  poi  quel  preziofo  metalli 
Le  proporzioni,  con  cui  fi  trovano  unite  que 
due  foftanze  metalliche  nelle  miniere  ,  fono  m< 
to  varie ,  dì  modo  che  vi  è  del  rame  che  co 
tiene  da  un  decimo  fino  a  un  terzo  d*  oro,  r 
_  In 

(1)  ,,  Helle  Contèe  dì  Coqiambo  ,  e  $i  Guafco  j 
?,  no  comunijfime  le  miniere  di  tutte  le  fpecie  di  m 
3,  talli,  di  maniera,  che  tutta  la  terra  pare  ini 
5,  ramente  compaia  di  minerale ,  ed  ì  qui  dove 
,,  lavora  a  quelle  di  rame  ,  dalle  quali  fi  cavi  tu 
3,  to  quello,  che  provede  il  Perà  ,  ed  il  Chili  :  n 
35  quantunque  que  fio  rame  ecceda  ogni  altra  cofa 
s,  quefht  fpecie  finora  conosciuta  ^fi  lavora  per  ali 
39con  gran  cautela  alle  miniere ,  e  non  fé  n  eflr 
9ipfù  di  quello,  .che  ferve  per  V  ordinario  bifogm 
„  frattanto  che  le  altre  miniere,  quantunque  con 
^fcìute  per  egualmente  ricche  fono  lafcìate  intatti 
Qkzzttl.  Am.  vedi  Chili . 


L  1  B  R  Q     1.  $% 

!n  tale  flato  è  quafi  affatto  libero  dai  mineralk- 
zatori  . 

Il  rame,  che  rinchiude  poco  oro ,  fi  preferi- 
ta mineralizzato  dall'  arfenico  ,  o  dal  zolfo  ,  q 
la  tutteddue  infieme ,  e  mefcolato  col  ferro ,  q 
:oir  argento  .  Le  miniere  di  quefto  carattere  fi- 
ìora  fcoperte  fono  le  azzurre ,  le  yitrpfe  ,  1'  &• 
fatiche ,  le  verdigne,  eie  bianche,  le  quali, 
>enchè  ricchiffime,  fi  confervano  intatte,  perchè 
ì  credono  troppo  faticofe .  I  minatori  del  Paefe 
pertanto  fi  fono  riftretti  a  fcavarne  due  fpecie, 
he  effi  chiamano  rame  campanile ,  e  rame  maUt 
eabile ,  i  ricchi  proventi  delle  quali  ballano  a-, 
cufare  il  loro  difprezzo  per  le  altre  . 

Il  rame  campanile  nominato  così  dall'  ufo 
irdinario,  a  cui  fi  deftina,  è  mineralizzato  co* 
ne  quello  delle  miniere  precedenti  dal  zolfo  e 
ali*  arfenico ,  ma  non  fi  trova  unito  ad  altro 
letallo,  che  allo  ftagno.  Quello  CQmpo#o,che 
iene  ad  effere  una  fpecie  di  bronzo  naturale , 
imane  afpro  ,  e  di  un  color  cenerino  anche  do- 
►o  la  torrefazione,  e  raffinazione,  ed  ha  una-? 
;ravità  fp?cifica  più  grande  di  quella. ,  che  do*? 
'reb.be  rifultar  dalla  combinazione  delle  proprie 
;ràvità  fpecifiche  particolari.  Le  proporzioni  di 
juefta  compofizione  fono  molto  d*verfe  nelle  dif? 
erenti  miniere,  non  così  laiua  matrice  ,  la  qua? 
e  d'  ordinario  è  una  pietra  arenaria  eenerogno- 
a  poco  dura  (*) .  Di  quefta  qualità  è  quafi  tut? 
o  il  rame ,  che  di  là  fi  porta  in  Ifpagna  per  H 

fab- 


(*>  Cnprum  aiineraiifatum  ftannofum  cinereum  • 


I'; 


?6  L  1  B  R  O      I  1. 

fabbrica  dell'  artiglieria  ,  Io  che  fenza  dubbio  0 
bligò    M.  di  Bomare   a  dire  nel   fuo    Dizionar 
già  citato  ,    che  il  rame  di  Coquimbo  era    poi 
ricercato.  In  fatti  quefta  forta  di  rame  non  è 
dattata,  che  per  i  lavori  di  fonderia. 

Il  rame  malleabile,  che  cavafì  tanto  in  qu 
fia,  che  nelle  altre  Provincie,  ha  pel  contrar 
tutte  le  buone  qualità  ,  che  fi  ricercano  :  ad  ef 
fono  diretti  fpecialmente  gli  elogj ,  che  gli  alt 
Autori  fanno  in  generale  al  rame  Chìlefe.  Qu 
fla  fpecie  di  rame  è  di  un  bel  roifo,  ed  ha  p 
matrice  una  pietra  terriccia  ora  bruna,  ed  or; 
biancaftra  ,  dove  non  affetta  alcuna  figura  reg 
lare  .  Eflb  s'  approfllma  molto  al  rame  native 
poiché  non  è  mineralizzato ,  che  da  una  picco 
quantità  di  zolfo,  la  quale  dopo  una  fempliet 
torrefazione  Io  abbandona  del  tutto ,  e  Io  lafc 
malleabile,  duttile,  e  adattato  a  farne  ogni  fo 
ta  di  utenfili.  I  minatori  nondimeno  ufano 
raffinarlo  per  dargli,  come  elfi  dicono,  un  à 
lore  più  vivo.  L*  oro  ha  una  sì  grand'  affini 
con  quefto  rame,  che  non  folo  fi  trova  femp: 
rnefcolato  con  effolui ,  ma  anche  talvolta  occuj 
il  fondo  delle  fu$  miniere,  o  alcune  venule  d 
fuoi  filoni:  quindi  ne  fegue  ,  che  varie  miniei 
credute  fui  principio  di  folo  rame  vengono  p< 
a  terminare  in  miniere  d*  oro  • 

I  filoni  di  quefte  due  fpecie  fieguono  indi 
ferentemente  tutte  le  direzioni  poflibili  ,e  fi  fuc 
dividono  in  molti  rami,  e  venule.  Le  ganghe 
che  gli  accompagnano  ,  fono  ancora  eftremamen 
te  variate .  Quantunque  }e  miniere  di  quefto  gc 

nere 


\ 


L  1  B  R  O      1  h  97 

nere  fieno  innumerabili  (r)  non  fi  lavora  però  fé 
ion  a  quelle, dove  i  proprietarj  fi  comprometto- 
io  di  ricavare  dall'  eftratto  metallo  la  metà  di 
ame  purgato  e  netto  per  ogni  quintale,  altri- 
ìenti  crederebbero  di  perdere  il  tempo ,  el'o- 
era .  Ciò  non  per  tanto  fra  le  Città  di  Coquim- 

0  e  di  Copiapò  fi  trovano  più  di  mille  lavori 
perti ,  e  nella  Provincia  di  Aconcagua  fé  ne  an- 
overano altrettanti . 

La  più  famofa  miniera  di  rame  conofeiuta^» 
el  Chili  è  fiata  quella  del  Payen,  nella  quale 
ra  non  fi  lavora  più,  perchè  i  Pueìchi  abitato- 

1  di  quel  diftretto  non  vogliono  permetterne  lo 
avo .  Quando  fi  principiò  a  lavorarvi ,  fi  cava- 
ano  pezzi  di  rame  pur©  dì  cinquanta,  ed  anche 

cento  quintali  (i) .    Riferirono    le    florie    di 
O  quel 

(i)  „  Le*  mines  de  cuivre  font  ciuffi  tris -  frequen- 
ti! aux  envlrons  de  Coqutmbo  à  trois  lieues  au  K. 
E  ;  on  tr avelie  depuis  très  ~  long  temps  à  unt^ 
miniere  ,  qui  fournit  de  batterie  de  cui/ine  à  pref- 
itte toute  la  Cote  du  Chili  5  <£»  du  Eérou  .  .  .  .  Ily 
en  a  une  infinite  d*  autres ,  qu*  on  neglige  faute 
de  de  bit  :  on  afiure  aujjì  qu*  il  s*  y  trouve  des  mi- 
ne* de  fer,  &  de  vif~  argent.  Frezier  Voy.  toni, 
pag,  133. 

„  Tutte  le  parti  della  Cordigliero,  ver/o  Santiago , 
e  la  Concezione  abbondano  di  miniere  di  quejlo 
metallo  (  rame  )  e  particolarmente  un  luogo  chia- 
mato, Payen ,  dove  a  varie  anticamente  fi  lavo- 
rava ,  e  dove  fi  fon  trovati  pezzi  dì  cinquanta  , 
e  cento  quintali  di  puro  rame .  Gazzet.  Amer.  v. 
lili . 

(2.)  „  5/  V  on  pénétre  jufqu9  aux  montagne*  de^ 
la  Cordilliere ,  il  y  a  une  infinite  de  mines  dt*> 
toutes  forte*  de  métaux ,  &  de  mineraux ,  entr& 


• 


i'!< 


> 


"Sii 


9*  L  1  B  R  O     1  I. 

quel  tempo  ,  che  quefto  rame  era  di  così  bel 
lore  ,  che  pareva  un  fimiloro ,    dominandovi 
munemente   più  1*  oro,  che  Io  fteffo  ramei- 
che era  così  facile  a  poterlo  eftrarre ,  che  ba 
va  far  fuoco  a  piede  di  quei  fafll ,  che  n*  er; 
impregnati .  Simile  a  quefta  vedefi  un'  altra  i 
niera  recentemente  fcoperta  nel  diftretto  di 
ricò  ,  dpve  trovafì  V  oro  legato  per  la  metà 
rame  •  I  terrazzani  ,  che  chiamano  tal  comp< 
avventurina    naturale ,  perchè  comparifce    jfpr 
zolato    di  punti  brillanti   d*  ero,  lo   impieg; 
nel    fare  {maniglie,   anelli,  e  varie  alt*e   ba 
felle  curiofe . 

Nelle  colline  della  Provincia  di  Hullquile 

fi  ri 


3,  autres  dans  deux  moatagnes  ,  qui  ne  font  qu 
„  douze  lieues  dts  Pampas  du  Paraguay >  à  cent 
,j  eues  de  la  Conception  ;  on  a  decouvert  dans  V 
S9ne  des  mines  de  cuìvre  pur  fi  fingulieres  ,  qu* 
,?  en  a  vu  des  Pepitas  ,  ou  morceaux  de  pluf  de  e 
„  quìntaux  .  Le$  Indiens  appellent  une  de  ces  m 
9itagnes  Payen  ,  e9  esì  à  dire  cuivre ,  &  £>.  Jt 
5,  Mélendes  auteur  de  cette  decouverte  V  a  nommie 
„  Jofeph  .  Il  en  a  thè  un  morceau  de  quarante  qu 
„  ìslux  ,  dont  il  faìfoìt  ,  pendant  que  f  étois  à 
„  Conception  ,  fix  canons  de  campagne  de  fix  liz 
„  de  palle  chacun  .On  y  voit  des  pierres  partie 
3,  cuivre  ^  bien  forme  ,  partie  de  cuivre  imparfait  , 
3,  qui^  fast  dire  de  ce  lieu  ,  que  la  terre  y  efl  e 
„  adice,  ci  eft*  a -dire  que  le  cuivre  s9  y  firn 
3,  tous  les  jours .  Danf  cette  mème  montagne  fé  t\ 
„  uve  aujfi  du  Lapis  -  lazzuli  .  V  autre  montag 
„  voìfine  appellée  par  les  Efpagnols  Cerro  de  S. 
„  nès,  esì  remarquable  par  la  quantite  d9  aiman 
,,  dont  elle  ejl  prefqu  entierement  compose  e  •  Fi 
zier  Voy*  tpm.  i.  pag*  145* 


L  I  B  R   O'     1  1.  99 

fi  ritrova  il  rame  unito  al  zinco  ,  o  lia  f  cttone 
naturale  (*•).  in  pezzi  di  differenti  grandezze  a- 
derenti  ad  una  fpecie  di  pietra  terrofa ,  frangibi« 
le  di  colore  ora  giallognolo,  e  ora  verde  bru- 
no .  Queda  operazione  deve  attribuirà*  ai  fuochi 
fotterraneì  ,  i  quali  trovativi  il  rame  puro,  e  lo 
zinco,  o  la  calamina  ,  fublimarono  quello  femi- 
roetallo,  e  Io  fidarono  per  via  di  una  naturale 
cementazione  nel  rame  ,  onde  venne  a  rifiatare 
un  compofto  sì  ftraordinario  tra  i  follili  .  Effo  è 
di  un  bel  giallo,  e  non  è  meno  malleabile  dell* 
ottone  artifìziale  il  più  ben  cementato  .  Il  gran 
fiume  Laxa  ,  che  bagna  le  falde  delle  colline  , 
che  lo  producono  ,  gli  ha  dato  il  nome  di  Ra« 
me    Lctxenje  » 

I  minatori ,  quando  vogliono  procedere  alla 
depurazione  del  rame,  feparano  prima  più  che 
fia  poliìbile  il  vero  minerale  dalle  terre  ,  e  pie- 
tre accidentali  ,  o  fia  dalle  porzioni  di  ganga , 
ed  anche  dalle  parti  povere  di  metallo,  e  dopo 
averlo  ridotto  in  piccoli  pezzi  con  pefanti  maz- 
te  di  legno,  lo  mettono  in  un  forno  già  rifcal- 
3ato  fra  varj  ftrati  di  legna  alternativamente  fot- 
topoftevi ,  e  che  vengono  accefe  vivamente  da— 
lue  gran  mantici  molli  da  un  canale  di  acqua  . 
Quefto  forno,  la  di  cui  capacità  è  arbitraria, 
»  fabbricato  di  un'  argilla  refrattaria ,  ma  il  fuo 
pavimento  declinante  in  una  proporzionata  fof- 
fa,  è  combaciato  di  un  cemento  di  getfb  ,  e  di 
3(Ta  calcinate  e  polverizzate.  La  volta  è  guer« 
Gz  nita 

(*)  Cuprum  (  Laxenfs)  zinco  naturaliter  mixtum  • 


m 


hi.j. 


*©o  L  1  B  R  0     1  I. 

nita  di  un  btiao  numero  di  buchi  per  la  forti! 
del  fumo ,  ed  ha  nella  fommità  un*  apertura 
che  fi  /chiude ,  e  ferra  ,  per  via  della  quale  gè 
tanfi  le  legna  bifognevoli ,  e  il  minerale  nel  hi 
no;  e  fi  ftà  anche  offervando  lo  flato  della  fi 
fione  .  Un  foro  poi  alquanto  declive  fatto  all' a 
tezza  del  pavimento  conduce  per  un  canalett 
nel  fottopofto  bacino  il  rame  liquefatto .  La  Mi 
talliva ,  che  proviene  da  quefla  prima  torrefazic 
ne,  fi  raffina  poi  in  un  fornello  non  differente. 
da  quelli,  che  s'ufano  per  quello  effetto  in  Eu 
ropa  . 

Io  non  faprei  dire  la  quantità  di  rame  ,  eh 
cavafi  annualmente  dalle  miniere  Chilefi  :  no 
potrà  effere  fé  non  molto  confiderabile  ,  atte 
quelli  riflefii;  cinque  o  fei  basimenti  veleggia 
no  ogn'  anno  dalla  Spagna  a  quelle  parti  ;  ognu 
no  di  effi  carica  in  vece  di  zavorra  io,  eoo.  e. 
più  quintali  di  rame  :  una  quantità  non  difprez 
zevole  fi  trafporta  anche  per  la  via  di  JButnos 
ayres,  e  i  vafcelli  Peruviani,  che  vi  vanno 
commerciare,  ne  ritraggono  tutti  gli  anni  da. 
30,  000.  quintali,  per  formare  le  caldaje,  e  g] 
altri  vafi,  che  abb;fognano  alle  loro  fabbrichi 
del  zucchero.  Il  Chili  medefimo  ne  fa  un  grai 
confumo  ne*  fervigi  domeflici ,  nei  lambichi  ,ne 
vafellami  per  fare  il  vino  ,  e  1'  acquavite  ,  < 
nella  fonderia  dell'  artiglieria  dei  fuoi  prefidj  ,  < 
di  quelli  del  Perù ,  come  anche  delle  campane 
dell'  uno,  e  dell'  altro  Regno  . 

Le  indicate    miniere  di  rame  fono    difperfe 
per  tutto  quanto  il  Paefe,  ma  le  miniere  di  J 

gento 


• 


L  1  B  R  O      1  1.  ioi 

cnto  fembra ,  che  amino  di  ftarfi  tra  la  folitu- 
inc  ,e  i  rigori  del  freddo.  Di  fatti  quelle,  che 
>no  fiate  feoperte ,  ritrovanti  quafi  tutte  fra  le 
:vofe  balze  della  Cordigliera,  o  nelle  fue  ap« 
endici  efterne .  La  loro  incomoda  fituazionc^ 
mgiunta  coir  incredibile  fatica  ,  che  richie- 
:  la  depurazione  di  quefto  metallo  fa,  che  ta- 
miniere  a  difpetto  della  loro  invitante  ric- 
ezza  ,  reftino  abbandonate  per  la  maggior  par- 
,  giacché  di  tante,  che  accidentalmente  fi  fo» 
>  feoperte  ,  appena  fi  lavora  a  tre ,  o  quattro . 
a  fe  mai  la  popolazione  fi  accrefcelTe  in  quel- 
parti,  allora  crefeendo  i  bifogni  della  vita, 
Induftria  fermenterebbe  quefto  importuno  olia- 
lo, e  i  pofteri  forfè  più  attivi,  e  meno  am- 
pliti dall'  abbondanza  entreranno  al  poffeffo 
quelle  ricchezze  ,  che  ora  la  natura  riferba  ai 
ro  sforzi. 

Benché  tutte  le  Provincie  confinanti  colle  An- 
poffano  annoverare  fra  i  loro  naturali  prodot- 
ti poffedimento  di  tali  miniere  ,  quelle  però  di 
itiago  ,  di  Aconcagua  ,  di  Coquimbo,  e  di  Co- 
pò  ne  fono  più  doviziofamente  provvedute  • 
tre  ai  minerali  comuni  vi  fi  trovano  le  minie- 
vitrate  ,  le  cornee  5  le  grigie ,  le  roffe ,  e  le 
nche,  dove  V  argento  è  mineralizzato  dal 
fo ,  o  dall'  arfenico  ,  o  da  tutteddue  infieme  , 
nalche  volta  legato  con  altri  metalli .  Nel  1767. 
contadino  trovò  alle  falde  dei  monti  del  Co- 
pò  un  pezzo  di  minerale  di  argento  della  pri- 
fpecie ,  di  color  verde,  il  quale  in  diverfi 
gi  fatti  con  tutta  l*  accuratezza  neceflaria  refe 
G  3  coftan- 


il   i 


m 


10%  L  I  B  R  O      1  1. 

coftantemenre  più  di  tre  quarti  dì  argento  puro . 
metallo  in  quefto  ricco  minerale  non  è  minerali 
zato  che  da  una  piccola  quantità  di  zolfo  .  I  C 
piapini  al  tempo  della  noftra  partenza  adoprav 
no  tutte  le  diligenze  potàbili  per  rintracciare 
luogo,  di  dove  quel  faffo  fi  era  fpiccato  . 

Ma  le  miniere  di  quefta  preziofa  foftanza  p 
filmate  da'  nazionali,  a  cagione  della  loro  ri 
chezza,  feno  le  nere  così  appellate,  perchè, 
loro  matrice  è  una  pietra  terrigna  nera,  o 
un  bruno  carico .  I  minatori  guidati  dall'  efp 
rtenza  tofto  che  s*  imbattono  in  un  monte  cor 
pofìo  di  quefia  pietra  lo  caratterizzano  col  non 
di  miniera  di  argento ,  e  a  dire  il  vero  non  f; 
la  giammai  queflo  loro  affloma  metallurgico  *  Se 
bene  tutte  le  miniere  di  quefla  fpecie  conveng 
no  nel  colore  efterno  ,  tuttavia  P  efperto  min 
tore  ne  diftingue  di  varie  forte  .Tali  fono  que 
le  ,  che  chiamanti  negrìllo ,  rojficler  ,  e  flambo  ro 
eo  *  Il  minerale  negrillo  fomiglia  affai  alla  fc 
lia  del  ferro,  e  non  dà  alla  vifta  verun  indiz 
del  metallo ,  che  rinchiude  ;  il  roflìcler ,  diri 
rente  dalla  miniera  roffa  di  argento,  quando  vi< 
bagnato ,  e  flropicciato  diventa  roflfo  ,  e  quai 
tunque  non  moftrì  niente  al  di  fuori ,  rende  ur 
gran  quantità  di  argento  fìimato  più  fino  di  que 
lo  di  tutti  gli  altri .  Il  piombo  ronco  è  mefa 
lato  col  piombo ,  e  grattato  che  fia  lafcia  vedi 
diftintamente  il  metallo.  Quefto  è  il  più  ricc 
di  tutti,  e  non  effendo  mineralizzato  che  d; 
zolfo,  rende,  mediante  la  fufione,  1'  argenl 
affai  puro  •  Il  negrillo  ,  e  il  rofficler  fono   con 

bina* 


L  I  B  R  O     1  I.  io* 

binati  colle  due  foftanze  mineralizzanti ,  perciò 
oltre  alla  torrefazione ,  richiedono  varie  altre* 
manipolazioni , 

Tutti  quefti  minerali  fi  ritrovano  nella  mi- 
niera di  Ufpal!ata>  la  quale  è  la  più  vafta  ,  e  la 
più  ricca  di  quante  fi  fono  mai  {copertele  fi  la- 
vorano nel  Chili*  Ella  è  fituata  fu  i  monti  Ori- 
entali di  quella  parte  della  Cordigliera ,  che  ap- 
partiene alla  Provincia  di  Aconcagua  .  Nella  lo- 
ro forma ,  ed  altezza  quefti  monti  fi  raffo miglia- 
no molto  a  quel  tratto  deli'  Apennino ,  che  gia- 
ce tra  Bologna,  e  Firenze:  con  quello  divario 
però,  che  tali  monti  fono  affatto  iterili  ,  e  pel 
gran  freddo,  che  vi  regna  non  producono  altro, 
die  la  DaBylh  glomerata  del  Linneo  .  Sopra  la— 
!oro  cima  fi  fiende  verfo  1*  Occidente  una  pia- 
nura larga  fei  miglia  ,  e  lunga  più  di  cencin- 
quanta  chiamata  Ufpallata ,  dalla  quale  ha  trat- 
to il  nome  la  miniera  :  quella  pianura  bagnata 
da  un  bel  fiumicello ,  ed  interfecata  da  varie  bof- 
caglie ,  è  temperata  e  fertile  affai  :  erta  ferve  di 
bafe  ad  un'altra  pianura  fituata  più  in  alto  det- 
ta Faramllloj  fopra  di  cui  $'  ergono  sì  altamen* 
te  i  monti  Andini  del  primo  ordine ,  che  lì  veg- 
gono fin  dalle  pianure  di  S.  Luigi  della  Vunttu 
in  diftanza  di  $6®.  miglia .  Le  vette  di  quefto 
enorme  giogo ,  che  richiede  un"  intera  giornata 
eftiva  di  continuo  cammino  per  valicarlo  ,  fono 
compofte  di  maffi  neri  di  argilla  impietrita ,  nel- 
la quale  veggonfi  incafirati  molti  faifi  rotondi , 
lifei ,  e  limili  affatto  a  quelli,  che  fogliano  ro- 
tolare i  fiumi .  Quello,  fenomeno  non  fi  giugnerà 
G  4  forfè 


■  ■ 


M 


■•■ 


. 


I    , 


V'k 


104  L  1  B  R  O     1  !.. 

forfè  a  fpiegare  fenza  ricorrere  agli  effetti  del 
Diluvio  universale;  quando  non  fi  volefle  fup. 
porre  ,  che  quegli  antichi  Indiani  fi  prendefierc 
il  piacere  di  gettar  quei  falli  nell*  argilla  ,  quan- 
do era  ancor  tenera,  e  molle i  ma  lafciando  dà 
parte  la  quiftione  dell'  origine  delle  argille,  u< 
na  tal  congettura  non  è  verifimile  s  perchè  oltre 
il  trovarli  una  quantità  prodigiosa  di  quefti  fafi 
nell'  interno  ancora  della  pietra ,  come  afferifet 
il  Sig.  Ab.  Emanuelle  Morale*  intelligente  ofier- 
vatere  delle  produzioni  del  fuo  Paefe  il  Cujo  | 
che  ebbe  V  opportunità  di  efaminarli  attentamen< 
te,  non  è  poi  credibile  ,  che  quei  buoni  Indian 
voleffero  per  loro  divertimento  trafportare  in- 
diftanza  di  molte  leghe  un*  immenfità  di  fafi 
fopra  quelle  alte  montagne  • 

Comunque  fi  fia  ,  quefta  digreffione  mi  è  fem« 
brata  neceffaria  per  dare  a'  miei  Leggitori  uns 
idea  delle  adjacenze  di  una  miniera,  che  col 
tempo  potrebbe  diventare  una  delle  più  famofe 
dell'  America.  La  miniera  Ufpallatenfe  dunque 
fi  diftende  fulle  falde  dei  monti  Orientali  della 
pianura  di  Ufpallata  dal  grado  33.  di  latitudine  j 
e  fi  prolunga  dirittamente  a  Settentrione ,  fenza 
che  nefluno  fappia  dove  vada  a  terminare .  Co- 
loro che  T  hanno  feguita  fino  a  novanta  miglia , 
dicono  9  che  effa  profegue  fempre  più  avanti 
colla  medefima  abbondanza.  Quindi  è  che  mol- 
ti credono  ,  che  arrivi  fino  al  Potofi,  oppure  che 
quefta  fia  una  prolungazione  di  quella  rinomata 
miniera  Peruviana . 

Il  fìlon  capitale  è  collantemente  largo  nove 

pie. 


i 


1 


L  1  B  R  O      I  I.  xaj 

edi,    ma  dall'  una  ,  e  dall'  altra  banda    getta 
gran  numero  dì  vene  ,  le  quali  fuddividendoil 
infinite  altre  fi  fpargono  per  tutti  quei  mon- 
che hanno  trenta  miglia    incirca    di  larghez- 
.  La    matrice  di  natura  terriccia  ,     e  diverfa- 
nte  colorita  Io  divide  in  cinque  parti  paralle- 
r   ma  dileguali .    Quella    del  centro  ,    eflendo 
gadue  pollici  folamente  ,  è  nera  ,  benché  com- 
'ifca  bianchiccia  per  la  gran  copia  di  metallo, 
■  contiene,    onde  dai  minatori  vien    chiamata 
Guida  :  le  due ,  che  le  ftanno   accanto  3  nomi- 
le Finterìe  fono  brune  .•  lg    altre  due  eflerne^ 
teBrofe  hanno  un  color  grigi aftro  .  Quantun- 
:   quefta  vena  fia    orizzontalmente  diftefa ,  s* 
srna    però  a  tal    fegno  in  terra  ,  che    alcune 
le  buche  fcavate  nel  ij66.  fino  a  trecento  pie- 
di  profondità    non  davano   verun  indizio    di 
enerazione ,    anzi  il  minerale  diventava   pia 
o  a  mifura  che  s'  allontanava  dalla   fuperfi- 
• 

Fattoi!  a  Lima  il  faggio  di  quefto  minerà* 
i  Saggiatori  più  periti  del  Potofi  dichiararc- 
ene la  Guida  rendeva  per  Cacone  più  di  da- 
to marchi  di  argento  puro  :  che  le  finterìe-, 
fchiate  colla  Guida  ne  davano  cinquanta ,  e 
la  Broffa  ne  forniva   quattordici  U) .   Ora-, 

ridu- 

i)  I  MetMurgìflì  Americani  chiamano  Cajfont^ 
Ila  quantità  di  minerale  ,  che  un  minatore  puì 
trre  in  una  giornata  ,  la  quale  d*  ordinario  pefa 
quintali .  Ma  ficconie  in  quefta  quantità  vi  en- 
una  porzione  di  ganga ,  e  di  terra  non  metal» 
,  non  fi  pub  dire  giufi amente  il  precift  minerai f 
contiene  il  fuddétto  Cajìone  • 


Ili 


io*  L  I  E  R  0     1  L 

riuscendo  I  marchi  al  prezzo  corrente  delle  \ 
mere,  il  Cafone  ài  guida  rende  i  ,  tfoo.  fa 
J&omani,  quello  delle  pinttrìe  mefchiate  400. 
quel  della  hreffm.11.  Untai  prodotto  non  èp 
to  inferiore  a  quello  della  celebrata  miniera 
Potofi  *  La  ufpaììatan&  fu  fcoperta  nel  1638. 
bencàè  foifero  allora  affai  forti  gP  indizj  del 
fua  ricchezza,  fi  lafciò  tuttavia  di  lavorarla 
per  mancanza  di  danaro,  o  di  operai;  ina 
sj-ói*  fatti  venire  dal  Perù  due  bravi,  ed  sfp 
ti  minatori ,  gli  abitanti  della  Città  di  Mend 
%z  non  molto  lontana  da  Ufpallata  fi  mifero  : 
Co  la  loro  direzione  a  fcavarla,  e  prefenteme 
M  Impiegano  eoo  immenfo  profitto  nel!'  efìra; 
ne  ài  sì.  ricco  metallo  « 

I  Chilefi  avanti  ¥  arrivo  degli  Europei 
paravano  1'  argento  dal  minerale  colla  femp 
àppikàzidtie  dei  fuoco ,  quando  era  vergine 
libero  dai  mineralizzatori  ,  come  fpefTo  vi  fi  1 
va  folto  dìverfe  forme  *  ma  quando  lo  trova 
n©  ©ftitiaro,  e  Impregnato  di  fofianze  eftran 
lo  riponevano  in  certi  fornelli  collocati  full  e 
me  4elle  colline,  acciocché  il  ventilar  conti] 
dell*  aria  ravvi  vaffe  il  fuoco,  e  facefTe  le  | 
del  mantici ,  macchine,  che  conofee vano  b 
lotto  11  nome  di  Pimohue,  ma  che  non  adope 
vano  in  tali  cirooftanxe  per  rifparmiarfi  la  f; 
ca  «  Anche  ai  giorni  noflri  quei  contadini  fi  ! 
gono  di  queflo  facile  arrifizio ,  e  buona  par 
dell*  argento,  che  gira  nel  commercio  Chi 
proviene  àz  quefte  fanoni  private.  Gli  cfp€ 
e  ricchi  minatori  p^tò  ninno  un  metodo   ti 

diffe 


L  1  B  R  O      I  1.  X07 

inerente,   il  quale  confile  nelle    feguenti  ma* 
[poi  azioni. 

Ridotto  prima  in  polvere  il  minerale  in  un 
tulino  fimile  a  quello  da  peftarvi  il  gefTo  *  lo 
afflano  per  iftaccio  di  fil  di  ferro ,  e  diftefo  fopra 
ìoj  di  bue  lo  mefcolano  con  fale  ,  mercurio  , 
fango  ben  putrefatte  ,  vergandovi  fopra  deli9 
;qua  *  Quindi  per  lo  fpazio  di  otto  giorni  Io 
ittono,  lo  calpeflano  ,  e  due  volte  almeno  in 
\.  ore  Io  volgono  ,  e  rivolgono  diligentemen- 
,  affinchè  il  mercurio  s'  incorpori  meglio  col 
etallo.  Preparato  così  il  minerale  lo  mettono 
jntro  una  fpecie  di  truogolo,  fatto  di  pietra, 
>ve  difciogliendofì  per  mezzo  dell'  acqua,  che 
fi  verfa,  la  terra  e  la  fabbia  vanno  per  no*. 
ro  a  fcolare  in  un  bacino  fottopoilo  ,  e  V  ar- 
nto  amalgamato  col  mercurio  rimane  nel  fon- 
>.  Raccolto  quefto  amalgama  lo  lavano,  e  ri- 
vano parecchie  volte, e  portolo  in  un  facco  di 
la  confiftente  lo  comprimono  fortemente  ,  per 
r  fortire  il  mercurio,  che  non  è  incorporato 
II'  argento.  EfTendo  il  metallo  in  quello  flato 
amalgamatone  dùttile  come  una  pafta  ,  gli 
lerai  allora  gli  danno  a  loro  capriccio  quellau 
rma,  che  vogliono,  fervendoli  di  varj  model- 
pertugiati  nel  fondo  ,  acciocché  l'argento  vivo 
>n  bene  unito,  polla  fcolarne .  Ciò  fatto  lo  le- 
mo  dal  modello,  e  pofatolo  fopra  un  gran  va- 
0  recipiente  pieno  di  acqua  lo  cuopronp  con 
1  capitello ,  e  vi  fanno  intorno  un  fuoco  vivif* 
110 .  Il  mercurio  mediante  il  calore  fi  fvapo- 
,f  ma  non  fi  perde  3  perchè  incontrando  il  ca- 

giteli©, 


io8  L  I  B  R  O     1  1. 

pitello,cade  nell'acqua,  ove  fi  condenfa  dì  nu 
vo  ,  e  P  argento  rimane  folido  ,  e  brillante,  bc 
che  mifto  con  \m  poco  di  piombo ,  dal  quale  p 
fi  ripurga  per  mezzo  della  coppella. 

V  oro  è  il  metallo  ,  che    più  abbonda  x 
Chili  :  non  vi  ha,  per  così  dire  ,  un  monte, o 
colle,  dove  non  fi  trovi  in  maggiore,  o  in  n 
nore  quantità  ;  perfino  fra  la  polvere  delle  p: 
mire,  e  più    fpeiTb  fra  la  fabbia  dei  fiumi, 
4ei  torrenti  incontrai!  quello  ricco  metallo  0 

M.  Più- 


Ni, 


(*)  %  On  trouve  dans  prefque  twtes  les  coul 
„  du  Chili  de  la  terre ,  d'  ovt  V  on.peut  tirer  de 
5,0»*;  il  n  y  a  que  le  plus  ,  ou  le  moins  ,  qui 
5*faiFe  ta  differente  ;  elle  efi  ordinairement  rouge 
5,  tre  ,  <&  mirice  vers  la  furface  ....  Quoiqu  il 
ì9foit  yil  efi  vrai  que  ces  lavoirs  font  très  freque 
3,  dans  le  Chili  ,  que  la  nonchalance  des  Efpagnol 
,5  (è*  ■■/*  peu  d'  ouvriers  qu9  ih  ont ,  laiffent  t 
,,  tréfors  immenfes  eri  terre  ,  dont  ils  pourroient  j 
5J  ciìement  jouir  ;  mais  comme  ils  ne  fé  boment  p 
5,  à  des  prcfits  mediocres  ,  ils  ne  s*  attachent  ,  cÀ 
5,  aux  minieres  ,  où  ils  peuvent  trouver  un  gai 
yy  confiderable  j  s9  il  /'  en  decouvre  quelque  par 
^tout  le  monde  y  court  ;  e*  eft  ainfi ,  qu  on  a  i 
35  Copiapò  ,  &  Lampangui  fé  peupler  fubitemen 
5,  CfT  y  attirer  tant  d*  ouvriers  ,  qu  en  deux  a 
5,  on  avoit  deja  établi  fix\  moulins  dans  ces  derni 
5,  res  mines  .....  ha  Conception  efi  Jituée  dans  i 
iiPays>  °à  tout  abonde  non  feulement  pour  les  l 
^foìns  de  la  vie,  mais  encere  qui  renferme  des  t 
3,  chefies  infinies  ;  dans  tous  les  environs  de  la  K 
,5  le  il  /  y  trouve  de  V  or  ,  particulìerment  à  do 
a,  ze  lieues  vers  V  E/l  à  un  endroit  appelli  Eftai 
3,  eia  del-Rey ,  où  V  on  tire  par  le  lavage  de  e 
3,  morceaux  d*  or  pur ,  qu  on  appelle  en  langagt 
9idu  pays  Pepitas ,  il  #*  en  efi  trouve  de  buit ,  C 


L  I  B  R  O      1  I.  I09 

.  Pitiche,  II  P.  Buffier,ed  altri  fcrittori  Fran- 
ti, e  Inglefi  atferifcono  ,  che  P  oro  del  chili 
1  più  puro  ,  e  il  più  pregevole  del  mondo  Ci), 
i  fatti  viene  ritrovato  effere  per  V  ordinario  di 
.  e  fino  di  13.  carati  e  mezzo  .  Nelle  Provin- 
:  Auftrali  fituate  fra  il  fiume  Eiobìo,  e  V  Ar- 
ci pe- 
to: marcs  ,    &  de  très-haut    aloy  .    On  en    tir  oh 
lutrefois  beaucoup    vers  Angol  \  qui  en   efl   à  14. 
ieues9  &  fi  le  Pays  étoit  habité  par  des  gens  la- 
orieux  9    on  en   tìreroìt   en    mille  endrìhs \  ok  V 
n  e  fi  per  fu  adi  qii  il  y  a  des  bons  Lavaderos   e*' 
(l-a-dirc  des  terres  9    d'  où  on   le  tire   en  le    fai* 
tnt  Jeulement  pajfer  dans   V    eau ,    camme  fé  le 
irai  ci- apre s  .  .  .  .  A  neuf,   ou  dix  lieues  vers  V 
fi  de  la  Ville  {Coquimbo  )  font  les  lavoirs  d1  An- 
acoll,  dont  V  or  efl  de  23.  carats  :    on  y   trava- 
Ile  toujours  avec  beaucoup  de  profit  y  quand  V  e- 
u  ne  manque   pas  ;  les  habitans    affurent ,  quz^ 
t  terre  efl ^  creadice  ,  e*  efl  à-dire  yque  V  or  /  y 
rme  continuellement ,  parce  qu*  aprìs  avoir  èie 
tvée,   quelques  do,   ou   80.   ans  après  on  trouve 
icore  prefqu   autant  d*  or  y  qu*  auparavant  .Dans 
tte  me  me  Vallee  outre  les  lavoirs  ,  il   fé  trouve 
r  les  montagnes  une  fi  grande  quantité  de  mi- 
'eres  d*  or  ,   ^   quelques  unes  d'  argent  ,   qu    il 
auro  il  de  quot  occuper  plus    de  40  ,   000.  hom- 
es;à  ce  que  j'  en  ai   appris  du  Gouverneur  de 
iquìmbo  ,    on  s'  y    propofe    d'   y    faire  incefiam- 
tntdes  moulinsymais  les  Ouvrkrs  y  manquent . 
tier  Voy.  pag.  195  ,  199  ,  i44  ,  %ò%. 
)  v>Qj£eflo   Regno  del  Chili  è  abbondante  di  mi* 
ere  d*  ogni  fpecie  ,  ma  fpecialmente    d'  oro,   <l> 
rame.  Le  miniere  di  quefla   fpecie  fono    comu- 
[fftme  ;   Coquimbo ,   Copiapo  ,  e  Guafce  hanno  mi- 
ere  d*  oro  3  il  di  cui  metallo  viene  per  eccellen- 
t  chiamato  Oro  Capote ,  effondo   il  più  pregia* 
le  di  qualunque  altro  feoperto  fin  qui .  Gazzet» 
sr.  v.  Chili . 


1 


H«  t  1  S  R  Ò     ì  1. 

cipelago  di  Chììoè  ,  fi  erano  fcoperte  molte 
niere  di  un'  oro  eccellente ,  dalle  quali  gli  ! 
gnuoli  ricavavano  fomme  immenfe,  e  per  qi 
motivo  avevano  aperta  una  Zecca  a  Valdivii 
un9  altra  a  o forno  .  Ma  gli  Araucani  dopo  a 
fcacciati  gli  Spagnuoli  con  più  fatti  d'  arm 
quelle  contrade,  hanno  chiufe  affatto  quefte 
niere,  proibendo  a  chiccheffia  fotto  pena  de 
vita  di  riaprirle  ;  perchè  codefto  popolo  glie: 
ro  è  ben  lontano  dal  far  quel  conto ,  che 
facciamo  di  quefF  idolo  ambito  dall'  avanzi 
Le  più  confiderabili  miniere,  che  ora  i 
votano  ,  fono  quelle  di   Ccpiapo  >  Guafco ,  Coq 

h 


II; 

■vi-.. 


(ij  ,,  Au  dejfus  de  ces  Valle  es  il  y  a  des  mini 
s>  &rgent .  de  vìf  argent  ,  de  cuìvre  ,  de  plomb 
53  un  fi  grand  nombre  demines  d*  or ,  &  ici  & 
3j  tout  ailleurs  dans  le  Chili ,  encore  fi  grande  q\ 
„  tité  df  or  dans  le  fobie  de  la  plupart  des  ri 
9i  res  ,  que  cetiain  Auleur  a  devi  dire ,  que  tout 
5i Chili  n%  efl  qu  une  piacque  d*  or.  Valdivìa 
5,  y  fut  après  Almagre  ,  &  qui  y  réufpt  miem 
3,  commenesment  ,  que  n  ctvoit  fait  fon  prédec 
g,  ur  ,  a  tire  une  très -grande  quaniité  d'  or  a 
3S  Pays  s  H  fit  travailler  à  dìverfes  mines  d*  o 
3,  riebes  ,  que  ehaque  Indìen  luì  rendoit  trente , 
3,  quarante  ducati  par  jour  ;  quand  il  n  y  ai 
3,  tu  que  douze ,  ou  quinte  Indiens  dans  ce  trav 
3  ,  cela  pouvoit  rendre  trois ,  qu  quatrecens  m 
si  par  jour  ,  &  dans  le  mois  environ  dix  mille 
3,  cats  ,  &  dans  V  année  cent  ,  ou  fix  vingt  » 
33  ducats  .  Cela  convieni  à  ce  que  V  lnca  Gara 
3)/°  r apporte  dans  fon  hifioire  ,  que  le  Comte  Va 
33  via  eut  pour  fon  partage  une  panie  du  Chili 
33  T'e  fes  fuJels  lul  vendoient  par  an  plus  de  i 
„  mille  pezos  d\  or  de  tribut  •  Sanfon  d'  Abbe'v 
Geog.  v.  Chili  • 


■  l  1  E  R  O     1  I.  IfI 

t,  fetore* ,  Ugu*9  Titoli,  Futa  ernie,  Cari® ,  A 
fa*,  Chinata;  e  -Umili.  p*t*gu* ,  le  quali ,  ad  ec- 
xzione  delle  ultime  tre ,  che  fooo  di  recente 
cavaroento,  hanno  refe  Tempre,  da  che  queffo 
legno  fft  conquisto  dalla  Spagna  ,  un  prodot- 

0  co/tante  e  '  confiderabile  .  Alcune  pero  delie 
.liniere  dì  girello  gemere  Ingannano  1  minatòri  9 
joftrandofi.  fui  bei  principio  fecondinole  di'  sue» 

Ho,  e  pofeia  ..-tutto  ad  un  tratto  mancabov  o 
ontinuano  fcarfaroente ,  Tale  fpecie  di  miniera 
tdulante  viene  chiamata  jfrf/a»  dagli  Orittelogi 
el  Paefei  quello  nome  fi  dà  parimente  alfe  cf- 
infioni  per  -lo  ■  più  circolari  ,  e  alle  ricchifliiML* 
eoe  ammucchiate,  che  di  quando  in  quando  fi. 
ovano  nelle  miniere  medefime .  Alcune  altre, 
vanendo  innondate  da  fotterraaee  foi£enti, 
mgono  abbandonate  dai  minatori ,  I  qmll  per 
xrne  altre  in  pronto  da  lavorare,  non  fi  dan- 
>  la  pena  di  eftrarre,    o  divertir  le  aeqoe  àih 

prime  .  Quefto  improvvifo  accidente  avvenne  , 
E  fono,  alia  famofa  miniera  dì  Peldebue  vici- 

alla  Capitale  del  Itegno  ?  rendeva  gioraal- 
:nte  da  tre  mila  feudi  d*  oro  ;  ma.  per  quante 
ligenze   fi  faceffero,    non  potendoli    liberarla^ 

1  acque,  che  fgorgavano  da  mm  le  bande, 
affatto  difmeffa  . 

la  matrice  dell9  oro  è  variabile,  e  fi  può 
e  con  ragione, che  non  fi  trova  alcuna  fpecie 
terra,  di  pietra,  o  di  metallo,  che  non  ffl. 
a  quefta  preziofa  materia  di  laboratorio ,-  ò- 
adattato  ricettacolo  ,  da  perfetto  fi  vedalo, 
«giare  o  iq  granelli,  0  in  foglitele,  o  in  & 

cherzi 


ti*  LIBRO     11. 

eherzi  curiofi  della  natura ,  o  in  mafie  irreg* 
tì3  che  tagliar  fi  pò/Tono  ancor  col  burino  . 
più  comune  matrice  però  è  una  fpecie  di  pi 
argillacea  roffa ,  e  fragile  :  un  pezzo  di  qu 
matrice  d'  oro  Chilefe  io  ho  avuto  il  piacer 
rivedere  in  quello  celebre  Inflituto  delle  Se 
xe  dì  Bologna.  Sono  eziandio  molto  diverf 
Salbatide ,  o  fieno  le  feorze  pietrofe ,  che  acc 
pagnàno  i  filoni  ,  le  quali  dai  Metallurgifti 
zionali  vengono  appellate  caffè:  alcune  fono  q 
zofe,  altre  fpatofe,  ed  altre  dominate  dal 
ce,  dalla  roccia  di  corno,  o  dal  marmo  ec.  : 
Ioni  capitali  fi  fpandono  in  differenti  venule 
chi/lime  ,  o  s*  internano  quafi  verticalmente 
dentro  a  profondità  fpaventofe ,  e  allora  V 
petto  minatore  è  coflretto  a  feguirli  con  imn 
fé  fatiche,  e  precauzioni  neceffarie  .  Alcuni 
io  fé  ne  trovano  che  corteggiano  orizzontata 
te  una  montagna  a  pochi  piedi  di  fondo .  La 
ro  direzione  è  molto  incollante,  ma  per  lo 
affettano  di  volgerfi  da  Mezzodì  a  Settentrio 
Quello  metallo  viene  eftratto  dalle  min< 
due  maniere  o  fpezzando  con  picconi  di  fer: 
fallì ,  che  ne  fono  ripieni,  o  fracalfandoli  e 
polvere  di  cannone.  Le  infrante  pietre  met; 
che  fi  riducono  poi  in  polvere  in  un  mulino 
nominato  Trapice  :  il  meccanifmo  di  quello  i 
lino  è  così  femplice,  come  quello  che  fi  pra 
in  Italia  per  macinarvi  le  olive  da  olio .  D 
macine  te  formano  la  conduzione  ,  una  glacen 
e  1*  altra  verticalmente  girante .  La  giacen 
che  ha  nel  fao  gìrx)  fpalmatQ  un  incavo  di  d 

Otti 


W. 


L  I  B  R  O      I  I.  113 

tto  pollici  di  profondità  atto  a  ritenervi  il  mi- 
grale, è  di  fei  piedi  incirca  di  diametro.  Sta 
el  fuo  centro  un  foro ,  per  cui  paffa  un  cilin» 
ro  verticale  piantato  in  una  Jfotippofta  ruota  ar- 
ìata  di  catini,  contro  dei  quali  urtando  1'  ac* 
uà  di  un  canale  la  fa  girare .  La  macina ,  che 
iace  verticalmente  fopra  la  giacente ,  ha  nel 
lezzo  un  affé  orizzontale  fìtto  nel  cilindro ,  che 
t  fofliene  alquanto  dalla  bafe,  e  la  fa  rotolare 
ranca  fopra  il  minerale  da  macinarli.  Il  fuo  dia. 
letro  ordinario  è  di  quattro  piedi  incirca ,  e  la 
la  groflezza  di  dieci  in  quindici  pollici . 

Allorché  dunque  il  minerale  è  alquanto  fchi- 
cciato  ,  vi  gettano  fopra  una  proporzionata^ 
uantità  di  mercurio  ,  che  pila  fi  mefce  con  1* 
ro:  ma  perchè  venga  meglio  {temprato ,  e  fci- 
Itó,  vi  conducono  dalP  adiacente  canale  un  fr- 
itto d*  acqua  ,  la  quale  ferve  ancora  a  gettarlo 
lori,  e  farlo  paffare  per  un  buco  in  certe  poz- 
;tte ,  che  chiamano  maritate  •  JL,'  oro  ancor  mi- 

0  al  mercurio  per  la  fua  gravità  precipita  al 
indo ,  prendendo  la  forma  di  globetti  bianca- 
ri,  e  morbidi  ;  ma  V  azione  poi  del  fuoco  dif- 
pa  il  mercurio ,  e  rende  all'  oro  il  fuo  brillan- 
j  color  giallo ,  e  la  naturale  fua  durezza  .  luu 
aefto  molino   fi  foglipno  macinare  ogni    giorno 

1  due  mila ,  e  cinquecento  libbre  di  minerale  . 

Il  lavoro  di  quefte    miniere  chiamate    mine 

1  pietra  è  pieno  di  difpendìo ,    e  di  fatica ,    e^ 

chiede  molti  finimenti ,   e  molta  gente,  ma  al 

ledefimo  tempo  apporta  un*  utilità  più  grande, 

più  collante  di  quella ,  che  arrecano  le  miniere 

H  dette 


lì* 


: 


**4  tlJTRO     n; 

dette  di  Lavzdcro ,  perchè"*  fi  cava  l'oro  lavai 
la  fabbia  dei  fiumi  ,  e  dei  rufcelli.  Quefto'1 
ne  praticato  per  lo  più  da  tutti  quelli ,  le  di 
facoltà  non  fono  fufficienti  a  fupplire  alle  f[ 
dello  fcavamento .  Coftoro  vi  s'  impiegano 
quefta  maniera  ;  raccolta  la  fabbia ,  o  la  t< 
carica  di  molecole,  o  di  pagliuzze  d*  oro  la  p 
gono  in  una  fpecie  di  navetta  di  corno  deno 
nata  porugna.  Sottopongono  quefta  all'  acqua 
dente  di  un  rufcello ,  agitandola  continuarti 
te ,  affinchè  la  fabbia  formontando  1*  orlo  i 
la  navetta  fcappi ,  e  lafci  nel  fondo  come  più 
fante  V  oro  purgato,  e  frammifto  folamente 
una  certa  terra  nera  ferrugine  fa .  Per  ripurg; 
dalla  medefima  lo  verfano  in  un  gran  piatto 
ìegno  avente  in  mezzo  una  concavità  di  quai 
In  cinque  linee.  Colla  mano  girano  quefto  p 
to  pofto  a  galleggiare  dentro  un  tino  pieno 
acqua,  e  dandogli  di  tratto  in  tratto  delle  fi 
fé  ,  fanno  sbalzar  fuori  la  terra  nera ,  e  rirn 
al  fondo  della  concavità  V  oro  lucente  divife 
particelle  dì  differenti  figure,  le  quali  non  al 
fognano  di  ulterior  pulimento  . 

Quefto  metodo  di  lavar  1*  oro  non  fem 
molto  economico ,  perchè  con  sì  fatte  operazì 
non  può  fare  a  meno  di  non  perderli  moltiftì 
particelle  metalliche  ,  che  per  la  loro  piccole 
verranno  trafportate  dall'  acqua  ,  Pare  dunqi 
che  farebbe  più  acconcio  adoperarvi  il  rnercur 
ovvero  fare  quefti  lavamenti  fopra  piani  indi 
ti  guerniti  di  ben  diftefe  pelli  di  montone 
raccogliervi   tutto  V  oro  *  come  viene   pratic 

ir 


I 


LIBRO     21. 


tf'i'if 


i  altre  parti.  Malgrado  però  i  difetti  della  ufi* 
ata  manipolazione,  il  prafltto  vi  è  molto  con- 
derabile  ,  e  talvolta  eforbitante  .  Trovanfi  ta- 
:>ra  fra  le  terre  ,  o  le  fabbie  lavate  dei  pezza 
'oro,  che  eccedono  il  pelo  di  una  libbra,  i 
uali  da' paefani  chiamanti  Pepita.  Ma  per  T  or- 
inario quello  preziofo  metallo  vien  raccolto  o 
1  polvere,  o  in  pagliuzze,  o  in  piccoli  granel- 
ritondi,  o  lenticolari .  Quindi  riporlo  dentro 
preparate  borfe  fatte  degli  fcroti  dei  montoni 
el  modo  fìeffo  che  fi  cofturnava  al  tempo  dì 
linio ,  vien  portato  a  vendere  nelle  Città  ,  do- 
e  è  ricercato,  e  più  iìimato  dell*  oro,  che  ca- 
afi  dalle  mine,  perchè  effendo  comunemente  di 
n  colore  più  vivace,  oltrepaffa  ancora  benef- 
effo  i  ventitre  carati- 

La  terra  impregnata  di  queft*  oro  appare  per 
>  più  ro (Uccia ,  ed  è  diftefa  in  idrati  leggieri 
i  quattro  o  cinque  piedi  di  profondità  [i]  .  I 
umi,  che  hanno  la  forgente  vicino  alle  minie- 
* ,  o  che  fcorrono  fra  le  montagne ,  dove  effe 
trovano ,  avranno  formato  fenza  dubbio  que- 
H  %  ili 

(i)  Un  certo  Tifnado  polendo  ,  anni  fono  ,  con* 
urre  un  rigagnolo  d*  acqua  in  una  (uà  p  offe/fi ones 
mata  nelle  pianure  dell*  Huilquilernu  trovo  con 
la  forprefa  nel  canale ,  che  /cavava  per  quefto  ef* 
ttto  ,  in  vece  della  terra  una  vena  d'  oro  in  poi* 
ere,  che  gli  frutto  più  di  50,  000.  feudi  fent>cu> 
ttica  alcuna  .  Lo  flejfo  accadde  ad  un  altro  chìa~ 
ietto  Baffo  ,  volendo  femìnar  del  grano  ,  in  uno  dei 
ìlcht  ,  che  Jt  lafciava  dietro  V  aratro  .  Quefli  efem* 
j  non  fono  rnoltq  rari  .  I  Nazionali  chiawa^°  Man-? 
a  quella  fpecie  di  miniere  accidentali  3  le  quali  [04 
w  'di  poca  eflenjìone  9 


JpH 


rx 


In  !ii 


!  lui 


Ili 


Ji6  L  1  B  R  O     I  h 

fti  ftrati  {laccando  T  oro  da  quei  filoni ,  e  con 
elfo  la  terra  roffa ,  che  ferve  frequentemente  < 
matrice  a  quefto  metallo  * 

La  quantità  d*  oro,  che  annualmente  fi  < 
ftrae  dalle  miniere  Chilefi,e  che  vien  chiama 
ero  quintetto,  perchè  fé  ne  paga  il  quinto  al  Re 
teforo,  afcende  alla  fomma  di  quattro  milio 
in  circa  •  Ogni  anna  fé  ne  batte  di  quefto  ui 
milione  e  mezzo  alla  Zecca  di  San-Giacomo  : 
rimanente  viene  parte  trafportato  fuori  del  R 
gno ,  e  parte  impiegato  in  arredi  facri  ,  e  vafc 
lami  di  Chiefa,  e  di  cafa,e  in  varj  altri  ado 
namenti  fpecialmente  delle  donne  >  Circa  poi 
oro ,  che  sfugge  al  tributo  del  quinto  >  non 
potàbile  determinarne  la  quantità  . 

Siccome  il  Perù  ,  dove  fi  è  fcoperta  la  Vi 
tìna,  o  fia  P  oro  bianco ,  è  contiguo  al  Chili 
io  perciò  mi  era  lufingato  di  poterla  anche  fc 
prire  in  codefto  Regno  s  ma  a  difpetto  delle  p 
diligenti  ricerche  non  mi  riufcì  di  rintracciari 
alcun  veftigio.  I  minatori  del  Paefe  chiamai 
oro  bianco  un  metallo  ,  che  cavafi  da  due  m 
niere  particolari,-  ma  quefto  metallo  non  e  % 
tro  j  che  un  oro  refo  bianco  per  la  gran  qua: 
tità  di  argento,  a  cui  trovafi  unito.  Dopo  ci 
fono  in  Italia,  ho  faputo,  che  preffo  un  mon 
del  Copiapò  appellato  Capote  già  famofo  per 
eccellente  oro,  che  produce,  fi  è  ritrovata  ui 
vena  di  un  metallo  bianco  refrattario ,  e  affati 
fconofciuto  ai  minatori ,  il  quale  potrebbe  ben 
eiTere  la  Platina . 

Il  lavoro  delle  miniere,  come  di  fopra  al 

biamo 


•^_*£X  B  R  O     I  U  117 

ìamo  infinuato  ,  è  pieno  d'  infinite  dliEcoltà  . 
lon  fi  penetra  nelle  vifcere  della  terra  fenza_* 
idti  pericoli  per  gli  operaj ,  e  fenza  grandi  fpe- 
z  per  gì'  intraprenditori  *  V  aria  flagnante  di 
uei  cupi  fotterranei  va  pi ùo  meno  infettata  da* 
lalefici  vapori  appellati  ora  mo fette ,  ora  fuochi 
tlvaticì.  Vi  vuole  un  gran  numero  d'  iftrun  en- 
;  per  iicavare  ,  per  trafportar  fuori,  e  per  pol- 
erizzare  il  minerale  :  fi  richiede  un'  immenfa 
uantità  di  Jegname  per  fo  fleti  ere  quelle  volte^ 
rollanti  a  mifura ,  che  fi  va  innoltrando  .•  que- 
e  complicate  operazioni  non  fi  fanno  con  poche 
raccia  ,  e  i  numerofi  opera} ,  che  vi  s'impiega- 
0,  devono  effere  ben  falariati ,  e  ben  nutriti* 
ooltre  non  fi  sa,  fé  il  prodotto,  che  fi  fpera_. 
i  ricavare ,  fia  per  compenfare  le  moltiplicate 
>efe,che  fi  è  co&retto  a  fare.Quefla  incertez- 
a  fola  bafterebbe  a  trattenere  tutti  gli  uomini 
all'impegnarli  in  avventure  di  quefla  forta  ,  fé 

lufinghevole  profpetto  di  una  proiUma  opulen- 
a  non  producefie  un  affafcinamento  fìmile  a_t 
uello,  che  cagiona  il  grotto  giuoco  .  A  propor- 
ione  però  della  quantità  di  miniere,  che  il  pae- 
!prefenta  da  pertutto  ,  fono  pochi  i  Chilefi  ,  che 
'  inducono  a  lavorarvi . 

Quelli  che  vogliono  intraprendere  lo  fcava* 
lento  di  qualche  vena,  chiedono  il  permetto  al 
roverno  ,   il  quale  non  fi  nega  ad    alcuno  .  Vi 

fpedifce  allora  un  Deputato  ,fotto  la  cai    au- 

Drità,  e  direzione  viene  divifa  la  miniera    111^ 

re  parti ,    che  ehiarnanfi    Stache  ,  ognuna    dèh 

ualì  contiene  146,  piedi  in  lunghezza,    e  113* 

H  3  in 


1 


«Il 


xi-8  L  I  E  R  O     1  li 

in  larghezza  .  La    prima  parte  tocca  al  Re  , 
di  cui  nome  poi  fi  vende  ad  altri  s  la  feconda 
padrone  del   luogo  ,  e  la  terza  allo    fcuopritc 
della  miniera    medefima  .  I  proprietarj    foglio] 
occultare  più  che  portone  quelle  vene,  che  ve 
gono   fcoperte  nelle    loro  pofTefiioni  ,  a    moti 
del  gran  danno,  che   reca  alla  coltura  dei  cai 
pi  la   numerofa   gente  ,  che  vi  concorre  .  Saput 
la  fcoperta  di  un*  ubertofa  vena  corrono  da 
gni   banda  i  paefani  parte  per  lavorarvi ,  e   pa 
te  a  condurvi    ogni  forta  di  provvigioni,    eh 
fanno  potervifi  efìtare  con  gran  vantaggio  .  Qui 
di  faceudovifi  a  poco  a  poco  una  continua  fier 
fi    vanno  coftruendo    abitazioni ,  e  un  borgo 
forma  di  una  fiabile  popolazione  .  Allora  il  G 
verno  vi  manda  a  presiedere  un  Giudice  chiam 
to  Alcalde  de  mina;  e  un  tale  impiego,  per  < 
fere    affai  lucrofo  ,  viene   fovente  conferita   al 
fleflb  Prefetto    della  Provincia  ,  il  gitale  poi 
deputa  un   Subalterno  . 

I  minatori  Chilefi  fono  per  lo  più  baftanf 
mente  iflruiti  nella  pratica  della  metallurgia ,  < 
anche  della  docìmafìa.  Effi  fanno  ben  ricerca 
le  miniere,  farne  i  faggj ,  fca varie  nelle  fituazi. 
ni  più  vantaggiofe,  formarvi  delle  gallerie  b< 
intefe  ,  puntellarle  con  Sicurezza,  dhlinguere 
filoni  di  vero  corfo  dai  ribelli  ,  cercare  i  me: 
zi  opportuni  di  rinnovarvi  V  aria  per  garantii 
dai  perniciofi  effetti  delle  epilazioni  fotterranet 
eoflruire  dei  molini  ,  e  dei  fornelli  acconci  al 
depurazione  dei  metalli  ,  e  in  fomma  fcegliei 
ì  fondenti  a  ciò  neeefTarj.  Tutto  queSo  però  vi< 

se  da 


LIBRO     I  1.  119 

i  da  effi  praticato  fenza  verun  fedo  principio, 
fenza  quelle  cognizioni,  che  fomminiftra  la— 
cria  di  quefte  utiliHIme  fcienze  .  Solamente  T 
perienza  ,  e  V  abitudine  fervono  loro  di  gui- 
>pi  e  di   maeftre  . 

La  gente  impiegata  nelle  miniere  fi  divide 
tre  claflì,  cioè  in  cavatori ,  fonditori ,,  e  Jpì~ 
:  quefti  ultimi  fono  quelli  che  trafportano  fuo- 
il  minerale  feavato  ,  e  i  materiali  inutili .  Que- 
j  tre  claffi  formano  nel  Chili  1*  ordine  detto 
etaliurgico  ,  i  cui  individui  fono  generalmente 
diti ,  intraprendenti  ,  e  prodighi  all'  ecceifo  s 
endo  tutto  giorno  i  ricchi  metalli  fra  le  ma- 
fi  avvezzano  a  difprezzarli  ,  e  gli  fcialacqua- 
•  con  profusione  incredibile,  fpecialmente  nel 
joco,  al  quale  desinano  tutto  il  tempo,  che 
>n  impiegano  nel  lavoro  ;  il  perdere  in  una 
tte  mille,  <y  due  mila  Scudi  chiamano  bagatel* 
,  ripetendo  fovente  per  giuftificare  la  loro 
ridotta  il  proverbio  inventato  da  loro  :  /  monti 
n  dimandano  conti.  La  loro  prodigalità  è  ginn- 
a  tal  fegno,  che  quando  V  accorgono  ,  che 
:uno  del  loro  corpo  procura  colla  fobrietà  rif- 
rmiarfi  qualche  cofa,  mettono  in  opera  tutti  i 
izzi  poflibili  per  fedirlo  ,  e  farlo  fpendere ,  af- 
che  fi  fpogli  ,  come  effi  dicono,  di  uà  vizi© 
aro  difonorevole  alla  nobil  profeflione  metal- 
lica, qua!  è  V  avarizia.  Quindi  avviene,  che 
ninatori  per  la  maggior  parte  muojono  fra  gli 
nti ,  e  la  povertà.  I  Mercatanti,  i  Vivandie- 
»  e  gli  Avventurieri  di  unte  le  profeffioni  fo- 
quelli,  che  godono  di  tutto  il  profitto  delle 
nkxt .  H.  4  1  Cor» 


p9H 


■ 


no  L  1  B  R  O     1  1. 

Concrezìo-  *  Corpi  appartenenti  alla  claffe  delle  co 
£l\  ^  j  erezioni,  benché  affai  abbondanti  nel  Chili,  m 
futura ,  prefentano  cofa  alcuna  ,  che  io  fappia  ,  degn 
di  particolare  attenzione  .  Le  pomici  fpecialme 
te  vi  fono  molto  comuni,  e  fra  le  Andi  fi  tr 
vano  monti  interi  formati  dà  quefte  produzic 
Vulcaniche  *  I  nazionali  ne  cavano  una  fpeci* 
particolare  di  color  grigio  chiaro  per  diftillar 
acqua ,  la  quale  è  eccellente  per  quefV  oggetti 
In  una  Collina  poco  difeofta  dal  Porto  di  V; 
paraifo  fi  difotterrarono,  effendo  io  prefente,  v 
rj  pezzi  di  travi  fquadrate  tutti  impietriti,  : 
cuni  dei  quali  avevano  otto  piedi  di  lunghezz 
Vi  fi  feorgevano  chiaramente  i  tagli  dell'  afe 
Europea,  onde  tai  legni  cominciarono  a  impi 
trire  molto  dopo  Y  arrivo  degli  Spagnuoli  . 
terreno  della  Collina, che  è  fabbiofo ,  rinchiud 
va  ancora  una  gran  quantità  di  fcheggie  firn 
mente  pietrificate  .  Il  Salce  Chilefe  è  forfè  1'  < 
bero  più  fufeettibile  di  quefta  trafmufazione  ;  < 
pertutto  fi  ritrovano  i  fuoi  tronchi  convertiti 
pietra,  ballando  tenerli  qualche  tempo  in  ui 
terreno  fabbionofo  e  umido ,  perchè  vengano 
pietrificarfi  •  Il  Cereo  Peruviano  ,  attefa  lac  fi 
tenitura  fucofa ,  e  poco  confidente  ,  fembra  m 
no  adattato  ad  impregnarfi  dell*  umore  lapidi] 
co:  tuttavia  fé  ne  veggono  alcuni  pezzi  inter 
Jtiente  impietriti  con  tutte  le  loro  fpine . 


^J^^^^Mf^ 


LI- 


ut 


«2 


=3* 


LIBRO      III. 

Erbe ,  arboscelli ,  e^  alberi  del  Chili  • 

l  Mineralogifti ,  qualora  trattano  degl'  indizi 
fterni,  che  caratterizzano  le  miniere,  dicono 
he  i  terreni  minerali  o  fono  affatto  Aerili,  o 
on  producono,  fé  non  che  fcarfi  vegetabili  ,  e 
uefti  fcolorati,  e  languidi  a  cagione  de'  nocivi 
apori,  che  continuamente  vi  regnano.  Quefta 
ffervazione  è  in  generale  poco  efatta,  mentre, 
ome  ben  nota  U»  Macquer  (i) ,  fi  trovano  del- 
;  terre  fertiliflìme  ,e  delle  piante  In  ottimo  fta- 
>  fopra  le  miniere  metalliche  anche  vicine  alla 
iperficie  .  Di  fatto  il  terreno  Chilefe  ,  benché 
ipìeno  di  minerali,  come  abbiam  veduto,  pre- 
sta da  pertutto  una  vegetazione  la  più  vigo- 
3fa,  e  la  più  abbondante.  Le  pianure,  le  val- 
,  e  quafi  tutte  le  eminenze  fi  veggono  rivefti- 
5  di  belliitìmi  alberi*  che  per  lo  più  non  per- 
ono  mai  il  verde  delle  loro  foglie, e  quei  ter- 
eni  ubertofi  fi  ricuoprono  alle  rifpettive  ftagio- 
i  d'  innumef abili  piante  annuali  .  Il  P.  Feuil- 
ée ,  come  fi  è  detto  altrove,  defcrive  folamen-» 
e  le  più  rimarchevoli  delle  produzioni  vegeta- 
gli, che  crefcono  in  quelle  maremme  ,   perchè  , 

come 


i 


(0  Dìfììon*  de  Chyrnie  v.  mines  • 


il 


■  - 


iati  L  I  B  R  O     1  I  f. 

come  egli  avverte,  non  fi  teofìò  mai  dai  cìrcoli 
darj  dei  Porti  .  Tutto  P  interno  ,  che  ne  va  pi 
doviziofamente  fornito  ,  rimane  tuttora  intatt 
2ÌÌQ  ricerche  dei  Botanici,  i  quali  fé  penetrale 
ro  mai  a  dentro  dì  quel  benefico  Clima ,  vi  tre 
verebberó  un  teatro  interamente  nuovo  di  vege 
tazione . 

Io  regiftrerei  volentieri  tutte  le  ricchezze 
che  potei  enervarvi  in  quefto  genere  9  le  gli  ar 
gufi*  lìmiti,  chi  le  circoflanze   mi    preferirono 
non  m*  impedì  (fero  di  prolungare  la  mia  narra 
zione.  Mi  contenterò  per  tanto  di  trattare    uni 
camente  di  quelle  piante,  che  mi  fembrano    le. 
piùnotabili  pel  vantaggio,  che  ne  ricavano  que 
gli  abitanti.  Siccome    quefte  fi  riducono  .a  poc< 
numero,  così  ncn  mi  pajono  fufcettibili  di  alcui 
melode  lift-ematico,    il  quale  lungi  dal    metterv 
ordine,  produrrebbe    anziché  nò  della  confufio 
ne,  e  fi  renderebbe  troppo  difafo  per  un    opuf 
colo    dj  quella  natura.  Ciò  nonorlante  al    fine^ 
della  pagina  procurerò  di  notare  indicando,   co 
me  ho  avvertito  nella  Prefazione,  le  ciarli,    gì 
ordini,    e  j  generi    del  Siftema    feffuale,  a    cu 
■pofìbno    ri  ferir  fi    tutti  i  vegetabili  ,    di  cui    fare 
menzione .    Eflendo  tuttavia  neceflario  il  feguin 
quache  o*di»e  -,  io  vengo  a  dividerli   in  cinque^ 
famiglie  ,  o  ciarli,  cioè  a  dire  in  Erbe,   in  Can* 
ne,    in   Edere    o    arbufti    fcandenti,    in    ArbafceU 
h\    q  in  Alberi.    Quella  claffificazione,    benché 
volgare,    e  niente    filolofica,  è  più  comoda,    e 
più  atta  a  dare  una  fuccinta  idea  delle  produzio- 
ni vegetabili  piti  utili  di  quefto  Paefe  * 

Fra 


LIBRÒ      1  I  li  Tft3 

Fra"  le  erbe,  che  il  terreno  Chi! e/e  fpotita-     Krbe. 
eamente  produce,    ve  ne  fono  molte  ancora  dictlU.  cachu, 
uelle,  che  veggiamo  nafcere  in  Europa  ,  come 
irebbero    le  malve,  ì  trifogli,   le    piantaggini, 
!  cicorie,  le  meliffe  ,   le  mente,  le    ortiche,  e 
arecchie  altre  triviali  .    Quelle  poi,  che    qui  fi 
Stivano    negli  orti  ,  fi  trovano  in  gran    parte~s 
icolte ,  e  felvatìche  nel  Chili ,  tali  fono  ì  napi 
lupini,  i  pifelli,  i  pomi  d'ero,  il  pepe  d' la- 
ta ,    i  nafturzj ,  la  fenape  ,    V  appio,  i|.  finoc- 
ria, il  cardo,,  la  portulaca  ec  (i).  Nelle  con» 

trade 


(i)  „  Au  rejle  toutes  les  racines  ,  que  nqus  avon?* 
y  viennent  en  abondance ,  &  prefque  fan?  peine  ì 
il  y  en  d  meme  ,  qii  oh  tròuv'e  dan?  les  campa" 
gnes  fa'ns  tuli  tv  er ,  Comme  de?  nateti  ,  de?  Tow* 
pinambous  ,  de  la  cìcorée  de  deux  efpeces  ,  ec,  Le$ 
berbes  ar  ometti  que  s  n'  y  font  pas  moins  commu- 
nes  ,  le  petit  baume  ,  la  melìfle,  la  tanijìe  ,  le* 
camomille?  9  la  mente  ,  &  Une  efpece  de  _  pilo/el- 
le ,  qui  à  une  odeur  approchante  de  celle  de  l  a<* 
bfynte  ,■  y  couvrent  les  compagne?  :  V  alkehengi , 
dont  le  fruii  a  plus  d%  odeur  ,  qu  en  France:  u~ 
ne  efpece  de  petite  f auge  ^  qui  sy  e  leve  en  arbrifi 
feau  ,  doni  la  feuille  reffemble  un  peti  au  roma- 
rln  par  fa  figure ,  &  par  fon  odeur  d'  eau  de  let 
Reine'  d'  Hongrie  ,  les  Indiens  ?  appellent  Pai- 
ghi  :  e*  e  fi  peut-  etre  une  efpece  de  Conica  Afri- 
cana falvi^e  odore  ,  elle  doii  contenìr  heaucoup 
de  principe?  volaiils ,  fi  V  on  juge  par  V  odora?  , 
è*  par  le  gota.  Les  rofes  viennent  naturellément 
datts  les  collines  fan?  apòir  été  pianti  e?  %  &  ? 
efpece  la  plus  frequente  5  qui  .y  croii  ,  y  efl  ou  mo* 
ìns  ipìneufe  qit  en  arance  ,  ou  toni  «  a-  fai}  fans 
épines  .  Il  fé  trouve  aujfi vdans  les  campagne?  une 
fièur  femblale  a  cotte  efpece.  de  lys ,  qu*  on.appel-* 
te  en  Bretagna  Guérneziaifes-j  0*  ls  Fere  Fe.mlifyi: 


ii4  LIBRÒ      II  J. 

trade  Settentrionali  di  quefto  Regno  allignai 
pure  le  piante  dei  Tropici,  come  la  cannai 
zucchero  ,  la  Mufa  ,  le  batatte  dolci ,  il  pepino  (* 
il  cotone  bianco ,  e  quello  di  Siam  ,  la  Giala 
pa,  il  Mecioacan  ,  ed  altre  men  confiderabili, 
Inoltre  pruduce  un  grandiflìmo  numero 
altre  piante  di  fpecie  particolari ,  alcune  de 
quali  fono  comuni  in  tuttala  fua  eftenfione  , 
tre  non  trovanfi ,  fé  non  nelle  Provincie  Bor< 
li  ,  o  Auftraii ,  ed  altre  affettano  di  feguire  1 
divifione  naturale  da  noi  difegnata ,  vale  a  dii 
ve  ne  fono  delle  tnarìtti me,  delle  mediterrane 
e  ddÌQ  Andine  •  Nelle  mie  riftrette  erborizzaz 
ni  io  avea  già  oifervato  da  tre  mila  piante  < 
bacee  ,  che  non  trovo  regiftrate  in  alcun  cata 
§o  botanico  .  Moke  di  quelle  producono  dei  f 

ri 

3,  HemerocalHs  floribus  purpurafcentibus  ftriati 
3,  fon  nùm  en  Indien  est  liuto  6*  non  pas  ligti 
„  eomme  il  dit  ;  il  y  en  a  de  différentes  couleur 
,,  £*r  des  Jix  feuilks  ,  qui  la  compofent  ,  il  y  en 
„  toujours  deux  de  panachées  :  de  la  tacine  de  c< 
9,  te  fleur  féchée  au  four  onfait  une  farine  tris  bla 
9Jcbe ,  qui  fert  a  faire  des  pates  de  confiture* .  Fj 
„  zkr  Voy.  tom.  r .  pag.  155. 

(*)  Melongena  laurifolia  fruclu  turbinato  vari 
gato  *   Fenili . 

„  Le  pifiìle  devient  un  fruit  long  de  cinq  pou< 
3,  pour  V  ordinane ,  fur  trois  pouces  d1  épaiffeur  tt 
3,  mine  en  pointe .  Ce  fruit  eil  couvert  d'  une  pt 
^rayée  £*  un  rouge  cramoify  ;  le  fruit  rtant  m< 
39  re  n ferme  une  chair  jaunatre  femblahle  à  celle 
„  nzs  melons  ;  elle  en  a  le  meme  gotit\  elle  eft 
„  quze  vers  fon  centre  de  plufieurs  petites  grah 
v  lentlculaires  l&rges  d'  nne  Vigne .  Feuill.  tom. 


mm 


LIBRO      III.  n$ 

così  {limabili  per  la  loro  bellezza  ,  e  fragran- 
te quelle  campagne ,  durante  la  Primavera, 
nbrano  altrettanti  giardini  .  Ma  quei  naziona- 
le come  il  rimanente  degli  uomini  fono  a- 
ititi  delle  cofe  foreftiere,  coltivano  più  volen- 
ri  i  fiori  Europei.  Alcuni  però  condotti  da  un9 
iuftriofa  curlofità  hanno  cominciato  a  trappian- 
e  nei  loro  giardini  varj  di  quefti  fiori  falcati- 
li quali  anche  in  mezzo  ai  più  flimati  d9  In- 
n  vi  fanno  magnifica  compgrfa. 

Il  beftiatrre  domeftico,  che  in  tutte  le  fia- 
mi  dell*  anno  refta  nelle  campagne  a  cielo  /co- 
rto ,  trova  in  quefle  erbe  un  nutrimento  fo- 
nziofo  ,  e  molto  adattato  a  procacciare  alle 
:  carni  tutte  le  fqusfitezze ,  che  fi  richiedono, 
ietto  nutrimento  vi  è  perenne  ,  mentre  le  pro- 
doni dei  paioli  fi  fuccedono  vicendevolmen- 
te i  terrazzani  non  ufano  di  fegare  il  fieno, 
alimentano  quei  cavalli,  che  tengono  in  Git- 
,  con  T  orzo,  e  I*  erba  medica  coltivata  .  Le 
nte,  che  più  abbondano  in  quelle  praterie  , 
o  i  trifogli  volgari  chiamati  dagP  Indiani  gual- 
he,  che  fi  propagano  in  undici,©  dodici  fpe- 
,  le  luzerne ,  e  una  fpecie  di  pettine  di  Ve- 
re detta  volgarmente  loìqui-Uhmn  ,o  aìfihriU 
di  cui  tutti  gli  animali  fitifagi  fono  affai  ghi- 
i  • 

Quefta  pianta ,  che  denominerò  Stttnéìx  Chi- 
ps (*)    fi  diftingue  dalla   fua  analoga  Europea 

pel 


PI 


[*j  Scandix  femin.  roftro  longifBmo ,  foliolis  in*» 
;ris  ovato  •  lanceolatis  • 


;jii.i 


li 


gel  Tuo  odore  aromatico  ,  per  i  fuoi  fufti  noi 
iilriati ,  e  per  le  fu  e  foglie  notabilmente  grane 
le  quali ,  benché  fieno  alate  come  quelle  del  pi 
tùae  di  Venere  ,  hanno  però  le  foglioline  inter 
e  caroofe  ;  la  fu  a  fruttificazione  non  è  punto  d 
ferente.  Io  credo,  che  quefta  pianta  fia  ance 
vulneraria,  come  lo  addita  il  fuo  nome  Chi 
fé  ,  che  lignifica  erba  delle  piaghe  s  o  delle 
yite  • 

La  luffureggiante  libertà  "del  terreno  rin» 
gorifee  talmente  quefie  pafture  ,  che  in  alcun 
parti  s*  innalzano  perfino  a  coprire  i  monton 
ciò  che  arriva  fpecialmente  nelle  Vallate  de 
Cordigiiera  ,  dove  la  vegetazione  fi  fviluppa  fé 
pre  con  maggiore  energia  .  In  mezzo  però  a  li 
ti  pafcoli  eccellenti  crefeono  due,  o  tre  maln; 
piante  nocive  al  beffarne .  La  più  perniciofa 
è  quella ,  che  daa  Paefani  viene  chiamata  mei 
nemicamente  erba  <■  loca  ,  cioè  a  dire  erba  matt 
perchè  quando  gii  animali ,  e  foprattutto  i  cav 
li,  ne  mangiano,  diventano  furiofi  . 

Quefta  erba,    che  appartiene  ad   un  nuo 
genere  detto  da  me   Bippomanica\  (*)  produce 

fufti 

"*■  '  (*j    'Decandrià  -  Monogenìa  . 
Hipporriariica  cai.  5»-  partitus  ♦  Retala  5.  ovat 

Caps.  4.-  locularis  . 

Radix  ar^nua  ,.fibrofa  .  Caules  plurimi,  erett 
4  -  adulati  ,  glabri ,  ramofi  .  Folla  ramea  ,  feJjtÉ 
glabra  .  Flores*  ptdunculatì  ,  folitarìi  .  Cai.  5.  -  pi 
tìtus  j  la  frinii  s  oh  ovat  is  *  Corolla  calice  paulo  longit 
Stamina  decem  fubulata  longitudine  calycis  ,  anU 
vis  oblongis .  Cermen  oblongum  .  Stylus  filiformi 
lo  ngit.  fi  ami  num  .  Stigma  obèufum  .  Caps,  4  -  v> 
vis*  Semina  plurima. 


