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SITO
RIMINESE
D I
RAFFAELE ADIMÀRE
DA R i M ri N O
Doue Ci tratta della Città , & fue parti , & come fi poteffe ampliare, &
fin' doue arriuano li (noi confini da.tutte le parti di terra,
Et in particolare, di tutte le Chiefe , & cofe Ecclefìaftiche , che fono
nella Città , e fuori di effa.
Opcranoua^i &dìletteuole da faperfi da tutte le perfone curwfc^ ^ cott^
alcune Figure d'intaglio , dtuifa in due Varti .
LIBRO PRIMO-
IN BRESCIA, Per Gio.Battifta.&Anc. Bozzoli.
Con Uitt'i^ Uè' Superiori. i6i6»
»;
vJ»
; t^. r>,
mo nio
Airilluft. &Reu. Monfignor
IL SIC CARDINALE
MICHAEL ANGELO
TONTI
Sle. & Patron mio Colendiis.
o
Stato coftiime molto antico.clic
i libri ^ che efcon* fuori , femprc
appoggiati fiano à qualche Per-
fonaggiojfottolacuiprotettio-
-^ ne reftino ad eterna memoria :
=^ Efonopiùdimilleeducétoan-
ni;che S .Gieronimo dedicò libri à Papa Damafa
Santo Portughefe : auati la venuta di Chrifto N.
Sign. fi ofleruaua , anzi auanti che cominciafle la
Monarchia de'Romanijche fappiamo^che il gran
Filofofo Ariftotile dedicò li fuoi libri ad Aleflan-
dro Magnoje molto prima il Serenifsimo Rè Da-
uid al Rè di lui maggiore, ch*è fopra tutti i Rè^di
a 2 co:
co Eg6 opera me Al{egl Vf.44* e pare, che tal coflu-
meduri, e fia per durare fino al fine del mondo,
poiché ciò è fatto con molta raggione .
Prima per leuar Toccafioneà detrattori, &à
mormoratori, che come male lingue non portan-
do rifpetto all'Autore vedendo il libro dedicato
à perfona d'auttorità, e di valore5non ardifchino
contra eflb . Secondo è per mbftrare à chi fi dedi-
ca Topera eflere molto debitore de fauori riccuu-
ti , onde dedicando fue fatiche fi moftra di corri-
fpondere à benefici] hauuti. Terzo,per ingrandir
lopera fi dirizza àPerfonaggioi perche lagentc
per ordinario giudica le cofe per quello che vede>
non per quello ch'è : Et ogn'vno che fcriue bra-
ma Tauttorità del fuo libro, onde lo va drizzando
ad altoPerfonaggio, che quando Topera per fé
fieffa non venghi mirata, viene almeno rimirata,
per chi tiene di efla la protettione , & vediamo,
che fé vn Rè hauefle in dito vn'Annello , ancor-
ché d'argento, farebbe però fl:imato affai in dito
di Rè , che babbi dentro qualcheonghia di gran
virtù,ò qualche pietra, es'hauuràvn Diamante,
anchornonfoffefino, pereflerin dito al Rè farà
giudicato di prezzo,che fé fofle fin' in mano d Vn
pouero farà giudicato Chriftallo: e quefto giudi-
ciò fi fa per la mano,oue fi troua : che però quefta
è la raggionC; perche quelli; che màdano fuori in
ftam-
ftapa, cercano d'ìniiiar i Tuoi libri, e le fue fatiche
in mano di perfone llluftri d'auttorità^e divalore.
E feogn'vnadi queftecaufe llluttrifsimo, &
Reuerendifsimo Signore , mone ogn'uno, che
puone opere in ftampaà dedicarle àPerfonaggi.
Qu,efte tre raggioni han moflb me à dedicare quc-
fta mia fatica à Voftra Signoria llluftrifsimajper-
che eflendo di debole ingegno , come è il mio^ac-
ciò fia letta , e riletta volontieri, bolla drizzata à
lei, come Prencipe di Santa Chiefa di tanto valo-
rejC di sì gloriofa fama^come fi fente nelle fue he-
roiche attioni, coadiuttoreà quel fplendoredel
fecol noftro , deirilluftrifsimo Signor Cardinale
Borghefe, particolarmente nella Dataria di San-
ta Chiefa y che la rendono , Se amabile, & formi-
dabile à tutto il Chriftianefimo : E la Città no-
ftra di Rimino, che ne gode.come vero di lei Cit-
tadino né forma concetti al colmo maggiori,che
peruenir pofsi vn Prencipe di tal portata, come è
Sua Signoria llluftnfsima^ & Reuerendifsima .
onde è perche fi tratta^del Sito, e della fua Patria
di Rimino, e perchela fuaprotettioneinalzarà
l'opera, à lei ho prefo ardire di dedicarla: Anco
raoffo dalla feconda raggione de i fauori, e bene-
fici] riceuuti da V.Sign. Uluftrifsima, cfsendo
fempre (lato amatOjC fauorito da lei . onde per il
puoco mio potere con qucfta occafione ho vo-
luto
luto farli noto il buon volere, anco moflb dalla
terza raggione , ehc s'è vero ciò,che dice Plinio,
che nò s'acquetano le rani nel fuo ftrepitofo fran
gore/e non col fplendore del lume . Quelli che
vorranno dire contra me ^ e contra Topera^ fpero
col chiarìfsimo nome fuOjà cui la dedico,s*acque
taranno . Accetti hora lei il picciol dono e rimiri
l'affetto, per reffetto, così, come fuol fare pur
Dio, aggradendo fc non altro il cuor del pouero,
Seruiralliper fentircmoltecofe,e pietofe,ecu-
riofe della fua Patria di Rimino; de quali peref-
ferfi ella partita da giouanecto da effa per atten-
dere à gl'altri ftudi jj con quel profitto.che il mon
dotuttola rimira, che ha fatto, nonhaurà così
chiara notitia 5 6c eflendoli grata la fatica ( come
fpero)mi farà fperone,!! come deuotoferuitorcla
fento, & ofieruo co tutta la fua nobilifsima Cafa
di operare à miglior occafioni'con tutta Tanima,
mcftrandolijciò che ho in animo. Cosi Dio la co
ferui, epreferuiperfublimihonori . Come io di
cuore lo prego : e baccioli riuerenteméte le vefti.
Di Rimino il di primo d'Aprile i5i5.
Di V, S.Illuftrìfsima, &Reuerendifs.
Deuotifs. &obligatifs. Seruitore
Raffaele Adimari da Rimino.
ALLI BENIGNI.
Etprudcnti Lettori.
^^rj Vefta,cheper lemanf, poca Operetta vs
V ^„ porgo,benigni Lettori, fu già deirilluftrej,
& iMolto Eccellente D. Adimario Dotto-
re, & Prete, figliuolo che fu del Cauallic*
re Nicolò Adimari, Porta infieme, per ha-
ner in efla, quafi in picciolo è caro fcrigno
appreffo di fereferbate,& vnite quelle po-
che Reliquie di quefta i lui, à voi, & à me
commune Patria; le quali fé ben non mol-
te,tutta uia fmarite fra loro fparfe , e quafi totalméte perdute re-
ftauano qua, e li in abbandona, e non per ch'egli folTe mai in
penfieroydi così adunate, offerirle i voi, ftimando forfè non da-
uer porgerle in dono à chi di effe al pare di lui, come veri Cit-
tadini di quefta cara Patria, partecipi, e padroni fono. Onde
fodisfatto di hauerle così folamente appreffo di fé , tralafciò di
dar perfetta mano all'Opera Ma perche anche l'offerire tall'ho
raàchi, chefia cofafuapropria,quandomen lapenfaua, efma
rita , e perduta fofìfe la credeua, fuoleefifere di non poca confa-
latione, quindi è, che caduta in mia mano per l'infinito defide-
rio , che fempre portai di far cofa grata à ciafchsduno delli miei
Cittadini ,e per lo debito» che ad ognVno'conftituifce il diuin
Platone. & altri verfo la Patria , né fui fempre non pure Gelo-
foj& auaro cuftode ; mi, etiandio fé in legendo, ò altramente, ia
cafa
cafaio nVabbatteua, chea tairopra farmi pareffe. Portandola
qua procurai , per quanto pcrme fi poteflfe , che la Patria riceuef-
fé ancora da me, come da grato, &fuifceratamentc aftettionato
fuo Figliuolo,fe tìorf abelIimento,& aiuto,per lo poco valere del
lo ingegno mio, almeno uiuo fegno d'amore per lo debito, che a
lei mi artringe:e finalmente cosi confìgltaro da cari amiciCfe ben
prima, che horaforfi io poteua hauer fatta qucfta rifolutione)
Entrai in penfiero di participarne voi altri signori tutti , come
bora faccio col mezzo della publica S:apa: poiché, come pianta
quanto più è fiata fotterraia tanto piùè crefciuta,& tanto più
fono affidatomi poter ciò fare col buon aiutto, & fidato mezzo
del Signor Luca Pianerò Nobile Brefciano peifona gentilifsi-
ma di molto valore, & officiofo per li amici: che per bora altro
dir non poffo douendo andare l'opera alle fue mani ; la qual v-
fcira sì per la già detta caggione; sì anco,& mafsimeper'moftra-
re quanto lontano dal vero ardifcano parlare hoggidi alcuni:
che fenza punto fpogliarfi dalle loro pafsioni tall'hora foglio-
no occupare le menti di chi leggono di maniera, che mentre ftu-
diofamente s'ingegnano aggrandire li proprij fatti , & abbaffa-
re gli altrui , più tofto auilifcono fé ftcsfi, e quanto di buono
arebbe nell'Hifloria , apportando anzioccafione di mormora-
tioni,edetrattioni,chedi curiofa lettura ; poi che come può effe-
re, che quello, che tanti Litterati Scrittori, non hanno fin qui fa-
puto,nè detto, hoggi fé dica , e fé fappia, Dio fa , come, è quefta
difficultà, non è dubio.chc all'hora fi fa maggiore , che fi piglia-
no à fcriuere fatti d'altri, mafsimc de Santi Cittadini , & habitat
tori del Cielo,de Popolile Paefe,doue correndofi dietro alle rela-
tioni incerte , e mal ficure, e ben fpeffo all'opinioni del .Volgo,
ò alle proprie conietture fatte à fuo capriccio,fi dicono cofe,che
ogn'altra cofa a(fomigliano,che la verità: il fimilevien detto aii
co delli Greci mentre hanno fcritto le cofe del Senato,c Popolo
Romano,hanno fatto innumerabili errori, chehànodatto,eda-
no tuttauia da dire al Mondo: Et li mcdefimi in fcriuendo le co*
fé loro sì ampiamente, & fuperbamente , & con tanto fpirito , &
grandezza , ne hanno fcritto , accecati dal proprio interefle le lo
ro Hiflorie,che non è pofsibile di poter ritrouare la verità, Ani-
ma vnica,& fingolare oggetto dell'Hirtoria; ma di quefti fia co •
me fi voglia ,che finalmente poi la verità, lor mal grado, non si
ftare celata; anzi tanto più que^arifplende, quanto quelli tali
refta-
rellanooffufcatìj&ofcurati nella buona opinione degHHuoml
iii,appreflb li quali fono conofciuti pur troppo amici delle pro-
prie pafsioni auencate. Accettare adunque voi quefta opera
con occhio benigno, abbracciateia.e raccoglietela come cofa vo»
ftra pur bora ritrouata,e fé altramente, almeno così tairhora pec
diporto vi ferua qual di nuouo inftrumentodi vifta, poco di*
nanzi ftranamenre inuentato à porui l'occhio per mirar vicine,
echiare,ediftinti le cofe, Rifatti di quefta ,'noftra purtroppo
vecchia progenitrice;^ le quali fenza tal l'opra difficilmente, anzi
quali in niun modo affatto perla lontananza ,& offufcata loro
antichicàdifcernere,nèconofcerepotrefti, ficuri cbe fi come le
già per tanti fecoli paflati ; &eftintecofe vi porrà inanzi àgli
occhi quafial viuo prefenti , col raccontarle, e col moftraruele,
efpreflc in figura d'intaglio,cosi à guifa pure di tale inftrumento
dall'altra parte ad honor voftro farà lontani li vicini , e prefenti
nobili, & honorati gefti voftri conferuandoli in efìfa perpetua-
mente fcritti,& imprefsiàgUfuturi,e più nomaci Pofteri, che di
voi degnamente verranno.
iSfiì iiVSì iSìfiìa^iSifiiaSfiiaìfiìaìRi Oìdi «¥!)
Del Signor
SEBASTIANO
B O L I S
Da Rimino Dottore di Leggi ^
t/§i pur lettor 3 che ìl^ejfagier de' Dei
V^mefì de Mercanti > e d'eloqHeKZjt:
(^ome (Charmi j e de faenza .
Nume Jù T>alU , è rana meraviglia
eh* all' Hìpcriei affiglia
Nonth del Patrio grido il tuo Adtmari:
Di M ercurio ha il Caruceo ei Talari.
TAVOLA
DEL PRIMO LIBRO
Della prefente Opera.
Bbondanxjt delle quattro cofe prìnclpAliper
Cottine di Città, lih.i. carte.
Accademie de arti liberali.
S.Agnefe Chiefa TarochiaU]
S. Agofìino Chiefa Tarochtale»
Aleffandro Magno edifica ^efiandrìal
^llegrex^ de Kcgnu
K4ìpid^Alemagnai& di Franca,
jilpi dì Balce. v
t^lpi della cella de S. Alberico,
Alejjandro Taci Dottor de Leggìi
Mte%j^a del Volo di Kimino ,
S.Aldebrando Vefcono.
Alfonfo Rè d* Aragona, & dì Tiapolt.
altare priaìlegìato perii morti in San Prancefco'.
AUegre%^ grande.
Aleffandro Ter%o Vapd.
Ale (i andrò se fio Tapa .
Altare pmìlegiato per li mortìin San CmlUnO'
Amphìteatro.
Amici di Dio .
Ambroftno Ambrefinì.
Annibale Cartaginefe.
M. Angelo Maria Torfano l ,\
Ai. Angelo Maria Sermarìno ,
Anello di San Marco à Venetia.
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fabrìcat
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An-
TAVOLA
Jindfea Olfi Dottor de leggi p^
uingelo Taci Gentil'huorno da Rimino . pg
i, Antonio da, Tadouay&fua Confraternita de Lìnarolìf&Barca'
roli. ^ 126.130
Tredìca all'i H eretici in Bjmino*
Antonio Bonuicìtii, 131
^pparitionc. 108
Ariftotile Trencipe , & Monarcha de Filofofi. 5
Aria grojfa, 4
Argofsa Fiume de cimino. >. 1$
ArgonCyCuer TìfatcUo fiume, l j
S. Arcangelo Cafìello, 1 6
Archiuio di Fjmino. ^ 35
Alcamo Varifano Card, di S .Tudentiana Vefc.dì nmm. 1 1
D' ^[canio Martinengo Brefàano de Canonici Regulari Lateranenfi
Abbate. ic6
Aufa fiume di ornino. i 4
Aureliano Imperatore, j2
Auttorità di conferire beneficij, P4
B
BAhìlonta ttttà,come fabricata. 47
Battifta da Cajìel leale v'ifie in I{imtno cento, e quattro anni. 4
Bacco della Citta di Nifìa . 1 1
Bandello Bandelli da Luca^ Card, dì 5. Balblna Vefcouo di Rimino* 20
Baluardi, come ft fabricano. 47
S.BartholomeOf & fua confraternita» 1x5
S.Bartholomeo Chiefa Tarochiale. 1 j j
Belifario Capitano di lufìiniano Imperatore] 3 6
BeniEmpbitheotìci. 56
5 Bcrnardino,& fua Chiefa, 85
Beneficij Curati Secolari . 97
S.BiagiOt& fua confraternità, 1 2 S
Bologne ft in aiuto de Cefenati, contra li Rìmìnep, 1 6
Borbone con l'efiercito Impcriald paffa per Kimino, 2 7
Borghi fei in Bjmino. 3 8
Borgo de S. Giuliano . 3 8
Borgo diS* Andrea del Gatto* .% 3 8
Bijrgo diS.GenefiOs 39
Borgo di S.Uitolò. 19
tùlU
DEL PRIMO LIBRO.
Bolla dì lìberatione de beni emphiteotki . j 1 9
Bra';^:^ di S^l^icolò in vna teca d'Argento, 5 1
Cjtpìtoli minoUbilì offeruatlfrd le donne Romane'. i i
Cafale dì Lufo. 1 5
Caua le ìi Soldadefca. %z
tapìtanio del TortOy &fua mifd'tttme, 3^
Cardinale Riuarola legato di Romagna, 27
Carlo Malate fìa fintile à M. Catone. 40. yìl^al Concìlio',
Campane fonano da Juapofta. ^l.&SS,
Capo di S. Colomba in me'3:^%p à quattro Santi fratelli, 5 5
Capucfìnij&fuaChiefa, gì
Canonici Regolari Lateranenfi . g j
Cabrano cantra il veleno. 85
Canonici Secolari, ^x
Caja [anta di Loreto. 94
Canelata che fi fa dalle Monache di t. Sebajììanol io 5
S. Catherinay& fua confraternita, 12 y
CathaldoChìefaTarochiale. I34
Cefare Augtihopaffail Rubicone fumé, 8
Cefena^ & fuoi congni. 1 S
Cerci grandi in aria. S9
tenturati di T. Monica. 119
iittà di Riroiwo , & fue doti, x
Città di Fano paga emfìtheofi al Monafierio di S, GMiano de Rimino,
Cittadino Venetiano lafcia [alcune reliquie de Santi in Rimino. 133
ChÌ€[adiSS,P^ìtOy& ModeHo, ^ 15
Chiefa de S> Andrea del Seminario, 2 j
Cbiefa Caihedrale,già detta S. Andrea, 5 E
Chiefa de S, Prancefco de Minori Conuentualu 60
Chiefa de S. Cathaldo, ouer S. Qemenico^ 19
B.Chiaradelli Angeli, So.lo7.109
Chiefa conf cerata. 81
Chiefa deUi Tadri Capuccinì, 8 1
Chiefa de S. Croce. 8l
ChìefadtS.Gìofeffo dettoli Varadifo. ^ 81
ibì€:a di S-Mmno de Vadri Canonici Regolari 83
" " fhf-
TAVOLA
th'tefa de San Giulhno . 9 2 p 8
ChiefadeSan Gio. BanìftadeVadrìCarmelitm» pg
S.Chìara Monafiem de Monache» pp
CbiefadiS.Ma'tbeo. lor
Chìefa dede Monache de S-Sebafììano, 104
Chiefa cathcdrale^ detta S, Colomba. i ^ t
Chìefa della Madonna della Colonella. 127
S XhnKmaV ergine i& Martire i& fua transUtìone, 127
ChrìiÌG atparv alla B^ata Chiava . Hi
Chrìiìofaro da yken^a vefcouo dì Kìm'mo» 1 1 8
Claudio T<^xe Catfalliere, i p
Claudio ^cquau'iHa Cen.de Tadre Cefwtì. 70
Clemente Vapa Ottauo. 1 8
Cdonìa de RomAnì Rimìnol \j
Colonie fedeli à Komanì, 17
Co mpra de M xlatefti à Ragttfa. 64.^ 6$
Computo delle grandex;^e d'Italia del Kofaccio', 6
Conca fiume de Klmino, 17
Conca Città fommerfa nel Marel 1 7
Condìtionì che douerebhono hauer le Città, che fi edificano, 3>&^
S.Colomba Verg. & Mart. 5 2
Collegio francifcano i& (uà entrata, yj
Confian'zo Imperatore promulga vnx legge in Rjimino. 18
Concilio d/i Trento. ai
Concilio di TrentOy & dectfionì di Rota . 8 4
Confraternità de fecolarì in Rimino» 5 1
Concìlio de Rimine fi à che tempo^ e fatto'. 5 7
Confraternita de Centurati dì S. Monica. ^ y6
Confraternita del Santi{}imo Sacramento nella Chiefa dì S. Giuliano. 9 8
Confraternita de Todefcln in Rimino. 1 1 7
Confraternità , & Oratorij in Rimino . ^ 117
Confraternità del Santìffimo Sacramento in Domo. 1 1 7
Confraternità de San Gìerolamo. 1 t 8
Confraternità di Santa Croce , & (uà origwt^'» i ao
Confraternità delChabito della Madonna deferui. 1 19
Confraternita del nome di Dìo. 119
Confraternità della Incoronata. 129
Confecratione di S.Gaudentìo Vefcouo dì Rjmino della Chiefa Cathedra-
le. 5<J
Con'^
DEL PRIMO LIBRO.
Confecratkne della C hiefa dì S. Francefco, ^»
Confecratione della Chìefa dì S- Domenico . g^
Confecratione delia Chìe fa di S 'Giuliano, ^^
Confecratione della Cbiefa di S.Chiara. ^; ,0©
Confecratione della Chìefa dì S, Mattheol * j qj
Concettione della Madonna Confraternitdé 129
Corpo di S.Gaudenzp in monte alboddo, eg
Corpi Santi, & [{eliquie donati alia Commmità dal Sign\ Cardinale Ton
^'- . . 6g
Corpi di S.Marina Verg.&dì srheodorofno Padre in S.^goflino, 74
Corpo Santo d'uno Innocentino, " ' 77
Corpo Santo invnpo':!^^'}, g g
Conuento»& chìefa delle Monache conuertitel l ì 5
Cordone di S.FrancefcOy &fua Confraternita . 128
Corriano Ca ftelto, & fue laudi, 3 r
S,SXofmOy& Damiano. v iqo
tojaHupenday&maramgUoIal " g
Croce fignati di molto numero.
121
S. Croce vecchia Varocchìa, >; ij^
Croce CafìcUo di Kimino, 24
turione Scacciato da Roma da Tompeìanì. 8
Decreto dì Federico Imperatore. io
Detto d^un Imperatore in materia di vino' 1 2
Vefcrittiont del Sito Rlminìfe, iS-C^ *9
Uefcrittìorìe della Chìefa dì S.Francefco^
Deuotivnc di do d Genetta. pi
Tììio di Santa Lucìa m San Giuliano • P5
Ditti fione del Mondo, r
DÌLcUtiano imperatore , & fuo dette^ 2.
Diffegfio nouo della Città dì Rimino . •% 49
DiffegnodellaihìefadiS.Fraricefco, ' 6t
J>iiigen:^a vfata dal vefcouo, 88
Dìjcìpima di ferro, loi
Dottori d i leggi vfciti dal Seminario di Rimino . , ai
Domiti mo Imperatore. J4
Donne che pccideHano molti bnomìnì, 37
D^nne
TAVOLA
Donnei che rccìdeuano molti huomìni, j y
Domìnio di ^agi^fa. j ^
Pominio de Signori Malateftj. 42
lOonationedc MMatefii. 6$
Domenica quarta del Mcfe^ fi fa procejjione della Corìfraternìtà
della Centhra . 7-7
F. Domenico /licci, dell'Ordine de "Predicatori . 80
Donne da Monte fiore . 8p
E
E Ditto del Senato, & pepalo Romano. ' 1 5
Echino pejfe iìagna il [angue delle donnegrauide^che non fi f concia -
no. 53
Egidio Cardinale Aluarez^ 24
^f Egidio Cotardo Tbeologo Vredicatore, 77
Bpiflole di S. Taolo commentate da Gregorio da Klmlno'»
Effarcano di Kauenna. if
Jif^equte del B. Roberto MalateSìa. 4i
C/iercitìj fpirìtuali del valderama, 78
I.fperien\a fatta col fuoco al bTa%j(^ di Svicolò, 9 ^
SlÀde vecchi a Ritmino, 4
Etégenìo Tapa terzo . 9^
S. Eufemia Martire. 9i
S. Eufemia Monafterio de Mtnache '. loz
F
Fjtneft danno tributo à Venetiani d'oglìcy & perche caufa. i j
FauoridìRìmifìefi, l^
Fabrìca di S. Sigi (mondo .
Fano Città paga Empbiteufi al Monafìtrio di S. Giuliano di Rimino. ^ 8
Federico inperatcr.CT fuo decreto.
Fertilità de campi del territorio de Rimino, 1 1
Federico Vefcouo di Rimino. ip
Federico Ballaccbi Vejcouo di Rimino. 7 9
Filippo Rè de Macedonia fcriue ad Arifi. |
Fiumi del Territorio di Ramino. 14
Fiumifmo di Sauignanc. I S
Fontane di rino fatte à Rimino nelpafjaggio di Tapa CUm^Ottau» if
Formaggi mar';^olini buoni à Rimine. IJ
Foglia fiume, 16
Fontane di RìminOi &fua ori^>ne, 1 1
/or-
DEL PRIMO LIBRO.
fùrtUM di mare grande . ^ i
Francefco Sauoneft Cardinale di T.Vietro in vincola Vcfcouo A ftì-
mino : poi Vapa, detto Siflo Quarto, 1 9
F. Francefco da Rimino Vefcouo di Ceruia. So
francefco Deti Mercante. ^^
S. Francefco dorme nella Chiefa di SXbiara dìKìmn9i loc
F, Francefco da Carpi minore offemante, " m
S. Francefco Chiefa Tarochìale, l»^
Furio pàfio di Foffombronc. ^
fuoco da terra al Cielo. %a
G
Galeotto Malate/la Vicàrio di Fimimo. 4t
S.Gauienxo Vefmo di Rimino creato da Melchiade Vapa, 5 7
tonuerte C acqua in yino. 57
tafcano gìX Idoli per terra, ^m
GaleaT^ mengo^X^ GentiU'huomo da Kiminol i o*
Ciouanna vifje m Rimino anni cento, & dieci* a
Cirolamo Ro^i Hìfiorico da RauSna ferine cantra U immunità della Chic
fa di Rimino. f^
Giulio Varìf ano Vefcouo d\ Rimino. Ip
Giacomo Antonio Tedroni, Canomco dì Rimìnol 10
Girolamo Tifano Vicario del Vefcouo di Riminól
Gìo.B:ittìSìaCafìeUo Vefcouo di Rimino, 7{ontio ApoJI, in Franca, 1%
Giulio Vapa Secondo-, st
Gìouanni Vitaliano, 9 s
B.Ciouanni Cammeo di Rìmìnol j^
Ciouanni Bellino Vittore famofo, éS
F, Girolamo da Fumino delC ordine de TredieàtorK 80
Giulio tefare Salicino Vefcouo di Rimino. Sz
Ciou.BittiJIa Lancilotto Couernatore di RimÌH% 9z
S.Gtorgio Antico di TadriTbeatini, 87
Giulio Jecondo Vapa, ^f
Giulio ter%o Vapa, p|
GiouanTapa.XlI. 94
Giorgio albanefe mercante in ìCimino. P4
S.GiulianOt &fua Chiefa» & Monaflerìa, 94
S, Giouan Buttila dei Tadri Carmelitani, 9%
Ciouan Antonio Maffimo RomanOyGouemator d\ Ri'mwf . 9 ^
B ,Giouanna Abbade[Ìa di S,Chiara, 1 00
c aio.
' TAVOLA ^
CìouanBattìHaModejio, 2oj
Giouedì Santo. jq_
Ciokan Antonio Longo Vittore da Kauenna, 1 1 j
F. Giofeffo Moretti da Monte fior e. 1 1 »
Q'iHlìa Rambottìna Monaca. 1 1 ^
S.Gierolamo,& fuaconftaternìtd. ug
. S. Giacomo, & fu d confraternita. u^
S.Giouan Batti fla,& fua confraternita, i i^
. SxGwfiffof & \ua confraternita. 1 2 j
GioM^nwi ìR^ofo VefcQHO di Kjmho. i a S
Ciacomello di Fiore. iJt
X. Giorgio C/:>/>/4 VATOchìale in pwc^^j. 1^5.
5. Giouan & Taoto.thiefa Tarochìale . 135
S Gregorio Magno TapafcriueaUì yefcouì,& Vopolodì Kim'mo. 18
Gregorio da Kìmina Generale dì S.^goSìino Theologo famofo . 7 6
B'Gregorio Fefcouo Ongaro. ^ 7
Etetto aduocato dal popolo di ìCwìino* ^7
S.Gregorio ChiefaTAìOcbìale»
H
HAhUaiione d'i S. Antonio da Tadotiil ji
S.Huomobono^&f uà confraternita» ii$
Habito della Madonna del Carmine, 152
Hercole edifica la Città di Rimino. 1
Hercole dimandato Ubico. I
Bifpalo figliuolo di Gioue, i
Berba Emoroidalciche nafce nel Territorio di Kimino. 7
Hippolito Marrìano Dottor di legge, ^4
1
IGnatio MeteUayama^x.^ la moglie. i s
Impronto dì S.Gauden^o/imprefa anticadì Kìmìne. 5
Infcrittione di "Papa Taolo Ter^o. 4»
luf ulto diabolico. 79
Indulgente alla [Cbiefa di S. Kicolò nel mefe dì Maggio, 9 1
Indulgenza alla Cbiefa di S. Giuliano. 9^
Incoronata Confraternita della Madonna. 129
S. Innocenza Chiefa Tarochìale. 13 j
Italia^ ^ fua larghcz^t & longhe%T^. 6
Italia tutta in arme» al tempo della morte\di Filippo Maria Duca dì
Milano. 6^
Ilo-
DEL PRikÓ LIBRO.
Jfòla dì Vtùconeffo. g .
IfabiUa Caiìaidi Monaca dì S. Chiara. 1 00
> ■%
L
L^ttantto Fùfco da Montefiore. « •
Lampada à^ Argento di S.Agofìino. yj
Lecteradi Filippo Rèdi Macedonia ad Artfìotele per la nafcita
d'Alefiandro. j
Legne in quantità produce il Tenìtorio dì l{imino. 14
Ltoiì Battila Alberti Architetto. 5i
Lettera del Signor Cardinal Tomi alla tommunità di fCimino, 69
Lettera del Signor Cardinal Borgbefe per le Relìquie , & corpi Santi, jo
S.Leone. ' 'g-
Liberatione detta Torre di[f.Marin9l 44
Libraria fontuofa delli S. Malatefìi in S.Francefco in Kimìno,
Liberatione de beni Emphitheoticì. 1 1^
Lodouìco Tio Imperatore chiama Komagna,l(t Vroulncia di Rimino. 5
FLorenxo Bellac chi da Ramino, Jq
F. Loren ;^o Cotignola. j j m
UxrtnT^ MarT^nte de monte le vecchtel 1 14
M
M
Arco Apponìo riffe in Rimino anni eentOtè cinquanta, 4
vlaranofìume de Rimino, 14
M^recchìi fiume de Rimìnìi&fue commodità, lj.& 17
Maefìrì d'humanìtd del Seminario. j2
Maga-^^eno del [ale del Signor Duca (Cyrbin9. j 9
Margarita da Efìe moglie del B.Roberto MalatefliU 4 1
S. Marina Verginei & fue Reliquie. ^4
S. Maria dtW Annonciada. ^ [
S.Maria di porto di Rauenna, gj
tdagtfirato d\ R^mino^bonora il bra'^ di S.'ì^icolò, 92
O.Marco Cocopanì. 05
Madonna del Carmine. ^9
i ^ S. Matth eo Monafierio di Monache . 1 o i
S.Maria in Acumine Tarochia,& fuaConfraternltd. 110.^ 1 j 5
S.MartinoChiefa Varochiale. i^j
S.Maria in corte Chiefa Varochiale, 1 5 j
S.Maria ad Mare Varoibia. 133
<^ '•>* t % Mer-
TAVOLA
Mercurio TrimegiHo^Kè,SAcerdote^& FiLofofo. I
^ercantteycbefono in Rimino. j
SMelcbiade Véipa crea i.Gciuien%^ Ve[cono dì Rtmm. 57
ÌAercantìMbaneft. ^2,
Miracolo di $. Gaudenxo. 53
; B.Micchelina da Vefaro, '&fue rìrtH, 7 1 ,^ i oy
Ì4ìtra fontuofa in S. Giuliano, ^ ^
^Michele Archangelo Chiefa Tarochiale, i j 4
Monete d'oro i& d'argento battute in Rimino. 5
Modo di far vini buoni, & che fi conjeruino longo tempo, I a
Mortadellei& [alci%ptti in Rimine. i j
Modo dì condurre vna fontana fuUa ftai;;za del mercato, 3 2
Morte del B. Roberto MalateBa, ' 4 1
MonaHerio de legulart. 5 x
MonaUerio di Vompofa, 60
Monaflerio di S. Ciou. Euangel. detto dì S-'^gofi, & [uo princìpio. 71
Monaflerio di S.Maria di Serri' 7 S
Monafterio della Madonna deUi Angeli. 80
Monaci Otìuetanii& fuo Dominio, gì
Mpnaderio dì S. Marino. 8s
MonaHerio della Madonna dì Eegnol 84
Monaflerìo.dcUa ^bbatìa di S.\Gaudenxo. 89
Monaci negri bebbero in vn tempo tre Monafterìf^ in Ramino, 89
Monafìerio de padri Celeflini. f o
Mona fìerio di S. Giuliano Martirel 92
Monafìerio di S. Chiara. 99
Mona fìerio di S. Eufemìa, I oz
Monafìerio di S.SebaSiìano, 104
Monafìerio delle Monache delli 'Mgeli, 107
Monte Imo del Signor Duca d^rbino, 2 1
MuftoloFaitano nobile Riminefe. 128
n
N^rfeteCapìtamodìCtuHìnìano Imperatorf, 36
Tiafcita del Beato Roberto MAkteSìa, Ao
Tiaue piena di Demonij^ 9 <
Uerone Imperatore. 3 4
ìiicolò Mimarì. é^.&6$
S. Vicolo vefcouo di Mirra] so
Vpi*itiato'vtS,^gofÌMOt 75
DEL PRIMO LIBRO.
0
Oche ìngran quantità in Kìmko. 1 1
Odano LutreccOiCapitan Generale del Ré di FranXf, a<J
OfjìciofoUennìjfìmo fatto in S»Francefco,nel dì della Confeeratlone, 5S
Olio d'efquifita bmntà, prodotto dal Territorio di Rimino* i j
S»Onofrìofig!ìuolodelRèdeTerfia* loy
Orìgine della Monarchia de Romani, 9
Ordine de Cruciferi. ^ Pl
Oratorio de S. Girolamo'. 1 1 ^
Orfanelli» & Orfanelli 1 1 x
Ofta di Gallina abondano in Rimino J i i
B.Qpanna» loj
T
PArto de Olimpia moglie di Filippo Rè di Macedonia. j
Tajji di Germania^ & Franca, 6
Taolo Papa Terj^Oi |4
TandolfoMaUteHa patrone de Brefcia,& dì molte altre €Utà,io,^ 4 1
Tanno dell' Imperatore, che cofafia» '"' J9
Tallio corfo'm Rimino» 69
Tane conuertìto in rofe d^innerno l 7 y
F.TaàficoStiuÌMOjJerHante, S5
TatriarchadiVenetia» 92
Tatien%a de Soglìana Monacai 1 14
Tartìcìpatione de beni dì tutto il mondol 130
TifatellOiOuero y4gone Fiume. 15
Tietro Aldobrandino Card.Mciuefcouo di I^^auenna"] 1 9
Tiet ro Barbo y enettano CardÀì SMarcOfVefcouo ài Rìmìno^creato
Tapay&dettoToloIl. ~ " ' ' ao
Tio Quinto Tapa, 11
Tidc^p^a de S.Antonio da Tadoua. 3 z
Torto di Rimino. 4
Tollamìd*ogniforte In Rimino'* ij
Tonte fatto d'Augufto Cefare, ^^,&i$
Tonte di Caligola in me':^ il Mare . 24
Tonte de RiminOy & fue qualità, & infcrittiene] ^ ^ 2 j
Tompafolenne nella proceflione de corpi Untìi> & Kff^qwc donafc
dai Signor Cardinale Tortfi • ^ 7 *
To%;^ di S. Marino. '" 8j
Toema deU'Arioiìo» Si
OrT A V O L A
Tm'ilr^^ & Decreti , per conferuatwne dell* acquedotti j j
Troctfiionid'huotnìni , ai numero defiooo.& Donneai namt*
ro di Soo. .-
Trace ficne del Samìjfìmo Kofario. 79
Trtdtcatorì famoft , .,,^^„ar%*» * g»
Trotettori Santi della Città dì Kìmìno . g j
Vroccffione aU'^ìbbatia di San Cauden':^, gj
Troie fio di San GiulUno . gè
Trofcifwnc di d'^e Religioni. gj
Trekr:^:::^j htuediceuaU t»eHfaf& poi fi partm da quella» loo
Quadro di ì^oBro signore, di gran dìuotìone''» i^j
n
R^publìca Romana» %
Refeda herba,che nafce in Rìminol 7
Re/i^M<> de Santi che fi conferuano nella Chie/a CathedraUl 54
Reliquie de Santi, che fono nella Chìefa di S, Francefeo, 6y
J{^epublìca di S.MArinOy y^
Jleliquìe de Santi.che fono in SMaria de Serm, j9
Ktpofo delle Campane. 59
Regola di S.^gofìino. 92
J{€edìfìcatione della Chiefa di S. Giuliano l g i
Reliquie, eh e fono nella Chiefa di SXbiara, i o i
Nella chiefa di SMattheo . 1 oi
Uella Chìefa di S. Sebafiiano delle Monache, 106
Isella Chic fa deli' Hof pedale. Ija
'biella Chìefa dì S. Giofeffe. 125
Reliquie donate alla Confraternita del Rofariff. 127
Relatione della ii>ita^mortet& miracoli delia BXbìara* i o^
Rimiwo città , & fue qualità. i
Edificata da Hercole, 1
Rumata da Liburnì. 2
Betta Ventapoli. 5.19
Trouincia , & capo dì effa. $
iìttà di gran paffaggio, f
Colonia de Rimani» 17
DEL PRIMO LIBRO.
tolonìadellt ymbrì. ij
Effente del Arcìuefcouo dì KAuenna in ?}WUuale, 1 9
Città dì gran con ftderatìone, 36
Kiminejì muonono L'armi contro Ccfenatì . 1 6
Kòntagna chiamata da Lodouìco Pio imperatore » & da Adriano
Tapa. 5
B.Koberto Malatefìa^ & (uà nafcìta, vita, & morte, 40
R()//ò colore di molta dignità affomigliato al fuoco di gran carità. I & r
S.Roccoy &fua confratertùtd. 1 14
Rofario della Beata tergine Maria, &ffia confraternita, i z $
I{uina di Troia, z
K'ibicone fiume vicino à Kimino. 8.p.l I.d^ i S
Ruffino Cardinale di [anta Traffede Vefcouo di VCmmo. %9
S
SAlciT^tti buoni à Rimino. i J
Saraualle» 14
Sacrìftia di Santo Francefco di che qualità, 6 %
SaraualleiFMtano,Mongiarditt03& Fìorentinpl 7Ì
F.Santo da Rimino di S.AgofiinQ. 16
Santi protettori di Rimino. Ss
SacriSìia di S. Giuliano, PS
SagrayOuer perdono delle Monache delll Ungeli, 1 1<J
Santijfimo Sacramento , & fua ionfraternità nella Cbiefa Cathedra-
le. US
Scolari diuoti di S.Vjcolò, ^i
Sempronio ConfoU Romano reflaura la Città di Rjmino» a
Simplici Medicinali , che nafcono in Rjthino» 7
Seminario de Ch etici in Rimino . ai
Sermone de S.Carlo sfatto in Rimino» 51
Segni afcendemi dì Rimino . 50
D. Serafino Salft , Canonico Regolare Lateranenfe . 8 y
Secreto mirabile , & marauigliofo , 88
Sette tefte de Santi ,
S.Sebafliano Mona Herìo di Monache^ • 104
Scrittori , & denoti di Maria Vergmt^ • 1 aO
S. Sebafiìano » & fua Confraternita . i ^4
S'tgifmondo Mxlatefia fi ricouera à Ragufa . 3P-8i
Signori della Guerra , ^ 40
Sig^fmon*
TAVOLA
9'tgifmondo R è dì Borgogna m artìre . £6
Simone Fratello di Donato fcultore Fiorentino • 6y
B. Simone Bdlachi in San 'Domenico. 79
Simone Cortenouo mercante , wj
S.Sihéejiro Chiefa Varochiale yntta alla Cathedrale l 131
S^. Simone, & Giuda » Chiefa Varochiale . 1 3 j
Stemmo VefcoM di Kimino , T 57
Tabernacolo d'ordine Cortntol S4
TertulU donna^ yifie in Kìmino Anni cento trenta fette. 4
Termine dell' Italia, Z4
Tefìa dì SXolombay \n mexj^ di quattro Santi frateUt . j $
Tede di due Vergini » delle vndect milla conferuate nel pHomo • 5 4
Tempio d* ^polirne i 1 1 61
Timore di Tompeo Magno , & del Senato Komanol 9
Tigri y& Cantere tirano \l carro di Bacco* ix
Tirid'MtegUarìa * ■-■--■ ^^
Torre de Gotti , ^6
Triumuirato , $6
B. Thomafo Confefiore , delNrdine di Sam^^goWnQ l 7 s
F.Thomafo Bolis da Rimino . %S
5. Thomafo jlpofìolo Tarocbia, 1 3 4
Trattato de Santi , & Chiefe . 9 S
y
VMentiniano imperatore* 19
yentena fiume di Rimino. ^ 14
Ventura Vefcouo di tCmino , procura l'afiolutme della fcomunka, 1 7
ijefcoui dì Bjm'mojottopofìi immediatamente alla Sede^pofiobca, ig
Vendita dì Tefaro , & Foffombrone . 66
Vefcom , che con(acrano la Chiefa di San Francefco . 6 $
Vini ottimi, che produce il territorio di Rimino • i *■
Vìncendo Torfanini Vefcouo di Kimino • 5 4
'D. Vincenzo Santino da Rimino • 95
Vincenzo Torfmo da Rimino . ^ 9'
Vifione marauìgliofa di stìuiuo Stiuim da Rtinìno • t6
S' Vitale f ihiefa Varochiale . 1 3 J
Vnìone de molti Hofpìtalì interne, 131
Il fine della Tauoladel primo Libro .
TAVOLA
DEL SECONDO LIBRO
Della preferite Opera»
Orlano BM da KìmìuoMb. i» 81
\jidunan%adt vecchi, IS
I ^goH'tno Buon Prancefco dottore dì Ug£it & fite
opere 9jé
S,Mlò de Marefcalchì in Bologna, s ;
Alhareto Camello, i;
Mejfandro Gambaloga,& fabrìca delfmfd^%Jio,ii
F.^lfonfo Giaccone delCordine de Tredicatorh 6y
Alemano Adimari Fiorentino Cardinale di S »Eufebìo» 7 S
tAlfonfo Sacrato Gouernatore di Kìmino ^ 8;
t4lmerico BrancalconeyCapitanìo Generale de Signori HaUttf^ 9 &
^ejiandro Ortìgìo 'Dottore di leggi da Hjmino. 97
Umfiteatro 37
Aquilegia. 4>
B, Amato da Saluducio. >^
S* Andrea in Bifanigo, & \n Tatrignano. s$
Antonio Monaldi da \Rimino Vefcouo di Sarpnd', 9^
Angelo da Rimino Arciuefcouo dì B^gufa • 94
Andrea Suriano, loo
Antonio Tonti Capìtanio, lo4
Arco Trionfale di Ottauiano AugkHo, tf /«^ difcrettìonl t^*& 154
Archelao Capitawo d'Attila. 3^
B.Arnoldo yione Monaco di S* Benedetto, 6y
Arma del Cardinale Gotìo B Attaglia. ^9
S. Arduino da Kimino CanonicOy& fua Vita. 75 •* ' ?
Affedio del Caftelle d. MUano^da Carlo MaltteHa: 4 S
Augufio Imperatore t amplia la Città dì F{jmino, ^ ^ ^6
Augufìo Cefarefà imparare à dipingere ynfuo nepOtCif fuggire Mo. 1$
Auuertimenti di guerra . 1 9
Aurelio AngureUi da Kmmo . 5|
Attrelio Corbello Abbate (tFrbino , * 5 ^
BAleftri y & Archi. Ì9
BAttì^a MalateRa donna letteratijfima. $ 5
d Bar-
Tavola
BaftUtomeo Kgdikì arciprete dìBarbiano, & cp(re copofle da luì. i oo
Baldo, & Saliceto Dottori di legg'. i ^ *
Btrlinghiero Gfffi Boiognefe yefcouo dì Rimino. ti.&ii^
Jipntio ^pjjìolico alla Repuhlica di yenstìa. 5 j
BeUaria Cardio , \^
Benedetto 1 2 . Vapa , - ^g
Benedetto Kamufto medico da Rimino dottljji noi 9 ;
Borghi , & S. Mauro. i j
Bùont adi Tramontana. 5^
CArlo Matatefta Couernatore dì Milano . 44
S. CalhaldOf Chiefa Tarocbìalef 1 j y
tatholìca fottopo^a à Rimino, i <♦ in fondo dì yalbtuna . 1 7
tafìelli fottcpolii alla gmnfdittione di Rjmino . 16
Caflel Ledile di Rimino, 24
Camello Sìgifmondo Rocca, 57
€afo mifer abile occorfo nell'I fola dì Candia , contro gli Hebreì, 4^
tàtalogo delli huomìni llluUrì della Città di Rimino . 66
Cardinali di Rimino antichi. 6 S
Cardinale Gallo , protettore della [anta Cafa dt Lorfto. d 2.
Carlo Sagramoro yefcouo di Tarma, 93
Cafjandra Tontit &lue (lualitd, 1 04
Ceregiolo Calìello , 2 $
Ctfare Clementìni Caualliere , & fue lodi . 60
Ce fare Seuerino Torta tapitanOi &[ueprodex^^ 1 01
Chiefa di santo Apollinare. 1 4 5
S,Clementet Cafìello di Rimino. i 4
Concordia, & fuo officio » & tribunale, 3 1
Communitàdi Fano, 1 z 4
Collegio de Dottori. 30
D. Chrifo^omo Rubicone monaco Oliuetano i 1 3 9
Confeglìo Eccl(fiafìico di RiminCt & fuo numero- 7
Confoli del Confeglìo di Rim ino , 8
Confegtieri primi eletti > fotto Giulio Tapa secondo • 1 1
Conftglìeri nouelli giurano . 1 5
Congiura de Cittadini , contro li Malatefii» 5 4
Confaluo Durante yefcouo di montefeltro , 124
Confecratione della Madonna delle gratie . 1 36
Conuento delli Vadri di san Girolamo da Scolca , 1 59
Conti Rouerellit & Gottifiedi . 141
.ContribmÌQne dtlle Chieje , per mantemmento del Seminario . 1 4 ^
V; Corpo
i:)EL SECONDO LIBRO-,
Corpo del Capitano Bertola^gi nella marca. i' ••*>"> i> '-^" -^^
torone di quercia à che ft dauano . 5^
Comari , ò Cornelij gtà nobili Rimineft . p £
Corpo </i 54«ra Corowii vergine^ in San Gauden%p. 1 1 »
D imi datti,offido di Rimino. 2^
t)<ifio rfe/ Albev aggio , /opra /e barche. éK *
J>iotletiano imperatore , dr /mo decreto, * 5 <S *
Dìfcorfo [opra la e afa Malatefta , 47 *
D yXf^wo (ie/ Porro rf/ Rimino . ^4^
DoHxelli della Comnimità vediti à lìurea, ^ ì^\
Due belUffime gioMani vefiiti di bianco. I j'o^
E Olii, &fuoi offici y & dignità. ^
Eugenio Vapa Qttarto. jc r
F^brichct & modo di rifarle, a •
Fanciullo nato mutolo^ parla per miracolo di Maria Vergine l i j 1
Fiera di Rimino, quando comincia la primay & quando la feconda . ^
Fiera noua, che fi de fiderà fare in Rimino , alla primauera. 9
Fontanelle sa la marina. 24 ForeSìoVrencìped'ESle. 43
Fontane fatte, da Nerone Imperatore, i j j
Francefco Baldi da Rimino, 8 S
Francefeo Gualdi Caualliere. g^
Francefco Ottauio Cleofe da Rimino ". 5>6
Francefco Dlotaleui Vefcouo di S.AngelOf & ^ontio in Volontà . 1 o^
Francefco RigaT^'^ Caualliere, &fue flirtili, 1 09
Frati di S. Francefco de "Paula. 1 40
Fuoco che fal'iua al Cielo nel campo d^Mtila, 3 9
Fufìa di Turchi à BeWMÌa. a ;
GMeaT^X? Malatefia Viceré di Napoli. 45
GaUotto Toriati da Vietra mala Cardinale. 45
S.G^ud^ZO Vefcouo di Rimino creato da Melchiade Vapa.ic9.& I29
Galea%Tro Mengoi^ Gentili huomo da l{imino lafcia molti danari al
monte divieta . 28
B.Galeotto MalateUa Vicario perpetuo di Cefena^&fua morte, 45
Di Kimino, VefarOy Fano,& Fofombrone , 45.C&* IJP
Gerardo da Rimino Generale di S. ytgosiino. 1 5 y
Gemmano Cafìello di Rimino. 24 GelloCafiello, 24
Giacomo Antonio Vedroni Canonico di Fumino, 20
Vicario Generale di SXarlo. 1 12
Ciouanni Vitaliano. 36
Giulio Cefare S aliano Vefcouo di Rimino. i z J
d % SS.GiO',
/;
f^T^A y O L A T=r<^
S^.Gìot4anm,&Taolo,chìefaVarochìdle. tz4
CUÌio 1 1. Tapa, tregge H QonfegUo dì B}mmo. -
Cptf n Antonio Maffimo Couernatore di Kimino. i a
GfQclìì bìafmatì. j_
(Girolamo €eccolìy tUtadino Romano Notarìodella Camera Aùojì. 30
Giudice dell' Appellatione. I e
Gtouan BAttìfla Ugolini Dottore di leggUettore dell' Infiìtuta', 3 %
Ciouan Maria Duca dì Milano, fdfuogouernatore Carlo MalateHa. 44
Cioitanna Regina di Napoli, ^5
GÌ9uanni MalateSìa^eito il Zoppo, &fua morte. 5 1
Girolamo Raìnaldo Architetto* 5^
Cìouanni Ca di da Forlì Caua Uiere. g I
Giulio Martinelli Capitanio da Rimino. g. j
Gittlio Tauoni Caualiiere da RimìnOi& fuelodì. g8
Ciouan Battila Orio da Rimino Medico. Sg
Clouan Battifìa Gallan-^one da Rimino Capitanlol ^o
Clouanni de Caminati da Rimino vefcouo di Ce/cn*. 5 s
Girolamo R^amupo da Rimino Dottore. ^ ^
Gìo^Batti^aRamufto Dottore dì leggt. pj
Gi^uanni Bruni da Rimino. pi Gìouan uùitonìo Rtgax^ . 97
Giacomo MarcbifelU dottore dì leggi. I o»
Giacomo Gallo ColonellOy&f uè qualità, 106
S.Giacomo Apofìolo. 127
Giuramento, che fi dà à Confeglìerinouellìdì Rmino. 15
Guido Ferreri Card. di Vercelli principiò lafahrica della Catholìca. 1 $
Gloria di Tompeo Magno. 1 4
Cualtìcto da Riminogran Capit(tmo,&fue prodexT^ ad Acquileìa. 57
CineuraMalateHa lodata doli* Ario(ìo. yj
Guido da Bagno Conte dì Montefcatolo, 5j
Cottio Battaglia da Rimino Cardinale. 6S
Guido de Caminati Vefcouo di Rimino. 91
Culielmo Dottore di leggi. 1 j j
H Ettore Diotaleni Vefcouo di S. Agata, lo5
B.Hcnrlco Ongaroin Paffano. 1 5
D.HippoUto Salò Abbate, &fue laudi. 1 3 8
Boritale alla Catholìca eretto da MoftgCaSleUo Vefcwo dì Bjmìno.ió
Hofpitale delli Armeni. 1 5 $
B.Homodei da Rimino Heremtta,&fuayita, 7S
INferno Cafiello di Rimino, 24
Inftrittìsns d' yna campana del Tala%T^ pubtiCQ» ^4
DEL PRIMO LIBRO.
Jn^rumento Origemale, 6^
Innondatione del Fiume Mareccbìa, $^
If/iiniano Cattaneo Canonico di Rimino t&^karìo Gen.dtl yefccuo. 1 2 j
L^nf anco B., in S.Gaudenxp, 1 1 j
S.la%aYQ Chiefa fuori delta Città. 1 2 S
Leonardoy& Carlo Aretini drix^^no l'opere f uè à Battìfla Matatefta.^$
Lettera di Leonardo Loredana Tr^cìpe di yeneiia al Gouetdì Rimino.57
Lettera della B,Fergme Maria alta Città dì Meffina, 1 3 5
Alla Città di Fioren%aAij. ^dvna Monaca di S, Benedettogli?
Vmoftna continua del monte di Tietà, « $
Lodouìco Monticolì Medico di Vapa Vaoh'Quìnto» ^9
Longhi Famiglia già anticet& nobile in tCtmino* pz
Loggia del Vala%;zSi&woltiedificij publici. jj
Luca Sempronio yefcouo di Cittài di Cafiello^tr fue kud'ù 87
MAre Tirrenoy&fua origine . 1 g
Mare Adriatico» & fuo princìpio » 1 S
Mara-^^^anoCaftello. 14 Maialotta* ap
Majfimiliano Bonardì da Couernolo l 42
Maurìtto Duca di Kìmìno* 44
MalateW, &fua orìgine, & nohìlti. 44*^ UT
Malate Hi pojìedeuano venti Cittd,& molti Cafiellh 4 ;
Malatefla Caualliere Ongaro, 4^
Mare quante rtilità apporti, éo
Mattheo Seuerìno libraro in Rtmìnol 9%
Mattheo Brunì Dottore di leggìy&fue opere', 9^
Malatefla Fìordìana Dottore di leggi* 99
Malatefla Torta Secretkdella Communìtà dì Rimino, &fue taudu 105
Marc' Antonio Conte KìcciardellOt&fuequalità^&yirtii, xoj
Magwficenxa della Città dì Rimino, 107
Martirio di S,Gaudenxp \ Vefcouo, x 2 a
Madonna delle Cratie ^RìtnìnoA 29» Et [m bìfiorìa, & orìgine. 135
Madonna della Sacla di Rimino* 1 40
Marche/i Malateiìì,& da Bagno, 1 4 >
SS»MarinOy& Leone, 1 56
Meleto Cafìello di Rimino', ^ 21
Menapo Rè d*Acqu;lea , 40 MtfanotaBello dì Rimino l 34
Michel* Angelo Tonti Cardinale^ & yefcouo dì Ceftna ,€?" fue laudi. 80
Monte Cridolfo Cafìel di Rimino . 2 1
Monte Gallerò, 24 Monte Colombo , ^ 21
Monte U Tauro» t; Mola^T^no Caftelìol a 5
O T AVOLA J-fa
Minte d'i pi et Un Rimino 2 j
Mme a' Attila Ré, come, & quando fucceffe. ^r
Monte Scutoio, donato ai Conte Guido da Bagno. x
Morire dì retiti miUa feudi, per il Torto di Rimino ', t
Modo di riformare il Torto di Rimino , 4^
Monafìerio delli Monaci Bianchi di San Benedetto . a
Mutio D'iotaUuo Capitano d'archibugieri à cauallo . 8 5
NOm}y& cogHomìt deprimi C ofeglieriy eletti/otto Vapa Giulio j . 1 1
Nottariatit &/uoi offici comprati dalla Comunità di Rimino. 3 o
Oliua Santa, in San Gauden%o . 1 1 j
Orolog^ìo di Via'zj^a dd Foro. 3 7
Or adone di Leon Papa ad Attila Ré . 42
Or^ famìglia in Rimino , venuta da Ferrara '» 97
Ofieruan'^ , che fi vfa nel ConfegUo di Genetta ', i f
PApirìo prote fiato In Senato di Roma , come fi portò , 1 4
TalaxT^ della Città di Conca , 1 9
Taula Malatefìa , & fue lodi . a 1
Tajfano CafieUo dì Rimino . . z /
Taulo Vapa Ter%o, conce ffe molti prmilegl al Sacra mote di Vìetd
di Rimino . 28
Tala'^T^ del Magiflrato , &fue qualità. 3 5
B. Tuola Malate fia, moglie di Gìo.Francefco Gonzaga Uarcheft
di Mantoua , & fue lodi, $2
Tauluccio da Rimino » & fue laudi 7 7
Taulo Ramufìoda Rimino . ^ 1
Tace Taci Dottore di leggìi & lodi della taf a Taci, 96
Taulo Salò Canonico di Milano ^ Trothonotarìo Apofiolico, lot
Tandolfo, & Galeotto Malatefli. i j3
Tefci d'ogni forte fi piglia à Rimino . i j
Tefcit che fi pigliano alla Catholica. 20
Ter dita del Capitano Bertolaggi . 4 1
Ttrmutatione fatta dalli Sig- MalatefÌ!,con li Sig Venetianu 54
Tiagnano Terra , capo di Contea, 36
Tto Papa Quarto, Pio Tapa Quinto, 29
Tìa%p^a del Talaxxp* ì ^
fS. TletrOy & Paulo ^pofloti,mtnaccìano ad Attila Ré . 43
Tietro LeonCi & Giacomo , fuo fratello, 4 4
Tìetro Tauone marito di Camera di t^.S. Tapa Taolo Quinto. 8S
Tietro Lan':^ Capponi da K^mino . ^9
Timo Melgi di Lampergi , Dottora di leggi . 9j
Tietro
DEL SECONDO LÌ B R O.
pietre BelmonteCaHallìere, Tol
B.Tìetro Gambacurta da Vifa . 1^9
TliniOy & compagni Jo focati [otto H monte di Somma. i %
Todejià de pupilla & [no officio . 30
Tortici dìfordinacìt & brutti da vedere^ & da pratttcare. $ t
Torto di Mare, quanto vtile. 6 1
Torto dì Rimino già famofo, 61
Torto delCAufa , che fi potrebbe fare . 66
TrìniUgi de Speciali^ conceffi da Vìo Vapa Quartol 7
Tr^lati famofii & illufirì della Città di Rimino. io
Troficrbìo di Guerra . 4 1
Trencipe di Oalmdtiaj ajffedta Rimine, & ri more. 4$
TubìÀo Francefco Mode fio » &fue opere . 97
RElìqtiie de Santi , che fono in Sant'utgofiino» 7 4
fCin^no nella Vrouincia Romana . 1 4
Rimino huomo illufirei &fegnalato, ^ 44
Ro ce a della Catholica ,fabricata dalli Signori Mdlatefli l 2 o
Rocca di Rimino, & fua defcritti$ne, 3 7
Rocco da Rimino . 4J
J{i?fofìa del Rè MtìUy aWofaiione dì Leone Tapa. ^ 45
J{oberto Malatefìa, combatte contro ^Alfonfo Duca di Calabria. 4^
Ecommunicatoper mano del Tapa, 49
Roberto yalturìo, buomo di molte lettere . 9*
Rìmìnaldì, famiglia già di Bjmìno , & hora di Ferrara nobile, 91
S.Rocho da Montefiorey & Saludecio. 1 1 5
RuWico TaSìore » & fua hì/ioria . l J»
SAludecìo , Tetta di Rimino ,& fue laudi . lu&i^
Sant'Aio de Maref calchi di Bologna . 2 g
i :^ X. Sauìno Cafìello di Rimino . 2 5
Sebafìiano Sebafiiam da Recanati. ^ 8 i
Semìtiepoliy famìglia antica, & nobile fiorì già in R!mmo» 9%
Sebafìiano Vanito Vefcouo di Oruieto, & fue laudi. 91
Sebafiiano Bolis , Dottore di leggi. x 5 i
Sigifmondo MalateSìa, Confaloniero della Chief appiglia il pofiefio di
Bologna. ^ 4^
Sxfio Quarto Tapa, accompagna il corpo morto di Roberto Malatelìa. 49
S'gifmodo Malatejla entra in Rimino à Cauallo con unfafcio d'berba. 5 8
Se ne fugge dalla Città per manco male. ^ ^ 5 p
Sifio Tapa y, ordina vn moie di lo.millafcudtipiril'porto dì Rimìno.i^z
S»Simone Stìlita^ ^ fuo corpo» i ' 5
Stra'
TAVOLA
Strahone , Ttmìo , & Viatorie deWinnondationi del Mare, 1 8
Statue di N. T.Vapa Vaolo Quinto. Ì5»&^t
Statìonì , & indulgerne antiche della (hiefa di S^Gauden^p» 1 1 9
S mi ani i già famìglia nobile di RiminOthora di genetta . loo
TArquinìo Battaglini G^ntìlhuamo da Rtmina . ^y
Tedamento di Gotio Battaglia Cardinale da tCmmo . 7 1
Teodolinda Regina de Coti . 1 20
Xttpoli famìglia antica , & nobile già in ìimino . $%
rìf 0 Imperatore, I j j
Tarsiai. del corpo di S.GaudÌ7,o,fatta d mSte Mùido neUaìAarea, x 2 1
Tribmalì,& fuoi officiali, & Notari , 19
Torre del Vala^^ • 34
Tromba reale d'Attila» ^o
V Valentino Sant(s & Vittore Martìri in S-Caudenxp, 1 1 4
Ver fi lattini fopra l*arco Trionfale di Ottauiano Augufio i 3 6
S. Venereo in S. Caudenxp • 1 1 j
Ver fi fopra la libraria delli Signori Malateftììn S.Francefco * 155
Vincertxo Manzini Arciprete di Quin^ano» 1^7. i o i
Ijincen^o Rìnaiducci da Rimino . 8 s
T.vincenxp Bruni Ciefuitai & [uè opere* f9
Via Umilia^ & Flaminia» ^6
Vittoria dì Roberto Malatefla,contro il Duca di CalabrÌM, 49
Vittore Vefcouo Africano. 1 3 J
VfOfOuero Lufo,fìume di Riminol 1 4
F.Vgone da Rimino, dell'ordine de Tredicatorì • So
Vtilità, che apporta il Mare. 6 o
Vgolino Malabranca da Oruieto Vefcouo di Rimino» X 3 1
Otto Fiorentino iTìttore famofo. 71
Zanchino Vgalino ^Dottore di leggi. pò
IL FINE.
z
F.Franeifcus Petra SanctalnquiC Brixia? .
ProlUuftrifs. & Reuercndifs. D.Epifcopo.
Odauius Hermann. Prapofitus S. Laurea.
Pro Serenifs, Repub. Odauius Rubcus.
Vidicdie 2p. Augutli zóxj.
.^S ^^ =^^ "^^ ^^ 3feaX JÈ X Xe «X 3Co
(i^^(;$¥9;)j^¥i^^iy92)(;€<if^^(¥9;){i4^ ^i^ ^i¥l^ ^&ì§ò
SITO
R I M I N E S E
Libro Primo •
Auèndo piìì,è più volte vdito lodar," & Ma-
gnificar il loco, cu'é portai queftanoftra Città di Ri
Antiehifsima Città di Rimino per molte ^inpèfue
Doti , e' ha, fé non tri le prime d'Italia , al °" '
meno fra Iefeconde,me l'ho fempre creda
to mofifo, è dall'Amor della Patria, perche
fempre fi crede quello,che d uorria,che fof
fé, è perche mi penfauo, che fé non foflfe
ftato luoco atto à una Magnifica, e bella lofeph. i;
CittàjCom'è fiata fempre Rimino, & riputata da tutti Antica- ^"^i:
mente fra le Città de Italia Nobile,& Illufl:re,nein eflo Hercole, Genef io.*
il qual fu riputato Dio apre(fo gli Antichi, l'haueria edificata co
li fuoi Capitani ; il qual Hercole, per quanto fi raccoglie da di- Gioire,
uerfe Hiftorie,fù chiamato Libico; perche, come fcriue Berofo, il
fuo proprio nome era Lilio figliuolo di Oftris chiamato anch'e-
gli Gioue, il qual fiì figliuolo ( fecondo che fi legge in Giofef) di
Cam figliuolo di Noè , di doue par che Hercole Lilio fu bifne*
potè di Noè, il qual Lilio fu C. V C Anni.prima che Troia fi
edificane : hauendo egli per fpatiode uenti Anni dimorato in Diui/Tone
Italia, vi edificò molte Città, efl'endcfi prima impatronito, & fat del Mòdo
to Rè di Spagna hauendo lafciato il Gouerno di quel Regno à ^ Semi A-
Hifpalo fuo figliuolo, & mentre che flette in Italia guereggiò co'
a' tra
1 sito 'Rimine fé Libro Primo .
• ffai Leftrigoniperfpatio di dieci anni doppò queflo lafciò ini
Italia da lui conquiftata Tiifco fuo figliuolo , del qual prefc no-
A Cam !'• me la Prouincia di Tofcana, & lui fé ne ritornò in Spagna, doue
Africa à Hifpalo fuo figliuolo, &eg1i pigliò il Regno fopra di fé efìen-
Giafet 1'- (Jq molto vecchio finì la fua vita nella Città di Cadice, doue egli
l'?foÌe*d°l ^^ "lo'co honorato nel fuo fepolcro, quafi come perfona diuina:
Marc. Eufebio fcriue che i Poeti hebbero per vfanza quando più huo-
mini valorofi hebbero il medefimo nome, di attribuire tutti i fat
ti notabili fatti da più perfone ad vn folo , cioè tutto quello di
notabile,che fu fatto da molti di quefto nomeHercole,ratcribui
rono ad vn folo,sìcome anco à tutti quelli, c'hebbero nome Mer
s, curio,che ne furono moltiji lor gefti notabili furono attribuito
^' ^ àMercurioTrimigifta,che voi dire 7«rmd^««j per 'etredigni-
tà,che hebbe,cioè Rè, Sacerdote, e Filofopho , è pciò fu molto
nominato con gran lode : queftoiftelTo anco fucceife nel nome
V'IIeeas ^ ^* Saturno,li quali furono molti in diuern tépi,ma però le lor'o*
Spagnuo-. pc**^ notabili fi raccontano fotto il nome d'^n folo. Il medefimo
lo. è di Giouc ancora, ilquale fu nome di molti Gioui.i farti Eroici
de'qualifi attribuifconoà vn folo, perciò uiene tanto honorato,
& nominato.Et i Greci aftutifsimi, & eccellenti nelle loro Hifto
rie per efsaltare la loro propria natione, come folfareogn*uno
in qualunque honorataoccafione delle loro Città particolari,
uolfero attribuire la gloria di tutti gli altri Hercoli al fuo nato
,. in Corinto, & alleuato in Tebe, che per ciò sì chiamò Tebano
Rnina di ^j^^ ^^ doppò il primo Hercole Libio 200. Anni,poi che il Teba-
no fi trouò nella diftruttione della fua Metropoli Troia, e mol-
Republica ^^ ^^"^ Prouincie della Grecia, & Europa .
Romana. Ne la Republica Romana, laqual hi tenuto fin hora^èterrà,
fin che durerà il Mondo, il Principato fra tutte l'altre , è di pru-
Seniprono denza, è di grandez2a,non l'haueria riftaurata fotto il confoIa«
Lib'jrnt to di Sempronio : Ne Auguflo primo Imperacor, ccsìfauio,dot
crudeli . to,è grande,non l'haueria ampliata: & Diocletiano poi ultimo
Diocletia- Tjj^pgP^fQreinRomaelTendo ftata rouinaca dai Liburni non
fuo decrc- l'haueria redificata, come fi uede dal decreto , & bando di Dio-
to. "cletiano Imperatore circa gli anni della Chriftiana falure
C. C.C. doue detto Imperatore commanda per tutte le Prcuin
eie d'Europa del tenore feguente.
*J>cita ili wfjio peromnes Vroimàas Ettropdiy'vt omnes popuri,art!um
magifirì conuenìrent adrctsdìficandum ^tìminumcìuuattm: Come fi
legge nel autentico officio del Matutino di San Marino : Ma ol-
ì>ì ^{affkele t/iMmari. s
tre raffetto della Patria é l'autcorità di sjgrand'huomini,'chc
rhannoedificataòreedificata,quefta ragione me Io fa credere
più,la qualè,chequeftoIuoco ha le quattro conditioni, le quali
volfe Aleflandro Magno hauelTc il luoco ou'edificò Aleirandria j^^jg"^"*^^'
in Egitto,nominata da lui , & eletta per la fua principal Citti.e
forfè con il configlio d'Ariftotele, ilquale da Filippo Rè fuo Pa- Filippo Rè
dre fu eletto per Maestro di detto Aleffandro, come fi può uede- di Macedo
re da una lettera fcrittali in quefto tenore gli anni del Mondo "**•
4677. auantigliannidi Chrifto Noftro Signore 3 23.
Filippo Rè di Macedonia ad Ariftotile Prencipe di tutti i Fi* ^««eradel
lofophi.
A te fapientifsimo Filofopho, che leggi nella grande Accade-
mia di Grecia Filippo Rè cii Macedonia defia pace, è falute.
Faccioti fapere,come Olimpia mia moglie ha partorito un figli*
nolo, del qual parto , io,& efla , & tutta Macedonia fente molta ijuJpij^
allegrezza, perche i Prencipi, & i Regni pigliano grand'allegrez Allegrez-
2a,quandog!i nafcono fucceflbri, di che riferifco gratie immor- za de' Re-
tale à gli Dciyèc io ho mandato ad offerire gran doni ne i tempi) S^*» • f ,
non tanto perche dato me l'habbiano, quanto perche lo fecero
nafcere al tempo, che uiuefle cosi grand'huomo, Prencipe, è mo- ^^^"^'P^ "^
narca di tutti i Filofofi . Imperoche iofpero,che fia da te molto de°f*p|^i^.
ben dottrinato : sì che diuenga lume, & ornamento del Regno fofi .
noftro.che per heredità farà Signore del mio patrimonio di Ma- Regnauie
cedonia, & per merito fignoreggierà tutta l'Afia, fi che lo chia- Alexander
marannomiofigliuolo,&techiamarannofuo Padre.viue felice, ^ecim."^'
& fta fano.
Et la prima delle fodette conditioni èc'hauefìfe vn luoco dì
vn porto ficuro,il che nota il Comerio Maritimo .
La feconda conditioncjche foffe loco, atto à vna fiera,è merca
to,che vuol inferir che fia loco Terreftre .
La terza,c'haue(Te intorno campi fromentari) è fertili : ilche
fignifica che fia abbondante delie cofe necelTarie al uitto hu-
mano .
La quarta è,c'hauefse un fiume appreflb,acciò (ì potefle fetui*
re delle molcecommodità, che danno i fiumi.
Le quali conditioni giudico elfere neramente quelle fole, le
quali à tal luoco fi conuengono.è fi deuono defiderare:è fé bene
delle altre ne fono ftate dette: nientedimeno àme parejchenon
fi deuano ricercare, quando fono incompatibili con queftecper-
che alcuna di quelle non inai fi confiderà di tanta .importanza,
A 2 com'è
4 Sito Klwlne/è Libro ^iimo^
com'è c'habbia un'aere puro,netto, e fotti le, la qnal conditioit
è incompatibile con le quattro dette, che importa più, il che fi
conofce chiaro, che una Città,che fia appreflo al Mare ne i cam
Aria grof. pi fertilijfempre haurà aria groifa: perche i uapori grofsi, che efa
^^' lano dalle terre graffe,! quali fono più grofsi ne i luochi Mariti-
mi, che ne'gli altri, è mafsime,oue sboccano fiumi ; e fé fi porrà
ne glifcoglijhaueràben buon'aria , ma non haurà i campi ferti-
li, ma la noftra abbraccia runa, gl'altra qualità, che parequafi
incompatibile, cioè hauere i campi Fertili , e l'aria falutiFera,ad
ogni forte di gente,ch€ ur capitano,& che ui rtanno: poiché fi leg
F-ià d'Vec§^*^^^^'^P^'^'^^'"'^'^^^^^^^'"^°^"^'^'^^^^'^P'^°^^ "^^ vn'Mar
chi Maicoco Aponioeflereuifsuto in Rimino perfino i 5 o.anni,& una
Aponio donna per nome Tertulla,e(Tere uifsuta per fino à i 3 7 anni\&
dona Ter- ^"^ tempi noftri,cioè del i 6" 1 i. vno per nome Battila da Ca-
B^ntifta da ft^^^^^^^ "^^^^ Parochia di San Bartolomeo , nella contrada de i
Caftel lea- forni hi hauutodi uita 1 o 4. anni. Et una donna del i 6 i z.ha-
le donna bitante nella contrada del fiume nel Borgo di San Giuliano per
,^iÙ(mci3L nome donna Giouanna Madre del Paron Giouanno pefcatore
T^^^jvi'^d" pfffo"^ ^^ bene,& bone, e campata i i o. anni; fi che facilmerr-
della fan^tefì può credere l'aria edere falu:ifcr2,& bona;,eicampiCcome
xà è la tea) fi sa J fecondi.
peranza Appreflo né Fiumi,perilpiù,ch e queflo, non è forfè dadefi-^
del man • ^crare,perche gl'huomini nati in (\ perfetti aeri , & alleuati , co»
jiarc . ^^ iianno in luoco di cattiuo,ò di mediocre acre, s ammalano,e
fpefibfi moiano^perilehe't^l'huominidi quefia Citrà,non pofio-
, no commodamente,nè efercitare la milicia , né la mercantia,ne
Impedirne ^^^^j.g i^i offitij:per che in fimiliefercitij , bifogna andare, per \X
ìiuoQana. Mondo,& habitare,hora luochi di bona aria,& hora, di catriua;.
Finalmente tutte k conditioni, che fono ftate propofk in com-
patibili à queflre quattro, tutte fono di molto manco Kaiportan
zanche effe quattro; hora à me pare, che quefto noftro Sito di Ri
minohabbia quefte quattro conditioni.
Ha la prima, per efiere apprefib il Mare , & hauendo il luoco
ConditioD ^g| Porto, il quale ha fatto, fempre la bocca del Fiume Maree-
pnma. chia.con l'aiuto peròdell arre facendofegli dei Morii,come fece
ro già i noftri antichi, impercchc,recódo che io ho udito.dire già
da alcuni noflriuccchi, in quefto Portoni enrranano ogni force
G^bh' ^^ de legni,e infino à Nane da Gabbia, con. e fi uede , infcultura nv
'^' San Francefco nel Piede ftallo della Capella dì San Girolamo,
Et aw;o in Pittura . Ecfileg^e ^che P. Sempronio foggroga ti
L>i Rafael^ ^dìmarL >
il Ré di Sicilia fecondo Liuio ( dignifsimo , & Eccellentir-
(ìmoHiftoriographo , nel Tuo duodecimo libro, & altri Juetì-
ne con diece Nane, per uedere quefta Città di Rimino. Et io vai
riccordo , de hauer ueduro inrrarui buoni nauili i uele piene.
E però, ancor chefia,guafto, potendofi rifare in quel modo ,
ch'era anticamente , eflendo hora il medefìmo Mare Adriati-
co, è la medefima bocca del Fiume, come di fotcodirò, mi
credo certo,che quefto luoco non manchi della prima condi-
tione .
Che habbia la feconda, tutto il Mondo lo confeffa, perche o-
gn uno dice, che queftoè, il più bel pafso d'Italia, & perciò
innanzijchefi facefle la uia Flaminia, come afferma Tito Li-
uio Padoano, elladauail nomea tutta la Prouincia, laqual fi
chiamaua Rimino, equiui fi batteuano monete d'ogni torre, p^jQngjg
cioè, di Rame, d'argento, & oro , come fi fuol fare ne i luochi d'oro , &:
principali delle Prouincie,fe bene al prcfente, feneuedanofola argento .
mente alcune,di Rame,& d'argento finifsimo, cóferuare per me
moria,^ deuotione di San Godenzo Vefcouo,e Padrone di que
ila Città '. Qiial per la Santa Fede di Chrifto NoftroSigno- In pronto
re fii Martirizato : Nelle quali , da una banda , ui è , il ^^l fanto^
ritratto d'effo Santo con lettere, 61 dalaltra, una Croce eoa ^^'^"^^^2^
le lettere, che dice. A Rimino . Di qui fi può cauare, che que laCittà.
ila Città fofse, come difopra , capo della Prouincia , che da Prouiocia
lei pigliauail nome, come per confuetudine, fifuol fare che^liRi^^ioo,
però forfe, come,fidice, è creder dobbiamo, effendo mandato
ilVefcouo à Rimino da Papa Dimafo, fu chiamato Vefcouo
Pentapoli, cioè di cinque Cutài perche quefta noftra era capo
d'altre qnarcro, e qui ben fi può comprendere la fua Nobiltà,&
& Antichità. Mutò poi il nome fotto la Felice memoria de Adria
no Pontefice Figliuolo di Theodoro Romano per caufa delle
guerre di Pipino Rè di Franciai& de Longobardi al tépo diCar
lo Magno, e perche la noftra città di Rimino inficine con l'altre
di quefta Prouincia vniramente fi erano fempre dimoftrate tan«
to fedeli con l'arme in mano alla Santa Sede, è Popolo Roma-
no,& arditamente haueuano combattuto per quello,& per il Po
tefice Santo : Il fudetto Pontefice infieme col nouo Imperatore i^qJo„-
Lodouico Pio volfero,che tutta quefta regione folfe adimanda- Pio imp.
ta Romagna , & così dall'hora inquà fempre è fiata nominata Romagna^
cofi,che tu l'Anno DCCLXXV. e pereiTere quafi in mezzo noua.
d'Italia eh' è la più celeberrima di tutte le regioni d'Europa, per
die
i sito Rìwhe/è Libro Primo.
che fé bene la parte d'Italia è per due volte longa verfo il Regna
di Napoli di quella ch'è verfo Lombardia , è tanto larga che fu-
plifce alla longhezza dell'altra, & per effere nel fine d'Italia pri-
^'^'n edl"^'''''^*^l"*^'^^^^^^^"^^^^^"^'P^ de AIemagna;ediFrancia.òfra
TrancU. i Colliapiedi diquelle,è fra l'Alpe del Monte Apennino.ò frai
Colli a piedi di quelli, è fra i Monti di Pefaro,è fra il Mare A-
driatico ; e perche quefta parte piana è larghifsima nel princi-
pio cominciando dalle Alpi di Alemagna, e di Francia, e dal
canto dal Mare Adriatico comincia d'Aquilea, è dall'altro can-
to comincia al principio dell'Alpi del Monte Apennino,lequali
cominciano nella Riuiera di Genoua , di modo che piglia nel
Pafsi di principio tutti i pafsi, che fi viene d'iftria, Germania, e Francia,
^"°'^"'^' è conduce tutti quelli,che vengono da dette parti, & tutti quel-
lidi detta parte pianai Rimino : perche venendofià ftringere
à poco a poco detta parte piana infino a Rimino, nel qualluo-
co none più larga, che il territorio di]eflb^ fono sforzati à ca-
pitarci volendo pafTare più oltre per il refto d'Italia . Ch'è mi -
glia numero 2550. dal Fiume Varo fino al Faro di Mifsina al
la Città di Reggio di Calabria,fono miglia numero p 2 5. e da
Reggio dal capo d'Otranto miglia numero 270. dal capo
d'Otrantoà Venetia miglia numero 555. da Venetia al Fiu-
me Arfanell'Iftria miglia numero 1 5 o. dal Fiume dell'Arfaal
Fiume Varo,cofteggiando Tempre i Monti delle Alpi già detto
miglia numero 5 7 o.la longhezza d'Italia, cioè dal Fiume Va-
ro alla Città di Reggio miglia numero 927. la fua larghezza,
cioè dal Porto di Talamo fino à Rimino miglia numero 193.
Computo per ciò più di tre quarti longa che larga ch'è fecondo computo
del Rofac del Rofaccio . Ogn'vno molto più volontieri fé né pafTa per Ri-
<^'°' mino, che per altra ftrada,faluo che fé alcuno bell'umor, per dir
così, di proprio capriccio non voleiTe andare per l'Alpi del Mon
teApennino con pericolo d'incorrere à qualche precipitio,arri-
uato à Rimino fi hanno i pasfi commodi per tutta Italia: Perche
fé (\ voi andare nel Regno di Napoli,ci è il pa/]bperla Marca
alla piana: Se f\ vuol andare alla volta di Roma, ci è il paffo per
Fclibmbrone, paflb eletto, &bene commodato da Tito Vefpe-
fiano,cofa in uero molto marauiglicfa fatta con grandifsimo ar
tific!0;&: fpcfa nel durifsimo faifo con ferro , più di cento piedi
di longhez2aj& dodici.di altezza, & larghezza nominato il Fur
lo:Vièancoil pafTodiMontefiorejè d'Vrbino;Sefi vuol andare
inTofcana,vièilpa(roin Cafantino dalla Valle della Maree-
chia:
ciiia:!aflb tanti altri parsi,e cornerei come dì tuttala Montagna
di Romagna,edelMontefeltro,evna parte dell' Vmbria, le gen
ti de* quali luochi fé vogliono mercantie bifognache pafsino
per Rimino per andarle à Tore: Anzi dirò meglio,che fenza an»
daraltroue,hanno bonifsima comodità nell'ifteffa città di mol*
te forte di mercantie , che non fi troua facilmente in altre città
circonuicine , come fono merciariejDr«garie,che dirò poi dell*-
Ferro,e del Ramo,che fono sforzati,etiam che non volefl'ero ve-
nire à Torlo à quefla noflra Città di Rimino'^delle cofe poi per
tinente alle fpeciarie medicinali forfi porta il vanto fopra molte
altre Città d'Italia.Vi nafcono anconaturalnrente molti fempli
ci medicinali:Referifce Plinio nel vigefimo fettimo libro,che in-
torno à Rimino,^ anco per la Città ci è vn'Herba nota"; la qual
chiamano Refeda,chediflbhie ogni raccolta, &inf]ammatione,
laqual io conofco , & ha le foglie longhe, & larghe affai à guifa
quafì del Dragone.Similmente fi troua intorno à Rimino & an-
co di fuori in luoco furto, & magro vna forte d'herba Emoroida
le,che ha gran virtù contro le Moroide, come dice il Dorante fo
glio 2 5 o.fe mal non me raccordo,& altri,laqual , ho imparato
conofcerla,fà certi bocoletti fimil,al miglio,ma lóghi,e fiorifce al
fuo tempo . Ancora vicino à Rimino fi troua vn Sempli-
ce di grandifsima virtù per i dolori di corpo, gioua molto al fto-
iraco,erifoIue la vétofità ha a/lai più forza, e Veementia de! A-
nefo,& Cornino chiamiato,Ameos onero Ami, nehòtrouato di
queflo affai fopra la Città di Fano dalla banda del Monte vici-
no alla muraglia, & altri,come bé di ciò né fa tertimoniàza l'Ec
cellétifsimo Mattiolo nel Tuo commétario fopra Diofcoride, do Leggi il
uè ragionando dclli giardini de femplici parla inqueftomodo ^i^"^''*
nel libro Primo, Che dirò io di quel de M. Giulio Moderati del* "^ '^Sa
la Città di Rimino,non altro ueramente . Baccarà.
Se non che fia uno de belli , e famofi d'Italia; imperoche per
quanto ueggio per il Catalogo delle piate, che ui fi trouano, par
mi,che fi poffa connumerare, anzi anteporre à molti delli altri
da me ferirti . Quello dice il fa mofo Semplicifta, &mafsime
pereffere il paefe di fua natura abbondante d'ogni forte di fem
plici buoni come fi sa , che in altri luochifi durano fatica tro-
narli ; perciò la felice memoria di Papa Pio I V.bene informato Pìns4,Pon
fopra quefta uerità, per honorare,& rimunerare quertalllurtre"^"^**
Città gli concede priuilegio, che li noflri honorati fpctialinon
haueilero da efiere uifitati da Protomedici, che uengono di fuo-
ra
f sito Rìmhe/e Libro Primo :
va via, ma folamente da i noflri EccellentiTsimi Signori Medici,
dell'iftelTa Città, fotte la<lata di 20. di Genaro 1 5 6 i. confirma
to anco,daIIa Beata memoria di Papa Clemente ottauo:si che,fi
rede, che a pieno ella é dottaca,della feconda conditione, com'è
notorio àciafcuno.
Terza coti- Che habbia la terza,lo fano non fiiol tutti quelli, che fono fta
ditione. jj in Rimino:Màvna parte d*Italia,ed'Iftria, & de Schiauonia,
c'hanno goduto,& godono, della fertilità della Diocefe di Rim t
no, ma per dirne qualche cofa; dico che quefto loco ha prima,la
Federico pianura d'Italia, verfo Romagna , che arriua infino all'Alpi di
glonofiflì prancia.e d'Alemagna,come già,sì è detto.ma parlando folo del
Tàtot^ìió- ^2 ^^^<^^^^ <^i Rimino,come se moftra per il decreto del Inuìtifsi
mano. mo Imperator Federico , ch'è vn Fiumicello antico, termine tra
ritalia,elaGalliaCifalpina,douenon era lecito ad alcuno ar-
mato pafla re per venire verfo la città di Rimino , fé non uoleua
efler giudicato inimico del popolo Romano , & perciò leggia-
mo,che tornando Cefare Augufto di Francia, con il fuo efercito,
vittoriofo trouandofi in Rauenna,ftando a vedere publici fpet-
tacoli,& gioco,de gladiatori, &doppò il conuito tramontato il
Sole,di nafcofto,fece torre i muli ad vn mulin , vicino è metterli
à vn*cocchio,doue entrò con poca compagnia, & cominciando
à fmortarfi i lumi fmarì la ftrada & vagando finalmenre.appref-
fo il giorno trouò una guida a piedi, fcapò per ftretti fentieri.ha
«endolo fcguirato parte delle compagnie fparfi fina ai colli vi-
cini;perche, lui haueua tenuto la ftrada tra Rauenna.e Rimino,
verfo il Mare,arriuò al Fiume Rubicone, sì fermò alquanto con-
Rubicone {^derando, quanta gran cofa, fi metteffe à fare; Et volcofsi a quel
"™°* ■ lijche gl'erano uicini,& difse ancora , poisiamo ritornare indie-
tro;Ma fé palTaremo il ponte,bifognarà far'ogni cofa con l'arme,
che fera principio, de'mali à tutti i mortali,e fé io non paflbjferi
principio.de i miei mali,ch'e/rendo l'opinione d'alcuni fcrittori:
Curione Curione oratore Romano molto eloquente,& trij^uno della pie
fcacciaio be', fu con la fua eloquenza gran caufa delle ciuile difsenfioni,
da Roma efortando Cerare,a far quel paffaggio: Dante lo poncnell'Infec
da poirpc- no,fenza lir.gua,doue dice nel canto. X X V 1 1 1.
'^"'* . O quanto mi parca sbigottito .
. _ Con la lingua tagliata, nella ftrozza.
pe''nda,"& Curio che à dir fu cofi ardito,
maraui- Et tardando al paflare un apparue,una cola ftupenda, che vn
gliofa. huomodi fmifurata grandezza, bellezza, & marauigliofoafpet-
to
2yi Raffaele \4d'tmari, f
xo apparne dico al improuifo fedendo li vicino cominciò i fona-
re vnafampogna foauemence,al cui fono oltre i pa fiori elTendolf,
concorfo moki foIdati,& Ca«al!ieri,che vennero dalle tende,etra
loro trombetti pigliata vna tromba da vno ali improiiifo ; pafsò il
fiurne,& co gran fiato fonò la marchiata dell'efscrcito andando al-
l'altra Ripa.all'hora Cefare difse,che ^ vada doue moftrano i mira
coli de gli Dei,& l'iniquità dellinemici.ne vi fi penfi più già.ebirc
tata la forte,& così Cefare fi deliberò di non andar folo à Roma
perafsicurar la perfonafua per tutto quello, che gli fofTe potuto
auuenire:Et in quel punto,& loco dicono gli Hiftoriographi, clic
cominciò la Monarchia delli Romani in Giulio Cefare . Pafsò il ^ j^^^j^^^
fiume dicendo,qui laXso la pace,e le violate leggile feguito tè ò for i^' Monar-
tutia; & in vn tratto correndo arriuòiRim'ino, circa il leu.u del eira delli
Sole con trecétoCaaallieri & cinque millafoldati. la giouenrù di Ronuni»
Rimino fuegliata al rumor delle trombe , & al (Irepiro de tambur-
ri de' foldati pigliò l'arme ruginofe per la longa pace , cominciò à
voler far di lorproua:Qiiando poi s'accorfe dell'Acquila, & delle AtqtnUs
infegne Romane,e viddero Cefare in mezzo delle fqu4.dre,monta Luctiai,&
to fopra vn feggio eminente in mezzo quafi del fot'o della Citta, Ci/Anm
che parlaui efortando i foldati a e(fer diligenti alle cofe di guerra , *"' "'''^"'
reftorono ftupefatti , & attoniti di tal cafo , lamentandofi d'c fere "^'"'^^ '
fica la lor Città, che bifogna^Te fopportar i trauagli di tutte le guer
ìCerterne, 6z interne , come ben deplora Lucano ne i fuoì verd al
libro primo a folio vndeci.doue dice.
V male vicinis hxc mxna condita G^xllh r KimTiT» cit
0 in[l'. 'Limnata Ioco:oax al caper ornoe : '^ ^^ ^^'^'^'
Et irunfilhquicspopiuov.rWiprsd-tfuremfWì^ F"* ^gS
Vnm:iqHe ca TÈrafimas: me lìm for timi dcdJffsi
O'befuh Eoo fedcm:
Trouò i tribuni fugiri da Roma,& fubico mandò Ambjtfciatori
a Pompeo Magno, acciò che C^ liberaffe Roi-na , di l'Italia datante Ttmof "^
difcordie .Grande fu il rimordi- Pompeo, & del Senato: Pompeo ^l'^^Jf^L
rifpofe,che fé Cefar*e fi partiiVe da Rimino,c5 le fiie genti, e fé ne arp Z^ .^^
datfe in Francia, egli poi fé ne andaria in Spagna:i1 che non volen
do far Cefare, mandò Marco Antonio da Riminoà Regio con eia
que fquadre, & edbreflò in Rimino, ©rdinando le cernite di Pe»
faro,Fano,& Ancona:Partitida Rimino, Cefare facendo Ta rtra^»
da della Marca, & acquillatola , feneandòad Afcoli , tutti fugr
§!uano,intendendo che Cefare s'auicinaua , hi^gì di Roma Pom^
pco, Marcello fuo Collega, 6c moki altri del Magiflraco: In quelli
^ giorni
la S ito E imìnefe L ibro Primo,
giorni li venne l'otcaua legione, & ventidoi fquadre delie cernire
di Francia.ó: trecento huomini d'arme,mandareli dal KèHcnrico,.
chenèfeguì poi quello, che fi racconta dalle fcritture Hiftori-
che.
Poiché fi è fatto mentione del Fiume Rubicone, termine del-
ritalia,& della Gallia Cisalpina, k ben ciò da tutti IHidorici , &
Anni LUCA altri fcrittori antichi, & il cómentatore di Lucano fodetto dice,che
m BilIori.YiQ] porto di Rimino uicino al Rubicone ancora fi trouaua unata
uola di marmo;nelIa quale eran fcritte qfte lettere..Imperator. Sute
mìleSifiue Tiro armatus ^uisquìi jtUnCyV€x\Lium arffiaq'Ae dtpomio : ncc
atra h une amnem armi,fignane tradmno , <^ fìquii cantra fccerit bcflis
dijui'icabìtur populi f{oman',nc ft arma contrapitr'um tultrn^Wnatcfque
*Deos abrxtdtruièi perche in quel luoco proprio del editto nò fi po-
tcuano conferuare l'arme per elTere alla campagna, fi faccuano
, . portar fino à Rimino come città più vicina al detto fiume Rubic-
del^cT Dei cone;doueera il luoco,cheficuramenre Ci confcruauano: 6^ perciò
inuictifsimi- ^ domandaua la Città nofiira Armario, cioè loco dalle arme del
Remdntrìi popolo Romano, & teneuano le munirioni delli armamcnri loro.
imperatcris Nondimeno mie parfo bene inferir qui il Decreto fàtrodaPa me-
ftmperAH' moria de Federico Imperatore fopra ciò,ilquale fuonain quefte
5f' "17 parole..
eilià Re^it
itoriofifii. In nomine Santìffimait & tndtn'du£ Trinitatìi , & B'^atx , argloriofa
Virgìnìs MariiiyC}u£ augeat rìtam Domini Federici l'npeiaofis jinno UO"-
tninicA Incarnationis millefnno centtfirnofexagefimoocitiHOfdie rencrir
dechnA Kal.»4priiis IndiCiione quinta decima .
Quapropternotum faclmar onìnìbus Impcrij fdelìbuif pnfcnvhus , &"
fiiturispn lialiam confiìtutis:fidtl:buinoftri$ ciuihui ^rìminen Imperia
lis auU conlìutt:us totum commitatum y& d.fìriCium [uum ficut ir^bit
Rubicon vfque ad mare àUtere Cefend à latere Vifaurì ufque ad fogiiam,.
Ù" Kiminen liberam poteflatem mrram lurifdiSfwnem toncedìwusy'ri ha-
beant tneram lurili\tfwncw^& potifta^em pertotumjuum comm'itaturn,.
ytdeffgnatum efi in omnibus caufn,<!^- querelis, tam iiu'.Hbu$,quam Cìim
nalibus.&in bis, & omnibus alifs ad lurifdièìionem pirtìnencbus , //f at
qu(g ciuitas hibet [uum CQmmitatum'^& difirì^um fiatuentes^i^ p.m'vet
pr^cipientef^vt nulla prorfus Sacri Lmperijpcrjonaprsfentem hanc nvjìrf
conTìirutwn's pagmam audsat violare, nec aUqwb.facietiarurn, & imuìiia
rum calumnijs attentarCyfcd poficam ea omnih.nofìris fidcUbuS) & (tu affo
dbus cammendatam cjle uoÌMmus,& acceptum y<Q fiaUcui tieialiquibut
ììicrt.o*
tìM»'
*2>i Kafaele t/idìwarh
tx
tnemorattéM commttatum y uel lurìfdì^lonem conceffiinus * velalìquoejl
4oncelfiimi€umtamqi4ame\veleìsproyfuSj & in omnibus auferimus , &
datìonentt & conceffionem illaminfmgimus ^ & quiuerohxncnofiram
conce ffioaem violare pr^fumpferìty mulcteturpana vigintilibrarum auri,
medietai (itnobis,aliamedietasi4nivnruerfttati ^rimineninferatur.^
Et hoc aaumfuit in domo Epifcopi Crimini in proemia Cbrifìiani Ma
guntinifedis Anhiepfcopiy& Filippi tolonm Mchiepifcopi Godio fnddì
^uU imperialii iancelUrijyComius Vandulphi de Salado Epifcopi Buca'
hauerfa,& luliani, & Taridis de Al a -'.T et toni ludiche & nmle FertA-^
cijy& Magalotti.
Ego Morandm Sacri Talatij Sot.proulfione Domini Federici imperato-
ris hanc conceffionemfcripfi.
Hora per ritornare alla fudetta Diocefi di Rimino in quella pa r
te.doue e pofto il Rubicone fodetto, vi fono campi da grano così j^^^j^^^^ ^
fertili, che il grano, ilquale fi raccoglie in cfsi, fé non fofTe portato ^^q^jq/
altroue fuor di detta Diocefi,okre al bifogno di Rimino,e di detta
Diocefi,feria fufficienteà mantenere vn*altro Rimino :hi poi dal-
l'altro canto vcrfo la Marca vn'altra pianura ,che fecondo detta
Diocefi arriua infin a i Monti d'Vrbino,& di Pefaro di campi così
fertili.che il grano,ilquale d raccoglie, in esCi non fofle pur portato
fiiori.faria futììciente oltre al bifogno di qnefta mantenere quafi
vn'altro Rimino, ha poi di fopra verfo TA pennino molti co^l J ^^("pertilità
lì,è fra alcune vallette, e pianetti , e più in sii alcuni monti non^ di ^^^^ q\q,
{afsi, ma di terreno, oue per tutto fi raccoglie del grano afrai,è fé cefi di Ri-,
non più, almeno per la baftanza di quelli', che in detti luochi hab.niino.
bitanoMJchenon è poco: perche detti colli, e monticelli fono pie-
ni di ville,c di Callel!a,come in parte fi può vedere in quefto mio
difegno di derra Diocefi: circa alla fertilità del vino,lo sa ogn'vno,
che quella Cirri nollra manda fuori più vino, che forfi alcun'altra
Città della Chic fa, e che fianobuoni,e perfetti, oltreché ncfàtefti
monianza Venctia,Schiauonia,riftria, Pefaro, Fano, e Senegalia,
(che non è poco à dire) Ancona, Ferrara, Rauenna, Forlì, Faenza,
Jmola,& a kri luochi d) Romagrra, & tutti l'aUri luochi, oue è por
tato,e molto nìigliori feriano, quàdo foffero più aiutati dall'artifi
ciò, erme fi coftunia in moiri luochi,che bolilTero nelle grafpi non
medi due giorni ò di tre innà2Ì,che le faceflero piftareà fatto; ac-
ciò, che pigliafiero maggior forzale bota in particolarfopranoi,an
co ; ;\ le n.ór3gne,che vìano tal arte di far bolir i vini nelle grafpe in
più l'patio dì tcir.po,ch£ caufa poi non 1' hauer a mouer pm per tra
* * ^ ^ B 2 ualarli >
IJ
sito %njìnìfè libro TrìmT.
ijafarli, che non è poco . Reftando purificati fc ftefsi per ki caufa
fodetta.ancoraeffendopofsibile, fé indugia fìTero à cogliere l'vua
doppò almeno la quinta decima della Luna; percioche i uini ài*
uengono più potenti , & più fi conferuano , che non fanno al ere*
fcere della Luna : caufaria,che feriano molto più fani, & di più du
rara purificàdofi indettegrafpeè beuédone nócaufarianomaleal
cunojcome fanno i torbidi. E uero p la gra quatità fenza gagliarde
prouifioni delli Illufirisfimi Sig. Padroni, non fi potrebbe mai mà-
dare in eflecutione tal cofarpotria béeflere.che quefto poco moti
no in particolarfuegliaflealcuno,che per hauer la detta arte accó-
pagnata dalla bota dell uue,& da i luochi iftefsi trouarebbe gràde
. accrefciméco di bótà,come alcuni particolari hanno fatto fin'hora.
la^ Ckta^cli ^^ ^^^ ^ ^"^ ^^" dire,che anco in quefli colli,habbia habitatio-
Niflj». "c Jl l^Jo Bacco,che fu della Prouincia d'Arbia della Cittàdi Nif-
fa con le ninfcjche la leuò per elTere colli Vittiferi,& di chiari fon-
ti abbódcuolijcome C\ dimoftra la figura di Bacco, bella,gioueniI,
fi allegra , perche il uino beuuto temperatamente fa gl'huomini
lieti, giocondi & di bon colore: Fugendo quell'altra figura del Dio
Bacco, CQ luga barba,& orgoliofo ciglio,che dimoftra , che il uino
beuuto fuor di mifura,& intéperataméce fa gl'huomini terribili,&
iracondi, come uien affermato da Aulo Gellio,che la Dona, che be
uefleuino fofTecaftigata come fé hauefle commefso adulterio.
IgnatìoMe Vn Romano chiamato Ignatio Metello ammazzò fua moglie,
tello. perche la trouò>che beueua uino,& fu liberato da Romolo primo
Ré de' Romani. Vn Imp.di Germania diceua, che per nóbeuere ui
Impera tot no l'Imperatrice fua cófortenon fé ingrauidaua,& che gli fu detto
AlenDano . j^^ lafciaHe beuer, che di lei haurcbbe figliuoli per hereditar l'Impe
. rio,dific più prcfto uoglio hauer moglie fterile che ubriaca .
tefe! " ^^ dimofira nel cario di Bacco tirato da Tigri,& da Pantere,che
fono animali feroci, & tenibili, & che leggiermcte faltano,come fo
uenre fanno glhuomini rifcaldati dal uino, & come faceuanolc
Bacche folennizjndo le fefte del lorDio, ilqual dicefi, che fofTeun
Sette Capi ardito Capirano,^' di gran iialore,& che iopgiogafle dinerfi na-
toli iniiio noni, nondimeno , non tanto per quefto hi celebre il nome fuo ap-
labili chi prcHode gli artichi, quanto, perche hi creduto ritrouator del uino.
tuftodifce Sette cofe erano inuiolabilmente ofieruate fra le donne Ro-
fua cu«o- "^^"^ ' P^'^'^'' PO<^o nelle fefle, mangiare fobriamente ne conuit»,
difce l'ani f^^" beiiere uino,ersendo fané, non parlar fecretamente eoa
ma fua. hr.omini, rrn alzar gl'ccchi ne tcn-pij , non ftar molto alle fene-
Prouerbii. Are,& non ufcir di cafa fenza i (noi mariti , & colei che quefto or-
1>} Raffaele tAdmarT,
u
cline non feruaua era per infame riputara,5i: perciò per far qualche DueFóta-
demonftratione di honore alla palfata di Papa Clemente otcauo F.M. ne di vin»
fi fece fare alla Cattolica dou'è il primo ingreffo del Territorio di Ri
mino dal Senato della Citta noftra due fontane di vinouna ro^o, 6c
l'altro bianco t medefimamente dentro della Città innanzi al PaJazzo
deirilluftreCommunitànoftradou'eraallogiatoil fodetro Pontefice
ne fece fare un'altra di vino biaco di tal bota, che molti delli Bottiglie
rideiriIluft.Card.ch'eranocon S. Santità ne pigliarono li fiafchi per
la bocca ifteffadeiriUuftr.Card.Ior Padroni, fentédo che fuperaua di
bota graltridalorguftariinuarijluochi:fi proua ancora p ragion na-
turale, poiché nafcono in queftì colli è móticelli aprici , e fpicati,oue
il Sole può battere da ogni bada di tal forte , che par che a porta fiano
ftati fatti per vigne:3jper le vene d-ella terra a ciò appropnate.Et il da
rio poftofopra il uino frutta airilluf.Cómunità affai bene.Chefiaàbó q\\qA[^,
drited'oIiod'Eccell.bóràlosàil Morefeltro,<?c il refto della mótagna, quifita hi
fopraàelToiChe no fi ferue d'altro oliOiChe di detta Diocefi,inpartico tà.
lar losà,d:guftalacittàdi Rauéna^óc altri luochi di Romagna fino à
Bologna,doue fano particolar diligéza d'hauer di quefta forte d'olio,
è cheauaza à quefta Diocefi, i colli della quale fi uedano tutti pieni di
oliuifeguitandoqueftaRiuiera per fina à Fano, la qual città fu difefa
da Pietro Polano Prencipe d i Venetia dalla gu erra, che córra qlli face-
iianoi Rauennati.-iTxrmantenutain pace coirimperaror Greco l'Anno
della Chriftianafalute 1135?. i quali fanefi per benemerito fi fecero tri
butarij de'Sig.Venetiani in mille pefi di fimil forte d'olio, 3c dì certa
quatirà di foldati,fapédo quàto li era grato l'olio de' colli di qfti paefi.
Che fia abbódanre di tutri l'altri frutti buoni, de efquifiti fi uedcper-
che oltre quelli, che cófuma la piazza, & fuori la Diocefijfi uedeogni qj.-^j j-h-
dì carecarfene Barche perVenetia,i.S: altri diuevfi luochi di diuerfi frut (^,j.^^ ^^j
ncominciaiidofidi Maggio dalle ceiefe,infino all'Inuernata. Fano.
Che fia abbódante d'ogni forte di poUimi, prima fi vede per l'oua che Polami "'^
efcatio fuori perVeneria,& altri luochi,che il dariofopra effe importo Oua ; del
frutta airilluf.Cómunita di Rimino no poco,olrreqlle,che fi cSfuma 161 5. nu.
per la Citta, &:d!Ocefi, ondebifognadire,che fiaabbódàtedipolami, 4 ^ 3 5 4i.
che rtarò io a dire delle oche, poiché bafta il prouerbio eh' è in coma
ne ufo antico, l'oche da Rimino,rono ancori altre forre di Polami maf Oche Co-
fi me di colombi di colombara, (Se alrri è poi abbondante d'altre beftia lombi.
me,come fono Pt'core, delle qualifeneuedono piene lenoftrecam-
pagne,(Sc di più di ciò ne fa fede l'abbondanza dei Marzolini, che di EfquiCti
■qui vanno in molti luochrprincipali d'Italia, &: malllmamenteneir- Marzolini,
alma Città di Roma, & in Vcnetia fono apprezziti aflrai,(S(: in qualun-
que altro loco, oue fono ftati portati anco fuor d'Iralia. è finalmente .
abbondanrt di rutti l'altri animaiida macello, & inparticolare ,fi ^^or^adel-
può Cio vedere per la gran quantitàdi carne falate,di falcicciotri, '"A ^alcic
^ di porci uiuijchc fono condorti fuora per marj&pcr rerra,de pefci ^'^'".»
'-■ -'^-m.» Zitte y^ •* rw-4x«f«n»^ ■ ei^^'^ orfe
f ' , • ■ ? ■
14 Sito Kimim/è Libro Primo*
poi noti accade d dirne eflendo la Città apprefTo il Mar è iìumi
mafsinrcnelli mefi di Aprile, Maggio, Settcmbere, & Ottobre,che
in quefti per ordinario fa il fuo paffaggio, & fé ne pigliano le bar*
che piene,che alcuna volta per la grà copia,fe ne da per tre,è quac
tre quatrini la Iibra,ch'è d'onze dieciotto,& anco per manco,e ab
bendante anco di legne: perche come fi vede ci fono molte felue,&
bcfchi,6i perlaDiocefi,olrrei legnami, che fi hanno dalle Roue-
rc, & dalli oliui,^ dalli olmi, che fono per i campi, & ne i greppi
delle vie,fi che fi può dire che poffa ftareà parangonedi qualun-
Terza con *^^^^ '*^^^^^*^^''^ ^ ^^^^*'^'^^^*^"^^^ ^^^^^ conditionecompita-
dinone. ""'^"^c fij per cófequentia fia habitata dalle ninfe Driade,& Ama-
driade.che accompagnano la diana Dea della caccia , laqual fuol
edere tanto grata a gentilhuomini, & à Plebei, & in particolar à
quelli della noftra Città .
. Laquarta,& vltimaconditioneà me pare, che ancor q uè fta fi
ne^m'aru. V^^^ dire, ch'ella Ihabbia: perche oltre gli altri fiumi i quali corro
* no per la fua DJocefi,è danno tante ccmmodità come comincian
Ventena ^^ ^^ ^ monti di Ptfaro per la Ventena,e poi la Conca,laquaI è af
Conca. fai gro{Tofium.e,ilqual per coriere con gran caduta, fé necauano
tanti e cefi fpesfi canali da Molini,che ballano per macinar à tutto
il monte,e il piano della Diocefi di Rimino infino a' monti di Pe-
faro da quel càto,okre che fé né cauano molte altre cómodità,co-
me è per le fornace di calce é di matoni^nel qualfiumefene fanno
n;olte,e masfime per la commodità delle felue di Fagniano , & al-
tre:e per adacquare alcune terre. è fé ne potriano adacquare più af
fai giù alla pianura,fe vi fi aggiongefle l'arte. Non molto lontano
ci è poi il fiume Marano il qual ancor c'habbia poche acque, fc nò
quando picur, riétediir!eno,neha tante,che ferue per macinare v-
na pane del tempo ai circonfianti.è fé necaua vtilicà per leforna
a e di calce,è di Matoni.Vi è poil Aufa laquale paflfafotto le mu
Maranoiìuj-a(jp)ja(..ifra\iaquale ancor che fia picciol fiumicello, nientcdimc-
Avu. no fcmprcMià alcune poche acque chiare, le qual G potriar.o con-
durre nella Città à molti effercitij, ferue però affai per le fornace,
che fi fanno à Sjrauaile, le quali non fono poche per l'abbor.dan-
:SaraDa!le.2a delle li gne, the fon li vicine fui territorio di Rimino, ilqual pe
tcfeimpcuerifce affai più d) quello,che fi crede.
Vie poi f ufo verfo Romagna, ilqualfebene none fiu;ne gran-
Termine de, nicnrfdin.enooltre,che ferue per moke fornaci, che fi fanno da
il'lialia. qi^j ^2 Sant'Arcangelo, è ftato molto fognalaro . 6: nrminaro dd
tutti i fcritccn antichi,dcue da loro fi è trattato dell'Italia antica,
Dì T^ajfaele ìA dimori j r
&Jeifuoi termini; perciò che none dubio alcuno per quanto fi
raccoglie dal luoco ifteiro.dalle veftigie d'vn antico è bel ponte di
pietra è horafi vedono,dauacommodità dipanar detto fìume,&
anco dalla opinione di molti boni fcrictorioneruati,& parti de-
dotti dal M.Reuerendo Padre Fra Leandro Alberti Bolognefen©! FiaLeàdro
la defcrittione della fua Italia folio i^d. a tergo, che quefto fiail Alberti..
Kubicone antico, termine già d'Iralia,chc sbocca nella Marina fot
tolìelaria, & che il CafalclVè uicinoalle veftigie di detto ponte fì^ ^
chiamaua Liifo, cioè, che daiia luce,& auuertimentoa quelli,c'hi-
uelfero voluto paflare armati con foldati, oltre il detto riume, che
nópallalfero ^elTere cótra il decreto del Senato, & popolo Roma
no, il quii Ofal poi dopò la venuta di Chrifto Moftro Redétore,
éc che fi e ampliata la Religione Chridiana, efséJoul flato fabrica
ra una Chiefa Parochiale,in titolata S.S.Vico,è M odeftj, la deuo-
rionedeq'ìi SS.Martiri,hàdatoiI nomea dertoCaral?,cHen5s'in SS viro
téde|p altro, che p lacótrada di S>Vicc,e ModeAo; reltò poi il no- Modeai,&
me antico di detto luocoalfiume,chefi domanda hoggid'Ancora^''*''^'^''*
LurOjalcunoaltriGlufo per corrutti:jne di vocabolo, fc bene a' té-
pinoftri nonfi vedano le tauole del editto m.elfouifecofndo li ferir fr^Ko V
tori dalli Romani per far noto la lor prohrbicione, ma altri haué- popoloRo
do fitto intagliar a' tempi no (hi detto editto, l'hanno poflo doue aìi'no.
riè parfo poter moftrar che fo(Te,m3 torfe l'amor della propria pa
tria ti potriahauer ingannati , efiendo ftatoperlongi temp ual
luoco incognito per il mouimf nco , & slongamento di detta Pro Rubicone-
nincia, poiché fé il Rubicone folle ftaco cosi vicino alla Città dì
Cefcna,conìe fopógono,fenza dubbio alcuno li f:rittori aocic'vha
neriano nominato Cefena,& non Rimino, per vicino di d<j cuohu
me, poiché de lì dou'è Prato polio modernamence detto edirto e
lontano di Rimino più di diecifette milÌ3,& da Cefena.mmco di
tre^perilche nelTun fcrittore antico haueria potuco far così notabil
errore in tanca longhezza di (Itada, poiché dicono, non P:ocul ab
Vrbe R imino. de per breuità non ftarò à dedurre altre ragioni buo
ne che m;hta aiTai la fodecca .
Di poi ci è Fiumifino fiume di Siueijnano ,il quii di ancora e{- /»""''/'"**'
lodi molte vcihta innanziychesboccain mare. ^^ ^
Vi è poi il picciol fiume hoggi volgarmente chiamato l'Argofa Argofa-
il qnal da qualche commodità per le fornaci , che vi fi fanno da
quelVi di Lonziao,& altri vicini.
Ec naal mente; vi è il Fium'cello detto Piinuello, ez darvuTgo FìfTafeUoò^
rA;gone,ch>; aicuni hanno tenuto cllere il Rubicone. Ma pafTan Argone .
do
T e Sito R imìmfe Lièro Tr'mo^
do così vicino à Cefena, in fpatio di manco di tremilia e chiara*
quefto non poter eflere il Rubicone fecódo la mente ditucti l'Hi
j . .- fiorici antichi comedi fopra fi è detto al proprio luoco del Kubi.
co l'miVà cone, alche aggiungemoancora,che ilfodetto Pwrarello, non fé ne
tello sboc Tcorre nel Mare Adriatico, come dicono i fcrittori dei Rubicone,
ca» maqueflo Pidatelloncnarriiia alrrimente in Mare, ma mette ca-
po in Fiumifìno-.tiitto queflo ho voluto dire del Rubicone,per mo
ftrare ]avarieta\più che(ìapofs;b;ledi quertecofeantidieolierua
te dalla uarietà de i-fcrittori forfi mal prattiei dì detto luoco , par-
lando Tempre con ogni humiltd è riuerenza^che deuo è poifo mag
giorei ma è affai meglio per la riputatione, & vtile della Città no
ftra, che ilfodetto ^Piflatello fìa tenuto per Rubicone, poiché la
fua iurifdittione fi eftende tanto più oltre, & cofì vicino alla Città
Dal Fiume nobilifsima di Cefena ; Eflendo che per decreto fatta, dalla Sacra
Xubicone. Maeflà di Federico Imperatore, che da me fi è porto al fao luoco,.
de rerbo ad virhum : gli dà ri t<^rminc dal Fiume Foglia fino al Riv«-
bicone:Ma forfì quefta varietà è venuta per caufa degl'antichi citr
tadini,che forfì haueriano potuto leaarla, fapendo la certezza del
]acofa,mahanno tacciuto forfì per veder l'efìto, che ciTcre fenon?
vtile ali ampliarione del lor Territorio, & perciò moffero poi lite
à Signori Cefenati del M. C C V. moflrando che il lor Territo.
rio doueua efTere per fina al luoco predette del Rubicone, per de-
creto,&c.
Si dice, che doppò non molto tempo Ir Riminefì prefero l'ai mi
WoHa d'arP^^^'^^^^'^'^^''-^"^"^^^'^^''^^ Cefenati , & diedero lor tma granf.
mi. rotta,nella quale reftorono prigioni miliia e ottocento in circa da
nemici,liquali furono condotti nel no5il Cartello di Santo Arcan
gelo,! Cefenati difpofti di vendicarfene,& di liberare i loro prigio
Bo!G<inefì "'» risofferò all'aiuto de Bologne/ì,& l'ottennero : li Kolognefi fa»
in aiu'tode peuano.che li Riminefi erano fauoriti da Fanefì,Pefaref7, Vrbina»
Cefenati ti, dalli Conti di Montefeltro,& Carpegno,& Rauennati, dubitati
c?o ^^'^^^' ^o del loro foccorfo, & aiuto : torto condurtero fuora jI Garoccio,
F^uor de ^ ^"^^^^ furono in fuo aiuto Ferrarefi,Regianiy Faucntini,ForIiuQ
Rixnincfi. fj^fe Bertanorefi. Fatta la maffa delle dette genti, edendo Capitano-
Generale il Vefconte, Pretore di Bologna, che con Tefercito pafsò
fopra Santo Arcangelo aU'improuifo facendo moki mali con le
£correrie,5i hauendo aflediato il Cartello , te datelo molti afl'alti
io termine di quattro giorni, lo cidufie in termine tale, che nò coni
parendo foccorfo fi rifolfero di venire à patti con querte condicio*
Bieche i prigioni Cefenati fafTero lafciaci liberi,& condotti fani,a:
Fi urne Ma
t>i Raffaele iAdimarl, t7
fallii fino al Caroccio,ò doue più piacefleal Vcfconte Generale,6c
ad ambedue le parti foflero lafciari liberi li prigion i : Et che tutti
li Cafl:ellani,có le loro facoltà foflero fai ui,che fu il pri^no di Sette j^j^^^ „-
bre in quedoftabilirnento di pace.Monfìgncr Reuer.Vcacura Ve ventura*
fcouo di Rimino, promife far ogn'opcra.che il Vircontej& gl'altri procuri
della fua fattione fodero allblud dalia fcómunica, nella quale era- l'allolutio
no incorfi per caufa di guerra, promettendo di procurare l'alTblu j}^^ <*^^J*
tiene dal Sommo Pontefice, con liquali tucti fu (labilità qucfta Sa ^^^^^
ta pace,per la Iddio gratia , nel fiio Santo nome , di maniera tale,
che vie non fuol al prefentepace, & vnione, ma ancora parentel-
la.conefìerfi maritate gentildonne, delle più nobili, sì dell' vna,
come dell'altra Città infieme .
Ma olrraà tutti quefli detti di fopra'vi è il Fiume Marecchia T-
già detto dal più delli Scrittori R]mino,iIqual lì può mettere trai
fiumi grofsi,che sboccano nel Mare Adriatico dal Pò , in giù, fino
alla fine di Terra de Ottranro, anticamente detta Cal3bria,ìaqnal
pafla fotto le Mura della Citta e le ha dato il nome: Nafcendo nel
medefimo Monte dell'Alpe, chiamato le Balce dalb binda verfo ^^'f^'Jf' ®
mezzo giorno doue è il Fonte , che dà principio al Teucfe Fiume ^Jj. . ^j^|,
di Roma, dall'altra banda è chiamato, l'Alpe della Cella di Sin "ad-S. Ai-
Alberico, ch'è pcfto verfo Tramontana , doue è un Fonte, che òi bsrico.
principio alla Marecchia, la qual hauendo Origine nel medef-
mo Monte, doue l'ha il Teucre, di Roma, 1 ha fatto fempreamo-
reuole è foggettta à detta Città, & è fiata amata da lei per eifcr ita
ta leedificara da efla più volte,e fatta fua Colonia, come h leg^ije
nell H:fì:crie:Et fatta Colonia. a! medefmorempo con Beneuento {^i^Jj^q ^
detto per mnanziMaieuento nell'anni del Mondo 4718. &Ì!i- Colonie
ranzia'parto della fempre beatifsima Vergine Nolira Signora, Baneuéco.
2 8 2. cioè 4 5 8 annidoppòla edifìcationc di Roma, & molto
prina Colonia, delli Vmbri delle prime genti , doppò il Diluuio Colonia
d'onde fi raccoglie l'Antichità di quefta , come fi raccoglie da J^"!^' ^^^
Strabone,e Polibiorlaqual Colonia, fu fempre fidelifsima al Sena- '^'*
to, e popolo Romano, poiché nell'Anno 5 4 5.fireb€!larono i
Rom.ani dodici Colonie,& dieciotto ne reftorono Fideli, & falde
alla deuctione de Romani dandoli non poco aiuto de genti, e de Coiomefi
danari nella guerra, chaueuano centra Annibale gran Capitano ^^^j^ q^^,
Carragin£fe,nel numero delle quali , fu quella magnanima Città tagin^fe.
rofira di Rimino. Anzi «he il grand' Annibale fodetto Schifò ve-
. rendo in Italia , di paffare per la ftrada.di Rimino,facendo altre
firade malageuoli,& difficili , ch'è quella del Caflantino con
C grande
iB SttoUimlnefe Libro Primo.
grande cTifcónnodoJatica.e danno de fuoi foldati,fapendo quante
che Rimino tofle fedele.e ben fortificata prefìdiata da Roniani,co
me Città gelofa,& amata grandemente dal Sanato , e popolo Ro-
mano.
Non tacerò, poi che parlo di Colonie, che A'effandria d'Eg'tro
di fopra nominata, fu Colonia di Giù! io Cefare Augufto, per mo«
ftrarancoinquefto luoco laconuenienza, che haueua lanoftra
Città, con quella.
Di più n vede, che fin 'hora quanto quefla Città noflra fia fiata
cara,e grata à Romani,& a i Sommi Pontefici irtefsi,& come llm
perator Conftanzo promulgò la fettima legge ciuile, che fu fatta
da ConftantinoAugufto, e Giuliano Imperatori,che comincia, ir
fi excepia tormemis fune corpora^neì Codice , fotto il titolo de m&Ufi'
^'Grtgo- • c\'^<àr matbemaùchy'xnVÀmìno àt\mQ(z à\ Luglio, al tempo del Co
G*Ja1^afo° folato di Ticiano,& Ceriale;& nelRegiflrodi San Gregorio Mi-
Vefcoui, e %^^ Patron,6i Protettore dique/la Città , eletto Papa del D X C.
Chiefa pò & anco nel Decreto di Gratiano,& nel libro del D-cretale, vi d ve
polo di Hi dano molte cofe nobili degne appartenenti à Rcucrendi Vefcoui,
*'°°' Chicfj,& popolo nortro di Riminodi molta piera, & carici, fa-
rebbe opera troppo lunga lo defcriuere hauendo aliegati ai:chori,
e i luochi,come leggendo chiaramente porrà vedere conrinuimea
te,poiche il Tuo Vcfcouato è fempre ftato ii-nm?diate focropo'io al
Santifsimo Pontefice Romana,^ cffente da tutti gli aicri Il'uiVif-
fimi,e Reuerendjfsimi Arcinefcoui, come ben fi puoi veder' dai
funi priuilegi confirmati da molti Sommi Pórehci, liqnali perde-
Clcmenre S"' rispetti particolarmente,come perbreuitn non fi deducono, &
Papa o:ta conferuati illefi fino al tempo della F.M.di Clemente ottauo Som-
uo Pietro rooPonttfice;alqual piacque hauendo conferito l'Arciuefcouato
Aldobran ^\ Raucnna all'illuftrir.^Sign. Cardinal Pietro Aldobrandino fuo
Ar'awfco "^P°^^ » ^^^^^ foggertó al detto Arctuefcouato, che fu l'Anno
^^^ M.DC»V.aIli diecidi Tebraro: Ma hoggidr credo , che verte an-
cor quertacaufa indecifijma perla riuerenza di quello Illuftnrsi
mo la Città noftra par che non cura di far altra inflanza alla fpe*
ditione.
