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Full text of "Sito riminese"

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in  2011  with  funding  from 

Research  Library,  The  Getty  Research  Institute 


http://www.archive.org/details/sitorimineseOOadim 


SITO 


RIMINESE 

D     I 

RAFFAELE    ADIMÀRE 

DA     R  i    M  ri   N   O 

Doue  Ci  tratta  della  Città ,  &  fue  parti ,  &  come  fi  poteffe  ampliare,  & 
fin'  doue  arriuano  li  (noi  confini  da.tutte  le  parti  di  terra, 

Et  in  particolare,  di  tutte  le  Chiefe  ,  &  cofe  Ecclefìaftiche ,  che  fono 

nella  Città ,  e  fuori  di  effa. 

Opcranoua^i  &dìletteuole  da  faperfi  da  tutte  le  perfone  curwfc^  ^  cott^ 

alcune  Figure  d'intaglio ,  dtuifa  in  due  Varti . 

LIBRO     PRIMO- 


IN  BRESCIA,  Per Gio.Battifta.&Anc. Bozzoli. 

Con  Uitt'i^  Uè'  Superiori.  i6i6» 


»; 


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;  t^.    r>, 


mo  nio 


Airilluft.  &Reu.  Monfignor 

IL  SIC  CARDINALE 

MICHAEL  ANGELO 

TONTI 

Sle.  &  Patron  mio  Colendiis. 

o 

Stato  coftiime  molto  antico.clic 
i  libri  ^  che  efcon*  fuori ,  femprc 
appoggiati  fiano  à  qualche  Per- 
fonaggiojfottolacuiprotettio- 
-^  ne  reftino  ad  eterna  memoria  : 
=^  Efonopiùdimilleeducétoan- 
ni;che  S  .Gieronimo  dedicò  libri  à  Papa  Damafa 
Santo  Portughefe  :  auati  la  venuta  di  Chrifto  N. 
Sign.  fi  ofleruaua ,  anzi  auanti  che  cominciafle  la 
Monarchia  de'Romanijche  fappiamo^che  il  gran 
Filofofo  Ariftotile  dedicò  li  fuoi  libri  ad  Aleflan- 
dro  Magnoje  molto  prima  il  Serenifsimo  Rè  Da- 
uid  al  Rè  di  lui  maggiore,  ch*è  fopra  tutti  i  Rè^di 

a     2        co: 


co  Eg6  opera  me  Al{egl  Vf.44*  e  pare,  che  tal  coflu- 
meduri,  e  fia  per  durare  fino  al  fine  del  mondo, 
poiché  ciò  è  fatto  con  molta  raggione . 

Prima  per  leuar  Toccafioneà detrattori,  &à 
mormoratori,  che  come  male  lingue  non  portan- 
do rifpetto  all'Autore  vedendo  il  libro  dedicato 
à  perfona  d'auttorità,  e  di  valore5non  ardifchino 
contra  eflb .  Secondo  è  per  mbftrare  à  chi  fi  dedi- 
ca Topera  eflere  molto  debitore  de  fauori  riccuu- 
ti ,  onde  dedicando  fue  fatiche  fi  moftra  di  corri- 
fpondere  à  benefici]  hauuti.  Terzo,per  ingrandir 
lopera  fi  dirizza  àPerfonaggioi  perche  lagentc 
per  ordinario  giudica  le  cofe  per  quello  che  vede> 
non  per  quello  ch'è  :  Et  ogn'vno  che  fcriue  bra- 
ma Tauttorità  del  fuo  libro,  onde  lo  va  drizzando 
ad  altoPerfonaggio,  che  quando  Topera  per  fé 
fieffa  non  venghi  mirata,  viene  almeno  rimirata, 
per  chi  tiene  di  efla  la  protettione ,  &  vediamo, 
che  fé  vn  Rè  hauefle  in  dito  vn'Annello ,  ancor- 
ché d'argento,  farebbe  però  fl:imato  affai  in  dito 
di  Rè ,  che  babbi  dentro  qualcheonghia  di  gran 
virtù,ò  qualche  pietra,  es'hauuràvn  Diamante, 
anchornonfoffefino,  pereflerin  dito  al  Rè  farà 
giudicato  di  prezzo,che  fé  fofle  fin'  in  mano  d Vn 
pouero farà  giudicato  Chriftallo:  e quefto  giudi- 
ciò  fi  fa  per  la  mano,oue  fi  troua  :  che  però  quefta 
è  la  raggionC;  perche  quelli;  che  màdano  fuori  in 

ftam- 


ftapa,  cercano  d'ìniiiar  i  Tuoi  libri,  e  le  fue  fatiche 
in  mano  di  perfone  llluftri  d'auttorità^e  divalore. 
E  feogn'vnadi  queftecaufe  llluttrifsimo,  & 
Reuerendifsimo  Signore  ,  mone  ogn'uno,  che 
puone  opere  in  ftampaà  dedicarle  àPerfonaggi. 
Qu,efte  tre  raggioni  han  moflb  me  à  dedicare  quc- 
fta  mia  fatica  à  Voftra  Signoria  llluftrifsimajper- 
che  eflendo  di  debole  ingegno ,  come  è  il  mio^ac- 
ciò  fia  letta ,  e  riletta  volontieri,  bolla  drizzata  à 
lei,  come  Prencipe  di  Santa  Chiefa  di  tanto  valo- 
rejC  di  sì  gloriofa  fama^come  fi  fente  nelle  fue  he- 
roiche  attioni,  coadiuttoreà  quel  fplendoredel 
fecol  noftro ,  deirilluftrifsimo  Signor  Cardinale 
Borghefe,  particolarmente  nella  Dataria  di  San- 
ta Chiefa  y  che  la  rendono ,  Se  amabile,  &  formi- 
dabile à  tutto  il  Chriftianefimo  :  E  la  Città  no- 
ftra  di  Rimino,  che  ne  gode.come  vero  di  lei  Cit- 
tadino né  forma  concetti  al  colmo  maggiori,che 
peruenir  pofsi  vn  Prencipe  di  tal  portata,  come  è 
Sua  Signoria  llluftnfsima^  &  Reuerendifsima . 
onde  è  perche  fi  tratta^del  Sito,  e  della  fua  Patria 
di  Rimino,  e  perchela  fuaprotettioneinalzarà 
l'opera,  à  lei  ho  prefo  ardire  di  dedicarla:  Anco 
raoffo  dalla  feconda  raggione  de  i  fauori,  e  bene- 
fici] riceuuti  da  V.Sign.  Uluftrifsima,  cfsendo 
fempre  (lato  amatOjC  fauorito  da  lei .  onde  per  il 
puoco  mio  potere  con  qucfta  occafione  ho  vo- 
luto 


luto  farli  noto  il  buon  volere,  anco  moflb  dalla 
terza  raggione ,  ehc  s'è  vero  ciò,che  dice  Plinio, 
che  nò  s'acquetano  le  rani  nel  fuo  ftrepitofo  fran 
gore/e  non  col  fplendore  del  lume .  Quelli  che 
vorranno  dire contra  me  ^  e  contra  Topera^  fpero 
col chiarìfsimo nome fuOjà  cui  la  dedico,s*acque 
taranno .  Accetti  hora  lei  il  picciol  dono  e  rimiri 
l'affetto,  per reffetto, così, come fuol fare  pur 
Dio, aggradendo  fc  non  altro  il  cuor  del  pouero, 
Seruiralliper  fentircmoltecofe,e  pietofe,ecu- 
riofe  della  fua  Patria  di  Rimino;  de  quali  peref- 
ferfi  ella  partita  da  giouanecto  da  effa  per  atten- 
dere à  gl'altri  ftudi jj  con  quel  profitto.che il  mon 
dotuttola rimira, che  ha  fatto,  nonhaurà  così 
chiara  notitia  5  6c  eflendoli  grata  la  fatica  (  come 
fpero)mi  farà  fperone,!!  come  deuotoferuitorcla 
fento,  &  ofieruo  co  tutta  la  fua  nobilifsima  Cafa 
di  operare  à  miglior  occafioni'con  tutta  Tanima, 
mcftrandolijciò  che  ho  in  animo.  Cosi  Dio  la  co 
ferui,  epreferuiperfublimihonori .  Come  io  di 
cuore  lo  prego  :  e  baccioli  riuerenteméte  le  vefti. 
Di  Rimino  il  di  primo  d'Aprile  i5i5. 

Di  V,  S.Illuftrìfsima,  &Reuerendifs. 
Deuotifs.  &obligatifs.  Seruitore 

Raffaele  Adimari  da  Rimino. 


ALLI  BENIGNI. 

Etprudcnti  Lettori. 


^^rj  Vefta,cheper  lemanf,  poca  Operetta  vs 
V  ^„  porgo,benigni  Lettori,  fu  già  deirilluftrej, 
&  iMolto  Eccellente  D.  Adimario  Dotto- 
re, &  Prete,  figliuolo  che  fu  del  Cauallic* 
re  Nicolò  Adimari,  Porta  infieme,  per  ha- 
ner  in efla,  quafi  in  picciolo  è  caro  fcrigno 
appreffo  di  fereferbate,&  vnite  quelle  po- 
che Reliquie  di  quefta  i  lui,  à  voi,  &  à  me 
commune  Patria;  le  quali  fé  ben  non  mol- 
te,tutta  uia  fmarite  fra  loro  fparfe ,  e  quafi  totalméte  perdute  re- 
ftauano  qua,  e  li  in  abbandona,  e  non  per  ch'egli  folTe  mai  in 
penfieroydi  così  adunate,  offerirle i  voi,  ftimando  forfè  non  da- 
uer  porgerle  in  dono  à  chi  di  effe  al  pare  di  lui,  come  veri  Cit- 
tadini di  quefta  cara  Patria,  partecipi,  e  padroni  fono.  Onde 
fodisfatto  di  hauerle  così  folamente  appreffo  di  fé ,  tralafciò  di 
dar  perfetta  mano  all'Opera  Ma  perche  anche  l'offerire  tall'ho 
raàchi,  chefia  cofafuapropria,quandomen  lapenfaua,  efma 
rita ,  e  perduta  fofìfe  la  credeua,  fuoleefifere  di  non  poca  confa- 
latione,  quindi  è,  che  caduta  in  mia  mano  per  l'infinito  defide- 
rio ,  che  fempre  portai  di  far  cofa  grata  à  ciafchsduno  delli  miei 
Cittadini  ,e  per  lo  debito»  che  ad  ognVno'conftituifce  il  diuin 
Platone.  &  altri  verfo  la  Patria ,  né  fui  fempre  non  pure  Gelo- 
foj&  auaro  cuftode  ;  mi,  etiandio  fé  in  legendo,  ò  altramente, ia 

cafa 


cafaio  nVabbatteua,  chea tairopra  farmi pareffe.  Portandola 
qua  procurai ,  per  quanto  pcrme  fi  poteflfe ,  che  la  Patria  riceuef- 
fé  ancora  da  me,  come  da  grato,  &fuifceratamentc  aftettionato 
fuo  Figliuolo,fe  tìorf  abelIimento,&  aiuto,per  lo  poco  valere  del 
lo  ingegno  mio,  almeno  uiuo  fegno  d'amore  per  lo  debito,  che  a 
lei  mi  artringe:e  finalmente  cosi  confìgltaro  da  cari  amiciCfe  ben 
prima,  che horaforfi  io poteua  hauer fatta  qucfta  rifolutione) 
Entrai  in  penfiero  di  participarne  voi  altri  signori  tutti ,  come 
bora  faccio  col  mezzo  della  publica  S:apa:  poiché,  come  pianta 
quanto  più  è  fiata  fotterraia  tanto  piùè  crefciuta,&  tanto  più 
fono  affidatomi  poter  ciò  fare  col  buon  aiutto,  &  fidato  mezzo 
del  Signor  Luca  Pianerò  Nobile  Brefciano  peifona  gentilifsi- 
ma  di  molto  valore,  &  officiofo  per  li  amici:  che  per  bora  altro 
dir  non  poffo  douendo  andare  l'opera  alle  fue  mani  ;  la  qual  v- 
fcira  sì  per  la  già  detta  caggione;  sì  anco,&  mafsimeper'moftra- 
re quanto  lontano  dal  vero  ardifcano  parlare  hoggidi  alcuni: 
che  fenza  punto  fpogliarfi  dalle  loro  pafsioni  tall'hora  foglio- 
no  occupare  le  menti  di  chi  leggono  di  maniera,  che  mentre  ftu- 
diofamente  s'ingegnano  aggrandire  li  proprij  fatti ,  &  abbaffa- 
re  gli  altrui  ,  più  tofto  auilifcono  fé  ftcsfi,  e  quanto  di  buono 
arebbe  nell'Hifloria  ,  apportando  anzioccafione  di  mormora- 
tioni,edetrattioni,chedi  curiofa  lettura  ;  poi  che  come  può  effe- 
re,  che  quello,  che  tanti  Litterati  Scrittori,  non  hanno  fin  qui  fa- 
puto,nè  detto,  hoggi  fé  dica ,  e  fé  fappia,  Dio  fa ,  come,  è  quefta 
difficultà,  non  è  dubio.chc  all'hora  fi  fa  maggiore ,  che  fi  piglia- 
no à  fcriuere  fatti  d'altri,  mafsimc  de  Santi  Cittadini ,  &  habitat 
tori  del  Cielo,de  Popolile  Paefe,doue  correndofi  dietro  alle  rela- 
tioni  incerte  ,  e  mal  ficure,  e  ben  fpeffo  all'opinioni  del  .Volgo, 
ò  alle  proprie  conietture  fatte  à  fuo  capriccio,fi  dicono  cofe,che 
ogn'altra  cofa  a(fomigliano,che  la  verità:  il  fimilevien  detto  aii 
co  delli  Greci  mentre  hanno  fcritto  le  cofe  del  Senato,c  Popolo 
Romano,hanno  fatto  innumerabili  errori,  chehànodatto,eda- 
no  tuttauia  da  dire  al  Mondo:  Et  li  mcdefimi  in  fcriuendo  le  co* 
fé  loro  sì  ampiamente,  &  fuperbamente ,  &  con  tanto  fpirito ,  & 
grandezza  ,  ne  hanno  fcritto  ,  accecati  dal  proprio  interefle  le  lo 
ro  Hiflorie,che  non  è  pofsibile  di  poter  ritrouare  la  verità,  Ani- 
ma vnica,&  fingolare  oggetto  dell'Hirtoria;  ma  di  quefti  fia  co  • 
me  fi  voglia  ,che  finalmente  poi  la  verità,  lor  mal  grado,  non  si 
ftare celata;  anzi  tanto  più  que^arifplende,  quanto  quelli  tali 

refta- 


rellanooffufcatìj&ofcurati  nella  buona  opinione  degHHuoml 
iii,appreflb  li  quali  fono  conofciuti  pur  troppo  amici  delle  pro- 
prie pafsioni  auencate.  Accettare  adunque  voi  quefta  opera 
con  occhio  benigno,  abbracciateia.e  raccoglietela  come  cofa  vo» 
ftra  pur  bora  ritrouata,e  fé  altramente,  almeno  così  tairhora  pec 
diporto  vi  ferua  qual  di  nuouo  inftrumentodi  vifta,  poco  di* 
nanzi  ftranamenre  inuentato  à  porui  l'occhio  per  mirar  vicine, 
echiare,ediftinti  le  cofe,  Rifatti  di  quefta  ,'noftra  purtroppo 
vecchia  progenitrice;^  le  quali  fenza  tal  l'opra  difficilmente,  anzi 
quali  in  niun  modo  affatto  perla  lontananza  ,&  offufcata  loro 
antichicàdifcernere,nèconofcerepotrefti,  ficuri  cbe  fi  come  le 
già  per  tanti  fecoli  paflati  ;  &eftintecofe  vi  porrà  inanzi  àgli 
occhi  quafial  viuo  prefenti ,  col  raccontarle,  e  col  moftraruele, 
efpreflc  in  figura  d'intaglio,cosi  à  guifa  pure  di  tale  inftrumento 
dall'altra  parte  ad  honor  voftro  farà  lontani  li  vicini ,  e  prefenti 
nobili,  &  honorati gefti  voftri  conferuandoli  in efìfa  perpetua- 
mente fcritti,&  imprefsiàgUfuturi,e  più  nomaci  Pofteri,  che  di 
voi  degnamente  verranno. 


iSfiì  iiVSì  iSìfiìa^iSifiiaSfiiaìfiìaìRi  Oìdi  «¥!) 

Del  Signor 

SEBASTIANO 

B     O     L     I     S 

Da  Rimino  Dottore  di  Leggi  ^ 


t/§i  pur  lettor  3  che  ìl^ejfagier  de'  Dei 
V^mefì  de  Mercanti  >  e  d'eloqHeKZjt: 
(^ome  (Charmi  j  e  de  faenza . 
Nume  Jù  T>alU ,  è  rana  meraviglia 
eh*  all' Hìpcriei  affiglia 
Nonth  del  Patrio  grido  il  tuo  Adtmari: 
Di  M  ercurio  ha  il  Caruceo  ei  Talari. 


TAVOLA 

DEL     PRIMO    LIBRO 

Della  prefente  Opera. 


Bbondanxjt  delle  quattro  cofe  prìnclpAliper 
Cottine  di  Città,  lih.i.  carte. 
Accademie  de  arti  liberali. 
S.Agnefe  Chiefa  TarochiaU] 
S.  Agofìino  Chiefa  Tarochtale» 
Aleffandro  Magno  edifica  ^efiandrìal 
^llegrex^  de  Kcgnu 
K4ìpid^Alemagnai&  di  Franca, 
jilpi  dì  Balce.  v 

t^lpi  della  cella  de  S.  Alberico, 
Alejjandro  Taci  Dottor  de  Leggìi 
Mte%j^a  del  Volo  di  Kimino  , 

S.Aldebrando  Vefcono. 
Alfonfo  Rè  d* Aragona,  &  dì  Tiapolt. 
altare priaìlegìato  perii  morti  in  San  Prancefco'. 
AUegre%^  grande. 
Aleffandro  Ter%o  Vapd. 
Ale  (i  andrò  se  fio  Tapa . 

Altare  pmìlegiato  per  li  mortìin  San  CmlUnO' 
Amphìteatro. 
Amici  di  Dio . 
Ambroftno  Ambrefinì. 
Annibale  Cartaginefe. 

M.  Angelo  Maria  Torfano  l  ,\ 

Ai.  Angelo  Maria  Sermarìno , 
Anello  di  San  Marco  à  Venetia. 

h     X 


fabrìcat 
72 

6 

17 
17 

iS 

SO 
55 
^5 

po 
9^ 
9Ì 

S2 

8p 

125 

17 

79 

19 
91 
An- 


TAVOLA 

Jindfea  Olfi  Dottor  de  leggi  p^ 

uingelo  Taci  Gentil'huorno  da  Rimino  .  pg 

i,  Antonio  da,  Tadouay&fua  Confraternita  de  Lìnarolìf&Barca' 
roli.  ^  126.130 

Tredìca  all'i  H eretici  in  Bjmino* 

Antonio  Bonuicìtii,  131 

^pparitionc.  108 

Ariftotile  Trencipe ,  &  Monarcha  de  Filofofi.  5 

Aria  grojfa,  4 

Argofsa  Fiume  de  cimino.                                         >.  1$ 

ArgonCyCuer  TìfatcUo  fiume,  l  j 

S.  Arcangelo  Cafìello,  1 6 

Archiuio  di  Fjmino.                       ^  35 

Alcamo  Varifano  Card,  di  S  .Tudentiana  Vefc.dì  nmm.  1 1 

D'  ^[canio  Martinengo  Brefàano  de  Canonici  Regulari  Lateranenfi 

Abbate.  ic6 

Aufa  fiume  di  ornino.  i  4 

Aureliano  Imperatore,  j2 

Auttorità  di  conferire  beneficij,  P4 

B 

BAhìlonta  ttttà,come  fabricata.  47 

Battifta  da  Cajìel leale  v'ifie in  I{imtno  cento,  e  quattro  anni.  4 

Bacco  della  Citta  di  Nifìa .  1 1 
Bandello  Bandelli  da  Luca^  Card,  dì  5.  Balblna  Vefcouo  di  Rimino*     20 

Baluardi,  come  ft  fabricano.  47 

S.BartholomeOf  &  fua  confraternita»  1x5 

S.Bartholomeo  Chiefa  Tarochiale.  1  j  j 

Belifario  Capitano  di  lufìiniano  Imperatore]  3  6 

BeniEmpbitheotìci.  56 

5  Bcrnardino,&  fua  Chiefa,  85 

Beneficij  Curati  Secolari .  97 

S.BiagiOt&  fua  confraternità,  1 2 S 

Bologne  ft  in  aiuto  de  Cefenati,  contra  li  Rìmìnep,  1 6 

Borbone  con  l'efiercito  Impcriald  paffa  per  Kimino,  2  7 

Borghi  fei  in  Bjmino.  3  8 

Borgo  de  S. Giuliano .  3  8 

Borgo  diS*  Andrea  del  Gatto*                            .%  3  8 

Bijrgo  diS.GenefiOs  39 

Borgo  di  S.Uitolò.  19 

tùlU 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

Bolla  dì  lìberatione  de  beni  emphiteotki .  j  1 9 

Bra';^:^  di  S^l^icolò  in  vna  teca  d'Argento,  5 1 


Cjtpìtoli  minoUbilì  offeruatlfrd  le  donne  Romane'.  i  i 

Cafale  dì  Lufo.  1 5 

Caua  le  ìi  Soldadefca.  %z 

tapìtanio  del  TortOy  &fua  mifd'tttme,  3^ 

Cardinale  Riuarola  legato  di  Romagna,  27 
Carlo  Malate  fìa  fintile  à  M.  Catone.  40.     yìl^al  Concìlio', 
Campane  fonano  da  Juapofta.                                              ^l.&SS, 

Capo  di  S.  Colomba  in  me'3:^%p  à  quattro  Santi  fratelli,  5  5 

Capucfìnij&fuaChiefa,  gì 

Canonici  Regolari  Lateranenfi .  g j 

Cabrano  cantra  il  veleno.  85 

Canonici  Secolari,  ^x 

Caja  [anta  di  Loreto.  94 

Canelata  che  fi  fa  dalle  Monache  di  t.  Sebajììanol  io  5 

S.  Catherinay&  fua  confraternita,  12  y 

CathaldoChìefaTarochiale.  I34 

Cefare  Augtihopaffail Rubicone  fumé,  8 

Cefena^  &  fuoi  congni.  1 S 

Cerci  grandi  in  aria.  S9 

tenturati  di  T.  Monica.  119 

iittà  di  Riroiwo  ,  &  fue  doti,  x 
Città  di  Fano  paga  emfìtheofi  al  Monafierio  di  S,  GMiano  de  Rimino, 

Cittadino  Venetiano  lafcia  [alcune  reliquie  de  Santi  in  Rimino.  133 

ChÌ€[adiSS,P^ìtOy&  ModeHo,  ^  15 

Chiefa  de S> Andrea  del  Seminario,  2 j 

Cbiefa  Caihedrale,già  detta  S.  Andrea,  5  E 

Chiefa  de  S,  Prancefco  de  Minori  Conuentualu  60 

Chiefa  de  S.  Cathaldo,  ouer  S.  Qemenico^  19 
B.Chiaradelli  Angeli,                                                So.lo7.109 

Chiefa  conf cerata.  81 

Chiefa  deUi  Tadri  Capuccinì,  8 1 

Chiefa  de  S. Croce.  8l 

ChìefadtS.Gìofeffo  dettoli  Varadifo.             ^  81 

ibì€:a  di  S-Mmno  de  Vadri  Canonici  Regolari  83 
"                           "                      fhf- 


TAVOLA 

th'tefa  de  San  Giulhno .  9  2  p  8 

ChiefadeSan  Gio.  BanìftadeVadrìCarmelitm»  pg 

S.Chìara  Monafiem  de  Monache»  pp 

CbiefadiS.Ma'tbeo.  lor 

Chìefa  dede  Monache  de  S-Sebafììano,  104 

Chiefa  cathcdrale^  detta  S, Colomba.  i  ^  t 

Chìefa  della  Madonna  della  Colonella.  127 

S XhnKmaV ergine i&  Martire i&  fua  transUtìone,  127 

ChrìiÌG  atparv alla B^ata Chiava .  Hi 

Chrìiìofaro  da  yken^a  vefcouo  dì  Kìm'mo»  1 1 8 

Claudio  T<^xe  Catfalliere,  i  p 

Claudio  ^cquau'iHa  Cen.de  Tadre  Cefwtì.  70 

Clemente  Vapa  Ottauo.  1 8 

Cdonìa  de  RomAnì  Rimìnol  \j 

Colonie  fedeli  à  Komanì,  17 
Co mpra  de  M xlatefti  à  Ragttfa.                                          64.^  6$ 

Computo  delle grandex;^e  d'Italia  del  Kofaccio',  6 

Conca  fiume  de  Klmino,  17 

Conca  Città  fommerfa  nel  Marel  1 7 

Condìtionì  che  douerebhono  hauer  le  Città,  che  fi  edificano,  3>&^ 

S.Colomba  Verg.  &  Mart.  5  2 

Collegio  francifcano i&  (uà entrata,  yj 

Confian'zo  Imperatore  promulga  vnx  legge  in  Rjimino.  18 

Concilio d/i  Trento.  ai 

Concilio  di  TrentOy  &  dectfionì  di  Rota .  8  4 

Confraternità  de  fecolarì  in  Rimino»  5 1 

Concìlio  de  Rimine  fi  à  che  tempo^  e  fatto'.  5  7 

Confraternita  de  Centurati  dì  S.  Monica.  ^  y6 
Confraternita  del  Santi{}imo  Sacramento  nella  Chiefa  dì  S.  Giuliano.  9  8 

Confraternita  de  Todefcln  in  Rimino.  1 1 7 

Confraternità  ,  &  Oratorij  in  Rimino .      ^  117 

Confraternità  del  Santìffimo  Sacramento  in  Domo.  1 1 7 

Confraternità  de  San  Gìerolamo.  1  t  8 

Confraternità  di  Santa  Croce ,  &  (uà  origwt^'»  i  ao 

Confraternità  delChabito  della  Madonna  deferui.  1 19 

Confraternita  del  nome  di  Dìo.  119 

Confraternità  della  Incoronata.  129 
Confecratione  di  S.Gaudentìo  Vefcouo  dì  Rjmino  della  Chiefa  Cathedra- 

le.  5<J 

Con'^ 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

Confecratkne  della  C hiefa  dì  S.  Francefco,  ^» 

Confecratione  della  Chìefa  dì  S-  Domenico .  g^ 

Confecratione  delia  Chìe fa  di  S 'Giuliano,  ^^ 

Confecratione  della  Cbiefa  di  S.Chiara.                    ^;  ,0© 

Confecratione  della  Chìefa  dì  S,  Mattheol                    *  j  qj 

Concettione  della  Madonna  Confraternitdé  129 

Corpo  di  S.Gaudenzp  in  monte  alboddo,  eg 
Corpi  Santi,  &  [{eliquie  donati  alia  Commmità  dal  Sign\  Cardinale  Ton 

^'-  .  .  6g 
Corpi  di  S.Marina  Verg.&dì  srheodorofno  Padre  in  S.^goflino,  74 

Corpo  Santo  d'uno  Innocentino,         "                     '  77 

Corpo  Santo  invnpo':!^^'},  g  g 

Conuento»&  chìefa  delle  Monache  conuertitel  l  ì 5 

Cordone  di  S.FrancefcOy  &fua  Confraternita .  128 

Corriano  Ca  ftelto,  &  fue  laudi,  3  r 

S,SXofmOy&  Damiano.                                       v  iqo 

tojaHupenday&maramgUoIal  "  g 
Croce  fignati  di  molto  numero. 


121 


S. Croce  vecchia  Varocchìa,  >;  ij^ 

Croce  CafìcUo  di  Kimino,  24 

turione  Scacciato  da  Roma  da  Tompeìanì.  8 


Decreto  dì  Federico  Imperatore.  io 

Detto  d^un  Imperatore  in  materia  di  vino'  1 2 

Vefcrittiont  del  Sito  Rlminìfe,  iS-C^  *9 
Uefcrittìorìe  della  Chìefa  dì  S.Francefco^ 

Deuotivnc  di  do  d Genetta.  pi 

Tììio  di  Santa  Lucìa  m  San  Giuliano  •  P5 

Ditti fione  del  Mondo,  r 

DÌLcUtiano  imperatore ,  &  fuo  dette^  2. 

Diffegfio  nouo  della  Città  dì  Rimino .  •%                   49 

DiffegnodellaihìefadiS.Fraricefco,  '                     6t 

J>iiigen:^a  vfata  dal  vefcouo,  88 

Dìjcìpima  di  ferro,  loi 

Dottori  d i  leggi  vfciti  dal  Seminario  di  Rimino .  ,              ai 

Domiti  mo  Imperatore.  J4 

Donne  che  pccideHano  molti  bnomìnì,  37 

D^nne 


TAVOLA 

Donnei  che  rccìdeuano  molti  huomìni,  j  y 

Domìnio  di  ^agi^fa.  j  ^ 

Pominio  de  Signori  Malateftj.  42 

lOonationedc  MMatefii.  6$ 
Domenica  quarta  del  Mcfe^  fi  fa  procejjione  della  Corìfraternìtà 

della  Centhra .  7-7 

F.  Domenico  /licci,  dell'Ordine  de  "Predicatori .  80 

Donne  da  Monte  fiore .  8p 

E 

E  Ditto  del  Senato,  &  pepalo  Romano.              '  1 5 
Echino  pejfe  iìagna  il  [angue  delle  donnegrauide^che  non  fi  f concia  - 

no.  53 

Egidio  Cardinale  Aluarez^  24 

^f  Egidio  Cotardo  Tbeologo  Vredicatore,  77 
Bpiflole  di  S.  Taolo  commentate  da  Gregorio  da  Klmlno'» 

Effarcano  di  Kauenna.  if 

Jif^equte  del  B.  Roberto  MalateSìa.  4i 

C/iercitìj  fpirìtuali  del  valderama,  78 

I.fperien\a  fatta  col  fuoco  al  bTa%j(^  di  Svicolò,  9  ^ 

SlÀde  vecchi  a  Ritmino,  4 

Etégenìo  Tapa  terzo .  9^ 

S. Eufemia  Martire.  9i 

S.  Eufemia  Monafterio  de  Mtnache  '.  loz 

F 

Fjtneft  danno  tributo  à  Venetiani  d'oglìcy  &  perche  caufa.  i  j 

FauoridìRìmifìefi,  l^ 
Fabrìca  di  S. Sigi  (mondo . 

Fano  Città  paga  Empbiteufi  al  Monafìtrio  di  S.  Giuliano  di  Rimino.  ^  8 
Federico  inperatcr.CT  fuo  decreto. 

Fertilità  de  campi  del  territorio  de  Rimino,  1 1 

Federico  Vefcouo  di  Rimino.  ip 

Federico  Ballaccbi  Vejcouo  di  Rimino.  7  9 

Filippo  Rè  de  Macedonia  fcriue  ad  Arifi.  | 

Fiumi  del  Territorio  di  Ramino.  14 

Fiumifmo  di  Sauignanc.  I S 
Fontane  di  rino  fatte  à  Rimino  nelpafjaggio  di  Tapa  CUm^Ottau»     if 

Formaggi  mar';^olini  buoni  à  Rimine.  IJ 

Foglia  fiume,  16 

Fontane  di  RìminOi  &fua  ori^>ne,  1 1 

/or- 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

fùrtUM  di  mare  grande .  ^  i 

Francefco  Sauoneft  Cardinale  di  T.Vietro  in  vincola  Vcfcouo  A  ftì- 

mino  :  poi  Vapa,  detto  Siflo  Quarto,  1 9 

F. Francefco  da  Rimino  Vefcouo  di  Ceruia.  So 

francefco  Deti  Mercante.  ^^ 

S. Francefco  dorme  nella  Chiefa  di  SXbiara  dìKìmn9i  loc 

F,  Francefco  da  Carpi  minore  offemante,                       "  m 

S. Francefco  Chiefa  Tarochìale,  l»^ 

Furio  pàfio  di  Foffombronc.  ^ 

fuoco  da  terra  al  Cielo.  %a 

G 

Galeotto  Malate/la  Vicàrio  di  Fimimo.  4t 

S.Gauienxo  Vefmo  di  Rimino  creato  da  Melchiade  Vapa,        5  7 

tonuerte  C acqua  in  yino.  57 

tafcano  gìX  Idoli  per  terra,  ^m 

GaleaT^  mengo^X^  GentiU'huomo  da  Kiminol  i  o* 

Ciouanna  vifje  m  Rimino  anni  cento,  &  dieci*  a 

Cirolamo  Ro^i  Hìfiorico  da  RauSna  ferine  cantra  U  immunità  della  Chic 

fa  di  Rimino.  f^ 

Giulio  Varìf ano  Vefcouo  d\  Rimino.  Ip 

Giacomo  Antonio  Tedroni,  Canomco  dì  Rimìnol  10 

Girolamo  Tifano  Vicario  del  Vefcouo  di  Riminól 

Gìo.B:ittìSìaCafìeUo  Vefcouo  di  Rimino,  7{ontio  ApoJI,  in  Franca,  1% 

Giulio  Vapa  Secondo-,  st 

Gìouanni  Vitaliano,  9  s 

B.Ciouanni  Cammeo  di  Rìmìnol  j^ 

Ciouanni  Bellino  Vittore  famofo,  éS 

F, Girolamo  da  Fumino  delC ordine  de  TredieàtorK  80 

Giulio  tefare  Salicino  Vefcouo  di  Rimino.  Sz 

Ciou.BittiJIa  Lancilotto  Couernatore  di  RimÌH%  9z 

S.Gtorgio  Antico  di  TadriTbeatini,  87 

Giulio  Jecondo  Vapa,  ^f 

Giulio  ter%o  Vapa,  p| 

GiouanTapa.XlI.  94 

Giorgio  albanefe  mercante  in  ìCimino.  P4 

S.GiulianOt  &fua  Chiefa»  &  Monaflerìa,  94 

S,  Giouan  Buttila  dei  Tadri  Carmelitani,  9% 

Ciouan  Antonio  Maffimo  RomanOyGouemator  d\  Ri'mwf .  9  ^ 

B  ,Giouanna  Abbade[Ìa  di  S,Chiara,  1 00 

c  aio. 


'  TAVOLA  ^ 

CìouanBattìHaModejio,  2oj 

Giouedì  Santo.  jq_ 

Ciokan  Antonio  Longo  Vittore  da  Kauenna,  1 1  j 

F.  Giofeffo  Moretti  da  Monte  fior  e.  1 1  » 

Q'iHlìa  Rambottìna  Monaca.  1 1  ^ 

S.Gierolamo,&  fuaconftaternìtd.  ug 

.  S. Giacomo, &  fu  d  confraternita.  u^ 

S.Giouan  Batti  fla,&  fua  confraternita,  i  i^ 

.    SxGwfiffof  &  \ua  confraternita.  1 2  j 

GioM^nwi  ìR^ofo  VefcQHO  di  Kjmho.  i a  S 

Ciacomello  di  Fiore.  iJt 

X.  Giorgio  C/:>/>/4  VATOchìale  in  pwc^^j.  1^5. 

5.  Giouan  &  Taoto.thiefa  Tarochìale .  135 

S  Gregorio  Magno  TapafcriueaUì  yefcouì,&  Vopolodì  Kim'mo.  18 

Gregorio  da  Kìmina  Generale  dì  S.^goSìino  Theologo  famofo .  7  6 

B'Gregorio  Fefcouo  Ongaro.  ^  7 

Etetto  aduocato  dal  popolo  di  ìCwìino*  ^7 

S.Gregorio  ChiefaTAìOcbìale» 

H 

HAhUaiione  d'i  S.  Antonio  da  Tadotiil  ji 

S.Huomobono^&f uà  confraternita»  ii$ 

Habito  della  Madonna  del  Carmine,  152 

Hercole  edifica  la  Città  di  Rimino.  1 

Hercole  dimandato  Ubico.  I 

Bifpalo  figliuolo  di  Gioue,  i 

Berba  Emoroidalciche  nafce  nel  Territorio  di  Kimino.  7 

Hippolito Marrìano  Dottor  di  legge,  ^4 

1 

IGnatio  MeteUayama^x.^  la  moglie.  i  s 

Impronto  dì  S.Gauden^o/imprefa anticadì  Kìmìne.                  5 

Infcrittione  di  "Papa  Taolo  Ter^o.  4» 

luf ulto  diabolico.  79 

Indulgente  alla  [Cbiefa  di  S.  Kicolò  nel  mefe  dì  Maggio,  9 1 

Indulgenza  alla  Cbiefa  di  S. Giuliano.  9^ 

Incoronata  Confraternita  della  Madonna.  129 

S. Innocenza  Chiefa  Tarochìale.  13  j 

Italia^  ^  fua  larghcz^t  &  longhe%T^.  6 
Italia  tutta  in  arme»  al  tempo  della  morte\di  Filippo  Maria  Duca  dì 

Milano.  6^ 

Ilo- 


DEL  PRikÓ  LIBRO. 

Jfòla  dì  Vtùconeffo.  g  . 

IfabiUa  Caiìaidi  Monaca  dì  S.  Chiara.  1 00 
>  ■% 

L 

L^ttantto  Fùfco  da  Montefiore.  «  • 

Lampada  à^  Argento  di  S.Agofìino.  yj 
Lecteradi  Filippo  Rèdi  Macedonia  ad  Artfìotele  per  la  nafcita 

d'Alefiandro.  j 

Legne  in  quantità  produce  il  Tenìtorio  dì  l{imino.  14 

Ltoiì  Battila  Alberti  Architetto.  5i 

Lettera  del  Signor  Cardinal  Tomi  alla  tommunità  di  fCimino,  69 
Lettera  del  Signor  Cardinal  Borgbefe  per  le  Relìquie ,  &  corpi  Santi,  jo 

S.Leone.                                                            '  'g- 

Liberatione  detta  Torre  di[f.Marin9l  44 
Libraria  fontuofa  delli  S.  Malatefìi  in  S.Francefco  in  Kimìno, 

Liberatione  de  beni  Emphitheoticì.  1 1^ 
Lodouìco  Tio  Imperatore  chiama  Komagna,l(t  Vroulncia  di  Rimino.  5 

FLorenxo  Bellac chi  da  Ramino,  Jq 

F.  Loren  ;^o  Cotignola.  j  j  m 

UxrtnT^  MarT^nte  de  monte  le  vecchtel  1 14 


M 


M 

Arco  Apponìo  riffe  in  Rimino  anni  eentOtè  cinquanta,  4 

vlaranofìume  de  Rimino,  14 

M^recchìi  fiume  de  Rimìnìi&fue  commodità,  lj.&  17 

Maefìrì  d'humanìtd  del  Seminario.  j2 

Maga-^^eno  del  [ale  del  Signor  Duca  (Cyrbin9.  j  9 

Margarita  da  Efìe  moglie  del  B.Roberto  MalatefliU  4 1 

S. Marina  Verginei  &  fue  Reliquie.  ^4 

S.  Maria  dtW  Annonciada.  ^  [ 

S.Maria  di  porto  di  Rauenna,  gj 

tdagtfirato  d\  R^mino^bonora  il  bra'^  di  S.'ì^icolò,  92 

O.Marco  Cocopanì.  05 

Madonna  del  Carmine.  ^9 

i  ^  S.  Matth  eo  Monafierio  di  Monache .  1  o  i 

S.Maria  in  Acumine Tarochia,& fuaConfraternltd.       110.^  1  j 5 

S.MartinoChiefa  Varochiale.  i^j 

S.Maria  in  corte  Chiefa  Varochiale,  1 5  j 

S.Maria  ad  Mare  Varoibia.  133 

<^  '•>*                                                         t    %  Mer- 


TAVOLA 

Mercurio  TrimegiHo^Kè,SAcerdote^&  FiLofofo.  I 

^ercantteycbefono  in  Rimino.  j 

SMelcbiade  Véipa  crea  i.Gciuien%^  Ve[cono  dì  Rtmm.  57 

ÌAercantìMbaneft.  ^2, 

Miracolo  di  $.  Gaudenxo.  53 
;    B.Micchelina  da  Vefaro,  '&fue  rìrtH,                          7 1 ,^  i  oy 

Ì4ìtra  fontuofa  in  S. Giuliano,  ^  ^ 

^Michele  Archangelo  Chiefa  Tarochiale,  i  j  4 

Monete  d'oro i&  d'argento  battute  in  Rimino.  5 

Modo  di  far  vini  buoni,  &  che  fi  conjeruino  longo  tempo,  I  a 

Mortadellei& [alci%ptti  in  Rimine.  i  j 

Modo  dì  condurre  vna  fontana  fuUa  ftai;;za  del  mercato,  3  2 

Morte  del  B.  Roberto  MalateBa,             '  4 1 

MonaHerio  de  legulart.  5  x 

MonaUerio  di  Vompofa,  60 
Monaflerio  di  S.  Ciou.  Euangel.  detto  dì  S-'^gofi,  &  [uo  princìpio.  71 

Monaflerio  di  S.Maria  di  Serri'  7 S 

Monafterio  della  Madonna  deUi  Angeli.  80 

Monaci  Otìuetanii&  fuo  Dominio,  gì 

Mpnaderio  dì  S.  Marino.  8s 

MonaHerio  della  Madonna  dì  Eegnol  84 

Monaflerìo.dcUa  ^bbatìa  di  S.\Gaudenxo.  89 

Monaci  negri  bebbero  in  vn  tempo  tre  Monafterìf^  in  Ramino,  89 

Monafìerio  de  padri  Celeflini.  f  o 

Mona  fìerio  di  S. Giuliano  Martirel  92 

Monafìerio  di  S. Chiara.  99 

Mona  fìerio  di  S.  Eufemìa,  I  oz 

Monafìerio  di  S.SebaSiìano,  104 

Monafìerio  delle  Monache  delli  'Mgeli,  107 

Monte  Imo  del  Signor  Duca  d^rbino,  2 1 

MuftoloFaitano  nobile  Riminefe.  128 

n 

N^rfeteCapìtamodìCtuHìnìano  Imperatorf,  36 

Tiafcita  del  Beato  Roberto  MAkteSìa,  Ao 

Tiaue  piena  di  Demonij^  9  < 

Uerone  Imperatore.  3  4 
ìiicolò  Mimarì.                                                          é^.&6$ 

S. Vicolo  vefcouo  di  Mirra]  so 

Vpi*itiato'vtS,^gofÌMOt  75 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

0 

Oche  ìngran  quantità  in  Kìmko.  1 1 

Odano  LutreccOiCapitan  Generale  del  Ré  di  FranXf,  a<J 
OfjìciofoUennìjfìmo  fatto  in  S»Francefco,nel  dì  della  Confeeratlone,    5S 

Olio  d'efquifita  bmntà,  prodotto  dal  Territorio  di  Rimino*  i  j 

S»Onofrìofig!ìuolodelRèdeTerfia*  loy 

Orìgine  della  Monarchia  de  Romani,  9 

Ordine  de  Cruciferi.                      ^  Pl 

Oratorio  de  S.  Girolamo'.  1 1 ^ 

Orfanelli»  &  Orfanelli  1 1  x 

Ofta  di  Gallina  abondano  in  Rimino  J  i  i 

B.Qpanna»  loj 

T 

PArto  de  Olimpia  moglie  di  Filippo  Rè  di  Macedonia.  j 

Tajji  di  Germania^  &  Franca,  6 

Taolo  Papa  Terj^Oi  |4 
TandolfoMaUteHa  patrone  de  Brefcia,&  dì  molte  altre  €Utà,io,^  4 1 

Tanno  dell' Imperatore,  che  cofafia»            '"'  J9 

Tallio  corfo'm  Rimino»  69 

Tane  conuertìto  in  rofe  d^innerno  l  7  y 

F.TaàficoStiuÌMOjJerHante,  S5 

TatriarchadiVenetia»  92 

Tatien%a  de  Soglìana  Monacai  1 14 

Tartìcìpatione  de  beni  dì  tutto  il  mondol  130 

TifatellOiOuero  y4gone  Fiume.  15 

Tietro  Aldobrandino  Card.Mciuefcouo  di  I^^auenna"]  1 9 
Tiet  ro  Barbo  y  enettano  CardÀì  SMarcOfVefcouo  ài  Rìmìno^creato 

Tapay&dettoToloIl.  ~     "  '    '       ao 

Tio  Quinto  Tapa,  11 

Tidc^p^a  de  S.Antonio  da  Tadoua.  3  z 

Torto  di  Rimino.  4 

Tollamìd*ogniforte  In  Rimino'*  ij 
Tonte  fatto  d'Augufto  Cefare,                                          ^^,&i$ 

Tonte  di  Caligola  in  me':^  il  Mare .  24 

Tonte  de  RiminOy  &  fue  qualità,  &  infcrittiene]  ^  ^  2  j 
Tompafolenne  nella  proceflione  de  corpi  Untìi>  &  Kff^qwc  donafc 

dai  Signor  Cardinale  Tortfi  •                       ^  7  * 

To%;^  di  S. Marino.            '"  8j 

Toema  deU'Arioiìo»  Si 


OrT  A  V  O  L  A 

Tm'ilr^^  &  Decreti ,  per  conferuatwne  dell* acquedotti  j  j 
Troctfiionid'huotnìni ,  ai  numero  defiooo.&  Donneai  namt* 

ro  di  Soo.  .- 

Trace ficne  del  Samìjfìmo  Kofario.  79 

Trtdtcatorì  famoft ,  .,,^^„ar%*»  *  g» 

Trotettori  Santi  della  Città  dì  Kìmìno .  g  j 

Vroccffione  aU'^ìbbatia  di  San  Cauden':^,  gj 

Troie  fio  di  San  GiulUno .  gè 

Trofcifwnc  di  d'^e  Religioni.  gj 

Trekr:^:::^j  htuediceuaU  t»eHfaf&  poi  fi  partm  da  quella»  loo 


Quadro  di  ì^oBro  signore,  di  gran  dìuotìone''»  i^j 

n 

R^publìca  Romana»  % 

Refeda  herba,che  nafce  in  Rìminol  7 

Re/i^M<>  de  Santi  che  fi  conferuano  nella  Chie/a  CathedraUl  54 

Reliquie  de  Santi,  che  fono  nella  Chìefa  di  S,  Francefeo,  6y 

J{^epublìca  di  S.MArinOy  y^ 

Jleliquìe  de  Santi.che  fono  in  SMaria  de  Serm,  j9 

Ktpofo  delle  Campane.  59 

Regola  di  S.^gofìino.  92 

J{€edìfìcatione  della  Chiefa  di  S.  Giuliano  l  g  i 

Reliquie,  eh  e  fono  nella  Chiefa  di  SXbiara,  i  o  i 

Nella  chiefa  di  SMattheo .  1  oi 

Uella  Chìefa  di  S.  Sebafiiano  delle  Monache,  106 

Isella  Chic  fa  deli' Hof pedale.  Ija 

'biella  Chìefa  dì  S.  Giofeffe.  125 

Reliquie  donate  alla  Confraternita  del  Rofariff.  127 

Relatione  della  ii>ita^mortet&  miracoli  delia  BXbìara*  i  o^ 

Rimiwo  città ,  &  fue  qualità.  i 

Edificata  da  Hercole,  1 

Rumata  da  Liburnì.  2 

Betta  Ventapoli.  5.19 

Trouincia ,  &  capo  dì  effa.  $ 

iìttà  di  gran  paffaggio,  f 

Colonia  de  Rimani»  17 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

tolonìadellt  ymbrì.  ij 

Effente  del  Arcìuefcouo  dì  KAuenna  in  ?}WUuale,  1 9 

Città  dì  gran  con ftderatìone,  36 

Kiminejì  muonono  L'armi  contro  Ccfenatì .  1 6 

Kòntagna  chiamata  da  Lodouìco  Pio  imperatore  »  &  da  Adriano 

Tapa.  5 

B.Koberto  Malatefìa^  &  (uà  nafcìta,  vita,  &  morte,  40 

R()//ò  colore  di  molta  dignità  affomigliato  al  fuoco  di  gran  carità.     I  &  r 

S.Roccoy  &fua  confratertùtd.  1 14 

Rofario  della  Beata  tergine  Maria,  &ffia  confraternita,  i  z $ 

I{uina  di  Troia,  z 

K'ibicone fiume  vicino à Kimino.  8.p.l  I.d^  i  S 

Ruffino  Cardinale  di  [anta  Traffede  Vefcouo  di  VCmmo.  %9 

S 

SAlciT^tti  buoni  à  Rimino.  i  J 

Saraualle»  14 

Sacrìftia  di  Santo  Francefco  di  che  qualità,  6  % 

SaraualleiFMtano,Mongiarditt03&  Fìorentinpl  7Ì 

F.Santo  da  Rimino  di  S.AgofiinQ.  16 

Santi  protettori  di  Rimino.  Ss 

SacriSìia  di  S. Giuliano,  PS 

SagrayOuer  perdono  delle  Monache  delll  Ungeli,  1 1<J 
Santijfimo  Sacramento ,  &  fua  ionfraternità  nella  Cbiefa  Cathedra- 

le.  US 

Scolari  diuoti  di  S.Vjcolò,  ^i 

Sempronio  ConfoU  Romano  reflaura  la  Città  di  Rjmino»  a 

Simplici  Medicinali ,  che  nafcono  in  Rjthino»  7 

Seminario  de  Ch  etici  in  Rimino .  ai 

Sermone  de  S.Carlo  sfatto  in  Rimino»  51 

Segni  afcendemi  dì  Rimino .  50 

D.  Serafino  Salft ,  Canonico  Regolare  Lateranenfe .  8  y 

Secreto  mirabile ,  &  marauigliofo ,  88 
Sette  tefte  de  Santi , 

S.Sebafliano  Mona  Herìo  di  Monache^  •  104 

Scrittori ,  &  denoti  di  Maria  Vergmt^  •  1  aO 

S.  Sebafiìano  »  &  fua  Confraternita .  i  ^4 

S'tgifmondo Mxlatefia  fi ricouera  à Ragufa .  3P-8i 

Signori  della  Guerra ,                                                     ^  40 

Sig^fmon* 


TAVOLA 

9'tgifmondo  R è  dì  Borgogna  m artìre .  £6 

Simone  Fratello  di  Donato  fcultore  Fiorentino  •  6y 

B.  Simone  Bdlachi  in  San  'Domenico.  79 

Simone  Cortenouo  mercante ,  wj 

S.Sihéejiro  Chiefa  Varochiale  yntta  alla  Cathedrale  l  131 

S^.  Simone,  &  Giuda  »  Chiefa  Varochiale .  1 3  j 

Stemmo  VefcoM  di  Kimino ,                T  57 

Tabernacolo  d'ordine  Cortntol  S4 

TertulU  donna^  yifie  in  Kìmino  Anni  cento  trenta  fette.  4 

Termine  dell' Italia,  Z4 

Tefìa  dì  SXolombay  \n  mexj^  di  quattro  Santi  frateUt .  j  $ 
Tede  di  due  Vergini  »  delle  vndect  milla  conferuate  nel  pHomo  •       5  4 

Tempio  d*  ^polirne  i  1 1 61 

Timore  di  Tompeo  Magno ,  &  del  Senato  Komanol  9 

Tigri  y&  Cantere  tirano  \l  carro  di  Bacco*  ix 

Tirid'MtegUarìa  *    ■-■--■  ^^ 

Torre  de  Gotti ,  ^6 

Triumuirato ,  $6 

B.  Thomafo  Confefiore ,  delNrdine  di  Sam^^goWnQ  l  7  s 

F.Thomafo Bolis da  Rimino .  %S 

5.  Thomafo  jlpofìolo  Tarocbia,  1 3  4 

Trattato  de  Santi ,  &  Chiefe .  9  S 

y 

VMentiniano  imperatore*  19 

yentena  fiume  di  Rimino.  ^  14 
Ventura  Vefcouo  di  tCmino ,  procura  l'afiolutme  della  fcomunka,  1 7 
ijefcoui  dì  Bjm'mojottopofìi  immediatamente  alla  Sede^pofiobca,  ig 

Vendita  dì  Tefaro ,  &  Foffombrone .  66 

Vefcom ,  che  con(acrano  la  Chiefa  di  San  Francefco .  6  $ 

Vini  ottimi,  che  produce  il  territorio  di  Rimino  •  i  *■ 

Vìncendo  Torfanini  Vefcouo  di  Kimino  •  5  4 

'D.  Vincenzo  Santino  da  Rimino •  95 

Vincenzo  Torfmo  da  Rimino .                      ^  9' 

Vifione  marauìgliofa  di  stìuiuo  Stiuim  da  Rtinìno  •  t6 

S' Vitale  f  ihiefa  Varochiale .  1 3  J 

Vnìone de  molti  Hofpìtalì  interne,  131 

Il  fine  della  Tauoladel  primo  Libro . 


TAVOLA 

DEL    SECONDO  LIBRO 

Della  preferite  Opera» 

Orlano  BM  da  KìmìuoMb.  i»  81 

\jidunan%adt  vecchi,  IS 

I  ^goH'tno  Buon  Prancefco  dottore  dì  Ug£it  &  fite 

opere  9jé 

S,Mlò  de  Marefcalchì  in  Bologna,  s  ; 

Alhareto  Camello,  i; 

Mejfandro  Gambaloga,&  fabrìca  delfmfd^%Jio,ii 

F.^lfonfo  Giaccone  delCordine  de  Tredicatorh  6y 

Alemano  Adimari  Fiorentino  Cardinale  di  S  »Eufebìo»  7  S 

tAlfonfo  Sacrato  Gouernatore  di  Kìmino  ^  8; 

t4lmerico  BrancalconeyCapitanìo  Generale  de  Signori  HaUttf^  9  & 

^ejiandro  Ortìgìo  'Dottore  di  leggi  da  Hjmino.  97 

Umfiteatro  37 

Aquilegia.  4> 

B,  Amato  da  Saluducio.  >^ 

S*  Andrea  in  Bifanigo,  &  \n  Tatrignano.  s$ 

Antonio  Monaldi  da  \Rimino  Vefcouo  di  Sarpnd',  9^ 

Angelo  da  Rimino  Arciuefcouo  dì  B^gufa  •  94 

Andrea  Suriano,  loo 

Antonio  Tonti  Capìtanio,  lo4 

Arco  Trionfale  di  Ottauiano  AugkHo,  tf  /«^  difcrettìonl  t^*&  154 

Archelao  Capitawo  d'Attila.  3^ 

B.Arnoldo  yione  Monaco  di  S*  Benedetto,  6y 

Arma  del  Cardinale  Gotìo  B  Attaglia.  ^9 

S.  Arduino  da  Kimino  CanonicOy&  fua  Vita.  75 •*  ' ? 

Affedio  del  Caftelle  d.  MUano^da  Carlo  MaltteHa:  4  S 

Augufio  Imperatore  t  amplia  la  Città  dì  F{jmino,  ^        ^  ^6 

Augufìo  Cefarefà  imparare  à  dipingere  ynfuo  nepOtCif  fuggire  Mo.  1$ 

Auuertimenti  di  guerra .  1 9 

Aurelio  AngureUi  da  Kmmo .  5| 

Attrelio  Corbello  Abbate  (tFrbino ,  *  5  ^ 

BAleftri  y  &  Archi.  Ì9 

BAttì^a  MalateRa  donna  letteratijfima.  $  5 

d  Bar- 


Tavola 

BaftUtomeo  Kgdikì  arciprete  dìBarbiano,  &  cp(re  copofle  da  luì.  i  oo 

Baldo, &  Saliceto  Dottori  di  legg'.  i  ^  * 
Btrlinghiero  Gfffi  Boiognefe  yefcouo  dì  Rimino.                   ti.&ii^ 

Jipntio  ^pjjìolico  alla  Repuhlica  di  yenstìa.  5  j 

BeUaria  Cardio ,  \^ 

Benedetto  1 2 .  Vapa ,                                                      -  ^g 

Benedetto  Kamufto  medico  da  Rimino  dottljji  noi  9  ; 

Borghi ,  &  S.  Mauro.  i  j 

Bùont adi  Tramontana.  5^ 

CArlo  Matatefta  Couernatore  dì  Milano .  44 

S.  CalhaldOf  Chiefa  Tarocbìalef  1  j  y 

tatholìca  fottopo^a  à  Rimino,  i  <♦     in  fondo  dì  yalbtuna .  1 7 

tafìelli  fottcpolii  alla  gmnfdittione  di  Rjmino .  16 

Caflel Ledile  di  Rimino,  24 

Camello  Sìgifmondo  Rocca,  57 

€afo  mifer  abile  occorfo  nell'I  fola  dì  Candia ,  contro  gli  Hebreì,  4^ 

tàtalogo  delli  huomìni  llluUrì  della  Città  di  Rimino .  66 

Cardinali  di  Rimino  antichi.  6  S 

Cardinale  Gallo ,  protettore  della  [anta  Cafa  dt  Lorfto.  d  2. 

Carlo  Sagramoro  yefcouo  di  Tarma,  93 

Cafjandra  Tontit  &lue  (lualitd,  1 04 

Ceregiolo  Calìello ,  2  $ 

Ctfare  Clementìni  Caualliere ,  &  fue lodi .  60 

Ce  fare  Seuerino  Torta  tapitanOi  &[ueprodex^^  1 01 

Chiefa  di  santo  Apollinare.  1 4  5 

S,Clementet  Cafìello  di  Rimino.  i  4 

Concordia,  &  fuo  officio  »  &  tribunale,  3 1 

Communitàdi  Fano,  1  z  4 

Collegio  de  Dottori.  30 

D.  Chrifo^omo  Rubicone  monaco  Oliuetano  i  1 3  9 

Confeglìo  Eccl(fiafìico  di  RiminCt  &  fuo  numero-  7 

Confoli  del  Confeglìo  di  Rim  ino ,  8 

Confegtieri primi  eletti  >  fotto  Giulio  Tapa  secondo  •  1 1 

Conftglìeri  nouelli  giurano .  1 5 

Congiura  de  Cittadini ,  contro  li  Malatefii»  5  4 

Confaluo  Durante  yefcouo  di  montefeltro ,  124 

Confecratione  della  Madonna  delle gratie .  1 36 

Conuento  delli  Vadri  di  san  Girolamo  da  Scolca ,  1 59 

Conti  Rouerellit  &  Gottifiedi .  141 

.ContribmÌQne  dtlle  Chieje ,  per  mantemmento  del  Seminario .  1 4  ^ 
V;                                                       Corpo 


i:)EL  SECONDO  LIBRO-, 

Corpo  del  Capitano  Bertola^gi  nella  marca.           i' ••*>">  i>     '-^"  -^^ 

torone  di  quercia  à  che  ft  dauano  .  5^ 

Comari ,  ò  Cornelij  gtà  nobili  Rimineft .  p  £ 

Corpo  </i  54«ra  Corowii  vergine^  in  San  Gauden%p.  1 1  » 

D  imi  datti,offido  di  Rimino.  2^ 

t)<ifio  rfe/  Albev aggio ,  /opra  /e  barche.  éK  * 

J>iotletiano  imperatore ,  dr  /mo  decreto,  *  5  <S  * 

Dìfcorfo  [opra  la  e  afa  Malatefta ,  47  * 

D yXf^wo  (ie/  Porro rf/  Rimino  .  ^4^ 

DoHxelli  della  Comnimità  vediti  à  lìurea,  ^  ì^\ 

Due  belUffime  gioMani  vefiiti  di  bianco.  I  j'o^ 

E  Olii,  &fuoi  offici y  &  dignità.  ^ 

Eugenio  Vapa  Qttarto.  jc  r 

F^brichct  &  modo  di  rifarle,  a  • 

Fanciullo  nato  mutolo^  parla  per  miracolo  di  Maria  Vergine  l  i  j  1 

Fiera  di  Rimino,  quando  comincia  la  primay  &  quando  la  feconda  .    ^ 

Fiera  noua,  che  fi  de  fiderà  fare  in  Rimino ,  alla  primauera.  9 

Fontanelle  sa  la  marina.     24        ForeSìoVrencìped'ESle.  43 

Fontane  fatte,  da  Nerone  Imperatore,  i  j  j 

Francefco  Baldi  da  Rimino,  8  S 

Francefeo  Gualdi  Caualliere.  g^ 

Francefco  Ottauio  Cleofe  da  Rimino  ".  5>6 

Francefco  Dlotaleui  Vefcouo  di  S.AngelOf  &  ^ontio  in  Volontà .  1  o^ 

Francefco  RigaT^'^  Caualliere,  &fue  flirtili,  1 09 

Frati  di  S. Francefco  de  "Paula.  1 40 

Fuoco  che  fal'iua  al  Cielo  nel  campo  d^Mtila,  3  9 

Fufìa  di  Turchi  à  BeWMÌa.  a  ; 

GMeaT^X?  Malatefia  Viceré  di  Napoli.  45 

GaUotto  Toriati  da  Vietra  mala  Cardinale.  45 
S.G^ud^ZO  Vefcouo  di  Rimino  creato  da  Melchiade  Vapa.ic9.&  I29 
Galea%Tro  Mengoi^  Gentili  huomo  da  l{imino  lafcia  molti  danari  al 

monte  divieta .  28 

B.Galeotto  MalateUa  Vicario  perpetuo  di  Cefena^&fua  morte,  45 
Di  Kimino,  VefarOy  Fano,&  Fofombrone  ,                       45.C&*  IJP 

Gerardo  da  Rimino  Generale  di  S.  ytgosiino.  1 5  y 

Gemmano  Cafìello di  Rimino.     24         GelloCafiello,  24 

Giacomo  Antonio  Vedroni  Canonico  di  Fumino,  20 

Vicario  Generale  di  SXarlo.  1 12 

Ciouanni  Vitaliano.  36 

Giulio  Cefare  S aliano  Vefcouo  di  Rimino.  i  z  J 

d     %        SS.GiO', 


/; 


f^T^A  y  O  L  A     T=r<^ 

S^.Gìot4anm,&Taolo,chìefaVarochìdle.  tz4 

CUÌio  1 1.  Tapa,  tregge  H  QonfegUo  dì  B}mmo.  - 

Cptf  n  Antonio  Maffimo  Couernatore  di  Kimino.  i  a 

GfQclìì  bìafmatì.  j_ 
(Girolamo  €eccolìy  tUtadino  Romano  Notarìodella  Camera  Aùojì.     30 

Giudice  dell' Appellatione.  I  e 

Gtouan  BAttìfla  Ugolini  Dottore  di  leggUettore  dell'  Infiìtuta',  3  % 
Ciouan  Maria  Duca  dì  Milano,  fdfuogouernatore  Carlo  MalateHa.  44 

Cioitanna  Regina  di  Napoli,  ^5 

GÌ9uanni  MalateSìa^eito  il  Zoppo,  &fua  morte.  5 1 

Girolamo  Raìnaldo  Architetto*  5^ 

Cìouanni  Ca di  da  Forlì  Caua  Uiere.  g  I 

Giulio  Martinelli  Capitanio  da  Rimino.  g.  j 

Gittlio  Tauoni  Caualiiere da  RimìnOi&  fuelodì.  g8 

Ciouan  Battila  Orio  da  Rimino  Medico.  Sg 

Clouan  Battifìa  Gallan-^one  da  Rimino  Capitanlol  ^o 

Clouanni  de  Caminati  da  Rimino  vefcouo  di  Ce/cn*.  5  s 

Girolamo  R^amupo  da  Rimino  Dottore.  ^ ^ 

Gìo^Batti^aRamufto  Dottore  dì  leggt.  pj 
Gi^uanni  Bruni  da  Rimino.        pi         Gìouan  uùitonìo  Rtgax^ .  97 

Giacomo  MarcbifelU  dottore  dì  leggi.  I  o» 

Giacomo  Gallo  ColonellOy&f uè  qualità,  106 

S.Giacomo  Apofìolo.  127 

Giuramento,  che  fi  dà  à  Confeglìerinouellìdì  Rmino.  15 
Guido  Ferreri  Card. di  Vercelli  principiò  lafahrica  della  Catholìca.     1  $ 

Gloria  di  Tompeo  Magno.  1 4 
Cualtìcto da  Riminogran  Capit(tmo,&fue prodexT^  ad  Acquileìa.    57 

CineuraMalateHa  lodata  doli* Ario(ìo.  yj 

Guido  da  Bagno  Conte  dì  Montefcatolo,  5j 

Cottio  Battaglia  da  Rimino  Cardinale.  6S 

Guido  de  Caminati  Vefcouo  di  Rimino.  91 

Culielmo  Dottore  di  leggi.  1  j  j 

H  Ettore  Diotaleni  Vefcouo  di  S. Agata,  lo5 

B.Hcnrlco  Ongaroin  Paffano.  1 5 

D.HippoUto  Salò  Abbate,  &fue  laudi.  1 3  8 
Boritale  alla  Catholìca  eretto  da  MoftgCaSleUo  Vefcwo  dì  Bjmìno.ió 

Hofpitale  delli  Armeni.  1 5  $ 

B.Homodei da  Rimino  Heremtta,&fuayita,  7S 

INferno  Cafiello  di  Rimino,  24 

Inftrittìsns  d' yna  campana  del  Tala%T^  pubtiCQ»  ^4 


DEL  PRIMO  LIBRO. 

Jn^rumento  Origemale,  6^ 

Innondatione  del  Fiume  Mareccbìa,  $^ 

If/iiniano  Cattaneo  Canonico  di  Rimino  t&^karìo  Gen.dtl  yefccuo.  1 2  j 

L^nf  anco  B.,  in  S.Gaudenxp,  1 1  j 

S.la%aYQ  Chiefa  fuori  delta  Città.  1 2  S 

Leonardoy&  Carlo  Aretini drix^^no  l'opere  f uè  à  Battìfla  Matatefta.^$ 
Lettera  di  Leonardo  Loredana  Tr^cìpe  di  yeneiia  al  Gouetdì  Rimino.57 
Lettera  della  B,Fergme  Maria  alta  Città  dì  Meffina,  1 3  5 

Alla  Città  di  Fioren%aAij.    ^dvna  Monaca  di  S,  Benedettogli? 
Vmoftna  continua  del  monte  di  Tietà,  «  $ 

Lodouìco  Monticolì  Medico  di  Vapa  Vaoh'Quìnto»  ^9 

Longhi  Famiglia  già  anticet&  nobile  in  tCtmino*  pz 

Loggia  del  Vala%;zSi&woltiedificij  publici.  jj 

Luca  Sempronio  yefcouo  di  Cittài  di  Cafiello^tr  fue  kud'ù  87 

MAre  Tirrenoy&fua  origine .  1  g 

Mare  Adriatico»  &  fuo  princìpio  »  1 S 

Mara-^^^anoCaftello.        14  Maialotta*    ap 

Majfimiliano  Bonardì  da  Couernolo  l  42 

Maurìtto  Duca  di  Kìmìno*  44 

MalateW,  &fua orìgine,  & nohìlti.  44*^  UT 

Malate  Hi  pojìedeuano  venti  Cittd,&  molti  Cafiellh  4  ; 

Malatefla  Caualliere  Ongaro,  4^ 

Mare  quante  rtilità  apporti,  éo 

Mattheo  Seuerìno  libraro  in  Rtmìnol  9% 

Mattheo  Brunì  Dottore  di  leggìy&fue  opere',  9^ 

Malatefla  Fìordìana  Dottore  di  leggi*  99 

Malatefla  Torta  Secretkdella  Communìtà  dì  Rimino, &fue  taudu  105 
Marc' Antonio  Conte  KìcciardellOt&fuequalità^&yirtii,  xoj 

Magwficenxa  della  Città  dì  Rimino,  107 

Martirio  di  S,Gaudenxp  \  Vefcouo,  x  2  a 

Madonna  delle  Cratie  ^RìtnìnoA  29»  Et  [m  bìfiorìa,  &  orìgine.  135 
Madonna  della  Sacla  di  Rimino*  1 40 

Marche/i  Malateiìì,&  da  Bagno,  1 4  > 

SS»MarinOy&  Leone,  1 56 

Meleto  Cafìello  di  Rimino',  ^  21 

Menapo  Rè  d*Acqu;lea ,  40  MtfanotaBello  dì  Rimino  l  34 
Michel*  Angelo  Tonti  Cardinale^  &  yefcouo  dì  Ceftna  ,€?"  fue  laudi.  80 
Monte  Cridolfo  Cafìel  di  Rimino .  2 1 

Monte  Gallerò,        24  Monte  Colombo ,     ^  21 

Monte  U  Tauro»        t;  Mola^T^no  Caftelìol  a  5 


O  T  AVOLA  J-fa 

Minte  d'i  pi  et  Un  Rimino  2  j 

Mme  a' Attila  Ré, come,  &  quando  fucceffe.  ^r 

Monte  Scutoio,  donato  ai  Conte  Guido  da  Bagno.  x 

Morire  dì  retiti  miUa  feudi,  per  il  Torto  di  Rimino  ',  t 

Modo  di  riformare  il  Torto  di  Rimino ,  4^ 

Monafìerio  delli  Monaci  Bianchi  di  San  Benedetto  .  a 

Mutio  D'iotaUuo  Capitano  d'archibugieri  à  cauallo .  8  5 

NOm}y&  cogHomìt  deprimi  C ofeglieriy eletti/otto  Vapa  Giulio  j .  1 1 
Nottariatit  &/uoi  offici  comprati  dalla  Comunità  di  Rimino.     3  o 

Oliua  Santa,  in  San  Gauden%o .  1 1  j 

Orolog^ìo  di  Via'zj^a  dd  Foro.  3  7 

Or  adone  di  Leon  Papa  ad  Attila  Ré .  42 

Or^  famìglia  in  Rimino ,  venuta  da  Ferrara  '»  97 

Ofieruan'^  ,  che  fi  vfa  nel  ConfegUo  di  Genetta  ',  i  f 

PApirìo  prote  fiato  In  Senato  di  Roma ,  come  fi  portò ,  1 4 

TalaxT^  della  Città  di  Conca ,  1 9 

Taula  Malatefìa ,  &  fue  lodi .  a  1 

Tajfano  CafieUo  dì  Rimino .             .  z  / 
Taulo  Vapa  Ter%o, conce ffe  molti prmilegl  al  Sacra  mote  di  Vìetd 

di  Rimino .  28 

Tala'^T^  del  Magiflrato  ,  &fue  qualità.  3  5 

B.  Tuola  Malate  fia,  moglie  di  Gìo.Francefco  Gonzaga  Uarcheft 

di  Mantoua ,  &  fue  lodi,  $2 

Tauluccio  da  Rimino  »  &  fue  laudi  7  7 

Taulo  Ramufìoda  Rimino  .  ^  1 

Tace  Taci  Dottore  di  leggìi  &  lodi  della  taf  a  Taci,  96 

Taulo  Salò  Canonico  di  Milano ^ Trothonotarìo  Apofiolico,  lot 

Tandolfo,  &  Galeotto  Malatefli.  i  j3 

Tefci  d'ogni  forte  fi  piglia  à  Rimino .  i  j 

Tefcit  che  fi  pigliano  alla  Catholica.  20 

Ter  dita  del  Capitano  Bertolaggi .  4 1 

Ttrmutatione  fatta  dalli  Sig-  MalatefÌ!,con  li  Sig  Venetianu  54 

Tiagnano  Terra ,  capo  di  Contea,  36 

Tto  Papa  Quarto,    Pio  Tapa  Quinto,  29 

Tìa%p^a  del  Talaxxp*  ì  ^ 

fS.  TletrOy  &  Paulo  ^pofloti,mtnaccìano  ad  Attila  Ré .  43 

Tietro  LeonCi  &  Giacomo ,  fuo  fratello,  4  4 

Tìetro  Tauone  marito  di  Camera  di  t^.S.  Tapa  Taolo  Quinto.  8S 

Tietro  Lan':^  Capponi  da  K^mino .  ^9 

Timo  Melgi  di  Lampergi ,  Dottora  di  leggi .  9j 

Tietro 


DEL  SECONDO  LÌ  B  R  O. 

pietre  BelmonteCaHallìere,  Tol 

B.Tìetro  Gambacurta  da  Vifa .  1^9 

TliniOy  &  compagni  Jo  focati  [otto  H  monte  di  Somma.  i  % 

Todejià  de  pupilla  &  [no  officio .  30 

Tortici  dìfordinacìt  &  brutti  da  vedere^  &  da  pratttcare.  $  t 

Torto  di  Mare,  quanto  vtile.  6 1 

Torto  dì  Rimino  già  famofo,  61 

Torto  delCAufa ,  che  fi  potrebbe  fare .  66 

TrìniUgi  de  Speciali^  conceffi  da  Vìo  Vapa  Quartol  7 

Tr^lati  famofii  &  illufirì  della  Città  di  Rimino.  io 

Troficrbìo  di  Guerra .  4 1 

Trencipe  di  Oalmdtiaj  ajffedta  Rimine,  &  ri  more.  4$ 

TubìÀo  Francefco  Mode  fio  »  &fue  opere .  97 

RElìqtiie  de  Santi ,  che  fono  in  Sant'utgofiino»  7  4 

fCin^no  nella  Vrouincia  Romana .  1 4 

Rimino  huomo  illufirei  &fegnalato,                          ^  44 

Ro  ce  a  della  Catholica  ,fabricata  dalli  Signori  Mdlatefli  l  2  o 

Rocca  di  Rimino,  &  fua  defcritti$ne,  3 7 

Rocco  da  Rimino .  4J 

J{i?fofìa  del  Rè  MtìUy  aWofaiione  dì  Leone  Tapa.            ^  45 

J{oberto  Malatefìa,  combatte  contro  ^Alfonfo  Duca  di  Calabria.  4^ 

Ecommunicatoper  mano  del  Tapa,  49 

Roberto  yalturìo,  buomo  di  molte  lettere  .  9* 

Rìmìnaldì,  famiglia  già  di  Bjmìno ,  &  hora  di  Ferrara  nobile,  91 

S.Rocho  da  Montefiorey  &  Saludecio.  1 1 5 

RuWico  TaSìore  »  &  fua  hì/ioria .  l  J» 

SAludecìo ,  Tetta  di  Rimino ,&  fue  laudi .  lu&i^ 

Sant'Aio  de  Maref calchi  di  Bologna  .  2  g 

i  :^  X.  Sauìno  Cafìello  di  Rimino .  2  5 

Sebafìiano  Sebafiiam  da  Recanati.               ^  8  i 

Semìtiepoliy  famìglia  antica,  &  nobile  fiorì  già  in  R!mmo»  9% 

Sebafìiano  Vanito  Vefcouo  di  Oruieto,  &  fue  laudi.  91 

Sebafiiano  Bolis ,  Dottore  di  leggi.  x  5  i 
Sigifmondo  MalateSìa,  Confaloniero  della  Chief appiglia  il  pofiefio  di 

Bologna.                                               ^  4^ 

Sxfio  Quarto  Tapa, accompagna  il  corpo  morto  di  Roberto  Malatelìa.  49 

S'gifmodo  Malatejla  entra  in  Rimino  à  Cauallo  con  unfafcio  d'berba.  5  8 

Se  ne  fugge  dalla  Città  per  manco  male.                            ^  ^     5  p 

Sifio  Tapa  y, ordina  vn  moie  di  lo.millafcudtipiril'porto  dì  Rimìno.i^z 

S»Simone  Stìlita^  ^  fuo  corpo»  i  '  5 

Stra' 


TAVOLA 

Strahone ,  Ttmìo ,  &  Viatorie  deWinnondationi  del  Mare,  1 8 
Statue  di  N.  T.Vapa  Vaolo  Quinto.                                      Ì5»&^t 

Statìonì ,  &  indulgerne  antiche  della  (hiefa  di  S^Gauden^p»  1 1 9 

S  mi  ani  i  già  famìglia  nobile  di  RiminOthora  di  genetta  .  loo 

TArquinìo  Battaglini  G^ntìlhuamo  da  Rtmina .  ^y 

Tedamento  di  Gotio  Battaglia  Cardinale  da  tCmmo .  7 1 

Teodolinda  Regina  de  Coti .  1 20 

Xttpoli  famìglia  antica ,  &  nobile  già  in  ìimino .  $% 

rìf  0  Imperatore,  I  j  j 
Tarsiai. del  corpo  di  S.GaudÌ7,o,fatta  d  mSte  Mùido  neUaìAarea,  x  2 1 

Tribmalì,&  fuoi  officiali,  &  Notari ,  19 

Torre  del  Vala^^  •  34 

Tromba  reale  d'Attila»  ^o 

V  Valentino  Sant(s  &  Vittore  Martìri  in  S-Caudenxp,  1 1 4 

Ver  fi  lattini  fopra  l*arco  Trionfale  di  Ottauiano  Augufio  i  3  6 

S.  Venereo  in  S.  Caudenxp  •  1 1  j 

Ver  fi  fopra  la  libraria  delli  Signori  Malateftììn  S.Francefco  *  155 
Vincertxo  Manzini  Arciprete  di  Quin^ano»                           1^7.  i  o  i 

Ijincen^o  Rìnaiducci  da  Rimino .  8 s 

T.vincenxp  Bruni  Ciefuitai  &  [uè  opere*  f9 

Via  Umilia^  &  Flaminia»  ^6 

Vittoria  dì  Roberto  Malatefla,contro  il  Duca  di  CalabrÌM,  49 

Vittore  Vefcouo  Africano.  1 3  J 

VfOfOuero  Lufo,fìume  di  Riminol  1 4 

F.Vgone  da  Rimino,  dell'ordine  de  Tredicatorì  •  So 

Vtilità,  che  apporta  il  Mare.  6  o 

Vgolino  Malabranca  da  Oruieto  Vefcouo  di  Rimino»  X  3 1 

Otto  Fiorentino  iTìttore  famofo.  71 

Zanchino  Vgalino  ^Dottore  di  leggi.  pò 

IL     FINE. 


z 


F.Franeifcus  Petra  SanctalnquiC  Brixia? . 

ProlUuftrifs.  &  Reuercndifs.  D.Epifcopo. 

Odauius  Hermann.  Prapofitus  S.  Laurea. 

Pro  Serenifs,  Repub.  Odauius  Rubcus. 
Vidicdie  2p.  Augutli  zóxj. 


.^S  ^^  =^^  "^^  ^^  3feaX  JÈ  X  Xe  «X  3Co 

(i^^(;$¥9;)j^¥i^^iy92)(;€<if^^(¥9;){i4^  ^i^  ^i¥l^  ^&ì§ò 
SITO 

R  I  M  I  N  E  S  E 

Libro  Primo  • 

Auèndo  piìì,è  più  volte  vdito lodar," &  Ma- 
gnificar il  loco,  cu'é  portai  queftanoftra  Città  di  Ri 
Antiehifsima  Città  di  Rimino  per  molte  ^inpèfue 
Doti ,  e' ha,  fé  non  tri  le  prime  d'Italia ,  al    °"  ' 
meno  fra  Iefeconde,me  l'ho  fempre  creda 
to  mofifo,  è  dall'Amor  della  Patria,  perche 
fempre  fi  crede  quello,che  d  uorria,che  fof 
fé,  è  perche  mi  penfauo,  che  fé  non  foflfe 
ftato  luoco  atto  à  una  Magnifica,  e  bella  lofeph.  i; 
CittàjCom'è  fiata  fempre  Rimino,  &  riputata  da  tutti  Antica- ^"^i: 
mente  fra  le  Città  de  Italia  Nobile,&  Illufl:re,nein  eflo  Hercole,  Genef  io.* 
il  qual  fu  riputato  Dio  apre(fo  gli  Antichi,  l'haueria  edificata  co 
li  fuoi  Capitani  ;  il  qual  Hercole,  per  quanto  fi  raccoglie  da  di-  Gioire, 
uerfe  Hiftorie,fù  chiamato  Libico; perche,  come  fcriue  Berofo,  il 
fuo  proprio  nome  era  Lilio  figliuolo  di  Oftris  chiamato  anch'e- 
gli  Gioue,  il  qual  fiì  figliuolo  (  fecondo  che  fi  legge  in  Giofef)  di 
Cam  figliuolo  di  Noè  ,  di  doue  par  che  Hercole  Lilio  fu  bifne* 
potè  di  Noè,  il  qual  Lilio  fu  C.  V  C  Anni.prima  che  Troia  fi 
edificane  :  hauendo  egli  per  fpatiode  uenti  Anni  dimorato  in  Diui/Tone 
Italia,  vi  edificò  molte  Città,  efl'endcfi  prima  impatronito,  &  fat  del  Mòdo 
to  Rè  di  Spagna  hauendo  lafciato  il  Gouerno  di  quel  Regno  à  ^  Semi  A- 
Hifpalo  fuo  figliuolo, &  mentre  che  flette  in  Italia  guereggiò  co' 

a'  tra 


1  sito  'Rimine fé  Libro  Primo . 

•    ffai  Leftrigoniperfpatio  di  dieci  anni  doppò  queflo  lafciò  ini 
Italia  da  lui  conquiftata  Tiifco  fuo  figliuolo ,  del  qual  prefc  no- 
A  Cam  !'•  me  la  Prouincia  di  Tofcana,  &  lui  fé  ne  ritornò  in  Spagna,  doue 
Africa    à  Hifpalo  fuo  figliuolo,  &eg1i  pigliò  il  Regno  fopra  di  fé  efìen- 
Giafet  1'-  (Jq  molto  vecchio  finì  la  fua  vita  nella  Città  di  Cadice,  doue  egli 
l'?foÌe*d°l  ^^  "lo'co  honorato  nel  fuo  fepolcro,  quafi  come  perfona  diuina: 
Marc.        Eufebio  fcriue  che  i  Poeti  hebbero  per  vfanza  quando  più  huo- 
mini  valorofi  hebbero  il  medefimo  nome,  di  attribuire  tutti  i  fat 
ti  notabili  fatti  da  più  perfone  ad  vn  folo  ,  cioè  tutto  quello  di 
notabile,che  fu  fatto  da  molti  di  quefto  nomeHercole,ratcribui 
rono  ad  vn  folo,sìcome  anco  à  tutti  quelli, c'hebbero  nome  Mer 
s,  curio,che  ne  furono  moltiji  lor gefti  notabili  furono  attribuito 
^'     ^    àMercurioTrimigifta,che  voi  dire   7«rmd^««j  per 'etredigni- 
tà,che  hebbe,cioè  Rè,  Sacerdote,  e  Filofopho  ,  è  pciò  fu  molto 
nominato  con  gran  lode  :  queftoiftelTo  anco  fucceife  nel  nome 
V'IIeeas  ^  ^*  Saturno,li  quali  furono  molti  in  diuern  tépi,ma  però  le  lor'o* 
Spagnuo-.  pc**^  notabili  fi  raccontano  fotto  il  nome  d'^n  folo.  Il  medefimo 
lo.  è  di  Giouc  ancora,  ilquale  fu  nome  di  molti  Gioui.i  farti  Eroici 

de'qualifi  attribuifconoà  vn  folo, perciò  uiene  tanto  honorato, 
&  nominato.Et  i  Greci  aftutifsimi,  &  eccellenti  nelle  loro  Hifto 
rie  per  efsaltare  la  loro  propria  natione,  come  folfareogn*uno 
in  qualunque  honorataoccafione  delle  loro  Città  particolari, 
uolfero  attribuire  la  gloria  di  tutti  gli  altri  Hercoli  al  fuo  nato 
,.  in  Corinto,  &  alleuato  in  Tebe,  che  per  ciò  sì  chiamò  Tebano 
Rnina    di  ^j^^  ^^  doppò  il  primo  Hercole  Libio  200.  Anni,poi  che  il  Teba- 
no fi  trouò  nella  diftruttione  della  fua  Metropoli  Troia,  e  mol- 
Republica  ^^  ^^"^  Prouincie  della  Grecia,  &  Europa  . 
Romana.       Ne  la  Republica  Romana, laqual  hi  tenuto  fin  hora^èterrà, 
fin  che  durerà  il  Mondo,  il  Principato  fra  tutte  l'altre  ,  è  di  pru- 
Seniprono  denza,  è  di  grandez2a,non  l'haueria  riftaurata  fotto  il  confoIa« 
Lib'jrnt     to  di  Sempronio  :  Ne  Auguflo  primo  Imperacor,  ccsìfauio,dot 
crudeli .    to,è  grande,non l'haueria  ampliata:  &  Diocletiano  poi  ultimo 
Diocletia-  Tjj^pgP^fQreinRomaelTendo  ftata  rouinaca  dai  Liburni  non 
fuo  decrc-  l'haueria  redificata,  come  fi  uede  dal  decreto ,  &  bando  di  Dio- 
to.         "cletiano    Imperatore    circa  gli    anni  della   Chriftiana  falure 
C.  C.C.  doue  detto  Imperatore  commanda  per  tutte  le  Prcuin 
eie  d'Europa  del  tenore  feguente. 

*J>cita  ili  wfjio  peromnes  Vroimàas  Ettropdiy'vt  omnes  popuri,art!um 
magifirì  conuenìrent adrctsdìficandum  ^tìminumcìuuattm:  Come  fi 
legge  nel  autentico  officio  del  Matutino  di  San  Marino  :  Ma  ol- 


ì>ì  ^{affkele  t/iMmari.  s 

tre  raffetto  della  Patria  é  l'autcorità  di  sjgrand'huomini,'chc 
rhannoedificataòreedificata,quefta  ragione  me  Io  fa  credere 
più,la  qualè,chequeftoIuoco  ha  le  quattro  conditioni,  le  quali 

volfe  Aleflandro  Magno  hauelTc  il  luoco  ou'edificò  Aleirandria  j^^jg"^"*^^' 
in  Egitto,nominata  da  lui ,  &  eletta  per  la  fua  principal  Citti.e 
forfè  con  il  configlio  d'Ariftotele,  ilquale  da  Filippo  Rè  fuo  Pa-  Filippo  Rè 
dre  fu  eletto  per  Maestro  di  detto  Aleffandro,  come  fi  può  uede-  di  Macedo 
re  da  una  lettera  fcrittali  in  quefto  tenore  gli  anni  del  Mondo  "**• 
4677.  auantigliannidi  Chrifto  Noftro  Signore 3 23. 

Filippo  Rè  di  Macedonia  ad  Ariftotile  Prencipe  di  tutti  i  Fi*  ^««eradel 
lofophi. 

A  te  fapientifsimo  Filofopho,  che  leggi  nella  grande  Accade- 
mia di  Grecia  Filippo  Rè cii  Macedonia  defia  pace,  è  falute. 
Faccioti  fapere,come  Olimpia  mia  moglie  ha  partorito  un  figli* 
nolo, del  qual  parto ,  io,&  efla ,  &  tutta  Macedonia  fente  molta  ijuJpij^ 
allegrezza, perche  i  Prencipi,  &  i  Regni  pigliano  grand'allegrez  Allegrez- 
2a,quandog!i  nafcono  fucceflbri,  di  che  riferifco  gratie  immor-  za  de' Re- 
tale à  gli  Dciyèc  io  ho  mandato  ad  offerire  gran  doni  ne  i  tempi)  S^*»  •  f    , 
non  tanto  perche  dato  me  l'habbiano,  quanto  perche  lo  fecero 
nafcere  al  tempo,  che  uiuefle  cosi  grand'huomo, Prencipe,  è  mo-  ^^^"^'P^  "^ 
narca  di  tutti  i  Filofofi  .  Imperoche  iofpero,che  fia  da  te  molto  de°f*p|^i^. 
ben  dottrinato  :  sì  che  diuenga  lume,  &  ornamento  del  Regno  fofi  . 
noftro.che  per  heredità  farà  Signore  del  mio  patrimonio  di  Ma-  Regnauie 
cedonia,  &  per  merito  fignoreggierà  tutta  l'Afia,  fi  che  lo  chia-  Alexander 
marannomiofigliuolo,&techiamarannofuo  Padre.viue  felice,  ^ecim."^' 
&  fta  fano. 

Et  la  prima  delle  fodette  conditioni  èc'hauefìfe  vn  luoco  dì 
vn  porto  ficuro,il  che  nota  il  Comerio  Maritimo . 

La  feconda  conditioncjche  foffe  loco, atto  à  vna  fiera,è  merca 
to,che  vuol  inferir  che  fia  loco  Terreftre . 

La  terza,c'haue(Te  intorno  campi  fromentari)  è  fertili  :  ilche 
fignifica  che  fia  abbondante  delie  cofe  necelTarie  al  uitto  hu- 
mano . 

La  quarta  è,c'hauefse  un  fiume  appreflb,acciò  (ì  potefle  fetui* 
re  delle  molcecommodità,  che  danno  i  fiumi. 

Le  quali  conditioni  giudico  elfere  neramente  quelle  fole,  le 
quali  à  tal  luoco  fi  conuengono.è  fi  deuono  defiderare:è  fé  bene 
delle  altre  ne  fono  ftate  dette:  nientedimeno  àme  parejchenon 
fi  deuano  ricercare,  quando  fono  incompatibili  con  queftecper- 
che  alcuna  di  quelle  non  inai  fi  confiderà  di  tanta  .importanza, 

A     2         com'è 


4  Sito  Klwlne/è  Libro  ^iimo^ 

com'è  c'habbia  un'aere  puro,netto,  e  fotti  le,  la  qnal  conditioit 
è  incompatibile  con  le  quattro  dette,  che  importa  più,  il  che  fi 
conofce  chiaro,  che  una  Città,che  fia  appreflo  al  Mare  ne  i  cam 
Aria  grof.  pi  fertilijfempre  haurà  aria  groifa: perche  i  uapori  grofsi,  che efa 
^^'  lano  dalle  terre  graffe,!  quali  fono  più  grofsi  ne  i  luochi  Mariti- 

mi, che  ne'gli  altri, è  mafsime,oue  sboccano  fiumi  ;  e  fé  fi  porrà 
ne  glifcoglijhaueràben  buon'aria  ,  ma  non  haurà  i  campi  ferti- 
li, ma  la  noftra  abbraccia  runa,  gl'altra  qualità,  che  parequafi 
incompatibile,  cioè  hauere  i  campi  Fertili ,  e  l'aria  falutiFera,ad 
ogni  forte  di  gente,ch€  ur  capitano,&  che  ui  rtanno:  poiché  fi  leg 

F-ià  d'Vec§^*^^^^'^P^'^'^^'"'^'^^^^^^^'"^°^"^'^'^^^^'^P'^°^^  "^^   vn'Mar 
chi  Maicoco  Aponioeflereuifsuto  in  Rimino  perfino  i  5  o.anni,&  una 

Aponio  donna  per  nome  Tertulla,e(Tere  uifsuta  per  fino  à  i  3  7  anni\& 
dona  Ter-  ^"^ tempi  noftri,cioè  del  i  6"  1  i.  vno  per  nome  Battila  da  Ca- 
B^ntifta  da  ft^^^^^^^  "^^^^  Parochia  di  San  Bartolomeo ,  nella  contrada  de  i 
Caftel  lea- forni  hi  hauutodi  uita  1  o  4.  anni.  Et  una  donna  del  i  6  i  z.ha- 
le  donna  bitante  nella  contrada  del  fiume  nel  Borgo  di  San  Giuliano  per 
,^iÙ(mci3L  nome  donna  Giouanna  Madre  del  Paron  Giouanno  pefcatore 
T^^^jvi'^d"  pfffo"^  ^^  bene,&  bone,  e  campata  i  i  o.  anni;  fi  che  facilmerr- 
della  fan^tefì  può  credere  l'aria  edere  falu:ifcr2,&  bona;,eicampiCcome 
xà  è  la  tea)  fi  sa  J  fecondi. 

peranza         Appreflo  né  Fiumi,perilpiù,ch  e  queflo,  non  è  forfè  dadefi-^ 
del    man  •  ^crare,perche  gl'huomini  nati  in  (\  perfetti  aeri ,  &  alleuati ,  co» 
jiarc  .      ^^  iianno  in  luoco  di  cattiuo,ò  di  mediocre  acre,  s  ammalano,e 
fpefibfi  moiano^perilehe't^l'huominidi  quefia  Citrà,non  pofio- 
,  no  commodamente,nè  efercitare  la  milicia  ,  né  la  mercantia,ne 
Impedirne  ^^^^j.g  i^i  offitij:per  che  in  fimiliefercitij ,  bifogna  andare, per  \X 
ìiuoQana.    Mondo,&  habitare,hora  luochi  di  bona  aria,&  hora,  di  catriua;. 
Finalmente  tutte  k  conditioni,  che  fono  ftate  propofk  in  com- 
patibili à  queflre  quattro,  tutte  fono  di  molto  manco  Kaiportan 
zanche  effe  quattro; hora  à  me  pare,  che  quefto  noftro  Sito  di  Ri 
minohabbia  quefte  quattro  conditioni. 

Ha  la  prima, per  efiere  apprefib  il  Mare  ,  &  hauendo  il  luoco 

ConditioD  ^g|  Porto,  il  quale  ha  fatto,  fempre la  bocca  del    Fiume  Maree- 

pnma.       chia.con l'aiuto  peròdell  arre  facendofegli  dei  Morii,come  fece 

ro  già  i  noftri  antichi, impercchc,recódo  che  io  ho  udito.dire  già 

da  alcuni  noflriuccchi,  in  quefto  Portoni  enrranano  ogni  force 

G^bh'    ^^  de  legni,e  infino  à  Nane  da  Gabbia, con. e  fi  uede  ,  infcultura  nv 

'^'     San  Francefco  nel  Piede  ftallo  della  Capella  dì  San  Girolamo, 

Et  aw;o  in  Pittura  .  Ecfileg^e  ^che  P.  Sempronio  foggroga ti 


L>i  Rafael^  ^dìmarL  > 

il  Ré  di  Sicilia  fecondo  Liuio  (  dignifsimo  ,  &  Eccellentir- 
(ìmoHiftoriographo  ,  nel  Tuo  duodecimo  libro,  &  altri  Juetì- 
ne  con  diece  Nane, per  uedere  quefta  Città  di  Rimino.  Et  io  vai 
riccordo  ,  de  hauer  ueduro  inrrarui  buoni  nauili  i  uele  piene. 
E  però,  ancor  chefia,guafto,  potendofi  rifare  in  quel  modo  , 
ch'era  anticamente ,  eflendo  hora  il  medefìmo  Mare  Adriati- 
co, è  la  medefima  bocca  del  Fiume,  come  di  fotcodirò,  mi 
credo  certo,che  quefto  luoco  non  manchi  della  prima  condi- 
tione . 

Che  habbia  la  feconda,  tutto  il  Mondo  lo  confeffa,  perche o- 
gn  uno  dice,  che  queftoè,  il  più  bel  pafso  d'Italia,  &  perciò 
innanzijchefi  facefle   la  uia  Flaminia,  come  afferma  Tito  Li- 
uio Padoano,  elladauail  nomea  tutta  la  Prouincia,  laqual  fi 
chiamaua  Rimino,  equiui  fi  batteuano    monete  d'ogni  torre,  p^jQngjg 
cioè,  di  Rame,  d'argento,  &  oro ,  come  fi  fuol  fare  ne  i  luochi  d'oro  ,  &: 
principali  delle  Prouincie,fe  bene  al  prcfente,  feneuedanofola  argento  . 
mente  alcune,di  Rame,&  d'argento  finifsimo,  cóferuare  per  me 
moria,^  deuotione  di  San  Godenzo  Vefcouo,e  Padrone  di  que 
ila  Città  '.  Qiial  per  la  Santa  Fede  di  Chrifto  NoftroSigno-  In  pronto 
re  fii    Martirizato  :  Nelle  quali  ,  da    una  banda  ,  ui  è  ,  il  ^^l  fanto^ 
ritratto  d'effo  Santo  con  lettere,  61  dalaltra,  una  Croce  eoa  ^^'^"^^^2^ 
le  lettere,  che  dice.  A  Rimino  .  Di  qui  fi  può  cauare,  che  que  laCittà. 
ila  Città  fofse,  come  difopra  ,  capo  della  Prouincia  ,  che  da  Prouiocia 
lei  pigliauail  nome,  come  per  confuetudine,  fifuol  fare  che^liRi^^ioo, 
però  forfe,  come,fidice,  è  creder  dobbiamo,  effendo  mandato 
ilVefcouo  à  Rimino  da  Papa  Dimafo,  fu  chiamato  Vefcouo 
Pentapoli,  cioè  di  cinque  Cutài  perche  quefta  noftra  era  capo 
d'altre  qnarcro,  e  qui  ben  fi  può  comprendere  la  fua  Nobiltà,& 
&  Antichità. Mutò  poi  il  nome  fotto  la  Felice  memoria  de  Adria 
no  Pontefice  Figliuolo  di  Theodoro  Romano  per  caufa  delle 
guerre  di  Pipino  Rè  di  Franciai&  de  Longobardi  al  tépo  diCar 
lo  Magno,  e  perche  la  noftra  città  di  Rimino  inficine  con  l'altre 
di  quefta  Prouincia  vniramente  fi  erano  fempre  dimoftrate  tan« 
to  fedeli  con  l'arme  in  mano  alla  Santa  Sede,  è  Popolo  Roma- 
no,&  arditamente  haueuano  combattuto  per  quello,&  per  il  Po 
tefice  Santo  :  Il  fudetto  Pontefice  infieme  col  nouo  Imperatore  i^qJo„- 
Lodouico  Pio  volfero,che  tutta  quefta  regione  folfe  adimanda-  Pio    imp. 
ta  Romagna  ,  &  così  dall'hora  inquà  fempre  è  fiata  nominata  Romagna^ 
cofi,che  tu  l'Anno  DCCLXXV.  e  pereiTere  quafi  in  mezzo  noua. 
d'Italia  eh' è  la  più  celeberrima  di  tutte  le  regioni  d'Europa,  per 

die 


i  sito  Rìwhe/è Libro  Primo. 

che  fé  bene  la  parte  d'Italia  è  per  due  volte  longa  verfo  il  Regna 
di  Napoli  di  quella  ch'è  verfo  Lombardia ,  è  tanto  larga  che  fu- 
plifce  alla  longhezza  dell'altra,  &  per  effere  nel  fine  d'Italia  pri- 
^'^'n  edl"^'''''^*^l"*^'^^^^^^^"^^^^^"^'P^  de  AIemagna;ediFrancia.òfra 
TrancU.    i  Colliapiedi  diquelle,è  fra  l'Alpe  del  Monte  Apennino.ò  frai 
Colli  a  piedi  di  quelli,  è  fra  i  Monti  di   Pefaro,è  fra  il  Mare  A- 
driatico  ;  e  perche  quefta  parte  piana  è  larghifsima  nel  princi- 
pio cominciando  dalle  Alpi  di  Alemagna,  e  di  Francia,  e  dal 
canto  dal  Mare  Adriatico  comincia  d'Aquilea,  è  dall'altro  can- 
to comincia  al  principio  dell'Alpi  del  Monte  Apennino,lequali 
cominciano  nella  Riuiera  di  Genoua  ,  di  modo  che  piglia  nel 
Pafsi  di     principio  tutti  i  pafsi,  che  fi  viene  d'iftria, Germania,  e  Francia, 
^"°'^"'^' è  conduce  tutti  quelli,che  vengono  da  dette  parti,  &  tutti  quel- 
lidi  detta  parte  pianai  Rimino  :  perche  venendofià  ftringere 
à  poco  a  poco  detta  parte  piana  infino  a  Rimino,  nel  qualluo- 
co  none  più  larga,  che  il  territorio  di]eflb^  fono  sforzati  à  ca- 
pitarci volendo  pafTare  più  oltre  per  il  refto  d'Italia .  Ch'è  mi  - 
glia  numero  2550.  dal  Fiume  Varo  fino  al  Faro  di  Mifsina  al 
la  Città  di  Reggio  di  Calabria,fono  miglia  numero  p  2  5.  e  da 
Reggio  dal  capo  d'Otranto  miglia  numero  270.  dal  capo 
d'Otrantoà  Venetia  miglia  numero  555.  da  Venetia  al  Fiu- 
me Arfanell'Iftria  miglia  numero  1 5  o.  dal  Fiume  dell'Arfaal 
Fiume  Varo,cofteggiando  Tempre  i  Monti  delle  Alpi  già  detto 
miglia  numero  5  7  o.la  longhezza  d'Italia,  cioè  dal  Fiume  Va- 
ro alla  Città  di  Reggio  miglia  numero  927.  la  fua  larghezza, 
cioè  dal  Porto  di  Talamo  fino  à  Rimino  miglia  numero  193. 
Computo  per  ciò  più  di  tre  quarti  longa  che  larga  ch'è  fecondo  computo 
del  Rofac  del  Rofaccio .  Ogn'vno  molto  più  volontieri  fé  né  pafTa  per  Ri- 
<^'°'  mino,  che  per  altra  ftrada,faluo  che  fé  alcuno  bell'umor, per  dir 

così,  di  proprio  capriccio  non  voleiTe  andare  per  l'Alpi  del  Mon 
teApennino  con  pericolo  d'incorrere  à  qualche  precipitio,arri- 
uato  à  Rimino  fi  hanno  i  pasfi  commodi  per  tutta  Italia:  Perche 
fé  (\  voi  andare  nel  Regno  di  Napoli,ci  è  il  pa/]bperla  Marca 
alla  piana:  Se  f\  vuol  andare  alla  volta  di  Roma,  ci  è  il  paffo  per 
Fclibmbrone,  paflb eletto,  &bene  commodato  da  Tito  Vefpe- 
fiano,cofa  in  uero  molto  marauiglicfa  fatta  con  grandifsimo  ar 
tific!0;&:  fpcfa  nel  durifsimo  faifo  con  ferro ,  più  di  cento  piedi 
di  longhez2aj&  dodici.di  altezza,  &  larghezza  nominato  il  Fur 
lo:Vièancoil  pafTodiMontefiorejè  d'Vrbino;Sefi  vuol  andare 
inTofcana,vièilpa(roin  Cafantino  dalla  Valle  della  Maree- 

chia: 


ciiia:!aflb  tanti  altri  parsi,e  cornerei  come  dì  tuttala  Montagna 
di  Romagna,edelMontefeltro,evna  parte  dell' Vmbria,  le  gen 
ti  de*  quali  luochi  fé  vogliono  mercantie  bifognache  pafsino 
per  Rimino  per  andarle  à  Tore:  Anzi  dirò  meglio,che  fenza  an» 
daraltroue,hanno  bonifsima  comodità  nell'ifteffa  città  di  mol* 
te  forte  di  mercantie ,  che  non  fi  troua  facilmente  in  altre  città 
circonuicine ,  come  fono  merciariejDr«garie,che  dirò  poi  dell*- 
Ferro,e  del  Ramo,che  fono  sforzati,etiam  che  non  volefl'ero  ve- 
nire à  Torlo  à  quefla  noflra  Città  di  Rimino'^delle  cofe  poi  per 
tinente  alle  fpeciarie  medicinali  forfi  porta  il  vanto  fopra  molte 
altre  Città  d'Italia.Vi  nafcono  anconaturalnrente  molti  fempli 
ci  medicinali:Referifce  Plinio  nel  vigefimo  fettimo  libro,che  in- 
torno à  Rimino,^  anco  per  la  Città  ci  è  vn'Herba  nota";  la  qual 
chiamano  Refeda,chediflbhie  ogni  raccolta,  &inf]ammatione, 
laqual  io  conofco  ,  &  ha  le  foglie  longhe,  &  larghe  affai  à  guifa 
quafì  del  Dragone.Similmente  fi  troua  intorno  à  Rimino  &  an- 
co di  fuori  in  luoco  furto,  &  magro  vna  forte  d'herba  Emoroida 
le,che  ha  gran  virtù  contro  le  Moroide,  come  dice  il  Dorante  fo 
glio  2  5  o.fe  mal  non  me  raccordo,&  altri,laqual ,  ho  imparato 
conofcerla,fà  certi  bocoletti  fimil,al  miglio,ma  lóghi,e  fiorifce  al 
fuo  tempo  .  Ancora   vicino  à   Rimino   fi  troua  vn  Sempli- 
ce di  grandifsima  virtù  per  i  dolori  di  corpo,  gioua  molto  al  fto- 
iraco,erifoIue  la  vétofità  ha  a/lai  più  forza,  e  Veementia  de!  A- 
nefo,&  Cornino chiamiato,Ameos  onero  Ami,  nehòtrouato  di 
queflo  affai  fopra  la  Città  di  Fano  dalla  banda  del  Monte  vici- 
no alla  muraglia,  &  altri,come  bé  di  ciò  né  fa  tertimoniàza  l'Ec 
cellétifsimo  Mattiolo  nel  Tuo  commétario  fopra  Diofcoride,  do  Leggi     il 
uè  ragionando  dclli  giardini  de  femplici  parla  inqueftomodo  ^i^"^''* 
nel  libro  Primo,  Che  dirò  io  di  quel  de  M.  Giulio  Moderati  del*  "^   '^Sa 
la  Città  di  Rimino,non  altro  ueramente .  Baccarà. 

Se  non  che  fia  uno  de  belli  ,  e  famofi  d'Italia;  imperoche  per 
quanto  ueggio  per  il  Catalogo  delle  piate,  che  ui  fi  trouano,  par 
mi,che  fi  poffa  connumerare,  anzi  anteporre  à  molti  delli altri 
da  me  ferirti  .  Quello  dice  il  fa mofo  Semplicifta,  &mafsime 
pereffere  il  paefe  di  fua  natura  abbondante  d'ogni  forte  di  fem 
plici  buoni  come  fi  sa  ,  che  in  altri  luochifi  durano  fatica  tro- 
narli  ;  perciò  la  felice  memoria  di  Papa  Pio  I  V.bene  informato  Pìns4,Pon 
fopra  quefta  uerità,  per  honorare,& rimunerare quertalllurtre"^"^** 
Città  gli  concede  priuilegio,  che  li  noflri  honorati  fpctialinon 
haueilero  da  efiere  uifitati  da  Protomedici,  che  uengono  di  fuo- 

ra 


f  sito  Rìmhe/e  Libro  Primo  : 

va  via,  ma  folamente  da  i  noflri  EccellentiTsimi  Signori  Medici, 
dell'iftelTa  Città,  fotte  la<lata di  20.  di  Genaro  1 5  6  i.  confirma 
to  anco,daIIa  Beata  memoria  di  Papa  Clemente ottauo:si  che,fi 
rede,  che  a  pieno  ella  é  dottaca,della  feconda  conditione,  com'è 
notorio  àciafcuno. 
Terza  coti-     Che  habbia  la  terza,lo  fano  non  fiiol  tutti  quelli,  che  fono  fta 
ditione.     jj  in  Rimino:Màvna  parte d*Italia,ed'Iftria,  &  de  Schiauonia, 
c'hanno  goduto,&  godono,  della  fertilità  della  Diocefe  di  Rim  t 
no, ma  per  dirne  qualche  cofa;  dico  che  quefto  loco  ha  prima,la 
Federico   pianura  d'Italia,  verfo  Romagna  ,  che  arriua  infino  all'Alpi  di 
glonofiflì  prancia.e  d'Alemagna,come  già,sì  è  detto.ma  parlando  folo  del 
Tàtot^ìió-  ^2  ^^^<^^^^  <^i  Rimino,come  se  moftra  per  il  decreto  del  Inuìtifsi 
mano.       mo  Imperator  Federico ,  ch'è  vn  Fiumicello  antico,  termine  tra 
ritalia,elaGalliaCifalpina,douenon  era  lecito  ad  alcuno  ar- 
mato pafla  re  per  venire  verfo  la  città  di  Rimino  ,  fé  non  uoleua 
efler  giudicato  inimico  del  popolo  Romano  ,  &  perciò  leggia- 
mo,che  tornando  Cefare  Augufto  di  Francia, con  il  fuo  efercito, 
vittoriofo  trouandofi  in  Rauenna,ftando  a  vedere  publici  fpet- 
tacoli,&  gioco,de  gladiatori, &doppò  il  conuito  tramontato  il 
Sole,di  nafcofto,fece  torre  i  muli  ad  vn  mulin ,  vicino  è  metterli 
à  vn*cocchio,doue  entrò  con  poca  compagnia,  &  cominciando 
à  fmortarfi  i  lumi  fmarì  la  ftrada  &  vagando  finalmenre.appref- 
fo  il  giorno  trouò  una  guida  a  piedi,  fcapò  per  ftretti  fentieri.ha 
«endolo  fcguirato  parte  delle  compagnie  fparfi  fina  ai  colli  vi- 
cini;perche,  lui  haueua  tenuto  la  ftrada  tra  Rauenna.e  Rimino, 
verfo  il  Mare,arriuò  al  Fiume  Rubicone,  sì  fermò  alquanto  con- 
Rubicone  {^derando, quanta  gran  cofa,  fi  metteffe  à  fare;  Et  volcofsi  a  quel 
"™°*  ■    lijche gl'erano  uicini,&  difse ancora ,  poisiamo  ritornare  indie- 
tro;Ma  fé  palTaremo  il  ponte,bifognarà  far'ogni  cofa  con  l'arme, 
che  fera  principio,  de'mali  à  tutti  i  mortali,e  fé  io  non  paflbjferi 
principio.de  i  miei  mali,ch'e/rendo  l'opinione  d'alcuni  fcrittori: 
Curione    Curione  oratore  Romano  molto  eloquente,&  trij^uno  della  pie 
fcacciaio  be',  fu  con  la  fua  eloquenza  gran  caufa  delle  ciuile  difsenfioni, 
da  Roma   efortando  Cerare,a  far  quel  paffaggio:  Dante  lo  poncnell'Infec 
da  poirpc-  no,fenza  lir.gua,doue  dice  nel  canto.  X  X  V  1 1 1. 
'^"'* .  O  quanto  mi  parca  sbigottito . 

.  _  Con  la  lingua  tagliata,  nella  ftrozza. 

pe''nda,"&  Curio  che  à  dir  fu  cofi  ardito, 

maraui-        Et  tardando  al  paflare  un  apparue,una  cola  ftupenda,  che  vn 
gliofa.      huomodi fmifurata grandezza,  bellezza,  &  marauigliofoafpet- 

to 


2yi  Raffaele  \4d'tmari,  f 

xo  apparne  dico  al  improuifo  fedendo  li  vicino  cominciò  i  fona- 
re vnafampogna  foauemence,al  cui  fono  oltre  i  pa fiori  elTendolf, 
concorfo  moki  foIdati,&  Ca«al!ieri,che  vennero  dalle  tende,etra 
loro  trombetti  pigliata  vna  tromba  da  vno  ali  improiiifo  ;  pafsò  il 
fiurne,&  co  gran  fiato  fonò  la  marchiata  dell'efscrcito  andando  al- 
l'altra Ripa.all'hora  Cefare  difse,che  ^  vada  doue  moftrano  i  mira 
coli  de  gli  Dei,&  l'iniquità  dellinemici.ne  vi  fi  penfi  più  già.ebirc 
tata  la  forte,&  così  Cefare  fi  deliberò  di  non  andar  folo  à  Roma 
perafsicurar  la  perfonafua  per  tutto  quello,  che  gli  fofTe  potuto 
auuenire:Et  in  quel  punto,&  loco  dicono  gli  Hiftoriographi,  clic 
cominciò  la  Monarchia  delli  Romani  in  Giulio  Cefare  .  Pafsò  il  ^  j^^^j^^^ 
fiume  dicendo,qui  laXso  la  pace,e  le  violate  leggile  feguito  tè  ò  for  i^' Monar- 
tutia;  &  in  vn  tratto  correndo  arriuòiRim'ino,  circa  il  leu.u  del  eira   delli 
Sole  con  trecétoCaaallieri   &  cinque  millafoldati. la  giouenrù  di  Ronuni» 
Rimino  fuegliata  al  rumor  delle  trombe ,  &  al  (Irepiro  de  tambur- 
ri  de'  foldati  pigliò  l'arme  ruginofe  per  la  longa  pace  ,  cominciò  à 
voler  far  di  lorproua:Qiiando  poi  s'accorfe  dell'Acquila,  &  delle  AtqtnUs 
infegne  Romane,e  viddero  Cefare  in  mezzo  delle  fqu4.dre,monta  Luctiai,& 
to  fopra  vn  feggio  eminente  in  mezzo  quafi  del  fot'o  della  Citta,  Ci/Anm 
che  parlaui  efortando  i  foldati  a  e(fer  diligenti  alle  cofe  di  guerra ,  *"'     "'''^"' 
reftorono  ftupefatti ,  &  attoniti  di  tal  cafo ,  lamentandofi  d'c  fere  "^'"'^^  ' 
fica  la  lor  Città, che  bifogna^Te  fopportar  i  trauagli  di  tutte  le  guer 
ìCerterne,  6z  interne  ,  come  ben  deplora  Lucano  ne  i  fuoì  verd  al 
libro  primo  a  folio  vndeci.doue  dice. 

V  male  vicinis  hxc  mxna  condita  G^xllh  r  KimTiT»  cit 

0  in[l'.  'Limnata  Ioco:oax  al  caper  ornoe  :  '^  ^^  ^^'^'^' 

Et  irunfilhquicspopiuov.rWiprsd-tfuremfWì^  F"*  ^gS 

Vnm:iqHe  ca  TÈrafimas:  me  lìm  for  timi  dcdJffsi 
O'befuh  Eoo  fedcm: 
Trouò  i  tribuni  fugiri  da  Roma,&  fubico  mandò  Ambjtfciatori 
a  Pompeo  Magno,  acciò  che  C^  liberaffe  Roi-na  ,  di  l'Italia  datante  Ttmof    "^ 
difcordie .Grande  fu  il  rimordi- Pompeo,  &  del  Senato:  Pompeo  ^l'^^Jf^L 
rifpofe,che  fé  Cefar*e  fi  partiiVe  da  Rimino,c5  le  fiie  genti, e  fé  ne  arp  Z^  .^^ 
datfe  in  Francia,  egli  poi  fé  ne  andaria  in  Spagna:i1  che  non  volen 
do  far  Cefare, mandò  Marco  Antonio  da  Riminoà  Regio  con  eia 
que  fquadre,  &  edbreflò  in  Rimino,  ©rdinando le  cernite  di  Pe» 
faro,Fano,&  Ancona:Partitida  Rimino,  Cefare  facendo  Ta  rtra^» 
da  della  Marca,  &  acquillatola  , feneandòad  Afcoli ,  tutti fugr 
§!uano,intendendo  che  Cefare  s'auicinaua ,  hi^gì  di  Roma  Pom^ 
pco,  Marcello  fuo  Collega,  6c  moki  altri  del  Magiflraco:  In  quelli 

^  giorni 


la  S ito  E imìnefe  L ibro Primo, 

giorni  li  venne  l'otcaua  legione,  &  ventidoi  fquadre  delie  cernire 
di  Francia.ó:  trecento huomini  d'arme,mandareli  dal  KèHcnrico,. 
chenèfeguì  poi  quello, che  fi  racconta  dalle  fcritture  Hiftori- 
che. 

Poiché  fi  è  fatto  mentione  del  Fiume  Rubicone,  termine  del- 

ritalia,&  della  Gallia  Cisalpina,  k  ben  ciò  da  tutti  IHidorici ,  & 

Anni  LUCA  altri  fcrittori  antichi,  &  il  cómentatore  di  Lucano  fodetto  dice,che 

m  BilIori.YiQ]  porto  di  Rimino  uicino  al  Rubicone  ancora  fi  trouaua  unata 

uola  di  marmo;nelIa  quale  eran  fcritte  qfte  lettere..Imperator.  Sute 

mìleSifiue  Tiro  armatus  ^uisquìi  jtUnCyV€x\Lium  arffiaq'Ae  dtpomio  :  ncc 

atra  h une  amnem  armi,fignane  tradmno  ,  <^  fìquii  cantra  fccerit  bcflis 

dijui'icabìtur populi  f{oman',nc  ft  arma  contrapitr'um  tultrn^Wnatcfque 

*Deos  abrxtdtruièi  perche  in  quel  luoco  proprio  del  editto  nò  fi  po- 

tcuano  conferuare  l'arme  per  elTere  alla  campagna,  fi  faccuano 

,  .      portar  fino  à  Rimino  come  città  più  vicina  al  detto  fiume  Rubic- 

del^cT Dei  cone;doueera  il  luoco,cheficuramenre  Ci  confcruauano:  6^  perciò 

inuictifsimi-  ^  domandaua  la  Città  nofiira  Armario,  cioè  loco  dalle   arme  del 

Remdntrìi  popolo  Romano,  &  teneuano  le    munirioni  delli  armamcnri  loro. 

imperatcris  Nondimeno  mie  parfo  bene  inferir  qui  il  Decreto  fàtrodaPa  me- 

ftmperAH'  moria  de  Federico  Imperatore  fopra  ciò,ilquale  fuonain  quefte 

5f' "17  parole.. 

eilià    Re^it 

itoriofifii.  In  nomine  Santìffimait  &  tndtn'du£  Trinitatìi ,  &  B'^atx ,  argloriofa 
Virgìnìs  MariiiyC}u£  augeat  rìtam  Domini  Federici  l'npeiaofis  jinno  UO"- 
tninicA  Incarnationis  millefnno  centtfirnofexagefimoocitiHOfdie  rencrir 
dechnA  Kal.»4priiis  IndiCiione  quinta  decima . 

Quapropternotum faclmar onìnìbus  Impcrij  fdelìbuif  pnfcnvhus ,  &" 
fiiturispn  lialiam  confiìtutis:fidtl:buinoftri$  ciuihui  ^rìminen  Imperia 
lis auU  conlìutt:us  totum  commitatum  y&  d.fìriCium  [uum  ficut  ir^bit 
Rubicon  vfque  ad  mare  àUtere  Cefend  à  latere  Vifaurì  ufque  ad  fogiiam,. 
Ù"  Kiminen  liberam poteflatem  mrram  lurifdiSfwnem  toncedìwusy'ri  ha- 
beant  tneram  lurili\tfwncw^& potifta^em  pertotumjuum  comm'itaturn,. 
ytdeffgnatum  efi  in  omnibus  caufn,<!^-  querelis,  tam  iiu'.Hbu$,quam  Cìim 
nalibus.&in  bis,  &  omnibus  alifs  ad  lurifdièìionem  pirtìnencbus ,  //f  at 
qu(g  ciuitas  hibet [uum  CQmmitatum'^&  difirì^um  fiatuentes^i^  p.m'vet 
pr^cipientef^vt  nulla prorfus  Sacri  Lmperijpcrjonaprsfentem  hanc  nvjìrf 
conTìirutwn's  pagmam  audsat  violare,  nec  aUqwb.facietiarurn,  &  imuìiia 
rum  calumnijs  attentarCyfcd poficam  ea  omnih.nofìris fidcUbuS)  &  (tu  affo 
dbus  cammendatam  cjle  uoÌMmus,&  acceptum y<Q  fiaUcui  tieialiquibut 

ììicrt.o* 


tìM»' 


*2>i  Kafaele  t/idìwarh 


tx 


tnemorattéM  commttatum  y  uel  lurìfdì^lonem  conceffiinus  *  velalìquoejl 
4oncelfiimi€umtamqi4ame\veleìsproyfuSj  &  in  omnibus  auferimus ,  & 
datìonentt  &  conceffionem  illaminfmgimus  ^  &  quiuerohxncnofiram 
conce ffioaem  violare  pr^fumpferìty  mulcteturpana  vigintilibrarum  auri, 
medietai  (itnobis,aliamedietasi4nivnruerfttati  ^rimineninferatur.^ 

Et  hoc  aaumfuit  in  domo  Epifcopi  Crimini  in  proemia  Cbrifìiani  Ma 
guntinifedis  Anhiepfcopiy&  Filippi  tolonm  Mchiepifcopi  Godio fnddì 
^uU  imperialii  iancelUrijyComius  Vandulphi  de  Salado  Epifcopi  Buca' 
hauerfa,&  luliani,  &  Taridis  de  Al  a -'.T  et  toni  ludiche  &  nmle  FertA-^ 
cijy&  Magalotti. 

Ego  Morandm  Sacri  Talatij  Sot.proulfione  Domini  Federici  imperato- 
ris  hanc  conceffionemfcripfi. 

Hora  per  ritornare  alla  fudetta  Diocefi  di  Rimino  in  quella  pa  r 
te.doue  e  pofto  il  Rubicone  fodetto,  vi  fono  campi  da  grano  così  j^^^j^^^^  ^ 
fertili,  che  il  grano,  ilquale  fi  raccoglie  in  cfsi,  fé  non  fofTe  portato  ^^q^jq/ 
altroue  fuor  di  detta  Diocefi,okre  al  bifogno  di  Rimino,e  di  detta 
Diocefi,feria  fufficienteà  mantenere  vn*altro  Rimino  :hi  poi  dal- 
l'altro canto  vcrfo  la  Marca  vn'altra  pianura  ,che  fecondo  detta 
Diocefi  arriua  infin  a  i  Monti  d'Vrbino,&  di  Pefaro  di  campi  così 
fertili.che  il  grano,ilquale  d  raccoglie,  in  esCi  non  fofle  pur  portato 
fiiori.faria  futììciente  oltre  al  bifogno  di  qnefta  mantenere  quafi 
vn'altro  Rimino,  ha  poi  di  fopra  verfo  TA pennino  molti  co^l  J  ^^("pertilità 
lì,è  fra  alcune  vallette,  e  pianetti ,  e  più  in  sii  alcuni  monti  non^  di  ^^^^  q\q, 
{afsi,  ma  di  terreno,  oue  per  tutto  fi  raccoglie  del  grano  afrai,è  fé  cefi  di  Ri-, 
non  più, almeno  per  la  baftanza  di  quelli',  che  in  detti  luochi  hab.niino. 
bitanoMJchenon  è  poco:  perche  detti  colli,  e  monticelli  fono  pie- 
ni di  ville,c  di  Callel!a,come  in  parte  fi  può  vedere  in  quefto  mio 
difegno  di  derra  Diocefi:  circa  alla  fertilità  del  vino,lo  sa  ogn'vno, 
che  quella  Cirri  nollra  manda  fuori  più  vino,  che  forfi  alcun'altra 
Città  della  Chic  fa, e  che  fianobuoni,e  perfetti,  oltreché  ncfàtefti 
monianza  Venctia,Schiauonia,riftria, Pefaro, Fano, e  Senegalia, 
(che  non  è  poco  à  dire) Ancona, Ferrara,  Rauenna, Forlì,  Faenza, 
Jmola,&  a kri  luochi  d)  Romagrra,  &  tutti  l'aUri  luochi, oue  è  por 
tato,e  molto  nìigliori  feriano,  quàdo  foffero  più  aiutati  dall'artifi 
ciò, erme  fi  coftunia  in  moiri  luochi,che  bolilTero  nelle  grafpi  non 
medi  due  giorni  ò  di  tre  innà2Ì,che  le  faceflero  piftareà fatto;  ac- 
ciò, che  pigliafiero  maggior  forzale  bota  in  particolarfopranoi,an 
co  ;  ;\  le  n.ór3gne,che  vìano  tal  arte  di  far  bolir  i  vini  nelle  grafpe  in 
più  l'patio  dì  tcir.po,ch£  caufa  poi  non  1'  hauer  a  mouer  pm  per  tra 
*      *  ^  ^  B    2  ualarli     > 


IJ 


sito  %njìnìfè  libro  TrìmT. 


ijafarli,  che  non  è  poco .  Reftando  purificati  fc  ftefsi  per  ki  caufa 
fodetta.ancoraeffendopofsibile,  fé  indugia fìTero  à  cogliere  l'vua 
doppò  almeno  la  quinta  decima  della  Luna;  percioche  i  uini  ài* 
uengono  più  potenti ,  &  più  fi  conferuano ,  che  non  fanno  al  ere* 
fcere  della  Luna  :  caufaria,che  feriano  molto  più  fani,  &  di  più  du 
rara  purificàdofi  indettegrafpeè  beuédone  nócaufarianomaleal 
cunojcome  fanno  i  torbidi.  E  uero  p  la  gra  quatità  fenza  gagliarde 
prouifioni  delli  Illufirisfimi  Sig.  Padroni, non  fi  potrebbe  mai  mà- 
dare  in  eflecutione  tal  cofarpotria  béeflere.che  quefto  poco  moti 
no  in  particolarfuegliaflealcuno,che  per  hauer  la  detta  arte  accó- 
pagnata  dalla  bota  dell  uue,&  da  i  luochi  iftefsi  trouarebbe  gràde 
.     accrefciméco  di  bótà,come  alcuni  particolari  hanno  fatto  fin'hora. 
la^  Ckta^cli     ^^  ^^^  ^  ^"^  ^^"  dire,che  anco  in  quefli  colli,habbia  habitatio- 
Niflj».        "c  Jl  l^Jo  Bacco,che  fu  della  Prouincia  d'Arbia  della  Cittàdi  Nif- 
fa  con  le  ninfcjche  la  leuò  per  elTere  colli  Vittiferi,&  di  chiari  fon- 
ti abbódcuolijcome  C\  dimoftra  la  figura  di  Bacco,  bella,gioueniI, 
fi  allegra  ,  perche  il   uino  beuuto  temperatamente  fa  gl'huomini 
lieti, giocondi  &  di  bon  colore:  Fugendo  quell'altra  figura  del  Dio 
Bacco, CQ  luga  barba,&  orgoliofo  ciglio,che  dimoftra ,  che  il  uino 
beuuto  fuor  di  mifura,&  intéperataméce  fa  gl'huomini  terribili,& 
iracondi,  come  uien  affermato  da  Aulo Gellio,che  la  Dona,  che  be 
uefleuino  fofTecaftigata   come  fé  hauefle  commefso  adulterio. 
IgnatìoMe      Vn  Romano  chiamato  Ignatio  Metello   ammazzò  fua  moglie, 
tello.         perche  la  trouò>che  beueua  uino,&  fu  liberato  da  Romolo  primo 
Ré  de' Romani. Vn  Imp.di  Germania  diceua,  che  per  nóbeuere  ui 
Impera  tot  no  l'Imperatrice  fua  cófortenon  fé  ingrauidaua,&  che  gli  fu  detto 
AlenDano  .  j^^  lafciaHe  beuer,  che  di  lei  haurcbbe  figliuoli  per  hereditar  l'Impe 

.  rio,dific  più  prcfto  uoglio  hauer  moglie  fterile  che  ubriaca  . 

tefe!       "      ^^  dimofira  nel  cario  di  Bacco  tirato  da  Tigri,&  da  Pantere,che 
fono  animali  feroci, &  tenibili, &  che  leggiermcte faltano,come  fo 
uenre fanno glhuomini  rifcaldati  dal  uino,  &  come  faceuanolc 
Bacche  folennizjndo  le  fefte  del  lorDio,  ilqual  dicefi,  che  fofTeun 
Sette  Capi  ardito  Capirano,^'  di  gran  iialore,&  che  iopgiogafle  dinerfi  na- 
toli iniiio  noni, nondimeno ,  non  tanto  per  quefto  hi  celebre  il  nome  fuo  ap- 
labili    chi  prcHode  gli  artichi, quanto, perche  hi  creduto  ritrouator  del  uino. 
tuftodifce      Sette  cofe  erano  inuiolabilmente  ofieruate  fra  le  donne  Ro- 
fua  cu«o-  "^^"^  '  P^'^'^''  PO<^o  nelle  fefle,  mangiare  fobriamente  ne  conuit», 
difce  l'ani  f^^"  beiiere  uino,ersendo  fané,  non   parlar  fecretamente  eoa 
ma  fua.     hr.omini,   rrn  alzar  gl'ccchi  ne  tcn-pij ,  non  ftar  molto  alle  fene- 
Prouerbii.  Are,&  non  ufcir  di  cafa  fenza  i  (noi  mariti ,  &  colei  che  quefto  or- 


1>}  Raffaele  tAdmarT, 


u 


cline  non  feruaua  era  per  infame  riputara,5i:  perciò  per  far  qualche  DueFóta- 
demonftratione  di  honore  alla  palfata  di  Papa  Clemente  otcauo  F.M.  ne  di  vin» 
fi  fece  fare  alla  Cattolica  dou'è  il  primo  ingreffo  del  Territorio  di  Ri 
mino  dal  Senato  della  Citta  noftra  due  fontane  di  vinouna  ro^o, 6c 
l'altro  bianco  t  medefimamente  dentro  della  Città  innanzi  al  PaJazzo 
deirilluftreCommunitànoftradou'eraallogiatoil  fodetro  Pontefice 
ne  fece  fare  un'altra  di  vino  biaco  di  tal  bota,  che  molti  delli  Bottiglie 
rideiriIluft.Card.ch'eranocon  S.  Santità  ne  pigliarono  li  fiafchi  per 
la  bocca  ifteffadeiriUuftr.Card.Ior  Padroni,  fentédo  che  fuperaua  di 
bota  graltridalorguftariinuarijluochi:fi  proua ancora  p  ragion  na- 
turale, poiché  nafcono  in  queftì  colli  è  móticelli  aprici , e  fpicati,oue 
il  Sole  può  battere  da  ogni  bada  di  tal  forte ,  che  par  che  a  porta  fiano 
ftati  fatti  per  vigne:3jper  le  vene  d-ella  terra  a  ciò  appropnate.Et  il  da 
rio  poftofopra il uino frutta  airilluf.Cómunità  affai  bene.Chefiaàbó  q\\qA[^, 
drited'oIiod'Eccell.bóràlosàil  Morefeltro,<?c  il  refto  della mótagna,  quifita  hi 
fopraàelToiChe  no  fi  ferue  d'altro  oliOiChe  di  detta  Diocefi,inpartico  tà. 
lar  losà,d:guftalacittàdi  Rauéna^óc  altri  luochi  di  Romagna  fino  à 
Bologna,doue  fano  particolar  diligéza  d'hauer  di  quefta  forte  d'olio, 
è  cheauaza  à  quefta  Diocefi,  i  colli  della  quale  fi  uedano  tutti  pieni  di 
oliuifeguitandoqueftaRiuiera  per  fina  à  Fano,  la  qual  città  fu  difefa 
da  Pietro  Polano  Prencipe  d  i  Venetia  dalla  gu erra, che  córra  qlli  face- 
iianoi  Rauennati.-iTxrmantenutain  pace  coirimperaror  Greco  l'Anno 
della  Chriftianafalute  1135?.  i  quali  fanefi  per  benemerito  fi  fecero  tri 
butarij  de'Sig.Venetiani  in  mille  pefi  di  fimil  forte  d'olio,  3c  dì  certa 
quatirà  di  foldati,fapédo  quàto  li  era  grato  l'olio  de'  colli  di  qfti  paefi. 
Che  fia  abbódanre  di  tutri  l'altri  frutti  buoni,  de  efquifiti  fi  uedcper- 
che  oltre  quelli, che  cófuma  la  piazza,  &  fuori  la  Diocefijfi  uedeogni  qj.-^j  j-h- 
dì  carecarfene  Barche  perVenetia,i.S:  altri  diuevfi  luochi  di  diuerfi  frut  (^,j.^^     ^^j 
ncominciaiidofidi  Maggio  dalle  ceiefe,infino  all'Inuernata.  Fano. 