LIBRO      III.  ii7 

ufti  angolofi,  alti  da  un  piede,  e  mezzo  colle 
:ogHe  oppofte  ,  lanceolate  ,  intiere  ,  carnofe  ,  di 
:olor  cenerino  ,  lunghe  un  pollice  ,  e  attaccate 
enza  picciuoli  ai  rami .  Dalla  cima  dei  rama- 
celli  nafcono  i  fiori  rofacei ,  comporli  dì  cinque 
uccoli  petali  ovali  di  color  giallo  ,  e  foftenuti 
la  un  calice  divifo  in  cinque  parti  :  il  piftìilo  di- 
enta  una  capfula  compartita  in  quattro  cailetti- 
ie,  che  contengono  dei  femi  neri  reniformi,  li 
jgo  fpremuto  da  tuttQ  le  parti  delia  pianta  è 
ifcofo,  giallognolo,  e  un  poco  dolce.  Quan- 
nnque  i  coltivatori  procurino  foliecitamente  di 
iftruggere  affatto  la  fpecie ,  fé  ne  veggono  pu- 

2  ripullulare  varie  di  querce  piante  nei  prati  più 
iegui  .    L'  unico  rimedio  per    guarire  i    oaval- 

,  che  ne  abbiano  mangiato,  fi  è  di  farli  rif- 
aldare  correndo  ,  onde  per  via  di  molto  fudo- 
;  fi  venga  a  diOipare  la  malignità  di  quel  fuc- 
ilo s  altrimenti  s*  incontrerebbe  il  pencolo  di 
srderli  . 

Il  terreno  Chilefe ,  oltre  alle  piante  intro- 
ottevi  dall'  Europa,  produce  una  quantità  con- 
ierabile  di  erbe  utiljfllme  agli  alimenti  ,  allo» 
•ti,  e  fpecialmente  alla  medicina  .  Le  principa- 

piante  alimentari  ,  che  da  tempo  immemora- 
le vi  allignano ,  e   che  gli  Spagnuoli    trovare- 

3  già  coltivate  da  quei  popoli  portati  per  fe~# 
sili  all'  agricoltura,  fono  le  feguenti  (i) . 

i."  Il 

(i)  lì  Sig.  Paw  dice  ,  che  l\  armata  dì  Almag.ro 
ttì  una.  gran  fame  ,  quando  penetro  nel  Chili  ;  ma 
tefio  non  accadde  dentro  i  confini  di  quel  Regno  : 
n%ì  confia  dalle  Jlorie  di  quei  tempi  ^  che-  gli  &£&* 


PI 


;!"fcni 


Alimentari 


nS  LIBRO      111. 

i.  Il  formentone  ,  p  il  Zea  Mays ,    detto 


Cini.  Mo-iinaUa  Chilefe  G«* .  Queflo  grano  infinitame 
fruttifero  faceva  le  veci  di  frumento  in  tutta 
America ,  allorché  vi  approdò  Colombo  ,  ce 
atteftano  tutti  gli  Autori  contemporanei,  o  v 
ni  a  quell*  epoca  (i) .  Il  nome  d' India  dato 
propriamente  a  quella  quarta  parte  del  Globo 
fatto  fenza  dubbio  dire  a  M«  di  Bomare,  chi 
formentone  originano  dell8  Afia  era  flato  di 
trafportato  in  Europa ,  e  quindi  in  America  . 
euni,  come  ben  nota  Caftore  Parante,  lo  e! 
mano  malamente  gran -turco,  perciocché  fi 
portato  dalle  Indie  Occidentali ,  e  son  di  I 
€hia.  Il  M#//crefce  a  meraviglia  nel  Chili,  p 
ducendo  d'  ordinario  tre ,  o  quattro  pannocc 
ben  grandi,  e  perfettamente  granite. 

GÌ"  Indiani ,  che  ne  coltivano  otto,  o  w 
varietà ,  ufano  molto  quello  grano ,  facendo! 
diverfe  vivande,  tra  le  quali  ftimano  affai  ui 
che  chiamano  umìnt»  :  quefta  fi  fa  col  forment 

anco 


«nuoli  furono  abbondantemente  forniti  di  viveri 
bito  ,  che  giù n fero  alla  prima  Valle  del  Copiapò  . 
carefiia  afflile  quelle  truppe  nel  deferto  dì  Atacan 
che  non  ha  rilevato  mai  dal  Chili . 

(i)  3,  Siccome  nelle  partì  del  mondo  vecchio , 
9,  fono  V  Europa  ,  /'  Afia  ,  e  V  Africa  il  grano 
„  comune  agli  uomini  è  il  formento  ,  così  nelle  } 
33  ti    del  Nuovo  mondo  è    fiato  ,  ed  è  il  grano 
,3  Mais,  e  fi  è  trovato  in  quafi  tutti  i  Regni    d 
#)  Indie  Occidentali  y  nel   Perù  ,  e  nella  Nuova  S 
i>gna  ,  e  nel  Nuovo  Regno  ,  in  Guatemala  ,  in  C 
„  ley  in  tutta  la  Terra  ferma  •   Acofta  Ift.  Nat 

L  4.  e.  16. 


ili  '  ■';! 


L  1  S  R  O     III.  tip 

incora  frefco  e  tenero  ,  macinandolo  fra  due  fafli 
ifcj,  corae  preparano  il  caccao  i  Cioccolatieri  w 
-a  parla  latticinofa,  che  ne  proviene,  condita-" 
:he  fia  con  graffo,  fale,o  zucchero  fi  riparte  in 
anti  pezzetti ,  i  quali  ravvolti  fra  le  foglie  più 
enere  delle  pannocchie  fi  cuociono  in  acqua  boi- 
ente  0 

Quando  il  mais  è  maturo  lo  ferbano  per  fo. 
lentarfi  neir  inverno  di  due  maniere,  perchè  © 
jli  danno  una  leggiere  cottura,  e  allora  lo  no- 
ninano  chuchoca  ,  o  lo  lafciano  così  crudo  :  col 
>rimo  fanno  delle  mineftre,  e  coli'  altro  una- 
òrta  di  birra  affai  guftofa:  Io  mettono  anche  in 
arma,  ma  prima  di  macinarlo  coftumano  di  ab- 
♦ruftolirloin  un  bagno  di  fabbia .  Per  quefto  og- 
getto adoprano  più  volentieri  un'altra  fpecie  di 
ormentone  detto  Curagua  (*) ,  il  quale  ancorché 
n  tutte  le  fue  parti  (la  più  piccolo ,  pure  collo 
crepolar  che  fa  nel  bagno  di  fabbia,  acquila  un 
rolume  due  volte  più  grande  dell'  altro,  e  ren- 
le  una  farina  più  bianca,  e  più  leggiere:  con 
metta  farina  ftemprata  con  zucchero  in  acqua^ 
refea,  o  calda,  fanno  le  bevande,  che  chiamano 
Ugo  ,  e  Ch  ere  art  . 

2.  Il  Magu  fpecie  di  fegala ,  e  3.  la  Tkctu 
orta  di  orzo.  Gli  Araucani,  che  coltivavano 
uefte  due  piante  avanti  lf  ingreffo  degli  Euro- 
>ei ,  ne  hanno  difmeffa  quafi  intieramente  la  col- 
ora, dopo  che  è  fiato  introdotto  preffo  loro  il 
rumento  .  Perciò  io  non  ebbi  mai  1*  opportunità 
I  di 

(*)  £ea  (  mtagu*  )  foliis  ferratis  » 


il 


no  LIBRO      lì  I. 

di  offervarle  per  poter  darne  la  defcrizi©ne .  Ce 
quelli  grani  facevano  quei  popoli  il  loro  pane 
che  appellavano  Covque ^  nome,  che  ora  danr 
al  pane  di  frumento  . 

4.  La  Q;iinua  (*)  è  una  fpecie  di  Chenop 
dio  ,  che  crefee  da  tre  in  quattro  piedi:  fa  U 
foglie  grandi  romboidali,  finuate,  di  un  ven 
carico  ,  e  i  fiori  ftaaiignofi  difpofti  in  lungh< 
fpighe  ,  le  quali  fi  caricano  di  Tementi  nere  r 
tolate  in  ifpirale  ,  che  perciò  fembrano  lentie 
lari  *  Ve  ne  ha  una  varietà  detta  Vahue  da| 
Indiani,  la  quale  produce  le  foglie  cenerine  , 
le  Temenze  bianche  .  Colla  Temente  nera  que^ 
abitanti  fanno  una  bevanda  fiomacale  e  piacev 
le,  e  colla  bianca,  che  nel  cuocerla  fi  diften< 
a  guifa  di  un  piccol  verme,  fanno  una  faporc 
rnineftra,  e  mangiano  ancora  le  foglie,  che  i 
no  tenere,  grate  al  gufto,  e  fané. 

5.  li  Degni,  Pbxfeolus  vulgarh  ;  i  nazlon 
li  coltivavano  prima  delle  conquide  Spagnuoh 
varie  fpecie  di  fagiuoli  poco  differenti  dagli  E 
ropei  .  Fra  quefte  una  dei  diritti  chiamata  da  1 
ro  cudihuelo  ,  e  tredici  degli  [candenti ,  o  arrai 
picanti,  tra  le  quali  fono  da  notarfi  i  Fallar 
Tbafeélus  Fallar  (t*)  per  i  loro  femi  di  un  polli 
incirca  di  grandezza ,  e  i  borrichetti  Phafcol 
-ifellus  (3*),   i    cui  femi  fono  sferici,  e  burro! 

'• ^__ .         6.  Il 

(*)    Chenopodium  folio  finuato  faturatè  vireni 
"EfuiL 

(%*)   Phafeolus  caule  volubili ,  Iegum  .  pendu! 

cylindncis ,  torulofis . 

(5*)  Phafeolus  caule  volubili,  foliis  fagitttti. 

e  minibus  globeiìs  » 


LIBRO     III.  i5r 

6.  Il  Pomo  di  terra,  Solarium  tuberofum  àeU 
>  altrimenti  fatata,  Papa,  pogni  ec.  La  radice." 
.mcricana,  che  porta  tutti  quefti  nomi ,  fi  ren- 
i  ogg»  1'  oggetto  delle  meditazioni  dei  Geor- 
gi Francefi,  e  Inglefi  per  1»  utile,  che  pò- 
ebbe  arrecare  all'  umanità  in  cafo  di  careftia 
grani  ,  maggiormente  dopo  che  M.  ài  Par- 
entier  ha  trovata  la  maniera  di  farne  un  pane 
anco  ,  e  leggiere  colla  polpa  ,  e  T  amido  che 
n'  eftrae,  fenza  aggiungervi  della  farina  di 
umento,  come  fi  praticava  avanti.  M.  di  Bo- 
are ,  che  ne  parla  vantaggiofamente  con  altri 
aittori  Economici,  e  Medici  (i)  ,  afferifce  nel 
o  Dizionario  ài  Storia  Naturale,  che  quefta- 
anta  è  originaria  del  Chili .  Dihtti  tutte  le 
e  campagne  ne  producono  fpontanearnente  in 
il  numero  ,  ma  quefte  pape  felvatiche,  che  gì* 
diani  chiamano  Maglia,  fanno  i  tubercoli  pie- 
li  ,  e  un  poco  amari  ,  il  che  proviene  fenza 
bbiodal  difettò  di  coltura.  Se  ne  trovano  due 
icìq  diverfe,  e  più  di  trenta  varietà,  che  i  pae- 
1  *  fan! 

M  „  Selanum  tuberofum  efculentum  C.  8.  p.  H&c 
Pianta  Americana  apud  ms  hortenfis ,  &  arven- 
■ ,  tuberà  etiam  pr&bet  edulìa  ,  qua.  numero  cir- 
ger  quadraginta  e  radicibus  lati  ferpentibus  pro- 
\trmin*nt,&in  squali  pretto  habentur  apud  dì- 
yjtef  &  pauperes  :  fat  grarum  habent  .faporeni  , 
verte  dìgeruntur  ,  &  non  mìnus  forte  ,  quàmu 
>xjtaneA  ,  nutrizioni  apta  cenfentur  ;  bine  caven. 
tum  ne  ma Jori ,  quàm  par  e§i ,  copia  ìngeran- 
uri  tnfuper  vi  quadam  anodyna  humores  aflu» 
ames  compiere  queunt .     Lieuraud  bynop.  pnx. 


13*  LIBRO      111. 

fani  coltivano  con  buon  fucceflb  •  La  prima  e  § 
la  comune  ,  e  ordinaria  :  la  feconda  ,  che  può  a 
peliarfi  folanum  Cari  (*)  dal  Aio  nome  patri 
produce  i  fiori  bianchi  con  entrovi  un  gran  n 
tario  giallo  come  quello  del  narciffo,  e  f a  i  1 
befcoli  cilindrici,  e  dolci,  che  perciò  fi  m; 
giano  comunemente  arrogiti . 

7.  L'  Oca  Oxalis  tuberofa  U*)  :  Nel  Pi 
crefee  una  pianta  tuberofa ,  che  porta  il  me 
fimo  nome,  ma  io  la  credo  differente  da  quel 
1/  Oca  Chilefe  raffomiglia  nella  forma,  e  n< 
fruttificazione  all'  Alleluia  gialla,  fa  le  fogl 
parimente  ternate,  e  acide,  ma  le  fue  fogli 
ne  fono  ovali ,  e  la  fua  radice  getta ,  come  qi 
la  del  pomo  di  terra,  fei  o  fette  tubercoli  1 
ghi  tre ,  o  quattro  pollici ,  e  ricoperti  di  u 
pellicola  fonile,  e  iifeia  .  Quefti  tubercoli, 
fono  bianchi  ,  teneri ,  e  di  un  fapore  tra  il  .< 
ce,  e  T  acido,  fi  mangiano  cotti,  e  fervono 
che  di  femente  per  la  riproduzione  della  piai 
Il  genere  delle  Alleiuje  comprende  nel  < 
ìi  moltiffime  fpecie,  tra  le  quali  fono  pregi; 
In  particolare  lì  Culle  rofio  (3*)  eccellente 
la  tintura  ,  e  un  buon  fpecifico  contro  le  fé 
ardenti,  e  la  Barìlla,  o  fìa  1*  Alleluja  vh 
del    Coquimbo    (4*)  ,    la   quale    getta  un   g: 

nume 


(*)  Soianum  caule  inermi  herb. ,  fol.  pinnati: 
teg.  ,necìar.  campanulato  fubxquante  petala  . 

(x*)  Oxalis  pedunc.umbelliferis ,  caule  rami 
jadice  tu  ber  ola. 

(3*)  Oxis  rofeo  flore  ere&lor,  vulgo  Cul^e  .  F 

(4*)  Oxalis  fcapo  muitifloro ,  fol.  ternatis  ov 


LIBRO      III.  15$ 

umero  di  gambi,  o  verghe  alte  da  cinque  pie- 
i,  grofle  come  un  dito,  tenere,  acide,  e  n- 
eflite  dì  fiori  gialli  verticillati,  e  campanifor- 
11  •  Quefta  pianta  non  produce  altre  foglie ,  che 
i  radicali,  le  quali  fono  ternate,  e  proporzio- 
almente  grandi. 

8.  La  Zucca  ;  ve  n*  ha  ,  come  in  Europa  , 
uè  fpecie  principali ,  cioè  la  zucca  a  fiori  bian- 
hi,  e  la  zucca  a  fiori  gialli ,  o  vogliam  dire  la 
ucca  Indiana.  Della  prima  fpecie,  che  i  Chilefi 
biamano  guada ,  fé  ne  coltivano  ventifei  varietà 
ottanti,  alcune  delle  quali  fanno  i  frutti  dolci, 
commeftibili ,  ed  altre  li  producono  amari  .Tra 
uefti  ultimi  è  degna  di  particolar  menzione  la», 
ran  zucca  da  fìdro ,  Cucurbita  Jìcerarìa  (*)  ,  così 
liamata,  perchè  gì*  Indiani,  dopo  averla  pre- 
miata, ufano  farvi  fermentar  dentro  il  loro  fi- 
ro.  Effa  è  di  mole  rotonda,  e  di  capacità  sì 
norme ,  che  contiene  mezza  corba  incirca  di  H- 
uore  (i).  Se  ne  fervono  anche  in  luogo  ài  pa- 
I  3  m'era  , 

(*)  Cucurbita  fol.  angulato  -fublobatis  ,  tornea- 
Dfis ,  pomis  lignofìs  gJobofis . 
(i)  ,,  Le  zucche  poi  dell*  India  fono  un  altrsu 
moflruofità  -per  la  grandezza ,  e  vizi 'e  ,  nel  qua* 
le  fi  generano  ,  fpecialmente  quelle  ,  che  fono  prò* 
tprie  della  terra  ,  che  ejji  chiamano  Zapallo  ,  Iel» 
cui  carne  ferve  per  mangiare  fpecialmente  la  qua~ 
,  refima  cotta  a-  lefìo  ,  ovvero  in  minefira  .  Mille 
s  fono  le  differenze  dì  quefle  zucche  ;  alcune  fono  così 
,  difformi  di  grandezza  ,  che  lafcìaniole  feccart^ 
sfanno  della  loro  feorza  tagliata  per  mezzo  >  e  ben 
,  nettata  ,  come  caneflri  ,  nei  quali  mettono  tuttQ 
,  //  neceffario  per  un  pajìo  .  Delle  altre  piccole  fanno 
vaji  per  mangiar*  ?  e  bevere ,  e  k  lavorano  gr$* 


134  LIBKOIlh 

n'era,  e  per  queft'  oggetto  la  tagliano  circola 
mente  ad  angoli  entranti,  e  fallenti ,  accioccl 
il  coperchio,  e  infondo  eflendo  addentellati 
innaffino  P  uno  con  l'altro  ,e  fi  ferrino  perfe 
tamente  .  La  zucca  Indiana ,  detta  in  lingua  Ch 
lefe  Penca  ,  è  di  due  fpecie,  cioè  la  comune, 
la  mammelìata  (*)  ;  queft'  ultima  nei  floride  ne 
le  foglie  fomiglia  1*  altra;  ma  il  Aio  frutto  ,  e 
ftndo  fempre  sferoidale,  è  terminato  da  uns 
gran  mammella  ritcnda,ed  ha  la  polpa  foda  , 
dolce  fui  gu fio  prefib  a  poco  della  baitata  det 
Camole  . 

9.  Il  Qudghen ,  o  fia  la  fragolarìa  Chilefe 
(2*)  ella  non  è  diiferente  dall'  Europea ,  k 
non  che  nelle  foglie ,  che  fonovellofe,  e  carni 
fé  ,  e  nella  grandezza  delle  fue  fragole  ,  le  qm 
li  fono  per  lo' più  grolle  come  una  noce  comi 
naie,  ed  anche  qualche  volta  come  un  pìcei* 
uovo  di  gallina  (1).  Quantunque  quefte  frago' 

fieno 

j,  ziofamcnte  per  diverjì  ufi .  Acofta  Iftor.  Nat.  L  - 
C.  fc'f. 

(*)  Cucurbita  fcL  multipartitis,  poinis  fphsero 
deis  mamme  fis  . 

fi*)  Fragaria  (Chìltnfis)  frucìu  maximo,fo!ii 
carnofis  hirfutls  * 

(t)  ,,  On  nous  feruti  au  deferì  des  fraìfes  d'  u 
3,  gout  merveìlleux ,  dont  la  grojfeur  égaloh  celle  a 
3,  nos  plus  groffes  noix  ,  leur  couleur  e  fi  d*  un  blan 
3,  pile  :  On  les  prépxre  de  la  mème  maniere  ,  qu 
„  nous  faìfons  en  Europe  <&  quojqu  elles  n  ayen 
3,  ni  la  couleur ,  ni  le  gota  des  notres  ,  elles  ne  laij 
yifent  pas  d'  ètre  excellentes  *  Feuillée  tO!fl»i«  pag 
3,1 5-  v«  Conception  ♦ 

21  0ny  coltive  des  campagne*  entieres  d*  une  cf* 


LIBRO      IJ  É  23j 

iTeno  d'ordinario  bianche,  o  rofTe,come  1' Eu- 
•opee  ,  pure  fé  ne  trovano  delle  gialle  nelle  Pro- 
vincie di  Puchacay,  e  Huilquilemu  ,  dove  etfe^ 
fefcono  meglio,  che  altrove.  Tale  pianta  ,  che 
(a  alcuni  anni  a  quefta  parte  è  fiata  trafporta- 
a  in  Europa,  ha  fruttificato  in  varj  luoghi,  e 
egnatamente  nel  giardino  Reale  dì  Parigi,  in 
uello  di  Ohelfea  pretto  Londra,  e  in  queft' or- 
o  delle  piante  efotiohe  di  Bologna.  Il  pregiati/*- 
mo  Sig.' Dottore  Gabriello  Brunelli,  che  n'  è 
attento  Direttore,  e  che  io  ho  avuto  più  vol- 
ili vantaggio,  converfando  feco,  di  ammirare 
1  4  con 


pece  de  fraifier  d'fferend  du  notre  par  lei  fenili  ss 
plus  arrondìes ,  plus  charnues  &  fort  veluet  :  fis 
fruits  font  ordìnaìrement  gros  covrirne  une  noìx  9 
&  quelquefoìs  commt  un  oeuf  de  poule  j  ils  font 
d9  un  rouge  blanchatre  ,  &  un  peu  moìns  deli» 
cats  au  gout  ,  que  nos  fraifes  de  bois  ,  f  en  ai 
donne  quelques  pieds  à  M.  de  Juffieu  pour  le  jar- 
din  Royal ,  ok  V  on  aurei  foin  de  les  faire  frtt* 
ttifier .  Outre  celles  -  ci  il  ri*  en  manque  pas  dans 
les  bois  de  la  mème  efpece  qu  en  Europe  .  Fre- 
er  voy  torci,  i.  pag.  133. 

„  Le  frutte  ,  di  cui  il  Chile  è  abbon dantismo  9 
fono  le  mede/ime  ,  che  fi  coltivano  in  Europa  ,  tra. 
le  quali  produce  molte  ciriege  grandi ,  e  dì  utl± 
luflo  dilicaio  ,  e  fragole  dì  due  fpecìe  :  le  une  deU 
te  Frutille  fuperano  in  grandezza  le  più  graffe^ 
del  Quito  ,  trovandocene  come  un  piccol  uovo  dì 
gallina  j  le  altre  ,  che  non  fi  differenziano  nella, 
grofezza  ,  odore  ,  e  gujìo  da  quefle  dì  Spagna  , 
vengono  fpontaneamente  nelle  colline .  Vi  nafeono 
parimente  tutte  le  fpecìe  dì  fiorì  fenza  altra  col- 
tura ,  che   quella   che  impiega    la  natura  •    UÌIqZ* 

ag*  t.  j.part.  i.l.  z.cap.  j. 


! 
I 


i$6  LIBRO      III. 

con  mìo  diletto  la  varia  fua  erudizione  in  queft 
genere  di  cofe  naturali  ,  mi  ha  dato  il  piacere  < 
farmi  oiTervare  la  più  comune  varietà  delle  fr; 
gole  Chilefi,cioè  la  bianca.  Ma  a  dire  il  vere 
quefta  pianta  ha  degenerato  notabilmente  nellì 
fua  trafmigrazione,  mentre  i  fuoi  frutti  qui  n< 
arrivano  mai  ad  acquiftare  né  la  groiTezza,  i 
la  fragranza ,  né  il  dilicato  fapore  ,  che  hani 
nel  loro  natio  terreno  .  Pel  contrario  le  frago 
ordinarie,  che  nafeono  fpontaneamente  così  n 
Chili,  come  in  Europa,  ivi  hanno  tutte  le  bu 
ne  qualità ,  che  pollano  defiderarfi  . 

io.  Il  Madi  ,  Madia  gen.  nov.  (*)  è  una  f 
anta,  dalla  cui  femenza  fi  cava  *un  olio  buoi 
da  impiegare  nella  cucina  .  Ve  ne  ha  di  due  fp 
eie,  cioè  il  madi  proprio  ,  che  fi  coltiva,  e  u 
altro  falvatico  detto  madivìlcun^  o  melofa . 
madi  coltivato ,  che  chiamerò  ,  Madia  fatica  (1 
ha  il  fufto  vellofo  ,  ramofo  ,  alto  da  cinque  pi 
di ,  e  le  foglie  alterne,  lanuginofe,  lunghe  qus 
tr©  pollici  e  mezzo,  larghe  fei  linee,  limili  p 

la 


(*)   Syngenefia  ■  Polygamìa  fuperflua  . 

Madia.  Recept.  nudum  :   pappus  nullus  ;  e; 
8-phyilus:  fem.  plano  -  esnvexa  . 

Calyx  pubefeens  foliol,  linear  ibus  .  Flofcuìi  he 
maphr  oditi  plurimi  ,  monopetali  5  5  -  partii 
long*  calycis  •  Feminei  monopetali  ,  lìgulat 
3-  dentati ,  longiffimi  •  Filamenta  hermaphro 
5  brevi  a  \  germ.  breve  y  fiylus  fubulatus  .  1 
min.  germ*  breve  ,  fiylus  capillaris  . 

(%*)  Madia  fol  lineari  -  lanceolatis  ,  petiolatis 
Cauli  s  fiflulofus ,  eretta*  s  teres  *  Flores  peduncul 
ti  ,  terminate!  • 


LIBRO      111.  137 

figura  a  quelle  del  lauro  -  rofa  ,  e  di  color  ver- 
;  chiaro .  Produce  i  fiori  radiati  gialli  ,  e  i  fe- 
ti rinchiufi  in  una  boccia  quafi  sferica  di  otto  9 

dieci  linee  di  diametro.  Quefti  femi  fono  con- 
ifR  da  una  banda,  lunghi  quattro  in  cinque  li- 
ic  ,  e  ricoperti  di  una  pellicola  fonile  brunic- 
a  .  I  paefani  ne  ritraggono  1'  olio  per  efpref- 
ane,  ©  per  femplice  cuocitura;  queil*  olio  è 
>lce ,  di  buon  gufto  ,  chiaro  ,  ed  ha  il  medefi- 
0  colore  di  quello  d'  oliva  .  Il  P.  Feuillée,  che 
ggiornò  tre  anni  nel  Chili,  lo  loda  affai,  e  lo 
eferifce  alla  maggior  parte  degli  olj  d'  oliva  , 
te  fi  ufano  in  Francia  (1) .  Una  tal  pianta  ,  che 
webbe  effer  per  la  fua  utilità  meglio  ricerca* 

,  non  è  fiata  finora  trafportata  in  Europa  ,  do« 
;  allignerebbe  ottimamente  anche  ne'  luoghi, 
le  non  fono  adattati  agli  ulivi .  Il  rnadi  falva- 
co ,  Madia  mellofa  (*)  non  fi  diftingue  dal  col- 
mato,  che  per  le  fue  foglie,  le  quali  abbac- 
ano il  tronco ,  e  fono  talmente  vifcofe ,  che»» 
mbrano   immelate  . 

11.  Il  Pepe  d'  India  ,  o  di  Guinea    (  Capji<* 
m)  il    Chilefi,  che  chiamano   quefìa    pianta», 

thapì  , 

(1)  „  On  fait  une  huìle  admirable  uvee  les  fe~ 
mences  de  cette  piante  dans  tout  le  Rsyaume  du 
Chili,  Les  Hature Is  s*  en  fervent  non  feulement 
pour  appaifer  les  douleurs  en  oignant  uvee  elle  les 
parties  malades ,  mais  encore  pour  ajfaifonner  le» 
urs  viandes  t  &  mème  pour  hruler  .  Je  la  trouvaì 
plus  douce ,  &  d*  un  gout  plus  agéable  ,  que  1$ 
plupart  de  nos  builes  d'  olive  j  Ja  couleur  eft  2ìu 
meme  .  Feuiil.  tom.  3.  pag.  39. 
(*;  Madia  fol.  amplexicaulibus  lanceohtis . 


z$%  L  I  E  R  O      1  1  i. 

thapi ,  ne  coltivano  varie  fpecie  ,  e  tra  le  alt 
il  pepe  annuo,  che  vi  è  vivace,  il  baccifero, 
il  fmtefcente.  Effi  fi  fervono  delle  bacche  di  ti 
te  quefìe  fpecie  ridotte  in  polvere  per  condi 
le  loro  vivande  .  Il  pepe  annuo  fruttifica  co: 
tal  vigore ,  che  i  fuoi  cornetti  non  di  rado  ri 
chiudono  un*  altro  ben  formato  ,  e  firmimeli 
pieno  di   femenze. 

Quegli  abitanti  ufano  ancora  nei  loro  ma 
giari  varie  altre  fpecie  di  piante  nutritive  ,  e 
il  Paefe  produce  naturalmente,  le  quali  merit 
irebbero  pure  di  efier  coltivate  .  Le  più  pregi 
voli  fono  P  Umbellifera,  la  Bermudìana  vulj 
IVmuj  e  Y  Rem  ero  calli s  fior  ih  us  ftrìatis  del  P.  I 
uillée  . 

V  Umbellifera  ,  Heracleum  tuberofum  (*)  ri 
fomigìia  allo  sfondili©  per  le  fue  foglie,  per 
fuoi  fiori,  e  per  le  fue  femenze  ,  ma  la  fua  r 
dice  produce  un  gran  numero  di  tubercoli  lu 
ghi  tei  pollici ,  groil?  tre  ,  di  color  giallo  ,  e 
un  gufto  affai  aggradevole,  come  attefta  il  m 
defimo  Feuillée  :  nafee  in  gran  copia  nei  luog 
fabbiofi  intomo  ai  cefpugli . 

La  lermudiana,  o  fia  V'IUmulz*)  ha  il  fi 
flo  ramofo,  le  foglie  limili  a  un  di  pretfo  a  que 
le  del  porro,  i  fiori  violetti  divifi  in  tei  par 
ripiegate  verfo  il  picciuolo  con  entrovi  fei  fh 
mine,  e  un  pifìiiio  triangolare;   le  fue   fernet 

fono 

<*)  Heracleum   fol.  pinnatis ,  foliolis  fepfenis 
fior    radfatis  . 

Cx*)  Bermudìana  bulbofa  flore  refiexo  ceruleo 


|.|   "'''f 


irne    in,  *39 

no  nere,  e  rotonde:  quefta  pianta  h  un  bul- 
>,  o  tubercolo  ,  il  quale  cotto  fomminiilra  uh 
lon  alimento,  (i) 

V  Hcmerocallìs  (*)  detta   Lmf  dagl*    India- 

produce  il  gambo  alto  un  piede  colle  foglie 
(puntate,  e  abbraccienti  il  tronco,  il  quale  fi 
vide  verfo  la  fommità  in  molti  rami  term'rati 

un  fiore  di  bel  color  rofib ,  e  fimile  per  la 
rma  a  quello  del  giglio.    I  paefani  colla    radi- 

tuberofa  di  quella  pianta  fanno  una  farina  ti- 
ca,  leggiera,  nutritiva,  e  fana,  onde  fi  fuol 
re  in  minefira  agli  ammalati  .  Le  piante  //'/*- 
P  fono  molto  diverfificate  in  tutto  il  Chili: 
ne  avea  oiTervato  venti  tre  fpecie  differenti 
^ne  di  attenzione  per  la  grandezza,  bellezza, 
/arietà  dei  loro  fiori .  Gii  Araucani  danno  a^ 
tte  quelle  piante  il  nome  generale  di  Gii. 

Nella    Provìncia  di  Santiago  crefee  una  fpe- 

di  bafilico  falvatico,  Ocymum  falinum  (2*), 
quale  raflembra  per  modo  al  bafìlico  comune, 
domeilico ,  che  non  fi  diftingue,  fé    non  che-® 

fufto  ,  il  quale  è  rotondo,  e  genicolato  :  ma 
fuo  odore,  non  men  che  il  fuo  gufto,  non  è 
ramente  di  bafilico  ,  ma  piuttofio  di  alga  ,  o 
altr*  erba  manna.  Quella  pianta  ,   che  nafee 

di 


:* 


(1)  „  Les  natureìs  du  Pays  mangent .  la  tacine  , 
)U  tubercule  de  cette  piante  dans  leurs  foupes  4  fon 
\out  efl  agréable  ,  ce  que  j*  ai  appris  par  V  ex~ 
lerience  9  que  j*  en  ai  fatte  .  Feudi,  iv.  pag»  §, 
*)  Alftroemeria  {Lìgta)  caule  accendente  .  Linn* 
'x*)  Ocymum  fol.  ovatis  glabris  9  caule  genica* 


14®  LIBRO     111. 

di  Primavera,  e  dura  fino   ali*  incomincìamen 
del  Verno  ,    fi  ritrova  ogni   mattina  coperta 
globetti   falin! ,  duri ,    e  rifplendenti  a  guifa 
rugiada .  Scuotendo  le  foglie ,  raccolgono  i  ce 
tadini  quefta   manna  ,  e  fé  ne  fervono  in    luo 
di  fa!  comune,  al  quale  in  certo  modo    è  fuj 
riore  pel  guftò.   Ogni  pianta  rende  tutti  i  gii 
ni  mezz'  oncia  incirca  di  quefto  fale  .  Ma  il 
nomeno  ,  che  prefenta  queft*  erba  ,    è  affai  di 
cile  da  fpiegarfi  :  il  terreno ,  dove  effa  comui 
irierte  nafee,  e  vegeta,   è  il  men  falmaftro  , 
il  più    fertile  di    tutto  il  Regno,    ed  è    difeo 
fettanta  e  più  miglia  dal  mare . 

1  Nazionali  da  tempo  immemorabile  far 
chii.  Pu'  molto  ben  profittare  della  gran  quantità  di  ei 
tbumashu 'tìntone  9  che  produce  il  Paefe ,  coficchè  fenza 
concorfo  degli  ingredienti  foreflieri  danno  al 
loro  lane  col  fugo  di  quelle  piante  ogni  forta 
colori  vivaci  ,  durevoli,  e  che  poffono  foffi 
molte  volte  la  pruova  del  fapone ,  e  del  rai 
fenza  fcolorarfi,  come  anche  riflette  M.  Frez 
nel  fuo  Viaggio  al  mare  del  Sud  (i) .  Io  pò 
meco  un  panno  fatto  da  quegl*  Indiani ,  i 
colori,  che  fono  il  giallo,  il  roflb,   il  verde 

il  tur 

(i)  „  Outre  les  herbes  medicinales ,  ils  en  ont  f 
3?  les  teintures ,  qui  ont  la  proprietà  de  fouffrir 
j9favon  plujieurs  foìs  fans  fé  déteindre  ;  ielle  efl 
3,  raetne  de  reilbon  ,  efpece  de  garance  ,  qui  a 
9,feuille  pluf  petite,  que  la  notre  ;  ils  font  eom 
3,  nous  cuire  la  racine  dans  V  eau  pour  la  teint 
3,  en  rouge  .  Le  poquell  efl  une  efpece  de  bouton 
„  or ,  ou  Abrotanum  foemina  folio  virente  e*.  Fr 
tona.  *.  pag»  i^.  137, 


LIBRO     IX  I.  14* 

turchino ,  dopo  un  continuo  ufo  di  trenta  an- 
non  danno  ancora  verun  indizio  di  decadenza. 
Nelle  Provincie    Auftrali  fi    ricava  il    color 
renino  da   una  pianta ,  i  cui  caratteri  non    mi 
no  noti;  nel  territorio  Araucano,  come    pure 
a    gli  Spagnuoli,  fi  fa  coli'  indaco    ftemperato 
una  porzione  di  orina  fermentata,  nella  qua» 
s9  immerge  la  itoffa ,  o  filo  che  fi  vuol  tinge- 
,    e  vi  fi  lafcia    in  infufione    qualche    tempo  2 
lefta  femplice  manipolazione  fomminiftra   una.» 
(ita  ftabile,  e  durevole;  T  alcali  volatile,  che 
fviluppa  dalla    fermentazion  putrida    dell'  ori- 
i,  ferve  di  veicolo,  e  di    mordente  alle  parti- 
ile  coloranti  dell*  indaco. 

li  color  rodo  fi  eftrae  dalla  radice  di  una 
ecie  di  robfeia  detta  relbun ,  o  Ruhia  Chilenfis9 
)  la  quale  crefce  nei  luoghi  fabbiofi  intorno 
Sii  arbufti.  Qiie^a  Pianta  produce  i  fufti  pref- 
che  rotondi  colle  foglie  ovali,  aculeate  ,  bian« 
$re  ,  e  finiate  quattro  a  quattro  lungo  il  tron- 
j  come  quelle  della  cruciata  %  fa  i  fiori  mono- 
ìtali  divifi  in  quattro  parti  di  color  bianco  : 
>no  rinchiufi  i  fuoi  femi  in  due  bacche  rofle  o- 
ili,  che  fi  toccano  nel  mezzo  come  quelle  del- 
t  robbia  Europea .  La  fua  radice ,  che  è    rolfa 

al 


(*)  Rubia  fol.  annuis    caule  fubrotundp  lacvi . 
Rubiaftrum  cruciata:  foliis,  &  facie,  vulgo  ReU 

un .  Fe«/7. 

Caults  bìpedalìs  ,  procumhens  ,  fragtlis  l  f olici  fub« 
fetiolata  :  flores  axillares ,  terminaUfque  pedun* 
€uUtì  :  calyx  quadrìfidus  folUU  QV&lìhm  •  Petala 
wali0*  Semina  fuhrQtunda  * 


I 


■ 


14*  LIBRO      III. 

al  pari  dì  quella  dell'  Azala  ,  fi  profonda  aff, 
in  terra ,  e  getta  due  piedi  all'  intorno  un*  h 
finità  di   fibre  . 

Il  color  giallo  fi  fa  colla  decozione  di  ur 
fpeci'e  di  Eupatoria  ,  Eupatorìum  Chìlenfe  [*]  I 
Hofciuta  nel  Paefe  col  nome  di  contro,  -  yerba  .- 
gambo  di  quefta  pianta  è  alto  due  piedi,  di  c< 
lor  violetto  ,  e  divifo  di  tratto  in  tratto  da  2 
euni  nodi ,  da'  quali  fpuntano  le  foglie  oppol 
due  a  due  ;  quefte  foglie  fono  lunghe  tre  ir 
quattro  pollici  ,  ftrette,  dentate,  e  di  un  ver< 
chiaro  .  I  rami  ,  che  fortono  dalle  loro  afcelle 
portano  i  fiori  ,  i  quali  fono  flofculofi  di  col 
giallo  ,  e  fimili  a  quelli  dell'  Eupatoria;  nel  ce 
tro  di  queftri  fiori  fi  trova  fempre  un  piccol  ve 
me  roffo  diftinto  da  undici  anelli.  Il  medefìrr 
color  giallo  fi  ricava  dai  fiori  ad  Poquel ,  Sa, 
tolì no  tintorìa  (1*),  il  quale  è  una  fpecie  di  ere 
polina  con  foglie  lunghette  ,  ftrette  ,  e  poco  di 
ferenti  da  quelle  della  Linaria  ;  fa  tre  ,  o  qua 
tro  fufti  alti  due  piedi  incirca,  ftriati  ,  e  con 
nati  da  un  fiore  comporto  ,  emisferico  ,  gialle 
quelli  fufti  rendono  un  bei  color   verde 


la 


(*)  fcupatorium  fol.  oppolìtis  amplexicauijbuj 
lanceolata  ,  denticulatis  ,  cai   qainquefloris  . 

„  Eupatorioides  hììcls  folio  trinervì ,  flore  lute( 
vulgo  Contra  yerba  .  FeutU 

Òl*ì  Santolina  pedunc.  unifioris ,  fol.  linearibi 
Integrrrimis,  caul.  ftnatis  . 

„  Santolinoides  linariae  folio  ,  flore  aureo,  vu 
gì  Poquìlì  .  Fenili. 

Rctdìx  annua  ,  fujìformìs .  Caules  eretti  Jìmplices 
Foh'a  ciuhna  %    aut  0.  aher#a  ^fej/zlia  •  Fruttificati 


I  I  B  R  O      I  I  ì.  t45 

vLa  radice  della  pianta  vivace,  che  gì'  in- 
tni  nominano  Panke  ,  Panke  tintoria  gen.  nov.  9 

dà  un  belliflìmo  nero  confidente  .  Il  panke  è 
fé  una  ddh  piante  più  utili  alle  arti  ,  che.» 
>duca  il  Chili.  Alcuni  lo  chiamano  Bardana 
'tefe  per  la  fomigHanza  delle  fue  foglie  a  quel- 
delia  bardana  ,  ma  la  fua  fruttificazione  è  te- 
nente diverfa .  La  fua  radice  è  ben  lunga, 
fifa  almeno  quattro  pollici,  nera,  fcrepolata 
fuori ,  e  bianca  di  dentro  .  Le  foglie ,  che  ne 
ntano  piantate  fu  dei  lunghi  picciuoli  ,  fono 
e  a  ventaglio  ,  afpre,  di  color  verde  chiaro 
(opra  ,  cenerine  di  fotto ,  ed  hanno  due  in 
piedi  di  diametro.  In  mezzo  a  quefte  foglie 
icali  s*  innalza  un  folo  gambo  alto  da  cinque 
ii,groifo  tre  pollici,  riverito  di  una  cortec- 
fcabrofa  ,  aculeata  ,  filamentofa  ,  e  sfornito 
:oglie ,  fuorché  nella  cima  ,  ove  ne  caccia  fuo* 
re  ,  o  quattro  affai  più  piccole  delle  radicali, 
nifce  in  un  ^gran  grappolo  conico  ,  che  porta 
)ri  ,  e  i  femi  .  I  fiori ,  che  nel  bianco  ro£» 
feggia- 

(*)   Enneandria  -  Monogenìa  » 
anke  Cai.  4 .  fidus  ;  cor.  4  -  fida .  Caps.  1  -  fper- 

Cai.  4  -  fidus  laciniis  obtufis  ,  Corolla  campanula* 
ta  ,  calyce  paulo  longior  Stamina  9.  fubul/cta  lon« 
gltudìne  calycis  .  Arthera.  oblongd  .  Germen  [uh-* 
rotundum  .  Stylus  filiformi s  longitudine  corolla  z 
fiigma  minimum  .  Capf.  uniloculare  bivalvi*  . 
anke  caule  eredo  ,  racemifero  . 
Folta  ?  Uba  ,  ferrata  ,  5  ntrvia  ,  papillosa  ,  to« 
mentofa  ,  pulpofa  perfiflentia  .  Petiolt  teretes  ,  fc~ 
mipedales  ,  aculeati .  Racemns  terminali*  .  FU- 
w  gedunculatì giurimi  * 


i 


T44  LIBRO      II  I. 

feg^iano  »  fono  monopetali  campaniformi ,  e  p 
ducono  un  feroe  verdiccio  ritondo  entro    ad 
piccola  capfula  della  medefima  forma . 

Q^efta  pianta  ama  talmente  i  luoghi  ac 
frinofi  ,  che  mancandole  1*  acqua  fubito  Jan. 
ice  ,  e  fi  diffecca  .  Il  terreno  più  adattato 
fua  vegetazione  è  quello  delle  valli  Andine 
ve  effa  qualche  volta  ferpaffa  V  elevazione 
noi  indicata  :  nelle  maremme  è  molto  più 
cola,  e  più  debole.  Il  fugo,  che  proviene  e 
fua  radice ,  non  Solamente  è  appropriato  2 
tintura  delle  lane,  ma  ferve  ancora  per  ifcj 
IT  ,  perchè  in  poco  tempo  diventa  di  un  co 
perfettamente  nero  ,  ed  ha  una  certa  vifeo 
che  lo  rende  indelebile  ,  La  medefima  radice 
#ata  s9  impiega  vantaggiofamente  a  conciar 
pelli ,  ma  nel  peftarla  efala  un  odore  sì  fo 
che  non  vi  fi  può  refiftere  più  di  una  mezi 
ra .  I  ealzolaj  la  preferirono  ,  quando  è  fé 
H  qualunque  altro  legno  per  le  forme  da  fca 
che  riefeono  ben  fatte,  e  di  lunga  durata, 
polpa  del  gambo  è  bianca,  tenera,  fugofa  , 
frescante  ,  e  di  un  gufto  acido  affai  grato  ;  i 
fanì  amano  di  mangiarla  in  tempo  di  fiate 


(1)  „Cepe  piante  eft  rafraichiffante  .  Qn  } 
9,  la  decottìon  de  fes  feuilhs  aani  les  chaleurs 
$9  fe  rafraichìr  .  On  munge  encore  les  queues  de 
3,  uilles  crues  ,  après  en  avoir  oté  V  écorce  i  j 
?,  ai  gouté  Csr  /  ai  trouvé  leur  gout  douceare 
?,  aftez,  agre uble  .  Les  ttnturiers  fé  ferve nt  de 
3,  varine  ppur  teindre  en  noir  après  V  avoir  t 
3,  par  petites  tranches ,  <&  fait  bouillir  avec 
?,  feritone  terre  noire  •  Les  tanneurs  grepare&t 


Libro    i  i  i.  14$ 

Nei  luoghi  umidì ,  e  fabbiofi  nafce  un'  altra 
>ecie  di  quefla  pianta  ,  Panke  Acauli*  (*)  ,  detta 
mach  ,  Ja  quale  fa  una  radice  napiforme  ,  grof- 
come  il  braccio  ,  acidetta  ,  dolce  ,  e  molto  Ai- 
ata dagli  abitanti  .•  quefts  fpecie  non  produce 
imbo  alcuno;  folfanto  getta  fuori  un  ciuffo  di 
ccole  foglie  fimili  a  , quelle  della  precedente, 
a  le  quali  fi  forma  un  grappelino  carico  di  ilo- 
analoghi  ai  fovradefentti  ;  la  fua  radice  però 
>n  fornifee  alcuna  forta  di  tinta. 

Il  color  violetto  fi  prepara  colle  bacche  di 
trj  arbofcelli  ,  e  col  Culle  già  mentovato ,  il 
lale  per  quefto  effetto  pelato,  e  ridotto  inu 
iftelli  fi  vende  ai  tintori  .  Al  fopraggiugnere  dei- 
piogge  autunnali  fpunta  per  le  campagne  una 
anticella  appellata  erba  da  rofolh9ìz  quale  fic- 
ime  appartiene  ad  un  genere  nuovo,  così  pia- 
mi di  darle  il  nome  di  Saffi  a  in  onore  dell'  a- 
atiflimo  amico  mio  il  Sìg.  Ab.  Giufeppe  Saf- 
fi* la  di  cui  probità,  e  Iftruzione  nelle  Scienze 
Sii  lo  rendono  caro  ai  letterati  (**)  .  Quefta 
K  pic- 

peaux  avec  les  mémes  racines ,  les  mettant  bouìllir 
dans  T  eau  les  unes  avec  les  autres .  alovs  elles  fé 
dilatent  y  &  /  épaifìffent  deux  ,  ou  trois  fois  plus 
qu*  elles  ne  font  naturellement .  Feuìl.  t.  x.  p.  74*. 
(*)  Panke  racemo  acauli . 

(**)  Ottandria  -  Monogenìa  ; 
Salila.   Cai,  4-phyllus;  cor.  4 -petala»    Capf. 
•  locularis  ,  %    fperma  . 

CaLfolìoL  eblongis  patentibus  •  Pelala  lanceolata 
aqualia*  Filamenta  $.  fetacea  corolla  breviora  • 
Anthera  rotund'A  .  Germen  obovatum  ,  Jìylus  fili- 
formi: calyce  brevior.ftigma  ovatum  .  Capf  qv&* 
ta  ,fem-  reniformi  a  . 


146  LIBRO      III. 

piccola  pianta  ,  che  nelle  foglie  rafTomiglia  a 
afciro,  produce  tre,  o  quattro  fiorellini  quadri] 
tali  di  un  bel  color  di  porpora  ,  i  quali  vengo 
adoperati  dagli  Acquavitai  per  dare  il  colore 
F  odore  a  una  forta  di  rofolio  ,  che  chiama 
$$rporìno .  Un  folo  di  quefti  fiori ,  benché  \ 
piccoli  di  quelli  del  timo ,  baita  per  colorire  e 
que  ,  o  fei  libbre  di  liquore:  appena  che  vi 
flato  infufo ,  comincia  a  tramandare  un'  infin 
di  particelle  coloranti,  che  a  vifta  d'  occhic 
fpargono  per  tutta  la  mafia  del  fluido  ,  ed  in  r 
no  di  cinque  minuti  la  tingono  perfettamen 
GP  Intagliatori,  gli  Ebanifti,  e  i  Tornitori 
cora  fé  ne  fervono  per  ombreggiare  i  loro  la 
li ,  ed  io  porto  opinione,  che  quefto  piccol  i 
re  ,  mediante  le  convenienti  preparazioni ,  patri 
be  contribuir  molto  alle  tinture  delle  lane  , 
del  cotone ,  a  cui  il  fugo  femplicemente  fprer 
to  comunica  un  bel  colore  ,  che  difficilmente 
fiacca . 

Del  genere  mede/Imo  è  un' altra  piccola 
anta  ,  che  nafee  in  gran  copia  nel  principio  d 
Autunno ,  e  fa  un  fol  fiore  fimile  a  quello  d< 
Saffi  a  tintoria,  ma  di  color  d'  oro,  il  quale 
un  gran  rifalto  aUa  nafeente  verdura  (*)  . 
Indiani  chiamano  quefto  fiorellino  Rìmu,  o  ; 
della  pernice,  perchè  quefto  volatile  ne  è  a 
ghiotto,  ed  hanno  dato  il  fuo  nome  ai  due  n 
dì  Aprile,    e  di  Maggio  ,  nei  quali  eftb    com 

lifee 


(*J  i.  Saffia  (tintorìa)  fol.  ovatis  ,  fcapo  multiflc 
a.  Safiìa  {P?rd?t0ria)  fol.  cordatjs,  fcapo  uniflc 


*L.    *** 


Chil.  La- 
ne ti  < 


L  I  B  K  O      lì*.  147 

/ce  ,  appellandoli  Vnen  -  rìmu  ,  e  Inan-  rimu9 
oè  primo  e  feccndo  rìmu* 

I  vegetabili ,  foprattutto  gli  erbacei,  forma-  MedicinaB 
3  il  capitale  della  farmacia  di  quei  Chilefi5che^ 
ivono  ancora  nel  pagane/imo:  i  loro  medici 
n'amati  Machi ,  e  Ampive ,  fono  periti  erbolaj  , 
poiHedono  per  tradizione  il  fegreto  di  un  gran 
amero  di  fempliei  adattati  ad  ogni  forta  di  ma- 
ttie,  coi  quali  fanno  tutto  giorno  delle  cure_# 
>rprendenti .  Quantunque  elfi  o  per  avverfione 
la  nazione  conqtiiftatrice ,  o  per  1*  ambizione 
!  farfi  valere,  procurino  di  occultare  ciò  che 
inno  circa  queft'  oggetto  ,  tuttavia  indotti  dall' 
nicizia  hanno  palefate  finora  le  virtù  medicina- 
di  molti  alberi ,  e  di  più  di  dugento  erbe  fa- 
tifere,  delle  quali  1  Chilefi  Criftiani  fanno  ufo 
m  buon  fucceffo,e  ne  hanno  anche  formato  un 
imo  di  commercio  coi  Regni  confinanti ,  e  con 

Europa  •  Quelle  piante  fono  ftate  deferitte  in 
1  libro  intitolato,  non  so  per  qual  ragione, 
sir  Ebreo ,  nel  quale  fi  efpongono  ancora  le  lo- 
>  virtù,  e  la  maniera  di  applicarle.  Le  più  ri- 
amate fono  il  Cachanlahue»  ,  la  Viravira  9  la«. 
etamtlla ,  il  Payco9   e  il  Quìnchamalì  . 

II  Cachanlahuen  ,  Gentìana  cachanlahuen  (*)  , 
leM.di  Bomare,  e  altri  Autori  chiamano  Chan* 
'lagne ,  Cancbalagua ,  ec.  non  nafee  né  in  Pana- 
la,  come  dicono    le  Memorie   delJ*  Accademia 

K  1  delle 

(*)  Gentiana  cor.  quinquefidis ,  infundibulif.  j 
amis  oppofitis,  patulis . 

,,  Centaurium  minus  purpureum  patulwn  ,  vulg} 
Jaches.  fcniU 


I4S  LIBRO     III. 

delle  Scienze  1707. ,  ne  in  Guayachìlì . ,  forfè  Gu; 
yaquil  ,  come  atferifce  il  predetto  M.  di  Bom 
re,  ma  unicamente  nel  Chili  ,  di  dove  vien  tra 
portato  alle  altre  parti,  dell*  America,  ed  ancl 
in  Europa.  Quefta  pianta  famiglia  molto  ali; 
Centaurea  minore  ,  (otto  il  cui  genere  anche 
trova  ,  ma  fé  ne  diftingue  pel  fuo  fufto  rifondi 
per  i  fuoìrami  oppofti  due  a  due,  e  fituati  qu; 
orizzontalmente  ,  per  le  fue  foglie,  che  non  ha 
no,  che  una  nervatura,  e  per  altre  difFeren 
meno  apparenti .  Il  fuo  nome  fignifica  in  ling 
Chilefe  Erba  contro  il  male  dì  punta  ,  pel  qm 
in  fatti  è  valorofifUma  :  fi  ftima  inoltre  emrr 
mgoga  ,  refolutiva  ,  purgativa  ,  fudorifica  ,  an 
verminofa,  e  per  eccellenza  febbrifuga  (1)  .    ; 

fua 

(1)  ,,  Cette  piante  eft  extrémement  amere  :  fon  ; 
95  fu/io n  eft  un  remede  apéritif  9  &  fudorifique , 
^fortifie  V  eftomac  ,  tue  les  vers,  guérìt  a/fez  fi 
5,  vent  les  fievres  intermittentes  ,  &  difftpe  la  ji 
3,  niffe  ;  on  ,  s*  en  feri  encore  avec  fuccès  pour 
^rhumatifmes .  Feuii.  tom.  2.  pag.  748*  v.  C 
chenlaguen  . 

3,  Le  Chachen  laguen  ,  ou  la  Canchalagua  ,  e 
9,  r  on  nomme  au  Chily  Cachìnlagua  ,  reffemble 
9ytout  à  la  petite  Centaurée  de  V  Europe.  Elle 
3,  un  peu  moins  haute  .  qvte  la  notre  *  On  faìt  in] 
9ifer  à  froid  dans  un  verre  d*  eau  fix ,  ou  fept  pia 
y,  tes  entieres ,  ^r*  feches  pendant  toute  la  nuìt  , 
3,  die  matin  au  foir  .  On  fé  gargarrfe  enfuite  le  $ 
5,Jier  avec  cette  infufìon  ,  que  l  on  avale  .  Csr  /' 
3,  eft  bìentot  guérì  du  mal  de  gorge  ....  M*  de  Bt 
9yga?nville ,  &  M.  Duclos  no^re  Capitarne  en  t 
99fait  V  experience  avec  fuccès  plus  d'  une  fot 
3,  Lorfqu  on  flit  V  infufion  à  chaud  en  fa  fon 
9,  thè ,  elle  é  eh  zuffe  beaucoup  ;  mais  elle  purifie  hi 


iia  infu/Iore,  che  è  amara  In  fommo  grado  ,  è 
jecifica  contro  il  mal  di  gola,  e  credefi  anco- 
a  un  buon  fuccedaneo  della  China.-  ella  ha  V 
dorè  del  balfamo  ad  Perù  . 

La  Viravira ,  Gnaphalium  Viravira  ^(*)  è  un^ 
pecie  di  Gnafalio,  o  tignamica,  molto  aroma- 
ca  ,  ed  eccellentiilìma  contro  le  febbri  intermit- 
:nti  :  prefa  in  bevanda  teiforme  fa  fudar  copt- 
amente, onde  i  paefani  fé  ne  fervono  per  li- 
erarfi  dai  raffreddori,  e  dalle  coftipazioni  *  Le 
Dglie  di  queft'  erba  fono  talmente  lanuginefe, 
he  pajono  alla  vifta,  e  al  tatto  coperte  di  bam- 
agia  ;  i  fuoi  fiori  fono  componi ,  flofculofi ,  dj 
olor  d'  oro  ,  e  vanno  fituati  in  numero  di  tre, 
quattro  furie  cime  dei  rami  :  i  fuoi  femi  forni- 
cano  a  quei  della  St&chas  citrina  (i) . 

K  3  La 


le  fang  .  Cette  piante  ejl  tris  -  renommée  dans  le 
Chily  ,  d*  oìi  on  la  tire  •  Je  la  croirois  un  meil- 
leur  febrtfuge  ,  que  celle  d*  Europe .  Celle  -  ci  n* 
auroit  pas  la  meme  proprieté  pour  les  maux  de» 
gorge  >  Pernetty  voy  tom.  1.  e.  12. 
m  Gnaphalium  herb.  fol.  decurrentibus  ,  fpatu- 
itis,  utrinque  tomentofìs. 

„  Elichryfum  Arnericanum  Iatifolium ,  vulgo  Vi- 
ivira  .  I.  R.  H. 

(1)  ,,  Les  montagnes  font  couvertes  d*  herhes  3  par- 
mi  les  quelles  il  y  en  a  quantità  d*  aromatiques  ,  & 
de  medicìnahs  ;  de  ces  dernieres  la  plus  renommée 
parmi  les  gens  du  Pays  ejl  la  Cachinlagua  ,  ou 
petite  centaurée ,  qui  m*  a  paru  plus  amere ,  que 
celle  de  France  ,  par  confequent  plus  abondantt^ 
en  fel  eftìmé  un  excellent  febrtfuge  .  La  Vìravida 
efl  une  efpece  d*  immortelle,  doni  V  infufìon  cu 
très-hien  téujfi   4    un    Qhirurghn  Francois  pour 


r 


* 


H  *m 


i^o  LIBRO      III. 

La  Retamilla ,  Unum  Aqullinum  (*)  ,  de\ 
altrimenti  Gnancu-  lahuen ,  cioè  erba  medicina 
dell'  Aquila  ,  nafee  per  lo  più  nelle  falde  del 
colline,  e  dei  mentirla  fu  a  radice  è  vivace, 
affai  lunga;  fa  molti  fuSi  ramofi  colle  foglie  ; 
terne ,  lanceolate ,  e  piccole  :  i  fuoi  fiori  fo 
gialli  a  cinque  petali  attaccati  due  a  due  a 
pedicello  comune  :  il  lor  piftillo  diviene  una  < 
pfula  membranofa  pentagona,  la  quale  contie 
varie  femense  piccole  .  I  nazionali  fi  prevalgo 
con  buon  efito  di  quefta  pianta  nelle  febbri  i 
termittenti ,  ed  anche  nelle  altre  malattie  ,  p 
le  quali  adoprano  la  Viravira  . 

Il  Payco,  Herniaria  Payco  (**)  ,  di  cui  fi 
menzione  nelle  materie  medicali  moderne  fot 
il  fuo  nome  patrio  ,  vien  chiamato  da  alcuni  T 
della  terza  fpecie  ;  ma  elfo  è  del  genere  de 
Erniaria,  alla  quale  è  molto  fimile,  producen 
come  effa  molti  gambi  difiefi  per  terra,  e  riv 
Nitidi  piccole  foglie  ©vali ,  ma  intagliate  all'i 
torno  in  forma  dì  fega?e  attaccate  ai  rami  fé 
2a  coda:  i  fuoi  fiori  fono  Hamigaofi  e  numeri 
affimi,  così  pure  i  femi ,  i  quali  vanno  rinchii 
estro  ad  una  capfula  sferica.  Tutta  la  pianta 

di  un 


^guérìr  de  la  fievre  tierce ;  cn  trouve  aujp  une  e 
„pece  de  Sene  ,  qui  rejfembk  tout-a-fait  à  celu 
3,  qui  nous  mene  de  Seyde  au  Levant  ,faute  du  qu 
^les  Apoticaires  de  Santiago  [e  fervent  de  celuuèi 
„  q uè  Us  Indiens  appellent  Unopetmm  •  Frcz.  t. 
p.  £05. 

(*>  Liana  fo!.  alterais  lanceolata  ?  peduncuL 
bifloris* 

0**)  HerniarUfQUIsfcrratis* 


wm 


LIBRO     II  1,  jft 

i  un  color  verde  tenero,  e  tramanda  un'  odore 
>rte  di  cedro  putrefatto  :  la  fua  decozione  è  e£- 
cace  contro  i  mali  dello  tfomaco ,  e  le  indige- 
ioni ,  e  giova  a£ai  alla  pleurefia  (t)  . 

Il  Quincharnali  fa  da  se  fteffo  un  nuovo  gè- 
ere,  a  cui  piacemi  di  dare  il  fuo  nome  Chilefe 
n'amandolo  Quinchamalium  (*)  .  Crefce  con  mol- 
fufti  alti  nove  pollici,  colle  foglie  alterne  z~» 
uili  a  quelle  della  Vinaria  aurea  Tragì ,  e  co| 
m  gialli  tabulati  divifl  in  cinque  pezzi  ovali 
>me  quelli  del  gelforaino,  e  difpofti  ìh  ifpighe 
modo  di  ombrella  nella  fommità  dei  rami;  fa 
femi  neri  lenticolari  in  una  capfula  sferoidale 
tre  compartimenti .  I  paefani  quando  cadono 
alto  ,  o  altrimenti  fi  fracaffano ,  bevono  il  fu- 
)  del  Quincharnali  tirato  per  efpreillpne ,  o  per 

K  4  deco- 

Cr]  s,  Le  Payco  efl  une  piante  de  moyenne  gran- 
deur  ,  dont  la  feuille  efl  fort  dechiquetée ,  elle  a 
une  e  deur  forte  de  citron  pourri  ,  fa  decoBion  ejh 
(udortfique  ,  tris-  benne  cantre'  la  pléuréfie  .  Ih 
ont  aujji  quantità  de  romarin  batard  ,  qui  a  /o 
mème  effet .   Fres.    ivi  . 

/     {*)   Pentandria  -  Trigynia  • 
Quinchamalium:  Cai.   5-fidus:  Cor.  infida  . 
apf.  3-locularis,  polyfperma  . 

Radix  biennìs  yfufiformìs  ,  lignofa  •  Caules  fublt» 
gnofi 5  teretes,  ramofi .  Volta  alterna  lanceolato* 
linearla  ,  fubpeticlata  .  Flores  fpicati,  peduncula* 
ti ,  termìnales  .  Cai,  brevijjlmus  laetniis  acutis  . 
Cor.  monopetala  :  tubus  cylindricus  :  lìrnbus  pia* 
nus ,  folìolìs  ovalìbus  .  Stamina  $  . filiformi 'a  tu* 
ho  longiéra  .  Anther&  ovales  .  Germe n  ovatum  . 
Styli  tres  fetacei  longitudine  fiaminum  .  Stigma 
obtufa  . 
Chi h nf e  ♦  i.  Quinchaaialiuoi  « 


m 


i*x  LIBRO      111. 

decozione,  il  quale,  come  fi  sa  da  replicate  e 
perienze  è  valorofiifimo  per  rifolvere  ,  ed  efpt 
lere  il  fangue  apprefo  ?  o  ftravafato ,  ed  anc 
per  faìdare  le  piaghe  interne  (i). 

Il  P.  Feuillée,  la  cui  memoria  farà  fera): 
cara  ai  Chilefi ,  deferive  diffu/amente  un  gra 
numero  di  piante  medicinali  del  Chili ,  e  ne 
anche  le  figure  efatte  in  belliffimi  rami  .  Fra 
altre  vi  fi  trovano  elegantemente  deferitte  la 
ehoa  (*)  ,  il  dindin  (x*)  ,  il  Guìlno  (3*)  eccelle 
ti  purganti  i  il  Diuca-  lahuen  (4*)  uno  dei  j 
gran    vulnerari,    il  Sandia- lahuen    (5*;    rimec 

pre- 


Ci)   ,,  Lorfqu*  il  arrive    à  quelqu    un    une  chu 

;  violente  ,  qui  fait  jetter  le  fang  par  les  nettine 

,  ìls  ont    un  remede  infaillìble  ,    e*  efl   de  boire 

decoólion  d1  une  herbe  appellée  Quinchamali  ,  ej 

ce  de  Santolina  ,  qui  a  une  petite  fteur  jaune  , 

rouge ,  ielle  qu*  on  la  voit  icì  ;  les  autres  peti 

t  herbes  medicinales  ,  que  nous  avons  en  Fra  ne  e 

.  font    aujfì  fort    communes  comme   les    capillain 

&  fur  tout  quelques    uns  pareils  à  celuì  du    C 

,  nadà  ,  les  mauves  ,.  guimauves ,    mercuriale  , 

,  gitale,  polypode  ,  &  molene  ,  millefeuille  ,  bec 

igrue  ordinane,  &  mufqué ,  argentine  ,  &  pluj 

^urs  autres,  qui  me  font  inconnues ,  (è*  particul 

res  au  Pays .  Frezier  voy.  tom.  1.  pag;   13$. 

(*)  Tithymalus  foi.  trinerviis  &  cordatis  ,  vut 

Plebea  .  FeuìL 

(x*)  Polygala  cerulea  anguftis,&  denfiorib 
foliis  ,  vulgo  Clìnclin  .  id. 

(3*)  Gramen  brornoides  catharticum  ,  vulgo  Gu 
no .  id, 

(4*;  Virga  aurea  Leucoi  folio  incano,  vulgo  Di 
ca  iaguen  »  /af. 

(5*)  Lychnidsea  verbena  tenuifoliar  folio  ,  #^ 
Sandiaiaguen  .  id» 


IH 


LIBRO      III.  US 

irefentaneo  per  provocare  le  feconde,  il  Coreca- 
?  (*)  utile  contro  il  mal  de*  denti  ,  e  II  GnU 
bue  (x*j  affai  tifato  per  purificare  il  fangue  . 

Il  tabacco  ,  a  cui  gì*  Indiani  danno  il  nome 
i  pìithem  ,  fi  ritrova  in  codefto  Regno  e  falva- 
co,  e  coltivato  :  queft' ultimo  è  di  due  fpecie , 
ioè  il  comune,  che  non  la  cede  a  quello  del 
ìrafile  ,  e  un'  altro  denominato  terriere,  Nho- 
■ana  minima  (*'*; ,  che  ha  le  foglie  piccole  quan- 
5  quelle  del  Dittamo  eretico,  ma  è  più  gsgll- 
rdo  dell'  ordinario,  a  cui  raffomiglia  in  tutto 
er  la  fruttificazione  . 

I  rivi,  e  i  luoghi  paludofi  ,  e  umidi  del  Chi*   Canne  * 
abbondano  di  varie  fpecie  di  giunchi ,  e  di  can-  CMi.  ^4«» 

.  CHI  # 

e,, di  cui  la  maggior  parte  è  peranco  incognita  ai 
.'ot  anici  .  Tra  i  primi  è  olfervabile  un  giunco  del 
enere  degli  fcirpi,  Scirpus  Ellychniarius  (4*),  riton- 
o,e  alto  quattro  piedi  incirca  con  tre  fole  fo- 
lte enfiformi  ,  e  affai  lunghe  ,  che  fpuntano  dal- 
1  fommità ,  in  mezzo  alle  quali  sbocciano  quat- 
0  fpighe  globofe .  Gli  abitanti  fi  fervono  qual- 
le  volta  della  midolla  filamentofa  di  quefto  gi- 
aco per  far  gli  ftoppini  alle  candele  ,  le  quali  ar- 
ano bensì  con  un  lume  affai  chiaro  ,  e  fanno  poco 

fumo  ? 


m 


(*)  Geranium  columbinum  perenne  flore  purpu- 
»o  ,  vulgo  Corecore    Feuih 

(i*)  Jacobaea  Leucanthemi  vulgaris  folio  ,  vulgo 
ilgue  .  ìì. 

(3*)  Nicotiana  fol.  feffilibus  ,  ovatis  ,floribu$  0- 
tufis . 

(4*)  Scirpus  culmo  tereti  nudo  ,  fpicis  globofis 
uaternis • 


i, 


H  VK 


i$4  LIBRO      11  I. 

fumo  ,  ma  fi  fpezzano  facilmente .  I  popoli  A 
dini  portano  alle  fiere ,  che  annualmente  fan: 
nelle  Provincie  Spagnuole ,  delle  belle  paniere  f; 
te ,  per  quanto  fi  dice ,  con  una  forta  di  giù 
co,  che  crefee  nelle  valli  della  Cordigliera  ; 
loro  tenitura  è  sì  fiffa,  che  ritengono  I1  acq 
così  "bene  come  un  vafo  .  Benché  tutti  quell 
che  fono  fiati  preffo  loro ,  s*  accordino  a  din 
che  il  materiale ,  con  cui  effe  fono  formate , 
un  vero  giunco,  e  V  apparenza  fembri  compi 
vario  ,  io  tuttavia  ne  dubito,  e  piuttoflo  lo  c\ 
derei  una  forta  di  cannerella  foda  acquatica. 
Fra  le  canne  proprie  è  degna  di  rimarco 
canna  folida  Chilefe,  della  quale  trovanfi  vai 
fpecle  con  i  caratteri  generici  dell'  Arundo  co: 
f  refe  fotto  il  nome  generale  di  collu  .  Tutte  qi 
fle  fpecie  hanno  ,  come  i  bambou  ;  la  feorza 
feia  ,  duriffima ,  di  color  giallognolo ,  ma  ini 
riormente  vanno  ripiene  di  una  foftanza  filarne 
tofa  un  poco  più  foda  dì  quella  del  fugherò  .  : 
loro  foglie  fono  gramignofe,  firette  ,  e  per 
più  non  crefeono,  che-fu  i  ram ufcelli ,  in  cui 
divide  la  cima  .  Le  fpecie,  che  più  adopera 
quegli  abitatori,  fono  il  Àugi,  la  Quìi  ci ,  e  1 
canna  di   Valdivìa  . 

Il  Ungi,  Arundo  .Rugì  {*)  ,  è  groflb  quanto 
canna  Europea  ,  che  vi  lì  trova  anche  in  grai 
copia,  alto  da  fedici  in  venti  piedi  nelle  A 
di ,  e  verfo  il  mare  dieci ,  o  dodici ,  con  gì'  i 
ternodj    affai    difhnti .    La    Quila,    Arundo  Qi 

la 


(*)  Arundo  calyc.  trifioris ,  iolih  fabiihtis  ghbri 


«^ 


LIBRO      II  li  153? 

1  (*)  ,  ha  gli  articoli  difcofti  firio  un  piede ,  ma 

tre,  o  quattro  volte  più  grotta  del  Rugi  .  La 
lima  di  Valdivia,  Arundo  Valdiviana  (a*)  ,  così 
erta,  perchè  nafce   intorno  a  quella  piazza,  fa 

nodi  vicini  gli  uni  agli  altri  ,  ed  è  di  un  co- 
>re  aranciato .  I  paefani  fi  fervono  del  Rugi  per 
r  gabbie ,  e  fiepi ,  ed  anche  in  vece  di  affi  ne* 
itti  delle  loro  cafe ,  tonfervandcfi  quefla  canna 
icorrotta,  purché  non  vada  efpofta  lungo  te®- 
)  all'  umidità  .  La  Quila  fornifce  gli  Arauca- 
I,  e  gli  Spagnuoli  di  afte  per  le  loro  lande,  g 

canna  Valdiviana  di  giannette ,  che  fono  fti* 
ate. 

Le  fpecie  di  arbuftì  farmentofi  fi  ritrovano  Eliere, 
ire  in  gran  numero  nelle  bofeaglie  del  Chili, 
ve  ne  ha  molti  adattati  a  fare  de*  gabinetti , 
fpalliere  ne'  giardini  così  per  la  graziofa  ftrut- 
ra  delle  loro  foglie  fempre  verdi ,  come  per  la 
Uezza  dei  loro  fiori ,  alcuni  dei  quali  imitano 

grandezza  e  forma  i  tulipani,  i  ranuncoli,  e 
?igli  :  tale  è  ano  che  chiamano  Copia ,   il  qua* 

produce  un  fiore  lungo  tre  pollici  compofto  di 
.  petali,  e  di  un  belliffimo  color  chermifino 
icchlato  interiormente  di  bianco  (3*).  Quefta 
anta  volubile,  che  s*  innalza  fu  per  gli  alberi 
ì  alti ,  fa  le  faglie  ternate  ovali  di  un  bel  ver- 

de, 

(*)  Arundo  calyc.  trifloris ,  foi.  enfiforaùbus  fer* 
tis. 

fx*)  Arundo  calyc.  trifloris ,  fol.  fubulatis  pube- 
mi  bus  . 

[3*)  Bochi  HIiac«o  ,  anapliffimoquc  flore  chrame* 
io.  mìh 


,,< 


11  **;,; 


t.%6  LIBRO      111. 

de ,  e  il  frutto  giallo  fcuro  ,  cilindrico  di  u 
pollice  di  diametro  colla  polpa  bianca  ,  tener 
e  di  un  guito  zuccherino  maravigliofo  come  d 
il  Feuillée . 

Vi  fi  trovano  ancora  la  Tajpflora  TìlUfol 
offia  il  fior  della  paflione,  il  Caràcùl,  la  Sai 
parìglia  ,  P  Aljlroemeria  falfilla  ,  e  quattro  o  e 
que  di  quelle  ,  che  i  Francefi  appellano  Lìai 
e  i  nazionali  Voqui  y  tra  le  quali  non  vi  è  al 
na ,  che  fia  velenofa  :  La  più  utile  di  quefte 
il  Cogùl,  Volìchos  funarius  (*) .  Quefto  frutice 
un  farmento  legnofo  ,  rotondo ,  groffo  come 
vinco  ,  ed  anche  come  uno  fpago ,  fecondo  le 
fìetà  ,  colle  foglie  fintili  a  quelle  del  Copiò  ,  il  q 
le  monta  su  ferpeggiando  per  gli  alberi ,  ce 
fa  P  edera  ,  fenza  però  attaccarvifi  ;  giunto  : 
cima  paffa  ad  un  altro  albero  vicino ,  o  feei 
perpendicolarmente,  e  poi  torna  a  falire, 
feendere  ,  il  che  replica  tante  volte,  che  intr 
ciandofi  feco  fìeffo ,  o  con  gli  altri  voqui,  vi 
a  formare  una  certa  confufione  di  corde  pend 
ti  in  tutti  i  fenfi  ,  e  rapprefentanti  agli  occh 
afpetto  medefimo,  che  offre  P  ammanimento 
un  vafcello .  I  fiori  di  quefta  curiofa  pianta  fi 
leguminofi  di  color  purpureo ,  e  producono 
baccello  groffo  come  il  pollice,  e  lungo  fei 
fette  dita ,  il  quale  contiene  una  polpa  bian 
ftra,  burrofa,  grata  al  gufto  con  cinque  femi 
nuli  a  quelli  della  bambagia  • 

I 


(*)  Dolichos  volub.  caule  perenni  ,  leg.  pendi 
pentafpernais  ,fol.  oyalibus  utrinque  glabri*  • 


LIBRO      III.  tf7 

II  /armento  effendo  più  fleffiblle  ,  e  tenace 
[  vinco  ,  è  utiliflimo  per  varie  cofe,  tanto  più, 
|  fé  ne  poffono  avere  di  cento  ,  o  dugento  brac- 

in  lunghezza,  perchè  quella  fpecie  non  fi 
barbica  in  terra  come  quelle  della  -Zona  Tor- 
a .  I  Contadini  coftumano  dì  abbrustolirlo  leg- 
gente prima  di  metterlo  in  opera  ,  così  per 
argli  la  corteccia ,  come  per  renderlo  più  pic- 
cole, e  fé  ne  fervono  per  far  paniere  ,e  per 
;are  le  palizzate ,  e  le  fiepi  ,  ove  refiite  ali* 
]ua  per  molti  anni .  Alcuni  hanno  tentato  an- 
?  con  buon  fucceffo  di  farne  gomene  per  i  ba- 
senti,  le  quali  riefcono  più  durevoli  di  quel- 
di  canapa.  Nel  Chiloe  nafce  ancora  un'  altra 
eie  di  quelli  vimini  chiamata  pepo!,  colla  qua- 
quegl*  Ifolani  fanno  le  corde  per  le  loro  fi- 
rn .  I  Voquì  o  Vochi ,  che  deferive  il  Feuillée  , 
o    differenti  da  quefti ;    quelli  fi  trovano    per 

più  nei  bofehi  marittimi  .  V  Urceolaria  ftan- 
ite, dì  cui  parla  il  medefimo  Autore,  è  an- 
a  affai  diverfa  ;  Quefta  fa  un  fiore  lungo  un 
'lice  divifo  in  cinque  lobi  uguali ,  e  di  un  vi- 
ipo  color  roffo  .  (*) 

Io  avea  registrato  nel  mio  Pìnax  Chilefe^ 
quantatre  fpecie  differenti  di  arbofcelli ,  cheAcMh**V 
:fcono  fpontaneamente  nel  Chili,  e  credo  be-  thm  * 
che  avreipotuto  duplicare,  ed  anche  tripli- 
'e  quefto  numero  ,  fé  mi  foffe  fiato  poflibile 
feorrere  una  parte  più  confiderabile  del  Re- 
o,   poiché  quafi  ogni    diftretto  prefenta   delle 

novità 


(*)  „  Urceolaria  foliis  carnofis  fcandens .  Feuil. 


e 


m 


4 


I 


558  LIBRO      III. 

novità  non  meno  in  quefta ,  che  nelle  altre  eia 
lì.  Quefta  parte  ancora  del  Regno  vegetabile 
di  un'  utilità  più,  o  meno  valutabile  per  gli 
bitanri  . 

Le  fcowe,  e  le  foglie  degli  arbofcelh  eh 
nati   Deu  (*),  tutto*  e  Vthiu  U*J  s*  impiega 
per  tingere  in  nero  .  Coi  baccelli  della  Tara 
fia  Poinciana  fpinofa  (3*),  e  del  Mayu  <4*)  fi 
un  buon  inchioftro  da  feri  vere.  Il  legno  del  Gì 
jacano ,  che  nel  Chili  non  arriva  alla  datura 
gli  alberi  ,  fi  adopera  a  farne  palle  da  trucco 
pettini  .    Gli  Ebanifti    ufano  nei  lavori  di    tai 
i  legni  gialli  e  neri  di  due  arbofcelli  da  me  r 
oflervati",  a*  quali  danno  per  la   loro  durezza 
nome  di  ebano.  Il  Ramerino  falvatico  (5*), 
come  abbondante  di  refina  ,  s*  impiega  ccn  a 
quattro  arbufti  egualmente  refinofi  nella    fui 
del  rame  .  Il  tronco  del  Colliguay  ,  Coìliguaja  ,  % 
moti*  (6*)  bruciato  fpira  un  graziofo  odore  di 
fa,  che  non  offende  la  tefta  .  L?jn 


(*)  ,,  Cor  aria   (Rufci folta)  fol.  cordato-  ov; 
feflilibus .  Lìn. 

(i*)  „  Lonicera  (  Corymhofa)  corymbis  terrnin 
bus  ,  fol.  ovatis  acutis .  Un. 

(3*>  ,5  Poinciana  fpinofa  ,  vulgo  Tara  .  FeutL 
(4*)  „  Pfeudo    Acacia  foliis  mucronacis,  fl 
Juteo  ,  vulgo  Mayu  .  FtuìU 

(5*;   Rofmarinus  [  Cbìlenfis  ]  foliis  petiolatis  . 

(6*)  Monozeta  -  Folyandrìa  . 
Coìliguaja:  Mafc.  cai.  4.  fidus.  Cor.  o.  ftam.  % 
Firn.  cai.  4-fidus: cor.  q.  flylitres.  Capf.  i 
gularis,  3  fperma. 

Arbufcula  human  a  altituiinis.  Radìx  ramefa 
ira  :  caulis  ramojijjìmus  .  Folta  oppojìta  >  hrev 
ptiolata  ,  laqceifatff  ;  iwtityltf* ,  ummx% 


LIBRO      111.  1$9 

V  ineenfo  non  inferiore  a  quello  d'  Arabia  9 
e  fi  confuma  nel  Chili ,  proviene  da  un'  arbo- 
!llof  che  crcfce  nel  Coquimbo,  a  cui  ho  dato 
nome  di  Tburaria,  gen.  nov.  (*) .  La  fua  ai- 
zza ordinaria  è  di  circa  quattro  piedi:  il  fuo 
tto  è  affai  ramofo,  e  va  riveftito  di  una  fcor- 

cenerina ,  le  {uq  foglie  fono  alterne  ,  ovali , 
ighe  quattro  pollici,  carnofe,  afpre,  di  color 
alligno  ;  produce  i  fiori  piccoli   infundibulifor- 

di  un  giallo  verdiccio  :  a  queftì  fiori  hccQÓo 
a  capfula  emisferica  biloculare  con  due  temi 
uni  bislunghi .  Durante  la  fiate  1*  ineenfo  fu- 
da  per  sé  abbondantemente  ,  formando  de'  pie* 
SI  globetti  o  lagrime  ,  che  vanno  adunandoli 
igo  i  rami,  onde  poi  viene  raccolto,  allorché 
linciano  a  cadere  le  foglie .  Quefte  lagrime 
io  dure,  di  color  giallo  biancaftro,  un  poco 
Sparenti ,  brillanti    nella  loro  frattura,    d'uà 

gufto 


glabra  ,  carnofa  ,  perenni* .  Amenta  axillaria 
pedunculata  ,  brevi*  .  Cai  ma(c>  rachìn  verfur 
feminei  inferius  .  Capfula  elafi  fra  .  Semina  fubrol 
tunda  magnitudine pifi . 