Intorno i che; Che la CKiefa di Rimino,& Tuoi Reuerendifsimr
Vefcoui fia fiati fortopofti a!!' Arciuefcouato di Rauenn3,come fi
Ic&andio" ^^'°''^*^ ^^ aiferire il Signor Rofsi;apparifce tutto il contrario, fi ca-
paci Dot. ^^ pruouaeuidenrementel'Eccel étifsimo Signor AleiTandro Pa-
toiedileg ci GétiìhuorTiOi e Dottore d'i quefla noPtra Città, nell' oratione fat
V- ta,6i recitata alla Santità di N. S. Papa Paolo Quinto', ciré confu.
ca
fZ)i Raffaele tÀdìmarh /$
ta l'opinione di detto Signor Rofsi: quale oratione ho uifta,& Iet-
ta fcritta à penna, laqualc è molto degna d'efifer porta in ftimpa,
come porrebbe forfi un giorno per diftefa delle ragioni della Ghie
fa Riminefe;come anco fi fpera . E fé bene il Signor Rofsi lalTerifce
cfl'er flati prefenti due Reuerendifsimi Vefcoui di Rimino, al Con
cilio di Rauenna,cioè vn Monfignor Federico,^ Monfignor Giù- pi^^f"^^
lio Parifano,fi rifponde.che dato che vi fiano ftati, vi fonoandati ^^^ggno/
con proceda efprefTo di nò pregiudicare le ragioni della fua Ghie- Giulio Pa
f3,non eflendo fottopofti all' Arciuefcouato di Rauenna,ma elTen- nfani Ve-
ti, te liberi, come fu fatto anco dalli Signori Ambafciatori dell'll fcom àihS
luftre Gommunità mandati à tal effetto . Ghe però, come fi dice,e ™'°'*
credere ficuramente dobbiamo , effendo mandato il Prefato Ve-
fcouo à Rimino dalla Santa recordatione di Papa Damafo , fu
chiamato Vefcouo di Pentapoli,cioè di cinque Cittd;perche que-
lla noflra era capo de altre quattro, dì più referifce il.M. R. P. Fra
Alfonfo Ciaconi d'. Vonufiàbii^y^^ Curdinalibus F. 2 i 5. doue dice
quefte precife parole: Efarcatus cornplexus Rauennam, Bomniam,lmo J^/^f'^f»*
UwyFuuentiam.FiYurnpopilij, Forum tiuijyC^fenam, Bmum , Ferrariam, p^"/^"*,//,
Cornact4lumyAdY\anhFicoiaSy& Gahellum . Tentalìs vero [me Tentapo- ^fimtnhiù
liSy Anminuni,Tijaurum Concam Fanun7yS€nogalliami.4nconam,^uxi'
m'iumyHumananiyAefiuìn.ForumfemprGnijyMontemfcYeWyVrbìnum.Ter
rìtorium EalnenfeyCallesy LuceoUoSy & Eugub'iuryìyCum Cafìrisj & finibus
ad Ij£c loca pettintntibus. Allegando AnAfìafio bìbllothecar'Wf & Leone
Ofìienfe libro primo HìJìorìxCa(finenfis jai Ludottìcum Francorum Re*
gem.
Ancor che (i legga in molti Authori che hauendo Valeminiano Vaiétinia-
Augufto habitaco longo tempo in Rauenna , la volfe honorar in "® ^"'P* ^
temporale, & in fpiritujieaggiongendoa! fuo Arciuefcouato do-
deci Vefcoui fuftVaganei cominciando da Rimino, per fino à Pia-
cenza;ilche può edere, che fufle tatto da lui, ma però non confirma
co dal Sommo Pontcfìce,alquale folo fi afpetta determinare leco-
(efpirituali, & ecclefiaftiche ; & perciò vediamo non elTerc citato
lia njfsuno ne dì, né tempo fufTe, né manco sì sa che fia mai (lato
,ne(To in efecurione,come cofa non intimata né valida ,mafsime ef-
lendo Rimino feparatoà quel tempo dallaProuincia di Rauenna;
laqual era nella Gallia Cifalpjna, & Rimino era nella Prouincia
Romana immediatamente foggecta à Roma, & al Sommo Ponte-
fice,doue fccrfero più di trecento anni innanzi, che Rimino folTe
pofia nella Prouincia di Romagna , & vnita con le altre Città di
detta P:cu;ncia,& «Itreragioni.
C 2 la
jfo' Sìto^mmefè L Uro Prlmàl
In quello noftfo Prefato Vefcouato Riminefe,vi hanno fiorito,^
e fiorifcono anco de' più Nobili è gran Prelati d' ogni forte di Pre
I^ture della Corte Romana , non folo in Santità come anco nelle
Dottrine è gcuerno della Santa Madre Chiefa,sicome ne fanno ve
ra teftimonianza l'Eccellenti Scrittori , & altri degni di fede , e di
credenza, che teftificano efferui ftati alcuni Illuftrifsimi Cardina-
li, che n sa de' primi Prelati à tempo loro del Sacro Collegio per
quanto fi raccog!ie,che per farne marauiglia ad alcuni dirò, che al
prefentenetrouofei,chemifonoperuenutialle mani per quelle
poche carte c*ho fcorfo,oltre gl'altri della propria Città,che pone-
lò altroue infieme con gl'altri Cittadini naturali,per moftrar ch'è
fìata totalmente Illuftrataquefta Città dalla prouida natura , che
chiaramente fi conofce da' fuoi parti , che per farne partecipe del
la nobiltà di quefta venerabil Chiefa,e Vefcouato à Nobili, & Cu
riofi Lettori gli dirò,cheil primo fu.
L'Illuftrifsimo , eReuerendifsimoMonfìgnorRufìnoda
Cardinale fotto il titolo di Santa Prafrede,creato dalla B.M.di Cle
mente Papa Terzo, l'Anno del i ipi. Vefcouo di Rimino.
Sccondo,rilluftrifs.e Reuerendifs. MonfignorBandellodi Ban
delli da Luca Vefcouo di Rimino[Prete Cardinale fotto il titolo
di Santa Balbina creato dalla F.M. di Gregorio decimo fecondo
l'Anno I 4 o 8. che fu fatto legato deirilluftrifsimo Dominio Ve-
netiano, & di Romagna.
Terzo, niluftrifsimo.e Reuerendifsimo Monfignor Pietro Bar-
bo Venetiano Cardinal Prete fotto il titolo di S. Marco Vefcouo
diRimino,chepoidel 1454. fu eletto Papa, ilqualfi fece chiamar
Pjpa Paolo fecondo di Santa recordatione.
Qjiarro, l'Ili uftri fé Reuer.Monfignor Fracefco SauonefeCard.
fottoil titolo di S Pietro in Vincola Vefcouo di Rimine eletto Pa
pavoIfecH'cr chiamato Sifto Quarto, perche nel giorno diSSifto
Papa gl'lllurtrif Card cntrorono in Ccnclaue,che fu aili p.d'Ago-
Ito i47i.di quelli doi Pontefici e flato data dall'llluflre Sig.
CGuallier Claudio Pace'B.M.al Sig. D.Giacomo Antonio Pcdrone
Canonico della tiofira C'tti pcrcofa certa , & vera , che per le bo-
nifsMnc qiì.'.!ita ds detto Sif^nor Caualiiernon hauena detto tal co
h,(i iK n i hareifc trouatofcrirto in iuoco buono, e ficuro .
Q^i;Jnro,l ìlluflr.e ReuerMonfig nor OliueroC'aratf.i Nipolfa
no (..aiJinaie fotto il ritolo ài S.S^ibiiia \'efcouo di Rimino, crea-
to dalla Sanra memoria di Papa PjoIo fecondo i'Am.o i 4<> 4.
Sefio^rillullr.e Reuer Monfignor A.^canio P^nfano da Toknti
no
*Dl Raffaele t/lMf?idrì* ét
•fio della Marca Vefcouo Riminefe Cardinale di titolo di S.Pudc-
tiana , creato dalla F.R.di Papa Paolo Terzo TAnno i $ 39.
Il Pio defiderio,che hi fempre hauuto, & al preferite ha quefto
noftro honoratifsimo publico fi e di dar ogni honoreuol commo seminario
dita alli figliuoli di quella Città , e Dioceri,acciò che fé il gran Pa- de Chieri-
dre di famiglia dicefle infpirandoli nel cuore à non ftar nelle piaz ci fondato
ze otiofi,andate ancor voi figliuoli à lauorare nella mia vigna del JJJ,^'™^*"
Seminario, & quello, che giufto feri, vi pagarò,acciò nonhaueffe laRadicc
fcufa alcuna.con dire d'hauer andare in vn luoco ftretto , & angu- della fcien
fto,doue non vi fofle quelle bone commodità, che fi afpetta alla za è ama-
giouentù per potere paffar l'otio doppò l'hore de ftudij,e non ha» fj^jj^^j
ueffero ad andare vagabondi per la Città , cofa poco decente . & qj^ 5^ doN
chefuol apportare il più delle volte fcandolo, tanto più, che per la ci*
parte de gioueni della Città, e del Molto Reuerendo Clero, contri
bucario al detto luoco del Seminario, fi diceuano le parole iftefse
del faggio Petrarca , del trionfo d'amore, al primo Capitolo,doue
comincia .
L'h abito altero, inufitato, e nouo.
Mirai alzando gl'occhi graùi, e ftanchi.
Ch'altro diletto,che imparar, non prono.
Perciò rilluftre Ccnfeglio à petitione di Monfignor Reuer.Gìu q\^\\q p^
lio Parifano, Pafloreà quel tempo di quefta Città, che fu l'Anno nfano ve
M D.LXIIX. ai 18. di Marzo. Conofcendo quanto egli amaua fcouo di
quella Città,come dice la fpofa,al fuo diletto fpofo.neiii Cantici, R'i"ino •
il mio caro,per me,& io per lui,egli mi vuol bene, & io gli uoglio
bene, egli fa molto per me,& io faccio molto per lui, egli mi ha da JP^j.^ ^
redimere con cinque piaghe, io redimo lui con cinque Sicli.
Douehàcaminato, ecaminafin'hora, hauendo hauuto per fin
all'Anno a dietro i<5i2.quefta cafa,due M.Reuerendi Canonici di
queila Città, c'ha continuato in quefti Signori, quel amor è bene-
uoienza con tutti, come haueua cominciato, per il tempo di molti
anni paffati per li meriti, e virtuofe maniere loro, & alprefente,e
fuolil molto lUuttre Sig. Girolamo Parifano, che refede per il Vi*
cario Generale di Mófig. lllufirif.Noncio Apoftolico in Venetia.
Così riihiftre Confeglio fi rifolfe del tutto , compiacere detto Mó
fignoi Piiifano, con afsignarecon licenza delli Illuflrifsimi Signo (>q„ j[|^
ri Patroni per il detto Seminario,cóforme al Sacro Cócilio di Tré diTrento.
to la più cara cofa, ch'egli hauefle, che fu il palazzo del Cimerio, il
qual è (ito i;<ibilifsimo,e dicirci^ito di due tornadure,che valereb
be fé riiiniUe Comunità l hauefse à comprare dieci.ò dodici»mila
feudi
22
Sito Kìmìne/iLibro Primo.
rio rapa '*^"^' <^' p>^«;É>,e forfi più : ilqual fìi confirmato con honoreuolifsi-
Quinto. me, éc vtilifsin-iecondirioDià fauore della medefma Illuflrc Com-
^re^ono ir.iinità dallaF.M.di Papa Pio V. the per breuità, & altro al pre
4 apa Xiii. fgj^^e lafcio di dedurle .
Dapoi fucceflc Morfìgnor llluftrifsimo Giouan Battifta Cartel
lo, ilqual fu poi Noncio Apoftolicoal Rè di Francia, che fuppli-
cò la fantità di Papa Greg. trezodecimo di F, R. ch'egli concedeffe
il detto palazzo del Cimerjo in permuta col fuo del Vefcouato,
per effere in luoco nr.olto più vicino , e commodo alla Chiefa Ca-
thedfale,chc fu l'anno 1 5 7 9.rottenne:Maforfi l'occorfe qualche
foretitia .perche di nuouoeglinefùpaffato un'altro, che fu del
1 5 8 1. con irfinito difgufìo è difpiaccre del publico,poiche qucfto
^^"s^'?d ' ^^^^^ ^^^ fufficiente à vn bifogno di guerra , ilche Dio non uoglia
defca n^ai , aiiuenga di accommodarli dentro vna gran quantità di Ca-
sernaus fi, i^slletia Soldadcfca : che in quattro horefenza difcommodo Ci po-
t^frd.s . teua fgcn brare detto feminario andando i figliuoli alle cafe loro,
Giulio Fa £, doppò ritornarli, ilche fapendo, chea tareffetto fu dalla Santif-
F^ ^ ^' fima memoria di Papa Giulio fecondo dalla Rouere Donato al-
rillijftreCommunità, fi pentì è non^ volfe in alcun modo lafciare
quc-flu fua cara & amata Città, con tanta mala fodisfattione, e co-
sì fé n'efclufe di tal defiderio applicando alla Cathedrale tutto
quello, c'haurebbe fpefo in accommodare detto palazzo del Ci-
merio, indolcendo poi totalmente l'animi delli cittadini per pia
iecordaticne,che lo beneficio incaminandolo di maniera tale.con
tali ordini, che più volte vi furono quaranta gioueni Cittadini di
Dottori di qn<^fia Citta\e Diocefi.come anco alcuna volta doppò !ui,che per-
Jtgpi. ciò la Girti ncftra al prc^^nte gode di quelli frutti, per hauer detto
l'erlirchip Seminario partorito moki Eccellenti Dottori dì leggi, & altre fcié
5' i> V;nl!' ^Cjthc fé foHe a propofito li dcduria à vno à vno,fe bene al prefen
CI 1\.. nino n r • •' ti
te non pafìa con tanto leruore come prima non già per la lonta-
nanza di Monfignor llluftrifsimo Berlinghieri Gefsi Noflro PaQ:o
re,iiqnal nel fno primo ingreffo qui in Rimino fi degnò applicarli
alcL'fii benefici) fcnza cura, quando vacart^no, come neconfraper
fuo Decreto in Csncellaria EpiTccpj le per ampliarlo è moftrare
Madri d*. j- mcdc-rma volontà bona, come hanno hauuto i fuoi piedeceflb-
iiin-a.a.a. ^j^^ faicrire qncfto benedetto hioco tanto vtilc è di tanta reputa*
,ticne;ma perche la penuria de buoni Maftriàquefii tempi è gran*
de ancora per la pota forte della Città è forfi finiftri offici) , oltre
J'hauer fatta mucatiorc del modo di pngarc le fpefc dc'figlmoli,
che giornalmente entrano in detto Seiuiìiario parc,che al pnicnte
non
Di T{afaele t4dtmAri 13
non fia tanto florido, come molte altre uolte è rtato \ Ma quando
per gratia fi potefle ottennere dalla Santità di Noftro Signore una
derogatione d'ogni è qualunque cofa, che fo(Ìe contra al detto fe-
minario con terminarlo propriamente è perpetuamente a figliuo-
li di quefta Città è Diocefi , che mai non moiano, C\ potria ficura-
mente fperare.che folfe per ritornare in breue nel priftino ftato.re
ftando tutti certi è ficuri di tare il fuo corfo nelle fcienze in detto
luoco è non in altro,vi andarebbono molto più volontieri, e in oc
cafione di bifogni di guerra,& altre occorrenze la Città, fi potreb ^jy^.^ «
be promettere per quel tempo di detto iuoco conforme à tempi à p^ secou-
dietro, e mafsime quando fu cóceflb dalla Feti ce Memoria di Giù do.
Ho fecondo l'anno M. D. l X.poiche in quel tempo quafi continua
mente fé neferuiua inmantenerui gente per difefa è aiuto della
Cittù.e fuo popolo. Santo Af>
In quello iftelTo Iuoco ui C\è fatto una affai buona, & bella drea a^jo-
Chiefa fotto il titolo di Santo Andrea Apollolo per feiuirio del ftolo,
iflelfo feminario,& per la felia di detto Santo Andrea vi fuol e(fe-
re Indulgenza PiCnariajilche rende repucatione, e deuotione à tur
ta la Città. Gio Eutr-
Eta' tempi noflri come di foprafi è detto vi è (lato Monfignor ^^ Caftel-
IlluftrifsimoGiO. Battila Cartello Bolognefe Vcfcouo di Rimi [j^^f "^^j',
no.chesédo Pallore in quefta noiira Città,dopò che fi cominciò à ^^^^ ,
mettere in efecutione li Decreti del Santo Concilio di Trenco, egli
tVi gelantifsi modi quelli riformando tanto il Reuerendo Clero,
come li fecolari,iquali quafi tuttticaminauano per dir cosi vag;iri
do fenza guida buona nelle cofe fpirituali, poiché dà loro n'^n fi
fapeuano le cofe neceìfa rie alla fahu0,confeiTandofi,ecom'T)unica
dofi rare uoke & alcuni per fpatio di tre, e quattro anni de intei
uallo,al più da vn'anno a!r3ltro,& per opera d\ quefto buon è Sa
to Vcfccuo (ifontóredotri i fecolari à co!u':lfarfi é communicarfi
tre,& quattro volte l'anno nelle Felle principali, & molti freqiien
tando le lor confraternite fi confeifano, & C^ communicanoogni
mefe,& alcuni altri in più conftaternire frequentando quefia Sari
tifsima Communioneogni D>menica,i!chc è, & è (èato di grande
augmento alla deuotione,& Fe<-!e Chrilb'ani; Mercè della diliger»
za, & Santa mente del fodetto Illuflrifsimo Noitro Paftore Monfi
gnor Vcfcouo Cafèellojlquale in qaefto come in moire altre co-
fe, merita gran laude con perpetuo cbligo Ji noi altri iUmrn-efi,l8
quali almeno per recompenfare in qualche parte tanto obligc?
ciautìmo debiti taEtransterire le Tue Sante olfa di Fra aera, doue
iiìotfe
2 4 Sito Kimtnefe Libro T>r tmo,
tnorfe Noncfo del Pap3,à Ri'nino.per tenerle per nn caro pegncir
£gijio(^ar^ranoi,comefitrouaeirere(htohrto d'vìVIiliirtrifsimo Cardina*
cimale A!- le Egidio Aluarez de AlbertozSpagnuolo Arciuefcoiio di Tole-
uarez. do,ticoloSan Clemente, poi VefcouoCardituI Sibino chem-rfe
in Viterbo & fu fepoltoin Arsifi,6: di là ad alcuni anni,fii porta-
to in Spagna alla fua Cathedrale, dico, tu portato su lefpilleda
huomini,checoncorreuanodatnttele parti del camino, per gua-
dagnare il lubileoconceflb dal Papa Santo, à chi sì fottoponeua
al pefo del detto Corpo, ma tanto pili farà la fua remuneratione.
appreflb à Dio No(èro Signore , poi che que fto dall'huomini gli è
mancato & al prefenre,come s'è detco.habbiamo M ^nfignor lUu-
BerlinghieftrifsJn^QgerlinghieroGefso Bolognefe , medefimanienre noftfo
VefcouV Vefcouo Noncio in Venetia,douegià, e ftato quattro anni in tal
di Rimino officiojcon gran fatisfattione del Sommo Pontefice, & delli Signo-
ri Venetiani,& quando venne qui in Rimino a pigliare il poiTeftb
delfuo VefcouadOjChefùallidiecifettediG ugnodel 1607. A^dò
à Venetia,fenza poterli fermare più che tre, ò quattro giorni , qui
diede grandifsima fatisfattione al popolo Riminefe in particola-
re con la deuotione di Molte Medaglie Benedette, diilribuite dJb
Sua Signoria Il'uftrifsima, c'haueuano grandifsime Indulgenze
concefleaSua Signoria Illuftr;fsima,parricoIarmence dal Somm^
Pontefice,come appare per la (lampa qui di Rimino , parcicolar-
mente,perlaqualcofa,pofsiamo{ìcuramentefp:rare, cheqni'.uia
veniràalla refidenza della fua Città , e Diocefì , non farà inferiore
ad alcun'altro,che ui fìa ftato in Bontà,6c Santità^che Dio Noltro
Signore,lo profperi.fic conferui, in longa vita, & fanità.
Cefare Augufto per mo[hare,quanto li foflfe carà,& grata .laCit
tà,di Rimino, & per honorarla gl'edificò vn bellifsimo Ponte alla
Tonte Au porta della Città, ch'èuerfo Ponente, fopra il Fiume Mareechia,
^" ° che congionge la via Flaminia , infìeme con l'Emilia , & in detta
via Flaminia,nc fece tre altri, con granfpefa, & artificio, cioè vno»
prefTo Narni, fopra il Fiume Nera , l'altro fotto Ottricolo fopra il
Teuere,il terzo fopra il medemo Teucre, vicino à Roma, chiama-
to Ponte Molle . Ma tri tutti i Ponti celebri pcrcofa marauigl io-
Caligola fa,e ricordato quello , che fece far Caligola da Pozzolo à Baide in
mezzo '? "^^^^° ^^^ Mare, di longliezza,poco meno di tre milia , nelquale
Mar^lógò fJicono, ch'egli fpefe tutti i denari del Imperio, fegue l'altro di Tra
tre milia. i^no; Vromdentia Augufìo. Vere Tontifìcis vìrtm Ror/ianaq 'ài non Di-
Pome di rwff,e2rc./M^iw^o: E fopra il Danubio all' incontro di Tran flluania;
Traiano . fi legge, che fu fatto da Traiano, qiiefto Ponte, fu poi rouinato di
Adriano
l:}i Raffaele t4 Rimari, i jr
Adriano.. '.i acciò che i Barbari non poteffero^pafìTare à danni
delle Prouincie Romane, e i fuoi pilaftri fi vedono ancor a mezzo
il Fiume, Ma conciofia, che quanti ponti fé fiano veduti da ogn'
vn* pare il più bellOj6i il più degno di confideratione, sì per lafor
rezza, come per il fuo compartimento , quefto noftro di Rimino
Città ta nto amata dairAntichi,quefto ponte di Rimino fatto tue ^^"^5 ^*
to di pietre di marmo,ben quadrate in forma priamidale,lauora- *^'"^*"®'
to alla dorica, & hi cinque arconi , i tre di mezzo fono eguali di
larghezza, venticinque piedi, & li due à canto le ripe, fono minori
cioè larghi fo!o venti piedi, fono tutti quefti archi di mezzo circo
lo,& il loro modello per la decima parte della luce de maggiori è
per l'ottaua parte della luce,de minori li pilaftri fono grofsi poco
meno della metà della Incede gli archi maggiori L Angelo de
Speroni , che raglia l'acqua è retto il ch'e ofleruato, che fecero gli
Antichi in tutti li ponti , perch'egli è molto più forte deiracuto,e
però manco efpofto a cfler pofìo da gli albori ,ouero da altra
materia, che venifle portata all'ingiù dal fiumeal dritto de pi-
laftri ne i lati del ponte, fono quattro Tabernacoli ne' quali
anticamente doueuano eftere ftatue de loro Dei fopra ali Ar-
co di mezzo vi è vn fpecchio ben lauorato, nel quale vi doue-
oa andare poftala Teftadel Imperatore; fopra quefti Taberna-
coli, per la Icnghezza del ponte, vie vn buon cornifone il qua-
le ancora , che fia fchietto fa però vn bellifsimo ornamento i
tutta l'opera , il quale è di tanta grandezza , chi vi fi camina fo-
pra, & ui fi (ià a pefcare il pefce èlelegne, 6: fé li mette fupra
à tempi di Fiera grofsi trauoni, per poterli fabricare boteghe,
cornea tempi à dietro quando fi faceuano le Fiere per San Giu-
liano, in honore del detto Santo, ch'era il mefe della fua fefta
poiché per honorare quefto Santo protettore ià conceffo i primi
Priuilegi di efta Fiera, le quali foleuano efl'ere molto più piene,
6^ nurncrofo di Mercanti, e Mercanrie, tutto fé impiua conti-
nuando vna bella moftra de ricche boteghe , Hi bellifsi-ne
fpondc: fopra da ogni banda, egli è in longhezza piedi doicen-
to, & di larghezza piediquindeci , Snelle fponde, die forio in
mezzo più alte delle altre, è de altro ordine vi fono rinfcricsio*
ni in quefto modo cioè»
ìmpcratot C^efar Oini fd\m Augu^m Vcw'ifex Max'immCo!»XIlTh laCciktio*
ImperutorXX-TrìbmkieeVoti'Hn XXXf^n. Ti*. w-
Tìbiììni C^far D.nì ^ugHHiy FUÌus uìhì iuii ^<. Au^ufìì TontU-
1 6 sito Emine fé Libro Primo,
fcx MaXimus Cofm. ly.lmperator yill. TrìbunUìx Tctcfias.XUU
Dcdtve.
Come fi vede la copia nell'ingrefTo della Città, fotte 1j Portai
man deftra, in vna bella tauola di Marmo, ilqual Auciuflo fi chia-
mò Ottauiano Nepote di Cefare,di lui prefo per Figlinolo Adoti»
uc.con none parte; Cioè i tre quarti della fin facoltà, eh' era all'ho
ra di diecifecteannijftujiaua nella Città di Polonia, in Epiro, il-
qual fiibito fé ne andò a Roma, chiamato da' Sanatori doppòla
morte di Ce fare, & per la ftradafegli vnironojmoltidellatattiO'
ne di Cefare, & entrò nella Città , con gran Macflà, 6i apparato,
defidcraua grandemente vendicarli della Morte del zio,ma gli par
uepiùefpedientedefsimularlo qualche giorno, in termine di tre
anni morirono poi tutti quelli della congiura , & nifluno di mor-
te naturale, te 1* anno quarantadue del fuo Imperio nacque in De-
itverhum thelem G I E S V Figliuolo di Dio Noftro Signore, & della Sacra-
re»*» /■/»<??« tifsima Vergine Maria, Noftra Signora l'Anno della Crea:ione
*^»/''^''':^' del Mondo ) ooo.à venticinque di D"cembre,nelqual giorno ia
innlbu^ l ^^^^ ^" Trafleuere fcatorì vna Fonte d'olio .
ttluia, * * Et il fodetto Anguflo, per la morte forfè lo lafciò ir» perfetto, &
Tiberio fuo fucceflore lo fini,]& sì conferua fin haggd! a<r>.n com*
modamente, 6,: meglio fi farebbe confcruatosìi^come fé ha per re-
lation delli Vecchi della Città ) alU pafTati delVefsercico di Mon
., su Odetto Alautrecho Capitano Generale del Chnftianifsimo Rè
choCap'i- di Francia , Francelco Primo: Li Signori Mi ateltià quel tempo,
tano Gè- che ancora patroneggiaua la Città noftradi Rimino, nonhauef-
nerale del fero tentato di rouinare vna parte, nell'ingreflo della Città, per im
Kè Chri-. perire ilpaft3ggiodidettocfercito: Ilche venne ànotitiaà detto
laniflinoo jaiJtrecho,mandò adire al Signor di Rimino,che non s'affatticaf-
feàrouinare,così bello, & Antico edificio,che egli non voleua paf
fare per quel Ponte;Ma per il più forte luoco della Città , che fu li
anni del Noftro Signore M.DX X VII. del mefedi Genaro , il-
qual Lantrecho morfe de infirmità vicino à Napoli Città Regia,
mentre, che ftanaall'afledio di quella gran Città,conlaquale per
efferfi portato affai piiceuole, doppò la fua Morte li fu eretto va
Nobil Sepolcro di Marmo, nella venerabil Chicfa delli Molto Re
uerendi Padri Zocolanti , chiamati Santa Maria Noua, nella pri-
ma Capella à man finiftra , nell'ingreffo della Chiefa , doue vi è il
Corpo del Beato Pietro, di quella Religione, con l'Infcrittione,
che dice Lautrecho Odetto : Faccio quamuis Hofti Confalims fucien-
dum CHYxmi.
Et
Di T^afade t4dimari j r
Et perciò il fodetto Ponte in quella parte» doue con fuoco,& al
tri inrtrumenti fu danneggiato moftra gran pericolo di rovinare.
& più volte s'è parlato di ciò nell'Illuflre Confeglio noflro, & (i
fono fatti eletti fopra tal caufa.che vedeflero fc fi potere { rou;de-
re i tal peficolo,& rcuina.Et vltimamente procurato ancora, che
vi vadi in fatti l'Illuftrifsimo Cardinal Riuerola Legato di Roma
gna,sìconieandòiI mefe d'Ottobre i 6 i 3. vide,e confiderò il luo
co,& il gran pericolo intieramente, ne mai s'è fatto cofa alcuna,
per ueder ch'è fpefa non de vna pouera Communiu, ma d'una
molto più petente affai, mafsime, che li bifogna tener coramodi,&
acconzi altri Ponti,ch'è fopra la via Flaminia,& Emilia, oltre mol
ti,& refarcimenti, che del continuo bi fognano à vna così Antica
Città , che haurebbe bifogno quafi d'eflere rifatta del tutto per no
ci elTere mai flato fatto beneficio alcuno,fe non quanto diede prin
cipio la Felice Memoria , di Papa Paol'> Terzo , & perciò è come
vna Fragana in bocca ail'orfo, (^come fi fuol dir ) quelle poche cen
tenara di lire à moneta longa,che li fono lafciate,ò date da Illuftrif
mi Theforieri per tall'effetto del refarcimentojche ftante alla qua-
lità de noftri tempi, chequal Ci voglia cofa pertinente a fabriche,
vai tantOjCh'è quafi vn niente, fé ben à quel tempo, che cominciò à
cfier lafciate doueua efler qualche cofa, & perciò ti douei ia procu-
' rare di remediare à tal defordine dandone notiria , a chi fé af-
petta.che tengo per certo,che per la benignità,& cortefia delli no
ftri Illuftrifsimi Signori Patroni , non mancariano di darci qual-
che fodisfactione,come s'intende effete dato ad altre Città, per tal
bifogno.
Et l'Anno feguente, che fu delM.DXXIIX. purdel mefe di
Genaro pafsò Borbone.con l'efTercito Imperiai cétra la Fede andò
à Roma5& ui morì, il fuoefsercito la prefe,c faccheggiò . Da que-
fto Fiume Marccchia fodetto , se ne caua molte commodità per \i
Cittadini con particolar vtilità de' poueri Mercenari, ch'in circa à
milliara de feudi all'anno in pietre-viue per fabricare;oltra quelle,
che fé né potrian cauar,come mi sforzarò à moftrarlo più a baffo,
per la bocca de! Porto:fe ne cauano tre canali d'acqua , iquali fer-
nono per fare macenare molti Molinij&feruono per adacquare
molti orti, & Terre, e più fé ne potriancferuirefefivoleffcfenza
impedimento di quelli di fopra; li Molini,due,nefono nella Città
il refto fuorijche feruono nò folo per la Città,ma anco per la Dio-
cefi : Ma al tempo della Siccittà del eftate fouenifcono alle Città
circonuicineperMacenar, come Rauenna, Cefena, Ceruia , Pefa-
D 4 ro
1 i sito Kìmìmfe Libro ^rìmol
ro, & altrCjCon tutta la Montagna.^ anco per dar altre vtiliti,che
Condition ^^^ "°" ^^^^ troppo longo tralafcio . Si che giudico , che ella hab-
I V. bia ia quarta,& vltima Conditione, & oltre quefte quattro io veg
gio,che tutte l'altre conditioni dette,dottati con le quattro incom
patibili, perche è pofta verfoi buoni afpetti del Solere de venti:
perciò che verfo il màr,e la pianura, oue ha l'aperto , e volto verfo
Leuaijce,e Tramontana,dalle quali bande vengono i venti , e Soli
falubri,hà poi contro i venti cattiui, come Garbino, e Ponente, &
Ofl:ro,le Mcnragne è non Soli Monti Piccoli allafua Diocefi, ma
più infn'l Alpi del Monte Apennino,le quali fé bene in tutto nò
li tolgono almeno li rompono, che venendo poi cofi rotti non of-
fendono tanto. Nò ha apprefib ne pur anco alla fuaDiocefi, né La-
ghi , ne palude, ne congregatione alcuna d'acqua morta, ne vaili,
ne vene d'Acqua puzzolente, ne alcuna cofa nociualaqual puofsi
generare aere peftifero, & far brutto colore nell'afpetto Huma-
no.
Quanto poi fia ben pofta fi vede,perche è pofta appreflTo il Mac
Adriatico, come è ftato detto, etra due pianure nobilifsime,
e due Fiumi, e apprelTo vn'Monticello , ò vogliadho dire colli
Ameni , che non è più , che circa vn miglio diftante dalla
Città difpicato dall'altri , che rendano mirabile dilettatione, &
&gufto oltre rvtilicà grande, dipoi verfo Romagna , ne fegui-
tan altri colli , come San Lorenzo in Monte , Paderno , Vergia-
no , Santa Hcrmete , Sant'Arcangelo, il Poggio de Berni, Lon-
giano , laqual ferra di colli , tuttauia s'allontana dal Mare, e
lafcia la pianura più larga , come fi vede in quefto miodifegno,
fé bene non ferannoofleruate tutte le regole Cofmografiche,con
ii inftromenti folici a tal effetto . Ma il fuoco dell'Amor della
patria mi ha da edere fcuco, & alli altri incitamentoà farli fare co*
fé maggiori, & più virtuofe.
Dall'altro canto, poi verfo la Marcaci è il colle di San Lorena
zc in Ctrreggiano,e di San Martino Monte l'Abbate feparato cojrt
lapianuraà torno: Poi feguitail Colle di Cariano ,e Sant'An-
drea in Bifanigo, Mifano, & altri Colli infìno a' Monti di Pefaro,
e fimilmente quafi, come i fopradetti vanno in sbiafo , e lafcia la
pianura più larga.
Dipoi più in su ci fono certi Monticelli più alti feparatì tal
uolta da certe ualette ,e pianetti, iquali Colli Monti, e Valli,
come se già detto, fiuedono così fruttiferi pieni d'oliui di ui-
gne,e di altri Alberi di delicati frutti, e ancora da Selbette, e
de
Dì Raffaele tAdlmdrìl j?
de Fonti di delicate acque , che 'paiano , che fiano habitat! dalla
Dee,Pallade,Cerere,e Pomona.6: dalli Dei Bacco, e Siluino,e dal
le Ninfe,de i fonti:& fopra tutti il Bellifsimo Mòte di Cauegnicxr
nOjdiScoIca, ilParadifo di San Lorenzo in monte fodetto tutti
pieni, & ornati di nobilifsime Fabriche, & rendano Bellifsima prò
rpettiua di lontano & da uicino mafsime i tre Monafteri,cioè del
li Molto Reuerendi Monaci Oleuitani , del Beato Pietro Ganìba
curtadaPifa, & Zocolanti della Madonna delle Gratie.ilquale
uenne appreflb Rimino,circa un miglio, che di certo non fi potria
mai a pieno lodare, e cosi ben fatti con bellifsimi ftradoni, e quan
do s'è in Cima a uno de* due particolari Monafteri , cioè, ò quelli
de i Molto^Keuerendi Monaci bianchi 01iuetani,ò quello delli he
remiti del Beato Pietro Gamba curta da Fifa: hi una ueduta così
bella,che fi uedeuoltandofi all'Alpe una infinità di Cartella', che
fono su la Diocefi di Rimino , come fi dirà più à bafib,uerfo Pefa-
ro,fi uedono ne i fuoi Monti quafi tutte le fue Cartella, & parte di
quelle d' Vrbino, & la pianura , che uà infino a detti Monti . Se (i
uolta al Mare Ci uede quantità d'erto Mare, con ua(felli d'ogni for-^
tea uele piene, che Nauigano , & rende bellifsima uiftaalli occhi»!
per i quali fé ne pigliano fommo piacere, & dilettatione , le Mon«
:agne de Padoua, & di Schiauonia : Se fi uolta alla Pianura d'Ita-
ia, fi uede fin'al iiobil Monte Mauro di Cefena , doue hoggidì e
1 uenerabil Chiefa,di Santa Maria delli Molto Reuerendi Mona-
ci Neri Cafsinefi di San Paolo di Roma, ilqual luoco gli fiì concef
fo dalla Felice Memoria di Papa Nicolò Quinto da Sarzana l'An
no M. LD II I. ertendofi loro partiti dall'Abbatia diSanGoden-
20 di RiminojCon tutto il Piano,che fi eftende uerfo la Metropoli
di Romagna.
Per non interrompere il filo delle cofe fopra narrate mi è bifo-
gnato fcorrere innanzi più di quello , che io haueria uoluto
per non tacere , alcune cofe degne da faperfi , che furono nel-
li Anni di CHRISTONOSTRO SIGNORE 15 i 9,
che apparfero fieri prodigi) nella Marca, vn Fiume fcorfe fangue :
Nella Tofcana panie , che il Cielo ardefle .Appreflb à Rimino in
tre parti del Cielo diftinte e lontane , di notte rifplenderono con
gran Luce tre Lune:Quefte cofe.da vn libro chiamato opera de Ri
cobaldo Pefsi Eccellentifsimo Hirtoriographo col Famofifsimo
Huomo Vgocione delli Almerici, In Fiorenza fcritto, & anco da
Orofio Hirtoriographo Eccellentifsimo libro 4.cap. 15.
f'ffX'i elt'f.tt. — •
ai*
\r,; re.!<tr>''rt.'v' >:!...•••'.■;<■>'< Si •^<--' '•• -"■"■»•-'• •-^•
^i9 Sito Kìmìnefi Libro Trìtnì.
Similmenre bl tempo di Marc' Aurelio Imperator Romano fui j
irono veduti fopra Rimino, altre tre Lune, che fu innanzi la venuta I
di Chrifto Noftro Signore 2 8 <?. come fi legge nella uita,di Fiutar
co parte prima.
Dapoi ne li Anni di Noftro Signore M. C X 1 1 1 X. alli XIII.
di Giugno Piouè Sangue puro dal Cielo nella Flaminia, Emilia,
come fi legge nel Calendario Hjftorico di Coftanzo Felice Dot-
cor Fifico,ilche al Lettore non deue ftare dubbiofo il credere quan
to §'è detto, poiché èfcritto da Hiftorici degni di fede .
Quan-
1)/ Raffaele t/ÉJhiari. $ i
QVantunquerepif^liandoil ragionamento interrotto per l'oc
cafione di non tacere le cofe fodette dico, che quaro per altro
cóto ria bello.e fruttitero quefto noftro mòte non occorre dirlo,ef •
fendo riputato de* belli Monti d'Italia, sì per l'abbondanza dell'-
oliui,vignc,Alberi domeftici di efquifiti frutti de' fiori, de'quali in
fieme con gl'altri felueftri delle campagne uicine.per latemperan
za dell aria,e prodotto gran copia, del delicato liquoreadimanda
toir.eìe.che il principio di doue piglia il nome tutto quello » ch'è
dolce, che sì raccoglie in gran quantità, con tanca diligenza,& in»
duftria , da quelli piccoli animaletti, che nafconocon differente
«laniera da gl'altri animali, chiamati appreffo noi Ape. Vi fono
anco,per concluderla di tutte le cofe, lequali poffono edere uti!i,e
dilecteuoliagrhuomini, mafsime per tante fontane d'Acqae viue
limpidifsimejC buone,che fé tutte (ì raccoglienfero infieme Fari ino
macinare un gran mollino, & fé né potriano condure nella Città,
fé ben con molta fpefa,per far fontane, fé ne hauelfe bifogno: ma
non occorre per la commodicàjche ha particolarmente de una gra
vena d'Acqua che forge poco lontano dalla Città , quafi nel pia-
no,ch'è fita TifteiTa Città, & in quel luoco,cofa, che ha molto del
miracolofo, e ben quafi ai dirimpetto di là dalla Marecchia, non
molto lontano dalle Celle,qnafi nel detto letto; ve ne .<t;\ . un'al-
tra bona, 6c grande, che fi adimindalefortie, e poco più abatTo,
quafi su li marina, ve n'è vn'altra delicata, che (ì chiama la Sagra-
mora, s^f^rto il Monte da cauo.& altre , che troppo feria longo fé
volefTe dedurle tutte, che fono acque efquifite oltre li boni pozzi
particolari, che fono in quefta Città, e Territorio: maquerta più
vicina, & commoda , s'inalza rirtretta con vn mafsicio di muro à
torno, che può hauere vn oaHo-e mezzo Geometrico di Diametro, ^ . . \
& altra tanta altezza, la forma fua è rottód3,& ritirata nella fom- ^^n^ j^^.
mitàà guifa di Conio, non ha dentro altro, che unaColona di mar una.
mo forata, s'inalza dico per vna datura d'vn huomo, e più fuora
della fua origine con furia, & copia grande , che rende marauiglia
alli Mathematici & perciò la commune.e ben fondata opinione,e
che quell'acqua habbia la fua origine da vn luogo più alto di
quel piano, donde fi fcopre , & che camini per meati fotterani,co-
ine per condotti artificiali, 6c nei caminar finalmente gionga,ò à
terra dura, ò avena di fallo, che limpedifca il fuo corfo ordinario,
& perciò sforzata dall'abbondanza dell acqua, che del continuo
li fopragiongeialifce in alto come s'è detto : e quella è vn'acqua
tanto delicata, & Eccellente, che fi può mettere a parangone con
tue
3 2 Sito l^rdne/è L turo Primo*
tutte l'altre acque bone,& efquifite, & così abbondante del conti-
nuo,che oltra , l'acque che fi conduce nella Città per due fontane
vna difForma tonda,che getta acqua per Tedici Canoni in commo*
dita delie perfonc;fe bene non getta acqua,che habbia fapor di vi*
Fonte di no,conne fi dice fare il fonte dì Bacco detto Padre Leneo, appreiro
^^^^' ri(olad'Aadro,che il quinto giorno di Genaro per cinque horele
fue acque hanno fa pore di uino,6i tante aitre d'eccelientifsime
uirtù,che defcriuano molti, e degni auttori,e particolarmente 1 hi-
ftoria naturale di Chriftoforo Landino Commentano di C.Plinio
Veronefe.
Et l'altra,che getta un canone groflfo.doue fi ferue per abbeuera
re i caualli,& altre bertiame,& anco per lauare i panni, con la fua
infcrittione al dirimpetto nella cantonata della muraglia.
Se ne porria cauar vn'altro condutco di quella, che fopra auan-
2a,& fi getta uia , lafcioui doue comincia il condutto , come anco
trouo,che difegnò già quel valent'huomo , che rifece i condurti dì
Piazza di ^^j^g fontana, per farne un'altra in fu'l foro, ò piazza di Santo Aa
. atomo fQj^jQ j^ Padoua,come molte volte, e (lata fatta propolla neiruiu
Are Confeglio,& accettata fé bene la fpefa, che vi va ha ritardato,
& ritarda per ancora il fuo effetto, la qual fpefa afcenderia nel eoa
ciurla folamente vicino à due mila feudi , la qual condotta fi doue*
ria,òpotriafarein quefto modo, pigliando l'acqua, dal torno do«i
uefcatorifce,e quelia,che foprabonda,6c fi getca uia, tirandola nel
la Citta per la ftrada doue fono gli altri condotti infino al Torio-
ne,doue è il SpiragliO;& dì li drizzarla a mezza ftrada, innanzi al
Portone del Ghetto, & poi inuiarla per la ftrada che pafl'a tra San
Giacomo & San Agoftino,dritto fino in sii la ftrada maeftra,& dì
lì poi uoltarla uerfo piazza conducendola alla dritcura della ftra-
da, che uà dritto alla porta di Sant'Andrea, & l'akra , che uà uerfo
San Framrefco nel qual loco l'acqua fi potria fare uenire più alta
dell'altra fontana de' fcdici candii piedi quattro.e mezzo comma
ni,e più mifurati con diligenza con il Lineilo, ilqual Liuelio fu fit-
to pigliare dalli Sigfopraftanti a quefto eft'etto l'Anno del i6o3. e
quefto è la miglior ftrada più breue, che fi poteHTe far carni nar que
ft acqua fenzahauer impedimento ne di tofia di Molino ne dal*
tro;laqual acqua così condotta feria di gran commodità a tutta la
Città, quando, che fi bifognoaccommodari condotti dell'altra
particolarmente;quefta reftaria uiua . Seria poi de incrcdibil conv
niodità,& giouamento al quartiere della Città, ch'è uerfo S. Bar»
tofomeo,6i San Marino , & quelli del Borgo di S. Bartolomeo poi
che
^i Rajfaele t4dmArì. ss
che al tempo d'eftate con tutto ciò» che in quella granda vi fianca
tanticanelIi,nondimenononponnofupplirea tanti concorrenti
con tutto ciò, che per uia di certe canareze, & altri, molti fé ne
feruediquella,chegetra per abbeuerareicaua Ili, peflere,chi vi vi-
no alle hore vicine al mangiare, che molti bifogna fpettarc la vicen
dalaqualcofa alle volre caufa cattino effetto difuiamenti ,&al»
tro.Lafcio poi da patte quanto decoro portaria a tfutta la Citci ve-.
dendofi copiofa di cosi bone acque correnti, limpidifsime, & leg-
gierifsimeinvnfito piano vicino al Mare , che renderia maraui-
glia,diletcatione,6c commodo a tutti i paflaggieri, & da queft'ac-
qua fé ne potria cauare afl'ai denari con venderla a chine uolef-
fe.feruito però !a Città, a tempo deireftate,quando e guafto qual-
che condotto, mentre vna fi concia,raItraferue, che feria di gran
fatisfattione.e commodo,& decoro a tutta la Città , come s'è det-
to, onde per vti!e vniuerfàle,cconferuatione dell'acquedotti non
è mai ftato permefTo fatui fabriche di cafe , ò Capanni per la lon-
tananza di venti canne, come per ifperienza (ì uede , & an- PriaHegf ;
co ne confta per priuilegij > & Decreti , ch'è conforme allifta- e Decreti
tuti Antichi. perceufer
1 Capitoli delli Signori Edili j prohibifcono il pratticar^ò pafco "^g^oj**!"
lar beftiami in particolar fopra detti condotti della Fontana,
iqutlidi continuo haueria bifogno di perfone ,che ne haueffe»
fo particolar cura, & diiigenra di refarcirli , e mantenerli, che
ivòn foffero danneggiati, & guafti pereffere poco fotto terra , è
perqijeftoperl'ifpcricnza, che ne ho per edere uno delli eletti i
quefta cura, che perciò con effetto più volte ho ueduto con molti
altri in particolar dou'c fenderò, che vada in qualche luoco parti
colare à far danno detti co ndotti, & la caufa neè ftato, c'hanno
taufato detti fentieri per andari fuoi luochi , e particolarmente
vn certo capanno che ui è da poco tempo in quà,che ho offeruati
Jo,& akri,comc ho detto, ft: cetera , sì che quefti tali fariano obli-
gati del lor proprio a quefto danno tanto commune, come per 1»
Capitoli delli Signori Edili) fi uede . Quanto ha premuto tali
danni, & fiano fiati tigcrofi li Signori Patroni imponerelepene
à delinquenti ne tempi antichi fi uede in detti Decreti; An/j^T^douc
ria andare con maggior prouifioni,in quefto ch'è beneficio vniuec
fale,che ogni uolta réfi trcuano i dànatori foffe obligato, & tenu -
toIacontrada,e vicini dalle bande cóftnante cóforme a gli ordini
delli dàni dati da perfone particol3ri;effendo qftocofa appartené
tialPrécipe,C4 al pubiico^che foifi caufacia^che nò farebbe dato ta
E to
3 4- S'ito Rimìnefi Libro 'Primo ,
to danno, ne patina la Citta, e Communità tante fpefe, che molte
volte fono infopportabili.Ilche ne cau^a l'opera imperfetta lafcia-
ta dalli antichi, perciò che Nerone Imperator, che fu al tempo di
San Pietro Prencipedelli SS. Apoftoli,& Primo Pontefice della
Impf ?ator ^o"^^"^ ChiefaiMentre viflTe Simon Mago li anni quaracacinque
^ della noftra falutejquando fé ne pafsò a Roma forfi la fecòda vol-
ta , Fece far'quefte fontane di Rimino, per la cui morte reftorono
imperfette. .,
Et Domitiano Imperatore dubitando,che le fatiche,& diligen-
za del fuo Predeceflbre non perifsero in brcue tempo in grane da-
Domitia.- no della Citti,le fece rifergire, sìcomc ho hauuto particolarmente
tore."^"^^" Mantoua, nel ftiidio dell'Illuftre & Eccellente Signor Sebaftìa-
no Bolis da Rimino.huomo di belle lettere, che ferue l'Altezza di
quel Serenifsimo Duca lafciando li Acquedotti in mala difpofitio
fie,come fi vede, e ha caufato non efferli mai più ftato fatto cofa al
cuna pertinente alla fua perfettione . Vltimamenre di nuouo per
eflcrerouinate per le guerre,& altre furono renouate, &abbelite
alquanto nel tempo della Felice Memoria di J^ipa Paolo Terzo:
Ma più, che mai almeno quella di San Paolo , ne Vd gran bifogno
Papa Pao- d'eflere inodernata, laqual fi potria,anzi fi doucria f:ue, poi che il
lo Terzo, tempo ricerca ccsì;ri(rerando tutta l'acqua al torno,doue fcarorif-
ce rifacendo i condotti', che anco per altro ne hanno birogno,non
che necefsìtà , e con la fua volta fopra di buon bitumo per poterli
andarfottocommodamentea vedere quel, che occorre all'occa*
(ione , s'alzaria affai la detta acqua, doue fé li potria adattare vna
buona,& bella difpofitione di Architettura, e per ragion di Liuel-
lo,doue fé le potrebbe fare ftatue, Arpie , Puttini,Conchiglie,Tri-
toni,moftri Marini,& altri, dalli quali nafceffero quella copia d'ac
qua conueniente, che così caminaria al pare delle beile Fontane
dell oitr«,Citt^,poi che la bontà , e perfettione dell'Acqua , co-
me fi dice, lo ricerca.
Non lafciarò di dir'ancora queft'altra condition?,c'hà queft'an
tica,e famofa Città,ch'èluoco atto àfortificarfi,comc altra d'Ita-
lia,mi sforzaro dì moftrare qui fotto per eflere in pianura fra mol
te acque Terrcftre,Maritime , doue credere mi gioua , che quando
Her^ole elefie quefto Sito di Rimino iri mezzo all'acque è del Ma
re, e de* Fiumi , e de' Fonti, Io elegefle forfi con il confenfo di Noe
fuo Auo,& non temcfle punto dell'Acque ricordandofi delle paro
le,che occorfero quando il grande, & Onnipotente Dìo hebbebe*
aedettoil Padre Noè,dicendoli crefcece, & mulciplicate,e riempi»»
te
te la tcrrà;& non temete voi altri,che habbia dacfler più vn fimile Rfempita;
Diluuio vniuerfale; Anzi voglio far accordo , ^ dar parola di mai che fu la
più fare quello,che ho fatto hora,è di ciò fcruiri per memoria ì'At Terra, il si
co,quale apparirà nelle Nuuole in tempo di pioggia , ilqual come fj"®'/^"^
feri veduto da me , mi redurà a memoria, c'hò dato parola di non co«inéia.
più diftmggere il Mondo con l'acque, & che habbia del vero , e fi»
jnile,che il Padre Noè foffe confapeuole della clettione di quefto
luoco,poi checampòdoppòilDilouioCCCL.Anni, &pafsò
per Italia,due volte, 6c mori in detta Prouincia gli anni del Mon»
do M. L V I M. e della fua età D L D. ilquàl dalli Antichi» Gentili
fu effigiatOjCome qui fi uede con due faccii^per moftrar.che con U
faccia di dietro haueua nido il fecolo paffato auante il Diluuio ^^^^jf****
uniuerfale, & con quella dinanzi uedeua il fecQlo prefente. NoliroSi «
"« ,f:: ; yy : O : gnore dop
pò la mor<
te diNod^
Anni
MMLIVM
304^.
Qucfta Città non ha attorno Monti,chela poflbno ofFendere a
CaualleTe,sì che per tutte quefte caufe, e molte altre,lequali lafeio
pernon efTere troppo longo confirmato nella mia opinione mi
perfuado,ch'eflendo lucco degno dì una gran Città, non habbia a
ftar contento di quefta picciola: Perche quefto fempre è accaduto
per quanto fé ne può hauere memoria per 1 Hiftorie antiche è mo
derne .Prima efiendo ftato edificata ò reftauratada Hercole libio
è, chehaueua Dominatola Spagna,e l'Italia. Dipoi per l'mfulco
de" Galli, quali nel bel principio di Roma al tempo di Camillo ro
lì inorono una parte d'Italia & anco di Roma; Effendo diminuito
fu poida Remani doppò,chencnn€ro in grandezza l'Imperio, &
E 2 da
ii ^Sìto^mÌM^ Lìhò Prlmài
da loro conofciuto così bel luoco rc{laurato,& fatto fua Colonia
hauendoli mandato ad habitat molti Romani fotto il Confolato
de ScmpronioiE venne poi fi gtande , che nella feconda guerra di
Carthagine nel gran perìcolo di efTa diede aiuto à Roma , e poi
per le guerre Ciuili,efscdo ftato abbaflato per efTere flato prefcric
TrioBuira- to dal Trionuirato, che fu al tempo , che fi accordorono Ottauia-
*®* no, Antonio,e Lepido, che partirono le Prouincie tri di loro, & (ù.
dato a' fuoi foIdati.Fù poi ampliato, e rifatta Colonia da Augufto
coofiderando lui il bel luoco rouinato poi , come volfe la fortuna
da Liburnijconfidetadopoi il bel,e nobil luoco l'Imperator Dio»
cletiano, cheritornauavincitor dalla Gallia la reedificò magnifì-
camente>come di fopra s'è moftrato per il fuo Decreto(dice(Mon«
fìgnor Pietro nel Cattalogo de' Santi , fi cominciò a reedificare
quefla Città l'Anno del Signore docente, e venti J
Dipoi fotto varie fortune, hor diminuendo, come fu al tempo
de Gottijdoue hebbero longa,& fanguinofa guerra, che iù l'Anno
Gold. P X X X V.eflendoui tri l'altre cofe fatta tare da Gotti una Torre
di legname in particolar con grande artificio di altezza al pari del
muro della Città, per torli le diftcfe, che fi códuceua, non come l'ai
tre da animali ma da huomini inclufi nella machina,laquale fu fot
mata da Gotti incontro à quella parte del muro , doue|era l'entra-
ta più facile è più ficura per darui la battaria, il dì feguente . Ma
Giouanni Vitaliano, che con Bellifario, e Narfette Capitani del
Imperatore luftiniano deputati alla difefa della Città la notte pre
cedente vfcì con buon ordine con le genti della Marca , & alcuni
gentiihuomini principali della Città, contro la volontà del II altri
capitani, & facendo da quella parte vna fofia larga, & profonda
portando via tutto il terreno, interruppe, & impedì il difegno del-
li nimici leuandoli la ftrada di poter far a ccoflar la fodetta machi
na alle muraglie della Città, & li nimici procurauano con tutto
ciò di mandare ad effetto il lor difegno facendo fare prouifioni i
quefto effetto, & Giouanni con le fodette gente fé ne vfcì alla fpro-
uiffa . & aflfaltò li nimici trouandoli occupati d'intorno ad eifa
Torre,& C^ fece un fatto d'arme tanto gagliardo, che molti di elsi
Gotti reftorono morti.
Ma rEccellentifsimo, & Preftantifsimo Duca Belhfario confi-
. derando,che Rimino era Città da efferne fatta molta flima; & in-
^.^^"^ jjfieme con tanta nobiItà,& huomini di gran valore ,fe ne venne à
gan confi l^'f^ino col fuo elTercito in foccotfo : Et nel medefimo tempo or-
deiaiioiie. dir;ò,che fi partifiero Erudiano,^ Vliario, & ilCapiranio di tut-
ta
iii-ff
iSìJtdffaeìetAJlmdrì. 7f ^
u f « miti ', è nàuigafle Ycrfo Rimino , & Vna parte| del effcrcicd
di Terra, Mirtifl*]
Diede in cura à Martino comraandandoli,che andafTe dietro al
lito con l'armata, & quado veniflc appreflb li nimici all'hora d'in-
duftria facefle fare molto più fuochi del vfato perdimoftrarfi
molti più numerofi di quel Io, ch'erano. Sì chefopragionta la not«
te uedendo li Gotti infiniti fuochi dalla parte del mare luoco di- ^
uerfo da quello,chc fi doucua venire Bellifarioji quali fuochi era
no fatti da Martino nel fuo Campo dietro al lito del Mare,con l'ac
inata,perqucfto li Gotti fletterò quella notte in gran paura, ne fii
huomo di lorojilqual dormifle ne deponeffe Tarme, fatto il giorno ^
■vedendofi da loro ancora l'armata per Mare in punto,laqual s'ac-
coftaua alla Città , & parendoli effere circondati da tanti campi,
6: eflerciti per Mare , & per Terra ; fubito fi leuorono dall'afledio
fuggendo a Ila fpiegata verfo Rauennafenza ordine alcu no, 6cfen
xa leuare i Padiglioni, & altre bagaglie, che haueuano nel lor cam ^*"p** °*^
po.Procopio fcrilfe ch'efTcndo luftiniano Impcratore,6: hauendo ^*"*^
Theodorico Rè delli Gotti, rinchiufo Bellifarìo Capitano di det-
to luftiniano dentro la Città di Roma,che fu grandifsima careftia
per tutta Italia , a che due Donne lequali appreflb la Città di Ri- ft^fg";^ mt-
mino faccuano l'arte dell'Horteriaaftrette dalla fame in diuerfi cerare d'-
tempi ammazzorono diecifette huomini , liquali erano andati al- huominf.
loggiare da Ioro,nel tempo, che andati a dormire erano in profon Colui , che
do fonno, & che con le lor carne fi fomminiftrauano da viuere. Il- "°"* 7a
chepoi vnofcopsrfe, ilquale vegliando voleuano far il medefi j^iorte e
nao;Et dal quaie furono tutte due ammazzate Batt. Bab.Iib.7. quello a
Hora crefcendo venne finalmente una gran Città, perciò che cir cui e fatto
ca ducento anni fono era delle populate,e quafi potente Città d- nocutnen-
Italia, poiché del i^oo.fuccedendo nello Stato, & Signoria di Ri- ^° mifel^?--
mino r Iliuftrirsin^o Carlo Malatefta per la morte di Galeotto fuo cordia , &
Padre Huomo oriiatifsimo de infinite virtù Bello, & Robufto di compafsio»
Corpo fìmile à Marco Catone,perchenon gli amancò alcuna co ne.
fa degna ci laude. Venne a pigliare il pofleflo della Città,emoftra
dcfi amoteuoleal popolo fece una oratione in pulpito eflbrtando procefTio-
li cittadini alle buone opere . ne d'huo-
Ordinòjche fi faceffero Procefsioni folenni per alcuni giorni "^'"^ ^^"J!
continui per implorare ildiuino aiuto in quefto fuo gouerno,nel ^^^^^ g^il
le qv&] processioni fùfeguito danouc millia petfone tutte vefti- aonne al
tedi Bianco & la moglie anch'ella come capo accompagnata da nuccero di
oitomillaDs>nne. ^ ^oo*.
'" Ec
1 1 sito 'Rinànefi Libro Trìm.
Et ancorché il corpo della Città fbfle,come è hors piccoIa,pOH
Borghi OQ ^^^. "*^" ^'^.^ ^"°^ "^^'^^ ^^^ ^" c^^ca di dentro,e quattro di fuori kn
mero VI. ^^ ^ Borghi:Ncndimcno haueua VI.Borghi grofsi intorno,che fa-
ceuano per due corpi della Città: Et erano habitatifsimi da perfo«
ne honorate,e di negotio per l'occafione delle Mercantie, che ven-
San Giulia ?^"° ^j'^ ^^^^ • I' primo era il Borgo di S. Giuliano circondato di
co il pri- bonifsime muraglie con molte Torre a guifa di Città, e fortezza, il
nioBorg> .quale anco hoggidì è in cfTere in gran parte, & habitato da molte
perfore,& ferue anco per le fiere,che ui fi fanno, che comincia per
la fella del noflro Gioriofo Santo Antonio de Padoua', da Vlisbo
coDdo ^^'^^ Portogallo,& feguita.come altroue fi dice.Il fecondo era fuo
ri della porta del fodetto Borgo , & arriuaua fino all'Hofiaria del
Borgo ler ^^''O^^cue è quello Ponticello di Pietra cotta, chetrauerfa la (Ira
zo di Sani' ^^ longo dall'altro circa mezzo miglia.Ilte.zo,era fuori della por
Andrea ta de) GattOjilqual era dou'è bora laRocca,è andaua infino all'ori
dt: Gatto. gine,ouer forno dell'Acqua della Fontana, & di ciò fé ne vede an*
corale reliquie di qualche fondamento, cireftano ancora fino al
dìd'hoggiiPriuilegi,efrentioni>ecarichì,|chefoleuanoeflere in
detto liorgo à queri,c'habbitano in quefto contorno fotto nome
Korgo ^i Sant'Andrea c>: Gùtto.Il quarto poi era quello di Sant'Andrea
quarto di dall'Aufa alia porta di detto nome, che andana infino al Ponte
Sam'An. - della cura, & k bene hoggi non fé ne vede veftigio alcuno.nondi*
Aufa. '"^^'^ ancora durano,d: s'oficruano i Priuilegi,& i carichi, che fo-
kuahaùere detto Borgo in quelli, c'habitauano in detto Territo-
Borgo ^^^' ^\ ^'^"^^O) ^f^ quello di San Genefio contiguo alla Porta , che-
quinto di ^.^g.§' ^ chiama dì San Bartolomeo, che prima i\ chiamaua da tut-
San Gene- ti di San Genefio, &: hora quefto Borgo da tutti non s'intende per
Jo leu da altre , che per il Borgo di San Bartolomeo cinto tutto intorno di
]cmeo"° ^"^^'^ n-urag!ie con li fuoi Ba!oardi,come della Cittàiflefla , che
furono fmantelate al tempo,che li cittadini hebbero fofpetto, che
li Signori Ma lacerti, già partiti dalla città, & venuti in potere del-
la Santa Madre Chiefa^non cercafiero di ritornare in ftato,&: farfi
in detto Borgo, come forfi feria fuccefTo.fe dal detto Signore fi fof-
fe mandato ad eft'-cro vn fuo cattiuo, e peruerfo penfiero.c'haueua
córro ogni de uere,come veniamo certificati da Giacon^.o di Pietro
Luccarj Gentilhuomo da Ragufa nelli Annali di efl'a,che dice que
fìo.che qui di fotro (ì ponerà de verbo ad verbum r j.
Ma cue!Io,che fiì lodeuole,e degno di metter in carta, e che Si-
giffiiondo Malatefta Signore di Rimino, fcacciato dal Pipa, fuggì
in Ragufa con animo di pafiar in Leuante per impetrare foccorfo
dal
A'.^
Di T{affdele zAMmari $9
dal Turco . Ma interpoftoci il Dominio , fu leuato da tal propo- Dominio
fico. diRagufa. •
Et hauendo i quel tempo il Senato porto mano di fortificare la
loro Citti , il Malatefta s'offerì loro per ingegniero della fabrica,
& per il Commiflario delle fortezze , & Cubico fii accettato dal Sa*
nato:& egli tratcenédofi i Ragufa per alcun tempo, fi rcordò,& la Sigifmon •
fciò ogni penfiero,c*haueua di ricorrere al Turco , & effendo que- ^ Malate
fio Signore vnico in quella profefsioned'ingegniero,airhora per ^ V^?/
opera fua fi fortificò Ragufa, dalia parte di Tramótana, & fi ripa* "^^^^
rò affai alle cofe di (lagno. Et morti i fuoi nemici prefe licéza dalli *
Padrij&firiduffe in Italia fo' io io5. Sono poi circa dodeci anni,
che il refto delle muraglie,ch*erano al pari del terreno , & anco la
maggior parte più cleuate furono del tutto guadate da particola-
ri, & mafsime dal Magnifico M. Giouanno Merenghi de Baffani
per vn certo fuo fauore, che acquiftò alla paffata di Papa Clemen •
te Ottano, appreffo i Signori Padroni con danno grandifsimo del
Prencipe, & della Città iftelTa con molto difgufto del publico &
dì tinta la Citti.Et hora quefto Borgo è habitat© da molte perfo-
ne di trafico:per efferui un'aria aperta,e bona.Nobilitato anco da
vn Conuéto con una Bellifsima Chiefa delli Molto Reuerendi Pa-
dri Carmelitani, & con vn'ornamento vicino al ponte della porta
detta Città di pietre a cunze affai vaghe con le loro Infcrittioni nel „ ..^
, _. .j * ° ' Borgo VI.
le Piramide. ^ ^ diS:Nico.
Il feflo,& vltimo Borgo poi era quello, c'hora r\ chiama di San 15,
Nicolò vicino al Porto,querto ancora per quanto (i vede dalle ve •
fligie, che vi fono,era cinto tutto ò\ muraglie buone,có molti buo-
ni Toriori pieni a guifa di mafchi delle fortezze,che ancora ne fo-
no in piedi alcuni, e quefto hoggi dì è habitato da molti marinari ^
patroni di barche,& horcolani, & altri; Et vi fono molti m agaaeni
di diuerfi mercanti anco furaflicri , e in particolari ui è il Magazi-
no del Sale, che vi fa tenere l'Altezza del Serenissimo Signor Du'
ca d' Vrbino per il feruitio del fuo Stato , ch'é nel Monte Feltro. Capltanio
Queflo Borgo gode Priuilegio di hauer vn officiale del l'Ili uftre'^^J]^^^^^^»^
Communità chiamato.Il Signor Capitanio del Porto, c'hà autto- torità.
riià di vedeie , & terminare , tanto in Ciuile, «Dme in criminale
yfqm ad [anguinem le caufe,che fuccedono in detto Borgo,& Porto,
vi fono ancora molte cafe fparfe per la commodità di molti belli,
& vtili orti,che vi fi fanno d'ogni forte d'herbaggi, che non folamé
te feruono per la Città.e Diocefi,ma ne uanno anco di fuori, parti
colareal tempo dell'eflatcSì che fi conofce, quanto folfe la Città
con >
'4^ Sito Kìmìnefe Libro Trìm.
con i fuoi Borghi grandi, è popolata in detti tempi, douc vi era vn
• buono,& eccellente Configlio di Guerra d huomini molto pratici,
& accorri, il che hora fi cótinua ancora dal noftro llluftre Public©»
fé ben con molta differenza, facendofi ogn'anno li Signori fopra-
Signondcl ftanti alla Guerra, forfè più , per confuetudine anticha, che per al-
uwra. jj.^ rifpetto ; & però fotto il gouerno deU'llluftrifs. Signori Mala*
tcfti, e mafsime deH'llluftrifsimi Galeotto , e Carlo di fopra detto.
Il qua! effendo vna volta affediato Francefco Gonzaga Marchefe
latcfta fu ^^ Mantoua fuo Cófobrino da Galeazzo Duca di Milano, con più
fimi! à M. di quaranta milla Caualli,con la prudenza di detto Carlo,più che
Catóe per con le forze hauendofolo dodeci milla Caualli, fece leuar total -
efser d'infi mente il campo da Mantoua, & l'Eflercito del Duca prefato, & li-
•roaiìfi"" ^^^^ *^ fudetto Marchefe fuo Confobrino dal pericolo, in che fi tro
uaua . Per la qual cofa vedendo Galeazzo Duca , la mirabile pcu-
denza,e virtù fua,lo cominciò ad amare come frate Ho, & morendo
lafciò per teftamento, che fuITe tuttore delli figliuoli, & deffenfore
del Ducato.
Gregorio Papa X I I.ricorfe per configlio', & aiuto del fodetto
Carlo , quando fu chiamato al Concilio di Coftanza , & non afsi-
Carlo yà curandofi d'andarui mandò detto Carlo in fuo luoco.che di Tua vo
il Concil. jq^j^ placaffeogni fcifma,& renonciò la dignità Pontificale inn©
ire di detto Gregorio .
Waliefta ■*' Fratello di detto Carlo chiamato Pandolfo Malatefla famo
* fo, & efpcrtifsimo nell'Anne del i^o4.eflendo Capitano Genera*
le di tutto l'eflercito ài Gio. Maria Duca di Milano, tentò torli il
Dominio & farfi Signore: la qual cofa non li riufcendo fé ne andò
aBrefcia, & fecefi di quella Signore, & vi flette patrone decifetce
anni, come fi tiene; Et fu VefcouOdi detta Città di Brefcia,al nu-
mero p8.com'è notato nella Sala del Vefcouato;rù fatto poi vn*al-
Xoifolfo tro Vcfcouo nominato Monfignor Filippo dopò lui,nel qual tera*
Walaiefta pò gli nacque vn figliuolo, che fu alli 3. di Febrarodel 141 1. in dee
Brcfcia . ^^ Città, per nome chiamato Galeotto Roberto, quefto fu buono,
K*fcitadel ^ ^^^ ^^^ meglio Prencipe di Santifsima vita , & in particolare di"
j. Galeot. «otifsimo del Serafico Padre San Francefco, qual' hebbeanco mol
IO i.obtr. ti Vefcoui , che 1 accettò per fuo figliuolo, come da lui era dcfide>-
rato reftandoli per tutta vna notte cinque gran piaghe, tré dinan
zi, te due di dietro, con abbondanza difangue, che ne vfciua con
dolore così grande.che li pareua di ftare per fpirare, fé ben poi nel
far del giorno egli reftò fano,e fcnz'alcun dolore, reftandoli fola la
flttmifcia iafanguina» ^ dgu' era fiato le piaghe^ fu di canto eiTem-
' " "' ' "" "" piar
piar vita, \/milifsimo,& grande amatore della carità vetfo i pouc-
xi, 6c gli amalati , elfercitandofì inolte volte à fetuirli, con grande ^ ^^^
amore . Conferuò Tempre la Verginità, fé ben'egli hcbbe per mo- ^^ |^g ^
gliela Signora Margarita figliuola delMarchefe Nicolò da Efte odoardo
di Ferrara, dattali dal SignorCarlo Malatefta fuo zio l'anno 1427. Rèd'ioght-
la tenne fcmpre, come forella . Fu dìuotifsimo, & nelle fue oratio- ilterra , oc
ni fatte con grandifsimo femore in vnafua denota Capella,c'ha- ^^'g*g "if
ueiia fatto fare nel fuo palazzo fopra la fcala, molte volte andò in ^^^^ cafti.
eftafi, & per le fue orationi Dio Noftro Signore moftrò molti mi L'imp.Hé-
racoli i Fu obedientifsimo alla Sedia Apoftolica, poiché ad vna rico ii.Da
parola della Felice M. di Papa Martino V. reftituì alla Chiefa Ro J^^^'^f^^gi^
mana alquante Caftella lafciatoli da fuo Padre. Haurebbeanco la ^Jgino di
fciato volontieri lo flato è Dominio fuo, fé non fofle flato da tre ottone II.
cofe impedito, Tobligo nel Matrimonio, due Fratelli piccolini, ilqualviife
ramore,che alla fuaRepublìca portaua,nella quale temeua fé lab jempreca-
bandonaua: Il che commofìfe il popolo fuo à tanto {degnO;Che pi* ^oSq,
gliò l'armi per vcciderlo, ma egli con la virtù fua venendoli in- Arigo Im-
contro co vna ferena faccia acquetò il popolo , che depofe Tarmi: per.che 25
dcfiderando egli il martirio per amore di Chrifto N.Signore; fu vi ^""i ^""^^
(ìtato con vna grandifsima infermità, la quale fopportò con ef J?,o^^t|né
femplar paticnza ; & li fu reuelata l'hora della fua morte diuina- fcmpre la
mente quattro mefì prima che fuccedefle . Morì fantamente alle virginità ,
quindeci bore nella nobilifsima Terra di S. Arcangelo , di Venere con Gone-
alli 10 d'Ottobre 14 j 2.1afciandodi fegrandefiderioappreffo SJ^J^^^^^^"*
tutti; Fu poi il fuo Beato Corpo portato ad Arimino, & in con- jjone del
trato fuor della porta della Città, da MonfìgnorReuerendifsimo B.Rober- ,
Gieronimo Frate Eremitano Vefcouo di Rimino: vnode' Vefco- to.
ni eletti dal Reuereu.do Capitolo di detta Città, con tutto il Re- ^^^^^"'^ ^^
uerendo Clero de Preti, e Frati, Confraternite,6£ con tutti li Citta- ^^J"° ^*"
dinihuomini^e donne; Fu prima portato m Corte, e di poi à San La'faavita
Francefco con quattro torcie , sì com'egli haueua per teftamento è defcritta
ordinato, veftito d'habito Serafico :. Fu fepolto nel Cimiterio in^ '^^J^à^V^*
nanzi alla porta maggiorefch'è al prefente ) di detta Chiefa,doue J^ yeruch!
prima vi era fopra una crata di ferro,& al prefente vi è vn monu- capucinó
mento di marmo alquanto rileuato da terra circa vn braza d'ai - & ftàp. ia
rezza. Et ritornando al fodetto Signor Pandolfo, ilqual con molte Rimino,
fue genti andò à vn cartello chiamato Prouaglio , & prefoui Hi- ì^j'^^'iatefla
flore nepote di Bernardo Vefconti, per la cui liberatione hebbe s'impacro-
Pallazolo Caflel]o,airhora munitifsimo,& fimilmenteotténedo- ni di moU
poi la Città di Bergamo , eflfendofplendido, & generofo edificò tiluodii,
F nei"
^j sito Kìmìnefe Libro Trimd^
heirvna,& Taltra Città molti degni edifici) come fi Vede,àncòra al
prefente , & regnò con mafsima beneuolenza , & amore di tutti
Galeotto ^"^'^' popoli . Mentre che quefti gran Signori de Malatefti,mafsi*
Vicario di ^^ ^' tempo del Signor Galeotto , hebbero il goueruo della Citti
Rimino !'- di Rimino,come Vicari] della Santa Madre Chiefa,per la qual cf-
aoi* 1339 fila teneuano , allargarono molto il fuo Dominio ; percioche ver-
fo la Montagna dominorono Sarzina , ^^edola , e tutte quelle
Dominio montagne, & il monte Feltro. Dipoi nell'Vmbriadominaua la
Malaf ft*" P^''g°'^'^ Foffombrone . Dal canto della Pianura.e del Mare, co^
'* mirciando da i termini di Forlì, e Rauenna , dominaua Cefena , e
Ceruia.fiue Cefarea,e dall'altro canto dominaua Pefaro,Fano,Se-
negalia, Ancona, & quafi tutta la Marca, etiam le Caftella dì Fer-
mo,ma non la Città,come fi sà»e G vede le loro Armi, 6c Epicafij.
Poi per vari eccefsi di fortuna,& in particolare per non elTere vni-
ti in amoreuolezza con li Cittadini di Rimino,come foleuano,co
minciorono à declinare,& macarli affai deirvfato valore per man
caméto de buoni Confeglieri,e Capitani da Guerra, chefoleuano
hauere da quefta Citti, della quale alcune volte furono banditi,e
dateli l'efiliOjC così cominciorono a perdere li Domini), & lo Sta-
to in molti luochi , &infieme ancora la Città declinò affai per
quelle difcordie,& per mancamento di quefti Signori & è venuta
doue bora fi ritroua,& tengo per certo,come già ho detto, che que
fta Città non habbia da ftare così picciola per le ragioni di fopra,
effendo, che la Fortuna fi doueria chiamar contenta , per il fpatip
di ducent'anni incirca,d hauer tenuta opprefTa la gràdezza di que
fia Citta, & che ciò fia il vero , fé ne vedono alcuni fegni, non folo
da i Minifìri di S.Santità,& s'è intefo l'aftettioneche portaua alla
Citta, & il debito infiemeche iì doueria à vn Sito , & ad vn Pafso,
come quefto. Ms chedall'ifteffa Città defidera effere ampliata
con edifici) Magnificij perii ches'hà dafperare, c'habbia da veni-
re vn nouo Hcrcole, ò Sempronio, ò Augufto, ò Diocliciano, che
di nouo la reedifichi, & la reftituifca nella fua priftina grandezza,
& magnificenza, come già diede principio la Felice M. di Papa
Paolo Terzo, facendoli rifare vn pezzo di Cortina di muraglia di
larghezza di Canne XII. incirca con diflegno, come fi può vedere
dall opera ifteffa di mettere dentro della Città il Borgo di San Ni
colò, la qual Cortina è da quella parte, doue anticamente era il
Inferite, di Cohfco, che guarda vcrfo il Mare, 6^ la Torre dell'Aufa, come per
Papa Pao- infcrittione fatta in ta noia di marmo fi vede, laquale dice.
1« Terzo. opM ^hfolutum Tamia Tftuli Tmij vonùfiiis Maxim: .
Et
'Dì l{afaele tAdimari . 4 j
Ec da quella Cortina infino al Porto.e cafa del Capitanio di dee*
to Porto alla drittura del recinto del Borgo di San Giuliano pre-
dettO)VÌ fono in circa cane cento e quaranta di longhezza , & da 11
infino al Torrione della Stufa dous arriua la Citti, vi fono in cir-
ca,canrre trentafci per linea retta con li fondamenti fatti per il Poff
to doue ui feria andata poca fpefa,& vi anderia à tirarla fopra ter-
ra . Seria vtile,grande,e bello à vedere, & non vi feria nìolta diffe-
renza dall'vna, & l'altra Cortina, & facendoui vna portella à gui-
fa di quelle d'Ancona fopra il porrci acque,che feruonofolams
te per fcarricare alcuna voltale merca:ie,Siria di gran commodo,
& vtileal Porto, alla Città, & alli Mercanti , la quale s'ampliaria
con fpefa non molto grane, tanto nella fabrica della muraglia del-
la Città, quanto per le fabriche da farfi dalli particolari per la ca-
modità dell'acqua della Rena, & quello che molto importa della - j"iig'*
Chiara ch'è abbondantifsima, quafi su la fabrica iftefla,oltre ali'- quattro co
tre,ch'è neceiiario alle fabriche non molto lontano dalla CittàiSr fé princi--
haccpia di pietra di Tuffi, che fi cauano de colli vicini, 'e medeiì P^j» per fa
maméte per il letto della Mareccbia gran copia di pietre viue d'ho ^'^'"^^*^m!^
nefta grandezza, della qua! pietra ^\ fi vna calcina tanto forte che cftti,
molto più predo dell'altia fi la prefa, come Getto , e quanto alla
pietra cotta; come difopra, oltra quella che fi canaria dalla mura-
glia vecchia non ci màcariano fornaci non molto !ontane,che fup
plifcono a i bifogni, tanto nei mattoni, cóme nella calcina. ^ al-
tre, oltre quella che viene per Mare da diuerfi luocbi ; & pei che la
forza, & l'importanza di tutti i negotij, confifte nella pecunia; p?-
rò è bene confiderare in che modo fi poteiTe haoere dinari da fae
queila fpefa, la qual farja di gran reputatione, & vtilità alla San-
ta Sede Apoflolica ; poiché fi legge, che altri Sommi Pontefici
hanno hanuto queda confideratione, & dcfiderio di fabricare que
fta Città, & in particolar'la Felice Mem. di Papa Paolo Secondo, P.Paolo II
come racconta il Signor Gieronimo Mutio Giuftinopolicano nel
la fua Hiftoria, & hoggi maggiormente doueriaeiierequefloboa
dcfiderio ; poiché in molti luochi della Città, mancano delle cafe
habitabili, come fanno ogn' uno, & fi vede,ehe per breuità non fta
rò accennarle . Il modo , che par à me potria eflerquefto di pro-
curare apprefifo No ftro Signore, facoltà di poter liberar le cofe,
che fono in emphiteufi eioè,Pifoni in tutti^i luochi circonuieini \z
fciando in poter di ciafcuno di poterlo fare fecondo la lor libera^
▼olontà applicandoli denari, che fi ritrahefiero da quefto: Pae-
se siile Chicle padrone dilimili beni emphiteotici,e parte a que(lj&
i 3^ fabrica^
44^ Sito Rlmlfie/è Libro Trimd,
fabrica, ne ciò deue parere cofa ftrana ad alcuno, poiché H confT-
dera l' vtiliti grande, che ne cauariano le Chiefe fodette da fìmil
liberationiinueftendo gli denari, che dìglicauafTero, noti shaue-
rebbono da pentire di tal liberatione , poiché fecondo il prouer-
bio,fi dice efler meglio hoggi vn'oua, che domani vna gallina : Et
uedemo ciò efìfer flato fatto altre uolte . Ma particolarmente dalli
tibcration Molto llluftri,& prudenti huomini di San Marino del Monte Tic-
^^ '^7.°"* tano,che del I 5 3 j.liberarono le Torre della lor terra, ch'erano
no.' ^"* Fifone all'Hofpiuak di S. Spirito di RiminOjpoffeduto dalli Mol-
to Reuerendi Monaci noflri di Monte Oliueto , & quello fecero
per particolar breue ottenuto dalla Felice Memoria di Clemente
fettimo,& quefto fu fatto per pretio di feudi trecento^di bolini ot
rantaquattro, perciafcheduno, chedalorain qua fi puoi uedere
quanta utilità ne hanno reportato li detti Reuerendi Monaci, ri-
fpetto alla poca recognitione,che fé gli fuol dare ogni anno perPa
fqua di Refurrettione,per affolutione del canone.Sì che, fi può ue-
der,& dalle ragioni,& dall'efsempio detto, che quefto è vn modò^
bonifsimodafatisfarlevenerabil Chiefe, gli particolari, il publi-
co,&il Prencipe,& anco per Tinte re (Te della Reuerenda Camera;
Etforfi tal intention fu nella Santa Memoria di Giulio Papa Ter-
20,quando concefiTe la liberatione di dette Fifone , & quanto feria
vtile,anzi neceflaria quefla ampliationeperefperienza hora fi ve-
de,poiche con grandissima difiìcolrà C\ poflbno trouare cafe à no-
lo ne fuol da Foreftieri], che vengono per flare in quella Città , co-
me anco da Terreri iftefsi, & anco per feruitio delle mercantie, &
altri, come fono Maga2eni,Hoftarie,e fimil.'In quefto modo adon-
qucjcome s'è detto mi pareria,che fi potefse fa<:ilmente ampliar la
Città fenzal'ErarioEcelefiaftJco, [nondimeno hauendofiadam -
pliar ho penfato,come {{ potrà vedere in difegno , che il circuito,
ouer forma d'efla fi doueria far qadrata: Perilchebifogna comin-
ciando dalla Porta di San Pietro per andar al Porto rirar vna Cor
tina pernfpettodella M^recchiajiaqual fi può dire , che fia tirata
in quanto a' fon da menti, co me di fopras'è accennato, e apprellb
il Porto, s'haueriada farevn Baloardo , ilquale guardaria detta
Cortina & la bocca del Porto, per che fé in detto cantone, fi faceffe
vn Baloardo, e fé gli mettefTe alcuni pezzi d'artegliaria guardaria
di modo la bocca del Porto, chenon potriavfcir,ne intrarbarcha
contrafua voglia, come fi prò veder in difegno^; bifognaria poi
fàr,che la Porta del Ponte fofle in mezzo d'vna CortinsT, come ri-
flerca-labellezza dell'ai-ehicettura. tirando vn'altra. Cortina di ià^
*Di Raffaele tAdimarl 4f
verfo il Monte i Filo alla prima, di quella medefma longhezza^e
in fine farfi il fuo Baloardo,ilqual accompagnaffe quello del Por-
to, percioche quefto accompagnato darla maggior bellezza alla
Cortina, facendo anco bello afpetto a quelli , ch'entrajio per que-
fta porta,e potendofi poi tirar il fiume Marecchia fotto detta Cor-
tina,fi renderia a(Tai più forte,poiche la Cortina , che fer^ verfo la
Marina pcnfo, che difficilmente potrà efler battuta dalli nimici;
perche non fi può batter da terra per non ci efler tanto fpatio tri
la Cortin3)e il Mare,che fi polTa con giufla diftanza piantar l'arte tiri di Ac-
giìaria,ne fi potria batter per Mare,perche le galere, ò altri legni tegliaric.
grofsi,che porta no Canoni,ouer artegliaria da batteria, non fi po-
triano accodar tanto ì detta Cortina,che le facefle gra danno; per
che l'artegliaria per batter no deue efler più lótano di cento pafla,
che tato tira detta artegliaria di poto in bianco:ne anco,fe gli po-
tria dar còmodo afl'aho per la grettezza del luoco,ch'e tri due Fiu
ini,sì che à me pare,chej(ìdoueria tirar quanto potefleandarè per
non poter andar più longa dell'altra per far figura , che habbia
del MagnificOjlatraria tanto !onga,quanto fo(Te necefl'arionn me
20 della quale io ci faria una Porta,che andafTe al porto,dietro a la
ftrada, che vàallapiaz.zaalCaualIerDouo aquefta porta, acciò
che fofle commoda à tutta la Città, e così quefta Cortina faria v«
na bella molT:ra,à quelli, che paflaflero per Mare, nautgindo, oue-
ro venefiero dai porto per haucr vn Baloardo , fu'l Cantone deiìa
bocca del Porto,& l'altro su l'altro Cantone, che Te accompagna-
no , e in mezzo la porta col fuo Caualler; perche s'hauerianodue
eortine,chefariano due Iati del quadro, & l'Angolo retto del Ba-
loardo dalla Bocca del Porto:onde di necefsità, volendo far figu-
ra, che habbia del nobile , come s'è detto bifcgnaria finir il qua-
dratOjCioé tirar vn'alcra Cortina , uerfo il Monte, in mezzo della
quale ci venia la porra,Gh'è dirimpetto, all'Arco di San Bartolo*
mto,e per hauerd uè Baloardi da' fuoi canti, come l'altredue da»
ria bellifsimo afpetto, a chi entraffe per detta porta, in oltrefegli
potria tirar fotto il Fiume Aufn, laqualele daria gran fortezza, al
meno centra le Mine , come fi vede ììt difegno. Poiché fi potrra
condure nel Vafo di detta Cortina , cominciando dal Baloardo,
ch'è verfo il Monte fcguitando isifmo a quello della Marina.
Ma giudico bene, che in luoco del Baloardo della Marina fé gli j^^occi.-
faceflTe la Rocca , quando però s'hiuefle à far Rocca a quefìa Cit-
ta\prrche fé fofle amica delia Cirtà,guardaria due Cortine, di che
fòiia^la metà della muraglia,e il Mare,e-fe-nongii-fone amica oflen
ckria--.
44 Sltir timWfe Lthro Primo»
deria dentro delle Cortine, e potria hauer foccorfo per Mare.e pef
terra ; Perche (\ potria far la porta del foccorfo ver(o Pefaro facen-
do vn ponte di legno fopra airAufa,è per Mare, per edere apprelTa
to Marina,é^ alla bocca della detta Aufa , laquale C\ potria accom*
iTìodar in modo de vn ponticello, oue potriano intrar fregacte,&:
altri legni.che portafTero foccorfo, òdi gente, ò di vettouag! la, ve-
nendo fotto la Rocca metteria dentro per vn'altra porta di foccoc
fo fatta fotto quella del ponte ; e così haueria gli tre tali del qua--
dro.Seria poi necefìfario farne vn'altro per finir detto quadrato , il
qual comincialfe dal Baloardo , oue entra rAufa,e finire all'altro
Baloardo,oue entra la Marecchia, e perche detta Cortina andari*
quafifino al ponte della cura per ampliare giuftamente la Citti,
e far il quadrato perfetto , fi potria tirar fotto detta Cortina vna
buona parte dell'acqua del Mawone, laqual daria molta fortezza^
& bellezza alla Città,almeno renderla affai difficile alle Mine, &
in mezzo d\ detta Cortina , ci venirà la quarta porta, laqual daria
bellifsimo afpetto i qiielli,che veni(fero dalla Montagna: e per ef-
fere,come l'altre in mezzo alla Cortina,^ a'due Baloardi,e perche
detta porta veneria a incontrar la porta di Sant'Andrea, la fui ftra
da andaria dritta in piazza, e confeguente mente veneria ad incon*r
trarfi con quella,che va alla porta de' Cauallieri,oiiero dalla Mari
iia,& così la Città haneria due diade maedre per i capi dellequa^
le vi feriano le porte della Città,e fé incrofariano fu'l foro,diuideti
do la Città in quattro quartieri giufti fenza guadar cafe , ò fé pur
fé ne guadaflero feriano poche, e di poca importanza, come Ci pu^'
ben vedere per la drada delle Molto Reuerende Suore dell'Ange*
li,& quanto quedo difegno folTe giudo, & ragioneuole fi può c6«
fiderare nel difegno da ogni vno, e perche foflfero quede quattro
Cortine, per eflere tanto longhe non potriano forfè edere guarda-
te bene, & ficure da i quattro Baloardijnelle Cortine de i Baloardà
da' CauallicrijChe fono fopra le porte fi potriano far altri Baloar-
di piatti,© forme piatte, che vogliono dire fra detti Baloardi,e Ca»
uaHieri,come fi vede nel difegno,lequali fpazzafTerolecortine.ei
JBaloardi;per laqual cofa mi pare.che feria neceffario feruirfi di det
ta forma quadrata, e che al fito di queda Città , non fi potefTe ac^-
commodaralrra forma,che fode meglio al propofito: Ancor che,io
fcppia, che detta forma quadrangulare nelle fortezze non fia ap« ■•
probata da tutti i Moderni per molte caufe, 6i la principal è, per-
che diconoyche la forma ottangola,© altre, che fi aecoftano più al
sferico, ouer tondo fono più capaci , & da q^uelle fé ne piglia due-
l>ì Raffaele tAàlmdrì. ''4 1
principati vtìlità: la prima è , la minor rpefa^ch'entrà nel far le Mù
raglie.per eflfere il circuito breue ; l'altra e , che batte la muraglia fi
difende con manco gente,il che al mio giudicio non'pare, cheob-
ftijechelaformaquadra habbia vtilitd molto Maggiore di que-
ftejperche, come fi sa appreflb tutti gli Mathematici, tutte le figu •
re,chefi vogliono mifurare,bifogaa ridurle alla forma quadra: poi
che non ci è figura , che fi pofla compartire in tutte le fue parti,
mafsime in Angoli retti, che faccino tre Angoli, fé non quc«-
£la.
Sileggano,che Babilonia tanto famofa , & lodata Cittì , era fi-
gura quadra,lecui muraglie erano d altezza piedi doicento,chefo
no maggior delli Romani tre dita. La lor groflezza era tale, che vi
poteua andare fei carra da caualli al paro fenza impedirfi,con tuc«
tociò,che fofìfe di marauigliofa grandezza , che era tenuta per vna
delle fette marauiglie del mondo: perilche vna Cittd in forma qua
drata sì può partir in quartieri giufti , e i quartieri in Ifole coni
fuoi Angoli retti,€h'in auente,che fi fabricano in quel le, fi porran-
no partire ne ifuoi membri, liqualihaueranno gli Angoli retti,6c
f€ bene in quelli fi vorranno far edifici] d'altrefigure, fi potranno
anco fare , perche la figura quadra contiene m fé commodamente
tutte ie altre figure regulare,sì che ( quefta commoditi, e bellezza)
mi pare,che importi più , eh' vn poco di fpefa , ch'andafledi più
nella muraglia, e che vn poco più longa, mafsimamente , perche
celle difefe delle Città, importa più a' tempi noftri , che i fianchi
beneintefi fiano forniti di buone artegliarie, che fpazzano le mu-
raglie; che fiano tante fpefeper tutte le diffefe; perche non fi
danno gli aflaki per tutte le bande, maone è fiata fatta labat-
taria.In oltre dicano,chc circa al fortificar la forma quadra , e iti
perfetto, per e(rere deboleper molte caufe, & prima, perche gli
Angoli del quadrato fono retti, i quali di f uà natura fono de-
boli , ebifognando poifarfiinefsiiBaloardi, li Angoli di quel-
li, neceflariamente vengono ad efiere acuti ,come fi sà,acciò,chele
Cortine di detti Baloardi fiano fpazzati dalle canoniere delli altri
Baloardi,e forme piatte , ò dacauallere uerriano ad cfsere più de-
boli,pche ^\ pofsono facilméte fpótar co l'artegliaria |> efiere ftret-
ti in efsa fpótatura i nimici pofsono poi cómodaméte appoggiar
fcale.e far altri difegni,per no ^\ poter difféder detta fpótatura d'ai
cuna bada co l'artegliaria, la qual obiettion'ancor che fia di molta
importàza,a me par che nófi dee'ftimar molto hauédo cófideratio
iie alia bellezza,cgmodità,e fortezzajche oltre à qfta difficolti da-
— '■ ' ria
^f sito Tifine/è Librò Prlmól
ria la forma quadrata à quefta Ckcà,e la difcommoditdjé; altri idi
conuenienti che veneriano alla forma ottangola , ò alerà , che più
s'accoftafTe al tondo, per rifpetto del fìto del luoco, come s'è det-
to difopra,le quali cofe confiderando forfì l'Architetti del Rè Ca»
tolico, di Pranza i Turino per rifpetto del fito della Città, e delle
fue muraglie vecchie , e l'eiTere la forma quadrata, e nonottango-
la,e fecero i fuoi quattro Baloardi, su li quattro Angoli, e noti
guardarono tanto alla debolezza dell'Angolo acuto per rifpetto
dell'altre commodità, che li veniuano in detta forma Quadra; ne
anco tanti Signori Capitani,& Architetti, che al tempo della Pel.
JlecordationediPapaPauoIoTerzo, e di Papa PauolojQuarto,
defìgnarono,comefidoueuafabrfcar Roma, & fi cominciò à far
nìuraglie,& al tempo poi di Papa Pauolo Quarto, à far Baftioni;
oue vedeuano che'l fito di detta Città di Roma lo ricercaua , che
vi fi faceifero; haueuanopiù confiderationi al Sito,chealli Ango-
li: e perciò in alcuni luochi vfarono nel circuito di dette Muraglie
l'Angolo retto,& in quello facendoli i Baloardi con l'Angolo acu
tOjCome fi vede nel Baloardo, ch'è nel Monte Auentino.per anda
re alla Porta di S.PauoIo,è in altri luochi, sì che io penfo,che que
fta ragione nonfidoueriainquefto luoco confiderare per l'altre
commodità , che dà il quadrato à queflo luoco : e mafsime , per-
che delli quattro cantoni, à due non s'hà à confiderar; perche a
vno, cioè à quello della bocca dell' Aufa sì vàia Rocca, e non Ba-
loardo, la qual guardaria le due cortine.come s'è detto,e fi potria
far fecondo le regole del fortificare?' L'altre, è il cantone della boc-
ca della Marecchia,il Baloardo del quale bifognandolo far gran-
de,e forte per poterci tener artegliarie. & battere la bocca del Por
to,e per non fi poter battere fé non con difficoltà per rifpetto della
Marechia.e Mare; ne ancora darli a(Talti,e farci altro danno, fé no
difficilmente per detti rifpetti a i due altri Baloardi , poi (\ potria
aiutar con riépirli bene,ecó altri rimedij, come Ci vedrà effere defi
gnato, e fatto in parte al detto Baloardo del Mote Auécino: nell'-
altre debolez2e,le quali fi dicono hauere la forma quadrata.-ancor
che à me pareano quell'i ftefle efifere nella forma ottangola : nien-
tcdimicnofeci ne alcuna per eflere di poco momento latacerò,ne
lifpoiiderò; ma porto la forma, ò fito di quella Città ^auandofi ad
ampliar fecondo il mio debil giuditio , mi par che ù debba difcor-
Kre bene a i particolar di quefta.
DI'
^i Raffaele tAdlmATÌà
49
D ISSEGNO
NOVO
DELLA CITTA'.
Mare Adriatico.
L'ai-
so Sito Kimhefe Libro Pnma .
L'altezza del Polo, ouero eleuatione fopra l'orizonte di quefla
Città di Rimino, e digradi quarantaquattro . & la fui longhezza
e gradi ventiTei minuti tréntafci, fecondo Tolomeo, Giouan Vx *
doano,& altri, medefimamente è opinione di molte perfone Intel
ligenti.chequefla Città noftra habbia due fegni afcendenti,come
anco dicono di Ferrara secchia, & Ferrara nuoua", & de alcune al-
tre Citrà,lequali afcendenti fi crede di certo.eflere fccrpio,fe£onda
la commune opinione de gli Aftrologi, non trouandcfidiuerfità
alcuna Fra efsi : come anco fi vede efler fiato fatto fcolpite dall'Il-
luftrifsimo Signor Sigifmondo Malatefta.Signor di Rimino,per-
fona virtuofa.dotto, & molto diligente inueftigacor di tutte l'arte
Mathematicein vnpilafiro di marmo nella preclara fua,altrimeh
te di San Francefco di Minori Conuentuali, nella Capella di San
Gieronimo, contigua a quella di Sant'Orfoia, che credo doueua
cfìTere il mezzo iufto di quel tépio, che detto fcorpio tiene fotto di
fé la Città, il nobilifsimo Potè Augufto,& il Borgo di S.Giuliano,
cominciando da San Francefco fodetro , verfo il fiume Marcccbia,
doue prima fofìfe cominciata la fabrica della Città, fu*l detto fiu-
me.
Cancro poi nel redo della Città, verfo Oriente, & l'Aufa edifica
fa dapoi,come anco per quefti fegni fu ofleruato a tépi noftri par*
ticolari per gli eftetticaufati da vna Cometa l'anno 1505. alli
ventiotto di Luglio, in quella parte fola della Città, che per afccn»
dente vi fia Cancro , comes'é detto, poiché cominciando dalia
Chiefa di San Francefco per tutta la contrada vecchiajOuer Paro-
chia,di San Bartolomeo, e fuo Borgo fccrfe, vna quaJì vniuerfale
fpetie di contagione, la doue il reftp della Città, ci conferuò Dio
laudato fana,6(: allegra. Li Molto Reuerédi Padri canonici di San
Saluatoie Lateranenfi furono sì grauemente tranagliatida infirmi
tà pereficreil fuo Conuer.to di detta Parochia, chefiL necefsario,
che i Molto Reuerendi Padri Capuzzini a efsi contigui a ndafsero
à gcuernarli : poiché efsi Reuerendi Padri Canonici non haueua-
nQ,chi gli feruifse, efscndo che tutti erano caduti ì'^ letto ; doppò
l'efserfi morti alcuni di detti Reuerendi Canonici,chefùdiconfen
fo de loro fu peri ori permefso abbandonare il Conuento per al-
quante» tempo facendofi portare > chiad uno, echi ad un'altro
luoGo.
Nel Connenro delle molto Reuerende Suore dì Sant'Eufemia,
rumcrofifsime fei Madri fole fra tatìte- rimafero intatte da Febri
nei rello della Parochia di San Bartolomeo più di ^ o o. pcrfcne^
€ade-
^i Raffaele t/idlmdrl st
caderono in letto,e non reftoronoin unacafa tall'hora pur uno, i,
cai non (ìa tocco la parte fua;de morti nella medefima Parochia di
San Bartolomeo fi troua.chc il numero cede 1 5 o. perfone iu pco-
greflb di tre mefìjò poco più .
Hora per venire alli particolari di quefta Città , dirò prima, co*'
me è douere delle cofe Sacre, & Religiofe: perche fono quelle , che
rendono le Città III uftri buone, vaghe , & eccellenti : del che fi
può dir,& numerare tri l'altre quefta noftra Città,fia bene dotca-
ta,& adornata , poiché in effa vi fono Chiefe Parochiali fenzala
Cathedrale venti. ^ ^ Monafleri
Monafterij di Reuerendi Religiofi dieci. Gonfratef
Monafteri j di Reuerende Religiofe fei . niie.
Confraternite , che hanno Chiefe, & Oratori da fé ftefse quin*
dea,
Chiefe, che non hanno Oratori particolari^ma Ci congregano al
le Chiefe delli loro inftitutori,otto'.
Non mettendo però in conto le Confraternite del Santifsimo
Sacramento,che fono in tutte le Chiefe Parochiali, doue ordinaria
m^ntefoleumo fare procefsioni, vna lor Domenica del mefe , &
vanno ad accompagnare la Santifsima Euchareftia,quando fi por-
ta all'infermi .
Holpitali redatti al numero di tré efifendo, che già erano vndeci Hofpitalf,
vnìti comedifopra, al tempo del Pontificato, del Santifsimo in
Chriftc Padre Innocenzo per diuina Prouidenza Papa Ottano nel
li anni del Signore i^^6.h.ì\\ 26'.di Giugno come ne appare inftro
mento per mane d» M. Girolamo e. Signor Baldifera Angeli citta*
dino,& notaro di Rimiao.
Hiuendo detto delle ccfeEcclefiaftiche in generale, mi parcofi-
uenientedi dire qualche c<^{:, anco in particolare dando principio
alla Chiefa Cathedrale. cerne Chicfa principale della Citri.laqua ^^^f^l^^f*
le prima era fotto il titolo di Sant'Andrea Apertolo per quanto fi sanfAn *-
hi d'alcune rraditFoni antiche , & da degneconiecturede i luochidrea Apof.
vicini ; pf rcioche al dirimpetto di detta Chiefi Cathedrale fuora
della Città, vi erano già due Borghi, come ogni vno si, & fi dice,
qui dietro chi a tifato Sant'Andrea da!rAufa,& l'altro Sant'Andrea
dal GittO; e di più ia porta della Città, da n-,ezzo giorno con il me
defimo i;onie di Sant'Andrea, che ancora fi cólerua il detto nome;
si che pare verifirril cofa,chc li fodetti Borghi infieme con la porta,
fodftra hsbbiano pigliato il nome, come l'altre daUa Chicfa Ca-
ihedrale,che era ia pi ù vicina,& la più degna, & di poi con l'occa-
G 2 fione
fi Siti, tÌm\ntft Uhro 'Prlmot
Santa Co- fioned'vn degno miracolo fucceflb nel tempo del Martirio dellai
lomba Ver preclara Santa Colomba Vergine , fu dedicata la detta Chiefa à
cine , & lei fotto il fuo titolo» ilqual miracolo fu in quefto modo,cioè , che
MArme. eflendo detta Santa nella Città di Senonen, onero Sanfo inFran--
cia,doueripofa il Beato corpo di detta Santa Colomba, in vna caf
Aureliano fa di ferro , il martirio della quale, fuccclTe ti tempo della nona
lojpcrat. perfecutione,dominando Aureliano Imperatore di Roma , ilqual
era in quelle parti di detta Città di Senona.circa li anni della Chri
{liana falute 275. l'vltimo giorno del mefe di Dccembre , qucfto
IMonti fé tiranno, haiiendo gran defiderio di fpargere il fangue de i ferui di
intenerir-- CH RISTO NOSTRO S IG NO R E , non credendo i
cono,e l'in molti miracoli della fpofa del S 1 G N O R E , doppò hauer fupe-
fidekà di j-ato il fuoco per vltimo menata alla riua del fiume vicino alla
s^'iduraT Città fodctta, la Verginella fentcndo, che Chrifto doppò le fuc
oratioBÌ,la chiamò dicendo .
Vc?ii tonfante A 3 ofenl columbamea^ «vini in Hot''
tum ntium , ^tni coronaberis .
Stefe il Collo al carnefice orando per lui , e per i fuoi petfecuto-
rì,il manigoldo lì menò vn colpo per troncarli il capo , tenendofi
akOjalqual gli tagliò la metà della tefta , verfo la faccia,riurcendo
alla boccajlaqual parte dì tefta,con le (v\t chiome,che pareuano fi-
le d'oro fparfe all'aria, brifculando nel Fiume, che era vicino alla
Città fodetta,& così notando nel Fiume, per diuin volere s'attacò
alla pegola 'di vn nauilio,ò altro vaflello, che era lì vicino, fenza
le Campa- ^^^ alcnnofe neaccorgeflejògli poneflecura; ilqual vaflello nani*
ne da fua gado giófe forfi per forte anco à Rimino,doue d fermò,ò per occa»-
poflafi fan ficnedi negotii,ouer perfar menfa per i! bifogno:II Patrone,& ma
00 feiuire. rìnari fmontarono in terra, venendo alia Città, doue comincioro-
no à fonare tutte le Campane, da fua polla, con gran flupor,& ma-
rauigliadi tutti.
latti li Tuoi negotij detto Patron, & Marinari ritornaronoal
lor vaflello, per feguicare il fuo viaggio , nel intrata deilj qu^tli fen-
tirono vnaftraordinaria, & marauigliofa fragrantia di odore :
Ma però non fapeuano , che cofa foife ; volendofi partire, 6: far
uela, )1 vairel]o,era diuentato immobile, ne in modo alcuno lo pò
tcuanofarmoueredal fuo loco, ancorché haueffe acqua di van-
taggio, 6i le Campane continuauano a fonare ; i Mannari' dubi-
cauano, che la (labilità del vagello fofle per caufa de alcuni pie»
cioii
ì>ì 'j^afaeU ^MmArìl >"?
cicli perei chiamati Remora, ò Echino, cioè vn Riccio Marino," n ptktti
è la Murice pefce , che è più largo , i quali fé fi appicciano alla chioo h^
Carena del VafTello, hanno qnefta virtù, & forza di trattenere, *?J?'*j^^
éc tenere vna naue , benché haueffe le vele piene in mezzo il fuo ^^^^^ jj g J
corfo,non che un vaftello picciolo , ciafcun di loro . Et però i Ma» fo delle gra
rinari, per vedere fé ciò era, narrando d'intorno al vaflelto, vi- uide eh»
dero quella Santa Faccia , & fubito gli venne a memoria il nonfi fcon
fucceflfo del Martirio di detta Saata Colomba , che era fta-^'*"*®- ^"*
to, quando lor fi trouauano per quel Fiume , e cosi detti Ma-
rinari , & per la fragrantia fentita nel fuo vaflello , & per il fuo
no delle Campane della Città , che credeuano farfi per tal San-
ta reliquia , vennero a denuntiarla al Reuerendifsimo Monfignor
ycfcouo, & popolo della Città .
Perilche furono ordinate Procefsioni Solenni , & Generali
per andar a pigliar quefta Santa Reliquia, laqual fu con tan-
ta Solennità porcata nella Chiefa Cathedrale , doue era con—
corfo grandifsima quantità d'infermi , 6c mentre fi portaua
furono vifti molti Miracoli fatti da quefta Santa Reliquia , ^.
che ancora fi vede in Pittura la Tefta di detta Santa pofta in -^^j* ^'^^J
vn piatto in mezzo , cioè alli piedi della BEATISSIMA j^ mezzo
VERGINE NOSTRA SIGNOR A, laqual ftà in mez- del li quat-
zodelli Santi INVENTINO, FACONDINO, PEL- trofratcUi
LEGRINO, E FELICITATO, Fratelli Martiri , fé be- Saou.
ne non fono pofti in neffuno Martirologio [, ma folo nel Calen,
dario di Rimino, la cui Fefta fi celebra alli doi di Settembre, nel»
la tauola dell' Altare, della Sagreftia minore, doue Ci vertono i Re«
uerendi Sacerdoti da Mcffa, & da quefto fatto , & quefta traditio,
ne fi prerume,checominciairea pigliar il nome di detta Santa Co-
lomba, Ufciandofi il nome antico, sì come fuccelTe alla Chiefa
di San Giuliano, & di San Nicolò , come fi dice alcroue, la qual
Chiefa era fatta, come fono molte altre Chiefe antiche Cathe-
dralijcon due appartamenti, vno fuperiore,& l'altro inferiore
nella Capella Maggiore, con due ordini di Scale dalle bande*,
con le fue balauftrate attorno , & di fotto belle Colone di
Marmo , con tre Capelle , che accompagnauano quelle difo-
pra .
Et al tempo poi di Monfignor Illuftrifsimo Giouan Battifta Ca
ftello Bolognele Vefcouo di quefta Citta', fu determinato da lui di
redurre quefto Domo alla Moderna tutto a vn piano , come fi ve •
dfi, leuandoda quel Corpo di Chiefa in più volte coione otto;
Ec
'i 4 Sìh Rìmhe/e tìhto Primi»
Et Taltrc , che fono reftate pet maggior ficurezza della' Fàbrica fo-
no (late veftite di mattoni cotti infoggfa di pilaftroni, come fi ve-»
decfTendouiin mezzo la CoIona di Marmo granita di gian prez-
zo , ilche fu mandato ad effetto dalli fuoi agenti , mentre ch'egli (i
trouaua Nuncio Apoftolico in Francia), doue anco finì la fua vita
nella famofa Città di Parigi,nelli anni del Signore i 5 8 j.In'pro-
pofito delquale fi riferifce,che Henrico Terzo Rè di Francia, haue
do notitia della Morte dcirilluftrifsimo Cardinal Carlo Boromeo
qual'è ftatoafcritto nel Catalogo de Santi, da Noftro Signore Pa-
pa Paolo Quinto l'Anno M D C X. & fentcndone difpiacere grati
de dille, che fé tutti i Prelati Italiani fuffero ftati di quella bonta',e
fantitàdi vita, ch'era il detto Boromeo,& Monfignor Caftello Ve
fccuodi Rimino morto, pochi mcfi prima, non haurebbe mai no-
minato alcun Prelato Francefe nelle Vacanze , ma gli haueria pi •
gHati tutti Italiani,come riferifce Monfignor Gio. Pietro Ciulfani
nella vita di eflb San Carlo.Sotto l'Altare Maggiore di detta Chic
fa Cathedrale , vi fono corpi di quattro Santi fratelli' nobili Rimi-
nefi Martiri,cioc Inuentino Facondino,PeIlegrino,e Felicitati fo*
bue tejic^^"^'^^^" '^^^^^^'^^^*^^^'*^'*^^ Settembre,
delle vndc Sopra il detto Altare , vi d pongono à fuoi tempi le tefte ornate
cimillavcr d'argento delle Sante Vergini e Martire, Cordoii,e Fortonata del
gin» lega, la venerabil Compagnia di Sant'OrfoIa : Vn Dento di San Chri*
te margen ftoforo,con molte altre Sante Reliquie di vari Santi, e S2inre,& ia
^°' particolardi vn bellirsimo Cartello, d'argento con i fuoi Chriftal-
li mandato di Francfa;dalla bona memoria di Monfignor Illuflrif-
fimo Gio. Battifìa C2fielio,mentre fiaua là nuncio.che fu del 1581.
doue vifono molte reliquie,e prima cinque particella della Coro-
na di Spine di Noftro Signor Giefu Chrifto éc un pezerto di legno
della Santa Croce, hauuto lui da Henrico Terzo Rè ChriRianifsi-
mo di Francia , e di Polonia , alla prefenza di Molti lilu'lrifsimi
Cardinali,^: d"alrri Prelati, Prencipi . Vna Cofta con vn poco di
Marcella,cond[ie Denti di Santa Colomba, della parte inferiore,
con certe altre reliquie ài San Filippo, hauuto dal Molto Reuereti
do Abbate dell'ordine di San Benedetto, fuora delle Mura della
Citri,di Senonen,doueèilCorpodi Santa Colomba , tenuto in
grandifsima venerarione, ottenuto daH'Iliuftrifsimo , e Reueren-
difsimo Cardinal di Ghifa ; Furono portate in Rimino in detta
Chiefa di Smta Colomba, con folénifsima procefsione dalla Cliie
fa di San Giuliano, l'Anno 1584 a!li 30. di Decembre, per
Monfignor Reuerendifsimo Vincenzo Tcrfanino Bolognefe, Ve-
fcouo
rDi Kaff^aele tAdirHAYÌ. . //
fcouo di Rimino , fucceflbre di Monfignorllludrifsimo Caftcllo
di buona memoria.
Mi feràanco lecito dire in queflo luocojche ogni buon Chrìflia
00, comegeiofo del culco diuino, non deuereftar contento fola--
inente della fabrica dei Domo fodetta, ma deue pafTar più innàià,
come vedemo effer flato fntto nell'alma Città di Roma, èc in mot-
te altre Città,nelle cofe appartenenti alle Cliiefe, & in particolar
le Chiefe principali , la maggior parte fono ne i più belli fi ti del'e
Città loro,e per commodità,decoro, & bellezza : Perciò l'Anno
M. D C X I con l'occafìone de* corpi Santi, [che vennero da Roma,
come fi dirà altroue fi cominciò à trattar in publico,& in priuaio
di far un'altro Dom.o in fito bello,& nobile, & più commodo,& il
negotiopafsòtato auanti, esortato anco da i Molto Reuer.Predi-
CiCori,conforme alla fanta irirétrone,molto prima mortrata in ciò
da San Carlo Boromeo Beatifsimo Spirito, che vna volta per paf sermone
faggio fermoneggiò in detto Domo . Sì che il popolo vniuerfal- jjj sanCar
mente & infieme il publico con buona gratia de i Signori Pationi lo Boro--
maqeiori, erano tanto difpoiii di fare una buona offerta à quello '"^f' ^^^^'
rr^^ ' uefcouo di
effetto. _ Milaoo.
Mala lontananza di Monfignor Illuflrifsimo Nuncio noilvo ' '
Paftore, che haurcbbcfauorito, & aiutato il negotio difponendo
anco il Molto Reuerendo Clero a far il medefimo , ilqua! pareua
non fi curaffe di tal cofa faccHc, che il femore del negotio fi aftedò
talmente , che pareuaa pena fé ne fufle parlato. Nondimeno
niluftre publico, hauendo fatto determinatione d'aiutar qu?fèa
S^nta Oper.?, non ha voluto retirarfi del tutto di non fare qualche
ccfa in fcgno di pia demomlratione, e però pafsò partito di far v*
Cà Chitfa di Sant'Antonio da Padoua noftro Protettore , come fi
acGcnerà al Tuo luoco, poiché il Domo fi teneua perefclufo.Et poi
che con ordine delli Signori Patroni di Roma, s'è determinato di
ferarJa piazza della fontana fopra la flrada , che va dà^' Domo i
Sant'Agofiino dalla parte del a Rocca tanto più detto Domo re-
flaràfequefì:rato,& quafi nafcoRo; però tanto maggiormente do-
niamo pregare Nollro S'gn. Dio , che Ci degni infpirar il noftro II-
lufhifsimo e Reucrendifsimo Paflore è Padre, che credo ficuramé
te non fera inferiore d'animo ne di forze, & auttorità , come nobi!
Bolognt fé, e Nuncio Apoflolico a Monfignor Illufirifsimo Caflef ^J^i'^^^'
lOjChe habbia a fabricare di nuouo qnefìo Domo, che almen nofsi ^^'^q^^ ^i
meritar iufiamente, nomedi Chiefa,cioè farro in forma di Croce, Monfignor
alla Modeina,ò come meglio gk parerà opportuno , ma con bona Salictnij.
ardii'
/ é sito l^ntine/è L tbro Trlmo.
Architettura TaggrandiCse, in modo che potefTe venire vna bella
porta,e campanile, fé ben non foffe porta maeftra alla drituca del
la ftrada,che paffa auanti a S. Martino, mi par che fi faria vn'ope-
ra fìgnalata,& heroica,poiche C\ cauarebbe (per dir così) il Domo
da vn catone, e fi metterebbe in profpettiua della ftrada maeftra,
che potrebbe cffere anco vifto da paflàggieri foraftieri, cofa certo,
che doneria eflere defiderata da tutti per la buona comodità , che
lì ha lì del fito fenza hauerlo à cóprare : e qucfto facilmente potri
fuccedcre,quàdo l'imprefa fi communicafle con tutto il M. Reuer.
Clero della Città,e Dìocefi» & in ogni miglior modo &c. come fa-
pia mo, che fi fa nel rinouarfi alla moderna il Domo, della famofa
Città di Brefcia.che il M. R. fuo Clero contribuifce alla fumma di
ottanta milla feudi fuccefsiuamente , del che io ne fon benifsinvo
informato; Vie poi il corpo intiero fenza diminutione alcuna
del Beato Giouanni Canonico, in vna cafla coperta di ferro, con
<]ucfta infcrittionc : Hit iacet corpus B. loannis Canonìa Arminenftt,
Col volto fanto fu la Croce , & eflfo Beato ingenocchioni auanti
detto Volto Sanio , che così gli era apparfo in vifione , doue che
in vita, & in morte fece molti miracoli , e quefto è dentro nel Ni-
chio della muraglia di detta Capella a lui dedicata.che fii Cano-
nico di detta Chiefa . Et riftelfa Chiefa hebbeilPrepoftodclli
M. Reu. Canonici , pur Santo , al tempo che rcgnaua 1 herefia de i
Patterini,il cui corpo fi riferba nella Cachedrale di Fofl'ombrono,
doue andò chiamato da quel popolo per Vefcouo, portandoli
^ ... . -Verdine di taltlettione in Rimino, dou'era Prepofto, ilqual fi
<lo Vcfco- chiama Sant*Aldebrando,& è in vna Capella , cioè nell'Altare <M
«o. detta vicino alla Capella Maggiore, &è tenuto in gran veneratio
ne per i molti miracoli fatti , & che fa cotidianamente , & fé ne fa
Fefta folenne il primo giorno di Maggio, come io ho veduto per
vna Scrittura latina molto copiofa, ch'è apprefib dime cauata de
r€rb6 adyerkum dal libro della vita, e miracoli di quefio Santo
mandatimi già molto tempo fi dal Sig. Guglielmo Ingegnieri di
detto luoco,perfona molto virtuofa di buon fpirito,e maniere ve*
raméte diceuol a Gentilhuonìo. C^uefta noflra Chiefa Cathedrale
fu ccnfecrata per quàto fi troua in fcritturc dal Molto Illuft.e Re.
Confecra- ^^rendifsimo Monfig. Raniero Vefcouo di Rimino del 1 144.3!-
jioae di S. ^* ^ 9.di Maggio: ma è ben da credere, che nel tempo di S.Goden*
KioàtDio zo Vefcouo di Rimino,chefù molto tempo innanzi,cioè del 350.
Vefcouo incirca fufl« da lui Confecrata fé bene non ci è memoria partico-
4iRiaiiiJo. jjjjg jjj ^ucllp,raa fi legge bene>che confacrò moke Chiefe. Quefto
' Santo
hìl^afaete zAdimarl ti
Santo Vefcouo, fìi dalla Citti di Efefe di Grecia , venne i\ Roma^
fu battezzato,^ nella Santa fede fece molti Miracoli,& gran frut-
to nelTanime de fìdeli, fu dal Pontefice di quel tempo fatto Vefco
uodi Rimino,perlamortedi MonfìgnorStemnio Vcfcouodi Ri
minojche fu al Concilio ài Roma , fatto da San Milciade Papa del ^g p^Jj
Anno 3 1 3 in circa,& altri prima , che dì qui fi può ben conofcere, trentatre
quàto fia Tempre fiata nobile detta Citta, & in particolar per l'an- d'Africa,
tichità della Religion Chrifiiana, poiché nò ftauaafpettando, che
gli fufie mandato il paftore,comc hoggidì C\ vfa , ma di fua fponta-
nea volontà efiendo mandati Ambafciatori Ariminefi dal Papa
per tal effetto, confecrò Gaudenzo Vefcouo, & mandoUocon gli
Ambafciatori per paftore di Rimino , forfi a intercesfione di San
DamafOjChe fu poi Papa. Mentre veniua il detto Santo Vefcouo, .
mancando il vino a quelli , che l'accompagnauano , & perciò pa- ^^'JjYipac
tendo molto la fete,conucrtì l'acqua in vino , e Io diede a' compa- qua in vi -
gni , viffe in grandifsinia fantità,fece molti Miracoli, entrò egli in no.
la Città , gli venne incontro tutto il popolo, con una moltitudine
d'infermi di varie infirmila opprefsi, alli quali tutti nel nome di
Chrifio NofiroRedentore,reftituì la fanità,& immediata, che lui
celebrò la Santa Meffafubito cade l'Idolo diMartepoftoin mez- qj.jj^Ij
20 del Mcrcato,& fraccafcioflre,& fimilmente rouinorono tutti gli tutti per
altri Idoli in diuerfi luochi porti nella Città. conuertì molti alla fé terra.
deCatholica.
Il M R.P.Fra Alfonfo Ciaconi de Vonù^óhuì_& Card'ìnallh.fot.^ó,
Referifcelemedefme parole videlicet'. Anno Domini 359. Lìbc'
rijTap£ cÉfauij Con^antij ImperatorU ^rriani i^.Synadui vnluerfa- g ^^j^j
lìs itcurnenìca apkd ^riminuniy 'talìs vrbem'mdìCfa . Epifccpis adìpfam ^ùmin.
venkntìbus omrvbuSjamonas , ^ celiarla irrìperatoripfe dare prscepitùn
qna "N'ìc^nafidesprobatur: /tmani damnantur.ConcUium Catholicumy<&
Qn hndnxurp.yVt albana fiu*. affcnt epiftola ad /lf tcano(. g Atb»n»
11 Venerando.^ Reuerendo Padre Frate lacobo Filippo in fup
pie mento fupplementi delle fue Croniche al lib.p fcriue le medef-
n^.e parole, efTerdo per volcnri diuina infpirati la parte del Ponte
lìce, pensò dilationeal difputar della fede con li Sacerdoti Qriéta-
li & di Ponente; in quefto mezzo fiì dannata in quello Còcilio di
. Rimino, la Fede dt Hi Arriani heretici giàtiprouatanel Concilio
Kicenc,& ilmedefmo.fi fece d3 poi nel ConcilioRomano,nelqu3l
fu fimilmente', dannata in perpetuo . Allegando Grariano nel Sa-
cro Decreto alla 15. difiin.nelcap. Santa Komana Ecclefia . Ma
{ecódo l'opinione d'alcuni alcri,fi tiene che detto Cócilio Rimine-
H fé
jB Sito ^mìnefe Libro Frìmo.
fé nò fufle fatto legitimamente, ne meno fuffero dannate le herefìe
delli Arriani, & perciò S Godenzo noftro Vefcouo faceiVe refiden
za con tutte le fue forze, sfinito detto Concilio lo ftracciafle re-
probando tutti: Itloro a ttioni,& decreti, per la qua Icaufa tu am-
mazzato da i foldati di Tauro Proconfolo occultamente, & che la
Chiefa Romana dànando quanto ineflbera ftatorifolutogli def*
fé nome di Conciliabulo di niun valore . Ilche repugna a quello,
che di fopra è ftato detto,munito , & corroborato con l'auctorità»
éi. teftimonio di Santo Atanafio,che fii tanto gelante delle cofe del
la Santa fede,e tanto (limato, & preciate le fue fcritture ; & perciò
(ì vede vna pittura antica nel palazzo publico, doue (U Monfigno
re Gouernatore noftro, dipinto detto Concilio : di ciò , può e(fere
anco argumentOjChe fé il Conciliabulo fulTe ftato fecondo il voler,
& defiderio delli Arriani , non fi feriano adiraci tanto contra San
Gaudenzo,ne l'hauerebbono ammazzato, ottenuto, che hebbero
il lor defiderio: Quando però non fufie fuccefib detta dechiariatio
ne dalla Santa Madre Chiefa,dopò la morte di detto Santo Atana
fio;ilche del tutto me rimetto alla verita\& alla difpofitione di San
^ ta Chiefa,nella bona gratia della quale L I. Anni fa, che piegai il
v^ltMuMs ^°^^^ ^^ dolce,& foaue gioco de i fuoi Santi Precetti, & così intea
')ffi,unt'*«t do di voler finire il pellegrinaggio di quefta mortai vita. La morte
vtheiità del fodetto SGaudenzo fu alli quattordeci di Ottobre il cui cor-
ftUm. pò miracolofamente fu ritrouato . L X. Anni dopò la fua morte,
efiendo a tutta la Città, ignora la fua fepoltura.