Che  fia  abbódante  d'ogni  forte  di  poUimi,  prima  fi  vede  per  l'oua  che  Polami  "'^ 
efcatio  fuori  perVeneria,&  altri  luochi,che  il  dariofopra  effe  importo  Oua  ;  del 
frutta  airilluf.Cómunita  di  Rimino  no  poco,olrreqlle,che  fi  cSfuma  161 5.    nu. 
per  la  Citta, &:d!Ocefi,  ondebifognadire,che  fiaabbódàtedipolami,  4  ^  3  5  4i. 
che  rtarò  io  a  dire  delle  oche,  poiché  bafta  il  prouerbio  eh' è  in  coma 
ne  ufo  antico, l'oche  da  Rimino,rono  ancori  altre  forre  di  Polami  maf  Oche  Co- 
fi  me  di  colombi  di  colombara, (Se  alrri  è  poi  abbondante  d'altre  beftia  lombi. 
me,come fono  Pt'core, delle  qualifeneuedono  piene  lenoftrecam- 
pagne,(Sc  di  più  di  ciò  ne  fa  fede  l'abbondanza  dei  Marzolini,  che  di  EfquiCti 
■qui  vanno  in  molti  luochrprincipali  d'Italia, &:  malllmamenteneir-  Marzolini, 
alma  Città  di  Roma, &  in  Vcnetia  fono  apprezziti  aflrai,(S(:  in  qualun- 
que altro  loco, oue  fono  ftati  portati  anco  fuor  d'Iralia.  è  finalmente  . 
abbondanrt  di  rutti  l'altri  animaiida  macello, &  inparticolare  ,fi  ^^or^adel- 
può  Cio  vedere  per  la  gran  quantitàdi  carne  falate,di  falcicciotri,  '"A  ^alcic 
^  di  porci  uiuijchc  fono  condorti  fuora  per  marj&pcr  rerra,de  pefci  ^'^'".» 

'-■  -'^-m.»  Zitte y^  •*  rw-4x«f«n»^  ■  ei^^'^   orfe 
f  '  ,    •  ■  ?      ■ 


14  Sito  Kimim/è Libro  Primo* 

poi  noti  accade d  dirne  eflendo  la  Città  apprefTo  il  Mar  è  iìumi 
mafsinrcnelli  mefi  di  Aprile, Maggio, Settcmbere,  &  Ottobre,che 
in  quefti  per  ordinario  fa  il  fuo  paffaggio,  &  fé  ne  pigliano  le  bar* 
che  piene,che  alcuna  volta  per  la  grà  copia,fe  ne  da  per  tre,è  quac 
tre  quatrini  la  Iibra,ch'è  d'onze  dieciotto,&  anco  per  manco,e  ab 
bendante  anco  di  legne: perche  come  fi  vede  ci  fono  molte  felue,& 
bcfchi,6i  perlaDiocefi,olrrei  legnami,  che  fi  hanno  dalle  Roue- 
rc,  &  dalli  oliui,^  dalli  olmi,  che  fono  per  i  campi,  &  ne  i  greppi 
delle  vie,fi  che  fi  può  dire  che  poffa  ftareà  parangonedi  qualun- 

Terza  con  *^^^^ '*^^^^^*^^''^  ^  ^^^^*'^'^^^*^"^^^  ^^^^^  conditionecompita- 
dinone.     ""'^"^c  fij  per  cófequentia  fia  habitata  dalle  ninfe  Driade,&  Ama- 
driade.che  accompagnano  la  diana  Dea  della  caccia  ,  laqual  fuol 
edere  tanto  grata  a  gentilhuomini,  &  à  Plebei,  &  in  particolar  à 
quelli  della  noftra  Città  . 
.         Laquarta,&  vltimaconditioneà  me  pare,  che  ancor  q uè fta  fi 
ne^m'aru.  V^^^  dire, ch'ella  Ihabbia:  perche  oltre  gli  altri  fiumi  i  quali  corro 
*  no  per  la  fua  DJocefi,è  danno  tante  ccmmodità  come  comincian 
Ventena     ^^  ^^  ^  monti  di  Ptfaro  per  la  Ventena,e  poi  la  Conca,laquaI  è  af 
Conca.      fai gro{Tofium.e,ilqual  per  coriere con  gran  caduta,  fé  necauano 
tanti  e  cefi  fpesfi  canali  da  Molini,che  ballano  per  macinar  à  tutto 
il  monte,e  il  piano  della  Diocefi  di  Rimino  infino  a'  monti  di  Pe- 
faro  da  quel  càto,okre  che  fé  né  cauano  molte  altre  cómodità,co- 
me  è  per  le  fornace  di  calce  é  di  matoni^nel  qualfiumefene  fanno 
n;olte,e  masfime  per  la  commodità  delle  felue  di  Fagniano ,  &  al- 
tre:e  per  adacquare  alcune  terre. è  fé  ne  potriano  adacquare  più  af 
fai  giù  alla  pianura,fe  vi  fi  aggiongefle  l'arte.  Non  molto  lontano 
ci  è  poi  il  fiume  Marano  il  qual  ancor  c'habbia  poche  acque, fc  nò 
quando  picur,  riétediir!eno,neha  tante,che  ferue  per  macinare  v- 
na  pane  del  tempo  ai  circonfianti.è  fé  necaua  vtilicà  per  leforna 
a  e  di  calce,è  di  Matoni.Vi  è  poil  Aufa  laquale  paflfafotto  le  mu 
Maranoiìuj-a(jp)ja(..ifra\iaquale  ancor  che  fia  picciol  fiumicello,  nientcdimc- 
Avu.         no  fcmprcMià  alcune  poche  acque  chiare,  le  qual  G  potriar.o  con- 
durre nella  Città  à  molti  effercitij,  ferue  però  affai  per  le  fornace, 
che  fi  fanno  à  Sjrauaile,  le  quali  non  fono  poche  per  l'abbor.dan- 
:SaraDa!le.2a  delle  li  gne,  the  fon  li  vicine  fui  territorio  di  Rimino,  ilqual  pe 
tcfeimpcuerifce  affai  più  d)  quello,che  fi  crede. 

Vie  poi  f  ufo  verfo  Romagna,  ilqualfebene  none  fiu;ne  gran- 
Termine     de,  nicnrfdin.enooltre,che  ferue  per  moke  fornaci, che  fi  fanno  da 
il'lialia.     qi^j  ^2  Sant'Arcangelo,  è  ftato  molto  fognalaro  .  6:  nrminaro  dd 
tutti  i  fcritccn  antichi,dcue  da  loro  fi  è  trattato  dell'Italia  antica, 


Dì  T^ajfaele  ìA dimori  j  r 

&Jeifuoi  termini;  perciò  che  none  dubio  alcuno  per  quanto  fi 
raccoglie  dal  luoco  ifteiro.dalle  veftigie  d'vn  antico  è  bel  ponte  di 
pietra  è  horafi  vedono,dauacommodità  dipanar  detto  fìume,& 
anco  dalla  opinione  di  molti  boni  fcrictorioneruati,&  parti  de- 
dotti dal  M.Reuerendo  Padre  Fra  Leandro  Alberti  Bolognefen©!  FiaLeàdro 
la  defcrittione  della  fua  Italia  folio  i^d.  a  tergo,  che  quefto  fiail  Alberti.. 
Kubicone  antico,  termine  già  d'Iralia,chc  sbocca  nella  Marina  fot 
tolìelaria,  &  che  il  CafalclVè  uicinoalle  veftigie  di  detto  ponte  fì^  ^ 
chiamaua  Liifo, cioè, che daiia  luce,&  auuertimentoa  quelli,c'hi- 
uelfero  voluto  paflare  armati  con  foldati,  oltre  il  detto  riume,  che 
nópallalfero  ^elTere  cótra  il  decreto  del  Senato,  &  popolo  Roma 
no, il  quii  Ofal  poi  dopò  la  venuta  di  Chrifto  Moftro  Redétore, 
éc  che  fi  e  ampliata  la  Religione  Chridiana,  efséJoul  flato  fabrica 
ra  una  Chiefa  Parochiale,in  titolata  S.S.Vico,è  M odeftj,  la  deuo- 
rionedeq'ìi  SS.Martiri,hàdatoiI  nomea  dertoCaral?,cHen5s'in  SS  viro 
téde|p  altro,  che  p  lacótrada  di  S>Vicc,e  ModeAo;  reltò  poi  il  no-  Modeai,& 
me  antico  di  detto  luocoalfiume,chefi  domanda  hoggid'Ancora^''*''^'^''* 
LurOjalcunoaltriGlufo  per  corrutti:jne  di  vocabolo,  fc bene  a' té- 
pinoftri  nonfi  vedano  le  tauole  del  editto  m.elfouifecofndo  li  ferir  fr^Ko  V 
tori  dalli  Romani  per  far  noto  la  lor  prohrbicione,  ma  altri  haué-  popoloRo 
do  fitto  intagliar  a'  tempi  no  (hi  detto  editto,  l'hanno  poflo  doue  aìi'no. 
riè  parfo  poter  moftrar  che  fo(Te,m3  torfe  l'amor  della  propria  pa 
tria  ti  potriahauer  ingannati   ,  efiendo  ftatoperlongi  temp  ual 
luoco  incognito  per  il  mouimf  nco ,  &  slongamento  di  detta  Pro    Rubicone- 
nincia,  poiché  fé  il  Rubicone  folle  ftaco  cosi  vicino  alla  Città  dì 
Cefcna,conìe  fopógono,fenza  dubbio  alcuno  li  f:rittori  aocic'vha 
neriano  nominato  Cefena,&  non  Rimino,  per  vicino  di  d<j cuohu 
me,  poiché  de  lì  dou'è  Prato  polio  modernamence  detto  edirto  e 
lontano  di  Rimino  più  di  diecifette  milÌ3,&  da  Cefena.mmco  di 
tre^perilche  nelTun  fcrittore  antico  haueria  potuco  far  così  notabil 
errore  in  tanca  longhezza  di  (Itada, poiché  dicono,  non  P:ocul  ab 
Vrbe  R  imino.  de  per  breuità  non  ftarò  à  dedurre  altre  ragioni  buo 
ne  che  m;hta  aiTai  la  fodecca  . 

Di  poi  ci  è  Fiumifino  fiume  di  Siueijnano  ,il  quii  di  ancora  e{-  /»""''/'"**' 
lodi  molte  vcihta  innanziychesboccain  mare.  ^^      ^ 

Vi  è  poi  il  picciol  fiume  hoggi  volgarmente  chiamato l'Argofa  Argofa- 
il  qnal  da  qualche  commodità  per  le  fornaci  ,  che  vi  fi  fanno  da 
quelVi  di  Lonziao,&  altri  vicini. 

Ec  naal mente; vi  è  il  Fium'cello  detto    Piinuello,  ez  darvuTgo  FìfTafeUoò^ 
rA;gone,ch>;  aicuni  hanno  tenuto cllere il  Rubicone.  Ma  pafTan  Argone . 

do 


T  e  Sito  R  imìmfe  Lièro  Tr'mo^ 

do  così  vicino  à  Cefena,  in  fpatio  di  manco  di  tremilia  e  chiara* 
quefto  non  poter  eflere  il  Rubicone  fecódo  la  mente  ditucti  l'Hi 
j  .  .-  fiorici  antichi  comedi  fopra fi  è  detto  al  proprio  luoco del  Kubi. 
co  l'miVà  cone, alche  aggiungemoancora,che  ilfodetto  Pwrarello,  non  fé  ne 
tello  sboc  Tcorre  nel  Mare  Adriatico,  come  dicono  i  fcrittori  dei  Rubicone, 
ca»  maqueflo  Pidatelloncnarriiia  alrrimente  in  Mare,  ma  mette  ca- 

po in  Fiumifìno-.tiitto  queflo  ho  voluto  dire  del  Rubicone,per  mo 
ftrare  ]avarieta\più  che(ìapofs;b;ledi  quertecofeantidieolierua 
te  dalla  uarietà  de  i-fcrittori  forfi  mal  prattiei  dì  detto  luoco ,  par- 
lando Tempre  con  ogni  humiltd  è  riuerenza^che  deuo  è  poifo  mag 
giorei  ma  è  affai  meglio  per  la  riputatione,  &  vtile  della  Città  no 
ftra, che  ilfodetto  ^Piflatello  fìa  tenuto  per  Rubicone,  poiché  la 
fua  iurifdittione  fi  eftende  tanto  più  oltre,  &  cofì  vicino  alla  Città 
Dal  Fiume  nobilifsima  di  Cefena  ;  Eflendo  che  per  decreto  fatta,  dalla  Sacra 
Xubicone.  Maeflà  di  Federico  Imperatore,  che  da  me  fi  è  porto  al  fao  luoco,. 
de  rerbo  ad  virhum  :  gli  dà  ri  t<^rminc  dal  Fiume  Foglia  fino  al  Riv«- 
bicone:Ma  forfì  quefta  varietà  è  venuta  per  caufa  degl'antichi  citr 
tadini,che  forfì  haueriano  potuto  leaarla,  fapendo  la  certezza  del 
]acofa,mahanno  tacciuto  forfì  per  veder  l'efìto,  che  ciTcre  fenon? 
vtile  ali  ampliarione  del  lor  Territorio,  &  perciò  moffero  poi  lite 
à  Signori  Cefenati  del  M.  C  C  V.  moflrando  che  il  lor  Territo. 
rio  doueua  efTere  per  fina  al  luoco  predette  del  Rubicone,  per  de- 
creto,&c. 

Si  dice,  che  doppò  non  molto  tempo  Ir  Riminefì  prefero  l'ai  mi 

WoHa  d'arP^^^'^^^^'^'^^''-^"^"^^^'^^''^^  Cefenati  ,  &  diedero  lor  tma  granf. 
mi.  rotta,nella  quale  reftorono  prigioni  miliia  e  ottocento  in  circa  da 

nemici,liquali  furono  condotti  nel  no5il  Cartello  di  Santo  Arcan 
gelo,!  Cefenati  difpofti  di  vendicarfene,&  di  liberare  i  loro  prigio 
Bo!G<inefì  "'»  risofferò  all'aiuto  de  Bologne/ì,&  l'ottennero  :  li  Kolognefi  fa» 
in  aiu'tode  peuano.che  li  Riminefi  erano  fauoriti  da  Fanefì,Pefaref7,  Vrbina» 
Cefenati    ti, dalli  Conti  di  Montefeltro,&  Carpegno,&  Rauennati, dubitati 
c?o  ^^'^^^'  ^o  del  loro  foccorfo,  &  aiuto  :  torto  condurtero  fuora  jI  Garoccio, 
F^uor    de  ^  ^"^^^^  furono  in  fuo  aiuto  Ferrarefi,Regianiy  Faucntini,ForIiuQ 
Rixnincfi.  fj^fe  Bertanorefi. Fatta  la  maffa  delle  dette  genti,  edendo  Capitano- 
Generale  il  Vefconte, Pretore  di  Bologna,  che  con  Tefercito  pafsò 
fopra  Santo  Arcangelo  aU'improuifo  facendo  moki  mali  con  le 
£correrie,5i  hauendo  aflediato  il  Cartello  ,  te  datelo  molti  afl'alti 
io  termine  di  quattro  giorni,  lo  cidufie  in  termine  tale, che  nò  coni 
parendo  foccorfo  fi  rifolfero  di  venire  à  patti  con  querte  condicio* 
Bieche  i  prigioni  Cefenati  fafTero  lafciaci  liberi,&  condotti  fani,a: 


Fi  urne  Ma 


t>i  Raffaele  iAdimarl,  t7 

fallii  fino  al  Caroccio,ò  doue  più  piacefleal  Vcfconte  Generale,6c 
ad  ambedue  le  parti  foflero  lafciari  liberi  li  prigion  i  :  Et  che  tutti 
li  Cafl:ellani,có  le  loro  facoltà  foflero fai ui,che  fu  il  pri^no  di  Sette  j^j^^^  „- 
bre  in  quedoftabilirnento  di  pace.Monfìgncr  Reuer.Vcacura  Ve  ventura* 
fcouo  di  Rimino, promife  far  ogn'opcra.che  il  Vircontej&  gl'altri  procuri 
della  fua  fattione  fodero  allblud  dalia  fcómunica,  nella  quale  era-  l'allolutio 
no  incorfi  per  caufa  di  guerra,  promettendo  di  procurare  l'alTblu  j}^^   <*^^J* 
tiene  dal  Sommo  Pontefice,  con  liquali  tucti  fu  (labilità  qucfta  Sa  ^^^^^ 
ta  pace,per  la  Iddio  gratia  ,  nel  fiio  Santo  nome ,  di  maniera  tale, 
che  vie  non  fuol  al  prefentepace,  &  vnione,  ma  ancora  parentel- 
la.conefìerfi  maritate  gentildonne,  delle  più  nobili,  sì  dell' vna, 
come  dell'altra  Città  infieme  . 

Ma  olrraà  tutti  quefli  detti  di  fopra'vi  è  il  Fiume  Marecchia      T- 
già  detto  dal  più  delli  Scrittori  R]mino,iIqual  lì  può  mettere  trai 
fiumi  grofsi,che  sboccano  nel  Mare  Adriatico  dal  Pò ,  in  giù,  fino 
alla  fine  di  Terra  de  Ottranro,  anticamente  detta  Cal3bria,ìaqnal 
pafla  fotto  le  Mura  della  Citta  e  le  ha  dato  il  nome:  Nafcendo  nel 
medefimo  Monte  dell'Alpe,  chiamato  le  Balce  dalb  binda  verfo  ^^'f^'Jf' ® 
mezzo  giorno  doue  è  il  Fonte  ,  che  dà  principio  al  Teucfe  Fiume  ^Jj. .  ^j^|, 
di  Roma,  dall'altra  banda  è  chiamato,  l'Alpe  della  Cella  di  Sin  "ad-S.  Ai- 
Alberico,  ch'è  pcfto  verfo  Tramontana  ,  doue  è  un  Fonte,  che  òi  bsrico. 
principio  alla  Marecchia,  la  qual  hauendo  Origine  nel  medef- 
mo  Monte,  doue  l'ha  il  Teucre,  di  Roma,  1  ha  fatto  fempreamo- 
reuole  è  foggettta  à  detta  Città, &  è  fiata  amata  da  lei  per  eifcr  ita 
ta  leedificara  da  efla  più  volte,e  fatta  fua  Colonia,  come  h  leg^ije 
nell  H:fì:crie:Et  fatta  Colonia. a!  medefmorempo  con  Beneuento  {^i^Jj^q  ^ 
detto  per mnanziMaieuento nell'anni  del  Mondo  4718.  &Ì!i-  Colonie 
ranzia'parto  della  fempre  beatifsima  Vergine  Nolira  Signora,  Baneuéco. 
2  8  2. cioè 4  5  8  annidoppòla  edifìcationc  di  Roma,  &  molto 
prina  Colonia,  delli  Vmbri  delle  prime  genti ,  doppò  il  Diluuio  Colonia 
d'onde  fi  raccoglie  l'Antichità  di  quefta  ,  come  fi  raccoglie  da  J^"!^'  ^^^ 
Strabone,e  Polibiorlaqual  Colonia,  fu  fempre  fidelifsima  al  Sena-   '^'* 
to,  e  popolo  Romano,  poiché  nell'Anno  5  4  5.fireb€!larono  i 
Rom.ani  dodici  Colonie,&  dieciotto  ne  reftorono  Fideli,  &  falde 
alla  deuctione  de  Romani  dandoli  non  poco  aiuto  de  genti,  e  de  Coiomefi 
danari  nella  guerra,  chaueuano  centra  Annibale  gran  Capitano  ^^^j^  q^^, 
Carragin£fe,nel  numero  delle  quali ,  fu  quella  magnanima  Città  tagin^fe. 
rofira  di  Rimino.  Anzi  «he  il  grand' Annibale  fodetto  Schifò  ve- 
.   rendo  in  Italia  ,  di  paffare  per  la  ftrada.di  Rimino,facendo  altre 
firade  malageuoli,&  difficili  ,  ch'è  quella  del  Caflantino  con 

C  grande 


iB  SttoUimlnefe  Libro  Primo. 

grande cTifcónnodoJatica.e danno  de  fuoi  foldati,fapendo  quante 
che  Rimino  tofle  fedele.e  ben  fortificata  prefìdiata  da  Roniani,co 
me  Città  gelofa,&  amata  grandemente  dal  Sanato ,  e  popolo  Ro- 
mano. 

Non  tacerò,  poi  che  parlo  di  Colonie,  che  A'effandria  d'Eg'tro 
di  fopra  nominata,  fu  Colonia  di  Giù!  io  Cefare  Augufto,  per  mo« 
ftrarancoinquefto  luoco  laconuenienza,  che  haueua  lanoftra 
Città,  con  quella. 

Di  più  n  vede,  che  fin 'hora  quanto  quefla  Città  noflra  fia  fiata 
cara,e  grata  à  Romani,&  a  i  Sommi  Pontefici  irtefsi,&  come  llm 
perator  Conftanzo  promulgò  la  fettima  legge  ciuile,  che  fu  fatta 
da  ConftantinoAugufto,  e  Giuliano  Imperatori,che  comincia, ir 
fi  excepia  tormemis  fune  corpora^neì  Codice ,  fotto  il  titolo  de  m&Ufi' 
^'Grtgo-  •  c\'^<àr  matbemaùchy'xnVÀmìno  àt\mQ(z  à\  Luglio,  al  tempo  del  Co 
G*Ja1^afo°  folato  di  Ticiano,&  Ceriale;&  nelRegiflrodi  San  Gregorio  Mi- 
Vefcoui,  e  %^^  Patron,6i  Protettore  dique/la  Città  ,  eletto  Papa  del  D  X  C. 
Chiefa  pò  &  anco  nel  Decreto  di  Gratiano,&  nel  libro  del  D-cretale,  vi  d  ve 
polo  di  Hi  dano  molte  cofe  nobili  degne  appartenenti  à  Rcucrendi  Vefcoui, 
*'°°'        Chicfj,&  popolo  nortro  di  Riminodi  molta  piera,  &  carici,  fa- 
rebbe opera  troppo  lunga  lo  defcriuere  hauendo  aliegati  ai:chori, 
e  i  luochi,come  leggendo  chiaramente  porrà  vedere  conrinuimea 
te,poiche  il  Tuo  Vcfcouato  è  fempre  ftato  ii-nm?diate  focropo'io  al 
Santifsimo  Pontefice  Romana,^  cffente  da  tutti  gli  aicri  Il'uiVif- 
fimi,e  Reuerendjfsimi  Arcinefcoui,  come  ben  fi  puoi  veder' dai 
funi  priuilegi  confirmati  da  molti  Sommi  Pórehci,  liqnali  perde- 
Clcmenre  S"'  rispetti  particolarmente,come  perbreuitn  non  fi  deducono,  & 
Papa  o:ta  conferuati  illefi  fino  al  tempo  della  F.M.di  Clemente  ottauo  Som- 
uo  Pietro  rooPonttfice;alqual  piacque  hauendo  conferito  l'Arciuefcouato 
Aldobran  ^\  Raucnna  all'illuftrir.^Sign.  Cardinal  Pietro  Aldobrandino  fuo 
Ar'awfco  "^P°^^  »  ^^^^^  foggertó  al  detto  Arctuefcouato,  che  fu  l'Anno 
^^^  M.DC»V.aIli  diecidi  Tebraro:  Ma  hoggidr  credo  ,  che  verte  an- 

cor quertacaufa  indecifijma  perla  riuerenza  di  quello  Illuftnrsi 
mo  la  Città  noftra  par  che  non  cura  di  far  altra  inflanza  alla  fpe* 
ditione. 

Intorno  i  che; Che  la  CKiefa  di  Rimino,&  Tuoi  Reuerendifsimr 
Vefcoui  fia  fiati  fortopofti  a!!' Arciuefcouato  di  Rauenn3,come  fi 
Ic&andio"  ^^'°''^*^  ^^  aiferire  il  Signor  Rofsi;apparifce  tutto  il  contrario, fi  ca- 
paci Dot.  ^^  pruouaeuidenrementel'Eccel  étifsimo  Signor  AleiTandro  Pa- 
toiedileg  ci  GétiìhuorTiOi e  Dottore  d'i  quefla  noPtra  Città, nell'  oratione  fat 
V-  ta,6i  recitata  alla  Santità  di  N.  S.  Papa  Paolo  Quinto',  ciré  confu. 

ca 


fZ)i  Raffaele  tÀdìmarh  /$ 

ta  l'opinione  di  detto  Signor  Rofsi:  quale  oratione  ho  uifta,&  Iet- 
ta fcritta  à  penna,  laqualc  è  molto  degna  d'efifer  porta  in  ftimpa, 
come  porrebbe  forfi  un  giorno  per  diftefa  delle  ragioni  della  Ghie 
fa  Riminefe;come  anco  fi  fpera .  E  fé  bene  il  Signor  Rofsi lalTerifce 
cfl'er  flati  prefenti  due  Reuerendifsimi  Vefcoui  di  Rimino, al  Con 
cilio  di  Rauenna,cioè  vn  Monfignor  Federico,^  Monfignor  Giù-  pi^^f"^^ 
lio  Parifano,fi  rifponde.che dato  che  vi  fiano  ftati,  vi  fonoandati  ^^^ggno/ 
con  proceda  efprefTo  di  nò  pregiudicare  le  ragioni  della  fua  Ghie-  Giulio  Pa 
f3,non  eflendo  fottopofti  all' Arciuefcouato  di  Rauenna,ma  elTen-  nfani  Ve- 
ti, te  liberi,  come  fu  fatto  anco  dalli  Signori  Ambafciatori  dell'll  fcom  àihS 
luftre  Gommunità  mandati  à  tal  effetto .  Ghe  però,  come  fi  dice,e  ™'°'* 
credere  ficuramente  dobbiamo ,  effendo  mandato  il  Prefato  Ve- 
fcouo  à  Rimino  dalla  Santa  recordatione  di  Papa  Damafo ,  fu 
chiamato  Vefcouo  di  Pentapoli,cioè  di  cinque  Cittd;perche  que- 
lla noflra  era  capo  de  altre  quattro,  dì  più  referifce  il.M.  R.  P.  Fra 
Alfonfo  Ciaconi  d'.  Vonufiàbii^y^^  Curdinalibus  F.  2  i  5.  doue  dice 
quefte  precife  parole:  Efarcatus  cornplexus  Rauennam,  Bomniam,lmo  J^/^f'^f»* 
UwyFuuentiam.FiYurnpopilij, Forum  tiuijyC^fenam,  Bmum  ,  Ferrariam,  p^"/^"*,//, 
Cornact4lumyAdY\anhFicoiaSy&  Gahellum  .  Tentalìs  vero  [me  Tentapo-  ^fimtnhiù 
liSy Anminuni,Tijaurum  Concam  Fanun7yS€nogalliami.4nconam,^uxi' 
m'iumyHumananiyAefiuìn.ForumfemprGnijyMontemfcYeWyVrbìnum.Ter 
rìtorium  EalnenfeyCallesy  LuceoUoSy  &  Eugub'iuryìyCum  Cafìrisj  &  finibus 
ad  Ij£c  loca  pettintntibus.  Allegando  AnAfìafio  bìbllothecar'Wf  &  Leone 
Ofìienfe  libro  primo  HìJìorìxCa(finenfis  jai  Ludottìcum  Francorum  Re* 
gem. 

Ancor  che  (i  legga  in  molti  Authori  che  hauendo  Valeminiano  Vaiétinia- 
Augufto  habitaco  longo  tempo  in  Rauenna ,  la  volfe  honorar  in  "®  ^"'P*  ^ 
temporale, &  in  fpiritujieaggiongendoa!  fuo  Arciuefcouato  do- 
deci  Vefcoui  fuftVaganei  cominciando  da  Rimino,  per  fino  à  Pia- 
cenza;ilche  può  edere,  che  fufle  tatto  da  lui, ma  però  non  confirma 
co  dal  Sommo  Pontcfìce,alquale  folo  fi  afpetta  determinare  leco- 
(efpirituali,  &  ecclefiaftiche  ;  &  perciò  vediamo  non  elTerc citato 
lia  njfsuno  ne  dì,  né  tempo  fufTe,  né  manco  sì  sa  che  fia  mai  (lato 
,ne(To  in  efecurione,come  cofa  non  intimata  né  valida  ,mafsime  ef- 
lendo Rimino  feparatoà  quel  tempo  dallaProuincia  di  Rauenna; 
laqual  era  nella  Gallia  Cifalpjna,  &  Rimino  era  nella  Prouincia 
Romana  immediatamente  foggecta  à  Roma,  &  al  Sommo  Ponte- 
fice,doue  fccrfero  più  di  trecento  anni  innanzi,  che    Rimino  folTe 
pofia  nella  Prouincia  di  Romagna  ,  &  vnita  con  le  altre  Città  di 
detta  P:cu;ncia,&  «Itreragioni. 

C    2  la 


jfo'  Sìto^mmefè  L  Uro  Prlmàl 

In  quello  noftfo  Prefato  Vefcouato  Riminefe,vi  hanno  fiorito,^ 
e  fiorifcono  anco  de'  più  Nobili  è  gran  Prelati  d' ogni  forte  di  Pre 
I^ture  della  Corte  Romana ,  non  folo  in  Santità  come  anco  nelle 
Dottrine  è  gcuerno  della  Santa  Madre  Chiefa,sicome  ne  fanno  ve 
ra  teftimonianza  l'Eccellenti  Scrittori ,  &  altri  degni  di  fede ,  e  di 
credenza,  che  teftificano  efferui  ftati  alcuni  Illuftrifsimi  Cardina- 
li, che  n  sa  de' primi  Prelati  à  tempo  loro  del  Sacro  Collegio  per 
quanto  fi  raccog!ie,che  per  farne  marauiglia  ad  alcuni  dirò,  che  al 
prefentenetrouofei,chemifonoperuenutialle  mani  per  quelle 
poche  carte  c*ho  fcorfo,oltre  gl'altri  della  propria  Città,che  pone- 
lò  altroue  infieme  con  gl'altri  Cittadini  naturali,per  moftrar  ch'è 
fìata  totalmente  Illuftrataquefta  Città  dalla  prouida  natura  ,  che 
chiaramente  fi  conofce  da'  fuoi  parti ,  che  per  farne  partecipe  del 
la  nobiltà  di  quefta  venerabil  Chiefa,e  Vefcouato à  Nobili,  &  Cu 
riofi  Lettori  gli  dirò,cheil  primo  fu. 

L'Illuftrifsimo ,  eReuerendifsimoMonfìgnorRufìnoda 

Cardinale  fotto  il  titolo  di  Santa  Prafrede,creato  dalla  B.M.di  Cle 
mente  Papa  Terzo,  l'Anno  del  i  ipi.  Vefcouo  di  Rimino. 

Sccondo,rilluftrifs.e  Reuerendifs.  MonfignorBandellodi  Ban 
delli  da  Luca  Vefcouo  di  Rimino[Prete  Cardinale  fotto  il  titolo 
di  Santa  Balbina  creato  dalla  F.M.  di  Gregorio  decimo  fecondo 
l'Anno  I  4  o  8.  che  fu  fatto  legato  deirilluftrifsimo  Dominio  Ve- 
netiano,  &  di  Romagna. 

Terzo,  niluftrifsimo.e  Reuerendifsimo  Monfignor  Pietro  Bar- 
bo Venetiano  Cardinal  Prete  fotto  il  titolo  di  S.  Marco  Vefcouo 
diRimino,chepoidel  1454.  fu  eletto  Papa,  ilqualfi  fece  chiamar 
Pjpa  Paolo  fecondo  di  Santa  recordatione. 

Qjiarro,  l'Ili  uftri  fé  Reuer.Monfignor  Fracefco  SauonefeCard. 
fottoil  titolo  di  S  Pietro  in  Vincola  Vefcouo  di  Rimine  eletto  Pa 
pavoIfecH'cr  chiamato  Sifto  Quarto,  perche  nel  giorno  diSSifto 
Papa  gl'lllurtrif  Card  cntrorono  in  Ccnclaue,che  fu  aili  p.d'Ago- 

Ito  i47i.di  quelli  doi  Pontefici  e  flato  data dall'llluflre  Sig. 

CGuallier  Claudio  Pace'B.M.al  Sig. D.Giacomo  Antonio  Pcdrone 
Canonico  della  tiofira  C'tti  pcrcofa  certa  ,  &  vera  ,  che  per  le  bo- 
nifsMnc  qiì.'.!ita  ds  detto  Sif^nor  Caualiiernon  hauena  detto  tal  co 
h,(i  iK  n  i  hareifc  trouatofcrirto  in  iuoco  buono,  e  ficuro  . 

Q^i;Jnro,l  ìlluflr.e  ReuerMonfig  nor  OliueroC'aratf.i  Nipolfa 
no  (..aiJinaie  fotto  il  ritolo  ài  S.S^ibiiia  \'efcouo  di  Rimino,  crea- 
to dalla  Sanra  memoria  di  Papa  PjoIo  fecondo  i'Am.o  i  4<>  4. 
Sefio^rillullr.e  Reuer  Monfignor  A.^canio  P^nfano  da  Toknti 

no 


*Dl  Raffaele  t/lMf?idrì*  ét 

•fio  della  Marca  Vefcouo  Riminefe  Cardinale  di  titolo  di  S.Pudc- 
tiana ,  creato  dalla  F.R.di  Papa  Paolo  Terzo  TAnno  i  $  39. 

Il  Pio  defiderio,che  hi  fempre  hauuto,  &  al  preferite  ha  quefto 
noftro  honoratifsimo  publico  fi  e  di  dar  ogni  honoreuol  commo  seminario 
dita  alli  figliuoli  di  quella  Città ,  e  Dioceri,acciò  che  fé  il  gran  Pa-  de  Chieri- 
dre  di  famiglia  dicefle  infpirandoli  nel  cuore  à  non  ftar  nelle  piaz  ci  fondato 
ze  otiofi,andate  ancor  voi  figliuoli  à  lauorare  nella  mia  vigna  del  JJJ,^'™^*" 
Seminario,  &  quello,  che  giufto  feri,  vi  pagarò,acciò  nonhaueffe  laRadicc 
fcufa  alcuna.con  dire  d'hauer  andare  in  vn  luoco  ftretto  ,  &  angu-  della  fcien 
fto,doue  non  vi  fofle  quelle  bone  commodità,  che  fi  afpetta  alla  za  è  ama- 
giouentù  per  potere  paffar  l'otio  doppò  l'hore  de  ftudij,e  non  ha»  fj^jj^^j 
ueffero  ad  andare  vagabondi  per  la  Città ,  cofa  poco  decente .  &  qj^  5^  doN 
chefuol  apportare  il  più  delle  volte  fcandolo, tanto  più,  che  per  la  ci* 
parte  de  gioueni  della  Città, e  del  Molto  Reuerendo  Clero,  contri 
bucario  al  detto  luoco  del  Seminario,  fi  diceuano  le  parole  iftefse 
del  faggio  Petrarca ,  del  trionfo  d'amore,  al  primo  Capitolo,doue 
comincia  . 

L'h abito  altero,  inufitato,  e  nouo. 
Mirai  alzando  gl'occhi  graùi, e  ftanchi. 
Ch'altro  diletto,che  imparar, non  prono. 

Perciò  rilluftre  Ccnfeglio  à  petitione  di  Monfignor  Reuer.Gìu  q\^\\q  p^ 
lio  Parifano,  Pafloreà  quel  tempo  di  quefta  Città,  che  fu  l'Anno  nfano  ve 
M  D.LXIIX.  ai  18.  di  Marzo.  Conofcendo quanto  egli amaua  fcouo  di 
quella  Città,come  dice  la  fpofa,al  fuo  diletto  fpofo.neiii  Cantici,  R'i"ino  • 
il  mio  caro,per  me,&  io  per  lui,egli  mi  vuol  bene,  &  io  gli  uoglio 
bene,  egli  fa  molto  per  me,&  io  faccio  molto  per  lui,  egli  mi  ha  da  JP^j.^  ^ 
redimere  con  cinque  piaghe,  io  redimo  lui  con  cinque  Sicli. 

Douehàcaminato,  ecaminafin'hora,  hauendo  hauuto  per  fin 
all'Anno  a  dietro  i<5i2.quefta  cafa,due  M.Reuerendi  Canonici  di 
queila  Città, c'ha  continuato  in  quefti  Signori,  quel  amor  è  bene- 
uoienza  con  tutti, come  haueua  cominciato,  per  il  tempo  di  molti 
anni  paffati  per  li  meriti,  e  virtuofe  maniere  loro,  &  alprefente,e 
fuolil  molto  lUuttre  Sig.  Girolamo  Parifano,  che  refede  per  il  Vi* 
cario  Generale  di  Mófig.  lllufirif.Noncio  Apoftolico  in  Venetia. 
Così  riihiftre  Confeglio  fi  rifolfe  del  tutto  ,  compiacere  detto  Mó 
fignoi  Piiifano,  con  afsignarecon  licenza  delli  Illuflrifsimi  Signo  (>q„  j[|^ 
ri  Patroni  per  il  detto  Seminario,cóforme  al  Sacro  Cócilio  di  Tré  diTrento. 
to  la  più  cara  cofa, ch'egli  hauefle,  che  fu  il  palazzo  del  Cimerio,  il 
qual  è  (ito  i;<ibilifsimo,e  dicirci^ito  di  due  tornadure,che  valereb 
be  fé  riiiniUe Comunità  l hauefse  à  comprare dieci.ò  dodici»mila 

feudi 


22 


Sito  Kìmìne/iLibro  Primo. 


rio  rapa  '*^"^'  <^'  p>^«;É>,e  forfi più  :  ilqual  fìi  confirmato  con  honoreuolifsi- 
Quinto.  me,  éc  vtilifsin-iecondirioDià  fauore della  medefma  Illuflrc  Com- 
^re^ono  ir.iinità  dallaF.M.di  Papa  Pio  V. the  per  breuità,  &  altro  al  pre 
4  apa  Xiii.  fgj^^e  lafcio  di  dedurle . 

Dapoi  fucceflc  Morfìgnor  llluftrifsimo  Giouan  Battifta  Cartel 
lo,  ilqual  fu  poi  Noncio  Apoftolicoal  Rè  di  Francia,  che  fuppli- 
cò  la  fantità  di  Papa  Greg.  trezodecimo  di  F,  R.  ch'egli  concedeffe 
il  detto  palazzo  del  Cimerjo  in  permuta  col  fuo  del  Vefcouato, 
per  effere  in  luoco  nr.olto  più  vicino ,  e  commodo  alla  Chiefa  Ca- 
thedfale,chc  fu  l'anno  1 5  7  9.rottenne:Maforfi  l'occorfe qualche 
foretitia  .perche di  nuouoeglinefùpaffato  un'altro,  che  fu  del 
1 5 8 1. con  irfinito  difgufìo è difpiaccre  del publico,poiche qucfto 
^^"s^'?d  '  ^^^^^  ^^^  fufficiente  à  vn  bifogno  di  guerra ,  ilche  Dio  non  uoglia 
defca        n^ai ,  aiiuenga  di  accommodarli  dentro  vna  gran  quantità  di  Ca- 
sernaus  fi,  i^slletia  Soldadcfca  :  che  in  quattro horefenza  difcommodo  Ci  po- 
t^frd.s .     teua  fgcn  brare  detto  feminario  andando  i  figliuoli  alle  cafe  loro, 
Giulio  Fa  £,  doppò ritornarli, ilche  fapendo,  chea tareffetto fu  dalla  Santif- 
F^  ^  ^'      fima  memoria  di  Papa  Giulio  fecondo  dalla  Rouere  Donato  al- 
rillijftreCommunità,  fi  pentì  è  non^  volfe  in  alcun  modo  lafciare 
quc-flu  fua  cara  &  amata  Città, con  tanta  mala  fodisfattione,  e  co- 
sì fé  n'efclufe  di  tal  defiderio  applicando  alla  Cathedrale   tutto 
quello,  c'haurebbe  fpefo  in  accommodare  detto  palazzo  del  Ci- 
merio,  indolcendo  poi  totalmente  l'animi  delli  cittadini  per  pia 
iecordaticne,che  lo  beneficio  incaminandolo  di  maniera  tale.con 
tali  ordini,  che  più  volte  vi  furono  quaranta  gioueni  Cittadini  di 
Dottori  di  qn<^fia  Citta\e  Diocefi.come  anco  alcuna  volta  doppò  !ui,che  per- 
Jtgpi.        ciò  la  Girti  ncftra  al  prc^^nte  gode  di  quelli  frutti, per  hauer  detto 
l'erlirchip  Seminario  partorito  moki  Eccellenti  Dottori  dì  leggi, &  altre  fcié 
5'  i>  V;nl!'  ^Cjthc  fé  foHe  a  propofito  li  dcduria  à  vno  à  vno,fe  bene  al  prefen 

CI  1\.. nino  n  r  •  •'  ti 

te  non  pafìa  con  tanto  leruore  come  prima  non  già  per  la  lonta- 
nanza di  Monfignor  llluftrifsimo  Berlinghieri  Gefsi  Noflro  PaQ:o 
re,iiqnal  nel  fno  primo  ingreffo  qui  in  Rimino  fi  degnò  applicarli 
alcL'fii  benefici)  fcnza  cura,  quando  vacart^no,  come  neconfraper 
fuo  Decreto  in  Csncellaria  EpiTccpj  le  per  ampliarlo  è  moftrare 
Madri  d*.  j-  mcdc-rma  volontà  bona,  come  hanno  hauuto  i  fuoi  piedeceflb- 
iiin-a.a.a.  ^j^^  faicrire  qncfto  benedetto  hioco  tanto  vtilc  è  di  tanta  reputa* 
,ticne;ma  perche  la  penuria  de  buoni  Maftriàquefii  tempi  è  gran* 
de  ancora  per  la  pota  forte  della  Città  è  forfi  finiftri  offici) ,  oltre 
J'hauer  fatta  mucatiorc  del  modo  di  pngarc  le  fpefc  dc'figlmoli, 
che  giornalmente  entrano  in  detto  Seiuiìiario  parc,che  al  pnicnte 

non 


Di  T{afaele  t4dtmAri  13 

non  fia  tanto  florido,  come  molte  altre  uolte  è  rtato  \  Ma  quando 
per  gratia  fi  potefle  ottennere  dalla  Santità  di  Noftro  Signore  una 
derogatione  d'ogni  è  qualunque  cofa,  che  fo(Ìe  contra  al  detto  fe- 
minario  con  terminarlo  propriamente  è  perpetuamente  a  figliuo- 
li di  quefta  Città  è  Diocefi ,  che  mai  non  moiano,  C\  potria  ficura- 
mente  fperare.che  folfe  per  ritornare  in  breue  nel  priftino  ftato.re 
ftando  tutti  certi  è  ficuri  di  tare  il  fuo  corfo  nelle  fcienze  in  detto 
luoco  è  non  in  altro,vi  andarebbono  molto  più  volontieri,  e  in  oc 
cafione  di  bifogni  di  guerra,&  altre  occorrenze  la  Città,  fi  potreb  ^jy^.^  « 
be  promettere  per  quel  tempo  di  detto  iuoco  conforme  à  tempi  à  p^  secou- 
dietro,  e  mafsime  quando  fu  cóceflb  dalla  Feti  ce  Memoria  di  Giù  do. 
Ho  fecondo  l'anno  M.  D.  l  X.poiche  in  quel  tempo  quafi  continua 
mente  fé  neferuiua  inmantenerui  gente  per  difefa  è  aiuto  della 
Cittù.e  fuo  popolo.  Santo  Af> 

In  quello  iftelTo  Iuoco  ui  C\è  fatto  una  affai  buona,  &   bella  drea  a^jo- 
Chiefa  fotto  il  titolo  di  Santo  Andrea  Apollolo  per  feiuirio  del  ftolo, 
iflelfo  feminario,&  per  la  felia  di  detto  Santo  Andrea  vi  fuol  e(fe- 
re  Indulgenza PiCnariajilche  rende  repucatione,  e  deuotione  à  tur 
ta  la  Città.  Gio  Eutr- 

Eta'  tempi  noflri  come  di  foprafi  è  detto  vi  è  (lato  Monfignor  ^^  Caftel- 
IlluftrifsimoGiO.  Battila  Cartello  Bolognefe  Vcfcouo  di  Rimi  [j^^f  "^^j', 
no.chesédo  Pallore  in  quefta  noiira  Città,dopò  che  fi  cominciò  à  ^^^^  , 
mettere  in  efecutione  li  Decreti  del  Santo  Concilio  di  Trenco,  egli 
tVi  gelantifsi  modi  quelli  riformando  tanto  il  Reuerendo  Clero, 
come  li  fecolari,iquali  quafi  tuttticaminauano  per  dir  cosi  vag;iri 
do  fenza  guida  buona  nelle  cofe  fpirituali,  poiché  dà  loro  n'^n  fi 
fapeuano  le  cofe  neceìfa rie  alla  fahu0,confeiTandofi,ecom'T)unica 
dofi  rare  uoke  &  alcuni  per  fpatio  di  tre,  e  quattro  anni  de  intei 
uallo,al  più  da  vn'anno  a!r3ltro,&  per  opera  d\  quefto  buon  è  Sa 
to  Vcfccuo  (ifontóredotri  i  fecolari  à  co!u':lfarfi  é  communicarfi 
tre,&  quattro  volte  l'anno  nelle  Felle  principali,  &  molti  freqiien 
tando  le  lor  confraternite  fi  confeifano,  &  C^  communicanoogni 
mefe,&  alcuni  altri  in  più  conftaternire  frequentando  quefia  Sari 
tifsima  Communioneogni  D>menica,i!chc  è,  &  è  (èato  di  grande 
augmento  alla  deuotione,&  Fe<-!e  Chrilb'ani;  Mercè  della  diliger» 
za,  &  Santa  mente  del  fodetto  Illuflrifsimo  Noitro  Paftore  Monfi 
gnor  Vcfcouo  Cafèellojlquale  in  qaefto  come  in  moire  altre  co- 
fe, merita  gran  laude  con  perpetuo  cbligo  Ji  noi  altri  iUmrn-efi,l8 
quali  almeno  per  recompenfare  in  qualche  parte  tanto obligc? 
ciautìmo  debiti  taEtransterire  le  Tue  Sante  olfa  di  Fra  aera,  doue 

iiìotfe 


2  4  Sito  Kimtnefe  Libro  T>r  tmo, 

tnorfe  Noncfo  del  Pap3,à  Ri'nino.per  tenerle  per  nn  caro  pegncir 
£gijio(^ar^ranoi,comefitrouaeirere(htohrto  d'vìVIiliirtrifsimo  Cardina* 
cimale  A!- le  Egidio  Aluarez de  AlbertozSpagnuolo  Arciuefcoiio  di  Tole- 
uarez.       do,ticoloSan  Clemente,  poi  VefcouoCardituI  Sibino  chem-rfe 
in  Viterbo  &  fu  fepoltoin  Arsifi,6:  di  là  ad  alcuni  anni,fii  porta- 
to in  Spagna  alla  fua  Cathedrale,  dico,  tu  portato  su  lefpilleda 
huomini,checoncorreuanodatnttele  parti  del  camino,  per  gua- 
dagnare il  lubileoconceflb  dal  Papa  Santo,  à  chi  sì  fottoponeua 
al  pefo  del  detto  Corpo,  ma  tanto  pili  farà  la  fua  remuneratione. 
appreflb  à  Dio  No(èro  Signore  ,  poi  che  que fto  dall'huomini  gli  è 
mancato  &  al  prefenre,come  s'è  detco.habbiamo  M  ^nfignor  lUu- 
BerlinghieftrifsJn^QgerlinghieroGefso  Bolognefe ,  medefimanienre  noftfo 
VefcouV  Vefcouo  Noncio  in  Venetia,douegià,  e  ftato  quattro  anni  in  tal 
di  Rimino officiojcon  gran  fatisfattione  del  Sommo  Pontefice,  &  delli  Signo- 
ri Venetiani,&  quando  venne  qui  in  Rimino  a  pigliare  il  poiTeftb 
delfuo  VefcouadOjChefùallidiecifettediG  ugnodel  1607. A^dò 
à  Venetia,fenza  poterli  fermare  più  che  tre,  ò  quattro  giorni ,  qui 
diede  grandifsima  fatisfattione  al  popolo  Riminefe  in  particola- 
re con  la  deuotione  di  Molte  Medaglie  Benedette,  diilribuite  dJb 
Sua  Signoria  Il'uftrifsima,  c'haueuano  grandifsime  Indulgenze 
concefleaSua  Signoria  Illuftr;fsima,parricoIarmence  dal  Somm^ 
Pontefice,come  appare  per  la  (lampa  qui  di  Rimino  ,  parcicolar- 
mente,perlaqualcofa,pofsiamo{ìcuramentefp:rare,  cheqni'.uia 
veniràalla  refidenza  della  fua  Città  ,  e  Diocefì ,  non  farà  inferiore 
ad  alcun'altro,che  ui  fìa  ftato  in  Bontà,6c  Santità^che  Dio  Noltro 
Signore,lo  profperi.fic  conferui,  in  longa  vita,  &  fanità. 

Cefare  Augufto  per  mo[hare,quanto  li foflfe  carà,&  grata .laCit 
tà,di  Rimino,  &  per  honorarla  gl'edificò  vn  bellifsimo  Ponte  alla 
Tonte  Au  porta  della  Città, ch'èuerfo  Ponente,  fopra  il  Fiume  Mareechia, 
^"  °        che  congionge  la  via  Flaminia ,  infìeme  con  l'Emilia  ,  &  in  detta 
via  Flaminia,nc  fece  tre  altri, con  granfpefa,  &  artificio,  cioè  vno» 
prefTo  Narni,  fopra  il  Fiume  Nera  ,  l'altro  fotto  Ottricolo  fopra  il 
Teuere,il  terzo  fopra  il  medemo  Teucre, vicino  à  Roma,  chiama- 
to Ponte  Molle  .  Ma  tri  tutti  i  Ponti  celebri  pcrcofa  marauigl io- 
Caligola   fa,e  ricordato  quello ,  che  fece  far  Caligola  da  Pozzolo  à  Baide  in 
mezzo  '? "^^^^°  ^^^  Mare,  di  longliezza,poco  meno  di  tre  milia  ,  nelquale 
Mar^lógò  fJicono, ch'egli  fpefe  tutti  i  denari  del  Imperio, fegue  l'altro  di  Tra 
tre  milia.  i^no;  Vromdentia  Augufìo.  Vere  Tontifìcis  vìrtm  Ror/ianaq 'ài  non  Di- 
Pome   di  rwff,e2rc./M^iw^o:  E  fopra  il  Danubio  all' incontro  di  Tran  flluania; 
Traiano .   fi  legge, che  fu  fatto  da  Traiano,  qiiefto  Ponte,  fu  poi  rouinato  di 

Adriano 


l:}i  Raffaele  t4 Rimari,  i jr 

Adriano.. '.i  acciò  che  i  Barbari  non  poteffero^pafìTare  à  danni 
delle  Prouincie  Romane,  e  i  fuoi  pilaftri  fi  vedono  ancor  a  mezzo 
il  Fiume,  Ma  conciofia,  che  quanti  ponti  fé  fiano  veduti  da  ogn' 
vn*  pare  il  più  bellOj6i  il  più  degno  di  confideratione,  sì  per  lafor 
rezza,  come  per  il  fuo  compartimento  ,  quefto  noftro  di  Rimino 
Città  ta  nto  amata  dairAntichi,quefto  ponte  di  Rimino  fatto  tue  ^^"^5  ^* 
to  di  pietre  di  marmo,ben  quadrate  in  forma  priamidale,lauora-  *^'"^*"®' 
to  alla  dorica,  &  hi  cinque arconi ,  i  tre  di  mezzo  fono  eguali  di 
larghezza,  venticinque  piedi,  &  li  due  à  canto  le  ripe, fono  minori 
cioè  larghi  fo!o  venti  piedi,  fono  tutti  quefti  archi  di  mezzo  circo 
lo,&  il  loro  modello  per  la  decima  parte  della  luce  de  maggiori  è 
per  l'ottaua  parte  della  luce,de  minori  li  pilaftri  fono  grofsi  poco 
meno  della  metà  della  Incede  gli  archi  maggiori  L  Angelo  de 
Speroni ,  che  raglia  l'acqua  è  retto  il  ch'e  ofleruato,  che  fecero  gli 
Antichi  in  tutti  li  ponti ,  perch'egli  è  molto  più  forte  deiracuto,e 
però  manco  efpofto  a  cfler  pofìo  da  gli  albori  ,ouero  da  altra 
materia,  che  venifle  portata  all'ingiù  dal  fiumeal  dritto  de  pi- 
laftri ne  i  lati  del  ponte,  fono  quattro  Tabernacoli  ne'  quali 
anticamente  doueuano  eftere  ftatue  de  loro  Dei  fopra  ali  Ar- 
co di  mezzo  vi  è  vn  fpecchio  ben  lauorato,  nel  quale  vi  doue- 
oa  andare  poftala  Teftadel  Imperatore;  fopra  quefti  Taberna- 
coli, per  la  Icnghezza  del  ponte,  vie  vn  buon  cornifone  il  qua- 
le ancora  ,  che  fia fchietto  fa  però  vn  bellifsimo  ornamento  i 
tutta  l'opera  ,  il  quale  è  di  tanta  grandezza ,  chi  vi  fi  camina  fo- 
pra, &  ui  fi  (ià  a  pefcare  il  pefce  èlelegne,  6:  fé  li  mette  fupra 
à  tempi  di  Fiera  grofsi  trauoni,  per  poterli  fabricare  boteghe, 
cornea  tempi  à dietro  quando  fi  faceuano  le  Fiere  per  San  Giu- 
liano, in  honore  del  detto  Santo,  ch'era  il  mefe  della  fua  fefta 
poiché  per  honorare  quefto  Santo  protettore  ià  conceffo  i  primi 
Priuilegi  di  efta  Fiera,  le  quali  foleuano  efl'ere  molto  più  piene, 
6^  nurncrofo  di  Mercanti,  e  Mercanrie,  tutto  fé  impiua  conti- 
nuando vna  bella  moftra  de  ricche  boteghe  ,  Hi  bellifsi-ne 
fpondc:  fopra  da  ogni  banda, egli  è  in  longhezza  piedi  doicen- 
to,  &  di  larghezza  piediquindeci ,  Snelle  fponde,  die forio  in 
mezzo  più  alte  delle  altre,  è  de  altro  ordine  vi  fono  rinfcricsio* 
ni  in  quefto  modo  cioè» 

ìmpcratot  C^efar  Oini  fd\m  Augu^m  Vcw'ifex  Max'immCo!»XIlTh  laCciktio* 
ImperutorXX-TrìbmkieeVoti'Hn  XXXf^n.  Ti*.  w- 

Tìbiììni  C^far D.nì  ^ugHHiy  FUÌus  uìhì  iuii  ^<.  Au^ufìì  TontU- 


1 6  sito  Emine  fé  Libro  Primo, 

fcx  MaXimus  Cofm.  ly.lmperator  yill.  TrìbunUìx  Tctcfias.XUU 
Dcdtve. 

Come  fi  vede  la  copia  nell'ingrefTo  della  Città,  fotte  1j  Portai 
man  deftra,  in  vna  bella  tauola  di  Marmo,  ilqual  Auciuflo  fi  chia- 
mò Ottauiano  Nepote  di  Cefare,di  lui  prefo  per  Figlinolo  Adoti» 
uc.con  none  parte;  Cioè  i  tre  quarti  della  fin  facoltà, eh' era  all'ho 
ra  di  diecifecteannijftujiaua  nella  Città  di  Polonia,  in  Epiro,  il- 
qual fiibito  fé  ne  andò  a  Roma,  chiamato  da' Sanatori  doppòla 
morte  di  Ce  fare,  &  per  la  ftradafegli  vnironojmoltidellatattiO' 
ne  di  Cefare,  &  entrò  nella  Città  ,  con  gran  Macflà,  6i  apparato, 
defidcraua  grandemente  vendicarli  della  Morte  del  zio,ma  gli  par 
uepiùefpedientedefsimularlo  qualche  giorno,  in  termine  di  tre 
anni  morirono  poi  tutti  quelli  della  congiura ,  &  nifluno  di  mor- 
te naturale,  te  1*  anno  quarantadue  del  fuo  Imperio  nacque  in  De- 
itverhum  thelem  G  I  E  S  V  Figliuolo  di  Dio  Noftro  Signore,  &  della  Sacra- 
re»*» /■/»<??«  tifsima  Vergine  Maria,  Noftra  Signora  l'Anno  della  Crea:ione 
*^»/''^''':^' del  Mondo  )  ooo.à  venticinque  di  D"cembre,nelqual  giorno  ia 
innlbu^ l  ^^^^  ^"  Trafleuere  fcatorì  vna  Fonte  d'olio . 
ttluia,  *   *      Et  il  fodetto  Anguflo,  per  la  morte  forfè  lo  lafciò  ir»  perfetto,  & 
Tiberio  fuo  fucceflore  lo  fini,]&  sì  conferua  fin  haggd!  a<r>.n  com* 
modamente,  6,:  meglio  fi  farebbe  confcruatosìi^come  fé  ha  per  re- 
lation delli  Vecchi  della  Città  )  alU  pafTati  delVefsercico  di  Mon 
.,  su  Odetto  Alautrecho  Capitano  Generale  del  Chnftianifsimo  Rè 

choCap'i-  di  Francia  ,  Francelco  Primo:  Li  Signori  Mi  ateltià  quel  tempo, 
tano  Gè-  che  ancora  patroneggiaua  la  Città  noftradi  Rimino,  nonhauef- 
nerale  del  fero  tentato  di  rouinare  vna  parte,  nell'ingreflo  della  Città, per  im 
Kè  Chri-.  perire  ilpaft3ggiodidettocfercito:  Ilche  venne  ànotitiaà  detto 
laniflinoo  jaiJtrecho,mandò  adire  al  Signor  di  Rimino,che  non  s'affatticaf- 
feàrouinare,così  bello, &  Antico  edificio,che  egli  non  voleua  paf 
fare  per  quel  Ponte;Ma  per  il  più  forte  luoco  della  Città ,  che  fu  li 
anni  del  Noftro  Signore  M.DX  X  VII.  del  mefedi  Genaro  ,  il- 
qual Lantrecho  morfe  de  infirmità  vicino  à  Napoli  Città  Regia, 
mentre,  che  ftanaall'afledio  di  quella  gran  Città,conlaquale  per 
efferfi  portato  affai  piiceuole,  doppò  la  fua  Morte  li  fu  eretto  va 
Nobil  Sepolcro  di  Marmo,  nella  venerabil  Chicfa  delli  Molto  Re 
uerendi  Padri  Zocolanti  ,  chiamati  Santa  Maria  Noua,  nella  pri- 
ma Capella  à  man  finiftra ,  nell'ingreffo  della  Chiefa ,  doue  vi  è  il 
Corpo  del  Beato  Pietro,  di  quella  Religione,  con  l'Infcrittione, 
che  dice  Lautrecho  Odetto  :  Faccio  quamuis  Hofti  Confalims  fucien- 
dum  CHYxmi. 

Et 


Di  T^afade  t4dimari  j  r 

Et  perciò  il  fodetto  Ponte  in  quella  parte»  doue  con  fuoco,&  al 
tri  inrtrumenti  fu  danneggiato  moftra  gran  pericolo  di  rovinare. 
&  più  volte  s'è  parlato  di  ciò  nell'Illuflre  Confeglio  noflro,  &  (i 
fono  fatti  eletti  fopra  tal  caufa.che  vedeflero  fc  fi  potere  { rou;de- 
re  i  tal  peficolo,&  rcuina.Et  vltimamente  procurato  ancora,  che 
vi  vadi  in  fatti  l'Illuftrifsimo  Cardinal  Riuerola  Legato  di  Roma 
gna,sìconieandòiI  mefe d'Ottobre  i  6  i  3.  vide,e  confiderò  il  luo 
co,&  il  gran  pericolo  intieramente,  ne  mai  s'è  fatto  cofa  alcuna, 
per  ueder  ch'è  fpefa  non  de  vna  pouera  Communiu,  ma  d'una 
molto  più  petente  affai, mafsime,  che  li  bifogna  tener  coramodi,& 
acconzi  altri  Ponti,ch'è  fopra  la  via  Flaminia,&  Emilia, oltre  mol 
ti,&  refarcimenti,  che  del  continuo  bi  fognano  à  vna  così  Antica 
Città ,  che  haurebbe  bifogno  quafi  d'eflere  rifatta  del  tutto  per  no 
ci  elTere  mai  flato  fatto  beneficio  alcuno,fe  non  quanto  diede  prin 
cipio  la  Felice  Memoria ,  di  Papa  Paol'>  Terzo ,  &  perciò  è  come 
vna  Fragana  in  bocca  ail'orfo,  (^come  fi  fuol  dir  )  quelle  poche  cen 
tenara  di  lire  à  moneta  longa,che  li  fono  lafciate,ò  date  da  Illuftrif 
mi  Theforieri  per  tall'effetto  del  refarcimentojche  ftante  alla  qua- 
lità de  noftri tempi,  chequal  Ci  voglia  cofa  pertinente  a  fabriche, 
vai  tantOjCh'è  quafi  vn  niente,  fé  ben  à  quel  tempo, che  cominciò  à 
cfier  lafciate  doueua  efler  qualche  cofa,  &  perciò  ti  douei  ia  procu- 
'  rare  di  remediare  à  tal  defordine  dandone  notiria  ,  a  chi  fé  af- 
petta.che  tengo  per  certo,che  per  la  benignità,&  cortefia  delli  no 
ftri  Illuftrifsimi  Signori  Patroni ,  non  mancariano  di  darci  qual- 
che fodisfactione,come  s'intende  effete  dato  ad  altre  Città,  per  tal 
bifogno. 

Et  l'Anno  feguente,  che  fu  delM.DXXIIX.  purdel  mefe  di 
Genaro  pafsò  Borbone.con  l'efTercito  Imperiai  cétra  la  Fede  andò 
à  Roma5&  ui  morì,  il  fuoefsercito  la  prefe,c  faccheggiò  .  Da  que- 
fto  Fiume  Marccchia  fodetto  ,  se  ne  caua  molte  commodità  per  \i 
Cittadini  con  particolar  vtilità  de'  poueri  Mercenari,  ch'in  circa  à 
milliara  de  feudi  all'anno  in  pietre-viue  per  fabricare;oltra  quelle, 
che  fé  né  potrian  cauar,come  mi  sforzarò  à  moftrarlo  più  a  baffo, 
per  la  bocca  de!  Porto:fe  ne  cauano  tre  canali  d'acqua ,  iquali  fer- 
nono  per  fare  macenare  molti  Molinij&feruono  per  adacquare 
molti  orti,  &  Terre,  e  più  fé  ne  potriancferuirefefivoleffcfenza 
impedimento  di  quelli  di  fopra;  li  Molini,due,nefono  nella  Città 
il  refto  fuorijche  feruono  nò  folo  per  la  Città,ma  anco  per  la  Dio- 
cefi  :  Ma  al  tempo  della  Siccittà  del  eftate  fouenifcono  alle  Città 
circonuicineperMacenar,  come  Rauenna,  Cefena,  Ceruia  ,  Pefa- 

D     4  ro 


1  i  sito  Kìmìmfe  Libro  ^rìmol 

ro,  &  altrCjCon  tutta  la  Montagna.^  anco  per  dar  altre  vtiliti,che 
Condition  ^^^  "°"  ^^^^  troppo  longo  tralafcio .  Si  che  giudico ,  che  ella  hab- 
I  V.  bia  ia  quarta,&  vltima  Conditione,  &  oltre  quefte  quattro  io  veg 
gio,che  tutte  l'altre  conditioni  dette,dottati  con  le  quattro  incom 
patibili,  perche  è  pofta  verfoi  buoni  afpetti  del  Solere  de  venti: 
perciò  che  verfo  il  màr,e  la  pianura,  oue  ha  l'aperto ,  e  volto  verfo 
Leuaijce,e  Tramontana,dalle  quali  bande  vengono  i  venti ,  e  Soli 
falubri,hà  poi  contro  i  venti  cattiui,  come  Garbino,  e  Ponente,  & 
Ofl:ro,le  Mcnragne  è  non  Soli  Monti  Piccoli  allafua  Diocefi,  ma 
più  infn'l  Alpi  del  Monte  Apennino,le  quali  fé  bene  in  tutto  nò 
li  tolgono  almeno  li  rompono,  che  venendo  poi  cofi  rotti  non  of- 
fendono tanto.  Nò  ha  apprefib  ne  pur  anco  alla  fuaDiocefi,  né  La- 
ghi ,  ne  palude,  ne  congregatione  alcuna  d'acqua  morta,  ne  vaili, 
ne  vene  d'Acqua  puzzolente,  ne  alcuna  cofa  nociualaqual  puofsi 
generare  aere  peftifero,  &  far  brutto  colore  nell'afpetto  Huma- 
no. 

Quanto  poi  fia  ben  pofta  fi  vede,perche  è  pofta  appreflTo  il  Mac 
Adriatico,  come  è  ftato  detto,  etra  due  pianure  nobilifsime, 
e  due  Fiumi,  e  apprelTo  vn'Monticello  ,  ò  vogliadho  dire  colli 
Ameni ,  che  non  è  più  ,  che  circa  vn  miglio  diftante  dalla 
Città  difpicato  dall'altri  ,  che  rendano  mirabile  dilettatione,  & 
&gufto  oltre  rvtilicà  grande,  dipoi  verfo  Romagna ,  ne  fegui- 
tan  altri  colli  ,  come  San  Lorenzo  in  Monte ,  Paderno  ,  Vergia- 
no  ,  Santa  Hcrmete  ,  Sant'Arcangelo, il  Poggio  de  Berni,  Lon- 
giano  ,  laqual  ferra  di  colli  ,  tuttauia  s'allontana  dal  Mare,  e 
lafcia  la  pianura  più  larga ,  come  fi  vede  in  quefto  miodifegno, 
fé  bene  non  ferannoofleruate  tutte  le  regole  Cofmografiche,con 
ii  inftromenti  folici  a  tal  effetto  .  Ma  il  fuoco  dell'Amor  della 
patria  mi  ha  da  edere  fcuco,  &  alli  altri  incitamentoà  farli  fare  co* 
fé  maggiori, &  più  virtuofe. 

Dall'altro  canto,  poi  verfo  la  Marcaci  è  il  colle  di  San  Lorena 
zc  in  Ctrreggiano,e  di  San  Martino  Monte  l'Abbate  feparato  cojrt 
lapianuraà  torno:  Poi  feguitail  Colle  di  Cariano  ,e  Sant'An- 
drea in  Bifanigo,  Mifano,  &  altri  Colli  infìno  a'  Monti  di  Pefaro, 
e  fimilmente  quafi,  come  i  fopradetti  vanno  in  sbiafo  ,  e  lafcia  la 
pianura  più  larga. 

Dipoi  più  in  su  ci  fono  certi  Monticelli  più  alti  feparatì  tal 
uolta  da  certe ualette  ,e  pianetti,  iquali  Colli  Monti,  e  Valli, 
come  se  già  detto,  fiuedono  così  fruttiferi  pieni  d'oliui  di  ui- 
gne,e  di  altri  Alberi  di  delicati  frutti,  e  ancora  da  Selbette,  e 

de 


Dì  Raffaele  tAdlmdrìl  j? 

de  Fonti  di  delicate  acque ,  che  'paiano ,  che  fiano  habitat!  dalla 
Dee,Pallade,Cerere,e  Pomona.6:  dalli  Dei  Bacco,  e  Siluino,e  dal 
le  Ninfe,de  i  fonti:&  fopra  tutti  il  Bellifsimo  Mòte  di  Cauegnicxr 
nOjdiScoIca,  ilParadifo  di  San  Lorenzo  in  monte  fodetto  tutti 
pieni,  &  ornati  di  nobilifsime  Fabriche,  &  rendano  Bellifsima  prò 
rpettiua  di  lontano  &  da  uicino  mafsime  i  tre  Monafteri,cioè  del 
li  Molto  Reuerendi  Monaci  Oleuitani ,  del  Beato  Pietro  Ganìba 
curtadaPifa,  &  Zocolanti  della  Madonna  delle  Gratie.ilquale 
uenne  appreflb  Rimino,circa  un  miglio,  che  di  certo  non  fi  potria 
mai  a  pieno  lodare,  e  cosi  ben  fatti  con  bellifsimi  ftradoni,  e  quan 
do  s'è  in  Cima  a  uno  de*  due  particolari  Monafteri ,  cioè,  ò  quelli 
de  i  Molto^Keuerendi  Monaci  bianchi  01iuetani,ò  quello  delli  he 
remiti  del  Beato  Pietro  Gamba  curta  da  Fifa:  hi  una  ueduta  così 
bella,che  fi  uedeuoltandofi  all'Alpe  una  infinità  di  Cartella',  che 
fono  su  la  Diocefi  di  Rimino ,  come  fi  dirà  più  à  bafib,uerfo  Pefa- 
ro,fi  uedono  ne  i  fuoi  Monti  quafi  tutte  le  fue  Cartella,  &  parte  di 
quelle  d' Vrbino,  &  la  pianura ,  che  uà  infino  a  detti  Monti .  Se  (i 
uolta  al  Mare  Ci  uede  quantità  d'erto  Mare,  con  ua(felli  d'ogni  for-^ 
tea  uele  piene, che  Nauigano  ,  &  rende  bellifsima  uiftaalli occhi»! 
per  i  quali  fé  ne  pigliano  fommo  piacere,  &  dilettatione  ,  le  Mon« 
:agne  de  Padoua,  &  di  Schiauonia  :  Se  fi  uolta  alla  Pianura  d'Ita- 
ia,  fi  uede  fin'al  iiobil  Monte  Mauro  di  Cefena  ,  doue  hoggidì  e 
1  uenerabil  Chiefa,di  Santa  Maria  delli  Molto  Reuerendi  Mona- 
ci Neri  Cafsinefi  di  San  Paolo  di  Roma,  ilqual  luoco  gli  fiì  concef 
fo  dalla  Felice  Memoria  di  Papa  Nicolò  Quinto  da  Sarzana  l'An 
no  M. LD II I.  ertendofi  loro  partiti  dall'Abbatia  diSanGoden- 
20  di  RiminojCon  tutto  il  Piano,che  fi  eftende  uerfo  la  Metropoli 
di  Romagna. 

Per  non  interrompere  il  filo  delle  cofe  fopra  narrate  mi  è  bifo- 
gnato  fcorrere  innanzi  più  di  quello  ,  che  io  haueria  uoluto 
per  non  tacere ,  alcune  cofe  degne  da  faperfi  ,  che  furono  nel- 
li  Anni  di  CHRISTONOSTRO  SIGNORE  15  i  9, 
che  apparfero  fieri  prodigi)  nella  Marca,  vn  Fiume  fcorfe  fangue  : 
Nella  Tofcana  panie  ,  che  il  Cielo  ardefle  .Appreflb  à  Rimino  in 
tre  parti  del  Cielo  diftinte  e  lontane ,  di  notte  rifplenderono  con 
gran  Luce  tre  Lune:Quefte  cofe.da  vn  libro  chiamato  opera  de  Ri 
cobaldo  Pefsi  Eccellentifsimo  Hirtoriographo  col  Famofifsimo 
Huomo  Vgocione  delli  Almerici,  In  Fiorenza  fcritto,  &  anco  da 
Orofio  Hirtoriographo  Eccellentifsimo  libro 4.cap.  15. 

f'ffX'i  elt'f.tt.  —  • 

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^i9  Sito  Kìmìnefi  Libro  Trìtnì. 

Similmenre  bl  tempo  di  Marc' Aurelio  Imperator  Romano  fui         j 
irono  veduti  fopra  Rimino,  altre  tre  Lune,  che  fu  innanzi  la  venuta  I 

di  Chrifto  Noftro  Signore  2  8  <?.  come  fi  legge  nella  uita,di  Fiutar 
co  parte  prima. 

Dapoi  ne  li  Anni  di  Noftro  Signore  M.  C  X 1 1 1 X.  alli  XIII. 
di  Giugno  Piouè  Sangue  puro  dal  Cielo  nella  Flaminia,  Emilia, 
come  fi  legge  nel  Calendario  Hjftorico  di  Coftanzo  Felice  Dot- 
cor  Fifico,ilche  al  Lettore  non  deue  ftare  dubbiofo  il  credere  quan 
to  §'è  detto, poiché  èfcritto  da  Hiftorici  degni  di  fede . 


Quan- 


1)/  Raffaele  t/ÉJhiari.  $  i 

QVantunquerepif^liandoil  ragionamento  interrotto  per  l'oc 
cafione  di  non  tacere  le  cofe  fodette  dico,  che  quaro  per  altro 
cóto  ria  bello.e  fruttitero  quefto  noftro  mòte  non  occorre  dirlo,ef  • 
fendo  riputato  de*  belli  Monti  d'Italia,  sì  per  l'abbondanza  dell'- 
oliui,vignc,Alberi  domeftici  di  efquifiti  frutti  de'  fiori, de'quali  in 
fieme  con  gl'altri  felueftri delle  campagne  uicine.per  latemperan 
za  dell  aria,e  prodotto  gran  copia,  del  delicato  liquoreadimanda 
toir.eìe.che  il  principio  di  doue  piglia  il  nome  tutto  quello  »  ch'è 
dolce,  che  sì  raccoglie  in  gran  quantità, con  tanca  diligenza,&  in» 
duftria  ,  da  quelli  piccoli  animaletti,  che  nafconocon  differente 
«laniera  da  gl'altri  animali,  chiamati  appreffo  noi  Ape.  Vi  fono 
anco,per  concluderla  di  tutte  le  cofe,  lequali  poffono  edere  uti!i,e 
dilecteuoliagrhuomini,  mafsime  per  tante  fontane  d'Acqae  viue 
limpidifsimejC  buone,che  fé  tutte  (ì  raccoglienfero  infieme  Fari  ino 
macinare  un  gran  mollino,  &  fé  né  potriano  condure  nella  Città, 
fé  ben  con  molta  fpefa,per  far  fontane,  fé  ne  hauelfe  bifogno:  ma 
non  occorre  per  la  commodicàjche  ha  particolarmente  de  una  gra 
vena  d'Acqua  che  forge  poco  lontano  dalla  Città ,  quafi  nel  pia- 
no,ch'è  fita  TifteiTa  Città,  &  in  quel  luoco,cofa,  che  ha  molto  del 
miracolofo,  e  ben  quafi  ai  dirimpetto  di  là  dalla  Marecchia, non 
molto  lontano  dalle  Celle,qnafi  nel  detto  letto;  ve  ne  .<t;\  .  un'al- 
tra bona,  6c  grande,  che  fi  adimindalefortie,  e  poco  più  abatTo, 
quafi  su  li  marina,  ve  n'è  vn'altra  delicata, che  (ì  chiama  la  Sagra- 
mora, s^f^rto  il  Monte  da  cauo.&  altre  ,  che  troppo  feria  longo  fé 
volefTe  dedurle  tutte,  che  fono  acque  efquifite  oltre  li  boni  pozzi 
particolari,  che  fono  in  quefta  Città,  e  Territorio:  maquerta  più 
vicina,  &  commoda ,  s'inalza  rirtretta  con  vn  mafsicio  di  muro  à 
torno, che  può  hauere  vn  oaHo-e  mezzo  Geometrico  di  Diametro,  ^  .  .    \ 
&  altra  tanta  altezza, la  forma  fua  è  rottód3,&  ritirata  nella  fom-  ^^n^  j^^. 
mitàà  guifa  di  Conio, non  ha  dentro  altro, che  unaColona  di  mar  una. 
mo  forata, s'inalza  dico  per  vna  datura  d'vn  huomo,  e  più  fuora 
della  fua  origine  con  furia, &  copia  grande  ,  che  rende  marauiglia 
alli  Mathematici  &  perciò  la  commune.e  ben  fondata  opinione,e 
che  quell'acqua  habbia  la  fua  origine  da  vn  luogo  più  alto  di 
quel  piano, donde  fi  fcopre ,  &  che  camini  per  meati  fotterani,co- 
ine  per  condotti  artificiali,  6c  nei  caminar  finalmente  gionga,ò  à 
terra  dura, ò  avena  di  fallo,  che  limpedifca  il  fuo  corfo  ordinario, 
&  perciò  sforzata  dall'abbondanza  dell  acqua,  che  del  continuo 
li  fopragiongeialifce  in  alto  come  s'è  detto  :  e  quella  è  vn'acqua 
tanto  delicata,  &  Eccellente,  che  fi  può  mettere  a  parangone  con 

tue 


3  2  Sito  l^rdne/è  L  turo  Primo* 

tutte  l'altre  acque  bone,&  efquifite,  &  così  abbondante  del  conti- 
nuo,che  oltra , l'acque  che  fi  conduce  nella  Città  per  due  fontane 
vna  difForma  tonda,che  getta  acqua  per  Tedici  Canoni  in  commo* 
dita  delie  perfonc;fe  bene  non  getta  acqua,che  habbia  fapor  di  vi* 
Fonte  di  no,conne  fi  dice  fare  il  fonte  dì  Bacco  detto  Padre  Leneo,  appreiro 
^^^^'  ri(olad'Aadro,che  il  quinto  giorno  di  Genaro  per  cinque  horele 
fue  acque  hanno  fa pore  di  uino,6i  tante  aitre  d'eccelientifsime 
uirtù,che  defcriuano  molti, e  degni  auttori,e  particolarmente  1  hi- 
ftoria  naturale  di  Chriftoforo  Landino  Commentano  di  C.Plinio 
Veronefe. 

Et  l'altra,che  getta  un  canone  groflfo.doue  fi  ferue  per  abbeuera 
re  i  caualli,&  altre  bertiame,&  anco  per  lauare  i  panni,  con  la  fua 
infcrittione  al  dirimpetto  nella  cantonata  della  muraglia. 

Se  ne  porria  cauar  vn'altro  condutco  di  quella,  che  fopra  auan- 
2a,&  fi  getta  uia ,  lafcioui  doue  comincia  il  condutto  ,  come  anco 
trouo,che  difegnò  già  quel  valent'huomo ,  che  rifece  i  condurti  dì 
Piazza  di  ^^j^g  fontana, per  farne  un'altra  in  fu'l  foro,  ò  piazza  di  Santo  Aa 
.  atomo  fQj^jQ  j^  Padoua,come  molte  volte,  e  (lata  fatta  propolla  neiruiu 
Are  Confeglio,&  accettata  fé  bene  la  fpefa,  che  vi  va  ha  ritardato, 
&  ritarda  per  ancora  il  fuo  effetto,  la  qual  fpefa  afcenderia  nel  eoa 
ciurla  folamente  vicino  à  due  mila  feudi ,  la  qual  condotta  fi  doue* 
ria,òpotriafarein  quefto  modo, pigliando  l'acqua,  dal  torno  do«i 
uefcatorifce,e  quelia,che  foprabonda,6c  fi  getca  uia, tirandola  nel 
la  Citta  per  la  ftrada  doue  fono  gli  altri  condotti  infino  al  Torio- 
ne,doue  è  il  SpiragliO;&  dì  li  drizzarla  a  mezza  ftrada,  innanzi  al 
Portone  del  Ghetto,  &  poi  inuiarla  per  la  ftrada  che  pafl'a  tra  San 
Giacomo  &  San  Agoftino,dritto  fino  in  sii  la  ftrada  maeftra,&  dì 
lì  poi  uoltarla  uerfo  piazza  conducendola  alla  dritcura  della  ftra- 
da, che  uà  dritto  alla  porta  di  Sant'Andrea, &  l'akra ,  che  uà  uerfo 
San  Framrefco  nel  qual  loco  l'acqua  fi  potria  fare  uenire  più  alta 
dell'altra  fontana  de'  fcdici  candii  piedi  quattro.e  mezzo  comma 
ni,e  più  mifurati  con  diligenza  con  il  Lineilo, ilqual  Liuelio  fu  fit- 
to pigliare  dalli  Sigfopraftanti  a  quefto  eft'etto  l'Anno  del  i6o3.  e 
quefto  è  la  miglior  ftrada  più  breue,  che  fi  poteHTe  far  carni nar  que 
ft  acqua  fenzahauer  impedimento  ne  di  tofia  di  Molino  ne  dal* 
tro;laqual  acqua  così  condotta  feria  di  gran  commodità  a  tutta  la 
Città,  quando,  che  fi  bifognoaccommodari  condotti  dell'altra 
particolarmente;quefta  reftaria  uiua  .  Seria  poi  de  incrcdibil  conv 
niodità,&  giouamento  al  quartiere  della  Città,  ch'è  uerfo  S.  Bar» 
tofomeo,6i  San  Marino ,  &  quelli  del  Borgo  di  S.  Bartolomeo  poi 

che 


^i  Rajfaele  t4dmArì.  ss 

che  al  tempo  d'eftate  con  tutto  ciò»  che  in  quella  granda  vi  fianca 
tanticanelIi,nondimenononponnofupplirea  tanti  concorrenti 
con  tutto  ciò,  che  per  uia  di  certe  canareze,  &  altri,  molti  fé  ne 
feruediquella,chegetra  per  abbeuerareicaua Ili, peflere,chi  vi  vi- 
no alle  hore  vicine  al  mangiare, che  molti  bifogna  fpettarc  la  vicen 
dalaqualcofa  alle  volre  caufa  cattino  effetto difuiamenti  ,&al» 
tro.Lafcio  poi  da  patte  quanto  decoro  portaria  a  tfutta  la  Citci  ve-. 
dendofi  copiofa  di  cosi  bone  acque  correnti,  limpidifsime,  &  leg- 
gierifsimeinvnfito  piano  vicino  al  Mare  ,  che  renderia  maraui- 
glia,diletcatione,6c  commodo  a  tutti  i  paflaggieri,  &  da  queft'ac- 
qua  fé  ne  potria  cauare  afl'ai  denari  con  venderla  a  chine  uolef- 
fe.feruito  però  !a  Città, a  tempo  deireftate,quando  e  guafto  qual- 
che condotto,  mentre  vna  fi  concia,raItraferue,  che  feria  di  gran 
fatisfattione.e  commodo,&  decoro  a  tutta  la  Città ,  come  s'è  det- 
to, onde  per  vti!e  vniuerfàle,cconferuatione  dell'acquedotti  non 
è  mai  ftato  permefTo  fatui  fabriche  di  cafe ,  ò  Capanni  per  la  lon- 
tananza di  venti  canne,  come  per  ifperienza  (ì  uede  ,  &   an- PriaHegf  ; 
co  ne  confta  per  priuilegij  >  &  Decreti ,  ch'è  conforme  allifta- e  Decreti 

tuti  Antichi.  perceufer 

1  Capitoli  delli  Signori  Edili j  prohibifcono  il  pratticar^ò  pafco  "^g^oj**!" 
lar  beftiami  in  particolar  fopra  detti  condotti  della  Fontana, 
iqutlidi  continuo  haueria  bifogno  di  perfone  ,che  ne  haueffe» 
fo  particolar  cura,  &  diiigenra  di  refarcirli ,  e  mantenerli,  che 
ivòn  foffero  danneggiati,  &  guafti  pereffere  poco  fotto  terra ,  è 
perqijeftoperl'ifpcricnza,  che  ne  ho  per  edere  uno  delli  eletti  i 
quefta  cura,  che  perciò  con  effetto  più  volte  ho  ueduto  con  molti 
altri  in  particolar  dou'c  fenderò,  che  vada  in  qualche  luoco  parti 
colare  à  far  danno  detti  co  ndotti,  &  la  caufa  neè  ftato,  c'hanno 
taufato  detti  fentieri  per  andari  fuoi  luochi ,  e  particolarmente 
vn  certo  capanno  che  ui  è  da  poco  tempo  in  quà,che  ho  offeruati 
Jo,&  akri,comc  ho  detto,  ft:  cetera ,  sì  che  quefti  tali  fariano  obli- 
gati  del  lor  proprio  a  quefto  danno  tanto  commune,  come  per  1» 
Capitoli  delli  Signori  Edili)  fi  uede  .  Quanto  ha  premuto  tali 
danni,  &  fiano  fiati  tigcrofi  li  Signori  Patroni  imponerelepene 
à  delinquenti  ne  tempi  antichi  fi  uede  in  detti  Decreti;  An/j^T^douc 
ria  andare  con  maggior  prouifioni,in  quefto  ch'è  beneficio  vniuec 
fale,che  ogni  uolta  réfi  trcuano  i  dànatori  foffe obligato,  &  tenu - 
toIacontrada,e  vicini  dalle  bande  cóftnante  cóforme  a  gli  ordini 
delli  dàni  dati  da  perfone  particol3ri;effendo  qftocofa  appartené 
tialPrécipe,C4  al  pubiico^che  foifi  caufacia^che  nò  farebbe  dato  ta 

E  to 


3 4-  S'ito  Rimìnefi  Libro  'Primo , 

to  danno, ne  patina  la  Citta, e  Communità  tante  fpefe,  che  molte 
volte  fono  infopportabili.Ilche  ne  cau^a  l'opera  imperfetta  lafcia- 
ta  dalli  antichi, perciò  che  Nerone  Imperator,  che  fu  al  tempo  di 
San  Pietro  Prencipedelli  SS.  Apoftoli,&  Primo  Pontefice  della 
Impf  ?ator  ^o"^^"^  ChiefaiMentre  viflTe  Simon  Mago  li  anni  quaracacinque 
^  della  noftra  falutejquando  fé  ne  pafsò  a  Roma  forfi  la  fecòda  vol- 
ta ,  Fece  far'quefte  fontane  di  Rimino,  per  la  cui  morte  reftorono 
imperfette.  ., 

Et  Domitiano  Imperatore dubitando,che  le  fatiche,&  diligen- 
za del  fuo  Predeceflbre  non  perifsero  in  brcue  tempo  in  grane  da- 
Domitia.-  no  della  Citti,le  fece  rifergire,  sìcomc  ho  hauuto  particolarmente 
tore."^"^^"  Mantoua,  nel  ftiidio  dell'Illuftre  &  Eccellente  Signor  Sebaftìa- 
no  Bolis  da  Rimino.huomo  di  belle  lettere,  che  ferue  l'Altezza  di 
quel  Serenifsimo  Duca  lafciando  li  Acquedotti  in  mala  difpofitio 
fie,come  fi  vede,  e  ha  caufato  non  efferli  mai  più  ftato  fatto  cofa  al 
cuna  pertinente  alla  fua  perfettione .  Vltimamenre  di  nuouo  per 
eflcrerouinate  per  le  guerre,&  altre  furono  renouate,  &abbelite 
alquanto  nel  tempo  della  Felice  Memoria  di  J^ipa  Paolo  Terzo: 
Ma  più, che  mai  almeno  quella  di  San  Paolo ,  ne  Vd  gran  bifogno 
Papa  Pao-  d'eflere  inodernata,  laqual  fi  potria,anzi  fi  doucria  f:ue,  poi  che  il 
lo  Terzo,  tempo  ricerca  ccsì;ri(rerando  tutta  l'acqua  al  torno,doue  fcarorif- 
ce  rifacendo  i  condotti',  che  anco  per  altro  ne  hanno  birogno,non 
che  necefsìtà ,  e  con  la  fua  volta  fopra  di  buon  bitumo  per  poterli 
andarfottocommodamentea  vedere  quel, che  occorre all'occa* 
(ione ,  s'alzaria  affai  la  detta  acqua,  doue  fé  li  potria  adattare  vna 
buona,&  bella  difpofitione  di  Architettura, e  per  ragion  di  Liuel- 
lo,doue  fé  le  potrebbe  fare  ftatue,  Arpie  ,  Puttini,Conchiglie,Tri- 
toni,moftri  Marini,&  altri, dalli  quali  nafceffero  quella  copia  d'ac 
qua  conueniente,  che  così  caminaria  al  pare  delle  beile  Fontane 
dell  oitr«,Citt^,poi  che  la  bontà ,  e  perfettione  dell'Acqua ,  co- 
me fi  dice,  lo  ricerca. 

Non  lafciarò  di  dir'ancora  queft'altra  condition?,c'hà  queft'an 
tica,e  famofa  Città,ch'èluoco  atto  àfortificarfi,comc  altra  d'Ita- 
lia,mi  sforzaro  dì  moftrare  qui  fotto  per  eflere  in  pianura  fra  mol 
te  acque  Terrcftre,Maritime  ,  doue  credere  mi  gioua ,  che  quando 
Her^ole  elefie  quefto  Sito  di  Rimino  iri  mezzo  all'acque  è  del  Ma 
re,  e  de*  Fiumi ,  e  de'  Fonti, Io  elegefle  forfi  con  il  confenfo  di  Noe 
fuo  Auo,&  non  temcfle  punto  dell'Acque  ricordandofi  delle  paro 
le,che  occorfero  quando  il  grande,  &  Onnipotente  Dìo  hebbebe* 
aedettoil  Padre  Noè,dicendoli  crefcece,  &  mulciplicate,e  riempi»» 

te 


te  la  tcrrà;&  non  temete  voi  altri,che  habbia  dacfler  più  vn  fimile  Rfempita; 
Diluuio  vniuerfale;  Anzi  voglio  far  accordo ,  ^  dar  parola  di  mai  che  fu  la 
più  fare  quello,che  ho  fatto  hora,è  di  ciò  fcruiri  per  memoria  ì'At  Terra,  il  si 
co,quale  apparirà  nelle  Nuuole  in  tempo  di  pioggia ,  ilqual  come  fj"®'/^"^ 
feri  veduto  da  me ,  mi  redurà  a  memoria,  c'hò  dato  parola  di  non  co«inéia. 
più  diftmggere  il  Mondo  con  l'acque,  &  che  habbia  del  vero ,  e  fi» 
jnile,che  il  Padre  Noè  foffe  confapeuole  della  clettione  di  quefto 
luoco,poi  checampòdoppòilDilouioCCCL.Anni,  &pafsò 
per  Italia,due  volte,  6c  mori  in  detta  Prouincia  gli  anni  del  Mon» 
do  M.  L  V I M.  e  della  fua  età  D  L  D.  ilquàl  dalli  Antichi»  Gentili 
fu  effigiatOjCome  qui  fi  uede  con  due  faccii^per  moftrar.che  con  U 
faccia  di  dietro  haueua  nido  il  fecolo  paffato  auante  il  Diluuio  ^^^^jf**** 
uniuerfale, &  con  quella  dinanzi  uedeua  il  fecQlo  prefente.  NoliroSi « 

"«  ,f::  ;  yy  :  O  :  gnore  dop 


pò  la  mor< 
te  diNod^ 
Anni 
MMLIVM 
304^. 


Qucfta  Città  non  ha  attorno  Monti,chela  poflbno  ofFendere  a 
CaualleTe,sì  che  per  tutte  quefte  caufe,  e  molte  altre,lequali  lafeio 
pernon  efTere  troppo  longo  confirmato  nella  mia  opinione  mi 
perfuado,ch'eflendo  lucco  degno  dì  una  gran  Città,  non  habbia  a 
ftar  contento  di  quefta  picciola:  Perche  quefto  fempre  è  accaduto 
per  quanto  fé  ne  può  hauere  memoria  per  1  Hiftorie  antiche  è  mo 
derne  .Prima  efiendo  ftato  edificata  ò  reftauratada  Hercole  libio 
è,  chehaueua  Dominatola  Spagna,e  l'Italia.  Dipoi  per  l'mfulco 
de"  Galli,  quali  nel  bel  principio  di  Roma  al  tempo  di  Camillo  ro 
lì  inorono  una  parte  d'Italia  &  anco  di  Roma;  Effendo  diminuito 
fu  poida  Remani  doppò,chencnn€ro  in  grandezza  l'Imperio,  & 

E    2  da 


ii  ^Sìto^mÌM^  Lìhò  Prlmài 

da  loro  conofciuto  così  bel  luoco  rc{laurato,&  fatto  fua  Colonia 
hauendoli  mandato  ad  habitat  molti  Romani  fotto  il  Confolato 
de  ScmpronioiE  venne  poi  fi  gtande ,  che  nella  feconda  guerra  di 
Carthagine  nel  gran  perìcolo  di  efTa  diede  aiuto  à  Roma  ,  e  poi 
per  le  guerre  Ciuili,efscdo  ftato  abbaflato  per  efTere  flato  prefcric 
TrioBuira-  to  dal  Trionuirato,  che  fu  al  tempo  ,  che  fi  accordorono  Ottauia- 
*®*  no,  Antonio,e  Lepido, che  partirono  le  Prouincie  tri  di  loro,  &  (ù. 

dato  a'  fuoi  foIdati.Fù  poi  ampliato,  e  rifatta  Colonia  da  Augufto 
coofiderando  lui  il  bel  luoco  rouinato  poi ,  come  volfe  la  fortuna 
da  Liburnijconfidetadopoi  il  bel,e  nobil  luoco  l'Imperator  Dio» 
cletiano,  cheritornauavincitor  dalla  Gallia  la  reedificò  magnifì- 
camente>come  di  fopra  s'è  moftrato  per  il  fuo  Decreto(dice(Mon« 
fìgnor  Pietro  nel  Cattalogo  de'  Santi ,  fi  cominciò  a  reedificare 
quefla  Città  l'Anno  del  Signore  docente,  e  venti  J 

Dipoi  fotto  varie  fortune,  hor  diminuendo,  come  fu  al  tempo 
de  Gottijdoue  hebbero  longa,&  fanguinofa  guerra,  che  iù  l'Anno 
Gold.  P  X  X  X  V.eflendoui  tri  l'altre  cofe  fatta  tare  da  Gotti  una  Torre 
di  legname  in  particolar  con  grande  artificio  di  altezza  al  pari  del 
muro  della  Città,  per  torli  le  diftcfe,  che  fi  códuceua,  non  come  l'ai 
tre  da  animali  ma  da  huomini  inclufi  nella  machina,laquale  fu  fot 
mata  da  Gotti  incontro  à  quella  parte  del  muro ,  doue|era  l'entra- 
ta più  facile  è  più  ficura  per  darui  la  battaria,  il  dì  feguente .  Ma 
Giouanni  Vitaliano,  che  con  Bellifario,  e  Narfette  Capitani  del 
Imperatore  luftiniano  deputati  alla  difefa  della  Città  la  notte  pre 
cedente  vfcì  con  buon  ordine  con  le  genti  della  Marca  ,  &  alcuni 
gentiihuomini  principali  della  Città, contro  la  volontà  del  II  altri 
capitani,  &  facendo  da  quella  parte  vna  fofia  larga,  &  profonda 
portando  via  tutto  il  terreno, interruppe,  &  impedì  il  difegno  del- 
li  nimici  leuandoli  la  ftrada  di  poter  far  a ccoflar  la  fodetta  machi 
na  alle  muraglie  della  Città,  &  li  nimici  procurauano  con  tutto 
ciò  di  mandare  ad  effetto  il  lor  difegno  facendo  fare  prouifioni  i 
quefto  effetto, &  Giouanni  con  le  fodette  gente  fé  ne  vfcì  alla  fpro- 
uiffa  .  &  aflfaltò  li  nimici  trouandoli  occupati  d'intorno  ad  eifa 
Torre,&  C^  fece  un  fatto  d'arme  tanto  gagliardo,  che  molti  di  elsi 
Gotti  reftorono  morti. 

Ma  rEccellentifsimo,  &  Preftantifsimo  Duca  Belhfario  confi- 
.         derando,che  Rimino  era  Città  da  efferne  fatta  molta  flima;  &  in- 
^.^^"^  jjfieme  con  tanta  nobiItà,&  huomini  di  gran  valore  ,fe  ne  venne  à 
gan  confi  l^'f^ino  col  fuo  elTercito  in  foccotfo  :  Et  nel  medefimo  tempo  or- 
deiaiioiie.  dir;ò,che  fi  partifiero  Erudiano,^  Vliario,  &  ilCapiranio  di  tut- 
ta 


iii-ff 


iSìJtdffaeìetAJlmdrì.  7f      ^ 

u  f «  miti  ',  è  nàuigafle  Ycrfo  Rimino ,  &  Vna  parte|  del  effcrcicd 

di  Terra,  Mirtifl*] 

Diede  in  cura  à  Martino  comraandandoli,che  andafTe  dietro  al 
lito  con  l'armata,  &  quado  veniflc  appreflb  li  nimici  all'hora  d'in- 
duftria  facefle  fare  molto  più  fuochi  del  vfato  perdimoftrarfi 
molti  più  numerofi  di  quel  Io,  ch'erano.  Sì  chefopragionta  la  not« 
te  uedendo  li  Gotti  infiniti  fuochi  dalla  parte  del  mare  luoco  di-  ^ 
uerfo  da  quello,chc  fi  doucua  venire  Bellifarioji  quali  fuochi  era 
no  fatti  da  Martino  nel  fuo  Campo  dietro  al  lito  del  Mare,con  l'ac 
inata,perqucfto  li  Gotti  fletterò  quella  notte  in  gran  paura,  ne  fii 
huomo  di  lorojilqual  dormifle  ne  deponeffe  Tarme,  fatto  il  giorno            ^ 
■vedendofi  da  loro  ancora  l'armata  per  Mare  in  punto,laqual  s'ac- 
coftaua  alla  Città ,  &  parendoli  effere  circondati  da  tanti  campi, 
6:  eflerciti  per  Mare ,  &  per  Terra  ;  fubito  fi  leuorono  dall'afledio 
fuggendo  a  Ila  fpiegata  verfo  Rauennafenza  ordine  alcu no, 6cfen 
xa  leuare  i  Padiglioni,  &  altre  bagaglie,  che  haueuano  nel  lor  cam  ^*"p**  °*^ 
po.Procopio  fcrilfe  ch'efTcndo  luftiniano  Impcratore,6:  hauendo  ^*"*^ 
Theodorico  Rè  delli  Gotti,  rinchiufo  Bellifarìo  Capitano  di  det- 
to luftiniano  dentro  la  Città  di  Roma,che  fu  grandifsima  careftia 
per  tutta  Italia ,  a  che  due  Donne  lequali  appreflb  la  Città  di  Ri-  ft^fg";^  mt- 
mino  faccuano  l'arte dell'Horteriaaftrette  dalla  fame  in  diuerfi  cerare  d'- 
tempi  ammazzorono  diecifette  huomini ,  liquali  erano  andati  al-  huominf. 
loggiare  da  Ioro,nel  tempo,  che  andati  a  dormire  erano  in  profon  Colui ,  che 
do  fonno,  &  che  con  le  lor  carne  fi  fomminiftrauano  da  viuere.  Il-  "°"*  7a 
chepoi  vnofcopsrfe,  ilquale  vegliando  voleuano  far  il  medefi  j^iorte     e 
nao;Et  dal  quaie  furono  tutte  due  ammazzate  Batt.  Bab.Iib.7.       quello    a 
Hora  crefcendo  venne  finalmente  una  gran  Città, perciò  che  cir  cui  e  fatto 
ca ducento  anni  fono  era  delle populate,e quafi potente  Città d-  nocutnen- 
Italia,  poiché  del  i^oo.fuccedendo  nello  Stato,  &  Signoria  di  Ri-  ^°  mifel^?-- 
mino  r  Iliuftrirsin^o  Carlo  Malatefta  per  la  morte  di  Galeotto  fuo  cordia  ,  & 
Padre  Huomo  oriiatifsimo  de  infinite  virtù  Bello,  &  Robufto  di  compafsio» 
Corpo  fìmile  à  Marco  Catone,perchenon  gli  amancò  alcuna  co  ne. 
fa  degna  ci  laude. Venne  a  pigliare  il  pofleflo  della  Città,emoftra 
dcfi  amoteuoleal  popolo  fece  una  oratione  in  pulpito  eflbrtando  procefTio- 
li  cittadini  alle  buone  opere .                                                         ne  d'huo- 
Ordinòjche  fi  faceffero  Procefsioni  folenni  per  alcuni  giorni  "^'"^  ^^"J! 
continui  per  implorare  ildiuino  aiuto  in  quefto  fuo  gouerno,nel  ^^^^^  g^il 
le  qv&]  processioni  fùfeguito  danouc  millia  petfone  tutte  vefti-  aonne    al 
tedi  Bianco  &  la  moglie  anch'ella  come  capo  accompagnata  da  nuccero  di 
oitomillaDs>nne.             ^                                                       ^oo*. 
'"                                                         Ec 


1 1  sito  'Rinànefi  Libro  Trìm. 

Et  ancorché  il  corpo  della  Città  fbfle,come  è  hors  piccoIa,pOH 
Borghi  OQ  ^^^.  "*^"  ^'^.^  ^"°^  "^^'^^  ^^^  ^"  c^^ca  di  dentro,e  quattro  di  fuori  kn 
mero  VI.  ^^ ^  Borghi:Ncndimcno  haueua  VI.Borghi  grofsi  intorno,che  fa- 
ceuano  per  due  corpi  della  Città:  Et  erano  habitatifsimi  da  perfo« 
ne  honorate,e  di  negotio per  l'occafione  delle  Mercantie,  che  ven- 
San  Giulia  ?^"°  ^j'^  ^^^^  •  I'  primo  era  il  Borgo  di  S.  Giuliano  circondato  di 
co  il  pri-  bonifsime  muraglie  con  molte  Torre  a  guifa  di  Città, e  fortezza,  il 
nioBorg>  .quale  anco  hoggidì  è  in  cfTere in  gran  parte,  &  habitato  da  molte 
perfore,&  ferue  anco  per  le  fiere,che  ui  fi  fanno,  che  comincia  per 
la  fella  del  noflro  Gioriofo  Santo  Antonio  de  Padoua',  da  Vlisbo 
coDdo       ^^'^^  Portogallo,&  feguita.come  altroue  fi  dice.Il  fecondo  era  fuo 
ri  della  porta  del  fodetto  Borgo ,  &  arriuaua  fino  all'Hofiaria  del 
Borgo  ler  ^^''O^^cue  è  quello  Ponticello  di  Pietra  cotta,  chetrauerfa  la  (Ira 
zo di  Sani'  ^^  longo  dall'altro  circa  mezzo  miglia.Ilte.zo,era  fuori  della  por 
Andrea     ta  de)  GattOjilqual  era  dou'è  bora  laRocca,è  andaua  infino  all'ori 
dt:  Gatto.  gine,ouer  forno  dell'Acqua  della  Fontana,  &  di  ciò  fé  ne  vede  an* 
corale  reliquie  di  qualche  fondamento,  cireftano  ancora  fino  al 
dìd'hoggiiPriuilegi,efrentioni>ecarichì,|chefoleuanoeflere  in 
detto  liorgo  à  queri,c'habbitano  in  quefto  contorno  fotto  nome 
Korgo      ^i  Sant'Andrea  c>:  Gùtto.Il  quarto  poi  era  quello  di  Sant'Andrea 
quarto  di  dall'Aufa  alia  porta  di  detto  nome,  che  andana  infino  al  Ponte 
Sam'An.  -  della  cura,  &  k  bene  hoggi  non  fé  ne  vede  veftigio  alcuno.nondi* 
Aufa.        '"^^'^  ancora  durano,d:  s'oficruano  i  Priuilegi,&  i  carichi,  che  fo- 
kuahaùere  detto  Borgo  in  quelli,  c'habitauano  in  detto  Territo- 
Borgo      ^^^'  ^\  ^'^"^^O)  ^f^  quello  di  San  Genefio  contiguo  alla  Porta  ,  che- 
quinto  di  ^.^g.§'  ^  chiama  dì  San  Bartolomeo,  che  prima  i\  chiamaua  da  tut- 
San  Gene-  ti  di  San  Genefio,  &:  hora  quefto  Borgo  da  tutti  non  s'intende  per 
Jo  leu  da  altre ,  che  per  il  Borgo  di  San  Bartolomeo  cinto  tutto  intorno  di 
]cmeo"°  ^"^^'^  n-urag!ie  con  li  fuoi  Ba!oardi,come  della  Cittàiflefla ,  che 
furono  fmantelate  al  tempo,che  li  cittadini  hebbero  fofpetto,  che 
li  Signori  Ma  lacerti,  già  partiti  dalla  città, &  venuti  in  potere  del- 
la Santa  Madre  Chiefa^non  cercafiero  di  ritornare  in  ftato,&:  farfi 
in  detto  Borgo,  come  forfi  feria  fuccefTo.fe  dal  detto  Signore  fi  fof- 
fe  mandato  ad  eft'-cro  vn  fuo  cattiuo,  e  peruerfo  penfiero.c'haueua 
córro  ogni  de  uere,come  veniamo  certificati  da  Giacon^.o  di  Pietro 
Luccarj  Gentilhuomo  da  Ragufa  nelli  Annali  di  efl'a,che  dice  que 
fìo.che  qui  di  fotro  (ì  ponerà  de  verbo  ad  verbum  r  j. 

Ma  cue!Io,che  fiì  lodeuole,e  degno  di  metter  in  carta,  e  che  Si- 
giffiiondo  Malatefta  Signore  di  Rimino,  fcacciato  dal  Pipa, fuggì 
in  Ragufa  con  animo  di  pafiar  in  Leuante  per  impetrare  foccorfo 

dal 


A'.^ 


Di  T{affdele  zAMmari  $9 

dal  Turco  .  Ma  interpoftoci  il  Dominio ,  fu  leuato  da  tal  propo-  Dominio 
fico.  diRagufa.  • 

Et  hauendo  i  quel  tempo  il  Senato  porto  mano  di  fortificare  la 
loro  Citti ,  il  Malatefta  s'offerì  loro  per  ingegniero  della  fabrica, 
&  per  il  Commiflario  delle  fortezze ,  &  Cubico  fii  accettato  dal  Sa* 
nato:&  egli  tratcenédofi  i  Ragufa  per  alcun  tempo,  fi  rcordò,&  la  Sigifmon • 
fciò  ogni  penfiero,c*haueua  di  ricorrere  al  Turco ,  &  effendo  que-  ^  Malate 
fio  Signore  vnico  in  quella  profefsioned'ingegniero,airhora  per   ^  V^?/ 
opera  fua  fi  fortificò  Ragufa,  dalia  parte  di  Tramótana,  &  fi  ripa*  "^^^^ 
rò  affai  alle  cofe  di  (lagno.  Et  morti  i  fuoi  nemici  prefe  licéza  dalli  * 
Padrij&firiduffe  in  Italia  fo' io  io5.  Sono  poi  circa  dodeci  anni, 
che  il  refto  delle  muraglie,ch*erano  al  pari  del  terreno ,  &  anco  la 
maggior  parte  più  cleuate  furono  del  tutto  guadate  da  particola- 
ri, &  mafsime  dal  Magnifico  M.  Giouanno  Merenghi  de  Baffani 
per  vn  certo  fuo  fauore,  che  acquiftò  alla  paffata  di  Papa  Clemen  • 
te  Ottano,  appreffo  i  Signori  Padroni  con  danno  grandifsimo  del 
Prencipe,  &  della  Città  iftelTa  con  molto  difgufto  del  publico  & 
dì  tinta  la  Citti.Et  hora  quefto  Borgo  è  habitat©  da  molte  perfo- 
ne  di  trafico:per  efferui  un'aria  aperta,e  bona.Nobilitato  anco  da 
vn  Conuéto  con  una  Bellifsima  Chiefa  delli  Molto  Reuerendi  Pa- 
dri Carmelitani,  &  con  vn'ornamento  vicino  al  ponte  della  porta 

detta  Città  di  pietre  a  cunze  affai  vaghe  con  le  loro  Infcrittioni  nel  „        ..^ 
,    _.        .j       *  °  '       Borgo  VI. 

le  Piramide.      ^  ^  diS:Nico. 

Il  feflo,&  vltimo  Borgo  poi  era  quello,  c'hora  r\  chiama  di  San  15, 
Nicolò  vicino  al  Porto,querto  ancora  per  quanto  (i  vede  dalle  ve  • 
fligie,  che  vi  fono,era  cinto  tutto  ò\  muraglie  buone,có  molti  buo- 
ni Toriori  pieni  a  guifa  di  mafchi  delle  fortezze,che  ancora  ne  fo- 
no in  piedi  alcuni, e  quefto  hoggi  dì  è  habitato  da  molti  marinari    ^ 
patroni  di  barche,&  horcolani,  &  altri;  Et  vi  fono  molti  m agaaeni 
di  diuerfi  mercanti  anco  furaflicri ,  e  in  particolari  ui  è  il  Magazi- 
no  del  Sale,  che  vi  fa  tenere  l'Altezza  del  Serenissimo  Signor  Du' 
ca  d' Vrbino  per  il  feruitio  del  fuo  Stato ,  ch'é  nel  Monte  Feltro.     Capltanio 
Queflo  Borgo  gode  Priuilegio  di  hauer  vn  officiale  del  l'Ili  uftre'^^J]^^^^^^»^ 
Communità  chiamato.Il  Signor  Capitanio  del  Porto,  c'hà  autto-  torità. 
riià  di  vedeie  ,  &  terminare  ,  tanto  in  Ciuile,  «Dme  in  criminale 
yfqm  ad  [anguinem  le  caufe,che  fuccedono  in  detto  Borgo,&  Porto, 
vi  fono  ancora  molte  cafe  fparfe  per  la  commodità  di  molti  belli, 
&  vtili  orti,che  vi  fi  fanno  d'ogni  forte  d'herbaggi,  che  non  folamé 
te  feruono  per  la  Città.e  Diocefi,ma  ne  uanno  anco  di  fuori,  parti 
colareal  tempo  dell'eflatcSì  che  fi  conofce,  quanto  folfe  la  Città 

con    > 


'4^  Sito  Kìmìnefe  Libro  Trìm. 

con  i  fuoi  Borghi  grandi,  è  popolata  in  detti  tempi,  douc  vi  era  vn 

•  buono,&  eccellente  Configlio  di  Guerra  d  huomini  molto  pratici, 

&  accorri,  il  che  hora  fi  cótinua  ancora  dal  noftro  llluftre  Public©» 

fé  ben  con  molta  differenza,  facendofi  ogn'anno  li  Signori  fopra- 

Signondcl  ftanti  alla  Guerra,  forfè  più ,  per  confuetudine  anticha,  che  per  al- 

uwra.  jj.^  rifpetto  ;  &  però  fotto  il  gouerno  deU'llluftrifs.  Signori  Mala* 

tcfti,  e  mafsime  deH'llluftrifsimi  Galeotto ,  e  Carlo  di  fopra  detto. 

Il  qua!  effendo  vna  volta  affediato  Francefco  Gonzaga  Marchefe 

latcfta  fu  ^^  Mantoua  fuo  Cófobrino  da  Galeazzo  Duca  di  Milano,  con  più 

fimi!  à  M.  di  quaranta  milla  Caualli,con  la  prudenza  di  detto  Carlo,più  che 

Catóe  per  con  le  forze  hauendofolo  dodeci  milla  Caualli,  fece  leuar  total  - 

efser  d'infi  mente  il  campo  da  Mantoua,  &  l'Eflercito  del  Duca  prefato,  &  li- 

•roaiìfi""  ^^^^  *^  fudetto  Marchefe  fuo  Confobrino  dal  pericolo,  in  che  fi  tro 

uaua .  Per  la  qual  cofa  vedendo  Galeazzo  Duca ,  la  mirabile  pcu- 

denza,e  virtù  fua,lo  cominciò  ad  amare  come  frate  Ho,  &  morendo 

lafciò  per  teftamento,  che  fuITe  tuttore  delli  figliuoli,  &  deffenfore 

del  Ducato. 

Gregorio  Papa  X  I  I.ricorfe  per  configlio',  &  aiuto  del  fodetto 

Carlo ,  quando  fu  chiamato  al  Concilio  di  Coftanza ,  &  non  afsi- 

Carlo  yà  curandofi  d'andarui  mandò  detto  Carlo  in  fuo  luoco.che  di  Tua  vo 

il  Concil.  jq^j^  placaffeogni  fcifma,&  renonciò  la  dignità  Pontificale  inn© 

ire  di  detto  Gregorio . 
Waliefta       ■*'  Fratello  di  detto  Carlo  chiamato  Pandolfo  Malatefla  famo 
*  fo,  &  efpcrtifsimo  nell'Anne  del  i^o4.eflendo  Capitano  Genera* 
le  di  tutto  l'eflercito  ài  Gio.  Maria  Duca  di  Milano,  tentò  torli  il 
Dominio  &  farfi  Signore:  la  qual  cofa  non  li  riufcendo  fé  ne  andò 
aBrefcia,  &  fecefi  di  quella  Signore,  &  vi  flette  patrone  decifetce 
anni,  come  fi  tiene;  Et  fu  VefcouOdi  detta  Città  di  Brefcia,al  nu- 
mero p8.com'è  notato  nella  Sala  del  Vefcouato;rù  fatto  poi  vn*al- 
Xoifolfo  tro  Vcfcouo  nominato  Monfignor  Filippo  dopò  lui,nel  qual  tera* 
Walaiefta  pò  gli  nacque  vn  figliuolo, che  fu  alli  3.  di  Febrarodel  141 1. in  dee 
Brcfcia .     ^^  Città,  per  nome  chiamato  Galeotto  Roberto,  quefto  fu  buono, 
K*fcitadel  ^  ^^^  ^^^  meglio  Prencipe  di  Santifsima  vita ,  &  in  particolare  di" 
j.  Galeot.  «otifsimo  del  Serafico  Padre  San  Francefco,  qual'  hebbeanco  mol 
IO  i.obtr.  ti  Vefcoui ,  che  1  accettò  per  fuo  figliuolo,  come  da  lui  era  dcfide>- 
rato    reftandoli  per  tutta  vna  notte  cinque  gran  piaghe,  tré  dinan 
zi,  te  due  di  dietro,  con  abbondanza  difangue,  che  ne  vfciua  con 
dolore  così  grande.che  li  pareua  di  ftare  per  fpirare,  fé  ben  poi  nel 
far  del  giorno  egli  reftò  fano,e  fcnz'alcun  dolore,  reftandoli  fola  la 
flttmifcia  iafanguina»  ^  dgu' era  fiato  le  piaghe^  fu  di  canto  eiTem- 
'  " "'    '  ""  "" piar 


piar  vita,  \/milifsimo,&  grande  amatore  della  carità  vetfo  i  pouc- 
xi,  6c  gli  amalati ,  elfercitandofì  inolte  volte  à  fetuirli,  con  grande  ^  ^^^ 
amore .  Conferuò  Tempre  la  Verginità,  fé  ben'egli  hcbbe  per  mo-  ^^  |^g  ^ 
gliela  Signora  Margarita  figliuola  delMarchefe  Nicolò  da  Efte  odoardo 
di  Ferrara,  dattali  dal  SignorCarlo  Malatefta  fuo  zio  l'anno  1427.  Rèd'ioght- 
la  tenne  fcmpre,  come  forella .  Fu  dìuotifsimo,  &  nelle  fue  oratio-  ilterra ,  oc 
ni  fatte  con  grandifsimo  femore  in  vnafua  denota  Capella,c'ha-  ^^'g*g  "if 
ueiia  fatto  fare  nel  fuo  palazzo  fopra  la  fcala,  molte  volte  andò  in  ^^^^  cafti. 
eftafi,  &  per  le  fue  orationi  Dio  Noftro  Signore  moftrò  molti  mi  L'imp.Hé- 
racoli  i  Fu  obedientifsimo  alla  Sedia  Apoftolica,  poiché  ad  vna  rico  ii.Da 
parola  della  Felice  M.  di  Papa  Martino  V.  reftituì  alla  Chiefa  Ro  J^^^'^f^^gi^ 
mana  alquante  Caftella  lafciatoli  da  fuo  Padre.  Haurebbeanco  la  ^Jgino  di 
fciato  volontieri  lo  flato  è  Dominio  fuo,  fé  non  fofle  flato  da  tre  ottone  II. 
cofe  impedito,  Tobligo  nel  Matrimonio,  due  Fratelli piccolini,  ilqualviife 
ramore,che  alla  fuaRepublìca  portaua,nella  quale  temeua  fé  lab  jempreca- 
bandonaua:  Il  che  commofìfe  il  popolo  fuo  à  tanto  {degnO;Che  pi*  ^oSq, 
gliò  l'armi  per  vcciderlo,  ma  egli  con  la  virtù  fua  venendoli  in-  Arigo  Im- 
contro  co  vna  ferena  faccia  acquetò  il  popolo ,  che  depofe  Tarmi:  per.che  25 
dcfiderando  egli  il  martirio  per  amore  di  Chrifto  N.Signore;  fu  vi  ^""i  ^""^^ 
(ìtato  con  vna  grandifsima  infermità,  la  quale fopportò  con ef  J?,o^^t|né 
femplar  paticnza  ;  &  li  fu  reuelata  l'hora  della  fua  morte  diuina-  fcmpre  la 
mente  quattro  mefì  prima  che  fuccedefle  .  Morì  fantamente  alle  virginità  , 
quindeci  bore  nella  nobilifsima  Terra  di  S. Arcangelo ,  di  Venere  con  Gone- 
alli  10  d'Ottobre  14  j  2.1afciandodi  fegrandefiderioappreffo  SJ^J^^^^^^"* 
tutti;  Fu  poi  il  fuo  Beato  Corpo  portato  ad  Arimino,  &  in  con-  jjone  del 
trato  fuor  della  porta  della  Città,  da  MonfìgnorReuerendifsimo  B.Rober-  , 
Gieronimo  Frate  Eremitano  Vefcouo  di  Rimino:  vnode'  Vefco-  to. 
ni  eletti  dal  Reuereu.do  Capitolo  di  detta  Città,  con  tutto  il  Re-  ^^^^^"'^  ^^ 
uerendo  Clero  de  Preti,  e  Frati, Confraternite,6£  con  tutti  li  Citta-  ^^J"°  ^*" 
dinihuomini^e  donne;  Fu  prima  portato  m  Corte,  e  di  poi  à  San  La'faavita 
Francefco  con  quattro  torcie ,  sì  com'egli  haueua  per  teftamento  è  defcritta 
ordinato,  veftito  d'habito  Serafico  :.  Fu  fepolto  nel  Cimiterio  in^  '^^J^à^V^* 
nanzi  alla  porta  maggiorefch'è  al  prefente  )  di  detta  Chiefa,doue  J^  yeruch! 
prima  vi  era  fopra  una  crata  di  ferro,&  al  prefente  vi  è  vn  monu-  capucinó 
mento  di  marmo  alquanto  rileuato  da  terra  circa  vn  braza  d'ai  -  &  ftàp.  ia 
rezza.  Et  ritornando  al  fodetto  Signor  Pandolfo,  ilqual  con  molte  Rimino, 
fue  genti  andò  à  vn  cartello  chiamato  Prouaglio ,  &  prefoui  Hi-  ì^j'^^'iatefla 
flore  nepote  di  Bernardo  Vefconti,  per  la  cui  liberatione  hebbe  s'impacro- 
Pallazolo  Caflel]o,airhora  munitifsimo,&  fimilmenteotténedo-  ni  di  moU 
poi  la  Città  di  Bergamo ,  eflfendofplendido,  &  generofo  edificò  tiluodii, 

F  nei" 


^j  sito  Kìmìnefe  Libro  Trimd^ 

heirvna,&  Taltra  Città  molti  degni  edifici)  come  fi  Vede,àncòra  al 
prefente ,  &  regnò  con  mafsima  beneuolenza ,  &  amore  di  tutti 
Galeotto  ^"^'^'  popoli .  Mentre  che  quefti  gran  Signori  de  Malatefti,mafsi* 
Vicario  di  ^^  ^'  tempo  del  Signor  Galeotto ,  hebbero  il  goueruo  della  Citti 
Rimino  !'-  di  Rimino,come  Vicari]  della  Santa  Madre  Chiefa,per  la  qual  cf- 
aoi*  1339  fila  teneuano ,  allargarono  molto  il  fuo  Dominio  ;  percioche  ver- 
fo  la  Montagna  dominorono  Sarzina ,  ^^edola  ,  e  tutte  quelle 
Dominio  montagne,  &  il  monte  Feltro.  Dipoi  nell'Vmbriadominaua  la 
Malaf  ft*"  P^''g°'^'^  Foffombrone .  Dal  canto  della  Pianura.e  del  Mare,  co^ 
'*    mirciando  da  i  termini  di  Forlì,  e  Rauenna ,  dominaua  Cefena ,  e 
Ceruia.fiue  Cefarea,e  dall'altro  canto  dominaua  Pefaro,Fano,Se- 
negalia, Ancona,  &  quafi  tutta  la  Marca,  etiam  le  Caftella  dì  Fer- 
mo,ma  non  la  Città,come  fi  sà»e  G  vede  le  loro  Armi,  6c  Epicafij. 
Poi  per  vari  eccefsi  di  fortuna,&  in  particolare  per  non  elTere  vni- 
ti  in  amoreuolezza  con  li  Cittadini  di  Rimino,come  foleuano,co 
minciorono  à  declinare,&  macarli  affai  deirvfato  valore  per  man 
caméto  de  buoni  Confeglieri,e  Capitani  da  Guerra,  chefoleuano 
hauere  da  quefta  Citti,  della  quale  alcune  volte  furono  banditi,e 
dateli  l'efiliOjC  così  cominciorono  a  perdere  li  Domini),  &  lo  Sta- 
to in  molti  luochi  ,  &infieme  ancora  la  Città  declinò  affai  per 
quelle  difcordie,&  per  mancamento  di  quefti  Signori  &  è  venuta 
doue  bora  fi  ritroua,&  tengo  per  certo,come  già  ho  detto,  che  que 
fta  Città  non  habbia  da  ftare  così  picciola  per  le  ragioni  di  fopra, 
effendo,  che  la  Fortuna  fi  doueria  chiamar  contenta  ,  per  il  fpatip 
di  ducent'anni  incirca,d  hauer  tenuta  opprefTa  la  gràdezza  di  que 
fia  Citta,  &  che  ciò  fia  il  vero ,  fé  ne  vedono  alcuni  fegni,  non  folo 
da  i  Minifìri  di  S.Santità,&  s'è  intefo  l'aftettioneche  portaua  alla 
Citta, &  il  debito  infiemeche  iì  doueria  à  vn  Sito  ,  &  ad  vn  Pafso, 
come  quefto.  Ms  chedall'ifteffa  Città  defidera  effere  ampliata 
con  edifici)  Magnificij  perii  ches'hà  dafperare,  c'habbia  da  veni- 
re vn  nouo  Hcrcole,  ò  Sempronio,  ò  Augufto,  ò  Diocliciano,  che 
di  nouo  la  reedifichi,  &  la  reftituifca  nella  fua  priftina  grandezza, 
&  magnificenza,  come  già  diede  principio  la  Felice  M.  di  Papa 
Paolo  Terzo,  facendoli  rifare  vn  pezzo  di  Cortina  di  muraglia  di 
larghezza  di  Canne  XII.  incirca  con  diflegno,  come  fi  può  vedere 
dall  opera  ifteffa  di  mettere  dentro  della  Città  il  Borgo  di  San  Ni 
colò,  la  qual  Cortina  è  da  quella  parte,  doue  anticamente  era  il 
Inferite,  di  Cohfco,  che  guarda  vcrfo  il  Mare,  6^  la  Torre  dell'Aufa, come  per 
Papa  Pao-  infcrittione  fatta  in  ta  noia  di  marmo  fi  vede,  laquale  dice. 
1«  Terzo.  opM  ^hfolutum  Tamia  Tftuli  Tmij  vonùfiiis  Maxim: . 

Et 


'Dì  l{afaele  tAdimari .  4  j 

Ec  da  quella  Cortina  infino  al  Porto.e  cafa  del  Capitanio  di  dee* 
to  Porto  alla  drittura  del  recinto  del  Borgo  di  San  Giuliano  pre- 
dettO)VÌ  fono  in  circa  cane  cento  e  quaranta  di  longhezza ,  &  da  11 
infino  al  Torrione  della  Stufa  dous  arriua  la  Citti,  vi  fono  in  cir- 
ca,canrre  trentafci  per  linea  retta  con  li  fondamenti  fatti  per  il  Poff 
to  doue  ui  feria  andata  poca  fpefa,&  vi  anderia  à  tirarla  fopra  ter- 
ra .  Seria  vtile,grande,e  bello  à  vedere,  &  non  vi  feria  nìolta  diffe- 
renza dall'vna,  &  l'altra  Cortina,  &  facendoui  vna  portella  à  gui- 
fa  di  quelle  d'Ancona  fopra  il  porrci  acque,che  feruonofolams 
te  per  fcarricare  alcuna  voltale  merca:ie,Siria  di  gran  commodo, 
&  vtileal  Porto,  alla  Città,  &  alli  Mercanti ,  la  quale  s'ampliaria 
con  fpefa  non  molto  grane, tanto  nella  fabrica  della  muraglia  del- 
la Città,  quanto  per  le  fabriche  da  farfi  dalli  particolari  per  la  ca- 
modità  dell'acqua  della  Rena,  &  quello  che  molto  importa  della   -    j"iig'* 
Chiara  ch'è  abbondantifsima,  quafi  su  la  fabrica  iftefla,oltre  ali'-  quattro  co 
tre,ch'è  neceiiario  alle  fabriche  non  molto  lontano  dalla  CittàiSr  fé  princi-- 
haccpia  di  pietra  di  Tuffi,  che  fi  cauano  de  colli  vicini, 'e  medeiì  P^j»  per  fa 
maméte  per  il  letto  della  Mareccbia  gran  copia  di  pietre  viue  d'ho  ^'^'"^^*^m!^ 
nefta  grandezza, della  qua!  pietra  ^\  fi  vna  calcina  tanto  forte  che  cftti, 
molto  più  predo  dell'altia  fi  la  prefa,  come  Getto ,  e  quanto  alla 
pietra  cotta;  come  difopra,  oltra  quella  che  fi  canaria  dalla  mura- 
glia vecchia  non  ci  màcariano  fornaci  non  molto  !ontane,che  fup 
plifcono  a  i  bifogni,  tanto  nei  mattoni,  cóme  nella  calcina.  ^  al- 
tre, oltre  quella  che  viene  per  Mare  da  diuerfi  luocbi  ;  &  pei  che  la 
forza, &  l'importanza  di  tutti  i  negotij,  confifte  nella  pecunia; p?- 
rò  è  bene  confiderare  in  che  modo  fi  poteiTe  haoere  dinari  da  fae 
queila  fpefa,  la  qual  farja  di  gran  reputatione,  &  vtilità  alla  San- 
ta Sede  Apoflolica  ;  poiché  fi  legge,  che  altri  Sommi  Pontefici 
hanno  hanuto  queda  confideratione,  &  dcfiderio  di  fabricare  que 
fta  Città,  &  in  particolar'la  Felice  Mem.  di  Papa  Paolo  Secondo,  P.Paolo  II 
come  racconta  il  Signor  Gieronimo  Mutio  Giuftinopolicano  nel 
la  fua  Hiftoria,  &  hoggi  maggiormente  doueriaeiierequefloboa 
dcfiderio  ;  poiché  in  molti  luochi  della  Città,  mancano  delle  cafe 
habitabili,  come  fanno ogn' uno, &  fi  vede,ehe  per  breuità  non  fta 
rò  accennarle  .  Il  modo ,  che  par  à  me  potria  eflerquefto  di  pro- 
curare apprefifo  No  ftro  Signore,  facoltà  di  poter  liberar  le  cofe, 
che  fono  in  emphiteufi  eioè,Pifoni  in  tutti^i  luochi  circonuieini  \z 
fciando  in  poter  di  ciafcuno  di  poterlo  fare  fecondo  la  lor  libera^ 
▼olontà  applicandoli  denari,  che  fi  ritrahefiero  da  quefto: Pae- 
se siile  Chicle  padrone dilimili beni  emphiteotici,e  parte  a  que(lj& 

i    3^        fabrica^ 


44^  Sito  Rlmlfie/è  Libro  Trimd, 

fabrica,  ne  ciò  deue  parere  cofa  ftrana  ad  alcuno,  poiché  H  confT- 
dera  l' vtiliti  grande,  che  ne cauariano  le  Chiefe  fodette  da fìmil 
liberationiinueftendo gli  denari, che  dìglicauafTero,  noti  shaue- 
rebbono  da  pentire  di  tal  liberatione ,  poiché  fecondo  il  prouer- 
bio,fi  dice  efler  meglio  hoggi  vn'oua,  che  domani  vna  gallina  :  Et 
uedemo  ciò  efìfer  flato  fatto  altre  uolte  .  Ma  particolarmente  dalli 
tibcration  Molto  llluftri,&  prudenti  huomini  di  San  Marino  del  Monte  Tic- 
^^ '^7.°"*  tano,che  del  I  5  3  j.liberarono  le  Torre  della  lor  terra,  ch'erano 
no.'  ^"*  Fifone  all'Hofpiuak  di  S.  Spirito  di  RiminOjpoffeduto  dalli  Mol- 
to Reuerendi  Monaci  noflri  di  Monte  Oliueto  ,  &  quello  fecero 
per  particolar  breue  ottenuto  dalla  Felice  Memoria  di  Clemente 
fettimo,&  quefto  fu  fatto  per  pretio  di  feudi  trecento^di  bolini  ot 
rantaquattro,  perciafcheduno,  chedalorain  qua  fi  puoi  uedere 
quanta  utilità  ne  hanno  reportato  li  detti  Reuerendi  Monaci,  ri- 
fpetto  alla  poca  recognitione,che  fé  gli  fuol  dare  ogni  anno  perPa 
fqua  di  Refurrettione,per  affolutione  del  canone.Sì  che,  fi  può  ue- 
der,&  dalle  ragioni,&  dall'efsempio detto,  che  quefto  è  vn  modò^ 
bonifsimodafatisfarlevenerabil  Chiefe,  gli  particolari, il  publi- 
co,&il  Prencipe,&  anco  per  Tinte  re  (Te  della  Reuerenda  Camera; 
Etforfi  tal  intention  fu  nella  Santa  Memoria  di  Giulio  Papa  Ter- 
20,quando  concefiTe  la  liberatione  di  dette  Fifone ,  &  quanto  feria 
vtile,anzi  neceflaria  quefla  ampliationeperefperienza  hora  fi  ve- 
de,poiche  con  grandissima  difiìcolrà  C\  poflbno  trouare  cafe  à  no- 
lo ne  fuol  da  Foreftieri],  che  vengono  per  flare  in  quella  Città ,  co- 
me anco  da  Terreri  iftefsi,  &  anco  per  feruitio  delle  mercantie,  & 
altri, come  fono  Maga2eni,Hoftarie,e  fimil.'In  quefto  modo  adon- 
qucjcome  s'è  detto  mi  pareria,che  fi  potefse  fa<:ilmente  ampliar  la 
Città fenzal'ErarioEcelefiaftJco, [nondimeno  hauendofiadam  - 
pliar  ho  penfato,come  {{ potrà  vedere  in  difegno ,  che  il  circuito, 
ouer  forma  d'efla  fi  doueria  far  qadrata:  Perilchebifogna  comin- 
ciando dalla  Porta  di  San  Pietro  per  andar  al  Porto  rirar  vna  Cor 
tina  pernfpettodella  M^recchiajiaqual  fi  può  dire  ,  che  fia  tirata 
in  quanto  a'  fon  da  menti,  co  me  di  fopras'è  accennato,  e  apprellb 
il  Porto,  s'haueriada  farevn  Baloardo ,  ilquale  guardaria  detta 
Cortina  &  la  bocca  del  Porto,  per  che  fé  in  detto  cantone,  fi  faceffe 
vn  Baloardo,  e  fé  gli  mettefTe  alcuni  pezzi  d'artegliaria  guardaria 
di  modo  la  bocca  del  Porto,  chenon  potriavfcir,ne  intrarbarcha 
contrafua  voglia,  come  fi  prò  veder  in  difegno^;  bifognaria  poi 
fàr,che  la  Porta  del  Ponte  fofle  in  mezzo  d'vna  CortinsT,  come  ri- 
flerca-labellezza  dell'ai-ehicettura.  tirando  vn'altra.  Cortina  di  ià^ 


*Di  Raffaele  tAdimarl  4f 

verfo  il  Monte  i  Filo  alla  prima,  di  quella  medefma  longhezza^e 
in  fine  farfi  il  fuo  Baloardo,ilqual  accompagnaffe  quello  del  Por- 
to, percioche  quefto  accompagnato  darla  maggior  bellezza  alla 
Cortina, facendo  anco  bello  afpetto  a  quelli ,  ch'entrajio  per  que- 
fta  porta,e  potendofi  poi  tirar  il  fiume  Marecchia  fotto  detta  Cor- 
tina,fi  renderia  a(Tai  più  forte,poiche  la  Cortina ,  che  fer^  verfo  la 
Marina  pcnfo,  che  difficilmente  potrà  efler  battuta  dalli  nimici; 
perche  non  fi  può  batter  da  terra  per  non  ci  efler  tanto  fpatio  tri 
la  Cortin3)e  il  Mare,che  fi  polTa  con  giufla  diftanza  piantar  l'arte  tiri  di  Ac- 
giìaria,ne  fi  potria  batter  per  Mare,perche  le  galere,  ò  altri  legni  tegliaric. 
grofsi,che  porta  no  Canoni,ouer  artegliaria  da  batteria,  non  fi  po- 
triano  accodar  tanto  ì  detta  Cortina,che  le  facefle  gra  danno;  per 
che  l'artegliaria  per  batter  no  deue  efler  più  lótano  di  cento  pafla, 
che  tato  tira  detta  artegliaria  di  poto  in  bianco:ne  anco,fe  gli  po- 
tria dar  còmodo  afl'aho  per  la  grettezza  del  luoco,ch'e  tri  due  Fiu 
ini,sì  che  à  me  pare,chej(ìdoueria  tirar  quanto  potefleandarè  per 
non  poter  andar  più  longa  dell'altra  per  far  figura  ,  che  habbia 
del  MagnificOjlatraria  tanto  !onga,quanto  fo(Te  necefl'arionn  me 
20  della  quale  io  ci  faria  una  Porta,che  andafTe  al  porto,dietro  a  la 
ftrada,  che  vàallapiaz.zaalCaualIerDouo  aquefta  porta, acciò 
che  fofle  commoda  à  tutta  la  Città,  e  così  quefta  Cortina  faria  v« 
na  bella  molT:ra,à  quelli, che  paflaflero  per  Mare,  nautgindo,  oue- 
ro  venefiero  dai  porto  per  haucr  vn  Baloardo ,  fu'l  Cantone  deiìa 
bocca  del  Porto,&  l'altro  su  l'altro  Cantone,  che  Te  accompagna- 
no ,  e  in  mezzo  la  porta  col  fuo  Caualler;  perche  s'hauerianodue 
eortine,chefariano  due  Iati  del  quadro,  &  l'Angolo  retto  del  Ba- 
loardo  dalla  Bocca  del  Porto:onde  di  necefsità,  volendo  far  figu- 
ra, che  habbia  del  nobile  ,  come  s'è  detto  bifcgnaria  finir  il  qua- 
dratOjCioé  tirar  vn'alcra  Cortina ,  uerfo  il  Monte,  in  mezzo  della 
quale  ci  venia  la  porra,Gh'è  dirimpetto,  all'Arco  di  San  Bartolo* 
mto,e  per  hauerd uè  Baloardi  da' fuoi canti,  come  l'altredue  da» 
ria  bellifsimo  afpetto,  a  chi  entraffe  per  detta  porta,  in  oltrefegli 
potria  tirar  fotto  il  Fiume  Aufn,  laqualele  daria  gran  fortezza, al 
meno  centra  le  Mine  ,    come  fi  vede  ììt  difegno.  Poiché  fi  potrra 
condure  nel  Vafo  di  detta  Cortina  ,  cominciando  dal  Baloardo, 
ch'è  verfo  il  Monte  fcguitando  isifmo  a  quello  della  Marina. 