Odorìfera  i.  Colliguaja  . 

(*)  Decandria  -  Digynia  • 

Ihurana  .  Cor.  r-  petala  .  Cai.  tubulofus  .  Capf, 

loculans,  x  «  fperma  . 
Caulisteres,  rimofus ,    ramo/ut .  Folia  alterna  9 
rigida  .petiolata ,  ovali* ,  integra,  decidua  .  F/o- 

•■  yes  terminale,  pedunculati  .  Corolla  infundibult* 
formi*  integra,  duplo  longìor  calyce  .  Stamina  io. 
filiforme,  squali*  ,  corolla  breviora  .  Antber& 
didyma  .  Germ.  duo  obhnga  .  Jiyìi  fetacei  Jiam. 
longiores  , 

Ghitenjìs  uTburaria* 


!.;: 


* 


itfo  LIBRO     111. 

gufto  amaro,  e  d*  un  odore  aromatico  fimlle 
tutto  a  quello  dell'  incenfo  dì  Levante  .  Neil 
colline  adiacenti  al  porto  di  Valparaifo  fi  tro 
una  fpecie  di  Gi>afole  HeUanthus  thurìfer  (*) 
confiftenza  legnofa  ,  dal  quale  fcola  ancora  u 
fofbnza  refinofa  j  che  famiglia  per  la  forma, 
per  P  odore  al  vero  incenfo . 

Il  tronco  della  Puya ,  gen.  nov.  d*)  fi  a< 
pera  in  vece  di  fugherò  in  tutto  il  Regno  .  Qj 
fU  pianta  ,  che  raffembra  affai  alla  Bromelìa  A 
w? ,  getta  dalla  radice  tre,  o  quattro  moftn 
zocchi  della  groffezza  di  un  uomo  ,  i  quali  r 
hanno  di  lunghezza  ,  che  venti  pollici  inciri 
e  vanno  rivettiti  di  fraglie  fpugnofe  incalorite 
une  nelle  altre.  In  mezzo  a  quelli  zocchi  fpi 
fano  le  foglie  lunghe  quattro  piedi,  orlate  di  J 
ne  uncinate  ,  e  fimili  a  quelle  della  fuddetta  A 
&a? ,  tra  le  quali  s'  eleva  un  fufto  rotondo 
nove  piedi  di  altezza  ,  e  di  tre  pollici  di  I 
metro ,  ricoperto  di  una  corteccia  dura  di 
verde  carico,  ma  interiormente  ripieno  di  ui 
foftanza  biancaftra  di  confiftenza  quafi  come  qu 
la  del  fugherò  ufuale.  La  cima  di  codefto  fu 
fi  divide  in  varj  ramufcelli ,    i  quali    copren( 

di 


(*)    HeUanthus  ernie  fruticoso  ,  foU  lineari  -  lam 

latìs . 

(2*)  Hexandrìa  -  Monogynia  . 
Puya;  Petala  6  inaequalia,  tnbus  maj.  fornicai 
Capf.  3-  locu  aris  < 

Corolla  ìnfera  ,  Calyx  o.  Stamina  fquamis  nei 

rìferìs  tnferta .  Anther&  incumbentes  •  Gerwen 

gonum  •  Styl.  o» 

Gbilenjis  I.  Puy&* 


LIBRO      III.  i6t 

foglie  affai  più  piccole  delle  radicali ,  e  dì  fio-» 
gialli  lunghi  quattro  pollici  ,  e  comporli  di 
petali  irregolari,  vengono  a  unirli  in  forma 
una  gran  piramide  .  Il  frutto  di  quefto  curio- 
vegetabile  è  una  capfula  triloculare  ripiena  d* 
inite  fementi  nericcie  .  Il  nettario  de'  fuoi  fio- 
abbonda  di  mele ,  che  è  ricercato  dai  fanciul- 
le Provincie  Araucanè  producono  altre  tre  , 
quattro  fpecie  di  quefta  pianta,  le  quali  ren- 
no  ancora  in  gran  copia  del  mele,  che  man- 
ino  quegli  abitanti  . 

Nelle  maremme  crefce  la  foda  di  Alicante^ 
Ifola  Kali  ,  ma  oltre  a  quefta  fi  trova  nel  lito- 
rale del  Coquimbo  un'  arburto  ferpeggiante  del 
jdefimo  genere,  dal  quale  fi  cava  una  gran- 
antità  di  fale  da  far  fapone  .  (*) 

Il  Chili  produce  fette  fpecie  del  genere  del 
rto  tutte  flimabili  per  la  loro  bellezza,  e  fra- 
anza;  la  più  utile  però  è  quella,  che  dagli 
diani  è  chiamata  Ugni ,  e  dagli  Spagnuoli  Mur- 
la  (i*) .  I  Francefi  ,  che  la  trovarono  nelle  Ifo- 
Malouine  ,  le  diedero  il  nome  di  Lucct  muf- 
i(i),  ma  ella  non  è  del  genere  della  mortel- 
la la, 

(*)  Salfola  (Coquìmbanct)  fruticofa,  caul.  aphyl- 

,  cai.  fucculentis  diapbanis. 

(**j  Myrtus  (  Ugni)  fior,  folitariis,  ramis  oppofi- 

,  fol.  ovalibus  fubfedììibus  . 

„  Myrtus  buxifolio  ,  fruclu  rubro  ,  vulgo  Murtil- 

.  Feutl* 

(i)  ,,  Son    fruìt  efl    charmant  à  la  vue  ,    &  des 

plus  ctgréahles  au    gout  .  Infuse  Jìmplement     dans 

de  V  eau  de  vie    avec  du  fucre  ,   il  fati     une  li* 

qusur    exwlUnte  >  pzrce.  qn    il   g$rte  nn  parfttm* 


\6%  L  l  B  R  0      1  lì-, 

la,  o  Vite  Idea.  Qnefxo  arbofcello  s»  innal; 
tre ,  o  quattro  piedi  coi  rami  oppofti  due  a  dui 
le  fue  foglie  pure  oppoitc  fono  (insili  a  quel 
del  mirto  di  Taranto:  fa  i  fiori  bianchi  a  cinq 
petali  :  il  calice  diviene  il  frutto  ,  il  quale  è 
ria  coccola  grotta  come  una  prugnola  ora  rote 
da,  ora  ovale  ,  di  color  roiTo  ,  coronata  di  qu; 
tro  punte  verdi  ,  come  la  melagranata  ,  e  d\ 
graziofo  odore  aromatico ,  che  fi  ferite  in  dift* 
za  di  più  di  dugenro  palli  .  I  femi  fono  brun 
ci  ,  e  p'atti  .  I  Nazionali  fanno  colle  bacche 
quefto  arbufto  un  vino  di  liquore  piacevole  ?  f 
macale,  che  eccita  1*  appetito  ,  e  che  dai  fo: 
iìieri  è  preferito  a'  migliori  mofcatelli .  Que 
liquore  ila  molto  a  fermentare,  ma  pofato  < 
fia  ,  diventa  chiaro,  brillante  , e  di  una  fragn 
za  foaviffiroa   (i) .  Gli   arbofcelli  per  altro,    e 

por- 


5,  tri*  gracìeux  d*  ambre  ,  ($r  de  mufe  ,  qui  ne 
^pugneroìt  pus  méme  aux  perforine*  ,  qui  ont  de 
„  averfion  pour  ces  deux  parfum*  ,  &  plairoit  i 
„  finirne  nt  a  ceux  ,  qui  les  recherchent  Le s  Indù 
3,  des  p/trtie*  meridionale*  du  Canada  preferent  V 
^fufion  de  ceite  piante  à  celle  du  meilleur  thè ; 
43  la  boivent  pour  le  plaifir ,  &  pour  la  finte: 
9>  le  réjouìt  ,  difent  il*  ,  le  c&:tr  ,  rétablit  ,  &  J 
3,  ìifte  V  eftomac  ,  degagé  le  cerv*«u  ,  &  porte 
^baume  dans  le  fang  .  Pernetty  Voy.  tour  x.p 
58. 

(t)  „  Il  vino  ,  che  fi  fa  colle  bacche  dell9  Ugni 
„  migliore  di  quello  di  palma  ,  del  fi  irò  ,  della  b 
3,7"^,  e  di  tutti  i  vini  medicinali  .  Ouefio  vim 
9,  chiare >,  fiottile  ,  aggradevole  al  guflo  ,  profitta 
5>  /e  #//o  jh-maco  *  provoca  V  appetito  ,  e  »o»  /a 
jh»  »<//,  ^y/?  aggrava    la  teda- ,  /;?    /o  tfo;»* 


A«~* 


LIBRO      111.  165 

urtano  bacche  commeftibili ,  dalle  quali  gì'  In- 
ani tiravano  un  fugo  vinofo ,  prima  che  avef- 
ro  le  viti ,  fono  molti  in  codeflo  Paefe  .  Vi  fi 
ovano  anche  due  o  tre  (pzcÌQ  di  Fune  ,  o  fieno 
Cinzie  ,  le  quali  producono  i  loro  frutti  groffl 
me  i  maggiori  fichi  . 

I  Medici  impiegano  con  buona  riufcita  varj 
quefti  arbofcelli  nelle  loro  cure.  Le  foglie^ 
:1  Culèn,  Pforalea  glandulofa  (*;  ,  già  bafrante- 
ente  conofciuto  in  Europa  ,  prefe  in  bevanda 
iforme  fono  fpecifiche  contro  le  indigeftioni  y  e 
ntro  i  vermi  ,  come  lo  hanno  fperimentato  va- 
*perfene  in  Bologna  ,  in  Imola  ,  e  in  altre  Cit- 
.  Alcuni  ancora  le  fotìituifcono  volentieri  il* 
elle  del  Thè  pel  loro  odore  aromatico ,  ed  io 
no  perfuafo,  che  efTendo  preparate  colla  dili- 
nza,  che  fi  prepara  il  Thè  nella  China,  riu- 
rebbero  grate  ad  ogni  genere  di  perfone  .  Il 
ìlèn  è  originario  del  Chili  3  ove  nafce  fponta- 
amente ,  e  crefce  talvolta  all'  altezza  di  un* 
bero  mediocre.  Se  ne  trova  un'  altra  fpecic» 
tta  Culen  giallo  (i*)  dal  colore  delle  fue  fo- 
ie ,  le  quali  fono  ternate  come  quelle  dell'  al- 
L  2  tro, 

t'offre  altrettanto    dy  acqua  ,  che  il  vino    d*  uva  • 

E'  di  color  d*  oro ,    chiaro  ,   e  foave  ,    quanto     il 

vino  di  Ciudad  -  Real .  Herrera  .  Dee  9*  i*  9.  fior. 

11' Indie. 

(*> ,,  Pforalea  fol.  omnibus  ternatis  ,  foliol.  ova- 

•ianceolatis,  fpic.  peduncubms  .  Lin. 

„  Barba  Jovìs  trìpbjrlla-,  fiore  ex  albo  ,  &  cseru- 

3  vario  ,  vulgo  Cu  lem  .  Feuìl. 

(1*)  Pforalea  {Lutea)  fol.  ternatis  fafciculatis  ; 

■ol»  ovatj.s  rugofis,  fpic  pedimculatis  »  ' 


: 


r 


, 


tH  LIBRO      III. 

tro  ,  ma  talmente  tenere,  crefpe  ,  e  conglobate 
che  raggruppando/i  tutte  ìnfieme  nella  cima  fc 
mano  una  forta  di  globo  pefante,  che  fa  rìcu 
vare  i  ramu  i  fuoi  fiori  fono  parimente  leg 
minofi,  e  I  femi  folitarj  .  Le  foglie  d*  entrai 
bi  quefti  arbofcelli  fono  balfamiche  ,  vulnerarie, 
ialdano  bene  le  ferite  applicandovele  un  pò 
peftate  d)  . 

Ma  per  quefto  effetto  quegli  abitanti  ufa 
con  più  fiducia  la  radice  di  un  piccolo  arbu 
chiamato  Guaicuru  ,  PJegorhiza  Guaìcuru  gen.m 
(*)  che  nafee  nelle  Provincie  Boreali  del  Regn 

Que- 

(i)  „  V  Albaquìlla  en  Indìen  Culen,  efl  un  < 
99  brìffeau^  dont  la  feuille  a  un  peu  de  V  odeur  du  i 
nJìltc  ;  elle  contieni  un  baume  d'  un  grand  ufc 
9i  pour  les  playes  ,  dont  nous  avons  vu  un  ejfet  fi 
^prenant  à  V  Yrequin  Jur  un  Indìen ,  qui  av 
,,  le  col  entamé  bien  avant ,  je  V  ai  aujjì  expt 
99  mente  far  moi  mème  :  fa  fleur  efi  longue  ,  dìj 
99  sée  en  épic  9  de  couleur  bianche  tìrant  far  le  z 
99  let ,  (è*  de  cette  e/pece  ,  qu  on  met  au  nomb 
9Jdes  legumineufes  . .  . .  Un  autre  arbrìfleau  appi 
99  H  ari  Ilo  different  de  la  Harilla  du  Tucuman  ,  J 
„  aujji^  pour  le  mème  effet  ;  il  a  la  fleur ,  comme 
99genet,  <&  la  feuille  tre s  -  petite  2'  une  odeur  j 
99  te  ,  qui  tìent  un  peu  de  celle  du  mìei  ;  elle  m 
99  pleine  de  baume  ,  qu  elle  en  efi  toute  gluan 
Fremer  t.  i.  pag.  105. 

(*)  Enneandria  -  Monogenìa  . 
^  Plegorhiza  cai.  o.  cor.  1  -  petaìa  .  Capf.  i-Iocu 
ris ,  1  -  fperma  . 

Cauli s  lìgnofus  ,  Foli  a  radi  e  alia  in  c&fpìtem  e 
geflay  petiolata  ,  ovatta  ,  fimplicìa%  integra  .  i 
mea  fejjìlia  ,  ovata  .  Flores  terminales  ?  pedun 
lati  ,  plurimi  .  Corolla  monopetala  integra  .  & 
mina  <,*  brevijfima .  Amberà    oblong&  .  Germ 


.mtm 


LIBRO      ìli.  t6$     , 

iiefta  radice,  che  è  ftorta  ,  e  di  un  color  rof- 
bruno,  caccia  fuori  molte  foglie  dì  un  bel 
:rde,e  fimili  a  quelle  del  mirto  ,  in  mezzo  ai- 
quali  fi  leva  un  fufto  fernipedale ,  che  fi  divi  - 
j  verfo  la  cima  in  un  gran  numero  di  ramu- 
elli  riveftiti  di  foglie  più  piccole  delle  radica- 
,  e  di  fiorellini  campaniformi  dì  colore  erba- 
o,  difpofti  come  in  ombrella.   Il  Pernetty  nel 

0  Viaggio  dice,  che  quefla  pianta,  foprattut- 
>  la  fua  radice,  è  uno  dti  più  valorofi  aftrin- 
mti  della    Botanica,  eflendo  di  più   eccellente 

1  difeccare ,  e  guarire  prontamente   le  ulcere , 
fcrofole  ,  e    per  fermare  la  difenterìa,    il  che 

accorda  perfettamente  con  la  giornaliera  efpe- 
enza,  che  ne  fanno  i  Chilefi  (i). 

Nella  Provincia  di  Quillota  crefce  ancora-* 
ìa  fpecie  di  Acacia ,  o  Mimofa  ,  detta  Jarilla  (*) , 
illa  quale  fi  cava  un  balfamo  di  gratiflimo  o- 
>re  ,  ed  efficace  per  curare  le  ferite  .  Le  fuc# 
Line,  e  fpecialmente  le  foglie,  fono  affai  vif- 
L  3  cofe 

orbìculatum .  Stylus  cylindricus  hngìtud.  Jìami  ~ 

num  .  fiìgma  flmplex  .  Capf.  oblonga  comprejfiuf- 

tuia,  femen  unicum  oblongum  fub compre ffum  • 

fi)  „  Cette  piante  ,  fa  varine  fur  tout ,  efl  un  iet 

plus  puijfants    aftringens  de  la   Rotanique  j    &  l* 

experìence  a  prouvé  ,  qu  elle  efl  parfaìte  pour  def- 

sécher  ,  &  gucrir  promptement  les  ulceres  ,  les    é+ 

crouelles ,  &  pour  arreter  la  difenterie  •  Voy.  torn» 

.  pag.  518. 

(*)  Mimofa  (  Ealfamica)  inermiSjfol.  blpinnatis  j 
artialibus  &jugis  fubdenticulatis  ,  floribus  odaa- 
ris . 
Arbufcula  ramìs  patenùbus  \flores  pedunculatì  ,/$* 
ci  cu  lati ,  j f par  fi ,  lutei  • 


r 


*66  L  I  B  R  O      I  I  I. 

cofe  a  cagione  dell'  olio  balfamico.,  che  cont 
nuamente  ne  rifuda,  la  cui  fragranza  fi  fa  fei 
tire  d'  affai  lontano.  Quello  arbofcello  è  ali 
cinque  piedi  incirca  ,  e  fa  le  foglie  alate  e  trii 
ciate,  e  i  fiori  gialli  divifi  in  cinque  parti, 
quali  fuccede  un  baccello  piccolo  con  due,o  ti 
femi  reniformi . 

Il  Palqui ,  Ceibrum  notturnum  (*)  ,  è  il  ni 
glior  fpecifico  ,  che  vi  fi  conofca  contro  le  fel 
bri  ardenti  .  Dalli  a  bere  agli  ammalati  il  iiig 
fpremuto  dalle  foglie,  e  dalle  fcorze,  il  qua! 
tuttoché  amaro  ,  e  di  grave  odore,  è  rinfrefcai 
te  in  fommo  grado.  I  contadini  dicono^che  qu< 
ile  foglie  fono  velenofe  pel  beffiamo  a  corno 
ma  le  fperienze  fatte  circa  un'  oggetto  sì  in 
portante  non  fono  fiate  decifiye.  Queft'  arbolce 
lo  fomiglia  pel  gufio  ,  e  per  P  odore  al  fambi 
co  ,  ed  anche  da  lontano  per  la  figura;  ma  1 
fue  foglie  fono  femplici,  alterne,  e  bislunghe 
i  fiori  corimbofi,  gialli  ,  e  fimili  a  quelli  del  ge^ 
forgino  ,  e  le  bacche  ovali  dì  color  violetto  .  Ber 
che  il  fuo  fuilo  fia  affai  fragile  ,  tuttavia  gì*  In 
diani  lo  antepongono  a  tutti  gli  altri  legni  pè 
cavarne  il  fuoco  fecondo  il  loro  coflume  .  Quan 

do 


(*)  „  Ceftrum  iloribus  pedunculatis  .  Lìn. 

Arbufcula  S-pedalis  .  C 'a uh s  plurimi ,  fifiulqft ,  e« 
reóli ,  teretes  ,  aculeati  ,  fupernè  dìchotomi  ,  Folli 
alterna  ,  petiolata  ,  oblonga  ,  ìntegra  ,  venofa  , 
carnofa  ,  4-  pollìcarìa  .  Flores  corymbojì peduncu- 
lati  .  Calyx  5  -fidar  corolla  brevi  or  •  Corolla  me- 
nop.  infundìbuL  ,  limbo  plano  %  *  partito  ,  fiavt* 
fcenf.  Bacca-  tvalis  violacea  » 


*^ 


WBJ 


LIBRO-III.  167 

0  vogliono  ciò  fare,  appoggiano  una  bacchetta 
cca  appuntata  fopra  un'  altra  bucata  nel  mez- 
3  ,  e  la  fanno  tornare  fra  le  due  mani  ,  come 
dì  frulliamo    la  cioccolata.*    fra   pochi  momenti 

legno  di  lotto  principia  a  fumare,  e  in  breve 

fuoco    vi  fi  manlfefla  . 

Si  debbono  contare  anche  tra  gì?  arbofcellì 
edicinali  del  paefe  la  Capa  fena ,  non  differen- 
:  da  quella  dì  levante ,  che  nafee  in  abbondan- 

1  intorno  alle  Porgenti  del  fiume  Maypo  ,  e  la 
ilvìa,  che  trovafi  in  varie  partile  fpecialmen- 

nelle  maremme  . 
Le  felve  del  Chili  prefentano   una  sran  va-    .„     . 
mài  alberi  nativi,  o  indigeni ,  di  cui  la  mag-'Chii.  Àie* 
or  parte,    come  abbiamo  accennato    di  fopra,    kuen  * 
>n    fi  fpoglia  giammai    della    propria    verdura, 
Imente  che  di  97.  fpecie  ,  che  vi    fi  conofeono 
lora,   tredici  folamenfe    perdono  le  foglie    nel 
rno  .  Tra  i  primi  ve  ne;  fono  molti ,  che  fi  ren- 
no  notabili  per  la  foavìffima    fragranza,    che.» 
tmandano    dalle  loro  feorze  ,    e  dalle  loro    fo- 
ie (1).  Siccome  nel  predetto  numero  fi  trova- 
la 4  no 


(1)  „  Les  forets  font  pleines  d9  arbres  aromati- 
que s  -,  comme  de  differente!  efpeces  de  myrtke  ,  d9 
une  forte  de  laurier  ,  dont  V  Scorce  a  V  odeur  du 
Safafras  ,  &  enccre  plus  fuave  j  du  Boldu  ,  dont 
la  feuìlle  a  V  odeur  de  V  encens ,  &  V  écorce  un 
gotìt  pìquant  tenant  un  peu  de  la  Canelle  :  mah 
il  fé  trouve  un  autre  arbre  ,  qui  porte  effettive» 
mera  ce  nom  ,  quoique  dìfférent  de  la  Canelle  de± 
Indes  Orientale*  ,  &  qui  en  a  la  meme  qualité  1 
ti  a  la  feuìlle ,  comme  le  grand  laurier  feulement 
un    peu  plus  grande  s  il  y  crott  encore  un  arhrt* 


r 


Hi 


K 


168  LIBRO      Ili. 

«o  alcuni,  che  o  differifcono  poco  dagli  albe 
Europei,  o  fi  coltivano  di  già  in  quefti  Orti  B< 
tanici ,  così  noi  gì' indicheremo  quivi  brevemei 
te,  prima  di  paffare  a  defcriverne  alcuni  altri  di 
più  Angolari ,  poiché  non  è  potàbile  fare  mei 
fcione  di  tutti  . 

Nelle  Valli  Andine  nafcono  fpontaneamen 
i  Ciprefli  ,  i  Cedri  bianchi  odorofi  ,  i  Cedri  re 
fi  detti  Alerze  (*) ,  i  Pini ,  i  Pellini  fpecie  di  r 
vere ,  gl'i  Allori ,  i  quali  tutti  vi  crefeono  Imif 
ratamente,  ma  fopra  tutti  gli  altri  i  Cedri  re 
s*  innalzano,  e  s' ingroiTano  di  maniera,  che  \ 
Ifolani  di  Chiloe  fogliono  cavare  da  uno  folo 
efl?  fettecentoin  ottocento  alfi  lunghe  venti  pi 
di  (i) . 

Nel 


*>  appellé  Peumo  ,  dont  V  é coree  en  decoólion  foul 
^ge  beaucoup  V  hydropifie  ;  il  porte  un  fruit  de  co 
,,  leur  rouge  ,  &  femblable  à  une  olive  ;  fon  b 
„peut  ciuffi  fervir  à  la  conflrufiion  des  vaiffeau: 
„mais  le  meilleur  pour  ctt  effet  efl  le  Roble  ,  ef[ 
3,  ce  de  Chène  ,  dont  l'  écorce  ,  comme  celle  de 
„Hieufe  efl  un  Uege  ,  il  efl  dur ,  &  de  durée  da 
3,  l9  eau .  Le  long  de  la  riviere  de  Biobio  il  y 
„  quanthé  de  cedres  propres  non  feulement  à  la  co 
^flruttìon  ,  mais  encore  a  faire  de  tris  bons  mat 
„  Les  cannes  de  Bambouc  font  fort  communes  { 
„  tout.  Frezier.  voy.  tom.  i.  pag.  137.  139. 

(*)  Pinus  (Cupreffoides)  fol.  imbricatis  ac^tis. 

(1)  Quando  mi  partii  dal  Chili ,  ofiervaì  dopo 
primo  mefe  di  navigazione ,  che  V  acqua  ,  che 
portava  in  alcuni  barili  fatti  del  legno  di  que, 
cedro  roffo  ,  benché  fefie  divenuta  del  color  medejit 
del  legno  ,  non  fi  era  guaftata  ,  mentre  che  quei 
degli  altri  barili ,  che  trovavanfi  nello  flejfo  fito  , 
ertf  corretta  per  ben  tr?  v$lte  .  Le  parti    ejlrattiv 


LIBRO      III.  169 

Nel  rimanente  poi  del    Regno  fi    trovano  ì 

Jci ,  il  Molle  ,  il  Cereo  Peruviano  ,  il  Florip$n» 
o,il  Melarancio  ialvatico ,  la  Cannella,  il  Ca- 
bio  ,  il  Maqui  ipecie  di  Sanguinella ,  la  Lum* 
ecie  di  Mirto,  il  Gelio  ,  la  Cirimota ,  il  Tanna- 
ndo, e  nelle  Iiole  di  Gio;  Fernandes  il  Sanda- 
bianco  ,  rolTo  ,  e  citrino ,  il  legno  giallo  ,  o 
\  Fagus  lutea  ,  e  un  albero ,  che  produce  del 
;pe  inferiore  a  quello  d*  Oriente, il  cui  gene- 
non  mi  è  noto  . 

Il  Salce,  Salix  Chilenfu  (*) ,  che  gì?  Indla- 
chiamano  Theige,  non  differifee  dall'Europeo, 
ìe  nelle  foglie ,  le  quali  fono  intiere  ,  fottili  , 
di  un  verde  gialligno  :  quefto  albero  produce 
lagran  quantità  di  manna  tutti  gli  anni .  I  con- 
cini bevono  con  buon  luccerTo  1"  infufione  del- 
iba feorza  nelle  febbri  ardenti  .  Il  Molle  è  di 
ie  fpecie ,  cioè  il  comune  Schìnus  Molle ,  che_# 
•elee  nelle  maremme  ,  e  un*  altro  con  le  foglio- 
ne  picciuolate  chiamato  Huigan,  Schìnus  Huì- 
m  (i*) ,  che  nafee  indiiferentemente  in  tutto  il 

Pae- 

?/  legno  non  aveano  comunicato  a  quefi1  acqutL* 
Uro  ,  che  ti  colore:  il  fuo  gufio  era  eccellente  ,  e 
%reva  attinta  recentemente  dalla  fontana.  Ejfenda 
ì  vicinanza  del  Tropico  io  pregai  il  Capitano  del- 
1  nave  a  voler  lafciare  V  ultimo  barile  ,  che  refta* 
a  ,  pel  pafi 'aggio  della  Zona  Torrida ,  affine  di  pro- 
are  ,  fé  la  fuddetta  acqua  reggeva  fenza  corrom- 
trfi  ali*  ecceffivo  calore ,  che  vi  fi  fuol  patire  ;  ma 
t  mia  fup  plica   non  fu  ej a  udita  . 

(*)  Salix  fol.  integerrimis  glabris  lanceolatis  a-» 
uminatis  • 

(z*)  Schinus  fol.  pinnatis;  foliolis  ferratis  pedo- 
uis ,  impari  breviffimo  » 


m 


m 


w 


\1%  LIBRO      III. 

Paefe.  I  Nazionali  fanno  colle  bacche  dell'  un< 
e  dell'  altro  un  vino  rotto,  piacevole  ,  ma  afl 
calido  (i) .  Il  Cereo  Peruviano  detto  Qui f co  nel 
lingua  del  paefe  fi  divide  ancora  in  due  fpeci 
che  fono  1'  ordinario  ,  Cafius  Peruvianus  ,  e  un*; 
tro  ,  che  nafee  nel  Ccquimbo  ,  Cattus  Coquimb 
nus  (*)  ,  e  produce  le  fpine  lunghe  da  otto  pc 
liei ,  delle  quali  fi  fervono  le  donne  in  vece 
ferri  da  calzette  . 

Il  Floripondio  ,  Datura  Arborea  (i*)  ,  è  un'  ì 
bero  ftimabiie  a  cagione  della  bellezza,  e  fr 
granza  dei  fuoi  fiori ,  i  quali  fpirano  un'  odo 
grato  d'  ambra-,  che  fi  diffonde  a  una  diftan 
confiderabile  (2) .  Il  fuo  ftipite,  che  è  groffo  j 

in 


(1)  „  Le s  ìndiens  e n  font  (  du  Molle)  une  d 
„  cha  auffi  honne ,  &  auffi  forte  ,  que  du  uìn  ,  1 
9,meme  plus  .  La  gomme  de  V  arbre  étant  dìftou 
9,fert  à  purger*  Òn  tire  de  e  et  arbre  du  miei ,  1 
„  V  on  en  fxit  aujjt  du  vinaìgre  ;  en  ouvrant  1 
9ipeu  fon  écorcaìl  en  difiille  un  lait  ,  qui  guérl 
9f  à  ce  qu  on  dit ,  de-  la  taye  ,  qui  vìent  fur  les  y 
9,  ux  :  du  edur  de  fes  rejettons  on  en  fait  une  ean 
9)  qui  éclaircitf  &  fortifie  la  vue  ;  enfin  la  dee 
05  clion  de  fon  écorce  fait  une  teìnture  caffè  tirai 
e,  fur  le  rouge  ,  dont  les  pècheurs  de  Palpar  tifo  ,  ( 
9,d?  Concon  teignent  leurs  filets  afin  que  le  po{ 
otfon  s'  en  appercoive  moins .  Frezier.  t.  1.  al 
309. 

(*)  Cacluserecìus,  longus,  to-  an^ularis  :  angi 
hs  chtufìs .  {pitìis  I0ngii5mis  reclis . 
b  (1*) ,,  Datura  p-ericarp  glabris  inermibus  nutar 
tibi's  ,  caule  arboreo  -  Lin. 

(i)  ,,  Nous  n  avons  en  Europe  aucun  arbre  égt 
9ìen  beante  au  Florìpondio\  Lorfque  fes  fleurs  fot 
S3  *p*nwhs ,  leur  odeur  fur p affé  toutes  celles  de  m 


LIBR0I1L  ijt 

(ette  pollici  e  interiormente  midollofo  ,  s' in- 
Iza  da  dodici  piedi  ;  i  fuoi  rami  formano  tut- 
infieme  una  bella  tefta  sferica,  e  vanno  rive- 
ti di  foglie  lanuginofe  ,  lunghe  otto  o  dieci 
Ilici,  larghe  tre,  e  fatte  in  forma  di  cuore, 
quali  fpuntano  a  mazzetti ,  o  parecchie  infìe- 
?.  I  fiori  fono  infundibuliformi  col  lembo  di* 
*o  in  cinque  lobi  appuntati,  di  color  bianco, 
hanno  otto,  o  nove  pollici  di  lunghezza,  e 
attro  di  apertura .  Il  frutto ,  che  fuccede  a_ 
ifti  fiori,  è  quafi  rotondo,  groffo  come  una 
larancia  ,  coperto  di  una  buccia  verde  palli- 
,  e  contiene  varie  femenze  ovali,  ma  non  è 
nmeftibile  . 

Il  Melarancio  falvatico ,  Citrus  Chìlenfis  (*) 
lifferenzia  dal  coltivato  nelle  foglie,  che  io- 
ienali,  o  fensa  picciuolo,  e  nei  frutti,  che 
1  forpaffano  in  volume  le  noccluole  ,  e  fono 
ili  :  il  lor  guflo  è  a  un  di  preifo  come  quel- 
delie  melarancie  comuni  .•  il  legno  dì  queft* 
ero  ,  che  è  ben  alto ,  vien  ricercato  dai  tor- 
)ri  pel  fuo  hd  color   gialro  . 

La  Cannella,  che  crefce  in  tutti  i  bofchi  del 
ili,  è  quella  che  nello  eretto  Magellanico  ha 
lo  il  nome  di  Cannella  di  Wìnter  .  I  Chileiì 
hiamano  Botghe  ,  e  gli  Spagnuoli  Cannello  (%*) . 

Fro* 


eurs  ,  ó"  un  de  ces  arbres  fufjit  dans    un  Jardìn 

ìur  r   embaumer  enùérement  .  Jy    al  vfi  plufieurs 

?  ces  arbres  d&ns  le   Royaume  du   Chili  .    fenili* 

»•  2.  pag.  76%* 

f)  Citrus  fol.  felfilibus  acuminatis  . 

m  „  Eoigne  Cinnataomifera  oliv*  frudu.  FeuìL 


m 


r 


17*  L  1  B  R  O      1  l  j. 

Produce  il  fuftjo-atto  da  cinquanta  piedi  coi 
aii  oppofti  quattro  a  quattro  in  croce,  e  le 
glie  grandi,  alterne,  e  fimili  a  quelle  del  L 
ro  regio  :  i  fiori  fono  bianchi ,  quadripeta>i , 
dorofi,  è  le  bacche  ovali  di  color,  che  nel  n 
azzurreggia;  ha  due  feorze  ,  come  la  Carni* 
di  Celiano  ,  1*  efterna  di  un  verde  bruno,  ( 
interna  di  un  bianco  fporco ,  che  col  feccarf 
cangia  in  color  di  cannella  .  Il  Boighe  ha  il 
ro  gufto  della  cannella,  dice  il  P.  Teuillée 
potrebbe  impiegar/!  negli  fteffì  ufi ,  in  cui  noi 
ferviamo  di  quella  d'  Oriente  (1)  .  Ma  i  pael 
non  fé  ne  curano,  e  foltanto  adoprano  il  fuo 
gno  nella  coftruzione  delle  loro  cafe .  Se  q 
&o  preziofo  albero  foffe  coltivato,  il  gufto  < 
la  fua  feorza  farebbe  più  grato, e  fi  fpogliei 
be  di  un  poco  di  fortezza,  che  deriva  dal 
fetto  di  coltura  .  Ciò  non  oftante  gì'  Inglefi  i 
no  al  prefente  un  grand'  ufo  di  quefta  cortect 
Gli  Araucani  tengono  il  Boighe  per  un*  alb 
facro;  quindi  è  che  ne  portano  fempre  un  ra 
in  mano  in  tutte  le  loro  cerimonie  reJigioft 
così  pure  quando  fanno  la  pace  lo  prefentano 
fegno  di  amicizia  ,  come  nel  vecchio  Contine 
fi  praticava  coli'  olivo . 

Il  Carrubbio  ,  Ceratoma  Chìlenfis  [*]  fi  difl 
gue  principalmente  dalla  Siliqua  Europea    pei 

grofl 

(1)  „Gn  pourroit  fé  fervir  de  V  écorce  du  B$t 
a,  dans  les  mèmes  ufages  ,  que  nous  nom  fervono 
5,  la  canelle:  fon  gout  n'  eri  differe  par,  comme  j 
sydejà^dit,  &  elle  a  prefqué  la  mème  coulei 
„  lorfq  elle  efl  séche  .  Feuil.  tom*  3.  pag.  ir. 
<*>  Ceratonia  foliol.  carinatis  9  ramis  fpinofis 


l 


LIBRO      III.  175 

ifle  fpine,  che  producono  i  fuoi  rami,  le  qua- 
bno  lunghe  da  quattro  pollici ,  e  talmente  du- 
,  che  dai  contadini  vengono  adoperate  in  ve- 
di chiodi .  Le  fue  filique  non  fono  differenti 
le  carobole.  Il  Maqui  ,  C@rnus  Chlknfis  (*)  , 
dieci,  o  dodici  piedi  di  altezza  ,  ma  il  fuo  le- 
d  è  affai  fragile  ,  e  inutile.*  le  fue  foglie  fono 
>ofte  ,  cordiformi ,  dentate  ,  tenere  ,  fugofe  ,  e 
ghe  tre  pollici  :  fa  i  fiori  bianchi  a  quattro 
:ali ,  e  le  coccole  come  quelle  della  Sangui- 
lla di  color  violetto ,  e  di  una  gran  dolcezza  .* 
?gli  abitanti  mangiano  quefte  coccole  ,  e  ne^ 
no  anche  una  bevanda  ,  che  chiamano  thecu  . 
fugo  delle  foglie  è  valorofo  contro  il  mal  di 
la  f  come  io  fteffo  ebbi  la  fortuna  di  fperimen- 
!o  .  Ve  n*  è  una  varietà ,  che  produce  le  bae- 
e  bianche. 

La  Luma,  Myrtus  turno-  (2*),  differifee  dal 
rto  ordinario  per  le  fue  foglie  quali  rotonde , 
aer  la  fua  elevazione,  che  è  di  più  di  quaran- 
piedi .  Il  fuo  legno  è  il  più  adattato  ,  che  fi 
tiofea  per  la  manifattura  delle  carrozze  ,  e  per 
)  fé  ne  imbarca  tutti  gli  anni  una  gran  quan- 
à  pel  Perù.  Gì'  Indiani  fanno  colle  fue  bac* 
e  un  vino  guftofo ,  e  flomacale .  Oltre  alla  Lu- 
1  vi  fi  trova  un'  altra  fpecie  di  mirto  altiffi- 
t9 -Myrtus  maxima  (3*),  che  s'  innalza  più  di 

fettan- 


■ 


W)   Gornus  arborea  ,  cymis  nudig ,  fol.  cordatig , 
ntatis  . 

(1*)  Myrtus  fior,  folitariis,  fol.  fuborbiculatig ". 
<3*J  Myrtus  pedane.  muitiHor.  ^  fai.  alternis  fa- 

imlibuSi 


- 


■r 


I 


174  LIBRO     111. 

fettanta  piedi ,   il  cui  legno  è  ancora   molto  1 
malo . 

Ma  gli  alberi  >  che  producono  il  più  bel  \ 
gname  nel  Chili  ,  oltre  alle  fpecie  di  cedro  ; 
vramentovate  ,  fono  il  Cavea,  il  Qui  Hai  ,  il  J 
thi  ,  il  Mayten ,  e  il  Temu  .  Il  Caven ,  Mimcj 
Caven  (*)  ,  che  gli  Spagnuoìi  nominano  Spino  ^ 
molto  limile  all'  Acacia  folio  fcorpioidis  legumi» 
dell'  Egitto  pel  fuo  tronco  tortuoso  ,  e  lodo  ,  | 
la  fua  fcorza  nera  fcrepolata  ,  per  i  fuoi  ra 
fparfi  ,  e  armati  di  fpine,  e  per  le  fue  fogli 
minute,  congiugate,  e  difpofte  per  paja  fopra 
picciuolo  comune  lungo  due  pollici;  ma  i  fi 
fiori,  benché  fìofculofi  ,  gialli ,  e  raccolti  in 
bottone  sferico,  come  quelli  dell'  Acacia  Uìh 
ca ,  o  Egiziana,  vanno  attaccati  fenza  pedice 
ai  ramufcelli  in  tanto  numero,  che  li  cuopro 
intieramente:  quelli  fiori  fpirano  un'  odor  g 
tiffimo,  onde  vengono  chiamati.  Aromati .  Le  J 
filique  lunghe  tre  o  quattro  pollici  fono  quali 
lindriche  di  color  bruno  carico,  quando  lì  ma 
rano ,  e  contengono  varie  fementi  ovali  cinte 
una  linea  gialligna  ,  e  avvolte  m  una  mucilag 
ne  aftringente  ,  che  ferve  a  fare  inchioftro  d 
■feri vere»  Quell5  albero  crefee  fpontaneamente 
tutte  le  campagne  mediterranee  del  Chili,  e  i\ 
«cialmenre  tra  i  gr.  2.4,  e  37.  ove  li  brucia  coi 
legna  da  fuoco  :  ama  i  terreni  gralìì.,  nei  qu 
s*  innalza    al  pari  delle  più  robiffte  quercie  1 

fuo 


(*)  Mimofa  fplnis  ftìpularibus  parentibus,  fol»  1 
pnjnatis,fpicis  globofis  verticillatis  fegilibwst 


I 


.  ^ 


LIBRO      III.  17? 

»  legno  è  compatti  tf?  no,  duriamo  ,  dì  un  rof- 
bruno  venato  di  nero,  e  di  giallo,  e  fufcet- 
ile  dì  un  bel  polimento  .  Gli  artigiani  fé  ne 
vono  per  fare  i  manichi  ai  loro  fi  rum  euri  . 

Il  Quiillai,  Quillaia  [aponarìa  gtn.  nov.  (*)  , 
un  fufto  aifai  alto,  e  diritto  riverito  di  una 
rza  groifa  cenerina,  il  quale  verfo-la  fom  mi- 
fi  divide  in  due,  o  tre  rami;  le  fue  foglie.» 
tem  brano  molto  a  quelle  della  quercia  verde, 
noi  fiori  fono  parimente  ftamignoù* ,  ma  le  fu© 
senze  fono  rinchiufe'  in  una  capfula  quadrilo- 
are  .  Il  legno  del  Quillai  è  duro  ,  rofHgno, 
ìon  fi  fpacca  giammai;  perciò  i  contadini  ne 
no  le  ftaffe  per  cavalcare  :  ma  quello ,  che 
ide  quefto  albero  preziofo  ai  Chilefi,  è  la  fua 
•feccia  ,  la  quale  ammaccata,  e  fiemprata  in  ac- 
i  fa  ,  come  il  più  perfetto  fapone  ,  una  gran- 
fchiuma  ,  leva  bene  le  macchie  ,  digraiTa  le 
e,  e  pulifee  ottimamente  ogni  forta  di  panni, 
li  tele.  I  Peruviani  per  quello  motivo  porta- 
via  annualmente  una  gran  quantità  di  quefta 

cortec- 


■ 


(*)   Monozcia  -  Polyattdria  . 
Quillaia  :  Mafc.  caL  4  -  £hyl  ius .  Cor.  o.  ftamin. 

Fsem.  cai.  4-  phyllus:cor.  o.  fiyli  4.  Capf.  4-I0- 

[aris  :  fem.  foiitaria  . 

Folta  alterna ,  ovato  oblonga,  indivifa  ,  àentìcu- 
lata . ,  fempervirentra  ,  petr'olata  .  Pedunculi  axìU 
lares  .  Flores  mafculi  ,  &  femineì  in  eodem  ra* 
mo  .  -Calyc  f olici,  oblongi»  perjtflenttbus .  Stam» 
capillaria  long  calycìs  .  Anthera.  fubrotund&  » 
Germ.  fubrotundum  .  Stylì  fubulati.  Gapf.f uh  qua- 
drata % 


f 


zjt  LIBRO      Iti. 

corteccia  .  Il  fuo  nome  viene  dal  verbo   quìllcai 
che  fignifica  lavare    (i)  . 

Il  Lithi  ,  Laurus  Cauflica  (*)  ,  che  fi  trova  da 
pertatto  nel  Chili ,  è  una  fpecie  di  alloro  di  ir 
diocre  altezza  colle  foglie  alterne  ,  ovali ,  rug 
fé,  lunghe  più  di  un  pollice,  e  di  un  verde  pii 
tetto  ofcuro  .  I  fuoi  fiori ,  benché  affai  picco! 
e  i  fuoi  frutti  fono  in  tutto  limili  a  quelli  < 
lauro  comune.  Gli  effluvj,che  efalano  da  qu( 
albero  maffime^i  fiate  ,  cagionano  delle  gonfi( 
$e  e  delle  puftule  acri  nelle  parti  fcoperte  < 
corpo  di  coloro ,  che  fi  fermano  fotto  la  fua  oi 
bra  .  Quefto  effetto ,  che  in  se  non  è  mortifet 
fi  rende  molto  variabile  fecondo  le  diverfe  co 
pleffioni,  giacché  alcuni  ne  rifentono  poco  di 
no,  altri  nulla,  ed  altri  vi  fono  cosi  difpof 
che  col  folo  paffarvi  fotto ,  ne  rimangono  e 
piti.  Benché  il  fuo  legno  fia  pregno  di  un  fu 
verdognolo  vifeido  egualmente  cauftico,ciò  t\ 
ottante  gli  abitanti,  ufando  certe  precauzioi 
lo  tagliano  per  fervirfene  nella  coftruzione  de 
edifizj ,  perchè  feccato  che  fia  depone  il  mah 

ce 


[i]  ,,  Le  Quillat  ejl  un  arbre  ,  doni  la  fittili 
9,  quelque  rapport  à  celle  du  Che  ne  verd  :  fon  et 
,,  ce  fermente  dans  V  eau  ,  comme  le  favon  ,  & 
M  rena  meìlleure  pour  laver  les  laìnages  ,  mais  it 
?>  P*s  pour  le  Unge,  qu  elle  jaunit  •  Tous  les 
3,  dìens  s'  en  fervent  pour  fé  laver  les  ebeveux , 
j}/e  nettoyer  la  tète ,  au  lìeu  de  peìgne  ;  on  ero 
„  que  e'  efl  ce  qui  les  leur  rend  noìrs .  Frezier  t( 
;,  pag.  %o6. 

(%)  Laurus   fol.  ovalibus  rugofis  perennanti^! 
flpr.quadrifidis  . 


K, 


LIBRO      111.  t7f 

fugo,  e  acquifta  un  bel  color  roflb  venato  di 
icchie  gialle  e  brune .  Sott*  acqua  diventa  in- 
rruttibile  ,  e  duro  quafi  al  pari  del  ferro,  ef~ 
ido  perciò  utiiiffimo  per  la  fabbrica  dei  va* 
111  •  (i)  / 

Nel  littorale  del  paefe  crefee  ancora  un'  aL 
>  albero  grande  di  beliiffimo  afpetto   nomina* 
Bolle n ,  il  quale  per  quanto  mi  pare  è  un  ve- 
veleno  .  I  Medici  tuttavia  in    certe  circoftan» 
critiche    adoperano  ì  fuoi  rampolli  ridotti    in 
Ivere  ,  e  difciolti  in  acqua  come  vomitatone  9 
purgante  f   riftrinjgendone  la  dofe  a  un   mezzo 
rupolo    al  più  ,  per    effere  quefto  uno  dei    più 
■ribill  emetici,  che  pollati  darli   nel  Regno  ve- 
tabile  ;  il  fuo  fugo  non  è  lafilcinofo  f    ma  ha^ 
color   gialligno  ,  che  trae  ai  verde  .  lo    vidi 
sft*  albero  in  un  tempo  poco  propizio  per  ca- 
varne la  fruttificazione. 
Il  Maytèn  ,    May t emù  Boaria  gen»  nov*  (*)  9 
M  è  un 

[i)  „  Le  Lithi  e  fi  un  arbre  tììs-propre  pour  eon* 
bruire  des  navires  :  on  le  coupé  avec  beaucoup  d§ 
facilité  lorfq  il  efl  zterd  ,  &  il  devient  à  rnefu* 
'e  y  qu  il  fé  che  d*  une  dureté  ,  qui  le  rend  fem» 
hlabìe  à  de  V  acier  ,  on  le  détrempe  alors  dans 
'eau  ,  &  il  en  deyipnt  ancore  plus  dur  •  Les  na«» 
vires  y  qui  en  feroient  conflrmts ,  feroient  incera 
'Uptibles  .  Les  naturels  du  pays  fé  fervent  de  fom 
boi?  pour  meubler  Uurs  mmjons  :  il  efl  blanc  9 
wmme  on  V  a  déjà  fah  remarquer  9  lorfqu*  on  le 
?§upe  ;  mais  il  devient  d'  un  beau  rouge  en  fém 
chant .   Feuillée  Journ.  pag.  33. 

(*)   Diandri  a-  Monogynia  # 
Maytenus.  Cor.  i-petala,  campanulata»  CaL 
-  phyllus .  Capf.  1  -  fperma  • 

Arbor  femper  virens .  Fili  a  fubpet  folata  lameol^ 


i    Hr! 


. 


*7*  L1XRQI1I. 

è  un  belliiBmo  albero  ,  fempre  verde  ,  che  cr 
fce  per  ogni  dove,  come  il  Lìtbi,  contro  il  v 
leno  del  quale  è  un'  efficace  antidoto.  Il  fi 
tronco  non  s*  innalza  più  di  trenta  piedi  ,  ma 
Humerofi  rami,  che  vi  nafcono  a  otto,  o  die 
piedi  di  altezza,  formano  una  bella  tefla  :  l 
fue  foglie  ora  oppofte ,  ora  alterne  fono  dentic 
late,  appuntate  alle  due  eitremità  ,  lunghe  cir 
due  pollici,  foltiflime,  e  di  un  verde  alleg 
brillante  :  produce  i  fiori  monopetali  ,  campai 
formi  di  color  porporino  ,  ma  sì  pìccoli,  che  n 
iì  diftinguono  fé  non  dappreffo  :  quefli  fiori  ci 
prono  tutti  i  rami  novelli ,  e  la  (ciano  dopo  le 
una  piccola  capfula  rotonda  con  entro  un  fei 
nero  .  Il  legno  del  Maytìn  è  duro  di  colore 
lanciato  brinato  di -rollo,  e  di  verde.  Gli  a 
mali  bovini  fono  così  avidi  óqìÌq  fue  foglie,  ( 
abbandonano  qualunque  altro  pafcolo  ,  allorc 
loro  fi  pre&ntano  ,  e  ne  avrebbero  già  diftru 
affatto  ìa  fpecie ,  fé  le  fiepi,  o  i  dirupi  non  m 
teffero  in  ficuro  i  piccoli  alberelli  dalla  loro  i 
■  ira  cita . 

II  Temo  ,  Temuf  mofeata  gen.  nov*  (*)  è  ; 

cora 


to  -  oblunga  ,  denticolata  .  f  >ores  fparji  fcjfik 
Cai  hemìfph&rìcus  perjiflens  .  Cor  oli*  integra,  t 
lycis  magnitudine  .  Stam.  z  conica  corolla  M 
longiora  .  Antherst  oblongs.  lutea.  .  Germen  obli 
gum.  StyL  cylindricus  .  Stigma  obtufum  .  Ca 
rotundx  . 

L*J   Vcìyandrhi  *  Digyma  . 
Tennis  cai.  3    fidus  .  cor.   1*  -  petala  .  Bacca 
$occa. 

Arb§r  fempervhens  .  Eoli*  ahernfi  s  pettolat 


L  1  B  K  O     1  I  I.  tf9 

ora  un  albero  aifai  frondofo  colle  foglie  arter- 
ie, ovali,  lifcie,  di  un  verde  rilucente,  e  di 
n  gufto  fimile  a  quello  della  noce  m oleata  .  £ 
noi  fiori ,  che  fono  di  gratiffimo  odore  ,  e  ora 
ianchi,  ora  gialli  ,  perchè  fé  ne  trovano  dna 
arietà,  fi  dividono  In  diciotto  petali  itretti ,  e 
jnghi  due  s  o  tre  pollici.  I  femi  di  queir  albe- 
0  fono  fimili  a  quelli  del  Caffè,  e  fé  non  fof- 
:ro  così  amari  ,  fi  potrebbero  adoperare  in  vece 
i  quelli.  La  feorza  del  fuo  tronco  è  gialla  ,  e 
L  legno  di  color  grigio  ,  ma  di  una  gran  durez- 
wL  e  perciò  adattato  a  qualunque  forta  di  lavoro. 
La  Patagua  ,  Crìnodendron  Patagua  gen.  nov* 
*)  non  è  tanto  fìimabile  pel  fuo  legname,  che 
bianco,  e  facile  da  lavorare  ,  quanto  per  la 
ikxza  de*  fuoi  fiorii  i  quali  nella  forma,  nel 
olore ,  e  qualche  poco  nel!',  odore  tanagliano  a 
ueli  del  giglio ,  benché  affai  più  piccoli  .  Le.» 
je  foglie  fono  oppofte  due  a  due,  lanceolate, 
intagliate  in  modo  di  fega  ,  e  di  un  verde  chiaro . 
M  %  li 


ovatta  , nitida  ,  bipoWcaria .  Flores  ptdunculati 
tèrmìnales  .  CaL  laciniis  obtujìs  .  Retata  lineari® 
iongtjfima  .  Stam.  26.  fetacea  corolla  duplo  bre- 
vìora,  Amberà,  fubglobofd  .  Germ.  duo  ovata. 
Stylì  Jimplices  ..Strgm*  fìmplicia .  Semina  ariU 
lata  . 

(*;  Monadelphìa  •  Decandrìa  . 

.Crìnodendron  :  mcnogynia .  Capfula  3  -  gona~  , 

-.fperma. 

Avbgr  fempervirens  •  lotta  oppofita ,  peùclata  9 
lanceolata^  ferrata  .  Fior,  pedunculatt  fparji .  CaL 
0.  Cor.  campanulata  ,  Petala  6  eretta  pattntia  . 
Jilamenta  io.  connetta  in  .cylindrum  •  Germeme* 
%wtum  »  Stylus  fubulaius  . 


«  IH 


%U  L1BR0111. 

Il  fufto  di  quehV  albero  diventa  talvolta  cos 
groflb,  che  quattro  uomini  appena  potrebberi 
abbracciarlo  . 

Il  Chili ,  fé  fi  paragona  colle  Provincie  Am< 
fkane  fituate  fra  i  Tropici ,  ha  pochi  alberi  na 
tivi ,  che  producano  frutti  commeftibili .  I  prin 
cipali  oltre  ai  foprammentovati  fono  la  Palma 
Cocco,  il  Pehuen,  il  Gcvuin  ,  il  Peumo  ,e  la  Li 
emna  » 

La  Palma  a  cocco ,  Palma  ChUenJls  (*) ,  de 
la  quale  trovanfi  bofchi  immenfi  nelle  Provine 
di  Quiilota  ,  Colchagua ,  e  Maule ,  differifee  da 
le  altre  fpecie  congeneri  nella  rifpettiva  picc 
lezza  de'  fuoi  cocchi ,  o  frutti ,  che  non  for 
più  grandi  di  una  noce  comunale  .  Il  fuo  fufte 
che  ingroffa  e  crefee  ,  come  quello  delle  grai 
Palme  dattilifere,  è  diritto  ,  cilindrico,  e  fen 
arami;  ma  nei  primi  anni  del  fuo  crefeere  va  i 
^cftito  delle  code  delle  frondi ,  che  cafeano 
mifura,  che  1*  albero  s'  innalza,  lo  che  fa  c< 
gran  lentezza.  Le  frondi  fono  fimili  a  quelli 
delle  palme  ordinarie,  cesi  ancora  i  fiori ,  i  qu 
li  fono  monoici  come  nelle  altre  Palme  coccif 
re,  cioè  mafehi,  e  femmine  nello  fteiTb  piede 
Quefti  fiori  vanno  attaccati  a  quattro  grappe 
detti  fpazzole  pendenti  dai  quattro  lati  della  Pa 
ma,  i  quali  dal  loro  primo  nafeere  fono  ferra 
dentro  ad  una  fpata,o  fia  inviluppo  legnofo  co 

cavo 


(*)  Cocos  inermis ,  frond.  pinnatis  ,  folioL  cor 
plicatis  enhformibus ,  fpadicibus  quaterna  . 
CW/.GlilIa. 


h 


L'I  B  ìt  0     2  l  J.  xtt 

o  -  conveffo  .  Quando  i  fiori  principiano  au 
cciare  ,  la  fpata  fi  fende  nella  parte  inferiore  p 
|uando  i  frutti  ingroffano  li  fpacca  interamen- 
in  due  emlsferoidi  di  tre  piedi  di  lunghezza, 
ino  di  larghezza .  Ogni  grappolo  porta  più  di 
le  cocchi:  è  veramente  degna  di  vederfi  una 
ma  carica  in  tal  guifa  de'  fuoi  frutti,  ai  qua- 
"ann*  ombra  le  fovraftanti  frondi  ricurvate  in 
o  verfo  T  orizzonte. 

I  cocchi  fono  ricoperti  di  doppia  fcorza ,  co- 

i  gran  cocchi  dei  Tropici ,  o  le  noci  Euro* 
;;  l'inviluppo  eflerno  è  di  fuori  callofo  prima 
de ,  poi  giallo  ,  ma  di  dentro  è  guernito  dì 
•ra  filamentofa  :  il  gufcio  interno  è  legnofo  + 
ondo,  llfcio  ,  e  duro  affai  di  modo,  che  il 
•me  difficilmente  potrebbe  sbucarne ,  fé  la  na- 
a  non  vi  aveffe  preparato  due  piccoli  buchi 
ufi  da  una  fragile  membrana  .  Eritro  vi  è  una 
ndorla  sferica  ,  concava  nel  centro ,  bianca  , 
•orita  ,  e  ripiena,  quando  è  frefca,  di  un*  ac- 
a  latticinofa  rinfrescante ,  e  piacevole.   Tutti 

anni  fi  trafporta  al  Verù  un  gran  numero  di 
ca  di  quelli  cocchi ,  dove  fono  molto  ftimatì 
confettura.  Se  n*  eftrae  anche  un' olio  buono 

mangiare;  i  contadini  fi  fervono  delle  fpatc 
r  riporvi  la  loro  roba,  e  colle  frondi  fanno 
niere  ,  e  fcope ,  e  cuoprono  le  loro  capanne  * 
tronco ,  tagliato  che  fia  P  encefalo ,  o  il  ger- 
Dglio  ,  il  quale  è  affai  faporofo ,  rende  una^# 
an  copia  di  liquore ,  che  fi  converte  poi  rog- 
ante la  decozione  in  un  mele  pia  grato  di  quel« 

delle  canne  di  zucchero ,  ma  V  albero  fi  per- 
e  allora  del  tutto  *  ft£t 


:-^:"T 


à 


M  u 


nw 


t$%  1 1  b  n  O    I  I  L 

Nel  Copiapò  fi  trova  ancora  la  Palma  dai 
iilKera  ,  ma  non  so  fé  fia  nativa  di  quella  Prc 
vincia  ,  o  introdottavi  di  fuori.  Le  tìbie  di  Gic 
Fernandes  producono  una  fpecie  di  Palmiro  dei 
to  Chonta ,  il  cui  tronco  interiormente  concav 
come  quello  degli  altri  Palmiiti,  è  nero  e  pi 
duro  di  quello  dell'  Ebano  .  Nelle  maremme  d< 
Maule  crefce  un'  albero,  che  da  lontano  è  firn 
le  alla  Palma  :  le  Aie  foglie  ,  che  fpuntàno  cii 
colarmente  dalla  cima,  fono  lunghe  ,  larghe , 
verdi  al  pari  di  quelle  delia  Mufa  :  dai  quattr 
lati  dello  rlipite  pendono  ancora  quattro  grappi 
li,  che  fomiglìano  per  modo  a  quelli  della  vii 
nella  forma  degli  acini,  che  fono  neri,  e  n< 
femi  ,  che  facilmente  fi  potrebbe  reflarne  ingar 
nato;  ma  il  loro  guRo  è  afpro,  ed  aflringente 
Io  lo  denominai  Jmpelomuft ,  ma  non  vidi  i  fuc 
fiori . 

Il  Pehuen,  Tìmts  Afaucana{*) ,  che  gli  Spi 
gnuoli  chiamano  Pino  terriere,  è  più  fimigliar 
te  al  Pezzo  ,  o  all'  Abete  ,  che  al  Pino,  bencfa 
in  certo  modo  fia  ben  differente  da  tutti  e  tre 
Queflo  albero  il  più  bello  di  quanti  crefcano  ne 
Chili,  nafce  fpontaneamente  preiTo  gli  -  Arauca 
ni,  e  fi  coltiva  nelle  altre  parti  del  Regno .  ] 
fuo  fuflo,  che  ha  otto  piedi  incirca  di  circonfe 
renza,  e  fettanta  od  ottanta  di  altezza,  è  d 
dentro  giallo  bruno ,  e  di  fuori  verdigno ,  refi 
cefo,  e  lifeio ,  perchè  a  mifura  che  crefce,  fi  v, 

fpo- 


(*)  Pinus  fol.  turbinatis .imbricatis  y  hinc  «nicro 
natis ,  ramis  quaternis  cruciati* . 


L  1  B  Jt  O     lì  I.  zf$ 

filando  dei  vecchj  ramufcelll,  e  delle  foglie, 
cui,  mentre  è  piccolo,  va  interamente  rive- 
:o  .  Giunto  alla  metà  del  fuo  naturale  accre- 
mento  getta  i  rami  durevoli  ,  l  quali  fono  pa- 
leli  all'  orizzonte,  e   fempre   quattro  in  croce 

medefimo  piano  ,  onde  vengono  a  formarti 
attro  angoli  retti  .  I  quattro  ,  che  fuccedono 
ì  di  fopra  fulJe  ftetfe.  linee  a  quattro  ,  o  cin- 
e  piedi  di  dirbnza,  fono  più  corti,  e  così  gra- 
mamente fino  alla  cima,  che  termina  in  pun- 
.  Le  eftremità  di  tutti  quefti  rami  fi  piegano 
su ,  ficchè  viene  a  rifultarae  una  perfetta  pi* 
nide  quadrangolare  .  Ogni  ramo  maeftro  pre- 
ce parimente  di  fpazio  in  ifpazio  altri  rami 
pofti  ad  angoli  retti,  i  quali  elfendo  più  pic- 
ii  verfo  TarTe  comune,  e  più  lunghi  verfo  la 
xerficle  ,  empiono  e  terminano  i  lati  della  pi- 
inde  .  Tanto  i  rami  primarj ,  quanto  i  fecon- 
rj  vanno  rivediti  tutto  all'  intorno  di  foglie 
renni  imbucate  ,  o  incaftrate  le  une  nelle  al- 
;:  quelle  foglie  fono  lunghe  tre  .pollici ,  lar- 
e  almeno  uno  ,  cordiformi,  converte  di  fopra  , 
eie,   lucenti,  e  talmente  dure,  che  fembrana 

legno  . 

I  fiori  fono  amentacei  ,  tafanili  affatto  a  quel- 
dcgli  altri  Pini.  Le  pine  fono  grandi  come  la 
(la  di  un  uomo  ,  sferoidali  ,  legnofe,  lifeio  , 
ndenti  in  giù  da  un  corto  pedicello.',  e  interior- 
ente  divife  da  fonili  fcaglie  in  varie  cellule, 
re  fono  i  pinocchj  due  a  due  :  quefti  pinocchi 
no  lunghi  due  pollici  incirca  ,  groffi  come  il 
to  mignolo,  conici,  di  un  bianco  trafparente, 
M  4  e  ri- 


,S4  LIBRO    Iti. 

e  ricoperti  di  una  pellicola  fimile  pel  colore, 
per  la  foftanza  a  quella  della  caftagna  ,  alla  qu; 
le,  benché  fieno  più  fodi ,  raffembrano  molto  p 
gufto  ,  e  fi  mangiano  della  fteifa  maniera  .  Laoi 
de  queft'  albero  partecipa  del  Pezzo  ,  della  Tk 
ya  o  albero  dì  vita,  e  del  caftagno .  La  refin; 
che  fcoladal  fuo  tronco,  è  giallognola,  e  di  fo 
viflimo  odore* 

Il  Gevuin ,  Gevuina  Avellana  gen.  nov.  ■ 
nominato  dagli  Spagnuoli  Avellano  ,  o  Nocchi 
So  a  cagione  de'  fuoi  frutti,  crefce  nelle  marea 
me,  e  nelle  Àndi ,  dove  arriva  ad  una  fufficie 
Ce  altezza;  le  fue  foglie  fono  alate,  come  que 
le  del  iraiEno ,  e  terminate  da  una  impari  ;  n 
le  foglioline  fono  più  tonde,  più  ferme,  le: 
gieramente  dentate,  e  difpofte  in  numero  di  qua 
tro,  ©  cinque  paja  fopra  un  picciuolo  comuni 
Produce  i  fiori  bianchi  quadripetali ,  e  attacca 
a  due  a  due  in  una  fpiga,che  fpunta  dalla  coi 
cavità  delle  foglie  .  Il  frutto  è  rotondo  di  no^ 
linee  di  diametro ,   coperto  di  un  gufcio   cori 

ceo 


(*)  Didynamia  -  Angiofpermia . 
Gevuina  Cai  o.  Cor.  4-petala.  Capf.  i-Ioci 
laris  coriacea  • 

Arbor  fempervirens 1 8  ,  feu  io.  pedum  .  Volta  pin 
nata  cum  ìmpari  ,  foli  olì  s  8  ,  jtu  io.  petìolatìs 
cvalibus ,  glabri  f ,  fubdentatìs  :  nonnullìs  aurica 
ìatìs  .  Spìe  a  axillares  ;  Flores  binati  ,  quorum 
plurimi fierìles  .  Cor.  alba  fubcrucìata  :  petala  oh 
gufa  .  Stamina  duo  brevijfima  ,  duo  petalìs  pauì 
breviora  .  Anthera.  oblonga.  mcumbentes  .  Germe 
fub  otundum  .  Styl  filiformi!  ftamìnìbm  longior 
Stigma  traffiufculum  % 


LIBRO      ìli.  t8f 

:o  prima  verde,  poi  giallo,  e  finalmente  nero, 
contiene  una  mandorla  divifa  in  iue  lobi,  che 
miglia  pel  gufto  alla  noccìuola  Europea. 

Il  Peumo ,  Peumus  gen*  nov.  (*) ,  comprende 
lattro  fpecie  diftinte ,  le  quali  fi  fuddividono  in 
olte  varietà.  Tutti  quefti  alberi  fono  affai  al* 
,  frondofi,  tempre  verdi ,  aromatici  ,e  produco- 
I  ì  frutti  fimili  a  quelli  dell'  olivo,  ma  più 
ccoli,  con  un  nocciolo  fragile,  e  duro  fecoo- 
le  fpecie.  I  loro  fiori  fono  bianchi ,  rofacei, 
fei  petali  più  corti  dei  calici  .  La  prima  fpe- 
j ,  Peumus  rubra  (i*> ,  fa  le  foglie  alterne  ova- 
,  grandi  quanto  quelle  del  carpino ,  picciuola- 
,  intiere ,  e  i  frutti  roffi  •  La  feconda  ,  Pe«- 
4ì  alba  ($*)  ha  le  foglie  dentate  ,  e  i  frutti 
snehi  .  La  terza  ,  Peumus  mammofa  (4*)  ,  pro- 
ice  le  foglie  fenza  picciuolo  ,  cordiformi  ,  e  le 
itte  terminate  da  una  forta  di  mammella  .  La 
arta  ,  Peumus  Eoldus  (5*),    crefee  colle   foglie 

ovali  , 

(*)  Hexandria  -  Monogenìa  . 

Peumus  cai.  6-  fidus  .  Cor.  6  -  petala  •  Drupa., 

fperma  . 
CaL  6  « fidus  inferus ,  laciniis  oblongis  •  'Petalsu 
fubrotunda  fejfilia  .  Stamina  6.  fubulata  Ungila* 
dine  calycis.  Anthers.  fagittata  lutea.  %  Germe  n 
fubrotundum  .  Stylus  fenjim  ìncrajfatus  .  Stigma 
oblique  deprefium  . 

(1*)  Peumus  fol.  alternis,  petiolatis ,  ovalibus» 

tegérrimis . 

[5*]  Peumus  fol.  alternis  ,  petiolatis  ,  ovalibus, 

ntatis  . 

(4*)  Peumus  fol.  alternis,  fefElibus,  cordatis,  in* 

ferrini is  . 

(S*)  Peumus  fol. oppofitis ,  petiolatis,  ovalibus  , 

nm  villofi*  • 


4ì 


>-m 


i 


iU  libro   j  i  r. 

ovali,  lunghe  tre  in  quattro  pollici,  afore,  vel 
lofe  di  fotto,  di  un  verde  carico,  e  oppofte  dui 
a  due;  h  i  frutti  più  piccoli  di  quelli  degli  al 
tri  Peumi ,  e  quafi  rotondi  col  nocciolo  sì  du 
ro ,  che  ferve  a  farne  corone  ;  i  paefani  la  chia 
mano  Boldo  ,  e  impiegano  la  fua  fcorza  per  prc 
fumare  le  betti  prima  di  mettervi  il  vino  .  I  fruì 
ti  delle  altre  fpec'e  fi  mangiano  cotti  in  acqu 
tiepida,  perchè  efpnfti  ad  un  maggior  grado  ( 
calore  fi  brucerebbero  prontamente ,  e  diverrei 
bero  amari.  La  loro  polpa  è  bianca  ,  burrofa, 
fmta  al  gufto  :  il  nocciolo  abbonda  di  olio,  ci 
forfè  potrebbe  eiTer  utile  e  per  la  cucina,  e  p< 
bruciare  .  Le  feorze  di  quefti  alberi  fono  ecce 
lenti  per  la  concia  delle  pelli,  ed  anche  per 
tintura  c\  color  tare. 

La  Lucuma,  Lutuma  gen.  no*.  (*) ,  contiei 
cinque  fpecie  differenti  con  molte  varietà ,  tut 
le  quali  fono  ancora  alberi  affai  grandi  colle  f 
glie  f  rrpre  verdi  e  fimili  a  quelle  del  lauro, 
coi  fiori  ftamìgnofi.  Producono  i  frutti  groffi  e 
me  le  perfiche  con  la  buccia  gialla ,  e  con  Ji 
polpa  hiancallra  dolce,  che  cuopre  uno,  o  di 
noccioli  di  diverfe  figure.  Due  di  quefle  fpec 

fi  col- 


(*)   Icofandria  -  Digynia. 
Lucuma  :  cai  4  -  fidus  duplicatus .  Cor.  o.  Druj 
3  ,  feu  2»  fperma  . 

Calyx  dupltx  hemtfph&rìcus ,  coriaccus  ,  latin 
fubretundis  per/i/hntrbus  .  Stamina  plurima  fi 
fnrmia  taiyce  longicra  .  Anthers.  fubtcnìfovmt 
Comen  obovatut»  .  Styli  duo  fetacei  Siam.  lon± 
tudìne  ,  Strgm.  oh  tu  fa  » 


LIBRO      1  Ih  1S7 

roltivano,  cioè  la  Lucuma  bifem  (*) ,  e  la  T*r- 
at*  fa*)  ■•  La -Infera  fruttìfica  due  volte  Y  an- 
,  vale  a  dire,  fui  principio  della  State,  e  neli* 
turino,  ma  i  frutti  autunnali  partano  foltanto 
occioli,  i  quali  fono  due  affai  fimigllanti  alle 
fogne.  Quefti  frutti  fono  rotondi  un  poco  fchi- 
:iati  differenti-,  in  ciò  da  quelli  della  feconda-» 
eie,  che  li  fa  trochiformi ',  o  a  guifa  di  pa- 
.  Benché  eiii  fi  maturino-  perfettamente  full* 
ero  ,  e  fi  fpicchino  da  se  fteili,  tuttavia  abbi- 
nano  di  eifere  Cagionati ,  o  tenuti  nella  pa- 
tyCom-e  fi  pratica  riguardo  alle  forbe ,  accioc- 
i  depongano  una  certa  afprezza  loro  naturale, 
cquiftino  il  grato  fapore  ,  e  la  fragranza,  che 
effi- fi- trova  dopo  una  tale  precauzione. 

Le  Lucume  falvatiche  fono  conofeiute  dagli 
tanti  del  paefe  folto  1  nomi  di   Bellotx  ,  Kew 
e    Qhagnar .    La  Bellota  ,   Lmumct    Valparadi- 
(3*},    che  trovafi  in  abbondanza  nelle    adja» 
ze  di  Vàipararfo  non  fi  diftirigué  dalle  altrej* 
:ume,  fé  non  che  nelle  foglie,   le  quali    fono 
sofie  .  I  fuoi  frutti  fono  ora  tondi  ,  ora  bislun«> 
,  oppure  ovali,  ma  per  lo  più  affai  amari  1  II 
ule-^ ' Lucuma  Kèuk  (4*) ,  s*  innalza  da    cento 
di  colle  foglie  ovali  lunghe  fei  In  kttQ  polli- 
ci 


: 


: 


*}  Lucuma  fol.* .  aìternis  petiolatis  ovato  -ob- 

gis  .  ■  ■     . 

t*)  Lucuma  fol.  alterici s  petiolatis  lanceolata  . 

3*)  Lucutila  foL  oppofitis,  petiolatis ,  ovato-ob- 

gl'S    .  ;         ; 

4*)  Lacuna  a .  folcitemi* ,  petiolatis,  ovaiìbus, 
ferratis. 


;  ; 


:■ 


tts  inno   in. 

«I  di  un  verde  brillante  ,  e  i  frutti  ritondi  di  u 
bel  giallo  ,  i  quali  crefeendo  in  gran  copia  dai 
jdo  un  gran  rifalto  alla  deliziofa  verdura  dell' a 
bero  .  Il  Chagnar  ,  Lucuma  fpinofa  (*) ,  produ 
il  fufto  alto  da  trenta  piedi  coi  rami  fpinofi,  < 
le  foglie  quafi  ovate  fenza  picciuolo  .  I  fuoi  frt 
ti  fono  rotondi  come  quelli  del  Keule ,  burro! 
€  faporiti,e  il  fuo  legno  è  fodo  ,  giallo  ,  e  m< 
to  ricercato  dagli  Ebanifti . 

Gli  Spagnuoli  vi  hanno  trafportato  da  1 
ropa  i  fiori,  gli  ortaggi,  i  legumi,  i  grani, 
canape,  il  lino,  le  viti,  e  gli  alberi  fruttifei 
che  qui  fi  coltivano  ;  tutte  quefte  piante  vi  i 
Ugnano,  e  crefeono  come  fé  fotfero  nel  loro  t 
fio  Paefe   (i)  .   I  melloni  ,  che  vi  fi  trovano 

molte 

(*)  Lucuma  fol.  alternis  feifilibus ,  ramis  fpino 
(i)  99Chaque  maìfon  a  un  j 'ardiri ,  dans  le  q 
a,  en  uoit  toutzs  fortes  d*  arbres  fruhìers  chargez,  § 
3,  tes  les  années  d'  une  fi  grande  quantità  de  fruì, 
s,  que  fi  on  n  avoìt  pai  le  foin  d'  en  retranc 
99  une  panie  dans  leur  naiffance  ,  leur  pefant^ur  e 
99  feroit  les  branches  ,  &  de  plus  ils  ne  pourroi 
99  pas  tous  meurir  :  C  efl  ce  que  j*  ai  v%  pendi 
9,  les  trois  années ,  que  j*  ai  demeuré  dans  ce  } 
S9yaume.  Les  fruits  qu'  on  a  dans  tout  le  Uoyc 
99me  de  Chili,  font  de  meme  e/pece  9  que  ceux  9  < 
99  nous  avons  en  Europe  ;  //  n' y  a  que  des  chat 
99  Enes  5  Vue  J€  n*  at  P°*nt  vfc*  ;  il  y  a  auffi  p> 
s,fieurs  fortes  de  fruits  ,  que  nous  ne  connoìjfons 
9Ì  ìnt  dans  nos  Clìmats .  Feuil.  tom.  %.  pag.  545Ì 
„  Elles  (  les  maìfons  )  ont  toutes  un  grand  jart 
B9  snclos  de  murai lles  ,  dans  le  quel  on  cueìlle  dt 
99  leur  faifon  des  poires  ,  des  pemmes  9  des  prum 
99  de  belles  cerifes ,  des  noix  ,  des  amandes  ,  des  ( 
99  v*s  9  Aes  titrom  9  des  vrangej  %  des  grenades , 


LIBRO     Ufi  fg, 

olfe  forte,  fono  per  Io  più  lunghi,  di  gufa© 
ttile,  e  faporiti;  i  più  pregiati  fono  i  mofca~ 
lì  detti  così  a  cagione  del  loro  odore ,    ed  al- 

chiarnati  ferini,  che  con  ragione  fi  filmano  i 
1  perfetti  della  loro  fpecie  ;  quefte  fono  ormai 
e  varietà  coftanti.-io  ne  ho  veduti  varj  di  due 
sdidi  lunghezza.  I  melloni  vi  principiano  dai 
ìfe  di  Decembre ,  e  durano  fino  a  tutto  Mag- 
),nel  qual  mefe  fi  raccolgono  gli  ultimi  di  un 
rde  chiaro  nominati  Inverniti  ;  perchè  fofpefi 
i  grana;  fi  confervano  bene  tutto  V  inverno . 

I  paefani  coltivano  ancora  fette  varietà  co- 
nti di  angurie  eccellenti  nel  loro  genere,  fra 
quali  fono  rimarchevoli  quelle,  che  nominane 
ate ,  perchè  hanno  il  gufeio  fottile  come  quel- 
delie  mele .  Quefta  pianta  è  originaria  della 
imaica  ,  onde  fi  portò  al  vecchio  Continente  ? 

io  credo,  che  avanti  le  conquide  Spagnuolc 
Chili  producete  la  fpecie  appellata  Cuchugna9 
quale  fa  il  frutto  poco  più  grofTo  di  una  me* 
otógna ,  ma  di  gran  dolcezza . 

I  ceci ,  le  lenticchie ,  i  pifelli ,  V  orzo ,  ed 
ri  grani  sì  fatti  vi  fi  ritrovano  in  gran  copia. 
1  libro  fecondo  di  quello  Saggio  abbiamo  già 
:ennata  la  fecondità,  con  cui  fruttifica  il  fra- 
nto  in  quello  Paefe.    La  fpecie,   che  per   lo 

più 


%gues  ,  des  rnìfins  ,  (£*  plujieurs  autres  fruits  ,  qut 
•et  Pays  produìfent ,  &  les  quels  font  ìnconnus  en> 
europe .  Tous  ees  fruiti  ont  un  gout  merveilleux  t 
somme  nous  etiopi  dans  ceti  e  Ville  (  Coquimbo} 
tn  automne  nous  en  jugeames  par  notte  propria 
txperience  •  Feuil.tom.  a.  pag,  573, 


m 


■ 


__ 


i 


jfo  inno    in; 

più  fi  coltiva  ,  è  quella  che  dai  Naturali fti  è  i 
minata  mutua  \  perchè  è  fenza  refte  .  Si  fem 
di  Agofìo  ,  e  fi  raccoglie  innanzi  al  Natale, 
tanapa  ,  e  il  lino  vi  riefcono  ottimamente, 
ficcarne  le  manifatture  di  quefti  generi  non  f< 
permeile ,  così  non  fi  femina  ,  fé  non  il  puro 
fognevole  per  la  corda  ,  e  il  refe  ordinario  . 
altro  nell'  Arcipelago  di  Chiloe  fi  fanno  del 
tele  di  lino,  ma  non  fi  Spacciano  per  lo  più  i 
ri  di  quelle  Ifole  . 

Le  viti  fruttificano  a  maraviglia  in  tuff 
Chili ,  e  il  terreno  è  talmente  adattato  a  qu 
prezioio  arbufto  ,  che  tutti  i  bofchi  fi  vanno 
empiendo  di  viti  falvatiche  ,  le 'quali  prò  ver 
no  dai  femi  ,  che  vi  depongono  gli  uccelli  ì 
tochè  abbandonate  alla  natura,  effe  produc 
in  quantità  delle  uve  ,  con  le  quali  i  conta 
fanno  un  vino  baftantemente  buono  .  L'uva 
rò,  che  fi  coglie  dalle  viti  coltivate ,  ha  tui 
requisiti  *  che  poifono  defiderarfi .  Le  vigne 
confini  del  Perù  fino  al  fiume  Maule  fono  a 
tre,  o  quattro  piedi,  e  foftenute  da  pali; 
dal  detto  fiume  in  su  vanno  diftefe  per  tè 
fulle  falde  delle  colline.  Le  uve  ,  che  matm 
lungo  le  ripe  del  fiume  Hata ,  producono  il 
glior  vino  del  Chili  :  fi  chiama  vino  della  < 
ce/iene  ,  perchè  tutti  quei  vigneti  apparten^ 
agli  abitanti  di  quella  Città.  Quefto  vino.„è 
illunemente  roffo  ,  generofo  ,  di  eccellente  gu 
e  non  la  cede  ad  alcuno  dei  migliori  vini  I 
Europa  (i).  Tutti  gli  anni  fé  ne  manda  una  j 

quat 

{ij  9i  lfi$  camgagms  font  remplies  de  montag, 


LIBRO      Ili;  iot 

lant'tà  al  Perù,   ma  ufando  quegli  abitanti    d* 

ipegolare  i  va(i ,  in  cui  lo  imbarcano,    con  u-» 

fpecie  di  pece  minerale,  vi  perde  molto   del 

0  buon  gufto,  e  della  fua  fragranza. 