Si trouò nella Città di Ceraia feu Cefarea, ò fecondo altri òi Ra
Miracolo uenna vna Donna cieca , chiamata Aborriua, alla quale apparue
di SacGau jn yifione l'Angelo Raphaelo.con Damafo Papa Santo, & diffegli
fcmjo ^di '^ "°"^^ delì'vno, & dell'altro, che fé voleuariceuere la vifta delli
Rimino. occhi,fe ne andafleà Rimino, & fignificafie alliCitcadini,cheri-«
cercaflfero il corpo di San Gaudenzo in vntalluoco,del qual gli
diede il fegno 6: lo fepcljffero più honoreuolmente,& come ritta
irato foffe il Santo Corpo fubito ricuperarebbe la vifta . Confida*
ta la Donna in tal vifione,& penfando,che guida potefle pigliare,
fola fi pofe in camino,& nella man fua fubito fentì vna leggier can
t\Ziti dall'altro canto, intefegli guidatori efìfere in capo della caa-
naj& mertendofi in via gli guidatori per uenne alla Città ài Rimi-
lìojManifeftò a i Cittadini la vifione,liquali tutti infiemefene an-
darono fuori della Città, in vn luoco chiamato Lago Maggiore,
hoggidì la Gumaggia.pocodiftante dalla Città, ecominciorona
i, cauare la terra, do uè li haueua datto gli fignali, 6c fentiuafi vn mi
rabilc
^l Raffaele t/tJimdrl >>
rabilc odóre,6: ritrouato il Santo Corpo trapelo fuori della cauaj
e: incontinenti.come la Donna preditto haueua,fugli reftituito il
lumedelli occhi, & di più furono liberati molti Infermi dalle loc
infirmita,con grande honor,& diuotione fu collocato ilCorpo del
Santo Martire in vna fepoltura di Marmo, fopra la qual poi fu edi
ficata vna nobilifsima Chiefa,& Monafterio. Et per quanto fi può
conietturare dalle fcritture il detto San Gaudenzo , e San Dama»
foPapa, turono grandi amici infieme, mentre vifl'ero in quefto
Mondo. , ^
Il Corpo di quefto Santo Protettore hora non è nella Citta di
Rimino.nè manco fuori nella Chiefa dedicata à lui, ma nella ter-
ra di Monte Alboddo nella Marca Anconitana, ilqual fu robba-
to,come fi dirà nel ragionamelo delia fua Chiefa. Ec in detta Chic
fa Cathedrale , vi è vn organo fingolarifsimo di molti Regiftri :
Vi è ancora vn Tabernacolo fatto maeftreuolmente co molta ma»
gnificenza^grandezza^e bellezza, riccamente adorato, fatto nella
fioftra Città di Rimino,per mandare à Venetia . Nel fuo campa-
nile, ch'è di buona gr3ndezza,mabaflb, per non impedire la Roc-
ca, vi fono campane di buona grande2za,& bontà fingolare al nu-
mero di la Sagreftia è Ricca di molta argenteria, che ferue
per il decoro della Chiefa. & ancora ricca di nobilifsimi paramen-
ti,fi perglialtarijconieperglj Sacerdoti,& altri, tra l'altre vie vn
drappo antichifsimo di fera, detto il panno del Imperatore di brac Panno del
eia otto,e mezo di longhezza,e larghezza braza trè.intorno ilqua- Iii^perat.
le gira vn fregio di color turchino, pieno di gili gialli, il crampo di
mezzo è tutto rofTojConquattordeci tondi di color giallo jinogni
tondo grande quafi vn braccio. Vi fono due Leoni-di brocato d'o •
ro,quafi tondi,turti fono circondati di lettere di Longobardi,6c in
ogni tondo vie ancor il milefimo con le lettere tutte fimili, che fi
vede efler flato farro nel Anno M.CCXXXI. ilqual fu trouato
in vn'arca di Marmo , quando fi faceua la Capella della Santifsi-»
ma Madonna, tv San Gicfeppe prima detta dell'Incoronata Sono
adunque anni 380. in circa,che fu fatto. & flette in detta arca mol
ti, e moiri anni, & hors, e f: bello, efrefco, che ogni perfona giudi—
ciofa dira,che fìj pcrdurire 7 00 anni. oltra che fempre s'adopra
in apparati,^: t rnar la bara nella morte de Reucrendjfsimi Vcfco
iii,e di Signori Canonici particolari, ilqual dicono,che fu poflo in
quel luocoda Federiceli. Imperatore, inuolgendoli dentro vna
fua Figl'uola n:orta.
Non Ibrò à dir altro delle cofe particolari, ricche, e nobili di
H 2 detta
4 è SUo Kìmheji Libro Primi:
detta Chiefa,per non efler troppo lógo.folo dirò,che ui fonò mot-
te Indulgenze concefle da varij Sommi Pócefici, come appare per
li loro breui,e in particolare , vi è vn Altare Priuilegiato per l'ani-
me de defonti . Vennero hora à dire , ch'è benifsimo officiata per
cHerui il numero é^ì dodeci Reuerendi Signori Canonici, che han-
no le loro prebende,che rendono affai buona intratta fenza le di-
ftributioni cotidiane ; vi è poi ancora li Molto Reuerendo Prc-*'
pofto,& Archidiacono con le loro prebende, che afcendono al nu
mero di quattordeci, vi fono ancora poi fei Reuerendi Màfionari»
che portano le pelle nere falariati, & il Reuerendo Màfrro di
Capella,& altri con vn buon coro di Mufica, il Molto Reuerendo
Curato,& altri officiali Sacerdoti di Sagreftia con li aiutanti .
S^Francei Doppò l'hauer parlato della venerabil Chiefa Cathedrale, mi
tuau!"' P^«"conueniente di parlare della preclara Chiefa delli Molto Re-
uerendi Padri Conuentuali di SAnFrancefco,laqual fu principiata
dairilluftrifsiaio Signor Sigifinondo Pandolfo Malatefta Signor
di Rimino ; doue prima era una Chiefa dimandata Sàta Maria in
Trebio con cafa, & otto contiguo , come fi può vedere da fcrittute
^'"'"^ .* Autentiche.nel Archiuio del Couuento di S Francefco,6c in parti
prttep,». coi^f^ P^r vna lettera ai Papa AieOandro quarto , doue prega il
Monafte - ^folto Reuerendo, Abbate,e Padri di S< Benedetto del Mònafterio
riodi Poni di Pompofa^che vogliano concedere ditta Chiefa, & fue pertinen-
pofa* zcai Reuerendi Fiati Minori Conuentuali per prezzo iullo : Ai
arbitrium /"-tjì rn;;Sottola datta diecinoue d'Octobre l'Anno pri-
mo del fuoPonteficato in Narni:&di poiefequito, quanto defide
raua il detto Pnntefice»fcrifie vn'alcra lettera di Napoli alli quin-«
deci d'Aprile del fuo Pontificato l'Anno Secondo, doue approba
quello, ch'è ftato fatto in detta Concefsione della Chiefa predet-
ta :&: fé da lui , ò fuoi fucceffori fode ftata finita conforme al prin-
piojaria delle belle Chiefe,& famofe, che foffero in Italia,la qual
hora n vede fproportionata per non edere ftato feguito l'ordine
ccmniune delle Chiefe, fatte con Archittetura , poi che hanno vo-
luto fare tre rape]Ie,douenecomportaua vnafola, laqual doue--
Uà pigliare con gli fuoi pilaftroni tutta la Nauata , per caula del-
^2 quale , la Maggiore non è veiiuta alta, quanto doueua , la -
S.Sigir:TÓ-<l,^l^' Chiefa fu dedicata àSan Sigifmondo Martire, & Rè Fi*-
doxMarti gìiuolo di Gencbrardo Rè di Borgogna, doppò la cui Mortegli
re , Kè:di fuccefìe nel Regno , il fodetto San Sigifmondo; ilche fùaltem-
Borgcgna ^q ^\ Anaftafio Imperatore dell'Anno cinquecento in circa , co •
mediccSigisbuto. La cui Idia fi celebra a due del mefe di Mag«
gio.
7>i ^ffaele %Àdimdrì • r i '
gìo . Il sito , & la fronte della Chiefa di Saa Slglfmotido Ré, 6è
Marcire ò vogliamo dire, come hoggi fi chiama di San Francefco
de Minori Conuentuali pofta in faccia di Maeftro con bellifsimo Leon Bat^
difsegno dell'Illuflre Leon Battifta Alberti, nella quale fi vede vn tifta Ar.-
bellifsimobafTamento tutto di Marmo d'Iftria, per cornifamtnto «hittetar»
di efTo vi corre vn freggio bellifsimo pieno d'Arme , e Fiori Pan-»
dolfefchi con grata Inuentione, Copra di efifo quattro Coltone ca-
nelate tondo di mezzo rileuu dì ordine compofito, doue appare
tre Nicchie, delli quali quello di mezzo fa la Porta Maggiore ,
che vi dentro alquanto, con vn bellifsimo Fogliamo fino airim-
podadura delliarchi,6c dagli insù infin' dell'arco, con vn bellif-
fimo intaglio ornata del medefimo ordine compofito fatto con
bellifsimo diflegno di Marmo beretino quadra Ricinto d'vn Ar<«
chitrauo, fcpra ilquale ui è porto vn freggio di Porfido bellifsi--
n:.o,cheper maggior decoro , e incornifaco de Metallo, nel cui
mezzo vie porto vna Croce dell'ifteffo Metallo, tutto dorato,4
Malgama,fopra a efTo freggio vi è il fuo cornifone dell'ifterto or-
dine,e fopradieflbla fua cima, òfrontefpitio, l'oro deli'ifteffa
Croce poco fi vedeconfummato dalla longhezza del tempo, 6c
dalle pioggie,fuora di effo fi vede tutta interfiata di bellifsinae pie
tre,cioè Porfido, Serpentino, & altre pietre bellifsime, quadre, ton-
de,ouate, & tombe, con cornifamenti d'intorno; all'altezza della
porta al in giù, calano due feftoni molto ben intagliati , & di bel
rilieiiofopra due ouati bislonghi , fotco iquali vi erano due Coc-
ciole di cappe grande,che doueuano feruireperl*Acqui Santafo
ftentate da due tefte d' Alefantiili altre due Nicchi minori incor»- £,^^,a„
nifati di dentro di bellifsimo Marmo beretino, & impite il reftanYx^^i.ó' ve
te diNicchio in piano fuora delli detti Nicchi ornato di vno Archi imtitadt-^^
trano,con fei Spechi di Porfido,có feftoni d'intorno-, fopra di eflb ^<'«
fi vede vn cornifone dell'ifteffo ordine refsaltato fopra le colonne,
nelli cui rifsalti vi e fcolpito vn Cherubino, & ne' Piani d'eflo freg-
giojvi fono intagliate le infrafcritte lettere d'ordine commun2,chc
dice.
f-.^ìfmundm Vandolfm Malate fìa Vandolfì fUiuì V. Fecit jtnm Gra*
tìi? . M. L D. Sopra il Cornifamento, fi vede al dirimpetto delle
due Nicchie e(]erli dato vn Decìiuio per l'Acqua , e fopra la
Porta vi andana alto con l'irtcffo ordine, due pilaftrate , le -
quali hauerebbono feruito per il lume della Nauata di Mez-
zo , & per la ftatua del Signore, nella impoftadura delle dette
Nichie dauan^c corre per fianchi,& fa l'impoftadure delle Nichie
Huocnini
6$
Sito Rlmke/e Lìhro Primi
uote , doue fi troua vna tauola di Marmo beretino grande fcritti
in Greco, & le dette impofladure copra no l'arche con 'bellifsimi
compartimenti foftentati da bellifsfmi pilaftrcni tutto di Manno;
lequali Nichie vote feruonoper dar il lume alle Capelle della
Chief3,& di fuori verfo la ftrada,hanno certe arche grande all'an-
tica di MarmOjChe feruono per depofiti d'huomini Illuftri Rimine
fi con le loro Infcritcioni fopra", come fi vede ; lequal Nichie fono
fetre,& fra rvno,6.': l'altro pilaftro, vi è pofto vn Specchio di porfi*
do incornifato de feftone,6: tutto il refto dì Marmo con il cornifo
ne d'intorno . Come mi fon sforzato dimoftrarej qui in difegno in
quel miglior modo,che ho potuto.tanto la facciata dinanzi.come
anco ne i fianchi;cofa che non C\ vede nelle Medaglie antiche fatte
di detta Chiefa & nella pi<?7-za,oaero Cimiterio.auanti la Chiefa
vicino airingrertb di effo, vi è vn Sepolcro, doue fu porto il corpo
del B. Galeotto Roberto M>ilatefta,| delqualc ne habbiamo parla-
to di fopra nel ragionamento delli altri fuoi Signori Malatedi.
Gii di fopra s'è detto, che nella facciata anteriore vi è quella
Infcritcione ; iii^ijtr/HndiiS ì'andolf^i ùìahft^a 2'andolp filifs . y.
tCC'K
*2>i Kaffkele tAdìmArl. €$
Feàt Unno Crcitie . Ancorché la fodetca inferi ttione (ìa facile da m
ccnderfi, nondimeno quella litteraV. fol a così appo ntataui met-
te qualche difficolta, poiché variamente viene interpretata da va-
rie perfone. Et però non ho voluto mancare ancor io di darle quel
la interpretatione , laqual a me par, che fia conforme alla opinio»
ne delle piiì,& delle perfone intelligenti, & alLì verità & più con»-
fueta nelle cofe,che fi dedicano al Sommo , & onnipotente Dio,6c
al fuo culto; però dico, che quel V. non può dir altro, che, v^tw»»;
peicioche fabricando vna Chiefa in particolar honore di S. Sigif •
mondo Borgognefe Martire,e probabii co fa, ch'egli hauendo de--
uotione particolare a quefto Santo, per mezzo fuo otteneffe quab
che gratia da lui defiderata, perciò facefife voto fabricare una Ghie
fa a fuo honore,mafsimamente, perche fi era trouato no molto pri-
ma in moki trauagli di guerra,& in particolare fu molto trauaglia
to dal Rè Alfonfo d'Aragona , dalquale haueua hauuto vna gran ^ifo^f^,
fomma di migliara di ducati per far guerra a Fiorentini , da i d'Arago •-
quali prefe poi foldo , per far contro al detto Rè, & andò in ferui- na e di Na
tio,dellaRepublica Fiorentina. Furono poi accommodateque- P'>'i-
fle difcordie,che erano tra il Rè Alfonfo,li Signori Venetiani, Fio ^^ ^^^j[^
rentinii& i! Duca Sforza,e tutti, fuor che Genouefi.da Papa Nico< ^^^^^^ di
lo Quinto Felice Memoria del i 4 4 7 & è facil cofi, che il medefi Filippo
mo Pontefice facefle confcienza di quefti danari al fodetto Signor Maria Da •
Sigifmódo, poiché detto Rè dinouoftaua permouerli guerra fuc "di Mila-
cedendo poi Ferdinando figliuolo d'AIfonfo, poiché non haueua j, ntalia
ofleruato certe promifsioni,haueua cominciato a tormentar cru- {nArmc.
delmenre, che fé non folfe fiato Pio Secondo lo priuaua di tutto il
dominio ma in quello inftante,che morfe il Rè Alfonfo molti có-
giurorono contro Ferdinando, di queftà congiura fu capo Gio-
uan Antonio Prcncipe di Taranto, per il mouimento de Baroni,
& de popoli del Regno,con tutto ciò , che Ferdinando fufse in le-
■ga coi Duca di Milano , & il Picino in campagna commune nemi
co di tutta Italia , per non efsere in un medefimo tempo impiega-
ta in due guerre Ferdinando,fece pace con SigifmondoMalatefta,
hauendo anco fofpecto al Pòcefice, perche nifsuna terra gli era (la-
ta data fecondo le promefie a lui facce, & perche quello , che egli
oretendeua hauere. Pio pontefice haueua tolto per la Chiefa, che .
era le Caftella, che Sigifmondo teneua dì là dal Metro, del che per
penuria di pecunia nò pagana il foldo, & per quefto molti de fuoi
priuati delle paghe, & priuati delle prede , con lequali fi fofl:enta-
uano,fe ne fuggiuano da lui per opera del detto Malatefta , ilqual
gli
64 sito Klmlnefè L\bi a Tnmo,
gli daua il paffo per tutti i fuoi luochi,& alrre cortefìe, cosi fu (la-
bilità la pace , & Ferdinando Rè fé ne pafsò alia volta del Regno,
doue più gli premeua,che tn l'Anno 1450. Ec perche nel principio
del amaniriiento di tanti tranagli fi rifolfe a fare quello fontucff'
E offcrua- ^^^^ Tempio in honore di Dio,e de' fuoi Santi.Ancorche furte te-
conta l'aù ""^0 P^"^ pcrfona più predo dedita à viti) che ad altro,connefole-
trui vitii uà fuccedere a quei tempi qnafi a tutti quelli,che faceuano profef-
fà bé fpef. fìone difoldato, nella qual profefsionejCgli era tenuto eccellentif-
lopiùdi - fim0j& ornato di molte virtù, & amatordi tutti gl'huomini dotti,
coloVo^ * liberalifsimo,& fplendido, non inferiore ad alcun altro capitano,
che afcol che fufle al fuo tempo.Però io concludo, che quella lettera V. non
taaojchca vogli.nepofsadire altro,che rorwwjcon quel che fegue. FecVy&c,
colorcche £^^jj pj^ foggiongo,che il fodetto Signore , fu di tanta buona vo "
iB€flc°** ^^ lontà,che Ci defìfe perfettione alla fudetta Chiefa,come cofa.clie gli
premeua a punto come fi fuoi far per adempir qualche voto, ch'e-
gli mandò Nicolo Adimari a Ragufa,a comprare certi beni (labi-
li, & dechiarò , che queftibeni doppò la morte de alcuni fuoi
fuccclTori andaffero alla fabrica della (odetta Ghie fa . Et di
quefto fé ne troua fcrittura originaria fatta in quel tempo in for-
ma à'\ patente , la qual metterò qui fotto de ic v,rbo ad yerbum vt
iacefyCÌoè.
Compra. S'tg'jmHndns Tjndc'fus de Maìateflìs, &c.Vcv tenore della prcfert-
de btai i te patente facciamo noto à ciafcuna pcrfona, comegrenoftrain-
Kagufa. tentione,& volontà, che certe pofTefsioni, & (labili , quali di no-»
(Ira commifsione^e commandamento hauemo fatte comprare per
Nicolo A- niano de Nicolò Panzmodelli Adimari nodro Cittadino diRt-
inoari. j^ino nelle parte , & Territorio di Ragufa per la valuta de ducati
1 5 oo.d'oro,come per nofiro mandato in publica forma in perfo
na dieflb Nicolò appare tutte fiano,& cosi donamo, & concede •
mo a Pandolfo M:i latefla noftro Figliuolo per fé , e fuoi heredi, &
(ìmi'iter della Lucretia Malatcfta noftra Figliuola , & forella del
prenominato Pandolfo Malarefta], in vita tantum d'effa Lucretia,
ft occorrendo il cafo,clVeiro Pùndolfo morifìfe fenza heredi, volc-
fno,che fiano d'effa Lucretia tantum vtfupra; pofi vero éu$ mortem ^
Volemo , & così è nodra intentione fiano di Saluftio Malatefta
noflro Figliuolo,& fuoi herediy& (imiliter delllfotta Malatefta no
ftra Conforte viuente lei : de fuoi heredi haoendo Figlinoli Ma -
ichi.Sinauternin tifrt/o/ftn>.Etdapoilamortefua,volemo, &è cosi
J*^"" - noftra intentione: & liberamente donamo le fopradette cofealla
^Sigi mo QQ^fjj fabrica di San Sigifmódo , per efpeditione di detta fabrica;
Et
Et fé per càfo il prenominato Nicolò Panzuto non foflfe ancora
partito , & transferito nelle parte di Ràgufa a fare detta compra,
ti quanto per noi gli è ftato comTnefTo volemo, che omnino fia
l'andata fuafollicitara : & vada a fare detta compra , come da noi
hebbe. m praeceptuiLt quella fa6fa habbia l'effetto, vt (upra, narra-
ta, & perche ogni huomo intenda quefta donatione,& cefsione ef- Donatio-
fere noftra vltima volontà , hauemo commeflb la prefente littera ne.
patente (critta di mano di Rainero noftro Cancellerò di noftro
corrmandamentocon lafottofcrittionedi noftra propria mano,
fi: altri infrafcritti teftimoni,& fatta figillare dallo vfìcato , & con-
fuetonoftrofigillo . Dar. KomxdieXl^ 1 1. M«rrJf. 1468.
Io Sigifmondo Pandolfo me fon fotcofcritto. j^^^^
tg<ì K^inerm eliifdem Domìni Cancell.lUeras has pAtenteSt sigilli.
de MaììdAtofcrìpfii & manu propria mefuhfcnpfu
Io Giulicefaro da Varano Commì{ìari,&c. Pregato, & arretro
dairillluftre Signor Sigifmondo Pandolfo delli Maiatefti, melon
fottofcritto di propria mano , & fo fede effere fua volonca,quanto
nella prefente ì\ contiene a dì 17. Marzo 1468.
Io Francefcoda San Clemente Cancellerò del prefato Signor
pregaco.&aftretto dalla Sua Signoria, me fon fottofcritto di mia
propria mano, & fo fede effer fua volontà, quanto nel prefente fi
contiene a dì detto,e Milefm©.
In efecutione del fudetto ordine , fu comprato dal fudetto Ni- Emptio
colò Adimari alcuni beni, cioè cafa dentro la Città di Ragufa , &
Terreper pretio di ducati mille,e cinquecento,da Rufco di Theo-
dero Cittadino, & habitacore di Ragufa , laqual fu fatta da Ga-
leazzo Brugnolo da Mantoua Cittadino,& habitatore di Ragufa
fuftituto dal detto Nicolò in fuo loco, & dipoi la llluftrifsima vni
uerfità di Ragufa , fi complemento con l'Illuftrifsimo Signor Si-
gifmondo Pandolfo Malatefta,di ringratiamenti,& altre fimili ce*
rimoftie, per mezzo di una lettera loro, & a bocca del fudetto Ni-
colò,& ilfimile fa riUuftrifsimo Arciuefcouo di quella Città, con
\na lettera latina de dittatura la piiìEccelléte,&curiofa,che fipof
fa defid€rare,degna da eCer letta, come il tutto fi può vedere nel
I Ar-
é S iìio ÌCimìnefe Libro ^rlmOé
Archiuiodellifodetti Molto Keuerendi Padri Conuentuali mi-
nutamente infieme con la pianta fatta dal fudetto Nicolò con di-
ligenza.
Si fuol dire e bene , che gli Secreti delli Piencìpì è difhcilifsima
cola à faperli, & a punto a quefta refolutione per dir cosi fìraua—
gante,di mandar à comprare ftabili in paefi alieni , così lontani è
vna cofa,che può dar molto, chepenfareatutti ,e febenenon fi
puòindouinare,nondimeno à me gioua di credere, ch'egli facefie
ciò per mandar ad effetto, più fìcuramente il fuo voto,confideran-
dojche ò per morte fua , ò per riuolutione di ftati non haueria for*
(ì potuto haueria fodetta Chiera,il defiderato fine, 6c perfec-»
. tione .
Nicolo A- ji fodetto Signore fi valeua affai, & confidaua del fodetto Nico-
lo Adimarinei fuoi negotij,che fu Auo di mio Auo,& Anodi Ni-
colò Caualliere nominato nella congiura contro i Signori Mala-
tefìi, ilqual fu poi capo delli Illuft.Signorì Confoli l'Anno MD X.
& perciò fi troua,che anco del M»C DI IIL. Lo mandò a Pefaro,
in compagnia col Signor Guglielmo de Mafchi Cauallier, & Dot •
tor,& il Si gnor Tobia in occafione della morte della Signora Co-
Vendìtadi fianza Nepote del Signor Galeazzo Malatefia Signor di PefarOjCc
Pefaro, Si Poflombrono; ilqual per vrgenticanreefofpetti,che haueua dal
biono' " S'K"**'' Sigifmondo Malatefta," vendè Pefaro al Signor Co use Fran
cefco Sforza per venti millia Fiorini d'oro,con patto, ch'egli óctiQ
la Signoria al Signor Aleflandro fuo fratello,iìqual haueua,per nio
j;lie la fodetta Signora Coftanza nata della Signora Elifabetta
ìua figliuola moglie del Signor Gentile da Camerino.
Medcfimamcnte vende Foflbmbrone al Signor Federico Feltri*
no Signor d' Vrbino per tredeci milia Fiorini fimili,che fu del me»
le di Maggio i4^5.per laqualcofa hebbe gran dolore il Signor Si»
gifmondo fodetto eflendo del tutto fuor d'ogni fperanza di poter
più ò per forza, ò per ingannij ò per la morte del Signor Galeazzo
acquidar quelle Città.
Hoggidì fi vede in Rimino, qnafi nel mezzo della Chiefa di San
Agoftino contro il pulpito la fepoltara del detto Nicolò Adima*
ri con vna bella, & grande pietra di Marmo,in tagliata di bella fi-
gura di ba(To rilieuo con te lettere, & arme dalle bande,chedice i
Nohtl $ viri ì>{!Cotaf Pan':^tì de Adi mari i fuor um q, Hier,
Si vede,che il fodetto Signore hebbe vn'animo generofo , ^ d%
SìpTmon- prendpe, com'egli cr3,sicome anca G vede intutte l'altre cofefue
«lo M. ìjj y^ie j fare queiU CliiefSjmoko ben fabricata, & ornata , & per»
ciò
r&i Raffaele tAdimiYÌl €f
ciò Cérco, di mettere infieme à\ bellifsimi Marmi facendoli venire Wfcrlttìflì
d'Iftria,& anco dalle cofe Antiche di Raueana, cioè da Clafsi , & preclari
San Seuero , ch'era in su la via Laurentina lontano da Rauenna, chiefa df
circa i tre millia, oltrequelle, che tolfedal porto della Città s.Francc
iftefla , & dentro della Città, doue era qualche nobil pietra, per fcohoggt-
ornamento di luoco, ouero per infcrittioni, sì che fu di mol«« J* cmami
to danno per l'antichità della Città, & perciò fi vede di fuora, '
ti di dentro ornata di bellifsimi Marmi dì diuerfeforte,& le fei Ca
pelle,che furono fatte far da lui con li lor Pilaftroni ben comparti
ti in più parti per mezzo di cornifamenti, & in quelli fatte le figu- ^^^^ JJ
re,dibaflòrilieuo didiuerfe cofe, & in alcuni di detti pilaftroni, DQoato
perbaflamentidi efsi,vi fece porre due grandi Alefanti, per eia- feultore
fcun di pilaftroni di bellifsimo Marmo beretino ferrate dauanti Fioremi--
le CapelIe,aIcuneconcolonette, che foftentano vn bellifsimo cor- °J*."*^*'J'.
nifone,foprailquale, ancora vi fono alcuni Angioletti di tutto ri- ^iefantf ,
lieuo, d'altezza d'un buon Gumbito, alcune altre con certi bellifsi come nar '
mi marmi, trasforati con lafua arma, & imprefa,&^motto,chedi raGiorgio
ce. Tempiiiloquend'htempus tatendt. Con alcune portijle di bronzo, ]JJ*^"'*
fatte i rete,come di corda grofla,& anco a piedi d'alcuni pilaftro- °'^*
ni bellifsimi feftoni di bronzo molto ben fatti ; ho voluto toccar
femplicemente alla sfogita . Quefte cofe di dentro, non volen-
domi ingolfare à dire pienam.ente, & ordinatamente , perche
faria pur troppo longa materia, & fuori della mia intencione,
gì che fi vede da queflo principio fé C\ fuffe ridutta à perfetti -
one faria fìata delle ^ belle, & commode, che fi poteffe defide ••
rare.
Reflaadunque,che io dica, che quefta preclara Chìefa,ebenif-'
fimo officiata da vn buon Collegio di Reuerendi Frati Minori Co
iientuali,& è di molta deuotione al popolo tutto, conciofìa che
pattato la prima Capella neii'ingreffo della porta Maggiore,tanto
à man deftra.come a man finiftra vi fon due bellifsime Capelle,ma
d altro ordine,che forfi haueano da feruire per fagreftie,in una del- Reliquie
lequali il fodetto Signore, fece mettere mojte Santifsime Reliquie Sante.
portate da lui da diuerfi lacchi, come per traditione (\ dice .
Il Catalogo delle quali fi vede \x\ vna Tauoletta,che fi tiene fem
pre alla Canzellata di detto luoco, che fono al numero di cinquan
ta cinque,che per eflere in luoco publico non ftarò a ponerlejl'aU
traferueperSagrei^iadelli Confrati di detto Santo Antonio da
Padoua Protettore noftro, su la piazza del Foro in quefto medefi-
mo luoco fi fon aggióce anco altre^come di fotto dirò al fuo luoco
■ - q^ r:~-^ I 2 L'AI-
a^MK
€8 Sito "Rimìnefi Lìhro Primo]
Altare prl L'Aitar Maggior di qucfta venerabil Chiefa , e Altare Priuile-
oilegiato. giato per le anime de defonti: vi è vna tauola,ouer Ancona di ma»
no di Giorgio da Reggio Eccellentifsimo Pittore], medefimamen-
te vi è vnbellifsimo Tabernacolo d'altezza ditte braza in circa
ben lauorato d'ordine compofito,& tutto adorato con molte bel-
le figure di tutto rilieuo.
Fu confecrata^ il primo giorno di Marzo del M . C D L !■ la fo-»
detta prima Capella di San Sigifmondo di detta Chiefa di S.Fratì
J^^^g ""^'cefcOjefTendoui prefentea quefta Conlecratione Solennifsimafei
Reuerendifsimi Vefcoui,& due Reucrendifsimi Abbati, cioè.
Monfignor Uluftrifsifimo Giacomo da Cortona, Chierico di Ca
- mera Vefcouo di Rimino,
fcour IlVefcouodiPefaro.
Il VefcouodiFano.
Il Vefcouo di Cefeiìa;!
Il Vefcouo di Bertinora .
11 Vefcouo d'Imola.
Gli Reuerendifsimi Abbati di San Godenzo di Rimino,6,c di S.
Giuliano,feu San Pietro,& San Paolo .
Officio So Et fatto vn folennifsimo officio, ti fu concefib dalli detti Reue-
lenniff. rendifsimi Vefcoui tre anni, & tre quarantene d'Indulgenze per
la Bolla della Pia M.di Papa Nicolò V. da Sarzana nella prima
Domenica del merc,& ciafcuno di efsi Reuerédifsimi Vefcoui, poi
diedero quaranta giorni di perdono alla decca Capella,& tutti in-
fieme Pranzorono con il fodetto Signore nel detto Conuento , 6c
Palio' . di poi la fera alle vétidoi hore,fù fatto correre vn palio d'vna peza
di veluto verde per honorare tanto più la detta folennità fecondo
il coftume di quei tempi.
Sagreftia . La Sagrefiia dì detta Chiefa è benirsimo fornita di vari) para--
ir.cnti , e di gran pretio , & di bona Argentaria per feruitio della
Chicfa.e facerdoti;. Et in detta Sagreftia ancora C\ conferua vn bel-
Gio Belli- ^^^^'"^^ ^^^'^^o de vna pietà di mano dlGiouanni Bellino famo-
n>-)pittor fifsimo Pittore del fuo tempo, ch'è (limato per cofa Eccellentifsi-
fa:r,ofifli- ma. & di grin valore.
Par che i Cieli,ò per dir meglio , Il Sommo Iddio habbia volu-
to del continuo fauorir quefto Santo luoco , & quefta Santa Ca-
pella, di fue parthcolar gratie ; percioche a i tempi noftri , che fu
del M D C I X. è ftato arrichito detto luoco contiguo a detta Ca-
pe 11 a per e (fere vn luoco molto atto, & commodo alla deuotione
del popolo , ellendo ehiufa tutta la Capella con vna gran fineftra,
che
mo
I
Ibi T{àfaeU t^dimarl <f$
chehd vrta buona ferratajche guarda nella Capclla à lei contigua^
cheferue folamente per guardar là dentro, douefono le fanrifsi-
me Reliquie , laquale nella Pafqua di Refurretione di Noflro Si-
gnore del I 5 I 1. è ftata adornata con vn ricco fornimento, di co-
rami d'oro,& Laca de groma,fatti ad Arebefco, & (opra l'altare di
dette Sante Reliquie vi è vufontuofifsimobaldachino, che ren-
de molto vagaj& denota quella Capeila, dall'lllurt:. Comunità no»
ftra,al)a cui grandezza s'accomoda vn buon Altare per poterli cele
brare la S. Mefla, ch'è quanto fi può fare per conferuarel'ordine del
la Chiefa. Di Corpi Santifs.& Santifs. Reliquie.come ponerò qui
a baflb,^ quefto per mera cortefia,deuotione,& atfettione mirabi ^ j j ^
k verfo la fua patria dell'llluftrifsimo , & Reuerendifsimo Monfi- s.Reliquie
gnor MichelangeloTonti Cardinal de Nazaret,ilqual quàdolgril-
luftri Signori Ambafciatori della noftra Citti, andoronoacongra
tularfecon Sua Signoria Illuftrifsima, & Reuerendifsima alla prò
motione del fuo Cardinalato fi compiacque di voler fare vn fon-
tuofifsimo prefente alla noflra Città dei maggiori, chefipoteffe
mai fare;& perciò né anco mai iì potrà da noi remunerare di tan-
to beneficio,nondimeno ne confeguirà quefto di buono, che refta
rà vna perpetua memoria dì Sua Signoria Illuftrifsima , & Reue-
rendifsima in quefta Città,di cofi fignalata opera,conforme al fuo
generofifsimo animo,& alla fua pieta\& non a i noftri meriti, & ac
ciòjChc il tutto fi fappia, in quel modo,che fi deue per fatisfattiou
dei Lettori , metterò qui dì fotto tutto quello, ch'è ftato pro-
curato da Sua Signoria Illuftrifsima , & Reuerendifsima per tal ef
fetto, come appare per letterefue.quìpoftejcioèo
éMoh'illttJ^rl signori .
Se ne ritornano i Signori Ambafciatori, dopò hauer efseqnìco
TAmbafciata commeilagli dalle S S. V. V. con intiera fodif-
fattione di Noftro Signore,& di tutta la Corte, lafciando me ftef-
foco caca obligationeàcotefta Città per l' honore, che me ha fatto
con la venuta loro,che non confidando iodi poterla fodisfare con
alcun altra ricompenfa dì cofetéporali,miriuolgoa!le fpirituali,
ti. co! ricorno loro mando alle S. S. V. V. tre Corpi Santi, & al-
cune altre Rjel!quie,dentro due ca(fetce,facédone libero dono alla
CittàjCon defiderio , che lì riceua per pegno dell'amor mio verfo il
publico,& in particolari ancona , a i quali refto pregando vera feli
cita,
r « Sito Klmìnefe Libro Primi ì
titàySc alle S.S. V.V.meoffcro,& raccomando co particolare aflfec-
todi Romalij.diFebraroKJo^.delleS.SV.V.
Affectfonatìrsimo , come fratello
Il Cardinal di Nazaret .
Illttftriff. jsjoi Scipione Cardinal Borghefe di San Sebaftiano alle Gate*
Bo^helcI ^°^^^ ^^ Roma.Facciamo piena,& indubitata fede, a chi vedrà la
* prefente,come hauendo licenza il Signor Cardinal di Nazaret.dal
la Santità di Noftro Signore.di Eftrahere dal Sacro Cimiterio del
l'Abbaria no Ara di S.Sebaftiano,alle Catecombe diRoma,alcune
Reliquie de Santi, per mandarle à Rimini patria fua , & eflendolì
degnata fua Beatitudine di fargline la Grafia , col aoftro confeti-
CMndide fojcome Titolare di quella Chiefa, noi per fodisfare al Pio defide-
•^'^" ^^^'^rio del Signor Cardinale,col mezzo di perfone Religiofe , e fidate
t'a'^iaiJtem Gabbiamo fatto Eftrahere dal Cimiterio fodetto gli Corpi di San
S.Garbino Candido, & di Santa Sothera , & alcune Reliquie di San Garbino
è confignarle à Sua Signoria Illuftrifsima, acciò ne pofla efsequire
la fudetta pia intentione fua, Dat.In Roma quefto dì 5 . di gebra-;
roióop.
Pietro Camponi Secr.
Claudìiii Squama Socktatìs I E S y * Trxpoftius Ceneralls". \
Omnìbus^ìn quorum manus hs Interdi venerìnt» falutem in DominOy qui
eU vera fatua fané Sacra San5lorum Relìquìixomniperfehonorey & reue-
rentia dìgn^funt quippe omnibus vt ait Sanata ^ugnfìinus tamquam va
fisy & organis ad omnia opera bona fan^us vfm e(ì fpirìtus ; tùm vero ab
ingentes vtijjtates qtunexijsin hominum genus prouenìunt,rt nonimmeri-
tu dixerit Damafcenus euiufmodi Reliquìas velut f aiuti feros font es a Chrì-
fio Domino ìnfìitutas effe ex quibus non mìnima ai noi beneficia promanai
\^ fuauìffimumque rngucntum prcfluìt ; quippe cum ab iji ddmonesexpet*
lanturfmorbiprcfligentur,(Xgroti fanentur^cAcì lumenrecipiant y tentatiO'
ntSyac mcerores difcHtiantur,ac denique dona plurima a Vatre lumìmtm ex
rum opera ad iLostquifide non dHbìapo§ìulant,defcenduiit.Cumigitur Ulu-
S Serelni ^^^(f^^^ ' ^ Reuerendflfimo D, dòmino Michaeli arcangelo Tonto titulo
S. Microf* ^<'"'^^ BartholomAÌi In infula Sanane Ramante Eccleftx Vreslytero Cardi*
S. Gemei- dinxli NaT^aretto nuncupatOtVnum OS corporis SanSi Sergìni Aiartyris, &
£ . Alterkìiì SanCix Mlcrofji Manyis^^ aliui Undx Cmell^, yirg Mar,ac
iwff-
7>/ Rajfaele tAdimdru 7 1
integrnm corpus alterm Martyrls, ex Cemìterlo Tr'ifcìlU vìa [alarla cum Corpus S»
f acuitale Sant'i ffimì D.N. Tauti Duma prouìdentìa 'Papx Quinti riuA ro
c'is oracnlo nobisfa£{a,extra5ìa dederìmus, rt omnibut ìd conHaret,ne fa-
cra huwfrnodi Reliquia debito honore defraudarentur ; fidem de prxmiffìs
omnibus bis lìtteris manu noHra fubfcnptis , & figlilo Societatis nofir*
tnunitis facete volutmus . Komx die ^. Februarij 1 60^.
Claudìus ^q.
Liquali Santifsimi Corpi,& Santifsime Reliquie furono riccuu
te da i noftri Cittadini dentro della Città con folennirsima pom •
pa di Procefsione vniuerfale,&: apparato folenne per tutte le ftra*
de,doue s'haueua da paflare con grandifsima quantità di torze di
bonifsicna groHezzajeffendoui concorfo tutti i Religiofi Clauftra
li,& Laici della Diocefi,& fuori.Sì che fi vidde vna nobilifsima in-
trata di dette Santirsime Reliquie,che il Signor Iddio fi degni d'a-
cetarla a laude , te gloria Tua , & de i Tuoi Santi in noftra falute.
Et io tra gli altri, benché minimo per la deuotione di quefti Santi
non fletti punto ociofo;perche feci fare in su la piazza Maggiore, '
della Città innanzi a cafa mia un buon palco ornato, èc con fnoì<»
te deuotioni con il fuo altare con buono apparato, e d'arme,& al-
tre,con fette motti, 6: fopra vi fi faceua vna bonifsima mufica eoa
vcci,&: ergano, finche pafsò !a procefsione, che molte perfone re--
ftorono con molta ammiratione, &gufl;o fi di quello, come anco
di vn'arco trionfale co bellifsima inuentione , che fu fatto fui Cari
tore della llluftrifsima Signora Cafìandra Tonti.
Ir per far rilluftrifsimo Signor Cardinaljche alla fua generofi-
tà e ccrtefia non manca ffe cofa alcuna (ì degnò di Regalare li Illu
fiti Signori Ambafciatori della lllufire Communità noftracòpiù
forte di cortefiC; & amoreuolezze,& tra l'altre gli fece ottenere dal
la pietà di Nofìro Signore yn amplifsima Benedittione fopra vna
buona quantità di Corone,^: Medagliei lor inftanza, come G co-
lìuma fare con Prencipi grandi, & Ambafciatori di granPrenr
cipi.
Hora vfcendo di Chiefa, entrando in Conuento ilqual e uno di
notabil .'grandezza, e digrandifsimo circuito , & benfabrica*-
to fecondo l'vfanza di quel tempo, con dueChioftri, & nel pri-
mo a man finiftra neiringreffo fi vede dipinta marauigliofamen*
te la vita de vna Beata Michelina da Pefaro , ìaquale in uita fua,& b. Micheit
anco doppò morte fece raoki ttiracoli nò folaméce ifì detta Città, ca.
di
""is Silo Kimìncfe Libro Primo J
(di Pefaro,ma anco nel territorio Riminefe,in più luochi , & pàrré
anco in Sagreftia vecchia , che a Itre volte per quello , che fi crede
era vn'ingrefTo nel Conuento fatto fare vn di qucfti lUuftrirsinìi
Signori MalatefH ; perche detta Ideata non fuol faceua gran Mira-
coli , & perche era (lata congionta in Matrimonio con vn di que-
fti Illuftrifsimi Sig'iori Malatefti da Pefaro r & quefte figure furo*
no fatte per man deirilluftre Ziotto Fiorentino molto celebre al
fuo tempo,& fu la miglior cofajCh'eg i faceHegii mai fecondo l'o-
pinione di Rafael lUirghinoripofo di Pittura. Et forfi feria cofa
Academ" ^^^^^ vtile,& laudeuole in tutte le Città , cifofìTe Academie delle
de Arti li- arti liberali, con le quali fuffero Regolati,& mantenuti in reputa»
berali. tione le co fé pertinente a tal'arte, come feria la pittura , & altre fi-
mili, che per quella ftrada fi leuariano via molte cofe inette non
molto belle da vedere,che fi pongono in publico nelle Chiefe, do-
we ogni cola doueria eflereben confiderata,& eccellente: per acqui
ftare fama,conie queflo,e molti altri , che fon degni di gran laude.
Quefto medefimo Pittore per compiacere il fodetto llluftrifsimo
Signore/ece molte altre opere nella noftra Città; percioche djpin*
fé vna beila Chiefiola nel noftro Palazzo publico.lequali ancora'fi
mantengono in gran bellezza, & in molte altre Chiefe della noflra
Città, vi fono delle opere, che mofirano la lor eccellenza; Etiti
Habitatio quefto venerabii Conuento vi habitò anco il Gloriofo Padre San
re di S. An to Antonio Vlisbonato detto da Padoua Protettore di qucfla
tomo. Città, in una Cella , la quale hoggidì fi tiene m gran venera -
tione.
Inqueflo Conuento, vi è vn nobilirslmo (ludio peri lor Reue*
libraria rendi Frati,& al tri, con vna fontuofa,6i buona libraria mefaui l'Il»
fima! lurtrifsimo Signor Pandolfo Malatefti Sì vede, che detto IH uftrif-
fimo Signore fece mo Ite buone opere, & degne d'ogni gran Prenci
pe,con tutto ciò Papa Pio Secondo di Santa Recordatione,lo chia
mò mancator di Fede,perfeguitandolo con arme, & cenfure,come
ribello per non hauer offeruato quello, che da lui gli era ftato im-
pofto, pacificandolo poi con Ferdinando Figliuolo d'AlfonfoRè
d'Aragona,e da Napoli, mafsime in non volergli reftituireunagra
quantità demigliara de ducatijdalchel'haueuaobligaro detto P6
tefice a reflituirli,& altre conditioni, & patti, iqualida lui furono
accettati mentre lo tori»entaua,come s'è detto con pericolo graa-
de di rcftar priuo del tutto,ciò haueua ; ma non ofieruò cof-i alca-
na a quefto Santo Pontefice ,ilqualeinfiemecon lalegafirifolfedì
volere leuare di ftr add il Signor Sigifmondo Malatefta da Rimi/.
'ftc.dal i4(?o.laIlluftrifsima RepublicadiSan Marino nel Mon-
te Titano (opra la noftra Città , come moftra la pianta qui alliga-
taalfuoluoco, entrò in lega col Pontefice dell'Anno 1455. .
laqual fecondo la difpontione di certi capituli tatti tra loro, dico-
no,che gli furono confignati Saraualle Cafl:ello;Faitano,Mongiar g^raualle
dino,& Fiorentino luoghi fertili,& buoni Uberi fenza pagamento Paitano
alcuno ne recognitione , ouero Canone di feudo per virtù della Mógiardi
Bolla della guerra, che liberamente concedenaachi piglianali no,&Fia.
beni del detto Signore Malatefta, chefì vede per ifperienza , ch'è tentino,
flato di gran danno,& difcommodo alla pouera noflra Città, pri-
lla de (uoi Cartelli cofi vicini, & altri danni .
Il Collegio di qiiefto venerabile Conirento viue d'intratta , hi CoHegic?
mclti luoghi LiueJlari nella Città noftra,che fi sa tra Taltre la lllu- ^^^* '^*'
iìre noHra Communità paga lire tredeci di bollini per Pafqua di j^^^ [^^
Refurrettionedi Noftro Signore per lineilo della flrada nnouafac 18. Aprile
ra fare per vtile del fodettoContìento, commodo, & bellezza della lire 13 . per
Citta l'Anno 1 ^ó-f.neJIaqual ftrada vi è la maggior parte delle ca ^^^^^^^^
fé liuellareal detto Connento, ch'è di gran rendura. ^^ ^
Doppò lafopradctra Chie{a,mi parconuenlenrcdicractarodel s Giooin.
la venerabil Chiefa di San Giouanni Euangelifla, la quale nelli an EuangehU
ni del NOSTRO SIGNORE 125(5. nell'Indition qn.ir-
ra a! tempo del Pontificato della Felice Memoria d'AleiTandra
Papa Q>i3rrod'An3f?ni,de Conti di Se.qnaalli cinque di Decenn-
bre fu ccncefTa alli Molto Reuerendi Padri Eremitani di Situo (5/^ooft;-,
AgoUiiu) pfr mez2odal Re ucrcdirsimo Monfìgnor Giacomo Ve no vno d .
kouo di Rimino del Molto Reucrendo D. Bernardo Rettore di quattro U
tic! ra Ciiiefa, la quale proprianncnte quella, che(ìdon:anda laSa ""|^. ^'-'''^
V.rt Ria vecchia , doue h.oggidì fi celebrano le Mede il giorno della chriliiioa
] erta ci .'an Mattino Vefcono, eConfelTorejallaqtial Chiefa-, fra
j;;i altri latti, che gli fono datti, ui è il latto delia piazza da due
bande Bartolc meo CaffarelH con una cafa, & Terre , che cedet-
te alla detta Chiefa , conpatro, è condirione, che il Molto Re-
lererdo padre Ira Nicolò Priore con li Molto Reuerendi Frati,
che feratmoperten:pofìanoob!igatia dare al ;detto Molto R. D-
Bernardo centocinquanta lire Raucnnatefede i frutti, & beni di
ciettaChiefa perii vitto, & veflito di detto Reuerédo D.Hernardo,
ce me appare ne i Feriti, di S^r Federico FigliaoTo q. M.Berreuerf "
ti Medico, con raiiftorità l{rperia!c apprcilo detti Molto Reue-
ìi rdi Padri : -Ma hora il corno delh C;hiefa e ben vniro con dettai
CfcicCela vecchia dalla parte finifca , ù.è farro un Corpo di
IC Chj-U
T 4 Sito ^mine/i Libro Trìmol
Chiefa grande. Vi è il Campanile affai bello', & alto con buon fia^
mero di buone Campane,ma per efTer (lato fatto fenza particolari
fondamenti,che fi veda.già ha moftrato perniciofo pericolo, fé be-
ne al prefente par,che non vi fia pericolo alcuno per la fortificatìo
ne fattagli già molti anni ài molte buone chiaui di ferro da perfo-
ne intelligenti ; Ma quefto anno 1611, alli ventidoi d'Agofto di
feraacompieta,glièdata vnaSaettafoprala piramide « &rhàa<
perta da vna banda , sì che vi vorrà non poca fpefa a riftorarlo .
Credo, che forfi feria cofa lodeuole, & ben fatta,che li Molto Reue
rendi Padri di detto Conuento applicafser qualche quantità di
ducati all'anno, per fondarne vn'altro gli vicino , & contiguo con
il vecchio, che potria darli tal fortifìcatione , come fuffealto per
metà in circa di quello, che forfè non accaderia finir il nuouo :
E quando ben bifognafle finirlo leuando la feruitùdel vecchio fi
aggrandirla la Chiefa.de vna Capella di più contiguo alla Capel-
la Maggiore.che feria di gran bellezza, & Decoro à tutta la Chie«
fa,remittendomi però, a chi meglio l'intende , & ha da far la fpe-
fa.
. Inquefta venerabil Chiefa, vi fono 1 Santi Corpi di Santa Mari-
V.S.Theo* "^ Vergtne,& con Santo Theodoro fuo Padre di quella Città.an-.
dorò Pa -corche il Corpo di queflo Santo Theodoro non fi' fappia il luoco,
<irc. ' cue fia in detta Chiefa,ma Ci bene quello di Santa Marina fotto l'at
tare della Capella a lei dedicata infieme con altre Sante Reliquie
in prima»
Reliquie di Santa Anna Madre d'ella Gloriofa Vergine Mari*
Nofira Signora,
Reliquia di San Geruafo Martire,
Reliquia di Santa Elifabetta.
Reliquia di Santa Barbara Vergine,& Martire^
Reliquia di San Nicolò.
Come di ciò ne appare memoria nella Bolla dell'Indulgenze dr
detta venerabil Chiefa, concelfe dalla Santità di Noftro Signore
Papa Giulio Secondo di Santa Recordationeallefudette Sante
Reliquie nel giornodellalorfefta , l'Anno quinto del fuo Pontifi*
catodel i">o8. alli 14. dì Giugno,lequali fé vedono nel giorno del
la Feda di detta Santa Marina, che fi celebra alli 17. dì Luglio, 6c
nella .Sacreftia di detta Chiefa , vi d conferuano molte altre Sante
Reliquie , che per breuità non fi deducano . Al prefente fi fa fare
dalli Molto Reuerendi Padri due Reliquiari honora ti da mettere
fopta l'Altare Maggiorenne i giorni folenni in honor di quslli,che
q^uaiì
fDl Rajfaele tÀdimarl • * jf
quafi ftauàno di nafcofto,& in fatisfattione], & deuotione del po-
polojdalqual . rr^ranno vi/ìtare, & adorare, come fi deue. Nel
primo Chioftro contiguo a detta venerabil Chiefa , vi è il Corpo ^ ^^^j^^,
del Beato Tomafo Confeffore Frate di detti Reuerendi Eremita- coafcAb-
ni,ch'era del Territorio di Rimino da Sàt'Andrea in Patrigniano, re.
& è in vna bellifsima Capella a lui dedicata, doue ui fi celebrano
molte Mefe, & in particolar il giorno , che fi fi conimerooratione
della fua morte,ch'è il primo giorno d' Agofto.Tra l'altre cofe,che l^ Elemo-
(ì ha per traditione, & fcritture Antiche,che lui fece in uitafua fu, fina fanti-
che eflendo vn'anno vna gran careflia, & egli hauendo molta com ^^Ms^"^*
pafsione a i poueri di Chrifto Noftro Signore,faceua a quelli mol ^."^ J'^l^i
t'eIemofine,della qual cofa ne fu querelato appreflb il Molto Re- "
utrendo Padre Priore di quel tempo, che dilcipaua la robba del
Conuento,mafsime, perche era canauaro, era mal voluto ; perche
era buon curatore della robba del C?onuento, delche il Molto Re- ^|" ^^^pj
uerendo Padre Priore, gli ne fece vna buona monitione, & lui ri- glorifica i
fpofejche non difcipaua altrimente la robba del Conuento , repli- chioftrì.
co il detto Molto Reuerendo Padre Pciore,dicendo, auerti Toma* Refufcita,
fo mio , che io ti trouarò in fatto : & perche Tempre i buoni per il J '^"^ j'^^t*jf
più fono odiati di nuouofù accufatoal Molto Reuerendo Padre 'n,ortalità
Priore, ilqual correndoli dietro l'arriuò, a mezzo il Clauftro ere- ai mori .
dendo de hauerlo trouato in fragranti crimine,dou*è dipinta vna Pane con»
Diuotifsima Imaginedi NoftraSignora,& fermatelo lìdifse, che "«"ito in
cofa hai in là manica, Ti, ho pur aggionto in fu'l fatto, & era del -^^^q^ ^^
mefe di Natalc,dì Noftro Signore.mezzo l'horrido in verno, & lui Mirabili*
con allegra faccia rifpofe, Padre mio Reuerendo quefte fon Rofe, Deosin Sa
& il Padre Priore diffe,moftra quà.come Rofe,& moftrandoli vid <n;is fu»**
de, che erano Rofe, & non pane, ilche vifto dal detto Reuerendo
Padre Priorc,fi ftupi di Miracolo di R ofe,in quel tempo,& dando
li la BeneditLione , fubico andò à una fineiìra per vedere fé diftri-
buiia a i poueri di Chrifto Rofe,ò pane,& vidde, che le Rofe, era-
no di ntìouo ricornate in pane, il qual lui daua per l'Amor di Dio
N' ftroSij. ■ i fuoi pouiri.Et da Thora in poi fu largatala mano,
che non lo portaui più di nafcofto,ma palefemente ne i Caneftri.
E i!ì rntnte ancora fece moki miracoli.
Q^ucPra venerabil Chiefa è ben-^simo officiata dalli Molto Re-
uerendi fopradetti Religiofi Eremitani, liquali vi ftanno in bonif-
fimo nurjiero nel lor Conuenro , eh è di gran capaciti è grandez-
za, dou'è efsercica^oloftudio publicopercornmodità deili loro
Rcligiofi,& delli litri legendo publicamente in detto luoco Filo-
K 2 fophia.
7 é Sito Kìmhefe Libro ^rtmo»
fophia,&Theologia tanto Scolaftica, come Morale ,& è tenuto
lìti numero de i buoni fludij d'Italia della lor Religione , & per la
prefata Re!igione,d'onde ne fono vfciti, & del continuo n'efcono
valentifsimi Maeflri in Theologia,e Filofophia , & tra l'altri cele-
Gregorio jj^ j-rimo fùJl Reuerendifsimo Padre Fra Gregorio da Rimino del
general, S^ ordine Eremitano di Santo AgoiHno,che nello ftudio di Parigi in
iraeflrodi quelli tempi fu tenuto in grand honore , &reputatione, & perle
ftudio di (uè Eccellentifsime virtù fu fatto Generale dell'ordine prefato , oc
rf ^'^'i A' ^^^^^'^ d'ingegno acutifsimo, & fìngolarifsimo compofe fopra il
ce indolii ^^^^^ ^^^^^ fentenze vn'cpera degna di tal ingegno,medefim3men-
niuceiano te compofe fopra la logica, & Filofophia & ancora hoggi in tutti i
come lo ftudij publicijé in particolare in quello di Parigi, fon citate le fue
fplendore opinioni, & la fua Dottrina . Commentò fimi imente le piftole dì
^^^ to^^ ^^" Paolo ài. altri fcritti in verfi Latini, & Volgari , che tralafcio
Piftole' di P^^^J"^^'^^^)^ ^^òfii circa li Anni del Noflro Signore 1342 al tem
S. ìaolo pò prefente ancora da quefto vcnerabil ftudio n'efcono bonifsimi
Comentd- iviaeiUi in Theologia,e Filofophia.
*^' Vi è introdotto ancora vnNouiciato,comevn Seminario, di do
uè n'efcono gioueni beni introdotti, 6: chefeguirano poi lo lUi-
Noujcia- ^JQ ilqualNouitiato è particolarmente dottato delle fuc intrat-
'*** te feparate da quelle communi delli Rcuerendi Frati, per quella
caufa né riefcono ancora famofifsimi Piedicatori,com'é noto a tut
ti . 11 Nouiciato fu augmentato, ò forfì anco inftiruito da S. Pao-
lo Ramufìù Dottor di legge della noftra Citcii quel tea)po ha-
ucdo dato di beni (labili, come fi vede in vnatauoladi maimo nel
lor Claufto , doue fono fcritti tutti li oblighi à quefto effetto.
Beni em - Quello Conuento è ricco d intrate di molte poflefsioni poiTc'-
plìiteouci dute feparatamenre,per il Territorio noiìro di Rimino. Similmeii
te hanno molti beni cmphiteorici,che le rende una buona iacrata»
i<c e Chicfa Paro;;hiale, come s'"é detto di fopra .
Se ritroua ancora il Molto Reuerendo Padre Fra Santo da Ri'
F.Santoda minoAuguliiniano fodetto hauer fatto itampat le opere fop-i il li
KiOiino . jjjQ jgji^ fentenxe con alcune Dottifsinie queilioni del MoLo Re
uerendo Padre Fra Gerardo Senefe, del detto ordine Eremitano
di Sant Agoiìiao, Dottor ctkbra!:i''iimo, della Sacra Theolo-
gia
Confratcr A qucfla Chiefa , e aggregata la venerabil Confraternita del •
nita dcté ]a Santifsima Madorinadi Confolatione, laqual vn tetnpoè 'i.i-
'^^*^'" ta quali nalcofb per dir cosi ; Hora per gratia di Dio non ir.oici
anni fono,eri:ornau quafi a Fiorire , elfendo frequentata aifai da
- , . ■* f'-
fttoltigentìlhuomini, egentildonne,&datuttoilpopolo;fe bene
pernoti hauer vnaSagreftiada fua porta gli apporta non poco qq^jj-^j^.,
danno,e difgufto, doue da loro ogni quarta Domenica del mefe, fi qaarta
celebra vna folenne Procefsione, dottata de molte Indulgenze per d'ogni me
quelli, che fé gli trouan prefenti della venerabil Confraternita; & ^^'
perciò anco hanno fabricato vna bellifsima Capella, nobilmente
adornata , & l'Altare , dedicata alla Santifsima Madre di Chrifto
Noftro Signore,& di S.Monaca; la qual cótraternità vede di nero.
La di cui Sagreftia, oltre che per fé fte(T"a,e fua antichità è honora-
ta è anco piena di S Reliquie,& fornita di nobilifsimì apparati,&
vltimamére dì vno calice, camife, pianeta di valuta di ducento fcu
di tatta dal M. Reu. Padre M. Egidio Gottardi vero Cittadino di p j^,j, .^j
quefla Città, quale sicome ha honorato con le fue virtù la cara pa tardi Theo
tria è la Religione fua Auguftiniana, predicando con tanto fan- logo.
lloiir Roma,Bologna, Fioren2a,Siena, PadouajVenetia, & altri
luochi, & vltimamentequefto Anno I 5 I i .qui in Riminonella
fua Chiefa con tanto concorfp della Città, che hi conuenuto far-
gli palchi , onde a perpetua memoria con Elemofine raccolte folo
gii Sabbati Qiiadragefimali, ha fatto vna bellifsima^enobilifsima . j
lampada d'Argento a Lomaga di valore di ducati ducentoecin-^j'^^a^^to.
quanta in circa, laqual fubito, che Thebbe 1 eccellente Maeftro in
Venetia, l'attaccò fuori in moftrasùla piazza di Rialto, che fu venetia
il primo Lunedì doppò la Santifsima Afcenfione di Noftro Si -chi non la
gnore, che trouandomi in quella Città per mia ventura la viddi, vede, non
& adimandai al Maeftro per doue era fatta, medifse per Rimino, P^^^'**
dclche difcorrendoconlui per eflere perfona molto ben creata
tne difse,che fubito, che fu vifta, vi furono più perfone foraftieri à
domandargli fé la voleua vendere,che l'haurebbono comprata, ta-
to più per efiere attaccata,in moftra,& loco balfOjSÌ che C\ vedeua
beiiilsimo la fua grandezza, & eccellenza ; laquale fu poi portata
a Rimino (opra la barca ifielfa , doue io me ne tornai alla patria,
qucilio medefimo anno 1613. ha magnihcato, & adornato l'Aitar
Maggiore dì vn para de càdelieri d'Argento d'altezza di un braza
è mezzo in circa fatti neH'llluftrifs. Città di Genoua,doue predicò
la detta quadragefima.per mane di maeiiroeccellentifsimo, di va-
lore di ducati quattrocento in circa, haucndogli donato alla fua
Chiefa di Sant^Agoftino, come fi vede nelle Fefle folenne.
£ , perche non intendo celebrare in quefto loco le grandezze , e
meriti di detto Reu. Padre, lafcio da parte tutto, poiché le fatiche
honorate fatte , e che fa, danno indicio della fua perfon3,hauendo
Itam-
7 2 Sito Kìmhefe Libro Prlm ì
iflercitij ftampato è tradotto di Spagnolo in Italiano, quel opera fi degnàj
fpirituali èfifamofa delli effercitij fpirituali del Molto Reuerendo Padre
del valde- Valderama,& altre fatiche,come alle ftampe Ci vedono . Ma lo fi
Theologo ^^^^^ ^^ trouarfi al prefente in Venetia richiamato per tre anni
de Monn. Predicatore in San Stefano.E Theologo deil'llluftrifsimo Nuncio
gnor illuf. Apoftolico noftro Vefcouo di Rimino , ilche moftra , che fogetto
Noneio honorato fia nella fua Religione,amato è fauorito da tutta la pa-
Apoftol. jf J2 „Qfjj.^ pgf jq fpiendore fi apporta .
. Nella ftrada Maeflra di detta Città vicino alla porta di S. 'Pie-
de' feru?'^ ^^° ^^ ^ '^ venerabii Chiefa di Santa Maria de i ferui Collegiata di
buon numero di Reuerendi Frati deferui,cheoffician detta Chie-
fa,ornata di bona quantità di Capelle con le loro Ancone affai be
ne accommodate,con organo,& altre cofe appartenenti alla Chie
Vno Inno ^^'^ in particolar dottata de vn Santifsimo Corpo delli Santi In*
^en^ÌQ°"^ nocenti in vnacafiettinadicipreilo, Hora accommodata con gli
Criftalliperpoterfi veder, inuolto in vn velodifeta , &èdi gran
deuotionc,& concorfo di perfone;Onde efifendoli accefe gran mul
titudine di fagole s'accefe il fuoco in detta cafletta abbruggiando
la ca{ra,& la Capella con il velo di feta.che circondaua detto San*
incendio. ^^ Corpo, ilqual rimafe Illefo, & intatto dal fuoco, rertandoui in
detto velo l'impronto del detto Santo Corpo ,come hoggianco-
. ra fi vede.
S.ReJiqme yj ^ ancora in detta Chiefa in vn Nichio ferato di vn pilaftro
della Capella Maggiore le Sante Reliquie ,cioè.
Vna Reliquia di San Filippo Apoftolo .
Vn'ftinco di Sant'Andrea Apo{lolo,& altre.
V n'offerto di S.Nicolò.
Vn'offetto di S. Adriano.
^ Vn'poco di carne fenza bollettino.
Vn'Dente con vn poco di Mafsella fenza bollettino^
Vn'caffettinojcon molti ofletti, & vna noffella,& affai fjragmen-
ti fenza nome.
C^uefti Reuerendi Religiofi viuono d'intrate affai commoda-
!riente,la qual Chiefa é^molto Ricca d'Indulgenze,& ha hora gran
concorfo.
^ Vltimamente è fiato inftituita,& eretta vnanuoua Confraterni
tà chiamata della Madonna del habito dei ferui, & fu infiituita
del i6i2. nella noftra Città per effortation del M.R. P. M. Nicolò
Brigante da Forlin popoli , che predicaua quefl;a quadragefima
nella loro Chiefa,ch'e nella noftra Città con gradissimo concorfo.
Ap«
^i Raffaele tAdmaYU 79
Appafe,che detta Chiefa di Santa Maria de' ferui fu Confecra-
ta l'Anno i 3 1 5. nell'Inditione decima terza alli noue del mefe
di Nouembre da Monfignor Reuerendifsimo Federico Ballachi p .g^-^^
Vefcouo di Rimino , & ciò occorfe mentre la^ Santa Chiefa Apo- g^nachi
ftolica era Vacante, la qual flette due Anni tre mefi, & dieci- vefcouo
fette giorni. di Rimino
In quefto Conuento vi fono flati Reuerendi Padri di molto va* Sedia vaca
lore.è tra gli altri il Padre Maeftro Angelo Maria Ta^jtanodaRi ^g^'^epiù
minojche (lampo alcune orationi Latine in lode della Città, dell'- p^a Ange-
Vmbria,& dì Romagna,frà le quali,vè n'e vna in lode della Città io maeftro
di Rimino,degnadi lui,chefiì del 1552. I°f^*"vh
IlReuerendo Padre Maeftro Angelo Maria Sera-^^Jcrifle con- ^^J^'J'J-^*.
tro doi trattati dvn Theologo al tempo del Interdetto fotco il Pò ^^^ '
tificato di Papa Paolo V.ft:ampato in Rimino.
Difcendendopoi verfoil Mareviè la venerabil Chiefa di San
Cathaldo, laqual è Parochia , & fu concefla alli Molto Reuerendi rathal-
Padri di San Domenico nel tempo per quanto fi ha per traditio- ^^^
ne dalli Antichi,che viueua detto San Domenico, che fu nelli anai s.Domea.
del Signore 1220 dou'è (laro fabricata vna nobil Chiefa, con vn
honorato Conuento , i'quale anco pochi anni adietro è ftato am-
pliato d'vn grande Clauftrooltraquel!o,che viera primo. Er la fo
detta Chiefa, hoggidi volgarmente fi adimanda S- Domenico, 6c
quella Cliiefa è benifsimo ornata di varie eccellenti pirture con
molti Altari con le loro Ancone bene adorate d'oro, & picrurebo
ne,& tra l'altre , In quefla venerabil Chiefa, G ripofa il Corpo de! Corpo H.
Eeato Simone Ballachi Frate conuerfo di detta Religione, nq-jore
di Monfignor Reuerendifsimo Lorenzo Ballachi Vefcou'^dt Ri-
mino,6-: Frate Figliuolo di detto Conuento, & è nella Ca nella di
San Raimondo, di cui fi troua memoria , che orando auanti l' Ima-
ginedi S Giouanni l'Angelo gli apparueeflbrtandoloanonteme
re rinfulto del demonio,che lo mole{laua,come fi vede in vn qua- jnfulto
dro dipinto in detta Chiefa, fopra l'Altare, & Capelladel Croce- Diabolico'
fi[ro,ch'è il terzo, a man deftra nell'ingrefìo.Si conferua ancora nel
la Sagreftia loro vna Santa è bella Reliquia, laqual Ci porta hono»
reuolmente nella Procefsione,. che vi fi fa del Santifsimo Rofario, rrocefsto-
la prima Domenica del mefe. ne del Saa
Qjiefla Chiefa è benifsimo officiata dalli' Molto Reuerendi di tifl-.moKo.
quella Religione, cheui danno in buon numero elTercitandoan- ^"°"
co vn nobile ftudio,che ui è , dou'è flato letto lettioni dai Angeli
€0 Dottor Tomafo Santo d'Aquino^ò altro pia ver luoco di detto
Con^
S a Sito Rlmne/è Libro Primi»
Conuento, come fi può vedere ancor dalie pitture antrche, che ku
rono fatte a! Tuo tempo del naturale , mentre dimcraua in quef>a
Città innanzi alla porta Maggiore della Chiefa, & conuento,& ai
cune fatte per mane di Zotto famofifsimo Pittore.
Quefto Conuento è flato fempre commodamente di conuenié
te ricchezza,ma hora è accrefciuta in bona quantità , sì che fi può
Terrone II dire,che fiano ricchi, & commodi,& di quefti Reuerendi Padri,ne
luflri . fono reufciti Eccellentifsimi Predicatori Tempre, & anco al tempo
noftro,com*è noto a tutti, & di più ne fono reufciti Reuerendifsi-
nii Prelat},honoratifsimi,& Illuftri,cometù .
Fra Vgone da Rimino Vefcouo di Senegalia.
Ira Lorenzo Ballachi da Rimino, & Vefcouo di detta Città, if
cui corpo ripofa in detta Chiefa^innanzi all'Aitar Maggiore .
Fra leronimo da Rimino.
Fra Ambrofio Fiorentino tutti tre Vefcoui di Rimino .
Fra Francefco da Rimino Vefcouo di Ceruia.
Così nelle Prelature , come nelle Dottrine del Sacro Ordine de
Virtù €ar Predicatori, alqual tempo Fiorì ancora Fra Henrico Arimi nefe,il-
Prcdfcafo ^.i-^^l compofe vna fomma fopra le quattro virtù Cardinali l'Anno
le i^molif 15^4- cbe fii-fiimata di gran Dcttrivia . A tempi noftri ui è Oa«
fimo, to ancora Fra Domenico Ricci del fndetro ordine de Predicatorir
che rtampò una Parafraf» fopra gli Salmi tolta dall'Hcbreo, (k ià
faniofifsimo Predicatore nelle principali Città d'Italia, ai fuo
tempo,
tvinfecra- Ft della fcdctra ChJefa fc ne celebra la Confecrationea li (càc-
none. ci cÌ'Aprilc,la fodetta Chiefa,& Conuento fi va abbellendo, 6c am
pliando.Sì che Ci fpera,che feri delii beUi,& commodi che fia nel-
la Cirti.
Partendofi di qui dietro alla muraglia poco fontano d.? quella-
MoflaSe-. fi tioua la v£ner3bil,.&: antica Chiefa della Madonna dc'li Angeli^
no della con un Monaflerio non però molto grande, ilqual fu gtà habnatcv
Madonna ^j^ Reuerende Religiofe Monache di San Benedetto^tra lequaii ve
cxUi Ange rv • , j r^ • j r- t ^i • .
jj ^ " ne fu vna parrieolare di Saura vita da Fti^nza per nome Chiara, la
qual fot fi perritirarfì a iiita più firetra,^»: più aufterauolfe pigliar
rhabito della Pretiara Vergine Beata Santa Chiara da Sifi cocr;i-
nea del Serafico Padre San Francefco, lafciando detto Moiìafteric*
anciò a qnell©,ch€ Ci chiama hr.ggidì pur delii Angeli-, clVè del or-
dine di Santa Chiara, doue anco finì fanra mente] Fa fua vira, com.v-^
B. Chiara, f] ^[y^ ^\ f^,^ loco, le altre Monache poi fé bene non fisa dì certo, 'ì
crede^chfi andaferq^al cóuento di SXhiara, datquale fc ne parlari
il
Ibi T{ajfaele tAdimari, 9l
al fuo loco bafla > che detto Monaflerio delli Angeli reftò nel Do- Dominio
minio delli Molto Reuerendi Monaci bianchi di Monte Oliueto, delli M.R..
dalli quali nell'anno mille e quattrocento cinquantafette allido-Oliuetani
deci del mefe d'Aprile fiì dato ni emphyteofi alli Molto Reueren-
di padri d'\ San Girolamo di Fiefoli, che all'hora ftauano fuori del
la Città di Rimino a San Lazaro volgarmente chiamato il Terzo,
cli'era,come anco è delli Molto Reuerendi Canonici Lateranenfì,
ilqual Monafterio è fotto l'Antica Parochia di San Bartolomeo è
per confini da vna banda la via commune, dall'altro la folta del-
l'acqua,che va al Molino della Patterina,dairaltra li Molto Reue-
rendi Frati Conuentuali di San Francefco & dall'altra Santa Ma .
ria della Nonciada noua , per cento anni conobligodi pagare o ^" j. j^"J
gnianno una lira di cera bianca, liquali Reuerendi peroccafione^j^^j^^
buona andorono a ftare fuori della Città lontano vn miglia in cir
ca,comefidiràal fuo luoco,nondimeno hanno femprc officiata la
detta Chiefa , & mantenntofi nel pofie{ro di detto Monafterio , &
queftaChiefa è di molta deuotione, per efferecofa antica, & anco
perefferui molte Indulgenze,& per eifer Chiefa confecrata,laqual ? .^ ^^
non è fottopofta all'alrra di detta Religione Fiefulana, ma ciafche
duno di loro fi gode le fue intrate: da lì partendofi feguitando pur r\{^thàz\
dietro la muraglia della Città fi arriua al nuouo Cóuento,& Chic y^ ^/^^ ^ p^
fa delli Molto Reuerendi, & deuoti & Padri Capuccini quali pri- dn Capuc
ma ftauano jcntsni dalla Città vn miglio fopra vna bella Colina cini.
fu'l Monte de' palazzi quafi al dirimpetto del Crocefidb capo del-
la fìrada SJn Giorgio detta la poluerara ( poco più in sii per anda
re ai Reuerendi Monaci bianchi ) nondimeno fi forfè per l'aria,
che pareuae(fergli molto contraria, fi per il difcommodo delli pò-
iieriammalati,& forafl:ieri,fi fono ritirati dentro la Citta dell' an-
no 1605. & ccminciorono con l'aiuto del Signor Dio a fabricare
sili 25/.delmefed'Apri]e,cioè facendofi la procefsioneconl'inter-
uento del Molto Reuerendo ClerOjC tutta la Francifcana Religio-
ne con le Confraternite A nefse alla vénerabil Chiefa di S.Francef $30^3 Cro
co paffando per ftrada nouaja qual era tutta apparata, & adorna- ce, S.Go-
ta di bcllifsimi quadri dideuotione ,6^ di pitture affai bone, & feppo det
fu'l cantone di mezza ftrada noua elTeiKiogli tirata vna gran tèda, ^° '^ P:ira-
fotto della qual fece vn bellifsimo Sermone il Molto Reuerendo j^°^'^l"
Padre Chriftoforo de Capuccini detto il Vfrochino,che fu afcol bonato
tato dal popolo con moka attentio'ie, & dalli Molto Reue. Padri detto da
diqlla Religione al numero di 105. dipoi driciorono la proccffio*^^<^ou4.
ne per la firada,de'Reu,P.della S.Madóna delli At\geli, & arriuato
L in
B j Sito Eìmke/è Lthro Primo]
incimaalbaflioneapprefToIa Muraglia della Città fn piantata
vna Croce grande,& alca, 6c doppò fé ne andò la procefsione ver-
.. foLazarettoalluocodeftinacoallafabricaperlaChiefa, & Con-
trol ' ^^ ucotolorofopra lerouined'vn Amphiteatro antico della Citti,
ch'era vicino , doue già era il porto vecchio del Mare , & ini fi Be-
nedì il 1lioco,& fi piantò vn'altra Croce,& defignata la Chiefa co*
niincioronoa cauareli fondamenti, liqualiandorono tanto pre-
fondi non trouandofi terra roda,che cerco credo, che fiano più, che
non è quellOjCh'è fopra terra.
Dipoi focto li tre del Mefe d'Ottobre di detto Anno fé gli ri -
Giulio Ce tornorono procefsionalmente con Monfignor Reuerendifsimo
^re Salic. Giulio Cefare Salicino Bolognefe Vefcouo di Rimino,& con le fo
jji j^,^jnolitf>&confueti Cerimonie della Santa Madre Chiefa eflendoui
Ciò. Batt. anco prefente a tal Cerimonia il Molto Reuerendo Padre Siine -
LanziloN-ftroda Sifi Generale dell i Molto Reuerendi Padri Capnccini, &
IO Abbate Monfignor llluftrifsimo Giouan Battifta Lanzilotto Nobil Ru-»
ratore! * «^^"o Canonico di San Pietro Abbate,& Referendario Apodoli-
Priroarius co,& all'hora Gouernatore di Rimino, & Monfignor Vefcouo fo-
la pis Ce- detto gli pofe la prima pietra intagliata con le infrafcritte parole;
^^5. Primarius Lapis CelesErigen. nomine ConceptionisBeatifsimx
l't"?.!^ ^ Mariae Viroinis fub Reuerendifsimo DIulio Cefare Epìfcopo A-
^Uggiore.""^^"^"'^ queitotuaman deftra dell Aitar Maggiore, cii e vjc! -
nO:douegiàerailporto Antico di detta Città, fx.' pergratiadi Dio
Noflro Signore in quattro anni s'è fatto vn bellifsimo,e gran Co-
iiento,con vna nobil Chiefa di quella forte, che conuien a tal Reli
gione,l3qual ha tre belle Cn pelle nella Chiefa predetta,come fi ve
de con bellifsime Ancone^fc ornamentijOltra la maggiore, ch'è a*
domata d'vna bellifsima gran tauola venuta quefto anno i6 i il
il giorno della Fefta di Santa Maria Maddalenna, dalla Città di
Parma,fatta con gratifsima,& fpiritual inuentione,& di molto ar-
tificio per mano d\ vn Reuerendo Padre dì quella Religione , nel-
Ci-oqueS. laqualc fi vede dipinto la Sancifsima Conceptione incoronata di
V'c^^òT^ dodcciStelle,&altro,infiemecon la pianta deirillufire Città no-
S. Giulia— ^^^'^ ^^ Rimino , rutta foflenuta da cinque Santifsimi Protettori di
no. efia-, cioè San Godenzc,San Giuliano , San Antonio da Vlisbona
S.Antonio detto da Padoua,Santa Colomba,& Santa Innocentia, e benifsi-
5. Colom- ixio officiata dalli detti Molto Reuerendi Padri , che vi flanno iti
buona copia, & tutta via Ci va continuando nel fabricare , & ac--
commodare il detto Conuento delle cofe necefiarie, & diletteuo-
U/perandofijChe fra poca feri dellicóojodi ConuenuVc'habbiana
Da
ba
^/ Raffaele tÀdlmm * i i
Da qui pòco lontano fi arriua al nobil Monafterìo,' & Cliiefa g j^jj^^.;
delli Molto Reuerendi Canonici di San Saluatore Lateranen(ì,il-
qual per eflere di quefti Reuerendi , che fi dilettano d'hauer cofe
belle, & eccellentijtanto nel Conuento,comeancoparticolarmen
te la Ghiefa,ccsì ben adornata, & accommodata con vna bellifsi--
ma volta sfiancata dipinta con tre nobilifsimi quadri particolari
in quella,& altri de Illuftri Pittori', & de Ancone,organo, & altri,
che non fi può defiderar più. E poi tanto bene officiata da quefti
Reuerendi Padri , con bonifsima Mufica, ch*è cofa marauiglio-
fa.
Inquefta venerabil Chiefa nella Capelladi mezzo chiamata
della Madonna del parto nell'Ancona dietro la tauola delle fecre
te,cioèin mezzo del piede, che foftenta l'Ancona , vi è in pittura
la teda di San Giouan Battifta fatta eccellentemente per dotta ma
no, cofa bellifsima da eHer vifta.II titolo di (quefta venerabil Ghie
fa fi chiama San Marino dedicata a quefto Santo, che prima vi era
Monafterio di Reueréde Monache fabricate in su la muraglia vec-
chia della Città chiamato di tal nomeforfi;perche il detto San Ma S. Marino
rinoal tempo,cheftauaper commandaméto del Imperatore Dio- Diacono,
cletianoalla reparatione, & reedificatione della Città di l^i""»!" ni°imp?'
nOjQefse lì, & quella fofie fua habitatione, & vi hauefTe fatto qual-
che Chiefa,eiTendo egli venuto di Dalmatia dalla Città d'Arbi,có
San Leone fuo compagno della medefima Città lor patria, Mae-- ^
fìri fcarpelini . Poiché l'Imperatore haueua fatto mettere infieme ^'^ ^^^^
da ogni parte diuerfi Maelhi, & operarij per la reedificatione del te.
la Città di Rimino, nelli anni del Noftro Signore trecento in cir- Pozzo di
ca,& in particolar in quefto luoco , vi è vn pozzo , che (\ dice effer barino.
flato fatto dal detto Santo, i!qual,hora è nei angolo del Claaftro,
donde s'entra dentro del Conuento .
Quefti Molto Reuerendi Canonici Lateranen(ì del M. CDT. S.Muiadi
furono domandati dalla Città ài Rimino a Santa Maria di Porto 1^°^^^^,^,^'
di Rauenna,per introdurli al gouerno delHofpitaledi San Laza- s,^i'r„ìon-'
ro fuori della Città lontano tre miglia da quefta, & per quefto è do Maiale
chiamato il terzo, doueftettero per anni quaranta in poco nume- ila.
ro fotto l'obedienza del Molto Reu.Priore di Santa Maria di Por«
to di Raucnna ftando cosi Tenza titolo alcuno. Vedendo poi l'illu
ftrifsimo Signor Sigifmondo Malatefta Figliuolo del Signor Pan- Canonici
dolfo Signori della Città di Rim.ino, che quelli Reuerendi Cano- regolari di
nici viueuano con tanto buono eflempio a San Lazaro dc-fiderofo 5- Laxaro.
di nobilitare quefta Città fupplicò alla Felice Memoria di Papa
L 2 Eugenio
i4 Sito'^mìne/è Libro Prlm.
Eugenio quarto per la Cócefsione del detto Monafterio di S.Mari
no , d'onde già erano ftate leuate le Reuerende Monache da Mon-»
(jgnor Reuerédifsimo lacobo Vefcouo Ariminefe,chefri del 1272
& pofte ne) Monafterio di SDamiano dimandato di S.Maria Mi"
rafole,ilqualera Monafterio di principiante vicino al fodetto, e l'*
ottene . fé bene poi non hebbe effetto al tempo di quel Pontefice,
fu poi confirmara dalla Beata Memoria di Papa NicolaQuinto,ne
anco fiì mefla in e{Tecutione. Vltimamente fu confirmata con tutte
le folennità dalla Santa Memoria di Papa Paolo 1 1. & fu meffa in
eflecutione,che fii Tanno 1453. eflendo eletti Commiflari di que-
ftoncgotio ad indanza del detto Illuftrirs. Signor Sigifmondo, Il
M.R.D.Marco Venetiano Canonico Ariminefe,& Vicario di M5
fignor Reuerendifsimo Egidio, alThora Vefcouo della Città, & il
M.R.D.Filippo Bolognefe Priore di S.Maria Nouajliquali endo
il tenore delie lettere Apoflolicheleuarono le Reu. Monache di S.
Maria Mirafole ponendone quattro nel Monafterio di Santa Ghia
Monafte-^2 chiamato alPhorafotto il titolo di Monafterio delle Reuerende
rio della Suore della Madonna di Begno , l'altre elTendo fole cinque furono
Madonna màdate a Rauenna nel Monafterio di detto ordine diS Dimiano,
di Bfgno, ^ ^.f^gj^ furono vniti quelli due Nfonafteri;,6£ conceflb alla venera
bil Religione delli Molto Reu.Canonici Lateranenfi,liquali fum*
miniftrorono il Vitto alle fodette Monache Icuare ut {upra;finche
viflcro; & in quefto modo furono introdotti quefti Reuerendi Ca-
nonici nella Città con il titolo di Prior , & akrifDottati di bonif*
fìme facoltà, & in particolare di grandissima quantità di beni em
phiteotici, doueftanno nobilmente fenza hauer cura d'anime ne
Concilio ^'^^'^^ *^^'^^ pertinente al popolo : Eflendo ancora dottati di
diirenio, '^oki priuilegi, e prerogatiue honorate.fi dal Sacro Concilio
edcc((!o.. di TrentOjCcmeda concefsiuni di Sommi Pontefici, & decifio--
Didi Roti ni di Reta di potere con licenza del ior fuper^ore concorrere a be«
ntiìci) Ecclefiaftici feculari, & d'efsi eiTerne prouiiti . Non mi
par anco , che fìa da paffar in fìlentio uaa cofa notabil , & degna
da faperfi, chea! prefente fi fabrica in detto Monafterio fotto
il Priorato del Molto Reuerendo Don Giofeppo Viuoli Gentil-
Taherna - hiicmo Rauennatenft', ilqual per una particolar deuotioae , 6l de
colo ce i^r fuoi propri denari ìi farevn fontuofifsimo Tabernacolo de ora-
tili e Co- cliue coriiuio per mettere nella Preclara Cliiefa di S ANTA
ru.tio. i^j ARIA diporto di Rauenna , tutto di Marmi preciofif-
finii, mcdefimamente ornato di bcli'ifsime pjetts Orientali pre-
cicf^ di gran -.alcrc , 6: in particcluie di quelle dedeci Ione,
che
*D^ T{a fiele tAdìmrì ^ 5f /
die (ì leggono eflere ftarenel pettoral del Manto del Sacerdote
Antico della legge di Moife , & qiiefte ne i piedi di dodeci colo-
necte di bellifsimi Marmi mifchi , & circondato detto Taberna-
colo con vna porticella di bellifsimo Marmo mifchio doman-
dato Caftrano, eh è di virtù mirabile contrai veleni a guifa del n^^^ontfo
Corno del Liocorno.con la cupula tutta coperta di Lapis Lazoli, ^ veleno.
ti. altre pietre preciofe con bellifsimo artificio , che non meda
l'animo ài poter raccontarlo, & ornato anco d'oro, doue fa à prò*
pofito,cheferà vna delle belle,^»: Eccellente cofe,cheforfi fi veggo-
no in Italia,& fé rà conforme alla nobiltà, & ricchezza della vene-
rabil Chiefadi Santa Maria di porto.
In quefto Monafterio vi à fiorito particolarmente a tempi no- ^ sgrafi J
ftri vn Molto ReuerendoD Serafino Salfi da Rimino Canonico ^ó Salfi.'
Rcgulare Lateranefe perfona molto dotta,& pia,che lafciò fcritto,
& (ìampato vn fuo Alfabeto confefsionale molto beilOj& vtile de-
fiderato affai al prefente .
Poco lontano dal Foro vi è vna Chiefa, èc Conuento di San
Bernardinoda Siena, doue vi ftannogli Molto Reueren di Padri
Zoccolanti ... Handoui il Molt'o Reuerendo Padre Guar- ^-Bernardi
diano ftparatamente dà quello,ch'é di fuori della Citti,{e ben prì
nu quello di fuori folo eraGiiardiano eflendo quedi di dentro fot
io la fua cura,& chiamato Hofpitio,d: non Conuento, ma non dà
molto tempo in qua è (lato ridotto Conuento con gli fuoi Officia-
li per opera, & diligenza del Molto Reuerendo Padre Fra Thoma
fo de Bolis Cittadino Riminefe • La cui Chiefa fé bene è piccio- P- Thomas
la, nondimeiìc,e bella tutta adornata di bellifsimi corami adorati, Bolis.
nuoui,e benifsimo officiata da detti Reuerendi, medefimamente il
ftìdetto Rtucrendo P^dre Dolis ha fatto fare ancora vna accom—
modaca fubrica in poco tempo per il detto Conuento fé bene non
è molto grande,la fjgreilia ancora è ben fornita di paramenti per
laChitfa,ecofef2cerdota!f. F. Pacifico
In qiiefto Conuento, in tra gli altri Reuerendi Padri , che vifo- Suuiui.
no ilaci, vi era il R.P F. Pacifico nobil Riminefe di cafa Sciuiui , il -
qua 1 fu Guardiano doppò il Padre Boh's di detto ìuoco , & morfe
in detto officio del milleefeicentoe vndeci, ilqual Padre era Dot-
Uio non folamente di lettere, ma ancora di moke altre virtù,
ti in particolare fcrittoreEccellentifsimo in ogni forte di carate*
n,piccioli,& maiufcoli hau'^uaboijifsimodifegno, ma fopratut-
to,era di bonirsima,& Santa vita, & pei ciò molto accarezzato djl
gran Duca di Tofcana,cioè dal SereaifsimoDica Fraacefco; però
flette
8 é Sito l^ìmh'efe Lìhio Primi •
flette molti anni in Fiorenza per feruitio di quell'altezza con mol
te commodita',& ài feruitù,& d'altro conccflegli da S.A.S. Hi co*
''*°*^^* porto vna Siena TheologicaPfalmorum omnium , vbi Dauid in
petfona Dei Patris,Filij,& Spiritus Sandijefu Chrifti, Marine Vir
ginis,Michaelis Archangeli, totiusque Ecdefitìc triumfancis, ac in
perfona Ecclefix militantis , fuper magnani Senanì vniuerfi de
niirabilibus,Dci,& natura ad omnes gentes loquitur : Con le fue
Tauole di Ramo grande con gran artificio intagliate conforme,^
conueniente aH'opera.ch'è di gran valuta ,;
Il medefìmo Reuerendo Padre haueua ridotto in bon termine
Vifione ^^ ^^^^ Ihmpare vna bellifsima opera fatta da fuo Padre per no-
rràraui-- nrìc Stiuiuio (tiuiui, laqual era fiata fatta da lui per mezzo d'vna
gliela di Marauigliofa vifione,laqual hebbe métre], che per occafione d'vna
Suuiuio longa infirmiti ftauafoloà letto ,doue gliapparuevn Angelo in.
bil R.'imi°- ^^"^'"^^ ^^ perfona tutta di Fuoco , che la prima volta per la paura,
nefe. & tremor della lettiera.che gli hebbe,tutto tremante , fubito fpa-»
ri . Ritornò poi, doueafsicuratosimafsime moftrandofegli con
fennbiante amoreuole dicendo , che non fi turbafle , che*l
SIGNORE haueua efsauditole fuehumil preghiere, è poi
fcggionfe due volte, che gli douefle fcriufie quello , ch'egli vo-
Icuadire,^*: mofirare a lui andante alla feruitù Idell'Alciffimo S [-
G^NOR DIO fuo vero Creatore, & gli fece vedere molte cofe
Celefte,Terreft:re,& Infernali, co la dichiaratione infieme del prin
cipio della Sacra Genefi,& altri luochi della Diuina Scrittura .
Et haueua fatto intagliare in tauole di Ramo aliai grande le figu-
re di diuerfecofe mostrategli dall'Angelo indetta vifione. Et per
fede della verità i parenti del detto Stiuiuio ottéaero vna fede au-
thentica delI'illu/heCommunitidi Rimino per mano de M. Ga-
briel© Nino Cancelliero di detta Communitàrvltimodel mefe di
Febraro 157S. della naturai bontà fua, e purità, come anco dell'in
tcgrità de vira, e coftumi del detto, di Stiuiui,& m particolare', co-
me egli era perfona, che non haueua atrefo al rcudio,& che non ha
ueuamaifattc profefsionenedi Filofoplìia ne diXheologia, ne
d'altra fcienza. per laqual hauefle potuto farun tal difcorfo fopra
le cofe della Sacra, & Diuina Scrittura, laqual fede èallsgatacon
l'altre fcritture, che ^. ccnferuano nel Archiuiodi San Bernardino
nella Città.
Ma, perche vi andaua da tre mila feudi ài fpefa à metterla in lu
ce,ptvò egli feingc^r.ò per mezzo deii'illunrirsimo Signor Cardi-
nal N:izaretco da Rimino d'hauer aiuto da Sua Santità facendoli
veder
[*2)/ Raff^aele iAdimAvl 9 7
veder ropera,iIqual aiuto gli fii promefro,efrorcaiidolo a finir det-
ta opera. Ma la morte inimica de i ncflri difegni ha impedito
quede fignalateopere, che feria no fiate di grande honor a detto
Reiierendo Padre,& gloria della fua Religione,6c anco della no«
ftra Città.
PafTatoilforonon molto lontano. Vie la Chiefadì San Gior.' S. Giorgio
gio Antico di Reuerédi Pddri Theatini già Parochia della Città, ^^^^°^[
& Aneflaconl'AbbatiadiSanGodenzo, dipoi feparata non so Regolari
perche caulajaqual Chiefa del idoo.per occasione d'vn Molto Re dettiThea
uerendo Padre D.Andrea Lanfranchi Napolitano ilqual fn di tan tini,
ta liueratura , e tanto ardente predicò il Verbo di Dio nel Damo
di quefta Città,rilluftre Communità di Rimino con il fauore , &
aiuto de! ReuerendifsimoMonfignor Giulio Cefare SalicinoBo-
lognefe B.Mairhora Vefcouo della Città noftra,inuitò quefta no
bile Religione à voler venire in quefta Città operando, che gli hif
fé data la {odetta Chiefa, facendoli fabricare le cafe di detta Chie-
fa,laqual anco fu ampliata in modo , che detti Molto Reuerendi fi
rifolfero d'accettare l'inuito^acciò potefTero flare al numero foi di
dodeciconqualchecommodità,febene non m quel modo forfì,
che ricercarebbe una tal Rcligione,& defiderarebbe anco l'Illuftrc
Communità, in particolare per l'anguftìa del luoco, ilquilnon ha
forlì da poterfi slargare per hora,fe bene con il tempo fi potria ac-
commcdare in miglior forma, nondimeno credo perlafameglia
del numero fodetto , chepofsino ftare per quanto con fiderò per
qlla poca prattica,che io ho potuto pigliare , métte s'è fabricato il
«ietto luoco , come uno delli eletti in compagnia delli Molto Ilki-
ftri Signori Cauallieri Giulio Clementini,& Alefìandro Guidoni,
a quella fabrica,e C«ngregatione , in luoco della B . M. del Signor
Giouan Antonio Salò ^
In quefta venerabil Chiefa fotto l'Altare Maggiore vi è il Cor- g.Gre^or.
pò intiero del Beato Gregorio Vefcouo di natione Vngaro vefti Vefcouo
to con tutti gli ornamenti Epifcopali, & il ferro d'vn hafta ilqual vifiratadel
fi crede fu(Te quello con ilquale fu ferito , & morto in quefto mo- l"'f*F^i ^'
dOjSndando il fodetto Beato con alcuni compagni della fua Pro- ^^^ ' f^^^
cincia d' Vngaria a vifitar 1 e Sacre Limini delli Beati Apoftoli Pie dì qua da t
troj^ Paolo a Roma, effendol'vfanza, 6:obligodella Santa Ma- meati , &
dre Chiefa,che tutti i Reuerendifsimi Vefcoui,che fono di qua de' cii^a*** ^
monti per fpatio d'ogni triennio vadino a fare quefta Santa vifita
è vbidienza5&quelli,chefonodi là dà monti vadino alla medefi-
ina vbidienza per fpatio,e termi ae di cinque aivni, e cosi paffando
per
S 8 òtto K imir.efs L òro ^rimo,
perla Città di Rimino.&particofi daqueflacon li Compagni no
cfTendo lontano dalla Città ancora due miglia gli (uoi compagni
difcordianata tra loro àgran ccntefepcrla rtrada antica di Roma
nominata anco dal M.Lodouico Ariofto nel fuo Poema canto qua
rantatrc,doue cantando dice.
A Rimino pifsò la fera Ancora ;
Ne in Montefioreafpettail Matutino.
Poemadel E qnafi à par co! fol giunge in Vrbino.
Ariofto. Il buon Vefcouo cercò di remediare a tal difordine, te efìenda
quelli venuto all'armi, non potendo egli in altro modo darui rime
dio opportuno, fi pofe in mezzo di loro, acciò, che quelli hauendo
rifpetto alla petfona fua,come doueuano, non fi facelfero male al-
cuno tri di loro ilche, per opera dell'antico nemico della pace, &
obcecati dall'ira, & fdegno fu da loro ammazzato il fodetto S.Ve-
fcouOjla morte delquale diede tanto fpauento allirtefi occifori du
bitando della lor uita , che fé ingegnorono di buttar il Santo Cor-
Corpo S. pQ jj^ ^j^ pozzo, ch'era gli vicino in su la ftrada maeflra di quel té
Tozzo po;acciochenon fufle vifto d'alcuno, & cofiefsi non falfero pcrfe-
dallacqua guitati Spigliati & caligati feueramente dalla giuftitia,6c d">pò
bona queftoefsi feguitorono il lor viaggio. Doppò, che qiiedo fu fucctf-
Campane, fc^f^biro !e campane della Città de Rimino cominciorono a fona-
dafuapo* ^^ ^'^ ^^ PLt{st fenza opera d'alcuno,non mai celTauanodi fonare,la
fta . qnal cofa diede fìupore grande a tutto il popolo de!uCictà,ilq-jal
andò dal Reuercndifsimo Monfignor Vefcouo fuo , pregaiìdolo.
Diligenza che facefìe far diligenza in cercare di faperc per qual caufa le cam-
<li Mocfi- pane fonaHero vritarrenre tutte fenza opera humana: all'hora il
|nor Ve— Renerendifsimo MonHgncr Vefcouo determinò di ricorrere all'a •
^°"°* iuto diuino per faper qiiefìo èc così ordinò , che fi facefì'ero certe
proccfsicni*folenn! , ^-generali il giorno fcgucnteinuitato acciò
tutto il Reiiercndo Clero,& il popolo della Città .acciò, che Dio
per la fua intfr.vbil clemcntia fi dcgnaffe riuelareqnefiogran Mira
colo,& tra gli altri hcchi,che prncefsionalmente s'haueuanoaui
Procefs'o fitare, il primo era la vencrabilChiefadellAbbatiadiS Goden-
ne all' Ab- 20. g^ qnefta era melTa prima per caufa della moltitudine de corpi
G^odenzo Santi fi de Martiri,come de altri Santi , ch'erano in detta Chiefj,ac
cioche per i prieghi , te mei iti di detti Santi Dio Noftro Signore
decreto volefìe reuelare quefto fecreto Miracelo , & marauigliofo- ì che,il
V; Incoio, fequenre giorno qtiando MonHgnor Reuerendifsimo Vefcouocò
iJ maraui il Reuerendo Clero. & tutr» il popolo andaua procefsionaimente
gliofo, veifo detta Chiefa di 6an Godenzo non eflendo digli molto lonca
no,
n>i Edffaete tAdmari. $p
!ìofucce(re,che vnacertsdonnajche vcniuadaMontefiore,s'iticon Donna «k
trò in detta procefsionc , & accoftandofi i vno della procefsione, Montcfi»
domandò, perche caufa (ì faceua tal procefsione, e gli fii rifpofto, ^^^
che fi faceua per fa pere la caufa, perche le campane delia Citta tue
tefonauano,fenza maiceffare» fenzaeflere tocche d'alcuno , &la
fodetta donna racconrò.come la mattina innanzi giorno volendo
venire à Rimino haueua vifto vicino alla Citri vn gran fuoco,che Fuoco di
da terra pareua.che toccafle il Cielo , per la qual vifione d fpauen- terra al
tò & prefegranmarauiglia: Nondimeno pereflerelacofadalóta C'^^°-
no fi pofe in viaggio,& così continuando il fuo viaggio verfo Ri-
mino eflendo già vicina al pozzo fopra detto, dou'era ftato getta-
to il corpo del Beato Gregorio Vefcouo, vidde[fopra |quel pozzo
quattro Cerei grandi éc bellifsimi accefi , & alquanto eleuati da Cereigra-
tcrra,e guardandoli diligentemente vidde, ch'erano in aria , & che ^^:^. ^*^*
niuno gì» teneua , & che la tì:tmma di quelli fi congiongeua infie- ^jfji° ^
rne,come fuol fare quelle delle torze,& faceua vn gran fuoco a mo
dod'vna grade,&' fplendidifs.ma co!òna,laqualpareua,cheroccaf
feil Cielo, & fifpi^.'ientòoltra modojft grandemente fi maraui-
gliò, con tutto ciò continuò il fuo viaggio verfo la Città penfan-
do fra (e fteffa, che ccfa volefl'e fignificar' quella marauigliofa vifio
ne, & auicinandofi al Monafteriodell'Abbatia diSanGod^nzo ^^°j^?Vs
vidde la gran moltitudine delle perfone, che andaua in procefsìo- ""c,/^!, §.
neuerfo quella Rcuerenda Chicfadellaqualeintefe.comes'èdc:- GoJenro!
to.la caufa di tal procefsione , ti tanto più reftò ^upefatta fopra
giongendo Miracolo a Miracolo , &:cofi alcuni di quelli fecero
andare quefta dcnnainnanzià MonfignorReuereadirsimo Ve-
fcouo ,che fi trouaua nella proceffione, & intele da lei la vi*
iìone raccontata di fopra, il medefimo Reuerendifsi.iio Vefco-
uo ordinò , che la procefsione feguitaiTc innanzi verfo quel
pozzo con quella donna , laqual come furono arriuati alcuni
liquali erano degni, & amici di D I O , viddero fopra quel ^r^fci di
benedetto pozzo quella m.edefima vifione, che haueua vifto quel Dio.
la bona donna,& finalmente accoflandofi al pozzo guardando,&
- cercando ritrouorono lì dentro qnefto Corpo del Heato Gregorio
Vngaro Vefcouo, & lo conduffero in su un carro con debiro ho-
nore uerfn Ri.TiinOjec effendo arriuati innanzi alla porta del Mo- donaci ne
nafteriod: San Godenzo , ch'era dell'ordine di Monaci neri d> rihebbero
San B«^nedetto da Monte Cafsino, per volere di D I O ISJofiro Si io un tenn
gnore,che il carro.fopra ilqual eo porcaro il S.Corpo,mai fi puote po "e M^
mouerc dal luoco, ancorché gli folìtro aggionri delli altri boui, & ^^lao ?
M gran
9 9 sito Kimìnefe Libro Primo .
Monfign. g**^" mohltudfne d'huomini,ilqual Miracolo vido MoaiìgaorRe
vcfcouo , uerendifsimo Vefcouo,& tutti gli altri conobbero, die la volontà
& 1 1 Pidre di Dio era, che quel Santo Corpo fi ripofafle nella preclara Cliiefi
Abbate, ^i (j^tfo Monafterio, & cefi Monfignor Reuerendifsinio Vefcoao
di{Te al Molto Reuerendo Padre Abbate» ch'era prefente , eh elfo
con gli fuoi Molto Reuerendi Monaci fé accoftaflero^ al carro , &
tentalTerodi moiierlo, &fubitoconmarauigliorafici!icàrilafciò
mouere da Ioro,& voltatolo verfo il loro Moaafterio lo condulTe-
Aliegrez- ro fino alla Chiefa con grande allegrezza cantando tutti , il T E
la grande. D E V M Laudamus,& in qneflo modo.incroduffero quel Corpo
Santo nella Chiefa ponendolo honoreuolmente, innanzi all' Alta-
re Maggiore diSanGaudenzo, doue (lette fino al giorno venen-
te; perche già era fera, & il giorno feguentc Monfignor Renercn-
difsimoVefcouo con tutto il Reuerendo Clero, & Popolodella
Città ritornoronoprocefsionalmente nella Chiefa di SinGiuden
20 , doue dilTero l'officio della fepolcura, & deU'efequie ai Santo
Corpo infieme con il Molto Reuerendo Padre Abbate c;>n li M jI
Ripoio ^^ Reuer.Monacifuoifolenneniente,& deuotainence , iìchc finita
pane. fubito le campane ceiTorono di fonare da fé, òi da tutti furono refe
B. Grego- infinite gratie all'onnipotente Iddio»che fi era degnato moflrargli
no vngi- fi gran miracolo, è concederli cofi buon auocato,e ciafcuno ritoc-
roauoca-- j^^ con grand'allegrezza à cafa fua. Dipoi fu fatto un preciofo mo
dal popo^ numento ài Marmo bellifsimo di variato color, & in quello pofe-
lo Arimi- ro il detto,Santo Corpo , la cui fefta fi celebra al li tredeci del mete
^c» di Marzo . Quefta Chiefa è benilsimo officiato dalli fopradetti
Molto Reuerendi ne i Diuini vfficiijMede, Prediche,fermonl,Cori
fefsioni,6£ C'ommunioni.ch'è di gran deuotione , a tutta la Città;
Mooafte - la lor Sagreftia fi troua commodamcnte finita di paramenti per la
rio dei R.cJuefa,&facerdoti adoperati con grandifsimi pulicia , che ren-
P Celefti. ^g ftupor,& marauiglia à tutti,con copia grande di confellori^che
Vefcouo Vfcendo poi dalla Citti,& andando verfo il Porto vi è Tantico
fu leuato Monafleriodeili Molto Reuerendi Padri Celeftini con vna Chie-
da Mirea ^ g^^g^j grande, fé bene al prefente e (tata inpicolita per commodi
uauieri & ^* mondana, laqual fu arrichita dun preciofifsimo theforo,ch è un
portato* a braccio con la m3 no di San Nicolò Cittidino della Città di Pitc
Barri dclraVefcouo di Mirea della Prouincia di Licia ,& vnico hercdc
1087. & del Cartel di Patata jilqualfùleuato furtiuamente dal fepolcro
fa^Veniw ^^ Barri.dou'era il corpo di dctro Saiuo.da Monfignor G-ilto Ve -
none aAii fcouo AkmanO;per portarlo feco alla Città d'Eoisria^ikon fiorei-
J
7)/ Raffaele vidimarìf P t
do portar il Saro Corpojilqual Vefcouo correndo su le pofte por-'
taua fece detta Santa Reliquia , & arriuato alla Citti di Rimino
per andar più 'predo montò fopra una Barca , & tre volte mentre
uoleua ufcir dal porto da improuifa tempefta fu ributato indie»
tro fino al Ponte Augufto fopra il fiume Marechia:il bon Vefcouo
vedendo quefto intrò nella detta Chiefa delli fodetti Reuerendi
Padri Celeftini,che fi chiamaua San Lorenzo,& pofe la detta San-
ta Reliquia fopra all'Altare Maggiore, & alla prefentia del Popo-
lo manifeftamente confefsò il furto da lui fatto,è lalafciòli; Dop
pò Papa AlefTandro Terzo Bandinello da Siena di Felice Memo- papi Alef
ria del ii52. in circa pafTandofene in Francia , & acapitando inf^odo Ter
quefta Città fece proua della detta Santa Reliquia forfi in quen°'
luocojdoue nella detta Chiefa è vna collonetta di Marmo con una
croce di ferro fopra , fece efperienza di detta Santa Reliquia , & il
predetto Pontefice vifta la proua fantificò, & grandemente ornò E^pc""*
detta Santa Reliquia concedendo) dieci milia anni d'Indulgenza ^^^^
alli fedelijche vifitaifero detta Chiefa , & di più i! perdono de fuoi
peccati concefsea quelli,che lo domadauano;& ancora dedicò ho
noreuoiméte a detto S. Nicolò il titolo di detta Chiela in fuohono
rCjChe prima era fotto il titolo di San Lorenzo , come di fopra s'è
accennato: il Corpo di quefto Santo Gloricfo Nicolò ripofa in Ve
neria nel fuo Monafterio de Lio. Queda noftr? venerabil Chiefa è I^«uotio-
officiata dalli fodetti Reuerendi Padri, i quali fiianno commoda °^ * '***
mente viuendo d'intrate La loro Sagreftia è conuenientemente fi-
nita di paramenti per gli Altari, & per li Reuerendi Sacerdoti. La
detta Santa Reliquia è tenuta \n vn Brazo con la mano d'argento ?^^,^"f,o^"
honoreuolmente in vn Nichio ferato con chiane, una, che ftà ap Argento
preffo gli fcdetti Reuerendi, liquali di lor fpontanea volontà pro-
curoronogid treannifa, chellllurtre Commnnità nétenedeun
altra per maggior fìcurezza di detta Sinta Reliquia, fopra l'Alca-
re.cli'è a mandritta dell'Aitar Maggiore Vi fono ancora panico- . .
lar Indulgenze le fefte del Mefe di Maggio.Ne! fianco di effa Chic- z" def me
fa vi è dipinto la vita di Santa Maria Egiciaca da dotta mano , in fé di Mag-
oltre vi era delPifteffo pittore il Miracolo, che aiiuenne l'Anno gio.
1 ^40. alli otto di Febraro nella gran Città é\ Venctia cioè vcnen
do in quella una nane di Demonij per fommergerlj,e 1 inondatio
ne fu tacche fi vedeua fotto l'acqua la maggior parte della Città, ^^^^ ..^*
Sin Marco Euangelifia Protettore d'efla di^ notte gli andò incon- sTurTò*
tro con Sin Giorgio,& San Nicolò fodeito in forma di tre gioua- s Giorgio
netti fopra una barchetta d'un pouero pcfcatore per fcongiurarli, s. iNìcoìò
M 1 come
i j sito timkeje Libro PrlmiH
come feccjè fubito partirono detti Demoni, come natta il Uoglid
Anello ^i^^y^^^^^^i^^cà co(ahe\h di (zpctfi: per \2L mercede del penero
S.Marco. Pcfcatore San Marco predetto gli diede il fuo anello, per non ha-
uer aitro.con patto.che lo porta Afe alla Illuflrifsima Signoria.è gli
dicefle tutto quello,che haueua veduto, che da effa faria pagato; il
qual Miracolo que(H Reuerendi Padri per sbiàcheggiare la Chie-
fa Io guadorono con altre hiftorie di bellifsi me figure, che tu di
gran danno alla deuotione del popolo, cdendoqueftoftupendo
Mare Miracolo dipinto in quella venerabil Chiefa per beneficio riceuu
to da qi cfb. Città poiché Ci legge,che fu cofi gra fortuna di Mare,
che tutta quefta Riuiera (lette in gran timore, vedendofi in vn pre
, . . cepitofocafo . Il giorno del titolo di quefta Chiefa vi vanno gli
dellacit - Schc.lr.ii di quefta Città, quafi tutti procefsionalmente offerendo
là argento fopra l'Alta: Maggiore una grotta torza piena di Monete d*argen
dcoto . to,6c oio,6: pci coiifuetudine antica uno di detti fcholari della pri
nna clafte ft bniecire per più breuìtà è maco trattenimento del pò-»
polo recita una oratione Latina in laude del Santo, & della Città,
Magiflra . alla prefentiadcl Molto Illuftre Magiftrato. In efta Chiefa pari -
IO Rimile rncnte ne i tempi antichi vi era una Confraternità delli Albanefi,
r.' ^ . che habitauano in quefta Città, per occa(ìone di mercantie, come
y^lbariefi ^^ ^" ^^^^^ P^' ^"^ Capella fontuofa da erta Cófraternità nel fron-
tr,fpitio della qual apparifconoquefte parole formali, in Marmo,
HQccpuifcc'ufrMeinìtcì'S ^IbAnenjium 145 ^, tempore priora m An-
toìjj Deao,
Mcdefìmamente fuori della Città, per la porta, che guarda ver-^'
fo occidente chiamataanticamente la porta di San Pietro incapo
S. Giulia»- jj^i i>orgo,viè vn Nobilirsimo,& Antichifsimo Monafterio,al pre
fentcdelli Molto Reuerendi Canonici Secolari di San Giorgio iiì
Alega, che del M.CU in circa he bbe l'origine nella venerabil Cit-
tà di Vcnetia da S Lorenzo G'uftiniauo nobil Venetiano, ilqoal
di Veoetia ^^^ P^^ Patriarca di quella Citta l'Anno 1 407. in là Chiefa di San
Giorgio fodetto, laqualera ftata edificata dalla nobil famiglia de
G.icti, è Gritroli l'anno p 8 5. Quefta venerabil Religione milita
Keecla di ^^^^^^* Regola di S.Agoftino tanto celebre nella Chiefa di DÌQi
S. Agoni-, come è noto, cflendo quefta Santa Regola tanto piaceuole, come
flo. sé detto poco inuanzi,che le più nobi)i,e commodi congregatio-
ni fi fiano fottopofti ad cfia nel numero di venticinque,e forfi più,
Canonici come al prtfente de i Molto Reuerendi Canonici Secolari fodetti
Secolari, ccrramete d'ogni coftumi,eftempij,& prudentia ripieni.che rendo
no fcauc odore di Santità,a ciafcuno, che per occafione di certe di
funioaÀ
2Ji ^afaeU oìdìtfUYX. pj
f unioni nlte nella preclara Religione Cafsinefe Papa Eugenio
mi. di Felice Memoria per accommodare loro , & le fue cofe leuò
due Reuerendi Canonici di qiiefta Cógregatione è gli fece piglia ^
re l'habito di detta Religione, che fu per foleuamenco d'efsere que m^ ^* '*
Ao ià per il buon modo di gouernare nella via del Signore,che co-
nofceua eflere in querta Congregatione di San Giorgio in Ale*
ga,che perciò anco da Papa Aleflandro Serto di Santa Recordatio p j^^^g^^
ne fu vnito alla Congregatione di detto San Giorgio in Alega alli ^^^ y^
vndeci di Luglio l'Anno primo del fuo Pontificato nel M. IIIID.
inquanto però ali intrate , ma in quanto al pofleflb non hebbe ef-
fetto,finche doppò la morte della Beata Memoria del Molto Reue
rendo Don Marco Cocopani Commififario di detto luoco , che fìi
l'Anno 15 zt^.per rinoncia fatta alla detta vencràda Cógregatione cicopan?
ailaquale medefimamente fu vnita la Chiefa di Santa Maria Mad^ ^ *
dalena, ch'è lontana da detto luoco vn miglio in circa chiamata
volgarmente le Celle,che già era dell'Ordine di Cruciferi,& fu fac
ta dalla Felice Memoria di Papa Giulio Secondo il primo di Set-
tembre l'Anno quarto nel fuo Pontificato del 1507.& il primo vi* ^'■^''?^^de
(ìtator di detca Corgregatione Tempre s'intenda Prior titolar di gìuMo^pp*
detta Chicfa,acciochenon pofsi vacare, laqual Chiefa fii Reedifi- Secondo*,
cata , 6i ridotta in miglior forma fino da i fondamenti , che prima
era porta al meridiano con due ordini,l uno fuperiore airaItro,co
me già Santa Colomba,che rendeua a ciafcheduno moka deuotio R^eejjjfj^j,
nc,& CIO fu l'anno del 15 > i. alli venticinque d'Agofto in Marte i tione del-
bore quindeci fi diede principio a fondare la detta Chiefa di San U Chiefa
Giuiiaiìo nel Pontificato di Papa Giulio Terzo di Felice Recorda ^} ^- ^'""*
rione l'Anno venti dz Monfignor Latancio fofco Arciprete di M6 <3iui*iónn
tefiore all'hora Vicario di Monfignor Parifano da Tolentino Ve- Terzo,
fcouo di Riminogli pofe la prima pietra, laqual Fò alla drittata Mmfìgn.
della porta eh cfcc fuora del Borgo in vn cantone dietro la rtrada, l'anfano
laqual Chiefa è di honeila grandezza tutta inuolto,con le fne Ci-
pelle da ogni parte ; & l'Aitar Maggior è done era la grand' Arca
col fuo Cofonodi S.GiuIiano Martire, la qual partendofi dall'lfo
fa ProconeiTo nelle parti di Leuante con rtupendo Miracolo fé ne ifoia di
venne agalla fopra l'onde Maritime del Mare Adriatico, hauendo Proconifo
fotto di lei un grandissimo pezzo di marmo roflb , che gli ferniiu
per bafle con una pietra tonda di quella forte . che foieuano ferui-
re a i Gentili.per dar l'Eculeo a i Santi Martin, come fé ne uede in
Roma ancora aflai,che fu del Anno 95 r. al lito di Rimino fotto il
Pontificato di Papa Giouanni XII. al tempo del primo Otto^
ne
94^ Sito'^mìnefèLìhrò Primi.
Giouanno «c Imperatore il fimile fi legge , & al medcfimo tempo di Ottone^
Papa II. ti forfi anco la ifteffa notte nel cuor del l'edace co qnel ifteflb ftra-
ordinario moto di Mare,ilqual folleuò l'Arca, doue ripofaua la B.
S.Eofcmia Vergine,& Martire Santa Eufemia con fono,& ftrepito grandifsi-
mo da vnfcoglio forfi di Calcedonia del Mar Egeo, ò Arcipelago
Andrea vicino all'lfola di PeloponefTo , ò ProconelTo , doue fu trouato il
elfo gen- gioriofo Corpo di San Giuliano nel faccho de i ferpentì , & parti
& Dottor neirArca,come s'è detto venédo anco ella verfo l'Iftria, doue quel
Legifta di la di Santa Eufemia fi fermòj& quella di San Giuliano feguitò in-
Kianno. nanzi il viaggio verfo Romagna,6d come fé foflero venute in con-
Franc.detifg|.u2 pertraditionefìdice, eflerfi vdito vna voce, che difle andate
^[^""q*^ pur Giuliano , cheionoglioreftarqr.ì , & la mattina feguen-
Aibancie te vicino alle mura fuori del Cartello di Rouigno fu trouata l'Ar-
noftro cit-ca firmata di Santa Eufemia , & fucce{fe nel volerla condure fopra
taduio , & il Monte quello , che fuccelVe anco i quellaj del Benedetto S. Giu-
nicrcanie. iJ3no,ciocconvn para di manzette fi condulfe facilmente , doue
piacque a Dio,e la detta Santa .
Cofa veramente ftupenda,& marauigliofa, poiché non so fé in
Cafa di Lo f^f jq ]\ inondo (ìa flato altra cofa fimile ; della Santifsima Caia di
"^° * Loreto in firorifc ben in vn modo molto più Eccellente, nella qual
Tfì Arcanonfolamenteviè ilSantifsimoCorpodelfudettoS.jGinlia
S*nte. ro,ma fette altre Telle le quali giudicano eflere di Santi Martiri.ò
d'altri Santi, poiché per conghietture fi crede, come s'è detto, li
Molto Keuerendi Monaci Cafsinefi patroni deirvna,& l'altra Ab
batia, vedendo non poterdurare in quella di San Godenzo perle
continue fcorrerie di foldari,che gli hauercbbono potuto robbare
molte cofe,è forfi h3ucuanocominciato;cosi fi rifolfero incognita
mente portare quelle Sante Reliquie , che poterò hauere , ò che
erano in lucco più peric(>lofo,airAbbatia di San Giuliano, apprc
do la detta Arca,e le confidaffe in effa, come luoco molto più ficu-
rodell*altro,comealprefenteancofi vede.
^^'.^Y ^' QuefloMonaflerio è antichifsimo, & nobilifsimocon lafua
S.^ u la - (-«j, jj.(-3 „()rj fQ)Q p^j. j2 {jeuocione è ricchezza di detta Arca,& altri
Autforiià PJ'iuilfRi ,chepoteuanodifpenfarepa{Ta trenta benefici ifotto po-
di tonferi- fli sllafcdetta Abbaria, fopra alcuni de quali pretendono anco
rcbercfi al prefentc detti Molto Reucrendi Canonici,oltre gli beni tempo
hI polito ''^''»*^'^^ £jodono per quanto rri hi raccontato rijluftre Signor Hip
Miniano ^ polirolMarianr Dottore di legge di quefta Città,& huomo dottato
Dotiorr. tii molte altre (cienze,hauerne di ciò cognitione per hauer mancg-
ciàco a teir-p. adietro i ncgotij è fcritture della lUuftre Commuta'-
li
1>i l{àffaeU ^Jtmari • PS
tà di Rimino , alianti che ne fìano perite molte d'effe fcritture,il fo
dettoSignor HippoHto per effere perfoiia gentil ,&corte(e, più ^j.jjfjtc>
volte me ha conferito voler fare vn trattato de Santi , & Chicfe di di Sinti,3c
quefta Citta.cbe mi gioua credere,che fera cofa degna d effer vifta Chiefe.
per k lue rare vie tù,e qualità. Piaccia i Dio Noftio Signore di co-
cederli vita lunga, & fpirito, acciò pofsi effettuare que^o fuo Sia
to,fii fpiritual propofito. Dentro la fodetta Arca vi fi conferua vn Proceff»
libretto, nelqual è fcritto il martirio d'elfo Goriof»-. Santo, & per» ^i'S. Gm-
che è in (lampa la legenda ^li quefto gran càpione,ciafcuno la pO' "'^°°-
tri vedere ditfufamente in detta fua legenda tradotta di Latino in ovefco-.
volgare dal Molto Reuerendo Padre D. Vicenzo Santini da Rimi- uo Saatini
no Canonico della fodetta Cógregatione con alcune additioni <!i\
bella intelligenza dedicata airillurtrifsimo,& RfuerendjfsimoSi
gnor Cardinal Francefco Gioiofa Arciuefcouo di folofa l'Anno
1603. che cerco dà molto gallo a chiunque la legge per effere tra-
dotta da perfona dotta,6f molto fpiricuale.che lino dalli anni del-
la fua giosentù hi affaticato affai, è in particolare quado hi hauu
to la cura fpiricuale di quefta fua Chiefa , di fermoneggiare , con
molto vtile, & applaufo del popolo,che perciò me ricordo hauer-
lo fentito con moki altri Cittadini è intelligenti che i giorni delle
fefte andauano a pofta a quefta Chiefa di S Giuliano per afcoltar-
lo.In quefta Chiefa ancora ui è una Santa Reliquia ^yfcs. dito di S. di co di s.
Lucia Martire da Syracula . Q^nefta Chiefa prima era àtà\cì.z:i. alli l.acu di
Santi Apoftoli Pietro, & Paolo, hora.e dedicata ancora al detto S. ^;''*5'-^'*
Giuliano protettore della noftra Citti.come appare per la Confe '^o^'^'^^';^-
crationc di detta Chiefa fatta* dairilluftrifsimo , & Reuerendifsi' 1!° e^h.»rl
inoMonfignorGiouan Dattifta Caftello Bolognefe Vefcouo didis Gru-
Rimino nel Pontificato del Sar«ifsimo Papa Gregorio X 1 IL nel Uaoo.
Anno quinto del i 5 7 8. alli diecinoue di Cenare i dalquaUnco
£ù Confecrato l'Aitar Maggiore.