Ma  giudico  bene,  che  in  luoco  del  Baloardo  della  Marina  fé  gli  j^^occi.- 
faceflTe  la  Rocca ,  quando  però  s'hiuefle  à  far  Rocca  a  quefìa  Cit- 
ta\prrche  fé  fofle  amica  delia  Cirtà,guardaria  due  Cortine,  di  che 
fòiia^la metà  della  muraglia,e  il  Mare,e-fe-nongii-fone  amica  oflen 

ckria--. 


44  Sltir  timWfe  Lthro  Primo» 

deria  dentro  delle  Cortine,  e  potria  hauer  foccorfo  per  Mare.e  pef 
terra  ;  Perche  (\  potria  far  la  porta  del  foccorfo  ver(o  Pefaro facen- 
do vn  ponte  di  legno  fopra  airAufa,è  per  Mare, per  edere  apprelTa 
to  Marina,é^  alla  bocca  della  detta  Aufa ,  laquale  C\  potria  accom* 
iTìodar  in  modo  de  vn  ponticello,  oue  potriano  intrar  fregacte,&: 
altri  legni.che  portafTero  foccorfo, òdi  gente,  ò  di  vettouag! la, ve- 
nendo fotto  la  Rocca  metteria  dentro  per  vn'altra  porta  di  foccoc 
fo  fatta  fotto  quella  del  ponte  ;  e  così  haueria  gli  tre  tali  del  qua-- 
dro.Seria  poi  necefìfario  farne  vn'altro  per  finir  detto  quadrato ,  il 
qual  comincialfe  dal  Baloardo ,  oue  entra  rAufa,e  finire  all'altro 
Baloardo,oue  entra  la  Marecchia,  e  perche  detta  Cortina  andari* 
quafifino  al  ponte  della  cura  per  ampliare  giuftamente  la  Citti, 
e  far  il  quadrato  perfetto  ,  fi  potria  tirar  fotto  detta  Cortina  vna 
buona  parte  dell'acqua  del  Mawone,  laqual  daria  molta  fortezza^ 
&  bellezza  alla  Città,almeno  renderla  affai  difficile  alle  Mine,  & 
in  mezzo  d\  detta  Cortina ,  ci  venirà  la  quarta  porta,  laqual  daria 
bellifsimo  afpetto  i  qiielli,che  veni(fero  dalla  Montagna:  e  per  ef- 
fere,come  l'altre  in  mezzo  alla  Cortina,^  a'due  Baloardi,e  perche 
detta  porta  veneria  a  incontrar  la  porta  di  Sant'Andrea,  la  fui  ftra 
da  andaria  dritta  in  piazza,  e  confeguente mente  veneria  ad  incon*r 
trarfi  con  quella,che  va  alla  porta  de'  Cauallieri,oiiero  dalla  Mari 
iia,&  così  la  Città  haneria  due  diade  maedre  per  i  capi  dellequa^ 
le  vi  feriano  le  porte  della  Città,e  fé  incrofariano  fu'l  foro,diuideti 
do  la  Città  in  quattro  quartieri  giufti  fenza  guadar  cafe ,  ò  fé  pur 
fé  ne  guadaflero  feriano  poche,  e  di  poca  importanza,  come  Ci  pu^' 
ben  vedere  per  la  drada  delle  Molto  Reuerende  Suore  dell'Ange* 
li,&  quanto  quedo  difegno  folTe  giudo,  &  ragioneuole  fi  può  c6« 
fiderare  nel  difegno  da  ogni  vno,  e  perche  foflfero  quede  quattro 
Cortine,  per  eflere  tanto  longhe  non  potriano  forfè  edere  guarda- 
te bene,  &  ficure  da  i  quattro  Baloardijnelle  Cortine  de  i  Baloardà 
da'  CauallicrijChe  fono  fopra  le  porte  fi  potriano  far  altri  Baloar- 
di  piatti,©  forme  piatte, che  vogliono  dire  fra  detti  Baloardi,e  Ca» 
uaHieri,come  fi  vede  nel  difegno,lequali  fpazzafTerolecortine.ei 
JBaloardi;per  laqual  cofa  mi  pare.che  feria  neceffario  feruirfi  di  det 
ta  forma  quadrata,  e  che  al  fito  di  queda  Città ,  non  fi  potefTe  ac^- 
commodaralrra  forma,che  fode  meglio  al  propofito:  Ancor  che,io 
fcppia,  che  detta  forma  quadrangulare  nelle  fortezze  non  fia  ap«  ■• 
probata  da  tutti  i  Moderni  per  molte  caufe,  6i  la  principal  è,  per- 
che diconoyche  la  forma  ottangola,©  altre,  che  fi aecoftano  più  al 
sferico,  ouer  tondo  fono  più  capaci ,  &  da  q^uelle  fé  ne  piglia  due- 


l>ì  Raffaele  tAàlmdrì.  ''4 1 

principati  vtìlità:  la  prima  è ,  la  minor  rpefa^ch'entrà  nel  far  le  Mù 
raglie.per  eflfere  il  circuito  breue  ;  l'altra  e ,  che  batte  la  muraglia  fi 
difende  con  manco  gente,il  che  al  mio  giudicio  non'pare,  cheob- 
ftijechelaformaquadra  habbia  vtilitd  molto  Maggiore  di  que- 
ftejperche,  come  fi  sa  appreflb  tutti  gli  Mathematici,  tutte  le  figu  • 
re,chefi  vogliono  mifurare,bifogaa  ridurle  alla  forma  quadra:  poi 
che  non  ci  è  figura  ,  che  fi  pofla  compartire  in  tutte  le  fue  parti, 
mafsime  in  Angoli  retti, che  faccino  tre  Angoli,  fé  non  quc«- 
£la. 

Sileggano,che  Babilonia  tanto  famofa ,  &  lodata  Cittì ,  era  fi- 
gura quadra,lecui  muraglie  erano  d  altezza  piedi  doicento,chefo 
no  maggior  delli  Romani  tre  dita.  La  lor  groflezza  era  tale,  che  vi 
poteua  andare  fei  carra  da  caualli  al  paro  fenza  impedirfi,con  tuc« 
tociò,che  fofìfe  di  marauigliofa  grandezza ,  che  era  tenuta  per  vna 
delle  fette  marauiglie  del  mondo:  perilche  vna  Cittd  in  forma  qua 
drata  sì  può  partir  in  quartieri  giufti  ,  e  i  quartieri  in  Ifole  coni 
fuoi  Angoli  retti,€h'in  auente,che  fi  fabricano  in  quel  le,  fi  porran- 
no partire  ne  ifuoi  membri, liqualihaueranno  gli  Angoli  retti,6c 
f€  bene  in  quelli  fi  vorranno  far  edifici]  d'altrefigure,  fi  potranno 
anco  fare ,  perche  la  figura  quadra  contiene  m  fé  commodamente 
tutte  ie  altre  figure  regulare,sì  che  (  quefta commoditi, e  bellezza) 
mi  pare,che  importi  più  ,  eh' vn  poco  di  fpefa  ,  ch'andafledi  più 
nella  muraglia,  e  che  vn  poco  più  longa,  mafsimamente  ,  perche 
celle  difefe  delle  Città,  importa  più  a'  tempi  noftri ,  che  i  fianchi 
beneintefi  fiano  forniti  di  buone  artegliarie,  che  fpazzano  le  mu- 
raglie; che  fiano  tante  fpefeper  tutte  le  diffefe;  perche  non  fi 
danno  gli  aflaki  per  tutte  le  bande,  maone  è  fiata  fatta  labat- 
taria.In  oltre  dicano,chc  circa  al  fortificar  la  forma  quadra ,  e  iti 
perfetto, per  e(rere  deboleper  molte caufe,  &  prima,  perche  gli 
Angoli  del  quadrato  fono  retti,  i  quali  di  f uà  natura  fono  de- 
boli ,  ebifognando  poifarfiinefsiiBaloardi,  li  Angoli  di  quel- 
li, neceflariamente  vengono  ad  efiere  acuti  ,come  fi  sà,acciò,chele 
Cortine  di  detti  Baloardi  fiano  fpazzati  dalle  canoniere  delli  altri 
Baloardi,e  forme  piatte  ,  ò  dacauallere  uerriano  ad  cfsere  più  de- 
boli,pche  ^\  pofsono  facilméte  fpótar  co  l'artegliaria  |>  efiere  ftret- 
ti  in  efsa  fpótatura  i  nimici  pofsono  poi  cómodaméte  appoggiar 
fcale.e  far  altri  difegni,per  no  ^\  poter  difféder  detta  fpótatura  d'ai 
cuna  bada  co  l'artegliaria,  la  qual  obiettion'ancor  che  fia  di  molta 
importàza,a  me  par  che  nófi  dee'ftimar  molto  hauédo  cófideratio 
iie  alia  bellezza,cgmodità,e  fortezzajche  oltre  à  qfta  difficolti  da- 
—    '■  ' ria 


^f  sito  Tifine/è  Librò  Prlmól 

ria  la  forma  quadrata  à  quefta  Ckcà,e  la  difcommoditdjé;  altri  idi 
conuenienti  che  veneriano  alla  forma  ottangola ,  ò  alerà ,  che  più 
s'accoftafTe  al  tondo,  per  rifpetto  del  fìto  del  luoco,  come  s'è  det- 
to difopra,le  quali  cofe  confiderando  forfì  l'Architetti  del  Rè  Ca» 
tolico,  di  Pranza  i  Turino  per  rifpetto  del  fito  della  Città,  e  delle 
fue  muraglie  vecchie ,  e  l'eiTere  la  forma  quadrata,  e  nonottango- 
la,e  fecero  i  fuoi  quattro  Baloardi,  su  li  quattro  Angoli,  e  noti 
guardarono  tanto  alla  debolezza  dell'Angolo  acuto  per  rifpetto 
dell'altre  commodità,  che  li  veniuano  in  detta  forma  Quadra;  ne 
anco  tanti  Signori  Capitani,&  Architetti,  che  al  tempo  della  Pel. 
JlecordationediPapaPauoIoTerzo,  e  di  Papa  PauolojQuarto, 
defìgnarono,comefidoueuafabrfcar  Roma,  &  fi  cominciò  à  far 
nìuraglie,&  al  tempo  poi  di  Papa  Pauolo  Quarto,  à  far  Baftioni; 
oue  vedeuano  che'l  fito  di  detta  Città  di  Roma  lo  ricercaua  ,  che 
vi  fi  faceifero;  haueuanopiù  confiderationi  al  Sito,chealli  Ango- 
li: e  perciò  in  alcuni  luochi  vfarono  nel  circuito  di  dette  Muraglie 
l'Angolo  retto,&  in  quello  facendoli  i  Baloardi  con  l'Angolo  acu 
tOjCome  fi  vede  nel  Baloardo,  ch'è  nel  Monte  Auentino.per  anda 
re  alla  Porta  di  S.PauoIo,è  in  altri  luochi,  sì  che  io  penfo,che  que 
fta  ragione  nonfidoueriainquefto  luoco  confiderare  per  l'altre 
commodità ,  che  dà  il  quadrato  à  queflo  luoco  :  e  mafsime ,  per- 
che delli  quattro  cantoni,  à  due  non  s'hà  à  confiderar;  perche  a 
vno,  cioè  à  quello  della  bocca  dell' Aufa  sì  vàia  Rocca, e  non  Ba- 
loardo, la  qual  guardaria  le  due  cortine.come  s'è  detto,e  fi  potria 
far  fecondo  le  regole  del  fortificare?' L'altre,  è  il  cantone  della  boc- 
ca della  Marecchia,il  Baloardo  del  quale  bifognandolo  far  gran- 
de,e  forte  per  poterci  tener  artegliarie.  &  battere  la  bocca  del  Por 
to,e  per  non  fi  poter  battere  fé  non  con  difficoltà  per  rifpetto  della 
Marechia.e  Mare;  ne  ancora  darli  a(Talti,e  farci  altro  danno,  fé  no 
difficilmente  per  detti  rifpetti  a  i  due  altri  Baloardi ,  poi  (\  potria 
aiutar  con  riépirli  bene,ecó  altri  rimedij,  come  Ci  vedrà  effere  defi 
gnato,  e  fatto  in  parte  al  detto  Baloardo  del  Mote  Auécino:  nell'- 
altre debolez2e,le  quali  fi  dicono  hauere  la  forma  quadrata.-ancor 
che  à  me  pareano  quell'i ftefle  efifere  nella  forma  ottangola  :  nien- 
tcdimicnofeci  ne  alcuna  per  eflere  di  poco  momento  latacerò,ne 
lifpoiiderò;  ma  porto  la  forma,  ò  fito  di  quella  Città  ^auandofi  ad 
ampliar  fecondo  il  mio  debil  giuditio ,  mi  par  che  ù  debba  difcor- 
Kre  bene  a  i  particolar  di  quefta. 


DI' 


^i  Raffaele  tAdlmATÌà 


49 


D  ISSEGNO 

NOVO 

DELLA  CITTA'. 


Mare  Adriatico. 


L'ai- 


so  Sito Kimhefe Libro Pnma  . 

L'altezza  del  Polo,  ouero  eleuatione  fopra  l'orizonte  di  quefla 
Città  di  Rimino, e  digradi  quarantaquattro .  &  la  fui  longhezza 
e  gradi  ventiTei  minuti  tréntafci,  fecondo  Tolomeo,  Giouan  Vx  * 
doano,&  altri, medefimamente è  opinione  di  molte  perfone  Intel 
ligenti.chequefla  Città  noftra  habbia  due  fegni  afcendenti,come 
anco  dicono  di  Ferrara  secchia,  &  Ferrara  nuoua",  &  de  alcune  al- 
tre Citrà,lequali  afcendenti  fi  crede  di  certo.eflere  fccrpio,fe£onda 
la  commune  opinione  de  gli  Aftrologi,  non  trouandcfidiuerfità 
alcuna  Fra  efsi  :  come  anco  fi  vede  efler  fiato  fatto  fcolpite  dall'Il- 
luftrifsimo  Signor  Sigifmondo  Malatefta.Signor  di  Rimino,per- 
fona  virtuofa.dotto,  &  molto  diligente  inueftigacor  di  tutte  l'arte 
Mathematicein  vnpilafiro  di  marmo  nella  preclara  fua,altrimeh 
te  di  San  Francefco  di  Minori  Conuentuali,  nella  Capella  di  San 
Gieronimo,  contigua  a  quella  di  Sant'Orfoia,  che  credo  doueua 
cfìTere  il  mezzo  iufto  di  quel  tépio,  che  detto  fcorpio  tiene  fotto  di 
fé  la  Città,  il  nobilifsimo  Potè  Augufto,&  il  Borgo  di  S.Giuliano, 
cominciando  da  San  Francefco  fodetro ,  verfo  il  fiume  Marcccbia, 
doue  prima  fofìfe  cominciata  la  fabrica  della  Città,  fu*l  detto  fiu- 
me. 

Cancro  poi  nel  redo  della  Città, verfo  Oriente,  &  l'Aufa  edifica 
fa  dapoi,come  anco  per  quefti  fegni  fu  ofleruato  a  tépi  noftri  par* 
ticolari  per  gli  eftetticaufati  da  vna  Cometa  l'anno  1505.  alli 
ventiotto  di  Luglio, in  quella  parte  fola  della  Città,  che  per  afccn» 
dente  vi  fia  Cancro  ,  comes'é  detto,  poiché  cominciando  dalia 
Chiefa  di  San  Francefco  per  tutta  la  contrada  vecchiajOuer  Paro- 
chia,di  San  Bartolomeo,  e  fuo  Borgo fccrfe, vna  quaJì  vniuerfale 
fpetie  di  contagione,  la  doue  il  reftp  della  Città,  ci  conferuò  Dio 
laudato  fana,6(:  allegra.  Li  Molto  Reuerédi  Padri  canonici  di  San 
Saluatoie  Lateranenfi  furono  sì  grauemente  tranagliatida  infirmi 
tà  pereficreil  fuo  Conuer.to  di  detta  Parochia,  chefiL  necefsario, 
che  i  Molto  Reuerendi  Padri  Capuzzini  a  efsi  contigui  a ndafsero 
à  gcuernarli  :  poiché  efsi  Reuerendi  Padri  Canonici  non  haueua- 
nQ,chi  gli  feruifse,  efscndo  che  tutti  erano  caduti  ì'^  letto  ;  doppò 
l'efserfi  morti  alcuni  di  detti  Reuerendi  Canonici,chefùdiconfen 
fo  de  loro  fu  peri  ori  permefso  abbandonare  il  Conuento  per  al- 
quante» tempo  facendofi  portare  >  chiad  uno,  echi  ad  un'altro 
luoGo. 

Nel  Connenro  delle  molto  Reuerende  Suore  dì  Sant'Eufemia, 
rumcrofifsime  fei  Madri  fole  fra  tatìte-  rimafero  intatte  da  Febri 
nei  rello  della  Parochia  di  San  Bartolomeo  più  di  ^  o  o.  pcrfcne^ 

€ade- 


^i  Raffaele  t/idlmdrl  st 

caderono  in  letto,e  non  reftoronoin  unacafa  tall'hora  pur  uno,  i, 
cai  non  (ìa  tocco  la  parte  fua;de  morti  nella  medefima  Parochia  di 
San  Bartolomeo  fi  troua.chc  il  numero  cede  1 5  o.  perfone  iu  pco- 
greflb  di  tre  mefìjò  poco  più . 

Hora  per  venire  alli  particolari  di  quefta  Città  ,  dirò  prima, co*' 
me  è  douere  delle  cofe  Sacre,  &  Religiofe:  perche  fono  quelle ,  che 
rendono  le  Città  III  uftri  buone,  vaghe  ,  &  eccellenti  :  del  che  fi 
può  dir,&  numerare  tri  l'altre  quefta  noftra  Città,fia  bene  dotca- 
ta,&  adornata ,  poiché  in  effa  vi  fono  Chiefe  Parochiali  fenzala 
Cathedrale  venti.  ^  ^  Monafleri 

Monafterij  di  Reuerendi  Religiofi  dieci.  Gonfratef 

Monafteri  j  di  Reuerende  Religiofe  fei .  niie. 

Confraternite ,  che  hanno  Chiefe,  &  Oratori  da  fé  ftefse  quin* 
dea, 

Chiefe,  che  non  hanno  Oratori  particolari^ma  Ci  congregano  al 
le  Chiefe  delli  loro  inftitutori,otto'. 

Non  mettendo  però  in  conto  le  Confraternite  del  Santifsimo 
Sacramento,che  fono  in  tutte  le  Chiefe  Parochiali, doue  ordinaria 
m^ntefoleumo  fare  procefsioni,  vna  lor  Domenica  del  mefe  ,  & 
vanno  ad  accompagnare  la  Santifsima  Euchareftia,quando  fi  por- 
ta all'infermi  . 

Holpitali  redatti  al  numero  di  tré  efifendo,  che  già  erano  vndeci  Hofpitalf, 
vnìti  comedifopra,  al  tempo  del  Pontificato,  del  Santifsimo  in 
Chriftc  Padre  Innocenzo  per  diuina  Prouidenza  Papa  Ottano  nel 
li  anni  del  Signore  i^^6.h.ì\\  26'.di  Giugno  come  ne  appare  inftro 
mento  per  mane  d»  M.  Girolamo  e.  Signor  Baldifera  Angeli  citta* 
dino,&  notaro  di  Rimiao. 

Hiuendo  detto  delle  ccfeEcclefiaftiche  in  generale, mi  parcofi- 
uenientedi  dire  qualche  c<^{:, anco  in  particolare  dando  principio 
alla  Chiefa  Cathedrale. cerne  Chicfa  principale  della  Citri.laqua  ^^^f^l^^f* 
le  prima  era  fotto  il  titolo  di  Sant'Andrea  Apertolo  per  quanto  fi  sanfAn  *- 
hi  d'alcune  rraditFoni  antiche  ,  &  da  degneconiecturede  i  luochidrea  Apof. 
vicini  ;  pf  rcioche  al  dirimpetto  di  detta  Chiefi  Cathedrale  fuora 
della  Città,  vi  erano  già  due  Borghi,  come  ogni  vno  si,  &  fi  dice, 
qui  dietro  chi  a  tifato  Sant'Andrea  da!rAufa,&  l'altro  Sant'Andrea 
dal  GittO;  e  di  più  ia  porta  della  Città, da  n-,ezzo  giorno  con  il  me 
defimo  i;onie  di  Sant'Andrea,  che  ancora  fi  cólerua  il  detto  nome; 
si  che  pare  verifirril  cofa,chc  li  fodetti  Borghi  infieme  con  la  porta, 
fodftra  hsbbiano  pigliato  il  nome,  come  l'altre  daUa  Chicfa  Ca- 
ihedrale,che  era  ia  pi  ù  vicina,&  la  più  degna, &  di  poi  con  l'occa- 

G    2         fione 


fi  Siti,  tÌm\ntft  Uhro  'Prlmot 

Santa  Co- fioned'vn  degno  miracolo  fucceflb  nel  tempo  del  Martirio  dellai 
lomba  Ver  preclara  Santa  Colomba  Vergine ,  fu  dedicata  la  detta  Chiefa  à 
cine  ,  &  lei  fotto  il  fuo  titolo»  ilqual  miracolo  fu  in  quefto  modo,cioè ,  che 
MArme.     eflendo  detta  Santa  nella  Città  di  Senonen,  onero  Sanfo  inFran-- 

cia,doueripofa  il  Beato  corpo  di  detta  Santa  Colomba,  in  vna  caf 
Aureliano  fa  di  ferro ,  il  martirio  della  quale,  fuccclTe  ti  tempo  della  nona 
lojpcrat.    perfecutione,dominando  Aureliano  Imperatore  di  Roma ,  ilqual 

era  in  quelle  parti  di  detta  Città  di  Senona.circa  li  anni  della  Chri 

{liana  falute  275.  l'vltimo  giorno  del  mefe  di  Dccembre ,  qucfto 
IMonti  fé  tiranno,  haiiendo gran  defiderio  di  fpargere  il  fangue  de  i  ferui di 
intenerir-- CH RISTO  NOSTRO  S IG NO  R E  ,  non  credendo  i 
cono,e  l'in  molti  miracoli  della  fpofa  del  S 1 G  N  O  R  E  ,  doppò  hauer  fupe- 
fidekà  di  j-ato  il  fuoco  per  vltimo  menata  alla  riua  del  fiume  vicino  alla 
s^'iduraT  Città  fodctta,  la  Verginella  fentcndo,  che  Chrifto  doppò  le  fuc 

oratioBÌ,la  chiamò  dicendo . 

Vc?ii  tonfante  A  3  ofenl  columbamea^  «vini  in  Hot'' 
tum  ntium  ,  ^tni  coronaberis . 

Stefe  il  Collo  al  carnefice  orando  per  lui ,  e  per  i  fuoi  petfecuto- 
rì,il  manigoldo  lì  menò  vn  colpo  per  troncarli  il  capo ,  tenendofi 
akOjalqual  gli  tagliò  la  metà  della  tefta ,  verfo  la  faccia,riurcendo 
alla  boccajlaqual  parte  dì  tefta,con  le  (v\t  chiome,che  pareuano  fi- 
le  d'oro  fparfe  all'aria,  brifculando  nel  Fiume,  che  era  vicino  alla 
Città fodetta,&  così  notando  nel  Fiume,  per  diuin  volere  s'attacò 
alla  pegola 'di  vn  nauilio,ò  altro  vaflello,  che  era  lì  vicino,  fenza 
le  Campa-  ^^^  alcnnofe  neaccorgeflejògli  poneflecura;  ilqual  vaflello  nani* 
ne  da  fua  gado  giófe  forfi  per  forte  anco  à  Rimino,doue  d  fermò,ò  per  occa»- 
poflafi  fan  ficnedi  negotii,ouer  perfar  menfa  per  i!  bifogno:II  Patrone,&  ma 
00  feiuire.  rìnari  fmontarono  in  terra, venendo  alia  Città,  doue  comincioro- 
no  à  fonare  tutte  le  Campane,  da  fua  polla,  con  gran  flupor,&  ma- 
rauigliadi  tutti. 

latti  li  Tuoi  negotij  detto  Patron,  &  Marinari  ritornaronoal 
lor  vaflello, per  feguicare  il  fuo  viaggio  ,  nel  intrata  deilj  qu^tli  fen- 
tirono  vnaftraordinaria,  &  marauigliofa  fragrantia  di  odore  : 
Ma  però  non  fapeuano  ,  che  cofa  foife  ;  volendofi  partire,  6:  far 
uela,  )1  vairel]o,era  diuentato  immobile,  ne  in  modo  alcuno  lo  pò 
tcuanofarmoueredal  fuo  loco,  ancorché  haueffe  acqua  di  van- 
taggio, 6i  le  Campane continuauano a  fonare  ;  i  Mannari'  dubi- 
cauano,  che  la  (labilità   del  vagello  fofle  per  caufa  de  alcuni  pie» 

cioii 


ì>ì  'j^afaeU  ^MmArìl  >"? 

cicli  perei  chiamati  Remora,  ò Echino,  cioè  vn  Riccio  Marino,"  n  ptktti 
è  la  Murice  pefce  ,  che  è  più  largo ,  i  quali  fé  fi  appicciano  alla  chioo   h^ 
Carena  del  VafTello,  hanno  qnefta  virtù,  &  forza  di  trattenere,  *?J?'*j^^ 
éc  tenere  vna  naue  ,  benché  haueffe  le  vele  piene  in  mezzo  il  fuo  ^^^^^  jj  g  J 
corfo,non  che  un  vaftello  picciolo ,  ciafcun  di  loro  .  Et  però  i  Ma»  fo  delle  gra 
rinari,  per  vedere  fé  ciò  era,  narrando  d'intorno  al  vaflelto,  vi-  uide    eh» 
dero  quella  Santa  Faccia  ,  &  fubito  gli  venne  a  memoria  il  nonfi  fcon 
fucceflfo  del  Martirio  di  detta  Saata  Colomba  ,  che  era  fta-^'*"*®-  ^"* 
to, quando lor  fi  trouauano  per  quel  Fiume  ,  e  cosi  detti  Ma- 
rinari ,  &  per  la  fragrantia  fentita  nel  fuo  vaflello ,  &  per  il  fuo 
no  delle  Campane  della  Città  ,  che  credeuano  farfi  per  tal  San- 
ta reliquia ,  vennero  a  denuntiarla  al  Reuerendifsimo  Monfignor 
ycfcouo,  &  popolo  della  Città . 

Perilche  furono  ordinate  Procefsioni  Solenni ,  &  Generali 
per  andar  a  pigliar  quefta  Santa  Reliquia,  laqual  fu  con  tan- 
ta Solennità  porcata  nella  Chiefa  Cathedrale  ,  doue  era  con— 
corfo  grandifsima  quantità  d'infermi  ,  6c  mentre  fi  portaua 
furono  vifti  molti  Miracoli  fatti  da  quefta  Santa    Reliquia  ,  ^. 

che  ancora  fi  vede  in  Pittura  la  Tefta  di  detta  Santa  pofta  in  -^^j*  ^'^^J 
vn  piatto  in  mezzo ,  cioè  alli  piedi  della   BEATISSIMA  j^  mezzo 
VERGINE  NOSTRA  SIGNOR  A,  laqual  ftà  in  mez- del  li  quat- 
zodelli  Santi  INVENTINO,  FACONDINO,    PEL-  trofratcUi 
LEGRINO,  E  FELICITATO,  Fratelli  Martiri ,  fé  be- Saou. 
ne  non  fono  pofti  in  neffuno  Martirologio  [,  ma  folo  nel  Calen, 
dario  di  Rimino,  la  cui  Fefta  fi  celebra  alli  doi  di  Settembre,  nel» 
la  tauola  dell'  Altare,  della  Sagreftia  minore,  doue  Ci  vertono  i  Re« 
uerendi  Sacerdoti  da  Mcffa,  &  da  quefto  fatto ,  &  quefta  traditio, 
ne  fi  prerume,checominciairea  pigliar  il  nome  di  detta  Santa  Co- 
lomba, Ufciandofi  il  nome  antico,  sì  come  fuccelTe  alla  Chiefa 
di  San  Giuliano,  &  di  San  Nicolò  ,  come  fi  dice  alcroue,  la  qual 
Chiefa  era  fatta,  come  fono  molte  altre  Chiefe  antiche  Cathe- 
dralijcon  due  appartamenti,  vno  fuperiore,&  l'altro  inferiore 
nella  Capella  Maggiore,  con  due  ordini  di  Scale  dalle  bande*, 
con  le  fue  balauftrate   attorno  ,  &  di  fotto  belle  Colone    di 
Marmo  ,  con  tre  Capelle  ,  che  accompagnauano  quelle  difo- 
pra . 

Et  al  tempo  poi  di  Monfignor  Illuftrifsimo  Giouan  Battifta  Ca 
ftello  Bolognele  Vefcouo  di  quefta  Citta',  fu  determinato  da  lui  di 
redurre  quefto  Domo  alla  Moderna  tutto  a  vn  piano ,  come  fi  ve  • 
dfi,  leuandoda  quel  Corpo  di  Chiefa  in  più  volte  coione  otto; 

Ec 


'i  4  Sìh  Rìmhe/e  tìhto  Primi» 

Et  Taltrc ,  che  fono  reftate  pet  maggior  ficurezza  della'  Fàbrica  fo- 
no (late  veftite  di  mattoni  cotti  infoggfa  di  pilaftroni,  come  fi  ve-» 
decfTendouiin  mezzo  la  CoIona  di  Marmo  granita  di  gian  prez- 
zo ,  ilche  fu  mandato  ad  effetto  dalli  fuoi  agenti ,  mentre  ch'egli  (i 
trouaua  Nuncio  Apoftolico  in  Francia),  doue  anco  finì  la  fua  vita 
nella  famofa  Città  di  Parigi,nelli  anni  del  Signore  i  5  8  j.In'pro- 
pofito  delquale  fi  riferifce,che  Henrico  Terzo  Rè  di  Francia,  haue 
do  notitia  della  Morte  dcirilluftrifsimo  Cardinal  Carlo  Boromeo 
qual'è  ftatoafcritto  nel  Catalogo  de  Santi,  da  Noftro  Signore  Pa- 
pa Paolo  Quinto  l'Anno  M  D  C  X.  &  fentcndone difpiacere  grati 
de  dille,  che  fé  tutti  i  Prelati  Italiani  fuffero  ftati  di  quella  bonta',e 
fantitàdi  vita, ch'era  il  detto  Boromeo,&  Monfignor  Caftello  Ve 
fccuodi  Rimino  morto, pochi  mcfi  prima, non haurebbe mai  no- 
minato alcun  Prelato  Francefe  nelle  Vacanze ,  ma  gli  haueria  pi  • 
gHati  tutti  Italiani,come  riferifce  Monfignor  Gio.  Pietro  Ciulfani 
nella  vita  di  eflb  San  Carlo.Sotto  l'Altare  Maggiore  di  detta  Chic 
fa  Cathedrale ,  vi  fono  corpi  di  quattro  Santi  fratelli'  nobili  Rimi- 
nefi  Martiri,cioc  Inuentino  Facondino,PeIlegrino,e  Felicitati fo* 

bue  tejic^^"^'^^^"  '^^^^^^'^^^*^^^'*^'*^^  Settembre, 
delle  vndc  Sopra  il  detto  Altare ,  vi  d  pongono  à  fuoi  tempi  le  tefte  ornate 
cimillavcr  d'argento  delle  Sante  Vergini  e  Martire,  Cordoii,e  Fortonata  del 
gin»  lega,  la  venerabil  Compagnia  di  Sant'OrfoIa  :  Vn  Dento  di  San  Chri* 
te  margen  ftoforo,con  molte  altre  Sante  Reliquie  di  vari  Santi,  e  S2inre,&  ia 
^°'  particolardi  vn  bellirsimo  Cartello,  d'argento  con  i  fuoi  Chriftal- 

li  mandato  di  Francfa;dalla  bona  memoria  di  Monfignor  Illuflrif- 
fimo  Gio.  Battifìa  C2fielio,mentre  fiaua  là  nuncio.che  fu  del  1581. 
doue  vifono  molte  reliquie,e  prima  cinque  particella  della  Coro- 
na di  Spine  di  Noftro  Signor  Giefu  Chrifto  éc  un  pezerto  di  legno 
della  Santa  Croce,  hauuto  lui  da  Henrico  Terzo  Rè  ChriRianifsi- 
mo  di  Francia  ,  e  di  Polonia ,  alla  prefenza  di  Molti  lilu'lrifsimi 
Cardinali,^:  d"alrri  Prelati,  Prencipi .  Vna  Cofta  con  vn  poco  di 
Marcella,cond[ie  Denti  di  Santa  Colomba,  della  parte  inferiore, 
con  certe  altre  reliquie  ài  San  Filippo,  hauuto  dal  Molto  Reuereti 
do  Abbate  dell'ordine  di  San  Benedetto,  fuora  delle  Mura  della 
Citri,di  Senonen,doueèilCorpodi  Santa  Colomba  ,  tenuto  in 
grandifsima  venerarione,  ottenuto  daH'Iliuftrifsimo  ,  e  Reueren- 
difsimo  Cardinal  di  Ghifa  ;  Furono  portate  in  Rimino  in  detta 
Chiefa  di  Smta  Colomba, con  folénifsima  procefsione  dalla  Cliie 
fa  di  San  Giuliano,  l'Anno  1584  a!li  30.  di  Decembre,  per 
Monfignor  Reuerendifsimo  Vincenzo  Tcrfanino  Bolognefe,  Ve- 

fcouo 


rDi  Kaff^aele  tAdirHAYÌ.   .  // 

fcouo  di  Rimino  ,  fucceflbre  di  Monfignorllludrifsimo  Caftcllo 
di  buona  memoria. 

Mi  feràanco  lecito  dire  in  queflo  luocojche  ogni  buon  Chrìflia 
00,  comegeiofo  del  culco  diuino,  non  deuereftar  contento  fola-- 
inente  della  fabrica  dei  Domo  fodetta,  ma  deue  pafTar  più innàià, 
come  vedemo  effer  flato  fntto  nell'alma  Città  di  Roma,  èc  in  mot- 
te altre  Città,nelle  cofe  appartenenti  alle  Cliiefe,  &  in  particolar 
le  Chiefe  principali ,  la  maggior  parte  fono  ne  i  più  belli  fi  ti  del'e 
Città  loro,e  per  commodità,decoro,  &  bellezza  :  Perciò  l'Anno 
M.  D  C  X  I  con  l'occafìone  de*  corpi  Santi, [che  vennero  da  Roma, 
come  fi  dirà  altroue  fi  cominciò  à  trattar  in  publico,&  in  priuaio 
di  far  un'altro  Dom.o  in  fito  bello,&  nobile,  &  più  commodo,&  il 
negotiopafsòtato  auanti,  esortato  anco  da  i  Molto  Reuer.Predi- 
CiCori,conforme  alla  fanta  irirétrone,molto  prima  mortrata  in  ciò 
da  San  Carlo  Boromeo  Beatifsimo  Spirito,  che  vna  volta  per  paf  sermone 
faggio  fermoneggiò  in  detto  Domo  .  Sì  che  il  popolo  vniuerfal-  jjj  sanCar 
mente  &  infieme il  publico  con  buona  gratia  de  i  Signori  Pationi  lo   Boro-- 

maqeiori,  erano  tanto  difpoiii  di  fare  una  buona  offerta  à  quello  '"^f'  ^^^^' 
rr^^        '  uefcouo  di 

effetto.  _  Milaoo. 

Mala  lontananza  di  Monfignor  Illuflrifsimo  Nuncio  noilvo  '  ' 

Paftore,  che  haurcbbcfauorito,  &  aiutato  il  negotio  difponendo 
anco  il  Molto  Reuerendo  Clero  a  far  il  medefimo ,  ilqua!  pareua 
non  fi  curaffe  di  tal  cofa  faccHc,  che  il  femore  del  negotio  fi  aftedò 
talmente  ,  che  pareuaa  pena  fé  ne  fufle  parlato.    Nondimeno 
niluftre  publico,  hauendo fatto  determinatione d'aiutar  qu?fèa 
S^nta  Oper.?,  non  ha  voluto  retirarfi  del  tutto  di  non  fare  qualche 
ccfa  in  fcgno  di  pia  demomlratione,  e  però  pafsò  partito  di  far  v* 
Cà  Chitfa  di  Sant'Antonio  da  Padoua  noftro  Protettore ,  come  fi 
acGcnerà  al  Tuo  luoco, poiché  il  Domo  fi  teneua  perefclufo.Et  poi 
che  con  ordine  delli  Signori  Patroni  di  Roma, s'è  determinato  di 
ferarJa  piazza  della  fontana  fopra  la  flrada ,  che  va  dà^' Domo  i 
Sant'Agofiino  dalla  parte  del  a  Rocca  tanto  più  detto  Domo  re- 
flaràfequefì:rato,&  quafi  nafcoRo;  però  tanto  maggiormente  do- 
niamo pregare  Nollro  S'gn.  Dio  ,  che  Ci  degni  infpirar  il  noftro  II- 
lufhifsimo  e  Reucrendifsimo  Paflore  è  Padre,  che  credo  ficuramé 
te  non  fera  inferiore  d'animo  ne  di  forze, &  auttorità ,  come  nobi! 
Bolognt fé,  e  Nuncio  Apoflolico  a  Monfignor  Illufirifsimo  Caflef  ^J^i'^^^' 
lOjChe  habbia  a  fabricare  di  nuouo  qnefìo  Domo,  che  almen  nofsi  ^^'^q^^   ^i 
meritar  iufiamente,  nomedi  Chiefa,cioè  farro  in  forma  di  Croce,  Monfignor 
alla  Modeina,ò  come  meglio  gk parerà  opportuno ,  ma  con  bona  Salictnij. 

ardii' 


/  é  sito  l^ntine/è  L  tbro  Trlmo. 

Architettura  TaggrandiCse,  in  modo  che  potefTe  venire  vna  bella 
porta,e  campanile,  fé  ben  non  foffe  porta  maeftra  alla  drituca  del 
la  ftrada,che  paffa  auanti  a  S.  Martino,  mi  par  che  fi  faria  vn'ope- 
ra  fìgnalata,&  heroica,poiche  C\  cauarebbe  (per  dir  così)  il  Domo 
da  vn  catone,  e  fi  metterebbe  in  profpettiua  della  ftrada  maeftra, 
che  potrebbe  cffere  anco  vifto  da  paflàggieri  foraftieri,  cofa  certo, 
che  doneria  eflere  defiderata  da  tutti  per  la  buona  comodità ,  che 
lì  ha  lì  del  fito  fenza  hauerlo  à  cóprare  :  e  qucfto  facilmente  potri 
fuccedcre,quàdo  l'imprefa  fi  communicafle  con  tutto  il  M.  Reuer. 
Clero  della  Città,e  Dìocefi»  &  in  ogni  miglior  modo  &c.  come  fa- 
pia  mo,  che  fi  fa  nel  rinouarfi  alla  moderna  il  Domo,  della  famofa 
Città  di  Brefcia.che  il  M.  R.  fuo  Clero  contribuifce  alla  fumma  di 
ottanta  milla  feudi  fuccefsiuamente ,  del  che  io  ne  fon  benifsinvo 
informato;  Vie  poi  il  corpo  intiero  fenza  diminutione  alcuna 
del  Beato  Giouanni  Canonico,  in  vna  cafla  coperta  di  ferro,  con 
<]ucfta  infcrittionc  :  Hit  iacet  corpus  B.  loannis  Canonìa  Arminenftt, 
Col  volto  fanto  fu  la  Croce ,  &  eflfo  Beato  ingenocchioni  auanti 
detto  Volto  Sanio ,  che  così  gli  era  apparfo  in  vifione ,  doue  che 
in  vita,  &  in  morte  fece  molti  miracoli ,  e  quefto  è  dentro  nel  Ni- 
chio  della  muraglia  di  detta  Capella  a  lui  dedicata.che  fii  Cano- 
nico di  detta  Chiefa  .  Et  riftelfa  Chiefa  hebbeilPrepoftodclli 
M.  Reu.  Canonici ,  pur  Santo ,  al  tempo  che  rcgnaua  1  herefia  de  i 
Patterini,il  cui  corpo  fi  riferba  nella  Cachedrale  di  Fofl'ombrono, 
doue  andò  chiamato  da  quel  popolo  per  Vefcouo,  portandoli 
^  ...  .  -Verdine  di  taltlettione  in  Rimino,  dou'era  Prepofto,  ilqual  fi 
<lo  Vcfco-  chiama  Sant*Aldebrando,&  è  in  vna  Capella ,  cioè  nell'Altare  <M 
«o.  detta  vicino  alla  Capella  Maggiore,  &è  tenuto  in  gran  veneratio 

ne  per  i  molti  miracoli  fatti ,  &  che  fa  cotidianamente ,  &  fé  ne  fa 
Fefta  folenne  il  primo  giorno  di  Maggio,  come  io  ho  veduto  per 
vna  Scrittura  latina  molto  copiofa,  ch'è  apprefib  dime  cauata  de 
r€rb6  adyerkum  dal  libro  della  vita,  e  miracoli  di  quefio  Santo 
mandatimi  già  molto  tempo  fi  dal  Sig.  Guglielmo  Ingegnieri  di 
detto  luoco,perfona  molto  virtuofa  di  buon  fpirito,e  maniere  ve* 
raméte  diceuol  a  Gentilhuonìo.  C^uefta  noflra  Chiefa  Cathedrale 
fu  ccnfecrata  per  quàto  fi  troua  in  fcritturc  dal  Molto  Illuft.e  Re. 
Confecra-  ^^rendifsimo  Monfig.  Raniero  Vefcouo  di  Rimino  del  1 144.3!- 
jioae  di  S.  ^*  ^  9.di  Maggio:  ma  è  ben  da  credere,  che  nel  tempo  di  S.Goden* 
KioàtDio  zo  Vefcouo  di  Rimino,chefù  molto  tempo  innanzi,cioè  del  350. 
Vefcouo    incirca  fufl«  da  lui  Confecrata  fé  bene  non  ci  è  memoria  partico- 
4iRiaiiiJo.  jjjjg  jjj  ^ucllp,raa  fi  legge  bene>che  confacrò  moke  Chiefe.  Quefto 

'    Santo 


hìl^afaete  zAdimarl  ti 

Santo  Vefcouo,  fìi  dalla  Citti  di  Efefe  di  Grecia ,  venne  i\  Roma^ 
fu  battezzato,^  nella  Santa  fede  fece  molti  Miracoli,&  gran  frut- 
to nelTanime  de  fìdeli, fu  dal  Pontefice  di  quel  tempo  fatto  Vefco 
uodi  Rimino,perlamortedi  MonfìgnorStemnio  Vcfcouodi  Ri 
minojche  fu  al  Concilio  ài  Roma ,  fatto  da  San  Milciade  Papa  del  ^g     p^Jj 
Anno  3 1 3  in  circa,&  altri  prima ,  che  dì  qui  fi  può  ben  conofcere,  trentatre 
quàto  fia  Tempre  fiata  nobile  detta  Citta,  &  in  particolar  per  l'an-  d'Africa, 
tichità  della  Religion  Chrifiiana,  poiché  nò  ftauaafpettando,  che 
gli  fufie  mandato  il  paftore,comc  hoggidì  C\  vfa ,  ma  di  fua  fponta- 
nea  volontà  efiendo  mandati  Ambafciatori  Ariminefi  dal  Papa 
per  tal  effetto,  confecrò  Gaudenzo  Vefcouo,  &  mandoUocon  gli 
Ambafciatori  per  paftore  di  Rimino ,  forfi  a  intercesfione  di  San 
DamafOjChe  fu  poi  Papa.  Mentre  veniua  il  detto  Santo  Vefcouo,  . 

mancando  il  vino  a  quelli ,  che  l'accompagnauano  ,  &  perciò  pa-  ^^'JjYipac 
tendo  molto  la  fete,conucrtì  l'acqua  in  vino ,  e  Io  diede  a'  compa-  qua  in  vi  - 
gni ,  viffe  in  grandifsinia  fantità,fece  molti  Miracoli, entrò  egli  in  no. 
la  Città ,  gli  venne  incontro  tutto  il  popolo,  con  una  moltitudine 
d'infermi  di  varie  infirmila  opprefsi,  alli  quali  tutti  nel  nome  di 
Chrifio  NofiroRedentore,reftituì  la  fanità,&  immediata, che  lui 
celebrò  la  Santa  Meffafubito  cade  l'Idolo  diMartepoftoin  mez- qj.jj^Ij 
20  del  Mcrcato,&  fraccafcioflre,&  fimilmente  rouinorono  tutti  gli  tutti    per 
altri  Idoli  in  diuerfi  luochi  porti  nella  Città. conuertì  molti  alla  fé  terra. 
deCatholica. 
Il  M  R.P.Fra  Alfonfo  Ciaconi  de  Vonù^óhuì_&  Card'ìnallh.fot.^ó, 
Referifcelemedefme  parole  videlicet'.  Anno  Domini  359.  Lìbc' 
rijTap£  cÉfauij  Con^antij  ImperatorU ^rriani  i^.Synadui  vnluerfa-  g  ^^j^j 
lìs itcurnenìca  apkd ^riminuniy  'talìs  vrbem'mdìCfa  .  Epifccpis  adìpfam  ^ùmin. 
venkntìbus  omrvbuSjamonas ,  ^  celiarla  irrìperatoripfe  dare  prscepitùn 
qna  "N'ìc^nafidesprobatur:  /tmani  damnantur.ConcUium  Catholicumy<& 
Qn hndnxurp.yVt  albana fiu*.  affcnt  epiftola  ad  /lf  tcano(.  g  Atb»n» 

11  Venerando.^  Reuerendo  Padre  Frate  lacobo  Filippo  in  fup 
pie  mento  fupplementi  delle  fue  Croniche  al  lib.p  fcriue  le  medef- 
n^.e  parole, efTerdo  per  volcnri  diuina  infpirati  la  parte  del  Ponte 
lìce, pensò  dilationeal  difputar  della  fede  con  li  Sacerdoti  Qriéta- 
li  &  di  Ponente;  in  quefto  mezzo  fiì  dannata  in  quello  Còcilio  di 
.  Rimino,  la  Fede  dt Hi  Arriani  heretici  giàtiprouatanel  Concilio 
Kicenc,&  ilmedefmo.fi  fece  d3 poi  nel  ConcilioRomano,nelqu3l 
fu  fimilmente',  dannata  in  perpetuo  .  Allegando  Grariano  nel  Sa- 
cro Decreto  alla  15.  difiin.nelcap.  Santa  Komana  Ecclefia  .  Ma 
{ecódo  l'opinione  d'alcuni  alcri,fi  tiene  che  detto  Cócilio  Rimine- 

H  fé 


jB  Sito  ^mìnefe  Libro  Frìmo. 

fé  nò  fufle  fatto  legitimamente,  ne  meno  fuffero  dannate  le  herefìe 
delli  Arriani,  &  perciò  S  Godenzo  noftro  Vefcouo  faceiVe  refiden 
za  con  tutte  le  fue  forze,  sfinito  detto  Concilio  lo  ftracciafle  re- 
probando tutti:  Itloro  a ttioni,&  decreti, per  la  qua Icaufa  tu  am- 
mazzato da  i  foldati  di  Tauro  Proconfolo  occultamente,  &  che  la 
Chiefa  Romana  dànando  quanto  ineflbera  ftatorifolutogli  def* 
fé  nome  di  Conciliabulo  di  niun  valore  .  Ilche  repugna  a  quello, 
che  di  fopra  è  ftato  detto,munito ,  &  corroborato  con  l'auctorità» 
éi.  teftimonio  di  Santo  Atanafio,che  fii  tanto  gelante  delle  cofe  del 
la  Santa  fede,e  tanto  (limato,  &  preciate  le  fue  fcritture  ;  &  perciò 
(ì  vede  vna  pittura  antica  nel  palazzo  publico,  doue  (U  Monfigno 
re  Gouernatore  noftro,  dipinto  detto  Concilio  :  di  ciò ,  può  e(fere 
anco  argumentOjChe  fé  il  Conciliabulo  fulTe  ftato  fecondo  il  voler, 
&  defiderio  delli  Arriani ,  non  fi  feriano  adiraci  tanto  contra  San 
Gaudenzo,ne  l'hauerebbono  ammazzato, ottenuto,  che  hebbero 
il  lor  defiderio:  Quando  però  non  fufie  fuccefib  detta  dechiariatio 
ne  dalla  Santa  Madre  Chiefa,dopò  la  morte  di  detto  Santo  Atana 
fio;ilche  del  tutto  me  rimetto  alla  verita\&  alla  difpofitione  di  San 
^  ta  Chiefa,nella  bona  gratia  della  quale  L  I.  Anni  fa,  che  piegai  il 
v^ltMuMs  ^°^^^  ^^  dolce,&  foaue  gioco  de  i  fuoi  Santi  Precetti,  &  così  intea 
')ffi,unt'*«t  do  di  voler  finire  il  pellegrinaggio  di  quefta  mortai  vita. La  morte 
vtheiità  del  fodetto  SGaudenzo  fu  alli  quattordeci  di  Ottobre  il  cui  cor- 
ftUm.       pò  miracolofamente  fu  ritrouato .  L  X.  Anni  dopò  la  fua  morte, 
efiendo  a  tutta  la  Città,  ignora  la  fua  fepoltura. 

Si  trouò  nella  Città  di  Ceraia  feu  Cefarea,  ò  fecondo  altri  òi  Ra 
Miracolo  uenna  vna  Donna  cieca ,  chiamata  Aborriua,  alla  quale  apparue 
di  SacGau  jn  yifione  l'Angelo  Raphaelo.con  Damafo  Papa  Santo,  &  diffegli 
fcmjo  ^di  '^  "°"^^  delì'vno,  &  dell'altro,  che  fé  voleuariceuere  la  vifta  delli 
Rimino.  occhi,fe ne andafleà Rimino,  &  fignificafie  alliCitcadini,cheri-« 
cercaflfero  il  corpo  di  San  Gaudenzo  in  vntalluoco,del  qual  gli 
diede  il  fegno  6:  lo  fepcljffero  più  honoreuolmente,&  come  ritta 
irato  foffe  il  Santo  Corpo  fubito  ricuperarebbe  la  vifta  .   Confida* 
ta  la  Donna  in  tal  vifione,&  penfando,che  guida  potefle  pigliare, 
fola  fi  pofe  in  camino,&  nella  man  fua  fubito  fentì  vna  leggier  can 
t\Ziti  dall'altro  canto,  intefegli  guidatori  efìfere  in  capo  della  caa- 
naj&  mertendofi  in  via  gli  guidatori  per uenne  alla  Città  ài  Rimi- 
lìojManifeftò  a  i  Cittadini  la  vifione,liquali  tutti  infiemefene  an- 
darono fuori  della  Città,  in  vn  luoco chiamato  Lago  Maggiore, 
hoggidì  la  Gumaggia.pocodiftante dalla  Città,  ecominciorona 
i,  cauare  la  terra,  do  uè  li  haueua  datto  gli  fignali,  6c  fentiuafi  vn  mi 

rabilc 


^l  Raffaele  t/tJimdrl  >> 

rabilc  odóre,6:  ritrouato  il  Santo  Corpo  trapelo  fuori  della  cauaj 
e:  incontinenti.come  la  Donna  preditto  haueua,fugli  reftituito  il 
lumedelli  occhi,  &  di  più  furono  liberati  molti  Infermi  dalle loc 
infirmita,con  grande  honor,&  diuotione  fu  collocato  ilCorpo  del 
Santo  Martire  in  vna  fepoltura  di  Marmo,  fopra  la  qual  poi  fu  edi 
ficata  vna  nobilifsima  Chiefa,&  Monafterio.  Et  per  quanto  fi  può 
conietturare  dalle  fcritture  il  detto  San  Gaudenzo ,  e  San  Dama» 
foPapa,  turono  grandi  amici  infieme,  mentre  vifl'ero  in  quefto 
Mondo.  ,    ^ 

Il  Corpo  di  quefto  Santo  Protettore  hora  non  è  nella  Citta  di 
Rimino.nè  manco  fuori  nella  Chiefa  dedicata  à  lui,  ma  nella  ter- 
ra di  Monte  Alboddo  nella  Marca  Anconitana,  ilqual  fu  robba- 
to,come  fi  dirà  nel  ragionamelo  delia  fua  Chiefa. Ec  in  detta  Chic 
fa  Cathedrale ,  vi  è  vn  organo  fingolarifsimo  di  molti  Regiftri  : 
Vi  è  ancora  vn  Tabernacolo  fatto  maeftreuolmente  co  molta  ma» 
gnificenza^grandezza^e  bellezza,  riccamente  adorato,  fatto  nella 
fioftra  Città  di  Rimino,per  mandare  à  Venetia .  Nel  fuo  campa- 
nile, ch'è  di  buona  gr3ndezza,mabaflb,  per  non  impedire  la  Roc- 
ca, vi  fono  campane  di  buona  grande2za,&  bontà  fingolare  al  nu- 
mero di la  Sagreftia  è  Ricca  di  molta  argenteria,  che  ferue 

per  il  decoro  della  Chiefa. &  ancora  ricca  di  nobilifsimi  paramen- 
ti,fi  perglialtarijconieperglj  Sacerdoti,&  altri,  tra  l'altre  vie  vn 
drappo  antichifsimo  di  fera,  detto  il  panno  del  Imperatore  di  brac  Panno  del 
eia  otto,e  mezo  di  longhezza,e  larghezza  braza  trè.intorno  ilqua-  Iii^perat. 
le  gira  vn  fregio  di  color  turchino,  pieno  di  gili  gialli,  il  crampo  di 
mezzo  è  tutto  rofTojConquattordeci  tondi  di  color  giallo  jinogni 
tondo  grande  quafi  vn  braccio.  Vi  fono  due  Leoni-di  brocato  d'o  • 
ro,quafi  tondi,turti  fono  circondati  di  lettere  di  Longobardi,6c  in 
ogni  tondo  vie  ancor  il  milefimo  con  le  lettere  tutte  fimili,  che  fi 
vede  efler  flato  farro  nel  Anno  M.CCXXXI.  ilqual  fu  trouato 
in  vn'arca  di  Marmo  ,  quando  fi  faceua  la  Capella  della  Santifsi-» 
ma  Madonna, tv  San  Gicfeppe  prima  detta  dell'Incoronata  Sono 
adunque  anni  380.  in  circa,che  fu  fatto.  &  flette  in  detta  arca  mol 
ti, e  moiri  anni, &  hors, e  f:  bello,  efrefco,  che  ogni  perfona  giudi— 
ciofa  dira,che  fìj  pcrdurire  7  00  anni. oltra  che fempre  s'adopra 
in  apparati,^:  t  rnar  la  bara  nella  morte  de  Reucrendjfsimi  Vcfco 
iii,e  di  Signori  Canonici  particolari, ilqual  dicono,che  fu  poflo  in 
quel  luocoda  Federiceli.  Imperatore,  inuolgendoli dentro  vna 
fua  Figl'uola  n:orta. 

Non  Ibrò  à  dir  altro  delle  cofe  particolari,  ricche,  e  nobili  di 

H    2        detta 


4 è  SUo  Kìmheji  Libro  Primi: 

detta  Chiefa,per  non  efler  troppo  lógo.folo  dirò,che  ui  fonò  mot- 
te Indulgenze  concefle  da  varij  Sommi  Pócefici,  come  appare  per 
li  loro  breui,e  in  particolare ,  vi  è  vn  Altare  Priuilegiato  per  l'ani- 
me de  defonti .  Vennero  hora  à  dire ,  ch'è  benifsimo  officiata  per 
cHerui  il  numero  é^ì  dodeci  Reuerendi  Signori  Canonici,  che  han- 
no le  loro  prebende,che  rendono  affai  buona  intratta  fenza  le  di- 
ftributioni  cotidiane  ;  vi  è  poi  ancora  li  Molto  Reuerendo  Prc-*' 
pofto,&  Archidiacono  con  le  loro  prebende,  che  afcendono  al  nu 
mero  di  quattordeci,  vi  fono  ancora  poi  fei  Reuerendi  Màfionari» 
che  portano  le  pelle  nere  falariati,  &  il  Reuerendo  Màfrro       di 
Capella,&  altri  con  vn  buon  coro  di  Mufica,  il  Molto  Reuerendo 
Curato,&  altri  officiali  Sacerdoti  di  Sagreftia  con  li  aiutanti . 
S^Francei      Doppò  l'hauer  parlato  della  venerabil  Chiefa  Cathedrale,  mi 
tuau!"'   P^«"conueniente  di  parlare  della  preclara  Chiefa  delli  Molto  Re- 
uerendi  Padri  Conuentuali  di  SAnFrancefco,laqual  fu  principiata 
dairilluftrifsiaio  Signor  Sigifinondo  Pandolfo  Malatefta  Signor 
di  Rimino  ;  doue  prima  era  una  Chiefa  dimandata  Sàta  Maria  in 
Trebio  con  cafa,  &  otto  contiguo ,  come  fi  può  vedere  da  fcrittute 
^'"'"^  .*  Autentiche.nel  Archiuio  del  Couuento  di  S  Francefco,6c  in  parti 
prttep,».    coi^f^  P^r  vna  lettera  ai  Papa  AieOandro  quarto  ,  doue  prega  il 
Monafte  -  ^folto  Reuerendo,  Abbate,e  Padri  di  S<  Benedetto  del  Mònafterio 
riodi  Poni  di  Pompofa^che  vogliano  concedere  ditta  Chiefa, &  fue  pertinen- 
pofa*         zcai  Reuerendi  Fiati  Minori  Conuentuali  per  prezzo  iullo  :  Ai 
arbitrium  /"-tjì  rn;;Sottola  datta  diecinoue  d'Octobre  l'Anno  pri- 
mo del  fuoPonteficato  in  Narni:&di  poiefequito,  quanto  defide 
raua  il  detto  Pnntefice»fcrifie  vn'alcra  lettera  di  Napoli  alli  quin-« 
deci  d'Aprile  del  fuo  Pontificato  l'Anno  Secondo,  doue  approba 
quello,  ch'è  ftato  fatto  in  detta  Concefsione  della  Chiefa  predet- 
ta :&:  fé  da  lui ,  ò  fuoi  fucceffori  fode  ftata  finita  conforme  al  prin- 
piojaria  delle  belle  Chiefe,&  famofe,  che  foffero  in  Italia,la  qual 
hora  n  vede  fproportionata  per  non  edere  ftato  feguito  l'ordine 
ccmniune  delle  Chiefe,  fatte  con  Archittetura ,  poi  che  hanno  vo- 
luto fare  tre  rape]Ie,douenecomportaua  vnafola,  laqual  doue-- 
Uà  pigliare  con  gli  fuoi  pilaftroni  tutta  la  Nauata ,  per  caula  del- 
^2  quale  ,  la  Maggiore  non  è  veiiuta  alta,  quanto  doueua  ,  la - 
S.Sigir:TÓ-<l,^l^'  Chiefa  fu  dedicata  àSan  Sigifmondo  Martire,  &  Rè  Fi*- 
doxMarti    gìiuolo di  Gencbrardo  Rè  di  Borgogna,  doppò  la  cui  Mortegli 
re  ,  Kè:di  fuccefìe  nel  Regno , il fodetto  San  Sigifmondo;  ilche  fùaltem- 
Borgcgna  ^q  ^\  Anaftafio  Imperatore  dell'Anno  cinquecento  in  circa  ,  co  • 
mediccSigisbuto.  La  cui  Idia  fi  celebra  a  due  del  mefe  di  Mag« 

gio. 


7>i  ^ffaele  %Àdimdrì  •  r  i  ' 

gìo .  Il  sito ,  &  la  fronte  della  Chiefa  di  Saa  Slglfmotido  Ré,  6è 
Marcire  ò  vogliamo  dire,  come  hoggi  fi  chiama  di  San  Francefco 
de  Minori  Conuentuali  pofta  in  faccia  di  Maeftro  con  bellifsimo  Leon  Bat^ 
difsegno  dell'Illuflre  Leon  Battifta  Alberti,  nella  quale  fi  vede  vn  tifta   Ar.- 
bellifsimobafTamento  tutto  di  Marmo  d'Iftria,  per  cornifamtnto  «hittetar» 
di  efTo  vi  corre  vn  freggio  bellifsimo  pieno  d'Arme ,  e  Fiori  Pan-» 
dolfefchi  con  grata  Inuentione,  Copra  di  efifo  quattro  Coltone  ca- 
nelate  tondo  di  mezzo  rileuu  dì  ordine  compofito,  doue  appare 
tre  Nicchie,  delli  quali  quello  di  mezzo  fa  la  Porta  Maggiore  , 
che  vi  dentro  alquanto,  con  vn  bellifsimo  Fogliamo  fino  airim- 
podadura  delliarchi,6c  dagli  insù  infin' dell'arco,  con  vn  bellif- 
fimo  intaglio  ornata  del  medefimo  ordine  compofito  fatto  con 
bellifsimo  diflegno  di  Marmo  beretino  quadra  Ricinto  d'vn  Ar<« 
chitrauo,  fcpra  ilquale  ui  è  porto  vn  freggio  di  Porfido  bellifsi-- 
n:.o,cheper  maggior  decoro ,  e  incornifaco  de  Metallo,  nel  cui 
mezzo  vie  porto  vna  Croce  dell'ifteffo  Metallo, tutto  dorato,4 
Malgama,fopra  a  efTo  freggio  vi  è  il  fuo  cornifone  dell'ifterto  or- 
dine,e  fopradieflbla  fua cima,  òfrontefpitio, l'oro    deli'ifteffa 
Croce  poco  fi  vedeconfummato  dalla  longhezza  del  tempo,  6c 
dalle  pioggie,fuora  di  effo  fi  vede  tutta  interfiata  di  bellifsinae  pie 
tre,cioè  Porfido, Serpentino, &  altre  pietre  bellifsime, quadre,  ton- 
de,ouate,  &  tombe,  con  cornifamenti  d'intorno;  all'altezza  della 
porta  al  in  giù,  calano  due  feftoni  molto  ben  intagliati ,  &  di  bel 
rilieiiofopra  due  ouati  bislonghi ,  fotco  iquali  vi  erano  due  Coc- 
ciole di  cappe  grande,che  doueuano  feruireperl*Acqui  Santafo 
ftentate  da  due  tefte  d' Alefantiili  altre  due  Nicchi  minori  incor»-  £,^^,a„ 
nifati  di  dentro  di  bellifsimo  Marmo  beretino,  &  impite  il  reftanYx^^i.ó' ve 
te  diNicchio  in  piano  fuora  delli  detti  Nicchi  ornato  di  vno  Archi  imtitadt-^^ 
trano,con  fei  Spechi  di  Porfido,có  feftoni  d'intorno-,  fopra  di  eflb  ^<'« 
fi  vede  vn  cornifone  dell'ifteffo  ordine  refsaltato  fopra  le  colonne, 
nelli  cui  rifsalti  vi  e  fcolpito  vn  Cherubino,  &  ne'  Piani  d'eflo  freg- 
giojvi  fono  intagliate  le  infrafcritte  lettere  d'ordine  commun2,chc 
dice. 

f-.^ìfmundm  Vandolfm  Malate  fìa  Vandolfì  fUiuì  V.  Fecit  jtnm  Gra* 
tìi? .  M.  L  D.  Sopra  il  Cornifamento,  fi  vede  al  dirimpetto  delle 
due  Nicchie  e(]erli  dato  vn  Decìiuio  per  l'Acqua  ,  e  fopra  la 
Porta  vi  andana  alto  con  l'irtcffo  ordine,  due  pilaftrate  ,  le  - 
quali  hauerebbono  feruito  per  il  lume  della  Nauata  di  Mez- 
zo ,  &  per  la  ftatua  del  Signore,  nella  impoftadura  delle  dette 
Nichie dauan^c  corre  per  fianchi,&  fa  l'impoftadure  delle  Nichie 


Huocnini 


6$ 


Sito  Rlmke/e  Lìhro  Primi 


uote ,  doue  fi  troua  vna  tauola  di  Marmo  beretino  grande  fcritti 
in  Greco,  &  le  dette  impofladure  copra  no  l'arche  con  'bellifsimi 
compartimenti foftentati  da  bellifsfmi  pilaftrcni  tutto  di  Manno; 
lequali  Nichie  vote  feruonoper  dar  il  lume  alle  Capelle  della 
Chief3,&  di  fuori  verfo  la  ftrada,hanno  certe  arche  grande  all'an- 
tica di  MarmOjChe  feruono  per  depofiti  d'huomini  Illuftri  Rimine 
fi  con  le  loro  Infcritcioni  fopra",  come  fi  vede  ;  lequal  Nichie  fono 
fetre,&  fra  rvno,6.':  l'altro  pilaftro,  vi  è  pofto  vn  Specchio  di  porfi* 
do  incornifato  de  feftone,6:  tutto  il  refto  dì  Marmo  con  il  cornifo 
ne  d'intorno .  Come  mi  fon  sforzato  dimoftrarej  qui  in  difegno  in 
quel  miglior  modo,che  ho  potuto.tanto  la  facciata  dinanzi.come 
anco  ne  i  fianchi;cofa  che  non  C\  vede  nelle  Medaglie  antiche  fatte 
di  detta  Chiefa  &  nella  pi<?7-za,oaero  Cimiterio.auanti  la  Chiefa 
vicino  airingrertb  di  effo,  vi  è  vn  Sepolcro,  doue  fu  porto  il  corpo 
del  B.  Galeotto  Roberto  M>ilatefta,|  delqualc  ne  habbiamo  parla- 
to di  fopra  nel  ragionamento  delli  altri  fuoi  Signori  Malatedi. 


Gii  di  fopra  s'è  detto,  che  nella  facciata    anteriore  vi  è  quella 
Infcritcione  ;  iii^ijtr/HndiiS  ì'andolf^i  ùìahft^a  2'andolp  filifs .  y. 

tCC'K 


*2>i  Kaffkele  tAdìmArl.  €$ 

Feàt  Unno  Crcitie .  Ancorché  la  fodetca  inferi ttione  (ìa  facile  da  m 
ccnderfi,  nondimeno  quella  litteraV.  fol a  così  appo ntataui  met- 
te qualche  difficolta,  poiché  variamente  viene  interpretata  da  va- 
rie perfone.  Et  però  non  ho  voluto  mancare  ancor  io  di  darle  quel 
la  interpretatione ,  laqual  a  me  par,  che  fia  conforme  alla  opinio» 
ne  delle  piiì,&  delle  perfone  intelligenti,  &  alLì  verità  &  più  con»- 
fueta  nelle  cofe,che  fi  dedicano  al  Sommo ,  &  onnipotente  Dio,6c 
al  fuo  culto;  però  dico,  che  quel  V.  non  può  dir  altro,  che,  v^tw»»; 
peicioche  fabricando  vna  Chiefa  in  particolar  honore  di  S. Sigif • 
mondo  Borgognefe  Martire,e  probabii  co  fa,  ch'egli  hauendo  de-- 
uotione  particolare  a  quefto  Santo,  per  mezzo  fuo  otteneffe  quab 
che  gratia  da  lui  defiderata, perciò  facefife  voto  fabricare  una  Ghie 
fa  a  fuo  honore,mafsimamente, perche  fi  era  trouato  no  molto  pri- 
ma in  moki  trauagli  di  guerra,&  in  particolare  fu  molto  trauaglia 
to  dal  Rè  Alfonfo  d'Aragona ,  dalquale  haueua  hauuto  vna  gran  ^ifo^f^, 
fomma  di  migliara  di  ducati  per  far  guerra  a  Fiorentini ,  da  i  d'Arago  •- 
quali  prefe  poi  foldo ,  per  far  contro  al  detto  Rè,  &  andò  in  ferui-  na  e  di  Na 
tio,dellaRepublica Fiorentina.  Furono  poi  accommodateque-  P'>'i- 
fle  difcordie,che  erano  tra  il  Rè  Alfonfo,li  Signori  Venetiani,  Fio  ^^  ^^^j[^ 
rentinii&  i!  Duca  Sforza,e  tutti, fuor  che  Genouefi.da  Papa  Nico<  ^^^^^^   di 
lo  Quinto  Felice  Memoria  del  i  4  4  7  &  è  facil  cofi,  che  il  medefi  Filippo 
mo  Pontefice  facefle  confcienza  di  quefti  danari  al  fodetto  Signor  Maria  Da  • 
Sigifmódo, poiché  detto  Rè  dinouoftaua  permouerli  guerra  fuc  "di Mila- 
cedendo  poi  Ferdinando  figliuolo  d'AIfonfo,  poiché  non  haueua  j,  ntalia 
ofleruato  certe  promifsioni,haueua  cominciato  a  tormentar  cru-  {nArmc. 
delmenre,  che  fé  non  folfe  fiato  Pio  Secondo  lo  priuaua  di  tutto  il 
dominio  ma  in  quello  inftante,che  morfe  il  Rè  Alfonfo  molti  có- 
giurorono  contro  Ferdinando,  di  queftà  congiura  fu  capo  Gio- 
uan  Antonio  Prcncipe  di  Taranto,  per  il  mouimento  de  Baroni, 
&  de  popoli  del  Regno,con  tutto  ciò  ,  che  Ferdinando  fufse  in  le- 
■ga  coi  Duca  di  Milano  ,  &  il  Picino  in  campagna  commune  nemi 
co  di  tutta  Italia ,  per  non  efsere  in  un  medefimo  tempo  impiega- 
ta in  due  guerre  Ferdinando,fece  pace  con  SigifmondoMalatefta, 
hauendo  anco  fofpecto  al  Pòcefice,  perche  nifsuna  terra  gli  era  (la- 
ta data  fecondo  le  promefie  a  lui  facce,  &  perche  quello ,  che  egli 
oretendeua  hauere.  Pio  pontefice  haueua  tolto  per  la  Chiefa,  che  . 
era  le  Caftella,  che  Sigifmondo  teneua  dì  là  dal  Metro,  del  che  per 
penuria  di  pecunia  nò  pagana  il  foldo,  &  per  quefto  molti  de  fuoi 
priuati  delle  paghe,  &  priuati  delle  prede ,  con  lequali  fi  fofl:enta- 
uano,fe  ne  fuggiuano  da  lui  per  opera  del  detto  Malatefta ,  ilqual 

gli 


64  sito  Klmlnefè  L\bi a  Tnmo, 

gli  daua  il  paffo  per  tutti  i  fuoi  luochi,&  alrre  cortefìe,  cosi  fu  (la- 
bilità la  pace ,  &  Ferdinando  Rè  fé  ne  pafsò  alia  volta  del  Regno, 
doue  più  gli  premeua,che  tn  l'Anno  1450.  Ec  perche  nel  principio 
del  amaniriiento  di  tanti  tranagli  fi  rifolfe  a  fare  quello  fontucff' 
E  offcrua-  ^^^^  Tempio  in  honore  di  Dio,e  de'  fuoi  Santi.Ancorche  furte  te- 
conta  l'aù  ""^0  P^"^  pcrfona  più  predo  dedita  à  viti)  che  ad  altro,connefole- 
trui    vitii  uà  fuccedere  a  quei  tempi  qnafi  a  tutti  quelli,che  faceuano  profef- 
fà  bé  fpef.  fìone  difoldato,  nella  qual  profefsionejCgli  era  tenuto  eccellentif- 
lopiùdi  -  fim0j&  ornato  di  molte  virtù,  &  amatordi  tutti  gl'huomini  dotti, 
coloVo^  *  liberalifsimo,&  fplendido,  non  inferiore  ad  alcun  altro  capitano, 
che  afcol  che  fufle  al  fuo  tempo.Però  io  concludo,  che  quella  lettera  V.  non 
taaojchca  vogli.nepofsadire  altro,che  rorwwjcon  quel  che  fegue.  FecVy&c, 
colorcche  £^^jj  pj^  foggiongo,che  il  fodetto  Signore ,  fu  di  tanta  buona  vo  " 
iB€flc°**  ^^  lontà,che  Ci  defìfe  perfettione  alla  fudetta  Chiefa,come  cofa.clie  gli 
premeua  a  punto  come  fi  fuoi  far  per  adempir  qualche  voto,  ch'e- 
gli mandò  Nicolo  Adimari  a  Ragufa,a  comprare  certi  beni  (labi- 
li, &  dechiarò ,  che  queftibeni  doppò  la  morte  de  alcuni  fuoi 
fuccclTori  andaffero  alla  fabrica  della  (odetta  Ghie  fa  .  Et   di 
quefto  fé  ne  troua  fcrittura  originaria  fatta  in  quel  tempo  in  for- 
ma à'\  patente ,  la  qual  metterò  qui  fotto  de  ic  v,rbo  ad  yerbum  vt 
iacefyCÌoè. 
Compra.        S'tg'jmHndns  Tjndc'fus  de  Maìateflìs,  &c.Vcv  tenore  della  prcfert- 
de  btai  i  te  patente  facciamo  noto  à  ciafcuna  pcrfona,  comegrenoftrain- 
Kagufa.     tentione,&  volontà,  che  certe  pofTefsioni,  &  (labili ,  quali  di  no-» 
(Ira  commifsione^e  commandamento  hauemo  fatte  comprare  per 
Nicolo  A-  niano  de  Nicolò  Panzmodelli  Adimari  nodro  Cittadino  diRt- 
inoari.     j^ino  nelle  parte ,  &  Territorio  di  Ragufa  per  la  valuta  de  ducati 
1 5  oo.d'oro,come  per  nofiro  mandato  in  publica  forma  in  perfo 
na  dieflb  Nicolò  appare  tutte  fiano,&  cosi  donamo,  &  concede  • 
mo  a  Pandolfo  M:i  latefla  noftro  Figliuolo  per  fé ,  e  fuoi  heredi,  & 
(ìmi'iter  della  Lucretia  Malatcfta  noftra  Figliuola ,  &  forella  del 
prenominato  Pandolfo  Malarefta],  in  vita  tantum  d'effa  Lucretia, 
ft  occorrendo  il cafo,clVeiro  Pùndolfo  morifìfe  fenza  heredi,  volc- 
fno,che  fiano  d'effa  Lucretia  tantum  vtfupra;  pofi  vero  éu$  mortem  ^ 
Volemo ,  &  così  è  nodra  intentione  fiano  di  Saluftio  Malatefta 
noflro  Figliuolo,&  fuoi  herediy&  (imiliter  delllfotta  Malatefta  no 
ftra  Conforte  viuente  lei  :  de  fuoi  heredi  haoendo  Figlinoli  Ma  - 
ichi.Sinauternin  tifrt/o/ftn>.Etdapoilamortefua,volemo,  &è  cosi 
J*^""  -  noftra  intentione:  &  liberamente  donamo  le  fopradette  cofealla 
^Sigi  mo  QQ^fjj  fabrica  di  San  Sigifmódo ,  per  efpeditione  di  detta  fabrica; 

Et 


Et  fé  per  càfo  il  prenominato  Nicolò  Panzuto  non  foflfe  ancora 
partito ,  &  transferito  nelle  parte  di  Ràgufa  a  fare  detta  compra, 
ti  quanto  per  noi  gli  è  ftato  comTnefTo  volemo,  che  omnino  fia 
l'andata  fuafollicitara  :  &  vada  a  fare  detta  compra ,  come  da  noi 
hebbe.  m  praeceptuiLt  quella  fa6fa  habbia  l'effetto,  vt  (upra,  narra- 
ta, &  perche  ogni  huomo  intenda  quefta  donatione,&  cefsione  ef-  Donatio- 
fere  noftra  vltima  volontà ,  hauemo  commeflb  la  prefente  littera  ne. 
patente (critta  di  mano  di  Rainero  noftro  Cancellerò  di  noftro 
corrmandamentocon  lafottofcrittionedi  noftra  propria  mano, 
fi:  altri  infrafcritti  teftimoni,&  fatta  figillare  dallo  vfìcato ,  &  con- 
fuetonoftrofigillo  .  Dar.  KomxdieXl^  1 1.  M«rrJf.  1468. 
Io  Sigifmondo  Pandolfo  me  fon  fotcofcritto.  j^^^^ 

tg<ì  K^inerm  eliifdem  Domìni  Cancell.lUeras  has  pAtenteSt     sigilli. 

de  MaììdAtofcrìpfii  &  manu  propria  mefuhfcnpfu 


Io  Giulicefaro  da  Varano  Commì{ìari,&c. Pregato,  &  arretro 
dairillluftre  Signor  Sigifmondo  Pandolfo  delli  Maiatefti,  melon 
fottofcritto  di  propria  mano ,  &  fo  fede  effere  fua  volonca,quanto 
nella  prefente  ì\  contiene  a  dì  17.  Marzo  1468. 

Io  Francefcoda  San  Clemente  Cancellerò  del  prefato  Signor 
pregaco.&aftretto  dalla  Sua  Signoria,  me  fon  fottofcritto  di  mia 
propria  mano,  &  fo  fede  effer  fua  volontà,  quanto  nel  prefente  fi 
contiene  a  dì  detto,e  Milefm©. 

In  efecutione  del  fudetto  ordine ,  fu  comprato  dal  fudetto  Ni-  Emptio 
colò  Adimari  alcuni  beni,  cioè  cafa  dentro  la  Città  di  Ragufa ,  & 
Terreper  pretio  di  ducati  mille,e  cinquecento,da  Rufco  di  Theo- 
dero  Cittadino,  &  habitacore  di  Ragufa ,  laqual  fu  fatta  da  Ga- 
leazzo Brugnolo  da  Mantoua  Cittadino,&  habitatore  di  Ragufa 
fuftituto  dal  detto  Nicolò  in  fuo  loco,  &  dipoi  la  llluftrifsima  vni 
uerfità  di  Ragufa  ,  fi  complemento  con  l'Illuftrifsimo  Signor  Si- 
gifmondo Pandolfo  Malatefta,di  ringratiamenti,&  altre fimili ce* 
rimoftie,  per  mezzo  di  una  lettera  loro,  &  a  bocca  del  fudetto  Ni- 
colò,&  ilfimile  fa  riUuftrifsimo  Arciuefcouo  di  quella  Città,  con 
\na  lettera  latina  de  dittatura  la  piiìEccelléte,&curiofa,che  fipof 
fa  defid€rare,degna  da  eCer  letta,  come  il  tutto  fi  può  vedere  nel 

I  Ar- 


é  S  iìio  ÌCimìnefe  Libro  ^rlmOé 

Archiuiodellifodetti  Molto  Keuerendi  Padri  Conuentuali  mi- 
nutamente infieme  con  la  pianta  fatta  dal  fudetto  Nicolò  con  di- 
ligenza. 

Si  fuol  dire  e  bene ,  che  gli  Secreti  delli  Piencìpì  è  difhcilifsima 
cola  à  faperli,  &  a  punto  a  quefta  refolutione  per  dir  cosi  fìraua— 
gante,di  mandar  à  comprare  ftabili  in  paefi  alieni ,  così  lontani  è 
vna  cofa,che  può  dar  molto,  chepenfareatutti  ,e  febenenon  fi 
puòindouinare,nondimeno  à  me gioua di  credere,  ch'egli  facefie 
ciò  per  mandar  ad  effetto,  più  fìcuramente  il  fuo  voto,confideran- 
dojche  ò  per  morte  fua  ,  ò  per  riuolutione  di  ftati  non  haueria  for* 
(ì  potuto  haueria  fodetta  Chiera,il  defiderato  fine,  6c  perfec-» 
.  tione  . 

Nicolo  A-      ji  fodetto  Signore  fi  valeua  affai, &  confidaua  del  fodetto  Nico- 
lo  Adimarinei  fuoi  negotij,che fu  Auo  di  mio  Auo,&  Anodi  Ni- 
colò Caualliere  nominato  nella  congiura  contro  i  Signori  Mala- 
tefìi,  ilqual  fu  poi  capo  delli  Illuft.Signorì  Confoli  l'Anno  MD  X. 
&  perciò  fi  troua,che  anco  del  M»C  DI  IIL.  Lo  mandò  a  Pefaro, 
in  compagnia  col  Signor  Guglielmo  de  Mafchi  Cauallier,  &  Dot  • 
tor,&  il  Si  gnor  Tobia  in  occafione  della  morte  della  Signora  Co- 
Vendìtadi  fianza  Nepote  del  Signor  Galeazzo  Malatefia  Signor  di  PefarOjCc 
Pefaro,  Si  Poflombrono;  ilqual  per  vrgenticanreefofpetti,che  haueua  dal 
biono'  "    S'K"**''  Sigifmondo  Malatefta,"  vendè  Pefaro  al  Signor  Co  use  Fran 
cefco  Sforza  per  venti  millia  Fiorini  d'oro,con  patto,  ch'egli  óctiQ 
la  Signoria  al  Signor  Aleflandro  fuo  fratello,iìqual  haueua,per  nio 
j;lie  la  fodetta  Signora  Coftanza  nata  della  Signora  Elifabetta 
ìua  figliuola  moglie  del  Signor  Gentile  da  Camerino. 

Medcfimamcnte  vende  Foflbmbrone  al  Signor  Federico  Feltri* 
no  Signor  d' Vrbino  per  tredeci  milia  Fiorini  fimili,che  fu  del  me» 
le  di  Maggio  i4^5.per  laqualcofa  hebbe  gran  dolore  il  Signor  Si» 
gifmondo  fodetto  eflendo  del  tutto  fuor  d'ogni  fperanza  di  poter 
più  ò  per  forza,  ò  per  ingannij  ò  per  la  morte  del  Signor  Galeazzo 
acquidar  quelle  Città. 

Hoggidì  fi  vede  in  Rimino, qnafi  nel  mezzo  della  Chiefa  di  San 
Agoftino  contro  il  pulpito  la  fepoltara  del  detto  Nicolò  Adima* 
ri  con  vna  bella, &  grande  pietra  di  Marmo,in  tagliata  di  bella  fi- 
gura di  ba(To  rilieuo  con  te  lettere,  &  arme  dalle  bande,chedice  i 
Nohtl  $  viri  ì>{!Cotaf  Pan':^tì  de  Adi  mari  i  fuor  um  q,  Hier, 

Si  vede,che  il  fodetto  Signore  hebbe  vn'animo  generofo ,  ^  d% 
SìpTmon-  prendpe, com'egli  cr3,sicome  anca  G  vede  intutte  l'altre  cofefue 
«lo  M.       ìjj  y^ie j  fare  queiU  CliiefSjmoko  ben  fabricata,  &  ornata ,  &  per» 

ciò 


r&i  Raffaele  tAdimiYÌl  €f 

ciò  Cérco,  di  mettere  infieme  à\  bellifsimi  Marmi  facendoli  venire  Wfcrlttìflì 
d'Iftria,&  anco  dalle  cofe  Antiche  di  Raueana,  cioè  da  Clafsi ,  &  preclari 
San  Seuero ,  ch'era  in  su  la  via  Laurentina  lontano  da  Rauenna,  chiefa  df 
circa  i  tre  millia,  oltrequelle,  che  tolfedal  porto  della  Città  s.Francc 
iftefla ,  &  dentro  della  Città,  doue  era  qualche  nobil  pietra,  per  fcohoggt- 
ornamento  di  luoco,  ouero  per  infcrittioni,  sì  che  fu  di  mol««  J*  cmami 
to  danno  per  l'antichità  della  Città,  &  perciò  fi  vede  di  fuora,     ' 
ti  di  dentro  ornata  di  bellifsimi  Marmi  dì  diuerfeforte,&  le  fei  Ca 
pelle,che  furono  fatte  far  da  lui  con  li  lor  Pilaftroni  ben  comparti 
ti  in  più  parti  per  mezzo  di  cornifamenti,  &  in  quelli  fatte  le  figu-  ^^^^  JJ 
re,dibaflòrilieuo  didiuerfe  cofe,  &  in  alcuni  di  detti  pilaftroni,  DQoato 
perbaflamentidi  efsi,vi  fece  porre  due  grandi  Alefanti,  per  eia-  feultore 
fcun  di  pilaftroni  di  bellifsimo  Marmo  beretino  ferrate  dauanti  Fioremi-- 
le  CapelIe,aIcuneconcolonette,  che  foftentano  vn  bellifsimo  cor-  °J*."*^*'J'. 
nifone,foprailquale,  ancora  vi  fono  alcuni  Angioletti  di  tutto  ri-  ^iefantf  , 
lieuo,  d'altezza  d'un  buon  Gumbito,  alcune  altre  con  certi  bellifsi  come  nar ' 
mi  marmi,  trasforati  con  lafua  arma,  &  imprefa,&^motto,chedi  raGiorgio 
ce.  Tempiiiloquend'htempus  tatendt.  Con  alcune  portijle  di  bronzo,  ]JJ*^"'* 
fatte  i  rete,come  di  corda  grofla,&  anco  a  piedi  d'alcuni  pilaftro-    °'^* 
ni  bellifsimi  feftoni  di  bronzo  molto  ben  fatti  ;  ho  voluto  toccar 
femplicemente  alla  sfogita  .  Quefte  cofe  di  dentro,  non  volen- 
domi ingolfare  à  dire  pienam.ente,  &  ordinatamente  ,  perche 
faria  pur  troppo  longa  materia,  &  fuori  della  mia  intencione, 
gì  che  fi  vede  da  queflo  principio  fé  C\  fuffe  ridutta  à  perfetti  - 
one  faria  fìata  delle  ^  belle,  &  commode,  che  fi  poteffe  defide  •• 
rare. 

Reflaadunque,che  io  dica, che  quefta  preclara  Chìefa,ebenif-' 
fimo  officiata  da  vn  buon  Collegio  di  Reuerendi  Frati  Minori  Co 
iientuali,&  è  di  molta  deuotione  al  popolo  tutto,  conciofìa che 
pattato  la  prima  Capella  neii'ingreffo  della  porta  Maggiore,tanto 
à  man  deftra.come  a  man  finiftra  vi  fon  due  bellifsime  Capelle,ma 
d  altro  ordine,che  forfi  haueano  da  feruire  per  fagreftie,in  una  del-  Reliquie 
lequali  il  fodetto  Signore,  fece  mettere  mojte  Santifsime  Reliquie  Sante. 
portate  da  lui  da  diuerfi  lacchi,  come  per  traditione  (\  dice  . 

Il  Catalogo  delle  quali  fi  vede  \x\  vna  Tauoletta,che  fi  tiene  fem 
pre  alla  Canzellata  di  detto  luoco,  che  fono  al  numero  di  cinquan 
ta  cinque,che  per  eflere  in  luoco  publico  non  ftarò  a  ponerlejl'aU 
traferueperSagrei^iadelli  Confrati  di  detto  Santo  Antonio  da 
Padoua  Protettore  noftro,  su  la  piazza  del  Foro  in  quefto  medefi- 
mo  luoco  fi  fon  aggióce  anco  altre^come  di  fotto  dirò  al  fuo  luoco 
■  -  q^  r:~-^      I    2        L'AI- 


a^MK 


€8  Sito  "Rimìnefi  Lìhro  Primo] 

Altare  prl  L'Aitar  Maggior  di  qucfta  venerabil  Chiefa ,  e  Altare  Priuile- 
oilegiato.  giato  per  le  anime  de  defonti: vi  è  vna  tauola,ouer  Ancona  di  ma» 
no  di  Giorgio  da  Reggio  Eccellentifsimo  Pittore],  medefimamen- 
te  vi  è  vnbellifsimo  Tabernacolo  d'altezza  ditte  braza  in  circa 
ben  lauorato  d'ordine  compofito,&  tutto  adorato  con  molte  bel- 
le figure  di  tutto  rilieuo. 

Fu  confecrata^  il  primo  giorno  di  Marzo  del  M .  C  D  L  !■  la  fo-» 
detta  prima  Capella  di  San  Sigifmondo  di  detta  Chiefa  di  S.Fratì 
J^^^g   ""^'cefcOjefTendoui  prefentea  quefta  Conlecratione  Solennifsimafei 
Reuerendifsimi  Vefcoui,&  due  Reucrendifsimi  Abbati,  cioè. 
Monfignor  Uluftrifsifimo  Giacomo  da  Cortona, Chierico  di  Ca 
-    mera  Vefcouo  di  Rimino, 
fcour  IlVefcouodiPefaro. 

Il  VefcouodiFano. 
Il  Vefcouo  di  Cefeiìa;! 
Il  Vefcouo  di  Bertinora . 
11  Vefcouo  d'Imola. 

Gli  Reuerendifsimi  Abbati  di  San  Godenzo  di  Rimino,6,c  di  S. 

Giuliano,feu  San  Pietro,&  San  Paolo . 

Officio  So     Et  fatto  vn  folennifsimo  officio,  ti  fu  concefib  dalli  detti  Reue- 

lenniff.     rendifsimi  Vefcoui  tre  anni,  &  tre  quarantene  d'Indulgenze  per 

la  Bolla  della  Pia  M.di  Papa  Nicolò  V.  da  Sarzana  nella  prima 

Domenica  del  merc,&  ciafcuno  di  efsi  Reuerédifsimi  Vefcoui,  poi 

diedero  quaranta  giorni  di  perdono  alla  decca  Capella,&  tutti  in- 

fieme  Pranzorono  con  il  fodetto  Signore  nel  detto  Conuento ,  6c 

Palio' .      di  poi  la  fera  alle  vétidoi  hore,fù  fatto  correre  vn  palio  d'vna  peza 

di  veluto  verde  per  honorare  tanto  più  la  detta  folennità  fecondo 

il  coftume  di  quei  tempi. 

Sagreftia  .      La  Sagrefiia  dì  detta  Chiefa  è  benirsimo  fornita  di  vari)  para-- 

ir.cnti ,  e  di  gran  pretio  ,  &  di  bona  Argentaria  per  feruitio  della 

Chicfa.e  facerdoti;.  Et  in  detta  Sagreftia  ancora  C\  conferua  vn  bel- 

Gio  Belli- ^^^^'"^^  ^^^'^^o  de  vna  pietà  di  mano  dlGiouanni  Bellino  famo- 

n>-)pittor   fifsimo  Pittore  del  fuo  tempo,  ch'è  (limato  per  cofa  Eccellentifsi- 

fa:r,ofifli-   ma.  &  di  grin  valore. 

Par  che  i  Cieli,ò  per  dir  meglio ,  Il  Sommo  Iddio  habbia  volu- 
to del  continuo  fauorir  quefto  Santo  luoco ,  &  quefta  Santa  Ca- 
pella, di  fue  parthcolar  gratie  ;  percioche  a  i  tempi  noftri  ,  che  fu 
del  M  D  C  I  X.  è  ftato  arrichito  detto  luoco  contiguo  a  detta  Ca- 
pe 11  a  per  e  (fere  vn  luoco  molto  atto,  &  commodo  alla  deuotione 
del  popolo  ,  ellendo  ehiufa  tutta  la  Capella  con  vna  gran  fineftra, 

che 


mo 


I 


Ibi  T{àfaeU  t^dimarl  <f$ 

chehd  vrta  buona  ferratajche  guarda  nella  Capclla  à  lei  contigua^ 
cheferue  folamente  per  guardar  là  dentro,  douefono  le  fanrifsi- 
me  Reliquie ,  laquale  nella  Pafqua  di  Refurretione  di  Noflro  Si- 
gnore del  I  5  I  1.  è  ftata  adornata  con  vn  ricco  fornimento,  di  co- 
rami d'oro,&  Laca  de  groma,fatti  ad  Arebefco,  &  (opra  l'altare  di 
dette  Sante  Reliquie  vi  è  vufontuofifsimobaldachino,  che  ren- 
de molto  vagaj&  denota  quella  Capeila,  dall'lllurt:.  Comunità  no» 
ftra,al)a  cui  grandezza  s'accomoda  vn  buon  Altare  per  poterli  cele 
brare  la  S.  Mefla,  ch'è  quanto  fi  può  fare  per  conferuarel'ordine  del 
la  Chiefa.  Di  Corpi  Santifs.&  Santifs.  Reliquie.come  ponerò  qui 
a  baflb,^  quefto  per  mera  cortefia,deuotione,&  atfettione  mirabi  ^  j  j  ^ 
k  verfo  la  fua  patria  dell'llluftrifsimo ,  &  Reuerendifsimo  Monfi-  s.Reliquie 
gnor  MichelangeloTonti  Cardinal  de  Nazaret,ilqual  quàdolgril- 
luftri  Signori  Ambafciatori della  noftra  Citti,  andoronoacongra 
tularfecon  Sua  Signoria  Illuftrifsima,  &  Reuerendifsima  alla  prò 
motione  del  fuo  Cardinalato  fi  compiacque  di  voler  fare  vn  fon- 
tuofifsimo  prefente  alla noflra  Città  dei  maggiori,  chefipoteffe 
mai  fare;&  perciò  né  anco  mai  iì  potrà  da  noi  remunerare  di  tan- 
to beneficio,nondimeno  ne  confeguirà  quefto  di  buono,  che  refta 
rà  vna  perpetua  memoria  dì  Sua  Signoria  Illuftrifsima ,  &  Reue- 
rendifsima in  quefta  Città,di  cofi  fignalata  opera,conforme  al  fuo 
generofifsimo  animo,&  alla  fua  pieta\&  non  a  i  noftri  meriti, &  ac 
ciòjChc  il  tutto  fi  fappia,  in  quel  modo,che  fi  deue  per  fatisfattiou 
dei  Lettori  ,  metterò  qui  dì  fotto  tutto  quello,  ch'è  ftato  pro- 
curato da  Sua  Signoria  Illuftrifsima ,  &  Reuerendifsima  per  tal  ef 
fetto,  come  appare  per  letterefue.quìpoftejcioèo 

éMoh'illttJ^rl  signori . 

Se  ne  ritornano  i  Signori  Ambafciatori,  dopò  hauer  efseqnìco 
TAmbafciata  commeilagli  dalle  S  S.  V.  V.  con  intiera  fodif- 
fattione  di  Noftro  Signore,&  di  tutta  la  Corte,  lafciando  me  ftef- 
foco  caca  obligationeàcotefta  Città  per  l' honore,  che  me  ha  fatto 
con  la  venuta  loro,che  non  confidando  iodi  poterla fodisfare con 
alcun  altra  ricompenfa  dì  cofetéporali,miriuolgoa!le  fpirituali, 
ti.  co!  ricorno  loro  mando  alle  S.  S.  V.  V.  tre  Corpi  Santi, &  al- 
cune altre  Rjel!quie,dentro  due  ca(fetce,facédone  libero  dono  alla 
CittàjCon  defiderio ,  che  lì  riceua  per  pegno  dell'amor  mio  verfo  il 
publico,&  in  particolari  ancona ,  a  i  quali  refto  pregando  vera  feli 

cita, 


r  «  Sito  Klmìnefe  Libro  Primi  ì 

titàySc  alle  S.S.  V.V.meoffcro,&  raccomando  co  particolare  aflfec- 
todi  Romalij.diFebraroKJo^.delleS.SV.V. 

Affectfonatìrsimo ,  come  fratello 
Il  Cardinal  di  Nazaret . 

Illttftriff.       jsjoi  Scipione  Cardinal  Borghefe  di  San  Sebaftiano  alle  Gate* 

Bo^helcI  ^°^^^  ^^  Roma.Facciamo  piena,&  indubitata  fede, a  chi  vedrà  la 

*  prefente,come  hauendo  licenza  il  Signor  Cardinal  di  Nazaret.dal 

la  Santità  di  Noftro  Signore.di  Eftrahere  dal  Sacro  Cimiterio  del 

l'Abbaria  no  Ara  di  S.Sebaftiano,alle  Catecombe  diRoma,alcune 

Reliquie  de  Santi,  per  mandarle  à  Rimini  patria  fua ,  &  eflendolì 

degnata  fua  Beatitudine  di  fargline  la  Grafia ,  col  aoftro  confeti- 

CMndide    fojcome  Titolare  di  quella  Chiefa,  noi  per  fodisfare  al  Pio  defide- 

•^'^"  ^^^'^rio  del  Signor  Cardinale,col  mezzo  di  perfone  Religiofe ,  e  fidate 

t'a'^iaiJtem  Gabbiamo  fatto  Eftrahere  dal  Cimiterio  fodetto  gli  Corpi  di  San 

S.Garbino  Candido,  &  di  Santa  Sothera ,  &  alcune  Reliquie  di  San  Garbino 

è  confignarle  à  Sua  Signoria  Illuftrifsima, acciò  ne  pofla  efsequire 

la  fudetta  pia  intentione  fua,  Dat.In  Roma  quefto  dì  5 .  di  gebra-; 

roióop. 

Pietro  Camponi  Secr. 

Claudìiii  Squama  Socktatìs  I E  S  y *  Trxpoftius  Ceneralls".      \ 

Omnìbus^ìn  quorum  manus  hs  Interdi  venerìnt»  falutem  in  DominOy  qui 

eU  vera  fatua  fané  Sacra  San5lorum  Relìquìixomniperfehonorey  &  reue- 

rentia  dìgn^funt  quippe  omnibus  vt  ait  Sanata  ^ugnfìinus  tamquam  va 

fisy  &  organis  ad  omnia  opera  bona  fan^us  vfm  e(ì  fpirìtus  ;  tùm  vero  ab 

ingentes  vtijjtates qtunexijsin hominum genus  prouenìunt,rt  nonimmeri- 

tu  dixerit  Damafcenus  euiufmodi  Reliquìas  velut  f aiuti feros  font es  a  Chrì- 

fio  Domino  ìnfìitutas  effe  ex  quibus  non  mìnima  ai  noi  beneficia  promanai 

\^  fuauìffimumque  rngucntum  prcfluìt  ;  quippe  cum  ab  iji  ddmonesexpet* 

lanturfmorbiprcfligentur,(Xgroti  fanentur^cAcì lumenrecipiant y  tentatiO' 

ntSyac  mcerores  difcHtiantur,ac  denique  dona  plurima  a  Vatre  lumìmtm  ex 

rum  opera  ad  iLostquifide  non  dHbìapo§ìulant,defcenduiit.Cumigitur  Ulu- 

S  Serelni    ^^^(f^^^  '  ^  Reuerendflfimo  D, dòmino  Michaeli  arcangelo  Tonto  titulo 

S.  Microf*  ^<'"'^^  BartholomAÌi  In  infula  Sanane  Ramante  Eccleftx  Vreslytero  Cardi* 

S. Gemei-  dinxli  NaT^aretto  nuncupatOtVnum  OS  corporis  SanSi  Sergìni  Aiartyris,  & 

£  .  Alterkìiì  SanCix  Mlcrofji  Manyis^^  aliui  Undx  Cmell^,  yirg  Mar,ac 

iwff- 


7>/  Rajfaele  tAdimdru  7 1 

integrnm  corpus  alterm  Martyrls,  ex  Cemìterlo  Tr'ifcìlU  vìa  [alarla  cum  Corpus  S» 
f acuitale  Sant'i ffimì  D.N.  Tauti  Duma  prouìdentìa  'Papx  Quinti  riuA  ro 
c'is  oracnlo  nobisfa£{a,extra5ìa  dederìmus,  rt  omnibut  ìd  conHaret,ne  fa- 
cra  huwfrnodi  Reliquia  debito  honore  defraudarentur  ;  fidem  de  prxmiffìs 
omnibus  bis  lìtteris  manu  noHra  fubfcnptis ,  &  figlilo  Societatis  nofir* 
tnunitis  facete  volutmus .  Komx  die  ^.  Februarij  1 60^. 

Claudìus  ^q. 

Liquali  Santifsimi  Corpi,&  Santifsime  Reliquie  furono  riccuu 
te  da  i  noftri  Cittadini  dentro  della  Città  con  folennirsima  pom  • 
pa  di  Procefsione  vniuerfale,&:  apparato  folenne  per  tutte  le  ftra* 
de,doue  s'haueua  da  paflare  con  grandifsima quantità  di  torze  di 
bonifsicna  groHezzajeffendoui  concorfo  tutti  i  Religiofi  Clauftra 
li,&  Laici  della  Diocefi,&  fuori.Sì  che  fi  vidde  vna  nobilifsima  in- 
trata  di  dette  Santirsime  Reliquie,che  il  Signor  Iddio  fi  degni  d'a- 
cetarla  a  laude ,  te  gloria  Tua ,  &  de  i  Tuoi  Santi  in  noftra  falute. 
Et  io  tra  gli  altri,  benché  minimo  per  la  deuotione  di  quefti  Santi 
non  fletti  punto  ociofo;perche  feci  fare  in  su  la  piazza  Maggiore,  ' 
della  Città  innanzi  a  cafa  mia  un  buon  palco  ornato,  èc  con  fnoì<» 
te  deuotioni  con  il  fuo  altare  con  buono  apparato,  e  d'arme,&  al- 
tre,con  fette  motti,  6:  fopra  vi  fi  faceua  vna  bonifsima  mufica  eoa 
vcci,&:  ergano,  finche  pafsò  !a  procefsione,  che  molte  perfone  re-- 
ftorono  con  molta  ammiratione,  &gufl;o  fi  di  quello,  come  anco 
di  vn'arco  trionfale  co  bellifsima  inuentione ,  che  fu  fatto  fui  Cari 
tore  della  llluftrifsima  Signora  Cafìandra  Tonti. 

Ir  per  far  rilluftrifsimo  Signor  Cardinaljche  alla  fua  generofi- 
tà  e  ccrtefia  non  manca ffe  cofa  alcuna  (ì  degnò  di  Regalare  li  Illu 
fiti  Signori  Ambafciatori  della  lllufire  Communità  noftracòpiù 
forte  di  cortefiC;  &  amoreuolezze,&  tra  l'altre  gli  fece  ottenere  dal 
la  pietà  di  Nofìro  Signore  yn  amplifsima  Benedittione  fopra  vna 
buona  quantità  di  Corone,^:  Medagliei  lor  inftanza,  come  G  co- 
lìuma  fare  con  Prencipi  grandi,  &  Ambafciatori  di  granPrenr 
cipi. 

Hora  vfcendo  di  Chiefa,  entrando  in  Conuento  ilqual  e  uno  di 
notabil  .'grandezza,  e  digrandifsimo  circuito  ,  &  benfabrica*- 
to  fecondo  l'vfanza  di  quel  tempo,  con  dueChioftri,  &  nel  pri- 
mo a  man  finiftra  neiringreffo  fi  vede  dipinta  marauigliofamen* 
te  la  vita  de  vna  Beata  Michelina  da  Pefaro ,  ìaquale  in  uita  fua,&  b.  Micheit 
anco  doppò  morte  fece  raoki  ttiracoli  nò  folaméce  ifì  detta  Città,  ca. 

di 


""is  Silo  Kimìncfe  Libro  Primo  J 

(di  Pefaro,ma  anco  nel  territorio  Riminefe,in  più  luochi ,  &  pàrré 
anco  in  Sagreftia  vecchia ,  che  a  Itre  volte  per  quello ,  che  fi  crede 
era  vn'ingrefTo  nel  Conuento  fatto  fare  vn  di  qucfti  lUuftrirsinìi 
Signori  MalatefH  ;  perche  detta  Ideata  non  fuol  faceua  gran  Mira- 
coli ,  &  perche  era  (lata  congionta  in  Matrimonio  con  vn  di  que- 
fti  Illuftrifsimi  Sig'iori  Malatefti  da  Pefaro  r  &  quefte  figure  furo* 
no  fatte  per  man  deirilluftre  Ziotto  Fiorentino  molto  celebre  al 
fuo  tempo,&  fu  la  miglior  cofajCh'eg  i  faceHegii  mai  fecondo  l'o- 
pinione di  Rafael  lUirghinoripofo  di  Pittura.  Et  forfi feria cofa 
Academ"   ^^^^^  vtile,&  laudeuole  in  tutte  le  Città ,  cifofìTe  Academie  delle 
de  Arti  li-  arti  liberali,  con  le  quali  fuffero  Regolati,&  mantenuti  in  reputa» 
berali.      tione  le  co  fé  pertinente  a  tal'arte,  come  feria  la  pittura ,  &  altre  fi- 
mili,  che  per  quella  ftrada  fi  leuariano  via  molte  cofe  inette  non 
molto  belle  da  vedere,che  fi  pongono  in  publico  nelle  Chiefe,  do- 
we  ogni  cola  doueria  eflereben  confiderata,&  eccellente:  per  acqui 
ftare  fama,conie  queflo,e  molti  altri ,  che  fon  degni  di  gran  laude. 
Quefto  medefimo  Pittore  per  compiacere  il  fodetto  llluftrifsimo 
Signore/ece  molte  altre  opere  nella  noftra  Città; percioche  djpin* 
fé  vna  beila  Chiefiola  nel  noftro  Palazzo  publico.lequali  ancora'fi 
mantengono  in  gran  bellezza, &  in  molte  altre  Chiefe  della  noflra 
Città,  vi  fono  delle  opere,  che  mofirano  la  lor  eccellenza;  Etiti 
Habitatio  quefto  venerabii  Conuento  vi  habitò  anco  il  Gloriofo  Padre  San 
re  di  S.  An  to  Antonio  Vlisbonato  detto  da  Padoua  Protettore  di  qucfla 
tomo.      Città,  in  una  Cella  ,  la  quale  hoggidì  fi  tiene  m  gran  venera - 
tione. 

Inqueflo  Conuento,  vi  è  vn  nobilirslmo  (ludio  peri  lor  Reue* 
libraria  rendi  Frati,&  al  tri, con  vna  fontuofa,6i  buona  libraria  mefaui  l'Il» 
fima!  lurtrifsimo  Signor  Pandolfo  Malatefti  Sì  vede,  che  detto  IH uftrif- 
fimo  Signore  fece  mo  Ite  buone  opere,  &  degne  d'ogni  gran  Prenci 
pe,con  tutto  ciò  Papa  Pio  Secondo  di  Santa  Recordatione,lo  chia 
mò  mancator  di  Fede,perfeguitandolo  con  arme, &  cenfure,come 
ribello  per  non  hauer  offeruato  quello,  che  da  lui  gli  era  ftato  im- 
pofto, pacificandolo  poi  con  Ferdinando  Figliuolo  d'AlfonfoRè 
d'Aragona,e  da  Napoli, mafsime  in  non  volergli  reftituireunagra 
quantità  demigliara  de  ducatijdalchel'haueuaobligaro  detto  P6 
tefice  a  reflituirli,&  altre  conditioni,  &  patti,  iqualida  lui  furono 
accettati  mentre  lo  tori»entaua,come  s'è  detto  con  pericolo  graa- 
de  di  rcftar  priuo  del  tutto,ciò  haueua  ;  ma  non  ofieruò  cof-i  alca- 
na  a  quefto  Santo  Pontefice  ,ilqualeinfiemecon  lalegafirifolfedì 
volere  leuare  di  ftr  add  il  Signor  Sigifmondo  Malatefta  da  Rimi/. 


'ftc.dal  i4(?o.laIlluftrifsima  RepublicadiSan  Marino  nel  Mon- 
te Titano  (opra  la  noftra  Città ,  come  moftra  la  pianta  qui  alliga- 
taalfuoluoco,  entrò  in  lega  col  Pontefice  dell'Anno  1455.  . 
laqual  fecondo  la  difpontione  di  certi  capituli  tatti  tra  loro,  dico- 
no,che  gli  furono confignati  Saraualle  Cafl:ello;Faitano,Mongiar  g^raualle 
dino,&  Fiorentino  luoghi  fertili,&  buoni  Uberi  fenza  pagamento  Paitano 
alcuno  ne  recognitione ,  ouero  Canone  di  feudo  per  virtù  della  Mógiardi 
Bolla  della  guerra,  che  liberamente  concedenaachi  piglianali  no,&Fia. 
beni  del  detto  Signore  Malatefta,  chefì  vede  per  ifperienza  ,  ch'è  tentino, 
flato  di  gran  danno,&  difcommodo  alla  pouera  noflra  Città,  pri- 
lla de  (uoi  Cartelli  cofi  vicini, &  altri  danni . 

Il  Collegio  di  qiiefto  venerabile  Conirento  viue  d'intratta ,  hi  CoHegic? 
mclti  luoghi  LiueJlari  nella  Città  noftra,che fi  sa  tra  Taltre  la  lllu-  ^^^*  '^*' 
iìre  noHra  Communità  paga  lire  tredeci  di  bollini  per  Pafqua  di  j^^^  [^^ 
Refurrettionedi  Noftro  Signore  per  lineilo  della  flrada  nnouafac  18.  Aprile 
ra  fare  per  vtile  del  fodettoContìento, commodo,  &  bellezza  della  lire  13 .  per 
Citta  l'Anno  1  ^ó-f.neJIaqual  ftrada  vi  è  la  maggior  parte  delle  ca  ^^^^^^^^ 
fé  liuellareal  detto  Connento, ch'è  di  gran  rendura.  ^^  ^ 

Doppò  lafopradctra  Chie{a,mi  parconuenlenrcdicractarodel  s  Giooin. 
la  venerabil  Chiefa  di  San  Giouanni  Euangelifla,  la  quale  nelli  an  EuangehU 
ni  del  NOSTRO  SIGNORE   125(5.  nell'Indition  qn.ir- 
ra  a!  tempo  del  Pontificato  della  Felice  Memoria  d'AleiTandra 
Papa  Q>i3rrod'An3f?ni,de  Conti  di  Se.qnaalli  cinque  di  Decenn- 
bre  fu  ccncefTa  alli  Molto  Reuerendi  Padri  Eremitani  di  Situo  (5/^ooft;-, 
AgoUiiu)  pfr  mez2odal  Re ucrcdirsimo  Monfìgnor  Giacomo  Ve  no  vno  d  . 
kouo  di  Rimino  del  Molto  Reucrendo  D.  Bernardo  Rettore  di  quattro  U 
tic!  ra  Ciiiefa, la  quale  proprianncnte  quella,  che(ìdon:anda  laSa  ""|^.  ^'-'''^ 
V.rt  Ria  vecchia ,  doue  h.oggidì  fi  celebrano  le  Mede  il  giorno  della  chriliiioa 
]  erta  ci  .'an  Mattino  Vefcono,  eConfelTorejallaqtial  Chiefa-,  fra 
j;;i  altri  latti,  che  gli  fono  datti,  ui  è  il  latto  delia  piazza  da  due 
bande  Bartolc meo  CaffarelH  con  una cafa,  &  Terre  ,  che  cedet- 
te alla  detta  Chiefa  ,  conpatro,  è  condirione,  che  il  Molto  Re- 
lererdo  padre  Ira  Nicolò  Priore  con  li  Molto  Reuerendi  Frati, 
che  feratmoperten:pofìanoob!igatia  dare  al  ;detto  Molto  R.  D- 
Bernardo  centocinquanta  lire  Raucnnatefede  i  frutti,  &  beni  di 
ciettaChiefa  perii  vitto, &  veflito  di  detto  Reuerédo  D.Hernardo, 
ce  me  appare  ne  i  Feriti,  di  S^r  Federico  FigliaoTo  q.  M.Berreuerf     " 
ti  Medico,  con  raiiftorità  l{rperia!c  apprcilo  detti  Molto  Reue- 
ìi  rdi  Padri  :  -Ma  hora  il  corno  delh  C;hiefa  e  ben  vniro  con  dettai 
CfcicCela  vecchia  dalla  parte  finifca  ,  ù.è  farro  un  Corpo  di 

IC  Chj-U 


T  4  Sito  ^mine/i  Libro  Trìmol 

Chiefa  grande.  Vi  è  il  Campanile  affai  bello',  &  alto  con  buon  fia^ 
mero  di  buone  Campane,ma  per  efTer  (lato  fatto  fenza  particolari 
fondamenti,che  fi  veda.già  ha  moftrato  perniciofo  pericolo,  fé  be- 
ne al  prefente  par,che  non  vi  fia  pericolo  alcuno  per  la  fortificatìo 
ne  fattagli  già  molti  anni  ài  molte  buone  chiaui  di  ferro  da  perfo- 
ne  intelligenti  ;  Ma  quefto  anno  1611,  alli  ventidoi  d'Agofto  di 
feraacompieta,glièdata  vnaSaettafoprala  piramide  «  &rhàa< 
perta  da  vna  banda ,  sì  che  vi  vorrà  non  poca  fpefa  a  riftorarlo . 
Credo, che  forfi  feria  cofa  lodeuole,  &  ben  fatta,che  li  Molto  Reue 
rendi  Padri  di  detto  Conuento  applicafser  qualche  quantità  di 
ducati  all'anno,  per  fondarne  vn'altro  gli  vicino ,  &  contiguo  con 
il  vecchio,  che  potria  darli  tal  fortifìcatione  ,  come  fuffealto  per 
metà  in  circa  di  quello,  che  forfè  non  accaderia  finir  il  nuouo  : 
E  quando  ben  bifognafle  finirlo  leuando  la  feruitùdel  vecchio  fi 
aggrandirla  la  Chiefa.de  vna  Capella  di  più  contiguo  alla  Capel- 
la  Maggiore.che  feria  di  gran  bellezza,  &  Decoro  à  tutta  la  Chie« 
fa,remittendomi  però,  a  chi  meglio  l'intende ,  &  ha  da  far  la  fpe- 
fa. 
.  Inquefta  venerabil  Chiefa,  vi  fono  1  Santi  Corpi  di  Santa  Mari- 
V.S.Theo*  "^  Vergtne,&  con  Santo  Theodoro  fuo  Padre  di  quella  Città.an-. 
dorò  Pa  -corche  il  Corpo  di  queflo  Santo  Theodoro  non  fi'  fappia  il  luoco, 
<irc.  '  cue  fia  in  detta  Chiefa,ma  Ci  bene  quello  di  Santa  Marina  fotto  l'at 
tare  della  Capella  a  lei  dedicata  infieme  con  altre  Sante  Reliquie 
in  prima» 

Reliquie  di  Santa  Anna  Madre  d'ella  Gloriofa  Vergine  Mari* 
Nofira  Signora, 

Reliquia  di  San  Geruafo  Martire, 

Reliquia  di  Santa  Elifabetta. 

Reliquia  di  Santa  Barbara  Vergine,&  Martire^ 

Reliquia  di  San  Nicolò. 

Come  di  ciò  ne  appare  memoria  nella  Bolla  dell'Indulgenze  dr 
detta  venerabil  Chiefa,  concelfe  dalla  Santità  di  Noftro  Signore 
Papa  Giulio  Secondo  di  Santa  Recordationeallefudette  Sante 
Reliquie  nel  giornodellalorfefta  ,  l'Anno  quinto  del  fuo  Pontifi* 
catodel  i">o8.  alli  14.  dì Giugno,lequali  fé  vedono  nel  giorno  del 
la  Feda  di  detta  Santa  Marina,  che  fi  celebra  alli  17.  dì  Luglio,  6c 
nella  .Sacreftia  di  detta  Chiefa ,  vi  d  conferuano  molte  altre  Sante 
Reliquie  ,  che  per  breuità  non  fi  deducano  .  Al  prefente  fi  fa  fare 
dalli  Molto  Reuerendi  Padri  due  Reliquiari  honora ti  da  mettere 
fopta  l'Altare  Maggiorenne  i  giorni  folenni in honor  di  quslli,che 

q^uaiì 


fDl  Rajfaele  tÀdimarl  •  *  jf 

quafi  ftauàno  di  nafcofto,&  in  fatisfattione],  &  deuotione  del  po- 
polojdalqual  .  rr^ranno  vi/ìtare,  &  adorare,  come  fi  deue.  Nel 
primo  Chioftro  contiguo  a  detta  venerabil  Chiefa ,  vi  è  il  Corpo  ^  ^^^j^^, 
del  Beato  Tomafo  Confeffore  Frate  di  detti  Reuerendi  Eremita-  coafcAb- 
ni,ch'era  del  Territorio  di  Rimino  da  Sàt'Andrea  in  Patrigniano,  re. 
&  è  in  vna  bellifsima  Capella  a  lui  dedicata,  doue  ui  fi  celebrano 
molte  Mefe,  &  in  particolar  il  giorno ,  che  fi  fi  conimerooratione 
della  fua  morte,ch'è  il  primo  giorno  d' Agofto.Tra  l'altre  cofe,che  l^  Elemo- 
(ì  ha  per  traditione,  &  fcritture  Antiche,che  lui  fece  in  uitafua  fu,  fina  fanti- 
che  eflendo  vn'anno  vna  gran  careflia,  &  egli  hauendo  molta  com  ^^Ms^"^* 
pafsione  a  i  poueri  di  Chrifto  Noftro  Signore,faceua  a  quelli  mol  ^."^  J'^l^i 
t'eIemofine,della  qual  cofa  ne  fu  querelato  appreflb  il  Molto  Re-       " 
utrendo  Padre  Priore  di  quel  tempo,  che  dilcipaua  la  robba  del 
Conuento,mafsime, perche  era  canauaro,  era  mal  voluto  ;  perche 
era  buon  curatore  della  robba  del  C?onuento,  delche  il  Molto  Re-  ^|"  ^^^pj 
uerendo  Padre  Priore,  gli  ne  fece  vna  buona  monitione,  &  lui  ri-  glorifica  i 
fpofejche  non  difcipaua  altrimente  la  robba  del  Conuento ,  repli-  chioftrì. 
co  il  detto  Molto  Reuerendo  Padre  Pciore,dicendo,  auerti  Toma*  Refufcita, 
fo  mio ,  che  io  ti  trouarò  in  fatto  :  &  perche  Tempre  i  buoni  per  il  J  '^"^  j'^^t*jf 
più  fono  odiati  di  nuouofù  accufatoal  Molto  Reuerendo  Padre  'n,ortalità 
Priore, ilqual  correndoli  dietro  l'arriuò,  a  mezzo  il  Clauftro  ere-  ai  mori . 
dendo  de  hauerlo  trouato  in  fragranti  crimine,dou*è  dipinta  vna  Pane  con» 
Diuotifsima  Imaginedi  NoftraSignora,&  fermatelo  lìdifse,  che  "«"ito  in 
cofa  hai  in  là  manica,  Ti,  ho  pur  aggionto  in  fu'l  fatto,  &  era  del  -^^^q^  ^^ 
mefe  di  Natalc,dì  Noftro  Signore.mezzo  l'horrido  in  verno, &  lui  Mirabili* 
con  allegra  faccia  rifpofe,  Padre  mio  Reuerendo  quefte  fon  Rofe,  Deosin  Sa 
&  il  Padre  Priore  diffe,moftra  quà.come  Rofe,&  moftrandoli  vid  <n;is  fu»** 
de, che  erano  Rofe,  &  non  pane,  ilche  vifto  dal  detto  Reuerendo 
Padre  Priorc,fi  ftupi  di  Miracolo  di  R ofe,in  quel  tempo,&  dando 
li  la  BeneditLione ,  fubico  andò  à  una  fineiìra  per  vedere  fé  diftri- 
buiia  a  i  poueri  di  Chrifto  Rofe,ò  pane,&  vidde, che  le  Rofe, era- 
no di  ntìouo  ricornate  in  pane,  il  qual  lui  daua  per  l'Amor  di  Dio 
N'  ftroSij.  ■  i  fuoi  pouiri.Et  da  Thora  in  poi  fu  largatala  mano, 
che  non  lo  portaui  più  di  nafcofto,ma  palefemente  ne  i  Caneftri. 
E  i!ì  rntnte  ancora  fece  moki  miracoli. 

Q^ucPra  venerabil  Chiefa  è  ben-^simo officiata  dalli  Molto  Re- 
uerendi fopradetti  Religiofi  Eremitani,  liquali  vi  ftanno  in  bonif- 
fimo  nurjiero  nel  lor  Conuenro  ,  eh  è  di  gran  capaciti  è  grandez- 
za, dou'è  efsercica^oloftudio  publicopercornmodità  deili  loro 
Rcligiofi,&  delli  litri  legendo  publicamente  in  detto  luoco  Filo- 

K     2         fophia. 


7  é  Sito  Kìmhefe  Libro  ^rtmo» 

fophia,&Theologia  tanto  Scolaftica,  come  Morale  ,&  è  tenuto 
lìti  numero  de  i  buoni  fludij  d'Italia  della  lor  Religione ,  &  per  la 
prefata  Re!igione,d'onde  ne  fono  vfciti,  &  del  continuo  n'efcono 
valentifsimi  Maeflri  in  Theologia,e  Filofophia  ,  &  tra  l'altri  cele- 
Gregorio  jj^ j-rimo  fùJl  Reuerendifsimo  Padre  Fra  Gregorio  da  Rimino  del 
general, S^  ordine  Eremitano  di  Santo  AgoiHno,che  nello  ftudio  di  Parigi  in 
iraeflrodi  quelli  tempi  fu  tenuto  in  grand  honore  ,  &reputatione,  &  perle 
ftudio  di  (uè  Eccellentifsime  virtù  fu  fatto  Generale  dell'ordine  prefato ,  oc 
rf ^'^'i  A'  ^^^^^'^  d'ingegno  acutifsimo,  &  fìngolarifsimo  compofe  fopra  il 
ce  indolii  ^^^^^  ^^^^^  fentenze  vn'cpera  degna  di  tal  ingegno,medefim3men- 
niuceiano  te  compofe  fopra  la  logica, &  Filofophia  &  ancora  hoggi  in  tutti  i 
come  lo  ftudij  publicijé  in  particolare  in  quello  di  Parigi,  fon  citate  le  fue 
fplendore  opinioni,  &  la  fua  Dottrina  .  Commentò  fimi imente  le  piftole  dì 
^^^  to^^  ^^"  Paolo  ài.  altri  fcritti  in  verfi  Latini,  &  Volgari  ,  che  tralafcio 
Piftole'  di  P^^^J"^^'^^^)^  ^^òfii  circa  li  Anni  del  Noflro  Signore  1342  al  tem 
S.  ìaolo  pò  prefente  ancora  da  quefto  vcnerabil  ftudio  n'efcono  bonifsimi 
Comentd-  iviaeiUi  in  Theologia,e  Filofophia. 

*^'  Vi  è  introdotto  ancora  vnNouiciato,comevn  Seminario,  di  do 

uè  n'efcono  gioueni  beni  introdotti,  6:  chefeguirano  poi  lo  lUi- 
Noujcia-  ^JQ  ilqualNouitiato  è  particolarmente  dottato  delle  fuc  intrat- 
'***  te  feparate  da  quelle  communi  delli  Rcuerendi  Frati,  per  quella 

caufa  né  riefcono  ancora  famofifsimi  Piedicatori,com'é  noto  a  tut 
ti .  11  Nouiciato  fu  augmentato,  ò  forfì  anco  inftiruito  da  S.  Pao- 
lo Ramufìù  Dottor  di  legge  della  noftra  Citcii  quel  tea)po  ha- 
ucdo  dato  di  beni  (labili, come  fi  vede  in  vnatauoladi  maimo  nel 
lor  Claufto ,  doue  fono  fcritti  tutti  li  oblighi  à  quefto  effetto. 
Beni  em  -  Quello  Conuento  è  ricco  d  intrate  di  molte  poflefsioni  poiTc'- 
plìiteouci  dute  feparatamenre,per  il  Territorio  noiìro  di  Rimino.  Similmeii 
te  hanno  molti  beni  cmphiteorici,che  le  rende  una  buona  iacrata» 
i<c  e  Chicfa  Paro;;hiale,  come  s'"é  detto  di  fopra . 

