X
/ 1 * I .
7-/7
e
SAGGIO
SULLA STORIA NATURALA
DEL CHILI
DEL SIGHOR ABATE
GIOVANNI IGNAZIO
MOLINA.
IN BOLOGNA MDCCLXX^IL
oooooooooooooooooooo
Nella Stamperia di S. Tommafo d' Aquino
Con licenza de9 Superiori *
5,Hie ver afSduum, atque alienìs menfibus aeftas 5
„ Bis gravida pecudes, bis pomis utilis arbos..»
3, Hacc eadem argenti rivos , aerifque metalla
9>Oftendit venis? atque auro plurima fluxit.
Virg* Georg* Uh. 2»
^
'v
J Attenzione dell'Europa è preien-
temente rivolta air America : fi c^rca con
erudita cunofità di conofcere la diverfità
de' fuoi Climi, la {bruttura de5 fuoi mon-
ti, la natura de3 faci foflili , la forma de^
fuoi vegetabili, e animali, il carattere, i
coftumi , e le lingue de* fuoi abitanti , e
tutto ciò in fomma , che trovali di più
intereffante nelle fue differenti contrade „
Il Chili per confezione di tutti gli Au-
tori, che fcrivono di quella quarta parte
del noftro Globo , è una delle fue più
confiderabili regioni, non tanto per la^
fua eftenfione , quanto per elfere fiato
avvantaggiato con parzialità, e cura fpe-
ciale dalla natura , la quale fecondata da
un deliziofo clima vi ha fparfo con pro-
digalità i fuoi doni efenti dalla maggior
parte degl' incomodi , che fogliono ac-
compagnarli in altri luoghi,
Quefto Paefe, dirò così, è l'Italia,
vale a dire il Giardino dell' America Me-
ridionale % ove tutto ciò che può defide*
A % rarfi
rarfi per paffare una vita comoda , pro-
viene colla medefima abbondanza, e per-
fezione ? che nelP Europea. Elio Ila fi-
tuato in gran parte fotto i medefimi gra-
di di latitudine, gode degli ftefiì climi,
e ftendendofi fimilmepte d* affai più in_.
lunghezza che in larghezza, è adattato
a ricevere, e a condurre a maturità ogni
forta di valutabili produzioni . Le Andi
dette altrimenti Cordigliere , che lo fian-
cheggiano air Oriente , fanno le veci del-
le Alpi, e degli Appennini , mandando
al pari di effi un gran numero di fiumi
a rallegrare , e a fecondare le campagne;
e ficcome la profperità dell' Italia deriva
dalle due predette catene di monti , così
ancora quella del Chili dipende intera-
mente dalle fue Cordigliere. Quegli abi-
tanti fono sì intimamente perfuafi di que-
lla verità, che qualora vogliono rendere
ragione dì qualche fenomeno concernen-
te la loro atmosfera, o il lor terreno,
ricorrono fempre alle influenze di quella
montagna, come ad un agente immedia-
to , e principale .
Ciò non pertanto un Paefe così {li-
mabile , e che fomminiftra non meno nel
tìfico, che nel politico de' fatti degni di
attenzione non è ancora conofciuto che
fuper-
l
fuperficialmente . Appena trovafi fatta»,
menzione di qualche fuo prodotto pref-
fo gli Autori 5 che al prefente trattano
degli efori naturali fparfi iielle diverfe re-
gioni della terra. L\ indole, i còftumi ,
e T armoniofo linguaggio de* fuoi abita-
tori originali fono ignorati del pari , che
gli ftupendi sforzi^ con cui elfi hanno
procurato di difendere la loro libertà in
tante battaglie date dal principio della*,
conquifta fino ai noftri giorni .
I viaggiatori iftruiti \ che in differen-
ti tempi vi fono approdati, non hanno
tralafciato di parlare di quefto Regno ,
ma le notizie , che ne danno g fono trop-
po fuccinte, perchè fi poffa formarne u-
na giufta idea . Il P„ Luigi Feuillce de*
Minimi , Francefe dottiffimo , defcriffe con
iftraordinaria accuratezza i principali ve-
getabili , che crefcono in quel littorale ,
e alcuni degli animali, che vi fi propa-
gano ■ Le fue defcrizioni fono veraci , e
interamente conformi agli oggetti , che ci
prefenta . Io non ho potuto rilevare il
menomo sbaglio in tutto ciò, che que-
fto Valentuomo ce ne dice . Ma la fua
fìoria, eflendo comparfa per Real mu-
nificenza con grande apparato di finsflìmi
rami, non è fiata più rifianipata , e di-
A 3 vena-
venuta perciò molto rara è conofeiuta da
pochi i
I Nazionali rion hanno trafcufato i
nemrnen elfi, d* illuftrare il proprio Pae-
ie per mezzo de' loro ferirti: molte fo-
no le relazioni compilate con queita tei*
ra così nel paflato , come nel prefente-,
fecolo , ma per motivi 5 che riferiremo a
foo luogo 5 poche hanno avuta la forte
di effer pubblicate 4 io fono perfuafo 3 che
avrebbero un favorevole incontro 3 fé ve-
Bifferò in lucerle tre ftorie ultimamente
coitìpofte dal Gav, D. Pietro Figueroa^ e
da* Sigg. Abati Miche/e Oliqjares , e Fi*
lifpo Vidaurre . Le due prime sy aggirano
intorno ai fucceffi occorfi in queito Re-
gno dalFingrefìb degli Spaglinoli fino a*
notòri tempi • La ftoria dell' Olivares fa-
pratutto fi può dire perfetta in quefto ge-
nere per la diligenza 5 e critica, con cui
F Autore ha faputo prefentare i fatti più
intereffanti della guerra quafi continua ,
che fi è fatta tra gli Spagnuoli* e gli A~
r atte ani . Il Sig. Ab. Vidaurre fi è appli-
cato più a mettere in vifta le produzio-
ni Chilefi * e le ufanze di quegli abitan-
ti , il che egli ha fatto con grande in-
telligenza della materia , di cui tratta .
Le tòorie, o piuttoììo le relazioni
ftam-
ftampate , oltre ai quattro Poemi * che cór-
rono imprefìì fulla guerra Aratìcana* fo-
no quelle dell' 0<vallé > di Ff. Gregorio
di Leott} di Giacomo Tejìllo^ di D. fifél*
chior dell' Aquila , ed un Compendio a-
nonimo , che fi pubblicò in lingua Ita-
liana nel 1776., il quale in certo modo
dà una notizia più compiuta del Chili di
quella j che danno le altre Opere Campa-
te , particolarmente intorno alla Geogra-
fia, e alla ftoria Naturale»
Nulladimeno come quefto Compen-
dio è anche troppo riftretto, così io ho
creduto di fare un fervigio non inutile^
agli amatori delle cofe Americane* pre-
ientando loro un ragguaglio più diftefo
e più circoftanziato de* prodotti 3 e de*
fucceffi più notabili dello fteffo Paefe*
Dalla mia prima gioventù mi dedicai ad
oiTervarne le ricchezze naturali , e a iftra-
irmi degli avvenimenti accadutivi prima
per curiofità i poi col difegno di pubbli-
carli a eomun benefizio de* miei Com-
patriotti i Le critiche emergenze foprav-
venute 5 interrompendo il mio lavoro* tei
fecero perdere anche la fperanza di po-
tere arrivar un giorno a riailumerlo . Ma
eflfendo capitati alle mie mani per un^
fortunato accidente alcuni de* più neeef-
A 4 farj
farj materiali, mi accinfi a produrre il
prefente faggio delle mie interrotte ricer-
che fulla ftoria naturale di quella parte
dell' America , il quale farà in breve fé-
guìto,come fpero,da un altro fulla fto-
ria Civile.
Quefto Saggiò V ho divifo in quat-
tro Libri: nel primo, dopo una fuccinta
deferitone del Chili , che ferve d* op-
portuna introduzione al refto dell' ope-
ra, tratto delle fue ftagioni, delle fu*-,
pioggie , ed altre meteore aquee $ de* fuoi
venti , delle fue efalaziòni ignee * de* Vul-
cani , che trovanfi nelle fue montagne ,
de* tremuoti,che qualche voltavi fi fan-
no fentire* e della falubrità del fuo cli-
ma, I tre libri feguenti fono deftinati all'
efpofizione de' corpi appartenenti ai tre
Regni della Natura $ cioè il Minerale , il
Vegetabile , e F Animale • Io parlo in_.
effi , procedendo gradatamente dalle cofe
più femplici alle più compofte : i. delle
acque così comuni, come minerali , del-
la ftruttura de* monti, della qualità dei
terreni, delle varie fpecie di terre, di
pietre , di fall , di bitumi , e di metalli ,
che vi fi fono feoperte , e della maniera
di eftrarre quefti ultimi dal feno della^
terra , e di depurarli dalle materie etero- .
genee .
genee. 2. delle erbe, degli arbofcelli , e
degli alberi più utili , che vi crefcono .
3. de* teftacei, de* croftacei, degF infet-
ti, de' rettili, de5 pefei^ degli uccellile
de* quadrupedi fingolari , che ho potuto
oflfervarvi • Io termino là mia narrativa,*
col dare una leggiera idea delF uomo con*
fiderato come abitante del Chili , nelle-*
cui montagne colloco anche i famofi Pa«
tagoni creduti ì giganti della fpecie uma-
na, riferbandomi a parlarne più ampia*
mente nel mio fecondo Saggio •
Tutti quelli eflferi gli ho riferiti a*
generi ftabiliti dal celebre Cav. Linneo,
e quando è ftato neceffario , ne ho for-
mato de' nuovi fecondo il metodo di lui*
ma mi fono difpenfato dall' adottare la
fua maniera di diftribuirli, perchè non V
ho creduta opportuna alla natura della
mia opera. Per fupplire a quefto difetto,
ho meffo alla fine un Catalogo, nel qua-
le effi fi troveranno difpofti giufta le ciaf-
fi , e gli ordini del fiftema di quel gran
Naturalifta . In vece delle Linneane ho
adoperato delle divifioni più famigliari,
e più adattate ai piccol numero di og-
getti, che deferivo, le quali non fervo-
no ad altro , che a dare qualche ordine
alla mia narrazione.
Ho
Ho tenuto dietro al Na turali fta Sve-
«Me, non perchè io créda il fuo fiftema
fuperiore a tutti gli altri, ma perchè veg-
go , che al prefente è quafi univerfalmen-
te frguito . Per grande che fia la ftima 5
che ho dèi fuo fapere , non poffo a me-
no di dire , che la fua ingegnofiffima no-
menclatura non mi piace in molti punti
eflenziali . io avrei feguito più volentie-
ri nella mineralogia il Wallerio , o il Bo-
mare, nella Botanica il gran Tournefort,
e nella Zoologia il Brilfon , perchè mi
fembrano più facili 5 e più appropriati all'
intelligenza comune .
Nelle defcrizioni ho procurato ufare
parcamente de' termini tecnici, o facol-
tativi 3 per non renderle del tutto inin-
telligibili alle perfoiie , che non fono i-
niziate nello fìudio della ftoria naturale.
Però quando è fiato duopo farne ufo fre-
quente, gli ho confinati al fine della pa-
gina, ove anche ho ripofto le frafi, odi-
finizioni latine delle nuòve fpecie , cho
rapportò. Attendendo alla brevità, che
mi fono prefìila , ho fpiegato folamente
quegli attributi , che baftano a caratteriz-
zare gli oggetti , tralasciando rutti gli al-
tri, o meno neceiìarj , o comuni a tutte
le fpecie dello ileffo genere.
Pel
m
ir
Pel medefimo motivo mi fono con-
tentato nel corfo dell* opera di efporre
le cofe fempiicememe ,■ fenza internarmi
xieìV inveftigazione delle loro caufé, né
diffondermi in rifìeffioni , le quali pollo-
nò entrar bene nel piano di una ftò'ria
naturale complèta, ma farebbero in con-
trailo col titolo di qnefta breve relazio-
ne . Cito bensì fpefTo il teftimonio degli
Autori foreftieri , che trattano del Chili *
il che ad alcuni parrà forfè cofa tedio-
la, rna io l'ho /limato affolutamente .ne-
cedano , sì perchè fcrivendo di un Pae-
fé tanto lontano non pretendo efifer cre-
duto folla mia parola , come per far ve-
dere , che io non efagero niente, e che
anzi dico meno di quello* che eflì affer-
mano è
Il titolo dell1 Opera annunzia ciò
che ella è : quello è un faggio , una bre-
ve memoria di alcuni degli e (Te ri natura-
li, che rinchiude il Chili. Le perforici
intelligenti avranno il equità di non er-
gere da effa quello, che non fi convie-
ne, che a una fìoria naturale, la quale
io non pretendo in verun modo fcrivere.
Un piano -sì grande* oltre a moke altre
circoftanze, richiederebbe che gli ogget-
ti foffero prefenti per confutarli ad o-
gni
12
gni momento , per fottometterli alle fpe-
rienze, e per formarfene infinite idee,
che non pofìfono averfi nella loro aflenza i
I miei Leggitori, a cui fieno notc^
le Ricerche Filolofiche fopra gli Ameri*
cani del Sig. Paw , fi maraviglieranno af-
fai di trovar defcritto un Paefe dell' Ame-
rica differentemente da quello , che elfo
vorrebbe far credere , che foffero tutte le
parti di quel vailo Continente. Ma che
poifo far io ? Dovrò tradir la verità per
non efpormi ai farcafmi poco decenti ,
con cui T Autore delle fuddette Ricer-
che inveiice contro tutti quelli, che tro-
va opponi alle fue ftrane idee ? Io ho
veduto , e offervato coftantemente ciò che
ne dico; non contento del mio giudizio,
ho confultato gli Scrittori imparziali, e
limabili per i loro lumi, che vi fono fla-
ti,! quali s* accordano in tutto colle mie
offervazioni , e fono foftenitori irrefraga-
bili di quanto ferivo . il Sig, Paw noru
ha veduto niente di quello , che divul-
ga , e quel che è più , non ha voluto
nemmen vederlo negli Autori, che dice
aver letto per compilar la fua opera . Il
Frezier , per efempio, e V Ulloa , che e-
gli fpeilb cita, quando gli torna a con-
to, parlano dell' efuberante fecondità,
con
*3
con curii grano fruttifica nel Chili, e
pure egli dice in faccia a tutto il Icon-
io, che il formento non è nato , che in
tlcuni quartieri del Nord dell' America .
Scalcinato dalle confeguenze dell'
deal fiftema , che fi è formato per ino*
ivi , che non fono difficili a indovinare ,
>orta tutte le cofe a tal ecceffo , che ren-
lono affatto inverifimile il fuo Roman-"'
o . La Logica poi , con cui pretende^
trovar le fue decifive afferzioni , non fa
lolto onore ai fuoi talenti . Bafta che
eli' immenfo Continente dell* America
i fia un' ifoletta, un piccol cantone, che
bòia qualche difetto, perchè tutte le fue
'rovincie partecipino del medesimo . Una
iccoia tribù di felvaggi ferve di regola
er qualificare tutte le altre nazioni . Io
on finirei mai, fé voleffi accennare a^
na a una le incongruenti premefle, pn-
e tira le fue conclufipni antiamericane.
on quefto metodo fi potrebbe (ereditar
el pari qualunque altra parte della ter*
t ; ma né la ragione , né la filofofia ap-
roveranno mai un fimil modp di pro-
edere .
Il Sig. Paw infomma ha fentto dell*
.merica , e de' fuoi abitanti colla mede-
ma libertà , che potrebbe avere ferino
della
x4
della Lutiate de5 Seleniti ; ma il male fi
è , che 1' America non è tanto lontana^
come la Luna. Moki dotti Europei , che
colà fono flati 5 e che hanno veduto coi
propri occhi i Cuoi prodotti, ailerifcono
il contrario di quello che egli dice . Al-
tri pure ci fono 9 che fenza ellere appro-
dati a quel Continente, fono iftrmti co-
sì a fondo nella ftoria delle (ut differen-
ti Provincie, che tutte le di lui cavilla-
zoni non fono itale valevoli a fare la^
minima impreffione nel loro fpirito . An*
zi parecchi uomini fàvj guidati dal folo
amore della verità hanno intraprefo ne*
loro ferini a dimoiarne la infuffiftenza,
ira i quali nominerò per cagion d* ono*
re , e di riconofeenza il chiariffimo Sig.
Conte Gian -Rinaldo Carli ben noto ai
Letterati per varie opere date alla luce,
ed ultimamente per le fue belle Lettere
Americane », dove ha faputo epilogare da
fapiente filofofo , e da critico erudito tut-j
to ciò che conduce a dare una vera idea
dell'America .
Io debbo avvertire in ultimo , che^
quando difeorro di miglia, non intendo
accennare che le Geografiche , te quali fi
computano a feffanta per grado. Così pu^
re, qualora fo menzione di piedi, di pok
liei
i5
liei eo intendo di parlare de* Parigini.
La libbra, di cui mi fervo per indicare
i peli, è la comune d' Italia di oncie^.
dodici. La Carta Geografica premeffa a
quefto Saggio è la medefima,che trovali
nel Compendio già ftampato . EfiTa è fat-
ta con accuratezza , ma contro il meto-
do ordinario de' Geografi fi è mefTò l*
Oriente in alto, perchè eiTendo il Paefe
troppo lungo da Settentrione a Mezzodì,
e affai ftretto da Levante a Ponente , la
proiezione confueta farebbe riufeita in-
comoda per quelli che fé ne voleffero fer-
vire. Io aveva difegnato di delincarne^
un'alrra più diftefa, ma non eiFendomi
giunti a tempo i documenti richiefti , ne
ho fofpefa per ora V esecuzione . Creden-
do far piacere agli amatori delle lingue
foreftiere , ho meno dopo il quarto libro
un breve Dizionario de' vocaboli Cbilefi
relativi agli oggetti defermi, ed anche ho
notato al margine i termini generici di
quelP idioma . <
*7
SAGGIO
SULLA STORIA NATURALE
DEL CHILI.
*&
!»
LIBRO I.
Situazione, meteore $ e temperamento del Chili «
L Chili, Regno dell' America Meridionale ? SituMio-
giace lungo le cofte del Mar Pacifico, ftenden- ne '
doli per un tratto di 12,60. miglia geografiche^
fra i gradi 24. e 45* di latitudine Auftrale. La
fua larghezza , che prenderemo dai gradi 304. fi-
no ai 30S, di longitudine, Affato il primo me-
ridiano all' Ifola del Ferro , fc più o meno ri-
ftretta, fecondo che la gran catena di monti det-
ti della Cordigliera , o delle Jindi 9 la quale lo
circonda all' Oriente , fi avvicina , o fi feofta^
dall' Oceano medefimo, ovvero a parlare con
più efattezza , fecondo che il mare fteffo fi ap-
prefla, o fi ritira da quefta catena di monti. Fra
! gradi 24., e 32. di latitudine elfo fi allontana
3a* detti monti 210. miglia, e fino al grado 37.
(blamente 120; ma poi da quefto parallelo fino
ili* Arcipelago di Chiloe fi feofta da 300. miglia.
Ora riducendo quelle diftanze a un termine me«
B dio ,
~
xS L 1 B R O 1.
dio, fi può dire, che turta la fua eftefa fuperfì-
cie, comprefa anche la Cordigliera, non abbrac-
cia più di 378., 000. miglia quadrate»
Confini. Quefto Paefe confina all'Occidente col fud-
dctto Mar Pacifico, a Settentrione col Perù, all'
Oriente col Tucuman , col Cujo , e colla Patago-
nia , e a Mezzodì colle terre Magellaniche . La
gran Cordigliera , che lo fiancheggia , come det-
to abbiamo, a Levante, lo fepara ancora inte-
ramente o per fé ftelTa, o per i fuoì rami da-
tutte quefte contrade, fervendoli al medefimo
tempo di barriera inefpugnabile dalla banda dì
terra, nel mentre, che 1' Oceano lo difende da
Ponente . Le poche ftrade , che dalle menziona-
te Provincie vi conducono, fono talmente eret-
te, e pericolofe, che appena vi può pacare uni
uemo a cavallo (1) . Sì fatte ftrade non fi man-
ten-
» — < '■
(1) Le ftrade praticabili della Cordigliera Chilefe
non fono , che otto 0 nove : la pili frequentata è
quella , che dalla Provìncia di Aconcagua conduce
al Cujo . Quefìa ftrada , che non fi fa regolarmen-
te in meno di otto giorni , è fiancheggiata in gran
parte dalle profondarne balze , che formano i fiumi
Chille , e Mendozza, e da aUìJfimì monti tagliati
a perpendicolo . V angufto fentiere , che refta frcL.
queftt precipizj , è così afpro , e malagevole , che i
'viaggianti fi veggono coflretti in molti luoghi a fmon-
tare da* muli ( che fono le uniche cavalcature , che
'dì pojfono impiegar/! ) , e a fare il cammino a pie- j
di . E' raro V anno , che non precipiti qualche befiia
da foma in alcuno deJ fuddetti fiumi . Quefli diru-
pi pero non accompagnano per tutto quella ftrada .
Vi fi trovano di tratto in tratto alcune pìccole pia- .
nure y affai amene , ove alloggiano ì Viandanti*
.
L 1 B R O 1. i*
tengono nernmen aperte, fé non durante la Sta~
te.
I Geografi danno a quefto Regno un' efìen*
fìone molto maggiore di quella, che noi gli af-
fegniamo, comprendendo dentro i fuoi limiti an-
che il Cujo, la Patagonia , e la Magellanica . Ma
quefte regioni , oltre alla fepàrazione fattane dal-
la natura , ne fono del tutto differenti così ne!
temperamento, come nelle produzioni naturali.
I loro abitanti originari fi diftinguono altresì da*
Chilefi non meno per le fattezze, che per i co-
ftumi , e i linguaggi . (1)
II Chili aveva già il nome generale, che^ N0mc ,
porta oggi giorno, molto prima, che gli Spa-
gnuoli arrivaffero a conquiftarlo (ì). Gli Auto-
B -l ri ,
Gì* Incas , quando foggiogarono il Cujo , e le Pro-
vincie Boreali del Chili , vi fecero coflruire alcune
e afe di fctjfo per comodo de* loro Uffizi ali , le quali
fi confervano parte intere , e parte dirupate . Gli Spa-
gnuoli ve ne hanno aggiunte alcune altre per ufo de*
Corrieri .
(1) Benché la montagna primaria delle Andi J?a
il termine naturale del Chili verfo l* Oriente , io
tuttavia comprendo entro ai fuoi confini non folamen-
te le Valli Occidentali della medefima montagna , che
fenza contraddizione gli appartengono , ma ancht^
le Orientali , perche da tempo immemorabile fono
fiate occupate, e abitate da* Chilefi*
(2) Le Colonie , che dal Chili Aujlrale pacarono a
popolare V Arcipelago di Chiloe , ( la cui trafmigra-
zione è anteriore di alcuni feeolì ali* epoca dellt^
conquide Spagnuole) per conservare la memoria del*
la madre- patria, lo nominarono Chil-hue , cioè di*
ftretto , 0 Provincia del Chili . Tutti i Chilefi così %
liberi», come i foggiogati chiamano la loro patria^
ri , che fcrivono dell' America , ne adducono mol
te etimologìe , tutte le quali , a dire il vero , <
iono afiblutamente falfe , o fi fondano fopra fri
vole congetture . I Chilefi pretendono con affa
più verifimiglianza , che effo derivi dalla voc<l
Chili, che ripetono fpeflb certi uccelli del gene
re de* tordi, i quali vi fi trovano in gran m
mero. Potè ben darfi in fatti, che le prime Or
de d' Indiani , che vi paffarono a ftabilirfi , pi
gliaffero qualche felice augurio da queflo voca<
bolo pronunziato da un uccello , per denomina-
re il Paefe, che volevano abitare.
Divifione Tutta quefta Regione fi divide naturalmente
naturale. ja Settentrione a mezzodì in tre parti; la pri-
ma comprende le Ifole,che trovanfi nel fuo Ma-
re; la feconda, a cui più comunemente fi dà il
nome di Chili, è quella itrifcia,o tratto di ter-
ra , che giace tra 1' Oceano Pacifico , e la mon-
tagna delle Andi s la terza finalmente abbraccia
tutto
Chili - mapu , vale a dire , terra del Zhilì , e il hr
linguaggio Chili- dugu , cioè liag-ia del Chili H<)n
è verifimìle , che una R<z,:one, Li quale dà , finora
itile Città Spagnuole il nome de* luoghi ' , ove furo-
no fabbricate , abbia voluto adottare così un vtrfaU
fnente un nome generale non procedente da* fuoi an-
fenati per denominare il proprio Paefe . Ci femhra
pertanto poco fondata V opinione di quelli , che pre-
tendono, che gli Spagnuoli abbiano comunicato a^
tutto il Regno il nome del primo diftretto , o del pri-
mo fiume , che vi fepprirono . Gli Originar] del Pae-
fe pronunziano fempre queflo nome come fé fojfe fcrit-
to Cih. Gli Spagnuoli fetivom Chile , e prof eri! ce-
no Cile.
L I B R O I. li
tutto Io fpazio, che vi occupa quefta vafta Ca-
tena di monti .
Le Ifole fituate nel Mar Chilefe fono , i. le
tre Coquimbme deferte chiamate Mugitlon , Tot$.
ràl9 e Pàjaro, le quali hanno fette ovvero etto
miglia di circuito, a gr. 29.-- 30. 1. le due di
Ciò. Fernandes a gr. 33.-41.-; la prima, che fi
avvicina più al Continente , detta perciò dj /er-
rar, gira quarantadue miglia, e vltn^ abitata da-
gli Spagnuoli . Il Lord Anfcn , che vi flette qual-
che tempo , la deferì ve come un Paradifo terre-
Are . La feconda chiamata di Mafafuera è molto
minore , e benché di afpetto egualmente bello, ri-
mane tuttora incolta $.Carrama zs gr. 3$.- 41.
è piuttcfto un grande fcoglio, che un* ifola fu-
fcetribiJe di coltivazione . 4. Quìrìquina full* in-
greifo del Porto della Concezione a* gr. 35.-41.
5. Talea appellata Santa Maria dagli Spagnuoli a'
gr. 37.— 11. Tutteddue hanno quattro miglia in-
circa di lunghezza, e appartengono a due bene-
stanti della Città della Concezione. 6. Mocha a*
gr. 38.-37. quefta bella e fertile ifola, che ha
più di feffanta miglia di circonferenza, era ben
popolata nel fecolo paffato , ma al prefente fi ^
trova affatto deferta. 7- V Arcipelago di Chiloe,
il quale unitamente a quello de' Cb*ni , che ne
è una dipendenza, contiene ottanta due Ifole a-
bitate per la maggior parte dagli Spagnuoli , e
dagl' Indiani tra i gr. 41.- 50. e 4$.; la più
grande detta Chiloe , onde è derivato il nome a
tutto 1' Arcipelago , fi fterde in lunghezza cento
cinquanta miglia , ed ha per Capitale Caftro a*
B 3 gr.
~
L
iz L I B R O I.
gr. 42. --58. di lat. e 303.- 1$. ài long. Tutte
quefte Ifole Chilcfi fono poco difcofte dal Con-
tinente , à riferva di quelle di Gio. Fernandes ,
la prima delle quali fé ne allontana 330. miglia,
e T altra 4x0. (i£
II
(1) Sotto Meridiani pipi diflanti , benché nel me*
dejìmo Mare , fi trovano le piccole Ifole di S. Ambre-
gio y e di 5. Felice , e quella di Pafqua celebre per la
quantità di flatue , che ì fuoi abitatori hanno diriz-
zato in varj luoghi 0 per adornarne la loro patria ,
óppur per venerarle come Dei tutelari. Le due pri-
me , finora deferte , fono difcofle dalle fpiagge Chilefi
600. miglia incirca a' gr. 26. — 27. di lat, L' I fo-
la dì Pafqua , forfè non differente da quella di Da-
vis > è fituata ay gr> 17.-- 5. di lat. e 2.68. di long*
iti diflanza di 1 Soo. miglia dal Continente : la fua
lunghezza è di poco più di 15. miglia, e i fuoi a-
hitanti non forpaffano il numero di 800. EJJt hanno
la carnagione piìi bianca della maggior parte degl*
Indiani* e fi hfciano crefcer la barba . Le flatue 9
di cui abbiamo fatta menzione ,fi trovano in gran
numero in tutta V ìfola , e di varie grandezze y efm
fendovene alcune di 27. piedi di altezza , ed altre
della fiatura umana* Sembrano alla vitta , e al tat-
to di faffo , ma ficcome fono tutte di un pezzo 3 e V
ìfola non ha cave di pietre sì fmifurate 3 pare quin*
di probabile . che effe fieno formate con qualche par-
ticolar cemento , il quale feccandofi abbia prefo il co-
lore , e la confi/lenza del faffo • V Ammiraglio Olan-
defe Rogewin , che fu il primo , che vi approdafie^
nel 1712. dice , che quefle flatue fono efeguite fecon- >
do le regole delV Arte. La medefima Ìfola e fiata
in feguito vifitata da D. Filippo Gonfales Capitano
della Fregata la Rofalia nel 1770. , e dal Cap* Cook \
nel 1774; a* 14. Marzo . ì quali fono d' accordo celi*
O Un de fé intorno al numero 9 e grandezza delle fud-
dette flatue. s
1 a
L 1 B R O 1. %$
II tratto di terra fituato fra il mare , e le
Indi (di cui principalmente fi debbono intende-
e le cofe , che forno per dire del Chili , perchè
|uefta è la parte più conofeiuta, e abitata) ha
tlmeno no miglia di larghezza, e fi fuddividc
jiiafi ugualmente In marittimo, e in mediterra-
ìeo* Il tratto marittimo è intersecato da treca-
ene di monti paralleli alle Andi,tra le quali fi
reggono molte valli innaffiate da bei fiumi, e ru~
celli. Il mediterraneo è piano , benché abbia-,
parfe qua, e là alcune colline, e monti, che
anno maggiormente fpiccare 1* amenità delle a-
Ijacenti campagne.
la montagna delle Cordigliere, che ftimaff
a più alta del noffiro Globo * attraverfa da Mez-
ogiorno a Settentrione tutta P America, gìac*
he pare fuor di dubbio, che i monti dell* Ame-
i'ca Settentrionale non fieno che una continua-
iene della medefima catena. Quella montagna 9
ove appartiene al Chili, ha centoventi miglia^
ncirca di larghezza ; effa è comporta di monti
I tifimi i incatenati gli uni con gli altri, pieni di
irupi, e balzi fpaventofi , tra' quali però s'in-
ontrano molte vallate amene , e pianure affai
afte abbondanti di pafcoli eccellenti , e irrigate
a molti fiumi , e cafeate di acque , chie precipita-
lo con grande ftrepito dalle eminenze, che le cir-*
ondano (i) . La parte di quefta Cordigliera com«
B 4 prefa
(i) I monti pipi alti della Cordigliera Chilefe fo«
o il Manila a* gr. 28. -- 4J. , il Tupun^ato a' gr*
3..- 24.,// Defcabefado #' gr. 35., il Bianquiìlc?
-
— —
14 L 1 B R O I.
prefa tra i gr. 14. , e 33. di laf. è deferta $ il
reflo fino al grado 45. è abitato da* popoli Chi-
lefi appellati Chiquillani , Tehuenchì , Puelchi , ej
Huìlickì, i quali, come dimoftreremo appreflb j
fono i celebri Patagoni , che hanno data tanta
materia da difeorrere in Europa •
Divifione H Chili proprio, o fia il tratto di terra fi.
polìtica , fuatQ trà jj mare e Je AndJ ^ fi dIvjde poijtfca-
mente in due partì, cioè nel Paefe ,che abitane
gli Spagnuoli , e fa quello che pofleggono tutto-
ra gì* Indiani* Il primo comprefo tra i gr. 24,
e 37. in circa è flato fuddivifo in tredici Provin-
cie , le quali principiando da Settentrione fono
le feguenti , Copiapb , Coquimbo , Quillota, e Acom
eagua, Mellipilla e Santiago, (dove è fituata la^
Capitale del Regno dello fleffo nome ) Rane**
a' gr. $$. -• 4- ; H Longavì »• gr. 35. .. 30. ; //
ChilJàn a9 gr. 3$. ; il Corcobado a* gr. 43. io non
ebbi V opportunità dì mifurare V enorme altezza di
queflì monti . 1 nazionali pretendono, che ejji s* in*
nalzìno piò di venti mila piedi fui livello del ma-
re . M di Buffon dice , che ì più alti monti del ghm
ho fi trovano verfo V Equatore ; nia io avendo ve-
duto quei del Perù e queflì del Chili , benché foU
colla femplice vi fi a 9 dubito a fi ai della verità del
fuo a/Jtoma t e non fonò molto lontano dall' aderire
all' opinione di M- di Bertrand , il quale dice . „ On
„ à deja nìé , favs contredit avec fondement , que
j,les plus haute; montagne; fé trouvaffent fous i'j
§, Rquateur . Les Andts s' élevent , en s* éloignant
9,de V Equateur ,f Mem- fur la ftrutt. de la Terre,
pag-^ 4P. tdit. in 4» La Cordigliera è più bajfa nel
Copiati, t benché più vicina al IroPtco 9 che nel r§-'
fi* del Chili.
LIBRO I. *?
w*, Colchagua , Manie , Ttata , e Cbillàn 9 Pucha-
•ay , e Huilquilemu . Quefle Provincie fono fiate
aliai mal compartite , perchè alcune fi ftendono
ial mare fino alle Andi , mentre le altre non oc-
:upano , che la metà di qiiefto fpàzio, trovan-
3ofi fituate ora verfo quella montagna, ora ver-
b le coftiere Solamente . Ve ne fono ancora va-
•ie , che hanno uri' eftenfioiie fei , o fette volte
>iù grande di quella, che è fiata affegnata alle
iltre. Quefto fpazio di terreno era anticamente
ibitato da' popoli chiamati Copiapini , Coquìmba-
ii Quillotani y Mapochini , Promaucai , Curi , Cau-
fui, e Penconì , de' quali non rimangono che*
ilcuni piccoli avanzi .
Il
(i) Ecco una breve notizia della fonazione , ed
eflenfione di quefle Provincie con le loro Capitali ,
?ortì , e fiumi piti confi der abili • Le' lettere iniziali
4. e M. unite in/terne denotano , che la Provincia ,
it cui fi tratta , fi flende dalle Andi fino al Mare"^
? [epatate che ella è foltanto vicina a quella mon»
lagna , o alle cofliere . Io avrei avuto a caro di pre»
fentare lo flato della loro popolazione , ma ad onta
ielle diligenze praticate non ho potuto farne un cai*
volo foddisfacente .
I.
Copiapo A.M. lungo H. S. 300. miglia , largo E.
0. iio. Cap. Copiapo a* gr. 26. — 50. lat. Porti Co»
piapò , Guafco . Fiumi Salado , Copiapo , Totoral ,
Quebrada , Guafco 5 e Cbollay •
IL
Coquimbo A.M- lung. H.S. 135. mìg. > larg. E.
Q. zìo* Cap. Coquimbo a9 gr. 19.-- 54- '"*• P^t.
€oquimboy Tongoy .Fiumi Coquimbe, Tongoy , Lima"
ri9 Chuapa %
-
*<$ L I B R 0 1.
Il Paefe pofleduto dagl* Indiani comprende
le
III.
Qutlhta M. lung. N. S. 75. mìgl. , larg, E. O.
62, Cvp. Quìllota a' gr. 31.-- 56. lat. Fort* Papu-
do , Herr adura , Quintero y Valpar&ìfo a3 gr 35... x#
Fium. Longoioma , Ligua , Chìlle , Lìmacbe •
1^
Aconcagua A. lung. N. S. 7$. j»/£. J /^r^. £ q#
74. Ci/. Aconcagua a' gr. 31. -48. /#*. Fiumi Lon-
gotoma, Lrgua, Cbìlle .
Mellipilia M. lung. N. S. *,%. «^ ; /*>£. E. o. 7©.
0/>. MelipflU a' gr 33 - 31. /^. p,r/, S# ^r>/0.
*/o . F/V*?7. XfaypcT; M apoche, Poangbe .
VI,
Santiago A. lung, N S. $6. mìgL; larg E. O.
60. Cap Santiago, 0 S, Giacomo a' gr. 33 — 31.
Ut. Fium. Colina i Lampa, Mapoche , Maypo .
ri:.
Itane agira A. M. lung, K S. 38. mig. ; larg, E.
O. no, Cap. Rancagua a' gr. 34. Ut. F. Maypo ,
Codegua9 ChocAl^^ Cachatoal .
Colchagua A. M. lung. N. S. 54, «*£. /^. £. 0#
j^q. Cap. S.Fernando a1 gr. 34.- iS. lat. Fort. To-
pocalma , Kavidad. Fium. Rioclarillo , Tingirirtca
Cbìmbarongo , Nilabue , Fetfo .
IX.
Mjfc/e ^. 3f. /«*£. tf. 5. 131. «,£. . larg. E. O.
144. C*/>. 7W™ « £r. 34. .- 5v /tf,. Fortm Aftiller* f
P. Marnqiiito, Rioclaro , Urcay ,'Maule , Putagan ,
Acbibuenu , JLiguay , Longavi , Loncomilla , Purapel .
Jl •
X7tf*/I A/. ///^Jgr. tf. 5. 54. W^. /^^. £. 0 £g#
x/.
Cftj/;* ^. /«^. N# 5. 35. !»/>.; /^ £, a 74#
Ctp'tbiUan a gr. 56. lat. F. Cattih , C*/# , £*»*/* ,
L I B R O 1. il
e contrade , che giacciono tra il fiume Biobio ,
: T Arcipelago di Chiloe , ovvero tra i gr. 36.
- 44. , e 41. — 10. di lat. Quelli Indiani fi divr-
!ono in tre nazioni , o popoli , cioè gli Arauca-
i, ì Cuncbi, e gli Huilìchi . Gli Araucani abi-
ano non le ikrili roccie del Chili , come dice
1 Sig. P#zx>,ma le feraciifime terre finiate tra i
turni Biobio , e Valdivia , vale a dire, tra i gr,
5.-44. e 39. — 50. di lat. , le quali fi (tendono
ungo il mare 18$. miglia, e fono le più piane,
1 più amene, e le più ben innaffiate di tutto il
legno . La loro larghezza prefa dalle fpiaggie^j
carine fino alle falde occidentali della Cordiglie-
a importa 300. miglia incirca . Ma eiTendofi u-
iti nel fecolo fcorfo i Fuelchi,che abitano quel-
1 montagna, alla confederazione Araucana, la
addetta larghezza monta al preferite a 420. mi-
lia . Così i loro pofiedimenti attuali non hanno
leno di 78., 110. miglia quadrate.
Gli Araucani dividono quella eftenfione di
aefe, fecondo la fua lunghezza in quattro Uthxn-
mapu ,
I
I
XII.
Tuchacay M'. lung. N. S. 35* rrJg. ; Urg. E. O.
8. Cap. Guai qui a gr. 36. — 41. iàt. È. Lirquen ,
\ndalien. , Biohio .
Builquilemu A. lung. R. S. 35. mzg. ; lar%. E. Ó.
5. Cap. Huilquilemu a gr. 36..- 42. F. Ttata , Cla-
• % Laxa .
Gli Spagnuoli abitano ancora fa Piazza , e Por-
i di Valdivia col fuo territorio , la quale è fiiuaix
dia riva Aujìrale del fiume di quejio neme a' gr,
h~55. lat.
aJ L I B R O 1.
mapu, o Principati paralleli, e quafi egualrren-
te larghi , ai quali danno i nomi di Lavquenm»-
pu , cioè Paefe marittimo , Lelvunmapu Paefc pia-
no , Inaphcmapu Paefe Subandino , e Pìremapu
Paefe Andino . Ogni Uthanmapu fi fuddivide in
cheque Aìlla rehue , o Provincie , ed ogni Ailla-
rehue in nove Rehue , o Prefetture . Il Principa-
to marittimo comprende da Settentrione a Mez-
zodì le Provincie di Arturo , Tucapel , Ili cura ,
tforo/* , e Kagtolten . Il Principato plano abbrac-
cia quelle di Encol y Puren , Repocura , Maquehue 9
C Mariquina . lì Subandino contiene quelle di
Marven , Colhue , Chacaico , Quecheregua , e G#<J
nahut . Nel Principato Andino finalmente fi comv
prendono tutte le Valli della Cordigliera fitua-j
te dentro i limiti accennati .
La nazione , o tribù de* Cunchl fi flendej»
lungo il mare tra il fiume Valdivìa , e P Arcipe«Ì
Iago di Chiloe. Il lor nome, che viene dalla)
parola Cuneo fignificante grappolo, corrifpondc
affai bene alla loro propagazione • Gli Huìlichi
dimorano parte nelle pianure fituate all' Orien-
te de* Cunchi,da* quali vengono divifi per una]
linea immaginaria, e parte in quel tratto delle1
Andi, che fi prolunga dalfuddetto fiume Valdi-<
via fino ai gr. 45. o fia fino all' eftremità del)
Chili. Si nominano Huìlìchì , che vuol dire uo-1
mini del Sud , perchè fono i più Auftrali di tut-j
ti i Chilefi, o almeno fi /tendono più verfo l'i
Oftro. Quefte due tribù fono bcliicofe t e allea-
te degli Araucani, z' quali hanno fatto impor-
tanti fervigj nelle guerre contro gli Spagnuoii . !
Il
t 1 B K O I. tp
Il Chili è uno del migliori Paefi dell' Amc- clima,
'Ica ; la bellezza del fuo Cielo , la colante be-
) ignita del Aio Clima , la fecondità e ricchezza
lei fuo terreno lo rendono un foggicrno sì di-
ettevo!e,che riguardo ai vantaggi naturali nuL
a ha da invidiare alle più felici contrade del
oftro Globo (i) . Le quattro ftagioni dell'anno,
ben-
(0 » Quella parte del Chili , che pub propri amen-
, te appellar/i Provincia Spagnuola , è un anguHo
, dìjlretto , il quale fi flende lungo la Cojla dal Df-
,ferto di Atacama all' I/ola di Chiloe . Il fuo Cli-
\ ma è il più delizio/o del Kmvq Mondo y ed ap-
pena avvi una regione in fulla faccia della ter*
I ra , che pretenda uguagliarlo • Benché confinante
\ colla Torrida Zona non fente mai V efiremità del
, caldo , efiendo difefo a Oriente dalV Ande , e rin»
frefeato da Ponente da alcuni venticelli marini*
V aria è così mite , ed uguale , che gli Spagnuo-
, // le danno la preferenza [opra quella delle Pro*
vincie meridionali del loro nativo Paefe . La fer-
tilità del fuolo corrifponde alla bontà del Clima j
ed è maravigliofamente adattato alle produzioni
Europee ; delle quali le più filmabili grano , vino ,
e olio abbondano nel Chili, come fé vi facejfero
\ naturalmente . Tutti i frutti portativi d* Europa
vi allignano , e vi fi maturano . Gli animali dee
, noflro Emisfero non vi moltiplicano folamente , ma.
, vi diventan migliori . Il beHiame a corno è di
j grandezza maggiore di quello di Spagna . I fuoi
> cavalli vincono in bellezza , e vivacità i famoji
\ dell* Andaluzia 5 dai quali fon derivati . Né è
, fiata la Matura profufa fulla fuperficie foltanto del-
, la fua terra : ella ha ripiene le fue vifeere di ric-
chezze . Vi fi fom (coperte in varie parti miniere
apprezzabili d* oro r d' argento , di rame, e di
piombo . Si ^conchiuderebbe pertanto , che un paefe
dìfiinto da tante benedizioni dovefie fubito diven-
-
3© L I E R O I.
benché in tempi opporli a quelli, in cui vengo-
no in Europa, vi fono regolari, e quantunque
i! paffaggio dal freddo al caldo Ila poco fenfibl
le, le medefime però fono ben caratterizzate
La Primavera in quelle parti finiate di là da!
Tropico di Capricorno comincia, come è noto,
a* ix. di Settembre , così V Eitate in Dicembre,
l'Autunno in Marzo, e il Verno in Giugno.
Meteore E>a* principio della Primavera fino alla me-
*??*'• tà dell'Autunno il Cielo è femore fereno in tur
Cini, m*un, ■ .
to il Regno, maggiormente tra j gradì 14. e_i
3<É. ài lai. , eifendovi raro V anno , in cui cada
qualche leggiera pioggia in quello tempo . Nelh
Ifole di Chiloe però , ftante la gran quantità di
bofehi , che ingombrano quel terreno , piove an-
che di State con frequenza . Le pioggie princi«
piano nel Continente dalla metà di Aprile, eu
durano fino a tutto Agofto. Nelle Provincie Bo-
reali , quali fono il Qpquimbo , e il Copìapò , elle
fono molto fcarfe . In quelle di mezzo fuol pio-
vere tre , o quattro giorni di feguito , i quali
vengono alternati da cjuindici, o venti fereni.
Le
9, tare una fonazione favorita degli Spagnuolì , ed
9> effere coltivato con parzialità e cura [pedale . ln\
9ivece di quefto una fua vafla parte rimane ancorai
^non occupata* In tutta quefta effenfione di luoga
5, non vi fono pia di ottanta mila abitatori bianÀ
5, chi , e quaft tre volte il numero flefio di negri , d
,, dì gente dì razza mefchìata . Il fuolo il piti fei
,, condo d* America languìfce inculto : e la maggiori
5, parte delle fue invitanti miniere non fon lavorai
„ te . Robertfon Stor. di America tom. IV. U 7.'
pag. ut.
i
L 1 B R O I. 31
.e Provincie Auftrali vanno allora foggctte a-.
Ielle pioggie più frequenti , le' quali talvolta du-
ano con poca interruzione i/o ve o dieci giorni
ontinui . Quefle pioggie fono tranquille fenzst
empefte di grandine, o tuoni, le quali neppur
i State fi fanno fentire nei Paefi fituati fuor dei-
fi Andi , benché in quella montagna , e nel vi-
ino Mare fé ne formino di quando in quando
leune, che fecondo i venti predominanti fono
ortate via o a Settentrione , o verfo il Mezzo-
Ì dì .
La neve non è cafcata finora nelle contrade
minime ; in quelle , che fi avvicinano alle Cor-
igliere ne fuol venire un poco di cinque in cln-
ue anni, e talvolta paifa più tempo, fenza che
i fi vegga. Quefta neve, o fi fquaglia a mifu-
a, che va cadendo, o al più dura fui terreno
na fola giornata . Sulla Cordigliera però dal me-
1 d* Aprile fino a quello di Novembre ne piom-
a una sì gran quantità, che vi fi conferva per-
etuamente,e rende impraticabile nella maggior
arte dell' anno il paffaggio per quefta monta-
na [1] . Le fue a^tiffime vette comparifcono fem-
pre
(1) ,, lì Chili è libero affatto da* fulmini , qtiìtn-
, tunque vi fi fenta talvolta tuonare , perchè que~
.fio fegue a una gran dìfianza full* Andes . U In*
lefe Aut. del Gazzet. Amer.
(2) Alcuni dì quei , che nel Verno s* attentano a
affare quefia montagna , colti da qualche ìmprcv-
nfa burrafca , vi fogliono refiar gelati , come accad-
\e a* primi Spagnuoli , che vi arrivarono nel 1535.
'otto la condotta di Almagro. Quindi eerti Autori ,
'enza fpecificare ì luoghi 3 dicono afiolutamenU 5 che
■
I
~
3* L I B R O 1.
pre bianche, e formano una profpettiva marav
gliofa . Gli abitanti del Paefe , che non hanno
né poflbno avere delle Conferve , fan venire 1
neve addoflb de' mali dalle falde più vicine <
quefti monti per rjnfrefcare le loro bevande ,
per fare de' forbetti, de' quali fi fa un gran coi
fumo durante la Magione calda. Ma di quefto b<
nefizio non godono, che le Città mediterranee
le marittime, eflendo tanto lontane dalle Andi
non poflbno procurar/I quefta forta di refrigerio
il quale tuttavia non è affblutamente neceflari
per loro, effendovj il caldo affai più moderai
di quello che fia ne* Paefi interiori f Nel mefe
di Agofto fi veggono alcune brine , fpecialmeni
nel Chili mediterraneo , le quali cagionano h
mattina un po' di freddo: quefto freddo, che
il più confiderabile , che vi fi fenta, cefla ur
ora, o due dopo il levar del Sole: nel refi
della
nel Chili muojono gli uomini di freddo , e tacciati
quefto Paefe di fcmmamente rigido . Il freddo nell
farti del Chili fituate fuori della Cordigliere è tal
mente benigno , che il termometro di M. Reaumur ra
te volte ivi fcende al termine della congelazione
Ueffun fiume , o rufcello , in tutto quel tratto di Pae
fé fi e mai ghiacciato . Il Sig. Ab. Sauri dice ne
fuo corfo di Fifica , che nelle pianure di quefto Re
gno il freddo è per modo in fopport abile , che quegì
abitanti fi veggono coftretti d* inverno ad abbando
nctre le loro e afe , e a rifugiarfi come gì* infelici a
bitatorì delle regioni Polari in certe tane . Ma que<
fto^ è un aneddotto non meno ignorato da quelli , chi
vi fono fiati , che deftituto di ogni forta di vertfiml
glianza •
kj
iella giornata fi gode di una temperie limile a
juclla della Primavera (x) .
Tom. h C La
(i) L* opinion? concernente V eccepivo freddo dell*
fremita Auftrale dell' America è per modo ftabili-
a , che farebbe temerità voler contrattarla . Ma che
ni fi a lecito almeno di proporre alcuni dubbj eirc»
n fatto sì univerfalmente ammejfo . Il Comandane
e Byron nel tempo medefimo , che paragona la tem~
ìerie dell9 Efiate Magellanica col clima d% InghiU
trra a mezzo inverno , deferive quella eontradtu
ella maniera feguente :
„Toute cene foìnte ( Sandy ) eft converte de boi; 9
, nous y trouvames des fources d' eau douce , & les
j arbres, & la verdure y offrent un coup d* ail tris**
}agréable dans une étendue de quatre , ou cinq.
t mille s . Au dejfus de la pointe , la contrée préfen-
, te une plaine unie , dont le fot eft en apparence^
, fertile; la terre y étoit converte de fleurs , qui r4-
}pandoient dans V air un parfum délicieux ;. Ojl.
, àiftinguoit une prodigieufe quantiti de graìnes d*
efpeces différentes , dans les endroits , ou les fleurs
étoient tombées , & nous y vtmes des pois , dont
les tiges étoient fleuries . Au milieu de cette tian*
te prairie , émaillée £ une infinite de fleurs , pa-
roifoient plufieurs centafnes d' oifeaux , aux queìs
nous donnames le nom d* oies peintes , à caufe de
leur plumage nuance des plus brillantes ceuleurs .
Uous flmes prés^ de douze milles fur les bords de
cette belle contrée coupée par plufieurs ruijfeaux >
dont V eau étoit douce , (£• trasparente. . . . Cet
endroit ahopde en oies , farcelles , bécafftnes , #
beaucoup d* autres oifeaux d* un trìs-bon gotit. . . .
Les bords de la Sedger font piante s de grands , é*
fuperbes arbresi je ne penfe pas y qu* on en puif-
fe jamais voir d* une plus belle élevation . Dans
le nombre de ces arbres il y en a , qui ont plus de
butt pieds de diametre , ce qui foli en proportion
plus de vingt-quatre pieds de meonference ; d^
I
54 L I B R m I.
La rugiada è copicfìtflma nelle notti di Pri-
ma v e-
5, maniere atte qua tre hommes en fé j'oignant les ma*
„ ins , ne pourroient pas les embraffer , Le pof'vrier 1
,,<&*/ écorce de Wmter font hi très-communs - Ceì
99beaux arbres, malgré la rigueur du elima? , font
„ encore embellis par la préfenes d* une fonìe ina
,, nombrable de perroquets , (è* &' autres orfeaux M
,, un magnifique plumage . • . . Le Pays entre e? por?
3, (Famìne;, ó* le Cap. Forward , qui en eft-éloi*
isgné d environ quatre lieues , eft on ne petit pas
9}plus agre Me . La terre femble propre à preduìre
3, tonte* les plantes utile s : elle efl arresée par trois
,, helles rivìeres , & plujìeurs ruiffeaux je fis
3» *uffi quelques ìnturfions le long de la ci te du Nord ,
f, èr pendant plufieurs mille s le pays fs préfentoh
99fous un afpeh bien propre à interefier la curio/iti
y9 à* un voyageur : la terre , en quelques endroits ,
,5 étoit converte de fieurs , qui n éioìent inférieures
3.3 à celles , qu on cultive communement dans nos
iyJardins, ni par la varieté , & V éclat de leurs
„ couleurs , ni par le parfum , qu elles exhaloient . „
Viag. ài Hawkerfworth . toni. i. cap. 4.
Quefl a deferitone è vera, e conferme a tutto ciò f
che raccontano molti altri Viaggiatori di quefla con*
trada . Ma una sì ridente , e sì efuberante vegeta*
xione puoflar mai con un freddo sì ecceffivoì 1 pap-
pagalli , uccelli amantijfimi del caldo, poffono mai
Soggiornar volentieri fotta un clima condannato ad
un perpetuo inverno ? Imperciocché fé la fiate vi è
così rigida da paragonar/i col cuore del verno d* t'm
gbìlierra , quaV idea fi dee mai formare delle in->
vernate Magellaniche ? La cannella Winteriana non
follmente fi trova in abbondanza nelle rive Borea*
li dello Stretto , ma anche nelV Ifola del Fuoco , co*
me ajferìfce il Cap Cook nel fuo fecondo vttggio •
Contuttocìò qtiesV albero , che vi vegeta prodigiofa*
mente a Cielo feoperto , non può reggere ali inver*
pò d' Inghilterra , deve è flato trafportato , fé no»
/radiante il calori1 artificiale delle il ufi ♦ i Marie
III*
^^
I 1 B k O 1, 35
mavera , di State , e di Autunno In tutto il Re*
C a gno.
che circondano , e attraverfano quelle orride regioni^
benché ricevano una gran quantità d' acqua dolce9
non fi fono mai ghiacciati , J va) celli Europei r che
ritornano dalV Oceano Pacìfico , voltano d* ordina**
rio il Capo d' Horn in tempo d* inverno lo nìù
vigai nel mefe di Giugno del ij6%. nei medimi ma-
ri fino alla latitudine di 6i. gradi , fenza avervi
trovato il menomo indizio di congelazione ^ e quan-
tunque allora nevicale fpeffo , il freddo non vi era,
più intenfo di quello che fi fuol fentire qui in &o-
logna durante V inverno > Le I/ole di ghiaccio on~
deggiante , che figlio no incontrarfi , majfime di fta~
>e , in quei mari , vi vengono portate per mezzo dei
venti Australi dalle regioni Antartiche «
I Francefi , che nel 1765. fi erano flahilìti alìt^
ìfole Malouine fituate a* gr. fu --40. di lat- , af-
fermano , che T inverno che vi pacarono , non fi4
Punto rigorofo , e che la neve non vi venne mai in}
quantità da coprire le fibbie delle f e arpe Leti% di
M. di Nervi! le . Io non dubito mica dell* accidente
ucorfo al Sig Banks, e alla j uà comitiva nelV 1 fo-
la del Fuoco; ma queflo fatto ifolato non è fuffici-
*nte per ijlabilire una teoria* V equipaggio del va-
gello la Concezione vi flette tutto V inverno del
1766. fenza fperimentare un fimile difafiro . Variti
legioni fortuite poterono allora combinarfi a produrr
-e un fenomeno sì flr aordinario « Quando coli* an*
iar de tempi quella porzione del Globo verrà a pq~
polarfi, il freddo, che ora vi fi crede connaturale 9
rcemerà notabilmente , e quel terreno coltivato ren-
ierà V aria mite al pari di quella 5 che refphana
ili abitanti fituati fotto t medefimi paralleli Setter
(rionali . 13 n paefe dif abitato \ e ingombro di bofea*
vlis è il doppio più {oggetto a tutte le intemperie
dell* atmosfera. L* lmperator Giuliano parlava del
Clima di Francia allora inedita , e bofeofa , come fi
ifoorre adejfo fui freddo delle regioni Magellaniche
fri
Met.aeree
** L 1 B R Q l.
gno, e ricompenfa abbondantemente h manca».
2a di pioggie , che in quefte ftagioni fi fpcrimcn-
ta. Benché allora T aria per motivo dei graiu
fereno fia carica d' umidità , efla non è pernìcio-
fa; f contadini, e i viandanti per lo più dor-
mono in queflo tempo a Cielo feoperto per go-
dere del frefeo, fecza rifentirne incomodo alcu-
no. Le nebbie fono comuni nell'Autunno fulle
coftiere, ma non durano ordinariamente , che fi-
no a due , o tre ore innanzi al mezzogiorno . E
ficcome non fono formate , che di parti acquee,
così non fono nocive né alla falute degli abitan-
ti, né alla fruttificazione de' vegetabili.
I Venti del Nord, e del Nord-ovett vi por-
Chil. Cruv. ta"o 1^ pioggie, e quelli del Sud, e del Sudo-
vefi al contrario diflìpano le nuvole. Quindi i
primi, allorché cominciano a fpirare , fono un*
indizio infallibile di pioggia , e gli altri di fé-
renità. I Nazionali fi prevalgano con fucceflb di
quefta fy^cìe dì barometro naturale per conofee-
re i prorlìmi cangiamenti dell' Atmosfera . L<l#
qualità di quefti venti fono neil' Emisfero Au*
Arale reciprocamente opporle a quelle, che efll
hanno nell* Emisfero Settentrionale. Il vento
del Nord con i fuoi laterali , attraverfando la^
Zona torrida per arrivare a quelle parti , è cal-
do e piovofo a cagione dei gran vapori, di cui
fi carica nel fuo paflTaggio fra i due Tropici . Nel
Tucuman, e nel Cujo , dove eflb fi nomina Son.
da , è più ibffocante che non è il Scirocco, che
regna in Italia . Entrando però nel Chili , ficco-
me palla per le nevofe vette delle Andi , vi fi
fpo-
k" i
M
m
LIBRO?. 37
coglia delle fue cattive qualità, 9 rimane eoa
n grado moderato, e piacevole di calore.
Il vento del Sud con gli altri , che foffiano
a quella banda, venendovi immediatamente dal
do Antartico, è frefeo e feeeo. Quefto ven-
0, che per lo più declina al Sud cveji , domina
el Chili tutto il tempo, che il Sole trovai! nelì*
emisfero Auftrale , il quale col rarefar la fot-
opofta atmosfera diviene forfè una delle princi-
ali cagioni del fuo collante corfo verfo V Equa-
Dre • Non eflendo contrariato dai venti piovofi,
he alternativamente regnano con eflb nel ver-
o , fcaccia allora dal Cielo Chilefe verfo le An-
i tutti 1 vapori , che potevano condenfandofi ri?
alverfi in pioggia , e vi mantiene la perenne^
:arfezza dì acqua piovana , che abbiamo indica-
0 . Le nuvole , che fi formano coi fuddetti val-
ori raccolti fulle Andf, innoltratefi per i luo-
hi più baffi di quella montagna paffano ali* O-
iente, ove imbattendofi in quelle, che vi am-
ano dal Mar del Kord , fi difciolgono in pioggie
irottiffime accompagnate da furiofi tuoni . Così
el mentre che 1' atmosfera Chilefe conferva ii
no beli* azzurro , e gode della maggior fere-
ita , il Tucuman , il Cujo , e gli altri Paeli C/-
tndini , che foltanto ne fono difeofti per mez-
0 della Cordiglieri, vengono innondati dalle.*
iù copiofe acque, e moleftati dalle più orribi-
i temperie . Tutto il contrario avviene nell' in-
erno : quefta ftagione è fereniffima per le fo«
raccennate Provincie, e piovofa pel Chili.
li vento del Sud però non domina in code*
C $ &Q
S$ t 1 È R Q le
ito Regno tutto il giorno colla medefima ener*
gia;queftafi rallenta a rnifura che il Sole s' ap-
protfima al meridiano , e non ripiglia il Aio vi-
gore, che verfo le tre o quattro ore pomeridia-
ne . Circa il mezzodì , quando effb è affai lan^
guido, fi leva dal mare un venticello frefco , il
quale dura predo a poco due ore . I terrazza*
Ili lo chiamano Venticello delle dodici , o I* Orol&+
gìo de' Contadini , perchè elfo ferve loro di reo
gola per fapere T ora del mezzogiorno. Sicco-
me il medefimo zefiretto torna a spirare verfo
la mezzanotte , così è da credere che abbia c-
rigàne dalle marèe . Sul finir dell'Autunno que-
llo vento occidentale divenuto più gagliardo fuo!
portare alcune pioggie dirotte accompagnate da
gualche piccola gragnuola . I venti orientali im-
pediti dalla Cordigliera vi foiEano rariiìlme vol-
te. Nel 163$. a* 14. Maggio un violento Uraga-
no, o turbine, fradicò gli alberi , e rovefciò gli
edifizj d* un forte fituato nel!1 eftremità meri-
dionale dd Chili detta Carelmapo 9 o terra ver-
de : quefto fenomeno , che incomoda non di ra-
do le ' Mole Antìlfo 9 non fi è fentito fin quì,petf
quanto fappiamo , nelle altre Provincie Chilefi *
Alla regolare alternativa di quelli venti pe-
tiodici deve il Chili la piacevole temperatura,
di cui gode nelle ftagioni calde, che non pote-
va afpettarfi dalla fua fituazione vicina alla Zo«
na torrida. A rinfrcfcarvi maggiormente V ariJ
tf uriifcotìo anche le folife maiée, le rugiade^!
notturne, e certa aura foave, che fcende dallej
nevofe Andi, molto differente dai Venti Orien-
tali»
■H
L 1 B R 0 1. $p
hriì • Il calore, mercè queftJ refrigeri naturali,
vi è talmente mite , che quando fi ita all' ombra
non provoca mai il federe. Gli abitanti delle»*
:ontrade marittime fi vedono della ftefTa manie-
ra di fiate, che d' inverno. Nelle Valli medi-
terranee, ove il caldo fi h maggiormente fenti-
re,il mercurio fuol montare nei termometro Re-
uimuriano a %$. gradi, le notti eftivc fono de-
iziofiffime in tutto il Paefe. Ciò non oftantt*
jucfto calore sì piacevole, cofpirando col fotter-
'aneo, che vi fembfa più forte che altrove, è
"ufficiente per condurre a perfetta maturità tutti
frutti, anche quelli che vengono ibi tanto fra I
(Topici (ij. Le regioni confinanti all' Oriente
C 4 col
fi) ,, Verfo ti mezzodì del Perii flà immediata-
, mente fituato il Chili , il quale fflendefi come un»
, lunga , e firma, firifeia dietro le cotte del mar^
.detto del Sudo Quivi l' aria è ti ci ab i Ime ni e chi a-
, \*\ e [eretta , ed il tempo vi ì prefiochè fempre co*
affante per tre parti dell9 anno , piovendovi affai
, poco durante tal periodo . In contraccambio dell»
, pioggia una benigna rugiada ogni notte , e li co»
iptofi rufcelli , che vengono fomminiftrzti dalle vi-
, cine Andi rendono fertile la pianura , e fanne 9
, che produca altrettanto frumento , vino , olio , e
sfrutti , quanio.il numero degli abitanti , il quale
, ? pìccolo affai y o la loro indujtria , la qual non
, è che mediocre , jf>«ò /^r , <r£e »e w^a coltìva-
, £<? .. Se // Governo fi nicftrafie un pò più favorevo-
le f e vohjfe dar coraggio ali in ìuftria , e z// /ò/?
,/<? maggior popolazione , difficilmente verun altra
| />0rr<? de/ ^6»^o potrebbe Jiar a competenza coru
codefia . Poiché nel tempo Jìeffo , dre efa ^aie «»"
yana fanijjlma y ed è ri] ''caldai a da un calore, il
t quale in vcrun mod$ non è aganmj® > vi enfant
■
I
H I!
i
40 L l B R O 1.
col Chili , effendo prive della maggior parte di
tali
„ molti frutti di quei , che non fogliono ventre , che
9yfra li Tropici , né fpontane amente mai , che fottv
s, la Zona Torrida . Nel piano luftureggìa codejlo Pa-
5J efe di quanto puh ejfere necejìario , e dilettevole 9
3J e verfo i monti è quanto pojfa dirji ricco di vene
„ d* oro , argento , rame , piombo , ferro , e mercu-
ri r/0. Quelle d* oro fono le pia lavorate : ed in ve»
5, ro evvi appena un rufcello nel paefe , nelle di cut
„ arene non trovi/i in poca , 0 molta quantità dell*
j, oro ; ma la deficienza di gente , /d quale è pik
-ftnjibile quivi, che negli altri flabilimenti Spa-
3, gnuoli , li r attiene dal lavorare a tutte le loro mi»
3, niere , e quel che è peggio , dal migliorare la fu<*
„ perfide del loro Paefe , e ridurla in qualche conte
99 *l grado di perfezione , a cui potrebbe efìer ridot-
9i ta . Imperocché in tale intera eftenfìone di paefe 9
99che oltrepapa in lunghezza iioo. miglia , ed ha
9y in larghezza in qualche luogo 300., ed in qnaU
„ che altro $00. miglia , contafì che non vi JìtL*
„ molto più di x© , 000. bianchi atti a portar ar~
mi
r, e incirca tre volte tanto di neri , mulatti,
s, e Indiani injieme . Ciò non ofiante con sì pochts
5, mani , e codeste non delle piti indufiriofe , e/re
3, annualmente dalli porti del Chili per Callao , ed
„ /*/fr/ por/i del Perii , d?e/ frumento quanto bafla^
„ f ef mantenere 60 , 000. perfone , wotf efiendovi
„ Ptff/1? #e/ mondo più fecondo di grano di ogni fpe«
„ <r/<? iti code/lo . Mandafi fuori in oltre gran quan»
3, *i*J dì vino y canape f r&e #otf coltiva/i in verun
99 altra parte lungo il mar del Sud% cuoj , fego 9 e
3, provvifioni fatate 9 per tacere dell' orò , e */*r/ >»/-
3, neraliy i quali per ora formano la principal loro
„ ricchezza . E' un grand' impiego per codejlo popò»
3, lo quello dell' aver cura di greggie $ e li bovi fo*
;, no quivi in così grand' abbondanza , che un man*
„zo ingranato può aver/i per quattrù tolleri; prò*
„ va ben grande della fertilità del Paefe , in cui
L 1 S R O ì. 4*
tali agenti rlnfrefcanti , foffrono nel medefimd
tempo un calore affannofo , e a difpetto delle.» \
leggi graduali promulgate dal Sig. Pa^ , niente
inferiore a quello, che fi fa feiìtire nelle contra-
de dell* Africa fituàte fottò la tiriedefima latifudi*
ne* Ma la Natura fi compiace di trasgredire le
leggi, che fanriofi fenza confultàré il locale dei
paefi, a cui fi vogliono imporre.
Le meteore ignee fono frequenti nel chili ÈMtU Igne©
le efalazioni dette volgarmente flelle cadenti fi f^l9^h'"
veggono , màfllme nell* efiate^quafi ad ógni mo-
mento .- i globi di fuoco di diverfe grandezze $
che dalle And! fcorrono verfo il mare, noci vi
fono molto rari .* non vi è memoria però ^ che
alcuno di detti globi fia caduto nel Regno * 1 €j>
Aurore Auftrali all' oppofto fi veggond p< che
volte ili quell'atmosfera (ij . Nel 1643. ne cóm*
parve una di grandiffima eftefifiofìé , la quale $
per quanto dicono gli Storici dì quel fempo, fi
ofiervò tutte le nòtti dal principio di Febbrajd
fino alla fine di Aprile. In quefto fecólo fé ne
fono vedute quattro, delle qjtiali fiori ho te re*
lazione circoftanziata* Oli abitanti dell' Arcipe-
lago' di Childe afferifeono, che qùe&ò fetìotfieno
fi moftra fpeiTe volte adle loro ìfole^lo che noti
I inve«
5, d* altra parie non v* è fcarfezza di danaro * ,$
Stor. degli Stabilimenti Europei iri Aitìer- voi. x«
part* 5. cap. iti
(1) te chiamo Auròre Àufirati perchì comparifeo*
00 ver fé il Polo Antartico , ficcami nominar/ fi Bo~
reali quelle aurati , che fi veggono dalla banda del
fé lo Artico 4
H f!
Vulcani
Chi!. De-
4~ - LIBRO 7.
è invcrlimiile, perchè queir efiremità del Chili
ha il polo più elevato di quello che lo abbiano
ic rimanenti Provincie .
La gran copia di materie fui fu ree, bitumì-
kuin. nole5 e mtrote , che vi s'incontra, è la cagio-
ne deila maggior parte di tali meteore . Quelli
material; acceiì nell'interiore della terra per 1*
infiammazione delle piriti fulfuree e ferruginofe
cagionata dall' umidità delle acque fotterraneo
fi manifeftano per mezzo della quantità di Vul-
cani , che trovanfi nella Cordigiiera: nel folo di-
itretto, che quefta montagna occupa nel Chili,
fi contano quattordici monti ignivomi rimarche-
voli, i quali fiammeggiano continuamente , ©'tre
ad un gran numero d'altri o eflinti,o piccoli,
che fumicano di quando in quando. Effendo que~
{ti Vulcani nel centro di quei monti, le loro ce-
neri e lave non fi ftendono fuori del loro recin-
to , ma dentro , e all' intorno di effi rincontrai!
gran copia di zolfo, di fale ammoniaco, di pi-
riti intiere, o decompofte, di pietre calcinate o
vetrificatele df altre materie metalliche fondute «
La più famofa eruzione Vulcanica, che fap.
plafijè fiata quella del monte ardente di Peteroa*
Quefto antico Vulcano nel 1762. a' 3. Decembre
fi £qc$ un nuovo cratere , Spaccando in due par-
li un monte contiguo per lo fpazio di molte mi-
glia. Lo flrepito fu sì orribile, che fi fentì iru
una gran parte del Regno , ma non venne ac-
compagnato da alcuna feoflfa fendibile. Le cene-
ri , e le lave eruttate riempirono le valli adia-
centi , e ingroffarono per due giorni le acquo
del
i
L 1 È R O li 43
dèi fiume Tìngìrìrtca . Un pezzo dì monte , pre*
cipitando fui gran Surre Lontuè , ne fermò il cor-
fo per Io (patio di dieci giorni , e le acque (la*
gnanti , avendovi formato un vafio lago, che tut-
tora cMe, fi aprirono in fine vici* nttrrènte il
pafTaggio, e innondarono le campagne cifetnvi*
cine .
Nella parte del Chili, che fi! fuor! ièìttj
Andi , non fi veggono che dvt Vulcani , il pri-
mo de* quali fituaro in uni collina poco dlfcòftii
dalle fóci del fiume Rapèl%h piccolo , e non ^eN
ta altro che un poco di fumo . Il fecondo è if
gran Vulcano dì Villartcca Così chiamato, per tU
fere vicino al lago dì quefìo nome prefìo gli Araii^
cani.-quefto monte fiammeggiante , che fi fcdprg
ili diftanza di più di centocinquanta miglia, è
ifolato ; ma fi crede comunemente, che nella fu a
bafe fi congiunga colla Cordigliela , dalla quale
è poco diflaste . la fua cima, che arde giòrnd
è notte , è tempre coperta di neve ; nla le fué
falde, che girano quattordici miglia , fono rive-
ftite del più bel bòfeo , che polla immaginàri
e gettano tatto all' intorno Un gran numero dì
rivi criftallinw l'amena verdura, da eiiì è Ciri*
to , fa credere , che le fue eruzioni fieno ftate^
rare, e in fatti vi s' incontrano pochi fegni del*
le fue antiche invafioni.
La fotterranea efferve&erizà di cjùeffé rharé Ttemùòih
rie infiammabili, ónde è fognata la bafe del ter- C^* **
reno Chilgfe , meiìa in moto dalla materia elet-
trica , vi cagiona ancora i tremuoti , Unico fla-
gellò^ a cui è foggetto qtfeil* bel Pacie- Efflk
F-fc]
44 L 1 B R O I.
tuttavia non è venfimilmente V agente immedia*
to , che produce un sì terribile fenomeno : T e-
kfticità dell' aria interna ettremarnente da cfla
rarefatta, e la prodigiofa forza dell' acqua ri-
dotta in vapori , la quale dal vicino mare s' In-
troduce per i condotti fotterranei, fembrano la
cagione proilìma di tali eataftrofi . Perciò i Paefi
fittiati all' Oriente delle Andi , ficcome dittanti
dal mare , ne rifentono poco o nulla gli effetti .
Il Copìapò, e il Coquìmho , benché marittimi, e
abbondanti ài mirerali , nientedimeno non fono
flati efpcfti fin qui a quefta difgrazia ; le fcoffe
più terribili fentite nel rimanente del Chili o
non vi fono arrivate, o vi fono fiate debolillì-
me . Si prefume comunemente, che il terreno
di quelle Provincie fia interiormente interfecato
da vaftc caverne, perchè in alcune delle loro
campagne fi ode qualche volta una fpecie di ro-
aiore fotterraneo , come fé vi fcorreffero di fot-
to delle acque, o dei venti: que£e caverne, la
cui efiftenza non è improbabile, fervono forfè
di contrammina per impedire i progredì delle^
infettine ccnvulfioni, a cui foggiacciono le con-
trade limitrofe, e per dare un 'ìbero sfogo ai ma-
teriali accefi nelle proprie vifcere.
I tremuoti leggieri fi fanno fentire nel Chi-
li tre, o quattro volte V anno ; ma i grandi non
fogliono accadere che nello fpazio di molti an-
ni (x). Quefte fcoffe, che prima forfè erano di
pul-
ci) Dall' ingrejfo degli Spagnucli in qua , cioè
nello fpaz,io di 144 anni , fi fono fenthi nel Chili
eiH%uc terremoti grandi . Il primo mi 1570* rovefci»
L 1 E R O 1. 45
>u!fazfone , ed efplotlone , come ragionevoImeH-
e fi può congetturare dall' apertura di tanti mon-
i ignivomi, ora non fono che d* o/dilazione 9
vvcro orizzontaìi; i medefimi Vulcani , per do-
e sfogano 1' interne materie accefe , ne rallea-
tno la violenza. I terremoti perciò in quello
egoo non fono tanto improvvidi , per quel che
è orTervato , quanto in alcuni dei Paefi fogget-
a quefta fventura , imperocché principiando de-
finente , ed eflendo fempre preceduti da una**
fpe-
curii borghi nelle contrade Auflralì . // fecondo nel
»'47. a* 13. Maggio rovinò molti edfizj nella Ca*
tale . Il terzo nel 1657. a9 if. Marzo ne diftruf-
una. gran parte . Il quarto nel 1730, agli g, Lit-
io fpinfe il mare contro la Città della Concezione 9
l' atterrò» Il quinto nel 17 fi. a* 14, Maggio rui~
> affatto la medefima Città , rivoltandovi [opra il
tre, e fconquafsò tutte le fortezze , e borghi com-
efì tra i gr. 34. , e 40. La (uà direzione fu S. N. t
venne annunziato da alcuni piccoli tremuoti nel*
notti precedenti , e fpecialmente da uno fentitofi
'■ quarto d' ora innanzi al fuo principio : così att-
>a da un globo di fuoco , che dalle /indi fi lanciò
rfo il mare * La grande f coffa principiò a mezza.
tte in circa , e durò 4. 0 5. minuti ; ma U terra
iballò quafi continuamente fino all' Aurora # Avan-
ti terremoto il Cielo era chiaro di pertutto , mot
mediatamente dopo fi coprì di fpaventofe nuvole
e arrecarono una pioggia ajjìiua di otto giorni .
fiata- la pioggia tornarono ì tremori leggieri , è
ali feguitarono poi un mefe intero coli* intervalle
1$. 0 io. minuti. Hon fi feppe che in tutto il
gno foffe perita alcuna per fona , a riferva dì fe$~
invalide , che furono ingojate dal mare nella^
nmerja Città della Concezione . La mortalità nei
'cedenti terremoti 9 i quali vennero anche dì not-
» fi* parimtnte ai poca , è mun* confi Aerazione «
IP
4$ L I E R O li
fpecie di romba , che pare un effetto della vi.
orazione dell' aria divtrfamente agitata , avver-
tirono con qualche intervallo di tempo del lo-
yo arrivo , e lafciaro agli abitanti lo fpazio fuf-
ficiente per ifcappare dai loro tettile falvarfi .
I Nazionali per mettere in ficuro le loro
perfette hanno fabbricato le Città adattata a tut<
ti gli eventi , che pedono rifiutare da tal caia«
mità : perciò le ftrade fono larghe di maniera .
che crollando gli edifizj dajr una, e dall' altr^
banda non vergono ad incrociarne e lafciano ir
mezzo un fìto bafìsntemente libero per quegli,
che vi fi rifugiano. Le cafe innoltre hirno de:
gran cortili , e giardini , ove gli abitatori poflb-
pò fenza pericolo ricoverar*] . I beneftanti ten«
gono preparate in queiti giardini delle baracche
$(fai pulite , dove vanno a dormire tutte le vol-
te , che (I credono minacciati da qualche fort*
feoifa f
Mediante quefte faggìe precauzioni 1 Chilefi
fi ftimano ficuri , tanto più che finora il terrene
non vi fi è fubiffato in verun luogo, quanfunqui
alcune delle fcotTe fovraecennate fieno Hate affai
gagliarde 5 il che parimente deefi attribuire allej
ecntrammine praticatevi dalla natura nelle moni
lagne -andine, ove trovanfi per la maggior par<
%q i rifervatoj , che contengono le cagioni fifiche
pelle interine fermentazioni, che agitano quelli
parte dei Globo. Queitì fpiragli benché erTeti
de* terremoti , vengono ad eflere , per dir così!
il contravveleno della propri* caufa. Senza i
Vulcani il Chili 3 ftante la gran quantità di mJ
terie
L I B fi O L 47
;rie comburi bili , che rinchiude nelle fue vifee-
j , farebbe forfè un Paefe inabitabile .