Quefta Chiefa è bene ornata di Altari, & pitture in tutte lefue
Capelle,& in particolar la Maggiore, nel la cui Capella efcano fuo
ra due bellifsime,& nobilifsime profpetciue,una ferue per il coro,
l'altra per l'organo fatte con bellifsimi lauori, tutte meffe a oro,
ch'ègrandeornamento non folo alla detta Capella, ma a tutta la
Chiefa,laqual e bcnifsimo officiata dalli fodetti Molto Reu^rendi
Padri , che hanno vna bouifsima mufica , la loro Sagreftia è bene sagrcftiA
fornita di ogni forte di paramenti per feruitio della Chiefa, & del
lifacerdoti. Vna Mitria molto bella, & Antica di veluro Cretnifi • Mitrla fon
oo,tutta ricamata d oro di perle, 6c feta àx dioerfi dori è buó nume tuofa. i
co
f S Sito Rìm'wefe Libro Primo *
ro di-perle in effa fi uedanoda venti prefe di oro,dodcci delle qua
lifono nelle bende, ouero cadute,doue vi fono lauorati gli dodeci
Apoftoli alla gemina, &nel fin d'elfe vi fono ipontali d'argento
3dorati,& altri lauori bellifsimi,& nel corpo d'efì'a Muria ui fono
Jaltie otto prefe in quattro dellequale ui fono i quattro Euangeli
fti.in vn'altra vi fono la Santifsima Nonciata , nell'altra vi e l'Àn-
gelo Annóciante,neiraltra ui è gli Santifsimi Piecro,& Pao1o,nel-
l'altra S Giuliano Protettore,^ per tutte co le loro iirrete;^ vedo
no ancor pofte in efla altre diece prefe molto bé ititagliàre,e ripie*
ne di diuerfe pietre nella gradezza dell' altre, fpirfe ancora di mol-
te altre pietre piccole intorno ad efla ligate riccamante Apparifce
in capo d'efla Mitria un'agnello Pafquale fatto di perle di buona
groflezza,& fopra eflb una pietra per banda alqumto longa, lega-
ta medefimamente,& Eccellétemente nel modo deiraltre,da!che fi
può ben conflderare , che quando vi erano i fuoi Reuercndifs. Ab.
batinonglimancaua cofa alcuna, per edere cofa degni, la qual
., Mitriaa tempo delle folennirà fi pone su l'Aitar Miggiore.hinao
liberare ancora un nobil Pdftoralc di Auolio antico molto bello. Kt ne!U
Unirne de Chiefa ui fono moke Induìgenzc,& prima l'AkarPriuilcizuuo per
i dcfoati. liberare l'anime dei fideli defonti, conccfie dalla felice M:'mori3
di Leone Papa Decimo, ampliato per breue della Beata McTìoria
di Papa Gregorio DwCÌmotcrzo,e altri Altari per confegulrele Ila
tioni,64 Indulgenze, clic fono concefl"e a quell i,chc vifitano le CHie
fe,tanto dentro,quanto fuori delle mura di Ivoma, purché fiano co
triti,& confefsi,& che dicano tre uolte il Pater,6t i'Auc Maria. por
ciafcuno altare, onerò il Salmo Lmiferere mei D.us. okra le fodec
te Indulgenze,in articulo mortis,fi può eleggere un Reu. ConfeHo
re idoneo,ilqual può concedere la Remifsione plenaria de tutti i
peccati imponendo però penitenza congruente , come appare per
breue conceffo dalla Santa Memoria di Eugenio Papa Q^iarto am
pliato dalla Santa RecordationediPapa Paolo Terzo, & detta
Confefibre può difpenfare dalla irregularita , èc Icuare ogni forte
d*infamia,& inhabilità:confirmatoda molti altri Sómi Pontefici,
& altre Indulgenze, che fi poflbno confeguire vifìcado l" Aitar Mi£»
Induigen- gjo^c^ gli altri due,in particolar, ne i tempi di digiuno, é5«:fcJl:e
principali:& fimilmente Innocenzo Vili. Alelfandro V I. Giulia
1 1. & il detto Paolo Terzo di Felice Recordatione concederò alla
venerabil Congregatione Cafsincfe ch'era pattona ài de::a Chie-
fa,cicè Abbatia anticamente,& in particolar nel cempcì cheoc-
corfc il grandc,e ftupendo Mitacolo dell'Arci dù Santo Pi,otetci> •
re
^i T{afa€le tÀdimari . p t
tore Koftro S. Giuliano , cioè alli Frati , & Oblati , che vifitafTero
le Chiefe, & altri luochi della Congregatione principali » òannef-
fi> 6c foggetti , tanto prefenti , quanto da uenire dicendo ingenoc-
chiati il cin quantefimo Salmo : Miferere mei : ouero cinque volte il
Pater, 6l altreiantc Aue Marie, con la infrafcritta Oratione: Deus
qui inter ^pofìoUcos facerdotes mnocentium , & Mexandrum uUum ,
& Taulum Vontìficali feciHi dignitate vigere , pr^fìa qu^fummy vt co-
rum quoque perpetuo aggregemur confortlo T>. X. D. 7^. ^.
Tutte l'Indulgenze , che fono nel Mondo , & non folo le conceffe, ofleruate
ma anco gli aggiunfe quelle, che fi concederanno , ò Plenarie , ò Sig. i gran
TennporalijChe fiano. Qnd'è da notare, che tra l'altre gratie vnaè, prtuilegi,«
che vifitandofi la Chiefa tutti liMercordìd'vn'annofi libera vn- P^^^^^ij
Anima dalle pene del Purgatorio , & chi folTe legitimamente im-
pedito, dica vna fol volta il Pater , & l'Aue Maria : ma non poten
do la fola intentione è (ufficiente à farlo partecipe di quanto s'è
ditto: & detti Priuilegij furono confirmati dalla Santa memoria
di Pio Papa Quinto^ al qual piacque , che li molto Reu. Canoni- Pfofe(Iìo.'
ciy come difopra , chiamati Seculari, faceffero la fua profefsione : J^^eiiaioni!
come anco fece fimilmente alla Venerabil Religione del Beato
Pietro Gambacurta da Pifa (chiamati appreflb noi li Molto Reu-
Padri di SanGicrolamodiScolca Eremiti) dandoli fol tre giorni
di tempo, ò i far la profefsione , ò mutar l'habito ; ma al prefenre
lì fodetci Reuerendi Canonici non fono chiamati fotto altro ti-
tolo, che io fappia, che per Canonici Regolari, per none{Teri -K^*"*'
tu'ti noto li loro Pfiuilegi ; lafciandoli con li loro primi Priiii-
legi, èprerogatiue , cioè di potere particolarmente co!i licenza
deifuoifuperiori cócorrere à benefici) Curati fecolari , e quel - Benefici;
li ottenere, godere, come Canonici Secolari :& anco il fudec-^Y^" ^^'
to Sommo Pontefice per honorarli le concefie di più di moto^^^"'
proprio, che nelle Procefsioni, & in qualunque altro atto pu-
blico, & prillato, precedeOero i tutti gli altri, come fi vedeoiTer-
uatfi al prefente, che fu l'Anno quarto del fua P)ntificato, livn-
deci del Mefe di Decembre . Et vltimamente dalla felice memo-
ria di papa Clemente Ottano , non folo con Bolle vniueifali
del Mille cinquecento nonantacinque , alli cinque di Maggio,
ma anco particolari fotto li ventiuno di Febraro , de! Mille cin-
quecéto nouantarerte,deirufo,& ofTeruanza de quali già fu dichia
rato l'Anno Mille cinquecento ottantafetrte, allidoidi Giugao,
come appare appreflb delle Reu. loro infieme con l'altre gratie,6c
Yriuilegi.
N QiieRa
$ i sitò Rlmtne/è Libro Vrtmo •
Chiefa Pa Quefla Venerabil Chiefa e Parochia, & vi è la Venerabil Con-
roch.CoB fraternità del Santifsimo Sacramento, & fotto quefta Chiefa vi fo-
j *,"'"Ìf^ no gran quantità di beni Bniphiteotici, non fol qui nella Città no
«fi«!!L ftra, e Territorio, ma ancora in quella dì Fano : ne il difcreto let-
tore fi moucra a marauiglia, le io mi fon trattenuto al quanto m
raccontare l'indulgenzciche fono particolarmente in quefla San
e ì tC *^ Chiefa: perche mi fon moffo da dubio , che io ho , che fra poco
fan© tempo, anziforfi adeflb non fi troni alla (lampa la Vira del fu-
detto S. Giuliano noftro Protettore ( perche hebbe molto recapi-
to) doue fono diffufaméte dichiarate le /©dette Indulgenze; Auuer
tendo di più , che fi tralakia di dire de gl'Altari à vno per vno con
le loro Tauole,6: Pittori famofi,cherhannofatte»& altre cofe,tan
IO in quefta Ve». Chiefa , come nell'altre, per non conuercire que-
fta mia operetta del Sito Ariminefe in vn gran volume di cronica,
& anco di lafciar ad altri,che fono dottati dì miglior ingegno , cà^
pò pili largo dì poter fcriuere cofe eccellenti . Così piaccia à Dio
Noftro Signore>che fucceda i laude di Sua Diuina Maeftà, & ho-
«ore della Patria noftra . Ma per ritornar à ripigliar i! ragionarne
to di fopra fatto in materia delle cofe, che vanno à male, & in ob-
liuione , dirò che il fimirè intrauenuto ad vn'opcretta delle cofe
più eccellenti di quefta Città,pofto alla ftampa già 50. Anni incir
Vtc.ToriBì. ca dal Signor Vic^hjìfl^ Torini Dottore & Clerico, perfona dì mol-
ta intelligenza ,nìafsinie nelle cofe matematici, & fiori al tempo
della B.M. delmioantecefTore D.Adimario; la qual opera,ò per
la poca quantita,che ne fu/Te ftampato, ò per la troppa gratitudi-
ne,che apportale à i Lettori , appena fi si da perfone degne dì fe-
*«g.Face. ^^ cffere ftata quefta operetta ftampata,& fc ne troua vna di certo
' apprcfib rilL Signor Angelo, figliuolo della B. M. del Signor Ca-
uagliere Claudio Pace, il qual dice hauerla preftataall'llluftrifs.
& Rcnerendifsimo Monfig Gio. Antonio Mafsimi nobilRoma*
no al prefenre Gouernatore di Rimino , forfi anco con poca fpc—
ranza di rihauerla , poi che fi crede il detto Monfig. vogli fcriuere
fopra la Città noftra di Rimino, hauendo fatto diligenza di fape
re rorigine ti l'antichità particolare delle Chiefe principali di
quefta Città,fe forfi non li fera impedimento la partenza fua bora
da cucfto luoco perilnuouogouernohauntoallancbilifs. Cicci
di Spoleti ci.po deirvmbria .
% Gio Bat- Vfcédo poi per linea retta verfo la Porta, ch'eflc fuori della Cit
tifta de' R*. ^^ ^^^^^ Oriente , entrando nel Borgo di S.Genefio, qu* vocatur^
P. Carmel. S. Bartolomeo fi ricroua U Chiefa di Sap Giouanni Battifta , la
roal
bl T^affaeU tidìmàrh ^9
quaf non molto tempo fi era delIiConfratri della VcnerabilCó-
fraterniti chiamata di S.Gio.Battifta delBorgcfùpoiconceffa,
per opera dell'Ili. Communità,con il fauor,& aiuto di Monfignor
Reuerédifsimo Giulio Parifani di Tolentino Vefcouo di Rimino,
al tempo del F. Pontificato del Santifsimo Papa Gregorio XIII.
alli 17. di Maggio 1 573 nell'inditione prima, alla Venerabil', 6c
antica Rdigione della Santifsima N. Sig. Madre di Dio del Car-
mine, come appare de i Rogiti di M. Pietro Merenda Cittadino
Ariminefe, & Notaro del Palazzo Epifcopale. Quefta V. Chic«»
fa hora fcrue per la Parochia di S. Gregorio dal Borgo di S Gene-
fe, feu S BartolomeOjefiTendo che detta Chiefa di S Gregorio fia ri
mafa col Tuo Cimiterio derelitto fenza officiarla, ne tenerla con la
veneration , che anticamente foleua hauere; per efler così vicina à
S. Godenzo, e facil cofa, che vi fìano flati fepolti de' Corpi Santi <
Dalli MR.Padri Carmelitani , li quali con l'aiuto dellideuoti di
quefta Sanca Religione, & con l'elemofine delle perfone pie, han- Maruiodt-
no fabricato in breue tempo vn poco di Conuento, con vna bella, ce ch'e gra
& grade Chiefa, la qual è benifsimo officiata dalli fodetti M.Reu. ^^.j* p'/^^
6c per ancora non è ornata di tutte rAncone,ma parte l'Altari Ca moQaa poi
pelle , per non cffere fé non poco più di quattro anni], che fu dato che fantifi
principiojtuttauia fi va fabricando, & accommodandoi In quefta " » "echi ,
V. Chiefa , vi è la deuota Compagnia dell'habito della Santif- ^^* ^?""
(ima Madonna del Carm ine molto frequentata, non folo da quel- ^ Madoiin»
li della Città , ma anco da tutti gl'altri della Diocefi ; la cui erigi- del Carm.
ne hebbe da Elia Profeta, nel Monte Carmelo,
Ritornando poi dentro alla Città, & voltando verfo la Porta
che guarda dalla banda del Meridiano, fi troua parimente vn Co- j, chiart.
uento di Reu. Suore, addimàdate le Suore di Sàta Chiara , con la
lor Chiefa: il qual Conuento è di buona grandezza, & capacitai
doue vi ftà buona quaciti di Reu. Suore,che feruono i Dio N.Sig.
Sotto la Regola de! SeraphicoS Fràcefco, eSàca Chiara ver d Affi
fio; Prima chiamato fotto il titolo delle Reu Suore della Madóna '
de liegno, nel quale vi furono mefTe quattro Reu.Snore, di quelle
che Ci leuorono^Monafierio, che fu conceflballi M.Reu. Canonici
Regolari Lateranenfi , come di fopra fi è detto; l'altra fu mandata
à R3uenna,nel Monafierio di detto ordine. Cosi fu adonque vni-
to il detto Monaftcrioalla V. Religione delli M. Reu. Canonici
Regolari Lateranenfi, l'anno 1465 dando il vico in vira loro à eia
fcheduna delle fcdette Monache>le quali hàno due Chiefe, vna de-
xai'^ . ' Ni tro
lòd
Sito T^mlnep Libro Prima.
Confecra- ^^ '^^ detto Conuento, & l'altra di fuora, in quella di dentro già (i
rione i. fepeliuano le fodette Reu. Suore,'dicono per traditione,che fia c5-
Domen. di fecrata; la cui Confecratione fi celebra la fecóda Domenica di Già
Giugno. gno,& la Dedicatione fi fi la Natiuità della Madóna alli 8.di Sec-
tembre.le fodette Reu Suore fi chiamauano della Madonna di Be-
gnOjCome appare anco in un libro loro antico , del conto delle in-
tra te de! Monafterio . V^na Reu. Suore, ch'è circa scanni, ch'è in
detto Conuento,dicc per traditione hauer intefo, quando intrò in
detto Conuento , ch'era ftato fabricato più di quattrocento anni,
SFracefco prima che S. Franccfco venifife à Rinnino,& vifirafle la reftauratio-
dorme nel ^e, che di nouo fi faceua d'effo loco,& fofle in detto Conuento, &
di s'chia- ^^^ niangiafre,& dormifle nella Chiefa efteriore,più toflojche nel-
ra . la interiore,mentre fi fabricaua. Tutte le Reu. Suore, dicono tene-
re per traditione, che in detto Conuento vi fu vna Reu. Suore , la
B Giouan quale fin'alihora prefente fi chiamaua la Beata Suor Giouanna Ab
***' badf (Ta di detto luoco,e forella carnale di Suor Catherina, la qual
fu in ferma di lebra anni venticinquej& una notte, chiamando la
Madre BadefTa, difle io fon guarita, & non ho più male alcuno, 6c
duci Medici vecchi me hanno onta,& fono reftata fana; & cosi le-
uandofi la Madre BadefTa ritrouò ciò eflere vero, 6i difie ch'era no
S^.Cofmo fiati li Santi Cofmo,& Damiano lor protretori; & hora nel Refet-
& Danila- torio di dette Reu Suore, nel muro è dipinta quefla Reu. Suore in
^^ • in vn letto.fii vno delli detti Santi tiene un vafo d'unguéto, & l'al-
tro la onge. & nell'anno isSy.ilgiornodiS Croce, alli 14. di Set-
tembre, moifeunaReu. Suoruecchia, chiamata Suor jlfa betta de
Suor Ifa- Caftaldi, la qual' era di fanta uita;6: fi dice,che conferi con alcune
fl^'u' ^** f"^c-<^"^P3g"e, che in quella malatia haueua domandato gratia a
Dio Nofiro Signore, di feniire li dolori, ch'egli pati de i tre nodi
della fua delicata fchena,-perche haucua nel me7ZO una piaga lon-
ga,nella quale fi uedeua queldiuino dorfofcoperrojquàdola mo-
S. Bcrn. firò al deuoto S. Bernardo: onde uenendo à morte, mandò fuora
tre firidi tanto horrendi,chequafi tramortirle Reu. Suore.che pre-
fentefi trouaronO; éi iubitofpirò ; & mentre viueuamai mangiò
carne, ne beuè uino,digiunai!a fpefle uolte.61 frequenraua la San-
Trelato t'esima Cotrtr.unione, facendo nfìai orationi & ekmofne La fo-
che bene detta Beata Suor Giouanna, forella della detta Suor Cctherina
diua la n.é Hfiiediceua la menfa d taiiola.e poi Ci ririraua in una grotta iti for
fa, e poi fi j^^g d'una fofla da grano, ^ dove hora è il granaro uè n'erano tré
paruua . ^j- ^^^^^ grotte,come redificano recordar fi ai prcfenre le R'-u. Suo-
re i quando fu morta la fodetta Beata Suor Giouanna, fu fepolta
liei
7)1 Raffaele t/Ulmdrìl x t i
nel muroi douc hora è un Crocefiflfo, nella Chi'cfa inferiore appref
fo la pilla dell'Acqua fanca, & a certo tempo fi fentiua odore gran
difs.di uiole ciocte,così durò afifai tempo,& così hora teftifìca una
Reu.Suor' hauer fentito affai uolce detto odore,có la fodetta Suor
lfabetta:& appreflfo detta Beata Suor Giouanna ui è fepolta Suor
Diadema di Pierleone. la fodetta Beata Suor Giouanna,e Suor Ci
therina fua forella, & un'altra chiamata Suor Margarita, sì battc-
uano con difcipline di ferro , come hora teftifica hauer ciò intefo
Suor Ifabetta, che fi batteuano . Et hora fi ritrouano due fpóde ài Difcipline
letera, vna dal capo, e l'altra da i piedi, in una di ferro .
delle quali ui è una Pietà con detta B. Suor
Giouanna, con le infrafcritte lettere antiche .
QueSìa Cella fa di Madonna Suor Giouanna^
la qual fu Abbadeffa di detto Conmnto tten»
tacinqke anni,
Quefta Arma dicono eflfere dipinta, doue
fi legge la fodetta infcrittione.la fodetta Bea
ta fu circa gli anni di Noflro Signore i i8o.
^n quefto Conuento {\ trouano l'infrafcritte Sante Reliquie.
1 Vn nodo del Dito di S.Biagio Vefcouo, e Martire ,
2 D'vn Braccio di s Romano Marcire.
3 Del Sangue delii Santi Cofmo,& Damiano.
4 Della Cuna di Chrifto.
5 De! P.efepio di Chrifto,
6 Della Sedia, do uè fedeua il Signore,quandoprcdicaua à i San-
ti Apolloli .
7 Della Verte diChrifto.
8 Del Sepolcro di Maria Vergine Noftra Signora.
p Della Tonica di S.Lodouico .
10 Dtl Silicio di Santa Chiara Vergine .
1 1 De i Capelli di detta Sanca Chiara .
1 2 Vn Ligazetto di quarantena , & altre Sante Reliquie .
Parcédofi di qui poco ]òcano,ò p dir meglio cóciguo al fodetto C6
uento di S. Chiara verfo la potrà di S.Andrea, vi è il grande,ricco, S.Matteo.
& Ven Conuento, delle Keu.Suore dette di S. Matteo, pereffer la
lor Chicfa intitolata S. Matteo. Q^ieilo C'onuent > dalla parte che
guarda il Meridiano, è t'abricato fopra le muraglie antiche della
Città, & è di grandifs. capacità, doue ui (tanno una gran molcitu-
dine di R. Suore che p-^H'ano al numero di cento,iJ<: feruono à L io
N. Sig. fotco la Regola del P.S. Agoft. retirati i quefla Regola dal
molto
f»
sito IRimheJe Lìiro Trlm$l
isolco Reu. Sig.<5ìo.Battiila Modefto fratello del molto Ken. Sìg.
Arciprete di S. Lcdezo, £c Parocco di S. Gio. e Paolo di Rimino,
che delle fodette Reu. Suore fu desinato CómifTario Apodolico
perfona di buona , èc fanta vita , alqual parue bene riformarle in
queflo modo ; effendo che militauano fotto la Regola del Padre
San Benedetto, U i Padri che n'haueuano la cura (i dimandauano
dclli Humiliati : La cui origine fii caufa , le guerre di Federico
BarbarofTa , per i danni, che diede i Milaao , è quefto per eflbrta-
tatione del Beato Giouanni da Medda , Prete da Como , laquale
hebbe quel fine,che fi si , e fi legge nella vita di San Carlo Borro-
meo. La cagione dì qucfta mucatione non fi sà.folo che, come (\ è
detto, cosi parue bcn'c conucnience al fudecto Signor Reu. Com-
miflario,& forfife ne potriano hauere qualche ragioni, fejfi fuflcro
confcruate le fcritture del detto Monafterio , ò Conuento , le qual
andorono a mar& s'abbrucciorono per vn'incendio occorfoin
CoDfccra- ^"^° Monafterio.il fudetto Signor Reu. Commiflario pafsò à mi-
lione 3 'glior vita del 1550. La Confccratione della lor Chiefa; fi celebra
DomcD. la terza Tìomenica del Mefc di Maggio , la qual Chiefa fé bene ri-
tirata affai dal commercio della Città in vn' Angolo,nondimeno è
di conuenientegrandezza,& bellezza ornata d'Alrari,è pitture co
ifuoi corami d'oro. &per la buona fama, & fantità delle fodette
Kcu.Suore l'IlLSignor Galeazzo Mengozi da Rimino,moflb da ze
lodi veracaritaM'anno 15^4- ferro li io. di Lugio, lafciòal detto
Cóuéto vna groffa poffefsione à S.Saluadore di ducéto tornadurc
di terra bonifsima, con vna buona, & bella Torre, & cafa, co obli
go, che le fodette Reu. Suore tufferò obligate i veftire per l'amor
di Dio, & accettare nel lor Conuento dodeci Cittadine, che fi vo-
leflero far Religiofe . In quefto Conuento vi fono tutte le arti, che
fono neccffarie al viuere,& veftire di dette Reueréde, etiam de fpe
ciaria di cofe medicinali, & Maeftre di Mufica, & Organo, & altri
inftrumenti molto eccellenti: per il che vi ftanno fempre buona
quantità di Giouenette delli noftri Cittadini, per imparare lette-
re,Iauorare,6t altre virtù appartenenti à donne.
In quefta Venerabil Chiefa, vi (\ conferua le pretiofe , & fante
Teftedelle Sante Antonia, & Vittoria Vergini , & Martiri, due
della Connpagnia delie vndeci millia Vergini; le quali per la fefta
di Sant'OrfoIa fi pongono su l'Altare. M. della Chiefa interio-
re .
Dipoi fcendendo verfo il Mare paflata !a Chiefa à\ S.Francefco
S.Euftaiia. vi èilnobil Conuento delle M. Reu, Suore, che s'adimandano !c
Reu.
7)i Raffaele tidlmarV* iij
Reu. Suore della Madonna,e di S Eufemia, le quali Suore, prima
haueuano i! lor Monafterio fuori del Borgo di S. Gc-ne{e,feu S.Bac
tolomeo verfo rAufa,dou'è anco ui (uccefTe vna cofa notabile, la
qual fu , che eflendo portata vna ngiioiina piccola , & lafciacola
innanzi la porta del detto Monaflcrio, le Reu. Monache per zelo
di vera carità pigliarono la creatura, & la fecero alleuare a vna ba
lia,oner nutrice perfino alli tre anni ; li qual paffati fé la repiglio-
rono in detto Monafterio , allenandola in coftumi , 6c deuotione
Chriftiana della fua Religione vcftita.-la qual crebbe in tata buon
td,& in tanta deuotione, intenta fempre alle cofe celefte,che tutte
le Reu- Monache la teneuano in gran venerationc , come perfona
irreprenfibile, & di fanra vita, la quale venendo à morte, & efìfen--
do fepolta in la Venera bi! Chiefa di S.Godenzo,doue fi foleuano
fcpelire le dette Reu.Monacheper la vicinanza,& fan ti ti dell lic-
eo , apparue la notte feguente in vifione al molto Reu. Padre Ab-
bate di S- Godcnzo, & lo pregò, che per amor di Dio la voleffe far
cauare della fepoltura , & batteggiarlaj poiché per negligenza de*
parenti , e delle Reu. Monache ella non era ftatabatteggiata, &
per quefto non poteua intrare in CieIo,comefi legge : Nifi quìs Re-
natus fuerit ex aqua, & Spiritu Sancto» non potè fi introirein Regnami
Siti S. cannis Cap. 1 1 1. ^'fjfJe^i
Così il detto molto Reu. Abbate la mattina venendo fececa-- VJTSTH
care il Corpo di detta Reu. Monaca,al qual pergratia diurna tor §.^, nan pso
nò l'anima, & la batteggiò, ponendoli nome Ofanna, come da lei /*/? tntrsi?»
rnedefima l'era ftato detto, ch'era in piacer di Dio Noftro Signore, "» R^g"**'»
la qual con vmiltà,& reuerenza grande, ringratiando Dio Noftro EV'
Signore,& Redentore, & il predetto Vencrabil Padre Abbate, & *°"''
tutti gli altri circolanti, in particolar del beneficio del Battefimo,
& delli altri benefici} fatteli; quella Beata anima Ci partì dal corpo
con grande allegrezza , e gloria , cantando gli Angeli driciò verfo
il Cielo .
In che modo poi fuflero ridotte dentro della Città, & di che té-
pò non ce n'è memoria alcuna, chefifappia, folo fi può credere,
che per le guerre, &efcurfion! de' foldati, che furono in Italia, in
particolar del M V L incirca, tanto innanzi, quanto dopoijcfie
fuflero coftrette à ritirarfi nella Città Qiiefto cóiiéto bora d troua
benifsimo accommodato d'habitatione, & facoltà, & è in Ifola,
con le ftrade d'intorno, tégano quefte Reu Suore Dogena ài Gio
oanette ad imparare lettere, & altre. Militano fotto la Regola
de i Seruiy di S Agoftino , li quali Reu . Padri già ne haueuano cu*
J9 4 sito Klmìne/i Libro Primo 2
ra, fé bene hcg^idì fonofotto la cura de' Reu. Preti fecolari, non-
dimeno ancora tengono l'arme della Religione de i Serui, recitan-
do pur i diuini Offici all'vfanza de i Serui. La Chiefa loro è affai
bella, ornata di Pitture >& Altari , 6c commoda per il popolo del-
la Citti.
S. Sebaftia j>i qui partendofi caminando uerfo Tramontana trouaremo il
■®' nobil Monafterio delle Molto Reu. Suore, che fi chiamano di San
SebaftianOjlc quali militanofotto la Regola diSant*Agoftino,
ti prima haueuano il lor Monafterio alla muraglia noua della
Città, & fabricato fopra alla vecchia poco lontano dalla Porta
di Santo Andrea , uerfo però il Cartello, ouer Rocca, come appa-
re qui per rinfrafcritta fcrittura »
In thrini les ÙN ornine ^men anno ab eìu4 Natwtate M f^ I 1> In-
dìctione fecudaytemporeVontificattis SauSìiffimi D, N. D. Mexandri ùi-
mna Vroitìdentìa Tapa Sext'hdìe jo. Menfn oeumhris . yentrabilis, &
bonoranda I{,Sor Seraphina Traniula de Ferrarla jtbbaùffa^ & Sorores
MonafÌ€ytj,& Connentus SanSU^hguSììmde ^rimino, congregato^& co
adunato capitnlo dì6ìì Conuentus , in quadam ^ula feu Camera 'n4Xt(u> Ec-
ileftam fkam, yh'i talia fieri confueuerunt ad QampandU fofìummor<^
[olito de mandato Venerabìlis fororis Serapbinx "Priori ffs diSi Conuentui,
& ^bbatJ[pt dd, Monialium , in qua congregata interfuerunt omnes i«_^
pr^fenteforores dì6ii Conuentus , & profefff , & rocem h^bcmei in Ca-
pìtulo exìfientei rltra duas tertias pxrtet dìGfarum] fororum diQi Con-
uentus,& totum Capitulum reprAfentantet : Omnes rnanmiter^ & eon-
cordtter cum voluntate, autÌ3orìtatc,& confenfu F{euerencltfsìmi ìnChrìfìo
Tatrìs Domìni Ranaldi Balacchì Vrapifiti Ecdefidi C^htdrdis jlrimen^
^ Commìffarif ^pofiolici ?pccialiter ad infrafcr.vt de eius commifione p<i
tet per Breue ^pofiolicum à me Notario infra/cripto vifum , & le^umy
yna cum fuppUcaiione tntraclufa^ rti vigore femitiei per eundem Commif
farium latA fuperprxdiÓiis, <& in prxfemia mei Notarij p//*, & leSx, de
qua rogatm fuit S.Sìgjfmundus de Futeranis Notarius jiriminen,& di&ui
Dominus CommifiaritiS ^pofìoUtus ,& abeo etesii per fé, & earum^
lucci fìores in di6ìo Monafierio iure proprio j& in perp:tuit dtderunt, cef»
jerunc, & conccfkruntj permutaueruti-y atque tradidcrunt Reu. in ChriSìo
Tatri Matthto (f.Bstrtholomp de Gemignanis de Matuua VriotiSantii ILe
tory mi de Stoico de ^rimino prtsfcnti, & iìipulanti j & reapìemi nomi-
»c,e?" yice eius Monafìerij S. Httrotiymi pr^di^i * & pio eiusfucceffori'
buiin d'iHo MonafìeriCy crCouentu vnam F^ccleftimipfirum Monialium
lum vno Oratorio iuxta di^am EccleftaWy ^ vno petia orti itrXta di{iam
EccU'
Di Raffaele t/^Mmari tot
tcekfiaWy & cum vno modico Domus ìuxta dì^am Ecclefiam, iuxta ria
puhlicam , & d<Mum ortum , cum ma Domucula iuxta Campanile di^ne
Bccteft£ verfus pomeridianum cum vno modico terreni extra murum ve-
teris Communitatis infra fundamenta vj. exi^entia prò latitudine .{•
d primo latere via 2. Oominus Ludouicus Referendarius ìllufinlfimi Trin»
cipìs Domini Tandulphi de Malateftis de Arimino^quo ad iura eius pr^fen"
tis add. Sororibui.à ^,alia via iuxta menia Cittitatis antiqua, & moderna,
à 4 hàredes {{uberti S. Tetri de Arimino,€t alia ktera, & confinesfiqui
funt veriores antiqui , vel moderni pr^diSis rebus pofttisy feu exiflcntibus
verfm Montaneam^ ^ cum acceffibus , & egreffibusfuìs vfq; in viaa pu-
hlicitSi&cum omn\b.,& fingulis^quA infra prdidiQa contìnentur coofìniaf
& cum omnibus. & ftngulis iuribus pr£torijs ciuilibMi,realibus,perfonaU'
biis,mixtis rei prdifecutorijs ppalibus,fìmplicibufiduplicibu!tbenefidei,&
firi^i iuris perpetuis , & temporaHbuf,tranfitorijst &non tranfitoriji ad
hsredesfamofiSf &nonfamofìsdire^isvtilib(4S, &contrariji vniuerfali-
buSyftnguUribuitaSii, & exprteffii .
Li molto Reu. Frati di San Gieronimo fodetto, che oggidì fé
ne feruono per hofpitio,& è intitolato Sant'Onofrio figliuolo del ^ Qf^c,fclo
Rè di Perfia Anacorita .cfl'endo andate le fodette Reu. nel Mona fì'gi.deiRd
fteriojò Conuento,doue hoggi fono,che fopra hauemo detto. Qae di Perfia.
fio fu Palazzo deiniluflrifs. Signori Malatelti, qualConuentoè
molto grande , & in ifola , & ricco , gouernate in Spirituale dalli
molto Reu. Canonici Regolari Lateranenfi:Andandoueftitecon
il Recchetto nobilmente à ufanza loro . La fudetta Reu. Suor Se—
raphina Prandula Cittadina Ferrarefa, fu AbbadefTa di dette Re—
Merende anni decidottto , & al fuo tempo, e per opera fua lì tscQ
quefta mutatione di luoco, & quando è partirono dal detto Con-
uento vicino alla muraglia della Città , come difopra, & facendo
cauarc le offa delle lor Reuerende Suore morte, per portarfele con
loro,li fecolari , che faceuano tal officio , più volte fentirono ua--
rie impedimenti di non lo poter fare, sìchefiprouòIaReueren-
da BadcfTa , con altre Reuerende Suore di far quefto, trouarono il
Corpo della Reuerenda Suor Michelina da Rimino,fenza lefione
alcuna, fondatrice di detto Conusnto,ftir in aria fenxa toccar ter-
ra, & leuatala con folenniti grande,la pofero in una cada di mar*
mo, douealprefenteficonferua, & le dette Reuerende Suore la B-Michtli.
tengono, & adorano per Beata ; la qual in vita fua fu di gran ca* f^^^^^^'
tìzi , & eccellenza nel confortare gli Angonegianti , dandoli vti- ^ Bandella
li, & Chrilliani auuercimeou, per confondere rillufìoni, £c cen- di molc»j
utioni diaboliche. pietà.
^ O II
/•^ sito Rimìne/è Libro Primo,
Il reftante delle dette ofla fu poi cauato dalli fecolari, che più non
Kebbero impedimento alcuno . Nella fodetta Chiefa vi era vn'E-
pitafio antico Monìatium Sanóìi ^uguSìinì (aiuti ex voto. Q^Tlauttuf,
lu{ÌMs. ^edil, M'm. N. S. F. T. caffiae . Threptfe , S. & Q^ Plauti rere-
cundì P. r. Mdem H.A, t. >AHLL. Q^ DKIN ^.
QuefteReu. Suore hanno la lor Chiefa di San Sebaftiano affai bel
la, & grande, ornata di Pitture, Altari, Organo, & commoda per li
Cittadini; Nella Chiefa interiore dentro la claufura vi fono in par
Inuenta.i «colare l'infrafcrittc Sante Reliquie. In prima una fpina della
rio dis.Re Corona di Chrifto Noftro Signore , la quale fi dice, che il M. R.D.
liquic . Afcanio Martinengo Nobil Brefciano , al tempo ch'era Priore di
S.Marino di Rimino, quando fabricò la fua Chiefa,& Monafterio,
l'approbò col fuoco nel modo folitO} ^confueco di Santa Chie-
fa .
2 Reliquia di San Felice Martire.
^ Reliquia di Santa Brigida.
4 Reliquia di Santa Dorotea Vergine , & Martire .
5 Reliquia di Sant'Apollonia Vergine, & Martire.
é Reliquia di San Benedetto.
7 Reliquia d'vnbrazzo di San Sigifmondo Martire Ré di Bor*
gogna.
8 Reliquia di San Felice primo Martire.
P Reliquia di San Barnaba .
10 Reliquia di Santa Chriftina.
11 Reliquia di Sant'Anna.
12 Reliquia di Santa Barbara .
La Sacra della detta Chiefa Ci celebra l'vltlma Domenica di Otto^
bre: 6i il giorno di San Sebaftiano , titolo di detta Chiefa , vi uà la
Procefsione folenne . Quefte Reu.Suore,oltre gl'effercitil ordina»
ri} » fi eflercitanò particwlarmente in teflere veli di feta per le don-
c Hata ^^* ^^^ portano corrotti per lor Defonti . Et fanno vna compofi*
cofa vera-* ^ione di zuccaro, & canellai guifa dicanella naturale di eccelle^
menu da te fapore, & vifta, che s'addimanda canellata,& adornata,accom
PfCDcipi. modata nelle fcatole con bombafo, e carta nobilméce intagliata,
la qual'è mandata per tutte le più nobil Città d'Italia, & può (la-
re al parangone di quella, che fi fa à Bergamo, Città di Lombar-
dia . QueOo Venerabil Conuéro fi troua benifsimo accommoda*
to d habicatione perle Reu. Suore, che ui ftanno nobilifsimamen-
te, & ogni giorno fi vàuo fabricando, & per efl'ere la maggior par-
te di loro nate di saguc nobile;& è ricco di buonifsima intrata,che
perciò
ì>i l^afaelc tAdltnkrì, ^«f
perciò s*iritthctej5er cola ceita > c'hannó rifoluto di voler fabrica»
re vn luoco grande appartare a pofta, per potere più comodameli
te feruire le giouane di quefta Città à dogcna,come l'altre, che fa-
rà di grand* vtile,& honore,per efferui nel prefato Conuento Reu.
Suore molto virtuofe d'ogni forte di fcienze à lor' appartenenti *
Et hanno vn buonifsìmo Coro di Mufica sì di voci,come d'inftru-
menti delle medefime Reu. Suore.
Andando poi vetfo la muraglia della Città , che guarda al Ma*
re, verfo Leuante,vi è il Conuento delle molto Rcu.Suore volgar-
mente dette le Suore delli Angeli : ma veramente fono Suore della
preclara Vergine Santa Chiara, per efTerefotto la Regola di detta
Santa : forfi hanno tenuto il nome delli Angeli ; perche del 1080.
cffendo flato principiato vn Monafterio fenza claufura , nel qual
tra l'altre cofe notabili, e degne da faperf?, vi è vna Celecta piccio-
4a, & molto antica, & deuota , doue la Beata Chiara fi cratteneua
alTii tempo nel fare lefueorationi: nel cui muro fi vede dipinto
Chrifto No (Irò Signore, inatto, che fa oratione nell'Horto dal
petto \n su al Padre Ecerno ; & fé ben' è ftata fatta diligenza , che
con la pitcura fi vegga tutto il redo della perfona: nondimeno no
fi è mai potuto effettuare .poi dopò, che re flato dipinto la matti-
na uenendo , non trouorono fegno alcuno sù'l muro di detta pit-
tura , & che in tutti i Venerdì dell'anno , parcheefchi fudore nel-
la Santifsima Faccia , & nelle Mani , & in particolare nel Giouedì Giouedl
SautOjla notte , uenendo in queirhora,ch'egli fndò Sangue,appar- Santo .
uè que(ta Santifsima imagine nel volto tutto colorito , come rofa
vermiglia : Ma poi il Venerdì Santo , nell'hora che'l Signore mo-
ri per noi in Croce, fi dimoflra la detta imagine tutta fcolorita, &
fmorta : come anco molto prima , è ftato fcritto dal molto Rcu.P.
F. Giouanni Francefco da Carpi Minor olTeruante .
Nel fodetto Monafterio v'erano à principio fei Suore . La Bea- g.^^iar*.
ta Chiara della nobil, &generofa Famiglia di M. Chiarello di Pie
tre di Zicheo, & di Midonna Giudianafua moglie,Padre, & Ma
dredl detra Beata, che dalla Città di Fiorenza erano venuti ad
habirarà Rimino, forfè per le parti, ch'erano in quella Città, la
qua! fiì circa gli Anni del Signor Noftro , Mille e trecento .
Quefla da Dio benedetta Creatura , rimafe di fette anni fenza 1$
fua cara Madre, la qual pafsò à miglior vita, & dopò tre anni, che
il Padre eia reftato vedono, Ci congiunfe in Matrimonio con vn al
tra Dona, al figliuolo della quale diede per Moglie la fua Chiara, li
quali viueuano in piaceri,6c allegrezza: ma poi fu rapito dalla mor
O z te
iBi Ttìtò klmlnìp Libro Primi i
ce il fuo marito in giouenil età reftando vedoua detta Chiara.'é tìS
molto dopò morfe anco la matrigna di detta Chiara;Ia quale viuc
do in ogni forte di p5pe,6c lafciui portamenti, tolfe vn'altro mari*
to.che da lei fommamente era amato, il qual era ricco,& potéte,si
de danari, come d'altre facoltà nella Città di Rimino, con il qual
viueua in molti piaceri, & delicatezze, & ftette così fin' all'età fua
di J4. anni; nel qual tépo trouandofiun giorno nella Chiefa dei
M Reu.Fr.Minori,gli apparue, che una creatura li diceife, sforzati
Chiara di dir va Pater noftro à laude, & memoria di Dio N.Sig &
nò penfar altro;di che li pareua molto di!ettarfi,ne poteua nel fuo
animo chiarirfi,che quefta fufle vna vifione,& crekédo nel fuo cor
Appariiio piacere rneftimabile, cominciò àdilettarfi de luochi folitarij: &
ne. vna volta uifitando la Chiefa del P.S.Francefco, con un dolce pen»
fiero di Dio,rapparue,& non ad altri di fua compagnia, vifibile la
Gloriofa Verg. Maria N.Signora. circondata da più Angeli,che li
differorò Chiara, c'hanno giouato al tuo amantifsimo marito tate
ricchezze, fiorita Città, & giouentù c5 afsiftenza di tanti eccelléti
Medici,nobiltà di Famiglie fuperbi cafamenti &iattanze gioueni
li,fe per poco caldo febrile morendo,da te fi è feparato?Qiiefta vo
ce penetrò talmente nel fuo cuore mutandoli tutta la fua volenti
nell'Amor di Dio N. Sig. facendoli quafi un nouo cuore , come fi
legge effer flato fatto da Dio à Saul primo Rè d'Ifrael ; Sì che da
quel tépo in poi,ella pofe vn fermo amore, & fperanza nel Sommo
Iddio, quiui terminàdo ogni fuo defiderio , & emédando la paffa-
ta vita d'errori piena, volfe uiuere in habito, & ueflimento religio
fo, acconfentendoui anco il fuo carnai Marito; dopò la morte del
quale,efsédoui fiata co luicircai2.anni,diruoltadaluincolomatri
monialc fatta totalméte religiofa , elefie p fuo Spofo'Chriflo N.S.
al qual totalmente (ì dedicò facendo uita Monaftica nelle R. Mo-
nache dclli Angeli fotto la Regola di S.Benedetto jla qual poi do •
pò non molti anni parcendofi da quel luoco , andò al luoco , che
hoggi fi chiama il Conuento delli Angeli , ^ con fei altre Suore,
Cch'erano iui fenza claufura, conr-re s'è detto & altre procefsional—
mente andorono alla'Cathedraledi S. Colomba, doue la-
fciando le pianelle in Chiefa , fi mifero i zoccholi, pi-
gliando la Regola di S. Chiara; doue poi finì la
fua uita in gran fantttà,& diuocione,ope-
rando cofe miracolofe tanto
in uita , come in
morte .
RE-
ItELATIONE HAVVTA
Dalle molto Reu. Monache delli Angeli
di Rimino.
^(j Rima, che io pafsi più innanzi , douendo ra»
gionare d'alcuni ftupendi Miracoli di Chri-
fto Noftrc Signore,fì degnò fare in perfona
della Beata Chiara ; del che per moftrarme- b Chiara,"
li denoto, quanto più poflb,breuemente rac
cótarò alcune cofe fcricte nella fua vita, per
lafciar maggior fpacio nel campo de i meri-
ti di quella Serua di Dio; come accennato
nell'vltimo di quefto mio ragionamento .
Quefla Beata Serua di pio nella C^uadragefima Ci pafceua dal
principio al fine di herbe crude , tralafciando il pane, ch'è il eoe
dell' haomo,tormétando il fuo corpo crudelméce; & fri l'anno nel
le Fefte di Pafcha, & Domeniche , nelle fue viuande fol vn poco di
ogliofpargeua.ll nemico dell'humaiia generatione cominciò ten-
tarla circa tanta relaflTatione del cibo corporale, & delicato viue-
re,la4ual tentationeellacon lefueorationi niente poteua rimo-
uere, & quando credeuad'hauerla fuperaca reltòconfufai pure
Giesù Chriilo, che à fuoi deuoti Fedeli Tempre foccorre non per-
mettendo più, ch'ella fufìfe tentata, porgendoli fanoni intonò alli
fue orecchie, che ella difTe: Leuateà me CHRIW O, & aiutami,
leuati à me Giesù guida de gi'huomini, radice di I^auid: Alleluia.
Mirabile cofa,che nel fuono di quei^e parole ta:o di fortezza, & di
vigore Ella riprere,che tutte le tétationi al tutto vinfe, per all'hora
ebria del Spirito fanto; Leuato il Sole vfcita di cella, & chiamata
vna cópagna comandò, che grapparecchiaflTe le brafie ; licentiata
quella andò cercando vn zamboldo;ilquale hauuto diuife in quac
tro partijfic aroftitolo.ch'è cofa horribile à raccontare, il tofsicofo
animale fi pofe alla bocca, & con eflb U dèci oltra i labri cominciò
fregare, dicédo piglia golofai delicati cibi,& magia, &doppoi al
tutto celfò da lei fimile demoniaca tencatione. E cofa certa,che in
dormire ancora fofie molto rigorofa;%di notte folicitaméceil Ma-
turino,& altri diuini Offici), di conrinuo celebraua, è in fecreto fi
confeffauaj Poi crudelméce co catena di f^rro fi batccu3,><c battuta
co quefto martirio, co una pietra G batreua di nono il pecco lenza
mifura, ne di tal'officiofiripofaui fé non vinca dal i^raa dolor?)
^ Oc
1 li sito Rìmìne/c Libro Primo •
6£ dalla fiatica > Bc quafì mezza morta giaceiia , & fé ne! dettò péé2
cato fuffe ricaduta, la pena in lei (ì duplicaua; perche ogni giorno
le cafe vificaua per l'elemofine ; domandata fé per fé , tal cerca fa-
cefTe, rifpondeua che si, 6i di queflo detto cominciò la confcienza
rimorderla, dicendo , matta voi tu perdere l'anima mentendo ? 6c
di qucfto fi volle confeflare al Sacerdote , ilquale rifpofe , perche,
percaufa di carità, così hai fatto t'affoluo.
Confiderando la B. Chiara le gran gratie , che del continuo ri--'
ceueua dal Signore , fra l'altre occultamente vna volta andò a ca*
municarfi alla Chiefa di S.Matteo, 6c communicatafentì nel fpiri.*
to gran commotione, & verifimilmétc li parue, che vna Corona li
fufl'e porta in capo di tanto pefo, che per quindeci giorni,nè il col
lo,nè il capo drizzar potefle , & volendo alla fua Cella ritornare ,
douefottrata fufre,non fapeua,nè quafi mouerfi poteua,6i parueli
da due Angeli effer portata fino alla fua Cella , ne hauer tocco la
terra : Eflendo già vn Monafterio di Monache , ouer Suore , chia-
mate Suore fantuccie fuora delle mura della Città di Rimino , no
mancò la Beata Chiara in piiì occafioni uifitare in perfona detto
Monarterio è Suore, & a quelle fare raggionamenti fpirituali , 6c
inftruirle nella Dottrina Euange!ica,riducendoli à memoria, che
fé concederemo à bifognofi, & à poueri del Signore,benefici,e gra
tie temporali,che fono doni piccioli in quefta vita, che da Dio No
flro Signore cento per vno, ne riceueremo nell'altra vita , de' beni
fpirituali , che fono molto maggiori : così à fue eflortationi fu ac-
cettata in detto Monafterio vna figliuola d'vna pouerella per f a-
mor di Dio,& intercefsionedi detta ferua di N'j.GiesnlChrifto .
La Beata Chiara con vna compagna, & altre tre fpirituali fi-
gliuole, & altre genti Vrbinate,6: Cagliefe in numero più di cen-
to , fé miflero per andare ad Afsifo con denari per otto giorni ba-
llanti, 6c firipcfaronoin Vgubio, dcuegli abondorono tante co»
fé perii uiuere, che cento altre fé ne paflfeuano : & cosi ftatìdo vn
certo Gentil'huomoda Vgubbio infermo, 6c diffidato da Medici,
che lohaueuano in cura , Vditala fama di quefta Serua di Dio
mandò per lei che per carità & per amor di Dio ueniiTe à vilìtar
lo', & vinta da prieghi di quello, & d'altri per fua parte andò à vifi
t3rlo,& toccatolo con le fue fante mani,& confortatolo a patienza
fubito, Ciac faótoairvfat3,& primiera fanità fùrefiituiro C: que-
fto vederono affaifsime pet fone all'hora prefenti , tra le quali due
fpirituali donne da Vrbino,per nome vna Donna GÌ3coma»& 1 al
tra Agnefe fua compagna, maitre furono prefenti, cofa degna di
non
7>i Raffaele tAdlmarh irr
lìon pafìfarla con filentio . Poi ricornò al fuo albergo , & tutta not
te con guanciate, & battiture fi percofle , per feruente carità fem-
prc piangendo . Hor'effendo di tal miracolo publica fama la ma-
cina al far del giorno le genti concotfero i lei, di che ella fi turbò,
& vfcita in pablico difse : Ecco la poca honefta, & golofa donna:
Ecco la publica peccatrice così dalla brigata fi pirtì,& dalli à pò
co ritornate le donne la trouarono fotto vn'albero, & eflendo (la-
ta in quefto tempo gran pioggia (ì marauigliarono più per le bat-
titure.' della paffata notte, che molto l'haueuano indebolita, oltra
gl'altri martiri), & affanni per lei foftenuti .
Quello che ne fegui dopoi, & altro me rimetto alla relatlone
particolare del Sig.BarezzoBarc2zi,il qual da me ha hauuto copia
autentica de v^rbo ad verbum ; il qual deue dar in luce la quarta ,
è quinta parte delle Croniche del Serafico Padre San Francefco,
de già data vn'altra volta alla (lampa, il qual tiene anco di quefta
Beata Chiara, & del perdono, che qui fotto ponerò fcritturepar-*
ticolari ancora di Monfignor Gonzaga, forfi con maggior confola
tion à quefta Città, & à' deuoti di quefta Serua, & amica di Chri' ^jj^i^io gp
fto Noftro Signore, la detra Chiefa nella quale efìa Beata faceua p^re alta
le fue oracloni, fipuò piamente credere,che fuffe il luoco,doue mi B Chiara,
racolofamenteglicomparfeil Sa!uatore,comefidirà,laqual Chie
fa Ci vede affai beIla,ornata di molti AItari,& varie Picture,trà qua
li vi è la Pala delTAltar maggiore antica, con fontuofo adornarne
to dorato, doue fi (copre in pittura il gran miracolo, che fu, quan-
do Chrifto Noftro Signore apparue alla detta Beata, & liconccf-
fe il gran Perdono inspirando Sua DiuinaMaeftànelcordell'huo
mini, quella gran deuotione, come publicamente fi vede per l'ef-
fetto mirabile feguito, & à lui piacendo cótinuarà nelli fecoli de i
lecoli : Caufa potentifsima , e fofficientifsima prona, c'ha fempre
■moflo li Reuercndifsimi Monfig. Vefcoui, non folo à permettere
si frequenti detto Perdono, ma che fi manifefti publicamente fo—
prali Pulpiti, vedendone marauigliofi miracoli , cioè, che mai le
genti fi fiano intepediti, comealcuna uoltafoglionofare, chepaf'
fati i primi giorni,ò anni fi lafciano l'opere, ed pigliano ad altre;
ma queftó per particolar gratia d mantiene nel fuo vigore,e robo-
re,e forfi ognidi più uà ciefcendo; perche taco è il concorfoà quel-
la Santa Chiefa d'Huomini, e di Donne non folo il primo giorno,
ima tutti li fette continuamente , che dalia mattina a buon'hora ,
'fino a due,ò tre bore di notte non cefTa : ma è tanto frequente,ch*è
un(lupore,àuederlo. Ondefìuede, che non folo à quelli primi
tempi
tI2
Sito ^minefe Libro Primo.
tépi della Beaca»ma i tempi.che fu fatta TAncona dell'Aitar mag-
gior fu permelTo, che fufife infcritto, & in figure grandi , & infcrit-
tioni nella detta Pala che interpretato : oiua ciaya Ariminen, De-
dicata,Deoqitantam dChrifio: Hucintramìbus exorauit indulgemiam^s
ComeapparìTceperil più, leChiefe foglio no haue re nella Pala
maggiore il più fcielto, ènotabil miracolo, chefiaauenuto,di
©fo.Batti- qucUOjò quella Santa Titolare di efTa Chiefa; per la qual cofa nif •
ftaCaftel- funo,e particolar Monfig. Illuftrifs Gio. Battifta Cartelli Noftro
'**^'i'^ ?* Paftore,che Morì Noncio Apoftolico,come fi è detco,e di S.Recor
Secarlo * ^«^t'Of^c» Vigilantifsimo, molto giufto,e di S- Vita,e mente, per ef-
fere ftato molto intrinfeco, & famigliare di S.Carlo Borromeo,
Anzi di piùfuo Vicario Generale di tutta la gran Diocefi Milane
fe,non volfe mai far proua d'impedire detto concorfo, ma più pre
fto lo cómendaua, & attribuiua per miracolo , efiendo che dal fuo
Palazzo fi vedeuano le genti,che lo frequétauano di giorno, e par-
te della notte,come hàno fatto tutti gli Reu. Vefcoui Sì che vie ve
rificato dairvniuerfità,la deuotione mantenuta da Chrifto N Sig.
fecondo s'ha per traditione reale, che il fuono delle Campanelle
haueria feruito per tutto quello, c'haueria fatto bifogno , & che Ci
cflerua al prcfente; così piaccia i Sua D. Maeftà , che quefta mia
relatione penetri nel cuor di tutti i Chriftiani,e li dia vera fede, fer
ma fperanza,de affaticarfi sì per i uiui,come per i morti: Et io per
hauer fopra ciò fatte qualche fatiche in ricercare, leggere le fudet-
te cofe,come in fcriuere, conceda a me,& à miei defcendenti,& fa-
miglia fpirito,e la gratia fua fantifsima , che Tempre pofsiamo ac-
cjuiftare tutti quefti fantifsimi Tefori, sì per i viui.come per i mof
ti promefsi,come fi dirai acciò pofsiamo eternalmentefruire,ego
dere la Santifsima Indiuidua Trinità Padre, Figliuolo , & Spirico
Santo .
Il Molto Reu. P.Fr. Francefco da Carpi Minor offeruantc l'an-^
fìo 1 5 80. ancor lui dice ne ifuoi Annali, ò Cronica, che la Beata
\dì una uocc, che gli difie, va in Chiefa : lui effendo andata , te a«
wanti all'Aitar Maggior facendo orationegli apparue Chrifto No
ftro Signore con gli Apoftoli, & San Giouanni Euangclifta, che li
concei]e il Perdono, nel modo che fi dirà , 6c fi vede Dipinto^
Jnfcrhtìone ndC Ancona dtW Aitar Maggiore»
D. CLARAE aRIMINEN. Df-DE. Q. TAMTAM
A CHRISTO HVC INTRANTIBYS LXOKÌT
INDVLG£NTIAM.
OL-
)Ltra à qucllo,chc fi è trouato in fcrittufa della Bea
ta Chiara in vita fua , Si mette inconfideratione
alcune cofe, fcguite dopò la fua morte . Et prima
deirapprobationedel perdono, per molti fegni
feguiti, concenballa detta Beata Chiara, 6c fuo
Monaflerio , fotto l'inuocatione de gl'Angioli ,
per il concorib , che fi vede ogn'anno , per fette
giorni continui > cominciando tre giorni innanzi la Feda della rteipit /«i
Madonna Santifsima di Marzo, & tre giorni dopò , tenendofi per dtéigtntim
fermo,come chiaramente fi vede dalle parole , & infcrittione , che ^g^/'"^i',
fi leggono, fopra l'Ancona all'Aitar maggiore, fatta da quelfamo ^^/^^i/V
fo Pittore Gio. Antonio Longo da Rauenna , che da Chrifto, colla duratpnft
prefenza de fuoi Santi Apofloli,per le mani di S.Giouanni le i\ì^tpumdit$»,
dacto, & anco per quello vien raccontato dalle più vecchie di que-
fte Reu. Monache, eflendo paflato il tutto d'vna in l'altra; che la
detta Beata interrogata dg Chrifto N, Signore, quello che chiede-
ua.le refpondeffe, la falute de viui, & de morti : & Noftiro Signore
gli dicede: Il tu eco ti fia concefìfo. 6: refpondendo ella , che non fa-»
rebbe creduta, Chrifto le foggiunfe . Sonerai la tua campanella, 6c
lafcia infpirare à me, ne gl'animi delle perfone. Et fc bene i Vc-
fcoui , che fon fiati *di quefta Città , giuftamente haurebbono pò*
tmo leuare quefto perdono , & concorfo de popoli , non ui cffen»
dofcritcure , ne priuilegio, che ne parli , con tutto ciò non è mai
■ftaco Icuato, ne impedito; anzi fi racconta, che vna volta vn Vefco-
uo di quel tempo, volendo far aprire la fua arca, doue crcpo-
fio il fuo cadauero, non f^ attentaffe toccarlo : ma che miracolofa-
mente fé fpiccaffe vn ferro d'vn palmo, che era attorno al corpo,
come vna rete , che la copriua tutta di larghe d'vn dcto groffo, &
cgn'anno C\ moftra , & che dopò alcuni dì detto Vefcouo s'infer-
mò, & morfe . Si racconta ancora d'vn Frate Confeflore i quel té-
po di quefto Monafterio , & d'vn Frate Laico, in diuerfi tempi fé*
gui:a,come quelli, che poco credeuano in detto Perdono , la not-
te , che douea entrare detto Perdono , effendo intorno alle cinque
hore, permile Dio benedetto, che le capane fonalTero per fé fteiTe .
Onderifuegliato il detto Padre, per nome Fra Giofeffo Merotti
da Monte Fiore , dell'Ordine de' Minori Oflferuanti , fotto la qual
cura llaua detto Monafterio péfando le Suore fonafìTero per il Ma-
tutino,&fentendo le cinque hore fi leuò, & aprendo la feneftra
vidde fopra il campanile vn fplendore tanto grande, che pareua-
no molle torce acccfe . Onde tutto compuntojcorfe nella Chiefa,
. / 14 Sito Rimìne/è Libro Primo l
ti intcfo, che da nefsuna di loro era ftato fenato , raccontò loro ii
detto rplendore veduto , & affirmando , in quell'hora effere entra-
to il detto perdono: Il fimilefeguì dei laico fudetto , per nome
Fra Lorenzo da Codegnola, come quello, che parimente haue-
ua poca fede, la notte appunto del Perdono, le venne penfiero
<i*andare in Chiefa, eflendocirca cinque hore di notte, & Dio
permife fermarlo in fede, facendolo degnodi veder Chri fio, nel
modo fti dipinto nell'Ancona, con gl'Apoftoli, intorno all'Alta-
re , & porgere alla Beata , come vn libretto , dicendoli , che per la
falutede' viui fi diceflero fei Pater, &fei Aue Marie,con fci Glo-
ria Patri , & altre tanti Pater , & Aue , per la falutc de morti , con
fci Requiem , &c. & più volte con varie perfone detto Padre il tue
to raccontò , eflendo circa venticinque anni, che egli morfe . Il fi-
mile vien raccontato di Suor Patienza daSogliano, morta già
circa venti anni, dì gran fpirito, & buontà di vita , hauer in fua
vita più uo Ite raccontato, che vn a notte , che douea entrare il
perdono , fentendo fonare le Campane al doppio , intorno alle
cinque horc, fi leuòpenfando foffe il Mattutino, & venendo dal
Ijormitorio alla fcala , che vi giù nella ftanza , che fi ii Capitolo,
& de lì alla Chiefa , trouò, che la porta , che è a mezzo la fcala, era
Tcrata . Onde quietamente fé ne tornò al fuo letto, & tenne più ,
che per fermo,eflrendo tutte le Suore ancora à dormire, quelle Ca-
pane foflero fiate fonate per operatione diuina , & in conferma-
tione del detto Perdono ; & perciò effa ne fu fempre molto de-
nota, &inferuorata, eflbrtan do tutti alla vera fede di effo. Et
lafciando molte altre cofe, che fi potrcbbono dire, & raccontare.
Si dirà fol quefla della Madre Suor lulii Rambatina Nonagena-
ria, in fua giouentù hauer più volte raccontato, che flandovna
volta à piedi dell'Arca della detta Beata , mentre era detto Perdo-
no, £( flando cosi fofpefa della validità di effo, per inftigatione
diabolica, fi dette à credere , che non foffe vero, & flandocosì
tutta dubbiofa fcntì nella detta Arca vn fcoffamento tanto gran»
de, come di ferro, che la fece (lare per vn pezzo tutta flordita , 6c
fuori di fé : Alla fine rihauutafi , proftrata in terra tutta compun-
ta , con maggior feruore de prima , feguitò la fua Oratione , con-
fermandofe nella vera Fededienb, esaltando, & confìrmarido,
tutti quelli che punto haue^Tero dubitato.
In fede delle fopra dette cofe . Io Don Lorenzo Marzantc da
Monte le vecchie di Pcfaix) , ai prefcateConfeifojc di queftc Rcu.
Madre,
CDi Rafaele t4Jimrli tir
ìiladre , ho fcritto il tutto di mia propria mano ; la Ritniao que-
fio di j. di Luglio.
Mi Jo Gaudenxs Vtromft Notarlo fublko di Rimi-
no (ìmtimente fdcio del Mille e feicento otto piena fede
a chi s' aletta , e/fer Hdto preferite alle fudette coje sgarra-
te dalle fàdette T{euer. Madri , (^ effer te predette co/c
narrate sfritte dt propria mano del detto Signore Don La-
ren^ : e per la *zferitàmi fon fottofcritto di^ìa propria
mano , O* fègnata con il mio f olito fé gno del S^taria-^
tOiO/c.
rPotefias ConftiUs j O* Qmntune Ciultatis ArlmlnK
Vnìuerpi fìdemfacimus^fHprafcriptum H^ominum Gatà
dentium Veronenfem , Conciuem noftrutn fiiffe , g^ effe
Notarium pubttcum , ^ legalem hnius Ciuitatis , eiufqtte
fcriptHvis publws adhibitam femper faìffe , ac fidem bodic
adhiberi in iudicio , ^ extra •
jfn quorum (idem 0*c. Dat. Ariminì die fixta Men^
fis Julij I 60$.
^alatt fila Porta Secretar.
Neil'.
ti4 Sito IRimhefe Libro Primo*
«!• A*"n'° ff^^^S^^^^^ ElI'Ortò, oucr Cortile di detto Conuento, vi è vn
d Apollo, g |\^>(^(^^ Tempio dedicato ad Apollo non ruuinato forfi
i fatto, mi tutto fotto terra jdoue è opinione ,
che vi fìano còfe à\ gran valore ; è dicefì ancora
eflerui in detto Horto vn Teforo , & non molti
„ „ „ anni fono, fu dato principio per cercat!o,ma per
occafione di certe gran pioggie s'abbandonò l 'imprefa .
Sacra del ^^ Venerabil Chiefa di fuori di detto Cóuento è di conuenien-
Mefe di te grandezza], & bellezza ; doue ui è particolar deuotionc alla fua
Marzo, & Sacra,che è la feconda Domenica del Mefe di Marzo, & per caufa
Perdono. jjg| perdono,che vi è della Beata Chiara,come difopra diffufamé-
tc fi è detto. & alla parte dertra dell'Aitar Maggiore vi è il nobilif-
fimo Sepolcro di detta Beata, il qual'è di Porfido bellifsimo non
fopravn'Altare, ma fermato in terra: che fé bene era flato fatto
per altra perfona, nondimeno fi\ donato dal Patrone à detta Bea-
ta,come fi ha per tradicione, per vna gratia ottenuta per fua inrer-
cefsione, & fi vede Caffo il nome per chi era flato fatto, la qual io-
fcrittione è in qucflo modo .
^nno 'Domìni M.CCCX XlIL Bte fecunda Nouemhris . Htc lacetl
domina FìlU Donos Dei, iiuondam lacobi de ^AoUntìbuide Floren,
Cìuìs >/trìmìni Reqmefcant in Vaci^ ,
Quefte Reuerende viuono d'intrate , fé ben non fono molto rie- •
che.efTercitano oltre l'altre cofe domefliehe, di far la Canelata,co-
Ki€ difopra hauemo detto di quelU Reuer. dì S. Sebaftiano ; vi è
buona quantità di Reu. Suore, & nobili della Citti.
SeUe' Con ^* ^"* partendofi verfo la porta di S. Pietro , per la contrada J
«««ite. che va dritto alla Porta de i Cauallieri, Alias della Marina, fi tro»
na il Rcu.Conuento delle Suore Conuertite,alqnalc fu dattoprin
cipiodcl ijtfo. nella Chiefa, & Cafa di S. Patrignano Vefcouo,
conceduta dalla molto Venerabil Confraternita di Santa Croce:
Alla molro Illaftre Communità noflra di Rimino per tareffetto:
éc crcfccndo poi il numero di quefte Reu. Suore, e parfo bene air*
llluflre Confegliodi Rimino, di aggrandire detto Conuento, per«^
ciò fu comprato per queflo effetto il Palazzo delli Signori Sagra-
morijch'era contiguo al detto Conuento con elemofina della Illu.
ftre Communità di feudi 800 . & altre di pie perfone .
C^uefle Reu. uiuono di elemofine, poffedendo poco {labile»
viucndo in vna vita aflai dentata , fotto la Regola della Preclara
Vergine Santa Chiara. La Chiefa loro di fuori non è molto gran-
de, e di coniicnicnte bcUcM» ( pofta «ìì la ftrada maeOra di detta
Porta de i Cauallieri) Dedicata à S. Maria Maddalena . Le Reù»
Suore che vi flanno fono in gran numero, & fono quafì tutte don-
ne, che fi fono ritirate da difonefta vita à feruire Chrifto Noftro
Signore, & particolarmente fono aiutate dalla noftra Illuftre Co-
muniti fouuenendoli per pietà ne i lor bifogni, come pietofa Ma-
dre, la qua I non denega mai il fuo aiuto alle pouereperfone, che
fi raccomadano,& mafsime alle perfone Religiofe: Nella cui Ghie confrater
fa anticamente vi era eretto vna nobii Confraternita delIiTede-nitàdeXc-
fchi , de quali hoggi di dentro del detto Conucnto fé ne vede di dtfchi .
que(Ìa natione dipinti,come fi fuol depingere in fimili reprefenta-
tioni fpirituali; fé hi d'alcune perfone intelligente per traditio-
nc fuffe eretta per opera del primo Illuftrifs. Signor Malatefta,che
venne di Germania : hauendo in quefla Citti , quelli paeH gran
commercio, che per confirmation della uerità, fi troua fcritto del-
le fue parti insù vn libro coperto, con le tauolette nell'Archiuia
della Venerabil Confraternità di Sata Croce, che dell'anno 1449.
per opera delI'IIIufèrifsimo Signor Sigifmondo Malatefta turono
aggrega ti, & ferirti in qnefta Confraternità due Tedefchi fauoriti
da lui. è facil cofa , che da quefla natione FoiTe deriuata la mercan
tia del ferro, ti ramo in qucfia Città , che ancora fi mantiene in
gran veneration', come altroue fi dice.
Hora che ci fiamo efpediti dalli Venerabili Monafleri,& Con né Confratef
ti de i molto Religi ofi deirvno>& l'altro fedo, non farà fuor di prò uite.&Ora
pofito , che noi parliamo delle molto Venerabili Confraternite di t»"j -
quefta Illufire Città, poi che fi accollano alquanto al coftume de i
Religiofi , mafsime quelli c'hanno le Chiefe , & Oratori loro par^
ticolari .
La molto Venerabil Con fraternità del Santifslmo Sacramen- Njoi. l
to,che veue di verde,hà la fua Chie{a,& Oratori o,c'hora R fabricaC.del Sao-
contiguo alla Cathedraledi Santa Colomba(Vergine,& Martire) ^'^* Sacra-
effendo che quel che haueua prima in detta Cathedrale era molto j'/io^slJJef
angufto, & in capace del popolo, che andana all'oratione delle raldo BcN
<^uarant'hore, cifercitata particolarmente da quefta Venerabil lezza, Bon
Confraternità , la c^uarOratione in particolare Ì\ commnicò a ef- '^>, &Saii»
fercitarfi in quefta Città alli 8.di Giugno, nel M D 1 1 Lper effor- "'**
tationedi vn molto R.P.F. FrancefcoCapucino, che predica uà
in Domo, con tanta letteratura, & eccellenza il Verbo Diuino^nó
cftendoui all'hora Conuento dell'Ordine in quefta Città : al qual
Cóuento fu poi dato principio,& meffo la prima pietra del 15^4.
alli 27. di Nouembre nella Conciftda di Santo Andrea dal Cacto» MDlxiin
infondo
7 1 # Sko %mìnelè L^io Prìmfi
infondo dei Palazzi, oucro CrocefiflTo . ) Ec fùcaufa di far far3
molte pace in quefta Cittì, do uè ancora vigorcggiauano le par-
ti . Leuando il Santifsimo Sacramento dalla Cathedrale, e porto-
lo alla Prefata Chiefadi Santa Croce, Confratcrniti, facendoli la
detta Santa Oratione .
Quefta Confraternità è dottata di molti beni ftabili , & cafc l
Fa moke fpefe nelle cere, & lumi, per honor del Santifsimo Sacra-
mento, per occafione delle Procefsioni publiche,& priuate,quan-
do fi porta all'infermi; e particolarmente il Giouedì Santo, quan •
do il Santifsimo Sacramento Ci pone nel Sepolcro con pompa , te
folenniti grande di tutto il popolo , al qual è dato vna torza per
ciafcuno , & vanno innanzi al Santifsimo Sacramento, ch'è fpefa
molto notabile . Tengono cura di certe vedoue pouere conceden-
doli rhabitatione , & altre; fanno elemofine i poueri infermi , Oc
anco alle pouere Citelle da maritarfi della lor Confraternità & è
frequentata non folo dal popolo , ma particolarmente da Nobili.
Hanno molte Indulgenze , & Priuilegi , come fi ricerca à vna tal
Confraternità: celebrano folcnemente co Procefsione la terza Do
mcnica del Mefe recitando ogni Domenica il Diuino Officio .
Et perche,chi ferine cofe, c'hanno da efiere lette, & vedute da mol-
ti , dcue ftsr ben'auuertito difatisfare, più che ({ può, anco à tutti:
però defiderando io di voler parlar dopò la fodetta Cófratcrnità
del Santifsimo Sacramento delle altre, chefeguitano , Ho voluta
auuertire il prudente Lectore.che non tutte le cofe fi poflbno met-
tere con quell ordine, che fotfi molti defiderarebbono,& ioinfie-
me, come fogiiono anco fare i buoni Poeti , che nel feri nere le lo-
ro Poefie alcune cofe lafciano , & altre ne pigliano ; così è parfo
r f «li'^^"^^ "^^ dimettere qui La molto Reu. Confraternità del Glo-
S.*Gieron. riofifsimo Dottore, & Cotifefibre S Girolamo; la qual no ha luoco
che vefte particolare nelle Procefsioni, che fi fanno di commifsione dell'Oc
di RofTo , dinario : poiché ella non ui interuiene ; & effendo frequentata da
che è il Ru Gentilhuomini principali della noftra Città, ho voluto parlare in
di gr'a^prè- Q^^^o luoco , non intendendo di far pregiuditio a nifluno , fotto
ciò . qual fi voglia protefto, tanto più, che di molte fi vedono il fuo Ori
gine.
Dico adunque, che quefta Venerabil Confraternità di S Giro-
lamo, è affai antica, & al tempo di Monfig. Reuerendifs, Chrifto-
foroda Vicenza Vefcouo di Rimino kiel M CDX XXIII X. Al-
cuni Gentilhuomini particolari, & altre perfoncdeuote delia no-
ftra Città, cominciarono à cpngregarfi per cUercicio di cofe fpiri-
tuale^
\
tuali rie! proprio palazzo di detto Monfig.Rcueréridifs. VefcoDo,'
il che continuato da loro fu poi nel MCDVlIlLper opera del M.
R.P. Fra Bartolomeo da Parma , dell'Ordine de* Frati Minori Of-
feruanti di S. Francefco,che ftanno nel Conuento di S Maria del-
ie Gratiefuorijdella Città noftra conceduta loro laChiefadi Saa
Giouanni, chegiàera dcUi M.[leu.F.Ermeni,i quali viueuano fe-
condo la Regola di S Domenico apprefTo rHofpitale di S. Maria
in Trebbio, & quefto fu per Bolla della F.M.di Papa Eugenio IV.
Nobil Venetiano^, & li detti Frati Ermeni l'haueuano hauuta per
concefsione della S M.di Papa Clemente IV. quando fu tralafcia-
to l'Hofpitale di S.Spirito, che fu dell'anno 1 266. la qual Chiefa,e
luoco era enfitheotico à detto S-Spirito,& fu liberato da detto pe-
fo l'anno 1554 ^'^^ 7 di Luglio, quando dalla S.M di Papa Giù- ^^''j^^^^"
Jio Terzo, fiì fatta la Bolla fopra la liberationede benienfirheoti- n^e dVbé
ci. In mezzo dell'Orto di queda Chiefafù fabricato vn'Oratorio, nienfithco
6i fu intitolato S.Girolamo,&però detta Reu.Cófraterniti pigliò nei.
iJ nome da detto Oratorio, celebrando particolarmente la Fefta
di S Giouanni Battifta (Precurfore di Chrifto N.Sig.; Titolo del- disseterò
la C hiefa,& quella di S. Girolamo, Titolo dell'Oratorio; nel qual niaJo . '
cfsi Confrati s'e(Tercitano ne i Diuini Officii,cioè i V^enerdì,& eia
fcheduna fella di precetto recitàdo l'hore della Beatifs VergN.S.
Ha anco titolo di Cófraternitàdel Corpus Domini, come appare
per vna Bolla de Indulgéze concefie da dieci Illuftrifs. Card, l'an-
no M. V I D. nel Pontificato di Papa Alelfandro Vl.di SRecordi
tione. Ma nò fi è potuto fin'hora trouare l'origine à pieno; In qae
fto sato luoco fempre è ftatogran deuotione], fi è trouata una pie-
tra Cotto terra co lettere Armenie nò conofciuce da noi: vi fono an-
cora relii'uie portate di Terra Santa , da quei primi R P. Armeni,
ma nò fi può hauer' buona ccgnitione per efferfi confumato le lec
tere dalla longhezza del tépo.Ma tra l'altre ui è in un Tabernaco-
lo particolare del Legno preciofifs. della Santifs Croce. Q^iiefla
Confraternità è aggregata alla Ven. Archicòfraternità della San-
tifs.Tr^'nità di R.oma,fottoil i. d'Aprile i575.da Papa GregXIlL
S.M. S^niilmétealli 18. di Maggio 1578. & di Marzodel Myp.le
fante Reliquicjchefi ritrouano in detto luoco fono cóferuate dalli
Còfrati in un nobilifs. Tabernacolo fatto co grad'arteficio,la qual
vede ci rofib.Quefta pfata Confraternità è ricca,dottata di buone
poflefsioni, difpéfando le fue intrate in opere pica poueri amala- j^^^^, -^
ti,& maritaggi di Citellcofleruandoinuiolabilméteifuoi ordini fuoco che
con una particolar amoreuokzza fra loro in ogni occafione . è la Caria
Né
j È é Sito Rìmkcje Libro Primo •
III. l^^ v^^" P®* ^* Vcncrabil Confraternita di S. Maria in AcOftìi •
S. Maria In ne,chc vcfte di nero, & ha vna Chiefa commune.con il M.R .Cura*
Aeamine : to della Parochia , & ha il fuo Oratorio lì vicino, hi vn ftendardo
nero , Ma- grande , nobilmente fatto di Ricamo , & portato dalli SS.Fratelli
mcftitia'. ^ ^^'* Procefsione che fecero a Roma, per l'Anno del Santi fs. Giubi
Ico 1^00. doue fono aggregati alla Venerabil Confraternita di
San Marcello di Roma , godono Indulgenze, & Priuilegi grandi,
& in particolar di poter liberare ogn'anno vn condannato d mot*
te, & è frequentata da Molti Gétilhuomini , oltra i popolari ogni
terza Domenica delMefe,fi esercitano in fare la mattina Oratione
di cinque hore continui, & il giorno della Santissima Nonciata
Noftra Signora ,dàno da mangiare a i poueri della Citta con graa
cariti; nSercitandofi ancora in altre opere pie. Hanno Indulgé-
ze Plenarie,dueFe^e della Santifsima Croce, & il Giouedì Santo.
Seruitori Appare in vno fuo libro antico intitolato, De i Seruitori.e deuoti
edeuoiididella Gratiofa Vergine Maria Madre del Noftro Signor Giesu
Maria Ver- Chrifto, della Vencrabil Confraternità di Santa Maria in Argu^
S'n«- mine.
- j}^^' jlnm Domini i J 5 ^' I«^'f»on« quinta , Crìmini tempore Domini Cle»
Cfoce. ^^„jjj pjp^ 2^xù die quinta Menfts Augufii \ fé bene credono l'origi-
ne Tua eflere ftata molto prima .
Ne fuccede poi la Venerabile, Deuota, aatichifsima, &lif-
fima Confraternità di Santa Croce, la quale hebbe il fuo origine
al tempo della Cruciata, & imprefa di Terra Santa, come anco ap
pare nel libro intitolato la Regola di detta Confraternità, & à fua
jnftanza ftampato in Cefena , per M. Bartolomeo Rauerij l'anno
1578. che così Cana.
Con molta grandezza, & granfaiiore della Santa Sede Apodo-
.lica,& con aiuto efficacifsimodelii Supremi Prencipi Chriftiani,
cominciò, &fùinftituitoqft'ordine tanto Religiofo delli Croce
fignati, comefi legge nell'antichi Annali dell' Hiftorie Chridiane,
che nel tempo d'Henrico quarto Imperatore, & Filippo primo Rè
OlCXlic. ài Francia, Vrbano fecondo Pontefice MafsimOjCon moira inftan
za ricercato con follccitudine da Monfìgnor Simone vigilantifsi-
mo patriarca di Gierufalemme, cheli deflc aiuto per diffcndere
quc ila Santa Città, & quei paefi dalle continue molcftie,che li da-
uap.o gl'infedeli : Il detto Sommo Pontefice nel Concilio d\ Chia-
ramonte inFraiicia, commofle tutti i Re, & Prencipi Chriftiani
contra gì infidi! i, & quefto fiì ne! 1 100. nel qua! Concilio il Pon-
OlC. C. te^^ce Codetto ; L'orò la Croce Rofsa a Monfig Aldemaro Vefco-
uo
00 di Anìcioi & a Monfig. Guglielmo Vefcouo l leccio che più j^ofo di
(oragiofamente andafl'ero con refTercito à recuperare Terra Sita, molta dì"
, ordmado, che tutti li foldati portaflero la Croce rofTa cufita fopra g^hì. affo-
]a vefte militare alla deftr* fpàllaj & da qucfto eflempio fi meflero o^'g^'*^****
molti nobili Signori,e populari,i pigliare detta Croce, & andare gran^cari-
à quella Santifsima imprefa : donde che fi legge , che il numero di tà .
tutti quei Croce (ìgnati arriuò à fei ceto millia, Inditio manifefto Croce ff-
del gran feruore della Fede delle genti di quella felicifsima Età . fi°*" °''*
Poi ncll'vndecimo anno del Pontificato della F. M. d Innocentio ^°**''"*
qnarco, circa Tanno 12 50, non contento l'Auuerfario noftro an«
ticoSatanafìfo di trauagliar Terra Santa, per mezzo d'infedeii,che
feminò in moke Prouincie d'Italia, quafi innumerabili Heretici
contra la Santa Fede Catholica , 6c effendo proueduto dal M. R.
Padre Inquifìtore contra li faifi hcretici, 6c lor fautori per fauore,
& aiuto del detto Santo Officio, Ordinò la Sede Apoftolica l'or-
dine de Croce fignati foirero Tempre pronti , & in aiuto al Molto
R P. Inqtiifkore, & detto Papa Innocentio donò al prefato ordi-
ne Tutte quelle Gratie,&: Indulgenze, che furono conceflfe a quel»
li primi Croce fignati , che andorono in Terra Santa à combatte-
re cantra quelli infedeli,come appare per una Bolla del fopradet- f^** '''^^*J*
to Papi Innoceniio diretta al MR Padre Inquifìcore di Bologna, C«i» ó»
e di Romagna , che comincia: M4iua huìm tsmporis : e dice in fa- pfrf»nhan
uore delli Croce fignati , cltra l'altre gratie concefTe così: ^Jec non, cmtè itti.
ZT sUt't qui ad txitrp nJam h£reticam prau;ta:em !rgnum Cr:4cis acc^-''*f' f'*'^'*^*
pcrint, ìiu^n IndH'gentìjim^ Hludqnt Vrìmle^itim corte eden di t qua tram.
fèetùì\t:lu4 in TffY» ^anCtdi Subftd'ìum^ in Generali conceduntHr Conci'
iìo , Vlcriam anho natem prsfentium concedimus pQteHainn . Dar.
^nagniie III. jaih. lif ij ronnfìcatw n-ifìn yinnc d^dfcìmo . Furono
adunque dati ranci Priuikgij à quefta Santa Confrarernìti di
Croce tignati ad effetto, che fu (Te ro à diifenfiofie della F^-de, 6c
in eftermiajo dclli falfi H-'rerici, il qual ordine, ài Confraterni.
ti fu conhrmara per Pipa Vtbano , Clemente , Aledandro , Grc-
forso , & continuare per Vrbano, come appare nel fefto, & fuc-
cersiiìiì mente da tutti li sieri Sorr^mi Ponteìfici, da Pio (Quinto,
^^4 perteiucufi reìnn Thi ri::m^ . Vltimaoiente la Santità ò\ Noterò
S!:,'no:e p<ipa PjoIo Q^iiinto ha arrichito li detti Croce flgna--
^1 di n»olre indulgenze Plenarie, & non *^lenarie, cor»forir.e al-
k antiche à quefta Venerabile Confraternita, come fi può ve-
dere per il Breue fopra ciò fattoli vemiaoue di Luglio, Mille, e
feiccnto vndeci.
Q_ Quefta
' rtÉÈ Sitò Kìmìniji litro Prìmì:
Quefta Veh. Confraternita hi vna bnona.e bella Chiefa,'c5n il
fuo Oratono,6f horto>6c è dottata di bone facoltà, le quali fì fpea
dono in opere pie di maritaggi, di Citcelle pouere, di fouuentìoni
di poueri amalati , deputandoli anco particolari Medici falariati
da detta Confraterniti, per la viiìta di quelli poueri, come ne 1 lor
libri, Memorie del i$(/o. tci^jo. Tenendo anco cura d'vna certa
quantità di pouere Vedoue , alle quali la detta Confraterniti ha
dato vna parte del vito,con vna honefta habitatione di cafa: fa an-
co molte fpefe per mantenimento delle poflefsioni,& altre lor giù
rifdittionizin particolare fu fatta del i55p.di Febraro,la muraglia,
eh e in su la ftrada per ferare il Cimiterio,ouer largo, ch'è tra la lor
Chiefa S.Francefco,& S.Maria del Paradifo,è S.Giofeppo. in que-
^"•^VT' ^^ Chiefa vi fono infinite Indulgenze, come nelle Stationi di Ro-
iltnlirt. ma & in particolare li giorni di S.Croce: perche quiui vi è del pre-
liui Dtirt ciofifsimo Icgno della Santissima Croce,hauuto da vn Gentilhuo -
dm** nu, mo della noftra Città di Cafa Leuoli, ch'è (lata vna delle nobili Fa
miglie della Città. Il detto fanto Legno fi con(erua in un bello Ta
ber nacolo, nell'Altare di S.Croce. Quelli.ch'entrano in quella Ve
nerabil Cófraternità,à guifa di quelli, ch'entrano in Religioni Re
gulari,fanno voto nelle mani del M.R.P.Inquifìtore, ò fuo Vica-*
rio,ò Su(lituto,di efporre la vita, ^ la robba,in feruitio d£Ìla Fede
di Chrifto NS & confeguentementeper il Sant'Officio dell'Inqui
fitione;& per cófuetudine antica, sì dà per amor di Dio boU'rn " :.
venti à lor commodo . Ella fouuiene al M.R.P.Inquificore di vna
certa affai commoda prouifione,si de danari,come d'altre cofe, fo
uenendo ancora li poueri pregioni , che vanno per caufa del Sàto
Officio à Roma,ouero altroue di vito,& caualcadure. Qiiefta Có-
fraternicàé molto frequentata, sì da Gentilhuomini, come anco
da plebei,e particolarmente da donne . Tégonobonifsimi ordini,
sì ne! recitar il diuino Officio della S.Croce, che fi recita tutti i
Venerdì deli'anno,& anco i Mercordì di Quadragefima,come an-
co nel deputare perfone, chevadinoàvifitari poueri infermi del-
la C!t:rà,& Borghi, à vederci lor bifogni perjpuedcrli, come ad al
tre opere pie, conuenicntià vna così grande, e denota Confrater-
nìt.ìjdando tre volte l'anno.cioè le due Pafche,6£ il Natale di N S.
il pane à tutti i poueri, che vannu'à domandarlo . Del 1355. del
Mefe di Marzo , al tépo ch'eflendo Arciuefcouo della Città di Ra-
uenna Monfig. Fortanerio Sartorio di nation Britanica,ouer On-
garo CommiiHirio Apoftolico, venne nella Chiefa Cathedraledi
S. Colomba di Rimino à publicare la feconda fentenza contro i
ribelli
Di \afade ^Adimuri iss
ribelli di S.Chiefa, & diede la Croce all'llluftrifsinno Stg. Malatc-
fla patron di Rimino , del cui efTempio la pigliorono da Tei cento
Huomini de i megliori , e più timorati di Chriflo Noftro Signore
di qiiefta Città .
Quefta Confraternita verte di bianco » con vna Croce rofìTa no*
bilmente recamata, non folamente fopra la verte bianca , ma an - Biaco lar-
cora fopra i propri] vcftimenti dalla parte dertra, conforme a pri- I^T'^iJ
mi ordini ; La fodetta Chicfa è tutta fornita di Stuco d'ordine Co fj^Ji^ma .
rintio, & ornata di molti Altari, con figure di buona mano ; doue Purità , Se
vi e anco vn nobilifsimo Sepolcro grande , con le figure di rilieuo lunocéia .
di marmo di aiTai buon Martro, con il Monte finto, il Caluario co
tre Croce,gradi , in due delle quali vi fono fopra i ladroni,in quel-
la di Chrifto Noftro Redentore non vi è cofa alcuna, ma lì a piedi
del monte vi é Chrifto morto.depofto dalla Croce, attorniati da...
figure fopradette , che ftanno in atto di piangere la morte del Sal-
uatore: vi' è anco vn bellifsimo Prefepio all'incontro della Natiui-
tà del Figliuolo di Dio, con figure [grandi pur di tutto rilieuo» il
che rende grande deuotione al popolo afuoitempi : & perciò è
molto frequentata , e mafsime per eflere be ne tenuta , & officiata
dalli M.R P. di S.FracefcO; quafi contiguo a detta Chiefa;& in par
ticolare la Domenica dedicata à detta Chiefa,ch'è la terza del me-
fejnelle quali fi legge la Regola dopò il Vefpro di S.Francefco , &
ancora fi leggono tutte le Stationi, che fono in Roma, Guadagna-
te medefimaméte dalli Fratelli , & Sorelle', da vna terza Dome-
nica all'altra , leggendole dico, fecondo, che ftanno nel libro della
Guida Romana; & quefto fi fi da vn particolar R. Padre,c'h£ offi-
cio di Capellano ài detta Chiefa; il qual medefimaméte vi à dare
l'afTolurione a quelli, che ftanno in eftremo di morte , che fono di
detti Fratelli, conforme a i Priuilegi . Andando alcuno Croce fé- Gap.3.c.4
gnato ad habitat in altra Cittàjò Terra,ò andado fuora della Pro-
vincia in officio denc in tal cafo portar coneflblui vna fede di
roano del Cancellerò della detta Confraternità, con fottofcrittfo-
ne del MR.P. Inquifitore, onero del fuo Vicario,ò delli Sig. Maf.
fari della Confraternita figillatacó ilfigillo dqjla Confratern{ta\
per potere moftrare le fue Immunità, e Lignità, & per ogni ta-
to, che accadere d'afì'olutione Plenaria : per non efiere troppo
iongo, reftarò di mettere ad vno ad vno i Priuilegi concefsi da
Molti Sommi Pontefici, che fono in buon numero , dico de Pon- S.Bartottf^
tefici antichi . meo.
Di poi vi è la Venmbil Confrateroicà deirHofpital di S. Bar-;
/ i 4 Sito Rìmhe/e Libro Primo .
Si roffo ci
raprefenta tolomeo Apoflolo, che hebbe origine dal Rè di Soria , fa qnal ha
che donò ^"^ ^^^'^ Chiefa bcn'ornata, di conucniente grandezza, & vi fono
il Sole è lu ^^^^^ Indulgéze in moki giorni dell'anno, & in partieolar' il gior-
cidifs.c ri-nodcl fuo Titolo, & vi veftitodirofTo, & dannoda loggiar a i
fplédcnte, poucri paffaggieri, per conuencion fatta coU'Hofpicale grande
^ hV "d" Mifericordia: che per breuità lafciarò molte cofe,che potria
4.El*emétI ^^'•^' ^ 'a^^fta loro fanno particolar folennità, li 24.Agofto.
VI. San GiacomOjChe tra gli Apoftoli fu il primo martirizaro ; Co-
S. Già. Ape fratcrniti, la qual vefte di color tanè,ouero rofa feccaiha qualche
J°[.*'- facoltà con vna Chiefa affai bella , & ornata con orto , e cafe , &
*°a^Po"po OrdLtox'iOy difpenfa l'intrata nei poucri della lor Confraterniti ,
»a , la Tua I^ quale quafi tutta è di calzolari, & caligari , & gode molte Indul
virtù d digenze.
^p"'fi-*ljó s. Sebaftiano Martire Confraternita feguita,poi che verte di tor»
daza de be chino,feu azurro.hà vna Chiefa di buona gràdezza,& bellezza, do
VII. "^ l'Aitar maggiore e dedicato à S.Marco Ei;age!ifta, nella cui Fé
S. Sebaftia- fta ui paffa la Procefsione generale , che va fui Porto à benedir il
iioMart. mare.Ha poi due altri Altari, vno di quelli è dedicato à S Sebafìia
Azurro ra- ^^ quefta è dottata di qualche facoltà . Quefta Ven. Confrater-
preienta il • . \ , ,, ^ . i i , ÌS • • • i t- «
Ciel fere- "^^^ ^ patrona delle carceri, vendendole alli prigionen, che li apal
no,&:a£[o- tano,& ha cura di detti pregioni, cercando anco per altre elemofi»
miliato al ne per la Città . Quefta Chiefa è Prebenda dell'illuftrifs. Cómen-
^^^ T T'd ^^^^^ Contarino nobil Venetiano .
?hà' prò..' ^' ì^occo Confeflbre da Monpcllieri di Francia Confraterniti,
prietà di ri che è feguita, ha la Chiefa.& Oratorio di buona capacità, & conti
fanarelaleguaconliM.R.P.diSant'Agoftino , dalli quali è officiata detta
pra, &al Chiefa; si vefte di nero, & fé li fa vna Procefsione folenne per voto
*'** Vili. P^^l^cojil giornodel fuo Titolo, ch'è molto frequentata, sì per la
$an Rocco deuotione di detto Santo , come per l'Indulgente che vi fono , è
Confeff. confecratione di effa Chiefa. Piaccia à Dio NS. che l'Orationi fia»
Wero,quin no meritorie appreffo effo Santo; acciò fi degni intercedere conti»
fil?gran e?a ""^"^^"'^^ appreffo S-D. Maeftà , per tutta quefta Città, è fuo pò-
uiià.rocfti P°^° ' ^ preferuarci dal contagiofo male della peftilenza,
tia,etrib. S Gio. Battifta precurfore di Chrifto N.S.ncI Borgo diSBarto
IX. lomeo pur Confraternità, che uefte di bianco ; la qual ha conceffo
tifta?*^"' ^* ^^^ Chiefa alli M.RP. Carmelitani, de quali fi è detto, per mez-
Bianco pa. ''■^^^ quali, la noftra Città , e Territorio gode grandifsimi Tefori
jiij, d'Indulgenze concede à quella Ven. Religione , 6c alla Compa-
gnia del lor Santo Habito, 'della quale medefiinamente fì è par-*^
lato i pieno.
Vi
Di 7\affÀel£ AJimari. iix
vi è la Venerabil Confraternita della Preclara Vergine e Mar x.
tire Santa Catherina Aleflandrina , nel Borgo di San Pietro, Alias S.Caiheri-;
San Giuliano Martire, che verte di bianco ; ha vna Chiefa di buo- '^^•
na grandezza tutta depinta, coirOratorio, cafa,&orto; & vie ^jà"*^?^".
vna bellifsima Spina della Corona di Noflro Signore . nocen/a. *
Seguita la Venerabil Confraternità, che richiama la Madon- xi.*
na del Paradifo, dedicata anco al Gloriofo San Giofeffo Con- S.Gfofeffb
fe(Tore,& Spofo della Beatifsima Vergine Noflra Signora; la qual J^-^^'^À •
ha vna bellifsima Chiefa fatta con figure di Stuco d'ordine Corin jf 'legna--
tio da buona mano, con un bellifsimo foffitato, & quadri di pit aii, '
ture,& altri fontuofi adornaméti col fuo Oratorio,& orto; la qual
Capella è grandementcfrequentata da tutti li Cittadini, partico-
larmente, che la fera vi vanno à far' Oratione,pereflereparticoIar
deuotione di quefta Città ; e quella va veftita d'azurro , frequen- .
tata particolarmente da Intagliatori, & Maftridi Jegnami,* vifo fcieotia &
noinquefta V^enerabil Chiefa più volte Indulgenze,€particolar. giuftuia.
mente nelle Feftedi lor titoli. Ogni Sabbato di/era fi canta in
quefla Chiefa le laudi di Noftra Signora à canto figurato con mot
ti inrtrun'ienti, da petfonefecolarideuote: il che li M. Reu Padri
di San Francefco , per effere la detta Chiefa nel loro fondo cerca-
nane d'itr.pedire: ma fi córentorono poi pregati per mezzo poten
te, & ottimo ; il che non ha potuto ottenere la Prefata Confra -
tcrnirà di Santa Croce , che medefimamente pretende poter* im-
pedire tal' effercitio da altre perfone , che da loro Reuerentie.
In quefla Venerabile Chiefa vi fi conferua le infrafcritte Reliquie
Sante, donate dall*llluftrifsimo , & Reuerendifsimo Signor Car-
dinal Michael Angelo Tonti, alla Venerabile Confraternità di
San Giofcffo fodetto.
Ds Cinguh B.atifi. M.Vìrgmts»
De Velo B^aiifi.Vìrginii Maria /in quo ìnuolutus fmt *DrU. tefus Cini
firn in fua Natmitate ,
De Clamide 5* lofepbì , in qua D. N. lefus ChrìSÌHS in [uà Nattuitate
fuit in yolutm .
De ydo San^A Anafìafìdi Mirtym. j^^i.
Seguita poi la Venerabil Confraternità di Sant'Huomobono s. Huom-
da Cremona Confertore, che morì in genocchioni, mentre che egli baono. e.
vdiuala Sanca Mefla. è particolarméte frequentata da fattori, che ^o^^» che
vcfte di roflfo; ha vna Chiefiola , che già era hofpicio delli molto dire à quel
Reuef en. Padri Capucini , eoa Oratorio , ac orco . Ha molte In- n, che coni
dulgenze. battono.
Vi
ì ì4 Sito Kimhefi Libro Primo,
XIII. vi è poi la Cófraterniti del Gloriofo Sant'Antonio Vlisboné*
Sant'Anto f^ ^^^^q (j^, padoua , che verte di beretino,c'ha vna bella Capella i
Soua Con' ^^^^"go^*^ ^'^ ' foro della Città, dou'è la commune opinione , che
f*fs. fu'l fw^c kitto il nuracolo>con la Sacratifsima Ho<Ha confacrata,ado-
Foro. Bere rata dal Mulo digiuno di tre giorni di quel capo di Eretici che nò
itno color credeuanonelSantifsimo Sacramento dcll'Eucharedia, hauendo
mczanoda ^jj^.^ p^ jp^a lafciato la biada offertali dal fuo Patrone . Quefta Ca-
miìi°edc" pclla è officiata dall i M. R . Padri di S. Francesco, che li celebrano
note. MeCTa ogni giorno, in particolar è frequentata , & gouernata da i
mercanti del lino , & altri di quella profefsione . Et vn'altra vi è
fui porto del Mare, nel luoco, doue fi dice, che predicando il Glo-
riofo Santo , vi concorreua gran moltitudine de pefci ad vdire la
parola di Dio , in confufione delle genti della fudetta fetta , che li
dauano poca audienza: & quefta non è aneffa , ne fogetta à detta
Confraterniti, ma ci Confraternita feparata da quella del foro ;
dl^"alifhe ^^ ^ officiata Cotidianamente dalli M. R. Padri Celeftinijla quale
Tctict, che per ancora non è fottopofta di andare à Procefsione alcuna , per
«rano*nel la Tua lontananza; Particolarméte è frequentata dalla marinarez»
la Città di za . Et rvna,& l'altra ha molte Indulgenze da Sommi PonteficJ,&
Himm. per ^^^^ ^j j^qj^j deuotioneappreffo il noftro popoh) , come Protet-
Jeforim^r «ore della Città . E molto tempo , che fi regira per la mente delli
cantjc . " noflri Cittadini, di moflrar fegno di gratitudine, al Gloriofo San-
to Antonio fodctro; il chedefiderando tutti,rilluftrc Community
fotto li <? .d'Aprile 161 1. pafsò partito neirilluftrc Confeglio, che
f\ deffe principio a preparare il fito p la fabrica di detta Chiefa,nel
foro della Città, & applicò à qucfto con licenza deirUluftrifsimi
Signori Patroni 15 00. feudi; medefimaméte elcflero chihaocflcro
qucfla cura, & anco di più di trouare altre pcrfone pie, che deffc-
ro aiuto con denari, 6c altro a quefto pio defidcrio di qwefta fanta
XIV. opera , ripofando tutto queflo negotio fopra detti Signori eletti ;
^ofario de j quali per vari] impedimenti per ancora non hanno potuto man*
V^'^*iJa dare ad effetto queflo commune, & fantodefiderio; come credere
iJrVdi Dio! nVi gioua,che faranno per cffere perfone nobili,& d'ogni effatta di
Biàco, puri ligenza , & deuotione : Quel che poi ne feguito dicalo chi può.
tà, e l'argfc Succede la molto R. & Venerabil Confraternità della Santifs.
1 ''i***'^"^* Vergine Madre di Dio,del Rofario,chc uefte di bianco: ha una no
jjf^'n^^fà^ilifsima Chiefa non ancora finita,douevi è una bcllifsima figuri
wétionc ìd della Santifsima Vergine Annonciata fatta à guazzo, per mano
molli luo. dcirEcccllentifsimo,c Caualliero Federico Zucaro da Sant' Agno-
^^^' lo in VadO) hanao ancora yaa beliifsima Sigooca di rilieuo gran-
9i Kaffdek tAdìmATÌ l i i ì
die? che alle uoltc fi porta in Proccfsione . Nouamente ancora hi
riccuuto rinfrafcritte Santifsime Reliquie venute di Colonia, eoa
la fede.di doue fon leuatc,lc quali fono pofle in vn bcUifsimo Ca-
letto di Crcftallo , e furono condotte dentro della Città noftra
con folennifsima pompa di Proccfsione vniuerfale il di 4. di Lu-
glio, prima Domenica del 16 io. & quefté fono ftate mandate dai ^"^J"^***"*
Mag. M. Ambrofino Ambrofini noftro Cittadino, & fratello di g^^ *
detta Confraternita, per mane del Mag. Simone Cortenouo mer- •"
xance 'u\ quefta Città , & Fratello di detta Cófraternità, che à quel
tempo era in Venetia,quàdo comparfero le dette Sante Reliquie;
ilqualfi troua in detta Città di Colonia, doue fu il martirio di
Sant'Orfola,con la fua denota Compagnia , & haueua acquiftat»
feruitù co perfone tali in quella Città.c'hebbe gratiad'hauer que«
fte Sante Reliquie, per accrefcere deuotione alla noftra Città, ha-
uendolo io acciò innanimito , 6e effortato \ perciò ha voluto à me
far gratia particolare di farmi fcriuere là nella Compagnia di Sa-
t'OrfoIa,nel libro, doue fi fcriuono i Prencipi, & Signori,neIl' Au-
rea Capeìla. Quefta V. Confraternità pofsiede ben ftabi li, &è
affai commcda , difpenfando li lor beni alli poueri infermi della
Confraternità. Quefta gode molte indulgenze,comefog!ionoef-
fere in tali forte di Confraternite , & è vicina alla Chiefa di S. Do-
menico inftitutore del Santifsimo Rofario i la fua Dcmenica e la
prima del Mefe, & fi fa Procefsionc dopò il Vefpero, con gran co-
corfo del popolo . le Sante Reliquie mandate di Colonia ad Ari»-
mino dal M3g M Ambrofino Ambrofini Cittadino Rimi nefe fu-
rono trafportate da San Nicolò la Domenica prima del Mefe , co»
me difopra in San Domenico,& nellGra torio della Gloriofa Có-
fraternità del Santifsimo Rofario conforme alla pietà, & dono,
che ne fece il detto Ambrofino alla detta Confraternità, che fono
le fottofcritce .
1. Vn'oflb di Cofta di vn della Copagnia di San Gereone Tebei
Martiri , hauuto dall'IUuft.e molto Reu. Sig. Enrico Fabritio, di*
gnifsimo Canonico, ac Camerlengo della Chiefa di San Gereone
di Colonia.
2. Vn'offo di San Ciriaco Martire, & di S.Paolina Vergine da
Temi, hauuto da Monfig.Illuftrifs.NoncioAmalteo nella Città
di Colonia.
3. Due offa dì Braccio delle vndecimillia Vergini, della Compa
gnia di S. Orfola , hauuti dal M.RPF. Gisberto Spetio Domeni-
cano dignifs. luquificoce « & Priore della Città di Colonia.
OiTa
•' i ii Sin %ìmìneji Lìhr'o frìmìi
'4. Ofla di Sant*ApolIonia»& delle SS.vndcd milla Vérgini, del
la Compagnia di S.Gercone,hauuto dalla molto Reuerenda Suor
Anna, dell'Ordine di S.Bernardo cuftodia di S. Apro.
5 . Offa di Santa Paolina,de Santi Tebei Martiri, de Santi Mori,
della Compagnia di S. Orfola , te d'altri Santi, che per l'antichiti
non ha nome,hauuti per mezzo deirilluftre Sig. Siluio Paflfari da
Pefaro, Secretario di Monfig. Illuftrirs. Noncio in Colonia .
XV. Vltimamente vi è la Ven. Confraternità di S. Biagio Vefcouo,
S. B'afio. & Martire di Capadocia, che vede medefimamente di bianco, ha-
Biaehifs.ilueuavnaChiefioIa,&Oratorio,&orto; laqual poi per alcune dif
chc*U Bea fcren2e,ouer difcordie tri i Patroni di detta Chiefa, & loro fi fono
tifs. Ver?, conuenuti partirfi da detta Chiefiola con molto difgufto, &coa
K. S. meffe qualche fcandolo del popolo; poiché s'erano aftatticati per ottene
indoffo al re Priuilegi & indulgenze in detta Chiefa, fic l'haueuano ottenuta,
Aru«n"°'^' ^^^ horaforfi non liferuiri , hauendo mutato Chiefa d'altro tito-
cke non fi ^o: poiché fono andati in vna Chiefa di quefta Citti delli M R.P.
conofcc di del Beato Pietro Gambacurta da Fifa chiamati Heremiti di S- Gie
che forte ronimo di Scalca, fottoil titolo di S Honofrio; & per il più fole-
^i lino fìa yjj cflere frequentata da fornari: & è la prima,che precede a tutte
MarcoMa* ^'^'^^c» P^^ elfcre la più moderna. Quella Chiefa é antichifsima fot
mio . to il titolo dcili SS. Pietro,& Blafio,che già era H^foitale delli pò
S.Hono . ucri Armeni ; hora ridotta in commenda ; ò per dir meglio ir. be-
Jj'°-.' ^. neficio fenza cura » con danno de poiieri , & foifi centra b mente
Rofo ap 1 ^^ Monfìg. Reuerendifs. Giouanni Rofo Vefcouo di Rimino , èc
menìo Ve^ della B.M.dell'Uluftre Sig. Mucido Faitano nobii' Arimincfe : il
fcouo di] qual tornato da una guerra , con l'afiTcnfo della F.M. di Papa Bo-
R'mino . lìifacio Vili, che gli hanno lafciato la robba al detto Hofpitale,
per l'tffetto dell'Hofpitalirà, fé ben forfi non fu narratatotalmen-
te la uenrà, quando fu rednitaaqueftomodo. 8.13 o.
I. 1'^ okra le fodette Confraternite di fopra raccontate, ve ne fo
no alcune altre vnice a qualche Religione, le quali nò hanno Chie
fc particolari, né particolari forte di ueftimenti , non cosgregan-
dol'i per le Piocefsioni, di quelle in poi, che fanno per lor partico-
lardeuotionc, per scquifìo dell'Indulgenze conceflTegli dalli Só-
m» P.jnreficj come fono le Confraternita dei Santi fsimo Sactamé
to, in tutte It Paroclve della Cit'-à , (he fanno , ò foleuano fare ì^
alcuna Domenica d ogni Mefe, con il Santifsimo Sacramento, cir-
ccisdando tutto ò parte de Ila lor Parochia, & accópagnando dct-
Dom. del to Sarjifsirro Su ra'rerìto, quando fi porta all'infermi.
Cordone. 3, Alla Kel'gionc di S. Frunccico Conuentuali è unita la Ven.
Con
i
fZ>/ Raffaele %AdimATÌ. tip
Confraternita del Cordone, che celebra foicnnifsima Procefsione
dopò il Vefpro, la feconda Domenica del Mefe : que/la ancora è
dottata di molte Indulgenze, come fi può vedere dalli Breui Apo»-
ftolici: Quefta Confraternità non fi esercita in particolar cofa:
Ne fanno Officiali alcuni conforme la Bolla , perche li Reuercndi
fodetti la gouernanoda lorpoda , Ce forficiò refultaia qualche
danno di detta Confraternità, & della Chiefa iftefla.
3. Alla Chiefa delli M.RP. delli Serui vi e la Ven. Confraterni-
tà della Santifsima Concettione di N. Signora , la quale fi vefte di
bianco, & fa folenne Procefsione la terza Domenica del Mefe, hi
vn bellifsimo Altare in detta Chiefa bentornato , gode molte Ia«
dulgenze .
4. Di pili vi è la Venerabil Cófraternità dell'Habito di N.Signo
rade Serui fodetto,c'hàhauuto principio queft'anno i5i 2 dotta-
ta dalla Santità di N.S. P. Paolo V.di molte Indulgenze, in parti-
colare la fudetta Dom.
5. Vnita alla Venerabil Religione di S Agoflino delli Mendi-
canti, vi è la Reu. Confraternità delli Cernutati, che nella Chiefa
di detti M. Reu. hanno una bellifsima Capella:cekbra una Nobi
lifsima,& folenne Procefsione dopò il Vefpro,la quarta Dom. del
Mefe, & godono molte Indulgenze, come fi uede nelle Bolle di
detta Confraternità : ha cura d'alcune pouere vedoue della Con-
fraternità,-alle quali è datta l'habitatione gratis, cóforme alla'mé*
te de teftatrici,che l'hanno lafciato detto obligo: come anco di far
fare alcuni offici) per Tanirne loro.
6. Ancora alla Ven. Religione di S.Domenico , 'vi è la deuota
Confraternita del 5antifsimo nome di Dio ; la qual fi ellercita ri-
prendere, & rimouerc li beflemiatori dalla lor mala cófuetudine ;
perciò in vna lor Domenica del Mefe d vanno a fentirc a fermo»»
neggiare i lor Priuilegì.
7. Nella Cathedra'e di Santa Colomba, alli 25. di Marzo, del
16 c6. per opera d' vn M. R. P. Capucino , che predicò nella detta
Quadragefima, vi fò eretta vna Ven. Confraternità dell'Incorona
ta, Celcbrandofi all'hora la Fefla Gloriofa di Pafcha di Refurret-»
tione di N.Sig dopò il Vefpro,fù incoronata vna bellifsima Ima-
gine di N-S. con Corona Regia, & con dodeci Stelle d'oro, & ric-
camente veftita, & ornata, tutto di Elemofinc de Fedeli della Cic-
ca noftra di Rimino,^ con folennità, & Procefsione, la qual gode
molte Indulgenze Inf^^nie , fu collocata fopra l'Aitar Maggi9rc
con una bellirsima lampada d'Argento .
R 8. Vie *
> 1$ i ilio %ìmmeje Libri Triniti
Ottaut , Vi è poi la VcnerabiI Confriiterniti della Cariti ; ft
qual non derogando al nome c'hi , fi efferata in molte opere pie,
& particolarmente in far' elemofinc alli poueri infermi,& pagarli
tutte le mcdicine,& firoppi ordinati dalli Iccellentifsimi Signori
Medici: fi congregano nel Conuento delli molto Reu. Padri Con-
Dctuali di San Francefco.facendo i lor officiali,^ altre cofe,che oc
corrono i detta Confraternità; la qual è frequentata perii più da
Genti! huomini, & in particolar da quelli.che fono defcricti nella
Venerabil Confraternita di S. Gieroaimo, come capi: & Fiì infti-
tiiira dairillullrifs. & Reucrcndifsimo Monfig.Giouanni Barn/la
Cafìello nobi! Bologncfe.aH'hori Vefcouo di Rimino,con autho
riti Apoftolica , incorporata all'Archiconfraternità della Cariti
di Roma, fotto il dì 4.di Giugno 1577 l'Anno fefto del Pontcfica-
tò del Santifs. Sig. N. Papa Gregorio XIII. con tutti i Priui!e5i,&
Indulgenze, come fi può vedere dalla conccfsione fattali dal fodec
to Sommo Pontefice : & tra l'altre , come fi ucde nel primo Capi-
.. .tolo, Concede Sua Santità alli defcritti in tal Confraternità, la
tionè"de"i participatione de i Digiuni, Diuini officij. & di tutti 1j beni fpiri-
beni di tut tuali,che fi fanno, è faranno per tutto il mondo: & fcguita poi del
ro il Mon- la participatione d'altre Indulgenze; come appare nel Sómario di
^° • dette cócefsioni, al quale per breuità rimetto il prudente Lettore,
Vi è ancora la Ven. Confraternità del Gloriofo Padre Sanc'An
tonio da Padoa, la qual ha una Chiefiola pcradeifo, pofèa fopra
S. Ant. da ^n Ghiaton del Porto,dcue d dice, che predicando il detto Santo,
Tadoa. ^^^^ moltitudiue de pefci uenne miracolofamente ad afcoltarlo;
la qual però fé bene hora è picciola ^ già fi comincia ad ampliare
^00 particolar aiuto deH'lHuRre Comunità ; & quella Confrater-
nità'è fcparata da quella del Foro,ch'è del medefimo Sàto Protet-
tore, Hauédo medtfimamente le fue Indulgenze fcparate da quel-
lc,f;.!Ccndo ofhciare detta Chiefa con i! Santifsimo Sacrificio della
Mt(ia ordinariamente ogni mattina - fé ben queìia Chiefa non hi
cofa alcuna d'entrata, ne beni fiabili .
T:i l'opere de! la M.feiicordia.vna delle Ptincipaliè 1 Hofpita-
]\ii dcpLUui Pelegiini, & altri; del che la nofira Citrà n'era ab-
bondante non fiilarrcnte dentro della Città, ma Jiico di fuori, co
me fi è deuo,6,' bora fi dirà : però eHendoui dentro la Città molti
H' fpitali thefieiVercirauanoin queflo pio, & deuoro officio, par
neb-vne, éi cfpedicrca i lio'lri Superiori di unire que/li tanti Ho-
fpitali '\x\ un folojche folle ben goucrnato,& che facefle quefìa ope
. ra con maggior auttoticà, ec deuotione, che non fi taccua da tanti
ilo-
Di l{ffaele Ailimdrì»
rsr
HorpJta!etti:&: perciò con auttorità del Sommo ronrcHce Tnnoce vn^on? di
tioVIil.di F.M. nell'Anno 15 8<5. alli 25. di Giugno per mezzo molti Ho-
deirilluft. Sig.Gierolamo, Vt le Faiientinr) Canonico, 1) ìctorc^ce 0""'' *^
Iebcrrimo,& Vicario di Monfig Reuc-édirs. Vcfcouodi Rimino, ^'"^^'°*
furono mefsi infieme, & vniti vndeci Hofpitali à quello di S. Ma-
ria della Mifcricordia; li quali furono quefìi ;cioè l Hofpitale del-
la Mifcricordia,l'Horpirale di S.Francefco.l'Hofpitale delii Scoria
ti J'Hofpltale di S.Giacomo, rHcfpicale di S Maria io Acumine,
rHofpicale di S. BartolomeoJHofpittìe di S.^nto■^. AbbarCjdc i
Schiauoni , rHofpicale di S. G'o. Battifta de! Borgo di S. Genefìo,
rHofpitalediS.Cacherina,del Borgo di S.GiuliaooJ'H .fpitaledi
S. Spirito, che hi conferito alli M. U.Monaci bianchi di M >nre O-
liucto, ^ rHofpitaledi quelli del!i Famiglia dei G^:i/:& di •:tjrrr>
quefio né appare Inftrorréjo di mano di M Gicrcnimoq.di s.Bal
difera delli Angeli cittadino , ti notaro di Rimino, fotro il fodecto
niil!efimo,e giorno:il fodetto Hofpitale delia iMifericordia è gouec
nato da vna Cógregaticne di 40. Cittadini eletti dalorofuccefsi-
uaméte prò tepore, con i lor voti: lifudetto Hofpitale hi buonifs.
intrara di molte ponefsioni pofle nel Territorio e Dioc^G di Ri tj „ ^^^ -
ni;no,& moire cafs dentro l'iftefla Città;le quali fono date ad afht b;o dice^
to,a djuerfc peifone, & anco ad vfo de hofterie, che fono mal tenu chele cafe
^e, è governate: che alcune dilorohauerebbonobifognodigrare* »'t»erga,
Enedio^acciò nò fé riduceffe ogni cofa in vn tépo. Nódimeno è ag "^* "° ^*'*
grauato di tàrafpefa,che li bifogna fare,nel gouernarcli poueria-
malati, & far nutrire a Balie taca quantiti di creature, che li fono
portate nò folo dalla Diocefe,e Territorio Riminefe:m3 finodalT-
Alpe,& altri luochi lontani,chc arriuano, e paflano alle uolte due
cétenara di creature haucdone poi anco cura, & matenendoli do-
poi.chc fono gradi a i Mafchi, facendo imparar' arce, & le f emine
maritandole códote conueniére ; sì che à pewa queirincraca gran-
de,c'hanno, può fupplirc à sì graue fpefa . In detto Hafpiralc ui è
una Chiefa di cóuenience grandezzate bellez2a,m2 quato alla co-
modità delle cafe, per il bifogno della famiglia, è molto AnguAo.
Tra l'altre cofe, che ui fono di gvan deuotione , vi è un Chvifìio in
Croce be!iifsimo,è tato bello.che quafi è impossibile, chefia fata-
ra humana, di buona gràdezza di legno, per quanto fj pi.ò vede re,
il qual dicono efTer venuto in quel luoco tniracolofaniéccp raì'e,
& di ciò foleualicficre alcune memorie nelle fcritturc di detto Ho Anr. Eoo-
fpitale: Come dicono anco di quer!0,ch'è in Caflel di mezzo , nel "'ci"«^> I*:
Stato del Sercnifs.Sig.Duca d'Vibino.fe ben ui è memoria di Anr. f°o"^e"°*^
Q a Bon-
Hi sito Rimìne/e Libro Primo,
Bóuwino j'ntagtJatorc, edi lacomello di Ffore Picore Venetiano,^
^che fu li anni della Chriftianafalute itpo. incirca, qual in eftec
to fi uede vna delle belle Tcfte , che fia pofsibile à vederfi , & è ài
gran deuotione tenuto Tempre coperto, comecofa di gran valore.
Vi fono ancora in qucftoHofpitale l'infrafcritte fante Reliquie
Htliquie hi due vafi gradi di vetro,con i fuoi bolettini , inuolte in ormefìno
feu. fette, giallo, fei pezzetti d'Offo di S. Macario,di S.Marta , di S. Adife, &
Abac. Sant'Audafto Martire; vn poco di Pietra della Colóna, do-
ue fu battuto N. Signore: Vn'AgnusDei ligato in ramo, doue da
vna parte vi è la Beatifsima Vergine con il fuo Bambino , con due
Angeli, & dall'altra l'Agtìel Pafchale: Vn'OfTetco di Sant'Agata:
vna Croce di o{Tb bianca , legato con lattola forfi di più pezzi .
Queft'Hofpitale e Aggregato all'antico à S. Gio. Laterano di
Roma ,e gode molte Indulgenze . Il fodetto Hofpitale per la gran
famiglia, c'hà, come fi è detto,fomminiftra al già Hofpitale di San
Bartolomeo Aneffo,fuoco, e letto per li poueri paflaggieri,non pò
tendo capire in detto luoco , tali paflaggieri poueri .
Crfaoelli , Vltimamétc è ftata introdutta da pie, Se deuote perfone, h fan
ic Orfanel ta^g p jj opera, di raccogliere li poueri Orfanelli, & Orfanelle del
** • la Città,& Diocefi.fomminiftrandoliil vito,& Maeftri,che ne hab
binocura,e li è ftata cócefia l'Habitatione dairHofpitale della Mi
fericordia,à i quali cócorrono affai cleraofine per la lor fouétionc
Alla molto Reu. Religione della Santissima Madonna del Car
.Carmine, mine , yi é aneffa la Ven. Confraternità dell H^bito , ouer patien-
23, la qual gode molte Indulgcze,& Priuilegi grandi.fecondo che
lì vede nelle BoUe de Sonnmi Pontefici , la qual è molto frequenta»
ta, non folamcnte da venera bil , e deuoto popolo della Città , ma
ancora da quelli della Diocefe, con deuotione particolare d'afte»
nerfi dal mangiar carne li Mercordì . Per compire, & terminare le
cofe Ecclefiaftiche di quefta llluftre Città.diremo delle Venerabi-
li Parochie di effa breuemente , che fono al numero di ventiunZi
dico ventinua cominciando .
Prima , La Prefata Cathedraledi S. Colomba, della quale difo^
pra ff n'è parlato a pieno al fuo luoco.
Seconda, A quefta medefima Chiefa vi è vnita gran parte d'vn*-
altra Parochiache s'adimanda di S.Silueftro Papa, & Confeflbre,
con una Capella particolare.de^icata a quefto Santo, cfTendo fta-
ta guaftata la Chiefa di detta Parochia , per occafione della fabri"
Qjfjjj 5 ca del Palazzo publico, che fu dell'anno 158 j.
lanoUiiìL Terza , La Ven. Parochia di Sanc'Inaoccatia , la qual e tutte*
lar«
Di l^ajfaele iAdimdtl. 133
lare della D'tti , 6c è vn ira con il Palazzo Epifcopale, medefima- ^g^g g^^,
mente è cura dell'i fceffo Monfig. liluflrifsimo Vefcouo . In quefta 11 Sig.per-
Chiefa (ì conferuano le OOTa dì detta Santa Innocentia.chc per co- mette, che
mandamento di Diocletiano Imperatore,non volendo facrificare ' 8'"^» |>*-
airidoli dopò molti torméti,fù nell'iftefifa Citta trapafTata di col- pf^rli bea
tcllo, eflcndo di età de 17. anni, nata di nobilifs. ftirpe, ancorché tt,&cain-
molti Scrittori c'hano trattato di quefta Sata Thabbiano chiamata ui , perche
da Monte del Tauro Cartello AneflTo à Monte Colombo, come al- ^*"o <**"'
trouefìdirà, bora demolito, in quanto i quello s'appartiene al "*"*
Prencipe , fé bene vi è vna bella terra di perfone particolari lon-
tana dalla Città circa otto miglia, oue al prefente vi fono de i ter-
reni , che conferuano quefto Santo nome , cioè Campi di S. Inno-
centia : per il che fi crede da molti , che fuflfe Conrefsa , e Signora
particolare di detto luoco, è accompagnata di nobiltà, e ricchez-
ze infieme ; la cui Fefta folennemente fi celebra nella Città, e Bor-
ghi alli iCói Settembre con molto concorfo di popolo, facendo-
fi in fuo honore Procefsion Generale .