Se  ritroua  ancora  il  Molto  Reuerendo  Padre  Fra  Santo  da  Ri' 

F.Santoda  minoAuguliiniano  fodetto  hauer  fatto  itampat  le  opere  fop-i  il  li 

KiOiino  .    jjjQ  jgji^  fentenxe  con  alcune  Dottifsinie  queilioni  del  MoLo  Re 

uerendo  Padre  Fra  Gerardo  Senefe,  del  detto  ordine  Eremitano 

di  Sant  Agoiìiao,   Dottor  ctkbra!:i''iimo,  della  Sacra  Theolo- 

gia 

Confratcr      A  qucfla  Chiefa ,  e  aggregata  la  venerabil  Confraternita  del  • 

nita  dcté  ]a  Santifsima  Madorinadi  Confolatione,  laqual  vn  tetnpoè  'i.i- 

'^^*^'"        ta  quali  nalcofb  per  dir  cosi  ;  Hora  per  gratia  di  Dio  non  ir.oici 

anni  fono,eri:ornau  quafi  a  Fiorire  ,  elfendo  frequentata  aifai  da 


-        ,     .      ■*  f'- 

fttoltigentìlhuomini,  egentildonne,&datuttoilpopolo;fe  bene 
pernoti  hauer  vnaSagreftiada  fua  porta  gli  apporta  non  poco  qq^jj-^j^., 
danno,e  difgufto,  doue  da  loro  ogni  quarta  Domenica  del  mefe,  fi  qaarta 
celebra  vna  folenne  Procefsione, dottata  de  molte  Indulgenze  per  d'ogni  me 
quelli,  che  fé  gli  trouan  prefenti  della  venerabil  Confraternita;  &  ^^' 
perciò  anco  hanno fabricato  vna  bellifsima  Capella,  nobilmente 
adornata ,  &  l'Altare ,  dedicata  alla  Santifsima  Madre  di  Chrifto 
Noftro  Signore,&  di  S.Monaca;  la  qual  cótraternità  vede  di  nero. 
La  di  cui  Sagreftia,  oltre  che  per  fé  fte(T"a,e  fua  antichità  è  honora- 
ta  è  anco  piena  di  S  Reliquie,&  fornita  di  nobilifsimì  apparati,& 
vltimamére  dì  vno  calice,  camife,  pianeta  di  valuta  di  ducento  fcu 
di  tatta  dal  M.  Reu.  Padre  M.  Egidio  Gottardi  vero  Cittadino  di  p  j^,j,  .^j 
quefla  Città, quale  sicome  ha  honorato  con  le  fue  virtù  la  cara  pa  tardi  Theo 
tria  è  la  Religione  fua  Auguftiniana,  predicando  con  tanto  fan-  logo. 
lloiir  Roma,Bologna,  Fioren2a,Siena,  PadouajVenetia,  &  altri 
luochi,  &  vltimamentequefto  Anno  I  5  I  i  .qui  in  Riminonella 
fua  Chiefa  con  tanto  concorfp  della  Città,  che  hi  conuenuto  far- 
gli palchi ,  onde  a  perpetua  memoria  con  Elemofine  raccolte  folo 
gii  Sabbati  Qiiadragefimali,  ha  fatto  vna  bellifsima^enobilifsima  .         j 
lampada  d'Argento  a  Lomaga  di  valore  di  ducati  ducentoecin-^j'^^a^^to. 
quanta  in  circa, laqual  fubito,  che  Thebbe  1  eccellente  Maeftro  in 
Venetia,  l'attaccò  fuori  in  moftrasùla  piazza  di  Rialto,  che  fu  venetia 
il  primo  Lunedì  doppò  la  Santifsima  Afcenfione  di  Noftro  Si  -chi  non  la 
gnore,  che  trouandomi  in  quella  Città  per  mia  ventura  la  viddi,  vede,  non 
&  adimandai  al  Maeftro  per  doue  era  fatta,  medifse  per  Rimino,       P^^^'** 
dclche  difcorrendoconlui  per  eflere  perfona  molto  ben  creata 
tne  difse,che  fubito,  che  fu  vifta,  vi  furono  più  perfone  foraftieri  à 
domandargli  fé  la  voleua  vendere,che  l'haurebbono  comprata, ta- 
to più  per  efiere  attaccata,in  moftra,&  loco  balfOjSÌ  che  C\  vedeua 
beiiilsimo  la  fua  grandezza,  &  eccellenza  ;  laquale  fu  poi  portata 
a  Rimino  (opra  la  barca  ifielfa ,  doue  io  me  ne  tornai  alla  patria, 
qucilio  medefimo  anno  1613. ha  magnihcato,  &  adornato  l'Aitar 
Maggiore  dì  vn  para  de  càdelieri  d'Argento  d'altezza  di  un  braza 
è  mezzo  in  circa  fatti  neH'llluftrifs. Città  di  Genoua,doue  predicò 
la  detta  quadragefima.per  mane  di  maeiiroeccellentifsimo,  di  va- 
lore di  ducati  quattrocento  in  circa,  haucndogli  donato  alla  fua 
Chiefa  di  Sant^Agoftino,  come  fi  vede  nelle  Fefle  folenne. 

£  ,  perche  non  intendo  celebrare  in  quefto  loco  le  grandezze ,  e 
meriti  di  detto  Reu.  Padre,  lafcio  da  parte  tutto,  poiché  le  fatiche 
honorate  fatte ,  e  che  fa,  danno  indicio  della  fua  perfon3,hauendo 

Itam- 


7  2  Sito  Kìmhefe  Libro  Prlm  ì 

iflercitij  ftampato  è  tradotto  di  Spagnolo  in  Italiano,  quel  opera  fi  degnàj 
fpirituali  èfifamofa  delli  effercitij  fpirituali  del  Molto  Reuerendo  Padre 
del  valde-  Valderama,&  altre  fatiche,come  alle  ftampe  Ci  vedono .  Ma  lo  fi 
Theologo  ^^^^^  ^^  trouarfi  al  prefente  in  Venetia  richiamato  per  tre  anni 
de  Monn.  Predicatore  in  San  Stefano.E  Theologo  deil'llluftrifsimo  Nuncio 
gnor illuf.  Apoftolico  noftro  Vefcouo  di  Rimino ,  ilche  moftra ,  che  fogetto 
Noneio  honorato  fia  nella  fua  Religione,amato  è  fauorito  da  tutta  la  pa- 
Apoftol.    jf  J2  „Qfjj.^  pgf  jq  fpiendore  fi  apporta . 

.       Nella  ftrada  Maeflra  di  detta  Città  vicino  alla  porta  di  S. 'Pie- 
de' feru?'^  ^^°  ^^  ^  '^  venerabii  Chiefa  di  Santa  Maria  de  i  ferui  Collegiata  di 
buon  numero  di  Reuerendi  Frati  deferui,cheoffician  detta  Chie- 
fa,ornata  di  bona  quantità  di  Capelle  con  le  loro  Ancone  affai  be 
ne  accommodate,con  organo,&  altre  cofe  appartenenti  alla  Chie 
Vno  Inno  ^^'^  in  particolar  dottata  de  vn  Santifsimo  Corpo  delli  Santi  In* 
^en^ÌQ°"^  nocenti  in  vnacafiettinadicipreilo,  Hora  accommodata  con  gli 
Criftalliperpoterfi veder, inuolto in  vn velodifeta  ,  &èdi  gran 
deuotionc,&  concorfo  di  perfone;Onde  efifendoli  accefe  gran  mul 
titudine  di  fagole  s'accefe  il  fuoco  in  detta  cafletta  abbruggiando 
la  ca{ra,&  la  Capella  con  il  velo  di  feta.che  circondaua  detto  San* 
incendio.  ^^  Corpo,  ilqual  rimafe  Illefo,  &  intatto  dal  fuoco,  rertandoui  in 
detto  velo  l'impronto  del  detto  Santo  Corpo  ,come  hoggianco- 
.  ra  fi  vede. 
S.ReJiqme      yj  ^  ancora  in  detta  Chiefa  in  vn  Nichio  ferato  di  vn  pilaftro 
della  Capella  Maggiore  le  Sante  Reliquie  ,cioè. 
Vna  Reliquia  di  San  Filippo  Apoftolo . 
Vn'ftinco  di  Sant'Andrea  Apo{lolo,&  altre. 
V n'offerto  di  S.Nicolò. 
Vn'offetto  di  S.  Adriano. 
^  Vn'poco  di  carne  fenza  bollettino. 
Vn'Dente  con  vn  poco  di  Mafsella  fenza  bollettino^ 
Vn'caffettinojcon  molti  ofletti,  &  vna  noffella,&  affai  fjragmen- 
ti  fenza  nome. 

C^uefti  Reuerendi  Religiofi  viuono  d'intrate  affai  commoda- 
!riente,la  qual  Chiefa  é^molto  Ricca  d'Indulgenze,&  ha  hora  gran 
concorfo. 
^  Vltimamente  è  fiato  inftituita,&  eretta  vnanuoua  Confraterni 
tà  chiamata  della  Madonna  del  habito  dei  ferui,  &  fu  infiituita 
del  i6i2.  nella  noftra  Città  per  effortation  del  M.R.  P.  M.  Nicolò 
Brigante  da  Forlin  popoli  ,  che  predicaua  quefl;a  quadragefima 
nella  loro  Chiefa,ch'e  nella  noftra  Città  con  gradissimo  concorfo. 

Ap« 


^i  Raffaele  tAdmaYU  79 

Appafe,che  detta  Chiefa  di  Santa  Maria  de'  ferui  fu  Confecra- 
ta  l'Anno  i  3  1 5.  nell'Inditione  decima  terza  alli  noue  del  mefe 
di  Nouembre  da  Monfignor  Reuerendifsimo  Federico  Ballachi  p  .g^-^^ 
Vefcouo  di  Rimino ,  &  ciò  occorfe  mentre  la^  Santa  Chiefa  Apo-  g^nachi 
ftolica  era  Vacante,  la  qual  flette  due  Anni  tre  mefi,  &  dieci-  vefcouo 
fette  giorni.  di  Rimino 

In  quefto  Conuento  vi  fono  flati  Reuerendi  Padri  di  molto  va*  Sedia  vaca 
lore.è  tra  gli  altri  il  Padre  Maeftro  Angelo  Maria  Ta^jtanodaRi  ^g^'^epiù 
minojche  (lampo  alcune  orationi  Latine  in  lode  della  Città, dell'-  p^a  Ange- 
Vmbria,&  dì  Romagna,frà  le  quali,vè  n'e  vna  in  lode  della  Città  io  maeftro 
di  Rimino,degnadi  lui,chefiì  del  1552.  I°f^*"vh 

IlReuerendo  Padre  Maeftro  Angelo  Maria  Sera-^^Jcrifle  con-  ^^J^'J'J-^*. 
tro  doi  trattati  dvn  Theologo  al  tempo  del  Interdetto  fotco  il  Pò  ^^^  ' 
tificato  di  Papa  Paolo  V.ft:ampato  in  Rimino. 

Difcendendopoi  verfoil  Mareviè  la  venerabil  Chiefa  di  San 
Cathaldo,  laqual  è  Parochia  ,  &  fu  concefla  alli  Molto  Reuerendi      rathal- 
Padri  di  San  Domenico  nel  tempo  per  quanto  fi  ha  per  traditio-  ^^^ 
ne  dalli  Antichi,che  viueua  detto  San  Domenico,  che  fu  nelli  anai  s.Domea. 
del  Signore  1220  dou'è  (laro  fabricata  vna  nobil  Chiefa, con  vn 
honorato  Conuento  ,  i'quale  anco  pochi  anni  adietro  è  ftato  am- 
pliato d'vn  grande  Clauftrooltraquel!o,che  viera  primo.  Er  la  fo 
detta  Chiefa,  hoggidi  volgarmente  fi  adimanda  S-   Domenico,  6c 
quella  Cliiefa  è  benifsimo  ornata  di  varie  eccellenti  pirture  con 
molti  Altari  con  le  loro  Ancone  bene  adorate  d'oro, &  picrurebo 
ne,&  tra  l'altre ,  In  quefla  venerabil  Chiefa,  G  ripofa  il  Corpo  de!  Corpo H. 
Eeato  Simone  Ballachi  Frate  conuerfo  di  detta  Religione,  nq-jore 
di  Monfignor  Reuerendifsimo  Lorenzo  Ballachi  Vefcou'^dt  Ri- 
mino,6-:  Frate  Figliuolo  di  detto  Conuento,  &  è  nella  Ca  nella  di 
San  Raimondo, di  cui  fi  troua  memoria ,  che  orando  auanti  l' Ima- 
ginedi  S  Giouanni  l'Angelo  gli  apparueeflbrtandoloanonteme 
re  rinfulto  del  demonio,che  lo  mole{laua,come  fi  vede  in  vn  qua-  jnfulto 
dro  dipinto  in  detta  Chiefa,  fopra  l'Altare,  &  Capelladel  Croce-  Diabolico' 
fi[ro,ch'è  il  terzo,  a  man  deftra  nell'ingrefìo.Si  conferua  ancora  nel 
la  Sagreftia  loro  vna  Santa  è  bella  Reliquia,  laqual  Ci  porta  hono» 
reuolmente  nella  Procefsione,.  che  vi  fi  fa  del  Santifsimo  Rofario,  rrocefsto- 
la  prima  Domenica  del  mefe.  ne  del  Saa 

Qjiefla  Chiefa  è  benifsimo  officiata  dalli' Molto  Reuerendi  di  tifl-.moKo. 
quella  Religione,  cheui  danno  in  buon  numero  elTercitandoan-  ^"°" 
co  vn  nobile  ftudio,che  ui  è  ,  dou'è  flato  letto  lettioni  dai  Angeli 
€0  Dottor  Tomafo  Santo  d'Aquino^ò  altro  pia  ver  luoco  di  detto 

Con^ 


S  a  Sito  Rlmne/è  Libro  Primi» 

Conuento,  come  fi  può  vedere  ancor  dalie  pitture  antrche,  che  ku 
rono  fatte  a!  Tuo  tempo  del  naturale  ,  mentre  dimcraua  in  quef>a 
Città  innanzi  alla  porta  Maggiore  della  Chiefa,  &  conuento,&  ai 
cune  fatte  per  mane  di  Zotto  famofifsimo  Pittore. 

Quefto  Conuento  è  flato  fempre  commodamente  di  conuenié 
te  ricchezza,ma  hora  è  accrefciuta  in  bona  quantità ,  sì  che  fi  può 
Terrone  II  dire,che  fiano ricchi,  &  commodi,&  di  quefti  Reuerendi  Padri,ne 
luflri .      fono  reufciti  Eccellentifsimi  Predicatori  Tempre,  &  anco  al  tempo 
noftro,com*è  noto  a  tutti,  &  di  più  ne  fono  reufciti  Reuerendifsi- 
nii  Prelat},honoratifsimi,&  Illuftri,cometù . 
Fra  Vgone  da  Rimino  Vefcouo  di  Senegalia. 
Ira  Lorenzo  Ballachi  da  Rimino,  &  Vefcouo  di  detta  Città,  if 
cui  corpo  ripofa  in  detta  Chiefa^innanzi  all'Aitar  Maggiore  . 
Fra  leronimo  da  Rimino. 

Fra  Ambrofio  Fiorentino  tutti  tre  Vefcoui  di  Rimino . 
Fra  Francefco  da  Rimino  Vefcouo  di  Ceruia. 
Così  nelle  Prelature ,  come  nelle  Dottrine  del  Sacro  Ordine  de 
Virtù  €ar  Predicatori,  alqual  tempo  Fiorì  ancora  Fra  Henrico  Arimi nefe,il- 
Prcdfcafo  ^.i-^^l  compofe  vna  fomma  fopra  le  quattro  virtù  Cardinali  l'Anno 
le  i^molif  15^4-  cbe  fii-fiimata  di  gran  Dcttrivia .  A  tempi  noftri  ui  è  Oa« 
fimo,         to  ancora  Fra  Domenico  Ricci  del  fndetro  ordine  de  Predicatorir 
che  rtampò  una  Parafraf»  fopra  gli  Salmi  tolta  dall'Hcbreo,  (k  ià 
faniofifsimo  Predicatore  nelle  principali  Città  d'Italia,  ai  fuo 
tempo, 
tvinfecra-      Ft  della  fcdctra  ChJefa  fc  ne  celebra  la  Confecrationea  li  (càc- 
none.       ci  cÌ'Aprilc,la  fodetta  Chiefa,&  Conuento  fi  va  abbellendo,  6c  am 
pliando.Sì  che  Ci  fpera,che  feri  delii  beUi,&  commodi  che  fia  nel- 
la Cirti. 

Partendofi  di  qui  dietro  alla  muraglia  poco  fontano  d.?  quella- 
MoflaSe-.  fi  tioua  la  v£ner3bil,.&:  antica  Chiefa  della  Madonna  dc'li  Angeli^ 
no    della  con  un  Monaflerio  non  però  molto  grande,  ilqual  fu  gtà  habnatcv 

Madonna    ^j^  Reuerende  Religiofe  Monache  di  San  Benedetto^tra  lequaii  ve 
cxUi  Ange        rv  •     ,        j   r^  •      j    r-    t  ^i  •         . 

jj  ^       "  ne  fu  vna  parrieolare  di  Saura  vita  da  Fti^nza  per  nome  Chiara,  la 

qual  fot  fi  perritirarfì  a  iiita  più  firetra,^»:  più  aufterauolfe  pigliar 
rhabito  della  Pretiara  Vergine  Beata  Santa  Chiara  da  Sifi  cocr;i- 
nea  del  Serafico  Padre  San  Francefco,  lafciando  detto  Moiìafteric* 
anciò  a  qnell©,ch€  Ci  chiama  hr.ggidì  pur  delii  Angeli-,  clVè  del  or- 
dine di  Santa  Chiara, doue  anco  finì fanra mente] Fa fua  vira,  com.v-^ 
B.  Chiara,  f]  ^[y^  ^\  f^,^  loco,  le  altre  Monache  poi  fé  bene  non  fisa  dì  certo, 'ì 
crede^chfi  andaferq^al  cóuento  di  SXhiara,  datquale  fc  ne  parlari 

il 


Ibi  T{ajfaele  tAdimari,  9l 

al  fuo  loco  bafla  >  che  detto  Monaflerio  delli  Angeli  reftò  nel  Do-  Dominio 
minio  delli  Molto  Reuerendi  Monaci  bianchi  di  Monte  Oliueto,  delli  M.R.. 
dalli  quali  nell'anno  mille  e  quattrocento  cinquantafette  allido-Oliuetani 
deci  del  mefe  d'Aprile  fiì  dato  ni  emphyteofi  alli  Molto  Reueren- 
di padri  d'\  San  Girolamo  di  Fiefoli,  che  all'hora  ftauano  fuori  del 
la  Città  di  Rimino  a  San  Lazaro  volgarmente  chiamato  il  Terzo, 
cli'era,come  anco  è  delli  Molto  Reuerendi  Canonici  Lateranenfì, 
ilqual  Monafterio  è  fotto  l'Antica  Parochia  di  San  Bartolomeo  è 
per  confini  da  vna  banda  la  via  commune,  dall'altro  la  folta  del- 
l'acqua,che  va  al  Molino  della  Patterina,dairaltra  li  Molto  Reue- 
rendi Frati  Conuentuali  di  San  Francefco  &  dall'altra  Santa  Ma  . 
ria  della  Nonciada  noua  ,  per  cento  anni  conobligodi  pagare  o  ^"  j.  j^"J 
gnianno  una  lira  di  cera  bianca,  liquali  Reuerendi  peroccafione^j^^j^^ 
buona  andorono  a  ftare  fuori  della  Città  lontano  vn  miglia  in  cir 
ca,comefidiràal  fuo  luoco,nondimeno  hanno  femprc officiata  la 
detta  Chiefa ,  &  mantenntofi  nel  pofie{ro  di  detto  Monafterio  ,  & 
queftaChiefa  è  di  molta  deuotione,  per  efferecofa  antica,  &  anco 
perefferui  molte  Indulgenze,&  per  eifer  Chiefa  confecrata,laqual  ?     .^  ^^ 
non  è  fottopofta  all'alrra  di  detta  Religione  Fiefulana, ma  ciafche 
duno  di  loro  fi  gode  le  fue  intrate:  da  lì  partendofi  feguitando  pur  r\{^thàz\ 
dietro  la  muraglia  della  Città  fi  arriua  al  nuouo  Cóuento,&  Chic  y^  ^/^^  ^  p^ 
fa  delli  Molto  Reuerendi, &  deuoti  &  Padri  Capuccini  quali  pri-  dn  Capuc 
ma  ftauano   jcntsni  dalla  Città  vn  miglio  fopra  vna  bella  Colina  cini. 
fu'l  Monte  de'  palazzi  quafi  al  dirimpetto  del  Crocefidb  capo  del- 
la fìrada  SJn  Giorgio  detta  la  poluerara  (  poco  più  in  sii  per  anda 
re  ai  Reuerendi  Monaci  bianchi  )  nondimeno  fi  forfè  per  l'aria, 
che  pareuae(fergli  molto  contraria, fi  per  il  difcommodo  delli  pò- 
iieriammalati,&  forafl:ieri,fi  fono  ritirati  dentro  la  Citta  dell' an- 
no 1605.  &  ccminciorono  con  l'aiuto  del  Signor  Dio  a  fabricare 
sili  25/.delmefed'Apri]e,cioè  facendofi  la  procefsioneconl'inter- 
uento  del  Molto  Reuerendo  ClerOjC  tutta  la  Francifcana  Religio- 
ne con  le  Confraternite  A nefse  alla  vénerabil  Chiefa  di  S.Francef  $30^3  Cro 
co  paffando  per  ftrada  nouaja  qual  era  tutta  apparata, &  adorna-  ce,  S.Go- 
ta  di  bcllifsimi  quadri  dideuotione  ,6^  di  pitture  affai  bone,  &  feppo  det 
fu'l  cantone  di  mezza  ftrada  noua  elTeiKiogli  tirata  vna  gran  tèda,  ^°  '^  P:ira- 
fotto  della  qual  fece  vn  bellifsimo  Sermone  il  Molto  Reuerendo  j^°^'^l" 
Padre  Chriftoforo  de  Capuccini  detto  il  Vfrochino,che  fu  afcol  bonato 
tato  dal  popolo  con  moka  attentio'ie,  &  dalli  Molto  Reue.  Padri  detto    da 
diqlla  Religione  al  numero  di  105. dipoi  driciorono  la  proccffio*^^<^ou4. 
ne  per  la  firada,de'Reu,P.della  S.Madóna  delli  At\geli,  &  arriuato 

L  in 


B  j  Sito  Eìmke/è  Lthro  Primo] 

incimaalbaflioneapprefToIa  Muraglia  della  Città  fn  piantata 
vna  Croce  grande,&  alca,  6c  doppò  fé  ne  andò  la  procefsione  ver- 
..  foLazarettoalluocodeftinacoallafabricaperlaChiefa, &  Con- 
trol '  ^^  ucotolorofopra  lerouined'vn  Amphiteatro  antico  della  Citti, 
ch'era  vicino ,  doue  già  era  il  porto  vecchio  del  Mare ,  &  ini  fi  Be- 
nedì  il  1lioco,&  fi  piantò  vn'altra  Croce,&  defignata  la  Chiefa  co* 
niincioronoa  cauareli  fondamenti,  liqualiandorono  tanto  pre- 
fondi non  trouandofi  terra  roda,che  cerco  credo,  che  fiano  più, che 
non  è  quellOjCh'è  fopra  terra. 

Dipoi  focto  li  tre  del  Mefe  d'Ottobre  di  detto  Anno  fé  gli  ri  - 
Giulio  Ce  tornorono  procefsionalmente  con  Monfignor  Reuerendifsimo 
^re  Salic.  Giulio  Cefare  Salicino  Bolognefe  Vefcouo  di  Rimino,&  con  le  fo 
jji  j^,^jnolitf>&confueti  Cerimonie  della  Santa  Madre  Chiefa  eflendoui 
Ciò.  Batt.  anco  prefente  a  tal  Cerimonia  il  Molto  Reuerendo  Padre  Siine  - 
LanziloN-ftroda  Sifi  Generale  dell  i  Molto  Reuerendi  Padri  Capnccini,  & 
IO  Abbate  Monfignor  llluftrifsimo  Giouan  Battifta  Lanzilotto  Nobil  Ru-» 
ratore!  *  «^^"o  Canonico  di  San  Pietro  Abbate,&  Referendario  Apodoli- 
Priroarius  co,&  all'hora  Gouernatore  di  Rimino,  &  Monfignor  Vefcouo  fo- 
la pis  Ce-  detto  gli  pofe  la  prima  pietra  intagliata  con  le  infrafcritte  parole; 
^^5.  Primarius  Lapis  CelesErigen. nomine  ConceptionisBeatifsimx 

l't"?.!^  ^  Mariae  Viroinis  fub  Reuerendifsimo  DIulio  Cefare  Epìfcopo  A- 
^Uggiore.""^^"^"'^  queitotuaman  deftra  dell  Aitar  Maggiore,  cii  e  vjc!  - 
nO:douegiàerailporto  Antico  di  detta  Città, fx.'  pergratiadi  Dio 
Noflro  Signore  in  quattro  anni  s'è  fatto  vn  bellifsimo,e  gran  Co- 
iiento,con  vna  nobil  Chiefa  di  quella  forte,  che  conuien  a  tal  Reli 
gione,l3qual  ha  tre  belle  Cn pelle  nella  Chiefa  predetta,come  fi  ve 
de  con  bellifsime  Ancone^fc  ornamentijOltra  la  maggiore,  ch'è  a* 
domata d'vna  bellifsima gran  tauola  venuta quefto anno  i6  i  il 
il  giorno  della  Fefta  di  Santa  Maria  Maddalenna,  dalla  Città  di 
Parma,fatta  con  gratifsima,&  fpiritual  inuentione,&  di  molto  ar- 
tificio per  mano  d\  vn  Reuerendo  Padre  dì  quella  Religione ,  nel- 
Ci-oqueS.  laqualc  fi  vede  dipinto  la  Sancifsima  Conceptione  incoronata  di 
V'c^^òT^  dodcciStelle,&altro,infiemecon  la  pianta deirillufire  Città  no- 
S. Giulia—  ^^^'^  ^^  Rimino ,  rutta  foflenuta  da  cinque  Santifsimi  Protettori  di 
no.  efia-,  cioè  San  Godenzc,San  Giuliano ,  San  Antonio  da  Vlisbona 

S.Antonio  detto  da  Padoua,Santa  Colomba,&  Santa  Innocentia,  e  benifsi- 
5.  Colom-  ixio  officiata  dalli  detti  Molto  Reuerendi  Padri ,  che  vi  flanno  iti 
buona  copia,  &  tutta  via  Ci  va  continuando  nel  fabricare ,  &  ac-- 
commodare  il  detto  Conuento  delle cofe  necefiarie,  &  diletteuo- 
U/perandofijChe  fra  poca  feri  dellicóojodi  ConuenuVc'habbiana 

Da 


ba 


^/  Raffaele  tÀdlmm  *  i  i 

Da  qui  pòco  lontano  fi  arriua  al  nobil  Monafterìo,'  &  Cliiefa  g  j^jj^^.; 
delli  Molto  Reuerendi  Canonici  di  San  Saluatore  Lateranen(ì,il- 
qual  per  eflere  di  quefti  Reuerendi ,  che  fi  dilettano  d'hauer  cofe 
belle,  &  eccellentijtanto  nel  Conuento,comeancoparticolarmen 
te  la  Ghiefa,ccsì  ben  adornata,  &  accommodata  con  vna  bellifsi-- 
ma  volta  sfiancata  dipinta  con  tre  nobilifsimi  quadri  particolari 
in  quella,&  altri  de  Illuftri  Pittori',  &  de  Ancone,organo,  &  altri, 
che  non  fi  può  defiderar  più.  E  poi  tanto  bene  officiata  da  quefti 
Reuerendi  Padri ,  con  bonifsima  Mufica,  ch*è  cofa  marauiglio- 
fa. 

Inquefta  venerabil  Chiefa  nella  Capelladi  mezzo  chiamata 
della  Madonna  del  parto  nell'Ancona  dietro  la  tauola  delle  fecre 
te,cioèin  mezzo  del  piede,  che  foftenta  l'Ancona ,  vi  è  in  pittura 
la  teda  di  San  Giouan  Battifta  fatta  eccellentemente  per  dotta  ma 
no,  cofa  bellifsima  da  eHer  vifta.II  titolo  di  (quefta  venerabil  Ghie 
fa  fi  chiama  San  Marino  dedicata  a  quefto  Santo,  che  prima  vi  era 
Monafterio  di  Reueréde  Monache  fabricate  in  su  la  muraglia  vec- 
chia della  Città  chiamato  di  tal  nomeforfi;perche  il  detto  San  Ma  S.  Marino 
rinoal  tempo,cheftauaper  commandaméto  del  Imperatore  Dio-  Diacono, 
cletianoalla  reparatione,  &  reedificatione  della  Città  di  l^i""»!"  ni°imp?' 
nOjQefse  lì,  &  quella  fofie  fua  habitatione,  &  vi  hauefTe  fatto  qual- 
che Chiefa,eiTendo  egli  venuto  di  Dalmatia  dalla  Città  d'Arbi,có 
San  Leone fuo  compagno  della  medefima  Città  lor  patria,  Mae--  ^ 
fìri  fcarpelini .    Poiché  l'Imperatore  haueua  fatto  mettere  infieme  ^'^  ^^^^ 
da  ogni  parte  diuerfi  Maelhi,  &  operarij  per  la  reedificatione  del    te. 
la  Città  di  Rimino,  nelli  anni  del  Noftro  Signore  trecento  in  cir-  Pozzo  di 
ca,&  in  particolar  in  quefto  luoco  ,  vi  è  vn  pozzo ,  che  (\  dice  effer  barino. 
flato  fatto  dal  detto  Santo,  i!qual,hora  è  nei  angolo  del  Claaftro, 
donde  s'entra  dentro  del  Conuento . 

Quefti  Molto  Reuerendi  Canonici  Lateranen(ì  del  M.  CDT.    S.Muiadi 
furono  domandati  dalla  Città  ài  Rimino  a  Santa  Maria  di  Porto  1^°^^^^,^,^' 
di  Rauenna,per  introdurli  al  gouerno  delHofpitaledi  San  Laza-  s,^i'r„ìon-' 
ro  fuori  della  Città  lontano  tre  miglia  da  quefta,  &  per  quefto  è  do  Maiale 
chiamato  il  terzo,  doueftettero  per  anni  quaranta  in  poco  nume-  ila. 
ro  fotto  l'obedienza  del  Molto  Reu.Priore di  Santa  Maria  di  Por« 
to  di  Raucnna  ftando  cosi  Tenza  titolo  alcuno. Vedendo  poi  l'illu 
ftrifsimo  Signor  Sigifmondo  Malatefta  Figliuolo  del  Signor  Pan-    Canonici 
dolfo  Signori  della  Città  di  Rim.ino,  che  quelli  Reuerendi  Cano-  regolari  di 
nici  viueuano  con  tanto  buono  eflempio  a  San  Lazaro  dc-fiderofo  5-  Laxaro. 
di  nobilitare  quefta  Città  fupplicò  alla  Felice  Memoria  di  Papa 

L     2  Eugenio 


i4  Sito'^mìne/è  Libro  Prlm. 

Eugenio  quarto  per  la  Cócefsione  del  detto  Monafterio  di  S.Mari 
no ,  d'onde  già  erano  ftate  leuate  le  Reuerende  Monache  da  Mon-» 
(jgnor  Reuerédifsimo  lacobo  Vefcouo  Ariminefe,chefri  del  1272 
&  pofte  ne)  Monafterio  di  SDamiano  dimandato  di  S.Maria  Mi" 
rafole,ilqualera  Monafterio  di  principiante  vicino  al  fodetto,  e  l'* 
ottene  .  fé  bene  poi  non  hebbe  effetto  al  tempo  di  quel  Pontefice, 
fu  poi  confirmara  dalla  Beata  Memoria  di  Papa  NicolaQuinto,ne 
anco  fiì  mefla  in  e{Tecutione.  Vltimamente  fu  confirmata  con  tutte 
le  folennità  dalla  Santa  Memoria  di  Papa  Paolo  1 1.  &  fu  meffa  in 
eflecutione,che  fii  Tanno  1453.  eflendo  eletti  Commiflari  di  que- 
ftoncgotio  ad  indanza  del  detto  Illuftrirs.  Signor  Sigifmondo,  Il 
M.R.D.Marco  Venetiano  Canonico  Ariminefe,&  Vicario  di  M5 
fignor  Reuerendifsimo  Egidio,  alThora  Vefcouo  della  Città, &  il 
M.R.D.Filippo  Bolognefe  Priore  di  S.Maria  Nouajliquali     endo 
il  tenore  delie  lettere  Apoflolicheleuarono  le  Reu.  Monache  di  S. 
Maria  Mirafole  ponendone  quattro  nel  Monafterio  di  Santa  Ghia 
Monafte-^2  chiamato  alPhorafotto  il  titolo  di  Monafterio  delle  Reuerende 
rio    della  Suore  della  Madonna  di  Begno ,  l'altre  elTendo  fole  cinque  furono 
Madonna  màdate  a  Rauenna  nel  Monafterio  di  detto  ordine  diS  Dimiano, 
di  Bfgno,  ^  ^.f^gj^  furono  vniti  quelli  due  Nfonafteri;,6£  conceflb  alla  venera 
bil  Religione  delli  Molto  Reu.Canonici  Lateranenfi,liquali  fum* 
miniftrorono  il  Vitto  alle  fodette  Monache  Icuare  ut  {upra;finche 
viflcro;  &  in  quefto  modo  furono  introdotti  quefti  Reuerendi  Ca- 
nonici nella  Città  con  il  titolo  di  Prior ,  &  akrifDottati  di  bonif* 
fìme  facoltà, &  in  particolare  di  grandissima  quantità  di  beni  em 
phiteotici, doueftanno nobilmente fenza  hauer  cura  d'anime  ne 
Concilio   ^'^^'^^  *^^'^^  pertinente  al  popolo  :   Eflendo  ancora  dottati   di 
diirenio,  '^oki  priuilegi,  e  prerogatiue  honorate.fi  dal  Sacro  Concilio 
edcc((!o..  di  TrentOjCcmeda  concefsiuni  di  Sommi  Pontefici,  &  decifio-- 
Didi  Roti  ni  di  Reta  di  potere  con  licenza  del  ior  fuper^ore  concorrere  a  be« 
ntiìci)  Ecclefiaftici  feculari,  &  d'efsi  eiTerne  prouiiti  .    Non  mi 
par  anco  ,  che  fìa  da  paffar  in  fìlentio  uaa  cofa  notabil  ,  &  degna 
da  faperfi,  chea!  prefente  fi  fabrica  in  detto   Monafterio  fotto 
il  Priorato  del  Molto  Reuerendo  Don  Giofeppo  Viuoli  Gentil- 
Taherna  -  hiicmo  Rauennatenft',  ilqual  per  una  particolar  deuotioae  ,  6l  de 
colo  ce  i^r  fuoi  propri  denari  ìi  farevn  fontuofifsimo  Tabernacolo  de  ora- 
tili e  Co- cliue  coriiuio  per  mettere  nella  Preclara  Cliiefa  di  S  ANTA 
ru.tio.       i^j  ARIA  diporto  di  Rauenna  ,  tutto  di  Marmi  preciofif- 
finii,  mcdefimamente  ornato  di  bcli'ifsime  pjetts  Orientali  pre- 
cicf^  di  gran  -.alcrc  ,   6:  in  particcluie  di  quelle  dedeci  Ione, 

che 


*D^  T{a fiele  tAdìmrì  ^  5f  / 

die  (ì  leggono  eflere  ftarenel  pettoral  del  Manto  del  Sacerdote 
Antico  della  legge  di  Moife ,  &  qiiefte  ne  i  piedi  di  dodeci  colo- 
necte  di  bellifsimi  Marmi  mifchi ,  &  circondato  detto  Taberna- 
colo con  vna  porticella  di  bellifsimo  Marmo  mifchio  doman- 
dato  Caftrano,  eh  è  di  virtù  mirabile  contrai  veleni  a  guifa  del  n^^^ontfo 
Corno  del  Liocorno.con  la  cupula  tutta  coperta  di  Lapis  Lazoli,  ^  veleno. 
ti.  altre  pietre  preciofe  con  bellifsimo  artificio  ,  che  non  meda 
l'animo  ài  poter  raccontarlo, &  ornato  anco  d'oro,  doue  fa  à  prò* 
pofito,cheferà  vna  delle  belle,^»:  Eccellente cofe,cheforfi  fi  veggo- 
no in  Italia,&  fé  rà  conforme  alla  nobiltà,  &  ricchezza  della  vene- 
rabil  Chiefadi  Santa  Maria  di  porto. 

In  quefto  Monafterio  vi  à  fiorito  particolarmente  a  tempi  no-  ^  sgrafi  J 
ftri  vn  Molto  ReuerendoD    Serafino  Salfi  da  Rimino  Canonico  ^ó  Salfi.' 
Rcgulare  Lateranefe  perfona  molto  dotta,&  pia,che lafciò fcritto, 
&  (ìampato  vn  fuo  Alfabeto  confefsionale  molto  beilOj&  vtile  de- 
fiderato  affai  al  prefente . 

Poco  lontano  dal  Foro  vi  è  vna  Chiefa,  èc  Conuento  di  San 
Bernardinoda  Siena,  doue  vi  ftannogli  Molto  Reueren  di  Padri 

Zoccolanti ...   Handoui  il  Molt'o  Reuerendo  Padre  Guar-  ^-Bernardi 

diano  ftparatamente  dà  quello,ch'é  di  fuori  della  Citti,{e  ben  prì 
nu  quello  di  fuori  folo  eraGiiardiano  eflendo  quedi  di  dentro  fot 
io  la  fua  cura,&  chiamato  Hofpitio,d:  non  Conuento,  ma  non  dà 
molto  tempo  in  qua  è  (lato  ridotto  Conuento  con  gli  fuoi  Officia- 
li per  opera,  &  diligenza  del  Molto  Reuerendo  Padre  Fra  Thoma 
fo  de  Bolis  Cittadino  Riminefe  •  La  cui  Chiefa  fé  bene  è  piccio-  P-  Thomas 
la,  nondimeiìc,e  bella  tutta  adornata  di  bellifsimi  corami  adorati,  Bolis. 
nuoui,e  benifsimo  officiata  da  detti  Reuerendi,  medefimamente  il 
ftìdetto  Rtucrendo  P^dre  Dolis  ha  fatto  fare  ancora  vna  accom— 
modaca  fubrica  in  poco  tempo  per  il  detto  Conuento  fé  bene  non 
è  molto  grande,la  fjgreilia  ancora  è  ben  fornita  di  paramenti  per 
laChitfa,ecofef2cerdota!f.  F.  Pacifico 

In  qiiefto  Conuento,  in  tra  gli  altri  Reuerendi  Padri ,  che  vifo-  Suuiui. 
no  ilaci,  vi  era  il  R.P  F.  Pacifico  nobil  Riminefe  di  cafa  Sciuiui ,  il  - 
qua  1  fu  Guardiano  doppò  il  Padre  Boh's  di  detto  ìuoco ,  &  morfe 
in  detto  officio  del  milleefeicentoe  vndeci,  ilqual  Padre  era  Dot- 
Uio  non  folamente  di  lettere,  ma  ancora  di  moke  altre  virtù, 
ti  in  particolare  fcrittoreEccellentifsimo  in  ogni  forte  di  carate* 
n,piccioli,&  maiufcoli  hau'^uaboijifsimodifegno,  ma  fopratut- 
to,era  di  bonirsima,&  Santa  vita,  &  pei  ciò  molto  accarezzato  djl 
gran  Duca  di  Tofcana,cioè  dal  SereaifsimoDica  Fraacefco;  però 

flette 


8  é  Sito  l^ìmh'efe  Lìhio  Primi  • 

flette  molti  anni  in  Fiorenza  per  feruitio  di  quell'altezza  con  mol 
te  commodita',&  ài  feruitù,&  d'altro  conccflegli  da  S.A.S.  Hi  co* 
''*°*^^*  porto  vna  Siena  TheologicaPfalmorum  omnium  ,  vbi  Dauid  in 
petfona  Dei  Patris,Filij,&  Spiritus  Sandijefu  Chrifti,  Marine  Vir 
ginis,Michaelis  Archangeli,  totiusque  Ecdefitìc triumfancis,  ac in 
perfona  Ecclefix  militantis  ,  fuper  magnani  Senanì  vniuerfi  de 
niirabilibus,Dci,&  natura  ad  omnes  gentes  loquitur  :  Con  le  fue 
Tauole  di  Ramo  grande  con  gran  artificio  intagliate  conforme,^ 
conueniente  aH'opera.ch'è  di  gran  valuta  ,; 

Il  medefìmo  Reuerendo  Padre  haueua  ridotto  in  bon  termine 
Vifione     ^^  ^^^^  Ihmpare  vna  bellifsima  opera  fatta  da  fuo  Padre  per  no- 
rràraui--   nrìc  Stiuiuio  (tiuiui,  laqual  era  fiata  fatta  da  lui  per  mezzo  d'vna 
gliela    di  Marauigliofa  vifione,laqual  hebbe  métre],  che  per  occafione  d'vna 
Suuiuio     longa  infirmiti  ftauafoloà  letto  ,doue  gliapparuevn  Angelo  in. 
bil  R.'imi°-  ^^"^'"^^  ^^  perfona  tutta  di  Fuoco ,  che  la  prima  volta  per  la  paura, 
nefe.        &  tremor  della  lettiera.che  gli  hebbe,tutto  tremante ,  fubito  fpa-» 
ri  .  Ritornò  poi,  doueafsicuratosimafsime  moftrandofegli  con 
fennbiante    amoreuole  dicendo   ,  che  non  fi  turbafle  ,    che*l 
SIGNORE  haueua  efsauditole  fuehumil  preghiere,  è  poi 
fcggionfe  due  volte,  che  gli  douefle  fcriufie  quello  ,  ch'egli  vo- 
Icuadire,^*:  mofirare  a  lui  andante  alla  feruitù  Idell'Alciffimo  S  [- 
G^NOR  DIO    fuo  vero  Creatore,  &  gli  fece  vedere  molte  cofe 
Celefte,Terreft:re,&  Infernali, co  la  dichiaratione  infieme  del  prin 
cipio  della  Sacra  Genefi,&  altri  luochi  della  Diuina  Scrittura   . 
Et  haueua  fatto  intagliare  in  tauole  di  Ramo  aliai  grande  le  figu- 
re di  diuerfecofe  mostrategli  dall'Angelo  indetta  vifione.  Et  per 
fede  della  verità  i  parenti  del  detto  Stiuiuio  ottéaero  vna  fede  au- 
thentica  delI'illu/heCommunitidi  Rimino  per  mano  de  M.  Ga- 
briel© Nino  Cancelliero  di  detta  Communitàrvltimodel  mefe  di 
Febraro  157S.  della  naturai  bontà  fua, e  purità, come  anco  dell'in 
tcgrità  de  vira, e  coftumi  del  detto,  di  Stiuiui,&  m  particolare',  co- 
me egli  era  perfona,  che  non  haueua  atrefo  al  rcudio,&  che  non  ha 
ueuamaifattc  profefsionenedi  Filofoplìia  ne  diXheologia,  ne 
d'altra fcienza. per  laqual  hauefle  potuto  farun  tal  difcorfo  fopra 
le  cofe  della  Sacra, &  Diuina  Scrittura,  laqual  fede  èallsgatacon 
l'altre fcritture, che  ^.  ccnferuano  nel  Archiuiodi  San  Bernardino 
nella  Città. 

Ma,  perche  vi  andaua  da  tre  mila  feudi  ài  fpefa  à  metterla  in  lu 
ce,ptvò  egli  feingc^r.ò  per  mezzo  deii'illunrirsimo  Signor  Cardi- 
nal N:izaretco  da  Rimino  d'hauer  aiuto  da  Sua  Santità  facendoli 

veder 


[*2)/  Raff^aele  iAdimAvl  9  7 

veder  ropera,iIqual  aiuto  gli  fii  promefro,efrorcaiidolo  a  finir  det- 
ta opera.  Ma  la  morte  inimica  de  i  ncflri  difegni  ha  impedito 
quede  fignalateopere,  che  feria  no  fiate  di  grande  honor  a  detto 
Reiierendo  Padre,&  gloria  della  fua  Religione,6c  anco  della  no« 
ftra  Città. 

PafTatoilforonon  molto  lontano.  Vie  la  Chiefadì  San  Gior.'  S.  Giorgio 
gio  Antico  di  Reuerédi  Pddri  Theatini  già  Parochia  della  Città,  ^^^^°^[ 
& Aneflaconl'AbbatiadiSanGodenzo,  dipoi  feparata  non  so  Regolari 
perche  caulajaqual  Chiefa  del  idoo.per  occasione  d'vn  Molto  Re  dettiThea 
uerendo  Padre  D.Andrea  Lanfranchi  Napolitano  ilqual  fn  di  tan  tini, 
ta  liueratura ,  e  tanto  ardente  predicò  il  Verbo  di  Dio  nel  Damo 
di  quefta  Città,rilluftre  Communità  di  Rimino  con  il  fauore ,  & 
aiuto  de!  ReuerendifsimoMonfignor  Giulio  Cefare  SalicinoBo- 
lognefe  B.Mairhora  Vefcouo  della  Città  noftra,inuitò  quefta  no 
bile  Religione  à  voler  venire  in  quefta  Città  operando,  che  gli  hif 
fé  data  la  {odetta  Chiefa,  facendoli  fabricare  le  cafe  di  detta  Chie- 
fa,laqual  anco  fu  ampliata  in  modo ,  che  detti  Molto  Reuerendi  fi 
rifolfero  d'accettare  l'inuito^acciò  potefTero  flare  al  numero  foi  di 
dodeciconqualchecommodità,febene  non  m  quel  modo  forfì, 
che  ricercarebbe  una  tal  Rcligione,&  defiderarebbe  anco  l'Illuftrc 
Communità,  in  particolare  per  l'anguftìa  del  luoco,  ilquilnon  ha 
forlì  da  poterfi  slargare  per  hora,fe  bene  con  il  tempo  fi  potria  ac- 
commcdare  in  miglior  forma,  nondimeno  credo  perlafameglia 
del  numero  fodetto ,  chepofsino  ftare  per  quanto  con  fiderò  per 
qlla  poca  prattica,che  io  ho  potuto  pigliare ,  métte  s'è  fabricato  il 
«ietto  luoco ,  come  uno  delli  eletti  in  compagnia  delli  Molto  Ilki- 
ftri  Signori  Cauallieri  Giulio  Clementini,&  Alefìandro  Guidoni, 
a  quella  fabrica,e  C«ngregatione ,  in  luoco  della  B .  M.  del  Signor 
Giouan  Antonio  Salò  ^ 

In  quefta  venerabil  Chiefa  fotto  l'Altare  Maggiore  vi  è  il  Cor-  g.Gre^or. 
pò  intiero  del  Beato  Gregorio  Vefcouo  di  natione  Vngaro  vefti   Vefcouo 
to  con  tutti  gli  ornamenti  Epifcopali,  &  il  ferro  d'vn  hafta  ilqual  vifiratadel 
fi  crede  fu(Te  quello  con  ilquale  fu  ferito ,  &  morto  in  quefto  mo-  l"'f*F^i  ^' 
dOjSndando  il  fodetto  Beato  con  alcuni  compagni  della  fua  Pro-  ^^^  '  f^^^ 
cincia  d' Vngaria  a  vifitar  1  e  Sacre  Limini  delli  Beati  Apoftoli  Pie  dì  qua  da  t 
troj^  Paolo  a  Roma,  effendol'vfanza,  6:obligodella  Santa  Ma-  meati ,  & 
dre  Chiefa,che  tutti  i  Reuerendifsimi  Vefcoui,che  fono  di  qua  de'  cii^a***   ^ 
monti  per  fpatio  d'ogni  triennio  vadino  a  fare  quefta  Santa  vifita 
è  vbidienza5&quelli,chefonodi  là  dà  monti  vadino  alla  medefi- 
ina  vbidienza  per  fpatio,e  termi ae  di  cinque  aivni,  e  cosi  paffando 

per 


S  8  òtto  K  imir.efs  L  òro  ^rimo, 

perla  Città  di  Rimino.&particofi  daqueflacon  li  Compagni  no 
cfTendo  lontano  dalla  Città  ancora  due  miglia  gli  (uoi  compagni 
difcordianata  tra  loro  àgran  ccntefepcrla  rtrada  antica  di  Roma 
nominata  anco  dal  M.Lodouico  Ariofto  nel  fuo  Poema  canto  qua 
rantatrc,doue  cantando  dice. 

A  Rimino  pifsò  la  fera  Ancora  ; 
Ne  in  Montefioreafpettail  Matutino. 
Poemadel  E  qnafi  à  par  co!  fol  giunge  in  Vrbino. 

Ariofto.        Il  buon  Vefcouo  cercò  di  remediare  a  tal  difordine,  te  efìenda 
quelli  venuto  all'armi,  non  potendo  egli  in  altro  modo  darui  rime 
dio  opportuno, fi  pofe  in  mezzo  di  loro,  acciò,  che  quelli  hauendo 
rifpetto  alla  petfona  fua,come  doueuano,  non  fi  facelfero  male  al- 
cuno tri  di  loro  ilche, per  opera  dell'antico  nemico  della  pace,  & 
obcecati  dall'ira, &  fdegno  fu  da  loro  ammazzato  il  fodetto  S.Ve- 
fcouOjla  morte  delquale  diede  tanto  fpauento  allirtefi  occifori  du 
bitando  della  lor  uita  ,  che  fé  ingegnorono  di  buttar  il  Santo  Cor- 
Corpo  S.  pQ  jj^  ^j^  pozzo, ch'era  gli  vicino  in  su  la  ftrada  maeflra  di  quel  té 
Tozzo       po;acciochenon  fufle  vifto  d'alcuno,  &  cofiefsi  non  falfero  pcrfe- 
dallacqua  guitati  Spigliati  &  caligati  feueramente  dalla  giuftitia,6c  d">pò 
bona         queftoefsi  feguitorono  il  lor  viaggio. Doppò,  che  qiiedo  fu  fucctf- 
Campane,  fc^f^biro  !e  campane  della  Città  de  Rimino  cominciorono  a  fona- 
dafuapo*  ^^  ^'^  ^^  PLt{st  fenza  opera  d'alcuno,non  mai  celTauanodi  fonare,la 
fta .  qnal  cofa  diede  fìupore  grande  a  tutto  il  popolo  de!uCictà,ilq-jal 

andò  dal  Reuercndifsimo  Monfignor  Vefcouo  fuo  ,  pregaiìdolo. 
Diligenza  che  facefìe  far  diligenza  in  cercare  di  faperc  per  qual  caufa  le  cam- 
<li  Mocfi-    pane  fonaHero  vritarrenre  tutte  fenza  opera  humana:  all'hora  il 
|nor  Ve—  Renerendifsimo  MonHgncr  Vefcouo  determinò  di  ricorrere  all'a  • 
^°"°*       iuto  diuino  per  faper  qiiefìo    èc  così  ordinò ,  che  fi  facefì'ero  certe 
proccfsicni*folenn! ,  ^-generali  il  giorno  fcgucnteinuitato  acciò 
tutto  il  Reiiercndo  Clero,&  il  popolo  della  Città  .acciò,  che  Dio 
per  la  fua  intfr.vbil  clemcntia  fi  dcgnaffe  riuelareqnefiogran  Mira 
colo,&  tra  gli  altri  hcchi,che  prncefsionalmente  s'haueuanoaui 
Procefs'o  fitare,  il  primo  era  la  vencrabilChiefadellAbbatiadiS  Goden- 
ne  all' Ab-  20. g^  qnefta  era  melTa  prima  per  caufa  della  moltitudine  de  corpi 
G^odenzo  Santi  fi  de  Martiri,come  de  altri  Santi ,  ch'erano  in  detta  Chiefj,ac 
cioche  per  i  prieghi ,  te  mei  iti  di  detti  Santi  Dio  Noftro  Signore 
decreto      volefìe  reuelare  quefto  fecreto  Miracelo  ,  &  marauigliofo-  ì  che,il 
V;  Incoio,  fequenre giorno  qtiando  MonHgnor  Reuerendifsimo  Vefcouocò 
iJ  maraui  il  Reuerendo  Clero.  &  tutr»  il  popolo  andaua  procefsionaimente 
gliofo,      veifo  detta  Chiefa  di  6an  Godenzo  non  eflendo  digli  molto  lonca 

no, 


n>i  Edffaete  tAdmari.  $p 

!ìofucce(re,che  vnacertsdonnajche  vcniuadaMontefiore,s'iticon  Donna  «k 
trò  in  detta  procefsionc  ,  &  accoftandofi  i  vno  della  procefsione,  Montcfi» 
domandò, perche  caufa  (ì  faceua  tal  procefsione,  e  gli  fii  rifpofto,  ^^^ 
che  fi  faceua  per  fa  pere  la  caufa,  perche  le  campane  delia  Citta  tue 
tefonauano,fenza  maiceffare»  fenzaeflere  tocche  d'alcuno  ,  &la 
fodetta  donna  racconrò.come  la  mattina  innanzi  giorno  volendo 
venire  à  Rimino  haueua  vifto  vicino  alla  Citri  vn  gran  fuoco,che  Fuoco  di 
da  terra  pareua.che  toccafle  il  Cielo ,  per  la  qual  vifione  d  fpauen-  terra     al 
tò  &  prefegranmarauiglia:  Nondimeno  pereflerelacofadalóta  C'^^°- 
no  fi  pofe  in  viaggio,&  così  continuando  il  fuo  viaggio  verfo  Ri- 
mino eflendo  già  vicina  al  pozzo  fopra  detto,  dou'era  ftato  getta- 
to il  corpo  del  Beato  Gregorio  Vefcouo,  vidde[fopra  |quel  pozzo 
quattro  Cerei  grandi    éc  bellifsimi  accefi ,  &  alquanto  eleuati  da  Cereigra- 
tcrra,e  guardandoli  diligentemente  vidde,  ch'erano  in  aria ,  &  che  ^^:^.  ^*^* 
niuno  gì»  teneua  ,  &  che  la  tì:tmma  di  quelli  fi  congiongeua  infie-  ^jfji°  ^ 
rne,come  fuol  fare  quelle  delle  torze,&  faceua  vn  gran  fuoco  a  mo 
dod'vna  grade,&'  fplendidifs.ma  co!òna,laqualpareua,cheroccaf 
feil  Cielo,  &  fifpi^.'ientòoltra  modojft  grandemente  fi  maraui- 
gliò,  con  tutto  ciò  continuò  il  fuo  viaggio  verfo  la  Città  penfan- 
do  fra  (e  fteffa,  che  ccfa  volefl'e  fignificar'  quella  marauigliofa  vifio 
ne,  &  auicinandofi  al  Monafteriodell'Abbatia  diSanGod^nzo  ^^°j^?Vs 
vidde  la  gran  moltitudine  delle  perfone,  che  andaua  in  procefsìo-  ""c,/^!,  §. 
neuerfo  quella  Rcuerenda  Chicfadellaqualeintefe.comes'èdc:-  GoJenro! 
to.la  caufa  di  tal  procefsione ,  ti  tanto  più  reftò  ^upefatta  fopra 
giongendo  Miracolo  a  Miracolo  ,  &:cofi  alcuni  di  quelli  fecero 
andare  quefta  dcnnainnanzià  MonfignorReuereadirsimo  Ve- 
fcouo ,che  fi  trouaua  nella  proceffione,  &  intele  da  lei  la  vi* 
iìone  raccontata  di  fopra,  il  medefimo  Reuerendifsi.iio  Vefco- 
uo ordinò  ,  che  la  procefsione  feguitaiTc  innanzi    verfo  quel 
pozzo  con  quella  donna  ,  laqual  come  furono  arriuati  alcuni 
liquali  erano  degni,  &  amici  di  D  I  O  ,  viddero  fopra  quel  ^r^fci   di 
benedetto  pozzo  quella  m.edefima  vifione,  che  haueua  vifto  quel    Dio. 
la  bona  donna,&  finalmente  accoflandofi  al  pozzo  guardando,& 
-  cercando  ritrouorono  lì  dentro  qnefto  Corpo  del  Heato  Gregorio 
Vngaro  Vefcouo,  &  lo  conduffero  in  su  un  carro  con  debiro  ho- 
nore  uerfn  Ri.TiinOjec  effendo  arriuati  innanzi  alla  porta  del  Mo-  donaci  ne 
nafteriod:  San  Godenzo  ,  ch'era  dell'ordine  di  Monaci  neri  d>  rihebbero 
San  B«^nedetto  da  Monte  Cafsino,  per  volere  di  D  I  O  ISJofiro  Si    io  un  tenn 
gnore,che  il  carro.fopra  ilqual  eo  porcaro  il  S.Corpo,mai  fi  puote  po  "e  M^ 
mouerc  dal  luoco,  ancorché  gli  folìtro  aggionri  delli  altri  boui,  &  ^^lao  ? 

M  gran 


9  9  sito  Kimìnefe  Libro  Primo  . 

Monfign.  g**^"  mohltudfne  d'huomini,ilqual  Miracolo  vido  MoaiìgaorRe 
vcfcouo  ,  uerendifsimo  Vefcouo,&  tutti  gli  altri  conobbero,  die  la  volontà 
&  1 1  Pidre  di  Dio  era,  che  quel  Santo  Corpo  fi  ripofafle  nella  preclara  Cliiefi 
Abbate,     ^i  (j^tfo  Monafterio,  &  cefi  Monfignor  Reuerendifsinio  Vefcoao 
di{Te  al  Molto  Reuerendo  Padre  Abbate»  ch'era  prefente ,  eh  elfo 
con  gli  fuoi  Molto  Reuerendi  Monaci  fé  accoftaflero^  al  carro ,  & 
tentalTerodi  moiierlo,  &fubitoconmarauigliorafici!icàrilafciò 
mouere  da  Ioro,&  voltatolo  verfo  il  loro  Moaafterio  lo  condulTe- 
Aliegrez-  ro  fino  alla  Chiefa  con  grande  allegrezza  cantando  tutti  ,  il  T  E 
la  grande.  D  E  V  M  Laudamus,&  in  qneflo  modo.incroduffero  quel  Corpo 
Santo  nella  Chiefa  ponendolo  honoreuolmente,  innanzi  all'  Alta- 
re Maggiore  diSanGaudenzo,  doue  (lette  fino  al  giorno  venen- 
te;  perche  già  era  fera,  &  il  giorno  feguentc  Monfignor  Renercn- 
difsimoVefcouo  con  tutto  il  Reuerendo  Clero, &  Popolodella 
Città  ritornoronoprocefsionalmente  nella  Chiefa  di  SinGiuden 
20 ,  doue  dilTero  l'officio  della  fepolcura,  &  deU'efequie  ai  Santo 
Corpo  infieme  con  il  Molto  Reuerendo  Padre  Abbate  c;>n  li  M jI 
Ripoio     ^^  Reuer.Monacifuoifolenneniente,&  deuotainence ,  iìchc  finita 
pane.        fubito  le  campane  ceiTorono  di  fonare  da  fé,  òi  da  tutti  furono  refe 
B.  Grego-  infinite  gratie  all'onnipotente  Iddio»che  fi  era  degnato  moflrargli 
no  vngi-  fi  gran  miracolo,  è  concederli  cofi  buon  auocato,e  ciafcuno  ritoc- 
roauoca-- j^^  con  grand'allegrezza  à  cafa  fua.  Dipoi  fu  fatto  un  preciofo  mo 
dal  popo^  numento  ài  Marmo bellifsimo di  variato  color,  &  in  quello  pofe- 
lo  Arimi- ro  il  detto,Santo  Corpo ,  la  cui  fefta  fi  celebra  al  li  tredeci  del  mete 
^c»  di  Marzo  .  Quefta  Chiefa  è  benilsimo  officiato  dalli  fopradetti 

Molto  Reuerendi  ne  i  Diuini  vfficiijMede,  Prediche,fermonl,Cori 
fefsioni,6£  C'ommunioni.ch'è  di  gran  deuotione ,  a  tutta  la  Città; 
Mooafte  -  la  lor  Sagreftia  fi  troua  commodamcnte  finita  di  paramenti  per  la 
rio  dei R.cJuefa,&facerdoti adoperati  con  grandifsimi  pulicia  ,  che  ren- 
P  Celefti.  ^g  ftupor,&  marauiglia  à  tutti,con  copia  grande  di  confellori^che 

Vefcouo       Vfcendo  poi  dalla  Citti,&  andando  verfo  il  Porto  vi  è  Tantico 
fu  leuato  Monafleriodeili  Molto  Reuerendi  Padri  Celeftini  con  vna  Chie- 
da   Mirea  ^  g^^g^j  grande,  fé  bene  al  prefente  e  (tata  inpicolita  per  commodi 
uauieri  &  ^*  mondana,  laqual  fu  arrichita  dun  preciofifsimo  theforo,ch  è  un 
portato*  a  braccio  con  la  m3  no  di  San  Nicolò  Cittidino  della  Città  di  Pitc 
Barri    dclraVefcouo  di  Mirea  della  Prouincia  di  Licia  ,&  vnico  hercdc 
1087.    &  del  Cartel  di  Patata  jilqualfùleuato  furtiuamente  dal  fepolcro 
fa^Veniw  ^^  Barri.dou'era  il  corpo  di  dctro  Saiuo.da  Monfignor  G-ilto  Ve  - 
none  aAii  fcouo  AkmanO;per  portarlo  feco  alla  Città  d'Eoisria^ikon  fiorei- 


J 


7)/  Raffaele  vidimarìf  P  t 

do  portar  il  Saro  Corpojilqual  Vefcouo  correndo  su  le  pofte  por-' 
taua  fece  detta  Santa  Reliquia ,  &  arriuato  alla  Citti  di  Rimino 
per  andar  più  'predo  montò  fopra  una  Barca ,  &  tre  volte  mentre 
uoleua  ufcir  dal  porto  da  improuifa  tempefta  fu  ributato  indie» 
tro  fino  al  Ponte  Augufto  fopra  il  fiume  Marechia:il  bon  Vefcouo 
vedendo  quefto  intrò  nella  detta  Chiefa  delli  fodetti  Reuerendi 
Padri  Celeftini,che  fi  chiamaua  San  Lorenzo,&  pofe  la  detta  San- 
ta Reliquia  fopra  all'Altare  Maggiore,  &  alla  prefentia  del  Popo- 
lo manifeftamente  confefsò  il  furto  da  lui  fatto,è  lalafciòli;  Dop 
pò  Papa  AlefTandro  Terzo  Bandinello  da  Siena  di  Felice  Memo-  papi  Alef 
ria  del  ii52.  in  circa  pafTandofene  in  Francia  ,  &  acapitando  inf^odo  Ter 
quefta  Città  fece  proua  della  detta  Santa  Reliquia  forfi  in  quen°' 
luocojdoue  nella  detta  Chiefa  è  vna  collonetta  di  Marmo  con  una 
croce  di  ferro  fopra ,  fece  efperienza  di  detta  Santa  Reliquia ,  &  il 
predetto  Pontefice  vifta  la  proua  fantificò,  &  grandemente  ornò  E^pc""* 
detta  Santa  Reliquia  concedendo)  dieci  milia  anni  d'Indulgenza  ^^^^ 
alli  fedelijche  vifitaifero  detta  Chiefa ,  &  di  più  i!  perdono  de  fuoi 
peccati  concefsea  quelli,che  lo  domadauano;&  ancora  dedicò  ho 
noreuoiméte  a  detto  S.  Nicolò  il  titolo  di  detta  Chiela  in  fuohono 
rCjChe  prima  era  fotto  il  titolo  di  San  Lorenzo ,  come  di  fopra  s'è 
accennato:  il  Corpo  di  quefto  Santo  Gloricfo  Nicolò  ripofa  in  Ve 
neria  nel  fuo  Monafterio  de  Lio.  Queda  noftr?  venerabil  Chiefa  è  I^«uotio- 
officiata  dalli  fodetti  Reuerendi  Padri,  i  quali  fiianno  commoda  °^    *    '*** 
mente  viuendo  d'intrate  La  loro  Sagreftia  è  conuenientemente fi- 
nita di  paramenti  per  gli  Altari,  &  per  li  Reuerendi  Sacerdoti. La 
detta  Santa  Reliquia  è  tenuta  \n  vn  Brazo  con  la  mano  d'argento  ?^^,^"f,o^" 
honoreuolmente  in  vn  Nichio  ferato  con  chiane,  una,  che  ftà  ap  Argento 
preffo  gli  fcdetti  Reuerendi, liquali  di  lor  fpontanea  volontà  pro- 
curoronogid  treannifa,   chellllurtre  Commnnità  nétenedeun 
altra  per  maggior  fìcurezza  di  detta  Sinta  Reliquia,  fopra  l'Alca- 
re.cli'è  a  mandritta  dell'Aitar  Maggiore  Vi  fono  ancora  panico-     .  . 
lar  Indulgenze  le  fefte  del  Mefe  di  Maggio.Ne!  fianco  di  effa  Chic-  z"  def  me 
fa  vi  è  dipinto  la  vita  di  Santa  Maria  Egiciaca  da  dotta  mano ,  in  fé  di  Mag- 
oltre  vi  era  delPifteffo  pittore  il  Miracolo,  che  aiiuenne  l'Anno  gio. 
1  ^40. alli  otto  di  Febraro  nella  gran  Città  é\  Venctia  cioè  vcnen 
do  in  quella  una  nane  di  Demonij  per  fommergerlj,e  1  inondatio 
ne  fu  tacche  fi  vedeua  fotto  l'acqua  la  maggior  parte  della  Città,  ^^^^  ..^* 
Sin  Marco  Euangelifia  Protettore  d'efla  di^  notte  gli  andò  incon-  sTurTò* 
tro  con  Sin  Giorgio,&  San  Nicolò  fodeito  in  forma  di  tre  gioua-  s  Giorgio 
netti  fopra  una  barchetta  d'un  pouero  pcfcatore  per  fcongiurarli,  s.  iNìcoìò 

M     1         come 


i  j  sito  timkeje  Libro  PrlmiH 

come  feccjè  fubito  partirono  detti  Demoni,  come  natta  il  Uoglid 

Anello  ^i^^y^^^^^^i^^cà  co(ahe\h di (zpctfi: per \2L  mercede  del  penero 

S.Marco.    Pcfcatore  San  Marco  predetto  gli  diede  il  fuo  anello,  per  non  ha- 

uer  aitro.con  patto.che  lo  porta  Afe  alla  Illuflrifsima  Signoria.è  gli 

dicefle  tutto  quello,che  haueua  veduto,  che  da  effa  faria  pagato;  il 

qual  Miracolo  que(H  Reuerendi  Padri  per  sbiàcheggiare  la  Chie- 

fa  Io guadorono  con  altre  hiftorie  di  bellifsi me  figure,  che  tu  di 

gran  danno  alla  deuotione  del  popolo,  cdendoqueftoftupendo 

Mare         Miracolo  dipinto  in  quella  venerabil  Chiefa  per  beneficio  riceuu 

to  da  qi  cfb.  Città  poiché  Ci  legge,che  fu  cofi  gra  fortuna  di  Mare, 

che  tutta  quefta  Riuiera  (lette  in  gran  timore, vedendofi  in  vn  pre 

,   .   .     cepitofocafo  .  Il  giorno  del  titolo  di  quefta  Chiefa  vi  vanno  gli 

dellacit  -  Schc.lr.ii  di  quefta  Città,  quafi  tutti  procefsionalmente  offerendo 

là  argento  fopra  l'Alta:  Maggiore  una  grotta  torza  piena  di  Monete  d*argen 

dcoto  .     to,6c  oio,6:  pci  coiifuetudine  antica  uno  di  detti  fcholari  della  pri 

nna  clafte  ft  bniecire  per  più  breuìtà  è  maco  trattenimento  del  pò-» 

polo  recita  una  oratione  Latina  in  laude  del  Santo,  &  della  Città, 

Magiflra  .  alla  prefentiadcl  Molto  Illuftre  Magiftrato.  In  efta  Chiefa  pari  - 

IO  Rimile  rncnte  ne  i  tempi  antichi  vi  era  una  Confraternità  delli  Albanefi, 

r.' ^      .    che  habitauano  in  quefta  Città, per  occa(ìone  di  mercantie,  come 

y^lbariefi     ^^  ^"  ^^^^^  P^'  ^"^  Capella  fontuofa  da  erta  Cófraternità  nel  fron- 

tr,fpitio  della  qual  apparifconoquefte  parole  formali,  in  Marmo, 

HQccpuifcc'ufrMeinìtcì'S  ^IbAnenjium  145  ^, tempore  priora  m  An- 

toìjj  Deao, 

Mcdefìmamente  fuori  della  Città,  per  la  porta,  che  guarda  ver-^' 
fo  occidente  chiamataanticamente  la  porta  di  San  Pietro  incapo 
S.  Giulia»-  jj^i  i>orgo,viè  vn  Nobilirsimo,&  Antichifsimo  Monafterio,al  pre 
fentcdelli  Molto  Reuerendi  Canonici  Secolari  di  San  Giorgio  iiì 
Alega, che  del  M.CU  in  circa  he  bbe  l'origine  nella  venerabil  Cit- 
tà di  Vcnetia  da  S  Lorenzo  G'uftiniauo  nobil  Venetiano,  ilqoal 
di  Veoetia  ^^^  P^^  Patriarca  di  quella  Citta  l'Anno  1 407.  in  là  Chiefa  di  San 
Giorgio  fodetto,  laqualera  ftata  edificata  dalla  nobil  famiglia  de 
G.icti,  è  Gritroli  l'anno  p  8  5.  Quefta  venerabil  Religione  milita 
Keecla  di  ^^^^^^*  Regola  di  S.Agoftino  tanto  celebre  nella  Chiefa  di  DÌQi 
S.  Agoni-,  come  è  noto,  cflendo  quefta  Santa  Regola  tanto  piaceuole,  come 
flo.  sé  detto  poco  inuanzi,che  le  più  nobi)i,e  commodi  congregatio- 

ni  fi  fiano  fottopofti  ad  cfia  nel  numero  di  venticinque,e  forfi  più, 
Canonici    come  al  prtfente  de  i  Molto  Reuerendi  Canonici  Secolari  fodetti 
Secolari,    ccrramete d'ogni  coftumi,eftempij,&  prudentia  ripieni.che  rendo 
no  fcauc  odore  di  Santità,a  ciafcuno,  che  per  occafione  di  certe  di 

funioaÀ 


2Ji  ^afaeU  oìdìtfUYX.  pj 

f unioni  nlte  nella  preclara  Religione  Cafsinefe  Papa  Eugenio 
mi.  di  Felice  Memoria  per  accommodare  loro ,  &  le  fue  cofe  leuò 
due  Reuerendi  Canonici  di  qiiefta  Cógregatione  è  gli  fece  piglia  ^ 
re  l'habito  di  detta  Religione,  che  fu  per  foleuamenco  d'efsere  que  m^  ^*  '* 
Ao  ià  per  il  buon  modo  di  gouernare  nella  via  del  Signore,che  co- 
nofceua  eflere  in  querta  Congregatione  di  San  Giorgio  in  Ale* 
ga,che  perciò  anco  da  Papa  Aleflandro  Serto  di  Santa  Recordatio  p  j^^^g^^ 
ne  fu  vnito  alla  Congregatione  di  detto  San  Giorgio  in  Alega  alli  ^^^  y^ 
vndeci  di  Luglio  l'Anno  primo  del  fuo  Pontificato  nel  M.  IIIID. 
inquanto  però  ali  intrate ,  ma  in  quanto  al  pofleflb  non  hebbe  ef- 
fetto,finche  doppò  la  morte  della  Beata  Memoria  del  Molto  Reue 
rendo  Don  Marco  Cocopani  Commififario  di  detto  luoco ,  che  fìi 
l'Anno  15  zt^.per  rinoncia  fatta  alla  detta  vencràda  Cógregatione  cicopan? 
ailaquale  medefimamente  fu  vnita  la  Chiefa  di  Santa  Maria  Mad^        ^    * 
dalena,  ch'è  lontana  da  detto  luoco  vn  miglio  in  circa  chiamata 
volgarmente  le  Celle,che  già  era  dell'Ordine  di  Cruciferi,&  fu  fac 
ta  dalla  Felice  Memoria  di  Papa  Giulio  Secondo  il  primo  di  Set- 
tembre l'Anno  quarto  nel  fuo  Pontificato  del  1507.&  il  primo  vi*  ^'■^''?^^de 
(ìtator  di  detca  Corgregatione  Tempre  s'intenda  Prior  titolar  di  gìuMo^pp* 
detta  Chicfa,acciochenon  pofsi  vacare,  laqual  Chiefa  fii  Reedifi-  Secondo*, 
cata  ,  6i  ridotta  in  miglior  forma  fino  da  i  fondamenti ,  che  prima 
era  porta  al  meridiano  con  due  ordini,l  uno  fuperiore  airaItro,co 
me  già  Santa  Colomba,che  rendeua  a  ciafcheduno  moka  deuotio  R^eejjjfj^j, 
nc,&  CIO  fu  l'anno  del  15  >  i.  alli  venticinque  d'Agofto  in  Marte  i  tione  del- 
bore  quindeci   fi  diede  principio  a  fondare  la  detta  Chiefa  di  San  U  Chiefa 
Giuiiaiìo  nel  Pontificato  di  Papa  Giulio  Terzo  di  Felice  Recorda  ^}  ^-  ^'""* 
rione  l'Anno  venti  dz  Monfignor  Latancio  fofco  Arciprete  di  M6  <3iui*iónn 
tefiore  all'hora  Vicario  di  Monfignor  Parifano  da  Tolentino  Ve-  Terzo, 
fcouo  di  Riminogli  pofe  la  prima  pietra,  laqual  Fò  alla  drittata  Mmfìgn. 
della  porta  eh  cfcc  fuora  del  Borgo  in  vn  cantone  dietro  la  rtrada,  l'anfano 
laqual  Chiefa  è  di  honeila  grandezza  tutta  inuolto,con  le  fne  Ci- 
pelle  da  ogni  parte  ;  &  l'Aitar  Maggior  è  done  era  la  grand' Arca 
col  fuo  Cofonodi  S.GiuIiano  Martire,  la  qual  partendofi  dall'lfo 
fa  ProconeiTo  nelle  parti  di  Leuante  con  rtupendo  Miracolo  fé  ne  ifoia     di 
venne  agalla  fopra  l'onde  Maritime  del  Mare  Adriatico, hauendo  Proconifo 
fotto  di  lei  un  grandissimo  pezzo  di  marmo  roflb ,  che  gli  ferniiu 
per  bafle  con  una  pietra  tonda  di  quella  forte  .  che  foieuano  ferui- 
re  a  i  Gentili.per  dar  l'Eculeo  a  i  Santi  Martin,  come  fé  ne  uede  in 
Roma  ancora  aflai,che  fu  del  Anno  95  r. al  lito  di  Rimino  fotto  il 
Pontificato  di  Papa  Giouanni  XII.   al  tempo  del  primo  Otto^ 

ne 


94^  Sito'^mìnefèLìhrò  Primi. 

Giouanno  «c  Imperatore  il  fimile  fi  legge ,  &  al  medcfimo  tempo  di  Ottone^ 
Papa  II.  ti  forfi  anco  la  ifteffa  notte  nel  cuor  del  l'edace  co  qnel  ifteflb  ftra- 
ordinario  moto  di  Mare,ilqual  folleuò  l'Arca,  doue  ripofaua  la  B. 
S.Eofcmia  Vergine,&  Martire  Santa  Eufemia  con  fono,&  ftrepito  grandifsi- 
mo  da  vnfcoglio  forfi  di  Calcedonia  del  Mar  Egeo,  ò  Arcipelago 
Andrea  vicino  all'lfola  di  PeloponefTo ,  ò  ProconelTo ,  doue  fu  trouato  il 
elfo  gen-  gioriofo  Corpo  di  San  Giuliano  nel  faccho  de  i  ferpentì ,  &  parti 
&  Dottor  neirArca,come  s'è  detto  venédo  anco  ella  verfo  l'Iftria,  doue  quel 
Legifta  di  la  di  Santa  Eufemia  fi  fermòj&  quella  di  San  Giuliano  feguitò  in- 
Kianno.  nanzi  il  viaggio  verfo  Romagna,6d  come  fé  foflero  venute  in  con- 
Franc.detifg|.u2  pertraditionefìdice,  eflerfi  vdito  vna  voce, che difle andate 
^[^""q*^  pur  Giuliano  ,  cheionoglioreftarqr.ì  ,  &  la  mattina  feguen- 
Aibancie  te  vicino  alle  mura  fuori  del  Cartello  di  Rouigno  fu  trouata  l'Ar- 
noftro  cit-ca  firmata  di  Santa  Eufemia ,  &  fucce{fe  nel  volerla  condure  fopra 
taduio ,  &  il  Monte  quello ,  che  fuccelVe  anco  i  quellaj  del  Benedetto  S.  Giu- 
nicrcanie.  iJ3no,ciocconvn  para  di  manzette  fi  condulfe  facilmente  ,  doue 
piacque  a  Dio,e  la  detta  Santa . 

Cofa  veramente  ftupenda,&  marauigliofa,  poiché  non  so  fé  in 
Cafa  di  Lo  f^f  jq  ]\  inondo  (ìa  flato  altra  cofa  fimile  ;  della  Santifsima  Caia  di 
"^°  *        Loreto  in  firorifc  ben  in  vn  modo  molto  più  Eccellente,  nella  qual 
Tfì   Arcanonfolamenteviè  ilSantifsimoCorpodelfudettoS.jGinlia 
S*nte.       ro,ma  fette  altre  Telle  le  quali  giudicano  eflere  di  Santi  Martiri.ò 
d'altri  Santi,  poiché  per  conghietture  fi  crede,  come  s'è  detto,  li 
Molto  Keuerendi  Monaci  Cafsinefi  patroni  deirvna,&  l'altra  Ab 
batia,  vedendo  non  poterdurare  in  quella  di  San  Godenzo  perle 
continue  fcorrerie  di  foldari,che  gli  hauercbbono  potuto  robbare 
molte cofe,è  forfi  h3ucuanocominciato;cosi  fi  rifolfero incognita 
mente  portare  quelle  Sante  Reliquie  ,  che  poterò  hauere  ,  ò  che 
erano  in  lucco  più  peric(>lofo,airAbbatia  di  San  Giuliano, apprc 
do  la  detta  Arca,e  le  confidaffe  in  effa,  come  luoco  molto  più  ficu- 
rodell*altro,comealprefenteancofi  vede. 
^^'.^Y  ^'     QuefloMonaflerio  è  antichifsimo,  &  nobilifsimocon  lafua 
S.^   u  la  -  (-«j,  jj.(-3  „()rj  fQ)Q  p^j.  j2  {jeuocione  è  ricchezza  di  detta  Arca,&  altri 
Autforiià  PJ'iuilfRi  ,chepoteuanodifpenfarepa{Ta  trenta  benefici ifotto po- 
di tonferi- fli  sllafcdetta  Abbaria,  fopra  alcuni  de  quali  pretendono  anco 
rcbercfi    al  prefentc  detti  Molto  Reucrendi  Canonici,oltre  gli  beni  tempo 
hI  polito  ''^''»*^'^^  £jodono  per  quanto  rri  hi  raccontato  rijluftre  Signor  Hip 
Miniano  ^  polirolMarianr  Dottore  di  legge  di  quefta  Città,&  huomo  dottato 
Dotiorr.   tii  molte  altre  (cienze,hauerne  di  ciò  cognitione  per  hauer  mancg- 
ciàco  a  teir-p.  adietro  i  ncgotij  è  fcritture  della  lUuftre  Commuta'- 

li 


1>i  l{àffaeU  ^Jtmari  •  PS 

tà  di  Rimino , alianti  che  ne  fìano  perite  molte  d'effe  fcritture,il  fo 
dettoSignor  HippoHto  per  effere  perfoiia gentil  ,&corte(e, più ^j.jjfjtc> 
volte  me  ha  conferito  voler  fare  vn  trattato  de  Santi ,  &  Chicfe  di  di  Sinti,3c 
quefta  Citta.cbe  mi  gioua  credere,che  fera  cofa  degna  d  effer  vifta  Chiefe. 
per  k  lue  rare  vie tù,e  qualità. Piaccia  i  Dio  Noftio  Signore  di  co- 
cederli  vita  lunga,  &  fpirito,  acciò  pofsi  effettuare  que^o  fuo  Sia 
to,fii  fpiritual  propofito.  Dentro  la  fodetta  Arca  vi  fi  conferua  vn  Proceff» 
libretto,  nelqual  è  fcritto  il  martirio  d'elfo  Goriof»-.  Santo,  &  per»  ^i'S.  Gm- 
che  è  in  (lampa  la  legenda  ^li  quefto  gran  càpione,ciafcuno  la  pO'  "'^°°- 
tri  vedere  ditfufamente  in  detta  fua  legenda  tradotta  di  Latino  in  ovefco-. 
volgare  dal  Molto  Reuerendo  Padre  D.  Vicenzo  Santini  da  Rimi-  uo  Saatini 
no  Canonico  della  fodetta  Cógregatione  con  alcune  additioni  <!i\ 
bella  intelligenza  dedicata  airillurtrifsimo,&  RfuerendjfsimoSi 
gnor  Cardinal  Francefco  Gioiofa  Arciuefcouo  di  folofa  l'Anno 
1603. che  cerco  dà  molto  gallo  a  chiunque  la  legge  per  effere  tra- 
dotta da  perfona  dotta,6f  molto  fpiricuale.che  lino  dalli  anni  del- 
la fua  giosentù  hi  affaticato  affai, è  in  particolare quado  hi  hauu 
to  la  cura  fpiricuale  di  quefta  fua  Chiefa ,  di  fermoneggiare ,  con 
molto  vtile,  &  applaufo  del  popolo,che  perciò  me  ricordo  hauer- 
lo  fentito  con  moki  altri  Cittadini  è  intelligenti  che  i  giorni  delle 
fefte  andauano  a  pofta  a  quefta  Chiefa  di  S  Giuliano  per  afcoltar- 
lo.In  quefta  Chiefa  ancora  ui  è  una  Santa  Reliquia  ^yfcs.  dito  di  S.  di  co  di  s. 
Lucia  Martire  da  Syracula .  Q^nefta  Chiefa  prima  era  àtà\cì.z:i.  alli  l.acu    di 
Santi  Apoftoli  Pietro, &  Paolo,  hora.e  dedicata  ancora  al  detto  S.  ^;''*5'-^'* 
Giuliano  protettore  della  noftra  Citti.come  appare  per  la  Confe  '^o^'^'^^';^- 
crationc  di  detta  Chiefa  fatta*  dairilluftrifsimo ,  &  Reuerendifsi'  1!°  e^h.»rl 
inoMonfignorGiouan  Dattifta  Caftello  Bolognefe  Vefcouo  didis  Gru- 
Rimino  nel  Pontificato  del  Sar«ifsimo  Papa  Gregorio  X 1  IL  nel  Uaoo. 
Anno  quinto  del  i  5  7  8.  alli  diecinoue  di  Cenare  i  dalquaUnco 
£ù  Confecrato  l'Aitar  Maggiore. 

Quefta  Chiefa  è  bene  ornata  di  Altari,  &  pitture  in  tutte  lefue 
Capelle,&  in  particolar  la  Maggiore,  nel  la  cui  Capella  efcano  fuo 
ra  due  bellifsime,&  nobilifsime  profpetciue,una  ferue  per  il  coro, 
l'altra  per  l'organo  fatte  con  bellifsimi  lauori,  tutte  meffe  a  oro, 
ch'ègrandeornamento  non  folo  alla  detta  Capella,  ma  a  tutta  la 
Chiefa,laqual  e  bcnifsimo  officiata  dalli  fodetti  Molto  Reu^rendi 
Padri ,  che  hanno  vna  bouifsima  mufica ,  la  loro  Sagreftia  è  bene  sagrcftiA 
fornita  di  ogni  forte  di  paramenti  per  feruitio  della  Chiefa,  &  del 
lifacerdoti.  Vna  Mitria  molto  bella,  &  Antica  di  veluro  Cretnifi •  Mitrla  fon 
oo,tutta  ricamata d  oro  di  perle, 6c  feta  àx  dioerfi  dori  è  buó  nume  tuofa.  i 

co 


f  S  Sito  Rìm'wefe  Libro  Primo  * 

ro  di-perle  in  effa  fi  uedanoda  venti  prefe  di  oro,dodcci  delle  qua 
lifono  nelle  bende,  ouero  cadute,doue  vi  fono  lauorati  gli  dodeci 
Apoftoli  alla  gemina,  &nel  fin  d'elfe  vi  fono  ipontali  d'argento 
3dorati,&  altri  lauori  bellifsimi,&  nel  corpo  d'efì'a  Muria  ui  fono 
Jaltie  otto  prefe  in  quattro  dellequale  ui  fono  i  quattro  Euangeli 
fti.in  vn'altra  vi  fono  la  Santifsima  Nonciata ,  nell'altra  vi  e  l'Àn- 
gelo  Annóciante,neiraltra  ui  è  gli  Santifsimi  Piecro,&  Pao1o,nel- 
l'altra  S  Giuliano  Protettore,^  per  tutte  co  le  loro  iirrete;^  vedo 
no  ancor  pofte  in  efla  altre  diece  prefe  molto  bé  ititagliàre,e  ripie* 
ne  di  diuerfe  pietre  nella  gradezza  dell' altre, fpirfe  ancora  di  mol- 
te  altre  pietre  piccole  intorno  ad  efla  ligate  riccamante  Apparifce 
in  capo  d'efla  Mitria  un'agnello  Pafquale  fatto  di  perle  di  buona 
groflezza,&  fopra  eflb  una  pietra  per  banda  alqumto  longa,  lega- 
ta medefimamente,&  Eccellétemente  nel  modo  deiraltre,da!che  fi 
può  ben  conflderare ,  che  quando  vi  erano  i  fuoi  Reuercndifs.  Ab. 
batinonglimancaua  cofa  alcuna,  per  edere  cofa  degni, la  qual 
.,  Mitriaa  tempo  delle  folennirà fi  pone  su  l'Aitar  Miggiore.hinao 

liberare      ancora  un  nobil  Pdftoralc  di  Auolio  antico  molto  bello.  Kt  ne!U 
Unirne  de  Chiefa  ui  fono  moke  Induìgenzc,&  prima  l'AkarPriuilcizuuo  per 
i  dcfoati.  liberare  l'anime  dei  fideli  defonti, conccfie  dalla  felice  M:'mori3 
di  Leone  Papa  Decimo,  ampliato  per  breue  della  Beata  McTìoria 
di  Papa  Gregorio  DwCÌmotcrzo,e  altri  Altari  per  confegulrele  Ila 
tioni,64  Indulgenze, clic  fono  concefl"e  a  quell  i,chc  vifitano  le  CHie 
fe,tanto  dentro,quanto  fuori  delle  mura  di  Ivoma, purché  fiano  co 
triti,&  confefsi,&  che  dicano  tre  uolte  il  Pater,6t  i'Auc  Maria. por 
ciafcuno  altare,  onerò  il  Salmo  Lmiferere  mei  D.us.  okra  le  fodec 
te  Indulgenze,in  articulo  mortis,fi  può  eleggere  un  Reu.  ConfeHo 
re  idoneo,ilqual  può  concedere  la  Remifsione  plenaria  de  tutti  i 
peccati  imponendo  però  penitenza  congruente ,  come  appare  per 
breue  conceffo  dalla  Santa  Memoria  di  Eugenio  Papa  Q^iarto  am 
pliato  dalla  Santa  RecordationediPapa  Paolo  Terzo,  &  detta 
Confefibre  può  difpenfare  dalla  irregularita ,  èc  Icuare  ogni  forte 
d*infamia,&  inhabilità:confirmatoda  molti  altri  Sómi  Pontefici, 
&  altre  Indulgenze, che  fi  poflbno  confeguire  vifìcado  l"  Aitar  Mi£» 
Induigen-  gjo^c^  gli  altri  due,in  particolar,  ne  i  tempi  di  digiuno,  é5«:fcJl:e 
principali:&  fimilmente  Innocenzo  Vili.  Alelfandro  V  I.  Giulia 
1 1.  &  il  detto  Paolo  Terzo  di  Felice  Recordatione  concederò  alla 
venerabil  Congregatione  Cafsincfe  ch'era  pattona  ài  de::a  Chie- 
fa,cicè  Abbatia  anticamente,&  in  particolar  nel  cempcì    cheoc- 
corfc  il  grandc,e  ftupendo  Mitacolo  dell'Arci  dù  Santo  Pi,otetci>  • 

re 


^i  T{afa€le  tÀdimari .  p  t 

tore  Koftro  S.  Giuliano  ,  cioè  alli  Frati ,  &  Oblati ,  che  vifitafTero 
le  Chiefe,  &  altri  luochi  della  Congregatione  principali  »  òannef- 
fi>  6c  foggetti ,  tanto  prefenti ,  quanto  da  uenire  dicendo  ingenoc- 
chiati  il  cin  quantefimo  Salmo  :  Miferere  mei  :  ouero  cinque  volte  il 
Pater,  6l  altreiantc  Aue  Marie,  con  la  infrafcritta  Oratione:  Deus 
qui  inter  ^pofìoUcos  facerdotes  mnocentium ,  &  Mexandrum   uUum , 
&  Taulum  Vontìficali  feciHi  dignitate  vigere ,  pr^fìa  qu^fummy  vt  co- 
rum  quoque  perpetuo  aggregemur  confortlo  T>.  X.  D.  7^.  ^. 
Tutte  l'Indulgenze ,  che  fono  nel  Mondo ,  &  non  folo  le  conceffe,  ofleruate 
ma  anco  gli  aggiunfe  quelle,  che  fi  concederanno  ,  ò  Plenarie ,  ò  Sig.  i  gran 
TennporalijChe  fiano.  Qnd'è  da  notare,  che  tra  l'altre  gratie  vnaè,  prtuilegi,« 
che  vifitandofi  la  Chiefa  tutti  liMercordìd'vn'annofi  libera  vn- P^^^^^ij 
Anima  dalle  pene  del  Purgatorio ,  &  chi  folTe  legitimamente  im- 
pedito, dica  vna  fol  volta  il  Pater  ,  &  l'Aue  Maria  :  ma  non  poten 
do  la  fola  intentione  è  (ufficiente  à  farlo  partecipe  di  quanto  s'è 
ditto:  &  detti  Priuilegij  furono  confirmati  dalla  Santa  memoria 
di  Pio  Papa  Quinto^  al  qual  piacque ,  che  li  molto  Reu.  Canoni-  Pfofe(Iìo.' 
ciy  come  difopra ,  chiamati  Seculari,  faceffero  la  fua  profefsione  :  J^^eiiaioni! 
come  anco  fece  fimilmente  alla  Venerabil  Religione  del  Beato 
Pietro  Gambacurta  da  Pifa  (chiamati  appreflb  noi  li  Molto  Reu- 
Padri  di  SanGicrolamodiScolca  Eremiti)  dandoli  fol  tre  giorni 
di  tempo,  ò  i  far  la  profefsione ,  ò  mutar  l'habito  ;  ma  al  prefenre 
lì  fodetci  Reuerendi  Canonici  non  fono  chiamati  fotto  altro  ti- 
tolo, che  io  fappia,  che  per  Canonici  Regolari,  per  none{Teri  -K^*"*' 
tu'ti  noto  li  loro  Pfiuilegi  ;  lafciandoli  con  li  loro  primi  Priiii- 
legi,  èprerogatiue  ,  cioè  di  potere  particolarmente  co!i  licenza 
deifuoifuperiori  cócorrere  à  benefici)  Curati  fecolari ,  e  quel  -   Benefici; 
li  ottenere,  godere,  come  Canonici  Secolari  :&  anco  il  fudec-^Y^"  ^^' 
to  Sommo  Pontefice  per  honorarli  le  concefie  di  più  di  moto^^^"' 
proprio,  che  nelle  Procefsioni,  &  in  qualunque  altro  atto  pu- 
blico,  &  prillato,  precedeOero  i  tutti  gli  altri,  come  fi  vedeoiTer- 
uatfi  al  prefente,  che  fu  l'Anno  quarto  del  fua  P)ntificato,  livn- 
deci  del  Mefe  di  Decembre  .  Et  vltimamente  dalla  felice  memo- 
ria di  papa  Clemente  Ottano  ,   non  folo  con  Bolle  vniueifali 
del  Mille  cinquecento  nonantacinque  ,  alli  cinque  di  Maggio, 
ma  anco  particolari  fotto  li  ventiuno  di  Febraro  ,  de!  Mille  cin- 
quecéto  nouantarerte,deirufo,&  ofTeruanza  de  quali  già  fu  dichia 
rato  l'Anno  Mille  cinquecento  ottantafetrte,  allidoidi  Giugao, 
come  appare  appreflb  delle  Reu.  loro  infieme  con  l'altre  gratie,6c 
Yriuilegi. 

N  QiieRa 


$  i  sitò  Rlmtne/è  Libro  Vrtmo  • 

Chiefa  Pa      Quefla  Venerabil  Chiefa  e  Parochia,  &  vi  è  la  Venerabil  Con- 
roch.CoB  fraternità  del  Santifsimo  Sacramento,  &  fotto  quefta  Chiefa  vi  fo- 
j  *,"'"Ìf^  no  gran  quantità  di  beni  Bniphiteotici,  non  fol  qui  nella  Città  no 
«fi«!!L     ftra,  e  Territorio,  ma  ancora  in  quella  dì  Fano  :  ne  il  difcreto  let- 
tore  fi  moucra  a  marauiglia,  le  io  mi  fon  trattenuto  al  quanto  m 
raccontare  l'indulgenzciche  fono  particolarmente  in  quefla  San 
e  ì   tC  *^  Chiefa:  perche  mi  fon  moffo  da  dubio  ,  che  io  ho ,  che  fra  poco 
fan©         tempo,  anziforfi  adeflb  non  fi  troni  alla  (lampa  la  Vira  del  fu- 
detto  S.  Giuliano  noftro  Protettore  (  perche  hebbe  molto  recapi- 
to) doue  fono  diffufaméte dichiarate  le  /©dette  Indulgenze;  Auuer 
tendo  di  più ,  che  fi  tralakia  di  dire  de  gl'Altari  à  vno  per  vno  con 
le  loro  Tauole,6:  Pittori  famofi,cherhannofatte»&  altre  cofe,tan 
IO  in  quefta  Ve».  Chiefa ,  come  nell'altre, per  non  conuercire  que- 
fta mia  operetta  del  Sito  Ariminefe  in  vn  gran  volume  di  cronica, 
&  anco  di  lafciar  ad  altri,che  fono  dottati  dì  miglior  ingegno ,  cà^ 
pò  pili  largo  dì  poter  fcriuere  cofe  eccellenti .  Così  piaccia  à  Dio 
Noftro  Signore>che  fucceda  i  laude  di  Sua  Diuina  Maeftà,  &  ho- 
«ore  della  Patria  noftra  .  Ma  per  ritornar  à  ripigliar  i!  ragionarne 
to  di  fopra  fatto  in  materia  delle  cofe,  che  vanno à  male, &  in  ob- 
liuione ,  dirò  che  il  fimirè  intrauenuto  ad  vn'opcretta  delle  cofe 
più  eccellenti  di  quefta  Città,pofto  alla  ftampa  già  50.  Anni  incir 
Vtc.ToriBì.  ca  dal  Signor  Vic^hjìfl^  Torini  Dottore  &  Clerico,  perfona  dì  mol- 
ta intelligenza  ,nìafsinie  nelle  cofe  matematici,  &  fiori  al  tempo 
della  B.M.  delmioantecefTore  D.Adimario;  la  qual  opera,ò  per 
la  poca  quantita,che  ne  fu/Te  ftampato,  ò  per  la  troppa  gratitudi- 
ne,che  apportale  à  i  Lettori ,  appena  fi  si  da  perfone  degne  dì  fe- 
*«g.Face.  ^^  cffere  ftata  quefta  operetta  ftampata,&  fc  ne  troua  vna  di  certo 
'  apprcfib  rilL  Signor  Angelo,  figliuolo  della  B.  M.  del  Signor  Ca- 
uagliere  Claudio  Pace,  il  qual  dice  hauerla  preftataall'llluftrifs. 
&  Rcnerendifsimo  Monfig  Gio.  Antonio  Mafsimi  nobilRoma* 
no  al  prefenre  Gouernatore  di  Rimino  ,  forfi  anco  con  poca  fpc— 
ranza  di  rihauerla ,  poi  che  fi  crede  il  detto  Monfig.  vogli  fcriuere 
fopra  la  Città  noftra  di  Rimino,  hauendo  fatto  diligenza  di  fape 
re  rorigine  ti  l'antichità  particolare  delle Chiefe  principali  di 
quefta Città,fe  forfi  non  li  fera  impedimento  la  partenza  fua  bora 
da  cucfto  luoco  perilnuouogouernohauntoallancbilifs.  Cicci 
di  Spoleti  ci.po  deirvmbria  . 
%  Gio  Bat-     Vfcédo  poi  per  linea  retta  verfo  la  Porta, ch'eflc  fuori  della  Cit 
tifta  de'  R*.  ^^  ^^^^^  Oriente ,  entrando  nel  Borgo  di  S.Genefio,  qu*  vocatur^ 
P.  Carmel.  S.  Bartolomeo  fi  ricroua  U  Chiefa  di  Sap  Giouanni  Battifta ,  la 

roal 


bl  T^affaeU  tidìmàrh  ^9 

quaf  non  molto  tempo  fi  era  delIiConfratri  della  VcnerabilCó- 
fraterniti  chiamata  di  S.Gio.Battifta  delBorgcfùpoiconceffa, 
per  opera  dell'Ili.  Communità,con  il  fauor,&  aiuto  di  Monfignor 
Reuerédifsimo  Giulio  Parifani  di  Tolentino  Vefcouo  di  Rimino, 
al  tempo  del  F.  Pontificato  del  Santifsimo  Papa  Gregorio  XIII. 
alli  17.  di  Maggio  1 573  nell'inditione  prima,  alla  Venerabil',  6c 
antica  Rdigione  della  Santifsima  N.  Sig.  Madre  di  Dio  del  Car- 
mine, come  appare  de  i  Rogiti  di  M.  Pietro  Merenda  Cittadino 
Ariminefe,  &  Notaro  del  Palazzo  Epifcopale.  Quefta  V.  Chic«» 
fa  hora  fcrue  per  la  Parochia  di  S.  Gregorio  dal  Borgo  di  S  Gene- 
fe,  feu  S  BartolomeOjefiTendo  che  detta  Chiefa  di  S  Gregorio  fia  ri 
mafa  col  Tuo  Cimiterio  derelitto  fenza  officiarla,  ne  tenerla  con  la 
veneration  ,  che  anticamente  foleua  hauere;  per efler  così  vicina  à 
S.  Godenzo,  e  facil  cofa,  che  vi  fìano  flati  fepolti  de'  Corpi  Santi < 
Dalli  MR.Padri  Carmelitani ,  li  quali  con  l'aiuto  dellideuoti  di 
quefta  Sanca  Religione,  &  con  l'elemofine  delle  perfone  pie,  han-  Maruiodt- 
no  fabricato  in  breue  tempo  vn  poco  di  Conuento,  con  vna  bella,  ce  ch'e  gra 
&  grade  Chiefa,  la  qual  è  benifsimo  officiata  dalli  fodetti  M.Reu.  ^^.j*  p'/^^ 
6c  per  ancora  non  è  ornata  di  tutte  rAncone,ma  parte  l'Altari  Ca  moQaa  poi 
pelle ,  per  non  cffere  fé  non  poco  più  di  quattro  anni],  che  fu  dato  che  fantifi 
principiojtuttauia  fi  va  fabricando,  &  accommodandoi  In  quefta  "  »  "echi , 
V.  Chiefa  ,  vi  è  la  deuota  Compagnia  dell'habito  della  Santif-  ^^*  ^?"" 
(ima  Madonna  del  Carm  ine  molto  frequentata,  non  folo  da  quel-  ^  Madoiin» 
li  della  Città ,  ma  anco  da  tutti  gl'altri  della  Diocefi  ;  la  cui  erigi-  del  Carm. 
ne  hebbe  da  Elia  Profeta,  nel  Monte  Carmelo, 

Ritornando  poi  dentro  alla  Città,  &  voltando  verfo la  Porta 
che  guarda  dalla  banda  del  Meridiano,  fi  troua  parimente  vn  Co-  j,  chiart. 
uento  di  Reu.  Suore,  addimàdate  le  Suore  di  Sàta  Chiara ,  con  la 
lor  Chiefa:  il  qual  Conuento  è  di  buona  grandezza,  &  capacitai 
doue  vi  ftà  buona  quaciti  di  Reu.  Suore,che  feruono  i  Dio  N.Sig. 
Sotto  la  Regola  de!  SeraphicoS  Fràcefco,  eSàca  Chiara  ver  d  Affi 
fio;  Prima  chiamato  fotto  il  titolo  delle  Reu  Suore  della  Madóna  ' 
de  liegno,  nel  quale  vi  furono  mefTe  quattro  Reu.Snore,  di  quelle 
che  Ci  leuorono^Monafierio,  che  fu  conceflballi  M.Reu.  Canonici 
Regolari  Lateranenfi ,  come  di  fopra  fi  è  detto;  l'altra  fu  mandata 
à  R3uenna,nel  Monafierio  di  detto  ordine.  Cosi  fu  adonque  vni- 
to  il  detto  Monaftcrioalla  V.  Religione  delli  M.  Reu.  Canonici 
Regolari  Lateranenfi,  l'anno  1465  dando  il  vico  in  vira  loro  à  eia 
fcheduna  delle  fcdette  Monache>le  quali  hàno  due  Chiefe,  vna  de- 
xai'^  .         '  Ni  tro 


lòd 


Sito  T^mlnep  Libro  Prima. 


Confecra-  ^^  '^^  detto Conuento,  &  l'altra  di  fuora,  in  quella  di  dentro  già  (i 
rione  i.     fepeliuano  le fodette  Reu. Suore,'dicono per  traditione,che  fia  c5- 
Domen.  di  fecrata;  la  cui  Confecratione  fi  celebra  la  fecóda  Domenica  di  Già 
Giugno.    gno,&  la  Dedicatione  fi  fi  la  Natiuità  della  Madóna  alli  8.di  Sec- 
tembre.le  fodette  Reu  Suore  fi  chiamauano  della  Madonna  di  Be- 
gnOjCome  appare  anco  in  un  libro  loro  antico ,  del  conto  delle  in- 
tra te  de!  Monafterio .   V^na  Reu. Suore, ch'è  circa  scanni,  ch'è  in 
detto  Conuento,dicc  per  traditione  hauer  intefo,  quando  intrò  in 
detto  Conuento ,  ch'era  ftato  fabricato  più  di  quattrocento  anni, 
SFracefco  prima  che S.  Franccfco  venifife à Rinnino,&  vifirafle  la  reftauratio- 
dorme  nel  ^e,  che  di  nouo  fi  faceua  d'effo  loco,&  fofle  in  detto  Conuento,  & 
di  s'chia-  ^^^  niangiafre,&  dormifle  nella  Chiefa  efteriore,più  toflojche  nel- 
ra .  la  interiore,mentre  fi  fabricaua.  Tutte  le  Reu.  Suore,  dicono  tene- 

re per  traditione,  che  in  detto  Conuento  vi  fu  vna  Reu.  Suore ,  la 
B  Giouan  quale  fin'alihora  prefente  fi  chiamaua  la  Beata  Suor  Giouanna  Ab 
***'  badf  (Ta  di  detto  luoco,e  forella  carnale  di  Suor  Catherina,  la  qual 

fu  in  ferma  di  lebra  anni  venticinquej&  una  notte,  chiamando  la 
Madre  BadefTa,  difle  io  fon  guarita,  &  non  ho  più  male  alcuno,  6c 
duci  Medici  vecchi  me  hanno  onta,&  fono  reftata  fana;  &  cosi  le- 
uandofi  la  Madre  BadefTa  ritrouò  ciò  eflere  vero,  6i  difie  ch'era  no 
S^.Cofmo  fiati  li  Santi  Cofmo,&  Damiano  lor  protretori;  &  hora  nel  Refet- 
&  Danila-  torio  di  dette  Reu  Suore,  nel  muro  è  dipinta  quefla  Reu. Suore  in 
^^  •  in  vn  letto.fii  vno  delli  detti  Santi  tiene  un  vafo  d'unguéto,  &  l'al- 

tro la  onge.  &  nell'anno  isSy.ilgiornodiS  Croce,  alli  14.  di  Set- 
tembre, moifeunaReu.  Suoruecchia,  chiamata  Suor  jlfa betta  de 
Suor  Ifa-  Caftaldi,  la  qual'  era  di  fanta  uita;6:  fi  dice,che  conferi  con  alcune 
fl^'u'  ^**  f"^c-<^"^P3g"e,  che  in  quella  malatia  haueua  domandato  gratia  a 
Dio  Nofiro  Signore,  di  feniire  li  dolori,  ch'egli  pati  de  i  tre  nodi 
della  fua  delicata  fchena,-perche  haucua  nel  me7ZO  una  piaga  lon- 
ga,nella  quale  fi  uedeua  queldiuino  dorfofcoperrojquàdola  mo- 
S.  Bcrn.     firò  al  deuoto  S.  Bernardo:  onde  uenendo  à  morte,  mandò  fuora 
tre  firidi  tanto  horrendi,chequafi  tramortirle  Reu.  Suore.che  pre- 
fentefi  trouaronO;  éi  iubitofpirò  ;  &  mentre  viueuamai  mangiò 
carne, ne  beuè  uino,digiunai!a  fpefle  uolte.61  frequenraua  la  San- 
Trelato  t'esima  Cotrtr.unione,  facendo  nfìai  orationi  &  ekmofne  La  fo- 
che bene  detta  Beata  Suor  Giouanna,  forella  della  detta  Suor  Cctherina 
diua  la  n.é  Hfiiediceua  la  menfa  d  taiiola.e  poi  Ci  ririraua  in  una  grotta  iti  for 
fa,  e  poi  fi  j^^g  d'una  fofla  da  grano,  ^  dove  hora  è  il  granaro  uè  n'erano  tré 
paruua .     ^j-  ^^^^^  grotte,come  redificano  recordar  fi  ai  prcfenre  le  R'-u.  Suo- 
re i  quando  fu  morta  la  fodetta  Beata  Suor  Giouanna,  fu  fepolta 

liei 


7)1  Raffaele  t/Ulmdrìl  x  t  i 

nel  muroi  douc  hora  è  un  Crocefiflfo,  nella  Chi'cfa  inferiore  appref 
fo  la  pilla  dell'Acqua  fanca,  &  a  certo  tempo  fi  fentiua  odore  gran 
difs.di  uiole  ciocte,così  durò  afifai  tempo,&  così  hora  teftifìca  una 
Reu.Suor'  hauer  fentito  affai  uolce  detto  odore,có  la  fodetta  Suor 
lfabetta:&  appreflfo  detta  Beata  Suor  Giouanna  ui  è  fepolta  Suor 
Diadema  di  Pierleone.  la  fodetta  Beata  Suor  Giouanna,e  Suor  Ci 
therina  fua  forella,  &  un'altra  chiamata  Suor  Margarita,  sì  battc- 
uano  con  difcipline  di  ferro ,  come  hora  teftifica  hauer  ciò  intefo 
Suor  Ifabetta,  che  fi  batteuano .  Et  hora  fi  ritrouano  due  fpóde  ài  Difcipline 
letera,  vna  dal  capo,  e  l'altra  da  i  piedi,  in  una  di  ferro . 
delle  quali  ui  è  una  Pietà  con  detta  B.  Suor 
Giouanna,  con  le  infrafcritte  lettere  antiche . 
QueSìa  Cella  fa  di  Madonna  Suor  Giouanna^ 
la  qual  fu  Abbadeffa  di  detto  Conmnto  tten» 
tacinqke  anni, 

Quefta  Arma  dicono  eflfere  dipinta,  doue 
fi  legge  la  fodetta  infcrittione.la  fodetta  Bea 
ta  fu  circa  gli  anni  di  Noflro  Signore  i  i8o. 
^n  quefto  Conuento  {\  trouano  l'infrafcritte  Sante  Reliquie. 

1  Vn  nodo  del  Dito  di  S.Biagio  Vefcouo,  e  Martire  , 

2  D'vn  Braccio  di  s  Romano  Marcire. 

3  Del  Sangue  delii  Santi  Cofmo,&  Damiano. 

4  Della  Cuna  di  Chrifto. 

5  De!  P.efepio  di  Chrifto, 

6  Della  Sedia,  do  uè  fedeua  il  Signore,quandoprcdicaua  à  i  San- 

ti Apolloli  . 

7  Della  Verte  diChrifto. 

8  Del  Sepolcro  di  Maria  Vergine  Noftra  Signora. 
p  Della  Tonica  di  S.Lodouico  . 

10  Dtl  Silicio  di  Santa  Chiara  Vergine . 

1 1  De  i  Capelli  di  detta  Sanca  Chiara  . 

1 2  Vn  Ligazetto  di  quarantena ,  &  altre  Sante  Reliquie . 
Parcédofi  di  qui  poco  ]òcano,ò  p  dir  meglio  cóciguo  al  fodetto  C6 

uento  di  S. Chiara  verfo  la  potrà  di  S.Andrea,  vi  è  il  grande,ricco,  S.Matteo. 
&  Ven  Conuento,  delle  Keu.Suore  dette  di  S.  Matteo,  pereffer  la 
lor  Chicfa  intitolata  S. Matteo.  Q^ieilo  C'onuent  >  dalla  parte  che 
guarda  il  Meridiano,  è  t'abricato  fopra  le  muraglie  antiche  della 
Città, &  è  di  grandifs.  capacità,  doue  ui  (tanno  una  gran  molcitu- 
dine  di  R.  Suore  che  p-^H'ano  al  numero  di  cento,iJ<:  feruono  à  L io 
N.  Sig.  fotco  la  Regola  del  P.S.  Agoft.  retirati  i  quefla  Regola  dal 

molto 


f» 


sito  IRimheJe  Lìiro  Trlm$l 


isolco  Reu.  Sig.<5ìo.Battiila  Modefto  fratello  del  molto  Ken.  Sìg. 
Arciprete  di  S.  Lcdezo,  £c  Parocco  di  S.  Gio.  e  Paolo  di  Rimino, 
che  delle  fodette  Reu.  Suore  fu  desinato  CómifTario  Apodolico 
perfona  di  buona ,  èc  fanta  vita ,  alqual  parue  bene  riformarle  in 
queflo  modo  ;  effendo  che  militauano  fotto  la  Regola  del  Padre 
San  Benedetto,  U  i  Padri  che  n'haueuano  la  cura  (i  dimandauano 
dclli  Humiliati  :  La  cui  origine  fii  caufa ,  le  guerre  di  Federico 
BarbarofTa ,  per  i  danni, che  diede  i  Milaao ,  è  quefto  per  eflbrta- 
tatione  del  Beato  Giouanni  da  Medda ,  Prete  da  Como ,  laquale 
hebbe  quel  fine,che  fi  si ,  e  fi  legge  nella  vita  di  San  Carlo  Borro- 
meo. La  cagione  dì  qucfta  mucatione  non  fi  sà.folo  che,  come  (\  è 
detto,  cosi  parue  bcn'c  conucnience  al  fudecto  Signor  Reu.  Com- 
miflario,&  forfife  ne  potriano  hauere  qualche  ragioni,  fejfi  fuflcro 
confcruate  le  fcritture  del  detto  Monafterio ,  ò  Conuento ,  le  qual 
andorono  a  mar&  s'abbrucciorono  per  vn'incendio  occorfoin 
CoDfccra-  ^"^°  Monafterio.il  fudetto  Signor  Reu.  Commiflario  pafsò  à  mi- 
lione 3    'glior  vita  del  1550.  La  Confccratione  della  lor  Chiefa;  fi  celebra 
DomcD.     la  terza  Tìomenica  del  Mefc  di  Maggio ,  la  qual  Chiefa  fé  bene  ri- 
tirata affai  dal  commercio  della  Città  in  vn' Angolo,nondimeno  è 
di  conuenientegrandezza,&  bellezza  ornata  d'Alrari,è  pitture  co 
ifuoi  corami  d'oro.  &per  la  buona  fama,  &  fantità  delle  fodette 
Kcu.Suore  l'IlLSignor  Galeazzo  Mengozi  da  Rimino,moflb  da  ze 
lodi  veracaritaM'anno  15^4-  ferro  li  io.  di  Lugio,  lafciòal  detto 
Cóuéto  vna  groffa  poffefsione  à  S.Saluadore  di  ducéto  tornadurc 
di  terra  bonifsima,  con  vna  buona,  &  bella  Torre,  &  cafa,  co  obli 
go,  che  le  fodette  Reu.  Suore  tufferò  obligate  i  veftire  per  l'amor 
di  Dio,  &  accettare  nel  lor  Conuento  dodeci  Cittadine,  che  fi  vo- 
leflero  far  Religiofe .  In  quefto  Conuento  vi  fono  tutte  le  arti,  che 
fono  neccffarie  al  viuere,&  veftire  di  dette  Reueréde,  etiam  de  fpe 
ciaria  di  cofe  medicinali,  &  Maeftre  di  Mufica,  &  Organo,  &  altri 
inftrumenti  molto  eccellenti:  per  il  che  vi  ftanno  fempre  buona 
quantità  di  Giouenette  delli  noftri  Cittadini,  per  imparare  lette- 
re,Iauorare,6t  altre  virtù  appartenenti  à  donne. 

In quefta  Venerabil  Chiefa,  vi (\  conferua  le  pretiofe ,  &  fante 
Teftedelle  Sante  Antonia,  &  Vittoria  Vergini ,  &  Martiri,  due 
della  Connpagnia  delie  vndeci  millia  Vergini;  le  quali  per  la  fefta 
di  Sant'OrfoIa  fi  pongono  su  l'Altare.  M. della  Chiefa  interio- 
re . 

Dipoi  fcendendo  verfo  il  Mare  paflata  !a  Chiefa  à\  S.Francefco 
S.Euftaiia.  vi  èilnobil  Conuento  delle  M.  Reu,  Suore,  che  s'adimandano  !c 

Reu. 


7)i  Raffaele  tidlmarV*  iij 

Reu.  Suore  della  Madonna,e  di  S  Eufemia,  le  quali  Suore,  prima 
haueuano  i!  lor  Monafterio  fuori  del  Borgo  di  S.  Gc-ne{e,feu  S.Bac 
tolomeo  verfo  rAufa,dou'è  anco  ui  (uccefTe  vna  cofa  notabile,  la 
qual  fu  ,  che  eflendo  portata  vna  ngiioiina  piccola ,  &  lafciacola 
innanzi  la  porta  del  detto  Monaflcrio,  le  Reu.  Monache  per  zelo 
di  vera  carità  pigliarono  la  creatura, &  la  fecero  alleuare  a  vna  ba 
lia,oner  nutrice  perfino  alli  tre  anni  ;  li  qual  paffati  fé  la  repiglio- 
rono  in  detto  Monafterio ,  allenandola  in  coftumi ,  6c  deuotione 
Chriftiana  della  fua  Religione  vcftita.-la  qual  crebbe  in  tata  buon 
td,&  in  tanta  deuotione,  intenta  fempre  alle  cofe  celefte,che  tutte 
le  Reu-  Monache  la  teneuano  in  gran  venerationc ,  come  perfona 
irreprenfibile,  &  di  fanra  vita,  la  quale  venendo  à  morte,  &  efìfen-- 
do  fepolta  in  la  Venera bi!  Chiefa  di  S.Godenzo,doue  fi  foleuano 
fcpelire  le  dette  Reu.Monacheper  la  vicinanza,&  fan  ti  ti  dell  lic- 
eo ,  apparue  la  notte  feguente  in  vifione  al  molto  Reu.  Padre  Ab- 
bate di  S-  Godcnzo,  &  lo  pregò,  che  per  amor  di  Dio  la  voleffe  far 
cauare  della  fepoltura ,  &  batteggiarlaj  poiché  per  negligenza  de* 
parenti ,  e  delle  Reu.  Monache  ella  non  era  ftatabatteggiata,  & 
per  quefto  non  poteua  intrare  in  CieIo,comefi  legge  :  Nifi  quìs  Re- 
natus  fuerit  ex  aqua,  &  Spiritu  Sancto»  non  potè  fi  introirein  Regnami 
Siti  S.  cannis  Cap.  1 1 1.  ^'fjfJe^i 

Così  il  detto  molto  Reu.  Abbate  la  mattina  venendo  fececa--  VJTSTH 
care  il  Corpo  di  detta  Reu.  Monaca,al  qual  pergratia  diurna  tor  §.^,  nan  pso 
nò  l'anima, &  la  batteggiò,  ponendoli  nome  Ofanna,  come  da  lei  /*/?  tntrsi?» 
rnedefima  l'era  ftato  detto,  ch'era  in  piacer  di  Dio  Noftro  Signore,  "»  R^g"**'» 
la  qual  con  vmiltà,&  reuerenza  grande,  ringratiando  Dio  Noftro  EV' 
Signore,&  Redentore,  &  il  predetto  Vencrabil  Padre  Abbate,  &     *°"'' 
tutti  gli  altri  circolanti,  in  particolar  del  beneficio  del  Battefimo, 
&  delli  altri  benefici}  fatteli; quella  Beata  anima  Ci  partì  dal  corpo 
con  grande  allegrezza ,  e  gloria ,  cantando  gli  Angeli  driciò  verfo 
il  Cielo . 

In  che  modo  poi  fuflero  ridotte  dentro  della  Città,  &  di  che  té- 
pò  non  ce  n'è  memoria  alcuna,  chefifappia,  folo  fi  può  credere, 
che  per  le  guerre,  &efcurfion!  de'  foldati,  che  furono  in  Italia,  in 
particolar  del  M  V  L  incirca,  tanto  innanzi,  quanto  dopoijcfie 
fuflero  coftrette  à  ritirarfi  nella  Città  Qiiefto  cóiiéto  bora  d  troua 
benifsimo  accommodato  d'habitatione,  &  facoltà,  &  è  in  Ifola, 
con  le  ftrade  d'intorno,  tégano  quefte  Reu  Suore  Dogena  ài  Gio 
oanette  ad  imparare  lettere,  &  altre.  Militano  fotto  la  Regola 
de  i  Seruiy  di  S  Agoftino ,  li  quali  Reu .  Padri  già  ne  haueuano  cu* 


J9 4  sito  Klmìne/i  Libro  Primo  2 

ra,  fé  bene  hcg^idì  fonofotto  la  cura  de'  Reu.  Preti  fecolari,  non- 
dimeno ancora  tengono  l'arme  della  Religione  de  i  Serui,  recitan- 
do pur  i diuini  Offici  all'vfanza  de  i  Serui.  La  Chiefa  loro  è  affai 
bella,  ornata  di  Pitture  >&  Altari ,  6c  commoda  per  il  popolo  del- 
la Citti. 
S.  Sebaftia  j>i  qui  partendofi  caminando  uerfo  Tramontana  trouaremo  il 
■®'  nobil  Monafterio  delle  Molto  Reu.  Suore,  che  fi  chiamano  di  San 

SebaftianOjlc  quali  militanofotto  la  Regola  diSant*Agoftino, 
ti  prima  haueuano  il  lor  Monafterio  alla  muraglia  noua  della 
Città,  &  fabricato  fopra  alla  vecchia  poco  lontano  dalla  Porta 
di  Santo  Andrea ,  uerfo  però  il  Cartello,  ouer  Rocca,  come  appa- 
re qui  per  rinfrafcritta  fcrittura  » 

In  thrini  les ÙN ornine  ^men  anno  ab  eìu4  Natwtate  M  f^  I  1>  In- 
dìctione  fecudaytemporeVontificattis  SauSìiffimi  D,  N.  D.  Mexandri  ùi- 
mna  Vroitìdentìa  Tapa  Sext'hdìe  jo.  Menfn  oeumhris .  yentrabilis,  & 
bonoranda  I{,Sor  Seraphina  Traniula  de  Ferrarla  jtbbaùffa^  &  Sorores 
MonafÌ€ytj,& Connentus  SanSU^hguSììmde  ^rimino,  congregato^&  co 
adunato  capitnlo  dì6ìì  Conuentus ,  in  quadam  ^ula  feu  Camera  'n4Xt(u>  Ec- 
ileftam  fkam,  yh'i  talia fieri  confueuerunt  ad  QampandU  fofìummor<^ 
[olito  de  mandato  Venerabìlis  fororis  Serapbinx  "Priori ffs  diSi  Conuentui, 
&  ^bbatJ[pt  dd,  Monialium  ,  in  qua  congregata  interfuerunt  omnes  i«_^ 
pr^fenteforores  dì6ii Conuentus ,  &  profefff ,  &  rocem  h^bcmei  in  Ca- 
pìtulo  exìfientei  rltra  duas  tertias  pxrtet  dìGfarum]  fororum  diQi  Con- 
uentus,&  totum  Capitulum  reprAfentantet  :  Omnes  rnanmiter^  &  eon- 
cordtter  cum  voluntate,  autÌ3orìtatc,&  confenfu  F{euerencltfsìmi  ìnChrìfìo 
Tatrìs  Domìni Ranaldi  Balacchì  Vrapifiti  Ecdefidi  C^htdrdis  jlrimen^ 
^  Commìffarif  ^pofiolici  ?pccialiter  ad  infrafcr.vt  de  eius  commifione  p<i 
tet  per  Breue  ^pofiolicum  à  me  Notario  infra/cripto  vifum ,  &  le^umy 
yna  cum  fuppUcaiione  tntraclufa^  rti  vigore  femitiei per eundem  Commif 
farium  latA  fuperprxdiÓiis,  <&  in  prxfemia  mei  Notarij  p//*,  &  leSx,  de 
qua  rogatm  fuit  S.Sìgjfmundus  de  Futeranis  Notarius  jiriminen,&  di&ui 
Dominus  CommifiaritiS  ^pofìoUtus  ,&  abeo  etesii  per  fé,  &  earum^ 
lucci fìores  in  di6ìo  Monafierio  iure  proprio j&  in  perp:tuit  dtderunt,  cef» 
jerunc,  &  conccfkruntj  permutaueruti-y  atque  tradidcrunt  Reu.  in  ChriSìo 
Tatri  Matthto  (f.Bstrtholomp  de  Gemignanis  de  Matuua  VriotiSantii  ILe 
tory  mi  de  Stoico  de  ^rimino  prtsfcnti,  &  iìipulanti  j  &  reapìemi  nomi- 
»c,e?"  yice  eius  Monafìerij  S.  Httrotiymi  pr^di^i *  &  pio  eiusfucceffori' 
buiin  d'iHo MonafìeriCy  crCouentu  vnam  F^ccleftimipfirum  Monialium 
lum  vno  Oratorio  iuxta  di^am  EccleftaWy  ^  vno petia  orti  itrXta  di{iam 

EccU' 


Di  Raffaele  t/^Mmari  tot 

tcekfiaWy  &  cum  vno  modico  Domus  ìuxta  dì^am  Ecclefiam,  iuxta  ria 
puhlicam ,  &  d<Mum  ortum ,  cum  ma  Domucula  iuxta  Campanile  di^ne 
Bccteft£  verfus  pomeridianum  cum  vno  modico  terreni  extra  murum  ve- 
teris  Communitatis  infra  fundamenta  vj.  exi^entia  prò  latitudine  .{• 
d primo  latere  via  2.  Oominus  Ludouicus  Referendarius  ìllufinlfimi  Trin» 
cipìs  Domini  Tandulphi  de  Malateftis  de  Arimino^quo  ad  iura  eius  pr^fen" 
tis  add.  Sororibui.à  ^,alia  via  iuxta  menia  Cittitatis  antiqua, &  moderna, 
à  4  hàredes  {{uberti  S. Tetri  de  Arimino,€t  alia  ktera,  &  confinesfiqui 
funt  veriores  antiqui ,  vel  moderni  pr^diSis  rebus  pofttisy  feu  exiflcntibus 
verfm  Montaneam^  ^  cum  acceffibus  ,  &  egreffibusfuìs  vfq;  in  viaa  pu- 
hlicitSi&cum  omn\b.,&  fingulis^quA  infra  prdidiQa  contìnentur  coofìniaf 
&  cum  omnibus.  &  ftngulis iuribus pr£torijs  ciuilibMi,realibus,perfonaU' 
biis,mixtis  rei  prdifecutorijs  ppalibus,fìmplicibufiduplicibu!tbenefidei,& 
firi^i  iuris perpetuis ,  &  temporaHbuf,tranfitorijst  &non  tranfitoriji  ad 
hsredesfamofiSf  &nonfamofìsdire^isvtilib(4S,  &contrariji  vniuerfali- 
buSyftnguUribuitaSii,  &  exprteffii . 

Li  molto  Reu.  Frati  di  San  Gieronimo  fodetto,  che  oggidì  fé 
ne  feruono  per  hofpitio,&  è  intitolato  Sant'Onofrio  figliuolo  del  ^  Qf^c,fclo 
Rè  di  Perfia  Anacorita  .cfl'endo andate  le fodette  Reu.  nel  Mona  fì'gi.deiRd 
fteriojò  Conuento,doue  hoggi  fono,che  fopra  hauemo  detto.  Qae  di  Perfia. 
fio  fu  Palazzo  deiniluflrifs.  Signori  Malatelti,  qualConuentoè 
molto  grande ,  &  in  ifola ,  &  ricco ,  gouernate  in  Spirituale  dalli 
molto  Reu.  Canonici  Regolari  Lateranenfi:Andandoueftitecon 
il  Recchetto  nobilmente  à  ufanza  loro .  La  fudetta  Reu.  Suor  Se— 
raphina  Prandula  Cittadina  Ferrarefa,  fu  AbbadefTa  di  dette  Re— 
Merende  anni  decidottto ,  &  al  fuo  tempo,  e  per  opera  fua  lì  tscQ 
quefta  mutatione  di  luoco,  &  quando  è  partirono  dal  detto  Con- 
uento  vicino  alla  muraglia  della  Città ,  come  difopra,  &  facendo 
cauarc  le  offa  delle  lor  Reuerende  Suore  morte,  per  portarfele  con 
loro,li  fecolari ,  che  faceuano  tal  officio ,  più  volte  fentirono  ua-- 
rie  impedimenti  di  non  lo  poter  fare,  sìchefiprouòIaReueren- 
da  BadcfTa ,  con  altre  Reuerende  Suore  di  far  quefto,  trouarono  il 
Corpo  della  Reuerenda  Suor  Michelina  da  Rimino,fenza  lefione 
alcuna,  fondatrice  di  detto  Conusnto,ftir  in  aria  fenxa  toccar  ter- 
ra, &  leuatala  con  folenniti  grande,la  pofero  in  una  cada  di  mar* 
mo,  douealprefenteficonferua,  &  le  dette  Reuerende  Suore  la  B-Michtli. 
tengono,  &  adorano  per  Beata  ;  la  qual  in  vita  fua  fu  di  gran  ca*  f^^^^^^' 
tìzi ,  &  eccellenza  nel  confortare  gli  Angonegianti ,  dandoli  vti-  ^  Bandella 
li,  &  Chrilliani  auuercimeou,  per  confondere  rillufìoni,  £c  cen-  di  molc»j 
utioni  diaboliche.  pietà. 

^  O  II 


/•^  sito Rimìne/è Libro  Primo, 

Il  reftante  delle  dette  ofla  fu  poi  cauato  dalli  fecolari,  che  più  non 
Kebbero  impedimento  alcuno .  Nella  fodetta  Chiefa  vi  era  vn'E- 
pitafio  antico  Monìatium  Sanóìi  ^uguSìinì (aiuti  ex  voto.  Q^Tlauttuf, 
lu{ÌMs.  ^edil,  M'm.  N.  S.  F.  T.  caffiae .  Threptfe ,  S.  &  Q^  Plauti  rere- 
cundì  P.  r.  Mdem  H.A,  t.    >AHLL.  Q^   DKIN  ^. 
QuefteReu.  Suore  hanno  la  lor  Chiefa  di  San  Sebaftiano affai  bel 
la,  &  grande,  ornata  di  Pitture,  Altari,  Organo,  &  commoda  per  li 
Cittadini;  Nella  Chiefa  interiore  dentro  la  claufura  vi  fono  in  par 
Inuenta.i  «colare l'infrafcrittc  Sante  Reliquie.  In  prima  una  fpina  della 
rio  dis.Re  Corona  di  Chrifto  Noftro  Signore ,  la  quale  fi  dice,  che  il  M.  R.D. 
liquic .      Afcanio  Martinengo  Nobil  Brefciano  ,  al  tempo  ch'era  Priore  di 
S.Marino  di  Rimino, quando  fabricò  la  fua  Chiefa,&  Monafterio, 
l'approbò  col  fuoco  nel  modo  folitO}  ^confueco  di  Santa  Chie- 
fa . 
2  Reliquia  di  San  Felice  Martire. 
^  Reliquia  di  Santa  Brigida. 

4  Reliquia  di  Santa  Dorotea  Vergine ,  &  Martire . 

5  Reliquia  di  Sant'Apollonia  Vergine,  &  Martire. 
é  Reliquia  di  San  Benedetto. 

7  Reliquia  d'vnbrazzo  di  San  Sigifmondo  Martire  Ré  di  Bor* 

gogna. 

8  Reliquia  di  San  Felice  primo  Martire. 
P  Reliquia  di  San  Barnaba . 

10  Reliquia  di  Santa  Chriftina. 

11  Reliquia  di  Sant'Anna. 

12  Reliquia  di  Santa  Barbara . 

La  Sacra  della  detta  Chiefa  Ci  celebra  l'vltlma  Domenica  di  Otto^ 
bre:  6i  il  giorno  di  San  Sebaftiano ,  titolo  di  detta  Chiefa ,  vi  uà  la 
Procefsione  folenne .  Quefte  Reu.Suore,oltre  gl'effercitil  ordina» 
ri}  »  fi  eflercitanò  particwlarmente  in  teflere  veli  di  feta  per  le  don- 
c     Hata  ^^*  ^^^  portano  corrotti  per  lor  Defonti .  Et  fanno  vna  compofi* 
cofa  vera-*  ^ione  di  zuccaro,  &  canellai  guifa  dicanella  naturale  di  eccelle^ 
menu  da  te  fapore,  &  vifta,  che  s'addimanda  canellata,&  adornata,accom 
PfCDcipi.  modata  nelle  fcatole  con  bombafo,  e  carta  nobilméce  intagliata, 
la  qual'è  mandata  per  tutte  le  più  nobil  Città  d'Italia,  &  può  (la- 
re al  parangone  di  quella,  che  fi  fa  à  Bergamo,  Città  di  Lombar- 
dia .  QueOo  Venerabil  Conuéro  fi  troua  benifsimo  accommoda* 
to  d  habicatione perle  Reu. Suore, che  ui  ftanno  nobilifsimamen- 
te,  &  ogni  giorno  fi  vàuo  fabricando,  &  per  efl'ere  la  maggior  par- 
te di  loro  nate  di  saguc  nobile;&  è  ricco  di  buonifsima  intrata,che 

perciò 


ì>i  l^afaelc  tAdltnkrì,  ^«f 

perciò  s*iritthctej5er  cola  ceita  >  c'hannó  rifoluto  di  voler  fabrica» 
re  vn  luoco  grande  appartare  a  pofta,  per  potere  più  comodameli 
te  feruire  le  giouane  di  quefta  Città  à  dogcna,come  l'altre,  che  fa- 
rà di  grand* vtile,&  honore,per  efferui  nel  prefato  Conuento  Reu. 
Suore  molto  virtuofe  d'ogni  forte  di  fcienze  à  lor' appartenenti  * 
Et  hanno  vn  buonifsìmo  Coro  di  Mufica  sì  di  voci,come  d'inftru- 
menti  delle  medefime  Reu.  Suore. 