U  vino  mofcadello  ,  che  ivi  pure  fi  f a  ,  è 
timo,  ed  il  Sig.  d'  Uìloa  non  dubita  di  pre- 
rirlo  ai  migliori  mofcadelli  di  Spagna  (i)  .  Si 
(lilla  anche  dell'  acquavite  in  quantità  .  Le* 
ndemmie  fi  fanno  nei  mefi  di  Aprile,  e  di 
aggio.  Nelle  Valli  Andine  finiate  ai"  gr,  35.  fi 
)vò  ,  2?.  anni  fono,  una  pianta  di  mofcadello 
ro  di^  un  odore,  e  di  un  gufto  gratiffioio  ,  la 
ale  di  là  trafportata  fi  va  propagando  da  per- 
|o.  Siccome  quelle  Valli  non  fono  mai  fiate 
irate  dall'  uomo  ,  anzi  nemmen  praticate  ,  e  il 
>fcadeIlo  nero  non  fi  trovava  in  veruna    parte 

1  Chili,  così  ho  motivo  di  dubitare,  fé  quella 

vitQ 


tu  baut  des  quelle*  on  voit  de  belles  vignes  ,  qui 
ionnent  de  raifins  ,  dont  on  fait  d%  excellent  vìn  . 
uil.  tom.  2,  pag.  547. 

„I  vini  fi  fanno  quivi  (a  Santiago)  di  diverfe 
orte  ,  e  benché  non  così  eccellenti  come  quelli  dei- 
fi  Concezione  y  fono  per  altro  guftofifimt  .  hanno 
un  buon  corpo ,  e  fé  ne  di/lilla  ancora  V  acqua- 
vite. V  Ingiefe  Aut.  dei  Gazz.  Amer.  v  Chili. 
(1)  „  Produce  il  Chili  colla  medefimt  abbondan- 
te V  uva  di  varie  fpecie  ,  della  quale  fi  fa  ogni 
forta  di  vini  sì  perfetti  ,  che  fono  i  più  ricercati 
nel  Perk  ,  non  m*no  per  li  l0r0  generefilà  ,  che 
pel  loro  buon  guììo  .  Qu^fli  vini  fono  per  la  mag- 
gior parte  rojft .  Si  fa  anche  del  vino  mofcadello  , 
rt  quale  fuper a  nella  fragranza  %  e  diUc.*ttiz><u 
ftelU  che  di  quefla  fpecie  fi  conofeono  in  Ifpagn*  » 
Uoa  yiag.  V  ^  part.  a.  La,,  n.  510, 


p  !  idilli 


f 


; 


?9»  LlBltOlll. 

vite  fia  d1  origine  Europea ,  o  Chilefe  .  Le  l 
foglie  fono  più  fraftaglìate  di  quelle  della  vi 
comune  ,  e  i  fuoi  grappoli  perfettamente  conic 
ma  con  i  granelli  così  fiffi  ,  che  non  fé  ne  può  fp 
care  uno  fenza  fchiacciare  tutti  quelli,  che 
fono  attorno. 

I  meli  ,  I  cotogni ,  i  peri  ,  I  perfici ,  gli 
bicocchi ,  i  prugni,  i  mandorli,  i  ciriegi ,  gli 
livi  ,  le  ficaje  ,  i  melagrani  ,  i  noci ,  i  caftagr 
i  melaranci ,  i  limoni  ,  i  cedri  f  vi  crefcono  e 
un'  abbondanza  incredibile,  e  i  loro  frutti  n 
cedono  ne  in  bontà,  né  in  bellezza  ai  mìgli 
dell'  Europa  (x).  Tutti  quefti  alberi  ancora 
acquattano  una  gran  corpulenza .  Sonofi  talme 
moltiplicati  i  meli  ,  e  i  cotogni  ,  che  nelle  P 
vincie  Auftrali  formano  bofehi  di  dieci  ,  o  doc 
miglia    di  eftenfione  (*)  .  Quindi  deriva  la    g 

varie- 


(i)  „  Au  rette  la  piai  ne  de  Quìi  iota  etf  fort 
99  gréable  par  elle-  mime  ;  je  m  y  fuìs  trouvé 
9f  temps  du  Carneval  ,  qui  dans  ce  pays-là  art 

au  commencement  de  V  Automne  ;    f   itoh  eh 

,  mi    d*  y     ifoìr    une  fi  grande    quantìté  de    tot 

93  fortes  de  beaux  fruits  d*  Europe  ,    quJ  on  a  M 

9,  fplantez ,    &    qui   y    réuffifent    merveìlleufem 

9,  frie#  ,  particulitrrnent  des  péches,  dont  il  fé  ti 

y  ve  de  petìts  boìs ,  qu   on  ne  cultìve  poìnt  ,  $* 

/*  on  ne  prend    d'  autre  foin  ,  que    celuì  de  fi 
3,  touler    au  pied  des  arbres    d?s  ruijfeaux  ,  qu' 
5f  pire  de  la  riviere    de  Chille  pour  fuppléer    au 
9,faut  de  pluye  pendant  V  ite .  Frez.  tom.  i.  p 

(%)  „  Les  fruits  leut  vìennent  de  meme ,  f<*m 
„  ili  ayent  V  induflrie  de  les  grejfer  .  Les  poires , 
,,  l$s  pommes  vìennent  naturellement  dans  les  bc 
9»  &  à  vvir  la  (puntiti *  ft*'  ti  y  $n  *  %  *n  $ 


LIBRO      III.  t93 

arietà  di  mele ,  che  vi  fi  trova ,  molte  delle.» 
jaii  ,  fpecialmente  le  coltivate,  fono  di  un  gii- 
o  efquifito  :  ma  la  Provincia  dì  Quillota  porta 
vanto  iopra  le  altre  in  quello  genere  di  frut- 
.  Le  melecotogne  eziandio  riefcono  di  perfet- 
qualità  ,  e  di  una  groffezza  ftraordinaria  (i)  . 
fc  loro  acide,  come  quelle  dr  Europa,  ma  la* 
iate  fugli  alberi  diventano  dolci  fulla  fine  dell* 
utunno  ,  e  allora  fi  chiamano  corde  .  I  conta- 
ni  attribuifeono  queft'  effetto  alle  pfoggie  fre- 
ie,  che  allora  fopravvengono ,  e  a  una  minuta 
ina  ,  che  fi  vede  in  quella  ftagione  fullc  pian- 
.  Se  ne  trova  però  una  fpecie  particolare  sp- 
allata Lucuma  differente  dalle  Lucume  fovra- 
ferine,  la  quale  è  fempre  dolce ,  di  figura  co- 
ca ,  leggiermente  ombilicata,  di  colore  aran- 
ato  tanto  di  fuori ,  che  di  dentro ,  e  di  gran- 
zza  eguale  alle  altre  ♦  V  albero  non  è  fpecifi- 
mente  diverfo  dal  cotogno  volgare . 

Le  perfidie,  di  cui  fé  ne  annoverano    dodi- 
,  o  tredici  forte  ,  fogliono  venire  tanto  groffe 
N  fegna- 


U  peìne    à  comprendre  ,  comment   ces  arbres    ent 
pu  depuis  la  conquète  fé  multi p  li  er  ,  &  fé  repan- 
are  en  tant  d*  endroits ,  s'  il  e$1  vrai  ,  qu  il  n 
y  en  eut  poìnt  auparavant ,  comme  on  V  aflure . 
ez   toni.  i.  pag.  133. 

ti)  „  Ce  que  f  y  admìraì  le  plus ,  fut  la  grojferir 
des  Coìngs  j  Un  y  a  poìnt  de  téte  di  homme  , 
quelque  grofìe  >  qu'  elle  fòìt  ,  qui  puìfie  les  éga- 
ler  ,  &  ce  qui  me  furprìt  dauantage  fut  le  peu 
de  cas  qn  en  font  ces  peuples  s  les  laifiant  pour- 
rìr  à  le  re ,  fans  fé  donner  la  peìne  de  Ui  ra« 
mtffer .  jtcuil.  tom#  i*  pag.  3S5. 


■ 


194  LIBRO      III. 

fegnatamente  nella  Capitale  del  Regno  ,  che 
ne  veggono  molte  di  fedici  oncie  di  pefo.  T 
le  duracine  s'  apprezzano  alfai  per  la  grandezza 
e  pel  fapore ,  quelle  che  chiamanti  Albercigln 
le  quali  hanno  la  polpa  di  un  bianco  roifigno 
il  nocciolo  interamente  rodo  :  il  loro  albero 
bifero,  come  il  fico,  poiché  dopo  aver  fatto  i 
in  e  fé  di  Gennajo  le  perfidie  groffe ,  produce  : 
fine  d*  Aprile  altre  piccole  fimili  per  la  form 
e  pel  volume  alle  mandorle,  dette  perciò  Almi 
eruche  ,  le  quali  fono  di  un  gufto  dilicato  (i 
I  meli,  i  ciriegi ,  i  prugni,  e  i  peri,  oltre 
fichi  ,  e  agli  agrumi ,  fogliono  produrre  ancoi 
due  volte  1*  anno  ,  ma  i  fecondi  frutti  di  qu< 
quattro  alberi  arrivano  di  rado  a  maturarfi  p 
fettamente  (i)  .  I  melaranci  ,  i  limoni  ,i  cedri 

che 

(tjll  Sig.  Paw.,  dice,  che  gli  alberi  a  noce 
lo  ,  come  ì  mandorli ,  ì  prugni  ,  /  ciriegi  ,  i  n 
hanno  vegetato  in  America  debolmente,  anta  M 
mente  .  /  perjichi  ,  e  gli  albicocchi  ,  ag^iugne  ,  n 
hanno  fruttificato ,  che  nelV  ìfola  di  Gio:  Berna 
des  *  L'  Ammiraglio  Anfon  racconta  ,  che  e  fi  ex 
■nella  predetta  Ifola  fece  feminare  alcuni  noccioli 
perfiche ,  e  di  albicocche,  e  che  giunto  in  Inghilt 
fa  feppe  come  tali  alberi  da  lui  feminatì  al  ligi 
vano  bene  in  quel?  Ifola  deferta  .  Ecco  il  font 
mento  ,  che  ha  il  Sig.  ?aw  per  negare  a  tutto 
Continente  delf  America  la  facoltà  di  poter  far  fri 
tificars  i  perjichi ,  e  gli  albicocchi  ye  di  concedevi 
folo   all'  Ifola  di  Gio:     Fernanies  . 

(t)  33  Les  arbres  fruhiers  ,qu  on  a  appone  d*  E 
3,  rope  ,  réuffifent  dant  ces  contrées  parfiùtement  bìe 
5,  le  climat  ejl  fi  fertile  ,  quand  la  terre  efi  arroft 
„  que  les  fruns  y  poujfent  toute  l  année  .  /'  ai  fi 
s3  veni  vti  dans  le  mème  gommier  ce  que  ?  on  z 


LIBRO     III.  195 

he  vi  fi  trovano  di  varie  ipecie  ,  fi  confervano 
a  pertutto  piantati  in  terra  al  difcoperto  5  e^ 
egetano  e  fruttano  grandemente,  come  tutti  gli 
[tri  alberi  del  Paefe .  Coltivanti  inoltre  certi  lì- 
loncini  rotondi  poco  maggiori  di  una  noce  fo- 
rammodo  acidi  nominati  limoni  fattili  :  il  loro 
Ibero  fa  le  foglie  piccole  e  più  fiatili  a  fquelle 
ei  melaranci  9  che  a  quelle  dei  limoni .  Quefti 
moncini  tutti  interi  conditi  in  zucchero  fono 
imati ,  e  il  lor  fugo  è  un  rinfrescante  maravi- 
ìiofo  contro  le  febbri  ardenti  . 

Gli  olivi  riefcono  eccellentemente  In  tutto 
Chili ,  ma  fopratutto  nel  Coquimbo ,  e  nelle.* 
iiacenze  della  .Capitale  ,  dove  fé  ne  trovano 
tolti  >  che  hanno  tre  piedi  di  diametro  nel  tron- 
■) ,  e  un'  altezza  proporzionata.  I  nefpoli,  i 
>rbi ,  i  lazzaruoli,  e  i  giuggioli  fono  gli  unici 
utti  Europei ,  che  non  vi  fono  flati  perancho* 
afportati . 


N  % 


XI- 


W- 


ici  dans  les  orangers  ,  je  veux  dire    du  fruii  de* 
font  ages  ,   en  fieur  ,  noué  9  des  pommes  formées  9 

>à  demi-grofles  ,    eh  en  maturiti  Uut    enfemble  * 

rezier  tona.  1.  pag%  207. 


¥>.\-::*&l 


T$6 

«2 


=5X 


LIBRO     IV- 

Vermi  ,  Infetti  ,   Rettili ,  Pefci ,  Uccelli  ,  e 
Quadrupedi    del  Chili* 


■ 


Jl  Regno  animale,  generalmente  parland< 
non  è  tanto  ricco  dì  fpecìe  nel  Chili,  quan 
nelle  altre  contrade  dell'  America  .  La  Ciaff 
de*  rettili  vi  è  affai  fcarfa,  e  quella  dei  quadr 
pedi  contiene  appena  trenta  (ci  (ptcìe  indigen 
I  vermi,  gì*  infetti,  i  pefci,  e  gli  uccelli  vi  2 
bendano  di  fpecie ,  e  d'  individui  •  Nulladime 
io  fono  di  parere,  per  quanto  vado  offervand< 
che  gif  infetti  terreftri  fieno  più  numerofì  in  li 
Ila  di  quel,  che  fiano  in  quel  Regno  :  laddo 
i  vermi  marini  vi  fono  affai  più  moltiplicati  , 
di  verificati.  Quella  parte  del  Mar  Pacifico,  e 
bagna  le  fue  cofle  ,  è  copiofamente  fornita 
Zoofiti,  di  Lhofiti  ,  e  di  Mollufci ,  molti  de*  qi 
li  fono  peranche  incogniti  ai  Naturalifti  ♦ 

Tra  quefti  ultimi  i   Piuri  y  Pyura  gen.  nov>\ 
fono    rimarchevoli  per    la  loro  figura  ,  e  per 
Chil.UL«V-  maniera,  con  cui  s'alloggiano.   Quefti  viveni 
quentu  .    degni    appena  di  tal  nome,  fono  formati    coi 

una 
,  .ì 

(*)  Pyura  :  corpus  conicum  ,  nidulans  ;  Probof 
des  binar  terminale?  perforata:  «  Oculi  >  inter  prob 
feides . 

Gsnus  proximum  Afeìdì&  . 


Vermi . 
Chil.  Vira 


LIBRO    IV.  i97 

na  pera  di  un  pollice  incirca  di  diametro  ,  o 
er  dir  meglio,  non  fono  altro,  che  un  facchet- 
>  conico,  carnofo ,  interiormente  pieno  di  ao 
uà  falfugginofa ,  di  color  roffo  con  due  cortei 
ombe  nella  fommità  ,  una  delle  quali  fa  le  ve- 
i  di  bocca  ,  e  l'altra  di  ano»  a  un  dì  preflb  co- 
te nelle  Tetie.  In  mezzo  a  quelle  due  trombe  fi 
eggono  due  puntelline  neri  rilucenti ,  che  pro- 
abilmente  faranno  gli  occhi .  Del  refìo  io  non 
otei  fcoprirvi  né  altri  organi ,  né  vifcere  alcu- 
2   diftinte  dalla  carnofità,    che  ne  forma    tutta 

corporatura,  la  quale  di  fuori  è  lifcia ,  e  di 
mtro  mammellofa.  Elfi  ciò  non  oflan te  fono 
fai  fenfibili,  e  toccati  che  fieno,  o    tratti  fuo- 

dal  loro  abituro,  cacciano  con  empito  per  le 
le  trombe  1*  acqua,  di  cui  vanno  ripieni. 

Quefti  animali  abitano  in  una  forta  d'  arnia 
macea ,  di  varie  figure ,  chiufa  affatto  di  fuo- 
,  e  internamente  compartita  in  dieci ,  o  più 
le  divife  le  une  dalle  altre  per  mezzo  di  for- 

membrane.  Ogni  individuo  ha  la  fua  cella  9 
ire  ména  una  vita  folitaria  fenza  comunicazio- 
8  alcuna  vifibile.  con  i  fuoi  confratelli,  e  aiTo- 
itamente  privo  della  libertà  di  poter  fortime, 
enchè  non  vi  fi  a  legato  in  verun  modo  .  Da-, 
jefta  maniera  di  vivere  ifolata  s'  inferifce,  che 
jefti  folitarj  fono  ermafroditi  della  prima  fpe- 
e,  cioè  a  dire,  che  effi  producono  i  loro  fimi- 

a  guifa  delle  conche  fenza  alcuna  forta  di  ac- 

)ppìamento  :    ma  io  non    faprei  dire,  come    fi 

;ccia  la  loro    propagazione,  la  quale,  attefa  la 

ualità    della  prigione,  in    cui  fi  trovano,    pare 

N  3  aitai 


; 


.ìM 


19*  L  1  B  R  O     1  K 

affai  difficile  da  comprendere  .  Le  mie  offerv 
zioni  circa  un  oggetto  sì  importante  erano  anc 
ra  immature,  quando  mi  partii  da  quel  Paefe 

Le  arnie,  che  fervono  di  domicilio  a  que 
viventi ,  raffomigliano  all'  alcionio  ,  e  ftanno  j 
taccate  alle  rupi  fubacquee,  d'  onde  poi  i  flu 
le  fradicano,  e  le  gettano  alla  riva.  I  Nazion; 
mangiano  i  Bìuri  o  letti ,  o  arrogiti  nel  propi 
alveare ,  ed  anche  ne  feccano  in  gran  copia ,  p 
mandarli  al  Cujo ,  dove  fono  ricercati  .  Il  lo 
gufto ,  maffime  quando  fono  frefchi ,  è  buono 
confimile  a  quello  delle  locufte  marine.  Di  qi 
ito  genere  forfè  fono  le  Fontane  di  mare  ,di  e 
fa  menzione  il  Kolbe  nella  deferizione  del  Gap 

Le  onde  marine  cacciano  fulla  fpiaggia  vai 
fpecie  di  Oloturie  affai  curiofe,  e  in  particola 
P  Holoturìa  Phyfalis ,  chiamata  da  alcuni  Galeri 
e  da  altri  Ortica  marina  pel  bruciore  infoppc 
labile,  che  cagiona  effendo  toccata.  Ella  ha 
forma,  e  quafi  il  volume  di  una  vefeica  di  b 
piena  di  aria,  ma  di  fotto  è  corredata  di  un  gr 
numero  di  gambe,  o  piuttofto  antenne  ramof 
e  intrecciate  le  une  con  le  altre ,  in  mezzo  ; 
Je  quali  flà  fituata  la  bocca  di  figura  molto  d 
forme .  Quefte  antenne  fono  vagamente  colori 
di  roffo ,  di  violetto  ,  e  di  turchino .  La  pelli 
onde  è  comporta  la  vekìca  ,  è  criftallina  e  fei 
bra  formata  di  fibre  longitudinali ,  e  trafverfal 
nelle  quali, fi  offerva  una  forta  di  movimento  p 
riftaltìco;  la  fua  fommità  è  ornata  di  una  mer 
brana  in  forma  di  creila  ,  e  colorita  come  i  tti 
tacoli ,  la  quale  fi  fìende  dall'  una  punta  all' a 

tra 


LIBRO      IV.  tp9 

a  ,  e  ferve  dì  vela  all'  animale  .  La  vcfcica  è 
iota  a  riferva  di  una  delle  fu  e  eftremità  ,  ove 
vede  un  poco  di  acqua  chiara ,  che  un  diafram- 
a  membranofo  non  lafcia  fpanderfi  nel  refto  dei- 
concavità  . 

Oltre  alla  Seppia  Officinale  fi  ritrovano    nel 
ar  Chilefe    tre  altre  fpecie  di  feppie  affai    fio- 
ilari .  La   prima  è  la    Seppia  [ungttimlàm    (*}$ 
quale  è  di  gran  mole,  ed  ha  in  luogo  di  fuc- 
iatoj  le  braccia  armate  di  un  doppio  ordine  di 
tigli ,  o  unghie  acute    fimili  a  quelle  del   gat- 
,e  che    fi  ritirano,  come    effe,  in  una    fòrti 
fodero.  Quefta  fpecie  è  di  un  gufto  dilicato, 
i  non    è  molto  comune    in  quei  mari.  La    fe- 
nda è  la  Seppia  tunicata  (i*)   così  detta,  per- 
è  oltre    alla  pelle  propria,  va  coperta    dalla-. 
fta  fino  alla  coda  di   un*  altra  pelle  trafparen- 
in  forma  di  tonaca.  Il  fuo  corpo    termina  ira 
e  alette  femicircolari ,  che  fpuntano    dai  due* 
:i  della  coda  ,  come  quello    della  Seppia  Sephà 
.  I    Marinai  raccontano  delle  cofe    incredibili 
torno   alla  grandezza  ,    e  alle  forze   di    quefte 
jpie  ,  ma  le  maggiori  ,  che  vi  fi  fieno  pefcate, 
»n  pefavano  più  di  cencinquanta  libbre.   La  lo- 
carne fomminittra  un*  eccellente  nutrimento* 
La  terza  è  il    Pulpo  ,  Sepia  Exapodia.  (3*)  , 
quale,  febbene  non  abbia   più  di  fei  gambe  f 
N  4  o  brac- 


(*;  Sepia  corpore  ecaudato,  brachiis  unguictx- 

tis. 

(**)  Sepia  corpore  prorfus  vaginante,  cauàu 

ita  . 

,($*}  Sepia  corpore  caudato  fegrnentato  a 


aoo  L  1  B  R  O     1  V. 

e  braccia  ,  non  lafcia  perciò  di  efTefe  una  ve 
Seppia,  ma  di  una  figura  sì  bizzarra  ,  che  v 
dendolo  fermo  fembra  piuttofto  un  ramo  d*  alb 
ro  infranto,  che  un*  animale:  la  fu  a  groffez 
non  eccede  quella  del  dito  indice,  ed  è  lun 
lin  mezzo  piede  incirca;  il  fuo  corpo  è  divifo 
quattro ,  o  cinque  articolazioni,  che  vanno  < 
minuendo  verfo  la  coda.  Quando  egli  difpie 
le  fue  braccia,  che  tiene  unite  verfo  la  terra 
prenderebbero  per  altrettante  radici .  Querce  br; 
eia  fono  armate  di  fucchiatoj,  come  quelle  d 
le  altre  Seppie,  ma  quali  invifibili  :  la  tefìa 
informe ,  affai  corta  ,  e  va  corredata  ài  due  ; 
tenne,  o  trombe.  Quello  animale  manegg 
to  colla  mano  nuda  la  intorpidire  per  un  a 
mento ,  fenza  fare  altro  male .  Il  liquor  ner 
che  elfo  contiene  in  una  vefeichetta,  al  pari  d 
le  altre  fpecie  dì  quelle  genere,  è  ecceilent 
per  ifcrivere. 

Gli  Echini ,  o  ricci  marini  ,  ii  dividono 
varie  fpecie:  i  puì  particolari  fono  i  ricci  bis 
chi,  e  i  neri  *  I  bianchi  ,  Echinus  albus  (*;  , 
no  globofi  di  tre  pollici  di  diametro  colia  ci 
flas  e  le  fpine  bianche,  e  la  foftanza  interri 
giallognola,  la  quale  è  molto  faporofa  .  I  ri' 
neri ,  Echinus  niger  (i*) ,  fono  di  figura  ovai 
un  poco  più  grandi  de*  bianchi,  ed  hanno  le  f 

ne, 


(*)  Echinus  henfiifphaerico-  globofus  ,  ambulac 
denis  :  areis  longìtu'-lnaliter  verrucofis  - 

{%*)  Echinus  ovatuSj  ambulacris  quinis  :  ari 
muricatis  verrucofls . 


i 


LIBRO     IV.  aof 

e,  !  nicchi,  e  le  uova  di  color  nero;  i  paefa- 
i,  che  li  chiamano  ricci  del  Diavolo  ,  non  i  li- 
mo mangiarli .  ' 

I  viventi  però  di  quefta  claflfe  ,  che  più  ab- 

j  i  i  >         *  -L   n        •  "     «  -■■  ■>       Tenace! , 

ondano  in  quel  mare,  fono  1  Teftacei .    Le  lue  chii.G** 

Gaggie  fi  veggono  coperte  di  nicchi  d'ogni  for-  °Lml * 
t,  e  molte  delle  adiacenti  colline  ne  fono  in-  , 
sramente  compone ,  malgrado  la  gran  quantità, 
!ie  i  maremmani  raccolgono  tutti  gli  anni  per 
dì  bruciarli,  e  farne  calcina.  Sono  colà  rari  i 
en,ejri  delle  tre  famiglie *  in  cui  fi  dividono  co- 
munemente i  corpi  di  queflo  ordine,  che  non-* 
jntcngano  alcune  fpecie  incognite  ,  effendovi  di 
iù  varj  generi  nuovi  ,  che  non  fono  flati  pe- 
cche determinati.  La  brevità,  che  mi  fono 
refifia  ,  non  mi  concede  di  trattenermi  nella  lo- 
)  claflificazicne  ;  mi  riftringerò  per  tanto  a  da- 
?  una  fece  nta  idea  di  quelle  fpecie  *  che  gli  a- 
tanti  ufano  per  lo  più  ne'  loro  mangiari  :  que- 
e  appartengono  ai  generi  delle  Oftrìche ,  de* 
itoli  y  delle  carne  ,  de'  fole ni ,  delle  foladi  i  delle 
p adì ,  o  patelle  ,  e  de'  buccini  . 

Le  Gftriche ,  Oflrea  edulis ,  fi  trovano  in  va* 
e  parti  di  quella  Colla  ,  ma  le  più  grandi ,  e 
ir; un  gufto  veramente  dilìcato  fi  pefeano  nelle 
n'aggie  di  Coquimbo»  I  Terrazzani  ne  diflln* 
uono  varie  fpecie  ,  le  quali  ben  confiderate  al- 

0  non  fono  che  varietà  ,  eccettuatane  una  pe* 
>,  che  mi  parve  non  differire  dalP  Ojlrea  ephìp* 
mm  dell'  India  Orientale .  I  Pettini  tanto  quel* 

,  che  hanno  le  due  valve  convelle  ,  come  queif 

1  le  hanno  piatte,  vi  fono  ancora  aliai  abbon* 
mtid  JL<g 


■ii^t- 


■M 


àa*  LIBRÒ     IV. 

Le  principali  fpecie  di  mitoli,  che  vi  fi  ce 
iìofcono,  fono  il  Comune,  il  mar gar  iti  fero  , 
grande  e  il  picciol  Magellanico  ,  il  Choro  ,  e 
Nero  .  Il  gran  mitolo  Magellanico  ha  fei  polli 
di  lunghezza,  e  tre  di  larghezza  ;  il  perioftic 
o  fia  la  epiderma,  che  cuopre  la  fua  fuperfic 
efterna  ,  è  di  un  bruno  fporco  ;  ma  levata  ci 
fia  quefta  pellicola,  la  conchiglia  comparifee  ( 
un  bel  turchino  cileftro  venato  di  lifte  porpoi 
ne,  che  fieguono  i  contorni  delle  fcanalatur< 
Xa  fuperficie  interna  è  di  co!@r  di  madreperl; 
figato  di  bande  roffe.  Il  piccol  Magellanico 
preffo  a  poco  dello  fteffo  colore  ,  ma  la  fua  fc 
ma  è  più  ovale  .  Tutteddue  contengono  delle  pi 
cole  perle  ,  le  quali  d*  ordinario  fono  poco  1 
cide.  Ali*  incontro  quelle,  che  trovanfi  nel  n 
tolo  margaritifero,  hanno  un  beli'  oriente,  r 
fono  ancora  di  piccol   volume , 

Il  Choro  ,  Mytulus  Chorus  (*)  ,  è  lungo  fei 
pollici  incirca,  e  largo  tre,  e  mezzo;  la  fu 
epiderma  è  turchina ,  ma  il  nicchio  è  di  un  I 
anco  rilucente  variato  di  cileftro;  tutta  la  foto 
za  interna  è  parimente  bianca,  e  di  un  efqui 
to  papere  •  Quefta  fpecie  abbonda  molto  intor 
ali*  Ifola  Quiriquina  ,  e  nelle  fpiagge  di  Ara 
co  .  Il  mitolo  nero  ,  Mytulus  ater  (i*)  ,  è  pc 
minore  del  precedente  :  la  fua  conchiglia  è  I 
brofa  quafi  come  quella  della  Pinna,  di  un  ti 

chino 


"(*)  Myfulus  tefta  tranfverfe  ftriata  ,  naribusei 
bis  cardine  laterali . 
(**;  Mytulus  tefta  falcata ,  pofticè  fquamofa . 


L  1  E  R  O     7  V.  i*$ 

hino  carico s  e  la  fua  carne  nera;  !  Nazionali 
fedendola  dì  cattivo  nutrimento  s*  aftengono  dal 
arjgiarla  . 

I  mitoli  di  acqua  dolce  fono  altresì  copiofif* 
mi  ne*  fiumi  ,  e  ne'  laghi  Chilefi,  ma  il  loro 
irto  è  fcipito ,  o  piuttofto  difpiacevole .  Se  ne 
moverano  tre  fpecie  coi  nomi  dì  Dollum  ,  ?eh 
,e  Utbìfyle  quali  tutte  in  paragone  delle  ma- 
ne, hanno  un  movimento  progredivo  afTai  ve* 
ce,  giacché  in  uh  minuto  fanno  ,  come  io  me- 
ifimo  oifervaì ,  un  piede  incirca  di  cammino . 
5  Telline  fono  anche  comuni  in  quel  mare,  e 
ecialmente  le  Vìrgate  dette  Maycemì    iinguag- 

0  dd  Paefe  ,  e  le  Albide  chiamate  Cbalgua  * 
La  Thaca  ,  Cbama  Tbaca  (*)  ,  è  una  concili- 

ia  del  genere  ddh  Carne  dì  figura  quafi  roton- 
,  di  quattro  pollici  di  diametro  ,  rinata  Icn- 
tudinalmente ,  e  colorita  dì  bianco  ,  di  violet- 
,  e    di  giallo  :  la  fuperficie  interna  è  di    urL-, 

1  color  di  aurora,  e  P  animale,  che  vi  alber- 
dentro  ,  è  di  buon  fapore.  La  Macha  ,  Sole» 

uba  (i*)  è  del  genere  di  quei  teftacei  ,  che  a 
gione  della  loro  figura  chiamanfi  coltelli  di 
ire  ;  il  fuo  nicchio  ,  che  ha  kì  in  fette  pollici 
lunghezza,  è  variegato  di  bruno,  e  di  cile- 
no: Quefte  due  fpecie  fi  nascondono,  come  le 
:re  del  medefimo  genere,  nella  Sabbia,  onds*» 

ven- 


i    2 


(*)  Chama  fubrotunda  Iongitucfinaliter  flriata  , 
o  re tufo  , 

U*)  Solen  tefta  ovali  oblonga  antiee  trùhcati, 

:dine  altero  bidentato . 


2ó4  L  1  B  n  O     1  v. 

vengono  eflratte  dai  pefcatori  condotti  dai  zai 
pilli  di  acqua,  che  effe  di  quando  in  quando  g 
tano  fuori .  Producono  ancora  delle  perle ,  i 
pìccole,  come  tutte  le  altre,  che  fi  trovano  n 
le  conchiglie  di  quella  cofta  . 

Le  rupi  dell'  Arcipelago  di  Chiloe  fornif 
no  de*  bei  datteri  marini  chiamati  volgarmei 
Comes ,  Phofas  Chìloenfis  (*)  ,  i  quali  fono  biva 
cen  alcuni  piccoli  accefiforj  cretacei  verfo  la  fc 
mira  ,  e  cr  fcono  in  maniera,  che  fé  ne  trovano 
t)  di  cinque  pollici  di  lunghezza,  e  di  due 
circa  di  diametro. 

Il  genere  delle  tepadi ,  o  patelle  ,  contii 
molte  fpecie  in  tutta  quella  cofta  ,  le  quali 
la  maggior  parte  fono  buone  da  mangiare.  II 
fani  fanno  particolare  ftima  de'  becchi  di  vpap 
gallo,  Lepas  Pfittacus  (i*) ,  i  quali  fono  della 
miglia  delle  Conche  anatifere,  ed  abitano 
quindici ,  o  venti  rinchiufi  nelle  celle  di  una 
ramide  di  natura  cretacea,  che  effi  medefim 
fabbricano  ,  attaccandola  alle  rupi  marine 
fcofcefe,  precifamerte  fin  dove  arrivano  le  fc 
me  delle  maree  ,  dalle  quali  traggono  il  lor 
trimento  per  un  foro,  che  vi  è  in  ogni  celli 
La  conchiglia  di  quefti  teftacei  fi  compone  di 
pezzi  grandi  ,  e  di  quattro  piccoli  ;  i  due  gì 
di ,  che  fporgono  in  fuori ,  hanno  la  medefii 
figura  del  becco  del  pappagallo.  Quindi  è  d 

vat 


<*>  Pholas  tefta  oblonga  depreffiufcula,  ftriis  1 
gitudinalibus  diftantibus  . 

(**;  Lepas  tefta  pollice  adunca  fexvalvi ,  rtigi 


i 


LIBRO     IV.  105 

io  II  loro  nome .  Quefti  animali  fono  fimili  a 
elli  delle  ghiande  marine ,  ma  le  loro  braccia 
10  affai  piti  corte ,  e  la  loro  carne  è  bianca  , 
lera,  e  di  eccellente  fapore .  Ve  ne  ha  di  va- 
i  grandezze;  i  maggiori  però  non  oltrepaffano 

pollice  di  lunghezza.  Cavati  fuori  dal  mare 
mantengono  vivi  dentro  il  loro  alveare  per 
attro,  o  cinque  giorni,  allungando  di  quando 
quando  il  becco ,  come  per  refpirare . 

I  murici,  le  porpore,  e  i  buccini  vi  fono 
ilto  diverfificati .  Il  Loco,  Murex  loco  (*),  è 
iuto  in  gran  pregio  pel  buon  gufto  della  fua 
ne,  la  quale  è  bianca,  ma  un  poco  duraci 
>chi  però  hanno  trovata  la  maniera  di  render- 
perfettamente  tehera ,  battendola  prima  dì 
>cerla  con  una  bacchetta  .  Quefto  murice  ha 
tttro ,  o  cinque  pollici  di  altezza ,  e  contiene 
?,  o  tre  gocciole  ài  vero  liquor  di  porpora., 
itro  una  vefcichetta  fituata  accanto  al  collo* 
fuo  nicchio  è  quafl  ovale ,  e  pieno  di  nodi  9  e 
punte . 

Le  lumache  terreftri  ignude,per  quanto  of- 
vai,  mancano  aflolutamenre  nel  Chili;  non 
Vie  chiocciole,  o  fieno  le  lumache  armate, 
juali  fi  propagano  in  gran  copia  in  tutti  quei 
chi.  Nel  territorio  della  Città  della  Concezio- 
fe  ne  ritrova  una  chiamata  la  Serpentina  (1*) , 
xhè  va  riveftita  di  una  pelle  dura  ,  e  fcaglio- 

fa 


I 


,:..;:;:: 


(*)  Murex  tefia  ecaudata  obovata  antice  nodofa  , 
mura  eden  tuia  fuborbiculata . 
li*)  Hdix  tefta  fubcarinata  imperforata  conica  , 
Jgitudinaliter  Urlata,  apertura  patulo-marginau, 


m 


±e>$  Z  1  B  R  Q     I  r. 

fa  come  quella  del  ferpente  :  la  fua  eonchigli 
tagliata  a  guifa  di  un  cono  fpirale  eccede 
grandezza  un  uovo  di  pcllo  d9  India  ,  e  coni] 
rifcedi  fuori  tutta  longitudinalmente  rinata  c< 
orlo  dell'  apertura  rilevato,  e  di  un  color  re 
come  il  corallo;  il  rimanente  è  di  color  gri 
biancaitro . 
^    a  Le  Grancevole  marine    finora  conofclute 

Chii.  c#y~  dividono  in  tredici  fpecie  diitinte,  e  Je  nu\ 
***■'  li  in  quattro.  Tra  le  prime  fono  notabili  pei 
loro  grandezza ,  e  dilicato  fapore  quelle  ,  et 
Pefcatori  chiamano  Talicune  ,  Xaive  ,  Apatico 
Felofe,  Santolle  i  e  Coronate:  le  tanaglie  di 
te  quefte  fpecie  fono  di  ftraordinaria  grolfez 
Le  Talicune  ,  Cancer  Talìcuna  (*)  ,  hanno 
fcaglia  rotonda,  convella,  intera  ,  lifeia,  di  qi 
tro  pollici  di  diametro,  e  le  tanaglie  dentate 
loro  occhi,  del  pari  che  il  becco,  fporgono 
fai  In  fuori,  e  la  coda  cuopre  quafi  tutto  il  v 
tre.  Sono  di  color  brano  carico,  ma  cotte 
ventano  rofle ,  come  tutti  gli  altri  granchj . 
corazza  delle  Xaive  ,  Cancer  Xmv*  (i*)  ,  è  e 
sferica  con  alcune  punte  air  intorno  :  il  fuo 
ciol  diametro  è  di  due  pollici,  e  mezzo. 

Le  Apancore  ,  Cancer  Af  ancora  (3*}  ,    i 
un  poco  più  grandi  delle  Talicune ,  ed  hanni 

ere 


(*)  Cancer  brachyurus,  thorace  orbicuiatoJ 
integerrimo,  chelis  muricatis . 

(2*)  Cancer  brachyurus ,  thorace  Isevi  later; 
tridentato  ,  fronte  truncata  . 

(*,*)  Cancer  brachyurus  ,  thorace  lacyi  ovato 
trjnque  denticuiato  3  caiida  trigona* 


_ 


LIBRO      IV.  ie7 

offa  ovale  Interamente  dentata ,  e  le  gambe* 
Jote  ;  la  loro  coda  è  affai  lunga ,  e  triangoia- 
•    Le  Pelote,    Cancer  fetofus  (*) ,   vanno    tut- 

riveftite  dì  peli  duri,  come  le  ferole  de* 
rei ,  che  fpuntano  non  {blamente  dal  ventre 
dalle  gambe ,  ma  anche  dalla  fteffa  corazza  , 
quale  è  bernoccoluta ,  e  quali  in  forma  di 
ore:  il  loro  becco  è  bipartito,  ricurvato.,  e 
rredato  di  alcune  fetole  ;  fono  grandi  a  un  di 
?flb  come  le  Apancore . 

Le  Santolle ,  Cancer  Santoli*  (%*)  ,  fuperano 
tre  le  altre  fpecie  non  meno  nel  volume  del 
rpo,  che  nel  fapore;  la  loro  crofta  è  orbicu- 
e ,  conveffa ,  di  confiftenza  quafi  coriacea  ,  e 
wjrta  di  fpine  lunghe  un  mezzo  pollice ,  lei 
ili  fi  fiaccano  facilmente  al  fuoco  ;  le  loro  gam- 
fono  lunghe  ,e  groffe,  e  in  vece  di  crofta 
igono  riveflite  da  una  pelle  rugofa  .  Le  Co- 
late, Cancer  Coronatus  (3*)  ,  hanno  il  gufeio 
ìiovato  ,  intero  con  una  eferefeenza  nel  mez- 
della  medefima  foftanza  fatta  a  foggia  di  co- 
la murale;  il  loro  corpo  è  lifcio,ed  ha  quat- 

pollici  e  mezzo  di  diametro  . 

I  Gamberi  abbondano  eziandio  nel  mare,  e 
le  acque  dolci  del  Chili  .  L'Autore  del  Viag-, 
1  dell'  Ammiraglio  Anfon  parla  della  grandez- 


za, 


*)  Cancer  brachyurus,  thorace  hirfuto  obeorda- 

tubercularo ,  roftro  bifido  inflexo  . 

**)  Cancer  brachyurus  \  thorace  aculeato  arcua- 

fubcoriaceo,  rnanibus  pelliculatis  . 

.3*)  Cancer  brachyurus ,  thorace  obovato  ,  apo- 

yfi  dorfali  crenata  •     ' 


*©8  LIBRO      IV. 

za,  ed  efqulfitezza  de'  gamberi ,  che  trovatili 
forno  alle  Ifcle  di  Gio:  Fernandes ,  i  quali , 
me  egli  afferma  ,  pefano  ordinariamente  otr 
nove  libbre  (i)  .  Le  Locufte  marine  moltiplic 
ancora  ecceffivamente  nell'acque  delle  mede! 
Ifole  .  I  pefcatori  non  impiegano  altro  artif 
per  prenderle,  che  quello  di  Spargere  dei  p< 
di  carne  fu!  lido  ,  e  di  voltarle  foiTopra  con 
baftrne  a  m  fura  che  effe  vi  accorrono  per  ir 
g;arne.  Con  quefto  metodo  così  femplice  fi 
ca no  annualmente  molte  àiìigliaja  di  quefli 
fiacei,  le  cui  code  fecche  fi  mandano  al  Ch 
dove  fono  affai. ricercate  . 

I  Gamberi  fluviali  più  rimarchevoli  foi 
Muratori  y  Qxncer  cAmentctrìus  (*)  ,  i  quali  ha 
circa  otto  pollici  di  lunghezza  ;  il  lor  color 
bruno  rigato  di  vene  di  un  roffb  vivo,  e  la 
ne  bianca  ,  e  più  faporofa  di  quella  de'  gam 
marini  ,  e  degli  altri  fluviali ,  Quelli  fi  trov 
in  gran  quantità  in  tutti  quei  fiumi,  e  rivi, 
inargini  dei  quali  elfi  fi  fabbricano  con  dell' 
gilla  un'  abituro  cilindrico  alto  un  mezzo  p 

(od 


(t)  ,,  Les  écrevìfies  de  mer  font  un  autre  , 
?,  exquis  t  que  la-  mer  nous  ojfroìt  en  plus  grat 
9,  abondance  ,  que  peut  etre  en  aucun  lieu  du  h 
s,  de  :  elles  y  ptfent  ordìnaìrement  huì&  à  netti 
3,  vres  ,  font  d'  un  gout  excellent  .  ^r  en  felle  qi 
3,  tnè  vers  le  rìvage  ,  qu  on  les  pe*foit  foitver> 
,,  vec  le  eroe  ,  Urjque  lei  chaloupes  fartoìent 
5,  terre  y  ou  y  aborduìent .  1.  x.  C.  i.  pag,  103.  e 
in  4. 

p*)  Cancer  macrourus  ,  thorace  Ixvi  cylindri 
£o(iro  obtuio ,  cheus  aculeatis . 


*fc      **' 


_ 


L  1  B  R  O     I  V.  io* 

pra  il  terreno ,  ma  profondo  di  maniera ,  che 
acqua  corrente  vi  paifa  per  mezzo  di  un  ca- 
letto fotterraneo  :  i  Paefani  li  prendono  conu 
cilità  tuffando  nel  fiume  o  rivo  ,  dove  ellì  ban- 
ano ,  una  cefta  con  entro  un  pezzo  di  carne  . 

Gì*  infetti  terreflri  fono  per  lo  più  confimi-  infetti. 
a  quelli ,  che  fi    veggono    in  Italia  :  tuttavia  Chj!-  c##//* 
ne  fono  molti  differenti,  tra  i  quali  fi  trova- 
>  alcuni,  che  meritano  qualche  attenzione.  Ta- 
è  una  fpecie  di  Crifomela  (*),  che  abita  nel- 
ombrelle   della  Vifnzga,  la  quale  è  tutta    do- 
ta ,  e    brilla  non  meno  ai  raggi  del  Sole ,  che 
I  ombra  i  è  di  figura  ovale ,  e  poco  più  gran- 
di   una'mofca.  I  contadini    della    Provincia^ 
Maule,ove  effa  fi  propaga  , infilzandone  mol- 
infieme  ne  fanno    delle  belle  croci ,    ed  altre 
lanterie ,    le  quali  confervano    fempre  il    loro 
'endore . 

Nella  medefima  Provincia  fi  trova  uno  fca- 
Faggio  nero  lungo  otto  linee  appellato  Pilme  , 
wanus  Vìlmus  (%*)  ,  il  quale  devafta  le  piante 
'uminofe,  e  fpeeialmente  t  fagiuoli  in  erba, 
coltivatori  ne  hanno  già  quafi  interamente  di- 
utta  la  fpecie,  ufando  la  precauzione  di  fcuo- 
re  le  piante,  che  ne  fono  infettate,  fopra  dei 
irini  di  acqua  bollente,  ove  efìì ,  effendo  poco 
ti  al  volo  ,  cafeano  ,  e  fi  bruciano . 

O  le 


(*)  Chryfomela  (Mautica)  ovata  aurata  ,  anten- 
s  caeruleJs  . 

(**)  Lucan-us  exfcutellatus  ater  ,  corpore  depref- 
),thorace  lìriato. 


:0. 

f: Hlì:  :■■■: 


AtÈ  t  1  B  R  o     i  n 

Le  cavallette  fi  propagano  poco  in  eod< 
Regno  ,  e  non  vi  fanno  mai  le  fìragi ,  che 
fperimentano  nel  Cuyo,  e  in  altri  Paefi .  Si 
alberi  pomiferì  fé  ne  trova  una  lunga  fei  poi 
incirca,  la  quale,  allorché  diftende  le  fue  g; 
be ,  pare  a  prima  vifta  un  ramo  infranto  ,  ta 
più  ,  che  ella  ha  il  color  medefimo  dell'  albe 
in  cui  foggiorna  •  Il  volgo,  feguendo  V  an 
erronea  opinione  di  attribuire  allo  fpirito  m 
gno  tutte  le  cofe  ,  che  fembrano  malfatte , 
chiama  Cavallo  del  Diavolo  .  Queftà  fpecie  è 
ra,  e  per  quanto  mi  pare ,  non  è  differente  < 
la  Locufta  elefante  dell'  Africa  .  Il  genere  di 
cimici  così  domeniche,  come  campagnuole 
mancava  interamente  ,  ma  da  feffanta  anni  in 
!e  domeftiche  portatevi  ne*  battimenti  fi  fono 
fé  comuni  nelle  Provincie  Settentrionali,  e  | 
cialmente  nella  Capitale  del  Regno  ;  Le  con 
de  Auftrali  fi  prefervano  tuttora  efenti  da  un5 
comodo  sì  importuno  . 

Le  lucciole ,  che  trovanfi  in  quelle  cam 
gne,  fono  per  lo  più  della  fleffa  fpecie  di  q 
fle  d'  Italia.  Paffando  di  notte  vicino  a  un 
feo  vidi  fvolazzare  fra  gli  alberi  tre  groiìi  in 
ti,  i  quali  gettavano  un  lume  sì  grande,  che 
revano  altrettante  bracie  ardenti  ,  e  per  qu 
che  potei  giudicare ,  non  erano  inferiori  in  gr 
dezza  alle  farfalle  dette  tefta  di  morto.  Malg 
do  tutte  le  diligenze  praticate ,  non  mi  fu  pc 
bile  di  prendere  alcuno  di  quefH  fosfori  viven 
per  offervare  di  qual  genere  fi  foffero  ,  fé  ] 
non  erano  della  (peck  de*  Cocuju ,  o  de*  P*r, 
lanterne*  $lC 


L  1  B   R  9      I  V.  %7i 

Siccome  la  famiglia  dell'  Eruche  vi  è  ebre- 
amente variata  ,  così  nella  bella  Cagione  fi  ve- 
:  comparire  dappertutto  un  prodigiofo  numero* 

farfalle ,  tra  le  quali  fi  trovano  molte  ammi- 
bili  non  meno  per  la  grandezza  ,  che  per  la.* 
cchezza  ,  e  vivacità  de'  loro  colori  .  Ve  ne  ha 
Tticolarmente  usa  del  primo  ordine ,  alla  qua- 

ho  dato  il  nome  di  pappagallo,  lapillo  V fitta* 
/(*),  perchè  è  variegata  di  tutti  i  colori,  che 
ammirano  nelle  per  ne  de'  più  bei  pappagalli, 
t  parte  fuperiore  della  fu  a  tefta  è  di  un  bel 
flb  di  cinabro  macchiato  di  giallo  ;  tutto  il  dor- 

è  giallo  brinato  di  verde,  dì  rollo  ,  e  di  ci* 
(tro  ile  ali  fono  al  di  fopra  verdi  con  macchie 
'egolari  gialle  ,  e  azzurre  ,  e  al  di  fotto  di  co» 
r  biondo:  il  ventre  è  cileflro  punteggiato  di 
uno  ,e  di  grigio;  le  antenne  fatte  a  guifa  di 
azza  fono  porporine  .  Avvene  un'  altra  della— 
sdefirna  grandezza  appellata  da'  fanciulli  Co- 
mbina, Paplllo  Leucothea  (i*) ,  la  quale  è  tut« 
di  color  bianco  argentino,  a  riferva  delle* 
itenne ,   e  de'  piedi  ,  che  fono  neri  . 

Nel  tratto  di  maremma  fituato  fra  i  fiumi 
apèl,  e  Mataquito  crefccno  alcuni  bigatti  fimili 
>er  quanto  dicono  quelli ,  che  gli  hanno  vedu* 
)  ai  bachi  da  feta  ,  i  quali  fanno  fugli  alber? 
Ivatici  de'  bozzoli  un  poco  più  piccoli  di  que« 
O  a  fH 


$*)  Papilio  N.  alis  dentatis  virefcentibus  ,  luteo  4 
eruleoque  maculatis,  fubtus  fiavis. 
(1*)  Papilio  D.  alis  integerriniis  rotuodatis  albfe 
mcoloribus ,  aotennis  aterrimis  . 


m 


\m 


■  ' 


%i%  L  1  B  R  O    I  r. 

ili  d'  Europa ,  ma  ben  forniti  di  una  fé  fa  ec 
lente .  Il  Paefe  tutto  ,  ftante  la  piacevole  ti 
perie  del  clima  ,  è  fcnza  dubbio  adattatiffimo 
!a  propagazione  di  quefli  preziofi  infetti ,  ma  j 
tandovifi  dall'  Europa  le  feterìe  ,  i  Chilefi 
hanno  potuto  applicarfi  alla  loro  coltura. 

Nell'uno  avrebbe  mai  dubitato  ,  che  la  g 
quantità  dì  pece ,  che  fi  ricava  nel  Cocfuh 
dalla  Chìlccc ,  fpecie  di  Coniza,  non  fotte  u 
refina,  che  fcolaffe  da  queir  arbofcello  ;  mi 
mio  paefano  Sig.  Abate  Filippo  Pando ,  fag 
©Ifervatore  delle  produzioni  naturali  di  qu 
Provincia,  fcoprì  ,  pochi  anni  fono,  che  la  \ 
tefa  pece  altro  non  era ,  che  un  prodotto  di 
piccola  eruca  rafa  di  color  vermiglio  ,  e  di  e 
que  o  fei  linee  di  lunghezza:  quefli  curiofi 
ietti  compariscono  in  gran  numero  nella  Prii 
vera  fu  i  rami  della  Qhìlca^z  vi  fabbricano 
piccoli  bozzoli  con  una  forta  di  cera  dolce, 
bianca  quanto  la  neve,  dove  rinchiudendoli 
'trasformano  in  una  falena  giallognola  ,  vhal 
Cerarla  (*)  :  mi  dìfpiace  forairnamerìte  ,  che  il  ci 
riflìmo  offervatore  impedito  da  critiche  circoli 
jze  non  abbia  potuto  mettere  ad  effetto  il  foo 
portante  progetto  di  vedere,  fé  cotale  foftai 
foffe  utile  a  bruciare  .  Quefta  cera  di  bianca,! 
è  fui  principio  ,  come  abbiamo  detto ,  divent; 
poco  a  poco  gialligna,  e  finalmente  bruna, 
amara  a  cagione  delle  nebbie  ,  che  allora  fopra 

vengo. 


[*]  Phaìaena  B.  elinguis  3  alis  deflexis  flavefcei 
kus ,  fafciis  nigris  • 


■Mi 


L  l  B  R  O    1  r.  *t$ 

ngono  In  quelle  contrade  Gli  abitanti  la  rao 
Igono  nelT  Autunno ,  e  facendola  prima  boi- 
e  ,  re  formalo  poi  de'  pani  per  efitatla  .  Al- 
ni ,  p,  r  accrescerne  il  pefo  5  la  Cogliono  mef- 
iare  colia  te  fina  ,  che  fcola  da  un*  altro  arbo- 
lio  chiamato  Pajaro  bobo  .  I  Padroni  dei  baiH- 
mti  ne  comprano  gran  quantità  per  fervirfene 
vece  d\  catrame  :  e  quefto  è  V  ufo  ordinario  , 
5  fi  fa  di  una  foftunza,  a  cui  forfè  col  tempo 
darà  un  dettino  più-  nobile  . 

Su  i  rami  dt\  rofmarino  falvatico  fi  trova 
:ora  una  materia  tenace  bianchiffima  ,  difpofìa 
Gobetti  della  grandezza  di  una  nocciola,  la 
ale  contiene  nel  fuo  centro  un'  olio  chiaro, 
2  fenza  dubbio  fcola  dallo  fieffo  arbofcello ,  e 
e  potrebbe  divenire  utile  a  qualche  cofa  .  Que- 
[orta  dì  galla  ferve  di  alloggio  a  una  falla- 
ica  ,  che  vi  fi  cangia  in  una  mofca  a  quattro 
di  color  fofco,  e  del  genere  del  Cynìps  (*)  . 
Le  api  di  varie  fpecie ,  e  particolarmente  le 
rlli  fiche  abbondano  nelle  Provincie  Àufirali  ,  e 
no  i  lorp  fiali  parte  nei  buchi  degli  alberi  , 
parte  fottoterra .  La  cera  ,  che  fi  confuma  neìl' 
cipelago  di  Chiìoe ,  fi  ricava  da  quelle  pec- 
ie  ialvatiche >  Ali*  incontro  vi  mancano  del 
tto  ,  le  non  m'  inganno  ,  le  vefpe  volgari  .*  io 
neno  non  potei  vederne  alcuna  •  Non  fi  gene- 
io  nemraen  i  Mofquhi ,  i  Maringuìni  ,i  Gegen- 
,  ne  le  altre  fpecie  di  terribili  mofcherini ,  che 
liggono  gli  abitanti  de*  Paefi  caldi  •  Veggonfi 
O  3  ,  fol- 

I — ■ : -f 

(*)  Cyaips  Rofmarini  Chilenfis. 


ai4  LIBRO      1  K 

foltanto  vicino  alle  acque  ftagnanti  alcun^  zai 
zare  di  quella  fpecie,  che  il  Linneo  chiama  C 
lex  ciliari* .  Quelle ,  che  frequentano  i  luoghi 
bitati ,  fono  tipùìe  della  grande,  e  della  picco 
fpQciQ  >  le  quali  non  fono  differenti  da  quefte  de 
Europa  .  Nella  Provìncia  di  Colchagua  però  fé  i 
trova  una  di  mediocre  grandezza  >  Tìpula  MoJm 
fera  (*) ,  la  quale  fpira  un'  odore  grato  di  mi 
chio  ;  onde  le  villane  fé  ne  fervono  per  prof 
mare  i  loro  abiti.  Tutte  le  formiche  ,  che  io 
potei  offervare  ,  non  fi  diftinguono  da  quefte  ,  e 
crefeono  in  Italia  . 

Le  Kigue ,  oppure  i  Ti  qui ,  Tulex'  penetrati 
fi  trovano  folamente  nel  Territorio  della  Ci 
di  Ccquimbo  ,  ma  in  sì  piccola  quantità  ,  e 
una  perfona  ,  che  vi  abitò  parecchi  anni ,  mi 
ficura  di  non  aver  fentito  dire ,  che  di  un 
fanciullo ,  che  ne  foffe  ftato  pizzicato.  Il  vo< 
bolo  Kigua  è  nel  Chili  un  nome  generale,  e 
comprende  tutte  le  fpecie  di  zecche,  che  mo 
iiano  gli  animali, e  in  particolare  i  volatili, 
quali  non  fono  diverfe  da  quefte  ,  che  fi  off 
vano  fu  gli  animali  Europei  .  Il  Tenente  Gei 
•jalc'UlIoa,  ignorando  P  eftenfìone,  che  dafli 
codefto  .Regno  a  tal  voce  ,  fcrive ,  che  le  jM 
(nome,  che  egli  fecondo  la  comun  nozione 
ftrìnge  a  lignificare  i  foli  Piqui)  fi  generano  i 
tutta  quella  Coffa  ,  il  che  è  aflblutarnente  .fall 
Il  genere  de'  ragni  non    vi  ha  altro    di 

mal 


(*>   lipula  alis  incumbentibus  cinereis,,  thors 
àbdomineque  flavis. 


L  1  B  R  O    1  r.  zt$ 

trchevoie,  che  il  gran  ragno  zannuto,  Aranca 
°fa  (*)  *  che  abita  /otto  terra  nel  circondarlo 
Ila  Capitale  :  il  fuo  corpo  ,!  che  è  di  color  bru- 
vellutato  ,  eccede  in  grofiezza  un  uovo  di 
nmba  :  le  Aie  gambe  fono  lunghiffime  ,  groffe  , 
rfute;  ha  quattro  grandi  occhj  difpofti  in  gua- 
ito fulla  fronte,  e  due  più  piccoli  a  ciafcum 
o  della  tefta,  come  quei  de*  ragni  dei  giardi- 
;  la  fua  bocca  è  armata  di  due  zanne  nere.* 
icenti,  che  fporgono  in  fuori  due  linee,  e  fi 
urvano  in  alto  .  Quefto  ragno  ad  onta  della 
corporatura ,  e  dell'apparato  delle  fue  armi, 
i  è  punto  malefico:  i  ragazzi  lo  prendono  per 
patimento  ,  e  gli  cavano  le  zanne,  che  il  v@I- 
crede  utili  contro  il  mal  di  denti  . 

Gli  Scorpioni ,  che  nella  lingua  del  Paefe_» 
nominano   Thehutnque  ,    Scorpto  Chtìenfis    (z*)  , 
o  a    un   di  predo  della    grandezza   degli  Eu- 
»ei ,  e  non  fi  propagano  guari ,  che  in   alcuni 
monti  fecondar;  Andini  :  il  lor  colore  ordi- 
io  è  bruno  carico,  ma  fotto  i  faffi  del  fiume 
quimbo  fé  ne  trovano  anche  de'  gialli .    Sfi- 
nii gli   uni,  e  gli  altri  privi  di  veleno  ,  per- 
fino al  prefente  nell'uno  di  quei  ,  che  da  ef- 
bno  flati  punti ,  ha  fentito  mai  alcun  (intorno 
ligno.  Un  giovine,  che  fu  pizzicato  in  tempo 
fiate,   efiendo  io  prefente,    da  uno  di  quelli 
O  4  ani- 


':'V        ! 


*;  Aranea  abdomine  femìorbiculato  fufco,  den« 

as  laniariis  inferioribus  exfertis  . 

i*;  Scorpiopecìiaibus  i^deoutis,  magibus  fu* 

IgUlató  • 


v  ' 


%r6  L  l  B  R  O     I  V. 

animali ,  non  feriti  altro  che  un  poco  di  bruci 

re  nel  fito  della  puntura,  che  divenne  roffa  p 

lo  fpazio  di  mezz'   ora;    ma  quefte    accidenti 

fperienze  non  fono,  a  dir  vero,  decifive. 

Abbiam  detto    di  fopra ,  che  la    claffe  < 

Rettili  è  molto  fcarfa  nel  Chili  ;  infatti  le  tei) 
Senili .  .  ,       ,  j.     i       r 

ChiL  Huy- dim  acquatiche,  le  rane  di   oue  fpecie,    1  ro 

ml*  terreflri  ,  e  acquatici,    le  lucertole    parlment 

terreflri,    e  acquatiche,  e  le  bifcie  di  una   f 

fpecie  fono  tutti  i  Rettili  di  codelìo  Regno , 

i  quali  non  vi  è  alcuno ,  che  fia  velenofo  . 

Le  Teftudini  fi  dividono  in  due  fpecie 

nofciute  già  da*  Naturalifti ,  cioè  le  Coriacee  ,  < 

abitano  in  mare  ,  e  le  Lutarle ,  che  trovanti 

laghi  delle  Provincie  Auftrali  .    Le  Rane  fonc 

Mfculenta,?  la  Temperarla.  I  Rofpi  terreftri  i 

differifeono  da  quefU,che  veggonfi  in  Italia  - 

pò  le  pioggìe ,    né  fi  ritrovano  ,  fé  non    che 

luoghi  umidi .  Gli  acquatici  fono   di  due  fpec 

V  Arunco,  Rana  Arunco  (*)  ,  e  il  Thaul ,  Ra 

Lutea  (%*).  V  Arunco  è  un  poco  più  grande  < 

la  Rana  temporaria  ,  e  quaiì  dello  fletto  colo 

ha  il  corpo  verrucofo,  e  i  quattro  piedi   pah 

ti:  gli  anteriori  fono  forniti  di    quattro  dita 

i  pofieriori  di    cinque  colle  unghie  quali    imp 

cettibiii .  Gli  Araucani  Io  chiamano  ancora  C 

€.0  ,  vale  a  dire,  padrone  dell'  acqua  ,  perchè 

cono,  che  egli  bada  alla  confervazione,   e  ù 

brit 


(*;  Ran$  corpore  verrucofo  ,  pedibus  palmati 
(i*)  Rana  corpore  verrucofo  Juteo  ,  pedibus  i 
paimatis  • 


L  1  B  n  O    1  V.  %tf 

•ita  (felle  acque .  Il  Thatil  è  molto  minore  dei- 
rana  efculenta  ,  a  cui  raffomiglia  affai  per  la 
trina  del  corpo  s  ma  la  fua  pelle  è  interarnen- 
:  gialla,  e  verrucofa ;  ha  i  piedi  conformati  co- 
e  quelli  dell'  Arunco ,  benché  non  del  tutto 
liti  da  membrane* 

La  Lucertola  terreftre  più  ragguardevole  fi 
il  Pallùm  ,  Lucetta  Palluma  (*)  9  che  abita  fot- 
>  terra  nelle  campagne  .*  la  fua  lunghezza  prefa 
alla  punta  del  mufo  fino  all'  origine  della  co- 
i  è  di  undici  pollici,  e  quattro  linee,  e  la  fua 
roffezza  di  tre  pollici;  la  coda  fleffa  è  lunga-. 
:ianto  il  corpo  :  ha  la  tetta  triangolare  ,  e  co- 
erta di  piccole  fcaglie  quadrate,  il  mufo  allun- 
ato, le  orecchie  rotonde,  e  fituate  dietro  la 
ifla  come  quelle  ddh  lucerte  ordinarie  j  tut- 
i  la  parte  fuperiore  del  fuo  corpo  va  rivetti- 
i  di  minutiffime  fquame  romboidali  tinte  di 
erde,  di  giallo,  di  turchino,  e  di  nero,*  la», 
elle  del  ventre  è  lifcia  di  color  verde  giallo,* 
piedi  anteriori ,  non  menoiche  i  pofteriori ,  han- 

0  cinque  dita  munite  di  forti  unghie  :    la  codat 
rotonda,    e  fimilmente    colorita.    I  contadini 

li  cavano  la  pelle  per  farne  delle  borfe  da  te- 
iere i  quattrini. 

Nelle  acque  Chilefi  non  fi  è  fcoperta    fino* 
a,  che  una  fola  fpecie  di  Lucertola   acquatica, 

1  Feuillée  ,  che  la  vide  ,  la  chiamò  Salamandra 
acquatica    nera  (%*)  ;    è  lunga    dalle  labbra    fino 

air 

(*)■  Lncerta  cauda  verticillata  longìufcula  ,  lqua- 
nis  rhomboideis  • 

■(**)  Lucerta  (Caudìverbera)  cauda  depreco- pia* 
na ,  pinnatifida  3  pedibus  palmatis  ♦  Un. 


\" 


%i%  l  i  e  n  o    ir. 

sii*  eftrerrntà  delia  coda  quattordici  pollici  ,  e, 
fette  linee;  la  fua  pelle  è  lenza  fraglie  ,  dili 
catamente  granulata,  e  di  un  color  nero,  eh 
tira  al  turchino;  ha  la  tefta  elevata  ,  e  allunga 
ta,  gli  occhj  grandi,  gialli,  colla  pupilla  tui 
china,  le  narici  affai  aperse,  e  orlate  di  un 
cerchio  carnofo  ,  il  mufo  acuto  ,  la  bocca  be 
feria  con  due  ordini  di  piccioli  denti  uncinati 
la  lingua  larga,  gre  fifa,  di  color  vermiglione  ai 
taccata  di  fetto  interamente  alla  gola,  la  qua! 
Iia  un  gran  gozzo,  che  fi  comprime,  e  fi  gon 
£a  come  una  vefeica  ;  le  orecchie  le  mancane 
$el  tutto  come  alla  maggior  parte  delle  f  ucerte 
le  acquaiole.  Una  fpecie  di  eretta  ondeggiata 
xegna  perpendicolarmente  lungo  il  fuo  dorfo  dal 
la  fronte  fino  ali'  eftremità  della  coda  :  i  piec 
anteriori  fono  notabilmente  più  corti  de'  pofte 
riori ,  e  tutti  e  quattro  fi  dividono  in  cinque  di 
ta  ,  le  quali  fono  unite  fra  loro  per  mezzo  e 
una  membrana ,  ed  hanno  in  vece  di  unghie  un 
cartilagine  mondata  .  La  coda,  che  fui  principi 
è  eretta  ,  e  rotonda  ,  fi  slarga  poi  verfo  la  pun 
ta  fino  a  due  pollici ,  e  termina  in  forma  di  fpa 
fola  ,  ma  coi  contorni  ritagliati  a  foggia  di  fega 
La  bifeia  Ciiilefe  è  quella,  che  i  Naturalifl 
appellano  Colube*-  Mfcidapiì  (*)  ,  il  fuo  corpo  ì 
ìiiiato  dì  bianco  ,  e  di  nero,  ed  anche  di  gial 
lo  ,  e  ài  fofeo  frammiichiato .  Le  più  grandi,  chi 
io  abbia  vedute,  avevano  tre  piedi  incirca  d 
lunghezza.  Siccome  quefk*  bifcie  fono  innocenti- 

i  con- 

($)  Coluber  x^ò-^z,. 


L  1  3  Tt  O     1  V.  219 

lontadini  le  prendono  fenza  paura  alcuna  pet 
coda,  e  aggirandole  un  poco  intorno  alla  te- 
,  per  imbriacarle  ,  come  effi  dicono,  le  attor- 
liano  alle  loro  braccia» 

I  pefcatori  Chilefi  contarjo  fettanta  fei  fpe-  j>efci# 
;  differenti  di  Pefci,  che  trovanfi  nel  mare  ai-GMl. Cè*ft 
icente  a  quefto  Regno,  i  quali  tutti  fono  fiu-***' 
,  e  per  lo  più  di  un  gufto  eccellente  .  Ben- 
è,  rigorofamente  parlando,  effì  fieno  diverfi 
i  pefci  dell'  Emisfero  Settentrionale ,  tuttavol- 
fe  ne  veggono  varj ,  che  tolte  alcune  differen- 
poco  confiderabili,  poflbno  dirfi  individui  del- 
medefima  fpecie  ;  tali  fono  fra  gli  Anfibj  la_» 
',za  ,  la  torpedine  ,  il  Carrharia ,  il  pefce  cane, 
pefce  fega,  la  rana  pefcatrice  ,  e  la  vecchia  $ 
tra  i  pefci  proprj  P  anguilla  ,  il  congro ,  il 
%mtto  elettrico  ,  il  pefce  -  fpada  ,  il  baccalà  ,  il 
riuzzo,  la  fogliola  ,  il  rombo,  l'orata,  il 
tito  ,  la  Cabrili* ,  il  tonno ,  lo  fcombro,  la  tri- 
a,  il  barbio,  il  muggine  ,  Palofa  ,  la  fardek 
>  P  acciuga  ,  ed  alcuni  altri . 

La  moltiplicazione  degP  individui  dì  quefta 
iife  o  ila  per  proprietà  di  quel  mare  ,  o  pel 
;col  numero  rifpettivo  di  pefcaton ,  è  veramen- 
prodigiofa.  I  Viaggiatori,  che  vi  fono  flati, 
accordano  unanimamente  a  farne  teftimonian- 
,  e  fra  gli  altri  il  Frezier  (*) ,  P  Ammiraglio 

An- 


(ì)  ,,  Dans  la  rade  de  Falparaifo  on  jouh  d*  une 
abondante  yeche  de  toutes  fortes  des  bons  potjfons  , 
des  pejereyes  y  des  goumaux  très  delìcctts  .  des 
hnguados  dont  nous  avons  parli  ,  des  mulets  etc. 
f*ns  parler  d'  une  infinite  d'  autres  £o?flons  ,  §m 


iém 


a*o  L  I  B  R  O     1  K 

Ànfcn  (i)  ,  il  Byron  (i) ,  e  il  Carteret  {$)  .Tuf 

te  le 


viennent  par  faifons  comme  les  [ardine?  ,  &  un 
efpete  de  morue  ,  qui  donne  à  la  cote  vers  les  mo 
d*   Ottobre  ,    Novembre  ,  ^r  Decembre  ,  des     alu 

\fesy    des    carreaux  ,     une  efpece  d'  ancbois  ,     dot 

la  multhude  devìent  quelquefoìs  fi  grande  ,  qu*  e 

\  les  prend   à  fteur  d'  eau  à  pleìns  panìers  .   Freii 

Yoy.  tom.  ».  pag.   in.  !      - 

(n  ,,  Les  morues  y  font  d'  une  gropur  prodigìei 
fé  ,  &  a  aufP  grande  quantìté  ,  que  fur  les  e 
tes  de  Terre- neuve  y  au  jugement  de  plufieurs  , 
nos  gens ,  qui  avoient  été  à  cette  pèche  •  Nous 
prime*  auffi  de  grandes  bremes  ,  des  anges  de  mei 

"  des  Cavallies  ,  des  tatonneurs ,  des  poifions  urge, 

tés      &  des  Congres  d*  une  efpece  ,   &  un  potffi 

'  noìr  ,    qui  reffembloit  à  une  carpe  ,  dont  nous  fa 

93  fions  plus  de  cas ,  que  de  tout  autre  y  &  à  q 
nous  avions  donne  le  nom  de  ramòneur  de  chem 

l\  née  .   Nous  pècbions  à  V  hamefon  ,    &   nous  pi 

^n:ons  autant  de  poìfions ,  que    nous  voulions ,  1 
forte  qu    une  cbaloupe  avec  deux ,  ou  troìs  lìgn 
,  en  revenoit  ebargée  en  deux  ,     ou  trois    freures 

Il  temps.   Voy.  d'  Anfon  1. 1.  e.  1.  pag.  103. 

(i)        Le  poi  fon  étoit    fi    abondant  qu*  un   can 

„pouvoìt  avec  fes  lìgnes  en  prendre  en  peu   d*  he- 

35  rei  pour  nourrir  V  équipage  deux  jours  de  fait 
Ces  poìffons  ,  de  differente  forte  ,  étoìent  toux  d*  1 
tresbon  gout ,    &  quel  que  $  un  s    pefoient  de  io. 

?>  30.  livres  .  Voy.  d'  Hawkeiworth  tom.  1.  e. 

pag   126.edu.  de  Laafan  . 

(?)  „  Cette  partie  de  Mafifuero  eft  une  tresboi 
ne    relache    pour   des    vafraichifiemens  ,    fur    te 

^  en  été  .  No«j  ^^owx  ^tfWe  iex  chevres ,  ^«'  0 
y  trouve  ,   &  il  y     a   dans    les  envìrons    de  V  J 

*,*/<?     «w  /    grand  nombre  de    poiffons  ,    £«'  ««   & 

?',  fetfa  />e«£  ,  tfrer  fro/j  //^«ej  ,  é*  autant^  d'  barn 
*9  cons  ,  e«  attraper  apz  }  pour  en.fervir  à  cent  pt 
,  funnes  .   New  pnmes  entr  autres  d'  excellens  mt 

Lfa&f   nqirs }    des    Cavallies,   de    te    morue,   * 


L  1  B  R  O     I  V.  Ut 

!  le  baje  ,  I  feni ,  e  le  imboccature  de'  fiumi, 

de*  rufcelli  formicario,  per  così  dire ,  di  pe- 
:i  grandi,  e  piccoli,  i  quali  vi  fi  aggruppano  in 
il  quantità ,  che  in  alcuni  luoghi  fi  prendono 
:nza  il  minimo  artifizio  .    Il  fiume  Cautèn,   che 

largo  da  trecento  pertiche ,  e  profondo  da  po- 
i  fofienere  Vafcelli  di  lìnea, -fi  riempie  tal. 
erte  in  certi  tempi  dell'anno  di  quefti  viven- 

fino  a  fette  leghe  dalla  Aia  imboccatura,  che 
1  Indiani  fchierati  nell'  una  ,  e  nelP  altra  ri- 
me pefcano  una  gran  quantità  ,  infilzandoli  con 
•He  canne  aguzze  di  quella  fpecie ,  che  dicem- 
o  chiamarli  Colin  .  Lo  fieiTo  preffo  a  poco  ac- 
ide nelle  foci  di  tutti  gli  altri  fiumi  Aullrali» 
Gli  abitanti  dell'  Arcipelago  di  Chilo  è,  ove 

propagazione  de'  pefci  eccede  quella  del  ri- 
anente  del  Chili,  fanno  nelle  bocche  dei  fiu- 
i ,  ed  anche  nelle  fpiaggie  aperte  ,  degli  Ace- 
ti con  un  tifcio  verfo  il  mare  ,  che  al  calare* 
rlla  marea  chiudono  per  mezzo  di  una  corda  . 
itirate  che  fieno  le  acque ,  vi  rimane  un  nu- 
ero  sì  grande  di  pefci,  che  la  gente,  che  vi 
corre ,  non  eflendo  d'  ordinario  fuificiente  a 
urtarli  tutti,  lafcia  andarfene  la  maggior  parte  . 
Il  baccalà  è  sì  abbondante  intorno  alle  Ifo- 

di  Gio:  Fernandes,  che  vi  fi  fperimenta  ciò  , 
e  dicefi  del  Banco  di  Terra»  nuova ,  cioè  che 
gettar    1'  amo,    e    ritirarlo  colla  Aia  preda    è 

tutt* 

plies  ,  &  des  écret/ìjfcs  .  Mous  primes  aujjt  uu  mar- 
tiri pecheur ,  qui  pefoit  87.  livres  ,  &  qui  avoìt 
cinq  pieds ,  &  ^emi  de  long.  Voy.  a'  Ha^rkef- 
orth.  iv.  chap.  2.  pag*  x4i. 


W 


I 


41*  £  1  B  R  O     1  V. 

tutt'  uno  •  Quello  ptfce ,  che  la  Natura  il  con 
piace  di  moltiplicare  ecceffivamente,  fi  accof 
in  grandi  ftormi  nei  mefi  di  Ottobre,  Nover 
bre  ,  e  Decembre  verfo  le  fpiaggie  di  Valpara 
fo.  Quegli  abitanti,  che  prima  non  ne  facev 
no  conto  ,  fi  fono  applicati  da  pochi  anni  a  qu 
Ita  parte  a  una  pefca  sì  importante  ,  e  ne  U 
cano  una  gran  quantità.  Un  tal  Af.  Luifon  9  ha 
zzk  di  nazione,  fu  il  primo  a  ftabilirvi  que 
ramo  di  commercio. 

Il  lido  fi  vede  qualche  volta  coperto  in  ; 
ceni  fiti  di  pefci  di  ogni  fatta  :  quefti  fuggen 
da*  Cetacei  loro  nemici  fi  fpingono  troppo  ali 
irive ,  donde  poi  dall'  impeto  dell'  onde  vengo 
cacciati  full*  arene  :  qui  parte  di  elfi  reftano  p 
colo  degli  uccelli  marini,  che  vi  accorrono 
torme,  e  parte  prefi  fono  pofti  in  falamoja  ] 
la  quarefima  .  Benché  quafi  tutte  le  fpecie ,  ( 
vi  fi  trovano,  fieno  eftremamente  feconde,  t 
tavia  i  pefci ,  che  abbondano  davvantaggio  i 
quel  mare,  fono  quelli,  che  i  Paefani  chiama 
TLobalo ,   Corvina*  Li/a  ,  e  Pefce  -  Rè . 

Il  Robalo,  Efox  Chilenjis  (*) ,  è  quafi  cil 

drico , 


(*j  Efox  maxiilis  xqualibus,  linea  laterali  e 
rulea . 

B.  io.  D.  ^4#  p.  ii.  V,  6.  A.  8.  C>  %%. 

Corpus  teres  ,  fquamofum  .  Squama.  ojìea  ,  imi 
cata  ,  angulata,  decidua  ,  Caput  mediocre  ,  cat 
toplateum  -  Ri  Bus  tranfverfus  ,  terminalis  ,  t 
dìocrts  s  labìa  fimplicìa  .  Maxi! la  aquales ,  dei 
culata,  inferi  or  puntata  ,  Dentes  immobiles,  h 
fertì  minimi .  Lingua  integra  ,  glabra  .  Palai 
glabrum  .  Oculi  magni  orbiculati  3  laterale*.  I 


1 1  b  n  o   i  n  *i» 

icó,  lungo  due  in  tre  piedi  ,  e  veftito  di  fcà- 
ie  angolofe  dorate  fui  dorfo  ,  e  argentate   fot* 

il  ventre  :  ha  le  ali  tutte  molli  >  ovvero  fert- 

ìifchc ,  la  coda  troncata  ,  e  il  dorfo  fegnato 
ngitudinalmente  da  una  riga  turchina  orlata  di 
allo .  La  fua  carne  è  bhnca ,  un  poco  trafpa* 
nte,  sfogliata,  e  ài  dilicato  fa  pò  re  .  Si  fìima 
rticolarmente  quello ,  che  fi  pefca  nelle  coftie* 

di  Arauco,  ove  fé  ne  prendono  alcuni,  che 
fano  fin  vent'  otto  libbre  .  Gì'  Indiani  delle.* 
)le  di  Chlloe  coftumano  di  feccarlo  al  fumo  ^ 
pò  averlo  prima  ben  nettato  *  e  tenuto  in  ac- 
a  marina  venti  quattr*  ore  >  affinchè  fi  fall  * 
landò  è  ben  fecco  ,  lo  imballano  ,  mettendone 
nto  in  ogni  balla  ,  la  quale  fi  vende    a  ragio* 

di  duQy  o  tre  feudi.  Il  robalo  così  preparato 
/iene  più  guftofo  di  tutti  i  pefei  fecchi  * 
La  Corvina ,  Sparus  Cbilenjìs  (*)  §    è  ordina- 
riamen- 


te/ gemina*  oblonga ,  prope  oculos.  Opercula  bran- 
chìalia  fquamofa  ,  mobìlia-  ,  diplomila  .  Membrana 
brancb.  lata,  patens  .  Apertura-  Br.  laterali*  ,  fal- 
cata .  Dorfum  convexiufculum ,  tifi  àbdomen  * 
Linea  later*refia  ,  fuprema  ,  dentata  .  Anus  re* 
motus  prope  caudam  .  Pinna  omnes  radiata  »  P. 
folitaria ,  brevis  ,  declinata  y  pone  àquilìbrium  » 
"p.  ìnfima,  brevés  ,  acuminata  .  F.  abdomìnales  , 
vicina  ,  mediocre s  ,  acuminata  ,  A.  proportionaliÈ 
fubaqUaìis  ,  pone  &quìlibrìum  .  C*  diftinCla  ,  aqua* 
Vis . 

w)  Sparus  cauda  bifida  ,  lineis  iitrinque|ranfver* 

fufeis. 

B.6.D.H.P.  *7<  tr.%,  À.-& 
Corpus  ovatum  ,  cathetoplateum  9   aèanthopiery* 
gìuìn  .  Caput  declive 3  Hviufculum^  MaxilU  futi* 


l^Mij;!1 


, 


mi 


214  I1BR0    IV. 

ariamente  della  grandezza  del  Robaio  ,  ma  fé  1 
trovano  varie  di  cinque ,  o  fei  piedi  di  lunghe 
za.  Quefto  pefce  ha  la  tefta  piccola,  il  cor 
ovale  ,  affai  largo  ,  e  ricoperto  di  grandi  fquai 
romboidali  di  color  di  madre  perla  macchiato 
bianco,  e  la  coda  biforcata  .•  alcune  linee  b] 
nazze  lo  cingono  obbliquamente  dal  dorfo  fi 
al  ventre.  Le  (ut  ali  fono  compofte  di  raggi 
di  fpine.  La  fua  carne  è  bianca,  confiftente, 
buona  da  mangiare  fpecialmenre  fritta  .  Prepa 
ta  come  quella  del  tonno  ,  forfè  ne  farebbe  r 
gliore:  ma  P  induftria  nazionale  non  è  ancoi 
affai  avanzata  per  rivolgerà*  a  quefte  utili  i 
perte  . 