Quarta, La Parochia di S.Martino Vefcouo, è Confefìfore Ori-
ginario della Prouincia di Polonia. 6. 14.4
Qiiinta , La Parochia di S. Vitale da Rauenna Martire. 7. i. o
SeJla,la Parochia di S Maria in Corte, già vicina alle mura del
la Città, Hora lontana a(Tai,e{rendo ftata la Città ampliata da Ot
tauiano Augufto, che vi fece anco il beJlo,è fontuofo potè fopra il
Fiume Marechia,& il Borgo,che feguita dopò detto potè. 2.16 o
Settima , La Parochia di S. Maria ad Mare , nella quale vi è vn
quadretto di grandezza circa vn brazzo,con42.occhidi Chri(ial-
lo, di vn buon'occhiale , in mezzo delli quali vi è Timagine della Q"a<ìft> di
Santifs. Madre di Dio N. Sign. con il fuo Figliuolino in brazzojla ^■'^^' ^' ^'^
quale medefimaméte è coperta di Chriftallo,nelli quali occhi vi fo tipòe ^
no varie Reliquie de Sàti,có li fuoi bol€ttini,che fi legono,fe bene
al prefente folo in 15 di detti occhi fi vedono le SS. Reliquie co lì
bolettinijil qual Quadro,come p traditione antica fi sa, Vn Citta* ctra^jino
dino Venetiano,che andaua a vifitare la sàtifs.Cafa di Loreto, per veoccian^
fortuna di Mare,fi fermò in Rimino, & hauendo detto Quadro Io
fermòin detta Chiefa, per tenerlo co maggior reuercza, & ceffata
che fu la fortuna, il buon Cittadino volédofi partire andò à piglia
re il detto Quadro; ma non fu mai ordine, ne fi trouò ftrada di pò
tarlo leuare da detto luoco, che conuenne lafciarlo lì . Dipoi alli
doidel Mefe di Noucmbre,del 1560. Rouinò allefei hore di not-
te, che fu di Sabbaco, vna parte della detta Chiefa, cioè quella che
è Sii
I $4. Sito Rimine fé Libro Primo l
esula flradamaeftra, con il cairpanile, fottolecuirouinefù fé»
polto il detto Qiiadro, & cominciò a piouerecon tanto furore,
che patena uolelfe di nouo diluuiarc il mondojfLi penfìero d'alcu-
ni denoti ài quefta Gloriola Madre, che fi doueffe mettere à cer-
care detto Quadro, e vedere di rrouarlo, & cosi fi trouò & fubito
tronato cefsò la gran pioggia,il che fu euidéte fegno, che per la di
iiotione,che s'haiieua hauuto i qflo fantifs. Qiiadro diN.Signora,
la fantifs Madre di Dio, fé ce ce (Tare detto Téporale. Reftò vna gra
deuotione accrefciuta da quefio miracolo , fé ben prima vi era ài
andare in Procefsione a quella Saia Chiefa, quando con oratione
fi uoleua impetrare gratia di hauer il tépofereno, -dopò lelonghe
pioggie,&ui a faceua anco una cerimonia di cingere tutta la Cine
fa con vna céta,cheadimandauano la cenca della Madonna; Ilchc-
fi faceua con vna grò (fa corda incirata con diligenza , che pareua,
che fuiTe vn cerio, lafciadola lì attaccata , fin che da fé fteffa venina
manco. Il che fii poi leuato da Monfig. Illultnfs Gio. Hattilta Ca-
mello Vefcouo di Rimino per buon rifpetto. Q^iefla Chiefa già,
per quanto fi dice, alle volte era bagnata dell'acque del mare, taro
uicravicino,& perqueftos'accuiftòilnomedi S. Maria da Mate.
In quello luoco ui fi cóferua con gran diuotione lOito de vn br^c
ciò di S. Biagio Vefcouo, e Martire, fu nobile, & il fuo Vefcouaro
fii Infebaftia Città di Capadocia,eflrendo egli prima profenTore dì
Medicina, morfc fottoDiocletiano Imperar, l'anno 287. d Arìco-
lao Pr^f. il qual Oflbè dallafpallafin'al gombito, che fi chiama
Ci admoìifjeufcmur Brachialis iar.tìiBhjì]- Vi è vn'Altaredella Sa-
tifs. Madre di Dio N. Signora Pregnante; il qual é frequérato con
gran deuotione dalle dóne grauide della noftra Città ; ma anco di
fuori nel Borgo di San Nicolò del Porto fino all'Aufa.
Ottaua, La ParochiadiSanCathaldo, i^«<e vocdfwr , SanDo-i^
menico dell'Ordine de ìR.F. Predicatori; la qual ab antiquo era
del Rcu. Prete, con titolo de primicerio.
Nona, La Parochia di San Tomafo Apoftolo, che prima tti
Monafterio de i Reu. Monaci di S. Benedetto del Monte Cafsino,
come ferine San Gregorio nel Regiftro. 6. 14.0
Decima , La Parochia Santlorum Martyrum Cofmx, & Damianiy
i^Udi nn*iaiDatur fanÉfx Crucis f^ptufiinrit. 7. o o
Vndecima, La Parochia di Sin Georgio Antico: bora Chiefa,
& Comiento dclli Molto Reu. Padri Theatini Chierici Regolari :
Concelfa , & vnita alla Parochia di S.Innoccntia.
Duodecima, La Parochia di San Michaele Arcangelo, ch'c PrcJ
benda
beodadeirilluftrjTsimo Commendatore Contarino Venetìanoì
prenominato; alla qual Chiefa è anco Anefla la Chiefa di San Se-
baftianoConfraterniti, della quale fopra fi è parlato. Inqucfta
Chiefa vi è particolardeuotione divifitarla, ò farla vifitare ogni
giorno per un'anno intiero, per liberar vn'anima dalle pene del
Purgatorio, & altre Indulgenze antiche: & quefta fé bene non è
molto grande ha forma di Croce, come fogliono hauere per il più
tutte le Chiefe antiche .
1 3 . La Parochia di San Giorgio di Cappadocia Cauaglier fi-
delifsimo di Chri(lo,Diica,6: Capitano de Chriftiani, fui foro di
ijuefta Cictànoftra di Rimino 3.2.*
14. La Parochia di Santa Maria in Trebi, ([ìoz appeìlatur S. Fran-j
cefco delli M. fleu. Padri Conuentuali.
15. La Parochia di SS.Simone,& Giuda fratelli Apoft.IlM.Reii.
Rettore di quefta Chiefa , elTendo su la ftrada Maeftra Flaminia,
nò maca tutte le Fefte comandate di dire il Vefpro,& Cópieta pec
t5po.|) fatisfattione di tutti quelli, che efscdo impediti da qualche
negotio nò podono tardar tato d'andar ai Vefprifoléni,&c 3.7 2
16. La Parochia di S.Genefio alias S.Bartholom^iApoft. nel qual
luoco ui erano alcune pietre di marmo antiche,có l'infcrittion d'ai
cu ni Cauaglieri Teforieri,duuo Viri de Curioni, & altri Coloni] chrlftoN.
de Romanii le quali hoggi fi trouano à Sarfina Città antichifsima Sig. Parlò
lontana dalla Città noftra incirca 25. miglia,& già 25 anni incir--a i Prelati
ca , fwuono portate la su ; perche li nominati in dette pietre Ci di- ^^^'^. ^^*®
ceno edere fiati curatori di detta Sarfina, Il M.R.di qfta Chiefa fé ^^ chi mìe
beneègiouane,& nouelloaqueftacura, nódimenofeguitailrito, uol , ode
te cofiume antico de fuoi antecefibri facédo la Procefsione del Sa me . e chi
tifs. Sacramento la fua Domen. in ogni mefe, & dicédo il Vefpro [P^^* ^°'»
tutte le Fefte comandate , per la comodità de i fuoi Parochiani, & met^^*
altri,che no poflbno , ò nò vogliono andare a i Vefpri foléni delle
akre Chiefe principa!i,che tardano affai più, dado anco comodi-
tà a i fuoi Parochiani , mafsime alli deferirti nella Confraternità
del Santifs. Sacramento di poter vifitareall'horpolb la Chiefa,
per pigliare le Stationiconcefseà quelli. 2;. 9. o
17 La '^arochia di SAgnefe Romana V^erg.& Mart.Il fuo M.R.
Curato vfa molta diligéza cóforme al fuo anteceffore nell'othcia-
rc detta Chiefa di Melfe, Procefsioni del Santifs. Sacramento ogni
mcfe nella fua Domenica, & di Vefpro, & Cópieta in tutte le fc^fis
comandate, molto tempo innanzi de gli altri fciéai, con gran con-
corfo del fuo,& altro popolo. i 6, o
18 La
tss sitò Rlmkifi Libro Primi:
i8. la Parochia di S.Gio. Euangelifta, vulgo di6ti Dmì Àùgad.*
Epifcopi ConfefT. della Prouincia d'Africa Dottore di S. Chiefa.
ip. La Parochia delli Sancì Ciouannij e Paulo, Fratelli Romani
Martiri. 3« ?• »
30. La Parochia di S.Gregorio Papa pi vno de i benefici) fottO"
podi alla Religione Monadica di Monte Cafsino , quando (lana*
no alla Batia delli Santi Pietro,e Paolo,& Giuliano Mart. j. 7. t
2 1 . La Parochia di S. Maria in Agumine, ò in Acuminei' la qual
in quefla Cicti, per Chiefa Parochialc, è delle principali, sì per il
(ito di e(ra,come per il corpo della ChiefaiCome anco per l'entrata;
alla quale ancora vi è anelTa vn'altra Chiefa femplice nel Territo •
rio di Meleto, fotto il titolo di San Facondino , fé ben* in effa v i (ì
celebra la Fefta di Sanc*AgoftinOy laqual'è di buonifsima ren-
dita. 6* 14 4
£(fendofi trattato da me, con quella maggior breuiti,che ho fa-
puto> le potuto, delle cofe pie, & religiofe, tralafciando molte co*
le, che forfi ad altri non pareuanofuperflue, ho voluto auuercire
il difcreto Lettore,che non vogli taflarmi di poco pratrico,& d'ioj
prudenza,fe da me non fuffero (lati dati i gradi à ciafcuno delli fo
pradetti , fecondo che fi ricercaria, (cufando la purità deirAnimo
mio , che non è flato di degradare, ne di offendere alcuno lu*
uendo io in gran veneratione, tutti quelli luochi Reli-
giofi , & Santi , come fi deue da buon Chridiano
^reuerendoli tutti fé non quanto deb;*
boj almeno quanto io so, Oc
poffo;
che fari per fine della Prima Parte
del mio Libro, Sito Ari-
minefe .
SITO
RIMINESE
RAFFAELE ADIMARI
DA RIMINO
Dcnie fi tratta ddla fertilità , & altri particolari
notabili del Paefe , 5c Territorio fuo.
Et delC antichità della, Città ^ ^ della Nobiltà delUUud*
mini yO* ddk Donne tUuUri in fintila , lettere ,
armi.
€)V£KA NOVA, ET C VRIOSA AD OCNI^OKTE
Di pecione da ofiferuavlì , & immitarfi .
LIBRO SECONDO.
JN BRESCIA, M. DCXVL
— ^»M — ^— — W^^M^^—^W^— ^MW^^— ^i^MM— ^M^i^W^— l^iM^fc^—i — ^ I .^— — ii^i^
/ippreflo Giou. baitifìa , & Antonio Boziòli.
(^on Itcenzji de* Superiori .
b-
rr
•O
\
5^ .^ S^5- 4£ai Si ^^^ 2^ -^ S^* ^7^-^Z
^$^^ <^<)|>^ ^9^ (iiil^ (^i^i^ i^(4if^<^^
mo
mo re
birilli & R. Si & Padon mio Col
MONSIGNOR
P I E T
P AVO N I
Maftro di Camera di N. Si
"v»'
Ilkftrifs. ^ Rcu. Monfig. Patron mio Gol*
hx.
Eli comfìmemò di queilà opera ^ hi ri»
fòlut^ dt cemmurAcare coi Mondo qm^
ftà mia- f alita fra tante ctire\ e con
tanti me rijitgfliz redottn à quilme-
glior terniiTfe di ff^r fettine ^ che per
me fi e pò tuto -y - haueuà atrco^ rtfòtuta
di /4 rio [otto C ombra della Felice Memoria dei Signor
tauAglfere (che viua beato tn Cielo) FrateUo dt V offra Sìg.
\jllii>irifs. Cauaglter^Ji tanio m^r nocche olire alù^^r Rà-
tAa z to
potè dìN, Sig. ^Almo^iendore del fé eoi mRr$y ^ T^ro^
tettore dilla patrianofif^ del curtcoy difito Mdfiro diC^-
mem^come r f^o/lra Signoria Jf/lufirtffnmtdor Sua ^ettitU'
éltncy dal T^è tatoluo della Qtoce dt San Giacomo in CSpo-
fi ella 3 /té fatta degno di effir anche dalla SaTuUà dt t^Sig,
$11 uflr aio col grado i e titolo di Qapit ano dtfua GtéardìAde
tauaHì conapplaufo dt tutta là (^orte Romana} dtmofiraiio»
ni etéidentt della fide^ n^alor, èfrudenzjtfua pn gelare, con
le qnoili virtù fi rendeua fignalatc al mondo ^ Etàq-Hefìo^
mto penpero mi hat^téa anco per fitafò t antica fir tétta y che
h tenni conWB^ Mem^ del Signor Aleffandro yejm^ e^h
^adre diV.5ig*JlIuftrtjfima mio particolare Patrone yt
Compare , mentre ytffeye contutta C JUufhiffitnaljLfa Pa^
mni, ^Ma perche fi è compiaciuta la *^)uina rProuidetP'
5^ di tirarlo àjè y perdita m^^ Ito graue , (gJT amara^ pur btfo^
gnaquietarfi ai fiéon^iuino ruolert yonde non ho poputoW
defideriomio effettuare con laperfonafi*a : i?r oltre ti non/k^
fermi proporre figgetto da f^ofira Signoria Jllu^irtjfima in-
giù, Acuì maggior dtuotione io profeffa0 , ewaggtor glorta^
dellaCittàmfira fi recaffi y non hò'T/oltfto /otto altra prtr^
tettkne darla in luce , che /otto tjueUa dt TJoftr^i Signoria
^llusirt(fima, che dt /angueycyn altra Caetalliero GtHlto,e
éb meriti non pur ygualtyma quanto ilmmdowtende mag-
g^teì ^ allaquale *i^iuo io fingolarmentc diuoto firmtore:
onde io mi /odts/accio /ommamente dt quefia mia re/olu:tO'^
mie dubitando , che qutfio mio parto pofft e ffìir giudicato di
debole dt^ofitione yfer€WyCome mio figlio dt tenera età^ nel
^/yf ìouifit ofermrele te^i fmperìdliy che iì^mge-
n9it^ ordwMTw y che AÌlt minori diqttAtordeviaTìniJe di4 il
t latore , ^ allì maggior t di qmttordeci^ e mìncrt dt raentp-
cinque annijcdtail Curatore ^ come elegge neL^nfhtu-
Ui O" in tatto il Vigefio , e (podice : Iw rtfhlmodi dctrlitei
fer [^f»ratinre , t Protettore , che li du fptrtto yforT^yC fd*
uore tcn t AUitotaa Jua , Mi finccia^ ella adonque gra^
uà di gradire la dcHottone 3 con la quale io glieladon^ ,
ededicOiConqueUabenignitài che da foggiti grandi fifà^
gtiono fuolontteri mirar tal njolta le cofè ha/se , fitto dcui
nome nufiendo^ 0a libera da qutdche difetto • Ruord/mdo''
midthaster letto qml detto ctel Sauio Rè Salomone firitfa
nel fm EcclefiaRe al quarto capo^ dtcettdiii che fi iuna opera,
quateUa fifia, 'và immune dalt inuidiofi . Sf ben so Ufi^jc
di Giulio ^dt OuidiOydi Calmeioy^di Lucano , 0*delMa/ìm
dt Nerone, ^ altri i 7{ondimeno ia dalla mia Fair ia yca»
we protettrice de buoni fmi Cittadini^ che cercano homrar^
Uiin quanto pojfo [pero lode amore^famre: e nelconfderar
foperayft recchi à memoriay che io fin Mercante^ e non prò*
fe^&re di kttere i maehe perotramiei ^iercantià negotij
'vado faticando con gè la de Ila Patria per non di/gradare da
^u^llo^ e' hanno fatto gli tAntenatì miei j e come deueogni
Ìhok Cutadmoyt dafne à Vofìra SifficrU JUt^Hrìfiima oc-
cafone icome queUaychefìàin continm atttonì^pmofira tan-
to gelante^ e fautore deliaca a Patria, e dellt amici^ prenda
lume di doue ^ia piò ogni giorno conofcer pofii oue benefi-
ciarla , Vma yoftra Signoria Jllt^ifstma felice afsignan
do A mt intanto C'T/ltimolmgp fra l numero de fir ultori
ftioti
fioh mentri htémilmenttU faccio remrenzéii ^ U pre^o con--
ttmédUconfiqMti'Ka^ di freSJ^ritày ^ efsaàmaue, l)sKi^
mwo slprtmo dtAprik aóì &*
Ttì K S. jlHuprìfui^Reaenndtfii^
itttonaiffi,^:
§.miHtoft^
affai
hmmda.RimJ30,
f^
^ì&m^^'
S I T O
R I M I N E S E
Libro Secondo .
Ncor che l'obligo, the ciàfcuiìoCìttatìfne
tiene alla Patria, ricercaflTe, cheiodouefsi
longamente ,.'^ diiFafatnente fcriuere le co-
fe notabili di quefta tanto antiche, come m<5
derne : nont^imeno, perche ciò è flato fatto
da molti altri , & perche i'intétion mia nò è
di far voltime gràde,ma fopraciò.folo folto
breuità narrare alcune cofe,che mi pat erano
notabili, facédoiic vn trafcorfo , da che pof-
fi eflere fodisfatta la.Patria, & il lettore. fra l'altre cofe,che(aI mio
parere) rendonovna Città Nobile,'& Illuftre, e l'eflere governata
da vn Senato^ò vogliamo dire da vn numero deCittadini pruden-
ti, & beneuoli delle cofepubliche: e perciò mièparfoconuenien-
tcauanti che io raggioni d'altro, dire^come in quefta noftra Città
doppò che vfci dal JDominio delli iMuftrifsimi Signori Milatefti ,
& venne fotto quello dellaSanta Madre Chiefa, vi fu erecto per or
dine della Santiti di N-Sif^nore, Giulio fecondo dalla Rouere, di
felice recordatione l'anno 1505?. vn numero de Cittadini Nobili, 'Confisiio
Dottori,Mercanti,& Artigiani, atti al gouerno , che afcendono al Ecclena-
numero di cento e trenta , cioc li cento nel numero de Genril'huo- ^'coiii 13»
mini , & il refto nel numero delli Cittadini j per mezzo de i quali,
*©n quel ordine , eh? fi dirà , fiule gouernata quefta Città, (i doue-
uà
4 Sito Tmhtfe Libro Steanài^
ui olfernare fecondo la Bolla, e 1 intention di chi la fecCifi: h pt^
curò di non ammettere nel numero de Cittadini, fé non perfone
di mediocre condir ioni, ma fi é abufato tal* offeruanza : poiché in
detto numero de Cittadini fono ammefsi anco de quelli, che fona
òì Famiglie nobili,& cheli lor maggiori fono ftati nel numero dei
Nobili, & vi for» ammcfeì Dottori di Leggi»di Medicina , Caua-
glicri di Rei igieni, perfone dottate di belile lettere, te fcienzc Ma-
thematiche, perfona^qualifìcatflv & ricche, che ftanno nobilmétc»
con tei^er caualli,car)0Z2e^& feruitori; & indifferentemente li Gc-
cilhuomini,$'a|) parentano con li Gittadini,& in vna medefimafa-
migliacc ne fono deirvno, & l'akranKmero, li quali per varij ac-
cidenti, che occorrono al mondo, non hanno potuto hauer luoco
conucnientealla lor qualità , come a) fimile intraeienenel nume»
FO de nobili;& perciò forfi noafarebbe fuor di proposto, fé in que
fto numerofì ofTeruafife certi lodeuoli ordini,che (ì offcruano quafi
in tutte le cdfe , è perfone £ccldìa diche , che fono di maggiore di-
gnità, & importanza; tanto più fi doueriacfferuare in quelle di
minor gradi, .& altre cófe, cheper ancianita , ouero per grado di
dignità , oucro per virtù vannOj-afcendefTeroà gradi fuperioridi'
quello^ Ch'erano flati perii paffato ; ilchefaria di gran flimoloi
tutti non folamentedi vgualiarfi alli altri,ma anco d'auanzarli u\
virtà,& meriti:j& cosi detto numero de Nobili faria di tanto mag-
gior eccellenza, effendo paflati parte di quelli (come fi fol dire)
Terignemy^aquam approhatì, ommtXGtptionema'wrei:àlchc (irebbe
facile da farfi ,fein ogni renouationc delle Balle dell'Illufl.Magi-
ftrati fi faceflc fcelta d'alcuno,che douefie,ò poteffeafeéderx: a mag-
gior grado , leuandoli.dal numerode J trentaCittadini , ^ aggre-
garlo nel numero dei cento Gentirhuomini , il che farebbe ca^ufa
di maggior amore, & vnione tra Ioro,& fi fchifarebbe molti difor-
rilI,Sìj;irr 4ini,& emulationi, che fogliono nafcere alcuna volta . Di queflo
Cwifoli. numerocento etrenta , fé ne fi fedeci.balle da eftracrfi per forre,
ogni due mefi , adimandandoli l'Illufl. Signori Confoli , il nome
conferuauano per eflere flato la Città noflra Colonia de' Romani
(come fi e detto.aItroue)cò i Priuilcggi.che godeuano riftefsi Cit-
tadini i Dall'iftcffo numero déllicentoe trenta, fé ne fa balle do-
deci da efìraerfi ogni due mcfi,come di fopra,peril Coiifeglio adi-
mandato piccolo, altramente dcHi duodeci , doue fi propongono
jnfieme coirillufl. Signori Confoli , tutte le cofc datrattarfi nel
Confcglio maggiore, conuenendopaflfarelepropofte da farfi nel
Confcgliomaggioreiper Hdue cerai, di quello piccolo,come anco
ficf.
1>Ì ^afaele tAdimAfì, ' f^
fi o'Tcruahe; masrgiorc delle due tersiper efiere approbatì le prò*
pofte I-arre . De! medefìmo numero dcÙi cento e trenta , fi fanno
Balie fedec! ca eftr3h.reogr»'aKne,vna per rilluft.Magiftrato del-
la Fiera, che fi fa, cominciando la primail dì della Vigilia del
Gloriofo Sant'Antonio da Padona Prorettore, la qual fi dimandi
la Fiera delle Pelle, done ci concorrono Mercanti da ogniluoco,
benché lontano, fi fi gran negotio , doue corrono gran quantità
di denari in f.miì robbe; L'akra quafi continuando GonrifteflTi
comincia la Vigilia della Fefta di San Giuliano Martire, & Protet
rore di quefta Città^ch'è noue giorni dopò la prima , & quella fe-
conda foleua durare per tutto il Mele feguente di Luglio; ma hora
per varii accidentijmafsimedi careftie, che fono ftati gli anni paf-
fati n'i caufato, che tutte le Fiere G sono trafportate innar^ri aflai,
éi. cosi la noftra ancora non fi là più di Luglio, come prima , ma
di Settembre, 6c Ottobre.- & durante le franchitie di quefte Fiere ai
iodetto MagifiratOjCon il fuo Eccellente Signor-Giudice tocca de-
cidere, & terminare tutte le caufesi ciuilj, come criminali.chefuc-
cedor.o cri Mercanti, & altri in detto luoco, doue fi fa la fiera con
authorità rfque adfangu'mem inchftucyiccòdo il fl:ile,che fi tiene an-
co aer il più in tutte l'altre Fiere grofle . l'ifteffa a uthoriti foleua
anco luuere il Signor Capitano del Porto, con li Foraflieri,checa
pitauano iì. il luoco della Fiera, è dalla Chiefa di San Giuliano d'
1-0 alla Poiio-di^an Pietro, cioè tutto il Borgo, slongandofi anco
dentro la Città fin' alla Madonna del Giglio, cheè di molta vtili-
là tanto per i Cittadini, come alli Foraftieri; Vn buon numero di
Mercanti foraftieri mofsi dalla bona commoditàdel viuere, & ne-
gotiare,& conuerfare,& far efìto dei'e lor mcrcantie in quefia Cic
tà hanno dacto memoriale fotto !i fedeci di Ottobre del prefente
anno lóij al Molto lllufire Magifirato,& Confeglio della Città
cflbrtandoli , & fnpplicandoli à clegnarfi di procurare vna nuoua
franchitia per una noua Fiera da farfi di Primavera , cioè dì Qiu-
dragefima, efìendo,che al'Hiora non ci è altra Fiera in Itaiia,che ia'Fl^ra* a-
poffa.din:urb^re,offercdofi loro à venire,& fonuo in numero ài cin "*-
quanra Mercaiui, però compren alcuni della noiìra Citta : il che
iuccedendo , come fi fpera , farebbe di grand'honore congionto
con molto vrikailaCJttà,&àicirconuicini.
Vi fono poi rrtìh ! airri ordini, & offici; in detto r;Umero,che fa-
ria troppo longo a raccontarli .
Vi è ancora un numero, che per lordinsrio ffeuecff^re folo di
trecento Cittadini icieki , & perciò fi uhian^a il numérodelli .re -
£ b ceat^
f «
sito Rlmi?2efe Levo Seconda
centijli quali godonoalcuni Priiiilegi & prerogati uè, &^i già fo-
leuanobaueremolcioblighi; horafonoftati fgrauati d: vna gran
parte X che fono n:ati adofTati alle militie deHe Cernite di quefto
Territorio) & il detto numero è accrefciuto ; & perche io fon (ìcu-
rojcheàmoltifaròcofa^rata, fé innanzi, chefipafsi più oltre, io
ponecò qui il numero,è riomi , tL cognomi delli Citradim defcnt-
ti itiqaeila prima Congregacione , che tu fatta per ordir#e del fu-
detto Sommo Pontefice Giulio fecondo, il quai Decr^co m quefld
modo fona.videlicet .
ItemiQmdindi^aCmtateMinyni^it Cor.ftUtim 'Houum tccUftafiU
cum , VUra aliud generale , in quo xnterueniat de genere T^obUium , Do
HoYum., Mercatorum, almumque Chtìumi nec non ^rtificum ad Kegimen
Idomorum , qmd non exccdat 'ììumerum pcrfonarumCenttmìi dr trìgìn-
ta ., erigen. de quo extrahantur per Breue ConfuUs d}(i<z C'mitaùs , & etm
Confilium duodecìm \ & qmd non fo[}it ìpfnm Confiiium connocarì, fut^^
coTìgregarìi fine Ifccntìa , & interuenttt Reufrtndtfs.D. Gubcvnaicrh ^ri*
tnitii , §m prò S. R. E prò tempore fmt,, cut eius ^iuaitcrii ad hoc ; ì?f uh
reucrentidm fii£ prafentUtolhtur ornhis caufaturrtu'im , & fcandaei.,
qmd in hiùnf modi Con fìlli i fppc numro folct oriri > & fi e fub I^.Mci iìd'
tu S. i^. E. Vopulus ^rimineu. In pace j &vnwne conjcruetur : &
•pìuat-: & iUtid , qnod fuerìt per bujjulam , & balottas obtentum in ditìo
Confuto per maiorem partem, dicatur legitimiobtfr.thm: uatarAi^vL^^
qucd inConfdio ad minus futiìnt .paftnteidua parties totius ConftLij nun
mitìHS t&quì.&e»
Con-
^i Raffaele t/^dimarL sf
Cbnfilìum GXXX. Homiuum Ciuitati5 Arim:
ni, nomina Confiliar, per nosdeCìoi uni-
fu nt in frafcripca.
r D. lo.Antòniusqs.Gafpàris
Fagniàni,
» Jacob, q.Gregorij de Exentis.
3 Tingulusq.M-ith^i Tynguli.
4 D. Michael de Larapergijs,
5 Antonius'Panli'Dini.
a Gabriel Peregrini deLeUolis.
7 Gileorus Pecri Bentij.
g^ R aphael Mag, Nico iai di Di
nCici,
9 t). lòcobus Tomafii Ridar-
delli.
10 MarHlius MalatefttE MarfiJiJ.
1 1 lOwVntonij de Sacramoris .
12 Vgiicionus Lancillotti de
MartìneHis.
15 MaxiusGoljc Colioner»^
14 S, Nicolans s.Marrij de Tab:
15 ''.Marheus S.Thoraei de Fra
cefchoiìjs.
fóCcUi Garoli de Batraglis.
17 S girmundijs Pétri de Gena-
ri js.
iS M' luiianus Gentilis de Ar-
riuìphis Phyficus.
rp Francifcus Tecentij de Te-»
rentijs ,
lo D. Rubertus de Surfanis.
2 1 S Pw'rrur^D.^ygelide Pajcijs.
2^1 io Francif. A.idreaj Math^i
Oiphi .
»3 Detralcuis Georgi}- de Diot*
caleuis'.
mDvMarifiUs Laucenti).
25 Ludouicus Antoni de Ago*
renisi
25 Lazarinus Petri Lazarihi;
27 Hondideus S. Videi.
2S S Io. PofthumusS.Ianninil
2pIo Benedici de TingòHs.
30 Gafpar Fràcifci de Mazoli^^r
3 1 Syrnon D.Angelisde Paxijs.
3 2 Io Andrene de BéntijS.
33 Francifcus D. lo.Antonij.
34lacc)bus Mi e£:ì:olide Catta,'
neisPhv'fici.
35 Gafpar Petri de Blanchellis;
3<? Raynerius Pàuli Mi Neri].
37 D. Gregorius de Bernerijs .
38 BentiusConftantini Rentf;,'
3^ Budoiiicus Frane, de LonEa»^
no.
40 Io. Ainbronus Petri de latn*
pergijs.
41 Budouicus Antònif de Guai
dis.
42 Ludònicus Mathei Eelmótis;
43 H!ei:on}mìus D. Kuymunds-
Alberici .
44 Ant. Io. Fracifci Depbfìcarij.
45 Matiigus loan. de Simolis -
4^ Hannibal D^Lautécij* de Tfi-
rcntiìs.
47 Rubertus S. Phylìppi l
48Barthol.Thomafij de Ago-
lantibus.
49 1> Andreas D.Io.de Spanai-
dis.
Bb a ;oG*i-
2S
Sita RìmÌne/& ttbm Stcmda^
%o Gabriel Io. de Tcrcntijs .
5 1 Hieronyinus Io. Fracifci De»
pofìrari).
5 2 M. Francifcus Gabricllis Hi-
fpanosPhyfìcus.
5-5 Si Maxius v^afparis Gesxer-
chis.
5 4 S. Malatefla, Pctri Bambi de
Rigatijs .
5 5 Alexander Lodouici de Ho-
nibonis.
5.6 Hercules D* Io. Spaualdi.
^7 Andreas. 1>. lo. de Rizardcl-
lis.
58 Petrus Benedici deTingu-
lis.
5pRinaldus Lamberti de Ri-
zardelijs.
6ó Andreas Caroli.
6 I Andreas Georgij Nini .
«52 S SyluinsGaleatij.
^jPanduIphusMathei de Be!-
montis.
^^KieronymusGafparisdc Ga
Hanis.
^'y Brancfialeonis Antoni;»
^6 Hierony mus Io. de Clemen-
ti nis.
d^T-Co.Gaido'^'ederici de Ban-
dis .
éS jD.Carolus de Mafchiis.
é(^ Petrus V'guhni e* Tdel-
llSv
70 M. Io. AVitrnius S. Philippi
de Ramberijs Phyficus ,
71 Carclus Hila*iJ5 de Hòftibo-
nis .
^zRobercus Galcati; M. Sera-
phifli.
7i t'FP^s Antoni). Bonamici.
74 M» EodoTiiaisPaodulphi d«
Vrfijs.
75 Garol US- Petti Gendiis-de Af
nolcìhis .
75 Georgia s Petri de Beiitijs .
77 S. Io. Antoni US ». S. Barche le
de Sa-udis -
78 Io. Marhei Bruni.
7^ S. Bardi. Gafparis de Fagnia:
ni*.
8c Matb«^us Georgii Nini.
81 Antoni US Io. OiThoma?.
82 Bartholom^us Francifa d^-
Rambofinis.
8.3. luliuti Peni AnM>nii de Aqui
lantibuf ,
84 Nicolaiis de Admariis ,
85 Euangelifta M. AngcluSi
8"6 Galeotus H^ronymi de Ba^
lachis.
87 Beritardin. Anso ni) de Guai-
dis .
88 Colanconius Martii de Bar-
tat^lis.
gpHàanibal Pàndulphide Vr-'
90 S: Eildafar Philippi.
9 :^ Marcus Antonius Aftulphi-
de Monaldis .
532 ZuFardinus Anronii zufar-»
dini.
9S GaieOtus Paioli de Capici'-
bus Lupi .
94 Rubcrtus s L?Hirentij Gani-
boti .
P> Petrus Rollerei de Bentiao-
lis.
p6 Frandfc'us Strleonis de Fai-'
tapis.
P7 Io. Gafparis Rinaldupj ..
*^SLa-
Tfi ^ajfdde i/idman ,
i i
^^ ta^antìus s. Io. Anronii.
yp Thomas Volani Mi Ambro
loo Ventura Galeotti de Mei»
dtìla .
veri M. Symon Berti de quinq;.
demibus.
io: A ndrèaii A^i D- A rrnaro !i.
lojM. Ancoiiius. Kt ' filici fci
Apla»féf]ic.
iro^. M. Gichinus. Kt. A'fdtónge'
gelidcCaiigii'fjj.
ros MVThomeus MI Arcangeli
de Carolica Ciìli|t»arius.
1 16 M. Lactantius)M- Ambioiìf
Pctri .
I i 7 M. Bernardiflus . M. P-ótci-
Magnaniis,
1 iS BetnaFdioasPecri alias Dra
I ipM- Malatéila M. Dominici
lio M. V-encnra M. Mathei A*
romatarius .
12 ì M. lacobus . M. Pominki
AplaoellÌ3'.
122 Mv Hicronym»s Symoni$-
Aurifcic -
i-c^' M* Io. W i>a«ci/ci GaJ/o- 123 M. Thomeus M. Blafij Cal-
larius. 2o!2rin.s .
.TO'? Ktarcl^us MiRuberri Pabri. x34M.M"afius Mathel Pilipa—
LoS M. lo, M. Mathel Fiòtor.
>oy M. Beraardinus^ Zacliarus
Aroma tarins,
1 1 e M. V iccntiijs M. lo.AiTeliSi
1-11 M. Gregorius M; Chrir^O-
f>bor!Magiìianu5.
i-iz M.Ancor.ms Hieronymi de
SoHano Aromatarixis.
113 Gafparfacobi Boci.
>i4 M. Ludouicus. s. AntOHÌi
Agalle Tinror.
M5 M.S} rtK>n Mi Anconii Cal-
zolari) .
ri US .
125 IC L^onardusTurini Aurii^-
tex .
126 Marinus Màthéide FrixG<«
nibns»
1 2 7 Petrus Pauliys Hieronynù
Augarelli Aurifex .
X18 M« Angelus' Luce Caliga—
rais.
i257M.'ìtephanu5 louobeni A<i-
gello Ti n cor.
130 M. Francifcus- Roberti de
Róconis ATo:natarius
Antonius Archiepifcopus Sypont. Commiirari
ApoftolicQ5 Manu propri
it*-»
tirili Signori Venetianii & queflo è,che li qiiatiro di Dece in! > re, jt.j'i'^ ^oa
aoè li giotno di S.Baibata, quelli gioueni, che vo^^'iono acqui ftar d^-'w.
1 ^ sita Rimine/e Libro Secondo
facoltà di poter* andare al Confeglio vanno d'innanzi alli Signori
Auogadri di commiine, & quelli moftrano, e hanno finirò li venti
anni della IorGittà,& che fono legitimi figliuoli di colui, dai qui»
le dicono efiere nati, laqualcofa procede nel modo derto, & Ts
tiene dall'Uiuftrifsimo Magiftrato piiblica memoria di querta ma"
nifeftatione dell' Età , & dell'eiTere legiiiini figliuoli d\ Padri loto,
& ciafcuno giouene, il Signore Secrerario deJli Sig. Auogadri né
piglia vna cedula fugillada da tutti tre li Sign. Auogidri , la qnal
poi fi porta al Sig SecretariodellaQuarantia Criminale» il qual
inpolize fcriueli nomi decoloro, che gli hanno porcate le dette
cedole,il giorno poi diS.Barbara con le fopradette polire, né van-
S Bi ba a "^ innanzi al Serenifs. Prcncipe, & Illuftrirsimi C'onfegliisri del \^-
' Quarantia,& alla prefenza lorO;iucte le dette polize fi meo-ono itv
vna vrnajdondes'efiraenoperlorteiertrcìenooancoda vn'alura ve
na per forte balle dorai:e,&argentatc,& i nomi di quelli, che ve«-r
gonocon le balle dorate s'intende colui haueracquifiato auttori*
tà d\ poter' andare al Confeglio. d ballottare . Onde ne iVgne che
Il cii»r de' effendo i gicueni in Confeglio fianno mefcolati con i vecchi dalla
jujr,€ do- YittkvMZ de i quali fono cofiretti federe con pÌLVgrauità,& mode^
tia.eilcor ftia,cheforfi nò farebbonofefoffero fepan\ti da loro,dandoli buó^
«"cpazzi'jè eflempio, che più gli gioaa; clie le motre lertioni . Si che forfi noii-
«iou'èallc farebbe malealcuno, fé dal rofiro lllnfire Cófct^lio fufie imitato^
grezza . j,^ quefta,in patte quello della Illufinfs. Rcpublica Venetiana go
^* uernatafi fcinpre tanto prudcntementc,& mantenutafi tanto K^go-
tempo, & dalla quale ne fono riufciti tanti Eccellcntifs. Oratorf,.
cioc , che quelli gioueni della nofira Ciìtà , che deuono fuccedere
ai lorPadrijò Fratelli,quando fono dieta poteffcro andare in Co-
(eglio p^r imparare,& aiTuefarfi al gouerno delle coie pubiiche,&
in particolare nel Venga re; perciò fuifero obligati di leggere 3Ù l'a-
rei>go tatti i Memoriali. & lerrete. che occorrono, che così fi vene-'
ria afruefarfi,& reufc^nsno puoi bonifiimi Oratori, accioche poi-
meglio fapefiero , come fi deiiono portare ne i loii Magiitrari , co--
merinfegna S.Agoft. in (ìmil cafo , dicendo : Taiet na in [cola Chrì-
iìi tffe dehentkv.PcT certo credo, che nelluno negarà, che ciò non pò
tcfìeefferedi gran giouamento,& vtilità alle cofc publiche, & ho-
nore à tuttala Cura, cerne anco fi legge cflere intrattenuto iu Ro-
Papiriopre ma, quando il Psdre di Papirio pretcflaro conduifc feco il i'uo fi—
texiaio in gliuolo giouenerto nel Senato, il qcai maftrò tanta prudenza nel
Senato . tacere le cofe trattare nel Senato llomano,che né per iufinghe ne-
idldalia cara Mùdte,ne per miaaccie riueiò:ma vkimamente sfor
zaco
zato cfaltimofe Jelle battiture tacque la veriti,& con una nuou«,
feridicolofa fauola quietò l'animo della Madre, & néfeguìpoi
quel che dicono l'Hiftorici.
Non tacerò anco , clie in detta Republica à\ Venetia non è (la-
to reputato inconueniente, & vitiofo donare alla Republica cerca
quantità de danari, ouer predarli gran quantità di ducati da i Pa-
dri Senatori per introdurrei loro figliuoli gioueni nel Confeglio
grande, il che è da prefumere cflepe molto vtile, & honoreuole} &
perche fi come in uaa perfona vecchia, è lodeuole , l'hauere il cor-
po fano,6i robufto.così in un giouene è lodata grandeméte la pru ^
denza , la quale però da lor non s'acquifta facilmente , fé efsi non /*^, ^^^*
conuerfano , & hanno negotii con i uecchi, come refperieaza mo- ^ cu vita
ftra , ilche farla caufa anco , che ftariano con maggior grauiti , fi inn^eè/ei».
guardariano di non efifer vifti da gli altri Confeglieri ad attendere '*''"'*' "'•'
ad Amori,& altre cofe vane non cóuenienti a perfona, che habbia ^' *''^* „
dagoucrnare gli altri, il che farebbe caufa di fuggir raoinfcando- cefar^hat
li, chefogliono fuccedere tri gioueni per tal caufa . Che diremo uendo vìi
delVabufo , che hoggi s'introduce nel noftro Confeglio : poiché li -^uo nipote
vecchi con fcufa di non poter feruire il Confeglio renunciano i luo f^"ciul!o ,
chi a i fi.gliuoli gioueni, non però da lor mai ammaeftrati in Cimili J^^^^' ^'^^
regotij: il che quanto fi pofia lodare,lo lafcio dire a Romolo Fon dinó che^r!
dator di Roma, che eleffe un numero de vecchi a quefto effetto, & parafìTea di
lo.domandòSenato,che non vuol dir alcro/e nò adunanza de vec- P'f^g^''c f
chi:ilche poiè flato medefimamenteapprobato, & immitato da ^"Sgifl'o-
tutte le Città,& Repnbiiche; anzi Ci vede per efperienza naturale, ^' A^uns».
chegli occhi df l camello & quelli del fipuzzo rifcaldano,nutrifco. za de vesl
«Qs e mantengono i lor figliuoli : il fimile intrauienea gli Kuomi. «ni«
nijche alla prefenza de i Padri li Figliuoli f\ mantengono liberi da
vitij,& altri diffctti : sì che di qui fi vede.quanto faria bene Tintro-
diittione da me difopra racontaca, fenza però hauerui interefib dì
alcuna forte ; fé bene qualche bel fpirico potrebbe dire quel detto
commiine.che dice: excuf^tio non petita efì accufatio manifeiìa . £t io
dinouoreplicOjCheilSauiodice, f^bìConftlìumibifalu<y perciò do-
ueriano eiTere tali fucceiVori del fuo tempo maturo incorporati, de
annouerati nel Conforcio de i Signori Configlieri .
Si fol dsreaili nouamenteintrati m Confeglio vn giuramento
di ci^ere 1 cdele alla Santa Sede Apofiol4£a,& di tener fecreto le co Confeglie
fe,chc fi trattano in detto Confeglio : Di nuouo fi dà ilmedefimo ^' "^"elh.
giur:: niente nella Chiefa Cathedrale, ò alrra C('ru-n populo i quel-
iuh'tiiiiar.o nel Magidrato: la qual cofa è molto lodeuQle,& bno
na,
I y Suo V(tmimje Ltlro Sicond^
na jina però difl^'ettiua , poiché Hdoueriaeffcreaggiuntoa-queft-vi
giui'amento Vofleruanza de fnoftri Statuti , Priuilegi, Ordini', A:
parte deU'Illuftre Coni"f glio approbate altre uoitc da lui» come so
fc neceffark i\r rratenisrcto de un publico,cheflrìOite cofe fi fanno,
che forfi rcn fi Fariano,ò almeno da tutti. Del fudetto numero dei
iioftro Confeglio, fono eletti officiali, che vanno a gouernare, Oc a
miniilrare^uilitia alleCaflella, che fono fuditteaila Città di Ri-
mino, le quali fono in numero circa ventiuno, lequali Caftellafj
no dottate di buoni Territcri,coniorme alli lor (iti abbondanti di
grani, vini, & olìiv6«r altri diuerfi frutti, cornee raanifeftoa quelli
c'hannopratticainquePie nofh-e parti. Non ne rincrefceia anco
alla sfugita andarle raccontando. Et darò principio vicino al m^-
fa^Irci. j.^ g^ diròdeUaCatclicajContfadaJaqual vltimamenteéftatare-
dotta in officio fepara:o dall'altri , che fu del i-^oj.laqna'eperef
fere vn luoco di patio, alle froniiered altri Prencipijfe'hent mpia
no, rondiriieno fcpra una colmerà alquanto eleuat3,h2 i:.*, beilif-
fimonto, & buon'aria vicino al Mare, sìchemeritar£bbe,{heh
fuccedenfe quel lo, che accade ad Alefian ilcia della Paglia ^ ma non
-per quella "occaficne, che fu di guerra , che fiì cdifìcara.dalle Citta
cófcdera?:e,& chiairata dal ne .re celFórefice AlcfTandro terzo,(f^
da tinte le Città fcdette le fiìtno madati proportionataméte quia
decimi !la-Kuomini ad habitarla, diuifi i Campi per ciafcano prò
;poriionaramente, come fi legge nell'Hiftorie-e queftadico per l'e-
.fperitn2a,c'ho hauuto particolarmente l'anno r5o$>. La vigilanza,
,éi. prudenza della B. M del Noftro Paftor Monfìg.lUuftrifs. Giou.
Lactifta Cartello Bologncfe, fece fare vn buon'Hofpitale in quefto
luoco della Catolica»dando!i l'intrate de moltialtri Hofpitali,che
erano in diucrfiCadeili del noftro Territorio fuori di Hrada mac-
firajdoue forfl non s'applicauano quelle lucrate -i tal fcruirio,co.
.nìCcradoucre(e méte de Teftatori.) Et perciò gode una buona in-
tra ta, j? potere fouuen ire ipoueri pa(raggieri,con l'officio dell'Ho
fpiralità , per la gran quantità de poueti, che paUano per quef^o
iuoco : il che è fotto la cura de Gentii'huomini delia nolìra Cit-
tà I.a mcdefima vigiliza,e follecicudine doueria efìeredel ncflro
llhiftXóffglio.chequefto bel luoco della Catolica fi fortìncarc,
A: ampliaficcon fabi-icl;e,& habitationi come fu già mente de'irt
Ì»:'.}ri{i5. Cardinale Guido lerrerio V'er-ceili Legato in Ronr.agra,
<1 uà !c diede. gran principio eó foiTe,e porre a àtiii imprefa .^ ha
mrfbbefeguiro, fé non era richiamato, il che li ruccecieria fv..cil -
•tticnte fcjlno/iroilIuflre.PublicoxoirpcrajVe fucile jerre, che J:
colìiuano
^i l{affaele tAditmrK
ir
ica
o
tòltiùàho dentro il Recinto di detto Borgo uendendolc poi quel
laparte a ciafcuao, chepote(re,& uolelfero per fabricare , &
far cafe in detto liioco , come al prefentefìtrouano alcuni, che
cercano , &defideranodi farqucfto, ma non lo poffono adempir
per nò poter hauer quel (ito della fabrica,che peri fuoi denari pof
fano leuare; Siche pernecefsita fono sforzati fabricaredeHecafc
quelli, che vogliono habitare in queftolu'oco fuori deibaftioni,
vicino al mare, con gran pericolo d'effcre danneggiati da Turchi,
& da altri corfari , il che non fi doueria permettere per ragion di
fortifìcationeparticolare,& bellezza, & altri interefsi, edendo co-
sì fotto,& vicino alla Rocca di detto luoco, gli anni paffati , doue
io fon ftato in officio , elfendomi affaticato per beneficio di detto
I uoco di nobilitarlo con farli erigere vna vniuerfità , ò Confeglio,
conforme tutti gli altri offici] del noftro publico, fé ben poi nò hi
hauuco effetto, ne fu conofciuto quefto per beneficio: Et con farli
f^re un buon horologio machinale per commodità loro,& di paf-
faggieri, 6rmolt'altri.
Querto luoco a chiamaua anticamente Corpo di Rimino pofto
in Valhruna, pigliò poi il nome di Catolica; perche e{fendo ve* > ^^^^^'^J
nuti all'arme vna parte delli Catolici della noftra Città, con gli dJ y Rru
Hcretici Patareni , & hauendo hauuto il peggio da detti Heietici mi /
li Catolicj fi rinrorno in quefto luoco,& fi fecero forti lì,& questo
li diede il fontuofifsimo nome de Catolica , nò reftarò di dire vna
cofa degna & notabile,ch'è vicino a detta Catolica, ma nel mare,
cioè dentro del mare , lontano da terra doi cento pafTa , doue vi à
fcnopre ?-! tempo della bonazza,& calma del Mare, la cima d'vna
Torre quadra di tre pafia mcirca per ogni bada , che Ci vede fopra
Tacque al tempo della lecca, al l'altezza di mezzo brazzo & quefta
dicono eiìere delli Edifici) della Cilfà di Concafommerfa dal Mi- Editai de
re , forfi fecondo l'opinione de moki , che per tradicions dicono , ^* ^^"^ f*'
che da vn Re fo(fe ratto tagliare vn monte vicino al Mar nero, do* |^^"" dàì
ùe è polto Ccftantinopoli, che ui é vn Canale di longhezza di de- mare .
cio:ro miglia &, di larghezza cinque in fei; & per il mefe d'Aprile,
& di Maggio , il pefce fa il fuo pafiaggio in grandifsimaquantità p-fci d -
dall'Arcepelago al Mar nero: Et il Mefe di Settembre,& Ottobre, g^ni pane'
paffa dal Mar nero nell'Arcipelago, pigliandofigrandifsima qua- cosi folca
liti d'ogni forte di pefce. Cofa,cheapnntoauuìeneinqueftepar-^'^^'"^ ^^.
ti, & particolarmente il Mefed Ottobrc.quando la Luna,epiùlóo£uuo'*Ìè
tana dal nofiro Emifpero, l'anguille delle valle diComachio, edi prima-
Fiumi aiutate da fortunij,6c impetuofi venti fanno pafl'aggiodaKutra.
Ce le
/ S sito IRlmìmfi Libro Secondo
le valle per andar ncll'Mar* Adriatico in copia grandlfsimi \ con
gran guadagno ed quelli , che comprano le dette valli dalla Rcue-
rendifsima Camera Apoftolica . Per il cui taglio poi fi ca ufafTe ,
che il Mare innondale quefta parte d*Italia,& reftade Mare; oue-
ro l'opinione d'alcuni,che fuffe tagliata la terra p opera manuale,
fc PHnlo! O"cr<>ffcódo alcuni altri p gran forza de i Terremotii imperoche.
Fiatone . come dice Strabene, & Plinio, occorfero anticamente affai fimili
cafi per Terremoti , tri quali Plinio dice in particolare le medefi-
me parole al lib.i. Gap. f 2. Se crederemo i Platone,dou'è il Mare
Atlantico,fù terra fco per ta. Vna parte d'Acaroania è ricoperta
dal Golfo detto Ambracio, & parte d' Achaia dal Golfo di Corin-
tho . Et fimilmente dou'c il Mare Ponto. & Proponto, & lo HcU
lefponto, & Bosfro fu già Terra ; il qual Plinio poi volendo cu-
ricfamente veder cofa iimil, & più, che non doueua, & inueftiga -
re rettilmente, fu fuffocato con Saletto baffo da vn'incendio,come
Petrarca narra in particolar il Petrarca nel Trionfo della Fama. Gap. 5.
quando dice
Plinio , e- Mentre io miraua j fubiro hebbi fcorto
Cópag.fuf Quel Plinio Veronefe fuo vicino,
to'^fi'rt^óte ^ fcriuer molto , à morir poco accorto \
di Sòma. Che effendo aperte le foci , per le quali eflala il fuoco in quei luo-^
chi cauernofi per li molti fuochi fulfurei, che lì sì abbruggiano ,
confumando la tcrra,doue n'efcano le pietre infuogate , chiamate
Pommefe, con l'acque piouane congregate lì volte, e moffa la ter-
ra appre{roilmare,mapoinontrouandoluocodi poter vfcir l'ar-
dente fiamme, te gl'impetuofi venti; & così combattendo al fine
facendoviolenzafpaccaflero la terra, è fi diuidefle la Cicilia da
MarTirrhe terraferma, che era vnita conia Calabria, & il Mar Tirrheno, in-
*** • trando per il canal.che pafla fri quei due promontorij l'acque ma
rine , che hora fi chiama il Farro di Mefsina innondafTe con le fue
Mefllna 2cque, & faceffe quefto Mare chiamato Adriatico , da Nobilifsi
jitna a'qum ^^ Città,é principale,che reftò fommerfa fotto dette acque del ma
M»TtAtriM re ; Doucmo però ben credere , che in qualche parte douc hora è
tt(»m^<j»tod detto Mare.ui fcfle qualche gran lago, ò ftagno , chericeuefle I ac-
nuntAdrta ^^^g ^jj qucfti Fiumi. Et non folamente qui vicino alla fodetta Ca-
*' "poilbio ^^olica , fi fcoprano Edifici] fotto l'acque del Mare, ma ancora in
nel. 4. 1)b. molti altri luochi come mofira la carta della nauigaticne,& affer-
Sirabone , mano quelli c'hanno pratica di quefto Golfo Adriatico, il checó-
&;aliri . ferma tanto più l'opinione vulgata, che quefto Mare nouamenre
fulle fatto in vno delli fodetti modi , ancor che non fi trouino Au-
thoii
" ' 7)i Rafaele Mimirì ^ 1 9
thcrhclie certamente raffermano . Né vi fi vede altre Torre.nè al-
tri Edifici)*, come par che voglion alcuni Authoii j Se però non di-
cefsimoriiìeIlo,che dicono li fommozatori , che nuotando vanno
fotte acquajdalla Relation de i quali fé ha , che ui Ci vede piarte di
vn nobilifsimo, e bel PaIazzo,con parte di marmo, ferrate di ferro p^i^jj^ j^
flatue grandi,& altri fimili ornamenti, li quali al prefente no ere- 1^ ^ittà di
do,che fi poteflero vedere più, per eflere monita affai quella fpiag' conca .
già , non effendoui più d'vn remo d'acqua , per quanto ho vifto, è
potuto cógietturare con i miei propri) occhi , che fu il Venerdì Sa
toallis?. d'Aprile i5io.cheeffendo anco deputato daMonfignor ivitn^Tgi.
lllurtrifs. Gio. Antonio Mafsimi nobil Romano Gouernatorc del Gio. Anc-
ia Città noftra di Rimino,alla cura della Guardia della Catolica, Maffinu.
per l'occafione de banditi da Fabriano, sì per guardar quel luoco,
come anco non veneffero particolarmente lì per imbarcar/i , cflb
Monfignor Gouernatore fene venneall'improuifoilfodettogior
no del Venerdì Santo in carozza col Signor Lorenzo fuo fratello,
ti altri Gentiihuomini della noftra Città, che fu il Sign. Giacomo
Gallo Colonello delle Militie della Marca, Il Signor Mucio Dio-
taleuì Capitano de gli Archibugieri à cauallo, &irSignor Alef-
fandro Tinguli,al detto luoco della Catolica, |> vedere,come fi tro
uaua quella Guardia: la qual doppo hauerla vifitata,&trouatoa{
fai ben all'ordine , fpedendomi a Gradara luoco del Serenifsimo
Signor Duca d'Vtbino al Signor Paolo Emilio Capitano delle mi
liciedi Pcfaro, ch'era lìpertalnegotio, ritornato rimbafciata,re*-
creatoci col cibo tutti infieme , fé ne andafsimo al Mare à far pe-
fcare vna tratta per diporro di effo Monfignor lUuftrisfimo: il che
trouandoci fopra la barca di quel Patrone in Marc , io propofe i
SS liluf^rifima d'andare a vedere la fodetta Torre, come andafsi-
mo, fé ben'eraairhora la cima di detta Torre fotte l'acqua quafi
mezzo brazza, però fi concfceua benifsimo per effere bonazza, &
l'acque chiare fopra.la qual itct fmótare vno di quelli Pefcatori p
cercare oftregbe qual ne trouò alcune,rompédoanco vn quadrel- i'oftrcghe
lo dì detra Torre, intorno alquale ve n'erano ducattaccate, & co ^°" • ^°"r
certe herbcttc marttt'^alle quali vi erano ancora alcuni calcinalet- ^ci r.
ti, con alcune altre cófuccie marine degne da eflcr vedute , le qual
oftrcghe daeffo Monfignor Illuftrifsimo furono mangiate lì con
molto mio gufto. Et al rempo della fecca del mare , come di fopra
la cima di detta Torre fi fcuopre affai lontano per l'acque del,ma-
re.che ui danno dentro, che molte perfonc la vedano fopra l'acque
àbenche fiano lontani . " .. -^ ^.
Ce 2 In
1«
sitò Kìmìmji Libro Secondo
^cc% t pe- I" quefla ifleffa Macina , come dìfopra vi é flato mégliof per il
fci che al tempo paHato vnafpiaggia bonifsima,che da commodirà alli Pe«
iTddo fon fcatori di pigliarebuonf , & grofsi ccuali, meglic , & altri pefci di
^^ ?''* h* ^"°"^ ' ^ efquifita qualità : Mafsime percfTcre luoco puoco tra-
qoì"da più u3g'J2ito dalle ccmpeftc MaritimCj come golfo guardato dal moa-'
Jonginqui te di Pefaro .
Man . Nel fodetto Borgo della Catolica, vi e una Rochetta, ò Voglia-
mo dire vna buona gra Torre molto forte di grofle muraglie prin-
Rocca del cipiata dairilluftrifsimi Signori Malatefti l'anno 1 490. per quan-
ta Caioli - fQ 1^^ yi^Q yj, libretto de i conti, che teneuano della fpefa di detta
^** fabrica , doue fi vede, che vi concorreuano tutte le Caftella della
Città di Rimino, di quel tempo a condurli la materia neceffaria
per detta fabrica , il qual libro mi fu moftrato dal M.R.S.D.Gia-
D. Già. An ^q^q Antonio Pedrone Canonico di Rimino, perfona molto gen
dronc . ' ^^'^>^ ^^^ ^ diletta affai non folo di cofe antiche , ma anco di mo-
derne, il qual' è molto copiofo non fol di cofe temporali ma anco
fpirituali,come perfona di buon fpirito, & hauendoiocon S Sig.
M. R. feruitù tale più , è più volte mi ha fatto gratia di moftrarmi
nel fuo ftudio molte cofe , che mi fonno parfe degne d'effer notate
in quefto mio Sito Riminefe , è più, ne haueria hauuto, fé hauefsi
profeffato di voler far volume più grodo, è più copiofo di concec
ci di queHio: la qual Rocca fu poi finita a tempi nodri da Jla Illufl.
Communità di Rimino, circa il «5 <5o deltutco, come hoggidi fi
vede,la qual é per habitatione del Signor Capitano di quel luoco
cftrattoogn'anno dall' IlluftrcConfeglio della Città noftra. Vifo
no poi anco in detto luoco della Citolica buone Hoftarie , & iti
buon numero,giudicateconuenienti per l'Aleggio di un Sommo
Pontefice: poiché la F.M. di Papa Clem.Ottauo l'anno del 159}?.
ronfi fdegnò tornando dalla nobilifsima Città di Ferrara uerfo
Roma alloggiare in detto luoco con moiri Illuflrirsimi Cardinali,
e Prelati ftnza fcommodsre le cafe de particolari in detto Borgo
della Catolica .
5 GiouSdì Poco più alto nel medefìmo piano , lontano da! Mare due mi-
jnMarigo- glia incirca, ui è il nobile forte Cartello di S. Giouanni in Mare-
grano, circondato dall'acque del fiume Ventina; il qnal è abboti-
dantifsimo di grani,biade, & vini , per il buon Territorio c'hà in-
torno:Hauendo fatto proua della fui Fortezza al tempo,che ui an
dò fopra l'effercito del Capitano Nicolò Fortebraccio, fopra no-
li r P "^^ detto il Piccino , nepote di Braccio da Montone , Huomo pic-
■ino*^ "^ ^^^^^ ^^ corpo,& zoppo, ma d'ingegno dritto ; & potente di forze
Ca-
^ •Di Tiaff'àde MimìrV. "Si
Capitano Generale dell 'cffercico del Duca di Milano ; he ui potè
tiocere in alcun modo, però dentro del Caftello» il quii era fttto
fortificatol'anno 1442. per ordine dei Capitani della lUuftrifsi-
ma Lega madati dalla Signoria di Venetia, & di Fiorenza a Rimi
no per poter più còmodamente trauagliar il detto Picino màdato
dal Duca di Milano fodetco a fauor d'Alfonfo Rè d'Aragona , &
di Napoli , che de lì era difcofto quattro miglia , che è un bel,& c-
minentc luoco dell'altezza d' Vrbino chiamato Monte Luro , che Monte Lu^
fu del 1443 .alli 2 1 .di Set:embre,efiendo fcorfo per San Clemente, ro .
Mifano Scazano,& Ariciuno, doue fece moiri prigioni & abbruc
ciò la tomba', e poi fi ritirò in su quel di Pefaro .L'Anno feguente
nel 1 444. di Marzo, detto Nicolò Piccino fu fatto Capitano Con-
faloniero della Sita Madre Chiefa,|& in detto anno alli 20. di Ot-
tobre morì in Milano .
C^efto Cartello per fottrarfì di alcune moleftìe, & ^"S^"^» Monte Fio
che loleua a quei tempi dare la Corte del Signor Gouernatore di re ,è Mon*
Rimino fi sforzò d'imitar Monte Fiore, & Mondaino, cioè di le ► daino .
uarfi dalla fuggeftione della Otti noftra, che s'erano dati all'Illu-
ftrifsimo Signor Giulio della Rouere, Figliuolo del Serenifsimo ìì-
Duca d'Vrbino Cardinale di ^.Pietro in Vincula vltima creatura
dellifettantauno Cardinali, che fece Papa Paolo terzo,di F.Recor
datione, quali dopò la morte di detto Illuftrifsimo Cardinale ot-
tennero d andare fotto il gouerno della Città di Fano, come anco
e poco.chedi nono l'uno, & l'altro volótieri fi farebbonoaccómo
dati,& ancora credo c'habbiano la medefìma buona voIontà;per*
ciò godono dalla detta Città di Fano alcuni Priuilegi andando a A Rimjno
pigliare il Sale là a L.5o. al Paolo con da'no di qflo Salare &c. Ma S^^''^?*^ *
ui è troppa difficoltà , poiché per efler della Proni ncia di Roma- sacro Moa
gna,e Diocefi di Rimino , li Sig. Patroni vogliono fi oflerui il De- te dellA
creto, che fu fatto dairilluftrirsimo Cardinal Sforza, quando era Pietà .
Legato in Romagna,di ritornarli almeno fotto la legationc di det ^^ * ^^^^
ta Prouincia,così procurorno quelli di S.Giouanni in Marignano *'^ *
per mezzo della SerenifsimaDucheflad'Vrbino,moftrando lei ha
uer quefto defiderio : ottenne detto Gouerno da Papa Paolo IIII.
doue, che detto luoco douentò quafi recettacolo di perfone di cat
tiua vita . V i ftette non molto tempo, che per i misfatti, che ogni
hora il Pontefice (entiua , Dilla F. M. di P. Pio V. fu rimeflTo fot-
to la medefima giurifdittione della noftra Città, doue anco al pre
fcnte fono gouernati con molta carità, elegendofida loroiftefsi
va Cittadino del noftro Confcglio^chs habbia uoce nel Bofsolo,c
quefto
Sho Rimkife Lìt^ro Secóndo
i G.iierue per vn* Anno fuccefsiuamente. Que fio mede ^:t^o
Caftellò di S.Giouannì in Marignano e habitatoda molte peii'o-
ì\c ciuili, ricchi, letterati, tra quali vi è un buon numero di buoni
^ V Notari, come è anco nella maggior parte dell'altre Cartella.
SJlfo . ' Seguitando poi verfo il monte fi troua il Cartello di Monte Gri
dolfo, il qualfùiifattol Anno del Signore ij 57. che è Capo de
Officio copiofo de frutti d'ogni forte , è particolarmente de oline,
oltre rakrecofeneceffarieal vitto humano; Qjjefto luoco è habi
tato da pcrfcnc affai intelligenti di buone creanze, & fìmilmente
di lingua molto bona .
Meleto. Vicino a quefto ui è il Cartello di Meleto Aneflb alfodetto , il
qual è molto copiofo d'oliue,& altri frutti cfquifiti. Quando il (o
detto Nicolò Piccind'anno 1443. era col fuo esercito in querto
contorno andò a Campo al fodetto Cartello di Meleto, l'acqu irto
per forza, & afaccamanò,& tutti gli Huomini furono prigioni,le
póne falue,& libere, per cagion del Signor Sigifmondo Malatefta
Ti 1 M ^"^^"^'P^ ^' Rimino . Con la qual Famiglia s'era parentato detto
latefU .** Nicolò Piccino hauendo P^*" "^^S'^^ la Signora Paola Malaterta
bellifsima tra l'altre Donne, dalla qual ne hebbe quattro Figliuo-
li mafchi,& due feminc,chc furono preclarifsimi.& degni di lode,
sì nell'arme, come nelle lettere .
, . Quafiinmezzodi quefti viclagrande,&nQbilTcrra di San
^MfiTr ^^^^c*° ^^"' habitata da perfone ciuìli,ricchi,& litteratì,dottate
itff. *' d'ogni forte d'Efìfercitij.Hd un grande, & buon Territorio,che par
tecipa di colline,^ piano; & perciò e abbondante d'ogni forte de
frutti,& oliui,con una buonifsimaaria. Vi è in detto luoco il cor-
po intiero de vn Beato Amato , che era di quel paefe , conferuato
per qualche cctenara d'anni illefo da ogni corruttione, per il qual
Dio N.S.moftra,& ha moftrato molti miracoli. 11 goucrno di que
fto luoco è titolo di Poderti , il qual ha authorìta di conofcere le
caufc"Ciuili,& Criminali, vfqtte ad fangmn ?,coh che non e nel li Of
ficialidclli altri Cartelli adimandati Capitani; Ancor che fia una
indegnitàjChe un Cittadino del noftro Confeglio, vadi al gouer -
no di quefti Cartelli con tanta poca authoriti,che quafi é un nien
te; Però forfi non farebbono,fe non bene,& cofa degna di loro fé
il noftro lUuftre Confeglio procurane con ogni effetto, che fi può
niaggiore,con gli lUurtrifsimi Signori Superiori maggiori d'ha uè
rcperlifuoiofficiali,cheefcano dal numero fodetto, la medefima
.authoriti.che ha quello di San Lodecio , che così Ci prouederia i
roolùftorlìoni; che alcune volte patifcono i Caftclli foggetri a det
^ ... ^
t>i T{àfaele t4dtmAYU ■ sj
ta Cktà; poiché per ogni poco di cofa li bifogna andare a Rimici
no, oucro ciTer trauagliati da sbirri : il qual trauaglio è tenuto di
tanta importanza apprctfo a tutti li Cadellani del paefe, chefpa-
.ucnta, & trattiene molte buone Cartella, che fono nella giurifdit-
tjone Spirituale di detta Città , & che già fono (lati in Temporale
fmembrate ; poi per occafìonedeirilluftrifsimi Signori Milatefli,
di ritornare fotto la medelìmagiurifdittione, fotto la qual molto
volonrieri ritornarebbono,fe non fofle il rifpetto detto difopra,6c
tanto più CIÒ li tornarebbe commodo; poiché potrebbono libera-
mente a tempi, che li tornaife bene^ódurre le loro intrate alla Cic
<tà,per fare efito con megliorcondicioni , che non ponno fare ne i
propri) luochi , 6c altri ; & ne i fuoi bifogni hauerebbono qualche
protcttioncche non hanno bora, come per efperienza quelli delli ?TJ^^'* ^
Borghi in particolare,^ di San Mauro, li cui habitatori ertercitor- * *"***
no quafi tutti mercanzie di canepa ,fmaltendola parricolarmente
nel noQro foro della Città, al tempo de i mercati, a quelli,che non
, fono della Città, con non poco danno de i compratori &c. peref-
fere robba maneggiata per il più da perfone non intendenti di
quella profefsione. Non vfandofiin quefta Città quello, che fi do
ueria,come generalmente nelle altre, e delle più principali. Capo
dell'Arti , come in particolare in Venetia, Bc Bologna , doue con-
uien chi vuol efTercitare, qual fi voglia arte, ò profefsione,è necef-
fario effere approbato per ftjfjficiente, ebuono in lauorare mercan
tilmente, altrimentenoné ammeffo alla profefsione, è uendita
della lor mercanzia,come fi oflerua particolarmente in Bologna à
moke Confraternite, è fpetialmente alla tanto celebre in quella ^^"''^^^-J
Città del Beato, é Gloriofo Sant'Aio de Marefcalchi,la quale non
accetta alcun, fé non bene afperto nell'eflercitio, & altre honora-
tifsimeconditioni pagando l'vbedienza ogn'anno alla detta Con
fraternitàjCome aiferifcono vfarfi ,& a quella edere obligato tutte
le Fucine.etiam quelli delli honoratifsimi Orefici; la cui Fefta del
detto Gìoriofo Santo fi celebra alli 2 5 . del Mele di Giugno folen-^
nifsimamente.
Si troua per fcritturc antìche,che fu del 1544. ^^» iS.d'Agoflo,
come vn Cccolino, & Menghino Fratelli, furono Signori deUa no
bilifsima Terra di San Lodecio fodetta , & furono ammazzati da^' ^^^«ci®
vn Lorenzo di Brardo per certi odij,& inimicitie fra di loro;& co minTo ru
SI la detta Terra di San Lodecio venne di nuouo nel Dominio del minefe r'
la Città noftra, fotto il Signor Malatefta Prencipe Riminefe. anno 1344
Di quì.partendofi,& venendo uerfo la Città di RiminO;paflan-.
4o '
i4 Sito Rtmìfjeje LÌhro Secondo
S.CIenKtc ^° ^^ Fiume Conca, ui è il Odello di San Clemente, il quale oltrà
il participarc di colini, & di piano per caufa del detto fiume Con
ca ha una gran quatità di molini da grano nel fuo Territorio pat
ticipando ancora al prefentedel famofo Mercato di Morciano,ro-
pra, ilqualemenepafsoconfilentìo, è vi e in detto Territorio,
l'antica Abbatia di S. Gregorio , loco conferito dalla Sanra Sede
Apoftolica, come altroue fi dirà alli Molto Keuer. Monaci Bian-
chi di Monte Oliueto , porto in su la ripa del detto Fiume Conca.
Monte Ga In querto medefimo Territorio vi è Monte Galero , così chiamato
Icfo . anco hoggidi, & è notabile per caufa d'vn Gallo, che parlò in vo-
ce humana,& prediffe alcune cofe notabili da uenire , come ài ciò
ne fa mcntione Plinio nel libro decimo, Cap 7 1, & altrr.fcrittori,
dice ciò cffcre ftaco nel ConfoUco di Marco Lepido , e Quinto
Catulo. . , ."'.""
Mifano. Quafialla medefima dritrnra di quef!o , & poco lontano verfa
il mare vi è il Cartello di Mirano, in fu' 1 Territorio del quale nella
rtrada Flaminia vi è preffo il lito def mare vna gran vena di chia-
re fonta.-^^» ^ bonifsimeàcque, & poco pia abbaflo vi è vn'altra d'acqiTC
nelle . molto delicate , & nobili , per il luoco, doue che efce per un canel
grande in molta copia sii la marina lontano dalle cafe, & perciò fi
dimadano volgarmente le Fontanelle, doue molte volte fono fife li
Corfari Turchefchi per tor acqua lótano dalla Catolica tre miglia
incirca , che è dì gran rirtoro alli poueri Pclegrin!,che vanno à vi-
iìrare la Santifsima Cafa antica della Madre di Dio à Loreto .
Ritornando alla volta del Monte, & alla drittata di S. Clemen-
Caftello fe^g^ poco da quello lontano vi è Cartel Leale fabricato da Mófrg,
leale . iiiuftrifs. Leale Malatefta Vefcouo della Città di Rimino , che fu
del 1 35 j. incirca.
Poco lontano di qui verfo il monte in vna valetta vi è il Cartello
^'^^^' di GelloAneflb al detto Cartello di S. Clemente .
^ ^ ^ Vicino a querto fopra il Colle vi è il Cartel ò\ Croce demolito,
'^*''' dor.efivedele vertigiefue medefimamente AnefTo al predetto di
S. Ciet^xnte.
Qnafi a querta medefima drittura fopra verfo il monte vf è Telc-
G ^-v-, ---:--. f^i^f^-i (ji(j^emano , il cui Territorio è ccpiofodi taiìteforte
^ti,chequafi fupeta tutti gli altri , a luianeffo vn'altro Ca-
•^ adimandaio l'inferno, per eficre in vna profonda valle verfo
. .urne Ventina. Aueaneflb vn'altro Cartello chiamato Maraza-
i<flat<»U4.«; ,^o^t;f^(i^ p>,ftoinsù la ripa dei Fiume Conca .
Vi è ^QÌ il Cartel di monte Colombo, il cui Territorio è dotta-
to '
tn Patrt»
gnaDo.
to di vfgné produce particolarmente vini dolci,€ delicati: a qucflo Monte Co
é aneflb il Cartel di Al barerò , che confina con il Territorio della lombo .
Republica di S.Warino, & hauc aftefTo anco il Calibi di Monte Al Aibarcto .
tauro, così volgarmente chia maro, di cui (ì vede folo le veftigie. jj'u"© '^
Il Caftel de PafTano.che vuol dire, Tranfntu lan't dottato di bel- Paffani .
lifsifuo Territorio fruttifero, è buono, infienfie con li fuoiancfsi Ca S Sauio».
ftelli, cioè San Sauino, il cui origine fu del 1518. al tempo della B'^anico .
F. M. di Leon Papa di queflo nome il Decimo l'Anno V. del fuo?* andrei
Pontificato; S. Andrea m l>ifanigo, & S.Andrea in Patrignano voi
garmente chiamato S.Andrea Brufato, perche dicono eflerli ftato
attaccato il fuoco dalli foldati dell'Altezza del Duca d'Vrbino,
aoé francefco Maria dalla Rcoere, quando fu pcrfcguitato,& di-
fcacciato da Papa Leon decimo de Medici Fiorentino, forfi per
troppo rigore . Si vendicarono fopra i beni di quei poueri di quel
luoco, con abbrucciarli lecafe con le lor robbe. nel fodetto Caftel
di Paifano nella Chicfa intitolata S. Giouanni Euangelifta, vi fi ri
pofa il Corpo del Beato Hérico, il qual fu Diacono di natione Vn ?^ W^nf'cp
garo,& tornando dal Perdono d'Afsifi, per graue infermiti venu- ^°^*^^ *
tali Ci morì in detto luoco , &fempre è ftato tenuto in gran vene-
ratione,& fi celebra la fua folennità la prima Domenica d' Ago fio,
doue ci concorrono tutti li Popoli circonuici ni in particolare. &
tra l'altre preroga ti uè, che attribuifcono a quefto Beato, vna è, che
in detto luoco per i meriti di detto Beato non ui fia mai cafcato
grandine.
Poco lontano dalla ripa del fiume Conca, vi è il Cartel di Mo-. moUui»
lazano con le forte d'acqua intorno col fuo ponte leuatore, vicino
al quale il Serenifsimo Federico dalla Rouere Generale della Re-
publica Fiorentina, & lor confederati, cominciò attaccare vn fac-
to d'arme con li foldati.è Capitani della F. M.di Papa Paolo fecó
do, per caufa di reunirfi quefta Citti alla Santa Sede Apoftolica .
Vi è poi il Cartel di Ceregiolo , doue il fodetto Generale dalla Ccregtol»
Rouere, prcfe alloggiamento, mentre che il Campo delU Chiefa
era alloggiato alla Villa di Vergi ano prefib la Matecchia,doue fu
fatto vn'altro gran fatto d arme : per la qual cofa gli Ecclefiaftici
fi rifolferonon uoler più far guerra, rertando la Citta airiUurtrif-
fimo S. Roberto Malatefta , il qual l'haueua tolta di mano alla Si-
gnora Hifotta .
Vi è ancora il nobil Cartel diCoriano,così chiamato quafi Cor Co"4B*.
lani, poiché il fuo Territorio è tanto vago,buono, ameno, efruc-
tiferò, che non fi può defiderar più, & è habirato da molti Nobili
D d per-
2^ Sito T(i'mìfiefè Llhro Secondi
petfone , il qual per grafia particolar del Noftro Sàndfsimo P6n«
ttfice Paolo Quinto, per fpetial gratia,& fauore, è ftato vnico alla
noftraCitrà, febcnprimaeradifunitopercaufa dellifodecciSi'»
gnori Malatefti nella lor partita .
j. Dalla Città, & dal fiume Marechia verfo Settentrione, & nò mol-
to lontano dal mare vicino alla foce del fiume Lufo modernamen
te chiamato, ma però di molte centenara d'anni vi è il Cartel adi—
Bell'aria, j^and^fo Bell'aria porto in quel piano abbondante di grani^&bia
de,ali'Hortaria della porta di detto luoco,che è alla detta foce l'an
no i^óS.alli i6. d'Aprile, nelgiorno del Venerdì Sito fmótorono
Fafta de jg gén <je vna Fufta Turchefca,la qual prima era ftata fopra la Cic
lutchi. j^ ^j (;hioggia, 6'haueua prefo vna barca di percatori,con la qua-
le non elTer.do poi conofciuti fecero molti mali ; & fra l'altre am--
niazzarono l'Horte con una figliuola, & vn figliuolo, & vn'altro fa
ne fcapò, del che leuatofi il rumor corfero delle genti, & trouaro-
no vndeci Turchi in terra, & gl'ammazzarono, eficndofi allargato
la Fufta in mare; & per certo, chea quel tempo, & anco dopò ha-
ueriabifognato, che un'altro fimile a Pompeo Magno, il qual ha-
uendo dal Senato quert ordine di liberare i mari da Carfari , che
non lafciauano cofa ficura,nè in mare,nè per qivelle cofticie : Net-
tò^ mari de fimili ladroni in quaranranoue giorni. Debellando fi-
Gloria di p|j] gente,alcuni altri, che fé li rendeuano volontariaméte afsigna-
Tuanpeo . ^^j. ^^^^^^ q-^^^^ ^^jj ^^ Cicilia, che per le guerre di Mitridate refta-
rono difabitate, per habitarle , & uiuere chetamente . Plinio dice
aly.l.c. 15. che egli conquiftò ottocento e quarantasei nani! ij, ne i
quali erano molti fchiaui, i quali rimandò pacificamente alle loro
cafe.P.A'.fonfo Villegasriferifce,cheApiano,e altri dicono.che il
Carro nel qual andana Pompeo M. era tutto lauoratode oro, &
• gemme di gran ualore, & che portaua vertito il Manto Regale di
Aleifandro Magno.che trouò tra le fpoglie di Mitridate. Solo Pó-
pco trionfò dalle tre parti,nelle quali fi diuide il Mondo, Afia, A-
frica , & Europa ; Gloria di Pompeo Magno , del quale fé ne può
gloriare Roma,come la Grecia dei Magno Alcrtandro, al qual fe-
Piagnano; condo il parere di molti , fu egli pari ; Ma ritornando al propofto
ragionamento dice,che la uniuerfità & Commune della nobilifsi-
ma Terra di Piagnano capo di Contea, che ha fotto di fé cin-
que Cartella , è molto tempo chi hauuto animo di ritornare
fotto la giurifdittione della noftra Città, come già anticamente fo
noftate,& ultimamente fi fono rifoluti di farlo;6<: però hanno pò
(tofupplicafottoli 14 di Giugno i5i4.alnortrolIluUreConfe-
glio.
g1io,che gli piaccia accettarli per loro membro, & giurifdittione ,'
jUhe, fé così fi degnaritnno rilluftrirsimi Signori Patroni (come
fperiamo) fauorirecalnegotio, farà di moìco commodo aquelii
popoli fatisfattione, & honore dell'vna, & dell'altra parte.
DaUoderto Cartello, venendo alquanto vtrfo la Città invna
villa di S.Giouanale, in mezzo della ftrada maeftra ui fono le Re- na'^?"^'
;iquiediun'antichifsimoBagno,nel qual fi fonnoritrouati ancora
certi condutci di pombo,^ia uno de quali ui erano quefte lettere
DALNEI ET VVLFO.
Ancora,che come fi è detto dal numero delli fodetti noftri Con-
feglieri, fiano eletti alcuni, che uadino al gouerno delle fodetteCa.^^P'"?^
ftella.nondimeno alcuna uoira, ò per auaritia, ò per troppa afifer- la * '
tione portata a parenti, & amici, C\ preuerte l'ordine , foc:o qua-
lunque coperta di tallacia,come fuol intrauenirancoin malte al-
tre cofepubli che, il che apporta mareffempio, & tanto pi iquàdo
dalli^più nobili, & ricchi, che doueriano elfere più gelc fi d --irofler.
uanza delli ordini antichi, delli altri fi uede trafgredirfi le fante , e
buone ufanzc , anzi le leggi, che longo tempo fono ftate introduc-
te, & ofleruate*
Dopò l'elTere ftato fuori della Città per le fue Caftella , come d
folfare'per diporto al tempo dell'Eftate mi par bene ritornarme-
ne nella Città per raccogliere breuemente alcune cofe , che mi pa-
iono da nópaiTarfi confilentio, tra l'altre cofe, che fono in abufo
jn detta Città, una è , che centra il Breue della Santa Memoria di
papa Giulio terzo, fi permette lafciar far publicam.ente giuochi q. ..
conruotoli, & altre forte di uenture: il che è caufa di molti mali, Siiomoiie
ti cattiue pieghe,che pigliano i figliuoli di famiglia,che per in gor dice colo-
^igia di detti Giuochi, & Venture, s'ingegnano di rubare in cafa fOi^he pré
quello,che gli uiene alle mani , per poter attendere a i detti giuor *^/'^"° ^^'
chi, & uenture da non e(Tere anco comportate tra foldati, non che t^" Ja ^gfi
tra Cittadini. Perche il Giuoco è un uitio,che chiunque morde/à Huomini ,
che diuenga rabbiofo,la qual rabbia gli dura fino alla morte ; che e benedec-
fia il nero , queito è conosciuto particolarmente dairitluftrifs. Si-^' ^? ^'*'S
,g,nor Cardinal Caetano Legato, tanto amato da quefta lUuftre^'"^*
Xittà che a'ii refcritti di Sua Signoria IlJuftrifsima fi degna met-
tere con l'afcenfo del Magiftrato di Rimino; Douerebbono l'illu-
.ftriMagiftratiertere integri, continenti, inuiolabili, incorrut-
tibili, amici dì ulrtù,nemici de uitij.amatori de buoni, perfecuto^
• rideuitiofi, &cattiui, " -^
^ P*^"*i^^?[^?}^![?^^f???P??^Ì^n^^Slioni^J2menteGomportaca
"" pd 2 P^^a-
i 9 Sito Uimineje Llhro S econio
Monte di paflarcmo ad un*ttfM ben fatta.e ben confiderai, acciò che fecoiì
Picià , ^Q W detto de i Filofofi, tanto meglio ii veda la fua perfettionc ; Ac
qucfta è rerettionc del Sacro Monte ài Pìetd della noftra Citti ,
da lei conflituito,cioè dal noftro llludre Confeglio accrefciuto,fic
mantenuto dt\ continuo, con tanta vtilicà > e benefìcio , non folo
delli habitatori della Citcà.e Tuo diftretto.ma dal Cócado di tutta
la Diocefi, & anco di fuori di quella ; il che quanto fia bene, ti lo-
deuolmente fatto lo lafciarò confìderar meglio , a quelli, che fono
più dotti di me: cioè fé la carità deueeffere ordinata (come tutti
voglionojche prima incipit à feipfo]y deinde extendatur ai proxìmuw,
non pofTo dir^fe non che fia malfatto,come diffe Chrìflo Noflro Sì
^^asanea , gnorcalla Cananea : Auferre panem ex munibus filiorunt , &c. Cioè
col commodo , ^ vtile , che doueriano hauere folamentc la Citti
ihfìeme co tutti i fuoi annefì: che quefli patifcono molte aolte pet
ièruire allì altri , che non fono incorporati con la noflra Citta , fé
bene fono della Diocefì; poiché quefti fono beni venuti,fic che ve*
gono del continuo dal noflro Illuftre Confeglio, come credo, che
i tutti fìa noto, J pcròforfì non far ia fé non bene fare qualche
l£§gc > ò prouiflone , che quelli , che fono fuori dell'obedienza del
itoftro Uluflrc Confeglio, non haueflero a effcrc eguali nel piglia-
re rvtiliti del Sacro Mòte a qucfli,che fi pofTono dire effere figlino
li del noflro Confeglio, per non efdudere anco affatto quelli , che
fono della Diocefì . Quello Sacro Monte gode molti Priuilegi có-
ceffeli dalli Sómi Pontefici , & in particolare dalla Santifsima M.
?.Hoìe 3 . di Papa Paolo terzo , come fi può ueilere ne i Breui , & Lettere di
detti Sommi Pontefici , conferuati in detto Sacro Monte: il qual
bora è arriuato i tanta richezza , che tiene in giro grandifs. quan»
tiri di denari, che prefla a quelli , che vanno adimandarli , afpet-
tandoli due anni e mezzo , e più auanti , che fi poffa fare eflrattè
delle robbe datte, per afsicuration de i denari hauuti ; & in parti-
colar quefto Sacro Monte hi*i:iceuuto grande augmcnto dalla
Bona men.ona dcllIUuflre Sign. Caualliere Galeazzo Megozzo,
Cileaixc che li lafciò per tedamento feudi due milla di danari , che fu del
McD^ozo. j^^Q j^uj j^^^j Luglio,& lipcfe anco obligo, che detto Sacro M5
te doucllc dare feudi dodeci per elemofina a vn Reu. Predicatore,
che fuor di Quartfima predicale in tutte le Domeniche dell'an-
no in Domo j In ohre quello Sacro Monte guadagna con l'illuflre
noftra Con)munità.lire quattordeci al Mefe,per falario a lui deuo
Blemofina luto di qual Ci voglia Confole eflratto, che fi* morto , onero ab-
«ÓUUU4U. fcntci & ancorafcudi quattro al Mefc , per conto de i Dati) , della
fodctia
T>1 kaffaete ^dlmàrì . sp
fodetta lUuftre Communità,che fi vendono. Hi ancora authoriti
perPriuilegi de Sommi Pontefici , da farfi pagare cinque per cen«
to di tutte le robbe, che i foraftieri acquifiano in quefta giurifdiC"
tione.
Che diremo poi del nobilifsimo Officio delli Signori Edilij, che Edili)]*
fi conferua in queda noflra Città, che apprfifo gli antichi,e nobili
Romani, era di unta auttorita, 6l reputatione, che quelli,i quali
non haueuano hauuco queQo Officio , non poteuano afcendere al
grado del Confolato, 6i altri Officii d'importanza:& gii erano di ,
grande auttoriti appreso di noi , detti Signor £dilii, (e ben hogi<
gi poco fi riferba dell'antica auttorità di detto Officio. Vefpafia- ^^^jj^. •
no riputato cinque volte dai detto Officio d'£dile, fu poi Impe*
ratore.
Molti buoni ordini vedemo effere fiati introdotti, & fin'hora
oficruati dal Nofiro Iliufire Confeglio di quelli, c'hannod'ammi-
ntftrare qualche officio pubiico , com'è il Capitanio del Porto del
MafTarolOtéc Ediie.cioé quando quefii non fono di quelli,a i qua-
li toccano detti Offìcij,deuono eflcre baIIottati,6c ottenuti per ta-
le dì poter* effcrcitare detti Offici), nò so per qual caufa fi fiano tra
lafciati li Notari, cheeflercitano li Tribunali,tantodi Monfignor TribBuali.
Reuercndifs.Gouernatore, come deirilluftrc, & Eccellente Sign.
Podefti, & Signor Vfficial della Guardia, militandoui lemcdcfi-
me raggioni, anxi maggiori.che in quelli difopra. Ci fia trafcuram
di non farli qucfti ancora approbati per Balle deUlllu^re Confe-
glio, come gli altri publici Offici/ , te altre raggioni : maCtime ve-
dendofi alcuna volta per cfperienza fuccedere molti difordini s^
nella fufficicnza, come nel farfi pagare copie,atti, Decreti, & elTa-
mine de tefiimoni , fuori del douere ; però faria conuenicntè , che
riceuelTero il giuramento neiriiigrerfo del loro Officio Corampopw
lo , come fanno gli altri Officiali dell'Illuftre Communiti ; &
per maggior ofTcruanza fare anco , che fu (fero obli gati a fiate al
Sindicato, come ftanno li Cancellieri Criminali, & altri , eflendo
cóperati quefii Offici) alcuna uolta da pcrfone poco prattichc di
tali Offici), & ingordi al guadagno:che molte uolte non guardano
ne a Magalottà,né altro, pofledédo Tlllufire Communità nofira ,
quefii Officii, li quali furono da lei comperati, hauendo Pio Papa Miga?otii
Quarto, per ijinanzi applicato alla Reu. Camera, tutti li Notaria- P.PiolV.
tijCiuili, & Criminali & dàni datti dello Stato Ecclefiaftico Tati.
no 1 5<)4.alli 6. d'Ottobre, & del 1^66. l'anno primo del Pontefi»
caco della F. M.di Papa Pio Y. come difopra , perxnoto propri^ P. Ko v.
^ di
jV sito Rimine/è Ltbro Secondo
ò\ Sua Heaticndine, fu uendutoalla noftra Communici li fodetcì
Notariati & danni datti dalla Città di Rimino, Caftelli,& Conta
dò per prezzo di Ducati 155^?. è un terzo di giulivndcei perfcu-o
mo (>cò« ^° » come appare ne i Rogiti del M. Sig.Gierolamo Cecoli Cicta-
\ì * dino Romano, & Notario della Reu. Camera Apòilolica . 11 me-
defìmo fi doueria fare alli tagliatori nelle BecCvirie, che fuflfero ap
prcbati, perche cosi fi rimediaria a molti inconuenienti, che na— .,,
fcono per caufa delle infolenze , che tanno alcuna uolca alcuni di ^
quelli tagliatori , & il poco rifpetto , che portano a Cittadini . Il
fi"mileanco fi doueria ofìferuare, comeancogiàficolferuatonelUj
s;t . : venditori del Pefce, & altre cofefimili . ^
La noftca Città hauendo riguardo particolarmente alle pouerei;
Vedoue,è Pupilli, & altre pouere pet fone, tiene falariato acciò nqr-?
Podeflàdehabbia pigliar fportole,Vn Giudice adi madato il Podeftà de i Pu
Pupilli . pillijil qual fi elegge per forte da tutti i Dattori.che fono Collegia.
Collegio J.J g^ jj |q,.q Qff^cio durafei Mefi,ilqual Officio n6 molti anni fono,
^e otto gf2jìimoifopii'^(reputatione, & di maggior vtilità a pouerilitti-
ganti della Città, mafsimamente, perche la mattina teneua ragio»
ne fcnza impedimento d'altro Tribunale, ma poi fono intrauenu-
ti,& intra uengono molti abufi in detto Officio, per hauer mutato
li MonfigtioriGouernatori, la loraudiéza,chcfoleua efiere la fera,
nella mattina , impedifce grandemente quella del Signor Podeftà.r
L'altra é,£he fi eftraeno da i Signori Collegiati queft'Officio mol-
ti Signori Dottori, che efi"ercitano la procura, il che impedifce mol
te caufe, che non pofi"ono elìbre agitiate innanzi a lui; altri per fo-
fpetti per effere fiato Procurato: contrario in qualche caufa, non
vogliono introdurre le caufe innanzi lui; & perciò dicono efiere"
particolar capitolo, che prohibifce,che vn Sig Dottor, ch'efiercita
la procura nò habbia da efl'ercitar 1 Officio del Pretore,& nódime
no è andato in abufo. E ben uero,che quando è in Officio perfona
nobi!e,& di auttorità,che molti abufi fi leuano uia : Si che hormai
li poueri litiganti poco beneficio,ne fentono. Aggiougendoui an-
cora altri difordini, che alle uolte ponno auuenire, che s'un Padre
fìa Podeftà,& habbia il figliuolo Procuratore,^ anco fono coUeg-
giati altrijche non ftanno nella Città,fe bene alle volte ui fono fia
ti, hanno che ferucno poi per foftituti, & cosi parche lecofe non
Gabbiano quella reputatione, che doueriano hauere,al che hanno
riguardo l'altre Città, che obligano tenere Tempre cafa aperta, &
habitarui almeno perfonalmente con la famiglia, per tre Meficó-
tinui deiranno,che p breaicà,c degni tifpecti pópalfarò più oltre.
■ '^ " Vi
fZ)/ T{a fatte tAdimdrìl, "si
'"vi è ancora il Giudice deirAppellatìone delle caufej che fi ap^- Gtodicé
pellano dal Signor PGdettà,che medefimamente (ì eftrae dal detto deii'appel
Collegio de Dottori infieme col Notare per fei Mefi,cominciando lattone .
al primo giorno di Genaro.
Tiene ancora per raggion di buon Regimecovn'altro Giudice
minore, per le caufe di poco rilieuo,& d'efpeditione, adimandato Officio del
l'Officio della Guardia,volgarmcnte delie Bolette,il qua!<ieue far '^Guardia,
ragione fommaria nelle Tue caufe, ma in quello ancora fi vede no
cflerui quell'ordine: che fi doueria effere ; poiché in particolare ef-
fendo per caufe picciole,& de poueri fi doueriano pagare li atti, e
le copie la metta màco,che fi fa nell'altri Tribunali, il che (\ potria
far facilmente,quando tal'Ofhcio, & fuo Notariato non fi vendef-
fe,ò con quella conditione,che i Notati principianti l'efTercitaffe-
ro gratis, che fi vorebbono inftruire nella pratica, & fcienza infie-
me, auanti eh efifercitaflero Tribunali maggiori , volendo però ef-
fere del Collegio loro .
Vltimamente è /lato introdotto un'altro Tribunale domanda-
to la Concordia,& quefti fono tre Cittadini del noftro Confeglio, Signori de
infieme con vn Dottore tutti eletti ogn'anno dal medefimo Cófe- J?. ^^'o^*^?
glio per balle, i quali trattano amicheuolmente acordo fé n za ve-
nir àfentenzadiffinitiua, doue particolarmente denoto andar i
parenti flretti , & altri c'haueflero lite tra loro, per vigor del Sta-
tuto noftro non poflbno littigare, & ancor tutti gii altri li deuo—
ro andare nella prima inftanza, almeno per elTer licentiati da que
fto Tribunale, per andar ad altri Tribunali,non potendo eileraC'
commodatidaquefto, mautfupra.
I litiganti tri gli altri danni,& mali,che patifcono , & di dena-
ri molte uolte dopò l'hauer moftrato la uerità delle lor ragioni, &
hautoneancolafentenzainfauore, in cambio di poterhauereil
fuo dopò tanti ftenti,& di lationi ordinarie, & ftraordinarie matu
rate li debitoti cedono i lor beni, òper dirla uolgarmente fanno
il gaietto, il che hormai è venuto intanto vfo, che certe forte de
genti, chefono debitori, niente fi vergognano di fartafattoinna-
2ial Signor Giudice,& pochi Iofanno,ma fé fi facelfe qualche pu-
blica demoftratione in lor ignommia , come fi coftuma di fare in
altri luochi , & anco gii (\ otTeruaua nella Città noftra , forfi che
molti s'aftenerebbono di far tal cefsione, per non acquiftar una
publica uergogna per loro,& per i fuoi parenti.
L'Illuftre Communità noftra tiene in feruitio dei Palazzo pu.
blico, 6c dcii'illuftri Signori Cófoli «quattro feruìtqri, g vogliamo
34 Sito Kìmìnep Lilro Secondo
7'»^uDali, Gouematorl della Città, con li Tribunali delli altri Orficiali del-
la Citti,6i il Tribunale deiriftefsi Illufori Signori Confoli,& fi ve»
de efTere lodato dalli foraftieri chepaffano, & da quelli, che vi al-
loggiano per occafìonedell'llluftrirsimi Cardinali Legati,& altri
Illuftrifs.CardinalijChe vi alloggiano alla giornata: fé bene fi può
dire,che non fia Palazzo, ma fi ben principio d'vn nobilifsimo, fic
bel Palazzo, per eflere vna tirata (ola di ftancie fenza hauer i fuoi
mernbri,cortiIi,loggie, & altre cofe, che conuengono alle fabriche
nobili di Palazzi, ancor che ciò fi potria fare con fpefa, ancofop-
portabile tolendo il Quartiere di cafe, che fono dietro al detto Pa
lazzOjCÓ le quali C\ farìa il fito conueniéte, & honorato al detto Pa
lazzo^hauendoleftradeattorno, riducendo le fuemébra a poco a
poco, (che può valere cinque, ò i^i milla feudi .) Alli fuoi termini,
che faria cofa degna di grand'honore , & reputatione al detto Pa-
Falazzo . lazzo: è perche ftaiido così in effetto, non accommodando, né an-
co quelle al fecondo folare , che pur daria qualche commoditi , e
molto angufto,& fcarfo, come da tutti fi vede, che nell'Aloggio di
qualche perfonaggio d'importanza, ferue alla perfona fua fola, &
à fei,ò orco al più, il redo della famiglia nobile fua bifogna con di
fturbo ,&difcommodo delli Cittadini , che vadifuor di Palazzo
ad alloggiare nelle cafe de particolari, il che non fuccederebbe, fé
il Palazzo hauefie tutti li fuoi membri; come di fopra fi e detto ri-
chiederfi.
Piazza . Di più la Piazza.che vi è innanzi medefimamente,fi doueria ridur
re in qualche megliorforma,come da i buoni,& intelligenti Archi
retti fi demoftra A i quali mi rimetto, per non incorrere in biafi-
mo del prouerbio,che dice, TS(e futor altera crepìdam . Vi è poi vna
Torre antica, per cfler membro del Palazzo uecchio di vna altez-.
za notabile , fopra della quale vi fono due campane, vna di fotto ,
Torre . & l'altra difopra, nell' vltima parte,ouero folaro di detta Torre, &
quefia è di conuenientegrandezza,m!nor alquanto, però di quel-
la di fotto, alla quale fé li potria adattare martello di maggiore
grandezza, fé le ruote dell'Horologgio Io comportafie; & sì l'vna
come l'altra fcruono per l'HorologgiOjCioè battere,& ribattere,&
quella di fotto ferue anco per il fegno, che fi dà all'llluflri Signori
Confoii, che fi hanno da radunare nel Palazzo, & molte altre cofe
pnbliche, nella quale ui e una uaga , & graticfainfcrittione, che
InCciiitio dice :
Tio malisjlena dohrìi .
Di
'ì)} Raffaele zAdlmari ^ ir
Dì fotto, poi vi è vna Nobilifsima Loggia notabilmente longa,'
éi alta, che rende vna bellifsima profpettiua/opra la quale fi vede
in un modione di pfiarmo, che foftenta vn trauo del Salone,eiTcrui
intagliato quefto milIefimo,cioè 1 204. che fi mencione effer flato
meffo al tempo, ch'era Pretore il Signor Maggio, nella cui loggia
vi riefce la Dogana , il Nobilifsimo Archiuio, che é dei belli di
Romagna : Le Carceri publiche còmodo a Signori Procuratori,& Dogana i
altri. Il Sacro è ricco monte della Pietà. Il cadaftro,& l'vfficio del cadaftro '.
danno datto,Ia bellezza,& magnificenza di quefta loggia non co Difpenfa .'
fiftefolo nella longhezza,aItezza, & larghezza; Ma ancora per ef Monte del
fere alta da terra cinque gradi di marmo,& ben filigata di matoni I* Pietà da
in cortello , che la rendono tanta più aierofa, & futta, & libera da °^ "*"'*
ogni forte d'animali, che per tal caufa non ui poffono entrare ; li
gradi,come di fopra , fono fatti di pietra, concia con bcllifsimo ox
dine . Refta fole, che quefta Piazza fia adornata con la bellifsima
rtatua di N. S. da farfi, poiché è molto conueniente, che fia pofU
dinanzi al Palazzo publico, è niafsime alla porta, & i» profpetti-
uà con la Fontana in diftanza eguale, ò come ricercare il luoco,
per il parfb delle carozze tra effa Foniana,flarua,& Palazzo, dalla j^ataa è
parte del Monte , efTcndo quefto loco propiìo di Sua Smtiti , & Fontana ,
doue concorrono aU'occorenzze tutti ii Prencipì , è perfonaggi,
che vengono, e paffano per quefte parti , & altre ; Icuo^ndo anco
l'Impedimento di quelle poche cafe, che fi oppongono alla vifta
di detto Palazzo. che fari conforme all'ordine, per il quale fu de-
molito la Chiefa Parochiale di S. S^hu^iro Papa , e Confefibre.
Tra l'altre fabriche,che rendono magnificenza alla Città noftra,é
quella antichifsima dell'Arco tri^pfate arcificjoio , tatto da Otta- ^\^°}l^'
ciano Augufto , fopra la Mr-r^*^- vecchia della Citcà^alla Porta lzlJnc% '"
tauiaao
verfo Oriente, che guarda alia Catolica, con quattro bellifsime fi- Aug.
gure,cicè due per banda , ne i cantoni di detto Arco, ^ due Tefte Gioue ,
di Boni in mezzo dell'Arco, cioè vna per banda, le quattro figure B-Ilona.
fono vna di Gioue,vn'altra della Dea Bellona, l'altra di Nettuno, v!"e"e'**
& l'altra della Dea Venere : In detto Arco fono intagliate lettere ,
delle quali una parte foia fé ne vede, che così dicono : Cof. SepùmQ
deftgnatfO^^uo M- ^ .Celeberrimus Italia f^icisConftUo Senatus Fop,
Poi in vn'altro Ci troua fcricto: Im. C^far Oìu; lui. P, Augu^us Pont,
M^x. Coi.xili^Trib. Vonr.xxf^ll. V V. Murumdedit curante L,Tur
nofecMo ^promani Vttf. f^rbìs Fi. Aóieìo VX. Corc€t:'Plam.&- Viceni:
Di quà,& di là di quefto Arco vi fono per fortezza dell'Arco certi
wafici di pietre cotte ben fatti, che vanno airaltezz3,circa alla me*
Ee a tà '
/
l4 Sito ^mhép Lìhfi Stcóndo
Via Emi- td di detto Arco , qui dicono cflfere il fine della via nmiliaj& prìn-
iia, ^ Fla. cipio della Flaminia , con tutto ciò , per quel che fi vede in molti
mitìia . luochijChe la noftra Città fi fia alcìata,& riempita affai, com'è fu-
ccflb anco all'altre Cista antiche,c*hano patito naufragi) afl'ai per
guerre,© per altri accidenti , nondimeno quefto arco è reflato con
vna mirabile altezza, che li rende vna gran Maefti, cofa che non fi
vede in molti, che fono in Roma, Verona, & altri luochi .
Le quattro figure di (opra nominate dimofi:rano quelIo,che nei
Teguenti verfi fatti dall'Ingeniofo Poeta fi legge, che quìfottolc
ponerò :
^otìt , •Arcus ab anùquìs eretius in Vrhe bemgnU »
Ingmo artifici , Gloria fumma tua eSÌ ;
iHppittr imptYÌum rutilanti fulmine fculptus ;
Collocati & poptilos fub ditìone tua;
^ìì Bellona feroxanimum, viresj^ miniSìrafl
Et fapiens pulchra4 dat fapìentis opti ì
^eptuHus pariter promittìt commoda multa
Fluminis , atjj etiam lìttora citrua Maris ;
'Jifi venus t aut pacem , vel dìgnum donai Amorem ;
Vt CiHCi mutHut cottciliarec y4mori
EPILOGVS-
lupp'iter imperio , BeUonaq^ viribui auget ,
Flumtne 't^eptunus jCyprla amore venus ;
*Dìalogus cum quatuor imaginìbus arcui
Triumpbalìs Ar'imin.
luppìter ipfe feras f quid pr^fies muneris vrhl^
J. impcrìumt f^. arine aliud i /. /«fì«iam, atque {idem $
Quid Bellona fcrox? B. ^rtes, Sophìamuè decoram ;
V. T^il vUra donasf B. Ingen'mm docile;
y. Tu Vjptune Tater , quid spondei ? N. Munera ponti ;
V.Vréiter€à> N. Cingo flumwevtrumcf uè latusi {Amorem
y. QHid Cytherea venus ? y. Formam; v. Quid den\q\ ^ y,
y. Quos petament f* y.Cìues; V. Qmpote ? v. Se mutuò,
Hora diremo qualche cofa del Cartello, ouero Rocca di querta
nortra Città fabricata l'anni del Parto della Tempre Vergine Ma-
ria i435.dall'Illuf>rifsimoSign.Sigifmondo Pandolfo Malatcfta,
farto con Grande,^ Eccellente Arte^& aftuua militare, & accom-
xuo-
^t \afaete tAMmarì ; $ i
sribdatià di tutte quelle cofe,chc la poflbno rendere,' quafi inerpu»^
gnabile con la commodità di fofsc d'acqua, dì porte fecrete, & al-
tre rimili cofe, che foglionoeffere commode per le fortezze delle
•Città,& forfi la grande ammiratione,chc diede a quel tempo la fa ^ - .. ,
brica di quefto famofo Caftello i tutti quelli, che la vedeuano, fu pifmoQ^oI
caufa, che quefto iftefo Signore deffe il difregno,& il modello alla
Fortezza deirifola di Rodi tato nominata, &rpauen6euoleà Tur
chi,non mi eftenderò à raccontare tutte le cofe particolari, che rc-
dono forte quefta Rocca, sì per non efifere quefto il mio intento,
come anco per nò eflere troppo longo,come ho fatto nell'altre co*
fe,è mafsime efTendocofa fuori della mia profe(sione,& intelligc"
za,& altri rìfpetti , auuertirò ben che ha fopra terra cento e feffan-
ta fineftre, & altretante fotto terra,& che fopra la Porta vi è vn E«
lefante d Alabaftro d'India,infegno deirilluftrisfìmi Signori Ma-
Iitefti, & a quel tempo , che fu fabricata communemente teneua-
ri0,che fu(Te vna marauiglia, 6; magnificenza d'Italia.
Nella Muraglia della Città verfo il Mare alla drittura, doue fi è
fabricato il V. Conuento delli M. Reu. Padri Capucini , vi è vn , ^'"P^^"?
mezzo arco grade, il qual fi vede effere fiato vn*Amphitheatro an- ' ^*"* *
tichifsimo,che rifpondeua alla drittura, dou'cra il Porto,&perciò
da lì fi fpicha una muraglia afl'ai alta, & molti varchi Ionga,in ca-
po della quale vi è vna Torrefa affai alta , e quefta doueua feruire
per il Fano del Porto, & perla guardia dell'iftefifo, & il muro per
guardiano da guardarlo da Leuante, vento tanto nocino a quefto
luoco particolare: ma hora il Mare fi è difcoftato tanto fé bene a i
tempi noftri vi daua dentro, che non ferue più àcofa alcuna , 6c
perciò va a male , doue fi perde a poco , a poco quella bellifsima
profpettiua.
Dopò la partita di quefta Città, rilluftrifsimì Signori Malate-
fti nel Foro della Città,in mezzo da quella parte,ch'è verfo il Ma J'"®!®S'-<*
re, vi è vna Torre moderna affai buona , & bella , doue fopra vie ^' ^^^'
rOrologgio, & campana, che li ferue con la fua fpera, & altri or-
«amenti,fatto al tempo della Santa M.d i Pa pa Paolo Terzo, l'An-
ro 1547. di JLunedì alli ly.del mefedi Ottobre, daM'Illuftre Com-
munità di Rimino , che è di grande adornamento alla Città com.
modo à Cittadini,& à foraftierijchepaffanoperla Città, vedendo
detta fpera, è che hore fono.
In quefta noftra Città vi fono fiorite perfone fegnalate in lette Homini il
re,& in arme, come fipuò vedere nel! Hiftorie antiche, mafsim^luft".
al tempo deifuoi Sign. Illufìrifsitni Patroni Mal^tefii, per i quali
- ^ . ^^ .
/
sS sito T\iminep fjhro Secondo
nporgeuaoccsfìone di mnrtrare il lor valore, fé bene ogni eggrtf*^
giofattoeraatrtibuiiroal Prencipe : & perciò per prima {\ troui
nomina:2menrc Isudato il valor dì quelli , che lo faccuano: è tri
gli altri trouiamo,che dopò,che Attila Rè dell'Hunni, huomo aui
é\k\mQ dell'Imperio Romano , & fitibondo del ("angue Hurnano,
qual fi faceua chiannar flagelllodi Dio, venne in Italia al tempo-
<di '/alentiniano Terzo, & di Marcino Imperatori, con Belda fuo
FrateUo,& none Rè di Corona pre(ro di fé , con molti altri Freni*
ppi. & Baronidi paefi Settentrionali, con caualH, e pedoni , non
di minor numero di quello, che hebbe quando andò in Franzas &
fotto Tolofa, doue fu fatto quella gran battaglia , hauendo detto
Rè Attila da cinque cento milla perfone,il quale diceua per anni-
mire lefue genti, che fi era moffoa paffar in Italia contro Chriftix
ni, principalmente per conferuar l'honor deirimmortali Dei, dal
cultode quali ella già del tutto s'era partita , flando alla Fede del
Galileo. Hauendo fcorfo tutto il Friuli , & firmatoli poi vicinor
Acquilea Città Regia, è principale Metropoli di quella Prouin--
eia,come porca di tutta Italia del Rè Menappo , i! quale doman--
dò agiuto a Rauenna, a Rimino, ^ alle altre Città della Marca, ££
Coatticra in fuo aiuto l'andò Gualtiero da Rimino gran Capicano,& co lui„
éa RloQtno Raffeel d'Ancona fuo Cugino,& Bertolaggi da Fano tutti tre Ca-
jran ^^"i^ }^\i^ic{\^xi^mQ{oTiQmty & in guerra molto efperti, con tre milla
UAO » Guerrieri , doue furono riceuuti con grande allegreza , & datti li
alloggiamenti alli Capitani nel Palazzo Regale,& dopò cfTere ft-
ftorati,& riaeari del viaggio , il Rè chiamò una mattina à Conf«-
glio tutti lifuoi Baroni,& Capitani proponendoli,che fi difcorref
fc fopra il modo di mantenerii in quella guerrajpoiche le forze lo-
ro non erano baftanteda contraftarc con il nemico in campagna»
il primo che cominciò a parlare con uocealta, che da tutti fu (le
intefof ù il Capitano Gualcierada Rimino, che dilTe , Sire fiate di
buon'animo,ne vi fpauenti la moltitudine de i nemici, la quatfem
pre porta fecoconfufioni, & impedifce fé medefimo in guifa , che
di rado,(i conducono le fueimprefe a buon fine, & per prouerbio
lìdice,che molte volte meglio,& più raglia una fol fpada, che mil
. . Ie,ilehe fi prouaefler vero anco per l'Hiftorie antiche di Lario Rè,
CArioRe , ^ ^. ^gj.^ ^ ^ d'altri r& per Peffempio frefco di tanti Gotti rottr^
tu disfatti, in Tofeana da vn pugno di gente condotta da Stilico-
fio: per la qnal cofa vfciamo fuori contra quefti cani & fianoo i pri
mi a darli dentro,che l'vn di noi valerà per dieci, è più di loro, & fé
non li romperemo ^almeno^nè faremo cai macello^ ac li mettremo
m,
Di l{dfaele tAdiruAYl sp
in tal fpa'uéfito.clie non ardiranno di uolgerecontra tìoila faccia,-
&iomi dò vanto d'effere il primo feritore con la mia bandiera,
con Raffaello mio cugino, & Bcrtolaggi, & quefto è il mio parere
& dopò di lui furono detti altri pareri cótrari,che non era "da mec-
terfi à auefto rifico,& così per all'hora non Ci fece altro, fé non fta-
re alia guardia della Città : ma fra gli altri era il Capitano Guai- ;GuaIticro
tiero di ogni indugio impatiente, & pareuagli vn'hora mille anni '"P*^^^"'
ài trouarfi co* nemici alle mani, onde a fé chiamati Bertolaggi, &
Raffaello gì i ricordò , come s'erano partiti da cafa , & venuti ad
Acquilea per la Fede di Chrifto Noftro Signore,& per guadagnar-
li honore,& nome.moftrando core,&prodez2a,e(rendopaflati al-
cuni mefi fi rifolfe detto Capitano Gualtiero co li fuoi Compagni
configliati infieme , di uoler fare una proua del loro valore contra
i nemici, con buona gratia del Rè, al quale domandorono licéza,
^ ottenutela Gualtiero, Raffaello, & Bertolaggi vna notte fubito,
che apparue lo fplendore della Luna, fi miffero chetamente con; le
loro Compagnie de caualli,& fanti, in ordine, & giunti alla porta
li fu abbaffato il ponte fecondo l'ordine: & darteli molti auuerti-
menti, vfcirono, dricciandoli alia uolta de gli alloggiamenti del-
]i nemici, & fi diuifero in tre parti : dinanzi fu il Capitano Berto- Aauertt--
laggijcon cento caualli,& trecento fanti forniti di baleftre, & ar* menti di
chi appreffo di lui , il Capitano Raffaello con trecento Cauaglie- J^^T'^r .^
ri: al Capitano Gualtiero refiorono feicento caualli,& mille e fet- J'^^'^tf'
tecento fanti, & hebbero tanto la fortuna fauoreuole, che trouan- faéilo , 5i
do le guardie dormire, per la ficurtà che s'haueuano prefa,che paf GuaUiero.
forono le sbarre fenza impedimento , & comminciorono a menar
le mani, prima che fulfero ftatixieduti,mettendo i primi in fracaf-
fo, quantunque il Capitano Archilao della Guardia montato a Archilao
cauailo con trecento altri fi sforzaffe difarrefiftenza, ma per loCapitaoa.
grande fa ita mento d#ir Arcieri, & Baleftrieri,non ui reftò cauailo,
die non fofie ferito, onde vedendo non poter refiftere, fi diedero a
fi-,ggire verfo le tende con gran gridi, Bertolaggi l'incalciauadan- Baleftri,5c
do a molti la mone ; €< Raffaello ancora era paffato innanzi con a-'chi.
il fuo ftendardo, mettendo ogni cofa in terrore, & fuga, effendofi
datto all'arma ne i primi allogiamenti,& di là s'armauano infret-
ta, fmemorati , 6t mezzo fonnolenti, andauano uerfo il rumore
mezzo armati, & l'attaccò la battaglia,effendofigia accefoil fuo-
co nei primi Padiglioni dai mille e lettecento fanti, che erano re f^oco che
flati a Gualtiero, sì che ne faliua la fiamma in alto, chechiaramé laiìuii'a*
te Ci poteua veder pertutto , doue rimafcro morto v^ Rè di Coro- Cido^.
na ^
r
/
4 ^ sito Rimine/i Libro Seconda
na.col FratelIo,& molti alrri,ch€ nefn coperta la terra , Attila Rct
fi deftò al gran fuono , éc ftrepito delie voci , con tutto ciò , che
ioiXe non molto lontano, & fé gii sppreferrcò innanzi il Capitano
dci'-ki Guardia ferito , che gli raccontò , come da Chriftiani erano
ftatti aflaliti , che a gnifa di procella andauano ognicofa abbac-
tendo, & menando a ferro, & à fuoco, onde n'era de gii tutto U
Campo fottolonra , fé la perfona fua non era prefto à pomi reme-
Tromba ^io- Attila Rè ciò vdendo fece dar fiato alla Tromba Reale , al
^^'^' quale fegno ben conofciuto , per tutto s'vdinano rifpondereda
ogni banda varij forte de inftrumenti , con tanta rouina , che pa-
re uà , che il CIE LO folle per fobi ilare . Laqual cofafenten-'
dofi anco nella Città, 6c vedendoli fopra le Torre della Porta del- .
Ja Città, per i fuochi , che furono alciati i fegni, che dauano à i tre'
Capitani s haneffero a ritrarre fecondo l'ordine porto dal Rè Me-
ne Menap^PPÒ; indi datto il fegnoaJKO per la Città, comparuealia Porta
pò . ^ Forefto Prencipe d'Efle, & altri, per eifer pretti al foccorfo de i tre
ForeftePf* aflimofi Capitani Compagni con M D.Cauaglieri. Gualtiero rac
^^^ * cordandoci dell'ordine datto, iccQ fonar la «tirata, fecondo, che fi
era reftato in apponta mento, & così raccolta la fua gente fornitaci
dì lanze , chi ne pottè raccogliere in terra,in frera il mifcro al ritor-
no verfo la Città,ftretti innordinanza à pafìfo, (enza moftrar fegno
di fuga,nè di paura , incontrando-I nella fchiera del Prencipe Fo»-
refto, prefero tant*ardire Gualtiero, fhdifpoferod'aipettario; & ha
uendole tre fchiere ridotte in una fola,& polii di quà,6c di là ipe
doni,à guifa di Ale. Veniuanoi Pagani alla Batrag]ia,con un Rè,
Gualtiero per far gioftra daCauaglieFO,corfe in fallo,€he allaliccn
brare non toccò la lancia , la tefta in parte alcuna ; ma quella del
p**"^"*?' Rè,cheera grande, & potente, lo percolfe nell'arcione, fece lui i«-
&i(M. ' culare con la groppa del cauailo a terra, & nondimeno innanzi,
che egli fufleriuolto dal corfo , era già rileuato lenza impedimefi-
to alcuno, gìongendo gii altri di quà,& di là, il cominciò vn altra
gran zuffa, quantunque fufle grande il numero dell'Infedeli, non-
dimeno i noftri foftennero arditamente, & gencrofamente l'affai-
to,& fi ritirorono nella Città, fatta proua del lor valore. Doppò
quefto, & molto tempo fu ragunato Confeglio dal Rè Menappò,
per eaufa d'un gran fatto d'armi , che furono leuati dal Campo
due millaChriftiani portati in Acquilea a feppelire,fràquaii fu-
rono huoraini di conto, Gherardo, & Bertolaggi da Fano , con al-
quanti altri Capitani,di minor nome . Ma grande fu il numero de
feriti, conciona cofa^ che di c^uelli» che fuoDa vfciuano alla Miw*
"glia,
jglia, appéna fi trouò la terza parte, che feriti no foflferò affai, ò pò proucfWó
co; Ma ben dice il proucrbio , che fé altri fapeffe il fecreto del fuo di guerra .
nemico, mai non farebbe perdente in guerra,an2Ì fempre di vitto-
ria coronato . Dopò alcuni Baroni: è gran Capitani , il Capitano
Gualtiero da Rimino fatta prima la debita rcuerentia al Re fpie-
gò il fuo eccetto in quefto modo,dicendo, per Dio non ui difpiac-
cia quello, che hora fono perdirui. Hoggi va per il terzo anno, che
qui fiamoin voftro aiuto , nel qual tempo più volte habbiamo
hauDto lettere, & meflaggieri dalle noftre Citti,& fuperiori di do
uer ritornare : ma per eflere con V. Maeftà a quefta Battaglia fia- ?f '^^'Jf ^^^
mo reftati qui: il che molto ci cofta caro per la perdita , che hab-» iQ\l'gg\^/'
biamo fatto del Capitano Bertoiaggi noflro cópagno , & de mol-
ti altri della noftra Cópagnia . Hora fiamo d'animo d'imbarcarfì,
& nauigar alla nodra marca fecòdo la commifsione, e habbiamo,
& conforme al defideriocommune di tutti noi : Ma fé hauete ani-
mo di tenere la Città per tutto Febraro,& habbiate bifogno d'aiu
co, auifate, che pofsia,che haueremo riprefo vn poco di ripofo vo
lehtieri ritornaremo al voflro feruitio. 11 Rè Menappo ringratia-
telo della proferta, & del paflato aiuto , poiché altro non poteua,
gli diede licenza con buona gratia di andarfene a lor piacere . Ec
così fé in barcò il Capitano Gualtieri da Rimino,& RaQàelle fuo
Cugino, che non folamente amorono l'amico in vita.ma anco do-
pò morte, 6^ però conduffero feco anco il corpo del Capitano Ber
telaggi loro caro compagno, con la metà appena della géte che g^^'P^ ^?
haueuano condottto là ; Drizzando le vele verfo la Marca, la qual "^°'*oS«
partita par che riempifl'e la Città ài fpauento, & gli nemici di au-
dacia ; & perciò altri ancora prefero licenza d'andarfene altroue,
perciò il pouero Re Menappò, con gli altri Cittadini , dubitando
della deflruttione d'Acquilea, lafciando da parte i prodigi], & in-
douini ofleruati da Gentili , fatto far gran numero di ftatue di le-
gno armate co elmctti,& altri, la fera al tardo, le pofero,come per
guardia delle mura a i lor merli; poi montati sii le Nani, il Rè Me
lìappoccn tutti gli altri fenialafciarinAcquileaanimaviua con '
le lor robbe di maggior importàza, fé n'andorono all'Ifola di Gra
do , doue già haueuano mandate le donne , con altre robbe di va-
luta, &queflo fu caufa, che fi diede principio all'inclita Città di
Venetia,ouero augmento , & il fodetto Rè Menappo pafsò à pia
felice vita del Mefe d'Agofto, il terzo anno dell'aflèdio della fua
Città, gli anni di Giesù Chrifto Noiiro Signore Quattrocento e
cinquancacre, faluoil vero.
Ff Ec
"i^ i Sito Rtmkefi Lilro Seconda
Attila Uè . ^f ^'<^ Attila Rè la rouinò totalmente (che non lafciò pietra fò
pra pietra)quclia principalifsima Città,che tanto longamente ha-
oeua impedito il fuo diflegno,ch era d'andari Roma per diftrug*
gerla.è però feguit3ndo(dopò altri mali)il fuo viaggio con quefta
Ito Papa . D^^3la intentione, il Santo Ponteficc»che all'horaera San Leon Prìw
mOjil Magno, Torcano,nìofro da nero zelo di pietà, fi partì da Ro
jna,per andar ad'incontrar Atthilafodetto.il qualnon haueua ac-
cora paflfato il fiume Mincio], che pafla a cato la Città di Matoiia^
. ' & l'incontrò in un liioco vicino alla nobil.fsima Terra di Gouer-
nolo, da mezzo miglio lontano incirca, foprai'argiue di decco ha-
me Mincio, doue apponto anticamente sboccaua nel Può, condor
me anco a quel, che fì legge nelle Tettioni del Matuttino,^ della Fé-
ftadieflbS, Leone Papa, che (ì celebra allivndeci d'Aprile: &ia
detto luoco, in vnacafa antica, C vede dipinta vna Pietà fatta per
diuotione ài così fegnaUta attiene, come (ì raccoglie dalle Scrit--
ture autentiche, che fi trouano appreflTo il Serenifsimo Duci di Mi
tona , come mi è flato fcritto dal cortelìfsimo, & aniotcuole Sign.
S!) BoMc^ Mafsimiliano Bonardi di detta Terra .