Andando  poi  vetfo  la  muraglia  della  Città ,  che  guarda  al  Ma* 
re,  verfo  Leuante,vi  è  il  Conuento  delle  molto  Rcu.Suore  volgar- 
mente dette  le  Suore  delli  Angeli  :  ma  veramente  fono  Suore  della 
preclara  Vergine  Santa  Chiara,  per  efTerefotto  la  Regola  di  detta 
Santa  :  forfi  hanno  tenuto  il  nome  delli  Angeli  ;  perche  del  1080. 
cffendo  flato  principiato  vn  Monafterio  fenza  claufura ,  nel  qual 
tra  l'altre  cofe  notabili, e  degne  da  faperf?,  vi  è  vna  Celecta  piccio- 
4a,  &  molto  antica,  &  deuota ,  doue  la  Beata  Chiara  fi  cratteneua 
alTii  tempo  nel  fare  lefueorationi:  nel  cui  muro  fi  vede  dipinto 
Chrifto  No  (Irò  Signore,  inatto,  che  fa  oratione  nell'Horto  dal 
petto  \n  su  al  Padre  Ecerno  ;  &  fé  ben'  è  ftata  fatta  diligenza  ,  che 
con  la  pitcura  fi  vegga  tutto  il  redo  della  perfona:  nondimeno  no 
fi  è  mai  potuto  effettuare  .poi  dopò,  che  re  flato  dipinto  la  matti- 
na uenendo ,  non  trouorono  fegno  alcuno  sù'l  muro  di  detta  pit- 
tura ,  &  che  in  tutti  i  Venerdì  dell'anno ,  parcheefchi  fudore  nel- 
la Santifsima  Faccia ,  &  nelle  Mani ,  &  in  particolare  nel  Giouedì  Giouedl 
SautOjla  notte ,  uenendo  in  queirhora,ch'egli  fndò  Sangue,appar-  Santo . 
uè  que(ta  Santifsima  imagine  nel  volto  tutto  colorito ,  come  rofa 
vermiglia  :  Ma  poi  il  Venerdì  Santo ,  nell'hora  che'l  Signore  mo- 
ri per  noi  in  Croce,  fi  dimoflra  la  detta  imagine  tutta  fcolorita,  & 
fmorta  :  come  anco  molto  prima ,  è  ftato  fcritto  dal  molto  Rcu.P. 
F.  Giouanni  Francefco  da  Carpi  Minor  olTeruante . 

Nel  fodetto  Monafterio  v'erano  à  principio  fei  Suore  .  La  Bea-  g.^^iar*. 
ta  Chiara  della  nobil,  &generofa  Famiglia  di  M.  Chiarello  di  Pie 
tre  di  Zicheo,  &  di  Midonna  Giudianafua  moglie,Padre,  &  Ma 
dredl  detra  Beata,  che  dalla  Città  di  Fiorenza  erano  venuti  ad 
habirarà  Rimino,  forfè  per  le  parti,  ch'erano  in  quella  Città,  la 
qua!  fiì  circa  gli  Anni  del  Signor  Noftro  ,  Mille  e  trecento . 
Quefla  da  Dio  benedetta  Creatura  ,  rimafe  di  fette  anni  fenza  1$ 
fua  cara  Madre,  la  qual  pafsò  à  miglior  vita,  &  dopò  tre  anni,  che 
il  Padre  eia  reftato  vedono,  Ci  congiunfe  in  Matrimonio  con  vn  al 
tra  Dona,  al  figliuolo  della  quale  diede  per  Moglie  la  fua  Chiara, li 
quali  viueuano  in  piaceri,6c  allegrezza:  ma  poi  fu  rapito  dalla  mor 

O     z        te 


iBi  Ttìtò  klmlnìp  Libro  Primi  i 

ce  il  fuo  marito  in  giouenil  età  reftando  vedoua  detta  Chiara.'é  tìS 
molto  dopò  morfe  anco  la  matrigna  di  detta  Chiara;Ia  quale  viuc 
do  in  ogni  forte  di  p5pe,6c  lafciui  portamenti, tolfe  vn'altro  mari* 
to.che  da  lei  fommamente  era  amato,  il  qual  era  ricco,&  potéte,si 
de  danari,  come  d'altre  facoltà  nella  Città  di  Rimino,  con  il  qual 
viueua  in  molti  piaceri,  &  delicatezze,  &  ftette  così  fin' all'età  fua 
di  J4.  anni;  nel  qual  tépo  trouandofiun  giorno  nella  Chiefa  dei 
M  Reu.Fr.Minori,gli  apparue, che  una  creatura  li  diceife,  sforzati 
Chiara  di  dir  va  Pater  noftro  à  laude, &  memoria  di  Dio  N.Sig  & 
nò  penfar  altro;di  che  li  pareua  molto  di!ettarfi,ne  poteua  nel  fuo 
animo  chiarirfi,che  quefta  fufle  vna  vifione,&  crekédo  nel  fuo  cor 
Appariiio  piacere  rneftimabile,  cominciò  àdilettarfi  de  luochi  folitarij:  & 
ne.  vna  volta  uifitando  la  Chiefa  del  P.S.Francefco,  con  un  dolce  pen» 

fiero  di  Dio,rapparue,&  non  ad  altri  di  fua  compagnia,  vifibile  la 
Gloriofa  Verg.  Maria  N.Signora.  circondata  da  più  Angeli,che  li 
differorò  Chiara,  c'hanno  giouato  al  tuo  amantifsimo  marito  tate 
ricchezze,  fiorita  Città,  &  giouentù  c5  afsiftenza  di  tanti  eccelléti 
Medici,nobiltà  di  Famiglie  fuperbi  cafamenti  &iattanze  gioueni 
li,fe  per  poco  caldo  febrile  morendo,da  te  fi  è  feparato?Qiiefta  vo 
ce  penetrò  talmente  nel  fuo  cuore  mutandoli  tutta  la  fua  volenti 
nell'Amor  di  Dio  N.  Sig.  facendoli  quafi  un  nouo  cuore ,  come  fi 
legge  effer  flato  fatto  da  Dio  à  Saul  primo  Rè  d'Ifrael  ;  Sì  che  da 
quel  tépo  in  poi,ella  pofe  vn  fermo  amore,  &  fperanza  nel  Sommo 
Iddio,  quiui  terminàdo  ogni  fuo  defiderio ,  &  emédando  la  paffa- 
ta  vita  d'errori  piena,  volfe  uiuere  in  habito,  &  ueflimento  religio 
fo,  acconfentendoui  anco  il  fuo  carnai  Marito;  dopò  la  morte  del 
quale,efsédoui  fiata  co  luicircai2.anni,diruoltadaluincolomatri 
monialc  fatta  totalméte  religiofa ,  elefie  p  fuo  Spofo'Chriflo  N.S. 
al  qual  totalmente  (ì  dedicò  facendo  uita  Monaftica  nelle  R.  Mo- 
nache dclli  Angeli  fotto  la  Regola  di  S.Benedetto  jla  qual  poi  do  • 
pò  non  molti  anni  parcendofi  da  quel  luoco ,  andò  al  luoco ,  che 
hoggi  fi  chiama  il  Conuento  delli  Angeli ,  ^  con  fei  altre  Suore, 
Cch'erano  iui  fenza  claufura,  conr-re  s'è  detto  &  altre  procefsional— 
mente  andorono  alla'Cathedraledi  S. Colomba,  doue  la- 
fciando  le  pianelle  in  Chiefa ,  fi  mifero  i  zoccholi,  pi- 
gliando la  Regola  di  S.  Chiara;  doue  poi  finì  la 
fua  uita  in  gran  fantttà,&  diuocione,ope- 
rando  cofe  miracolofe  tanto 
in  uita ,  come  in 
morte . 

RE- 


ItELATIONE    HAVVTA 

Dalle  molto  Reu.  Monache  delli  Angeli 
di  Rimino. 

^(j  Rima,  che  io  pafsi  più  innanzi ,  douendo  ra» 
gionare  d'alcuni  ftupendi  Miracoli  di  Chri- 
fto  Noftrc  Signore,fì  degnò  fare  in  perfona 
della  Beata  Chiara  ;  del  che  per  moftrarme-  b  Chiara," 
li  denoto,  quanto  più  poflb,breuemente  rac 
cótarò  alcune  cofe  fcricte  nella  fua  vita,  per 
lafciar  maggior  fpacio  nel  campo  de  i  meri- 
ti di  quella  Serua  di  Dio;  come  accennato 
nell'vltimo  di  quefto  mio  ragionamento  . 
Quefla  Beata  Serua  di  pio  nella  C^uadragefima  Ci  pafceua  dal 
principio  al  fine  di  herbe  crude  ,  tralafciando  il  pane,  ch'è  il  eoe 
dell' haomo,tormétando  il  fuo  corpo  crudelméce;  &  fri  l'anno  nel 
le  Fefte  di  Pafcha,  &  Domeniche ,  nelle  fue  viuande  fol  vn  poco  di 
ogliofpargeua.ll  nemico  dell'humaiia  generatione  cominciò  ten- 
tarla circa  tanta  relaflTatione  del  cibo  corporale,  &  delicato  viue- 
re,la4ual  tentationeellacon  lefueorationi  niente  poteua  rimo- 
uere,  &  quando  credeuad'hauerla  fuperaca  reltòconfufai  pure 
Giesù  Chriilo,  che  à  fuoi  deuoti  Fedeli  Tempre  foccorre  non  per- 
mettendo più,  ch'ella  fufìfe  tentata,  porgendoli  fanoni  intonò  alli 
fue  orecchie,  che  ella  difTe:  Leuateà  me  CHRIW  O,  &  aiutami, 
leuati  à  me  Giesù  guida  de  gi'huomini,  radice  di  I^auid:  Alleluia. 
Mirabile  cofa,che  nel  fuono  di  quei^e  parole  ta:o  di  fortezza, &  di 
vigore  Ella  riprere,che  tutte  le  tétationi  al  tutto  vinfe,  per  all'hora 
ebria  del  Spirito fanto;  Leuato  il  Sole  vfcita  di  cella,  &  chiamata 
vna  cópagna  comandò,  che  grapparecchiaflTe  le  brafie  ;  licentiata 
quella  andò  cercando  vn  zamboldo;ilquale  hauuto  diuife  in  quac 
tro  partijfic  aroftitolo.ch'è  cofa  horribile  à  raccontare,  il  tofsicofo 
animale  fi  pofe  alla  bocca,  &  con  eflb  U  dèci  oltra  i  labri  cominciò 
fregare,  dicédo  piglia  golofai  delicati  cibi,&  magia, &doppoi  al 
tutto  celfò  da  lei  fimile  demoniaca  tencatione.  E  cofa  certa,che  in 
dormire  ancora  fofie  molto  rigorofa;%di  notte  folicitaméceil  Ma- 
turino,&  altri  diuini  Offici),  di  conrinuo  celebraua,  è  in  fecreto  fi 
confeffauaj  Poi  crudelméce  co  catena  di  f^rro  fi  batccu3,><c  battuta 
co  quefto  martirio,  co  una  pietra  G  batreua  di  nono  il  pecco  lenza 
mifura,  ne  di  tal'officiofiripofaui  fé  non  vinca  dal  i^raa  dolor?) 

^  Oc 


1  li  sito  Rìmìne/c Libro  Primo  • 

6£  dalla  fiatica  >  Bc  quafì  mezza  morta  giaceiia ,  &  fé  ne!  dettò  péé2 
cato  fuffe  ricaduta,  la  pena  in  lei  (ì  duplicaua;  perche  ogni  giorno 
le  cafe  vificaua  per  l'elemofine  ;  domandata  fé  per  fé ,  tal  cerca  fa- 
cefTe,  rifpondeua  che  si,  6i  di  queflo  detto  cominciò  la  confcienza 
rimorderla,  dicendo ,  matta  voi  tu  perdere  l'anima  mentendo  ?  6c 
di  qucfto  fi  volle  confeflare  al  Sacerdote ,  ilquale  rifpofe ,  perche, 
percaufa  di  carità,  così  hai  fatto  t'affoluo. 

Confiderando  la  B.  Chiara  le  gran  gratie ,  che  del  continuo  ri--' 
ceueua  dal  Signore ,  fra  l'altre  occultamente  vna  volta  andò  a  ca* 
municarfi  alla  Chiefa  di  S.Matteo,  6c  communicatafentì  nel  fpiri.* 
to  gran  commotione,  &  verifimilmétc  li  parue,  che  vna  Corona  li 
fufl'e  porta  in  capo  di  tanto  pefo,  che  per  quindeci  giorni,nè  il  col 
lo,nè  il  capo  drizzar  potefle ,  &  volendo  alla  fua  Cella  ritornare , 
douefottrata  fufre,non  fapeua,nè  quafi  mouerfi  poteua,6i  parueli 
da  due  Angeli  effer  portata  fino  alla  fua  Cella ,  ne  hauer  tocco  la 
terra  :  Eflendo  già  vn  Monafterio  di  Monache ,  ouer  Suore ,  chia- 
mate Suore  fantuccie  fuora  delle  mura  della  Città  di  Rimino ,  no 
mancò  la  Beata  Chiara  in  piiì  occafioni  uifitare  in  perfona  detto 
Monarterio  è  Suore,  &  a  quelle  fare  raggionamenti  fpirituali ,  6c 
inftruirle  nella  Dottrina  Euange!ica,riducendoli  à  memoria,  che 
fé  concederemo  à  bifognofi,  &  à  poueri  del  Signore,benefici,e  gra 
tie  temporali,che  fono  doni  piccioli  in  quefta  vita,  che  da  Dio  No 
flro  Signore  cento  per  vno,  ne  riceueremo  nell'altra  vita ,  de'  beni 
fpirituali ,  che  fono  molto  maggiori  :  così  à  fue  eflortationi  fu  ac- 
cettata in  detto  Monafterio  vna  figliuola  d'vna  pouerella  per  f  a- 
mor  di  Dio,&  intercefsionedi  detta  ferua  di  N'j.GiesnlChrifto . 
La  Beata  Chiara  con  vna  compagna,  &  altre  tre  fpirituali  fi- 
gliuole, &  altre  genti  Vrbinate,6:  Cagliefe  in  numero  più  di  cen- 
to ,  fé  miflero  per  andare  ad  Afsifo  con  denari  per  otto  giorni  ba- 
llanti, 6c  firipcfaronoin  Vgubio,  dcuegli  abondorono  tante  co» 
fé  perii  uiuere,  che  cento  altre  fé  ne  paflfeuano  :  &  cosi  ftatìdo  vn 
certo  Gentil'huomoda  Vgubbio  infermo,  6c  diffidato  da  Medici, 
che  lohaueuano  in  cura  ,  Vditala  fama  di  quefta  Serua  di  Dio 
mandò  per  lei  che  per  carità  &  per  amor  di  Dio  ueniiTe  à  vilìtar 
lo',  &  vinta  da  prieghi  di  quello,  &  d'altri  per  fua  parte  andò  à  vifi 
t3rlo,&  toccatolo  con  le  fue  fante  mani,&  confortatolo  a  patienza 
fubito,  Ciac  faótoairvfat3,&  primiera fanità  fùrefiituiro C:  que- 
fto  vederono  affaifsime  pet  fone  all'hora  prefenti ,  tra  le  quali  due 
fpirituali  donne  da  Vrbino,per  nome  vna  Donna  GÌ3coma»&  1  al 
tra  Agnefe  fua  compagna,  maitre  furono  prefenti,  cofa  degna  di 

non 


7>i  Raffaele  tAdlmarh  irr 

lìon  pafìfarla  con  filentio .  Poi  ricornò  al  fuo  albergo ,  &  tutta  not 
te  con  guanciate,  &  battiture  fi  percofle ,  per  feruente  carità  fem- 
prc  piangendo .  Hor'effendo  di  tal  miracolo  publica  fama  la  ma- 
cina al  far  del  giorno  le  genti  concotfero  i  lei,  di  che  ella  fi  turbò, 
&  vfcita  in  pablico  difse  :  Ecco  la  poca  honefta,  &  golofa  donna: 
Ecco  la  publica  peccatrice  così  dalla  brigata  fi  pirtì,&  dalli  à  pò 
co  ritornate  le  donne  la  trouarono  fotto  vn'albero,  &  eflendo  (la- 
ta in  quefto  tempo  gran  pioggia  (ì  marauigliarono  più  per  le  bat- 
titure.' della  paffata  notte,  che  molto  l'haueuano  indebolita,  oltra 
gl'altri  martiri),  &  affanni  per  lei  foftenuti . 

Quello  che  ne  fegui  dopoi,  &  altro  me  rimetto  alla  relatlone 
particolare  del  Sig.BarezzoBarc2zi,il  qual  da  me  ha  hauuto  copia 
autentica  de  v^rbo  ad  verbum  ;  il  qual  deue  dar  in  luce  la  quarta , 
è  quinta  parte  delle  Croniche  del  Serafico  Padre  San  Francefco, 
de  già  data  vn'altra  volta  alla  (lampa,  il  qual  tiene  anco  di  quefta 
Beata  Chiara,  &  del  perdono,  che  qui  fotto  ponerò  fcritturepar-* 
ticolari  ancora  di  Monfignor  Gonzaga,  forfi  con  maggior  confola 
tion  à  quefta  Città,  &  à'  deuoti  di  quefta  Serua,  &  amica  di  Chri'  ^jj^i^io  gp 
fto  Noftro  Signore,  la  detra  Chiefa  nella  quale  efìa  Beata  faceua  p^re  alta 
le  fue  oracloni,  fipuò  piamente  credere,che  fuffe  il  luoco,doue  mi  B  Chiara, 
racolofamenteglicomparfeil  Sa!uatore,comefidirà,laqual  Chie 
fa  Ci  vede  affai  beIla,ornata  di  molti  AItari,&  varie  Picture,trà  qua 
li  vi  è  la  Pala  delTAltar  maggiore  antica,  con  fontuofo  adornarne 
to  dorato,  doue  fi  (copre  in  pittura  il  gran  miracolo,  che  fu,  quan- 
do Chrifto  Noftro  Signore apparue  alla  detta  Beata,  &  liconccf- 
fe  il  gran  Perdono  inspirando  Sua  DiuinaMaeftànelcordell'huo 
mini,  quella  gran  deuotione,  come  publicamente  fi  vede  per  l'ef- 
fetto mirabile  feguito,  &  à  lui  piacendo  cótinuarà  nelli  fecoli  de  i 
lecoli  :  Caufa  potentifsima ,  e  fofficientifsima  prona,  c'ha  fempre 
■moflo  li  Reuercndifsimi  Monfig.  Vefcoui,  non  folo  à  permettere 
si  frequenti  detto  Perdono,  ma  che  fi  manifefti  publicamente  fo— 
prali  Pulpiti,  vedendone  marauigliofi  miracoli ,  cioè,  che  mai  le 
genti  fi  fiano  intepediti,  comealcuna  uoltafoglionofare,  chepaf' 
fati  i  primi  giorni,ò  anni  fi  lafciano  l'opere,  ed  pigliano  ad  altre; 
ma  queftó  per  particolar  gratia  d  mantiene  nel  fuo  vigore,e  robo- 
re,e forfi  ognidi  più  uà  ciefcendo; perche  taco  è  il  concorfoà  quel- 
la Santa  Chiefa  d'Huomini,  e  di  Donne  non  folo  il  primo  giorno, 
ima  tutti  li  fette  continuamente ,  che  dalia  mattina  a  buon'hora , 
'fino  a  due,ò  tre  bore  di  notte  non  cefTa  :  ma  è  tanto  frequente,ch*è 
un(lupore,àuederlo.  Ondefìuede,  che  non  folo  à  quelli  primi 

tempi 


tI2 


Sito  ^minefe  Libro  Primo. 


tépi  della  Beaca»ma  i  tempi.che  fu  fatta  TAncona  dell'Aitar  mag- 
gior fu  permelTo,  che  fufife  infcritto,  &  in  figure  grandi ,  &  infcrit- 
tioni  nella  detta  Pala  che  interpretato  :  oiua  ciaya  Ariminen,  De- 
dicata,Deoqitantam dChrifio:  Hucintramìbus  exorauit  indulgemiam^s 
ComeapparìTceperil  più,  leChiefe  foglio  no  haue  re  nella  Pala 
maggiore  il  più  fcielto,  ènotabil  miracolo,  chefiaauenuto,di 
©fo.Batti-  qucUOjò  quella  Santa  Titolare  di  efTa  Chiefa;  per  la  qual  cofa  nif  • 
ftaCaftel-  funo,e  particolar  Monfig.  Illuftrifs  Gio.  Battifta  Cartelli  Noftro 
'**^'i'^  ?*  Paftore,che  Morì  Noncio  Apoftolico,come  fi  è  detco,e  di  S.Recor 
Secarlo  *  ^«^t'Of^c»  Vigilantifsimo,  molto  giufto,e  di  S-  Vita,e  mente,  per  ef- 
fere  ftato  molto  intrinfeco,  &  famigliare  di  S.Carlo  Borromeo, 
Anzi  di  piùfuo  Vicario  Generale  di  tutta  la  gran  Diocefi  Milane 
fe,non  volfe  mai  far  proua  d'impedire  detto  concorfo,  ma  più  pre 
fto  lo  cómendaua,  &  attribuiua  per  miracolo ,  efiendo  che  dal  fuo 
Palazzo  fi  vedeuano  le  genti,che  lo  frequétauano  di  giorno,  e  par- 
te della  notte,come  hàno  fatto  tutti  gli  Reu.  Vefcoui  Sì  che  vie  ve 
rificato  dairvniuerfità,la  deuotione  mantenuta  da  Chrifto  N  Sig. 
fecondo  s'ha  per  traditione reale,  che  il  fuono  delle  Campanelle 
haueria  feruito  per  tutto  quello,  c'haueria  fatto  bifogno ,  &  che  Ci 
cflerua  al  prcfente;  così  piaccia  i  Sua  D.  Maeftà ,  che  quefta  mia 
relatione  penetri  nel  cuor  di  tutti  i  Chriftiani,e  li  dia  vera  fede,  fer 
ma  fperanza,de  affaticarfi  sì  per  i  uiui,come  per  i  morti:  Et  io  per 
hauer  fopra  ciò  fatte  qualche  fatiche  in  ricercare,  leggere  le  fudet- 
te  cofe,come  in  fcriuere,  conceda  a  me,&  à  miei  defcendenti,&  fa- 
miglia fpirito,e  la  gratia  fua  fantifsima  ,  che  Tempre  pofsiamo  ac- 
cjuiftare  tutti  quefti  fantifsimi  Tefori,  sì  per  i  viui.come  per  i  mof 
ti  promefsi,come  fi  dirai  acciò  pofsiamo  eternalmentefruire,ego 
dere  la  Santifsima  Indiuidua  Trinità  Padre,  Figliuolo ,  &  Spirico 
Santo . 

Il  Molto  Reu.  P.Fr.  Francefco  da  Carpi  Minor  offeruantc  l'an-^ 
fìo  1 5 80. ancor  lui  dice  ne  ifuoi  Annali,  ò  Cronica,  che  la  Beata 
\dì  una  uocc,  che  gli  difie,  va  in  Chiefa  :  lui  effendo  andata ,  te  a« 
wanti  all'Aitar  Maggior  facendo  orationegli  apparue  Chrifto  No 
ftro  Signore  con  gli  Apoftoli,  &  San  Giouanni  Euangclifta,  che  li 
concei]e  il  Perdono,  nel  modo  che  fi  dirà ,  6c  fi  vede  Dipinto^ 

Jnfcrhtìone  ndC Ancona  dtW  Aitar  Maggiore» 
D.   CLARAE   aRIMINEN.  Df-DE.  Q.  TAMTAM 
A  CHRISTO  HVC    INTRANTIBYS   LXOKÌT 
INDVLG£NTIAM. 

OL- 


)Ltra  à  qucllo,chc  fi  è  trouato  in  fcrittufa  della  Bea 
ta  Chiara  in  vita  fua ,  Si  mette  inconfideratione 
alcune  cofe,  fcguite  dopò  la  fua  morte .  Et  prima 
deirapprobationedel  perdono,  per  molti  fegni 
feguiti,  concenballa  detta  Beata  Chiara,  6c  fuo 
Monaflerio ,  fotto  l'inuocatione  de  gl'Angioli , 
per  il  concorib  ,  che  fi  vede  ogn'anno ,  per  fette 
giorni  continui  >  cominciando  tre  giorni  innanzi  la  Feda  della  rteipit  /«i 
Madonna  Santifsima  di  Marzo,  &  tre  giorni  dopò ,  tenendofi  per  dtéigtntim 
fermo,come  chiaramente  fi  vede  dalle  parole ,  &  infcrittione ,  che ^g^/'"^i', 
fi  leggono,  fopra  l'Ancona  all'Aitar  maggiore,  fatta  da  quelfamo  ^^/^^i/V 
fo  Pittore  Gio.  Antonio  Longo  da  Rauenna ,  che  da  Chrifto, colla  duratpnft 
prefenza  de  fuoi  Santi  Apofloli,per  le  mani  di  S.Giouanni  le  i\ì^tpumdit$», 
dacto,  &  anco  per  quello  vien  raccontato  dalle  più  vecchie  di  que- 
fte  Reu.  Monache,  eflendo  paflato  il  tutto d'vna in  l'altra;  che  la 
detta  Beata  interrogata  dg  Chrifto  N,  Signore,  quello  che  chiede- 
ua.le  refpondeffe,  la  falute  de  viui,  &  de  morti  :  &  Noftiro  Signore 
gli  dicede:  Il  tu  eco  ti  fia  concefìfo.  6:  refpondendo  ella ,  che  non  fa-» 
rebbe  creduta, Chrifto  le  foggiunfe .  Sonerai  la  tua  campanella, 6c 
lafcia  infpirare  à  me,  ne  gl'animi  delle  perfone.    Et  fc  bene  i  Vc- 
fcoui ,  che  fon  fiati  *di  quefta  Città ,  giuftamente  haurebbono  pò* 
tmo  leuare  quefto  perdono ,  &  concorfo  de  popoli ,  non  ui  cffen» 
dofcritcure ,  ne  priuilegio,  che  ne  parli ,  con  tutto  ciò  non  è  mai 
■ftaco  Icuato,  ne  impedito;  anzi  fi  racconta,  che  vna  volta  vn  Vefco- 
uo  di  quel  tempo,  volendo  far  aprire  la  fua  arca,  doue  crcpo- 
fio  il  fuo  cadauero,  non  f^  attentaffe  toccarlo  :  ma  che  miracolofa- 
mente  fé  fpiccaffe  vn  ferro  d'vn  palmo,  che  era  attorno  al  corpo, 
come  vna  rete ,  che  la  copriua  tutta  di  larghe  d'vn  dcto  groffo,  & 
cgn'anno  C\  moftra ,  &  che  dopò  alcuni  dì  detto  Vefcouo  s'infer- 
mò, &  morfe  .  Si  racconta  ancora  d'vn  Frate  Confeflore  i  quel  té- 
po  di  quefto  Monafterio ,  &  d'vn  Frate  Laico,  in  diuerfi  tempi  fé* 
gui:a,come  quelli,  che  poco  credeuano  in  detto  Perdono ,  la  not- 
te ,  che  douea  entrare  detto  Perdono ,  effendo  intorno  alle  cinque 
hore,  permile  Dio  benedetto,  che  le  capane  fonalTero  per  fé  fteiTe . 
Onderifuegliato  il  detto  Padre,  per  nome  Fra  Giofeffo  Merotti 
da  Monte  Fiore ,  dell'Ordine  de'  Minori  Oflferuanti ,  fotto  la  qual 
cura  llaua  detto  Monafterio  péfando  le  Suore  fonafìTero  per  il  Ma- 
tutino,&fentendo  le  cinque  hore  fi  leuò,  &  aprendo  la  feneftra 
vidde  fopra  il  campanile  vn  fplendore  tanto  grande,  che  pareua- 
no  molle  torce  acccfe .  Onde  tutto  compuntojcorfe  nella  Chiefa, 


.    / 14  Sito  Rimìne/è  Libro  Primo  l 

ti  intcfo,  che  da  nefsuna  di  loro  era  ftato  fenato ,  raccontò  loro  ii 
detto  rplendore  veduto ,  &  affirmando ,  in  quell'hora  effere  entra- 
to il  detto  perdono:  Il  fimilefeguì  dei  laico  fudetto ,  per  nome 
Fra  Lorenzo  da  Codegnola,  come  quello,  che  parimente  haue- 
ua  poca  fede,  la  notte  appunto  del  Perdono,  le  venne  penfiero 
<i*andare  in  Chiefa,  eflendocirca  cinque hore di  notte,  &  Dio 
permife  fermarlo  in  fede,  facendolo  degnodi  veder  Chri  fio,  nel 
modo fti dipinto  nell'Ancona,  con  gl'Apoftoli,  intorno  all'Alta- 
re ,  &  porgere  alla  Beata ,  come  vn  libretto ,  dicendoli ,  che  per  la 
falutede'  viui  fi  diceflero  fei  Pater,  &fei  Aue  Marie,con  fci  Glo- 
ria Patri ,  &  altre  tanti  Pater ,  &  Aue ,  per  la  falutc  de  morti ,  con 
fci  Requiem ,  &c.  &  più  volte  con  varie  perfone  detto  Padre  il  tue 
to  raccontò ,  eflendo  circa  venticinque  anni,  che  egli  morfe .  Il  fi- 
mile  vien  raccontato  di  Suor  Patienza  daSogliano,  morta  già 
circa  venti  anni,  dì  gran  fpirito,  &  buontà  di  vita ,  hauer  in  fua 
vita  più  uo  Ite  raccontato,  che  vn  a  notte  ,  che  douea  entrare  il 
perdono ,  fentendo  fonare  le  Campane  al  doppio ,  intorno  alle 
cinque horc, fi  leuòpenfando  foffe  il  Mattutino,  &  venendo  dal 
Ijormitorio  alla  fcala ,  che  vi  giù  nella  ftanza ,  che  fi  ii  Capitolo, 
&  de  lì  alla  Chiefa ,  trouò,  che  la  porta ,  che  è  a  mezzo  la  fcala, era 
Tcrata .  Onde  quietamente  fé  ne  tornò  al  fuo  letto,  &  tenne  più  , 
che  per  fermo,eflrendo  tutte  le  Suore  ancora  à  dormire,  quelle  Ca- 
pane foflero  fiate  fonate  per  operatione  diuina ,  &  in  conferma- 
tione  del  detto  Perdono  ;  &  perciò  effa  ne  fu  fempre  molto  de- 
nota, &inferuorata,  eflbrtan do  tutti  alla  vera  fede  di  effo.  Et 
lafciando  molte  altre  cofe,  che  fi  potrcbbono  dire, &  raccontare. 
Si  dirà  fol  quefla  della  Madre  Suor  lulii  Rambatina  Nonagena- 
ria, in  fua  giouentù  hauer  più  volte  raccontato,  che  flandovna 
volta  à  piedi  dell'Arca  della  detta  Beata ,  mentre  era  detto  Perdo- 
no, £(  flando  cosi  fofpefa  della  validità  di  effo,  per  inftigatione 
diabolica,  fi  dette  à  credere ,  che  non  foffe  vero,  &  flandocosì 
tutta  dubbiofa  fcntì  nella  detta  Arca  vn  fcoffamento  tanto  gran» 
de,  come  di  ferro,  che  la  fece  (lare  per  vn  pezzo  tutta  flordita ,  6c 
fuori  di  fé  :  Alla  fine  rihauutafi ,  proftrata  in  terra  tutta  compun- 
ta ,  con  maggior  feruore  de  prima ,  feguitò  la  fua  Oratione ,  con- 
fermandofe  nella  vera  Fededienb,  esaltando,  &  confìrmarido, 
tutti  quelli  che  punto  haue^Tero  dubitato. 

In  fede  delle  fopra dette  cofe .  Io  Don  Lorenzo  Marzantc  da 
Monte  le  vecchie  di  Pcfaix) ,  ai  prefcateConfeifojc  di  queftc  Rcu. 

Madre, 


CDi  Rafaele  t4Jimrli  tir 

ìiladre ,  ho  fcritto  il  tutto  di  mia  propria  mano  ;  la  Ritniao  que- 
fio  di  j.  di  Luglio. 

Mi  Jo  Gaudenxs  Vtromft  Notarlo  fublko  di  Rimi- 
no  (ìmtimente  fdcio  del  Mille  e  feicento  otto  piena  fede 
a  chi  s' aletta ,  e/fer  Hdto  preferite  alle  fudette  coje  sgarra- 
te dalle  fàdette  T{euer.  Madri ,  (^  effer  te  predette  co/c 
narrate  sfritte  dt  propria  mano  del  detto  Signore  Don  La- 
ren^  :  e  per  la  *zferitàmi  fon  fottofcritto  di^ìa  propria 
mano  ,  O*  fègnata  con  il  mio  f olito  fé gno  del  S^taria-^ 
tOiO/c. 

rPotefias  ConftiUs  j  O*  Qmntune  Ciultatis  ArlmlnK 

Vnìuerpi  fìdemfacimus^fHprafcriptum  H^ominum  Gatà 
dentium  Veronenfem ,  Conciuem  noftrutn  fiiffe  ,  g^  effe 
Notarium  pubttcum ,  ^  legalem  hnius  Ciuitatis ,  eiufqtte 
fcriptHvis  publws  adhibitam  femper  faìffe ,  ac  fidem  bodic 
adhiberi  in  iudicio ,  ^  extra  • 

jfn  quorum  (idem  0*c.  Dat.  Ariminì  die  fixta  Men^ 

fis  Julij  I  60$. 

^alatt  fila  Porta  Secretar. 


Neil'. 


ti4  Sito  IRimhefe Libro  Primo* 

«!•  A*"n'°  ff^^^S^^^^^  ElI'Ortò,  oucr  Cortile  di  detto  Conuento,  vi  è  vn 
d  Apollo,  g  |\^>(^(^^   Tempio  dedicato  ad  Apollo  non  ruuinato  forfi 

i  fatto,  mi  tutto  fotto  terra  jdoue  è  opinione , 
che  vi  fìano  còfe  à\  gran  valore  ;  è  dicefì  ancora 
eflerui  in  detto  Horto  vn  Teforo  ,  &  non  molti 

„  „   „  anni  fono, fu  dato  principio  per  cercat!o,ma  per 

occafione  di  certe  gran  pioggie  s'abbandonò  l 'imprefa . 
Sacra  del       ^^  Venerabil  Chiefa  di  fuori  di  detto  Cóuento  è  di  conuenien- 
Mefe     di  te  grandezza],  &  bellezza  ;  doue  ui  è  particolar  deuotionc  alla  fua 
Marzo,  &  Sacra,che  è  la  feconda  Domenica  del  Mefe  di  Marzo,  &  per  caufa 
Perdono.  jjg|  perdono,che  vi  è  della  Beata  Chiara,come  difopra  diffufamé- 
tc  fi  è  detto.  &  alla  parte  dertra  dell'Aitar  Maggiore  vi  è  il  nobilif- 
fimo  Sepolcro  di  detta  Beata,  il  qual'è  di  Porfido  bellifsimo  non 
fopravn'Altare,  ma  fermato  in  terra:  che  fé  bene  era  flato  fatto 
per  altra  perfona,  nondimeno  fi\  donato  dal  Patrone  à  detta  Bea- 
ta,come  fi  ha  per  tradicione,  per  vna  gratia  ottenuta  per  fua  inrer- 
cefsione,  &  fi  vede  Caffo  il  nome  per  chi  era  flato  fatto,  la  qual  io- 
fcrittione  è  in  qucflo  modo . 

^nno  'Domìni  M.CCCX  XlIL  Bte  fecunda  Nouemhris  .  Htc  lacetl 
domina  FìlU  Donos  Dei,  iiuondam  lacobi  de  ^AoUntìbuide  Floren, 
Cìuìs  >/trìmìni  Reqmefcant  in  Vaci^ , 

Quefte  Reuerende  viuono  d'intrate  ,  fé  ben  non  fono  molto  rie-  • 
che.efTercitano  oltre  l'altre  cofe  domefliehe,  di  far  la  Canelata,co- 
Ki€  difopra  hauemo  detto  di  quelU  Reuer.  dì  S.  Sebaftiano  ;  vi  è 
buona  quantità  di  Reu.  Suore,  &  nobili  della  Citti. 
SeUe' Con  ^*  ^"*  partendofi  verfo  la  porta  di  S.  Pietro ,  per  la  contrada  J 
«««ite.  che  va  dritto  alla  Porta  de  i  Cauallieri,  Alias  della  Marina,  fi  tro» 
na  il  Rcu.Conuento  delle  Suore  Conuertite,alqnalc  fu  dattoprin 
cipiodcl  ijtfo.  nella  Chiefa,  &  Cafa di  S.  Patrignano  Vefcouo, 
conceduta  dalla  molto  Venerabil  Confraternita  di  Santa  Croce: 
Alla  molro  Illaftre  Communità  noflra  di  Rimino  per  tareffetto: 
éc  crcfccndo  poi  il  numero  di  quefte  Reu.  Suore,  e  parfo  bene  air* 
llluflre  Confegliodi  Rimino,  di  aggrandire  detto  Conuento, per«^ 
ciò  fu  comprato  per  queflo  effetto  il  Palazzo  delli  Signori  Sagra- 
morijch'era  contiguo  al  detto  Conuento  con  elemofina  della  Illu. 
ftre  Communità  di  feudi  800 .  &  altre  di  pie  perfone . 

C^uefle  Reu.  uiuono  di  elemofine,  poffedendo  poco  {labile» 
viucndo  in  vna  vita  aflai  dentata ,  fotto  la  Regola  della  Preclara 
Vergine  Santa  Chiara.  La  Chiefa  loro  di  fuori  non  è  molto  gran- 
de, e  di  coniicnicnte  bcUcM»  (  pofta  «ìì  la  ftrada  maeOra  di  detta 


Porta  de  i  Cauallieri)  Dedicata  à  S.  Maria  Maddalena .  Le  Reù» 
Suore  che  vi  flanno  fono  in  gran  numero,  &  fono  quafì  tutte  don- 
ne, che  fi  fono  ritirate  da  difonefta  vita  à  feruire  Chrifto  Noftro 
Signore,  &  particolarmente  fono  aiutate  dalla  noftra  Illuftre  Co- 
muniti  fouuenendoli  per  pietà  ne  i  lor  bifogni,  come  pietofa  Ma- 
dre, la  qua  I  non  denega  mai  il  fuo  aiuto  alle  pouereperfone,  che 
fi  raccomadano,&  mafsime  alle  perfone  Religiofe:  Nella  cui  Ghie  confrater 
fa  anticamente  vi  era  eretto  vna  nobii  Confraternita  delIiTede-nitàdeXc- 
fchi ,  de  quali  hoggi  di  dentro  del  detto  Conucnto  fé  ne  vede  di  dtfchi . 
que(Ìa  natione  dipinti,come  fi  fuol  depingere  in  fimili  reprefenta- 
tioni  fpirituali;  fé  hi  d'alcune  perfone  intelligente  per  traditio- 
nc  fuffe  eretta  per  opera  del  primo  Illuftrifs.  Signor  Malatefta,che 
venne  di  Germania  :  hauendo  in  quefla  Citti  ,  quelli  paeH  gran 
commercio,  che  per  confirmation  della  uerità,  fi  troua  fcritto  del- 
le fue  parti  insù  vn  libro  coperto,  con  le  tauolette nell'Archiuia 
della  Venerabil  Confraternità  di  Sata  Croce,  che  dell'anno  1449. 
per  opera  delI'IIIufèrifsimo  Signor  Sigifmondo  Malatefta  turono 
aggrega  ti, &  ferirti  in  qnefta  Confraternità  due  Tedefchi  fauoriti 
da  lui.  è  facil  cofa ,  che  da  quefla  natione  FoiTe  deriuata  la  mercan 
tia  del  ferro,  ti  ramo  in  qucfia  Città ,  che  ancora  fi  mantiene  in 
gran  veneration',  come  altroue  fi  dice. 

Hora  che  ci  fiamo  efpediti  dalli  Venerabili  Monafleri,&  Con  né  Confratef 
ti  de  i  molto  Religi  ofi  deirvno>&  l'altro  fedo,  non  farà  fuor  di  prò  uite.&Ora 
pofito ,  che  noi  parliamo  delle  molto  Venerabili  Confraternite  di  t»"j  - 
quefta  Illufire  Città,  poi  che  fi  accollano  alquanto  al  coftume  de  i 
Religiofi ,  mafsime  quelli  c'hanno  le  Chiefe ,  &  Oratori  loro  par^ 
ticolari . 

La  molto  Venerabil  Con  fraternità  del  Santifslmo  Sacramen-  Njoi.  l 
to,che  veue  di  verde,hà  la  fua  Chie{a,&  Oratori o,c'hora  R  fabricaC.del  Sao- 
contiguo  alla  Cathedraledi  Santa  Colomba(Vergine,&  Martire)  ^'^*  Sacra- 
effendo  che  quel  che  haueua  prima  in  detta  Cathedrale  era  molto  j'/io^slJJef 
angufto,  &  in  capace  del  popolo,  che  andana  all'oratione  delle  raldo  BcN 
<^uarant'hore,  cifercitata  particolarmente  da  quefta  Venerabil  lezza,  Bon 
Confraternità ,  la  c^uarOratione  in  particolare  Ì\  commnicò  a  ef-  '^>,  &Saii» 
fercitarfi  in  quefta  Città  alli  8.di  Giugno,  nel  M  D 1 1  Lper  effor-  "'** 
tationedi  vn  molto  R.P.F.  FrancefcoCapucino,  che  predica  uà 
in  Domo,  con  tanta  letteratura,  &  eccellenza  il  Verbo  Diuino^nó 
cftendoui  all'hora  Conuento  dell'Ordine  in  quefta  Città  :  al  qual 
Cóuento  fu  poi  dato  principio,&  meffo  la  prima  pietra  del  15^4. 
alli  27.  di  Nouembre  nella  Conciftda  di  Santo  Andrea  dal  Cacto»  MDlxiin 

infondo 


7 1  #  Sko  %mìnelè  L^io  Prìmfi 

infondo  dei  Palazzi,  oucro CrocefiflTo . ) Ec  fùcaufa  di  far  far3 
molte  pace  in  quefta  Cittì,  do  uè  ancora  vigorcggiauano  le  par- 
ti .  Leuando  il  Santifsimo  Sacramento  dalla  Cathedrale,  e  porto- 
lo alla  Prefata  Chiefadi  Santa  Croce,  Confratcrniti,  facendoli  la 
detta  Santa  Oratione . 

Quefta  Confraternità  è  dottata  di  molti  beni  ftabili ,  &  cafc  l 
Fa  moke  fpefe  nelle  cere,  &  lumi,  per  honor  del  Santifsimo  Sacra- 
mento, per  occafione  delle  Procefsioni  publiche,&  priuate,quan- 
do  fi  porta  all'infermi;  e  particolarmente  il  Giouedì  Santo,  quan  • 
do  il  Santifsimo  Sacramento  Ci  pone  nel  Sepolcro  con  pompa ,  te 
folenniti  grande  di  tutto  il  popolo ,  al  qual  è  dato  vna  torza  per 
ciafcuno ,  &  vanno  innanzi  al  Santifsimo  Sacramento,  ch'è  fpefa 
molto  notabile .  Tengono  cura  di  certe  vedoue  pouere  conceden- 
doli rhabitatione ,  &  altre;  fanno  elemofine  i  poueri  infermi ,  Oc 
anco  alle  pouere  Citelle  da  maritarfi  della  lor  Confraternità   &  è 
frequentata  non  folo  dal  popolo ,  ma  particolarmente  da  Nobili. 
Hanno  molte  Indulgenze ,  &  Priuilegi ,  come  fi  ricerca  à  vna  tal 
Confraternità:  celebrano  folcnemente  co  Procefsione  la  terza  Do 
mcnica  del  Mefe  recitando  ogni  Domenica  il  Diuino  Officio . 
Et  perche,chi  ferine  cofe,  c'hanno  da  efiere  lette,  &  vedute  da  mol- 
ti ,  dcue  ftsr  ben'auuertito  difatisfare,  più  che  ({  può,  anco  à  tutti: 
però  defiderando  io  di  voler  parlar  dopò  la  fodetta  Cófratcrnità 
del  Santifsimo  Sacramento  delle  altre,  chefeguitano  ,  Ho  voluta 
auuertire  il  prudente  Lectore.che  non  tutte  le  cofe  fi  poflbno  met- 
tere con  quell  ordine,  che  fotfi  molti  defiderarebbono,&  ioinfie- 
me,  come  fogiiono  anco  fare  i  buoni  Poeti ,  che  nel  feri  nere  le  lo- 
ro Poefie  alcune  cofe  lafciano ,  &  altre  ne  pigliano  ;  così  è  parfo 
r    f     «li'^^"^^  "^^  dimettere  qui  La  molto  Reu.  Confraternità  del  Glo- 
S.*Gieron.  riofifsimo  Dottore, &  Cotifefibre  S  Girolamo;  la  qual  no  ha  luoco 
che  vefte  particolare  nelle  Procefsioni,  che  fi  fanno  di  commifsione  dell'Oc 
di  RofTo ,  dinario  :  poiché  ella  non  ui  interuiene  ;  &  effendo  frequentata  da 
che  è  il  Ru  Gentilhuomini  principali  della  noftra  Città,  ho  voluto  parlare  in 
di  gr'a^prè-  Q^^^o  luoco ,  non  intendendo  di  far  pregiuditio  a  nifluno  ,  fotto 
ciò .  qual  fi  voglia  protefto, tanto  più,  che  di  molte  fi  vedono  il  fuo  Ori 

gine. 

Dico  adunque,  che  quefta  Venerabil  Confraternità  di  S  Giro- 
lamo, è  affai  antica, &  al  tempo  di  Monfig.  Reuerendifs,  Chrifto- 
foroda  Vicenza  Vefcouo  di  Rimino  kiel  M  CDX  XXIII  X.  Al- 
cuni Gentilhuomini  particolari,  &  altre  perfoncdeuote  delia  no- 
ftra Città,  cominciarono  à  cpngregarfi  per  cUercicio  di  cofe  fpiri- 

tuale^ 


\ 


tuali  rie!  proprio  palazzo  di  detto  Monfig.Rcueréridifs.  VefcoDo,' 
il  che  continuato  da  loro  fu  poi  nel  MCDVlIlLper  opera  del  M. 
R.P.  Fra  Bartolomeo  da  Parma ,  dell'Ordine  de*  Frati  Minori  Of- 
feruanti  di  S.  Francefco,che  ftanno  nel  Conuento  di  S  Maria  del- 
ie Gratiefuorijdella  Città  noftra  conceduta  loro  laChiefadi  Saa 
Giouanni,  chegiàera  dcUi  M.[leu.F.Ermeni,i  quali  viueuano  fe- 
condo la  Regola  di  S  Domenico apprefTo  rHofpitale di  S.  Maria 
in  Trebbio,  &  quefto  fu  per  Bolla  della  F.M.di  Papa  Eugenio  IV. 
Nobil  Venetiano^,  &  li  detti  Frati  Ermeni  l'haueuano  hauuta  per 
concefsione  della  S  M.di  Papa  Clemente  IV. quando  fu  tralafcia- 
to  l'Hofpitale  di  S.Spirito,  che  fu  dell'anno  1 266.  la  qual  Chiefa,e 
luoco  era  enfitheotico  à  detto  S-Spirito,&  fu  liberato  da  detto  pe- 
fo  l'anno  1554  ^'^^  7  di  Luglio,  quando  dalla  S.M  di  Papa  Giù- ^^''j^^^^" 
Jio  Terzo,  fiì  fatta  la  Bolla  fopra  la  liberationede  benienfirheoti-  n^e  dVbé 
ci.  In  mezzo  dell'Orto  di  queda  Chiefafù  fabricato  vn'Oratorio,  nienfithco 
6i  fu  intitolato  S.Girolamo,&però  detta  Reu.Cófraterniti pigliò  nei. 
iJ  nome  da  detto  Oratorio,  celebrando  particolarmente  la  Fefta 
di  S  Giouanni  Battifta  (Precurfore  di  Chrifto  N.Sig.;  Titolo  del-  disseterò 
la  C  hiefa,&  quella  di  S.  Girolamo,  Titolo  dell'Oratorio;  nel  qual  niaJo  .     ' 
cfsi  Confrati  s'e(Tercitano  ne  i  Diuini  Officii,cioè  i  V^enerdì,& eia 
fcheduna fella  di  precetto recitàdo l'hore  della  Beatifs  VergN.S. 
Ha  anco  titolo  di  Cófraternitàdel  Corpus  Domini,  come  appare 
per  vna  Bolla  de  Indulgéze  concefie  da  dieci  Illuftrifs.  Card,  l'an- 
no M.  V  I D.  nel  Pontificato  di  Papa  Alelfandro  Vl.di  SRecordi 
tione.  Ma  nò  fi  è  potuto  fin'hora  trouare  l'origine  à  pieno;  In  qae 
fto  sato  luoco  fempre  è  ftatogran  deuotione],  fi  è  trouata  una  pie- 
tra Cotto  terra  co  lettere  Armenie  nò  conofciuce  da  noi:  vi  fono  an- 
cora relii'uie  portate  di  Terra  Santa  ,  da  quei  primi  R  P.  Armeni, 
ma  nò  fi  può  hauer'  buona  ccgnitione  per  efferfi  confumato  le  lec 
tere  dalla  longhezza  del  tépo.Ma  tra  l'altre  ui  è  in  un  Tabernaco- 
lo particolare  del  Legno  preciofifs.  della  Santifs  Croce.  Q^iiefla 
Confraternità  è  aggregata  alla  Ven.  Archicòfraternità  della  San- 
tifs.Tr^'nità  di  R.oma,fottoil  i. d'Aprile  i575.da  Papa  GregXIlL 
S.M. S^niilmétealli  18. di  Maggio  1578. &  di  Marzodel  Myp.le 
fante  Reliquicjchefi  ritrouano  in  detto  luoco  fono  cóferuate dalli 
Còfrati  in  un  nobilifs.  Tabernacolo  fatto  co  grad'arteficio,la  qual 
vede  ci  rofib.Quefta  pfata  Confraternità  è  ricca,dottata  di  buone 
poflefsioni,  difpéfando  le  fue  intrate  in  opere  pica  poueri  amala-   j^^^^,    -^ 
ti,&  maritaggi  di  Citellcofleruandoinuiolabilméteifuoi  ordini  fuoco  che 
con  una  particolar  amoreuokzza  fra  loro  in  ogni  occafione .        è  la  Caria 

Né 


j  È  é  Sito  Rìmkcje  Libro  Primo  • 

III.        l^^  v^^"  P®*  ^*  Vcncrabil  Confraternita  di  S.  Maria  in  AcOftìi  • 

S.  Maria  In  ne,chc  vcfte  di  nero,  &  ha  vna  Chiefa  commune.con  il  M.R  .Cura* 

Aeamine  :  to  della  Parochia ,  &  ha  il  fuo  Oratorio  lì  vicino,  hi  vn  ftendardo 

nero ,  Ma-  grande ,  nobilmente  fatto  di  Ricamo ,  &  portato  dalli  SS.Fratelli 

mcftitia'.  ^  ^^'*  Procefsione  che  fecero  a  Roma,  per  l'Anno  del  Santi fs.  Giubi 

Ico  1^00.  doue  fono  aggregati  alla  Venerabil  Confraternita  di 

San  Marcello  di  Roma  ,  godono  Indulgenze,  &  Priuilegi  grandi, 

&  in  particolar  di  poter  liberare  ogn'anno  vn  condannato  d  mot* 

te,  &  è  frequentata  da  Molti  Gétilhuomini ,  oltra  i  popolari  ogni 

terza  Domenica  delMefe,fi  esercitano  in  fare  la  mattina  Oratione 

di  cinque hore continui,  &  il  giorno  della  Santissima  Nonciata 

Noftra  Signora  ,dàno  da  mangiare  a  i  poueri  della  Citta  con  graa 

cariti;  nSercitandofi  ancora  in  altre  opere  pie.  Hanno  Indulgé- 

ze  Plenarie,dueFe^e  della  Santifsima  Croce,  &  il  Giouedì  Santo. 

Seruitori    Appare  in  vno  fuo  libro  antico  intitolato,  De  i  Seruitori.e  deuoti 

edeuoiididella  Gratiofa  Vergine  Maria  Madre  del  Noftro  Signor  Giesu 

Maria  Ver-  Chrifto,  della  Vencrabil  Confraternità  di  Santa  Maria  in  Argu^ 

S'n«-       mine. 

-  j}^^'         jlnm  Domini  i  J  5  ^'  I«^'f»on«  quinta ,  Crìmini  tempore  Domini  Cle» 
Cfoce.  ^^„jjj  pjp^  2^xù  die  quinta  Menfts  Augufii  \  fé  bene  credono  l'origi- 
ne Tua  eflere  ftata  molto  prima . 

Ne  fuccede  poi  la  Venerabile, Deuota,  aatichifsima,  &amplif- 
fima  Confraternità  di  Santa  Croce,  la  quale  hebbe  il  fuo  origine 
al  tempo  della  Cruciata,  &  imprefa  di  Terra  Santa,  come  anco  ap 
pare  nel  libro  intitolato  la  Regola  di  detta  Confraternità, &  à  fua 
jnftanza  ftampato  in  Cefena ,  per  M.  Bartolomeo  Rauerij  l'anno 
1578. che  così  Cana. 

Con  molta  grandezza, &  granfaiiore  della  Santa  Sede  Apodo- 

.lica,&  con  aiuto  efficacifsimodelii  Supremi  Prencipi  Chriftiani, 

cominciò,  &fùinftituitoqft'ordine  tanto  Religiofo  delli  Croce 

fignati,  comefi  legge  nell'antichi  Annali  dell' Hiftorie  Chridiane, 

che  nel  tempo  d'Henrico  quarto  Imperatore, &  Filippo  primo  Rè 

OlCXlic.  ài  Francia,  Vrbano  fecondo  Pontefice  MafsimOjCon  moira  inftan 

za  ricercato  con  follccitudine  da  Monfìgnor  Simone  vigilantifsi- 

mo  patriarca  di  Gierufalemme,  cheli  deflc  aiuto  per diffcndere 

quc  ila  Santa  Città,  &  quei  paefi  dalle  continue  molcftie,che  li  da- 

uap.o  gl'infedeli  :  Il  detto  Sommo  Pontefice  nel  Concilio  d\  Chia- 

ramonte  inFraiicia,  commofle tutti  i  Re,  &  Prencipi  Chriftiani 

contra  gì  infidi! i,  &  quefto  fiì  ne!  1 100.  nel  qua!  Concilio  il  Pon- 

OlC.  C.  te^^ce  Codetto  ;  L'orò  la  Croce  Rofsa  a  Monfig  Aldemaro  Vefco- 

uo 


00  di  Anìcioi  &  a  Monfig.  Guglielmo  Vefcouo  l  leccio  che  più    j^ofo  di 
(oragiofamente  andafl'ero  con  refTercito  à  recuperare  Terra  Sita,  molta  dì" 
,  ordmado,  che  tutti  li  foldati  portaflero  la  Croce  rofTa  cufita  fopra  g^hì.  affo- 
]a  vefte  militare  alla  deftr*  fpàllaj  &  da  qucfto  eflempio  fi  meflero  o^'g^'*^**** 
molti  nobili  Signori,e  populari,i  pigliare  detta  Croce,  &  andare  gran^cari- 
à  quella  Santifsima  imprefa  :  donde  che  fi  legge ,  che  il  numero  di  tà . 
tutti  quei  Croce  (ìgnati  arriuò  à  fei  ceto  millia,  Inditio  manifefto  Croce    ff- 
del  gran  feruore  della  Fede  delle  genti  di  quella  felicifsima  Età .    fi°*"  °''* 
Poi  ncll'vndecimo  anno  del  Pontificato  della  F.  M.  d  Innocentio  ^°**''"* 
qnarco,  circa  Tanno  12  50,  non  contento  l'Auuerfario  noftro  an« 
ticoSatanafìfo  di  trauagliar  Terra  Santa,  per  mezzo  d'infedeii,che 
feminò  in  moke  Prouincie  d'Italia,  quafi  innumerabili  Heretici 
contra  la  Santa  Fede  Catholica ,  6c  effendo  proueduto  dal  M.  R. 
Padre  Inquifìtore  contra  li  faifi  hcretici,  6c  lor  fautori  per  fauore, 
&  aiuto  del  detto  Santo  Officio,  Ordinò  la  Sede  Apoftolica  l'or- 
dine  de  Croce  fignati  foirero  Tempre  pronti ,  &  in  aiuto  al  Molto 
R  P.  Inqtiifkore,  &  detto  Papa  Innocentio  donò  al  prefato  ordi- 
ne Tutte  quelle  Gratie,&:  Indulgenze,  che  furono  conceflfe  a  quel» 
li  primi  Croce  fignati ,  che  andorono  in  Terra  Santa  à  combatte- 
re cantra  quelli  infedeli,come  appare  per  una  Bolla  del  fopradet-  f^**  '''^^*J* 
to  Papi  Innoceniio  diretta  al  MR  Padre  Inquifìcore  di  Bologna,  C«i»    ó» 
e  di  Romagna ,  che  comincia:  M4iua  huìm  tsmporis  :  e  dice  in  fa-  pfrf»nhan 
uore  delli  Croce  fignati ,  cltra  l'altre  gratie  concefTe  così:  ^Jec  non,  cmtè  itti. 
ZT  sUt't  qui  ad  txitrp  nJam  h£reticam  prau;ta:em  !rgnum  Cr:4cis acc^-''*f'  f'*'^'*^* 
pcrint,  ìiu^n  IndH'gentìjim^  Hludqnt  Vrìmle^itim  corte  eden  di  t  qua  tram. 
fèetùì\t:lu4  in  TffY»  ^anCtdi  Subftd'ìum^  in  Generali conceduntHr  Conci' 
iìo ,  Vlcriam  anho  natem  prsfentium  concedimus  pQteHainn  .  Dar. 
^nagniie  III.  jaih.  lif  ij  ronnfìcatw  n-ifìn  yinnc  d^dfcìmo .  Furono 
adunque  dati  ranci  Priuikgij  à  quefta  Santa  Confrarernìti  di 
Croce  tignati  ad  effetto,  che  fu  (Te  ro  à  diifenfiofie  della  F^-de,  6c 
in  eftermiajo  dclli  falfi  H-'rerici,  il  qual  ordine,  ài  Confraterni. 
ti  fu  conhrmara  per  Pipa  Vtbano  ,  Clemente ,  Aledandro ,  Grc- 
forso  ,  &  continuare  per  Vrbano,  come  appare  nel  fefto,  &  fuc- 
cersiiìiì mente  da  tutti  li  sieri  Sorr^mi  Ponteìfici,  da  Pio  (Quinto, 
^^4  perteiucufi reìnn Thi ri::m^  .   Vltimaoiente  la  Santità  ò\  Noterò 
S!:,'no:e  p<ipa  PjoIo  Q^iiinto  ha  arrichito  li  detti  Croce  flgna-- 
^1  di  n»olre  indulgenze  Plenarie,  &  non  *^lenarie,  cor»forir.e  al- 
k  antiche  à  quefta  Venerabile  Confraternita,  come  fi  può  ve- 
dere per  il  Breue  fopra  ciò  fattoli  vemiaoue  di  Luglio,  Mille,  e 
feiccnto  vndeci. 

Q_  Quefta 


'   rtÉÈ  Sitò Kìmìniji litro Prìmì: 

Quefta  Veh.  Confraternita  hi  vna  bnona.e  bella  Chiefa,'c5n  il 
fuo  Oratono,6f  horto>6c  è  dottata  di  bone  facoltà,  le  quali  fì  fpea 
dono  in  opere  pie  di  maritaggi, di  Citcelle  pouere,  di  fouuentìoni 
di  poueri  amalati ,  deputandoli  anco  particolari  Medici  falariati 
da  detta  Confraterniti,  per  la  viiìta  di  quelli  poueri,  come  ne  1  lor 
libri,  Memorie  del  i$(/o.  tci^jo.  Tenendo  anco  cura  d'vna  certa 
quantità  di  pouere  Vedoue ,  alle  quali  la  detta  Confraterniti  ha 
dato  vna  parte  del  vito,con  vna  honefta  habitatione  di  cafa:  fa  an- 
co molte  fpefe  per  mantenimento  delle  poflefsioni,&  altre  lor  giù 
rifdittionizin  particolare  fu  fatta  del  i55p.di  Febraro,la  muraglia, 
eh  e  in  su  la  ftrada  per  ferare  il  Cimiterio,ouer  largo,  ch'è  tra  la  lor 
Chiefa  S.Francefco,&  S.Maria  del  Paradifo,è  S.Giofeppo.  in  que- 
^"•^VT'  ^^  Chiefa  vi  fono  infinite  Indulgenze,  come  nelle  Stationi  di  Ro- 
iltnlirt.  ma  &  in  particolare  li  giorni  di  S.Croce:  perche  quiui  vi  è  del  pre- 
liui Dtirt  ciofifsimo Icgno  della  Santissima  Croce,hauuto  da  vn  Gentilhuo  - 
dm**  nu,  mo  della  noftra  Città  di  Cafa Leuoli, ch'è  (lata  vna  delle  nobili  Fa 
miglie  della  Città.  Il  detto  fanto  Legno  fi  con(erua  in  un  bello  Ta 
ber nacolo, nell'Altare  di  S.Croce.  Quelli.ch'entrano  in  quella  Ve 
nerabil  Cófraternità,à  guifa  di  quelli,  ch'entrano  in  Religioni  Re 
gulari,fanno  voto  nelle  mani  del  M.R.P.Inquifìtore,  ò  fuo  Vica-* 
rio,ò  Su(lituto,di  efporre  la  vita,  ^  la  robba,in  feruitio  d£Ìla  Fede 
di  Chrifto  NS  &  confeguentementeper  il  Sant'Officio  dell'Inqui 
fitione;&  per  cófuetudine  antica,  sì  dà  per  amor  di  Dio  boU'rn  "  :. 
venti  à  lor  commodo .  Ella  fouuiene  al  M.R.P.Inquificore  di  vna 
certa  affai  commoda  prouifione,si  de  danari,come  d'altre  cofe,  fo 
uenendo  ancora  li  poueri  pregioni ,  che  vanno  per  caufa  del  Sàto 
Officio  à  Roma,ouero  altroue  di  vito,&  caualcadure.  Qiiefta  Có- 
fraternicàé  molto  frequentata,  sì  da  Gentilhuomini,  come  anco 
da  plebei,e  particolarmente  da  donne  .  Tégonobonifsimi  ordini, 
sì  ne!  recitar  il  diuino  Officio  della  S.Croce,  che  fi  recita  tutti  i 
Venerdì  deli'anno,&  anco  i  Mercordì  di  Quadragefima,come  an- 
co nel  deputare  perfone,  chevadinoàvifitari  poueri  infermi  del- 
la C!t:rà,&  Borghi,  à  vederci  lor  bifogni  perjpuedcrli,  come  ad  al 
tre  opere  pie,  conuenicntià  vna  così  grande,  e  denota  Confrater- 
nìt.ìjdando  tre  volte  l'anno.cioè  le  due  Pafche,6£  il  Natale  di  N  S. 
il  pane  à  tutti  i  poueri,  che  vannu'à  domandarlo  .  Del  1355.  del 
Mefe  di  Marzo ,  al  tépo  ch'eflendo  Arciuefcouo  della  Città  di  Ra- 
uenna  Monfig.  Fortanerio  Sartorio  di  nation  Britanica,ouer  On- 
garo  CommiiHirio  Apoftolico,  venne  nella  Chiefa  Cathedraledi 
S.  Colomba  di  Rimino  à  publicare  la  feconda  fentenza  contro  i 

ribelli 


Di  \afade  ^Adimuri  iss 

ribelli  di  S.Chiefa,  &  diede  la  Croce  all'llluftrifsinno  Stg.  Malatc- 
fla  patron  di  Rimino ,  del  cui  efTempio  la  pigliorono  da  Tei  cento 
Huomini  de  i  megliori ,  e  più  timorati  di  Chriflo  Noftro  Signore 
di  qiiefta  Città . 

Quefta  Confraternita  verte  di  bianco  »  con  vna  Croce  rofìTa  no* 
bilmente  recamata,  non  folamente  fopra  la  verte  bianca ,  ma  an  -  Biaco  lar- 
cora  fopra  i  propri]  vcftimenti  dalla  parte  dertra,  conforme  a  pri-  I^T'^iJ 
mi  ordini  ;  La  fodetta  Chicfa  è  tutta  fornita  di  Stuco  d'ordine  Co  fj^Ji^ma  . 
rintio,  &  ornata  di  molti  Altari,  con  figure  di  buona  mano  ;  doue  Purità ,  Se 
vi  e  anco  vn  nobilifsimo  Sepolcro  grande  ,  con  le  figure  di  rilieuo  lunocéia . 
di  marmo  di  aiTai  buon  Martro,  con  il  Monte  finto,  il  Caluario  co 
tre  Croce,gradi ,  in  due  delle  quali  vi  fono  fopra  i  ladroni,in  quel- 
la di  Chrifto  Noftro  Redentore  non  vi  è  cofa  alcuna,  ma  lì  a  piedi 
del  monte  vi  é  Chrifto  morto.depofto  dalla  Croce, attorniati  da... 
figure  fopradette ,  che  ftanno  in  atto  di  piangere  la  morte  del  Sal- 
uatore:  vi'  è  anco  vn  bellifsimo  Prefepio  all'incontro  della  Natiui- 
tà  del  Figliuolo  di  Dio,  con  figure  [grandi  pur  di  tutto  rilieuo»  il 
che  rende  grande  deuotione  al  popolo  afuoitempi  :  &  perciò  è 
molto  frequentata ,  e  mafsime  per  eflere  be ne  tenuta ,  &  officiata 
dalli  M.R  P.  di  S.FracefcO;  quafi  contiguo  a  detta  Chiefa;&  in  par 
ticolare  la  Domenica  dedicata  à  detta  Chiefa,ch'è  la  terza  del  me- 
fejnelle  quali  fi  legge  la  Regola  dopò  il  Vefpro  di  S.Francefco ,  & 
ancora  fi  leggono  tutte  le  Stationi,  che  fono  in  Roma,  Guadagna- 
te medefimaméte  dalli  Fratelli ,  &  Sorelle',  da  vna  terza  Dome- 
nica all'altra ,  leggendole  dico,  fecondo,  che  ftanno  nel  libro  della 
Guida  Romana;  &  quefto  fi  fi  da  vn  particolar  R.  Padre,c'h£  offi- 
cio di  Capellano  ài  detta  Chiefa;  il  qual  medefimaméte  vi  à  dare 
l'afTolurione  a  quelli,  che  ftanno  in  eftremo  di  morte ,  che  fono  di 
detti  Fratelli,  conforme  a  i  Priuilegi .  Andando  alcuno  Croce  fé-  Gap.3.c.4 
gnato  ad  habitat  in  altra  Cittàjò  Terra,ò  andado  fuora  della  Pro- 
vincia in  officio  denc  in  tal  cafo  portar  coneflblui  vna  fede  di 
roano  del  Cancellerò  della  detta  Confraternità,  con  fottofcrittfo- 
ne  del  MR.P.  Inquifitore,  onero  del  fuo  Vicario,ò  delli  Sig.  Maf. 
fari  della  Confraternita  figillatacó  ilfigillo  dqjla  Confratern{ta\ 
per  potere moftrare  le  fue  Immunità,  e  Lignità,  &  per  ogni  ta- 
to, che  accadere  d'afì'olutione  Plenaria  :  per  non  efiere  troppo 
iongo,  reftarò  di  mettere  ad  vno  ad  vno  i  Priuilegi  concefsi  da 
Molti  Sommi  Pontefici,  che  fono  in  buon  numero ,  dico  de  Pon-  S.Bartottf^ 
tefici  antichi .  meo. 

Di  poi  vi  è  la  Venmbil  Confrateroicà  deirHofpital  di  S.  Bar-; 


/  i  4  Sito  Rìmhe/e  Libro  Primo  . 

Si  roffo  ci 

raprefenta  tolomeo  Apoflolo,  che hebbe origine  dal  Rè  di  Soria ,  fa  qnal  ha 
che  donò  ^"^  ^^^'^  Chiefa  bcn'ornata,  di  conucniente  grandezza,  &  vi  fono 
il  Sole  è  lu  ^^^^^  Indulgéze  in  moki  giorni  dell'anno,  &  in  partieolar'  il  gior- 
cidifs.c  ri-nodcl  fuo  Titolo,  &  vi  veftitodirofTo,  &  dannoda  loggiar  a  i 
fplédcnte,  poucri  paffaggieri,  per  conuencion  fatta  coU'Hofpicale  grande 
^  hV  "d"  Mifericordia:  che  per  breuità  lafciarò  molte  cofe,che  potria 
4.El*emétI  ^^'•^'  ^  'a^^fta  loro  fanno particolar  folennità,  li  24.Agofto. 

VI.  San  GiacomOjChe  tra  gli  Apoftoli  fu  il  primo  martirizaro  ;  Co- 
S. Già. Ape  fratcrniti,  la  qual  vefte  di  color  tanè,ouero  rofa  feccaiha  qualche 
J°[.*'-  facoltà  con  vna  Chiefa  affai  bella ,  &  ornata  con  orto ,  e  cafe  ,  & 
*°a^Po"po  OrdLtox'iOy  difpenfa  l'intrata  nei  poucri  della  lor  Confraterniti  , 
»a  ,  la  Tua  I^  quale  quafi  tutta  è  di  calzolari,  &  caligari ,  &  gode  molte  Indul 
virtù  d  digenze. 

^p"'fi-*ljó  s.  Sebaftiano  Martire  Confraternita  feguita,poi  che  verte  di  tor» 
daza  de  be  chino,feu  azurro.hà  vna  Chiefa  di  buona  gràdezza,&  bellezza, do 
VII.  "^  l'Aitar  maggiore  e  dedicato  à  S.Marco  Ei;age!ifta,  nella  cui  Fé 
S.  Sebaftia-  fta  ui  paffa  la  Procefsione  generale  ,  che  va  fui  Porto  à  benedir  il 
iioMart.     mare.Ha  poi  due  altri  Altari,  vno  di  quelli  è  dedicato  à  S  Sebafìia 

Azurro  ra-  ^^  quefta  è  dottata  di  qualche  facoltà .  Quefta  Ven.  Confrater- 
preienta  il     •  .  \  ,  ,,         ^    .  i      i   ,     ÌS      •   •         •    i    t-        « 

Ciel  fere-  "^^^  ^  patrona  delle  carceri,  vendendole  alli  prigionen,  che  li  apal 

no,&:a£[o-  tano,&  ha  cura  di  detti  pregioni,  cercando  anco  per  altre  elemofi» 
miliato  al  ne  per  la  Città .  Quefta  Chiefa  è  Prebenda  dell'illuftrifs.  Cómen- 
^^^  T  T'd  ^^^^^  Contarino  nobil  Venetiano  . 

?hà'  prò..'  ^'  ì^occo  Confeflbre  da  Monpcllieri  di  Francia  Confraterniti, 
prietà  di  ri  che  è  feguita,  ha  la  Chiefa.&  Oratorio  di  buona  capacità,  &  conti 
fanarelaleguaconliM.R.P.diSant'Agoftino  ,  dalli  quali  è  officiata  detta 
pra,  &al  Chiefa;  si  vefte  di  nero, &  fé  li  fa  vna  Procefsione  folenne  per  voto 
*'**  Vili.  P^^l^cojil  giornodel  fuo  Titolo,  ch'è  molto  frequentata,  sì  per  la 
$an  Rocco  deuotione  di  detto  Santo ,  come  per  l'Indulgente  che  vi  fono ,  è 
Confeff.  confecratione  di  effa  Chiefa.  Piaccia  à  Dio  NS.  che  l'Orationi  fia» 
Wero,quin  no  meritorie  appreffo  effo  Santo;  acciò  fi  degni  intercedere  conti» 
fil?gran  e?a  ""^"^^"'^^  appreffo  S-D.  Maeftà ,  per  tutta  quefta  Città,  è  fuo  pò- 
uiià.rocfti  P°^°  '  ^  preferuarci  dal  contagiofo  male  della  peftilenza, 
tia,etrib.  S  Gio.  Battifta precurfore  di  Chrifto  N.S.ncI  Borgo  diSBarto 
IX.  lomeo  pur  Confraternità,  che  uefte  di  bianco  ;  la  qual  ha  conceffo 
tifta?*^"'  ^*  ^^^  Chiefa  alli  M.RP.  Carmelitani,  de  quali  fi  è  detto,  per  mez- 
Bianco pa.  ''■^^^  quali,  la  noftra  Città ,  e  Territorio  gode  grandifsimi  Tefori 
jiij,  d'Indulgenze  concede  à  quella  Ven.  Religione ,  6c  alla  Compa- 
gnia del  lor  Santo  Habito,  'della  quale  medefiinamente  fì  è  par-*^ 
lato  i  pieno. 

Vi 


Di  7\affÀel£  AJimari.  iix 

vi  è  la  Venerabil  Confraternita  della  Preclara  Vergine  e  Mar        x. 
tire  Santa  Catherina  Aleflandrina  ,  nel  Borgo  di  San  Pietro,  Alias  S.Caiheri-; 
San  Giuliano  Martire,  che  verte  di  bianco  ;  ha  vna  Chiefa  di  buo-  '^^• 
na  grandezza  tutta  depinta,  coirOratorio,  cafa,&orto;  &  vie  ^jà"*^?^". 
vna  bellifsima  Spina  della  Corona  di  Noflro  Signore .  nocen/a.  * 

Seguita  la  Venerabil  Confraternità, che  richiama  la  Madon-        xi.* 
na  del  Paradifo,  dedicata  anco  al  Gloriofo  San  Giofeffo  Con-  S.Gfofeffb 
fe(Tore,&  Spofo  della  Beatifsima  Vergine  Noflra  Signora;  la  qual  J^-^^'^À  • 
ha  vna  bellifsima  Chiefa  fatta  con  figure  di  Stuco  d'ordine  Corin  jf  'legna-- 
tio  da  buona  mano,  con  un  bellifsimo  foffitato,  &  quadri  di  pit  aii,         ' 
ture,&  altri  fontuofi  adornaméti  col  fuo  Oratorio,&  orto;  la  qual 
Capella  è  grandementcfrequentata  da  tutti  li  Cittadini,  partico- 
larmente, che  la  fera  vi  vanno  à  far' Oratione,pereflereparticoIar 
deuotione  di  quefta  Città  ;  e  quella  va  veftita  d'azurro ,  frequen-     . 
tata  particolarmente  da  Intagliatori,  &  Maftridi  Jegnami,*  vifo  fcieotia  & 
noinquefta  V^enerabil  Chiefa  più  volte  Indulgenze,€particolar.  giuftuia. 
mente  nelle  Feftedi  lor titoli.  Ogni  Sabbato  di/era  fi  canta  in 
quefla  Chiefa  le  laudi  di  Noftra  Signora  à  canto  figurato  con  mot 
ti  inrtrun'ienti,  da  petfonefecolarideuote:  il  che  li  M.  Reu  Padri 
di  San  Francefco ,  per  effere  la  detta  Chiefa  nel  loro  fondo  cerca- 
nane  d'itr.pedire:  ma  fi  córentorono  poi  pregati  per  mezzo  poten 
te,  &  ottimo  ;  il  che  non  ha  potuto  ottenere  la  Prefata  Confra  - 
tcrnirà  di  Santa  Croce  ,  che  medefimamente  pretende  poter*  im- 
pedire tal' effercitio  da  altre  perfone  ,  che  da  loro  Reuerentie. 
In  quefla  Venerabile  Chiefa  vi  fi  conferua  le  infrafcritte  Reliquie 
Sante,  donate  dall*llluftrifsimo ,  &  Reuerendifsimo  Signor  Car- 
dinal Michael  Angelo  Tonti,  alla  Venerabile  Confraternità  di 
San  Giofcffo  fodetto. 

Ds  Cinguh  B.atifi.  M.Vìrgmts» 

De  Velo  B^aiifi.Vìrginii  Maria /in  quo  ìnuolutus  fmt  *DrU.  tefus  Cini 
firn  in  fua  Natmitate , 

De  Clamide  5*  lofepbì ,  in  qua  D.  N.  lefus  ChrìSÌHS  in  [uà  Nattuitate 
fuit  in  yolutm . 

De  ydo  San^A  Anafìafìdi  Mirtym.  j^^i. 

Seguita  poi  la  Venerabil  Confraternità  di  Sant'Huomobono  s.  Huom- 
da  Cremona  Confertore,  che  morì  in  genocchioni, mentre  che  egli  baono.  e. 
vdiuala  Sanca  Mefla.  è  particolarméte  frequentata  da  fattori,  che  ^o^^»  che 
vcfte  di  roflfo;  ha  vna  Chiefiola ,  che  già  era  hofpicio  delli  molto  dire  à  quel 
Reuef  en.  Padri  Capucini ,  eoa  Oratorio ,  ac  orco  .  Ha  molte  In-  n,  che  coni 
dulgenze.  battono. 

Vi 


ì ì4  Sito Kimhefi Libro  Primo, 

XIII.  vi  è  poi  la  Cófraterniti  del  Gloriofo  Sant'Antonio  Vlisboné* 

Sant'Anto  f^  ^^^^q  (j^,  padoua ,  che  verte  di  beretino,c'ha  vna  bella  Capella  i 
Soua  Con'  ^^^^"go^*^  ^'^  '  foro  della  Città,  dou'è  la  commune  opinione ,  che 
f*fs.  fu'l     fw^c  kitto  il  nuracolo>con  la  Sacratifsima  Ho<Ha  confacrata,ado- 
Foro.  Bere  rata  dal  Mulo  digiuno  di  tre  giorni  di  quel  capo  di  Eretici  che  nò 
itno color  credeuanonelSantifsimo  Sacramento  dcll'Eucharedia,  hauendo 
mczanoda  ^jj^.^  p^ jp^a  lafciato  la  biada  offertali  dal  fuo  Patrone .  Quefta  Ca- 
miìi°edc"  pclla  è  officiata  dall  i  M.  R .  Padri  di  S.  Francesco,  che  li  celebrano 
note.        MeCTa  ogni  giorno,  in  particolar  è  frequentata ,  &  gouernata  da  i 
mercanti  del  lino ,  &  altri  di  quella  profefsione .  Et  vn'altra  vi  è 
fui  porto  del  Mare,  nel  luoco,  doue  fi  dice,  che  predicando  il  Glo- 
riofo Santo ,  vi  concorreua  gran  moltitudine  de  pefci  ad  vdire  la 
parola  di  Dio ,  in  confufione  delle  genti  della  fudetta  fetta ,  che  li 
dauano  poca  audienza:  &  quefta  non  è  aneffa ,  ne  fogetta  à  detta 
Confraterniti,  ma  ci  Confraternita  feparata  da  quella  del  foro  ; 
dl^"alifhe  ^^  ^  officiata  Cotidianamente dalli  M. R. Padri  Celeftinijla  quale 
Tctict,  che  per  ancora  non  è  fottopofta  di  andare  à  Procefsione  alcuna ,  per 
«rano*nel  la  Tua  lontananza;  Particolarméte  è  frequentata  dalla  marinarez» 
la  Città  di  za .  Et  rvna,&  l'altra  ha  molte  Indulgenze  da  Sommi  PonteficJ,& 
Himm.  per  ^^^^  ^j  j^qj^j  deuotioneappreffo  il  noftro  popoh) ,  come  Protet- 
Jeforim^r  «ore  della  Città  .  E  molto  tempo ,  che  fi  regira  per  la  mente  delli 
cantjc .  "  noflri  Cittadini,  di  moflrar  fegno  di  gratitudine,  al  Gloriofo  San- 
to Antonio  fodctro;  il  chedefiderando  tutti,rilluftrc  Community 
fotto  li  <? .d'Aprile  161 1.  pafsò  partito  neirilluftrc  Confeglio,  che 
f\  deffe  principio  a  preparare  il  fito  p  la  fabrica  di  detta  Chiefa,nel 
foro  della  Città,  &  applicò  à  qucfto  con  licenza  deirUluftrifsimi 
Signori  Patroni  15  00.  feudi;  medefimaméte  elcflero  chihaocflcro 
qucfla  cura,  &  anco  di  più  di  trouare  altre  pcrfone  pie,  che  deffc- 
ro  aiuto  con  denari,  6c  altro  a  quefto  pio  defidcrio  di  qwefta  fanta 
XIV.     opera ,  ripofando  tutto  queflo  negotio  fopra  detti  Signori  eletti  ; 
^ofario  de  j  quali  per  vari]  impedimenti  per  ancora  non  hanno  potuto  man* 
V^'^*iJa  dare  ad  effetto  queflo  commune,  &  fantodefiderio;  come  credere 
iJrVdi  Dio!  nVi  gioua,che  faranno  per  cffere  perfone  nobili,&  d'ogni  effatta  di 
Biàco,  puri  ligenza  ,  &  deuotione  :  Quel  che  poi  ne  feguito  dicalo  chi  può. 
tà,  e  l'argfc     Succede  la  molto  R.  &  Venerabil  Confraternità  della  Santifs. 
1 ''i***'^"^*  Vergine  Madre  di  Dio,del  Rofario,chc  uefte  di  bianco:  ha  una  no 
jjf^'n^^fà^ilifsima  Chiefa  non  ancora  finita,douevi  è  una bcllifsima figuri 
wétionc  ìd  della  Santifsima  Vergine  Annonciata  fatta  à  guazzo,  per  mano 
molli  luo.  dcirEcccllentifsimo,c  Caualliero  Federico  Zucaro  da  Sant' Agno- 
^^^'        lo  in  VadO)  hanao ancora  yaa  beliifsima Sigooca di  rilieuo  gran- 


9i Kaffdek  tAdìmATÌ  l  i  i  ì 

die?  che  alle  uoltc  fi  porta  in  Proccfsione .  Nouamente  ancora  hi 
riccuuto  rinfrafcritte  Santifsime  Reliquie  venute  di  Colonia,  eoa 
la  fede.di  doue  fon  leuatc,lc  quali  fono  pofle  in  vn  bcUifsimo  Ca- 
letto di  Crcftallo  ,  e  furono  condotte  dentro  della  Città  noftra 
con  folennifsima  pompa  di  Proccfsione  vniuerfale  il  di  4.  di  Lu- 
glio, prima  Domenica  del  16  io.  &  quefté  fono  ftate  mandate  dai  ^"^J"^***"* 
Mag.  M.  Ambrofino  Ambrofini  noftro  Cittadino,  &  fratello  di  g^^        * 
detta  Confraternita,  per  mane  del  Mag.  Simone  Cortenouo  mer-      •" 
xance  'u\  quefta  Città ,  &  Fratello  di  detta  Cófraternità,  che  à  quel 
tempo  era  in  Venetia,quàdo  comparfero  le  dette  Sante  Reliquie; 
ilqualfi  troua  in  detta  Città  di  Colonia,  doue  fu  il  martirio  di 
Sant'Orfola,con  la  fua  denota  Compagnia ,  &  haueua  acquiftat» 
feruitù  co  perfone  tali  in  quella  Città.c'hebbe  gratiad'hauer  que« 
fte  Sante  Reliquie,  per  accrefcere  deuotione  alla  noftra  Città,  ha- 
uendolo  io  acciò  innanimito ,  6e  effortato  \  perciò  ha  voluto  à  me 
far  gratia  particolare  di  farmi  fcriuere  là  nella  Compagnia  di  Sa- 
t'OrfoIa,nel  libro,  doue  fi  fcriuono  i  Prencipi,  &  Signori,neIl' Au- 
rea Capeìla.  Quefta  V.  Confraternità pofsiede  ben  ftabi li,  &è 
affai  commcda ,  difpenfando  li  lor  beni  alli  poueri  infermi  della 
Confraternità.  Quefta  gode  molte  indulgenze,comefog!ionoef- 
fere  in  tali  forte  di  Confraternite  ,  &  è  vicina  alla  Chiefa  di  S.  Do- 
menico inftitutore  del  Santifsimo  Rofario  i  la  fua  Dcmenica  e  la 
prima  del  Mefe,  &  fi  fa  Procefsionc  dopò  il  Vefpero,  con  gran  co- 
corfo  del  popolo .  le  Sante  Reliquie  mandate  di  Colonia  ad  Ari»- 
mino  dal  M3g  M  Ambrofino  Ambrofini  Cittadino  Rimi nefe  fu- 
rono trafportate  da  San  Nicolò  la  Domenica  prima  del  Mefe ,  co» 
me  difopra  in  San  Domenico,&  nellGra  torio  della  Gloriofa  Có- 
fraternità del  Santifsimo  Rofario  conforme  alla  pietà,  &  dono, 
che  ne  fece  il  detto  Ambrofino  alla  detta  Confraternità,  che  fono 
le  fottofcritce . 

1.  Vn'oflb  di  Cofta  di  vn  della  Copagnia  di  San  Gereone  Tebei 
Martiri ,  hauuto  dall'IUuft.e  molto  Reu.  Sig.  Enrico  Fabritio,  di* 
gnifsimo  Canonico,  ac  Camerlengo  della  Chiefa  di  San  Gereone 
di  Colonia. 

2.  Vn'offo  di  San  Ciriaco  Martire,  &  di  S.Paolina  Vergine  da 
Temi,  hauuto  da Monfig.Illuftrifs.NoncioAmalteo nella  Città 
di  Colonia. 

3.  Due  offa  dì  Braccio  delle  vndecimillia  Vergini,  della  Compa 
gnia di S. Orfola , hauuti dal  M.RPF.  Gisberto Spetio  Domeni- 
cano dignifs.  luquificoce  «  &  Priore  della  Città  di  Colonia. 

OiTa 


•'  i  ii  Sin  %ìmìneji  Lìhr'o  frìmìi 

'4.  Ofla  di  Sant*ApolIonia»&  delle  SS.vndcd  milla  Vérgini, del 
la  Compagnia  di  S.Gercone,hauuto  dalla  molto  Reuerenda  Suor 
Anna,  dell'Ordine  di  S.Bernardo  cuftodia  di  S.  Apro. 

5 .  Offa  di  Santa  Paolina,de  Santi  Tebei  Martiri,  de  Santi  Mori, 
della  Compagnia  di  S.  Orfola ,  te  d'altri  Santi,  che  per  l'antichiti 
non  ha  nome,hauuti  per  mezzo  deirilluftre  Sig.  Siluio  Paflfari  da 
Pefaro,  Secretario  di  Monfig.  Illuftrirs.  Noncio  in  Colonia . 
XV.       Vltimamente  vi  è  la  Ven.  Confraternità  di  S.  Biagio  Vefcouo, 
S.  B'afio.  &  Martire  di  Capadocia,  che  vede  medefimamente  di  bianco,  ha- 
Biaehifs.ilueuavnaChiefioIa,&Oratorio,&orto;  laqual  poi  per  alcune  dif 
chc*U  Bea  fcren2e,ouer  difcordie  tri  i  Patroni  di  detta  Chiefa,  &  loro  fi  fono 
tifs.  Ver?,  conuenuti  partirfi  da  detta  Chiefiola  con  molto  difgufto,  &coa 
K.  S.  meffe  qualche  fcandolo  del  popolo;  poiché  s'erano  aftatticati  per  ottene 
indoffo  al  re  Priuilegi  &  indulgenze  in  detta  Chiefa,  fic  l'haueuano  ottenuta, 
Aru«n"°'^'  ^^^  horaforfi  non  liferuiri ,  hauendo  mutato  Chiefa  d'altro  tito- 
cke  non  fi  ^o:  poiché  fono  andati  in  vna  Chiefa  di  quefta  Citti  delli  M  R.P. 
conofcc  di  del  Beato  Pietro  Gambacurta  da  Fifa  chiamati  Heremiti  di  S-  Gie 
che  forte  ronimo  di  Scalca,  fottoil  titolo  di  S  Honofrio;  &  per  il  più  fole- 
^i  lino  fìa  yjj  cflere  frequentata  da  fornari:  &  è  la  prima,che  precede  a  tutte 
MarcoMa*  ^'^'^^c»  P^^  elfcre  la  più  moderna.  Quella  Chiefa  é  antichifsima  fot 
mio .        to  il  titolo  dcili  SS.  Pietro,&  Blafio,che  già  era  H^foitale  delli  pò 
S.Hono  .  ucri  Armeni  ;  hora  ridotta  in  commenda  ;  ò  per  dir  meglio  ir.  be- 
Jj'°-.'  ^.    neficio  fenza  cura  »  con  danno  de  poiieri ,  &  foifi  centra  b  mente 
Rofo  ap  1  ^^  Monfìg.  Reuerendifs.  Giouanni  Rofo  Vefcouo  di  Rimino ,  èc 
menìo  Ve^ della  B.M.dell'Uluftre  Sig.  Mucido  Faitano  nobii'  Arimincfe  :  il 
fcouo    di]  qual  tornato  da  una  guerra ,  con  l'afiTcnfo  della  F.M.  di  Papa  Bo- 
R'mino .    lìifacio  Vili,  che  gli  hanno  lafciato  la  robba  al  detto  Hofpitale, 
per  l'tffetto  dell'Hofpitalirà,  fé  ben  forfi  non  fu  narratatotalmen- 
te  la  uenrà,  quando  fu  rednitaaqueftomodo.  8.13  o. 

I.  1'^  okra  le  fodette  Confraternite  di  fopra  raccontate,  ve  ne  fo 
no  alcune  altre  vnice  a  qualche  Religione,  le  quali  nò  hanno  Chie 
fc  particolari,  né  particolari  forte  di  ueftimenti ,  non  cosgregan- 
dol'i  per  le  Piocefsioni,  di  quelle  in  poi,  che  fanno  per  lor  partico- 
lardeuotionc,  per  scquifìo  dell'Indulgenze  conceflTegli  dalli  Só- 
m»  P.jnreficj  come  fono  le  Confraternita  dei  Santi fsimo  Sactamé 
to,  in  tutte  It  Paroclve  della  Cit'-à ,  (he  fanno ,  ò  foleuano  fare  ì^ 
alcuna  Domenica  d  ogni  Mefe,  con  il  Santifsimo  Sacramento,  cir- 
ccisdando  tutto  ò  parte  de  Ila  lor  Parochia,  &  accópagnando  dct- 
Dom.  del  to  Sarjifsirro  Su ra'rerìto,  quando  fi  porta  all'infermi. 
Cordone.     3,     Alla  Kel'gionc  di  S.  Frunccico  Conuentuali  è  unita  la  Ven. 

Con 


i 


fZ>/  Raffaele  %AdimATÌ.  tip 

Confraternita  del  Cordone,  che  celebra  foicnnifsima  Procefsione 
dopò  il  Vefpro,  la  feconda  Domenica  del  Mefe  :  que/la  ancora  è 
dottata  di  molte  Indulgenze,  come  fi  può  vedere  dalli  Breui  Apo»- 
ftolici:  Quefta  Confraternità  non  fi  esercita  in  particolar  cofa: 
Ne  fanno  Officiali  alcuni  conforme  la  Bolla ,  perche  li  Reuercndi 
fodetti  la  gouernanoda  lorpoda  ,  Ce  forficiò  refultaia  qualche 
danno  di  detta  Confraternità,  &  della  Chiefa  iftefla. 

3.  Alla  Chiefa  delli  M.RP.  delli  Serui  vi  e  la  Ven.  Confraterni- 
tà della  Santifsima  Concettione  di  N.  Signora ,  la  quale  fi  vefte  di 
bianco,  &  fa  folenne  Procefsione  la  terza  Domenica  del  Mefe,  hi 
vn  bellifsimo  Altare  in  detta  Chiefa  bentornato  ,  gode  molte  Ia« 
dulgenze . 

4.  Di  pili  vi  è  la  Venerabil  Cófraternità  dell'Habito  di  N.Signo 
rade  Serui  fodetto,c'hàhauuto  principio  queft'anno  i5i  2  dotta- 
ta dalla  Santità  di  N.S.  P.  Paolo  V.di  molte  Indulgenze,  in  parti- 
colare la  fudetta  Dom. 

5.  Vnita  alla  Venerabil  Religione  di  S  Agoflino  delli  Mendi- 
canti, vi  è  la  Reu.  Confraternità  delli  Cernutati,  che  nella  Chiefa 
di  detti  M.  Reu.  hanno  una  bellifsima  Capella:cekbra  una  Nobi 
lifsima,&  folenne  Procefsione  dopò  il  Vefpro,la  quarta  Dom.  del 
Mefe,  &  godono  molte  Indulgenze,  come  fi  uede  nelle  Bolle  di 
detta  Confraternità  :  ha  cura  d'alcune  pouere  vedoue  della  Con- 
fraternità,-alle  quali  è  datta  l'habitatione gratis,  cóforme  alla'mé* 
te  de  teftatrici,che  l'hanno  lafciato  detto  obligo:  come  anco  di  far 
fare  alcuni  offici) per Tanirne loro. 

6.  Ancora  alla  Ven.  Religione  di  S.Domenico ,  'vi  è  la  deuota 
Confraternita  del  5antifsimo  nome  di  Dio  ;  la  qual  fi  ellercita  ri- 
prendere, &  rimouerc  li  beflemiatori  dalla  lor  mala  cófuetudine  ; 
perciò  in  vna  lor  Domenica  del  Mefe  d  vanno  a  fentirc  a  fermo»» 
neggiare  i  lor  Priuilegì. 

7.  Nella  Cathedra'e di  Santa  Colomba,  alli  25.  di  Marzo,  del 
16 c6.  per  opera  d' vn  M.  R.  P.  Capucino ,  che  predicò  nella  detta 
Quadragefima,  vi  fò  eretta  vna  Ven.  Confraternità  dell'Incorona 
ta,  Celcbrandofi  all'hora  la  Fefla  Gloriofa  di  Pafcha  di  Refurret-» 
tione  di  N.Sig  dopò  il  Vefpro,fù  incoronata  vna  bellifsima  Ima- 
gine  di  N-S.  con  Corona  Regia,  &  con  dodeci  Stelle  d'oro,  &  ric- 
camente veftita,  &  ornata,  tutto  di  Elemofinc  de  Fedeli  della  Cic- 
ca noftra  di  Rimino,^  con  folennità,  &  Procefsione,  la  qual  gode 
molte  Indulgenze  Inf^^nie  ,  fu  collocata  fopra  l'Aitar  Maggi9rc 
con  una  bellirsima  lampada  d'Argento . 

R  8.  Vie    * 


>    1$  i  ilio  %ìmmeje  Libri  Triniti 

Ottaut ,  Vi  è  poi  la  VcnerabiI  Confriiterniti  della  Cariti  ;  ft 
qual  non  derogando  al  nome  c'hi ,  fi  efferata  in  molte  opere  pie, 
&  particolarmente  in  far'  elemofinc  alli  poueri  infermi,&  pagarli 
tutte  le  mcdicine,&  firoppi  ordinati  dalli  Iccellentifsimi  Signori 
Medici:  fi  congregano  nel  Conuento  delli  molto  Reu.  Padri  Con- 
Dctuali  di  San  Francefco.facendo  i  lor  officiali,^  altre  cofe,che  oc 
corrono  i  detta  Confraternità;  la  qual  è  frequentata  perii  più  da 
Genti!  huomini,  &  in  particolar  da  quelli.che  fono  defcricti  nella 
Venerabil  Confraternita  di  S.  Gieroaimo,  come  capi:  &  Fiì  infti- 
tiiira  dairillullrifs.  &  Reucrcndifsimo  Monfig.Giouanni  Barn/la 
Cafìello  nobi!  Bologncfe.aH'hori  Vefcouo  di  Rimino,con  autho 
riti  Apoftolica  ,  incorporata  all'Archiconfraternità  della  Cariti 
di  Roma,  fotto  il  dì  4.di  Giugno  1577  l'Anno  fefto  del  Pontcfica- 
tò  del  Santifs.  Sig.  N.  Papa  Gregorio  XIII.  con  tutti  i  Priui!e5i,& 
Indulgenze,  come  fi  può  vedere  dalla  conccfsione  fattali  dal  fodec 
to  Sommo  Pontefice  :  &  tra  l'altre ,  come  fi  ucde  nel  primo  Capi- 
..     .tolo,  Concede  Sua  Santità  alli  defcritti  in  tal  Confraternità,  la 
tionè"de"i  participatione  de  i  Digiuni,  Diuini  officij.  &  di  tutti  1j  beni  fpiri- 
beni  di  tut  tuali,che  fi  fanno,  è  faranno  per  tutto  il  mondo:  &  fcguita  poi  del 
ro  il  Mon-  la  participatione  d'altre  Indulgenze;  come  appare  nel  Sómario  di 
^°  •  dette  cócefsioni,  al  quale  per  breuità  rimetto  il  prudente  Lettore, 

Vi  è  ancora  la  Ven.  Confraternità  del  Gloriofo  Padre  Sanc'An 
tonio  da  Padoa,  la  qual  ha  una  Chiefiola  pcradeifo,  pofèa  fopra 
S.  Ant.  da  ^n  Ghiaton  del  Porto,dcue  d  dice,  che  predicando  il  detto  Santo, 
Tadoa.     ^^^^  moltitudiue  de  pefci  uenne  miracolofamente  ad  afcoltarlo; 
la  qual  però  fé  bene  hora  è  picciola  ^  già  fi  comincia  ad  ampliare 
^00  particolar  aiuto  deH'lHuRre  Comunità  ;  &  quella  Confrater- 
nità'è  fcparata  da  quella  del  Foro,ch'è  del  medefimo  Sàto  Protet- 
tore, Hauédo  medtfimamente  le  fue  Indulgenze  fcparate  da  quel- 
lc,f;.!Ccndo  ofhciare  detta  Chiefa  con  i!  Santifsimo  Sacrificio  della 
Mt(ia  ordinariamente  ogni  mattina  -  fé  ben  queìia  Chiefa  non  hi 
cofa  alcuna  d'entrata,  ne  beni  fiabili . 

T:i  l'opere  de! la  M.feiicordia.vna  delle  Ptincipaliè  1  Hofpita- 
]\ii  dcpLUui  Pelegiini,  &  altri;  del  che  la  nofira  Citrà  n'era  ab- 
bondante non  fiilarrcnte  dentro  della  Città,  ma  Jiico  di  fuori,  co 
me  fi  è  deuo,6,'  bora  fi  dirà  :  però  eHendoui  dentro  la  Città  molti 
H'  fpitali  thefieiVercirauanoin  queflo  pio,  &  deuoro  officio,  par 
neb-vne,  éi  cfpedicrca  i  lio'lri  Superiori  di  unire  que/li  tanti  Ho- 
fpitali  '\x\  un  folojche  folle  ben  goucrnato,&  che  facefle  quefìa  ope 
.  ra  con  maggior  auttoticà,  ec  deuotione,  che  non  fi  taccua  da  tanti 

ilo- 


Di  l{ffaele  Ailimdrì» 


rsr 


HorpJta!etti:&:  perciò  con  auttorità  del  Sommo  ronrcHce  Tnnoce  vn^on?  di 
tioVIil.di  F.M.  nell'Anno  15 8<5.  alli  25.  di  Giugno  per  mezzo  molti  Ho- 
deirilluft.  Sig.Gierolamo,  Vt  le  Faiientinr)  Canonico,  1)  ìctorc^ce  0""''   *^ 
Iebcrrimo,&  Vicario  di  Monfig  Reuc-édirs.  Vcfcouodi  Rimino,  ^'"^^'°* 
furono  mefsi  infieme,  &  vniti  vndeci  Hofpitali  à  quello  di  S.  Ma- 
ria della  Mifcricordia;  li  quali  furono  quefìi  ;cioè  l  Hofpitale  del- 
la Mifcricordia,l'Horpirale  di  S.Francefco.l'Hofpitale  delii  Scoria 
ti  J'Hofpltale  di  S.Giacomo,  rHcfpicale  di  S  Maria  io  Acumine, 
rHofpicale  di  S.  BartolomeoJHofpittìe  di  S.^nto■^.  AbbarCjdc  i 
Schiauoni ,  rHofpicale  di  S.  G'o.  Battifta  de!  Borgo  di  S.  Genefìo, 
rHofpitalediS.Cacherina,del  Borgo  di  S.GiuliaooJ'H  .fpitaledi 
S. Spirito,  che  hi  conferito  alli  M.  U.Monaci  bianchi  di  M  >nre  O- 
liucto,  ^  rHofpitaledi  quelli  del!i  Famiglia  dei  G^:i/:&  di  •:tjrrr> 
quefio  né  appare  Inftrorréjo  di  mano  di  M  Gicrcnimoq.di  s.Bal 
difera  delli  Angeli  cittadino ,  ti  notaro  di  Rimino, fotro  il  fodecto 
niil!efimo,e  giorno:il  fodetto Hofpitale  delia  iMifericordia  è  gouec 
nato  da  vna  Cógregaticne  di  40.  Cittadini  eletti  dalorofuccefsi- 
uaméte  prò  tepore,  con  i  lor  voti:  lifudetto  Hofpitale  hi  buonifs. 
intrara  di  molte  ponefsioni  pofle  nel  Territorio  e  Dioc^G  di  Ri  tj  „  ^^^   - 
ni;no,&  moire  cafs  dentro  l'iftefla  Città;le  quali  fono  date  ad  afht  b;o   dice^ 
to,a  djuerfc  peifone,  &  anco  ad  vfo  de  hofterie,  che  fono  mal  tenu  chele  cafe 
^e, è  governate:  che  alcune  dilorohauerebbonobifognodigrare*  »'t»erga, 
Enedio^acciò  nò  fé  riduceffe  ogni  cofa  in  vn  tépo.  Nódimeno  è  ag  "^*  "°  ^*'* 
grauato  di  tàrafpefa,che  li  bifogna  fare,nel  gouernarcli  poueria- 
malati,  &  far  nutrire  a  Balie  taca  quantiti  di  creature,  che  li  fono 
portate  nò  folo  dalla  Diocefe,e  Territorio  Riminefe:m3  finodalT- 
Alpe,&  altri  luochi  lontani,chc  arriuano,  e  paflano  alle  uolte  due 
cétenara  di  creature  haucdone  poi  anco  cura,  &  matenendoli  do- 
poi.chc  fono  gradi  a  i  Mafchi,  facendo  imparar'  arce,  &  le  f  emine 
maritandole  códote  conueniére  ;  sì  che  à  pewa  queirincraca  gran- 
de,c'hanno,  può  fupplirc  à  sì  graue  fpefa .  In  detto  Hafpiralc  ui  è 
una  Chiefa  di  cóuenience  grandezzate  bellez2a,m2  quato  alla  co- 
modità delle  cafe,  per  il  bifogno  della  famiglia,  è  molto  AnguAo. 
Tra  l'altre  cofe,  che  ui  fono  di  gvan  deuotione ,  vi  è  un  Chvifìio  in 
Croce  be!iifsimo,è  tato  bello.che  quafi  è  impossibile,  chefia  fata- 
ra  humana,  di  buona  gràdezza  di  legno,  per  quanto  fj  pi.ò  vede  re, 
il  qual  dicono  efTer  venuto  in  quel  luoco  tniracolofaniéccp  raì'e, 
&  di  ciò  foleualicficre  alcune  memorie  nelle  fcritturc  di  detto  Ho  Anr.  Eoo- 
fpitale:  Come  dicono  anco  di  quer!0,ch'è  in  Caflel  di  mezzo ,  nel  "'ci"«^>  I*: 
Stato  del  Sercnifs.Sig.Duca  d'Vibino.fe  ben  ui  è  memoria  di  Anr.  f°o"^e"°*^ 

Q     a        Bon- 


Hi  sito Rimìne/e Libro  Primo, 

Bóuwino  j'ntagtJatorc,  edi  lacomello  di  Ffore  Picore  Venetiano,^ 

^che  fu  li  anni  della  Chriftianafalute  itpo.  incirca,  qual  in  eftec 

to  fi  uede  vna  delle  belle  Tcfte ,  che  fia  pofsibile  à  vederfi ,  &  è  ài 

gran  deuotione  tenuto  Tempre  coperto,  comecofa  di  gran  valore. 

Vi  fono  ancora  in  qucftoHofpitale  l'infrafcritte  fante  Reliquie 

Htliquie  hi  due  vafi  gradi  di  vetro,con  i  fuoi  bolettini ,  inuolte  in  ormefìno 

feu. fette,  giallo,  fei pezzetti  d'Offo di  S.  Macario,di  S.Marta , di  S.  Adife,  & 

Abac.  Sant'Audafto  Martire;  vn  poco  di  Pietra  della  Colóna,  do- 

ue fu  battuto  N.  Signore:  Vn'AgnusDei  ligato  in  ramo,  doue  da 

vna  parte  vi  è  la  Beatifsima  Vergine  con  il  fuo  Bambino ,  con  due 

Angeli,  &  dall'altra  l'Agtìel  Pafchale:  Vn'OfTetco  di  Sant'Agata: 

vna  Croce  di  o{Tb  bianca ,  legato  con  lattola  forfi  di  più  pezzi . 

Queft'Hofpitale  e  Aggregato  all'antico  à  S.  Gio.  Laterano  di 
Roma  ,e  gode  molte  Indulgenze .  Il  fodetto  Hofpitale  per  la  gran 
famiglia, c'hà,  come  fi  è  detto,fomminiftra  al  già  Hofpitale  di  San 
Bartolomeo  Aneffo,fuoco,  e  letto  per  li  poueri  paflaggieri,non  pò 
tendo  capire  in  detto  luoco ,  tali  paflaggieri  poueri . 
Crfaoelli ,     Vltimamétc  è  ftata  introdutta  da  pie,  Se  deuote  perfone,  h  fan 
ic  Orfanel  ta^g  p jj  opera,  di  raccogliere  li  poueri  Orfanelli,  &  Orfanelle  del 
**  •  la  Città,&  Diocefi.fomminiftrandoliil  vito,&  Maeftri,che  ne  hab 

binocura,e  li  è  ftata cócefia  l'Habitatione  dairHofpitale  della  Mi 
fericordia,à  i  quali  cócorrono  affai  cleraofine  per  la  lor  fouétionc 
Alla  molto  Reu.  Religione  della  Santissima  Madonna  del  Car 
.Carmine,  mine ,  yi  é  aneffa  la  Ven.  Confraternità  dell  H^bito ,  ouer  patien- 
23,  la  qual  gode  molte  Indulgcze,&  Priuilegi  grandi.fecondo  che 
lì  vede  nelle  BoUe  de  Sonnmi  Pontefici ,  la  qual  è  molto  frequenta» 
ta,  non  folamcnte  da  venera bil ,  e  deuoto  popolo  della  Città ,  ma 
ancora  da  quelli  della  Diocefe,  con  deuotione  particolare  d'afte» 
nerfi  dal  mangiar  carne  li  Mercordì .  Per  compire,  &  terminare  le 
cofe  Ecclefiaftiche  di  quefta  llluftre  Città.diremo  delle  Venerabi- 
li Parochie  di  effa  breuemente ,  che  fono  al  numero  di  ventiunZi 
dico  ventinua  cominciando . 

Prima ,  La  Prefata  Cathedraledi  S.  Colomba, della  quale  difo^ 
pra  ff  n'è  parlato  a  pieno  al  fuo  luoco. 

Seconda,  A  quefta  medefima  Chiefa  vi  è  vnita  gran  parte  d'vn*- 
altra  Parochiache  s'adimanda  di  S.Silueftro  Papa,  &  Confeflbre, 
con  una  Capella  particolare.de^icata  a  quefto  Santo,  cfTendo  fta- 
ta guaftata  la  Chiefa  di  detta  Parochia  ,  per  occafione  della  fabri" 
Qjfjjj  5  ca  del  Palazzo  publico,  che  fu  dell'anno  158  j. 
lanoUiiìL      Terza ,  La  Ven.  Parochia  di  Sanc'Inaoccatia ,  la  qual  e  tutte* 

lar« 


Di  l^ajfaele  iAdimdtl.  133 

lare  della  D'tti ,  6c  è  vn ira  con  il  Palazzo  Epifcopale,  medefima- ^g^g  g^^, 
mente  è  cura  dell'i fceffo  Monfig.  liluflrifsimo  Vefcouo .  In  quefta  11  Sig.per- 
Chiefa  (ì  conferuano  le  OOTa  dì  detta  Santa  Innocentia.chc  per  co-  mette, che 
mandamento  di  Diocletiano  Imperatore,non  volendo  facrificare  '  8'"^»  |>*- 
airidoli  dopò  molti  torméti,fù  nell'iftefifa  Citta  trapafTata  di  col-  pf^rli  bea 
tcllo,  eflcndo  di  età  de  17.  anni,  nata  di  nobilifs.  ftirpe,  ancorché  tt,&cain- 
molti  Scrittori  c'hano  trattato  di  quefta  Sata  Thabbiano  chiamata  ui ,  perche 
da  Monte  del  Tauro  Cartello  AneflTo  à  Monte  Colombo,  come  al-  ^*"o  <**"' 
trouefìdirà,  bora  demolito,  in  quanto  i  quello  s'appartiene  al  "*"* 
Prencipe ,  fé  bene  vi  è  vna  bella  terra  di  perfone  particolari  lon- 
tana dalla  Città  circa  otto  miglia,  oue  al  prefente  vi  fono  de  i  ter- 
reni ,  che  conferuano  quefto  Santo  nome  ,  cioè  Campi  di  S.  Inno- 
centia  :  per  il  che  fi  crede  da  molti ,  che  fuflfe  Conrefsa  ,  e  Signora 
particolare  di  detto  luoco,  è  accompagnata  di  nobiltà,  e  ricchez- 
ze infieme  ;  la  cui  Fefta  folennemente  fi  celebra  nella  Città,  e  Bor- 
ghi alli  iCói  Settembre  con  molto  concorfo  di  popolo,  facendo- 
fi  in  fuo  honore  Procefsion  Generale . 

Quarta,  La Parochia  di  S.Martino  Vefcouo, è  Confefìfore  Ori- 
ginario della  Prouincia  di  Polonia.  6.  14.4 

Qiiinta ,  La  Parochia  di  S. Vitale  da  Rauenna  Martire.  7.  i.  o 

SeJla,la  Parochia  di  S  Maria  in  Corte, già  vicina  alle  mura  del 
la  Città, Hora  lontana  a(Tai,e{rendo  ftata  la  Città  ampliata  da  Ot 
tauiano  Augufto,  che  vi  fece  anco  il  beJlo,è  fontuofo  potè  fopra  il 
Fiume  Marechia,&  il  Borgo,che  feguita  dopò  detto  potè.  2.16  o 

Settima ,  La  Parochia  di  S.  Maria  ad  Mare ,  nella  quale  vi  è  vn 
quadretto  di  grandezza  circa  vn  brazzo,con42.occhidi  Chri(ial- 
lo,  di  vn  buon'occhiale ,  in  mezzo  delli  quali  vi  è  Timagine  della  Q"a<ìft>  di 
Santifs.  Madre  di  Dio  N.  Sign.  con  il  fuo  Figliuolino  in  brazzojla  ^■'^^'  ^'  ^'^ 
quale  medefimaméte  è  coperta  di  Chriftallo,nelli  quali  occhi  vi  fo  tipòe  ^ 
no  varie  Reliquie  de  Sàti,có  li  fuoi  bol€ttini,che  fi  legono,fe  bene 
al  prefente  folo  in  15  di  detti  occhi  fi  vedono  le  SS.  Reliquie  co  lì 
bolettinijil  qual  Quadro,come  p  traditione  antica  fi  sa,  Vn  Citta*  ctra^jino 
dino  Venetiano,che  andaua  a  vifitare  la  sàtifs.Cafa  di  Loreto, per  veoccian^ 
fortuna  di  Mare,fi  fermò  in  Rimino,  &  hauendo  detto  Quadro  Io 
fermòin  detta  Chiefa,  per  tenerlo  co  maggior  reuercza,  &  ceffata 
che  fu  la  fortuna,  il  buon  Cittadino  volédofi  partire  andò  à  piglia 
re  il  detto  Quadro;  ma  non  fu  mai  ordine,  ne  fi  trouò  ftrada  di  pò 
tarlo leuare  da  detto  luoco,  che  conuenne  lafciarlo  lì .  Dipoi  alli 
doidel  Mefe  di  Noucmbre,del  1560.  Rouinò  allefei  hore  di  not- 
te, che  fu  di  Sabbaco,  vna  parte  della  detta  Chiefa,  cioè  quella  che 

è  Sii 


I  $4.  Sito  Rimine  fé  Libro  Primo  l 

esula  flradamaeftra,  con  il  cairpanile,  fottolecuirouinefù  fé» 
polto  il  detto  Qiiadro,  &  cominciò  a  piouerecon  tanto  furore, 
che  patena  uolelfe  di  nouo  diluuiarc  il  mondojfLi  penfìero  d'alcu- 
ni denoti  ài  quefta  Gloriola  Madre,  che  fi  doueffe  mettere  à  cer- 
care detto  Quadro,  e  vedere  di  rrouarlo,  &  cosi  fi  trouò  &  fubito 
tronato  cefsò  la  gran  pioggia,il  che  fu  euidéte  fegno,  che  per  la  di 
iiotione,che  s'haiieua  hauuto  i  qflo  fantifs.  Qiiadro  diN.Signora, 
la  fantifs  Madre  di  Dio,  fé  ce  ce  (Tare  detto  Téporale.  Reftò  vna  gra 
deuotione  accrefciuta  da  quefio  miracolo ,  fé  ben  prima  vi  era  ài 
andare  in  Procefsione  a  quella  Saia  Chiefa,  quando  con  oratione 
fi  uoleua  impetrare  gratia  di  hauer  il  tépofereno,  -dopò  lelonghe 
pioggie,&ui  a  faceua  anco  una  cerimonia  di  cingere  tutta  la  Cine 
fa  con  vna  céta,cheadimandauano  la  cenca  della  Madonna;  Ilchc- 
fi  faceua  con  vna  grò  (fa  corda  incirata  con  diligenza ,  che  pareua, 
che  fuiTe  vn  cerio,  lafciadola  lì  attaccata ,  fin  che  da  fé  fteffa  venina 
manco.  Il  che fii  poi  leuato  da  Monfig.  Illultnfs  Gio.  Hattilta  Ca- 
mello Vefcouo  di  Rimino  per  buon  rifpetto.  Q^iefla  Chiefa  già, 
per  quanto  fi  dice, alle  volte  era  bagnata  dell'acque  del  mare,  taro 
uicravicino,&  perqueftos'accuiftòilnomedi  S. Maria  da  Mate. 
In  quello  luoco  ui  fi  cóferua  con  gran  diuotione  lOito  de  vn  br^c 
ciò  di  S.  Biagio  Vefcouo,  e  Martire,  fu  nobile,  &  il  fuo  Vefcouaro 
fii  Infebaftia  Città  di  Capadocia,eflrendo  egli  prima  profenTore  dì 
Medicina,  morfc fottoDiocletiano  Imperar,  l'anno 287. d  Arìco- 
lao  Pr^f.  il  qual  Oflbè  dallafpallafin'al  gombito,  che  fi  chiama 
Ci  admoìifjeufcmur  Brachialis  iar.tìiBhjì]-  Vi  è  vn'Altaredella  Sa- 
tifs.  Madre  di  Dio  N.  Signora  Pregnante;  il  qual  é  frequérato  con 
gran  deuotione  dalle  dóne  grauide  della  noftra  Città  ;  ma  anco  di 
fuori  nel  Borgo  di  San  Nicolò  del  Porto  fino  all'Aufa. 

Ottaua,  La  ParochiadiSanCathaldo,  i^«<e  vocdfwr ,  SanDo-i^ 
menico  dell'Ordine  de  ìR.F.  Predicatori;  la  qual  ab  antiquo  era 
del  Rcu.  Prete,  con  titolo  de  primicerio. 

Nona,  La  Parochia  di  San  Tomafo  Apoftolo,  che  prima  tti 
Monafterio  de  i  Reu.  Monaci  di  S.  Benedetto  del  Monte  Cafsino, 
come  ferine  San  Gregorio  nel  Regiftro.  6.  14.0 

Decima  ,  La  Parochia  Santlorum  Martyrum  Cofmx,  &  Damianiy 
i^Udi  nn*iaiDatur  fanÉfx Crucis  f^ptufiinrit.  7.  o    o 

Vndecima,  La  Parochia  di  Sin  Georgio  Antico:  bora  Chiefa, 
&  Comiento  dclli  Molto  Reu.  Padri  Theatini  Chierici  Regolari  : 
Concelfa ,  &  vnita  alla  Parochia  di  S.Innoccntia. 

Duodecima,  La  Parochia  di  San  Michaele  Arcangelo,  ch'c  PrcJ 

benda 


beodadeirilluftrjTsimo  Commendatore  Contarino  Venetìanoì 
prenominato;  alla  qual  Chiefa  è  anco  Anefla  la  Chiefa  di  San  Se- 
baftianoConfraterniti,  della  quale  fopra  fi  è  parlato.  Inqucfta 
Chiefa  vi  è  particolardeuotione  divifitarla,  ò  farla  vifitare ogni 
giorno  per  un'anno  intiero,  per  liberar  vn'anima  dalle  pene  del 
Purgatorio,  &  altre  Indulgenze  antiche:  &  quefta  fé  bene  non  è 
molto  grande  ha  forma  di  Croce,  come  fogliono  hauere  per  il  più 
tutte  le  Chiefe  antiche . 

1 3 .  La  Parochia  di  San  Giorgio  di  Cappadocia  Cauaglier  fi- 
delifsimo  di  Chri(lo,Diica,6:  Capitano  de  Chriftiani,  fui  foro  di 
ijuefta  Cictànoftra di  Rimino  3.2.* 

14.  La  Parochia  di  Santa  Maria  in  Trebi,  ([ìoz  appeìlatur  S.  Fran-j 
cefco  delli  M.  fleu.  Padri  Conuentuali. 

15.  La  Parochia  di  SS.Simone,&  Giuda  fratelli  Apoft.IlM.Reii. 
Rettore  di  quefta  Chiefa ,  elTendo  su  la  ftrada  Maeftra  Flaminia, 
nò  maca  tutte  le  Fefte  comandate  di  dire  il  Vefpro,&  Cópieta  pec 
t5po.|)  fatisfattione  di  tutti  quelli, che  efscdo  impediti  da  qualche 
negotio  nò  podono  tardar  tato  d'andar  ai  Vefprifoléni,&c  3.7  2 
16.  La  Parochia  di  S.Genefio  alias  S.Bartholom^iApoft.  nel  qual 
luoco  ui  erano  alcune  pietre  di  marmo  antiche,có  l'infcrittion  d'ai 

cu  ni  Cauaglieri  Teforieri,duuo  Viri  de  Curioni,  &  altri  Coloni]  chrlftoN. 
de  Romanii  le  quali  hoggi  fi  trouano  à  Sarfina  Città  antichifsima  Sig.  Parlò 
lontana  dalla  Città  noftra  incirca  25. miglia,&  già  25  anni  incir--a  i  Prelati 
ca ,  fwuono  portate  la  su  ;  perche  li  nominati  in  dette  pietre  Ci  di-  ^^^'^.  ^^*® 
ceno  edere  fiati  curatori  di  detta  Sarfina,  Il  M.R.di  qfta  Chiefa  fé  ^^  chi  mìe 
beneègiouane,&  nouelloaqueftacura,  nódimenofeguitailrito,  uol  ,  ode 
te  cofiume  antico  de  fuoi  antecefibri  facédo  la  Procefsione  del  Sa  me .  e  chi 
tifs.  Sacramento  la  fua  Domen.  in  ogni  mefe,  &  dicédo  il  Vefpro  [P^^*  ^°'» 
tutte  le  Fefte  comandate ,  per  la  comodità  de  i  fuoi  Parochiani,  &  met^^* 
altri,che  no  poflbno ,  ò  nò  vogliono  andare  a  i  Vefpri  foléni  delle 
akre  Chiefe  principa!i,che  tardano  affai  più,  dado  anco  comodi- 
tà a  i  fuoi  Parochiani ,  mafsime  alli  deferirti  nella  Confraternità 
del  Santifs.  Sacramento  di  poter  vifitareall'horpolb  la  Chiefa, 
per  pigliare  le  Stationiconcefseà  quelli.  2;.  9.  o 

17  La  '^arochia  di  SAgnefe  Romana  V^erg.&  Mart.Il  fuo  M.R. 
Curato  vfa  molta  diligéza  cóforme  al  fuo  anteceffore  nell'othcia- 
rc  detta  Chiefa  di  Melfe,  Procefsioni  del  Santifs.  Sacramento  ogni 
mcfe  nella  fua  Domenica, &  di  Vefpro,  &  Cópieta  in  tutte  le  fc^fis 
comandate,  molto  tempo  innanzi  de  gli  altri  fciéai, con  gran  con- 
corfo  del  fuo,&  altro  popolo.  i    6,  o 

18  La 


tss  sitò  Rlmkifi  Libro  Primi: 

i8.  la  Parochia  di  S.Gio.  Euangelifta, vulgo di6ti Dmì  Àùgad.* 
Epifcopi  ConfefT.  della  Prouincia  d'Africa  Dottore  di  S.  Chiefa. 
ip.  La  Parochia  delli  Sancì  Ciouannij  e  Paulo,  Fratelli  Romani 
Martiri.  3«  ?•  » 

30.  La  Parochia  di  S.Gregorio  Papa  pi  vno  de  i  benefici)  fottO" 
podi  alla  Religione  Monadica  di  Monte  Cafsino ,  quando  (lana* 
no  alla  Batia  delli  Santi  Pietro,e  Paolo,&  Giuliano  Mart.  j.  7.  t 
2 1 .  La  Parochia  di  S.  Maria  in  Agumine,  ò  in  Acuminei'  la  qual 
in  quefla  Cicti,  per  Chiefa  Parochialc,  è  delle  principali,  sì  per  il 
(ito  di  e(ra,come  per  il  corpo  della  ChiefaiCome  anco  per  l'entrata; 
alla  quale  ancora  vi  è  anelTa  vn'altra  Chiefa  femplice  nel  Territo  • 
rio  di  Meleto,  fotto  il  titolo  di  San  Facondino ,  fé  ben*  in  effa  v  i  (ì 
celebra  la  Fefta  di  Sanc*AgoftinOy  laqual'è  di  buonifsima  ren- 
dita. 6*  14  4 
£(fendofi  trattato  da  me,  con  quella  maggior  breuiti,che  ho  fa- 
puto>  le  potuto,  delle  cofe  pie,  &  religiofe,  tralafciando  molte  co* 
le,  che  forfi  ad  altri  non  pareuanofuperflue,  ho  voluto  auuercire 
il  difcreto  Lettore,che  non  vogli  taflarmi  di  poco  pratrico,&  d'ioj 
prudenza,fe  da  me  non  fuffero  (lati  dati  i  gradi  à  ciafcuno  delli  fo 
pradetti ,  fecondo  che  fi  ricercaria,  (cufando  la  purità  deirAnimo 
mio ,  che  non  è  flato  di  degradare,  ne  di  offendere  alcuno  lu* 
uendo  io  in  gran  veneratione,  tutti  quelli  luochi  Reli- 
giofi ,  &  Santi ,  come  fi  deue  da  buon  Chridiano 
^reuerendoli  tutti  fé  non  quanto  deb;* 
boj  almeno  quanto  io  so,  Oc 
poffo; 
che  fari  per  fine  della  Prima  Parte 
del  mio  Libro,  Sito  Ari- 
minefe . 


SITO 

RIMINESE 

RAFFAELE  ADIMARI 

DA     RIMINO 

Dcnie  fi  tratta  ddla  fertilità  ,  &  altri  particolari 
notabili  del  Paefe ,  5c  Territorio  fuo. 

Et  delC antichità  della,  Città ^  ^  della  Nobiltà delUUud* 
mini  yO*  ddk  Donne  tUuUri  in  fintila ,  lettere  , 

armi. 


€)V£KA  NOVA, ET  C  VRIOSA  AD  OCNI^OKTE 

Di  pecione  da  ofiferuavlì ,  &  immitarfi  . 

LIBRO    SECONDO. 


JN    BRESCIA,  M.  DCXVL 

— ^»M — ^— — W^^M^^—^W^— ^MW^^— ^i^MM— ^M^i^W^— l^iM^fc^—i — ^  I      .^— — ii^i^ 

/ippreflo  Giou.  baitifìa  ,  &  Antonio  Boziòli. 
(^on  Itcenzji  de*  Superiori . 


b- 


rr 


•O 


\ 


5^  .^  S^5-  4£ai  Si  ^^^  2^  -^  S^*  ^7^-^Z 
^$^^  <^<)|>^  ^9^  (iiil^  (^i^i^  i^(4if^<^^ 


mo 


mo      re 


birilli  &  R. Si  &  Padon  mio  Col 

MONSIGNOR 

P  I  E  T 


P  AVO  N  I 

Maftro  di  Camera  di  N.  Si 

"v»' 

Ilkftrifs.  ^  Rcu.  Monfig.  Patron  mio  Gol* 


hx. 


Eli  comfìmemò  di  queilà  opera  ^  hi  ri» 
fòlut^  dt  cemmurAcare  coi  Mondo  qm^ 
ftà  mia-  f alita  fra  tante  ctire\  e  con 
tanti  me  rijitgfliz  redottn  à  quilme- 
glior  terniiTfe  di  ff^r fettine  ^  che  per 
me  fi  e  pò  tuto  -y  -  haueuà  atrco^  rtfòtuta 
di  /4  rio  [otto  C ombra  della  Felice  Memoria  dei  Signor 
tauAglfere  (che  viua  beato  tn  Cielo)  FrateUo  dt  V offra  Sìg. 
\jllii>irifs.  Cauaglter^Ji  tanio  m^r nocche  olire alù^^r  Rà- 

tAa      z  to 


potè  dìN,  Sig.  ^Almo^iendore  del  fé  eoi  mRr$y  ^  T^ro^ 
tettore  dilla  patrianofif^  del curtcoy  difito  Mdfiro  diC^- 
mem^come  r  f^o/lra  Signoria  Jf/lufirtffnmtdor  Sua  ^ettitU' 
éltncy  dal  T^è  tatoluo  della  Qtoce  dt  San  Giacomo  in  CSpo- 
fi  ella  3 /té  fatta  degno  di  effir  anche  dalla  SaTuUà  dt  t^Sig, 
$11  uflr aio  col  grado  i  e  titolo  di  Qapit ano  dtfua  GtéardìAde 
tauaHì  conapplaufo  dt  tutta  là  (^orte  Romana}  dtmofiraiio» 
ni  etéidentt  della  fide^  n^alor,  èfrudenzjtfua  pn gelare,  con 
le  qnoili  virtù  fi  rendeua  fignalatc  al  mondo  ^  Etàq-Hefìo^ 
mto  penpero  mi  hat^téa  anco  per fitafò  t antica  fir tétta  y  che 
h  tenni  conWB^  Mem^  del  Signor  Aleffandro  yejm^  e^h 
^adre  diV.5ig*JlIuftrtjfima  mio  particolare  Patrone  yt 
Compare ,  mentre  ytffeye  contutta  C  JUufhiffitnaljLfa  Pa^ 
mni,  ^Ma  perche  fi  è  compiaciuta  la  *^)uina  rProuidetP' 
5^  di  tirarlo  àjè  y  perdita  m^^ Ito  graue ,  (gJT  amara^  pur  btfo^ 
gnaquietarfi  ai  fiéon^iuino  ruolert  yonde  non  ho  poputoW 
defideriomio  effettuare  con  laperfonafi*a  :  i?r oltre  ti  non/k^ 
fermi  proporre  figgetto  da  f^ofira  Signoria  Jllu^irtjfima  in- 
giù, Acuì  maggior dtuotione io profeffa0 ,  ewaggtor  glorta^ 
dellaCittàmfira  fi  recaffi  y  non  hò'T/oltfto  /otto  altra  prtr^ 
tettkne  darla  in  luce ,  che  /otto  tjueUa  dt  TJoftr^i  Signoria 
^llusirt(fima,  che  dt  /angueycyn  altra  Caetalliero  GtHlto,e 
éb  meriti  non  pur  ygualtyma  quanto  ilmmdowtende  mag- 
g^teì  ^  allaquale  *i^iuo  io  fingolarmentc  diuoto  firmtore: 
onde  io  mi  /odts/accio  /ommamente  dt  quefia  mia  re/olu:tO'^ 
mie  dubitando ,  che  qutfio  mio  parto  pofft  e ffìir  giudicato  di 
debole  dt^ofitione  yfer€WyCome  mio  figlio  dt  tenera  età^  nel 


^/yf  ìouifit  ofermrele  te^i  fmperìdliy  che  iì^mge- 
n9it^  ordwMTw  y che AÌlt minori  diqttAtordeviaTìniJe  di4  il 
t latore ,  ^  allì  maggior t di  qmttordeci^  e  mìncrt  dt  raentp- 
cinque  annijcdtail  Curatore  ^  come  elegge  neL^nfhtu- 
Ui  O"  in  tatto  il  Vigefio ,  e  (podice  :  Iw  rtfhlmodi  dctrlitei 
fer  [^f»ratinre ,  t  Protettore ,  che  li  du  fptrtto  yforT^yC  fd* 
uore  tcn  t AUitotaa  Jua  ,    Mi  finccia^  ella  adonque  gra^ 
uà  di  gradire  la  dcHottone  3  con  la  quale  io  glieladon^ , 
ededicOiConqueUabenignitài  che  da  foggiti  grandi  fifà^ 
gtiono  fuolontteri  mirar  tal  njolta  le  cofè  ha/se ,  fitto  dcui 
nome  nufiendo^  0a  libera  da  qutdche  difetto  •  Ruord/mdo'' 
midthaster  letto  qml detto  ctel  Sauio  Rè  Salomone  firitfa 
nel  fm  EcclefiaRe  al  quarto  capo^  dtcettdiii  che  fi iuna  opera, 
quateUa  fifia,  'và immune  dalt inuidiofi  .   Sf  ben  so  Ufi^jc 
di  Giulio  ^dt  OuidiOydi  Calmeioy^di  Lucano ,  0*delMa/ìm 
dt  Nerone,  ^  altri  i  7{ondimeno  ia dalla  mia  Fair ia  yca» 
we  protettrice  de  buoni  fmi  Cittadini^  che  cercano  homrar^ 
Uiin  quanto  pojfo  [pero  lode  amore^famre:  e  nelconfderar 
foperayft  recchi  à  memoriay  che  io  fin  Mercante^  e  non  prò* 
fe^&re  di  kttere  i  maehe  perotramiei  ^iercantià  negotij 
'vado  faticando  con  gè  la  de  Ila  Patria  per  non  di/gradare  da 
^u^llo^  e' hanno  fatto  gli  tAntenatì  miei  j  e  come  deueogni 
Ìhok  Cutadmoyt  dafne  à  Vofìra  SifficrU  JUt^Hrìfiima  oc- 
cafone  icome  queUaychefìàin  continm  atttonì^pmofira  tan- 
to gelante^  e  fautore  deliaca  a  Patria,  e  dellt  amici^  prenda 
lume  di  doue  ^ia  piò  ogni  giorno  conofcer  pofii  oue  benefi- 
ciarla ,  Vma  yoftra  Signoria  Jllt^ifstma felice  afsignan 
do  A  mt  intanto  C'T/ltimolmgp  fra  l  numero  de  fir  ultori 

ftioti 


fioh  mentri  htémilmenttU faccio  remrenzéii  ^  U  pre^o  con-- 
ttmédUconfiqMti'Ka^  di  freSJ^ritày  ^  efsaàmaue,  l)sKi^ 
mwo  slprtmo  dtAprik  aóì  &* 

Ttì  K  S.  jlHuprìfui^Reaenndtfii^ 


itttonaiffi,^: 


§.miHtoft^ 


affai 


hmmda.RimJ30, 


f^ 


^ì&m^^' 


S    I    T    O 


R  I  M  I  N  E  S  E 

Libro  Secondo . 