Certuni pretendono , che dallo (lato dell' at-
losfera fi poffa con flcurezza prefagirc il proz-
io arrivo di un tremuoto , Io non nego la pof-
^ilità , ma confetfb ingenuamente, che avendo
ripiegata tutta 1' attenzione , di cui fon capace 9
s! combinare i diverfi afpetrì che prefenta 1* ar-
osfera , allorché la terra fi fcuote , non ho pa-
tto mi inferirne un'indizio analogo, che nelP
:correnza non fi trovaffe fallace . Effendo io na-
>, e allevato nel Chili, ho veduto tremarvi la
rra in tutte le Cagioni , così in tempo di piog-
a, come in tempo di ferenjtà , quando fpirava
vento , e quando V aria era tranquilla . (j)
I Chilefi a difpetto di quefto inccrnedo , fo- Salubrità
:> contenti della loro iituazione,e non càmBie~deiciira3#
bbero volentieri il proprio Paefe per qualunque
altro
(i) Mentre che fcriveva dì quefla materia , mi
cadde dì dovere ofiervar lo fleffo nella funejla cri*
. che ha atterrito Bologna . Qusfla Città famofa
bergo gradito delle fetente , e delle belle arti 7 den~
7 alla quale ho la grata forte di foggi ornar e pluv-
iamente dopo tante vicende da me ffo,rfi di terre
di mari , fi trova prefentemente fottopoft* al pari
l Chili ai terremoti. Tuttavìa q ne fio fpaventofo
romeno qui fi prejenta , per quanto vado ojfervan-
, differente non poco da quello del Chili* 1 ttrm
^notì Chilefi, anche ì più piccoli , fono , per dir
?) ^generali per tutto il Regno : fono anche dì mtg*
ir durata , fi propagano orizzontalmente , e vìèn^
no preceduti, come abbiamo detto , da un rombo
%ì fenfibile. Laddove queftì di Bologna fi dilata**
1 poco , fono ijìantanei , e per lo più efplofivi .
I
1 1 1
4? t 1 S R O l.
£l£ro libero da tale infortunio. Quefta predila
£Ìone non deriva folo dalla naturale inclinazio-
re, che tutti gli uomini hanno al nativo fuolo
jna ella fi fonda ancora nei pregi reali del lon
Regno. Avvantaggiato naturalmente, come effe
Io è , di un terreno fecondo , e adattato a tutti
le utili produzioni, gode eziandio di una tem
perle , che effendo nelle rifpettive ftagioni fred
da , e calda a fufficienza , è generalmente fa
Sia (i)? Non vi è ftata finora conofeiuta, pe
quanto
(t) ,, Se il Chili è un deferto, ciò non debbe at
§, trìbuirfi a vizio del Clima , il quale è uno dei piì
9i falubri di quanti fé ne conofcorio . I^a vicinane
f, delle Cordigliere lo rende di un così delirio fo tem
5, per amenti >, che fi ante la fua fiìuazione non pò
^irebbe da effo afpeitarfi . $lon v' ì alcuna Previa
3, eia della Metropoli , il cui foggiorno poffa eftert.
„pìà dilettevole. Raynah Stor? Filofof, degij fta<
bil. Europ. ec ì. 8. C. 2.
Due fono finte lo cagioni , che hanno impedito l
etecref cimento della popolazione nel Chili, malgrado
i vantaggi accordatigli dalla natura per favorirla
La prima fi è la guerra , che dal principio della con
quiiìa fi è continuata con pochi intervalli di paci
fino a* noflri dì fra gli Araucan' , e gli Spagnuoli ,
la quale ha aJforbi$o innumerabile gente dall' una,
e dall* altra parte . La feconda , e forfè la princi-
pale , è lo (vantaggio , a cui codtfio Paefe è fiati
foggttto riguardo al commercio , che e per così dire,
il padre della popolazione . I Chilefi fino a quefii
fecolq non ayeano avuta comunicazione diretta coli
Europa , ne potevano mandar le loro produzioni al-
trove , fuorché al porto del Callaq . Così tutti i ge>
neri importati , ed e (portati p affavano per le man
de' mercanti del Perà , ì quali per confeguenza go-
devano di tutto il profitto • L* indufiria , flante que-
fio pernìezofo fifiana 3 languiva affatto 3 e la popola-.
1
L 1 B R O ì. 4?
quanto oppiamo , alcuna forta di peftc : il va-
juolo però viene fignificato da quei popoli fot*
to quefto nome; tale malattia portatavi dagli
Spagnuoli , fi fa fentire qualche volta nelle con-
trade Boreali del Regno ; e allora gli abitanti
ielle Provincie oppofte obbligano i pafleggieri a
:arvi la quarantena, come fi pratica in Europa-
n tempo di pefte. Quindi è che quella parte del
Shili fi è confervata tuttora efente da quella e-
jidemia; e quelli, che vi menano tutta la lo-
*o vita , muojono fenza averla fperimentata . Gì*
indiani gentili, che fono peranche liberi da tal
naiattia, allorché fanno , che alcuno di loro ne
ia infettato, per aver avuto commercio con gli
>pagnuoli,lo bruciano dentro la propria capan-
la con freccie infuocate . Sì fatte precauzioni
tanno arredato quefto contagio dentro i termi-
li predetti. Un Medico Chilefe dell' Ordine di
;. Gio dj Dio nominato Fr. Mattia Verdugo fu
l primo ad introdurvi V inoculazione nell* anno
1768. , la quale ha avuto in feguito un gran fuc^
*ffò . D le
.ione , che ne dipende , veniva fempre meno . Ma
tdejfo'j che il commercio fi fa direttamente coi ba-
simenti Europei , ì quali vi vanno tutti gli anni ,
uefio felice Regno comincia a popolarfi grandemen-
e . e ad innalzarfi a quel grado d' importante fi-
ura , a cui lo defiinano i fuoi naturali vantaggi .
<a fola Provìncia dì Maule contava già nel 175$»
4. 00©. bianchi atti a portar le armi , e le altre
Provincie fi empivano dì gente a proporzione della
oro efienfione . 1 calcoli , che fanno il Robert fon , e
N Autore anonimo dell* eccellente opera citata alla
>ag. 39. nota (1) , fono j>refi dalle matricole fatte
wl fecolo pafiato •
I i1
5o L 1 E R O I.
Le febbri terzane , e quartane fono parimen-
te fconofcìu te nel Chili, e gli abitanti de' Regni
circonvicini ben confapevoli di quefta prerogati.
va, quando non potfbno liberarfene colle medi-
cine ufuali , fi portano ad abitare in codeflo Pae-
fe, dove fra poco tempo reftano perfettamente
guariti» Nella State però, e nell* Autunno fo-
gliono fentirfi in certi anni alcune febbri arden-
ti 5 /penalmente fra la gente di campagna, 1<l»
quali vengono accompagnate da una fpecie dì
delirio. GÌ' Indiani le chiamano Chavo - lonco ,
cioè malattia della tefia, e le curano con varj
fpeafici del Regno vegetabile , che loro fono fia-
ti infegnati dall' esperienza. Il morbo Venereo
ha tatto pcco progrelTo nelle terre, che abitano
gli Spagnuoli.e molto meno , o quafi niente nei
Paefi poffeduti dagl' Indiani, i quali non hanno
nella loro lingua un vocabolo proprio per ligni-
ficarlo ; quello è un indizio, certo , che elfo non
vi è flato introdotto, che dopo V epoca delle^
conquide Spagnuole •
La rachitide malattia , che da tre fecoli in
qua incrudelifce contro i fanciulli in quafi tutta
V Europa, non vi è entrata finora, onde fono*
pochi i zoppi, e gli firoppiati , che vi fi veggo-
no (1) . Il mal di Siam t il Vomito nero, e la leb-
bra
(x) ,, I Creollì (*) fono generalmente ben fatti J
M Appena fé ne vede qualcuno afflitto dalle defor- ]
^ mità cotanto comuni negli altri Climi» Hanno I
„ tutti generalmente un eftrema flejjtbìlità nelle lo»ì
j, ro membra.,, RaynaL Stor. Filof. 1. 11. e. 18.
(*} Non filamento ì Creolli , che fino i difiendentil
L 1 B R Ù r. *t
ra fono altresì de' flagelli affatto incogniti aJ
uei popoli. I cani, i gatti, e gli altri animali
on vanno foggetti alla rabbia , il qual privile-
io è comune a tutta P America Meridionale,
ome bene offerva M. de la Condamine . V urna-
ita non per tanto, benché efente da quefti po-
hi malori , che coli' andar de* tempi vi fi ren-
eranno anche comuni , è efpofta in quello Pae-
? non meno che nel refto del noftro Globo, a*
umerofo ftuolo delle altre malattie 3 che afflig-
ono i difeendenti di Adamo .
Alla falubrità dell' aria corrifponde la net-
ezza del terreno. Non vi s'incontrano vipere,
jrpena, tigri, orfi , lupi, né altre beftie no-
ive,o velenofe . Le bìfeie , di cui non fi vede
he una fpecie di Efculaph , non hanno veleno,
ome ne fecero P efperìenza alcuni degli Acca-
emici , che nel in6 paffarono al Perà per mi-
grarvi un grado del meridiano . I leoni , che fi
Itrovaro nelle bofeaglie più folte non frequen-
te fono timidi , e differenti da* leoni criniti
elP Africa , ne fi fono arditi mai a far fronte^
IP uomo; anzi fuggono da tutti i luoghi, che
Di elfo
egli Europei , ma anche gli originali del Paefe fo-
o in generale perfetti . Certi Autori pretendono ,
he il non trovarfi dei deformi , o fi orti , fra quel
opolì provenga dall' ufanza barbara , che hanno i.
enitori , per quanto dicono , dì far morire ì bambi-
ni difettofi . Quefia ufanza ì chimerica , almeno fra,
Ch'ile fi ^ dove non fé ne trova veftìgio alcuno , co»
ne affermano tutti quelli, che vijfero molti anni
ippreflo loro, 4 offetvarono attentamente ì ht $o<*
lumi .
w
"il
n LIBRO I.
eflb frequenta . Onde fi può ftare , e dormire kn-
za follecitudine alcuna in qualunque fitò della^
campagna, e dei bofehi (i). Quefta prerogativa
del Chili di non albergare tali beftie diviene più
ammirabile, qualora fi rifletta, che le regioni
confinanti ne vanno affai infettate. Può darfi
che la gran catena delle Andi ficcome eftrema-
mente ripida, e fempremai coperta di neve im-
pedifea loro V entrata . Può accadere ancora
che la benignità del Clima fia loro contraria I
perchè quelli animali per la maggior parte ama-:
no i Paefi caldi .
ir-
ci) „Non vi fono bejlie veleno/e , e quantunque nei
s> tamfi , e net bofehi Jì veggano alcune bifeìe , le lo»
99ro morjìcature non fono nocive. Kon Jì trovano
5, nemmeno ammali felvatici feroci , che pofiano far
9, paura t cqfichè quejlo Vaefe impiega tutta la fua^
9, fertilità, e benefica natura in rendere agli abitane
9>ti tutto ciò chepojfono dejìderare per la vita 9 fen-
99za incomodo alcuno. „ Ulloa Viag. Tom. 3. 1. %.
cap. 5,D. 518. v. Chile*
»«;
*!><
LIBRO II.
Acque , terre , pietre 9 fall, bitumi f é
metalli del Chili*
IL Chili è uri piano fenfibilmente inclinato al
lare , e forfè non è altro che un prolungamen-
> della bafe Occidentale della montagna delle-*
.ndi . Perciò elfo riceve quafi tutte le acque, che
?1 fuo diilrettò provengono dall' immenfa ne-
e,che annualmente cade fu quelli monti, men-
•e che le contrade Orientali ne fono molto fcar-
: . Quelle acque o feorrono fulla fuperficie del-
. terrà , o feltrati do fi per i condotti fotterranei ,
ime per tanti fifoni naturali , vanno a formare
j criftalline forgehti , perenni, intermittenti , e
ergodiche , che fi trovano in grande abbondan-
ti nelle pianure , nelle colline , ed anche fulle
me dei monti più alti della parte marittima di
ietto Paefe*
I fiumi piccoli , che feendorio dalla Cordi- -. %
,. F à * Fiumi .
liera , o che fi formano da quefte forgenti , fo* chii. l#«
o innumerabili . I Grandi poi, che folamente^ UVUm
inno origine in quella montagtia, fono cento-
?ntitrè , quarantadue de* quali mettono foce im-
sediatamente nel mare, e vi portano le acque
i tutti gli altri . Quantunque il corfo. di guefli
umi 9 flante la fìrettezza del Regno , fia affai cor-
E> 3 tof
54 LIBRO II.
to, contuttoché fé ne veggono alcuni navigabili
da' vafcelH di linea al meno fino alla metà • Ta-
li fono il Maule nella Provincia di quefto nome 3
il Biobio, che ha due miglia di larghezza, il Cau~
tcn^ il Tolte n , il Valdivia nelle terre Arauca-
ne , il Qhaivin , il Riobueno tra i Cunchi , e il
Sinfondo che sbocca nell' Arcipelago di Chiloe I
Tutti quefti fiumi Andini fono molto rapidi
dalle leroforgenti fino alle montagne marittime ,
le quali col ribattere il loro corfo in varie ma-
niere , ne ritardano la velocità . I loro alvei ab-
bandonati alla natura fono di una lunghezza fpro-
porzicnata, ed hanno il fondo comunemente faf-
fofo , e le fponde affai baffe « I paefani fé no
prevalgono vanta^giofamente , divertendone con
facilità le acque in diverfi canali, che vanno a
portar 1* allegrezza, e la fecondità a tutte le
campagne in mancanza dell' acqua piovana . Sic-
come quefti fiumi diventano più groffi nel tempo
appunto, che più fé n' abbifogna, che è nella
fiate , a cagione della gran neve, che allora fi
fquaglia nella Cordigliera , così non è da temer-
ai, che vengano a mancare per la copia di ac-
qua, che fé n' eftrae (i) .
Le gran piene incominciano ordinariamente
fui
(i) „ 1 fiumi poi che bagnano , e fecondano ma*
2, r avi gli of amente il Paefe tutto dalla parte Ocm
s , cimentate , fono moltijjimi , e tutti feendono dalla
,, catena delle Andi , ed hanno il corfo da Levan»
„ te a Ponente fcaricandojl nel Mar Pacifico « V 4M
^^mcnità delle lóro rive tutte coperte di begli albe^
a, ri % che mai n§n perdono il verde , e la dilìca*\
„ tez,zf$s e frigidezza delle loro cr ìfi tilt ne forge ntft
M
iiho ir. i%
iti: fine dì Settembre,© durano fino a tutto Feb-
>rajo, benché non féitìpre fieno uniformi , perde
n alcuni fiumi s* accrescono di molto la matti-
a, e in altri a mezzodì, o verfò fera, il che
enza dubbio proviene dalla rispettiva fituazione
elle loro forgenti nelle falde di quei monti ef-
orte differentemente a' raggi folari . Quefte fiu*
lane, tuttoché copiofiflime , avendo i letti affai
irghi , neri allagano i terreni adiacenti» ma ri-
fcono fpeffe volte fatali alla vita di parecchi pae-
tni , che con troppo ardimento fi arr*fchiano a
unzzarle a cavallo . Sebbene tutte qùefte acque
rovengano dalle nevi liquefatte, fono però fa-
'ffime, ed eccellenti a bere, né cagionano alle
erfone, che ne fanno ufo frequente, la malat-
a del gozzo ; fiechè fembra falfa V opinione di
)loro, che attribuifcoiK) alle acque mvoh que-
a maligna proprietà..
; Quefto Regno ha pure i fuoi laghi , piittJ J:?&hL> ,
*i quali fono di acqua falata,e parte di acqua Un.
5Ìce . I primi fi trovano tutti nelle maremme
i quella parte, che abitano gli Spagnudi : i
ù rimarchevoli fono il Bucalemu , il Cagml , e
Bojeruca, ì quali hanno da dodici fino a venti
iglia di lunghezza . I laghi dì acqua d'elee fo-
> fituati nelle contrade mediterranee del Paefe .*
principali fono il fudngutl\ V Aculìu , il Ta~
tataguct , il Lavquen , e il Kahuelguapi . Quefti
D 4 die
fanno un patft il piti dtlìziefo del mondo . Lt^
acque così minerali , come termali concorrono aU
lei falute degli abitanti . Coletti Dizionar. dell*
mer. v. Chili .
5* L 1 B R O 1 1.
due ultimi , che trovanti nelle Provincie Arauca
ne , fono i più grandi di tutti . Il Lavquen , a
cui gli Spagnuoli hanno dato il nome di lago d
Vìllarìcca , ha fettanta due miglia di circuito,
nel fuo centro abbraccia una bella collina, eh
s* erge a guifa di un cono . Il Nabuelguapi gir
ben ottanta miglia , ed ha parimente nel mezzi
un* Ifoletta coperta di belli alberi. Ambiduc
quefti laghi formano due gran fiumi; dal primi
forge quello di Tolten , che sbocca nelP Oceani
Pacifico , e dal fecondo quello , che porta lo fief
io nome del lago , e va a terminare nel man
Tatagonìco Verfo lo flretto Magellanico. Le An
di rinchiudono ancora varj altri laghi , i qual
fono meno conflderabili*
£cquemi- Eflendo il Chili un Paefe impregnato di ma-
Chifel. terJemetailicne,piriticofe,e faline , come fi ve<
munto, drà in appreffo, abbonda di acque compofte e
minerali così fredde, che calde, onde i nazio«
nali ritraggono gran profitto nelle loro malattie
e in altri bifogni della vita» Le acque minerali
fredde tanto le fpiritofe o acidule, quanto le-i
non fpiritofe, fono Comuni in tutte le Provincie,
ma fpecialmente fi trovano nelle Valli Andine:
ve n' ha delle fpiritofe eteree, vitrioliche, e aU
caline: delle marziali non ifpiritofe, delle ful-
furee, delle alluminofe , delle muriatiche ec. tut-
te le quali per lo più hanno la medefima tempe-
ratura dell* atmosfera ; ma ve ne fono alcune
frigidiflime di fiate, lo che forfè non procede da
altro , che dal paffar che fanno quefte acque in
vicinanza di qualche fotterranea forgente , che
abbia
L I B R O 1 I. 57
bbia in diffoluzione una quantità confiderabile
:i fale . Siccome fino al prefente non fi è fatta
on efattezza V analifi di queflie acque, così io
on fono in iftato di darne una relazione idro-
Dgica circoftanziata.
Il Copiapò, e il Coquimbó fono le Provin-
ic Chilefi , che hanno in maggior numero delle
ontane falate , e nella prima di quefte Provincie
trova anche un fiume , a cui la notabile falfe-
ine ha dato il nome di Satado . Quello, come
atti gli altri gran fiumi Chilefi , fgorga dalle.*
:ordigliere , e fi fcarica a dirittura nel Mar Pa-
ifico, portandovi un copiofo volume di acque
impidiffime , le quali concentrate dalla natura
ianno da quindici fino a diciotto gradi al pefa-
iquore, fecondo le ftagioni dell' anno. Il fale,
he formafi fpontaneamerite nelle fue rive, è ec-
eliente , e adoprafi qual viene dal fiume , elen-
io privo quali interamente di fai marino a bafe
errofa , e degli altri fali eterogenei , che d' or-
inario trovanti* uniti al fale comune. In una del-
e Valli Andine, che abitano i Pehuenchì , fituata.
4 gr. 34. - 40. fcaturifcono dai monti adiacenti
indici rivi affai grolfi , le cui acque diramandoli
>er la pianura li criftallizzano in un fale puro ,
: bianco quanto la neve. Il fondo della valle,
:he gira quindici miglia in circa , ne è tutto com.
>ofto fino alla profondità di fei in kttc piedi,
>nde i naturali del paefe lo ritirano in gran pez-
li per fervirfene negli ufi dorneftici . I monti ,
;he circondano la valle , non prefentano al di
fuori veftigio alcuno di fai minerale, ma interi-
ormen-
h l!
*$ L r B R O 1 I.
Qrmente non poffono fare a meno di non cflcrni
gravidi per fornire una quantità così copiofa d
acque falfe .
Le acque termali /empiici , e maggiormente
le compofre fono altresì affai comuni in tutto il
Chili i Le più rinomare però nelle contrade abi-
tate dagli Spagnuoli fono quelle di Peldebx? , e
quelle di Cauquenes . Le prime , che ritrovanti
fulia cima di uno dei monti efteriori Andini J
ftfate a tramontana della Capitale , confiftano in
due confiderabili tergenti dittanti fra loro ottan-
ta piedi m circa, una delle quali è calda di ma-
niera , che effendo la temperatura del monte , on-
de fgorga , a otto gradi fopra il termine dellju
congelazione, il mercurio nel termometro di Ke-
aumut vi monta a' *>. gradi; l'altra al centra-
tic è allora a 4- gradi fotto il medefìmo termi-
ne; Le acque di quelle due forgenti unite arti-
iizialmcnte in un canale formano un bagno tie-
pido a benefizio degli ammalati. La calda è fa-
ponacea al tatto, e fchiuma pretfb a poco come
il fapone, il che proviene dall'alcali minerale,
che vi è come principio dominante , e che vi tie-
ne in diffbluzione alcune materie oliofe . Queft*
acqua, ìa cai gravità fpecifica è di due gradi fo- '
lamente fopra il termine dell' acqua diftillata ,
f5on ha alcun odore fenfibilc, ed è perenne , e
chiara , e un poco gafofa . Il fuo calore proba-
bilmente procede da qualche grande ammaffo di
pinti , che fi trovano nell' effervefeenza dellju
dccompofizione fpontanea dalla banda del monte,
per dove paffa la fua forgente . V acqua fredda
è mar-
LIBRO I I* $9
marziale vltriolica , onde nel conghrngeffi col-
a calda alcalina depone del fale di Glauber, e
n fedimento ocraceo giallo .
I Bagni dì Gattquenes fono fituati nelle val-
i della Cordigliela preffo la forgente del fiu-
ie*Caciapoal3aì quali , per effere iì luogo moi-
o ameno , e dilettevole, fi conducono fra V an«
o nelle belle ftagioni varie brigate di liete per-
one parte per loro diporto , e parte per riac-
uiftare la fanità perduta. Le forgenti di que-
:i bagni fano molte , e tutte di diverfa qualità
osi per la temperatura, come per le materie»
nde fono impregnate; ve ne ha delle caldiffi-
se, e delle intenfamente fredde ; alcune fono a-
idttle marziali femplici, o alcaline; altre fem-
dici , fpiritofe come quelle di Pifa , ed altre vi-
rioliche , o neutre . La forgente principale cal-
la è fulfurea , come oltre il fuo odore lo Indi-
ano abbaftanza il fegato , e i fiori gkìlgni di
,olfo , che vi fi formano ali9 intorno. Vi fi no-
a ancora una materia alcalina, e un poco di fai
leutro • Il fùo calere è nella temperatura media
teli* atmosfera di 58, gradi, e qualche volta. di
P I monti confinanti fono quali tutti impafta-
i di ogni forta di minerali. Le foglie dei falci»
:he vi crefeono in quantità, fi cuoprono durante
a fiate , e T autunno di una fpecie di manna tu-
nica della groffezza di un grano di pepe •
Sul margine di tre fontane minerali , cSl*
ncontranfi falla ftradà , ciré conduce dal Chili
ti Cujo, fi raccoglie nù fai neutro calcarlo- , a-
:re3 amaro, un pò deliquefeente, e formato in
cri/lai*
■
:
•jffl
■
lll'i,
Qualità
del ter-
reno •
6<* L 1 B R O 1 I.
griftalli prifmatici quadrangolari, il quale, ben
che da alcuni fia adoperato , come fé 'off* il fa
le ammirabile di Glauber , io lo credo piuttoftì
una fpccie di fai d' Epfoni , mentre effo non h
né la configurazione , ne la bafe medefima de
vero fai di Glauber, ma non poffo aflicurarlo coi
prec'fione, perchè mnho fatto la neceffaria ana
lifi di tal fale . Gli Araucani fanno particolar iti
ma delle acque minerali s confiderandoie come,
fommamente vantaggiose al genere umano, (
perciò ne hanno incaricato il loro Dio benefici
Meulen , al quale danno il fopranhome di Genco>
vunco , cioè Signor delle acque minerali.
Il terreno del Chili, generalmente parlan
do^ è dotato di una gran fecondità 0)*!a qua
le s* accfcfce in ragione della diftanza dal ma
re. Le terre della parte marittima fono ordina,
riamente meno fertili di quelle della parte me
diterrànea, e queftè ftimanfi anche inferiori a.
quelle, che fono fituate tra le Andi , perchè j
vegetabili, e gli animali vi diventano più ro-
bulli , che nel rimanente del Regno . I Selvag-
gi Andini , nomadi di profetinone , non femina*
fio cofa veruna nelle vafte valJi ^ che abitano
ónde non polliamo conofeere con certezza ì gra«
di della loro fertilità* I fali, e le altre parti-
cole
(x) „Le pianure, le eminenze ^ e le valli,, ed in
a, breve tutto il Chili fino alla p:k piccola porzione
5> di terreno , è un oggetto dì maraviglia # Ogni
,5 particella di terra in quefia fua Sorprendente fer-
$, tilità par che fi converta in femenza .,, 1/ In*
glefe Aut.del Gazzet. Amer.v. Chili •
L I B R O 1 I. 6t
:oIe fecondanti , che da quella montagna fi /par-
tono per tutto il paefe per mezzo del veicoli na~
urali T aria , e l'acqua, fono verifimilmente la
agione della colante ubertà, che vi ammirano
: perfone intelligenti. Il calore interno ancora
roveniente da tanti minerali atti a mantenerlo,
e' quali il fuolo è tutto impregnato , può con-
orrere a fomentarne la virtù produttiva , la qua-
) non richiede peranche 1* eftero foccorfo del
ancimi. I paefani credonfi autorizzati dalla (pe-
enza a non adottare un tal metodo, giudkan-
Dio anzi nocino, o almeno fuperfluo ai loro
impi, e allegano per pruova V inalterabile fe~
mdità del circondario della Capitale, il quale
rendo flato feminato annualmente prima dagli
diani,che vi erano in gran numerose poi da-
i Spagnuoli per lo fpazio di 239. anni fenza^
rinforzo àegV ingrafTaraenti artifiziali, non ha
io fino ad ora alcun indizio di degenerazione
decadenza nei fuoi prodotti « Quindi forfè av-
ene, che il terreno Chilefe non fia infeftato
i vermi diftruggitori delle biade in erba , i qua-
mediante la fermentazione , e putrefazione del
:ame probabilmente fi moltiplicano più del fo«
0 .
Gli Autori , che fanno menzione della tetti-
à del Chili, variano molto nell* accennare il
odotto delle {erre di codefto Regno \ Alcunj
cono, che fruttano feffanta , ottanta, ed anche
rito per uno (1) . Altri affermano, che la rac-
colta
fi) „ La riviere de Chille /' appelle aujfi riviere
d'Aconcagua, farce qvC elle vient d' une Valli*
6% L'I B R O I 1.
colta fi ftima rniferabile , o irregolare , qualor;
il grano non renda più di cento (2) , ed al
cunl
9, de ce nom , fameufe par la quantità prodìgìeufe
de bled > qu* on en the tous les ans . C efl de /i
3,6* dei envìrons de Santiago, en urani vers U
Cordillere , que vieni tout celui, qu on trafpor.
3,te dt Valparayfo au Callao , à Lima , & autre
e, endroìts du Perou . A moìns que d* ètte informa
., de la quallté de la terre 9 qui donne ordìnaìremen
93foixàrite^ & quatrevingt pour un , on ne peti
«, comprendre comment un Pays fi defert , oh V a
9, ne vqit des terres labourées , que dans quelque
9Ì valle s de dix en dix lieues , peut fournìr tant d
9i graìns , outre e luì qu9 il faut pour nourrir le
9i babìtxns . Pendant les huìt mais > que nous avon
3, demeuré a Valparayfo , il en forth trenie Vaifiè
9ì aux chirgés de bled , donfr ebacun peut fé reduìr*
9i a Jìx mille fanegues , ou trois mille ebarges de
55 mule qui e $ une quantité fuffif ante pour nourri
5, env/ren 6o , 000» hommes par an . Malgé re.
sgrani debit , il y efl à très bon marche . „ Fre
zier Voy toni, i-'pag. 203.
9J Outre le commerce des cuìrs , fuìfs , & viande
9,falées, les babitans de la Cooception font eneo
«,, re celiti du bUd , dont ils ebargent tous les an
9%huit , 0 dix navlres de 4. à $00. tonneaux pou
9ien*wiyer au Callao , outre les farines , <& bìfcuìts
9, qu ih fournijfent aux vatffeaux Francois y qui
si font m*ri provifiont pour dtfeendre au Pérou , ^
9, pour retouvner en arance . Ce feroìt peu pour ut
9J fi bon pays , fi la terre y étoit eultìvée , elle ej
3, très fertile , & fi facile a labourer , qu' on ne fai
9i que la gru ter avec une charrue faite le plus fot*
5? veni d' une feule branche d' arbre crochue thè
^par deux b&ufs , & quoique le grain foit à, pem
5, couvert , il ne rend guere moìns du centuple . ,
Frezieriv. psg 132.
(i) ,, Une richefie plus réelle , quoique moìns che
9i re à fes pofiejfeurs , V ej} la fertìlhé du fol » £//i
L 1 B R O I L 6}
mi altri arrivarono a dire , che effo producevaL*
tventcfino a trecento per uno (i) . Io fono ben
ntano dal cenfurare la veracità dei rifpettabilì
utori , che affermano quefto , i quali per la
aggior parte fono anche teftimonj oculari; tan-
più che in quello paefe fogliono di quando In
landò occorrere dei prodigj in tal genere ; ma
irlanda in generale dico , che febbene al mio
mpo certe poffeffioni abbiano renduto centoven-.
., e parecchie ceocinquanta , ed anche cenfef-
nta per uno, tuttavia quefta efuberante frutta
azione non è comune.
La raccolta ordinaria nelle terre mediterra-
nee
tfl prodìgi eufe . Tous les fruìts de V Europe fé font
Perfeòlionnis fous cet htur*ux climat . Le vin er*
feroit exquis^fi on ne luì communi qu oh ungono
amer en le dipofant dans des yafes de terre en-
iuits d' une forte de tifine , & en le tranfpottant
dans des peaux de bouc . La ricolte des graìns
bajfe poar mauvaife , lorfqu elle ne rend pas au
ie4à de cent pour un . „ Eaynah Hift. PhiLl. 8.
g. 316. v. Chili,
„ V anno non fi crede regolare , quando la rac«
colta del grano non rende più di cento per uno +
U che proporzionalmente fi dee intendere anche di
tutte (e altre femenze . „ D. Antonio Uìloa Viago
tu. 3. Part. x. 1. 2. cap. 5. n. 509. v. Chili .
(1) „ Le terroir efl excellent , & fertile, bien qu9
%vec quelque difference , fuivant qu* il eff plus *
ou moins eloigni de V Equateur ; . .. La vallie,
de Copiapo rend fouvent trois cent pour uni ceU
les de Guafcà , <& de Coquimbo ne lui cident d§
lueres ; celle de Chili efl fi excellente qu' elle com-
munìque fon nom au Fayf'* „ Sanfon d* Àfcbevll*
Géogr. v. Chili .
$4 L I B R O I I.
nee è dì le (Tanta , o di fettanta , e nelle mar
time di quaranta, o di cinquanta per uno;
qual prodotto è più ftabile nelle Provincie fiti
te tra i gr. 14. , e 34» , dove i campi fi ada
quano artifizialmente , che nelle Provincie Auftr
ìi , nelle quali i coltivatori fi contentano de
innaffiamento proveniente dalle notturne rugi
de , ancorché abbiano V acqua dei fiumi alla 1
difpofizicne p Io non nego, che la fomma afi
gnata non poffa montare a qualche cofa di pii
fé fi voglia mettere in conto la quantità di gì
no , che fi perde nel tempo della raccolta .
Contadini hanno la biafimevole ufanza di no;
mietere il frumento , fé non quando principia p
troppa maturità a fgranarfi da fé fteflfo, ondi
rifulta ? che una gran porzione refta fui terreni
parte della quale ferve di alimento agli uccell
e parte tornando a nafeere fuol rendere , fen
aggiungervi altra femenza , una raccolta non i
feriore a quella dell' anno antecedente»
Il divario , che fi offerva in quanto alla i
colta prodattiva tra la parte marittima , e 1;
mediterranea , deriva dalle peculiari qualità de
uno, e dell'altro terreno. La terra del Iittor
le Chilefe analoga a quefta del territorio graf
di Bologna , è comunemente di un bruno rofì
gno , friabile , morbida , un poco argillofa ,
marnofa , frammifehiata di felci bianche , e bri
niccie, di piriti arfcnicali, e marziali, di coi
chiglie , di madrepore , e di altre produzioni m;
rine . Quella della parte mediterranea, e queL
delle Valli Andine fono di un nero giallognole
poro-
L 1 B R O I I. Gs
srofe , friabili , foavi al tatto , benefpeilb ghia-
ie , fparfe ancora di piriti, di ciottoli, e di
>rpi marini fnaturati . Tali qualità non folamen-
fi prefentano nel primo Arato fuperficiaJe , o
t nella terra franca , ma ancora fino ad una pre-
ndila confiderabile per quanto potei enervare
:i crepacci fattivi dai torrenti.
Quelli Corpi marini, che vi fi trovano fpar- F] fica or*
9 per dir così, ad ogni paffo . e foprattutto la gon^dei^
fica organizzazione di quello paefe , annunzia- CIìili *
» chiaramente , che elfo ha fervito di letto per
ohi Secoli all' Oceano, il quale ritirando/! a
ico a poco, come fa anche oggigiorno , ha la-
ata li era la ftretta fu perfide, che al prefente
tue abitata (i) . Tutto vi dimoftra la Tua lun-
Tom. 1. E ga ,
fr) V allontanamento del Mare dalie cofiiere del
ìli e annualmente affai fenfibrle , benché non fia
• tutto ugnale, Avvi dei luoghi, ove ejfo non fi
'fra che due pollici ; in altri retrocede da un mei,
pie te foprattutto nelle fpitgge adiacenti alle foci
fiumi Queflo fenomeno , lafriate da parie altre
efe più generali', deriva probabilmente àagV inter-
denti e gicnati dalla gran quantità di fiumi , che
sboccano . Le rive abbandonate veggonfi nel pri'
>nno coperte d' arena volatile , nel fecondo prò»
mho alcune erbette , e nel terzo fi vefiono total-
me d: verdura , Il littorale perciò di quefio Re»
) confi fte per la maggior parte in una pianura lar-
da cinque in fei miglia fituata tra il mare , e le
nt tigne marittime. Le falde occidentali di quefle
ntagne fono tutte J cavate , e ferbano ancora è
(iigj dello sbattimento dell' onde , le quali vi han-
formato molte grotte curiofe compartite in vari?
nere 9 t tape&zate di conchiglie , e di belle Jìalat*
1PI
I
•I
V
66 L I B R O 1 1.
ga , e tranquilla dimora . Le tre catene pa
lei e dei monti marittimi , le colline , che
i fpazi
titi 9 ove il befiiame fi ricoverar durante V ìnve
In diflanza di 40©» p affi dall' imboccatura- del
me Ma ule a mano finiflra x* erge fulla riva del ;
re alV altezza di 75. piedi in circa un maffo
marmo hiancaftro , tutto di un pezze 9 ifolato y j
go E» O. da 214. piedi e largo da 54. , cui i
razzani hanno impojlo il nome di Chiefa : in j
ne ha tutta V apparenza 9 efiendo interiormente \\
vato a volta fino a più del terzo della fua eie
pione , ed avendo tre porte proporzionalmente a
e larghe fatte a femicircolo 9 una nella facciata
cidentale\ per dove /' innoltra il mare , a cui è
zfuto quefto lavoro , e due laterali e fattamente 0}
fle 9 per le quali s* entra in tempo di riflujfo • £
fio edificio naturale < che fino alla metà è tutti
bagnato dal mare y ferve di domicilio nella fua p
te inferiore a un gran numero di lupi marini 9
coi loro urli fanno rifuonar quella vafta concavi
e nella fua cima a certi uccelli marini bianchi a
matt Lili > che per la figura , e grandezza fjmig
no alle colombe domeflìchs • Nelle maremme de,
provincia di Rancagua fi trova un altro masi
fimilmente f cavato , e libero già dal mxr*e . Qu
abitanti , che lo chiamano Chiefa del Rofirio ,
levano dedicarlo al culto divino , Le Andi ha
molte di quefle grotte , 0 buche di grandljflma efl
fione . Nelle giogane vicine alla forgente del fit
Lcngavi fi vede un finefirone ovale , dove può .
re comodamente un uomo a cavallo : i raggi f.
ri , introducendo/i per quefto buco , prima di com
tire fulle cime /Indine , offrono il più bel colpe
occhio, che pojfa vederfi . Nelle medefimè montat
e celebre ancora il Ponte detto dell Ine a , il qu
non è altro 9 che un gran monte forato dal firn
Mendozza . Siccome quejlo monte è di gè (te , <
dalla volta del ponte pendono molte ftalatiiti p
dotte dal falò vitriolico dello fiejfo gefio .
LIBRO I I. 67
"pazio in ifpazio le unifcono alle Cordigliere 9
e ramificazioni , o appendici efterne di quefta_.
nontagna antidiluviana fono un* effetto non e-
[uivoco della lenta operazione delle acque ina-
ine .
La ftruttura interiore delle Andì, la cui crea-
ione fembra coetanea a quella della terra, in-
!ica un' origine tutta dìiferente. Quefla prodi-
iofa montagna s' innalza rapidamente, non fa-
endo che un piccolo angolo colla fua bafe . La
uà forma ordinaria è fimile ad una piramide-»
contata di tratto in tratto da punte coniche più
levate , e come criftallizzate Gli enormi maf-
!, che la compongono, non fono altro comu-
emente , che una roccia viva quarzofa , e qua-
i uniforme, dove non s* incontrano avanzi di
orpi marini, come fi offervano in mezzo ai faf-
ì degli altri monti di fecondo ordine. Sulla ci-
ia però del gran monte Defcabefado , che flà fi-
uato nella catena primaria Andina , e che io non
limo inferiore in altezza al famofo Chimborafo
el Quito , fi ritrovano delle patelle, dei bucci-
i , dei turbini , ed altre fpecie di conchiglie e-
identemente marine parte petrificate, e parte
alcinate , le quali forfè vi furono depofitate dal-
e acque diluviane. Quefta cima, probabilmen-
e fmottata da qualche eruzione Vulcanica , for-
ila un piano quadrato , i cui lati hanno più di
ei miglia di lunghezza ; nel mezzo vi è un la-
;o profondiamo, che forfè è il cratere , o la
>occa del Vulcano 5 che fpianò la punta di quel
nonte •
B % Lz
6S L I B R O 1 1.
La catena primaria della Cordigliera glac
in mezzo ad altre due fubalterne più baffe , pj
rallele, difcofle da efia da venticinque in treni
miglia, ma congiunte di tratto in tratto permei
zo dì alcuni rami traversali, le quali pajono (
eguale antichità, e organizzazione, quantunqu
le loro bafi fieno più dilatate ,e variate . A qu<
Ai monti collaterali fuccedono al di fuori alt
più piccoli con diverfe ramificazioni,! quali no
ferbano fempre il medefimo parallelifmo .
V offatura di quelli monti Andini efterni
come pure quella di tutti gli altri così medftei
ranei , come marittimi del Chili , è per dir c<
sì, di feconda formazione, e di un' ordine mol
to di?erfo . Cotefti monti , le cui |«Be compa
rlfcono d' ordinano più ottufe , fono comporti e
fìrati orizzontali, paralleli, più o meno largr
e profondi, di differenti materie, che fi fucce
dono le ime alle altre, tramezzati da una gra
quantità di produzioni marine, e improntati be
nefpeifodi figure appartenenti agli efferi dei Re
gni Animale, e Vegetabile- Per quanto mi f,
poflìbile di ofiervare nei divallamenti , e neg]
fcavi fatti o dalle acque, o artifizialmente, l'in
fimo Arato è in alcuni luoghi di una forta di co
te refficcia granellata ; in altri d' un fabbione quar
zofo , o d* un tufo bruniccio compatto ; a quq-
fti ftrati fuccedono diverfi letti di argille, di mar-
ne, di marmi di varie (pcclc, di fchifti , di fpa-
ti, di geflb, di carbon follile ec. Si veggono ir
feguito filoni metallici, ocre, quarzi, graniti,
porfidi, fabbie, e roccie più o meno dure.
Sì
L ì B K O 1 I. 69
Sì fatto ordine di politura varia notabilmc: n-
c in qtiafi tutte le ferie dei monti, trovandoli
icgli uni di fotto quello, che negli altri forma
a cima , e nel disordine di tali ammarlì s' in-
ondano rare volte offervate le leggi della gra-
ità . Gli ftrati nonoftante fembrano feguire qual-
he forta di regolarità dirigendoli quafi coftan-
emente da mezzodì a Settentrione, ed effendo
n poco inclinati all' Occidente , fecondando co-
} io sbattimento del mare, il quale riguardo al
aefe è occidentale, e le fue correnti portano
a mezzogiorno a tramontana ;
Oltre a quefti monti a iìrat! eterogenei ve
e fono parecchi altrr, la cui ftruttura è intera-
ente formata da letti omogenei dì pietre cal-
ine, di geifo, dì talco, di coti, di graniti, di
>ccie fempIicT, e primitive, di b'afalfi, di la-
? , ed altre materie vulcaniche, ed anche di
«chiglie poco o niente filatura re, delle quali
irla D. Antonio ÙJJoa nella relazione del fuo
iaggio: ma queftl monti uniformi fono comu-
imente aridi, o non producono, che alcuni ar-
idi deboli :' all' oppofto gli altri , dopo i divertì
rati , che formano la loro interna tenitura j fono
perti di una crofta affai groffa di ottima terra
vorativa, e fi veftono di belli alberi»
La forma efteriore di tutti que/ti monti ftra-
ificati fomroinitàra anche una prova palpabile^
:1 lungo foggiorno dell* Oceano in quel Paefe .
e loro falde troppo slargate vanno infenfibil-
ente a formare delle Valli, le cui iofleflìoni,
inclinazioni rapprefentano alla vifla la conti-
li 3 nuata
•'!''
Terre »
Ghil. tut
7© L 1 B R O I I.
muta dimora , e la direzione delie acque . le.
loro curvature fi riferirono alternativamente 1
une alle altre di maniera , che gli angoli fagl:
enti delle une corrifpondono fempre agli ango
rientranti delle altre. Se discendiamo alle pi*
nure, la loro interna organizzazione trovafi ai
cora analoga a quella de' monti , il loro fond
prefenta la medefìma difpofizione parallela,
orizzontale ne* fuoi ftrati , e la fteffa conger
di materie, ma per lo più fminuzzate, e rido
te in terra *
Quefta varietà di foffili , onde il terreno
comporto , accrefce fempre più il pregio di e
defto delizioso Paefe .- e benché i fuoi abitar:
invaghiti feltanto de' nobili metalli, facciano
prefente poco conto del redo , tuttavia verrà i
tempo, in cui le diverfe terre, le pietre, i i
li, i bitumi, i femimetalli, e gli altri meta
detti imperfetti , che tutti vi abbondano , farà
ro loro di notabile utilità , e ciò accaderà qua
do le feienze , e le arti vi giugneranno a qu
grado di perfezione , che pollano eccitare nei
fpirito di quelle genti V emulazione > e la ftir
di tante belle produzioni. Tutti quefti foffili
fono flati profufamente diverfificati dalla natur
e con particolarità le terre tanto argìlhfe , e d
.carie, quanto minerali, e arenarie .
Trovanfi in quefto Regno tutte le fpecie
varietà di argille, di cui fa menzione il Linn
nel filo fiftema della natura , e il Wallcrìo ne
fua Mineralogia , a riferva forfè dell' argilla i
carnata, o Ha Lemma , che non so che fr tre
in
I 1 B R O I 1. 7i
vcrun luogo . Oltre quefle ve ne fono cinque
ecie, le quali mi fembrano differenti dalle al-
e conofciute .
La prima, che io denomino Argilla Bucare Argille*,
( (*) * e una forta di terra holare , che ricavali l' **p
:lla Provincia di Santiago , affai fina , leggiere,
lorofa , di color bruno punteggiato di giallo,
che al pari degli 'altri boli fi difcioglie nella
>cca , e impiaftriccia la lingua. Le Monache^
.Ila Capitale fanno con quefta terra bicchieri ,
raffe 5 chicchere, e varie altre forte di vateU
me dilicato , cui danno al di fuori una leggie-
vernice , fopra la quale dipingono poi fiora-
i , uccelli , od altri animali » L' acqua pófìa in
li vafi vi contrae un fapore , e un odore gra-
to, il quale verifimilmente proviene da qual-
e bitume mefchiato, o difcioito nella terra, di
i però non fi fcuopre veftigio alcuno nei con-
rni della cava t V analifi fola potrebbe dimo-
rarne 1* efiftenza , e la qualità . Quefti vafi fi
afportano in quantità al Perù, ed anche in If-
igna , dove fono molto pregiati col nome di
mètri dell' America Meridionale . Le Donne Pe-
tvìane coftumano di mangiarne i frammenti,
ime le Mogolefi mangiano il vafellaniQ di Pa-
a .
La feconda , che può chiamarli Argilla Mau-
ra (**) , è una terra bianca quanto la neve , la-
ica , afperfa di punti nfplendenti, e di un gra-
E 4 no
(*) Argilla rìifca , luteo - puntata , odorifera ,
(**) Argilla nivea , lubrica , atomis nitidis *
I
il
II
i'i.
7z L I B R O I I.
ino fmiffimo. Ritrovafi fulle rive dei fiumi,
dei rufcelli della Provincia di Maule , difpofta
ìftrati, che s* internano molto in terra, e che
lontano hanno tutta 1* apparenza di un terre
coperto di neve. La fua lubricità è tale, e
non fi può mettervi (opra i piedi fenza fdrucc
lare, o cadere. Efpofta all' azione degli acic
non fa effervefeenza alcuna, e nel fuoco lur
dal perdere niente della fua lucente bianchezz
vi acquifìa anzi un poco dì trafparenza . I* qi
lità efbinfrche mi avearìo fatto credere a prii
giunta, che quefh Argilla fotte una fpecie
fmettìte , o di terra fuì!on:ca ; ma ella non è 1
roinofa , fi lafcia facum-nte lavorare, ritiene
forma ricevuta , e benché faponacea al tatto , n
fa febiuma sbattuta nelT acqua, ne ha le. ali
proprietà, che caratterizzano le terre faponari
delle quali vi è ancora grand" abbondanza . ^i
&\ motivi m' induffero a fofpettare , che ella f
fé piuttofto una terra da porcellana analoga
Kiolìn Chinefe , e che collo fpato fufibile , e
è comune nella medefima Provincia, fé ne f
trebbe fare un' eccellente porcellana; ma le e
coftanze poco favorevoli noni mi permiferodi ^
rificare il mio fofpetto»
La terza è 1' ArgìlU Subdola (*) così dett
perchè il fito , dove fi trova , che d9 ordinai
è nelle maremme 5 è una voragine pericoiofi
ma per gli animali; i cavalli, che vi fi alfe
dano, fé non vengono prontamente tratti fui
per
(*j Argilla atra , aquofa , tenacifrìma .
L 1 B R O I 1. 73
per mezzo dì un pajo di buoi, vi perifcono ; gli
uomini pure, che hanno la difgrazia di precipi-
tarvi , non p'oflorìo fortirne fen/a l5 ajuto d:' pa-
recchie peffone. Queft' Argilla è nera, acquitri-
nofa, vifcofiffima, compofta di molecole gro/fo-
lane indeterminate* Le fue Cive hanno quindi-
ci, o venti piedi di circonferenza , ed un fondo
immenio . il Wallerio, e il Linneo parlano di
un' Argilla analoga, che trovai! in Ifvezia,fot-
to la denominazione di Argilla tumefcens ; ma el-
la è differente da quefta non meno nel colore \
che in alcune delle fue proprietà. L'Argilla Chi-
lefe è un poco alcalina, fi conferva nello fretto
flato in tutte le Cagioni , e tempre fi vede Co-
perta della più ridente verdura, la quale allet-
ta gli animali ad appreilarvifi : laddove la Sve-
defe ha qualche cofa di acido, fi gonfia in certi
tempi più del folito, ed è naturalmente fterile a
La quarta' fpecie fi è il rovo , o fia ^ Argil-
la Rovia [*}, dì cui quei popoli fi fervono per
fare un' eccellente riero da impiegare helle tin«
ture delle loro lane . Quello colore è preferite
dal P. Feuillée, e da M. Frezier al più bei ne-
ro, che fi porta fare in Europa. L' Argilla ro-
via è fina ^ rieriflìma , un poco bituminofa e vi-
triolica , e fi trova in-.quafi tutti i bofehi . I le-
gni in effa tuffati- acqui ftano in poco tempo usa.
fpecie di vernice nera brillante , e indelebile • II
buon color nero però non fieftrae da' quefta ter-
ra, fé non dopo averla fatto bollire infiemé eol-
ie
(*J Argilla aterrima , tintoria.
74 L I E R O 1 I.
le foglie della Coriaria Rufcifolia , o della fanh
iinftoria . Le Argille grigie , che adopràtìo i pen
fola;, hanno tutte le buone qualità, che fi richle.
dono, ed io le credo anche adattate a farne ero
duoli, ed altri vafi Chimici, perchè fono alfa
refrattarie, e foftengotio la più violenta azioni
del fuoco fenza fcrepolare o vitriflcarfi «
Fra le terre calcane è da nofarfi una caldi
Crete, na , o creta granulofa, friabile , che trovafi nel
Chi!. Mah. fa Cordigliela in cave di due, o tre miglia d
eflenfione, di cui peraiico s* ignora il fondo. I<
le ho dato la denominazione di Calx Vulcani* '*
perchè fono perfuafo, che eiTa di pietra marmo
rea, che era originariamente, fia fiata ridotta-
in quefto flato dai Vulcani, o dal fuochi fotter
ranei ì la fu a crofta fuperficiale di fatti è abbru
Solita, e i monti adjacenti presentano indizj noi
equivochi di Un Vulcano eftinto * Ancorché la.
medefima faccia un poco di eifervefeenza con gì
acidi, e formi con effi dei criftalli irregolari
non ha però le qualità cauftiche della calcina co
tfnune , e neppur le riacquifta effendo bruciata
I Nazionali per quefto motivo non la impiega
iio , fé non per imbiancare le loro eafe • Av
vene di due forte, cioè la fina, e là groflola
kz . Là prima, che fi cava nelle montagne d
Coìchagua , e del Maule è di un bianco perfetto
€ fi riduce in una polvere impalpabile : I1 altr;
che adoprafi nel Cbìllàn , tirando di fua naturi
al giallo, diventa col tempo, e coli' ufo pi;
pallida. Le
(*) Caix iolubiiis , pulvereo - granulata .
gniltue ,
LIBRO IL 75
Le terre metalliche feoperte finora nel Chi-- 0cre
ì fono il verde, e 1' azzurro di montagna, Ia_* ChìLVa*
erujfa nativa , la terra calamitare , 1' ocra bru- '
a, la gialla, e la rolfa. Di queft' ultima fi rip-
rovano due fpecie j la prima detta Colo è di un
offo pallido ; l* altra affai più fina chiamata^
luenchu è di un color più accef© , e più vivo di
luello del cinabro, come aifernià il Lord j4nfon3
he ne feoprì una gran quantità nèll* Ifola di
}io: Fernandes. Siccome quefta terra metallica
a prelfo a poco la medefìma gravità fpecifica ,
: 1* apparenza del minio , perciò alcuni non du-
rarono di denominarla minio naturale , creden-
!o che i fuochi fotterranei poteiTero ben formar-
0, come fi fa il minio artifiziale , col calcinare
'iolentemente qualche miniera di piombo. Co-
nunque ciò fìa , le cave di queftè due forte di
ere fi profondato molto in terra , e la loro fi-
tezza crefee in ragione dell' altezza .
Il Chili ha pochi luòghi veramente fabbiofi,
> coperti a tal fegno di fabbia , che non prò- chil.'K-
lucano niente, e quefii fonò di piccola efienfio- >**•
1 . I fiumi nondimeno , eifendo tutti fa fio fi , por-
ano arene in gran copia , e di tutte quelle fpe»
ie , che distinguono i Naturalifti . Sulle loro ri-
'e, ed anche fui lido del mare fi ritrova tra le
iltre in quantità If direna micacea nera Virginia»
\a del \V0dwa4rd ; quefia fabbia , che quegli abU
anti afano in vece di polverino, è fina, e pe-
ante a cagione del ferro , che contiene . Nei me-
lefimi luoghi fé rie vede un' altra fpecie, la«.
juale non è differente dalla prima fé non nei
colo-
Arene :
! !
7* L I B R O I 1.
colore, che fomiglia perfettamente a quello d(
turchino di Pruflìa , onde fi può nominare Ar<
na Cyanea (*) . Prefìb Talea Capitale del Maul
fi eftrae da una piccola Collina una fpecie di P02
zo/ana conofeiuta fotto il nome di Arena Talcen^
(**; , che pare un prodotto dei Vulcani. Qu<
Aa fabbia è di un color roflb bruno , e un poc
più attenuata di quella di Pozzuoli : le grane
la , onde è compòfta , contengono delle parti tei
rofe, e ferruginofe mezzo calcinate. I terrazzi
ni fé ne fervono per intonacare le mura delle
loro cafe prima di darvi il bianco, alle quali ;
attacca fenza calcina fortemente, e non effend
foggetta a fcrepolare , riceve a "maraviglia l'ini
biàncatura .
Pietre* t quattro ordini, nei quali comodamente :
Ghii, Cura.pv:ó dividere la claffe delle pietre, cioè le Argii
Iacee , le Calcarle , le Arenarie, e le Aggregate
comprendono anche nel Chili tutti i generi ri]
pettivi già riabiliti da' più approvati Autori
Quelli generi, per non effere flati efaminati qu*
monti da rieffun Mineralogo , prefenrano finor
poche (pecie, le quali per lo più fono anaJogh
a quelle, che fi conofeono in Europa. Nelle bre
viffime éfcurlioni, che mi permettevano di far
gli fludj , che allora mi tenevano occupato , I
(coprii ie feguenti fpecie appartenenti ai gener
Ctol}&a/-deì prÌm° °rdine; ]° fchifto nwzcitia, il tabu
tura. iare ■ ij verde > V ardejìa , il comune, e il coni
pattiflimo : il Talco verde, il nefritico, il car
neo ♦
(*> Arena ferri micans cerulea .
(**> Arena ferruginea in aqua durefeens*
L I B R O 1 1. 77
eo , e T acero/o : V amianto asbefto , il fragile ,
il fugherò; la Mica membranacea, l'argenta-
t, V aurea, 1* ungherefe , la talcofa , e la cri-
alllna .
La mica membranacea detta altrimenti Ve-
o di Mofcovia, vi è perfetta nel jfuo genere^
>sì perla grandezza * come per la nettezza del-
fue lamine, le quali vengono impiegate dai
lefani nel compor fiori artifizialj , e nelle fi-
■ftre in vece di Iaftre di vetro, come ufano i
affi • Molti ancora le preferirono al vetro , per-
è non elTendo foggette a romper/! , hanno di
ù la comodità di lafciar vedere alle perfone.*
dentro gli oggetti eterni , e d' impedire :%
elle di fuori 1* ofTervare gì' interni. Quefl<
nine hanno d? ordinario un piede di grandez
, ma cavandole con precauzione dalla rninie
fé ne può avere anche di óuq piedi: il lo,
lore è poco differente da quello del vetro. Se
trova però un' altra fpecie , la quale è bri
ta di macchie irregolari gialle, rode, verdi,
turchine, che perciò fi può appellare Mi e tu
negata (*) . Ella è al pari dell' altra pieghe-
Ie , e fi knde in lame di un piede incirca ài
ighezza, ma a cagione delle fue macchie è
:o ricercata .
Le fpecie del fecondo ordine , che fornifee
iefto Regno, fono le differenti pietre comuni ^^arie.
calcina , i marmi , gli fpati , e i geffi . Tra cura .
prime fi trovano le pietre calcane compatte
di
[*; Mica membranacea , fiifilis , flexilis , pelluci-
, variegata .
m
78 L 1 B R O 1 1.
dì tutti I colori, le lucicanti finalmente colori
te s e le afpre montane bianche , turchine , e gri
g'»c •
I marmi di un fol colore /coperti fino a
preferite fono il bianco ftatuario , il nero , il ver
dello, il giallo, e il grigio. Due monti, un
Situato fra le Cordigliere del Copiapò , e 1* a!
tro nelle maremme del Manie fono interament
cpmpoftì dì marmo polfzonite , o fia liftato a fa
feie di differenti colori difpofìe in tanti ftrati
che circondano quefti due monti dalla bafe fin
alla cima con tale firn metria 5 che fembra appui
|o uno fcherzo della natura . Tra i marmi mai
chiari vi ha il cenerino venato di bianco , dì già
lo, e di turchino,* il verde fpruzzato di nero
e il gialligno con macchie irregolari nere , bri
"ne, e verdi. QuefT ultimo, che cavafi da un
monte vicino a S. Fernando Capitale di Col chi
gua è affai ricercato, perchè è molto facile ds
lavorare , e col tempo diventa notabilmente di
xo * Tutti gli altri marmi fovraccennati prendi
no un bel polimento , ed han io le buone qua!
tà, che ricercano i Marmoraj. Le Andi inferii
jri, per quel che mi dicono varie perfone , ci
vi han penetrato, abbondano di queflo genere
di pietre di tutti i colori, ma mi mancano
relazioni circoftanziate per poter fiffarrje i e;
ratterl .
Nelle pianure vicine alla Città di Coquiri
bo s' incontrano, dopo tre, o quattro piedi
terra lavorativa, da cinque fino ad otto ilrati
piarmo teftaceo biancaftro granulofo,c fparfo
con-
LIHO II. 79
conchiglie più» o meno intere, il quale forni -
glia molto alla Lumachella. Gli Arati, che fi
fendono in lunghezza , e in larghezza più di tre
miglia , hanno dì grolTezza due piedi in circa ,
e fono alternativamente tramezzati da altri leg-
gieri Arati di rena. Tal pietra diventa più fina,
e più dura in ragion diretta della profondità »
Quella del primo ftrato è groffolana, e friabile,
e non ferve ad altro, che a farne calcina. Le*
feguenti , benché compatte , cedono con poca dif-
ficoltà al ferro , dì cui fervonfi i paefani per ta-
gliarle, e ritirarle dalla cava, ma negli edificj,
dove vengono impiegate, acquiftano una fulfici-
ente durezza per refiftere alle impreffionl dell'
aria, e dell' acqua»
Gli fpati fono i compagni infeparabill dal?
le miniere metalliche , e fervono ai minatori di
guide certe per caratterizzare i minerali feoper-
ti; quindi è che tutte le loro fpecie claffincate»*
fono baftantemente conofeiute in quefto paefe,a
riferva del criflallo d' Islandia , che fino ad ora
non vi è fiato feoperto. Quefie fpecie compren-
dono infinite varietà , molte delle quali dopo un
efame più attento diventeranno anch' effe delle
fpecie feparate. Lo fpato tisto in particolare vi
| affai comune, onde vi fi trovano in quantità
i topazj , gli fmeraldi , e i zaffiri fpurj , che^»
altri chiamano Fluor? fpaticj, ma il più fingolare
tra gli fpati criftalligzati trafparenti fi è lo fpa<*
to efagono di diverfe grandezze, che fi cava»,
dalle miniere d' oro di Qmllota , il quale è ver-
gato in mille maniere di fonili filetti d' prp;ii
colpo
Arenari t
ChiL Cuyur?
g© L 1 B R O I I.
colpo d* occhio, che preferita quefta pietra, è
uno dei più belli , che pollano vederti.
Ancorché il Chili abbia molte cave del gef«
fo ufuale , o fia pxrMdìpìpUzo ,' e doì romboi.
dale, e dello ftriato , i Nazionali tuttavia norL.
le ne curano , e preferirono a tutti gli altri u-
na fpecie di geffo friabile , compoflo di parti-
celle piccoliffime indeterminate, e di un bel bi-
anco, che tira un tantino all' azzurro. Quello
geffo , che io chianierò Gypfum Vulcanìum (*) .
fi trova fempre vicino ai Vulcani della Cordiglie-
la in cave à\ confiderabile eflenfione , e in une
flato di femiralcinazione -• ciò non òftante effe
riefee ottimamente in tutti i lavori , in cui s'im-
piega in vece del geffo comune , ma fpecialmen-
te viene adoperato per imbiancare le muraglie 3
alle quali colla fua leggiere tìnta di turchino dì
una foita di bianco di Re: benché fi poffa met-
terò in opera tal quale viene dalla cava , i mi
raton nondimeno coftumano di fottoporlo prima
a una lieve calcinazione « Le medefime monta.
gne Andine, dove pare che la natura operi cor
Speciale compiacenza , abbondano di cave dì a.
labaftro fino, e di felenite fpecobre, colla quale
gli abitanti della Città di San Giovanni fanno le
striate alle fineftre delie loro Chiefe.
Le coti di differenti fpecie, 1 quarzi, \m
felci, e i cnfhlli di monte fono le pietre are-
narie, che trovanti nel Chili non meno, cht nel-
la^maggior parte delle contrade del noftro Globo.
Tra
W.
(*; Gypfum patticulis indeteroiinatis caerukicens
L I B R 0 I 1. St
ra le prime vi fono comuni le pietre bianche
Offrine, e giallognole da affilare, le molari, e
cementane, o fitti da corruzione. I quarzi
afani, gli opachi , i colorati , ed anche i no»
li abbondano in tutti quei monti , come pur&#
felci cretacee, il piromacho, V Emacbate , e
agate ordinarie , ma delle fine non so fé vi
trovino . Le fpecie di diafpro di un folo colo-
finora olfervate fono il diafpro rofTo , il ver-
, il grigio , il bianco , e il Japis laziali per-
io (1): tra i fioriti, o variegati vi è il cene-
io macchiato di nero, il biancaftro venato di
ilio, e di turchino, e il giallo con macchie
rchine, rofle, e grigie vagamente intrecciate.
Oltre ai criftajli piccoli di mpnte, che ri-
)vanfi da pertutto , la Conigliera ne fornifce
i pezzi confiderabili da farne colonne di fei ,
fette piedi di altezza . Avvi ancora un gran^
nero di criftalli colorati, o falfe pietre, pre-
.fé, come farebbe il falfo rubino, il topazio,
giacinto , lo fmeraldo ec. Circa poi alle ver$
urne so che , anni fono , fi trovò nel Coquim-
un bellilfimo fmeraldo, e nella Provincia di
Tom. I. F §an-
1) „Outre les mìnes d' or on trouve aux envi-
ons de Copiapb quantìté de mìnes de fer , de cui»
ve , d' étaìn , de plomb , aux quelles on ne duì-
ne pas travailler ; il y a aujjl quantìté d' ai~
vant , ^r du Lapis lazzuli , que Ics gens du Pays
ie connoìffent pas pour une chofe de valeur ; cel»
e s- et font à 14, ou 15. lìeues loin de Copiapb,
>rès d' un endroìt, oh il y a quantìté de mime-
es de plomb • Frezier Voy. tom. 1. pag. 245.
m
Si, L I B K O 1 I.
Santiago un topazio di grandezza ragguardevole
I fiumi Cogliono portare di quando in quando f]
le fabbie alcuni piccoli rubini, zaffiri, ed alt:
pietre di valore , indicando che nelle montagne
per dove feorrono , vi fieno delle gemme di maj
gior prezzo ; ma P indolenza di quegli abitati
trafeura al pari di molti altri rami di comme
cio,quefto ancora , che potrebbe divenire di for
ma importanza. Io non dubito punto, che
montagne Chìlefi , attefa la loro coftituzione, n<
abbiano delle ricchezze confiderabili anche 11
quefla claife, ficcome abbondanti ài criftalli ,
fali, e di vapori metallici; ma i ripoftigli, d
ve la natura è folita nafeondere i fuoi effetti p
preziofi , lungi dall' eflere flati indagati da o
chj intelligenti, non fono flati neppur calcat
per quanto appare, da umano piede.
Una piccola collina fituata al Nord - eft
Talea è quafi tutta compofta di amatifte di ui
bel violetto 5 le quali fi trovano parte attacca
a una fpecie di quarzo grigio , che loro ferve
prima, o di matrice, e parte fpiccate,e ravve
te nella fabbia; la finezza, e la durezza del
medefime crefeono in ragione della loro diftan:
dalla fuperficie , ed io fono perfuafo , che p
addentro della terra fé ne troverebbero delle pc
fette . Alcune 9 che fi cavarono , poco prima d(
la mia partenza di colà, da un buco di un pi
de di altezza, erano interamente, e vivamen
colorite , e tagliavano il vetro fino a fei , o ù
te volte fecza fpuntarfi mai : fé ne videro ezia
dio alcune altre, che avevano T acqua ftefla d
dia-
L 1 B K O 1 I. S5
iamanti, le quali forfè erano foriere di quefta
rillante gemma . Le feffure di alcune roccia
lontane fomminiftrano anche delle amatile pur-
uree fine .
La Provincia di Copiapò ha avuto quefto no-
ie dall' abbondanza di turchine, che $*■ incora-
rano nei fuoi monti ; benché le medefime non
enc altro che denti petrefatti , e coloriti da*
apori metallici , e per tanto appartengano pro-
riamente alla dalle delle concrezioni , io tut-
tvia ho voluto farne menzione in quefto luogo
el rapporto , che hanno alle pietre preziofe ,
perchè vengono volgarmente così chiamate,
•uefìe pietre, o fieno denti impietriti , fono pei*
maggior parte di un turchino verdiccio , ben-
iè fé ne trovino molte ancora di quelle, che
Lapidarj appellano di vecchia rocca , cioè a di*
: che hanno un bel color turchino , e una no-
bile durezza .
I faffi aggregati, o formati per 1* aggrega- Aggregate,
one di varie parti eterogenee, ficcome fra {ChiLLi£*
>rpi di quefta claffe fono i più comuni, così
ire formano in gran parte la ftruttura dei mon-
Chilefi . Ma oltre alle fpecie ordinarie , che
no numerofiffime ,' vi fi trovano ancora parec-
iie forte di breccie , di porfidi , e di graniti di
tima qualità .Le falde dei monti, che fiancheg-
anola ftretta ftrada , che conduce per le Cor-
gliere al Cujo, fono interamente compone di
)rfidi roffi , neri , e verdi punteggiati di varj
»lori, fra i quali fi rende notabile uno , che
i il fondo giallo vagamente macchiato di rollo ,
Fa e di
r"!
84 L I B R O 1 1.
e di azzurro , il quale per ritrovar/! vicino
fiume Cbille io nominerò Saxum Chillenfe . (*)
Nelle campagne adiacenti alle confluenze
Rioclard fi fcoprì a due piedi di profondità un
vafta cava di porfido bruniccio con macchie fp
tofe nere , la quale fi ramifica in varj filoni
rizzontali, di cui peranco ignorali e !' eftenfi
ne , e 1' altezza . Quefta pietra vi ftà difpofta
fèratl di due piedi in circa di larghezza , e
tre , o quattro oncie di gròffezza 9 le quali n
fure fono fempre uniformi nel medefimo ftrat
Benché la ferie di tali Jaftre fi trovi jnterroi
di tratto in tratto o per via di fpaccatura , o p<
che qualche corpo eterogeneo s' attraverfa, e
non ottante fé ne poflbno avere di etto , ed a
che di più piedi di lunghezza. La fuperficie
quefte laftre è talmente polita , ch$ i pittori
ne fervono per macinare i loro colori fenza f;
le aggiufiare dagli fcarpellini . Come poi fi f
no ammonticchiate codette pietre in quel prec:
luogo , e per qua! forza di meccanifmo abbia
ricevuta una forma sì regolare , io non faprei :
ciìmente fpiegare . Tutto il terreno di quelle cai
pagne parte è fabbiofo , e parte argillofo o m*
nofo , e fra laftra e lattra non fi trova altro , e
delia fabbia quarzofa, e fpatofa*
In tutte le pianure , e fulla maggior pai
de' monti fi vede un gran numero di fafG ifoJ
ti di forma circolare appianata , e di cinque
fei
(*) Saxum impalpabile luteum maculis fpato
rubris, Cceruleifque.
L 1 B R O 1 I. H
ei pollici di diametro , i quali hanno un foro
tei loro centro, che paffa da una parte ali*, al-
ra . Quefti faflS , che fono indubitatamente arti-
[ziati , appartengono parte alla fperie de* grani-
i I e parte à quella dei porfidi ; forfè gli anti-
hi Chilefi fé ne ferviVano in vece di clava , o
lazza , inferendovi nel buco un barione .
Quella parte delle AndL che appartiene al* Sali,
e Provincie di Còpiapo , e dì Coquimbo, ha_„
iarecchi monti comporli di Arati di falgemma
iafano , crifiallizzato in bei cubi , di color rof-
o, giallo , turchino , e bianco. La terra , che in
lcune parti incrofla la fuperfìcie di quei monti ,
argiliofa » Quello eccellente fale non viene a-
operatò $ che dagli abitanti circonvicini , imper-
iocchè gli altri più lontani , credendo difpendio-
j il tràfportó, fi provvedono più volentieri del
el fai marino* che fi fa nelle eoftiere 3 fpecial-
ìente nei luoghi nominati Bucaìemo , Boyeruca ,
Vìchuqmtìy dove trovanfi le più ricche ialine
el Chili . Nelle contrade ffredifemnee fi Éb
ranci* u(ó del fai fontano dei Tehuenchì y di cui
bbiamo fatta menzione lielP articolo delle acque
ninerali •
Il fale ammoniaco in crofle è in efflorefcen-
:a è comune in varie parti di codefto Regno 3
;osì pure il fale ammonìaco follile di diverfi co-
ori , che trovafi preffo i Vulcani, da' quali fem-
>ra, che venga fublimatò. Il territòrio della Cit-
à di Coquimbo confiflente per Io più in una ter-
a marnofa , e porofa fi vede coperto in molti
uoghi di ung crofla di parecchi pollici di fai
E 3 rsitr®
I Pi
In
%6 L t B R 0 t 1.
nitro ben cnftallizzato a bafe d' alcali fiilb (i
Il rimanente della Provincia , come altresì quc
le di Copiapò, e di Melipilla , abbondano del
fìelTo fale a bafe calcarla ; ma non per tanto ti
io quello , che da' Terrazzani è appellato r
tro , lo è veramente, trovandovi^ anche in gr
copia il narro , o fai alcali terrofo mefchiato
ordinario col fai marino , o col fai alcali voi
tile , a cui eglino parimente danno il nome ir
proprio di nitro , o di falpetra .
Oltre all' allume connine, e a quello det
di piuma fcoperti in varj diftretti del Paefe,
cava ancora nelle Andi una pietra alluminof:
femicriitallizzata , friabile , di un grano fino ,
fapore vitriolico, e di color bianco pallido, a
la quale i nazionali danno il nome ài Folcura
Benché ella abbia a un di preifo P apparenza
e la confiftenza della marna bianca i non conti
uè però niente di calcano , non effendo altre
che un* argilla imbevuta di acido vitriolico,
analoga alla pietra alluminofa della Tolfa . I
cave, onde fi tira que&a pietra titiliffima perì
tintura, fono fparfe per tutta quella montagna
e occupano molte miglia di terreno. Dai medi
iirni monti viene un' altra pietra congenere, ni
più groflblana e meno ricercata, la quale, a
differenza della vera Polcura , che non è alter;
la da veruna particola metallica, è pirlticofa
ed
(i) ,, Le falpetfe n y efl pus motns commun ; &
„ te vott dans les Vallées d' un doìgt d* épais fu
„ té terre . Frczier Voy. tom. i. pag. 245.
I I B R O 1 1. 8?
d abbonda di zolfo , perciò tira molto al giallo .
Le quattro fpecie principali di vitriolo nati*
0, cioè il verde o marziale, il turchino a ba-
- di rame, il bianco a bafe di zinco, e il mi-
o/i ritrovano tanto nello flato di criftallizzazio-
e, 0 di Italattiti, quanto germinanti,© in fio-
i nelle rifpettive miniere , ed anche in piena-,
ampagna . Quindi è che le miniere delle cope-
sfe, o fieno pietre atramentarie rofle, ceneri-
e, nere, e gialle vi fono molto comuni.
la gran catena della Cordigliera rifcaldata Bitumi •
a tanti fuochi fotterranei fornifce in varj . hio-chllt ^e*
hi della nafta bianca, e rofflgnà, del petrolio,
eli* asfalto, e della pece minerale di due {br-
avale a dire la pece montana ordinaria , e un*
Itra , che nel nero azzurreggia . Quefta pece ,
be chiamerò Bìtumen Andìnum (*) , efpofta al (
loco efala un odore grato affai limile a quello
el fuccifto . Noi crediamo però, che effà altro
©n fia , che una nafta condenfata dalla lunga.*
iccelHone dei tempi, onde potrebbe ben darli,
ìe foffe una varietà della mummia Perfica . Che-
le ne fia , la natura non ha avuto la mira di
fparmiarla, giacché le fue cave hanno una~»
afta eftenfione . Il Jaeto fi trova in gran copia
■a gli Araucani , e il carbon follile nel circon-
ario della Città della Concezione , e in molte
Itre parti del Regno (i)*
F 4 H
(*) JBitumen tenax ex atro caeruleicens .
(1) ,, Dans les montagnes voìfines habìtées par les
, Vuelches fé trouvent det mìms- de fcufre , & de^>
,/**/• A Talcaguano s à F Irequin , è* àans la Ville
Hi
Tiriti 4
Chil. CV
%% L 1 B R O 1 1.
Il mare getta quantità di ambra bruna é |
ra, ed anche della grigia fulle cofte di Arauc<
e nell'Arcipelago dì Chiloe . Gl'Indiani la chi
mano Meyene , cioè efcremenfo delle Balene,
pretendono che quefta foftanza , che vlen fuc
dall' acqua con un color nero , diventi poi br
na , e in feguito grìgia , e odorofa per mez
del calore del Sole. Io fofpetto che vi fiene a
Cora delle miniere di fuccìnó, o ambra giall
perchè quando il mare è in fortuna fuol caccis
al lido alcuni pezzi di quefto utile bitume.
La Provincia di Copiapò , il cui fuolo è U
fé uno dei più ricchi di minerali, che il trovi
mondo, ha due monti, la cui ftruttura non
compone d* altro, che d* un zolfo criftalliz?
to , e puro di maniera , che non fi ha bifog
di rlpurgarfó (i) . Le c3v$ di quefta foftanza p
altre fonò sì ùnlveffali nelle Andi , che appe
vi farà una valle, dove non fé ne trovi alcun
Il terreno Chilefe è tutto intralciato di |
riti, che fi trovano non folo nell' internò de
terra ad ogni forta di profondità, dove èffe f(
mano
„mème {de laConceptìo») on trouve de trèsbc
„ nes mine* de cbarbon de terre , fans creufer pi
„d' un youdeux pieds . „ Frezier. tom. ì.pag. 14
(i) „ Dans les bautes màniagnes de la Cordìl
„ re n 40. lieues du port ( de Copiapò ) vers l*
„ S. E. font les mines du plus beau fon f re qu*
rrpùifi voìr ; on le tire tout pur dy une veìne
,, envìran deux pìeds de large , fans qu il ah ì
^foin d' ette purìfié . Il vaut trois pìaflres le qui
,, tal rendu au port, d' oU on le trafporte à Lim
Frezier tom. 1. pag. 145-
L 1 B R O l 1. %9
mano dei nidi , e delle vene o filoni di una fpef-
fezza, ed eftenfione confiderabile '$ ma eziandio
fulla fuperficie delle pianure, e delle montagne.
I loro filoni talvolta fcorrono foli , e tal altra
( il che è più frequente ) accompagnano quelli
delle miniere di ogni fpecie . Le piriti fi veggo-
no altresì fparfe nelle fteffe vene metalliche s
nelle argille, nelle crete, nelle pietre, ma fo*
prattuttò fu i quarzi, e fu i cfiftalli di monte»
Le tre fpecie , a cui pòifòno ridurfi quefli foffi-
li, cioè a dire le piriti ferruginofe , le ramigno-
fe, e le arfemcali , o marcaffite , fono sì varia-
te in codefto Paefe, che per tenderne conto vi
vorrebbe un* opera altrettanto va ita1 , quanto la
Piritologia dell' Jfenckel . La più degna però di
particolare attenzione, che io vi abbia veduto 9
è la Pirite ramigriofa1 aurìfera di forma cubica y
dove P oro Unito col rame è indirettamente mi-
neralizzato dal solfo. Queftai pirite getta poco
o niente di fuoco petcofla dall' acciarino . M. di
Bomare nel fuo eccellente Dizionario di Storia
naturale , dice, che le piriti nominate Pietre dell*
Inca fono oggidì così rare*: é^e non fi trovano
guari, fé non nei fepolcri degli antichi Peruvia-
ni i lo che può effer vero nel Perù, ma nel eti-
li fé ne ritrova un gran numero di codette pie-
tre , e fpecialmefité in un alto monte della Pro»
vincia di Quillofa chiamato Campana , ove pa-
rimente fono conofeiute fotta* il nome di Pietre
deli* Inca .,
Quello Regno e fornito ancora dei lei femi- talli -;
metalli comuni , cioè P arfenico , il cobalto , £Ichìl- ***'-
bilmu»
m\
90 L I B R O 1 I.
bifmuto , Io zinco , V antimonio , e l'argento vi-
vo , i quali fi trovano o in miniere particolari
o raefchiati con altre foftanze metalliche , e^
per lo più mineralizzati ; ma quegli abitanti noi
fi fono applicati all' eftrazicne di quelli minerà
li . V antimonio foitanto viene ricercato dai mi
natori per impiegarlo nella fufione di alcune mi
uiere d* argento, e dagli orefici per purificar»
P oro: onde vi fi conofce T antimonio ftriato
il plumofo, il folido, e il roflb combinato co
zolfo, e coli' arfenico, i quali tutti fi eflrag
gotto dalle miniere d' oro, d* argento, di fer
?©, e di piombo, ed anche da una cava partico
lare, dove è criftallizzato .
Il Mercurio , la cui eftrazione per motivi
del Real appalto è rigorofamente proibita, fi tro
va iti varie parti del Regno ora vergine , e or;
mineralizzato dal solfo, 0 fia nello fiato di ci
habro. le Provincie di Coquimbo , e di Quillo
ta pofieggono le due più ricche miniere di que
ila foflanza fieceffariilìma pel lavoro degli alti
metalli , le quali quando ne farà permefso lo fmer
ciò , arrecheranno a quegli abitatori un vantag
gio ineftimabile . La miniera Ccquimbana è fitua
ta in uno dei monti mediterranei compofio in.
parte di un' argilla bruniccia, e in parte di un
pietra argillofa rompevole nera . Tutteddue fer
vono di matrice al^mercurio , il quale vi fi tro
va nativo in gran copia in filoni inclinati al
orizzonte . Alcune venule di quefli filoni fi veg
gòno mineralizzate , vale a dire , fotto la fcrm
^i cinabro di un tuffo carico . La miniera Qui]
Iota-
LIBRO 1 U 0$
lotana è umilmente fituata In un alto monte po-
co dir co Ho dal luogo detto Lìmacbe , e per quan-
to appare non è meno ricca della precedente-
V argento vivo, che vi è mineralizzato dal zol-
lo, ha per matrice una pietra calcarla, là qua»
e potrebbe fervire d' intermedio per trattenere
1 zolfo , allorché per via del fuoco fi venilTe %
"ftrarfie il mercurio .