^[^ ' Giontochefù leloquentifsimo Santo Pontefice, alla prcfenza
del fiero Rè inhabito Pontificale, con gran compagnia di perfonc
Ecclefiaftiche» & con tutto il Senato Romano - li fece vna beiursì-
Oratione roa,& humilifsima oratione, in quefto modo,che feguira..
ad Attila H Senato, e Popolo Romano , chea tempi paiTati fu vincitore
Rè ► di tutto il Mondo, bora confefTa eiTcr vinto da tè Potentifsimo Rè
Attila , ti fupplica,& io in nome fuoti prego faumilmentc , che gli
concedi la vita. Non ti poteua fuccedere cofa alcuna fra tanta glo-
ria, che tu hai acquiftata, con i tuoi gloriofi fatti,ranto bonorata»
e degna al prefente, è di tanta memoria,nè tempi auuenire, quaiw
to è, che fia venuto a gettarfi alli piedi di quel popolo,, dinanzi al
t • r R è •l"^^^ "^ ^ tempi partati s'ingenochiorno tutte le nationi, è Rè de l
del mòdo. Mondo!, cofa certa è veramente, Rè Atthila,chetù potrai auan-
tarti fenza mentire, che con il tuo valore, è gagjjardia»hai vinto è
PopoloRo fuperato rutto il Mondo , poiché e ftata la cua venuta tale , che tu
maoo. babbi uinto,è foggiogato il popolo Romano, già uincitore di tue
te l'altre genti: non ti refta altro afare,acciò che tu fia il più famo»
fo Capitano del Mondo, fé non concederci quello, che da te ricer-
chiamo; perche in quefto otterai la piùfegnalata vittoria di tutte;:
Vincendo te ftelTo è, fé con il tuo gran valore hai trappafiato i ter
mini d'ogni forza humana , & efiendoarriuato al fegno doue mai
alcuno gon pensò di pocec falire^aon potrai fac cofa.che più ti fac
" ^ ^ da
t>ì T(ajfaeU lAilmAYÌ. VV
cUfimité aDìdièbmc coler, che molti più per caufa tua habbianò
la uita , che non fono ftati quelli , che da te hanno hauuto la mor-
te ; dì gii i fopcrbi hanno prouato il tuo flagello, è caftigo: fa ho-
r»,chc gli huraili conofchino la tua demenza . Tu dei ciò fapere
per ragione,»! perche ti rédono volontariamente, è fi confefsino ef
fer vinti da tè; come, perche fono apparecchiati di fare tutto quel-
lo, che gli commandarai .
Mentre chc'l Santo Pontefice diccua quefleefficacifsime paro-
le, i Senatori Romani ftauano inginocchiati, è piangendo; Et il
brano Rè tencna fempre gli occhi fifsi nel Vcnerabil Volto del Sa j| j^^ |^j;
to Paflore . Commandò,ch3 i Senatori fi leuaffero in piedi,è riuo! baro /
tato al Papa Santo gli diffe : Padre ftate di buon cuore, è non ui Rifpoftaal
date affanno, che io fon deliberato di fare, quanto da uoi mi è fta. S. Padre.
to ricercato . Io ritornare fubito ne i miei paefi .- è così fece in ef-
fetto.Cofa fu quefla in uero marauigliofa,della quale fi ftupiuano
tutti i Capitani d'Atthila,vedendOjChe un*huomo tanto crudele, è
tanto amico di fparger fangue humano , é che per tutto.dou'egli
paflauajfi faceua chiamar Atthila Rè de gVHunni , flagello di Dio pi^cd il r8
fi fuffe mutato così fubitamente, folo per haucr ueduto piangerei Barbaro, e
fuoi nemici alla fua prefenza w Alcuni fuoi famigliari gli dìman- nduffe iifa
domo la caufa di quella fua infolira,& improuifa piaceuolezza,6c ^^^ ^^^ '"
«fio rifpofe ; che mentre il Papa parlaua , haueua da Iato due huo- ^**^* *
mini d'afpetto più che humano, con due fpade in mano, è Io mi-
nacciauano di morte, s'egli non faceua quello, che il Papa gli ri-
cercaua : fi tiene per certo , che quefti fuffero i Santi Apoftoli
Pietro , e Paolo, quali aiutanano il lor fucceflbre , in così giufta -. -.
ìmprefa , Atthila partì, è ritornò ne j fuoi paefi, e dopò alquanto e Paof"^*
tempo , hauendo fpofato lldocona dongella bellifsima, e facendo
le nozze nel fuo Regno d'Vngaria,con grande apparato,difefte,è
trionfi, il Barbaro Rè mangiò è beuè tanto,che gli foprauenne un »,
fiulTo di fangue dal nafo,che l'affogò dormédo,che fu alii 15. d'A- R^barUa-
gofto, cffcftdolui d'etd d'anni cinquantafei . altri dicono, che fu ro , '
amazzato da una donna, con un pugnale, perche Atthila hebbein
vn tempo ifteffo più donne.
Ancor che quefta vltinia parte del noflroraggionamento fopra AtthìURè
Atthila Rè foffe alquanto fuora del mio ordine, &> intentione.-nó-
dimenopereffereccfa notabile, & di gran reputatione alla noftra
Religione Chriftiana, & degna da faperfi, per quefto mi fon lafcia
to trafportar alquanto fuora del mio fentiero.
Nel medcfimo tempo fiorì ancora un Rocco da Rimino , che
F f 2 fcrifse
4 4 Sitò ^tmìne/è Libro Secondo
"j*ricci5< da fcrifse le Gnerrtf dclfodcttotl^ Atthila, il qua! fi trmiò prefente
Rimino , nelle fattionj, & ne riportò nioTca. laude , & honore .
Per dar qualche dilettatione,&traccenimenco al difcrcro letto-
re, poiché fempre le cofenoueè flraordinariefogliono piacere,
ho uoluro mettere qui vn cafo notabile , che fuccefl'e poco innanzi
a i fatti del Indetto Rè Atthila.l'anno 442. della noiha falute neU
l'ilola di Ca ndia, poiché in quefto cafo fi fcuopre la fallacia gran-
. . de vfata dall'aftuto Demonio,& rcccellenza,& buontà della Fede
bohca con Chriftiana.però come fi narra anco nell'HKloria del Signor Fran-
uertiteui a^efco Sanfuinolib.9.4op.fupplementorum. Dicono, che in que-
ChriftoN. fto annoilDiauoIofinfeneirifoladi Candia d'eder Moife, &che
Rcidctore, ingannò molti Giudei , à quali promife dì farli paflare per il mar
^f^^ ^^^- flocco i fimilianza dell'antico fatto del Mar Roflb , ;& condurli in
fcnco'rdio' Terra di Promifsione, & che ne affoggorono molti di coloro, che
fo,paiiétej feguitorono il falfo Moifc i il che vedendo gli altri Hcbrei clVera-
è rifpetto- no rettati in qucH'Ifola fi fecero Chriftiani .
fo in clTe.- Repigliando il raggionamento fopra la noflra Città,(I vede an-
'«e'^delle^ coia perfcrittnreantiche,chequefta llluftre Città noftra, ha hauu
jnalitie al- to per capo Duchi digrand'auttorità, tra quali fi legge di Mauri-
trui . tio Duca di Rimino,per il fuo valore haueua gran famigliarixà, c5
Mauritio £)efiderio Rè de Longobardi > del qual era tenuto in gran conto,
mi'no r ^' fauorendo tutti quelli , che il detto Duca fauoriua.
Pietro* Leo A quefta Città noftrà fu di gran laude, & honore, la Pcrfona di
ne. Giaco. Pietro Leone da Rimino , che prima in Milanodi poi in Genoua,
mo fraiel- diede faggio del fuo eccellente ingegno : »l medcfimo fiV fatto da
•^ * Giacomo fuo fratello, nella detta Città di Bologna, in modo, che
quefti due illuftrorono grandemente la lor Patria, nelle più famo-
j fé Città d'Italia traducendo i buoni Authori ài Greco in Latiro,
! il che è fiato molto vtile ad augmentare l'eloquenza , & fare , che
nelle Scok alcuni fcolariauanzinoi lor Maefiri dicendo , & feri-
ne n do»
H.imino , Motto prima di tutti cuefti vi è fiato un'altro, che al tempo del
Regno di Cartagine, tanto ampio in ricchezze,come fortunato in
armi fi reggeua per Sauij Filofofi, foftentauafi con difcreti,& prò-
i ìiidi Nochieri, à Rimino così nominato dal nome della Patria Fi-
lofofo,fù tanto ftimato appreflb di loro, come Homero fra Greci,
Cicerone fra Romani ,
MàUtcfti. Che diremo poi della Illuflrifsima, 6c Antichifsima Regia Fa-
' nnigliadelIiSignoriMalatefti,laqualefebene, òdi Germania, d
di Roma della penna de i Bilie , ò d'àlcri luochi>enitTe aifai è» che
^"" ^ ' " ■"' fi
1>i Raffaele t/iJlmarì^ 4t
fi eleffero quella Città per loro particolare habifidione, & della
Quale puoi hebbero il nome d*e(icre Ariminefi , & facendo molte
honoratifsime proue , per lo Sacro Imperio Romano contrai Ti* ; ,;
ranni d'Icalia , mafsinic al tempo d'Ottone Secondo Imperatore, _ --'^'
dalla cui liberalità, per i feruitij riceuuti, diede ordine, Ottone al perftor iu
Figliuolo Ottone TerzOjCfTendo ambedue in{ìeme,che lo rimune- Sc iij.
rarfe,& così da lui li fu concefTa la Citti di Rimino con molti bo-
llori, & grandi Priui!egi,& gratie,innalciandola a fupremi Gradi,
la qual' Illuftrifsima Famiglia poi crefcendo, madò fuori valorofi
Prencipi , & Grauifsimi Prelati, & Senatori, come fi può uedere,
che in diuerfi tempi furono patroni di molte parte della Roma- . .
gna, della Marca, Vmbria , & Lombardia, come di fopra fi è detto tx^^cg-'
al numero de venti buone Città,& vn numero gradìrsimo di buo ftella . *^
ne Torre, & Cartella.
Gio. Maria Prencipe di MiIano,con gran letìtia della pane Gel Daca di ;
fa in Milano.per Tuo G^uernatore, & diftenfore, condufle gli anni Milano,
di Chrifto Nodro Redentore mille e trecento, Carlo Malacerta;per ^^^''^ '^^^r
la uenuta dei quale , per gaudio , tutte le Campane di quella Ma^ l^^tefta .
gnifica Città , furono fonate in ogni parte , erano le fue infegne in
ogni luoco, s'actaccauano fcritti , che diceuano , C^uefto è Libera-
tor della Patria, & d'indi tri pochi giorni volendo per forza otte-
nere il Cartello vi mifcradedio, poi fece drizzare molti Magnia-
ni, coi qi '" '" *
ouerBarco,
aifediodi
tcndofi andò a Genoua, doue fu morto ,
Bernardino Coire Gentirhuomo Milanefe, ecce! lem ifsimo O-
ratore ncll'Hiftoria di Milano.
Galeotto Malaterta fu fatto dalla F. M. di Papa Bonifacio No- Vicari» di
no Vicario perpetuo di Cefena . Ccfena.
Il mcdefimo Signore del 1 540. alli 25. d'Aprile , andò a vifìcare
il SantifsimoSepolchrodi Chrifto Noftro Signore, ritornando il
niedefimo anno,del Mefe d'Agofto in Rimino con gràde allegrez-
za di tutti infieme con li fuoi feguaci.
Similméte il detto Signore alli 2 2. del Mefe di Maggio del 1 3 5 5. vicario di
fu fatto Vicario di Rimino,Pefaro,Fano, & Fortambronc per die- Riin.;pefa-
ci anni, dalla B. M. di Papa Innocentio Settimo. Et il medefimo ro.Faoo,*
con le genti della Chiefa per forza d'arme prefe Bertinoro: & del lf^°^^l^
1 3 5 5.alli 1 1 .di Maggio , i 1 fodetto Signore Galeotto pigliò il Co. '
fel^P? ^\ Santa Madce Chiefa, il quale da lui fu portato con gran
pompa
4^ Sitò RÌmlnéJe llhfà Secónde
pompa, & feguito di tutta la Città alla Chiefa di San Oìnliafid
Feft* foie- M^"*"*^ Protettore di quella noftra Citti di Rimino , & ftettein
^^ detta ^hiefa due giorni , con folenne honore, ^ feRa di rutta la
t - , Citti . Il fimile lì faceua da auefti Signori quando gli era dato tal
grado d'honore,il che fu comieguito da molti di loro .
Parga»- ^^ ^35P- ^'I* iidiFcbraro, ilSig. MalateflaCauagliereVn-"
tio. garo ritornò i Rimino dal viaggio di Fiandra, Inghilterra , & dal
purgatorio di San Patricio .
In particolare vn Galeazzo Malatefla Signor di Rimino fu Vi
cere di Napoli,& di tutto il Regno, che fu del 1 362.
AlmcdefimoGaleazzo,ò Galeotto Malatefta,adJ 5. di Giugno^'
. .. del i368.nacqueun Figliuolo mafchio, te alli 12. di Luglio con>
NaleU. *p2ifferoAmbafciatori venuti a pofta, dalla Regina Giouanna di
Napoli per tenerlo al Battefimo,in nome di detta Regina, la qual
li fece dono di due nobili Cartelli di detto Regno, 6c vn fornimeii
to molto ricco di perle di gran pretio, ponendo nome al detto Fi*
glìuolo Carlo , la cui Madre era Figliuola, di Rodolfo da Cameri-
no, per nome Gentile .
*forte di |^el 1 3 85 . alli 2 i.di Genaro , Galeotto in Cefena , doue finì la
Caleotta. ^^^ ^-^^^ -^^ ^^gj Dominio,il cui corpo fu portato a Rimino accom
pagnato daMonfignor Illuftrifsimo Galeotto Toriati da Pietra
mala, Aretino di Tofcaoa Cardinale Diacono fotto il titolo di
San Gregorio inVelabro (uonepote, & venti caualli coperti di
nero, con bandiere, & targhe, & la fua (pada accommodata di io»
pra un Baldachino di fcarlatto, & fopra la barra vi fu pofto vn rie
co panno di brocato di gran valuta.
In fonema, quefti Signori Malatefti furono fempre adoperati
ne i Maggiori, & più importanti maneggi di guerra che (ì faceffe-
ro a i loro tempi, & quafi per quanto fi legge ne riportarono fom«
ma gloria, & honore, conducendo feco buoni Capitani, valorofi
foldati, bi fapienti Confeglieri della propria Città de Rimino,có-
fidandofi grandemente in quefti, come foleua fare Aleflandro Ma-
Aleffand. g^^^ nella'fua Falange Macedonia; & perciò del 143 5 . L'illuftrif-
^^^'^^' fimo Signor Sigifmondo Pandolfo Malatefta Capìtano,& Confa-
lonicro di Santa Madre Chiefa, con grande trionfo , & con nriolca
gente d'armi da Rimino , pigliò la tenuta di Bologna , & vi fece
Sigt0r6do j-entrata per la Santa Chiefa fontuofamentejdoue fu riceuuto coti
^onier^o" di' grandifimo honore dalia detta Città di Bologna, la qual prima fé
S.chicfain era rebellata alla Santità della F.M di Papa Eugenio Qiiarto nel-
Bologna, la cui Città era ftato ordinato vn tradimento da vn Batcirta Cane»
do,
do,che tébeua alla fua cudodia duceato caualli , & trecento fiaintfiJ
per far pregione detto Signor Sigifmondo , per poterlo poi con-
tracambiare in Gafparo fratello del fudetto Batcifta, che giijcra
fiato ìatto prigione dall'EfsercitoEcclefiaftico. ctrTmon-
11 medefimo Signore Sigifmondo del 1448* alli 8. di Marzo fi ^^'^^^'^^\
partì da Roma,& andò al foldo della lUultrisfima Lega de Signo-
ri Vcnetiani, & Fiorentini, paffando a Fiorenza c6 due milla pec*
fone tri caualli «e pedoni.
Lei 1449. il detto Signore Sigifmondo fu fatto Gouernatore del s{g|fn^<5j<,
le genti d'arme delli Signori Venetiani,che fii il primo di Settem m. couer-
bre & poi andò con l'eÌTercito a Cremona, la qual di detto Mefe natore del
fi rendè al fodetto Signor Sigifmondo, che l'accettò per i'Illuftrif- legétid'ar
fima Signoria di Venetia. ^ Oem»nt'
Io hòtoccatobreoementealcunecofe notabili di quella lllu- DifcorfifJ
ftrifsima Famiglia Milatefta , ma però non voglio, ne quefta è la pra i MaU-
mia intentione, di voler dire tutte le cofc degne da dirfi , di que/li tefti .
Illuftrifsimi Signorijperchc iofaria troppo longo.come anco, pec-
che fono (tate fcritte da molti altri buoni , & ccceilenti Scrittori .
Solamente dirò, che me pare qualche errore parlando fempre con
ogni vmilta, e rìuerenza, che pojTo maggiore ài qielli, che credo-
no, che quefta Illulìrifsima Famiglia habbiabauuto Origine di
Verucchio.ouero dalla penna de i lìilli, poiché fi troua che al tem»-
pò, che la Città noftra di Rimino ftaua fotto pofta al Sacro Impe-
rio, quefta llluftre Communità noftra donafte il Nobilifsimo Ca-
ftello di Verucch io , a! primo Sign. Malatefta òì e(fa Illuftrifsima
famiglia , che fu circa gli anni di Chrifto Noftro Signore 1290. &
che! fecondo M a late fta detto Malateftino dall'occhio fi chiamaf-
fé da Vcruchio; perche, come è opinione di moIti,nafce{Te in quel-
lo; cofa verifimile a crederfi, efTendo, che ogn'vno -chiama per pro-
pria Patria,quelJa,oue è nato: poiché fi legge quefti Signori etfere
itatijò per dir meglio hauer habicato in varijluochi,ò per loro co-
modità, & falute; ouero per bifogno urgente coftretti dalla necef-
fità delle fattioni,& inimicitie, ò altro: & dipoi eftere ritornati ai*
la Città di Rimino, quando gii è venuto Toccafione di farlo; & be
ne fi può credere , che in tutte le Cartella del grande Teritorio dì
Rimino loro andaflfero liberamente ad habitare, doue più ii gra-
difse; poiché quefto Territorio s'eftendeua longamente, & larga-
mente, come à tutti è noto: ma di più la fua giurifditionecontene
na di gran ionga maggior ampiezza ne' fecoli felici del grand'Im-
perio RomanOjCc che pcc caufa poi di ^uefti SigQori , cheperfero
il
'49 ShcJdmheJiLìhfòSieiìiii
il Stato,è tante Cartella, & Tcritori fi fono fmembratì dalrvbcdi€-
za della noftra Città, come in parte fi vede,che ancora in fpiritua-
le fi è mantenutola giuri fdittione, fé bene non così ampia . come
./ipj *" ^^^^ prima: il che per certo è (lato nò Solamente dano alia Cic
ti, per haucr perfo i fuoi membri, ma ancora a i membri per ha-
uer lafciato il fuo Capo ar;^ico, di modo,che Ci può dire con Chri-
fto Noftro Signore, per bocca di S. Luca, Cap.i i. OmneRegnum
ìnfeipfhm diuifum dtfolabitur, & domus fuper dotnum cadet,
Précipe di Vn Prencipe di Dalmacia con groffo eflercito paflfato il Mare,"
Dalmacia. pofe l'afiedio a Rimino da quella parte,che guarda verfo Orienta,
& continuò in detto affedio mefidecidottoper il che la Città no»
ftra.con il popolo ftracca,& affllitta non potendo da fé ftefla def-
fendetfi, determinò di voler chiamar qualche Prencipe potente de
i circonuicini, che la liberale da quello Barbaro,inìmico, poiché
pareua.che il Malatefta il Vecchio, negligeffe tal cura; ma {limo-
lato dal penfiero, che haucuano i Cittadini di fopra detto,dubità-
do di non perdere il Dominio di quella, fé altri l'haueffero libera-
ta^fi rifolfe a vfcir f uora vnitamente con li Cittadini,di più atti aU
• Ja railitia in tempo, che i nemici ftauano fenza fofpetto alcuno, &
fprouedutifotto il fuo commando, con bonifsimo ordine aflfalto-
Vccifione ro"o i nemici airimprouifo,6: li ruppero: reflò vccifo il Précipe di
grande, quelli', & furono quafi tutti niefsiafil' difpada, 6^ da indi in poi
detto Signor MalateftàjS'elefle per imprefa nella fua Arma,la fcac
chiera ner3,e gialla,che tolfe dal collo,|dal fodetto Précipe Barba-
ro:& p gratificare anco,alcuni di quelli Cittadini,che moftrorono
il lor valore in tal'imprefa li fece partecipi della fodetta fcacchie-
ra nelle lor arme, come alcune ancora fé ne vede li noflri Cittadi-
ni per non efferetaflati d'ingratitudine, & conofcendo i beneme*
riti di quedo Signore, per mantenerlo nella loro aftcttione procu»
rorono , che dairilluftre Confeglio , & Commune di Rimino gli
fufieccnceffoin dono il Nobil Caftello di Veruchio, luoco lon-
tano dalla Città diece miglia in circa t al qual egli poi pofe parti»
colarisfima aftettione, che fu il primo per quanto Ci può confiderà
re,che fi nominafle per Malatefta di quefta famiglia .
Roberto il L'IlIuflrifs.Sig.'RobertoMalateftalmperatoredeH'efiercito della
1^1,. F.M.diPapa Siilo lV.da Sauona,dalla Rouere,Fracifcano,nciran-
fìo 1482. feccjgiotnata col ferocifsimo Alfonfo Duca di Calabria,
Figliuolo di Ferrante Rè d'Aragona,il quale apprelfandofi con il
fuo eifercito à Roma^alla Porta Latina, haueua me ifo grande fpa-
uencG i^ quella Città , non fi perdendo però punto d'animo Sua
Bea-
2)/ Raffaele t/iJimarl • 4 f
"Beatitodinè j ma Valorofamcnte dififendendofì con I-armi venen-
do fu rotto nel Territorio de Velitri, fu corraggiofamente in quel vittoria ài
)a battaglia, per rvna,& l'altra parte combattuto. Ma la Vittoria Roberto ,
fu di Roberto Malatefta Signor di Rimino, mafsime per lo ualo-
re de ca u ali i Arcieri, i quali haueua menato dal Campo de i Signo
ri Venetiani . Alfonfo Duca reftò debellato,con la perdita de fuoi
ftcndardi ; il quale fc non fuffe per fua falute fuggito fenza alcun
dubio era menato prigione à Roma , con grand ignominia, & in-
credibile dannojdal fodetto Signor Roberto, nella virtù del quale
il Sommo Pontefice haueua grandemente confidato,& porto ogni
fua fperanza, come fedele defenfore della Santa Madre Chiefa. tre
giorni dopò che hcbbe vinto venendo a Roma , trionfando, ama-
lato fi di fiulTo dì corpo , forfè per le fatiche fatte in quella guer-
ra , in puochi giorni pafsò a più felice vita, che eflendo prima (la-
to aflbluto dal Sommo Pontefice d'ogni peccato commeflb , prefe ^ . . j
la Santifs ima Communione, per le mani del Santissimo Pótefice, ne'per'mi
raccommandati i Figliuoli , & lo Stato , Ritrouandofi in Corte del Poore*
deirilluftrifsimo Cardinale Gio. lacomo Scalfinato Milanefe,Ca- fic« 5
mariero del Papa, & Vefcouo di Parma, che fu alli lo.di Settem*»
bredi dettoanno,di maniera ^ che molti furono', i quali credette^
ro, che Gicronimo Riario Sauonefe, con la rouina d'Ercole fecon
do.il quale, per le fue celeberrime uirtù, moflb dairinuidia,ch'egli
haueua della gloria di lui, lo facefle auuelenare, che fu di gran da-
no a tr.tta Italia . Eflendofi prima fatto beneuole a tutti i fuoi Cit-
tadini di Rimino, con fodisfattione di tutto il popolo , che prima
era ftato in gran difditta col Santifsimo Pontefice Paolo Secondo,
perefiere perfona dotta,prudente, liberale, & magnanimo*; laon-
de li Signori Venetiani fatto l'haueuano loro Generale, foprale
Gente d'armi, in luoco dell'Eccellétifsimo Bartolomeo Colleone,
per li quali fece cofe mirabili, precipue nelle battaglie di Ferrara,
doue non dubitò mai di combattere col fudetto Duca Alfonfo di
Calabrta, per il quale all'hora i Signoti Venetiani rimafero vinci-
tori, & li furono fatti i fottofcritti verfi,
Roberto fon'io , che venni , vidi , è vin/I,
L'Inclito Duca , è Roma liberai ,
£ lui d'honor , è me di vita fpinfi .
Il cui corpo Sifto Papa Quarto di Santa recordatione alle fue p^pa 5;^^
proprie fpefe,fece portar ad Arimino,accópagnandoIo in propriajn^fooa.
pcrfona,con il Sacro Collegto,Senato,& popolo Romano,mentre
era portato dalli fuoi cari Gentii'huomini da Rimino c'haueua fé
/ • sito . 'Rimine fé Libro Secondo
ccalli quali era fiata commefla la cura di condurlo alla Pàtria, co
me fuddici Fidcli^éc in fuphonore ancora fi vedeefTcre fiata fatta
vna ftat uà tqueflre nel fepolcio della B.Memorii di Papa Bonifar-
ciò quarto.che già foleua efìfere in la Chiefa Vecchia di San Pietro
di Roma :6c perche la ragione è quella (fecondo Ariftotile) che
quieta riTitellectOjquefto, chedifopra fi è detto, fipuòfacilméte
cauare da quel, che fi uede fcritto ne i libri antichi , quefto Illu -
ftrifsimo Signor Roberto fu figliuolo del Signor Sigifmondo di
Pandolfo Malatcfta,il qual Sigifmondo, mentre il fodetto Fonte*
fice Sifto Qiiarto, di Santa Recordatione, fu Cardinale, è Vefco-
'R^nifoo. uo della nofira Città di Rimino, fu fempre tanto amato, che alla
* morte cóftituì forto la fua tutclla,e prorettione,comc anco fece al
fimile , con rilluftrifsirai Signori Veaetiani ^efìfo Signor Roberto
(uo figliuolo ►
Da quefto Illuftrirsimo Signore, (T uede efìférfi continuata la re-
putatione di quefta llluftrifsimaFamiglia;poichefitroua,chedel
1283. al tempo dì Guido Conte di Monte Feltro, inquellialuifa
uoreuoli rumori della deprefsione di Carlo, & grandezza di Pie-
tro occupò diuerfi Cartelli della Romagna,dal che molTo Obizo a
prouedere anco a quefto altro lato co l'elettione di Giocolo, Gio-
coli valorofo Capitano di mille fanti Ferrarefi, i quali s'accorrT*
pagnarono con le Genri^di Malatefta da Rimino, & di Tribaldel-
lo Manfredi , & de Bolognefi, & altri aiuti fuccefsiui . Faenza fa
cofirettaadarfialla Chiefa,&r3nno,chevénc, il fimile fece Forlj,
e quafi tutta Romagna per prouederecontra quelli , ch'haueuano
occupato varijCaftellidiRomagna,douefinota, che dice Mala-
tefta di Rimino, ma non Signori di Rimino,che forfi all'hora non
erano ancora ftati Signori , cioè accettati per Signori, ouero, che
per qualche accidente erano fiati priuidi tal Signoria.
Dipoi del i295.del Mefe di lOecembre, il Giorno di Santa Lu*-
eia , elTendo prima fiato chiamato dal Cauagliero Parcitato , per
reprimere l'audacia della fattionc Guelfa , 6c congiontolo in ma*-
trirrionio, con vna fua nepote, figliuola del Signor Righetto Pan-
dolfi da Vicenza già Vicario Imperiale,& darteli in dote il dona-
tilo fatteli dall'Imperacor Unrico Sefto, quando la fece tenere a
Bai:tefimo,che Roncofrcdo, Giuuedia, & Trebbo, & per maggior
coKfinnatio ne della verità di quello, diedi fopra fi è detto, C\ tro»
uà la «.cpiad'yninftrcniento della conficmationedatta al Signor
Kobei co de Malaterii;> da Federico BarbarofTa primo Imperatore
fuuùursimv de Roiaaui ^ confirmando quello ^ che da fuoi prede-;
"<■'.' " . * ' " ceiibà
©/ 1{afaele tAdìmdrì l rf^
ccfiTori eh flato fatto,cioè da Ottone Terzo , & da Gherardo pri-^
mo Imperatore , & quefto tu del 1 1 8 5 . e per maggior fodisfattio-
ne de i lettori metterò qui la detta inueftitura , de verbo ad verbii^
prout iacet &c, vj 6c fi propriaméte a proposto per prouar il mio
intento fenza eftraherne argomenti da luochi lontani , come han-
no forfì fatto alcuni altri; & tanto più, perche miparcofaconue-
niente a dire col Volterano, Sabellico,& al Regiftro Cronkorf4i?Lj
de figms, & inta^ìmbm ab inìtio mmdtj impreff. in Vrhe Nurenbergen-
fi falutis Hofira Ì493. E tanti altri degni, & eccellenti Scrittori, che
fi tacciono per breuità <
In nomhe San^ifjìmSy & md'iuìduA Trmtatii , FrìderUus 'D'mm fd'
venie de mentta Kotnamrum Imperator femper ^ugufiustdignunìi atque
decorum efi , vt Magnìfìcentìa Augufia quofque fìdcles nofiros liberaliter
frxuemat,eofq-i adferuitìa Sacri imperij volmtarìé efficiatprxdecejjòres
nofirì prò vt etìam prxfens eas fnccepuraque pro^eritas agnojcat .....
noi confiderantes fidem , & ftnceram dìle^ìonem fidelis mfìri Magnìfici
viri Roberti de Malatefìis Domìnìum Mìminì propter praclara feruitìa,
quél nobìs, & Imperio intrepide exhibuìtt & maxime in partibusTranf*
marinisi & in poHerum exhibiturus fu Imperiali munere fruentìa atque
liberalìtate A(*gtiUa Confirmamus , atque rurfum in perpetuum donamm
eidem Koberto , ac eiui fuccefforibus reluti Otho Tertius, & Chyrardm
primiii Imperator TrxdecePoreinofìriantecefforibus fuis donaruntt^
concefìevunt CmtatemAriminiiCum eius dìlìrl£ititCafìriSiyittls,ac iurìbust
& cktn tbus honorìbtifitàm intra^qttàm extra^ & cum rniuerfis iuHicijst
& rationìbus eorum Imperlo attinentibm , & ne aliquis contra hac noftrà
confirmathnsmt& nona deuotione quoquomodo contrafacere audeatlm-*
periali authorìtate mandamm^^ fancimustrt nulla occafwne perfona al'
tayrel htimirtSfE€cteftafìica,feu fecularis aufu temerario in contrarium^
attentare, & eius fuccefforibus damnum inferre prtfumant . quod fi quii
contrafècerit in pena centum libr. auri puri fé nouerit incurfurum , dìmi*
diam Fifco nofìro, & dimidiam paffis inimiam applicando & vt h£C
omni futuro tempore firma rata,&c, finty prfifens fùwlegium fcribi ^ &
htaieflatis TSlofìrcs figHìo communìri iu(fimus .
Ego B^teltridus AuU Imperatoris CancelL Curìs fcrìpft, &recognO' SignumD.'
u'I ACiafunthAc Anno DomimcA Incarnationis Milleftmo centeftmo e ^'^If^'"^*'
a. r '^^j-- «■•-•1. Roraanor.
auagfftmo quinto, Indtctione quarta , Regnante Domino Fndenco Roma- imperat.
norutn imperatore, Glorio ftffìmo Anno Regni eius trigefimotertìo,lmpenj inui^iflì.
yero trigeftmofecundo, Datum apud Rocurlone in Epifcopatu fepoléano
(Iharto iius Nouem,
Cg a Se
/ j sito Eimlnefe Libro Secondo
', Se inpatronj di Rimino , difcacciato il Cauaglier Pircitato,]ch€
haueua haiiuto aiuto dal Conte Guido d' Vrbino inuitato, à cciò,
ma li mandò a dire, che non bifognaua , & s ingannò, perciò fug-
gendo 3 San Marino.dou'era il detto Conte^ il qua! quando lo vici
de, diife ben vegna Mefer perdi Cittade.
Non tacerò ancora il famofo, & lacrimeuole cafo di Paolo, Tra-
celio di Giouanni Sciancado , & Figliuolo del Signor Milatefta il
VÈCchiOjChefii chiamato dal Cauagliere Parcitato.contra a Quel
fi, òL della fua moglie ultima, che (ìi figliuola del Signor Righetto
Pandolfi da Vicenza, Vicario Imperiale , & Nepotc del detto Ca»
uagliere Parcitato, che trouato con la donna di detto Giouanne
furono da lui amazzati ambedui d' vn fol colpo nominati da Da a-
te Poeta , nel quinto canto deirinferno , doue raggionando di tal
fatto dice,
Amor, che al cor gentil ratto s'apprende ^
Amor è vn Prefe coftui de la perfona bella
Don so che Che me fu tolta , e'I modo ancor mi offende.
viene non Amor,che à nullo amato amor perdona
mando?o! Mi prefe del coftui piacer fiforte. t
ijon so chi Che come vedi ancor non me abbandona j
ingenerar- Amor condufle noi ad una morte .
fi nò so co Et il Petrarca in quefto medefimo cafo canta nel trionfo d'Amo
Ouidie *® Capitolo terzo, doue dice:
^^»"*?! Yjjj Gineura Ifotta , è l'aTtre amami ,
E la coppia d' Arimino, che'nfeme
Vanno facendo dolorofì pianti»
Et quefto fu gli anni della Chriftiana falute mille trecento e dode
ci ,'& per quanto fi è trouato nell antichità della Venerabil Chie-
fa di Sant'Agoftino, fi uedeefifereftatifepolri in quefta Chiefa ,'
doue fi trouorono in un fepolcro loro i vellimenti di fcta, & di ve-
luto ancora intieri , neguaflidairantichità, quando non moki
anni fono, fu Icuatc il coro di mezzo della Chiefa , & ridotto die-
tro all'Altare Maggiore . Non folamente gli Huoraini di quefta
Illuftrifsima, ficGenerofifsima Famiglia fono fiati valorofi , &
pieni di prudenza , ma anco le donne, delle quali fu la Illufirifsi-
fna ^Signora Paola Conforte del Signor Giou. Franeefco Gonza-
ga primo Marcheff di Mantoua, che fu bellifsima di corpo, tenu-
ta tra le più belle donne d'Italia , & dottata di molte virtù, di pri»
der.tia , 6c di fanta vita, tenuta nella Città di Mantoua, nel nume»
^0 delle Beate ^ come fì legge nella fua vita fccicca, dal M. Reu.Pa^
T5i Raffaele iAdimarì .'
/f
drc Hippolito Donefmundi Mantoano , Theologo del Serenifsi- i^^ R^ata
mo Signor Duca di Mantoua , & in lettere molta dotta. Paola Ma-
il Qiedefimo fu della Illuftrifsima Signora Battifta Bella, Preda latcfta de
rìfsima, hooeft3,magnanima,& litterata,accompagnata da mol- ?°"i^^rl
te virtù (angolari, alla quale, per la fua eloquen2a,& dottrina, Lco^ te^ratimma
nardo, & Carlo Aretini, Oratori celeberrimi nel lor tempo, li driz Leonardo»
zorono molte opere fue . & Carlo
Vi fu ancora la Illuftrifsima Signora Cineura , nominata dall'* Areiini.
Eccellentifsimo Poeta Lodouico Ariofto , nell'vltimo fuocanto>
con canta lode della Illuftrifsim.a Famiglia Malatefta , oggidì ve-
nuta manco, quanto però al Domini© loro, con li vcrfiinfrafcric-
ti.
Ecco èineitra , che la Malatefta
Cafa, col fuo valor s'ingemma , e inaura;
Che mai Palagi Imperiai! , ò Regi
Non hebbon più honorati e degni fregi. , . .
SiqueHAetadeclla in Arimino era , Ariofto!'
Quando fu perbo de la Callia doma
Cefar fu in dubbio s'oltre a la riuiera
Doueapaftandoinimicarfì Ronia .
Sìcheparmarauìglia, che da Signori così ben dottati d'ogiìi
virtù funerorefutati per Signori, & Patroni: ma ciò procede, per-
che trai buoni uè ne furono anco decattiui;& perciò del 1355.
adì s.diMaggioltrebellò daloro,& dalla Città noftra Santo Ac-
cangelo,Saujgniano,SaraualIo,Molaz2ano,Vergiano,San Paolo, Declina.;:
Corpalo,Santa Hermete,San Martino in Venti, & di \i dalla Ma- ^'^^^^ ?
recchia ogni luoco fuor che San Giouanni in Galilea, chereftò fe-
delirsima:!a onde fi uede,come la Città noftra di Rimino, comin-
ciò a deteriorare del fuo grande,& bel Dominio del Contado,fino
al tempo delli Signori ftefsi continuando detta deterioratione.co
me di lotto fi uederà per altre^ caufe . La B. M. di Clemente Papa
Settimo.di cafa de Medici, per Benemeriti della Santa Sede Apo-
ftolica, concene al Signor Conte Nicolò Bagno,altrimente Guido Sfg. Conte
Bagno da Ghiagiolo, Monte Scutolo Cartello forte, co una buona G jido Ba-
Rocca , per elTere ftato in feruigio della S.Chiefa, contro i Signori S"® •
Malatefti , per la recuperatione della noftra Città di Rimino, con ^^"^« Sca
tutto ciò,che il Sig. Conte Gio.Francefco il Vecchio haueflTe hauu. '°^®-*
to in moglie la Sign. Armelina Malatefta , con dote di Cartelli ài
gueftaiurifdittione, & altri beni , come ficofturaa , oltra le parte
fatte fra tanti fratelli, & nepoti.
Sì-
S4
Sttó Rmine/e liiró Se7diid§
.. Similmente il fodetto Pontefice concefTe Coriano Caftetlo de!-
Ji megliori in quefto fuo Territorio , che fìa flato nella iurifdictio-
nede Rimino, al Signor Giouanni daSafatelladalmola, pur per
benemerito, & per la caufa fodetta, con tutto ciò, che tanto l'uno,
come l'altro Caftello fuflfero, come fi fol dire , quafi in su le mura,
nel più bel mezzo di quefto Territorio.
^hgiora Al tépo del Pontefìcato di Papa Aleffandro Sefto, del mille equat
d^ Gentil- tccétononàtaotto, nell'Indition prima.l'vltimo del mefe di Gena-
Hnomini ^.^ fu fatta nnacógiura da molti Gétil'huomini principali di que-
imiHc . ^^ Città, che per brcuiti non fi deduce,nella cafa de miei antecef-
.fori,cicè Nicolò Cauagliero AureatO)& Adimario fuo Padre, per
liberarfi dalla Signoria del Signor Pandolfo Malatefta in S.Gio-»
uanniEuangelifta; la qualepoi non hcbbe effetto buono, perche
furono poi perfcguitati detti Congiurati, con bandi atroci,& per-
ciò forfi confiderando detto Signore, hormai non fi potere fidire,
più dei fuoi Vafalli, fi rifolfe far vna permuta, con la llluftrifs.
Signoria di Venetia in altri luochi, come fi legge in una copia del-
rinftrumento fatto]trà detto Signore,& detta Illuftrifsima Signo-
ria, che a fatisfactionc de i lettori fi ponerà qui fotco, pout ìacet in
€Ìus Originali,
tn nomine San^s^& inàmduA TrmtAt'n Tatrisy & Fìfij, & Spìr'm
fan6ii,^men. ^nno Tiattuìtatis Domìni 'Hofìri L E Sf^Chri^ì Ai.D. Ut.
lndi6liQne fextaMe vero Sabbatifexioiecìmo Menfts DecembrìSi CufTL^
hoc prefente J^Jotiemb. proxìmè è lapfo Serenìjs» 'Princeps,& extmius Do-
minui D. leonardtis Lautedanm tei Gratiat Inclitui Dux f^enetìarum^,
prò fé t& [ucctfioribus fuìsy ac vicey & nomine illufìrìffimi Domìnij Ve^
neti ex ma parte , & lUué^ Magui ficus Domìnus Vandulphus de Mala*
teWs Crìmini ex altera, ex bonis conuenientibus, & ratìonabìlibus canfis
animum vtriufcjue pards mouemibus deuenerunt ad infrafcriptat con'"
uentìonesj & pa6fa •vnan\miter,& concord'tter) & volentest & intenden-
tes ambii parta pr£dì^£ licet prò maìorì parte conuentìonesipff adinh
ptends fuerìnt vtrimqne , & infcrìptif^ &fummarii publìcii& authentì*
ci In^rurrttti ndìgi facerepro maiori firmitatereitideo prsfatus Serenifs.
Trìnceps , & exìmìm D.ÙLeoredanm Dei Grafia ìnclìtus Dux Venetiar,
Sui Senatus, ^ omnium alìortim ConftliGrum reeeffarìa fo'.Snitateferuatct
ex una parte; & lUuJì. ac Magnifìcus 'Domìnus Vandulphus MalateH^Uy
tanc{uam verus Dìminus tiuitatis ^rcistCaliellorum , & totius Territorij
^riniinipro /e, & bétredtbus , & fnccefforibus juis ex altera non vi, no
doloy rei mei ù, [ed ^onteilibo é, & ex certa fcientia animoque deliberatOt
dcM'
Dì ^dfaek tASmrU % s t
deuene/iint ad'mfra[crlptai CQmpofmnes,conutntmes ] trAaia^ionet, ^^
pa^a » . ìtnoifc Hi.
Trìmo, quod Vr^fatm lUuff» Dom'inus Tandulphus,profe filijf.hfredU
buSi& fMCcefforìbmfu'u tituloy^ nomine rimplìcispur^t & irreuocabUis
permtttationìs dari» & cum effiffn (xnftgnAri libere faciet in manibuf^
& arbitrìumprxdi&i Sèrenìfs. TrìncìpisprafentU , & acceptantìs prò fé,
& ftsccefforibui /«», & vìcei& nomine lntà£t[{jmi Domìn^ yenetì,& in
poteiìatefuaipro ut iam fecitiCiuitatem prfdìGfam crìmini cum arce, &
fortilicijs,CafieUìStyiUìsJ'erritoriOi& ComiutUyac Difìri£ff*intoturn> &
per totumj prout, & (icut habebat tenebat , &pojJidebat Excellentia fua
cu oÌbuspoffelfiombuStiurìbuSia^ionibuSj&pertìnenttfift4ÌSiDatiìs,GAbd
iHiintroicibus,redditibuSfprouentlbuSi emolumentìst rfibus , ytUitatibus,
acquiSipaduUbuiynsmorìbksJyluiSfmontibuStCollìbufi&pafLWS, quìbus»
ttémciue^aidì^am CiHitatem^TerrìioriumXaHelUy FortUìcìa, & Corni'
tatum . quomodolibet ^e^anùbuSt&pertinentibHi^cum mero, & vrÀxiQ
imperio, & Gladi quacunquCf Comnìmoioalìa poteiìate adCitiìtatem
prxd^^im , & adipfum ìUu[Uem D^minum Vaniulphnm quomodocunq;.
pertinentibus, & quod Excellentia prAdi^i Mcempr^diSiam Ar'umni co
ftgìia/hVifi'pra,faciat cumomnibus ^ArtelUrijSimkmtiorììbuSt&alìy qui «
bkfcmq; rebus in ea exì(ìemibi4S^& ìnfuper cum conftgnationey & renun-
tiitìone cuìufcunque li^jminijriurìfdtiiìonlbuspr^rogutiu^ , ac iurifdi^iO''
tiìs, quai idem ìllt*[i.D.Vandulphuspro[e^& di^is nomimbm habeu fé»
habere quomodolibet poffet , velpotuìffet in vniuerfo Hatu Crimini perii*
tfentiar.fuar, E conuerfo autemprtsfa^iui Serenìjjimus Trincepi , cj^ exl»
mìus D. Leonardus Lauredanus Inclyius Dux venetiarum diSiìs nominibus
promifitiC^ pì'omittìt tenoreprsfcmts publici infìrumentitproht iamfecit
creare, aggregar e, & connumerare pr^fatum lUufi. D.Vandulphum Mik»
latefìam lUuiì* Dominam ^iolantam eìuiConìugem , Dominum Caroium
MalateHam eua fratrem^acfìlios, & defcendentes ex leguime MatrimO'
nio creatof^nAtos,& nafcituros in perpetHum nobiles , & in numero aliotu
nobUium maiorìi Conftlif huius Cmtads Alm^ Venetiarum, cum omnibui
hùnoribu^^digni[atibus,pertinerttifSy& prarogattuiSi^ alifs conditìonìbus,
quibus gaudent, &fruuntur AÌVf T^obiles maioris Confìlij Veneti ►
Item y qiiodprafatus Seycm[Jimus Trincepi dì&is ncminìbu! promdebit
darì,& confìgnarifaciet prafato lllkfì. Domino Tandulpho vnam Oomim
afìatio Veneti}! y prò fuafuorumque h^redum > &fuccefiorumperpetutL^
babitation€^ ,
Itcmy quodidem Serenìffìmui Trincepi d'iSU nominibus dabìft & ctdrft
effe£ìu numerari faciet ipft illudi. Domino Tandulpbo Malate^ìa Oucatos
decem thUIìa awi in pecmia numeratA^de quìbus facete, & dl^onere pof* .
fi^
y è Sito 7{tmlmfè Lìhrì Stconìì
ft dà libitum voltmtatìs fuéi, ex quafktnma Excellcntìa fui, ìam hahitit
Ducatos tret mille , rt eim Ch'irographo conBdt.
Itemtquodpr sfata Serenitas nommbiis,qmbm fuper darìpmìlìterj &
affignarì fibìfactet,pron(t& in effeSu fecit Dncatos quatuor mille quadrin
fiento!,qiios CafìcUanus Arìmìni hdbmt, prò recuferatione Arcis ìU'ms ma
nìbui ilUksCafìellanì,
Tromìttit \n[uper Vrsfam Serenìffimus Tr'mceps nommìbus, qmbksfu
pra dare ip fi DemìnoVandulpho , conduca. Armtgerorumy centttm Balle'
Sìrarìorum qumqMtginta , Equelìriummvìtafuadìwdend. tnterpnefatu
lUuJirem D. Tandulphumt & Dor,nnum Carolum eins fratrem,pront vi*
àebìthYy&placutrit pralibato lllufì.D.'Pandulpho,
Item^quod'Prsfatus Serenìjfimui'Prmeps di^isnommìbus tìtulo t &
nomine pur £ , & irreuocabìlìs perrniutatìonis dati lìbere , & cum efc^w
conftgnari facteti proM %am cum effe^ufecìtt lllufì,D.'Pandulpho Mala-
tefis,fìbi prétfentìt & acceptantiypro fe»fili}s,h^redìbus, & defcendentibut
fuìs mafculìsIegitìmèprouenìentìbusydeprimogenUot in primogenito^ prò*
ut obferuatfir in Siatu Ariminì , & deficiente Excellentìa fuaj fine hure*
dibus mafcuUs.in tali cafu llluflriffimo D. Carolo eim fratrt , &profiliji
htredìbusfuis mafculis legitìme defcendenùbuSf ytfupraiTerraWy & locu
Cittadella Territori] VaduaniiCum omnibus fuifpoffe(fion\bus,fiUìs,Tur»
ribut, aWonibufi &pertinentììi fuis, introitibus fprouentìbus, & emolui
mentìt,quibufcunque'pìfibuSiVtilìtatìbus,acquìs,paludibusynemoributffyU
uU,pafcuHs,ac merOi& mixto Imperìo,& Gladi] quacunque,& omnìmo^
do alta potevate ad ipfam Terram^^ locum ?feàantibus, & pertinentìb»
in totum^&per totum,prout,& ficut tenebaturj& pojiidebatWiper ante*
dì^um Serenìfsìmum Trìncipem , & tlluflrifsimum Domintum VenetuWt
hoc tamen declarato t quod circa fadum Salis , illud accipere teneatur a
Datiario Vaduétt ipfìus Sereniffimi Trincipìsy & lllufìrifsimi Domini j , de
ttmporeiin tempus^qHod^pro antea folitu eratdifiribm , & ilio Territorio,
0' pratìo Confucio, & ìtidem , è conuerfo Eccellentia ipfìus 0. Tandulphi
diHribuì facere debeat diSum Sai Inter fuos fubditos prstio confueto , &
fingulìs quibufcunq;tribus menfibus teneatur Eccellentia prtfata facere
folutìones fuas Dattario de danari ji "Paduit > prò tempore exifientib. ad da*
tia Salis dia a Ciuìtatis Taduéc .
Trami ferunt, & promìttunt, infuper prafatus Sereni fsìmus Trincepsi
& UluSì. Dominium dare,feu dari facere Illufi. O.riolante Coforti lllufi.
S)omìnì Tandulphi ducatos quingentos annuatìm de prouìfione , dum ìpfa
^Domina Violans vixerit.
Tromiferunt etiam,& promittuntipfe Serenifstmus Trinceps, & ìUufl.
I>omimm, dare lllufì.D.Carolo MalateUét,fratrì ipfins lllufi. D>Tandul
Q?; ^fifaele tAdinurìl
37
jf>b( dti'eato'fqmgemosannyat'm de frouìfionc t dumrìxerk'tpfe D)mì'
nmCaroluf. . .7 -t r
Conveiisruntwfuperamh^partesprfidmisoKinibuiqmbHsfupra,quod
»h confifcationti,renditwnei\& alìemtìones fa^<£ perpr^tfatum lÙuff,
nommUVandulphun'yfjmuisrttodo/tpfequopoffìdebat ^rìmìnum antC'
quam exoulfm fuìffet a Duce v:ilentìnenferemanea\& ftnt firma, & va
ìida abfq»e contradi^icr.e alia , & ab hoc habere non poffitimpedimen'
tumaliquod.
Comenerunt infuper amh£ partesprudìSf^ nommbus.qu'ihui fuprayquoi
omy.h falìs quantiui exifìens In ^rimino referuata fn^ & remansat pr£'
libato iUufi. Domino Vandu'.phcdCt qua libere dtfponerevaleatpre libito
ScccUentlx fus , quodfal reperìiur in arbìtrio, &facuUatefua.
Trom'iftt infuper Vrsfatus Serenlfi. Vrinceps nominibus , quìbus fuprx
prtf. lUufì. Domino Tandulpbo procuratore , quod exHliji EcceUsntìéSfu^
vonff.rantur beneficia EcclefìaWca iwifdicfione eìufdS Serenifs. Vrìncìpìst
& lU'Afirifi, 'Dominiipro valore Oucatorum miUs inauro,qux omnia , cjr
fwgiila, é'C. produSlii& rc^isiratiin a^ìsj &c. ,
1
Jo. de Ottettarìjs Not.
Cìt»die i^Mart^ 151^,
L cni Prenctpe Leonardo Lauredano, fctìuedo all'llluflrifsimoì
_ Sig. Msrinpero Gouernatore in Rimino, per detta Illuftrifs. Sì
g noria, ordina dicendo : circa le confirmationi per noi con il Se—
rato noftro fatte delle confifcatione, venditione, & alienatione
fatre, per il Signor Pandolfo Malateftaj'nnanzi che fufle cacciato
dal Valentino habbiamo ftatuitofofpendere; & Ita per tcnor del-
le prefenti fufpendiamo la deliberatione fatta, volendo,& impo-*
nendoui nò ne facciate efìTecutione in parte alcuna fenza altro no-
no ordine noftro, con affermare a quelli fedelifsimi Cittadini no-
ftri de Belmonte, de Adimario , & altri , che di ciò fé fono doluti
co noi, che ci fono carifsimi, per la loro fede verfo il Stato noftro, _ .
& non fìamo per mancarli de iuftitia . Dar. in Noftro Ducali Pi- g^ Adima*
latio, die 1 2. lanu. indizione 7. 1503. come fi uede da una copia ri.
di fcrittura authentica, per mano di Hob^rto de Monaldi aiutan-
te del Signore Cancelliero di detto Serenifsimo Prencipe , e quc--
ftamiè fiata dattadairiUuftre Signor Tarquinio Bictaglini no-
bile della noto Città, Gentil huomo di molte buone qualità, &
coftiimi .
Uh Mentre
/ i Sito Klrnìnefe Llavo Secondo
Mentre l'IIIiiflrifsfmi Signori Venetiani fletterò Patroni delli
Città noflra di Rimino, turonoeretti alcuni monti, foprai quali
fu porto gran quantità de danari da Gentirhuomini,& altri, del-
la noftra Città, & poi iafciatì , parte a diuerfe pouere Chiefe della
noftra Città, le quali hanno rifcofib li fuoi emolumenti , fino all'-
anno i5oo.e più: ma poi ui fono nate molte difficoItSj con dire di
yolerfi rinfrancar il Capitale» & fono venuti diminuendo à poco,
à poco, li emolumenti, & in ultimo gli h?nnoleuatoattatto,ec nò
Ione più corfe le paghe . Ma francato che farà,fperano per la buo-
na Giuftitia.e Pietà, dell'llluftrifsime Signorie loro, cominciara-*
no di nuouo a correre con q^ueila limitatibne honefta , che pareri
bene alla prudenza,& gentilezza delle loro Signorie, le quali fole
u3nohauere,&rifcodereIi M.Reu.Padri Conuentuali di San Fra-
cefco, le M. Reu.Sore delli Angeli zocholante di detta Regola di
San Francefco, il M. R. Rettore di Santa Maria Damar,li M.R. Pa-
dri di San Cataldo de Pfedicatori,& li M. R. Padri di San Nicolò,
dell'Ordine Celerino, &altriG^ntirhuomini particolari ,come
afferifcono apparerenelli libri del Seflierdcll'OfTo duro . EiTen-
dofi in patronita 1^ Santa Sede Apoitolica della Città noftra di
Rimino , & ftandoni Officiali del Sómo Pontefice Giulio Papa IL
dì Sàta Memoria, che anco haue^ano tolto impreco dall'antedet-
to Caualiere Nicolò Adimari, & dal Signor Annibali© Tìngo'i
Cognati, per àvic Nepote della lllufirifsima Signora Ifotta de A-
tì-is Nobile Riminefa,& moglie delVUiuftrifsimo Signor SigifmÒ-
do Pandolfo Malatefia , il Palazzo da loro tabricaro, & habita-o,
il quarè appunto quello,doue ftauano li Signori Gouernatori ciel
la CittàjComprato poi dal M.lliuftre Signor Pietro Maria Tingo.
irCanagliere di Giesù Chrifto di Portogallo , che l'ottenne in c6-
tradittorio d'altrj,che pretédeuano haucrlo comprato , prima per
lejragioni di fopra dette, & inueftiture dell'Abbatia di San Godé-
20,|moftrate alla Santità della F.M. di Papa Gregorio XIII. Boa
Compagno Bolognefe, dal qual' ottenne d'effere preferito ad al-
. tri compratori. II Signor Sigifmondo» infiem* col Signor Pandol-
ligirmWo fQ f^jQ Padre,non potendo più fopportare di ftar fuori della Città
Io con vn ^' RiininoJ, totalmente deliberorono di ritornare a cafa quelVar>
faflb d'hernOjChefùdel i527.adì i4.diGiugno,ahorefedeci,eglitrauer£Ìro
ba : per la da contadino fopra un cauallo,con un fafcio d herba, porto dina-
^A^T *^' ^' ^' ^ ^^ entrò nella Città , andando fecretamente a nafconderfi in
tra '^nelU ^nacolombara di Mateo Dine nobile delia Città, doue ui ftette
Città . yn giorno,e mezzo, fin che trattato con li (uoi amici>di quello,che
VO^-'.U.A
^l ^afaele tAdimàrì' j0
^o!eua fare, & co quelli vfciti fuora , & cóminciorono a gridare ad
alta voce ViuaSigifmódoMalatefta, ecótalgridoreinfiemejjret
ti fé n'andorono al detto Paiazzo.oue ftana il Sig. ConAi»i4f©^mef
foni dal Sommo Pontefice, il qualfubito da lorfù prefo, & mena
to al Cartello, ò vero Rocca, con minaccie di torli la vira (e non li
daua quella nelle mani, donegiontiilSign.Gouernatore dando
ì! contrafegno al Signor Cartellano , detto Signor Sigifmondo in-
trato nella Rocca, fé ne fece padrone, & fece Caftellano di detta
Rocca il Signor A louigi Buzachini nobile Padoano: & egli della
Città di Rimino, totalmente reftò Padrone,& Signore, & così vi
ftette per vn'anno : adì fedeci poi di Giugno del i 5 ì 8- di nouo v- ' . .,. . .
fcifo fuori & toltali la Città di mano dalla R M.di Papa Cleméce rj neTtt^
Settimo, con la rouma, e deitruttione della Cala Dini, particolar- per manco
niente cfedoliconfifcato tutti ifuoi beni, & banditi le perfone, male dalU
& di più con la perdita ancori, ò vero confifcatione del Palazzo Città .
predetto, doue ftaua detto Signor Gouernatore del Papa , prefo ,
come di fopra, dal fodctto Signor Sigifmondo Malatefta,& da lui
medefimo confìfcato,& cosi li fodetti Signori TingoIi,& Adimari
per far feruitio reftorono priui del lor bello, & gran Palazzo, non
potendofi preualere delle loro buone ragioni, che ancora apparo
noperl'Inftrumentodel Preftito&c.
La plebe , che fempre defìdera cofe noue , mafsime nella muta- p. ,.
tìone di Signoria, per allegrezza, della partita delli Signori Mala- fta ,' pfrde
tefti tentò di volere guaftare tutte le memorie notabili , delli Si- il rcfto .
gnori Malate(li,che erano nella Città , & così a furore populi, co-
minciò a voler rouinare il bello, & fontuofo Edificio da loro fatto
ch'è la Preclara Chief3,che hora fi chiama di S.Fràcefco,ma furono
impediti dalla nobiltà, fé bene nel primo impeto, co buone mazze
di ferro ruppero due grande cocciole di cappe di Marmo , ch'era-
no fopra la tefta di due Elefanti dalle bade della porta Maggiore
di detta ChiefajCóqueli'iftefso furore furono cleuati dall'archiaio,
& Cancellarie,libri,& Scritture, & furono abbrucciate sii la piazza
della fontana, fé bene vna gran parte ne furono faluate dal furore
plebeo,& furono pofte in due ftancie del Monafterio di San Fran-
cefco,fotto buone chiaui, ma andando la cofa alla longa, alcuni
Frati anfiofi di uedere, che cofa fofre là dentro, fcoperfero il tetto
per entrar dentro dette ftancie,& tolfero molte delle dette fcrittu-
re,le quali furono conofciute per la Città: al fin poi quando fé de-
terminò di liberar dette ftancie, poco n erano rim^fe, le quali re.
ftofono in poter delli detti Reu. Padri di quel tempo, alla venuta
H h 2 poi
6o Sito Rimine/e Libro SecorjJo
poi mila F.M. di Papa Clemente Ottano, haucndone notftia nont
so come le fece Icuare impiédone due facchi & maadolle a Ronia^
Ji refìò f/:^, che fi sa vna Patente, per mandare a comprare Nicolo
clelliÀdin-.ari, certi beni {labili in quel di Ilagufi, conl'appljca-
ticncde ifudetti beni dopò la fua morte, come appare difopra.
I- r perciò la noftra Città , per tal caufa i'ù priua di multe fcritture
importanti, & honorate,come farebbe a dire EtVentioni, Priuiletjt
d'Imperatorijdi potere legittimare, adottar, dar grado di Dottor
rato, Sartre cofenobiIe,& degne, d vna cosi antica, 6i Imperiai
Città, che così s'ha per traditione, &, perciò era chiamaca Camera
d'Imperio pofleduta longo tempo da Imperatori .
Ma hormai farà tempo ^ che io mi ritiri da vn cosi grande, &
profondo pelago de i fatti si di guerra, come di pace di quefta no»
bilifsima Famiglia,sipernonet]ertroppo lonqo,sì ancor per eiTer
fuora della mia intentione voler far' Hifloria di qLjeiiccofe, che (o
no (late fcritte da molti antichi, & nobili Scrittori ; folafncnte he»
voluto toccare alcune particolarità , che dalli altri fono fiate tic-
ciote, & per quanto fa a! mio propoiìro . Però fé alcuno vorrà fa-
pere piii ampiamente di quelli Signori Maiatefti, cofs degne po-
trà leggere varij Hiftorici , che di lor parlano ; & particolarmente
CefareCle rii;u{tre Signor Cefare Clementinijdiqnifsimo Cauagliere di Sau
ni^tini Ca . - .
VÌI
S.i
per trcuare tutte quclie cofe più degi
pofsino perconofcere,è far noto i! valore di quefla Illuilrirsiràar
Famiglia Mii.late(li & infìeme di tutta la Cirri noftra.
.... Quanta vtilltà, &Uonore apporti il Mare dottato di quakìie
Ma'rt . ^ porto ad vna CirtàiCredo,che non accalchi, che con longhe, & or-
nate parole cerchi di perfniderlo, poiché è cofa a tutti manifefta,
6c perciò tutte le Città pcfte vicino al mare, fé dalla natura non U'
* e fìaro dato ccmmodità di Porto^ fi fono sforzate con grandi (pt*
fe,&: fatiche, far Molli per hauer porti buoni; anzi le CittijChefo»
TiO fra terra, lontano dal Marc, fi fono ingegnate di godere quefta
comm.odità del Porto, co fai ui paffarc qualche parte di fiume.chs
li corra da vicino, come ha ratto Bo!ogna,che con tanta fpefa m£-
tiene il fiio Nauilio,ouero cannale, checauandolodalrenolo fa
palTare per mezzo della Città, per vtilità, & reputatione di quella.
Perciò che quella Città fi può addimandar ricca , che e Mercanti'
le, & qual Ci può domandar Mercantile j* fé non quell3,che hi poc
to buono, doue poflbno eitcre condotte mercantie da diuerfe pac
Di \ajf(tde tAdimir}] 6 i
ti del Mondo, & fino dall'Indie. & dì qui nafce la i^randezzj, 6c la
richezzadeirinclita Citta di Venetia.di quella di Genom.di Ni- ^«netU:
poli,&'di Vlisbona,in Portu Gallo, con molte altre di Spagna, & G;aoua '.
di Francia, particolarmente di Parìc:i,che fenza quella Riuiera,& NanoU .
PortOjCosì numerofo popolo non potria viuere: & perciò merita- L-sbona ,
mente Tempre è flato lodato, & eflbrtato il noflro popolo a vfar^^'^^^^^^°^*
€liligenza,per haucr vn porto buono; & mafsimeleggendofi nelle ^^^J^q p^^
Hiftorie , che qnefta noftra Città era dottata di così buon porto, l'imprefa
che in eflb fi radunauano l'Armate di Mare, di Galere, Naui ,& di d'Aigero.
ogni forte di vagelli; il che, comedifoprafi è accennato, era doue
è la Torre dcirAufa,& alladritturadell'amphiteatro, Scritrouar-
fi in Scritture antiche, che dal 1458. adì primo di Marzo vennero
due Galere de Mercanti nel Porto de Rimino, per leuare le genti
d'Arme di Chriiloforo, &Giouanni daTolentini, &andaua2l
foldo della Signoria di V^enetia , & poi ancoclTer venuti in detco
porto, ietre altre Gilere, & adì 8. Maggio, eiTerne venute altre
quattro ,che leuorono foldati, cheandauanoa feruire la detta Si-
gnoria Veneta & adì 20 Maggio, de] 1499. venne vnu Galera del
la Signoria di Venetia, in porro di RiminOja leuar Simon Nepore
cii BaldaGcino,con ducéto fant!:& caualli ancor che detto Baldac
cine uolelTe andare ^ terra,& tu prefo da Nicolò Picinino. e mena*
toda Bologna de! 1440.& del 44. adi i4.Agofto, Bernardo Vigli-
marini Capitano del Rè d'Aragona, venne con tre Galere grofle,
& due Nauilij nel Porto d'Arimino , & un'altra uolta dei quaran-
tacinque adì 22. Luglio, il fodetto Bernardo véne con quattro Gì
lere nel Porto di Rimino, & leuò il Mag. Signor Malateila, con le
lue genti, & poitoUoa Fano, & altre volte vi venne detto Bernar-
do, 6/ altre Galere Venetia ne, & del i444.diLuglio,le Galere del
Mag. Signor di Rimino, di notte aifaltorono la Fufta di Pefaro,có
vn Nauilio , & li prefe con grande honore, & buttino, & lo menò
re! Porto di R imino. Sì che di qui fi può confiderare, che il Porto
di quefta Città folle buono, & cappace d'ogni forte di legni da na
uigare, hnra per eflerfi ritirato il Mare,& lafciato in fecha il lucco,
dou'era il PortOjnon par che il Mare dia ccmmodità di farlo in al
tro luoco. che nella bocca del Fiume Marechia; & perciò il noftro
Illu^re Confeglio fi rifolfe di far la fpefa, & tentare di reacquifta-
re vn Porto, fé non così buono, come era prima , è come ricerca il
bifogno di quefta Città,per il fuo commertio, almeno in quel me»
glior modo, che fi potrà,il che conofciuto dalla Sàta F.M.di Papa
Siilo Quinto, tneiuiecherainMinciibus, 6c che ftaua à Rimi-
no
€s Sito Rtmme/e Llhro Secóndo
Monre He "p- • • • • cflendo poi Pontefice, ordinò, che fi faccfle vn Monfé
ve.irijniJla di venti milla feudi per lafabrica del Porto di Rimino, fottola
fci.di per i! datra de ventiquattro di Ottobre 1587. l'Anno Terzo del fuo Pó-
poao diRif^^c^^o^ ^ fin'hora fi è pacificato;^ rirtretto detto Fiume, fecódo
il Confeg!io,& difscgno deiringegnieri, & eletti fopra ciò pratti-
ci,& fi è arriuato fin'all'acqua del Mare , dalla parte verfo Leuan-
tc,& dall'altra parte verfo Ponente, fi è accompagnato tant'oltre,
che non è molto diftante dell'efler vguale all'altra, sì che fiamo
hormai giunti a buon termine,con qualche buona fperanza : Poi-
ché que(to è vn Fiume , che molte volte conduce tanta copia d'ac-
qua, che caua bene l'arena , & quel che è nel fondo della bocca di
detto fiume, è ben vero, che quefta imprefa fi doueria fare con
bon'ordine,& li Signori Sopraftanti, doueriano hauere dalla Illu-
ftre Communità il DifTegnOjCome ha da efiere, & fempre feguita-
re quello,& vfare efatta diligenza, trouandofi fpefie volte infieme
fu'l fatto , & luoco, doue fi fabrica, & confiderare bene gli effetti,
che fanno le fiumane), per potere poi non folamente con la Theori
ca, ma anco con la prattica far cofe , che fuflero ficure, & buonejl
che forfi non fi fa, ò almeno da tutti, sì per la lontananza del luo-
co, come anco, 'perche ogn'uno più li preme Tattendere a i proprij
Redola " "^§^^^^' ^^ ^^^^ publici, non hauendo loro di ciò particolar vtili-
aiule . ^° ti,ouer premio, mafsime per la Regola,che fi dice .- Quod r^mmune
eft, negligitur: Et per raltra,che Omnis labor optat premium : Perciò fi
vede,che le riempiture delle palificate, con la fcalia (venuta oltra
)vlare)nó fono accommodate,in modo,come doueriano,&c.acciò,
che l'acqua non faccfle de i cattiui effetti intorno a i pali , come fi
vede à fare, difcalciandoli,& mouendoli dal fuo ordine, che caufa
poi de interrompere il corfadeiracqua,& fa brutto uedere, & an-
co acciò mi par che dia gran danno, l'acque, che morono intorno
a dette palificate.
Si doueriano anco fpeffe volte fare Congregationi dalli Signo-
ri Sopraftanti, con l'interuenro d'Architetti , & Marinari pratticf,
Ariftotile ^^ "^" "^'^^ Cafe,& Palazzi, ma nel luoco nel fatto,& trattare,e
'difcorrere fopra tal negotio; perche come ben dice Ariftotile', di-
fputando,è contraftando, G troua la verità di molte cofe. che non
fi fapeua. Et poi la fabrica è già tanto innanzi.che non ci e più du
biOjChe il Porto non (ì faccia in quefto luoco, però non voglio re-
ftardidire, che farà vnabellifsima profpettiua alle barche, & al-
tri legni, ch'entrano nel Porto, perla bellezza, & Magnificenza
di quefto Nobilifsimo Ponte della Marecchia, che in prima uifta
fc
'Di l^fkele tAdimari . és
le li a incontro, & altrotanto a quelli,che pafTaranno fopra il dct- Pfofpctti*
to Ponte goderanno una bellifsima profpettiua di barche & altri uà.
legni, che faranno nel Porto, sì che Tvno , & l'altro Farà bellifsimo
ctfettOjCome fi è detto.E perche varie fono ftati l'opinioni de mol-
ti circa il tirare, & voltare la bocca di detto Porto, in cofa di tanta
importanza , io ancora non voglio reftare di dire qualche cofa, fé
ben non fon perfona perita in tararte,nondimeno l'amor deliaca
ra Patria, non comporta , che io taccia del tutto, però dico che la
bocca del Fiume doueria andare innanzi in Mare,con buone Pali-
ficate infino a tanto.che fi trouaffe buon'acqua, & ciò non fi facef-
fe con linea retta, macurua, come io ho offeruato alcuna volta
dall'acqua ifteffa , per la lecha, lafciata dietro la pallata, è come (i
vede hauer tatto gli antichi nel Porto reftato in fecha .-.Perche l'ac-
qua del Fiume venendofifcmpreaccoftandofi alle palate ben chiù
fé con fcaglia, & fafsi, fempre va cauado, e lafciando buon fond %
come già fi vedeua hauer tatto predo il Molle vecchio,che ui haue
uà lafciato vn buon folTo, e così facendo il Fiume faria buon ton-
do al Porto . Soggiongendo , che andando così curuo non veneria
i sboccare perpendicolarmente conerà l'onde del mare , le quali
rebuttano a! lito turro quello,che i Fiumi portano in M2re,& così
la becca di ciTo Fiume ritorna a ricmpirfi dell'ilk^le robbe, quan-
do sboccano drirtamenteinmare: & maggiormécequcftoeftetto
fi fa quando fono al vencodj Leuante; perche queftofà mouere
maggior fortuna. & per quanto fi vede raccogliere robba dalla Ca
tciica, fino qua fpmgendola anco nella bocca delia Marecchia
riempiendola. Et è un Prouerbio,che'l marecommoflbda Lcuan-»
te, refta per gran fpacio la Fortuna non picciola, dopoi, che è ed-
fato il vento, purché non fé gli oppóga altro vento gagliardo à lui Prouerbio
contrario. Si chefacendofi ccruo alla volta di Tramontana, fi
fchitaria il dano di Leuàce, & uoltaria alla buontà di Tramòrana,
la qual fi maco fortuna, 6c ceifa pjù prefto,& perciò G dice, che la Bjonrà di
fortuna di TramoncanajCeflTa prima del vento, é i! fiume fluccaria tramonta
pertrauerfoin Mire, 6c non dritro centra l'onde, chetantoman- °*'
co li noceria a Icguitar il fuocorfo facendofi vn Mafsazo, com'era
nell'antico su la bocca, il quale rompeffe l'onde, & impedire, ciie
non foffc rebuttata la brezadel Mire, nella bocca, malaportaria
tutta fuora dalla detta foce, non potendo imboccare nel Porto
per la diffefa del MaCfazo^per hauer rotto ronde,ma fpingeria rut-
ta la materia nel lito vcrfo Ponente , & così la bocca re^aria con
buona acqua ricirandofi il mare, come cetfato la fortuna per il Dif
fsgno
€^ tua Temine fé Ltho Smnio
fegno fi può vedere , & feguirando l'ordine curilo mai fari gittata
via la fpefaiperciò che quella maceria, che portafTe il fiume m Ma-
re a Tramontana per forza,taria ingolfateli Mare, daquelcan*
tojcome fi vede, c'haueua cominciato a fare antichamence, doue
v'erano certe folTe, con acqua aflai non sbattuta dal vento, &
lifièfaluato delie barche , che non è molto tempo, & fi vede
Porto di jj medefimo efiere fucceffo nel Pò alle fornafe, alla bocca di Tra-
montana ,& così co! tempo fi pocria fare vn'alcro bel Porto di Si-
no di Mare come di già fu preuiftodilmio antecefibre . Il fi:are
lontano dalle ripe del Fiu. ne a lauorare la terra lafciandofi crcfce
re bofchi,& felue,faria bonifsimo effetto, conforme a gli ordini, &
l^ecreti antichi di molte canne.-auertendo però di non lafciarcre-
fcere i monti,& i fcogli nel Fiume fotto il ponte verfo il mare, co-
me fi vede far bora cercando per ogni mezzo, & via di leuirli, &
impedirli,che non s'ingrandifcano , fé ben bifognafle far per forza
di operarij ( leuando quella materia dal poter dell'Acqua ) poi
checiònonpuò fé non caufare , cattiui|effecti oltra la brutta vi-
fta : Ma però al mio parere fondato anco con le raggioni,& parete
di molti altri , non credo poterfi mai vedere, che effetto pofsi fare
la forza del Fiume rirtretto con le pilace,fe noi C\ ripara, j&; rime-
dia alluoco del muro gettato a terra, fotto l'habitatione del Ca-
pitano del Porto, verfo la Chiefa di Sant' Antonio Protettore: poi
che a vede, che nelle fiumane groffe, lì fi slarga, & non continua il
fuo corfo veloce riftretto come doueria & pocria fare,& perciò no
può tirare innanzi la maceria, che fol impedire la bocca del fiume
ch'è la più importante caufa , che fia, e non fé li rimedia . In oltro
gli vtili,chene riceuerebbe queda illuftre Città farà anco cofa
grata à Dio poi che molte barche come fi si,fi rompono in quefta
Riuiera annegàdofi molte perfone, pernonpocere venire le bar-
che in PortOjChe C\ faluerebbono,quàdo il Porto fofie bu dho II me
defimo furiano anco quelli,che hanno la fuga da Corfari , li quali
due inconuenienci fpcffe volte foglionofuccederein quefla noftra
^ ,j Kiuiera . Si che faria gran carità appreffo Dio , & laude apprefTo
flHcrcia. gl'Huomini, faluar la vita alli Chrifliani: Et perciò non fenza cau
fa gì antichi Romani , coronauano di quercia, a chi faluauano la
vira a vn fo! Citradino 5 che meritariano poi quelli, che la faluaf-
fcroamolri. Aiutarebbe fare anco molto all'hauer buon'acqua
al Fiume,che condurrebbe anco manco materia, quando i bofchi
s'aileuafl'eroarornoal Fiume,vicino al quilereftaflero anco terre
faldiue canto nel piano, come anco nflia montagna, come gii fo-
leua .
ti»
ar-
ea
a-
;id
Quefto DlfTegno va nel Libro Secondo à carte 64..
fDi RaffkeU tAdìmAYÌ •
leua eflere \ il che potria fuccedere facilmente e (Tendo ritornata là \\ caii^j
bondanzade formencì. Quanti Albor3ggi,& mezzi Datij fìgua- del!' Albo,
dagnariano peri cattiui tempi, & per ifofpetti dì naufragio, ognifaggio fo-
uolta, che le barche , & altri vafelli poteflero commodamente pi- P^* ^^ ^-i
gliare Porto. Efegiàvna voltaquìèftatoPortobuono>fiègua« *
fto poi ; perche le cofedel mondo fono m continua mutatione , &
douc è hora il Mare, già è ftato Terra, & doue hora ù Terra, gii è
flato Mare; perciò mi gioua credere, che aiutandoli co l'arte, che il
Porto riufcirà benissimo, per eflfere il medefimo Fiume,& il medefi
mo Mare: pare fol amente ci fia difficoltà nel uoltarla bocca,in mo
dojche non pofla eflere oftefa da Leuante, & da Grecho, Leuante,
& perciò fecondo il parere de periti Marinari, & altri Intendenti,
il Porto di Rimino deue eflere pofto con la bocca à Tramontana,
con vna quarta fola di Greco, fecondo il Bofsolo delli Marinari, Fnflfomea
come fti nel Diflegno qui pofto,e ben vero, fé fi faceflie il Diflegno io Origcn^
con Inftrumento Origentale, il Difsegno nonftaria bene, perche ^'^^^!.
in quello ^\ piglia il fpacio de i venti diuerfanjence ,
DifTegno del Porto,
Veflo Fiume fuolealle volte abbondare di mnódaci©
tant'acqua , che non capifle dentro alle fue ne de fiu-
ripe, & perciò de! mille,e cinquecento ven- fni.«
titre,alli 1 1. d'Ottobre,eflendò la Sedia uà-
cante della F. Mem.diPapa Adriano Seflo
l'acqua della Marecchia fopra auanzò rato,
che fi congiunfeconilMauone.6: conl'Au-
fa, & fece la Città,come Ifola intorniata dal
le acque: & tra gli altri danni,che fece roui-
nò gli archi del Ponte di San Bartolomeo, menando uia anco il
PÓte,& l'acqua arriuò alli cordoni della muraglia, mafsime al To-
rione della Paterina chiamato à quel tempo il Torione nouo -, fi
Rifarcì in presfia come ^\ fol fare molte uolce, detto Ponte di JSaii
Bartolomeo con traui , & altro fopra le rouine di detto ponte , ^
flette così fino all'Anno T603. & all'hora per l'occafione di bifo-
gno di reparatione, eflendo io eletto in compagnia d'altri Gen*
tirhuomiai fopraftanti alle fabriche ordinarie dell Illuftre Con-
li feelio
6 s Sltù ^imìm/e Libro Secóndo
feglio; cifùdattoraffunto ài far accommoda re detto Ponte, ^
così lo facefsimo ritornar con gli Archi di pietra con i Tuoi para
petti coperti di marmo con due piramide ; nelli cui piediftalli , vi
fonno le Tue infcrittioni,come fi vtàc^ per abilimento uerfo il Bor-
go, & ui andò una buona fpefa , che fuperò la credenza di molti ,
Porto del- £ flato fempre parere di molti,che/ì potria,e doucria far il Por
Aula. jQ jj^ qucfto Fiume Aura,che pafia fotro la Citrà,per fuggir le gd
difficoltàjchc fono nell'altro..^ i\ è prtfo qualche paitico fopraciò
ne mai hi ha uuto effetto alcuno'.
Dinucuoalii i<5.de!Mcfedi Ottobre 1613. fi è tentato il me-
dcfino, che fi fece de! 1 ^96. alli 50. ài GiugnOj& fatto venire l'In*
gegniero del Porto di Fano, che fi chiama il Signor Gieronima
Rainaldo Architetto del Popolo Romano , per vedere il luoco , e
dire la fua opinione, come perito Eccellente,dal qual vien lodato
afiai , Hche fé fuccedefle in bene faria tanto maggior reputatio*
ne alla Città, commodità, & vtik al pubiico, ^ à quelli che nego-
tiano.
^^^f ^H ? Sono da qiiefla Illufire Citti, vfciti,& efcono ogni giorno Bua
llnilllufh mini celeberrimi - perfpicaci d'ingegno, & di molto valore, così
nell'honorato efi'ercirio de)rarmi,come anche in quello delle fcié-
2e,& delle bone Arti: è pur hoggi vinono buoni Soldati, Capita-
ni,Colone!li,èSat genti Maggiori: ha Tempre hauuto,& ha Mathe
tr.atici , Ingegnieri à\ gran fama: hanno fiorito , è fiorifcono in léf
Dottori ddl.'vn2,fic l'altra Iegge,che hanno datto grande, & hono.
rato faggio di loro, nelle prime Rote d'Italia , comeiJi Genouff^
Luca , Bologna , & altri, in Gouerni maggiori , Auuocationi , &
Confulti, Senatori, Et anco Filofofi celeberrimi, Dottor Fifico,&
Cerugicho, Huomini di buone lettere, come anche rendono tefti-
monio le Stampe, & altri: fono fiati, & fono della medefima Città
Cauaglieri nobilifsimi non fol d'ltalia,ma ancho fuon: e prima di
' rò della Religione de Saci i Cauaglieri di Malta , c'hebbe origine
da i Sacri Soldati Gierofolimitani .
Cauaglieri di S Giacopo in Spagna, che portano nel petto
vna Croce vermiglia, fatta a foggia di fpadone antico, originata
al tempo di Papa Aleflandro Terzo.
Canaglie! i detti diGiesùChrifto, i quali hebbero principio
nel Regno di Portogallo .
Cauaglieri de i Santi Mauritio,& Lazaro, c'hebbe principio fi»
110 al tempo del Sommo Pontefice Damafo primo Santo .
Cauaglieri di San Stefano in Pi^ Originati daU'Xlin(lrifsimo„
&
ic Ecceltentifsimo Cofmo Gran Duca di Tofcana, & hoggi anche
feà Cauagliero Commandatore di detta Religione .
Cauaglieri i Speron d'oro , & altri, non folo d'Italia ma fuori:
Mufici eccellenti nella Theorica, & Pratica, nobili Cortegiani,
Prelati, Abbati, Vefcoui, Arctaefcoui, Patriarchi, Huoniini,6c F>ó-
ne di Canta vita, &Illuflrifsimi Cardinali, dei quali ne fono flati
alcuni di tanta antichità , che da i Scrittori ò\ quel tempo non fu-
rono nominati, nequefti, neakrij, poiché la Santa Madre Chiefa
non era in tanta veneratione, ne manco i fuoi membri , com'è al
prefente per gratia di Dio Noftro Signore, cóme fi vede nel Panui-
oio,& altri antichi Scrittori: ma folamente fi cominciò i far men-
tione de i nomi, & patria particolarmente al tempo di Leon Papa ^o pj;,j -
Nono di felice memoria in qui, feguitò poi ponerfi anco il cogno
me, & patria , & fuccedendo il tempo anco t\ cominciò a metterli
le imprefe, colori nell'arme dell'Illuftrifsimi Cardinali, come fi ve
de da quel grande, è bellifsimo volume, del M.R.P. Fra Alfonfo
Giaconi.deirOrdine de Predicatori. fn poi dato principio a un'or ^^-
dine molto degno nella perfona della B. M.di Papa Eugenio Se- Eugenio*.'
condo RomanOjil qual fu eletto Pontefice alli ip.di Maggiojl'an- '
no 8 2-4. & fu il primo, che di Cardinale fofle fatto Papa , & li Pa«
rochiani delle Chiefe à\ Roma , fi cominciaflfero a chiamare Car-
dinali;, & fii nel tempo , che Lotario Rè d'Italia venne a Roma . Lotario
A^afoiovenneincognitione, cheuieraftatiquefti Illuflrifsimi
Cardinali, per occafione, che trattando con la H. M del!'lllu(ire
Signor Cauagliero Claudio Pace, fopra il Cardinale Gotio Bat- Claudio
taglia da Rimino, mi di(re,^he la Città noflra n'haueua hauuroP-ice.
dcUi altri, più antichi di;iui;& defiderando io di Capere quali fufTe* 9°^'° ^*^
ro ftatf^ tentai di faperlo , ma non fi uolfe fcoprire,nè io volfie(Ie^ ulta Card.
re più molefto per degni rifpetti: dopò la morte del Signor Caua-
gliero, ho cercato d'inueftigare per hauer notitia di efsi, & confe-
rendo ciò coU'lIluftre, & molto Eccellente Signor Vincenzo Min ^^"<:«o^o
Zino da Rimino Arciprete di quinzano Territorio di Brefcia , il Àrdpr"*
qual in ciò s'era affatticato ancor lui,per amor della Patria,& per
amor mio, onde venne in cognitione,per mezzo del M.R.P. D.Ar- ^' Amai-
naldo Vione Fiamengo, Monaco di San Benedetto , Hiftorico fa- ^^ ^'''"^
mofifsimo, quali fuOero quefti Illuarifsimi Cardinali,& il fodec--^**"^"^®*
to Signor Arciprete Manzino , per fua gratia , & buoncà me né ha
fatto partecipe,che Tarano quellì,che metterò qui fotto : Ho anco
eerta cognitione d'altri Perfonaggi, de quali non me rifoluo farne
mcncione, per no hauer al prefente Scritture certe,& luoco ficuro.
li i li
6t Sito Rimhije Libro Secondo
Li Nomi delli Cardinali antichi fono l'Infrafcritti vji
J I Oroftui Mmmenfii Cardinalìs Dìaconus regmìsprlma, & o^a UA a
Gehfto primo Vapa Creatus Anno ^6i.
Ih Kanìpus Armine». Vrmbyt, CardinalìSi àConfldnttno primo P4-
pa Creatus Anno 7 07.
Ili, lanumm Arìminen,TrfisbytXardin.tìt> S'CUmentis in Monte Cfilio
ab Adriano primo . 772*
I f' Myrtìlius Ariminen, tarUm. Diaconus tit. 5. Cirillì Martyrii à LeO'
ne tertio, fine o^auo, ygó,
y, ybertus Ariminen. Epifcopus CariinAlis Vrsneiìinus ab Alexany^
dro fecundo, 106 1.
VL Vbertmfecmdut , [tue Fbaldus Ariminen. EpìfcopHs Sabinus ab eo^^
derru». 106 1,
Come appare per libri antichifsimi, nella Libraria del Serenirsì-.i
mo Signor Duca d' V^rbino , per relatione fattami da un mio Ca-
rifsimu amico, & patrone degno di fede , & ài credenza .
Cotìm de Artminh Tolofanus GaUns ex Epifcóp. Vajonenfi, & Vatnaf
ia Conftantinopolitano Tr^sbyt.Cardin.tìt.S. Vrìfcs a Benedico X ti. Crea,
tHS à quoLegattéS Infulam Siciliammilfiis Kbcgiffubft^ens Vetrismir»
tAragonam Sicilia Rfgem excommanicauìtt & infutam facrisimerdixie
perimij damnatum quodque EccUfta polUciius fmratnon feruajfet obiit
Auignone ij44*
Et è d'auuertire per intelligenza del fodetto titolo datto al det
to Uluftrìfs.Cardinale.che fu tato grato,& di tanto merito appref
detto x"* ^° ^^^^ Santifs. M. di, Papa Benedetto duodecimo , il qua! fu delia
'^' Prouincia di Tolofa Fràcefe Monaco Ciftertiéfe Maeftro in Theo
logia, Abbate del Monafterio di Monte Predo , fotto il Vefcouato
^ j. di Mirapifcenfi Cardinale, con il titolo di Santa Prifca, chiamato
](i M?MpU Benedetto duodecimo, il qual del i337.nelfuoPontificato,nelIe
fcenfi . quattro Tempora dellAuucnto dì Noftro Signore alli 1 7. di De-
cembre, in Auignone creò Cardinale principalmente il detto Mó-
Gotìo Bat fignor llluftrifs.Gotio Battaglia dandoli il fuo Capello , & titolo,
taglia da cognome della Patria , come fi fuol fare hoggidi alli Nepoti de i
Rimino papi , & per quello vi è quel Toldanm Gallm, con quel , che feguì-
• - ta, fi come ben ci», che dico, fi può vedere da molte fcritture,e par
ticolarmente dallTnftrumento della donatione ,che fi il detto II-
luftrifsimo Cardinale Gotio Battaglia, alla Capella di Santa Pri-,
fcadaluifondata,nclla ChicfaCathedraledi Rimino, pcrhono-
re
it del fuo Titolo, il qual dice effere ftato prima della F.M.di Papa §. prifcà
Benedetto duodecimo,al tempo del fuo Cardinalato, & fiora efTe- ». 1 4. A
re fuo titolo , & eflere ftato Battezzato in detta Cathedrale di Ri-
mino. L/iftefìTo lUuftrifs.Cardinale fondò, & dottò vna fua Capei-
la intitolata San Stefano nella Parochia di S/ Agnefe , dou'egli era s.Stefanaj
nato ancora ftandoui fopra la Porta della fua cafa, in Pietra Mar- 3 .7.a«
morea, la fua Arma , la qual'è vna fpada sfodrata in campo bian«
co , & l'altra parte di fotto è di color roffo , come fi vede anco in
pittura nella fodetta Capei la di Santa Prifca , con altire Pitture di
Marmo , del famofo , & eccellente Zotto : & qui ponerò la detta
Arma: sì che per tutte quefte raggioni fodette , C\ vede chiaramen-
te il detto Illuftrifsimo Cardinale cfTere ftato d'Arimiiio,& fi vede "
ancora vn'infcrittione in vn pilaftro de vna pietra di marmo,doue
è la detta Arma, ch'è nella muraglia di detta Capella di fuori ver
fo il Cartello, ò Rocca,che dice così v^ .
^nno Domini 1 j 40. Djmìnus Gotiui de Bafagliji v'ir vtrìufqi lur'ts Tito
feffor SanS£ Romana Ecclefia Cardimlis fecU fieri beine Capellam ,&de '
fuo proprio eam dotauìt : Sì che chiaraméte a mio giuditio Ci vede no
clTereil fuo vero cognome de ^rimìnìs , ma Battaglia , che hauen-
dofi a chìamare,è da Toiofa, è da Rimino prefe quefto partito , e
rcfolutione lafciare il proprio cognome,è in fuo luoco metterui la
propria Patria, come appare publico Inftrumécoper mani di No-
tar jj publici , il qual per fatisfatcione de i Lettori fi metterà qui ^
pfo yt iacei in eìus originali.
Mi ^^
Arma deirillu- \^^ ■ =^ Gotio Bacta-
ftrifsimo Card, 1 ^ glia .
N Hù'ìlpmme Amen, Scìmt cun^ì voluntatU y Sordina'
tìonumifìariit» ferìem in^eSuri: Qjéodms Goti'^s Mìfert-
cordiA DiuinA Tir. SanSlte Trìfae Vr^shyter Cardinaiis , f ;?-
^nam fundators & Vatrontts Capella ìm^rs^quam de lìcerla
tìat& iuthoritate Keuercndifi.iti Chrìjìo Vatris Domini ^lidoxij Dà Ora
va
f > silo Rimheje Lwrò Seconda
tìa Eplfcopt Mintìnìiìtt Ecelefia ^rìmìnìt in q»afumus Batt^Ati funàAuU
mnSfé" pdìficauìmus expenfts proprijs , & prò duobus perpstuit Capellanit
dtbentìbtis celebrare in ipja Capella & infra fequitur, dettauìmui de noti"
nuUìs poffejfionìbust libriSy Calici bus^ Varamentis facerdotalibus , & alijs
Ecclejiafiicif ornamentis , ad laudem , & honorem omnipotentis Dei , &
Saluatoris leiàChTÌfiiy& Beau Maria Vìrgmii Matris eius.fub vocabtu
lo Beatét VrifcA Vìrgmii , & Manyrii , cuim Titulum Sanfìti Recorda-m
tìonis Dùminus Benedi£ÌHs Tapa Xil. tempore Cardinalatus fui obtinmC,
& noi edam obtinemus , &c.
Et prò anìmabus d'.6ii Domìni Benedici, & diorum DomÌMrum prò»
pìnquorum^ ac benefaClorum noflrorumt& nofiram voiuntatem, & ordì-
natioms nofiras in diCia Capella , qmtperh^redes, fucceffores noftros , ac
per Capellanos prafatotfqmadnojìramy vel H^rednm, & fucce/iortépL^
noflrorumprxfentationem ineadem Capella fuerìnt prò tempore infiituti
obferuari volumus infuturum ordimmus , &facimm irtfrafcrìptast &c.
in primis volumuSt& ordinamtit,quod in di6ia Capella ftnt Capellani dm
qui teneantur:& debeant duas Miffas celebrare quotidie prò defm^is^ di'
cendo tra Orationest r j. De«j, qui inter ^po^olicos facerdoteSf&c,
Secunda, Deus qui nosTatrem, &Matrem^c.
Tertìa , Deus VeriÌA largitor,&c.
In cuìus rei tefìimoniumi hoc InSirumentum puhlicum nofiras ordina»
ijitìnes , & voiuntatem continens antedi^as Magnificus ^Angelus Emigo^
lius de Captis ad Mare Cltricusfirm and Dìec^fis Tublicus imperi di aU"
thoritate T^otarius, deeiufdcm Domini Cardinalis Mandato fcrip{it,&pi4
blicauv ^ogaimi<& e, ^nno Domini^ i J 42. lndì5iione io. de 1 4. Menfis
^Mgufìi Vomificatus SanCiiJifimt Tatris Domini Clementis PafuSextì
y/inno Vìimo ,
Ho fatto tanta dirigen2a,& ho hauuto tanta forte,che ho ttoua
to vna copia authentica dell'vltimo Teftamento, del fudetto Illu»
flrifsimo Cardinale Gotio.nel quale fi difponeua molti legaci Pìj ,
de quali alcuni, ò parte faranno notati quìfotto , e particolar*»
mente il primo nel quale fi ordina, che le fueolTa fiano porta-
te dopò la fua morte nella Città di Rimino , & che fiano fepolte
nella fua iepultura fatta fare da lui neJla fua Capella della Chiefa
Vecchia di S. Francefco, delli Frati Minori Conuentuali. Sì che di
cui fi uede quanto li fu(te a cuore,& grata la propria Patria, come
anco fi fuor ofieruare da altri perfonaggi di farfi portare dopò la
morte alla lor patria, dimoftra in quel Teftamento ricordarfi non
iolamcnte de i lacchi Pij d'Auignone, doue fi trouaua, poiché la-
(cia
feia anco a più fabriche di luochi Pii, fouentione di poterli fabrì-
care, & in particolare al nobilifsimo Ponte del Fiume t? .'^not
ma ancora fi ricordò di molti luochi Pij , delia fur* C^tiàd» Rici-
no, & de i poueri di efifa , con molta pieci » coir^ appare per effo
fuo Teftamcnto, celebrato per nome del M. R. M.D.Giouannide
Giouanni de Nouauilla Chierico,& Notato Publico ....
tu infieme con M. Guidone Righetti, de Monte Uellunien.gublx-
co Notaro.
Tranfumptum Te^amentì lllufìrllfimh& K€uerendì[fmì Domìni Car»
dìnalis Gottj tìt. S.Trìfca.
In Tslomme tan^Ai& wdmduiS Trìnhatìs . Hoc f fi excmplum , feti
SranftÉfr/ptnm cuìufdam publici , & amhentki Te^amentì, chìhs tenor y ,
per cmn'a [equìtur in hac forma , &c.
In Dei iS ornine ^men. Anno à Hatìuitate éìufdem M'iUefimo tmgente
ftoio quadragtftmo quinto , ind'idiofie tenia decima , die fexta decimai
Menfts .4ugu{ii Tontficatus SanClijfimi Tatrìst & D.O. Clcmentis Diurna
Tioiiidtntia VapA fexti Anno qi^aìto in nifi loannis T>{otarij publici , &
tefiium infrafcriptOYum ad hoc ^fcàaìiter vccatorum, & rogatotumpra"
fenda Kemnrid'fs. in thr.fio Tater Dominus Gotlm Miferatìone piuma Ti
tuli San^m, Tri fai CardinalU $a%m mente, & corpvre habcns tefìuìidi li*
ecntiam de bonis fuii Ecclefiafìieis, & mundanis^ qus in prsfcntiarum^
«btinetiCìr efl inpofierum largìente *D:.vhubnt(rus affilai recordatìoais,
D'BetudiLlo Vapa duodecimo '.prout in futeris Apo/ìolicit ipfiui D, B^ nC'
diQi Vapa^ -vera Bulla plumbea, Hcm butlatis ridi plenias conùmù c$'
ftderans, & a^tendsnStquodnilcertiusincrte.ndìncertim hora.montSi&
dffjderans diern ptregrinaiionis fus extremadi^pofìiione tefìamentaÙAj
prottìderc de bonis fwsprsdiSis pioanimabui parentum, & henefu^oìtà
fuorum tfjHitmentum tntncupatiuum huiufmodi ftcit , & condiUit in hune
nrvdum , in primis Fidem Catholicam^ quàm Sacrofantìa J{pmana Ecdc»
fio, tenetydocer^ <& prad'catjirtniter crcdidìti & ftmpliciter coa/effusfàr,
& in ìpfa, Fide mori xolmz,ac [alu&ri credidit firmittrin eaiemy & quaU'
ào ipfum depfSfentifechlo migrare contigtrit animamfuati,fan5i<Xt& iti*
diuiduA Trinitari Glorwfx Beati» Marìs femperf^irginì » Eeaiifjìmis Ape-
fto/jj Vetro, & Tauio,^ Esatti VrifcA Virgini , & Martin (Otiiiiie CeU"
fiiCuri^commendauit.
liem d'ijlofuiti& ord'mauìt^qucd exequm, & funer&liafnafiant in Ec-
slefta Beau francifci C^nfefforis Ordinìs Fratrum Minorum Ciuitatis Ari" ti„a^ atJ,
mini: vetum, <&■ di^o[mc,& ordinauit,& fu fieri voluit, videlicet, Quod minum Ci
ùf[A fua pvntiur uì Qiiùtatem Ariraimi& quoiinfepuUwa fna,qu£ell in uitatem.
Capello.
li 'Siti %ìmìnefè LÌhro Semài
Cipella^quum in Ecclefta Fratrum Mlnorum de Armino feclt fìerilmì"
Icntur.
Item relìquìtpro anima fan vn'tde Capeltìs , qu^ fmtin diSa Uccie fta
Oir HI' ^^"'^' Ffancifc'i Fratrum Minorum Ar'mìn'r, qua fcìlkei Capellama^s
ftrifs. Car" '"<^'^'^^*"'f> & ^» ^«^ feruatum fuerìt Corpus eiutj dcnecofja ewfdsm por-
dia. * * ■^^f*"' Ariminurrii rtfuperm ordinauitj Mijjale coopertum de curio rubeo,
in quo,in Captila publìca ipfius didiCardinalii Mìffx quotidiana celebren^
tur: vnum Cdicem de Argento deauratumt & duas Ampullasdc argento
qwbui vtaiHY celebrantes quotidiein di5ia CapelU: vnum frontale futum
cum panno l':ftco,& vnum dorfale draptferìci,qHod e(l ante Altare Capei
Ufecreta tfcuprìu^tx eìufdcm 7). Cardtnalìs .
ItemduAi cafulaSyVnam albami& vnum am'tdum cum Uola^ & ma*
nìpulo,& cingulo deparamentìs iUìSt cum quìbus in dìSa Capelli publìca
quotìdte celebratur .
fiTlar^^S Ifcw,rw<?g:new Beat A MarUy cum {ilio lefu Chrijio de Alabarmìi»^
filio itsìx^^i^ Alt ari dì&S Capelli public è. .
Chrifto de ltem,tobaleA,quafuntfuper Altari CapelU fecretA di^i Cardinalìsy &
Aìàba&To. duotapeta de antiquiorìbus i qua ipfe D.CardinaUihabetqii£.f, felceta
pradiàx Capelli , In qua feruatum fuerìt corpus eìus, debeant in cadérne
Ecclefia S. CapeUa ad vfum Fratrum Mtnorum pradictorum , & allorum inibì cele
Francifc. ^^^„jj^^ perpetuò^dum ipfa durauerint^ remanere &c,
Ecclefia ^^^^ reliquit profabrìca pr^dìciA Eccleftx SanQì Francifci Fratrum
Màiori . MinoYum quìnquagmta flìrenosaurì .
Item reliquit Ecclefta hdaiori Arimmii in qua ipfe di^. Car d'inaili afìe»
ruit fufcepìfie Baptìfmum ad vfum D-D, Epifcopi , & CapìtuUeìufdcnL^
Duas Ecclefta Arìmini , vnum lìbrum fuum vocaium coUe^ianeum, Mitrami
Mitras. fuam laboratami& ornatam cum perHSi& fmaltiSi& lapìdibui pretto ftf,
& aliam Mitramaurifrìxìatamy vnumVluuiale p^ni ferici colorii ru-
hti.tum aurifrixìo aureo , & bu6ionìs de perHs,vnam cafulam eiufdem^
panni fericii& colorìs,cumfrixìo aureo frixìatam.
Itemdua^ Dalmaticas, & duits tunictUa^ eiufdem panni , & color ìs
crnAtAf puUhrìs i & debìtis ornamentis, cumtribui albh,^ tribm ami-
fili de pulclmoribus , & melioribuSi qua ipfe 0. C^rdtnaut^ habet cunt
Sìolisyé' mampul\s,ac cingulìs rubeis Trfsbytero, Diacono, & Subdiaco*
no mceffir'pji .
item , CyrotecbaSy & far.dAlia, ac caligas Tontìficalìa fua , & duas
tobaieasluaspro Aharì de melìoribuìy quas ipfe *D,CardìnaUs habet t&
duos cofhìoi co ^pertos de veluto, & duo tapeta , de long's tapetis, qup ha-
bet idem ù.Cardìnalis^ qua quidemr elida dida Ecclefta Arimiuì , ad v-
fum DD' Epifcop'i & Capituli pr^ildorum perpetuò,dum ipfa durauerint
ba-
fZ>i Raffaele téMtnarl . r /
haheint In eadem Ecclefia remanerCJ 1
Item , ReUqiiìt CdpelU fuA Beau Trìfca , qttam fecìt fieri ìu ipf^J
"Bcclefta >Arìm'mì,K€Ìt(}mas qwrundamSan^orum'mclitfas/mqiiaciam - .^^y^ ^g
tabulM^^feu Coììa depì3<t^ t'guWi& imagmìbus SanSorum uliquo- itlff^^fg,
Item vnam cafuUnti & vttam albam , & vn'tm amì^Hmt cum Hola,
Cìr mampuio , eìr cìngalo , de illis paramentts , e um qmbus in Capelli pu-
blic a *D. D Cardinalis , qmtidie celebram*
Iterila Frontale fuuni^ cum panno lineo extenfo ante t &ftiper altare
ipfiui CapellSy &dorfale panni ferìcì, quode^antedì^am altare, cum
tobaleli eìufdem Altam CapelU publiceantedi^X'
Item, T>iio tapeta^de antiquis (apetis.qux babet D. D. Cardìnalist qtiéi
qHÌdemreittìadebent perpetuò tdumip fa dwauemt in eadem Capello^
Beat A Vr'ifcA remanert^ .
nem, Kslìquìt CapelU fua , quamfcck fieri in Uccie fta Fratrum Mwo- .. .^
rum OultAÙi Crimini, ad rfum Fratrum €orundem,& allorum inbtbi cele jxtltfiafr»
branùum paramenta [uà de fericio rìrìdìs coloris. yidelìcet» triMinorS^
ynum pluuialt^ » cum aurixio aureo , cum butonibus de perlts ,
vnam cafulam frmatam^, & ornatam aurìficijsaureis,&duasdal'
rnat'ìcas , & duai ttmcell^s , cum Sìolìs , & manìpulìs eiufdem colo»
ris , & albU^ & amìSiìs , ^ cìnguits eiufdem paramentis Deputa'-^
ùs.
item , Kelìquìt eidem Capdlm Tabukm , feu Iconam de o5lopartibus,
feu tabulii du:''fib'l\bus,& coniungbilibus^ cumpukbris Tabernaculìsy&
in fmgklis partibus , feutabultsipftui finguU figurXffeuìmagìnes Sanèio-
rum funt pi6ffyqi4X quidem tabuU, & Tabernacula [ìnt deaurata^ & ar-
gentata .
item, Relìquìt cidem CapelU dorfale fuum pulcbrunu»,
Itemt Kelìquìt EccleftXy & Conuentui Fratrum Vrxdìcatorum^de
Urimìno paramenta fua, deferìco colorts violacei , Videlicet , vnuplU' J*^l",f,^*
uiale frixiatum aurifixio aureo , cum butonibm de perlìs , & vnam Ca- *
fulamfrixìatam aurifixio aureo , & duas dalmatìcas , & duastunicellas
eiufdem drapì ferìci violacei ^ cum tabulii , & mantpulit ipfis paramen-
tis deputatìs, qup ad vfum fratrum eiufdem ordtnis , & aliorum inibì cele-
hramiumdebeàt perpetuo y dum ìpfadurauerintiindiSiA Ecclefiarema*
nerc^ .
Item, ReliquitEccleft^,& Conuentui Fratrum EremitarumOrdinis Bea Frat*M Fre
ti Auguflini de ^rimino Capelli fux.quamfecit fieri in Ecclefìa S*Jgnetis ""^'»»*'^*.
de Arimino reliquias San£iorum inclufas iti quodam Infirumento,feu ope
rerotkttdo eUuatOiCumunopede»& Breuiarmmfuummtatumtò' libiti^
KJs yb\
1 4- Sito Rìmm/è Libro Seconda
tblfunt officia de Trìnìtate, & corpore ChrWi» & alia o$c\a,qHJt debeit
ptrpetuèydMm dHrAuermtytffe in dtèia Capeìliu ,
Itcm rdiqm cìdem CapelU Tabulam, feu de odo partìbuijeu tabulis
dm6biliùus,& conìungibilibusj quamfecit fieri in An'ignonc^ .
Item relìqtiìtCapeiUfu^prétdi^Stquamfecìt fieri in Ecdcfta Ftairum
Umorum de ^rimìnOfparuam Crucem de argento , in qtu efì de SanSo
Fratram Hg^g Crucis Cbrifti.
Ipfuis paramsniis depuutis , qnfi )ffum Fratrum eiufdem Ordini^ , &
ConHmmy& atmu celebràtìumdebea: perpetuò , dum ipfa durauerìnt in
difia EccUfìi reminere; anod ip[A vendUìOf tr alienatìo fu nuilius effìca"
Ct£, & validìtat'iSiVoliiitqfi & mandauìt , qwd EplfcopM ^rimim, qui
erìt prò tempore »& Comenttit P^elìgwfarum Menile ant'ium de Arimi*
no ipfosftc vendìtoSt& alienatosi vel pignoracos poffinf^ & dtbeant quan
docunquerepetere a qmcunquejeu qulbufiunque pe^fonh, qmbm venditi»
itutalìenatìiVel pignorati fuifjcnt tftfusrint libri Theologia , camquam^
fiiOSi quostunc roluic dìuìdi imer ipfos Bpìfcopunjj & Conuentus i fi vero
fuerint libri turis Canonici,veì CiuHts am cuiujcmque attenui fcuntiA vtn
di debeàt per eofdem Epìfccpum,& Conuemm ccngvuo pretiCi& pecunia
ibi babita dari voluìt , & diflribul pmperìbus , & infrafcriptis loclt , &
ìnfrafcripCìs operibus prò anima fua , & parentam fuorum^.
Quanto fofle liberale, & magnanimo l'illuftrifsimo Cardinale
Gotio Battaglia fodetto, tanto in vita, quanto in morte, efacilco-
fa raccoglierlo dalle fue attieni fegnalate fatte da lui in Jdetti doe
tempi, & in particolare nel fuo vltimo Teftamento diftribuì gran
parte del fuo in molte opere pie, particolarmente nella Città no-
flra di Rimino fua patria, come fi vede.
Item per la fabrica del Ponte Rodano d' Auignone , che nafce
Il K.ÌCCO a i confini di Sauoia , & Dalfinato » vicino alla Città di Geneura
^^««- di Pranza.
Al Monafterio di S. Valeriane.
AirHofpital di S.Lazaro.
Alla Chiefa delli M.R. Padri Carmelitaai di detta Città d' Ani-
gnonc. ^
Item alla Famiglia, ch'era con Sua Signorìa Illuflrifsima , & i
quella,' che haueua alta Corte Romana .
A cento poueri della Città di Rimino .
Al Funeral di S. S. Illudrifs. di fontuofa fpefa.
A due Illufirìfs. Cardinali nominati nel detto Te{lamento;due
fa«i Anelli ; 6c in parcicolar legato» in per fona di chi haueua cura
di
' * Di l^afaelitAdimari
jf
à\ Par condurre il detto fuo cadauero]^ Rimino, che per breaicà fi
lafciano molte cofc.
Ancora aitempinoflrificonferua illus prefentandi alli fuc-
ceflbri di quefta Famiglia , fé bene da canto di donne folamentc,
tanto nella fodetta Capella di Santa Prifca,come in quella di San f"^^' ***
Stefano Protomartire, e così fi mantiene la Santa Memoria di det- ^•"'^^*'
to Uluftrifsimo Cardinale Gotio Battaglia, & de i fuoi fuccefTori,
& meglio Ci mantenerebbe , ò per dir meglio a molti farebbe più
chiara,fe la detta Infcrittione, ò altra ampia foffe non dalla parte
dì dietro di detta Capella, doue fi è detto, che è, ma fopra la por-
ta, donde efcono le Procefsioni , onero in altro luoco , il quale fia
frequentato dal popolo, & da foraftieri.
Il contrario di ch'è interuenuto alla Famiglia noftra delli Adi-
mari, della quale hanno fatta piena, &honoratifsima mentione;
molti degni Scrittori, e per lafciar il re fì:o,ba fieri, che io riduca ia
mente, che in Roma à Smta Maria Noua ,in campo Vaccino {i le
gcin marmo, Epitafio fuM Sepolcro(& impronto ifl:eflb)de Mon-
fig. Allamano adimari Cardinale , fotto il Titolo di S.Eufebìo,
che affai dimoftra l'antichità della Famiglia Adimari,& altri, O- F?^f"i!-*^*
riginata nella famofa Città di Firenze, doue hoggidì vi fono fog- •^"^*"*°*
getti di molto valore. Seguitato adunque l'ordine delle cofecò*
formi alli millefimi più chefia pofsibile,& perciò dico, che
Sant*Arduinoda Rimino fu Sacerdote, & Canonico di queflag . ..'
Città.& dalli anni fancinllefchi fii introdotto dal Padre ad impa- ' ^ '*^°*
rare lettere, crefcédo di età,crefceui anco d'animo, totalméte de-
dicato alle cofe diuine difprezzando i piaceri del mondo,& total- - _, .
mente defiderando folamente la Gloria della Beatitudine eterna. J^^fjg fu*
Effendo già morto il Padre.lafcio la robba, & la Madre, che anco- gè chi la fé
'raera viua, & pigliò il grado del Sacerdote per feruire continua- fiue,e fé—
mente a Chrifto N S & perche vedeua quafi tutti di quello ordine 8"® ^^^ ^*
caminar bruttaméte p viti] , cercò di accoftarfi à vn certo Reueré ^"^^^ '
do Religiofo Sacerdote per nome D. Venerio, ch'era rettore alla
Chiefa di S. Gregorio décro le mura della Città, e li domandò,che
fi degnaffeeffere fuo Maeftro , che lui vedendolo intento à buoni
coftumi, volentieri l'aggregò alla fua compagnia , e cominciò con
luìallegramente,& diligctementeafpendereilfiio feruitoàChri
(lo S,N. conforme a quel detto del Salmo j^z» Ecce quam bonum,
& qiiammundutnh^bita^e fratres tn-pnim: Et detto Santo Arduino
fé ben era giouene ftaua fempre nej[le opere diuine , con fpefsi di-
giuni, & continue orationi,6c vegià;2->^ & elemofine fecondo, che
Kk 2 poteua
7 € Sito Rimke/e Libro Secondo
poteua fatfcandofi di non lafciar indietro cofa.che apperrencflTeal
culto Diuino . portaua debito honoreal fuo Maeftro.non parten-
dofi vn punto da i fuoi precetti ; ma quel buon Padre trouandofi
vna volta infieme com'era folito ne i ragionamenti ài cofe diuine
difife,© fratello Ardouino molto mi doglio & grandemente mi co-
trillo, poi che habitiamo tràferpenti, fcorpioni,& akri animali ve
lenofijdalle percoffe velenati de i quali il noftro ordine , e pertur^
bato dal dritto fentiero, adonque figl iuolo , è neceffario che quan-
to più prefto noi ci leuiamo da quefti tumulti , & andiamo habi-
tare,à vn luoco più ficuro,con l'aiuto del Signore,alquale il Beato
Arduino fece tal rifpofta Se bene,ò Santo Padre la vita de i buoni
fia più laudabile tra i cattiui , fi come l' A portolo laudando i fuoi
Difcepoli difle,in mezzo della natione cattiua, & fcelerata, voi lu-
cete, come luminari nel modo, 6c contengono il verbo della vita,*
& il Beato Iobbe,ancora diffe di fé fteffo, fon ftato fratello de dra-
goni,& cópagno delli ftruzzi; & il Beato Lotto, in mezzo di quel-
li fcelerati popoli di Pentapoli folo era giufto : nondimeno, par-
che ite par bene, che mutiamo il luoco della noftrahabitatione:
■$. Apollina dico, che fuor delle muraglia di quefta Città, in una certa po(Tef«
rodifcepol fione, pcr memoria del Beato Appollinaro Sacerdote, vi è (lata fa
di S.Pierro bricata vna Chiefa,alla qual potremo a ndar ad habitare, fé ci fari
e mandato ^onceffa dal Patrone , è li attenderemo più ficuramente alle laudi
pcraa^re diuini, liberi d'ogni tumulto,& difturbo,fi come è fcritto nel Sal-
à predica- mo quarantacinque, vacate,& videte.il Confeglio del quale molto
re l'Euàgc piacque al medefimo Reu. D. Veniero, & fubito andò a trouare il
lio à Ra. patron del medefimo Oratorio, e li paleforono il lor DiiTegno^ &
"*°°** egli fubito li concede grariofamente, con titolo legale, quello, che
deuotamente gli haueuano domandato,& di più li cominciò a ef-
fortarli anfiofameote che quanto prima faceffero quefto: allhora
cfsi nel nome di Chrifto,con grande allegiezza, come fé fudero fca
pati da laccio di grane catene andorono alla detta Chiefa, confi-
dandofi per la mifericordia diuina di cuftodirfi meglio ne i buoni
atti. Sant'Arduino era giouene di età,ma vecchio d*animo,haue-
ua amazzato tutti i piaceri carnali , con maturi collumi, 6cogni
volta, che da quelli era ftimolato fubito cóla medicina delia par-
fimonia,6: altre afflittioni fi fanaua, e tutto quello, che la diletta-
tione carnale, fi sforzaua di leuare,rafflittione fpirituale riforma-
ua . Finalmente emendo venuto la fer ma della Santità fua,per tur
ti i pacficirconuiciniaflaifsimiconcorreua no a lui per riportarne
il iuditio , & confeglio fopca i fuoi peccati , de quali fi pentiuano,
fecglihujwuQdigwn^Qdellia, cdifcrectione, daua egli amac-
^.- .-.- .. . flramemi
r&i Raffaele tAdimàrì. 7 f
fhaménti i ciafcuno fecondo i propri coflumi , non difpreciafido
alcuno, parlando femprccon modeftia. Riprendeua afpramente
ancoi Superiori, quafì comandandoli, che non tufferò fadidiofl a
poueri , & che caminaflero per la retta luftitia del timore di Dìo.
Sealcunoliportauaa donar qualche cofa.l'accetcaua per poter
poi dar a i poueri,alle uolce fingeua d'hauer gran freddo, & lì era-
no portati de i vefl:imenti,li quali daua a i poueri . Succeffe a quel
tempo, perche Monfignor Giouanni era Vefcouo di Rimino , che
il Prefato Monafteriodi San Godenzo reftò fenza il fuo Pafiore,
airhora ilfodetto Monfignor Vefcouo,cominciò a trattar infiems
con li Reu. Monaci, che potriano torre per Abbate, & per diuina
volontà, tutti da cordo eleflfero, il molto Reu.Sacerdore Venerio,
laqualelettioneenfortandolo il Beato Ardoino, compiacendo ai
voti di tutti non rifutò , & il mcdefimo Beato Ardumo lo feguitò
nel medefimo Monaflerio è cominciò con lui a far vna vica,ancor
più perfetta: non lafciò però mai fin che vi(fe , ne mutò l'habito di
Canonico, leuaua i^ran parte della fua pitanza, per darà i poueri,
e per il più beueuaacqua,& feoccorreua alle voice (lare in recrei-
tìonecon foraftieri di buona voglia mangiauj d'agni cofaiche di-
rò io del veghi3r,chc faceua, non curandofi niente del fonno,fe fo
quanto la (lanchezza lo sforzaua ; per il che (i vedeua fempre rat?
cftenuato,& debile che pareu3,che non poteiTe campar vn giorno;
equeftobatiaamcd'hiuerdettobreuemente nella vita di queflo
Santo Canonico renierrer.do il lettore i chi ne ha fcritto dift .)f i •
mente; Adonque Sant'Ardoino Sacerdote, & Canonico Arimi -
ncfe , fi riposò in pace nel Signore alii 15. d'Ago (lo, appunto nel-
la fé ft a dell' Aflbntione della Beatifsima Vergine N. Signora del
mille,enoue, ncll'indittionefettima, nella Sedia vacante di Papa
Giouanni decidotto, detto decinoue , fùfepolco il detto Sant'Ar-
duino dentro la Chiefa di San Godenzo, nel cantone , che guarda
verfo Sctrenrrione,doue s Illufirò di marauigliofi Miracoli,a quel
li, che diuotamente implcraiia li fuo fanro aiutOjCome fanar para-
litici,fidrati,ftrupiati malamente, illuminò ciechi , rendè l'vdito a
Cordi, & altre fimil gratie Ci riceueuano dalli fcdeli,chc deuotamen
teandauano a vificar il fuo Santo Sepolcro .
Ancora di quefta Illuftre Città fi trouò vn*altr*huomo di Santa
vita, adimandato Pauluccio Ariminefehuomofemplice, ilqua'c Pauluzzo
in tutti i giorni di più Quadragtfime non mangiaua cofa alcuna , ^* K-ioiino
ma folamente fi foftentana con beuere nel mezzo giorno vna ca--
raiFa d'acqua fcaldata a bagno » coftui più volte da Reuerendifs.
, .. Ve-
7 9 sito Klélnefi Lwyo SeCùnio
Sin Paolo Vcfcouf, & Tnquifìcori della Città noftra,fù tenuto rinchiufo , cd-
&t**è»dmo' me incredibile à\ tanta cofa, il che finalmente trouorno effere ve -
àum statu ro, & dicc Giouannì Sereno, che in quel tempo fcriueua molte co
tum tfi hb f^^ che accadeuano , & anche in quei giorni fi ritrouò in Venetia ,
Z'H'ncri" hauendoio veduto, & feco parlato foggiongendo,che dopò la San
fo'lihoeAìii ^^ Quadragefima mangiaua fecondo il modo humano.
iudmùtfìc Medefimamenterefcrifcono altri Scrittori nella vita di Lodo -
érchrifiut uico Imperatore, che vna Giouanetta Tolofa ftette tre anni fenza
lemeiobU' mangiare cofa alcuna .
'*"/*• Monfìgnor Sanfone Arciuefcouo Dolenfe, digiunana , & (lana
due giorni, alcuna volta tre, & alcuna volta tutta laSectimani ,
fenza pigliar cibo alcuno, & in tutta la C^adragefima non ricrea-
uà il corpo fuo debile , e lafTo, più di due, ò tre volte con pochiC-
(imo cibo.
Non fi può , ne fi deue con filentio paffare la Santa vita fatta da
un Beate Huomodei Romito dalla Macinala di Vallombrofa Qx
u3gliero,6c Gentil'huomo ArimineCe; le lodi della cui Canta, & el-
(cmplar uica fi leggono nella legenda fatta della fua uita , la qua.
le per elfer cofa , che non facilmente da tutti è hauuta,per querto,
non mi farà graue metterla qui fotto, de verbo ad verbumu/y per (x»
tisfattione delH prudenti lettori, vtilità del profsimo, & gloria di
Dio; la cui Effigie, ouero ritratto, fi vede anco nell'Altar maggio-
re di Vallombrofa, fotto la perfona,però di S. Benedetto, come in-
tenderete nella fottofcritta legenda ; La cui vita fii di latino iti
volgare, tradotta dal M.R.D Tadeo Adimari, Theologo, & Ab-
bate di Sanca Reparata di Miraldi Fauentinac Diocf ^s .
B.Haotro pi,r nel medefimo tempo, che fotto il buon gouerno del Gzne«'
dei da R«- rai ijjagjo, la Religione di Vallombrofa era quafi da morte a vira
™*"° * ritornata nel Romitorio delle Celle fiori , di Santa Vita , vn Gen-
til huomo Ariminefe chiamato Huomodei . Quefto venne a farfi
Rcligiofo altempodel General Altouiti, è comparfe a Vallóbro-
fa honorcuolniente, écinarnefe daCaua^Iiero; edopò,che egli
fu nceuuto nella Religione (^Cì com'egli defiderau3)gli fu conceda
ta la ftanza del Romitorio delle Celle, doue fece dimora vn'anno,
con habito da Romito: ma pofcia hauendo animo di fare più afpe
ra vita fé n'andò ai Romitorio delle Cafe, dou'è fiiato alquanto té
pò, venne al luogo detto Macinaia.non si lontano da Vallombro
fa:douVra vn Tabernacolo edificato per voto da vnCirtadino,per
fodisficimenro d'vn Miracolo auuenutogli, perii meriti di San
Giouan Gualberto . Quiui donque fi ficttc l'Hucmodei in vn pic-
ciol
dolo habituro murato a fecco, à lato a quel Tabernacolo, feruen-
doa Dio con afpra penitéza, perciò che egli per domar i fenfi cor-
porali nonguftauamainè carne, ne vino,nèlatticinij,è rade vol-
te mangiaua herbe, ò pomi.ma quafi del continuo di pane,e d ac ^
qua fi nutriua . Andaua fempre co' piedi fcalzi etiamdio di verno Jg"[" o,j5
fra la neue,è fra il ghiaccio, e non portaua fé non vna vii vefte , & ^^^■^ ^pp^f
vncapuccioj&vfaua di portareCfi come faceua S.Luca)vn cerchio lano mol-
di ferro (opra il nudo corpo,egli faceua fpefso Oracioue,fi difcipli te infermi
nana, &attendeua a leeeere libri pieni di Sant*e(fempi. Per quella '^'^,<^^*^^
fua fanta vita, era da tutte le perfone da bene amato grandemece; ^^ ^^a fo-
nie era mal uoluto da cattiui.auuenga ch'egli la lor mala uicabia 00 i cuo-
fima(Te, e con nere ragioni i loro peccati, è le lorofcelerarezzeri-chi .
prendeffe, era gratiofOjC fouaue nel fauellare, e ben che affliggelfe /' Leoae»e
il fuo corpo, nondimeno tutto allegro, e tutto giocondo a ciafcu- ^"^l^cono
no ueirafpetto fi dimoftraua. Quando egli arriuòal detto Romi- ql,eiu, che
torio della Macinaia.fi conobbe che egli era amico di Dio;perche gli fanno
h3uen.ioracqu3difcofto,pregòdiuotamenteil Signore, che S'era beneficio,
in fuo piacere glicl concedefle più appreffo , per poter (lare quiui [1^^^^'^^° gg
a feruire a Sua Maeftà Diuina , della qual cofi fu efaudito,auuen- y]^^ pjj *
ga, che incontinente nafcelfe vn'acqua buonifsima, quiui appref- che* li fa
fo al Romitorio,la quale macò alla morte di effo;!! che fu euiden- maggior
tefegno, che Iddio l'haueua fatta forgere veramente per feruigio 5'^^'^'^^ •
di quel fuo feruo ; Seguirò a ftare in detta Capanna, in fino che il
Magn. Lorenzo de Medici , andando vna volta a fpaflTo per quei
nìonti, è confiderando la debile habitatione di quel Santo Remi-
to,gli fece edificare vna Cafetta pur picciola con calcina; nel qua!
luogo eHendo ftato quefto Beato più di quarant'anni , con afpra Afflfgeua
penitenza haueua perdute tutte le dita de' piedi, sì percheanda-iifno cor-
ua (come fi è detto) fcalzo, e sì perche non mai Ci fcaldauaal fuo- P" per ce-
co dalia cintura in giù; perciò teneuai! fno focolare alto, e quado^-^i^Yto ìn-
cra al f.ioco in altro luocoteneua vn'alfe innanzi alle gambe , cdebeliuala
perche haueua i piedi mezzi perduti dal freddo , quando andaua ^cópleffióe
per la neue lafciaua le pedate , che pareua d'vn orfo ; portaua vna P**^ confo-
Croce di ferro al collo,& in mano vn baftone , medefimamente di
ferro longo poco più di due braccia. Andaua fpenb a Valiombro
fa, ancorché fofife di notte al Matutino , e quiui ftaua tutta la ma»
tina infino che fodero dette tutte le Meìfe , di poi ricreato col cibo
(e ne tornaua al Romitorio; E vna uoltaeffendo in quella Cafet-
ta da vna grolla neue , enon comparendo, fecondo ch'era vfato a
Valloffibrofa, i Monaci {pirati da Dio di tarimpedimento, fece
forza
/ 0 Sito l{imìmfi tihto Secondo
forza di andar lafciù a portarli da mangiare : doue fenza alcun cì-
I! Signore ^^° ^^ fofteiKarfi il ritrouarono,era di bello afpetco grande, & hi-
dicc a gU^'^ua la barba tanto lunga, che arriuaua fino in terra, perche intVi
Apoft«lt , l'altre volte andò à Procefsione con li Monaci la vigilia di Santo
«àte fpm- Giouan Battifta in Fiorcnze, fu veramente vnofpetacolo veneran
colombe^c ^^ ^ ^""^ ^^ popolo Fiorentino . La fua Effigie fiì nella perfona di
fé l'occhio S. Benedetto dipinta nell'Altar Maggiore di Vallombrofa, l'anno
farà sépli. Mille e cinquecento, eflendo egli all'hora d'anni fettanta,uifse poi
cc,U corpo nel medefimo modo , molti anni è comminciandoli i mancar le
iaràlucidofQf^e, intorno alli anni nonanta dell'età fua, il General Corni-
giani il fece andare in una camera di Vallombrofa,acciò,che qui-
iii fofle gouernato , e fri poco tempo vi morì deuotamcnte lìel
mille e cinquecento decinoue,e perche fu da ciafcuno tenuto San-
to il Ripofero in una cafla di legno , in luogo feparato da per fé ,
in quella parte del Chioftro, ch'è longola Chiefa.