La  Lifa ,  Mugli  Qhìlenfis  (*) ,  fomiglia  m 
to  al  muggine  ordinario  per  la  figura ,  per  \ 
fcaglie  ,  e  pel  gufìo ,  man  difiingue  per  1' 
dorfale,che  è  Col  ita  ria .  Ve  ne  ha  di  mare,  e 
fiume  ;  la  marina  è  poco  filmata  ;  la  fluviali 
di  un  fapore  veramente  fquifito,  che  da  ale 
•viene  antepofto  a  quello  delle  migliori  tro 
Tutteddue  hanno  poco  più  di  un  piede  di  1 
ghezza . 

\  I 


éiquales  .  Labia  duplicata  :  dente*  incifores  ce 
ci  ,  molare*  obtufi  .  Cirri  o.  Lingua  glabra  .  0 
lì  magni ,  laterale* ,  fupremì  ,  ìride  argenti 
ìsiares  bin&  prope  oculos*  Opercula  branch.  dipi 
la  •  Linea  laterali*  incurva  ,  dorfo  parallela  , 
prema  ,  vix  confpìcua  .  Pinna  dorfali*  fublor. 
tudìnalis ,  declinata  .  V,  thoracics.  •  A,  media 
(*)  Mugiì  dorfo  monopterygio  . 


L  I  B  R  O      1  V.  %i% 

Il  Pefce  -  Re ,  Cyprinus  Regius  (*)  ,  fi  è  me- 
tato  quefto  nome  per  1*  eccellenza  della  fua-. 
irne  :  è  preffo  a  poco  della  grandezza  dell'  a- 
nga  :  il  fuo  corpo  è  cilindrico  con  le  fcagHe 
>rate  fui  dorfo ,  e  argentate  fu  i  fianchi,-  ha  il 
ufo  corto,  ottufo,  fenza  denti,  e  gli  occhi 
alli  coli'  iride  purpurea  %    e  la  pupilla    turchi- 

;  le  fue  ali  fono  molli  di  color  giallo  ,  e  la 
irfale  fi  flende  dalla  tefta  fino  alla  coda,  la 
ale  è  bipartita.  Quefto  pefce  è  così  abbondante 

tutto  quel  mare  ,  che  i  pefcatori  fogliono  darne 
Tanta,  ed  anche  cento  per  un  mezzo  paolo. 
Le  fpecle  de'  pefci  di  acqua  dolce  non  vi  fa- 
tanto  variate  quanto   quelle  de*  marini,    ma 

contraccambio  abbondano  affai  d'  individui  *  I 
mi,  Maghi,  i  rufcelli,  e  perfino  le  piccole 
'genti,  maffime  dal  grado  34.  verfo  il  Polo, 
>ergano  una  quantità  incredibile  di  quefti  vi- 
nti .  Le  fpecie  più  ftimate  ,  che  vi  fi  trovano  * 
10  la  Lifa ,  di  cui  ho  parlato  di  fopra ,  la  tro- 
,  Salmo  trutta ,  che  fuol  avere  fino  ad  un  pie- 
,  e  mezzo  di  grandezza,  il  Cauque  ,  Cyprinus 
iucus  (%*)  ,  il  Malche  ,    Cyprinus  Malchus  (3*)  , 

l_m n_ 

W)  Cyprinus  pinna  ani  radiis  n.,  dorfali  longi- 
dinali . 

B.  $.D.  18.  P.  1$  V.  io.  A.  11.  C.  ir. 
(i*)  Cyprinus  pinna  ani  radiis  13.,  corpore  tube* 
fo  argenteolo . 

D.  9.  P.  i(5.  V.  9*  A.  13.  C.  19.  Vifcis  fefquì~ 
pedali*  ,  cauda  bìfida  • 
(3*)  Cyprinus  pinna  ani  radiis  8.  corpore  conico 
bcseruleo . 

D.  ix.   P.  14    ^.8.  G18.  Fi/di  t*MU  > 
eauda  bifida  • 


%%6  L  I  B  R  O     I  V. 

51  Yuli  ,   Cypyìnus  \]ulus  (*)  ,  la  Cumarca  ,  o  pc 
ladilla  Stromateus  Cumarca  (i*) ,    e  il  Bagre , 
Xuvùr,   Silurus  Chilenfis  (3*). 

Qijeft'  ultimo  ha  la  pelle  lifcia  fenza  fcagli 
bruna  fu  i  fianchi,  e  biancaftra  fotto  il  ventre 
e  raifomiglia  affai  per  la  figura  a'  girini ,  o  nir 
fé  de'  ranocchi  ;  la  fua  terra  è  troppo  grolla  re 
privamente  al  corpo ,  il  quale  è  lungo  al  p 
undici  pollici  :  il  fuo  mufo  è  ottufo  ,  e  va  forn 
to  di  pdi  come  quello  de*  barbj  .  La  fpina,  ci 
trovai!  .nella  fua  ala  dorfale  ,  non  è  velenofa 
come  dicefi  effer  quella  de'  Bagri ,  che  crefeon 
fra  i  Tropici.  La  fua  carne  è  gialliccia,  e  ur 
delle  più  dilicate  9  che  peffano  darti  tra  i  pefe: 
Se  ne  ritrova  nel  mare  un'  altra  fpecie  ,  o  più 
folio  una  varietà,  di  color  nero,  alia  quale 
Equipaggio  del  Lord  Anfon  diede  il  nome 
Spazzacammino  . 

Le  AnguiTe  non  fi  propagano  ,  che  ne'  fi 
mi  delle  contrade' Araucane  ,  ne*  quali  ve  ne  I 
una  gran  quantità.  GÌ*  Indiani  le  pefeano  cor 
una  fpecie  di  parlerà.,  che  mettono  centro 
corrente  dell'  acqua.  Nel  fiume Tolte n  ^  che  tr 
verfa  il  medefìmo  Paefe,  fi  trova  un  pefciolir 
nominato  Puye ,  il  quale  è  talmente  diafano  ,  pi 

quan- 


di Cyprinus  p  nna  ani  radiis  co  ,  calice  lobati 
D.  tj<   F.  17   T.  9.  C    i9    Pifcisfpithamem 

{2.*)  Stromateus  durfo  ceruleo  ,  abdomine  albo. 
Pifcis  fpìthameus  minime  fa/c Litus  . 

C3*)  Silurus  pinna  doifaJi  poiiica  adìpofa,  ci# 
4.,  cauda  lanceolata . 

A  4,  D.  }  ,0.  P,  8.  V.  8.  4$  xi.  C.  13. 


I.— 


LIBRO     I  K  i27 

latito  afficuVano  quegli,  che  V  hanno  offervato, 
ie  mettendone  parecchi  infieme  1*  uno  fopra  1* 
tro ,  fi  veggono  attraverfo  diftintamente  gli 
Saetti  9  che  fi  pongono  di  fotto  .  Se  una  tal 
oprierà  non  è  efagerata  ,  quello  pefciuolo  po- 
ebbe  ben  fervire  a  fvelare  i  fegreti  della  dìgc- 
one,  e  il  corfo  degli  umori.  ■  (  ■■ 

Le  acque  del  Chili,  benché  abbondanti  di 
Tei  ,  come  fi  è  detto ,  tuttavia  nonne  hanno, 
e  tre  rimarchevoli  per  la  loro  particolarità  • 
je-fti  fono  il  Pefce  falciato  ,  il  Felce  gallo ,  e 
Toilo  di ■  G'io;  Fernandes  ,  i  quali  abitano  nel 
ire.  Il  primo  ,  Chatodon.Aureus  (*)■,'■  è  un  pe* 
:  piatto,  di  figura  ovale  ,  lungo  da  dodici  poi* 
i,  veftito  di  Spicciole  fcaglie  ,  e  cerchiato  fo* 
I  un  fondo  di  color  d'  oro  brillante  da  bande 
gie  ,  e  nere  ben  di  (tinte,  e  larghe  otto  linee  . 
lefte  bande  fono  cinque  :  ima  nera ,  che  dalla 
;a  palla  circolarmente  per  gli  occhi,  due  gri- 
selle circondano  il  corpo  verfo  il  punto  dell* 
ìiHbrio  ,  e  lo  dividono  In  quattro  parti  ugua- 
ed  altre  due  nere,. e  grigie,  che  cingono  il 
P  a  mani- 


*)  Chsetodon  ,cauda  integra  *  fpinis  dorfalibus 
,  corpore  aureo  fafciis  5.  dilcoloribus  diftinclo  ♦ 
JJ.  6t  D.  ||.  P.  iz*  V.  f.  J,  'f§   C.    18. 

„Aper  marinus  Auveus  maculatus  .  Feuill. 
Nares  bina  prope  oculos.  Opercuìa  branchiali^  tri" 
phyllrt  .  Apertura  branch.  laterali*  arcuata  ;  lìnea 
faterai??  arcuata  ,  fupremet ,  inconfpicua  «  Anus 
fere  medìus  *  Pinna  ?•  infima  ,  mìnima  ,  acumi'* 
nata,»  V.  ìnfima^  t toracica  9  acuminata ..  A.lon* 
gftudwalis  .  Macula  ovali*  nigw  é4  emiam  » 


liS  L  1  E  R  O     1  V. 

manico  della  coda ,  il  quale  è  di  color  d*  arger 
to  .  Quello  bel  pefce  ha  la  tefta  piccola  ,  il  rn 
fo  allungato,  e  guernito  di  piccoli  denti  ,  il  do 
fo  formontato  interamente  da  una  grande  ala  fj 
nofa  gialla  e  e  la  coda  fatta  in  forma  di  vent 
glio  ,  e  orlata  di  giallo:  la  fua  carne  è  di  < 
celiente  fapore  . 

Il  Pefce  gallo  ,  Chìm&ra  Callorynchus  ■ 
meffb  dal  Linneo  nell*  ordine  degli  Anfibj  r 
tanti  ha  tre  piedi  incirca  di  lunghezza  .  Il  l 
corpo  è  rotondo,  più  grotto  nel  mezzo,  eh 
nelle  eftremità ,  e  va  ricoperto  di  una  pelle  t 
chiniccia  fenza  fquame  .  La  fua  tefta  è  corre* 
ta  di  una  creila  cartilaginofa  ,  che  fi  prolur 
cinque,  o  fei  linee  al  di  là  dal  labbro  fuper 
re  :  ciò  gli  ha  fatto  dare  il  nome  di  pefce  g 
lo  .  Gli  Araucani  lo  chiamano  Chalgua  Achagm 
che  vale  lo  fletto  ;.  Le  fue  ali  fono  cinque  ; 
dorfale ,  che  principia  dietro  la  nuca  ,  e  term 
nella  metà  del  dorfo ,  è  affai  grande,  trianj 
lare  ,  e  s9  appoggia  ad  una  grolla  fpìna  lui 
cinque  pollici ,  che  oltrepaffa  1'  angolo  acuto  I 
la  medefima  ala  .  Quefto  è  1*  unico  cito  ,  ci 
trovi  fi  nel  corpo  di  quello  peke  s  tutto  il  re 
e  cartilaginofo  ,  La  colonna  vertebrale  fletta  r 
è  che  una  forta  di  cartilagine  fenza  midolla,  fi 
za  cavità,  e  fenza  nervi,  come  appunto  que 
delle  lamprede ,  Le  altre  quattro  ali  fono  fit 
te  preflb  le  branchie ,  e  fotto  P  ano  *  Le  ar 
fono  geminate  ,  il  che  è  raro  fra  i  pefei  ;  la  c( 

è  fat 


(*J  Chimera  roftro  fubtus  labro  inflexo  lievi.  L 


L  1  B  R  O     1  K  ±z9 

ì  fatta  in  forma  di  falce  colla  punta  ripiegata^, 
/erfo  il  ventre.  I  Paefani  fogliono  mangiare  que- 
lo  pefce  più  per  curio/ita ,  che  pel  fuo  gufto, 
1  quale  per  altro  è  piuttofto  fcipito . 

Il  Tollo,  Squalus  Fcrnandìnus  (*) ,  è  una 
jpeciedi  Pefce  cane,  un  poco  più  grande  del  pe- 
ce gallo,  rimarchevole  per  due  fpine ,  che  ha 
ul  dorfo,  come  lo  Squalus  Acanthtas ,  le  quali 
ono  triangolari  ,  ricurvate  verfo  la  punta  ,  dure 
ome  1'  avorio,  lunghe  due  pollici  e  mezzo,  e 
arghe  in  ciafcuno  de'  lati  da  cinque  linee  .  Que- 
te  fpine  fono  efficaci  contro  il  dolore  di  den- 
i  come  confta  da  replicate  efperienze .  Si  tiene 
>er  poco  appoggiata  al  dente  addolorato  la  pun- 
a  di  una  di  quefte  fpine,  e  in  capo  di  mezz* 
>ra  fi  fente  ceffato  il  dolore.  Mentre  la  fpina 
ià  in  bocca  fi  offerva  ,  che  la  parte  fpugnofa  del- 
a  bafe  fi  gonfia  a  poco  a  poco ,  e  diventa  mor- 
Ida .  Ciò  non  può  attribuirli  alla  faliva ,  perchè 
o  fmalto  della  punta  appoggiata  è  duriflimo,  co- 
de abbiamo  detto,  ficchè  non  può  efier  pene- 
rato  cosi  abbondantemente ,  fé  non  dall'  umore 
orrofivo,  che  cagiona  il  dolore,  attratto  dalla 
Dftanza  interna  dell'  offo . 

Benché  i  Pefci  cetacei,  o  Flagiurz ,  appar- 
engano  alla  claffe  degli  animali  lattanti,  io  ho 
oluto  tuttavia  farne  qui  una  brieve  menzione  ^ 
erchè  molti,  attendendo  folo  alla  loro  figura 
fterna  ,  li  pongono  ancora  nel  numer®  de*  Pe- 
P  3  fci  . 


(*)  Squalus  pinna  anali  nulla  ,  dorfalibus  fpino- 
s  j  corpore  tereri  ocellato .v 


%lo  L  1  B  R  O     I  Ve 

fci .  Le  fpecie  di  quelli  animali ,  che    frequenti 
no    il  Mar  Chilefe,    fono  le    Balene   grandi, 
piccole,  e  i  Delfini  delle  tre  fpecie  conofciute 
Gli  Araucani    chiamano  Tene  la  gran    Balena, 
fìa  la   BaUnct  Myfticetus  ,  e  Icol  la  piccola  ,    o  1 
BaUna  Boops .  Quefle  due  fpecie  fono  comuni*! 
me  in  quel  mare,  e  in  certi  tempi  dell' anno. -.i 
ne  veggono  delle  gran  truppe  (penalmente  veri 
I*    imboccatura    de*  fiumi,    ove  corrono  iopra 
pefci,  che  vengono  «raffinati  dal  rifluffo  . 

I  Viaggiatori  Inglefi,   che  in  queftr  '  ultin 
anni  hanno  vifitato    lo  ftretto  Magellanico,    e 
contorni  dell'  Ifola  del  Fuoco  ,  parlano  della  gra 
moltitudine    di  q'uefti    animali,   che   trovali   in 
quelle  acque.  I  Naturalifti,  che  accompagnaron 
il  Cook  nel  fuo  fecondo  viaggio  ,  vi  offervaron 
la  Balena  Boops.  Io  ho  dei  fondamenti  fufficien 
ti  per  credere,  che  tutte  le  fpecie,  che   abitam 
i  Mari  del  Nord,  oltre  alle  due  menzionate  ,j 
ritrovino  egualmente  in  quelli  del  Sud,    ma  ile 
come  l    Nazionali  non  fi  applicano  a ■  que.fto    gè 
nere  di  pefea ,  non  ho  potuto  faper  con  certezza 
tutte  le  differenze ,  che  regnano  fra   le   balena 
Auflrali .    Effe  certamente  non  fono  inferiori   ir 
grandezza  alle  Settentrionali.  I  flutti ,  pochi  an- 
ni  fono,  ne  gettarono  una  morta  fulle    Celliere 
de'  Choni ,  che  aveva  novanta  fei  piedi    di.  lun- 
ghezza ,  In  un  luogo  di  quel  littorale    fi  vedeva 
una  cottola  di  un'  altra  balena ,  lunga  ventidue 
piedi .  Mi  maraviglio    però  ,  che  M.  di    Buffon , 
a  difpejtp  della  teftimonianza  di  rutti  i  Viaggia- 
tori ,  pretenda  tuttora  nelle  foe  Epoche  della  Na- 
tura J 


L  I  K   R  O     I  V.  i3r 

:ura,  che  i  Msri  Aullrali  fieno  inabili  alla  pro- 
luzione  delle  Balene  ,  e  che  non  alberghino  are- 
nali più  corpulenti  de*  JUmentini  .  Queiìo  grand* 
ìomo  ,  che  talvolta  fi  lafcia  trafportar  troppo  da' 
boi  favoriti  fifremi  ,  poteva  almeno  ricordarli 
Iella  moflruofa  corporatura  de5  falfi  leoni  mari. 
li  dell'  Ifo-e  di  Gio:  Fernandes  ,  che  egli  fleflb 
iefcrive  .  (r) 

Ne'  mari  di  Arauco  fi  lafciano  vedere  qual- 
he  volta  certi  animali  appellati  da  quegli  abitan- 
i  ora  Tori  ,  e  ora  Vacche  marine,  ma  non  ho 
otuto  accertarmi  fé  eifi  fieno  Lamentivi ,  o  Rof~ 
tari ,  o  fé  appartengano  a  qualche  altro  genere. 
'er  le  defcrizioni  confufe,  che  ne  ho  ricevute, 
fidino  più  a  credere,  che  fieno  Manati  ,  o  La- 
ìentini  .  I  primi  Spagnuoli,  che  fi  fiabilirono 
eli'  Ifola  grande  di  Gic:  Fernandes,  prendeva- 
o  gran  quantità  di  tali  animali,  della  cui  carne 
cibavano  volentieri,  ma  il  continuo  macello, 
he  fé  ne  faceva,  gli  ha  coflretti  ad  abbandona- 
e  i  contorni  di  queir  Ifola  • 

P  4  Gì* 


:  ih 


(i)  ,,  Le  30.  on  commenda  à  gouverner  fur  l/L* 
terre  des  Etats .  Dans  le  pafiage  les  baleines  fé 
Jrouvoìent  en  fi  grand  nomine  ,  &  d'  une  fi  prò* 
,  dìgìeufe  grojfeur ,  que  V  équìpage  craìgnìt  qv?  eU 
Jes   ne  fiflent  [uhm erger  le  vaìjfeau  :  on  voyoìt  aujfi 

une  troupe  innombrable  de  loups  marins  ,  &  de 
pìngouìns  .  Journ.  du  fecond  Voy.  da  Czp.  Cook* 
ag.  jn. 

Veggafi  ancora  il  Wallis  e.  r.  pag<  11.,  il  Cook» 
.  3.  pag.  z$6*  Voy,  d'  H3wkefw»rrh. ,  il  Pernet- 
y  Voy.  t.  1.  pag.  71.  ^^1.  ,  il  Duclos  Journ.  ir* 
2&-  MP*>  il  de  la  Giraudaù  Joura.  ìy.  pag.  a  74. 


nun  , 


*l%  t  I  B  RO     1  V. 

Gì*  Indiani  afficurano ,  che  in  certi  laghi  de 
Chili  fi  trova  una  fmifurata  beftia  ,  a  cui  dann 
il  nome  di  Gìtrvivìlu ,  cioè  a  dire  Vnlpangue  , 
Volpe  bifeia,  la  quale  ,  al  dir  di  loro  ,  è  antre 
pofaga ,  e  perciò  s'  attengono  dal  bagnarli  ne! 
acqua  di  quei  laghi .  Effi  però  non  fono  d*  ac 
cordo  fulla  figura,  che  pretendono  di  affegnarle 
ora  la  fanno  lunga  come  un  ferpente  colla  tefì 
di  volpe  ,  ed  ora  quafi  circolare  come  un  cuoj 
vaccino  diftefo  •  Se  così  fofTe ,  verrebbe  ad  efft 
re  una  fpecie  di  manta ,  o  di  razza  moftruc  fa 
ma  è  da  dubitare,  che  un  tal  vivente  non  abbi 
un'  efiftenza  immaginaria  . 
"Uccelli.  *-a  Claffe  degli  Uccelli  è  la  più  ben  prove 

C*hl*  GU"  ^llta  ài  fpecie  dopo  quella  degl'  Infetti  fra  gì 
animali  Chilefi..  Le  fpecie  terreftri,e  acquatich 
finóra  conofeiute  arrivano  a  cenrotrentacinque 
le  marine  fono  innumerabili  ;  ii  genere  folo  de 
Lari  contiene  ventifei,  o  ventifette  fpecie  difte 
renti ,  e  ve  ne  ha  molti  altri  generi ,  che  gli  io 
no  poco  inferiori  in  numero .  Il  Cielo  di  que 
littorale  fi  vede  fpefib  ofeurato  dai  prodigio! 
ftormi  di  uccelli,  che  vi  fi  radunano  per  dare  1; 
caccia  ai  pefei . 

La  vafta  montagna  delle  Andi  è ,  per  cos 
dire,  il  Seminario  degli  Uccelli  terreftri ,  e  flu 
viali,  dove  effi  in  gran  parte  fi  ritirano  in  Pri« 
mavera  per  attendere  con  più  ficurezza  alla  pro- 
pagazione. Quindi  al  primo  arrivare  delle  nuo« 
ve  nevi  ritornano  alle  pianure,  e  ai  monti  ma- 
rittimi accompagnati  da  una  infinita  dipendenza  < 
Al  foggiorno,  che  effi  fanno  fu  quella  montagna 

fera- 


t  I  B  R  O     l  V.  %l$ 

jmprc  coperta  di  neve,  attribuir  fi  deve  la  &\U 
renza  di  colore,  che  fi  vede  in  molti  individui 
•Ila  medefima  fpecie  :Io  vi  ho  veduti  uccelli  atfat- 
>  bianchi  di  tutte  Je  fpecie  diverfamente  colorite  • 
I  viventi  di  quefta  ClafTe  non  fono  tutti  dif- 
renti  da  quefti,  che  propaganti  in  Italia  .  Se  ne 
ovano  molti ,  che  poflbno  dirfi  individui  della 
edefima  fpecie  ,  quantunque  ben  confiderati  pre- 
ritino  qualche  varietà  .  Tali  fono  le  anitre,  le 
he ,  le  folaghe ,  gli  fmerghi,  i  pivieri,  le  bec- 
ccie  ,  le  gallinelle,  gli  aironi,  le  aquile,  i  fai- 
ni ,  i  nibbj ,  gli  attori ,  i  gheppi  ,  gli  uccelli 
•numi,  i  corvi,  i  colombi  torquati ,  le  torto- 
lle,  i  tordi,  i  merli ,  i  picchi,  le  rondinelle, 
pernici,  le  galline  domefliche  ec  (i) 

I  Cac- 


(i) ,,  Les  campagne*  font  peuplées  df  une  infinite 
i*  oifeaux  paniculierement  de  pigeons  ramiers 
heaucoup  de  tourtourelles  ,  des  ptrdrix ,  mais  qui 
ne  valent  pas  celles  de  France  ,  quelques  beccajjì* 
nes  ydes  canards  de  toutes  forte s ,  dont  il  y  a  u* 
ne  de  ceux  ,  qu  ih  appellent  Patos  réales  ,  qui 
mt  une  crete  rouge  fur  le  bec  ,  des  courli s  ,  des 
■  ar celles  *  des  pipelienes ,  qui  rejfemblent  en  queU 
jue  chofe  à  ces  oifeaux  de  mer ,  qu'  on  appella 
Mauves  ,  (£•  qui  ont  le  bec  rouge ,  droit  ,  long , 
hroit  en  largeur ,  &  plat  en  bauteur ,  avec  un*, 
ìrait  de  me  me  couleur  fur  les  yeux  ,  &  ont  les 
bìeds ,  comme  ceux  de  V  autruche  ,  ils  font  d'  un 
fon  gout  ;  des  perroquets  ,  des  pechicolorador  ,  oh 
rorges  -  rouges  ,  d'  un  beau  ramage  ,  quelques  cy- 
Ines  ,  &  des  Flamands ,  dont  les  indiens  eflimenf 
?ort  les  piume 's ,  pour  en  orner  leurs  bonnets  dans 
es  fétes,  parce  qu  elles  font  d*  un  beau  blanc  y 
fy  d'  un  beau  rouge  ,  couleur  ,  qu9  ils  aiment 
m  •  Frezier  Voy.  toni.  i.  pag.  140. 


Il 


■  ! 


2.34  iijjro   ir, 

I  Cacciatori  numerano  tredici  fpecie  di  ai 
tre  falvatiche  ,  e  fei  di  oche.  La  più  grande, 
la  più  bella  delle  anitre  è  quella  ,  che  chiama 
Reale ,  Anas  Regia  (*) ,  la  quale  è  molto  p 
grofla  delle  anitre  domeftiche ,  ed  ha  la  parte 
periore  del  corpo  turchina ,  e  la  inferiore  grigi 
21  fuo  becco  è  ornato  di  una  gran  crefta  rofl 
e  il  fuo  collo  da  una  collana  di  belle  piume  bi; 
che.  La  Cofcoroba  ,  Anas  Cofcoroba,  (1*;  è  co 
mendìbi'e  tra  le  oche  non  meno  per  la  fua  gr; 
dtzza  ,  che  per  la  facilità  ,  con  cui  fi  addome 
ca,  affezionandofi  per  modo  a  quelli,  chele  d; 
no  da  mangiare  ,  che  li  feguita  da  per  tutto  : 
la  è  interamente  bianca  a  riferva  dei  piedi 
del  becco,  che  fono  roffi ,  e  degli  occhi  che  fé 
brano  affatto  neri .  Il  Cigno  Chilefe  ,  Anas  Mete 
corìpha ,  [3*]  è  a  un  di  prelfo  della  grandezza» 
Cigno  Europeo,  a  cui  fi  raffembra  di  molto  | 
la  forma  ,  ma  fi  diftingue  pel  colore  delle  p 
me ,  che  cuoprono  la  fua  tefta  fino  alla  metà  j 
collo,  le  quali  fono  di  un  bel  nero  ,  mentre  t 
te  le  altre  fono  di  un  bianco  rilucente.  La  f-mn 
na  produce  fei  piccoli  ,  che  non  abbandona  n 
jiel  nido,  e  quando  va  a  procacciarli  il  vitto s 
li  reca  tutti  fui  dorfo  . 

II  Chili  ha  cinque  fpecie  di  aironi  di  fin£ 

lar 


(*)  Anas  caruncuia  cornpreffo  frontali  ,  corpor 
caeruleo  fubtus  fufeo  ,  collari  albo  . 

(i*j  Anas  rofìro  extremo  dilatato  rotundato,  ce 
pore  albo . 

(3*)  Anas  roflro  femicilyndrico  rubro 9  capite  1 
grò,  corpore  aibo. 


mms 


LIBRO     lì?.  23  j 

ir  bellezza  :  il  primo  è  V  Ardea  majot  d*  Etiro* 
. .  lì  fecondo,  Ardea.  Erytrocepbala  (*;  ,è  della*» 
edefima  grandezza  ,  ma  ha  il  corpo  tutto  biati* 

con  un  bel  pennacchio  rofTo  ,  che  gli  cafca  fui 
ifo  .   Il  terzo,  Ardea  Galatea  (i*j ,  è  di  color 

latte  col  becco  giallo  lungo  quattro  pollici ,  e 
gambe  cremifìne  ;  quefle  gambe,  come  pure  il 
lo,  hanno  due  piedi,  e  fette  pollici  di  altez* 
•  Il  quarto  ,  Ardea  cyanocephala  (3*;  ,  ha  la«* 
fa,  e  il  dorfo  turchini  ,  le  ali  nere  orlate  di 
nco ,  il  ventre  giallo  verdiccio  ,  la  coda  ver* 
,  il  becco  nero ,  e  le  gambe  gialle  .  Il  quinto  , 
(•e a  Jhula  [4*],  nome,  che  viene  dalla  lingua 
i-hk ,  è  totalmente  bianco  ,  e  porta,  fulla  teita 

bel  ciuffo  dello  iteffo  colore  . 

Le  Aquile  fono  di  due  fpecie ,  cioè  1'  A  qui'-* 
fulva  d9  Europa  detta  Gnancu  dagl*-  Indiani ,  e 
grande  Aquila  chiamata  Calquin ,  che  non  fem^ 

differente  dall'  Itzquauhtlì  del  MeiTIco  ,  né 
I  Urutaurana  del  Brafile,  nominata  Vultur  Har* 

dal  Linneo.  La  fua  tefta  è  ornata  di  una  for- 
ii  cimiero  turchino  ;  le  penne  del  collo  i  del 
Co,  e  delle  ali  fono  di  un  nero ,  che  tira  ali* 
tirro,  quelle  della  coda  fono  rigate  di  brano  é 
i  nero  ;  il  ventre  è  bianco  fpruzzató  di   brìi-» 

no  i 


f)  Ardea  occipite  cri  ria  dependente  rubra ,  cof* 
$  albo  * 

.*)  Ardea  occipite  f uberi  flato  ,  corpore  la  elea- 
roflro  luteo  ,  pedibus'  cocesneis  . 
♦>*)  Ardea  vertice  crilìato  cseruleo,  remigtbus  fri- 
albo  ma rgin a tls  < 
*)  Ardea  occipite  enfiato  s  corpore  alba  l 


« 


NÉ 


^36  L  I  B  R  O     2  V. 

no  .•  quello  feroce  uccello  ha  dieci  piedi  e  mez 
d'  invergafura  . 

Vi  fono  anche  due  fpecie  di  tortorellej  1 
prima  non  è  diverfa  da  quefta  ordinaria  di  ] 
lopa  ;  la  feconda  ,  Columba  Melanoptera  ,  (*)  ha 
ali  nere ,  e  il  refto  del  corpo  piombino  .  I  1 
lombi  torquati  detti  Favazzi  abbondano  talme 
in  tutto  il  Paefe  ,  che  ad  onta  del  gran  numei 
che  fé  ne  ammazza  da'  Contadini  ,  fi  vegge 
coperte  di  effi  le  campagne  a  distruzione  del 
Joro  frutte  • 

I  Picchj  fono  di  quattro  forte  ,  Il  Metri 
il  Vìrgìmano  ,  il  Carptntero  ,  o  Falegname  ,  e  il 
tiu  .  Il  Carpintero,  Ficus  Lìgnarìus  (i*j ,  è  p 
minor  di  un  tordo,  ed  ha  il  cimiero  rollo,  t 
corpo  liftato  di  bianco  ,  e  di  turchino  ;  ha  il  b 
co  sì  forte,  che  foracchia  non  folo  gli  alberi] 
chi ,  ma  anche  i  verdi ,  facendovi  de*  buchi  a 
profondi  da  potervifi  annidare  coi  fuoi  figlio 
onde  viene  a  diftruggere  molti  alberi  fruttife 
Il  Pitiù,  Ficus  Fìtius,  (3*)  è  della  ftatura  di  1 
colombo  ,  e  di  color  bruno  macchiato  di  bian 
non  s*  annida,  come  gli  altri  picchi  nei  bi 
degli  alberi ,  ma  nelle  ripe  de*  fiumi  ,  o  fui 
pendici  de*  monti  ,  dove  fi  fcava  una  tana 
depofitarvi  i  fuoi  figliuoli ,  che  non  fono  più 

quat 

(*)  Columba  cauda  cuneata,  corpore  c^rulefc 
te,  remigibus  nigris. 

(1*)  Picus  pileo  coccineo,  corpore  albo,  caeruL 
que  vinato . 

(3*)  Picus  cauda  brevi ,  corpore  fufeo  maculi* 
valibusalbis  giitttto. 


ffflfl 


L  I  B  R  O    1  ir.  i37 

attro .  La  Aia  carne  è  molto  filmata  da  quegli 
itant!  . 

Le  pernici  grigie,  e  roffe  ,  che  fecondo  il 
uillée  fono  più  grandi  di  quelle  d*  Europa  , 
bondano  in  tutto  il  Regno ,  e  fono  di  un  gu- 
eccellente,  foprattutto  nei  meli  di  Aprile,  e 
Maggio ,  nei  quali  divengono  affai  pingui  col 
ingiare  i  fiori  della  Sajpa  Perticarla.  Nelle.» 
iremme  fé  ne  trova  "un*  altra  fpecie  più  picco- 
I  la  quale  non  è  di  così  buon  gufto.  Le  qua- 
e,  tutto  che  fieno  comuni  in  varie  parti  dell* 
nerica,  mancano  affolutamente  nel  Chili. 

Le  galline  domeftiche,  che  gl'Indiani  chia- 
mo Achau  ,  fono  della  medefima  fpecie  di  que- 
,  che  s*  allevano  in  Europa  ;  è  tradizione  co- 
nte ,  che  effe  vi  fi  trovano  da  tempo  imme- 
>rabile;  ciò  s'  inferifce  anche  dal  nome  pro- 
io,  che  hanno  nella  lingua  del  Paefe,  il  quale 
mca  a  tutti  gli  altri  volatili,  che  certamente 
ngono  da  fchiatta  forestiere,  come  le  colom- 
,  le  oche,  le  anitre  domeftiche,  e  i  polli  d* 
dia .  La  gallina  ,  il  porco,  e  il  cane  fembrano 
ftinati  a  feguire  V  uomo  da  pertutto  .  I  ino- 
rai viaggiatori  Inglefi  dicono  averli  trovati  in 
afi  tutte  le  Ifole ,  che  hanno  fcoperto  nel  mare 
1  Sud. 

Oltre  agli  uccelli  fovraccennati ,  il  Chili  ne 
i  molti  altri,  che  meritano  una  particolar  de- 
rizione,  ma  per  non  eccedere  i  limiti,  che  m* 
ipone  la  natura  di  queft'  opufcolo ,  mi  reftrin- 
\xò  a  defcrivere  foltanto  i  più  fingolari ,  divi*, 
indoli  in  due  ordini ,  cioè  in  Palmipedi ,  e  F//i 


s5S  L  1  b  n  O    1  V. 

Jìpedì .  I  Palmipedi  fono  quelli ,  che  hanno  1 
dita  unite  infieme  per  mezzo  di  una  membran 
e  foggiornano  nel  mare  ,  o  ne'  fiumi,  ove  fi  r 
trono  di  pefci,  e  d'  infetti  acquatici  ;  tali  fo 
i  feguenti . 

i.  Il  Pinguino  ,  Diomedea  Chìlenjis  (*)  ,  è 

anello  ,    che  unifce  gli  uccelli  ai  pefci  ,    ficcoi 

il  pefce  volante    è  quello  ,  che  unifce  i   pefci 

gli  uccelli  :  difatti  elfo  ha  un    becco,  e  de*  pi 

di  palmati ,  come  gli    uccelli  acquatici  :    ha  e; 

andio  delle  piume,  benché  così  fine,  che  han 

r  apparenza  di  pelo  :    ma  in  vece  d'  ali    por* 

due  nuotato/  pendenti  coperti  al  di  fopra  di  p 

croie  penne ,  che.  fembrano  a  prima  viltà  fcagli 

quelle  alette,  effendo  affai  piccole,    gli  fervo 

per  nuotare  ,  non  già  per  ergerfi  a  volo  .  E'  gra 

de  quanto  un'  anitra,  ma  ha  il  collo  più  Jung- 

la  fua  tefta  è  fchiacciata  dalle  due  bande  ,  e  pi 

eola    relativamente  alla    mole  del  corpo:  il   fi 

becco  è  fonile  e  ricurvato  verfo  la  punta  :  le  pi 

me ,  che  ;cu~opjono  la  parte  fuperiore  del  iuo  ce 

pc,  fono  grigie  variegate  di  turchino  :  quelle  d 

petto,  q   del  ventre  fono  bianche  .  La  fua   co( 

non  è  altro,  che  un  prolungamento  delle  peni 

del  groppone ,  e  dell' addomìne  .  Siccome  egli 

godtcìpede ,  cioè  a  dire,  ha  ì  piedi    fidati  vicin 

tir  ano ,  così  cammina  fempre  diritto  ,  come  i 

P  uomo  ,  colla  tefta  elevata,  piegandola  ora  ali 

ikftra,  ora  alla  finiftra  per  confervare  V  equilibrio 

I  Pae- 


(*i    Diomedea  aììs  impennibus  ,  ped/bus  compc 
iit^us  tridaftylis,  digitis  omnibus  connexis  • 


m 


L  1  E  R  O     1  V.  239 

aefani  Io  chiamano  LTccel  Bambino,  perchè  da 
itano  pare  un  bambino  ,che  principia  a  cammi- 
e.  I  fuoi  piedi  non  hanno  che  tre  fole  dita  per 
fchvduno.  Alcuni  perciò  Io  confondono  con  1* 
•af  ma  egli  è  fenz'  altro  del  genere  delle  D/o- 
iee  per  la  forma  del  fuo  becco ,  e  delle  fùe  na- 

.  Benché' elfo  fia  un'eccellente  notatore,  tut- 
ia,  quando  il  mare  è  in  fortuna,  non  può  refi- 
e  all' Impeto  delle  onde;  quindi  avviene,  che 
nverno  Tene  trovano  molti  affogati ,  e  gettati 

mare  fulle  rive  .  I  Viaggiatori  lodano  la  fua 
ne,  ma  io  non  V  ho  mai  aleggiata  ,    ne  so, 

alcuno  la  mangi  nel  Chili.  La  fua  pelle  è 
fla  quafi  come  quella  del  porco  ,  e  facilmen- 
(i  fiacca  dalla  carne.  Fa  il  fuo  nido  nella  fab« 
,  dove  fi  fgrava  di  fei3  o  fette  uova  punteg* 
te  di  nero . 

2.  Il  Quethu,  Diomede*  Chiloenjis  (*),  è  del 
lefimo  genere,  e  predo  a  poco  della  ftefla- 
ndezza,  e  figura  del  Pinguino  fovradefcritto* 

quale  non  fi  diftingue,  che  nell'avere  le  a- 
e  prive  affatto  di  pelame,  i  piedi  divifi  ìil. 
ttro  dita  fimilmente  palmate,  e  il  corpo  ri- 
tiro di  una  piuma  folta  ,  lunga,  di  color  ce- 
ognolo  5arncciata  e  morbida  ,  che  pare  lana* 

abitanti  dell*  Arcipelago  di  Chiioe  ,  ove  fé 
trova  un  gran  numero /filano  quefta  piumag 
ie  fanno  de*  panni  da  letto  affai  ftiroati . 

S.  il 

*)  Diomedea  alis  impenmbus ,  pedibus  compedi- 
;  tetradaiìylìs  palmati* ,  corpore  lanuginofo  ci- 
rco. 


^':Ì 


a4»  L  1  E  n  o    i  r. 

3.  Il  Thagc  ,  Ptlecanus  Thagus  (*)  ,  chiaro 
to  dagli  Spagnuoli  Alcatraz,  è  una  fpecie  di 
nocrotalo  ,  o  dì  Pellicano,  di  color  bruno,  t 
tabile  per  1*  enormità  del  fuo  gozzo  :  il  fuo  c< 
pò  non  è  maggiore  di  quello  de*  gallinacci ,  1 
il  fuo  collo  è  lungo  un  piede,  e  le  gambe  ha 
110  ventidue  pollici  di  altezza  ;  la  tetta  è  abl 
ftanza  grotta  per  (ottenere  un  becco  di  un  pie 
e  mezzo  incirca  ^£fTu%hezza ,  e  di  cinque  p 
liei  di  grettezza  nella  fua  bafe  :  i  due  batte 
di  quello  becco  fono  ritagliati  a  foggia  di  feg 
e  ricurvati  verfo  la  punta  .  Ciò  diftipgue  fpeci 
mente  quefto  Pellicano  d'  America  dall'  Crii 
tale,  il  quale  ha  il  becco  tagliente  bensì,  ir 
intero  ne*  fuoi  contorni ,  Il  battente  inferiori 
compofto  al  fclito  di  due  pezzi  congiunti  ne 
punta  ,  i  quali  fono  pieghevoli,  ed  elaftici, 
fpandendofi  nella  bafe  vi  lafcjano  un'  apertui 
che  conduce  al  gozzo:  quefto  gozzo,  che  è 
prolungamento  della  pelle  della  mafcella  infer 
re,  e  di  quella  del  collo,  è  comporto  di  ur 
membrana  carnofa  ,  capace  di  una  prodigiofa 
ftenfione,  e  ricoperta  dj  una  piuma  corta,  fin 
e  di  color  grigio  .  Qualora  sì  fatto  gozzo  è  vi 
to  appena  fi  vede  ,  ma  quando  1'  uccello  lo 
riempiuto  di  abbondante  pafcolo ,  è  cofa  forpr< 
dente  il  vedere  la  quantità  di  pefei  parte  intei 
e  parte  fpezzati ,  che  vi  porta  per  cibare  i  pi 
pri  figliuoli  ,  i  quali  per  1*  ordinario  non  fo 
più  di  cinque  .  J-a  natura  ,  fempre  attenta  ad  ; 

como- 


(*>  Pdecanus  cauda rotunda ,  roiko  ferrato,  g 
la  laccata  • 


L  I  B  R  O     ì  r.  *4t 

modare  i  mezzi  ai  fini ,  Io  fornì  di  due  grand* 

di  nove  piedi  di  eftenfione  corredate  di  lurw 
e  penne ,  fenza  1*  ajuto  àcUe  quali  non  po- 
:bbe  fofrenere  un  pefo  sì  enorme  :  la  fua  co- 
però è  affai  corta  ,  e  rifondata  ,  e  i  piedi  ban- 

quattro  dita  unire  da  una  forte  membrana. 
Thage  è  un'  uccello  malinconico  ,  e  pigro  :  a- 
a  per  lo  più  fulle  rupi  marine,  ove  fabbrica 
fuo  nido ,  I  Naturali  del  paefe  adoperano  il 
>i  gozzo  ben    conciato  per  tenervi  il    tabacco 

fumare,  ed  anche  per  farne  delle  lanterne, 
rchè  ,  erltndo  ben  dilìefo  ,  è  cesi  trafparente  co- 
:  la  carta  .'  Io  ho  veduto  de*  lampioni  di  un 
ne  e  mezzo  dì  altezza  fatti  cella  pelle  di  un 
o  di  CHieii  lacchi,  o  gozzi  •  Le  penne  delle 
j  a ii  fono  migl/ori  di  quelle  delle  oche,  e  de' 
ni  per  iscrivere . 

4.  Il  Cage  ,  Anas  Hybrìda  (*) ,  è  una  forta 
oca  ,  che  abita  i  mari  delle  Ifole  di  Chiloe  , 
quaie  non  è  rimarchevole  per  altro  ,  fé  non 
•  ia  totale  differenza  di  colore  ,  che  parla  fra 
uaichio,  e  ia  femmina.  Il  primo  è  riveftito 
biar-chiflime  penne,  ed  ha  il  becco,  e  i  pie- 
gialli.  La  femmina  è  tutta  nera  a  riferva  di 
lìche  filetto  fottiliiTImo  di  color  bianco  ,  che 
a    1'  eitremità  di  alcune    delle   fue  piume/    il 

becco  ,  e  i  iuoi  piedi  fono  rorTi .  In  viltà  di 
i  divertita  ho  dato  a  quefta  fpecie  1'  epiteto 
Ibrida,    o  ila  mulatta  ,    come  proveniente    da 


1  Anas  roftro  femicylindrico  ,  cera  rubra,  cau* 

acuti  uicula  • 


91  Hi 


r 


t,!  i 


P 
jj 


1 


1  . 


*4*  uno   r. 

un  bianco  /e  da  una  negra.  Tutteddue  fono  d< 
la  grandezza  dell'  Oca  domeftica  ,  ma  hanno 
collo  più  corto, e  le  ali,  e  la  coda  più  lungh 
I  loro  piedi  fono  conformati  della  medefima  n 
niera  di  quelli  dell'altre  oche.  Malgrado  un 
vario  sì  grande  di  colore  quefti  due  indivifi! 
compagni  il  amano  teneramente  ,  né  mai  fi  ai 
nano  in  branchi  cogli  altri  uccelli  della  loro  i 
eie  .  Ogni  coppia  di  loro  fi  porta  al  mare  da 
fola  in  cerca  del  vitto,  e  giunto  il  tempo  d< 
covatura  fi  ritira  in  quelle  rive,  dove  la  ferrn 
na  viene  a  fearicarfi  dì  otto  uova  bianche  in 
buco  fcavato  nella  fabbìa  . 

$•  Il  Flamenco  ,  Ph&nìcopterus  Chìhnfis  0 
è  uno  de'  più  belli  uccelli ,  che  fi  veggano  * 
le  acque  dolci  del  Chili  non  folo  per  la  fi 
grandezza,  che  pel  vivo  color  di  fuoco  d< 
penne  ,  che  gli  cuoprono  il  dorfo ,  e  la  parte 
periore  dell*  ali  ;  quefto  bel  colore  campeg 
mirabilmente  fui  bianco  brillante  del  refto  d< 
lue  piume  .  La  fua  altezza  prefa  dalla  punta 
"becco  fino  all'  eftremità  delle  unghie  è  di  cim 
piedi  ;  ma  il  fuo  corpo  per  sé  (ietto  non  oc 
pa,  che  la  quinta  parte  di  quefta  dimeniìofte^ 
fua  tefta  è  piccola,  bislunga  ,  e  fornita  di  i 
fpecie  di  cimiero  :  gli  occhi  pure  fono  affai  p 
coli,  ma  vivi;  il  becco  è  dentato  *  curvo  ve 
la  punta ,  lungo  da  cinque  pollici ,  e  ricope 
di  una  pellicola  roffa  :  i  piedi  hanno  quattro  e 
per  ciafeheduno,  tre  palmate  dinanzi,  e  uno 

ben 


(*)  Ph^mcopterus  ru.ber ,  remigibus  albis 


L  1  B  n  O    1  V.  245 

?ro  di  dietro  :  la  coda  è  corta ,  e  tonda  .-  le 
e  ali  proporzionate  alla  mole  del  corpo  hanno 
:  penne  maeftre  affatto  bianche  ,  e  non  nere  , 
>me  fono  quelle  del  Becharu ,  o  Flamenco  dei- 
altre  parti  dell'  America  ,  e  del  fenicottero 
W  Africa  .  Si  dice  ,  che  quelli  uccelli  ,  quan- 
)  fono  piccoli,  fieno  di  color  grigio,  ma  io  * 
|  ne  ho  veduti  e  de*  grandi,  e  de'  piccoli,  gli 
)  trovati  tutti  dello  fteffo  uniforme  colore  .  Si 
ce  ancora,  che  uno  di  loro  fi  ponga  in  fend- 
ala ,  mentre  gli  altri  vanno  cercando  il  nutrì- 
ento,  ma  confeffo  ,  che  quefta  particolarità  è 
iggita  alle  mie  oifervazioni  .  E*  ben  vero  pe- 
,  che  efH  ftanno  fempre  all'  erta,  e  che  diffi- 
mente  fi  prefentano  a  tiro  di   fchioppo  . 

Siccome  quefti  uccelli  fono  un  pò  troppo  al- 
di  gambe  per  poter   comodamente  covare    le 
ro  uova  ,  così  coftruifcono  il  loro  nido  di  fan- 
>  alto  un  piede,  e  mezzo  fui    livello    dell'  ac- 
a,  dandoli  la  forma  di  un  cono  troncato  :  nel- 
cima  di  quello  cono,    che  è  fcavata  a  foggia 
fcodella,    depongono  due  uova  bianche    fopra 
1  letticciuolo  di     morbide  piume  .  Quando    lo* 
vano,  pofano  i  piedi  in  terra,  ed  appoggiano 
groppone  fui  nido  ,  tenendo  il  corpo  diritto  in 
aniera  tale ,  che  fembrano  efTervi  pofti  a  kdcm 
.  Gli  Araucani  fanno  particolar  ftima  delle  bei- 
penne  di  quefti  volatili ,  e  fé  ne  fervono  poi 
r  adornare  i  loro  cimieri,  e  le  loro  lande. 
6.  Il  Pillu  ,    Tantalus  Pìllus  (*)  ,    è  una  fpe* 
Q^i  eie 

(*;  Tantalus  facie,  roftro  ,  pedibufque  fufcis, 
rpore  albo ,  remigibus  9  re#ricibufque  nigris . 


' 


\ 


H':ì 


tU  L  I  B  R  O     1  V. 

eie  cT  Ibìde  di  color  bianco  variato  di  nero ,  ci 
abita  nei  fiumi ,  e  ne'  laghi.  Fra  tutti  gli  uccc 
li  acquatici  quefto  è  confiderabile  per  la  fpr 
perdonata  altezza  delle  fue  gambe  ,  che  foi 
lunghe  due  piedi  ,  e  otto  pollici  ,  comprefe  h 
cofeie  :  perciò  gì'  Indiani  danno  il  (oprarmeli 
di  Pìllu  a  quelli  tra  loro  ,  che  hmno  quella  pa 
te  del  corpo  eccepiva  .  Le  medefime  gambe  i 
no  poi  ignude  fin  fopra  il  ginocchio  .  Il  cor] 
però  non  corrifponde  alla  fua  bafe  ,  effendo  m 
no  graffo  di  quello  dell'  oca  ;  il  collo  ha  d 
piedi  ,  e  tre  pollici  di  lunghezza  ,  e  un  picc 
gozzo  fguernito  di  piume:  la  tefta  è  mediocr 
il  becco  groffo  ,  conveffo  ,  appuntato  ,  lungo  qui 
tro  pollici  incirca ,  e  ignudo  fino  alla  fronte 
pitM  fono  quattrodigìtati,  o  di  vili  in  quattro  < 
ta  ,  le  quali  nella  loro  bafe  fi  congiungono  p 
mezzo  di  una  breve  membrana  :  la  coda  è  ce 
ta  ,  e  intera,  come  quella  della  maggior  par 
degli  uccelli  acquaioli.  Gli  Spagnuoli  lo  chiam 
no  Cicogna  Chilefe  ,  ma  effo  per  i  caratteri  me 
lionati  è  affai  differente  dalle  Cicogne  .  Io  n< 
P  ho  veduto  mai  pofarfi  fugli  alberi ,  ne  fu 
luoghi  alti  :  egli  dimora  fempre  ne'  pantani  ,  n 
fiumi ,  e  in  altri  fiti  umidi ,  ove  fi  foftenta 
rettili .  S'  annida  fra  i  giunchi  ,  e  fa  due  uc 
di  color  bianco,  che  tira  all'  azzurro  . 

I  Naturalifti  chiamano  Uccelli  fifllpedi  que 
li  ,  che  hanno  le  dita  feiolte,  e  non  unite  d; 
membrane.  Effi  vivono  per  lo  pili  nelle  pian 
re,  e  ne'  bofehi  ,e  fi  nutricano  di  frutti,  d'i 
fati  ,  o  di  carne.   Queft'  ordine  comprende  § 

ucceU 


LIBRO      IV.  245 

-celli  di  canto  annoniofo    e  di  miglior  fapore  . 
più  rimarchevoli,  che  fi  trovano  gel  Chili ,  fo- 

0  i  feguenti  . 

1.  la  Pigda  :  è  il  brillante  uccellino  conofciu- 
»  in  altri  Paefi  coi  nomi  di  Colibrì,  di  Ficafior , 

Uccel  mofca  ,  di  Mellìfuga,  ec»  lo  non  credo, 
ic  fi  trovi  un'  animale,  a  cui  fieno  flati  appli- 
ti  tanti  diverfi  nomi,  cerne  a  quello:  per  altro 
erita  bene  dì  effere  così  diftinto  ,  perchè  in  fatti 
fo  è  un  piccol  capo  d*  opera  della  natura .  Il 
nneo  ne  forma  un  genere  a  parte  fotto  il  no- 
e  di  Trochìlus  ,  al  quale  riferifee  ventidue  fpe« 
?.  Quefti  uccelletti ,  generalmente  parlando, 
nno  il  corpo  piccoli/fimo ,  il  collo  corto  ,  la_* 
fta  proporzionata,  gli  occhi  neri,  e  vivi,  il 
■cco-groffo  come  una  fpiJla,  e  lungo  quanto  il 
rpicciuolo  ,  la  lingua  forcuta,  le  gambe  brevi 
attrodìgitate  ,  la  coda  coiupofta  di  fette,  ono- 

penne,  che  agguagliano  in  lunghezza  il  refi o 

1  corpo,  e  le  ali  sì  grandi,    che  le  loro  pen- 
maeftre  arrivano  fino  al  terzo  della  coda  .  Il 

lorito  poi  è  diverfo  fecondo  le  fpecie ,  ma  in 
nerale  è  il  più  bello,  che  immaginar  fi  poffa, 
ncorrendovi  a  formarlo  tale  non  folo  lofplen- 
re  dell'  oro ,  e  delle  pietre  preziofe  ,  ma  il 
me  dì  tutte  le  tinte  più  allegre  ,  e  più  vivaci 
Ha  natura  .  Il  brio  di  tali  colori  fi  avviva  più  , 
meno  fecondo  la  diyerfa  rifleflìone  della  luce, 
le  differenti  pofiture  dell'  occhio  ,  che  li  ri- 
arda ;  anzi  per  una  prerogativa  fpeciale  fi  con- 
va  nei  fuo  fplendore  anche  dopo  la  morte  dell' 
alletto,  e  finche  dura  il  fuo  corpicciuolo  dif- 
cato*  Q^l  Que. 


±$6  L  I  B  R  O     1  V. 

Quelli  vaghi  uccellini  fi  veggono  nella  be 
la  ftagione  fvolazzare  come  le  farfalle  intorno 
fiori,  del  di  cui  fugo  fi  nutrono.  Rare  volte 
fi  fermano  ,  e  benefpelfo  fi  foftengono  per  aria 
come  fé  fofTero  immobili .  Quando  volano , 
fentono  ronzare  come  certe  mofche  grofTe ,  t] 
girano  fu  i  fiori  :  il  loro  canto  è  una  forta  di  r 
morìo  chiaro ,  e  debole  proporzionato  all'  org 
no,  che  lo  produce.  I  mafchj  fi  distinguono  da 
le  femmine  per  lo  fmalto  della  terra,  il  quale 
di  un  aranciato  sì  vivo ,  che  fiammeggia  come 
fuoco.  Fanno  i  loro  piccioli  nidi  fopra  gli  alb 
ri  con  pagliuzze  ,  guernendoli  di  morbide  pi 
me  j  e  vi  depongono  due  fole  uova  grofTe  quai 
to  un  grano  di  cece  ,  di  color  bianco  fprtizza 
di  giallo  .  Il  mafchio  ,  e  la  femmina  le  covar 
alternativamente  .  La  date  è  la  ftagione  ,  in  e 
abbadano  alla  loro  propagazione .  Quando  arti 
P  inverno  fi  fofpedono  pel  becco  da  un  ramufee 
lo  ,  e  vi  fi  rimangono  immobili  fino  al  ritorr 
della  primavera .  Durante  quefto  tempo  ,  che  pi 
loro  è  una  fpecie  di  letargo ,  vengono  prefi  ;  a 
trimenti  quando  fon  vegghianti  ,  ed  efercitan 
tutte  le  funzioni  della  lor  vita  fpiritofa  ,  è  ztt 
difficile  di  attrapparli . 

Il  Chili  ha  tre  fpecie  di  quefti  uccelletti 
cioè  il  mìnimo,  il  tefia-turchìna,  ,  e  il  crejluto.  '. 
minimo,  Trockìlus  minìmus  (*) ,  non  pefa  più  < 
ventidue  grani;  il  fuo  color  dominante  è  un  vei 

de 


(*)  Trochilus  recliroftris,  rectricibus  lateralibi; 
margine  exteriore  albis,  corpore  viridi  nitente  fui. 
tus  albido  .  Un* 


ì  ■■ ■ 


L  I  B  R  O     I  V.  i47 

•rilucente,  che  pare  invernicato.  il  tefta-tur- 
lina,  Trochilus  cyanocephalus  ( *) ,  ha  il  corpic- 
joIo  poco  più  grande  di  una  nocciuola ,  ma  la 
a  coda  è  tre  volte  più  lunga  ;  il  Aio  becco  è 
ritto,  acuto,  e  biancastro.-  la  tefta  è  di  un  co- 
ir vivo  turchino  indorato  :  il  collo  *  e  il  dorfo 
io  di  un  verde  fimilmente  dorato,  e  trafpa- 
ite:  il  ventre  è  di  un  roflb  gialligno .  Le  pen- 

delle  ali,  e  della  coda  fono  turchine  variate 
porporino  .  Il  Creftuto  ,  Trochilus gahrhus  (i*), 
>iù  groffo  dei  precedenti ,  ma  più  piccolo  del 
,  o  forafiepe  d'  Europa:  il  fuo  becco  è  cur- 
:  la  fua  tefta  è  ornata  di  un  pfccol  ciuffo  va- 
gato di  porpora,  e  d*  oro;  ha  il  collo,  e  il 
rfo  verde  :  le  penne  delle  ali ,  come  pure  quel- 
Iella  coda  ,  fono  brune  picchiettate  d*  oro  ;  tut- 
la  parte  inferiore  del  fuo  corpo  è  di  un  co- 
s  di  aurora  cangiante. 

i.  Il  Siù  ,  Frìngìlla  barbata  (3*) .  Gli  Spa- 
ioli  nominano  quefto  uccelletto  Gilghero ,  vale 
ire  Cardellino  ,  perchè  fi  raffomiglia  un  poco 

colore  ai  cardellini  d'  Europa  ;  ma  egli  è  più 
ile  al    canarino  per  la  forma  f  per   1*  elegan- 

e  per  la  grandezza   del  corpo  ;  il  fuo  becca 
onico,    diritto,  acuto,  bianco  nella  bafe,   e 
0  verfo  la  puntai    il  mafehio  ha  la  tefta  ne- 
CL4  ra 


m 


I  Trochiluis  re<3iroftris ,  capite,  remigibus ,  re- 

:ibuique  caeruleis ,  abdomine  rubro  , 

■  Trochilus  curviroftris  viridi    aureus,remi- 

ts ,  rcflricibufque  fufcis,  crifta  purpurea. 

;*)  Fringilla  lutea  ,  alis  viridibus  nigro,  rubro* 

maculato ,  gula  barbata  • 


W- 


*4S  L  1  B  R  O      1  V. 

ra  vellutata  ,  il  corpo  giallo  leggermente  br'n 
to  di  verde ,  le  ali  variate  di  verde  ,  di  gialh 
di  rcflo  ,  e  di  nero  ,  e  la  coda  bruna  .  Quarn 
è  giovine  ha  la  gola  gialla  y  ma  pattati  i  prir 
fei  mefi  del  fuo  crefcere,  gli  cominciano  a  fpu; 
tar  fotto  il  becco  de'  peli  neri ,  i  quali  a  naif 
ra  ,  che  egli  s'  avanza  in  età  ,  gli  vanno  e 
prendo  la  gola,  e  fervono  d'  indizio  certo  p 
fapere  1  fuoi  anni.  Giunto  alla  vecchiaia,  che 
verfo  i  dieci  anni ,  ha  una  barba  ben  folta  ,  e 
fi  prolunga  fino  al  petto  •  La  femmina  è  di  e 
lor  cenerognolo  con  alcune  macchie  gialle  fui 
ali ,  non  ha  barba  ,  né  canta  ,  ma  zufola  di  qua 
do  in  quando  .  All'  incontro  il  mafehio  ha  u 
canto  molto  armoniofo ,  e  in  certo  modo  j 
grato  di  quello  del  canarino;  alza  dolcemente 
voce  ,  ora  V  abbatta  ,  ed  ora  la  foftiene  lung 
mente  con  graziciìilìmi  trilli  :  canta  tutto  1'  a 
no  ,  e  prende  alcuna  volta  a  contraffare  con  u 
grazia  Angolare  il  canto  degli  altri  uccelli.  Pt 
ciò  è  molto  ftimato  nel  Perù,  dove  fé  ne  por 
annualmente  un  gran  numero  dal  Chili  . 

Quefti  uccelletti  fi  veggono  tutto  I'  ani 
nelle  montagne  marittime,  ma  nelle  pianure  m 
diterranee  non  fi  trovano  fuorché  nel  verno,  pe 
che  di  Primavera  ritornano  alle  Andi  per  bada 
alla  propagazione  della  fpecie .  Coftruifcono 
loro  piccoli  nidi  fugli  alberi  munendoli  di  pi 
me,  e  di  fine  pagliuzze.  Siccome  efl?  non  fa; 
no  che  due  uova  per  covata ,  così  io  (o(pct 
che  covino  molte  volte  1'  anno  ,  poiché  fi  me 
tiplicano    ccccffivamcnte   a  difetto  della   grai 

quan- 


LIBRO     IV.  %W 

lantità,  che  i  paefani  ne  prendono  non  meno 
ir  confervarli  in  gabbia  ,  che  per  mangiarli,  ef- 
ndo  la  loro  carne  di  dilicato  fapore .  Pofti  che 
no  in  gabbia  li  addomefticano  facilmente  ,  e-# 
vengono  eccellenti  zimbelli  per  la  caccia  degli 
tri  della  loro  fpecie  .  I  ragazzi  gli  afiuefanno 
icora  a  tiare  in  una  bacchetta ,  fopra  la  quale 
portano  per  le  ftrade  :  elfi  vi  s*  avvezzano  di 
aniera ,  che  quando  la  bacchetta  loro  vien  tol- 
,  la  cercmo  inquieti  da  pertutto ,  né  fi  ripo- 
no  mai,  finche  non  1*  hanno  trovata.  Uno  di 
efti  uccelli  ,  che  io  teneva  nella  mia  ftanza , 
era  refo  dopo  un  mefe  così  domeftico,  che 
tagli  la  libertà  non  fi  dipartiva  mai  dal  mio 
volino ,  fé  ncn  per  ifvolazzare  d'  intorno  irL, 
to  di  accarezzarmi:  ad  un  mio  fifchio  che  fo- 
va  fare,  egli  fubito  fi  metteva  a  cantare,  e 
landò  io  tornava  a  cafa  erano  troppo  parianti 
finezze,  che  io  riceveva  da  queir  amorofa  be- 
uola  •  Qualunque  forta  di  minuti  femi  è  il  io- 
alimento  ,  ma  Soprattutto  quelli  della  Madia 
tiva ,  che  amano  fmoderatamente .  Mangiano 
tresì  1*  erba  verde,  e  fpecialmente  le  foglie  a- 
jmatiche  della  Scandix  Chìhnfis . 

9.  La  Diuca ,  gingilla  Dìuca  (*)  ,  è  del  me- 
jjmo  genere  del  Siti ,  ma  di  mole  un  poco  più 
•ande ,  e  di  color  turchino  :  il  fuo  canto  è  dc- 
ùofo  ,  maffime  fui  far  del  giorno  .  Vive  come 
paflfere  intorno  alle  Cafe ,  e  ne  ha  tutte  le 
-oprietà  .    A  quella  fpecie   forfè  appartiene   la 

paffe- 

(*)  Fringilla  caerulea ,  gula  alba . 


■ 


IL 


**o  L  1  B  R  0     IV. 

paffera  turchina  del  Congo,  il  cui  canto  loda 
grandemente  il  Merolla ,  e  il  Gavazzi.  Può  da 
ancora  ,  che  gli  uccellini  della  Nuova -Zeland; 
che  al  dir  del  Ccok,,  formano  un  concento  m 
lodiofo  full*  apparir  dell*  Aurora,  non  fieno  d 
ferenti  dalla  Dìuca . 

4-  Il  Thili  ,  o   Chili ,   Turdus  ThìUus    (*)  I 
una  fpecie  di  tordo,  che  fembra  aver  dato,  e 
me    abbiamo  detto   altrove,  il    nome  a  tutto 
Segno.  Il  Linneo  appreso  il  Feuillée  deferive 
femmina  ,  denominandola  Turi™  plumbeus,  il  e 
colore  in  vero  è  cenerino ,  o  piuttoffo  bigio  ;  n 
il  mafrhio  è  affatto  nero,   fuorché  fotto   le  ali 
ove    ha  una  gran    macchia  di  un    bel  giallo  : 
fua    conformazione  è  la  medefima  di  quella    d 
tordi  comuni    a  riferva   della  coda  ,   la  quale 
cuneiforme  .  Nidifica  fugli  alberi  vicini  ai  rufee 
li ,  fabbricando  ,  come  la  maggior  parte  degP  il 
dividui  di  queir  o  genere,  il  Aio    covacciolo  < 
fan&o,  dove  depofita  le  fue  uova ,  che  non  fon 
mai  più  di  tre.  Il  fuo  canto  è  dolce,    armonie 
fo,e  continuato,  ma  non  fi  co/ruma  di  allevai 
lo  in  gabbia  :  la  fua  carne  non  è  buona  da  man 
giare  per   certo  odore    difpiacevole ,    che  efala 
perciò  non  venendo  moleftato  dai  cacciatori  at 
bonda  incredibilmente  in  tutto  il   Paefe . 

5,  la  Thenca,   Turdus    Thenca  (»*).   I0  pre 
fumo,  che  quefto  uccello  fia  una  varietà  del  tor 

do 


(*)  Turdus  ater  ,  axillis  luteis  ,  cauda  cuneata  . 
(**)  Turdus  fufeo-cinereus ,  fubtus  pallido-cine- 
reus ,  lemigibus ,  reclricibufgue  apice  albis . 


L  1  B  R  O  ■   I  Pi  *U 

o  poliglotta  della  Virgìnia  ,  oppur  dell'  Orfeo,  0 
'entzontlatole  del  Meflko  ,  detto  per  la  multipli- 
tà  del  fuo  canto  quattrocento  lingue:  il  fuo 
3rpo  agguaglia  in  groffezza  quello  del  tordo 
rdinario ,  ma  le  fue  ali ,  come  pur  la  coda  ,  la 
lale  è  intiera,  e  tonda,  fono  affai  più  lun- 
ic:  ha  gli  occhi ,  il  becco ,  e  i  piedi  bruni,  e 
rmati  come  quelli  degli  altri  uccelli  congene- 
:  le  piume  della  parte  fuperiore  del  corpo 
no  cenerine  macchiate  di  bruno,  e  di  bianco  : 
penne  delle  ali ,  e  quelle  della  coda  hanno  le 
remità  bianche:  il  petto,  e  il  ventre  fono  di 
i  color  cenerognolo  pallido.  Coftruifce  il  fuo 
do  negli  alberi  dandogli  la  figura  di  un  cilin- 
o  di  un  piede,  e  più  di  altezza,e  guernen- 
lo  tutto  all'  intorno  di  fpine ,  ma  di  dentro  lo 
spezza  accuratamente  di  lana ,  e  di  piume  per 
porvi  le  fue  uova ,  che  fono  tre ,  o  quattro 
color  bianco  fpruzzato  di  bruno  :  fui  fianco 
lafcia  un'  ingreffo  ftretto,  per  dove  s*  intro- 
ce  al  fuo  albergo  . 

Non  fi  può  dire  precifamente  qual  fia  il  can« 
proprio  di  quefto  uccello  ,  perchè  con  una  pro- 
>iofa  diverfità  di  tuoni  lo  varia  in  maniera  ^ 
g  quando  canta,  come  fa  tutto  V  anno,  pare 
irfi  non  la  voce  di  un  folo,ma  di  migliaja  di 
celli  differenti  adunatifi  per  fare  un  concerto. 
flìede  ancora  in  grado  eminente  ili  talento  d* 
itare  al  naturale  tutti  i  canti  degli  altri  vola- 
li perciò  , quando  gli  fente  a  cantare,  egli  fu- 
o  fi  volge  attentamente  da. quella  parte,  e  co- 
ncia con  una  grazia  indicibile  a  contraffare  la 

lor© 


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a$*  ti  U  R  O      I  K. 

loro  voce  ;  onde  da  alcuni  vien  chiamato  ucce 
pantomimo .  Si  può  bensì  aificurare  in  general 
che  la  fua  voce  è  più  alta  ,  più  variata  ,  e  j 
melodiofa  di  quella  dell'  ufìgnuolo  .  Effendo 
un  naturale  vivifllmo  non  fi  ferma  quafi  mai, 
anche  quando  canta,  va  fempre  favellando  di 
mo  in  ramo.  Quindi  deriva  la  difficoltà,  che 
ha  dì  tenerlo  in  gabbia  ,  perchè  vedendoli  riftr 
to,  fra  poco  tempo  confumato  dalla  malinconi 
fé  ne  muore.  Parimente  allevato  in  cafa  s*  a 
mala  pretto,  e  perifee,  qualora  non  abbia  i 
orto  da  potervifi  fvagare  :  mangia  d*  ogni  coi 
ma  in  particolare  gli  piacciono  le  mofche ,  e 
fego.  Si  trova  da  pertutto,  e  abita  volenti 
vicino  alle  cafe  rurali . 

6.  Il  Cureu,  Turdus  Cur&us(*)9  è  un*  ucc 
lo,  che  tiene  il  luogo  di  mezzo  tra  lo  florn 
e  il  merlo  ,  ma  di  maniera  che  più  s'  accofta 
queflo,  che  a  quello.  E'  grande  quanto  il  t< 
do  vtfeivoro  maggiore  .•  ha  il  becco  un  poco  a 
golofo  ,  e  curvo  verfo  la  punta,  e  le  fauci  forn 
di  alcuni  peli,  le  narici  coperte  di  fopra  da  u 
piccola  membrana,  le  dita  difpofte  come  que 
degli  altri  tordi,  la  coda  lunga  cinque  pollic 
e  fatta  in  forma  di  conio.  Tutte  le  fue  pen 
fono  di  un  nero  rilucente;  il  becco,  gli  occh 
i  piedi,  le  unghie,  la  carne  ,  e  perfino  le  o 
fono  ancora  di  color  nero . 

Anche   quefto  uccello  è  affai  flimato  pel  t 

canto 


(*i  Turdus  ater  nitens ,  roftro  fubtfriato  4  cau< 
cuneata  ♦ 


LIBRO    IV.  H} 

ito  così  armoniofo,  e  continuato,  che  recaJ 
caviglia  come  pofia  foftenerlo  tanto  col  fiato? 
la  ancor  efTo  d*  imitare  il  canto  degli  altri  uc- 
li ,  e  domefticato  impara  facilmente   a  profe* 

le  parole  .  Si  alimenta  di  grani ,  di  vermi  , 
li  carne  ;  perciò  dà  la  caccia  ai  piccoli  uccel- 

di  cui  mangia  con  piacere  il  cervello .  Mal- 
ìdo  quello  fuo  genio  di  rapina  ,  non  ho  vedu- 
mai  un  volatile ,  che  fi  domeftichi  con  tanta 
ilità  .  Prefo  fra  le  felve  ,  e  porto  in  gabbia^ 
nincia  di  lì  a  poco  a  mangiare  ,  e  nel  dì  ve- 
?nte  fi  moflra   così  allegro ,  e  contento    della 

forte,  che  fi  mette  a  cantare.  Alcuni  gli  ta- 
in  le  ali ,  e  lo  lafciano  in  libertà  pei  giardi- 
ove  arrampicandofi  fu  per  gli  alberi  vi  can- 
graziofamente . 

GÌ*  Individui  di  quefta  fpecie  vivono  in  fo- 
i  come  gli  ftornelli  :  ogni  giorno  fi  portano 
branchi  a  pafcolarfi  nelle  praterie,  e  la  fera 
nando  al  loro  albergo  fi  fentono  per  V  aria  a 
tare,  e  fcherzare  fra  di  loro  piacevolmente, 
lano  quafi  circolarmente  ,  procurando  fempre 
occupare  il  centro  del  branco .  Coftruifcono 
or  nido  con  molta  arte ,  formandone  la   bafe  , 

contorni  di  ramufcelli ,  e  giunchi  ben  intrec- 
ci, e  intonacandolo  pulitamente  di  dentro  con- 
ia malta ,  che  portano  col  becco ,  e  colle  u- 
j.  Quando  P  edilìzio  ha  la  grofiezza  fumxien* 
Io  lifciano  colla  coda  ,  che  ferve  loro  di  caz- 
>la,  e  lo  riveftono  internamente  di  pelame  , 
li  borra,  acciocché  vi  ftieno  comodamente  i 
a  figliuoli  ;  le  loro  uova  fono  d*  ordinario  tre 

di 


■  •ri  ; 


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%H  L  i  n  K  O    I  V. 

ii  un  color ,  che  nel  bianco  azzurreggia . 

7.  La  Loyca  ,  Sturnus  Loyca  (*>  è  un  p< 
più  groffa  dello  ftornello  ,  a  cui  fomiglia  per 
forma  del  becco  ,  della  lingua  ,  dei  piedi ,  e  e 
la  coda,  ed  anche  per  la  maniera  di  vivere  , 
di  nutrirfi .  Il  mafehio  è  di  color  grigio  fa 
macchiato  di  bianco ,  a  riferva  della  gola  ,  e 
petto  ,  che  fono  di  colore  di  {cariato ,  o  piut 
ilo  di  fuoco  affai  vivo  :  la  femmina  è  di  un  § 
gio  più  chiaro  ,  col  petto  roffo  pallido  .  Le  fi 
uova  fono  di  color  cenerino  variato  di  bruno 
non  mai  più  di  tre  .-  le  depone  nel  primo  bue 
che  trova  in  terra,  ove  le  lafcia  fenza  prend 
fene  molta  cura.  La  Loyca  fi  alleva  bene  in  g; 
bla ,  ed  è  affai  pregiata  per  la  dolcezza  ,  e 
monia  del  fuo  canto  .  Quando  gode  della  fua 
berta  s'alza  perpendicolarmente  in  aria  cantar 
Infieme  colla  femmina,  e  poi  feende  della  fh 
maniera.  Gì*  Indiani,  che  fanno   molte    offer 

^-aioni  fuperftiziofe  fui  canto  di  quefto  uccello, 
mano  di  avere  delle  belle  piume  del  fuo  pe 
per  abbellirne  i  loro  cimieri  . 

8.  La  Rara,  Phytotoma  Rara  gen.  nov.  (V 
è  preffo  a  poco  della  grandezza  della  quaglia: 
fua  fpecie  è  unica  nel  luo  genere  ,  ed  appartie 
gir  ordine  delle  paffere  del  Linneo  .  Ha  il  b< 

co 

(*)  Sturnus  fufeo  ,  alboque  maculatus ,  pedor» 
^occineo . 

(t*;  Phytotoma .  Rofirum  conicarn ,  re<3um,  k 
ratum  * 

Kares  ovata?  . 

Lingua  brevis ,  obtufa  « 


'^Zlfem 


LIBRO     IV.  155 

roffb ,  conico  ,  diritto  ,  appuntato  ,  ritagHa- 
1  in  forma  di  fega  ,  e  lungo   un  mezzo  pollice, 

lingua  corta  e  ottufa  ,  la  pupilla  degli  cechi 
una  ,  i  piedi  divifi  in  quattro  dica  ,  tre  propor- 
onate  dinanzi ,  e  uno  breve  indietro  ,  la  coda- 
ediocre ,  e  mondata  ;  il  fuo  colore  è  grigio  feu- 

fui  dorfo ,  e  chiaro  fotto  il  ventre  ;  le  penne 
«eftre  delle  ali ,  e  le  prime  della  coda  da  aro- 
due  le  bande  hanno  le  punte  nere  .  Il  fuo  grU 

è  rauco ,  interrotto  ,  e  in  certo  modo  efpri- 
-nte  le  fìllabe  del  fuo  nome .  Si  ciba  di  erbe* 
rdi ,  ma  ha  la  maligna  proprietà  di  non  man- 
irle,  fé  non  dopo  aver  fegato  preffo  la  radice 
gambo  della  pianta  :  fovente  per  puro  paffatern- 

getta  a  terra  una  gran  quantità  di  ortaggi, 
I  quali  non  mangia  neppure  una  foglia  .  I  con- 
lini le  fanno  perciò  una  guerra  continua  ,  e  dan- 

un  buon  premio  ai  ragazzi,  che  trovano  le.» 
;  uova  :  quefte  fono  due  foltanto  di  color  bian- 

fpruzzato  di  roffb  .  Ben  confapevole  della  pro- 
cione fulminata  contro  1*  efiftenza  della  fua-, 
ile  fa  il  fuo  nido  negli  alberi  più  folti ,  e  ira 
)ghi  ombrofi  ,  e  poco  frequentati  .  Non  orlante 
ella  precauzione  la  fua  razza  fi  è  diminuita  di 
)lto  ,  e  attefa  la  premura ,  che  hanno  i   paefa* 

di  {terminarla,  fembra  che  non  pofla  con  fer- 
ri! lungo  tempo,  o  che  almeno  la  fua  propa- 
zione  non  lafcierà  mai  di  corrifpondere  al  feo 
una . 

9.  Il  Pappagallo  :  Il  Chili  ha  tre  fpecie  di' 
efti  volatili  runa  è  permanente,  e  le  altre  due 
ao  di  paffaggio .  Il  pappagallo  permanente ,  che 

quei 


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*5*  LIBRO      ir. 

quei  popoli  chiamano  Tbecau ,  Vfittacu*  Cyana 
Jìos  (*) ,  è  poco  maggiore  di  un  colombo  :  il  i 
collo  è  corredato  di  un  bel  collare  turchino  : 
penne  della  tefla,  delle  ali  ,  e  della  coda  fo 
di  color  verde  macchiato  di  giallo  ;  quelle  < 
dorfo  ,  della  gola  s  e  del  ventre  fono  gialle  b 
nate  di  verde  :  la  fua  coda  è  mediocre  ,  e  ugi 
le.  I  pappagalli  di  quefta  fpecie  abbondano  i 
tutto  il  Paefe,  e  arrecano  un  gran  danno  a 
frutte ,  e  fpecialmente  al  grano  .  Volano  in  i 
merofe  brigate ,  e  quando  fcendono  verfo  te 
per  cibarfi ,  uno  di  efli  va  a  pofarfi  fopra  ji 
albero  vicino  per  far  la  guardia  ,  ed  avvifare 
compagni  con  replicate  Arida  ,  fé  mai  loro.q 
praftaiTe  qualche  pericolo  :  fi  cangia  vicendev 
mente  quefta  guardia  di  tempo  in  tempo  ,  ai) 
che  tutti  poffano  mangiare  .  Quinci  riefce  al 
difficile  al  cacciatore  di  poterli  forprendere  in 
le  fiato:  ma  collo  ttratagemma  di  tirare  in  a 
un  cappello,  dietro  al  qual,e.effi-,  alzati  da  ti 
ra,  fi  avventano  con  furia  incredibile,  fé  ne  a 
mazza  collo  fchioppo  una  qualità  grande  •  : 
Permettere  in  ficuro  la  loro  progenie  fi  3 
nidano  nelle  balze  più  fcofcefe,  facendovi  t 
profondi  ,  e  torruofi  buchi  ,  in  fondo  de*  qu 
pongono  due  uova  bianche,  e  grotte  come  qui 
le  di  colomba.  Nulladimeno  i  contadini,  eh 
vanno  in  traccia  cei  loro  figli ,  calano  per  u 
sorda  da  quelle  rupi ,  e  gli  eftraggono  con  ce 

unci^ 


(*)  Pfittacus   brachyuius,  luteo-  vireos ,  colla 
isacruieo  ,  uropygio  rubio  • 


A. :*. 


***, 


LIBRO     TV.  157 

clnì  fatti  a  pofta  .-  quefti  piccoli  pappagalli  fo- 
preziofi  a  mangiare  ,  e  fi  vendono  ancora  a 
on  mercato  :  ho  veduto  darne  otto  per  1'  in- 
ia  moneta  del  paefe  ,  che  vaie  fei  bajocchi  e 
:zzo  .  Alcuni  eziandio  gli  addcmefìicaro,  e  am- 
teftrati  imparano  bene  a  parlare .  I  loro  geni- 
ri  ,  vedendo  rapita  quella  primatìccia  prole  , 
mano  ben  prefto  a  produrne  una  nuova  ,  la- 
ale  fé  viene  a  foggiacere  alia  medesima  dif- 
illa, ne  fanno  una  terza,  ed  anche  ina  quar- 
,  finché  poflfono  condur  feco  la  coppia  ar-mia- 
richiefia  dalla  natura  :  perciò  il  loro  prodigio- 
numero  non  fi  vede  mai  fermiti  ito  a  di/petto 
Ila  gran  quantità,  che  ogni  anno  fi  confuma  .- 

I  pappagalli  pafTeggieri  fono  il  Choroì  ,  e  la 
ruilma :  io  li  chiamo  paffrggieri  ,  non  già  per- 
è  vadano  da  un  altro  paefe  al  chili  ,  ma  per- 
è  abitando  di  fiate  nella  Cordigliela  ,    fcendo- 

d*  inverno  alle  campagne.  Tutteddue  fono 
Ila  grandezza  di  una  tortora  ,  e  della  razza  dei 
rrocchetti  .  Il  primo  ,  che  denominerò  Pfittacus 
orstus  (*) ,  ha  la  parte  fu  peri  ore  del  corpo  ver- 
,  il  ventre  cenerino  ,  e  la  coda  proporziona- 
;  quefio  parla  meglio  di  tutti  gli  altri.  Il  fe- 
ndo, Pfittacus  Jaguìlma  (1*),  è  tutto  verde, 
Ite  le  punte  delle  ali  che  fono  brune,  e  por- 
una  coda  iunghirlìma,  e  appuntata.  Gì*  indi- 
li vidui 


m 


.(*)  Pfittacus  brachyurus  viridis ,  fubtus  cinereus , 
bitis  jncarnatis  . 

ifc*j  Pfittacus  fiacrourus  viridis  9  rernigibus  apice 
fcis  ,orui£is  iuivis» 


a>8  L  1  B  R  O     1  V. 