Benché le miniere di piombo vi fieno per Metalli
o più di ottima qualità, i paefani tuttavolta ne chì*;- P*
:avano poco , e foltanto quello che bafta per la *"'
ufione dell' argento , e per gli ufi doróìéftici »
)ltre al piombo, che trovafi nelle miniere prò-
>rie d' argento , il Paefe fomminiftra ancora la
;alena a grandi , e a piccoli cubi , la miniera
li piombo verde, e la fpatica bianca e verde 5
e quali tutte contengono fem|>re un poco di ar-
ento , e d' oro, che difprezzano i minatori.
Le miniere di ftagoo fono piti trafcurate dì
uelle del piombo, malgrado la loro ricchezza 9
d eccellenza. Quefte per lo più fi trovano nei
lontì fabbiofi , ove non formano filoni , coniò
;!i altri minerali , ma confiftono in certe pietre
ere , irregolari, fragili, affai pefanti , e frac-
ate le une dalle altre , le quali contengono §rSi
opia dì qaefto metallo quali puro , e foltanto
ìineralizzato da un poco di arfenico , e unito
d una piccola quantità d'i ferra. I cnftalli di
:agnó dì vài] colori vi fono aiìcora multò ca-
nini . ~ -
L'Autóre delle Ricerche Americane ha sbad-
ito mn un tratto di penna tutte le miniere dì
ferra
:
V
?'
"'!
>:V
9z L I B R O 1 I.
ferro da quello Paefe . Il Chili , dice egli fem
allegar la minima autorità , non ha afiolutamen
alcunu miniera dì ferro (i) . Ma M. Frezier , e
tutti quelli ,che vi fono flati, hanno veduto tu
to il contrario d) . Quefto metallo vi è sì pr<
fufamente fparfo, che tutti i fiumi, i mfcelli
e i torrenti depongono nelle loro rive una gn
quantità della fabbia ferruginosa , di cui facen
nio menzione , trattando delle arene . Il mare
fteffo ne getta di quando in quando tanta abboi
danza, che il lido in varie parti fi vede coper:
della fuddetta fabbia, la quale fenza contradd
zio-
fi) Di più a [credito maggiore dell9 America a.
gìugne ,, il y a peu de mines de fer dans tonte
5, étendue de V Amérique , & ce qui efl encore ph
5J étonnant , e* efl que le fer , qu on y employi
9y efl inflniment inferìeur à celui de notre Contine*
3, de forte qu on n* en fauroìt fabriquer des clou.
5, malgré ce defaut , il fé vena fori cher , & con
3, un écu la lìvre au Perou , V acier y vaut u
5, écù% (è* demi . ,,
Ma queflo ferro , che V accennato Scrittore vut
fcreditar cotanto , perchè lo crede Americano i è J,
lo flejfiffimo ferro, che gli Spagnuoli trafportano e
là dall* Europa . In tutta V America Spagnuola |
un Decreto Reale non Jì pub adoperare , ne vende
altro ferro , fé non quello , che vi viene portato M
la Spagna .
(2) „ Ouire les mines d* or on trouve aux ent
3$ rons de Copiapò qu&ntite de mines de fer , de a
,, vre , d' étain , de plomb . Frezier Voy. tom.
pag. -ni.
,, On y a decouvert f Lampaguì) en 1710. qua
9ytité de mines de toutes fortes de métaux , d* M
$1 & argent t de fer , de plomb , de cuime , •Jjfc*
«a, étain • ivi pag. 199.
-
L 1 B R O 1 I. 93
'.ione è comporta di particole ferrigne , perchè
tiene fortemente attratta dalla calamita • Il Co-
juimbo , il Copiapò , 1* Aconcagua , e 1* Huil*
juilemu hanno le più ricche miniere dì ferro,
;he poflan mai darfi , tra le quali fi trovano la
niniera folida nericcia , la grigia cenerina gra-
lulofa, e la turchina folida cubica . Quefto fer*
o, come è noto per i faggi fattivi da perfone
ntelligenti, è di eccellente qualità, ma lo fca-
'0 ne è affolutamente proibito in grazia del
ommercio con la Spagna, di dove fi manda il
?rro bifognevole per i varj ufi della focietà »
Julladimanco un beneftante in tempo , che que-
:o metallo era affai caro per motivo della guer-
a colla Gran Bretagna , fi arrifchiò a fcavarne
;gretamente parecchi quintali , che impiegò pò*
on ottima riufcita negli arnefi delle fue poffef?
oni •
Le Provincie Araucane abbondano ancora di
liniere di ferro, le quali fecondo il rapporto di
m Bifcaglino afiai pratico nel meftiere, non-
ano punto inferiori ne per la ricchezza, ne per
i qualità a quelle di Bifcaglia in lfpagna. Le
pecie della medefima foftanza dette voraci , o
efrattarie , vi fono pure fiate fcoperte , e ap^
ena vi farà una Provincia , che non .abbia qual-
he miniera particolare di calamita. Il preloda-.
o Frezier parla di un monte Andino appellato
li S. Agnefe quali interamente comporto di que-
la pietra .
-Ma tutte le mire degli abitanti dal princìpio
Iella conquida di quefto Regno fino al prefente
fono
ijt
il''!
li
94 £ I 8 R ® I I,
fono rivolte all' effrazione del rame, dell* a
gente, e dell' oro. Le miniere del primo a
bondano fpecialmente tra i gr. 14. e 36. di 1;
Il rame, che fé ne cava, varia moltiffimo ce
pel colore, come per la qualità, giacché ve
fta dell' eccellente , del buono, e dell'inferiori
D. Antonio Ulloa parlando nel fuo Viaggio
quello rame in generale , gii dà il fecondo lu
go dopo quello di Corinto , che con ragione t
mafi un metallo fattizio • V Inglefe Autore e
Gazzettiere Americano lo preferire affolutame
te a tutti gli altri finora conofeiuti (r) . Quei
rame trovai! per io più mifio coli' oro, onde
f rancefi , che nel principio del fecolo corren
fecero in quelle parti un traffico confiderabiL
procurarono dì acquifere tutto quello, che p
terono per ritrarne poi quel preziofo metalli
Le proporzioni, con cui fi trovano unite que
due foftanze metalliche nelle miniere , fono m<
to varie , dì modo che vi è del rame che co
tiene da un decimo fino a un terzo d* oro, r
_ In
(1) ,, Helle Contèe dì Coqiambo , e $i Guafco j
?, no comunijfime le miniere di tutte le fpecie di m
3, talli, di maniera, che tutta la terra pare ini
5, ramente compaia di minerale , ed ì qui dove
,, lavora a quelle di rame , dalle quali fi cavi tu
3, to quello, che provede il Perà , ed il Chili : n
35 quantunque que fio rame ecceda ogni altra cofa
s, quefht fpecie finora conosciuta ^fi lavora per ali
39con gran cautela alle miniere , e non fé n eflr
9ipfù di quello, .che ferve per V ordinario bifogm
„ frattanto che le altre miniere, quantunque con
^fcìute per egualmente ricche fono lafcìate intatti
Qkzzttl. Am. vedi Chili .
L 1 B R Q 1. $%
!n tale flato è quafi affatto libero dai mineralk-
zatori .
Il rame, che rinchiude poco oro , fi preferi-
ta mineralizzato dall' arfenico , o dal zolfo , q
la tutteddue infieme , e mefcolato col ferro , q
:oir argento . Le miniere di quefto carattere fi-
ìora fcoperte fono le azzurre , le yitrpfe , 1' &•
fatiche , le verdigne, eie bianche, le quali,
>enchè ricchiffime, fi confervano intatte, perchè
ì credono troppo faticofe . I minatori del Paefe
pertanto fi fono riftretti a fcavarne due fpecie,
he effi chiamano rame campanile , e rame maUt
eabile , i ricchi proventi delle quali ballano a-,
cufare il loro difprezzo per le altre .
Il rame campanile nominato così dall' ufo
irdinario, a cui fi deftina, è mineralizzato co*
ne quello delle miniere precedenti dal zolfo e
ali* arfenico , ma non fi trova unito ad altro
letallo, che allo ftagno. Quello CQmpo#o,che
iene ad effere una fpecie di bronzo naturale ,
imane afpro , e di un color cenerino anche do-
►o la torrefazione, e raffinazione, ed ha una-?
;ravità fp?cifica più grande di quella. , che do*?
'reb.be rifultar dalla combinazione delle proprie
;ràvità fpecifiche particolari. Le proporzioni di
juefta compofizione fono molto d*verfe nelle dif?
erenti miniere, non così laiua matrice , la qua?
e d' ordinario è una pietra arenaria eenerogno-
a poco dura (*) . Di quefta qualità è quafi tut?
o il rame , che di là fi porta in Ifpagna per H
fab-
(*> Cnprum aiineraiifatum ftannofum cinereum •
I';
?6 L 1 B R O I 1.
fabbrica dell' artiglieria , Io che fenza dubbio 0
bligò M. di Bomare a dire nel fuo Dizionar
già citato , che il rame di Coquimbo era poi
ricercato. In fatti quefta forta di rame non è
dattata, che per i lavori di fonderia.
Il rame malleabile, che cavafì tanto in qu
fia, che nelle altre Provincie, ha pel contrar
tutte le buone qualità , che fi ricercano : ad ef
fono diretti fpecialmente gli elogj , che gli alt
Autori fanno in generale al rame Chìlefe. Qu
fla fpecie di rame è di un bel roifo, ed ha p
matrice una pietra terriccia ora bruna, ed or;
biancaftra , dove non affetta alcuna figura reg
lare . Eflb s' approfllma molto al rame native
poiché non è mineralizzato , che da una picco
quantità di zolfo, la quale dopo una fempliet
torrefazione Io abbandona del tutto , e Io lafc
malleabile, duttile, e adattato a farne ogni fo
ta di utenfili. I minatori nondimeno ufano
raffinarlo per dargli, come elfi dicono, un à
lore più vivo. L* oro ha una sì grand' affini
con quefto rame, che non folo fi trova femp:
rnefcolato con effolui , ma anche talvolta occuj
il fondo delle fu$ miniere, o alcune venule d
fuoi filoni: quindi ne fegue , che varie miniei
credute fui principio di folo rame vengono p<
a terminare in miniere d* oro •
I filoni di quefte due fpecie fieguono indi
ferentemente tutte le direzioni poflibili ,e fi fuc
dividono in molti rami, e venule. Le ganghe
che gli accompagnano , fono ancora eftremamen
te variate . Quantunque }e miniere di quefto gc
nere
\
L 1 B R O 1 h 97
nere fieno innumerabili (r) non fi lavora però fé
ion a quelle, dove i proprietarj fi comprometto-
io di ricavare dall' eftratto metallo la metà di
ame purgato e netto per ogni quintale, altri-
ìenti crederebbero di perdere il tempo , el'o-
era . Ciò non per tanto fra le Città di Coquim-
0 e di Copiapò fi trovano più di mille lavori
perti , e nella Provincia di Aconcagua fé ne an-
overano altrettanti .
La più famofa miniera di rame conofeiuta^»
el Chili è fiata quella del Payen, nella quale
ra non fi lavora più, perchè i Pueìchi abitato-
1 di quel diftretto non vogliono permetterne lo
avo . Quando fi principiò a lavorarvi , fi cava-
ano pezzi di rame pur© dì cinquanta, ed anche
cento quintali (i) . Riferirono le florie di
O quel
(i) „ Le* mines de cuivre font ciuffi tris - frequen-
ti! aux envlrons de Coqutmbo à trois lieues au K.
E ; on tr avelie depuis très ~ long temps à unt^
miniere , qui fournit de batterie de cui/ine à pref-
itte toute la Cote du Chili 5 <£» du Eérou . . . . Ily
en a une infinite d* autres , qu* on neglige faute
de de bit : on afiure aujjì qu* il s* y trouve des mi-
ne* de fer, & de vif~ argent. Frezier Voy. toni,
pag, 133.
„ Tutte le parti della Cordigliero, ver/o Santiago ,
e la Concezione abbondano di miniere di quejlo
metallo ( rame ) e particolarmente un luogo chia-
mato, Payen , dove a varie anticamente fi lavo-
rava , e dove fi fon trovati pezzi dì cinquanta ,
e cento quintali di puro rame . Gazzet. Amer. v.
lili .
(2.) „ 5/ V on pénétre jufqu9 aux montagne* de^
la Cordilliere , il y a une infinite de mines dt*>
toutes forte* de métaux , & de mineraux , entr&
•
i'!<
>
"Sii
9* L 1 B R O 1 I.
quel tempo , che quefto rame era di così bel
lore , che pareva un fimiloro , dominandovi
munemente più 1* oro, che Io fteffo ramei-
che era così facile a poterlo eftrarre , che ba
va far fuoco a piede di quei fafll , che n* er;
impregnati . Simile a quefta vedefi un' altra i
niera recentemente fcoperta nel diftretto di
ricò , dpve trovafì V oro legato per la metà
rame • I terrazzani , che chiamano tal comp<
avventurina naturale , perchè comparifce jfpr
zolato di punti brillanti d* ero, lo impieg;
nel fare {maniglie, anelli, e varie alt*e ba
felle curiofe .
Nelle colline della Provincia di Hullquile
fi ri
3, autres dans deux moatagnes , qui ne font qu
„ douze lieues dts Pampas du Paraguay > à cent
,j eues de la Conception ; on a decouvert dans V
S9ne des mines de cuìvre pur fi fingulieres , qu*
,? en a vu des Pepitas , ou morceaux de pluf de e
„ quìntaux . Le$ Indiens appellent une de ces m
9itagnes Payen , e9 esì à dire cuivre , & £>. Jt
5, Mélendes auteur de cette decouverte V a nommie
„ Jofeph . Il en a thè un morceau de quarante qu
„ ìslux , dont il faìfoìt , pendant que f étois à
„ Conception , fix canons de campagne de fix liz
„ de palle chacun .On y voit des pierres partie
3, cuivre ^ bien forme , partie de cuivre imparfait ,
3, qui^ fast dire de ce lieu , que la terre y efl e
„ adice, ci eft* a -dire que le cuivre s9 y firn
3, tous les jours . Danf cette mème montagne fé t\
„ uve aujfi du Lapis - lazzuli . V autre montag
„ voìfine appellée par les Efpagnols Cerro de S.
„ nès, esì remarquable par la quantite d9 aiman
,, dont elle ejl prefqu entierement compose e • Fi
zier Voy* tpm. i. pag* 145*
L I B R O' 1 1. 99
fi ritrova il rame unito al zinco , o lia f cttone
naturale (*•). in pezzi di differenti grandezze a-
derenti ad una fpecie di pietra terrofa , frangibi«
le di colore ora giallognolo, e ora verde bru-
no . Queda operazione deve attribuirà* ai fuochi
fotterraneì , i quali trovativi il rame puro, e lo
zinco, o la calamina , fublimarono quello femi-
roetallo, e Io fidarono per via di una naturale
cementazione nel rame , onde venne a rifiatare
un compofto sì ftraordinario tra i follili . Effo è
di un bel giallo, e non è meno malleabile dell*
ottone artifìziale il più ben cementato . Il gran
fiume Laxa , che bagna le falde delle colline ,
che lo producono , gli ha dato il nome di Ra«
me Lctxenje »
I minatori , quando vogliono procedere alla
depurazione del rame, feparano prima più che
fia poliìbile il vero minerale dalle terre , e pie-
tre accidentali , o fia dalle porzioni di ganga ,
ed anche dalle parti povere di metallo, e dopo
averlo ridotto in piccoli pezzi con pefanti maz-
te di legno, lo mettono in un forno già rifcal-
3ato fra varj ftrati di legna alternativamente fot-
topoftevi , e che vengono accefe vivamente da—
lue gran mantici molli da un canale di acqua .
Quefto forno, la di cui capacità è arbitraria,
» fabbricato di un' argilla refrattaria , ma il fuo
pavimento declinante in una proporzionata fof-
fa, è combaciato di un cemento di getfb , e di
3(Ta calcinate e polverizzate. La volta è guer«
Gz nita
(*) Cuprum ( Laxenfs) zinco naturaliter mixtum •
m
hi.j.
*©o L 1 B R 0 1 I.
nita di un btiao numero di buchi per la forti!
del fumo , ed ha nella fommità un* apertura
che fi /chiude , e ferra , per via della quale gè
tanfi le legna bifognevoli , e il minerale nel hi
no; e fi ftà anche offervando lo flato della fi
fione . Un foro poi alquanto declive fatto all' a
tezza del pavimento conduce per un canalett
nel fottopofto bacino il rame liquefatto . La Mi
talliva , che proviene da quefla prima torrefazic
ne, fi raffina poi in un fornello non differente.
da quelli, che s'ufano per quello effetto in Eu
ropa .
Io non faprei dire la quantità di rame , eh
cavafi annualmente dalle miniere Chilefi : no
potrà effere fé non molto confiderabile , atte
quelli riflefii; cinque o fei basimenti veleggia
no ogn' anno dalla Spagna a quelle parti ; ognu
no di effi carica in vece di zavorra io, eoo. e.
più quintali di rame : una quantità non difprez
zevole fi trafporta anche per la via di JButnos
ayres, e i vafcelli Peruviani, che vi vanno
commerciare, ne ritraggono tutti gli anni da.
30, 000. quintali, per formare le caldaje, e g]
altri vafi, che abb;fognano alle loro fabbrichi
del zucchero. Il Chili medefimo ne fa un grai
confumo ne* fervigi domeflici , nei lambichi ,ne
vafellami per fare il vino , e 1' acquavite , <
nella fonderia dell' artiglieria dei fuoi prefidj , <
di quelli del Perù , come anche delle campane
dell' uno, e dell' altro Regno .
Le indicate miniere di rame fono difperfe
per tutto quanto il Paefe, ma le miniere di J
gento
•
L 1 B R O 1 1. ioi
cnto fembra , che amino di ftarfi tra la folitu-
inc ,e i rigori del freddo. Di fatti quelle, che
>no fiate feoperte , ritrovanti quafi tutte fra le
:vofe balze della Cordigliera, o nelle fue ap«
endici efterne . La loro incomoda fituazionc^
mgiunta coir incredibile fatica , che richie-
: la depurazione di quefto metallo fa, che ta-
miniere a difpetto della loro invitante ric-
ezza , reftino abbandonate per la maggior par-
, giacché di tante, che accidentalmente fi fo»
> feoperte , appena fi lavora a tre , o quattro .
a fe mai la popolazione fi accrefcelTe in quel-
parti, allora crefeendo i bifogni della vita,
Induftria fermenterebbe quefto importuno olia-
lo, e i pofteri forfè più attivi, e meno am-
pliti dall' abbondanza entreranno al poffeffo
quelle ricchezze , che ora la natura riferba ai
ro sforzi.
Benché tutte le Provincie confinanti colle An-
poffano annoverare fra i loro naturali prodot-
ti poffedimento di tali miniere , quelle però di
itiago , di Aconcagua , di Coquimbo, e di Co-
pò ne fono più doviziofamente provvedute •
tre ai minerali comuni vi fi trovano le minie-
vitrate , le cornee 5 le grigie , le roffe , e le
nche, dove V argento è mineralizzato dal
fo , o dall' arfenico , o da tutteddue infieme ,
nalche volta legato con altri metalli . Nel 1767.
contadino trovò alle falde dei monti del Co-
pò un pezzo di minerale di argento della pri-
fpecie , di color verde, il quale in diverfi
gi fatti con tutta l* accuratezza neceflaria refe
G 3 coftan-
il i
m
10% L I B R O 1 1.
coftantemenre più di tre quarti dì argento puro .
metallo in quefto ricco minerale non è minerali
zato che da una piccola quantità di zolfo . I C
piapini al tempo della noftra partenza adoprav
no tutte le diligenze potàbili per rintracciare
luogo, di dove quel faffo fi era fpiccato .
Ma le miniere di quefta preziofa foftanza p
filmate da' nazionali, a cagione della loro ri
chezza, feno le nere così appellate, perchè,
loro matrice è una pietra terrigna nera, o
un bruno carico . I minatori guidati dall' efp
rtenza tofto che s* imbattono in un monte cor
pofìo di quefia pietra lo caratterizzano col non
di miniera di argento , e a dire il vero non f;
la giammai queflo loro affloma metallurgico * Se
bene tutte le miniere di quefla fpecie conveng
no nel colore efterno , tuttavia P efperto min
tore ne diftingue di varie forte .Tali fono que
le , che chiamanti negrìllo , rojficler , e flambo ro
eo * Il minerale negrillo fomiglia affai alla fc
lia del ferro, e non dà alla vifta verun indiz
del metallo , che rinchiude ; il roflìcler , diri
rente dalla miniera roffa di argento, quando vi<
bagnato , e flropicciato diventa roflfo , e quai
tunque non moftrì niente al di fuori , rende ur
gran quantità di argento fìimato più fino di que
lo di tutti gli altri . Il piombo ronco è mefa
lato col piombo , e grattato che fia lafcia vedi
diftintamente il metallo. Quefto è il più ricc
di tutti, e non effendo mineralizzato che d;
zolfo, rende, mediante la fufione, 1' argenl
affai puro • Il negrillo , e il rofficler fono con
bina*
L I B R O 1 I. io*
binati colle due foftanze mineralizzanti , perciò
oltre alla torrefazione , richiedono varie altre*
manipolazioni ,
Tutti quefti minerali fi ritrovano nella mi-
niera di Ufpal!ata> la quale è la più vafta , e la
più ricca di quante fi fono mai {copertele fi la-
vorano nel Chili* Ella è fituata fu i monti Ori-
entali di quella parte della Cordigliera , che ap-
partiene alla Provincia di Aconcagua . Nella lo-
ro forma , ed altezza quefti monti fi raffo miglia-
no molto a quel tratto deli' Apennino , che gia-
ce tra Bologna, e Firenze: con quello divario
però, che tali monti fono affatto iterili , e pel
gran freddo, che vi regna non producono altro,
die la DaBylh glomerata del Linneo . Sopra la—
!oro cima fi fiende verfo 1* Occidente una pia-
nura larga fei miglia , e lunga più di cencin-
quanta chiamata Ufpallata , dalla quale ha trat-
to il nome la miniera : quella pianura bagnata
da un bel fiumicello , ed interfecata da varie bof-
caglie , è temperata e fertile affai : erta ferve di
bafe ad un'altra pianura fituata più in alto det-
ta Faramllloj fopra di cui $' ergono sì altamen*
te i monti Andini del primo ordine , che lì veg-
gono fin dalle pianure di S. Luigi della Vunttu
in diftanza di $6®. miglia . Le vette di quefto
enorme giogo , che richiede un" intera giornata
eftiva di continuo cammino per valicarlo , fono
compofte di maffi neri di argilla impietrita , nel-
la quale veggonfi incafirati molti faifi rotondi ,
lifei , e limili affatto a quelli, che fogliano ro-
tolare i fiumi . Quello, fenomeno non fi giugnerà
G 4 forfè
■ ■
M
■•■
.
I ,
V'k
104 L 1 B R O 1 !..
forfè a fpiegare fenza ricorrere agli effetti del
Diluvio universale; quando non fi volefle fup.
porre , che quegli antichi Indiani fi prendefierc
il piacere di gettar quei falli nell* argilla , quan-
do era ancor tenera, e molle i ma lafciando dà
parte la quiftione dell' origine delle argille, u<
na tal congettura non è verifimile s perchè oltre
il trovarli una quantità prodigiosa di quefti fafi
nell' interno ancora della pietra , come afferifet
il Sig. Ab. Emanuelle Morale* intelligente ofier-
vatere delle produzioni del fuo Paefe il Cujo |
che ebbe V opportunità di efaminarli attentamen<
te, non è poi credibile , che quei buoni Indian
voleffero per loro divertimento trafportare in-
diftanza di molte leghe un* immenfità di fafi
fopra quelle alte montagne •
Comunque fi fia , quefta digreffione mi è fem«
brata neceffaria per dare a' miei Leggitori uns
idea delle adjacenze di una miniera, che col
tempo potrebbe diventare una delle più famofe
dell' America. La miniera Ufpallatenfe dunque
fi diftende fulle falde dei monti Orientali della
pianura di Ufpallata dal grado 33. di latitudine j
e fi prolunga dirittamente a Settentrione , fenza
che nefluno fappia dove vada a terminare . Co-
loro che T hanno feguita fino a novanta miglia ,
dicono 9 che effa profegue fempre più avanti
colla medefima abbondanza. Quindi è che mol-
ti credono , che arrivi fino al Potofi, oppure che
quefta fia una prolungazione di quella rinomata
miniera Peruviana .
Il fìlon capitale è collantemente largo nove
pie.
i
1
L 1 B R O I I. xaj
edi, ma dall' una , e dall' altra banda getta
gran numero dì vene , le quali fuddividendoil
infinite altre fi fpargono per tutti quei mon-
che hanno trenta miglia incirca di larghez-
. La matrice di natura terriccia , e diverfa-
nte colorita Io divide in cinque parti paralle-
r ma dileguali . Quella del centro , eflendo
gadue pollici folamente , è nera , benché com-
'ifca bianchiccia per la gran copia di metallo,
■ contiene, onde dai minatori vien chiamata
Guida : le due , che le ftanno accanto 3 nomi-
le Finterìe fono brune .• lg altre due eflerne^
teBrofe hanno un color grigi aftro . Quantun-
: quefta vena fia orizzontalmente diftefa , s*
srna però a tal fegno in terra , che alcune
le buche fcavate nel ij66. fino a trecento pie-
di profondità non davano verun indizio di
enerazione , anzi il minerale diventava pia
o a mifura che s' allontanava dalla fuperfi-
•
Fattoi! a Lima il faggio di quefto minerà*
i Saggiatori più periti del Potofi dichiararc-
ene la Guida rendeva per Cacone più di da-
to marchi di argento puro : che le finterìe-,
fchiate colla Guida ne davano cinquanta , e
la Broffa ne forniva quattordici U) . Ora-,
ridu-
i) I MetMurgìflì Americani chiamano Cajfont^
Ila quantità di minerale , che un minatore puì
trre in una giornata , la quale d* ordinario pefa
quintali . Ma ficconie in quefta quantità vi en-
una porzione di ganga , e di terra non metal»
, non fi pub dire giufi amente il precift minerai f
contiene il fuddétto Cajìone •
Ili
io* L I E R 0 1 L
riuscendo I marchi al prezzo corrente delle \
mere, il Cafone ài guida rende i , tfoo. fa
J&omani, quello delle pinttrìe mefchiate 400.
quel della hreffm.11. Untai prodotto non èp
to inferiore a quello della celebrata miniera
Potofi * La ufpaììatan& fu fcoperta nel 1638.
bencàè foifero allora affai forti gP indizj del
fua ricchezza, fi lafciò tuttavia di lavorarla
per mancanza di danaro, o di operai; ina
sj-ói* fatti venire dal Perù due bravi, ed sfp
ti minatori , gli abitanti della Città di Mend
%z non molto lontana da Ufpallata fi mifero :
Co la loro direzione a fcavarla, e prefenteme
M Impiegano eoo immenfo profitto nel!' efìra;
ne ài sì. ricco metallo «
I Chilefi avanti ¥ arrivo degli Europei
paravano 1' argento dal minerale colla femp
àppikàzidtie dei fuoco , quando era vergine
libero dai mineralizzatori , come fpefTo vi fi 1
va folto dìverfe forme * ma quando lo trova
n© ©ftitiaro, e Impregnato di fofianze eftran
lo riponevano in certi fornelli collocati full e
me 4elle colline, acciocché il ventilar conti]
dell* aria ravvi vaffe il fuoco, e facefTe le |
del mantici , macchine, che conofee vano b
lotto 11 nome di Pimohue, ma che non adope
vano in tali cirooftanxe per rifparmiarfi la f;
ca « Anche ai giorni noflri quei contadini fi !
gono di queflo facile arrifizio , e buona par
dell* argento, che gira nel commercio Chi
proviene àz quefte fanoni private. Gli cfp€
e ricchi minatori p^tò ninno un metodo ti
diffe
L 1 B R O I 1. X07
inerente, il quale confile nelle feguenti ma*
[poi azioni.
Ridotto prima in polvere il minerale in un
tulino fimile a quello da peftarvi il gefTo * lo
afflano per iftaccio di fil di ferro , e diftefo fopra
ìoj di bue lo mefcolano con fale , mercurio ,
fango ben putrefatte , vergandovi fopra deli9
;qua * Quindi per lo fpazio di otto giorni Io
ittono, lo calpeflano , e due volte almeno in
\. ore Io volgono , e rivolgono diligentemen-
, affinchè il mercurio s' incorpori meglio col
etallo. Preparato così il minerale lo mettono
jntro una fpecie di truogolo, fatto di pietra,
>ve difciogliendofì per mezzo dell' acqua, che
fi verfa, la terra e la fabbia vanno per no*.
ro a fcolare in un bacino fottopoilo , e V ar-
nto amalgamato col mercurio rimane nel fon-
>. Raccolto quefto amalgama lo lavano, e ri-
vano parecchie volte, e portolo in un facco di
la confiftente lo comprimono fortemente , per
r fortire il mercurio, che non è incorporato
II' argento. EfTendo il metallo in quello flato
amalgamatone dùttile come una pafta , gli
lerai allora gli danno a loro capriccio quellau
rma, che vogliono, fervendoli di varj model-
pertugiati nel fondo , acciocché l'argento vivo
>n bene unito, polla fcolarne . Ciò fatto lo le-
mo dal modello, e pofatolo fopra un gran va-
0 recipiente pieno di acqua lo cuopronp con
1 capitello , e vi fanno intorno un fuoco vivif*
110 . Il mercurio mediante il calore fi fvapo-
,f ma non fi perde 3 perchè incontrando il ca-
giteli©,
io8 L I B R O 1 1.
pitello,cade nell'acqua, ove fi condenfa dì nu
vo , e P argento rimane folido , e brillante, bc
che mifto con \m poco di piombo , dal quale p
fi ripurga per mezzo della coppella.
V oro è il metallo , che più abbonda x
Chili : non vi ha, per così dire , un monte, o
colle, dove non fi trovi in maggiore, o in n
nore quantità ; perfino fra la polvere delle p:
mire, e più fpeiTb fra la fabbia dei fiumi,
4ei torrenti incontrai! quello ricco metallo 0
M. Più-
Ni,
(*) % On trouve dans prefque twtes les coul
„ du Chili de la terre , d' ovt V on.peut tirer de
5,0»*; il n y a que le plus , ou le moins , qui
5*faiFe ta differente ; elle efi ordinairement rouge
5, tre , <& mirice vers la furface .... Quoiqu il
ì9foit yil efi vrai que ces lavoirs font très freque
3, dans le Chili , que la nonchalance des Efpagnol
,5 (è* ■■/* peu d' ouvriers qu9 ih ont , laiffent t
,, tréfors immenfes eri terre , dont ils pourroient j
5J ciìement jouir ; mais comme ils ne fé boment p
5, à des prcfits mediocres , ils ne s* attachent , cÀ
5, aux minieres , où ils peuvent trouver un gai
yy confiderable j s9 il /' en decouvre quelque par
^tout le monde y court ; e* eft ainfi , qu on a i
35 Copiapò , & Lampangui fé peupler fubitemen
5, CfT y attirer tant d* ouvriers , qu en deux a
5, on avoit deja établi fix\ moulins dans ces derni
5, res mines ..... ha Conception efi Jituée dans i
iiPays> °à tout abonde non feulement pour les l
^foìns de la vie, mais encere qui renferme des t
3, chefies infinies ; dans tous les environs de la K
,5 le il / y trouve de V or , particulìerment à do
a, ze lieues vers V E/l à un endroit appelli Eftai
3, eia del-Rey , où V on tire par le lavage de e
3, morceaux d* or pur , qu on appelle en langagt
9idu pays Pepitas , il #* en efi trouve de buit , C
L I B R O 1 I. I09
. Pitiche, II P. Buffier,ed altri fcrittori Fran-
ti, e Inglefi atferifcono , che P oro del chili
1 più puro , e il più pregevole del mondo Ci),
i fatti viene ritrovato effere per V ordinario di
. e fino di 13. carati e mezzo . Nelle Provin-
: Auftrali fituate fra il fiume Eiobìo, e V Ar-
ci pe-
to: marcs , & de très-haut aloy . On en tir oh
lutrefois beaucoup vers Angol \ qui en efl à 14.
ieues9 & fi le Pays étoit habité par des gens la-
orieux 9 on en tìreroìt en mille endrìhs \ ok V
n e fi per fu adi qii il y a des bons Lavaderos e*'
(l-a-dirc des terres 9 d' où on le tire en le fai*
tnt Jeulement pajfer dans V eau , camme fé le
irai ci- apre s . . . . A neuf, ou dix lieues vers V
fi de la Ville {Coquimbo ) font les lavoirs d1 An-
acoll, dont V or efl de 23. carats : on y trava-
Ile toujours avec beaucoup de profit y quand V e-
u ne manque pas ; les habitans affurent , quz^
t terre efl ^ creadice , e* efl à-dire yque V or / y
rme continuellement , parce qu* aprìs avoir èie
tvée, quelques do, ou 80. ans après on trouve
icore prefqu autant d* or y qu* auparavant .Dans
tte me me Vallee outre les lavoirs , il fé trouve
r les montagnes une fi grande quantité de mi-
'eres d* or , ^ quelques unes d' argent , qu il
auro il de quot occuper plus de 40 , 000. hom-
es;à ce que j' en ai appris du Gouverneur de
iquìmbo , on s' y propofe d' y faire incefiam-
tntdes moulinsymais les Ouvrkrs y manquent .
tier Voy. pag. 195 , 199 , i44 , %ò%.
) v>Qj£eflo Regno del Chili è abbondante di mi*
ere d* ogni fpecie , ma fpecialmente d' oro, <l>
rame. Le miniere di quefla fpecie fono comu-
[fftme ; Coquimbo , Copiapo , e Guafce hanno mi-
ere d* oro 3 il di cui metallo viene per eccellen-
t chiamato Oro Capote , effondo il più pregia*
le di qualunque altro feoperto fin qui . Gazzet»
sr. v. Chili .
1
H« t 1 S R Ò ì 1.
cipelago di Chììoè , fi erano fcoperte molte
niere di un' oro eccellente , dalle quali gli !
gnuoli ricavavano fomme immenfe, e per qi
motivo avevano aperta una Zecca a Valdivii
un9 altra a o forno . Ma gli Araucani dopo a
fcacciati gli Spagnuoli con più fatti d' arm
quelle contrade, hanno chiufe affatto quefte
niere, proibendo a chiccheffia fotto pena de
vita di riaprirle ; perchè codefto popolo glie:
ro è ben lontano dal far quel conto , che
facciamo di quefF idolo ambito dall' avanzi
Le più confiderabili miniere, che ora i
votano , fono quelle di Ccpiapo > Guafco , Coq
h
II;
■vi-..
(ij ,, Au dejfus de ces Valle es il y a des mini
s> &rgent . de vìf argent , de cuìvre , de plomb
53 un fi grand nombre demines d* or , & ici &
3j tout ailleurs dans le Chili , encore fi grande q\
„ tité df or dans le fobie de la plupart des ri
9i res , que cetiain Auleur a devi dire , que tout
5i Chili n% efl qu une piacque d* or. Valdivìa
5, y fut après Almagre , & qui y réufpt miem
3, commenesment , que n ctvoit fait fon prédec
g, ur , a tire une très -grande quaniité d' or a
3S Pays s H fit travailler à dìverfes mines d* o
3, riebes , que ehaque Indìen luì rendoit trente ,
3, quarante ducati par jour ; quand il n y ai
3, tu que douze , ou quinte Indiens dans ce trav
3 , cela pouvoit rendre trois , qu quatrecens m
si par jour , & dans le mois environ dix mille
3, cats , & dans V année cent , ou fix vingt »
33 ducats . Cela convieni à ce que V lnca Gara
3)/° r apporte dans fon hifioire , que le Comte Va
33 via eut pour fon partage une panie du Chili
33 T'e fes fuJels lul vendoient par an plus de i
„ mille pezos d\ or de tribut • Sanfon d' Abbe'v
Geog. v. Chili •
■ l 1 E R O 1 I. IfI
t, fetore* , Ugu*9 Titoli, Futa ernie, Cari® , A
fa*, Chinata; e -Umili. p*t*gu* , le quali , ad ec-
xzione delle ultime tre , che fooo di recente
cavaroento, hanno refe Tempre, da che queffo
legno fft conquisto dalla Spagna , un prodot-
0 co/tante e ' confiderabile . Alcune pero delie
.liniere dì girello gemere Ingannano 1 minatòri 9
joftrandofi. fui bei principio fecondinole di' sue»
Ho, e pofeia ..-tutto ad un tratto mancabov o
ontinuano fcarfaroente , Tale fpecie di miniera
tdulante viene chiamata jfrf/a» dagli Orittelogi
el Paefei quello nome fi dà parimente alfe cf-
infioni per -lo ■ più circolari , e alle ricchifliiML*
eoe ammucchiate, che di quando in quando fi.
ovano nelle miniere medefime . Alcune altre,
vanendo innondate da fotterraaee foi£enti,
mgono abbandonate dai minatori , I qmll per
xrne altre in pronto da lavorare, non fi dan-
> la pena di eftrarre, o divertir le aeqoe àih
prime . Quefto improvvifo accidente avvenne ,
E fono, alia famofa miniera dì Peldebue vici-
alla Capitale del Itegno ? rendeva gioraal-
:nte da tre mila feudi d* oro ; ma. per quante
ligenze fi faceffero, non potendoli liberarla^
1 acque, che fgorgavano da mm le bande,
affatto difmeffa .
la matrice dell9 oro è variabile, e fi può
e con ragione, che non fi trova alcuna fpecie
terra, di pietra, o di metallo, che non ffl.
a quefta preziofa materia di laboratorio ,- ò-
adattato ricettacolo , da perfetto fi vedalo,
«giare o iq granelli, 0 in foglitele, o in &
cherzi
ti* LIBRO 11.
eherzi curiofi della natura , o in mafie irreg*
tì3 che tagliar fi pò/Tono ancor col burino .
più comune matrice però è una fpecie di pi
argillacea roffa , e fragile : un pezzo di qu
matrice d' oro Chilefe io ho avuto il piacer
rivedere in quello celebre Inflituto delle Se
xe dì Bologna. Sono eziandio molto diverf
Salbatide , o fieno le feorze pietrofe , che acc
pagnàno i filoni , le quali dai Metallurgifti
zionali vengono appellate caffè: alcune fono q
zofe, altre fpatofe, ed altre dominate dal
ce, dalla roccia di corno, o dal marmo ec. :
Ioni capitali fi fpandono in differenti venule
chi/lime , o s* internano quafi verticalmente
dentro a profondità fpaventofe , e allora V
petto minatore è coflretto a feguirli con imn
fé fatiche, e precauzioni neceffarie . Alcuni
io fé ne trovano che corteggiano orizzontata
te una montagna a pochi piedi di fondo . La
ro direzione è molto incollante, ma per lo
affettano di volgerfi da Mezzodì a Settentrio
Quello metallo viene eftratto dalle min<
due maniere o fpezzando con picconi di fer:
fallì , che ne fono ripieni, o fracalfandoli e
polvere di cannone. Le infrante pietre met;
che fi riducono poi in polvere in un mulino
nominato Trapice : il meccanifmo di quello i
lino è così femplice, come quello che fi pra
in Italia per macinarvi le olive da olio . D
macine te formano la conduzione , una glacen
e 1* altra verticalmente girante . La giacen
che ha nel fao gìrx) fpalmatQ un incavo di d
Otti
W.
L I B R O I I. 113
tto pollici di profondità atto a ritenervi il mi-
grale, è di fei piedi incirca di diametro. Sta
el fuo centro un foro , per cui paffa un cilin»
ro verticale piantato in una Jfotippofta ruota ar-
ìata di catini, contro dei quali urtando 1' ac*
uà di un canale la fa girare . La macina , che
iace verticalmente fopra la giacente , ha nel
lezzo un affé orizzontale fìtto nel cilindro , che
t fofliene alquanto dalla bafe, e la fa rotolare
ranca fopra il minerale da macinarli. Il fuo dia.
letro ordinario è di quattro piedi incirca , e la
la groflezza di dieci in quindici pollici .
Allorché dunque il minerale è alquanto fchi-
cciato , vi gettano fopra una proporzionata^
uantità di mercurio , che pila fi mefce con 1*
ro: ma perchè venga meglio {temprato , e fci-
Itó, vi conducono dalP adiacente canale un fr-
itto d* acqua , la quale ferve ancora a gettarlo
lori, e farlo paffare per un buco in certe poz-
;tte , che chiamano maritate • JL,' oro ancor mi-
0 al mercurio per la fua gravità precipita al
indo , prendendo la forma di globetti bianca-
ri, e morbidi ; ma V azione poi del fuoco dif-
pa il mercurio , e rende all' oro il fuo brillan-
j color giallo , e la naturale fua durezza . luu
aefto molino fi foglipno macinare ogni giorno
1 due mila , e cinquecento libbre di minerale .
Il lavoro di quefte miniere chiamate mine
1 pietra è pieno di difpendìo , e di fatica , e^
chiede molti finimenti , e molta gente, ma al
ledefimo tempo apporta un* utilità più grande,
più collante di quella , che arrecano le miniere
H dette
lì*
:
**4 tlJTRO n;
dette di Lavzdcro , perchè"* fi cava l'oro lavai
la fabbia dei fiumi , e dei rufcelli. Quefto'1
ne praticato per lo più da tutti quelli , le di
facoltà non fono fufficienti a fupplire alle f[
dello fcavamento . Coftoro vi s' impiegano
quefta maniera ; raccolta la fabbia , o la t<
carica di molecole, o di pagliuzze d* oro la p
gono in una fpecie di navetta di corno deno
nata porugna. Sottopongono quefta all' acqua
dente di un rufcello , agitandola continuarti
te , affinchè la fabbia formontando 1* orlo i
la navetta fcappi , e lafci nel fondo come più
fante V oro purgato, e frammifto folamente
una certa terra nera ferrugine fa . Per ripurg;
dalla medefima lo verfano in un gran piatto
ìegno avente in mezzo una concavità di quai
In cinque linee. Colla mano girano quefto p
to pofto a galleggiare dentro un tino pieno
acqua, e dandogli di tratto in tratto delle fi
fé , fanno sbalzar fuori la terra nera , e rirn
al fondo della concavità V oro lucente divife
particelle dì differenti figure, le quali non al
fognano di ulterior pulimento .
Quefto metodo di lavar 1* oro non fem
molto economico , perchè con sì fatte operazì
non può fare a meno di non perderli moltiftì
particelle metalliche , che per la loro piccole
verranno trafportate dall' acqua , Pare dunqi
che farebbe più acconcio adoperarvi il rnercur
ovvero fare quefti lavamenti fopra piani indi
ti guerniti di ben diftefe pelli di montone
raccogliervi tutto V oro * come viene pratic
ir
I
LIBRO 21.
tf'i'if
i altre parti. Malgrado però i difetti della ufi*
ata manipolazione, il prafltto vi è molto con-
derabile , e talvolta eforbitante . Trovanfi ta-
:>ra fra le terre , o le fabbie lavate dei pezza
'oro, che eccedono il pelo di una libbra, i
uali da' paefani chiamanti Pepita. Ma per T or-
inario quello preziofo metallo vien raccolto o
1 polvere, o in pagliuzze, o in piccoli granel-
ritondi, o lenticolari . Quindi riporlo dentro
preparate borfe fatte degli fcroti dei montoni
el modo fìeffo che fi cofturnava al tempo dì
linio , vien portato a vendere nelle Città , do-
e è ricercato, e più iìimato dell* oro, che ca-
afi dalle mine, perchè effendo comunemente di
n colore più vivace, oltrepaffa ancora benef-
effo i ventitre carati-
La terra impregnata di queft* oro appare per
> più ro (Uccia , ed è diftefa in idrati leggieri
i quattro o cinque piedi di profondità [i] . I
umi, che hanno la forgente vicino alle minie-
* , o che fcorrono fra le montagne , dove effe
trovano , avranno formato fenza dubbio que-
H % ili
(i) Un certo Tifnado polendo , anni fono , con*
urre un rigagnolo d* acqua in una (uà p offe/fi ones
mata nelle pianure dell* Huilquilernu trovo con
la forprefa nel canale , che /cavava per quefto ef*
ttto , in vece della terra una vena d' oro in poi*
ere, che gli frutto più di 50, 000. feudi fent>cu>
ttica alcuna . Lo flejfo accadde ad un altro chìa~
ietto Baffo , volendo femìnar del grano , in uno dei
ìlcht , che Jt lafciava dietro V aratro . Quefli efem*
j non fono rnoltq rari . I Nazionali chiawa^° Man-?
a quella fpecie di miniere accidentali 3 le quali [04
w 'di poca eflenjìone 9
JpH
rx
In !ii
! lui
Ili
Ji6 L 1 B R O I h
fti ftrati {laccando T oro da quei filoni , e con
elfo la terra roffa , che ferve frequentemente <
matrice a quefto metallo *
La quantità d* oro, che annualmente fi <
ftrae dalle miniere Chilefi,e che vien chiama
ero quintetto, perchè fé ne paga il quinto al Re
teforo, afcende alla fomma di quattro milio
in circa • Ogni anna fé ne batte di quefto ui
milione e mezzo alla Zecca di San-Giacomo :
rimanente viene parte trafportato fuori del R
gno , e parte impiegato in arredi facri , e vafc
lami di Chiefa, e di cafa,e in varj altri ado
namenti fpecialmente delle donne > Circa poi
oro , che sfugge al tributo del quinto > non
potàbile determinarne la quantità .
Siccome il Perù , dove fi è fcoperta la Vi
tìna, o fia P oro bianco , è contiguo al Chili
io perciò mi era lufingato di poterla anche fc
prire in codefto Regno s ma a difpetto delle p
diligenti ricerche non mi riufcì di rintracciari
alcun veftigio. I minatori del Paefe chiamai
oro bianco un metallo , che cavafi da due m
niere particolari,- ma quefto metallo non e %
tro j che un oro refo bianco per la gran qua:
tità di argento, a cui trovafi unito. Dopo ci
fono in Italia, ho faputo, che preffo un mon
del Copiapò appellato Capote già famofo per
eccellente oro, che produce, fi è ritrovata ui
vena di un metallo bianco refrattario , e affati
fconofciuto ai minatori , il quale potrebbe ben
eiTere la Platina .
Il lavoro delle miniere, come di fopra al
biamo
•^_*£X B R O I U 117
ìamo infinuato , è pieno d' infinite dliEcoltà .
lon fi penetra nelle vifcere della terra fenza_*
idti pericoli per gli operaj , e fenza grandi fpe-
z per gì' intraprenditori * V aria flagnante di
uei cupi fotterranei va pi ùo meno infettata da*
lalefici vapori appellati ora mo fette , ora fuochi
tlvaticì. Vi vuole un gran numero d' iftrun en-
; per iicavare , per trafportar fuori, e per pol-
erizzare il minerale : fi richiede un' immenfa
uantità di Jegname per fo fleti ere quelle volte^
rollanti a mifura , che fi va innoltrando .• que-
e complicate operazioni non fi fanno con poche
raccia , e i numerofi opera} , che vi s'impiega-
0, devono effere ben falariati , e ben nutriti*
ooltre non fi sa, fé il prodotto, che fi fpera_.
i ricavare , fia per compenfare le moltiplicate
>efe,che fi è co&retto a fare.Quefla incertez-
a fola bafterebbe a trattenere tutti gli uomini
all'impegnarli in avventure di quefla forta , fé
lufinghevole profpetto di una proiUma opulen-
a non producefie un affafcinamento fìmile a_t
uello, che cagiona il grotto giuoco . A propor-
ione però della quantità di miniere, che il pae-
!prefenta da pertutto , fono pochi i Chilefi , che
' inducono a lavorarvi .
Quelli che vogliono intraprendere lo fcava*
lento di qualche vena, chiedono il permetto al
roverno , il quale non fi nega ad alcuno . Vi
fpedifce allora un Deputato ,fotto la cai au-
Drità, e direzione viene divifa la miniera 111^
re parti , che ehiarnanfi Stache , ognuna dèh
ualì contiene 146, piedi in lunghezza, e 113*
H 3 in
1
«Il
xi-8 L I E R O 1 li
in larghezza . La prima parte tocca al Re ,
di cui nome poi fi vende ad altri s la feconda
padrone del luogo , e la terza allo fcuopritc
della miniera medefima . I proprietarj foglio]
occultare più che portone quelle vene, che ve
gono fcoperte nelle loro pofTefiioni , a moti
del gran danno, che reca alla coltura dei cai
pi la numerofa gente , che vi concorre . Saput
la fcoperta di un* ubertofa vena corrono da
gni banda i paefani parte per lavorarvi , e pa
te a condurvi ogni forta di provvigioni, eh
fanno potervifi efìtare con gran vantaggio . Qui
di faceudovifi a poco a poco una continua fier
fi vanno coftruendo abitazioni , e un borgo
forma di una fiabile popolazione . Allora il G
verno vi manda a presiedere un Giudice chiam
to Alcalde de mina; e un tale impiego, per <
fere affai lucrofo , viene fovente conferita al
fleflb Prefetto della Provincia , il gitale poi
deputa un Subalterno .
I minatori Chilefi fono per lo più baftanf
mente iflruiti nella pratica della metallurgia , <
anche della docìmafìa. Effi fanno ben ricerca
le miniere, farne i faggj , fca varie nelle fituazi.
ni più vantaggiofe, formarvi delle gallerie b<
intefe , puntellarle con Sicurezza, dhlinguere
filoni di vero corfo dai ribelli , cercare i me:
zi opportuni di rinnovarvi V aria per garantii
dai perniciofi effetti delle epilazioni fotterranet
eoflruire dei molini , e dei fornelli acconci al
depurazione dei metalli , e in fomma fcegliei
ì fondenti a ciò neeefTarj. Tutto queSo però vi<
se da
LIBRO I 1. 119
i da effi praticato fenza verun fedo principio,
fenza quelle cognizioni, che fomminiftra la—
cria di quefte utiliHIme fcienze . Solamente T
perienza , e V abitudine fervono loro di gui-
>pi e di maeftre .
La gente impiegata nelle miniere fi divide
tre claflì, cioè in cavatori , fonditori ,, e Jpì~
: quefti ultimi fono quelli che trafportano fuo-
il minerale feavato , e i materiali inutili . Que-
j tre claffi formano nel Chili 1* ordine detto
etaliurgico , i cui individui fono generalmente
diti , intraprendenti , e prodighi all' ecceifo s
endo tutto giorno i ricchi metalli fra le ma-
fi avvezzano a difprezzarli , e gli fcialacqua-
• con profusione incredibile, fpecialmente nel
joco, al quale desinano tutto il tempo, che
>n impiegano nel lavoro ; il perdere in una
tte mille, <y due mila Scudi chiamano bagatel*
, ripetendo fovente per giuftificare la loro
ridotta il proverbio inventato da loro : / monti
n dimandano conti. La loro prodigalità è ginn-
a tal fegno, che quando V accorgono , che
:uno del loro corpo procura colla fobrietà rif-
rmiarfi qualche cofa, mettono in opera tutti i
izzi poflibili per fedirlo , e farlo fpendere , af-
che fi fpogli , come effi dicono, di uà vizi©
aro difonorevole alla nobil profeflione metal-
lica, qua! è V avarizia. Quindi avviene, che
ninatori per la maggior parte muojono fra gli
nti , e la povertà. I Mercatanti, i Vivandie-
» e gli Avventurieri di unte le profeffioni fo-
quelli, che godono di tutto il profitto delle
nkxt . H. 4 1 Cor»
p9H
■
no L 1 B R O 1 1.
Concrezìo- * Corpi appartenenti alla claffe delle co
£l\ ^ j erezioni, benché affai abbondanti nel Chili, m
futura , prefentano cofa alcuna , che io fappia , degn
di particolare attenzione . Le pomici fpecialme
te vi fono molto comuni, e fra le Andi fi tr
vano monti interi formati dà quefte produzic
Vulcaniche * I nazionali ne cavano una fpeci*
particolare di color grigio chiaro per diftillar
acqua , la quale è eccellente per quefV oggetti
In una Collina poco difeofta dal Porto di V;
paraifo fi difotterrarono, effendo io prefente, v
rj pezzi di travi fquadrate tutti impietriti, :
cuni dei quali avevano otto piedi di lunghezz
Vi fi feorgevano chiaramente i tagli dell' afe
Europea, onde tai legni cominciarono a impi
trire molto dopo Y arrivo degli Spagnuoli .
terreno della Collina, che è fabbiofo , rinchiud
va ancora una gran quantità di fcheggie firn
mente pietrificate . Il Salce Chilefe è forfè 1' <
bero più fufeettibile di quefta trafmufazione ; <
pertutto fi ritrovano i fuoi tronchi convertiti
pietra, ballando tenerli qualche tempo in ui
terreno fabbionofo e umido , perchè vengano
pietrificarfi • Il Cereo Peruviano , attefa lac fi
tenitura fucofa , e poco confidente , fembra m
no adattato ad impregnarfi dell* umore lapidi]
co: tuttavia fé ne veggono alcuni pezzi inter
Jtiente impietriti con tutte le loro fpine .
^J^^^^Mf^
LI-
ut
«2
=3*
LIBRO III.
Erbe , arboscelli , e^ alberi del Chili •
l Mineralogifti , qualora trattano degl' indizi
fterni, che caratterizzano le miniere, dicono
he i terreni minerali o fono affatto Aerili, o
on producono, fé non che fcarfi vegetabili , e
uefti fcolorati, e languidi a cagione de' nocivi
apori, che continuamente vi regnano. Quefta
ffervazione è in generale poco efatta, mentre,
ome ben nota U» Macquer (i) , fi trovano del-
; terre fertiliflìme ,e delle piante In ottimo fta-
> fopra le miniere metalliche anche vicine alla
iperficie . Di fatto il terreno Chilefe , benché
ipìeno di minerali, come abbiam veduto, pre-
sta da pertutto una vegetazione la più vigo-
3fa, e la più abbondante. Le pianure, le val-
, e quafi tutte le eminenze fi veggono rivefti-
5 di belliitìmi alberi* che per lo più non per-
ono mai il verde delle loro foglie, e quei ter-
eni ubertofi fi ricuoprono alle rifpettive ftagio-
i d' innumef abili piante annuali . Il P. Feuil-
ée , come fi è detto altrove, defcrive folamen-»
e le più rimarchevoli delle produzioni vegeta-
gli, che crefcono in quelle maremme , perchè ,
come
i
(0 Dìfììon* de Chyrnie v. mines •
il
■ -
iati L I B R O 1 I f.
come egli avverte, non fi teofìò mai dai cìrcoli
darj dei Porti . Tutto P interno , che ne va pi
doviziofamente fornito , rimane tuttora intatt
2ÌÌQ ricerche dei Botanici, i quali fé penetrale
ro mai a dentro dì quel benefico Clima , vi tre
verebberó un teatro interamente nuovo di vege
tazione .
Io regiftrerei volentieri tutte le ricchezze
che potei enervarvi in quefto genere 9 le gli ar
gufi* lìmiti, chi le circoflanze mi preferirono
non m* impedì (fero di prolungare la mia narra
zione. Mi contenterò per tanto di trattare uni
camente di quelle piante, che mi fembrano le.
piùnotabili pel vantaggio, che ne ricavano que
gli abitanti. Siccome quefte fi riducono .a poc<
numero, così ncn mi pajono fufcettibili di alcui
melode lift-ematico, il quale lungi dal metterv
ordine, produrrebbe anziché nò della confufio
ne, e fi renderebbe troppo difafo per un opuf
colo dj quella natura. Ciò nonorlante al fine^
della pagina procurerò di notare indicando, co
me ho avvertito nella Prefazione, le ciarli, gì
ordini, e j generi del Siftema feffuale, a cu
■pofìbno ri ferir fi tutti i vegetabili , di cui fare
menzione . Eflendo tuttavia neceflario il feguin
quache o*di»e -, io vengo a dividerli in cinque^
famiglie , o ciarli, cioè a dire in Erbe, in Can*
ne, in Edere o arbufti fcandenti, in ArbafceU
h\ q in Alberi. Quella claffificazione, benché
volgare, e niente filolofica, è più comoda, e
più atta a dare una fuccinta idea delle produzio-
ni vegetabili piti utili di quefto Paefe *
Fra
LIBRÒ 1 I li Tft3
Fra" le erbe, che il terreno Chi! e/e fpotita- Krbe.
eamente produce, ve ne fono molte ancora dictlU. cachu,
uelle, che veggiamo nafcere in Europa , come
irebbero le malve, ì trifogli, le piantaggini,
! cicorie, le meliffe , le mente, le ortiche, e
arecchie altre triviali . Quelle poi, che qui fi
Stivano negli orti , fi trovano in gran parte~s
icolte , e felvatìche nel Chili , tali fono ì napi
lupini, i pifelli, i pomi d'ero, il pepe d' la-
ta , i nafturzj , la fenape , V appio, i|. finoc-
ria, il cardo,, la portulaca ec (i). Nelle con»
trade
(i) „ Au rejle toutes les racines , que nqus avon?*
y viennent en abondance , & prefque fan? peine ì
il y en d meme , qii oh tròuv'e dan? les campa"
gnes fa'ns tuli tv er , Comme de? nateti , de? Tow*
pinambous , de la cìcorée de deux efpeces , ec, Le$
berbes ar ometti que s n' y font pas moins commu-
nes , le petit baume , la melìfle, la tanijìe , le*
camomille? 9 la mente , & Une efpece de _ pilo/el-
le , qui à une odeur approchante de celle de l a<*
bfynte ,■ y couvrent les compagne? : V alkehengi ,
dont le fruii a plus d% odeur , qu en France: u~
ne efpece de petite f auge ^ qui sy e leve en arbrifi
feau , doni la feuille reffemble un peti au roma-
rln par fa figure , & par fon odeur d' eau de let
Reine' d' Hongrie , les Indiens ? appellent Pai-
ghi : e* e fi peut- etre une efpece de Conica Afri-
cana falvi^e odore , elle doii contenìr heaucoup
de principe? volaiils , fi V on juge par V odora? ,
è* par le gota. Les rofes viennent naturellément
datts les collines fan? apòir été pianti e? % & ?
efpece la plus frequente 5 qui .y croii , y efl ou mo*
ìns ipìneufe qit en arance , ou toni « a- fai} fans
épines . Il fé trouve aujfi vdans les campagne? une
fièur femblale a cotte efpece. de lys , qu* on.appel-*
te en Bretagna Guérneziaifes-j 0* ls Fere Fe.mlifyi:
ii4 LIBRÒ II J.
trade Settentrionali di quefto Regno allignai
pure le piante dei Tropici, come la cannai
zucchero , la Mufa , le batatte dolci , il pepino (*
il cotone bianco , e quello di Siam , la Giala
pa, il Mecioacan , ed altre men confiderabili,
Inoltre pruduce un grandiflìmo numero
altre piante di fpecie particolari , alcune de
quali fono comuni in tuttala fua eftenfione ,
tre non trovanfi , fé non nelle Provincie Bor<
li , o Auftraii , ed altre affettano di feguire 1
divifione naturale da noi difegnata , vale a dii
ve ne fono delle tnarìtti me, delle mediterrane
e ddÌQ Andine • Nelle mie riftrette erborizzaz
ni io avea già oifervato da tre mila piante <
bacee , che non trovo regiftrate in alcun cata
§o botanico . Moke di quelle producono dei f
ri
3, HemerocalHs floribus purpurafcentibus ftriati
3, fon nùm en Indien est liuto 6* non pas ligti
„ eomme il dit ; il y en a de différentes couleur
,, £*r des Jix feuilks , qui la compofent , il y en
„ toujours deux de panachées : de la tacine de c<
9, te fleur féchée au four onfait une farine tris bla
9Jcbe , qui fert a faire des pates de confiture* . Fj
„ zkr Voy. tom. r . pag. 155.
(*) Melongena laurifolia fruclu turbinato vari
gato * Fenili .
„ Le pifiìle devient un fruit long de cinq pou<
3, pour V ordinane , fur trois pouces d1 épaiffeur tt
3, mine en pointe . Ce fruit eil couvert d' une pt
^rayée £* un rouge cramoify ; le fruit rtant m<
39 re n ferme une chair jaunatre femblahle à celle
„ nzs melons ; elle en a le meme gotit\ elle eft
„ quze vers fon centre de plufieurs petites grah
v lentlculaires l&rges d' nne Vigne . Feuill. tom.
mm
LIBRO III. n$
così {limabili per la loro bellezza , e fragran-
te quelle campagne , durante la Primavera,
nbrano altrettanti giardini . Ma quei naziona-
le come il rimanente degli uomini fono a-
ititi delle cofe foreftiere, coltivano più volen-
ri i fiori Europei. Alcuni però condotti da un9
iuftriofa curlofità hanno cominciato a trappian-
e nei loro giardini varj di quefti fiori falcati-
li quali anche in mezzo ai più flimati d9 In-
n vi fanno magnifica compgrfa.
Il beftiatrre domeftico, che in tutte le fia-
mi dell* anno refta nelle campagne a cielo /co-
rto , trova in quefle erbe un nutrimento fo-
nziofo , e molto adattato a procacciare alle
: carni tutte le fqusfitezze , che fi richiedono,
ietto nutrimento vi è perenne , mentre le pro-
doni dei paioli fi fuccedono vicendevolmen-
te i terrazzani non ufano di fegare il fieno,
alimentano quei cavalli, che tengono in Git-
, con T orzo, e I* erba medica coltivata . Le
nte, che più abbondano in quelle praterie ,
o i trifogli volgari chiamati dagP Indiani gual-
he, che fi propagano in undici,© dodici fpe-
, le luzerne , e una fpecie di pettine di Ve-
re detta volgarmente loìqui-Uhmn ,o aìfihriU
di cui tutti gli animali fitifagi fono affai ghi-
i •
Quefta pianta , che denominerò Stttnéìx Chi-
ps (*) fi diftingue dalla fua analoga Europea
pel
PI
[*j Scandix femin. roftro longifBmo , foliolis in*»
;ris ovato • lanceolatis •
;jii.i
li
gel Tuo odore aromatico , per i fuoi fufti noi
iilriati , e per le fu e foglie notabilmente grane
le quali , benché fieno alate come quelle del pi
tùae di Venere , hanno però le foglioline inter
e caroofe ; la fu a fruttificazione non è punto d
ferente. Io credo, che quefta pianta fia ance
vulneraria, come lo addita il fuo nome Chi
fé , che lignifica erba delle piaghe s o delle
yite •
La luffureggiante libertà "del terreno rin»
gorifee talmente quefie pafture , che in alcun
parti s* innalzano perfino a coprire i monton
ciò che arriva fpecialmente nelle Vallate de
Cordigiiera , dove la vegetazione fi fviluppa fé
pre con maggiore energia . In mezzo però a li
ti pafcoli eccellenti crefeono due, o tre maln;
piante nocive al beffarne . La più perniciofa
è quella , che daa Paefani viene chiamata mei
nemicamente erba <■ loca , cioè a dire erba matt
perchè quando gii animali , e foprattutto i cav
li, ne mangiano, diventano furiofi .
Quefta erba, che appartiene ad un nuo
genere detto da me Bippomanica\ (*) produce
fufti
"*■ ' (*j 'Decandrià - Monogenìa .
Hipporriariica cai. 5»- partitus ♦ Retala 5. ovat
Caps. 4.- locularis .
Radix ar^nua ,.fibrofa . Caules plurimi, erett
4 - adulati , glabri , ramofi . Folla ramea , feJjtÉ
glabra . Flores* ptdunculatì , folitarìi . Cai. 5. - pi
tìtus j la frinii s oh ovat is * Corolla calice paulo longit
Stamina decem fubulata longitudine calycis , anU
vis oblongis . Cermen oblongum . Stylus filiformi
lo ngit. fi ami num . Stigma obèufum . Caps, 4 - v>
vis* Semina plurima.
LIBRO III. ii7
ufti angolofi, alti da un piede, e mezzo colle
:ogHe oppofte , lanceolate , intiere , carnofe , di
:olor cenerino , lunghe un pollice , e attaccate
enza picciuoli ai rami . Dalla cima dei rama-
celli nafcono i fiori rofacei , comporli dì cinque
uccoli petali ovali di color giallo , e foftenuti
la un calice divifo in cinque parti : il piftìilo di-
enta una capfula compartita in quattro cailetti-
ie, che contengono dei femi neri reniformi, li
jgo fpremuto da tuttQ le parti delia pianta è
ifcofo, giallognolo, e un poco dolce. Quan-
nnque i coltivatori procurino foliecitamente di
iftruggere affatto la fpecie , fé ne veggono pu-
2 ripullulare varie di querce piante nei prati più
iegui . L' unico rimedio per guarire i oaval-
, che ne abbiano mangiato, fi è di farli rif-
aldare correndo , onde per via di molto fudo-
; fi venga a diOipare la malignità di quel fuc-
ilo s altrimenti s* incontrerebbe il pencolo di
srderli .
Il terreno Chilefe , oltre alle piante intro-
ottevi dall' Europa, produce una quantità con-
ierabile di erbe utiljfllme agli alimenti , allo»
•ti, e fpecialmente alla medicina . Le principa-
piante alimentari , che da tempo immemora-
le vi allignano , e che gli Spagnuoli trovare-
3 già coltivate da quei popoli portati per fe~#
sili all' agricoltura, fono le feguenti (i) .
i." Il
(i) lì Sig. Paw dice , che l\ armata dì Almag.ro
ttì una. gran fame , quando penetro nel Chili ; ma
tefio non accadde dentro i confini di quel Regno :
n%ì confia dalle Jlorie di quei tempi ^ che- gli &£&*
PI
;!"fcni
Alimentari
nS LIBRO 111.
i. Il formentone , p il Zea Mays , detto
Cini. Mo-iinaUa Chilefe G«* . Queflo grano infinitame
fruttifero faceva le veci di frumento in tutta
America , allorché vi approdò Colombo , ce
atteftano tutti gli Autori contemporanei, o v
ni a quell* epoca (i) . Il nome d' India dato
propriamente a quella quarta parte del Globo
fatto fenza dubbio dire a M« di Bomare, chi
formentone originano dell8 Afia era flato di
trafportato in Europa , e quindi in America .
euni, come ben nota Caftore Parante, lo e!
mano malamente gran -turco, perciocché fi
portato dalle Indie Occidentali , e son di I
€hia. Il M#//crefce a meraviglia nel Chili, p
ducendo d' ordinario tre , o quattro pannocc
ben grandi, e perfettamente granite.
GÌ" Indiani , che ne coltivano otto, o w
varietà , ufano molto quello grano , facendo!
diverfe vivande, tra le quali ftimano affai ui
che chiamano umìnt» : quefta fi fa col forment
anco
«nuoli furono abbondantemente forniti di viveri
bito , che giù n fero alla prima Valle del Copiapò .
carefiia afflile quelle truppe nel deferto dì Atacan
che non ha rilevato mai dal Chili .
(i) 3, Siccome nelle partì del mondo vecchio ,
9, fono V Europa , /' Afia , e V Africa il grano
„ comune agli uomini è il formento , così nelle }
33 ti del Nuovo mondo è fiato , ed è il grano
,3 Mais, e fi è trovato in quafi tutti i Regni d
#) Indie Occidentali y nel Perù , e nella Nuova S
i>gna , e nel Nuovo Regno , in Guatemala , in C
„ ley in tutta la Terra ferma • Acofta Ift. Nat
L 4. e. 16.
ili ' ■';!
L 1 S R O III. tip
incora frefco e tenero , macinandolo fra due fafli
ifcj, corae preparano il caccao i Cioccolatieri w
-a parla latticinofa, che ne proviene, condita-"
:he fia con graffo, fale,o zucchero fi riparte in
anti pezzetti , i quali ravvolti fra le foglie più
enere delle pannocchie fi cuociono in acqua boi-
ente 0
Quando il mais è maturo lo ferbano per fo.
lentarfi neir inverno di due maniere, perchè ©
jli danno una leggiere cottura, e allora lo no-
ninano chuchoca , o lo lafciano così crudo : col
>rimo fanno delle mineftre, e coli' altro una-
òrta di birra affai guftofa: Io mettono anche in
arma, ma prima di macinarlo coftumano di ab-
♦ruftolirloin un bagno di fabbia . Per quefto og-
getto adoprano più volentieri un'altra fpecie di
ormentone detto Curagua (*) , il quale ancorché
n tutte le fue parti (la più piccolo , pure collo
crepolar che fa nel bagno di fabbia, acquila un
rolume due volte più grande dell' altro, e ren-
le una farina più bianca, e più leggiere: con
metta farina ftemprata con zucchero in acqua^
refea, o calda, fanno le bevande, che chiamano
Ugo , e Ch ere art .
2. Il Magu fpecie di fegala , e 3. la Tkctu
orta di orzo. Gli Araucani, che coltivavano
uefte due piante avanti lf ingreffo degli Euro-
>ei , ne hanno difmeffa quafi intieramente la col-
ora, dopo che è fiato introdotto preffo loro il
rumento . Perciò io non ebbi mai 1* opportunità
I di
(*) £ea ( mtagu* ) foliis ferratis »
il
no LIBRO lì I.
di offervarle per poter darne la defcrizi©ne . Ce
quelli grani facevano quei popoli il loro pane
che appellavano Covque ^ nome, che ora danr
al pane di frumento .
4. La Q;iinua (*) è una fpecie di Chenop
dio , che crefee da tre in quattro piedi: fa U
foglie grandi romboidali, finuate, di un ven
carico , e i fiori ftaaiignofi difpofti in lungh<
fpighe , le quali fi caricano di Tementi nere r
tolate in ifpirale , che perciò fembrano lentie
lari * Ve ne ha una varietà detta Vahue da|
Indiani, la quale produce le foglie cenerine ,
le Temenze bianche . Colla Temente nera que^
abitanti fanno una bevanda fiomacale e piacev
le, e colla bianca, che nel cuocerla fi diften<
a guifa di un piccol verme, fanno una faporc
rnineftra, e mangiano ancora le foglie, che i
no tenere, grate al gufto, e fané.
5. li Degni, Pbxfeolus vulgarh ; i nazlon
li coltivavano prima delle conquide Spagnuoh
varie fpecie di fagiuoli poco differenti dagli E
ropei . Fra quefte una dei diritti chiamata da 1
ro cudihuelo , e tredici degli [candenti , o arrai
picanti, tra le quali fono da notarfi i Fallar
Tbafeélus Fallar (t*) per i loro femi di un polli
incirca di grandezza , e i borrichetti Phafcol
-ifellus (3*), i cui femi fono sferici, e burro!
'• ^__ . 6. Il
(*) Chenopodium folio finuato faturatè vireni
"EfuiL
(%*) Phafeolus caule volubili , Iegum . pendu!
cylindncis , torulofis .
(5*) Phafeolus caule volubili, foliis fagitttti.
e minibus globeiìs »
LIBRO III. i5r
6. Il Pomo di terra, Solarium tuberofum àeU
> altrimenti fatata, Papa, pogni ec. La radice."
.mcricana, che porta tutti quefti nomi , fi ren-
i ogg» 1' oggetto delle meditazioni dei Geor-
gi Francefi, e Inglefi per 1» utile, che pò-
ebbe arrecare all' umanità in cafo di careftia
grani , maggiormente dopo che M. ài Par-
entier ha trovata la maniera di farne un pane
anco , e leggiere colla polpa , e T amido che
n' eftrae, fenza aggiungervi della farina di
umento, come fi praticava avanti. M. di Bo-
are , che ne parla vantaggiofamente con altri
aittori Economici, e Medici (i) , afferifce nel
o Dizionario ài Storia Naturale, che quefta-
anta è originaria del Chili . Dihtti tutte le
e campagne ne producono fpontanearnente in
il numero , ma quefte pape felvatiche, che gì*
diani chiamano Maglia, fanno i tubercoli pie-
li , e un poco amari , il che proviene fenza
bbiodal difettò di coltura. Se ne trovano due
icìq diverfe, e più di trenta varietà, che i pae-
1 * fan!
M „ Selanum tuberofum efculentum C. 8. p. H&c
Pianta Americana apud ms hortenfis , & arven-
■ , tuberà etiam pr&bet edulìa , qua. numero cir-
ger quadraginta e radicibus lati ferpentibus pro-
\trmin*nt,&in squali pretto habentur apud dì-
yjtef & pauperes : fat grarum habent .faporeni ,
verte dìgeruntur , & non mìnus forte , quàmu
>xjtaneA , nutrizioni apta cenfentur ; bine caven.
tum ne ma Jori , quàm par e§i , copia ìngeran-
uri tnfuper vi quadam anodyna humores aflu»
ames compiere queunt . Lieuraud bynop. pnx.
13* LIBRO 111.
fani coltivano con buon fucceflb • La prima e §
la comune , e ordinaria : la feconda , che può a
peliarfi folanum Cari (*) dal Aio nome patri
produce i fiori bianchi con entrovi un gran n
tario giallo come quello del narciffo, e f a i 1
befcoli cilindrici, e dolci, che perciò fi m;
giano comunemente arrogiti .
7. L' Oca Oxalis tuberofa U*) : Nel Pi
crefee una pianta tuberofa , che porta il me
fimo nome, ma io la credo differente da quel
1/ Oca Chilefe raffomiglia nella forma, e n<
fruttificazione all' Alleluia gialla, fa le fogl
parimente ternate, e acide, ma le fue fogli
ne fono ovali , e la fua radice getta , come qi
la del pomo di terra, fei o fette tubercoli 1
ghi tre , o quattro pollici , e ricoperti di u
pellicola fonile, e iifeia . Quefti tubercoli,
fono bianchi , teneri , e di un fapore tra il .<
ce, e T acido, fi mangiano cotti, e fervono
che di femente per la riproduzione della piai
Il genere delle Alleiuje comprende nel <
ìi moltiffime fpecie, tra le quali fono pregi;
In particolare lì Culle rofio (3*) eccellente
la tintura , e un buon fpecifico contro le fé
ardenti, e la Barìlla, o fìa 1* Alleluja vh
del Coquimbo (4*) , la quale getta un g:
nume
(*) Soianum caule inermi herb. , fol. pinnati:
teg. ,necìar. campanulato fubxquante petala .
(x*) Oxalis pedunc.umbelliferis , caule rami
jadice tu ber ola.
(3*) Oxis rofeo flore ere&lor, vulgo Cul^e . F
(4*) Oxalis fcapo muitifloro , fol. ternatis ov
LIBRO III. 15$
umero di gambi, o verghe alte da cinque pie-
i, grofle come un dito, tenere, acide, e n-
eflite dì fiori gialli verticillati, e campanifor-
11 • Quefta pianta non produce altre foglie , che
i radicali, le quali fono ternate, e proporzio-
almente grandi.
8. La Zucca ; ve n* ha , come in Europa ,
uè fpecie principali , cioè la zucca a fiori bian-
hi, e la zucca a fiori gialli , o vogliam dire la
ucca Indiana. Della prima fpecie, che i Chilefi
biamano guada , fé ne coltivano ventifei varietà
ottanti, alcune delle quali fanno i frutti dolci,
commeftibili , ed altre li producono amari .Tra
uefti ultimi è degna di particolar menzione la»,
ran zucca da fìdro , Cucurbita Jìcerarìa (*) , così
liamata, perchè gì* Indiani, dopo averla pre-
miata, ufano farvi fermentar dentro il loro fi-
ro. Effa è di mole rotonda, e di capacità sì
norme , che contiene mezza corba incirca di H-
uore (i). Se ne fervono anche in luogo ài pa-
I 3 m'era ,
(*) Cucurbita fol. angulato -fublobatis , tornea-
Dfis , pomis lignofìs gJobofis .
(i) ,, Le zucche poi dell* India fono un altrsu
moflruofità -per la grandezza , e vizi 'e , nel qua*
le fi generano , fpecialmente quelle , che fono prò*
tprie della terra , che ejji chiamano Zapallo , Iel»
cui carne ferve per mangiare fpecialmente la qua~
, refima cotta a- lefìo , ovvero in minefira . Mille
s fono le differenze dì quefle zucche ; alcune fono così
, difformi di grandezza , che lafcìaniole feccart^
sfanno della loro feorza tagliata per mezzo > e ben
, nettata , come caneflri , nei quali mettono tuttQ
, // neceffario per un pajìo . Delle altre piccole fanno
vaji per mangiar* ? e bevere , e k lavorano gr$*
134 LIBKOIlh
n'era, e per queft' oggetto la tagliano circola
mente ad angoli entranti, e fallenti , accioccl
il coperchio, e infondo eflendo addentellati
innaffino P uno con l'altro ,e fi ferrino perfe
tamente . La zucca Indiana , detta in lingua Ch
lefe Penca , è di due fpecie, cioè la comune,
la mammelìata (*) ; queft' ultima nei floride ne
le foglie fomiglia 1* altra; ma il Aio frutto , e
ftndo fempre sferoidale, è terminato da uns
gran mammella ritcnda,ed ha la polpa foda ,
dolce fui gu fio prefib a poco della baitata det
Camole .
9. Il Qudghen , o fia la fragolarìa Chilefe
(2*) ella non è diiferente dall' Europea , k
non che nelle foglie , che fonovellofe, e carni
fé , e nella grandezza delle fue fragole , le qm
li fono per lo' più grolle come una noce comi
naie, ed anche qualche volta come un pìcei*
uovo di gallina (1). Quantunque quefte frago'
fieno
j, ziofamcnte per diverjì ufi . Acofta Iftor. Nat. L -
C. fc'f.
(*) Cucurbita fcL multipartitis, poinis fphsero
deis mamme fis .
fi*) Fragaria (Chìltnfis) frucìu maximo,fo!ii
carnofis hirfutls *
(t) ,, On nous feruti au deferì des fraìfes d' u
3, gout merveìlleux , dont la grojfeur égaloh celle a
3, nos plus groffes noix , leur couleur e fi d* un blan
3, pile : On les prépxre de la mème maniere , qu
„ nous faìfons en Europe <& quojqu elles n ayen
3, ni la couleur , ni le gota des notres , elles ne laij
yifent pas d' ètre excellentes * Feuillée tO!fl»i« pag
3,1 5- v« Conception ♦
21 0ny coltive des campagne* entieres d* une cf*
LIBRO IJ É 23j
iTeno d'ordinario bianche, o rofTe,come 1' Eu-
•opee , pure fé ne trovano delle gialle nelle Pro-
vincie di Puchacay, e Huilquilemu , dove etfe^
fefcono meglio, che altrove. Tale pianta , che
(a alcuni anni a quefta parte è fiata trafporta-
a in Europa, ha fruttificato in varj luoghi, e
egnatamente nel giardino Reale dì Parigi, in
uello di Ohelfea pretto Londra, e in queft' or-
o delle piante efotiohe di Bologna. Il pregiati/*-
mo Sig.' Dottore Gabriello Brunelli, che n' è
attento Direttore, e che io ho avuto più vol-
ili vantaggio, converfando feco, di ammirare
1 4 con
pece de fraifier d'fferend du notre par lei fenili ss
plus arrondìes , plus charnues & fort veluet : fis
fruits font ordìnaìrement gros covrirne une noìx 9
& quelquefoìs commt un oeuf de poule j ils font
d9 un rouge blanchatre , & un peu moìns deli»
cats au gout , que nos fraifes de bois , f en ai
donne quelques pieds à M. de Juffieu pour le jar-
din Royal , ok V on aurei foin de les faire frtt*
ttifier . Outre celles - ci il ri* en manque pas dans
les bois de la mème efpece qu en Europe . Fre-
er voy torci, i. pag. 133.