Ncor  che l'obligo,  the  ciàfcuiìoCìttatìfne 
tiene  alla  Patria,  ricercaflTe,  cheiodouefsi 
longamente  ,.'^  diiFafatnente  fcriuere  le  co- 
fe  notabili  di  quefta  tanto  antiche, come  m<5 
derne  :  nont^imeno,  perche  ciò  è  flato  fatto 
da  molti  altri ,  &  perche  i'intétion  mia  nò  è 
di  far  voltime  gràde,ma fopraciò.folo  folto 
breuità  narrare  alcune  cofe,che  mi  pat erano 
notabili, facédoiic  vn  trafcorfo ,  da  che  pof- 
fi  eflere  fodisfatta  la.Patria,  &  il  lettore. fra  l'altre  cofe,che(aI  mio 
parere)  rendonovna  Città  Nobile,'&  Illuftre,  e  l'eflere  governata 
da  vn  Senato^ò  vogliamo  dire  da  vn  numero  deCittadini  pruden- 
ti, &  beneuoli  delle  cofepubliche:  e  perciò  mièparfoconuenien- 
tcauanti  che  io  raggioni  d'altro,  dire^come  in  quefta  noftra  Città 
doppò  che  vfci  dal  JDominio  delli  iMuftrifsimi  Signori  Milatefti , 
&  venne  fotto  quello dellaSanta  Madre  Chiefa,  vi  fu  erecto  per  or 
dine  della  Santiti  di  N-Sif^nore,  Giulio  fecondo  dalla  Rouere,  di 
felice recordatione  l'anno  1505?.  vn  numero  de  Cittadini  Nobili,  'Confisiio 
Dottori,Mercanti,&  Artigiani,  atti  al  gouerno ,  che  afcendono  al  Ecclena- 
numero  di  cento  e  trenta ,  cioc  li  cento  nel  numero  de  Genril'huo-  ^'coiii  13» 
mini ,  &  il  refto  nel  numero  delli  Cittadini  j  per  mezzo  de  i  quali, 
*©n  quel  ordine ,  eh?  fi  dirà ,  fiule  gouernata  quefta  Città,  (i  doue- 

uà 


4  Sito  Tmhtfe  Libro  Steanài^ 

ui  olfernare  fecondo  la  Bolla,  e  1  intention  di  chi  la  fecCifi:  h  pt^ 
curò  di  non  ammettere  nel  numero  de  Cittadini,  fé  non  perfone 
di  mediocre  condir  ioni,  ma  fi  é  abufato  tal*  offeruanza  :  poiché  in 
detto  numero  de  Cittadini  fono  ammefsi  anco  de  quelli, che  fona 
òì  Famiglie  nobili,&  cheli  lor  maggiori  fono  ftati  nel  numero  dei 
Nobili,  &  vi  for»  ammcfeì  Dottori  di  Leggi»di  Medicina ,  Caua- 
glicri  di  Rei  igieni,  perfone  dottate  di  belile  lettere,  te  fcienzc  Ma- 
thematiche, perfona^qualifìcatflv  &  ricche,  che  ftanno nobilmétc» 
con  tei^er  caualli,car)0Z2e^&  feruitori;  &  indifferentemente  li  Gc- 
cilhuomini,$'a|) parentano  con  li  Gittadini,&  in  vna  medefimafa- 
migliacc  ne  fono  deirvno,  &  l'akranKmero,  li  quali  per  varij  ac- 
cidenti, che  occorrono  al  mondo,  non  hanno  potuto  hauer  luoco 
conucnientealla  lor  qualità ,  come  a)  fimile  intraeienenel  nume» 
FO  de  nobili;&  perciò  forfi  noafarebbe  fuor  di  proposto, fé  in  que 
fto  numerofì  ofTeruafife  certi  lodeuoli  ordini,che  (ì  offcruano  quafi 
in  tutte  le  cdfe ,  è  perfone £ccldìa diche ,  che  fono  di  maggiore  di- 
gnità, &  importanza;  tanto  più  fi  doueriacfferuare  in  quelle  di 
minor  gradi,  .&  altre  cófe,  cheper  ancianita ,  ouero  per  grado  di 
dignità ,  oucro  per  virtù  vannOj-afcendefTeroà  gradi fuperioridi' 
quello^  Ch'erano  flati  perii  paffato  ;  ilchefaria  di  gran  flimoloi 
tutti  non  folamentedi  vgualiarfi  alli  altri,ma  anco  d'auanzarli  u\ 
virtà,&  meriti:j&  cosi  detto  numero  de  Nobili  faria  di  tanto  mag- 
gior eccellenza,  effendo  paflati  parte  di  quelli  (come  fi  fol  dire) 
Terignemy^aquam  approhatì,  ommtXGtptionema'wrei:àlchc  (irebbe 
facile  da  farfi  ,fein  ogni  renouationc  delle  Balle  dell'Illufl.Magi- 
ftrati  fi  faceflc  fcelta  d'alcuno,che  douefie,ò  poteffeafeéderx:  a  mag- 
gior grado  ,  leuandoli.dal  numerode J trentaCittadini ,  ^ aggre- 
garlo nel  numero  dei  cento  Gentirhuomini ,  il  che  farebbe  ca^ufa 
di  maggior  amore,  &  vnione  tra  Ioro,&  fi  fchifarebbe  molti  difor- 
rilI,Sìj;irr  4ini,&  emulationi,  che  fogliono  nafcere  alcuna  volta .  Di  queflo 
Cwifoli.  numerocento  etrenta ,  fé  ne  fi  fedeci.balle  da  eftracrfi  per  forre, 
ogni  due  mefi ,  adimandandoli  l'Illufl.  Signori  Confoli ,  il  nome 
conferuauano  per  eflere  flato  la  Città  noflra  Colonia  de'  Romani 
(come  fi  e  detto.aItroue)cò  i  Priuilcggi.che  godeuano  riftefsi  Cit- 
tadini i  Dall'iftcffo  numero  déllicentoe  trenta,  fé  ne  fa  balle  do- 
deci  da  efìraerfi  ogni  due  mcfi,come  di  fopra,peril  Coiifeglio  adi- 
mandato piccolo,  altramente  dcHi  duodeci ,  doue  fi  propongono 
jnfieme  coirillufl.  Signori  Confoli ,  tutte  le  cofc  datrattarfi  nel 
Confcglio  maggiore,  conuenendopaflfarelepropofte  da  farfi  nel 
Confcgliomaggioreiper  Hdue  cerai, di  quello  piccolo,come  anco 

ficf. 


1>Ì  ^afaele  tAdimAfì,  '  f^ 

fi  o'Tcruahe;  masrgiorc  delle  due  tersiper  efiere approbatì le  prò* 
pofte  I-arre .  De!  medefìmo  numero  dcÙi  cento  e  trenta ,  fi  fanno 
Balie fedec!  ca  eftr3h.reogr»'aKne,vna  per  rilluft.Magiftrato del- 
la Fiera,  che  fi  fa,  cominciando  la  primail  dì  della  Vigilia  del 
Gloriofo  Sant'Antonio  da  Padona  Prorettore,  la  qual  fi  dimandi 
la  Fiera  delle  Pelle,  done  ci  concorrono  Mercanti  da  ogniluoco, 
benché  lontano,  fi  fi  gran  negotio ,  doue  corrono  gran  quantità 
di  denari  in  f.miì  robbe;  L'akra  quafi  continuando  GonrifteflTi 
comincia  la  Vigilia  della  Fefta  di  San  Giuliano  Martire,  &  Protet 
rore  di  quefta  Città^ch'è  noue  giorni  dopò  la  prima ,  &  quella  fe- 
conda foleua  durare  per  tutto  il  Mele  feguente  di  Luglio;  ma  hora 
per  varii  accidentijmafsimedi  careftie,  che  fono  ftati  gli  anni  paf- 
fati  n'i  caufato,  che  tutte  le  Fiere  G  sono  trafportate  innar^ri  aflai, 
éi.  cosi  la  noftra  ancora  non  fi  là  più  di  Luglio,  come  prima ,  ma 
di  Settembre, 6c  Ottobre.-  &  durante  le  franchitie  di  quefte  Fiere  ai 
iodetto  MagifiratOjCon  il  fuo  Eccellente  Signor-Giudice  tocca  de- 
cidere, &  terminare  tutte  le  caufesi  ciuilj,  come  criminali.chefuc- 
cedor.o  cri  Mercanti,  &  altri  in  detto  luoco,  doue  fi  fa  la  fiera  con 
authorità  rfque  adfangu'mem  inchftucyiccòdo  il  fl:ile,che  fi  tiene  an- 
co aer  il  più  in  tutte  l'altre  Fiere  grofle  .  l'ifteffa  a uthoriti  foleua 
anco  luuere  il  Signor  Capitano  del  Porto,  con  li  Foraflieri,checa 
pitauano  iì.  il  luoco  della  Fiera,  è  dalla  Chiefa  di  San  Giuliano  d' 
1-0  alla  Poiio-di^an  Pietro,  cioè  tutto  il  Borgo,  slongandofi  anco 
dentro  la  Città  fin' alla  Madonna  del  Giglio,  cheè  di  molta  vtili- 
là  tanto  per  i  Cittadini, come  alli  Foraftieri;  Vn  buon  numero  di 
Mercanti  foraftieri  mofsi  dalla  bona  commoditàdel  viuere,  &  ne- 
gotiare,&  conuerfare,&  far  efìto  dei'e  lor  mcrcantie  in  quefia  Cic 
tà  hanno  dacto  memoriale  fotto  !i  fedeci  di  Ottobre  del  prefente 
anno  lóij  al  Molto  lllufire  Magifirato,&  Confeglio  della  Città 
cflbrtandoli ,  &  fnpplicandoli  à  clegnarfi  di  procurare  vna  nuoua 
franchitia  per  una  noua  Fiera  da  farfi  di  Primavera ,  cioè  dì  Qiu- 
dragefima,  efìendo,che  al'Hiora  non  ci  è  altra  Fiera  in  Itaiia,che  ia'Fl^ra* a- 
poffa.din:urb^re,offercdofi  loro  à  venire,&  fonuo  in  numero  ài  cin  "*- 
quanra  Mercaiui,  però  compren  alcuni  della  noiìra  Citta  :  il  che 
iuccedendo  ,  come  fi  fpera  ,  farebbe  di  grand'honore  congionto 
con  molto  vrikailaCJttà,&àicirconuicini. 

Vi  fono  poi  rrtìh  !  airri  ordini,  &  offici;  in  detto  r;Umero,che  fa- 
ria  troppo  longo  a  raccontarli . 

Vi  è  ancora  un  numero,  che  per  lordinsrio  ffeuecff^re  folo  di 
trecento  Cittadini  icieki ,  &  perciò  fi  uhian^a  il  numérodelli  .re  - 

£  b  ceat^ 


f  « 


sito  Rlmi?2efe  Levo  Seconda 


centijli  quali  godonoalcuni  Priiiilegi  &  prerogati  uè,  &^i  già  fo- 
leuanobaueremolcioblighi;  horafonoftati  fgrauati d: vna gran 
parte  X  che  fono  n:ati  adofTati  alle  militie  deHe  Cernite  di  quefto 
Territorio)  &  il  detto  numero  è  accrefciuto  ;  &  perche  io  fon  (ìcu- 
rojcheàmoltifaròcofa^rata,  fé  innanzi,  chefipafsi  più  oltre,  io 
ponecò  qui  il  numero,è  riomi ,  tL  cognomi  delli  Citradim  defcnt- 
ti  itiqaeila  prima  Congregacione ,  che  tu  fatta  per  ordir#e  del  fu- 
detto  Sommo  Pontefice  Giulio  fecondo,  il  quai  Decr^co  m  quefld 
modo  fona.videlicet . 

ItemiQmdindi^aCmtateMinyni^it  Cor.ftUtim  'Houum  tccUftafiU 
cum  ,  VUra  aliud  generale ,  in  quo  xnterueniat  de  genere  T^obUium ,  Do 
HoYum.,  Mercatorum,  almumque Chtìumi  nec  non  ^rtificum  ad  Kegimen 
Idomorum ,  qmd non exccdat  'ììumerum  pcrfonarumCenttmìi  dr trìgìn- 
ta .,  erigen.  de  quo  extrahantur  per  Breue  ConfuUs  d}(i<z  C'mitaùs ,  &  etm 
Confilium  duodecìm  \  &  qmd  non  fo[}it  ìpfnm  Confiiium  connocarì,  fut^^ 
coTìgregarìi  fine Ifccntìa ,  & interuenttt Reufrtndtfs.D. Gubcvnaicrh ^ri* 
tnitii ,  §m  prò  S.  R.  E  prò  tempore  fmt,,  cut  eius  ^iuaitcrii  ad  hoc  ;  ì?f  uh 
reucrentidm  fii£  prafentUtolhtur  ornhis  caufaturrtu'im ,  &  fcandaei., 
qmd  in  hiùnf modi  Con  fìlli  i  fppc  numro  folct  oriri  >  &  fi  e  fub  I^.Mci  iìd' 
tu  S.  i^.  E.  Vopulus  ^rimineu.  In  pace  j  &vnwne  conjcruetur  :  & 
•pìuat-:  &  iUtid ,  qnod  fuerìt  per  bujjulam ,  &  balottas  obtentum  in  ditìo 
Confuto  per  maiorem  partem,  dicatur  legitimiobtfr.thm:  uatarAi^vL^^ 
qucd  inConfdio  ad  minus  futiìnt  .paftnteidua  parties  totius  ConftLij  nun 
mitìHS  t&quì.&e» 


Con- 


^i  Raffaele  t/^dimarL  sf 

Cbnfilìum  GXXX.  Homiuum  Ciuitati5  Arim: 
ni,  nomina  Confiliar,  per  nosdeCìoi uni- 
fu  nt  in  frafcripca. 


r  D. lo.Antòniusqs.Gafpàris 

Fagniàni, 
»  Jacob, q.Gregorij  de  Exentis. 

3  Tingulusq.M-ith^i  Tynguli. 

4  D.  Michael  de  Larapergijs, 

5  Antonius'Panli'Dini. 

a  Gabriel  Peregrini  deLeUolis. 
7  Gileorus  Pecri  Bentij. 
g^  R  aphael  Mag,  Nico  iai  di  Di 
nCici, 

9  t).  lòcobus  Tomafii  Ridar- 

delli. 

10  MarHlius  MalatefttE  MarfiJiJ. 

1 1  lOwVntonij  de  Sacramoris  . 

12  Vgiicionus    Lancillotti  de 

MartìneHis. 
15  MaxiusGoljc  Colioner»^ 

14  S,  Nicolans s.Marrij  de  Tab: 

15  ''.Marheus  S.Thoraei  de  Fra 

cefchoiìjs. 

fóCcUi  Garoli  de  Batraglis. 

17  S  girmundijs  Pétri  de  Gena- 
ri  js. 

iS  M' luiianus  Gentilis  de  Ar- 
riuìphis  Phyficus. 

rp  Francifcus  Tecentij  de  Te-» 
rentijs , 

lo  D.  Rubertus  de  Surfanis. 

2 1  S  Pw'rrur^D.^ygelide  Pajcijs. 

2^1  io  Francif.  A.idreaj  Math^i 
Oiphi . 

»3  Detralcuis  Georgi}- de  Diot* 
caleuis'. 

mDvMarifiUs  Laucenti). 


25  Ludouicus  Antoni  de  Ago* 

renisi 
25  Lazarinus  Petri  Lazarihi; 
27  Hondideus  S.  Videi. 
2S  S  Io.  PofthumusS.Ianninil 
2pIo  Benedici  de  TingòHs. 

30  Gafpar  Fràcifci  de  Mazoli^^r 

3 1  Syrnon  D.Angelisde  Paxijs. 
3  2  Io  Andrene  de  BéntijS. 

33  Francifcus  D.  lo.Antonij. 
34lacc)bus  Mi  e£:ì:olide  Catta,' 

neisPhv'fici. 
35  Gafpar  Petri  de  Blanchellis; 
3<?  Raynerius  Pàuli  Mi  Neri]. 

37  D.  Gregorius  de  Bernerijs . 

38  BentiusConftantini  Rentf;,' 
3^  Budoiiicus  Frane,  de  LonEa»^ 

no. 

40  Io.  Ainbronus  Petri  de  latn* 

pergijs. 

41  Budouicus  Antònif  de  Guai 

dis. 

42  Ludònicus  Mathei  Eelmótis; 

43  H!ei:on}mìus  D.  Kuymunds- 

Alberici . 

44  Ant.  Io.  Fracifci  Depbfìcarij. 

45  Matiigus  loan.  de  Simolis  - 
4^  Hannibal  D^Lautécij*  de  Tfi- 

rcntiìs. 
47  Rubertus  S.  Phylìppi  l 
48Barthol.Thomafij  de  Ago- 

lantibus. 
49 1>  Andreas  D.Io.de  Spanai- 
dis. 

Bb    a        ;oG*i- 


2S 


Sita  RìmÌne/&  ttbm  Stcmda^ 


%o  Gabriel  Io.  de  Tcrcntijs . 

5 1  Hieronyinus  Io.  Fracifci  De» 

pofìrari). 

5 2  M.  Francifcus  Gabricllis Hi- 

fpanosPhyfìcus. 
5-5  Si  Maxius  v^afparis  Gesxer- 

chis. 
5  4  S.  Malatefla,  Pctri  Bambi  de 

Rigatijs  . 

5  5  Alexander  Lodouici  de  Ho- 

nibonis. 
5.6  Hercules  D*  Io.  Spaualdi. 
^7  Andreas.  1>.  lo.  de  Rizardcl- 

lis. 
58  Petrus  Benedici  deTingu- 

lis. 
5pRinaldus  Lamberti  de  Ri- 

zardelijs. 
6ó  Andreas  Caroli. 

6  I  Andreas  Georgij  Nini . 
«52  S  SyluinsGaleatij. 
^jPanduIphusMathei  de  Be!- 

montis. 

^^KieronymusGafparisdc  Ga 
Hanis. 

^'y  Brancfialeonis  Antoni;» 

^6  Hierony mus  Io.  de  Clemen- 
ti nis. 

d^T-Co.Gaido'^'ederici  de  Ban- 
dis . 

éS  jD.Carolus  de  Mafchiis. 

é(^  Petrus  V'guhni  e*  Tdel- 

llSv 

70  M.  Io.  AVitrnius  S.  Philippi 

de  Ramberijs  Phyficus , 

71  Carclus  Hila*iJ5  de  Hòftibo- 

nis  . 
^zRobercus  Galcati;  M.  Sera- 

phifli. 
7i  t'FP^s  Antoni).  Bonamici. 


74  M»  EodoTiiaisPaodulphi  d« 

Vrfijs. 

75  Garol US- Petti  Gendiis-de  Af 

nolcìhis  . 
75  Georgia s  Petri  de  Beiitijs . 

77  S.  Io.  Antoni  US  ».  S.  Barche  le 

de  Sa-udis  - 

78  Io.  Marhei  Bruni. 

7^  S.  Bardi.  Gafparis  de  Fagnia: 

ni*. 
8c  Matb«^us  Georgii  Nini. 

81  Antoni  US  Io.  OiThoma?. 

82  Bartholom^us  Francifa  d^- 

Rambofinis. 
8.3.  luliuti Peni  AnM>nii  de  Aqui 
lantibuf , 

84  Nicolaiis  de  Admariis , 

85  Euangelifta  M.  AngcluSi 

8"6  Galeotus  H^ronymi  de  Ba^ 
lachis. 

87  Beritardin.  Anso  ni)  de  Guai- 

dis . 

88  Colanconius  Martii  de  Bar- 

tat^lis. 
gpHàanibal  Pàndulphide  Vr-' 

90  S:  Eildafar  Philippi. 

9  :^ Marcus  Antonius  Aftulphi- 

de  Monaldis . 
532  ZuFardinus  Anronii  zufar-» 

dini. 
9S  GaieOtus  Paioli  de  Capici'- 

bus  Lupi . 
94  Rubcrtus  s  L?Hirentij  Gani- 

boti . 
P>  Petrus  Rollerei  de  Bentiao- 

lis. 
p6  Frandfc'us  Strleonis  de  Fai-' 

tapis. 
P7  Io.  Gafparis  Rinaldupj .. 
*^SLa- 


Tfi  ^ajfdde  i/idman , 


i  i 


^^   ta^antìus  s.  Io.  Anronii. 
yp    Thomas  Volani  Mi  Ambro 

loo  Ventura  Galeotti  de  Mei» 

dtìla . 
veri  M.  Symon  Berti  de  quinq;. 

demibus. 
io:  A ndrèaii  A^i  D-  A rrnaro !i. 
lojM.  Ancoiiius.  Kt  '  filici fci 

Apla»féf]ic. 
iro^.  M.  Gichinus.  Kt.  A'fdtónge' 

gelidcCaiigii'fjj. 
ros  MVThomeus  MI  Arcangeli 

de  Carolica  Ciìli|t»arius. 


1 16  M.  Lactantius)M-  Ambioiìf 

Pctri . 
I  i  7  M.  Bernardiflus .  M.  P-ótci- 

Magnaniis, 
1  iS  BetnaFdioasPecri alias Dra 

I  ipM-  Malatéila  M.  Dominici 

lio  M.  V-encnra  M.  Mathei  A* 

romatarius . 
12  ì  M.  lacobus  .  M.  Pominki 

AplaoellÌ3'. 
122  Mv  Hicronym»s   Symoni$- 
Aurifcic  - 
i-c^' M*  Io.  W  i>a«ci/ci  GaJ/o-     123  M.  Thomeus  M.  Blafij  Cal- 

larius.  2o!2rin.s . 

.TO'?  Ktarcl^us  MiRuberri  Pabri.     x34M.M"afius  Mathel  Pilipa— 
LoS  M.  lo,  M.  Mathel  Fiòtor. 
>oy  M.  Beraardinus^  Zacliarus 

Aroma  tarins, 
1 1 e  M.  V iccntiijs  M. lo.AiTeliSi 
1-11  M.  Gregorius  M;  Chrir^O- 

f>bor!Magiìianu5. 
i-iz  M.Ancor.ms  Hieronymi  de 
SoHano   Aromatarixis. 
113  Gafparfacobi  Boci. 
>i4  M.  Ludouicus.  s.  AntOHÌi 

Agalle  Tinror. 
M5  M.S}  rtK>n  Mi  Anconii  Cal- 
zolari) . 


ri  US  . 

125  IC  L^onardusTurini  Aurii^- 

tex . 

126  Marinus  Màthéide  FrixG<« 

nibns» 

1 2 7  Petrus  Pauliys  Hieronynù 

Augarelli  Aurifex  . 
X18  M«  Angelus'  Luce  Caliga— 

rais. 
i257M.'ìtephanu5  louobeni  A<i- 

gello  Ti n cor. 
130  M.  Francifcus-  Roberti  de 

Róconis  ATo:natarius 


Antonius  Archiepifcopus  Sypont.   Commiirari 
ApoftolicQ5  Manu  propri 


it*-» 


tirili  Signori  Venetianii  &  queflo  è,che  li  qiiatiro  di  Dece  in!  >  re,  jt.j'i'^  ^oa 
aoè  li  giotno  di S.Baibata, quelli  gioueni,  che  vo^^'iono  acqui ftar  d^-'w. 


1  ^  sita  Rimine/e  Libro  Secondo 

facoltà  di  poter*  andare  al  Confeglio  vanno  d'innanzi  alli  Signori 
Auogadri  di  commiine,  &  quelli  moftrano,  e  hanno  finirò  li  venti 
anni  della  IorGittà,&  che  fono  legitimi  figliuoli  di  colui,  dai  qui» 
le  dicono  efiere  nati,  laqualcofa  procede  nel  modo  derto,  &  Ts 
tiene  dall'Uiuftrifsimo  Magiftrato  piiblica  memoria  di  querta  ma" 
nifeftatione  dell' Età ,  &  dell'eiTere  legiiiini  figliuoli  d\  Padri  loto, 
&  ciafcuno  giouene,  il  Signore  Secrerario  deJli  Sig.  Auogadri  né 
piglia  vna  cedula  fugillada  da  tutti  tre  li  Sign.  Auogidri ,  la  qnal 
poi  fi  porta  al  Sig  SecretariodellaQuarantia  Criminale»  il  qual 
inpolize  fcriueli  nomi  decoloro,  che  gli  hanno  porcate  le  dette 
cedole,il  giorno  poi diS.Barbara  con  le  fopradette  polire, né  van- 
S  Bi  ba  a    "^  innanzi  al  Serenifs.  Prcncipe,  &  Illuftrirsimi  C'onfegliisri  del  \^- 
'  Quarantia,&  alla  prefenza  lorO;iucte  le  dette  polize  fi  meo-ono  itv 
vna  vrnajdondes'efiraenoperlorteiertrcìenooancoda  vn'alura  ve 
na  per  forte  balle  dorai:e,&argentatc,&  i  nomi  di  quelli,  che  ve«-r 
gonocon  le  balle  dorate  s'intende  colui  haueracquifiato  auttori* 
tà  d\  poter'  andare  al  Confeglio.  d  ballottare  .  Onde  ne  iVgne  che 
Il  cii»r  de'  effendo  i  gicueni  in  Confeglio  fianno  mefcolati  con  i  vecchi  dalla 
jujr,€  do-  YittkvMZ  de  i quali  fono  cofiretti  federe  con  pÌLVgrauità,&  mode^ 
tia.eilcor  ftia,cheforfi  nò  farebbonofefoffero  fepan\ti  da  loro,dandoli  buó^ 
«"cpazzi'jè  eflempio,  che  più  gli  gioaa;  clie  le  motre  lertioni .  Si  che  forfi  noii- 
«iou'èallc    farebbe  malealcuno,  fé  dal  rofiro  lllnfire  Cófct^lio  fufie  imitato^ 
grezza .      j,^  quefta,in  patte  quello  della Illufinfs.  Rcpublica  Venetiana  go 
^*  uernatafi  fcinpre tanto  prudcntementc,&  mantenutafi  tanto  K^go- 
tempo,  &  dalla  quale  ne  fono riufciti  tanti  Eccellcntifs.  Oratorf,. 
cioc ,  che  quelli  gioueni  della  nofira  Ciìtà ,  che  deuono  fuccedere 
ai  lorPadrijò  Fratelli,quando  fono  dieta  poteffcro andare  in  Co- 
(eglio  p^r  imparare,&  aiTuefarfi  al  gouerno  delle  coie  pubiiche,& 
in  particolare  nel  Venga  re;  perciò  fuifero  obligati  di  leggere  3Ù  l'a- 
rei>go  tatti  i  Memoriali.  &  lerrete.  che  occorrono,  che  così  fi  vene-' 
ria  afruefarfi,&  reufc^nsno  puoi  bonifiimi  Oratori,  accioche  poi- 
meglio  fapefiero ,  come  fi  deiiono  portare  ne  i  loii  Magiitrari ,  co-- 
merinfegna  S.Agoft.  in  (ìmil  cafo ,  dicendo  :  Taiet  na  in  [cola  Chrì- 
iìi  tffe  dehentkv.PcT  certo  credo, che  nelluno  negarà,  che  ciò  non  pò 
tcfìeefferedi  gran  giouamento,&  vtilità  alle  cofc  publiche,  &  ho- 
nore  à  tuttala  Cura,  cerne  anco  fi  legge  cflere  intrattenuto  iu  Ro- 
Papiriopre  ma,  quando  il  Psdre  di  Papirio  pretcflaro  conduifc  feco  il  i'uo  fi— 
texiaio  in  gliuolo  giouenerto  nel  Senato,  il  qcai  maftrò  tanta  prudenza  nel 
Senato  .     tacere  le  cofe  trattare  nel  Senato  llomano,che  né  per  iufinghe  ne- 
idldalia  cara  Mùdte,ne  per  miaaccie  riueiò:ma  vkimamente  sfor 

zaco 


zato  cfaltimofe  Jelle  battiture  tacque  la  veriti,&  con  una  nuou«, 
feridicolofa  fauola  quietò  l'animo  della  Madre,  &  néfeguìpoi 
quel  che  dicono  l'Hiftorici. 

Non  tacerò  anco ,  clie  in  detta  Republica  à\  Venetia  non  è  (la- 
to reputato  inconueniente,  &  vitiofo  donare  alla  Republica  cerca 
quantità  de  danari,  ouer  predarli  gran  quantità  di  ducati  da  i  Pa- 
dri Senatori  per  introdurrei  loro  figliuoli  gioueni  nel  Confeglio 
grande,  il  che  è  da  prefumere  cflepe  molto  vtile,  &  honoreuole}  & 
perche  fi  come  in  uaa  perfona  vecchia,  è  lodeuole ,  l'hauere  il  cor- 
po fano,6i  robufto.così  in  un  giouene  è  lodata  grandeméte  la  pru  ^ 
denza ,  la  quale  però  da  lor  non  s'acquifta  facilmente ,  fé  efsi  non  /*^,  ^^^* 
conuerfano ,  &  hanno  negotii  con  i  uecchi,  come  refperieaza  mo-  ^  cu  vita 
ftra ,  ilche  farla  caufa  anco ,  che  ftariano  con  maggior  grauiti ,  fi  inn^eè/ei». 
guardariano  di  non  efifer  vifti  da  gli  altri  Confeglieri  ad  attendere  '*''"'*'  "'•' 
ad  Amori,&  altre  cofe  vane  non  cóuenienti  a  perfona,  che  habbia  ^'  *''^*  „ 
dagoucrnare  gli  altri,  il  che  farebbe  caufa  di  fuggir  raoinfcando-  cefar^hat 
li,  chefogliono  fuccedere  tri  gioueni  per  tal  caufa .  Che  diremo  uendo  vìi 
delVabufo ,  che  hoggi  s'introduce  nel  noftro  Confeglio  :  poiché  li  -^uo  nipote 
vecchi  con  fcufa  di  non  poter  feruire  il  Confeglio  renunciano  i  luo  f^"ciul!o , 
chi  a  i  fi.gliuoli  gioueni,  non  però  da  lor  mai  ammaeftrati  in  Cimili  J^^^^'  ^'^^ 
regotij:  il  che  quanto  fi  pofia  lodare,lo  lafcio  dire  a  Romolo  Fon  dinó  che^r! 
dator  di  Roma,  che  eleffe  un  numero  de  vecchi  a  quefto  effetto,  &  parafìTea  di 
lo.domandòSenato,che  non  vuol  dir  alcro/e  nò  adunanza  de  vec-  P'f^g^''c  f 
chi:ilche  poiè  flato medefimamenteapprobato,  &  immitato  da  ^"Sgifl'o- 
tutte  le  Città,&  Repnbiiche;  anzi  Ci  vede  per  efperienza  naturale,  ^' A^uns». 
chegli  occhi  df  l  camello  &  quelli  del  fipuzzo  rifcaldano,nutrifco.  za  de  vesl 
«Qs  e  mantengono  i  lor  figliuoli  :  il  fimile  intrauienea  gli  Kuomi.  «ni« 
nijche  alla  prefenza  de  i  Padri  li  Figliuoli  f\  mantengono  liberi  da 
vitij,&  altri  diffctti  :  sì  che  di  qui  fi  vede.quanto  faria  bene  Tintro- 
diittione  da  me  difopra  racontaca,  fenza  però  hauerui  interefib  dì 
alcuna  forte  ;  fé  bene  qualche  bel  fpirico potrebbe  dire  quel  detto 
commiine.che  dice:  excuf^tio non petita  efì  accufatio  manifeiìa .  £t  io 
dinouoreplicOjCheilSauiodice,  f^bìConftlìumibifalu<y  perciò  do- 
ueriano  eiTere  tali  fucceiVori  del  fuo  tempo  maturo  incorporati,  de 
annouerati  nel  Conforcio  de  i  Signori  Configlieri . 

Si  fol  dsreaili  nouamenteintrati  m  Confeglio  vn  giuramento 
di  ci^ere  1  cdele  alla  Santa  Sede  Apofiol4£a,&  di  tener  fecreto  le  co  Confeglie 
fe,chc  fi  trattano  in  detto  Confeglio  :  Di  nuouo  fi  dà  ilmedefimo  ^'  "^"elh. 
giur:: niente  nella  Chiefa  Cathedrale,  ò  alrra  C('ru-n  populo  i  quel- 
iuh'tiiiiar.o  nel  Magidrato:  la  qual  cofa  è  molto lodeuQle,&  bno 

na, 


I y  Suo  V(tmimje  Ltlro  Sicond^ 

na  jina  però  difl^'ettiua ,  poiché  Hdoueriaeffcreaggiuntoa-queft-vi 
giui'amento  Vofleruanza  de fnoftri  Statuti ,  Priuilegi,  Ordini',  A: 
parte  deU'Illuftre  Coni"f  glio  approbate  altre  uoitc  da  lui»  come  so 
fc  neceffark  i\r  rratenisrcto  de  un  publico,cheflrìOite  cofe  fi  fanno, 
che  forfi  rcn  fi  Fariano,ò  almeno  da  tutti.  Del  fudetto  numero  dei 
iioftro  Confeglio,  fono  eletti  officiali,  che  vanno  a  gouernare,  Oc  a 
miniilrare^uilitia  alleCaflella,  che  fono  fuditteaila  Città  di  Ri- 
mino, le  quali  fono  in  numero  circa  ventiuno,  lequali  Caftellafj 
no  dottate  di  buoni  Territcri,coniorme  alli  lor  (iti  abbondanti  di 
grani, vini, &  olìiv6«r altri diuerfi  frutti,  cornee  raanifeftoa  quelli 
c'hannopratticainquePie  nofh-e  parti.  Non  ne  rincrefceia  anco 
alla  sfugita  andarle  raccontando.  Et  darò  principio  vicino  al  m^- 
fa^Irci.  j.^  g^  diròdeUaCatclicajContfadaJaqual  vltimamenteéftatare- 
dotta  in  officio  fepara:o  dall'altri ,  che  fu  del  i-^oj.laqna'eperef 
fere  vn  luoco  di  patio,  alle  froniiered  altri  Prencipijfe'hent  mpia 
no,  rondiriieno  fcpra  una  colmerà  alquanto  eleuat3,h2  i:.*,  beilif- 
fimonto,  &  buon'aria  vicino  al  Mare,  sìchemeritar£bbe,{heh 
fuccedenfe  quel  lo,  che  accade  ad  Alefian  ilcia  della  Paglia  ^  ma  non 
-per  quella "occaficne,  che  fu  di  guerra ,  che  fiì  cdifìcara.dalle  Citta 
cófcdera?:e,&  chiairata  dal  ne  .re  celFórefice  AlcfTandro  terzo,(f^ 
da  tinte  le  Città  fcdette  le  fiìtno  madati  proportionataméte  quia 
decimi !la-Kuomini  ad  habitarla,  diuifi  i  Campi  per  ciafcano  prò 
;poriionaramente,  come  fi  legge  nell'Hiftorie-e  queftadico  per  l'e- 
.fperitn2a,c'ho  hauuto  particolarmente  l'anno  r5o$>. La  vigilanza, 
,éi.  prudenza  della  B.  M  del  Noftro  Paftor  Monfìg.lUuftrifs.  Giou. 
Lactifta  Cartello  Bologncfe,  fece  fare  vn  buon'Hofpitale  in  quefto 
luoco  della  Catolica»dando!i  l'intrate  de  moltialtri  Hofpitali,che 
erano  in  diucrfiCadeili  del  noftro  Territorio  fuori  di  Hrada  mac- 
firajdoue  forfl  non  s'applicauano  quelle  lucrate  -i  tal  fcruirio,co. 
.nìCcradoucre(e  méte  de  Teftatori.)  Et  perciò  gode  una  buona  in- 
tra ta,  j?  potere  fouuen  ire  ipoueri  pa(raggieri,con  l'officio  dell'Ho 
fpiralità ,  per  la  gran  quantità  de  poueti,  che  paUano  per  quef^o 
iuoco  :   il  che  è  fotto  la  cura  de  Gentii'huomini  delia  nolìra  Cit- 
tà I.a  mcdefima  vigiliza,e  follecicudine  doueria  efìeredel  ncflro 
llhiftXóffglio.chequefto  bel  luoco  della  Catolica  fi  fortìncarc, 
A:  ampliaficcon  fabi-icl;e,&  habitationi  come  fu  già  mente  de'irt 
Ì»:'.}ri{i5.  Cardinale  Guido  lerrerio  V'er-ceili  Legato  in  Ronr.agra, 
<1  uà !c  diede. gran  principio  eó  foiTe,e  porre  a  àtiii  imprefa  .^  ha 
mrfbbefeguiro, fé  non  era  richiamato,  il  che  li  ruccecieria  fv..cil  - 
•tticnte  fcjlno/iroilIuflre.PublicoxoirpcrajVe  fucile  jerre,  che  J: 

colìiuano 


^i  l{affaele  tAditmrK 


ir 


ica 
o 


tòltiùàho  dentro  il  Recinto  di  detto  Borgo  uendendolc  poi  quel 
laparte  a  ciafcuao,  chepote(re,&  uolelfero  per  fabricare ,  & 
far  cafe  in  detto  liioco  ,  come  al  prefentefìtrouano alcuni, che 
cercano  ,  &defideranodi  farqucfto,  ma  non  lo  poffono  adempir 
per  nò  poter  hauer quel  (ito  della  fabrica,che  peri  fuoi  denari  pof 
fano  leuare;  Siche  pernecefsita  fono  sforzati  fabricaredeHecafc 
quelli,  che  vogliono  habitare  in  queftolu'oco  fuori  deibaftioni, 
vicino  al  mare,  con  gran  pericolo  d'effcre  danneggiati  da  Turchi, 
&  da  altri  corfari ,  il  che  non  fi  doueria  permettere  per  ragion  di 
fortifìcationeparticolare,&  bellezza, &  altri  interefsi,  edendo  co- 
sì fotto,&  vicino  alla  Rocca  di  detto  luoco,  gli  anni  paffati ,  doue 
io  fon  ftato  in  officio ,  elfendomi  affaticato  per  beneficio  di  detto 
I  uoco  di  nobilitarlo  con  farli  erigere  vna  vniuerfità ,  ò  Confeglio, 
conforme  tutti  gli  altri  offici]  del  noftro  publico,  fé  ben  poi  nò  hi 
hauuco  effetto,  ne  fu  conofciuto  quefto  per  beneficio:  Et  con  farli 
f^re  un  buon  horologio  machinale  per  commodità  loro,&  di  paf- 
faggieri,  6rmolt'altri. 

Querto  luoco  a  chiamaua  anticamente  Corpo  di  Rimino  pofto 
in  Valhruna,  pigliò  poi  il  nome  di  Catolica;  perche  e{fendo  ve*  >  ^^^^^'^J 
nuti  all'arme  vna  parte  delli  Catolici  della  noftra  Città,  con  gli  dJ y  Rru 
Hcretici  Patareni ,  &  hauendo  hauuto  il  peggio  da  detti  Heietici  mi  / 
li  Catolicj  fi  rinrorno  in  quefto  luoco,&  fi  fecero  forti  lì,&  questo 
li  diede  il  fontuofifsimo  nome  de  Catolica ,  nò  reftarò  di  dire  vna 
cofa  degna  &  notabile,ch'è  vicino  a  detta  Catolica,  ma  nel  mare, 
cioè  dentro  del  mare ,  lontano  da  terra  doi  cento  pafTa ,  doue  vi  à 
fcnopre  ?-!  tempo  della  bonazza,&  calma  del  Mare,  la  cima  d'vna 
Torre  quadra  di  tre  pafia  mcirca  per  ogni  bada ,  che  Ci  vede  fopra 
Tacque  al  tempo  della  lecca,  al  l'altezza  di  mezzo  brazzo  &  quefta 
dicono  eiìere  delli  Edifici)  della  Cilfà  di  Concafommerfa  dal  Mi-  Editai  de 
re ,  forfi  fecondo  l'opinione  de  moki ,  che  per  tradicions  dicono ,  ^*  ^^"^  f*' 
che  da  vn  Re  fo(fe  ratto  tagliare  vn  monte  vicino  al  Mar  nero,  do*  |^^""  dàì 
ùe  è  polto  Ccftantinopoli,  che  ui  é  vn  Canale  di  longhezza  di  de-  mare . 
cio:ro  miglia  &,  di  larghezza  cinque  in  fei;  &  per  il  mefe  d'Aprile, 
&  di  Maggio ,  il  pefce  fa  il  fuo  pafiaggio  in  grandifsimaquantità  p-fci  d  - 
dall'Arcepelago  al  Mar  nero:  Et  il  Mefe  di  Settembre,&  Ottobre,  g^ni  pane' 
paffa  dal  Mar  nero  nell'Arcipelago,  pigliandofigrandifsima  qua- cosi  folca 
liti  d'ogni  forte  di  pefce.  Cofa,cheapnntoauuìeneinqueftepar-^'^^'"^  ^^. 
ti,  &  particolarmente  il  Mefed  Ottobrc.quando  la  Luna,epiùlóo£uuo'*Ìè 
tana  dal  nofiro  Emifpero,  l'anguille  delle  valle  diComachio,  edi  prima- 
Fiumi  aiutate  da  fortunij,6c  impetuofi  venti  fanno  pafl'aggiodaKutra. 

Ce  le 


/  S  sito  IRlmìmfi  Libro  Secondo 

le  valle  per  andar  ncll'Mar*  Adriatico  in  copia  grandlfsimi  \  con 
gran  guadagno  ed  quelli ,  che  comprano  le  dette  valli  dalla  Rcue- 
rendifsima  Camera  Apoftolica .  Per  il  cui  taglio  poi  fi  ca  ufafTe , 
che  il  Mare  innondale  quefta  parte  d*Italia,&  reftade  Mare;  oue- 
ro  l'opinione  d'alcuni,che  fuffe  tagliata  la  terra  p  opera  manuale, 
fc  PHnlo!  O"cr<>ffcódo  alcuni  altri  p  gran  forza  de  i  Terremotii  imperoche. 
Fiatone .  come  dice  Strabene,  &  Plinio,  occorfero  anticamente  affai  fimili 
cafi  per  Terremoti ,  tri  quali  Plinio  dice  in  particolare  le  medefi- 
me  parole  al  lib.i.  Gap.  f  2.  Se  crederemo  i  Platone,dou'è  il  Mare 
Atlantico,fù  terra  fco per ta.  Vna  parte  d'Acaroania  è  ricoperta 
dal  Golfo  detto  Ambracio,  &  parte  d' Achaia  dal  Golfo  di  Corin- 
tho .  Et  fimilmente  dou'c  il  Mare  Ponto.  &  Proponto,  &  lo  HcU 
lefponto,  &  Bosfro  fu  già  Terra  ;  il  qual  Plinio  poi  volendo  cu- 
ricfamente  veder  cofa  iimil,  &  più,  che  non  doueua,  &  inueftiga  - 
re  rettilmente,  fu  fuffocato  con  Saletto  baffo  da  vn'incendio,come 
Petrarca    narra  in  particolar  il  Petrarca  nel  Trionfo  della  Fama.  Gap.  5. 

quando  dice 
Plinio  ,  e-    Mentre  io  miraua  j  fubiro hebbi  fcorto 
Cópag.fuf     Quel  Plinio  Veronefe  fuo  vicino, 
to'^fi'rt^óte      ^  fcriuer  molto ,  à  morir  poco  accorto  \ 
di  Sòma.    Che  effendo  aperte  le  foci ,  per  le  quali  eflala  il  fuoco  in  quei  luo-^ 
chi  cauernofi  per  li  molti  fuochi  fulfurei,  che  lì  sì  abbruggiano , 
confumando  la  tcrra,doue  n'efcano  le  pietre  infuogate ,  chiamate 
Pommefe,  con  l'acque  piouane  congregate  lì  volte,  e  moffa  la  ter- 
ra appre{roilmare,mapoinontrouandoluocodi  poter  vfcir  l'ar- 
dente fiamme,  te  gl'impetuofi  venti;  &  così  combattendo  al  fine 
facendoviolenzafpaccaflero  la  terra,  è  fi  diuidefle  la  Cicilia  da 
MarTirrhe  terraferma,  che  era  vnita  conia  Calabria,  &  il  Mar  Tirrheno,  in- 
***  •  trando  per  il  canal.che  pafla  fri  quei  due  promontorij  l'acque  ma 

rine ,  che  hora  fi  chiama  il  Farro  di  Mefsina  innondafTe  con  le  fue 
Mefllna  2cque,  &  faceffe  quefto  Mare  chiamato  Adriatico ,  da  Nobilifsi 
jitna  a'qum  ^^  Città,é  principale,che  reftò  fommerfa  fotto  dette  acque  del  ma 
M»TtAtriM  re  ;  Doucmo  però  ben  credere ,  che  in  qualche  parte  douc  hora  è 
tt(»m^<j»tod  detto  Mare.ui  fcfle  qualche  gran  lago,  ò  ftagno ,  chericeuefle  I  ac- 
nuntAdrta  ^^^g  ^jj  qucfti  Fiumi.  Et  non  folamente  qui  vicino  alla  fodetta  Ca- 
*' "poilbio  ^^olica  ,  fi  fcoprano  Edifici]  fotto  l'acque  del  Mare,  ma  ancora  in 
nel.  4. 1)b.  molti  altri  luochi  come  mofira  la  carta  della  nauigaticne,&  affer- 
Sirabone ,  mano  quelli  c'hanno  pratica  di  quefto  Golfo  Adriatico,  il  checó- 
&;aliri .  ferma  tanto  più  l'opinione  vulgata,  che  quefto  Mare  nouamenre 
fulle  fatto  in  vno  delli  fodetti  modi ,  ancor  che  non  fi  trouino  Au- 

thoii 


" '   7)i  Rafaele  Mimirì  ^  1 9 

thcrhclie  certamente  raffermano .  Né  vi  fi  vede  altre  Torre.nè  al- 
tri Edifici)*,  come  par  che  voglion  alcuni  Authoii  j  Se  però  non  di- 
cefsimoriiìeIlo,che  dicono  li  fommozatori ,  che  nuotando  vanno 
fotte  acquajdalla  Relation  de  i  quali  fé  ha ,  che  ui  Ci  vede  piarte  di 
vn  nobilifsimo,  e  bel  PaIazzo,con  parte  di  marmo,  ferrate  di  ferro  p^i^jj^  j^ 
flatue  grandi,&  altri  fimili  ornamenti,  li  quali  al  prefente  no  ere- 1^  ^ittà  di 
do,che  fi  poteflero  vedere  più,  per  eflere  monita  affai  quella  fpiag'  conca . 
già ,  non  effendoui  più  d'vn  remo  d'acqua ,  per  quanto  ho  vifto,  è 
potuto  cógietturare  con  i  miei  propri)  occhi ,  che  fu  il  Venerdì  Sa 
toallis?.  d'Aprile  i5io.cheeffendo  anco  deputato  daMonfignor  ivitn^Tgi. 
lllurtrifs.  Gio.  Antonio  Mafsimi  nobil  Romano  Gouernatorc  del  Gio.  Anc- 
ia Città  noftra  di  Rimino,alla  cura  della  Guardia  della  Catolica,  Maffinu. 
per  l'occafione  de  banditi  da  Fabriano,  sì  per  guardar  quel  luoco, 
come  anco  non  veneffero  particolarmente  lì  per  imbarcar/i ,  cflb 
Monfignor  Gouernatore  fene  venneall'improuifoilfodettogior 
no  del  Venerdì  Santo  in  carozza  col  Signor  Lorenzo  fuo  fratello, 
ti  altri  Gentiihuomini  della  noftra  Città,  che  fu  il  Sign.  Giacomo 
Gallo  Colonello  delle  Militie  della  Marca,  Il  Signor  Mucio  Dio- 
taleuì  Capitano  de  gli  Archibugieri  à  cauallo,  &irSignor  Alef- 
fandro  Tinguli,al  detto  luoco  della  Catolica,  |>  vedere,come  fi  tro 
uaua  quella  Guardia:  la  qual  doppo  hauerla  vifitata,&trouatoa{ 
fai  ben  all'ordine ,  fpedendomi  a  Gradara  luoco  del  Serenifsimo 
Signor  Duca  d'Vtbino  al  Signor  Paolo  Emilio  Capitano  delle  mi 
liciedi  Pcfaro,  ch'era  lìpertalnegotio,  ritornato  rimbafciata,re*- 
creatoci  col  cibo  tutti  infieme ,  fé  ne  andafsimo  al  Mare  à  far  pe- 
fcare  vna  tratta  per  diporro  di  effo  Monfignor  lUuftrisfimo:  il  che 
trouandoci  fopra  la  barca  di  quel  Patrone  in  Marc ,  io  propofe  i 
SS  liluf^rifima  d'andare  a  vedere  la  fodetta  Torre,  come  andafsi- 
mo, fé  ben'eraairhora  la  cima  di  detta  Torre  fotte  l'acqua  quafi 
mezzo  brazza,  però  fi  concfceua  benifsimo  per  effere  bonazza,  & 
l'acque  chiare  fopra.la  qual  itct  fmótare  vno  di  quelli  Pefcatori  p 
cercare  oftregbe  qual  ne  trouò  alcune,rompédoanco  vn  quadrel-  i'oftrcghe 
lo  dì  detra  Torre,  intorno  alquale  ve  n'erano  ducattaccate,  &  co  ^°"  •  ^°"r 
certe  herbcttc  marttt'^alle  quali  vi  erano  ancora  alcuni  calcinalet-  ^ci  r. 
ti,  con  alcune  altre  cófuccie  marine  degne  da  eflcr  vedute ,  le  qual 
oftrcghe  daeffo  Monfignor  Illuftrifsimo  furono  mangiate  lì  con 
molto  mio  gufto.  Et  al  rempo  della  fecca  del  mare ,  come  di  fopra 
la  cima  di  detta  Torre  fi  fcuopre  affai  lontano  per  l'acque  del,ma- 
re.che  ui  danno  dentro,  che  molte  perfonc  la  vedano  fopra  l'acque 
àbenche  fiano  lontani .       "  ..  -^  ^. 

Ce     2        In 


1« 


sitò  Kìmìmji  Libro  Secondo 


^cc%  t  pe-  I"  quefla  ifleffa  Macina ,  come  dìfopra  vi  é  flato  mégliof  per  il 
fci  che  al  tempo  paHato  vnafpiaggia  bonifsima,che  da  commodirà  alli  Pe« 
iTddo  fon  fcatori  di  pigliarebuonf ,  &  grofsi  ccuali,  meglic ,  &  altri  pefci  di 
^^  ?''*  h*  ^"°"^  '  ^  efquifita  qualità  :  Mafsime  percfTcre  luoco  puoco  tra- 
qoì"da  più  u3g'J2ito  dalle  ccmpeftc  MaritimCj  come  golfo  guardato  dal  moa-' 
Jonginqui  te  di  Pefaro . 

Man .  Nel  fodetto  Borgo  della  Catolica,  vi  e  una  Rochetta,  ò  Voglia- 

mo dire  vna  buona  gra  Torre  molto  forte  di  grofle  muraglie  prin- 
Rocca  del  cipiata  dairilluftrifsimi  Signori  Malatefti  l'anno  1 490.  per  quan- 
ta Caioli  -  fQ  1^^  yi^Q  yj,  libretto  de  i  conti,  che  teneuano  della  fpefa  di  detta 
^**  fabrica ,  doue  fi  vede,  che  vi  concorreuano  tutte  le  Caftella  della 

Città  di  Rimino,  di  quel  tempo  a  condurli  la  materia  neceffaria 
per  detta  fabrica ,  il  qual  libro  mi  fu  moftrato  dal  M.R.S.D.Gia- 
D.  Già. An  ^q^q  Antonio  Pedrone  Canonico  di  Rimino,  perfona  molto  gen 
dronc .    '  ^^'^>^  ^^^  ^  diletta  affai  non  folo  di  cofe  antiche ,  ma  anco  di  mo- 
derne, il  qual'  è  molto  copiofo  non  fol  di  cofe  temporali  ma  anco 
fpirituali,come  perfona  di  buon  fpirito,  &  hauendoiocon  S  Sig. 
M.  R.  feruitù  tale  più ,  è  più  volte  mi  ha  fatto  gratia  di  moftrarmi 
nel  fuo  ftudio  molte  cofe ,  che  mi  fonno  parfe  degne  d'effer  notate 
in  quefto  mio  Sito  Riminefe ,  è  più,  ne  haueria  hauuto,  fé  hauefsi 
profeffato  di  voler  far  volume  più  grodo,  è  più  copiofo  di  concec 
ci  di  queHio:  la  qual  Rocca  fu  poi  finita  a  tempi  nodri  da  Jla  Illufl. 
Communità  di  Rimino,  circa  il  «5 <5o  deltutco,  come  hoggidi  fi 
vede,la  qual  é  per  habitatione  del  Signor  Capitano  di  quel  luoco 
cftrattoogn'anno  dall' IlluftrcConfeglio  della  Città  noftra.  Vifo 
no  poi  anco  in  detto  luoco  della  Citolica  buone  Hoftarie  ,  &  iti 
buon  numero,giudicateconuenienti  per  l'Aleggio  di  un  Sommo 
Pontefice:  poiché  la  F.M.  di  Papa  Clem.Ottauo l'anno  del  159}?. 
ronfi  fdegnò  tornando  dalla  nobilifsima  Città  di  Ferrara  uerfo 
Roma  alloggiare  in  detto  luoco  con  moiri  Illuflrirsimi  Cardinali, 
e  Prelati  ftnza  fcommodsre  le  cafe  de  particolari  in  detto  Borgo 
della  Catolica . 
5  GiouSdì     Poco  più  alto  nel  medefìmo  piano ,  lontano  da!  Mare  due  mi- 
jnMarigo- glia  incirca, ui  è  il  nobile  forte  Cartello  di  S.  Giouanni  in  Mare- 
grano,  circondato  dall'acque  del  fiume  Ventina;  il  qnal  è  abboti- 
dantifsimo  di  grani,biade,  &  vini ,  per  il  buon  Territorio  c'hà  in- 
torno:Hauendo  fatto  proua  della  fui  Fortezza  al  tempo,che  ui  an 
dò  fopra  l'effercito  del  Capitano  Nicolò  Fortebraccio,  fopra  no- 
li r      P    "^^  detto  il  Piccino ,  nepote  di  Braccio  da  Montone ,  Huomo  pic- 
■ino*^    "^  ^^^^^  ^^  corpo,&  zoppo,  ma  d'ingegno  dritto  ;  &  potente  di  forze 

Ca- 


^  •Di  Tiaff'àde  MimìrV.  "Si 

Capitano  Generale  dell  'cffercico  del  Duca  di  Milano  ;  he  ui  potè 
tiocere  in  alcun  modo,  però  dentro  del  Caftello»  il  quii  era  fttto 
fortificatol'anno  1442.  per  ordine  dei  Capitani  della  lUuftrifsi- 
ma  Lega  madati  dalla  Signoria  di  Venetia,  &  di  Fiorenza  a  Rimi 
no  per  poter  più  còmodamente  trauagliar  il  detto  Picino  màdato 
dal  Duca  di  Milano  fodetco  a  fauor  d'Alfonfo  Rè  d'Aragona ,  & 
di  Napoli ,  che  de  lì  era  difcofto  quattro  miglia ,  che  è  un  bel,&  c- 
minentc luoco  dell'altezza  d' Vrbino  chiamato  Monte  Luro ,  che  Monte Lu^ 
fu  del  1443  .alli  2 1  .di  Set:embre,efiendo  fcorfo  per  San  Clemente,  ro . 
Mifano  Scazano,&  Ariciuno,  doue  fece  moiri  prigioni  &  abbruc 
ciò  la  tomba',  e  poi  fi  ritirò  in  su  quel  di  Pefaro  .L'Anno  feguente 
nel  1 444.  di  Marzo, detto  Nicolò  Piccino  fu  fatto  Capitano  Con- 
faloniero  della  Sita  Madre  Chiefa,|&  in  detto  anno  alli  20.  di  Ot- 
tobre morì  in  Milano . 

C^efto  Cartello  per  fottrarfì  di  alcune  moleftìe,  &  ^"S^"^»  Monte  Fio 
che  loleua  a  quei  tempi  dare  la  Corte  del  Signor  Gouernatore  di  re  ,è  Mon* 
Rimino  fi  sforzò  d'imitar  Monte  Fiore,  &  Mondaino,  cioè  di  le  ►  daino . 
uarfi  dalla  fuggeftione  della  Otti  noftra,  che  s'erano  dati  all'Illu- 
ftrifsimo  Signor  Giulio  della  Rouere,  Figliuolo  del  Serenifsimo  ìì- 

Duca  d'Vrbino  Cardinale  di  ^.Pietro  in  Vincula  vltima  creatura 
dellifettantauno  Cardinali,  che  fece  Papa  Paolo  terzo,di  F.Recor 
datione,  quali  dopò  la  morte  di  detto  Illuftrifsimo  Cardinale  ot- 
tennero d  andare  fotto  il  gouerno  della  Città  di  Fano,  come  anco 
e  poco.chedi  nono  l'uno,  &  l'altro  volótieri  fi  farebbonoaccómo 
dati,&  ancora  credo  c'habbiano  la  medefìma  buona  voIontà;per* 
ciò  godono  dalla  detta  Città  di  Fano  alcuni  Priuilegi  andando  a  A  Rimjno 
pigliare  il  Sale  là  a  L.5o.  al  Paolo  con  da'no  di  qflo  Salare  &c.  Ma  S^^''^?*^  * 
ui  è  troppa  difficoltà ,  poiché  per  efler  della  Proni ncia  di  Roma-  sacro  Moa 
gna,e  Diocefi  di  Rimino ,  li  Sig.  Patroni  vogliono  fi  oflerui  il  De-  te    dellA 
creto,  che  fu  fatto  dairilluftrirsimo  Cardinal  Sforza,  quando  era  Pietà . 
Legato  in  Romagna,di  ritornarli  almeno  fotto  la  legationc  di  det  ^^  *  ^^^^ 
ta  Prouincia,così  procurorno  quelli  di  S.Giouanni  in  Marignano     *'^  * 
per  mezzo  della  SerenifsimaDucheflad'Vrbino,moftrando  lei  ha 
uer  quefto  defiderio  :  ottenne  detto  Gouerno  da  Papa  Paolo  IIII. 
doue,  che  detto  luoco  douentò  quafi  recettacolo  di  perfone  di  cat 
tiua  vita .   V  i  ftette  non  molto  tempo, che  per  i  misfatti,  che  ogni 
hora il  Pontefice (entiua ,  Dilla  F. M. di  P.  Pio  V. fu rimeflTo fot- 
to la  medefima  giurifdittione  della  noftra  Città,  doue  anco  al  pre 
fcnte  fono  gouernati  con  molta  carità,  elegendofida  loroiftefsi 
va  Cittadino  del  noftro  Confcglio^chs  habbia  uoce  nel  Bofsolo,c 

quefto 


Sho  Rimkife  Lìt^ro  Secóndo 

i  G.iierue  per  vn*  Anno  fuccefsiuamente.  Que  fio  mede  ^:t^o 
Caftellò  di  S.Giouannì  in  Marignano  e  habitatoda  molte  peii'o- 
ì\c  ciuili,  ricchi,  letterati,  tra  quali  vi  è  un  buon  numero  di  buoni 
^  V  Notari,  come  è  anco  nella  maggior  parte  dell'altre  Cartella. 
SJlfo  .    '      Seguitando  poi  verfo  il  monte  fi  troua  il  Cartello  di  Monte  Gri 
dolfo,  il  qualfùiifattol  Anno  del  Signore  ij  57.  che  è  Capo  de 
Officio  copiofo  de  frutti  d'ogni  forte ,  è  particolarmente  de  oline, 
oltre  rakrecofeneceffarieal  vitto  humano;  Qjjefto  luoco  è  habi 
tato  da  pcrfcnc affai  intelligenti  di  buone  creanze,  &  fìmilmente 
di  lingua  molto  bona . 
Meleto.         Vicino  a  quefto  ui  è  il  Cartello  di  Meleto  Aneflb  alfodetto ,  il 
qual  è  molto  copiofo  d'oliue,&  altri  frutti  cfquifiti.  Quando  il  (o 
detto  Nicolò  Piccind'anno  1443.  era  col  fuo  esercito  in  querto 
contorno  andò  a  Campo  al  fodetto  Cartello  di  Meleto,  l'acqu  irto 
per  forza,  &  afaccamanò,&  tutti  gli  Huomini  furono  prigioni,le 
póne  falue,&  libere,  per  cagion  del  Signor  Sigifmondo  Malatefta 
Ti  1    M    ^"^^"^'P^  ^'  Rimino .  Con  la  qual  Famiglia  s'era  parentato  detto 
latefU  .**  Nicolò  Piccino  hauendo  P^*"  "^^S'^^  la  Signora  Paola  Malaterta 
bellifsima  tra  l'altre  Donne,  dalla  qual  ne  hebbe  quattro  Figliuo- 
li mafchi,&  due  feminc,chc  furono  preclarifsimi.&  degni  di  lode, 
sì  nell'arme,  come  nelle  lettere  . 
,    .        Quafiinmezzodi  quefti  viclagrande,&nQbilTcrra  di  San 
^MfiTr  ^^^^c*°  ^^"'  habitata  da  perfone ciuìli,ricchi,&  litteratì,dottate 
itff.    *'  d'ogni  forte  d'Efìfercitij.Hd  un  grande,  &  buon  Territorio,che  par 
tecipa  di  colline,^  piano;  &  perciò  e  abbondante  d'ogni  forte  de 
frutti,&  oliui,con  una  buonifsimaaria.  Vi  è  in  detto  luoco  il  cor- 
po intiero  de  vn  Beato  Amato  ,  che  era  di  quel  paefe ,  conferuato 
per  qualche  cctenara  d'anni  illefo  da  ogni  corruttione,  per  il  qual 
Dio  N.S.moftra,&  ha  moftrato  molti  miracoli.  11  goucrno  di  que 
fto  luoco  è  titolo  di  Poderti ,  il  qual  ha  authorìta  di  conofcere  le 
caufc"Ciuili,&  Criminali,  vfqtte  ad  fangmn  ?,coh  che  non  e  nel  li  Of 
ficialidclli  altri  Cartelli  adimandati  Capitani;  Ancor  che  fia  una 
indegnitàjChe  un  Cittadino  del  noftro  Confeglio,  vadi  al  gouer  - 
no  di  quefti  Cartelli  con  tanta  poca  authoriti,che  quafi  é  un  nien 
te;  Però  forfi  non  farebbono,fe  non  bene,&  cofa  degna  di  loro  fé 
il  noftro  lUuftre  Confeglio  procurane  con  ogni  effetto,  che  fi  può 
niaggiore,con  gli  lUurtrifsimi  Signori  Superiori  maggiori  d'ha  uè 
rcperlifuoiofficiali,cheefcano  dal  numero  fodetto,  la  medefima 
.authoriti.che  ha  quello  di  San  Lodecio ,  che  così  Ci  prouederia  i 

roolùftorlìoni; che  alcune  volte  patifcono  i  Caftclli  foggetri  a  det 
^  ...  ^ 


t>i  T{àfaele  t4dtmAYU  ■  sj 

ta  Cktà;  poiché  per  ogni  poco  di  cofa  li  bifogna  andare  a  Rimici 
no,  oucro  ciTer  trauagliati  da  sbirri  :  il  qual  trauaglio  è  tenuto  di 
tanta  importanza  apprctfo  a  tutti  li  Cadellani  del  paefe,  chefpa- 
.ucnta,  &  trattiene  molte  buone  Cartella,  che  fono  nella  giurifdit- 
tjone  Spirituale  di  detta  Città ,  &  che  già  fono  (lati  in  Temporale 
fmembrate  ;  poi  per  occafìonedeirilluftrifsimi  Signori  Milatefli, 
di  ritornare  fotto  la  medelìmagiurifdittione,  fotto  la  qual  molto 
volonrieri  ritornarebbono,fe  non  fofle  il  rifpetto  detto  difopra,6c 
tanto  più  CIÒ  li  tornarebbe  commodo;  poiché  potrebbono  libera- 
mente a  tempi,  che  li  tornaife  bene^ódurre  le  loro  intrate  alla  Cic 

<tà,per  fare  efito  con  megliorcondicioni  ,  che  non  ponno  fare  ne  i 
propri)  luochi ,  6c  altri  ;  &  ne  i  fuoi  bifogni  hauerebbono  qualche 
protcttioncche  non  hanno  bora,  come  per  efperienza  quelli  delli  ?TJ^^'*  ^ 
Borghi  in  particolare,^  di  San  Mauro,  li  cui  habitatori  ertercitor-  *   *"*** 
no  quafi  tutti  mercanzie  di  canepa  ,fmaltendola  parricolarmente 
nel  noQro  foro  della  Città,  al  tempo  de  i  mercati,  a  quelli,che  non 

,  fono  della  Città,  con  non  poco  danno  de  i  compratori  &c.  peref- 
fere  robba  maneggiata  per  il  più  da  perfone  non  intendenti  di 
quella  profefsione.  Non  vfandofiin  quefta  Città  quello,  che  fi  do 
ueria,come  generalmente  nelle  altre,  e  delle  più  principali.  Capo 
dell'Arti ,  come  in  particolare  in  Venetia,  Bc  Bologna ,  doue  con- 
uien  chi  vuol  efTercitare,  qual  fi  voglia  arte,  ò  profefsione,è  necef- 
fario  effere  approbato  per  ftjfjficiente,  ebuono  in  lauorare  mercan 
tilmente,  altrimentenoné  ammeffo alla  profefsione,  è  uendita 
della  lor  mercanzia,come  fi  oflerua  particolarmente  in  Bologna  à 
moke  Confraternite,  è  fpetialmente  alla  tanto  celebre  in  quella  ^^"''^^^-J 
Città  del  Beato,  é  Gloriofo  Sant'Aio  de  Marefcalchi,la  quale  non 
accetta  alcun,  fé  non  bene  afperto  nell'eflercitio,  &  altre  honora- 
tifsimeconditioni  pagando  l'vbedienza  ogn'anno  alla  detta  Con 
fraternitàjCome  aiferifcono  vfarfi  ,&  a  quella  edere obligato  tutte 
le  Fucine.etiam  quelli  delli  honoratifsimi  Orefici;  la  cui  Fefta  del 
detto  Gìoriofo  Santo  fi  celebra  alli  2  5 .  del  Mele  di  Giugno  folen-^ 
nifsimamente. 

Si  troua  per  fcritturc antìche,che  fu  del  1544.  ^^»  iS.d'Agoflo, 
come  vn  Cccolino,  &  Menghino  Fratelli,  furono  Signori  deUa  no 
bilifsima  Terra  di  San  Lodecio  fodetta ,  &  furono  ammazzati  da^'  ^^^«ci® 
vn  Lorenzo  di  Brardo  per  certi  odij,&  inimicitie  fra  di  loro;&  co  minTo  ru 
SI  la  detta  Terra  di  San  Lodecio  venne  di  nuouo  nel  Dominio  del  minefe  r' 
la  Città  noftra,  fotto  il  Signor  Malatefta  Prencipe  Riminefe.  anno  1344 
Di  quì.partendofi,&  venendo  uerfo  la  Città  di  RiminO;paflan-. 

4o   ' 


i4  Sito  Rtmìfjeje  LÌhro  Secondo 

S.CIenKtc  ^°  ^^  Fiume  Conca,  ui  è  il  Odello  di  San  Clemente, il  quale  oltrà 
il  participarc  di  colini, &  di  piano  per  caufa  del  detto  fiume  Con 
ca  ha  una  gran  quatità  di  molini  da  grano  nel  fuo  Territorio  pat 
ticipando  ancora  al  prefentedel  famofo  Mercato  di  Morciano,ro- 
pra,  ilqualemenepafsoconfilentìo,  è  vi  e  in  detto  Territorio, 
l'antica  Abbatia  di  S.  Gregorio  ,  loco  conferito  dalla  Sanra  Sede 
Apoftolica,  come altroue fi  dirà  alli  Molto Keuer.  Monaci  Bian- 
chi di  Monte  Oliueto ,  porto  in  su  la  ripa  del  detto  Fiume  Conca. 
Monte  Ga  In  querto  medefimo  Territorio  vi  è  Monte  Galero ,  così  chiamato 
Icfo .  anco  hoggidi,  &  è  notabile  per  caufa  d'vn  Gallo,  che  parlò  in  vo- 
ce humana,&  prediffe  alcune  cofe  notabili  da  uenire ,  come  ài  ciò 
ne  fa  mcntione  Plinio  nel  libro  decimo,  Cap  7  1,  &  altrr.fcrittori, 
dice  ciò  cffcre  ftaco  nel  ConfoUco  di  Marco  Lepido  ,  e  Quinto 

Catulo.    .    ,     ."'.""   

Mifano.        Quafialla  medefima  dritrnra  di  quef!o ,  &  poco  lontano  verfa 
il  mare  vi  è  il  Cartello  di  Mirano,  in  fu' 1  Territorio  del  quale  nella 
rtrada  Flaminia  vi  è  preffo  il  lito  def  mare  vna  gran  vena  di  chia- 
re fonta.-^^»  ^  bonifsimeàcque,  &  poco  pia  abbaflo  vi  è  vn'altra  d'acqiTC 
nelle .       molto  delicate ,  &  nobili ,  per  il  luoco,  doue  che  efce  per  un  canel 
grande  in  molta  copia  sii  la  marina  lontano  dalle  cafe,  &  perciò  fi 
dimadano  volgarmente  le  Fontanelle, doue  molte  volte  fono  fife  li 
Corfari  Turchefchi  per  tor  acqua  lótano  dalla  Catolica  tre  miglia 
incirca ,  che  è  dì  gran  rirtoro  alli  poueri  Pclegrin!,che  vanno  à  vi- 
iìrare  la  Santifsima  Cafa  antica  della  Madre  di  Dio  à  Loreto . 
Ritornando  alla  volta  del  Monte,  &  alla  drittata  di  S.  Clemen- 
Caftello    fe^g^  poco  da  quello  lontano  vi  è  Cartel  Leale  fabricato  da  Mófrg, 
leale .      iiiuftrifs.  Leale  Malatefta  Vefcouo  della  Città  di  Rimino ,  che  fu 
del  1 35 j. incirca. 
Poco  lontano  di  qui  verfo  il  monte  in  vna  valetta  vi  è  il  Cartello 
^'^^^'      di  GelloAneflb  al  detto  Cartello  di  S.  Clemente  . 
^  ^  ^  Vicino  a  querto  fopra  il  Colle  vi  è  il  Cartel  ò\  Croce  demolito, 

'^*'''     dor.efivedele  vertigiefue  medefimamente  AnefTo  al  predetto  di 
S.  Ciet^xnte. 

Qnafi  a  querta  medefima  drittura  fopra  verfo  il  monte  vf  è  Telc- 

G  ^-v-,  ---:--.  f^i^f^-i  (ji(j^emano  ,  il  cui  Territorio  è  ccpiofodi  taiìteforte 

^ti,chequafi  fupeta tutti  gli  altri ,  a  luianeffo  vn'altro  Ca- 

•^  adimandaio  l'inferno,  per  eficre  in  vna  profonda  valle  verfo 

.  .urne  Ventina.  Aueaneflb  vn'altro  Cartello  chiamato  Maraza- 

i<flat<»U4.«;  ,^o^t;f^(i^  p>,ftoinsù  la  ripa  dei  Fiume  Conca  . 

Vi  è  ^QÌ  il  Cartel  di  monte  Colombo,  il  cui  Territorio  è  dotta- 
to   ' 


tn    Patrt» 
gnaDo. 


to  di  vfgné  produce  particolarmente  vini  dolci,€  delicati:  a  qucflo  Monte  Co 
é  aneflb  il  Cartel  di  Al  barerò ,  che  confina  con  il  Territorio  della  lombo  . 
Republica  di  S.Warino,  &  hauc  aftefTo  anco  il  Calibi  di  Monte  Al  Aibarcto . 
tauro,  così  volgarmente  chia maro,  di  cui  (ì  vede  folo  le  veftigie.     jj'u"©    '^ 

Il  Caftel  de  PafTano.che  vuol  dire,  Tranfntu  lan't  dottato  di  bel-  Paffani . 
lifsifuo  Territorio  fruttifero, è  buono, infienfie  con  li  fuoiancfsi  Ca  S  Sauio». 
ftelli,  cioè  San  Sauino,  il  cui  origine  fu  del  1518.  al  tempo  della  B'^anico  . 
F.  M.  di  Leon  Papa  di  queflo  nome  il  Decimo  l'Anno  V.  del  fuo?*  andrei 
Pontificato;  S.  Andrea  m  l>ifanigo,  &  S.Andrea  in  Patrignano  voi 
garmente  chiamato  S.Andrea  Brufato,  perche  dicono eflerli  ftato 
attaccato  il  fuoco  dalli  foldati  dell'Altezza  del  Duca  d'Vrbino, 
aoé  francefco  Maria  dalla  Rcoere, quando  fu  pcrfcguitato,&  di- 
fcacciato  da  Papa  Leon  decimo  de  Medici  Fiorentino,  forfi  per 
troppo  rigore .  Si  vendicarono  fopra  i  beni  di  quei  poueri  di  quel 
luoco,  con  abbrucciarli  lecafe  con  le  lor  robbe.  nel  fodetto  Caftel 
di  Paifano  nella  Chicfa  intitolata  S.  Giouanni  Euangelifta,  vi  fi  ri 
pofa  il  Corpo  del  Beato  Hérico,  il  qual  fu  Diacono  di  natione  Vn  ?^  W^nf'cp 
garo,&  tornando  dal  Perdono  d'Afsifi,  per  graue  infermiti  venu-  ^°^*^^  * 
tali  Ci  morì  in  detto  luoco ,  &fempre  è  ftato  tenuto  in  gran  vene- 
ratione,&  fi  celebra  la  fua  folennità  la  prima  Domenica  d' Ago  fio, 
doue  ci  concorrono  tutti  li  Popoli  circonuici  ni  in  particolare.  & 
tra  l'altre  preroga  ti  uè,  che  attribuifcono  a  quefto  Beato,  vna  è,  che 
in  detto  luoco  per  i  meriti  di  detto  Beato  non  ui  fia  mai  cafcato 
grandine. 

Poco  lontano  dalla  ripa  del  fiume  Conca,  vi  è  il  Cartel  di  Mo-.  moUui» 
lazano  con  le  forte  d'acqua  intorno  col  fuo  ponte  leuatore,  vicino 
al  quale  il  Serenifsimo  Federico  dalla  Rouere  Generale  della  Re- 
publica Fiorentina,  &  lor  confederati,  cominciò  attaccare  vn  fac- 
to d'arme  con  li  foldati.è  Capitani  della  F.  M.di  Papa  Paolo  fecó 
do,  per  caufa  di  reunirfi  quefta  Citti  alla  Santa  Sede  Apoftolica  . 

Vi  è  poi  il  Cartel  di  Ceregiolo ,  doue  il  fodetto  Generale  dalla  Ccregtol» 
Rouere,  prcfe  alloggiamento,  mentre  che  il  Campo  delU  Chiefa 
era  alloggiato  alla  Villa  di  Vergi  ano  prefib  la  Matecchia,doue  fu 
fatto  vn'altro  gran  fatto  d  arme  :  per  la  qual  cofa  gli  Ecclefiaftici 
fi  rifolferonon  uoler  più  far  guerra,  rertando  la  Citta  airiUurtrif- 
fimo  S.  Roberto  Malatefta ,  il  qual  l'haueua  tolta  di  mano  alla  Si- 
gnora Hifotta . 

Vi  è  ancora  il  nobil  Cartel  diCoriano,così  chiamato  quafi  Cor  Co"4B*. 
lani,  poiché  il  fuo  Territorio  è  tanto  vago,buono,  ameno,  efruc- 
tiferò,  che  non  fi  può  defiderar  più,  &  è  habirato  da  molti  Nobili 

D  d  per- 


2^  Sito  T(i'mìfiefè  Llhro  Secondi 

petfone ,  il  qual  per  grafia  particolar  del  Noftro  Sàndfsimo  P6n« 
ttfice  Paolo  Quinto,  per  fpetial  gratia,&  fauore,  è  ftato  vnico  alla 
noftraCitrà,  febcnprimaeradifunitopercaufa  dellifodecciSi'» 
gnori  Malatefti  nella  lor  partita . 
j.  Dalla  Città, &  dal  fiume  Marechia  verfo  Settentrione, &  nò  mol- 

to lontano  dal  mare  vicino  alla  foce  del  fiume  Lufo  modernamen 
te  chiamato,  ma  però  di  molte  centenara  d'anni  vi  è  il  Cartel  adi— 
Bell'aria,   j^and^fo  Bell'aria  porto  in  quel  piano  abbondante  di  grani^&bia 
de,ali'Hortaria  della  porta  di  detto  luoco,che  è  alla  detta  foce  l'an 
no  i^óS.alli  i6. d'Aprile,  nelgiorno  del  Venerdì  Sito fmótorono 
Fafta  de   jg  gén  <je  vna  Fufta  Turchefca,la  qual  prima  era  ftata  fopra  la  Cic 
lutchi.     j^  ^j  (;hioggia,  6'haueua  prefo  vna  barca  di  percatori,con  la  qua- 
le non  elTer.do  poi  conofciuti  fecero  molti  mali  ;  &  fra  l'altre  am-- 
niazzarono  l'Horte  con  una  figliuola,  &  vn  figliuolo,  &  vn'altro  fa 
ne  fcapò,  del  che  leuatofi  il  rumor  corfero  delle  genti,  &  trouaro- 
no  vndeci  Turchi  in  terra,  &  gl'ammazzarono,  eficndofi  allargato 
la  Fufta  in  mare;  &  per  certo,  chea  quel  tempo,  &  anco  dopò  ha- 
ueriabifognato,  che  un'altro  fimile  a  Pompeo  Magno,  il  qual  ha- 
uendo  dal  Senato  quert  ordine  di  liberare  i  mari  da  Carfari  ,  che 
non  lafciauano  cofa  ficura,nè  in  mare,nè  per  qivelle  cofticie  :  Net- 
tò^ mari  de  fimili  ladroni  in  quaranranoue  giorni.  Debellando  fi- 
Gloria  di  p|j]  gente,alcuni  altri, che  fé  li  rendeuano  volontariaméte  afsigna- 
Tuanpeo .  ^^j.  ^^^^^^  q-^^^^  ^^jj ^^  Cicilia, che  per  le  guerre  di  Mitridate  refta- 
rono  difabitate,  per  habitarle ,  &  uiuere  chetamente .  Plinio  dice 
aly.l.c.  15. che  egli  conquiftò  ottocento  e  quarantasei  nani!  ij,  ne  i 
quali  erano  molti  fchiaui,  i  quali  rimandò  pacificamente  alle  loro 
cafe.P.A'.fonfo  Villegasriferifce,cheApiano,e  altri  dicono.che  il 
Carro  nel  qual  andana  Pompeo  M.  era  tutto  lauoratode  oro,  & 
•  gemme  di  gran  ualore,  &  che  portaua  vertito  il  Manto  Regale  di 
Aleifandro  Magno.che  trouò  tra  le  fpoglie  di  Mitridate.  Solo  Pó- 
pco  trionfò  dalle  tre  parti,nelle  quali  fi  diuide  il  Mondo,  Afia,  A- 
frica ,  &  Europa  ;  Gloria  di  Pompeo  Magno ,  del  quale  fé  ne  può 
gloriare  Roma,come  la  Grecia  dei  Magno  Alcrtandro,  al  qual  fe- 
Piagnano;  condo  il  parere  di  molti ,  fu  egli  pari  ;  Ma  ritornando  al  propofto 
ragionamento  dice,che  la  uniuerfità  &  Commune della  nobilifsi- 
ma  Terra  di  Piagnano  capo  di  Contea,  che  ha  fotto  di  fé  cin- 
que Cartella  ,  è  molto  tempo  chi  hauuto  animo  di  ritornare 
fotto  la  giurifdittione  della  noftra  Città, come  già  anticamente  fo 
noftate,&  ultimamente  fi  fono  rifoluti  di  farlo;6<:  però  hanno  pò 
(tofupplicafottoli  14  di  Giugno  i5i4.alnortrolIluUreConfe- 

glio. 


g1io,che  gli  piaccia  accettarli  per  loro  membro,  &  giurifdittione ,' 
jUhe,  fé  così  fi  degnaritnno  rilluftrirsimi  Signori  Patroni  (come 
fperiamo)  fauorirecalnegotio,  farà  di  moìco commodo  aquelii 
popoli  fatisfattione,  &  honore  dell'vna,  &  dell'altra  parte. 

DaUoderto  Cartello,  venendo  alquanto  vtrfo  la  Città  invna 
villa  di  S.Giouanale,  in  mezzo  della  ftrada  maeftra  ui  fono  le  Re-  na'^?"^' 
;iquiediun'antichifsimoBagno,nel  qual  fi  fonnoritrouati  ancora 
certi  condutci  di  pombo,^ia  uno  de  quali  ui  erano  quefte  lettere 
DALNEI  ET  VVLFO. 

Ancora,che  come  fi  è  detto  dal  numero  delli  fodetti  noftri  Con- 
feglieri,  fiano  eletti  alcuni, che  uadino  al  gouerno  delle  fodetteCa.^^P'"?^ 
ftella.nondimeno  alcuna  uoira,  ò  per  auaritia,  ò  per  troppa  afifer-  la  *  ' 
tione  portata  a  parenti,  &  amici,  C\  preuerte  l'ordine ,  foc:o  qua- 
lunque coperta  di  tallacia,come  fuol  intrauenirancoin  malte  al- 
tre cofepubli  che,  il  che  apporta  mareffempio,  &  tanto  pi  iquàdo 
dalli^più  nobili, &  ricchi,  che  doueriano  elfere  più  gelc  fi  d  --irofler. 
uanza  delli  ordini  antichi,  delli  altri  fi  uede  trafgredirfi  le  fante ,  e 
buone  ufanzc ,  anzi  le  leggi,  che  longo  tempo  fono  ftate  introduc- 
te,  &  ofleruate* 

Dopò  l'elTere  ftato  fuori  della  Città  per  le  fue  Caftella ,  come  d 
folfare'per  diporto  al  tempo  dell'Eftate  mi  par  bene  ritornarme- 
ne nella  Città  per  raccogliere  breuemente  alcune  cofe ,  che  mi  pa- 
iono da  nópaiTarfi  confilentio,  tra  l'altre  cofe,  che  fono  in  abufo 
jn  detta  Città,  una  è  ,  che  centra  il  Breue  della  Santa  Memoria  di 
papa  Giulio  terzo,  fi  permette  lafciar  far  publicam.ente  giuochi q.      .. 
conruotoli,  &  altre  forte  di  uenture: il  che  è  caufa  di  molti  mali,  Siiomoiie 
ti  cattiue  pieghe,che  pigliano  i  figliuoli  di  famiglia,che  per  in  gor  dice  colo- 
^igia  di  detti  Giuochi,  &  Venture,  s'ingegnano  di  rubare  in  cafa  fOi^he  pré 
quello,che  gli  uiene  alle  mani ,  per  poter  attendere  a  i  detti  giuor  *^/'^"°  ^^' 
chi,  &  uenture  da  non  e(Tere  anco  comportate  tra  foldati,  non  che  t^" Ja  ^gfi 
tra  Cittadini.  Perche  il  Giuoco  è  un  uitio,che  chiunque  morde/à  Huomini , 
che  diuenga  rabbiofo,la  qual  rabbia  gli  dura  fino  alla  morte  ;  che  e  benedec- 
fia  il  nero ,  queito  è  conosciuto  particolarmente  dairitluftrifs.  Si-^'  ^?  ^'*'S 
,g,nor  Cardinal  Caetano  Legato,  tanto  amato  da  quefta  lUuftre^'"^* 
Xittà  che  a'ii  refcritti  di  Sua  Signoria  IlJuftrifsima  fi  degna  met- 
tere con  l'afcenfo  del  Magiftrato  di  Rimino;  Douerebbono l'illu- 
.ftriMagiftratiertere integri,  continenti,  inuiolabili,  incorrut- 
tibili, amici  dì  ulrtù,nemici  de  uitij.amatori  de  buoni,  perfecuto^ 
•  rideuitiofi,  &cattiui,  "  -^ 

^    P*^"*i^^?[^?}^![?^^f???P??^Ì^n^^Slioni^J2menteGomportaca 

""  pd     2        P^^a- 


i  9  Sito  Uimineje  Llhro  S  econio 

Monte  di  paflarcmo  ad  un*ttfM  ben  fatta.e  ben  confiderai, acciò  che  fecoiì 
Picià  ,      ^Q  W  detto  de  i  Filofofi,  tanto  meglio  ii  veda  la  fua  perfettionc  ;  Ac 
qucfta  è  rerettionc  del  Sacro  Monte  ài  Pìetd  della  noftra  Citti , 
da  lei  conflituito,cioè  dal  noftro  llludre  Confeglio  accrefciuto,fic 
mantenuto  dt\  continuo,  con  tanta  vtilicà  >  e  benefìcio ,  non  folo 
delli  habitatori  della  Citcà.e  Tuo  diftretto.ma  dal  Cócado  di  tutta 
la  Diocefi,  &  anco  di  fuori  di  quella  ;  il  che  quanto  fia  bene,  ti  lo- 
deuolmente  fatto  lo  lafciarò  confìderar  meglio ,  a  quelli,  che  fono 
più  dotti  di  me:  cioè  fé  la  carità  deueeffere  ordinata  (come  tutti 
voglionojche  prima  incipit  à  feipfo]y  deinde  extendatur  ai proxìmuw, 
non  pofTo  dir^fe  non  che  fia  malfatto,come  diffe  Chrìflo  Noflro  Sì 
^^asanea ,  gnorcalla  Cananea  :  Auferre  panem  ex  munibus  filiorunt ,  &c.  Cioè 
col  commodo ,  ^  vtile ,  che  doueriano  hauere  folamentc  la  Citti 
ihfìeme  co  tutti  i  fuoi  annefì:  che  quefli  patifcono  molte  aolte  pet 
ièruire  allì  altri ,  che  non  fono  incorporati  con  la  noflra  Citta ,  fé 
bene  fono  della  Diocefì;  poiché  quefti  fono  beni  venuti,fic  che  ve* 
gono  del  continuo  dal  noflro  Illuftre  Confeglio,  come  credo,  che 
i  tutti  fìa  noto,  J  pcròforfì  non  far ia  fé  non  bene  fare  qualche 
l£§gc  >  ò  prouiflone ,  che  quelli ,  che  fono  fuori  dell'obedienza  del 
itoftro  Uluflrc  Confeglio,  non  haueflero  a  effcrc  eguali  nel  piglia- 
re rvtiliti  del  Sacro  Mòte  a  qucfli,che  fi  pofTono  dire  effere  figlino 
li  del  noflro  Confeglio,  per  non  efdudere  anco  affatto  quelli ,  che 
fono  della  Diocefì .  Quello  Sacro  Monte  gode  molti  Priuilegi  có- 
ceffeli  dalli  Sómi  Pontefici ,  &  in  particolare  dalla  Santifsima  M. 
?.Hoìe  3 .  di  Papa  Paolo  terzo ,  come  fi  può  ueilere  ne  i  Breui ,  &  Lettere  di 
detti  Sommi  Pontefici ,  conferuati  in  detto  Sacro  Monte:  il  qual 
bora  è  arriuato  i  tanta  richezza ,  che  tiene  in  giro  grandifs.  quan» 
tiri  di  denari,  che  prefla  a  quelli ,  che  vanno  adimandarli ,  afpet- 
tandoli  due  anni  e  mezzo ,  e  più  auanti ,  che  fi  poffa  fare  eflrattè 
delle  robbe  datte,  per  afsicuration  de  i  denari  hauuti  ;  &  in  parti- 
colar  quefto  Sacro  Monte  hi*i:iceuuto  grande  augmcnto  dalla 
Bona men.ona dcllIUuflre  Sign.  Caualliere Galeazzo Megozzo, 
Cileaixc   che  li  lafciò  per  tedamento  feudi  due  milla  di  danari ,  che  fu  del 
McD^ozo.  j^^Q  j^uj  j^^^j  Luglio,&  lipcfe  anco  obligo,  che  detto  Sacro  M5 
te  doucllc  dare  feudi  dodeci  per  elemofina  a  vn  Reu.  Predicatore, 
che  fuor  di  Quartfima  predicale  in  tutte  le  Domeniche  dell'an- 
no in  Domo  j  In  ohre  quello  Sacro  Monte  guadagna  con  l'illuflre 
noftra  Con)munità.lire  quattordeci  al  Mefe,per  falario  a  lui  deuo 
Blemofina  luto  di  qual  Ci  voglia  Confole  eflratto,  che  fi*  morto ,  onero  ab- 
«ÓUUU4U.  fcntci  &  ancorafcudi  quattro  al  Mefc ,  per  conto  de  i  Dati) ,  della 

fodctia 


T>1  kaffaete  ^dlmàrì .  sp 

fodetta  lUuftre  Communità,che  fi  vendono.  Hi  ancora  authoriti 
perPriuilegi  de  Sommi  Pontefici ,  da  farfi  pagare  cinque  per  cen« 
to  di  tutte  le  robbe,  che  i  foraftieri  acquifiano  in  quefta  giurifdiC" 
tione. 

Che  diremo  poi  del  nobilifsimo  Officio  delli  Signori  Edilij,  che  Edili)]* 
fi  conferua  in  queda  noflra  Città, che  apprfifo  gli  antichi,e  nobili 
Romani,  era  di  unta  auttorita,  6l  reputatione,  che  quelli,i  quali 
non  haueuano  hauuco  queQo  Officio  ,  non  poteuano  afcendere  al 
grado  del  Confolato,  6i  altri  Officii  d'importanza:&  gii  erano  di     , 
grande  auttoriti  appreso  di  noi  ,  detti  Signor  £dilii,  (e  ben  hogi< 
gi  poco  fi  riferba  dell'antica  auttorità  di  detto  Officio.  Vefpafia- ^^^jj^.  • 
no  riputato  cinque  volte  dai  detto  Officio  d'£dile,  fu  poi  Impe* 
ratore. 

Molti  buoni  ordini  vedemo  effere  fiati  introdotti,  &  fin'hora 
oficruati  dal  Nofiro  Iliufire  Confeglio  di  quelli,  c'hannod'ammi- 
ntftrare  qualche  officio  pubiico ,  com'è  il  Capitanio  del  Porto  del 
MafTarolOtéc  Ediie.cioé  quando  quefii  non  fono  di  quelli,a  i  qua- 
li toccano  detti  Offìcij,deuono  eflcre  baIIottati,6c  ottenuti  per  ta- 
le dì  poter*  effcrcitare  detti  Offici),  nò  so  per  qual  caufa  fi  fiano  tra 
lafciati  li  Notari,  cheeflercitano  li  Tribunali,tantodi  Monfignor  TribBuali. 
Reuercndifs.Gouernatore,  come  deirilluftrc,  &  Eccellente  Sign. 
Podefti,  &  Signor  Vfficial  della  Guardia,  militandoui  lemcdcfi- 
me  raggioni,  anxi  maggiori.che  in  quelli  difopra.  Ci  fia  trafcuram 
di  non  farli  qucfti  ancora  approbati  per  Balle  deUlllu^re  Confe- 
glio, come  gli  altri  publici  Offici/ ,  te  altre  raggioni  :  maCtime  ve- 
dendofi  alcuna  volta  per  cfperienza  fuccedere  molti  difordini  s^ 
nella  fufficicnza,  come  nel  farfi  pagare  copie,atti,  Decreti,  &  elTa- 
mine  de  tefiimoni ,  fuori  del  douere  ;  però  faria  conuenicntè ,  che 
riceuelTero  il  giuramento  neiriiigrerfo  del  loro  Officio  Corampopw 
lo  ,  come  fanno  gli  altri  Officiali  dell'Illuftre  Communiti  ;  & 
per  maggior  ofTcruanza  fare  anco ,  che  fu  (fero  obli  gati  a  fiate  al 
Sindicato,  come  ftanno  li  Cancellieri  Criminali,  &  altri ,  eflendo 
cóperati  quefii  Offici)  alcuna  uolta  da  pcrfone  poco  prattichc  di 
tali  Offici),  &  ingordi  al  guadagno:che  molte  uolte  non  guardano 
ne  a  Magalottà,né  altro,  pofledédo  Tlllufire  Communità  nofira , 
quefii  Officii,  li  quali  furono  da  lei  comperati,  hauendo  Pio  Papa  Miga?otii 
Quarto,  per  ijinanzi  applicato  alla  Reu.  Camera,  tutti  li  Notaria-  P.PiolV. 
tijCiuili,  &  Criminali  &  dàni  datti  dello  Stato  Ecclefiaftico  Tati. 
no  1 5<)4.alli  6.  d'Ottobre,  &  del  1^66.  l'anno  primo  del  Pontefi» 
caco  della  F.  M.di  Papa  Pio  Y.  come  difopra ,  perxnoto  propri^  P.  Ko  v. 

^  di 


jV         sito  Rimine/è  Ltbro  Secondo 

ò\  Sua  Heaticndine,  fu  uendutoalla  noftra  Communici  li  fodetcì 
Notariati  &  danni  datti  dalla  Città  di  Rimino,  Caftelli,&  Conta 
dò  per  prezzo  di  Ducati  155^?.  è  un  terzo  di  giulivndcei  perfcu-o 
mo  (>cò«  ^°  »  come  appare  ne  i  Rogiti  del  M.  Sig.Gierolamo  Cecoli  Cicta- 
\ì  *  dino  Romano,  &  Notario  della  Reu.  Camera  Apòilolica .  11  me- 

defìmo  fi  doueria  fare  alli  tagliatori  nelle  BecCvirie,  che  fuflfero  ap 
prcbati,  perche  cosi  fi  rimediaria  a  molti  inconuenienti,  che  na— .,, 
fcono  per  caufa  delle  infolenze ,  che  tanno  alcuna  uolca  alcuni  di  ^ 
quelli  tagliatori ,  &  il  poco  rifpetto ,  che  portano  a  Cittadini .  Il 
fi"mileanco  fi  doueria  ofìferuare,  comeancogiàficolferuatonelUj 
s;t  .  :    venditori  del  Pefce,  &  altre  cofefimili .  ^ 

La  noftca  Città  hauendo  riguardo  particolarmente  alle  pouerei; 
Vedoue,è  Pupilli,  &  altre  pouere  pet fone, tiene falariato  acciò  nqr-? 
Podeflàdehabbia  pigliar  fportole,Vn  Giudice  adi madato  il  Podeftà  de  i  Pu 
Pupilli .  pillijil  qual  fi  elegge  per  forte  da  tutti  i  Dattori.che  fono  Collegia. 
Collegio  J.J  g^  jj  |q,.q  Qff^cio  durafei  Mefi,ilqual  Officio  n6  molti  anni  fono, 
^e  otto  gf2jìimoifopii'^(reputatione,  &  di  maggior  vtilità a  pouerilitti- 
ganti  della  Città,  mafsimamente,  perche  la  mattina  teneua  ragio» 
ne  fcnza  impedimento  d'altro  Tribunale,  ma  poi  fono  intrauenu- 
ti,&  intra uengono  molti  abufi  in  detto  Officio,  per  hauer  mutato 
li  MonfigtioriGouernatori,  la  loraudiéza,chcfoleua  efiere  la  fera, 
nella  mattina ,  impedifce  grandemente  quella  del  Signor  Podeftà.r 
L'altra  é,£he  fi  eftraeno  da  i  Signori  Collegiati  queft'Officio  mol- 
ti Signori  Dottori, che  efi"ercitano  la  procura,  il  che  impedifce  mol 
te  caufe,  che  non  pofi"ono  elìbre  agitiate  innanzi  a  lui;  altri  per  fo- 
fpetti  per  effere  fiato  Procurato:  contrario  in  qualche  caufa,  non 
vogliono  introdurre  le  caufe  innanzi  lui;  &  perciò  dicono  efiere" 
particolar  capitolo,  che  prohibifce,che  vn  Sig  Dottor,  ch'efiercita 
la  procura  nò  habbia  da  efl'ercitar  1  Officio  del  Pretore,&  nódime 
no  è  andato  in  abufo.  E  ben  uero,che  quando  è  in  Officio  perfona 
nobi!e,&  di  auttorità,che  molti  abufi  fi  leuano  uia  :  Si  che  hormai 
li  poueri  litiganti  poco  beneficio,ne  fentono.  Aggiougendoui  an- 
cora altri  difordini,  che  alle  uolte  ponno  auuenire,  che  s'un  Padre 
fìa  Podeftà,&  habbia  il  figliuolo  Procuratore,^  anco  fono  coUeg- 
giati  altrijche  non  ftanno  nella  Città,fe  bene  alle  volte  ui  fono  fia 
ti,  hanno  che  ferucno  poi  per  foftituti,  &  cosi  parche  lecofe  non 
Gabbiano  quella  reputatione,  che  doueriano  hauere,al  che  hanno 
riguardo  l'altre  Città,  che  obligano tenere  Tempre  cafa aperta,  & 
habitarui  almeno  perfonalmente  con  la  famiglia,  per  tre  Meficó- 
tinui  deiranno,che  p  breaicà,c  degni  tifpecti  pópalfarò  più  oltre. 

■      '^ "         Vi 


fZ)/  T{a fatte  tAdimdrìl,  "si 

'"vi  è  ancora  il  Giudice  deirAppellatìone  delle  caufej  che  fi  ap^-    Gtodicé 
pellano  dal  Signor  PGdettà,che  medefimamente  (ì  eftrae  dal  detto  deii'appel 
Collegio  de  Dottori  infieme  col  Notare  per  fei  Mefi,cominciando  lattone . 
al  primo  giorno  di  Genaro. 

Tiene  ancora  per  raggion  di  buon  Regimecovn'altro  Giudice 
minore,  per  le  caufe  di  poco  rilieuo,&  d'efpeditione,  adimandato  Officio  del 
l'Officio  della  Guardia,volgarmcnte  delie  Bolette,il  qua!<ieue  far  '^Guardia, 
ragione  fommaria  nelle  Tue  caufe,  ma  in  quello  ancora  fi  vede  no 
cflerui  quell'ordine:  che  fi  doueria  effere  ;  poiché  in  particolare  ef- 
fendo  per  caufe  picciole,&  de  poueri  fi  doueriano  pagare  li  atti,  e 
le  copie  la  metta  màco,che  fi  fa  nell'altri  Tribunali,  il  che  (\  potria 
far  facilmente,quando  tal'Ofhcio,  &  fuo  Notariato  non  fi  vendef- 
fe,ò  con  quella  conditione,che  i  Notati  principianti  l'efTercitaffe- 
ro  gratis,  che  fi  vorebbono  inftruire  nella  pratica,  &  fcienza  infie- 
me, auanti  eh  efifercitaflero  Tribunali  maggiori ,  volendo  però  ef- 
fere  del  Collegio  loro . 

Vltimamente  è  /lato  introdotto  un'altro  Tribunale  domanda- 
to la  Concordia,&  quefti  fono  tre  Cittadini  del  noftro  Confeglio,  Signori  de 
infieme  con  vn  Dottore  tutti  eletti  ogn'anno  dal  medefimo  Cófe-  J?.  ^^'o^*^? 
glio  per  balle,  i  quali  trattano  amicheuolmente  acordo  fé n za  ve- 
nir àfentenzadiffinitiua,  doue  particolarmente  denoto  andar  i 
parenti  flretti ,  &  altri  c'haueflero  lite  tra  loro,  per  vigor  del  Sta- 
tuto noftro  non  poflbno  littigare,  &  ancor  tutti  gii  altri  li  deuo— 
ro  andare  nella  prima  inftanza,  almeno  per  elTer  licentiati  da  que 
fto  Tribunale,  per  andar  ad  altri  Tribunali,non  potendo  eileraC' 
commodatidaquefto,  mautfupra. 

I  litiganti  tri  gli  altri  danni,&  mali,che  patifcono ,  &  di  dena- 
ri molte  uolte  dopò  l'hauer  moftrato  la  uerità  delle  lor  ragioni,  & 
hautoneancolafentenzainfauore,  in  cambio  di  poterhauereil 
fuo  dopò  tanti  ftenti,&  di  lationi  ordinarie,  &  ftraordinarie  matu 
rate  li  debitoti  cedono  i  lor  beni,  òper  dirla  uolgarmente  fanno 
il  gaietto,  il  che  hormai  è  venuto  intanto  vfo,  che  certe  forte  de 
genti,  chefono  debitori, niente  fi  vergognano  di  fartafattoinna- 
2ial  Signor  Giudice,&  pochi  Iofanno,ma  fé  fi  facelfe  qualche  pu- 
blica  demoftratione  in  lor  ignommia ,  come  fi  coftuma  di  fare  in 
altri  luochi ,  &  anco  gii  (\  otTeruaua  nella  Città  noftra  ,  forfi  che 
molti  s'aftenerebbono  di  far  tal  cefsione,  per  non  acquiftar  una 
publica  uergogna  per  loro,&  per  i  fuoi  parenti. 

L'Illuftre  Communità  noftra  tiene  in  feruitio  dei  Palazzo  pu. 
blico,  6c  dcii'illuftri  Signori  Cófoli  «quattro  feruìtqri,  g  vogliamo 


34  Sito  Kìmìnep  Lilro  Secondo 

7'»^uDali,  Gouematorl  della  Città,  con  li  Tribunali  delli  altri  Orficiali  del- 
la Citti,6i  il  Tribunale  deiriftefsi  Illufori  Signori  Confoli,&  fi  ve» 
de  efTere  lodato  dalli  foraftieri  chepaffano,  &  da  quelli,  che  vi  al- 
loggiano per  occafìonedell'llluftrirsimi  Cardinali  Legati,&  altri 
Illuftrifs.CardinalijChe  vi  alloggiano  alla  giornata:  fé  bene  fi  può 
dire,che  non  fia  Palazzo,  ma  fi  ben  principio  d'vn  nobilifsimo,  fic 
bel  Palazzo,  per  eflere  vna tirata  (ola  di  ftancie  fenza  hauer  i  fuoi 
mernbri,cortiIi,loggie,  &  altre  cofe,  che  conuengono  alle  fabriche 
nobili  di  Palazzi,  ancor  che  ciò  fi  potria  fare  con  fpefa,  ancofop- 
portabile  tolendo  il  Quartiere  di  cafe,  che  fono  dietro  al  detto  Pa 
lazzOjCÓ  le  quali  C\  farìa  il  fito  conueniéte,  &  honorato  al  detto  Pa 
lazzo^hauendoleftradeattorno,  riducendo  le fuemébra  a  poco  a 
poco,  (che  può  valere  cinque,  ò  i^i  milla  feudi .)  Alli  fuoi  termini, 
che  faria  cofa  degna  di  grand'honore ,  &  reputatione  al  detto  Pa- 

Falazzo .  lazzo:  è  perche  ftaiido  così  in  effetto,  non  accommodando,  né  an- 
co quelle  al  fecondo  folare ,  che  pur  daria  qualche  commoditi ,  e 
molto  angufto,&  fcarfo,  come  da  tutti  fi  vede, che  nell'Aloggio  di 
qualche  perfonaggio  d'importanza,  ferue  alla  perfona  fua  fola,  & 
à  fei,ò  orco  al  più,  il  redo  della  famiglia  nobile  fua  bifogna  con  di 
fturbo  ,&difcommodo  delli  Cittadini ,  che  vadifuor  di  Palazzo 
ad  alloggiare  nelle  cafe  de  particolari,  il  che  non  fuccederebbe,  fé 
il  Palazzo  hauefie  tutti  li  fuoi  membri;  come  di  fopra  fi  e  detto  ri- 
chiederfi. 

Piazza .  Di  più  la  Piazza.che  vi  è  innanzi  medefimamente,fi  doueria  ridur 
re  in  qualche  megliorforma,come  da  i  buoni,&  intelligenti  Archi 
retti  fi  demoftra  A  i  quali  mi  rimetto,  per  non  incorrere  in  biafi- 
mo  del  prouerbio,che  dice,  TS(e  futor  altera  crepìdam .  Vi  è  poi  vna 
Torre  antica,  per  cfler  membro  del  Palazzo  uecchio  di  vna  altez-. 
za  notabile ,  fopra  della  quale  vi  fono  due  campane,  vna  di  fotto , 
Torre .  &  l'altra  difopra,  nell' vltima  parte,ouero  folaro  di  detta  Torre,  & 
quefia  è  di  conuenientegrandezza,m!nor  alquanto,  però  di  quel- 
la di  fotto,  alla  quale  fé  li  potria  adattare  martello  di  maggiore 
grandezza,  fé  le  ruote  dell'Horologgio  Io  comportafie;  &  sì  l'vna 
come  l'altra  fcruono  per  l'HorologgiOjCioè  battere,&  ribattere,& 
quella  di  fotto  ferue  anco  per  il  fegno,  che  fi  dà  all'llluflri  Signori 
Confoii,  che  fi  hanno  da  radunare  nel  Palazzo,  &  molte  altre  cofe 
pnbliche,  nella  quale  ui  e  una  uaga ,  &  graticfainfcrittione,  che 

InCciiitio    dice  : 

Tio  malisjlena  dohrìi . 

Di 


'ì)}  Raffaele  zAdlmari  ^  ir 

Dì  fotto,  poi  vi  è  vna  Nobilifsima  Loggia  notabilmente  longa,' 
éi  alta,  che  rende  vna  bellifsima  profpettiua/opra  la  quale  fi  vede 
in  un  modione  di  pfiarmo,  che  foftenta  vn  trauo  del  Salone,eiTcrui 
intagliato  quefto  milIefimo,cioè  1 204.  che  fi  mencione  effer  flato 
meffo  al  tempo,  ch'era  Pretore  il  Signor  Maggio,  nella  cui  loggia 
vi  riefce  la  Dogana ,  il  Nobilifsimo  Archiuio,  che  é  dei  belli  di 
Romagna  :  Le  Carceri  publiche  còmodo  a  Signori  Procuratori,&  Dogana  i 
altri.  Il  Sacro  è  ricco  monte  della  Pietà.  Il  cadaftro,&  l'vfficio  del  cadaftro  '. 
danno  datto,Ia  bellezza,&  magnificenza  di  quefta  loggia  non  co  Difpenfa .' 
fiftefolo  nella longhezza,aItezza,  &  larghezza;  Ma  ancora  per  ef  Monte  del 
fere  alta  da  terra  cinque  gradi  di  marmo,&  ben  filigata  di  matoni  I*  Pietà  da 
in  cortello ,  che  la  rendono  tanta  più  aierofa,  &  futta,  &  libera  da  °^  "*"'* 
ogni  forte  d'animali,  che  per  tal  caufa  non  ui  poffono  entrare  ;  li 
gradi,come  di  fopra  ,  fono  fatti  di  pietra,  concia  con  bcllifsimo  ox 
dine .  Refta  fole,  che  quefta  Piazza  fia  adornata  con  la  bellifsima 
rtatua  di  N.  S.  da  farfi,  poiché  è  molto  conueniente,  che  fia  pofU 
dinanzi  al  Palazzo  publico,  è  niafsime  alla  porta,  &  i»  profpetti- 
uà  con  la  Fontana  in  diftanza  eguale,  ò  come  ricercare  il  luoco, 
per  il  parfb  delle  carozze  tra  effa  Foniana,flarua,&  Palazzo, dalla  j^ataa  è 
parte  del  Monte ,  efTcndo  quefto  loco  propiìo  di  Sua  Smtiti ,  &  Fontana , 
doue  concorrono  aU'occorenzze  tutti  ii  Prencipì ,  è  perfonaggi, 
che  vengono,  e  paffano  per  quefte  parti ,  &  altre  ;  Icuo^ndo  anco 
l'Impedimento  di  quelle  poche  cafe,  che  fi  oppongono  alla  vifta 
di  detto  Palazzo. che  fari  conforme  all'ordine,  per  il  quale  fu  de- 
molito la  Chiefa  Parochiale  di  S.  S^hu^iro  Papa ,  e  Confefibre. 
Tra  l'altre  fabriche,che  rendono  magnificenza  alla  Città  noftra,é 
quella  antichifsima  dell'Arco  tri^pfate  arcificjoio ,  tatto  da  Otta-  ^\^°}l^' 
ciano  Augufto ,  fopra  la  Mr-r^*^-  vecchia  della  Citcà^alla  Porta  lzlJnc%  '" 


tauiaao 


verfo  Oriente,  che  guarda  alia  Catolica,  con  quattro  bellifsime  fi-  Aug. 
gure,cicè  due  per  banda ,  ne  i  cantoni  di  detto  Arco,  ^  due  Tefte  Gioue , 
di  Boni  in  mezzo  dell'Arco, cioè  vna  per  banda,  le  quattro  figure  B-Ilona. 
fono  vna  di  Gioue,vn'altra  della  Dea  Bellona,  l'altra  di  Nettuno,  v!"e"e'** 
&  l'altra  della  Dea  Venere  :  In  detto  Arco  fono  intagliate  lettere , 
delle  quali  una  parte  foia  fé  ne  vede,  che  così  dicono  :  Cof.  SepùmQ 
deftgnatfO^^uo  M- ^  .Celeberrimus  Italia  f^icisConftUo  Senatus  Fop, 
Poi  in  vn'altro  Ci  troua  fcricto:  Im.  C^far  Oìu;  lui.  P,  Augu^us  Pont, 
M^x.  Coi.xili^Trib.  Vonr.xxf^ll.  V  V. Murumdedit curante L,Tur 
nofecMo  ^promani  Vttf.  f^rbìs  Fi.  Aóieìo  VX.  Corc€t:'Plam.&-  Viceni: 
Di  quà,&  di  là  di  quefto  Arco  vi  fono  per  fortezza  dell'Arco  certi 
wafici  di  pietre  cotte  ben  fatti,  che  vanno  airaltezz3,circa  alla  me* 

Ee    a         tà  ' 


/ 


l4         Sito  ^mhép  Lìhfi  Stcóndo 

Via  Emi-  td  di  detto  Arco ,  qui  dicono  cflfere  il  fine  della  via  nmiliaj&  prìn- 
iia,  ^  Fla.  cipio  della  Flaminia ,  con  tutto  ciò ,  per  quel  che  fi  vede  in  molti 
mitìia .  luochijChe  la  noftra  Città  fi  fia  alcìata,&  riempita  affai, com'è  fu- 
ccflb  anco  all'altre  Cista  antiche,c*hano  patito  naufragi)  afl'ai  per 
guerre,©  per  altri  accidenti ,  nondimeno  quefto  arco  è  reflato  con 
vna  mirabile  altezza,  che  li  rende  vna  gran  Maefti,  cofa  che  non  fi 
vede  in  molti,  che  fono  in  Roma,  Verona,  &  altri  luochi . 

Le  quattro  figure  di  (opra  nominate  dimofi:rano  quelIo,che  nei 
Teguenti  verfi  fatti  dall'Ingeniofo  Poeta  fi  legge,  che  quìfottolc 
ponerò  : 
^otìt ,  •Arcus  ab  anùquìs  eretius  in  Vrhe  bemgnU  » 

Ingmo  artifici ,  Gloria  fumma  tua  eSÌ  ; 
iHppittr  imptYÌum  rutilanti  fulmine  fculptus  ; 

Collocati  &  poptilos  fub ditìone tua; 
^ìì  Bellona  feroxanimum,  viresj^  miniSìrafl 

Et  fapiens  pulchra4  dat  fapìentis  opti  ì 
^eptuHus  pariter  promittìt  commoda  multa 
Fluminis ,  atjj  etiam  lìttora  citrua  Maris  ; 
'Jifi  venus  t  aut  pacem ,  vel  dìgnum  donai  Amorem  ; 
Vt  CiHCi  mutHut  cottciliarec  y4mori 

EPILOGVS- 

lupp'iter  imperio  ,  BeUonaq^  viribui  auget , 
Flumtne  't^eptunus  jCyprla amore  venus  ; 

*Dìalogus  cum  quatuor  imaginìbus  arcui 
Triumpbalìs  Ar'imin. 

luppìter  ipfe  feras  f  quid  pr^fies  muneris  vrhl^ 

J.  impcrìumt  f^.  arine  aliud  i  /.  /«fì«iam,  atque  {idem  $ 
Quid  Bellona  fcrox?  B.  ^rtes,  Sophìamuè  decoram  ; 
V.  T^il  vUra  donasf  B.  Ingen'mm  docile; 
y.  Tu  Vjptune  Tater ,  quid  spondei  ?  N.  Munera  ponti  ; 
V.Vréiter€à>  N.  Cingo  flumwevtrumcf uè latusi  {Amorem 
y.  QHid  Cytherea  venus  ?  y.  Formam;  v.  Quid  den\q\  ^  y, 
y.  Quos  petament  f*  y.Cìues;  V.  Qmpote  ?  v.  Se  mutuò, 

Hora  diremo  qualche  cofa  del  Cartello,  ouero  Rocca  di  querta 
nortra  Città  fabricata  l'anni  del  Parto  della  Tempre  Vergine  Ma- 
ria i435.dall'Illuf>rifsimoSign.Sigifmondo  Pandolfo  Malatcfta, 
farto  con  Grande,^  Eccellente  Arte^&  aftuua  militare,  &  accom- 

xuo- 


^t  \afaete  tAMmarì  ;  $  i 

sribdatià  di  tutte  quelle  cofe,chc  la  poflbno  rendere,'  quafi  inerpu»^ 
gnabile  con  la  commodità  di  fofsc  d'acqua, dì  porte  fecrete,  &  al- 
tre rimili  cofe,  che  foglionoeffere  commode  per  le  fortezze  delle 
•Città,&  forfi  la  grande  ammiratione,chc  diede  a  quel  tempo  la  fa  ^  -  ..  , 
brica  di  quefto  famofo  Caftello  i  tutti  quelli, che  la  vedeuano,  fu  pifmoQ^oI 
caufa,  che  quefto  iftefo  Signore  deffe  il  difregno,&  il  modello  alla 
Fortezza  deirifola  di  Rodi  tato  nominata,  &rpauen6euoleà  Tur 
chi,non  mi  eftenderò  à  raccontare  tutte  le  cofe  particolari,  che  rc- 
dono  forte  quefta  Rocca,  sì  per  non  efifere  quefto  il  mio  intento, 
come  anco  per  nò  eflere  troppo  longo,come  ho  fatto  nell'altre  co* 
fe,è  mafsime  efTendocofa  fuori  della  mia  profe(sione,&  intelligc" 
za,&  altri  rìfpetti ,  auuertirò  ben  che  ha  fopra  terra  cento  e  feffan- 
ta  fineftre,  &  altretante  fotto  terra,&  che  fopra  la  Porta  vi  è  vn  E« 
lefante  d  Alabaftro  d'India,infegno  deirilluftrisfìmi  Signori  Ma- 
Iitefti,  &  a  quel  tempo ,  che  fu  fabricata  communemente  teneua- 
ri0,che  fu(Te  vna  marauiglia,  6;  magnificenza  d'Italia. 

Nella  Muraglia  della  Città  verfo  il  Mare  alla  drittura,  doue  fi  è 
fabricato  il  V.  Conuento  delli  M.  Reu.  Padri  Capucini ,  vi  è  vn  ,  ^'"P^^"? 
mezzo  arco  grade,  il  qual  fi  vede  effere  fiato  vn*Amphitheatro  an-  '  ^*"*  * 
tichifsimo,che  rifpondeua  alla  drittura,  dou'cra  il  Porto,&perciò 
da  lì  fi  fpicha  una  muraglia  afl'ai  alta,  &  molti  varchi  Ionga,in  ca- 
po della  quale  vi  è  vna  Torrefa  affai  alta ,  e  quefta  doueua  feruire 
per  il  Fano  del  Porto,  &  perla  guardia  dell'iftefifo,  &  il  muro  per 
guardiano  da  guardarlo  da  Leuante,  vento  tanto  nocino  a  quefto 
luoco  particolare:  ma  hora  il  Mare  fi  è  difcoftato  tanto  fé  bene  a  i 
tempi  noftri  vi  daua  dentro,  che  non  ferue  più àcofa  alcuna  ,  6c 
perciò  va  a  male ,  doue  fi  perde  a  poco ,  a  poco  quella  bellifsima 
profpettiua. 

Dopò  la  partita  di  quefta  Città,  rilluftrifsimì  Signori  Malate- 
fti  nel  Foro  della  Città,in  mezzo  da  quella  parte,ch'è  verfo  il  Ma  J'"®!®S'-<* 
re,  vi  è  vna  Torre  moderna  affai  buona  ,  &  bella  ,  doue  fopra  vie  ^'  ^^^' 
rOrologgio,  &  campana,  che  li  ferue  con  la  fua  fpera,  &  altri  or- 
«amenti,fatto  al  tempo  della  Santa  M.d i  Pa  pa  Paolo  Terzo,  l'An- 
ro  1547.  di  JLunedì  alli  ly.del  mefedi  Ottobre,  daM'Illuftre  Com- 
munità  di  Rimino ,  che  è  di  grande  adornamento  alla  Città  com. 
modo  à  Cittadini,&  à  foraftierijchepaffanoperla  Città, vedendo 
detta  fpera,  è  che  hore  fono. 

In  quefta  noftra  Città  vi  fono  fiorite  perfone  fegnalate  in  lette  Homini  il 
re,&  in  arme,  come  fipuò  vedere  nel!  Hiftorie antiche,  mafsim^luft". 
al  tempo  deifuoi  Sign.  Illufìrifsitni  Patroni  Mal^tefii,  per  i  quali 

-      ^  .  ^^    . 


/ 


sS  sito  T\iminep  fjhro  Secondo 

nporgeuaoccsfìone  di  mnrtrare  il  lor  valore,  fé  bene  ogni  eggrtf*^ 
giofattoeraatrtibuiiroal  Prencipe  :  &  perciò  per  prima  {\  troui 
nomina:2menrc  Isudato  il  valor  dì  quelli ,  che  lo  faccuano:  è  tri 
gli  altri  trouiamo,che  dopò,che  Attila  Rè  dell'Hunni,  huomo  aui 
é\k\mQ  dell'Imperio  Romano  ,  &  fitibondo  del  ("angue  Hurnano, 
qual  fi  faceua  chiannar  flagelllodi  Dio,  venne  in  Italia  al  tempo- 
<di  '/alentiniano  Terzo,  &  di  Marcino  Imperatori,  con  Belda  fuo 
FrateUo,&  none  Rè  di  Corona  pre(ro  di  fé ,  con  molti  altri  Freni* 
ppi.  &  Baronidi paefi Settentrionali, con  caualH,  e  pedoni ,  non 
di  minor  numero  di  quello,  che  hebbe  quando  andò  in  Franzas  & 
fotto  Tolofa,  doue  fu  fatto  quella  gran  battaglia ,  hauendo  detto 
Rè  Attila  da  cinque  cento  milla  perfone,il  quale  diceua  per  anni- 
mire  lefue  genti,  che  fi  era  moffoa  paffar  in  Italia  contro  Chriftix 
ni,  principalmente  per  conferuar  l'honor  deirimmortali  Dei,  dal 
cultode  quali  ella  già  del  tutto  s'era  partita ,  flando  alla  Fede  del 
Galileo.  Hauendo fcorfo tutto  il  Friuli  ,  &  firmatoli  poi  vicinor 
Acquilea Città  Regia,  è  principale  Metropoli  di  quella  Prouin-- 
eia,come  porca  di  tutta  Italia  del  Rè  Menappo ,  i!  quale  doman-- 
dò  agiuto  a  Rauenna,  a  Rimino, ^  alle  altre  Città  della  Marca,  ££ 
Coatticra  in  fuo  aiuto  l'andò  Gualtiero  da  Rimino  gran  Capicano,&  co  lui„ 
éa  RloQtno  Raffeel  d'Ancona  fuo  Cugino,&  Bertolaggi  da  Fano  tutti  tre  Ca- 
jran  ^^"i^  }^\i^ic{\^xi^mQ{oTiQmty  &  in  guerra  molto  efperti,  con  tre  milla 
UAO  »       Guerrieri ,  doue  furono  riceuuti  con  grande  allegreza  ,  &  datti  li 
alloggiamenti  alli  Capitani  nel  Palazzo  Regale,&  dopò  cfTere  ft- 
ftorati,&  riaeari  del  viaggio ,  il  Rè  chiamò  una  mattina  à  Conf«- 
glio  tutti  lifuoi  Baroni,&  Capitani  proponendoli,che fi  difcorref 
fc  fopra  il  modo  di  mantenerii  in  quella  guerrajpoiche  le  forze  lo- 
ro non  erano  baftanteda  contraftarc  con  il  nemico  in  campagna» 
il  primo  che  cominciò  a  parlare  con  uocealta,  che  da  tutti  fu  (le 
intefof  ù  il  Capitano  Gualcierada  Rimino,  che  dilTe ,  Sire  fiate  di 
buon'animo,ne  vi  fpauenti  la  moltitudine  de  i  nemici, la  quatfem 
pre  porta  fecoconfufioni,  &  impedifce  fé  medefimo  in  guifa ,  che 
di  rado,(i  conducono  le  fueimprefe  a  buon  fine,  &  per  prouerbio 
lìdice,che  molte  volte  meglio,&  più  raglia  una  fol  fpada,  che  mil 
.     .   Ie,ilehe  fi  prouaefler  vero  anco  per  l'Hiftorie  antiche  di  Lario  Rè, 
CArioRe ,  ^  ^.  ^gj.^  ^  ^  d'altri  r&  per  Peffempio  frefco  di  tanti  Gotti  rottr^ 
tu  disfatti,  in  Tofeana  da  vn  pugno  di  gente  condotta  da  Stilico- 
fio:  per  la  qnal  cofa  vfciamo  fuori  contra  quefti  cani  &  fianoo  i  pri 
mi  a  darli  dentro,che  l'vn  di  noi  valerà  per  dieci, è  più  di  loro,  &  fé 
non  li  romperemo  ^almeno^nè  faremo  cai  macello^  ac  li  mettremo 

m, 


Di  l{dfaele  tAdiruAYl  sp 

in  tal  fpa'uéfito.clie  non  ardiranno  di  uolgerecontra  tìoila  faccia,- 
&iomi  dò  vanto  d'effere  il  primo  feritore  con  la  mia  bandiera, 
con  Raffaello  mio  cugino,  &  Bcrtolaggi,  &  quefto  è  il  mio  parere 
&  dopò  di  lui  furono  detti  altri  pareri  cótrari,che  non  era  "da  mec- 
terfi  à  auefto  rifico,&  così  per  all'hora  non  Ci  fece  altro,  fé  non  fta- 
re  alia  guardia  della  Città  :  ma  fra  gli  altri  era  il  Capitano  Guai-  ;GuaIticro 
tiero  di  ogni  indugio  impatiente,  &  pareuagli  vn'hora  mille  anni '"P*^^^"' 
ài  trouarfi  co*  nemici  alle  mani,  onde  a  fé  chiamati  Bertolaggi,  & 
Raffaello  gì  i  ricordò  ,  come  s'erano  partiti  da  cafa ,  &  venuti  ad 
Acquilea  per  la  Fede  di  Chrifto  Noftro  Signore,&  per  guadagnar- 
li honore,&  nome.moftrando  core,&prodez2a,e(rendopaflati al- 
cuni mefi  fi  rifolfe  detto  Capitano  Gualtiero  co  li  fuoi  Compagni 
configliati  infieme ,  di  uoler  fare  una  proua  del  loro  valore  contra 
i  nemici,  con  buona  gratia  del  Rè,  al  quale  domandorono  licéza, 
^  ottenutela  Gualtiero, Raffaello,  &  Bertolaggi  vna  notte  fubito, 
che  apparue  lo  fplendore  della  Luna,  fi  miffero  chetamente  con; le 
loro  Compagnie  de  caualli,&  fanti,  in  ordine,  &  giunti  alla  porta 
li  fu  abbaffato  il  ponte  fecondo  l'ordine:  &  darteli  molti  auuerti- 
menti,  vfcirono,  dricciandoli  alia  uolta  de  gli  alloggiamenti  del- 
]i  nemici,  &  fi  diuifero  in  tre  parti  :  dinanzi  fu  il  Capitano  Berto-  Aauertt-- 
laggijcon  cento  caualli,&  trecento  fanti  forniti  di  baleftre,  &  ar*  menti  di 
chi  appreffo  di  lui ,  il  Capitano  Raffaello  con  trecento  Cauaglie-  J^^T'^r  .^ 
ri:  al  Capitano  Gualtiero  refiorono feicento  caualli,&  mille  e  fet-  J'^^'^tf' 
tecento  fanti,  &  hebbero  tanto  la  fortuna  fauoreuole,  che  trouan-  faéilo ,  5i 
do  le  guardie  dormire,  per  la  ficurtà  che  s'haueuano  prefa,che  paf  GuaUiero. 
forono  le  sbarre  fenza  impedimento ,  &  comminciorono  a  menar 
le  mani, prima  che  fulfero  ftatixieduti,mettendo  i  primi  in  fracaf- 
fo,  quantunque  il  Capitano  Archilao  della  Guardia  montato  a  Archilao 
cauailo  con  trecento  altri  fi  sforzaffe  difarrefiftenza,  ma  per  loCapitaoa. 
grande  fa  ita  mento  d#ir  Arcieri,  &  Baleftrieri,non  ui  reftò  cauailo, 
die  non  fofie  ferito,  onde  vedendo  non  poter  refiftere,  fi  diedero  a 
fi-,ggire  verfo  le  tende  con  gran  gridi,  Bertolaggi  l'incalciauadan-  Baleftri,5c 
do  a  molti  la  mone  ;  €<  Raffaello  ancora  era  paffato  innanzi  con  a-'chi. 
il  fuo  ftendardo,  mettendo  ogni  cofa  in  terrore,  &  fuga,  effendofi 
datto  all'arma  ne  i  primi  allogiamenti,&  di  là  s'armauano  infret- 
ta,  fmemorati ,  6t  mezzo  fonnolenti,  andauano  uerfo  il  rumore 
mezzo  armati,  &  l'attaccò  la  battaglia,effendofigia  accefoil  fuo- 
co nei  primi  Padiglioni  dai  mille  e  lettecento  fanti,  che  erano  re  f^oco  che 
flati  a  Gualtiero,  sì  che  ne  faliua  la  fiamma  in  alto,  chechiaramé  laiìuii'a* 
te  Ci  poteua  veder  pertutto ,  doue  rimafcro  morto  v^  Rè  di  Coro-  Cido^. 

na  ^ 

r 


/ 


4  ^         sito  Rimine/i  Libro  Seconda 

na.col  FratelIo,&  molti  alrri,ch€  nefn  coperta  la  terra ,  Attila  Rct 
fi  deftò  al  gran  fuono  ,  éc  ftrepito  delie  voci ,  con  tutto  ciò ,  che 
ioiXe  non  molto  lontano,  &  fé  gii  sppreferrcò  innanzi  il  Capitano 
dci'-ki  Guardia  ferito  ,  che  gli  raccontò ,  come  da  Chriftiani  erano 
ftatti  aflaliti ,  che  a  gnifa  di  procella  andauano  ognicofa  abbac- 
tendo,  &  menando  a  ferro,  &  à  fuoco,  onde  n'era  de  gii  tutto  U 
Campo  fottolonra  ,  fé  la  perfona  fua  non  era  prefto  à  pomi  reme- 
Tromba  ^io-  Attila  Rè  ciò  vdendo  fece  dar  fiato  alla  Tromba  Reale ,  al 
^^'^'  quale  fegno  ben  conofciuto  ,  per  tutto  s'vdinano  rifpondereda 
ogni  banda  varij  forte  de  inftrumenti ,  con  tanta  rouina ,  che  pa- 
re uà  ,  che  il  CIE  LO  folle  per  fobi ilare  .  Laqual  cofafenten-' 
dofi  anco  nella  Città,  6c  vedendoli  fopra  le  Torre  della  Porta  del- . 
Ja  Città,  per  i  fuochi ,  che  furono  alciati  i  fegni,  che  dauano  à  i  tre' 
Capitani  s  haneffero  a  ritrarre  fecondo  l'ordine  porto  dal  Rè  Me- 
ne Menap^PPÒ;  indi  datto  il  fegnoaJKO per  la  Città,  comparuealia  Porta 
pò  .  ^  Forefto  Prencipe  d'Efle,  &  altri,  per  eifer  pretti  al  foccorfo  de  i  tre 
ForeftePf*  aflimofi  Capitani  Compagni  con  M  D.Cauaglieri.  Gualtiero  rac 
^^^  *  cordandoci  dell'ordine  datto,  iccQ  fonar  la  «tirata,  fecondo,  che  fi 
era  reftato  in  apponta mento,  &  così  raccolta  la  fua  gente  fornitaci 
dì  lanze ,  chi  ne  pottè  raccogliere  in  terra,in  frera  il  mifcro  al  ritor- 
no verfo  la  Città,ftretti  innordinanza  à  pafìfo,  (enza  moftrar  fegno 
di  fuga,nè  di  paura ,  incontrando-I  nella  fchiera  del  Prencipe  Fo»- 
refto, prefero tant*ardire  Gualtiero,  fhdifpoferod'aipettario;  &  ha 
uendole  tre  fchiere  ridotte  in  una  fola,&  polii  di  quà,6c  di  là  ipe 
doni,à  guifa  di  Ale.  Veniuanoi  Pagani  alla  Batrag]ia,con  un  Rè, 
Gualtiero  per  far  gioftra  daCauaglieFO,corfe  in  fallo,€he  allaliccn 
brare  non  toccò  la  lancia ,  la  tefta  in  parte  alcuna  ;  ma  quella  del 
p**"^"*?'  Rè,cheera  grande,  &  potente,  lo  percolfe  nell'arcione,  fece  lui  i«- 
&i(M.  '  culare  con  la  groppa  del  cauailo  a  terra,  &  nondimeno  innanzi, 
che  egli  fufleriuolto  dal  corfo  ,  era  già  rileuato  lenza  impedimefi- 
to  alcuno,  gìongendo  gii  altri  di  quà,&  di  là,  il  cominciò  vn  altra 
gran  zuffa,  quantunque  fufle  grande  il  numero  dell'Infedeli,  non- 
dimeno i  noftri  foftennero  arditamente,  &  gencrofamente  l'affai- 
to,&  fi  ritirorono  nella  Città,  fatta  proua  del  lor  valore.  Doppò 
quefto,  &  molto  tempo  fu  ragunato  Confeglio  dal  Rè  Menappò, 
per  eaufa  d'un  gran  fatto  d'armi ,  che  furono  leuati  dal  Campo 
due millaChriftiani portati  in  Acquilea  a  feppelire,fràquaii  fu- 
rono huoraini  di  conto,  Gherardo,  &  Bertolaggi  da  Fano ,  con  al- 
quanti altri  Capitani,di  minor  nome  .  Ma  grande  fu  il  numero  de 
feriti,  conciona  cofa^  che  di  c^uelli»  che  fuoDa  vfciuano  alla  Miw* 

"glia, 


jglia,  appéna  fi  trouò  la  terza  parte,  che  feriti  no  foflferò  affai,  ò  pò  proucfWó 
co;  Ma  ben  dice  il  proucrbio ,  che  fé  altri  fapeffe  il  fecreto  del  fuo  di  guerra . 
nemico,  mai  non  farebbe  perdente  in  guerra,an2Ì  fempre  di  vitto- 
ria coronato  .  Dopò  alcuni  Baroni:  è  gran  Capitani ,  il  Capitano 
Gualtiero  da  Rimino  fatta  prima  la  debita  rcuerentia  al  Re  fpie- 
gò  il  fuo  eccetto  in  quefto  modo,dicendo,  per  Dio  non  ui  difpiac- 
cia  quello,  che  hora  fono  perdirui.  Hoggi  va  per  il  terzo  anno, che 
qui  fiamoin  voftro  aiuto  ,  nel  qual  tempo  più  volte  habbiamo 
hauDto  lettere,  &  meflaggieri  dalle  noftre  Citti,&  fuperiori  di  do 
uer  ritornare  :  ma  per  eflere  con  V.  Maeftà  a  quefta  Battaglia  fia-  ?f '^^'Jf  ^^^ 
mo  reftati  qui:  il  che  molto  ci  cofta  caro  per  la  perdita ,  che  hab-»  iQ\l'gg\^/' 
biamo  fatto  del  Capitano  Bertoiaggi  noflro  cópagno ,  &  de  mol- 
ti altri  della  noftra  Cópagnia .  Hora  fiamo  d'animo  d'imbarcarfì, 
&  nauigar  alla  nodra  marca  fecòdo  la  commifsione,  e  habbiamo, 
&  conforme  al  defideriocommune  di  tutti  noi  :  Ma  fé  hauete  ani- 
mo di  tenere  la  Città  per  tutto  Febraro,&  habbiate  bifogno  d'aiu 
co,  auifate,  che  pofsia,che  haueremo  riprefo  vn  poco  di  ripofo  vo 
lehtieri  ritornaremo  al  voflro  feruitio.  11  Rè  Menappo  ringratia- 
telo  della  proferta,  &  del  paflato  aiuto ,  poiché  altro  non  poteua, 
gli  diede  licenza  con  buona  gratia  di  andarfene  a  lor  piacere  .  Ec 
così  fé  in  barcò  il  Capitano  Gualtieri  da  Rimino,&  RaQàelle  fuo 
Cugino,  che  non  folamente  amorono  l'amico  in  vita.ma  anco  do- 
pò morte,  6^  però  conduffero  feco  anco  il  corpo  del  Capitano  Ber 
telaggi  loro  caro  compagno,  con  la  metà  appena  della  géte che  g^^'P^  ^? 
haueuano  condottto  là  ;  Drizzando  le  vele  verfo  la  Marca,  la  qual   "^°'*oS« 
partita  par  che  riempifl'e  la  Città  ài  fpauento,  &  gli  nemici  di  au- 
dacia ;  &  perciò  altri  ancora  prefero  licenza  d'andarfene  altroue, 
perciò  il  pouero  Re  Menappò,  con  gli  altri  Cittadini ,  dubitando 
della  deflruttione  d'Acquilea,  lafciando  da  parte  i  prodigi],  &  in- 
douini  ofleruati  da  Gentili ,  fatto  far  gran  numero  di  ftatue  di  le- 
gno armate  co  elmctti,&  altri,  la  fera  al  tardo,  le  pofero,come  per 
guardia  delle  mura  a  i  lor  merli;  poi  montati  sii  le  Nani,  il  Rè  Me 
lìappoccn  tutti  gli  altri  fenialafciarinAcquileaanimaviua  con      ' 
le  lor  robbe  di  maggior  importàza,  fé  n'andorono  all'Ifola  di  Gra 
do ,  doue  già  haueuano  mandate  le  donne ,  con  altre  robbe  di  va- 
luta, &queflo  fu  caufa,  che  fi  diede  principio  all'inclita  Città  di 
Venetia,ouero  augmento ,  &  il  fodetto  Rè  Menappo  pafsò à  pia 
felice  vita  del  Mefe  d'Agofto,  il  terzo  anno  dell'aflèdio  della  fua 
Città,  gli  anni  di  Giesù  Chrifto  Noiiro  Signore  Quattrocento  e 
cinquancacre,  faluoil  vero. 