Vida!  di  quella  fpecie  fembrano  i  più  fecondi 
tutù  i  pappagalli .  Gli  fiorini ,  che  di  elfi  li  ve 
gono  nelle  pianure  finiate  tra  i  gr.  34.  e  45 
fono  per  dir  così  immenfi  ,  e  neffuno  ,  che  ni 
gli  abbia  veduti ,  potrà  mai  formarcene  un'  id 
corrifpondente.  Quando  fanno  i  loro  varchi 
traccia  di  nuove  pafture  ofcurano  il  Sole  ,  e  : 
lordano  col  confufo  romorio  delle  loro  voci ,  pc 
che  5  mentre  volano  ,  non  ceffano  mai  di  gridar 
Fortunatamente  quelli  uccelli  diftruggitc 
non  vi  arrivano,  fé  non  dopo  fatta  la  racco! 
dei  frutti ,  e  fé  ne  ritornano  prima  che  gli  \ 
Jberi  comincino  a  germogliare;  altrimenti  dev 
Perebbero  ogni  cofa  col  loro  terribile  becco  ;  , 
campagne  ,  ove  fi  pofano ,  rimangono  affatto  d 
l'erte ,  e  fpogliate  perfino  delle  radici  dell'  erb 
Non  fi  sa  quante  volte  covino  all'  anno,  ma 
porto  opinione ,  che  ciò  fucceda  ogni  mefe ,  e 
cettuati  quelli  del  verno  ,  perchè  ,  malgrado 
itrage,  che  di  loro  fi  fa  per  quelle  campagne, 
veggono  ritornare  femprepiìì  numerofi .  I  cont 
duii  montati  fopra  veloci  cavalli  gli  affalgono  h 
petuofamente ,  quando  Hanno  in  terra ,  e  ne  u 
cidono  una  gran  quantità  con  delle  lunghe  pe 
tiche,  che  portano  in  mano  ,  mentre  per  la  gn 
moltitudine  s'  impedirono  V  un  P  altro  di  a 
xarfi  prontamente  al  volo  .  la  loro  carne  è  d 
licata  affai,  anzi  più  tenera,  e  più  guftofa 
quella  degli  altri  pappagalli. 

13*  Il  Theghel,  Pana  QhìUnfu  (*)  ;  in  qua 

„., ._«__    turta 

(*;  Parrà  unguibus  modkis , pecìibus  lufcis,occ 

pi  te  fu  b  enfiato  . 


L  1  B  R  0      I  r.  ±19 

ta  P  America  fi  trovano  certe  gallinelle  con 
ili  armate  di  forti  fproni,  chiamate  nel  Bra- 
,  dove  fono  affai  comuni  ,Jacane9  e  nelle  ai- 
Provincie  con  differenti  nomi .  Quefta  del 
ili  è  a  un  di  pretto  grande  come  una  gazza  , 
più  alta  di  gambe  :  ha  la  tefta  nera  ornata 
un  piccolo  pennacchio,  il  collo,  il  dorfo  ,  e 
parte  anteriore  delle  ali  di  color  violetto ,  la 
a  fino  alla  metà  del  petto  nera ,  il  ventre^ 
nco ,  e  le  penne  delle  ali ,  come  ancora  quel- 
delia  coda ,  che  fono  affai  corte ,  di  un  bru- 
carlo .•  la  fua  fronte  è  guernita  di  una  car- 
ità roffa  divifa  in  due  lobi  ;  gli  occhi  hanno 
ride  gialligna ,  e  la  pupilla  bruna  ;  il  becco  è 
ico  un  poco  ricurvato  verfo  la  punta  ,  e  lun- 
due  pollici  incirca  ;  le  narici  fono  bislunghe , 
perte  ,  e  le  gambe  fenza  piume  fin  fopra  il 
occhio  :  i  piedi  hanno  tutte  le  quattro  àìtx^ 
;re  ,  e  convenienti ,  non  ifproporzionate  come 
Ile  delle  Brafiliefi  .  Gli  fproni  fpuntano  non 
['  eftremità  delle  ali  ,  come  fi  fuppone  comu- 
nente,ma  dalla  punta  de!  gomito,  o  fia  dall' 
colazione  del  braccio  col  cubito .  EfH  fono 
llognoli ,  conici ,  di  natura  oifea  ,  grolfi  nella 
e  tre  linee  ,  e  lunghi  un  mezzo  pollice. 

Trovandoli  queft'  uccello  così  ben  armato  fi 
mde  con  vigore  da  tutti  gli  animali, e  li  rif- 
ge  percuotendoli  furiofamente  con  i  fuoi  pun- 
)j.  Quantunque  abbia  le  dita  ben  feffe  ,  non 
>ofa  mai  fu  gli  alberi ,  né  ama  di  fiare  nei 
ghi  elevati ,  ma  fempre  foggiorna  nelle  pia- 
e  3  dove  fi  nutrica  di  vermi,  e  4'  infetti:  nì- 
JL  %  difica 


ito  LIBRO     IV. 

difica  fra  le  erbe ,  e  fa  foltanto  tre  uova  un  j 
co  più  grandi  dì  quelle  delle  pernici  ,  e  di  ce 
fofeo  variato  di  nero  ,  Je  quali  fono  più  fapc 
fé  di  quelle  delle  galline  .  Il  mafehio  e  la  fi 
mina  fi  tengono  fempre  compagnia  *  e  di  rad 
veggono  a  branchi  .  Quando  s9  accorgono  , 
qualcheduno  va  in  cerca  delle  loro  uova  ,  fi 
tirano  chetamente  .più  che  poffono  lontano 
nido,  appiattando/!  fra  le  erbe,  ne  fi  manife 
ho,  che  a  certa  diftanza  ,  fenza  inoltrar  fratta 
inquietudine  alcuna  :  ma  allorché  veggono  il  \ 
datore  approflimarfi  alle  loro  uova  ,  vi  fi  fpin 
no  contro  con  furia  incredibile .  E'  ftato  crTer 
to  ,  che  quefti  volatili  non  gridano  mai  in  t< 
podi  notte,  fé  non  quando  fen  tono  parlare  qi 
che  perfona  ;  perciò  gli  Araucani  fi  fervono 
eri!  in  tempo  di  guerra  ,  come  di  tante  fentii 
le  vigilanti ,  a  fcuoprire  le  forprefe  dell'  ini 
co  .  Ne'  tempi  andati  i  Signori  dì  quelle  Citti 
divertivano  nel  dar  la  caccia  a  quefti  uccelli 
falconi  addeftrati,  ma  ora  gli  ammazzano  ce 
fchioppo  .  La  loro  carne  non  è  inferiore  a  qi 
3a  della  beccaccia  . 

14.  Il  Piuquèn  ,  Oth  ChìUnfis  (*) ,  è  1 
fpecie  di  Otarda  più  grande  dell'  Europea  , 
color  bianco  colla  tefta ,  e  la  parte  anteriore  e 
le  ali  cenerine,  e  colle  prime  penne  maeftre  1 
re  ;  la  Aia  coda  è  corta  ,  e  contiene  diciotto  p 
ne  bianche  :    fulla  tefla  non  ha  efereicenza  al 

na  , 

(*;  Otis  capite,  juguloque  laevi ,.  corpore  alb 
vertice,  redncibufque  cinereis ,  remigibus  piin; 
ribus  nigris  • 


L  1  B   R  O.    I  V.  J,$J 

,  nemmeno  nella  gola  :  il  fu o  becco  è  propor- 
)nato  ,  e  fiorile  per  la  forma  a  quello  dell'  o- 
•da  .  I  fuoi  piedi  hanno  quattro  dita  affai  grof- 
:   lo  fprone  pofteriore  è  un  poco  alto  di  ter» 
.  Quefto  uccello,  che  ama  di  fcòrrere  le  pia- 
re in  focietà  con  altri  della  fu  a  fpecie ,    fi  ci- 
di erbe,  e  non  principia  a  generare,   fé  non 
pò  i  due  anni  della   fua  età;  le  fue    uova  fo- 
fei    di  color  bianco  ,  e  più  grolle  di    quelle^ 
11'  oca.  La  fua  carne    è  fuperiore  nel  guilo  a 
ella  de'  polli  d*  India  .  Siccome  egli  fi  dome- 
rà  con  gran  facilità  ,    così  alcuni    cominciano 
allevarlo  felicemente  nelle  loro  ville  . 

i$.  Il  Cheuque  ,    o  fia  lo  Struzzo  America- 
,  Struthìo  Rea  (*) ,  fi  trova  in  gran  copia  nelle 
li  Andine,  fpecialmente  intorno  al  gran  lago 
éuelguapì .  Quefto  fìruzzo  ,   la  cui  ftatura   ag- 
aglia  bene  quella  di  un  uomo,  ha  il  collo  ìun- 
due  piedi,  e  otto    pollici,  la    tefta  piccola, 
:onda  ,  e  riveftita  di  piume  ,  gli  occhi  neri  col- 
palpebre  corredate    di  ciglia  ,  il  becco    corto 
[argo  quafi  come  quello  delle  anitre,  le  gam« 
lunghe  quanto  il  collo,  i  piedi    forniti  di  tre 
a  anteriori  ben  felle  ,  e  di  uno  iniziato  indie- 
>  ,  e  la  coda  compofta  di  penne  corte  ,  e  ugua- 
,  che  fpuntano  dall'  uropigio  ,  o  fia  dal  codrio- 
.  Le  fue  ali  ,  tuttoché    abbiano   otto  piedi  di 
lefa  ,    fono  inabili  al  volo    per  la  coftruzione 
Ile  loro  penne,  le  fcul  barbe    non  vanno  unite 
R   3  le 


(*;  „  Struthio  pedibus  tridadylis  :  digito  pofiic® 
tondato  malico  .  Linn* 


ìÉt  L  I  B  R  O     1  V. 

le  une  all'  altre,  come  negli  altri  uccelli, 
fono  fclolte  ,  e  flefHbili  .  Quefte  penne  ,  come  \ 
re  quelle  del  dorfo ,  fono  di  color  cenerino  i 
ro  :  le  altre  ,  che  cuoprono  il  rimanente  del  e 
pò,  fono  biancaftre  «  Alcuni  di  quefti  uccelli  ce 
parifeono  tutti  neri  ,  e  altri  affatto  bianchi  , 
quefH  debbonfi  riputare  come  mcftri  della  1< 
fpecie . 

lì  Cbeuque  non  ha  le  ali  armate  di  pungigl 
ni ,  ne  lo  flerno  callofo ,  come  lo  ftruzzo  Ai 
cano  :  ha  bensì  al  pari  di  elfo  la  proprietà 
divorare  indifferentemente  quanto  gli  fi  prefei 
davanti,  giungendo  la  fila  voracità  perfino  a  ; 
gojare  il  ferro  ;  ma  il  fuo  cibo  più  gradito  fc 
le  mofche,  le  quali  caccia  con  (ingoiar  de#n 
za  :  fi  difende  dando  de*  piedi  a  quelli  s  che 
molerlano  ;  qualora  vuol  radunare  i  fuoi  figlii 
li,  li  chiama  con  un  flfchio  limile  a  quello,  e 
fuol  mandare  fuori  1'  uomo  .  Nelle  fu  e  covat 
che  depone  in  terra  ,  il  trovano  fpeffo  da  qi 
ranta  in  ferfanta  uova  ;  quefte  uova  fono  di  bu 
gufto  ,  e  così  grandi ,  che  i  loro  gufei  poflb: 
contenere  due  libbre  di  liquore  .  I  nazionali 
doperano  le  fue  penne  a  farne  pennacchi ,  par 
foli ,  fpazzole  ec.  Il  Sig.  Paw  ,  che  bene  fpel 
fi  dimentica  del  titolo  della  fua  opera,  fa  con 
parire  in  ifeena  queflo  uccello  come  tralignan 
dallo  ftruzzo  Africano  ,  perchè  in  vece  di  d\ 
ha  tre  dita  dinanzi  ;  ma  ancorché  quefti  due  v 
venti  foffero  di  una  medefima  fpecie,  che  certi 
mente  non  lo  fono,  $s.rc  che  la  prefunzione  i 
baftardigìa   doveife  militare  contro   V  Africane 

cerne 


L  1  B  R  O     1  V.  r6% 

jme  II  più  mancante  del  numero  di  membra  de-» 
inate  agi*  indivìdui  della  fua  ciarle  . 

16.  Il  fequìn ,  Strìx  Cunìcularìa  (*),  è  urL* 
rcello  del  genere  delle  civette  degno  di  atten- 
erne non  per  altro,  che  per  le  gran  tane,  che 
in  piana  campagna  col  fine  di  depositarvi  lo 
»va  ;    querce  tane    fono  sì   profonde ,  che  il    Po 
:uille*e    aflicura  dì  effervi  flato   dietro  un  gran 
mpo  a  fcavarne  una  fenza  aver  potuto    arriva* 
al  fondo.  La  ftatura  di   quello  potente  mina- 
re non  fupera  quella  del  colombo  ,    ma  il  fuo 
:cco  fimile    a  quello  dello    fparviere    è    forte, 
rto,    e  adunco:  ha.  le  narici  affai    rilevate,  e 
i  occhi  grandi  coli*  iride  gialla  :  tutta  la  parte 
periore    del  fuo  corpo  è  di  color  grigio    mac- 
Iato  di  bianco:  la  gola,  il  petto,    il  ventre  K 
me  ancora  la  coda  che  non  oìtrepafTa    in  lun- 
lezza  le  peone  delle  ali ,  fono  di  un  bianco  fu- 
:io.    Ha  le  cofeie  rivenite  di  piume  fine,  e  le 
mbe  corredate  di  tubercoli ,    dai  quali  fpunta- 
>  dei  peli  corti:  le  {uq  dita  fono  forti  e  munì* 
di  unghie  nere  ,   e  ricurvate  .  Il  Pequen    non 
:hiva  tanto  la  luce,  come  gli  altri  uccelli  del- 
fteìfo  genere  :  d*  ordinario  il  vede  paleggia- 
colla  femmina  fua  compagna  vicino  alla  boc- 
della  fua  tana  :  fi  nutrifee  à'  infetti ,  e  di  rct- 
i,  i  di  cui  avanzi  caccia  in  un  mucchio  ai  la- 
della   medefima  tana.  Col  fuo  flridore ,  che  è 
5ubre,  e  benefpeffo  interrotto,    fembra  profe- 
R  4  rire 


:! 


(*)  Strix  capite  ìxvl ,  corpore  fupra  fufeo  3  fubtus 
>o ,  pedibus  tuberculatìs  piloiis  « 


: 


ih* 


*<*4  US  21  O      I  |. 

rire  le  fillabe  del  proprio  nome  .  Le  fu  e  uov 
fono  quattro  di  un  color  bianco  punteggiato 
giallo,  le  quali  malgrado  la  profondità,  in  ( 
reftano  fotrerrate,  non  hanno  potuto  sfuggir 
dalle  ricerche  di  un  pertinace  oflervatorc  .  Il 
Feuiile'e  atferifce  ,  che  la  carne  di  quefto  ucci 
lo  è  di  un  gufìo  maravigliofo ,  febbene  non  mi 
noto ,  che  neffun  Chilefe  ne  abbia  finora  ma 
giato  . 

17.  Il  Tharu,  Falco  Tharus  (*)  ,  è  una  ff 
eie  dì  Aquila  della  grandezza  di  un  buon  capp 
ne,  affai  comune  in  tutto  il  Chili;  il  mafehio 
di  color  biancafiro  macchiato  di  nero  ,  ed  h 
nella  tefìa  una  forta  di  corona  compofta  di  pi 
me  nere  più  lunghe  nella  circonferenza,  che  1 
centro  :  il  fuo  becco  è  bianchiccio ,  e  forma 
come  quello  delle  aquile  comuni  :  i  fuoi  pie 
fono  gialli  fcagliofi  colle  dita  armate  di  robu 
artigli .  Le  gran  penne  delle  ali  ,  e  le  punte 
quelle  della  coda  fono  nere.  La  femmina  è 
poco  più  piccola  del  mafehio,  di  color  bigio, 
va  ornata  di  una  piccola  crefta  nera .  Quefti  11 
celli  coftruifeono  il  loro  nido  fu  gii  alberi  più  ; 
ti  con  bacchetti ,  che  difpongono  in  forma:  di  t 
craticcio  quadrato  ,  fopra  il  quale  ammucchiai 
una  gran  quantità  di  lana ,  di  borra ,  e  di  pi 
me;  quivi  fi  fgravano  di  cinque  uova  bianchi 
punteggiate  di  grigio  .  Si  alimentano  di  ogni  fo 
ta  di    animali,  ed  anche  di    cadaveri,  ma  nor 

danno 


(*)  Falco  cera  ,  pedibufque  luteis ,  corpore  albe 
nigrefeente,  vertice  enfiato  • 


L  I  B  R  O     1  V.  %6i 

anno  apertamente  la  caccia  ai  volatili ,  come 
li  altri  uccelli  di  rapina  :  fi  rendono  prima  ad 
(fi  famigliari  ,  e  poi  da  traditori  fi  avventano 
)ro  addoffo  ,  quando  meno  ci  penfano  .  Il  maf- 
tuo  cammina  fempre  con  un'  affettata  gravità  ,  e 
on  la  tefta  elevata  .-quando  gracchia  ,  lo  che  fa 
>effe  volte,  va  alzando  gradatamente  il  capo  * 
nchc  viene  a  toccar  con  elfo  il  groppone,  e  co- 
l  col  becco  in  alto  termina  la  fua  nojofa  can* 
one  è 

Il  Jote ,  Vulcur  Jota  (*) ,  è  molto  limile  ali* 
voltojo  Aura  già  conofciuto  dai  Naturalifti,  e 
>rfe  non  n'  è  altro  che  una  varietà  ;  egli  tutta- 
la, a  differenza  dell'Aurata  il  becco  cenerino 
olla  punta  nera  *  le  penne  delle  ali  brune,  e^ 
ere  tutte  le  altre;  la  fua  tefta  è  Umilmente  i- 
nuda  e  coperta  foltanto  di  lina  pelle  grinza  rof- 
ecìa ,  e  T  iride,  come  pure  le  gambe  ,  fono  di' 
olor  bruno  .  Il  Jote  però  non  acquifta  quefti  co- 
tti ,  fé  non  a  poco  a  poco .  Quando  è  giovane 
interamente  bianco  ,  e  non  principia  a  divenir 
èro,  fé  non  dopo  qualche  tempo,  che  è  fuori 
el  nido  *  La  prima  macchia  nera  gli  fpùnta  fui 
orfo  come  un  piccol  neo  ,  la  quale  fi  dilata  poi 
er  tutto  il  corpo.  Benché  quefto  uccello  fil- 
;rande  come  un  gallinaccio,  ed  abbia  il  beccd 
ncinato ,  e  forti  gli  artigli ,  non  attacca  mai 
effun  volatile  *  Si  ciba  de'  cadaveri ,  che  tra- 
a,    e  de1  rettili,    che  può    attrappare;    egli    è 

tanto 


UT 


Piiil 


(*)  Vultur  niger,  reorigibus  fufcis,  roflro  cin«* 
aceo  « 


i  *i  ri 


.. 


±66  LIBRO     IV. 

tante  fìupido,  e  neghittofo,  che  vien  chiamai 
T  afino  degli  uccelli .  Si  vede  d'  ordinario  fta 
fene  lungo  tempo  immobile  fulle  rupi,  e  fu 
tetti  delle  cafe  colle  ali  diftefe  per  prendere 
Sole;  non  fi  fente  la  fua  voce,  fé  non  quanc 
vien  percoflb,  e  moleflato  ;  allora  flrillando  e. 
me  farebbe  un  forcio,  rigetta  tutto  quello,  ci 
ha  mangiato  .*  da  tutto  il  fuo  corpo  tramanda  ur 
puzza  affai  difpiacevole  .  Conforme  alla  natura 
fua  indolenza  fa  il  nido  fenza  alcun  artifizio  f] 
i  dirupi,  ed  anche  in  piana  terra,  ammaffande 
vi  confufamente  delle  foglie  fecche  ,  e  delle  pii 
me,  e  vi  depone  due  uova  di  un  color  bianc 
affumicato . 

*<>.  Il  Condor,  Vultur  Gryphus  (*)  ;  la  pan 
la  Condor,  con  cui  univerfalmente  fi  nomina  qu< 
fio  enorme  avoltojo,  deriva  dalla  lingua  Peri 
viana  i  i  Chilefì  lo  chiamano  Manque  :  effo  è  fer 
za  contraddizione  il  più  grande  uccello  ,  che  fc 
ftenga  Paria.  Il  Linneo  gli  dà  fin  a  fedici  pie 
di  d'  invergatura ,  ma  i  maggiori,  che  io  abbi 
veduti,  non  ne  avevano  che  quattordici  piedi, 
qualche  pollice.  Il  fuo  corpo,  che  fupera  d'  al 
fai  in  groflezza  quello  dell'  aquila  reale ,  è  rive 
Aito  ài  piume  nere  a  riferva  del  dorfo,  che 
tutto  bianco  .  Il  collo  è  fregiato  di  un  collare. 
largo  un  pollice,  e  compofto  di  piume  rilevati 
parimente  bianche.  la  tefla  è  guernita  foitantt 
di  un  pelame  corto,  e  fertile .-  gli  occhi  fonone 

ri 


<*;  „  Vultur  maximus,*aruncula  verticali lonoi 
«udme  capitis ,  gula  nuda  .  lìnn. 


j 


X  'È  t  B  R  O    1  r.  Mi 

i  coli'  iride  di  un  roffo  bruno  :  il  becco  è  luti* 
;o  quattro  pollici  ,  grofib  ,  adunco  ,  nero  nella 
>afe  ,  e  bianco  verfo  la  punta  ;  le  penne  mae- 
Ire  delle  ali  hanno  comunemente  due  piedi  ,  t 
ove  pollici  di  lunghezza  ,  e  quattro  linee  di 
iametro;  le  cofcie  fono  lunghe  dieci  pollici,  e 
ito  linee,  ma  le  tibie  non  hanno  che  fei  polli- 
i .-  i  piedi  fono  forniti  di  quattro  dita  róbufle  ^ 
[  dito  di  dietro  è  lungo  due  pollici  incirca  3  ed 
a  ima  fola  articolazione  ,  e  un'  artiglio  nero  di 
ndici  linee  :  quello  di  mezzo  ha  tre  articolazio* 
i  ,  e  cinque  pollici,  e  dieci  linee  di  lunghez- 
a  fenza  P  artiglio,  il  quale  è  curvo,  bianca* 
ro  e  lungo  ventidue  linee;  gli  altri  due  fonò 
n  poco  più  corti  ,  e  vinno  ugualmente  forniti 
i  vigoroil  artigli  :  la  Coda  è  intera ,  e  piccola 
ifpetti  vani  ente  alla  mole  dell'  uccello  .  La  km* 
lina  è  inferiore  in  grandezza  ai  mafchio,  e  dì 
oior  bruno;  la  fua  nuca  è  ornata  di  un  piccol 
iuffo,  ma  il  fuo  collo  è  fprovveduto  di  collana» 
I  Condori  s'  annidano  nelle  falde  più  ripide 
ei  monti  fulle  rupi,  che  /porgono  in  fuori: 
ongono  due  uova  più  grolle  di  quelle  de'  polli 
'  India  dì  color  bianco  .  Il  loro  cibo  ordinario 
è  la  carne  di  quegli  animali ,  che  trovano  more 
,  o  che  effi  medefìmi  uccidono  facendo  le  ve* 
ì  de*  lupi,  i  quali  mancano  nel  Chili.*  affalgo* 
o  le  mandre  di  pecore  ,  e  di  capre ,  e  fpeffe^ 
ohe  danno  anche  la  caccia  ai  vitelli  5  quando  li 
ovano  feparati  dalle  loro  madri  :  allora  alcu- 
!  di  effi  fi  unifcono  ioiìeme  ,  e  piombando  dì 
olo  fopra  il  vitello,  che  hanno  prefo  di  mira, 

.     io 


,)1HJ:    ! 


■iii^ 


I 


i£8  LIBRO     IV. 

lo  circondano  colle  ali  aperte  ,  gli  beccan  g 
occhi ,  acciocché  non  poffa  fuggire  ,  e  lo  sbrani 
no  in  un  momento .  I  contadini  cercano  tutti 
mezzi  poffibili  per  diftruggere  quelli  veri  pira 
dell'  aria;  alcuni  di  elfi  diftefi  carpone  per  te: 
ra  fi  cuoprono  fotto  una  pelle  frefca  di  bue. 
Condori  credendoli  beftie  morte  s'  accodano  p< 
mangiare,  e  allora  colle  mani  protette  da  for 
guanti  coloro  gli  afferrano  per  le  gambe  con 
gran  deflrezzia  :  accorrono  Avitamente  altre  pe 
fcne  appoftate  a  quello  fine  per  foftenerli  ,  e  u 
riderli  .  Altri  però  con  migliore  intendimem 
coftruifeono  un  piccolo  fteccato ,  e  vi  pongc 
dentro  una  beftia  morta .  I  condori,  che  hanr 
un  perfetto  odorato  ,  e  una  viltà  perfpicaciflìrc 
s'  avventano  fubito  a  divorar  quella  beflia  ,  del 
quale  fi  riempiono  talmente  il  ventre  colla  loi 
naturale  ingordigia  ,  che  non  potendo  alzarli  ; 
volo,  né  facilitarlo  colla  carriera  per  Panguft 
del  medefimo  fìeccato ,  vengono  ammazzati  ce 
groffi  baffoni  dagli  appiattati  contadini  .  Quanc 
però  fi  trovano  ad  una  certa  altezza,  quantui 
que  ben  pafeiuti,  volanocon  facilità,  e  giungi 
no  perfino  a  perderli  di  vifta  ,  o  a  comparire 
almeno  groffi  non  più  d'i  un  tordo  .  Quefta  fpi 
eie  di  avoltojo  non  mi  fembra  differente  fé  ne 
nel  colore  dal  grande  avoltojo  giallo  degli  Svi; 
zeri  detto  Laemmer  •>  Geyer  .  (i) 

Tren- 

(i)  1  pìpìflrdli  vìventi  dì  mezzo  tra  gli  uccelli 
e  i  quadrupedi  fi  trovano  dì  due  fpecìe  nel  Chili 
cioè  il  demeflico  ,  che  non  fi  distìngue  in  nulla,  dal 
Europeo  y  e  il  fampagnuoh%  il  quale  è  della  medi 


wm 


L  1  B  R  O     I  V.  169 

Trenta  fei  fpecie  di  quadrupedi  efiftono  fen-    Quadra- 
la dubbio  nel  Chili,  come  altrove   abbiam    det-  pedì  • 
0.  In  queito   numero   pero    non    comprendiamo ■  Utuma  . 
uelli,  che  dall'  Europa  fono  flati  colà  trafporta* 
i  ;  così  nemmeno  i  porci ,  e  i  cani ,  quantunque 

0  fia  portato  a  credere  ,  che  quelli  non  fieno  di 
azza  Europea ,  perchè  a  differenza  di  tutti  que- 
gli animali ,  che  Tappiamo  edere  foreftieri  ,  eiH 
anno  nella  lingua  Chilefe    un    nome  peculiare  • 

1  P.  Acofta  medefimo,  che  fcriife  poco  dopo  la 
onquifla  dell'  America  Meridionale  ,  non  fi  ar- 
ifchiò  a  decidere  full*  origine  dei  Porci  domefti- 
i  del  Perù  .  Quelli ,  che  trovanfi  nel  Chili  ,  fi 
hiamano  in  queìl'  idioma  Chanchu ,  e  fono  della 
ledefima  fpecie  ,  e  grandezza  degli  Europei  ,  ma 
rdinariamente  fono  di  color  bianco  differenti  in 
io  da  quelli  del  Perù  ,  che  fono  neri . 

Circa  poi  i  cani  io  non  pretendo  già  ,  che.* 
utre  le  razze,  che  fi  vanno  allevando  colà  ,  vi 

trovaffero  avanti  all'  arrivo  degli  Spagnuoli  , 
la  folo  prefumo  ,  che  prima  di  queft'  epoca  vi 
)fTero  già  conofciuti  il  picco!  barbone  detto  Kilthof 

il  cane  ordinario,  o  comune  chiamato  Thegua , 
quali  fi  fono  ritrovati  in  tutte  le  contrade  fino- 
\  fcorfe  fino  al  Capo  d'  Horn  .  Quelli  cani  ab- 
ajano,  come  fanno  quelli  ,  che  fono  d*  origine 
uropea ,  ma  non  per  quello  debbonfi  riputare-* 
vventizj  .  L*  opinione  di   efTere    mutoli    i   cani 

Ame- 

ma  grandezza  ,  e  forma  ,  ma  dì  pelame  arancia-' 
0:  quefte  due  fpecie  non  fono  fanguinarìe  ,  comt* 
nelle  della  Zona  Torrida  meridionale  5  e  non  fi  ei~ 
Wm  d'  alif  ,  ehè  d*  infetti . 


s?o  LIBRO     IFi 

Americani  non  è  derivata  da  altro,  che  dall' a 
bufo  ,  che  fecero  quei  primi  Conquiftatori  dei  no 
mi  degli  eiferi  del  Vecchio  Continente  appìican 
doli  capricciofamente,  e  fenza  verun  difcernimen 
to  ai  nuovi  oggetti ,  che  fi  paravan  loro  davan 
ti  con  qualche  leggiere  fomiglianza  a  quelli,  eh 
avevano  lafclati  in  Europa  .  Giunti  al  Medico  \ 
trovarono  il  Techìchì  animale  mutolo  fimile  alqiiar 
to  al  cane  nella  forma  ,  ma  di  un  genere  affai  di 
verfo ,  come  fa  vedere  neUa  fua  erudita  Storia, 
del  Menico  il  Ch.  Sig,  Ab*  Saverio  Clavigero 
Quella  lieve  apparenza  bailo  loro  per  crederlo 
e  denominarlo  un  vero  cane  ,  e  fra  le  altre  coi 
ftraordinarie  ,  che  afferirono  di  avere  incontrai 
in  America ,  divulgarono  ancora  che  i  cani  e 
quel  N^ovo  Mondo  non  fapevano  abbajare  :  que 
ilo  favolofo  racconto  fi  è  propagato  fino  ai  gioì 
ni  noftri  ,  e  non  fono  mancati  dei  Naturalifti 
che  1*  hanno  adottato  come  una  vera  feoperta 
Sul  medefimo  fondamento  fi  era  fparfo,  che  i  ca 
ni  Europei,  che  fi  trafportarono  nell'  Ifola  di  Qh 
fermandes  in  quei  tempi  deferta  ,  vi  avevano  per 
duta  la  voce;  ma  gli  abitanti,  che  ora  vi  fi  tro 
vano  ,  hanno  faputo  fmentire  quello  curiofo  aned 
doto  . 

L*  abufo  della  nomenclatura ,  che  continua, 
tuttora ,  è  flato  perniciofiilimo  alla  floria  natura 
le  d'  America  :  da  quello  derivano  i  capriccio] 
iifìemi  fulla  degradazione  dei  quadrupedi  in  quell 
ìmmenfo  Continente  ;  quindi  procedono  i  piccol 
cervi ,  i  piccoli  cinghiali  ,  i  piccoli  orfi  ec.  chi 
alleganti  ad  appoggio  di  tali  falerni,  i  quali  nqi 

hair 


ti 


L  I  B  R  O     1  K  %i% 

nno  altro  di  comune  colle  Specie,  a  cui  fi  dip- 
ingono appartenere,  fenon  quel  nome  abufi vo  ,. 
e  hanno  loro  impofto  alcuni  fiorici  poco  offer- 
tori per  qualche  ingannevole  raifomiglianza  nel« 
figura  .  Un  moderno  rifpettabile  Autore ,  che 
stende  e/fere  evidente  la  degenerazione  degli 
imali  in  America,  adduce  in  prova  di  cotefta 
inione  il  Mirmecofago  Americano  ,  chiamato 
Igarmente  Orfo  formìcaro  ,  fpacciandolo  come 
ramo  tralignante  dalla  fpQc'iQ  dell'  Orfo  ;  ma 
efio piccolo  quadrupede,  come  convengono tut- 
i  Naturalirli ,  non  folo  fi  diftingue  dall'  orfo 
I  genere ,  ma  anche  nell'  ordine  s  e  per  con* 
;uenza  non  deve  riputarli  come  varietà  imba- 
rdita di  una  Specie  ,  colla  quale  non  ebbe  mai 
runa  affinità  effenziale  .  Quanti  paralogismi  di 
ifto  carattere  non  fi  potrebbero  mettere  in  carn- 
,  fé  fi  voleflero  Schierare  tutti  i  quadrupedi  A- 
ricani ,  contro  i  quali  è  fiata  fulminata  prov- 
ionalmente  la  Sentenza  di  degradazione  ! 

Le  Specie  di  quadrupedi,  che  poflbno  vera- 
nte  dirli  le  medefime  di  quefte  ,  che  vediamo 
1  vecchio  Continente ,  Sono  pochilfime  nell'  A- 
rica  Meridionale,  e  gì'  individui  loro  o  con- 
vano la  medefima  ftatura  ,  o  1'  hanno  accre- 
ìta  nella  loro  perenne  propagazione  ,  e  lunga 
nora  Sotto  di  quel  benigno  Clima  .  Il  Chili 
ei  ha  altre  Specie  di  quefta  Sorta,  che  le  voi- 
t  le  lepri ,  le  lontre ,  e  ì  Sorci .  Le  Volpi  So- 
di tre  Specie,  come  qua  in  Europa,  xioè  ii 
rfr ,  o  fia  la  Volpe  comune ,  Canìs  Vulpes  ;  la 
iliaco  la  volpe  campestre,   Qmh  Alopex;  il 


\im 


%7%  L  I  E  R  O     IV. 

fayne  -gara  ,  ovvero  la  Volpe  turchina  ^Canìs  L 
gopus  ,  la  quale  è  nera  nelì'  Arcipelago  di  Ch 
loe  :  quefte  diverfe  Volpi  fono  eguali  in  corp 
ratara  a  quelle  dì   queft'  Emisfero  . 

Le  lepri ,  Lepus  tìmìius ,  hanno  la  medefin 
configurazione  ,  e  colore  dell'  Europee  ,  ma  le  f 
pcrano  nella  grofTezza  ,  poiché  fogliono  pefare 
no  a  trenta  libbre  comuni  d*  Italia  ,  \\  che  vi 
co  fermalo  dall'  autorevole  teftimonianza  del  C 
mandante  Byron  ,  che  le  vide,  e  le  pesò  nel  Pc 
to  D.ejì Aerato  filila  Cofta  Patagonica  ,  dove  fi  tr 
vano  in  gran  copia  .  (i)  Nel  Chili  però  non 
veggono  guari  ,  che  nelle  Provincie  di  Coquii 
bo  ,  di  Puchacay  ,  e  di  Hullquilemu:  la  loro  e; 
ne  fi  è  migliorata  in  quella  parte  dell'  Americ 
effendo  perfettamente  bianca ,  e  di  un  fapor 
che  non  ha  niente  di  falvatìco  .  Le  lontre  ,  M 
Bela  Lutra ,  fimili  nella  figura,  e  grandezza 
quefte  di  Europa  ,  abitano  le  acque  dolci  del 
Provincie  Auftrali  .  I  gran  topi  domeftici  vi  i 
no  flati  portati  dai  basimenti  Europei ,  ma  il  Ci 
li  già  aveva  il  picciol  forcio  domeftico  Mus  m 
jculus,  e  il  campeftre  Mus  terreftris ,  cifre  ad  ; 

cuni 


(i)  ,,J>   m'   avan pai  à  envlron  fix  ,  oh  fept  m 
99les   dans  la  contrée  .  Je   v:s  plufieurs    lievres  ai 
„  gros  ,    que   de  jeunes  chevreuils  ;  j*  en   tirai  ui 
3,  qui  pefoìt  plus  de  vingt   Jix  livres  .  Il  eft  certah 
?,  que  fi j*  eufie    eu  un   bon   levrìer  ,   on  auroit 
,,  donner    du    lievre  aux  équrpages  deux  fois  la 
3,  maìne  •   Les    lievres  ont  ici  la  chair  bianche , 
3,  d'  un  gohttrès-  agréabte  .  Voy.  d*  Hawkeiwor 
„  tom.  i.  pag.  %^ 


A  &_ 


L  I  B  R  O     I  V.  *73 

li  altri  ài  differente  fpecie ,  di  cui  faremo  in 
>reffo  una  breve  defcrìzione  . 

•  Quando  di  ili ,  che  le  {pQCÌQ  dei  quadrupedi 
ilefi  fono  trenta  fei,  intefi  di  parlare  ibltan- 
di  quelli ,  che  fono  ben  conofciuti  ;  io  fono 
•  altro  ben  perfuafo  ,  che  ve  ne  fiano  di  più  : 
atti  fembra  imponìbile,  che  le  montagne  del- 
Cordigliera  ,  poco  o  nulla  efaminate  finora,  non 
contengano  altre  nuove  fpecie,  fingolarmen- 
ìi  quelle,  che  per  la  loro  maggior  falvatichez- 
amano  di  flarfene  nei  luoghi  più  folitarj .  For- 
ancora  1  laghi ,  ie^  valli  ,  e  le  bofcaglie  del 
fo  Paefe  ne  rinferrano  parecchie  altre ,  che  at- 
dono  le  diligenti  ricerche  di   un  Naturalità, 

darli  a  conofcere.  La  tradizione  comune  coli- 
ne beniflimo  con  quella  mia  opinione-;  ed  ho 
rito  già  aonoverarfi  più  di  otto  fpecie  affatto 
>ve  fcoperte  in  differenti  tempi ,  le  quali  per 
i  efsere  fiate  vedute  ,  fé  non  da  poche  perfo- 
I  e  anche  alla  sfuggita  3  non  hanno  baftante 
enticità  per  efsere  ricevute  negli  ordini  del  Re- 
>  Animale. 

Tale  è  per  efempio  il  Vl-guchèn  quadrupede.* 
to  j  o  fpecie  di  gran  pipiftrello ,  il  quale ,  fé 
fua  efiftenza  foffe  reale ,  formerebbe  uno  de« 
anelli,  che  unifcono  gli  uccelli  ai ■  quadrupe- 

quefto  animale ,  per  quanto  dicefi  ,  è  della 
n  ìezza  ,  e  figura  del  coniglio  domefìico  :  va 
)erto  di  un  pelame  fino  di  color  di  cannella:' 
il  mufo  appuntato  ,  gli  occhi  grandi  ,  roton- 
,  e  luccicanti,  le  orecchie  appena  vlfibili,  le 

membranofe  3  le  gambe  corte  3  e  limili  a  quel* 
B  le 


ar1 


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RhL 


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2,74  LIBRO    ir. 

le  delle  lucertole  ,  la  coda  fui  principio  rotonc 
e  poi  larga  a  guifa  di  quella  del  pefce  :  fife 
come  le  bifeie,  e  alzali  a  volo  come  le  perni 
abita  nelle  buche  degli  alberi  ,  dalle  quali  r 
efee  fé  non  di  notte  ;  non  fa  male  ad  aleuti 
fuorché  agi'  infetti,  dei  quali  fi  nutrica. 

Tale  è  ancora  1'  Ippopotamo    dei  fiumi , 
laghi  d'  Arauco,  deferente  dall'  Africano,  e 
Hugliante  per   la  fiatura ,  e  per  la  forma    al 
vallo    terreftre ,  ma  coi    piedi  palmati,  come 
foche .    V  efìfìenza  di  qnefto  animale  è   univ 
falmenfe  creduta  in  tutto  il  Paefe ,  e  vi  fono 
che  delle  perfone,  che    affermano  di  averne 
duta  la  pelle ,  la   quale ,  ài  dir  di  loro ,    è 
perta  di  un  pelo  morbido  di  color  fimile  a  qu 
Io  dei  lupi  marini  . 

Ma  lafciando  quelli  quadrupedi  0  incerti 
male  oiTervati  a  quelli  che  poifono  procurarli 
cccafiene  di  accertarci  della  loro  efiftenza,o 
meglio  efamsBarli,  paleremo  a  trattare  di  qi 
li,  che  ci  fono  ben  noti,i  quali  divideremo 
Digitati  9  e  in  Cornìpedi  .  Quella  divifione ,  I 
che  imperfetta  ,  ciò  non  cfìante  è  più  adatt 
dì  qiuiunquc  altra  2  ordinare  con  chiarezza 
plccol  numero  di  quelli,  che  forno  per  pref 
Ure  ai  noftri  leggitori  •  I  quadrupedi  digita 
©  fieno  quelli  che  h^nno  dtìÌQ  dita  ai  piedi, 
no  parte  palmipedi ,  e  parte  fiffipedì .  I  pali 
pzdi  foggiornano  altri  in  mare  ,  e  altri  in  acc 
dolce,  e  comunemente  fi  fomentano  di  pef 
Quelli  che  dimorano  nel  mar  del  Chili,  fon< 
feguenti. 

1.  L'Uri- 


iièàà 


L  1  E  R  O     1  %\  i7$ 

t.  V  Urigne ,  Phoea  Lupina  (*)  ì  quefto  ani* 
iale  ,  che  i  Francefi,  e  gli  Spagnuoli  chiamano 
upo  marino  della  minore  fpecie*  è  poco  diiFe- 
»nte  dalla  Foca  ,  o  fia  Vecchio  marino ,  che^ 
•equenta  i  mari  d'  Europa.  La  fua  grandezza 9 

il  fuo  colore  fono  variabili  ,  trovandofene  di 
e  ,  di  fei  ,  ed  anche  di  otto  piedi  di  lunghez- 
i ,  e  di  colore  or  bruno  ,  or  bigio ,  ed  or  bian- 
tflro  .•  ma  quefte  differenze ,  per  quel ,  che  mi 
ire ,  non  coftituifcono  al  più  che  delle   varie» 

|  Il  fuo  corpo,  che  è  affai  groffo  davanti,  va 
[minuendo  come  quello  dei  pefci ,  fino  alle  gam» 
;  pofìeriori,  le  quali  riunite  fono  una  medefi- 
a  pelle  ne  formano  P  eftremità  :  h  fua  pelle 
dura,  e  va  guernita  di  due  forta  di  peli  ,  uno 
orbido,e   corto,  come  quell®  del  bue,  e  Pai- 

0  più  lungo,  e  più  ruvido  :  la  tefìa  è  groffa, 
piuttofto  rotonda  ,  raflbmigliandofi  a  quella  di 
\  cane  ,  a  cui  foffero  Hate  tagliate  le  orecchie 
cino   al  cranio.   In  vece  d'orecchi  ha  dei  bu- 

1  marginati ,  che  fono  i  condotti  dell'  organo 
■'  udito;  gli  occhi  fono  affai  grandi,  sferici, 
vanno  guerniti  di  fcpracciglia  lunghe,  e  di  al- 
ne  ciglia  f carie  :  il  nafo  raffembra  affai  a  quel- 
dei  vitello  :  il  rnufo  è  corto ,  ottufo,  e  al  di 

pra  fornito  di  lunghi  muSacchj  ;  le  due  labbra 
ne  eguali ,  ma  il  fuperiore  è  un  poco  fcana- 
to  a  foggia  di  quello  del  leone  ;  la  bocca  è 
nata  di  trenta  quattro  denti ,  vale  a  dire ,  di 
S  %  die- 


(*)  Phoca  capite  £ubauriculatò,palrnis  tetrada* 

ylis . 


mi 


Kw 


*76  L  1  B  R  O      I  V. 

dieci  incifivi,  fei  di  fopra,  e  quattro  di  fotte 
di  quattro  canini ,  e  di  venti  molari .  Tutti  qu 
Jffi  denti  non  fono  folidi,  che  verfo  la  punta: 
loro  bafe  ,  o  fa  la  parte  incapata  negli  alve 
li  è  interiormente  bucata .-  La  lingua  è  fimile 
quella  del  vitello.  Le  due  gambe  anteriori ,  e 
poffono  chiamare  più  ^propriamente  nuotato 
hanno  due  articolazioni  vifibili  cioè  1*  art  odi  i 
o  Ha  F  articolazione  dell*"  omero  coli'  omopl 
Co  ,  e  quella  del  cubito  col  carpo  ;  le  offa  e 
metacarpo- ,  come,  pure  le  dita,  fono  cartilagin 
fé  3  e  vengono  rinchiufe ,  come-  dentro  un  gua 
io ,  in  una  forte  e  dura  membrana ,  che  (a  1 
veci  delle  mani,o  dei  piedi  anteriori  ;  quefte  < 
fa  iniziate  fono  quattro  per  ogni  mano ,  e 
ciò  diftinguefi  principalmente  P  Urigne  dalle  ; 
tre  fpecie  di  foche  .  Il  fuo  corpo  ,  che  va  affi 
figliandoli ,  come  fi  è  detto ,  verfo  V  efiremit 
il  fpartìfee  finalmente  in  duepezzi  affai  corticc 
formano  i  piedi  pofìeriori  ,  i  quali  fono  vifib 
mente  articolati,  ed  hanno  cinque  dita  difugt 
li  preffo  a  poco  come  quelle  della  mano  uman 
Una  membrana  fcabrofa  unifee  quefte  dita  fra 
loro  dalla  prima  articolazione  fino  alla  terza, 
quindi  dividendofi  le  contorna  infino  alia  baf 
delle  unghie  ,  oltre  alle  quali  fi  prolunga  anc 
un  poco.  In  mezzo  a  sì  fatti  piedi  fpunta  u 
pezzo  di  coda  di  tre  pollici  incirca  di  lunghezz 
Tanto  il  mafehio  ,  che  la  femmina  hanno 
parti  naturali  nel!'  eftremità  inferiore  del  ve 
tre,  e  quando  s*  accoppiano,  lo  che  <T  ordin 
rio  fanno   fui  finir  dell'  Autunno,    fi    affiedo: 

fopra 


Kméé 


LIBRO     IV.  377 

pra  ì  piedi  posteriori  ,  e  poi  s*  abbracciano  col- 
alette  .  le  femmine  fi  fgravano  di  Primavera  9 
fanno  uno,  o  due  figliuoli  ,  di  rado  tre;  effe 
no  più  belle  del  mafchio  ,  ed  hatnno  il  collo  più 
ngo,  e  più  fvelto .  Quelli  animali  ,  al  pari  di 
afi  tutti  gli  altri  acquatici  ,  hanno  fra  la  pelle  3 
la  carne  un  graduine  molliccio  groffo  più  dì 
ique  dita,  il  quale  facilmente  fi  riduce  in  olio, 
ino  anche  molto  fanguìgni^e  feriti  che  fieno  9 
ttano  quantità  grande  di  fangue,  che  fchizza«. 
petuofamente  dalle  loro  vene  *  Malgrado  la 
rma  fvantaggiofa  dei  loro  piedi ,  falgono  fa- 
mente  fulle  rupi  più  alte ,  dove  piace  loro  di 
rmire.  Il  movimento  progredivo  però  del  Io- 
corpo  è  così  pefante  in  terra  ,  che  al  vederli 
jono  piuttofto  ftrafcinarfi ,  che  camminare  * 
>ntuttociò  farebbe  cofa  pericolofa  affai  V  acco- 
rfi  di  troppo  ai  medefimi ,  perchè  hanno  tanta 
ilità  nel  movere  a  deftra  ,  e  a  finiftra  il  col- 
,  che  potrebbero  coi  loro  denti  terribili  ta- 
ar  per  mezzo  un  uomo.  Allorché  veggono 
ffare  qualcheduno  d'appreffo,  aprono  sì  fatta- 
jnte  la  bocca ,  che  potrebbe  entrarvi  una  pai- 
di  un  piede  di  diametro  * 

Stando  però  in    mare  nuotano  con  una  ve- 
rità incredibile,  prevalendoli    a  quello    effetto 
i  piedi    pofteriori,  che   tengono   longitudinal* 
:nte  diftefi ,  e  congiunti  di  maniera ,  che  da^ 
itano    hanno  tutta    V  apparenza  della  coda    di 
pefce  :  ma  non  amano  di  ftarfene  molto  tem- 
fott*  acqua  ,    che  anzi  fpeffo  cavano   fuori    la 
la  per  refpirar  V  aria  libera ,  e  per  offervare* 
S  3  fé 


-,:|:!:' 


K 


±7*  t  I  E  K  O     I  Vi 

fé  vi  fia  d*  intorno  qualche  pinguino  ,  o  altro  ne 
cello  acquatico,  di  cui  cibanfi  volentieri.  I  grar 
di  Urìgni  fogliono  muggire  come  i  tori,  o  grt 
gnire  come  i  porci  :  i  piccoli  belano  ora  com 
gli  agnelli,  ed  ora  come  i  vitelli  . 

Orerìa  fpecie  è  comuniUima  in  tutte  le  Ce 
ile  del  Chili  ,  e  intorno  alle  Ifole  ,  che  trovan 
nel  fuo  mare  (i) .  I  Chilefi  ne  ammazzano  ai 
Dualmente  una  gran  quantità  ,  procurando  di  pe: 
cuoterli  con  un  baitene  nel  nafo ,  che  è  la  pa 
te  più  fenfibile  ,  che  effi  abbiano  .  La  loro  pe 
le  ferve  a  vari  ufi  ,  ma  {penalmente  per  fbrm; 
re  una  fpecie  di  zattere,  con  cui  poter  valicai 
I  fiumi,  o  andare  alia  pefea  in  mare:  quelle 
zattere  fi  coftruifeono  mediante  due  gran  balle 
ni  pieni  d*  aria  lunghi  otto ,  o  dieci  piedi  fo: 
mati  colle  fuddette  pelli  ben  cucite ,  e  uniti  ir 

fieme 


(i)  „  Les  Vettux  marins  y  font  fi  nombreux  ,  qu 
39je  crois  fincerement ,  que  fi  ón  en  prenoti  plitfit 
a,  urs  milliers  detns  une  nuìt ,  on  ne  s*  en  apperce 
9,vroit  pas  le  lendemain .  Nous  fttrnes  obligés  d'  ei 
„  tuer  une  grande  quantità ,  parce  qu'  en  cttcyaa 
9,  le  rìvage  ,  ///  couroìent  continuellement  contri. 
3,  nous  .  en  faifant  un  brult  épouvant'able  .  Ces  poti 
9ìfons  donnent  une  butte  exceliente:  leur  c&ur ,  é 
„  leu*  frefiure  font  tres  bons  à  minger  ;  ih  ont  u 
3,  ne  faveur  ,  qui  approche  de  celle  du  cochon  ,  $ 
35  leuvs  p»aux  forment  la  plus  belle  fourrure  de  cet 
a,  te  efp  ce  ,  que  j'  aye  jamais  vue .  Voy.  de  Car 
teret  v.  Hawkefworth  .  t.  i.  e.  x.  p.  242,. 

„  Les  Loups  marins  ,  dont  je  viens  de  parler ,  s 
3Jy  trouvent  e n  fi  grande  quantità ,  qu*  0n  en  voi 
3,  couverts  les  rochers   autour   de    V  Iste  de  la  Qui 

93  vienine .  Fremer  Voy.  tona.  i.  pag.  ^£. 


L  1  B  R  O     I  V.  ±19 

»me  con  due ,  o  tre  traverfe  di  legno.  Le  me- 
fime  pelli  ben  conciate  acquiftaoo  una  grani- 
rà fimile  a  quella  del  marrocchino,  e  fé  non.» 
no  così  fine,  hanno  peò  maggior  confidenza  9 
non  fi  fcorticano  così  facilmente.  Con  effe  lì 
ino  delle  buone  fcarpe  9  e  degli  ottimi  ftival? 
fiftenti  all'  acqua  ,  quando  fono  ben  cuciti .  I 
oni  abitanti  dell'  Arcipelago  di  Chiloe  eftrag- 
no  dal  graffo  di  quefto  animale  un  buon  olio  9 
e  portano  a  vendere  alle  Città  :  queft*  olio  ben 
rgato  è  ottimo  per  le  concie,  ed  anche  per 
uciare,e  ficcome  conferva/i  fempre  chiaro  5  co- 
vien  preferito  per  quefti  oggetti  a  quello  dei- 
balene  .  Dicono  i  marinari,  che  quando  è  fref- 
,    è   ancor  buono  per  la  cucina  ,  ma  io  nonu 

ho  mai  affaggiato  .  Nel  ventre  di  quefti  ani- 
ili  fi  trovano  comunemente  alcuni  fafli  pefrnti 
e ,  o  tre  libbre  1*  uno  ,  i  quali  forfè  vengono 

effi  ingojati  per  poter  meglio  flritolare  gli  à* 
lenti ,  di  cui  fi  cibano  . 

2.  Il  Porco  marino ,  Pboca  Porcina  (*) ,  è  fi- 
le all'  Urigne  nella  forma  ,  nel  pelo  ,  e  nella 
niera  di  vivere:  ma  fi  diflingue  nel  mufo , 
*  è  più  lungone  termina  come  il  grugno  del 
reo  terreftre,  così  anche  nelle  orecchie,  che 
irgono  più  in  fuori,  e  nelle  zampe  anteriori, 
;  hanno  cinque  dita  ben  formate,  febben  co- 
rte quafi  intieramente  da  unav  membrana .  Que~ 

foca,  che  ha  tre  o  quattro  piedi  di  lunghez-- 
S  4  zza 


!*)  Phoca  capite  auriculatOs  rollio  troncato  prò* 
mente . 


i%o  Z  I  B  R  O     1  V. 

za  ,  fi  vede  rare  volte  nelle  fpiaggle  Chilefi  .  1 
nome  di  Porco  marino  è  flato  dato  a  molti  ab; 
tanti  del  mare  ,  ma  a  neffuno  conviene  veramer 
te  5  fé  non  a  quello  * 

3.  Il  Lame  ,  Fioca  ÌLI  e ph  unti  net  (*)  9  è  < 
forma  analoga  ai  due  precedenti  ,  benché  poi 
diftingua  per  altri  caratteri  affai  fenfibili  :  eg 
è  di  una  corporatura  così  enorme  ,  che  giugr 
iino  a  ventidue  piedi  di  lunghezza ,  e  quindici» 
circonferenza  prefa  di  folto  al  petto  .  Porta  fi 
pra  il  nafo  una  crefta,  o  ila  tromba  glandulo: 
alta  cinque  pollici ,  la  quale  fi  prolunga  dalls 
fronte  finp  al  di  là  della  punta  del  labbro  fup< 
riore  :  quella  è  forfè  un'  arma  difenfìva  ,  che  g 
è  fiata  conceffa  dalla  provvida  natura  per  pati 
re  i  colpi,  che  in  quella  parte  dilicata  fono  fen 
pre  fatali  a  tutti  gì'  individui  di  quefto  genere 
I  denti  canini  della  mafcella  inferiore  fporgor 
gli  in  fuori  da  quattro  pollici  ;  quelli  unitamei 
te  alla  tromba  gli  danno  la  rozza  apparenza 
dell*  elefante.  I  fuoi  quattro  piedi  hanno  cinqi 
dita  per  ciafeheduno  ben  difìinte,  e  armate 
unghie  adunche,  le  quali  per  la  metà  fono  ce 
perte  da  una  membrana  coriacea  ritagliata  n( 
contorni.  Gli  orecchi  pajono  a  prima  villa  mo2 
xati,ma  ofiervandoli  bene  fi  veggono  alzarli  fr 
i  peli  dì  quattro  in  cinque  linee ,  ed  hanno  a  11 
di  preffo  la  forma  di  quelli  del  cane  .  Tutta  la 
fua  pelle  è  coperta  di  una  fola  fpecie  di  pelo  e 
color   cangiante  or  fui   tanè  ,  or  fui   bruniccio 

ed 


(*;  Phoca  capite  antice  enfiato 


X  1  B    R  O     I  V.  aSt 

[  or  fai  biancafìro ,  il  quale  ,  benché  corto,  è 
fai  folto,  e  morbido:  quella  pelle  è  più  grof- 
dl  quella  dell'  Urigne  *  La  femmina  poi  è  un 
>co  più  piccola,  e  Tettile  elei  mafehio ,  e  non 
!  che  un  leggiere  veftigio  di  tromba  fui  nafo« 

Quefìo  è  il  moftruofo  animale  ,  a  cui  P  Ani- 
[raglio  Anfon  diede  impropriamente  il  nome  di 
?on  marino.  Il  Linneo,  adottando  quella  de- 
•mina/jone ,  Io  chiama  Phoca  Leonina,  ni  a  un 
le  epiteto  fi  dee  riferbare  per  un  altro  anima- 
delio  fleifo  genere,  ma  di  (ptcle  diverfa  }  che 
merita  con  più  ragione',  come  a  pp  re  ilo  vedre» 
3.  I  Lami  abitano  fpecialmente  intorno  alle^ 
)le  di  Gio:  Fernandes,  alle  Coffe  di  Arauco, 
I  Arcipelago  di  Chiloe,  e  verfo  lo  ftretto  Ma. 
Ilanico .  Vivono  per  lo  più  in  focietà ,  ed  a* 
ino  di  feorrere  pel  mare  durante  la  fiate  ;  al 
)raggiugner  del  verno  fi  ritirano  alle  fpiaggie 
r  attendere  alla  propagazione  della  loro  fpe- 
m  s9  accoppiano  ^nella  guifa  .medefima  ,  che  gli 
•igni ,  e  producono  lo  fì-eflb  numero  di  figHuo- 
j  Quando  foggiornano  In  terra  ,  cercano  i  Ilio- 
i  paludofi ,  nei  quali  fi  rivolgono  ,  e  dormono 
iìq  i  porci.  In  tanto  uno  di  loro  faìito  fppra 
luogo  eminente  Uà  in  guardia,  e  in  cafo  di 
alche  forprefa  ne  avverte  fubito  ì  compagni 
i  degli  urli  orrendi  - 

Quefti  fernianfibj  efTendo  più  pingui  di  hit* 
gli  altri  del  loro  genere  rendono  una  maggior 
antità  d'olio:  al  ^minimo  movimento  >  che  .  fan- 
jj  fi  vede  il  loro  graffo  molle  ondeggiare  fot- 
Ja  pelle, 'perciò   da  alcuni  vengono    chiai 

LuP 


*r~ 


K 


nSz  L  I  B  R  O     I  V. 

Lupi  da  olio .  I  mafchi  ,  che  fi  lafciano  trafporta 
re  fino  all'  ecceffo  dalla  pafllon  d*  amore ,  fi  veg 
gono  fpefio  combattere  fino  a  perder  la  vita  ce 
rivali  della  loro  fpecie  a  cagione  delle  femmine 
Qumdi  avviene  ,  che  di  rado  fé  ne  trova  uno 
che  non  abbia  la  pelle  piena  di  cicatrici.  Si  bai 
tono  con  furia  incredibile  a  guifa  di  cani  arral 
biati ,  e  in  tanto  le  femmine  fi  tengono  in  di 
parte  afpettando  la  fine,  pronte  poi  ad  applat 
dire,  e  feguire  il  vincitore.  Così  i  più  valoro 
fi  formano  dei  numerofi  ferragli ,  e  accompagni 
ti  dalle  fultane  tolte  ai  più  deboli  paffeggian 
trionfanti  pel  vafto  Oceano  . 

4-  Il  Xeon  marino,  Fhoca  Leonina  (*},  I 
Il  corpo  più  agile,  più  elegante,  e  meglio  me 
dallato  di  quello  di  tutte  le  altre  foche  ,  bendi 
ugualmente  conico;  il  fuo  pelo,  che  è  di  cole 
giallo  chiaro,  è  affai  corto  dalle  fpalle  fino  ali 
ceda,  ma  intorno  al  collo  e  fulla  tefta  è  lung 
come  quello  della  capra  :  quefìa  criniera  ben  fer 
fibile,  che  lo  rende  in  qualche  modo  fimile  ; 
le^ne  Africano ,  gli  aggiudica  il  diritto  efclufiv 
di  portare  il  nome  di  Leon  marino.  Gl'Indiani 
che  non  avevano  idea  del  leon  cornato,  lo  chia 
marmo  Thopel  lame,  cioè  a  dire  Lame  crinito 
la  tua  tefta  eziandio  rafTomiglia  a  quella  del  leo 
sie ,  e  parimente  il  fuo  nafo ,  che  è  largo  ,  e. 
/chiacciato  ,  ma  fenza  pelo  òzi  mezzo  fino  ali 
«{tremiti;  le  orecchie  fono  qua  fi  rotonde,  e  noi 
s'alzano   dal  cranio,   che  fette  in   otto   linee 

alto 


<*;  riluca  capite  pollice  jubaiò  . 


LIBRO     I  ir  283 

legri  e  vivaci  fono  1  fuoi  occhj  colla  pupilla^ 
jrdognola  :  il  labbro  fuperiore  è  fornito  dì  lun- 
11  muftacchj  bianchi  al  pari  di  quello  della  ti* 
I,  e  delle  altre  foche  .  La  fu  a  bocca  è  bai. 
ffa,  ed  armata  di  trenta  quattro  denti  bianchi1 
>me  ì*  avorio,  affai  groffi  e  inferamente  foli» 
,  le  di  cui  due  parti  fono  incastrate  negli  al- 
idi :  i  mediocri  hanno  quattro  pollici  di  lun- 
tezza,  e  diciotto  linee  di  diametro:  1  canini 
ti  non  ifpuntano  in  fuori  ,  come  fanno  quelli 
i  Lami .  La  diftribuzione  di  quelli  denti  neri 
differente  da  quella,  che  notammo  fieli*  Un, 
e:  i  piedi  posteriori  fono  fatti  nello  Momo- 
j  ed  hanno  il  mede/imo  numero  di  dita  fimil- 
;nte  palmate  .  Le  zampe  davanti  fono  eartila- 
lofe,e  corte  relativamente  alla  malfa  dd  cor- 
,  ma  verfo  1*  eftremltà  fi  dividono  poi  in  cìn- 
e  dita  armate  di  artigli,  e  unite  per  melodi 
a  membrana  a  guifa  ài  qnelle  della  Foca  Eie» 
itina  .  La  coda  limata  tra  i  piedi  pofìeriori  è' 
ra  t  rotonda  3  e  appena  eccede  un  palmo  dì 
ighezza  * 

La  femmina  è  affai  più  piccola  del  ma/chio,- 
il  pari  della  Leonella  Africana  non  ha  chio- 
:  ha  parimente  due  mammelle ,"  e  partorisce 
folo  figlio,  a  cui  porge  il  latte  con  fen/o  dj 
•a  tenerezza .  II  Pernetty  fcrìve,  che  alle  Ma-- 
se  fi  trovano  di  quefti  leoni  marmi  dì  venti- 
que  piedi  di  lunghezza  3  ma  l  più  grandi,  che 
abbia  veduti  nel  MarCfailefe,  non  erano  lu:n- 
che  tredici  in  quattordici  piedi  .  Qoeui  ani- 
li  fono  ancora  graffiami  3  e  abbondane  ài  fan- 


'■    j 


vm 


ilH! 


&S4  LIBRO     IV. 

gire  :  quando  vengono  feriti  fi  gettano  pronta 
mente  in  mare,  e  a  mifura  che  vi  s'  innoltran 
vanno  lafciando  dietro  di  loro  lunghe  flrlfcle  e 
fangue  ,  che  ancor  da  lontano  fi  diftinguono  :  a] 
lora  trovandoli  In  quefto  flato  I  Lami  ,  e  gli  Ut 
gni  fi  avventano  loro  addoffo  ,  e  tofto  gli  sbn 
nano  ,  e  fé  gli  mangiano .  Pel  contrario  fé  un 
Lame, e  un  Urlgne  ferito  fi  getta  in  mare  ,  bei 
che  fparga  •  ancor  elfo  quantità  di  fangue ,  ne 
vien  mai  affalito ,  ne  mangiato  dai  leoni  mar 
ni  ,  ne  da  verun  altro  animale  di  quefto  genere 

Eaccontano  ì  pefcatorl ,  che  in  quel  mare 
lafcìano  vedere  di  quando  in  quando  varie  alti 
fpecie  di  Foche  :  chi  fa  ,  che  non  fieno  quelle 
fleffe,  che  trovanfi  nei  Mari  del  Nord,  e  che  di 
fcrive  lo  Steller.  Potrebbe  ben  darfi  altresì,  ci 
folfer©  Rifatto  incognite  ai  Naturaliftl  ,  perche 
fé  le  mie  congetture  non  m9  ingannano  ,  quefl 
genere  pare  eflere  più  abbondante  di  fpecie  < 
quello,  che  comunemente  fi  penfa  . 

5.  Il  Chinchimen  ,  Muflela  Felina  (*) ,  è  u 
animaletto  lungo  venti  pollici  incirca  .dalla  pui 
ta  del  mufo  fino  all'origine  della  coda ,  al  qui 
le  gli  Spagnuoll  hanno  dato  il  nome  di  gati 
marino  .  Di  fatti  fi  raflbmiglia  molto  al  gatt 
terreflre  nella  tefta  5  negli  orecchi ,  negli  occhi 
nel  nafo ,  nella  bocca,  nella  lingua,  ed  anch 
nella  forma  ,  e  lunghezza  della  fua  coda  :  port 
eziandio   fui  mufo  varie  ferie  dì   muftacchj  ;  h 

fei 


(*)  iviuilela  plantis  pahuatis  pilofìs ,  cauda  teret 
dongatA  • 


LIBRO     IV.  2.8$ 

;i  denti  inclfivi  di  fopra  diritti ,  e  acuti  ,  al- 
enanti più  ottufi  di  fotto,  quattro  canini,  e 
dici  molari ,  otto  cioè  per  mafcella  .  I  piedi 
avanti ,  e  quei  di  dietro  hanno  cinque  dita-, 
limate  con  artigli  forti ,  e  ricurvati.  Il  fuo  cor- 
K  come  quello  delle  Icntre,  è  riverito  di  due 
rte  di  pelo  di  color  bruno  chiaro  ì  V  uno  è 
orbido  e  corto,  1*  altro  lungo  e  ruvido.  Non 
prei  dire  quanti  figli  produca  la  femmina  5  pia 
quattro  non  crederei  •  Quelli  femi-anfìbj  flan» 
»  per  lo  più  in  mare  ,  vi  fi  veggono  nuotare  a 
e  a  due,  e  non  mai  a  truppe,  come  1  lupi 
irini  .•  quando  però  fa  buon  tempo ,  amano  di 
:rfene Tulle  rupi  a  ricrearli  al  Sole»-  allora  I 
tremmani  gli  acchiappano  coi  lacci,  che  differì 
no  per  quei  luoghi,  dove  fogliano  pò  far  fi . 
inno  quefti  animaletti  la  ferocia  dei  gatti  fai- 
tici  5  e  nel  modo  iìeffo  affalgono  quelli,  che 
ro  $*  accodano  :  il  loro  gridare  è  rauco, e  i& 
gliante  piuttofto  al  ruggito  della  tigre . 

I  quadrupedi  fluviali   del  Chili ,  oltre   alla- 
ntra    fopramentovata  ,   fono  il  OmlltM  J  e    il 

II  Gtiillino  ,  CaJIor  Hutdobriit*  (*} ,  è  una  fpe- 
:  di  Caftoro  filmabile  per  la  finezza  del  fuo 
I*  La  fua  lunghezza  prefa  dalle  labbra  fino 
principia  della  coda  è  di  tre  piedi  incirca ,  e 
fua  altezza  di  due.  Ha  coperto  il  fuo  corpo, 
*uifa  del  Cafloro  Settentrionale ,  di  pelo  par- 
te cor- 


[*)  Caftor  cauda  looga  compreffo-  lanceolata , 
Imis  lobatis  9  plantis  palmatis  « 


rVI 


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M 


: 


f£6  L  I  E  R  O     1  V% 

te  corto  e  parte  lungo  ;  il  corto  è  più  fino, 
morbido  di  quello  del  coniglio  :  il  lungo  è  p 
groffojano  ,  e  fi  fpìcca  agevolmente  .  L*  uno  e 
altro  fono  berettini  fui  dorfo ,  e  biancafiri  fotto 
ventre  .  Il  pelo  corto  riceve  beniifimo  ogni  ù 
ta  di  colori  .  Ho  veduto  degli  abiti  fatti  coli 
pelli  di  queiìo  animale  tinte  in  nero,  e  in  ti 
chino  5  che  fera  bravano  veramente  di  vellut 
Con  quello  pelo  fi  fabbricano  anche  dei  capp 
li  ,  che  non  la  cedono  a  quelli  di  vero  Caltor 
Queft*  anfibio  ha  la  tefla  quafi  quadrata  ,  le 
recchie  certe,  e  rotonde,  gli  occhi  piccoli, 
mufo  ottufo  ,  la  bocca  giiernita  di  quattro  de 
ti  -.incili  vi  affai  taglienti  due  in  alto,  e  due 
baffo,  e  di  fedici  molari,  i  quattro  piedi  qu\ 
digitati  colle  dita  anteriori  oriate  da  una  picc< 
membrana  ,  e.  le  pofteriori  palmate,  la  fchie 
larga ,  e  la  coda  lunga,  piatta  ,  e  folta  di  \ 
lo.  Nelle  fue  anguinaie  non  (i  trova  liquore  ; 
cimo  analogo  al  Caflorio  # 

Soggiorna  nei  luoghi  i  più  profondi  de'  { 
mi,  e  de*  laghi  ^  dove  ila  lungo  tempo  fenza 
ver  bi fogno  di  ufeir  fuori  a  respirare,  impercic 
che  ha  il  foro  ovale  del  cuore  me7zo  apert 
come  le  foche.  Si  alimenta  di  pelei ,  e  di  gra 
chi ,  i  di  cui  eferementi  vien  poi  a  deporre  i 
un  fito  determinato  ,  come  fanno  i  gatti .  I  c« 
ci;,  tori  di  ciò  ben  confapevoli  li  forprendono 
quella  pofizicne  per  ammazzarli .  Il  Guillino 
naturalmente  feroce  ,  e  ardito  per  modo  ,  e 
corre  a  rapire  il  pefee  dalle  nalfe  in  faccia  a 
fteifo  pefeatere  .  la  femmina  partorifee  due  o  i 

figli, 


IH 


L  1  B  R  O     1  V.  187 

gli,  e  per  quanto  io  credo,  non   porta  più  di 
inque  raefi  . 

Ho  denominato  quefto  animale  CafioroHuido- 
70,  per  confervare  quanto  mi  è  potàbile  la   dol- 
2  memoria  del  mio  illuftre  Compatriota,  e  con- 
fcepolo  il  Sig.  Don  Ignazio  Huidobro  Marche- 
di  Cafa-  Reale ,  la  cui  immatura  morte  fegui- 
nel  trigefimo  quarto  anno"  della  fiorente  fuaL, 
à  mi  fu  annunziata  con  indicibile  mio  difpiace*» 
I  mentre  faceva  la  prefente  defcrizione  .  Que- 
>  giovin  Signore  adornato  delle  più   pre2Ìofc* 
»ti  d'  animo  ,  e  di  fpirito ,  era  venuto  in  Euro- 
coli*  intendimento  di  procacciarli  nuovi    lumi 
r  promuovere  al  fuo  ritorno  le  fcienze ,  le  ar- 
I  e  il  commercio  nel  proprio  Paefe  .  A  quefto 
etto  ,  come  egli  era  doviziofo  affai,  aveva  fat- 
acquifto  di  un' abbondante  fuppellettile  di  buo- 
libri,  e  de'  migliori  ifirumenti .  Dopo  avere 
>rfa  la  Francia ,  l*  Oìlanda ,  V  Inghilterra  ,  e 
[Calia  giunfe  finalmente  a  Madrid;  ma  quivi  rnen^ 
;  preparavafi    a    ritornare    al    Chili ,    fa    affa- 
0  da  una  febbre  infiammatoria  ,  che   in   pochi 
Drnì  lo  privò  della  vita ,  troncando  in  un  mo- 
jnto   le   grandi   fperanze ,  che  avevano    di  lui 
acepite  gli  amici ,  e  la  patria  . 

Il  Coypu  ,  Mus  Cqypitf  (*) ,  è  un  forcio  ae~ 
atico  della  grandezza  della  lontra  ,  alla  quale 
famiglia  affai  per  la  forma  e  pel  colore  del  pe- 
:  ha  gli  orecchi  rotondi ,  il  mufo  lungo  forni- 
to 


(*)  Mus  cauda  mediocri  fubcompreffa  piìofa-^ 
«tls  palmatis  • 


zSS  L  1  B  R  O     I  V. 

to  di  miiftacchj-,  le  zampe  corte  ,  e  la  coda  gre 
fa  ,  mediocre  ,  e  pelofa  :  le  fu  e  mafcelle  ibi 
eigfcheduna  ormate  dì  due  denti  incifivi  acut 
fimi ,  e  di  -parecchi  molari  :  nei  piedi  anterii 
ha  cinque  dita  ben  felle,  e  altrettante  palmat 
nei  pofteriori  •  Quefto  animaletto  ,  benché  dei 
nato  a  vivere  fett'  acqua  ,  ciò  non  pertanto  ti 
telo  fuori  il  addomeftica  affai  bene  ,  mangia  d* 
gai  cofa  ,  e  fi  rnoftra  caro  ,  e  riconofeente 
quelli ,  che  le  ne  prendono  cura  .  La  fua  voce 
tino  fìriilo  acuto  ,  che  non  manifefta  ,  fé  no; 
quando  vico  maltrattato .  Con  un  poco  di  pazie 
za 5  e  d*  induftria  lì  potrebbe  addeftrarlo  meg! 
anche  delle  lontre,  alla  prefa  de'  pefei .  La  fé: 
jìiioa  fi  fgrava  di  cinque  ,  o  fei  figliuoli ,  che  ce 
duce  fempre  feco  3  quando  va  in  cerca  del  vitt 
I  quadrupedi  fiffipedi  terreftri  del  Cf 
parte  fi  foftentano  di  carne ,  e  parte  di  vege' 
bili .  I  carnivori  3  fra  i  quali  debbonfi  anno  ve: 
re  anche  le  volpi ,  di  cui  favellammo  addietro. 
riducono  a  quelle  fpecie  • 

i.  Il  Chinghe,  Viverra  Chìngx  (*) -,  è  uno 
quegli  animaluzzi,  che  M.  di  .Buffon  chiama  Jfc 
fitte  a  cagione  adì*  intollerabile  puzza  ,  che  ti 
mandano.  Quello  del  Chili  è  della  ftatura  di 
gatto  ordinano  ,  e  di  colore ,  che  nel  nero  a 
zurreggsa  ,  eccettuato  fui  dorfo ,  dove  ha  una 
fia  di  macchie  rotonde  bianche,  che  dalla  fron 
fi-flende  lino  alla  coda .  Ha  la  tefìa  piuttoftolu 


(*J  Viverra  atro  -  cerulea ,  maculis  quinqne  de 

falihus  roiuudis  albis  • 


L  1  B  R  O     1  V.  189 

,  gli  orecchi  larghi  e  pelofi  coli'  elìce  ripiega- 
la dentro,  e  i  lobi  pendenti  come  quelli  dell' 
mo,  gli  occhi  lunghi  coli*  uvea  nera  ,  il  mu- 
acuto  ,  il  labbro  fuperiore  più  lungo  dell*  in- 
•iore  ,  e  la  bocca  felfa  fino  ai  piccoli  angoli  de* 
I  òcchi .  Le  fue  mafcelle  fono  fornite  di  dodi- 
denti  incifivi  ,  fel  per  banda  ,  di  quattro  ca- 
li aguzzi,  e  di  fedicl  mafcellari  :  i denti  laterali 
vanti  fono  più  grandi  di  quelli  di  mezzo  •  Le 
mbe  pofteriori  fono  più  alte  delle  anteriori  : 
i  quattro  piedi  ha  cinque  dita  per  ciafcheduno 
mite  di  ugne  lunghe  atte  a  potere  fcavare  il 
rreno  ,  dove  egli  fi  forma  delle  profonde  tane 
rinferrarfi  colla  fua  progenie.  Porta  fempre  la 
la  baffa  ,  il  dorfo  curvo  come  il  porco ,  e  lai* 
da  ripiegata  in  alto  come  lo  fcojattolo  ;  quefta 
lunga  quanto  il  foo  corpose  non  è  men  pelo- 
di  quella  della   Volpe  . 

La  fua  orina  non  è  fetida  ,  come  ordinam- 
ele fi  crede  ;  ha  preffo  a  poco  il  medefirno  c~ 
re  di  quella  del  cane  :  il  liquor  puzzolente*  « 
;  lancia  quello  animale  contro  quelli ,  che  Io 
>Ieftano,  è  una  forta  di  olio  verdiccio  rinfer- 
0  in  una  vefeichetta  fituata  preffo  V  ano ,  co- 
i  quella  della  puzzola  .  Quando  egli  fi  vede  af- 
ito  ,  alza  prontamente  i  piedi  pofteriori ,  e^ 
tta  contro  V  aggreffore  con  violenza  il  peftife- 
umore  ,  i  di  cui  mefitici  effluvj  fi  fpandono 
sì  tofto  ,  che  ammorbano  in  un  momento  tur» 
i  luoghi  circonvicini ,  e  fi  diffondono  talvolta 
più  di  due  miglia  di  diftanza .  Quegli  abiti , 
:  di  quefto  maligno  unguento  reftano  fpruzza- 
T  ti , 


';, 


w 


190  LIBRO     IV. 

ti ,  fi  abbandonano  del  tutto ,  o  non  fi  portane 
fé  non  dopo  varie,  e  reiterate  lavature  con  rai 
no  forte  :  le  cafe  medefime ,  che  hanno  ricevui 
la  peftifera  efalazione,  rimangono -inabitabili  p< 
qualche  tempo  ,  perchè  non  fi  trova  veruna  for 
di  profumo  ,  che  poffa  diffiparne  il  fetore  »  I  e 
ni,  qualora  ne  ricevono  qualche  porzione,  fi  ca 
ciano  neir  acqua ,  fi  rivoltano  nel  fango ,  co 
rono  urlando  come  arrabbiati  per  le  campagne 
e  durante  d*  intorno  a  loro  la  puzza  ,  non  mai 
giano  quafì  nulla . 

lì  Chioghe  ,  che  ben  conofee  la  potente  e 
fìcacia  di  queft'  arma  figigolare  datagli  dalla  n 
tura  ,  non  fi  ferve  mai  ne  dei  denti  ,  né  del 
unghie  contro  i  nemici  della  fu  a  fpecie  :  per  a 
Irò  egli  è  piacevole ,  e  fembra  affezionato  a^ 
uomini ,  ai. quali  s*  accofta  volentieri  :  entra  fra 
campente  alle  cafe  dì  campagna  per  mangiarvi 
uova ,  che  va  cercando  nei  poJlaj  ;  paffa  intref 
dame  ole  in  mezzo  ai  cani ,  e  ufa  con  intera  1 
berta  dei  privilegi  5  che  gli  concede  il  falvoco 
dotto  ,  che  porta  feco  ,  i  quali  non  gli  vengor 
mai  difputatr  da  niun  vivente.  I  cani  dalla  loi 
parte  ben  lontani  dall'  attaccarlo  ,  Io  fuggor 
quanto  poifono  .  I  contadini  medefimi  non  fi  a 
rifehiano  ad  ammazzarlo  neppure  collo  fchioppc 
perchè  fallando  il  colpo,  temono  di  reftar  da  1 
infettati.  Alcuni  però  troppo  arditi  vi  fi  acc 
fiano  piacevolmente ,  e  pigliatolo  all'  improvv 
fo  per  la  coda,  lo  tengono  ibfpefo  in  alto  ,  a 
finche  Girati  i  mufcoli  della  vefeichetta  ,  le  1 
chiuda  1'  orificio,  e  in  quefto  flato  lo  uccidonc 

ma 


■1 


LIBRO     ÌV.  api 

la  loro  temerità  refla  fovente  punita  con  un 
•ondante  fpruzzo  . 