Che dirò poi dell'Illuftrifsimo Signor Cardinale MichelAngio-
lo Tonti, da Rimino, del qual io douerei dire affai, per potere fa-
tisfare al defiderio mio, & al inerito di Sua Signoria Illuftrifsima,
e Reuerendifsima , manemiconofcoattoapoterfarquefto, ne
manco la mia intentione è di raccogliere tutte le fue lodi, ma fola-
mente di moftrare,come Sua Signoria Illuftrifsima è nato,& alle-
nato nella Città noftra di Rimino, di buon Padre, & Madre, Cit-
tadini di quefta,honoratifsimi,& di buonissimi conditioni,& fa-
ma il cui Padre quafi prefago di quello,che doueua fuccederc nel-
la perfona dì quefto fuo figliuolo , s'ingeniò , con ogni fuo potere
d'alleuarlo con tutte le virtù , che conuengono a vn'animo grade,
(ii nobile, è non fparagnò ne fpefa, ne fatica alcuna, acciò che di-
uentafie eccellente in ogn'arte liberale, conofcendo quefto fuo a-
mato figliuolo, atto a reufcire in ogni perfetta virtù, & però fpef-
fe uolte foleua dire, quefto mio figliuolo è di buonifsimo (pirite,
& ho gran fpcranza in Dio, che riufciri .
Et in effetto quefta fua opinione non l'ingannò punto , poiché
dopò l'hauer acquiftato il grado del Dottorato, con l'ornamento
della Miifica , sì de Inftrumenti da fonare , come anco nelle voci,
diuentò huomo di gran negotij,d: molto adoprato ne i negotij ira
portanti da tutti quelli, che lo conofceuano , & particolarmente,
che ftaua in Roma , doue fcgliono fuccedere occafioni di far pro-
na dtiringegno. & induftria d'ogni forte di perfone, & perciò ha-
lìendo ftruito co molta fedelrà,& beneuolenza l'Illuftrifsima Ca-
U Bcrghclia, & efrendorilluftrifsimo, & Reuerendifsimo Signor
Car-
Cardinale Bofghefìo, innalzato alla fuprema dìgniti del Pontcfi-
cato: Sua Sancicà fi è compiacciuta di creare il fodetro Signor Mi-
chel Angelo Arciuefcouo dì Nazaret^dipoi Cardinale, fotto il Ti- ^^^^ ^. j^
tolo di San Bartolomeo in Ifola. Vltimamente fatto poi Datario, Bartholo-
& conferitoli il Vcfcouato di Cefena, il qual è Antico, & Nobile, meo in !«
& perciò è dottato di molti honoreuoli carichi, & particolarmen fola .
te è Curatore, & Detfenfore della Reuerendifs. Chiefa di San Giù- JgfJ|*"°"
liano di Rimino, della Nobilifsima CongregationediSanGior- clnonid'
giod' Alega di Venetia, infìemecol Reuerendifs. Monfignor Ve- della Con
fcouo dalla Valle di Monte Feltro \ Fu ciò con grande allegrezza, greg. di S.
con folo di tutti i fuoi Cittadini,ma ancora còparticolar applau- ^'^/S*® ,
fo di tutta quella Prouincia ài Romagna, come ben fi vidde in ef- ^^S* ?
fette, quando fu fatta la fua Promotione al Cardinalato, che non
ci fu oltre le Città,nè CafteUo,nè Ville, che no*i moftralTero grati
(egni d'allegrezza, con far fuochi illuminari, Hirar arcegliarìe, &
moltealcrecofefimiii, che fi Cogliono far per allegrezza,& m par-
ticolar nella noftra Città di Rimino : feguitò il far delle allegrez-
ze per un mefe, continuandofi però intra rilluftrepubIico,iReue
rendifsimi Monafteri,i lor Signori Parenti, & altri Gentirhuomì*
ni particolari, per lor atfettioni : sì che non ci refta altro , folo che
preghiamo Dio Noftro Signore , & la Sua Beatifsima Madre Ver-
gine , che ci conceda gratia di poter godere longamente ad Multos
fc/i»noi,queftafingolar allegrezza con longa vica,& Santità del No
(Irò Santifsimo Pontefice, &deirilluftrifsimo Signor Cardinale
Borghefio . Sì aggionge in conformità di quedo , che s'è detto di
fopra , che la molto liluftre Città di Faenza , in particolar ne mo-
ftrò per fue lettere, dirette alla Illuftre Communità noflra, grande
allegrezza,& congratulatione de molti complimenti. Et poi furo-
no inuitate le Città di Romagna a vna Congregatìone Prouintia-
k,doue fi propofe, & fi ottenne di mandare Ambafiatore a pofi:a,
à nome di detta Prouincia a Roma, per congratularfi con riliu-
ihifsimo Sig. Cardinale Tonti , della fua Promotione : & perche
paffafsero le cofe con quiete,& fotisfattione di tutti , fé inboffolo*
rono tutte le Città della Prouincia, & furono eftratte per forte, la ^.
qual toccò alla Illuftre Città di Forlì , la qual poi elefTe r Illuftre ^aul ^*d *
Signor Cauagliero Giouanni Gadi, perfona molto hooorata, & Porli? ' *
virruofa, oltra gli altri carichi datti airilluftrifsimo Sig. Cardini,
le di Nazaret, per la morte dellllluftrifsimo Cardinale di Cameri-
no è ftato fatto Protettore della molto Reu. Religione delPadre
San Francefco di Pauola, per la cui protetti one fpeco , che quefta
L 1 pre*
S i sito Kìmineji LìoYO Secondo
prefowKeìigione fari confolata d alcuni fauori , chedefidera in
qucfta Citta noftra, ilchcio, comeindegnoparcecipantedi det-
ta Religione, ho informationc.
Ec di più adì i4.d*Ago(lo i6ii, in Domenica, MonfignorIllu.«
flrilsimo Cardinale Tonti fodetto , prefe il pofiedo del Tuo Arci-
presbiterato di Santa Maria Maggiore di Roma , conferitoli dal
Sommo Pontefice vacante per la morte dell'llluftrifs Signor Car-
dinale PinellO;Cheè grado di grand'authorici, & honore-
Confiderando il noftro Ilinftre Confeg!io,che efiendo tanti no-
ftfiGentirhuomini,comealtroue fidice,allaferuitù delSantifsi-
mo Pontefice,& di tutta l'Illuflrifsima Cafa Borghefia,& vna buo
na parte di quelli inna'ciati à buone dignità, & gradi , che perciò
fatia douere,che quefta noftra Città vniuerfalméte moftrafTe qual
che fegno di gratitudine di tanti benefici) ; fu rifoluto di voler eri-
Statua dì gere vna (ìatua di Marmo al Bcatifsimo Papa Paolo Quinto: ma
lo V. ' 5efidcrado molti.che fi palTafle più innanzi del Marmo , & perciò
io medefimo per fodisfare al defiderio vniuerfale fcrifsi a Racana-
to al Mag. Sign. Gio.Battifta Vitale,perfcna di grand'ingegno, &
di buonissima prattica in fimirarte per le cofe fatte da I ui,é com-
pagni di Racanato, per la Sàtifsima Cafa di Noftra Signora di Lo
reto, eflèndo (lati quefti eletti tra tutti gli altri Eccellentifs. Mae-
fìri di quella prcfefsic-ne dall' Jlluflrifsimo Signor Cardinale Gai-
Cardinal j^ Protettore della Santifsima Cafa di Loreto,come bene informa
^* to della Eccellenza, ne ha voluto, chealtri.fe ne ingerifcano delle
cofe pertinenti alla Cafa Santifsima , circa detto Magifterio , an-
corché non li forre fiato graue condurli d'altri paefi lontani,quan
do hsuefìe prefentito poter nnigli'^rare,accioche da lui mi fu(Te
riattai nformatione piena, (opra tal negotio,cfrendo, che nel uo-
ftro Confeglio, non fi fapeuacome,& quanto douefs*e{Tere tal ne-
gotio,& da lui mi fu rifpoftocortcfaméte,fotcolidoidi Nouemb.
mille e feicento dieci,ccn vna fua, nella quale ui è piena informa-
tone, di quàro Ci poteua defiderare a tal* effetto con molta mia fa-
tisfattione,& così poi con vn bcUifs. diffegno di ( quatordeci pal-
mi Romani , per infttuttione dcueua efiere detta ftatua ) il quale
dilfeguoera ornato d'vn bellifsimo piediftallo con affai buone co
<Ìitioni:& ciò procurai,che fi leggeffe in publico Cófeglio: la qual
intefa,tutti Ci rifolfero, che fi doueffe far di Bró20,c lafciare il Mar
mo, che fu a!li venti detto: con tutto ciò.per ordine deH'IlIuftrifsi-
mi Signori Patroni di Roma, fu dato l'afibnto di tal negotio al Sì'
gQorNicolò Franzofiao Statuario di Nofìro Signore ; il quale co.
mincìò
Dì T{àffkeU iAMmari. i $
mìnclò Topétai & k reclufifc anco a buon termine, quanto però a!
modello, chiamandoinfuo aiuto, & compagnia il Signor Baftia BaftianoSe
no Sebaftiani da Racanati della Codetta Claffe: in quefto mentre baftiaai .
detto Franciofìno pafsò a meglior vita , & così reftò l'opera total-
mente da fìnirfi al fodetco Signor Baftiano , la qual è riufcita per-
fettamente in grandezza,& fimicria , è proportione . Dil fodetto
Signor Baftiano a man delira della fedia è ftata rifatta vn'hiftoria
di mezzo rilieuo bsUifsima da vederfi, & fé fi fari almanco accorri
pagnare vn'altra fimile dall'altra parte della Sedia, & aneo nel ca-
paccio del Mante Papale , Taggiongerà tanta gratia, & bellezza,
pereflere quefta Mainerà del Signor Baftiano Eccellentifsima , fic
vaga da vederfi,come fi vede nelle Porte della preclara, & Venera-
bil Chiefa di Loreto , & Batefmo , tengo per certo , che poeti re-
fiar fodisfatto chiunque la vedri,& quefto dico per la cognitione^
& informatione c'hò hauuto nella Marca,quando io andai a leua
te detta Statua da Racanati , per condurla a Rimino , che cosi fi ^ ..^
compiacquero di feruirfi Monfignor Conte Alfonfo Sacrati Fe« ^^^^^ j^,*
rarefeal prefenre Gouernatore di quefta Otti. Et riUuftri Signo- crato. '"
rieletti fopra ciò alli quattro del Mefe d'Agofto 1615 .con autho-
riti, & facoltà di fare , & elfequire in quefto carico,quanto i me
piace(re,pregàdo ciafcuno Superiore,& Ofiìciale della Citci,c lua
chi.doue fufle pafiato , che mi preftalTero ogni aiuto è fauore , co-
me fi legge nella Patente fattami: ma io vedendo i tempi buoni &
molto a propofito l'inbarcai al Porto di Racanato per minor fpe-
fa,& così per la Dio gratia, & della Santifsima Madonna di Lore-
to Noftra Signora arriuafsimo a faluamento nel Porto di Rimino
il giorno di San Rocco del prefente anno, & mefe, con grande al-
legrezza di tutta la Citta .
Quefta C\ deue collocare in vn luoco conueniente,6i alfa Statua,
& alia Citti, & dopò molti difcorfi, & confiderationi, è ftato elet-
to in publico Confeglio, la Piazza della Fontana , Icuando però
V\2 quefta Ifola di cafe, chearriua su la ftrada maeftra , come poi
fi fono leuate, che impedirebbono affai la profpetciua di tal Sta-
tua, i quelli, che paflano per la ftrada Emilia,acciò che fia confor-
me alli molti oblighi,ediuotione di quefta Illuft. Città, verfo Sua
Beatitudine, & tutta la Illuftrisfìma Cafa Borghefia. poiché al pre-
fente ho ragionato in longo aftai fopra la detta Statua, confideran
do il fplendore,che apporta quefto Santo impronto d\ Noftro Si-
gnore, non fol© in Spirituale, ma ancora in Temporale, per la cui
Reflefsionc rcflcttcla [fua auttqrità,c meriti , di maniera tale, che
Lì z tra
S ^ Sitò Rimine/e Llhro Seconde
tra le piectok^ Città 4i quefta Regione, Te ne può andare altferàj
quefta noftra; Mi refta ancora di dire il m- o parere, come ho anco
fatto per innanzi fopra il loco, doue ftaria bene a collocarla: Dico
adunque,che la Statua di Noftro Signore fi doueria a tutti i modi
collocare allincontro della Fontana.è volto.che guarda alla Chic
la di San Martino , perche cesi farà vna bellifsima piofpettìua
l'vna all'alrraCi tutte due infieme aiPalazzo & alla Piazza,&alla
firada marfira , laqualpjgiiarà formadi Piazza, & non di largo
varco terminando quafi due Piazze in quadro vna di fopra, & l'al-
tra éì fotto tanto più che hauendo terminato rilluftre Cófeglio
(con licenza de i Signori Patroni ) di fare vna bella profpettiua,
con loggie , ti altre (opra la ftrada, che va dal Domo a Sant'Ago-
ftino, contiguo al fontanone è beuetore de caualli; lafciando det-
ta Itrada libera , che feguita dritta fopra il Palazzo di Monfìgnoc
Gouernatore,e quefto per tre capi; prima per conferuare la |onga
profpettiua del Palazzo.che è bellifsimo da vedere ; fecondo, pec
non impedir la uifta della ftrada Maeftrs, & altre; terzo, per con-
feruare il Stato della Chiefa Cathedrale più nobi{m.éte,che fia pof
libile ; ne per detta Statua, e Fontana reftarà impedito, che le ca-
rezze, & altri non habbino largo adico d'ogn'intorno : & il tutto
renderà bellifsimo afpetto,& magnificenza a paiTaggieri della ftra
da maeftra,che defiderar non fi potrà maggiore ; Anzi mectendofì
in altro luoco,col tempo potria indurre in necefsità quefto hono»
ratifsimo publico di douer leuare dal fuo luoco.la Fontana di co-
sì bella antichitàjchc certo farà di grandifsima fpefa alla Città,do
uendofi mouere i códotti di dentro la Città, & così creder mi gio-
iiiJ,che fé li Signori Patroni fi compiaceffero, chela Città haueffe
lei hora quefto afibnto, facilmentes'afsicureria di nò doucrfi mo»
nere la detta fontana,& ciò s'accoftaria,ò i quefto mio parere gii
propofto in Confeglio fin dà princìpio^ò ad altro, che più i'aggra
difce .
Carilinale Monfignor llluftrifsimo Cardinale Michel'Angelo Tonti, per
yonti. l'occafione dì venire al fuo Vcfcouato di Cefena,c venuto a Ila Pa
tria,la qual con ogni induftria s'è ingegnato di honorarlo non co
me ella dcfideraua , & come i meriti di Sua Signoria llluftrifsima
ricercaua:ma in quel mcglior modo.c'ha potuto per hauer Sua Si-
gnoria Illuftrisfima operato coll'Illuftrifslmo Signor Cardinale
Borghefio Patrone,che rilluftre Città noftra non hauefife a far fpe
fa, perche fapeuabenifsimo la generofità di quefto Illuftre Publi-
co,rhà mpftraco in parte i'afl:etuone,6c la reuej:c«ra, chs jorta i
Sua
7)/ ^ffìicU tAdimàr). i t
Sua Signoria Dluftrifsima , ponendo in prima in ^n de i pilaftrf
della Loggia del Palazzo Confolare, la Tua arma c5r£pitafìo,che
dice:
Mkhaeli jingdo Tonto C'iui Opimo Carditi, Vd^Ateno , & Trodatarìo
VigUantì(fitno, ob Eximiamymutsm, Maximam Trudentiam , &Vr*'
ilare Gefìa , Qmbus TatrU fplendorem auxìt , Cìues Arìwinenfes ad
Fnmam,0€cm Q^» Terpettium Vof nere . ^ , Amo falutis M.DC-XIU
Il qual arriuò la Domenica della Seflagefima li 26. di Febr. i<5i 2.
alle ventidue bore: oltro rilluftrifsimi Signori Ambafciatori efpe
dici dal M.Illuftre Confeglio,& dal M. Reuerendo Clero ui andò-
rono ad incontrarlo tutte le carozze della Città noftra, & cauallf,
te in particolare l'IlIuft.Signor Mutio Diotalei Capitano d'Archi
bugieri à cauallo, con tutti i fuoi Soldati , & l'Iliuft. Signor Capi-*
tano Giulio Martinelli, con lefue Milicie ;arriuatoalla Porta O-
rientale in Leciga, dou'era il M. lUuftre Magiftrato , per complira
con Sua Signoria llluftrifsima,volfefcendere diletiga, durando
buon fpacio di tempo detto Complimento: invltimoSua Signo-
ria lUuftrifsima volfe coiriiluftreMagifitato andare in carezza
alla Chiefa Cathedrale, & al Palazzo d'elfo Magiftrato. Dopò par
titofi li M-IIIu/l. Signori Confoli, detto liluftriisimo Signor Car-
dinale diede principio a una gratifsima audiéza,cioè a uno a vno,
a tutti quelli, che voleuano andare i farli reuerenza,e darfeli à co»
rofcere, riceuendo tutte le vifite con lieto volto per eiTer Signore
dotrato d'ogni virtù,è d'ogni gratia: difpensò tre bore con gradif-
(ìmo gufto,non folo di quelli, che lo uifirauano , ma anco di quel-
li ch'erano nell'anticamera , vedendo vn tanto Prelato a chiunque
l'andaua a farli reuerentia, mollrarfeli tanto benigno , non folo a
tutti accompagnaua fuori della fua Ìlanza:ma a molti Gentil' huo
mini, anccia fuordeiraltra,checertofùa Sua Signoria Illufìrir«
(ima d'vna grandifsima fatica . Circa vn'hora di notte riìluftre Si*
gnor Vicenzo figliuolo del Sign.Rinaldnzzo Rina!duzzi,giouene
beliifsimo, è di effigie più Angelica, che Humana, le recitò in ca-
mera vna non men bella che dottale fententiofa Oratione latina,
in laude di Sua Sign. lUuftrifs. che per breuiri non ftarò a inferir-
la in quefto luoco : dopò apparecchiato gli fu un fontuofo ban-
chetto di delicate viuade,erquifiti uini,epafticci,douefi vidde va
Galinazzodi gran filatura in p]ede,il qual haueua le ale finte d'vn
drago dipinto,& adoraco,le gambejè douericercaua, vn';\itro de
vn capone pur in piede con leale, & becco accommodato,chepa-
rcua vn'Acquila naturale, per fegno dell'Arma di Noilro Signore,
altri
I $ Sitò l{lmhefè Lihri Simàì
altri doi Paflizzi di due Pauoni,che ftauano in ateo di coniré,pét
la memoria, che tiene di Monfìg.llluflrifsimo Pietro Pauoni Ari^
minefe, & altri padizzi di variate forte , e confetture in bell'ordl-
ne,& vaghezzza accommodate. Si miffero a tauola rilluftrifsimo
Signor Cardinale, con quattro Signori Ambafciatori Cefenati, &
alcun'altro del Magidrato, è de i Signori Sopra (ìanti al detto Al-
loggio: Ornando il detto banchetto molti Cantori, con bellifsi-
mi motetti, variando hor quefl:o,hor quello, con piìì cócertate vo-
ci, &inftrumenti di più forti, finita la Cena l'iUuftrifsimo Sign li
Cocerto di Cardinale lafciò li fodetti Signori Ambafciatori in Palazzo a dor«
doicifslmi mire, ne letti accommodati per Sua Signoria Illufl:rifsima,& fnoi
fuoni, & di Gentil'huomini , andofienelui a dormire a cafa deU'Illuftrifsima
foauiflmii Signora Cafiandra fua forella, doue fé n*è ftato,fin che fi e partito
cauti. Il Lyj^gjj mattina adi vetìfette detto,a ben che pioueflTc fé n'andò
con gran corteggio di carozze , è cochij al Duomo a celebrar Mef-
fa , 6c fi cominciò apparare con Amito , Camifo di tela di Cam—
braia reccamato d'oro, per fin'a mezza manica, & colare cinto di
vn bellifsimo cordone di fera, & oro, con gran numero de fiocchi
ambi forniti, & d'oro adornati, co una nobilifsima Pianeta tocca
d'argento fioreggiata d'vn bellifsimo lauoro di più colori , & in
mezzo , che faceua Croce , & coIona di tela d'oro recamata , con
bellifsimo diifegno di canutiglia d'oro , argento , & granate oltra
modo vaga, la qual'é tutta fodrata d'orraefino cremife, doppio,6c
fornita di franze d'oro d'intorno , infieme con manipoli , e ftola ,
con vn bellifsimo Calice d'argento, è Patena, con vn nobilifsimo
velo di ormifino bianco tutto intagliato ,& lauorato d'oro, come
pontinaria oltra modo vago, & nobile,fodrato dell'ifteflo ormefi-
no, in mezzo del quale vi è vn San Michael' Arcangelo recamato
Ch *ft N ^o»^t"of^"^^"te . Celebrò la Santa MefTa , & poi difparato donò il
S. d?fleché detto Paramento , & Calice alla Chiefa Cathedrale , & Capitolo,
egli era co che vagliono molte centenara di feudi, & depoi fé ne ritornò a ca-
fa più bea- fa , ^ mandò a prcfentareall'Illuflre Communità un bellifsimo
^\}^\^^^ » Chrifto d'oro fino di getto conficato fopra vna Croce d'Ebano, ò
ucfe . ""' ^^^^ granatiglia di Spagna, lauorato diligentemente da dotta ma
no, doue la Croce pofa fopra vn triangulare piede , che nella pri -
ma fronte vi e porta un'Imagine d'vna Pietà d'oro, lauorata eccel
lentementc, la cui grandezza del Chrifto, è più di un palmo, den-
tro vna bella caffetta tutta fodrata di veluto nero dentro, & di fuo
ra aprendofi a guifa d'vna porticella di due partite commoda, e al
tenere fopra vna tauola, & ancora attaccarla apprcflb vn Ietto ve-
ramente
fZ)i Raffaele tAdìmarì . 9j
ramente Kcgale degno . Et infìcme mandò ]vna Corona di pietra
fnifchia con vna Croce, ò Reliquiare d'oro,con promefla de man-
darli poi le fette Reliquie . vi era in oltra vna medaglia d'argento
coir IiVipronto di S. Carlo Korroraeo>& due para di guanti di Ro»;
ma» perciafcun delli Signori Confoli,che l'andò ad incontrarlo.
Similmente ha regalato ampiamente tutti li feruitori del Palazzo
con buona quantità de danari.
Il Martedì mattina adi decidotto detto , inHeme con gli altri
giorni feguenti fino alla Domenica mattina che flette in Rimino
Sua Sign. Illuflrifsima difpensò in varij luochi , per ciafcun gior-
no, doue andò a celebrare, onero ad udire la Santa Meffa, lafcian*
do in quelle Venerabil Chiefe, qualche prefente di Sate Reliquie,
te altre cofe corrifpondente al titolo, & in particolare a S. Maria
in Acumine, cioè alla Venerabil Confraternità, per eflfere in quel-
la defcritto, quando eìat in Mintribtis , vn Corpo Santo , fenza no-
me , & altre Sante Reliquie, come appare per donatione fatta
per man di Nodaroalli Fratelli di detta Confraternita : & poi la
Domenica mattina adì quattro detto, ottauo giorno della venuta
di Sua Sig.Illuftrifs. per tépo andò a S.Francefco,& celebrò MefTa
all'Altare di S. Sigifmondo, a rifcontro la fineflrade i Corpi Santi, corooSaa
6cS. Reliquie, dopò finita la MefTa andò nella Capella di dette to.
S. Reliquie, reflàdo co molta marauiglia del nobiladornaméto
di detta Capella: dopoi fé n'andò à cafa , doue pigliato vn poco
di refettione dkàt commodo alla famiglia di feruirfì di un'hono-
rato pranro,in tanto comparfero molte carezze, & caualli, entraa
do Sua Signoria Illuflrifsima in letiga, fé in uiò alla uolta di Ce -
fena, accompagnato da moire carozze di Gsntirhuomini, & a ca-
uallo per fino a Cefena . Il qual verfa vice ha datto tanto gran gu-
fio , & fotisfatticne vniuerfale a tutti , che non mai ìi potria
narrare a baflanza le cortefìe, & amorcuolezzediqueftofempre
immortai Signore^ che non ci è perfona, che non le refli totalmen-
te affettionatifsimo,& obligatiisimo ad ogni fiio ceno, per la mol
taamoreuolezza,& gratitudine, chedomeflicamentehàmoflrato w^
a quefta fua cara PatrÌ3,così il Signore Dio ce lo conferui pciMul*- *V
toj >/*"»«, a più felice flato. .
Che deuo io dire di Monfìgnor Reuerendifsimo Luca Sempro- g p"dé^S
nio bora Vefcouo di Città di CaflelIo,che è flato, & è il più anti fimo Luca
co feruitore della Santità di Noflro Signore (Papa Paolo quinto) Sépronio.
delli altri hauendoloferuito da qnarant'anni incirca, per Audi-
tore.è Maggjord huomo, tanto in Roma.come in Spagna^fic altri
luochi
S i Sito Rtmìnefc Lìhtó Secóndi
luochi, doue Sua Santità è ftato Nuncio, ò vero Legato,' per il cui
mezzo hanno hauuto adita gli altri noftci Cittadini, nella feruitù
di quella IIluftcisfimiCafaBorghefia, per cflerepcrfona dottata
di tanta amoreuoIezza,& gratitudine, che nififuno lo può fupera-
refenza intereffe aIcuno,ilche lo rende grato apprelTo tutti, che lo
pratticano,&: lo fanno defiderabile a quelli, che lo conofcono fol
per fama, com'è auucnuto a mc,il quale fé bene non ho mai hauu
co fetuitù con quella , ma forfi n'anco mai da me ella è fiata vedu-
ta, mafolamente intendendo la gran fama delli fuoi nobilifsimi
coftumi, che per tutto rifonano,& rifplendono mi hanno fatto in-
namorare con gli altri di poterla feruire,& conofcere di prefentia.
fuoco che ^^ P^*^ "^" ^^ partire da quefta llluftrirsima Cafa Borghesìa, di
fi nutrifcc rò qualche cofa ancora delli altri noftri Cittadini,che hanno ferui
tó '.4 vifta, to, 6(. fernono quelli Illuflrirsimi Signori, & Sua Beatitudine par-
ÒL fama d« ticolarmente, tra quali uiè Monfìgnor Illuflrifsimo Pietro Pauo-
la cofa a- j^,- ^ob^jc ^{ quella Città , primo Sccretario de Memoriali di Sua
M5itg. Or Beatitudine, di poi fatto Maflro di Camera di Sua Santità , dalla
tre Piuo- quale femprc è flato amato , & fauorito, per le fue rare, & buone
ni. quilità,&conditioni.
A Ila feruitù della Medefìma Illuflrifsima Cafa , Ci troua anco il
IlCauagl. molto Illuflre SignorGiulio Pauoni Cauaglier di San Giacopo
CiuiioPa- jn Spagna, fratello del fudetto Monfìgnor Illuftrifsimo Pietro, il
*°^'^* qual hor3 è flato creato Capitano de Caualli, della Guardia di
Nofìro Signore,cirendo anco Madro di Camera dell' Illuftrifs imo
Cardinale Borghefio : il qual Cauaglier è di gentilifsimi , & grati
coflumi , m moda , che coflringe ad amarlo), qualunchs anco per
poca pi attica Io coiiofce .
Molti altvi Gentil'huomini della Città nodra fono alla feruitù
franceffo dell'Ili ijfmrsinn Signori di quella llluftrirsima Cafa particoli-
BAldo, A- ^^^ gli molto Ululi. Signori Fi^ancefco Baldi Secretarlo dell'Il •
df ' Dobdi luftrifslmo Signor F. ancefco Borghelio, fratello di N S. & il Sign.
Ariinia. Adriano Baldi , fratello del fudetto Signor Francefco , il quale e
V Aimo delli lUulldrsimi figliuoli dell'Il luilrifsimo Sign. Gio. Bac-
*'^ ' tifta Borghelìo di F. M.
Et per continuar il numero di quelli c'hannoferuito quella II*
Monfign. juftjifsjrna Famiglia Borghefia,particolarmentc il Beatifsimo Pó-
Vefc!*di tefice, dirò di Mouiìgnor Reuerendilsimo Hettore Diotalleui Gè
$./\pia. ■ til'huomo principale della Città nollra , ilqual Giouenetto, &
Dottorato andò in Roma, ftando nobilmente, &feruito l'illullrif
fi nao Cardinale Santa SeuerinaB.M. fino che ville . Si eiTercitò
nel
nel fuo officio de! Referendario molti anni , dipoi feguitò la detti
Illuftrifslma Famiglia Borghefia , & dal Pontefice Paolo Qiiinto,
fu mandato Inquifitor Generale nell'lfola di Malta, doue flette al
cuni anni; di poi vltimamente dairifteflb Pontefice fii fatto Vefco
uo dì Sant' Agata,Iuoco molto nobile nel Regno poco lontano da
Napoli , doue bora fi la fua refidenza , 6c è perfona di gran vaio»
re , litteratura , & di buon fpirito.
L'Ecce!Iencia,& induftria dell'Illuflre Signor Ludouico Manti L'Eccelle*
coli nobil Ariminefe, al prelente Medico del Santifsimo Signor t«Sig. Lu-
Noftro, in Roma ha datto Tempre bonifsimo faggio di fé, & è fta- 4°"'j^° ^^^
to adoperato da molti Sommi Pótefici, & llluftrifsimi Cardinali .
Ha datto granteputatione alla fua Patria,& alla Cafa fua,eflendo
da Giouene fempre (lato in Roma, con molta reputatione,finoal-
li tempi noflri moderni .
Vi era ancora l'Illuflre , & mólto Eccellente Signor Gio. Datti- l'Eccell,
fla Orio,che nella profefsione di Medicina non era inferiore ad al ^'§* ?' q^*
cun'altro delia fua età, però molto ftimato, & tenuto in gran con- ^^"J' * *
todali'Illu/lrifs. Cardinali in Roma, 6c in particolar dalla Illuftrif
(ima Famiglia Borghefia ,laqual feruiua, doue teneua cafa aper-^
ta,cocchio, & feruitù honorata, che fé la morte fua in Roma Tan-
no idoy. Mondana fine all'afpetatione, che fi haueua, dellafua
età d'anni quarantauno, con grandifsimo fondamento della fua
perfona , era per reufcire vn de primi , che fufle (lato a fuoi tempi
in quella profefsione.
^ L'Illuflre Signor Francefco , della Nobilifsima Famiglia Guai- ri Cauagì:
di Cauagliero di San Stefano , che fu Camariero fecreto di Papa Francefco
Leon decimo B. M.al qual haueua feruito molto tempo, mentre ^^^^"^^ •
era Cardino le nel medefimo Officio; Hora Camariero della San-
tità di N. S. feruendo Sua Beatitudine, con la medefimaaflettione
fedeltà, & diligenza delli Signori Palatini Ariminefi.
Nel numero de noflri Cittadini , che feruono la medefima IIIu-
ftrifsimacafa Borghefia, vie l'Ili uflre,& molto Eccellente Signor
Pietro Lanzi Caponi , il qual haueua feruitù coll'Illuflrifsimo
Borghefio, mentre era in Minoribus, ftando al fludio in Perugia,
non eflendo ancora creato Papa,PaoIo fuo Zio, il qual Sig. Pietro
hi poi continuato detta feruitù flandoinRoma, feruendo per A -
gente della Prouincia di Romagna , effendo fauorito dall'iflenTo
Illuflrifsimo Cardinale, & per le fue buone quaJicà,& creanze, fi è
acquiflato ancora particolar feruitù , coll'Illuflrisfimo Cardmale
<;aponi , dal quale gli è ftaco datto il fuo Cognome , & Arma ,
Mm per
$ ì sito Rimine/i Llhro S econio
per mollrare quanto gli fia grata la feruitù di qucfto Gentil'huo-
mo.
l'Sig Gap ^' Signor Capitano Gio. Battifta Galanzone Lanza Spezzata,'
G io Batti '^^"^^ alla feruirùdellamedefima llluftrifsima Ca fa , ha carico
fta Calao- deli'Armaria di Palazzo di Noftro Signore, perche è a maro, &
zone. fauorito da quelli llluftrifsimi Signori , sì chepotria anco afcen»-
derf a me^lior grado , è perfona molto accorta, & attiua .
Haiiendo io parlato delle perfone Religiofe di quefta lUuftre
Città nortra tanto antiche, come moderne. & di quelle,che feruo-
no Sua Beatitudine, & la Illuftrifsima Famiglia Borghefia, fé ben
forfì non con quel ordine , che ad alcuni piacerebbe , nondimeno
con quel ordine, che a me è parfoftarbene almeno moralmente;
bora tratterò breuemente delle perfone fecolari , degne da non la-
, ,. fciarfipa(rarefottofilentiO;poiche fono degne d'eterna Memoria,
Vgolino ^^^ c^y-'izW i me fcuuiene vn'Illuftre Signor Zanchiuo Vgolino, fé*
Doiìoiec- na Dottor di Leggi, Auuocato, e Procuratore del Sat Officio dell'-
celi, di Inquifitione; il qual anco fu eletto infieme, con alcuni altri Gen«
J-^Sgi* til hnomini , è Cittadini della Città di Rimino, che afcendono al
numero di quaranta, fenza i Trombetti,& feruitori eletti,dico dal
Molto Reuerciìdo Padre Fra Guidone de Tufcis da Bologna, In-
quifìtore Generale della Prouintia di Romagna , con il confenfo,
C: beneplacito di Monfignor Reuerendifsimo Laurentio Ballachi
Vefcouodi Rimino per confonderci Hercfie,ch'eranoà quel tem
poinqueftaProuincia, & per Augmento della Fede Catolica, &
quefli tutti furono eletti , & publicati Officiali della Santa In-
quifitione, nciriIUiftreConfeglio Generale del Commune di Ri-
mino. E che la Giurifdittione di quefto Santo Officio ha nobi-
litato, &illuftrato, infpiritualeparticolar queftallluftre Città,
poiché quefto diuin Tribunale non fol comprende la Città di Ri-
mino (doMC fempre è ftato, & è la Refidenza) è fua Diocefi , ma fi
eftende per tutta la Diocefi di Pefaro, e Fano, che di qui fi può ar-
gomentare di quanta ftima , è confideratione ella fia fempre fiata
qucfia nofira Città di Rimino,c (uo popolo.appteffo i Sommi Po
tefici,& Imperatori facri,& nel Palazzo di detto Cómunc,riceucii
do il giuramento riUuftrifsimo Signor Malateftino Figliuolo del
Signor Malatefta honorabile Pretore della Città nofira di Rimi-
no: li quali giurofono di efìfercitare il loro officio fedelmente, ée
fare tutte, & ciafchedune cofe,per quanto vagliono le lor forze,fe-
condo che gli è conceflb , & commeffo dalle confiitutioni Papali,
& Imperiali^ & di dicela vecicà in tutte quelle cofe, cheappartea*
goao
n>i Raffaele t4JìinAYy^ : >f
gono al loro officio , nell'anno del Signore , Mille e trecento due,
all'indictione decima quinta , nel tempo della Felice Memoria di
Bonifacio Papa Ottauo, alli 2 i.di Marzo, il qual Zanchino.oltra
l'enercitarfi con gli altri, in così buona, & fanta opera, fece vn trac
tato fopra gli Heretici, & lo mefife in (lampa, che fu di tanta confi-
deratione, & dottrina, eflendofi quafi perfo , & venuto manco, la
Santa F.M. di Papa Pio QiiintO, fece opera tale, che fi trouò in Ri
mino l'originale, & volfe, che di nono Ci riftampafie detto Tratta-
to elfendodefiderato, & con diligenza ricercato ogni giorno da
molti in Roma, particolarmente, cosi fu efleguito , & ftampato
nell'Alma Città di Roma . Di cui fi legge vn'Epitafio all'antica,
che fuona in quefto modo
rìr Iure Confultus tegUur per ìapìdes tjlos
Ftéìt illi nomen Zanchìnttt, & Sena Cognomen
ygttlìnui Tater CtigUelmo defcendìt ab ^m
Is interc'mes Crimini 7^ bìUs erat
Et Turus , & Tiui luHus , ac funimp perìtus
Zelator fidei , Fugator EretìcorunL^
^nnU MiUenìstrecentis, & quadrùgmta
Eiefìremumclaufndtem, ìnSìante Settembri
Troque fuU mentii ftHÌtiirmnc glorh Cceli
Ftater in eiìrema die focìabitur iUi
Kanierus ludex feruam veHigia FratrU *
Si troua ancora il molto Illuftre, & Reuerendifsimo Guido de
Caminati, lù Vefcouo di Rimino, perfona dedita allo ftudio del- Mófig.Gui
1 e Sacre lettere;, & alla diuinacontemplatione, che refe Io fpirito l^J?!:^*"
a DiOjCircalanno 1302.
Medefimamente fu vn Giouanni de Caminati da Rimino , Ve- wonfì? '
fcouo di Cefena, perfona dottata di molte virtù , & di buon fpiri- Giouànidé
tomorfe del 1320. Caminati,
Vi fu ancora Monfìgn or Reuerendifsimo Antonio Monaldi Mófig.Mo
da Rimino, che fu Vefcouo di Sarfinahuomo di gran dottrina, ftoffi^Jf^"
valore, &buonti, 5,, y^,;^;;
Furono anco Illuftri,& molto honorati i Signori Cornerij, che nefe
prima fi chiamorono Cornelij : Vltimamente furono chiamati Corncri;.
Corncfi, furono Tribuni,& perfonedi molta authoriti, &huma-
nità, faceuano la lor Arma in campo aznro,& oro, con una coro-
na inmezzo, adornata di gioie, daquedane vfcirono affai Ab--
Mm 2 baci,
9s Sito T{ìmìtiefè Libro Secóndo
bati , Vefconi, & Cardinali , cflendo flati fatti Nobili Venetiani.
Furono ancorai Signori Longhì, che difcefero dalla cafa delli
Signori Malafedi Signori di Rimino,tra quali fiorì vn Sig.Nicolò
Longo i San Marciliano, nella guerra de Genouefi fu adme(ro,6c
aggregato nel Confeglio di Venetia, del isSi.faceuano nella lor
. . Arma vn Leon nero .
bcmiticf o i^ufono ancora i Signori Semiticpoli , li quali furono Tribuni
antichi , che fi fecero conofcere in arme, & in lettere, per feruitio
della Republica Venetiana .
Et medefimamente li Sig. Tiepoli furono Tribuni antichi, perfo
ne molto fauie, & valorofe in armi , faceuano per la lor Arma vna
Torre co tre Cartelli, la quale al pfente fi è mutata in la coda d'vn
ferpente, & qucfti medefimi del fiio proprio fecero edificare il Mo
iiafterio di S. Michele di Morano: e tutte quefte quattro Famiglie
fono notate in una nobil cronica antica di Venetia manu fcritta,
per eflere andati quelli da Rimino ad habitare in Venetia, doue
ancora fi mantengono nella lor grandezza,& nobiltà;& tutto quo
fio con gran mia fodisfattione l'ho hauuto dalla liberalità del M.
Mateo Suuetini Cittadino»& librato di quefta Cicti,che mi è fta-
^•^!-^ M ^"' ^^ cortefifsimo,in farmi partecipe della fudetta Cronica manufcrit
te da UbrK ^a delle cofc llluflari di Venetia, al qual certo gli tengo grand'obli
*go per quelle, & molt'altrecortefie, te commodità conceft'emida
lui di vedere varij,& diuerfi Ubriache difficilmente haueria potuto
hauer in altro luoco, & da altra perfona &c.
Hora vfciremo di Venetia, & trattato dclli altri luochì,fono flati
Illuflri,&famofi in tri l'altri , che furono della noftra Città Con-
feglieri di Guerra, con rilluflrifsimi Signori Malateftijvi fiì l'Illu-
Almerico ftre Sig.Almerico Brancaleoni,che fìi Capitanio Generale delle gè
Brancalco ^j dell Illuftrifs. Sig. Sigifmondo Malatefla Signore di Rimino , &
"* ' del i44o.adì ^o.d'Agofiioruppe Guerra col Conte d'Vrbino, & li
tolfe Montelocco, & molte altre Cartella infieme col Tauolede , il
qual poipafsòa meglior vita del 1444. & fu fepolto in S.Fracefco
di RiminOjCon fontuofifsime eflequie, & gtand'honore a fpefe del
detto Signor Sigifmondo, ilquale anco lì maritò vna figliuola dan
dole per dote il Cartello di Spinel.
Roberto No meno fii IlU]rt.& famofo il Sig.Ruberto Valturio Ariminefe,
Valiurio. che in lingua latina fcrifle dotta mente dei Precetti dell'arte Mili-
tare,mort rande anco in figure molti 'nftrumenti, sì antichi, come
al fuo tempo moderni pertinenti alla guerra , in un groiTo volume
di dodeci libri in foglio, dedicato airilltìrtriri.Sig.Sigifmódo Pan
• " ^ "' ^ "' dolio
dolfo Malatefta Sign. di Rimino ; la qual poi molti anni dopò fu p^^j^ ^^2
tradotta di latino in volgare daH'lUufl:. Sig.Paolo Ramufio da Ri^ mufio . ^
minojcon le medefime figure,& indirizzata allllluftrifs. Capitano
Sig. Roberto da Ragona di S. Seuerino Generale Locotenéte del
Serenifs . Senato Veneto ftampato in Verona del 1483. opera di-
letteuoIe,& curiofa per quelli, che (ì dilettano delle cofe di Guerra,
6c Matematica .
Poiché per queAa occafìone ho fatto mentione della nobil Cafa
Ramufia Originata nella Città noftra di Rimino, dirò in quedo
luoco tutto quel poco c'hò potuto trouar di lei, & prima d'un Sig.
Girolamo Ramufio Dottor celeberrimo, che fu figliuolo di Bene- Gieronì-
detto Filofofo,& Medico rarifsimo, c'haueua bonifsima cognitio «10 Rama-
ne della linga Greca, Latina, & Araba, il qual fcrifle vncómento fo *
pra li quatrordeci libri di Galeno de diffcnnttjs pulfutim,<t!:r de Ugno-
fcendis pulftbtis. ,
Paolo Ramufio Dottor di Legge, e Chriminalifta famofo del fuo ^^^l® ^^*-
tempo figliuolo di Benedetto, 6c Padre poi di Gio. Battifta Secre- °"" ^°*
tario deirilluflrifs. Cófeglio de dieci in Venetia, che fcrilTe vn lib.
de Iure emphiteotico, & lo dedico ad Angelo di Caftro fuo Precec
tore: Gio. Battifta Ramufio Secretario fodetto dottor di Leggi y6c q- ^ .
di fingolar dottrina, & chiaro p l'amicitie de i prmii litterati dell'- fx^ Ramii-
etàfua,peritifsimoin ogni forte di lingua,cioè,Latina,Gi:eca, Fta fio-
cefa,SpagnoIa, Portughefe, & altre,imparate da lui nelle Prouin-
tie, mandato infuagiouencù dairilluftrifs.Republica Veneta,pec
importantifsiminegoti),& ancora Cofmografobonifsimo, & in-
telligentifsimo nelle cofe di Medicina , & Filofofia, & di gran me-
rito appieffo il Senato Veneto.
Quefta Nobilifsima Famiglia ancora fi conferua nobilifsima-
mente in Venetia , nel medefimo officio (come neiriftefia Cit-
tà cene fono andate altre Famiglie nobili da Rimino , che al
fuo luoco fi dirà; conferua ancora la fudetta Famiglia pofTef-
(ìoni,& altre ragioni nella noftra Città, comefièdettoaltroue,
& di più gode ne i pagamenti Camerali, tutto qnello,che godono
gli altri Cittadini, che dimorano nella Citcà,6c che hanno beni fta
bili . .
Monfignor Reuerendifsimo Carlo SagramoraAriminffe, che Monfign.
fu ^Vefcouo di Parma , Commendatore dell' Abbatia di SanGn- Garlo sa-
yiùn'^ lìodro ài Rimino, come appare d'alcune inuefticure, che gra'Dofft
fece dell'Anno Mille e quattrocento fettanta otto, del Mefed'A- parma"°
ptiie , Prelato di fingolar dottrina , Ce di gran goucrno.
Vi
> 4 Sito Kìmìnefe Lwyo Secondo
Mófig.An- Vi fu anco Monfig. Reuerendifsimo Angelo da Rimino Arcì-
geio Aici ucfcouodiRagufadcl i492.perfona molto liccerata, & di molta
ucfc. di Ra Santità, con fignalate virtù, eiTercitando diligentemente l'Officio
S"^* * paftorale , predicando , fouenendo a i poueri , & in particolar' a
quelli , che fi liberano dalla feruitù Maumetana de Turchi , & era
adoprato molto ne i negocij importanti .
Aurelio ^q^ {^^,10 anco di gran confideratione delli noflri Ariminefi , il
Augurclli. p^j^^Qfo^ ^ Dotto Aurelio Augurelli, il qual con il fuo viuacifsi-
mo ingegno fece rifplendere la fua fama , a gutfa di fiammegiante
Sole , & fé innalzò tanto alto che diede a i più dotti , & faggi del
fuo tempOjda marauigliare non poco ; vedendolo con il fuo flori-
do ingegno , ornato di lettere Greche , & Latine , che in Venetia,
fu tenuto il più dotto, è candido,che a tempi fuoi infegnafle ad al
tri priuatamente .
Si leggono molte delle fue04c,& alcune poche elegie, nel pur
ftil Romano cantate: ma nel Verfolambico da molti, infinoal
giorno d hoggi denderato,& da pochi a pieno pofleduto; giudicò
ch'egli andafle appreflb gli antichi più lodati , fece non poca pro-
fefsione dell'Archimia.&accortofì poi dell'errore fuo, fi rimoflfejda
quella vana , & fruftatoria imprefa,riuolgédofi in un fubito dalla
fallace fperanza di lei, al comporre , per moftrare più al mondo
e degna" l'authorità dieffa, la cortefia di quel'Arte pazza, & degna di rifo;
fifo . perciò egli fcriffe in Poema un'opera da lui.intitolata la Crifopea
nella quale moftraua fé fi potefle far 1 oro, & la dedicò alla Ricor-
deuolMemor.diLeon X. Papa, che era d'ogni richiezzapalefe,
difpenfatore; acciò che Sua Beatitudine, la quale prodigamente
vfaua l'oro nel fuftentare i belli ingegni , & nelle fpefe continue ,
®ali,fenza ingiuria delli Huomini fapefle, onde ampiamente
cauar potclTe ricchezze infinite : Fece anco vn opera , che tratta
della vecchiezza, & la pofe alla ftampa , dedicondola a Pietro Li-
pomano fuo difcepolo, che poi fu per le fue virtù , fatto Vefcouo
di Verona.
Vifsi il fodetto Aurelio , per fino all'ottagefimo fefto anno .
Morì in Treuifo fubitamente oppreflb dalla gocciola, oue egli ha-
ueua alcuni benefici), & fu fepolto nella Cathedrale in vno hono.
ratifsimo Depofito , dou'era il fuo ritratto con l'Epitafio in ver-
fi Lattini da lui fatti, che fono li feguenti :
^uYelìj Augwellì imago efi quam videi
ytii racantis luterarum iìudio
Serie
DiT(dfael0t4dlm4rk »
SerìoV&iocofo dinari cura tametL^
Hoc vt tegetior ftc fieret ad SeritUf
Ilio rt iocofìs vterem prmior
In Volgar fonapo in queflo modo , yideliccf;
Qutfia, che fcorgi è la yerace Imago ^
J>' Aurelio augure If che fa del faggio
Studio t & delmottegieuol affai vago
Ma per cagion dì ^pareri
Ch'è dì quefio fé fagìo :
^ccìò ne le gran opere argute , è chiari
Fofìero gli spiriti fttoì , & fi die a quello
Ter hauer motteggiar ^ pia dotto, e bellol
Mahora quefto Depofito, con altri,in particolar quello del Si-
gnor Bcuarzano, ch'erano di qualche confideratione,è reftato de-
ftrutto nel rifare, & accommodare detta Chiefa Cathedra le , per-
che in detto Epitafio, non :ui è Millefimo ^per fodisfattione delli
lettori, dirò, che del mille e cinquecento tre, era uiuo, poiché nel-
la fua Crifopeia egli dice ;
Tatrìx Gratulcr , quod fub dltlonem venetam^ vcnerìt :
Si troua ancora vna delle fue opere , appreflb perfone dottate di
buone qualità,che dicono volerla dar in luce .
Si legge vn libro antico di Poefìa di vn Giouanni Bruno , il cui Gìo.Bru-»
Titolo dice: loannis Bruni Ariminenfn ydmores , ad Dìuam erudkewLj no .
puellarum ^rìmìneum decus ^lendorem , fé ben' è opera[ volgare .
^ Con Sonetti CLXltl^
^ Canxpni^ lllU
^ Capìtoli XVl.
1 Bar7,dettt^ TiXtl^
1 Starnici.
Dedicato all'llludrirslma , & Ecccllentifsima Signora Donna
Bifabetta Feltria Gonzaga Duchefla d'Vrbino , ftampato in Mi-
lano, per Agoftino da Vimercato, ad inftanza di Giouanni laco-
bo, è fratelli di Legnano , del 1 5 op . adì i o. di Ottobre;, con la fua
tauola. ch'è molto curiofo .
E della nobile famiglia de Paci Gentirhuomiai di quefta Cit-
tà.
pè SìtòtJmhep Véri Secìnii
Paci dignif tà . Fu MHuftre Signor Marco , figliuolo del Signor Angelo lurls
Jimo Colo Confulto celebre, fratello del Sig. Simon Auo del Sig. Cauagliere
nello. Claudio Paci,ilqualhebbegrado di Colonello dilla Serenisiima
Republica Venetiana, ilcui ftipendioferuiua con grande accre»
fci mento di duplicata prouifione, perelTerfì portatabenifsimOj &
valorofifsimamente in molte imprefe importanti fuccefTe in fauo-
re,& in gradezza di quella Republica,che fa circa dell'anno 15 op.
Ma per non vfcir di quefta Illuftre Cafa> dirò in quello luoco , che
a i tempi non remoti, cioè all'età noftra vi è flato il molto Illuftre
Signor Claudio Pace Cauagliero fodetto, che fi è dilettato di bel-
le Iettere,& particolarmente d Hiftorie, il che gli è (lato quafi He-
reditario,poiche fi troua molti altri fuoi Anteceflbri hauer fatto il
(ìmile , & fi è affatticato affai in trouare le cofe nobili , & antiche,
della noftra Città, particolarmente le Famiglie, & le perfone Ulu«
ftri di quelli , come anco ha fatto il Signor Aleffandro fuo fratello
Dottor di Legge , che ha cercato di mettere infiemele Vitedelli
Huomini dì Rimino Illuftri , e per Religioni, ò per Lettere , ò pec
Armi, & per quanto s'intende , haueua già meffo infieme la prima
l'TlI ft <;* ^^"® • Medefimamente il fodetto Signor Cauagliero fuo fratello
gn.Cauag. per quanto fi dice, haueua ridotto à buon termine le longhe fue
ClàudioPa fati che, & diligenza, fopra il trouar la verità delle cofe fodette an-
«i. tiche della noftra Città,& perciò era conofciuto,& tenuto m gran
reputatione appreffo a molti letterati, & Signori , che non l'haue-
uano mai vifto , ma folamentc conofciuto per uia di lettere occa^ii
fionalmenteoccorfe tra loro , & perlagranpratticac'haneuadi
tutte l'Hiftorie, dauagran fatisfattione, &nobil trattenimento,
Tittoliuio con chipratticaua, a guifa d'vn nono TittoLiuioPadoano, del
Padoano qual il Gloriofo San Gieronimo di Dalmatia,nel Prologo delia Bi
S. Gierda biadice, che fcrJuendo Tittoliuio le fue Deccade, nel tempo, che
^■'n°f ^* Rofnaeranellefue maggior profperità.che molti andauano à Ro
tia l'Agno "^3» P^" ^^^^ P^^ parlar con effo Tittoliuio, (che morfe l'anno de-
400. d'età cimonono della noftra falute ) che per veder Roma , è fuo famofo
99. Campedoglio, Pafsò a più felice vita l'anno i5o8. hàlafciarodi
fé tré figliuoli, che mantengono honoratifsimamente la Nobiltà
di quella Cafa, & tri l'altri rilluftre,& molt'Eccellente Sign. Pace
L'Ili uftrc Paci , Dottor celeberrimo di Legge , che a gli anni paffati è flato
Sign. Dot- vno delli Confeglieri della Rota di Bologna , & fuccefsiuamente
!.°'^^*5.'; Podcftà, come fi fol fare;.
oJtauij ' ^' ^^§S^ ^ ncora D. Frandfcì O^auij Cleopht Mmmenfti , ilari Vos»
U Epigramma ad MatauntThom^fium Senenfcm ìmhs Ifa^ogici HbeUi
'Dì Rdjfaele ^Jimarl . >f
jiu^ufitnì Ldtì Oratori! CUrìffimi affenorem, impreffìm Venetijt per
IoannemKtébeum f^ercellenfem Anno Domini 15 13. dieS' MenftsiH-
iij.
Ancora fi ritroua Publio Francefco Modcfto, c'hà datto alla ftà
pa vn Poema molto grande di dodeci libri, in lode di Vcnetia, In- p,jfji|iód.*
titolato, Venetias, ftampato in Rimino, nell'anno 1x1 1 . dedicato
al Serenifsimo Prencipe di Venetia, Antonio Grimano , & Ecccl-
lentifsimo Senato Veneto, nel qual fi contengono molte altre va-
rie opere, tutte in verfi Latini molto (limati da perfone dotte , &
intelligenti .
Vi fii ancora rilluftre Sig Agoftino Bon Francefco da B imino L'IlIuftre
Eccellenti fsimo I.ottor ài l^ggi,& Confeglier Secreto del Serenif- Sign. Aug.
fimo Ercole da Eftc,Duca Secondo di Ferrara,che fece T Adittioni j,"^J^^°:
ad Angelo Aretino, nel trattato de Maleficiis d\ molta dottrina, tòr, eCon
& confideratione, com'è noto a tutti gli Huomini dotti,della pro-feglier f«?-
fefsionedi legge , dedicato all'Altezza del Serenifsimo Sign, Duca cr«w •
fodetto, flampatoin Venetia dell'anno 1544. & forfi molto tem-
po prima parrirono dalla noftra Città l'Illufìri Sig. Riminaldi no
bili Riminefi , che puoi d fono mantenuti nella Citti dì Ferrara,
douc hanno fioriti Èccellentifsimi Dottori di leggi, e hanno man.»
date in luce moki libri di quella profefsione, & in particolare ril-^
luflri & molto Eccelléc! Signori Iacopino; & Hipolito fuo figliuo
lo . Ma da quefta Nobìlifsima Città dì Ferrara, hauemo riceuuto
qualche contracambio, poiché da quella fon venuti adhabitare
nella Città noftra la Nobil Famiglia delli Signori Orij, che fi man .
tengono,& in lettere^come fi è detto, & fi si, in dignità,& richcz Qf^/ *
ze-
li Signor Alcffandro Ortigio Riminefe mandò alla flampa vna ji §,>. Aief
fua opera d'Addicioniad'vn trattato d* Angelo de periglis.de Pale fondro Or
is,& oliuiSj molto bello,& elegante , ftampato in Rimino dell'an- tigio.
no Mille e cinquecento cinquanta .
Vi fu ancora rilluftre Signor Pietro Melgi de Lampergi Dottor L'iHi^f^. S.
di leggi , perfona che fi è dilettato affai di belle lettere, & Hiflori- P/etro^'^cl
co vigilantirsimo, inficmecoll'Illuftre,& Eccellente Signor Gio.^èrgi.è^ci
Antonio Rigazo , che aflfitticarono grandemente per renouire la paano di
reputatione di quefta IlluftreCi'tà, com'è cittato anco partilo* Rimino,
larmentc dal M. R. P. F. Leandro Alberti, l'Anno 1550. nella fua . ,
Italia. ^^r'^l'it^'
A tempi noftri è flato Monfignor Reuerendifs. Sebafliano Van sebaft.v|,
tic Vefcouo di OruietoEcccllencifsimo Dottor di Leggi , come ciò vefe.
Nn da
j^f sito Rimine fé Lìbfo Second»
da fuoi fcritti in ftampa , fi può vedere fotto il Trattato de Ifut"
lUarbtii procefjuun,, ac fententtarunt . Dedicato a Monfignor Rene-
rcndifsimo Fuluio Conco Vefcouo di Perugia del Mille e cinque-
cento cinquanta, & del 1571. che d'anjiifettantacinque della fua
età pafsò a meglior vita in detta Città . Lafciò nella Città di Ri-
mino molrefacoltà alli fuoi fratelli con obligo di mantenere quat
tro Gioueni poucri allo ftudio,li quali fi douefìfero adottorare, &
tenere publiche Conclufioni, nella Preclara Chiefa di S.Fracefca,
de Minori Conuentuali di Rimino : qual medefimamente lafciò
buona quantità de danari da dargli ogn'anno , con obligo di fare
certe Prediche , & tenere Conclufioni,i! Giorno della Fefta di San
Sebafliano, & di S. Gieronimo ^ al cui Santo dedicò la fua Capei*
la,c*hà in detta Chiefa,con un bello Monumento di marmo, & an-
cora vi è il fuo Ritratto di bellifsimo marmo di tutto riglieuo,coii
la fua Infcritione à lettere d'oro, come fi vede.
Carlo Ma- Si troua ancora rilluftre Signor Carlo Malatefla di Rimino ha-
hicRdL. uer fcritto ottimamente fopra la Bucolica di Vergilio Mantoua-
no in lingua Tofcana, il medefimo riceuctte circa otto , ouer dieci
libri dell'Hiftorie , ò Annali della noftra Città , dal Signor Giero»
lamo Melgi figliuolo del fodero Signor Pietro Mclgi de Lamper—
gi;Similmente dal Signor Gio. Antonio Rizazo Nobili Ariminefi
per ridurli in buona forma, ancorché folfero ben regolati,& bé ac
commodati , per farli poi ftampare, & così portateli in Venetia
fuccefle , che per caufa di pefte fi parti di Venetia , & andò a Pa -
dona , lafciando in Venetia li libri fodetti con altre Tue robbe , &
fcritture nella ca(a,doueftaua:ce{rata poi la peftilenza,& tornato
à Venetia, trouò , che i fodetti libri, & infieme con laltre fu e rob-
be erano andate a male, anzi di più gl'era anco andata a male vna
gran quantità de danari mefsi da lui in banco, perla morte del
Banchiero:sì che per dolor deU'vna, & l'altra cofa in breue tempo
H morì . però Ci vede per quante ftrade fono andate a male le Scrit
ture delle cofe antiche della nodra Citra , la qual' hora per effere
l'vltima d'alcune altre a dar fuora quelle poche cofe.che fi fono pò
tute raccogliere in grandifsaoantaggio, pereflTere prima forfì (la-
te preoccupate molte cofe,chcforfi a queftafi doneriano.Gicuan»
ni Fabrini da Fighine anco egli fcrifsi fopra la Georgica, & Filip»
„ PO Venuti da Cortona fopra El'Eneide, tutti tiè legati in vn To-
ni Dovor ^^''
Ecceilétif. FU ancora al fuo tempo Dottor di Legge molto celebrato, l'Il -
ài leggi . luftre Signor Mateo Bruni ^&dottanìcnte faifse vn Trattato , de
Cei-
•Di Raffaele iAdtmarì . p 9
Cefsionebonorum ftampatoin Venetiadel 1575. qual e{To dedi*
còairilluftrif. Cardinale Paleotto, & molti altri Confegli che fo-
no vfciti in ftampain Venetia l'Anno 1582. indrizzati al M. I!lu-
ilre Signor Giulio Cefare Segna Senator Romano, ftimatialfai
•fra Legifti .
Et per non vfcire hora da quefta IlluRre Famiglia , feguitarò a ^ ^\' ^J^'
dire,comeci è ftato il Molto Renerendo Padre Vicenzo Bruni da nfddfa co
Rimino Giefuita , facendo profefsione di Medico, & attendendo pagnia .di
alla cura delli amalati ; Intrò nella Compagnia del Giesii , doue Giesù .
hauendo ditto opera alle Djuine lettere Theologiche , per la fua
fegnalata bontà, mi/deftia,& prudenza, fu fatto Prefetto del Col-
legio del Giesù di Roma,Gouernò quello per molti anni integra-
mente, fouaueiTiente,& prudentemente. MorfeinRoma, fc non
me inganno del 1^96. volando alla celefl:ehibitatione,comefpe-
ramo : ElTendo d'età d'anni fefìfantacinque incirca: fcriflfe eccellea
dfsi mani ente in lingua volgare, .che puoi anco è ftato ridotto in
latino, & ftampato in Colonia Agrippina della Vita,Pafsione, &
Uefurrettione di Chrifto Noftro Signore, Tre Tomi, ne i quali fi
^fplicano i particolori fuoi Mifterij,& fi dà il modo Ai Meditarli.
ScriflTe ancora della Vita della Beatifsima Vergine Noftri Signo
ra, diSanGio.Battifta , & delli Santi Apoftoli, delli Martiri, de
Confe(rori,& delle Vergini, in Communi.
Medefimamente hàfcritto vn libro delle Meditationi,deIli Eua
.gelij, che C\ leggono in tutte le Domeniche nella MefTa .
Vn'altro libro ha fcritto del Sacramento delia Penitenza , con
J'flsame Generale alla confefsion generale .
I fodetti libri fono ftati mandati alla ftampa dai Gioliti in Ve-
netia del 1 5 85. dedicati allaSerenifsima Leonora d'Auftria, Mo-
glie del Serenissimo Duca di Mantoua.
Vi fu ancora il Signor Malatefta Fiordiana I. V. D. che mandò
in luce vn'opera /opra tutte lefpetie de i pefci, con la efprefsione f'f'|* J^^"
-de i nomi Latini,^ Moderni volgari,fecondo l'vfo di Roma,& di diana^di?!
Venetia, con fci Sonetti, in Corona & Iaud€ della Beati/sima Verter lagiiìal
gineNoftra Signora,ftampatain Rimino, per Bernardino Pafsini
^el i5.7<5.
Mede fìma mente fi legge in San Stefano di Venetia vn'Epitafio
in un Sepolcro di marmo molto nob le lauorato , che é foftentato
da due Grifoni di mezzana grandezza, nel corpo deiqualifijeg-
^equefto verfo.'
B^ura Dowhs, Numi F^lìx Hìnc Gloria FluxU»
Na 2 E5
/ 0 9 Sito KimìnejS Lìlro Seconda
Et l'Epìtafìo dice in quefto modo . videlicct.
Hk Sìtusefì veneta Suiìanus ì» Vrbe lacobur
Vrhe Tv ihii l^enna D'ignus Orh'is Habet
"Hatt & 7'vfìeritas fecum mens Kedìta Calo e fi
Tbypcui^é^ Vania Natta Mimine m^ .
Quefta Famiglia fi conferua ancora in Venctia Nobilmente, te
perciò /iucdevn Sepolcro antico nella Chiefa dei Ferrari
con infcrittione tale .
^ttirìoU Curr. Fxorì Dulcts lacobus Surìamtf Mmmnfn Vhyfi»
Andrea So CHS fibì lìberìs pofìque fuis pufuit,
«ano. Hora fi legge. ^ Hocfepulcrumvetufiatedtrutum^
Undreas Sutianus eìufdem lacobìTS^pos dfecretis Decem yìrurtLj
ìnfìaurandum curauit 158^*
R.D.Barto Et nella noftra Città pochi anni fono fioriua nobilmcnte,& ho
lomeo ;v- ra è venuta manco eflendoui rimafte donne folamente.
gelino . 11 Molto Reuerendo,& Eccellente Signor Bartolomeo Vgolini
da Monte Scutelo Diocefe di Ri mino, che fu Arciprete di Barbia-
no ( Diocefi de Imola ) Vltimamenre , che fcrifse dottamente , &
Tantamente ^Ic fegucnte opere , cioè-,
TrimaTabula Sacramentorum Uou^ legU , & la dedicò alla F.M.dì
Papa Sifto V. ftampato in Rimino delPanno 1587.
DeCenfurìs Ecclepafìicìs , dedicata alla B.M di Clemente Papa
Ottano, (lampata in Bologna 15^4.
Me Simonia , dedicato airifleifo Sommo Pontefice, (lampata in
Venetiarannoi5pp.
De irregularìtatibtis , dedicate al Medefimo Clemente Otta uo,
flampata in Venetia l'anno 1601.
DeCenfkrti t{pr».V6ntif. Refetuatìs ^ dedicò allllluftrifsimo Pie-
tro Aldrobaldino Cardinale l'anno i6oi.
'De vfuris , dedicate airilluftnfsimo Signor Cardinale fodetto
fiampate in Venetia Tanno i5o^.
De officio & Tote fiate £p!fcoportim,{Ì3irr.^no in Bologna dellV
anno i^op.
Dedicata alla Santità di Noftro Signor Papa Paolo Quinto;
Ha cui Cafa tiene aperta in quella Città noflra di Rimino , il Si-
gnor Gio.BattiftaVgolinoEccellentifsimo Dottor di Legge fuo
fratello, & Gode la Cittadinanza di qucfta Città molti , è molti
giani fono, per fino al tempo, che detto Signor Arciprete era Pa-
. _ . . _ ^. tronc
Dì T{àffkele tAdlmàrl lùr
crohe della Pieue di San Biagio di [Mifano di quedaCitci no«
Habiamo hora,che'l Signor Dio lo conferui in longa vita rillu- ^2°"" ^i^^
ftre Monfignor Vicenzo Manzine da Rimino, pcrfòna natane- zini Arci-
bilmente molto dotta , di buon'efscpio, cortefe, 6c liberale,quarè prete di
al prefente Arciprete di Quinzano , Territorio di Brefcia , il qualQ"*"^*"^
luoco è molto nobile, iiluHrato particolarmente da Gio.France*
fco Scoa Poeta £ccelIentirsimo>6c molto licterato, & d'altri , & fi
gran moltitudine d'anime.
Fu Auditore deirilluftri''^imo Signor Cardinale Morofino Ve- Audirore
netiano Vefcouodi Brefcia, in quel tempo mefìfein (lampa vn Tuo à<ììì'il\u--
Trattato, de TutcIa,&curavfti»TOpato in Venetia dell'anno 1587. p"^j* ^ì^*
perefler egli Dottor di legge eccel!entirsimo,& dedicò detta Opcf^f^^[
ra al fudetto Illufhifsimo Signor Cardinale fuo Patrone : ilqual
Signor Cardinale, poi trouandofi in Roma', conferi nella fua Per-
fona, il fodetto Archipresbiterato, ch'è dei buoni, che fiano in su
la Diocefe di Brefcia, la qual Chiefa.non haueua cafa , efifendo ca-
fcata al tempo delli fuoi Predeceflbri , quali mai la rifecero così,
Monfìgnor Vincenzo Manzine fodetto , né comprò vn'altra q •
pafla quattro cento feudi, benché nonfonc molto comnioda di per ' "a ft"ra
ftancie, ma però era di gran fito,& ne fece l'Inftrumento della co- da di Cre-
pra per la Chiefa , è poi la fabricò nobilmente , come bora fi vede^ tnona ?
Vi è ancora vn'akra Chiefa detta la Pieue V^ecchia.ch'era in ma-
lifsimo termine, che minàcciaua mina, quefta fimiltrentehàre-
ftaurata, fabricata, & adornata nobilmente ,.con haucrlifpefo a!»«-
cune centenara de Ducati.
Vltimamentehàfabricato, è fabrica la Chiefa Principale nel Ca
ftello fotto il titolo delli Santi Fauftino,& Ionita,con l'aiuro delli
Huomini di quel luoco particolarmente , per edere fabrica di mol
to Importanza, che vi rifatta tutta la Chiefa,Campanile,& ^agrs
ftia,con fpenderui però del fuo proprio molte centenara di ducati
proportionata niente in tantianni .
E Vicario del Santo Officio derinqui(ìtione,hi goduto fempre g'^Q^j.f^^
Titolo di Vicario Foraneo di noue Terre grofìfcjè frato l'anno mil 5^ Vicirk)
le feicento e cinque , Vificatore Epifcopale d'vn quarto riella gran Fcranco.
Diocefe di Brefcia con la medefima authon'ci,- dell'f liuflrifsimo, e
ReuerendifsimoMonfignor Vicario, è ftaro ricercato più voice ^- ,.
da molti llluftrisfimie Reuerendisfimi Vefcoui, perfuc Vicario, sàuio^^d'e*
cioè da quel di Brefcia,di Bergamo,di Crcmona»di Treuiib. & dì M.R.Cle-
?^f?^?? ["^ ?*H!*^ • \^ ^"^^ oi^'^? *^ Vicario Foraneo è Sindico , ò ^o,- '
Sauio-
7 0 1 Sitò Kimìnefe Libro Secónio
SinJ!co',eSi«ìodelM:>lto R.Clero di B:efcia,& altri honoratifsifni carichi,'
Siuir> dil è tenuto apprelTo cucci quelli popoli circoauicini, in tanca repu-
M P.Cle catione, che egli folo vale ad accommodare molte differenze , che
'" • nafcono tra loro,có gran fatisfattione d'ambe le parti; Tien quafi
vn Tribunale Ciiiile continuamente, perche non folo in quella
Terra di Q^iinzano , ma in molte altre è chiam ito , & electo per
commuti Giudice, f-acendo le caufe formalmente.
IlReueré. Monfignor Reuerendifsimo Paolo Salò da Rimino, Canonico
difs.Monr. j; Milaa('(Pro:hoaocario Apoflolico al tempo della Santa Recor
j,J°jo„Q°dationedi Sin Cirio Borromeo Arcir>,Tcouo di MiIano)Scri(fe vn
Apoft. ' opera di molta dottrini , intitolata Praxis compendiofa de Vifita
none llampata in Mfiano l'Anno di Noftro Sign. i jpj. la quale
^fifo dedicò d Monlìgn. Reuerendifs. Cefare Speciano Vefcouodi
Cremona ^
Sie Giaco ^ IHuflre, & Eccelentifsimo Signor Giacomo Marchifelli Nobi
nio Mar-. Ic Ariminefe luris Confulto celeberrimo , ferine vn volume in lu-
chifelli I. re, intitolato la Selua delle Queftioni di Raggione occorréci gior
C. Arim. nalmentein Giudicio, di molta dottrina, & offeruanza, ftampato
inFrancforte, per Sigifmondo Latoni l'anno i6o2.glireftò an-
cora vna (uà opera fpirituale manu fcritta , che forfi vn giorno (i
potria dare alla ftampa a beneficio de' Fedeli .
Il Cauag. Vie ftato al medefimo tempo ancora llllurtre Signor Cauaglier
Pietro Bel Pietro Belmonte, perfona molto gentile, & cortefe,che fi è diletta-
mente . (o ^\ poefia d'ogni forte,6<: Hiftorie, che per degni rifpetti non mi
eftenderò a narrar tutte le fue laude, come anco di tutti gli altri,
per non far troppo gran volume fuor della mia intentionc: non ta-
cerò almeno, CxTmeegli ftampò vn'opera fua volgare . intitolata
Inftituto della Spofa,dedicata alla Signora Laudomia fua figliuo-
la ftampata in Roma, opera (limata molto dalli huomini Dot-
ti.
_, P ^ Il Signor Capiranio Cefare Suuerini Porta da Rimino , fu per-
fate suue- ^°"^ ^' "^^'^^ confideratione, perche di Soldato priuato, fi portò
rino Porta col fuo ualore a molti gradi nella Militia, è fé non mancaua nel fi-
ne dell'età fua afcendeua a Frincipal dignità, fu Soldato prattico
in Mare, & in Terra, hauendoferuito il Serenifsimo Dominio Ve-
neto,con molta fodisfattione di detto Senato, è cercò tutto quafi
il Leuante.è pafl'ato per molti rifichi che faria longo à dirli ; Par-
tito dal feruitio d'elfo Dominio Veneto , fu condotto dal Serenif-
fimo Alefsandro Farnefe Duca di Parma B. M nelle Guerre, della
f ian^Ira, è ^della Francia , con honorati carichi , è fi trouò in moj-
te
•&i T{a fiele ^dimori. io>
te fattioni,& in particolare quella d'Anuerfa, & ó\ moke altre.
Finite quelle Guerre, fu condoto a feruigij del Sereniflmo Arci-
duca Ferdinando d'Auftria a gradi di Arcia, con piouifione di
cento fiorini al Mefe, per Ingegniero , è Sopraintendente alla for-
tificatioae : E mandato da quel Prencipe Ambafciatore alla San-
tità di Clemente Ottano, di Santa Recordationc, dalla quale Sao
tita riportò piena fodisfattione.
Fu poi chiamato dal Serenifsimo Mafsimiliano d'Auftria, nell*-
Acquifto di Pettina in Coruatia è feguito l'acquifto da quefta
Prencipe , fu chiamato a Praga dalla Maefti dell'Imperatore, pur
nel carico d'ingegniero con groflb ftipendio,c fortificò molti luo-
ghi.
Si trouò eoi Serenifsimo Prencipe Giorgio Badi, in molte fat-
tioni in Tranfiluania, mandatoui dalla Maeftà Cefarea,& in parti
colare neiraffedio di Varadin.
Fu mandato di nuouo in Coruatia.doue fortificò Pettina, dopò
che fiì liberata dall'afledio daH'lHufèrifsimo Signor Giorgio Len-
cuuichio Generale, mediante anche l'aiuto d'e^o Capitano Cefa-
re , che a quella liberatione , ui fi trouò con quattro Fratelli , è col
gettare un ponte fra Sifach e Pettina , fu buona caufa di liberare
quella Piazza dairaflcdio .
Piantò in Con aria più fortezze, è fortificò molti luochi Impei
rìalj , &' Arciducali, finalmente fi trouò all'affedio di Caniflfa l'an-
no i6o i . Ingegniero del Campo Ecclefiaftico, e ui morì in Petto-
uia nel ritorno , come C\ dice di fpetie di contagio nel gouernare^
il Signor Capitanio Antonio Tontij& altri Gentirhomini Arimi-
nefi, fcrinTe lltinerario di tutti i fuoi viaggi .
Ha lafciati diflTegni di tutte le Piazze vifitare,è fortificate,è pia*
tate da !ui,che fonno bellifsimi , & curiofifsinai da efiere vifti.
Hi fcritto vn vtilifsimo libro , intitolato il Soldato NoueMo tiioì
to defideratodachinehà notitia, & migiouacredere,chefi!laiTi-
parà un giorno, i! quale credo , che fia in mano del Signor Malatc-
fta Porta Tuo fratello, petfona molto intendente.
Hora con quefta occafione parlerò del detto Signor Mala tefla i]§jg j^|^|^
Porta, Secretario dell'llluftre Communicà noftra , dotrico di bel- reftfpon.i
le lettere si in profa , come in verfi volgari,& latini , con bu onifsi- Secretali»
macogniticne delle cofed'Aftroiogia.oltra l'altre tue virtù & no-
bilcoftume, il qua! ha d.ittofuora alcune opere, tri laicre, >vna
Tragedia Spirituale, intitolata i Santi Innocenti dedicata all'IU
iultrp Signor Lcdouico Marchifelli Nobile Ariminefe,i'anno mil^
le
te 4. Sito Klmìneji Libro Secondo
le feicento e quattro , ftampatoin Rimino, & dopoi in Vtnt»i
tia'. ]
Vi fu ancora il Signor Capitano Antonio Tonti fodetto.Jilqu al
il S:g. Ca- (jiede gran Tj-ggio della fua perfona, mentre feruiua il Serenirsimo
pii.Tonii. i^ucadiSauoia.'.ìle Guerre, c'haueua il Rè di Spagna, con Hen-
rico Quarto Rè di Pranzi , per efTere perfona d'animo generofo,e
molto prudente , huomo piaceuole, ck di gran giuditio, mafsime
nel Diflegno, & Matematicajl qual fu poi in altre occorrenze cò«
dotto dairilluilcifsimo Signor Flaminio Delfino nell Ecclefiafti-*
1:0 Cam pò, peri» reciiperatio.;jdi CaniffaJ'anno i<5oi. con buon
ftipenùio, doue fornì la f.ia vita in feruitio della Santa Stdt Apo-
ftolica Ingegniero di quel Terzo, per quella Fortezza. Il qual'ho-
ra grandemente vien defiderato da tutti li Cittadini della Citti
tioftr3,che lo conofceuano, fupponendo egli eflere.come fi è detto
d'animo tanto nobile,^ gentile, che-in lui non faria mai fuccedu-
tOjCome alcuna uolta in altri fuccede, che fi trouano in profpeti-
tadi , sì di grandezze , come di robba , che molte uolte pare, che li
manichi la uifta , per feruire li patriotti , & amici facendo , come
volgarmente dir fi fuole,gli occhi grofsi fingendo, ò per grani ne-
gotij.ò altro non li uedere,òcono(cere,che per la fua mancanza, è
morte , quellacafa haueua fittto grandissima perdita, per non ha-
uer lafciato di lui, fé non vn fol figliuolo piccolo, che era il Signor
Gio. Battila, ilqnale però conbuonifsima afpettatione s'incami
naua alla Chierefia, & era per reufcire, cflendo buonifsimo foget-
to, che ftaua all'obedienza, & fotto la cura, & difciplina di Mon-
iìgnor Illuftrifsimo Cardinale fuo zio , & di gii haueua operato,
che gl'era flato conferito vn Canonicato in queftaCitti, & altri
beneficii fenza cura .
Illuftrifs. Vi è ancora ITlluflirifsima Signora CafTandra, forella dell'Illu-
Sig.Caflan ftrifsimo Signor Cardinale Tonti, & del fudetto Signor Capitan*
dra T°°"» Antonio,Signcra veramétegentilifsima, & di bellifsimoafpetto,
fuo^ùtuace ^ ^i g'^^" meriti, la qual è maritata nel Signor Fabricio Tonti , al
ingegno, è qual a prego della Città noftra , per mezzo delli molto Illuftri Si-
delia gra - gnori Ambafciatori della Illuflre Comunità,à Sua Signoria IIlu-
tia che tie ^rifsima mandati nel tempo di complire,come se moftrato, otre-
^^^IgXxl "C*"^) ^^^ *" gratia della Città, la qual tanto ha fempre amato , 6c
fofa. ama queftaDIufirifsima Cafa Tonti, vedendola in declinatione,
il detto Illuftrifsimo Signor Cardinale , per fua benignità , è per
compiacere la Città fteffa, donò la fua arma.e cognome della Ca-
fa Tonti , al detto Signor Fabritio fuo Cognato , come afierifcono
appa
7>i l^affaele tAdimàìL / o /
apparere per fcrittiire autentiche, pereffere detto Signor Fabritio
molto meriteuole huomo di bel fpirito.di buon difscgno, e di mol
ta intelligenza Matematica, hauendolodi già detto lllullrirsimo
Signor Cardinale, fatto nobile, per hauctli conceduto il loco,che
Sua Signoria Illurtrifsima teneua in Confeglio, il qual hebbe l'ef-
fetto,perche fu approbato dairilluftre Confeglio di quefta Citti,
& fu con buonifsima fatisfattione di tutti li Confeglieri;& quefto
fu innanzi, che fufTe proniolTa Sua Signoria alla dignità dell'Arci-
ucfcouato di Nazaret. Sperandofi,che quella Cafa Tóti di nuouo
habbia à fiorire di perfonevirtuofifsime, per hauer detti Signori
Tonti figliuoli di bellifsimi ingegni,^ dì grande afpeitatione.che
fia per fuccedere,<:ome vogliono i Sauij, che nelle ruine, e miferie .
hnmane, la correttion di vno fia generation dell'altrOjCome mani xr^Ti*, *
fedamente fi vede,che dall arfa,e ruuinata Troia nacque la Trion-
fante Roma, capo, è Regina de! mondo, tutto nella fefta Olim-Firenra da
pi2de,adì 2 1. d'Aprile 3P4.anni dopo la deftruttion di Troia,deI ^'^C"'" ,^®
Ji Anni della Creatione 3 209. quilea .
Dal disfatto Fiefule venne la Nobilifsìma.e Famofifsima Città
di Firenze, dalla diftrutta , è diflblata Acquilca, nacque la gran
Città di Venetia,ornamentofpIendore,& vtilità dell'Italia tutta,
andandoui famiglie ad habitarla delle più honorate, & nobil Cit-
tà d'Italia; che talmente, è ftata nobilitata sì dalla prouida natu-
ra,come dalle più principali Città di quefta notlraltalia.commin
piando dall'Alma Città di Roma,Fiorenza,nologna,Rauenna,Ri
mino,&altre,é particolar dal delitiofo Aitino, è fue Ville,le quali
dal Poeta afìfomigliate fono a quelle di Baide,defiderado egli per
quanto s'afpetta uà lui di lafciar la feruitù dell'Imperio.è ripofarfì
«ella fua Vecchiezza in quelle d'Aitino, come ben dice: EmuU Bz-
(anis Mùni littora VULìì .
Le quali in vna volta, ne furono numerate ottantadue Famiglie
Altinatefc, ancorché crefce fife in magior numero; & de altre Città,
non numerate pur delle Nobili d'Italia .
Che debbo dite del molto lUuftre Signor Conte Marc' Anto-
nio Ricciardelli , che fu di Famiglia principale della Città df Ri Marc'Anc.
mino,FJglinolo del già Signor Conte Gieronimo Ricciardelli, Ca {^"^'ardcl-
uagliero dell'Ordine di San Stefano dì Pifa,& della Signora Lau- q^^^I\* *
ra dell Illuftrilsima Famiglia Malacefti . ^ *
Quefto da Fanciullo d'Anni otto,fù mandato da! Padre a Firé- st:étuiS tfi
ze, doue feruì per Paggio il Gran Duc3,c s'auanzò nelle virtù iiri- he^minibHs
parar.do à fonare, ballare, caualcare , notare , ficuramente giocar/» w«/;wtfr«.
O o d'arme
log sito l^lmlnep Libro Secondo
Paolo nel «^ arrne,& altre virtù,&: in particolare molto apprefe nelle Mathe-
Epift. alli matsche: Prefe l'ordine di San Stefano , è fii mandato a Mantoua
Hcbrei dalla Gran DuchefTa adoprato in feruigio di lei , crefciuto nauigò
cap.nono g^^ j^ q^ j^^^ di Tofca na,é su i Bertoni , per fpatio di dodeci anni,
e fi trouò a molte fattioni,cosi in mare,come in terra contra Tur-
chi, & Mori, ilqual per efiere d'animo molto generofo, faggio;fa-
uio,& prudente,fù fatto al fin Capitano d'vn Bertone,ò Galeone,
I gtorni^^P^^ ^* ^^}^ combatendo morì valorofamentc contia Turchi nel
deH'huo . mare Mediterraneo, l'anno mille feicento e dieci, Capitano però
nio so bre virtuofo,& molto deuoto del Signore , & della Sàcifsima Sua Ma-
ui, Giob. (jye Maria Vergine,neiretà d'anni ventifei in circa,giouene di bel
ircrti che !.'^simo afpetto, di gentilifsime maniere, è che porgeua certifsimc
Beati
moion nel fperanzed'honoratifsimareufcità nell'armi, è mafsime nella fpe*
Signore, rienza del mare.
Iliuftrir?,c Habbiamoanco pergratiadiDioalprefente rilluftrifsimo, &
fim'o sten I^^u^reo'l^^'s'mo Monfignor Francefco figliuolo del Eccellente Si-
Francefco" S"^'' Alclsandro Diotaleui , di Piazza, nipote di Monfignor Hec-
Diotalcui, torc Diotaleui Vefcotiodi Sant'Agata, del Regno di Napoli, che
bora Ve- nella prima giouentù ha datto tal faggio di fe,che da tutti i littera
fcouo di ti di Roma è tenuto per vn'eleuato ingegno molto dotto, e di bu6
& Nomk) fpìJ^^o , il qual ha fatto [lampare alcuni Opufcoli Theologici, Ai
io Polonia ^^»i Hbeios, in Leone di Francia molto dotti.compofli da lui, &
dedicati all'Uluftrifsimo Sigrsor Cardinale Caponi , l'anno i(5 1 1.
bora fatto Vefcouo di S.Angelo nella Puglia, & NuntioApofto-
lico da Noilro Signore, apprcffo il Rè di Polonia, per li molti me-
riti fuoi .
, E degno di eterna memoria rUluflre Signor Colonello Giaco-
Io Giaco- "^° ^2llo da Rimino , il qual'è ftato adoperato dal Sommo Pon-
mo Gallo* ^^^^^ Clemente Ottauo, nelle guerre d Ongaria,di Ferrara, & con
moka fotisfattione di Sua Santità,& lode di detto Colonello, per
effereperfona di grand'aninK),& eccellente nell'Aritmetica, e Geo
metria, accompagnato con la intelligenza Matematica, &inpar-
ricolar de tiri d'artejgliarie, èc altri , che lo fece fare valent'huomo
da guerra', il quale puoi particolarmente è ftato affettionatifsimo
alla fua Patria , conferuandola da molti inconuenienri , & cattiui
fuccefsididilturbialtempo, chefiférmauano i Soldati nella Cit-
tà per andare in Ongaria, & à Ferrara : Medefimamente il prefen-
te Pontefice Paolo Quinto, ha feguitato darli carichi honorati, &
eradi gentil coftume, bel procedere, congionro con unafomma
liberalità , che legaua in amore chiunque lo pratticaua, & perciò,
era
era ben voluto, ^fauorito da molti Illuftrirsimi Cardinali, & in
particolare dairillufhifsimo Cardinale Aldobrandino, & anco
da altri Signori, & vltimaméce di ricorno da Rauenna di vifìta del
detto Illullrifsimo Cardinal Aldobrandino fuopjrticolar S'^nor,
& patron', & antico, pigliando per tal viaggio vn mal di ponta,
che in pochi giorni loleuò di vita nella fua Citti,eirendo Colonel
lo delle militie della Marca , con afpettatione di curcodhauer
maggior grado , &queftoè ftato dell'anno 161^, lafciando di fé
defiderioalii mortali.
Tri l'altre cofec'hebbequefla IllufìreCitci noftra, anticamen- MagnificS
te del Magaifico,& Nobirè,che appreiTo gli antichi erano di gran za. della
reputatione, ella fu ripiena di molte, grandi, & belle Torri, che^l"*"'^*
ancora fé ne vedono molte ; s'acquiftò il nome di chiamarfi Cini»,
tas Turrita: & in effetto, innanzi all'vfodeH'artegliaria, le Torri
rendeuano forte le Città, & difficili adefpugnarle.
Quefta noflra Città è fiata , come a tutti è noto antichifsima l
& nobile, &fiè mantenuta fempre in tal credito, come da ruttili
Scrittori fé ne fa piena teftimonianza, & di Famiglie , delle
quali per vari) accidenti, per edere luoco di.' tanto paffaggio ,
Molte fono venute da nobili Città d'Italia, & particolarmente dal ^"S- ^'o-
la nobiiifsima Città di Fiorenza;& fi conferuano ancor?, vna gran j^"^"* ^°
parte ncHa loro nobiltà , & grandezza, fé bene alle uolte fono de-
gradate per colpa d'alcuni temerarii foraflieri,& altri, che ftando
in quefta Città, per effere vili , & di niun nome, per nobilitarfì da
fé ftefsi vanamence,fì vfurpano fcognomi,& anco l'arme d'alcuna
cafa nobile di quefta Citti,òche fìa uenuto manco, ò quello, che
peggio ancora di quelle,che fono in e(rere,il che quanto fìa degno
di biafmo,& caftigo, ogn^uno facilmente Io potrà giudicare, far-
cendo compararione de i furti de i beni di fortuna, che tanto feue
ramétefonocafligati, co quelli della Fama,& Honore,ch'è molto Pama , Se
d'importanza, più che nò fono quelli di fortuna, fi come l'anima, Honore .
è più nobile del corpo ; perciò non faria difdiceuole, anzi farebbe
cofa giufi;a,& honorata, fé il noflro Illuftre Mjgifìrato,con l'auto-
rità delli Signori SuperiorijfacefTe porre graui pene alli vfurpato-
ri di fìmil cofe, per mantenere illefa la nobiltà antica della fua Pa-
tria, accioche non venefTero fraudate le Famiglie nobili, & anti-
che, con pericolo anco di riceuerne danno nelle prouanze , che fi
fanno per acquiftare dignità di Cauaglierati .
L'altra per esperienza fi conofce,& fi vede chiaramente,che vna
delle caufe principali , le quali fanno danno , & quafì rouinano a
Oo a fatto
Iti Sito Ktmlnep Libro Secondo
L'IUuftre ^^^^^ '^ Farriglie , è l'vfo delle gran pompe, che fi fanno nel vefti-
Sig. Fràce- re & ornare particolarmente le donne: & perciò C\ vede in tutte le
fcoRigazo Città nobili d'Italia, quefto vnifonne defiderio di prouederea
Dobil Ari- quefto inconueniente; percioche \t\ tutte vi è qualche pragmatica
°^'° " pertinente! que^odifordine del veftire, sì delli huomini, come
delle donne, m,a in effetto non pare che fi podaarriuare a fare vna
Pragmatica, & proiiifione,come bifognarebbe, per frenare l'auda-
cia de i plebei ricchi,6,: farli differenti da nobilj,& grandi; & quel*
lo,che è peggio, le Pragmatiche fatte,con gran giuditio, & prudé-
za in breue tempo fi mettono in obliuÌQne,& non fi offeruano per
no effere caligati ne i principali,nei far tori, ne altra perfona, che
lauora, ò vende cofa centra la Pragraatica,ouero altri tranfgreffo-
ri ,& delinquenti di quelli .
Si foleuano già i gioueni della noftra Città effercitare in Fefle
di Torijin gioftrare à corpo,& altri fimili Torneaméti foliti a farfi
nel tempo di carneuale : ma dopò il Sacro Concilio di Trento fu-
ronoprohibiti fimili fpettacoli, dou'era pericolo della vita, & per
confequenza peccati mortali;& perciò hoggidì la Nobile Giouen
tùRiminefa, fi fono datti totalmente a gioftrare a quintana fer-
ma , correre all'anello, con bellifsime liuree , che alla lor vaghezza
torna molte uolte inferiore al mio dire, proponendo perciò qual-
che palio , per premio de i vincitori , i quali non folo per l'obligo
ch*è tra di loro,ma ancora per tenere il popolo anegro,in tali gior
ni fanno una publicafefta de balli; & ancora fi fanno comedie,
cercando di reprefentare quelle , con quel meglior ordine , che fia
pofsibile, ornandole di bellifsimi,& artificiofifsimi intermedii,di
inodo,che per l'occafione, & allegrezza della promotione al Car-
dinalato dcirilluftrifsimo Signor Cardinale di Nazaret, fi /ece
vna bellissima, & ingeniofifsima comedia , & intermedi) rappre -
fentatiairilluftrifsimo, & Reuerendifsimo Sign. Cardinale Gae-
tano Legato di Romagna,che le diedero gran dilettatione^éc am-
irirationc, & ad altri foraftieri , da uno , de quali fu fatto fotto
nome d'incerto Auttore, il feguente Sonetto in lode di detta Co-
xnedia)6c recitanti»
In nobìl Scena in btl Teatro Mornct,
Montar del Culo \ puri Mm'i ^Lendorìf
E de l'Inferno itenehroft horrori,
E come nafca il portatordet giorno ,
lì ion pompa ^egal fdan'^^fidoktGrno ,
Ben
Di l{affkele tAdlmàrì. i ép
Men " cento Deìtudìy >' i nofìrì Cori
ammollir per Vieta de finti Amori,
^ far à Socchi antichi ìnuidia è fcornol
Opere fon voUrey ò RlM^^ESI Eroi*
Che nèmcn grani ancor iì udì gìocoft
^^ìrate di gloria al primo fegno
M:ignammi diporti » hor che fia poi^
Quando in fatti più degni , é Glorioft ,
E ladeflraoperareteie'l pronto ingegnai
Mai fono mancati alla noflra Città ingegni , che fi fono affatti-
cati sì nel componere Comedie, Tragedie. . . . Sonetti ,& altre L'jnuftr^
cofe fimili, di virtuofifsimi Componimenti , che troppo faria ion' sig. Caua-
go a volerli , dedurre à uno, a uno , ma hora particolarmente vi è gliere Frà-
Mlluftre Signor Cauagliero Francefco Rigazo , che; fi diletta di cefco P Iga
Poefia d'ogni forte , & Hiftorie . 6c Cofmografia , perfona molto ^^jjniJi° i
aftabile, gentilc,& benigna, in oltra facoltofo,& d'animo cofi no-
bile è generofo, che dà fperanza certa dilafciar dopò fé con la fua
facoltà qualche honorata,& eterna pia memoria: infomma, e di
fi dolce conuerfacione , & trattenimento , il pratticar con lui , che
niente più.
Hauendo io detto della noftra Città diRimino, tutto qnello
c'hò potuto trouare di notabile sì preflb alli Antichi , come anco
alli Moderni ; & fapendo, che fecondo i Legifti , i fuburbij fi met-
tono nel numero delle Città, & perciò io deuo dire anco della
Venerabile Chiefa di S.Gaudenzo noftro Vefcouo', & Protetto-»
re.fe'ben è fuora del Borgo,però è vicino alla Città:ma perche fen-
za l'aiuto Diuino, non poiTo dir cofa, che appartengano a vn tan-
to Santo Protettore, però prima inuocarò detto aiuto,per mezxo
del fodetro Santo , dicendo ;
Ora prò nobis Beate Gaudenti
Vt dignì efjciamurpromilJmibus Chrflì . Oremus
*Deus^qui ^rimimnft Topulo Beati Gimdentij Martyris tui ut que Tonti
fieli preconio oriodox<& Fidei documenta tradiditHy concede propìtitss , vs
sim merìtìs <& ìntercfffione à feductorìbtis iiberemur. Ver DN- e r H
Hora vfcendo fuori della Città, & Borgo, per andar verfo la fo- ^^ vefco-
detta Chiefa di San Gaudenzo, mi fouien dire, che tra le cofe bel* uo di Fja)i
]e,notabili,& degne di lode, uifono à tutte quattro le Porte della no.
Città bellifsime ftrade fpatiofe,ben*accommodate,& ornate in la
maggior parte dì frondofi alberi, che le'^ate danno refrigerio alla
"^ ' ■"' viai>
M t 0
SiU Rlmkefi LwYd Secondo
viandantl>& anco nell'inuerno non (\ profondano ne i fianchi, co-
me fogliono fare in molti lochi di piani, & quefta commodici non
èfolo vicino alla Città, ma molte miglia lontano, ancora quello
non rhò potuto tacere, per eflerecommodità, e deforaftieri,&
de Cittadini, perb qiial commodità fi vede gli antichi Romani
hauer pofto gr jn ftud:o,fatica,fi£ fpcfa.Per rirornare t il deter
minato luoco della VencrabilChiefa di San Gaudenzo,. co, che
giàqueftafù vna granChicfadi molt'importanza, & mafsima-
mcnte per la deuotioQe grande, che vi era, effendo benifsimo offi-
ciata dalli M.R. Monaci neri di San Benedetto di monte Cas(ìno,
li quali vi hebbero vnfontuofirsimo Monafterio,& di molta gran-
dez2a,contremanediClaufl:ri ,delli quali bora fi veggono qual-
che veiligjj,effcndoiii reftatofolamentevnapicciolChiefaJa qual
però e di grande diuotione, per eflere ftati in quella fepolti molti
corpi di Santi Martiri, Vergini , & ConfefTori , come mi sforzato
di metterne qui alcune poche memorie , che ci fono rimafte delle
cofe antiche; & prima dirò, che l'importanza di queflo Monade--
rio & Chiefa fi può confiderare dalla richezza,cheancora vie re-
ftata,poiche rende grande intrata, la quale hoggidf è dell'Illurtrif
{ìmOj& Reuerendifsimo Signor Cardinal Bianchetto, Bolognefe:
e da prefumere,che quefta intrata fuffe anco maggiore, perche fen
dofi partiti quelli Reuerendi,che n'erano patroni,efacilcofa,che
fìano andate a male qualche parte de i lor beni,è forfi la maggior
parte. In quamo a quello,che mi è uenuto alle mani delle cofe an-
tiche di quefta Ven.Chiefa,dico,che d troua efl'erli ftate eocene da
Sommi Pontefici abbondantemente Indulgenze perla falutedel
- le Anime de i Fedeli Defonti , & in particolare efserui flato noue
luochi de Station], ò uero Indulgenze: & per fatisfatione di quel-
li che leggeranno quefta opera , metterò qui de Virbo ad yerbum,
quanto ho potuto trouare, come per l'innanzi leggendo chiara-
mente fi potrà vedere.'
In nomine Domìni ItSV CHKISTI ^mcfLj*
Exemplar ftue copia libelli Sti^ionum Sancii Gndcnùi Eccleftit
^Kl M IN I . iHa funt Statimes , & loca demtifjima Ecclcfu , )eu
Mona^ìerij SanGll Gaudenti^ Giorioft Martyrìs, & Ep'tfcopi atq; fingularìs
patroni Ciuitatìs ^Arimìnìf vbi funt multa fanti a corporai&reiiCjuìa S:in
&OYUW^ qu£ quidem Eccleftaf& loca S aitati fjimcty f^ftà cun^ii Fideii-
hus f^iit meritò vemranda, & in fiogttlari dcttotione habend^: prxcipuèa
TDi T{afaele ^dimirl.
Ili
verter Abili , & deuoto populo eìufdem Nobilìs Mìm'menfti CkltatU .
Stitit igìturctémpura deuotione magnaque veneratìone vìfìtanda, venerati
4j, pfotegendJi atque magnìficandity attento pr^fertìm , quomodo ideine
venerabili^ popitlut eofdem gloriofos San^os^ QHorum Sacrat'ùffima^
Corpora, atq\ Relìquia inpradi^a Ecclefìarequiefcunti habeat indubitati
ter in Coeloy coram Deo fpetiales Oratìones,VatronoSf& deffenfores; Ideoq;
e fi vAldèdignum , &iu(ìunì , vtquitantoSf tamque Magnificos merue-
rum habere Vatronostd quìbus ftngularis Tatrocìnij recip'iunt beneficìa,eìs
ytique vice verfa maioris deuotionii, ac veneratìonis continua impendant
tbfeqtiia . Quomodo Sacrattffima CoYpora^atqiie Kelìquìaf,fic ìugiter vi*
fttando eosqi deuoto ajfeÓiu venerando nonfolum eorundem San^oruni^
grattami & patroctniMmJedf & muitas, & magnai Indulgentìas à Sum»
tnìs Pontificìbus/ibìdem copione conceffast merebunturindHbitanterobti'
nere adlaiidem,& honorem Domìni No(ìri lefu ChriW, eorundèq^ Sanalo-
rum, & ad Saluationem animarumfidslìumeandem EccUfiam atq\ ReU»
quìas, & locjy vbijunt,[eu (ìationes deuotèyVtprfifertur vifnanttum, qux
quldem loca , feu ìationes funi nouem, <& funt quA [equmtur.
Trlma igitur Slatto, feu locus Indulgentìarum e fi ad Vortam Burgi San
Sii Genesi'} anteexìtum VortXyquae ducit ad 5an6lum Gaudenttum, rbi efl
quidam Crux marmorea antiqua, in quo loco, feu Sìatione propter quodd^
magnum Mìraculum ibidem faClum, Epifcopm Ciuitatis ^riminenfts , qui
tunc tempo fiserat ob San6lA Crucis reuerentiam,& tanti Miraculi condì'
gnam perpetuam memoriam copiofcvs Indulgentìas , quas pYOculdubio
obtìnec omnes étìmnlocum vifnantes, & Crucem ìpfam ob reuerentìam
Taljiorns D. N. lau Chrì(ìì , deuiitè > adorames, & ifìa e/i prima Uatio ,
feu locus indalgentiarum Sanff^s , & deuotus in eundo ad San^um GaU"^
dcntium^,
Secunda, Statìojeu locus Indulgentiamm e fi ìa medio Campì ,feu Ci'
miterij magni, quod esìaute EcclefiAm San^i Laurentij,vbì ejì qu^i&m^
Crux 'magna hpidea, & lapis rnagnus ìun^us cura ea ad modum Jiltarìs^
vbì Epifcopiis Arimintnfis noiiìterfaClus , quando primo venit accipets^
tenutam, & Regimen eiufdè Epifcopatus depofuìt vefiimenta fuaparltery
& caicfam(nta,& ftc humiiitcr, & denoti ìtitrat Eccleftam San&ì G^ti'
dentij firtg'iUrìs patroni dl6i^ Ctuitatis Crimini, ad adorandum , feu vene'
randum ipftus corpus San6iil[imnm cxtera corpora , & Reliquias aliorum
San&orum, qu<Rf(intincddem Ecclef'u, quibusdcuotè adoraiis dignoque
honore veiicratU rcdìt ad prjsdi^um locum , vbianteingreffum EccleftS
depcfmrat ve(iimentum,é' calceamentAfua,& ibi induitur,& caUeatut
all'}' panniSi C calceammìs nouis fìatui [ho condecentibus tradem c\d$
Eulefiii '
79 1
Shò Eimlne/e Librò Secondo
Ecdeftx Sant'i Gtttdemti Patroni fui ìniumenta "ilU , & cakeamentau^
H'AX vtditìun eftyiepoftéeraty&'£(fi4U'nftmUieer in quoper v'iam equità*
unatidfìndi^ afiociatus à maioribi4S,<^ nobilioribut Ctuitans intrat Ciu'tu.
t^rrif'i^VJ.dit ad Epìfcopatkmjeu Ecclaftam Cathedralem fnam,ìn qua prò
ce(ftona{iter recpituri& honiìrificè 'intromictitur,atquc in fcdefua Epifco-
faliiCum te HfumUudamusytTc, Tulfu omnium campanarum foLetnni-
ter in trom'^Atur, & ifia. efifecunda slatto feu locus indulgentiarum San-
tìi Gatédentijyrbi coceduntur Indulge ntifi.
Terna Statiojeulocut Iniulgf.nttarum. San3i Gauientijy efl in medio
ipfiui Ecclefttiradusper qi*os afcendìturxnChorum vbiefi quAdamCtv.x
lAurcaypoftia U pAuimentopUna^ Qyi quidem locus eft circundatus Vir-
gis , ferreii grojji'^eUuaiìs d terra, & dicitur Valma Martynj quoniam^
in ìpfomet loco MirtyrÌTàbantur , & decoiabantm San^i Martyres prò
fijey& nomine D.7S(. !eiù Cffri/ìi, tempore perfequutìonit Chrisìianorum,
& e^ciebatur ibidem fuifdcri certammis , velut ^renuiy atq; fideles mi-
lites ihrifii f^iSiores Glorio ftiqu^qmdem Glorìofa ViSloria ftgnificatur pef
Taimam^&ideo non iMmeniòt feddignè^ & congrue locus tpfedicitut
Septem Tatm* Mirtjrij.vnde etifciendum, qmd feptem funt loca in Vr*
he vniuerfat qudt vocantur Valma Martyrij , rbi principaliter primi San»
di Martyrei Mar tyrixabantur tempore ptrfecutìonis Chriflianomm > C^
prò Fide Chnfiiy pt dióium efìy decollabantur . Quorum
Trimus locus , feu Vrìma Valma Mariyrj e fi /^onj<e .
SecHndai'm Hicri*[akm^.
Tertiatin Rauennx^,
^arta. in di&a Ecclefta SanGli Gaadfntij de ^rimino .
Qiiinta, in ^lexandriay vbi fuit Manyrizata Beata Catherma^& Ma-
gna multitudo Martyrum^,
Sexta,efì in Francia, vbi full Martyrìz^ata fanSiffima legto SanSorum
Thebeorum Martyrum, prout in ipforum legenda habeiur,
Sepiima , efì in Alemagna in Òuitate Colonì(t , vbt fuit MArtyrixatéUt
Beata f^rfula , cum tota fua Gloriofa commitiua , quxfuerunt vndecifJt-a
milita yìrgines j qux omnes ibidem prò fide Chiitii Mirtyrixat^ fuetunt,
quét quidem loca feptem y feu palmtt Martyrij pr^dicta funt loca facratif'
(ima irrigatay& Confacrata ìnnumtrabdium Martyrum fungnine prado-
ftffimOtquA cum maxima deuotioncytsr reuerentia dcbent vi(itariy& reuC'
rifiy& bonorarì a Cbrifii fidelibus, ex quìbus feptem Manyrì) Valmìs Sa-
tìigimìs , vt diSttm efì fupra , vna efi in dida Ecclefn ian^ii Gaudenti jt
& ipfa f fi quarta fìatiOpfeulockS Induigentiarum ciujdcm Ealefue San"
UtGaudentif .
Qu^artag
^ Raffaele tAdmàYÌl ii j
t^arta Statht feu locut IndHlgentìarum Sant'i Gaudemij etì,ficut qins
ìntrat Ecclefum ipfam ad manum f:r>i!ham,'mquadamCiipeUa p^rua^
qu» e fi ex oppofito nobili Tums Campanorum apud vnamaUam Capd^
lammagnamy ìnquaquìdemCapella puma , qvés eHin UloanzidoeH^^^ ^^^^^^
rnum mommentum Upìdeum depì^um retro Mtaris ipftu^ CcipelU in^ ^^^^^ j^^^
^«0 monumento efì corpus cuiufdam SanSi^ FcemìnXifen Matrona Vene- g. Nomina
rabìlis Sororìs SanSì ChìHophorì, & intermwum iftiusCapeUx , & m«- ta fuit O-
rum Coriy rbi diciturdimnttm Ojjìcium efl^ quéeiam /cala lapidea , & iti Hua ,
eH vntimaliudmonumer.mm lapide um, cuìus pan fubtus diQamfcalam
lapiieam , & aliam pan eli deforis difcoperta , qua pidetur tangere pa*
rietem dìàì Chori, in quo monumento efi corpus Beati LanfranchifVbi vir-
tute Domini NoHri lefu Chrifiiy & meritiseiufdem Beati I<iM/r<?ncfci^^p"™
ftunt quotidie miracula , nam ruptt , [eu crepati^ autbermoft , fé eidcm^ -
BeatoLanfrancOydcuoteraccotfiendantesipftusqueSepulchrum , cuwlj
fidey & detmone vifttantes praMis ìnfirmitatibus , feu paffionibus fuìs
certi(fmè libsraKtttr , & ifia efi quatta Statio >fiue locus Indulgentiarum
ipfius Eccleftx Sancii Gaudentij .
Quinta Stallo, feu locus Indulgentiarum SanSì Gaudenti] efi in CapeU
la SanSa Coronai , qu4 efì fuperìus afcendendo , per fupradiólam fcalam *
iapideanui , "vbi eQ monumentum Beati Lanfranchi^ in fine Ecclefta ad
manum fimfìram^ Mtaris Maiorìs Sancii Gaudent'^y in qua tapella e/2
aitare Upìdeum^ & retro cunSum, cum eo efi^ quoddam magnumfepul
chrum lapideum, in quo e^ corpus Corona Firgìn'is, & corpus Sancii At-
duìni Confefforii, qui in eodem Monafierio Sancii Gaudenti), yixit,& ibi-'
dem fanctificatHs fiàt^ & in eodem fepulcro efi Erachium Sancii Ste*
phani Vrotbomartyris , de quo fepulcro , cum maxima deuotione mul*
ti tr aduni t & dant cum aqua febricitantibus ^ &liberantury &
ibi funi conce ffa ampli(fim£ Indulgentid , pcut npparet per feptem^
priuìlegìa antiqua^ qu* adhucfunt in eodem Monajierio , & i(ia efi Quin-
ta Stailo ifiue^ kcMs Indulgentiarum px^ii^4t Eccleft^ Sanai Gauf»
àenttj,
Sexta StatìOi feu locus Indulgentiarum Sancii Gaudenti] efi ad Altare q^^
maius,quod efìfuperius in medio Ecclefia, in Capile ipftus^ ante CborutfL^ 5. Corona
fuper quo Altari efi, quiciam Ancona , fiue Tabula erecta piena multis Virgin. Se
Heliquìji Sanctorum , quorum nomina legantùr prò vira a parte exteriorì^ S.Arduini.
& retro eiufd^Altaris Maioris ejì qpteiam fepullura folemnifsima mar-
moreafabricaiay mote Komano antiquo ex perptoremis > & ferpentis
aliisqj lapidi b.pulcherrimii dìuerforum colorum, in qua efì precioftjfimum
torpus Sancii Caudentij ClorìofiMartyris , & Epifcopi Arminenf.
Tp atque
ii4 Sito RIminep Libro Secondo .
atque patroni ftngtilarU eìufdem tìtsitatis , & in parte fuperìinìpftui Sé*
pulihri,vbì rfì Hofiiotum feneum funt mulu prscìof^ Relìqua SanCio-^
rum, quafiìnnumerahUeiy (& ibi funt conceffi mult» lniulg(snttdi,&ifì(L
eft fexta ^atìo, pnehcm IndHlgentiarum àufdem Ecdcpat San€ÌiCaU'»
(kntij ..
i? Sept'ma fìatìo^ feu locm Indulgentiarum San&ì Caudentij ejì in Capei-
la quatim C'^ronatorum^qun e^juperìus infine Ecckfjts ad raanu ftnifirà
fupraUidi ^Altaris Maioris San^i Gaudenti^ ; in qua tapeUa f f? Mtare la*
pideunìy & retro efi quxdam Arca^ feu capfa eleuata , quaftfuper filare,
& iim^a cuvi muro ex lapide marmoreo finijjimOijeu alabaUrino fculpta
iforìs certìs imaginìbus i & certa fcriptura fculpta in medio ejus, in qutLét
funt duo Sacratìfpma Corporaj ex quatuor coronatis Martynbus, & tritio
corpora San6iorum Innocentium t &inhacCapeUa fimUiterfuntmultit
Indulgenti^, & ìfìa efifeptìma Statìo , [tue locus Indulgentiarum pr^fat^
^.cclefiA Sancii Gaudenti]^
O^aua Statìo , feu locus Indulgentiarum S* Gaudenti] ^ efi in eadem^
Valentini, Ecckftafubtm in, alio corpore inferiori eiufdem Ecclefix^quod dicitur con-
ScVi£iotìsJiJlffO in Capella San^orum Martyrum yalentìni,& rictorìs , quae e/2ifl—
Mwtyr.. (yanda corfefjionem iam dictam ad manum dexteram, rbi efi Mtare la^-
pìdeum, & it*xta ipfum retro efi SepuUrum lapideum, in quo funt' cor para
prdidictorum Martyrum VaUntìnii& victorìs^qu a fuerunt ibidem mirabi
lìter repertOi cum Corpore Sancii Gaudentij, vt recitaturin Htiloria Taf-
fienisfuAinquodamputeOyquiefiàmanufmifìra pr£dictiAltaris,ybìefi
lapis in terra Marmoreus, per reuelationem fadam cuidam Honefloi , &
religiofffasmin^, nomine abortinA^qun erat Ceca ànatiuitatei& moraba*
tur Rauennfy hoc modofertur: Quodcum lam dieta ff mina ceca effet Rfl-^
uennSi& quotididcum magna deuotione^^ fide prò vifUyfeuoculoruvL^
fumine habcndo Deum exorar€t,& rum in hac prece per multumtempus
ìnfiitijfef. & perfeueraffetyfuìt tandem ftbi dictum per ^Angelum, quomoio
Deus exaudieratpreces eÌH$t& ad hoc^vt vifum recipere mtrereutr, quoi
deberetvenìrein Ciuitatem crìmini, & ire ad Eccleftam S,Caudemìjy&
dicere R.jAbbatì ìpftus MonaSìerij , quomodo in pmdìcto loco confefmnit
in Capella iam dieta erat quidam puteus coopertus lapide marmoreoìtL^
quo ìaccbant corpora Sanctorum Martyrum Caudentìj, valentini, & Vi*
ttcriSi & quod rcluntas Dei erat , quod inde extraherentur , & honorem
C4ind'fgno renerarentur, a4dens , quod cum eadem Sanctìfsìma Corpora re»-
perir itury& a dictoputeo €XtraberSturi& ab ipfà deuotione adorarentur,
& deofcularentur i^uod incotinhi rijum recipere mereretur , bis pramif-
ffsprétdictoSancti^finìinAptr^ngelHmiVtpr^ferturydictiSffubiunxitf^»
7)i Raffaele t4dìmar\ *. -. ut
IPim<f tidem Mgeh, d'jcensyTufcis Dommeiquìa non video,nequepeìrme
ipfam ad aiujuem Iceum , nìft deducar , pergere valeo: Tunc angelus ac»
€epUeam,& [libito, (juafiinictuOf^Hli pofm ipfam in Mimino , intra di-
ctam Ecdefiam Sancti Gaudenttj in ilio loco , ybipYtudictA SanctornnL^
corpora erant.&dix'it ei angelus: EccefiUa dUecta^quia tu es nunc in Ec
clefta iancti Gaudenti j de Arim';no,&inCap€lla, & locot vbi prmcioftL^
Corpora sanctorum Martyrum Gaudentiji& VaUntinii & f^ictoris funt, SS, Gaudi
& vbi tibi dixeram,cum effes Rauennufyquod deberes nenire: Nmc autem ^Ì^'.Xj^5J?'
per gè ad K' Abbatemhuiui Monafìeriji& enarra fibiper ordinem omnia, ^qjjs, *'
^u£ tibi euenerunty prontfactafunt vfque nunc. tunc illa Sancta ffnùniu»
procidens in terra tota perfufa Uchtymìi ^rf nimìo cordis gaudiO,& agens
Gratas Dso,& illi Sanctifsimo Angelo, atquefe fibi humilUmè rccomen-
dans. Angelus iìle Sanctifùmus ì<Juntius,qui diuinus volauit in ialttm^ illa
vero [urgem ab Oratione pirrexit ad iuAbbatem,& narratiiftbi omnib*
quf ei acci der ani ,prout Angtlm eidem praceperat , & ofienfo (ibiputeo^
ybi dia Sancttfsima corpora iactb^ti Tunc ifdem R^Abbas adhibens pie-
nam fìdem verbis illtus sa^ctifcemime appofuittotam diligemiamfuaììfu*
fuper hac re à Dea ftbi commi/fa , & fpeiiatiter inìur.cta , & conuocatis
multis ''eruìs Dei,tàm'RelgiofiSy quàm Clericii,atque fetularibm honeHìf,
& congregatìs omnibm in dieta Ecclefìa Sancti Gaudenti], cum K-Abba*
tey& Monadi fuii ìfdem R. Abbcvs^intimamt omnibus omnia^quA ìtia San
età lamina fibi dherat,& quo ex parte Dei ^ecìaliter iniuxtrat , qidebe
ret extrahere illa SanSìiJfima corpora fanctomm Marfyrum GAudent'}j\
Valenùni, tf Victoris , quA erant ibi in quodamputeo indccenterjepalfn,
rt inde extractat ^ in loco condecenti repofita condigno yenerarcmw ho
nore,& qmd iUa erat caufa,qut:re eoi ibidem conuocauerat,atque congre»
. gauerat,idiO quodomnei ibi afismes vellent^cumeopariter ad locum^pbì
illa Sanctifsima corpora iaccbant accedere,&ìpfa inquirere^ndeq^ extra-
here.tunc R^^dbbAStindutus Tontifìcalibui^cumfMs confocìis,& miniftr'n,
& omnes ali) ordinati procefsìonaliter Cruce pnauia , vtefìmoris,perrexe
rat valdeJGlemniter^&demtè ad locum, vbi erar.t illa Sanctifsima cor-^
pora exiHente ibidem prtifente illa Sancta ff mina caca,qudi venerai reue*
lata ipfa ofiendente locum S. Vutei , & pracipiente,vt ìpfumfiduciaOter
aperir ent.quem cum aperuijìentj & illa Sanctifsima Corpora repcrijfjent ,
eaque mirabiliter, & vttra humanum modum fragrttìa extraxifìent, &■
illa Sancta fasmina a natiuìtateCaca, cum magna deuotione, ^fide^ cum
facie fua ea humiUimè tctigìfìct,& incontinenti fubìto oculos^ & rìfum^
quem nunquam habuerat perfectè, &mirabilitfr recepifìetyOmner^qui ad-
erant prmmio fÌHpore,& admìratione ex tanto , tamque magnìfico mi*
Oo % raculo^
1^
11$ Sì$d Eimìnefi Libro Scanio
raculo , coram ì^ftsfactOiquafi extra [e factt y & fuper fatìesfMs ìnier^
Troflratì adorauerunt Deum ipfum laudantes , & glorìficantes in 5<tn^
€tU Martyrlbus fuìs Gaudentìo Valentino , & yictore , quorum Sacra*
tì[p.ma Corpora reperire , & habere meruerunt impforumi & cotius CìM'
tatìs pTfftd'tum.
Tane praiìctus Venerabìlts Vater Ahhat primo , & pofìea fuccefiì*
uèomnes ah] qui aderant prffentes cum magna Kcuerentiaf&deuotione
perfuft , qui kcbrymìs ex immenfo cordìs gauéo aeccperunt ad yencran*^
durrt , & deofculandum illa Sanctìfsìma Corpora , & mirum in modum^
factum effy vt omnes z//f, qui ea tettgerunt, fuerint perfette curati , &
liberati ab omnibus in firmitatibus,doloribus, C\languoribHs (uii ,dein»
de deduxetunt ipfa in Sacrìftiam eiufdem Ecclefia , cum ingenti gau^
dìo magnoquekonorejCantantes: Te Denmlaudamm , Etibi fuerunt
m quadamcapfa honorìficè reconéta , & a cuncto populo digno honorem
cenerata , rbi fìmìliter fuerunt multa miracula facta , & ibi Siete*
runt illa Sacrati f sima Corpora , per aliquod breuetempus , donecfuitfa'
§tHm fepulcrum lapidenm , in qtto ponerentur.