„ Le frutte , di cui il Chile è abbon dantismo 9
fono le mede/ime , che fi coltivano in Europa , tra.
le quali produce molte ciriege grandi , e dì utl±
luflo dilicaio , e fragole dì due fpecìe : le une deU
te Frutille fuperano in grandezza le più graffe^
del Quito , trovandocene come un piccol uovo dì
gallina j le altre , che non fi differenziano nella,
grofezza , odore , e gujìo da quefle dì Spagna ,
vengono fpontaneamente nelle colline . Vi nafeono
parimente tutte le fpecìe dì fiorì fenza altra col-
tura , che quella che impiega la natura • UÌIqZ*
ag* t. j.part. i.l. z.cap. j.
!
I
i$6 LIBRO III.
con mìo diletto la varia fua erudizione in queft
genere di cofe naturali , mi ha dato il piacere <
farmi oiTervare la più comune varietà delle fr;
gole Chilefi,cioè la bianca. Ma a dire il vere
quefta pianta ha degenerato notabilmente nellì
fua trafmigrazione, mentre i fuoi frutti qui n<
arrivano mai ad acquiftare né la groiTezza, i
la fragranza , né il dilicato fapore , che hani
nel loro natio terreno . Pel contrario le frago
ordinarie, che nafeono fpontaneamente così n
Chili, come in Europa, ivi hanno tutte le bu
ne qualità , che pollano defiderarfi .
io. Il Madi , Madia gen. nov. (*) è una f
anta, dalla cui femenza fi cava *un olio buoi
da impiegare nella cucina . Ve ne ha di due fp
eie, cioè il madi proprio , che fi coltiva, e u
altro falvatico detto madivìlcun^ o melofa .
madi coltivato , che chiamerò , Madia fatica (1
ha il fufto vellofo , ramofo , alto da cinque pi
di , e le foglie alterne, lanuginofe, lunghe qus
tr© pollici e mezzo, larghe fei linee, limili p
la
(*) Syngenefia ■ Polygamìa fuperflua .
Madia. Recept. nudum : pappus nullus ; e;
8-phyilus: fem. plano - esnvexa .
Calyx pubefeens foliol, linear ibus . Flofcuìi he
maphr oditi plurimi , monopetali 5 5 - partii
long* calycis • Feminei monopetali , lìgulat
3- dentati , longiffimi • Filamenta hermaphro
5 brevi a \ germ. breve y fiylus fubulatus . 1
min. germ* breve , fiylus capillaris .
(%*) Madia fol lineari - lanceolatis , petiolatis
Cauli s fiflulofus , eretta* s teres * Flores peduncul
ti , terminate! •
LIBRO 111. 137
figura a quelle del lauro - rofa , e di color ver-
; chiaro . Produce i fiori radiati gialli , e i fe-
ti rinchiufi in una boccia quafi sferica di otto 9
dieci linee di diametro. Quefti femi fono con-
ifR da una banda, lunghi quattro in cinque li-
ic , e ricoperti di una pellicola fonile brunic-
a . I paefani ne ritraggono 1' olio per efpref-
ane, © per femplice cuocitura; queil* olio è
>lce , di buon gufto , chiaro , ed ha il medefi-
0 colore di quello d' oliva . Il P. Feuillée, che
ggiornò tre anni nel Chili, lo loda affai, e lo
eferifce alla maggior parte degli olj d' oliva ,
te fi ufano in Francia (1) . Una tal pianta , che
webbe effer per la fua utilità meglio ricerca*
, non è fiata finora trafportata in Europa , do«
; allignerebbe ottimamente anche ne' luoghi,
le non fono adattati agli ulivi . Il rnadi falva-
co , Madia mellofa (*) non fi diftingue dal col-
mato, che per le fue foglie, le quali abbac-
ano il tronco , e fono talmente vifcofe , che»»
mbrano immelate .
11. Il Pepe d' India , o di Guinea ( Capji<*
m) il Chilefi, che chiamano quefìa pianta»,
thapì ,
(1) „ On fait une huìle admirable uvee les fe~
mences de cette piante dans tout le Rsyaume du
Chili, Les Hature Is s* en fervent non feulement
pour appaifer les douleurs en oignant uvee elle les
parties malades , mais encore pour ajfaifonner le»
urs viandes t & mème pour hruler . Je la trouvaì
plus douce , & d* un gout plus agéable , que 1$
plupart de nos builes d' olive j Ja couleur eft 2ìu
meme . Feuiil. tom. 3. pag. 39.
(*; Madia fol. amplexicaulibus lanceohtis .
z$% L I E R O 1 1 i.
thapi , ne coltivano varie fpecie , e tra le alt
il pepe annuo, che vi è vivace, il baccifero,
il fmtefcente. Effi fi fervono delle bacche di ti
te quefìe fpecie ridotte in polvere per condi
le loro vivande . Il pepe annuo fruttifica co:
tal vigore , che i fuoi cornetti non di rado ri
chiudono un* altro ben formato , e firmimeli
pieno di femenze.
Quegli abitanti ufano ancora nei loro ma
giari varie altre fpecie di piante nutritive , e
il Paefe produce naturalmente, le quali merit
irebbero pure di efier coltivate . Le più pregi
voli fono P Umbellifera, la Bermudìana vulj
IVmuj e Y Rem ero calli s fior ih us ftrìatis del P. I
uillée .
V Umbellifera , Heracleum tuberofum (*) ri
fomigìia allo sfondili© per le fue foglie, per
fuoi fiori, e per le fue femenze , ma la fua r
dice produce un gran numero di tubercoli lu
ghi tei pollici , groil? tre , di color giallo , e
un gufto affai aggradevole, come attefta il m
defimo Feuillée : nafee in gran copia nei luog
fabbiofi intomo ai cefpugli .
La lermudiana, o fia V'IUmulz*) ha il fi
flo ramofo, le foglie limili a un di pretfo a que
le del porro, i fiori violetti divifi in tei par
ripiegate verfo il picciuolo con entrovi fei fh
mine, e un pifìiiio triangolare; le fue fernet
fono
<*) Heracleum fol. pinnatis , foliolis fepfenis
fior radfatis .
Cx*) Bermudìana bulbofa flore refiexo ceruleo
|.| "'''f
irne in, *39
no nere, e rotonde: quefta pianta h un bul-
>, o tubercolo , il quale cotto fomminiilra uh
lon alimento, (i)
V Hcmerocallìs (*) detta Lmf dagl* India-
produce il gambo alto un piede colle foglie
(puntate, e abbraccienti il tronco, il quale fi
vide verfo la fommità in molti rami term'rati
un fiore di bel color rofib , e fimile per la
rma a quello del giglio. I paefani colla radi-
tuberofa di quella pianta fanno una farina ti-
ca, leggiera, nutritiva, e fana, onde fi fuol
re in minefira agli ammalati . Le piante //'/*-
P fono molto diverfificate in tutto il Chili:
ne avea oiTervato venti tre fpecie differenti
^ne di attenzione per la grandezza, bellezza,
/arietà dei loro fiori . Gii Araucani danno a^
tte quelle piante il nome generale di Gii.
Nella Provìncia di Santiago crefee una fpe-
di bafilico falvatico, Ocymum falinum (2*),
quale raflembra per modo al bafìlico comune,
domeilico , che non fi diftingue, fé non che-®
fufto , il quale è rotondo, e genicolato : ma
fuo odore, non men che il fuo gufto, non è
ramente di bafilico , ma piuttofio di alga , o
altr* erba manna. Quella pianta , che nafee
di
:*
(1) „ Les natureìs du Pays mangent . la tacine ,
)U tubercule de cette piante dans leurs foupes 4 fon
\out efl agréable , ce que j* ai appris par V ex~
lerience 9 que j* en ai fatte . Feudi, iv. pag» §,
*) Alftroemeria {Lìgta) caule accendente . Linn*
'x*) Ocymum fol. ovatis glabris 9 caule genica*
14® LIBRO 111.
di Primavera, e dura fino ali* incomincìamen
del Verno , fi ritrova ogni mattina coperta
globetti falin! , duri , e rifplendenti a guifa
rugiada . Scuotendo le foglie , raccolgono i ce
tadini quefta manna , e fé ne fervono in luo
di fa! comune, al quale in certo modo è fuj
riore pel guftò. Ogni pianta rende tutti i gii
ni mezz' oncia incirca di quefto fale . Ma il
nomeno , che prefenta queft* erba , è affai di
cile da fpiegarfi : il terreno , dove effa comui
irierte nafee, e vegeta, è il men falmaftro ,
il più fertile di tutto il Regno, ed è difeo
fettanta e più miglia dal mare .
1 Nazionali da tempo immemorabile far
chii. Pu' molto ben profittare della gran quantità di ei
tbumashu 'tìntone 9 che produce il Paefe , coficchè fenza
concorfo degli ingredienti foreflieri danno al
loro lane col fugo di quelle piante ogni forta
colori vivaci , durevoli, e che poffono foffi
molte volte la pruova del fapone , e del rai
fenza fcolorarfi, come anche riflette M. Frez
nel fuo Viaggio al mare del Sud (i) . Io pò
meco un panno fatto da quegl* Indiani , i
colori, che fono il giallo, il roflb, il verde
il tur
(i) „ Outre les herbes medicinales , ils en ont f
3? les teintures , qui ont la proprietà de fouffrir
j9favon plujieurs foìs fans fé déteindre ; ielle efl
3, raetne de reilbon , efpece de garance , qui a
9,feuille pluf petite, que la notre ; ils font eom
3, nous cuire la racine dans V eau pour la teint
3, en rouge . Le poquell efl une efpece de bouton
„ or , ou Abrotanum foemina folio virente e*. Fr
tona. *. pag» i^. 137,
LIBRO IX I. 14*
turchino , dopo un continuo ufo di trenta an-
non danno ancora verun indizio di decadenza.
Nelle Provincie Auftrali fi ricava il color
renino da una pianta , i cui caratteri non mi
no noti; nel territorio Araucano, come pure
a gli Spagnuoli, fi fa coli' indaco ftemperato
una porzione di orina fermentata, nella qua»
s9 immerge la itoffa , o filo che fi vuol tinge-
, e vi fi lafcia in infufione qualche tempo 2
lefta femplice manipolazione fomminiftra una.»
(ita ftabile, e durevole; T alcali volatile, che
fviluppa dalla fermentazion putrida dell' ori-
i, ferve di veicolo, e di mordente alle parti-
ile coloranti dell* indaco.
li color rodo fi eftrae dalla radice di una
ecie di robfeia detta relbun , o Ruhia Chilenfis9
) la quale crefce nei luoghi fabbiofi intorno
Sii arbufti. Qiie^a Pianta produce i fufti pref-
che rotondi colle foglie ovali, aculeate , bian«
$re , e finiate quattro a quattro lungo il tron-
j come quelle della cruciata % fa i fiori mono-
ìtali divifi in quattro parti di color bianco :
>no rinchiufi i fuoi femi in due bacche rofle o-
ili, che fi toccano nel mezzo come quelle del-
t robbia Europea . La fua radice , che è rolfa
al
(*) Rubia fol. annuis caule fubrotundp lacvi .
Rubiaftrum cruciata: foliis, & facie, vulgo ReU
un . Fe«/7.
Caults bìpedalìs , procumhens , fragtlis l f olici fub«
fetiolata : flores axillares , terminaUfque pedun*
€uUtì : calyx quadrìfidus folUU QV&lìhm • Petala
wali0* Semina fuhrQtunda *
I
■
14* LIBRO III.
al pari dì quella dell' Azala , fi profonda aff,
in terra , e getta due piedi all' intorno un* h
finità di fibre .
Il color giallo fi fa colla decozione di ur
fpeci'e di Eupatoria , Eupatorìum Chìlenfe [*] I
Hofciuta nel Paefe col nome di contro, - yerba .-
gambo di quefta pianta è alto due piedi, di c<
lor violetto , e divifo di tratto in tratto da 2
euni nodi , da' quali fpuntano le foglie oppol
due a due ; quefte foglie fono lunghe tre ir
quattro pollici , ftrette, dentate, e di un ver<
chiaro . I rami , che fortono dalle loro afcelle
portano i fiori , i quali fono flofculofi di col
giallo , e fimili a quelli dell' Eupatoria; nel ce
tro di queftri fiori fi trova fempre un piccol ve
me roffo diftinto da undici anelli. Il medefìrr
color giallo fi ricava dai fiori ad Poquel , Sa,
tolì no tintorìa (1*), il quale è una fpecie di ere
polina con foglie lunghette , ftrette , e poco di
ferenti da quelle della Linaria ; fa tre , o qua
tro fufti alti due piedi incirca, ftriati , e con
nati da un fiore comporto , emisferico , gialle
quelli fufti rendono un bei color verde
la
(*) fcupatorium fol. oppolìtis amplexicauijbuj
lanceolata , denticulatis , cai qainquefloris .
„ Eupatorioides hììcls folio trinervì , flore lute(
vulgo Contra yerba . FeutU
Òl*ì Santolina pedunc. unifioris , fol. linearibi
Integrrrimis, caul. ftnatis .
„ Santolinoides linariae folio , flore aureo, vu
gì Poquìlì . Fenili.
Rctdìx annua , fujìformìs . Caules eretti Jìmplices
Foh'a ciuhna % aut 0. aher#a ^fej/zlia • Fruttificati
I I B R O I I ì. t45
vLa radice della pianta vivace, che gì' in-
tni nominano Panke , Panke tintoria gen. nov. 9
dà un belliflìmo nero confidente . Il panke è
fé una ddh piante più utili alle arti , che.»
>duca il Chili. Alcuni lo chiamano Bardana
'tefe per la fomigHanza delle fue foglie a quel-
delia bardana , ma la fua fruttificazione è te-
nente diverfa . La fua radice è ben lunga,
fifa almeno quattro pollici, nera, fcrepolata
fuori , e bianca di dentro . Le foglie , che ne
ntano piantate fu dei lunghi picciuoli , fono
e a ventaglio , afpre, di color verde chiaro
(opra , cenerine di fotto , ed hanno due in
piedi di diametro. In mezzo a quefte foglie
icali s* innalza un folo gambo alto da cinque
ii,groifo tre pollici, riverito di una cortec-
fcabrofa , aculeata , filamentofa , e sfornito
:oglie , fuorché nella cima , ove ne caccia fuo*
re , o quattro affai più piccole delle radicali,
nifce in un ^gran grappolo conico , che porta
)ri , e i femi . I fiori , che nel bianco ro£»
feggia-
(*) Enneandria - Monogenìa »
anke Cai. 4 . fidus ; cor. 4 - fida . Caps. 1 - fper-
Cai. 4 - fidus laciniis obtufis , Corolla campanula*
ta , calyce paulo longior Stamina 9. fubul/cta lon«
gltudìne calycis . Arthera. oblongd . Germen [uh-*
rotundum . Stylus filiformi s longitudine corolla z
fiigma minimum . Capf. uniloculare bivalvi* .
anke caule eredo , racemifero .
Folta ? Uba , ferrata , 5 ntrvia , papillosa , to«
mentofa , pulpofa perfiflentia . Petiolt teretes , fc~
mipedales , aculeati . Racemns terminali* . FU-
w gedunculatì giurimi *
i
T44 LIBRO II I.
feg^iano » fono monopetali campaniformi , e p
ducono un feroe verdiccio ritondo entro ad
piccola capfula della medefima forma .
Q^efta pianta ama talmente i luoghi ac
frinofi , che mancandole 1* acqua fubito Jan.
ice , e fi diffecca . Il terreno più adattato
fua vegetazione è quello delle valli Andine
ve effa qualche volta ferpaffa V elevazione
noi indicata : nelle maremme è molto più
cola, e più debole. Il fugo, che proviene e
fua radice , non Solamente è appropriato 2
tintura delle lane, ma ferve ancora per ifcj
IT , perchè in poco tempo diventa di un co
perfettamente nero , ed ha una certa vifeo
che lo rende indelebile , La medefima radice
#ata s9 impiega vantaggiofamente a conciar
pelli , ma nel peftarla efala un odore sì fo
che non vi fi può refiftere più di una mezi
ra . I ealzolaj la preferirono , quando è fé
H qualunque altro legno per le forme da fca
che riefeono ben fatte, e di lunga durata,
polpa del gambo è bianca, tenera, fugofa ,
frescante , e di un gufto acido affai grato ; i
fanì amano di mangiarla in tempo di fiate
(1) „Cepe piante eft rafraichiffante . Qn }
9, la decottìon de fes feuilhs aani les chaleurs
$9 fe rafraichìr . On munge encore les queues de
3, uilles crues , après en avoir oté V écorce i j
?, ai gouté Csr / ai trouvé leur gout douceare
?, aftez, agre uble . Les ttnturiers fé ferve nt de
3, varine ppur teindre en noir après V avoir t
3, par petites tranches , <& fait bouillir avec
?, feritone terre noire • Les tanneurs grepare&t
Libro i i i. 14$
Nei luoghi umidì , e fabbiofi nafce un' altra
>ecie di quefla pianta , Panke Acauli* (*) , detta
mach , Ja quale fa una radice napiforme , grof-
come il braccio , acidetta , dolce , e molto Ai-
ata dagli abitanti .• quefts fpecie non produce
imbo alcuno; folfanto getta fuori un ciuffo di
ccole foglie fimili a , quelle della precedente,
a le quali fi forma un grappelino carico di ilo-
analoghi ai fovradefentti ; la fua radice però
>n fornifee alcuna forta di tinta.
Il color violetto fi prepara colle bacche di
trj arbofcelli , e col Culle già mentovato , il
lale per quefto effetto pelato, e ridotto inu
iftelli fi vende ai tintori . Al fopraggiugnere dei-
piogge autunnali fpunta per le campagne una
anticella appellata erba da rofolh9ìz quale fic-
ime appartiene ad un genere nuovo, così pia-
mi di darle il nome di Saffi a in onore dell' a-
atiflimo amico mio il Sìg. Ab. Giufeppe Saf-
fi* la di cui probità, e Iftruzione nelle Scienze
Sii lo rendono caro ai letterati (**) . Quefta
K pic-
peaux avec les mémes racines , les mettant bouìllir
dans T eau les unes avec les autres . alovs elles fé
dilatent y & / épaifìffent deux , ou trois fois plus
qu* elles ne font naturellement . Feuìl. t. x. p. 74*.
(*) Panke racemo acauli .
(**) Ottandria - Monogenìa ;
Salila. Cai, 4-phyllus; cor. 4 -petala» Capf.
• locularis , % fperma .
CaLfolìoL eblongis patentibus • Pelala lanceolata
aqualia* Filamenta $. fetacea corolla breviora •
Anthera rotund'A . Germen obovatum , Jìylus fili-
formi: calyce brevior.ftigma ovatum . Capf qv&*
ta ,fem- reniformi a .
146 LIBRO III.
piccola pianta , che nelle foglie rafTomiglia a
afciro, produce tre, o quattro fiorellini quadri]
tali di un bel color di porpora , i quali vengo
adoperati dagli Acquavitai per dare il colore
F odore a una forta di rofolio , che chiama
$$rporìno . Un folo di quefti fiori , benché \
piccoli di quelli del timo , baita per colorire e
que , o fei libbre di liquore: appena che vi
flato infufo , comincia a tramandare un' infin
di particelle coloranti, che a vifta d' occhic
fpargono per tutta la mafia del fluido , ed in r
no di cinque minuti la tingono perfettamen
GP Intagliatori, gli Ebanifti, e i Tornitori
cora fé ne fervono per ombreggiare i loro la
li , ed io porto opinione, che quefto piccol i
re , mediante le convenienti preparazioni , patri
be contribuir molto alle tinture delle lane ,
del cotone , a cui il fugo femplicemente fprer
to comunica un bel colore , che difficilmente
fiacca .
Del genere mede/Imo è un' altra piccola
anta , che nafee in gran copia nel principio d
Autunno , e fa un fol fiore fimile a quello d<
Saffi a tintoria, ma di color d' oro, il quale
un gran rifalto aUa nafeente verdura (*) .
Indiani chiamano quefto fiorellino Rìmu, o ;
della pernice, perchè quefto volatile ne è a
ghiotto, ed hanno dato il fuo nome ai due n
dì Aprile, e di Maggio , nei quali eftb com
lifee
(*J i. Saffia (tintorìa) fol. ovatis , fcapo multiflc
a. Safiìa {P?rd?t0ria) fol. cordatjs, fcapo uniflc
*L. ***
Chil. La-
ne ti <
L I B K O lì*. 147
/ce , appellandoli Vnen - rìmu , e Inan- rimu9
oè primo e feccndo rìmu*
I vegetabili , foprattutto gli erbacei, forma- MedicinaB
3 il capitale della farmacia di quei Chilefi5che^
ivono ancora nel pagane/imo: i loro medici
n'amati Machi , e Ampive , fono periti erbolaj ,
poiHedono per tradizione il fegreto di un gran
amero di fempliei adattati ad ogni forta di ma-
ttie, coi quali fanno tutto giorno delle cure_#
>rprendenti . Quantunque elfi o per avverfione
la nazione conqtiiftatrice , o per 1* ambizione
! farfi valere, procurino di occultare ciò che
inno circa queft' oggetto , tuttavia indotti dall'
nicizia hanno palefate finora le virtù medicina-
di molti alberi , e di più di dugento erbe fa-
tifere, delle quali 1 Chilefi Criftiani fanno ufo
m buon fucceffo,e ne hanno anche formato un
imo di commercio coi Regni confinanti , e con
Europa • Quelle piante fono ftate deferitte in
1 libro intitolato, non so per qual ragione,
sir Ebreo , nel quale fi efpongono ancora le lo-
> virtù, e la maniera di applicarle. Le più ri-
amate fono il Cachanlahue» , la Viravira 9 la«.
etamtlla , il Payco9 e il Quìnchamalì .
II Cachanlahuen , Gentìana cachanlahuen (*) ,
leM.di Bomare, e altri Autori chiamano Chan*
'lagne , Cancbalagua , ec. non nafee né in Pana-
la, come dicono le Memorie delJ* Accademia
K 1 delle
(*) Gentiana cor. quinquefidis , infundibulif. j
amis oppofitis, patulis .
,, Centaurium minus purpureum patulwn , vulg}
Jaches. fcniU
I4S LIBRO III.
delle Scienze 1707. , ne in Guayachìlì . , forfè Gu;
yaquil , come atferifce il predetto M. di Bom
re, ma unicamente nel Chili , di dove vien tra
portato alle altre parti, dell* America, ed ancl
in Europa. Quefta pianta famiglia molto ali;
Centaurea minore , (otto il cui genere anche
trova , ma fé ne diftingue pel fuo fufto rifondi
per i fuoìrami oppofti due a due, e fituati qu;
orizzontalmente , per le fue foglie, che non ha
no, che una nervatura, e per altre difFeren
meno apparenti . Il fuo nome fignifica in ling
Chilefe Erba contro il male dì punta , pel qm
in fatti è valorofifUma : fi ftima inoltre emrr
mgoga , refolutiva , purgativa , fudorifica , an
verminofa, e per eccellenza febbrifuga (1) . ;
fua
(1) ,, Cette piante eft extrémement amere : fon ;
95 fu/io n eft un remede apéritif 9 & fudorifique ,
^fortifie V eftomac , tue les vers, guérìt a/fez fi
5, vent les fievres intermittentes , & difftpe la ji
3, niffe ; on , s* en feri encore avec fuccès pour
^rhumatifmes . Feuii. tom. 2. pag. 748* v. C
chenlaguen .
3, Le Chachen laguen , ou la Canchalagua , e
9, r on nomme au Chily Cachìnlagua , reffemble
9ytout à la petite Centaurée de V Europe. Elle
3, un peu moins haute . qvte la notre * On faìt in]
9ifer à froid dans un verre d* eau fix , ou fept pia
y, tes entieres , ^r* feches pendant toute la nuìt ,
3, die matin au foir . On fé gargarrfe enfuite le $
5,Jier avec cette infufìon , que l on avale . Csr /'
3, eft bìentot guérì du mal de gorge .... M* de Bt
9yga?nville , & M. Duclos no^re Capitarne en t
99fait V experience avec fuccès plus d' une fot
3, Lorfqu on flit V infufion à chaud en fa fon
9, thè , elle é eh zuffe beaucoup ; mais elle purifie hi
iia infu/Iore, che è amara In fommo grado , è
jecifica contro il mal di gola, e credefi anco-
a un buon fuccedaneo della China.- ella ha V
dorè del balfamo ad Perù .
La Viravira , Gnaphalium Viravira ^(*) è un^
pecie di Gnafalio, o tignamica, molto aroma-
ca , ed eccellentiilìma contro le febbri intermit-
:nti : prefa in bevanda teiforme fa fudar copt-
amente, onde i paefani fé ne fervono per li-
erarfi dai raffreddori, e dalle coftipazioni * Le
Dglie di queft' erba fono talmente lanuginefe,
he pajono alla vifta, e al tatto coperte di bam-
agia ; i fuoi fiori fono componi , flofculofi , dj
olor d' oro , e vanno fituati in numero di tre,
quattro furie cime dei rami : i fuoi femi forni-
cano a quei della St&chas citrina (i) .
K 3 La
le fang . Cette piante ejl tris - renommée dans le
Chily , d* oìi on la tire • Je la croirois un meil-
leur febrtfuge , que celle d* Europe . Celle - ci n*
auroit pas la meme proprieté pour les maux de»
gorge > Pernetty voy tom. 1. e. 12.
m Gnaphalium herb. fol. decurrentibus , fpatu-
itis, utrinque tomentofìs.
„ Elichryfum Arnericanum Iatifolium , vulgo Vi-
ivira . I. R. H.
(1) ,, Les montagnes font couvertes d* herhes 3 par-
mi les quelles il y en a quantità d* aromatiques , &
de medicìnahs ; de ces dernieres la plus renommée
parmi les gens du Pays ejl la Cachinlagua , ou
petite centaurée , qui m* a paru plus amere , que
celle de France , par confequent plus abondantt^
en fel eftìmé un excellent febrtfuge . La Vìravida
efl une efpece d* immortelle, doni V infufìon cu
très-hien téujfi 4 un Qhirurghn Francois pour
r
*
H *m
i^o LIBRO III.
La Retamilla , Unum Aqullinum (*) , de\
altrimenti Gnancu- lahuen , cioè erba medicina
dell' Aquila , nafee per lo più nelle falde del
colline, e dei mentirla fu a radice è vivace,
affai lunga; fa molti fuSi ramofi colle foglie ;
terne , lanceolate , e piccole : i fuoi fiori fo
gialli a cinque petali attaccati due a due a
pedicello comune : il lor piftillo diviene una <
pfula membranofa pentagona, la quale contie
varie femense piccole . I nazionali fi prevalgo
con buon efito di quefta pianta nelle febbri i
termittenti , ed anche nelle altre malattie , p
le quali adoprano la Viravira .
Il Payco, Herniaria Payco (**) , di cui fi
menzione nelle materie medicali moderne fot
il fuo nome patrio , vien chiamato da alcuni T
della terza fpecie ; ma elfo è del genere de
Erniaria, alla quale è molto fimile, producen
come effa molti gambi difiefi per terra, e riv
Nitidi piccole foglie ©vali , ma intagliate all'i
torno in forma dì fega?e attaccate ai rami fé
2a coda: i fuoi fiori fono Hamigaofi e numeri
affimi, così pure i femi , i quali vanno rinchii
estro ad una capfula sferica. Tutta la pianta
di un
^guérìr de la fievre tierce ; cn trouve aujp une e
„pece de Sene , qui rejfembk tout-a-fait à celu
3, qui nous mene de Seyde au Levant ,faute du qu
^les Apoticaires de Santiago [e fervent de celuuèi
„ q uè Us Indiens appellent Unopetmm • Frcz. t.
p. £05.
(*> Liana fo!. alterais lanceolata ? peduncuL
bifloris*
0**) HerniarUfQUIsfcrratis*
wm
LIBRO II 1, jft
i un color verde tenero, e tramanda un' odore
>rte di cedro putrefatto : la fua decozione è e£-
cace contro i mali dello tfomaco , e le indige-
ioni , e giova a£ai alla pleurefia (t) .
Il Quincharnali fa da se fteffo un nuovo gè-
ere, a cui piacemi di dare il fuo nome Chilefe
n'amandolo Quinchamalium (*) . Crefce con mol-
fufti alti nove pollici, colle foglie alterne z~»
uili a quelle della Vinaria aurea Tragì , e co|
m gialli tabulati divifl in cinque pezzi ovali
>me quelli del gelforaino, e difpofti ìh ifpighe
modo di ombrella nella fommità dei rami; fa
femi neri lenticolari in una capfula sferoidale
tre compartimenti . I paefani quando cadono
alto , o altrimenti fi fracaffano , bevono il fu-
) del Quincharnali tirato per efpreillpne , o per
K 4 deco-
Cr] s, Le Payco efl une piante de moyenne gran-
deur , dont la feuille efl fort dechiquetée , elle a
une e deur forte de citron pourri , fa decoBion ejh
(udortfique , tris- benne cantre' la pléuréfie . Ih
ont aujji quantità de romarin batard , qui a /o
mème effet . Fres. ivi .
/ {*) Pentandria - Trigynia •
Quinchamalium: Cai. 5-fidus: Cor. infida .
apf. 3-locularis, polyfperma .
Radix biennìs yfufiformìs , lignofa • Caules fublt»
gnofi 5 teretes, ramofi . Volta alterna lanceolato*
linearla , fubpeticlata . Flores fpicati, peduncula*
ti , termìnales . Cai, brevijjlmus laetniis acutis .
Cor. monopetala : tubus cylindricus : lìrnbus pia*
nus , folìolìs ovalìbus . Stamina $ . filiformi 'a tu*
ho longiéra . Anther& ovales . Germe n ovatum .
Styli tres fetacei longitudine fiaminum . Stigma
obtufa .
Chi h nf e ♦ i. Quinchaaialiuoi «
m
i*x LIBRO 111.
decozione, il quale, come fi sa da replicate e
perienze è valorofiifimo per rifolvere , ed efpt
lere il fangue apprefo ? o ftravafato , ed anc
per faìdare le piaghe interne (i).
Il P. Feuillée, la cui memoria farà fera):
cara ai Chilefi , deferive diffu/amente un gra
numero di piante medicinali del Chili , e ne
anche le figure efatte in belliffimi rami . Fra
altre vi fi trovano elegantemente deferitte la
ehoa (*) , il dindin (x*) , il Guìlno (3*) eccelle
ti purganti i il Diuca- lahuen (4*) uno dei j
gran vulnerari, il Sandia- lahuen (5*; rimec
pre-
Ci) ,, Lorfqu* il arrive à quelqu un une chu
; violente , qui fait jetter le fang par les nettine
, ìls ont un remede infaillìble , e* efl de boire
decoólion d1 une herbe appellée Quinchamali , ej
ce de Santolina , qui a une petite fteur jaune ,
rouge , ielle qu* on la voit icì ; les autres peti
t herbes medicinales , que nous avons en Fra ne e
. font aujfì fort communes comme les capillain
& fur tout quelques uns pareils à celuì du C
, nadà , les mauves ,. guimauves , mercuriale ,
, gitale, polypode , & molene , millefeuille , bec
igrue ordinane, & mufqué , argentine , & pluj
^urs autres, qui me font inconnues , (è* particul
res au Pays . Frezier voy. tom. 1. pag; 13$.
(*) Tithymalus foi. trinerviis & cordatis , vut
Plebea . FeuìL
(x*) Polygala cerulea anguftis,& denfiorib
foliis , vulgo Clìnclin . id.
(3*) Gramen brornoides catharticum , vulgo Gu
no . id,
(4*; Virga aurea Leucoi folio incano, vulgo Di
ca iaguen » /af.
(5*) Lychnidsea verbena tenuifoliar folio , #^
Sandiaiaguen . id»
IH
LIBRO III. US
irefentaneo per provocare le feconde, il Coreca-
? (*) utile contro il mal de* denti , e II GnU
bue (x*j affai tifato per purificare il fangue .
Il tabacco , a cui gì* Indiani danno il nome
i pìithem , fi ritrova in codefto Regno e falva-
co, e coltivato : queft' ultimo è di due fpecie ,
ioè il comune, che non la cede a quello del
ìrafile , e un' altro denominato terriere, Nho-
■ana minima (*'*; , che ha le foglie piccole quan-
5 quelle del Dittamo eretico, ma è più gsgll-
rdo dell' ordinario, a cui raffomiglia in tutto
er la fruttificazione .
I rivi, e i luoghi paludofi , e umidi del Chi* Canne *
abbondano di varie fpecie di giunchi , e di can- CMi. ^4«»
. CHI #
e,, di cui la maggior parte è peranco incognita ai
.'ot anici . Tra i primi è olfervabile un giunco del
enere degli fcirpi, Scirpus Ellychniarius (4*), riton-
o,e alto quattro piedi incirca con tre fole fo-
lte enfiformi , e affai lunghe , che fpuntano dal-
1 fommità , in mezzo alle quali sbocciano quat-
0 fpighe globofe . Gli abitanti fi fervono qual-
le volta della midolla filamentofa di quefto gi-
aco per far gli ftoppini alle candele , le quali ar-
ano bensì con un lume affai chiaro , e fanno poco
fumo ?
m
(*) Geranium columbinum perenne flore purpu-
»o , vulgo Corecore Feuih
(i*) Jacobaea Leucanthemi vulgaris folio , vulgo
ilgue . ìì.
(3*) Nicotiana fol. feffilibus , ovatis ,floribu$ 0-
tufis .
(4*) Scirpus culmo tereti nudo , fpicis globofis
uaternis •
i,
H VK
i$4 LIBRO 11 I.
fumo , ma fi fpezzano facilmente . I popoli A
dini portano alle fiere , che annualmente fan:
nelle Provincie Spagnuole , delle belle paniere f;
te , per quanto fi dice , con una forta di giù
co, che crefee nelle valli della Cordigliera ;
loro tenitura è sì fiffa, che ritengono I1 acq
così "bene come un vafo . Benché tutti quell
che fono fiati preffo loro , s* accordino a din
che il materiale , con cui effe fono formate ,
un vero giunco, e V apparenza fembri compi
vario , io tuttavia ne dubito, e piuttoflo lo c\
derei una forta di cannerella foda acquatica.
Fra le canne proprie è degna di rimarco
canna folida Chilefe, della quale trovanfi vai
fpecle con i caratteri generici dell' Arundo co:
f refe fotto il nome generale di collu . Tutte qi
fle fpecie hanno , come i bambou ; la feorza
feia , duriffima , di color giallognolo , ma ini
riormente vanno ripiene di una foftanza filarne
tofa un poco più foda dì quella del fugherò . :
loro foglie fono gramignofe, firette , e per
più non crefeono, che-fu i ram ufcelli , in cui
divide la cima . Le fpecie, che più adopera
quegli abitatori, fono il Àugi, la Quìi ci , e 1
canna di Valdivìa .
Il Ungi, Arundo .Rugì {*) , è groflb quanto
canna Europea , che vi lì trova anche in grai
copia, alto da fedici in venti piedi nelle A
di , e verfo il mare dieci , o dodici , con gì' i
ternodj affai difhnti . La Quila, Arundo Qi
la
(*) Arundo calyc. trifioris , iolih fabiihtis ghbri
«^
LIBRO II li 153?
1 (*) , ha gli articoli difcofti firio un piede , ma
tre, o quattro volte più grotta del Rugi . La
lima di Valdivia, Arundo Valdiviana (a*) , così
erta, perchè nafce intorno a quella piazza, fa
nodi vicini gli uni agli altri , ed è di un co-
>re aranciato . I paefani fi fervono del Rugi per
r gabbie , e fiepi , ed anche in vece di affi ne*
itti delle loro cafe , tonfervandcfi quefla canna
icorrotta, purché non vada efpofta lungo te®-
) all' umidità . La Quila fornifce gli Arauca-
I, e gli Spagnuoli di afte per le loro lande, g
canna Valdiviana di giannette , che fono fti*
ate.
Le fpecie di arbuftì farmentofi fi ritrovano Eliere,
ire in gran numero nelle bofeaglie del Chili,
ve ne ha molti adattati a fare de* gabinetti ,
fpalliere ne' giardini così per la graziofa ftrut-
ra delle loro foglie fempre verdi , come per la
Uezza dei loro fiori , alcuni dei quali imitano
grandezza e forma i tulipani, i ranuncoli, e
?igli : tale è ano che chiamano Copia , il qua*
produce un fiore lungo tre pollici compofto di
. petali, e di un belliffimo color chermifino
icchlato interiormente di bianco (3*). Quefta
anta volubile, che s* innalza fu per gli alberi
ì alti , fa le faglie ternate ovali di un bel ver-
de,
(*) Arundo calyc. trifloris , foi. enfiforaùbus fer*
tis.
fx*) Arundo calyc. trifloris , fol. fubulatis pube-
mi bus .
[3*) Bochi HIiac«o , anapliffimoquc flore chrame*
io. mìh
,,<
11 **;,;
t.%6 LIBRO 111.
de , e il frutto giallo fcuro , cilindrico di u
pollice di diametro colla polpa bianca , tener
e di un guito zuccherino maravigliofo come d
il Feuillée .
Vi fi trovano ancora la Tajpflora TìlUfol
offia il fior della paflione, il Caràcùl, la Sai
parìglia , P Aljlroemeria falfilla , e quattro o e
que di quelle , che i Francefi appellano Lìai
e i nazionali Voqui y tra le quali non vi è al
na , che fia velenofa : La più utile di quefte
il Cogùl, Volìchos funarius (*) . Quefto frutice
un farmento legnofo , rotondo , groffo come
vinco , ed anche come uno fpago , fecondo le
fìetà , colle foglie fintili a quelle del Copiò , il q
le monta su ferpeggiando per gli alberi , ce
fa P edera , fenza però attaccarvifi ; giunto :
cima paffa ad un altro albero vicino , o feei
perpendicolarmente, e poi torna a falire,
feendere , il che replica tante volte, che intr
ciandofi feco fìeffo , o con gli altri voqui, vi
a formare una certa confufione di corde pend
ti in tutti i fenfi , e rapprefentanti agli occh
afpetto medefimo, che offre P ammanimento
un vafcello . I fiori di quefta curiofa pianta fi
leguminofi di color purpureo , e producono
baccello groffo come il pollice, e lungo fei
fette dita , il quale contiene una polpa bian
ftra, burrofa, grata al gufto con cinque femi
nuli a quelli della bambagia •
I
(*) Dolichos volub. caule perenni , leg. pendi
pentafpernais ,fol. oyalibus utrinque glabri* •
LIBRO III. tf7
II /armento effendo più fleffiblle , e tenace
[ vinco , è utiliflimo per varie cofe, tanto più,
| fé ne poffono avere di cento , o dugento brac-
in lunghezza, perchè quella fpecie non fi
barbica in terra come quelle della -Zona Tor-
a . I Contadini coftumano dì abbrustolirlo leg-
gente prima di metterlo in opera , così per
argli la corteccia , come per renderlo più pic-
cole, e fé ne fervono per far paniere ,e per
;are le palizzate , e le fiepi , ove refiite ali*
]ua per molti anni . Alcuni hanno tentato an-
? con buon fucceffo di farne gomene per i ba-
senti, le quali riefcono più durevoli di quel-
di canapa. Nel Chiloe nafce ancora un' altra
eie di quelli vimini chiamata pepo!, colla qua-
quegl* Ifolani fanno le corde per le loro fi-
rn . I Voquì o Vochi , che deferive il Feuillée ,
o differenti da quefti ; quelli fi trovano per
più nei bofehi marittimi . V Urceolaria ftan-
ite, dì cui parla il medefimo Autore, è an-
a affai diverfa ; Quefta fa un fiore lungo un
'lice divifo in cinque lobi uguali , e di un vi-
ipo color roffo . (*)
Io avea registrato nel mio Pìnax Chilefe^
quantatre fpecie differenti di arbofcelli , cheAcMh**V
:fcono fpontaneamente nel Chili, e credo be- thm *
che avreipotuto duplicare, ed anche tripli-
'e quefto numero , fé mi foffe fiato poflibile
feorrere una parte più confiderabile del Re-
o, poiché quafi ogni diftretto prefenta delle
novità
(*) „ Urceolaria foliis carnofis fcandens . Feuil.
e
m
4
I
558 LIBRO III.
novità non meno in quefta , che nelle altre eia
lì. Quefta parte ancora del Regno vegetabile
di un' utilità più, o meno valutabile per gli
bitanri .
Le fcowe, e le foglie degli arbofcelh eh
nati Deu (*), tutto* e Vthiu U*J s* impiega
per tingere in nero . Coi baccelli della Tara
fia Poinciana fpinofa (3*), e del Mayu <4*) fi
un buon inchioftro da feri vere. Il legno del Gì
jacano , che nel Chili non arriva alla datura
gli alberi , fi adopera a farne palle da trucco
pettini . Gli Ebanifti ufano nei lavori di tai
i legni gialli e neri di due arbofcelli da me r
oflervati", a* quali danno per la loro durezza
nome di ebano. Il Ramerino falvatico (5*),
come abbondante di refina , s* impiega ccn a
quattro arbufti egualmente refinofi nella fui
del rame . Il tronco del Colliguay , Coìliguaja , %
moti* (6*) bruciato fpira un graziofo odore di
fa, che non offende la tefta . L?jn
(*) ,, Cor aria (Rufci folta) fol. cordato- ov;
feflilibus . Lìn.
(i*) „ Lonicera ( Corymhofa) corymbis terrnin
bus , fol. ovatis acutis . Un.
(3*> ,5 Poinciana fpinofa , vulgo Tara . FeutL
(4*) „ Pfeudo Acacia foliis mucronacis, fl
Juteo , vulgo Mayu . FtuìU
(5*; Rofmarinus [ Cbìlenfis ] foliis petiolatis .
(6*) Monozeta - Folyandrìa .
Coìliguaja: Mafc. cai. 4. fidus. Cor. o. ftam. %
Firn. cai. 4-fidus: cor. q. flylitres. Capf. i
gularis, 3 fperma.
Arbufcula human a altituiinis. Radìx ramefa
ira : caulis ramojijjìmus . Folta oppojìta > hrev
ptiolata , laqceifatff ; iwtityltf* , ummx%
LIBRO 111. 1$9
V ineenfo non inferiore a quello d' Arabia 9
e fi confuma nel Chili , proviene da un' arbo-
!llof che crcfce nel Coquimbo, a cui ho dato
nome di Tburaria, gen. nov. (*) . La fua ai-
zza ordinaria è di circa quattro piedi: il fuo
tto è affai ramofo, e va riveftito di una fcor-
cenerina , le {uq foglie fono alterne , ovali ,
ighe quattro pollici, carnofe, afpre, di color
alligno ; produce i fiori piccoli infundibulifor-
di un giallo verdiccio : a queftì fiori hccQÓo
a capfula emisferica biloculare con due temi
uni bislunghi . Durante la fiate 1* ineenfo fu-
da per sé abbondantemente , formando de' pie*
SI globetti o lagrime , che vanno adunandoli
igo i rami, onde poi viene raccolto, allorché
linciano a cadere le foglie . Quefte lagrime
io dure, di color giallo biancaftro, un poco
Sparenti , brillanti nella loro frattura, d'uà
gufto
glabra , carnofa , perenni* . Amenta axillaria
pedunculata , brevi* . Cai ma(c> rachìn verfur
feminei inferius . Capfula elafi fra . Semina fubrol
tunda magnitudine pifi .
Odorìfera i. Colliguaja .
(*) Decandria - Digynia •
Ihurana . Cor. r- petala . Cai. tubulofus . Capf,
loculans, x « fperma .
Caulisteres, rimofus , ramo/ut . Folia alterna 9
rigida .petiolata , ovali* , integra, decidua . F/o-
•■ yes terminale, pedunculati . Corolla infundibult*
formi* integra, duplo longìor calyce . Stamina io.
filiforme, squali* , corolla breviora . Antber&
didyma . Germ. duo obhnga . Jiyìi fetacei Jiam.
longiores ,
Ghitenjìs uTburaria*
!.;:
*
itfo LIBRO 111.
gufto amaro, e d* un odore aromatico fimlle
tutto a quello dell' incenfo dì Levante . Neil
colline adiacenti al porto di Valparaifo fi tro
una fpecie di Gi>afole HeUanthus thurìfer (*)
confiftenza legnofa , dal quale fcola ancora u
fofbnza refinofa j che famiglia per la forma,
per P odore al vero incenfo .
Il tronco della Puya , gen. nov. d*) fi a<
pera in vece di fugherò in tutto il Regno . Qj
fU pianta , che raffembra affai alla Bromelìa A
w? , getta dalla radice tre, o quattro moftn
zocchi della groffezza di un uomo , i quali r
hanno di lunghezza , che venti pollici inciri
e vanno rivettiti di fraglie fpugnofe incalorite
une nelle altre. In mezzo a quelli zocchi fpi
fano le foglie lunghe quattro piedi, orlate di J
ne uncinate , e fimili a quelle della fuddetta A
&a? , tra le quali s' eleva un fufto rotondo
nove piedi di altezza , e di tre pollici di I
metro , ricoperto di una corteccia dura di
verde carico, ma interiormente ripieno di ui
foftanza biancaftra di confiftenza quafi come qu
la del fugherò ufuale. La cima di codefto fu
fi divide in varj ramufcelli , i quali copren(
di
(*) HeUanthus ernie fruticoso , foU lineari - lam
latìs .
(2*) Hexandrìa - Monogynia .
Puya; Petala 6 inaequalia, tnbus maj. fornicai
Capf. 3- locu aris <
Corolla ìnfera , Calyx o. Stamina fquamis nei
rìferìs tnferta . Anther& incumbentes • Gerwen
gonum • Styl. o»
Gbilenjis I. Puy&*
LIBRO III. i6t
foglie affai più piccole delle radicali , e dì fio-»
gialli lunghi quattro pollici , e comporli di
petali irregolari, vengono a unirli in forma
una gran piramide . Il frutto di quefto curio-
vegetabile è una capfula triloculare ripiena d*
inite fementi nericcie . Il nettario de' fuoi fio-
abbonda di mele , che è ricercato dai fanciul-
le Provincie Araucanè producono altre tre ,
quattro fpecie di quefta pianta, le quali ren-
no ancora in gran copia del mele, che man-
ino quegli abitanti .
Nelle maremme crefce la foda di Alicante^
Ifola Kali , ma oltre a quefta fi trova nel lito-
rale del Coquimbo un' arburto ferpeggiante del
jdefimo genere, dal quale fi cava una gran-
antità di fale da far fapone . (*)
Il Chili produce fette fpecie del genere del
rto tutte flimabili per la loro bellezza, e fra-
anza; la più utile però è quella, che dagli
diani è chiamata Ugni , e dagli Spagnuoli Mur-
la (i*) . I Francefi , che la trovarono nelle Ifo-
Malouine , le diedero il nome di Lucct muf-
i(i), ma ella non è del genere della mortel-
la la,
(*) Salfola (Coquìmbanct) fruticofa, caul. aphyl-
, cai. fucculentis diapbanis.
(**j Myrtus ( Ugni) fior, folitariis, ramis oppofi-
, fol. ovalibus fubfedììibus .
„ Myrtus buxifolio , fruclu rubro , vulgo Murtil-
. Feutl*
(i) ,, Son fruìt efl charmant à la vue , & des
plus ctgréahles au gout . Infuse Jìmplement dans
de V eau de vie avec du fucre , il fati une li*
qusur exwlUnte > pzrce. qn il g$rte nn parfttm*
\6% L l B R 0 1 lì-,
la, o Vite Idea. Qnefxo arbofcello s» innal;
tre , o quattro piedi coi rami oppofti due a dui
le fue foglie pure oppoitc fono (insili a quel
del mirto di Taranto: fa i fiori bianchi a cinq
petali : il calice diviene il frutto , il quale è
ria coccola grotta come una prugnola ora rote
da, ora ovale , di color roiTo , coronata di qu;
tro punte verdi , come la melagranata , e d\
graziofo odore aromatico , che fi ferite in dift*
za di più di dugenro palli . I femi fono brun
ci , e p'atti . I Nazionali fanno colle bacche
quefto arbufto un vino di liquore piacevole ? f
macale, che eccita 1* appetito , e che dai fo:
iìieri è preferito a' migliori mofcatelli . Que
liquore ila molto a fermentare, ma pofato <
fia , diventa chiaro, brillante , e di una fragn
za foaviffiroa (i) . Gli arbofcelli per altro, e
por-
5, tri* gracìeux d* ambre , ($r de mufe , qui ne
^pugneroìt pus méme aux perforine* , qui ont de
„ averfion pour ces deux parfum* , & plairoit i
„ finirne nt a ceux , qui les recherchent Le s Indù
3, des p/trtie* meridionale* du Canada preferent V
^fufion de ceite piante à celle du meilleur thè ;
43 la boivent pour le plaifir , & pour la finte:
9> le réjouìt , difent il* , le c&:tr , rétablit , & J
3, ìifte V eftomac , degagé le cerv*«u , & porte
^baume dans le fang . Pernetty Voy. tour x.p
58.
(t) „ Il vino , che fi fa colle bacche dell9 Ugni
„ migliore di quello di palma , del fi irò , della b
3,7"^, e di tutti i vini medicinali . Ouefio vim
9, chiare >, fiottile , aggradevole al guflo , profitta
5> /e #//o jh-maco * provoca V appetito , e »o» /a
jh» »<//, ^y/? aggrava la teda- , /;? /o tfo;»*
A«~*
LIBRO 111. 165
urtano bacche commeftibili , dalle quali gì' In-
ani tiravano un fugo vinofo , prima che avef-
ro le viti , fono molti in codeflo Paefe . Vi fi
ovano anche due o tre (pzcÌQ di Fune , o fieno
Cinzie , le quali producono i loro frutti groffl
me i maggiori fichi .
I Medici impiegano con buona riufcita varj
quefti arbofcelli nelle loro cure. Le foglie^
:1 Culèn, Pforalea glandulofa (*; , già bafrante-
ente conofciuto in Europa , prefe in bevanda
iforme fono fpecifiche contro le indigeftioni y e
ntro i vermi , come lo hanno fperimentato va-
*perfene in Bologna , in Imola , e in altre Cit-
. Alcuni ancora le fotìituifcono volentieri il*
elle del Thè pel loro odore aromatico , ed io
no perfuafo, che efTendo preparate colla dili-
nza, che fi prepara il Thè nella China, riu-
rebbero grate ad ogni genere di perfone . Il
ìlèn è originario del Chili 3 ove nafce fponta-
amente , e crefce talvolta all' altezza di un*
bero mediocre. Se ne trova un' altra fpecic»
tta Culen giallo (i*) dal colore delle fue fo-
ie , le quali fono ternate come quelle dell' al-
L 2 tro,
t'offre altrettanto dy acqua , che il vino d* uva •
E' di color d* oro , chiaro , e foave , quanto il
vino di Ciudad - Real . Herrera . Dee 9* i* 9. fior.
11' Indie.
(*> ,, Pforalea fol. omnibus ternatis , foliol. ova-
•ianceolatis, fpic. peduncubms . Lin.
„ Barba Jovìs trìpbjrlla-, fiore ex albo , & cseru-
3 vario , vulgo Cu lem . Feuìl.
(1*) Pforalea {Lutea) fol. ternatis fafciculatis ;
■ol» ovatj.s rugofis, fpic pedimculatis » '
:
r
,
tH LIBRO III.
tro , ma talmente tenere, crefpe , e conglobate
che raggruppando/i tutte ìnfieme nella cima fc
mano una forta di globo pefante, che fa rìcu
vare i ramu i fuoi fiori fono parimente leg
minofi, e I femi folitarj . Le foglie d* entrai
bi quefti arbofcelli fono balfamiche , vulnerarie,
ialdano bene le ferite applicandovele un pò
peftate d) .
Ma per quefto effetto quegli abitanti ufa
con più fiducia la radice di un piccolo arbu
chiamato Guaicuru , PJegorhiza Guaìcuru gen.m
(*) che nafee nelle Provincie Boreali del Regn
Que-
(i) „ V Albaquìlla en Indìen Culen, efl un <
99 brìffeau^ dont la feuille a un peu de V odeur du i
nJìltc ; elle contieni un baume d' un grand ufc
9i pour les playes , dont nous avons vu un ejfet fi
^prenant à V Yrequin Jur un Indìen , qui av
,, le col entamé bien avant , je V ai aujjì expt
99 mente far moi mème : fa fleur efi longue , dìj
99 sée en épic 9 de couleur bianche tìrant far le z
99 let , (è* de cette e/pece , qu on met au nomb
9Jdes legumineufes . . . . Un autre arbrìfleau appi
99 H ari Ilo different de la Harilla du Tucuman , J
„ aujji^ pour le mème effet ; il a la fleur , comme
99genet, <& la feuille tre s - petite 2' une odeur j
99 te , qui tìent un peu de celle du mìei ; elle m
99 pleine de baume , qu elle en efi toute gluan
Fremer t. i. pag. 105.
(*) Enneandria - Monogenìa .
^ Plegorhiza cai. o. cor. 1 - petaìa . Capf. i-Iocu
ris , 1 - fperma .
Cauli s lìgnofus , Foli a radi e alia in c&fpìtem e
geflay petiolata , ovatta , fimplicìa% integra . i
mea fejjìlia , ovata . Flores terminales ? pedun
lati , plurimi . Corolla monopetala integra . &
mina <,* brevijfima . Amberà oblong& . Germ
.mtm
LIBRO ìli. t6$ ,
iiefta radice, che è ftorta , e di un color rof-
bruno, caccia fuori molte foglie dì un bel
:rde,e fimili a quelle del mirto , in mezzo ai-
quali fi leva un fufto fernipedale , che fi divi -
j verfo la cima in un gran numero di ramu-
elli riveftiti di foglie più piccole delle radica-
, e di fiorellini campaniformi dì colore erba-
o, difpofti come in ombrella. Il Pernetty nel
0 Viaggio dice, che quefla pianta, foprattut-
> la fua radice, è uno dti più valorofi aftrin-
mti della Botanica, eflendo di più eccellente
1 difeccare , e guarire prontamente le ulcere ,
fcrofole , e per fermare la difenterìa, il che
accorda perfettamente con la giornaliera efpe-
enza, che ne fanno i Chilefi (i).
Nella Provincia di Quillota crefce ancora-*
ìa fpecie di Acacia , o Mimofa , detta Jarilla (*) ,
illa quale fi cava un balfamo di gratiflimo o-
>re , ed efficace per curare le ferite . Le fuc#
Line, e fpecialmente le foglie, fono affai vif-
L 3 cofe
orbìculatum . Stylus cylindricus hngìtud. Jìami ~
num . fiìgma flmplex . Capf. oblonga comprejfiuf-
tuia, femen unicum oblongum fub compre ffum •
fi) „ Cette piante , fa varine fur tout , efl un iet
plus puijfants aftringens de la Rotanique j & l*
experìence a prouvé , qu elle efl parfaìte pour def-
sécher , & gucrir promptement les ulceres , les é+
crouelles , & pour arreter la difenterie • Voy. torn»
. pag. 518.
(*) Mimofa ( Ealfamica) inermiSjfol. blpinnatis j
artialibus &jugis fubdenticulatis , floribus odaa-
ris .
Arbufcula ramìs patenùbus \flores pedunculatì ,/$*
ci cu lati , j f par fi , lutei •
r
*66 L I B R O I I I.
cofe a cagione dell' olio balfamico., che cont
nuamente ne rifuda, la cui fragranza fi fa fei
tire d' affai lontano. Quello arbofcello è ali
cinque piedi incirca , e fa le foglie alate e trii
ciate, e i fiori gialli divifi in cinque parti,
quali fuccede un baccello piccolo con due,o ti
femi reniformi .
Il Palqui , Ceibrum notturnum (*) , è il ni
glior fpecifico , che vi fi conofca contro le fel
bri ardenti . Dalli a bere agli ammalati il iiig
fpremuto dalle foglie, e dalle fcorze, il qua!
tuttoché amaro , e di grave odore, è rinfrefcai
te in fommo grado. I contadini dicono^che qu<
ile foglie fono velenofe pel beffiamo a corno
ma le fperienze fatte circa un' oggetto sì in
portante non fono fiate decifiye. Queft' arbolce
lo fomiglia pel gufio , e per P odore al fambi
co , ed anche da lontano per la figura; ma 1
fue foglie fono femplici, alterne, e bislunghe
i fiori corimbofi, gialli , e fimili a quelli del ge^
forgino , e le bacche ovali dì color violetto . Ber
che il fuo fuilo fia affai fragile , tuttavia gì* In
diani lo antepongono a tutti gli altri legni pè
cavarne il fuoco fecondo il loro coflume . Quan
do
(*) „ Ceftrum iloribus pedunculatis . Lìn.
Arbufcula S-pedalis . C 'a uh s plurimi , fifiulqft , e«
reóli , teretes , aculeati , fupernè dìchotomi , Folli
alterna , petiolata , oblonga , ìntegra , venofa ,
carnofa , 4- pollìcarìa . Flores corymbojì peduncu-
lati . Calyx 5 -fidar corolla brevi or • Corolla me-
nop. infundìbuL , limbo plano % * partito , fiavt*
fcenf. Bacca- tvalis violacea »
*^
WBJ
LIBRO-III. 167
0 vogliono ciò fare, appoggiano una bacchetta
cca appuntata fopra un' altra bucata nel mez-
3 , e la fanno tornare fra le due mani , come
dì frulliamo la cioccolata.* fra pochi momenti
legno di lotto principia a fumare, e in breve
fuoco vi fi manlfefla .
Si debbono contare anche tra gì? arbofcellì
edicinali del paefe la Capa fena , non differen-
: da quella dì levante , che nafee in abbondan-
1 intorno alle Porgenti del fiume Maypo , e la
ilvìa, che trovafi in varie partile fpecialmen-
nelle maremme .
Le felve del Chili prefentano una sran va- .„ .
mài alberi nativi, o indigeni , di cui la mag-'Chii. Àie*
or parte, come abbiamo accennato di fopra, kuen *
>n fi fpoglia giammai della propria verdura,
Imente che di 97. fpecie , che vi fi conofeono
lora, tredici folamenfe perdono le foglie nel
rno . Tra i primi ve ne; fono molti , che fi ren-
no notabili per la foavìffima fragranza, che.»
tmandano dalle loro feorze , e dalle loro fo-
ie (1). Siccome nel predetto numero fi trova-
la 4 no
(1) „ Les forets font pleines d9 arbres aromati-
que s -, comme de differente! efpeces de myrtke , d9
une forte de laurier , dont V Scorce a V odeur du
Safafras , & enccre plus fuave j du Boldu , dont
la feuìlle a V odeur de V encens , & V écorce un
gotìt pìquant tenant un peu de la Canelle : mah
il fé trouve un autre arbre , qui porte effettive»
mera ce nom , quoique dìfférent de la Canelle de±
Indes Orientale* , & qui en a la meme qualité 1
ti a la feuìlle , comme le grand laurier feulement
un peu plus grande s il y crott encore un arhrt*
r
Hi
K
168 LIBRO Ili.
«o alcuni, che o differifcono poco dagli albe
Europei, o fi coltivano di già in quefti Orti B<
tanici , così noi gì' indicheremo quivi brevemei
te, prima di paffare a defcriverne alcuni altri di
più Angolari , poiché non è potàbile fare mei
fcione di tutti .
Nelle Valli Andine nafcono fpontaneamen
i Ciprefli , i Cedri bianchi odorofi , i Cedri re
fi detti Alerze (*) , i Pini , i Pellini fpecie di r
vere , gl'i Allori , i quali tutti vi crefeono Imif
ratamente, ma fopra tutti gli altri i Cedri re
s* innalzano, e s' ingroiTano di maniera, che \
Ifolani di Chiloe fogliono cavare da uno folo
efl? fettecentoin ottocento alfi lunghe venti pi
di (i) .
Nel
*> appellé Peumo , dont V é coree en decoólion foul
^ge beaucoup V hydropifie ; il porte un fruit de co
,, leur rouge , & femblable à une olive ; fon b
„peut ciuffi fervir à la conflrufiion des vaiffeau:
„mais le meilleur pour ctt effet efl le Roble , ef[
3, ce de Chène , dont l' écorce , comme celle de
„Hieufe efl un Uege , il efl dur , & de durée da
3, l9 eau . Le long de la riviere de Biobio il y
„ quanthé de cedres propres non feulement à la co
^flruttìon , mais encore a faire de tris bons mat
„ Les cannes de Bambouc font fort communes {
„ tout. Frezier. voy. tom. i. pag. 137. 139.
(*) Pinus (Cupreffoides) fol. imbricatis ac^tis.
(1) Quando mi partii dal Chili , ofiervaì dopo
primo mefe di navigazione , che V acqua , che
portava in alcuni barili fatti del legno di que,
cedro roffo , benché fefie divenuta del color medejit
del legno , non fi era guaftata , mentre che quei
degli altri barili , che trovavanfi nello flejfo fito ,
ertf corretta per ben tr? v$lte . Le parti ejlrattiv
LIBRO III. 169
Nel rimanente poi del Regno fi trovano ì
Jci , il Molle , il Cereo Peruviano , il Florip$n»
o,il Melarancio ialvatico , la Cannella, il Ca-
bio , il Maqui ipecie di Sanguinella , la Lum*
ecie di Mirto, il Gelio , la Cirimota , il Tanna-
ndo, e nelle Iiole di Gio; Fernandes il Sanda-
bianco , rolTo , e citrino , il legno giallo , o
\ Fagus lutea , e un albero , che produce del
;pe inferiore a quello d* Oriente, il cui gene-
non mi è noto .
Il Salce, Salix Chilenfu (*) , che gì? Indla-
chiamano Theige, non differifee dall'Europeo,
ìe nelle foglie , le quali fono intiere , fottili ,
di un verde gialligno : quefto albero produce
lagran quantità di manna tutti gli anni . I con-
cini bevono con buon luccerTo 1" infufione del-
iba feorza nelle febbri ardenti . Il Molle è di
ie fpecie , cioè il comune Schìnus Molle , che_#
•elee nelle maremme , e un* altro con le foglio-
ne picciuolate chiamato Huigan, Schìnus Huì-
m (i*) , che nafee indiiferentemente in tutto il
Pae-
?/ legno non aveano comunicato a quefi1 acqutL*
Uro , che ti colore: il fuo gufio era eccellente , e
%reva attinta recentemente dalla fontana. Ejfenda
ì vicinanza del Tropico io pregai il Capitano del-
1 nave a voler lafciare V ultimo barile , che refta*
a , pel pafi 'aggio della Zona Torrida , affine di pro-
are , fé la fuddetta acqua reggeva fenza corrom-
trfi ali* ecceffivo calore , che vi fi fuol patire ; ma
t mia fup plica non fu ej a udita .
(*) Salix fol. integerrimis glabris lanceolatis a-»
uminatis •
(z*) Schinus fol. pinnatis; foliolis ferratis pedo-
uis , impari breviffimo »
m
m
w
\1% LIBRO III.
Paefe. I Nazionali fanno colle bacche dell' un<
e dell' altro un vino rotto, piacevole , ma afl
calido (i) . Il Cereo Peruviano detto Qui f co nel
lingua del paefe fi divide ancora in due fpeci
che fono 1' ordinario , Cafius Peruvianus , e un*;
tro , che nafee nel Ccquimbo , Cattus Coquimb
nus (*) , e produce le fpine lunghe da otto pc
liei , delle quali fi fervono le donne in vece
ferri da calzette .
Il Floripondio , Datura Arborea (i*) , è un' ì
bero ftimabiie a cagione della bellezza, e fr
granza dei fuoi fiori , i quali fpirano un' odo
grato d' ambra-, che fi diffonde a una diftan
confiderabile (2) . Il fuo ftipite, che è groffo j
in
(1) „ Le s ìndiens e n font ( du Molle) une d
„ cha auffi honne , & auffi forte , que du uìn , 1
9,meme plus . La gomme de V arbre étant dìftou
9,fert à purger* Òn tire de e et arbre du miei , 1
„ V on en fxit aujjt du vinaìgre ; en ouvrant 1
9ipeu fon écorcaìl en difiille un lait , qui guérl
9f à ce qu on dit , de- la taye , qui vìent fur les y
9, ux : du edur de fes rejettons on en fait une ean
9) qui éclaircitf & fortifie la vue ; enfin la dee
05 clion de fon écorce fait une teìnture caffè tirai
e, fur le rouge , dont les pècheurs de Palpar tifo , (
9,d? Concon teignent leurs filets afin que le po{
otfon s' en appercoive moins . Frezier. t. 1. al
309.
(*) Cacluserecìus, longus, to- an^ularis : angi
hs chtufìs . {pitìis I0ngii5mis reclis .
b (1*) ,, Datura p-ericarp glabris inermibus nutar
tibi's , caule arboreo - Lin.
(i) ,, Nous n avons en Europe aucun arbre égt
9ìen beante au Florìpondio\ Lorfque fes fleurs fot
S3 *p*nwhs , leur odeur fur p affé toutes celles de m
LIBR0I1L ijt
(ette pollici e interiormente midollofo , s' in-
Iza da dodici piedi ; i fuoi rami formano tut-
infieme una bella tefta sferica, e vanno rive-
ti di foglie lanuginofe , lunghe otto o dieci
Ilici, larghe tre, e fatte in forma di cuore,
quali fpuntano a mazzetti , o parecchie infìe-
?. I fiori fono infundibuliformi col lembo di*
*o in cinque lobi appuntati, di color bianco,
hanno otto, o nove pollici di lunghezza, e
attro di apertura . Il frutto , che fuccede a_
ifti fiori, è quafi rotondo, groffo come una
larancia , coperto di una buccia verde palli-
, e contiene varie femenze ovali, ma non è
nmeftibile .
Il Melarancio falvatico , Citrus Chìlenfis (*)
lifferenzia dal coltivato nelle foglie, che io-
ienali, o fensa picciuolo, e nei frutti, che
1 forpaffano in volume le noccluole , e fono
ili : il lor guflo è a un di preifo come quel-
delie melarancie comuni .• il legno dì queft*
ero , che è ben alto , vien ricercato dai tor-
)ri pel fuo hd color gialro .
La Cannella, che crefce in tutti i bofchi del
ili, è quella che nello eretto Magellanico ha
lo il nome di Cannella di Wìnter . I Chileiì
hiamano Botghe , e gli Spagnuoli Cannello (%*) .
Fro*
eurs , ó" un de ces arbres fufjit dans un Jardìn
ìur r embaumer enùérement . Jy al vfi plufieurs
? ces arbres d&ns le Royaume du Chili . fenili*
»• 2. pag. 76%*
f) Citrus fol. felfilibus acuminatis .
m „ Eoigne Cinnataomifera oliv* frudu. FeuìL
m
r
17* L 1 B R O 1 l j.
Produce il fuftjo-atto da cinquanta piedi coi
aii oppofti quattro a quattro in croce, e le
glie grandi, alterne, e fimili a quelle del L
ro regio : i fiori fono bianchi , quadripeta>i ,
dorofi, è le bacche ovali di color, che nel n
azzurreggia; ha due feorze , come la Carni*
di Celiano , 1* efterna di un verde bruno, (
interna di un bianco fporco , che col feccarf
cangia in color di cannella . Il Boighe ha il
ro gufto della cannella, dice il P. Teuillée
potrebbe impiegar/! negli fteffì ufi , in cui noi
ferviamo di quella d' Oriente (1) . Ma i pael
non fé ne curano, e foltanto adoprano il fuo
gno nella coftruzione delle loro cafe . Se q
&o preziofo albero foffe coltivato, il gufto <
la fua feorza farebbe più grato, e fi fpogliei
be di un poco di fortezza, che deriva dal
fetto di coltura . Ciò non oftante gì' Inglefi i
no al prefente un grand' ufo di quefta cortect
Gli Araucani tengono il Boighe per un* alb
facro; quindi è che ne portano fempre un ra
in mano in tutte le loro cerimonie reJigioft
così pure quando fanno la pace lo prefentano
fegno di amicizia , come nel vecchio Contine
fi praticava coli' olivo .
Il Carrubbio , Ceratoma Chìlenfis [*] fi difl
gue principalmente dalla Siliqua Europea pei
grofl
(1) „Gn pourroit fé fervir de V écorce du B$t
a, dans les mèmes ufages , que nous nom fervono
5, la canelle: fon gout n' eri differe par, comme j
sydejà^dit, & elle a prefqué la mème coulei
„ lorfq elle efl séche . Feuil. tom* 3. pag. ir.
<*> Ceratonia foliol. carinatis 9 ramis fpinofis
l
LIBRO III. 175
ifle fpine, che producono i fuoi rami, le qua-
bno lunghe da quattro pollici , e talmente du-
, che dai contadini vengono adoperate in ve-
di chiodi . Le fue filique non fono differenti
le carobole. Il Maqui , C@rnus Chlknfis (*) ,
dieci, o dodici piedi di altezza , ma il fuo le-
d è affai fragile , e inutile.* le fue foglie fono
>ofte , cordiformi , dentate , tenere , fugofe , e
ghe tre pollici : fa i fiori bianchi a quattro
:ali , e le coccole come quelle della Sangui-
lla di color violetto , e di una gran dolcezza .*
?gli abitanti mangiano quefte coccole , e ne^
no anche una bevanda , che chiamano thecu .
fugo delle foglie è valorofo contro il mal di
la f come io fteffo ebbi la fortuna di fperimen-
!o . Ve n* è una varietà , che produce le bae-
e bianche.
La Luma, Myrtus turno- (2*), differifee dal
rto ordinario per le fue foglie quali rotonde ,
aer la fua elevazione, che è di più di quaran-
piedi . Il fuo legno è il più adattato , che fi
tiofea per la manifattura delle carrozze , e per
) fé ne imbarca tutti gli anni una gran quan-
à pel Perù. Gì' Indiani fanno colle fue bac*
e un vino guftofo , e flomacale . Oltre alla Lu-
1 vi fi trova un' altra fpecie di mirto altiffi-
t9 -Myrtus maxima (3*), che s' innalza più di
fettan-
■
W) Gornus arborea , cymis nudig , fol. cordatig ,
ntatis .
(1*) Myrtus fior, folitariis, fol. fuborbiculatig ".
<3*J Myrtus pedane. muitiHor. ^ fai. alternis fa-
imlibuSi
-
■r
I
174 LIBRO 111.
fettanta piedi , il cui legno è ancora molto 1
malo .
Ma gli alberi > che producono il più bel \
gname nel Chili , oltre alle fpecie di cedro ;
vramentovate , fono il Cavea, il Qui Hai , il J
thi , il Mayten , e il Temu . Il Caven , Mimcj
Caven (*) , che gli Spagnuoìi nominano Spino ^
molto limile all' Acacia folio fcorpioidis legumi»
dell' Egitto pel fuo tronco tortuoso , e lodo , |
la fua fcorza nera fcrepolata , per i fuoi ra
fparfi , e armati di fpine, e per le fue fogli
minute, congiugate, e difpofte per paja fopra
picciuolo comune lungo due pollici; ma i fi
fiori, benché fìofculofi , gialli , e raccolti in
bottone sferico, come quelli dell' Acacia Uìh
ca , o Egiziana, vanno attaccati fenza pedice
ai ramufcelli in tanto numero, che li cuopro
intieramente: quelli fiori fpirano un' odor g
tiffimo, onde vengono chiamati. Aromati . Le J
filique lunghe tre o quattro pollici fono quali
lindriche di color bruno carico, quando lì ma
rano , e contengono varie fementi ovali cinte
una linea gialligna , e avvolte m una mucilag
ne aftringente , che ferve a fare inchioftro d
■feri vere» Quell5 albero crefee fpontaneamente
tutte le campagne mediterranee del Chili, e i\
«cialmenre tra i gr. 2.4, e 37. ove li brucia coi
legna da fuoco : ama i terreni gralìì., nei qu
s* innalza al pari delle più robiffte quercie 1
fuo
(*) Mimofa fplnis ftìpularibus parentibus, fol» 1
pnjnatis,fpicis globofis verticillatis fegilibwst
I
. ^
LIBRO III. 17?
» legno è compatti tf? no, duriamo , dì un rof-
bruno venato di nero, e di giallo, e fufcet-
ile dì un bel polimento . Gli artigiani fé ne
vono per fare i manichi ai loro fi rum euri .
Il Quiillai, Quillaia [aponarìa gtn. nov. (*) ,
un fufto aifai alto, e diritto riverito di una
rza groifa cenerina, il quale verfo-la fom mi-
fi divide in due, o tre rami; le fue foglie.»
tem brano molto a quelle della quercia verde,
noi fiori fono parimente ftamignoù* , ma le fu©
senze fono rinchiufe' in una capfula quadrilo-
are . Il legno del Quillai è duro , rofHgno,
ìon fi fpacca giammai; perciò i contadini ne
no le ftaffe per cavalcare : ma quello , che
ide quefto albero preziofo ai Chilefi, è la fua
•feccia , la quale ammaccata, e fiemprata in ac-
i fa , come il più perfetto fapone , una gran-
fchiuma , leva bene le macchie , digraiTa le
e, e pulifee ottimamente ogni forta di panni,
li tele. I Peruviani per quello motivo porta-
via annualmente una gran quantità di quefta
cortec-
■
(*) Monozcia - Polyattdria .
Quillaia : Mafc. caL 4 - £hyl ius . Cor. o. ftamin.
Fsem. cai. 4- phyllus:cor. o. fiyli 4. Capf. 4-I0-
[aris : fem. foiitaria .
Folta alterna , ovato oblonga, indivifa , àentìcu-
lata . , fempervirentra , petr'olata . Pedunculi axìU
lares . Flores mafculi , & femineì in eodem ra*
mo . -Calyc f olici, oblongi» perjtflenttbus . Stam»
capillaria long calycìs . Anthera. fubrotund& »
Germ. fubrotundum . Stylì fubulati. Gapf.f uh qua-
drata %
f
zjt LIBRO Iti.
corteccia . Il fuo nome viene dal verbo quìllcai
che fignifica lavare (i) .
Il Lithi , Laurus Cauflica (*) , che fi trova da
pertatto nel Chili , è una fpecie di alloro di ir
diocre altezza colle foglie alterne , ovali , rug
fé, lunghe più di un pollice, e di un verde pii
tetto ofcuro . I fuoi fiori , benché affai picco!
e i fuoi frutti fono in tutto limili a quelli <
lauro comune. Gli effluvj,che efalano da qu(
albero maffime^i fiate , cagionano delle gonfi(
$e e delle puftule acri nelle parti fcoperte <
corpo di coloro , che fi fermano fotto la fua oi
bra . Quefto effetto , che in se non è mortifet
fi rende molto variabile fecondo le diverfe co
pleffioni, giacché alcuni ne rifentono poco di
no, altri nulla, ed altri vi fono cosi difpof
che col folo paffarvi fotto , ne rimangono e
piti. Benché il fuo legno fia pregno di un fu
verdognolo vifeido egualmente cauftico,ciò t\
ottante gli abitanti, ufando certe precauzioi
lo tagliano per fervirfene nella coftruzione de
edifizj , perchè feccato che fia depone il mah
ce
[i] ,, Le Quillat ejl un arbre , doni la fittili
9, quelque rapport à celle du Che ne verd : fon et
,, ce fermente dans V eau , comme le favon , &
M rena meìlleure pour laver les laìnages , mais it
?> P*s pour le Unge, qu elle jaunit • Tous les
3, dìens s' en fervent pour fé laver les ebeveux ,
j}/e nettoyer la tète , au lìeu de peìgne ; on ero
„ que e' efl ce qui les leur rend noìrs . Frezier t(
;, pag. %o6.
(%) Laurus fol. ovalibus rugofis perennanti^!
flpr.quadrifidis .
K,
LIBRO 111. t7f
fugo, e acquifta un bel color roflb venato di
icchie gialle e brune . Sott* acqua diventa in-
rruttibile , e duro quafi al pari del ferro, ef~
ido perciò utiiiffimo per la fabbrica dei va*
111 • (i) /
Nel littorale del paefe crefee ancora un' aL
> albero grande di beliiffimo afpetto nomina*
Bolle n , il quale per quanto mi pare è un ve-
veleno . I Medici tuttavia in certe circoftan»
critiche adoperano ì fuoi rampolli ridotti in
Ivere , e difciolti in acqua come vomitatone 9
purgante f riftrinjgendone la dofe a un mezzo
rupolo al più , per effere quefto uno dei più
■ribill emetici, che pollati darli nel Regno ve-
tabile ; il fuo fugo non è lafilcinofo f ma ha^
color gialligno , che trae ai verde . lo vidi
sft* albero in un tempo poco propizio per ca-
varne la fruttificazione.
Il Maytèn , May t emù Boaria gen» nov* (*) 9
M è un
[i) „ Le Lithi e fi un arbre tììs-propre pour eon*
bruire des navires : on le coupé avec beaucoup d§
facilité lorfq il efl zterd , & il devient à rnefu*
'e y qu il fé che d* une dureté , qui le rend fem»
hlabìe à de V acier , on le détrempe alors dans
'eau , & il en deyipnt ancore plus dur • Les na«»
vires y qui en feroient conflrmts , feroient incera
'Uptibles . Les naturels du pays fé fervent de fom
boi? pour meubler Uurs mmjons : il efl blanc 9
wmme on V a déjà fah remarquer 9 lorfqu* on le
?§upe ; mais il devient d' un beau rouge en fém
chant . Feuillée Journ. pag. 33.
(*) Diandri a- Monogynia #
Maytenus. Cor. i-petala, campanulata» CaL
- phyllus . Capf. 1 - fperma •
Arbor femper virens . Fili a fubpet folata lameol^
i Hr!
.
*7* L1XRQI1I.