Quello  animale  però  non  il  prevale  del  fuo 
zolente  liquore ,  fé  non  nel  cafo  di  effer  mal- 
nato da  un  nemico  di  fpecie  diverfa**  cono* 
idone  perfettamente  tutto  il  veleno ,  sf  aftie- 
dall'  impiegarlo  contro  i  fuoi  nazionali  :  ncl- 
zuffe  ,  o  nei  contraili  d'  amore  ,  che  ha  foven- 
:on  elfi-,  fi  contenta  di  adoperare  i  denti ,  e 
unghie .  I  riguardi ,  che  effo  efige  da  tutti  I 
snti ,  non  mi  permisero  di  accollarmi  al  fuo 
ile  ,  né  d'  informarmi  del  numero  della  fua-» 
iglia  .  Il  fuo  cibo  ordinario  fono  P  uova  ,  e 
olatili ,  che  fa  bene  attrappare  con  affuzia  in- 
abile •  La  fua  pelle  non  partecipa  punto  del 
ilenziale  odore  del  ferbatojo  •  Gì'  Indiani, 
ndo  poffono  averne  un  numero  competente  , 
fanno  delle  coperte  da  letto,  che  flante  la^ 
lezza,  e  morbidezza  del  pelo  fono  affai  fìima- 
ia  loro  • 

i.  La  Cuya ,  Muflela  Cujx  (*)  ,  è  un  piccio- 
animale  fomigliante  al  furetto  nella  grandez- 
,  nella  forma,  nella  dentatura  ,  nella  difpofi- 
ne  delle  ditale  nella  maniera  di  vivere  :  di f- 
fce  per  altro  negli    occhj ,  che  fono    neri ,  e 

mufo  ,  che  è  un  poco  rilevato  nell'  eftremi- 

quafi  come  quello  del  porco  :  il  fuo  pelame  è 

:o,  morbido,  e  affatto  nero:  ha  la  coda  lun- 

quanto  il    corpo,  e  ben    fornita  di  pelo»    fi 

T  2,  nutri- 


,*)  Muftela  pedibus  fiffisj  corpore  atro  f  labio 
♦eriore  fubtruncato  • 


49*  L  I  E  R  O     1  V. 

nutrica  "di  forcj,   che  va  continuamente    cere 
do  per  le  campagne  :  partorifee  due  volte  1* 
no  quattro,  o  cinque  figliuoli» 

3.    Il  Quiqui ,  Misjtela  Quiqui    (*)  ,    è  Ui 
fpecie  di  donnola   di  color  bruniccio,   e   di  1 
dici  pollici  di  lunghezza  miiurata  in  linea    re 
dall'  eftrernìtà  del  labbro   fuperiore  fino  all'  ( 
gine  della  coda .  Ha  la  tefta  piatta ,  le  orecc 
piccole  e  rotonde ,  gli  occhi  piccoli  e  concent 
ti,  i!  pufo   cuneiforme,  il  nafo    fchiacciato  < 
una  macchia    bianca  nel    mezzo,    la  bocca  1 
come  quella  ad  rofpo ,  le  gambe  bafTe  ,  e  la 
da  corta.  Ventotto  fono  i   fuoì  denti,  dodici 
cifivi  acutiffirni ,  altrettanti  molari,  e  quattro 
nin>  :  la  fua    lingua  è  lunghetta,  e  lifeia  ,  e< 
fu'éi  piedi,  che  raiTomigliano  affai    a  quelli  de 
lucertole ,    hanno  ognuno  cinque  dita  colle 
ghie  adunche.  Quefto  animale  è  di  fua   natuj 
feroce,  e  oltremodo   collerico;  quindi  è,    eh 
paefari  danno  il  /opra  mio  me  di    Quiqui   a    ti 
coloro,  che  per  poco  fi  lafciano  trafportare  d 
la  collera  .   Abita  fotto    terra ,  e  fi  alimenta 
guif*    della  Ouya  di  forej   csmpeftri .  Figlia  ; 
che  ,  per  quinto  credo,  due  volte  Tanno,  e  p 
duce  il  roedefimo  numero  di   figliuoli. 

5.  V  Iftrice  ,  o  fia  il  Porco  {pino  Chilei 
fi  trova  nelle  Andi  Boreali  del  paefe,ove  qu 
li,  che  vi  penetrano  ,  Io  fogllono  ammazzare  \ 
cavargli  la  pelle.  Io  non  ho  veduto  queflo  a; 

male , 

(*)  Muftela  pedibus  fiffis,  corpore  fufeo,  rofl 
cuneiformi  • 


LIBRO     IV.  195 

le,  ma  da  quanto  mi  è  flato  raccontato  rap- 
rto  alla  fua  figura,  e  maniera  di  vivere,  e_* 
Ito  più  dalla  forma,  e  difpofizione  delle  fpi- 
,  che  porta  fulla  pelle,  conghietturo,  che  elfo 
1  è  differente  dal  Coendu ,  0  ila  dair  Iftricc 
affile  del    Braille  . 

5.  Il  Culpeu  ,  Canis  Culp&us  (*) ,  è  un  cane 
fatico  ,  o  piuttofto  una  gran  volpe  non  diffe- 
te  dalla  volpe  comune  ,  fé  non  nella  grandez* 
,  nel  colore    che  è  più  bruno,   e  nella  coda, 

è  lunga,  diritta,  e  coperta  di  peli  corti  fi- 
alla  fua  eftremità,  come  quella  del  cane  or- 
ario .'  La  fua  lunghezza  dalla  punta  del  mufo 
>  alla  bafe  della  coda,  è  di  due  piedi, e  mez- 

e  T  altezza  prefa  dalla  pianta  dei  piedi  fino 
i  fommità  del  dorfo  di  ventidue  pollici  incir- 

La  forma   delle  fue  orecchie,  la    fituazione 

fuoi  occhi,  le  fua  dentatura,  e  la  difpofizio- 
delle  fue  dita  corrifpondono  perfettamente  a 
rlle  della  volpe.  Ha  la  voce  debole,  ma  fimi- 
air  abbaiamento  del  cane  .  Alloggia  fotterra 
tane  fcavate ,  come  le  altre  volpi ,  e  fi  pafee 
piccoli  animali. 

Quando  vede  un  uomo,  s'  incammina  tofl© 
fo  di  lui ,  vi  fi  ferma  dinanzi  in  difianza  di 
que,  o  fei  palli ,  lo  contempla  attentamente  , 
|uando  egli  non  fi  muova,  feguita  a  guardar- 
li n  buon  pezzo,  e  poi  fenza  fargli  alcun  ma- 
fi  mira,  lo  non  faprei  dire  ,  onde  provenga 
T  3  una 


*)  Canis  cauda  reda  elongata ,  apice  concolore 


1  . 


'f'"4 


n 


&W  L  1  B  R  o    i   n 

una  curiofità  sì  fatta  nel  Culpeu  ;  ma  pollo  a 
curare,  che  tutte  le  volte,  che  mi  avvenne 
incontrario  in  quei  bofchi  ,  offervai  la  medefi 
cofa  .  Quefio  per  altro  è  un  fatto  notono  in  t 
to  il  Paefe,  e  non  vi  è  alcuno,  che  fé  ne  pr 
da  timore ,  quando  egli  s*  accolta  .  Il  fuo  non 
che  fembra  derivare  dalla  parola  Culpem  ,h  q 
le  nel  linguaggio  Chilefe  lignifica  delirio,  o  p 
zia,  forfè  gli  è  flato  imporlo  per  quefto  fuo  p 
cedere  ftolto,  che  tutto  giorno  lo  efpone  ai 
de*  cacciatori  .  Ma  ciò  che  vi  ha  di  più  finge 
Te  fi  è,  che  a  difpetto  del  gran  numero,  che 
ne  ammazza  ,  egli  non  fi  diparte  punto  dal 
fciocco  impegno  .  Quindi  avviene  ,  che  la  fua  f 
eie  fi  propaga  poco  ,  benché  non  fia  meno  feci 
da  di  quella  della  volpe  . 

Il  Comandante  Byron  ,  che  vide  la  prio- 
rità quelli  animali  apprefTarfi  così  arditamei 
alla  fua  gente  nell'  Ifole  di  Falkland,  dove; 
cora  fi  trovano,  Aimo  che  foifero  tanti  affali 
ri  dell'  uomo,  e  come  tali  ce  li  deferive  1 
ma  egli  fa  torto  alla  loro  bizzarra   inclinazic 

tac 


(i)  ,,  A  quelque  difiance  ,  que  ces  animaux  a 
s*  perpuftent  nos  gens ,  ils  couroìent  immediatemt 
3Jfur  eux  ;  (£»  dans  ce  me  me  jour  on  en  tua  jufq 
3,  à  etnq  .  Ce  quadrupede  ,  au  quel  nos  équipm 
3,  donnerent  le  nom  de  loup  ,  a  bectuconp  plus'  d 
3,  refiemblance  avec  le  renard,  excepié  dans  fa  ta 
3,  le  ,  eè*  dans  la  forme  de  fa  queue  ;  il  efl  de  1 
s>  g^ojfeur  d'  un  chhn  ordìnaire  ;  fes  dents  font  lo 
^gues  ,  &  tranebantes  :  on  en  trouveun  grand  non 
3,  bre  fur  cette  cote ....  Ih  fé  creufent  des  terrieri 
9j  camme  font  Iss  renard*  •  Voy,  d*  Hawkefwortl 


LIBRO     i  V.  #f| 

piandola  di  ferocità  ;  effi  non  fono  uè  più  cat- 
vi ,  né  più  formidabili  delle  volpi  ordinarie  : 
b  nonostante  i  cani ,  che  ofano  attaccarli ,  non 
:  riportan  vittoria,  fé  non  a  cofto  di  gran  fa- 
:he,  e  di  fpargimento  difangue. 

6.  e  7.  La  Guigna  ,  Felis  Guigna  (*) ,  e  il  Co- 
colo  ,  Fells  Colocolo.  (2*) ,  fono  due  gatti  fai  va- 
ri di  bel  pelo,  che  abitano  i  bofchi  del  Chili. 
aflbmigliano  nella  forma  al  gatto  domefiico, 
a  fono  un  poco  più  grandi  ,  ed  hanno  la  te- 
1,  e  la  coda  più  grofle.  La  Guigna  è  di  uhl. 
fior  fui vb  piacevolmente  variato  di  macchie  ne- 
:  rotonde  di  quattro ,  o  cinque  linee  di  diame- 

0  ,  le  quali  fi  flendono  fin  fulla  coda  .  Il  Co- 
colo  è  bianco  macchiato  irregolarmente  di  ne- 
1,  e  di  gialligno  .  La  fu  a  coda  è  cerchiata  di 
;ro  fino  alla  punta.  Quefti  animali,  fiante  la-, 
ro  piccolezza,  non  s'  arrifchiano  a  moleflar  1* 
jmo.e  nemmeno  il  beftiame  :  tutta  la  loro  for- 

1  è  rivolta  contro  i  forcj  campeftri ,  e  i  vola- 
li :  qualche  volta  s'  accodano  alle  cafe  rurali 
;r  dar  la  caccia  ai  pollaj .  Non  mi  è  noto  il 
amero  dei  loro  portati ,  ma  fuppongo ,  che  an- 
ìe  in  quefto  fi  conformino  cogli  altri  gatti  .  I 
ativi  del  paefe  contano  varie  altre  fpecie  di  que« 
i  gatti  falvatici,  che  io  non  ho  vedute, 

8.  Il  Pagi,  Felìs  Puma   (3*),  è    1*  animalo 

T  4 cono- 

(*;  Felis  cauda  elongata,corpore  maculis  omnibus 
rbiculatis  . 

(i*j  Felis  cauda  elongata  ,  nigro  annulata  ,  cor- 
Dre  albo  (naculis  irreg.  atrìs  ,  fìavifque  . 
(3*>  Felis  cauda  elongata^corpore  cinereo  fubtus 
[falcante  • 


V 


i$6  L  I  E  R  O      1  V. 

conofciuto  nel  Meffico  col  nome  di  M  fatti ,  e  * 

Perù  con  quello  di  Puma  ,  che  fi   è  refo  più  ! 

migliare  ai  Naturalifti  .  Gli  Spagmioli  lo  chiari 

no  Leone,  perchè  tranne  la  giuba,  di  cui  affi 

to  è   privo,  fo  miglia    affai  nella   figura,   e    i 

ruggito  al  Leone  Africano ,  che  io  ho  avuto  e 

cafione    di  veder  qui  in  Europa  •    Il  pelo ,   eh 

cuopre  la  parte    fuperiore  del  fuo  corpo  ,  è    < 

nerino  con  qualche  fpruzzo  di  giallo  ;  quello  r. 

3o  è  più  lungo  di  quello  della  tigre  fpecialme 

te  fulla  groppa  :    quello  di  fotto  il  ventre  è    I 

ancaftro .  La  fua  lunghezza  mifurata  dalla  pun 

del  nafo    fino    al  diretano    è  di  cinque  piedi  ij 

circa ,  e  la  fua  altezza  prefa  dalle  fpalle  fino  a 

cftremità  delle  zampe  dinanzi  ,  di  venti  fei  poi 

ci  e  mezzo.  Ha  la  tefta  rotonda  cerne  quella  d 

gatto  ,  le  orecchie   corte  ,  e  appuntate  ,  gli    o 

chi  grandi  coli*  iride  gialla  ,  e  la   pupilla  bruni 

Il  nafo  largo,    e  fchiacciato  ,    il  mufo  corto  f 

labbro  fuperiore  intero,  e  fornito   di  muftacch 

la  bocca  ben  feffa ,  la  lingua  larga  ,  e  fcabrofa 

le  mafcelle  forti  guernite  ciafeheduna  ài  quatti 

denti  incifivi ,  di  quattro  canini  aguzzile  di  f 

mascellari,  il  petto  affai  largo,  le  quattro  zamj 

divife  in  cinque  dita  groffe  armate   di  irobuftiffi 

mi  artigli ,  e  la  coda  lunga  due  piedi  ,  e  un  pa 

lice ,  e  Amile  a  quella  della    tigre* 

Il  numero  folo  delle  dita  dei  piedi  poflerio 
ri,  lafciando  da  parte  le  altre  differenze,  è  u 
carattere  affai  fen fi bil e  ,  e  fufficiente  per  diftin 
guerc  fpecificamente  il  Pagi  dal  leone  Africano 
il  quale,  come  è  noto  ,  non  ha  che  quattro  dit- 
eci 


L  1  B  R  O     1  K  %91 

i  piedi  di  dietro  .  Tuttavia  potrebbe  confìde- 
rarfi  come  una  fpecie  di  mezzo  tra  quella  della 
:igre,  e  quella  dei  vero  leone.  Il  £uo  ruggito, 
)enchè  più  debole,  non  è  molto  differente,  ce- 
ne difli ,  da  quello  del  lepne  Africano  :  qualora 
>erò  va  in  amore  fifehia  orribilmente  a  guiia  di 
m  ferpente  .  La  femmina  è  un  poco  più  piccola 
lei  mafehio  ,  e  di  un  colore  sbiadato  :  ha  due  k- 
e  mammelle  come  la  leoneiTa  Africana,  manca 
>roduce  che  due  figli  «  Si  accoppia  fui  finir  deli' 
nverno,  e  porta  tre  rnefi  « 

Tale  è  il  leone,  che  trovali  nel  Chili.-  for- 
s  in  altre  contrade  deli*  America  avrà  qualche 
ola  di  differente  :  Vengo  accurato  ,  che  nel  Pe- 
li abbia  il  mulo  più  lungo,  e  più  scuro.  Quello 
nimale  a)>ità  nelle  bofcaglie  più  folte  ,  e  nelle 
lontagne  più  fcolcefe  del  Chili ,  dì  dove  poi  (cqu*- 
è  a  procacciarli  il  vitto  facendo  ftrsge  degli  a- 
«pali  domeftici  5  e  {penalmente  de'  Cavalli,  la 
i  cui  carne  antepone  fempre  a  quella  degli  ai- 
ri quadrupedi  «  La  maniera  dì  predarli  non  è  me» 
o  ingegnofa  di  quella  del  gatto  s  fi  accolla  ver- 
>  di  loro  colla  più  fina  induftria  ;  ora  s*  àppiat- 
t  entro  alle  folTei  ora  fi  fìrafeina  fra  i  cefpu» 
li,  ed  ora  dimenando  la  coda  prefentafi  loro  con 
nte  carezze.  Quando  gli  fembra  il  tempo  op- 
ortuno  ,  fi  {caglia  con  furìofo  talto  addofib  a 
aeir  animale,  che  ha  prefo  di  mira,  e  'àffer- 
indogli  tofto  il  mulo  colla  zampa  finiilra  ,  Io 
;anna  in  un  momento  cogli  artigli  della  delira. 
ève  prima  il  fangue  ,  che  {gorga  dalia  ferita, 
idi  mangia  il  carname  del  petto  ?  e  poi  ftrafcì* 


298  LIBRO     I  F. 

na  tutto  il  refio  al  bofco  più  vicino ,  e  Io  cu© 
pre  con  frafche ,  e  rami  d*  albero  per  mangiar 
felo  poi  con  tutto  fuo  comodo  . 

Qualora  trova  per  le  campagne  i  cavalli  ac 
coppiati ,  come  Cogliono  tenerli  legati  quei  con 
tadini ,  vi  fi  fp'nge  addoifo  per  ammazzarne  uno 
e  fubito  ftrafcinandolo  via ,  va  percuotendo  d 
tratto  in  tratto  con  una  zampa  il  vivo  ,  che  gì 
Vien  dietro,  affinchè  cogli  sforzi,  e  collo  sbat 
ferii,  che  fa,. gli  agevoli  lo  ftrafcico  di  tutted 
due  al  bofco .  Ma  i  (iti  più  adattati  alle  fue  for 
prefe  fono  i  rufcelli  :  quivi  tenendoli  appiatta* 
fopra  un  albero  vicino  ,  flàafpettando  gli  anima 
li,  che  vannovi  a  bere  per  lan-ciarfi  loro  addol 
£o  .  I  Cavalli  guidati  dal  naturale  inftinto  sfug 
gono  quei  luoghi  micidiali,  ma  quando  fono  co 
eretti  dalla  fete  ad  approflimarvifi ,  fi  fermano 
fiutar  d*  intorno  per  indagare  ,  fé  vi  fia  qualch 
cofa  da  temere,  il  più  ardito  talvolta  fi  accoft 
prontamente  a  bere,  e  trovando  I'  ingreffo  libe 
jo,  invita  gli  altri  con  un  feftivo  nitrito   a   fa 

ÌO     iìcfCo  .  4 

Le  vacche ,  approfftmandofi  loro  quefto  for 
midabil  nemico  ,  fi  pongono  in  cerchio  intorni 
ai  vitelli ,  e  colle  corna  voltate  verfo  di  lui  li 
afpetta.no  a  pie  fermo  per  friggerlo  a  forza  d 
tornate,  come  è  accaduto  varie  volte.  Una  cpn 
fimiie  indufìria  adoperano  le  cavalle  in  difefa  del 
3a  loro  prole  col  volgerli  unitamente  le  fchien* 
per  opprimerlo  coi  calci,  ma  per  lo  più  qualcu 
na  di  loro  reffo  vittima  del  materno  amore.  Gì 
altri  animali,  che  non  vengono  trattenuti  dai  fi 

gliuo- 


L  I  B  R   O     I  V.  2$p 

gliucli,  cercano  lo  feampo  colla  fuga. 

V  afino  però,  conofcendofi  inabile  al  cor- 
fo,  fi  mantien  fermo,  e  il  prepara  a  corrifpon- " 
dere  alle  fìnte  carezze  del  leone  coi  calci,  per 
mezzo  dei  quali  non  rare  volte  lo  fìramazza^, 
per  terra,  e  poi  ben  prefìo  fi  mette  In  falvo.Ma 
rc  quegli  calla  naturale  fua  agilità  gli  falta  fui- 
a  fchiena,  allora  V  afino  o  fi  caccia  col  dorfo 
mpetuofamente  per  terra  tentando  di  fchiacciaf- 
aelo,  ovvero  corre  a  ftroppicciarfi  lungo  i  tron- 
fi degli  alberi  ,  tenendo  fra  le  gambe  la  teffc 
>er  coprirfi  la  gola ,  finché  polla  arrivare  a  fgra- 
rarfi  da  quella  nojofa  foma .  Mercè  fi  fatti  inge- 
;nofi  raggiri  fono  *ochi  quegli  afini ,  che  reflanò 
feda  di  un  avverfario,  al  quale  foccombono  tan- 
i  altri  più  robufìi  quadrupedi. 

Non  oftante  quefta  fua  innata  ferocità  ,  il  ■Pa- 
li non  ha  mai  avuto  1*  ardire  di  affrontar  IJ  to- 
no ,  benché  venga  da  lui  per  ogni  dove  perfegui- 
ato  :  anzi  un  fanciullo  ,  una  donnicciola  bafta* 
o  per  farlo  fuggire,  e  abbandonare  la  preda,  I 
aefani  gli  danno  la  caccia  coi  cani  a  quello  ef- 
stto  ammaeftrati  :  elfo  gii  fugge  quanto  mai  può  , 
m  vedendofi  raggiunto  tenta  lo  feampo  col  fall- 
e  velocemente  fagli  alberi  ,  lo  che  non  fanno 
lai  i  leoni  Africani,  o  col  farfi  riparo  di  uàà 
ronco  *  o  di  una  rupe,  di  dove  poi  fi  feaglia^ 
iriofamente  fopra  i  cani,  facendone  fovente  un 
ran  macello  5  finché  fopraggiugnendo  il  caccia* 
sre  gli  tira  un  laccio  al  collo  :  allora  fentendo» 
afferrato  rogge  «  e  verfa  àdte  groffe  lagrime, 
he  gli  cadono  daile^guancie ,  e  feorrono  Sino  in 
srra  *  Dal- 


1% 


■ 

I 


5oo  L  1  B  R  O     1  V. 

Dalla  caccia  di  quelle  beilie,  oltre  al  vai- 
faggio  di  liberarne  gli  armenti ,  fi  ottiene  ancora 
quello  delle  pelli ,  colle  quali  fi  fanno  delle  buo- 
ne fcarpe ,  e  dei  puliti  ftivali  .  Il  lor  graffo  è  un 
preferitane©  fpecifico,  per  quel  che  dicono,  con- 
tro la  fciatica  . 

Paniamo  adeflb  a  defcrivere  quegli  animali 
fifEpedi  ,  che  pafcendofi  di  foli  vegetabili  fono 
più  manfueti ,  e  fi  rendono  più  utili  ali*  uomo  I 
Ecco  quelli,  che  fi  conofcono  nel  Chili ,  di  que- 
llo carattere» 

t.  Il  Guanque,  Mus  Cyanus  (*) ,  è  un  forcio 
Umile  nella  grandezza,  e  nella  forma  a  quello, 
che  fi  trova  per  le  campagne,  ma  ha  le  orecchie 
,  più  rotonde,  il  pelo  turchino  ,  ed  è  di  un  natu- 
rale tsmidiffimo.  Vive  dentro  una  tana  orizzon- 
tale lunga  da  dieci  piedi  .•  quefìa  ferve  come  di 
fala  ad  altre  quattordici  buche  ,  o  fieno  camere, 
lìtuate  fette  per  ogni  banda,  e  lunghe  un  piede> 
in  circa  .  In  quefte  camerette  ripone  1*  animale 
le  foe  provvigioni  per  F  inverno  confidenti  in- 
certi tubercoli  della  grandezza  di  una  noce,  e  di 
color  berrettino  •  Vogliono  alcuni ,  che  quelli  fìe« 
no  una  fpecie  di  tartuffoli  ;  il  loro  gufto  non  di- 
fapprova  quella  idea ,  ma  io  crederei  piuttofto, 
che  follerò  radici  di  qualche  pianta  tuberofa  :  per 
accmarfene  converrebbe  ft minarli,  e  offervare^ 
ciò  che  ne  poteffe  provenire  ,  lo  che  io  non  eb- 
bi tempo  di  fare.  Benché    quelli   tubercoli  fieno 

ango- 

'»■ '        ■  ■■■■  '  ■  ..■LII...I— .— ■  I  !,■■'■'      IMI         I,— 

(*,  Mus  cauda  mediocri  fubpilo fa  ,  palmi*  tetra- 
daélyìis  plantis  pentadatfylis,corpore  ceruleo  fub- 
tusaiòido. 


L  I  B  R  O     I  V.  301 

angolofi,  il  Guanque  gli  adatta,  e  difpone  in^ 
maniera ,  che  non  rimane  vacuo  interftizio  alcu- 
no nelle  dette  camerette,  avendo  V  induflria  d* 
incaftrare  gli  angoli  fuperiori  nei  vuoti,  che  la- 
fciano  gì*  inferiori . 

Al  fopravvenire  della  ftagion  piovofa ,  che 
ò  impedifcc  di  girare  per  le  campagne  in  trac- 
ia del  vitto,  comincia  a  cibarli  dei  viveri  de- 
notati nelle  interiori  camerette ,  come  i  primi 
:he  vi  rinchiufe ,  e  così  di  mano  in  mano  va  fer- 
mando un  economico  regolamento  non  folo  nel 
'itto,  ma  ancora  nella  pulizia  interna  della  fua 
ma,  portando  fempre  fuori  i  gufcj  di  quei  tu- 
•ercoli  ,  che  ha  mangiati  .  la  quantità  prepara* 
a  di  quefte  vettovaglie  fernbra  eflere  foprabbcn- 
ante  al  bifogno  della  fua  famìglia,  la  quale  non 
onfifte ,  che  in  elfo  lui ,  nella  fua  conforte ,  e 
ti  fei  figliuolini ,  che  vengono  alla  luce  in  fui 
Inir  dell'  autunno,  perchè  gli  altri  fei,  che  pro- 
uce  in  primavera  ,  fono  già  emancipati  in  que- 
0  tempo  :  onde  fopraggiunta  la  nuova  raccolta 
rovafl  obbligato  a  fgombrare  i  fuoi  granai  del- 
5  vettovaglie  avanzate  nell*  inverno  per  ripor- 
ene  delle  nuove  .  I  contadini ,  a  cui  piacciono 
cceffiv-amerite  quefti  tubercoli  ,  vanno  a  faccheg- 
iare  fenza  compalHone  alcuna  le  tane  di  quelle 
inocent;  famìglie  ,,  e  penando  via  il  frutto  del- 
)  loro  induftriofe  fatiche  ,  le  lafciano  efpofte  al» 
t  rigida  ftagfone  fenza  abituro  ,  e  f;nza  ci'  o  . 
%.  La  Chinchilla  ,  Uus  Lctnìger  (*)  ,   è  un9  al- 

, tra 

(*)   Mus  cauda  mediocri  ,  palmis  temdacìyijs, 
lantispentadacìylis,  corpore  cinereo  lanato  « 


302  L  I  B'R  0     1  V. 

tra  forìa  di  fórciò  campestre  {limabile  affai  per 
la  finitima  lina,  di  cai  è  coperto  in  vece  di  pe- 
lo ,  la  quale  è  tanto  morbida  ,  quanto  la  feta  3 
che  producono  1  ragni  dei  giardini  ;  effa  è  di  co- 
lor cenerino ,  e  affai  lunga  per  poterfi  filare 
Qtfeftb  animaletto  ha  fei  pollici  di  lunghezza  dal 
mufo  fino  ali*  ano  ,  le  orecchie  piccole  ,  e  ap. 
puntate  ,  il  mufo  corto  ,  i  denti  come  i  topi  do- 
merlici,  e  la  coda  mediocremente  lunga  ,  e  ve- 
ftìta  di  morbido  pelo  .  Abita  fotterra  ne?  campi 
delle  Provincie  Boreali  del  Chili,  ed  ama  affa! 
di  (tare  in  compagnia  degli  altri  della  fua  fpe« 
eie.  Sì  ciba  di  cipolle  di  varie  piante  bulbofe. 
che  nafeono  abbondantemente  in  quelle  parti 
Produce  due  volte  V  anno  cinque  ,  o  fei  figliuo- 
li :  è  di  un  naturale  così  docile  ,  e  manfueto  : 
che  prefo  tra  le  mani  non  morde,  ite  procura- 
di  fuggir  lene  ,  anzi  fembra  che  fi  compiaccia  d 
effere  accarezzato .  Se  il  ripone  in  grembo  vi  fti 
quieto  ,  e  tranquillo,  come  le  foffe  nel  proprie 
letticciuolo  .  Effendo  per  fé  iteffo  pulitiffimo,  nor 
v'  è  dubbio,  che  imbratti  gli  abiti,  o  che  co 
munichi  loro  cattivo  odore,  mentre  egli  è  a  fiat 
lo  privo  di  quella  puzza,  che  tramandano  gli  al 
tri  forej  .  Onde  potrebbe  effer  beniffimo  allevate 
nelle  cafe  fenza  rhòleftià  ,  e  con  pochiilìma  fpe 
fa,  la  quale  poi  farebbe  abbondantemente  com 
penfata  col  profitto  della  fua  lana.  Gli  antich 
Peruviani  ben  più  induftriofi  dei  moderni  faceva- 
no con  quella  lana  delle  coperte  da  letto  3  e  del- 
le fi  offe  pregievoli . 

3.  Il    gran  topo  bofeherecciò  j    Mas   Manli 

rnts 


L  1  B  R  O    .1  V.  303 

ts  (*),•  quello  animale,  che  fu  ritrovato  per  la 
ima  volta  nel  1764.  vicino  ad  un  bofco  cklla 
ovincia  di  Maule,  è  più  grande  al  doppio  dei- 
marmotta ,  alla  quale  famiglia  nel  colore,  e 
Ma  lunghezza  del  pelo  ,  ma  fi  diftingue  nella 
rma  delle  fue  orecchie,  che  fono  appuntate, 
1  mufo,  che  è  allungato,  nei  muffaceli;  difpo- 
in  quattro  ordini ,  ne*  piedi  3  che  hanno  cin- 
e  dita,  e  nella  coda,  che  è  più  lunga,  e  ben 
perca  di  pelo .  I  fuoi  denti  fono  nel  numero  , 
nella  difpofizione  eguali  a  quelli  degli  altri 
-cj .  Quei  cani ,  che  diedero  il  primo  affalto 
quello  gran  topo  ,  dentarono  molto  ad  uccider- 
,  foftenendo  egli  con  coraggio  incredibile  per 
ì  di  un'  ora  i  loro  furiofi  attacchi . 

4.  Il  Degù  ,  Sciurus  Veg^s  (%*) ,  è  una  fpecie 
ghiro  un  poco  .più  grande  del  topo  maggior 
mefticoV  abita  fotterra  d'  intorno  alla  Capita- 
dei  Regno .  Il  fuo  pelo  è  biondo  fcuro  ,  ec- 
to  fugli  omeri ,  dove  fi  RcndQ  una  linea  ne* 
eia ,  che  giunge  fino  ai  gomiti  :  la  fua  coda 
mina  a  guifa  di  quella  de]  ghiratto  In  un  fioc- 
di  peli  lunghi  dello  fìeffo  colore.  Ha  la  tefla 
ta  ,  le  orecchie  mondate  ,  il  mufo  appuntato  » 
juernito  di  muftacchi ,  i  due  denti  indfivi  fu- 
iori  cuneiformi,  e  gì'  inferiori  appianati,  i 
di  dinanzi  con  quattro  dita ,  e  quelli  di  die- 
tro 


;*)  Muscauda  mediocri  pllofa ,  auriculis  acumi- 

:is  ,  pedibus  pentadaétyhs  . 

**)  Sciurus  fufeo-  ilavefcens5  linea  humerali  ni- 

1. 


§&%  LI  E   R  O     IV. 

tra  con  cinque.  Quede  beftiuole  vivono  in  focie 
tà  Intorno  ai  cefpugli ,  dove  formano  le  loro  tt 
ne  difpofte  a  guifa  di  plccol  borgo  con  varie 
li  rade  ,  che  conducono  da  una  tana  all'altra.  ! 
nutrono  di  radici,  e  di  frutti,  de'  quali  fanr 
un*  abbondante  provvigione  pel  verno  ,  poiché 
flante  la  benignità  di  quel  clima,  non  vanno  g 
,  {oggetti  ad  intirizzirli  ,  come  i  ghiri.  Gli  abitai 
ri  della  Capitale  del  l'ecol  parlato  fi  cibavano  de 
le  carni  di  quefti  animali,  lo  che  non  coftumar 
quelli  di  oggigiorno. 

$.  Il  Cerner:  è  Y  animale  conofeiuto  dai  Ni 
turali  ili  folto  ì  nomi  di' Tata  9  e  di  Armadillo  e 
si  detto  ,  perchè  la  parte  fuperiore  del  fuo  co 
pò  è  armata  di  una  corazza  compofla  di  lame, 
dì  bande  oflee  ,  che  s*  incaftrano  le  une  nell< 
altre;  nel  Cuio  ,  dove  è  comunismo,  fi  chiari 
Ouìrquwcho  .  Ve  ne  ha  dì  differenti  grandezza 
cioè  a  dire  di  fei  fino  a  tredici  pollici' di  lunghe 
za;  e  nei  paefi  fituati  fra  i  Tropici  fé  ne  trov 
rio  di  maggior  moie,  Radomigiia  di  molto 
porcellino  nella  figura,  nella  graffezza,  che  cu 
pre  la  fua  carne,  e  nelle  fetole,  che  rivettai 
la  parte  inferiore  del  fuo  corpo  ;  la  fua  teda 
allungata,  ma  iì  mufo  è  corto,  e  non  ha  ali 
denti  ,  che  i  foli  molari  .  Ha  gli  occhi  plccol 
le  "orecchie  nude,  e  la  coda  lunga,  come  quel 
del  topo  ,  ma  fcagliofa  ;  il  numero  delle  fue  ci 
ta  è  variabile  fecondo  le  fpecic'La  corazza  e 
fea  ,  onde  è  coperto  il  fuo  corpo,  come  quel 
della  testuggine,  fi  compone  per  lo  più  di  di 
feudi  tramezzati  di  vari  cerchi ,  che  entrano  { 

uni 


L  I  B  R  O     1  V.  |*$ 

uni  dentro  gli  altri ,  o  fi  fcoftano  a  piacimento 
dell'  animale,  il  quale  con  quefìo  mezzo  fi  ran- 
nicchia, o  fi  slunga,  quando  vuole.  Le  femmi* 
pe  fono  così  feconde ,  che  partorirono  quattro  fi- 
*li  ogni  rnefe  ;  e  la  loro  carne  è  così  dilicata, 
i  faporofa  come  quella  dei  porcellini . 

Nelle  Valli  Andine  fi  trovano  quattro  fpecie 
I  quefli  animaletti  chiamate  Fichi  9  Pelofi ,  Muleta 
■i9cBo!e.  I  Fichi,  Dafypur  fuadricw8-us(*)  >hzn- 
10  fei  pollici  di  lunghezza,  e  quattro  bande,  o 
►chi .  I  Pelofi ,  Dafypus  OttocìnHus  (2*) ,  fono  lun- 
ghi fette  pollici  colla  corazza  a  otto  cerchi  coper- 
a  di  peli  fotto,  e  fopra .  I  Muletti^  Dafypus  un~ 
eeimcìnttus  (3*)  ,  fono  un  poco  più  grandi  ,  ej» 
anno  cinti  da  undici  bande  offee  .  Chiamanfi  mu- 
nti a  cagione  della  notabile  lunghezza  dei  lo- 
0  orecchj  .  Le  Boi  e  ,  Dafypus  ctfodecimcinttus  (4*)  , 
iperano  tutti  gli  altri  in  grandezza  ,  avendo  tre- 
icì  pollici  di  lunghezza  dal  mufo  fino  all'  origi-» 
e  della  coda,  e  diciotto  fafcie  offee  .  Quelli  fo- 
o  i  Quhquìncì  àtkxitù  da  M.  di  EufFon .  Il  lo* 
0  nome,  che  lignifica  palla,  deriva  dal  conglo- 
arfi  '  che  fanno  dentro  la  loro  corazza,  quando 
3no  forprefi  dai  cacciatori  :  alcuna  volta  trovan- 
ofi  effi  full'  orlo  di  qualche  precipizio  rannk- 
V  chia- 


(*)  Dafypus  cingulis  q&atuor,  pedibus  pentada* 
tylis . 

(1*)  Dafypus  cingulis  oclo,  palmis  tetradaclylisf 
lantis  pentadaclylis. 

(3*)  Dafypus  cingulis  undecim ,  palmis  tetrada*» 
tylis  ,  plantis  pentadaclylis . 

(4*)  Dafypus  cingulis  duodeviginti,  palmis  tetra» 
iclylis ,  plantis  pentadaclylis  • 


! 
Il 


K. 


$o$  LIBRO     IV. 

chiati  così  in  forma  di  globo  ,  come  fa  il  riccio 
li  lafciano  cadere  giù  fenza  il  minimo  loro  dan 
oo,e  deludono  in  tal  guifa  1'  avido  cacciatore 
ma  quefto  artifizio  non  riefce  loro  di  fcampo, 
quando  fi  trovano  in  piena  campagna ,  perchè  al 
Jora  più  facilmente  vengono  prefi ,  e  mediante. 
una  brace  di  fuoco  pofta  loro  fulla  corazza  i 
Scodano  ,  e  ritornano  all'  ordinaria  figura  .  I  pri 
mi  tre  \  efTendo  infeguiti ,  frappano  frettolofamen 
te  dirigendoli  fempre  in  linea  retta ,  perchè  la. 
corruzione  delle  loro  corazze  non  permette  lor< 
di  rivolgere  il  corpo  con  preftezza  ^  e  giunti  \ 
certa  diftanza  fcavano  prontamente  un  buco  in. 
terra ,  e  vi  fi  aggrappano  coi  piedi  anteriori  co 
sì  tenacemente  ,  che  farebbe  inutile  ogni  sforzi 
per  iftaccarneli  ,  fé  la  indurirla  non  aveiTe  fugge 
rito  a  quei  cacciatori  di  conficcar  loro  nel  der$ 
tano  la  punta  di  una  bacchetta,  per  coftringerl. 
ad  arrenderli  ,  lo  che  fanno  fubito  . 

i.  Il  Cuy,  Lepus  Mìnìmus  (*) ,  e  una  fpeci< 
di  pìccol  coniglio  ,  che  alcuni  malamente  confon 
dono  col  porcellino  d'  India,  dal  quale  fi  difiin 
gue  noiì  meno  per  la  forma  ,  che  per  i  caratter 
gfe&erid  .  EgJi  è  un  poco  più  groflb  del  gran  lor- 
do c^npetlre .  Ha  ii  corpo  di  figura  quafi  coni- 
ci ,  le  orecchie  piccole,  pelofe  ,  e  appuntate,  il 
ni  ufo  lunghetto ,  la  dentatura  del  tutto  limile  a 
quella  della  lepre,  o  del  coniglio,  i  piedi  ante- 
riori divili  in  quattro  dita,  e  i  poiìeriori ,  ch'e-i 

fo- 


^ 


(*i  Lepus  cauda  brevifìima ,  auricuiis  piiofis  con» 
coloribus . 


■ 


L  I  B  R  O     1  V.  307 

fono  più  lunghi,  m  cinque,  e  la  coda  talmente 
corta  ,  che  alla  vifta  fembra  efferne  affatto  pri- 
llo .  Come  quefto  è  un  animai  domeftico,  così  è 
aggetto  a  variar  dì  colore  ;  perciò  fé  ne  trova- 
lo de'  bianchi,  de*  neri  ,  de* -grigi  5  de'  ceneri- 
li  ,  e  de*  macchiati  a  diverfe  tinte  «  Il  fuo  pelo 
I  fini  filmo  ,  ma  troppo  corto  per  poterli  filare  e 
a  fua  carne  è  bianca,  e  dilicata  affai  .  La  fem- 
nina  partorifee  quafi  tutti  i  mei!  fei  ,  fette ,  e^ 
»ù  figliuoli  •  lì  Cuy  ,  benché  tanto  fìmile  al  coni- 
glio ,  sfugge  nulladimeno  la  di  lui  compagnia  $ 
lè  fi  fono  mai  veduti  quelli  due  animali  accop- 
>?arfi  infieme.Teme  eziandio  molto  i  gatti,  e£ 
opi ,  che  fono  fuoi  nemici,  e  diftruggitori.  Nel 
'erti  fi  trova  un  animaletto  domeftico,  che  por- 
a  quello  medefimo  nome  ,  ma ,  come  io  non  1* 
o  mai  veduto  ,  così  non  faprei  dire ,  fé  fia  del- 
i  medefima  fpecie  .  Il  nome  di  Cuy  per  altro  fi 
à  in  America  a  varie  fpecie  di  piccoli  animali 
•mili  ai  conìgli  s  i  quali  per  la  maggior  parte^ 
ono  del  genere  de*  Cavia  . 

1.  La  Vifcaccia/LffpK/  Vifcacìa  {*)  ,  parteci- 
a  del  coniglio,  e  delia  volpe;  è  limile  al  coni- 
ilio  nella  tefta,  nelle  orecchie,  nel  mufo  f  ne* 
rmftacchj  ,  nella  dentatura,  nelle  dita  ,  ed  an- 
he  nella  maniera  di  mangiare,  e  nel  tenerfi  di- 
itta  a  federe  :  nella  datura  per  altro  è  alquan- 
o  più  grande.  Somiglia  poi  alla  Volpe  nel  co 
Dre  ,  e  nella  coda,  che  è  affai  lunga,  ripiegata 
n  su  5  e  veftita  di  lungo ,  e  ruvido  pelo  ,  colla 
V  %  qua- 

■  il,  ,  "  1  111,   li       IL.  ■  I»     1  "  I- 

<*)  Lepus  cauda  elongata  fetofa  » 


j:;rij|, 


3o8  LIBRO     IV. 

quale  fi  difende  da*  fimi  nemici .  Tutto  P  altro 
pelo  del  fuo  corpo  è  fino  ,  morbido ,  e  atto  be- 
niilimo  a  qualunque  forta  di  manifatture.  I  Pe- 
ruviani al  tempo  dei  loro  imperatori  Inche  face, 
vano  delle  belle  ftofFe  con  quefto  pelo .  I  Chile- 
iì  fé  ne  fervono  oggigiorno  nella  fabbrica  de'  cap- 
pelli  .  La  Vifcaccia  propaga  come  il  coniglio  ,  e 
abita  fotterra  in  certe  buche,  che fcava  nelle  fal- 
de de?  monti ,  ed  anche  nelle  pianure  .  Quefte 
buche  hanno  due  piani ,  che  comunicano  tra  loro 
per  mezzo  di  una  fcala  fatta  a  chiocciola  :  ne! 
piano  d'  abbailo  ripone  P  animale  i  viveri  necef- 
far:  ,*  nel  fuperiore  abita  egli  fteffo ,  né  d'  ordi- 
nario va  fuori  fé  non  di  notte  tempo  ;  allora  col 
favore  delle  tenebre  batte  liberamente  la  campa- 
gna, e  tutto  quello,  che  vi  trova  atto  al  fuc 
cibA9  o  che  vi  ila  flato  lafciafo  ,  o  perduto  da1 
palfeggieri,  Io  raccoglie,  e  porta  d'  intorno  al- 
la  bocca  della  fua  tana  .  La  fua  carne,  che  l 
bianca ,  e  tenera  ,  vien  preferita  dagli  abitanti  a 
quelle  del  coniglio,  e  della  lepre. 

Animali  cornìpedi  fi  chiamano  quelli ,  che  por- 
tano i  piedi  armati  di  una ,  o  di  due  unghie  fo- 
lide,  come  i  cavalli,  i  buoi,  le  capre  ec,  :  il 
loro  vitto  dipende  interamente  dalle  produzioni 
del  Regno  Vegetabile.  Il  Chili  non  ha  altre  fpe* 
eie  indigene  di  queih  fatta ,  fé  non  le  cinque  fuf- 
feguenti  . 

i.  Il  Pudu  ,  Qapct  Puda  (*)  ,  è    una   Capra 

fai- 


(*)  Capra  cornibus  teretibus  lsevibus  divergenti- 
bus  ,  gula  imberbi , 


mm 


LIBRO     IV.  $09 

Yalvatica  della  grandezza  di  un  capretto  di  fei 
mcfi ,  di  color  bruniccio  ,  e  di  corna  piccole  ,  del- 
le quali  va  priva  la  femmina  •  Quefto  animalet- 
io  vien  chiamato  impropriamente  dagli  Spagnuo- 
li  Venado  ,  o  capriolo  ;  egli  ha  tutti  i  caratteri 
generici  delle  capre ,  ed  anche  la  forma  efterio* 
le.  Sì  diftingue  tuttavia  dalla  Capra  domeftica- 
non  folo  nel  mento  fprovveduto  di  barba ,  ma-, 
anche  nelle  corna,  le  quali  fono  rotonde,  lifcie* 
e  dirette  obbliquamente  all'  infuori .  I  pudu  ca- 
lano dalla  Cordigliera  a  truppe  ,  quando  princi- 
piano le  nevi,  e  fi  fpargono  nelle  pianure  delle 
Provincie  Auftrali .  I  Paefani  allora  gli  acchiap- 
pano così  per  cibarfene  ,  come  per  allevarli  nel- 
le loro  cafe  :  i  fanciulli  fpecialmente  ari  ano  dì 
addomefticarli  per  loro  divertimento  ,  perchè 
quefti  animali  fono  di  un  naturale  decile  ,  e  fi 
adattano  facilmente  a  tutte  le  fantafie  dell'  alle- 
gra gioventù . 

La  Wcogna  ,  il  Chtlìhueque  ,  e  il  Guanaco  fo- 
no fpecie  fubalterne  del  genere  dei  Cammelli  ,  a 
cui  appartengono  ancora  I'  Alpaca  ,  o  fia  il  Pa- 
so ,  e  la  Qlìama  del  Perù  .  Tutti  quefti  animali 
raifomigliano  molto  al  Cammello ,  eccetto  che 
fono  di  minor  mole,  e  di  figura  più  elegante, 
e  meglio  contornata .  Elfi  hanno  a  guifa  del  Cam- 
mello il  collo  lungo  ,  la  tefta  piccola  fenza  cor- 
na ,  le  orecchie  mediocri ,  gli  occhi  rotondi ,  e 
grandi , il  mufo  corto,  il  labbro  fuperiore  più  o 
meno  feffo  ,  le  gambe  più  alte  di  quello  che  fern- 
bra  efigere  il  volume  del  loro  corpo ,  i  piedi  bi- 
partiti ,  la  coda  corta ,  e  il  pelo  lungo ,  e  ido* 
V  3  ,  neo 


3i©  LIBRO     IV. 

neo  ad  efler  filato  .  Le  loro  parti  genitali  fono 
Umilmente  conformate  come  quelle  del  cammello  : 
il  mafchio  ha  la  verga  lunga  ,  fottile  ,  e  ricur- 
vata,  onde  è  coftretto  a  dover  pifciare  alquanto 
in  dietro  .-  1'  orifìcio  della  vulva  della  femmina 
è  troppo  eretto  :  quindi  deriva  la  diiScultà  ,  che 
provano  gì*  individui  di  quello  genere  neli'  atte 
della  generazione  • 

La  loro  ftruttura  interna  non  è,  nemmeno 
effa,  molto  diverfa  .  Come  animali  ruminanti  , 
hanno  quattro  ventricoli  :  il  fecondo  contiene  fra 
le  due  membrane  ,  delle  quali  è  compotìo  ,  uil 
gran  numero  di  cavità,  che  pajono  deftinate  a 
tutt'  altro,  che  a  depofìtarvi  dell'  acqua  .  Ma- 
mi  eftenderei  di  troppo,  fé  voleifi  proseguire  la 
deferizione  anatomica  delle  differenti  parti  inte- 
riori di  quelli  animali  s  chi  defideraffe  informar- 
cene appieno ,  legga  il  P,  Feuillee  nel  tom.  3.  o 
ìia  nel  Supplemento  al  fuo  giornale  pag,  x-j. ,  il 
quale  colla  Solita  Sua  accuratezza  ne  tratta  dipin- 
tamente. 

I  Cammelli  Americani  Somigliano  eziandio 
a  quelli  dell'  Africa,  e  dell' ASia  pel  loro  natu- 
rale ,  per  la  loro  maniera  di  vivere  ,  e  Sono  e- 
gualmente  dotati  di  un*  indole  dolce ,  e  capace 
di  educazione  .  Il  Paco,  e  la  Glìama  ,  refi  dome- 
ilici,  Servono  come  i  veri  Cammelli  a  portare^ 
delle  Some,  chinandoli  a  guiSa  di  loro  per  rice- 
verle ,  e  per  deporle  :  la  conformazione  dei  lo- 
ro piedi ,  e  la  Speifezza  del  lor  pelame  difpcnh" 
no  dal  ferrarli ,  e  dal  por  loro  il  ballo  Sul  dor- 
£qz  vanno 3  è  vero.»  lentamente,  ma  il  loro  paf- 

S# 


L  I  B  R  O     1  V.  311 

b  è  fermo,  e  ficuro  anche  per  quelle  flrade  pia 
cofeefe  dei  monti ,  che  fono  coftretti  a  valica- 
'c .  Il  ChiUhuequc  ancora  ferviva  dì  fomiere  ai 
.Ihilefi  nel  medefirno  modo  ,  ma  ora  che  hanno 
[uantità  di  muli  moltiplicati  felicemente  in  quel 
:lima ,  non  fi  fervono  più  di  elfo  .  Tutti  quelli 
nimali  impiegano  una  buona  parte  della  notte 
I  rugumare  ciò  che  hanno  mangiato    il  giorno, 

quando    vogliono    dormire ,   ripiegano    i    piedi 
otto  il  ventre  ,  e  fi  appoggiano  furpetta. 

Fra  tanti  caratteri  di  Somiglianza  col  vero 
Cammello',  quefte  fpecie  ne  hanno  altri  proprj, 
he  le  diftinguono .  Siccome  fono  deflinate  a  vi- 
ere  per  lo  più  fra  i  gliiacci  ,  e  le  nevi  delle.» 
Cordigliere ,  così  la  provvida  natura  ha  dato  lo- 
0 ,  come  ai  quadrupedi  delle  terre  polari ,  ab- 
ondanza  di  graffo  fra  la  pelle  ,  e  la  carne  ,  e 
opia  prodigiofa  di  fangue  nelle  vene  a  differeo- 
■  di  quegli  animali ,  che  abitano  nelle  pianure» 
Juefta  efuberanza  di  fangue  cagiona  ad  eflì  un 
alore  capace  di  refiflere  ai  più  rigidi  freddi,  e 
1  quantità  di  graffo ,  che  inviluppa  efteriormen- 
*  la  carne  ,  impedifee  al  calore  di  efalarfi  .  Nel 
)ro  ventricoli  ,  come  in  quelli  di  alcune  capre  5 

formano  dei  belzuari  più  ,  o  meno  fini  .  Han« 
0  la  mafcella  inferiore ,  come  quella  dei  Cam« 
ìelli  ,  guernita  di  fei  denti  incifivi ,  di  due  ca- 
ini per  ogni  banda,  e  di  varj  molari;  ma  la-, 
iperior  mafcella  è  priva  affatto  d*  incifivi  ,  e  di 
anini ,  onde  Sembrerebbe  conveniente  fare  di 
oefii  animali  un  genere  diverfo,  e  Separato. 
Hanno  inoltre  le  orecchie  appuntate,  e  me* 
V  4  glie 


m 


i 


51*  L  1  B  R  O      1  V. 

glio  fatte  di  quelle  dei  cammelli ,  il  nafo  fem 
plice  ,  il  collo  più  diritto  ,  e  proporzionato  ,  i 
dorfo  più  unito  ,  ed  uguale  ,  ad  eccezione  per 
del  Guanaco  che  lo  ha  un  poco  curvo  ,  la  ce 
da  più  bella ,  e  più  coperta  di  pelo  ,  le  gamb 
più  ben  formate  5  e  più  fnelle,  e  il  pelame  pii 
lungo,  più  morbido  ,  e  più  fomigliante  alla  la 
na .  Il  Cammello  è  un  mofiro  ,  a  dire  il  vero 
paragonato  con  quefii  quadrupedi  (i) .  La  lor< 
voce  naturale  fi  accofta  affai  al  nitrito  dei  cavai 
.  li-  Quando  vengono  irritati  non  fi  prevalgono 
mai  de*  piedi ,  o  dei  denti  per  vendicarfi  ,  m 
sì  bene  della  faliva,  che  gettano  contro  quelli 
che  li  moleflano.  Quefta  faliva  fi  pretende  chi 
fia  corrofiva,  e  che  faccia  venir  delle  pu itole  fi 
quelle  membra,  che  ne  fono  fiate  fpruzzate ,  m; 
un  tale  effetto  è  molto  incerto  . 

Vanno  in  amore  fui  finir  della  fiate,  e  al 
lora  fi  dimagrano,  e  perdono  in  buona  parte  i, 
pelo.*  prima  d'  arrivare  a  congiungerfi  fpendo- 
no  molto  tempo  in  gettar  fuori  la  faliva  ,  in- 
muggire ,  e  in  girare  attorno  ,  come  tanti  fu- 
ribondi.  Le  femmine  portano  cinque, o  fei  me- 
li, e  partorirono  ordinariamente  un  fol  figlio  ; 

han- 

(i)  ,,  Le  27.  ceux  que  J'  avois  envoyé  à  Icl. 
9,  cbajfe  des  Guanaques  réujprent  à  fé  fai/ir  d*  un 
9,jeune  gu antique  ,  qu*  ils  amenerent  à  bord  :  e*  e* 
,,  toh  le  plus  bel  animai ,  que  nous  eufflons  jamais 
9j  vft  i  nous  parvinmes  à  V  apprivoifer  au  poìnt , 
9,  qu*  il  venoit  nous  lécher  les  mains ,  à  peuprès 
,,  comme  un  veau*  mais  malgré  tous  nos  fotti s  pour 
,,  le  nourrir  ,  il  mourut  en  peu  de  jours  .  Voy»  de 
Byronpar  Hawkefworth,  t»  1.  e.  z.  pag.  17, 


L  I  È   R  0      1  V.  &$ 

anno  due  fole  mammelle  ripiene  abbondante* 
lente  dì  latte.  Tutte. quefte  fpecìe  fi  sfuggono 
icendevolmente ,  rè  mai  fi  fono  vedute  mefehi» 
rfi  infieme  .  Non  faprei  preferivere  la  durata.» 
?lla  loro  vita,-  è  probabile*  che  fia  più  breve 
i  quella  dei  Cammelli:  fra  i  nazionali  però  vi 
opinione,  che  arrivi  fino  ai  trenta  anni  :  ma 
vero  fi  è,  che  cominciano  a  generare  dopo  il 
rimo  triennio  del  loro  vivere  .  Quefii  animali 
i  fbmma  fembrano  formare  nell'  ammirabile  gra~ 
azione  degli  efferi  altrettante  fpecie  intermedie, 
le  um'fcono  le  capre  ,  le  pecore  >  e  i  cervi  ai 
immelli ,  come  lo  farà  vedere  la  particolar  $$*t 
rizione  di  ciafcheduno  . 

2,*  La  Vicogna  s  Camellus  Vicugna  (*>,  fecon- 
)  M.  di  Buffon  è  il  Paco  falvatico  lafc'iato  nel 
0  flato  di  libertà:-  ma  quefto  grand'  uomo  è 
ito  male  informato  in  queflo  punto  ,  come  in 
ohi  altri  concernenti  la  floria  naturale  à*  Ame- 
ca  .  Il  Paco  detto  altrimenti  Alpaca,  e  la  Vi- 
igna  fono  due  animali  comprefi  bensì  fotto  il 
edefimo  genere  ,  ma  di  fpecie  differente  ,  e  che 
>n  s'  accoppiano  giammai  infieme  ,  quantunque 
aggiornino  ndlc  fi  effe  montagne ,  mentre  è  no* 
> ,  che  oltre  il  Paco  domeftico  fi  ritrova  anche 
falvatico  in  buon  numero  .  La  Vicogna  ha_* 
•effo  a  poco  la  medefima  corporatura  della  ca« 
•a  ,  *  alla  quale  forniglia  molto  nella  forma^ 
il  dorfo ,  della  groppa ,  e  della  coda  :  fi  diftin- 

gue 


(*)  Cameluscorpore  lanate  ,  roftro  fimo  obtufq  ? 
uda  eresìa  * 


3*4  LIBRO     IV. 

gue  però  nel  cello  lungo  venti  pollici ,  nella  t< 
#a  rotonda  e  fenza  corna ,  nelle  orecchie  pica 
le,  ritte,  e  appuntate,  nel  mufo  cortole  sba 
bato,  e  nelle  gambe  ai  doppio  più  alte.  Il  fi 
corpo  è  coperto  dì  una  lana  finiffima  di  color  | 
rofa  fecca,  che  può  ricever  beniflimo  ogni  fo 
ta  di  tinte  artifiziali  -  I  nativi  del  Paefe  fabbr 
catìo  con  efla  de'  fazzoletti  da  nafo  ,  e  da  co 
Io,  delle  calzette,  de'  guanti,  de'  cappelli  e 
Quella  lana  è  ben  cognita  in  Europa,  e  al  pr< 
fente  viene  filmata,  e  ricercata  non  meno  dell 
feta .  Il  Paco  poi  è  più  corpulento  della  Vici 
gna ,  ha  il  mufo  più  lungo  ,  e  la  lana  meno  i 
na  ,  benché  pia  lunga  .  I  Peruviani  hanno  mai 
dre  numerofilHme  di  quefti  animali ,  colla  lai; 
dei  quali  fanno  delle  fìoffe ,  che  pajono  di  mes 
za  feta  ;  ma  nel  Chili  non  vi  fono  né  domeftici 
uè  fai  va  t  lei  * 

Le  Vicogne  abbondano  nella  parte  della 
Conigliera  fpettante  alle  Provincie  di  Coquim 
bo,  e  di  Copiapò,ma  d*  ordinario  non  foggloi 
nano,  che  nelle  vette  più  ripide  di  effa  monta 
gna  .-  né  le  nevi  ,  né  i  ghiacci  recan  loro  alcu 
danno,  anzi  fembra,che  ne  riportino  vantaggio 
perchè  fé  vengono  trasferite  alle  pianure  ben  pre 
&o  dimagrano  ,  fi  riempiono  di  una  forta  d'  ir» 
petlgine,  e  muojnno  ;  ouefto  è  II  motivo,  pe: 
cui  non  fi  è  potuto  finora  trafportarle  in  Euro 
pa.  Vanno  fempre  in  truppa,  e  pafcolano  infie 
me  per  quei  dirupi  come  le  capre.  Se  veggonc 
«n  uomo,  fcapp^no  velocemente  conducendof 
innanzi  i  loro  figli.  1  cacciatori,    che  vanno  1 

cerca 


LIBRO     IV.  3*? 

rea  di  effe ,  radunati  infieme  ,  procurano  ài 
xondare  uno  di  quei  monti,  dove  foggionx&r 
;  quindi  ferrandole  a  poco  a  poco  le  conduco- 
i  tutte  ad  un  luogo  iìretto  ,  dove  effi  hanno  già 
ata  una  lunga  corda  guernita  ài  varj  fi  race* 
ridenti.  Le  Vicogne  ,  che  fono  dì  un  naturale 
lidifGmo,  giunte  in  folla  fra  le  ftretrezze  dì 
etto  luogo 5  e  atterrite  da  sì  fatti  fpsuracchj  fi 
mano  tutte,  uè  fi  arrifehiano  a  paifar  più  ol- 
I  In  quella  Umazione  vengono  forprefe  dai 
;ciatori  ,  che  ne  fanno  gran  preda  .  Potrebbe- 
eflì  in  vece  di  ammazzarle,  come  fanno  fen- 
diferezione  alcuna,  contentarli  di  tofarle  per 
irne  la  lana  ,  e  poi  rimetterle  in  libertà,  ac- 
cchè  la  loro  fpecle  fi  moltiplicarle  davantaggio  . 
.  onta  però  di  quefte  ftragi  elle  abbondano  iti 
*lla  montagna,  onde  io  fofpettò  ,  che  facciano 
rente  più  di  un  figlio  ad  ogni  parto  .  Non  o- 
nte  il  poco  fucceffo  dei  tentativi  finora  merli 
opera  per  addomefticare  quelli  preziofi  anima- 
la crefeente  induftria  del  Fick  fa  fperare, 
|  gli  oftacoli  veri ,  o  immaginar; ,  che  fi  frap- 
igono,  faranno  finalmente  formontati  .  Oltre 
principal  vantaggio  della  lana,  la  carne  delle 
cogne  è  ottima  a  mangiar  fi  ,  e  vìen  preferita 
fapore  a  quella  del  vitello.  Applicata  tutta 
ente  fi  fìima  come  un  buono  fpecifico  contro 
infiammazione  degli  occhi  :  nello  flocco  dì 
tfte  beftie  fi  crearlo  Sniffimi  belzuari  ricercati 
■Ito  da  quelli  ^  che  fanno  tuttora  gran  cafo  di 
medicamento  * 

3-  Il    ; 


5*6  L  t  B  R  0      1  V. 

3.  il  Chilihueque  ,  Camelus  Ataucanus  (* 
Quefto  animale  ,  propriamente  parlando,  fi  eh 
ma  Hueque  :  ma  gli  Amicarli ,  preflb  i  quali  e 
mefticato  fi  trova ,  cominciarono  dopo  P  arri 
degli  Spagcuoli  a  nominarlo  Chilihueque ,0  Reh 
que  ;  cioè  a  dire  Hueque  Chilefe  ,  ovvero  pi 
Hueque  ,  per  diftinguerlo  dal  montone  Europe 
a  cui  danno  il  medefimonome  per  la  fomigli; 
za,  che  paffa  fra  V  uno,  e  1*  altro.  Di  fatte 
Chilihueque ,  trattane  la  lunghezza  del  collo ,  t 
altezza  delle  gambe,  è  modellato  in  tutto  il 
ito  come  il  montone.  Ha  la  tefta  così  fatta, 
orecchie  così  ovali  ,  e  flofeie ,  gli  occhj  egu 
mente  grandi  e  neri,  il  mufo  così  lungo  e  § 
bofo,  le  labbra  non  meno  grofle,  e  penden 
la  coda  fimilmente  formata,  ma  più  cortame  f 
to  il  corpo  coperto  di  lana  così  lunga  ,  ma  ai 
più  morbida  .  La  fua  lunghezza  mifurata  dal 
labbra  fino  all'  origine  della  coda  è  di  fei  pi 
incirca  ,  ma  il  collo  occupa  un  terzo  di  que 
dimenfione  .  La  fua  altezza  prefa  al  fito  del 
gambe  di  dietro  è  di  poco  più  di  quattro  pie- 
Il  fuo  colore  è  variabile ,  trovandofene  di  bi 
chi  ,  di  neri  ,  di  brunicci ,  e  di  cenerini . 

Gli  antichi  Chilefi  ,  come  abbiam  detto 
fopra  ,  fi  fervivano  di  quefti  animali ,  come 
befèie  da  foma  ,  dirigendoli  nel  cammino  con 
na  corda  infilzata  in  un  foro  ,  che  facevano  1 
ja  cartilagine  delle  loro  orecchie .  Quindi  dei 

lo 


(*)  Camelus  corpore  lanato,  roftro fuperne  ci 

yo,  cauda  penatila  • 


t  1  E  R  O      I  V.  317 

sbaglio  di  quei  Geografi  ,  che  dicono  ,  che  i 
ntoni  fono  diventati  così  grandi  nel  Chili ,  che 
-aricano  come  i  muli,  e  s'impiegano  al  traf- 
oro delle  merci  .  Altri  pretendono ,  che  quegli 
liani  avanti  le  conquide  Spagnuole  fi  preva- 
rrò di  quefti  quadrupedi  per  lavorar  la  terra , 
iccandoli  al  loro  aratro,  che  chiamano  Que» 
bue:  e  per  verità  1'  Ammiraglio  Spìlherg  tro- 
I  che  gli  abitanti  dell'  Ifola  Mocha  fé  ne  fer« 
ano  a  queft'  oggetto  .  Il  Chilihueque  è  Mimato 
ri  dagli  Araucani ,  i  quali  benché  amino  di 
arfi  della  fua  carne,  pure  non  lo  ammazzano 
tri,  fé  non  per  imbandire  la  raenfa  a  qualche 
guardevole  foreftiere ,  o  in  occasione  di  uà 
rifizio  folenne.  Si  venivano  colla  fua  lana-, 
uà  della  fcoperta  dell'  America ,  ma  ora  che 
ino  delle  pecore  Europee  in  quantità ,  non  la 
iperano,  fé  non  nella  fabbrica  delle  loro  Sof- 
fine, che   riefcono  così  belle  ,  e  così  lucide, 

fembrano  quafi  di  feta  . 

4.  Il  Guanaco ,    Camelus    Huanacus  (*) .    Il 

nor  Conte  Buffon,  e  il  Cav.  Linneo,  avendo 

3tto  il  Paco,  e  la  Vìcogna  ad  una  fola  fpecie , 

no  lo  fteffo  riguardo  al  Guanaco,  e  alla  Già* 

del  Perù ,  pretendendo  che  la  Gliama  non  fia 
o  che  il  Guanaco  privato  del  fuo  primiero  fla- 
di  libertà .  Io  dubito  molto  di  tale  identità 
cifica,  perchè  oltre  all'  antipatia,  che  ha  1* 
\   verfo  T  altro   in  ordine  alla   generazione  , 

que- 


*)  Camelus  corpore  pilofo  ,  dorfo  gibbo  ì  cauda 
da. 


Ìli  LIBRO     IV. 

quefti  due  animali  il  diftinguono  anche  affai  ! 
ne  per  altri  caratteri  così  rilevanti,  che  non  p 
fono  derivare  unicamente  dal  pretefo  cangiarne 
io  dì  flato.  La  Gliama  ha  il  dorfo  fpianato,  I 
quattro  gambe  quafi  uguali  s  e  il  petto  forn 
di  un4  efcrèleérrza ,  la  quale  è  fempre  umett 
Ó3.  una  forra  di  olio  glalligno  .  Il  Guanaco 
contrario  non  ha  queda  eferefeenza ,  ha  il  co 
gibbofo  ,  o  piuttofto  curvo  ,  e  le  gambe  pofter 
ri  talmente  lunghe  rifpetto  a  quelle  davanti  s< 
venendo  feguito  dai  cacciatori  non  fugge  mai  v 
io  la  cima  dei  monti  ,  come  fanno  gli  altri  a 
mali  di  quello  genere,  ma  s'  indirizza  fem] 
verfo  il  piano,  come  il  più  adattato  alla  dif 
tefa  fiia  coftituzione  ,  e  allo  fcampo  della  | 
vita.  Quindi  avviene  ancora,  che  quando  fd 
de  va  Sempre  a  fai  ti  come  il  capriolo  ,  e  il  cert 
La  datura  di  quefto  animale  fupera  que 
del  CbiHfaueque.  Io  ne  ho'  veduti  alcuni  de 
grandezza  di  un  buon  cavallo  .  La  fua  lunghi 
za  ordinaria  prefa  dall'  eftremità  del  mufo  fi 
all'  ano  è  di  ùtte  piedi  incirca ,  e  la  fila  alti 
za  miftirata  a!  'fito  delle  gambe  dinanzi  di  qu 
tro  piedi  ,  e  tre  pollici .  Il  fuo  corpo  è  ccpe: 
di  un  pelo  fu  (Udentemente  lungo  di  color  fui 
fui  collo  ,  e  fui  dorfo  ,  e  biancastro  fotto  il  v< 
tre  .  Ka  la  teda  rotonda,  il  mufo  acuto  ,  e  i 
r o  ,  le  orecchie  diritte  ,  e  fimili  a  quelle  deh 
vallo  s  la  coda  corta  ,  e  ripiegata  come  quel! 
ael  cervo  .  il  nome  di  Guanaco,  con  cui  vie 
com uneiKj ente  chiamato  ,  deriva  dalla  lingua  I 
riiVJana  :  i  Chilefi  nel  loro  idioma  lo  chiama: 
tuoi  .  I  Gua- 


LIBRO    IV.  519 

I  Guanachi  non  amano  tanto  il  freddo,  quan- 
te Vicogne  ;  al  cader  delle  prime  nevi  effi  ab- 
ndonanole  Andi ,  dove  foggiornano  la  fiate, 
vengono  ad  abitare  le  pianure  Chilefi  duran- 
T  inverno  •   Procurano  di  fUre  fempre  in  fo- 
ia ,  e  pafcolano  divifì  in  truppe  di  cento ,  o 
gento  V  una.  I  Nazionali  danno  loro  la  cac~ 
coi  cani,  ma  ordinariamente  non  pigliano  fé 
1  i  più  giovani,  i  quali  non  avendo  le  gam- 
abbaftanza  forti  per  fuggire  vanno  recando  in- 
tro .  Prendono  i  grandi  un  galoppo  ,   o  piut- 
to  un  trotto  così  veloce ,  che  un  cavallo  cor- 
ido  a  briglia  fciolta  non  potrebbe  raggiugner- 
Si  fermano  di  quando  in    quando  a   rimirar 
un  momento  i  cacciatori,  che  gl'infeguifco'- 
,  e  mandato  fuori  un  gran    nitrito  fingile  a^ 
;llo  del  cavallo,  fi  dileguano  ben  toiìo  con  u- 
velocità  incredibile  •  Ciò  nonoiìante  gì*  India- 
montati  fopra   cavalli   leggieriffimì   giungono 
•renderli  vivi ,  gettando  loro  da  lontano  un  1  ac- 
alle gambe .  Quello  laccio ,  che  elH  chiama- 
La^0  ,  è  fatto  di  una  ftrifcia  di  cuojo  lunga 
jue,  o  fei  piedi,    alle  cui  eftremità  attacca- 
due    fallì  della  groflezza  di  una  palla  di   tre 
>re .    Prendono  in  mano    ubo  di  quei  falli ,    e 
girar  1*  altro,  come  una  frombola  intorno  al 
0 ,  finche  abbia  acqulflato  una  forza  fufficien- 
allora  lanciano  il  colpo  contro   V  animale, 
hanno  prefo  di  mira  .  Coftoro  fono  così  de- 
a  maneggiar  quefta  fpecie   di  frombola ,   che 
cfla  colpifccno    qualunque  animale   anche  in 
anza  di  trecento  o  più  pafli  ;  ma  quando  vo- 
gliono 


3V£  L  1  3  R  O    i  K 

g)icno  averlo  vivo,  la  lanciano  in  maniera, 
la  corda  venga  ad  incontrare  follmente  le  g; 
be  ,  e  le  allacci,  e  le  Aringa  colla  forza ,  e 
movimento  di  rotazione  óti  ùfiì. 

I  Guanachi  fono  di  un  naturale  dociliffin 

iì  addomeflicano  facilmente  ,  e  fi  affezionano  I 

mente   ai  loro    padroni ,  che  li   feguono    da  p 

tutto.    Un  beneitante    del  littorale  dì    Quill 

aveva  una  ventina  di  quefti  quadrupedi  ,   i  qi 

ogni  mattina  andavano  indenne  a  pafcolare,e 

fera    tornavano  da  fé    foli  alla  loro   abitazior 

Siccome    moltiplicano  bene  in  quello  lor  nuc 

fiato,  così  è  da  credere,  che  a  queft*  era  fi 

formata  de'  medefimi  una  numerofa  mandra  • 

gli  altri  Chilefi  ,  fegoendo  un  efempio  tanto 

devole,    s*  applicaffero    a  domefticare  unJ  a 

male  così  importante,  aggiungerebbero   un  ni 

vo  ramo  di  commercio  alle  altre  produzioni  i 

loro  Paefe.    La  carne    dì   quefti  animali  fpeci 

mente  giovani. è  preziofa ,  e   non  la  cede  a  qu 

la  del  vitello  :  quella  però  degli  adulti  è  un  \ 

co  dura,  ma  falata  diventa   eccellente,  e  vie 

ricercata  dai   marinari  per  fervirfene  nelle  na 

gazioni  di  lungo  corfo,non  tanto  perchè  fi  ce 

ferva  meglio  di  qualunque    altra  carne,    quar 

perchè  riefee  faniffima  :    il  pelo    è  anche  ottii 

per  farne  dei  cappelli,  e  potrebbe  impiegar/i  i 

che  nelle  manifatture  de*  ciambellotti . 

j.  Il    Gueniul ,  o  Huemul ,  Equus  Bìfulcus  (* 
è  un'  -animale  »  che   richiederebbe  forfè  di   efi 

pofto 


(*;  Equus  pedìbus  bifulcis . 


L  1  B   R  O     1  V.  3*r 

:>fto  In  un  genere  feparato  ;  ma  io  P  ho  collo- 
tto fatto  quello  del  cavallo  ,  perchè  ne   ha  tut- 

i  caratteri  generici  a  riferva  delle  unghie,  le 
lali  fono  bipartite  come  quelle  dei  ruminanti . 
t  fatti  la  fua  dentatura  è  la  medefima  non  fo- 
>  in  ordine  al  numero  ,  ma  anche  alla  difpofi- 
one  .  Riguardo  poi  alla  forma  ,  alla  corpora- 
ta ,  al  pelame ,  e  al  colore  fi  avvicina  egli 
Jmente  ali*  afino  ,  che  fi  camberebbe  alle  vol- 
:  1'  uno  con  1'  altro  ,  fé  aveffe  le  orecchie  lun- 
le  come  il  medefimo  ,  ma  le  ha  come  il  cavai- 
à  la  Aia  fchiena  inoltre  non  è  fegnata  dalla- 
xce  nera  dorfale .  Del  refto  la  fua  tefta ,  il  fuo 
ufo,  gii  occhi,  il  collo,  il  dorfo,    la  groppa, 

coda  ,  le  gambe,  e  le  parti  genitali  non  fono 
labilmente  differenti  da  quelle  dell'  afino  ,  fé 
)n  che  i  loro  lineamenti  non  fono  così  forti  . 
a  fteffa  fua  ftruttura  interna  non  è  gran  fatto 
verfa .  Ma  la  fua  voce  famiglia  piuttofto  al  ni- 
ito  del  cavallo ,  che  al  ragghio  dell'  afino  .  Que- 
o  è  lo  fconofcluto  animale,  che  il  Wallis  dice 
/er  veduto  nel  paffar  lo  ftretto  Magellanico  (i)  ♦ 
X  Egli 

(i)  „  Nous  tnmes  en  cet  endroit  un  animai  qui 
reffewbhk  à  un  arte  s  mais  il  avoit  le  pìed  fo- 
wchu  y  somme  nous  le  découvrtmes  enfuite  en  fui* 
vant  fes  t?aces*&  il  couroit  arvec  autant  de  vi- 
tefie  r  qu  un  daim  ,  C  itoti  le  premier  quadru- 
pede ,  que  nous  eujfions  vu  dan?  le  détroit  ,  ex- 
cepté  à  V  entrée  ,  oìi  nous  apperfumes  les  gua- 
naques  ,  que  nous  ne  pumes  obtenir  en  ichangt* 
des  Vatagons  .  Kous  tirames  cet  animai  ,  mais 
fans  pouvoìr  V  atteindre  :  il  e  fi  vraifemhlable- 
ment  inconnu  aux  Naturalijies  d*  Europe  .  Haw- 
efvorth  Voy.tom.  i.  e.  z.  p.  38* 


3**  L  1  B  ìt  O     j  V. 

Egli  è  più  falvatico,  e  più  veloce  nel  corfo  de 
la  Vzcogna  ,  ed  ama  di  ftarfene  fra  le  balze  pi 
{cotette  delle  Andi  5  onde  è  molto  difficile  di  p< 
terlo  prendere.  In  lemma  il  Guemul  fembra  fo 
Kiare  I*  anello  ,  che  iega  i  quadrupedi  ruminan 
ai  folipedi . 

Gli  Spagouoli  hanno  tnfportato  dall'  Eur< 
paNal  Chili  i  cavalli ,  gli  afini,  i  buoi  ,  le  pec< 
re,  le  capre ,  varie  razze  di  cani,  i  gatti,  e 
anche  1  topi  domeftici  ,  come  abbiamo  detto  i 
addietro.  Tutti  quelli  animali  ftranieri  coftitui 
in  un  clima  così  confacevole ,  e  in  un  fuolo  ce 
sì  abbondante  dì  nutritivi  pafcolì  vi  fi  fono  pr< 
pagati  felicemente  .  9%  Gli  animali  del  noflro  Em 
3,  sfero ,  dice  il  Dottor  Kobertfon  parlando  d< 
Chili  ,  „  non  vi  moltiplicano  folamente  ,ma  vi  d 
3,  ventan  migliori .  Il  befliame  a  corno  è  di  greti 
3,  dezza  maggiore  di  quello  di  Spagna.  1  fuoì  ca 
55  vaili  vincono  in  bellezza  y  e  in  vivacità  i  fimo 
3f  dell*  Andalusa  ,  dai  quali  fon  derivati  .  Di  fati 
i  Cavalli  Chilefi  hanno  tutto  il  fuoco ,  il  vigore 
la  Jeggierezza ,  e  la  beltà ,  che  fi  poffan  mai  de 
fide  rare.  Quelli  delle  pianure  fono  a  guifa  de 
eavalli  Arabi  di  mediocre  grandezza ,  ma  riefeo 
no  perciò  pia  agili,  e  più  adattati  ad  ogni  for 
ta  di  efereizio  .  Pel  contrario  quelli  delle  razzi 
Andine  fono  affai  più  grandi,  più  fedad ,  e  pii 
idonei  per  le  carrozze  * 

Tanto  gli  uni  ,  che  gli  altri,  hanno  In  gè 
aerale  T  incollatura  elegante  ,  la  tefta  piccola 
e  ben  modellata,  la  coda  ben  crinita  e  un  poc< 
rilevata,  il  petto  ben  fatto,  la  cofeia  tondeggi* 

ta, 


L  1  B  R  0     1  V.  n$ 

le  gambe  afciutte,  e  forti,  i  piedi  ficuri ,  e 
unghie  così  dure,  che  non  abbiiogna  mal  di 
rrarii .  In  fatti  a  riferva  di  quelli ,  che  fi  ten- 
>no  nelle  fcuderie  di  Città,  tutti  gli  altri  van- 
>  fenza  ferri ,  e  fopportano  in  tal  guifa  1*  ec- 
fiive  fatiche  ,  a  cui  fono  foggetti  ;  perchè  non 
edo  ,  che  fi  trovi  un*  altro  Paefe,  dove  i  ca- 
lili fieno  trattati  con  sì  poco  riguardo  .  Ciò  de- 
va dall*  abbondanza  che  vi  è  de*  medefimi ,  e 
illa  facilità,  con  cui  fi  pofTono  acquiftare,  Oi 
levare  .  Un  cavallo  ordinario  cofta  comunemen- 
un  fiìippo ,  e  una  cavalla  cinque  paoli  Roma- 
.  Il  loro  nutrimento  confitte  nell*  erbe,  che 
ovano  ne'  campi ,  dove  lafcianfi  pafcolare  glor- 
ia e  notte  in  tutte  le  ftagioni  dell'  anno.  I 
mtadini ,  che  non  faprebbero ,  per  dir  così ,  fa- 
:  un  miglio  a  piedi ,  tanto  è  V  ufo  che  hann© 
cavalcare  ,  appena  alzati  dal  letto  corrono  a 
etter  la  fella  ad  uno  dei  loro  cavalli  per  fer- 
rfene  tutto  l'intero  giorno  fenza  farli  prende- 
;  in  qaefto  intervallo  di  tempo  alcun  cib®.  E* 
tresì  cofa  comune  preiTo  di  loro  il  fare  del 
aggi  di  trecento  ,  o  quattrocento  miglia  mon- 
iti fopra  un  raedefimo  cavallo  fenza  concederli 
tro  rìpofo,  (e  non  quelle  poche  ore,  che  eflì 
fermano  per  dormire  .  Ma  come  q*?efli  cavalli 
fia  per  la  dura  maniera  ,  con  cui  fono  alleva- 
,  o  per  la  forza  dei  pafcoli ,  di  cui  fi  alimen- 
to,  fono  di  una  rohuftezza  incredibile  ,  così 
*ggono  bene  a  sì  fatti  ftrapazzi  ,  e  fervono  ai 
>ro  indiscreti  padroni  fino  ad  una  eftrema  vec- 
hiaja , 

X  a  Que- 


3*4  LIBRO      IV. 