Ff  Ec 


"i^  i  Sito  Rtmkefi  Lilro  Seconda 

Attila  Uè .  ^f  ^'<^  Attila  Rè  la  rouinò  totalmente  (che  non  lafciò  pietra  fò 
pra  pietra)quclia  principalifsima  Città,che  tanto  longamente  ha- 
oeua  impedito  il  fuo  diflegno,ch era  d'andari  Roma  per diftrug* 
gerla.è  però  feguit3ndo(dopò  altri  mali)il  fuo  viaggio  con  quefta 
Ito  Papa  .  D^^3la  intentione,  il  Santo  Ponteficc»che  all'horaera  San  Leon  Prìw 
mOjil  Magno, Torcano,nìofro  da  nero  zelo  di  pietà,  fi  partì  da  Ro 
jna,per  andar  ad'incontrar  Atthilafodetto.il  qualnon  haueua  ac- 
cora paflfato  il  fiume  Mincio],  che  pafla  a  cato  la  Città  di  Matoiia^ 
.   '  &  l'incontrò  in  un  liioco  vicino  alla  nobil.fsima  Terra  di  Gouer- 

nolo,  da  mezzo  miglio  lontano  incirca,  foprai'argiue  di  decco  ha- 
me  Mincio,  doue  apponto  anticamente  sboccaua  nel  Può,  condor 
me  anco  a  quel,  che  fì  legge  nelle  Tettioni  del  Matuttino,^  della  Fé- 
ftadieflbS,  Leone  Papa,  che (ì celebra  allivndeci d'Aprile:  &ia 
detto  luoco,  in  vnacafa  antica,  C  vede  dipinta  vna  Pietà  fatta  per 
diuotione  ài  così  fegnaUta  attiene,  come  (ì  raccoglie  dalle  Scrit-- 
ture  autentiche, che  fi  trouano  appreflTo  il  Serenifsimo  Duci  di  Mi 
tona ,  come  mi  è  flato  fcritto  dal  cortelìfsimo,  &  aniotcuole  Sign. 
S!)  BoMc^  Mafsimiliano  Bonardi  di  detta  Terra . 

^[^  '  Giontochefù  leloquentifsimo Santo  Pontefice,  alla  prcfenza 
del  fiero  Rè  inhabito  Pontificale,  con  gran  compagnia  di  perfonc 
Ecclefiaftiche»  &  con  tutto  il  Senato  Romano  -  li  fece  vna  beiursì- 
Oratione  roa,&  humilifsima  oratione,  in  quefto  modo,che feguira.. 
ad  Attila  H Senato,  e  Popolo  Romano ,  chea  tempi  paiTati  fu  vincitore 
Rè  ►  di  tutto  il  Mondo,  bora  confefTa  eiTcr  vinto  da  tè  Potentifsimo  Rè 

Attila ,  ti  fupplica,&  io  in  nome  fuoti  prego  faumilmentc ,  che  gli 
concedi  la  vita.  Non  ti  poteua  fuccedere  cofa  alcuna  fra  tanta  glo- 
ria, che  tu  hai  acquiftata,  con  i  tuoi  gloriofi  fatti,ranto  bonorata» 
e  degna  al  prefente,  è  di  tanta  memoria,nè  tempi  auuenire,  quaiw 
to  è,  che  fia  venuto  a  gettarfi  alli  piedi  di  quel  popolo,,  dinanzi  al 
t    •  r  R  è  •l"^^^  "^  ^  tempi  partati  s'ingenochiorno  tutte  le  nationi,  è  Rè  de  l 
del  mòdo.  Mondo!,  cofa  certa  è  veramente,  Rè  Atthila,chetù  potrai auan- 
tarti  fenza  mentire,  che  con  il  tuo  valore,  è  gagjjardia»hai  vinto  è 
PopoloRo  fuperato  rutto  il  Mondo  ,  poiché  e  ftata  la  cua  venuta  tale ,  che  tu 
maoo.       babbi  uinto,è  foggiogato  il  popolo  Romano,  già  uincitore  di  tue 
te  l'altre  genti:  non  ti  refta  altro  afare,acciò  che  tu  fia  il  più  famo» 
fo  Capitano  del  Mondo,  fé  non  concederci  quello,  che  da  te  ricer- 
chiamo; perche  in  quefto  otterai  la  piùfegnalata  vittoria  di  tutte;: 
Vincendo  te  ftelTo  è,  fé  con  il  tuo  gran  valore  hai  trappafiato  i  ter 
mini  d'ogni  forza  humana ,  &  efiendoarriuato  al  fegno  doue  mai 
alcuno  gon  pensò  di  pocec  falire^aon  potrai  fac  cofa.che  più  ti  fac 

" ^  ^  da 


t>ì  T(ajfaeU  lAilmAYÌ.  VV 

cUfimité  aDìdièbmc  coler, che  molti  più  per  caufa  tua  habbianò 
la  uita ,  che  non  fono  ftati  quelli ,  che  da  te  hanno  hauuto  la  mor- 
te ;  dì  gii  i  fopcrbi  hanno  prouato  il  tuo  flagello,  è  caftigo:  fa  ho- 
r»,chc  gli  huraili  conofchino  la  tua  demenza  .  Tu  dei  ciò  fapere 
per  ragione,»!  perche  ti  rédono  volontariamente,  è  fi  confefsino  ef 
fer  vinti  da  tè;  come,  perche  fono  apparecchiati  di  fare  tutto  quel- 
lo,  che  gli  commandarai . 

Mentre  chc'l  Santo  Pontefice  diccua  quefleefficacifsime  paro- 
le, i  Senatori  Romani  ftauano  inginocchiati,  è  piangendo;  Et  il 
brano  Rè  tencna  fempre  gli  occhi  fifsi  nel  Vcnerabil  Volto  del  Sa  j|  j^^  |^j; 
to  Paflore .  Commandò,ch3  i  Senatori  fi  leuaffero  in  piedi,è  riuo!  baro  / 
tato  al  Papa  Santo  gli  diffe  :  Padre  ftate  di  buon  cuore,  è  non  ui  Rifpoftaal 
date  affanno,  che  io  fon  deliberato  di  fare,  quanto  da  uoi  mi  è  fta.  S.  Padre. 
to  ricercato .  Io  ritornare  fubito  ne  i  miei  paefi .-  è  così  fece  in  ef- 
fetto.Cofa  fu  quefla  in  uero  marauigliofa,della  quale  fi  ftupiuano 
tutti  i  Capitani  d'Atthila,vedendOjChe  un*huomo  tanto  crudele, è 
tanto  amico  di  fparger  fangue  humano  ,  é  che  per  tutto.dou'egli 
paflauajfi  faceua  chiamar  Atthila  Rè  de  gVHunni ,  flagello  di  Dio  pi^cd  il  r8 
fi  fuffe  mutato  così  fubitamente,  folo  per  haucr  ueduto  piangerei  Barbaro,  e 
fuoi  nemici  alla  fua  prefenza  w  Alcuni  fuoi  famigliari  gli  dìman-  nduffe  iifa 
domo  la  caufa  di  quella  fua  infolira,&  improuifa  piaceuolezza,6c  ^^^  ^^^  '" 
«fio  rifpofe ;  che  mentre  il  Papa  parlaua ,  haueua  da  Iato  due  huo-  ^**^*  * 
mini  d'afpetto  più  che  humano,  con  due  fpade  in  mano,  è  Io  mi- 
nacciauano  di  morte,  s'egli  non  faceua  quello,  che  il  Papa  gli  ri- 
cercaua  :   fi  tiene  per  certo  ,  che  quefti  fuffero  i  Santi  Apoftoli 
Pietro ,  e  Paolo,  quali  aiutanano  il  lor  fucceflbre ,  in  così  giufta  -.  -. 
ìmprefa  ,  Atthila  partì,  è  ritornò  ne  j  fuoi  paefi,  e  dopò  alquanto  e  Paof"^* 
tempo ,  hauendo  fpofato  lldocona  dongella  bellifsima,  e  facendo 
le  nozze  nel  fuo  Regno  d'Vngaria,con  grande  apparato,difefte,è 
trionfi,  il  Barbaro  Rè  mangiò  è  beuè  tanto,che  gli  foprauenne  un  », 
fiulTo  di  fangue  dal  nafo,che  l'affogò  dormédo,che  fu  alii  15.  d'A-  R^barUa- 
gofto,  cffcftdolui  d'etd  d'anni  cinquantafei .  altri  dicono,  che  fu  ro ,         ' 
amazzato  da  una  donna, con  un  pugnale, perche  Atthila  hebbein 
vn  tempo  ifteffo  più  donne. 

Ancor  che  quefta  vltinia  parte  del  noflroraggionamento  fopra  AtthìURè 
Atthila  Rè  foffe  alquanto  fuora  del  mio  ordine, &>  intentione.-nó- 
dimenopereffereccfa  notabile,  &  di  gran  reputatione  alla  noftra 
Religione  Chriftiana,  &  degna  da  faperfi,  per  quefto  mi  fon  lafcia 
to  trafportar  alquanto  fuora  del  mio  fentiero. 

Nel  medcfimo  tempo  fiorì  ancora  un  Rocco  da  Rimino  ,  che 

F  f    2  fcrifse 


4  4  Sitò  ^tmìne/è  Libro  Secondo 

"j*ricci5<  da  fcrifse  le  Gnerrtf  dclfodcttotl^  Atthila,  il  qua!  fi  trmiò  prefente 
Rimino ,    nelle  fattionj,  &  ne  riportò  nioTca.  laude ,  &  honore . 

Per  dar  qualche  dilettatione,&traccenimenco  al  difcrcro  letto- 
re, poiché  fempre  le  cofenoueè  flraordinariefogliono  piacere, 
ho  uoluro  mettere  qui  vn  cafo  notabile ,  che  fuccefl'e  poco  innanzi 
a  i  fatti  del  Indetto  Rè  Atthila.l'anno  442.  della  noiha  falute  neU 
l'ilola  di  Ca ndia,  poiché  in  quefto cafo  fi  fcuopre  la  fallacia  gran- 
.    .         de  vfata  dall'aftuto  Demonio,&  rcccellenza,&  buontà  della  Fede 
bohca  con  Chriftiana.però  come  fi  narra  anco  nell'HKloria  del  Signor  Fran- 
uertiteui  a^efco  Sanfuinolib.9.4op.fupplementorum.  Dicono,  che  in  que- 
ChriftoN.  fto  annoilDiauoIofinfeneirifoladi  Candia  d'eder  Moife,  &che 
Rcidctore,  ingannò  molti  Giudei ,  à  quali  promife  dì  farli  paflare  per  il  mar 
^f^^  ^^^-  flocco  i  fimilianza  dell'antico  fatto  del  Mar  Roflb ,  ;&  condurli  in 
fcnco'rdio'  Terra  di  Promifsione,  &  che  ne  affoggorono  molti  di  coloro,  che 
fo,paiiétej  feguitorono  il  falfo  Moifc  i  il  che  vedendo  gli  altri  Hcbrei  clVera- 
è  rifpetto-  no  rettati  in  qucH'Ifola  fi  fecero  Chriftiani . 
fo  in  clTe.-     Repigliando  il  raggionamento  fopra  la  noflra  Città,(I  vede  an- 
'«e'^delle^  coia  perfcrittnreantiche,chequefta  llluftre  Città  noftra,  ha  hauu 
jnalitie  al-  to  per  capo  Duchi  digrand'auttorità,  tra  quali  fi  legge  di  Mauri- 
trui .         tio  Duca  di  Rimino,per  il  fuo  valore  haueua  gran  famigliarixà,  c5 
Mauritio  £)efiderio  Rè  de  Longobardi  >  del  qual  era  tenuto  in  gran  conto, 
mi'no  r  ^'  fauorendo  tutti  quelli ,  che  il  detto  Duca  fauoriua. 
Pietro* Leo      A  quefta  Città  noftrà  fu  di  gran  laude,  &  honore,  la  Pcrfona  di 
ne.  Giaco.  Pietro  Leone  da  Rimino ,  che  prima  in  Milanodi  poi  in  Genoua, 
mo  fraiel-  diede  faggio  del  fuo  eccellente  ingegno  :  »l  medcfimo  fiV  fatto  da 
•^  *            Giacomo  fuo  fratello,  nella  detta  Città  di  Bologna,  in  modo,  che 
quefti  due  illuftrorono  grandemente  la  lor  Patria,  nelle  più  famo- 
j                 fé  Città  d'Italia  traducendo  i  buoni  Authori  ài  Greco  in  Latiro, 
!                 il  che  è  fiato  molto  vtile  ad  augmentare  l'eloquenza ,  &  fare ,  che 
nelle  Scok  alcuni  fcolariauanzinoi  lor  Maefiri  dicendo ,  &  feri- 
ne n  do» 
H.imino ,        Motto  prima  di  tutti  cuefti  vi  è  fiato  un'altro,  che  al  tempo  del 
Regno  di  Cartagine,  tanto  ampio  in  ricchezze,come  fortunato  in 
armi  fi  reggeua  per  Sauij  Filofofi,  foftentauafi  con  difcreti,&  prò- 
i                ìiidi  Nochieri,  à  Rimino  così  nominato  dal  nome  della  Patria  Fi- 
lofofo,fù  tanto  ftimato  appreflb  di  loro,  come  Homero  fra  Greci, 
Cicerone  fra  Romani , 
MàUtcfti.       Che  diremo  poi  della  Illuflrifsima,  6c  Antichifsima  Regia  Fa- 
'  nnigliadelIiSignoriMalatefti,laqualefebene,  òdi  Germania,  d 
di  Roma  della  penna  de  i  Bilie ,  ò  d'àlcri  luochi>enitTe  aifai  è»  che 
^""  ^      '  "  ■"'  fi 


1>i  Raffaele  t/iJlmarì^  4t 

fi  eleffero  quella  Città  per  loro  particolare  habifidione,  &  della 
Quale  puoi  hebbero  il  nome  d*e(icre  Ariminefi ,  &  facendo  molte 
honoratifsime  proue  ,  per  lo  Sacro  Imperio  Romano  contrai  Ti*        ;   ,; 
ranni  d'Icalia ,  mafsinic  al  tempo  d'Ottone  Secondo  Imperatore,  _       --'^' 
dalla  cui  liberalità,  per  i  feruitij  riceuuti,  diede  ordine,  Ottone  al  perftor  iu 
Figliuolo  Ottone  TerzOjCfTendo  ambedue  in{ìeme,che  lo  rimune-  Sc iij. 
rarfe,&  così  da  lui  li  fu  concefTa  la  Citti  di  Rimino  con  molti  bo- 
llori, &  grandi  Priui!egi,&  gratie,innalciandola  a  fupremi  Gradi, 
la  qual'  Illuftrifsima  Famiglia  poi  crefcendo,  madò  fuori  valorofi 
Prencipi ,  &  Grauifsimi  Prelati,  &  Senatori,  come  fi  può  uedere, 
che  in  diuerfi  tempi  furono  patroni  di  molte  parte  della  Roma-  .  . 

gna,  della  Marca,  Vmbria  ,  &  Lombardia, come  di  fopra  fi  è  detto  tx^^cg-' 
al  numero  de  venti  buone  Città,&  vn  numero  gradìrsimo  di  buo  ftella .  *^ 
ne  Torre,  &  Cartella. 

Gio. Maria  Prencipe  di  MiIano,con  gran  letìtia  della  pane  Gel  Daca   di  ; 
fa  in  Milano.per  Tuo  G^uernatore,  &  diftenfore,  condufle gli  anni  Milano, 
di  Chrifto  Nodro  Redentore  mille  e  trecento, Carlo  Malacerta;per  ^^^''^  '^^^r 
la  uenuta  dei  quale ,  per  gaudio ,  tutte  le  Campane  di  quella  Ma^  l^^tefta  . 
gnifica  Città ,  furono  fonate  in  ogni  parte ,  erano  le  fue  infegne  in 
ogni  luoco,  s'actaccauano  fcritti ,  che  diceuano ,  C^uefto  è  Libera- 
tor  della  Patria,  &  d'indi  tri  pochi  giorni  volendo  per  forza  otte- 
nere il  Cartello  vi  mifcradedio,  poi  fece  drizzare  molti  Magnia- 
ni,    coi  qi   '"  '"  * 

ouerBarco, 
aifediodi 
tcndofi  andò  a  Genoua,  doue  fu  morto , 

Bernardino  Coire  Gentirhuomo  Milanefe,  ecce! lem ifsimo  O- 
ratore  ncll'Hiftoria  di  Milano. 

Galeotto  Malaterta  fu  fatto  dalla  F.  M.  di  Papa  Bonifacio  No-  Vicari»  di 
no  Vicario  perpetuo  di  Cefena .  Ccfena. 

Il  mcdefimo  Signore  del  1 540.  alli  25. d'Aprile ,  andò  a  vifìcare 
il  SantifsimoSepolchrodi  Chrifto  Noftro  Signore,  ritornando  il 
niedefimo  anno,del  Mefe  d'Agofto  in  Rimino  con  gràde  allegrez- 
za di  tutti  infieme  con  li  fuoi  feguaci. 

Similméte  il  detto  Signore  alli  2  2.  del  Mefe  di  Maggio  del  1 3  5  5.  vicario  di 
fu  fatto  Vicario  di  Rimino,Pefaro,Fano,  &  Fortambronc  per  die-  Riin.;pefa- 
ci  anni,  dalla  B.  M.  di  Papa  Innocentio  Settimo.  Et  il  medefimo  ro.Faoo,* 
con  le  genti  della  Chiefa  per  forza  d'arme  prefe  Bertinoro:  &  del  lf^°^^l^ 
1 3  5  5.alli  1 1  .di  Maggio ,  i  1  fodetto  Signore  Galeotto  pigliò  il  Co.  ' 
fel^P?  ^\  Santa  Madce  Chiefa,  il  quale  da  lui  fu  portato  con  gran 

pompa 


4^         Sitò  RÌmlnéJe  llhfà  Secónde 

pompa,  &  feguito  di  tutta  la  Città  alla  Chiefa  di  San  Oìnliafid 
Feft*  foie-  M^"*"*^  Protettore  di  quella  noftra  Citti  di  Rimino ,  &  ftettein 
^^  detta  ^hiefa  due  giorni ,  con  folenne  honore,  ^  feRa  di  rutta  la 

t  -  ,        Citti .  Il  fimile  lì  faceua  da  auefti  Signori  quando  gli  era  dato  tal 

grado  d'honore,il  che  fu  comieguito  da  molti  di  loro . 
Parga»-       ^^  ^35P-  ^'I*  iidiFcbraro,  ilSig.  MalateflaCauagliereVn-" 
tio.  garo  ritornò  i  Rimino  dal  viaggio  di  Fiandra,  Inghilterra  ,  &  dal 

purgatorio  di  San  Patricio . 

In  particolare  vn  Galeazzo  Malatefla  Signor  di  Rimino  fu  Vi 
cere  di  Napoli,&  di  tutto  il  Regno,  che  fu  del  1 362. 

AlmcdefimoGaleazzo,ò  Galeotto  Malatefta,adJ  5. di  Giugno^' 
.      ..  del  i368.nacqueun  Figliuolo mafchio,  te  alli  12. di  Luglio con> 
NaleU.  *p2ifferoAmbafciatori  venuti  a  pofta,  dalla  Regina  Giouanna  di 
Napoli  per  tenerlo  al  Battefimo,in  nome  di  detta  Regina,  la  qual 
li  fece  dono  di  due  nobili  Cartelli  di  detto  Regno, 6c  vn  fornimeii 
to  molto  ricco  di  perle  di  gran  pretio,  ponendo  nome  al  detto  Fi* 
glìuolo  Carlo ,  la  cui  Madre  era  Figliuola,  di  Rodolfo  da  Cameri- 
no, per  nome  Gentile . 
*forte  di      |^el  1 3  85 .  alli  2  i.di  Genaro ,  Galeotto  in  Cefena ,  doue  finì  la 
Caleotta.  ^^^  ^-^^^  -^^  ^^gj  Dominio,il  cui  corpo  fu  portato  a  Rimino  accom 
pagnato  daMonfignor  Illuftrifsimo  Galeotto  Toriati  da  Pietra 
mala,  Aretino  di  Tofcaoa  Cardinale  Diacono  fotto  il  titolo  di 
San  Gregorio  inVelabro  (uonepote,  &  venti  caualli  coperti  di 
nero,  con  bandiere,  &  targhe,  &  la  fua  (pada  accommodata  di  io» 
pra  un  Baldachino  di  fcarlatto,  &  fopra  la  barra  vi  fu  pofto  vn  rie 
co  panno  di  brocato  di  gran  valuta. 

In  fonema,  quefti  Signori  Malatefti  furono  fempre adoperati 

ne  i  Maggiori,  &  più  importanti  maneggi  di  guerra  che  (ì  faceffe- 

ro  a  i  loro  tempi,  &  quafi  per  quanto  fi  legge  ne  riportarono  fom« 

ma  gloria,  &  honore,  conducendo  feco  buoni  Capitani,  valorofi 

foldati,  bi  fapienti  Confeglieri  della  propria  Città  de  Rimino,có- 

fidandofi  grandemente  in  quefti,  come  foleua  fare  Aleflandro  Ma- 

Aleffand.  g^^^  nella'fua  Falange  Macedonia;  &  perciò  del  143  5 .  L'illuftrif- 

^^^'^^'     fimo  Signor  Sigifmondo  Pandolfo  Malatefta  Capìtano,&  Confa- 

lonicro  di  Santa  Madre  Chiefa,  con  grande  trionfo ,  &  con  nriolca 

gente  d'armi  da  Rimino ,  pigliò  la  tenuta  di  Bologna  ,  &  vi  fece 

Sigt0r6do  j-entrata  per  la  Santa  Chiefa  fontuofamentejdoue  fu  riceuuto  coti 

^onier^o"  di'  grandifimo  honore  dalia  detta  Città  di  Bologna,  la  qual  prima  fé 

S.chicfain  era  rebellata  alla  Santità  della  F.M  di  Papa  Eugenio  Qiiarto  nel- 

Bologna,  la  cui  Città  era  ftato  ordinato  vn  tradimento  da  vn  Batcirta  Cane» 

do, 


do,che  tébeua  alla  fua  cudodia  duceato  caualli ,  &  trecento  fiaintfiJ 
per  far  pregione  detto  Signor  Sigifmondo  ,  per  poterlo  poi  con- 
tracambiare in  Gafparo  fratello  del  fudetto  Batcifta,  che  giijcra 
fiato ìatto  prigione  dall'EfsercitoEcclefiaftico.  ctrTmon- 

11  medefimo  Signore  Sigifmondo  del  1448*  alli  8.  di  Marzo  fi  ^^'^^^'^^\ 
partì  da  Roma,&  andò  al  foldo  della  lUultrisfima  Lega  de  Signo- 
ri  Vcnetiani,  &  Fiorentini,  paffando  a  Fiorenza  c6  due  milla  pec* 
fone  tri  caualli  «e  pedoni. 

Lei  1449.  il  detto  Signore  Sigifmondo  fu  fatto  Gouernatore  del  s{g|fn^<5j<, 
le  genti  d'arme  delli  Signori  Venetiani,che  fii  il  primo  di  Settem  m.  couer- 
bre  &  poi  andò  con  l'eÌTercito  a  Cremona,  la  qual  di  detto  Mefe  natore  del 
fi  rendè  al  fodetto  Signor  Sigifmondo,  che  l'accettò  per  i'Illuftrif-  legétid'ar 
fima  Signoria  di  Venetia.  ^  Oem»nt' 

Io  hòtoccatobreoementealcunecofe  notabili  di  quella  lllu-  DifcorfifJ 
ftrifsima  Famiglia  Milatefta  ,  ma  però  non  voglio,  ne  quefta  è  la  pra  i  MaU- 
mia  intentione,  di  voler  dire  tutte  le  cofc  degne  da  dirfi ,  di  que/li  tefti . 
Illuftrifsimi  Signorijperchc  iofaria  troppo  longo.come anco, pec- 
che fono  (tate  fcritte  da  molti  altri  buoni ,  &  ccceilenti  Scrittori . 
Solamente  dirò,  che  me  pare  qualche  errore  parlando  fempre  con 
ogni  vmilta,  e  rìuerenza,  che  pojTo  maggiore  ài  qielli,  che  credo- 
no, che  quefta  Illulìrifsima  Famiglia  habbiabauuto  Origine  di 
Verucchio.ouero  dalla  penna  de  i  lìilli, poiché  fi  troua  che  al  tem»- 
pò,  che  la  Città  noftra  di  Rimino  ftaua  fotto  pofta  al  Sacro  Impe- 
rio, quefta  llluftre  Communità  noftra  donafte  il  Nobilifsimo  Ca- 
ftello  di  Verucch io ,  a!  primo  Sign.  Malatefta  òì e(fa  Illuftrifsima 
famiglia ,  che  fu  circa  gli  anni  di  Chrifto  Noftro  Signore  1290.  & 
che!  fecondo  M  a  late  fta  detto  Malateftino  dall'occhio  fi  chiamaf- 
fé  da  Vcruchio;  perche,  come  è  opinione  di  moIti,nafce{Te  in  quel- 
lo; cofa  verifimile  a  crederfi,  efTendo,  che  ogn'vno  -chiama  per  pro- 
pria Patria,quelJa,oue  è  nato:  poiché  fi  legge  quefti  Signori  etfere 
itatijò  per  dir  meglio  hauer  habicato  in  varijluochi,ò  per  loro  co- 
modità, &  falute;  ouero  per  bifogno  urgente  coftretti  dalla  necef- 
fità  delle  fattioni,&  inimicitie,  ò  altro:  &  dipoi  eftere  ritornati  ai* 
la  Città  di  Rimino,  quando  gii  è  venuto  Toccafione  di  farlo;  &  be 
ne  fi  può  credere ,  che  in  tutte  le  Cartella  del  grande  Teritorio  dì 
Rimino  loro  andaflfero  liberamente  ad  habitare,  doue più  ii gra- 
difse;  poiché  quefto  Territorio  s'eftendeua  longamente,  &  larga- 
mente, come  à  tutti  è  noto:  ma  di  più  la  fua  giurifditionecontene 
na  di  gran  ionga  maggior  ampiezza  ne'  fecoli  felici  del  grand'Im- 
perio  RomanOjCc  che  pcc  caufa  poi  di  ^uefti  SigQori ,  cheperfero 


il 


'49         ShcJdmheJiLìhfòSieiìiii 

il  Stato,è  tante  Cartella,  &  Tcritori  fi  fono  fmembratì  dalrvbcdi€- 
za  della  noftra  Città, come  in  parte  fi  vede,che  ancora  in  fpiritua- 
le  fi  è  mantenutola  giuri fdittione,  fé  bene  non  così  ampia .  come 
./ipj  *"  ^^^^  prima:  il  che  per  certo  è  (lato  nò  Solamente  dano  alia  Cic 

ti,  per  haucr  perfo  i  fuoi  membri,  ma  ancora  a  i  membri  per  ha- 
uer  lafciato  il  fuo  Capo  ar;^ico,  di  modo,che  Ci  può  dire  con  Chri- 
fto  Noftro  Signore,  per  bocca  di  S.  Luca,  Cap.i  i.  OmneRegnum 
ìnfeipfhm  diuifum  dtfolabitur,  &  domus  fuper  dotnum  cadet, 
Précipe  di      Vn  Prencipe  di  Dalmacia  con  groffo  eflercito  paflfato  il  Mare," 
Dalmacia.  pofe  l'afiedio  a  Rimino  da  quella  parte,che  guarda  verfo  Orienta, 
&  continuò  in  detto  affedio  mefidecidottoper  il  che  la  Città  no» 
ftra.con  il  popolo  ftracca,&  affllitta  non  potendo  da  fé  ftefla  def- 
fendetfi,  determinò  di  voler  chiamar  qualche  Prencipe  potente  de 
i  circonuicini,  che  la  liberale  da  quello  Barbaro,inìmico,  poiché 
pareua.che  il  Malatefta  il  Vecchio,  negligeffe  tal  cura;  ma  {limo- 
lato dal  penfiero,  che  haucuano  i  Cittadini  di  fopra  detto,dubità- 
do  di  non  perdere  il  Dominio  di  quella,  fé  altri  l'haueffero  libera- 
ta^fi  rifolfe  a  vfcir  f  uora  vnitamente  con  li  Cittadini,di  più  atti  aU 
•  Ja  railitia  in  tempo,  che  i  nemici  ftauano  fenza  fofpetto  alcuno,  & 
fprouedutifotto  il  fuo  commando,  con  bonifsimo  ordine  aflfalto- 
Vccifione  ro"o  i  nemici  airimprouifo,6:  li  ruppero:  reflò  vccifo  il  Précipe  di 
grande,      quelli',  &  furono  quafi  tutti  niefsiafil'  difpada,  6^  da  indi  in  poi 
detto  Signor  MalateftàjS'elefle  per  imprefa  nella  fua  Arma,la  fcac 
chiera  ner3,e  gialla,che  tolfe  dal  collo,|dal  fodetto  Précipe  Barba- 
ro:&  p  gratificare  anco,alcuni  di  quelli  Cittadini,che  moftrorono 
il  lor  valore  in  tal'imprefa  li  fece  partecipi  della  fodetta  fcacchie- 
ra  nelle  lor  arme,  come  alcune  ancora  fé  ne  vede  li  noflri  Cittadi- 
ni per  non  efferetaflati  d'ingratitudine,  &  conofcendo  i  beneme* 
riti  di  quedo  Signore,  per  mantenerlo  nella  loro  aftcttione  procu» 
rorono ,  che  dairilluftre  Confeglio  ,  &  Commune  di  Rimino  gli 
fufieccnceffoin  dono  il  Nobil  Caftello  di  Veruchio,  luoco  lon- 
tano dalla  Città  diece  miglia  in  circa  t  al  qual  egli  poi  pofe  parti» 
colarisfima  aftettione,  che  fu  il  primo  per  quanto  Ci  può  confiderà 
re,che  fi  nominafle  per  Malatefta  di  quefta  famiglia . 
Roberto  il   L'IlIuflrifs.Sig.'RobertoMalateftalmperatoredeH'efiercito  della 
1^1,.  F.M.diPapa  Siilo  lV.da  Sauona,dalla  Rouere,Fracifcano,nciran- 

fìo  1482.  feccjgiotnata  col  ferocifsimo  Alfonfo  Duca  di  Calabria, 
Figliuolo  di  Ferrante  Rè  d'Aragona,il  quale  apprelfandofi  con  il 
fuo  eifercito  à  Roma^alla  Porta  Latina,  haueua  me ifo  grande  fpa- 
uencG  i^  quella  Città ,  non  fi  perdendo  però  punto  d'animo  Sua 

Bea- 


2)/  Raffaele  t/iJimarl  •  4  f 

"Beatitodinè  j  ma  Valorofamcnte  dififendendofì  con  I-armi  venen- 
do fu  rotto  nel  Territorio  de  Velitri,  fu  corraggiofamente  in  quel  vittoria  ài 
)a  battaglia,  per  rvna,&  l'altra  parte  combattuto.  Ma  la  Vittoria  Roberto , 
fu  di  Roberto  Malatefta  Signor  di  Rimino,  mafsime  per  lo  ualo- 
re de ca u ali i  Arcieri,  i  quali  haueua  menato  dal  Campo  de  i  Signo 
ri  Venetiani .  Alfonfo  Duca  reftò  debellato,con  la  perdita  de  fuoi 
ftcndardi  ;  il  quale  fc  non  fuffe  per  fua  falute  fuggito  fenza  alcun 
dubio  era  menato  prigione  à  Roma ,  con  grand  ignominia,  &  in- 
credibile dannojdal  fodetto  Signor  Roberto,  nella  virtù  del  quale 
il  Sommo  Pontefice  haueua  grandemente  confidato,&  porto  ogni 
fua  fperanza,  come  fedele  defenfore  della  Santa  Madre  Chiefa.  tre 
giorni  dopò  che  hcbbe  vinto  venendo  a  Roma ,  trionfando,  ama- 
lato fi  di  fiulTo  dì  corpo  ,  forfè  per  le  fatiche  fatte  in  quella  guer- 
ra ,  in  puochi  giorni  pafsò  a  più  felice  vita,  che  eflendo  prima  (la- 
to aflbluto  dal  Sommo  Pontefice  d'ogni  peccato  commeflb ,  prefe  ^ .      .  j 
la  Santifs  ima  Communione,  per  le  mani  del  Santissimo  Pótefice,  ne'per'mi 
raccommandati  i  Figliuoli ,  &  lo  Stato ,  Ritrouandofi  in  Corte  del  Poore* 
deirilluftrifsimo  Cardinale  Gio.  lacomo  Scalfinato  Milanefe,Ca- fic«  5 
mariero  del  Papa,  &  Vefcouo  di  Parma,  che  fu  alli  lo.di  Settem*» 
bredi  dettoanno,di  maniera  ^  che  molti  furono',  i  quali  credette^ 
ro,  che  Gicronimo  Riario  Sauonefe,  con  la  rouina  d'Ercole  fecon 
do.il  quale,  per  le  fue  celeberrime  uirtù,  moflb  dairinuidia,ch'egli 
haueua  della  gloria  di  lui,  lo  facefle  auuelenare,  che  fu  di  gran  da- 
no  a  tr.tta  Italia .  Eflendofi  prima  fatto  beneuole  a  tutti  i  fuoi  Cit- 
tadini di  Rimino,  con  fodisfattione  di  tutto  il  popolo ,  che  prima 
era  ftato  in  gran  difditta  col  Santifsimo  Pontefice  Paolo  Secondo, 
perefiere  perfona  dotta,prudente, liberale,  &  magnanimo*;  laon- 
de li  Signori  Venetiani  fatto  l'haueuano  loro  Generale,  foprale 
Gente  d'armi,  in  luoco  dell'Eccellétifsimo  Bartolomeo  Colleone, 
per  li  quali  fece  cofe  mirabili, precipue  nelle  battaglie  di  Ferrara, 
doue  non  dubitò  mai  di  combattere  col  fudetto  Duca  Alfonfo  di 
Calabrta,  per  il  quale  all'hora  i  Signoti  Venetiani  rimafero  vinci- 
tori, &  li  furono  fatti  i  fottofcritti  verfi, 

Roberto  fon'io ,  che  venni ,  vidi ,  è  vin/I, 

L'Inclito  Duca ,  è  Roma  liberai , 

£  lui  d'honor ,  è  me  di  vita  fpinfi  . 
Il  cui  corpo  Sifto  Papa  Quarto  di  Santa  recordatione  alle  fue  p^pa  5;^^ 
proprie  fpefe,fece  portar  ad  Arimino,accópagnandoIo  in  propriajn^fooa. 
pcrfona,con  il  Sacro  Collegto,Senato,&  popolo  Romano,mentre 
era  portato  dalli  fuoi  cari  Gentii'huomini  da  Rimino  c'haueua  fé 


/  •  sito .  'Rimine fé  Libro  Secondo 

ccalli  quali  era  fiata  commefla  la  cura  di  condurlo  alla  Pàtria, co 
me  fuddici  Fidcli^éc  in  fuphonore  ancora  fi  vedeefTcre  fiata  fatta 
vna  ftat uà  tqueflre  nel  fepolcio  della  B.Memorii  di  Papa  Bonifar- 
ciò  quarto.che  già  foleua  efìfere  in  la  Chiefa  Vecchia  di  San  Pietro 
di  Roma  :6c  perche  la  ragione  è  quella  (fecondo  Ariftotile)  che 
quieta  riTitellectOjquefto,  chedifopra  fi  è  detto,  fipuòfacilméte 
cauare  da  quel,  che  fi  uede  fcritto  ne  i  libri  antichi ,  quefto  Illu  - 
ftrifsimo  Signor  Roberto  fu  figliuolo  del  Signor  Sigifmondo  di 
Pandolfo  Malatcfta,il  qual  Sigifmondo,  mentre  il  fodetto  Fonte* 
fice  Sifto  Qiiarto,  di  Santa  Recordatione,  fu  Cardinale,  è  Vefco- 
'R^nifoo.  uo  della  nofira  Città  di  Rimino,  fu  fempre  tanto  amato,  che  alla 
*  morte  cóftituì  forto  la  fua  tutclla,e  prorettione,comc  anco  fece  al 
fimile ,  con  rilluftrifsirai Signori  Veaetiani  ^efìfo  Signor  Roberto 
(uo  figliuolo  ► 

Da  quefto  Illuftrirsimo  Signore,  (T uede  efìférfi  continuata  la  re- 
putatione  di  quefta  llluftrifsimaFamiglia;poichefitroua,chedel 
1283.  al  tempo  dì  Guido  Conte  di  Monte  Feltro,  inquellialuifa 
uoreuoli  rumori  della  deprefsione  di  Carlo,  &  grandezza  di  Pie- 
tro occupò  diuerfi  Cartelli  della  Romagna,dal  che  molTo  Obizo  a 
prouedere  anco  a  quefto  altro  lato  co  l'elettione  di  Giocolo, Gio- 
coli valorofo  Capitano  di  mille  fanti  Ferrarefi,  i  quali  s'accorrT* 
pagnarono  con  le  Genri^di  Malatefta  da  Rimino,  &  di  Tribaldel- 
lo  Manfredi ,  &  de  Bolognefi,  &  altri  aiuti  fuccefsiui .  Faenza  fa 
cofirettaadarfialla  Chiefa,&r3nno,chevénc,  il  fimile  fece  Forlj, 
e  quafi  tutta  Romagna  per  prouederecontra  quelli ,  ch'haueuano 
occupato  varijCaftellidiRomagna,douefinota,  che  dice  Mala- 
tefta di  Rimino,  ma  non  Signori  di  Rimino,che  forfi  all'hora  non 
erano  ancora  ftati  Signori  ,  cioè  accettati  per  Signori,  ouero,  che 
per  qualche  accidente  erano  fiati  priuidi  tal  Signoria. 

Dipoi  del  i295.del  Mefe  di  lOecembre,  il  Giorno  di  Santa  Lu*- 
eia ,  elTendo  prima  fiato  chiamato  dal  Cauagliero  Parcitato ,  per 
reprimere  l'audacia  della  fattionc  Guelfa ,  6c  congiontolo  in  ma*- 
trirrionio,  con  vna  fua  nepote,  figliuola  del  Signor  Righetto  Pan- 
dolfi  da  Vicenza  già  Vicario  Imperiale,&  darteli  in  dote  il  dona- 
tilo fatteli  dall'Imperacor  Unrico  Sefto,  quando  la  fece  tenere  a 
Bai:tefimo,che  Roncofrcdo,  Giuuedia,  &  Trebbo,  &  per  maggior 
coKfinnatio  ne  della  verità  di  quello,  diedi  fopra  fi  è  detto,  C\  tro» 
uà  la  «.cpiad'yninftrcniento  della  conficmationedatta  al  Signor 
Kobei  co  de  Malaterii;>  da  Federico  BarbarofTa  primo  Imperatore 
fuuùursimv  de  Roiaaui  ^  confirmando  quello  ^  che  da  fuoi  prede-; 
"<■'.'  "  .        *  '  "       ceiibà 


©/  1{afaele  tAdìmdrì  l  rf^ 

ccfiTori  eh  flato  fatto,cioè  da  Ottone  Terzo ,  &  da  Gherardo  pri-^ 
mo  Imperatore ,  &  quefto  tu  del  1 1 8  5 .  e  per  maggior  fodisfattio- 
ne  de  i  lettori  metterò  qui  la  detta  inueftitura ,  de  verbo  ad  verbii^ 
prout  iacet  &c,  vj  6c  fi  propriaméte  a  proposto  per  prouar  il  mio 
intento  fenza  eftraherne  argomenti  da  luochi  lontani ,  come  han- 
no forfì  fatto  alcuni  altri;  &  tanto  più,  perche  miparcofaconue- 
niente  a  dire  col  Volterano,  Sabellico,&  al  Regiftro  Cronkorf4i?Lj 
de  figms,  &  inta^ìmbm  ab  inìtio  mmdtj  impreff.  in  Vrhe  Nurenbergen- 
fi  falutis  Hofira  Ì493.  E  tanti  altri  degni, &  eccellenti  Scrittori,  che 
fi  tacciono  per  breuità  < 

In  nomhe  San^ifjìmSy  &  md'iuìduA  Trmtatii ,  FrìderUus  'D'mm  fd' 
venie  de mentta  Kotnamrum  Imperator  femper  ^ugufiustdignunìi  atque 
decorum  efi ,  vt  Magnìfìcentìa  Augufia  quofque  fìdcles  nofiros  liberaliter 
frxuemat,eofq-i  adferuitìa  Sacri  imperij  volmtarìé  efficiatprxdecejjòres 
nofirì  prò  vt  etìam  prxfens  eas  fnccepuraque pro^eritas  agnojcat  ..... 
noi  confiderantes  fidem ,  &  ftnceram  dìle^ìonem  fidelis  mfìri  Magnìfici 
viri  Roberti  de  Malatefìis  Domìnìum  Mìminì  propter  praclara  feruitìa, 
quél  nobìs,  &  Imperio  intrepide  exhibuìtt  &  maxime  in  partibusTranf* 
marinisi  &  in  poHerum  exhibiturus  fu  Imperiali  munere  fruentìa  atque 
liberalìtate  A(*gtiUa  Confirmamus ,  atque  rurfum  in  perpetuum  donamm 
eidem  Koberto ,  ac  eiui  fuccefforibus  reluti  Otho  Tertius,  &  Chyrardm 
primiii  Imperator  TrxdecePoreinofìriantecefforibus  fuis  donaruntt^ 
concefìevunt  CmtatemAriminiiCum  eius  dìlìrl£ititCafìriSiyittls,ac  iurìbust 
&  cktn  tbus  honorìbtifitàm  intra^qttàm  extra^  &  cum  rniuerfis  iuHicijst 
&  rationìbus  eorum  Imperlo  attinentibm ,  &  ne  aliquis  contra  hac  noftrà 
confirmathnsmt&  nona  deuotione  quoquomodo  contrafacere  audeatlm-* 
periali  authorìtate  mandamm^^  fancimustrt  nulla  occafwne  perfona  al' 
tayrel  htimirtSfE€cteftafìica,feu  fecularis  aufu  temerario  in  contrarium^ 
attentare,  &  eius  fuccefforibus  damnum  inferre  prtfumant .  quod  fi  quii 
contrafècerit  in  pena  centum  libr.  auri  puri  fé  nouerit  incurfurum  ,  dìmi* 
diam  Fifco  nofìro,  &  dimidiam  paffis  inimiam  applicando  &  vt  h£C 
omni  futuro  tempore  firma  rata,&c,  finty  prfifens  fùwlegium  fcribi ^  & 
htaieflatis  TSlofìrcs  figHìo  communìri  iu(fimus . 

Ego  B^teltridus  AuU  Imperatoris  CancelL  Curìs  fcrìpft,  &recognO'  SignumD.' 

u'I  ACiafunthAc  Anno DomimcA  Incarnationis Milleftmo centeftmo  e  ^'^If^'"^*' 
a.        r  '^^j--  «■•-•1.  Roraanor. 

auagfftmo  quinto,  Indtctione  quarta ,  Regnante  Domino  Fndenco  Roma-  imperat. 

norutn  imperatore,  Glorio ftffìmo  Anno  Regni  eius  trigefimotertìo,lmpenj  inui^iflì. 

yero  trigeftmofecundo,  Datum  apud  Rocurlone  in  Epifcopatu  fepoléano 

(Iharto  iius  Nouem, 

Cg    a  Se 


/  j  sito  Eimlnefe  Libro  Secondo 

',  Se  inpatronj  di  Rimino ,  difcacciato  il  Cauaglier  Pircitato,]ch€ 
haueua  haiiuto  aiuto  dal  Conte  Guido  d' Vrbino  inuitato,  à  cciò, 
ma  li  mandò  a  dire,  che  non  bifognaua ,  &  s  ingannò,  perciò  fug- 
gendo 3  San  Marino.dou'era  il  detto  Conte^  il  qua!  quando  lo  vici 
de,  diife  ben  vegna  Mefer  perdi  Cittade. 

Non  tacerò  ancora  il  famofo,  &  lacrimeuole  cafo  di  Paolo,  Tra- 
celio  di  Giouanni  Sciancado ,  &  Figliuolo  del  Signor  Milatefta  il 
VÈCchiOjChefii  chiamato  dal  Cauagliere  Parcitato.contra  a  Quel 
fi,  òL  della  fua  moglie  ultima,  che  (ìi  figliuola  del  Signor  Righetto 
Pandolfi  da  Vicenza,  Vicario  Imperiale ,  &  Nepotc  del  detto  Ca» 
uagliere  Parcitato,  che  trouato  con  la  donna  di  detto  Giouanne 
furono  da  lui  amazzati  ambedui  d' vn  fol  colpo  nominati  da  Da  a- 
te  Poeta ,  nel  quinto  canto  deirinferno ,  doue  raggionando  di  tal 
fatto  dice, 

Amor,  che  al  cor  gentil  ratto  s'apprende  ^ 
Amor  è  vn         Prefe  coftui  de  la  perfona  bella 
Don  so  che  Che  me  fu  tolta ,  e'I  modo  ancor  mi  offende. 

viene  non         Amor,che  à  nullo  amato  amor  perdona 
mando?o!  Mi  prefe  del  coftui  piacer  fiforte.  t 

ijon  so  chi         Che  come  vedi  ancor  non  me  abbandona  j 
ingenerar-  Amor  condufle  noi  ad  una  morte . 

fi  nò  so  co     Et  il  Petrarca  in  quefto  medefimo  cafo  canta  nel  trionfo  d'Amo 
Ouidie      *®  Capitolo  terzo,  doue  dice: 
^^»"*?!  Yjjj  Gineura  Ifotta ,  è  l'aTtre  amami , 

E  la  coppia  d' Arimino,  che'nfeme 
Vanno  facendo  dolorofì  pianti» 
Et  quefto  fu  gli  anni  della  Chriftiana  falute  mille  trecento  e  dode 
ci  ,'&  per  quanto  fi  è  trouato  nell  antichità  della  Venerabil  Chie- 
fa  di Sant'Agoftino,  fi  uedeefifereftatifepolri  in  quefta  Chiefa ,' 
doue  fi  trouorono  in  un  fepolcro  loro  i  vellimenti  di  fcta,  &  di  ve- 
luto  ancora  intieri ,  neguaflidairantichità,  quando  non  moki 
anni  fono,  fu  Icuatc  il  coro  di  mezzo  della  Chiefa  ,  &  ridotto  die- 
tro all'Altare  Maggiore  .  Non  folamente  gli  Huoraini  di  quefta 
Illuftrifsima,  ficGenerofifsima  Famiglia  fono  fiati  valorofi  ,  & 
pieni  di  prudenza ,  ma  anco  le  donne,  delle  quali  fu  la  Illufirifsi- 
fna  ^Signora  Paola  Conforte  del  Signor  Giou.  Franeefco  Gonza- 
ga primo  Marcheff  di  Mantoua,  che  fu  bellifsima  di  corpo,  tenu- 
ta tra  le  più  belle  donne  d'Italia  ,  &  dottata  di  molte  virtù, di  pri» 
der.tia ,  6c  di  fanta  vita,  tenuta  nella  Città  di  Mantoua,  nel  nume» 
^0  delle  Beate  ^  come  fì  legge  nella  fua  vita  fccicca,  dal  M.  Reu.Pa^ 


T5i  Raffaele  iAdimarì .' 


/f 


drc  Hippolito  Donefmundi  Mantoano  ,  Theologo  del  Serenifsi-  i^^  R^ata 
mo  Signor  Duca  di  Mantoua ,  &  in  lettere  molta  dotta.  Paola  Ma- 

il Qiedefimo  fu  della  Illuftrifsima  Signora  Battifta  Bella,  Preda  latcfta  de 
rìfsima,  hooeft3,magnanima,&  litterata,accompagnata  da  mol-  ?°"i^^rl 
te  virtù  (angolari, alla  quale, per  la  fua  eloquen2a,&  dottrina, Lco^  te^ratimma 
nardo,  &  Carlo  Aretini,  Oratori  celeberrimi  nel  lor  tempo,  li  driz  Leonardo» 
zorono  molte  opere  fue .  &  Carlo 

Vi  fu  ancora  la  Illuftrifsima  Signora  Cineura ,  nominata  dall'*  Areiini. 
Eccellentifsimo  Poeta  Lodouico  Ariofto ,  nell'vltimo  fuocanto> 
con  canta  lode  della  Illuftrifsim.a  Famiglia  Malatefta ,  oggidì  ve- 
nuta manco,  quanto  però  al  Domini©  loro,  con  li  vcrfiinfrafcric- 
ti. 

Ecco  èineitra ,  che  la  Malatefta 

Cafa,  col  fuo  valor  s'ingemma ,  e  inaura; 

Che  mai  Palagi  Imperiai! ,  ò  Regi 

Non  hebbon  più  honorati  e  degni  fregi.  ,    .    . 

SiqueHAetadeclla  in  Arimino  era ,  Ariofto!' 

Quando  fu perbo  de  la  Callia  doma 

Cefar  fu  in  dubbio  s'oltre  a  la  riuiera 

Doueapaftandoinimicarfì  Ronia  . 
Sìcheparmarauìglia,  che  da  Signori  così  ben  dottati  d'ogiìi 
virtù  funerorefutati  per  Signori,  &  Patroni:  ma  ciò  procede,  per- 
che trai  buoni  uè  ne  furono  anco  decattiui;&  perciò  del  1355. 
adì  s.diMaggioltrebellò  daloro,&  dalla  Città  noftra  Santo  Ac- 
cangelo,Saujgniano,SaraualIo,Molaz2ano,Vergiano,San  Paolo,    Declina.;: 
Corpalo,Santa  Hermete,San  Martino  in  Venti,  &  di  \i  dalla  Ma-  ^'^^^^  ? 
recchia  ogni  luoco  fuor  che  San  Giouanni  in  Galilea,  chereftò  fe- 
delirsima:!a  onde  fi  uede,come  la  Città  noftra  di  Rimino,  comin- 
ciò a  deteriorare  del  fuo  grande,&  bel  Dominio  del  Contado,fino 
al  tempo  delli  Signori  ftefsi  continuando  detta  deterioratione.co 
me  di  lotto  fi  uederà  per  altre^  caufe .  La  B.  M.  di  Clemente  Papa 
Settimo.di  cafa  de  Medici,  per  Benemeriti  della  Santa  Sede  Apo- 
ftolica, concene  al  Signor  Conte  Nicolò  Bagno,altrimente  Guido  Sfg.  Conte 
Bagno  da  Ghiagiolo,  Monte  Scutolo  Cartello  forte,  co  una  buona  G  jido  Ba- 
Rocca ,  per  elTere  ftato  in  feruigio  della  S.Chiefa,  contro  i  Signori  S"®  • 
Malatefti ,  per  la  recuperatione  della  noftra  Città  di  Rimino,  con  ^^"^«  Sca 
tutto  ciò,che  il  Sig. Conte  Gio.Francefco  il  Vecchio  haueflTe  hauu.  '°^®-* 
to  in  moglie  la  Sign.  Armelina  Malatefta ,  con  dote  di  Cartelli  ài 
gueftaiurifdittione,  &  altri  beni ,  come  ficofturaa ,  oltra  le  parte 
fatte  fra  tanti  fratelli,  &  nepoti. 

Sì- 


S4 


Sttó  Rmine/e  liiró  Se7diid§ 


..  Similmente  il  fodetto  Pontefice  concefTe  Coriano  Caftetlo  de!- 

Ji  megliori  in  quefto  fuo  Territorio ,  che  fìa  flato  nella  iurifdictio- 
nede  Rimino,  al  Signor  Giouanni  daSafatelladalmola,  pur  per 
benemerito,  &  per  la  caufa  fodetta,  con  tutto  ciò,  che  tanto  l'uno, 
come  l'altro  Caftello  fuflfero,  come  fi  fol  dire ,  quafi  in  su  le  mura, 
nel  più  bel  mezzo  di  quefto  Territorio. 
^hgiora  Al  tépo  del  Pontefìcato  di  Papa  Aleffandro Sefto,  del  mille  equat 
d^  Gentil-  tccétononàtaotto,  nell'Indition  prima.l'vltimo  del  mefe  di  Gena- 
Hnomini    ^.^  fu  fatta  nnacógiura  da  molti  Gétil'huomini  principali  di  que- 
imiHc   .  ^^  Città,  che  per  brcuiti  non  fi  deduce,nella  cafa  de  miei  antecef- 
.fori,cicè  Nicolò  Cauagliero  AureatO)&  Adimario  fuo  Padre,  per 
liberarfi  dalla  Signoria  del  Signor  Pandolfo  Malatefta  in  S.Gio-» 
uanniEuangelifta;  la  qualepoi  non  hcbbe  effetto  buono,  perche 
furono  poi  perfcguitati  detti  Congiurati,  con  bandi  atroci,&  per- 
ciò forfi  confiderando  detto  Signore,  hormai  non  fi  potere  fidire, 
più  dei  fuoi  Vafalli,  fi  rifolfe far vna  permuta,  con  la  llluftrifs. 
Signoria  di  Venetia  in  altri  luochi,  come  fi  legge  in  una  copia  del- 
rinftrumento  fatto]trà  detto  Signore,&  detta  Illuftrifsima  Signo- 
ria, che  a  fatisfactionc  de  i  lettori  fi  ponerà  qui  fotco,  pout  ìacet  in 
€Ìus  Originali, 

tn nomine  San^s^&  inàmduA TrmtAt'n  Tatrisy  &  Fìfij,  &  Spìr'm 
fan6ii,^men.  ^nno Tiattuìtatis  Domìni  'Hofìri  L  E  Sf^Chri^ì  Ai.D. Ut. 
lndi6liQne  fextaMe  vero  Sabbatifexioiecìmo  Menfts  DecembrìSi  CufTL^ 
hoc  prefente  J^Jotiemb.  proxìmè  è  lapfo  Serenìjs»  'Princeps,&  extmius  Do- 
minui  D.  leonardtis  Lautedanm  tei  Gratiat  Inclitui  Dux  f^enetìarum^, 
prò  fé  t& [ucctfioribus  fuìsy  ac  vicey  &  nomine  illufìrìffimi  Domìnij  Ve^ 
neti  ex  ma  parte ,  &  lUué^  Magui ficus  Domìnus  Vandulphus  de  Mala* 
teWs  Crìmini  ex  altera,  ex  bonis  conuenientibus,  &  ratìonabìlibus  canfis 
animum  vtriufcjue  pards  mouemibus  deuenerunt  ad  infrafcriptat  con'" 
uentìonesj  &  pa6fa  •vnan\miter,&  concord'tter)  &  volentest  &  intenden- 
tes ambii  parta  pr£dì^£  licet  prò maìorì  parte conuentìonesipff  adinh 
ptends  fuerìnt  vtrimqne ,  &  infcrìptif^  &fummarii publìcii& authentì* 
ci  In^rurrttti  ndìgi  facerepro  maiori  firmitatereitideo  prsfatus  Serenifs. 
Trìnceps ,  &  exìmìm  D.ÙLeoredanm  Dei  Grafia  ìnclìtus  Dux  Venetiar, 
Sui  Senatus,  ^  omnium  alìortim  ConftliGrum  reeeffarìa  fo'.Snitateferuatct 
ex  una  parte;  &  lUuJì.  ac  Magnifìcus  'Domìnus  Vandulphus  MalateH^Uy 
tanc{uam  verus  Dìminus  tiuitatis  ^rcistCaliellorum ,  &  totius  Territorij 
^riniinipro  /e,  &  bétredtbus ,  &  fnccefforibus  juis  ex  altera  non  vi,  no 
doloy  rei  mei ù, [ed  ^onteilibo  é,  &  ex  certa  fcientia  animoque  deliberatOt 

dcM' 


Dì  ^dfaek  tASmrU  %  s  t 

deuene/iint  ad'mfra[crlptai  CQmpofmnes,conutntmes  ]  trAaia^ionet,  ^^ 
pa^a  »  .  ìtnoifc  Hi. 

Trìmo,  quod  Vr^fatm  lUuff»  Dom'inus  Tandulphus,profe  filijf.hfredU 
buSi&  fMCcefforìbmfu'u  tituloy^  nomine rimplìcispur^t  & irreuocabUis 
permtttationìs  dari»  &  cum  effiffn  (xnftgnAri  libere  faciet  in  manibuf^ 
&  arbitrìumprxdi&i  Sèrenìfs.  TrìncìpisprafentU ,  &  acceptantìs  prò  fé, 
&  ftsccefforibui  /«»,  &  vìcei&  nomine  lntà£t[{jmi  Domìn^  yenetì,&  in 
poteiìatefuaipro  ut  iam  fecitiCiuitatem prfdìGfam  crìmini  cum  arce,  & 
fortilicijs,CafieUìStyiUìsJ'erritoriOi&  ComiutUyac  Difìri£ff*intoturn>  & 
per  totumj  prout,  &  (icut  habebat  tenebat ,  &pojJidebat  Excellentia  fua 
cu  oÌbuspoffelfiombuStiurìbuSia^ionibuSj&pertìnenttfift4ÌSiDatiìs,GAbd 
iHiintroicibus,redditibuSfprouentlbuSi  emolumentìst  rfibus ,  ytUitatibus, 
acquiSipaduUbuiynsmorìbksJyluiSfmontibuStCollìbufi&pafLWS,  quìbus» 
ttémciue^aidì^am  CiHitatem^TerrìioriumXaHelUy  FortUìcìa,  &  Corni' 
tatum . quomodolibet  ^e^anùbuSt&pertinentibHi^cum  mero,  &  vrÀxiQ 
imperio,  &  Gladi  quacunquCf  Comnìmoioalìa  poteiìate  adCitiìtatem 
prxd^^im ,  & adipfum  ìUu[Uem  D^minum  Vaniulphnm quomodocunq;. 
pertinentibus,  &  quod  Excellentia  prAdi^i  Mcempr^diSiam  Ar'umni  co 
ftgìia/hVifi'pra,faciat  cumomnibus  ^ArtelUrijSimkmtiorììbuSt&alìy  qui  « 
bkfcmq;  rebus  in  ea  exì(ìemibi4S^&  ìnfuper  cum  conftgnationey  &  renun- 
tiitìone  cuìufcunque  li^jminijriurìfdtiiìonlbuspr^rogutiu^ ,  ac  iurifdi^iO'' 
tiìs,  quai idem  ìllt*[i.D.Vandulphuspro[e^&  di^is nomimbm  habeu  fé» 
habere  quomodolibet  poffet ,  velpotuìffet  in  vniuerfo  Hatu  Crimini  perii* 
tfentiar.fuar,  E  conuerfo  autemprtsfa^iui  Serenìjjimus  Trincepi ,  cj^  exl» 
mìus  D.  Leonardus  Lauredanus  Inclyius  Dux  venetiarum  diSiìs  nominibus 
promifitiC^  pì'omittìt  tenoreprsfcmts  publici  infìrumentitproht  iamfecit 
creare,  aggregar  e,  &  connumerare  pr^fatum  lUufi.  D.Vandulphum  Mik» 
latefìam  lUuiì*  Dominam ^iolantam eìuiConìugem ,  Dominum  Caroium 
MalateHam  eua  fratrem^acfìlios,  &  defcendentes  ex  leguime  MatrimO' 
nio  creatof^nAtos,&  nafcituros  in  perpetHum  nobiles ,  &  in  numero  aliotu 
nobUium  maiorìi  Conftlif  huius  Cmtads  Alm^  Venetiarum,  cum  omnibui 
hùnoribu^^digni[atibus,pertinerttifSy&  prarogattuiSi^  alifs  conditìonìbus, 
quibus  gaudent,  &fruuntur  AÌVf  T^obiles  maioris  Confìlij  Veneti  ► 

Item  y  qiiodprafatus  Seycm[Jimus  Trincepi  dì&is  ncminìbu!  promdebit 
darì,&  confìgnarifaciet  prafato  lllkfì. Domino  Tandulpho  vnam  Oomim 
afìatio  Veneti}!  y  prò  fuafuorumque  h^redum  >  &fuccefiorumperpetutL^ 
babitation€^ , 

Itcmy  quodidem  Serenìffìmui  Trincepi  d'iSU  nominibus  dabìft  &  ctdrft 
effe£ìu  numerari  faciet  ipft  illudi.  Domino  Tandulpbo  Malate^ìa  Oucatos 
decem  thUIìa  awi  in  pecmia  numeratA^de  quìbus  facete,  &  dl^onere  pof* . 
fi^ 


y  è         Sito  7{tmlmfè  Lìhrì  Stconìì 

ft  dà  libitum  voltmtatìs  fuéi,  ex  quafktnma  Excellcntìa  fui,  ìam  hahitit 
Ducatos  tret  mille ,  rt  eim  Ch'irographo  conBdt. 

Itemtquodpr sfata  Serenitas  nommbiis,qmbm  fuper  darìpmìlìterj  & 
affignarì  fibìfactet,pron(t&  in  effeSu  fecit  Dncatos  quatuor  mille  quadrin 
fiento!,qiios  CafìcUanus  Arìmìni  hdbmt,  prò  recuferatione  Arcis  ìU'ms  ma 
nìbui  ilUksCafìellanì, 

Tromìttit  \n[uper  Vrsfam  Serenìffimus  Tr'mceps  nommìbus,  qmbksfu 
pra  dare  ip fi  DemìnoVandulpho ,  conduca.  Armtgerorumy  centttm  Balle' 
Sìrarìorum  qumqMtginta  ,  Equelìriummvìtafuadìwdend.  tnterpnefatu 
lUuJirem  D.  Tandulphumt  &  Dor,nnum  Carolum  eins  fratrem,pront  vi* 
àebìthYy&placutrit pralibato  lllufì.D.'Pandulpho, 

Item^quod'Prsfatus  Serenìjfimui'Prmeps  di^isnommìbus  tìtulo  t  & 
nomine  pur  £ ,  &  irreuocabìlìs  perrniutatìonis  dati  lìbere ,  &  cum  efc^w 
conftgnari  facteti  proM  %am  cum  effe^ufecìtt  lllufì,D.'Pandulpho  Mala- 
tefis,fìbi  prétfentìt  &  acceptantiypro  fe»fili}s,h^redìbus,  &  defcendentibut 
fuìs  mafculìsIegitìmèprouenìentìbusydeprimogenUot  in  primogenito^  prò* 
ut  obferuatfir  in  Siatu  Ariminì ,  &  deficiente  Excellentìa  fuaj  fine  hure* 
dibus  mafcuUs.in  tali  cafu  llluflriffimo  D.  Carolo  eim  fratrt ,  &profiliji 
htredìbusfuis  mafculis  legitìme  defcendenùbuSf  ytfupraiTerraWy  &  locu 
Cittadella  Territori]  VaduaniiCum  omnibus  fuifpoffe(fion\bus,fiUìs,Tur» 
ribut,  aWonibufi  &pertinentììi  fuis,  introitibus  fprouentìbus,  &  emolui 
mentìt,quibufcunque'pìfibuSiVtilìtatìbus,acquìs,paludibusynemoributffyU 
uU,pafcuHs,ac  merOi&  mixto  Imperìo,&  Gladi]  quacunque,&  omnìmo^ 
do  alta  potevate  ad  ipfam  Terram^^  locum  ?feàantibus,  &  pertinentìb» 
in  totum^&per  totum,prout,&  ficut  tenebaturj&  pojiidebatWiper  ante* 
dì^um  Serenìfsìmum  Trìncipem ,  &  tlluflrifsimum  Domintum  VenetuWt 
hoc  tamen  declarato  t   quod  circa  fadum  Salis ,  illud  accipere  teneatur  a 
Datiario  Vaduétt  ipfìus  Sereniffimi  Trincipìsy  &  lllufìrifsimi  Domini j ,  de 
ttmporeiin  tempus^qHod^pro  antea  folitu  eratdifiribm ,  &  ilio  Territorio, 
0'  pratìo  Confucio,  &  ìtidem ,  è  conuerfo  Eccellentia  ipfìus  0.  Tandulphi 
diHribuì  facere  debeat  diSum  Sai  Inter  fuos  fubditos  prstio  confueto ,  & 
fingulìs  quibufcunq;tribus  menfibus  teneatur  Eccellentia  prtfata  facere 
folutìones  fuas  Dattario  de  danari ji  "Paduit  >  prò  tempore  exifientib.  ad  da* 
tia  Salis  dia  a  Ciuìtatis  Taduéc . 

Trami ferunt,  &  promìttunt,  infuper  prafatus  Sereni fsìmus  Trincepsi 
& UluSì.  Dominium dare,feu  dari  facere  Illufi.  O.riolante Coforti lllufi. 
S)omìnì  Tandulphi  ducatos  quingentos  annuatìm  de prouìfione ,  dum  ìpfa 
^Domina  Violans  vixerit. 

Tromiferunt  etiam,&  promittuntipfe  Serenifstmus  Trinceps,  &  ìUufl. 
I>omimm,  dare  lllufì.D.Carolo  MalateUét,fratrì  ipfins  lllufi.  D>Tandul 


Q?;  ^fifaele  tAdinurìl 


37 


jf>b(  dti'eato'fqmgemosannyat'm  de  frouìfionc  t  dumrìxerk'tpfe  D)mì' 

nmCaroluf.  .         .7        -t     r 

Conveiisruntwfuperamh^partesprfidmisoKinibuiqmbHsfupra,quod 

»h  confifcationti,renditwnei\&  alìemtìones  fa^<£  perpr^tfatum  lÙuff, 
nommUVandulphun'yfjmuisrttodo/tpfequopoffìdebat  ^rìmìnum  antC' 
quam  exoulfm  fuìffet  a  Duce  v:ilentìnenferemanea\&  ftnt firma, &  va 
ìida  abfq»e  contradi^icr.e  alia ,  &  ab  hoc  habere  non  poffitimpedimen' 
tumaliquod. 

Comenerunt  infuper  amh£  partesprudìSf^  nommbus.qu'ihui  fuprayquoi 
omy.h  falìs  quantiui  exifìens  In  ^rimino  referuata  fn^  &  remansat  pr£' 
libato  iUufi.  Domino  Vandu'.phcdCt  qua  libere dtfponerevaleatpre libito 
ScccUentlx  fus ,  quodfal  reperìiur  in  arbìtrio,  &facuUatefua. 

Trom'iftt  infuper  Vrsfatus  Serenlfi.  Vrinceps  nominibus ,  quìbus  fuprx 
prtf.  lUufì. Domino  Tandulpbo  procuratore ,  quod  exHliji  EcceUsntìéSfu^ 
vonff.rantur  beneficia  EcclefìaWca  iwifdicfione  eìufdS  Serenifs.  Vrìncìpìst 
&  lU'Afirifi,  'Dominiipro  valore  Oucatorum  miUs  inauro,qux  omnia ,  cjr 
fwgiila,  é'C. produSlii& rc^isiratiin a^ìsj  &c.  , 


1 


Jo.  de  Ottettarìjs  Not. 

Cìt»die  i^Mart^  151^, 


L  cni  Prenctpe  Leonardo  Lauredano,  fctìuedo  all'llluflrifsimoì 
_  Sig.  Msrinpero  Gouernatore  in  Rimino,  per  detta  Illuftrifs.  Sì 
g noria,  ordina  dicendo  :  circa  le  confirmationi  per  noi  con  il  Se— 
rato  noftro  fatte  delle  confifcatione,  venditione,  &  alienatione 
fatre,  per  il  Signor  Pandolfo  Malateftaj'nnanzi  che  fufle cacciato 
dal  Valentino  habbiamo  ftatuitofofpendere;  &  Ita  per  tcnor  del- 
le prefenti  fufpendiamo  la  deliberatione  fatta,  volendo,&  impo-* 
nendoui  nò  ne  facciate  efìTecutione  in  parte  alcuna  fenza  altro  no- 
no ordine  noftro,  con  affermare  a  quelli  fedelifsimi  Cittadini  no- 
ftri  de  Belmonte,  de  Adimario  ,  &  altri ,  che  di  ciò  fé  fono  doluti 
co  noi,  che  ci  fono  carifsimi,  per  la  loro  fede  verfo  il  Stato  noftro,  _  . 
&  non  fìamo  per  mancarli  de  iuftitia  .  Dar.  in  Noftro  Ducali  Pi-  g^  Adima* 
latio,  die  1 2. lanu.  indizione  7. 1503.  come  fi  uede  da  una  copia  ri. 
di  fcrittura  authentica,  per  mano  di  Hob^rto  de  Monaldi  aiutan- 
te del  Signore  Cancelliero  di  detto  Serenifsimo  Prencipe ,  e  quc-- 
ftamiè  fiata  dattadairiUuftre  Signor  Tarquinio  Bictaglini  no- 
bile della  noto  Città,  Gentil  huomo  di  molte  buone  qualità,  & 
coftiimi . 

Uh  Mentre 


/  i  Sito  Klrnìnefe  Llavo  Secondo 

Mentre  l'IIIiiflrifsfmi  Signori  Venetiani  fletterò  Patroni  delli 
Città  noflra  di  Rimino,  turonoeretti  alcuni  monti,  foprai  quali 
fu  porto  gran  quantità  de  danari  da  Gentirhuomini,&  altri,  del- 
la noftra  Città,  &  poi  iafciatì ,  parte  a  diuerfe  pouere  Chiefe  della 
noftra  Città,  le  quali  hanno  rifcofib  li  fuoi  emolumenti ,  fino  all'- 
anno  i5oo.e  più:  ma  poi  ui  fono  nate  molte  difficoItSj  con  dire  di 
yolerfi  rinfrancar  il  Capitale»  &  fono  venuti  diminuendo  à  poco, 
à  poco,  li  emolumenti,  &  in  ultimo  gli  h?nnoleuatoattatto,ec  nò 
Ione  più  corfe  le  paghe .  Ma  francato  che  farà,fperano  per  la  buo- 
na Giuftitia.e  Pietà,  dell'llluftrifsime  Signorie  loro,  cominciara-* 
no  di  nuouo  a  correre  con  q^ueila  limitatibne  honefta ,  che  pareri 
bene  alla  prudenza,&  gentilezza  delle  loro  Signorie,  le  quali  fole 
u3nohauere,&rifcodereIi  M.Reu.Padri  Conuentuali  di  San  Fra- 
cefco,  le  M.  Reu.Sore  delli  Angeli  zocholante  di  detta  Regola  di 
San  Francefco,  il  M.  R. Rettore  di  Santa  Maria  Damar,li  M.R. Pa- 
dri di  San  Cataldo  de  Pfedicatori,&  li  M.  R.  Padri  di  San  Nicolò, 
dell'Ordine  Celerino,  &altriG^ntirhuomini  particolari  ,come 
afferifcono  apparerenelli  libri  del  Seflierdcll'OfTo  duro  .  EiTen- 
dofi  in  patronita  1^  Santa  Sede  Apoitolica  della  Città  noftra  di 
Rimino ,  &  ftandoni  Officiali  del  Sómo  Pontefice  Giulio  Papa  IL 
dì  Sàta  Memoria, che  anco  haue^ano  tolto  impreco  dall'antedet- 
to Caualiere  Nicolò  Adimari,  &  dal  Signor  Annibali©  Tìngo'i 
Cognati,  per  àvic  Nepote  della  lllufirifsima  Signora  Ifotta  de  A- 
tì-is  Nobile  Riminefa,&  moglie  delVUiuftrifsimo  Signor  SigifmÒ- 
do  Pandolfo  Malatefia ,  il  Palazzo  da  loro  tabricaro,  &  habita-o, 
il  quarè  appunto  quello,doue  ftauano  li  Signori  Gouernatori  ciel 
la  CittàjComprato  poi  dal  M.lliuftre  Signor  Pietro  Maria  Tingo. 
irCanagliere  di  Giesù  Chrifto  di  Portogallo ,  che  l'ottenne  in  c6- 
tradittorio  d'altrj,che  pretédeuano  haucrlo  comprato ,  prima  per 
lejragioni  di  fopra  dette,  &  inueftiture  dell'Abbatia  di  San  Godé- 
20,|moftrate  alla  Santità  della  F.M.  di  Papa  Gregorio  XIII.  Boa 
Compagno  Bolognefe,  dal  qual' ottenne  d'effere  preferito  ad  al- 
.  tri  compratori.  II  Signor  Sigifmondo»  infiem* col  Signor  Pandol- 

ligirmWo  fQ  f^jQ  Padre,non  potendo  più  fopportare  di  ftar  fuori  della  Città 
Io  con  vn  ^'  RiininoJ,  totalmente  deliberorono  di  ritornare  a  cafa  quelVar> 
faflb  d'hernOjChefùdel  i527.adì  i4.diGiugno,ahorefedeci,eglitrauer£Ìro 
ba  :  per  la  da  contadino  fopra  un  cauallo,con  un  fafcio  d  herba,  porto  dina- 
^A^T  *^'  ^'  ^'  ^  ^^  entrò  nella  Città ,  andando  fecretamente  a  nafconderfi  in 
tra  '^nelU  ^nacolombara  di  Mateo  Dine  nobile  delia  Città,  doue  ui  ftette 
Città  .      yn  giorno,e  mezzo,  fin  che  trattato  con  li  (uoi  amici>di  quello,che 

VO^-'.U.A 


^l  ^afaele  tAdimàrì'  j0 

^o!eua  fare,  &  co  quelli  vfciti  fuora  ,  &  cóminciorono  a  gridare  ad 
alta  voce  ViuaSigifmódoMalatefta,  ecótalgridoreinfiemejjret 
ti  fé  n'andorono  al  detto  Paiazzo.oue  ftana  il  Sig.  ConAi»i4f©^mef 
foni  dal  Sommo  Pontefice,  il  qualfubito  da  lorfù  prefo,  &  mena 
to  al  Cartello,  ò  vero  Rocca,  con  minaccie  di  torli  la  vira  (e  non  li 
daua  quella  nelle  mani,  donegiontiilSign.Gouernatore  dando 
ì!  contrafegno  al  Signor  Cartellano ,  detto  Signor  Sigifmondo  in- 
trato  nella  Rocca,  fé  ne  fece  padrone,  &  fece  Caftellano  di  detta 
Rocca  il  Signor  A louigi  Buzachini  nobile  Padoano:  &  egli  della 
Città  di  Rimino,  totalmente  reftò  Padrone,&  Signore,  &  così  vi 
ftette  per  vn'anno  :  adì  fedeci  poi  di  Giugno  del  i  5  ì  8-  di  nouo  v-  '  .  .,.   . . 
fcifo  fuori  &  toltali  la  Città  di  mano  dalla  R  M.di  Papa  Cleméce  rj  neTtt^ 
Settimo, con  la  rouma,  e  deitruttione  della  Cala  Dini,  particolar-  per  manco 
niente  cfedoliconfifcato  tutti  ifuoi  beni,  &  banditi  le  perfone,  male  dalU 
&  di  più  con  la  perdita  ancori,  ò  vero  confifcatione  del  Palazzo  Città  . 
predetto,  doue  ftaua  detto  Signor  Gouernatore  del  Papa ,  prefo , 
come  di  fopra,  dal  fodctto  Signor  Sigifmondo  Malatefta,&  da  lui 
medefimo  confìfcato,&  cosi  li  fodetti  Signori  TingoIi,&  Adimari 
per  far  feruitio  reftorono  priui  del  lor  bello,  &  gran  Palazzo,  non 
potendofi  preualere  delle  loro  buone  ragioni,  che  ancora  apparo 
noperl'Inftrumentodel  Preftito&c. 

La  plebe ,  che  fempre  defìdera  cofe  noue ,  mafsime  nella  muta-  p. ,. 
tìone  di  Signoria,  per  allegrezza,  della  partita  delli  Signori  Mala-  fta ,' pfrde 
tefti  tentò  di  volere  guaftare  tutte  le  memorie  notabili ,  delli  Si-  il  rcfto  . 
gnori  Malate(li,che  erano  nella  Città ,  &  così  a  furore  populi,  co- 
minciò a  voler  rouinare  il  bello,  &  fontuofo  Edificio  da  loro  fatto 
ch'è  la  Preclara  Chief3,che  hora  fi  chiama  di  S.Fràcefco,ma  furono 
impediti  dalla  nobiltà,  fé  bene  nel  primo  impeto,  co  buone  mazze 
di  ferro  ruppero  due  grande  cocciole  di  cappe  di  Marmo ,  ch'era- 
no fopra  la  tefta  di  due  Elefanti  dalle  bade  della  porta  Maggiore 
di  detta  ChiefajCóqueli'iftefso  furore  furono  cleuati  dall'archiaio, 
&  Cancellarie,libri,&  Scritture,  &  furono  abbrucciate  sii  la  piazza 
della  fontana,  fé  bene  vna  gran  parte  ne  furono  faluate dal  furore 
plebeo,&  furono  pofte  in  due  ftancie  del  Monafterio  di  San  Fran- 
cefco,fotto  buone  chiaui,  ma  andando  la  cofa  alla  longa,  alcuni 
Frati  anfiofi  di  uedere,  che  cofa  fofre  là  dentro, fcoperfero  il  tetto 
per  entrar  dentro  dette  ftancie,&  tolfero  molte  delle  dette  fcrittu- 
re,le  quali  furono  conofciute  per  la  Città:  al  fin  poi  quando  fé  de- 
terminò di  liberar  dette  ftancie,  poco  n  erano  rim^fe,  le  quali  re. 
ftofono  in  poter  delli  detti  Reu. Padri  di  quel  tempo,  alla  venuta 

H  h     2        poi 


6o  Sito  Rimine/e  Libro  SecorjJo 

poi  mila  F.M.  di  Papa  Clemente  Ottano,  haucndone  notftia  nont 
so  come  le  fece  Icuare  impiédone  due  facchi  &  maadolle  a  Ronia^ 
Ji  refìò  f/:^,  che  fi  sa  vna  Patente,  per  mandare  a  comprare  Nicolo 
clelliÀdin-.ari,  certi  beni  {labili  in  quel  di  Ilagufi,  conl'appljca- 
ticncde  ifudetti  beni  dopò  la  fua  morte, come  appare  difopra. 
I- r  perciò  la  noftra  Città  ,  per  tal  caufa  i'ù  priua  di  multe  fcritture 
importanti,  &  honorate,come  farebbe  a  dire  EtVentioni,  Priuiletjt 
d'Imperatorijdi  potere  legittimare,  adottar,  dar  grado  di  Dottor 
rato,  Sartre  cofenobiIe,&  degne,  d  vna  cosi  antica,  6i  Imperiai 
Città,  che  così  s'ha  per  traditione,  &,  perciò  era  chiamaca  Camera 
d'Imperio  pofleduta  longo  tempo  da  Imperatori . 

Ma  hormai  farà  tempo  ^  che  io  mi  ritiri  da  vn  cosi  grande,  & 
profondo  pelago  de  i  fatti  si  di  guerra,  come  di  pace  di  quefta  no» 
bilifsima  Famiglia,sipernonet]ertroppo  lonqo,sì  ancor  per  eiTer 
fuora  della  mia  intentione  voler  far'  Hifloria  di  qLjeiiccofe,  che  (o 
no  (late  fcritte  da  molti  antichi,  &  nobili  Scrittori  ;  folafncnte  he» 
voluto  toccare  alcune  particolarità  ,  che  dalli  altri  fono  fiate  tic- 
ciote,  &  per  quanto  fa  a!  mio  propoiìro  .  Però  fé  alcuno  vorrà  fa- 
pere  piii  ampiamente  di  quelli  Signori  Maiatefti,  cofs degne  po- 
trà leggere  varij  Hiftorici ,  che  di  lor  parlano  ;  &  particolarmente 

CefareCle  rii;u{tre  Signor  Cefare  Clementinijdiqnifsimo  Cauagliere  di  Sau 
ni^tini  Ca  .  -  . 

VÌI 

S.i 

per  trcuare  tutte  quclie  cofe  più  degi 

pofsino  perconofcere,è  far  noto  i!  valore  di  quefla  Illuilrirsiràar 
Famiglia  Mii.late(li  &  infìeme  di  tutta  la  Cirri  noftra. 
....     Quanta  vtilltà,  &Uonore apporti  il  Mare  dottato  di  quakìie 

Ma'rt .  ^  porto  ad  vna  CirtàiCredo,che  non  accalchi,  che  con  longhe,  &  or- 
nate parole  cerchi  di  perfniderlo,  poiché  è  cofa  a  tutti  manifefta, 
6c  perciò  tutte  le  Città  pcfte  vicino  al  mare,  fé  dalla  natura  non  U' 

*  e  fìaro  dato  ccmmodità  di  Porto^  fi  fono  sforzate  con  grandi  (pt* 

fe,&:  fatiche,  far  Molli  per  hauer  porti  buoni;  anzi  le  CittijChefo» 
TiO  fra  terra,  lontano  dal  Marc,  fi  fono  ingegnate  di  godere  quefta 
comm.odità  del  Porto,  co  fai  ui  paffarc  qualche  parte  di  fiume.chs 
li  corra  da  vicino,  come  ha  ratto  Bo!ogna,che  con  tanta  fpefa  m£- 
tiene  il  fiio  Nauilio,ouero cannale,  checauandolodalrenolo  fa 
palTare  per  mezzo  della  Città, per  vtilità,  &  reputatione  di  quella. 
Perciò  che  quella  Città  fi  può  addimandar  ricca  ,  che  e  Mercanti' 
le,  &  qual  Ci  può  domandar  Mercantile  j*  fé  non  quell3,che  hi  poc 
to  buono,  doue  poflbno  eitcre  condotte  mercantie  da  diuerfe  pac 


Di  \ajf(tde  tAdimir}]  6  i 

ti  del  Mondo,  &  fino  dall'Indie.  &  dì  qui  nafce  la  i^randezzj,  6c  la 
richezzadeirinclita  Citta  di  Venetia.di  quella  di  Genom.di  Ni-  ^«netU: 
poli,&'di  Vlisbona,in  Portu  Gallo,  con  molte  altre  di  Spagna,  &  G;aoua  '. 
di  Francia,  particolarmente  di  Parìc:i,che  fenza  quella  Riuiera,&  NanoU . 
PortOjCosì  numerofo  popolo  non  potria  viuere:  &  perciò  merita-  L-sbona , 
mente  Tempre  è  flato  lodato,  &  eflbrtato  il  noflro  popolo  a  vfar^^'^^^^^^°^* 
€liligenza,per  haucr  vn  porto  buono;  &  mafsimeleggendofi  nelle  ^^^J^q  p^^ 
Hiftorie  ,  che  qnefta  noftra  Città  era  dottata  di  così  buon  porto,  l'imprefa 
che  in  eflb  fi  radunauano  l'Armate  di  Mare,  di  Galere,  Naui  ,&  di  d'Aigero. 
ogni  forte  di  vagelli;  il  che,  comedifoprafi  è  accennato,  era  doue 
è  la  Torre  dcirAufa,&  alladritturadell'amphiteatro,  Scritrouar- 
fi  in  Scritture  antiche,  che  dal  1458.  adì  primo  di  Marzo  vennero 
due  Galere  de  Mercanti  nel  Porto  de  Rimino,  per  leuare  le  genti 
d'Arme  di  Chriiloforo,  &Giouanni  daTolentini,  &andaua2l 
foldo  della  Signoria  di  V^enetia  ,  &  poi  ancoclTer  venuti  in  detco 
porto,  ietre  altre  Gilere,  &  adì  8.  Maggio,  eiTerne  venute  altre 
quattro  ,che  leuorono  foldati,  cheandauanoa  feruire  la  detta  Si- 
gnoria Veneta  &  adì  20  Maggio,  de]  1499.  venne  vnu  Galera  del 
la  Signoria  di  Venetia,  in  porro  di  RiminOja  leuar  Simon  Nepore 
cii  BaldaGcino,con  ducéto  fant!:&  caualli  ancor  che  detto  Baldac 
cine  uolelTe  andare  ^  terra,&  tu  prefo  da  Nicolò  Picinino.  e  mena* 
toda  Bologna  de!  1440.&  del  44. adi  i4.Agofto,  Bernardo  Vigli- 
marini  Capitano  del  Rè  d'Aragona,  venne  con  tre  Galere  grofle, 
&  due  Nauilij  nel  Porto  d'Arimino ,  &  un'altra  uolta  dei  quaran- 
tacinque adì  22.  Luglio,  il  fodetto  Bernardo  véne  con  quattro  Gì 
lere  nel  Porto  di  Rimino,  &  leuò  il  Mag.  Signor  Malateila,  con  le 
lue  genti, &  poitoUoa  Fano,  &  altre  volte  vi  venne  detto  Bernar- 
do, 6/ altre  Galere  Venetia ne, &  del  i444.diLuglio,le  Galere  del 
Mag.  Signor  di  Rimino,  di  notte  aifaltorono  la  Fufta  di  Pefaro,có 
vn  Nauilio  ,  &  li  prefe  con  grande  honore,  &  buttino,  &  lo  menò 
re!  Porto  di  R  imino.  Sì  che  di  qui  fi  può  confiderare,  che  il  Porto 
di  quefta  Città  folle  buono,  &  cappace  d'ogni  forte  di  legni  da  na 
uigare,  hnra  per  eflerfi  ritirato  il  Mare,&  lafciato  in  fecha  il  lucco, 
dou'era  il  PortOjnon  par  che  il  Mare  dia  ccmmodità  di  farlo  in  al 
tro  luoco. che  nella  bocca  del  Fiume  Marechia;  &  perciò  il  noftro 
Illu^re  Confeglio  fi  rifolfe  di  far  la  fpefa,  &  tentare  di  reacquifta- 
re  vn  Porto,  fé  non  così  buono,  come  era  prima ,  è  come  ricerca  il 
bifogno  di  quefta  Città,per  il  fuo  commertio,  almeno  in  quel  me» 
glior  modo,  che  fi  potrà,il  che conofciuto  dalla  Sàta  F.M.di  Papa 
Siilo  Quinto,  tneiuiecherainMinciibus,  6c  che  ftaua  à  Rimi- 
no 


€s         Sito  Rtmme/e  Llhro  Secóndo 

Monre  He  "p-  •  •  •  •  cflendo  poi  Pontefice,  ordinò,  che  fi  faccfle  vn  Monfé 
ve.irijniJla  di  venti  milla  feudi  per  lafabrica  del  Porto  di  Rimino,  fottola 
fci.di  per  i!  datra  de  ventiquattro  di  Ottobre  1587.  l'Anno  Terzo  del  fuo  Pó- 
poao  diRif^^c^^o^  ^  fin'hora  fi  è  pacificato;^  rirtretto  detto  Fiume,  fecódo 
il  Confeg!io,&  difscgno  deiringegnieri,  &  eletti  fopra  ciò  pratti- 
ci,&  fi  è  arriuato  fin'all'acqua  del  Mare ,  dalla  parte  verfo  Leuan- 
tc,&  dall'altra  parte  verfo  Ponente,  fi  è  accompagnato  tant'oltre, 
che  non  è  molto  diftante  dell'efler  vguale  all'altra,  sì  che  fiamo 
hormai  giunti  a  buon  termine,con  qualche  buona  fperanza  :  Poi- 
ché que(to  è  vn  Fiume ,  che  molte  volte  conduce  tanta  copia  d'ac- 
qua, che  caua  bene  l'arena ,  &  quel  che  è  nel  fondo  della  bocca  di 
detto  fiume,  è  ben  vero,  che  quefta  imprefa  fi  doueria  fare  con 
bon'ordine,&  li  Signori  Sopraftanti,  doueriano  hauere  dalla  Illu- 
ftre  Communità  il  DifTegnOjCome  ha  da  efiere,  &  fempre  feguita- 
re  quello,&  vfare  efatta  diligenza,  trouandofi  fpefie  volte  infieme 
fu'l  fatto ,  &  luoco,  doue  fi  fabrica,  &  confiderare  bene  gli  effetti, 
che  fanno  le  fiumane),  per  potere  poi  non  folamente  con  la  Theori 
ca,  ma  anco  con  la  prattica  far  cofe ,  che  fuflero  ficure,  &  buonejl 
che  forfi  non  fi  fa,  ò  almeno  da  tutti,  sì  per  la  lontananza  del  luo- 
co, come  anco,  'perche  ogn'uno  più  li  preme  Tattendere  a  i  proprij 
Redola    "  "^§^^^^'  ^^  ^^^^  publici,  non  hauendo  loro  di  ciò  particolar  vtili- 
aiule .  ^°  ti,ouer  premio,  mafsime  per  la  Regola,che  fi  dice .-  Quod  r^mmune 
eft,  negligitur:  Et  per  raltra,che  Omnis  labor  optat  premium  :  Perciò  fi 
vede,che  le  riempiture  delle  palificate,  con  la  fcalia  (venuta  oltra 
)vlare)nó  fono  accommodate,in  modo,come  doueriano,&c.acciò, 
che  l'acqua  non  faccfle  de  i  cattiui  effetti  intorno  a  i  pali ,  come  fi 
vede  à  fare,  difcalciandoli,&  mouendoli  dal  fuo  ordine,  che  caufa 
poi  de  interrompere  il  corfadeiracqua,&  fa  brutto  uedere,  &  an- 
co acciò  mi  par  che  dia  gran  danno,  l'acque,  che  morono  intorno 
a  dette  palificate. 

Si  doueriano  anco  fpeffe  volte  fare  Congregationi  dalli  Signo- 
ri Sopraftanti,  con  l'interuenro  d'Architetti ,  &  Marinari  pratticf, 
Ariftotile  ^^  "^"  "^'^^  Cafe,&  Palazzi,  ma  nel  luoco  nel  fatto,&  trattare,e 
'difcorrere  fopra  tal  negotio;  perche  come  ben  dice  Ariftotile',  di- 
fputando,è  contraftando,  G  troua  la  verità  di  molte  cofe.  che  non 
fi  fapeua.  Et  poi  la  fabrica  è  già  tanto  innanzi.che  non  ci  e  più  du 
biOjChe  il  Porto  non  (ì  faccia  in  quefto  luoco,  però  non  voglio  re- 
ftardidire,  che  farà  vnabellifsima  profpettiua  alle  barche,  &  al- 
tri legni,  ch'entrano  nel  Porto,  perla  bellezza,  &  Magnificenza 
di  quefto  Nobilifsimo  Ponte  della  Marecchia,  che  in  prima  uifta 

fc 


'Di  l^fkele  tAdimari .  és 

le  li  a  incontro, &  altrotanto  a  quelli,che  pafTaranno  fopra  il  dct-  Pfofpctti* 
to  Ponte  goderanno  una  bellifsima  profpettiua  di  barche  &  altri  uà. 
legni,  che  faranno  nel  Porto,  sì  che  Tvno ,  &  l'altro  Farà  bellifsimo 
ctfettOjCome  fi  è  detto.E  perche  varie  fono  ftati  l'opinioni  de  mol- 
ti circa  il  tirare,  &  voltare  la  bocca  di  detto  Porto,  in  cofa  di  tanta 
importanza  ,  io  ancora  non  voglio  reftare  di  dire  qualche  cofa,  fé 
ben  non  fon  perfona  perita  in  tararte,nondimeno  l'amor  deliaca 
ra  Patria, non  comporta ,  che  io  taccia  del  tutto,  però  dico  che  la 
bocca  del  Fiume  doueria  andare  innanzi  in  Mare,con  buone  Pali- 
ficate infino  a  tanto.che  fi  trouaffe  buon'acqua,  &  ciò  non  fi  facef- 
fe  con  linea  retta,  macurua,  come  io  ho  offeruato  alcuna  volta 
dall'acqua  ifteffa ,  per  la  lecha,  lafciata  dietro  la  pallata,  è  come  (i 
vede  hauer  tatto  gli  antichi  nel  Porto  reftato  in  fecha  .-.Perche  l'ac- 
qua del  Fiume  venendofifcmpreaccoftandofi  alle  palate  ben  chiù 
fé  con  fcaglia,  &  fafsi,  fempre  va  cauado,  e  lafciando  buon  fond  % 
come  già  fi  vedeua  hauer  tatto  predo  il  Molle  vecchio,che  ui  haue 
uà  lafciato  vn  buon  folTo,  e  così  facendo  il  Fiume  faria  buon  ton- 
do al  Porto  .  Soggiongendo ,  che  andando  così  curuo  non  veneria 
i  sboccare  perpendicolarmente  conerà  l'onde  del  mare  ,  le  quali 
rebuttano  a!  lito  turro  quello,che  i  Fiumi  portano  in  M2re,&  così 
la  becca  di  ciTo  Fiume  ritorna  a  ricmpirfi  dell'ilk^le  robbe,  quan- 
do sboccano  drirtamenteinmare:  &  maggiormécequcftoeftetto 
fi  fa  quando  fono  al  vencodj  Leuante;  perche  queftofà  mouere 
maggior  fortuna.  &  per  quanto  fi  vede  raccogliere  robba  dalla  Ca 
tciica,  fino  qua  fpmgendola  anco  nella  bocca  delia  Marecchia 
riempiendola.  Et  è  un  Prouerbio,che'l  marecommoflbda  Lcuan-» 
te,  refta  per  gran  fpacio  la  Fortuna  non  picciola,  dopoi,  che  è  ed- 
fato  il  vento,  purché  non  fé  gli  oppóga  altro  vento  gagliardo  à  lui  Prouerbio 
contrario.  Si  chefacendofi  ccruo  alla  volta  di  Tramontana,  fi 
fchitaria  il  dano  di  Leuàce,  &  uoltaria  alla  buontà  di  Tramòrana, 
la  qual  fi  maco  fortuna,  6c  ceifa  pjù  prefto,&  perciò  G  dice,  che  la  Bjonrà  di 
fortuna  di  TramoncanajCeflTa  prima  del  vento,  é  i!  fiume  fluccaria  tramonta 
pertrauerfoin  Mire,  6c  non  dritro centra  l'onde,  chetantoman- °*' 
co  li  noceria  a  Icguitar  il  fuocorfo  facendofi  vn  Mafsazo,  com'era 
nell'antico  su  la  bocca,  il  quale  rompeffe  l'onde,  &  impedire,  ciie 
non foffc rebuttata  la  brezadel  Mire,  nella  bocca,  malaportaria 
tutta  fuora  dalla  detta  foce,  non  potendo  imboccare  nel  Porto 
per  la  diffefa  del  MaCfazo^per  hauer  rotto  ronde,ma  fpingeria  rut- 
ta la  materia  nel  lito  vcrfo  Ponente ,  &  così  la  bocca  re^aria  con 
buona  acqua  ricirandofi  il  mare, come  cetfato  la  fortuna  per  il  Dif 

fsgno 


€^         tua  Temine  fé  Ltho  Smnio 

fegno  fi  può  vedere ,  &  feguirando  l'ordine  curilo  mai  fari  gittata 
via  la  fpefaiperciò  che  quella  maceria,  che  portafTe  il  fiume  m  Ma- 
re a  Tramontana  per  forza,taria  ingolfateli  Mare,  daquelcan* 
tojcome  fi  vede,  c'haueua  cominciato  a  fare  antichamence,  doue 
v'erano  certe  folTe,  con  acqua  aflai  non  sbattuta  dal  vento,  & 
lifièfaluato  delie  barche  ,  che  non  è  molto  tempo,  &  fi  vede 

Porto  di  jj  medefimo  efiere  fucceffo  nel  Pò  alle  fornafe,  alla  bocca  di  Tra- 
montana ,&  così  co!  tempo  fi  pocria  fare  vn'alcro  bel  Porto  di  Si- 
no di  Mare  come  di  già  fu  preuiftodilmio  antecefibre  .  Il  fi:are 
lontano  dalle  ripe  del  Fiu. ne  a  lauorare  la  terra  lafciandofi  crcfce 
re  bofchi,&  felue,faria  bonifsimo  effetto,  conforme  a  gli  ordini,  & 
l^ecreti  antichi  di  molte  canne.-auertendo  però  di  non  lafciarcre- 
fcere  i  monti,&  i  fcogli  nel  Fiume  fotto  il  ponte  verfo  il  mare,  co- 
me fi  vede  far  bora  cercando  per  ogni  mezzo,  &  via  di  leuirli,  & 
impedirli,che  non  s'ingrandifcano ,  fé  ben  bifognafle  far  per  forza 
di  operarij  (  leuando  quella  materia  dal  poter  dell'Acqua  )  poi 
checiònonpuò  fé  non caufare ,  cattiui|effecti  oltra la  brutta  vi- 
fta  :  Ma  però  al  mio  parere  fondato  anco  con  le  raggioni,&  parete 
di  molti  altri ,  non  credo  poterfi  mai  vedere,  che  effetto  pofsi  fare 
la  forza  del  Fiume  rirtretto  con  le  pilace,fe  noi  C\  ripara,  j&;  rime- 
dia alluoco  del  muro  gettato  a  terra,  fotto  l'habitatione  del  Ca- 
pitano del  Porto,  verfo  la  Chiefa  di  Sant'  Antonio  Protettore:  poi 
che  a  vede,  che  nelle  fiumane  groffe,  lì  fi  slarga,  &  non  continua  il 
fuo  corfo  veloce  riftretto  come  doueria  &  pocria  fare,&  perciò  no 
può  tirare  innanzi  la  maceria,  che  fol  impedire  la  bocca  del  fiume 
ch'è  la  più  importante  caufa ,  che  fia,  e  non  fé  li  rimedia  .  In  oltro 
gli vtili,chene  riceuerebbe  queda illuftre  Città  farà  anco  cofa 
grata  à  Dio  poi  che  molte  barche  come  fi  si,fi  rompono  in  quefta 
Riuiera  annegàdofi  molte  perfone,  pernonpocere  venire  le  bar- 
che in  PortOjChe  C\  faluerebbono,quàdo  il  Porto  fofie  bu  dho  II  me 
defimo  furiano  anco  quelli,che  hanno  la  fuga  da  Corfari ,  li  quali 
due  inconuenienci  fpcffe  volte  foglionofuccederein  quefla  noftra 
^      ,j  Kiuiera .  Si  che  faria  gran  carità  appreffo  Dio ,  &  laude  apprefTo 

flHcrcia.  gl'Huomini,  faluar  la  vita  alli  Chrifliani:  Et  perciò  non  fenza  cau 
fa  gì  antichi  Romani ,  coronauano  di  quercia,  a  chi  faluauano  la 
vira  a  vn  fo!  Citradino  5  che  meritariano  poi  quelli,  che  la  faluaf- 
fcroamolri.  Aiutarebbe  fare  anco  molto  all'hauer  buon'acqua 
al  Fiume,che  condurrebbe  anco  manco  materia,  quando  i  bofchi 
s'aileuafl'eroarornoal  Fiume,vicino al  quilereftaflero  anco  terre 
faldiue  canto  nel  piano,  come  anco  nflia  montagna,  come  gii  fo- 

leua    . 


ti» 
ar- 


ea 
a- 


;id 


Quefto  DlfTegno  va  nel  Libro  Secondo  à  carte  64.. 


fDi  RaffkeU  tAdìmAYÌ  • 


leua  eflere  \  il  che  potria  fuccedere  facilmente  e  (Tendo  ritornata  là  \\  caii^j 
bondanzade  formencì.  Quanti  Albor3ggi,&  mezzi  Datij  fìgua- del!' Albo, 
dagnariano  peri  cattiui  tempi,  &  per  ifofpetti  dì  naufragio,  ognifaggio  fo- 
uolta,  che  le  barche ,  &  altri  vafelli  poteflero  commodamente  pi-  P^*  ^^  ^-i 
gliare Porto.  Efegiàvna voltaquìèftatoPortobuono>fiègua«       * 
fto  poi  ;  perche  le  cofedel  mondo  fono  m  continua  mutatione  ,  & 
douc  è  hora  il  Mare,  già  è  ftato  Terra,  &  doue  hora  ù  Terra,  gii  è 
flato  Mare;  perciò  mi  gioua  credere,  che  aiutandoli  co  l'arte, che  il 
Porto  riufcirà  benissimo, per  eflfere  il  medefimo  Fiume,&  il  medefi 
mo  Mare:  pare  fol  amente  ci  fia  difficoltà  nel  uoltarla  bocca,in  mo 
dojche  non  pofla  eflere  oftefa  da  Leuante,  &  da  Grecho,  Leuante, 
&  perciò  fecondo  il  parere  de  periti  Marinari,  &  altri  Intendenti, 
il  Porto  di  Rimino  deue  eflere  pofto  con  la  bocca  à  Tramontana, 
con  vna  quarta  fola  di  Greco,  fecondo  il  Bofsolo  delli  Marinari,  Fnflfomea 
come  fti  nel  Diflegno  qui  pofto,e  ben  vero,  fé  fi  faceflie  il  Diflegno  io  Origcn^ 
con  Inftrumento Origentale,  il  Difsegno  nonftaria  bene, perche ^'^^^!. 
in  quello  ^\  piglia  il  fpacio  de  i  venti  diuerfanjence , 


DifTegno  del  Porto, 

Veflo  Fiume  fuolealle  volte  abbondare  di  mnódaci© 
tant'acqua ,  che  non  capifle  dentro  alle  fue  ne  de  fiu- 
ripe,  &  perciò  de!  mille,e  cinquecento  ven-  fni.« 
titre,alli  1 1.  d'Ottobre,eflendò  la  Sedia  uà- 
cante  della  F.  Mem.diPapa  Adriano  Seflo 
l'acqua  della  Marecchia  fopra  auanzò  rato, 
che  fi  congiunfeconilMauone.6:  conl'Au- 
fa,  &  fece  la  Città,come  Ifola  intorniata  dal 
le  acque:  &  tra  gli  altri  danni,che  fece  roui- 
nò  gli  archi  del  Ponte  di  San  Bartolomeo,  menando  uia  anco  il 
PÓte,&  l'acqua  arriuò  alli  cordoni  della  muraglia, mafsime  al  To- 
rione  della  Paterina  chiamato  à  quel  tempo  il  Torione  nouo  -,  fi 
Rifarcì  in  presfia  come  ^\  fol  fare  molte  uolce,  detto  Ponte  di  JSaii 
Bartolomeo  con  traui ,  &  altro  fopra  le  rouine  di  detto  ponte ,  ^ 
flette  così  fino  all'Anno  T603.  &  all'hora  per  l'occafione  di  bifo- 
gno di  reparatione,  eflendo io  eletto  in  compagnia  d'altri Gen* 
tirhuomiai  fopraftanti  alle  fabriche  ordinarie  dell  Illuftre  Con- 

li  feelio 


6  s  Sltù  ^imìm/e  Libro  Secóndo 

feglio;  cifùdattoraffunto  ài  far  accommoda  re  detto  Ponte,  ^ 
così  lo  facefsimo  ritornar  con  gli  Archi  di  pietra  con  i  Tuoi  para 
petti  coperti  di  marmo  con  due  piramide  ;  nelli  cui  piediftalli ,  vi 
fonno  le  Tue  infcrittioni,come  fi  vtàc^  per  abilimento  uerfo  il  Bor- 
go, &  ui  andò  una  buona  fpefa ,  che  fuperò  la  credenza  di  molti , 
Porto  del-       £  flato  fempre  parere  di  molti,che/ì  potria,e  doucria  far  il  Por 
Aula.       jQ  jj^  qucfto  Fiume  Aura,che  pafia  fotro  la  Citrà,per  fuggir  le  gd 
difficoltàjchc  fono  nell'altro..^  i\  è  prtfo  qualche  paitico  fopraciò 
ne  mai  hi  ha  uuto  effetto  alcuno'. 

Dinucuoalii  i<5.de!Mcfedi  Ottobre  1613.  fi  è  tentato  il  me- 
dcfino,  che  fi  fece  de!  1  ^96.  alli  50.  ài  GiugnOj&  fatto  venire  l'In* 
gegniero  del  Porto  di  Fano,  che  fi  chiama  il  Signor  Gieronima 
Rainaldo  Architetto  del  Popolo  Romano ,  per  vedere  il  luoco ,  e 
dire  la  fua  opinione,  come  perito  Eccellente,dal  qual  vien  lodato 
afiai  ,  Hche  fé  fuccedefle  in  bene  faria  tanto  maggior  reputatio* 
ne  alla  Città,  commodità,  &  vtik  al  pubiico,  ^  à  quelli  che  nego- 
tiano. 
^^^f  ^H  ?       Sono  da  qiiefla  Illufire  Citti,  vfciti,&  efcono  ogni  giorno  Bua 
llnilllufh  mini  celeberrimi  -  perfpicaci  d'ingegno,  &  di  molto  valore,  così 
nell'honorato  efi'ercirio  de)rarmi,come  anche  in  quello  delle  fcié- 
2e,&  delle  bone  Arti:  è  pur  hoggi  vinono  buoni  Soldati,  Capita- 
ni,Colone!li,èSat  genti  Maggiori:  ha  Tempre  hauuto,&  ha  Mathe 
tr.atici ,  Ingegnieri  à\  gran  fama:  hanno  fiorito ,  è  fiorifcono  in  léf 
Dottori  ddl.'vn2,fic  l'altra Iegge,che hanno  datto  grande,  &  hono. 
rato  faggio  di  loro,  nelle  prime  Rote  d'Italia  ,  comeiJi  Genouff^ 
Luca ,  Bologna ,  &  altri,  in  Gouerni  maggiori ,  Auuocationi ,  & 
Confulti, Senatori,  Et  anco  Filofofi  celeberrimi,  Dottor  Fifico,& 
Cerugicho,  Huomini  di  buone  lettere,  come  anche  rendono  tefti- 
monio  le  Stampe,  &  altri:  fono  fiati,  &  fono  della  medefima  Città 
Cauaglieri  nobilifsimi  non  fol  d'ltalia,ma  ancho  fuon:  e  prima  di 
'  rò  della  Religione  de  Saci i  Cauaglieri di  Malta ,  c'hebbe  origine 

da  i  Sacri  Soldati  Gierofolimitani . 

Cauaglieri  di  S  Giacopo  in  Spagna,  che  portano  nel  petto 
vna  Croce  vermiglia,  fatta  a  foggia  di  fpadone  antico,  originata 
al  tempo  di  Papa  Aleflandro  Terzo. 

Canaglie!  i  detti  diGiesùChrifto,  i  quali  hebbero  principio 
nel  Regno  di  Portogallo . 

Cauaglieri  de  i  Santi  Mauritio,&  Lazaro,  c'hebbe  principio  fi» 
110  al  tempo  del  Sommo  Pontefice  Damafo  primo  Santo . 

Cauaglieri  di  San  Stefano  in  Pi^  Originati  daU'Xlin(lrifsimo„ 

& 


ic  Ecceltentifsimo  Cofmo  Gran  Duca  di  Tofcana,  &  hoggi  anche 
feà  Cauagliero  Commandatore  di  detta  Religione . 

Cauaglieri  i  Speron  d'oro ,  &  altri,  non  folo  d'Italia  ma  fuori: 
Mufici  eccellenti  nella  Theorica,  &  Pratica,  nobili  Cortegiani, 
Prelati,  Abbati,  Vefcoui,  Arctaefcoui, Patriarchi,  Huoniini,6c  F>ó- 
ne  di  Canta  vita,  &Illuflrifsimi  Cardinali,  dei  quali  ne  fono  flati 
alcuni  di  tanta  antichità ,  che  da  i  Scrittori  ò\  quel  tempo  non  fu- 
rono nominati,  nequefti,  neakrij,  poiché  la  Santa  Madre  Chiefa 
non  era  in  tanta  veneratione,  ne  manco  i  fuoi  membri ,  com'è  al 
prefente  per  gratia  di  Dio  Noftro  Signore, cóme  fi  vede  nel  Panui- 
oio,&  altri  antichi  Scrittori:  ma  folamente  fi  cominciò  i  far  men- 
tione  de  i  nomi,  &  patria  particolarmente  al  tempo  di  Leon  Papa  ^o  pj;,j  - 
Nono  di  felice  memoria  in  qui,  feguitò  poi  ponerfi  anco  il  cogno 
me,  &  patria ,  &  fuccedendo  il  tempo  anco  t\  cominciò  a  metterli 
le  imprefe,  colori  nell'arme  dell'Illuftrifsimi  Cardinali,  come  fi  ve 
de  da  quel  grande,  è  bellifsimo  volume,  del  M.R.P. Fra  Alfonfo 
Giaconi.deirOrdine  de  Predicatori. fn  poi  dato  principio  a  un'or  ^^- 
dine  molto  degno  nella  perfona  della  B.  M.di  Papa  Eugenio  Se-  Eugenio*.' 
condo  RomanOjil  qual  fu  eletto  Pontefice  alli  ip.di  Maggiojl'an-  ' 

no  8 2-4.  &  fu  il  primo,  che  di  Cardinale  fofle  fatto  Papa ,  &  li  Pa« 
rochiani  delle  Chiefe  à\  Roma ,  fi  cominciaflfero  a  chiamare  Car- 
dinali;, &  fii  nel  tempo ,  che  Lotario  Rè  d'Italia  venne  a  Roma .  Lotario 
A^afoiovenneincognitione,  cheuieraftatiquefti  Illuflrifsimi 
Cardinali,  per  occafione,  che  trattando  con  la  H.  M  del!'lllu(ire 
Signor  Cauagliero  Claudio  Pace,  fopra  il  Cardinale  Gotio  Bat-  Claudio 
taglia  da  Rimino,  mi  di(re,^he  la  Città  noflra  n'haueua  hauuroP-ice. 
dcUi  altri, più  antichi  di;iui;&  defiderando  io  di  Capere  quali  fufTe*  9°^'°  ^*^ 
ro  ftatf^  tentai  di  faperlo ,  ma  non  fi  uolfe  fcoprire,nè  io  volfie(Ie^  ulta  Card. 
re  più  molefto  per  degni  rifpetti:  dopò  la  morte  del  Signor  Caua- 
gliero, ho  cercato  d'inueftigare  per  hauer  notitia  di  efsi,  &  confe- 
rendo ciò  coU'lIluftre,  &  molto  Eccellente  Signor  Vincenzo  Min  ^^"<:«o^o 
Zino  da  Rimino  Arciprete  di  quinzano  Territorio  di  Brefcia ,  il  Àrdpr"* 
qual  in  ciò  s'era  affatticato  ancor  lui,per  amor  della  Patria,&  per 
amor  mio,  onde  venne  in  cognitione,per  mezzo  del  M.R.P. D.Ar-  ^'  Amai- 
naldo  Vione  Fiamengo,  Monaco  di  San  Benedetto ,  Hiftorico  fa-  ^^  ^'''"^ 
mofifsimo,  quali  fuOero  quefti  Illuarifsimi  Cardinali,&  il  fodec--^**"^"^®* 
to  Signor  Arciprete  Manzino ,  per  fua  gratia ,  &  buoncà  me  né  ha 
fatto  partecipe,che  Tarano  quellì,che  metterò  qui  fotto  :  Ho  anco 
eerta  cognitione  d'altri  Perfonaggi,  de  quali  non  me  rifoluo  farne 
mcncione,  per  no  hauer  al  prefente  Scritture  certe,&  luoco  ficuro. 

li    i  li 


6t         Sito  Rimhije  Libro  Secondo 
Li  Nomi  delli  Cardinali  antichi  fono  l'Infrafcritti  vji 

J I    Oroftui  Mmmenfii  Cardinalìs  Dìaconus  regmìsprlma, &  o^a UA  a 

Gehfto  primo  Vapa  Creatus  Anno  ^6i. 
Ih  Kanìpus  Armine». Vrmbyt,  CardinalìSi  àConfldnttno  primo  P4- 

pa  Creatus  Anno  7 07. 
Ili,  lanumm  Arìminen,TrfisbytXardin.tìt>  S'CUmentis  in  Monte  Cfilio 

ab  Adriano  primo .  772* 
I  f'  Myrtìlius  Ariminen,  tarUm.  Diaconus  tit.  5.  Cirillì  Martyrii  à  LeO' 

ne  tertio,  fine  o^auo,  ygó, 
y,   ybertus  Ariminen.  Epifcopus  CariinAlis  Vrsneiìinus  ab  Alexany^ 

dro  fecundo,  106 1. 
VL  Vbertmfecmdut ,  [tue  Fbaldus  Ariminen.  EpìfcopHs  Sabinus  ab  eo^^ 

derru».  106 1, 
Come  appare  per  libri  antichifsimi,  nella  Libraria  del  Serenirsì-.i 
mo  Signor  Duca  d' V^rbino ,  per  relatione  fattami  da  un  mio  Ca- 
rifsimu  amico,  &  patrone  degno  di  fede ,  &  ài  credenza . 

Cotìm  de  Artminh  Tolofanus  GaUns  ex  Epifcóp.  Vajonenfi,  &  Vatnaf 
ia  Conftantinopolitano  Tr^sbyt.Cardin.tìt.S.  Vrìfcs  a  Benedico  X ti. Crea, 
tHS  à  quoLegattéS  Infulam  Siciliammilfiis  Kbcgiffubft^ens  Vetrismir» 
tAragonam  Sicilia  Rfgem  excommanicauìtt  &  infutam  facrisimerdixie 
perimij  damnatum  quodque  EccUfta  polUciius  fmratnon  feruajfet  obiit 
Auignone  ij44* 

Et  è  d'auuertire  per  intelligenza  del  fodetto  titolo  datto  al  det 

to  Uluftrìfs.Cardinale.che  fu  tato  grato,&  di  tanto  merito  appref 

detto  x"*  ^°  ^^^^  Santifs.  M.  di,  Papa  Benedetto  duodecimo ,  il  qua!  fu  delia 

'^'   Prouincia  di  Tolofa  Fràcefe  Monaco  Ciftertiéfe  Maeftro  in  Theo 

logia,  Abbate  del  Monafterio  di  Monte  Predo ,  fotto  il  Vefcouato 

^  j.  di  Mirapifcenfi  Cardinale, con  il  titolo  di  Santa  Prifca,  chiamato 

](i  M?MpU  Benedetto  duodecimo,  il  qual  del  i337.nelfuoPontificato,nelIe 

fcenfi  .      quattro  Tempora  dellAuucnto  dì  Noftro  Signore  alli  1 7.  di  De- 

cembre,  in  Auignone  creò  Cardinale  principalmente  il  detto  Mó- 

Gotìo  Bat  fignor  llluftrifs.Gotio  Battaglia  dandoli  il  fuo  Capello ,  &  titolo, 

taglia    da  cognome  della  Patria ,  come  fi  fuol  fare  hoggidi  alli  Nepoti  de  i 

Rimino      papi ,  &  per  quello  vi  è  quel  Toldanm  Gallm,  con  quel ,  che  feguì- 

•      -        ta,  fi  come  ben  ci»,  che  dico,  fi  può  vedere  da  molte  fcritture,e  par 

ticolarmente  dallTnftrumento  della  donatione  ,che  fi  il  detto  II- 

luftrifsimo  Cardinale  Gotio  Battaglia,  alla  Capella  di  Santa  Pri-, 

fcadaluifondata,nclla  ChicfaCathedraledi  Rimino,  pcrhono- 

re 


it  del  fuo  Titolo,  il  qual  dice  effere  ftato  prima  della  F.M.di  Papa  §.  prifcà 
Benedetto  duodecimo,al  tempo  del  fuo  Cardinalato,  &  fiora  efTe-  ».  1 4.    A 
re  fuo  titolo ,  &  eflere  ftato  Battezzato  in  detta  Cathedrale  di  Ri- 
mino. L/iftefìTo  lUuftrifs.Cardinale  fondò,  &  dottò  vna  fua  Capei- 
la  intitolata  San  Stefano  nella  Parochia  di  S/ Agnefe ,  dou'egli  era  s.Stefanaj 
nato  ancora  ftandoui  fopra  la  Porta  della  fua  cafa,  in  Pietra  Mar-  3 .7.a« 
morea,  la  fua  Arma ,  la  qual'è  vna  fpada  sfodrata  in  campo  bian« 
co ,  &  l'altra  parte  di  fotto  è  di  color  roffo ,  come  fi  vede  anco  in 
pittura  nella  fodetta  Capei  la  di  Santa  Prifca ,  con  altire  Pitture  di 
Marmo ,  del  famofo ,  &  eccellente  Zotto  :  &  qui  ponerò  la  detta 
Arma:  sì  che  per  tutte  quefte  raggioni  fodette ,  C\  vede  chiaramen- 
te il  detto  Illuftrifsimo  Cardinale  cfTere  ftato  d'Arimiiio,&  fi  vede  " 
ancora  vn'infcrittione  in  vn  pilaftro  de  vna  pietra  di  marmo,doue 
è  la  detta  Arma,  ch'è  nella  muraglia  di  detta  Capella  di  fuori  ver 
fo  il  Cartello,  ò  Rocca,che  dice  così  v^  . 

^nno  Domini  1  j  40.  Djmìnus  Gotiui  de  Bafagliji  v'ir  vtrìufqi  lur'ts  Tito 
feffor  SanS£  Romana  Ecclefia  Cardimlis  fecU  fieri  beine  Capellam  ,&de  ' 
fuo  proprio  eam  dotauìt  :  Sì  che  chiaraméte  a  mio  giuditio  Ci  vede  no 
clTereil  fuo  vero  cognome  de  ^rimìnìs ,  ma  Battaglia ,  che  hauen- 
dofi  a  chìamare,è  da  Toiofa,  è  da  Rimino  prefe  quefto partito ,  e 
rcfolutione  lafciare  il  proprio  cognome,è  in  fuo  luoco  metterui  la 
propria  Patria,  come  appare  publico  Inftrumécoper  mani  di  No- 
tar jj  publici ,  il  qual  per  fatisfatcione  de  i  Lettori  fi  metterà  qui  ^ 
pfo  yt  iacei  in  eìus  originali. 

Mi       ^^ 


Arma  deirillu-    \^^  ■      =^     Gotio    Bacta- 
ftrifsimo  Card,    1      ^  glia . 


N  Hù'ìlpmme  Amen,  Scìmt cun^ì  voluntatU y  Sordina' 

tìonumifìariit»  ferìem  in^eSuri:  Qjéodms  Goti'^s  Mìfert- 

cordiA  DiuinA  Tir.  SanSlte  Trìfae  Vr^shyter  Cardinaiis ,  f ;?- 

^nam  fundators  &  Vatrontts  Capella  ìm^rs^quam  de  lìcerla 

tìat&  iuthoritate  Keuercndifi.iti  Chrìjìo  Vatris  Domini  ^lidoxij  Dà  Ora 

va 


f  >  silo  Rimheje  Lwrò  Seconda 

tìa  Eplfcopt  Mintìnìiìtt  Ecelefia  ^rìmìnìt  in  q»afumus  Batt^Ati  funàAuU 
mnSfé"  pdìficauìmus  expenfts  proprijs ,  &  prò  duobus  perpstuit  Capellanit 
dtbentìbtis  celebrare  in  ipja  Capella  &  infra  fequitur,  dettauìmui  de  noti" 
nuUìs  poffejfionìbust  libriSy  Calici bus^  Varamentis  facerdotalibus ,  &  alijs 
Ecclejiafiicif  ornamentis ,  ad  laudem ,  &  honorem  omnipotentis  Dei ,  & 
Saluatoris  leiàChTÌfiiy&  Beau  Maria  Vìrgmii  Matris  eius.fub  vocabtu 
lo  Beatét  VrifcA  Vìrgmii ,  &  Manyrii ,  cuim  Titulum  Sanfìti  Recorda-m 
tìonis  Dùminus  Benedi£ÌHs  Tapa  Xil.  tempore Cardinalatus  fui  obtinmC, 
&  noi  edam  obtinemus ,  &c. 

Et  prò  anìmabus  d'.6ii  Domìni  Benedici,  &  diorum  DomÌMrum  prò» 
pìnquorum^  ac  benefaClorum  noflrorumt&  nofiram  voiuntatem,  &  ordì- 
natioms  nofiras  in diCia  Capella , qmtperh^redes,  fucceffores  noftros ,  ac 
per  Capellanos  prafatotfqmadnojìramy  vel  H^rednm,  &  fucce/iortépL^ 
noflrorumprxfentationem  ineadem  Capella  fuerìnt  prò  tempore  infiituti 
obferuari  volumus  infuturum  ordimmus ,  &facimm  irtfrafcrìptast  &c. 
in  primis  volumuSt&  ordinamtit,quod  in  di6ia  Capella  ftnt  Capellani  dm 
qui  teneantur:&  debeant  duas  Miffas  celebrare  quotidie  prò  defm^is^  di' 
cendo  tra  Orationest  r  j.  De«j,  qui  inter  ^po^olicos  facerdoteSf&c, 

Secunda,  Deus  qui  nosTatrem,  &Matrem^c. 

Tertìa  ,  Deus  VeriÌA  largitor,&c. 

In  cuìus  rei  tefìimoniumi  hoc  InSirumentum  puhlicum  nofiras  ordina» 
ijitìnes ,  &  voiuntatem  continens  antedi^as  Magnificus  ^Angelus  Emigo^ 
lius  de  Captis  ad  Mare  Cltricusfirm  and  Dìec^fis  Tublicus  imperi  di  aU" 
thoritate  T^otarius,  deeiufdcm  Domini  Cardinalis  Mandato  fcrip{it,&pi4 
blicauv  ^ogaimi<& e, ^nno Domini^  i  J 42.  lndì5iione  io. de  1 4.  Menfis 
^Mgufìi  Vomificatus  SanCiiJifimt  Tatris  Domini  Clementis  PafuSextì 
y/inno  Vìimo , 

Ho  fatto  tanta  dirigen2a,&  ho  hauuto  tanta  forte,che  ho  ttoua 
to  vna  copia  authentica  dell'vltimo  Teftamento,  del  fudetto  Illu» 
flrifsimo  Cardinale  Gotio.nel  quale  fi  difponeua  molti  legaci  Pìj , 
de  quali  alcuni,  ò  parte  faranno  notati  quìfotto  ,  e  particolar*» 
mente  il  primo  nel  quale  fi  ordina,  che  le  fueolTa  fiano  porta- 
te dopò  la  fua  morte  nella  Città  di  Rimino  ,  &  che  fiano  fepolte 
nella  fua  iepultura  fatta  fare  da  lui  neJla  fua  Capella  della  Chiefa 
Vecchia  di  S.  Francefco,  delli  Frati  Minori  Conuentuali.  Sì  che  di 
cui  fi  uede  quanto  li  fu(te  a  cuore,&  grata  la  propria  Patria,  come 
anco  fi  fuor  ofieruare  da  altri  perfonaggi  di  farfi  portare  dopò  la 
morte  alla  lor  patria,  dimoftra  in  quel  Teftamento  ricordarfi  non 
iolamcnte  de  i  lacchi  Pij  d'Auignone,  doue  fi  trouaua,  poiché  la- 

(cia 


feia  anco  a  più  fabriche  di  luochi  Pii,  fouentione  di  poterli  fabrì- 
care,  &  in  particolare  al  nobilifsimo  Ponte  del  Fiume  t?  .'^not 
ma  ancora  fi  ricordò  di  molti  luochi  Pij ,  delia  fur*  C^tiàd»  Rici- 
no,  &  de  i  poueri  di  efifa ,  con  molta  pieci  »  coir^  appare  per  effo 
fuo  Teftamcnto,  celebrato  per  nome  del  M.  R.  M.D.Giouannide 
Giouanni  de  Nouauilla  Chierico,&  Notato  Publico  .... 
tu  infieme  con  M.  Guidone  Righetti,  de  Monte  Uellunien.gublx- 
co  Notaro. 