è un belliiBmo albero , fempre verde , che cr
fce per ogni dove, come il Lìtbi, contro il v
leno del quale è un' efficace antidoto. Il fi
tronco non s* innalza più di trenta piedi , ma
Humerofi rami, che vi nafcono a otto, o die
piedi di altezza, formano una bella tefla : l
fue foglie ora oppofte , ora alterne fono dentic
late, appuntate alle due eitremità , lunghe cir
due pollici, foltiflime, e di un verde alleg
brillante : produce i fiori monopetali , campai
formi di color porporino , ma sì pìccoli, che n
iì diftinguono fé non dappreffo : quefli fiori ci
prono tutti i rami novelli , e la (ciano dopo le
una piccola capfula rotonda con entro un fei
nero . Il legno del Maytìn è duro di colore
lanciato brinato di -rollo, e di verde. Gli a
mali bovini fono così avidi óqìÌq fue foglie, (
abbandonano qualunque altro pafcolo , allorc
loro fi pre&ntano , e ne avrebbero già diftru
affatto ìa fpecie , fé le fiepi, o i dirupi non m
teffero in ficuro i piccoli alberelli dalla loro i
■ ira cita .
II Temo , Temuf mofeata gen. nov* (*) è ;
cora
to - oblunga , denticolata . f >ores fparji fcjfik
Cai hemìfph&rìcus perjiflens . Cor oli* integra, t
lycis magnitudine . Stam. z conica corolla M
longiora . Antherst oblongs. lutea. . Germen obli
gum. StyL cylindricus . Stigma obtufum . Ca
rotundx .
L*J Vcìyandrhi * Digyma .
Tennis cai. 3 fidus . cor. 1* - petala . Bacca
$occa.
Arb§r fempervhens . Eoli* ahernfi s pettolat
L 1 B K O 1 I I. tf9
ora un albero aifai frondofo colle foglie arter-
ie, ovali, lifcie, di un verde rilucente, e di
n gufto fimile a quello della noce m oleata . £
noi fiori , che fono di gratiffimo odore , e ora
ianchi, ora gialli , perchè fé ne trovano dna
arietà, fi dividono In diciotto petali itretti , e
jnghi due s o tre pollici. I femi di queir albe-
0 fono fimili a quelli del Caffè, e fé non fof-
:ro così amari , fi potrebbero adoperare in vece
i quelli. La feorza del fuo tronco è gialla , e
L legno di color grigio , ma di una gran durez-
wL e perciò adattato a qualunque forta di lavoro.
La Patagua , Crìnodendron Patagua gen. nov*
*) non è tanto fìimabile pel fuo legname, che
bianco, e facile da lavorare , quanto per la
ikxza de* fuoi fiorii i quali nella forma, nel
olore , e qualche poco nel!', odore tanagliano a
ueli del giglio , benché affai più piccoli . Le.»
je foglie fono oppofte due a due, lanceolate,
intagliate in modo di fega , e di un verde chiaro .
M % li
ovatta , nitida , bipoWcaria . Flores ptdunculati
tèrmìnales . CaL laciniis obtujìs . Retata lineari®
iongtjfima . Stam. 26. fetacea corolla duplo bre-
vìora, Amberà, fubglobofd . Germ. duo ovata.
Stylì Jimplices ..Strgm* fìmplicia . Semina ariU
lata .
(*; Monadelphìa • Decandrìa .
.Crìnodendron : mcnogynia . Capfula 3 - gona~ ,
-.fperma.
Avbgr fempervirens • lotta oppofita , peùclata 9
lanceolata^ ferrata . Fior, pedunculatt fparji . CaL
0. Cor. campanulata , Petala 6 eretta pattntia .
Jilamenta io. connetta in .cylindrum • Germeme*
%wtum » Stylus fubulaius .
« IH
%U L1BR0111.
Il fufto di quehV albero diventa talvolta cos
groflb, che quattro uomini appena potrebberi
abbracciarlo .
Il Chili , fé fi paragona colle Provincie Am<
fkane fituate fra i Tropici , ha pochi alberi na
tivi , che producano frutti commeftibili . I prin
cipali oltre ai foprammentovati fono la Palma
Cocco, il Pehuen, il Gcvuin , il Peumo ,e la Li
emna »
La Palma a cocco , Palma ChUenJls (*) , de
la quale trovanfi bofchi immenfi nelle Provine
di Quiilota , Colchagua , e Maule , differifee da
le altre fpecie congeneri nella rifpettiva picc
lezza de' fuoi cocchi , o frutti , che non for
più grandi di una noce comunale . Il fuo fufte
che ingroffa e crefee , come quello delle grai
Palme dattilifere, è diritto , cilindrico, e fen
arami; ma nei primi anni del fuo crefeere va i
^cftito delle code delle frondi , che cafeano
mifura, che 1* albero s' innalza, lo che fa c<
gran lentezza. Le frondi fono fimili a quelli
delle palme ordinarie, cesi ancora i fiori , i qu
li fono monoici come nelle altre Palme coccif
re, cioè mafehi, e femmine nello fteiTb piede
Quefti fiori vanno attaccati a quattro grappe
detti fpazzole pendenti dai quattro lati della Pa
ma, i quali dal loro primo nafeere fono ferra
dentro ad una fpata,o fia inviluppo legnofo co
cavo
(*) Cocos inermis , frond. pinnatis , folioL cor
plicatis enhformibus , fpadicibus quaterna .
CW/.GlilIa.
h
L'I B ìt 0 2 l J. xtt
o - conveffo . Quando i fiori principiano au
cciare , la fpata fi fende nella parte inferiore p
|uando i frutti ingroffano li fpacca interamen-
in due emlsferoidi di tre piedi di lunghezza,
ino di larghezza . Ogni grappolo porta più di
le cocchi: è veramente degna di vederfi una
ma carica in tal guifa de' fuoi frutti, ai qua-
"ann* ombra le fovraftanti frondi ricurvate in
o verfo T orizzonte.
I cocchi fono ricoperti di doppia fcorza , co-
i gran cocchi dei Tropici , o le noci Euro*
;; l'inviluppo eflerno è di fuori callofo prima
de , poi giallo , ma di dentro è guernito dì
•ra filamentofa : il gufcio interno è legnofo +
ondo, llfcio , e duro affai di modo, che il
•me difficilmente potrebbe sbucarne , fé la na-
a non vi aveffe preparato due piccoli buchi
ufi da una fragile membrana . Eritro vi è una
ndorla sferica , concava nel centro , bianca ,
•orita , e ripiena, quando è frefca, di un* ac-
a latticinofa rinfrescante , e piacevole. Tutti
anni fi trafporta al Verù un gran numero di
ca di quelli cocchi , dove fono molto ftimatì
confettura. Se n* eftrae anche un' olio buono
mangiare; i contadini fi fervono delle fpatc
r riporvi la loro roba, e colle frondi fanno
niere , e fcope , e cuoprono le loro capanne *
tronco , tagliato che fia P encefalo , o il ger-
Dglio , il quale è affai faporofo , rende una^#
an copia di liquore , che fi converte poi rog-
ante la decozione in un mele pia grato di quel«
delle canne di zucchero , ma V albero fi per-
e allora del tutto * ft£t
:-^:"T
à
M u
nw
t$% 1 1 b n O I I L
Nel Copiapò fi trova ancora la Palma dai
iilKera , ma non so fé fia nativa di quella Prc
vincia , o introdottavi di fuori. Le tìbie di Gic
Fernandes producono una fpecie di Palmiro dei
to Chonta , il cui tronco interiormente concav
come quello degli altri Palmiiti, è nero e pi
duro di quello dell' Ebano . Nelle maremme d<
Maule crefce un' albero, che da lontano è firn
le alla Palma : le Aie foglie , che fpuntàno cii
colarmente dalla cima, fono lunghe , larghe ,
verdi al pari di quelle delia Mufa : dai quattr
lati dello rlipite pendono ancora quattro grappi
li, che fomiglìano per modo a quelli della vii
nella forma degli acini, che fono neri, e n<
femi , che facilmente fi potrebbe reflarne ingar
nato; ma il loro guRo è afpro, ed aflringente
Io lo denominai Jmpelomuft , ma non vidi i fuc
fiori .
Il Pehuen, Tìmts Afaucana{*) , che gli Spi
gnuoli chiamano Pino terriere, è più fimigliar
te al Pezzo , o all' Abete , che al Pino, bencfa
in certo modo fia ben differente da tutti e tre
Queflo albero il più bello di quanti crefcano ne
Chili, nafce fpontaneamente preiTo gli - Arauca
ni, e fi coltiva nelle altre parti del Regno . ]
fuo fuflo, che ha otto piedi incirca di circonfe
renza, e fettanta od ottanta di altezza, è d
dentro giallo bruno , e di fuori verdigno , refi
cefo, e lifeio , perchè a mifura che crefce, fi v,
fpo-
(*) Pinus fol. turbinatis .imbricatis y hinc «nicro
natis , ramis quaternis cruciati* .
L 1 B Jt O lì I. zf$
filando dei vecchj ramufcelll, e delle foglie,
cui, mentre è piccolo, va interamente rive-
:o . Giunto alla metà del fuo naturale accre-
mento getta i rami durevoli , l quali fono pa-
leli all' orizzonte, e fempre quattro in croce
medefimo piano , onde vengono a formarti
attro angoli retti . I quattro , che fuccedono
ì di fopra fulJe ftetfe. linee a quattro , o cin-
e piedi di dirbnza, fono più corti, e così gra-
mamente fino alla cima, che termina in pun-
. Le eftremità di tutti quefti rami fi piegano
su , ficchè viene a rifultarae una perfetta pi*
nide quadrangolare . Ogni ramo maeftro pre-
ce parimente di fpazio in ifpazio altri rami
pofti ad angoli retti, i quali elfendo più pic-
ii verfo TarTe comune, e più lunghi verfo la
xerficle , empiono e terminano i lati della pi-
inde . Tanto i rami primarj , quanto i fecon-
rj vanno rivediti tutto all' intorno di foglie
renni imbucate , o incaftrate le une nelle al-
;: quelle foglie fono lunghe tre .pollici , lar-
e almeno uno , cordiformi, converte di fopra ,
eie, lucenti, e talmente dure, che fembrana
legno .
I fiori fono amentacei , tafanili affatto a quel-
dcgli altri Pini. Le pine fono grandi come la
(la di un uomo , sferoidali , legnofe, lifeio ,
ndenti in giù da un corto pedicello.', e interior-
ente divife da fonili fcaglie in varie cellule,
re fono i pinocchj due a due : quefti pinocchi
no lunghi due pollici incirca , groffi come il
to mignolo, conici, di un bianco trafparente,
M 4 e ri-
,S4 LIBRO Iti.
e ricoperti di una pellicola fimile pel colore,
per la foftanza a quella della caftagna , alla qu;
le, benché fieno più fodi , raffembrano molto p
gufto , e fi mangiano della fteifa maniera . Laoi
de queft' albero partecipa del Pezzo , della Tk
ya o albero dì vita, e del caftagno . La refin;
che fcoladal fuo tronco, è giallognola, e di fo
viflimo odore*
Il Gevuin , Gevuina Avellana gen. nov. ■
nominato dagli Spagnuoli Avellano , o Nocchi
So a cagione de' fuoi frutti, crefce nelle marea
me, e nelle Àndi , dove arriva ad una fufficie
Ce altezza; le fue foglie fono alate, come que
le del iraiEno , e terminate da una impari ; n
le foglioline fono più tonde, più ferme, le:
gieramente dentate, e difpofte in numero di qua
tro, © cinque paja fopra un picciuolo comuni
Produce i fiori bianchi quadripetali , e attacca
a due a due in una fpiga,che fpunta dalla coi
cavità delle foglie . Il frutto è rotondo di no^
linee di diametro , coperto di un gufcio cori
ceo
(*) Didynamia - Angiofpermia .
Gevuina Cai o. Cor. 4-petala. Capf. i-Ioci
laris coriacea •
Arbor fempervirens 1 8 , feu io. pedum . Volta pin
nata cum ìmpari , foli olì s 8 , jtu io. petìolatìs
cvalibus , glabri f , fubdentatìs : nonnullìs aurica
ìatìs . Spìe a axillares ; Flores binati , quorum
plurimi fierìles . Cor. alba fubcrucìata : petala oh
gufa . Stamina duo brevijfima , duo petalìs pauì
breviora . Anthera. oblonga. mcumbentes . Germe
fub otundum . Styl filiformi! ftamìnìbm longior
Stigma traffiufculum %
LIBRO ìli. t8f
:o prima verde, poi giallo, e finalmente nero,
contiene una mandorla divifa in iue lobi, che
miglia pel gufto alla noccìuola Europea.
Il Peumo , Peumus gen* nov. (*) , comprende
lattro fpecie diftinte , le quali fi fuddividono in
olte varietà. Tutti quefti alberi fono affai al*
, frondofi, tempre verdi , aromatici ,e produco-
I ì frutti fimili a quelli dell' olivo, ma più
ccoli, con un nocciolo fragile, e duro fecoo-
le fpecie. I loro fiori fono bianchi , rofacei,
fei petali più corti dei calici . La prima fpe-
j , Peumus rubra (i*> , fa le foglie alterne ova-
, grandi quanto quelle del carpino , picciuola-
, intiere , e i frutti roffi • La feconda , Pe«-
4ì alba ($*) ha le foglie dentate , e i frutti
snehi . La terza , Peumus mammofa (4*) , pro-
ice le foglie fenza picciuolo , cordiformi , e le
itte terminate da una forta di mammella . La
arta , Peumus Eoldus (5*), crefee colle foglie
ovali ,
(*) Hexandria - Monogenìa .
Peumus cai. 6- fidus . Cor. 6 - petala • Drupa.,
fperma .
CaL 6 « fidus inferus , laciniis oblongis • 'Petalsu
fubrotunda fejfilia . Stamina 6. fubulata Ungila*
dine calycis. Anthers. fagittata lutea. % Germe n
fubrotundum . Stylus fenjim ìncrajfatus . Stigma
oblique deprefium .
(1*) Peumus fol. alternis, petiolatis , ovalibus»
tegérrimis .
[5*] Peumus fol. alternis , petiolatis , ovalibus,
ntatis .
(4*) Peumus fol. alternis, fefElibus, cordatis, in*
ferrini is .
(S*) Peumus fol. oppofitis , petiolatis, ovalibus ,
nm villofi* •
4ì
>-m
i
iU libro j i r.
ovali, lunghe tre in quattro pollici, afore, vel
lofe di fotto, di un verde carico, e oppofte dui
a due; h i frutti più piccoli di quelli degli al
tri Peumi , e quafi rotondi col nocciolo sì du
ro , che ferve a farne corone ; i paefani la chia
mano Boldo , e impiegano la fua fcorza per prc
fumare le betti prima di mettervi il vino . I fruì
ti delle altre fpec'e fi mangiano cotti in acqu
tiepida, perchè efpnfti ad un maggior grado (
calore fi brucerebbero prontamente , e diverrei
bero amari. La loro polpa è bianca , burrofa,
fmta al gufto : il nocciolo abbonda di olio, ci
forfè potrebbe eiTer utile e per la cucina, e p<
bruciare . Le feorze di quefti alberi fono ecce
lenti per la concia delle pelli, ed anche per
tintura c\ color tare.
La Lucuma, Lutuma gen. no*. (*) , contiei
cinque fpecie differenti con molte varietà , tut
le quali fono ancora alberi affai grandi colle f
glie f rrpre verdi e fimili a quelle del lauro,
coi fiori ftamìgnofi. Producono i frutti groffi e
me le perfiche con la buccia gialla , e con Ji
polpa hiancallra dolce, che cuopre uno, o di
noccioli di diverfe figure. Due di quefle fpec
fi col-
(*) Icofandria - Digynia.
Lucuma : cai 4 - fidus duplicatus . Cor. o. Druj
3 , feu 2» fperma .
Calyx dupltx hemtfph&rìcus , coriaccus , latin
fubretundis per/i/hntrbus . Stamina plurima fi
fnrmia taiyce longicra . Anthers. fubtcnìfovmt
Comen obovatut» . Styli duo fetacei Siam. lon±
tudìne , Strgm. oh tu fa »
LIBRO 1 Ih 1S7
roltivano, cioè la Lucuma bifem (*) , e la T*r-
at* fa*) ■• La -Infera fruttìfica due volte Y an-
, vale a dire, fui principio della State, e neli*
turino, ma i frutti autunnali partano foltanto
occioli, i quali fono due affai fimigllanti alle
fogne. Quefti frutti fono rotondi un poco fchi-
:iati differenti-, in ciò da quelli della feconda-»
eie, che li fa trochiformi ', o a guifa di pa-
. Benché eiii fi maturino- perfettamente full*
ero , e fi fpicchino da se fteili, tuttavia abbi-
nano di eifere Cagionati , o tenuti nella pa-
tyCom-e fi pratica riguardo alle forbe , accioc-
i depongano una certa afprezza loro naturale,
cquiftino il grato fapore , e la fragranza, che
effi- fi- trova dopo una tale precauzione.
Le Lucume falvatiche fono conofeiute dagli
tanti del paefe folto 1 nomi di Bellotx , Kew
e Qhagnar . La Bellota , Lmumct Valparadi-
(3*}, che trovafi in abbondanza nelle adja»
ze di Vàipararfo non fi diftirigué dalle altrej*
:ume, fé non che nelle foglie, le quali fono
sofie . I fuoi frutti fono ora tondi , ora bislun«>
, oppure ovali, ma per lo più affai amari 1 II
ule-^ ' Lucuma Kèuk (4*) , s* innalza da cento
di colle foglie ovali lunghe fei In kttQ polli-
ci
:
:
*} Lucuma fol.* . aìternis petiolatis ovato -ob-
gis . ■ ■ .
t*) Lucuma fol. alterici s petiolatis lanceolata .
3*) Lucutila foL oppofitis, petiolatis , ovato-ob-
gl'S . ; ;
4*) Lacuna a . folcitemi* , petiolatis, ovaiìbus,
ferratis.
; ;
:■
tts inno in.
«I di un verde brillante , e i frutti ritondi di u
bel giallo , i quali crefeendo in gran copia dai
jdo un gran rifalto alla deliziofa verdura dell' a
bero . Il Chagnar , Lucuma fpinofa (*) , produ
il fufto alto da trenta piedi coi rami fpinofi, <
le foglie quafi ovate fenza picciuolo . I fuoi frt
ti fono rotondi come quelli del Keule , burro!
€ faporiti,e il fuo legno è fodo , giallo , e m<
to ricercato dagli Ebanifti .
Gli Spagnuoli vi hanno trafportato da 1
ropa i fiori, gli ortaggi, i legumi, i grani,
canape, il lino, le viti, e gli alberi fruttifei
che qui fi coltivano ; tutte quefte piante vi i
Ugnano, e crefeono come fé fotfero nel loro t
fio Paefe (i) . I melloni , che vi fi trovano
molte
(*) Lucuma fol. alternis feifilibus , ramis fpino
(i) 99Chaque maìfon a un j 'ardiri , dans le q
a, en uoit toutzs fortes d* arbres fruhìers chargez, §
3, tes les années d' une fi grande quantità de fruì,
s, que fi on n avoìt pai le foin d' en retranc
99 une panie dans leur naiffance , leur pefant^ur e
99 feroit les branches , & de plus ils ne pourroi
99 pas tous meurir : C efl ce que j* ai v% pendi
9, les trois années , que j* ai demeuré dans ce }
S9yaume. Les fruits qu' on a dans tout le Uoyc
99me de Chili, font de meme e/pece 9 que ceux 9 <
99 nous avons en Europe ; // n' y a que des chat
99 Enes 5 Vue J€ n* at P°*nt vfc* ; il y a auffi p>
s,fieurs fortes de fruits , que nous ne connoìjfons
9Ì ìnt dans nos Clìmats . Feuil. tom. %. pag. 545Ì
„ Elles ( les maìfons ) ont toutes un grand jart
B9 snclos de murai lles , dans le quel on cueìlle dt
99 leur faifon des poires , des pemmes 9 des prum
99 de belles cerifes , des noix , des amandes , des (
99 v*s 9 Aes titrom 9 des vrangej % des grenades ,
LIBRO Ufi fg,
olfe forte, fono per Io più lunghi, di gufa©
ttile, e faporiti; i più pregiati fono i mofca~
lì detti così a cagione del loro odore , ed al-
chiarnati ferini, che con ragione fi filmano i
1 perfetti della loro fpecie ; quefte fono ormai
e varietà coftanti.-io ne ho veduti varj di due
sdidi lunghezza. I melloni vi principiano dai
ìfe di Decembre , e durano fino a tutto Mag-
),nel qual mefe fi raccolgono gli ultimi di un
rde chiaro nominati Inverniti ; perchè fofpefi
i grana; fi confervano bene tutto V inverno .
I paefani coltivano ancora fette varietà co-
nti di angurie eccellenti nel loro genere, fra
quali fono rimarchevoli quelle, che nominane
ate , perchè hanno il gufeio fottile come quel-
delie mele . Quefta pianta è originaria della
imaica , onde fi portò al vecchio Continente ?
io credo, che avanti le conquide Spagnuolc
Chili producete la fpecie appellata Cuchugna9
quale fa il frutto poco più grofTo di una me*
otógna , ma di gran dolcezza .
I ceci , le lenticchie , i pifelli , V orzo , ed
ri grani sì fatti vi fi ritrovano in gran copia.
1 libro fecondo di quello Saggio abbiamo già
:ennata la fecondità, con cui fruttifica il fra-
nto in quello Paefe. La fpecie, che per lo
più
%gues , des rnìfins , (£* plujieurs autres fruits , qut
•et Pays produìfent , & les quels font ìnconnus en>
europe . Tous ees fruiti ont un gout merveilleux t
somme nous etiopi dans ceti e Ville ( Coquimbo}
tn automne nous en jugeames par notte propria
txperience • Feuil.tom. a. pag, 573,
m
■
__
i
jfo inno in;
più fi coltiva , è quella che dai Naturali fti è i
minata mutua \ perchè è fenza refte . Si fem
di Agofìo , e fi raccoglie innanzi al Natale,
tanapa , e il lino vi riefcono ottimamente,
ficcarne le manifatture di quefti generi non f<
permeile , così non fi femina , fé non il puro
fognevole per la corda , e il refe ordinario .
altro nell' Arcipelago di Chiloe fi fanno del
tele di lino, ma non fi Spacciano per lo più i
ri di quelle Ifole .
Le viti fruttificano a maraviglia in tuff
Chili , e il terreno è talmente adattato a qu
prezioio arbufto , che tutti i bofchi fi vanno
empiendo di viti falvatiche , le 'quali prò ver
no dai femi , che vi depongono gli uccelli ì
tochè abbandonate alla natura, effe produc
in quantità delle uve , con le quali i conta
fanno un vino baftantemente buono . L'uva
rò, che fi coglie dalle viti coltivate , ha tui
requisiti * che poifono defiderarfi . Le vigne
confini del Perù fino al fiume Maule fono a
tre, o quattro piedi, e foftenute da pali;
dal detto fiume in su vanno diftefe per tè
fulle falde delle colline. Le uve , che matm
lungo le ripe del fiume Hata , producono il
glior vino del Chili : fi chiama vino della <
ce/iene , perchè tutti quei vigneti apparten^
agli abitanti di quella Città. Quefto vino.„è
illunemente roffo , generofo , di eccellente gu
e non la cede ad alcuno dei migliori vini I
Europa (i). Tutti gli anni fé ne manda una j
quat
{ij 9i lfi$ camgagms font remplies de montag,
LIBRO Ili; iot
lant'tà al Perù, ma ufando quegli abitanti d*
ipegolare i va(i , in cui lo imbarcano, con u-»
fpecie di pece minerale, vi perde molto del
0 buon gufto, e della fua fragranza.
U vino mofcadello , che ivi pure fi f a , è
timo, ed il Sig. d' Uìloa non dubita di pre-
rirlo ai migliori mofcadelli di Spagna (i) . Si
(lilla anche dell' acquavite in quantità . Le*
ndemmie fi fanno nei mefi di Aprile, e di
aggio. Nelle Valli Andine finiate ai" gr, 35. fi
)vò , 2?. anni fono, una pianta di mofcadello
ro di^ un odore, e di un gufto gratiffioio , la
ale di là trafportata fi va propagando da per-
|o. Siccome quelle Valli non fono mai fiate
irate dall' uomo , anzi nemmen praticate , e il
>fcadeIlo nero non fi trovava in veruna parte
1 Chili, così ho motivo di dubitare, fé quella
vitQ
tu baut des quelle* on voit de belles vignes , qui
ionnent de raifins , dont on fait d% excellent vìn .
uil. tom. 2, pag. 547.
„I vini fi fanno quivi (a Santiago) di diverfe
orte , e benché non così eccellenti come quelli dei-
fi Concezione y fono per altro guftofifimt . hanno
un buon corpo , e fé ne di/lilla ancora V acqua-
vite. V Ingiefe Aut. dei Gazz. Amer. v Chili.
(1) „ Produce il Chili colla medefimt abbondan-
te V uva di varie fpecie , della quale fi fa ogni
forta di vini sì perfetti , che fono i più ricercati
nel Perk , non m*no per li l0r0 generefilà , che
pel loro buon guììo . Qu^fli vini fono per la mag-
gior parte rojft . Si fa anche del vino mofcadello ,
rt quale fuper a nella fragranza % e diUc.*ttiz><u
ftelU che di quefla fpecie fi conofeono in Ifpagn* »
Uoa yiag. V ^ part. a. La,, n. 510,
p ! idilli
f
;
?9» LlBltOlll.
vite fia d1 origine Europea , o Chilefe . Le l
foglie fono più fraftaglìate di quelle della vi
comune , e i fuoi grappoli perfettamente conic
ma con i granelli così fiffi , che non fé ne può fp
care uno fenza fchiacciare tutti quelli, che
fono attorno.
I meli , I cotogni , i peri , I perfici , gli
bicocchi , i prugni, i mandorli, i ciriegi , gli
livi , le ficaje , i melagrani , i noci , i caftagr
i melaranci , i limoni , i cedri f vi crefcono e
un' abbondanza incredibile, e i loro frutti n
cedono ne in bontà, né in bellezza ai mìgli
dell' Europa (x). Tutti quefti alberi ancora
acquattano una gran corpulenza . Sonofi talme
moltiplicati i meli , e i cotogni , che nelle P
vincie Auftrali formano bofehi di dieci , o doc
miglia di eftenfione (*) . Quindi deriva la g
varie-
(i) „ Au rette la piai ne de Quìi iota etf fort
99 gréable par elle- mime ; je m y fuìs trouvé
9f temps du Carneval , qui dans ce pays-là art
au commencement de V Automne ; f itoh eh
, mi d* y ifoìr une fi grande quantìté de tot
93 fortes de beaux fruits d* Europe , quJ on a M
9, fplantez , & qui y réuffifent merveìlleufem
9, frie# , particulitrrnent des péches, dont il fé ti
y ve de petìts boìs , qu on ne cultìve poìnt , $*
/* on ne prend d' autre foin , que celuì de fi
3, touler au pied des arbres d?s ruijfeaux , qu'
5f pire de la riviere de Chille pour fuppléer au
9,faut de pluye pendant V ite . Frez. tom. i. p
(%) „ Les fruits leut vìennent de meme , f<*m
„ ili ayent V induflrie de les grejfer . Les poires ,
,, l$s pommes vìennent naturellement dans les bc
9» & à vvir la (puntiti * ft*' ti y $n * % *n $
LIBRO III. t93
arietà di mele , che vi fi trova , molte delle.»
jaii , fpecialmente le coltivate, fono di un gii-
o efquifito : ma la Provincia dì Quillota porta
vanto iopra le altre in quello genere di frut-
. Le melecotogne eziandio riefcono di perfet-
qualità , e di una groffezza ftraordinaria (i) .
fc loro acide, come quelle dr Europa, ma la*
iate fugli alberi diventano dolci fulla fine dell*
utunno , e allora fi chiamano corde . I conta-
ni attribuifeono queft' effetto alle pfoggie fre-
ie, che allora fopravvengono , e a una minuta
ina , che fi vede in quella ftagione fullc pian-
. Se ne trova però una fpecie particolare sp-
allata Lucuma differente dalle Lucume fovra-
ferine, la quale è fempre dolce , di figura co-
ca , leggiermente ombilicata, di colore aran-
ato tanto di fuori , che di dentro , e di gran-
zza eguale alle altre ♦ V albero non è fpecifi-
mente diverfo dal cotogno volgare .
Le perfidie, di cui fé ne annoverano dodi-
, o tredici forte , fogliono venire tanto groffe
N fegna-
U peìne à comprendre , comment ces arbres ent
pu depuis la conquète fé multi p li er , & fé repan-
are en tant d* endroits , s' il e$1 vrai , qu il n
y en eut poìnt auparavant , comme on V aflure .
ez toni. i. pag. 133.
ti) „ Ce que f y admìraì le plus , fut la grojferir
des Coìngs j Un y a poìnt de téte di homme ,
quelque grofìe > qu' elle fòìt , qui puìfie les éga-
ler , & ce qui me furprìt dauantage fut le peu
de cas qn en font ces peuples s les laifiant pour-
rìr à le re , fans fé donner la peìne de Ui ra«
mtffer . jtcuil. tom# i* pag. 3S5.
■
194 LIBRO III.
fegnatamente nella Capitale del Regno , che
ne veggono molte di fedici oncie di pefo. T
le duracine s' apprezzano alfai per la grandezza
e pel fapore , quelle che chiamanti Albercigln
le quali hanno la polpa di un bianco roifigno
il nocciolo interamente rodo : il loro albero
bifero, come il fico, poiché dopo aver fatto i
in e fé di Gennajo le perfidie groffe , produce :
fine d* Aprile altre piccole fimili per la form
e pel volume alle mandorle, dette perciò Almi
eruche , le quali fono di un gufto dilicato (i
I meli, i ciriegi , i prugni, e i peri, oltre
fichi , e agli agrumi , fogliono produrre ancoi
due volte 1* anno , ma i fecondi frutti di qu<
quattro alberi arrivano di rado a maturarfi p
fettamente (i) . I melaranci , i limoni ,i cedri
che
(tjll Sig. Paw., dice, che gli alberi a noce
lo , come ì mandorli , ì prugni , / ciriegi , i n
hanno vegetato in America debolmente, anta M
mente . / perjichi , e gli albicocchi , ag^iugne , n
hanno fruttificato , che nelV ìfola di Gio: Berna
des * L' Ammiraglio Anfon racconta , che e fi ex
■nella predetta Ifola fece feminare alcuni noccioli
perfiche , e di albicocche, e che giunto in Inghilt
fa feppe come tali alberi da lui feminatì al ligi
vano bene in quel? Ifola deferta . Ecco il font
mento , che ha il Sig. ?aw per negare a tutto
Continente delf America la facoltà di poter far fri
tificars i perjichi , e gli albicocchi ye di concedevi
folo all' Ifola di Gio: Fernanies .
(t) 33 Les arbres fruhiers ,qu on a appone d* E
3, rope , réuffifent dant ces contrées parfiùtement bìe
5, le climat ejl fi fertile , quand la terre efi arroft
„ que les fruns y poujfent toute l année . /' ai fi
s3 veni vti dans le mème gommier ce que ? on z
LIBRO III. 195
he vi fi trovano di varie ipecie , fi confervano
a pertutto piantati in terra al difcoperto 5 e^
egetano e fruttano grandemente, come tutti gli
[tri alberi del Paefe . Coltivanti inoltre certi lì-
loncini rotondi poco maggiori di una noce fo-
rammodo acidi nominati limoni fattili : il loro
Ibero fa le foglie piccole e più fiatili a fquelle
ei melaranci 9 che a quelle dei limoni . Quefti
moncini tutti interi conditi in zucchero fono
imati , e il lor fugo è un rinfrescante maravi-
ìiofo contro le febbri ardenti .
Gli olivi riefcono eccellentemente In tutto
Chili , ma fopratutto nel Coquimbo , e nelle.*
iiacenze della .Capitale , dove fé ne trovano
tolti > che hanno tre piedi di diametro nel tron-
■) , e un' altezza proporzionata. I nefpoli, i
>rbi , i lazzaruoli, e i giuggioli fono gli unici
utti Europei , che non vi fono flati perancho*
afportati .
N %
XI-
W-
ici dans les orangers , je veux dire du fruii de*
font ages , en fieur , noué 9 des pommes formées 9
>à demi-grofles , eh en maturiti Uut enfemble *
rezier tona. 1. pag% 207.
¥>.\-::*&l
T$6
«2
=5X
LIBRO IV-
Vermi , Infetti , Rettili , Pefci , Uccelli , e
Quadrupedi del Chili*
■
Jl Regno animale, generalmente parland<
non è tanto ricco dì fpecìe nel Chili, quan
nelle altre contrade dell' America . La Ciaff
de* rettili vi è affai fcarfa, e quella dei quadr
pedi contiene appena trenta (ci (ptcìe indigen
I vermi, gì* infetti, i pefci, e gli uccelli vi 2
bendano di fpecie , e d' individui • Nulladime
io fono di parere, per quanto vado offervand<
che gif infetti terreftri fieno più numerofì in li
Ila di quel, che fiano in quel Regno : laddo
i vermi marini vi fono affai più moltiplicati ,
di verificati. Quella parte del Mar Pacifico, e
bagna le fue cofle , è copiofamente fornita
Zoofiti, di Lhofiti , e di Mollufci , molti de* qi
li fono peranche incogniti ai Naturalifti ♦
Tra quefti ultimi i Piuri y Pyura gen. nov>\
fono rimarchevoli per la loro figura , e per
Chil.UL«V- maniera, con cui s'alloggiano. Quefti viveni
quentu . degni appena di tal nome, fono formati coi
una
, .ì
(*) Pyura : corpus conicum , nidulans ; Probof
des binar terminale? perforata: « Oculi > inter prob
feides .
Gsnus proximum Afeìdì& .
Vermi .
Chil. Vira
LIBRO IV. i97
na pera di un pollice incirca di diametro , o
er dir meglio, non fono altro, che un facchet-
> conico, carnofo , interiormente pieno di ao
uà falfugginofa , di color roffo con due cortei
ombe nella fommità , una delle quali fa le ve-
i di bocca , e l'altra di ano» a un dì preflb co-
te nelle Tetie. In mezzo a quelle due trombe fi
eggono due puntelline neri rilucenti , che pro-
abilmente faranno gli occhi . Del refìo io non
otei fcoprirvi né altri organi , né vifcere alcu-
2 diftinte dalla carnofità, che ne forma tutta
corporatura, la quale di fuori è lifcia , e di
mtro mammellofa. Elfi ciò non oflan te fono
fai fenfibili, e toccati che fieno, o tratti fuo-
dal loro abituro, cacciano con empito per le
le trombe 1* acqua, di cui vanno ripieni.
Quefti animali abitano in una forta d' arnia
macea , di varie figure , chiufa affatto di fuo-
, e internamente compartita in dieci , o più
le divife le une dalle altre per mezzo di for-
membrane. Ogni individuo ha la fua cella 9
ire ména una vita folitaria fenza comunicazio-
8 alcuna vifibile. con i fuoi confratelli, e aiTo-
itamente privo della libertà di poter fortime,
enchè non vi fi a legato in verun modo . Da-,
jefta maniera di vivere ifolata s' inferifce, che
jefti folitarj fono ermafroditi della prima fpe-
e, cioè a dire, che effi producono i loro fimi-
a guifa delle conche fenza alcuna forta di ac-
)ppìamento : ma io non faprei dire, come fi
;ccia la loro propagazione, la quale, attefa la
ualità della prigione, in cui fi trovano, pare
N 3 aitai
;
.ìM
19* L 1 B R O 1 K
affai difficile da comprendere . Le mie offerv
zioni circa un oggetto sì importante erano anc
ra immature, quando mi partii da quel Paefe
Le arnie, che fervono di domicilio a que
viventi , raffomigliano all' alcionio , e ftanno j
taccate alle rupi fubacquee, d' onde poi i flu
le fradicano, e le gettano alla riva. I Nazion;
mangiano i Bìuri o letti , o arrogiti nel propi
alveare , ed anche ne feccano in gran copia , p
mandarli al Cujo , dove fono ricercati . Il lo
gufto , maffime quando fono frefchi , è buono
confimile a quello delle locufte marine. Di qi
ito genere forfè fono le Fontane di mare ,di e
fa menzione il Kolbe nella deferizione del Gap
Le onde marine cacciano fulla fpiaggia vai
fpecie di Oloturie affai curiofe, e in particola
P Holoturìa Phyfalis , chiamata da alcuni Galeri
e da altri Ortica marina pel bruciore infoppc
labile, che cagiona effendo toccata. Ella ha
forma, e quafi il volume di una vefeica di b
piena di aria, ma di fotto è corredata di un gr
numero di gambe, o piuttofto antenne ramof
e intrecciate le une con le altre , in mezzo ;
Je quali flà fituata la bocca di figura molto d
forme . Quefte antenne fono vagamente colori
di roffo , di violetto , e di turchino . La pelli
onde è comporta la vekìca , è criftallina e fei
bra formata di fibre longitudinali , e trafverfal
nelle quali, fi offerva una forta di movimento p
riftaltìco; la fua fommità è ornata di una mer
brana in forma di creila , e colorita come i tti
tacoli , la quale fi fìende dall' una punta all' a
tra
LIBRO IV. tp9
a , e ferve dì vela all' animale . La vcfcica è
iota a riferva di una delle fu e eftremità , ove
vede un poco di acqua chiara , che un diafram-
a membranofo non lafcia fpanderfi nel refto dei-
concavità .
Oltre alla Seppia Officinale fi ritrovano nel
ar Chilefe tre altre fpecie di feppie affai fio-
ilari . La prima è la Seppia [ungttimlàm (*}$
quale è di gran mole, ed ha in luogo di fuc-
iatoj le braccia armate di un doppio ordine di
tigli , o unghie acute fimili a quelle del gat-
,e che fi ritirano, come effe, in una fòrti
fodero. Quefta fpecie è di un gufto dilicato,
i non è molto comune in quei mari. La fe-
nda è la Seppia tunicata (i*) così detta, per-
è oltre alla pelle propria, va coperta dalla-.
fta fino alla coda di un* altra pelle trafparen-
in forma di tonaca. Il fuo corpo termina ira
e alette femicircolari , che fpuntano dai due*
:i della coda , come quello della Seppia Sephà
. I Marinai raccontano delle cofe incredibili
torno alla grandezza , e alle forze di quefte
jpie , ma le maggiori , che vi fi fieno pefcate,
»n pefavano più di cencinquanta libbre. La lo-
carne fomminittra un* eccellente nutrimento*
La terza è il Pulpo , Sepia Exapodia. (3*) ,
quale, febbene non abbia più di fei gambe f
N 4 o brac-
(*; Sepia corpore ecaudato, brachiis unguictx-
tis.
(**) Sepia corpore prorfus vaginante, cauàu
ita .
,($*} Sepia corpore caudato fegrnentato a
aoo L 1 B R O 1 V.
e braccia , non lafcia perciò di efTefe una ve
Seppia, ma di una figura sì bizzarra , che v
dendolo fermo fembra piuttofto un ramo d* alb
ro infranto, che un* animale: la fu a groffez
non eccede quella del dito indice, ed è lun
lin mezzo piede incirca; il fuo corpo è divifo
quattro , o cinque articolazioni, che vanno <
minuendo verfo la coda. Quando egli difpie
le fue braccia, che tiene unite verfo la terra
prenderebbero per altrettante radici . Querce br;
eia fono armate di fucchiatoj, come quelle d
le altre Seppie, ma quali invifibili : la tefìa
informe , affai corta , e va corredata ài due ;
tenne, o trombe. Quello animale manegg
to colla mano nuda la intorpidire per un a
mento , fenza fare altro male . Il liquor ner
che elfo contiene in una vefeichetta, al pari d
le altre fpecie dì quelle genere, è ecceilent
per ifcrivere.
Gli Echini , o ricci marini , ii dividono
varie fpecie: i puì particolari fono i ricci bis
chi, e i neri * I bianchi , Echinus albus (*; ,
no globofi di tre pollici di diametro colia ci
flas e le fpine bianche, e la foftanza interri
giallognola, la quale è molto faporofa . I ri'
neri , Echinus niger (i*) , fono di figura ovai
un poco più grandi de* bianchi, ed hanno le f
ne,
(*) Echinus henfiifphaerico- globofus , ambulac
denis : areis longìtu'-lnaliter verrucofis -
{%*) Echinus ovatuSj ambulacris quinis : ari
muricatis verrucofls .
i
LIBRO IV. aof
e, ! nicchi, e le uova di color nero; i paefa-
i, che li chiamano ricci del Diavolo , non i li-
mo mangiarli . '
I viventi però di quefta claflfe , che più ab-
j i i > * -L n • " « -■■ ■> Tenace! ,
ondano in quel mare, fono 1 Teftacei . Le lue chii.G**
Gaggie fi veggono coperte di nicchi d'ogni for- °Lml *
t, e molte delle adiacenti colline ne fono in- ,
sramente compone , malgrado la gran quantità,
!ie i maremmani raccolgono tutti gli anni per
dì bruciarli, e farne calcina. Sono colà rari i
en,ejri delle tre famiglie * in cui fi dividono co-
munemente i corpi di queflo ordine, che non-*
jntcngano alcune fpecie incognite , effendovi di
iù varj generi nuovi , che non fono flati pe-
cche determinati. La brevità, che mi fono
refifia , non mi concede di trattenermi nella lo-
) claflificazicne ; mi riftringerò per tanto a da-
? una fece nta idea di quelle fpecie * che gli a-
tanti ufano per lo più ne' loro mangiari : que-
e appartengono ai generi delle Oftrìche , de*
itoli y delle carne , de' fole ni , delle foladi i delle
p adì , o patelle , e de' buccini .
Le Gftriche , Oflrea edulis , fi trovano in va*
e parti di quella Colla , ma le più grandi , e
ir; un gufto veramente dilìcato fi pefeano nelle
n'aggie di Coquimbo» I Terrazzani ne diflln*
uono varie fpecie , le quali ben confiderate al-
0 non fono che varietà , eccettuatane una pe*
>, che mi parve non differire dalP Ojlrea ephìp*
mm dell' India Orientale . I Pettini tanto quel*
, che hanno le due valve convelle , come queif
1 le hanno piatte, vi fono ancora aliai abbon*
mtid JL<g
■ii^t-
■M
àa* LIBRÒ IV.
Le principali fpecie di mitoli, che vi fi ce
iìofcono, fono il Comune, il mar gar iti fero ,
grande e il picciol Magellanico , il Choro , e
Nero . Il gran mitolo Magellanico ha fei polli
di lunghezza, e tre di larghezza ; il perioftic
o fia la epiderma, che cuopre la fua fuperfic
efterna , è di un bruno fporco ; ma levata ci
fia quefta pellicola, la conchiglia comparifee (
un bel turchino cileftro venato di lifte porpoi
ne, che fieguono i contorni delle fcanalatur<
Xa fuperficie interna è di co!@r di madreperl;
figato di bande roffe. Il piccol Magellanico
preffo a poco dello fteffo colore , ma la fua fc
ma è più ovale . Tutteddue contengono delle pi
cole perle , le quali d* ordinario fono poco 1
cide. Ali* incontro quelle, che trovanfi nel n
tolo margaritifero, hanno un beli' oriente, r
fono ancora di piccol volume ,
Il Choro , Mytulus Chorus (*) , è lungo fei
pollici incirca, e largo tre, e mezzo; la fu
epiderma è turchina , ma il nicchio è di un I
anco rilucente variato di cileftro; tutta la foto
za interna è parimente bianca, e di un efqui
to papere • Quefta fpecie abbonda molto intor
ali* Ifola Quiriquina , e nelle fpiagge di Ara
co . Il mitolo nero , Mytulus ater (i*) , è pc
minore del precedente : la fua conchiglia è I
brofa quafi come quella della Pinna, di un ti
chino
"(*) Myfulus tefta tranfverfe ftriata , naribusei
bis cardine laterali .
(**; Mytulus tefta falcata , pofticè fquamofa .
L 1 E R O 7 V. i*$
hino carico s e la fua carne nera; ! Nazionali
fedendola dì cattivo nutrimento s* aftengono dal
arjgiarla .
I mitoli di acqua dolce fono altresì copiofif*
mi ne* fiumi , e ne' laghi Chilefi, ma il loro
irto è fcipito , o piuttofto difpiacevole . Se ne
moverano tre fpecie coi nomi dì Dollum , ?eh
,e Utbìfyle quali tutte in paragone delle ma-
ne, hanno un movimento progredivo afTai ve*
ce, giacché in uh minuto fanno , come io me-
ifimo oifervaì , un piede incirca di cammino .
5 Telline fono anche comuni in quel mare, e
ecialmente le Vìrgate dette Maycemì iinguag-
0 dd Paefe , e le Albide chiamate Cbalgua *
La Thaca , Cbama Tbaca (*) , è una concili-
ia del genere ddh Carne dì figura quafi roton-
, di quattro pollici di diametro , rinata Icn-
tudinalmente , e colorita dì bianco , di violet-
, e di giallo : la fuperficie interna è di urL-,
1 color di aurora, e P animale, che vi alber-
dentro , è di buon fapore. La Macha , Sole»
uba (i*) è del genere di quei teftacei , che a
gione della loro figura chiamanfi coltelli di
ire ; il fuo nicchio , che ha kì in fette pollici
lunghezza, è variegato di bruno, e di cile-
no: Quefte due fpecie fi nascondono, come le
:re del medefimo genere, nella Sabbia, onds*»
ven-
i 2
(*) Chama fubrotunda Iongitucfinaliter flriata ,
o re tufo ,
U*) Solen tefta ovali oblonga antiee trùhcati,
:dine altero bidentato .
2ó4 L 1 B n O 1 v.
vengono eflratte dai pefcatori condotti dai zai
pilli di acqua, che effe di quando in quando g
tano fuori . Producono ancora delle perle , i
pìccole, come tutte le altre, che fi trovano n
le conchiglie di quella cofta .
Le rupi dell' Arcipelago di Chiloe fornif
no de* bei datteri marini chiamati volgarmei
Comes , Phofas Chìloenfis (*) , i quali fono biva
cen alcuni piccoli accefiforj cretacei verfo la fc
mira , e cr fcono in maniera, che fé ne trovano
t) di cinque pollici di lunghezza, e di due
circa di diametro.
Il genere delle tepadi , o patelle , contii
molte fpecie in tutta quella cofta , le quali
la maggior parte fono buone da mangiare. II
fani fanno particolare ftima de' becchi di vpap
gallo, Lepas Pfittacus (i*) , i quali fono della
miglia delle Conche anatifere, ed abitano
quindici , o venti rinchiufi nelle celle di una
ramide di natura cretacea, che effi medefim
fabbricano , attaccandola alle rupi marine
fcofcefe, precifamerte fin dove arrivano le fc
me delle maree , dalle quali traggono il lor
trimento per un foro, che vi è in ogni celli
La conchiglia di quefti teftacei fi compone di
pezzi grandi , e di quattro piccoli ; i due gì
di , che fporgono in fuori , hanno la medefii
figura del becco del pappagallo. Quindi è d
vat
<*> Pholas tefta oblonga depreffiufcula, ftriis 1
gitudinalibus diftantibus .
(**; Lepas tefta pollice adunca fexvalvi , rtigi
i
LIBRO IV. 105
io II loro nome . Quefti animali fono fimili a
elli delle ghiande marine , ma le loro braccia
10 affai piti corte , e la loro carne è bianca ,
lera, e di eccellente fapore . Ve ne ha di va-
i grandezze; i maggiori però non oltrepaffano
pollice di lunghezza. Cavati fuori dal mare
mantengono vivi dentro il loro alveare per
attro, o cinque giorni, allungando di quando
quando il becco , come per refpirare .
I murici, le porpore, e i buccini vi fono
ilto diverfificati . Il Loco, Murex loco (*), è
iuto in gran pregio pel buon gufto della fua
ne, la quale è bianca, ma un poco duraci
>chi però hanno trovata la maniera di render-
perfettamente tehera , battendola prima dì
>cerla con una bacchetta . Quefto murice ha
tttro , o cinque pollici di altezza , e contiene
?, o tre gocciole ài vero liquor di porpora.,
itro una vefcichetta fituata accanto al collo*
fuo nicchio è quafl ovale , e pieno di nodi 9 e
punte .
Le lumache terreftri ignude,per quanto of-
vai, mancano aflolutamenre nel Chili; non
Vie chiocciole, o fieno le lumache armate,
juali fi propagano in gran copia in tutti quei
chi. Nel territorio della Città della Concezio-
fe ne ritrova una chiamata la Serpentina (1*) ,
xhè va riveftita di una pelle dura , e fcaglio-
fa
I
,:..;:;::
(*) Murex tefia ecaudata obovata antice nodofa ,
mura eden tuia fuborbiculata .
li*) Hdix tefta fubcarinata imperforata conica ,
Jgitudinaliter Urlata, apertura patulo-marginau,
m
±e>$ Z 1 B R Q I r.
fa come quella del ferpente : la fua eonchigli
tagliata a guifa di un cono fpirale eccede
grandezza un uovo di pcllo d9 India , e coni]
rifcedi fuori tutta longitudinalmente rinata c<
orlo dell' apertura rilevato, e di un color re
come il corallo; il rimanente è di color gri
biancaitro .
^ a Le Grancevole marine finora conofclute
Chii. c#y~ dividono in tredici fpecie diitinte, e Je nu\
***■' li in quattro. Tra le prime fono notabili pei
loro grandezza , e dilicato fapore quelle , et
Pefcatori chiamano Talicune , Xaive , Apatico
Felofe, Santolle i e Coronate: le tanaglie di
te quefte fpecie fono di ftraordinaria grolfez
Le Talicune , Cancer Talìcuna (*) , hanno
fcaglia rotonda, convella, intera , lifeia, di qi
tro pollici di diametro, e le tanaglie dentate
loro occhi, del pari che il becco, fporgono
fai In fuori, e la coda cuopre quafi tutto il v
tre. Sono di color brano carico, ma cotte
ventano rofle , come tutti gli altri granchj .
corazza delle Xaive , Cancer Xmv* (i*) , è e
sferica con alcune punte air intorno : il fuo
ciol diametro è di due pollici, e mezzo.
Le Apancore , Cancer Af ancora (3*} , i
un poco più grandi delle Talicune , ed hanni
ere
(*) Cancer brachyurus, thorace orbicuiatoJ
integerrimo, chelis muricatis .
(2*) Cancer brachyurus , thorace Isevi later;
tridentato , fronte truncata .
(*,*) Cancer brachyurus , thorace lacyi ovato
trjnque denticuiato 3 caiida trigona*
_
LIBRO IV. ie7
offa ovale Interamente dentata , e le gambe*
Jote ; la loro coda è affai lunga , e triangoia-
• Le Pelote, Cancer fetofus (*) , vanno tut-
riveftite dì peli duri, come le ferole de*
rei , che fpuntano non {blamente dal ventre
dalle gambe , ma anche dalla fteffa corazza ,
quale è bernoccoluta , e quali in forma di
ore: il loro becco è bipartito, ricurvato., e
rredato di alcune fetole ; fono grandi a un di
?flb come le Apancore .
Le Santolle , Cancer Santoli* (%*) , fuperano
tre le altre fpecie non meno nel volume del
rpo, che nel fapore; la loro crofta è orbicu-
e , conveffa , di confiftenza quafi coriacea , e
wjrta di fpine lunghe un mezzo pollice , lei
ili fi fiaccano facilmente al fuoco ; le loro gam-
fono lunghe ,e groffe, e in vece di crofta
igono riveflite da una pelle rugofa . Le Co-
late, Cancer Coronatus (3*) , hanno il gufeio
ìiovato , intero con una eferefeenza nel mez-
della medefima foftanza fatta a foggia di co-
la murale; il loro corpo è lifcio,ed ha quat-
pollici e mezzo di diametro .
I Gamberi abbondano eziandio nel mare, e
le acque dolci del Chili . L'Autore del Viag-,
1 dell' Ammiraglio Anfon parla della grandez-
za,
*) Cancer brachyurus, thorace hirfuto obeorda-
tubercularo , roftro bifido inflexo .
**) Cancer brachyurus \ thorace aculeato arcua-
fubcoriaceo, rnanibus pelliculatis .
.3*) Cancer brachyurus , thorace obovato , apo-
yfi dorfali crenata • '
*©8 LIBRO IV.
za, ed efqulfitezza de' gamberi , che trovatili
forno alle Ifcle di Gio: Fernandes , i quali ,
me egli afferma , pefano ordinariamente otr
nove libbre (i) . Le Locufte marine moltiplic
ancora ecceffivamente nell'acque delle mede!
Ifole . I pefcatori non impiegano altro artif
per prenderle, che quello di Spargere dei p<
di carne fu! lido , e di voltarle foiTopra con
baftrne a m fura che effe vi accorrono per ir
g;arne. Con quefto metodo così femplice fi
ca no annualmente molte àiìigliaja di quefli
fiacei, le cui code fecche fi mandano al Ch
dove fono affai. ricercate .
I Gamberi fluviali più rimarchevoli foi
Muratori y Qxncer cAmentctrìus (*) , i quali ha
circa otto pollici di lunghezza ; il lor color
bruno rigato di vene di un roffb vivo, e la
ne bianca , e più faporofa di quella de' gam
marini , e degli altri fluviali , Quelli fi trov
in gran quantità in tutti quei fiumi, e rivi,
inargini dei quali elfi fi fabbricano con dell'
gilla un' abituro cilindrico alto un mezzo p
(od
(t) ,, Les écrevìfies de mer font un autre ,
?, exquis t que la- mer nous ojfroìt en plus grat
9, abondance , que peut etre en aucun lieu du h
s, de : elles y ptfent ordìnaìrement huì& à netti
3, vres , font d' un gout excellent . ^r en felle qi
3, tnè vers le rìvage , qu on les pe*foit foitver>
,, vec le eroe , Urjque lei chaloupes fartoìent
5, terre y ou y aborduìent . 1. x. C. i. pag, 103. e
in 4.
p*) Cancer macrourus , thorace Ixvi cylindri
£o(iro obtuio , cheus aculeatis .
*fc **'
_
L 1 B R O I V. io*
pra il terreno , ma profondo di maniera , che
acqua corrente vi paifa per mezzo di un ca-
letto fotterraneo : i Paefani li prendono conu
cilità tuffando nel fiume o rivo , dove ellì ban-
ano , una cefta con entro un pezzo di carne .
Gì* infetti terreflri fono per lo più confimi- infetti.
a quelli , che fi veggono in Italia : tuttavia Chj!- c##//*
ne fono molti differenti, tra i quali fi trova-
> alcuni, che meritano qualche attenzione. Ta-
è una fpecie di Crifomela (*), che abita nel-
ombrelle della Vifnzga, la quale è tutta do-
ta , e brilla non meno ai raggi del Sole , che
I ombra i è di figura ovale , e poco più gran-
di una'mofca. I contadini della Provincia^
Maule,ove effa fi propaga , infilzandone mol-
infieme ne fanno delle belle croci , ed altre
lanterie , le quali confervano fempre il loro
'endore .
Nella medefima Provincia fi trova uno fca-
Faggio nero lungo otto linee appellato Pilme ,
wanus Vìlmus (%*) , il quale devafta le piante
'uminofe, e fpeeialmente t fagiuoli in erba,
coltivatori ne hanno già quafi interamente di-
utta la fpecie, ufando la precauzione di fcuo-
re le piante, che ne fono infettate, fopra dei
irini di acqua bollente, ove efìì , effendo poco
ti al volo , cafeano , e fi bruciano .
O le
(*) Chryfomela (Mautica) ovata aurata , anten-
s caeruleJs .
(**) Lucan-us exfcutellatus ater , corpore depref-
),thorace lìriato.
:0.
f: Hlì: :■■■:
AtÈ t 1 B R o i n
Le cavallette fi propagano poco in eod<
Regno , e non vi fanno mai le fìragi , che
fperimentano nel Cuyo, e in altri Paefi . Si
alberi pomiferì fé ne trova una lunga fei poi
incirca, la quale, allorché diftende le fue g;
be , pare a prima vifta un ramo infranto , ta
più , che ella ha il color medefimo dell' albe
in cui foggiorna • Il volgo, feguendo V an
erronea opinione di attribuire allo fpirito m
gno tutte le cofe , che fembrano malfatte ,
chiama Cavallo del Diavolo . Queftà fpecie è
ra, e per quanto mi pare , non è differente <
la Locufta elefante dell' Africa . Il genere di
cimici così domeniche, come campagnuole
mancava interamente , ma da feffanta anni in
!e domeftiche portatevi ne* battimenti fi fono
fé comuni nelle Provincie Settentrionali, e |
cialmente nella Capitale del Regno ; Le con
de Auftrali fi prefervano tuttora efenti da un5
comodo sì importuno .
Le lucciole , che trovanfi in quelle cam
gne, fono per lo più della fleffa fpecie di q
fle d' Italia. Paffando di notte vicino a un
feo vidi fvolazzare fra gli alberi tre groiìi in
ti, i quali gettavano un lume sì grande, che
revano altrettante bracie ardenti , e per qu
che potei giudicare , non erano inferiori in gr
dezza alle farfalle dette tefta di morto. Malg
do tutte le diligenze praticate , non mi fu pc
bile di prendere alcuno di quefH fosfori viven
per offervare di qual genere fi foffero , fé ]
non erano della (peck de* Cocuju , o de* P*r,
lanterne* $lC
L 1 B R 9 I V. %7i
Siccome la famiglia dell' Eruche vi è ebre-
amente variata , così nella bella Cagione fi ve-
: comparire dappertutto un prodigiofo numero*
farfalle , tra le quali fi trovano molte ammi-
bili non meno per la grandezza , che per la.*
cchezza , e vivacità de' loro colori . Ve ne ha
Tticolarmente usa del primo ordine , alla qua-
ho dato il nome di pappagallo, lapillo V fitta*
/(*), perchè è variegata di tutti i colori, che
ammirano nelle per ne de' più bei pappagalli,
t parte fuperiore della fu a tefta è di un bel
flb di cinabro macchiato di giallo ; tutto il dor-
è giallo brinato di verde, dì rollo , e di ci*
(tro ile ali fono al di fopra verdi con macchie
'egolari gialle , e azzurre , e al di fotto di co»
r biondo: il ventre è cileflro punteggiato di
uno ,e di grigio; le antenne fatte a guifa di
azza fono porporine . Avvene un' altra della—
sdefirna grandezza appellata da' fanciulli Co-
mbina, Paplllo Leucothea (i*) , la quale è tut«
di color bianco argentino, a riferva delle*
itenne , e de' piedi , che fono neri .
Nel tratto di maremma fituato fra i fiumi
apèl, e Mataquito crefccno alcuni bigatti fimili
>er quanto dicono quelli , che gli hanno vedu*
) ai bachi da feta , i quali fanno fugli alber?
Ivatici de' bozzoli un poco più piccoli di que«
O a fH
$*) Papilio N. alis dentatis virefcentibus , luteo 4
eruleoque maculatis, fubtus fiavis.
(1*) Papilio D. alis integerriniis rotuodatis albfe
mcoloribus , aotennis aterrimis .
m
\m
■ '
%i% L 1 B R O I r.
ili d' Europa , ma ben forniti di una fé fa ec
lente . Il Paefe tutto , ftante la piacevole ti
perie del clima , è fcnza dubbio adattatiffimo
!a propagazione di quefli preziofi infetti , ma j
tandovifi dall' Europa le feterìe , i Chilefi
hanno potuto applicarfi alla loro coltura.
Nell'uno avrebbe mai dubitato , che la g
quantità dì pece , che fi ricava nel Cocfuh
dalla Chìlccc , fpecie di Coniza, non fotte u
refina, che fcolaffe da queir arbofcello ; mi
mio paefano Sig. Abate Filippo Pando , fag
©Ifervatore delle produzioni naturali di qu
Provincia, fcoprì , pochi anni fono, che la \
tefa pece altro non era , che un prodotto di
piccola eruca rafa di color vermiglio , e di e
que o fei linee di lunghezza: quefli curiofi
ietti compariscono in gran numero nella Prii
vera fu i rami della Qhìlca^z vi fabbricano
piccoli bozzoli con una forta di cera dolce,
bianca quanto la neve, dove rinchiudendoli
'trasformano in una falena giallognola , vhal
Cerarla (*) : mi dìfpiace forairnamerìte , che il ci
riflìmo offervatore impedito da critiche circoli
jze non abbia potuto mettere ad effetto il foo
portante progetto di vedere, fé cotale foftai
foffe utile a bruciare . Quefta cera di bianca,!
è fui principio , come abbiamo detto , divent;
poco a poco gialligna, e finalmente bruna,
amara a cagione delle nebbie , che allora fopra
vengo.
[*] Phaìaena B. elinguis 3 alis deflexis flavefcei
kus , fafciis nigris •
■Mi
L l B R O 1 r. *t$
ngono In quelle contrade Gli abitanti la rao
Igono nelT Autunno , e facendola prima boi-
e , re formalo poi de' pani per efitatla . Al-
ni , p, r accrescerne il pefo 5 la Cogliono mef-
iare colia te fina , che fcola da un* altro arbo-
lio chiamato Pajaro bobo . I Padroni dei baiH-
mti ne comprano gran quantità per fervirfene
vece d\ catrame : e quefto è V ufo ordinario ,
5 fi fa di una foftunza, a cui forfè col tempo
darà un dettino più- nobile .
Su i rami dt\ rofmarino falvatico fi trova
:ora una materia tenace bianchiffima , difpofìa
Gobetti della grandezza di una nocciola, la
ale contiene nel fuo centro un' olio chiaro,
2 fenza dubbio fcola dallo fieffo arbofcello , e
e potrebbe divenire utile a qualche cofa . Que-
[orta dì galla ferve di alloggio a una falla-
ica , che vi fi cangia in una mofca a quattro
di color fofco, e del genere del Cynìps (*) .
Le api di varie fpecie , e particolarmente le
rlli fiche abbondano nelle Provincie Àufirali , e
no i lorp fiali parte nei buchi degli alberi ,
parte fottoterra . La cera , che fi confuma neìl'
cipelago di Chiìoe , fi ricava da quelle pec-
ie ialvatiche > Ali* incontro vi mancano del
tto , le non m' inganno , le vefpe volgari .* io
neno non potei vederne alcuna • Non fi gene-
io nemraen i Mofquhi , i Maringuìni ,i Gegen-
, ne le altre fpecie di terribili mofcherini , che
liggono gli abitanti de* Paefi caldi • Veggonfi
O 3 , fol-
I — ■ : -f
(*) Cyaips Rofmarini Chilenfis.
ai4 LIBRO 1 K
foltanto vicino alle acque ftagnanti alcun^ zai
zare di quella fpecie, che il Linneo chiama C
lex ciliari* . Quelle , che frequentano i luoghi
bitati , fono tipùìe della grande, e della picco
fpQciQ > le quali non fono differenti da quefte de
Europa . Nella Provìncia di Colchagua però fé i
trova una di mediocre grandezza > Tìpula MoJm
fera (*) , la quale fpira un' odore grato di mi
chio ; onde le villane fé ne fervono per prof
mare i loro abiti. Tutte le formiche , che io
potei offervare , non fi diftinguono da quefte , e
crefeono in Italia .
Le Kigue , oppure i Ti qui , Tulex' penetrati
fi trovano folamente nel Territorio della Ci
di Ccquimbo , ma in sì piccola quantità , e
una perfona , che vi abitò parecchi anni , mi
ficura di non aver fentito dire , che di un
fanciullo , che ne foffe ftato pizzicato. Il vo<
bolo Kigua è nel Chili un nome generale, e
comprende tutte le fpecie di zecche, che mo
iiano gli animali, e in particolare i volatili,
quali non fono diverfe da quefte , che fi off
vano fu gli animali Europei . Il Tenente Gei
•jalc'UlIoa, ignorando P eftenfìone, che dafli
codefto .Regno a tal voce , fcrive , che le jM
(nome, che egli fecondo la comun nozione
ftrìnge a lignificare i foli Piqui) fi generano i
tutta quella Coffa , il che è aflblutarnente .fall
Il genere de' ragni non vi ha altro di
mal
(*> lipula alis incumbentibus cinereis,, thors
àbdomineque flavis.
L 1 B R O 1 r. zt$
trchevoie, che il gran ragno zannuto, Aranca
°fa (*) * che abita /otto terra nel circondarlo
Ila Capitale : il fuo corpo ,! che è di color bru-
vellutato , eccede in grofiezza un uovo di
nmba : le Aie gambe fono lunghiffime , groffe ,
rfute; ha quattro grandi occhj difpofti in gua-
ito fulla fronte, e due più piccoli a ciafcum
o della tefta, come quei de* ragni dei giardi-
; la fua bocca è armata di due zanne nere.*
icenti, che fporgono in fuori due linee, e fi
urvano in alto . Quefto ragno ad onta della
corporatura , e dell'apparato delle fue armi,
i è punto malefico: i ragazzi lo prendono per
patimento , e gli cavano le zanne, che il v@I-
crede utili contro il mal di denti .
Gli Scorpioni , che nella lingua del Paefe_»
nominano Thehutnque , Scorpto Chtìenfis (z*) ,
o a un di predo della grandezza degli Eu-
»ei , e non fi propagano guari , che in alcuni
monti fecondar; Andini : il lor colore ordi-
io è bruno carico, ma fotto i faffi del fiume
quimbo fé ne trovano anche de' gialli . Sfi-
nii gli uni, e gli altri privi di veleno , per-
fino al prefente nell'uno di quei , che da ef-
bno flati punti , ha fentito mai alcun (intorno
ligno. Un giovine, che fu pizzicato in tempo
fiate, efiendo io prefente, da uno di quelli
O 4 ani-
':'V !
*; Aranea abdomine femìorbiculato fufco, den«
as laniariis inferioribus exfertis .
i*; Scorpiopecìiaibus i^deoutis, magibus fu*
IgUlató •
v '
%r6 L l B R O I V.
animali , non feriti altro che un poco di bruci
re nel fito della puntura, che divenne roffa p
lo fpazio di mezz' ora; ma quefte accidenti
fperienze non fono, a dir vero, decifive.
Abbiam detto di fopra , che la claffe <
Rettili è molto fcarfa nel Chili ; infatti le tei)
Senili . . , , j. i r
ChiL Huy- dim acquatiche, le rane di oue fpecie, 1 ro
ml* terreflri , e acquatici, le lucertole parlment
terreflri, e acquatiche, e le bifcie di una f
fpecie fono tutti i Rettili di codelìo Regno ,
i quali non vi è alcuno , che fia velenofo .
Le Teftudini fi dividono in due fpecie
nofciute già da* Naturalifti , cioè le Coriacee , <
abitano in mare , e le Lutarle , che trovanti
laghi delle Provincie Auftrali . Le Rane fonc
Mfculenta,? la Temperarla. I Rofpi terreftri i
differifeono da quefU,che veggonfi in Italia -
pò le pioggìe , né fi ritrovano , fé non che
luoghi umidi . Gli acquatici fono di due fpec
V Arunco, Rana Arunco (*) , e il Thaul , Ra
Lutea (%*). V Arunco è un poco più grande <
la Rana temporaria , e quaiì dello fletto colo
ha il corpo verrucofo, e i quattro piedi pah
ti: gli anteriori fono forniti di quattro dita
i pofieriori di cinque colle unghie quali imp
cettibiii . Gli Araucani Io chiamano ancora C
€.0 , vale a dire, padrone dell' acqua , perchè
cono, che egli bada alla confervazione, e ù
brit
(*; Ran$ corpore verrucofo , pedibus palmati
(i*) Rana corpore verrucofo Juteo , pedibus i
paimatis •
L 1 B n O 1 V. %tf
•ita (felle acque . Il Thatil è molto minore dei-
rana efculenta , a cui raffomiglia affai per la
trina del corpo s ma la fua pelle è interarnen-
: gialla, e verrucofa ; ha i piedi conformati co-
e quelli dell' Arunco , benché non del tutto
liti da membrane*
La Lucertola terreftre più ragguardevole fi
il Pallùm , Lucetta Palluma (*) 9 che abita fot-
> terra nelle campagne .* la fua lunghezza prefa
alla punta del mufo fino all' origine della co-
i è di undici pollici, e quattro linee, e la fua
roffezza di tre pollici; la coda fleffa è lunga-.
:ianto il corpo : ha la tetta triangolare , e co-
erta di piccole fcaglie quadrate, il mufo allun-
ato, le orecchie rotonde, e fituate dietro la
ifla come quelle ddh lucerte ordinarie j tut-
i la parte fuperiore del fuo corpo va rivetti-
i di minutiffime fquame romboidali tinte di
erde, di giallo, di turchino, e di nero,* la»,
elle del ventre è lifcia di color verde giallo,*
piedi anteriori , non menoiche i pofteriori , han-
0 cinque dita munite di forti unghie : la codat
rotonda, e fimilmente colorita. I contadini
li cavano la pelle per farne delle borfe da te-
iere i quattrini.
Nelle acque Chilefi non fi è fcoperta fino*
a, che una fola fpecie di Lucertola acquatica,
1 Feuillée , che la vide , la chiamò Salamandra
acquatica nera (%*) ; è lunga dalle labbra fino
air
(*)■ Lncerta cauda verticillata longìufcula , lqua-
nis rhomboideis •
■(**) Lucerta (Caudìverbera) cauda depreco- pia*
na , pinnatifida 3 pedibus palmatis ♦ Un.
\"
%i% l i e n o ir.
sii* eftrerrntà delia coda quattordici pollici , e,
fette linee; la fua pelle è lenza fraglie , dili
catamente granulata, e di un color nero, eh
tira al turchino; ha la tefta elevata , e allunga
ta, gli occhj grandi, gialli, colla pupilla tui
china, le narici affai aperse, e orlate di un
cerchio carnofo , il mufo acuto , la bocca be
feria con due ordini di piccioli denti uncinati
la lingua larga, gre fifa, di color vermiglione ai
taccata di fetto interamente alla gola, la qua!
Iia un gran gozzo, che fi comprime, e fi gon
£a come una vefeica ; le orecchie le mancane
$el tutto come alla maggior parte delle f ucerte
le acquaiole. Una fpecie di eretta ondeggiata
xegna perpendicolarmente lungo il fuo dorfo dal
la fronte fino ali' eftremità della coda : i piec
anteriori fono notabilmente più corti de' pofte
riori , e tutti e quattro fi dividono in cinque di
ta , le quali fono unite fra loro per mezzo e
una membrana , ed hanno in vece di unghie un
cartilagine mondata . La coda, che fui principi
è eretta , e rotonda , fi slarga poi verfo la pun
ta fino a due pollici , e termina in forma di fpa
fola , ma coi contorni ritagliati a foggia di fega
La bifeia Ciiilefe è quella, che i Naturalifl
appellano Colube*- Mfcidapiì (*) , il fuo corpo ì
ìiiiato dì bianco , e di nero, ed anche di gial
lo , e ài fofeo frammiichiato . Le più grandi, chi
io abbia vedute, avevano tre piedi incirca d
lunghezza. Siccome quefk* bifcie fono innocenti-
i con-
($) Coluber x^ò-^z,.
L 1 3 Tt O 1 V. 219
lontadini le prendono fenza paura alcuna pet
coda, e aggirandole un poco intorno alla te-
, per imbriacarle , come effi dicono, le attor-
liano alle loro braccia»
I pefcatori Chilefi contarjo fettanta fei fpe- j>efci#
; differenti di Pefci, che trovanfi nel mare ai-GMl. Cè*ft
icente a quefto Regno, i quali tutti fono fiu-***'
, e per lo più di un gufto eccellente . Ben-
è, rigorofamente parlando, effì fieno diverfi
i pefci dell' Emisfero Settentrionale , tuttavol-
fe ne veggono varj , che tolte alcune differen-
poco confiderabili, poflbno dirfi individui del-
medefima fpecie ; tali fono fra gli Anfibj la_»
',za , la torpedine , il Carrharia , il pefce cane,
pefce fega, la rana pefcatrice , e la vecchia $
tra i pefci proprj P anguilla , il congro , il
%mtto elettrico , il pefce - fpada , il baccalà , il
riuzzo, la fogliola , il rombo, l'orata, il
tito , la Cabrili* , il tonno , lo fcombro, la tri-
a, il barbio, il muggine , Palofa , la fardek
> P acciuga , ed alcuni altri .
La moltiplicazione degP individui dì quefta
iife o ila per proprietà di quel mare , o pel
;col numero rifpettivo di pefcaton , è veramen-
prodigiofa. I Viaggiatori, che vi fono flati,
accordano unanimamente a farne teftimonian-
, e fra gli altri il Frezier (*) , P Ammiraglio
An-
(ì) ,, Dans la rade de Falparaifo on jouh d* une
abondante yeche de toutes fortes des bons potjfons ,
des pejereyes y des goumaux très delìcctts . des
hnguados dont nous avons parli , des mulets etc.
f*ns parler d' une infinite d' autres £o?flons , §m
iém
a*o L I B R O 1 K
Ànfcn (i) , il Byron (i) , e il Carteret {$) .Tuf
te le
viennent par faifons comme les [ardine? , & un
efpete de morue , qui donne à la cote vers les mo
d* Ottobre , Novembre , ^r Decembre , des alu
\fesy des carreaux , une efpece d' ancbois , dot
la multhude devìent quelquefoìs fi grande , qu* e
\ les prend à fteur d' eau à pleìns panìers . Freii
Yoy. tom. ». pag. in. ! -
(n ,, Les morues y font d' une gropur prodigìei
fé , & a aufP grande quantìté , que fur les e
tes de Terre- neuve y au jugement de plufieurs ,
nos gens , qui avoient été à cette pèche • Nous
prime* auffi de grandes bremes , des anges de mei
" des Cavallies , des tatonneurs , des poifions urge,
tés & des Congres d* une efpece , & un potffi
' noìr , qui reffembloit à une carpe , dont nous fa
93 fions plus de cas , que de tout autre y & à q
nous avions donne le nom de ramòneur de chem
l\ née . Nous pècbions à V hamefon , & nous pi
^n:ons autant de poìfions , que nous voulions , 1
forte qu une cbaloupe avec deux , ou troìs lìgn
, en revenoit ebargée en deux , ou trois freures
Il temps. Voy. d' Anfon 1. 1. e. 1. pag. 103.
(i) Le poi fon étoit fi abondant qu* un can
„pouvoìt avec fes lìgnes en prendre en peu d* he-
35 rei pour nourrir V équipage deux jours de fait
Ces poìffons , de differente forte , étoìent toux d* 1
tresbon gout , & quel que $ un s pefoient de io.
?> 30. livres . Voy. d' Hawkeiworth tom. 1. e.
pag 126.edu. de Laafan .
(?) „ Cette partie de Mafifuero eft une tresboi
ne relache pour des vafraichifiemens , fur te
^ en été . No«j ^^owx ^tfWe iex chevres , ^«' 0
y trouve , & il y a dans les envìrons de V J
*,*/<? «w / grand nombre de poiffons , £«' «« &
?', fetfa />e«£ , tfrer fro/j //^«ej , é* autant^ d' barn
*9 cons , e« attraper apz } pour en.fervir à cent pt
, funnes . New pnmes entr autres d' excellens mt
Lfa&f nqirs } des Cavallies, de te morue, *
L 1 B R O I V. Ut
! le baje , I feni , e le imboccature de' fiumi,
de* rufcelli formicario, per così dire , di pe-
:i grandi, e piccoli, i quali vi fi aggruppano in
il quantità , che in alcuni luoghi fi prendono
:nza il minimo artifizio . Il fiume Cautèn, che
largo da trecento pertiche , e profondo da po-
i fofienere Vafcelli di lìnea, -fi riempie tal.
erte in certi tempi dell'anno di quefti viven-
fino a fette leghe dalla Aia imboccatura, che
1 Indiani fchierati nell' una , e nelP altra ri-
me pefcano una gran quantità , infilzandoli con
•He canne aguzze di quella fpecie , che dicem-
o chiamarli Colin . Lo fieiTo preffo a poco ac-
ide nelle foci di tutti gli altri fiumi Aullrali»
Gli abitanti dell' Arcipelago di Chilo è, ove
propagazione de' pefci eccede quella del ri-
anente del Chili, fanno nelle bocche dei fiu-
i , ed anche nelle fpiaggie aperte , degli Ace-
ti con un tifcio verfo il mare , che al calare*
rlla marea chiudono per mezzo di una corda .
itirate che fieno le acque , vi rimane un nu-
ero sì grande di pefci, che la gente, che vi
corre , non eflendo d' ordinario fuificiente a
urtarli tutti, lafcia andarfene la maggior parte .
Il baccalà è sì abbondante intorno alle Ifo-
di Gio: Fernandes, che vi fi fperimenta ciò ,
e dicefi del Banco di Terra» nuova , cioè che
gettar 1' amo, e ritirarlo colla Aia preda è
tutt*
plies , & des écret/ìjfcs . Mous primes aujjt uu mar-
tiri pecheur , qui pefoit 87. livres , & qui avoìt
cinq pieds , & ^emi de long. Voy. a' Ha^rkef-
orth. iv. chap. 2. pag* x4i.
W
I
41* £ 1 B R O 1 V.
tutt' uno • Quello ptfce , che la Natura il con
piace di moltiplicare ecceffivamente, fi accof
in grandi ftormi nei mefi di Ottobre, Nover
bre , e Decembre verfo le fpiaggie di Valpara
fo. Quegli abitanti, che prima non ne facev
no conto , fi fono applicati da pochi anni a qu
Ita parte a una pefca sì importante , e ne U
cano una gran quantità. Un tal Af. Luifon 9 ha
zzk di nazione, fu il primo a ftabilirvi que
ramo di commercio.
Il lido fi vede qualche volta coperto in ;
ceni fiti di pefci di ogni fatta : quefti fuggen
da* Cetacei loro nemici fi fpingono troppo ali
irive , donde poi dall' impeto dell' onde vengo
cacciati full* arene : qui parte di elfi reftano p
colo degli uccelli marini, che vi accorrono
torme, e parte prefi fono pofti in falamoja ]
la quarefima . Benché quafi tutte le fpecie , (
vi fi trovano, fieno eftremamente feconde, t
tavia i pefci , che abbondano davvantaggio i
quel mare, fono quelli, che i Paefani chiama
TLobalo , Corvina* Li/a , e Pefce - Rè .
Il Robalo, Efox Chilenjis (*) , è quafi cil
drico ,
(*j Efox maxiilis xqualibus, linea laterali e
rulea .