Qoefti  quadrupedi  non  folamente  fi  fono  m< 
tìplicatì  felicemente  in  quel  tratto  di  Paefe ,  e 
viene  poifeduto  dagli  Spagnuoli  ,  ma   molto  p 
ancora  fra  gì'  Indiani  ,  che  ne  hanno  numero* 
furie  raandre.  I  Chilefi  diftinguono  tre    razze 
cavalli,  cioè    i  trottanti,  o  quelli  che   vanno 
trotto,  gli  ambiami,  o  portanti,  e  gli  fpalle^ 
anti  .  I  trottami  fono  i  più  comuni,  e  i  più  i 
mati  dalla  gente  di  campagna,  perchè  fono  pi 
ni  di    vivacità,  e  di  robustezza  .    I  portanti, 
dire  del  Tenente  Generale  Uìloa  conofeitore  d 
buoni    cavalli  di  Spagna  ,    hanno  acquietato    n 
Chili  un'  andare  così  bello,  e  foave  ,  che  fup 
lano  dì  gran  lunga  i  loro    progenitori    di  And 
ìuzia  (i).    Quefta  dote  è   alla  razza    medefima 

con- 


Cr)  „  En  efle  Reyno  de>  Chtle  es ,  donde  parect 
99  tienen  fu  origen  aquellos  celebre*  Caballos  ,  y  Aiu 
3,las  andadoras  ,  de  que  queda  hecba  mencìon  I 
ss  la  I.  Parte  ,  y  Jìendo  los  que  bay  boy  en  todas  la 
„  Tndias  procreados  de  los  primeros  que  fé  ìntrodu 
„  xeron  de  Efpana  5  adquìrieron  los  de  Cbile  la  ex 
„  celencìa  de  un  nuevo  pafio ,  para  fobrefalìr  con  $ 
35  no  [oh  a  los  demas  de  aquella  America  ,  per 
„  tamhien  a  los  de  Efpagna  ,  de  quienes  fé  derivi 
$,  ron  .  No  me  opondré  yo  a  que  los  Caballos  ,  qu 
s,  enei  primitivo  tiempo  fé  llevaron  ,  fuefien  anda 
„  dores  por  inclinacìon  ,  o  raza  ,  pues  aun  toda  vu 
9,/e  ven  en  Efpant  muchos  con  efla  prapìedad  ;  pe 
„  rp  Jì  dire  ,  que  h.iv'iendo  tenido  mas  cuydado  al 
9ylà  en  confervar  la  caftì  ,  fin  que  mefclados  lo 
35  de  ella  con  los  puramente  de  trote  ,  degenere  ,  fot, 
„  incomparablemente  mu  ho  mas  perfeflos  aquellos^ 
3>  que  los  de  acà  ;  pues  fin  mas  znduftr'a  ,  que  j$j 
,;  propria  inclinacìon  ,  andm  tan  velozmente  ,  qut 
3y  baciendo  parejas  con  otro  ,  que    corr#  a   fu  lado I 


L  1  B   R  O     I  V.  3l? 

onnaturale .  Sì  veggono  i  piccoli  puledri  fegui- 
c  di  portante  le  loro  madri,  che  vanno  di  ga- 
>ppo  ,  fenza  fcoftarfene  punto  .  Il  paffo  di  que- 
;i  cavalli  è  così  agile  ,  e  allungato ,  che  fé  ne 
rovano  varj,  che  agguagliano  ambiando  il  cor- 
o  degli  altri.  Un  tal  paifo  confifte,  come  è  no- 
o,  nella  prontezza  di  levare  fpeditamente  irL* 
w  tempo  folo  il  piede  davanti ,  e  quello  di  die- 
ro  ,  e  di  portare  queft*  ultimo  dirimpetto  ,  od 
nche  al  di  là  del  piede  anteriore  del  lato  op- 
ofto,  in  vece  di  portarlo  nel  luogo  ,  ove  erafi 
ofato  il  primo  ;  ciò  che  rende  il  moto  più  dol- 
c ,  più  uniforme,  e  più  fpedito  al  doppio  di 
uello  dei  cavalli  ordinarj  .  Quefio  equabil  mo- 
o  viene  infaticabilmente  confervato  anche  nel 
»iù  lunghi  viaggi  da  quella  razza  di  cavalli ,  qua- 
ora  però  non  vengano  coftretti  a  cangiarlo  ,  on- 
e  a  cavalcarfi  fi  rendono  più  comodi  delle  fedie 
aedefime  da  vettura .  Effi  coftano  da  quindici  in 
enti  feudi  V  uno . 

X  §  I  ca- 


no  confienten  gite  fé  le  adelante  s  y  el  ginete  llevx 
en  ellos  un  defeanfo  tal  que  no  dà  lugar  a  que  la, 
9  agltacion  le  fatìgue  «  Son  affimi fmo  tan  herrnofos  9 
,  corno  los  muy  celebrados  Àndaluzes  ,  de  buen  tal» 
le  ?  y  generofos  :  por  ejlas  tan  fobrefalientes  cali- 
,  dades  ,  Je  hacen  eflìmables  en  todas  partes  ,  y  fé 
,  llevan  a  Lima  5  corno  regalo  el  mas  dtgno  de  a» 
%prtcìo  ?  que  fé  puede  ofrecer  a  las  perfonas  del  mn~ 
9yor  caratter  :  otros  los^llevan  para  fu  gufio  ,  y  fon 
,  ya  tan  comune s  en  toto  el  Reyno  ,  que  trajeien- 
9den  ha  fi  a  Quìto  :  con  cuyo  motivo  fé  han  htcho 
,  caftas  en  todos  aquello s  Payfes  ,  pero  en  nìnguno 
^prevalecen  con  la  perftccìon  que  en  Qhlle  «  Viag« 
om.  3. 1.  2»  cap.  s.n.  52,2. 


3**  L  1  B  R  o      i  ir. 

I  Cavalli  /palleggiami  fono  più  itimati  e 
tutti  gli  altri  per  la  bella  comparfa  ,  che  fann 
nel  camminare  alzando  alternativamente  così  be 
ne  i  piedi  davanti,  che  giungono  quafi  a  toc 
car  coli'  unghie  le  ftaffe  .  Nafcono  effi  con  que 
fla  elegante  proprietà,  la  quale  poi  fi  vien  pei 
fezionando  coli*  efercizio  del  maneggio  .  I  Ca 
valli  di  quefta  forta  hanno  tutti  un  grandifilm 
fuoco  ,  e  per  lo  più  non  fono  da  montarli  dal! 
perfone  ,  che  non  fieno  bene  iniziate  nell'  art 
del  cavalcare .  Siccome  fono  molto  ricercati ,  ce 
sì  fi  vendono  cento ,  dugento  ,  e  perfino  cinque 
cento  feudi  V  uno  .  I  Peruviani  particolarmente 
ne  comprano  molti  per  fervigio  delle  cavalcat 
pubbliche,  che  fogliono  farfi  ogni  anno  in  quel 
le  Città.  Se  ne  fono  anche  trafportati  alcuni  I 
Europa  malgrado  la  lunghezza  del  viaggio  pe 
farne  un  regalo  a  un  Sovrano.  Preffo  gli  Arau 
cani  fi  trovano  dei  cavalli,  che  ballano  al  cam 
minare  con  vaga  armonia,  ma  queftì  fono  indù 
ftnati  a  farlo,  e  non  provengono  ,  come  i  pre 
cedenti  ,  da  fchiatte  originarie  ,  e  permanenti . 

I  Chilefi  pongono  grande  attenzione  a  con 
fervare  in  tutta  la  loro  purità  quelle  razze ,  ni 
permettono  mai,  che  1'  una  fi  mefcoli  coli'  al 
tra,  acciocché  non  vengano  a  degenerare  dalli 
rifpettive  loro  proprietà  .  Durante  V  inverno  man 
dano  la  maggior  parte  de*  loro  cavalli  a  pafcol* 
re  nelle  Valli  Andine,  dove  frante  la  gran  quan« 
tità  di  nutritive  erbe,  ctie  vi  crefeono  ,  s'  in« 
graffano  a  maraviglia,  e  ritornano  in  Primavera 
più  vigorofi,  e  rohurìh  Quando  domano  i  pule- 

ari , 


L  1  B  R  O     1  V.  327 

p,  il  che  fanno  ordinariamente  dopo  i  tre  ari- 
1  della  loro  età,  coftumano  di  recider  loro  il 
aufcolo  fuperiore  della  coda  ,  affinchè  eri!  non^ 
loffono  più  dimenarla,  e  a  quefla  operazione  dan- 
0  il  nome  dì  castigo  . 

Gli  afini  ?o  fia  perchè  vi  fono  poco  irn pieg- 
ati ,o  fia  per  la  piacevolezza  del  clima  più  ne- 
effaria  a  queftf  animali,  che  a  gli  altri,  hanno 
.cqulftato  nei  Chili  una  corporatura  affai  fepe- 
iore  a  quella  dà  loro  progenitori  Europei  .  FUI 
anno  il  pelo  Juftro,Ia  t'efla  alta  ,  il  collo  grof- 
0,  la  groppa  ben  fatta  3e  i  piedi  leggieri.  M'ol- 
i  di  loro  fi  fono  refi  falvatici ,  e  abitano  le  Val- 
i  della  Conigliera  ,  dove  i  paefani  vanno  di 
ratto  in  tratto  a  cacciarli  pel  folo  interefle  del- 
a  pelle  .  Se  ne  trovano  anche  alcuni  rivettiti  di' 
n  pelame  così  morbido  ,  e  lungo,  che  potrebbe 
•enii&mo  erter  filato  ,  I  muli  *  che  provengono 
all'  accoppiamento  di  quefti  animali  colle  cavai* 
e,  riefcono  eccellenti  non  meno  pel  tra/porto 
elle  merci  ,  che  per  le  vetture  .  Ve  ne  fono 
nche  molti  filmabili  pel  loro  palio  affai  fpedito, 
d   uniforme . 

Il  feeftiame  a  corno,  che  va  foggetto  p*ù  dì 
jualunque  altro  alle  influenze  del  clima,  fi  è  ac- 
omodato in  tutto  alla  divifione  naturale  dd  Re- 
;no  .  I  Buoi  marittimi  fono  più  piccoli  di  quef- 
i ,  che  nafcono  nelle  pianure  mediterranee  ,  e  que- 
il  fono  inferiori  di  mole  a  quelli  ,  che  fi  pro- 
pagano nelle  Andi  .  Il  berciarne  marittimo  p^rà 
on  è  piccolo  ,  fé  non  relativamente  a  quello  del* 
ì  parti  fuperiori  del  Chili  ;  elfo  per  altro  ag«* 
X  4  gua* 


r 


3*8  L  I  B  R  O     1  V. 

guaglia  In  grandezza  i  buoi  comuni  d*  Italia.  L< 
vacche  Andine  arrivano  alla  ftatura  dei  manz 
più  ben  nutriti;  e  i  tori  hanno  1*  ecceffo  di  vo 
lume  corrifpondente  in  queffo  genere  al  loro  fei 
fo  •  Io  ne  ho  veduti  alcuni  ,  che  pefavano  da. 
1900.  libbre  .  Tutti  quefti  animali  non  fi  chiù 
dono  mai  nelle  ftalle ,  né  hanno  altro  nutrimen 
to ,  che  gli  accidentali  pafcoli  delle  campagne 
Eppure  non  fi  ravvifa  in  loro  la  menoma  degra 
dazione  né  riguardo  alla  corporatura  ,  ne  riguar 
do  alla  forma  .  La  loro  carne  è  così  fucculenta 
e  guftofa  come  quella  dei  manzi,  che  vengon< 
ingraffati  artifiziofam^nte  . 

Vi  fono  dei  propietarj  affai  comodi ,  che  at 
te'fa  V  eftenfione  dei  loro  poderi  ,  vi  mantengo 
no  dieci,  o  dodici  mila  animali  bovini.  Qtieft 
ogni  anno  fui  finir  dell'  inverno  ne  feparano  d; 
mille  fra  manzi,  e  vacche  ,  e  rinchiufi  in  un  va- 
ilo ferraglio  ricco  ài  ubertofe  pafturc  ye  li  la 
fciano  impinguare  ,  e  poi  li  fanno  ammazzar  tut- 
ti in  un  determinato  mefe  .  Giunto  quefto  teni 
pò  ,  che  fuol  effere  per  lo  più  circa  le  fefte  d 
Natale,  gli  armentari  conducono  da  venti,  I 
trenta  di  quefti  animali  per  giorno  entro  une 
fteccato  a  bella  pofta  coftruito  in  una  vicina  pia- 
nura. I  contadini,  che  attendono  con  impazien. 
za  quefto  che  è  per  loro  il  più  dilettevole  fpet 
tacolo  ,  montati  fopra  i  loro  cavalli  circondane 
io  fteccato ,  afpettando  che  vengano  mandati  fuo- 
ri ad  uno  ad  uno  i  rinchiufi  animali .  Quefti  fug« 
gendo  vengono  infeguiti  a  fpron  battuto  dagli 
apporti  contadini ,  i  quali  itrmgendo    un'  aft*j 

arma 


L  I  B  RO     1  V.  329 

irmata  nelP  eftremità  di  un  ferro  tagliente  fat- 
o  a  mezza  luna  cercano  dì  fopraggiugnerli ,  e 
:on  gran  deftrezza  taglian  loro  coli'  adunco  fer- 
©  1  garetti,  affinchè  ^ramazzino  per  terra.  A 
nifura,  che  van  cadendo,!  beccai  prontamente 
;li  uccidono,  ficcando  loro  nella  nuca  la  punta 
li  un  coltello  .  Terminata  quefta  fpecie  di  cac- 
ia  raccolgono  le  uccife  beftie,  e  quindi  le  Ara* 
cinano  fotto  a  un  gran  frafcato  ,  dove  le  ma- 
Milano  fpeditamente.  Separano  la  carne  dal  fe- 
ro, la  tagliano  in  fottili  fette ,  e  leggermente.» 
alata  la  diftendono  all'  aria,  acciocché  fi  afciu- 
>hi  bene:  quando  è  fecca  la  imballano,  e  man- 
iarìla  a  vendere  alle  miniere  ,  e  al  Perù  .  I*  ufo 
il  quefta  carne  è  molto  vantaggiofo  nelle  navi- 
gazioni ,  perchè  effendo  poco  falata  fi  rende  affai 
>iù  fana  di  quella,  che  fi  prepara  in  Ollanda, 
i  in  Inghilterra.  Il  fego  poi,  che  non  fi  fpaccia^ 
lei  Paefe  ,  fi  vende  nel  Perù  .  Del  corame  fi 
anno  fuole  da  fcarpe  ,  di  cui  la  maggior  parte 
jz  fuori  del  Regno.  Il  latte,  che  fi  ricava  dal- 
e  vacche  ,  ha  tutte  le  buone  qualità  ,  che  fi  pof- 
!bno  defiderare  :  fé  ne  fanno  eccellenti  formag- 
gi, ma  i  più  filmati  fono  quelli,  che  fi  fabbri- 
co in  un  certo  luogo  delle  maremme  del  Mau- 
e  chiamato  Chanco  ,i  quali  ne  in  grandezza,  né 
n  bontà  non  la  cedono  ai  formaggi  Lodigiani* 
I  buoi  Chilefi  ,  quantunque  non  fieno  alle- 
gati in  quello  flato  di  foggezicne,  in  cui  tengonfi 
in  Europa ,  tuttavia  quando  vengono  applicati  al 
lavoro  dopo  1'  età  di  tre  anni  riefcono  cosi  be- 
ne,   e  inoltrano   tanto  vigore,   che  io  noti    vidi 

mai 


S%9  LIBRO     IV. 

aiai  adoperarne  più  di  un  paio  nella  coltura  di 
quei  campi ,  i  quali  per  elfere  flati  poco  diffoda- 
ti  richieggono  in  varie  parti  degli  sforzi  confi. 
derabili .  Tutti  quefti  buoi  lavorano  col  giogo 
alle  corna  all'  ufo  di  Spagna.  Siccome  gli  ar- 
menti fi  lafciano  vagare  giorno,  e  notte  per  le 
campagne,  e  pei  bofehi ,  molti  di  quefti  ani. 
mali,inialvatichiti  del  tutto,  fi  fono  ritirati  alle 
Valli  Andine,  dove  moltiplicano  ecceffìvamen- 
te.  Ma  né  quefti,  né  gli  altri  domcftjci  hanno 
mai  avuta  la  difgrazia  di  perdere  le  corna  ,  co. 
me  fpacciano  i  degradatori  dell'  America.  Ame- 
rebbero  bene  quei  contadini,  che  un  tale  feno- 
meno, fi  avvera/Te  nelle  corna  dd  loro  armenti, 
perchè  fpinti  dalla  fierezza,  che  porta  feco  le 
flato  di  libertà ,  in  cui  vivono  ,  attaccano  foven- 
te  con  quefte  arme  terribili  i  poveri  vaccari,  e 
ammazzano  ancora  quantità  di  cavalli .  Si  rac- 
conta perciò,  che  un  certo  beneftante  avendo 
ritrovato  fra  fuoi  armenti  due  giovenchi  di  feffq 
diverfo  fenza  corna,  lo  che  fuole  accadere  anche 
in  Europa,  ordinò  che  fi  feparaffero  dagli  altri, 
e  fé  ne  fteette  una  razza  particolare  per  vedei| 
fé  nafeeffero  i  loro  figliuoli  con  quefto  difetto . 
I  due  moftri  ,  per  quanto  fi  dice,  procrearono 
un9  individuo  confimile  ,  ma  dì  ftraordinaria  gran- 
dezza.  Comunque  fi  fia  ,  io  non  vidi  quefto  ae* 
cidente#  e  dubito. -affai  delle  fue  circoftanze  ; 

Se  le  beftie  bovine  (otto  quei  Clima  dege- 
nerano in  quefta  parte,  è  piuttofto  per  eccedo  j 
che  per  difetto.  Le  loro  corna  diventano  cosi 
-groffe ,   che  gì'  Indiani    fanoo  con  effe  dd  bic* 

càieri 


LIBRO     IV. 


33* 

ihierl  di  undici,  o  dodici  pollici  di  circonferen- 
za. Il  Viceré  del  Perii  D.  Emanuelle  d*  Amat , 
:he  vive  tuttora  in  Ifpagna ,  eflendo  Prefidente 
lei  Chili  ,  aveva  un  fiàfco  di  corno  regalatogli 
la  uno  di  quei  nazionali ,  !a  di  cui  bafe  aveva^* 
)tto  pollici  dì  diametro.  Si  dice,  che  queir  Ino- 
liano 5  che  ammazzò  il  bue,  che  portava  un  cer- 
io così  fmifurato,  avea  fatto  colla  metà  più  grofc 
a  di  elfo  un  piccol  tamburo  .  Cheche  ne  fia  dì 
juefto  aneddoto,  è  certo  che  il  fuddetto  corno 
>areva  msneante  di  qualche  cofa  verfo  la  b  fé  $ 
>erchè  non  avea  di  altezza  che  diciaifette  pollici . 
:  Manzi  fi  vendono  nel  Chili  tre  in  quattro  fi- 
ippi  T  uno  :  ma  nei  porti  di  mare  per  una  con- 
tenzione antica  fi  fanno  pagare  ai  baftimenti  dìe^ 
ì  feudi;  quattro  poi  appartengono  al  Governa- 
tore del  Porto,  e  fei  al  proprietario  dell'  ani* 
male. 

Le  pecore  frafportate  da  Spagna  non  hanno 
>erduto  nulla,  o  fi  riguardi  la  loro  ftatura  ,  o 
a  lana  ,  la  quale  fi  conferva  lunga,  fina  ,  e  di 
ma  bianchezza  Angolare  .  Ogni  pecora  ne  pro- 
luce annualmente  da  dieci  fino  a  quindici  lib- 
are .  La  carne  dei  caftrati  è  di  un  fapore  cfqui- 
ito  .  In  tutte  quelle  contrade  quefto  beftiame  fi 
moltiplicato  incredibilmente  ,  e  come  avviene 
sei  patii  temperati  porta  due  volte  V  anno,  e 
lon  dì  rado  produce  due  agnelli  per  volta  .  Le 
pecore  vanno  fprovvedute  di  corna  come  in  In» 
;hilterra  ,  e  in  Italia  s  i  montoni  però  ne  fono 
empre  forniti ,  e  molti  ne  portalo  quattro  f   £i 

qual. 


33*  LIBRO     IV. 

qualche  volta  più  (i).  Quefii  animali  fi  Iafcian« 
tutto  il  giorno  per  le  campagne  ,  e  foltanto  1: 
notte  fi  rinchiudono  in  uno  fteccato  vicino  alle 
cafe  rurali  per  prefervarli  dalle  beftie  carnivo 
re.  Quelli,  che  fono  flati  condotti  alla  Cordi 
gliera,  vi  fono  diventati  più  grandi,  e  produ- 
cono  la  lana  più  lunga,  e  più  fina.  I  Pebueì* 
ehi  abitatori  di  quella  montagna  coli'  accoppia 
mento  de'  caproni  colle  pecore  hanno  formati 
una  razza  intermedia,  i  di  cui  individui  riefeo' 
no  il  doppio  più  grandi  delle  altre  pecore ,  Cj 
fono  coperti  di  un  pelo  lunghiflìmo ,  e  morbi- 
do  come  quello  delle  capre  di  Angora;  queft( 
pelo  è  alquanto  riccio,  e  s*  accofta  molto  ali; 
lana.  Se  ne  trova  di  quello ,  che  ha  più  di  du< 
piedi  di  lunghezza  .  Tutte  le  pecore ,  che  fi  veg- 
gono  nel  Chili ,  fono  di  razza  Africana  s  e  prò- 
vengono  da  qudìe  ,  che  il  Card  Ximenes  ket 
trafportare  dal  Marocco  in  Ifpagna  .  Le  Caprai 
parimente  riefeono  bene  in  tutto  il  Paefe  ,  e  i 
fgravano  due  volte  1*  anno  di  due,  di  tre,  ec 
anche  di  quattro  capretti  per  volta;  perciò  fo- 
no  numerofiiilme  per  quelle  montagne  ,  malora- 
do  la  ftrage  ,  che  fé  ne  fa  annualmente  per  prov. 
vedere  di  marrocchini  non  folo  il  Chili ,  ma  an- 
che il  vaflo  Regno  del  Perù. 

V  uo- 


(i)  ,,  Les^  moutons  ont  la  plupart  quatre  cornes , 
„  quelquefois  cìnq  ,  (£•  Jìx  :f  en  ai  vù ,  qui  en  a* 
5,  vohnt  fept  ,  quatti  a"  un  coté ,  ttois  de  V  autreì 
5,  ou  trois  de  chaque  coti ,  &  une  au  milieu  .  FreZ. 
Voy.  tom.  i.pag.  113. 


LIBRO     IV.  335 

I'  uomo,  centro  in  cui  per  legge  di  natura 
fi  riflettono  tutti  gli  efferi  del  noftro  Globo  ,  go- 
de nel  Chili  di  tutto  quel  vigore,  che  può  fom- 
miniftrargli   la  beneficenza  di   un   Clima 'inaltera- 
bile. Una  tarda  morte  viene  d'  ordinario   a  ter- 
minare la  lunga    carriera  dei  fuoi  giorni  ;    kp~ 
pur  egli  rispettando  i  limiti  prefliH  dalla  natura  , 
non   s*  abbandoni  alle  Regolatezze  dìftruggitrici 
dell'  economia  animale  .    Difatti  fé  ne    veggono 
nolti  prolungare  oltre  a  un  fecolo  la  loro  vita. 
[/  anno  fcorfo   vi   morì  un  Cavaliere  nominato 
D.  Antonio   Boza    in  età  di    anni  cento   fei  ,    il 
juale  godette  fempre  una  fiorente  fallite,  ed  eb- 
)e  da  due  mogli  ventotto  figliuoli .  Ho  conofciu- 
o  fra  i  Creollì  medefimi ,   che   M.  Paw  vorrebbe 
nche  ridurre  a  una  corta  vita,  vecchj di  104.  ,  di 
07. ,  e  di    iij.  anni.  L'avo  mio  paterno,   e  il 
iio  bifavo  ,  amendue  Creolli ,  camparono  profpe- 
ofamente  1*  uno  9$. ,  e  l'altro  96.  anni .   Quelli 
fempj  fono  anche  più  comuni  fra  gì*  indigeni  del 
aefe . 

Le  donne  fono  generalmente  feconde  :  ap- 
ena fi  troverà  un'  altra  regione,  dove  i  parti 
emelli  fieno  più  frequenti .  Un  Francefe  detto 
hbtelìer3  che  vi  morì  nel  1764.  in  età  molto 
/anzata  ,  lafciò  da  una  fola  moglie  163  difcem- 
snti .  Quindi  è,  che  quefto  Regno  libero  già 
t  parte  da  quegli  oflacoli ,  che  direttamente  s* 
pponevano  all'  incremento  dei  fuoi  abitanti  ,  fi 
cominciato  a  popolare  da  trenta  anni  in  qua 
m  una  rapidità  incredibile. 

Gli  abitatori  del  Chili  fono  parte  indigeni, 

e  par- 


■ 


334  L  I  B  R  O     I  V. 

e  parte  di  (chiatta  Europea  ,  o  Africana .  Gli  0- 
tiginarj  d'  Europa  fono  per  lo  più  di  un  bel  fan- 
gue ,  e  fpecialrnente  le  donne ,  molte  delle  qua- 
li fono  dotate  di  fingolar  bellezza.  Gì'  indigeni 
Chìlefì  formano  una  fola  nazione  divifa  in  vari* 
tribù  ,  e  tutti  hanno  la  medefiaia  fìfionomia  ,  ( 
la  medefìma  lingua  chiamata  da  loro  Chilìdugu, 
che  vuol  dire  lingua  Chilefe  •  Qnefta  lingua  < 
dolce  ,  armonioia  ,  efprefllva  ,  regolare  ,  e  copio- 
fiffima  di  termini  atti  ad  enunciare  non  folo  1< 
cofe  tìfiche  generali,  o  particolari,  ma  anche  1< 
cofe  morali ,  e  attratte  (i)  .  La  loro   carnagion< 

e  di 


(i)  Il  Sig.  Paw  dice  ,  che  le  lingue  Americane 
fono  così  povere ,  che  non  ve  n  è  alcuna- ,  che  ab 
hia  de*  numeri  per  contare  al  dì  là  di  tre  .  Ecco  I 
tigretto  i  termini  numerali  della  lingua  Chilefe  . 

Cardinali . 


Quigm 

Epu 
Cui* 

uno . 
due  . 
tre  • 

Meli 

Quechiir 

Cayu 

Reighe 

quattro  . 
cinque  » 
fei  l 
fette . 

Pura 

otto  . 

Jylla 

nove . 

Mari 

dieci  . 

Mariquigne 

Mariepu 

Mariella 

undici  • 
dodici 
tredici  ,  ec. 

Epumarì 

venti  . 

<2ìtlamari 

trenta  . 

Me  li  metri 

quaranta  ,  ec. 

Pataca 

cento . 

Epupataca 
€ulapataca 

dugento  . 
trecento ,  ec. 

L  l  B  R  O     1  V.  335 

è  di  uà  bruno  roificcio  tendente  al  color  del  ra- 
me 


Huaranca 

nulle  . 

Epuhuaranca. 

duemila  3  ec. 

Ordinali 

Vnen 

primo  • 

Unelelu 

idem  • 

Quìgneleht  . 

id. 

Qutgnegelu 

id. 

Ql*ìgnegenti4 

<  id. 

Quìgnenti* 

id. 

Epuielu 

fecondo  • 

Kpugelu 

id. 

Epugentu 

id. 

Epuntu 

id. ,  ec. 

Diftributivi 

# 

Callique 

a  uno  a  uno . 

Mollquìgne 

id. 

Epuque 

a  due  a  due « 

Mollepu 

id. ,  ec. 

Indeterminati  • 

Quìgnelque 

alcuni  . 

Epulque 

due  incirca . 

Gùl&lque 

tre  incirca,  ec. 

Avverbiali 

m 

Quìgnechì 

una  volta  . 

Quignemel 

id. 

Quìgnemìtfe 

id. 

Epuchi 

due  volte  * 

Epumel 

id. 

Mpumha 

id.  ,  ec. 

Aft  ratti. 

Quìgnegen 

unità  • 

Epugen 

dualità  . 

Ctèlageft 

trinità  ,  ec. 

Verbi  num. 

* 

Quìgnen 

efier  uno  • 

Qut&nelc$n 

adunare. 

Epun 

eifer  due,  ec. 

■ 


356  LIBRO     ir. 

me .  I  Boroani  però  fìtuati  nel  centro  delle  Prc 
vincle  d'  Arauco  a'  gr.  39.  di  lat.  Auftrale  fon 
bianchi  e  roffi  ,  hanno  gli  occhi  azzurri,  e  i  ca 
pelli  biondi,  come  quelli  degli  Europei,  che  nal 
cono  in  mezzo  alla  Zona  temperata  Settentric 
naie.  Sono  regolari  le  loro  fattezze,  ed  anche 
belle  in  molti.  Rido  fra  me  fteflb  ,  quando  leg 
go  in  certi  fcrittori  moderni  riputati  diligen 
offervatori,  che  tutti  gli  Americani  hanno  I 
medefimo  afpetto  ,  e  che  quando  fé  ne  abbia  ve 
duto  uno ,  fi  poffa  dire  di  avergli  veduti  tutti 
Codefti  Autori  fi  lafciarono  troppo  fedurre  da  cei 
te  vaghe  apparenze  di  fomiglianza  procedeni 
per  lo  più  dal  colorito  ,  le  quali  fvanifeono  te 
Ho  che  fi  confrontano  gì*  individui  ài  una  nazic 
ne  con  quelli  dell'  altra»  Un  Chilefe  non  fi  dii 
ferenzia  meno  nelP  afpetto  da  un  Peruviano,  eh 
un'  Italiano  da  un  Tedefco  .  I©  ho  veduto  pur  d( 
Taraguaj ,  de'  Cujanz  ,  e  dei  Magellanici ,  i  qua 
li  tutti  hanno  dei  lineamenti  peculiari  ,  che  li  di 
ftinguono  notabilmente  gli  uni  dagli  altri . 

I  Chilefi  in  generale  hanno  poca  barba  ,  ce 
me  i  Tartari ,  ma  fembra  che  non  ne  abbiati 
punt® ,  perchè  collimano  di  fìrapparfela  con  de! 
le  mollette ,  che  portano  fempre  feco  .  Si  crede 
bo  poco  puliti  ,  quando  hanno  il  volto  ingombra 
to  di  peli:  ciò  non  ottante  ho  veduto  fra  « 
loro  molti  barbati  al  pari  degli  Spagnuoli  .  I  p« 
ìi?  che  annunziano  la  pubertà,  a1  quali  danno  i 
ppau  di  Calchx,  fpuntano  in  loro  più  copiofa 
mente  di  quelli  della  barba  .  La  fcarfezza  di  que 
fta  non  è  feguita  dalla  diminuzione  delie  forze 

ne 


I 


L  1  E  R  0    1  V.  337 

da  verun  altra  debolezza  .  Sono  quegl'  India- 

rcburìiffimi  ,  e  qualora  fi  danno  al  lavoro  fop- 
mno  ogni  fatica  con  vigore  ,  e  con  coftanza  : 
rciò  vengono  preferiti  agli  altri  operaj  in  tut- 

quelle  faccende,  che  richieggono  sforzi  ftraor-* 
larj . 
Quelli,  che  dimorano  nelle  pianure,  hanno 

medefima  flatura  degli  Europei  :  ma  gli  abi- 
iti  delle  montagne  Andine  fono  generalmente 
ì  alti.-anXi  io  credo, come  dM  fui  principio, 
5.  quefti,e  non  altri,  fieno  i  famofi  Patagoni, 
de'  quali  fi  è  tanto  parlato  in  Europa  .-  il  Lord 
fon  era  del  mio  fentimento  .  La  deferizione, 
|  fanno  di  quefli  Titani  Antartici  i  moderni 
iggiatori  Byron,  Wallis  ,  Carteret  ,  Bougain- 
!e  ,  Duclos ,  e  de  la  Giraudais,  che  ultima- 
nte gli  hanno  veduti,  corrifponde  beniflimo  al 
attere  degli  accennati  Montanari .  Ma  ciò  che 
alla  mia  opinione  un  certo  grado  di  evidenza 
I ,  che  il  loro  linguaggio  non  è  diverfo  dal 
ilefe  ,  lo  che  fi  deduce  dalle  parole  Patagoni- 
;  citate  dagli  ftefll  Viaggiatori  .  É'  ormai  cofa 
ta  ,  che  V  idioma  Chilefe  non  fi  flende  oltre 
limiti  da  me  afTegnati  al  Chili.  Noto  anche  di 

,  che  fra  le  citate  parole  de'  Sigg.  Viaggia- 
i  vi  fi  trovano  dei  vocaboli  Spagnuoli ,  i  qua- 
Von  poffono  effere  flati  apprefi  fé  non  da  una 
ione  confinante  colle  Colonie  Spagnuole  . 

Gli  abitanti  della  Cordigiiera  Chilefe  fono  al 

i  di  tutti  gli  altri  viventi ,  che    fi    propagano 

quella  montagna,  di  una  corporatura  fuperio- 

illa  comune.  La  loro  ftatura   ordinaria    è   di 

Y  cin* 


33*  L  1  B  R  O     1  V. 

einque  piedi,  e  fette  pollici.  I  più  grandi  (par- 
lo di  quelli,  che  io  ho  veduti)  non  oltrepaffanc 
i  fei  piedi ,  e  tre  pollici  .  Ciò  poi  che  li  fa  corn« 
parire  più  giganteschi  di  quello  ,  che  effettiva. 
mente  fono  ,  fi  è  la  forte  oflatura  ,  e  V  enorme 
grettezza  delle  loro  membra  ,  le  quali  non  pei 
tanto  fono  proporzionate  all' altezza  de*  loro  cor 
pi  ,  a  riferva  delle  mani ,  e  dei  piedi ,  che  fem« 
brano  più  piccoli  di  quello  che  potrebbe  efìgere 
una  rigorofa  fimmetria  .  La  loro  figura  non  l 
dsfaggradevole .  Hanno  il  volto  comunemente  ro- 
tondo ,  il  nafo  alquanto  largo ,  gli  occhi  vivi  ,  i 
denti  bianchiflimi ,  i  capelli  neri  e  ruvidi  ,  e  al- 
cuni fi  lafciano  crefeere  fui  labbro  fuperiore  i 
muftacchj .  la  loro  carnagione  è  più  abbronzata 
di  quella  dei  Chilefi  marittimi ,  ciò  che  provie- 
ne dalle  inclemenze  dell*  aria,  a  cui  fi  efpongo- 
no  nelle  continue  feorrerie,  che  fanno. 

Il  veftito  di  quelli,  che  dimorano  fra  le  Val- 
li  Occidentali  della  Cordigliera ,  è  tutto  tettuto 
di  lana;  ma  gli  abitanti  delle  Valli  Orientali, 
C  e  queftì  fono  i  veri  Patagoni ,  )  fi  veftono  di 
pelli  di  guanaco,  ed' altri  animali  falvatici.  Al- 
cuni portano  anche  il  poncho  all'  Araacana ,  che 
è  un  mantello  bislungo  di  lana  fatto  come  una 
pianeta  col  fuo  buco  in  mezzo  per  pattarvi  la-* 
tefta .  I  Puelchi  abitatori  delle  Andi  Chilefi  Au- 
ftrali  portano  fui  capo  certi  cappelli  fatti  di  pel- 
le adorni  di  penne  viftofe,  e  fi  dipingono  il  cor- 
po con  varj  colori ,  e  fpecialmente  le  palpebre  . 
Le  Donne  poi  ,  che  fono  anch'  effe  di  ftatùra.* 
confiderabilc,  fi  veftono  della   medefima   manie- 


ra 


L  1  B  R  O     1  V.  339 

degli  uomini ,  ma  in  vece  di  brache  portano 
anti  una  fpecie  di  grembiule . 

Tutti  quefti  popoli  abitano  fotto  tende  di 
li,  che  trafportano  da  un  luogo  all'  altro  fe- 
tendo  T  ubertà  de*  pafcoli  per  alimentare  il  lor 
ftiame.  Sono  divifi  in  molte  Orde ,  le  quali  tuf- 

hanno  un  capo  denominato  Ulmen  .  La  loro 
ligione  è  la  ftefla  di  quella  degli  altri  Chilefì 
gani ,  e  così  la  loro  lingua ,  come  già  abbiam 
tto,  ma  gli  Orientali  hanno  la  pronunzia  uiu 
co  gutturale .  Cavalcano  fopra  a  delle  felle  fat- 
a  guifa  dei  bafti  da  mulo.  Le  ftaffe  fono  di 
ino  ,  le  briglie  di  corame  col  morfo  di  legno, 
redini  di  ftrifcie  di  cuojo  intrecciate  come  i 
•doni  a  piombino ,  e  gli  fperoni  fono  parimen- 
di  legno  .  Ad  onta   di    quefti    mefchinl  arnefi 

fono  eccellenti  nell'arte  del  cavalcare.  Van- 
quafi  fempre  di  galoppo  conducendo  feco  moi- 
cani ,  i  quali  fono  ammaeftrati   a   tener  fermi 

le  redini   i    cavalli,  quando  eùl    fmontano  • 

Orientali  hanno  dei  Cavalli  di  mediocre  fta- 
a ,  o  fia  perchè  li  domano  troppo  prefto  ,  o 
che  non  lì  lafciano  mai  ripofare  . 

Quantunque  quefti  popoli  abbiano  del  be- 
rne in  quantità  per  poterfene  cibare ,  ciò  non 
mte  amano  più  la  carne  degli  animali  falvati- 

e  perciò  fono  molto  inclinati  alla  caccia».  . 
rrono  a  quefto  fine  la  maggior  parte  dell'  an- 
le  vafte  pianure  ,  che  fi  ftendono  dalla  foce 
fiume  della  Piata  fino  all'  imboccatura  Orien- 
|  dello  Stretto  Magellanico  fempre  in  traccia 
guanachi  ,  e  degli  Struzzi  ,  che  vi  abbonda- 
Y  z  no. 


~ 


34©  LIBRO     IV. 

no  .  Le  armi  ,  di  cui  fi  fervono  per  cacciare  que- 
$ì  ammali ,  fono  ì  la  qui ,  che  abbiamo  già  deferita 
ti  ;  di  elfi  fi  fervono  ancora  nelle  loro  guerre-*  j 
con  queil'  arma  fola  ammazzarono  da  quaranta- 
Spagnuoli  in  una' zuffa,  che  ebbero  con  loro  ne! 
1767.  prefib  S.  Luigi  della  Vunta  .  Quefti  mede- 
fimi  montanari  vanno  attaccando  di  tratto  in  trat- 
to le  carovane  9  che  da  Buenos  -  Ayres  paffano 
al  Chili ,  e  s*  inoltrano  ancora  a  faccheggiare  i 
poderi  degli  abitanti' di  quella  Città  . 

Fra  i  confini  Auftrali  del  Chili  ,  e  lo  flret 
to  Magellanico  non  vi  fono  altre  Nazunt  dalla 
banda  Orientale  fé  non  i  Poyas  ,  e  i  Caucau  .  ] 
primi  fono  ancor  efii  di  ftatura  gigantefea  ,  ma- 
parlano  an  linguaggio  affatto  differente  dal  Chi- 
lefe,e  non  amano  di  feoftarfi  mai  dalle  loro  ter- 
re  .  I  Caucau  fono  di  mediocre  flatura  ,  haano 
parimente  una  lingua  affai  diverfa  ,  e  fi  coprono 
con  delle  pelli  di  lupiN  marini  .Ciò  bafti  per  ora 
intorno  agli  abitanti  del  Chili  .  Nel  faggio  fuiia 
Storia  Civile  ài  quefto  Regno  _,  la  pubblicavi  ne 
del  quale  fperiamo  di  non  differire  di  moJto,  ti  t* 
teremo  puì  a  lungo  ddl^  loro  qualità,  e  dei  lo- 
ro fatti  militari  . 


M^&^s^n 


CA- 


LIBRO     IV. 

CATALOGO!. 


$4* 


Delle  nuove  fpecie  descrìtte  in  que fio  Saggi* 
ordinate  feconde  il  Sìftema  Lìnneano . 

I4GNUM      ANIMALE. 

MAM  MALIA* 
Bruta  . 

Dafypus  Quadricìnclus  cingulis   quatuor ,  pedibus 
pentadacìylis. 

Dafypus  ofiocinftus  cingulis  celo  ,  palmis  tetrada- 
clylis ,  plantis  pentadacìylis  * 

Dafypus  Undecìmcinttus   cingulis    undecim.,   pal- 
mis tetrad?flyiis  ,  plantis  pentadacìylis, 

Dafypus    Qttcdecimcinftus   cingulis    duodeviginti , 
palmis  tetradacìylis ,  plantis  pentadacìylis.' 
Fera  . 

Phoca  lupina   capite   fubauriculato  ,   palmis   te- 
tradaclylis. 

Phoca  Porcina  capite  auriculato  ,  roftro    truncato 
prominente . 

Phoca  Elephantìna  capite  antice  enfiato  * 

Phoca  Leonina  capite  poftìce  jubato  * 

Canis  CulpAus  cauda  recìa  elongata  ,  apice   cob- 
colore  laevi . 

Felis  Fuma  cauda  elongata  5  corpore  cinereo  fub- 
tus  albicante  . 

Felis  Guìgna  cauda  elongata  9  corpore  maculis  om- 
nibus brbiculatis . 

Felis  Giocola  cauda  elongata ,  corpore  albo    ma- 
Y  3  cu- 


wrm 


>'* 


I 


34*  L  1  S  R  O     1  r. 

culls  irreg.  atfis,  flavifque. 
Viverra  Chìnga  atro  -  cerulea  ,   maculis  quinqm 

dorfoalibus  rotundis  al  bis . 
Muftela  felina  plantis  palmatis  pilofis ,  caucfe  te« 

reti  elongata . 
Muftela  Cui  a  pedibus  fiffis  ,  corpore   atro,  labic 

fuperiore  fubtruncato. 
Muftela  Quiqui  pedibus  fiffis,  corpore  fufco ,  ro« 
ftro  cuneiformi. 

Glìtes . 
lepus  Vi/cada  cauda  elongata  fetofa  . 
Xepus  Mimmms  cauda  breviflinia ,  auriculis   pilo* 

fis  concoloribus . 
Caftor  Huidobrius  cauda  Ionga  compreffo  •  lanceo- 
lata, palmis  lobatis,  plantis  palmatis. 
Mus  Cyanus  cauda  mediocri  fubpilofa  ,  palmis  4- 
datfylis,  plantis  5»da#ylis,  corpore   eaeru- 
leo  fubtus  albido  . 
Mus  Lanrger  cauda  mediocri ,  palmis  4  .  daflflis  , 
plantis  s-datìylis,  corpore  cinereo  lanate. 
Mus  Maulìnus  cauda  mediocri  pilofa  ,  auriculis  a- 

cuminatis,  pedibus  pentadatfylis  . 
Mus  Coyput  cauda  mediocri  fubcomprefTa   pilofa, 

plantis  palmatis  . 
Sciurus  Degus  fufco  -  flavefeens  ,  linea  humerali 
nigra . 

Pecora . 
Camelus  Huanacus  corpore  pilofo,  dorfo  gibbo  , 

cauda  ere#a  . 
Camelus  Vìcugna  corpore  lanato,roftro  fimo  ob- 

tufo,  cauda  ereda . 
Camelus  Araucanm  corpore  lanato ,  roftro  fuper- 


L  1  B  R  O     1  V.  343 

ne  curvo  ,  cauda  peadula  . 
Capra  Puda  cornibus  teretibus  ,  laevibus  ,   diver- 

gentibus ,  gula  imberbi  • 
Belluét  . 
Equus  Bifulcus  pcdibus  bifulcis  » 


A    V   E    S  . 
Accipìtrcs  . 

Vultur  Jota  nJger  ,  remigibus  fufcis,  foftro  cine- 
raceo . 

Falco  Tharus  cera,  pedibufque  luteis ,  corpore  al- 
bo -  nigreicente,  vertice  criftato  . 

Strix  CuniculxrU  capite  laevi ,  corpore  fupra  fo- 
fco  ,  fubtus  albo ,  pedibus  tuberculatis  pilo- 
fis  0 

Vìe  a. . 

Pfittacus  Jagullma  macrourus  viridis  ,  remigibus 
apice  fufcis,  orbitis  fulvis . 

Pfittacus  Cyanalyfios  brachyurus  luteo  -  virens  5  col» 
lari  ceruleo,  uropygio  rubro. 

Pfittacus  ChcrAus  brachyurus  viridis  ,  fubtus  cifie- 
reus ,  orbitis  incarnatis. 

Picus  Lignarìus  pileo  coccineo  ,  corpore  albo,  c«- 
ruleoque  vittato-r 

Picus  tìtius  cauda  brevi ,  corpore  fufeo  maculi» 
ovalibus  albis  guttato . 

Trochilus  Cyanocephalus  recìiroftris  capite  ,  remi- 
gibus,  reéfcricibufque  tseruleìs,  abdomine  ru- 
bro é 

Trochilus  Galeritus  curviroftris  viridi  -aureus  ,  re- 
migibus t  reflricibufque  fufcis ,  crifta  purpu- 
rea. 

Y  4  M* 


_. 


■ 


344  t  I  B  R  O     I  K 

Anferes , 
Anas  Mtlancorypba   roftro   ferii  icylindrico  rubro  , 

capite  nìgro ,  corpore   albo  . 
Anas  Hybrìda  roftro  femicyììndrico  ,  cera  rubra  3 

cauda  acutìufcula  . 
Anas  Regìa  caruncula  compreffa  frontali ,  corpo- 
re  ceruleo  fubtus  fufco,  coilari  albo  . 
Anas  Cofcoroha  roftro  extremo  dilatato ,  rotunda- 

to  ,  corpore  albo  . 
Diomedea  Qhìlenfis  alis  impennibus  ,  pedibus  com- 
pedibus  tridatìylis  ,  dìgkis   omnibus    conne- 
xis . 
Diomedea  Qhìloehfis  alis  impennibus ,  pedibus  com- 
pedibus  tetradàdylis  paìmatis  ,  corpore  lanu- 
ginofo  cinereo  . 
Peìecanus  Thagus  cauda  rotonda  ,  roftro  ferrato* 
gula  faccata  . 

GralU  . 
Pha^nicopterus  ChUenJìs  ruber,  remigibus  al  bis  . 
Ardea  Erythrocephala  crifta  dependente  rubra,  cor- 
pore albo  . 
Ardea  Galateo,  occipite  fubcri  flato  ,  corpore  laéteo- 

lo,  roftro  luteo,  pedibus  coccineis . 
Ardea  Cyanocephala  vertice  criftato  ceruleo  ,  re- 
migibus nigris  albo  margina tis  . 
Ardea  Thula  occipite  criftato  concolore,  corpore 

albo  . 

Tantalus  Vìllus  facìe,  roftro,  pedibnfque    fufcls, 

corpore  albo  ,  remigibus  recli'icibufque  nigris. 

Parrà  Chìlenfìs  unguibus  modicis  ,  pedibus  fufcis  , 

occipite  fubcriftato  . 
Otls  ChUenJìs  capite,  juguJoque  larvi ,  corpore  al- 
bo , 


LIBRO     17.  34* 

bo ,  vertice  tecìricibufque  cinereis,  rèfriigibus 
primor.    nigris  . 

Pafieres  . 
Columba  Melanoptera  cauda  cuneata  ,  corpore  cac- 

rulefcente  ,  remigibus  nigris  . 
Sturnus  Loyca  fufeo  ,  alboque  maculatus  ,  pecore 

coedreo  . 
Turdus  Thilius  ater,  axillis  luteis  ,  cauda  cunea- 
*         ta. 

Turdus  Thencct  fufeo  -  cinereus ,  fubtus  pallido  -  ci- 
nereus .  remigibus  reftricibufque  apice  albis. 
Turdus  Cuy&us  ater  nitens ,  roftro  fubftriato  ,  cau- 
da   cuneata. 
■  Fringilla  Barbata  lutea ,  alis  viridibus  ,  nigro  ru- 

breque  maculatis,   gula  barbata  » 
Fringilla  Dìuca  cseru'ea  ,  gula  alba. 
Phytotoma    (gen.  nov.)    Roftrum  conìcum  ,    re* 
cium  ,  ferrata m  . 

Nares  ovata? . 


i.  Phytotoma  Rara 


Lingua  brevis  obtufa  . 


A  M   ?  H   ì  B  1  A. 

Rtptilìa  . 
Rana  Arunco  corpere  verrucofo  5  pedibus  palma- 

tis. 
Rana  Lutea  corpore  verrucofo  luteo  ,  pedibus  fub- 

palrmtis  . 
Lacerta    ?  alluma  cauda    verticillata   longiufcula  , 

fquamis   rhomboìdeis , 


■Na&* 


L_ 


'. 


$4*  L  1  B  R  O    1  V. 

Kantes  . 
Squalus    Fetnundìnus  pinna  anali  nulla,    dorfali 
bus  fpinofis,  corpore  tereti  ocellato. 

P  I  S  C  E  S. 

Apodes  • 
Stromatcus   Cumarca  dorfo  ceruleo,    abdominej 
albo. 

Thorctcìcì  . 
Chxtodon    Aureus  cauda  integra,  fplnìs    dorfali 
bus  il,  corpore  aureo,  fafciis  5.  discolori 
bus  diftintìo. 
Sparus  ChìUnfis  cauda  bifida ,  lineis  utrinque  tran, 
fverfis  fufcis . 

Ahdominctles . 
Silurus  Luvur  pinna  dorfali  poftica  adipofa,  cir- 

ris  4. ,  cauda  lanceolata  . 
Efox  Chìlenjìs  maxillis  sequalibus ,  linea    laterali 

caerulea  • 
Mugil  Chìlenjìs  dorfo  monopterygio . 
Cyprinus  Regius  pinna  ani  radiis  11.,  dorfali  lon- 
gitudinali . 
Cyprinus  Caucus  pinna  ani  radiis  13.,    corporea 

tuberofo  argenteolo . 
Cyprinus  Malchus   pinna  ani   radiis  8.,    corpore 

conico  fubcaeruleo  . 
Cyprinus    Tulus  pinna  ani  radiis   io. ,  cauda  lo- 
bata . 


1 


1  X  S  E  CT  A. 

Co  le  opterà  • 
Zucanus   Vìlmus  exfcutellatus  ater,  corpore  de- 
preflb  ,  thorace  flriato  .  chry- 


L  1  B  R  O     1  V.  347 

Chryfomela  Maulica  ovata  aurata,   antennis  csc- 
ruleis . 

Leprd  opterà  • 
lapillo  Leucotbea  D.  alis   integerrimis    rotundaris 

albis  concoloribus,  antennis   aternmis * 
Papilio  Vfittacus    N.  alis    dentatis    virefcentibus , 

luteo  caeruleoque  maculatis ,  fubtus   flavis . 
PhaJaena  Cerarla  B    elmguis,  alis  deflexis    fkve» 

fcentibus,  fafciìs  nìgris. 
Hymenoptera . 
Cynips  Rofmarini  Chilcnfis  . 
Tipula    Mofchìfrra    a!is    incumbentibus    cinereis  9 

thorace ,  abdomineque  flavis  . 
Api  era  . 
Àranea  Scrofa  abdomine  femiorbiculato  fufco  ,  den- 

tibus  laniariis  inferioribus  exfertis  . 
Scorpio  Chìlenfis  pe#inibus  i6»dentatis3  manibus 

fuBangulatis . 
Cancer  Talìcuna    brachyurus    thorace    orb'culafo 

laevi  integerrimo,   chelis  muricatis  • 
Cancer  Xaìva  brachyurus,  thorace  laevi  lateribus 

tridentato,  fronte  troncata. 
Cancer  Jpancora  brachyurus,    thorace  la? vi   ova- 
to utrinque  denticulato  ,  cauda  trigona  . 
Cancer    Set&fus  brachyurus ,    thorace  hirfVo    ob- 

cordato  tubercuìato,  roftro  bifido  ìnflex^  . 
Cancer   Santolla    brachyurus  ,    thorace    aculeato 

arcuato  fubcoriaceo  ,  manibus  pelliculatis  • 
Cancer  Coronatus  brachyurus,  thorace    obovato  f 

apophyfi  dorfali  c/enata  • 
Cancer  Càmentarìus  macrourus,  thorace  larvi  cf- 

lindrico ,  roftro  obtufo,  chelis  acùjcatfs  . 


3.4« 


LIBRO     IV. 


I 


I 


V  E  R   M  E  S. 

—~^     Mollufca  • 
?yura    (gcn.  nov.)   Corpus    ccnicum    nldulans 
Probofcides  binae  terminales  perforata:  •  Qcu 
li?  Inter  probofcides. 
i-  Pyura   Chìknfis . 
Sepia  Ungutculata  corpore  ecaudato,  braehiis  un- 

guiculatis. 
Sepia  Tunicata  corpore  prorfus  vaginante  ,  cauda 

alata  ; 
Sepia  Hexapodta  corpore  caudato  fegrnentato . 
Ichinus  Albus  hemifphaerico  -  globofus ,    ambula- 
crisdenis:  areis  longìtudinaliter  verrucofìs  , 
Echinus  Rtger   ovatus ,  ambulacrls   quinis  :    areis 
muricatis  verrucofìs . 

Teftacea  . 
Lepas   Pfìttacus  tefta   peihce    adunca  5    fexvalvi , 

rugo  fa. 
Pholas  Chìloenjìs  tefta  oblonga  depreflìufcula  ,  ftriis 

longitudinalrbus  difìantibuso 
Solen  Macha  tefta  ovali  oblonga  antice  troncata, 

cardine  altero  bidentato  . 
Charaa  Thaca  fubrotunda  longìtudinaliter  flriata, 

ano  re  tufo  . 
MytiJus  Alhus  tefta  tranfverfc  fìnata ,  natlbus  gib- 

bis ,  cardine  laterali . 
MytHus  Aier  tefta  fulcata  poftlce  fquamofa . 
-Murex  Lotus  tefta  ecaudata  obovata  antice  nodo- 
fa,  apertura  edentula  fuborbiculata . 
Hellx  Serpentina  tefta  fubcarinata  imperforata  co- 
nica f  longitud.  Urlata  5  apertura  patulo-mar* 
g»nata.  >  £g. 


\ 

LIBRO     I  V.  ,  349, 

REGNUM  VEGETABILE. 
I)  T  A  ^t  ;i>  fez  ^  « 

Monogenìa  » 
Rofmarinus  Chìlenjis  folìis  petìolatis  . 
Mayteous  (^e«.  »oz>.)  Cor.   i  pelala    campanula- 
ta. Cai.  i-phyllus.  Capf.  i  fperma  . 
x. .  Mayténus.  Boaria. 

TRI  A UD  RI  A. 

Monogynìa  . 
Sclrpus    Elìychntartus    culmo   teretl  nudo,    fpicis 

globoiis  quaternìs  . 

*T>ìgym*  . 
Arundo  R«g/  calyc.  trifloris ,  fqliis  fubulatls  gla- 

bris . 
Arundo  Quila  calyc.  trifloris ,  foliis  enfiformlbus 

ferratis  . 
Arando  Valàìvl&nz  calyc*  trifloris  ,  fol.  fubulatls 

pubefcentibus  . 

TE  TR  AN  D  R  I  A  .* 

Monogynìa  . 
JRubla  Chìlenjis  fol...  anouis ,  caule  fubrotundo  ìxvì  » 

Cornus  Qhìhnfu  arborea,  cymis  nudis,    fol.  cor- 
da ti  s  denta  tis . 

PENTANVR1A* 
Monogynìa  • 
Kicotiana    Mìnima  fol.  feffiiibus  ovatìs  ,  tìoribns 
obtufis . 

Sola- 


I 


3*a  L  1  B  n  O"   I  V. 

Solarium    Cari    caule  inermi  herb<  ,    fol.  pinnatis 
infceg.,  neét  campanulato  fubaequante  potala. 
Vìgynia  • 
Hernlaria  Payco  foliis  ferratisi 
Salfola  Coquimbana  fruticofa ,  caul.  aphyllis ,  ca« 

lyc.  fucculentis  diaphanis . 
Gentìana  Cachanlabuen  cor.  quinquefìdls  infundib.  f 

ramis  oppofais  patulìs. 
Heracleum  Tubercfum  fol-  pinnatis ,  foliolis  fepte- 

nis ,  fior,  radiatis  . 
Scundix  Chilenfis  femin.  roftro  longiflimo,  folio* 
Vis  integris  ovato*  lanceolati^ . 
Trigynia  • 
Qulnchamalium    (gè».  n<>v>)  cai.  *-fidus.   Cor. 
Sfida,  Capf.  3  locularis  poly<*perma# 
1.  Quinchamalium  Chitenfe. 
fentagynìa . 
Unum    Aquìlìnum  fol.  alternis  Ianceolatis,   pe- 
duneulis  bifioris, 


HEX  ANDR1  A. 

Monogyni*  . 
Peumus  (gen.nov.)  Cai.  6  fidus  •  Cor.  apetala. 
Drupa  i-fperma. 
j.  Peumus    Rpbra  fol.  alternis,  petiolatis,  0- 

valibus,  integerrimis  . 
a.  Peumus  Alba  fol.  alternis ,  petiolatis ,  ova- 

libus  ,  dentatis  . 
$.    Peumus  Mnmwofa   fol.   alternis,    feffilibus, 

cordatis ,  integerrimis . 
4.  Peumus  Boìdus  fol.  cppofitis,  petiolatis,  o- 
valibu>#  i'ubtus,  viìlofis. 

fuya 


LIBRO    IV.  3$s 

Puya   (gen.  nov.  ) .    Petala  6.   inguaila ,    tribus 
major,  fornicatis.  Gap.  3-Iocularis. 
1.   Puya  Qhìlenfis. 

tOCTAKD  RIA. 
Monogynia  • 
Safiia  (gen*  nov.)  cai.  4-phyIIus.  Cor.  4-petala  • 
Capf.  a-locularls,  2-fperma  . 
1.  Sartia  Tintorìa  fol.  ovatis ,  fcapo  rnultifloro# 

1.  Saflla  Perdicaria  fol.  cordatis  ,  fcapo  unifloro , 

EHREARDRIA. 

Monogenici  • 
Laurus  Caujlìca  fol.  ovalibus  rugofls ,  perennanti* 

bus  ,  fior,  quadrlfidis . 
Panke  (  gen.  nov.  )  cai.  4-fidus .  Cor.  4 «fida  .  Capf. 

1  fperma. 

2.  Panke  Tìnttorìa  caule  creclo  racemifero  • 
2.  Panke  Acnulìs  racemo  acauli. 

?legorhfza   (gen.  nov.)  cai.  o.  Cor.    1  -  petali . 
Capf.  i-Iocularis,  i-fperma. 
1.  Plegorhiza  Quaicuru  ♦ 

DEC  AR  D  RI  A  . 

Monogenìa  . 
lippomanica  (gen.nov.)  Cai.  5-partitus .  Petala 
5.  ovata.  Capf.  4-locularis . 
1.  Hippomanica  infana  . 

Digynta  • 
rhuraria  (£?#.  »ot/  )  cor.  i-petaja.  Cai.  tubulo- 
fus.  Capf.  %  locularis,  2-fperma. 
x.  Thuraria  CbiUnfis. 

Te»- 


35*  L  1  B  K  O     1  F. 

Pentagynìa  • 
OxaKs    Tnherofa  pedunc.   unobelliferis ,  caule   ra- 

rnofo  .   radice   toberofa  . 
Óxalis  Vhgofa  fcapo  multifloro  ,  fol.  ternatis   o- 
vatis  . 

1C  O  S  4NBRIA, 
Monogenìa  . 
Caélus  Ccqutmkanus  ercftus  ,    longus t   ioangufa- 
ris ,    angulis  obtufis ,   fpinis    longiffimis    re- 

•    tìlSt 

Myrtus  Ugni  È^r^  folltariis ,  ramis  oppofitls ,  fo- 

llìs  ovalibus  fubfcflfllibus  . 
Myrtus    Luma  fior,  folit.rrlis  ,  foh  fuborbiculatis, 
Myrtus   Maxima  pedunc,  multifluris ,  fol»  alterni* 

fubo  vali  bus , 

"Dìgynìa  « 
Xucumà  (gen  nov.)  Cai.  4 -  fidus  dupllcatus .  Cor. 

©,   Drtipa   1  -  feti   ì  -  fperrna  . 
x<  Lue  ima   Bìferx  fol.    aiternis,  petiolatis ,    0- 

vato-oblongis  . 

2.  Lucuaia  Turbinati*  fol.  aiternis  ,    petiolatis , 
la^ceolatis . 

3.  Lucimi  a  Valp  aradìf&a  fol.  oppofitls,  petiola- 
tis    ovato  oblortgis . 

4.  Lucuma  Keuk  fol.  aiternis  5  petiolatis ,  ova* 
libus  ,  fu:>(e?ratis. 

5.  Lucuma  Spìnofa  fol.  aiternis  feffilibus ,    ra- 
mis fp ino fls . 


P  OLT  AKDRl A. 

Digymct . 

remus  f  gen.  nov,  )  Cai.  3-fidus.  Cor.  18  pelala» 
Bacca  ciicocca  *  j.  Te- 


■LIBRO    ir. 

i.  Terrnis  Mofchata . 


MS 


D1DTRAM  IA  . 

Gymnofyermia  . 
}cymum  Salìnum  fol.  ovatis  glabris  ,   caule  gè- 
niculato  * 

Angiofpermla  # 
jevuina  (gen.nov.)  cai.  o.  Cor.  4-petaIa.  Capf. 
i-locularis  coriacea. 
x.  Geviiina  Avellana. 

MORADELBH1A* 

Decandrìa  . 
Crfnodendron     C  gén.    nop.  )    Mopogyna  .    CapC 
3-gona.  3-fperma  . 
x.  Crinodendron   Batagua. 

DIADELF H I d . 
Decandria  . 
Phafeolus    Ballarcele   volubili , -leg.   pendulis  , 

Cylindricis ,  torulofis  . 
Phafeolus  Afellus  caule    volubili ,  fol.    fagittatis , 

(emin.  globofis . 
Dollchos  Eunarius  volub.  caule  perenni  y    legunv 

pendulis    pentafperniis,   fol.  ovahbus    utriu- 

que  glabris  . 
Pforalea  Lutea    fol.  ternatis  fafciculatis  ,   faliolts 

ovatis  rugofis ,  fpic.  pedùncufatis  •; 

BOLT  ADE  LBH IA. 

Icpfandr.ia . 
Jpitfus  Qhìknfu  foh  feffilibus  acuqunatis .. 

Z  $TM- 


IT 


l 


IH 


LIBRO      1K 


»'* 


S  TNG  EKES  I  A. 
Polyg.   &qual. 
lupatorium  Chihnfe   fol.  oppofitis    amplexicauli. 
bus,  lanceolatis,  denticulatìs  ,   calyc.  quin- 
quefloris . 
Santolina  Tintoria  pedane,  uniflor.,    fol  lineari, 
bus  integerrimi* ,  caulibus  ftriatis  . 
Polyg.  fuperf. 
Gnapbalwin  Viravi™  herb.  fol.  decurrentibus  ,fpa- 

tulatis,  utrinque  tomentofis  . 
Madia  (gen.  nov.)  Recept.  nudum  :   pappus  mil- 
itisi cai.  8-phyIIus;  ferii,  plano-convcxa  . 
x.  Madia  Sativa  fol.  lineari- lanceolatis ,  petio- 
latis  . 

a.  Madia  Mcliofa  fol.  amplexicaulibus    lance©,, 
latis  . 

Polyg.    Vruflr. 
Helianthus  Thurifer  caule  fruticofo ,  fol.    lineari- 
lanceolatis  . 

MOROECXA . 
Triandria  . 
Zea  Curagua  foliis  denticulatìs  . 

Polyandria  . 
Colligùaja  (gtn.nov.)  Mafc.  cai.  4-fidus  s  cor.  e* 
Stam.  8. 
Fem.  Cai.  4  fidus .  Cor.  o.    %Ii  3.  Gap/. 
3 -angularis,  3  fperma  . 
t.  Colligùaja  Odorifera  . 
Qoillaja  (^e*.  nov.)  Mafc.  Cai.  4»phyllus  .  Cor, 
o,  ftam.  ii. 

Fem. 


wammm 


wm 


L  I  E  R  O     I  V.  *>H 

Fem.  Cai.  4-phyllus .  Cor.  o.  ftylÌ4.Capf. 
4-Iocularis  .  jfem.   Solitaria  . 
1,  Qjlllaja  Saponaria  . 

Adeìpbia  • 

Plnus  Cuprejfoides  foi.  imbricatls  acutis . 

f>inus  Araucana  fol.  turbinatis  imbricatis  hincmto- 

cronatis,  ramis  quaternis  crticiatis. 

Syngene/ia  • 

Cucurbita    Sicerarìa  fol.    angulafo- fublobatis    fo- 

mentofis  ,  pomis  lignofis  globofis  • 
Cucurbita    Mammeata   fol.    uiultipartitis  ,   pomis 
fphseroideis  mammofis. 

DIOECI4. 
Diandri  a . 
Salix  Cbìlenfis  fol.  integerrimis ,  glabris ,  lanceo- 
latìs,  acutwinatis . 

Vecandvia  . 
'Sdiinus  Huygan  fol.  pmnstis  :  foliolis  feri 
tioiatis  ,  impari  breviffiroo  . 


rratis  pe- 


VOLT  G  A  MIA. 
Mono  e  ci  a  . 
Mimofa  Bai/amica  inermis  fol.  blpicmatis ,    partì» 
alibus   ójugis,  fubdenticulatis  ,  fior,   o&an- 
dris,. 
Mimofa    Caverna    fpinis    fìlpularibus   patentibus^ 
fol.    bipinnatls,    fpicis   globofis   verticillatis 
feffilibus. 

Tri oe ci  a  . 
Ccratonia  Chìlenjìs  fol.  ovalibus  carinatis ,  rarmV 
fpiaofis  • 

Z  %  VAL- 


35* 


LIBRO    ir. 


P  A  L  M  M  . 

Cocos  Chìlenfìs  inermi*  ,  frond.  pinnatis  ,    foliol 
complicati*  enfiformibus ,  fpadicibus    quater- 

TÌÌS  . 

REGNUM      LAPIDEUM, 

P  E  T  R    Mi 
Calcarìa  . 
Gypfum  Vulcanìum  particulis  indeterminatis  cseru- 
lefcens . 

Argillacea  . 
Mica  Variegata  membranacea  fiffilis ,  flexilis,  pel- 
lucida ,  variegata  . 

Aggregata  . 
Saffum  Chillenfe  impalpabile,  Iuteum ,  rnaculis  fpa« 
tofis  rubris  ,  cseruleifque  . 


M  I  U  E  R  M. 
Sulpbura  • 
Bittimen  Anàinum  tenax  ex  atro   cserulefcens . 

Melali*  . 
Cuprum  Campanile    mineralifatum   ftannofum   ci- 

nereum  • 
Cuprum  Laxenfe  zinco  naturai  iter  mixtum  . 

$  O  S  S  I  L  l  A. 
Terra  . 

Arena  Cyanea  ferri  micans  cerulea  . 
Arena  Talcenfis  ferruginea  in  aqua  diircfccns  . 
Argilla  Rucarina  fufca  ,  luteo  -  puntata  ,  odori- 
fera .  Ar. 


L  1  B  R  O     1  V.  357 

argilla  Maulica  nìvea ,  lubrica  5  afomis  nltidis . 
argilla  Subdola  atra  ,  aquofa  ,  tenacifllma  . 
argilla  Rovia  aterrima,  tincloria . 
3alx  Vulcania  folubilis ,  pulvereo  ~  granulata  . 

CATALOGO      IL 

Di  alcuni  Vocaboli  Chìlejz  appartenenti  alla 
Storia  Naturale  • 


Iddio 

Diavolo 

F  Univerfo 

il  Cielo 

la  Terra 

le  Stelle 

Coftellazione 

le  Pleiadi 

Orione 

la  Croce  del  Sud 

la  via-  lattea 

il  Sole 

la  Luna 

i  Pianeti 

Venere 

Cometa 

Ecliffc  folade 


Z  3 


Tillin  . 
Alhue . 
Nagmapu  * 
Huenu  . 
Mapu  . 
Cuaglen  * 
Pai  ,  o  Ritho  • 
Cayupal . 
Cularhho  • 
Melìritho  • 
Rkpk  -  E feu  • 
Anth  . 
Cìtyen  • 
Gau  • 
Unelvoe  • 
Cheruve  •   (*) 
Layantk  . 

Eclif- 


(*)  N.  B.  Le  parole  fcritte  celle  Cillzbz  cha ,  r£*f 
fe  4o,  chu,  fi  debbono  pronunziare  come  fé  foffer© 
fcritte  colle  fillabe  Italiane  eia  9  re  ,  «  s  r;©  ,  r/a  .  V 
d  accentato  lì  proferire  come  V  u  particola!  France- 
te .    " 


31$  LIBRO 

Eclifle  lunare 

Plenilunio 

Novilunio 

la  luce 
~  del  fole 

-—   delle  (ielle 

— --  della  luna 

Raggiò  folare 

P  Equinozio 

il  Solitizio 

il  tempo 

I*  anno 

la  primavera 

P  eftate 

P  autunno 

P  inverno 

il  mefe 

il  giorno 

P  aurora 

i  crepufcoli  mattutini 

la  mattina 

mezzo  giorno 

il  dopo  pranzo 

la  fera 

il  crepufcolo  della  fera 

la  notte 

la  mezza  notte 

P  ora 

Settentrione 

levante 

Ponente 

Mezzo  -  giorno 


I  V. 

Layrkye»  * 

Eùrcùyen  , 

Qhuncùyen  , 

pelon  • 

ayp;n  . 

ayarrckn  • 

ale  . 

cìenanth  . 

Vi^nthìpantu  • 

Thavantk  . 

then  . 

thìpanth  « 
pevgen  • 

Vcan  . 

Gualug  . 

puquen  • 
Cujen  • 

anth  ,  o  anchis 
Uùn  • 
ellavùn  m 
lìhiiQn  . 
Ragìantk  • 
thavuya  . 
Gallanti*  • 
Gùvantvt  • 
P«». 
rag'pun-  . 
Gliagantìi  « 
P/V#  . 
Vuelph . 
Conantìi  » 
Hkylii  • 

1/  ac« 


LIBRO 

1  K                   *$ 

V  acqua 

co . 

la  terra 

tue  • 

P  aria 

crùv  . 

il  fuoco 

cùthal  • 

le  nubi 

thomu  • 

la  pioggia 

maun. 

la  pioggia  tenue 

i/aynu  • 

la  nebbia 

chìguay  * 

la  rugiada 

mùlvkn  * 

la  manna 

dio  • 

P  arco  baleno 

"Relmu  » 

il  parelio  ,  o  alone 

cahuìn  * 

la  neve 

pire  • 

la  grandine 

pi  de  . 

il  ghiaccio 

peli  ad  » 

il  gelo 

pi  Un   e 

la  brina 

lolma  • 

il  tuono 

falca- . 

il  fulmine 

puyel  * 

il    vento 

pìcun  . 

- —  del  Nord 

magualcrùi?  * 

—  dell9  Eft 

Vuelcrìfu  « 

.-«  dell'  Ovefi 

Gulcrkv  . 

. —  del  Sud 

Guayhuen  • 

il  turbine 

meulen  • 

burrafca 

cuguma  « 

Il  Mare 

Lavquen  • 

P  onda 

pe#  ,  0  reuma  « 

---«  del  mare 

####  . 

— —  del  fiumi 

'00^   • 

Il  fluffo 

thìpaco  . 

il  rifluffo 

are  fin  ♦ 

Z  4 


Ift- 


I 


3^o 

LIBRO    IV. 

Ifola 

Guapi  . 

Secca 

aylin  - 

Porto 

nontuhue  » 

fiume 

fouvu  • 

livo 

ràion  . 

torrente 

maubuithun  • 

fontana 

thayghén . 

forgente 

ìkvco . 

Iago 

m&lltn  • 

fiumana 

ma  gin  . 

Confluente 

thavuleuvu  ♦ 

eafeata 

gM*J»  . 

Monte 

mahuida  • 

collina 

huincul . 

valle 

rulu . 

vulcano 

Dehitin ,  o  pidcun  « 

terremoto 

nkyùn  . 

Animali 

i?z/«»  • 

mafehio 

tfffeas  « 

femmina 

^owza  * 

gente 

ebegen  • 

Razione 

tcqmnche  « 

tribù 

/ej?&#  . 

famìglia 

e/># ,  £%*  ,  *•&?## 

nomo 

£&e  • 

imafchio 

huenthu  • 

donna 

^0^0  * 

marno 

ptgnon . 

moglie 

twre  . 

padre 

r^^co  . 

madre 

gnuque  * 

mamma 

l>*J*y  » 

barn- 

LIBRO 

1  V.                  $**> 

bambino 

hitiltheu  • 

fanciullo 

huegni  • 

giovine 

bue  che . 

ragazza 

rfcfiw,  o  mctlghw  • 

vergine 

èie  ha  . 

concubina 

g*t*  * 

figlio 

vùtpcrn  • 

figlia 

nahue • 

ball  ardo 

gu&chit  • 

figliuoli  in  geli» 

Tal  - 

Fratello 

~Fegni  - 

Sorella 

"Lamgtn* 

gemelli 

eìignt  • 

vedovo 

Ixntu  » 

vedova 

lampe  . 

celibe 

quidugen  * 

vecchio 

miche* . 

vecchio  celibe 

vuchapra  »  (*) 

decrepito 

wnen  • 

attempato 

£&e#z  .-" 

vecchia 

raie ,   o  f  a/e  * 

vecchia  celibe 

cmdepra . 

éonna   Aerile 

#2^/0   • 

impotente 

huychov  m 

Eunuco 

HMucud&n  . 

Ermafrodito 

Ath^y,  o  Ale  adorne* 

gigante 

Cayunthoy  • 

nano 

t'tgirì  • 

antropofago 

il  oc  he  . 

L*  anima 

.Pài/i  3   O  ##2  . 

fpf- 

t*>  Cioè  vecchio  infrtittaofo  »  inutile 


ir 


_. 


K 


fpirito 
corpo 
pelle 

carne  in  gen* 
carne  umana 
]e  offa 
la  refta 
il  cranio 
il  cervello 
1  capelli 

I  capelli  bianchi 

II  volto 
la  fronte 
gii  occhj 

le  fopracciglla 
le  palpebre 
le  ciglia 
la  pupilla 
il  nafo 
le  guancle 
la  bocca 
le  labbra 
lejmafcelle 
le  gengive 
I  denti 
— —  incifivl 
— —  canini 
— —  molari 
la  lingua 
il  mento 
la  barba 
h  orecchie 


LIBRO 


I  V. 

lìhue  • 
anca, 
thìlque  » 
ilo»  . 
calti . 
malmal  . 
lotico, 
iegleg. 
mìtilo  . 

thopel  s   chafe « 
thkren  » 
age  • 
thol  . 
gè. 
gè  dm  » 
tapuge  • 
ìimì  . 
curalge . 
yu . 

thavun  .. 
àn  . 

melvìtn  • 
thaga  . 
edum  . 
boru  - 
chelge  . 
guavun  . 
voto  . 
quetin  . 
quethe  , 
payum  . 
pihtn » 


LIBRO 

i  n             $6$ 

il  collo 

pel . 

la  cervice 

tape!  • 

il  petto 

rìtcu  • 

lo  iìomaco 

que  • 

il  ventre 

pue  . 

P  addomìne 

puthd  • 

P  ombtlico 

*vùdo  • 

il  dorfo                   * 

vurì  e 

la  fchiena 

e  a,  divoro  •• 

P  omero 

lìpag  . 

le  fpalle 

lira.  • 

le  braccia 

»7«tf  . 

la  mano 

f»è   • 

le  dita 

chagul '"• 

le  unghie 

huìlr. 

le  natiche 

nudo  « 

P  ano 

jbofo  . 

il  penis 

pùnkn  • 

i  tefticoli 

cudan  • 

le  cofcie 

pullag  • 

le  ginocchia 

Z^r#  . 

le  gambe 

r ^^  • 

la  tibia 

tutuca  * 

il  piede 

narnun  • 

il  calcagno 

rencoy  « 

le  mammelle 

*»©)>«  • 

il  latte 

*7»  . 

le  vene 

yayma.,  a  molvunhm 

il  fan gue  » 

molvun  • 

il  cuore 

pìuque . 

il  polmone" 

jp/Ȉr  . 

il  fegato 

£$##  « 

fil* 


in- 


' 


I 


■ 


L 


Ì64  LIBRO 

gV  inteftlni 
il  graffo 

le  zampe 

la  coda 

le  corna 

il  cuojo 
gli  uccelli 
gli  uccelli  piccoli 
F  ale 
le  penne 
le  piume 
il  pennacchio 
la  creila 
il  becco 
Il  nido 
1*  uovo 
i  pefci 
le  fquame  » 

la  pulce 
il  pidocchio  del  corpo 

della  tefta 

la  lendine 
la  formica 
la  cicala 
la  mcica 
la  zanzara 
la.  farfalla 
le  api 
il  ragno 
la  bifcia 
la  Incerta 
hi  r'ofpo 


J  V. 
puanca  * 
ìhuìn  • 

tumu  .  i 
cleri  . 
mìitctg  • 
legi  . 
gunùn  9  idum ,  ìzun* 
collina  • 
mupu  • 
tipi . 
pi  eh  un  » 

per qui n  ,  caniu  • 
rerum . 

pithon ,  o  yu  . 
dagne  • 
curam  • 
thalgua  • 
ili. 

nerùm  • 
pkthar  • 
?£/#  . 
àthen  • 
/ep/«  • 
rf/7/e . 
/>«//«  • 

ràffio/  . 

dullin  • 
la  tu g  . 
z>/7tf  • 
vile  un  . 

la  ra- 


L  I  B  R  O 

la  rana 
Vegetabili. 

il  bofco 
la  felva 
gli  alberi 
gli  arboscelli 
i  cefpugli  3  a  frutici 
V  erba 
la  radice 
il  tronco 
la  fcorza 
il  libro 
il  legno 
i  rami 
i  germogli 
le  foglie 
i  fiori 
i  frutti 

i  frutti  legati 
il  fugo 
i  femi 
il  nocciolo 
il  gufcio* 
il  baccello 
il  grappolo 
la  fpina 
i  nodi  del  legno 

il  cipreffo 
il  cedro 
1'  alloro 
la  palaia 


1  V.  365 

gli  n  qui  • 
a  non  • 

hmu  , 
cul'uen  • 
aììh.uen  * 
tifthon  . 
calla , 

e  acini ,  Qg.utan  » 
volil  * 
mamul» 
cholov  . 
ììin  . 
fel-lìn  » 
rag. 
cboyìi  . 
tapul . 

rayìtn  3  ovayghcn  * 
vùn  . 
e  odo  • 
corìt  • 
uthar  « 
coditi  • 
thaguct  . 
capi . 

cuneo  .  % 

rttbeir  . 
gemamul  • 
/e#  . 
lahuan » 
thìbue  . 


Mine- 


F 


I 


66                   LIBRO 

1  K 

Minerali* 

fptullì  0 

Terra 

tue  • 

Argilla 

rag. 

->--  fina 

rapa . 

.--*  fluviale 

chìdan  « 

Creta 

malia  • 

marna 

m^lo . 

cerea  g'alla 

cho delira  » 

— —  nera 

curipuùlli  • 

— ~  verde 

carùcura  • 

— *  turchina 

calvueura  . 

Pietra 

cura  « 

marmo- 

ìlicura  . 

geflb 

lìgeura  • 

diafpro 

qutàpu  . 

felce 

cùthalcura  * 

granito 

in. 

porfido 

malin  . 

cote 

fitf  • 

fchìflo 

gli  me  n  . 

pomice 

pinone  . 

tufo 

pllolcura  • 

quarzo 

/*>#«  . 

crifb  !o 

///£#  . 

gemma. 

glianca . 

fale 

chadi  . 

falgemma 

li  le  or  ha  di  • 

Allume 

lìglahuen  . 

vìtriolo 

alhuecura  % 

pece 

upe 

zolfo 

copahue  • 

Metalli 

pagnil . 

wer- 


LIBRO 

I  V. 

mercurio 

mogenlighen 

flagno 

tìti . 

piombo 

laquir  . 

ferro 

fanìlhue  . 

rame 

■payen  • 

argento 

Ughen  . 

oro 

mills  . 

Città 

cara* 

borgo 

lov  • 

fortezza 

malal  • 

armata 

/*7w  « 

3*7 


FINE. 


•«7*t.4 


Errori . 


Correzioni  • 


I 


Pag*  34  Un*  4 addoffo  fui  dofìb 

36  6  a  cielo  fcoperto  agg,  fotto  qualche 

albero 


iv. 

19  prevalgano 

prevalgono 

54 

ir -lunghezza 

larghezza 

IOQ 

1  un  buco 

un  buon 

212, 

7  molte 

molto 

1219 

6  cuociono 

cu eco no 

18$ 

9  e  duro 

0  duro 

2,17 

■  8  Lucerla 

Lacerta 

113 

17  diicendenti 

agg     tra  figli ,  ( 
nipoti 

Vidit  D»  Carola*  Maria  Gambarini    Clericus    Regit- 

ìarìs.  S.  Vaulli  3  &  in  Ecclefia  Metropolitana- 
Bonomo.  Fcenitentiariur  prò  EminentiJ/imo  ,  ac 
HeverendijJImo  Domino  Domino  AìiOREA  Car- 
dinali /GARRETTO  Ordini*  $•  Benedigli  Con* 
gregationis  Camaldulenfis  ,  Archiepiscopo  Bone* 
nia  9  &  5*  -R«  /.  Principe* 

t 
Die   li.  Oclobris   1781. 

Imprimatur  • 
F?>  Àhyjius  Mari*  Ceruti  Vicarius  Generali*  $\  Qf* 
fecìi  Uomm*  • 


33 3-t