Quo factopr^icta Sacratifùma Corpora Valentini , & Victorìs fue-
runt cum maximo honore j & Hymnis , €T Cantlcis ipiritudibus ad
Capellam, vbi prius fuerunt rtportat a ^ &ibiapud Vuteum, rbi ante
ìacuerant in quodam notabili fepulcro lapìdeo , y'tdelicet. Marmoreo mi*^
rabilìter recondita , vbì requiefcunt vfque in dìem Generalìs ludìcij Domi"
ni Noffri lesa Chriìììf quando venietreddeve^ vnìcuique fecundum^
opera fua-, prò cuìus Sacrofancto nomine confitendo prafati Beatifsìml
Martyres FalentinuSf & Victor fé martìriyiri ^ & cecidi permiferunt ,
expectantes abfo condignam mercedem recipercycui eH honor^C gletia^
ìfL^fecula feculorum» »4metL.*' s<>
Sanctus Caudentìus repofitus fuìt retro yiltarìsMaìùrìstn pulcherrt^A^
mo Sepulcro folemnì , & menfice honore : illaautem Sancta F^minm^^
dt qua fuperius efì facta mentìo , quamdià rixit in^ ea Ecclefttb^
in feruìtìo Dei t & Trfidìctorum Sanctorum Martyrum permanftt,&
ìttica CaptUéU , rbi illuminavi promeruìt , ibidem polì mortemi
fé (epelire iufsit i vbi multis plenoi^ f & adornata vìrtutibus requie'^
fcìt in Deo; Etifìa efì Octaua Statio, ftue locus indulgcntiarut?L^-
Eccl(fia ^ancti CyiVDE'ì{TlI > rbi etiam plurìmx indulgen*
tÌA funt.
i^ona S tatto , feu locus Jndulgentìarum Sancti Gaudenti) eBin pr^
^C(oIqco ConfeffionìS) feti cor^fire Ealefioi inferioriintroitu admanum
pnifirar»'
Di Raffaele tédìmAti. 127
fmfìramiin quodam loco fìrk co ,& augurio , vbì eiìquAdavìCapdU
paruula , & deuotiffìma , vbtt vt fenWi San&us Gaudentìns y cum alijs
€hnflianh fjdelihui ocadtè orare confueueraty & maxime temi^cre^
perfequuf'ìonis Clm^ìanorum , (jnem locum mule a denota perfonx cunlne»
uerunt per annum integrum quolibet die v'^ filare , ibique ^ecìalem , ^
deaoram oratìonem prò alìquo defm6lo facere , & aliqm ex ìpfisafìe'
mnt fé Tidiffe ilias perfonas defun&as in eodem loco , quem prò illis -pì//-
tarunty &vbi proipfis (peeìales, & detéotas orationes DeGobtulerunt^
& ftatum fttum eis manìfeiìauerutit , & fi pcfiem liberarì à pani , Locus vifl
rei, aut quomodo dare fibi dìxerunt: Tum aliqui exillis^qm.dictum^^c'^^^.°
kcum yi fnarunt, vt dìkume^y dicumhoc fé vid'ffeìn fineamiì, alìj ^ "" ^ •
infra (res menfes , a!^ vero infra fex , quod cndenium e§i fieri fé--
CHndum ipforum orationum fidem, & demtionsm, vel fecundum^
aliortim Defunctorum,pro quibm orat,Sìatum y& neceffuatem,alìj ctiam
freqiimtantesi & continmntes dìctl loci vifitationem , & deuoiam ora"
tionem dicunt fé ibidem fentire , & rìdere mìracula , & iR. e fi nova^ ,
&vltimaStatio,fiue locus indHlgmìaruw fnpradicu EcclefU lamti
Gandemii,
SmtetUm In dieta 'Ecclefta Sanctl Gaudentìj prater pnedìcta loca 9
^ Siatìones nonnulla etiam demtifùma loa^ > & Capellx in qtiìbm locìs
omntbui funt multa Indulgenti fi^ eo quod funt intra Corpus eìufdem Eccle
/f<c , cui ab antiquo fuermt a Summìs Vontìficibus Amplifsmx , &
quafi innumerabiles IniulgentiA concefid , & Inter estera loca e^ tn_^
dieta Eccle fia inferiori i qu£ dicìtur confefsio in fìneipfius apudmurum^
ybi efì quéidam frneftra vitrea magna , magnum fepulchrum lapi—
deum , feu Urea , in qua , vt fcrtur , fuìt pofttus quidam Sanctus
Martyr Nomine Venerei , qui tempore perfecutìonìs Chrifiianorufn^f
prò pde Domìni T^Jìrì lESF CHKISTI fui: Martyrìzratus , <&
per medium squina fecatuSj quam Urcham^feu Sepulchrum,quiha'
bent dolorem squint lumborum , aut renum deuote ofculantes , &ìp*
(am squinam lumbis , feurenìbus , ita vt funt veSìitifideliter, & e v -
deuotè ofculantes , vel tangemes lìberantur ab eifdcm^ rciiJ "*'"
pafsionìbuSi feu infirtnitatibus ad Honorem Domi» * '
nimfiri lESy CHKISTI, &^
ìpfius Sanctìfsimi Mmy»
ris Venenu-
Mm
ili ShoKìmlneJi Libre Secondo
Itemìn eadem EccleCtafkntetìamalmcjuatuorCapelU^deuotitiCuitLJ
fuU Mtanbusìm quìbus etìamfunt multA Indulgente j quarum prima efi
Beatilfima v'irgìnis Manit,& eSì ad manum finiHramtCum quii intrat Ec
clcfiam: ali» aitiem du^funt ex vtroque latere [cala lapide a magns , per
quam afcenditur ad Chorum quarum vna efì SanCii ioannis £«a»geiif?* ,
alia vero efì San^i f^enerl], quarta autem efì , quando quis intrat Ecclefia
ad manum dexteram ,&ifia Captila efì Beata Anf?a Matris Beatijfima
yirginìf AiiirU,& in Mtari iHiui CapelU In lapide magno , qui e(i defuper
funi in certìs loca ibi fculptispofna multa veneranda He/iquia c'mfdenLJ
Beata Anna, & in ìpfumet Capella funt dua magna , &pulcherrima €o-
lumna marmorea , qmbus ex parte anteriori fuóientatur, & in ifìis duabus
columnis fmtfculpturafacia^in quibus mimbUi, & occulto modoeiìpoft'
tum deligao San^fa Crucis, in qua pomìnut No/ìer le fui ChrifìuuprùfulU'>
te mundi Crucifixus fuit ^ cumaliji etiam relìqui^ipreciofu^quaquidenLa
Captila eH digna magna veneratione , & honore non folum ratione vocA'
btdiyfed prafertim ratione iplarumprótciofiQimarum Kel:quìarumyqua ìn^
eafunt . Vraterea etiam eiì vnus locus magna deuotionìs, & fmgularìs in
ìngreffuVortaeiufdem EccleftaS aneti Gaudenttj in pauimento plano, vbi
tH circulus magnus sfericus » fiue rotundus ex lapilUi minutis diuerforum
eohrumùnquo loco, vtfertur,efi "Puteus Magnus,in quo efì muititudo ma»
gna Corporum SanClorum Martyrum, qui ibidem tempore perfecutìonìs
ihriSiianorum fuerunt ManyriT^ti, tjsr occìft prò fide, & nomine D. ^^,[,
iChrìSih qui quidam locus, rfque ad palmam martyri] , qua ed ibi apud ip-
fum,vbì decollabantur,feu decapitabantur Sancti Martyres,& per totum
órcunum efì totus perfufus , & irrigatus rofeo atque purpureo ipforum^
Sacratipimorum Martyrum fanguine, &ideodignus veneratione , & ho-
nort^.
Item in pr^diCia Ecclefta apud fupradìGìum altare Satina Annae^,
quoddam notabile monumentum ex pulcherrimis h.pìdibus marmoreis di'
uerforum colorum pofuum infertum in pariete,cum hi ofiio ferreo, magno af
foris, & crate ferrea ahintra^ in quo efì corpus Beati Cregoriij angari Epi-
[copi , quaft totum integrum , qui quìdem Beatus Gregoriutfuit occifus ., vt
Uferiui dicetur non longè a Ùuitate Arimìni, à comìtibus confoctjs fuis pe-
regrinis, pergentìbus Romam, prò quo Oeusofienàit quoddam magnum^
& fìupenium miraculum^ .
Qui fottofeguitauail fuccefTo del Beato Gregorio,6cmedefìm34;
mente della Beata Offana , che fi contiene in detto Libello, ma
perche di [opra io i'hò detto, quando fi è parlato di San Giorgio
antico
^i 1{affkele t/lMmarl. tip
antico , dclH M. Reu. Padri Theatini , & quando fi è trattato del-
le Reii. Suore di Sata Eufemia , però rimetto il prudente Lettore,
alli fodetti luochi , per non far doppia fatica .•
£xplìcit Ltbelliis ifìe, in quo contìnentur Statìonesy & loca deuotìfsima
Ecclefte Sanóìi Gaudenti! de At'immOi Glorioft Martym,& Epifcopìt at'
que Vacroni principalis ewfdè Cìuìtatis ^rimm'Tyvbifunt mulu Sanìia cor
porat& Ret'!(ju;£ San^ortiy prom in hoc preferiti libello latmcmmetart
Qua quìdem Ecclefiay & loca SaT}6iì(fima pr^Sìa^vt inprìnctpto hum li
belli dì^nm efi, &fid cunCtU F'idelibus funt meritò veneranday& in ftngu
lari deuotione habtndayprdcipuè tamS af^enerabili)& deuoto popklo eiufm
dem nobilis Ohitatìs Arimin, Smt igitWiCum magna reuerentiay & ftngu»
lari deuotione vìfttandayveneranda, protegenday atqi magnificandayatten»
topreefertìntyquod ifdé venerabilis populm eo(dem Gloriofos San^os^qW'»
rum Sacratiffima corpora , atq; Keliquìa in prxdìóia Ekclefta requicfcunf
habeat in Calo femper coram Deo principales orantest Vatronosy ac di*
finfores ; Et ideò eiì valde condìgnumy&ìuftum, rt qui San&osy tamque
Magnìficoi Tatrtfhot haberè meruetuntya quibus continue fingularis patro
èìnif maiorarecipiat beneficia y eìs vtìque vice verfa màiorii deuottonìs, &
honoYts affìdua impendant obfequìa ; Quorum Sdcratiffima corpora » atqùe
Helìqulas fic iugìter vifitando,ac venerando nonfolum eorumdem SanÙo*
rumgratiamy&patrocìnium.fedetiammultasy &magnas ìndulgentias à
Summit Vontifìcibus, ibidem conceffas merebuntur obtinere ; Quiqu'tdem
Libtllmfmt compii atw principalìter ad 7)eiy ac prudi^lorumSan^orunt
honorem^ & prtxfatt yenerabÙn pòpuii Ariminen, Confolationem,vt idem
VencrabUiSi&dcuotuspopulusyperhunc libellumpoffet habere Tlenaria
mtitiam orfìmum^ & contentorum , ac tami}tamq; Magnìfici , & precìofi
Thefauri fpiritualìSyatque ccelefìisyqui efiinpr^Wa Santi a, ac yenerabi»
li Ecclefta Monafìerij Sancii Giuienti']<,& in aliji San^is locifihi contenf
tis ; Quem Libellum fenerabilis ìnChrliìo Vater Dominus louachinus de
'pofientìbus deTapia Abbas pr£diifìMiorìafièrij,fecit comp'ilariy vt diSu
èfii&fcribi , per me Donnum Ccelefìinum Monacum profeffum eiufdem
Monafìerì'),Anno Domini 1 44r. ad laudemSfémmaiy & ìndiuidua Trini»
tatìs} cui efi honor , & gloriayvìrtmy & imperìum, per cun^a feculoruffi^
fecula» Amen^'
Tìbi laus T'ihi Gloria' ,
7\bi Grattarnm A^io in fecula\
Sempiterna ,0 Beata Tt'mtctè'^^ '•'-
palU:
f iV sili 7\lmìm/è Lfhto Secondi
AllaScritturadifopra facilmente fi può vedere^
S Godézo PI B5^^^^ quanto foffe U Veneratìone, & la Magnificenza
Vefcono^c ^ ^S^iw ^^^^^ Venerabil Chiefa di San Godenzo Vefco—
Pfotcc. ^j fef^l''?^ J "o <^* Rimino, è Protettore , & quante Santi fsi-
^ *^ me Reliquie vi foflero. Chela rendeuano ammi'
rabile, & però dourebbe efTerc vifitata con mol-
ta reucrenza,& deuotionc in ogni tépo, ma par-
tìcolarméte ne j tempi di Quadragefima, reftandoui per tradicfo-
ne commune ', particolar deuotione i Venerdì facri del Mefe di
MàUdiUut ^^^^^> leuandofi i'abufodi vietarla con poca deuotione, mafsi-»'
Aemoquift ^^ ^^^'^i giouentù. Mi fono affaticato molto in cercare doue fia -
€it o£M Dii no flati portati tanti corpi di Santi Martiri,& in particolare quel-
ntiHgèttr , Io di San Godentio fodetto , & molte altre Sante Reliquie, che fi
^/>r, r,y 8. raccontano nelle Scritture, &pertraditionie{rere (late in detta
Chiefa, quali per varij accidenti di Guerre, 6c efcurfioni de Solda-
ti , li quali fenza legge è defcrittione mettono ogni cofa in confu*
fione,& perciò alcuni credeteroche vn Capitano'da Mòte Albod-
do fc ingegnafTe di robarui anco le cofe fpirituali , & con commOi^
diti robbaiTe il Gloriofo Corpo di San Godentio, te Santifsime
Reliquie, che fi conferuauano fuori della Città noftra nella Bacia
dedicata al fuo nome, & fé bene li Signori Priori, è Deputati del-
la Terra di Monte Alboddo Diocefe ò\ Senegalia, nella Trasla-»
tiene, che fecero del detto Santo Corpo l'anno i5P4.alli j.d'Ago
fio, dicono nel Cap. 2. di un Tuo libretto di quaranta fogli incir-
ca, delle ceremonie fatte della detta Traslatione, le medefime pa-
role, era fepolto il detto Sàto Corpo,& Reliquie nella detta Chic
fa dellaCittà di Rimino , per longo tempo , come piacque à Sua
Diuina Maeflà,uedendo forfè quelle non hauere il fuo debito ho*
nere, che lì fé richiedeua,& anco, perche nella detta Città haueua
riceuuto il Santo Martirio, non li patena luoco conueneuole, nel
quale ui dettero più longo tempo, altri ne faccia il giufto Giudi-
ciò, cchenelpaflfaggiodiSoldatida vn Capitano di Monte Al-
boddo, del cui neme,è cognome , per non fé ne hauer notitia,nOQ
S'efprime infpirato da Sua Diuina Maeftà, & (uo Santifsimo fpiri
to, leuate da detta fepoltura, & Chiefa , furono condotte in Sene-
Peeioa de §^^'^' Miracolofaméte,doue dalla Santa,e Pietofa Matrona Theo
Cotti . dolinda Regina de Gotti,fù edificato vn bellifsimoTempio,come
dimoftra la Infcrittione fopra fa porta di efib, & da Sigifmódo Ve
fcouo di Sinigalia, fii dacca alle V^nerabil Reliquie nobil fepoN
tura,
fZ)i l{a^aete tAdimàfìi
121
tnra, come l'infcrittione dell'Arca , doue furono pofle , ne fichia»
rifsima proua , feri età nel tenore , che fegue.
S'tgifmundus Fp'fcvpm Lenogallenfts Corpus Sant'i Caudentij Effcopi
folemniter coUocauit:
La qual cofa par che non (ìa verifimile, poiché rinfpirationi di-
ulne vengono i quelli, che fono in grafia , 6c netti da peccati , la
qual cofa perii più non fuccede a quelli, che attendono alle Guer-
re fra Chriftiani, è Chriftiani .- & perciò fi legge nell'antico Tefla-
mento, che Oza Fighuolo d'Aminadab , vedendo , che l'Arca del qz^ figlio
Signore nel portarla rtaua per cadere, andò per tenerla, & toccan - lo d'Ami-
dola fubito cafcò morto, perche non era netto di peccati , fecon- nadab.
do il parere de buoni Dottori ; & di più (ì può dire , che per infpip
ratione diuina niai nefTuno farà molTo à far cofa di peccato, come
€ il furto, per la Regola di Smt'Agofliiio, che dice: ì^on (unt fet*
c'undimaiei , vt euemant bona : Se bene per diuina permifsionei
noi occulta, li fuccedeffe bene cai furto, mafsime, dicendo i fodet -
ti Signori, che miracolofamente fuflfe condotto in Sinigalia, & la-
fciatoà Theodolinda Regina de Gotti , la qual cofa non dicono,
comefuccedelTe tal Miracolo, chepurlodoueuano dire, fé voieua-
lìo, che per fua ripntatione li fofle preftata fede : E ben opinione,
éi infieme traditione d'alcuni,che fulTe condotto in su quel di Se-
negalia de Soldati Ongari,li quali credeuano hauer tolto vn Bea-
to Gregorio Vefcouo della lor natione, che era {tato amazzato vi-
cino i Rimino da i fuoi compagni (^come Ci è detto nel ragionarne
to della Chiefa di San Gregorio antico, de Padri Teatini, ) & mo-
ftrata miracolofamente la fua morteiera (lato condotto nella me-
defima Chiefa diS^n Godentio,è!ìhonoratamentefepolto,come
fi dice, che parue elfere più verefìmile, altri foldati l'haueflero tol-
to incanrjbio , per imbarcarlo], & portarfelo al lor Paefe in Onga—
ria : Ne C\ può credere , che vn Santo noftro Vefcouo ricercato da Ambafcra-
noi, dal Santifsimo Pontefice, andatelo a pofta a leuare, fin à Ro to;; Ri(ni.
iTìa, e fatti da lui tanti Miracoli per ftrada, & nell'ingreflo della "sfl ,
-Città, doue hebbefempre infinite demoftracioni d'Amore ., e da
lui bene ric.oncfciutc,per i buoni portamenti fuoi, e Miracoli fat-
ti giornalmente in effa ; che fi fulfe dimenticata la memoria di ef^
fa, è fuo caro popolo,così facilmente conuercendo l'amor in odio
fi*Dza cai}fa,non li foflegratifsima iu vita, & in morte, quefla à lui
dcuora<:ittà, mafsime collocato in una molto più notabt!e, Jeiio-
ta,& !5anta Chiefa Nobilifsima della Città dou? haueua otrenuro
il martirio,psr la Santa Fede di Chtifto Nostro Signore; N^ 2 qua
1 2t Sito Klmìne/è Libro Secondo
(lo ripugna , che habbi rlceuuto ìVi martirio, nella Citti , poiché il
-j .. Martirio non li fu dato da Cittadini , ma da popolo eftraneo, &
di s. Go- barbaro, quale dubitando,che i Cittadini non gli Io toglieflero, è
dcnzo . non poteffeefleguire il diabolico ordine, che hauciia,i manigoldi,
la mattina per tépo lo códuflero fiiora della Città incognitaméte,
e l'amazzorono nel modo,che raccótanol'Hiftorie Ecclefiaftiche,
fn tanto incognito il fatto, che (lette feflant'anni, auanti fi fapefTe,
doue fufl'e ftato morto , & fepolto , ch'era tanto maggior gloria di
detto Santo , ftar lì , done ccmbattendc per il fuo Signore haueua
ottenuto la palma della vittoria, contra il Demonio,& il mondo,
come il tutto è noto. Né anco fi può, ne fi deue credere, cheli M^
R.MonaciCasfincfi patròni à quel tempo di detta Abbatia , che
Tempre fon (lati di molta fanti tà, & deuotione , non tenelfero dct*
to Santifsimo Corpo, & Reliquie.con tutti quelli honori,& repu-
tatione, che fi deuono fare alle Santifsime Reliquie de Santi , noi>
li mancando,nè richezzc da poterlo fare, ne luoco, & deuotione,
per e(rere (lato , & cflTere vna delle prime , & principali Religioni
della Chriftianità,che fcmpre ha mantenuto il fuo decoro, & repu
catione intuttelelorcofe.
Ne mi pofìfo dar ad'intendcre , ne credere in modo alcuno , che
ftando il detto Santifsimo Corpo, & Reliquie, in mano d'altri, &
fotto cura d'altri Religiofi,fia per eifere tenuto, con maggior riue-
ren2a,& decoro: Mafsime in un luoco di Terra picciola, ne di paC
faggio,rifpetto a vna Città popolata,& di molto concorfo, & paf-
laggio,come queda no (Ira .
Móiìg Ca- ^" ^' tempo della B-M. di Monfignor Illuftrifsimo Giou Batti-
ftelio Ve ^^ Caftcllo Vefcouo di Rimino, era (lato occulto forfi,doue fofle
fcouo di il Santifsimo Corpo di San Godentio , i! che fu palefeforfi per la
Rimino . diligenza vfata da detto Monfignor, ò foffe anco per qualche diui-
na infpiratione, fapendofi quanto era di buon fpirito, tf di buo-
na vita,& perciò, come buon Paftore, cercò, che fufle ritornato det
to Santifsimo Corpo nella fua Città, facendone infianza appreffo
€feg.xiijJaF.M.di Papa Gregorio decimoterzo; ilqualpapa vedendo all'-
hora tutta la Marca fottolòpra, per l'occafione de i banditi, come
fi sa, dubitando forfi per quefta occafione di no aggiongere qual-
che tumulto, cercò di quietar dttto Monfignor Vefcouo, co qual-
che r3ggionej& buone parole, Domàdandoli fé nella Città di Ri-
mino ui era redato Reliquia alcuna , ri(pondendo detto Monfig.
Vefcouo che vi era reftato il Capo,credendo, che ui fufle tutto in-
tìefo; llSantifsimo Pontcfice,con dolce parole li difl"c,quierateui
per
*lyll{afaeU tAdimdrl. iij
per adelTo.poichehaueteil Capo, che è la più nobii parte del cor-
po,ma non però ii dilfe, che non hauelTe ragione da vantiggio fo
pra quelle Santifsime Reliquie, poiché fl sa da tutti, che per iufti-
tia fi concede , che '^poUa:»^ dt fido m pnm'n ftc reiUmcndtn in poffef"
ftone rei abtatx y Prima, che fi difputi fedi ragion la deuehaucrc,
ò «ò.
Detto Monfignor Caftello per obedienza , & reuerenza del Só-
mo Pontefice , non replicò altro , fpertando forfi un'altra meglior
occafionedipoterconCeguireilfuo, mafsi.Tie occupato nella par-
tita per Nontio di Francia, dal quale luoco Te foife ritornato viuo,
forfi c'haueria hauuto l'intento Tao . Si eoe quelli da Monte Al-
boddo non fi deuono fondar tanto Copra quelle parole del Papa,
ancorché folTero vere, che non fi puolfapere,che fìiano così, quati*
do non appaia fcrittura autentica . Percioche da quelle parola,
tionperquefto s'intende eflere efclufo detto Monfig.ò verofuo
fucce(fore,quel che fi pretende cflere di quefta lUuftre Città ragio-
neuolmence, & Chriflianamente, mafsimamente non efiendo ve-
to, come anco depingono , cne qui nella Città noftra vi fia la San-
tifsima Tefta intiera di detto Santo, come detti da Monte Albod-
do aiferifconOiper mezzo forfi di Monfignor Reuerendifsimo Tof
fignano Vefcouo di Senegalia di quel tempo , fcriuendo al noftro
Monfignor llluftrifsimo Vefcouo Salicino Vicelegato, deirniu-
fìrifsimo Cardinal Sforza in Romagna, volfchauercognitione, Monfìg.Sa
come ftelfe detta Santifsima Tefta, & quanto ne mancalfe, come [^'^'"Pj.V**
hebbero poi notitia del tutto, per mezzo di Monfignor Giuftinia- ^'v,celeg*.
no Cattilni all'hora Vicario Generale di Rimino . d'Alcmag.*
Né detco Monfignor Salicino trouandofi in altri maneggi, fece
di ciò partecipe la Città,come doueua forfi, penfando,che non bi
fognafle,& così quefti Signori da Monte Alboddo.quafi afsicura-
ti di non hauer contrarietà alcuna , fotto li tre d Agofto predetto,
•fecero la Traslatione di detto Santo Corpo, & Reliquie, dal luoco .
dou'era in uno più honorato,& fcoperto, mettendo in ftampa dee j^^ ^^j q]*J
ta Traslarione,&altro,per manodi M.Pietro Farri ftampatore di riofo cor-
Hiefedel mille cinquecento nonantafette,parlando così allalibe- podiS-Go
ra,come ho in fcritto i! fecondo Capitolo de -verbo ai rerhur/L^^ln. ^^"^° ^"
drizato airilludrifsimo , & Reuerendifsimo Cardinale San Gior- ^ ^"^
gio,nel qual confelTano in particolare d'hauere quelle Santifsime
Reliquie.
Ma pare che la taciturnità di Monfignor Vefcouo Salicino, & Mon^^g ij
anco di Monfignor luftiniano Cacaneo fuo Vicario, per non ha- vic.Ge^o!*
Qq a uer
124
sitò Kìminefi Libro Secondo
ticr dato parte allaCitti di tal negotfo , gli babbi fatto gran pre-
giiiditio, per non hauer potuto fare diligenza alcuna di rihauere,
e recuperare dette Sante Reliquie, con qualche bel modo, & via
ragioneuolc: E quando tal recuperatione non fi fu ffe potuta ot-
tenere airhora: al manco fi folle potuto proteftare di tempo in té-
polafua volontà. & Intentione di poterle ricuperare» quando fi
fo(Te potuto,& foffe (lato tempo opportuno; come (\ fi alla M. 11'
Senato Fa luflte^e*: Prudentifsima Communità di Fano,alla quale noneffen
nefe, &: S. do pettata l'offma della cera fatta al Cloriofo San Patrigniano ,
Patrigna.. da quelli di Fc'fsombrone,che li haueuano tolto il detto Santocor
no Titola^ pò, fecero voto per il lorfcampo di darli vna certa quantità dice
ra ogn'anno, per purgare detto facrilegio» 6t hauendoli portato
molti anni, per quanto fi dice hauendocefTato di portarla, Detti
Signori Fanefi su l' Aue Marie della fera, alle fineftre del lor Palaz
2o, con foléne ccremcnie di fuon di trombe,& altri li fanno i loro
protefti di volere, che fiano mantenute le promifsioni, che furono
fatte &c e queftoferueanco per rinfrefcare la memoria di talea"
fo, fatisfacendo il detto lot* voto , con apprefentare i detti Signo-
ri di Fano, la detta cera obligata al Santo. Et faria (lato bene, che
il (ìmile haueffe fatto la Città di Rimino , prima , che da quelli dì
Monte Alboddofi fo(reÌ!rpofie(ratopublicamente , per quella
lor Translatioue di detto Santo Corpo, & Reliquie: & cosi crede-
re mi gioua» che fapendofi bora certamente,^ publicamente, per
lor libro in ftàpa,come (\ è detto,che quelli di Monte Alboddo té-
gono le dette Sàte Reliquie & corpo di S. Godenzo, che la noflra
Città no màcarà del debito fuo,(e faràno tutta quella inftaza, che
s'afpettaapprtfTo Sua Beatitudine, cheli fiano reftituite tutte, ò
almeno gran parte di quelle,come indebitamente pofTedute: maf-
Monfign '^r^smcnte hauendoleflempiodi frefco, 'diquellidi San Leo di
ReucrédiV. Monte Feltro alReuerendifsimoMonfignor Confaluo Duranti
Confaluo Vefccuo , del quaTeflendo venuto not tia, come il Corpo di San
Durati Ve Leoneda Arbadi Dalmatia, dalqual era (lato edificato la Ca-
Monte FI -^^^''^'^» ^ l"^eo, fotto il nome, ch'era nella Chiefa Parochiale di
tro . Viggenza, luogo della Diocefi di Ferrara, da lor Ci è fatta inflanza
di nhauerlo, & così hanno ottenuto, & ha unto vna gran parte di
dette Sante Reliquie da Monfignor Reuerendtisimo Vefcouo di
Ferrara, con tellimonianze ottenute & fede certe lotto fcritte da
Sua Signoria Reuerendifsima, & (uo Cancelliero,& meritamente
deuono effere lodati detto Monfignor Reuerendifsimo Confaluo
giuranti, e fuo popolo di tal pia, & deuotaattione verfo il fuo Sa-
'"' " to
'Di RaffaektÀdlmarì.
ut
fo Protettore San Leone, come appare per una lettera Paflorale
al fuo popolo, fopra la Traslatione delle decre Sante Reliqiiic,pcr
la quale celebrando anco il Sinodo Diocefanofottoli ly.di Mag-
gio i5ii.ftampaco in Rimino. Inuitando anco gl'altri a far il
medefimo, poiché, chi ha finrul Reliquie Sante, ha vn gran Baftio-
ne, Prefidio , 6l Fortezza per la Città loro , sì nelle cofe fpiritua-
li,come temporali ; & però fi legge,che da i Popoli d'Antiochia fu
rifpofto alllmperator Leone, che lì domandaua il corpo di San Leone lai
Simeone Stelita, che fi ripofaua nella lor Città, vrbs noJìra,mpìbui perator .
caret^iàfònos Sandijlfìmiim SimioruiCorpus bue tra(itixìmus,yt nobis loco ^- Simeoa
Percioche la prefenza delle Sante Reliquie, feruono perfcuta,
per prefidio' & per riparo da colpi de nemici Spirituali , & Tem-
porali , come ben diiTeBafilio Santo, che chiama Muri, & Torre
l'oHa facra de Santi . Auuenturati popoli, che hanno qnefti Sa-
cri Prefidij ,' Beate Città, che fono cinte di quefti fanti Muri: Con-
forme alla pietà, & gentilezza di Monfignor Reuerendifsimo Ve-
fcouo òi Ferrara, è /lato fatto il fimile nella Eccellente Republica
di San Marino di Monte Feltro, con li Cittadini d'Arba>dalli qua
li fu fatto inftanza con detta Republica,che li fuflfe concefib da lei
qualche Reliquia di San Marino Originario Cittadino di detta
Città d'Arba,è così da lei amoreuolmente & gratiofamente gli fii
cócefla vna Corta poco tépo fàrpoiche era donerò che anco la fua
patria, che l'haueua nudrito, te allenato, doueiTe participare delle
cofe fue: Il Simile defiderarei, che fuccedefle tra noi,e quelli Signo
ri di Monte Aldobbu, che cortefemente, piamente fenzadifiurbo
d'alcuno ci folTero reftituite da loro le Sante Reliquie di San Go- ^ . .
denzo no<1ro benigno Protettore, retenédo anco per loro qualche ^Tr'òis^^dat
parte conueneuole, poichel'hanno goduto molto tempo, &con-
feruato debitamente . Così mi è parfo bene a dire per honorare il
profsimo, 6t non offendere perfona alcuna , come Ci vedeeffcr fat-
to da altri indebicamente : Ritorno ben a dire^che da poco tempo
jn qua, fi è hauuto notitia,che querto Santifsimo corpo di S.Gau' ^:^^^«€'*''
denzo, te Reliquie fia a Monte Alboddo .
Si credeua communemente da tutti gli Hìftoriografi , & aliri, e
particolarmente dal M. R. P. F. Leonardo A lberti,ne)la fua Italia
ftampatadel 155 i.chefufferoin Rimino,fc bene non fi fa peua il
luoco particolare, doue ripofafle. Forfi furono caufa !e Guerre fri
Filippo M.Duca di Milano,il Rè Alfonfo, Venetiani, Fiorentini,
il Duca Sforza^ficSisifmondo MalateHa , al tempo ùì Nicolo Picir
cinino
1 zó sito Rimine fé Lìhfó Secondo
Italia Tra- binino , che detti M.R. Monaci Cafsinefi d partilTero da detta Ab-
uagliata . batia per cfTerefuora della Citta, in luoco di paflTaggio, vedendo
tutta 1 Italia fottofopra, dubitando forfi delle foliteinfolenzc de
Soidaridi pafiaggio.
Vi rertò nondimeno una parte del Sacrato Capo di San Goden
XO,cioè l'OflTa delle Ciglia,& fróte ambedue, & la Nuca,i Cauatez
wdcliaTefta.cheftiìifse al Collo, che lì chiama Occiput & li due
pezzi Hmilmenre della Teftaropiarocchio,& vie vn^Oifo, che fa
nella faccia rilieuo fotto l'occhio, Mancandoui il mento della Bar
ba,le Mafcelle, & una parte dell'Onfo, che fa rilieuo dalla banda;
il tutto appare nella Tua Traslatione di Monte Aboddo ,& quella
parte, che al prefente d confèrua in detta Chiefa di S.Godentio c6
vna coperta d'argento. & fuo piede dell'i ftelTo, che al tempo della
fua Fe4a, & altre Scationi, C\ pone fopra l'Aitar Miggiore,có mol
to concorfo di gente, che vanno ad honorarlo , & adorarlo.
Vi era ancora in detta Chiefa il Corpo di Sant'Arduino da Ri-
S. Arduino ^^\^q protettore della Città , ma hogei non fi sa doue fia: ne tam-
ss Oliùa poco d'vnaSanta,ò Beata Oliua, pur da Rimino: Alcuni hanno
viirore,& tenuto, cheì Corpi delli Santi Vittore, è Corona, che fono nella
Corona . Città di Feltro, fulfero di quelli, ch'erano in detta Chiefa di Santo
Godenzo: ma per quàto io pofso cauar dalla Hiftoria del lor Mar
yg"g°^j^gjtirio, fi vede no poter efiere ftato, altri mente in quefta Chiefa pro-
14x0. fetizando detto Martire nel fuo Martirio vltimamente, prima.che
detto Santo V ittore fulfe decapitato , che indi a tre anni doueua i
fuoj compatriotti leuare il fuo Corpo,& co lurlo alla fua propria
Patria, & in detto tempo, ò termine, dice, che andorono in Siria i
«M ^. fuoi compatriotti,& parenti,è tolfero li Santifsimi Corpi delli Sa-
4.Coron" ^^ Vitrore,è Corona, mettendoli ìw una caflfa di piombo, & li coit»
durone alia Patria loro .
Hiftoriadel M.R.P. Fri Cefare Vallerano dell'Ordine de Men-
dicanti di San Gieronimo di Fiefuli, ftampato l'Anno 1 595 . f. 85.
Ancora fi troua in Otricole , fé mal non me ricordo, vna Santa
Corona, ma non ho potuto intendere cofa alcuna altra di lei,
Onde Ant. Cec nella vita di Sifinio . .. Primohebbeadire, fa--
rannodunquelecofeno(lreficure, quando i Corpi dei Santi, da
ladroni afsicucare non fi ponno; & perciò i Sommi Pontefici han-
no decretato , che le Sante Reliquie non fi pclfono trafportare da
vnlocoall'alcrofenzafua licenza, per afsicurare al meglio, che fi
può, che non fiano qpsl facilmente robbate, come fi vede eifere Ila
to fatto per il palfato .
7)i Raffaele t/idimarl • 127
sì sa ancora di certo,comeanco per Croniche Venetìane.che dal §. chriflia
la Città di Rimino,fii Traslatato il Corpo della Beata Santa Chri na.
ftina Vergine, è Martire, fotto pioclitiano Imperatore l'Anno
ducente otrantafette,nata in Tirodinobil fangue,luocouicinoal
lago di Bulfena. Nella Chiefadi S. Antonino da Torcello, dou'è
il Monaf>erio delle Reu. Monache di San Marco de Amiano Ve-
fcouo di Torcello; Ma non fi sa donde foffe leuato detto Corpo,
ne quado, perche nella Citta non ui è memoria alcuna, che io fap
pia . Ma (ì bene di fuori nella fua Diocefi vie una Chiefa partico-
lare di qualche importanza, in vn bel (ito non molto lontano dal
Monte di San Marino, c'ha il titolo di detta Santa , & è Pieue .
Poco lontano,caminando per la medefima ftrada Flaminia ver .
fo la Catòlica , ^ i è la Venerabil Chiefa di Santa Maria della Co deUa Co"*
lonella, la quale fu fabricata dall'Illuflre Communìti noftra di lonella.
Rimino, per li molti Miracoli, che fi degnò moftrarelaBeatirsima
Vergine in una Fignretta,ch*era in detto luoco gl'anni del fuo vnì
genito figliuolo mille cinquecento incirca, la qual cofa ci promet-
te ferma fperanza , che la Santifsima Madre di Dio Noftra Signo-
ra fi volgia degnare d'elTer particolare prottetrice di quefta iioika
Città,ritornandoci per dir così il beneficio, il qual ci pareua d ha-
uer perfo^quando partendofi dal noftro Territorio, è Citta, & an-
dòa San Marcilianodi Venetia, come al fùo luoco fi dice, & ciò ii
può cauare dall'apparitione , che fece la Sacratifsima Vergine fo-
pra a vna Colonna a San Giacomo Maggiore Apoftolo : Mentre S. Giaco"-
etTerciraua l'officio di Predicare in Saragofa di Spagna, andando- '^° Magg.
fenc di notte per la Reuiera del Fiume Ebro,peramaeftrar meglio AP°^o^<**
i ruoiDifcepolr,& occuparli nell'orationi ; Gli apparì quefta Sa-
cratifsinia Vergine fopra vna Colonna appunto, chequiuiftaua
accompagnata da gran numero d'Angeli, che cantauano con dol-
cifsima armonia in fua lode,6i l'Apoftolos'ingenocchiòa farli ri-
uerenza,& ella gli difsi,chc àoutfk far fabrfcar in quell'iflefib !uo
co vna Chiefa dedicata al fuo nome, perche fapeua che quel paefe
di Spagna haiieua da elTere molto dinoto di lei,& perciò firj'a-H'ho
ra lo pigliaua fotto la fua protettione.Sì che per quefto ìihlTo for j^j ^. j^
fi s'è degnata di far verfo noi, trouandofi a quel tempo qucfliafua ter Gradè
Città in grandifsima afflittione, per la poca intelligenza con gli Marer Mi-
lUuftrifsimi Signori Malateftì , come fi è moftrato in p?rte . fencordi^.
[Fu poidatta sili molto Reuerendi Padri di San Gieronimodi
Fiefuli, hauendoui prima fabricato vnMonafierio perReligiofi,
che officiafl'ero detta Chiefa , la quale infieme con il McnaSerio
ancora
s 2S sito 'Rimine fé Libro Secondo
ancora ftà fotto la protretione,& cura dì quefto Illuflre Cofeglio,'
comefuo ius patronato, facendofì ogn'anno tre eletti c'habbino
d'hauei cura di detto Monafterio, è Chiefa, nella qua! fi fa folen-
neFefU'aili venticinque di Marzo, che è la Nonciatione della Bea
tifsima Vergine Nofèra Signora, & Auuocnra,con concorfo di tue
ti i popoli circonuicini a q'.jefta Chiefa, & Città .
Seguitando innanzi per la medefima fera da regale lontano dal
detto Monafterio della Colonella due miglia incirca, fi troua vna
Chiefa, con vna buona fabrica intorno, e che anticamente feruiua
5. Lazaro. per Hofpitalc, fotto il titolo di S.Lazaro,ilquale circa gli Anni del
"Signore... fu eretto da alcuni Cittadini della Città d*Arimini,che
per Diuina ifpiratione dado fé medefimi.e tutte le cofe fue a Chri"
fio Noflro Signore, feruiuano diuerfi infermi in quefio Hofpirale,
con pietà Chri(liana,& mafsime i leprofi fomminiftràdo le fpefe ,
con loro facoltà , viuendo fotto nome di Fratelli in habito fecula-
refco.ma ri formato, & con voto; la qual Sant'opera pigliò accrefci
mento in progreffo di tempo,sì nelle perfone, come anco nelle fa-
coltà. Diuemie il luoco Illuflre, & ricco del 1 3<5p. nella profefsio-
ne fatta dal molto Reu. D. Hondideo di Rofelli da Veruchio Pre-
tc,& Priore del detto Hofpitale, detto S. Lazaro, Territorio di Ri-
mino, furono anco elette donne , le quali parimente profeflando»
come gli Huomini viueflero in vna vita medefimi , 6c di ciò ne fi
fede vn'inftrumento autentico di due Matrone, vna per nome Fio
ta>& l'altra Arminia, che lafciorono fé, & le cofe fue ali Hofpitale
di S. Lazaro , nell'anno 12^6. ài loro fji fatta la profefsione nella
Chiefa di S. Lazaro allaprefenzade Monfignor Reuerendifsimo
Bennio Vefcouo di Rimino,e Priore di San Lazaro di quei tempi,
nei quali era coftume,anco d'introdurre Fere, per honorede i luo
chi,& perciò del 13^8. adi 5.Agofto, fu principiata la Fera di San
Lazaro nella Città de Rimino, che duraua dieci giorni, commin*
ciandodalprimod'AgoIto, per tutto il giorno della Fefta di San
Lorenzo.
;Del Mille quattrocento e ventìdoi,furono puoi chiamati li molto
Reuerendi Canonici Regolari di San Saluatore Lateranenfe, dal
Monafterio di Santa Maria del Porto di Rauenna , al gouerno di
detto H >fpitale, del che di fopra ne ho parlato al fu 0 loco.
Da quefta parte io non ho da feguitare più auanti, però mi bifo
gnaritornareindietroncllaftrada che fi parte dalla Porta di S. Ati
drea, & va verfoil Meridiano, & verfo i monti , doue lontano fa
Città vn miglio e mezzo incirca, vie vna Collinetta molta vaga,
ci T{afaete tAdìmArl. t tf
«e diletteuole piena de fruttiferi alberi,fopra la qual vi è pofto vo
venerabile Conuento de i Reii. Padri Zoccholanti, co vna deuota,
€ bella Chiefa intitolata la Madonna Santifsinna delle Gratie. per
occafione del qual titolo mi conuien fare vna digrefsione , per di-
chiarar meglio quello, cheforfia molti è totalmente nafcofto,
ina però degno dafaperfi .
Correndo gli anni d ella noftra falute mille ducento ottantafei,
al tempo del Ponteficatodi Nicolao quarto, occorfe in quello no
ftroTerriroriodiRimino,che(ìritrouòutiPafl;oEe,che co fomma
lemplicitàfaceua la fuavita,conformealli precetti di Dio hauen-
do in fomma deuotione la Santifsima Madre di Chrifto Ho^ro Si
gnore, per nome era chiamato Ruftico,ilqaal u ti giorno al tempo
di ardentifsimo caldo, cercando di rinfrefcarfì,& riftorarfi, fé riti-
rò nel più fecreto luogo del bofco , per dar all'affinate membra
qualche riftoro , doue foleua pafcere il fuo picciolo gregge , da lui
lafciato in luoco fìcuro,vidde vn fterpo,ouer legno, che li parueha
uer qualche garbo d'effigie humana da donna, così produtta dal-
la natura; Et perche eflfo^radeuotifsimo della Madre di Dio, de-
terminò di uoler formate vna Imagine della Gloriofa Vergine dal
detto legno, ancorché non haueffecognitione di Scoltura, nondi-
ineno moffo dal fuo buon defiderio diede principio co fomma de-
iiotione.a intagliar effa Imagine, la qual riduffe a perfettione con
molte deuote & femplicefatiche,li reftauafolamente a fare la fac-
cia,la qual riferuò per vltima cofa.come più difficile: ma fsi me de-
fìderando di fare vna faccia rifplédente, ^he moftrafle del diuino:
la quale da lui principiatali nemico dell'humana natura,mofso
dall inuidia de i benefici), ch'erano per confeguire i miferi morta-
li dalla benigna Madre dell'eterno Iddio, per mezzo di qnefta fan-
ta Imagine, tutto qucllo,che dal Rufticoco molta fatica fi faccua
il giorno, la notte detto inimico difsipaua, & guaftaua , & ancor
che più volte ritornafse con patiéza a rifare quel,cheera ftatogua
fio. nondimeno ritrouandola fempre la mattina deformata rimar
ficua quafi fchernito , con tutto ciò non fi moueua dal fuo buon
propcijto,ma vedendo non poter finire quefta opera, quafi difpe-
ratodi poterla ridurre àperfettione,voleua abbandonare l'opera
fua,& mentre era inqueftopcnfiero, per uoler diuino vennero in-
ranzi a lui due bellifsimi giouenetti, mentre ch'era intento a lauo
rare detta Imagine,dimandandoli qual foffe il buon fentiero, poi-
che s'erano fmarriti in detta felua, & fermandofi alquanto con lui
viddero anfiofamente affatcicatfi aU'efpeditione di efla Imagine,
Rr con
j jo Sito T(tmìmp Libro Secando
con an;iclieuol parole lo pcrfuafero , che fi contenta (Te, eh e da lor
fude compita tal benedetta Jmagine, accioche fi leuafle da tanto
aftanno,& fatica, mcftrando haucr'di lui pietà non piccioia.- ai
quali il detto Ruftico con rozze, & ma! compone voci.rifpondea
do djlTe , come uolete uoi , che fanciulli fete.èd balbucienti, & per
natura priui d'ogni ccgnitione^finir tarim3gine,che non lo poffo
far io pili efperto di voi- & p€rfuadendoli,che douelTero da lui pac
tirfi,& feguitar il lor viaggio, perii battuto fenticrodella frondo--
fafeluadalui moftratali : li quali giouanetti fingendo di partire
perla ftrada moftratagli difparuero. Continuando detto Ruftica
con la fua folita diligenza, e feruore ad affatticarfi per dar efpedi--
tione al fuo lauoro , fopragiongendo la notte non potè compire
detto lauoro, del che contriftandofi dubitando , che non li fucce-
defiequello, chctantoaltre volteggerà caduto, cioèdiritrouac
la mattina guafto,& deformato quello,che il giorno haueua fatto,
fi ritirò alla pouera capanuzza.con animo fermo di no lafciar l'ini
prefa cominciata la raactma à buon'hora, aperte a pena le palpe-
bre de gli occhi fuoi tolti feco li ferri foliti, andò al Iqoco predet-
to, do uè fpera uà in breue, ftair la fanta Faccia di effa Imagine , &
arriuato al luocoviddeeflere guadata . Onde ftupito,6: pieno di
vari) penfieri non fapeua, che partito iì pigliaffe, faluo che rama-
ricarfi,& ftandó in tal faftidio, & perturbatione;Che patena quali
effere fuora di fentiméto per il gran dolore , che haueua^li fopra-
Due bellif uennero li due beJlifsimi Giouanetti , veRiti di candida verte , &
fimi Gio. fuccinta a guifa di Pit:tori,è difsero fimili parole al fopradetto Ru
^'[""l'^JJJ ftico.Non ti dicefsimo noihieri vedendoti affatticato a quefta im
«iida.vcftc. prcfa.chc facefsi ancor noi partecipe di quella,& tu, come oftina-
to non curarti la nortta offerta,che forfi ti hauerefsimo datto buon
aiuto,non farefticosì petturbato,come parhora,chetu (ìj.Ma Ru-
ftico con turbato volto.rifpódendodifle, non ui par, che io fia af-
fai fatollo di perturbatione, che ancor voi mi volete edere molefti.
ma per allegerirmi dal vortro pueril Confeglio andate, & con il vo
ftro poco fapere, & manco potere fate quello , che io in rrè giorni
continui non ho potuto fare.& quefto detto li apprefentò i grauif
fimi,& mal'atti ferri,che appena dala lor' età erano foleuati da ter
ra , & ambedue accortàdofi alla prefata Imagine, talmcce in quel-
la operarono, che in fpatio di manco d'vn bora formarono la bel-
lifsima,& rifplédente Faccia di erta Imagine Benedetta,in tal mo-
de, che fino a quefti giorni fi ritroua : 11 che vifto dal Kuftico Pa»
fiore; giudicate s'egli doucua reftar attonito, & marauigliato, in
' "" " ' moda
ir^<!o, che accodato fi al li duci piaceuolirsìmi Giouanetti, depo-
fta l'ira, con que'le più accodmodate parole, che dir feppe, li co-g^jjjyjjjj^
minciò a domandare chi lor fuflTero , & di che paefe, & s'erano da lontano
Rimino, & come fulìero andati in quella foiitudine moki varchi molti var-
lontana dalia Cirtà; a qiieita Pafloral richieda, li ceicrh' Angiolet- ^h* ^^^'*
tì,chepiù non li pareua tempo di celarla volontà Diuina, dilTero; C'"**
O Ruftico Paftore ri tacciamo iatendere,come la Regina de i Cie
Ji.hauendogratifsu-nalafemplic^ ebuoni volóti tua ì\\ voler far*
effafualmaginejChedaU'mfernal Demonio, per inuidia erapertuc
bata,accioche non ftefsi in tante uarie, & continue fatiche , ci ha
mandati in tuo foccorfo a compir quella, te così ti rendemo certif
lìmo; Imponendoti.che fubito di qui ti parti affrettando i pifsi, te
vadidalR.Monfìgnor Vefcouo, &dal Prencipe di Rimino, & di- Nauiccila
^li che il voler della Madre dell'Onnipotente Iddio, è chela prc- ^^"^^ ^®"
fente fmagine, con degna compagnia, di qui fia portata in Rimi - "*''"°*
no, & fopra il Porto pofta in una Nauicella fenza gouerno , ne al-
tro nauigabiieinftrumento, & quella andar vedrafsi, doue farà il
voler diuino,& ciò detto immediate li Siti Angeli difparuero dal
cofpetto filo . Ali hora maggior fede^ & afsidna deuotione crebbe
nel Core di Ruftico Paftore, & quanto più prefto potè fé ne ven-
ne à Rimino aracconrare tutto il fuccelfo a Monfignor Vefcoiio»
^a quel tempo era Monfignor Reuerendifsimo Vgolino Mala-
branca da Oruieto dell'Ordine Heremitano di San t'Agoftino ce-
leberrimo Theologo,ch£ fu poi Patriarca di Coftatinopoli.il qua!
intefocon molta ammiratione tal cofa, come prudentifsimo noti
volfe m quel fubito far publica demoftratione, per non far errare
il popoIo:ma cautamente mandò perfone degne di Fede,& di bo-
■nifsimaconditione,&famaJi quali doueffero andare al detto luo
co di quella l magi ne, & vedere fé la cofa ftaua, come da Rufticoli
era flato raccontato, menando con lor il detto Ruftico; doue gion
ti vedendo il Venerabile afpetto, della diletta Imagine, quella ri-
uerenremente falutorono,& non molto (landò a contemplarla fo-
prauennerodauarij luochi in detto dilerteuole LJofchetro , molti
che tal cofa vdito haueuano,rrà quali erano molti infermi d\ varie^,
& incurabili malarie, che a quella protrati ra<:cotnandatofì furo-
no rifa nati.
Ritornati adunque i prefui mefsi al Reuerendifsimo Monfign.
Vefcouo, & al Signore della Città, raccontatoli" intieramente il
tutto, li ceriificorono di tutto quel!o,che da Ruftico era ftato det-
toci] che intefo da lor'infpirati del voler fu premo, fecero far publi
Rr i co
/ i i sito Rlmìneji Libro Seconio
co ap parato di Solennifslma Proccfstone, Ce con rinteruento dcf#
le lor perfonc,& qnafi dì tutto il R.Clero,& popolo Riminefe,del
continuo cantando Himni , & deuotifsime laude della Gloriofa
Madre di Dio N.S fé ne andorono al Prefato luoco, douedifcédé^
do ogn'uno da cauallo a quella proftrati ingenocchionr con soma?
riuerenza la falutorono, la qual era di tanto mirabii'afpeetocon'»
firuto , che veramcte pareua, che fìefTe in afpettationedi tanto p<y
polo; fu di propria mano del R.Monfìgnor Vcfcouò veftita dì
candidifsimo Manto,& da gran moltitudine di SacerdotH & altri
dcuotifsimi Chriftiani portata fino alla Cittd'diRimino , che mai
toccar terra la lafciarono per fomma riuerenza, che ogn'vno li ha-
neuaj& dopò qnella feguiuanoli prefati Vefcouo,Prencipe,& tue
to il rtfto del popolo , che pareua foflTela Domenica delle Palme,
quando il Sdiuator , ti Redentor noftro , intrò nella Città Santa,
che ogn'uno gridando Ofanna,Gli veniua incontro; così a quefta
Benedetta,e Santa Imagine ogn'vno fi gittauainanziingenocchia
Tpe Fa- ne ad alta noce cantando, R.^./ia Cali letare alleluia &c. onde gionti
fchali An- con tal folennitial Porto della Città, più mouere, nefoftenrarefì
cm e ^v' P*^^^ '^ preciofa Iraagine , Cubito fii pofta in una Nauicella, come-
^ ^ '■ dalli Angeli,era (lato dettOj&elfa Nauicella fi moffe dal porto an«
dando in alto Mare , con la prora innanzi verfo la Città di Vene-
tia,come fé da ottimi nauiganti,& prattici marinari fufìTe guidata.
Molti deuoti, & defidcrofidiuedere, doueeffa Nauicella capitaf-
fe, C\ difpcfero di rcguitar]a,& con fornirà tranquillità del Mare,fe
gui tardo capirò nel Porto di MaL'moco, &: feguendo poi il viag'
gio fuoarriuò prefifoalla Chlcfa della Mifericordia delriuolto;.
fanciullo nella quale cHendointrara piacque alia Madre Diuina, moftrar
oato'mu— Miracoli, & tra l'altri vn Fanciulletto nato muto,'vifto immediate
tolo . che hebbe f (fa rmagine,voltatofi al Padre ch'era cieco,diire, com-
minciandoa p?.r!are,uedi Carifsimo mio Padre in una Nauicella,
che a noi s'approfsima quella fulgentifsima,& mirabile Matrona^,
con quel fuo Uellifsimo Figliuolo, che nel fuo Preciofifsinio Gre*
bo ritiene fola fenza altra compagnia : egli è quella che fubito da"
ire uedutamiconccfTegratiadi poter parlare , che come fai più
nella vita mia non ho parlato: Andiamo àfarli riuerenza, & rifew
rirligratiedell'infinira clemenza, & benigna gratia a me donata:
alle quali parole marauigliatofi il Padre, & quafi sbigottito ritro-
iiandofi priuo di luce , & il Figliuolo Muto perla Fede grande,,
che hcbbe nella Gloriofa Vergine Maria, volrofsi verfo la tonante
?oce dei figliuolo, & chinato i Terra, con ambe le mani gionte ver
fo
I
^i Raffaele ^Adìmarì - i s j
foil Cielo fi raccomandò a quella Benedetta Tmagine, & Cubito li
fu reftituita la integra luce , ringratìò Iddio di tanta Gratia fatta
ilui,&al Figliuolo.
Continuando .il camino la Nauicella arduo alla Chiefa di San
Marciliano dalla Settentrional parte , dou'era vna fondamenta e-
minente contigua alla detta Chiefa, doue a quel tempo non erano
edificate molte cafe, all'oppofito di efla Chiefa, come fonoal pre-
fente , ma il mare, con le fluttuante onde percoteua in efla fonda-»
mcnta,la quale al prefente per rinouar efla Chiefa è fiata guafta.
Doue , che peruenuta efla Miracolofa Imagine , fubito Ci fparfe la
fama per tutta la Città di Venetia di tale, & tanto immenfo Mira*
colo i di modo , che fopra venendo la picciola barchetta delli De-
noti Riminefi,chc l'haucuano feguitata, réderono ancora loro co-
degne teftimonianza d'ogni ftupendo , & mirabil f«ccefl"o di efla
Vetuftifsima Imagine, & s'accrebbe tanto la deuotione nel popò*
Io Venetiano per tutta la Città , che ogn'vno vedendo tanto Ec»
celfo Miracolo fi flupiua.-
Il molto Reu.Piouanojcheall'hora ffritrouaua, duplicando gli
rnueteraii pafsi , andò dal Reuerendifsimo Mófignor Vefcouo da
Cartello certificando S. S Reuerendifsima delli Miracoli occorfT,
per il mirabile Auuenimento della Gloriola Imagine, conducen^
do feco li Nobili Ariminefi, che per lor deuotione quella Gran si-
gnora feguito,& feruitohaueuano comecontefl;i, delfeguito, ap-
probarono à Sua Sig. Reuerendifsima , eflere uere, le cofe narra-
te dal M. Reu.Piouanojil quale marauigliadofidi ciò,commandò
che efla Beatifsima Imagine con efla Nauicella infieme fofle con-
dotta con folennità alia Cathedrale , & Caftellana Chiefa : al che
udendo obedire il Molto ReuerendoPiouano,con molti Reue-
rendi Ch!erici,& prattici Marinari andorono ad efla Nauicella, p-
códurla alla Chitfa Epifccpale,ma mai la poterò mouere dal pre-
detto luoco, ranto difficile, & immobile Ci faceua:di modo che ri-
tornati a Sua Signoria Reuerendifsima gli riferirono la impofibi-
liti di poter guidar detta Benedetta Imagine altroue, fopragiun-
gendo, c'haueua fermo prefupofto, che fofle uoler di Dio, chela
reftafle nella Chiefa di San Marciliano, per le demoftrationi fatte
fin'hora . '
Onde Sua Signoria Reuerendifsima fece intendere tal cofa al f^ndo^i""*
Serenifsimo Prencipe di Venetia eflbrtandolo, & pregando- pficipc di
lo , che fi degnaffe di uenire ad honorare quella Miracolofa Venetia .•
Imag.Ì4ie alla detta Chiefa , infieme col fuo Nobilissimo Senato.-
onde.
I S4-
SiU> Rimine fé Lihfò Secondo
Il qua! Dcuotirsimc,& Religiofifsimorifpofe.che molto uolotie-
t: da lui faria fatto il voler di Sua Signoria Reuerendifs. & così co
uocato tiKto il M. K . Clero Venetiano con Somma Veneratione,
fii coninnumerabile mufiche , vennero alla VenerabilChiefadi
San Marciliano : doue con moka reuerenza fi cauò efìa preciofa
Imagine dalla NauiceIIa,& fu collocata in detta Chiefa; doue fi ca
tò un folennjfsimo Vefpro , & alrre degne laude , & la bfciò reue-
rentenienre in detto luoco ben preparato, per li molti , & vari) , &
inertimabili miracoli,che fjceua del córinuo la Santa, & Benedet-
ta Imagine: tVj denominata Santa Maria delle Gratie : nella qual
Chiefa ìò eretto vna Cófraternirà della Madonna delleGratie ; la
qual mandò à Roma a i Piedi del Sommo Pontefice , per hauer
qualche Indulgenze da Sua Beatitudine ; prefente il Conciftoro,
legger fece la lorfupplica, la quale per efler piena di tanti mirabi-
li Miracoli, parfe à tutti cofa incredibile: ma il Papa , che forfi di-
na poca fede a sì Mirabili Miracoli raccontati da loro, ne li conce-
deua Indulgézaalcuna,ancorche vi ritornalfero più volte, del che
tutbatofi grandemente ipoueri Fratelli, C\ rifolueuano ritornare
in dietro confufi, fenza efpeditione alcuna .
La Madre Santifsima non volendo , che fi fminuifle Tà diuotio-
ne a i fuoi popoli la notte, in vifione al Pipa predetto , vertita di
vede candida,con il Redentor noftro in Grembo, & lo riprefe del-
la poca ftitna fatta, della fupplica delli Fratelli delia fua Scola,di.
cendo : O Succefibr di Pietro , perche non fai le operarioni del Fi»-
gliuol mio,& non conofci elfo Redentor dell Humana Generatio-
II fuccef-- necficrfi degnato nel mio a lui indegno Ventre , per Diuin Verbo
for del Pie atrumere Humana Carne , & nel legno della Croce hauer tolerato
cipe del Innocentemente derifioni, & acerba morte,che non pofsi median-
Collegio jg j^ inrercefsione mia, per uoi miferi Peccatori, hauer dimoftrato
Apoftol. ^^^^^f^^\ fegt^i (iella piefata mia Imagine,hauendoui lui del luto
della Terra formato, & con la parola fua creato il Cielo, & la Ter-
ra?
Vi adunque alli detti Denoti miei eccedi quanto djmandano,
accioche nò niachila deuotione del nome mio.come [)uona Auuo
cata delli Deuoti.
Vifione. Impauritoadonqueil papa, & pieno di Notturno tinyore, pef
lafudetta vifione, più per tempo dcll'vfato fi leuò la mattina, defi
derofo di emendar la poca auuertenzavfata in quefia Benedetta
Imagine,& la prima caufa, che volfeefpedire, fu quefta della fup-
plica delli ptcfaii Fratelli, li quali furono chiamati alla fua prefea
za.
T)i Kaffaele \tAdimdYÌ . i ss
lìyBc H raccontò la predetta vifione , & eflendo informato il Som- '
mo Pontefice dalli Ariminefi di quefto fatto, & de tutto il fuceflfo,
da lui fu dimandaco, che fufle di Ruftico Paftore, & li fu rifpofto,
come che per alcune difgratie fi ritrouaua carcerato in Rimino, ec
il Papa cómadò, che fufle rilafciato; & i detti Fratelli riportorono
publiche Indulgenze, fecondo gli fu impofto dalli Colleghi fuoi,è
Fratelli, per i meriti diefla Imagine Gloriofa; Crefcendoadonque
la Oeuotione in efla Chiefa, per e(ra Gloriofa Imagine durò molti
anni la detta Scola, & Fraternità, fotto eflb titolo, di Santa Maria
delle Gratie,con molto concorfo di deuotifsime perfone,per i Mi-
racolijche moftraua efìTa Imagine: ma doue fia proceduto, o che la
venne in sì poca eftimatione , che la fu eftinta, non fi sa , quel ch'c '
peggio, concelTa ad eftrani, che furono alcuni Fuftagneri, che fino
del 1 5 o 4.. la poffederono .
Ma per volontà di Dio , venendo in cognitione deirvniuerfo
permettendoli communemente , che tanta deuotione non reftaffs
fempre fcordata,vo!fe, che correndo gl'anni della falute noflra mil
le cinquecento e vno.dopoi la Creatione del M.Reu.Signor D Do
menico Tefta, Meritifsimo Rettore di detta Parochia, per ottima
cognitione fua , per effer flato fempre deuotifsimoaquefta Bene-
detta Figuraj& a quella da pueritia deuotifsimo feruitore, fi ven».
ne in cognitione di Molti Priuileggidieffa Scola,trà le quali fu la
Regola, con la quale mediante l'aiuto fuo, & de tutti i Venerabili
Preti,6/ Capitolo di elfa Chiefa, & le operationi,& fatiche de Fra
telli di efla Scola, con il cófentimento delli Eccellentifsimi Signo-
ri Capi deirjlluftrifsimo Confeglio di Dieci,fù riftaurata,& ridoc
ta al priftino fuo eflere. Et vkimaméte del mille cinquecento e cin-
que, così perfuadendo il prefato M. R. Rettore, & il Capitolo con-
fentiente,& il Reuerendifs Monfig.AntonioSuriano,per Diuina
Miferatione Patriarca di Veneda , quella ne fu , 6d è ftata in Enfi-
teotice, ò vero lineilo reftituita, come per l'Inftrumentiappare.la
qiial r AltiTsimo augmentò. per fua clementia,à laude della Humi
lifsima Madre fua, & a conuerfionedi tutti ifideliChriftianì, nel
ben'operare.caminar nella via del Signore Nollto,che con noi tue
ti fiainfecula feculorum. Amen,
Hora intefa la fopradetta Hifloria ritornarò al propofito della ^. ^
Venerabile Chiefa , della Santifsima Madonna delle Gratie, dico, delU Grl*
ch'è da prefumere,anzi da tener per ccrto,che li fufle datto quello tic .
titolo in corri fpoiideiiia di quella , che come per THiftoria h è dee
^"~ " so
136 sito Elmlne/e Libro Smnio
to fu data a quella di San Marciliano di Veneti3,per memoria cht
ella era ftata fabricata in quefto loco , nel quale al tempo della B.
Memoria di Bonifacio ottauo , va Signor Nicolò delle Caminate
fece fabricare vna Cella fopra quefta collinetta, chiamata il Mon-
te de i Palazzi, Parochia di San Lorenzo in monte , & la intitolò
la Satifsima Madre delle Gratie,& fra poco tépo vi furono donate
Tedici tornadure di Terra in detto luoco; con la cui occafionefù
fabricato un Conuento de Minori Conaentuali: & in quel tempo
fu lor Genera le, il Venerando Padre Henrico, & d fece il lor Capi
tolo in Rimino,& per fpatio di venticinque Anni,fù pofleduto,&
habitato il detto Conuento da i Minori Conuentuali , cioè dalle
Snc !"' ^<^^'*P^» ^^ S"^^ Chiefa fu Confecrata dell'Anno 1455. da Monfign.
Reuerendifsimo Girolamo Vefcouo di Rimino, già Frate Here-
mitano di Sant'Agoftino ; Dipoi ui furono introdotti non so co»
me li M.Reu.Padri Zoccolanti di San Bernardino; Li quali hoggi»
di lopoflTedono j è Chiefa bellifsimadi gran deuotione appreflbi
noftri Cittadini, e tutto il popolo, & frequentata aflTai da tutte le
perfone,per eflere quefta Santifsima Verginc,è Madre di Dio pia-
mente inuocata molto Mifericordiofa uerfo di tutti, in cui laude,
& honore,mi è parfo di mettere qui fotto alcune lettere,che {\ tro-
vano effere (late fctitte da lei in uita fua , una a i Mefìnefì di Sici «
lia,& ad altri.
Predicando l'Apoftolo S. Paolo in Calabria , Prouincia d'Ita-
nus nò ora ^'^> 8»""^^ la fua fama nell'Ifola di Cecilia, nella Città di Mefsina
Hit, Eccle- ^^ <Joue lo mandò à pregare, chegli vifìtafle.e predicafTe l'Euange
Ha Dei lio, vi andò l'Apoftolo, è tri gli altri gli fece vn fermone dell'In»
Paulo non carnatione nominando alcune uolte la Vergine Sacratifsìma Ma-
Jiabuiffet . ^j^^ affermando , che tuttauia viueua in Gierufalemme, Ci riduffe
il popolo, e deputò Ambafciatori,che andafiferoa parlargli, fup-
plicandola humilmente,che piglialTe la protettione di quella Cit-
• tà,è popolo, perche loro defiderauano hauerla, per fua particolare
patrona-
La Vergine Santifsima fcrifle ài fuo proprio pugno una lettera
in lingua Hebrea, che a loro màdò; la quale fu tradotta in Greco è
la copia refta fino a quefto preferite giorno, con molti Teftimoni j
di Scritture autentiche , che affermano quefto fatto ; dice di più
quefto Auttore, che detta lettera tradufle di Greco in Latino, Co-
fìantino Lafcaro , e nella noftra lingua così fuona .
MARIA VERGINE, Figliuola di Giouachino, Humi-
le Madre di Dio Chrifto Crocifìflb della Tribù di Giuda , & della
ftirpe
7>/' 'Raffaele vidmàfi • t $f
ftirpe de Dauid a tutti gli habitatori di Mesfina defidera falute,e
la Beneditione di Dio Padre Onnipotente: in fed e teftimonio pu*
blicojpar che tutti habbiate mandato Ambafciatore, confeffando
il Noftro Figliuolo,pervero Figliuolo di Jjio & vero Huomo,chc
dopò la fua Refunettione (ali in Cielo, feguendo il camino della
verità, per mezzo della Predicatione di pauolo Apertolo eletto;
perciò vi Benedicemo , e la vofìra Città fia Benedetta, & qui vOi-
gliamo hauer perpetua protettionc e di voi, come perquefta let-
tera C\ moftra, la qual'c fatta l'Anno del Noftro Fi gliuoloquaran
taduencirindirione prima i due di Giugno. Luna ventifette fe-
ria quinta, di Gierufalemme, Maria Vergine, confermala prefcn
te Scrittura di Tua propria mano .
Medefìmamente vn'altra fcritta alla Città di Firenze, la qualTo
na in quefte Parole :
Horemia Deo Domino 7{<iflro lESV (hriiìo F'il'io meo , & mihì diliga ,
tene pdem,inJìaOratiombui ttobora te patkma: ftcemmy &fempìter'
'iiam falutem apud Deum , & apud Hommes Cloriatn confequerìs .
Et ancora vn'altra fcritta a Santo Tgnatio,qual diceccsj,vj.
*Dct lESVquAà loan ne audiWy & didìcìjì}, rera funi , Ula credas,
ìllìi inhereas^ & Chriftianitatis return firmiterteneas, & mores , & ri-
tam, roto confìrmet;renìam autem cum toanne ff, & qui tecum funt ri-
dere : f?<i infide, ririliter age ,n€ te commoueat perfccutìonls aufìeritas,
fed raleas, vt exultet fpimuttum in Deo falutan tuo.
Si troua ancora efTere ftata gettata vna lettera dal Cielo a vna
Monaca di S.Benedetto, figliuola de vn certo Conte, mentre , che
-diuotamente fi era dattaper perfuafione del Confcffore a recirare
deuoramente il SantifsimoRofario della Beatissima Vergine No
flra Signora, vj. del feguente tenore , cioè.
MARIA Madre di Dio àGiouanna figliuola Salute.
Dilettifsima figli uolafeguita a dire il mio Rofario, il quale hai
cominciato a dire deuotamente, è fuggi le frequenze delli huomi-
ni, & le prattiche', & conuerfationi delle perfone difsimilia te^
Fuggi rotio,& fcaccialo da te, & getta vialefuperfliie maffarrtie,
che fono nella tua camera,perte tiene le Figure, & Imagine di Dio,
6: delli Santi ^ le quali ti poflbno indurre a deuotione , 6c riguar-
Ss dale
7 i * sitò R imtneje L wYo Secondo
dale fpc{Tb,fe farai quefte cofe.tù hauerai la gratia del mio Figliui
^ Io : & io Tempre pregarò per te ; le quali due cofe io ti prometto,
fé tu deuotamente farai le cofe predette: Vale figliuola dilettif-
fìrra . Quefte cofe Sante fopradette ho voluto dire per fatisfattio-
ne delli Lettori , che fono deuoti della Beatifsima Vergine Noftra
Signora, & quelli, che non hauefìferoquefta deuotioneprouocar-
Ij, & commouerli a quella . Se ben forfè ad alcuni fofiftici pareri,
che io fiafcapato fuori della propofta materia.
Seguitando per la medefima ftrada verfo il monte, & la parte
Monafle - Meridiana, lontano dal fopradetto Cóuento vn mezzo miglia in-
rio delli circa, fi ritrouavnnobilifsimo, & ricco Monafterio, aguifadivn
MonaciBià bel Cartello delli M. Reu. Monaci Oliuetani di S. Benedetto , allì
chi di s. Be qu^ji f^^j cóceflTo detto luoco , per Patente dell'Ili uftrifsimo Signor
ncdecto . q^^^^ Malatefta Vicario,& Rettore Generale, per il PonteììceRo
mano di Rimino,& tutta Romagna,i! quale hauendo auttorità di
eleggere per le Chiefe di San Gregorio dietro il fiume Conca di S.
Lorenzo in monte,6>: Santa Maria di Scolca-, Cerccfini Oliuetani,
ò altri di Religione approuata, per fua particolar deuotione,eleg-
gè li Molto Reu. Padri di Monte Oliueco , come perfone di Santa
Vita,& fama, l'anno di noftra fallite i lyi.alli 5. d'Ottobre effen-
S Lorenzo dofi partici dalla Parochial di S. Lorenzo in Monte , li Reu. Frati
diffe a! TU Eremiri,che militauano fottoil titolo di S Paolo primo Eremita,
hor'mai a° ^ R^go^^i ^^ S.Agoftino:hora quefto luoco di Santa Maria di Scoi
roftito eCa,èbellirsimo perla fabrica fatta da detti molto Reu. Padri, &
cotto da q ancora per la Chiefa ben fatta, ben ornata, & officiata da detti Re
(ta banda, uerendi i Si che tutti l'illurtrilsimi Cardinali, & altri perfonaggi,
voltx l'ai- ^j,g paflano per la noftra Città, per il più vanno uedere detto luo-
gij^, co.Nelqirale ni ftà una buona Famiglia di detti molto Reu. Mona
ei,& ancora vnoNouciato di detti Religiofi,che fono a(Tai ricchi
poffedendo molte poffefsioni, & gran quantità de beni Emfiteo •
tici, per tutte le Caftella,& Città di Rimino.
In quefto Monafterio ui fi troua hora il P. Abbate DonHippo-
lito Salò da Rimino, il qual hebbe l'habito nella Religione Oliuc
tana, per mezzo,& fauore di S»Carlo Borromeo,an'hora Gardina.
le, al feruitio del quale vi ftaua MonfignorPauoIoSalòfuczio,
che operò a quefto effetto. Attefe a i ftiidij, il corfo de quali finì m
età di uentidoi anni, dando faggio di ciò nella fua Patria, con te-
nere ducente nonanta fette Conclufioni della Sacra Theologia
l'Anno 1593 nella VenerabiI Chiefa di San Francefco dell'Ordì.
sie Minor Conuencuak alli ^i. di Ouobre , d^dicaieall'Illuiirifs.
■ "'"" ^ 6c.
T)i Raffaele tAdlmarl l t $9
Ct "Reuerendifsimo Cardinal Sfondrato Protettore di quella Reli
gionc Oliuetana , Si diede poi ancora a i Studi di Maccmatica.do
uè ha fatto buon progrelTo, è afcefo poi alla dignità della Prelatu-
rainel qua! ftato fi vede ch'egli bcnirsimo imita quel Sato.per mez
20 del quale hebbel'habito con molta patienza nelle fueauuerfi-
ti, & fa vna imprefa conforme alla fua buona mente, ch'c vn com-
paflb aperto., con il Motto, che dice , agitato, fed fìab.Li , Oltra la
Dottrina della Theologia, è perfona molto accorta, &digrango-
uerno,hàmo^rato l'effetto, che nel primo Triennio ha liberato il
fuoMonafterio da molti debiti, nelli quali era ftato intrigato da
a!tri:&di più ha fatto una fattica & diìigéza.che farà di perpetua
vtilità,e ficurezza alli beni ftabili di queir Abbacia,eflendo,che hi
medo in Pianta con i (noi ladi , è confini tutti i beni del Monafte-
rio,perafsicurarli, che non pofiTano eflere occupati da altri, fenzi
accorgerf«ne da qual fi voglia loro Officiale , cofa degna di pcrfo*
nauirtuofa.&dacfTereofleruata, & imitata ,
Dalla quale Religione fiorifce hora il Padre D. Chrifoflomo
Rubicone da Rimino MuficoEccellentifsirao, che hi mefl"oalIa
ftampa alcuni Concerti Ecclefiaftici , 6c altri Madrigali molto
belli.
Seguitando pur innanzi alla medefima drittnra lontano da que
fto fopradetto un quarto di miglio incirca, ch'è ilpiù altoluoco Conuéto
del Monte Sion, ouero di Scolca, Vi è vn Conuento affai bello,& '^^^'i ^- ?•
-commodo delli M.R.Padri di San Gieronimojiquali militano fot ^- ^^'?''°
toja Regola del Beato Pietro Gamba curta da Pifa, il qual diede ?colca
principio à quefta fua Religione, nel Stato d' Vrbino in certe fel- B. Pietro
uè , che fono nel Territorio dell'lfola d' Vrbino : il qual luoco del Gabacur-
mille trecéto nonantatre, alli dieci d'Aprile al tempo della buona " *^*^'^* •
Memoria di Papa Bonifacio Nono , fu donato a detti Molto Rea.
Padri con dodeci tornadure di felua,& altre poche terre, nella con
tradadi San Lorenzo in Monte, in cima al detto Monte di Scolca
vicino alle cafe dette il Vefcouato: & ciò fu fatto daH'IIluftrifsi-
mo Signor Carlo Malatefìa Signor ài Rimino, ad un Reu Frate
Angelo del terzo Ordine di San Francefco, nella qual felua vieta
vn'Oratorio.
5. L'Anno poi del 1432. alli 24. di Luglio, nel tempo della Felice B.Galeot-
.Memoria di Papa Eugenio quarto, dal Beato Galeotto Roberto to R»ber"
Malatefta, & compagni del terzo Ordine d: S ui Francefco, per vir ^alatcftu.
tu d'vn Mandato del M. Reu. Fra Pietro di spagna Minifirodi
^ctto Ordine, con l'inceruenco di tutti ì R. Fr'atrcapituiarmente
Ss 2 con-
t4^ Sito ^imlnefe Libro Si conJo>
congregati a fuono di Campanello, nella Capella, &cafa, del fu
detto Beato Galeotto Roberto, furono donate li fopradette dodc-
ci tornadure di Selu3,& l'altre poche terre,al M R.P.Frà Bartolo-
meo da Cefcna, & al M. R.P. Fra Giorgio da Patraffo, Compagni
del Beato Pietro Gambaciirta da Pifa, nel qual luoco vi era vn'O-
ratorio per lodar Iddio Noftro Signore, focto il titolo di San Giro^
lamodiScolca.
La Chiefa , ^ Conuento hoggidì è aflai bello , & comnoodo, &c
ben'officiatoda detti M'.Re.n.& per il fico molto diletteucle,perer-
fere fuperiore à tutti i Colli circonuicini : & tra l'altre cofe , che vi
fono di deuGtione in detto luoco,fi riferbavn mantello, & vn Ci-
licio fatto di cordicelle di fetole di cauallo della grofTezza del fpa
go a guifa di maglia di zaccho^ che eradella Santa Recordatione
del fodetto Beato Gileotto Roberto Malatefta;il quale tra l'altre
opere pie, che da lui s'enrercicauano,fifritroua ch'egli andaua ogni
notte al Matutino dalli detti M. Rcu. Padri di Sm Gieronimo dL
Scolca; come fi légge nella fua vita.
In qye^i virimi anni , cioè del mille feicento dieci, i pefcatofi
*^^^^d^lf * afilla Città di Rimino diedero principio a vna Chiefiola,dedicaca
ScaU ^. ^ ^^^^ Santifsima Madre di Dio da una parte d'vn Baloardo, nel re-
cinto del Borgo di San Giuliano, che confina col fiume Marechia;
perche in quel luoco , anco la Santifsima Vérgine Noftra Signo-
ra , haueua concefìfo molte gratie a quelli , che fé gli erano racco-
mandati: & per effere il detto luoco v4uto a vna fcala di pietra, che
faliua fopra il detto Baloardo, sìcominciò a chiamar la Madòna
della Scala, doue ci è molta deuotione, & concorfo della Città: vl-
timamente.ne è ftàta prefa cura dalli M.R Padri di San G uliano,
per elfere nella giurifdittione della fua Parochia , doue fi vede cf-
fere Hata acccmmodàta vna bella ChiefioIa,tenuta con buon ordì,
ne, come fanno le lor cofe.
... - Li Molto R Frati Minimi di S.Francefco di Paola,efrendo fpef-
Franccfcó^*^ di pafiiiggio in qucfla noftra Città, peroccafionede i Monafte-
di Tiola. riloro,che hanno nella Lombardia, & nella Marca, al prefente an-
no fi fono rifoluti di porgere fupplica al Molto llluftre Confeglio
della noftra Città, e pregarla, che gli uogliadare aiuto, & fauore,
di poter acquiftare un luoco in quefta Città da poterfene feruire
almeno per Hofpitio de i lor Pa (faggi eri per la qual fupplica fi pi-
gliò partito daHUluftrc Confeglio. alli i5. diNouembre lói^-di
far eletti, & furono fatti quattro Gécilhuomini a queft'efl-'i^tto, tra
iquali, fui detto ancor io per aiutare,e faaorire quella. denota Re-
ligione
»0»vijwj.
Dì l^Affkde t/iMmari, t^r
I5gione, acciò potefTe confeguire il lor defiderio,in honore di Dio,
& feruitio di quefta Santa Religione. La qual cofa fi doueria fom
inamente defiderare,& abbracciare per poter ritornare in vn certo
modo,fotto la protetcione dei Religiofi Monadici, fé ben quefti
non fonno Monaci, nondimeno fanno vita anco più ftrctta della
Monaftica, non mangiando mai né carne, ne oua,nè latticinij: ma
facendo perpetua Quadragefima,per il quarto lor voto.
Qui con quefta occafione al prefente non poflb far di manco,di
non dolermi, & rammaricarmi grandemente, inuitando anco gli
altri a far ciò, poiché non so qual difgratia , ò pur peccato noftro,
& de noftri antecclTori fia ftato caufa , che noi fiamo reftati priui
di tanti Monafterij di Religiofi , & Religiofe , chefaceuano vita
Monaftica; ne i quali fpefib fioriuano animi quafi diuini, & di fan
tità ripienijcheoltra il buon efsempio,chedauano nella vita Chri
(liana , erano grandi propugnacoli della noftra Città, contra gii
auuetfari nemici fpirituali,& corporali, & gran Protettori di que-
lla noftra Città apprefTo Dio; & mancati quefti Santi Monafterij,
non più fi trouatìo in queiìst noftra Cictà,perfone,che diano odor
di Santità, comefifeceuaairhora: & tanto è deteriorata la Città
noftra nella moltitudine delli habitatori, & per confequenza nelle
mercantie, & in tante altre cofe che fogliono rendere nobili le Cic
tà, mafsime nelle Congtegationi de diuerfe genti Oltramarinejfic
01tramontane,che teftificauano qiii.che hora a pena ne fapeuano
qualche cofa, per le veftigie lor lafciate qui, come altroue de tutti
fi è moftrato , & fi vede da tanti Borghi defabitati , & demoliti; si
che douemo grandemente dolerci , & aftatticarfi per potere di nuo'
uo intrar in protcttionc di quefta forte de Santi Religiofi , nel ntr-
mero de quali mi par iuftamente poter mettere i fodetti Minimi s, France--
Frari di San Francefco di Paoia,quale noftro Signore l'anno mil- fcoalmo,e
le cinquecento e fette , hi feruito di tirare a fé il Gloriofo Patriar - ^^^^ '»
ca San Francefcc. 9'*^® ^*
Li quali M.R.Padri per gratia, & buontàdelMlluftrifsimoSig.ftroaa^!-
Commendatore Gontarini Cauagliero molto deuoto,è quafi par» cato .
tiale a detto Santo.hanno hauuro per hofpitio mouibile nella Cit
tà noftra, la Lhiefa di San Mlchaele Arcangelo, che e Commenda
delli Cauaglieri di Malta, i quali trattenendofi lì fifannocono-
fcere, fin che potriafuccedere occafione di trouarluoco fermo', &
commodG;il che à Dio N.S. piaccia, che gli pofla fuccedere felice»
mente , come io defidero .
Hora perche mi pare hauere detto affai della noftra Città, fic co
quella.
i4i Sitò Rimine fé Lihtù Secondo
quella breuità maggiore, che me è parf o conuenicnte,non hauea-
do animo di voler fare vna Hiftoria ioga, con tutte le fue parti, ma
folamence le cofe notabili; però hora non farà fuor di proposto,
fé aggiuiìgefsi breuemente le fue membra conuenienti al capo , le
quali fono tutte le Calleila, &Vi'ile fottopofte a detta Cictà; le
quali però fono di due forte; perciò che alcune fono nella iuri(di-
tione della Citcà,come di fopra fi è detto, è Tem porale, e Spiritui
le:alcunea!tre per varij accidenti, & pretenfìoni fi fono fmembra-
tedallaiurifdittione Temporale dell 1 Città, ma però non hanno
hauuto forza de alienarfi dalla lurifdittione Spirituale della no-
li : « Città ; perciò che ancora reftano fogette alla iurifdictione del
nourù ii.Q.lrifs. & Reuerendif Mófig. Vefcouo, come qui di fotto
fi notarà,lafciado da parte l'altre cofe Temporali loro, del le quali
io non intendo trattare più particolarmente di quel,che da me fi è
fatto di fopra; Cominciando dalla Cathedrale della Città, dirò
delle altre non dette: fé bene non con quel ordine, che forfi alcuno
defiderarebbe, & io fteffo le ponerò fecondo le polke de Scrotinij
di già più volte fatte,quali mi fono peruenuti alle mani, & ha vna
Rimino fi Diocefi, parte fituata neirEmilia,e parte nella Flaminia;la qual dal
tuatanella la parte dell'Oriéte è interpofta dal Fiume Tauollo, e con la Dio-
Prouincia cefi Pefarefe dal mezzo giorno, con la Diocefi d' Vrbino, & parte
Romana. ^^^ jj^ £)iocefi Ferretrana, la qual è verfo l'Occidente, & parte ver
fola Diocefi di Cefena : dalla parte di Settentrione, confina con
lamedefima Diocefi di Cefena, &col Mare Adriatico; nella qual
Diocefe vifonoCafielli, & Terre numero fefianta , &dodecifrà
Cartelle, & Terre, le quali fono immediate foggette alla Sedia
Apoftolica. Contiene oltre di CIÒ tredeci Cartella del Ducato di
Vrbino , due della Republica di San Marino , due delli Illuftrifs.
Marchefi^^S"^" Marchefi Malatefta, due del Marchefeda Bagno, quattro
Malatefta, del Conte Rouorelli, & vno del Conte Gottifredo de Ifeo da Ce-
& daBa-. fena; la quale s'ertende in longhezza miglia trentacinque incirca,
gno. & in larghezza miglia quindeci incirca, & in giro miglia ottanta;
u'oreni^& & in querta Diocefi vi fono l'infrafcritte Chiefe,che cótribuifcono
Gotiifrcdi al mantenimento del noftro prefato Seminario, conforme alle lo-
ro intrare.
Et prima dirò di Monfig. Illuftrifsimo , & Reue-
rendifs. Vefcouo, che li tocca L 127
]1 Molto Rcu. Capitolo. L 64 io
La Prepofitura. L ^ \6
L'Archidiaconato. L i ix'^c
Saa
7>i K^ifdeU à/iMmarì i i^f
Santo Pietra
'S 8
Santo Andrea .
i
Santo Giacomo Maggiore»
5
Santo Filippo.
4
Santo Giacomo.
s
San Giouan Euangelifta*
4 5
Santo Bartolomeo .
3 8
Santo Matteo.
• •
3 iS
Santo Tomafo.
4
Santo Simone, &Iuda \
s
Santo Tadeo .
3
Santo Matthia.
4 IO
Le due Manfionarie di Santo Silueftro 1,
4 S o
Santo Giofeftb nel Domo.
3 7*
Santa Catherina nel Domo .
2 IO 3
Volendo adunque defcriuere la Diocefedì Rimino, comin-'
cìarò a dar principio ne i confini del mare , & del Serenifsimo
Signor D'Jca d' Vrbino , cioè dalla Catolica , & tanto pln volen «
lieri piglio qui il principio, poiché la Chiefa di detto luoco, e fot- chiefa di
to il Titolo di Santo Apollinare,che fu Difcepolo del Précipe del- s, Apolli.-
li Apoftoli San Pietrodal; quale egli fu mandato da Roma, à Ra» nare ,
iicnna fua Patria a predicare l'Euangelio di Chrifto Noftro Sign.
per con uertirla a quella noftra Safita Fede confirmata da lui, poi
con diuerfi Miracoli,per mezzo de quali vna infinita moltitudine
di perfone abbracciò la detta Fede di Chrifto Noftro Signore, co-
me fi può ben vedere nel Legédario de Santi del M.R.P.F. Iacopo
Voragine, & alcri.ne però in quella , come anco in altre ho potuto
ricrouare la defcritcione della fua vitatucta , & viaggio particola-
re fatto da effo Santo Apollinare da RomaàRauenna, finoalfuo-
Martirio , ancorché da me fi fia vfata molta diligenza in Rauenna
ifteifa,etiamne i ftudij di perfone dotte, & che fidilettanòdeHi-
riorie,& in particolare del Signor Camillo Abbiofo,perfoTja dot-
ta di molte buone qualità, doue credeua trouar occafione di far
longo r agionarrento fopra detto Santo A pollinare, mafsime tro-
uandofi anco per memoria antica , che fu fatta vna Chiefa fuori
della Città di Rimino non molto lontano da efla Città , fotto il
Titolo, & deuotione di detto Santo Apollinare . Ma per non ha-
uer cefa ficura, necertadi poter pa(far pììi oltra , fon sforzato-
contriS mia voglia paflTar ciò con filendo -
^ ' ' " " BicO'
. , J44 Sito Klmlm/è Libro Secondo
Dico adunque, che detta Chiefa della Catholica, fu datta dalli
M.R. Monaci Cafsinen, li quali erano Patroni dieffa, alli molto
Reu.Padri Carmelitani,ranno mille feicento e nouc, la qual Chic
fa era fottopofta , & anelTa alla Pieue di San Giouànni in Mari—
gnano, della quale detti Monaci fono patroni , forfi per leuarfi di
faftidio.ò purperfar carità a quelli poueri Padri Carmelitani, li
conceflcro detta Chiefa , con certe poche Terre, clvè ftato di gran
beneficio alli habitatori di quel luoco; la qual Pieue gli era ftata
conceflada MonfignorTomafo dalle Afte Vefcouodi Forlì , del
mille cinquecento e vndcci,al tempo della Felice Memoria di Giù
lio Papa Secondo . Di qui caminando verfo mezzo giorno (ì ero*
uà la
Picue di San Pietro a San Giouanni in Marfgnano delli moltoRc
Monaci di San Benedetto di Monte Cafsino .
Sant'Antonio delli M.R. Padri Celeftini.
La Santissima Madonna .
San Giouanni di Brefcia del fudetto luoco.
Santa Lucia in Conca.delli molto R. Monaci Oleultani .
Santa Maria del Mofcole.
Sant'Angelo di Morciano .
Vicario Foraneo. Pieue di S. Biagio, di San Lodecio. 17 i 3
San Bartolo meo delle JM.R.Monache di San
Benedetto
San Leone.
San Rocco Confraternita del fudetto luoco 11
La Santifsima Nonciata Con fra temiti. 1 1
La Venerabil Confraternità della Mifericordia. ij io
Santi Anforino, eSifto daMontePetrorino Ser-
ra di detto luoco^. 5 4
Santa Maria di Meleto. 7 io 4
San Pietro di Monte Gridolfo . 715
Pieue di San Michaele di Mondaino. 4 ip
La Venerabil Chiefa di Noftra Signora .
San Michaele Arcangelo, con fuoi Anefsi.
San Biagio ài Loreto, con fuoi anefsi
San Stefano, e San Saluatore da Cerctc. J 7 *
San Facondiao daldecto luoco.
Santi
i) j Raffaele tAMmdrl i4S
Santi Chriftoforo, e Paolo da Monte Spino, coni
fuoiancfsi. 5 14
San Stefano de Petretto con fuoi aoefsi .
San Biagio , e Theodoro . 2 i a
VicarioForaneo;Pieue di san Paolo di Monte Fiore. 10 17
Santa Maria dalla Neue dal fudetto luoco, la cui
colationeafpetta al Reuerendifsimo Capito;
lo di san Gio. Laterano.
San Martino in Luto.
San Simeone,& luda Apodoli de Sirbaldo ",
San Felice.
San Godenzo.
Santa Maria dalla Cura^
Santa Maria dalla Cella del Monte.
Vicario Foraneo : Pieue di san Lorenzo dal Tauole-
to d' Vrbino.
San Giouanni in Lauditorio.
San Donato , e san Martino dal detto luoco.
San Martino in Siluis, vtfupra.
San Biagio da Caflel nouo.
San Martino in Ventina dal fudetto luoco ^
Pieue di santa Colomba dell'Inferno .
San Pietro Argentario.
Santa Colomba dal detto luoco.
San Saluadoredi Pian di Caftelloi
San Giorgio di Valuelana, e fuoi anefsì,
San Donato da Ripa Maflana .
Santo Ercolano dal fudetto luoco .
San Giorgio di Valdeuelana .
Vicario Foraneo : Sant'Andrea , & san Biagio.'
Piene di San Lorenzo Cafalorto da Gemano.
San Seuerino dal fodetto luoco.
Santo Angelo de Perigliano è fuoi anefsi .
Santa Chriflina.
Santa Maria di Frontegnano.
San Patrignano da Marazano,c fuoi anefsi.
Santo Angelo da Galiano.
Sant'Andrea dal Gelfo .
San Biagio da Monte Scudolo .
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M4à ^'^<> 7^/wiw^y? Libro Secondi^
San Simone, & luda dal detto Iiioeo,oue l'EcceU
lente Biondo ferine la fua Italia Illuftrata. 4 io 8
San Felice da Bareto . » 4 6
Santa Maria da Monte Colomba^
San Martino dal detto luoco . 7 io
San Giorgio in salgaretto .
San Biagio da Valecchio^ 572
San Pietro in Teriuo. ^ 13 *
Santa Maria di Valiano delli M Reu. Padri Pre-
dicatori di san Donraenico .
5anGio.Battifta da Croce. 5 14 2
San Stefano da Croce , e fuoi Anefsi .
San Seuerinodal fodetto luoco .
San lacomo» & san Filippo de Ciucia ,
San Clemente di san Clemente. 5 14
Sant'Agata delli M.R.Eremitani di S.Agoftino.
Sant'Andrea in Cafale ..
pieue di San Biagio di Mifano.. ro 7
-Santa Maria di Scacciano. 8 7 E
San Giorgio del Agima.
San Martino d'Orcìone, oueripofa il Corpo del
Beato Alefsio Monaldi de detto luoco, la cui
Fefta fi celebra la Domenica in Albis .
- Santa Maria del Fatano delli molto R.Padri Ere
*^ • mitani. .
X SanLorenzo in strada. 7 3-
Sant'Andrea in Patrignano. 7 3
5? Santa Maria di Cartel Leale. 2 6 6
San Rocco di Celli c'hebbe origine l'Anno \6io,
I,,
VicarÌQ Foraneo pieue di san Sanino, di san Sauinoi 8 7 8-
San Giouanni di Padano. 4 1*8
pieue di santa Maria di Coriano. 1 1 2-
San Baftiano Parochia.
La santifsima Madonna di detto luoco .
Pieue di san Chriftoforo, U santa Innocenti* da
Monte il Tauro . . 4 ' ?
Sans
^l T{afdde tAdimdrl
'47
SanGiouannideVezano, 3 7 »
Santa Maria da Mulazano. 6 io io
Pieue di san Chriftoforo da CiarafoIe« 5 4
Pieue di san Patrignano . 5 itf tf
Santa Maira in Ccrete del M. R. Capitolo di Ri^
nìino.
San Pietro in Falciano que vocatur san Pietro
Martire delli molto Reu. di san Domenico de
Predicatori. 1 ip %
San Saluadore Priorato , dell' Ordine del Sepol-
cro del Signore
Santa Maria di Cafalechio. | 7 !•
La santifsima Triniti di Marano ) delli molto R«
Monaci Oliuetani .
^an Lazaro delli molto Reu. di san Marino La«
teranenfì.
la santifsima Madonna della Colonella , delli
molto Reu.Padri Girolamo di Fiefuli.
San Godenzo Abbacia dell'Abbate Bianchetto •
San Lorenzo in Coregiano. 5 9 S
San Martino Monte l'Abbate . 5 jo 6
Santa Maria di Beluerde.
. Santo Fortunato di Couegnano • 4 15
Santa Acquilina qua? vocatur Vgulina. 5 144
San Martino in Venti. 518
Santa Maria di Vergiano. 6 144
Vicario Foraneo : Santa Maria da Paderno • 3 5 8
San Martino in Cerere . 878
San Biagio da santa Hermete. 8 11 8
San Paolo da san Paolo, 3 7 8
Santa Maria di Corpalò. 8 i
Pieue di santa Chriftina Vergine, & Martire di Bul^
fcetìa da santa Chriftina .
Sant'Andrea da Saraualle della Republica di
San Marino. 372
San Stefano , e s. Donato in Lutignano , 178
Santo Andrea, & san Biagio , 3 15 4
San Uiagio di Caftiglione . 4124
Tt 2 San
IO
II 14 4
/ 4^ Sìio Kìminejè Libro Secondo
SanChriftoforodaMulione, 372
> San Pietro da Monte nouo. 3 » 8
San Paolo da Ronefredo.doue è il Fonte Battifma
le, pcrcommoditàdiquelluoco.
Santa Maria da Ronefredo . X 4 4
Vicario Foraneo : Pieue di Santa Paola da Rone-
fredo. 12 I a
San Biagio dal detto luoco. i 15 8
San Giuliano dal fudettoluoco. 276
San Biagio Parochia . l 15 8
Santo Antonio del Santifsìmo Rofario ."
Santa Maria da Ripa alta .
San Benedetto de i M.R. Monaci di Monte Oliuc-
to Abbatia .
San Bartolomeo delle Reu. Suore di detto luoco .
SanErculanoinMasrano. 2 15 4
San Biagio da Caftione. i 15 8
Santa Maria di Cento da detto luoco z ip 2
San Giuliano Martire da Murano. 335
San Biagio di Cafto. 1 i5
Santa Agata da Montfano ", 6 ip
Sant'Antonio Hofpitale .
Santifsimo Crocefiflfo dal detto luoco delli Reu.
P. Zoccolanti .
piene di San Pietro in Compoto di Lonzano. io ip 6
San Theonifta da Lonzano Monafterio gii dell'-
Ordine Camadolcfe.
Santo Apollinaro dal Monte dal Gallo. 7 9 Q
San Girolamo de i Molto R.Padri del Beato Pie-
tro Gamba curta da Fifa.
San Baftiano de i M.R.Padri Zoccolanti.
San Chriftoforo dal fudetto luoco .
Vicario F. Santo Andrea da Balignano l
Santa Maria dalla MaflTa. 872
San Biagio Abbadi dd M.R. Capitolo di Rimino.
Santa Maria da Gambettola.
San Giacomo dalla Mafon , della Religìon di
Malta.
Santa Maria dal Roncolo; i ^
Santa
n>i T^dffkele tAdìtnàrìl > 4.9
Santa Maria Madalena da Gualdo.
Santo Egidio dal bofco. ^64
Santo Angelo Infaluto da GoteO;Oue fi dice efTer-
li vno Theforo . 6 il %
San Pietro di Giouedia . 7
San Lorenzo da Gatteo. 7 l^
San Rocco dal detto luoco ."
Santo Antonio Hofpitale .
Santa Maria dal fodetto loco 1
Santa Maria dal Pin,feu Fiomefino dclli M.R.Pa'*
dri Anguftiniani.
San Mauro di san Mauro. ^ ^4 ^
Pieue di San Giouan'in Compoto da Sauegnano \ 20 x8
San Giouanno Abbacia.
- San Baftiano de i M.R.2occolanti Minor Oflcc-*
uanti.
La SantiCsìma Madonna della Triniti de ì M. RJ
P. del Beato Pietro da Pifa .
Santa Lucia Pieue Anefla a S.Gio; in Compotoì
San Rocco di Sauegnano ,
Santa Maria da Caftel Vecchio del detto luoco . 1 5 1 1
San Benedetto Abbacia deiriUudrifsimo Cardi*
naie Riuerola .
San Vicino da Ciola del lardo .
San Martino da Bagniolo da Sugliano,
San Martino in Conuerfetto .
La Santifsima Madonna del Spafmo .
Pieue di San Pietro in Compoto da Saliano T
Santa Maria Maddalena da zauarolo.
San Lorenzo da Sugliano .
Santa Croce delli M. Reu. P. zoccolanti.
Santo Antonio , è San Macario Hofpitale .'
Vicario Foraneo : Pieue di San Giouanno in Ga-
lilea. 5 $> ^
Santa Mudia delli M. R. Sig. Canonici di Rimi-
no.
Santa Maria Maddalena delli Sodetti .
San Bartolomeo dall'Ifola della Scorticata /
Sin
4
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3
7 »
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16
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sito Rimine/i Libro Secondo
San Chriftoforo dal fodctto luoco .
*a a Vicino. 548
San Giacomo, & san Filippo dal detto luoco.
Pi^uedi Santo Marcino di Veruchio . 7 19
San Pietro, è san Nicolò. J 17
SanPatrignanoda Cafalechio di Verucchio.
San Tomafo PafìTarello. 878
Santo Andrea , & san Biagio .
La Satifsima Madonna del Monte di Verucchio. 572-
San Vico di Gualdo dal detto luoco.
Santa Maria delli nìolto Reu. Padri de Serui,nel-
• , la cui Chiefa giace il Corpo della Beata Bion-
da da quel luoco .
lUacrof Monte, luoco della Villa de i Reu. Padri
Oflferuanti Zoccolanti .
Sant'Antonio da Verucchio fodetto. 878
San Chriftoforo, & santa Catherina da Saiaao.
San Chriftoforo in Conuerfetto dai Borghi. 5 11 io
Santo Andrea Bagnolo dal fudetto luoco . 328
Piene di San Michaele Archangelo , di santo Ar-
changelo. 17
LasantifsimaNonciata, Confraternita .
Santa Agata. . 712
La Beatifsima Vergine del Rofatio.
. San Francefco de Minori Conuentuali .
Santa Maria del Ponte , delli molto Reu. Padri
Capuccini.
Santa Croce Cófraternità di S.Croce di Rimino.
San Giouanno Canonica dairifola di sant' Ar-
changelo della molta Reu. Congregatione de
Scopatini di san Saluatore dì Bologna .
Santa Maria da Càmarano.
San Giorgio. •
Sant'Andrea dal Poggio de i Bernij del Serenifsi.
mod'Vrbino.
San Bartolomeo in Trebio.
Santa Maria da Monte A lbano,c Ligorciano .
San Saluatore , & sant'Agata .
Sinto Antonio dal fudetto luoco.
Santa Maria diCiola Corniale . 3
Sanca
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18
6
5
14
6
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2
14
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1)/' ^afaele lAdimAU • / / /
Santa Maria da Marignano
San Bartolomeo da Trebio. 2 14
Sant'Andrea da Cartelo delI'vfo,n plufo.
Santo Bartolomeo dal fudetto luoco .
Fkue delli Santi Vito, Modefto, & Crefsentia . 1711
Santa Maria da Cafale , la cui origine hebbe del
mille cinquecento nonanta fette .
Santa luflina .
San Martino Ripa Rotta . 11 12
San Martino da Bordonchio . 1114
Santa Maria da Bell'aria .
San Giouanno in Prarede .
Vicario Foraneo: Santa Maria Maddalena detto volgarmente le
Celle delli M. R. Canonici di san Giorgio in Alega .
Pieuedi san Lorenzo in Monte delli M. Reu. Monaci del Monte
Oliueto .
San Girolamo di Scolca, delli molto ReiLPàdri del Beato Pie-
tro da Pifa.
Santa Maria dal Monte Sion,ouero di Scolca delli M.R Mona
ciOleuitanr.
Santa Maria delle Gratie, delli M. R. Padri Zoccolanti iMino«^
ri Offeruanti di san Francefco.
Santo Andrea dall' Aufa, & la Cella del CrocefifTo in capo U
flrada della Poluerara» delli molto Reu. Signori Canoni-
ci di Rimino.
Santa Maria della Poluerara , delli fodetti Signori Canonici
fabricata d'Elemofine .
Santo Andrea extra muros dal Gatolo.che così vien chiamato'
dall'Acqua, che palla lì vicino, dell'Ordine Camaldulefe.
Poiché fon gionto al facil guado, è chiaro, e che vedò.cfee fat pra
fa bibtruntyclaudamJamriuos : Farò fine all'opera, ma non prima,
che con quella humiltà più profonda che ad vn poucro peccato-
re fi richiede ringratiando la diuina buontà , non li chieda perdo-
no de i difFetti commefsi, come fcarfo di cócetti/pogliato di paro
te, Difordinato nella tela. Ma voi mio Dio,mio Signore, mio Re-
dentore , che nella fronte fpecchiate il cuore , come voftro folito
nell'effetto, ma l'affetto mifurare vi degnate. Voi Imperatrice
Sacrata , che nel fronte di Dio , pur il mio Cuor mirate . Così voi
iom Glcriofi semidei , che nel sommo Amfiteatro della Celefle
Gift.
J/1
StU 'R mine fi Lihro Secondò
Gicriifalcmms albergate interciando corona alsacro AgricHo,'
(applicate per me,che interno mirate,che io non hauendo in que*
fta nrjia fatica fidato l'occhio ad altro berfaglio, è lo sa Dio, che
aUa fallite dell'Anima mia , è di chi leggerà , tralafciando perciò
ogiVarte del bel dire, ogni policiaTofcana, però operi laMaeft^
"Diuina, e C\ degni concedermi la mercede; Chequefte mie fatiche
liane accette finceramente a laude della Santifsima Trinità, ac—
cioche quelli , che vedranno la santa vita di quefti santi Cittadi-
ni del Cielo, ne cauino tal fructo,che il maledicente inuidiofo , &
fupcrbo diuenti humile, l'auaro liberale, il dishonefto cafto ; & il
Hmile auuenga in|tutti gli altri vitij; polche qui in quefto mio fito
Ariminefe,fi trouano elfempij di Santi, come antidoto contra cia-
fcuno di efsi ; preghiamoli ancora, che leggendo la vita di efsi.do-
ue in tanta copia hanno le Chiefe à loro honore dedicate : l'afflit-
to troui conforto , il pouero agiuto, l'infermo fanità , il carcerato
patienza , il perfeguitato diffefa in Cielo , nel vitio lume di emen-
da: & il morto nel peccato deiroftinatione, mezzo per ottenere
la Diuina Gratia , la qual ci conceda à tutti la diuina buontà , pec
fua immenfa mifericordia . Amen.
L'Anno della falutemillefeicentoetredeci, nel Pontificato del
Santifsimo Signor Noftro Papa Paolo Q^uinto , nell'Inditione 1 1.
al tempo del buon gouerno di Monfignor Uluftrifsimo Cardinale
Domenico Riuarola Legato di Romagna; & di Monfignor Con-
te Alfonfo Sacrato, dignifsimo Gouernatore di Rimino, fotto la
Paftoral Cura di Monfignor IlIudriCsimo Gefsio Berlinghiero Ve
fcouo di Rimino, Noncio Apoftolico alla Serenifsima Republica
di Venetia, e delli molto Illuftri Signori Confoli di Rimino infra-
fcritti , & Podefli.
?/ Signor Roberto Serafino Jfl Sig . ^Antonio BuonamU
T> onore. ci.
7/ Sig. zAttrelìorBattaglinì JflSìg. Gio. Domenico Mn^
cauagltere . re/calchino.
Jl Sig» Gio, iAntoTìio Neri jfl Sig, Luca Antonio Salò,
^IStg.Vmcenzp Lunardelli, Jl Sig.Gto.Battifia Vgolmi
Jl Stg. Alefundro LaglL Dottore F ode sìa .
A^gion»
1)1 l^affaele tÀdìmitrl. ir}
Aggìonta al Sito Riminefe.
Elebratifsimo a i fuoi rempi fu Monfìg. Reueren-
difs. Vittore Ve(couo Ariminefe nella Chiefa Af V'"o''«Ve
fricana, famofo nelle lettere Humane , e Diuine , fi^f^Q
e grandezza d'animo, e degno di gran lode ; poi-
che fcriffe IHiftoria Ecclefiaflica, circa gli Anni
del Verrinai Parto trecento e ottanta . Fiori al
tempo del Gran Giuftiniano Imperatore, come Ci
legge nelle Vite de tutti gì Imperatori Romani, Compofte dal
Nobil Cauagliere Pietro Mefsia , & dal Mag Ludouico tradotto.
Che dirò iodellallluftrifs & antichifsima Regia Famiglia delli A/a'aiefti
Signori Malatefti.la qual fé bene, ò di Germania,come il più del dìRimino.
li Eccellentifsimi Scrittoti vogliono,che venifle; Alla cui opinio *: f"* *^"t
ne volentieri aderiria,& aderifco ; & che dal feruitio della Maeftà S«ne .
Cefarea fi partiflero, quando io non credclTe, che la lor origine
folle venuta prima di Grecia, della cui lingua fi vede eflerne ferui-
ti in due grand* Infcrittioni fatte in Tauole di Marmo beretino a
man deftra , & finiftra, della facciata del fontuofo Tempio di San
Francefcoda loro eretto, comealtrouefièdetto. E come anco fi
legge in un' Epitafio fcritto in Marmo, ad immortai Memoria, fo-
pra la porta del Studio nel Conuenco di detto San Francefco vj.
Trìncipe Tandulpho MaUtesia /anguinc Crecus , dum Galevtus erat (pes p . ir
Vatriaqì Pater Dwì Eloqutjìnterpres: Baiottì Icannes fumtua cuym^\ & "cilene
S'ita hoc B'.bl'wtheca loco . i 4 > o. to M
O fuffero anco venuti, ò di Roma,ò d'altre patti lontani, afTai è,
che fi ellelfero quefta Nobilissima, Ciuile, & Mercantile Città,oue
il fuo Territorio Cx vede Coronato di ricche e delitiofe Ville, & Ca
ftella, per lor particolare habitatione,'dalla quale poihebbero no
med*eflerAriminefi;che nuM'altra cofa più vaga. Et facendo mol-
te honoratifsime proue,perrimperatore Romano contra, &c.
Leggefì tra l'antiche memorie deirEccellentifsimo, & Celeber-
rimo Dortor Sign.Gulielmo de Guglielmi da Rimino, cheagli Gugliel.-
antichi tempi, che fono da trecento, e più anni, compillò la fecon Sotc^rl^*
dapartedelli Statuti di Rimino,& anco commentò fopra il Dige
fio vecchio mciti titoli, & in particolare la legge Solemmbus Codice
de rei vchà ca(ion€,ComQ ài ciòattefta Giulio Claro nel paragrafo,
Frudum ,(ju£fl!one 49» verCiculo , Iterr. qwd: La cui opinione fi vede
efier approuatadaDoccori Legifti, e particolarmente da Baldo,
V u e Sa-
1 S4 Sito Rlmine/è Ltéro Secondo
Baldo , & & Saliceto , Dottori graui in legge, & modernamente dal Reue^
Saliceto, rendifsimo Sig.Abbate Corbolo,di S.Godenzo di Rimino,nel fuo
trattato Emphiteotico, in titolo , de caufa priisationìSi ob non petitam
^^^^^^^Inuefii curar» , intra legìtimum tempii numero 3 5. La cui famiglia an-
Abbaic^. ^^^^ ^ conferua nella Città nol^ra nobilmente, & eccellentemen-
te nelle Dottrine.
Atto fatto ^^^ l'altre fabriche, che rendono magnificenza alla Città no^^
da Otta - fìr^i > e quella antichirsima dell'arco Trionfale fatto fare da Otta-
uiano II . uiano Imperatore, fopra la muraglia vecchia della Città.alla por
Impcrat. ta porta all'Oriente, per andare alla Catholica, che fu fatto tutto
di pietra marmorea, ben lauorato d'ordine Corinto, con quattro
Figure d' Imagine de gli Dei delli antichi , cioè due per banda ; &
in mezzo di detto arco, vi fon due Tede boine, per menfula, cioè
da ogni lato, vna di Bue, quella che guarda la campagna per ricor
dare al popolo , & auifarlo , i coltiuare la terra , & con diligenza
raccogliere i frutti, & quella di Vacca, che mira la Città , per me*
- moria de facrificjj loro .
Le due Figure,r> Tefte, che fono ucrfo la Porta, Gioue dalla de-
ftra,& Venere alla finiftra : Dall'altra parte Settentrionale, Net-
tuno a man deflra vcrfo il Mare; & Bellona alla finiftra veifo San
BartoIomco,nè i fuoi fpechi fatte per eccellente mano,dalla parte
di detto Arco nell'ingreflo della Citta, vi furono pofte per fortez-
za, fy. abbellimento due Torre,di forma ottagona, di pietra cotta,
qual' bora fi vedono fpogliate d'ogni adornaméco ; fra l'Arco, e le
Torre ui erano due Statue, fopra i fuoi piedi ftalli, che anco fé ne
vedono veftigij di vn baffamento di marmo , il che Ci rende molto
più credibile, quando ne appaia fenfatamente qualche parte, co-
me hoggidi fi vede dalle bande : su li quali in uno vi era la Statua
l'Arciero ^jg yn'Arciero, che teneua la mazza nell'vna mano, e l'arco nell'al-
coD laniaz ^j.g^ g^ J2^ faretra con le verecce , che gli pendeua dalle fpalle, alfin-
verYt*te' il contro dall'altra parte la Statua de va' frombolatore,con la from-
fronditore bela in mano.
coti la fró In detto Arco vi fono intagliate lettere , delle quali al prcfente
da m ma- yj^ ^ p^^jg ^qj j fg ,^g yg^je* g^^.
no.
Celebratifslmo nel tempo di Giuftiniano Imperatore primo,
&di fingolar Dottrine Humane,& Diuine, fij Monfignor Vittore
Ivouo'^Rr Vefcouo Ariminefe nella Chiefa Affricana, il qual fcriife l'Hifto-
ttiaefc . ''ria Ecdcfiaftica , circa l'anno cinquecento e trenta , come d iegge
nelle
7)i Rafaele tAdìmifì i
US
helle Vite de gli Imperatori , nella Vita di Giu{liniano,pcrò fatta
da Pietro Mefsia , & tradotta da Ludouico Dolce . Eugenio
La deuotione di portare la cintura di Santa Monica Madre di papa ini.
Sant'Agoftino , hebbe principio, & origine , fotto il Ponteficato S. Nicolò
di Papa Eugenio Quarto, nel qual tempo fi canonizò San Nico jj* ^°'*^"*
lo da Tolentino, fotto il Generalato del Reuereiidifsimo Padre ^^ da Ri^
Maeflro Gerardo da Rimino : dell iftefTo ordine delli Heremitani „,ino Òc-
di Sant'Agoftino. ncralc.
Sopra lo Studio delli Padri Conuentuali di San Francefco di
Rimino vi fi legge l'infrafcritta infcrittione in Tauola diMar*-
mo,
- ^ . Verfi fo-
Trincìpe Tandhlfo Malateita fangmne Cretus , pra la li- -
Dum Gdeotm erat fpesy Vatmq; Tater braria dt
2)/«j Eloqui} Inter Tatris Baiotti loanneSf ?^*J*^^^^
Vt tua cura fit hxc Biblìotheca loco . 1410.' c"fco !*"'
La Chiefa di Santo Cataldo fiiconceffaalH Padridi San D0-5 ^^j^^j^^
menico l'anno 1255. del Mefe di Giugno , dalli Signori Prepofto,
6c Canonici della Chiefa Cathedrale di Rimino .
La Chiefa delli Santi Pietro , & Biagio, già Hofpitale delli „ r • ,
Armeni , fu conferita dalla felice Memoria di Pio Papa Quar ae gu' Ar-
^®* meni.
LeCbiefedi San Rocco di Monte Fiore, & di Saludezzo, la
Matione appartiene alli molto Reuer. Signori Canonici di San S.Roccodi
Giouanni Laterano . ?l°&Salu.'
Il che n'e caufa l'opera ma perfetta, lafciata dalli Antichi, per» dezzo .
cicche il crudel Nerone Imperatore , che fu al tempo di San Pie- Fétane fac
tro Prencipe delli Apertoli, & primo Pontefice della Romana 'e da Nero
Chiefa, mentre Simon Magofaceua vedere gran prodigi) al popò- J^fj'' "^
lo Romano, circa gli anni quarantacinque della noftrafalutej ^ °^ì?^^'
fece fare quelle Fontane di Rimino per la cui morte reftorono im
perfette, & Tito Imperatore liberalifsimo dubitando, chel'ope- .
re del fuo PredeceiTore , non perifTero in breue tempo, in graue?'^** *^*
pregiuditio della Città, le fece rifarcire, fi come ho hauuto parti- ^^^^^ *
colarmente in Mantoua nello Studio dell'llluftre, & molto Eccel-
lente Signor Sebaftiano Bolis da Rimino, huomo di belle lettere,
che fcrue l'Altezza di quel Serenifsimo Duca.lafciando gli acque-
ducti in mala difpoficione, che ha caufato nòefferli mai più ftato
fatto cofa alcuna pertinente alla fua perfectione .
Vu » Il
j fé Sito H^tmiMifi Liiro SccmuU
Il che ff U morte non dxai fine 2ila Maeièi di qocfto gnn Signo*
re, dal qual fu acduro gran cofe della Tua liberalità intorno a ciò:
_ - . Ma il corpo della tonrana, ^ : di
^^j jj^ Dioclct»«o Impera core, pe:„ . . ^_ _^„ ...:.. _-2n
peratòre. to, ooii fol s'hi per traditioac aoùca , ma ancora per gli Annali ài
ì&Mainm Me " .-scioc San Marino, & San Ieooe,cb'craQO ver
&LCOK. ^ rr akraoccanone, comeaiiooluocofidice.che .
fiogolanisimi & maranigliofa. à quei tempi ( le cui acqoe mai fi
kcmmaoo: ma fcmpre ftanno in vn'cfifereOE " ' :a rooi'b-aria
nxiaor Macfti , & bellezza al preferite , £e tot. .... .. fatta per al«
tre rulline occorfegli, nella priilina forma, conforcne ai Di:TegtKS
che fi vede, il qua! fari fen:ìpre più facile aiTai il credere , ogni vol-
ta, che fé ne vegga qualche parte dauand a gli occhi, cerne al pre-
fenre fi vede in forma circolare dioica in creata f accie , vru vota, Ce
l'altra con Tacqua, di modo , che in quindeci luochi getta acqua ,
éc tutta fi paglia con molta commoditi , éc gullo : il cui cir*
colo fofteneua altre fimili , eoo nicchi , e figure rappre-
fentanice*^ A^oc cofe degne, vimnaanente dì
akODoper e£ere rouioate, tunooo rifarcite , 2c
accooaodaae, aiqoaaro fopra il primo
Circolo, nel tempo della Felice, &
Sauu Memoria di Papa
Paolo Terzo,
J L F I :^E.
TA.
I S7
TAVOLA
D E L L I
A V T O R I.
Da ì quali fi ha hamto KeUtione di molte co fé , che fi con-
tengono nel f re/ente Stto Kimìnefe^ fenz^ le trudiùom
Antiche y (^ Annali antkht manisfcritte y ^ .
altri Scritture y comedi Bolle ^ Tri^
taleggi y ^ altri,
LRcucrendo M. Angelo Maria Porfani Arimi-
nefe , de lakdibus Romandiolf .
Annali Lucani HeUorum Cimiit^ttLj .
Alfonfo Giaconi dell'Ordine de Predicatori, To-
pra le vite de Sommi Pontefici , & Cardinali.
Antichità di Sarfina .
Andrea Paladiodeili quattro libri d'Architetta-
Andrea Arborenfe, onero Eborenfc. (ra.
Annali , ò Hiftorie di Cornelio Tacito.
Annali della Venerabile Confraternita di Santa Croce*
AuloGellio.
Augurino Gallo Brefciano de Agricoltura .
Ambrofij Calepini Dictionarium .
L'iUuftrifsimo Baronio Cardinale Ampiifsimo.
BattiHa Platina.
Bernardino Corio Nobile Mi lanefe Hiftoria.
Biondo da Forlì, Italia lUuftrata.
Cronica Ariminefe, Manufcritta.
Cronica, feu Annali di S. Godenzo, del M.RcuD Celerino.
Calendario Hiftorico del Signor Coftanzo Felici d' Vrbino»
airilluftri Signori Confoli di Rimino.
Cronica del Guazzo.
Cronica Hiftoriale di S. Saluador Laterancnfe da Tremiti .
Cronica dell'Eccellente Poeta Dance,& di Chriftoforo Lan.
Uino Tuo Conuneaucoce .
Ca.
ifi
TauoU de diuer/l ^Autori
Cathalogo di Monfig. Pietro Natale Vcfcouo d'Acquilcà.^
Fr. Chriftoforo Verucchino Capuccino .
Domenico Farri Guerra d'Attila Rè delli Hunni .
Ex Officina Horatij Saliuani de i Signori Titolati de feggi, & fuc-
ceflfo del Regno di Napoli.
ExHiftoria Ecclefiaftica Eiifebij lib. primo.
Epitonne de Vifito Mauritio de Confulibus Ariminenfibus.
Flos Saiictorum , Prima , & Seconda Parte .
Giouaa Villoni', e ^ratelli .
Gio.Battifta Pigna,Hiftoria d'Alfonfo Duca di Ferrara) vuo^
le che Otton terzo , & il Malatefta Tedefco .
Giorgio Piloni Belunefe Hifloria.
Girolamo Bardi Fior. Hiftoria delle cofe Notabili della Cic-
tàdi Venetia.
Giacomo Ant.Modefli Arcipr.di S.Lodezo vita del B.Amato.
Guiciardino Hi(loria .
Giornal di M. Lodouico Dolce.
Gio. Pietro Gufani Prete Miianefe. vita di b. Carlo Borro-ì
meo Cardinale .
S. Gregorio Magno Dottor di S.Chiefa nel RegiftroJ
Il M. R. P- F- Giacopo Voragine de Predicatori, Legendarfo delle
Hiftoria Pontificale di Milano . (vite de i Santi.
Hiftoria di Bologna Parte prima .'
Hieronymi Rubei Hiftor. Rauenatum lib. lol
Hiftoria della Scola di S Marcilianodi Venetia."
Hi ftoria delle quattro Città principali del mondo ."
Hiftoria delli Santi Vittore,e Corona della Città di Feltro 1
Hiftoria di Gieronimo Mutio Giuftinopolitano .
Hiftoriedi Giouanni Simonetta , per Chriftoforo Landino
Fiorentino .
Hiftoria dell'origine di tutte le Religioni di Paolo Morigi*^
Milanefe, dell'Ordine de Giefuati di S . Gieronimo .
Il M.R.PF. Leandro Alberti , Defcrittione d'Italia.
Leonardo Aretino.
Lorenzo Anania fabrica del Mondo .
Lcdouico Ariofto.
Legendario delle vite dei Santi , del M.R. P.F.Giacomo di
Voragine dell'ordine de Predicatori .
Lettera Paftorale deirillufttifs.Card.Auguftino Valerio F.M. Ve»
fcouo di Verona ,
Marco
i
TduoU de diuerfi AuitorL
ìJP
Marco Bidone, Hifloria di Venetia .
Marco Aurelio , de Prencipi.
Mondo Elementare, & Celefte, di Giofeppe Rofaccio Cof-
mografo, & Dottore Eccellente in Filofofia,& Medicina.
Martirologio Romano, tradotto in volgare dal M. Reu.Sig.
D. Bernardino Rocca Piacentino.
Nuouo Legendario della Vita di Noftra Signora.
Nicolò Herati, Vita di S Antonio da Lisbona f detto da Pa-
Nicolò Doglion Hiftoria Venetiana . ^doa.
Oratio nelle fue lodi, Foliam Ariminenfem ,
Officina Barbaranì .
Origine de Recanati»
Origene ,
"Petrarca.
Platina , vite de Sommi Pontefici.
Plinio Natura delli Animali.
Prontuario delle Medaglie .
Paolo Ramufio da Rimini , de Re Militari 1
Rafaello Barghini,de Pittori Illuftrifsimi.
Ricordo di Monfig. Sabba Caftiglione .
Suplemento delle Croniche del M.R.P.F.Iacobo Filippo Bergam.'
Suplemento delle Croniche del Sig. F. Sanfouino.
Sanfouinojdelle Famiglie llluftri d'ltalÌ3,& Antichità di Ve
Selua de varie lettioni. (netia.
Sueronio Tranquillo.
Il M. R. Serafino Razzi , delli Huomini llluftri,del facro Ordì*
ne de Predicatori .
Titoliuio Padouano Hìflorico .
Tomas Acquilenfìs Hiftoria Attilar l
Tracagnotto Hiftoria .
Il M.R.D.Viccnzo Santino Canonico della CongregdiSan GioE
gio in Allega, vita di S. Giuliano Martire.
Vicenzo Cirtario , Imagine delli Dei.
Vite di Papa Leon decimo, & Adriano ScRol
Vita di AlefiTandro Magno .
Vite di Plutarco,
Vita di S. Marino Prencipe del Monte Tiranno :
Vita di S.Carlo Borromeo, di Gio. Pietro Giufani Milansfc.
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