B. io. D. ^4# p. ii. V, 6. A. 8. C> %%.
Corpus teres , fquamofum . Squama. ojìea , imi
cata , angulata, decidua , Caput mediocre , cat
toplateum - Ri Bus tranfverfus , terminalis , t
dìocrts s labìa fimplicìa . Maxi! la aquales , dei
culata, inferi or puntata , Dentes immobiles, h
fertì minimi . Lingua integra , glabra . Palai
glabrum . Oculi magni orbiculati 3 laterale*. I
1 1 b n o i n *i»
icó, lungo due in tre piedi , e veftito di fcà-
ie angolofe dorate fui dorfo , e argentate fot*
il ventre : ha le ali tutte molli > ovvero fert-
ìifchc , la coda troncata , e il dorfo fegnato
ngitudinalmente da una riga turchina orlata di
allo . La fua carne è bhnca , un poco trafpa*
nte, sfogliata, e ài dilicato fa pò re . Si fìima
rticolarmente quello , che fi pefca nelle coftie*
di Arauco, ove fé ne prendono alcuni, che
fano fin vent' otto libbre . Gì' Indiani delle.*
)le di Chlloe coftumano di feccarlo al fumo ^
pò averlo prima ben nettato * e tenuto in ac-
a marina venti quattr* ore > affinchè fi fall *
landò è ben fecco , lo imballano , mettendone
nto in ogni balla , la quale fi vende a ragio*
di duQy o tre feudi. Il robalo così preparato
/iene più guftofo di tutti i pefei fecchi *
La Corvina , Sparus Cbilenjìs (*) § è ordina-
riamen-
te/ gemina* oblonga , prope oculos. Opercula bran-
chìalia fquamofa , mobìlia- , diplomila . Membrana
brancb. lata, patens . Apertura- Br. laterali* , fal-
cata . Dorfum convexiufculum , tifi àbdomen *
Linea later*refia , fuprema , dentata . Anus re*
motus prope caudam . Pinna omnes radiata » P.
folitaria , brevis , declinata y pone àquilìbrium »
"p. ìnfima, brevés , acuminata . F. abdomìnales ,
vicina , mediocre s , acuminata , A. proportionaliÈ
fubaqUaìis , pone &quìlibrìum . C* diftinCla , aqua*
Vis .
w) Sparus cauda bifida , lineis iitrinque|ranfver*
fufeis.
B.6.D.H.P. *7< tr.%, À.-&
Corpus ovatum , cathetoplateum 9 aèanthopiery*
gìuìn . Caput declive 3 Hviufculum^ MaxilU futi*
l^Mij;!1
,
mi
214 I1BR0 IV.
ariamente della grandezza del Robaio , ma fé 1
trovano varie di cinque , o fei piedi di lunghe
za. Quefto pefce ha la tefta piccola, il cor
ovale , affai largo , e ricoperto di grandi fquai
romboidali di color di madre perla macchiato
bianco, e la coda biforcata .• alcune linee b]
nazze lo cingono obbliquamente dal dorfo fi
al ventre. Le (ut ali fono compofte di raggi
di fpine. La fua carne è bianca, confiftente,
buona da mangiare fpecialmenre fritta . Prepa
ta come quella del tonno , forfè ne farebbe r
gliore: ma P induftria nazionale non è ancoi
affai avanzata per rivolgerà* a quefte utili i
perte .
La Lifa , Mugli Qhìlenfis (*) , fomiglia m
to al muggine ordinario per la figura , per \
fcaglie , e pel gufìo , man difiingue per 1'
dorfale,che è Col ita ria . Ve ne ha di mare, e
fiume ; la marina è poco filmata ; la fluviali
di un fapore veramente fquifito, che da ale
•viene antepofto a quello delle migliori tro
Tutteddue hanno poco più di un piede di 1
ghezza .
\ I
éiquales . Labia duplicata : dente* incifores ce
ci , molare* obtufi . Cirri o. Lingua glabra . 0
lì magni , laterale* , fupremì , ìride argenti
ìsiares bin& prope oculos* Opercula branch. dipi
la • Linea laterali* incurva , dorfo parallela ,
prema , vix confpìcua . Pinna dorfali* fublor.
tudìnalis , declinata . V, thoracics. • A, media
(*) Mugiì dorfo monopterygio .
L I B R O 1 V. %i%
Il Pefce - Re , Cyprinus Regius (*) , fi è me-
tato quefto nome per 1* eccellenza della fua-.
irne : è preffo a poco della grandezza dell' a-
nga : il fuo corpo è cilindrico con le fcagHe
>rate fui dorfo , e argentate fu i fianchi,- ha il
ufo corto, ottufo, fenza denti, e gli occhi
alli coli' iride purpurea % e la pupilla turchi-
; le fue ali fono molli di color giallo , e la
irfale fi flende dalla tefta fino alla coda, la
ale è bipartita. Quefto pefce è così abbondante
tutto quel mare , che i pefcatori fogliono darne
Tanta, ed anche cento per un mezzo paolo.
Le fpecle de' pefci di acqua dolce non vi fa-
tanto variate quanto quelle de* marini, ma
contraccambio abbondano affai d' individui * I
mi, Maghi, i rufcelli, e perfino le piccole
'genti, maffime dal grado 34. verfo il Polo,
>ergano una quantità incredibile di quefti vi-
nti . Le fpecie più ftimate , che vi fi trovano *
10 la Lifa , di cui ho parlato di fopra , la tro-
, Salmo trutta , che fuol avere fino ad un pie-
, e mezzo di grandezza, il Cauque , Cyprinus
iucus (%*) , il Malche , Cyprinus Malchus (3*) ,
l_m n_
W) Cyprinus pinna ani radiis n., dorfali longi-
dinali .
B. $.D. 18. P. 1$ V. io. A. 11. C. ir.
(i*) Cyprinus pinna ani radiis 13., corpore tube*
fo argenteolo .
D. 9. P. i(5. V. 9* A. 13. C. 19. Vifcis fefquì~
pedali* , cauda bìfida •
(3*) Cyprinus pinna ani radiis 8. corpore conico
bcseruleo .
D. ix. P. 14 ^.8. G18. Fi/di t*MU >
eauda bifida •
%%6 L I B R O I V.
51 Yuli , Cypyìnus \]ulus (*) , la Cumarca , o pc
ladilla Stromateus Cumarca (i*) , e il Bagre ,
Xuvùr, Silurus Chilenfis (3*).
Qijeft' ultimo ha la pelle lifcia fenza fcagli
bruna fu i fianchi, e biancaftra fotto il ventre
e raifomiglia affai per la figura a' girini , o nir
fé de' ranocchi ; la fua terra è troppo grolla re
privamente al corpo , il quale è lungo al p
undici pollici : il fuo mufo è ottufo , e va forn
to di pdi come quello de* barbj . La fpina, ci
trovai! .nella fua ala dorfale , non è velenofa
come dicefi effer quella de' Bagri , che crefeon
fra i Tropici. La fua carne è gialliccia, e ur
delle più dilicate 9 che peffano darti tra i pefe:
Se ne ritrova nel mare un' altra fpecie , o più
folio una varietà, di color nero, alia quale
Equipaggio del Lord Anfon diede il nome
Spazzacammino .
Le AnguiTe non fi propagano , che ne' fi
mi delle contrade' Araucane , ne* quali ve ne I
una gran quantità. GÌ* Indiani le pefeano cor
una fpecie di parlerà., che mettono centro
corrente dell' acqua. Nel fiume Tolte n ^ che tr
verfa il medefìmo Paefe, fi trova un pefciolir
nominato Puye , il quale è talmente diafano , pi
quan-
di Cyprinus p nna ani radiis co , calice lobati
D. tj< F. 17 T. 9. C i9 Pifcisfpithamem
{2.*) Stromateus durfo ceruleo , abdomine albo.
Pifcis fpìthameus minime fa/c Litus .
C3*) Silurus pinna doifaJi poiiica adìpofa, ci#
4., cauda lanceolata .
A 4, D. } ,0. P, 8. V. 8. 4$ xi. C. 13.
I.—
LIBRO I K i27
latito afficuVano quegli, che V hanno offervato,
ie mettendone parecchi infieme 1* uno fopra 1*
tro , fi veggono attraverfo diftintamente gli
Saetti 9 che fi pongono di fotto . Se una tal
oprierà non è efagerata , quello pefciuolo po-
ebbe ben fervire a fvelare i fegreti della dìgc-
one, e il corfo degli umori. ■ ( ■■
Le acque del Chili, benché abbondanti di
Tei , come fi è detto , tuttavia nonne hanno,
e tre rimarchevoli per la loro particolarità •
je-fti fono il Pefce falciato , il Felce gallo , e
Toilo di ■ G'io; Fernandes , i quali abitano nel
ire. Il primo , Chatodon.Aureus (*)■,'■ è un pe*
: piatto, di figura ovale , lungo da dodici poi*
i, veftito di Spicciole fcaglie , e cerchiato fo*
I un fondo di color d' oro brillante da bande
gie , e nere ben di (tinte, e larghe otto linee .
lefte bande fono cinque : ima nera , che dalla
;a palla circolarmente per gli occhi, due gri-
selle circondano il corpo verfo il punto dell*
ìiHbrio , e lo dividono In quattro parti ugua-
ed altre due nere,. e grigie, che cingono il
P a mani-
*) Chsetodon ,cauda integra * fpinis dorfalibus
, corpore aureo fafciis 5. dilcoloribus diftinclo ♦
JJ. 6t D. ||. P. iz* V. f. J, 'f§ C. 18.
„Aper marinus Auveus maculatus . Feuill.
Nares bina prope oculos. Opercuìa branchiali^ tri"
phyllrt . Apertura branch. laterali* arcuata ; lìnea
faterai?? arcuata , fupremet , inconfpicua « Anus
fere medìus * Pinna ?• infima , mìnima , acumi'*
nata,» V. ìnfima^ t toracica 9 acuminata .. A.lon*
gftudwalis . Macula ovali* nigw é4 emiam »
liS L 1 E R O 1 V.
manico della coda , il quale è di color d* arger
to . Quello bel pefce ha la tefta piccola , il rn
fo allungato, e guernito di piccoli denti , il do
fo formontato interamente da una grande ala fj
nofa gialla e e la coda fatta in forma di vent
glio , e orlata di giallo: la fua carne è di <
celiente fapore .
Il Pefce gallo , Chìm&ra Callorynchus ■
meffb dal Linneo nell* ordine degli Anfibj r
tanti ha tre piedi incirca di lunghezza . Il l
corpo è rotondo, più grotto nel mezzo, eh
nelle eftremità , e va ricoperto di una pelle t
chiniccia fenza fquame . La fua tefta è corre*
ta di una creila cartilaginofa , che fi prolur
cinque, o fei linee al di là dal labbro fuper
re : ciò gli ha fatto dare il nome di pefce g
lo . Gli Araucani lo chiamano Chalgua Achagm
che vale lo fletto ;. Le fue ali fono cinque ;
dorfale , che principia dietro la nuca , e term
nella metà del dorfo , è affai grande, trianj
lare , e s9 appoggia ad una grolla fpìna lui
cinque pollici , che oltrepaffa 1' angolo acuto I
la medefima ala . Quefto è 1* unico cito , ci
trovi fi nel corpo di quello peke s tutto il re
e cartilaginofo , La colonna vertebrale fletta r
è che una forta di cartilagine fenza midolla, fi
za cavità, e fenza nervi, come appunto que
delle lamprede , Le altre quattro ali fono fit
te preflb le branchie , e fotto P ano * Le ar
fono geminate , il che è raro fra i pefei ; la c(
è fat
(*J Chimera roftro fubtus labro inflexo lievi. L
L 1 B R O 1 K ±z9
ì fatta in forma di falce colla punta ripiegata^,
/erfo il ventre. I Paefani fogliono mangiare que-
lo pefce più per curio/ita , che pel fuo gufto,
1 quale per altro è piuttofto fcipito .
Il Tollo, Squalus Fcrnandìnus (*) , è una
jpeciedi Pefce cane, un poco più grande del pe-
ce gallo, rimarchevole per due fpine , che ha
ul dorfo, come lo Squalus Acanthtas , le quali
ono triangolari , ricurvate verfo la punta , dure
ome 1' avorio, lunghe due pollici e mezzo, e
arghe in ciafcuno de' lati da cinque linee . Que-
te fpine fono efficaci contro il dolore di den-
i come confta da replicate efperienze . Si tiene
>er poco appoggiata al dente addolorato la pun-
a di una di quefte fpine, e in capo di mezz*
>ra fi fente ceffato il dolore. Mentre la fpina
ià in bocca fi offerva , che la parte fpugnofa del-
a bafe fi gonfia a poco a poco , e diventa mor-
Ida . Ciò non può attribuirli alla faliva , perchè
o fmalto della punta appoggiata è duriflimo, co-
de abbiamo detto, ficchè non può efier pene-
rato cosi abbondantemente , fé non dall' umore
orrofivo, che cagiona il dolore, attratto dalla
Dftanza interna dell' offo .
Benché i Pefci cetacei, o Flagiurz , appar-
engano alla claffe degli animali lattanti, io ho
oluto tuttavia farne qui una brieve menzione ^
erchè molti, attendendo folo alla loro figura
fterna , li pongono ancora nel numer® de* Pe-
P 3 fci .
(*) Squalus pinna anali nulla , dorfalibus fpino-
s j corpore tereri ocellato .v
%lo L 1 B R O I Ve
fci . Le fpecie di quelli animali , che frequenti
no il Mar Chilefe, fono le Balene grandi,
piccole, e i Delfini delle tre fpecie conofciute
Gli Araucani chiamano Tene la gran Balena,
fìa la BaUnct Myfticetus , e Icol la piccola , o 1
BaUna Boops . Quefle due fpecie fono comuni*!
me in quel mare, e in certi tempi dell' anno. -.i
ne veggono delle gran truppe (penalmente veri
I* imboccatura de* fiumi, ove corrono iopra
pefci, che vengono «raffinati dal rifluffo .
I Viaggiatori Inglefi, che in queftr ' ultin
anni hanno vifitato lo ftretto Magellanico, e
contorni dell' Ifola del Fuoco , parlano della gra
moltitudine di q'uefti animali, che trovali in
quelle acque. I Naturalifti, che accompagnaron
il Cook nel fuo fecondo viaggio , vi offervaron
la Balena Boops. Io ho dei fondamenti fufficien
ti per credere, che tutte le fpecie, che abitam
i Mari del Nord, oltre alle due menzionate ,j
ritrovino egualmente in quelli del Sud, ma ile
come l Nazionali non fi applicano a ■ que.fto gè
nere di pefea , non ho potuto faper con certezza
tutte le differenze , che regnano fra le balena
Auflrali . Effe certamente non fono inferiori ir
grandezza alle Settentrionali. I flutti , pochi an-
ni fono, ne gettarono una morta fulle Celliere
de' Choni , che aveva novanta fei piedi di. lun-
ghezza , In un luogo di quel littorale fi vedeva
una cottola di un' altra balena , lunga ventidue
piedi . Mi maraviglio però , che M. di Buffon ,
a difpejtp della teftimonianza di rutti i Viaggia-
tori , pretenda tuttora nelle foe Epoche della Na-
tura J
L I K R O I V. i3r
:ura, che i Msri Aullrali fieno inabili alla pro-
luzione delle Balene , e che non alberghino are-
nali più corpulenti de* JUmentini . Queiìo grand*
ìomo , che talvolta fi lafcia trafportar troppo da'
boi favoriti fifremi , poteva almeno ricordarli
Iella moflruofa corporatura de5 falfi leoni mari.
li dell' Ifo-e di Gio: Fernandes , che egli fleflb
iefcrive . (r)
Ne' mari di Arauco fi lafciano vedere qual-
he volta certi animali appellati da quegli abitan-
i ora Tori , e ora Vacche marine, ma non ho
otuto accertarmi fé eifi fieno Lamentivi , o Rof~
tari , o fé appartengano a qualche altro genere.
'er le defcrizioni confufe, che ne ho ricevute,
fidino più a credere, che fieno Manati , o La-
ìentini . I primi Spagnuoli, che fi fiabilirono
eli' Ifola grande di Gic: Fernandes, prendeva-
o gran quantità di tali animali, della cui carne
cibavano volentieri, ma il continuo macello,
he fé ne faceva, gli ha coflretti ad abbandona-
e i contorni di queir Ifola •
P 4 Gì*
: ih
(i) ,, Le 30. on commenda à gouverner fur l/L*
terre des Etats . Dans le pafiage les baleines fé
Jrouvoìent en fi grand nomine , & d' une fi prò*
, dìgìeufe grojfeur , que V équìpage craìgnìt qv? eU
Jes ne fiflent [uhm erger le vaìjfeau : on voyoìt aujfi
une troupe innombrable de loups marins , & de
pìngouìns . Journ. du fecond Voy. da Czp. Cook*
ag. jn.
Veggafi ancora il Wallis e. r. pag< 11., il Cook»
. 3. pag. z$6* Voy, d' H3wkefw»rrh. , il Pernet-
y Voy. t. 1. pag. 71. ^^1. , il Duclos Journ. ir*
2&- MP*> il de la Giraudaù Joura. ìy. pag. a 74.
nun ,
*l% t I B RO 1 V.
Gì* Indiani afficurano , che in certi laghi de
Chili fi trova una fmifurata beftia , a cui dann
il nome di Gìtrvivìlu , cioè a dire Vnlpangue ,
Volpe bifeia, la quale , al dir di loro , è antre
pofaga , e perciò s' attengono dal bagnarli ne!
acqua di quei laghi . Effi però non fono d* ac
cordo fulla figura, che pretendono di affegnarle
ora la fanno lunga come un ferpente colla tefì
di volpe , ed ora quafi circolare come un cuoj
vaccino diftefo • Se così fofTe , verrebbe ad efft
re una fpecie di manta , o di razza moftruc fa
ma è da dubitare, che un tal vivente non abbi
un' efiftenza immaginaria .
"Uccelli. *-a Claffe degli Uccelli è la più ben prove
C*hl* GU" ^llta ài fpecie dopo quella degl' Infetti fra gì
animali Chilefi.. Le fpecie terreftri,e acquatich
finóra conofeiute arrivano a cenrotrentacinque
le marine fono innumerabili ; ii genere folo de
Lari contiene ventifei, o ventifette fpecie difte
renti , e ve ne ha molti altri generi , che gli io
no poco inferiori in numero . Il Cielo di que
littorale fi vede fpefib ofeurato dai prodigio!
ftormi di uccelli, che vi fi radunano per dare 1;
caccia ai pefei .
La vafta montagna delle Andi è , per cos
dire, il Seminario degli Uccelli terreftri , e flu
viali, dove effi in gran parte fi ritirano in Pri«
mavera per attendere con più ficurezza alla pro-
pagazione. Quindi al primo arrivare delle nuo«
ve nevi ritornano alle pianure, e ai monti ma-
rittimi accompagnati da una infinita dipendenza <
Al foggiorno, che effi fanno fu quella montagna
fera-
t I B R O l V. %l$
jmprc coperta di neve, attribuir fi deve la &\U
renza di colore, che fi vede in molti individui
•Ila medefima fpecie :Io vi ho veduti uccelli atfat-
> bianchi di tutte Je fpecie diverfamente colorite •
I viventi di quefta ClafTe non fono tutti dif-
renti da quefti, che propaganti in Italia . Se ne
ovano molti , che poflbno dirfi individui della
edefima fpecie , quantunque ben confiderati pre-
ritino qualche varietà . Tali fono le anitre, le
he , le folaghe , gli fmerghi, i pivieri, le bec-
ccie , le gallinelle, gli aironi, le aquile, i fai-
ni , i nibbj , gli attori , i gheppi , gli uccelli
•numi, i corvi, i colombi torquati , le torto-
lle, i tordi, i merli , i picchi, le rondinelle,
pernici, le galline domefliche ec (i)
I Cac-
(i) ,, Les campagne* font peuplées df une infinite
i* oifeaux paniculierement de pigeons ramiers
heaucoup de tourtourelles , des ptrdrix , mais qui
ne valent pas celles de France , quelques beccajjì*
nes ydes canards de toutes forte s , dont il y a u*
ne de ceux , qu ih appellent Patos réales , qui
mt une crete rouge fur le bec , des courli s , des
■ ar celles * des pipelienes , qui rejfemblent en queU
jue chofe à ces oifeaux de mer , qu' on appella
Mauves , (£• qui ont le bec rouge , droit , long ,
hroit en largeur , & plat en bauteur , avec un*,
ìrait de me me couleur fur les yeux , & ont les
bìeds , comme ceux de V autruche , ils font d' un
fon gout ; des perroquets , des pechicolorador , oh
rorges - rouges , d' un beau ramage , quelques cy-
Ines , & des Flamands , dont les indiens eflimenf
?ort les piume 's , pour en orner leurs bonnets dans
es fétes, parce qu elles font d* un beau blanc y
fy d' un beau rouge , couleur , qu9 ils aiment
m • Frezier Voy. toni. i. pag. 140.
Il
■ !
2.34 iijjro ir,
I Cacciatori numerano tredici fpecie di ai
tre falvatiche , e fei di oche. La più grande,
la più bella delle anitre è quella , che chiama
Reale , Anas Regia (*) , la quale è molto p
grofla delle anitre domeftiche , ed ha la parte
periore del corpo turchina , e la inferiore grigi
21 fuo becco è ornato di una gran crefta rofl
e il fuo collo da una collana di belle piume bi;
che. La Cofcoroba , Anas Cofcoroba, (1*; è co
mendìbi'e tra le oche non meno per la fua gr;
dtzza , che per la facilità , con cui fi addome
ca, affezionandofi per modo a quelli, chele d;
no da mangiare , che li feguita da per tutto :
la è interamente bianca a riferva dei piedi
del becco, che fono roffi , e degli occhi che fé
brano affatto neri . Il Cigno Chilefe , Anas Mete
corìpha , [3*] è a un di prelfo della grandezza»
Cigno Europeo, a cui fi raffembra di molto |
la forma , ma fi diftingue pel colore delle p
me , che cuoprono la fua tefta fino alla metà j
collo, le quali fono di un bel nero , mentre t
te le altre fono di un bianco rilucente. La f-mn
na produce fei piccoli , che non abbandona n
jiel nido, e quando va a procacciarli il vitto s
li reca tutti fui dorfo .
II Chili ha cinque fpecie di aironi di fin£
lar
(*) Anas caruncuia cornpreffo frontali , corpor
caeruleo fubtus fufeo , collari albo .
(i*j Anas rofìro extremo dilatato rotundato, ce
pore albo .
(3*) Anas roflro femicilyndrico rubro 9 capite 1
grò, corpore aibo.
mms
LIBRO lì?. 23 j
ir bellezza : il primo è V Ardea majot d* Etiro*
. . lì fecondo, Ardea. Erytrocepbala (*; ,è della*»
edefima grandezza , ma ha il corpo tutto biati*
con un bel pennacchio rofTo , che gli cafca fui
ifo . Il terzo, Ardea Galatea (i*j , è di color
latte col becco giallo lungo quattro pollici , e
gambe cremifìne ; quefle gambe, come pure il
lo, hanno due piedi, e fette pollici di altez*
• Il quarto , Ardea cyanocephala (3*; , ha la«*
fa, e il dorfo turchini , le ali nere orlate di
nco , il ventre giallo verdiccio , la coda ver*
, il becco nero , e le gambe gialle . Il quinto ,
(•e a Jhula [4*], nome, che viene dalla lingua
i-hk , è totalmente bianco , e porta, fulla teita
bel ciuffo dello iteffo colore .
Le Aquile fono di due fpecie , cioè 1' A qui'-*
fulva d9 Europa detta Gnancu dagl*- Indiani , e
grande Aquila chiamata Calquin , che non fem^
differente dall' Itzquauhtlì del MeiTIco , né
I Urutaurana del Brafile, nominata Vultur Har*
dal Linneo. La fua tefta è ornata di una for-
ii cimiero turchino ; le penne del collo i del
Co, e delle ali fono di un nero , che tira ali*
tirro, quelle della coda fono rigate di brano é
i nero ; il ventre è bianco fpruzzató di brìi-»
no i
f) Ardea occipite cri ria dependente rubra , cof*
$ albo *
.*) Ardea occipite f uberi flato , corpore la elea-
roflro luteo , pedibus' cocesneis .
♦>*) Ardea vertice crilìato cseruleo, remigtbus fri-
albo ma rgin a tls <
*) Ardea occipite enfiato s corpore alba l
«
NÉ
^36 L I B R O 2 V.
no .• quello feroce uccello ha dieci piedi e mez
d' invergafura .
Vi fono anche due fpecie di tortorellej 1
prima non è diverfa da quefta ordinaria di ]
lopa ; la feconda , Columba Melanoptera , (*) ha
ali nere , e il refto del corpo piombino . I 1
lombi torquati detti Favazzi abbondano talme
in tutto il Paefe , che ad onta del gran numei
che fé ne ammazza da' Contadini , fi vegge
coperte di effi le campagne a distruzione del
Joro frutte •
I Picchj fono di quattro forte , Il Metri
il Vìrgìmano , il Carptntero , o Falegname , e il
tiu . Il Carpintero, Ficus Lìgnarìus (i*j , è p
minor di un tordo, ed ha il cimiero rollo, t
corpo liftato di bianco , e di turchino ; ha il b
co sì forte, che foracchia non folo gli alberi]
chi , ma anche i verdi , facendovi de* buchi a
profondi da potervifi annidare coi fuoi figlio
onde viene a diftruggere molti alberi fruttife
Il Pitiù, Ficus Fìtius, (3*) è della ftatura di 1
colombo , e di color bruno macchiato di bian
non s* annida, come gli altri picchi nei bi
degli alberi , ma nelle ripe de* fiumi , o fui
pendici de* monti , dove fi fcava una tana
depofitarvi i fuoi figliuoli , che non fono più
quat
(*) Columba cauda cuneata, corpore c^rulefc
te, remigibus nigris.
(1*) Picus pileo coccineo, corpore albo, caeruL
que vinato .
(3*) Picus cauda brevi , corpore fufeo maculi*
valibusalbis giitttto.
ffflfl
L I B R O 1 ir. i37
attro . La Aia carne è molto filmata da quegli
itant! .
Le pernici grigie, e roffe , che fecondo il
uillée fono più grandi di quelle d* Europa ,
bondano in tutto il Regno , e fono di un gu-
eccellente, foprattutto nei meli di Aprile, e
Maggio , nei quali divengono affai pingui col
ingiare i fiori della Sajpa Perticarla. Nelle.»
iremme fé ne trova "un* altra fpecie più picco-
I la quale non è di così buon gufto. Le qua-
e, tutto che fieno comuni in varie parti dell*
nerica, mancano affolutamente nel Chili.
Le galline domeftiche, che gl'Indiani chia-
mo Achau , fono della medefima fpecie di que-
, che s* allevano in Europa ; è tradizione co-
nte , che effe vi fi trovano da tempo imme-
>rabile; ciò s' inferifce anche dal nome pro-
io, che hanno nella lingua del Paefe, il quale
mca a tutti gli altri volatili, che certamente
ngono da fchiatta forestiere, come le colom-
, le oche, le anitre domeftiche, e i polli d*
dia . La gallina , il porco, e il cane fembrano
ftinati a feguire V uomo da pertutto . I ino-
rai viaggiatori Inglefi dicono averli trovati in
afi tutte le Ifole , che hanno fcoperto nel mare
1 Sud.
Oltre agli uccelli fovraccennati , il Chili ne
i molti altri, che meritano una particolar de-
rizione, ma per non eccedere i limiti, che m*
ipone la natura di queft' opufcolo , mi reftrin-
\xò a defcrivere foltanto i più fingolari , divi*,
indoli in due ordini , cioè in Palmipedi , e F//i
s5S L 1 b n O 1 V.
Jìpedì . I Palmipedi fono quelli , che hanno 1
dita unite infieme per mezzo di una membran
e foggiornano nel mare , o ne' fiumi, ove fi r
trono di pefci, e d' infetti acquatici ; tali fo
i feguenti .
i. Il Pinguino , Diomedea Chìlenjis (*) , è
anello , che unifce gli uccelli ai pefci , ficcoi
il pefce volante è quello , che unifce i pefci
gli uccelli : difatti elfo ha un becco, e de* pi
di palmati , come gli uccelli acquatici : ha e;
andio delle piume, benché così fine, che han
r apparenza di pelo : ma in vece d' ali por*
due nuotato/ pendenti coperti al di fopra di p
croie penne , che. fembrano a prima viltà fcagli
quelle alette, effendo affai piccole, gli fervo
per nuotare , non già per ergerfi a volo . E' gra
de quanto un' anitra, ma ha il collo più Jung-
la fua tefta è fchiacciata dalle due bande , e pi
eola relativamente alla mole del corpo: il fi
becco è fonile e ricurvato verfo la punta : le pi
me , che ;cu~opjono la parte fuperiore del iuo ce
pc, fono grigie variegate di turchino : quelle d
petto, q del ventre fono bianche . La fua co(
non è altro, che un prolungamento delle peni
del groppone , e dell' addomìne . Siccome egli
godtcìpede , cioè a dire, ha ì piedi fidati vicin
tir ano , così cammina fempre diritto , come i
P uomo , colla tefta elevata, piegandola ora ali
ikftra, ora alla finiftra per confervare V equilibrio
I Pae-
(*i Diomedea aììs impennibus , ped/bus compc
iit^us tridaftylis, digitis omnibus connexis •
m
L 1 E R O 1 V. 239
aefani Io chiamano LTccel Bambino, perchè da
itano pare un bambino ,che principia a cammi-
e. I fuoi piedi non hanno che tre fole dita per
fchvduno. Alcuni perciò Io confondono con 1*
•af ma egli è fenz' altro del genere delle D/o-
iee per la forma del fuo becco , e delle fùe na-
. Benché' elfo fia un'eccellente notatore, tut-
ia, quando il mare è in fortuna, non può refi-
e all' Impeto delle onde; quindi avviene, che
nverno Tene trovano molti affogati , e gettati
mare fulle rive . I Viaggiatori lodano la fua
ne, ma io non V ho mai aleggiata , ne so,
alcuno la mangi nel Chili. La fua pelle è
fla quafi come quella del porco , e facilmen-
(i fiacca dalla carne. Fa il fuo nido nella fab«
, dove fi fgrava di fei3 o fette uova punteg*
te di nero .
2. Il Quethu, Diomede* Chiloenjis (*), è del
lefimo genere, e predo a poco della ftefla-
ndezza, e figura del Pinguino fovradefcritto*
quale non fi diftingue, che nell'avere le a-
e prive affatto di pelame, i piedi divifi ìil.
ttro dita fimilmente palmate, e il corpo ri-
tiro di una piuma folta , lunga, di color ce-
ognolo 5arncciata e morbida , che pare lana*
abitanti dell* Arcipelago di Chiioe , ove fé
trova un gran numero /filano quefta piumag
ie fanno de* panni da letto affai ftiroati .
S. il
*) Diomedea alis impenmbus , pedibus compedi-
; tetradaiìylìs palmati* , corpore lanuginofo ci-
rco.
^':Ì
a4» L 1 E n o i r.
3. Il Thagc , Ptlecanus Thagus (*) , chiaro
to dagli Spagnuoli Alcatraz, è una fpecie di
nocrotalo , o dì Pellicano, di color bruno, t
tabile per 1* enormità del fuo gozzo : il fuo c<
pò non è maggiore di quello de* gallinacci , 1
il fuo collo è lungo un piede, e le gambe ha
110 ventidue pollici di altezza ; la tetta è abl
ftanza grotta per (ottenere un becco di un pie
e mezzo incirca ^£fTu%hezza , e di cinque p
liei di grettezza nella fua bafe : i due batte
di quello becco fono ritagliati a foggia di feg
e ricurvati verfo la punta . Ciò diftipgue fpeci
mente quefto Pellicano d' America dall' Crii
tale, il quale ha il becco tagliente bensì, ir
intero ne* fuoi contorni , Il battente inferiori
compofto al fclito di due pezzi congiunti ne
punta , i quali fono pieghevoli, ed elaftici,
fpandendofi nella bafe vi lafcjano un' apertui
che conduce al gozzo: quefto gozzo, che è
prolungamento della pelle della mafcella infer
re, e di quella del collo, è comporto di ur
membrana carnofa , capace di una prodigiofa
ftenfione, e ricoperta dj una piuma corta, fin
e di color grigio . Qualora sì fatto gozzo è vi
to appena fi vede , ma quando 1' uccello lo
riempiuto di abbondante pafcolo , è cofa forpr<
dente il vedere la quantità di pefei parte intei
e parte fpezzati , che vi porta per cibare i pi
pri figliuoli , i quali per 1* ordinario non fo
più di cinque . J-a natura , fempre attenta ad ;
como-
(*> Pdecanus cauda rotunda , roiko ferrato, g
la laccata •
L I B R O ì r. *4t
modare i mezzi ai fini , Io fornì di due grand*
di nove piedi di eftenfione corredate di lurw
e penne , fenza 1* ajuto àcUe quali non po-
:bbe fofrenere un pefo sì enorme : la fua co-
però è affai corta , e rifondata , e i piedi ban-
quattro dita unire da una forte membrana.
Thage è un' uccello malinconico , e pigro : a-
a per lo più fulle rupi marine, ove fabbrica
fuo nido , I Naturali del paefe adoperano il
>i gozzo ben conciato per tenervi il tabacco
fumare, ed anche per farne delle lanterne,
rchè , erltndo ben dilìefo , è cesi trafparente co-
: la carta .' Io ho veduto de* lampioni di un
ne e mezzo dì altezza fatti cella pelle di un
o di CHieii lacchi, o gozzi • Le penne delle
j a ii fono migl/ori di quelle delle oche, e de'
ni per iscrivere .
4. Il Cage , Anas Hybrìda (*) , è una forta
oca , che abita i mari delle Ifole di Chiloe ,
quaie non è rimarchevole per altro , fé non
• ia totale differenza di colore , che parla fra
uaichio, e ia femmina. Il primo è riveftito
biar-chiflime penne, ed ha il becco, e i pie-
gialli. La femmina è tutta nera a riferva di
lìche filetto fottiliiTImo di color bianco , che
a 1' eitremità di alcune delle fue piume/ il
becco , e i iuoi piedi fono rorTi . In viltà di
i divertita ho dato a quefta fpecie 1' epiteto
Ibrida, o ila mulatta , come proveniente da
1 Anas roftro femicylindrico , cera rubra, cau*
acuti uicula •
91 Hi
r
t,! i
P
jj
1
1 .
*4* uno r.
un bianco /e da una negra. Tutteddue fono d<
la grandezza dell' Oca domeftica , ma hanno
collo più corto, e le ali, e la coda più lungh
I loro piedi fono conformati della medefima n
niera di quelli dell'altre oche. Malgrado un
vario sì grande di colore quefti due indivifi!
compagni il amano teneramente , né mai fi ai
nano in branchi cogli altri uccelli della loro i
eie . Ogni coppia di loro fi porta al mare da
fola in cerca del vitto, e giunto il tempo d<
covatura fi ritira in quelle rive, dove la ferrn
na viene a fearicarfi dì otto uova bianche in
buco fcavato nella fabbìa .
$• Il Flamenco , Ph&nìcopterus Chìhnfis 0
è uno de' più belli uccelli , che fi veggano *
le acque dolci del Chili non folo per la fi
grandezza, che pel vivo color di fuoco d<
penne , che gli cuoprono il dorfo , e la parte
periore dell* ali ; quefto bel colore campeg
mirabilmente fui bianco brillante del refto d<
lue piume . La fua altezza prefa dalla punta
"becco fino all' eftremità delle unghie è di cim
piedi ; ma il fuo corpo per sé (ietto non oc
pa, che la quinta parte di quefta dimeniìofte^
fua tefta è piccola, bislunga , e fornita di i
fpecie di cimiero : gli occhi pure fono affai p
coli, ma vivi; il becco è dentato * curvo ve
la punta , lungo da cinque pollici , e ricope
di una pellicola roffa : i piedi hanno quattro e
per ciafeheduno, tre palmate dinanzi, e uno
ben
(*) Ph^mcopterus ru.ber , remigibus albis
L 1 B n O 1 V. 245
?ro di dietro : la coda è corta , e tonda .- le
e ali proporzionate alla mole del corpo hanno
: penne maeftre affatto bianche , e non nere ,
>me fono quelle del Becharu , o Flamenco dei-
altre parti dell' America , e del fenicottero
W Africa . Si dice , che quelli uccelli , quan-
) fono piccoli, fieno di color grigio, ma io *
| ne ho veduti e de* grandi, e de' piccoli, gli
) trovati tutti dello fteffo uniforme colore . Si
ce ancora, che uno di loro fi ponga in fend-
ala , mentre gli altri vanno cercando il nutrì-
ento, ma confeffo , che quefta particolarità è
iggita alle mie oifervazioni . E* ben vero pe-
, che efH ftanno fempre all' erta, e che diffi-
mente fi prefentano a tiro di fchioppo .
Siccome quefti uccelli fono un pò troppo al-
di gambe per poter comodamente covare le
ro uova , così coftruifcono il loro nido di fan-
> alto un piede, e mezzo fui livello dell' ac-
a, dandoli la forma di un cono troncato : nel-
cima di quello cono, che è fcavata a foggia
fcodella, depongono due uova bianche fopra
1 letticciuolo di morbide piume . Quando lo*
vano, pofano i piedi in terra, ed appoggiano
groppone fui nido , tenendo il corpo diritto in
aniera tale , che fembrano efTervi pofti a kdcm
. Gli Araucani fanno particolar ftima delle bei-
penne di quefti volatili , e fé ne fervono poi
r adornare i loro cimieri, e le loro lande.
6. Il Pillu , Tantalus Pìllus (*) , è una fpe*
Q^i eie
(*; Tantalus facie, roftro , pedibufque fufcis,
rpore albo , remigibus 9 re#ricibufque nigris .
'
\
H':ì
tU L I B R O 1 V.
eie cT Ibìde di color bianco variato di nero , ci
abita nei fiumi , e ne' laghi. Fra tutti gli uccc
li acquatici quefto è confiderabile per la fpr
perdonata altezza delle fue gambe , che foi
lunghe due piedi , e otto pollici , comprefe h
cofeie : perciò gì' Indiani danno il (oprarmeli
di Pìllu a quelli tra loro , che hmno quella pa
te del corpo eccepiva . Le medefime gambe i
no poi ignude fin fopra il ginocchio . Il cor]
però non corrifponde alla fua bafe , effendo m
no graffo di quello dell' oca ; il collo ha d
piedi , e tre pollici di lunghezza , e un picc
gozzo fguernito di piume: la tefta è mediocr
il becco groffo , conveffo , appuntato , lungo qui
tro pollici incirca , e ignudo fino alla fronte
pitM fono quattrodigìtati, o di vili in quattro <
ta , le quali nella loro bafe fi congiungono p
mezzo di una breve membrana : la coda è ce
ta , e intera, come quella della maggior par
degli uccelli acquaioli. Gli Spagnuoli lo chiam
no Cicogna Chilefe , ma effo per i caratteri me
lionati è affai differente dalle Cicogne . Io n<
P ho veduto mai pofarfi fugli alberi , ne fu
luoghi alti : egli dimora fempre ne' pantani , n
fiumi , e in altri fiti umidi , ove fi foftenta
rettili . S' annida fra i giunchi , e fa due uc
di color bianco, che tira all' azzurro .
I Naturalifti chiamano Uccelli fifllpedi que
li , che hanno le dita feiolte, e non unite d;
membrane. Effi vivono per lo pili nelle pian
re, e ne' bofehi ,e fi nutricano di frutti, d'i
fati , o di carne. Queft' ordine comprende §
ucceU
LIBRO IV. 245
-celli di canto annoniofo e di miglior fapore .
più rimarchevoli, che fi trovano gel Chili , fo-
0 i feguenti .
1. la Pigda : è il brillante uccellino conofciu-
» in altri Paefi coi nomi di Colibrì, di Ficafior ,
Uccel mofca , di Mellìfuga, ec» lo non credo,
ic fi trovi un' animale, a cui fieno flati appli-
ti tanti diverfi nomi, cerne a quello: per altro
erita bene dì effere così diftinto , perchè in fatti
fo è un piccol capo d* opera della natura . Il
nneo ne forma un genere a parte fotto il no-
e di Trochìlus , al quale riferifee ventidue fpe«
?. Quefti uccelletti , generalmente parlando,
nno il corpo piccoli/fimo , il collo corto , la_*
fta proporzionata, gli occhi neri, e vivi, il
■cco-groffo come una fpiJla, e lungo quanto il
rpicciuolo , la lingua forcuta, le gambe brevi
attrodìgitate , la coda coiupofta di fette, ono-
penne, che agguagliano in lunghezza il refi o
1 corpo, e le ali sì grandi, che le loro pen-
maeftre arrivano fino al terzo della coda . Il
lorito poi è diverfo fecondo le fpecie , ma in
nerale è il più bello, che immaginar fi poffa,
ncorrendovi a formarlo tale non folo lofplen-
re dell' oro , e delle pietre preziofe , ma il
me dì tutte le tinte più allegre , e più vivaci
Ha natura . Il brio di tali colori fi avviva più ,
meno fecondo la diyerfa rifleflìone della luce,
le differenti pofiture dell' occhio , che li ri-
arda ; anzi per una prerogativa fpeciale fi con-
va nei fuo fplendore anche dopo la morte dell'
alletto, e finche dura il fuo corpicciuolo dif-
cato* Q^l Que.
±$6 L I B R O 1 V.
Quelli vaghi uccellini fi veggono nella be
la ftagione fvolazzare come le farfalle intorno
fiori, del di cui fugo fi nutrono. Rare volte
fi fermano , e benefpelfo fi foftengono per aria
come fé fofTero immobili . Quando volano ,
fentono ronzare come certe mofche grofTe , t]
girano fu i fiori : il loro canto è una forta di r
morìo chiaro , e debole proporzionato all' org
no, che lo produce. I mafchj fi distinguono da
le femmine per lo fmalto della terra, il quale
di un aranciato sì vivo , che fiammeggia come
fuoco. Fanno i loro piccioli nidi fopra gli alb
ri con pagliuzze , guernendoli di morbide pi
me j e vi depongono due fole uova grofTe quai
to un grano di cece , di color bianco fprtizza
di giallo . Il mafchio , e la femmina le covar
alternativamente . La date è la ftagione , in e
abbadano alla loro propagazione . Quando arti
P inverno fi fofpedono pel becco da un ramufee
lo , e vi fi rimangono immobili fino al ritorr
della primavera . Durante quefto tempo , che pi
loro è una fpecie di letargo , vengono prefi ; a
trimenti quando fon vegghianti , ed efercitan
tutte le funzioni della lor vita fpiritofa , è ztt
difficile di attrapparli .
Il Chili ha tre fpecie di quefti uccelletti
cioè il mìnimo, il tefia-turchìna, , e il crejluto. '.
minimo, Trockìlus minìmus (*) , non pefa più <
ventidue grani; il fuo color dominante è un vei
de
(*) Trochilus recliroftris, rectricibus lateralibi;
margine exteriore albis, corpore viridi nitente fui.
tus albido . Un*
ì ■■ ■
L I B R O I V. i47
•rilucente, che pare invernicato. il tefta-tur-
lina, Trochilus cyanocephalus ( *) , ha il corpic-
joIo poco più grande di una nocciuola , ma la
a coda è tre volte più lunga ; il Aio becco è
ritto, acuto, e biancastro.- la tefta è di un co-
ir vivo turchino indorato : il collo * e il dorfo
io di un verde fimilmente dorato, e trafpa-
ite: il ventre è di un roflb gialligno . Le pen-
delle ali, e della coda fono turchine variate
porporino . Il Creftuto , Trochilus gahrhus (i*),
>iù groffo dei precedenti , ma più piccolo del
, o forafiepe d' Europa: il fuo becco è cur-
: la fua tefta è ornata di un pfccol ciuffo va-
gato di porpora, e d* oro; ha il collo, e il
rfo verde : le penne delle ali , come pure quel-
Iella coda , fono brune picchiettate d* oro ; tut-
la parte inferiore del fuo corpo è di un co-
s di aurora cangiante.
i. Il Siù , Frìngìlla barbata (3*) . Gli Spa-
ioli nominano quefto uccelletto Gilghero , vale
ire Cardellino , perchè fi raffomiglia un poco
colore ai cardellini d' Europa ; ma egli è più
ile al canarino per la forma f per 1* elegan-
e per la grandezza del corpo ; il fuo becca
onico, diritto, acuto, bianco nella bafe, e
0 verfo la puntai il mafehio ha la tefta ne-
CL4 ra
m
I Trochiluis re<3iroftris , capite, remigibus , re-
:ibuique caeruleis , abdomine rubro ,
■ Trochilus curviroftris viridi aureus,remi-
ts , rcflricibufque fufcis, crifta purpurea.
;*) Fringilla lutea , alis viridibus nigro, rubro*
maculato , gula barbata •
W-
*4S L 1 B R O 1 V.
ra vellutata , il corpo giallo leggermente br'n
to di verde , le ali variate di verde , di gialh
di rcflo , e di nero , e la coda bruna . Quarn
è giovine ha la gola gialla y ma pattati i prir
fei mefi del fuo crefcere, gli cominciano a fpu;
tar fotto il becco de' peli neri , i quali a naif
ra , che egli s' avanza in età , gli vanno e
prendo la gola, e fervono d' indizio certo p
fapere 1 fuoi anni. Giunto alla vecchiaia, che
verfo i dieci anni , ha una barba ben folta , e
fi prolunga fino al petto • La femmina è di e
lor cenerognolo con alcune macchie gialle fui
ali , non ha barba , né canta , ma zufola di qua
do in quando . All' incontro il mafehio ha u
canto molto armoniofo , e in certo modo j
grato di quello del canarino; alza dolcemente
voce , ora V abbatta , ed ora la foftiene lung
mente con graziciìilìmi trilli : canta tutto 1' a
no , e prende alcuna volta a contraffare con u
grazia Angolare il canto degli altri uccelli. Pt
ciò è molto ftimato nel Perù, dove fé ne por
annualmente un gran numero dal Chili .
Quefti uccelletti fi veggono tutto I' ani
nelle montagne marittime, ma nelle pianure m
diterranee non fi trovano fuorché nel verno, pe
che di Primavera ritornano alle Andi per bada
alla propagazione della fpecie . Coftruifcono
loro piccoli nidi fugli alberi munendoli di pi
me, e di fine pagliuzze. Siccome efl? non fa;
no che due uova per covata , così io (o(pct
che covino molte volte 1' anno , poiché fi me
tiplicano ccccffivamcnte a difetto della grai
quan-
LIBRO IV. %W
lantità, che i paefani ne prendono non meno
ir confervarli in gabbia , che per mangiarli, ef-
ndo la loro carne di dilicato fapore . Pofti che
no in gabbia li addomefticano facilmente , e-#
vengono eccellenti zimbelli per la caccia degli
tri della loro fpecie . I ragazzi gli afiuefanno
icora a tiare in una bacchetta , fopra la quale
portano per le ftrade : elfi vi s* avvezzano di
aniera , che quando la bacchetta loro vien tol-
, la cercmo inquieti da pertutto , né fi ripo-
no mai, finche non 1* hanno trovata. Uno di
efti uccelli , che io teneva nella mia ftanza ,
era refo dopo un mefe così domeftico, che
tagli la libertà non fi dipartiva mai dal mio
volino , fé ncn per ifvolazzare d' intorno irL,
to di accarezzarmi: ad un mio fifchio che fo-
va fare, egli fubito fi metteva a cantare, e
landò io tornava a cafa erano troppo parianti
finezze, che io riceveva da queir amorofa be-
uola • Qualunque forta di minuti femi è il io-
alimento , ma Soprattutto quelli della Madia
tiva , che amano fmoderatamente . Mangiano
tresì 1* erba verde, e fpecialmente le foglie a-
jmatiche della Scandix Chìhnfis .
9. La Diuca , gingilla Dìuca (*) , è del me-
jjmo genere del Siti , ma di mole un poco più
•ande , e di color turchino : il fuo canto è dc-
ùofo , maffime fui far del giorno . Vive come
paflfere intorno alle Cafe , e ne ha tutte le
-oprietà . A quella fpecie forfè appartiene la
paffe-
(*) Fringilla caerulea , gula alba .
■
IL
**o L 1 B R 0 IV.
paffera turchina del Congo, il cui canto loda
grandemente il Merolla , e il Gavazzi. Può da
ancora , che gli uccellini della Nuova -Zeland;
che al dir del Ccok,, formano un concento m
lodiofo full* apparir dell* Aurora, non fieno d
ferenti dalla Dìuca .
4- Il Thili , o Chili , Turdus ThìUus (*) I
una fpecie di tordo, che fembra aver dato, e
me abbiamo detto altrove, il nome a tutto
Segno. Il Linneo appreso il Feuillée deferive
femmina , denominandola Turi™ plumbeus, il e
colore in vero è cenerino , o piuttoffo bigio ; n
il mafrhio è affatto nero, fuorché fotto le ali
ove ha una gran macchia di un bel giallo :
fua conformazione è la medefima di quella d
tordi comuni a riferva della coda , la quale
cuneiforme . Nidifica fugli alberi vicini ai rufee
li , fabbricando , come la maggior parte degP il
dividui di queir o genere, il Aio covacciolo <
fan&o, dove depofita le fue uova , che non fon
mai più di tre. Il fuo canto è dolce, armonie
fo,e continuato, ma non fi co/ruma di allevai
lo in gabbia : la fua carne non è buona da man
giare per certo odore difpiacevole , che efala
perciò non venendo moleftato dai cacciatori at
bonda incredibilmente in tutto il Paefe .
5, la Thenca, Turdus Thenca (»*). I0 pre
fumo, che quefto uccello fia una varietà del tor
do
(*) Turdus ater , axillis luteis , cauda cuneata .
(**) Turdus fufeo-cinereus , fubtus pallido-cine-
reus , lemigibus , reclricibufgue apice albis .
L 1 B R O ■ I Pi *U
o poliglotta della Virgìnia , oppur dell' Orfeo, 0
'entzontlatole del Meflko , detto per la multipli-
tà del fuo canto quattrocento lingue: il fuo
3rpo agguaglia in groffezza quello del tordo
rdinario , ma le fue ali , come pur la coda , la
lale è intiera, e tonda, fono affai più lun-
ic: ha gli occhi , il becco , e i piedi bruni, e
rmati come quelli degli altri uccelli congene-
: le piume della parte fuperiore del corpo
no cenerine macchiate di bruno, e di bianco :
penne delle ali , e quelle della coda hanno le
remità bianche: il petto, e il ventre fono di
i color cenerognolo pallido. Coftruifce il fuo
do negli alberi dandogli la figura di un cilin-
o di un piede, e più di altezza,e guernen-
lo tutto all' intorno di fpine , ma di dentro lo
spezza accuratamente di lana , e di piume per
porvi le fue uova , che fono tre , o quattro
color bianco fpruzzato di bruno : fui fianco
lafcia un' ingreffo ftretto, per dove s* intro-
ce al fuo albergo .
Non fi può dire precifamente qual fia il can«
proprio di quefto uccello , perchè con una pro-
>iofa diverfità di tuoni lo varia in maniera ^
g quando canta, come fa tutto V anno, pare
irfi non la voce di un folo,ma di migliaja di
celli differenti adunatifi per fare un concerto.
flìede ancora in grado eminente ili talento d*
itare al naturale tutti i canti degli altri vola-
li perciò , quando gli fente a cantare, egli fu-
o fi volge attentamente da. quella parte, e co-
ncia con una grazia indicibile a contraffare la
lor©
r
ì
lw
a$* ti U R O I K.
loro voce ; onde da alcuni vien chiamato ucce
pantomimo . Si può bensì aificurare in general
che la fua voce è più alta , più variata , e j
melodiofa di quella dell' ufìgnuolo . Effendo
un naturale vivifllmo non fi ferma quafi mai,
anche quando canta, va fempre favellando di
mo in ramo. Quindi deriva la difficoltà, che
ha dì tenerlo in gabbia , perchè vedendoli riftr
to, fra poco tempo confumato dalla malinconi
fé ne muore. Parimente allevato in cafa s* a
mala pretto, e perifee, qualora non abbia i
orto da potervifi fvagare : mangia d* ogni coi
ma in particolare gli piacciono le mofche , e
fego. Si trova da pertutto, e abita volenti
vicino alle cafe rurali .
6. Il Cureu, Turdus Cur&us(*)9 è un* ucc
lo, che tiene il luogo di mezzo tra lo florn
e il merlo , ma di maniera che più s' accofta
queflo, che a quello. E' grande quanto il t<
do vtfeivoro maggiore .• ha il becco un poco a
golofo , e curvo verfo la punta, e le fauci forn
di alcuni peli, le narici coperte di fopra da u
piccola membrana, le dita difpofte come que
degli altri tordi, la coda lunga cinque pollic
e fatta in forma di conio. Tutte le fue pen
fono di un nero rilucente; il becco, gli occh
i piedi, le unghie, la carne , e perfino le o
fono ancora di color nero .
Anche quefto uccello è affai flimato pel t
canto
(*i Turdus ater nitens , roftro fubtfriato 4 cau<
cuneata ♦
LIBRO IV. H}
ito così armoniofo, e continuato, che recaJ
caviglia come pofia foftenerlo tanto col fiato?
la ancor efTo d* imitare il canto degli altri uc-
li , e domefticato impara facilmente a profe*
le parole . Si alimenta di grani , di vermi ,
li carne ; perciò dà la caccia ai piccoli uccel-
di cui mangia con piacere il cervello . Mal-
ìdo quello fuo genio di rapina , non ho vedu-
mai un volatile , che fi domeftichi con tanta
ilità . Prefo fra le felve , e porto in gabbia^
nincia di lì a poco a mangiare , e nel dì ve-
?nte fi moflra così allegro , e contento della
forte, che fi mette a cantare. Alcuni gli ta-
in le ali , e lo lafciano in libertà pei giardi-
ove arrampicandofi fu per gli alberi vi can-
graziofamente .
GÌ* Individui di quefta fpecie vivono in fo-
i come gli ftornelli : ogni giorno fi portano
branchi a pafcolarfi nelle praterie, e la fera
nando al loro albergo fi fentono per V aria a
tare, e fcherzare fra di loro piacevolmente,
lano quafi circolarmente , procurando fempre
occupare il centro del branco . Coftruifcono
or nido con molta arte , formandone la bafe ,
contorni di ramufcelli , e giunchi ben intrec-
ci, e intonacandolo pulitamente di dentro con-
ia malta , che portano col becco , e colle u-
j. Quando P edilìzio ha la grofiezza fumxien*
Io lifciano colla coda , che ferve loro di caz-
>la, e lo riveftono internamente di pelame ,
li borra, acciocché vi ftieno comodamente i
a figliuoli ; le loro uova fono d* ordinario tre
di
■ •ri ;
! \-'^'[i
m
\4
HU
%H L i n K O I V.
ii un color , che nel bianco azzurreggia .
7. La Loyca , Sturnus Loyca (*> è un p<
più groffa dello ftornello , a cui fomiglia per
forma del becco , della lingua , dei piedi , e e
la coda, ed anche per la maniera di vivere ,
di nutrirfi . Il mafehio è di color grigio fa
macchiato di bianco , a riferva della gola , e
petto , che fono di colore di {cariato , o piut
ilo di fuoco affai vivo : la femmina è di un §
gio più chiaro , col petto roffo pallido . Le fi
uova fono di color cenerino variato di bruno
non mai più di tre .- le depone nel primo bue
che trova in terra, ove le lafcia fenza prend
fene molta cura. La Loyca fi alleva bene in g;
bla , ed è affai pregiata per la dolcezza , e
monia del fuo canto . Quando gode della fua
berta s'alza perpendicolarmente in aria cantar
Infieme colla femmina, e poi feende della fh
maniera. Gì* Indiani, che fanno molte offer
^-aioni fuperftiziofe fui canto di quefto uccello,
mano di avere delle belle piume del fuo pe
per abbellirne i loro cimieri .
8. La Rara, Phytotoma Rara gen. nov. (V
è preffo a poco della grandezza della quaglia:
fua fpecie è unica nel luo genere , ed appartie
gir ordine delle paffere del Linneo . Ha il b<
co
(*) Sturnus fufeo , alboque maculatus , pedor»
^occineo .
(t*; Phytotoma . Rofirum conicarn , re<3um, k
ratum *
Kares ovata? .
Lingua brevis , obtufa «
'^Zlfem
LIBRO IV. 155
roffb , conico , diritto , appuntato , ritagHa-
1 in forma di fega , e lungo un mezzo pollice,
lingua corta e ottufa , la pupilla degli cechi
una , i piedi divifi in quattro dica , tre propor-
onate dinanzi , e uno breve indietro , la coda-
ediocre , e mondata ; il fuo colore è grigio feu-
fui dorfo , e chiaro fotto il ventre ; le penne
«eftre delle ali , e le prime della coda da aro-
due le bande hanno le punte nere . Il fuo grU
è rauco , interrotto , e in certo modo efpri-
-nte le fìllabe del fuo nome . Si ciba di erbe*
rdi , ma ha la maligna proprietà di non man-
irle, fé non dopo aver fegato preffo la radice
gambo della pianta : fovente per puro paffatern-
getta a terra una gran quantità di ortaggi,
I quali non mangia neppure una foglia . I con-
lini le fanno perciò una guerra continua , e dan-
un buon premio ai ragazzi, che trovano le.»
; uova : quefte fono due foltanto di color bian-
fpruzzato di roffb . Ben confapevole della pro-
cione fulminata contro 1* efiftenza della fua-,
ile fa il fuo nido negli alberi più folti , e ira
)ghi ombrofi , e poco frequentati . Non orlante
ella precauzione la fua razza fi è diminuita di
)lto , e attefa la premura , che hanno i paefa*
di {terminarla, fembra che non pofla con fer-
ri! lungo tempo, o che almeno la fua propa-
zione non lafcierà mai di corrifpondere al feo
una .
9. Il Pappagallo : Il Chili ha tre fpecie di'
efti volatili runa è permanente, e le altre due
ao di paffaggio . Il pappagallo permanente , che
quei
:m
«r
iw>
fw
*5* LIBRO ir.
quei popoli chiamano Tbecau , Vfittacu* Cyana
Jìos (*) , è poco maggiore di un colombo : il i
collo è corredato di un bel collare turchino :
penne della tefla, delle ali , e della coda fo
di color verde macchiato di giallo ; quelle <
dorfo , della gola s e del ventre fono gialle b
nate di verde : la fua coda è mediocre , e ugi
le. I pappagalli di quefta fpecie abbondano i
tutto il Paefe, e arrecano un gran danno a
frutte , e fpecialmente al grano . Volano in i
merofe brigate , e quando fcendono verfo te
per cibarfi , uno di efli va a pofarfi fopra ji
albero vicino per far la guardia , ed avvifare
compagni con replicate Arida , fé mai loro.q
praftaiTe qualche pericolo : fi cangia vicendev
mente quefta guardia di tempo in tempo , ai)
che tutti poffano mangiare . Quinci riefce al
difficile al cacciatore di poterli forprendere in
le fiato: ma collo ttratagemma di tirare in a
un cappello, dietro al qual,e.effi-, alzati da ti
ra, fi avventano con furia incredibile, fé ne a
mazza collo fchioppo una qualità grande • :
Permettere in ficuro la loro progenie fi 3
nidano nelle balze più fcofcefe, facendovi t
profondi , e torruofi buchi , in fondo de* qu
pongono due uova bianche, e grotte come qui
le di colomba. Nulladimeno i contadini, eh
vanno in traccia cei loro figli , calano per u
sorda da quelle rupi , e gli eftraggono con ce
unci^
(*) Pfittacus brachyuius, luteo- vireos , colla
isacruieo , uropygio rubio •
A. :*.
***,
LIBRO TV. 157
clnì fatti a pofta .- quefti piccoli pappagalli fo-
preziofi a mangiare , e fi vendono ancora a
on mercato : ho veduto darne otto per 1' in-
ia moneta del paefe , che vaie fei bajocchi e
:zzo . Alcuni eziandio gli addcmefìicaro, e am-
teftrati imparano bene a parlare . I loro geni-
ri , vedendo rapita quella primatìccia prole ,
mano ben prefto a produrne una nuova , la-
ale fé viene a foggiacere alia medesima dif-
illa, ne fanno una terza, ed anche ina quar-
, finché poflfono condur feco la coppia ar-mia-
richiefia dalla natura : perciò il loro prodigio-
numero non fi vede mai fermiti ito a di/petto
Ila gran quantità, che ogni anno fi confuma .-
I pappagalli pafTeggieri fono il Choroì , e la
ruilma : io li chiamo paffrggieri , non già per-
è vadano da un altro paefe al chili , ma per-
è abitando di fiate nella Cordigliela , fcendo-
d* inverno alle campagne. Tutteddue fono
Ila grandezza di una tortora , e della razza dei
rrocchetti . Il primo , che denominerò Pfittacus
orstus (*) , ha la parte fu peri ore del corpo ver-
, il ventre cenerino , e la coda proporziona-
; quefio parla meglio di tutti gli altri. Il fe-
ndo, Pfittacus Jaguìlma (1*), è tutto verde,
Ite le punte delle ali che fono brune, e por-
una coda iunghirlìma, e appuntata. Gì* indi-
li vidui
m
.(*) Pfittacus brachyurus viridis , fubtus cinereus ,
bitis jncarnatis .
ifc*j Pfittacus fiacrourus viridis 9 rernigibus apice
fcis ,orui£is iuivis»
a>8 L 1 B R O 1 V.
Vida! di quella fpecie fembrano i più fecondi
tutù i pappagalli . Gli fiorini , che di elfi li ve
gono nelle pianure finiate tra i gr. 34. e 45
fono per dir così immenfi , e neffuno , che ni
gli abbia veduti , potrà mai formarcene un' id
corrifpondente. Quando fanno i loro varchi
traccia di nuove pafture ofcurano il Sole , e :
lordano col confufo romorio delle loro voci , pc
che 5 mentre volano , non ceffano mai di gridar
Fortunatamente quelli uccelli diftruggitc
non vi arrivano, fé non dopo fatta la racco!
dei frutti , e fé ne ritornano prima che gli \
Jberi comincino a germogliare; altrimenti dev
Perebbero ogni cofa col loro terribile becco ; ,
campagne , ove fi pofano , rimangono affatto d
l'erte , e fpogliate perfino delle radici dell' erb
Non fi sa quante volte covino all' anno, ma
porto opinione , che ciò fucceda ogni mefe , e
cettuati quelli del verno , perchè , malgrado
itrage, che di loro fi fa per quelle campagne,
veggono ritornare femprepiìì numerofi . I cont
duii montati fopra veloci cavalli gli affalgono h
petuofamente , quando Hanno in terra , e ne u
cidono una gran quantità con delle lunghe pe
tiche, che portano in mano , mentre per la gn
moltitudine s' impedirono V un P altro di a
xarfi prontamente al volo . la loro carne è d
licata affai, anzi più tenera, e più guftofa
quella degli altri pappagalli.
13* Il Theghel, Pana QhìUnfu (*) ; in qua
„., ._«__ turta
(*; Parrà unguibus modkis , pecìibus lufcis,occ
pi te fu b enfiato .
L 1 B R 0 I r. ±19
ta P America fi trovano certe gallinelle con
ili armate di forti fproni, chiamate nel Bra-
, dove fono affai comuni ,Jacane9 e nelle ai-
Provincie con differenti nomi . Quefta del
ili è a un di pretto grande come una gazza ,
più alta di gambe : ha la tefta nera ornata
un piccolo pennacchio, il collo, il dorfo , e
parte anteriore delle ali di color violetto , la
a fino alla metà del petto nera , il ventre^
nco , e le penne delle ali , come ancora quel-
delia coda , che fono affai corte , di un bru-
carlo .• la fua fronte è guernita di una car-
ità roffa divifa in due lobi ; gli occhi hanno
ride gialligna , e la pupilla bruna ; il becco è
ico un poco ricurvato verfo la punta , e lun-
due pollici incirca ; le narici fono bislunghe ,
perte , e le gambe fenza piume fin fopra il
occhio : i piedi hanno tutte le quattro àìtx^
;re , e convenienti , non ifproporzionate come
Ile delle Brafiliefi . Gli fproni fpuntano non
[' eftremità delle ali , come fi fuppone comu-
nente,ma dalla punta de! gomito, o fia dall'
colazione del braccio col cubito . EfH fono
llognoli , conici , di natura oifea , grolfi nella
e tre linee , e lunghi un mezzo pollice.
Trovandoli queft' uccello così ben armato fi
mde con vigore da tutti gli animali, e li rif-
ge percuotendoli furiofamente con i fuoi pun-
)j. Quantunque abbia le dita ben feffe , non
>ofa mai fu gli alberi , né ama di fiare nei
ghi elevati , ma fempre foggiorna nelle pia-
e 3 dove fi nutrica di vermi, e 4' infetti: nì-
JL % difica
ito LIBRO IV.
difica fra le erbe , e fa foltanto tre uova un j
co più grandi dì quelle delle pernici , e di ce
fofeo variato di nero , Je quali fono più fapc
fé di quelle delle galline . Il mafehio e la fi
mina fi tengono fempre compagnia * e di rad
veggono a branchi . Quando s9 accorgono ,
qualcheduno va in cerca delle loro uova , fi
tirano chetamente .più che poffono lontano
nido, appiattando/! fra le erbe, ne fi manife
ho, che a certa diftanza , fenza inoltrar fratta
inquietudine alcuna : ma allorché veggono il \
datore approflimarfi alle loro uova , vi fi fpin
no contro con furia incredibile . E' ftato crTer
to , che quefti volatili non gridano mai in t<
podi notte, fé non quando fen tono parlare qi
che perfona ; perciò gli Araucani fi fervono
eri! in tempo di guerra , come di tante fentii
le vigilanti , a fcuoprire le forprefe dell' ini
co . Ne' tempi andati i Signori dì quelle Citti
divertivano nel dar la caccia a quefti uccelli
falconi addeftrati, ma ora gli ammazzano ce
fchioppo . La loro carne non è inferiore a qi
3a della beccaccia .
14. Il Piuquèn , Oth ChìUnfis (*) , è 1
fpecie di Otarda più grande dell' Europea ,
color bianco colla tefta , e la parte anteriore e
le ali cenerine, e colle prime penne maeftre 1
re ; la Aia coda è corta , e contiene diciotto p
ne bianche : fulla tefla non ha efereicenza al
na ,
(*; Otis capite, juguloque laevi ,. corpore alb
vertice, redncibufque cinereis , remigibus piin;
ribus nigris •
L 1 B R O. I V. J,$J
, nemmeno nella gola : il fu o becco è propor-
)nato , e fiorile per la forma a quello dell' o-
•da . I fuoi piedi hanno quattro dita affai grof-
: lo fprone pofteriore è un poco alto di ter»
. Quefto uccello, che ama di fcòrrere le pia-
re in focietà con altri della fu a fpecie , fi ci-
di erbe, e non principia a generare, fé non
pò i due anni della fua età; le fue uova fo-
fei di color bianco , e più grolle di quelle^
11' oca. La fua carne è fuperiore nel guilo a
ella de' polli d* India . Siccome egli fi dome-
rà con gran facilità , così alcuni cominciano
allevarlo felicemente nelle loro ville .
i$. Il Cheuque , o fia lo Struzzo America-
, Struthìo Rea (*) , fi trova in gran copia nelle
li Andine, fpecialmente intorno al gran lago
éuelguapì . Quefto fìruzzo , la cui ftatura ag-
aglia bene quella di un uomo, ha il collo ìun-
due piedi, e otto pollici, la tefta piccola,
:onda , e riveftita di piume , gli occhi neri col-
palpebre corredate di ciglia , il becco corto
[argo quafi come quello delle anitre, le gam«
lunghe quanto il collo, i piedi forniti di tre
a anteriori ben felle , e di uno iniziato indie-
> , e la coda compofta di penne corte , e ugua-
, che fpuntano dall' uropigio , o fia dal codrio-
. Le fue ali , tuttoché abbiano otto piedi di
lefa , fono inabili al volo per la coftruzione
Ile loro penne, le fcul barbe non vanno unite
R 3 le
(*; „ Struthio pedibus tridadylis : digito pofiic®
tondato malico . Linn*
ìÉt L I B R O 1 V.
le une all' altre, come negli altri uccelli,
fono fclolte , e flefHbili . Quefte penne , come \
re quelle del dorfo , fono di color cenerino i
ro : le altre , che cuoprono il rimanente del e
pò, fono biancaftre « Alcuni di quefti uccelli ce
parifeono tutti neri , e altri affatto bianchi ,
quefH debbonfi riputare come mcftri della 1<
fpecie .
lì Cbeuque non ha le ali armate di pungigl
ni , ne lo flerno callofo , come lo ftruzzo Ai
cano : ha bensì al pari di elfo la proprietà
divorare indifferentemente quanto gli fi prefei
davanti, giungendo la fila voracità perfino a ;
gojare il ferro ; ma il fuo cibo più gradito fc
le mofche, le quali caccia con (ingoiar de#n
za : fi difende dando de* piedi a quelli s che
molerlano ; qualora vuol radunare i fuoi figlii
li, li chiama con un flfchio limile a quello, e
fuol mandare fuori 1' uomo . Nelle fu e covat
che depone in terra , il trovano fpeffo da qi
ranta in ferfanta uova ; quefte uova fono di bu
gufto , e così grandi , che i loro gufei poflb:
contenere due libbre di liquore . I nazionali
doperano le fue penne a farne pennacchi , par
foli , fpazzole ec. Il Sig. Paw , che bene fpel
fi dimentica del titolo della fua opera, fa con
parire in ifeena queflo uccello come tralignan
dallo ftruzzo Africano , perchè in vece di d\
ha tre dita dinanzi ; ma ancorché quefti due v
venti foffero di una medefima fpecie, che certi
mente non lo fono, $s.rc che la prefunzione i
baftardigìa doveife militare contro V Africane
cerne
L 1 B R O 1 V. r6%
jme II più mancante del numero di membra de-»
inate agi* indivìdui della fua ciarle .
16. Il fequìn , Strìx Cunìcularìa (*), è urL*
rcello del genere delle civette degno di atten-
erne non per altro, che per le gran tane, che
in piana campagna col fine di depositarvi lo
»va ; querce tane fono sì profonde , che il Po
:uille*e aflicura dì effervi flato dietro un gran
mpo a fcavarne una fenza aver potuto arriva*
al fondo. La ftatura di quello potente mina-
re non fupera quella del colombo , ma il fuo
:cco fimile a quello dello fparviere è forte,
rto, e adunco: ha. le narici affai rilevate, e
i occhi grandi coli* iride gialla : tutta la parte
periore del fuo corpo è di color grigio mac-
Iato di bianco: la gola, il petto, il ventre K
me ancora la coda che non oìtrepafTa in lun-
lezza le peone delle ali , fono di un bianco fu-
:io. Ha le cofeie rivenite di piume fine, e le
mbe corredate di tubercoli , dai quali fpunta-
> dei peli corti: le {uq dita fono forti e munì*
di unghie nere , e ricurvate . Il Pequen non
:hiva tanto la luce, come gli altri uccelli del-
fteìfo genere : d* ordinario il vede paleggia-
colla femmina fua compagna vicino alla boc-
della fua tana : fi nutrifee à' infetti , e di rct-
i, i di cui avanzi caccia in un mucchio ai la-
della medefima tana. Col fuo flridore , che è
5ubre, e benefpeffo interrotto, fembra profe-
R 4 rire
:!
(*) Strix capite ìxvl , corpore fupra fufeo 3 fubtus
>o , pedibus tuberculatìs piloiis «
:
ih*
*<*4 US 21 O I |.
rire le fillabe del proprio nome . Le fu e uov
fono quattro di un color bianco punteggiato
giallo, le quali malgrado la profondità, in (
reftano fotrerrate, non hanno potuto sfuggir
dalle ricerche di un pertinace oflervatorc . Il
Feuiile'e atferifce , che la carne di quefto ucci
lo è di un gufìo maravigliofo , febbene non mi
noto , che neffun Chilefe ne abbia finora ma
giato .
17. Il Tharu, Falco Tharus (*) , è una ff
eie dì Aquila della grandezza di un buon capp
ne, affai comune in tutto il Chili; il mafehio
di color biancafiro macchiato di nero , ed h
nella tefìa una forta di corona compofta di pi
me nere più lunghe nella circonferenza, che 1
centro : il fuo becco è bianchiccio , e forma
come quello delle aquile comuni : i fuoi pie
fono gialli fcagliofi colle dita armate di robu
artigli . Le gran penne delle ali , e le punte
quelle della coda fono nere. La femmina è
poco più piccola del mafehio, di color bigio,
va ornata di una piccola crefta nera . Quefti 11
celli coftruifeono il loro nido fu gii alberi più ;
ti con bacchetti , che difpongono in forma: di t
craticcio quadrato , fopra il quale ammucchiai
una gran quantità di lana , di borra , e di pi
me; quivi fi fgravano di cinque uova bianchi
punteggiate di grigio . Si alimentano di ogni fo
ta di animali, ed anche di cadaveri, ma nor
danno
(*) Falco cera , pedibufque luteis , corpore albe
nigrefeente, vertice enfiato •
L I B R O 1 V. %6i
anno apertamente la caccia ai volatili , come
li altri uccelli di rapina : fi rendono prima ad
(fi famigliari , e poi da traditori fi avventano
)ro addoffo , quando meno ci penfano . Il maf-
tuo cammina fempre con un' affettata gravità , e
on la tefta elevata .-quando gracchia , lo che fa
>effe volte, va alzando gradatamente il capo *
nchc viene a toccar con elfo il groppone, e co-
l col becco in alto termina la fua nojofa can*
one è
Il Jote , Vulcur Jota (*) , è molto limile ali*
voltojo Aura già conofciuto dai Naturalifti, e
>rfe non n' è altro che una varietà ; egli tutta-
la, a differenza dell'Aurata il becco cenerino
olla punta nera * le penne delle ali brune, e^
ere tutte le altre; la fua tefta è Umilmente i-
nuda e coperta foltanto di lina pelle grinza rof-
ecìa , e T iride, come pure le gambe , fono di'
olor bruno . Il Jote però non acquifta quefti co-
tti , fé non a poco a poco . Quando è giovane
interamente bianco , e non principia a divenir
èro, fé non dopo qualche tempo, che è fuori
el nido * La prima macchia nera gli fpùnta fui
orfo come un piccol neo , la quale fi dilata poi
er tutto il corpo. Benché quefto uccello fil-
;rande come un gallinaccio, ed abbia il beccd
ncinato , e forti gli artigli , non attacca mai
effun volatile * Si ciba de' cadaveri , che tra-
a, e de1 rettili, che può attrappare; egli è
tanto
UT
Piiil
(*) Vultur niger, reorigibus fufcis, roflro cin«*
aceo «
i *i ri
..
±66 LIBRO IV.
tante fìupido, e neghittofo, che vien chiamai
T afino degli uccelli . Si vede d' ordinario fta
fene lungo tempo immobile fulle rupi, e fu
tetti delle cafe colle ali diftefe per prendere
Sole; non fi fente la fua voce, fé non quanc
vien percoflb, e moleflato ; allora flrillando e.
me farebbe un forcio, rigetta tutto quello, ci
ha mangiato .* da tutto il fuo corpo tramanda ur
puzza affai difpiacevole . Conforme alla natura
fua indolenza fa il nido fenza alcun artifizio f]
i dirupi, ed anche in piana terra, ammaffande
vi confufamente delle foglie fecche , e delle pii
me, e vi depone due uova di un color bianc
affumicato .
*<>. Il Condor, Vultur Gryphus (*) ; la pan
la Condor, con cui univerfalmente fi nomina qu<
fio enorme avoltojo, deriva dalla lingua Peri
viana i i Chilefì lo chiamano Manque : effo è fer
za contraddizione il più grande uccello , che fc
ftenga Paria. Il Linneo gli dà fin a fedici pie
di d' invergatura , ma i maggiori, che io abbi
veduti, non ne avevano che quattordici piedi,
qualche pollice. Il fuo corpo, che fupera d' al
fai in groflezza quello dell' aquila reale , è rive
Aito ài piume nere a riferva del dorfo, che
tutto bianco . Il collo è fregiato di un collare.
largo un pollice, e compofto di piume rilevati
parimente bianche. la tefla è guernita foitantt
di un pelame corto, e fertile .- gli occhi fonone
ri
<*; „ Vultur maximus,*aruncula verticali lonoi
«udme capitis , gula nuda . lìnn.
j
X 'È t B R O 1 r. Mi
i coli' iride di un roffo bruno : il becco è luti*
;o quattro pollici , grofib , adunco , nero nella
>afe , e bianco verfo la punta ; le penne mae-
Ire delle ali hanno comunemente due piedi , t
ove pollici di lunghezza , e quattro linee di
iametro; le cofcie fono lunghe dieci pollici, e
ito linee, ma le tibie non hanno che fei polli-
i .- i piedi fono forniti di quattro dita róbufle ^
[ dito di dietro è lungo due pollici incirca 3 ed
a ima fola articolazione , e un' artiglio nero di
ndici linee : quello di mezzo ha tre articolazio*
i , e cinque pollici, e dieci linee di lunghez-
a fenza P artiglio, il quale è curvo, bianca*
ro e lungo ventidue linee; gli altri due fonò
n poco più corti , e vinno ugualmente forniti
i vigoroil artigli : la Coda è intera , e piccola
ifpetti vani ente alla mole dell' uccello . La km*
lina è inferiore in grandezza ai mafchio, e dì
oior bruno; la fua nuca è ornata di un piccol
iuffo, ma il fuo collo è fprovveduto di collana»
I Condori s' annidano nelle falde più ripide
ei monti fulle rupi, che /porgono in fuori:
ongono due uova più grolle di quelle de' polli
' India dì color bianco . Il loro cibo ordinario
è la carne di quegli animali , che trovano more
, o che effi medefìmi uccidono facendo le ve*
ì de* lupi, i quali mancano nel Chili.* affalgo*
o le mandre di pecore , e di capre , e fpeffe^
ohe danno anche la caccia ai vitelli 5 quando li
ovano feparati dalle loro madri : allora alcu-
! di effi fi unifcono ioiìeme , e piombando dì
olo fopra il vitello, che hanno prefo di mira,
. io
,)1HJ: !
■iii^
I
i£8 LIBRO IV.
lo circondano colle ali aperte , gli beccan g
occhi , acciocché non poffa fuggire , e lo sbrani
no in un momento . I contadini cercano tutti
mezzi poffibili per diftruggere quelli veri pira
dell' aria; alcuni di elfi diftefi carpone per te:
ra fi cuoprono fotto una pelle frefca di bue.
Condori credendoli beftie morte s' accodano p<
mangiare, e allora colle mani protette da for
guanti coloro gli afferrano per le gambe con
gran deflrezzia : accorrono Avitamente altre pe
fcne appoftate a quello fine per foftenerli , e u
riderli . Altri però con migliore intendimem
coftruifeono un piccolo fteccato , e vi pongc
dentro una beftia morta . I condori, che hanr
un perfetto odorato , e una viltà perfpicaciflìrc
s' avventano fubito a divorar quella beflia , del
quale fi riempiono talmente il ventre colla loi
naturale ingordigia , che non potendo alzarli ;
volo, né facilitarlo colla carriera per Panguft
del medefimo fìeccato , vengono ammazzati ce
groffi baffoni dagli appiattati contadini . Quanc
però fi trovano ad una certa altezza, quantui
que ben pafeiuti, volanocon facilità, e giungi
no perfino a perderli di vifta , o a comparire
almeno groffi non più d'i un tordo . Quefta fpi
eie di avoltojo non mi fembra differente fé ne
nel colore dal grande avoltojo giallo degli Svi;
zeri detto Laemmer •> Geyer . (i)
Tren-
(i) 1 pìpìflrdli vìventi dì mezzo tra gli uccelli
e i quadrupedi fi trovano dì due fpecìe nel Chili
cioè il demeflico , che non fi distìngue in nulla, dal
Europeo y e il fampagnuoh% il quale è della medi
wm
L 1 B R O I V. 169
Trenta fei fpecie di quadrupedi efiftono fen- Quadra-
la dubbio nel Chili, come altrove abbiam det- pedì •
0. In queito numero pero non comprendiamo ■ Utuma .
uelli, che dall' Europa fono flati colà trafporta*
i ; così nemmeno i porci , e i cani , quantunque
0 fia portato a credere , che quelli non fieno di
azza Europea , perchè a differenza di tutti que-
gli animali , che Tappiamo edere foreftieri , eiH
anno nella lingua Chilefe un nome peculiare •
1 P. Acofta medefimo, che fcriife poco dopo la
onquifla dell' America Meridionale , non fi ar-
ifchiò a decidere full* origine dei Porci domefti-
i del Perù . Quelli , che trovanfi nel Chili , fi
hiamano in queìl' idioma Chanchu , e fono della
ledefima fpecie , e grandezza degli Europei , ma
rdinariamente fono di color bianco differenti in
io da quelli del Perù , che fono neri .
Circa poi i cani io non pretendo già , che.*
utre le razze, che fi vanno allevando colà , vi
trovaffero avanti all' arrivo degli Spagnuoli ,
la folo prefumo , che prima di queft' epoca vi
)fTero già conofciuti il picco! barbone detto Kilthof
il cane ordinario, o comune chiamato Thegua ,
quali fi fono ritrovati in tutte le contrade fino-
\ fcorfe fino al Capo d' Horn . Quelli cani ab-
ajano, come fanno quelli , che fono d* origine
uropea , ma non per quello debbonfi riputare-*
vventizj . L* opinione di efTere mutoli i cani
Ame-
ma grandezza , e forma , ma dì pelame arancia-'
0: quefte due fpecie non fono fanguinarìe , comt*
nelle della Zona Torrida meridionale 5 e non fi ei~
Wm d' alif , ehè d* infetti .
s?o LIBRO IFi
Americani non è derivata da altro, che dall' a
bufo , che fecero quei primi Conquiftatori dei no
mi degli eiferi del Vecchio Continente appìican
doli capricciofamente, e fenza verun difcernimen
to ai nuovi oggetti , che fi paravan loro davan
ti con qualche leggiere fomiglianza a quelli, eh
avevano lafclati in Europa . Giunti al Medico \
trovarono il Techìchì animale mutolo fimile alqiiar
to al cane nella forma , ma di un genere affai di
verfo , come fa vedere neUa fua erudita Storia,
del Menico il Ch. Sig, Ab* Saverio Clavigero
Quella lieve apparenza bailo loro per crederlo
e denominarlo un vero cane , e fra le altre coi
ftraordinarie , che afferirono di avere incontrai
in America , divulgarono ancora che i cani e
quel N^ovo Mondo non fapevano abbajare : que
ilo favolofo racconto fi è propagato fino ai gioì
ni noftri , e non fono mancati dei Naturalifti
che 1* hanno adottato come una vera feoperta
Sul medefimo fondamento fi era fparfo, che i ca
ni Europei, che fi trafportarono nell' Ifola di Qh
fermandes in quei tempi deferta , vi avevano per
duta la voce; ma gli abitanti, che ora vi fi tro
vano , hanno faputo fmentire quello curiofo aned
doto .
L* abufo della nomenclatura , che continua,
tuttora , è flato perniciofiilimo alla floria natura
le d' America : da quello derivano i capriccio]
iifìemi fulla degradazione dei quadrupedi in quell
ìmmenfo Continente ; quindi procedono i piccol
cervi , i piccoli cinghiali , i piccoli orfi ec. chi
alleganti ad appoggio di tali falerni, i quali nqi
hair
ti
L I B R O 1 K %i%
nno altro di comune colle Specie, a cui fi dip-
ingono appartenere, fenon quel nome abufi vo ,.
e hanno loro impofto alcuni fiorici poco offer-
tori per qualche ingannevole raifomiglianza nel«
figura . Un moderno rifpettabile Autore , che
stende e/fere evidente la degenerazione degli
imali in America, adduce in prova di cotefta
inione il Mirmecofago Americano , chiamato
Igarmente Orfo formìcaro , fpacciandolo come
ramo tralignante dalla fpQc'iQ dell' Orfo ; ma
efio piccolo quadrupede, come convengono tut-
i Naturalirli , non folo fi diftingue dall' orfo
I genere , ma anche nell' ordine s e per con*
;uenza non deve riputarli come varietà imba-
rdita di una Specie , colla quale non ebbe mai
runa affinità effenziale . Quanti paralogismi di
ifto carattere non fi potrebbero mettere in carn-
, fé fi voleflero Schierare tutti i quadrupedi A-
ricani , contro i quali è fiata fulminata prov-
ionalmente la Sentenza di degradazione !
Le Specie di quadrupedi, che poflbno vera-
nte dirli le medefime di quefte , che vediamo
1 vecchio Continente , Sono pochilfime nell' A-
rica Meridionale, e gì' individui loro o con-
vano la medefima ftatura , o 1' hanno accre-
ìta nella loro perenne propagazione , e lunga
nora Sotto di quel benigno Clima . Il Chili
ei ha altre Specie di quefta Sorta, che le voi-
t le lepri , le lontre , e ì Sorci . Le Volpi So-
di tre Specie, come qua in Europa, xioè ii
rfr , o fia la Volpe comune , Canìs Vulpes ; la
iliaco la volpe campestre, Qmh Alopex; il
\im
%7% L I E R O IV.
fayne -gara , ovvero la Volpe turchina ^Canìs L
gopus , la quale è nera nelì' Arcipelago di Ch
loe : quefte diverfe Volpi fono eguali in corp
ratara a quelle dì queft' Emisfero .
Le lepri , Lepus tìmìius , hanno la medefin
configurazione , e colore dell' Europee , ma le f
pcrano nella grofTezza , poiché fogliono pefare
no a trenta libbre comuni d* Italia , \\ che vi
co fermalo dall' autorevole teftimonianza del C
mandante Byron , che le vide, e le pesò nel Pc
to D.ejì Aerato filila Cofta Patagonica , dove fi tr
vano in gran copia . (i) Nel Chili però non
veggono guari , che nelle Provincie di Coquii
bo , di Puchacay , e di Hullquilemu: la loro e;
ne fi è migliorata in quella parte dell' Americ
effendo perfettamente bianca , e di un fapor
che non ha niente di falvatìco . Le lontre , M
Bela Lutra , fimili nella figura, e grandezza
quefte di Europa , abitano le acque dolci del
Provincie Auftrali . I gran topi domeftici vi i
no flati portati dai basimenti Europei , ma il Ci
li già aveva il picciol forcio domeftico Mus m
jculus, e il campeftre Mus terreftris , cifre ad ;
cuni
(i) ,,J> m' avan pai à envlron fix , oh fept m
99les dans la contrée . Je v:s plufieurs lievres ai
„ gros , que de jeunes chevreuils ; j* en tirai ui
3, qui pefoìt plus de vingt Jix livres . Il eft certah
?, que fi j* eufie eu un bon levrìer , on auroit
,, donner du lievre aux équrpages deux fois la
3, maìne • Les lievres ont ici la chair bianche ,
3, d' un gohttrès- agréabte . Voy. d* Hawkeiwor
„ tom. i. pag. %^
A &_
L I B R O I V. *73
li altri ài differente fpecie , di cui faremo in
>reffo una breve defcrìzione .
• Quando di ili , che le {pQCÌQ dei quadrupedi
ilefi fono trenta fei, intefi di parlare ibltan-
di quelli , che fono ben conofciuti ; io fono
• altro ben perfuafo , che ve ne fiano di più :
atti fembra imponìbile, che le montagne del-
Cordigliera , poco o nulla efaminate finora, non
contengano altre nuove fpecie, fingolarmen-
ìi quelle, che per la loro maggior falvatichez-
amano di flarfene nei luoghi più folitarj . For-
ancora 1 laghi , ie^ valli , e le bofcaglie del
fo Paefe ne rinferrano parecchie altre , che at-
dono le diligenti ricerche di un Naturalità,
darli a conofcere. La tradizione comune coli-
ne beniflimo con quella mia opinione-; ed ho
rito già aonoverarfi più di otto fpecie affatto
>ve fcoperte in differenti tempi , le quali per
i efsere fiate vedute , fé non da poche perfo-
I e anche alla sfuggita 3 non hanno baftante
enticità per efsere ricevute negli ordini del Re-
> Animale.
Tale è per efempio il Vl-guchèn quadrupede.*
to j o fpecie di gran pipiftrello , il quale , fé
fua efiftenza foffe reale , formerebbe uno de«
anelli, che unifcono gli uccelli ai ■ quadrupe-
quefto animale , per quanto dicefi , è della
n ìezza , e figura del coniglio domefìico : va
)erto di un pelame fino di color di cannella:'
il mufo appuntato , gli occhi grandi , roton-
, e luccicanti, le orecchie appena vlfibili, le
membranofe 3 le gambe corte 3 e limili a quel*
B le
ar1
S:
ìiii
RhL
iiii
iS
2,74 LIBRO ir.
le delle lucertole , la coda fui principio rotonc
e poi larga a guifa di quella del pefce : fife
come le bifeie, e alzali a volo come le perni
abita nelle buche degli alberi , dalle quali r
efee fé non di notte ; non fa male ad aleuti
fuorché agi' infetti, dei quali fi nutrica.
Tale è ancora 1' Ippopotamo dei fiumi ,
laghi d' Arauco, deferente dall' Africano, e
Hugliante per la fiatura , e per la forma al
vallo terreftre , ma coi piedi palmati, come
foche . V efìfìenza di qnefto animale è univ
falmenfe creduta in tutto il Paefe , e vi fono
che delle perfone, che affermano di averne
duta la pelle , la quale , ài dir di loro , è
perta di un pelo morbido di color fimile a qu
Io dei lupi marini .
Ma lafciando quelli quadrupedi 0 incerti
male oiTervati a quelli che poifono procurarli
cccafiene di accertarci della loro efiftenza,o
meglio efamsBarli, paleremo a trattare di qi
li, che ci fono ben noti,i quali divideremo
Digitati 9 e in Cornìpedi . Quella divifione , I
che imperfetta , ciò non cfìante è più adatt
dì qiuiunquc altra 2 ordinare con chiarezza
plccol numero di quelli, che forno per pref
Ure ai noftri leggitori • I quadrupedi digita
© fieno quelli che h^nno dtìÌQ dita ai piedi,
no parte palmipedi , e parte fiffipedì . I pali
pzdi foggiornano altri in mare , e altri in acc
dolce, e comunemente fi fomentano di pef
Quelli che dimorano nel mar del Chili, fon<
feguenti.
1. L'Uri-
iièàà
L 1 E R O 1 %\ i7$
t. V Urigne , Phoea Lupina (*) ì quefto ani*
iale , che i Francefi, e gli Spagnuoli chiamano
upo marino della minore fpecie* è poco diiFe-
»nte dalla Foca , o fia Vecchio marino , che^
•equenta i mari d' Europa. La fua grandezza 9
il fuo colore fono variabili , trovandofene di
e , di fei , ed anche di otto piedi di lunghez-
i , e di colore or bruno , or bigio , ed or bian-
tflro .• ma quefte differenze , per quel , che mi
ire , non coftituifcono al più che delle varie»
| Il fuo corpo, che è affai groffo davanti, va
[minuendo come quello dei pefci , fino alle gam»
; pofìeriori, le quali riunite fono una medefi-
a pelle ne formano P eftremità : h fua pelle
dura, e va guernita di due forta di peli , uno
orbido,e corto, come quell® del bue, e Pai-
0 più lungo, e più ruvido : la tefìa è groffa,
piuttofto rotonda , raflbmigliandofi a quella di
\ cane , a cui foffero Hate tagliate le orecchie
cino al cranio. In vece d'orecchi ha dei bu-
1 marginati , che fono i condotti dell' organo
■' udito; gli occhi fono affai grandi, sferici,
vanno guerniti di fcpracciglia lunghe, e di al-
ne ciglia f carie : il nafo raffembra affai a quel-
dei vitello : il rnufo è corto , ottufo, e al di
pra fornito di lunghi muSacchj ; le due labbra
ne eguali , ma il fuperiore è un poco fcana-
to a foggia di quello del leone ; la bocca è
nata di trenta quattro denti , vale a dire , di
S % die-
(*) Phoca capite £ubauriculatò,palrnis tetrada*
ylis .
mi
Kw
*76 L 1 B R O I V.
dieci incifivi, fei di fopra, e quattro di fotte
di quattro canini , e di venti molari . Tutti qu
Jffi denti non fono folidi, che verfo la punta:
loro bafe , o fa la parte incapata negli alve
li è interiormente bucata .- La lingua è fimile
quella del vitello. Le due gambe anteriori , e
poffono chiamare più ^propriamente nuotato
hanno due articolazioni vifibili cioè 1* art odi i
o Ha F articolazione dell*" omero coli' omopl
Co , e quella del cubito col carpo ; le offa e
metacarpo- , come, pure le dita, fono cartilagin
fé 3 e vengono rinchiufe , come- dentro un gua
io , in una forte e dura membrana , che (a 1
veci delle mani,o dei piedi anteriori ; quefte <
fa iniziate fono quattro per ogni mano , e
ciò diftinguefi principalmente P Urigne dalle ;
tre fpecie di foche . Il fuo corpo , che va affi
figliandoli , come fi è detto , verfo V efiremit
il fpartìfee finalmente in duepezzi affai corticc
formano i piedi pofìeriori , i quali fono vifib
mente articolati, ed hanno cinque dita difugt
li preffo a poco come quelle della mano uman
Una membrana fcabrofa unifee quefte dita fra
loro dalla prima articolazione fino alla terza,
quindi dividendofi le contorna infino alia baf
delle unghie , oltre alle quali fi prolunga anc
un poco. In mezzo a sì fatti piedi fpunta u
pezzo di coda di tre pollici incirca di lunghezz
Tanto il mafehio , che la femmina hanno
parti naturali nel!' eftremità inferiore del ve
tre, e quando s* accoppiano, lo che <T ordin
rio fanno fui finir dell' Autunno, fi affiedo:
fopra
Kméé
LIBRO IV. 377
pra ì piedi posteriori , e poi s* abbracciano col-
alette . le femmine fi fgravano di Primavera 9
fanno uno, o due figliuoli , di rado tre; effe
no più belle del mafchio , ed hatnno il collo più
ngo, e più fvelto . Quelli animali , al pari di
afi tutti gli altri acquatici , hanno fra la pelle 3
la carne un graduine molliccio groffo più dì
ique dita, il quale facilmente fi riduce in olio,
ino anche molto fanguìgni^e feriti che fieno 9
ttano quantità grande di fangue, che fchizza«.
petuofamente dalle loro vene * Malgrado la
rma fvantaggiofa dei loro piedi , falgono fa-
mente fulle rupi più alte , dove piace loro di
rmire. Il movimento progredivo però del Io-
corpo è così pefante in terra , che al vederli
jono piuttofto ftrafcinarfi , che camminare *
>ntuttociò farebbe cofa pericolofa affai V acco-
rfi di troppo ai medefimi , perchè hanno tanta
ilità nel movere a deftra , e a finiftra il col-
, che potrebbero coi loro denti terribili ta-
ar per mezzo un uomo. Allorché veggono
ffare qualcheduno d'appreffo, aprono sì fatta-
jnte la bocca , che potrebbe entrarvi una pai-
di un piede di diametro *
Stando però in mare nuotano con una ve-
rità incredibile, prevalendoli a quello effetto
i piedi pofteriori, che tengono longitudinal*
:nte diftefi , e congiunti di maniera , che da^
itano hanno tutta V apparenza della coda di
pefce : ma non amano di ftarfene molto tem-
fott* acqua , che anzi fpeffo cavano fuori la
la per refpirar V aria libera , e per offervare*
S 3 fé
-,:|:!:'
K
±7* t I E K O I Vi
fé vi fia d* intorno qualche pinguino , o altro ne
cello acquatico, di cui cibanfi volentieri. I grar
di Urìgni fogliono muggire come i tori, o grt
gnire come i porci : i piccoli belano ora com
gli agnelli, ed ora come i vitelli .
Orerìa fpecie è comuniUima in tutte le Ce
ile del Chili , e intorno alle Ifole , che trovan
nel fuo mare (i) . I Chilefi ne ammazzano ai
Dualmente una gran quantità , procurando di pe:
cuoterli con un baitene nel nafo , che è la pa
te più fenfibile , che effi abbiano . La loro pe
le ferve a vari ufi , ma {penalmente per fbrm;
re una fpecie di zattere, con cui poter valicai
I fiumi, o andare alia pefea in mare: quelle
zattere fi coftruifeono mediante due gran balle
ni pieni d* aria lunghi otto , o dieci piedi fo:
mati colle fuddette pelli ben cucite , e uniti ir
fieme
(i) „ Les Vettux marins y font fi nombreux , qu
39je crois fincerement , que fi ón en prenoti plitfit
a, urs milliers detns une nuìt , on ne s* en apperce
9,vroit pas le lendemain . Nous fttrnes obligés d' ei
„ tuer une grande quantità , parce qu' en cttcyaa
9, le rìvage , /// couroìent continuellement contri.
3, nous . en faifant un brult épouvant'able . Ces poti
9ìfons donnent une butte exceliente: leur c&ur , é
„ leu* frefiure font tres bons à minger ; ih ont u
3, ne faveur , qui approche de celle du cochon , $
35 leuvs p»aux forment la plus belle fourrure de cet
a, te efp ce , que j' aye jamais vue . Voy. de Car
teret v. Hawkefworth . t. i. e. x. p. 242,.
„ Les Loups marins , dont je viens de parler , s
3Jy trouvent e n fi grande quantità , qu* 0n en voi
3, couverts les rochers autour de V Iste de la Qui
93 vienine . Fremer Voy. tona. i. pag. ^£.
L 1 B R O I V. ±19
»me con due , o tre traverfe di legno. Le me-
fime pelli ben conciate acquiftaoo una grani-
rà fimile a quella del marrocchino, e fé non.»
no così fine, hanno peò maggior confidenza 9
non fi fcorticano così facilmente. Con effe lì
ino delle buone fcarpe 9 e degli ottimi ftival?
fiftenti all' acqua , quando fono ben cuciti . I
oni abitanti dell' Arcipelago di Chiloe eftrag-
no dal graffo di quefto animale un buon olio 9
e portano a vendere alle Città : queft* olio ben
rgato è ottimo per le concie, ed anche per
uciare,e ficcome conferva/i fempre chiaro 5 co-
vien preferito per quefti oggetti a quello dei-
balene . Dicono i marinari, che quando è fref-
, è ancor buono per la cucina , ma io nonu
ho mai affaggiato . Nel ventre di quefti ani-
ili fi trovano comunemente alcuni fafli pefrnti
e , o tre libbre 1* uno , i quali forfè vengono
effi ingojati per poter meglio flritolare gli à*
lenti , di cui fi cibano .
2. Il Porco marino , Pboca Porcina (*) , è fi-
le all' Urigne nella forma , nel pelo , e nella
niera di vivere: ma fi diflingue nel mufo ,
* è più lungone termina come il grugno del
reo terreftre, così anche nelle orecchie, che
irgono più in fuori, e nelle zampe anteriori,
; hanno cinque dita ben formate, febben co-
rte quafi intieramente da unav membrana . Que~
foca, che ha tre o quattro piedi di lunghez--
S 4 zza
!*) Phoca capite auriculatOs rollio troncato prò*
mente .
i%o Z I B R O 1 V.
za , fi vede rare volte nelle fpiaggle Chilefi . 1
nome di Porco marino è flato dato a molti ab;
tanti del mare , ma a neffuno conviene veramer
te 5 fé non a quello *
3. Il Lame , Fioca ÌLI e ph unti net (*) 9 è <
forma analoga ai due precedenti , benché poi
diftingua per altri caratteri affai fenfibili : eg
è di una corporatura così enorme , che giugr
iino a ventidue piedi di lunghezza , e quindici»
circonferenza prefa di folto al petto . Porta fi
pra il nafo una crefta, o ila tromba glandulo:
alta cinque pollici , la quale fi prolunga dalls
fronte finp al di là della punta del labbro fup<
riore : quella è forfè un' arma difenfìva , che g
è fiata conceffa dalla provvida natura per pati
re i colpi, che in quella parte dilicata fono fen
pre fatali a tutti gì' individui di quefto genere
I denti canini della mafcella inferiore fporgor
gli in fuori da quattro pollici ; quelli unitamei
te alla tromba gli danno la rozza apparenza
dell* elefante. I fuoi quattro piedi hanno cinqi
dita per ciafeheduno ben difìinte, e armate
unghie adunche, le quali per la metà fono ce
perte da una membrana coriacea ritagliata n(
contorni. Gli orecchi pajono a prima villa mo2
xati,ma ofiervandoli bene fi veggono alzarli fr
i peli dì quattro in cinque linee , ed hanno a 11
di preffo la forma di quelli del cane . Tutta la
fua pelle è coperta di una fola fpecie di pelo e
color cangiante or fui tanè , or fui bruniccio
ed
(*; Phoca capite antice enfiato
X 1 B R O I V. aSt
[ or fai biancafìro , il quale , benché corto, è
fai folto, e morbido: quella pelle è più grof-
dl quella dell' Urigne * La femmina poi è un
>co più piccola, e Tettile elei mafehio , e non
! che un leggiere veftigio di tromba fui nafo«
Quefìo è il moftruofo animale , a cui P Ani-
[raglio Anfon diede impropriamente il nome di
?on marino. Il Linneo, adottando quella de-
•mina/jone , Io chiama Phoca Leonina, ni a un
le epiteto fi dee riferbare per un altro anima-
delio fleifo genere, ma di (ptcle diverfa } che
merita con più ragione', come a pp re ilo vedre»
3. I Lami abitano fpecialmente intorno alle^
)le di Gio: Fernandes, alle Coffe di Arauco,
I Arcipelago di Chiloe, e verfo lo ftretto Ma.
Ilanico . Vivono per lo più in focietà , ed a*
ino di feorrere pel mare durante la fiate ; al
)raggiugner del verno fi ritirano alle fpiaggie
r attendere alla propagazione della loro fpe-
m s9 accoppiano ^nella guifa .medefima , che gli
•igni , e producono lo fì-eflb numero di figHuo-
j Quando foggiornano In terra , cercano i Ilio-
i paludofi , nei quali fi rivolgono , e dormono
iìq i porci. In tanto uno di loro faìito fppra
luogo eminente Uà in guardia, e in cafo di
alche forprefa ne avverte fubito ì compagni
i degli urli orrendi -
Quefti fernianfibj efTendo più pingui di hit*
gli altri del loro genere rendono una maggior
antità d'olio: al ^minimo movimento > che . fan-
jj fi vede il loro graffo molle ondeggiare fot-
Ja pelle, 'perciò da alcuni vengono chiai
LuP
*r~
K
nSz L I B R O I V.
Lupi da olio . I mafchi , che fi lafciano trafporta
re fino all' ecceffo dalla pafllon d* amore , fi veg
gono fpefio combattere fino a perder la vita ce
rivali della loro fpecie a cagione delle femmine
Qumdi avviene , che di rado fé ne trova uno
che non abbia la pelle piena di cicatrici. Si bai
tono con furia incredibile a guifa di cani arral
biati , e in tanto le femmine fi tengono in di
parte afpettando la fine, pronte poi ad applat
dire, e feguire il vincitore. Così i più valoro
fi formano dei numerofi ferragli , e accompagni
ti dalle fultane tolte ai più deboli paffeggian
trionfanti pel vafto Oceano .
4- Il Xeon marino, Fhoca Leonina (*}, I
Il corpo più agile, più elegante, e meglio me
dallato di quello di tutte le altre foche , bendi
ugualmente conico; il fuo pelo, che è di cole
giallo chiaro, è affai corto dalle fpalle fino ali
ceda, ma intorno al collo e fulla tefta è lung
come quello della capra : quefìa criniera ben fer
fibile, che lo rende in qualche modo fimile ;
le^ne Africano , gli aggiudica il diritto efclufiv
di portare il nome di Leon marino. Gl'Indiani
che non avevano idea del leon cornato, lo chia
marmo Thopel lame, cioè a dire Lame crinito
la tua tefta eziandio rafTomiglia a quella del leo
sie , e parimente il fuo nafo , che è largo , e.
/chiacciato , ma fenza pelo òzi mezzo fino ali
«{tremiti; le orecchie fono qua fi rotonde, e noi
s'alzano dal cranio, che fette in otto linee
alto
<*; riluca capite pollice jubaiò .
LIBRO I ir 283
legri e vivaci fono 1 fuoi occhj colla pupilla^
jrdognola : il labbro fuperiore è fornito dì lun-
11 muftacchj bianchi al pari di quello della ti*
I, e delle altre foche . La fu a bocca è bai.
ffa, ed armata di trenta quattro denti bianchi1
>me ì* avorio, affai groffi e inferamente foli»
, le di cui due parti fono incastrate negli al-
idi : i mediocri hanno quattro pollici di lun-
tezza, e diciotto linee di diametro: 1 canini
ti non ifpuntano in fuori , come fanno quelli
i Lami . La diftribuzione di quelli denti neri
differente da quella, che notammo fieli* Un,
e: i piedi posteriori fono fatti nello Momo-
j ed hanno il mede/imo numero di dita fimil-
;nte palmate . Le zampe davanti fono eartila-
lofe,e corte relativamente alla malfa dd cor-
, ma verfo 1* eftremltà fi dividono poi in cìn-
e dita armate di artigli, e unite per melodi
a membrana a guifa ài qnelle della Foca Eie»
itina . La coda limata tra i piedi pofìeriori è'
ra t rotonda 3 e appena eccede un palmo dì
ighezza *
La femmina è affai più piccola del ma/chio,-
il pari della Leonella Africana non ha chio-
: ha parimente due mammelle ," e partorisce
folo figlio, a cui porge il latte con fen/o dj
•a tenerezza . II Pernetty fcrìve, che alle Ma--
se fi trovano di quefti leoni marmi dì venti-
que piedi di lunghezza 3 ma l più grandi, che
abbia veduti nel MarCfailefe, non erano lu:n-
che tredici in quattordici piedi . Qoeui ani-
li fono ancora graffiami 3 e abbondane ài fan-
'■ j
vm
ilH!
&S4 LIBRO IV.
gire : quando vengono feriti fi gettano pronta
mente in mare, e a mifura che vi s' innoltran
vanno lafciando dietro di loro lunghe flrlfcle e
fangue , che ancor da lontano fi diftinguono : a]
lora trovandoli In quefto flato I Lami , e gli Ut
gni fi avventano loro addoffo , e tofto gli sbn
nano , e fé gli mangiano . Pel contrario fé un
Lame, e un Urlgne ferito fi getta in mare , bei
che fparga • ancor elfo quantità di fangue , ne
vien mai affalito , ne mangiato dai leoni mar
ni , ne da verun altro animale di quefto genere
Eaccontano ì pefcatorl , che in quel mare
lafcìano vedere di quando in quando varie alti
fpecie di Foche : chi fa , che non fieno quelle
fleffe, che trovanfi nei Mari del Nord, e che di
fcrive lo Steller. Potrebbe ben darfi altresì, ci
folfer© Rifatto incognite ai Naturaliftl , perche
fé le mie congetture non m9 ingannano , quefl
genere pare eflere più abbondante di fpecie <
quello, che comunemente fi penfa .
5. Il Chinchimen , Muflela Felina (*) , è u
animaletto lungo venti pollici incirca .dalla pui
ta del mufo fino all'origine della coda , al qui
le gli Spagnuoll hanno dato il nome di gati
marino . Di fatti fi raflbmiglia molto al gatt
terreflre nella tefta 5 negli orecchi , negli occhi
nel nafo , nella bocca, nella lingua, ed anch
nella forma , e lunghezza della fua coda : port
eziandio fui mufo varie ferie dì muftacchj ; h
fei
(*) iviuilela plantis pahuatis pilofìs , cauda teret
dongatA •
LIBRO IV. 2.8$
;i denti inclfivi di fopra diritti , e acuti , al-
enanti più ottufi di fotto, quattro canini, e
dici molari , otto cioè per mafcella . I piedi
avanti , e quei di dietro hanno cinque dita-,
limate con artigli forti , e ricurvati. Il fuo cor-
K come quello delle Icntre, è riverito di due
rte di pelo di color bruno chiaro ì V uno è
orbido e corto, 1* altro lungo e ruvido. Non
prei dire quanti figli produca la femmina 5 pia
quattro non crederei • Quelli femi-anfìbj flan»
» per lo più in mare , vi fi veggono nuotare a
e a due, e non mai a truppe, come 1 lupi
irini .• quando però fa buon tempo , amano di
:rfene Tulle rupi a ricrearli al Sole»- allora I
tremmani gli acchiappano coi lacci, che differì
no per quei luoghi, dove fogliano pò far fi .
inno quefti animaletti la ferocia dei gatti fai-
tici 5 e nel modo iìeffo affalgono quelli, che
ro $* accodano : il loro gridare è rauco, e i&
gliante piuttofto al ruggito della tigre .
I quadrupedi fluviali del Chili , oltre alla-
ntra fopramentovata , fono il OmlltM J e il
II Gtiillino , CaJIor Hutdobriit* (*} , è una fpe-
: di Caftoro filmabile per la finezza del fuo
I* La fua lunghezza prefa dalle labbra fino
principia della coda è di tre piedi incirca , e
fua altezza di due. Ha coperto il fuo corpo,
*uifa del Cafloro Settentrionale , di pelo par-
te cor-
[*) Caftor cauda looga compreffo- lanceolata ,
Imis lobatis 9 plantis palmatis «
rVI
w
M
:
f£6 L I E R O 1 V%
te corto e parte lungo ; il corto è più fino,
morbido di quello del coniglio : il lungo è p
groffojano , e fi fpìcca agevolmente . L* uno e
altro fono berettini fui dorfo , e biancafiri fotto
ventre . Il pelo corto riceve beniifimo ogni ù
ta di colori . Ho veduto degli abiti fatti coli
pelli di queiìo animale tinte in nero, e in ti
chino 5 che fera bravano veramente di vellut
Con quello pelo fi fabbricano anche dei capp
li , che non la cedono a quelli di vero Caltor
Queft* anfibio ha la tefla quafi quadrata , le
recchie certe, e rotonde, gli occhi piccoli,
mufo ottufo , la bocca giiernita di quattro de
ti -.incili vi affai taglienti due in alto, e due
baffo, e di fedici molari, i quattro piedi qu\
digitati colle dita anteriori oriate da una picc<
membrana , e. le pofteriori palmate, la fchie
larga , e la coda lunga, piatta , e folta di \
lo. Nelle fue anguinaie non (i trova liquore ;
cimo analogo al Caflorio #
Soggiorna nei luoghi i più profondi de' {
mi, e de* laghi ^ dove ila lungo tempo fenza
ver bi fogno di ufeir fuori a respirare, impercic
che ha il foro ovale del cuore me7zo apert
come le foche. Si alimenta di pelei , e di gra
chi , i di cui eferementi vien poi a deporre i
un fito determinato , come fanno i gatti . I c«
ci;, tori di ciò ben confapevoli li forprendono
quella pofizicne per ammazzarli . Il Guillino
naturalmente feroce , e ardito per modo , e
corre a rapire il pefee dalle nalfe in faccia a
fteifo pefeatere . la femmina partorifee due o i
figli,
IH
L 1 B R O 1 V. 187
gli, e per quanto io credo, non porta più di
inque raefi .
Ho denominato quefto animale CafioroHuido-
70, per confervare quanto mi è potàbile la dol-
2 memoria del mio illuftre Compatriota, e con-
fcepolo il Sig. Don Ignazio Huidobro Marche-
di Cafa- Reale , la cui immatura morte fegui-
nel trigefimo quarto anno" della fiorente fuaL,
à mi fu annunziata con indicibile mio difpiace*»
I mentre faceva la prefente defcrizione . Que-
> giovin Signore adornato delle più pre2Ìofc*
»ti d' animo , e di fpirito , era venuto in Euro-
coli* intendimento di procacciarli nuovi lumi
r promuovere al fuo ritorno le fcienze , le ar-
I e il commercio nel proprio Paefe . A quefto
etto , come egli era doviziofo affai, aveva fat-
acquifto di un' abbondante fuppellettile di buo-
libri, e de' migliori ifirumenti . Dopo avere
>rfa la Francia , l* Oìlanda , V Inghilterra , e
[Calia giunfe finalmente a Madrid; ma quivi rnen^
; preparavafi a ritornare al Chili , fa affa-
0 da una febbre infiammatoria , che in pochi
Drnì lo privò della vita , troncando in un mo-
jnto le grandi fperanze , che avevano di lui
acepite gli amici , e la patria .
Il Coypu , Mus Cqypitf (*) , è un forcio ae~
atico della grandezza della lontra , alla quale
famiglia affai per la forma e pel colore del pe-
: ha gli orecchi rotondi , il mufo lungo forni-
to
(*) Mus cauda mediocri fubcompreffa piìofa-^
«tls palmatis •
zSS L 1 B R O I V.
to di miiftacchj-, le zampe corte , e la coda gre
fa , mediocre , e pelofa : le fu e mafcelle ibi
eigfcheduna ormate dì due denti incifivi acut
fimi , e di -parecchi molari : nei piedi anterii
ha cinque dita ben felle, e altrettante palmat
nei pofteriori • Quefto animaletto , benché dei
nato a vivere fett' acqua , ciò non pertanto ti
telo fuori il addomeftica affai bene , mangia d*
gai cofa , e fi rnoftra caro , e riconofeente
quelli , che le ne prendono cura . La fua voce
tino fìriilo acuto , che non manifefta , fé no;
quando vico maltrattato . Con un poco di pazie
za 5 e d* induftria lì potrebbe addeftrarlo meg!
anche delle lontre, alla prefa de' pefei . La fé:
jìiioa fi fgrava di cinque , o fei figliuoli , che ce
duce fempre feco 3 quando va in cerca del vitt
I quadrupedi fiffipedi terreftri del Cf
parte fi foftentano di carne , e parte di vege'
bili . I carnivori 3 fra i quali debbonfi anno ve:
re anche le volpi , di cui favellammo addietro.
riducono a quelle fpecie •
i. Il Chinghe, Viverra Chìngx (*) -, è uno
quegli animaluzzi, che M. di .Buffon chiama Jfc
fitte a cagione adì* intollerabile puzza , che ti
mandano. Quello del Chili è della ftatura di
gatto ordinano , e di colore , che nel nero a
zurreggsa , eccettuato fui dorfo , dove ha una
fia di macchie rotonde bianche, che dalla fron
fi-flende lino alla coda . Ha la tefìa piuttoftolu
(*J Viverra atro - cerulea , maculis quinqne de
falihus roiuudis albis •
L 1 B R O 1 V. 189
, gli orecchi larghi e pelofi coli' elìce ripiega-
la dentro, e i lobi pendenti come quelli dell'
mo, gli occhi lunghi coli* uvea nera , il mu-
acuto , il labbro fuperiore più lungo dell* in-
•iore , e la bocca felfa fino ai piccoli angoli de*
I òcchi . Le fue mafcelle fono fornite di dodi-
denti incifivi , fel per banda , di quattro ca-
li aguzzi, e di fedicl mafcellari : i denti laterali
vanti fono più grandi di quelli di mezzo • Le
mbe pofteriori fono più alte delle anteriori :
i quattro piedi ha cinque dita per ciafcheduno
mite di ugne lunghe atte a potere fcavare il
rreno , dove egli fi forma delle profonde tane
rinferrarfi colla fua progenie. Porta fempre la
la baffa , il dorfo curvo come il porco , e lai*
da ripiegata in alto come lo fcojattolo ; quefta
lunga quanto il foo corpose non è men pelo-
di quella della Volpe .
La fua orina non è fetida , come ordinam-
ele fi crede ; ha preffo a poco il medefirno c~
re di quella del cane : il liquor puzzolente* «
; lancia quello animale contro quelli , che Io
>Ieftano, è una forta di olio verdiccio rinfer-
0 in una vefeichetta fituata preffo V ano , co-
i quella della puzzola . Quando egli fi vede af-
ito , alza prontamente i piedi pofteriori , e^
tta contro V aggreffore con violenza il peftife-
umore , i di cui mefitici effluvj fi fpandono
sì tofto , che ammorbano in un momento tur»
i luoghi circonvicini , e fi diffondono talvolta
più di due miglia di diftanza . Quegli abiti ,
: di quefto maligno unguento reftano fpruzza-
T ti ,
';,
w
190 LIBRO IV.
ti , fi abbandonano del tutto , o non fi portane
fé non dopo varie, e reiterate lavature con rai
no forte : le cafe medefime , che hanno ricevui
la peftifera efalazione, rimangono -inabitabili p<
qualche tempo , perchè non fi trova veruna for
di profumo , che poffa diffiparne il fetore » I e
ni, qualora ne ricevono qualche porzione, fi ca
ciano neir acqua , fi rivoltano nel fango , co
rono urlando come arrabbiati per le campagne
e durante d* intorno a loro la puzza , non mai
giano quafì nulla .
lì Chioghe , che ben conofee la potente e
fìcacia di queft' arma figigolare datagli dalla n
tura , non fi ferve mai ne dei denti , né del
unghie contro i nemici della fu a fpecie : per a
Irò egli è piacevole , e fembra affezionato a^
uomini , ai. quali s* accofta volentieri : entra fra
campente alle cafe dì campagna per mangiarvi
uova , che va cercando nei poJlaj ; paffa intref
dame ole in mezzo ai cani , e ufa con intera 1
berta dei privilegi 5 che gli concede il falvoco
dotto , che porta feco , i quali non gli vengor
mai difputatr da niun vivente. I cani dalla loi
parte ben lontani dall' attaccarlo , Io fuggor
quanto poifono . I contadini medefimi non fi a
rifehiano ad ammazzarlo neppure collo fchioppc
perchè fallando il colpo, temono di reftar da 1
infettati. Alcuni però troppo arditi vi fi acc
fiano piacevolmente , e pigliatolo all' improvv
fo per la coda, lo tengono ibfpefo in alto , a
finche Girati i mufcoli della vefeichetta , le 1
chiuda 1' orificio, e in quefto flato lo uccidonc
ma
■1
LIBRO ÌV. api
la loro temerità refla fovente punita con un
•ondante fpruzzo .
Quello animale però non il prevale del fuo
zolente liquore , fé non nel cafo di effer mal-
nato da un nemico di fpecie diverfa** cono*
idone perfettamente tutto il veleno , sf aftie-
dall' impiegarlo contro i fuoi nazionali : ncl-
zuffe , o nei contraili d' amore , che ha foven-
:on elfi-, fi contenta di adoperare i denti , e
unghie . I riguardi , che effo efige da tutti I
snti , non mi permisero di accollarmi al fuo
ile , né d' informarmi del numero della fua-»
iglia . Il fuo cibo ordinario fono P uova , e
olatili , che fa bene attrappare con affuzia in-
abile • La fua pelle non partecipa punto del
ilenziale odore del ferbatojo • Gì' Indiani,
ndo poffono averne un numero competente ,
fanno delle coperte da letto, che flante la^
lezza, e morbidezza del pelo fono affai fìima-
ia loro •
i. La Cuya , Muflela Cujx (*) , è un piccio-
animale fomigliante al furetto nella grandez-
, nella forma, nella dentatura , nella difpofi-
ne delle ditale nella maniera di vivere : di f-
fce per altro negli occhj , che fono neri , e
mufo , che è un poco rilevato nell' eftremi-
quafi come quello del porco : il fuo pelame è
:o, morbido, e affatto nero: ha la coda lun-
quanto il corpo, e ben fornita di pelo» fi
T 2, nutri-
,*) Muftela pedibus fiffisj corpore atro f labio
♦eriore fubtruncato •
49* L I E R O 1 V.
nutrica "di forcj, che va continuamente cere
do per le campagne : partorifee due volte 1*
no quattro, o cinque figliuoli»
3. Il Quiqui , Misjtela Quiqui (*) , è Ui
fpecie di donnola di color bruniccio, e di 1
dici pollici di lunghezza miiurata in linea re
dall' eftrernìtà del labbro fuperiore fino all' (
gine della coda . Ha la tefta piatta , le orecc
piccole e rotonde , gli occhi piccoli e concent
ti, i! pufo cuneiforme, il nafo fchiacciato <
una macchia bianca nel mezzo, la bocca 1
come quella ad rofpo , le gambe bafTe , e la
da corta. Ventotto fono i fuoì denti, dodici
cifivi acutiffirni , altrettanti molari, e quattro
nin> : la fua lingua è lunghetta, e lifeia , e<
fu'éi piedi, che raiTomigliano affai a quelli de
lucertole , hanno ognuno cinque dita colle
ghie adunche. Quefto animale è di fua natuj
feroce, e oltremodo collerico; quindi è, eh
paefari danno il /opra mio me di Quiqui a ti
coloro, che per poco fi lafciano trafportare d
la collera . Abita fotto terra , e fi alimenta
guif* della Ouya di forej csmpeftri . Figlia ;
che , per quinto credo, due volte Tanno, e p
duce il roedefimo numero di figliuoli.
5. V Iftrice , o fia il Porco {pino Chilei
fi trova nelle Andi Boreali del paefe,ove qu
li, che vi penetrano , Io fogllono ammazzare \
cavargli la pelle. Io non ho veduto queflo a;
male ,
(*) Muftela pedibus fiffis, corpore fufeo, rofl
cuneiformi •
LIBRO IV. 195
le, ma da quanto mi è flato raccontato rap-
rto alla fua figura, e maniera di vivere, e_*
Ito più dalla forma, e difpofizione delle fpi-
, che porta fulla pelle, conghietturo, che elfo
1 è differente dal Coendu , 0 ila dair Iftricc
affile del Braille .
5. Il Culpeu , Canis Culp&us (*) , è un cane
fatico , o piuttofto una gran volpe non diffe-
te dalla volpe comune , fé non nella grandez*
, nel colore che è più bruno, e nella coda,
è lunga, diritta, e coperta di peli corti fi-
alla fua eftremità, come quella del cane or-
ario .' La fua lunghezza dalla punta del mufo
> alla bafe della coda, è di due piedi, e mez-
e T altezza prefa dalla pianta dei piedi fino
i fommità del dorfo di ventidue pollici incir-
La forma delle fue orecchie, la fituazione
fuoi occhi, le fua dentatura, e la difpofizio-
delle fue dita corrifpondono perfettamente a
rlle della volpe. Ha la voce debole, ma fimi-
air abbaiamento del cane . Alloggia fotterra
tane fcavate , come le altre volpi , e fi pafee
piccoli animali.
Quando vede un uomo, s' incammina tofl©
fo di lui , vi fi ferma dinanzi in difianza di
que, o fei palli , lo contempla attentamente ,
|uando egli non fi muova, feguita a guardar-
li n buon pezzo, e poi fenza fargli alcun ma-
fi mira, lo non faprei dire , onde provenga
T 3 una
*) Canis cauda reda elongata , apice concolore
1 .
'f'"4
n
&W L 1 B R o i n
una curiofità sì fatta nel Culpeu ; ma pollo a
curare, che tutte le volte, che mi avvenne
incontrario in quei bofchi , offervai la medefi
cofa . Quefio per altro è un fatto notono in t
to il Paefe, e non vi è alcuno, che fé ne pr
da timore , quando egli s* accolta . Il fuo non
che fembra derivare dalla parola Culpem ,h q
le nel linguaggio Chilefe lignifica delirio, o p
zia, forfè gli è flato imporlo per quefto fuo p
cedere ftolto, che tutto giorno lo efpone ai
de* cacciatori . Ma ciò che vi ha di più finge
Te fi è, che a difpetto del gran numero, che
ne ammazza , egli non fi diparte punto dal
fciocco impegno . Quindi avviene , che la fua f
eie fi propaga poco , benché non fia meno feci
da di quella della volpe .
Il Comandante Byron , che vide la prio-
rità quelli animali apprefTarfi così arditamei
alla fua gente nell' Ifole di Falkland, dove;
cora fi trovano, Aimo che foifero tanti affali
ri dell' uomo, e come tali ce li deferive 1
ma egli fa torto alla loro bizzarra inclinazic
tac
(i) ,, A quelque difiance , que ces animaux a
s* perpuftent nos gens , ils couroìent immediatemt
3Jfur eux ; (£» dans ce me me jour on en tua jufq
3, à etnq . Ce quadrupede , au quel nos équipm
3, donnerent le nom de loup , a bectuconp plus' d
3, refiemblance avec le renard, excepié dans fa ta
3, le , eè* dans la forme de fa queue ; il efl de 1
s> g^ojfeur d' un chhn ordìnaire ; fes dents font lo
^gues , & tranebantes : on en trouveun grand non
3, bre fur cette cote .... Ih fé creufent des terrieri
9j camme font Iss renard* • Voy, d* Hawkefwortl
LIBRO i V. #f|
piandola di ferocità ; effi non fono uè più cat-
vi , né più formidabili delle volpi ordinarie :
b nonostante i cani , che ofano attaccarli , non
: riportan vittoria, fé non a cofto di gran fa-
:he, e di fpargimento difangue.
6. e 7. La Guigna , Felis Guigna (*) , e il Co-
colo , Fells Colocolo. (2*) , fono due gatti fai va-
ri di bel pelo, che abitano i bofchi del Chili.
aflbmigliano nella forma al gatto domefiico,
a fono un poco più grandi , ed hanno la te-
1, e la coda più grofle. La Guigna è di uhl.
fior fui vb piacevolmente variato di macchie ne-
: rotonde di quattro , o cinque linee di diame-
0 , le quali fi flendono fin fulla coda . Il Co-
colo è bianco macchiato irregolarmente di ne-
1, e di gialligno . La fu a coda è cerchiata di
;ro fino alla punta. Quefti animali, fiante la-,
ro piccolezza, non s' arrifchiano a moleflar 1*
jmo.e nemmeno il beftiame : tutta la loro for-
1 è rivolta contro i forcj campeftri , e i vola-
li : qualche volta s' accodano alle cafe rurali
;r dar la caccia ai pollaj . Non mi è noto il
amero dei loro portati , ma fuppongo , che an-
ìe in quefto fi conformino cogli altri gatti . I
ativi del paefe contano varie altre fpecie di que«
i gatti falvatici, che io non ho vedute,
8. Il Pagi, Felìs Puma (3*), è 1* animalo
T 4 cono-
(*; Felis cauda elongata,corpore maculis omnibus
rbiculatis .
(i*j Felis cauda elongata , nigro annulata , cor-
Dre albo (naculis irreg. atrìs , fìavifque .
(3*> Felis cauda elongata^corpore cinereo fubtus
[falcante •
V
i$6 L I E R O 1 V.
conofciuto nel Meffico col nome di M fatti , e *
Perù con quello di Puma , che fi è refo più !
migliare ai Naturalifti . Gli Spagmioli lo chiari
no Leone, perchè tranne la giuba, di cui affi
to è privo, fo miglia affai nella figura, e i
ruggito al Leone Africano , che io ho avuto e
cafione di veder qui in Europa • Il pelo , eh
cuopre la parte fuperiore del fuo corpo , è <
nerino con qualche fpruzzo di giallo ; quello r.
3o è più lungo di quello della tigre fpecialme
te fulla groppa : quello di fotto il ventre è I
ancaftro . La fua lunghezza mifurata dalla pun
del nafo fino al diretano è di cinque piedi ij
circa , e la fua altezza prefa dalle fpalle fino a
cftremità delle zampe dinanzi , di venti fei poi
ci e mezzo. Ha la tefta rotonda cerne quella d
gatto , le orecchie corte , e appuntate , gli o
chi grandi coli* iride gialla , e la pupilla bruni
Il nafo largo, e fchiacciato , il mufo corto f
labbro fuperiore intero, e fornito di muftacch
la bocca ben feffa , la lingua larga , e fcabrofa
le mafcelle forti guernite ciafeheduna ài quatti
denti incifivi , di quattro canini aguzzile di f
mascellari, il petto affai largo, le quattro zamj
divife in cinque dita groffe armate di irobuftiffi
mi artigli , e la coda lunga due piedi , e un pa
lice , e Amile a quella della tigre*
Il numero folo delle dita dei piedi poflerio
ri, lafciando da parte le altre differenze, è u
carattere affai fen fi bil e , e fufficiente per diftin
guerc fpecificamente il Pagi dal leone Africano
il quale, come è noto , non ha che quattro dit-
eci
L 1 B R O 1 K %91
i piedi di dietro . Tuttavia potrebbe confìde-
rarfi come una fpecie di mezzo tra quella della
:igre, e quella dei vero leone. Il £uo ruggito,
)enchè più debole, non è molto differente, ce-
ne difli , da quello del lepne Africano : qualora
>erò va in amore fifehia orribilmente a guiia di
m ferpente . La femmina è un poco più piccola
lei mafehio , e di un colore sbiadato : ha due k-
e mammelle come la leoneiTa Africana, manca
>roduce che due figli « Si accoppia fui finir deli'
nverno, e porta tre rnefi «
Tale è il leone, che trovali nel Chili.- for-
s in altre contrade deli* America avrà qualche
ola di differente : Vengo accurato , che nel Pe-
li abbia il mulo più lungo, e più scuro. Quello
nimale a)>ità nelle bofcaglie più folte , e nelle
lontagne più fcolcefe del Chili , dì dove poi (cqu*-
è a procacciarli il vitto facendo ftrsge degli a-
«pali domeftici 5 e {penalmente de' Cavalli, la
i cui carne antepone fempre a quella degli ai-
ri quadrupedi « La maniera dì predarli non è me»
o ingegnofa di quella del gatto s fi accolla ver-
> di loro colla più fina induftria ; ora s* àppiat-
t entro alle folTei ora fi fìrafeina fra i cefpu»
li, ed ora dimenando la coda prefentafi loro con
nte carezze. Quando gli fembra il tempo op-
ortuno , fi {caglia con furìofo talto addofib a
aeir animale, che ha prefo di mira, e 'àffer-
indogli tofto il mulo colla zampa finiilra , Io
;anna in un momento cogli artigli della delira.
ève prima il fangue , che {gorga dalia ferita,
idi mangia il carname del petto ? e poi ftrafcì*
298 LIBRO I F.
na tutto il refio al bofco più vicino , e Io cu©
pre con frafche , e rami d* albero per mangiar
felo poi con tutto fuo comodo .
Qualora trova per le campagne i cavalli ac
coppiati , come Cogliono tenerli legati quei con
tadini , vi fi fp'nge addoifo per ammazzarne uno
e fubito ftrafcinandolo via , va percuotendo d
tratto in tratto con una zampa il vivo , che gì
Vien dietro, affinchè cogli sforzi, e collo sbat
ferii, che fa,. gli agevoli lo ftrafcico di tutted
due al bofco . Ma i (iti più adattati alle fue for
prefe fono i rufcelli : quivi tenendoli appiatta*
fopra un albero vicino , flàafpettando gli anima
li, che vannovi a bere per lan-ciarfi loro addol
£o . I Cavalli guidati dal naturale inftinto sfug
gono quei luoghi micidiali, ma quando fono co
eretti dalla fete ad approflimarvifi , fi fermano
fiutar d* intorno per indagare , fé vi fia qualch
cofa da temere, il più ardito talvolta fi accoft
prontamente a bere, e trovando I' ingreffo libe
jo, invita gli altri con un feftivo nitrito a fa
ÌO iìcfCo . 4
Le vacche , approfftmandofi loro quefto for
midabil nemico , fi pongono in cerchio intorni
ai vitelli , e colle corna voltate verfo di lui li
afpetta.no a pie fermo per friggerlo a forza d
tornate, come è accaduto varie volte. Una cpn
fimiie indufìria adoperano le cavalle in difefa del
3a loro prole col volgerli unitamente le fchien*
per opprimerlo coi calci, ma per lo più qualcu
na di loro reffo vittima del materno amore. Gì
altri animali, che non vengono trattenuti dai fi
gliuo-
L I B R O I V. 2$p
gliucli, cercano lo feampo colla fuga.
V afino però, conofcendofi inabile al cor-
fo, fi mantien fermo, e il prepara a corrifpon- "
dere alle fìnte carezze del leone coi calci, per
mezzo dei quali non rare volte lo fìramazza^,
per terra, e poi ben prefìo fi mette In falvo.Ma
rc quegli calla naturale fua agilità gli falta fui-
a fchiena, allora V afino o fi caccia col dorfo
mpetuofamente per terra tentando di fchiacciaf-
aelo, ovvero corre a ftroppicciarfi lungo i tron-
fi degli alberi , tenendo fra le gambe la teffc
>er coprirfi la gola , finché polla arrivare a fgra-
rarfi da quella nojofa foma . Mercè fi fatti inge-
;nofi raggiri fono *ochi quegli afini , che reflanò
feda di un avverfario, al quale foccombono tan-
i altri più robufìi quadrupedi.
Non oftante quefta fua innata ferocità , il ■Pa-
li non ha mai avuto 1* ardire di affrontar IJ to-
no , benché venga da lui per ogni dove perfegui-
ato : anzi un fanciullo , una donnicciola bafta*
o per farlo fuggire, e abbandonare la preda, I
aefani gli danno la caccia coi cani a quello ef-
stto ammaeftrati : elfo gii fugge quanto mai può ,
m vedendofi raggiunto tenta lo feampo col fall-
e velocemente fagli alberi , lo che non fanno
lai i leoni Africani, o col farfi riparo di uàà
ronco * o di una rupe, di dove poi fi feaglia^
iriofamente fopra i cani, facendone fovente un
ran macello 5 finché fopraggiugnendo il caccia*
sre gli tira un laccio al collo : allora fentendo»
afferrato rogge « e verfa àdte groffe lagrime,
he gli cadono daile^guancie , e feorrono Sino in
srra * Dal-
1%
■
I
5oo L 1 B R O 1 V.
Dalla caccia di quelle beilie, oltre al vai-
faggio di liberarne gli armenti , fi ottiene ancora
quello delle pelli , colle quali fi fanno delle buo-
ne fcarpe , e dei puliti ftivali . Il lor graffo è un
preferitane© fpecifico, per quel che dicono, con-
tro la fciatica .
Paniamo adeflb a defcrivere quegli animali
fifEpedi , che pafcendofi di foli vegetabili fono
più manfueti , e fi rendono più utili ali* uomo I
Ecco quelli, che fi conofcono nel Chili , di que-
llo carattere»
t. Il Guanque, Mus Cyanus (*) , è un forcio
Umile nella grandezza, e nella forma a quello,
che fi trova per le campagne, ma ha le orecchie
, più rotonde, il pelo turchino , ed è di un natu-
rale tsmidiffimo. Vive dentro una tana orizzon-
tale lunga da dieci piedi .• quefìa ferve come di
fala ad altre quattordici buche , o fieno camere,
lìtuate fette per ogni banda, e lunghe un piede>
in circa . In quefte camerette ripone 1* animale
le foe provvigioni per F inverno confidenti in-
certi tubercoli della grandezza di una noce, e di
color berrettino • Vogliono alcuni , che quelli fìe«
no una fpecie di tartuffoli ; il loro gufto non di-
fapprova quella idea , ma io crederei piuttofto,
che follerò radici di qualche pianta tuberofa : per
accmarfene converrebbe ft minarli, e offervare^
ciò che ne poteffe provenire , lo che io non eb-
bi tempo di fare. Benché quelli tubercoli fieno
ango-
'»■ ' ■ ■■■■ ' ■ ..■LII...I— .— ■ I !,■■'■' IMI I,—
(*, Mus cauda mediocri fubpilo fa , palmi* tetra-
daélyìis plantis pentadatfylis,corpore ceruleo fub-
tusaiòido.
L I B R O I V. 301
angolofi, il Guanque gli adatta, e difpone in^
maniera , che non rimane vacuo interftizio alcu-
no nelle dette camerette, avendo V induflria d*
incaftrare gli angoli fuperiori nei vuoti, che la-
fciano gì* inferiori .
Al fopravvenire della ftagion piovofa , che
ò impedifcc di girare per le campagne in trac-
ia del vitto, comincia a cibarli dei viveri de-
notati nelle interiori camerette , come i primi
:he vi rinchiufe , e così di mano in mano va fer-
mando un economico regolamento non folo nel
'itto, ma ancora nella pulizia interna della fua
ma, portando fempre fuori i gufcj di quei tu-
•ercoli , che ha mangiati . la quantità prepara*
a di quefte vettovaglie fernbra eflere foprabbcn-
ante al bifogno della fua famìglia, la quale non
onfifte , che in elfo lui , nella fua conforte , e
ti fei figliuolini , che vengono alla luce in fui
Inir dell' autunno, perchè gli altri fei, che pro-
uce in primavera , fono già emancipati in que-
0 tempo : onde fopraggiunta la nuova raccolta
rovafl obbligato a fgombrare i fuoi granai del-
5 vettovaglie avanzate nell* inverno per ripor-
ene delle nuove . I contadini , a cui piacciono
cceffiv-amerite quefti tubercoli , vanno a faccheg-
iare fenza compalHone alcuna le tane di quelle
inocent; famìglie ,, e penando via il frutto del-
) loro induftriofe fatiche , le lafciano efpofte al»
t rigida ftagfone fenza abituro , e f;nza ci' o .
%. La Chinchilla , Uus Lctnìger (*) , è un9 al-
, tra
(*) Mus cauda mediocri , palmis temdacìyijs,
lantispentadacìylis, corpore cinereo lanato «
302 L I B'R 0 1 V.
tra forìa di fórciò campestre {limabile affai per
la finitima lina, di cai è coperto in vece di pe-
lo , la quale è tanto morbida , quanto la feta 3
che producono 1 ragni dei giardini ; effa è di co-
lor cenerino , e affai lunga per poterfi filare
Qtfeftb animaletto ha fei pollici di lunghezza dal
mufo fino ali* ano , le orecchie piccole , e ap.
puntate , il mufo corto , i denti come i topi do-
merlici, e la coda mediocremente lunga , e ve-
ftìta di morbido pelo . Abita fotterra ne? campi
delle Provincie Boreali del Chili, ed ama affa!
di (tare in compagnia degli altri della fua fpe«
eie. Sì ciba di cipolle di varie piante bulbofe.
che nafeono abbondantemente in quelle parti
Produce due volte V anno cinque , o fei figliuo-
li : è di un naturale così docile , e manfueto :
che prefo tra le mani non morde, ite procura-
di fuggir lene , anzi fembra che fi compiaccia d
effere accarezzato . Se il ripone in grembo vi fti
quieto , e tranquillo, come le foffe nel proprie
letticciuolo . Effendo per fé iteffo pulitiffimo, nor
v' è dubbio, che imbratti gli abiti, o che co
munichi loro cattivo odore, mentre egli è a fiat
lo privo di quella puzza, che tramandano gli al
tri forej . Onde potrebbe effer beniffimo allevate
nelle cafe fenza rhòleftià , e con pochiilìma fpe
fa, la quale poi farebbe abbondantemente com
penfata col profitto della fua lana. Gli antich
Peruviani ben più induftriofi dei moderni faceva-
no con quella lana delle coperte da letto 3 e del-
le fi offe pregievoli .
3. Il gran topo bofeherecciò j Mas Manli
rnts
L 1 B R O .1 V. 303
ts (*),• quello animale, che fu ritrovato per la
ima volta nel 1764. vicino ad un bofco cklla
ovincia di Maule, è più grande al doppio dei-
marmotta , alla quale famiglia nel colore, e
Ma lunghezza del pelo , ma fi diftingue nella
rma delle fue orecchie, che fono appuntate,
1 mufo, che è allungato, nei muffaceli; difpo-
in quattro ordini , ne* piedi 3 che hanno cin-
e dita, e nella coda, che è più lunga, e ben
perca di pelo . I fuoi denti fono nel numero ,
nella difpofizione eguali a quelli degli altri
-cj . Quei cani , che diedero il primo affalto
quello gran topo , dentarono molto ad uccider-
, foftenendo egli con coraggio incredibile per
ì di un' ora i loro furiofi attacchi .
4. Il Degù , Sciurus Veg^s (%*) , è una fpecie
ghiro un poco .più grande del topo maggior
mefticoV abita fotterra d' intorno alla Capita-
dei Regno . Il fuo pelo è biondo fcuro , ec-
to fugli omeri , dove fi RcndQ una linea ne*
eia , che giunge fino ai gomiti : la fua coda
mina a guifa di quella de] ghiratto In un fioc-
di peli lunghi dello fìeffo colore. Ha la tefla
ta , le orecchie mondate , il mufo appuntato »
juernito di muftacchi , i due denti indfivi fu-
iori cuneiformi, e gì' inferiori appianati, i
di dinanzi con quattro dita , e quelli di die-
tro
;*) Muscauda mediocri pllofa , auriculis acumi-
:is , pedibus pentadaétyhs .
**) Sciurus fufeo- ilavefcens5 linea humerali ni-
1.
§&% LI E R O IV.
tra con cinque. Quede beftiuole vivono in focie
tà Intorno ai cefpugli , dove formano le loro tt
ne difpofte a guifa di plccol borgo con varie
li rade , che conducono da una tana all'altra. !
nutrono di radici, e di frutti, de' quali fanr
un* abbondante provvigione pel verno , poiché
flante la benignità di quel clima, non vanno g
, {oggetti ad intirizzirli , come i ghiri. Gli abitai
ri della Capitale del l'ecol parlato fi cibavano de
le carni di quefti animali, lo che non coftumar
quelli di oggigiorno.
$. Il Cerner: è Y animale conofeiuto dai Ni
turali ili folto ì nomi di' Tata 9 e di Armadillo e
si detto , perchè la parte fuperiore del fuo co
pò è armata di una corazza compofla di lame,
dì bande oflee , che s* incaftrano le une nell<
altre; nel Cuio , dove è comunismo, fi chiari
Ouìrquwcho . Ve ne ha dì differenti grandezza
cioè a dire di fei fino a tredici pollici' di lunghe
za; e nei paefi fituati fra i Tropici fé ne trov
rio di maggior moie, Radomigiia di molto
porcellino nella figura, nella graffezza, che cu
pre la fua carne, e nelle fetole, che rivettai
la parte inferiore del fuo corpo ; la fua teda
allungata, ma iì mufo è corto, e non ha ali
denti , che i foli molari . Ha gli occhi plccol
le "orecchie nude, e la coda lunga, come quel
del topo , ma fcagliofa ; il numero delle fue ci
ta è variabile fecondo le fpecic'La corazza e
fea , onde è coperto il fuo corpo, come quel
della testuggine, fi compone per lo più di di
feudi tramezzati di vari cerchi , che entrano {
uni
L I B R O 1 V. |*$
uni dentro gli altri , o fi fcoftano a piacimento
dell' animale, il quale con quefìo mezzo fi ran-
nicchia, o fi slunga, quando vuole. Le femmi*
pe fono così feconde , che partorirono quattro fi-
*li ogni rnefe ; e la loro carne è così dilicata,
i faporofa come quella dei porcellini .
Nelle Valli Andine fi trovano quattro fpecie
I quefli animaletti chiamate Fichi 9 Pelofi , Muleta
■i9cBo!e. I Fichi, Dafypur fuadricw8-us(*) >hzn-
10 fei pollici di lunghezza, e quattro bande, o
►chi . I Pelofi , Dafypus OttocìnHus (2*) , fono lun-
ghi fette pollici colla corazza a otto cerchi coper-
a di peli fotto, e fopra . I Muletti^ Dafypus un~
eeimcìnttus (3*) , fono un poco più grandi , ej»
anno cinti da undici bande offee . Chiamanfi mu-
nti a cagione della notabile lunghezza dei lo-
0 orecchj . Le Boi e , Dafypus ctfodecimcinttus (4*) ,
iperano tutti gli altri in grandezza , avendo tre-
icì pollici di lunghezza dal mufo fino all' origi-»
e della coda, e diciotto fafcie offee . Quelli fo-
o i Quhquìncì àtkxitù da M. di EufFon . Il lo*
0 nome, che lignifica palla, deriva dal conglo-
arfi ' che fanno dentro la loro corazza, quando
3no forprefi dai cacciatori : alcuna volta trovan-
ofi effi full' orlo di qualche precipizio rannk-
V chia-
(*) Dafypus cingulis q&atuor, pedibus pentada*
tylis .
(1*) Dafypus cingulis oclo, palmis tetradaclylisf
lantis pentadaclylis.
(3*) Dafypus cingulis undecim , palmis tetrada*»
tylis , plantis pentadaclylis .
(4*) Dafypus cingulis duodeviginti, palmis tetra»
iclylis , plantis pentadaclylis •
!
Il
K.
$o$ LIBRO IV.
chiati così in forma di globo , come fa il riccio
li lafciano cadere giù fenza il minimo loro dan
oo,e deludono in tal guifa 1' avido cacciatore
ma quefto artifizio non riefce loro di fcampo,
quando fi trovano in piena campagna , perchè al
Jora più facilmente vengono prefi , e mediante.
una brace di fuoco pofta loro fulla corazza i
Scodano , e ritornano all' ordinaria figura . I pri
mi tre \ efTendo infeguiti , frappano frettolofamen
te dirigendoli fempre in linea retta , perchè la.
corruzione delle loro corazze non permette lor<
di rivolgere il corpo con preftezza ^ e giunti \
certa diftanza fcavano prontamente un buco in.
terra , e vi fi aggrappano coi piedi anteriori co
sì tenacemente , che farebbe inutile ogni sforzi
per iftaccarneli , fé la indurirla non aveiTe fugge
rito a quei cacciatori di conficcar loro nel der$
tano la punta di una bacchetta, per coftringerl.
ad arrenderli , lo che fanno fubito .
i. Il Cuy, Lepus Mìnìmus (*) , e una fpeci<
di pìccol coniglio , che alcuni malamente confon
dono col porcellino d' India, dal quale fi difiin
gue noiì meno per la forma , che per i caratter
gfe&erid . EgJi è un poco più groflb del gran lor-
do c^npetlre . Ha ii corpo di figura quafi coni-
ci , le orecchie piccole, pelofe , e appuntate, il
ni ufo lunghetto , la dentatura del tutto limile a
quella della lepre, o del coniglio, i piedi ante-
riori divili in quattro dita, e i poiìeriori , ch'e-i
fo-
^
(*i Lepus cauda brevifìima , auricuiis piiofis con»
coloribus .
■
L I B R O 1 V. 307
fono più lunghi, m cinque, e la coda talmente
corta , che alla vifta fembra efferne affatto pri-
llo . Come quefto è un animai domeftico, così è
aggetto a variar dì colore ; perciò fé ne trova-
lo de' bianchi, de* neri , de* -grigi 5 de' ceneri-
li , e de* macchiati a diverfe tinte « Il fuo pelo
I fini filmo , ma troppo corto per poterli filare e
a fua carne è bianca, e dilicata affai . La fem-
nina partorifee quafi tutti i mei! fei , fette , e^
»ù figliuoli • lì Cuy , benché tanto fìmile al coni-
glio , sfugge nulladimeno la di lui compagnia $
lè fi fono mai veduti quelli due animali accop-
>?arfi infieme.Teme eziandio molto i gatti, e£
opi , che fono fuoi nemici, e diftruggitori. Nel
'erti fi trova un animaletto domeftico, che por-
a quello medefimo nome , ma , come io non 1*
o mai veduto , così non faprei dire , fé fia del-
i medefima fpecie . Il nome di Cuy per altro fi
à in America a varie fpecie di piccoli animali
•mili ai conìgli s i quali per la maggior parte^
ono del genere de* Cavia .
1. La Vifcaccia/LffpK/ Vifcacìa {*) , parteci-
a del coniglio, e delia volpe; è limile al coni-
ilio nella tefta, nelle orecchie, nel mufo f ne*
rmftacchj , nella dentatura, nelle dita , ed an-
he nella maniera di mangiare, e nel tenerfi di-
itta a federe : nella datura per altro è alquan-
o più grande. Somiglia poi alla Volpe nel co
Dre , e nella coda, che è affai lunga, ripiegata
n su 5 e veftita di lungo , e ruvido pelo , colla
V % qua-
■ il, , " 1 111, li IL. ■ I» 1 " I-
<*) Lepus cauda elongata fetofa »
j:;rij|,
3o8 LIBRO IV.
quale fi difende da* fimi nemici . Tutto P altro
pelo del fuo corpo è fino , morbido , e atto be-
niilimo a qualunque forta di manifatture. I Pe-
ruviani al tempo dei loro imperatori Inche face,
vano delle belle ftofFe con quefto pelo . I Chile-
iì fé ne fervono oggigiorno nella fabbrica de' cap-
pelli . La Vifcaccia propaga come il coniglio , e
abita fotterra in certe buche, che fcava nelle fal-
de de? monti , ed anche nelle pianure . Quefte
buche hanno due piani , che comunicano tra loro
per mezzo di una fcala fatta a chiocciola : ne!
piano d' abbailo ripone P animale i viveri necef-
far: ,* nel fuperiore abita egli fteffo , né d' ordi-
nario va fuori fé non di notte tempo ; allora col
favore delle tenebre batte liberamente la campa-
gna, e tutto quello, che vi trova atto al fuc
cibA9 o che vi ila flato lafciafo , o perduto da1
palfeggieri, Io raccoglie, e porta d' intorno al-
la bocca della fua tana . La fua carne, che l
bianca , e tenera , vien preferita dagli abitanti a
quelle del coniglio, e della lepre.
Animali cornìpedi fi chiamano quelli , che por-
tano i piedi armati di una , o di due unghie fo-
lide, come i cavalli, i buoi, le capre ec, : il
loro vitto dipende interamente dalle produzioni
del Regno Vegetabile. Il Chili non ha altre fpe*
eie indigene di queih fatta , fé non le cinque fuf-
feguenti .
i. Il Pudu , Qapct Puda (*) , è una Capra
fai-
(*) Capra cornibus teretibus lsevibus divergenti-
bus , gula imberbi ,
mm
LIBRO IV. $09
Yalvatica della grandezza di un capretto di fei
mcfi , di color bruniccio , e di corna piccole , del-
le quali va priva la femmina • Quefto animalet-
io vien chiamato impropriamente dagli Spagnuo-
li Venado , o capriolo ; egli ha tutti i caratteri
generici delle capre , ed anche la forma efterio*
le. Sì diftingue tuttavia dalla Capra domeftica-
non folo nel mento fprovveduto di barba , ma-,
anche nelle corna, le quali fono rotonde, lifcie*
e dirette obbliquamente all' infuori . I pudu ca-
lano dalla Cordigliera a truppe , quando princi-
piano le nevi, e fi fpargono nelle pianure delle
Provincie Auftrali . I Paefani allora gli acchiap-
pano così per cibarfene , come per allevarli nel-
le loro cafe : i fanciulli fpecialmente ari ano dì
addomefticarli per loro divertimento , perchè
quefti animali fono di un naturale decile , e fi
adattano facilmente a tutte le fantafie dell' alle-
gra gioventù .
La Wcogna , il Chtlìhueque , e il Guanaco fo-
no fpecie fubalterne del genere dei Cammelli , a
cui appartengono ancora I' Alpaca , o fia il Pa-
so , e la Qlìama del Perù . Tutti quefti animali
raifomigliano molto al Cammello , eccetto che
fono di minor mole, e di figura più elegante,
e meglio contornata . Elfi hanno a guifa del Cam-
mello il collo lungo , la tefta piccola fenza cor-
na , le orecchie mediocri , gli occhi rotondi , e
grandi , il mufo corto, il labbro fuperiore più o
meno feffo , le gambe più alte di quello che fern-
bra efigere il volume del loro corpo , i piedi bi-
partiti , la coda corta , e il pelo lungo , e ido*
V 3 , neo
3i© LIBRO IV.
neo ad efler filato . Le loro parti genitali fono
Umilmente conformate come quelle del cammello :
il mafchio ha la verga lunga , fottile , e ricur-
vata, onde è coftretto a dover pifciare alquanto
in dietro .- 1' orifìcio della vulva della femmina
è troppo eretto : quindi deriva la diiScultà , che
provano gì* individui di quello genere neli' atte
della generazione •
La loro ftruttura interna non è, nemmeno
effa, molto diverfa . Come animali ruminanti ,
hanno quattro ventricoli : il fecondo contiene fra
le due membrane , delle quali è compotìo , uil
gran numero di cavità, che pajono deftinate a
tutt' altro, che a depofìtarvi dell' acqua . Ma-
mi eftenderei di troppo, fé voleifi proseguire la
deferizione anatomica delle differenti parti inte-
riori di quelli animali s chi defideraffe informar-
cene appieno , legga il P, Feuillee nel tom. 3. o
ìia nel Supplemento al fuo giornale pag, x-j. , il
quale colla Solita Sua accuratezza ne tratta dipin-
tamente.
I Cammelli Americani Somigliano eziandio
a quelli dell' Africa, e dell' ASia pel loro natu-
rale , per la loro maniera di vivere , e Sono e-
gualmente dotati di un* indole dolce , e capace
di educazione . Il Paco, e la Glìama , refi dome-
ilici, Servono come i veri Cammelli a portare^
delle Some, chinandoli a guiSa di loro per rice-
verle , e per deporle : la conformazione dei lo-
ro piedi , e la Speifezza del lor pelame difpcnh"
no dal ferrarli , e dal por loro il ballo Sul dor-
£qz vanno 3 è vero.» lentamente, ma il loro paf-
S#
L I B R O 1 V. 311
b è fermo, e ficuro anche per quelle flrade pia
cofeefe dei monti , che fono coftretti a valica-
'c . Il ChiUhuequc ancora ferviva dì fomiere ai
.Ihilefi nel medefirno modo , ma ora che hanno
[uantità di muli moltiplicati felicemente in quel
:lima , non fi fervono più di elfo . Tutti quelli
nimali impiegano una buona parte della notte
I rugumare ciò che hanno mangiato il giorno,
quando vogliono dormire , ripiegano i piedi
otto il ventre , e fi appoggiano furpetta.
Fra tanti caratteri di Somiglianza col vero
Cammello', quefte fpecie ne hanno altri proprj,
he le diftinguono . Siccome fono deflinate a vi-
ere per lo più fra i gliiacci , e le nevi delle.»
Cordigliere , così la provvida natura ha dato lo-
0 , come ai quadrupedi delle terre polari , ab-
ondanza di graffo fra la pelle , e la carne , e
opia prodigiofa di fangue nelle vene a differeo-
■ di quegli animali , che abitano nelle pianure»
Juefta efuberanza di fangue cagiona ad eflì un
alore capace di refiflere ai più rigidi freddi, e
1 quantità di graffo , che inviluppa efteriormen-
* la carne , impedifee al calore di efalarfi . Nel
)ro ventricoli , come in quelli di alcune capre 5
formano dei belzuari più , o meno fini . Han«
0 la mafcella inferiore , come quella dei Cam«
ìelli , guernita di fei denti incifivi , di due ca-
ini per ogni banda, e di varj molari; ma la-,
iperior mafcella è priva affatto d* incifivi , e di
anini , onde Sembrerebbe conveniente fare di
oefii animali un genere diverfo, e Separato.
Hanno inoltre le orecchie appuntate, e me*
V 4 glie
m
i
51* L 1 B R O 1 V.
glio fatte di quelle dei cammelli , il nafo fem
plice , il collo più diritto , e proporzionato , i
dorfo più unito , ed uguale , ad eccezione per
del Guanaco che lo ha un poco curvo , la ce
da più bella , e più coperta di pelo , le gamb
più ben formate 5 e più fnelle, e il pelame pii
lungo, più morbido , e più fomigliante alla la
na . Il Cammello è un mofiro , a dire il vero
paragonato con quefii quadrupedi (i) . La lor<
voce naturale fi accofta affai al nitrito dei cavai
. li- Quando vengono irritati non fi prevalgono
mai de* piedi , o dei denti per vendicarfi , m
sì bene della faliva, che gettano contro quelli
che li moleflano. Quefta faliva fi pretende chi
fia corrofiva, e che faccia venir delle pu itole fi
quelle membra, che ne fono fiate fpruzzate , m;
un tale effetto è molto incerto .
Vanno in amore fui finir della fiate, e al
lora fi dimagrano, e perdono in buona parte i,
pelo.* prima d' arrivare a congiungerfi fpendo-
no molto tempo in gettar fuori la faliva , in-
muggire , e in girare attorno , come tanti fu-
ribondi. Le femmine portano cinque, o fei me-
li, e partorirono ordinariamente un fol figlio ;
han-
(i) ,, Le 27. ceux que J' avois envoyé à Icl.
9, cbajfe des Guanaques réujprent à fé fai/ir d* un
9,jeune gu antique , qu* ils amenerent à bord : e* e*
,, toh le plus bel animai , que nous eufflons jamais
9j vft i nous parvinmes à V apprivoifer au poìnt ,
9, qu* il venoit nous lécher les mains , à peuprès
,, comme un veau* mais malgré tous nos fotti s pour
,, le nourrir , il mourut en peu de jours . Voy» de
Byronpar Hawkefworth, t» 1. e. z. pag. 17,
L I È R 0 1 V. &$
anno due fole mammelle ripiene abbondante*
lente dì latte. Tutte. quefte fpecìe fi sfuggono
icendevolmente , rè mai fi fono vedute mefehi»
rfi infieme . Non faprei preferivere la durata.»
?lla loro vita,- è probabile* che fia più breve
i quella dei Cammelli: fra i nazionali però vi
opinione, che arrivi fino ai trenta anni : ma
vero fi è, che cominciano a generare dopo il
rimo triennio del loro vivere . Quefii animali
i fbmma fembrano formare nell' ammirabile gra~
azione degli efferi altrettante fpecie intermedie,
le um'fcono le capre , le pecore > e i cervi ai
immelli , come lo farà vedere la particolar $$*t
rizione di ciafcheduno .
2,* La Vicogna s Camellus Vicugna (*>, fecon-
) M. di Buffon è il Paco falvatico lafc'iato nel
0 flato di libertà:- ma quefto grand' uomo è
ito male informato in queflo punto , come in
ohi altri concernenti la floria naturale à* Ame-
ca . Il Paco detto altrimenti Alpaca, e la Vi-
igna fono due animali comprefi bensì fotto il
edefimo genere , ma di fpecie differente , e che
>n s' accoppiano giammai infieme , quantunque
aggiornino ndlc fi effe montagne , mentre è no*
> , che oltre il Paco domeftico fi ritrova anche
falvatico in buon numero . La Vicogna ha_*
•effo a poco la medefima corporatura della ca«
•a , * alla quale forniglia molto nella forma^
il dorfo , della groppa , e della coda : fi diftin-
gue
(*) Cameluscorpore lanate , roftro fimo obtufq ?
uda eresìa *
3*4 LIBRO IV.
gue però nel cello lungo venti pollici , nella t<
#a rotonda e fenza corna , nelle orecchie pica
le, ritte, e appuntate, nel mufo cortole sba
bato, e nelle gambe ai doppio più alte. Il fi
corpo è coperto dì una lana finiffima di color |
rofa fecca, che può ricever beniflimo ogni fo
ta di tinte artifiziali - I nativi del Paefe fabbr
catìo con efla de' fazzoletti da nafo , e da co
Io, delle calzette, de' guanti, de' cappelli e
Quella lana è ben cognita in Europa, e al pr<
fente viene filmata, e ricercata non meno dell
feta . Il Paco poi è più corpulento della Vici
gna , ha il mufo più lungo , e la lana meno i
na , benché pia lunga . I Peruviani hanno mai
dre numerofilHme di quefti animali , colla lai;
dei quali fanno delle fìoffe , che pajono di mes
za feta ; ma nel Chili non vi fono né domeftici
uè fai va t lei *
Le Vicogne abbondano nella parte della
Conigliera fpettante alle Provincie di Coquim
bo, e di Copiapò,ma d* ordinario non foggloi
nano, che nelle vette più ripide di effa monta
gna .- né le nevi , né i ghiacci recan loro alcu
danno, anzi fembra,che ne riportino vantaggio
perchè fé vengono trasferite alle pianure ben pre
&o dimagrano , fi riempiono di una forta d' ir»
petlgine, e muojnno ; ouefto è II motivo, pe:
cui non fi è potuto finora trafportarle in Euro
pa. Vanno fempre in truppa, e pafcolano infie
me per quei dirupi come le capre. Se veggonc
«n uomo, fcapp^no velocemente conducendof
innanzi i loro figli. 1 cacciatori, che vanno 1
cerca
LIBRO IV. 3*?
rea di effe , radunati infieme , procurano ài
xondare uno di quei monti, dove foggionx&r
; quindi ferrandole a poco a poco le conduco-
i tutte ad un luogo iìretto , dove effi hanno già
ata una lunga corda guernita ài varj fi race*
ridenti. Le Vicogne , che fono dì un naturale
lidifGmo, giunte in folla fra le ftretrezze dì
etto luogo 5 e atterrite da sì fatti fpsuracchj fi
mano tutte, uè fi arrifehiano a paifar più ol-
I In quella Umazione vengono forprefe dai
;ciatori , che ne fanno gran preda . Potrebbe-
eflì in vece di ammazzarle, come fanno fen-
diferezione alcuna, contentarli di tofarle per
irne la lana , e poi rimetterle in libertà, ac-
cchè la loro fpecle fi moltiplicarle davantaggio .
. onta però di quefte ftragi elle abbondano iti
*lla montagna, onde io fofpettò , che facciano
rente più di un figlio ad ogni parto . Non o-
nte il poco fucceffo dei tentativi finora merli
opera per addomefticare quelli preziofi anima-
la crefeente induftria del Fick fa fperare,
| gli oftacoli veri , o immaginar; , che fi frap-
igono, faranno finalmente formontati . Oltre
principal vantaggio della lana, la carne delle
cogne è ottima a mangiar fi , e vìen preferita
fapore a quella del vitello. Applicata tutta
ente fi fìima come un buono fpecifico contro
infiammazione degli occhi : nello flocco dì
tfte beftie fi crearlo Sniffimi belzuari ricercati
■Ito da quelli ^ che fanno tuttora gran cafo di
medicamento *
3- Il ;
5*6 L t B R 0 1 V.
3. il Chilihueque , Camelus Ataucanus (*
Quefto animale , propriamente parlando, fi eh
ma Hueque : ma gli Amicarli , preflb i quali e
mefticato fi trova , cominciarono dopo P arri
degli Spagcuoli a nominarlo Chilihueque ,0 Reh
que ; cioè a dire Hueque Chilefe , ovvero pi
Hueque , per diftinguerlo dal montone Europe
a cui danno il medefimonome per la fomigli;
za, che paffa fra V uno, e 1* altro. Di fatte
Chilihueque , trattane la lunghezza del collo , t
altezza delle gambe, è modellato in tutto il
ito come il montone. Ha la tefta così fatta,
orecchie così ovali , e flofeie , gli occhj egu
mente grandi e neri, il mufo così lungo e §
bofo, le labbra non meno grofle, e penden
la coda fimilmente formata, ma più cortame f
to il corpo coperto di lana così lunga , ma ai
più morbida . La fua lunghezza mifurata dal
labbra fino all' origine della coda è di fei pi
incirca , ma il collo occupa un terzo di que
dimenfione . La fua altezza prefa al fito del
gambe di dietro è di poco più di quattro pie-
Il fuo colore è variabile , trovandofene di bi
chi , di neri , di brunicci , e di cenerini .
Gli antichi Chilefi , come abbiam detto
fopra , fi fervivano di quefti animali , come
befèie da foma , dirigendoli nel cammino con
na corda infilzata in un foro , che facevano 1
ja cartilagine delle loro orecchie . Quindi dei
lo
(*) Camelus corpore lanato, roftro fuperne ci
yo, cauda penatila •
t 1 E R O I V. 317
sbaglio di quei Geografi , che dicono , che i
ntoni fono diventati così grandi nel Chili , che
-aricano come i muli, e s'impiegano al traf-
oro delle merci . Altri pretendono , che quegli
liani avanti le conquide Spagnuole fi preva-
rrò di quefti quadrupedi per lavorar la terra ,
iccandoli al loro aratro, che chiamano Que»
bue: e per verità 1' Ammiraglio Spìlherg tro-
I che gli abitanti dell' Ifola Mocha fé ne fer«
ano a queft' oggetto . Il Chilihueque è Mimato
ri dagli Araucani , i quali benché amino di
arfi della fua carne, pure non lo ammazzano
tri, fé non per imbandire la raenfa a qualche
guardevole foreftiere , o in occasione di uà
rifizio folenne. Si venivano colla fua lana-,
uà della fcoperta dell' America , ma ora che
ino delle pecore Europee in quantità , non la
iperano, fé non nella fabbrica delle loro Sof-
fine, che riefcono così belle , e così lucide,
fembrano quafi di feta .
4. Il Guanaco , Camelus Huanacus (*) . Il
nor Conte Buffon, e il Cav. Linneo, avendo
3tto il Paco, e la Vìcogna ad una fola fpecie ,
no lo fteffo riguardo al Guanaco, e alla Già*
del Perù , pretendendo che la Gliama non fia
o che il Guanaco privato del fuo primiero fla-
di libertà . Io dubito molto di tale identità
cifica, perchè oltre all' antipatia, che ha 1*
\ verfo T altro in ordine alla generazione ,
que-
*) Camelus corpore pilofo , dorfo gibbo ì cauda
da.
Ìli LIBRO IV.
quefti due animali il diftinguono anche affai !
ne per altri caratteri così rilevanti, che non p
fono derivare unicamente dal pretefo cangiarne
io dì flato. La Gliama ha il dorfo fpianato, I
quattro gambe quafi uguali s e il petto forn
di un4 efcrèleérrza , la quale è fempre umett
Ó3. una forra di olio glalligno . Il Guanaco
contrario non ha queda eferefeenza , ha il co
gibbofo , o piuttofto curvo , e le gambe pofter
ri talmente lunghe rifpetto a quelle davanti s<
venendo feguito dai cacciatori non fugge mai v
io la cima dei monti , come fanno gli altri a
mali di quello genere, ma s' indirizza fem]
verfo il piano, come il più adattato alla dif
tefa fiia coftituzione , e allo fcampo della |
vita. Quindi avviene ancora, che quando fd
de va Sempre a fai ti come il capriolo , e il cert
La datura di quefto animale fupera que
del CbiHfaueque. Io ne ho' veduti alcuni de
grandezza di un buon cavallo . La fua lunghi
za ordinaria prefa dall' eftremità del mufo fi
all' ano è di ùtte piedi incirca , e la fila alti
za miftirata a! 'fito delle gambe dinanzi di qu
tro piedi , e tre pollici . Il fuo corpo è ccpe:
di un pelo fu (Udentemente lungo di color fui
fui collo , e fui dorfo , e biancastro fotto il v<
tre . Ka la teda rotonda, il mufo acuto , e i
r o , le orecchie diritte , e fimili a quelle deh
vallo s la coda corta , e ripiegata come quel!
ael cervo . il nome di Guanaco, con cui vie
com uneiKj ente chiamato , deriva dalla lingua I
riiVJana : i Chilefi nel loro idioma lo chiama:
tuoi . I Gua-
LIBRO IV. 519
I Guanachi non amano tanto il freddo, quan-
te Vicogne ; al cader delle prime nevi effi ab-
ndonanole Andi , dove foggiornano la fiate,
vengono ad abitare le pianure Chilefi duran-
T inverno • Procurano di fUre fempre in fo-
ia , e pafcolano divifì in truppe di cento , o
gento V una. I Nazionali danno loro la cac~
coi cani, ma ordinariamente non pigliano fé
1 i più giovani, i quali non avendo le gam-
abbaftanza forti per fuggire vanno recando in-
tro . Prendono i grandi un galoppo , o piut-
to un trotto così veloce , che un cavallo cor-
ido a briglia fciolta non potrebbe raggiugner-
Si fermano di quando in quando a rimirar
un momento i cacciatori, che gl'infeguifco'-
, e mandato fuori un gran nitrito fingile a^
;llo del cavallo, fi dileguano ben toiìo con u-
velocità incredibile • Ciò nonoiìante gì* India-
montati fopra cavalli leggieriffimì giungono
•renderli vivi , gettando loro da lontano un 1 ac-
alle gambe . Quello laccio , che elH chiama-
La^0 , è fatto di una ftrifcia di cuojo lunga
jue, o fei piedi, alle cui eftremità attacca-
due fallì della groflezza di una palla di tre
>re . Prendono in mano ubo di quei falli , e
girar 1* altro, come una frombola intorno al
0 , finche abbia acqulflato una forza fufficien-
allora lanciano il colpo contro V animale,
hanno prefo di mira . Coftoro fono così de-
a maneggiar quefta fpecie di frombola , che
cfla colpifccno qualunque animale anche in
anza di trecento o più pafli ; ma quando vo-
gliono
3V£ L 1 3 R O i K
g)icno averlo vivo, la lanciano in maniera,
la corda venga ad incontrare follmente le g;
be , e le allacci, e le Aringa colla forza , e
movimento di rotazione óti ùfiì.
I Guanachi fono di un naturale dociliffin
iì addomeflicano facilmente , e fi affezionano I
mente ai loro padroni , che li feguono da p
tutto. Un beneitante del littorale dì Quill
aveva una ventina di quefti quadrupedi , i qi
ogni mattina andavano indenne a pafcolare,e
fera tornavano da fé foli alla loro abitazior
Siccome moltiplicano bene in quello lor nuc
fiato, così è da credere, che a queft* era fi
formata de' medefimi una numerofa mandra •
gli altri Chilefi , fegoendo un efempio tanto
devole, s* applicaffero a domefticare unJ a
male così importante, aggiungerebbero un ni
vo ramo di commercio alle altre produzioni i
loro Paefe. La carne dì quefti animali fpeci
mente giovani. è preziofa , e non la cede a qu
la del vitello : quella però degli adulti è un \
co dura, ma falata diventa eccellente, e vie
ricercata dai marinari per fervirfene nelle na
gazioni di lungo corfo,non tanto perchè fi ce
ferva meglio di qualunque altra carne, quar
perchè riefee faniffima : il pelo è anche ottii
per farne dei cappelli, e potrebbe impiegar/i i
che nelle manifatture de* ciambellotti .
j. Il Gueniul , o Huemul , Equus Bìfulcus (*
è un' -animale » che richiederebbe forfè di efi
pofto
(*; Equus pedìbus bifulcis .
L 1 B R O 1 V. 3*r
:>fto In un genere feparato ; ma io P ho collo-
tto fatto quello del cavallo , perchè ne ha tut-
i caratteri generici a riferva delle unghie, le
lali fono bipartite come quelle dei ruminanti .
t fatti la fua dentatura è la medefima non fo-
> in ordine al numero , ma anche alla difpofi-
one . Riguardo poi alla forma , alla corpora-
ta , al pelame , e al colore fi avvicina egli
Jmente ali* afino , che fi camberebbe alle vol-
: 1' uno con 1' altro , fé aveffe le orecchie lun-
le come il medefimo , ma le ha come il cavai-
à la Aia fchiena inoltre non è fegnata dalla-
xce nera dorfale . Del refto la fua tefta , il fuo
ufo, gii occhi, il collo, il dorfo, la groppa,
coda , le gambe, e le parti genitali non fono
labilmente differenti da quelle dell' afino , fé
)n che i loro lineamenti non fono così forti .
a fteffa fua ftruttura interna non è gran fatto
verfa . Ma la fua voce famiglia piuttofto al ni-
ito del cavallo , che al ragghio dell' afino . Que-
o è lo fconofcluto animale, che il Wallis dice
/er veduto nel paffar lo ftretto Magellanico (i) ♦
X Egli
(i) „ Nous tnmes en cet endroit un animai qui
reffewbhk à un arte s mais il avoit le pìed fo-
wchu y somme nous le découvrtmes enfuite en fui*
vant fes t?aces*& il couroit arvec autant de vi-
tefie r qu un daim , C itoti le premier quadru-
pede , que nous eujfions vu dan? le détroit , ex-
cepté à V entrée , oìi nous apperfumes les gua-
naques , que nous ne pumes obtenir en ichangt*
des Vatagons . Kous tirames cet animai , mais
fans pouvoìr V atteindre : il e fi vraifemhlable-
ment inconnu aux Naturalijies d* Europe . Haw-
efvorth Voy.tom. i. e. z. p. 38*
3** L 1 B ìt O j V.
Egli è più falvatico, e più veloce nel corfo de
la Vzcogna , ed ama di ftarfene fra le balze pi
{cotette delle Andi 5 onde è molto difficile di p<
terlo prendere. In lemma il Guemul fembra fo
Kiare I* anello , che iega i quadrupedi ruminan
ai folipedi .
Gli Spagouoli hanno tnfportato dall' Eur<
paNal Chili i cavalli , gli afini, i buoi , le pec<
re, le capre , varie razze di cani, i gatti, e
anche 1 topi domeftici , come abbiamo detto i
addietro. Tutti quelli animali ftranieri coftitui
in un clima così confacevole , e in un fuolo ce
sì abbondante dì nutritivi pafcolì vi fi fono pr<
pagati felicemente . 9% Gli animali del noflro Em
3, sfero , dice il Dottor Kobertfon parlando d<
Chili , „ non vi moltiplicano folamente ,ma vi d
3, ventan migliori . Il befliame a corno è di greti
3, dezza maggiore di quello di Spagna. 1 fuoì ca
55 vaili vincono in bellezza y e in vivacità i fimo
3f dell* Andalusa , dai quali fon derivati . Di fati
i Cavalli Chilefi hanno tutto il fuoco , il vigore
la Jeggierezza , e la beltà , che fi poffan mai de
fide rare. Quelli delle pianure fono a guifa de
eavalli Arabi di mediocre grandezza , ma riefeo
no perciò pia agili, e più adattati ad ogni for
ta di efereizio . Pel contrario quelli delle razzi
Andine fono affai più grandi, più fedad , e pii
idonei per le carrozze *
Tanto gli uni , che gli altri, hanno In gè
aerale T incollatura elegante , la tefta piccola
e ben modellata, la coda ben crinita e un poc<
rilevata, il petto ben fatto, la cofeia tondeggi*
ta,
L 1 B R 0 1 V. n$
le gambe afciutte, e forti, i piedi ficuri , e
unghie così dure, che non abbiiogna mal di
rrarii . In fatti a riferva di quelli , che fi ten-
>no nelle fcuderie di Città, tutti gli altri van-
> fenza ferri , e fopportano in tal guifa 1* ec-
fiive fatiche , a cui fono foggetti ; perchè non
edo , che fi trovi un* altro Paefe, dove i ca-
lili fieno trattati con sì poco riguardo . Ciò de-
va dall* abbondanza che vi è de* medefimi , e
illa facilità, con cui fi pofTono acquiftare, Oi
levare . Un cavallo ordinario cofta comunemen-
un fiìippo , e una cavalla cinque paoli Roma-
. Il loro nutrimento confitte nell* erbe, che
ovano ne' campi , dove lafcianfi pafcolare glor-
ia e notte in tutte le ftagioni dell' anno. I
mtadini , che non faprebbero , per dir così , fa-
: un miglio a piedi , tanto è V ufo che hann©
cavalcare , appena alzati dal letto corrono a
etter la fella ad uno dei loro cavalli per fer-
rfene tutto l'intero giorno fenza farli prende-
; in qaefto intervallo di tempo alcun cib®. E*
tresì cofa comune preiTo di loro il fare del
aggi di trecento , o quattrocento miglia mon-
iti fopra un raedefimo cavallo fenza concederli
tro rìpofo, (e non quelle poche ore, che eflì
fermano per dormire . Ma come q*?efli cavalli
fia per la dura maniera , con cui fono alleva-
, o per la forza dei pafcoli , di cui fi alimen-
to, fono di una rohuftezza incredibile , così
*ggono bene a sì fatti ftrapazzi , e fervono ai
>ro indiscreti padroni fino ad una eftrema vec-
hiaja ,
X a Que-
3*4 LIBRO IV.
Qoefti quadrupedi non folamente fi fono m<
tìplicatì felicemente in quel tratto di Paefe , e
viene poifeduto dagli Spagnuoli , ma molto p
ancora fra gì' Indiani , che ne hanno numero*
furie raandre. I Chilefi diftinguono tre razze
cavalli, cioè i trottanti, o quelli che vanno
trotto, gli ambiami, o portanti, e gli fpalle^
anti . I trottami fono i più comuni, e i più i
mati dalla gente di campagna, perchè fono pi
ni di vivacità, e di robustezza . I portanti,
dire del Tenente Generale Uìloa conofeitore d
buoni cavalli di Spagna , hanno acquietato n
Chili un' andare così bello, e foave , che fup
lano dì gran lunga i loro progenitori di And
ìuzia (i). Quefta dote è alla razza medefima
con-
Cr) „ En efle Reyno de> Chtle es , donde parect
99 tienen fu origen aquellos celebre* Caballos , y Aiu
3,las andadoras , de que queda hecba mencìon I
ss la I. Parte , y Jìendo los que bay boy en todas la
„ Tndias procreados de los primeros que fé ìntrodu
„ xeron de Efpana 5 adquìrieron los de Cbile la ex
„ celencìa de un nuevo pafio , para fobrefalìr con $
35 no [oh a los demas de aquella America , per
„ tamhien a los de Efpagna , de quienes fé derivi
$, ron . No me opondré yo a que los Caballos , qu
s, enei primitivo tiempo fé llevaron , fuefien anda
„ dores por inclinacìon , o raza , pues aun toda vu
9,/e ven en Efpant muchos con efla prapìedad ; pe
„ rp Jì dire , que h.iv'iendo tenido mas cuydado al
9ylà en confervar la caftì , fin que mefclados lo
35 de ella con los puramente de trote , degenere , fot,
„ incomparablemente mu ho mas perfeflos aquellos^
3> que los de acà ; pues fin mas znduftr'a , que j$j
,; propria inclinacìon , andm tan velozmente , qut
3y baciendo parejas con otro , que corr# a fu lado I
L 1 B R O I V. 3l?
onnaturale . Sì veggono i piccoli puledri fegui-
c di portante le loro madri, che vanno di ga-
>ppo , fenza fcoftarfene punto . Il paffo di que-
;i cavalli è così agile , e allungato , che fé ne
rovano varj, che agguagliano ambiando il cor-
o degli altri. Un tal paifo confifte, come è no-
o, nella prontezza di levare fpeditamente irL*
w tempo folo il piede davanti , e quello di die-
ro , e di portare queft* ultimo dirimpetto , od
nche al di là del piede anteriore del lato op-
ofto, in vece di portarlo nel luogo , ove erafi
ofato il primo ; ciò che rende il moto più dol-
c , più uniforme, e più fpedito al doppio di
uello dei cavalli ordinarj . Quefio equabil mo-
o viene infaticabilmente confervato anche nel
»iù lunghi viaggi da quella razza di cavalli , qua-
ora però non vengano coftretti a cangiarlo , on-
e a cavalcarfi fi rendono più comodi delle fedie
aedefime da vettura . Effi coftano da quindici in
enti feudi V uno .
X § I ca-
no confienten gite fé le adelante s y el ginete llevx
en ellos un defeanfo tal que no dà lugar a que la,
9 agltacion le fatìgue « Son affimi fmo tan herrnofos 9
, corno los muy celebrados Àndaluzes , de buen tal»
le ? y generofos : por ejlas tan fobrefalientes cali-
, dades , Je hacen eflìmables en todas partes , y fé
, llevan a Lima 5 corno regalo el mas dtgno de a»
%prtcìo ? que fé puede ofrecer a las perfonas del mn~
9yor caratter : otros los^llevan para fu gufio , y fon
, ya tan comune s en toto el Reyno , que trajeien-
9den ha fi a Quìto : con cuyo motivo fé han htcho
, caftas en todos aquello s Payfes , pero en nìnguno
^prevalecen con la perftccìon que en Qhlle « Viag«
om. 3. 1. 2» cap. s.n. 52,2.
3** L 1 B R o i ir.
I Cavalli /palleggiami fono più itimati e
tutti gli altri per la bella comparfa , che fann
nel camminare alzando alternativamente così be
ne i piedi davanti, che giungono quafi a toc
car coli' unghie le ftaffe . Nafcono effi con que
fla elegante proprietà, la quale poi fi vien pei
fezionando coli* efercizio del maneggio . I Ca
valli di quefta forta hanno tutti un grandifilm
fuoco , e per lo più non fono da montarli dal!
perfone , che non fieno bene iniziate nell' art
del cavalcare . Siccome fono molto ricercati , ce
sì fi vendono cento , dugento , e perfino cinque
cento feudi V uno . I Peruviani particolarmente
ne comprano molti per fervigio delle cavalcat
pubbliche, che fogliono farfi ogni anno in quel
le Città. Se ne fono anche trafportati alcuni I
Europa malgrado la lunghezza del viaggio pe
farne un regalo a un Sovrano. Preffo gli Arau
cani fi trovano dei cavalli, che ballano al cam
minare con vaga armonia, ma queftì fono indù
ftnati a farlo, e non provengono , come i pre
cedenti , da fchiatte originarie , e permanenti .
I Chilefi pongono grande attenzione a con
fervare in tutta la loro purità quelle razze , ni
permettono mai, che 1' una fi mefcoli coli' al
tra, acciocché non vengano a degenerare dalli
rifpettive loro proprietà . Durante V inverno man
dano la maggior parte de* loro cavalli a pafcol*
re nelle Valli Andine, dove frante la gran quan«
tità di nutritive erbe, ctie vi crefeono , s' in«
graffano a maraviglia, e ritornano in Primavera
più vigorofi, e rohurìh Quando domano i pule-
ari ,
L 1 B R O 1 V. 327
p, il che fanno ordinariamente dopo i tre ari-
1 della loro età, coftumano di recider loro il
aufcolo fuperiore della coda , affinchè eri! non^
loffono più dimenarla, e a quefla operazione dan-
0 il nome dì castigo .
Gli afini ?o fia perchè vi fono poco irn pieg-
ati ,o fia per la piacevolezza del clima più ne-
effaria a queftf animali, che a gli altri, hanno
.cqulftato nei Chili una corporatura affai fepe-
iore a quella dà loro progenitori Europei . FUI
anno il pelo Juftro,Ia t'efla alta , il collo grof-
0, la groppa ben fatta 3e i piedi leggieri. M'ol-
i di loro fi fono refi falvatici , e abitano le Val-
i della Conigliera , dove i paefani vanno di
ratto in tratto a cacciarli pel folo interefle del-
a pelle . Se ne trovano anche alcuni rivettiti di'
n pelame così morbido , e lungo, che potrebbe
•enii&mo erter filato , I muli * che provengono
all' accoppiamento di quefti animali colle cavai*
e, riefcono eccellenti non meno pel tra/porto
elle merci , che per le vetture . Ve ne fono
nche molti filmabili pel loro palio affai fpedito,
d uniforme .
Il feeftiame a corno, che va foggetto p*ù dì
jualunque altro alle influenze del clima, fi è ac-
omodato in tutto alla divifione naturale dd Re-
;no . I Buoi marittimi fono più piccoli di quef-
i , che nafcono nelle pianure mediterranee , e que-
il fono inferiori di mole a quelli , che fi pro-
pagano nelle Andi . Il berciarne marittimo p^rà
on è piccolo , fé non relativamente a quello del*
ì parti fuperiori del Chili ; elfo per altro ag«*
X 4 gua*
r
3*8 L I B R O 1 V.
guaglia In grandezza i buoi comuni d* Italia. L<
vacche Andine arrivano alla ftatura dei manz
più ben nutriti; e i tori hanno 1* ecceffo di vo
lume corrifpondente in queffo genere al loro fei
fo • Io ne ho veduti alcuni , che pefavano da.
1900. libbre . Tutti quefti animali non fi chiù
dono mai nelle ftalle , né hanno altro nutrimen
to , che gli accidentali pafcoli delle campagne
Eppure non fi ravvifa in loro la menoma degra
dazione né riguardo alla corporatura , ne riguar
do alla forma . La loro carne è così fucculenta
e guftofa come quella dei manzi, che vengon<
ingraffati artifiziofam^nte .
Vi fono dei propietarj affai comodi , che at
te'fa V eftenfione dei loro poderi , vi mantengo
no dieci, o dodici mila animali bovini. Qtieft
ogni anno fui finir dell' inverno ne feparano d;
mille fra manzi, e vacche , e rinchiufi in un va-
ilo ferraglio ricco ài ubertofe pafturc ye li la
fciano impinguare , e poi li fanno ammazzar tut-
ti in un determinato mefe . Giunto quefto teni
pò , che fuol effere per lo più circa le fefte d
Natale, gli armentari conducono da venti, I
trenta di quefti animali per giorno entro une
fteccato a bella pofta coftruito in una vicina pia-
nura. I contadini, che attendono con impazien.
za quefto che è per loro il più dilettevole fpet
tacolo , montati fopra i loro cavalli circondane
io fteccato , afpettando che vengano mandati fuo-
ri ad uno ad uno i rinchiufi animali . Quefti fug«
gendo vengono infeguiti a fpron battuto dagli
apporti contadini , i quali itrmgendo un' aft*j
arma
L I B RO 1 V. 329
irmata nelP eftremità di un ferro tagliente fat-
o a mezza luna cercano dì fopraggiugnerli , e
:on gran deftrezza taglian loro coli' adunco fer-
© 1 garetti, affinchè ^ramazzino per terra. A
nifura, che van cadendo,! beccai prontamente
;li uccidono, ficcando loro nella nuca la punta
li un coltello . Terminata quefta fpecie di cac-
ia raccolgono le uccife beftie, e quindi le Ara*
cinano fotto a un gran frafcato , dove le ma-
Milano fpeditamente. Separano la carne dal fe-
ro, la tagliano in fottili fette , e leggermente.»
alata la diftendono all' aria, acciocché fi afciu-
>hi bene: quando è fecca la imballano, e man-
iarìla a vendere alle miniere , e al Perù . I* ufo
il quefta carne è molto vantaggiofo nelle navi-
gazioni , perchè effendo poco falata fi rende affai
>iù fana di quella, che fi prepara in Ollanda,
i in Inghilterra. Il fego poi, che non fi fpaccia^
lei Paefe , fi vende nel Perù . Del corame fi
anno fuole da fcarpe , di cui la maggior parte
jz fuori del Regno. Il latte, che fi ricava dal-
e vacche , ha tutte le buone qualità , che fi pof-
!bno defiderare : fé ne fanno eccellenti formag-
gi, ma i più filmati fono quelli, che fi fabbri-
co in un certo luogo delle maremme del Mau-
e chiamato Chanco ,i quali ne in grandezza, né
n bontà non la cedono ai formaggi Lodigiani*
I buoi Chilefi , quantunque non fieno alle-
gati in quello flato di foggezicne, in cui tengonfi
in Europa , tuttavia quando vengono applicati al
lavoro dopo 1' età di tre anni riefcono cosi be-
ne, e inoltrano tanto vigore, che io noti vidi
mai
S%9 LIBRO IV.
aiai adoperarne più di un paio nella coltura di
quei campi , i quali per elfere flati poco diffoda-
ti richieggono in varie parti degli sforzi confi.
derabili . Tutti quefti buoi lavorano col giogo
alle corna all' ufo di Spagna. Siccome gli ar-
menti fi lafciano vagare giorno, e notte per le
campagne, e pei bofehi , molti di quefti ani.
mali,inialvatichiti del tutto, fi fono ritirati alle
Valli Andine, dove moltiplicano ecceffìvamen-
te. Ma né quefti, né gli altri domcftjci hanno
mai avuta la difgrazia di perdere le corna , co.
me fpacciano i degradatori dell' America. Ame-
rebbero bene quei contadini, che un tale feno-
meno, fi avvera/Te nelle corna dd loro armenti,
perchè fpinti dalla fierezza, che porta feco le
flato di libertà , in cui vivono , attaccano foven-
te con quefte arme terribili i poveri vaccari, e
ammazzano ancora quantità di cavalli . Si rac-
conta perciò, che un certo beneftante avendo
ritrovato fra fuoi armenti due giovenchi di feffq
diverfo fenza corna, lo che fuole accadere anche
in Europa, ordinò che fi feparaffero dagli altri,
e fé ne fteette una razza particolare per vedei|
fé nafeeffero i loro figliuoli con quefto difetto .
I due moftri , per quanto fi dice, procrearono
un9 individuo confimile , ma dì ftraordinaria gran-
dezza. Comunque fi fia , io non vidi quefto ae*
cidente# e dubito. -affai delle fue circoftanze ;
Se le beftie bovine (otto quei Clima dege-
nerano in quefta parte, è piuttofto per eccedo j
che per difetto. Le loro corna diventano cosi
-groffe , che gì' Indiani fanoo con effe dd bic*
càieri
LIBRO IV.
33*
ihierl di undici, o dodici pollici di circonferen-
za. Il Viceré del Perii D. Emanuelle d* Amat ,
:he vive tuttora in Ifpagna , eflendo Prefidente
lei Chili , aveva un fiàfco di corno regalatogli
la uno di quei nazionali , !a di cui bafe aveva^*
)tto pollici dì diametro. Si dice, che queir Ino-
liano 5 che ammazzò il bue, che portava un cer-
io così fmifurato, avea fatto colla metà più grofc
a di elfo un piccol tamburo . Cheche ne fia dì
juefto aneddoto, è certo che il fuddetto corno
>areva msneante di qualche cofa verfo la b fé $
>erchè non avea di altezza che diciaifette pollici .
: Manzi fi vendono nel Chili tre in quattro fi-
ippi T uno : ma nei porti di mare per una con-
tenzione antica fi fanno pagare ai baftimenti dìe^
ì feudi; quattro poi appartengono al Governa-
tore del Porto, e fei al proprietario dell' ani*
male.
Le pecore frafportate da Spagna non hanno
>erduto nulla, o fi riguardi la loro ftatura , o
a lana , la quale fi conferva lunga, fina , e di
ma bianchezza Angolare . Ogni pecora ne pro-
luce annualmente da dieci fino a quindici lib-
are . La carne dei caftrati è di un fapore cfqui-
ito . In tutte quelle contrade quefto beftiame fi
moltiplicato incredibilmente , e come avviene
sei patii temperati porta due volte V anno, e
lon dì rado produce due agnelli per volta . Le
pecore vanno fprovvedute di corna come in In»
;hilterra , e in Italia s i montoni però ne fono
empre forniti , e molti ne portalo quattro f £i
qual.
33* LIBRO IV.
qualche volta più (i). Quefii animali fi Iafcian«
tutto il giorno per le campagne , e foltanto 1:
notte fi rinchiudono in uno fteccato vicino alle
cafe rurali per prefervarli dalle beftie carnivo
re. Quelli, che fono flati condotti alla Cordi
gliera, vi fono diventati più grandi, e produ-
cono la lana più lunga, e più fina. I Pebueì*
ehi abitatori di quella montagna coli' accoppia
mento de' caproni colle pecore hanno formati
una razza intermedia, i di cui individui riefeo'
no il doppio più grandi delle altre pecore , Cj
fono coperti di un pelo lunghiflìmo , e morbi-
do come quello delle capre di Angora; queft(
pelo è alquanto riccio, e s* accofta molto ali;
lana. Se ne trova di quello , che ha più di du<
piedi di lunghezza . Tutte le pecore , che fi veg-
gono nel Chili , fono di razza Africana s e prò-
vengono da qudìe , che il Card Ximenes ket
trafportare dal Marocco in Ifpagna . Le Caprai
parimente riefeono bene in tutto il Paefe , e i
fgravano due volte 1* anno di due, di tre, ec
anche di quattro capretti per volta; perciò fo-
no numerofiiilme per quelle montagne , malora-
do la ftrage , che fé ne fa annualmente per prov.
vedere di marrocchini non folo il Chili , ma an-
che il vaflo Regno del Perù.
V uo-
(i) ,, Les^ moutons ont la plupart quatre cornes ,
„ quelquefois cìnq , (£• Jìx :f en ai vù , qui en a*
5, vohnt fept , quatti a" un coté , ttois de V autreì
5, ou trois de chaque coti , & une au milieu . FreZ.
Voy. tom. i.pag. 113.
LIBRO IV. 335
I' uomo, centro in cui per legge di natura
fi riflettono tutti gli efferi del noftro Globo , go-
de nel Chili di tutto quel vigore, che può fom-
miniftrargli la beneficenza di un Clima 'inaltera-
bile. Una tarda morte viene d' ordinario a ter-
minare la lunga carriera dei fuoi giorni ; kp~
pur egli rispettando i limiti prefliH dalla natura ,
non s* abbandoni alle Regolatezze dìftruggitrici
dell' economia animale . Difatti fé ne veggono
nolti prolungare oltre a un fecolo la loro vita.
[/ anno fcorfo vi morì un Cavaliere nominato
D. Antonio Boza in età di anni cento fei , il
juale godette fempre una fiorente fallite, ed eb-
)e da due mogli ventotto figliuoli . Ho conofciu-
o fra i Creollì medefimi , che M. Paw vorrebbe
nche ridurre a una corta vita, vecchj di 104. , di
07. , e di iij. anni. L'avo mio paterno, e il
iio bifavo , amendue Creolli , camparono profpe-
ofamente 1* uno 9$. , e l'altro 96. anni . Quelli
fempj fono anche più comuni fra gì* indigeni del
aefe .
Le donne fono generalmente feconde : ap-
ena fi troverà un' altra regione, dove i parti
emelli fieno più frequenti . Un Francefe detto
hbtelìer3 che vi morì nel 1764. in età molto
/anzata , lafciò da una fola moglie 163 difcem-
snti . Quindi è, che quefto Regno libero già
t parte da quegli oflacoli , che direttamente s*
pponevano all' incremento dei fuoi abitanti , fi
cominciato a popolare da trenta anni in qua
m una rapidità incredibile.
Gli abitatori del Chili fono parte indigeni,
e par-
■
334 L I B R O I V.
e parte di (chiatta Europea , o Africana . Gli 0-
tiginarj d' Europa fono per lo più di un bel fan-
gue , e fpecialrnente le donne , molte delle qua-
li fono dotate di fingolar bellezza. Gì' indigeni
Chìlefì formano una fola nazione divifa in vari*
tribù , e tutti hanno la medefiaia fìfionomia , (
la medefìma lingua chiamata da loro Chilìdugu,
che vuol dire lingua Chilefe • Qnefta lingua <
dolce , armonioia , efprefllva , regolare , e copio-
fiffima di termini atti ad enunciare non folo 1<
cofe tìfiche generali, o particolari, ma anche 1<
cofe morali , e attratte (i) . La loro carnagion<
e di
(i) Il Sig. Paw dice , che le lingue Americane
fono così povere , che non ve n è alcuna- , che ab
hia de* numeri per contare al dì là di tre . Ecco I
tigretto i termini numerali della lingua Chilefe .
Cardinali .
Quigm
Epu
Cui*
uno .
due .
tre •
Meli
Quechiir
Cayu
Reighe
quattro .
cinque »
fei l
fette .
Pura
otto .
Jylla
nove .
Mari
dieci .
Mariquigne
Mariepu
Mariella
undici •
dodici
tredici , ec.
Epumarì
venti .
<2ìtlamari
trenta .
Me li metri
quaranta , ec.
Pataca
cento .
Epupataca
€ulapataca
dugento .
trecento , ec.
L l B R O 1 V. 335
è di uà bruno roificcio tendente al color del ra-
me
Huaranca
nulle .
Epuhuaranca.
duemila 3 ec.
Ordinali
Vnen
primo •
Unelelu
idem •
Quìgneleht .
id.
Qutgnegelu
id.
Ql*ìgnegenti4
< id.
Quìgnenti*
id.
Epuielu
fecondo •
Kpugelu
id.
Epugentu
id.
Epuntu
id. , ec.
Diftributivi
#
Callique
a uno a uno .
Mollquìgne
id.
Epuque
a due a due «
Mollepu
id. , ec.
Indeterminati •
Quìgnelque
alcuni .
Epulque
due incirca .
Gùl&lque
tre incirca, ec.
Avverbiali
m
Quìgnechì
una volta .
Quignemel
id.
Quìgnemìtfe
id.
Epuchi
due volte *
Epumel
id.
Mpumha
id. , ec.
Aft ratti.
Quìgnegen
unità •
Epugen
dualità .
Ctèlageft
trinità , ec.
Verbi num.
*
Quìgnen
efier uno •
Qut&nelc$n
adunare.
Epun
eifer due, ec.
■
356 LIBRO ir.
me . I Boroani però fìtuati nel centro delle Prc
vincle d' Arauco a' gr. 39. di lat. Auftrale fon
bianchi e roffi , hanno gli occhi azzurri, e i ca
pelli biondi, come quelli degli Europei, che nal
cono in mezzo alla Zona temperata Settentric
naie. Sono regolari le loro fattezze, ed anche
belle in molti. Rido fra me fteflb , quando leg
go in certi fcrittori moderni riputati diligen
offervatori, che tutti gli Americani hanno I
medefimo afpetto , e che quando fé ne abbia ve
duto uno , fi poffa dire di avergli veduti tutti
Codefti Autori fi lafciarono troppo fedurre da cei
te vaghe apparenze di fomiglianza procedeni
per lo più dal colorito , le quali fvanifeono te
Ho che fi confrontano gì* individui ài una nazic
ne con quelli dell' altra» Un Chilefe non fi dii
ferenzia meno nelP afpetto da un Peruviano, eh
un' Italiano da un Tedefco . I© ho veduto pur d(
Taraguaj , de' Cujanz , e dei Magellanici , i qua
li tutti hanno dei lineamenti peculiari , che li di
ftinguono notabilmente gli uni dagli altri .
I Chilefi in generale hanno poca barba , ce
me i Tartari , ma fembra che non ne abbiati
punt® , perchè collimano di fìrapparfela con de!
le mollette , che portano fempre feco . Si crede
bo poco puliti , quando hanno il volto ingombra
to di peli: ciò non ottante ho veduto fra «
loro molti barbati al pari degli Spagnuoli . I p«
ìi? che annunziano la pubertà, a1 quali danno i
ppau di Calchx, fpuntano in loro più copiofa
mente di quelli della barba . La fcarfezza di que
fta non è feguita dalla diminuzione delie forze
ne
I
L 1 E R 0 1 V. 337
da verun altra debolezza . Sono quegl' India-
rcburìiffimi , e qualora fi danno al lavoro fop-
mno ogni fatica con vigore , e con coftanza :
rciò vengono preferiti agli altri operaj in tut-
quelle faccende, che richieggono sforzi ftraor-*
larj .
Quelli, che dimorano nelle pianure, hanno
medefima flatura degli Europei : ma gli abi-
iti delle montagne Andine fono generalmente
ì alti.-anXi io credo, come dM fui principio,
5. quefti,e non altri, fieno i famofi Patagoni,
de' quali fi è tanto parlato in Europa .- il Lord
fon era del mio fentimento . La deferizione,
| fanno di quefli Titani Antartici i moderni
iggiatori Byron, Wallis , Carteret , Bougain-
!e , Duclos , e de la Giraudais, che ultima-
nte gli hanno veduti, corrifponde beniflimo al
attere degli accennati Montanari . Ma ciò che
alla mia opinione un certo grado di evidenza
I , che il loro linguaggio non è diverfo dal
ilefe , lo che fi deduce dalle parole Patagoni-
; citate dagli ftefll Viaggiatori . É' ormai cofa
ta , che V idioma Chilefe non fi flende oltre
limiti da me afTegnati al Chili. Noto anche di
, che fra le citate parole de' Sigg. Viaggia-
i vi fi trovano dei vocaboli Spagnuoli , i qua-
Von poffono effere flati apprefi fé non da una
ione confinante colle Colonie Spagnuole .
Gli abitanti della Cordigiiera Chilefe fono al
i di tutti gli altri viventi , che fi propagano
quella montagna, di una corporatura fuperio-
illa comune. La loro ftatura ordinaria è di
Y cin*
33* L 1 B R O 1 V.
einque piedi, e fette pollici. I più grandi (par-
lo di quelli, che io ho veduti) non oltrepaffanc
i fei piedi , e tre pollici . Ciò poi che li fa corn«
parire più giganteschi di quello , che effettiva.
mente fono , fi è la forte oflatura , e V enorme
grettezza delle loro membra , le quali non pei
tanto fono proporzionate all' altezza de* loro cor
pi , a riferva delle mani , e dei piedi , che fem«
brano più piccoli di quello che potrebbe efìgere
una rigorofa fimmetria . La loro figura non l
dsfaggradevole . Hanno il volto comunemente ro-
tondo , il nafo alquanto largo , gli occhi vivi , i
denti bianchiflimi , i capelli neri e ruvidi , e al-
cuni fi lafciano crefeere fui labbro fuperiore i
muftacchj . la loro carnagione è più abbronzata
di quella dei Chilefi marittimi , ciò che provie-
ne dalle inclemenze dell* aria, a cui fi efpongo-
no nelle continue feorrerie, che fanno.
Il veftito di quelli, che dimorano fra le Val-
li Occidentali della Cordigliera , è tutto tettuto
di lana; ma gli abitanti delle Valli Orientali,
C e queftì fono i veri Patagoni , ) fi veftono di
pelli di guanaco, ed' altri animali falvatici. Al-
cuni portano anche il poncho all' Araacana , che
è un mantello bislungo di lana fatto come una
pianeta col fuo buco in mezzo per pattarvi la-*
tefta . I Puelchi abitatori delle Andi Chilefi Au-
ftrali portano fui capo certi cappelli fatti di pel-
le adorni di penne viftofe, e fi dipingono il cor-
po con varj colori , e fpecialmente le palpebre .
Le Donne poi , che fono anch' effe di ftatùra.*
confiderabilc, fi veftono della medefima manie-
ra
L 1 B R O 1 V. 339
degli uomini , ma in vece di brache portano
anti una fpecie di grembiule .
Tutti quefti popoli abitano fotto tende di
li, che trafportano da un luogo all' altro fe-
tendo T ubertà de* pafcoli per alimentare il lor
ftiame. Sono divifi in molte Orde , le quali tuf-
hanno un capo denominato Ulmen . La loro
ligione è la ftefla di quella degli altri Chilefì
gani , e così la loro lingua , come già abbiam
tto, ma gli Orientali hanno la pronunzia uiu
co gutturale . Cavalcano fopra a delle felle fat-
a guifa dei bafti da mulo. Le ftaffe fono di
ino , le briglie di corame col morfo di legno,
redini di ftrifcie di cuojo intrecciate come i
•doni a piombino , e gli fperoni fono parimen-
di legno . Ad onta di quefti mefchinl arnefi
fono eccellenti nell'arte del cavalcare. Van-
quafi fempre di galoppo conducendo feco moi-
cani , i quali fono ammaeftrati a tener fermi
le redini i cavalli, quando eùl fmontano •
Orientali hanno dei Cavalli di mediocre fta-
a , o fia perchè li domano troppo prefto , o
che non lì lafciano mai ripofare .
Quantunque quefti popoli abbiano del be-
rne in quantità per poterfene cibare , ciò non
mte amano più la carne degli animali falvati-
e perciò fono molto inclinati alla caccia». .
rrono a quefto fine la maggior parte dell' an-
le vafte pianure , che fi ftendono dalla foce
fiume della Piata fino all' imboccatura Orien-
| dello Stretto Magellanico fempre in traccia
guanachi , e degli Struzzi , che vi abbonda-
Y z no.
~
34© LIBRO IV.
no . Le armi , di cui fi fervono per cacciare que-
$ì ammali , fono ì la qui , che abbiamo già deferita
ti ; di elfi fi fervono ancora nelle loro guerre-* j
con queil' arma fola ammazzarono da quaranta-
Spagnuoli in una' zuffa, che ebbero con loro ne!
1767. prefib S. Luigi della Vunta . Quefti mede-
fimi montanari vanno attaccando di tratto in trat-
to le carovane 9 che da Buenos - Ayres paffano
al Chili , e s* inoltrano ancora a faccheggiare i
poderi degli abitanti' di quella Città .
Fra i confini Auftrali del Chili , e lo flret
to Magellanico non vi fono altre Nazunt dalla
banda Orientale fé non i Poyas , e i Caucau . ]
primi fono ancor efii di ftatura gigantefea , ma-
parlano an linguaggio affatto differente dal Chi-
lefe,e non amano di feoftarfi mai dalle loro ter-
re . I Caucau fono di mediocre flatura , haano
parimente una lingua affai diverfa , e fi coprono
con delle pelli di lupiN marini .Ciò bafti per ora
intorno agli abitanti del Chili . Nel faggio fuiia
Storia Civile ài quefto Regno _, la pubblicavi ne
del quale fperiamo di non differire di moJto, ti t*
teremo puì a lungo ddl^ loro qualità, e dei lo-
ro fatti militari .
M^&^s^n
CA-
LIBRO IV.
CATALOGO!.
$4*
Delle nuove fpecie descrìtte in que fio Saggi*
ordinate feconde il Sìftema Lìnneano .
I4GNUM ANIMALE.
MAM MALIA*
Bruta .
Dafypus Quadricìnclus cingulis quatuor , pedibus
pentadacìylis.
Dafypus ofiocinftus cingulis celo , palmis tetrada-
clylis , plantis pentadacìylis *
Dafypus Undecìmcinttus cingulis undecim., pal-
mis tetrad?flyiis , plantis pentadacìylis,
Dafypus Qttcdecimcinftus cingulis duodeviginti ,
palmis tetradacìylis , plantis pentadacìylis.'
Fera .
Phoca lupina capite fubauriculato , palmis te-
tradaclylis.
Phoca Porcina capite auriculato , roftro truncato
prominente .
Phoca Elephantìna capite antice enfiato *
Phoca Leonina capite poftìce jubato *
Canis CulpAus cauda recìa elongata , apice cob-
colore laevi .
Felis Fuma cauda elongata 5 corpore cinereo fub-
tus albicante .
Felis Guìgna cauda elongata 9 corpore maculis om-
nibus brbiculatis .
Felis Giocola cauda elongata , corpore albo ma-
Y 3 cu-
wrm
>'*
I
34* L 1 S R O 1 r.
culls irreg. atfis, flavifque.
Viverra Chìnga atro - cerulea , maculis quinqm
dorfoalibus rotundis al bis .
Muftela felina plantis palmatis pilofis , caucfe te«
reti elongata .
Muftela Cui a pedibus fiffis , corpore atro, labic
fuperiore fubtruncato.
Muftela Quiqui pedibus fiffis, corpore fufco , ro«
ftro cuneiformi.
Glìtes .
lepus Vi/cada cauda elongata fetofa .
Xepus Mimmms cauda breviflinia , auriculis pilo*
fis concoloribus .
Caftor Huidobrius cauda Ionga compreffo • lanceo-
lata, palmis lobatis, plantis palmatis.
Mus Cyanus cauda mediocri fubpilofa , palmis 4-
datfylis, plantis 5»da#ylis, corpore eaeru-
leo fubtus albido .
Mus Lanrger cauda mediocri , palmis 4 . daflflis ,
plantis s-datìylis, corpore cinereo lanate.
Mus Maulìnus cauda mediocri pilofa , auriculis a-
cuminatis, pedibus pentadatfylis .
Mus Coyput cauda mediocri fubcomprefTa pilofa,
plantis palmatis .
Sciurus Degus fufco - flavefeens , linea humerali
nigra .
Pecora .
Camelus Huanacus corpore pilofo, dorfo gibbo ,
cauda ere#a .
Camelus Vìcugna corpore lanato,roftro fimo ob-
tufo, cauda ereda .
Camelus Araucanm corpore lanato , roftro fuper-
L 1 B R O 1 V. 343
ne curvo , cauda peadula .
Capra Puda cornibus teretibus , laevibus , diver-
gentibus , gula imberbi •
Belluét .
Equus Bifulcus pcdibus bifulcis »
A V E S .
Accipìtrcs .
Vultur Jota nJger , remigibus fufcis, foftro cine-
raceo .
Falco Tharus cera, pedibufque luteis , corpore al-
bo - nigreicente, vertice criftato .
Strix CuniculxrU capite laevi , corpore fupra fo-
fco , fubtus albo , pedibus tuberculatis pilo-
fis 0
Vìe a. .
Pfittacus Jagullma macrourus viridis , remigibus
apice fufcis, orbitis fulvis .
Pfittacus Cyanalyfios brachyurus luteo - virens 5 col»
lari ceruleo, uropygio rubro.
Pfittacus ChcrAus brachyurus viridis , fubtus cifie-
reus , orbitis incarnatis.
Picus Lignarìus pileo coccineo , corpore albo, c«-
ruleoque vittato-r
Picus tìtius cauda brevi , corpore fufeo maculi»
ovalibus albis guttato .
Trochilus Cyanocephalus recìiroftris capite , remi-
gibus, reéfcricibufque tseruleìs, abdomine ru-
bro é
Trochilus Galeritus curviroftris viridi -aureus , re-
migibus t reflricibufque fufcis , crifta purpu-
rea.
Y 4 M*
_.
■
344 t I B R O I K
Anferes ,
Anas Mtlancorypba roftro ferii icylindrico rubro ,
capite nìgro , corpore albo .
Anas Hybrìda roftro femicyììndrico , cera rubra 3
cauda acutìufcula .
Anas Regìa caruncula compreffa frontali , corpo-
re ceruleo fubtus fufco, coilari albo .
Anas Cofcoroha roftro extremo dilatato , rotunda-
to , corpore albo .
Diomedea Qhìlenfis alis impennibus , pedibus com-
pedibus tridatìylis , dìgkis omnibus conne-
xis .
Diomedea Qhìloehfis alis impennibus , pedibus com-
pedibus tetradàdylis paìmatis , corpore lanu-
ginofo cinereo .
Peìecanus Thagus cauda rotonda , roftro ferrato*
gula faccata .
GralU .
Pha^nicopterus ChUenJìs ruber, remigibus al bis .
Ardea Erythrocephala crifta dependente rubra, cor-
pore albo .
Ardea Galateo, occipite fubcri flato , corpore laéteo-
lo, roftro luteo, pedibus coccineis .
Ardea Cyanocephala vertice criftato ceruleo , re-
migibus nigris albo margina tis .
Ardea Thula occipite criftato concolore, corpore
albo .
Tantalus Vìllus facìe, roftro, pedibnfque fufcls,
corpore albo , remigibus recli'icibufque nigris.
Parrà Chìlenfìs unguibus modicis , pedibus fufcis ,
occipite fubcriftato .
Otls ChUenJìs capite, juguJoque larvi , corpore al-
bo ,
LIBRO 17. 34*
bo , vertice tecìricibufque cinereis, rèfriigibus
primor. nigris .
Pafieres .
Columba Melanoptera cauda cuneata , corpore cac-
rulefcente , remigibus nigris .
Sturnus Loyca fufeo , alboque maculatus , pecore
coedreo .
Turdus Thilius ater, axillis luteis , cauda cunea-
* ta.
Turdus Thencct fufeo - cinereus , fubtus pallido - ci-
nereus . remigibus reftricibufque apice albis.
Turdus Cuy&us ater nitens , roftro fubftriato , cau-
da cuneata.
■ Fringilla Barbata lutea , alis viridibus , nigro ru-
breque maculatis, gula barbata »
Fringilla Dìuca cseru'ea , gula alba.
Phytotoma (gen. nov.) Roftrum conìcum , re*
cium , ferrata m .
Nares ovata? .
i. Phytotoma Rara
Lingua brevis obtufa .
A M ? H ì B 1 A.
Rtptilìa .
Rana Arunco corpere verrucofo 5 pedibus palma-
tis.
Rana Lutea corpore verrucofo luteo , pedibus fub-
palrmtis .
Lacerta ? alluma cauda verticillata longiufcula ,
fquamis rhomboìdeis ,
■Na&*
L_
'.
$4* L 1 B R O 1 V.
Kantes .
Squalus Fetnundìnus pinna anali nulla, dorfali
bus fpinofis, corpore tereti ocellato.
P I S C E S.
Apodes •
Stromatcus Cumarca dorfo ceruleo, abdominej
albo.
Thorctcìcì .
Chxtodon Aureus cauda integra, fplnìs dorfali
bus il, corpore aureo, fafciis 5. discolori
bus diftintìo.
Sparus ChìUnfis cauda bifida , lineis utrinque tran,
fverfis fufcis .
Ahdominctles .
Silurus Luvur pinna dorfali poftica adipofa, cir-
ris 4. , cauda lanceolata .
Efox Chìlenjìs maxillis sequalibus , linea laterali
caerulea •
Mugil Chìlenjìs dorfo monopterygio .
Cyprinus Regius pinna ani radiis 11., dorfali lon-
gitudinali .
Cyprinus Caucus pinna ani radiis 13., corporea
tuberofo argenteolo .
Cyprinus Malchus pinna ani radiis 8., corpore
conico fubcaeruleo .
Cyprinus Tulus pinna ani radiis io. , cauda lo-
bata .
1
1 X S E CT A.
Co le opterà •
Zucanus Vìlmus exfcutellatus ater, corpore de-
preflb , thorace flriato . chry-
L 1 B R O 1 V. 347
Chryfomela Maulica ovata aurata, antennis csc-
ruleis .
Leprd opterà •
lapillo Leucotbea D. alis integerrimis rotundaris
albis concoloribus, antennis aternmis *
Papilio Vfittacus N. alis dentatis virefcentibus ,
luteo caeruleoque maculatis , fubtus flavis .
PhaJaena Cerarla B elmguis, alis deflexis fkve»
fcentibus, fafciìs nìgris.
Hymenoptera .
Cynips Rofmarini Chilcnfis .
Tipula Mofchìfrra a!is incumbentibus cinereis 9
thorace , abdomineque flavis .
Api era .
Àranea Scrofa abdomine femiorbiculato fufco , den-
tibus laniariis inferioribus exfertis .
Scorpio Chìlenfis pe#inibus i6»dentatis3 manibus
fuBangulatis .
Cancer Talìcuna brachyurus thorace orb'culafo
laevi integerrimo, chelis muricatis •
Cancer Xaìva brachyurus, thorace laevi lateribus
tridentato, fronte troncata.
Cancer Jpancora brachyurus, thorace la? vi ova-
to utrinque denticulato , cauda trigona .
Cancer Set&fus brachyurus , thorace hirfVo ob-
cordato tubercuìato, roftro bifido ìnflex^ .
Cancer Santolla brachyurus , thorace aculeato
arcuato fubcoriaceo , manibus pelliculatis •
Cancer Coronatus brachyurus, thorace obovato f
apophyfi dorfali c/enata •
Cancer Càmentarìus macrourus, thorace larvi cf-
lindrico , roftro obtufo, chelis acùjcatfs .
3.4«
LIBRO IV.
I
I
V E R M E S.
—~^ Mollufca •
?yura (gcn. nov.) Corpus ccnicum nldulans
Probofcides binae terminales perforata: • Qcu
li? Inter probofcides.
i- Pyura Chìknfis .
Sepia Ungutculata corpore ecaudato, braehiis un-
guiculatis.
Sepia Tunicata corpore prorfus vaginante , cauda
alata ;
Sepia Hexapodta corpore caudato fegrnentato .
Ichinus Albus hemifphaerico - globofus , ambula-
crisdenis: areis longìtudinaliter verrucofìs ,
Echinus Rtger ovatus , ambulacrls quinis : areis
muricatis verrucofìs .
Teftacea .
Lepas Pfìttacus tefta peihce adunca 5 fexvalvi ,
rugo fa.
Pholas Chìloenjìs tefta oblonga depreflìufcula , ftriis
longitudinalrbus difìantibuso
Solen Macha tefta ovali oblonga antice troncata,
cardine altero bidentato .
Charaa Thaca fubrotunda longìtudinaliter flriata,
ano re tufo .
MytiJus Alhus tefta tranfverfc fìnata , natlbus gib-
bis , cardine laterali .
MytHus Aier tefta fulcata poftlce fquamofa .
-Murex Lotus tefta ecaudata obovata antice nodo-
fa, apertura edentula fuborbiculata .
Hellx Serpentina tefta fubcarinata imperforata co-
nica f longitud. Urlata 5 apertura patulo-mar*
g»nata. > £g.
\
LIBRO I V. , 349,
REGNUM VEGETABILE.
I) T A ^t ;i> fez ^ «
Monogenìa »
Rofmarinus Chìlenjis folìis petìolatis .
Mayteous (^e«. »oz>.) Cor. i pelala campanula-
ta. Cai. i-phyllus. Capf. i fperma .
x. . Mayténus. Boaria.
TRI A UD RI A.
Monogynìa .
Sclrpus Elìychntartus culmo teretl nudo, fpicis
globoiis quaternìs .
*T>ìgym* .
Arundo R«g/ calyc. trifloris , fqliis fubulatls gla-
bris .
Arundo Quila calyc. trifloris , foliis enfiformlbus
ferratis .
Arando Valàìvl&nz calyc* trifloris , fol. fubulatls
pubefcentibus .
TE TR AN D R I A .*
Monogynìa .
JRubla Chìlenjis fol... anouis , caule fubrotundo ìxvì »
Cornus Qhìhnfu arborea, cymis nudis, fol. cor-
da ti s denta tis .
PENTANVR1A*
Monogynìa •
Kicotiana Mìnima fol. feffiiibus ovatìs , tìoribns
obtufis .
Sola-
I
3*a L 1 B n O" I V.
Solarium Cari caule inermi herb< , fol. pinnatis
infceg., neét campanulato fubaequante potala.
Vìgynia •
Hernlaria Payco foliis ferratisi
Salfola Coquimbana fruticofa , caul. aphyllis , ca«
lyc. fucculentis diaphanis .
Gentìana Cachanlabuen cor. quinquefìdls infundib. f
ramis oppofais patulìs.
Heracleum Tubercfum fol- pinnatis , foliolis fepte-
nis , fior, radiatis .
Scundix Chilenfis femin. roftro longiflimo, folio*
Vis integris ovato* lanceolati^ .
Trigynia •
Qulnchamalium (gè». n<>v>) cai. *-fidus. Cor.
Sfida, Capf. 3 locularis poly<*perma#
1. Quinchamalium Chitenfe.
fentagynìa .
Unum Aquìlìnum fol. alternis Ianceolatis, pe-
duneulis bifioris,
HEX ANDR1 A.
Monogyni* .
Peumus (gen.nov.) Cai. 6 fidus • Cor. apetala.
Drupa i-fperma.
j. Peumus Rpbra fol. alternis, petiolatis, 0-
valibus, integerrimis .
a. Peumus Alba fol. alternis , petiolatis , ova-
libus , dentatis .
$. Peumus Mnmwofa fol. alternis, feffilibus,
cordatis , integerrimis .
4. Peumus Boìdus fol. cppofitis, petiolatis, o-
valibu># i'ubtus, viìlofis.
fuya
LIBRO IV. 3$s
Puya (gen. nov. ) . Petala 6. inguaila , tribus
major, fornicatis. Gap. 3-Iocularis.
1. Puya Qhìlenfis.
tOCTAKD RIA.
Monogynia •
Safiia (gen* nov.) cai. 4-phyIIus. Cor. 4-petala •
Capf. a-locularls, 2-fperma .
1. Sartia Tintorìa fol. ovatis , fcapo rnultifloro#
1. Saflla Perdicaria fol. cordatis , fcapo unifloro ,
EHREARDRIA.
Monogenici •
Laurus Caujlìca fol. ovalibus rugofls , perennanti*
bus , fior, quadrlfidis .
Panke ( gen. nov. ) cai. 4-fidus . Cor. 4 «fida . Capf.
1 fperma.
2. Panke Tìnttorìa caule creclo racemifero •
2. Panke Acnulìs racemo acauli.
?legorhfza (gen. nov.) cai. o. Cor. 1 - petali .
Capf. i-Iocularis, i-fperma.
1. Plegorhiza Quaicuru ♦
DEC AR D RI A .
Monogenìa .
lippomanica (gen.nov.) Cai. 5-partitus . Petala
5. ovata. Capf. 4-locularis .
1. Hippomanica infana .
Digynta •
rhuraria (£?#. »ot/ ) cor. i-petaja. Cai. tubulo-
fus. Capf. % locularis, 2-fperma.
x. Thuraria CbiUnfis.
Te»-
35* L 1 B K O 1 F.
Pentagynìa •
OxaKs Tnherofa pedunc. unobelliferis , caule ra-
rnofo . radice toberofa .
Óxalis Vhgofa fcapo multifloro , fol. ternatis o-
vatis .
1C O S 4NBRIA,
Monogenìa .
Caélus Ccqutmkanus ercftus , longus t ioangufa-
ris , angulis obtufis , fpinis longiffimis re-
• tìlSt
Myrtus Ugni È^r^ folltariis , ramis oppofitls , fo-
llìs ovalibus fubfcflfllibus .
Myrtus Luma fior, folit.rrlis , foh fuborbiculatis,
Myrtus Maxima pedunc, multifluris , fol» alterni*
fubo vali bus ,
"Dìgynìa «
Xucumà (gen nov.) Cai. 4 - fidus dupllcatus . Cor.
©, Drtipa 1 - feti ì - fperrna .
x< Lue ima Bìferx fol. aiternis, petiolatis , 0-
vato-oblongis .
2. Lucuaia Turbinati* fol. aiternis , petiolatis ,
la^ceolatis .
3. Lucimi a Valp aradìf&a fol. oppofitls, petiola-
tis ovato oblortgis .
4. Lucuma Keuk fol. aiternis 5 petiolatis , ova*
libus , fu:>(e?ratis.
5. Lucuma Spìnofa fol. aiternis feffilibus , ra-
mis fp ino fls .
P OLT AKDRl A.
Digymct .
remus f gen. nov, ) Cai. 3-fidus. Cor. 18 pelala»
Bacca ciicocca * j. Te-
■LIBRO ir.
i. Terrnis Mofchata .
MS
D1DTRAM IA .
Gymnofyermia .
}cymum Salìnum fol. ovatis glabris , caule gè-
niculato *
Angiofpermla #
jevuina (gen.nov.) cai. o. Cor. 4-petaIa. Capf.
i-locularis coriacea.
x. Geviiina Avellana.
MORADELBH1A*
Decandrìa .
Crfnodendron C gén. nop. ) Mopogyna . CapC
3-gona. 3-fperma .
x. Crinodendron Batagua.
DIADELF H I d .
Decandria .
Phafeolus Ballarcele volubili , -leg. pendulis ,
Cylindricis , torulofis .
Phafeolus Afellus caule volubili , fol. fagittatis ,
(emin. globofis .
Dollchos Eunarius volub. caule perenni y legunv
pendulis pentafperniis, fol. ovahbus utriu-
que glabris .
Pforalea Lutea fol. ternatis fafciculatis , faliolts
ovatis rugofis , fpic. pedùncufatis •;
BOLT ADE LBH IA.
Icpfandr.ia .
Jpitfus Qhìknfu foh feffilibus acuqunatis ..
Z $TM-
IT
l
IH
LIBRO 1K
»'*
S TNG EKES I A.
Polyg. &qual.
lupatorium Chihnfe fol. oppofitis amplexicauli.
bus, lanceolatis, denticulatìs , calyc. quin-
quefloris .
Santolina Tintoria pedane, uniflor., fol lineari,
bus integerrimi* , caulibus ftriatis .
Polyg. fuperf.
Gnapbalwin Viravi™ herb. fol. decurrentibus ,fpa-
tulatis, utrinque tomentofis .
Madia (gen. nov.) Recept. nudum : pappus mil-
itisi cai. 8-phyIIus; ferii, plano-convcxa .
x. Madia Sativa fol. lineari- lanceolatis , petio-
latis .
a. Madia Mcliofa fol. amplexicaulibus lance©,,
latis .
Polyg. Vruflr.
Helianthus Thurifer caule fruticofo , fol. lineari-
lanceolatis .
MOROECXA .
Triandria .
Zea Curagua foliis denticulatìs .
Polyandria .
Colligùaja (gtn.nov.) Mafc. cai. 4-fidus s cor. e*
Stam. 8.
Fem. Cai. 4 fidus . Cor. o. %Ii 3. Gap/.
3 -angularis, 3 fperma .
t. Colligùaja Odorifera .
Qoillaja (^e*. nov.) Mafc. Cai. 4»phyllus . Cor,
o, ftam. ii.
Fem.
wammm
wm
L I E R O I V. *>H
Fem. Cai. 4-phyllus . Cor. o. ftylÌ4.Capf.
4-Iocularis . jfem. Solitaria .
1, Qjlllaja Saponaria .
Adeìpbia •
Plnus Cuprejfoides foi. imbricatls acutis .
f>inus Araucana fol. turbinatis imbricatis hincmto-
cronatis, ramis quaternis crticiatis.
Syngene/ia •
Cucurbita Sicerarìa fol. angulafo- fublobatis fo-
mentofis , pomis lignofis globofis •
Cucurbita Mammeata fol. uiultipartitis , pomis
fphseroideis mammofis.
DIOECI4.
Diandri a .
Salix Cbìlenfis fol. integerrimis , glabris , lanceo-
latìs, acutwinatis .
Vecandvia .
'Sdiinus Huygan fol. pmnstis : foliolis feri
tioiatis , impari breviffiroo .
rratis pe-
VOLT G A MIA.
Mono e ci a .
Mimofa Bai/amica inermis fol. blpicmatis , partì»
alibus ójugis, fubdenticulatis , fior, o&an-
dris,.
Mimofa Caverna fpinis fìlpularibus patentibus^
fol. bipinnatls, fpicis globofis verticillatis
feffilibus.
Tri oe ci a .
Ccratonia Chìlenjìs fol. ovalibus carinatis , rarmV
fpiaofis •
Z % VAL-
35*
LIBRO ir.
P A L M M .
Cocos Chìlenfìs inermi* , frond. pinnatis , foliol
complicati* enfiformibus , fpadicibus quater-
TÌÌS .
REGNUM LAPIDEUM,
P E T R Mi
Calcarìa .
Gypfum Vulcanìum particulis indeterminatis cseru-
lefcens .
Argillacea .
Mica Variegata membranacea fiffilis , flexilis, pel-
lucida , variegata .
Aggregata .
Saffum Chillenfe impalpabile, Iuteum , rnaculis fpa«
tofis rubris , cseruleifque .
M I U E R M.
Sulpbura •
Bittimen Anàinum tenax ex atro cserulefcens .
Melali* .
Cuprum Campanile mineralifatum ftannofum ci-
nereum •
Cuprum Laxenfe zinco naturai iter mixtum .
$ O S S I L l A.
Terra .
Arena Cyanea ferri micans cerulea .
Arena Talcenfis ferruginea in aqua diircfccns .
Argilla Rucarina fufca , luteo - puntata , odori-
fera . Ar.
L 1 B R O 1 V. 357
argilla Maulica nìvea , lubrica 5 afomis nltidis .
argilla Subdola atra , aquofa , tenacifllma .
argilla Rovia aterrima, tincloria .
3alx Vulcania folubilis , pulvereo ~ granulata .
CATALOGO IL
Di alcuni Vocaboli Chìlejz appartenenti alla
Storia Naturale •
Iddio
Diavolo
F Univerfo
il Cielo
la Terra
le Stelle
Coftellazione
le Pleiadi
Orione
la Croce del Sud
la via- lattea
il Sole
la Luna
i Pianeti
Venere
Cometa
Ecliffc folade
Z 3
Tillin .
Alhue .
Nagmapu *
Huenu .
Mapu .
Cuaglen *
Pai , o Ritho •
Cayupal .
Cularhho •
Melìritho •
Rkpk - E feu •
Anth .
Cìtyen •
Gau •
Unelvoe •
Cheruve • (*)
Layantk .
Eclif-
(*) N. B. Le parole fcritte celle Cillzbz cha , r£*f
fe 4o, chu, fi debbono pronunziare come fé foffer©
fcritte colle fillabe Italiane eia 9 re , « s r;© , r/a . V
d accentato lì proferire come V u particola! France-
te . "
31$ LIBRO
Eclifle lunare
Plenilunio
Novilunio
la luce
~ del fole
-— delle (ielle
— -- della luna
Raggiò folare
P Equinozio
il Solitizio
il tempo
I* anno
la primavera
P eftate
P autunno
P inverno
il mefe
il giorno
P aurora
i crepufcoli mattutini
la mattina
mezzo giorno
il dopo pranzo
la fera
il crepufcolo della fera
la notte
la mezza notte
P ora
Settentrione
levante
Ponente
Mezzo - giorno
I V.
Layrkye» *
Eùrcùyen ,
Qhuncùyen ,
pelon •
ayp;n .
ayarrckn •
ale .
cìenanth .
Vi^nthìpantu •
Thavantk .
then .
thìpanth «
pevgen •
Vcan .
Gualug .
puquen •
Cujen •
anth , o anchis
Uùn •
ellavùn m
lìhiiQn .
Ragìantk •
thavuya .
Gallanti* •
Gùvantvt •
P«».
rag'pun- .
Gliagantìi «
P/V# .
Vuelph .
Conantìi »
Hkylii •
1/ ac«
LIBRO
1 K *$
V acqua
co .
la terra
tue •
P aria
crùv .
il fuoco
cùthal •
le nubi
thomu •
la pioggia
maun.
la pioggia tenue
i/aynu •
la nebbia
chìguay *
la rugiada
mùlvkn *
la manna
dio •
P arco baleno
"Relmu »
il parelio , o alone
cahuìn *
la neve
pire •
la grandine
pi de .
il ghiaccio
peli ad »
il gelo
pi Un e
la brina
lolma •
il tuono
falca- .
il fulmine
puyel *
il vento
pìcun .
- — del Nord
magualcrùi? *
— dell9 Eft
Vuelcrìfu «
.-« dell' Ovefi
Gulcrkv .
. — del Sud
Guayhuen •
il turbine
meulen •
burrafca
cuguma «
Il Mare
Lavquen •
P onda
pe# , 0 reuma «
---« del mare
#### .
— — del fiumi
'00^ •
Il fluffo
thìpaco .
il rifluffo
are fin ♦
Z 4
Ift-
I
3^o
LIBRO IV.
Ifola
Guapi .
Secca
aylin -
Porto
nontuhue »
fiume
fouvu •
livo
ràion .
torrente
maubuithun •
fontana
thayghén .
forgente
ìkvco .
Iago
m&lltn •
fiumana
ma gin .
Confluente
thavuleuvu ♦
eafeata
gM*J» .
Monte
mahuida •
collina
huincul .
valle
rulu .
vulcano
Dehitin , o pidcun «
terremoto
nkyùn .
Animali
i?z/«» •
mafehio
tfffeas «
femmina
^owza *
gente
ebegen •
Razione
tcqmnche «
tribù
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famìglia
e/># , £%* , *•&?##
nomo
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imafchio
huenthu •
donna
^0^0 *
marno
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moglie
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padre
r^^co .
madre
gnuque *
mamma
l>*J*y »
barn-
LIBRO
1 V. $**>
bambino
hitiltheu •
fanciullo
huegni •
giovine
bue che .
ragazza
rfcfiw, o mctlghw •
vergine
èie ha .
concubina
g*t* *
figlio
vùtpcrn •
figlia
nahue •
ball ardo
gu&chit •
figliuoli in geli»
Tal -
Fratello
~Fegni -
Sorella
"Lamgtn*
gemelli
eìignt •
vedovo
Ixntu »
vedova
lampe .
celibe
quidugen *
vecchio
miche* .
vecchio celibe
vuchapra » (*)
decrepito
wnen •
attempato
£&e#z .-"
vecchia
raie , o f a/e *
vecchia celibe
cmdepra .
éonna Aerile
#2^/0 •
impotente
huychov m
Eunuco
HMucud&n .
Ermafrodito
Ath^y, o Ale adorne*
gigante
Cayunthoy •
nano
t'tgirì •
antropofago
il oc he .
L* anima
.Pài/i 3 O ##2 .
fpf-
t*> Cioè vecchio infrtittaofo » inutile
ir
_.
K
fpirito
corpo
pelle
carne in gen*
carne umana
]e offa
la refta
il cranio
il cervello
1 capelli
I capelli bianchi
II volto
la fronte
gii occhj
le fopracciglla
le palpebre
le ciglia
la pupilla
il nafo
le guancle
la bocca
le labbra
lejmafcelle
le gengive
I denti
— — incifivl
— — canini
— — molari
la lingua
il mento
la barba
h orecchie
LIBRO
I V.
lìhue •
anca,
thìlque »
ilo» .
calti .
malmal .
lotico,
iegleg.
mìtilo .
thopel s chafe «
thkren »
age •
thol .
gè.
gè dm »
tapuge •
ìimì .
curalge .
yu .
thavun ..
àn .
melvìtn •
thaga .
edum .
boru -
chelge .
guavun .
voto .
quetin .
quethe ,
payum .
pihtn »
LIBRO
i n $6$
il collo
pel .
la cervice
tape! •
il petto
rìtcu •
lo iìomaco
que •
il ventre
pue .
P addomìne
puthd •
P ombtlico
*vùdo •
il dorfo *
vurì e
la fchiena
e a, divoro ••
P omero
lìpag .
le fpalle
lira. •
le braccia
»7«tf .
la mano
f»è •
le dita
chagul '"•
le unghie
huìlr.
le natiche
nudo «
P ano
jbofo .
il penis
pùnkn •
i tefticoli
cudan •
le cofcie
pullag •
le ginocchia
Z^r# .
le gambe
r ^^ •
la tibia
tutuca *
il piede
narnun •
il calcagno
rencoy «
le mammelle
*»©)>« •
il latte
*7» .
le vene
yayma., a molvunhm
il fan gue »
molvun •
il cuore
pìuque .
il polmone"
jp/Ȉr .
il fegato
£$## «
fil*
in-
'
I
■
L
Ì64 LIBRO
gV inteftlni
il graffo
le zampe
la coda
le corna
il cuojo
gli uccelli
gli uccelli piccoli
F ale
le penne
le piume
il pennacchio
la creila
il becco
Il nido
1* uovo
i pefci
le fquame »
la pulce
il pidocchio del corpo
della tefta
la lendine
la formica
la cicala
la mcica
la zanzara
la. farfalla
le api
il ragno
la bifcia
la Incerta
hi r'ofpo
J V.
puanca *
ìhuìn •
tumu . i
cleri .
mìitctg •
legi .
gunùn 9 idum , ìzun*
collina •
mupu •
tipi .
pi eh un »
per qui n , caniu •
rerum .
pithon , o yu .
dagne •
curam •
thalgua •
ili.
nerùm •
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ràffio/ .
dullin •
la tu g .
z>/7tf •
vile un .
la ra-
L I B R O
la rana
Vegetabili.
il bofco
la felva
gli alberi
gli arboscelli
i cefpugli 3 a frutici
V erba
la radice
il tronco
la fcorza
il libro
il legno
i rami
i germogli
le foglie
i fiori
i frutti
i frutti legati
il fugo
i femi
il nocciolo
il gufcio*
il baccello
il grappolo
la fpina
i nodi del legno
il cipreffo
il cedro
1' alloro
la palaia
1 V. 365
gli n qui •
a non •
hmu ,
cul'uen •
aììh.uen *
tifthon .
calla ,
e acini , Qg.utan »
volil *
mamul»
cholov .
ììin .
fel-lìn »
rag.
cboyìi .
tapul .
rayìtn 3 ovayghcn *
vùn .
e odo •
corìt •
uthar «
coditi •
thaguct .
capi .
cuneo . %
rttbeir .
gemamul •
/e# .
lahuan »
thìbue .
Mine-
F
I
66 LIBRO
1 K
Minerali*
fptullì 0
Terra
tue •
Argilla
rag.
->-- fina
rapa .
.--* fluviale
chìdan «
Creta
malia •
marna
m^lo .
cerea g'alla
cho delira »
— — nera
curipuùlli •
— ~ verde
carùcura •
— * turchina
calvueura .
Pietra
cura «
marmo-
ìlicura .
geflb
lìgeura •
diafpro
qutàpu .
felce
cùthalcura *
granito
in.
porfido
malin .
cote
fitf •
fchìflo
gli me n .
pomice
pinone .
tufo
pllolcura •
quarzo
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crifb !o
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gemma.
glianca .
fale
chadi .
falgemma
li le or ha di •
Allume
lìglahuen .
vìtriolo
alhuecura %
pece
upe
zolfo
copahue •
Metalli
pagnil .
wer-
LIBRO
I V.
mercurio
mogenlighen
flagno
tìti .
piombo
laquir .
ferro
fanìlhue .
rame
■payen •
argento
Ughen .
oro
mills .
Città
cara*
borgo
lov •
fortezza
malal •
armata
/*7w «
3*7
FINE.
•«7*t.4
Errori .
Correzioni •
I
Pag* 34 Un* 4 addoffo fui dofìb
36 6 a cielo fcoperto agg, fotto qualche
albero
iv.
19 prevalgano
prevalgono
54
ir -lunghezza
larghezza
IOQ
1 un buco
un buon
212,
7 molte
molto
1219
6 cuociono
cu eco no
18$
9 e duro
0 duro
2,17
■ 8 Lucerla
Lacerta
113
17 diicendenti
agg tra figli , (
nipoti
Vidit D» Carola* Maria Gambarini Clericus Regit-
ìarìs. S. Vaulli 3 & in Ecclefia Metropolitana-
Bonomo. Fcenitentiariur prò EminentiJ/imo , ac
HeverendijJImo Domino Domino AìiOREA Car-
dinali /GARRETTO Ordini* $• Benedigli Con*
gregationis Camaldulenfis , Archiepiscopo Bone*
nia 9 & 5* -R« /. Principe*
t
Die li. Oclobris 1781.
Imprimatur •
F?> Àhyjius Mari* Ceruti Vicarius Generali* $\ Qf*
fecìi Uomm* •
33 3-t