Tranfumptum  Te^amentì  lllufìrllfimh&  K€uerendì[fmì  Domìni  Car» 
dìnalis  Gottj  tìt.  S.Trìfca. 

In  Tslomme  tan^Ai&  wdmduiS Trìnhatìs .  Hoc  f  fi  excmplum ,  feti 
SranftÉfr/ptnm  cuìufdam  publici ,  &  amhentki  Te^amentì,  chìhs  tenor  y     , 
per  cmn'a  [equìtur  in  hac forma ,  &c. 

In  Dei  iS  ornine  ^men.  Anno  à  Hatìuitate  éìufdem  M'iUefimo  tmgente 
ftoio  quadragtftmo  quinto ,  ind'idiofie  tenia  decima  ,  die  fexta  decimai 
Menfts  .4ugu{ii  Tontficatus  SanClijfimi  Tatrìst  &  D.O.  Clcmentis  Diurna 
Tioiiidtntia  VapA  fexti  Anno  qi^aìto  in  nifi  loannis  T>{otarij  publici ,  & 
tefiium  infrafcriptOYum  ad  hoc  ^fcàaìiter  vccatorum,  &  rogatotumpra" 
fenda  Kemnrid'fs. in  thr.fio Tater  Dominus Gotlm Miferatìone  piuma  Ti 
tuli  San^m,  Tri  fai  CardinalU  $a%m  mente,  &  corpvre  habcns  tefìuìidi  li* 
ecntiam  de  bonis  fuii  Ecclefiafìieis,  &  mundanis^  qus  in  prsfcntiarum^ 
«btinetiCìr  efl  inpofierum  largìente  *D:.vhubnt(rus  affilai  recordatìoais, 
D'BetudiLlo  Vapa duodecimo  '.prout  in  futeris  Apo/ìolicit ipfiui  D,  B^ nC' 
diQi  Vapa^  -vera  Bulla  plumbea, Hcm butlatis  ridi plenias conùmù c$' 
ftderans,  &  a^tendsnStquodnilcertiusincrte.ndìncertim  hora.montSi& 
dffjderans  diern  ptregrinaiionis  fus  extremadi^pofìiione  tefìamentaÙAj 
prottìderc  de  bonis  fwsprsdiSis  pioanimabui  parentum,  &  henefu^oìtà 
fuorum  tfjHitmentum  tntncupatiuum  huiufmodi  ftcit ,  &  condiUit  in  hune 
nrvdum  ,  in  primis  Fidem  Catholicam^ quàm  Sacrofantìa  J{pmana  Ecdc» 
fio, tenetydocer^  <& prad'catjirtniter crcdidìti  & ftmpliciter coa/effusfàr, 
&  in  ìpfa,  Fide  mori  xolmz,ac [alu&ri  credidit  firmittrin  eaiemy  &  quaU' 
ào  ipfum  depfSfentifechlo  migrare  contigtrit  animamfuati,fan5i<Xt&  iti* 
diuiduA  Trinitari  Glorwfx  Beati»  Marìs  femperf^irginì  »  Eeaiifjìmis  Ape- 
fto/jj  Vetro,  &  Tauio,^  Esatti  VrifcA  Virgini ,  &  Martin  (Otiiiiie  CeU" 
fiiCuri^commendauit. 

liem  d'ijlofuiti&  ord'mauìt^qucd  exequm,  & funer&liafnafiant in  Ec- 
slefta  Beau  francifci  C^nfefforis  Ordinìs  Fratrum  Minorum  Ciuitatis  Ari"  ti„a^  atJ, 
mini:  vetum,  <&■  di^o[mc,&  ordinauit,&  fu  fieri  voluit,  videlicet,  Quod  minum  Ci 
ùf[A  fua pvntiur uì  Qiiùtatem  Ariraimi& quoiinfepuUwa  fna,qu£ell  in  uitatem. 

Capello. 


li         'Siti  %ìmìnefè  LÌhro  Semài 

Cipella^quum  in  Ecclefta  Fratrum  Mlnorum  de  Armino  feclt  fìerilmì" 
Icntur. 

Item  relìquìtpro  anima  fan  vn'tde  Capeltìs ,  qu^  fmtin  diSa  Uccie  fta 

Oir    HI'    ^^"'^'  Ffancifc'i  Fratrum  Minorum  Ar'mìn'r,  qua  fcìlkei  Capellama^s 

ftrifs.  Car"  '"<^'^'^^*"'f>  &  ^»  ^«^  feruatum  fuerìt  Corpus  eiutj  dcnecofja  ewfdsm  por- 

dia.  *        *  ■^^f*"'  Ariminurrii  rtfuperm  ordinauitj  Mijjale  coopertum  de  curio  rubeo, 

in  quo,in  Captila  publìca  ipfius  didiCardinalii  Mìffx  quotidiana  celebren^ 

tur:  vnum  Cdicem  de  Argento  deauratumt  &  duas  Ampullasdc  argento 

qwbui  vtaiHY  celebrantes  quotidiein  di5ia  CapelU:  vnum  frontale  futum 

cum panno  l':ftco,&  vnum  dorfale  draptferìci,qHod  e(l  ante  Altare  Capei 

Ufecreta  tfcuprìu^tx  eìufdcm  7).  Cardtnalìs . 

ItemduAi  cafulaSyVnam  albami&  vnum  am'tdum  cum  Uola^  &  ma* 
nìpulo,&  cingulo  deparamentìs  iUìSt  cum  quìbus  in  dìSa  Capelli  publìca 
quotìdte  celebratur . 
fiTlar^^S     Ifcw,rw<?g:new  Beat  A  MarUy  cum  {ilio  lefu  Chrijio  de  Alabarmìi»^ 
filio    itsìx^^i^  Alt  ari  dì&S  Capelli  public  è.  . 

Chrifto  de  ltem,tobaleA,quafuntfuper  Altari  CapelU  fecretA  di^i  Cardinalìsy  & 
Aìàba&To.  duotapeta  de  antiquiorìbus  i  qua  ipfe  D.CardinaUihabetqii£.f,  felceta 
pradiàx  Capelli  ,  In  qua  feruatum  fuerìt  corpus  eìus,  debeant  in  cadérne 
Ecclefia  S.  CapeUa  ad  vfum  Fratrum  Mtnorum  pradictorum ,  &  allorum  inibì  cele 
Francifc.  ^^^„jj^^  perpetuò^dum  ipfa  durauerint^  remanere  &c, 
Ecclefia  ^^^^  reliquit  profabrìca  pr^dìciA  Eccleftx  SanQì  Francifci  Fratrum 
Màiori .      MinoYum  quìnquagmta  flìrenosaurì . 

Item  reliquit  Ecclefta  hdaiori  Arimmii  in  qua  ipfe  di^.  Car  d'inaili  afìe» 
ruit  fufcepìfie  Baptìfmum  ad  vfum  D-D,  Epifcopi ,  &  CapìtuUeìufdcnL^ 
Duas  Ecclefta  Arìmini ,  vnum  lìbrum  fuum  vocaium  coUe^ianeum, Mitrami 
Mitras.  fuam laboratami& ornatam  cum perHSi& fmaltiSi& lapìdibui pretto ftf, 
& aliam  Mitramaurifrìxìatamy  vnumVluuiale  p^ni  ferici colorii ru- 
hti.tum  aurifrixìo  aureo ,  &  bu6ionìs  de perHs,vnam  cafulam  eiufdem^ 
panni  fericii&  colorìs,cumfrixìo  aureo  frixìatam. 

Itemdua^  Dalmaticas,  &  duits  tunictUa^  eiufdem  panni ,  &  color ìs 
crnAtAf  puUhrìs i  & debìtis ornamentis,  cumtribui albh,^ tribm ami- 
fili  de  pulclmoribus ,  &  melioribuSi  qua  ipfe  0.  C^rdtnaut^  habet  cunt 
Sìolisyé'  mampul\s,ac  cingulìs  rubeis  Trfsbytero, Diacono,  &  Subdiaco* 
no  mceffir'pji . 

item ,  CyrotecbaSy  &  far.dAlia,  ac  caligas  Tontìficalìa  fua ,  &  duas 
tobaieasluaspro  Aharì de melìoribuìy  quas  ipfe *D,CardìnaUs  habet t& 
duos  cofhìoi  co  ^pertos  de  veluto,  &  duo  tapeta ,  de  long's  tapetis,  qup  ha- 
bet idem  ù.Cardìnalis^  qua  quidemr  elida  dida  Ecclefta  Arimiuì ,  ad  v- 
fum  DD'  Epifcop'i  &  Capituli  pr^ildorum  perpetuò,dum  ipfa  durauerint 

ba- 


fZ>i  Raffaele  téMtnarl .  r  / 


haheint  In  eadem  Ecclefia  remanerCJ  1 

Item ,  ReUqiiìt  CdpelU  fuA  Beau  Trìfca ,  qttam  fecìt  fieri  ìu  ipf^J 
"Bcclefta  >Arìm'mì,K€Ìt(}mas qwrundamSan^orum'mclitfas/mqiiaciam  -  .^^y^  ^g 
tabulM^^feu  Coììa  depì3<t^  t'guWi&  imagmìbus  SanSorum  uliquo-  itlff^^fg, 

Item  vnam  cafuUnti  &  vttam  albam ,  &  vn'tm  amì^Hmt  cum  Hola, 
Cìr  mampuio ,  eìr  cìngalo ,  de  illis  paramentts ,  e  um  qmbus  in  Capelli  pu- 
blic a  *D.  D  Cardinalis ,  qmtidie  celebram* 

Iterila  Frontale  fuuni^  cum  panno  lineo  extenfo  ante  t  &ftiper  altare 
ipfiui  CapellSy  &dorfale panni  ferìcì,  quode^antedì^am  altare,  cum 
tobaleli  eìufdem  Altam  CapelU  publiceantedi^X' 

Item,  T>iio  tapeta^de  antiquis  (apetis.qux  babet  D.  D.  Cardìnalist  qtiéi 
qHÌdemreittìadebent  perpetuò  tdumip fa  dwauemt  in  eadem  Capello^ 
Beat  A  Vr'ifcA  remanert^ . 

nem,  Kslìquìt  CapelU  fua  ,  quamfcck  fieri  in  Uccie fta  Fratrum  Mwo-  ..  .^ 
rum  OultAÙi  Crimini,  ad  rfum  Fratrum  €orundem,&  allorum  inbtbi  cele  jxtltfiafr» 
branùum  paramenta  [uà  de  fericio  rìrìdìs  coloris.  yidelìcet»  triMinorS^ 

ynum  pluuialt^  »  cum  aurixio  aureo  ,  cum  butonibus  de  perlts , 
vnam  cafulam  frmatam^,  &  ornatam  aurìficijsaureis,&duasdal' 
rnat'ìcas ,  &  duai  ttmcell^s ,  cum  Sìolìs  ,  &  manìpulìs  eiufdem  colo» 
ris  ,  &  albU^  &  amìSiìs ,  ^  cìnguits  eiufdem  paramentis  Deputa'-^ 
ùs. 

item ,  Kelìquìt eidem  Capdlm  Tabukm ,  feu  Iconam  de  o5lopartibus, 
feu  tabulii  du:''fib'l\bus,&  coniungbilibus^  cumpukbris  Tabernaculìsy& 
in  fmgklis  partibus ,  feutabultsipftui  finguU  figurXffeuìmagìnes  Sanèio- 
rum  funt  pi6ffyqi4X  quidem  tabuU,  &  Tabernacula  [ìnt  deaurata^  &  ar- 
gentata . 

item,  Relìquìt cidem CapelU dorfale  fuum  pulcbrunu», 

Itemt  Kelìquìt  EccleftXy  &  Conuentui  Fratrum  Vrxdìcatorum^de 
Urimìno  paramenta  fua,  deferìco  colorts  violacei ,  Videlicet ,  vnuplU'  J*^l",f,^* 
uiale  frixiatum  aurifixio  aureo ,  cum  butonibm  de  perlìs ,  &  vnam  Ca-  * 

fulamfrixìatam  aurifixio  aureo ,  &  duas  dalmatìcas ,  &  duastunicellas 
eiufdem  drapì  ferìci  violacei  ^  cum  tabulii ,  &  mantpulit  ipfis  paramen- 
tis deputatìs,  qup  ad  vfum  fratrum  eiufdem  ordtnis ,  &  aliorum  inibì  cele- 
hramiumdebeàt perpetuo y  dum  ìpfadurauerintiindiSiA  Ecclefiarema* 
nerc^ . 

Item,  ReliquitEccleft^,& Conuentui  Fratrum  EremitarumOrdinis Bea  Frat*M  Fre 
ti  Auguflini  de  ^rimino  Capelli  fux.quamfecit  fieri  in  Ecclefìa  S*Jgnetis  ""^'»»*'^*. 
de  Arimino  reliquias  San£iorum  inclufas  iti  quodam  Infirumento,feu  ope 
rerotkttdo  eUuatOiCumunopede»&  Breuiarmmfuummtatumtò'  libiti^ 

KJs         yb\ 


1 4-         Sito  Rìmm/è  Libro  Seconda 

tblfunt  officia  de  Trìnìtate,  &  corpore  ChrWi»  &  alia  o$c\a,qHJt  debeit 
ptrpetuèydMm  dHrAuermtytffe  in  dtèia  Capeìliu , 

Itcm  rdiqm  cìdem  CapelU  Tabulam,  feu  de  odo  partìbuijeu  tabulis 
dm6biliùus,&  conìungibilibusj quamfecit  fieri  in  An'ignonc^  . 

Item  relìqtiìtCapeiUfu^prétdi^Stquamfecìt  fieri  in  Ecdcfta  Ftairum 
Umorum  de  ^rimìnOfparuam  Crucem  de  argento ,  in  qtu  efì  de  SanSo 
Fratram     Hg^g  Crucis  Cbrifti. 

Ipfuis  paramsniis  depuutis ,  qnfi  )ffum  Fratrum  eiufdem  Ordini^ ,  & 
ConHmmy&  atmu  celebràtìumdebea:  perpetuò ,  dum  ipfa  durauerìnt  in 
difia  EccUfìi  reminere;  anod  ip[A  vendUìOf  tr  alienatìo  fu  nuilius  effìca" 
Ct£,  &  validìtat'iSiVoliiitqfi  &  mandauìt ,  qwd  EplfcopM  ^rimim,  qui 
erìt  prò  tempore »& Comenttit  P^elìgwfarum  Menile ant'ium  de  Arimi* 
no  ipfosftc  vendìtoSt&  alienatosi  vel pignoracos  poffinf^  &  dtbeant  quan 
docunquerepetere  a  qmcunquejeu  qulbufiunque  pe^fonh,  qmbm  venditi» 
itutalìenatìiVel pignorati  fuifjcnt  tftfusrint  libri  Theologia ,  camquam^ 
fiiOSi  quostunc  roluic  dìuìdi  imer  ipfos  Bpìfcopunjj  &  Conuentus  i  fi  vero 
fuerint  libri turis Canonici,veì  CiuHts  am  cuiujcmque attenui fcuntiA  vtn 
di debeàt  per eofdem  Epìfccpum,&  Conuemm  ccngvuo pretiCi& pecunia 
ibi  babita  dari  voluìt ,  &  diflribul  pmperìbus ,  &  infrafcriptis  loclt ,  & 
ìnfrafcripCìs  operibus  prò  anima  fua ,  &  parentam  fuorum^. 

Quanto fofle  liberale,  &  magnanimo  l'illuftrifsimo  Cardinale 
Gotio  Battaglia  fodetto, tanto  in  vita,  quanto  in  morte,  efacilco- 
fa  raccoglierlo  dalle  fue  attieni  fegnalate  fatte  da  lui  in  Jdetti  doe 
tempi,  &  in  particolare  nel  fuo  vltimo  Teftamento  diftribuì  gran 
parte  del  fuo  in  molte  opere  pie,  particolarmente  nella  Città  no- 
flra  di  Rimino  fua  patria,  come  fi  vede. 

Item  per  la  fabrica  del  Ponte  Rodano  d' Auignone ,  che  nafce 
Il  K.ÌCCO  a  i  confini  di  Sauoia ,  &  Dalfinato  »  vicino  alla  Città  di  Geneura 
^^««-      di  Pranza. 

Al  Monafterio  di  S.  Valeriane. 

AirHofpital  di  S.Lazaro. 

Alla  Chiefa  delli  M.R. Padri  Carmelitaai  di  detta  Città  d' Ani- 
gnonc.  ^ 

Item  alla  Famiglia,  ch'era  con  Sua  Signorìa  Illuflrifsima ,  &  i 
quella,'  che  haueua  alta  Corte  Romana . 

A  cento  poueri  della  Città  di  Rimino . 

Al  Funeral  di  S.  S.  Illudrifs.  di  fontuofa  fpefa. 

A  due  Illufirìfs.  Cardinali  nominati  nel  detto  Te{lamento;due 
fa«i  Anelli  ;  6c  in  parcicolar  legato»  in  per  fona  di  chi  haueua  cura 

di 


'  *  Di  l^afaelitAdimari 


jf 


à\  Par  condurre  il  detto  fuo  cadauero]^  Rimino,  che  per  breaicà  fi 
lafciano  molte  cofc. 

Ancora  aitempinoflrificonferua  illus  prefentandi  alli  fuc- 
ceflbri  di  quefta  Famiglia ,  fé  bene  da  canto  di  donne  folamentc, 
tanto  nella  fodetta  Capella  di  Santa  Prifca,come  in  quella  di  San  f"^^'  *** 
Stefano  Protomartire, e  così  fi  mantiene  la  Santa  Memoria  di  det-  ^•"'^^*' 
to  Uluftrifsimo  Cardinale  Gotio  Battaglia,  &  de  i  fuoi  fuccefTori, 
&  meglio  Ci  mantenerebbe ,  ò  per  dir  meglio  a  molti  farebbe  più 
chiara,fe  la  detta  Infcrittione,  ò  altra  ampia  foffe  non  dalla  parte 
dì  dietro  di  detta  Capella,  doue  fi  è  detto,  che  è,  ma  fopra  la  por- 
ta, donde  efcono  le  Procefsioni ,  onero  in  altro  luoco ,  il  quale  fia 
frequentato  dal  popolo,  &  da  foraftieri. 

Il  contrario  di  ch'è  interuenuto  alla  Famiglia  noftra  delli  Adi- 
mari,  della  quale  hanno  fatta  piena,  &honoratifsima  mentione; 
molti  degni  Scrittori,  e  per  lafciar  il  re fì:o,ba fieri, che  io  riduca  ia 
mente,  che  in  Roma  à  Smta  Maria  Noua  ,in  campo  Vaccino  {i  le 
gcin  marmo,  Epitafio  fuM  Sepolcro(&  impronto  ifl:eflb)de  Mon- 
fig.  Allamano  adimari  Cardinale  ,  fotto  il  Titolo  di  S.Eufebìo, 
che  affai  dimoftra  l'antichità  della  Famiglia  Adimari,&  altri,  O-  F?^f"i!-*^* 
riginata  nella  famofa  Città  di  Firenze,  doue  hoggidì  vi  fono  fog-  •^"^*"*°* 
getti  di  molto  valore.  Seguitato  adunque  l'ordine  delle  cofecò* 
formi  alli  millefimi  più  chefia  pofsibile,&  perciò  dico,  che 

Sant*Arduinoda  Rimino  fu  Sacerdote,  &  Canonico  di  queflag  .   ..' 
Città.&  dalli  anni  fancinllefchi  fii  introdotto  dal  Padre  ad  impa-  '    ^  '*^°* 
rare  lettere,  crefcédo  di  età,crefceui  anco  d'animo,  totalméte  de- 
dicato alle  cofe  diuine  difprezzando  i  piaceri  del  mondo,&  total-  -     _,    . 
mente  defiderando  folamente  la  Gloria  della  Beatitudine  eterna.  J^^fjg  fu* 
Effendo  già  morto  il  Padre.lafcio  la  robba,  &  la  Madre, che  anco-  gè  chi  la  fé 
'raera  viua,  &  pigliò  il  grado  del  Sacerdote  per  feruire  continua-  fiue,e  fé— 
mente  a  Chrifto  N  S  &  perche  vedeua  quafi  tutti  di  quello  ordine  8"®  ^^^  ^* 
caminar  bruttaméte  p  viti] ,  cercò  di  accoftarfi  à  vn  certo  Reueré  ^"^^^  ' 
do  Religiofo  Sacerdote  per  nome  D.  Venerio,  ch'era  rettore  alla 
Chiefa  di  S.  Gregorio  décro  le  mura  della  Città,  e  li  domandò,che 
fi  degnaffeeffere  fuo  Maeftro ,  che  lui  vedendolo  intento  à  buoni 
coftumi, volentieri  l'aggregò  alla  fua  compagnia ,  e  cominciò  con 
luìallegramente,&  diligctementeafpendereilfiio  feruitoàChri 
(lo  S,N.  conforme  a  quel  detto  del  Salmo  j^z»  Ecce  quam  bonum, 
& qiiammundutnh^bita^e  fratres  tn-pnim:  Et  detto  Santo  Arduino 
fé  ben  era  giouene  ftaua  fempre  nej[le  opere  diuine ,  con  fpefsi  di- 
giuni, &  continue  orationi,6c  vegià;2->^  &  elemofine  fecondo,  che 

Kk    2         poteua 


7  €  Sito  Rimke/e  Libro  Secondo 

poteua  fatfcandofi  di  non  lafciar  indietro  cofa.che  apperrencflTeal 
culto  Diuino  .  portaua  debito  honoreal  fuo  Maeftro.non  parten- 
dofi  vn  punto  da  i  fuoi  precetti  ;  ma  quel  buon  Padre  trouandofi 
vna  volta  infieme  com'era  folito  ne  i  ragionamenti  ài  cofe  diuine 
difife,©  fratello  Ardouino  molto  mi  doglio  &  grandemente  mi  co- 
trillo, poi  che  habitiamo  tràferpenti,  fcorpioni,&  akri  animali  ve 
lenofijdalle  percoffe  velenati  de  i  quali  il  noftro  ordine ,  e  pertur^ 
bato  dal  dritto  fentiero,  adonque  figl  iuolo ,  è  neceffario  che  quan- 
to più  prefto  noi  ci  leuiamo  da  quefti  tumulti ,  &  andiamo  habi- 
tare,à  vn  luoco  più  ficuro,con  l'aiuto  del  Signore,alquale  il  Beato 
Arduino  fece  tal  rifpofta  Se  bene,ò  Santo  Padre  la  vita  de  i  buoni 
fia  più  laudabile  tra  i  cattiui ,  fi  come  l' A  portolo  laudando  i  fuoi 
Difcepoli  difle,in  mezzo  della  natione  cattiua,  &  fcelerata,  voi  lu- 
cete, come  luminari  nel  modo,  6c  contengono  il  verbo  della  vita,* 
&  il  Beato  Iobbe,ancora  diffe  di  fé  fteffo,  fon  ftato  fratello  de  dra- 
goni,&  cópagno  delli  ftruzzi;  &  il  Beato  Lotto, in  mezzo  di  quel- 
li fcelerati  popoli  di  Pentapoli  folo  era  giufto  :  nondimeno,  par- 
che ite  par  bene,  che  mutiamo  il  luoco  della  noftrahabitatione: 
■$. Apollina  dico,  che  fuor  delle  muraglia  di  quefta  Città,  in  una  certa  po(Tef« 
rodifcepol  fione,  pcr  memoria  del  Beato  Appollinaro  Sacerdote,  vi  è  (lata  fa 
di  S.Pierro  bricata  vna  Chiefa,alla  qual  potremo  a  ndar  ad  habitare,  fé  ci  fari 
e  mandato  ^onceffa  dal  Patrone ,  è  li  attenderemo  più  ficuramente  alle  laudi 
pcraa^re  diuini,  liberi  d'ogni  tumulto,&  difturbo,fi  come  è  fcritto  nel  Sal- 
à  predica-  mo  quarantacinque, vacate,&  videte.il  Confeglio  del  quale  molto 
re  l'Euàgc  piacque  al  medefimo  Reu.  D.  Veniero,  &  fubito  andò  a  trouare  il 
lio  à  Ra.  patron  del  medefimo  Oratorio,  e  li  paleforono  il  lor  DiiTegno^  & 
"*°°**      egli  fubito  li  concede  grariofamente, con  titolo  legale,  quello,  che 
deuotamente  gli  haueuano  domandato,&  di  più  li  cominciò  a  ef- 
fortarli  anfiofameote  che  quanto  prima  faceffero  quefto:  allhora 
cfsi  nel  nome  di  Chrifto,con  grande  allegiezza,  come  fé  fudero  fca 
pati  da  laccio  di  grane  catene  andorono  alla  detta  Chiefa,  confi- 
dandofi  per  la  mifericordia  diuina  di  cuftodirfi  meglio  ne  i  buoni 
atti.  Sant'Arduino  era  giouene  di  età,ma  vecchio  d*animo,haue- 
ua  amazzato  tutti  i  piaceri  carnali ,  con  maturi  collumi,  6cogni 
volta,  che  da  quelli  era  ftimolato  fubito  cóla  medicina  delia  par- 
fimonia,6:  altre  afflittioni  fi  fanaua,  e  tutto  quello,  che  la  diletta- 
tione  carnale,  fi  sforzaua  di  leuare,rafflittione  fpirituale  riforma- 
ua .  Finalmente  emendo  venuto  la  fer  ma  della  Santità  fua,per  tur 
ti  i  pacficirconuiciniaflaifsimiconcorreua no  a  lui  per  riportarne 
il  iuditio ,  &  confeglio  fopca  i  fuoi  peccati ,  de  quali  fi  pentiuano, 
fecglihujwuQdigwn^Qdellia,  cdifcrectione,  daua  egli  amac- 
^.-     .-.-  ..    .  flramemi 


r&i  Raffaele  tAdimàrì.  7  f 

fhaménti  i  ciafcuno  fecondo  i  propri  coflumi ,  non  difpreciafido 
alcuno,  parlando  femprccon  modeftia.  Riprendeua  afpramente 
ancoi  Superiori,  quafì  comandandoli,  che  non  tufferò  fadidiofl  a 
poueri ,  &  che  caminaflero  per  la  retta  luftitia  del  timore  di  Dìo. 
Sealcunoliportauaa  donar  qualche  cofa.l'accetcaua  per  poter 
poi  dar  a  i  poueri,alle  uolce  fingeua  d'hauer  gran  freddo,  &  lì  era- 
no portati  de  i  vefl:imenti,li  quali  daua  a  i  poueri .  Succeffe  a  quel 
tempo, perche  Monfignor  Giouanni  era  Vefcouo  di  Rimino ,  che 
il  Prefato  Monafteriodi  San  Godenzo  reftò  fenza  il  fuo  Pafiore, 
airhora  ilfodetto  Monfignor  Vefcouo,cominciò  a  trattar  infiems 
con  li  Reu.  Monaci,  che  potriano  torre  per  Abbate,  &  per  diuina 
volontà,  tutti  da  cordo  eleflfero,  il  molto  Reu.Sacerdore  Venerio, 
laqualelettioneenfortandolo  il  Beato  Ardoino,  compiacendo  ai 
voti  di  tutti  non  rifutò ,  &  il  mcdefimo  Beato  Ardumo  lo  feguitò 
nel  medefimo  Monaflerio  è  cominciò  con  lui  a  far  vna  vica,ancor 
più  perfetta:  non  lafciò  però  mai  fin  che  vi(fe ,  ne  mutò  l'habito  di 
Canonico,  leuaua  i^ran  parte  della  fua  pitanza,  per  darà  i  poueri, 
e  per  il  più  beueuaacqua,&  feoccorreua  alle  voice  (lare  in  recrei- 
tìonecon  foraftieri  di  buona  voglia  mangiauj  d'agni  cofaiche  di- 
rò io  del  veghi3r,chc  faceua,  non  curandofi  niente  del  fonno,fe  fo 
quanto  la  (lanchezza  lo  sforzaua  ;  per  il  che  (i  vedeua  fempre  rat? 
cftenuato,&  debile  che  pareu3,che  non  poteiTe campar  vn giorno; 
equeftobatiaamcd'hiuerdettobreuemente  nella  vita  di  queflo 
Santo  Canonico  renierrer.do  il  lettore  i  chi  ne  ha  fcritto  dift  .)f  i  • 
mente;  Adonque  Sant'Ardoino  Sacerdote, &  Canonico  Arimi  - 
ncfe ,  fi  riposò  in  pace  nel  Signore  alii  15.  d'Ago  (lo,  appunto  nel- 
la fé  ft  a  dell' Aflbntione  della  Beatifsima  Vergine  N.  Signora  del 
mille,enoue,  ncll'indittionefettima,  nella  Sedia  vacante  di  Papa 
Giouanni  decidotto,  detto  decinoue ,  fùfepolco  il  detto  Sant'Ar- 
duino dentro  la  Chiefa  di  San  Godenzo,  nel  cantone ,  che  guarda 
verfo  Sctrenrrione,doue  s  Illufirò  di  marauigliofi  Miracoli,a  quel 
li,  che  diuotamente  implcraiia  li  fuo  fanro  aiutOjCome  fanar  para- 
litici,fidrati,ftrupiati  malamente,  illuminò  ciechi ,  rendè  l'vdito  a 
Cordi,  &  altre fimil  gratie  Ci  riceueuano dalli fcdeli,chc  deuotamen 
teandauano  a  vificar  il  fuo  Santo  Sepolcro . 

Ancora  di  quefta  Illuftre  Città  fi  trouò  vn*altr*huomo  di  Santa 
vita,  adimandato  Pauluccio  Ariminefehuomofemplice,  ilqua'c  Pauluzzo 
in  tutti  i  giorni  di  più  Quadragtfime  non  mangiaua  cofa  alcuna ,  ^*  K-ioiino 
ma  folamente  fi  foftentana  con  beuere  nel  mezzo  giorno  vna  ca-- 
raiFa  d'acqua  fcaldata  a  bagno  »  coftui  più  volte  da  Reuerendifs. 

,    ..  Ve- 


7  9  sito  Klélnefi  Lwyo  SeCùnio 

Sin  Paolo  Vcfcouf,  &  Tnquifìcori  della  Città  noftra,fù  tenuto  rinchiufo ,  cd- 
&t**è»dmo'  me  incredibile  à\  tanta  cofa,  il  che  finalmente  trouorno  effere  ve  - 
àum  statu  ro,  &  dicc  Giouannì  Sereno,  che  in  quel  tempo  fcriueua  molte  co 
tum  tfi  hb  f^^  che  accadeuano  ,  &  anche  in  quei  giorni  fi  ritrouò  in  Venetia , 
Z'H'ncri"  hauendoio  veduto,  &  feco parlato  foggiongendo,che  dopò  la  San 
fo'lihoeAìii  ^^  Quadragefima  mangiaua  fecondo  il  modo  humano. 
iudmùtfìc  Medefimamenterefcrifcono  altri  Scrittori  nella  vita  di  Lodo  - 
érchrifiut  uico  Imperatore,  che  vna  Giouanetta  Tolofa  ftette  tre  anni  fenza 
lemeiobU'  mangiare  cofa  alcuna . 

'*"/*•  Monfìgnor  Sanfone  Arciuefcouo  Dolenfe,  digiunana  ,  &  (lana 

due  giorni,  alcuna  volta  tre,  &  alcuna  volta  tutta  laSectimani , 
fenza  pigliar  cibo  alcuno,  &  in  tutta  la  C^adragefima  non  ricrea- 
uà  il  corpo  fuo  debile  ,  e  lafTo,  più  di  due,  ò  tre  volte  con  pochiC- 
(imo  cibo. 

Non  fi  può ,  ne  fi  deue  con  filentio  paffare  la  Santa  vita  fatta  da 
un  Beate  Huomodei  Romito  dalla  Macinala  di  Vallombrofa  Qx 
u3gliero,6c  Gentil'huomo  ArimineCe;  le  lodi  della  cui  Canta,  &  el- 
(cmplar  uica  fi  leggono  nella  legenda  fatta  della  fua  uita ,  la  qua. 
le  per  elfer  cofa  ,  che  non  facilmente  da  tutti  è  hauuta,per  querto, 
non  mi  farà  graue  metterla  qui  fotto,  de  verbo  ad  verbumu/y  per  (x» 
tisfattione  delH  prudenti  lettori,  vtilità  del  profsimo,  &  gloria  di 
Dio;  la  cui  Effigie,  ouero  ritratto,  fi  vede  anco  nell'Altar  maggio- 
re di  Vallombrofa, fotto  la  perfona,però  di  S. Benedetto,  come  in- 
tenderete nella  fottofcritta  legenda  ;  La  cui  vita  fii  di  latino  iti 
volgare,  tradotta  dal  M.R.D  Tadeo  Adimari,  Theologo,  &  Ab- 
bate di  Sanca  Reparata  di  Miraldi  Fauentinac  Diocf  ^s  . 
B.Haotro  pi,r  nel  medefimo  tempo,  che  fotto  il  buon  gouerno  del  Gzne«' 
dei  da  R«-  rai  ijjagjo,  la  Religione  di  Vallombrofa  era  quafi  da  morte  a  vira 
™*"°  *  ritornata  nel  Romitorio  delle  Celle  fiori ,  di  Santa  Vita ,  vn  Gen- 
til huomo  Ariminefe  chiamato  Huomodei .  Quefto  venne  a  farfi 
Rcligiofo  altempodel  General  Altouiti,  è  comparfe  a  Vallóbro- 
fa  honorcuolniente,  écinarnefe  daCaua^Iiero;  edopò,che  egli 
fu  nceuuto  nella  Religione  (^Cì  com'egli  defiderau3)gli  fu  conceda 
ta  la  ftanza  del  Romitorio  delle  Celle,  doue  fece  dimora  vn'anno, 
con  habito  da  Romito:  ma  pofcia  hauendo  animo  di  fare  più  afpe 
ra  vita  fé  n'andò  ai  Romitorio  delle  Cafe,  dou'è  fiiato  alquanto  té 
pò, venne  al  luogo  detto  Macinaia.non  si  lontano  da  Vallombro 
fa:douVra  vn  Tabernacolo  edificato  per  voto  da  vnCirtadino,per 
fodisficimenro  d'vn  Miracolo  auuenutogli,  perii  meriti  di  San 
Giouan  Gualberto  .  Quiui  donque  fi  ficttc  l'Hucmodei  in  vn  pic- 

ciol 


dolo  habituro  murato  a  fecco,  à  lato  a  quel  Tabernacolo,  feruen- 
doa  Dio  con  afpra  penitéza, perciò  che  egli  per  domar  i  fenfi  cor- 
porali nonguftauamainè  carne, ne  vino,nèlatticinij,è  rade  vol- 
te mangiaua herbe,  ò  pomi.ma  quafi  del  continuo  di  pane,e  d  ac  ^ 
qua  fi  nutriua  .  Andaua  fempre  co'  piedi  fcalzi  etiamdio  di  verno  Jg"["  o,j5 
fra  la  neue,è  fra  il  ghiaccio,  e  non  portaua  fé  non  vna  vii  vefte ,  &  ^^^■^  ^pp^f 
vncapuccioj&vfaua  di  portareCfi  come  faceua  S.Luca)vn  cerchio  lano  mol- 
di  ferro  (opra  il  nudo  corpo,egli  faceua  fpefso  Oracioue,fi  difcipli  te  infermi 
nana, &attendeua  a  leeeere  libri  pieni  di  Sant*e(fempi.  Per  quella '^'^,<^^*^^ 
fua  fanta  vita,  era  da  tutte  le  perfone  da  bene  amato  grandemece;  ^^  ^^a  fo- 
nie era  mal  uoluto  da  cattiui.auuenga  ch'egli  la  lor  mala  uicabia  00  i  cuo- 
fima(Te,  e  con  nere  ragioni  i  loro  peccati,  è  le  lorofcelerarezzeri-chi  . 
prendeffe,  era  gratiofOjC  fouaue  nel  fauellare,  e  ben  che  affliggelfe  /'  Leoae»e 
il  fuo  corpo,  nondimeno  tutto  allegro,  e  tutto  giocondo  a  ciafcu-  ^"^l^cono 
no  ueirafpetto  fi  dimoftraua.  Quando  egli  arriuòal  detto  Romi-  ql,eiu,  che 
torio  della  Macinaia.fi  conobbe  che  egli  era  amico  di  Dio;perche  gli    fanno 
h3uen.ioracqu3difcofto,pregòdiuotamenteil  Signore, che  S'era  beneficio, 
in  fuo  piacere  glicl  concedefle  più  appreffo ,  per  poter  (lare  quiui  [1^^^^'^^°  gg 
a  feruire  a  Sua  Maeftà  Diuina ,  della  qual  cofi  fu  efaudito,auuen-  y]^^  pjj  * 
ga,  che  incontinente  nafcelfe  vn'acqua  buonifsima,  quiui appref-  che*  li  fa 
fo  al  Romitorio,la  quale  macò  alla  morte  di  effo;!!  che  fu  euiden-  maggior 
tefegno,  che  Iddio  l'haueua  fatta  forgere  veramente  per  feruigio  5'^^'^'^^  • 
di  quel  fuo  feruo  ;  Seguirò  a  ftare  in  detta  Capanna,  in  fino  che  il 
Magn.  Lorenzo  de  Medici ,  andando  vna  volta  a  fpaflTo  per  quei 
nìonti,  è  confiderando  la  debile  habitatione  di  quel  Santo  Remi- 
to,gli  fece  edificare  vna  Cafetta  pur  picciola  con  calcina;  nel  qua! 
luogo  eHendo  ftato  quefto  Beato  più  di  quarant'anni ,  con  afpra   Afflfgeua 
penitenza  haueua  perdute  tutte  le  dita  de' piedi,  sì  percheanda-iifno  cor- 
ua  (come  fi  è  detto)  fcalzo,  e  sì  perche  non  mai  Ci  fcaldauaal  fuo-  P"  per  ce- 
co dalia  cintura  in  giù;  perciò  teneuai!  fno  focolare  alto,  e  quado^-^i^Yto  ìn- 
cra  al  f.ioco  in  altro  luocoteneua  vn'alfe  innanzi  alle  gambe  ,  cdebeliuala 
perche  haueua  i  piedi  mezzi  perduti  dal  freddo ,  quando  andaua  ^cópleffióe 
per  la  neue  lafciaua  le  pedate ,  che  pareua  d'vn  orfo  ;  portaua  vna  P**^  confo- 
Croce  di  ferro  al  collo,&  in  mano  vn  baftone ,  medefimamente  di 
ferro  longo  poco  più  di  due  braccia.  Andaua  fpenb  a  Valiombro 
fa,  ancorché  fofife  di  notte  al  Matutino ,  e  quiui  ftaua  tutta  la  ma» 
tina  infino  che  fodero  dette  tutte  le  Meìfe ,  di  poi  ricreato  col  cibo 
(e  ne  tornaua  al  Romitorio;  E  vna  uoltaeffendo  in  quella  Cafet- 
ta da  vna  grolla  neue  ,  enon  comparendo,  fecondo  ch'era  vfato  a 
Valloffibrofa,  i  Monaci  {pirati  da  Dio  di  tarimpedimento,  fece 

forza 


/  0  Sito  l{imìmfi  tihto  Secondo 

forza  di  andar  lafciù  a  portarli  da  mangiare  :  doue  fenza  alcun  cì- 
I!  Signore  ^^°  ^^  fofteiKarfi  il  ritrouarono,era  di  bello  afpetco  grande,  &  hi- 
dicc  a  gU^'^ua  la  barba  tanto  lunga,  che  arriuaua  fino  in  terra,  perche  intVi 
Apoft«lt ,  l'altre  volte  andò  à  Procefsione  con  li  Monaci  la  vigilia  di  Santo 
«àte  fpm-  Giouan  Battifta  in  Fiorcnze,  fu  veramente  vnofpetacolo  veneran 
colombe^c  ^^  ^  ^""^  ^^  popolo  Fiorentino .  La  fua  Effigie  fiì  nella  perfona  di 
fé  l'occhio  S.  Benedetto  dipinta  nell'Altar  Maggiore  di  Vallombrofa,  l'anno 
farà  sépli.  Mille  e  cinquecento,  eflendo  egli  all'hora  d'anni  fettanta,uifse  poi 
cc,U  corpo  nel  medefimo  modo ,  molti  anni  è  comminciandoli  i  mancar  le 
iaràlucidofQf^e,  intorno  alli  anni  nonanta  dell'età  fua,  il  General  Corni- 
giani  il  fece  andare  in  una  camera  di  Vallombrofa,acciò,che  qui- 
iii  fofle  gouernato ,  e  fri  poco  tempo  vi  morì  deuotamcnte  lìel 
mille  e  cinquecento  decinoue,e  perche  fu  da  ciafcuno  tenuto  San- 
to il  Ripofero  in  una  cafla  di  legno ,  in  luogo  feparato  da  per  fé , 
in  quella  parte  del  Chioftro,  ch'è  longola  Chiefa. 

Che  dirò  poi  dell'Illuftrifsimo  Signor  Cardinale  MichelAngio- 
lo  Tonti,  da  Rimino,  del  qual  io  douerei  dire  affai,  per  potere  fa- 
tisfare  al  defiderio  mio,  &  al  inerito  di  Sua  Signoria  Illuftrifsima, 
e  Reuerendifsima  ,  manemiconofcoattoapoterfarquefto,  ne 
manco  la  mia  intentione  è  di  raccogliere  tutte  le  fue  lodi,  ma  fola- 
mente  di  moftrare,come  Sua  Signoria  Illuftrifsima  è  nato,&  alle- 
nato nella  Città  noftra  di  Rimino,  di  buon  Padre,  &  Madre,  Cit- 
tadini di  quefta,honoratifsimi,&  di  buonissimi  conditioni,&  fa- 
ma il  cui  Padre  quafi  prefago  di  quello,che  doueua  fuccederc  nel- 
la perfona  dì  quefto  fuo  figliuolo ,  s'ingeniò ,  con  ogni  fuo  potere 
d'alleuarlo  con  tutte  le  virtù ,  che  conuengono  a  vn'animo  grade, 
(ii  nobile,  è  non  fparagnò  ne  fpefa,  ne  fatica  alcuna,  acciò  che  di- 
uentafie  eccellente  in  ogn'arte  liberale,  conofcendo  quefto  fuo  a- 
mato  figliuolo,  atto  a  reufcire  in  ogni  perfetta  virtù,  &  però  fpef- 
fe  uolte  foleua  dire,  quefto  mio  figliuolo  è  di  buonifsimo  (pirite, 
&  ho  gran  fpcranza  in  Dio,  che  riufciri . 

Et  in  effetto  quefta  fua  opinione  non  l'ingannò  punto ,  poiché 
dopò  l'hauer  acquiftato  il  grado  del  Dottorato,  con  l'ornamento 
della  Miifica ,  sì  de  Inftrumenti  da  fonare ,  come  anco  nelle  voci, 
diuentò  huomo  di  gran  negotij,d:  molto  adoprato  ne  i  negotij  ira 
portanti  da  tutti  quelli,  che  lo  conofceuano ,  &  particolarmente, 
che  ftaua  in  Roma  ,  doue  fcgliono  fuccedere  occafioni  di  far  pro- 
na dtiringegno.  &  induftria  d'ogni  forte  di  perfone,  &  perciò  ha- 
lìendo  ftruito  co  molta  fedelrà,&  beneuolenza  l'Illuftrifsima  Ca- 
U  Bcrghclia,  &  efrendorilluftrifsimo,  &  Reuerendifsimo  Signor 

Car- 


Cardinale  Bofghefìo,  innalzato  alla  fuprema  dìgniti  del  Pontcfi- 
cato:  Sua  Sancicà  fi  è  compiacciuta  di  creare  il  fodetro  Signor  Mi- 
chel Angelo  Arciuefcouo  dì  Nazaret^dipoi  Cardinale,  fotto  il  Ti-  ^^^^  ^.  j^ 
tolo  di  San  Bartolomeo  in  Ifola.  Vltimamente  fatto  poi  Datario,  Bartholo- 
&  conferitoli  il  Vcfcouato  di  Cefena,  il  qual  è  Antico,  &  Nobile,  meo  in  !« 
&  perciò  è  dottato  di  molti  honoreuoli  carichi,  &  particolarmen  fola  . 
te  è  Curatore,  &  Detfenfore  della  Reuerendifs.  Chiefa  di  San  Giù-  JgfJ|*"°" 
liano  di  Rimino,  della  Nobilifsima  CongregationediSanGior-  clnonid' 
giod' Alega  di  Venetia,  infìemecol  Reuerendifs.  Monfignor  Ve-  della  Con 
fcouo  dalla  Valle  di  Monte  Feltro  \  Fu  ciò  con  grande  allegrezza,  greg.  di  S. 
con  folo  di  tutti  i  fuoi  Cittadini,ma  ancora  còparticolar  applau-  ^'^/S*®  , 
fo  di  tutta  quella  Prouincia  ài  Romagna,  come  ben  fi  vidde  in  ef-    ^^S*  ? 
fette,  quando  fu  fatta  la  fua  Promotione  al  Cardinalato,  che  non 
ci  fu  oltre  le  Città,nè  CafteUo,nè  Ville,  che  no*i  moftralTero  grati 
(egni  d'allegrezza,  con  far  fuochi  illuminari,  Hirar  arcegliarìe,  & 
moltealcrecofefimiii,  che  fi  Cogliono  far  per  allegrezza,&  m  par- 
ticolar  nella  noftra  Città  di  Rimino  :  feguitò  il  far  delle  allegrez- 
ze per  un  mefe,  continuandofi  però  intra  rilluftrepubIico,iReue 
rendifsimi  Monafteri,i  lor  Signori  Parenti,  &  altri  Gentirhuomì* 
ni  particolari,  per  lor  atfettioni  :  sì  che  non  ci  refta  altro  ,  folo  che 
preghiamo  Dio  Noftro  Signore ,  &  la  Sua  Beatifsima  Madre  Ver- 
gine ,  che  ci  conceda  gratia  di  poter  godere  longamente  ad  Multos 
fc/i»noi,queftafingolar  allegrezza  con  longa  vica,&  Santità  del  No 
(Irò  Santifsimo  Pontefice,  &deirilluftrifsimo  Signor  Cardinale 
Borghefio .  Sì  aggionge  in  conformità  di  quedo ,  che  s'è  detto  di 
fopra ,  che  la  molto  liluftre  Città  di  Faenza ,  in  particolar  ne  mo- 
ftrò  per  fue  lettere,  dirette  alla  Illuftre  Communità  noflra,  grande 
allegrezza,&  congratulatione  de  molti  complimenti.  Et  poi  furo- 
no inuitate  le  Città  di  Romagna  a  vna  Congregatìone  Prouintia- 
k,doue  fi  propofe,  &  fi  ottenne  di  mandare  Ambafiatore  a  pofi:a, 
à  nome  di  detta  Prouincia  a  Roma,   per  congratularfi  con  riliu- 
ihifsimo  Sig.  Cardinale  Tonti ,  della  fua  Promotione  :  &  perche 
paffafsero  le  cofe  con  quiete,&  fotisfattione  di  tutti ,  fé  inboffolo* 
rono  tutte  le  Città  della  Prouincia,  &  furono  eftratte  per  forte,  la  ^. 
qual  toccò  alla  Illuftre  Città  di  Forlì ,  la  qual  poi  elefTe  r  Illuftre  ^aul  ^*d  * 
Signor  Cauagliero  Giouanni  Gadi,  perfona  molto  hooorata,  &  Porli?  '  * 
virruofa,  oltra  gli  altri  carichi  datti  airilluftrifsimo  Sig.  Cardini, 
le  di  Nazaret,  per  la  morte  dellllluftrifsimo  Cardinale  di  Cameri- 
no è  ftato  fatto  Protettore  della  molto  Reu.  Religione  delPadre 
San  Francefco  di  Pauola,  per  la  cui  protetti one  fpeco ,  che  quefta 

L 1  pre* 


S  i  sito  Kìmineji  LìoYO  Secondo 

prefowKeìigione  fari  confolata  d  alcuni  fauori ,  chedefidera  in 
qucfta Citta  noftra,  ilchcio,  comeindegnoparcecipantedi  det- 
ta Religione,  ho  informationc. 

Ec  di  più  adì  i4.d*Ago(lo  i6ii,  in  Domenica,  MonfignorIllu.« 
flrilsimo  Cardinale  Tonti  fodetto ,  prefe  il  pofiedo  del  Tuo  Arci- 
presbiterato  di  Santa  Maria  Maggiore  di  Roma ,  conferitoli  dal 
Sommo  Pontefice  vacante  per  la  morte  dell'llluftrifs  Signor  Car- 
dinale PinellO;Cheè  grado  di  grand'authorici,  &  honore- 

Confiderando  il  noftro Ilinftre  Confeg!io,che efiendo  tanti no- 
ftfiGentirhuomini,comealtroue  fidice,allaferuitù  delSantifsi- 
mo  Pontefice,&  di  tutta  l'Illuflrifsima  Cafa  Borghefia,&  vna  buo 
na  parte  di  quelli  inna'ciati  à  buone  dignità,  &  gradi ,  che  perciò 
fatia  douere,che  quefta  noftra  Città  vniuerfalméte  moftrafTe  qual 
che  fegno  di  gratitudine  di  tanti  benefici)  ;  fu  rifoluto  di  voler  eri- 
Statua    dì  gere  vna  (ìatua  di  Marmo  al  Bcatifsimo  Papa  Paolo  Quinto:  ma 
lo  V.       '  5efidcrado  molti.che  fi  palTafle  più  innanzi  del  Marmo ,  &  perciò 
io  medefimo  per  fodisfare  al  defiderio  vniuerfale  fcrifsi  a  Racana- 
to  al  Mag.  Sign.  Gio.Battifta  Vitale,perfcna  di  grand'ingegno,  & 
di  buonissima  prattica  in  fimirarte  per  le  cofe  fatte  da  I ui,é  com- 
pagni di  Racanato,  per  la  Sàtifsima  Cafa  di  Noftra  Signora  di  Lo 
reto,  eflèndo  (lati  quefti  eletti  tra  tutti  gli  altri  Eccellentifs.  Mae- 
fìri  di  quella  prcfefsic-ne  dall' Jlluflrifsimo  Signor  Cardinale  Gai- 
Cardinal     j^  Protettore  della  Santifsima  Cafa  di  Loreto,come  bene  informa 
^*       to  della  Eccellenza,  ne  ha  voluto,  chealtri.fe  ne  ingerifcano  delle 
cofe  pertinenti  alla  Cafa  Santifsima ,  circa  detto  Magifterio ,  an- 
corché non  li  forre  fiato  graue  condurli  d'altri  paefi  lontani,quan 
do  hsuefìe  prefentito  poter  nnigli'^rare,accioche  da  lui  mi  fu(Te 
riattai nformatione  piena,  (opra  tal  negotio,cfrendo,  che  nel  uo- 
ftro  Confeglio,  non  fi  fapeuacome,&  quanto  douefs*e{Tere  tal  ne- 
gotio,&  da  lui  mi  fu  rifpoftocortcfaméte,fotcolidoidi  Nouemb. 
mille  e  feicento  dieci,ccn  vna  fua,  nella  quale  ui  è  piena  informa- 
tone, di  quàro  Ci  poteua  defiderare  a  tal*  effetto  con  molta  mia  fa- 
tisfattione,&  così  poi  con  vn  bcUifs.  diffegno  di  (  quatordeci  pal- 
mi Romani ,  per  infttuttione  dcueua  efiere  detta  ftatua  )  il  quale 
dilfeguoera  ornato  d'vn  bellifsimo  piediftallo  con  affai  buone  co 
<Ìitioni:&  ciò  procurai,che  fi  leggeffe  in  publico  Cófeglio:  la  qual 
intefa,tutti  Ci  rifolfero,  che  fi  doueffe  far  di  Bró20,c  lafciare  il  Mar 
mo,  che  fu  a!li  venti  detto:  con  tutto  ciò.per  ordine  deH'IlIuftrifsi- 
mi  Signori  Patroni  di  Roma, fu  dato  l'afibnto  di  tal  negotio  al  Sì' 
gQorNicolò  Franzofiao  Statuario  di  Nofìro  Signore  ;  il  quale  co. 

mincìò 


Dì  T{àffkeU  iAMmari.  i  $ 

mìnclò  Topétai  &  k  reclufifc  anco  a  buon  termine,  quanto  però  a! 
modello,  chiamandoinfuo  aiuto,  &  compagnia  il  Signor  Baftia  BaftianoSe 
no  Sebaftiani  da  Racanati  della  Codetta  Claffe:  in  quefto  mentre  baftiaai  . 
detto  Franciofìno  pafsò  a  meglior  vita ,  &  così  reftò  l'opera  total- 
mente da  fìnirfi  al  fodetco  Signor  Baftiano ,  la  qual  è  riufcita  per- 
fettamente in grandezza,&  fimicria ,  è  proportione .  Dil  fodetto 
Signor  Baftiano  a  man  delira  della  fedia  è  ftata  rifatta  vn'hiftoria 
di  mezzo  rilieuo  bsUifsima  da  vederfi,  &  fé  fi  fari  almanco  accorri 
pagnare  vn'altra  fimile  dall'altra  parte  della  Sedia,  &  aneo  nel  ca- 
paccio del  Mante  Papale  ,  Taggiongerà  tanta  gratia,  &  bellezza, 
pereflere  quefta  Mainerà  del  Signor  Baftiano  Eccellentifsima ,  fic 
vaga  da  vederfi,come  fi  vede  nelle  Porte  della  preclara,  &  Venera- 
bil  Chiefa  di  Loreto  ,  &  Batefmo ,  tengo  per  certo ,  che  poeti  re- 
fiar  fodisfatto  chiunque  la  vedri,&  quefto  dico  per  la  cognitione^ 
&  informatione  c'hò  hauuto  nella  Marca,quando  io  andai  a  leua 
te  detta  Statua  da  Racanati ,  per  condurla  a  Rimino  ,  che  cosi  fi  ^  ..^ 
compiacquero  di  feruirfi  Monfignor  Conte  Alfonfo  Sacrati  Fe«  ^^^^^  j^,* 
rarefeal  prefenre  Gouernatore  di  quefta  Otti.  Et  riUuftri  Signo-  crato.  '" 
rieletti  fopra  ciò  alli  quattro  del  Mefe  d'Agofto  1615  .con  autho- 
riti,  &  facoltà  di  fare  ,  &  elfequire  in  quefto  carico,quanto  i  me 
piace(re,pregàdo  ciafcuno  Superiore,&  Ofiìciale  della  Citci,c  lua 
chi.doue  fufle  pafiato ,  che  mi  preftalTero  ogni  aiuto  è  fauore ,  co- 
me fi  legge  nella  Patente  fattami:  ma  io  vedendo  i  tempi  buoni  & 
molto  a  propofito  l'inbarcai  al  Porto  di  Racanato  per  minor  fpe- 
fa,&  così  per  la  Dio  gratia,  &  della  Santifsima  Madonna  di  Lore- 
to Noftra  Signora  arriuafsimo  a  faluamento  nel  Porto  di  Rimino 
il  giorno  di  San  Rocco  del  prefente  anno,  &  mefe,  con  grande  al- 
legrezza di  tutta  la  Citta . 

Quefta  C\  deue  collocare  in  vn  luoco  conueniente,6i  alfa  Statua, 
&  alia  Citti,  &  dopò  molti  difcorfi,  &  confiderationi,  è  ftato  elet- 
to in  publico  Confeglio,  la  Piazza  della  Fontana ,  Icuando  però 
V\2  quefta  Ifola  di  cafe,  chearriua  su  la  ftrada  maeftra  ,  come  poi 
fi  fono  leuate,  che  impedirebbono  affai  la  profpetciua  di  tal  Sta- 
tua, i  quelli,  che  paflano  per  la  ftrada  Emilia,acciò  che  fia  confor- 
me alli  molti  oblighi,ediuotione  di  quefta  Illuft.  Città,  verfo  Sua 
Beatitudine, &  tutta  la  Illuftrisfìma  Cafa  Borghefia. poiché  al  pre- 
fente ho  ragionato  in  longo  aftai  fopra  la  detta  Statua, confideran 
do  il  fplendore,che  apporta  quefto  Santo  impronto  d\  Noftro  Si- 
gnore, non  fol©  in  Spirituale,  ma  ancora  in  Temporale,  per  la  cui 
Reflefsionc  rcflcttcla  [fua  auttqrità,c  meriti ,  di  maniera  tale,  che 

Lì    z        tra 


S  ^  Sitò  Rimine/e  Llhro  Seconde 

tra  le  piectok^  Città  4i  quefta  Regione,  Te  ne  può  andare  altferàj 
quefta  noftra;  Mi  refta  ancora  di  dire  il  m- o  parere,  come  ho  anco 
fatto  per  innanzi  fopra  il  loco,  doue  ftaria  bene  a  collocarla:  Dico 
adunque,che  la  Statua  di  Noftro  Signore  fi  doueria  a  tutti  i  modi 
collocare  allincontro  della  Fontana.è  volto.che  guarda  alla  Chic 
la  di  San  Martino  ,  perche  cesi  farà  vna  bellifsima  piofpettìua 
l'vna  all'alrraCi  tutte  due  infieme  aiPalazzo  &  alla  Piazza,&alla 
firada  marfira  ,  laqualpjgiiarà  formadi  Piazza,  &  non  di  largo 
varco  terminando  quafi  due  Piazze  in  quadro  vna  di  fopra,  &  l'al- 
tra éì  fotto  tanto  più  che  hauendo  terminato  rilluftre  Cófeglio 
(con  licenza  de  i  Signori  Patroni  )  di  fare  vna  bella  profpettiua, 
con  loggie  ,  ti  altre  (opra  la  ftrada,  che  va  dal  Domo  a  Sant'Ago- 
ftino,  contiguo  al  fontanone  è  beuetore  de  caualli;  lafciando  det- 
ta Itrada  libera ,  che  feguita  dritta  fopra  il  Palazzo  di  Monfìgnoc 
Gouernatore,e  quefto  per  tre  capi;  prima  per  conferuare  la  |onga 
profpettiua  del  Palazzo.che  è  bellifsimo  da  vedere  ;  fecondo,  pec 
non  impedir  la  uifta  della  ftrada  Maeftrs,  &  altre;  terzo,  per  con- 
feruare il  Stato  della  Chiefa  Cathedrale  più  nobi{m.éte,che  fia  pof 
libile  ;  ne  per  detta  Statua,  e  Fontana  reftarà  impedito,  che  le  ca- 
rezze, &  altri  non  habbino  largo  adico  d'ogn'intorno  :  &  il  tutto 
renderà  bellifsimo  afpetto,&  magnificenza  a  paiTaggieri  della  ftra 
da  maeftra,che  defiderar  non  fi  potrà  maggiore  ;  Anzi  mectendofì 
in  altro  luoco,col  tempo  potria  indurre  in  necefsità  quefto  hono» 
ratifsimo  publico  di  douer  leuare  dal  fuo  luoco.la  Fontana  di  co- 
sì bella  antichitàjchc certo  farà  di  grandifsima  fpefa  alla  Città,do 
uendofi  mouere  i  códotti  di  dentro  la  Città,  &  così  creder  mi  gio- 
iiiJ,che  fé  li  Signori  Patroni  fi  compiaceffero,  chela  Città  haueffe 
lei  hora  quefto  afibnto,  facilmentes'afsicureria  di  nò  doucrfi  mo» 
nere  la  detta  fontana,&  ciò  s'accoftaria,ò  i  quefto  mio  parere  gii 
propofto  in  Confeglio  fin  dà  princìpio^ò  ad  altro,  che  più  i'aggra 
difce . 
Carilinale  Monfignor  llluftrifsimo  Cardinale  Michel'Angelo Tonti,  per 
yonti.  l'occafione  dì  venire  al  fuo  Vcfcouato  di  Cefena,c  venuto  a  Ila  Pa 
tria,la  qual  con  ogni  induftria  s'è  ingegnato  di  honorarlo  non  co 
me  ella  dcfideraua ,  &  come  i  meriti  di  Sua  Signoria  llluftrifsima 
ricercaua:ma  in  quel  mcglior  modo.c'ha  potuto  per  hauer  Sua  Si- 
gnoria Illuftrisfima  operato  coll'Illuftrifslmo  Signor  Cardinale 
Borghefio  Patrone,che  rilluftre  Città  noftra  non  hauefife  a  far  fpe 
fa,  perche  fapeuabenifsimo  la  generofità  di  quefto  Illuftre  Publi- 
co,rhà  mpftraco  in  parte  i'afl:etuone,6c  la  reuej:c«ra,  chs  jorta  i 

Sua 


7)/  ^ffìicU  tAdimàr).  i  t 


Sua  Signoria  Dluftrifsima ,  ponendo  in  prima  in  ^n  de  i  pilaftrf 
della  Loggia  del  Palazzo  Confolare,  la  Tua  arma  c5r£pitafìo,che 
dice: 

Mkhaeli  jingdo  Tonto  C'iui  Opimo  Carditi,  Vd^Ateno ,  &  Trodatarìo 
VigUantì(fitno,  ob  Eximiamymutsm,  Maximam  Trudentiam ,  &Vr*' 
ilare  Gefìa ,  Qmbus  TatrU  fplendorem  auxìt ,  Cìues  Arìwinenfes  ad 
Fnmam,0€cm  Q^»  Terpettium  Vof nere .  ^  ,  Amo  falutis  M.DC-XIU 
Il  qual  arriuò  la  Domenica  della  Seflagefima  li  26.  di  Febr.  i<5i  2. 
alle  ventidue  bore:  oltro  rilluftrifsimi  Signori  Ambafciatori  efpe 
dici  dal  M.Illuftre  Confeglio,&  dal  M.  Reuerendo  Clero  ui  andò- 
rono  ad  incontrarlo  tutte  le  carozze  della  Città  noftra,  &  cauallf, 
te  in  particolare  l'IlIuft.Signor  Mutio  Diotalei  Capitano  d'Archi 
bugieri  à  cauallo,  con  tutti  i  fuoi  Soldati ,  &  l'Iliuft.  Signor  Capi-* 
tano  Giulio  Martinelli,  con  lefue  Milicie  ;arriuatoalla  Porta  O- 
rientale  in  Leciga,  dou'era  il  M.  lUuftre  Magiftrato ,  per  complira 
con  Sua  Signoria  llluftrifsima,volfefcendere  diletiga,  durando 
buon  fpacio  di  tempo  detto  Complimento:  invltimoSua  Signo- 
ria lUuftrifsima  volfe  coiriiluftreMagifitato  andare  in  carezza 
alla  Chiefa  Cathedrale,  &  al  Palazzo  d'elfo  Magiftrato.  Dopò  par 
titofi  li  M-IIIu/l.  Signori  Confoli,  detto  liluftriisimo  Signor  Car- 
dinale diede  principio  a  una  gratifsima  audiéza,cioè  a  uno  a  vno, 
a  tutti  quelli,  che  voleuano  andare  i  farli  reuerenza,e  darfeli  à  co» 
rofcere,  riceuendo  tutte  le  vifite  con  lieto  volto  per  eiTer  Signore 
dotrato  d'ogni  virtù,è  d'ogni  gratia:  difpensò  tre  bore  con  gradif- 
(ìmo  gufto,non  folo  di  quelli,  che  lo  uifirauano ,  ma  anco  di  quel- 
li ch'erano  nell'anticamera ,  vedendo  vn  tanto  Prelato  a  chiunque 
l'andaua  a  farli  reuerentia,  mollrarfeli  tanto  benigno ,  non  folo  a 
tutti  accompagnaua  fuori  della  fua  Ìlanza:ma  a  molti  Gentil' huo 
mini,  anccia  fuordeiraltra,checertofùa  Sua  Signoria Illufìrir« 
(ima  d'vna  grandifsima  fatica .  Circa  vn'hora  di  notte  riìluftre  Si* 
gnor  Vicenzo  figliuolo  del  Sign.Rinaldnzzo  Rina!duzzi,giouene 
beliifsimo,  è  di  effigie  più  Angelica,  che  Humana,  le  recitò  in  ca- 
mera vna  non  men  bella  che  dottale  fententiofa  Oratione  latina, 
in  laude  di  Sua  Sign.  lUuftrifs.  che  per  breuiri  non  ftarò  a  inferir- 
la in  quefto  luoco  :  dopò  apparecchiato  gli  fu  un  fontuofo  ban- 
chetto di  delicate  viuade,erquifiti  uini,epafticci,douefi  vidde  va 
Galinazzodi  gran  filatura  in  p]ede,il  qual  haueua  le  ale  finte  d'vn 
drago  dipinto,&  adoraco,le  gambejè  douericercaua,  vn';\itro  de 
vn  capone  pur  in  piede  con  leale,  &  becco accommodato,chepa- 
rcua  vn'Acquila  naturale,  per  fegno  dell'Arma  di  Noilro  Signore, 

altri 


I  $         Sitò  l{lmhefè  Lihri  Simàì 

altri  doi  Paflizzi  di  due  Pauoni,che  ftauano  in  ateo  di  coniré,pét 
la  memoria,  che  tiene  di  Monfìg.llluflrifsimo  Pietro  Pauoni  Ari^ 
minefe,  &  altri  padizzi  di  variate  forte ,  e  confetture  in  bell'ordl- 
ne,&  vaghezzza  accommodate.  Si  miffero  a  tauola  rilluftrifsimo 
Signor  Cardinale,  con  quattro  Signori  Ambafciatori  Cefenati,  & 
alcun'altro  del  Magidrato,  è  de  i  Signori  Sopra (ìanti  al  detto  Al- 
loggio: Ornando  il  detto  banchetto  molti  Cantori,  con  bellifsi- 
mi  motetti,  variando  hor  quefl:o,hor  quello,  con  piìì  cócertate  vo- 
ci, &inftrumenti di  più  forti,  finita  la  Cena l'iUuftrifsimo  Sign li 
Cocerto  di  Cardinale  lafciò  li  fodetti  Signori  Ambafciatori  in  Palazzo  a  dor« 
doicifslmi  mire,  ne  letti  accommodati  per  Sua  Signoria  Illufl:rifsima,&  fnoi 
fuoni,  &  di  Gentil'huomini ,  andofienelui  a  dormire  a  cafa  deU'Illuftrifsima 
foauiflmii  Signora  Cafiandra  fua  forella,  doue  fé  n*è  ftato,fin  che  fi  e  partito 
cauti.       Il  Lyj^gjj  mattina  adi  vetìfette  detto,a  ben  che  pioueflTc  fé  n'andò 
con  gran  corteggio  di  carozze ,  è  cochij  al  Duomo  a  celebrar  Mef- 
fa ,  6c  fi  cominciò  apparare  con  Amito ,  Camifo  di  tela  di  Cam— 
braia  reccamato  d'oro,  per  fin'a  mezza  manica,  &  colare  cinto  di 
vn  bellifsimo  cordone  di  fera,  &  oro,  con  gran  numero  de  fiocchi 
ambi  forniti,  &  d'oro  adornati,  co  una  nobilifsima  Pianeta  tocca 
d'argento  fioreggiata  d'vn  bellifsimo  lauoro  di  più  colori  ,  &  in 
mezzo ,  che  faceua  Croce ,  &  coIona  di  tela  d'oro  recamata ,  con 
bellifsimo  diifegno  di  canutiglia  d'oro ,  argento ,  &  granate  oltra 
modo  vaga,  la  qual'é  tutta  fodrata  d'orraefino  cremife,  doppio,6c 
fornita  di  franze  d'oro  d'intorno ,  infieme  con  manipoli ,  e  ftola , 
con  vn  bellifsimo  Calice  d'argento,  è  Patena,  con  vn  nobilifsimo 
velo  di  ormifino  bianco  tutto  intagliato  ,&  lauorato  d'oro,  come 
pontinaria  oltra  modo  vago,  &  nobile,fodrato  dell'ifteflo  ormefi- 
no,  in  mezzo  del  quale  vi  è  vn  San  Michael' Arcangelo  recamato 
Ch  *ft  N  ^o»^t"of^"^^"te .  Celebrò  la  Santa  MefTa ,  &  poi  difparato  donò  il 
S.  d?fleché  detto  Paramento ,  &  Calice  alla  Chiefa  Cathedrale ,  &  Capitolo, 
egli  era  co  che  vagliono  molte  centenara  di  feudi,  &  depoi  fé  ne  ritornò  a  ca- 
fa più  bea-  fa  ,  ^  mandò  a  prcfentareall'Illuflre  Communità  un  bellifsimo 
^\}^\^^^  »  Chrifto  d'oro  fino  di  getto  conficato  fopra  vna  Croce  d'Ebano,  ò 
ucfe .  ""'  ^^^^  granatiglia  di  Spagna,  lauorato  diligentemente  da  dotta  ma 
no,  doue  la  Croce  pofa  fopra  vn  triangulare  piede ,  che  nella  pri  - 
ma  fronte  vi  e  porta  un'Imagine  d'vna  Pietà  d'oro,  lauorata  eccel 
lentementc,  la  cui  grandezza  del  Chrifto,  è  più  di  un  palmo,  den- 
tro vna  bella  caffetta  tutta  fodrata  di  veluto  nero  dentro,  &  di  fuo 
ra  aprendofi  a  guifa  d'vna  porticella  di  due  partite  commoda,  e  al 
tenere  fopra  vna  tauola,  &  ancora  attaccarla  apprcflb  vn  Ietto  ve- 
ramente 


fZ)i  Raffaele  tAdìmarì .  9j 

ramente  Kcgale  degno  .  Et  infìcme  mandò  ]vna  Corona  di  pietra 
fnifchia  con  vna  Croce,  ò  Reliquiare  d'oro,con  promefla  de  man- 
darli poi  le  fette  Reliquie .  vi  era  in  oltra  vna  medaglia  d'argento 
coir  IiVipronto  di  S.  Carlo  Korroraeo>&  due  para  di  guanti  di  Ro»; 
ma»  perciafcun  delli  Signori  Confoli,che  l'andò  ad  incontrarlo. 
Similmente  ha  regalato  ampiamente  tutti  li  feruitori  del  Palazzo 
con  buona  quantità  de  danari. 

Il  Martedì  mattina  adi  decidotto  detto ,  inHeme  con  gli  altri 
giorni  feguenti  fino  alla  Domenica  mattina  che  flette  in  Rimino 
Sua  Sign.  Illuflrifsima  difpensò  in  varij  luochi ,  per  ciafcun  gior- 
no, doue  andò  a  celebrare,  onero  ad  udire  la  Santa  Meffa,  lafcian* 
do  in  quelle  Venerabil  Chiefe,  qualche  prefente  di  Sate  Reliquie, 
te  altre  cofe  corrifpondente  al  titolo,  &  in  particolare  a  S.  Maria 
in  Acumine, cioè  alla  Venerabil  Confraternità, per  eflfere  in  quel- 
la defcritto,  quando  eìat  in  Mintribtis ,  vn  Corpo  Santo ,  fenza  no- 
me ,  &  altre  Sante  Reliquie,  come  appare  per  donatione  fatta 
per  man  di  Nodaroalli  Fratelli  di  detta  Confraternita  :  &  poi  la 
Domenica  mattina  adì  quattro  detto, ottauo  giorno  della  venuta 
di  Sua  Sig.Illuftrifs.  per  tépo  andò  a  S.Francefco,&  celebrò  MefTa 
all'Altare  di  S.  Sigifmondo,  a  rifcontro  la  fineflrade  i  Corpi  Santi,  corooSaa 
6cS.  Reliquie,  dopò  finita  la  MefTa  andò  nella  Capella  di  dette  to. 
S.  Reliquie,  reflàdo  co  molta  marauiglia  del  nobiladornaméto 
di  detta  Capella:  dopoi  fé  n'andò  à  cafa ,  doue  pigliato  vn  poco 
di  refettione  dkàt  commodo  alla  famiglia  di  feruirfì  di  un'hono- 
rato  pranro,in  tanto  comparfero  molte  carezze,  &  caualli,  entraa 
do  Sua  Signoria  Illuflrifsima  in  letiga,  fé  in  uiò  alla  uolta  di  Ce  - 
fena,  accompagnato  da  moire  carozze  di  Gsntirhuomini,  &  a  ca- 
uallo  per  fino  a  Cefena .  Il  qual  verfa  vice  ha  datto  tanto  gran  gu- 
fio  ,  &  fotisfatticne  vniuerfale  a  tutti ,  che  non  mai  ìi  potria 
narrare  a  baflanza  le  cortefìe,  &  amorcuolezzediqueftofempre 
immortai  Signore^  che  non  ci  è  perfona,  che  non  le  refli  totalmen- 
te affettionatifsimo,&  obligatiisimo  ad  ogni  fiio  ceno,  per  la  mol 
taamoreuolezza,&  gratitudine,  chedomeflicamentehàmoflrato     w^ 
a  quefta  fua  cara  PatrÌ3,così  il  Signore  Dio  ce  lo  conferui  pciMul*-  *V 
toj  >/*"»«,  a  più  felice  flato.  . 

Che  deuo  io  dire  di  Monfìgnor  Reuerendifsimo  Luca  Sempro-  g  p"dé^S 
nio  bora  Vefcouo  di  Città  di  CaflelIo,che  è  flato,  &  è  il  più  anti  fimo  Luca 
co  feruitore  della  Santità  di  Noflro  Signore  (Papa  Paolo  quinto)  Sépronio. 
delli  altri  hauendoloferuito  da  qnarant'anni  incirca,  per  Audi- 
tore.è  Maggjord  huomo,  tanto  in  Roma.come  in  Spagna^fic  altri 

luochi 


S  i         Sito  Rtmìnefc  Lìhtó  Secóndi 

luochi,  doue  Sua  Santità  è  ftato  Nuncio,  ò  vero  Legato,'  per  il  cui 
mezzo  hanno  hauuto  adita  gli  altri  noftci  Cittadini,  nella  feruitù 
di  quella IIluftcisfimiCafaBorghefia,  per cflerepcrfona  dottata 
di  tanta  amoreuoIezza,&  gratitudine,  che  nififuno  lo  può  fupera- 
refenza  intereffe  aIcuno,ilche  lo  rende  grato  apprelTo  tutti,  che  lo 
pratticano,&:  lo  fanno  defiderabile  a  quelli,  che  lo  conofcono  fol 
per  fama,  com'è  auucnuto  a  mc,il  quale  fé  bene  non  ho  mai  hauu 
co  fetuitù  con  quella ,  ma  forfi  n'anco  mai  da  me  ella  è  fiata  vedu- 
ta, mafolamente  intendendo  la  gran  fama  delli  fuoi  nobilifsimi 
coftumi,  che  per  tutto  rifonano,&  rifplendono  mi  hanno  fatto  in- 
namorare con  gli  altri  di  poterla  feruire,&  conofcere  di  prefentia. 
fuoco  che      ^^  P^*^  "^"  ^^  partire  da  quefta  llluftrirsima  Cafa  Borghesìa,  di 
fi  nutrifcc  rò  qualche  cofa  ancora  delli  altri  noftri  Cittadini,che  hanno  ferui 
tó  '.4  vifta,  to,  6(.  fernono  quelli  Illuflrirsimi  Signori,  &  Sua  Beatitudine  par- 
ÒL  fama  d«  ticolarmente,  tra  quali  uiè  Monfìgnor  Illuflrifsimo  Pietro  Pauo- 
la  cofa  a-  j^,-  ^ob^jc  ^{  quella  Città ,  primo  Sccretario  de  Memoriali  di  Sua 
M5itg.  Or  Beatitudine,  di  poi  fatto  Maflro  di  Camera  di  Sua  Santità ,  dalla 
tre  Piuo-  quale  femprc  è  flato  amato ,  &  fauorito,  per  le  fue  rare,  &  buone 
ni.  quilità,&conditioni. 

A  Ila  feruitù  della  Medefìma  Illuflrifsima  Cafa ,  Ci  troua  anco  il 

IlCauagl.  molto Illuflre  SignorGiulio  Pauoni  Cauaglier  di  San  Giacopo 

CiuiioPa-  jn  Spagna,  fratello  del  fudetto  Monfìgnor  Illuftrifsimo  Pietro,  il 

*°^'^*        qual  hor3  è  flato  creato  Capitano  de  Caualli,  della  Guardia  di 

Nofìro  Signore,cirendo  anco  Madro  di  Camera  dell' Illuftrifs imo 

Cardinale  Borghefio  :  il  qual  Cauaglier  è  di  gentilifsimi ,  &  grati 

coflumi ,  m  moda ,  che  coflringe  ad  amarlo),  qualunchs  anco  per 

poca  pi  attica  Io  coiiofce . 

Molti  altvi  Gentil'huomini  della  Città  nodra  fono  alla  feruitù 
franceffo  dell'Ili ijfmrsinn  Signori  di  quella  llluftrirsima  Cafa  particoli- 
BAldo,  A- ^^^  gli  molto  Ululi. Signori  Fi^ancefco  Baldi  Secretarlo  dell'Il  • 
df ' Dobdi  luftrifslmo  Signor  F.  ancefco  Borghelio,  fratello  di  N  S.  &  il  Sign. 
Ariinia.  Adriano  Baldi ,  fratello  del  fudetto  Signor  Francefco  ,  il  quale  e 
V  Aimo  delli  lUulldrsimi  figliuoli  dell'Il luilrifsimo  Sign.  Gio.  Bac- 
*'^  '    tifta  Borghelìo  di  F.  M. 

Et  per  continuar  il  numero  di  quelli  c'hannoferuito  quella  II* 

Monfign.  juftjifsjrna  Famiglia  Borghefia,particolarmentc  il  Beatifsimo  Pó- 

Vefc!*di     tefice,  dirò  di  Mouiìgnor  Reuerendilsimo  Hettore  Diotalleui  Gè 

$./\pia.  ■  til'huomo  principale  della  Città  nollra  ,  ilqual  Giouenetto,  & 

Dottorato  andò  in  Roma,  ftando  nobilmente,  &feruito  l'illullrif 

fi nao  Cardinale  Santa  SeuerinaB.M.  fino  che  ville  .    Si  eiTercitò 

nel 


nel  fuo  officio  de!  Referendario  molti  anni ,  dipoi  feguitò  la  detti 
Illuftrifslma  Famiglia  Borghefia ,  &  dal  Pontefice  Paolo  Qiiinto, 
fu  mandato  Inquifitor  Generale  nell'lfola  di  Malta,  doue  flette  al 
cuni  anni;  di  poi  vltimamente  dairifteflb  Pontefice  fii  fatto  Vefco 
uo  dì  Sant' Agata,Iuoco  molto  nobile  nel  Regno  poco  lontano  da 
Napoli ,  doue  bora  fi  la  fua  refidenza ,  6c  è  perfona  di  gran  vaio» 
re ,  litteratura ,  &  di  buon  fpirito. 

L'Ecce!Iencia,&  induftria  dell'Illuflre  Signor  Ludouico  Manti  L'Eccelle* 
coli  nobil  Ariminefe,  al  prelente  Medico  del  Santifsimo  Signor  t«Sig.  Lu- 
Noftro,  in  Roma  ha  datto  Tempre  bonifsimo  faggio  di  fé,  &  è  fta-  4°"'j^°  ^^^ 
to  adoperato  da  molti  Sommi  Pótefici,  &  llluftrifsimi  Cardinali . 
Ha  datto  granteputatione  alla  fua  Patria,&  alla  Cafa  fua,eflendo 
da  Giouene  fempre  (lato  in  Roma, con  molta  reputatione,finoal- 
li  tempi  noflri  moderni  . 

Vi  era  ancora  l'Illuflre ,  &  mólto  Eccellente  Signor  Gio.  Datti-    l'Eccell, 
fla  Orio,che  nella  profefsione  di  Medicina  non  era  inferiore  ad  al  ^'§*  ?' q^* 
cun'altro  delia  fua  età,  però  molto  ftimato,  &  tenuto  in  gran  con-  ^^"J'  *    * 
todali'Illu/lrifs.  Cardinali  in  Roma,  6c in  particolar  dalla  Illuftrif 
(ima  Famiglia  Borghefia  ,laqual  feruiua,  doue  teneua  cafa  aper-^ 
ta,cocchio,  &  feruitù  honorata,  che  fé  la  morte  fua  in  Roma  Tan- 
no idoy. Mondana  fine all'afpetatione,  che  fi  haueua,  dellafua 
età  d'anni  quarantauno,  con  grandifsimo  fondamento  della  fua 
perfona ,  era  per  reufcire  vn  de  primi ,  che  fufle  (lato  a  fuoi  tempi 
in  quella  profefsione. 

^  L'Illuflre  Signor  Francefco ,  della  Nobilifsima  Famiglia  Guai-  ri  Cauagì: 
di  Cauagliero  di  San  Stefano  ,  che  fu  Camariero  fecreto  di  Papa  Francefco 
Leon  decimo  B.  M.al  qual  haueua  feruito  molto  tempo,  mentre  ^^^^"^^  • 
era  Cardino  le  nel  medefimo  Officio;  Hora  Camariero  della  San- 
tità di  N.  S.  feruendo  Sua  Beatitudine, con  la  medefimaaflettione 
fedeltà,  &  diligenza  delli  Signori  Palatini  Ariminefi. 

Nel  numero  de  noflri  Cittadini ,  che  feruono  la  medefima  IIIu- 
ftrifsimacafa  Borghefia,  vie  l'Ili uflre,&  molto  Eccellente  Signor 
Pietro  Lanzi  Caponi ,  il  qual  haueua  feruitù  coll'Illuflrifsimo 
Borghefio,  mentre  era  in  Minoribus,  ftando  al  fludio  in  Perugia, 
non  eflendo  ancora  creato  Papa,PaoIo  fuo  Zio,  il  qual  Sig.  Pietro 
hi  poi  continuato  detta  feruitù  flandoinRoma,  feruendo  per  A - 
gente  della  Prouincia  di  Romagna  ,  effendo  fauorito  dall'iflenTo 
Illuflrifsimo  Cardinale,  &  per  le  fue  buone  quaJicà,&  creanze,  fi  è 
acquiflato  ancora  particolar  feruitù  ,  coll'Illuflrisfimo  Cardmale 
<;aponi ,  dal  quale  gli  è  ftaco  datto  il  fuo  Cognome  ,  &  Arma , 

Mm  per 


$  ì         sito  Rimine/i  Llhro  S econio 

per  mollrare  quanto  gli  fia  grata  la  feruitù  di  qucfto  Gentil'huo- 
mo. 
l'Sig  Gap  ^'  Signor  Capitano  Gio.  Battifta  Galanzone  Lanza  Spezzata,' 
G io  Batti  '^^"^^  alla  feruirùdellamedefima  llluftrifsima  Ca fa ,  ha  carico 
fta  Calao-  deli'Armaria  di  Palazzo  di  Noftro  Signore,  perche  è  a  maro,  & 
zone.  fauorito  da  quelli  llluftrifsimi  Signori ,  sì  chepotria  anco  afcen»- 
derf  a  me^lior  grado ,  è  perfona  molto  accorta,  &  attiua  . 

Haiiendo  io  parlato  delle  perfone  Religiofe  di  quefta  lUuftre 
Città  nortra  tanto  antiche,  come  moderne.  &  di  quelle,che  feruo- 
no  Sua  Beatitudine,  &  la  Illuftrifsima  Famiglia  Borghefia,  fé  ben 
forfì  non  con  quel  ordine ,  che  ad  alcuni  piacerebbe ,  nondimeno 
con  quel  ordine,  che  a  me  è  parfoftarbene  almeno  moralmente; 
bora  tratterò  breuemente  delle  perfone  fecolari ,  degne  da  non  la- 
,     ,.       fciarfipa(rarefottofilentiO;poiche  fono  degne  d'eterna  Memoria, 
Vgolino     ^^^  c^y-'izW  i  me  fcuuiene  vn'Illuftre  Signor  Zanchiuo  Vgolino,  fé* 
Doiìoiec-  na  Dottor  di  Leggi,  Auuocato,  e  Procuratore  del  Sat  Officio  dell'- 
celi,  di      Inquifitione;  il  qual  anco  fu  eletto  infieme,  con  alcuni  altri  Gen« 
J-^Sgi*       til  hnomini ,  è  Cittadini  della  Città  di  Rimino,  che  afcendono  al 
numero  di  quaranta,  fenza  i  Trombetti,&  feruitori  eletti,dico  dal 
Molto  Reuerciìdo  Padre  Fra  Guidone  de  Tufcis  da  Bologna,  In- 
quifìtore  Generale  della  Prouintia  di  Romagna ,  con  il  confenfo, 
C:  beneplacito  di  Monfignor  Reuerendifsimo  Laurentio  Ballachi 
Vefcouodi  Rimino  per  confonderci  Hercfie,ch'eranoà  quel  tem 
poinqueftaProuincia,  &  per  Augmento  della  Fede  Catolica,  & 
quefli  tutti  furono  eletti  ,  &  publicati  Officiali  della  Santa  In- 
quifitione,  nciriIUiftreConfeglio  Generale  del  Commune di  Ri- 
mino. E  che  la  Giurifdittione  di  quefto  Santo  Officio  ha  nobi- 
litato, &illuftrato,  infpiritualeparticolar  queftallluftre  Città, 
poiché  quefto  diuin  Tribunale  non  fol  comprende  la  Città  di  Ri- 
mino (doMC  fempre  è  ftato,  &  è  la  Refidenza)  è  fua  Diocefi ,  ma  fi 
eftende  per  tutta  la  Diocefi  di  Pefaro,  e  Fano,  che  di  qui  fi  può  ar- 
gomentare di  quanta  ftima ,  è  confideratione  ella  fia  fempre  fiata 
qucfia  nofira  Città  di  Rimino,c  (uo  popolo.appteffo  i  Sommi  Po 
tefici,&  Imperatori  facri,&  nel  Palazzo  di  detto  Cómunc,riceucii 
do  il  giuramento  riUuftrifsimo  Signor  Malateftino  Figliuolo  del 
Signor  Malatefta  honorabile  Pretore  della  Città  nofira  di  Rimi- 
no: li  quali  giurofono  di  efìfercitare  il  loro  officio  fedelmente,  ée 
fare  tutte,  &  ciafchedune  cofe,per  quanto  vagliono  le  lor  forze,fe- 
condo  che  gli  è  conceflb ,  &  commeffo  dalle  confiitutioni  Papali, 
&  Imperiali^  &  di  dicela  vecicà  in  tutte  quelle  cofe,  cheappartea* 

goao 


n>i  Raffaele  t4JìinAYy^  :  >f 

gono  al  loro  officio ,  nell'anno  del  Signore ,  Mille  e  trecento  due, 
all'indictione  decima  quinta ,  nel  tempo  della  Felice  Memoria  di 
Bonifacio  Papa  Ottauo,  alli  2  i.di  Marzo,  il  qual  Zanchino.oltra 
l'enercitarfi  con  gli  altri,  in  così  buona, &  fanta  opera,  fece  vn  trac 
tato  fopra  gli  Heretici,  &  lo  mefife  in  (lampa,  che  fu  di  tanta  confi- 
deratione,  &  dottrina,  eflendofi  quafi  perfo ,  &  venuto  manco,  la 
Santa  F.M.  di  Papa  Pio  QiiintO,  fece  opera  tale,  che  fi  trouò  in  Ri 
mino  l'originale,  &  volfe,  che  di  nono  Ci  riftampafie  detto  Tratta- 
to elfendodefiderato,  &  con  diligenza  ricercato  ogni  giorno  da 
molti  in  Roma,  particolarmente,  cosi  fu  efleguito ,  &  ftampato 
nell'Alma  Città  di  Roma .  Di  cui  fi  legge  vn'Epitafio  all'antica, 
che  fuona  in  quefto  modo 

rìr  Iure  Confultus  tegUur  per  ìapìdes  tjlos 
Ftéìt  illi  nomen  Zanchìnttt,  &  Sena  Cognomen 
ygttlìnui  Tater  CtigUelmo  defcendìt  ab  ^m 
Is  interc'mes  Crimini  7^ bìUs  erat 
Et  Turus ,  &  Tiui  luHus ,  ac  funimp  perìtus 
Zelator  fidei  ,  Fugator  EretìcorunL^ 
^nnU  MiUenìstrecentis,  & quadrùgmta 
Eiefìremumclaufndtem,  ìnSìante  Settembri 
Troque  fuU  mentii  ftHÌtiirmnc  glorh  Cceli 
Ftater  in  eiìrema  die  focìabitur  iUi 
Kanierus  ludex  feruam  veHigia  FratrU  * 

Si  troua  ancora  il  molto  Illuftre,  &  Reuerendifsimo  Guido  de 
Caminati,  lù  Vefcouo  di  Rimino,  perfona  dedita  allo  ftudio  del-  Mófig.Gui 
1  e  Sacre  lettere;,  &  alla  diuinacontemplatione,  che  refe  Io  fpirito  l^J?!:^*" 
a  DiOjCircalanno  1302. 

Medefimamente  fu  vn  Giouanni  de  Caminati  da  Rimino ,  Ve-  wonfì?  ' 
fcouo  di  Cefena,  perfona  dottata  di  molte  virtù ,  &  di  buon  fpiri-  Giouànidé 
tomorfe  del  1320.  Caminati, 

Vi  fu  ancora  Monfìgn or  Reuerendifsimo  Antonio  Monaldi  Mófig.Mo 
da  Rimino,  che  fu  Vefcouo  di  Sarfinahuomo  di  gran  dottrina,  ftoffi^Jf^" 
valore,  &buonti,  5,,  y^,;^;; 

Furono  anco  Illuftri,&  molto  honorati  i  Signori  Cornerij,  che  nefe 
prima  fi  chiamorono  Cornelij  :    Vltimamente  furono  chiamati  Corncri;. 
Corncfi,  furono  Tribuni,&  perfonedi  molta  authoriti,  &huma- 
nità,  faceuano  la  lor  Arma  in  campo  aznro,&  oro,  con  una  coro- 
na inmezzo,  adornata  di  gioie,  daquedane  vfcirono  affai  Ab-- 

Mm    2        baci, 


9s         Sito  T{ìmìtiefè  Libro  Secóndo 

bati ,  Vefconi,  &  Cardinali ,  cflendo  flati  fatti  Nobili  Venetiani. 

Furono  ancorai  Signori  Longhì,  che  difcefero  dalla  cafa  delli 

Signori  Malafedi  Signori  di  Rimino,tra  quali  fiorì  vn  Sig.Nicolò 

Longo  i  San  Marciliano,  nella  guerra  de  Genouefi  fu  adme(ro,6c 

aggregato  nel  Confeglio  di  Venetia,  del  isSi.faceuano  nella  lor 

.  .       Arma  vn  Leon  nero . 

bcmiticf  o      i^ufono  ancora  i  Signori  Semiticpoli ,  li  quali  furono  Tribuni 

antichi ,  che  fi  fecero  conofcere  in  arme,  &  in  lettere,  per  feruitio 

della  Republica  Venetiana  . 

Et  medefimamente  li  Sig.  Tiepoli  furono  Tribuni  antichi,  perfo 
ne  molto  fauie,  &  valorofe  in  armi ,  faceuano  per  la  lor  Arma  vna 
Torre  co  tre  Cartelli,  la  quale  al  pfente  fi  è  mutata  in  la  coda  d'vn 
ferpente,  &  qucfti  medefimi  del  fiio  proprio  fecero  edificare  il  Mo 
iiafterio  di  S. Michele  di  Morano:  e  tutte  quefte  quattro  Famiglie 
fono  notate  in  una  nobil  cronica  antica  di  Venetia  manu  fcritta, 
per  eflere  andati  quelli  da  Rimino  ad  habitare  in  Venetia,  doue 
ancora  fi  mantengono  nella  lor  grandezza,&  nobiltà;&  tutto  quo 
fio  con  gran  mia  fodisfattione  l'ho  hauuto  dalla  liberalità  del  M. 
Mateo  Suuetini  Cittadino»&  librato  di  quefta  Cicti,che  mi  è  fta- 
^•^!-^  M  ^"'  ^^  cortefifsimo,in  farmi  partecipe  della  fudetta  Cronica  manufcrit 
te  da  UbrK  ^a  delle  cofc  llluflari  di  Venetia,  al  qual  certo  gli  tengo  grand'obli 
*go  per  quelle,  &  molt'altrecortefie,  te  commodità  conceft'emida 
lui  di  vedere  varij,&  diuerfi  Ubriache  difficilmente  haueria  potuto 
hauer  in  altro  luoco,  &  da  altra  perfona  &c. 
Hora  vfciremo  di  Venetia, &  trattato  dclli  altri  luochì,fono  flati 
Illuflri,&famofi  in  tri  l'altri ,  che  furono  della  noftra  Città  Con- 
feglieri  di  Guerra,  con  rilluflrifsimi  Signori  Malateftijvi  fiì  l'Illu- 
Almerico  ftre  Sig.Almerico  Brancaleoni,che  fìi  Capitanio  Generale  delle  gè 
Brancalco  ^j  dell  Illuftrifs. Sig. Sigifmondo  Malatefla  Signore  di  Rimino ,  & 
"*  '           del  i44o.adì  ^o.d'Agofiioruppe  Guerra  col  Conte  d'Vrbino,  &  li 
tolfe  Montelocco,  &  molte  altre  Cartella  infieme  col  Tauolede ,  il 
qual  poipafsòa  meglior  vita  del  1444.  &  fu  fepolto  in  S.Fracefco 
di  RiminOjCon  fontuofifsime  eflequie,  &  gtand'honore  a  fpefe  del 
detto  Signor  Sigifmondo,  ilquale  anco  lì  maritò  vna  figliuola  dan 
dole  per  dote  il  Cartello  di  Spinel. 
Roberto   No  meno  fii  IlU]rt.&  famofo  il  Sig.Ruberto  Valturio  Ariminefe, 
Valiurio.  che  in  lingua  latina  fcrifle  dotta  mente  dei  Precetti  dell'arte  Mili- 
tare,mort rande  anco  in  figure  molti  'nftrumenti,  sì  antichi,  come 
al  fuo  tempo  moderni  pertinenti  alla  guerra  ,  in  un  groiTo  volume 
di  dodeci libri  in  foglio,  dedicato airilltìrtriri.Sig.Sigifmódo  Pan 
•  "  ^         "'  ^  "'  dolio 


dolfo  Malatefta  Sign.  di  Rimino  ;  la  qual  poi  molti  anni  dopò  fu  p^^j^  ^^2 
tradotta  di  latino  in  volgare  daH'lUufl:.  Sig.Paolo  Ramufio  da  Ri^  mufio  .  ^ 
minojcon le medefime figure,& indirizzata  allllluftrifs. Capitano 
Sig.  Roberto  da  Ragona  di  S.  Seuerino  Generale  Locotenéte  del 
Serenifs .  Senato  Veneto  ftampato  in  Verona  del  1483.  opera  di- 
letteuoIe,&  curiofa  per  quelli, che  (ì  dilettano  delle  cofe  di  Guerra, 
6c  Matematica . 

Poiché  per  queAa  occafìone  ho  fatto  mentione  della  nobil  Cafa 
Ramufia  Originata  nella  Città  noftra  di  Rimino,  dirò  in  quedo 
luoco  tutto  quel  poco  c'hò  potuto  trouar  di  lei,  &  prima  d'un  Sig. 
Girolamo  Ramufio  Dottor  celeberrimo,  che  fu  figliuolo  di  Bene-  Gieronì- 
detto  Filofofo,&  Medico  rarifsimo,  c'haueua  bonifsima  cognitio  «10  Rama- 
ne della  linga  Greca, Latina, &  Araba, il  qual  fcrifle  vncómento  fo       * 
pra  li  quatrordeci  libri  di  Galeno  de  diffcnnttjs pulfutim,<t!:r  de  Ugno- 
fcendis  pulftbtis.  , 

Paolo  Ramufio  Dottor  di  Legge,  e  Chriminalifta  famofo  del  fuo  ^^^l®  ^^*- 
tempo  figliuolo  di  Benedetto,  6c  Padre  poi  di  Gio.  Battifta  Secre-  °""  ^°* 
tario  deirilluflrifs.  Cófeglio  de  dieci  in  Venetia,  che  fcrilTe  vn  lib. 
de  Iure  emphiteotico,  &  lo  dedico  ad  Angelo  di  Caftro  fuo  Precec 
tore:  Gio.  Battifta  Ramufio  Secretario  fodetto  dottor  di  Leggi  y6c  q-   ^     . 
di  fingolar  dottrina, &  chiaro  p  l'amicitie  de  i  prmii  litterati  dell'-  fx^  Ramii- 
etàfua,peritifsimoin  ogni  forte  di  lingua,cioè,Latina,Gi:eca,  Fta  fio- 
cefa,SpagnoIa,  Portughefe,  &  altre,imparate  da  lui  nelle  Prouin- 
tie, mandato  infuagiouencù  dairilluftrifs.Republica  Veneta,pec 
importantifsiminegoti),&  ancora  Cofmografobonifsimo,  &  in- 
telligentifsimo  nelle  cofe  di  Medicina ,  &  Filofofia,  &  di  gran  me- 
rito appieffo  il  Senato  Veneto. 

Quefta  Nobilifsima  Famiglia  ancora  fi  conferua  nobilifsima- 
mente  in  Venetia  ,  nel  medefimo  officio  (come  neiriftefia  Cit- 
tà cene  fono  andate  altre  Famiglie  nobili  da  Rimino  ,  che  al 
fuo  luoco  fi  dirà;  conferua  ancora  la  fudetta  Famiglia  pofTef- 
(ìoni,&  altre  ragioni  nella  noftra  Città,  comefièdettoaltroue, 
&  di  più  gode  ne  i  pagamenti  Camerali,  tutto  qnello,che  godono 
gli  altri  Cittadini,  che  dimorano  nella  Citcà,6c  che  hanno  beni  fta 
bili  .  . 

Monfignor  Reuerendifsimo  Carlo  SagramoraAriminffe,  che  Monfign. 
fu  ^Vefcouo  di  Parma  ,  Commendatore  dell' Abbatia di  SanGn-  Garlo  sa- 
yiùn'^ lìodro  ài  Rimino,  come  appare  d'alcune  inuefticure,  che  gra'Dofft 
fece  dell'Anno  Mille  e  quattrocento  fettanta  otto,  del  Mefed'A-  parma"° 
ptiie ,  Prelato  di  fingolar  dottrina ,  Ce  di  gran  goucrno. 

Vi 


>  4  Sito  Kìmìnefe  Lwyo  Secondo 

Mófig.An-      Vi  fu  anco  Monfig.  Reuerendifsimo  Angelo  da  Rimino  Arcì- 
geio  Aici  ucfcouodiRagufadcl  i492.perfona  molto  liccerata,  &  di  molta 
ucfc.  di  Ra  Santità,  con  fignalate  virtù,  eiTercitando  diligentemente  l'Officio 
S"^* *        paftorale ,  predicando ,  fouenendo  a  i  poueri ,  &  in  particolar' a 
quelli ,  che  fi  liberano  dalla  feruitù  Maumetana  de  Turchi ,  &  era 
adoprato  molto  ne  i  negocij  importanti . 
Aurelio         ^q^  {^^,10  anco  di  gran  confideratione  delli  noflri  Ariminefi ,  il 
Augurclli.  p^j^^Qfo^  ^  Dotto  Aurelio  Augurelli,  il  qual  con  il  fuo  viuacifsi- 
mo  ingegno  fece  rifplendere  la  fua  fama ,  a  gutfa  di  fiammegiante 
Sole ,  &  fé  innalzò  tanto  alto   che  diede  a  i  più  dotti ,  &  faggi  del 
fuo  tempOjda  marauigliare  non  poco  ;  vedendolo  con  il  fuo  flori- 
do ingegno  ,  ornato  di  lettere  Greche ,  &  Latine ,  che  in  Venetia, 
fu  tenuto  il  più  dotto,  è  candido,che  a  tempi  fuoi  infegnafle  ad  al 
tri  priuatamente . 

Si  leggono  molte  delle  fue04c,&  alcune  poche  elegie,  nel  pur 
ftil  Romano  cantate:  ma  nel  Verfolambico  da  molti,  infinoal 
giorno  d  hoggi  denderato,&  da  pochi  a  pieno  pofleduto;  giudicò 
ch'egli  andafle  appreflb  gli  antichi  più  lodati ,  fece  non  poca  pro- 
fefsione  dell'Archimia.&accortofì  poi  dell'errore  fuo, fi  rimoflfejda 
quella  vana ,  &  fruftatoria  imprefa,riuolgédofi  in  un  fubito  dalla 
fallace  fperanza  di  lei,  al  comporre  ,  per  moftrare  più  al  mondo 
e  degna"  l'authorità  dieffa,  la  cortefia  di  quel'Arte  pazza,  &  degna  di  rifo; 
fifo .  perciò  egli  fcriffe  in  Poema  un'opera  da  lui.intitolata  la  Crifopea 
nella  quale  moftraua  fé  fi  potefle  far  1  oro,  &  la  dedicò  alla  Ricor- 
deuolMemor.diLeon  X.  Papa,  che  era  d'ogni  richiezzapalefe, 
difpenfatore;  acciò  che  Sua  Beatitudine,  la  quale  prodigamente 
vfaua  l'oro  nel  fuftentare  i  belli  ingegni ,  &  nelle  fpefe  continue , 
&regali,fenza  ingiuria  delli  Huomini  fapefle,  onde  ampiamente 
cauar  potclTe  ricchezze  infinite  :  Fece  anco  vn  opera ,  che  tratta 
della  vecchiezza,  &  la  pofe  alla  ftampa  ,  dedicondola  a  Pietro  Li- 
pomano  fuo  difcepolo,  che  poi  fu  per  le  fue  virtù ,  fatto  Vefcouo 
di  Verona. 

Vifsi  il  fodetto  Aurelio ,  per  fino  all'ottagefimo  fefto  anno . 
Morì  in  Treuifo  fubitamente  oppreflb  dalla  gocciola,  oue  egli  ha- 
ueua  alcuni  benefici),  &  fu  fepolto  nella  Cathedrale  in  vno  hono. 
ratifsimo  Depofito ,  dou'era  il  fuo  ritratto  con  l'Epitafio  in  ver- 
fi  Lattini  da  lui  fatti,  che  fono  li  feguenti  : 

^uYelìj  Augwellì  imago  efi  quam  videi 
ytii  racantis  luterarum  iìudio 

Serie 


DiT(dfael0t4dlm4rk  » 

SerìoV&iocofo  dinari  cura  tametL^ 
Hoc  vt  tegetior  ftc  fieret  ad  SeritUf 
Ilio  rt  iocofìs  vterem  prmior 

In  Volgar  fonapo  in  queflo  modo ,  yideliccf; 

Qutfia,  che  fcorgi  è  la  yerace  Imago ^ 
J>' Aurelio  augure If  che  fa  del  faggio 
Studio  t  &  delmottegieuol  affai  vago 
Ma  per  cagion  dì  ^pareri 
Ch'è  dì  quefio  fé  fagìo  : 
^ccìò  ne  le  gran  opere  argute ,  è  chiari 
Fofìero  gli  spiriti  fttoì ,  &  fi  die  a  quello 
Ter  hauer  motteggiar ^ pia  dotto,  e  bellol 

Mahora  quefto  Depofito,  con  altri,in  particolar  quello  del  Si- 
gnor Bcuarzano,  ch'erano  di  qualche  confideratione,è  reftato  de- 
ftrutto  nel  rifare,  &  accommodare  detta  Chiefa  Cathedra  le ,  per- 
che in  detto  Epitafio,  non  :ui  è  Millefimo  ^per  fodisfattione  delli 
lettori,  dirò, che  del  mille  e  cinquecento  tre,  era  uiuo,  poiché  nel- 
la fua  Crifopeia  egli  dice  ; 

Tatrìx  Gratulcr ,  quod  fub  dltlonem  venetam^  vcnerìt  : 
Si  troua  ancora  vna  delle  fue opere ,  appreflb perfone  dottate  di 
buone  qualità,che  dicono  volerla  dar  in  luce . 

Si  legge  vn  libro  antico  di  Poefìa  di  vn  Giouanni  Bruno ,  il  cui  Gìo.Bru-» 
Titolo  dice:  loannis  Bruni  Ariminenfn  ydmores ,  ad  Dìuam  erudkewLj  no . 
puellarum  ^rìmìneum  decus  ^lendorem ,  fé  ben'  è  opera[  volgare . 

^  Con  Sonetti  CLXltl^ 

^  Canxpni^  lllU 

^  Capìtoli  XVl. 

1  Bar7,dettt^  TiXtl^ 

1  Starnici. 

Dedicato  all'llludrirslma ,  &  Ecccllentifsima  Signora  Donna 
Bifabetta  Feltria  Gonzaga  Duchefla  d'Vrbino  ,  ftampato  in  Mi- 
lano, per  Agoftino  da  Vimercato,  ad  inftanza  di  Giouanni  laco- 
bo,  è  fratelli  di  Legnano ,  del  1 5  op .  adì  i  o.  di  Ottobre;,  con  la  fua 
tauola.  ch'è  molto  curiofo . 

E  della  nobile  famiglia  de  Paci  Gentirhuomiai  di  quefta  Cit- 
tà. 


pè         SìtòtJmhep  Véri  Secìnii 

Paci  dignif  tà .  Fu  MHuftre  Signor  Marco ,  figliuolo  del  Signor  Angelo  lurls 
Jimo  Colo  Confulto  celebre,  fratello  del  Sig.  Simon  Auo  del  Sig.  Cauagliere 
nello.       Claudio Paci,ilqualhebbegrado  di Colonello  dilla  Serenisiima 
Republica  Venetiana,  ilcui  ftipendioferuiua  con  grande  accre» 
fci mento  di  duplicata  prouifione,  perelTerfì  portatabenifsimOj  & 
valorofifsimamente  in  molte  imprefe  importanti  fuccefTe  in  fauo- 
re,&  in  gradezza  di  quella  Republica,che  fa  circa  dell'anno  15 op. 
Ma  per  non  vfcir  di  quefta  Illuftre  Cafa>  dirò  in  quello  luoco ,  che 
a  i  tempi  non  remoti,  cioè  all'età  noftra  vi  è  flato  il  molto  Illuftre 
Signor  Claudio  Pace  Cauagliero  fodetto,  che  fi  è  dilettato  di  bel- 
le Iettere,&  particolarmente  d  Hiftorie,  il  che  gli  è  (lato  quafi  He- 
reditario,poiche  fi  troua  molti  altri  fuoi  Anteceflbri  hauer  fatto  il 
(ìmile ,  &  fi  è  affatticato  affai  in  trouare  le  cofe  nobili ,  &  antiche, 
della  noftra  Città,  particolarmente  le  Famiglie,  &  le  perfone  Ulu« 
ftri  di  quelli ,  come  anco  ha  fatto  il  Signor  Aleffandro  fuo  fratello 
Dottor  di  Legge ,  che  ha  cercato  di  mettere  infiemele  Vitedelli 
Huomini  dì  Rimino  Illuftri ,  e  per  Religioni,  ò  per  Lettere ,  ò  pec 
Armi,  &  per  quanto  s'intende  ,  haueua  già  meffo  infieme  la  prima 
l'TlI  ft  <;*  ^^"®  •  Medefimamente  il  fodetto  Signor  Cauagliero  fuo  fratello 
gn.Cauag.  per  quanto  fi  dice,  haueua  ridotto  à  buon  termine  le  longhe  fue 
ClàudioPa  fati  che,  &  diligenza,  fopra  il  trouar  la  verità  delle  cofe  fodette  an- 
«i.  tiche  della  noftra  Città,&  perciò  era  conofciuto,&  tenuto  m  gran 

reputatione  appreffo  a  molti  letterati,  &  Signori ,  che  non  l'haue- 
uano  mai  vifto ,  ma  folamentc  conofciuto  per  uia  di  lettere  occa^ii 
fionalmenteoccorfe  tra  loro  ,  &  perlagranpratticac'haneuadi 
tutte l'Hiftorie,  dauagran  fatisfattione,  &nobil trattenimento, 
Tittoliuio  con  chipratticaua,  a  guifa  d'vn nono TittoLiuioPadoano,  del 
Padoano    qual  il  Gloriofo  San  Gieronimo  di  Dalmatia,nel  Prologo  delia  Bi 
S.  Gierda  biadice,  che  fcrJuendo  Tittoliuio  le  fue  Deccade,  nel  tempo,  che 
^■'n°f  ^*  Rofnaeranellefue  maggior  profperità.che  molti  andauano  à  Ro 
tia  l'Agno  "^3»  P^"  ^^^^  P^^  parlar  con  effo  Tittoliuio,  (che  morfe  l'anno  de- 
400.  d'età  cimonono  della  noftra  falute  )  che  per  veder  Roma ,  è  fuo  famofo 
99.  Campedoglio,  Pafsò  a  più  felice  vita  l'anno  i5o8.  hàlafciarodi 

fé  tré  figliuoli,  che  mantengono  honoratifsimamente  la  Nobiltà 
di  quella  Cafa,  &  tri  l'altri  rilluftre,&  molt'Eccellente  Sign.  Pace 
L'Ili  uftrc  Paci ,  Dottor  celeberrimo  di  Legge ,  che  a  gli  anni  paffati  è  flato 
Sign.  Dot-  vno  delli  Confeglieri  della  Rota  di  Bologna ,  &  fuccefsiuamente 
!.°'^^*5.';   Podcftà,  come  fi  fol  fare;. 

oJtauij  '        ^'  ^^§S^  ^ ncora  D. Frandfcì  O^auij  Cleopht  Mmmenfti ,  ilari  Vos» 
U  Epigramma  ad  MatauntThom^fium  Senenfcm  ìmhs  Ifa^ogici  HbeUi 


'Dì  Rdjfaele  ^Jimarl .  >f 

jiu^ufitnì  Ldtì  Oratori!  CUrìffimi  affenorem,  impreffìm  Venetijt  per 
IoannemKtébeum  f^ercellenfem  Anno  Domini  15 13.  dieS'  MenftsiH- 
iij. 

Ancora  fi  ritroua  Publio  Francefco  Modcfto,  c'hà  datto  alla  ftà 
pa  vn  Poema  molto  grande  di  dodeci  libri,  in  lode  di  Vcnetia,  In-  p,jfji|iód.* 
titolato, Venetias,  ftampato  in  Rimino,  nell'anno  1x1 1 .  dedicato 
al  Serenifsimo  Prencipe  di  Venetia,  Antonio  Grimano ,  &  Ecccl- 
lentifsimo  Senato  Veneto,  nel  qual  fi  contengono  molte  altre  va- 
rie opere, tutte  in  verfi  Latini  molto  (limati  da  perfone  dotte  ,  & 
intelligenti . 

Vi  fii  ancora  rilluftre  Sig  Agoftino  Bon  Francefco  da  B  imino  L'IlIuftre 
Eccellenti fsimo  I.ottor  ài  l^ggi,&  Confeglier Secreto  del  Serenif-  Sign.  Aug. 
fimo  Ercole  da  Eftc,Duca  Secondo  di  Ferrara,che  fece  T Adittioni  j,"^J^^°: 
ad  Angelo  Aretino,  nel  trattato  de  Maleficiis  d\  molta  dottrina,  tòr,  eCon 
&  confideratione, com'è  noto  a  tutti  gli  Huomini  dotti,della  pro-feglier  f«?- 
fefsionedi  legge  ,  dedicato  all'Altezza  del  Serenifsimo  Sign,  Duca  cr«w  • 
fodetto,  flampatoin  Venetia  dell'anno  1544.  &  forfi  molto  tem- 
po prima  parrirono  dalla  noftra  Città  l'Illufìri  Sig.  Riminaldi  no 
bili  Riminefi ,  che  puoi  d  fono  mantenuti  nella  Citti  dì  Ferrara, 
douc  hanno  fioriti  Èccellentifsimi  Dottori  di  leggi,  e  hanno  man.» 
date  in  luce  moki  libri  di  quella  profefsione,  &  in  particolare  ril-^ 
luflri  &  molto  Eccelléc!  Signori  Iacopino; &  Hipolito  fuo  figliuo 
lo  .  Ma  da  quefta  Nobìlifsima  Città  dì  Ferrara,  hauemo  riceuuto 
qualche  contracambio,  poiché  da  quella  fon  venuti  adhabitare 
nella  Città  noftra  la  Nobil  Famiglia  delli  Signori  Orij,  che  fi  man       . 
tengono,&  in  lettere^come  fi  è  detto,  &  fi  si,  in  dignità,&  richcz  Qf^/    * 
ze- 
li Signor  Alcffandro  Ortigio  Riminefe  mandò  alla  flampa  vna  ji  §,>.  Aief 
fua  opera  d'Addicioniad'vn  trattato  d* Angelo  de  periglis.de  Pale  fondro  Or 
is,&  oliuiSj molto  bello,&  elegante ,  ftampato  in  Rimino  dell'an-  tigio. 
no  Mille  e  cinquecento  cinquanta . 

Vi  fu  ancora  rilluftre  Signor  Pietro  Melgi  de  Lampergi  Dottor  L'iHi^f^.  S. 
di  leggi ,  perfona  che  fi  è  dilettato  affai  di  belle  lettere,  &  Hiflori-  P/etro^'^cl 
co vigilantirsimo,  inficmecoll'Illuftre,&  Eccellente  Signor Gio.^èrgi.è^ci 
Antonio  Rigazo ,  che  aflfitticarono  grandemente  per  renouire  la  paano  di 
reputatione  di  quefta  IlluftreCi'tà,  com'è  cittato  anco  partilo*  Rimino, 
larmentc  dal  M.  R.  P.  F.  Leandro  Alberti,  l'Anno  1550.  nella  fua  . , 
Italia.  ^^r'^l'it^' 

A  tempi  noftri  è  flato  Monfignor  Reuerendifs.  Sebafliano  Van  sebaft.v|, 
tic  Vefcouo  di  OruietoEcccllencifsimo  Dottor  di  Leggi ,  come  ciò  vefe. 

Nn  da 


j^f         sito  Rimine  fé  Lìbfo  Second» 

da  fuoi  fcritti  in  ftampa  ,  fi  può  vedere  fotto  il  Trattato  de  Ifut" 
lUarbtii  procefjuun,,  ac  fententtarunt .  Dedicato  a  Monfignor  Rene- 
rcndifsimo  Fuluio  Conco  Vefcouo  di  Perugia  del  Mille  e  cinque- 
cento cinquanta,  &  del  1571.  che  d'anjiifettantacinque  della  fua 
età  pafsò  a  meglior  vita  in  detta  Città .  Lafciò  nella  Città  di  Ri- 
mino molrefacoltà  alli  fuoi  fratelli  con  obligo  di  mantenere  quat 
tro  Gioueni  poucri  allo  ftudio,li  quali  fi  douefìfero  adottorare,  & 
tenere  publiche  Conclufioni,  nella  Preclara  Chiefa  di  S.Fracefca, 
de  Minori  Conuentuali  di  Rimino  :  qual  medefimamente  lafciò 
buona  quantità  de  danari  da  dargli  ogn'anno ,  con  obligo  di  fare 
certe  Prediche ,  &  tenere  Conclufioni,i!  Giorno  della  Fefta  di  San 
Sebafliano,  &  di  S.  Gieronimo ^  al  cui  Santo  dedicò  la  fua  Capei* 
la,c*hà  in  detta  Chiefa,con  un  bello  Monumento  di  marmo,  &  an- 
cora vi  è  il  fuo  Ritratto  di  bellifsimo  marmo  di  tutto  riglieuo,coii 
la  fua  Infcritione  à  lettere  d'oro,  come  fi  vede. 
Carlo  Ma-  Si  troua  ancora  rilluftre  Signor  Carlo  Malatefla  di  Rimino  ha- 
hicRdL.  uer  fcritto  ottimamente  fopra  la  Bucolica  di  Vergilio  Mantoua- 
no  in  lingua  Tofcana,  il  medefimo  riceuctte  circa  otto ,  ouer  dieci 
libri  dell'Hiftorie ,  ò  Annali  della  noftra  Città ,  dal  Signor  Giero» 
lamo  Melgi  figliuolo  del  fodero  Signor  Pietro  Mclgi  de  Lamper— 
gi;Similmente  dal  Signor  Gio.  Antonio  Rizazo  Nobili  Ariminefi 
per  ridurli  in  buona  forma,  ancorché  folfero  ben  regolati,&  bé  ac 
commodati ,  per  farli  poi  ftampare,  &  così  portateli  in  Venetia 
fuccefle ,  che  per  caufa  di  pefte  fi  parti  di  Venetia ,  &  andò  a  Pa  - 
dona ,  lafciando  in  Venetia  li  libri  fodetti  con  altre  Tue  robbe ,  & 
fcritture  nella  ca(a,doueftaua:ce{rata  poi  la  peftilenza,&  tornato 
à  Venetia,  trouò ,  che  i  fodetti  libri,  &  infieme  con  laltre  fu  e  rob- 
be erano  andate  a  male,  anzi  di  più  gl'era  anco  andata  a  male  vna 
gran  quantità  de  danari  mefsi  da  lui  in  banco,  perla  morte  del 
Banchiero:sì  che  per  dolor  deU'vna,  &  l'altra  cofa  in  breue  tempo 
H  morì .  però  Ci  vede  per  quante  ftrade  fono  andate  a  male  le  Scrit 
ture  delle  cofe  antiche  della  nodra  Citra ,  la  qual'  hora  per  effere 
l'vltima  d'alcune  altre  a  dar  fuora  quelle  poche  cofe.che  fi  fono  pò 
tute  raccogliere  in  grandifsaoantaggio,  pereflTere  prima  forfì  (la- 
te preoccupate  molte cofe,chcforfi  a  queftafi  doneriano.Gicuan» 
ni  Fabrini  da  Fighine  anco  egli  fcrifsi  fopra  la  Georgica,  &  Filip» 
„    PO  Venuti  da  Cortona  fopra  El'Eneide,  tutti  tiè  legati  in  vn  To- 

ni  Dovor  ^^'' 

Ecceilétif.      FU  ancora  al  fuo  tempo  Dottor  di  Legge  molto  celebrato,  l'Il  - 

ài  leggi .    luftre  Signor  Mateo  Bruni  ^&dottanìcnte  faifse  vn  Trattato ,  de 

Cei- 


•Di  Raffaele  iAdtmarì .  p  9 

Cefsionebonorum  ftampatoin  Venetiadel  1575.  qual  e{To  dedi* 
còairilluftrif.  Cardinale  Paleotto,  &  molti  altri  Confegli  che  fo- 
no vfciti  in  ftampain  Venetia  l'Anno  1582.  indrizzati  al  M.  I!lu- 
ilre  Signor  Giulio  Cefare  Segna  Senator  Romano,  ftimatialfai 
•fra  Legifti . 

Et  per  non  vfcire  hora  da  quefta  IlluRre  Famiglia  ,  feguitarò  a  ^  ^\'  ^J^' 
dire,comeci  è  ftato  il  Molto  Renerendo  Padre  Vicenzo  Bruni  da  nfddfa  co 
Rimino  Giefuita ,  facendo  profefsione  di  Medico,  &  attendendo  pagnia   .di 
alla  cura  delli  amalati  ;  Intrò  nella  Compagnia  del  Giesii ,  doue  Giesù  . 
hauendo  ditto  opera  alle  Djuine  lettere  Theologiche  ,  per  la  fua 
fegnalata  bontà,  mi/deftia,&  prudenza,  fu  fatto  Prefetto  del  Col- 
legio del  Giesù  di  Roma,Gouernò  quello  per  molti  anni  integra- 
mente, fouaueiTiente,&  prudentemente.  MorfeinRoma,  fc  non 
me  inganno  del  1^96.  volando  alla  celefl:ehibitatione,comefpe- 
ramo  :  ElTendo  d'età  d'anni  fefìfantacinque  incirca:  fcriflfe  eccellea 
dfsi  mani  ente  in  lingua  volgare,  .che  puoi  anco  è  ftato  ridotto  in 
latino,  &  ftampato  in  Colonia  Agrippina  della  Vita,Pafsione,  & 
Uefurrettione  di  Chrifto  Noftro  Signore,  Tre  Tomi,  ne  i  quali  fi 
^fplicano  i  particolori  fuoi  Mifterij,&  fi  dà  il  modo  Ai  Meditarli. 
ScriflTe  ancora  della  Vita  della  Beatifsima  Vergine  Noftri  Signo 
ra,  diSanGio.Battifta  ,  &  delli  Santi  Apoftoli,  delli  Martiri,  de 
Confe(rori,&  delle  Vergini,  in  Communi. 

Medefimamente  hàfcritto  vn  libro  delle  Meditationi,deIli  Eua 
.gelij,  che  C\  leggono  in  tutte  le  Domeniche  nella  MefTa . 

Vn'altro  libro  ha  fcritto  del  Sacramento  delia  Penitenza ,  con 
J'flsame  Generale  alla  confefsion  generale . 

I  fodetti  libri  fono  ftati  mandati  alla  ftampa  dai  Gioliti  in  Ve- 
netia del  1 5 85. dedicati  allaSerenifsima  Leonora  d'Auftria,  Mo- 
glie del  Serenissimo  Duca  di  Mantoua. 

Vi  fu  ancora  il  Signor  Malatefta  Fiordiana  I.  V. D.  che  mandò 
in  luce  vn'opera  /opra  tutte  lefpetie  de  i  pefci,  con  la  efprefsione  f'f'|*  J^^" 
-de  i  nomi  Latini,^  Moderni  volgari,fecondo  l'vfo  di  Roma,&  di  diana^di?! 
Venetia,  con  fci  Sonetti, in  Corona  &  Iaud€ della  Beati/sima  Verter lagiiìal 
gineNoftra  Signora,ftampatain  Rimino,  per  Bernardino  Pafsini 
^el  i5.7<5. 

Mede fìma mente  fi  legge  in  San  Stefano  di  Venetia  vn'Epitafio 
in  un  Sepolcro  di  marmo  molto  nob  le  lauorato  ,  che  é  foftentato 
da  due  Grifoni  di  mezzana  grandezza,  nel  corpo  deiqualifijeg- 
^equefto  verfo.' 

B^ura  Dowhs,  Numi  F^lìx  Hìnc  Gloria  FluxU» 

Na    2        E5 


/  0  9         Sito  KimìnejS  Lìlro  Seconda 
Et  l'Epìtafìo  dice  in  quefto  modo .  videlicct. 

Hk  Sìtusefì  veneta  Suiìanus  ì»  Vrbe  lacobur 
Vrhe  Tv  ihii  l^enna  D'ignus  Orh'is  Habet 
"Hatt  &  7'vfìeritas  fecum  mens  Kedìta  Calo  e  fi 
Tbypcui^é^  Vania  Natta  Mimine m^  . 

Quefta  Famiglia  fi  conferua  ancora  in  Venctia  Nobilmente,  te 

perciò /iucdevn  Sepolcro  antico  nella  Chiefa  dei  Ferrari 

con  infcrittione  tale . 
^ttirìoU  Curr.  Fxorì  Dulcts  lacobus  Surìamtf  Mmmnfn  Vhyfi» 
Andrea  So  CHS  fibì  lìberìs  pofìque  fuis  pufuit, 
«ano.  Hora  fi  legge.   ^     Hocfepulcrumvetufiatedtrutum^ 

Undreas  Sutianus  eìufdem  lacobìTS^pos  dfecretis  Decem yìrurtLj 
ìnfìaurandum  curauit  158^* 
R.D.Barto     Et  nella  noftra  Città  pochi  anni  fono  fioriua  nobilmcnte,&  ho 
lomeo  ;v-  ra  è  venuta  manco  eflendoui  rimafte donne  folamente. 
gelino .         11  Molto  Reuerendo,&  Eccellente  Signor  Bartolomeo  Vgolini 
da  Monte  Scutelo  Diocefe  di  Ri  mino,  che  fu  Arciprete  di  Barbia- 
no  (  Diocefi  de  Imola  )  Vltimamenre ,  che  fcrifse  dottamente ,  & 
Tantamente  ^Ic  fegucnte  opere ,  cioè-, 

TrimaTabula  Sacramentorum  Uou^  legU ,  &  la  dedicò  alla  F.M.dì 
Papa  Sifto  V.  ftampato  in  Rimino  delPanno  1587. 

DeCenfurìs  Ecclepafìicìs ,  dedicata  alla  B.M  di  Clemente  Papa 
Ottano,  (lampata  in  Bologna  15^4. 

Me  Simonia ,  dedicato  airifleifo  Sommo  Pontefice,  (lampata  in 
Venetiarannoi5pp. 

De  irregularìtatibtis ,  dedicate  al  Medefimo  Clemente  Otta  uo, 
flampata  in  Venetia  l'anno  1601. 

DeCenfkrti  t{pr».V6ntif.  Refetuatìs  ^  dedicò  allllluftrifsimo  Pie- 
tro Aldrobaldino Cardinale  l'anno  i6oi. 

'De  vfuris ,  dedicate  airilluftnfsimo  Signor  Cardinale  fodetto 
fiampate  in  Venetia  Tanno  i5o^. 

De  officio  &  Tote  fiate  £p!fcoportim,{Ì3irr.^no  in  Bologna  dellV 
anno  i^op. 

Dedicata  alla  Santità  di  Noftro  Signor  Papa  Paolo  Quinto; 
Ha  cui  Cafa  tiene  aperta  in  quella  Città  noflra  di  Rimino ,  il  Si- 
gnor Gio.BattiftaVgolinoEccellentifsimo  Dottor  di  Legge  fuo 
fratello,  &  Gode  la  Cittadinanza  di  qucfta  Città  molti ,  è  molti 
giani  fono,  per  fino  al  tempo,  che  detto  Signor  Arciprete  era  Pa- 
.  _  .      .         _     ^.  tronc 


Dì  T{àffkele  tAdlmàrl  lùr 

crohe  della  Pieue  di  San  Biagio  di  [Mifano  di  quedaCitci  no« 

Habiamo  hora,che'l  Signor  Dio  lo  conferui  in  longa  vita  rillu-  ^2°""  ^i^^ 
ftre  Monfignor  Vicenzo  Manzine  da  Rimino,  pcrfòna  natane-  zini  Arci- 
bilmente  molto  dotta ,  di  buon'efscpio,  cortefe, 6c  liberale,quarè  prete  di 
al  prefente  Arciprete  di  Quinzano ,  Territorio  di  Brefcia ,  il  qualQ"*"^*"^ 
luoco  è  molto  nobile,  iiluHrato  particolarmente  da  Gio.France* 
fco  Scoa  Poeta  £ccelIentirsimo>6c  molto  licterato,  &  d'altri ,  &  fi 
gran  moltitudine  d'anime. 

Fu  Auditore  deirilluftri''^imo  Signor  Cardinale  Morofino  Ve-  Audirore 
netiano  Vefcouodi  Brefcia,  in  quel  tempo  mefìfein  (lampa  vn  Tuo  à<ììì'il\u-- 
Trattato,  de TutcIa,&curavfti»TOpato in  Venetia dell'anno  1587.  p"^j*  ^ì^* 
perefler  egli  Dottor  di  legge  eccel!entirsimo,&  dedicò  detta  Opcf^f^^[ 
ra  al  fudetto  Illufhifsimo  Signor  Cardinale  fuo  Patrone  :  ilqual 
Signor  Cardinale,  poi  trouandofi  in  Roma',  conferi  nella  fua  Per- 
fona,  il  fodetto  Archipresbiterato,  ch'è  dei  buoni,  che fiano  in  su 
la  Diocefe  di  Brefcia,  la  qual  Chiefa.non  haueua  cafa  ,  efifendo  ca- 
fcata  al  tempo  delli  fuoi  Predeceflbri ,  quali  mai  la  rifecero  così, 

Monfìgnor  Vincenzo  Manzine  fodetto  ,  né  comprò  vn'altra  q  • 
pafla  quattro  cento  feudi,  benché  nonfonc  molto  comnioda  di  per  '  "a  ft"ra 
ftancie,  ma  però  era  di  gran  fito,&  ne  fece  l'Inftrumento della  co-  da  di  Cre- 
pra  per  la  Chiefa  ,  è  poi  la  fabricò  nobilmente ,  come  bora  fi  vede^  tnona  ? 

Vi  è  ancora  vn'akra  Chiefa  detta  la  Pieue  V^ecchia.ch'era  in  ma- 
lifsimo termine,  che minàcciaua mina,  quefta  fimiltrentehàre- 
ftaurata,  fabricata,  &  adornata  nobilmente  ,.con  haucrlifpefo  a!»«- 
cune centenara  de  Ducati. 
Vltimamentehàfabricato,  è  fabrica  la  Chiefa  Principale  nel  Ca 
ftello  fotto  il  titolo  delli  Santi  Fauftino,&  Ionita,con  l'aiuro  delli 
Huomini  di  quel  luoco  particolarmente ,  per  edere  fabrica  di  mol 
to  Importanza,  che  vi  rifatta  tutta  la  Chiefa,Campanile,&  ^agrs 
ftia,con  fpenderui  però  del  fuo  proprio  molte  centenara  di  ducati 
proportionata niente  in  tantianni . 

E  Vicario  del  Santo  Officio  derinqui(ìtione,hi  goduto  fempre  g'^Q^j.f^^ 
Titolo  di  Vicario  Foraneo  di  noue  Terre  grofìfcjè  frato  l'anno  mil  5^  Vicirk) 
le  feicento  e  cinque ,  Vificatore  Epifcopale  d'vn  quarto  riella  gran  Fcranco. 
Diocefe  di  Brefcia  con  la  medefima  authon'ci,-  dell'f  liuflrifsimo,  e 
ReuerendifsimoMonfignor  Vicario,  è  ftaro  ricercato  più  voice  ^-   ,. 
da  molti  llluftrisfimie  Reuerendisfimi  Vefcoui,  perfuc  Vicario,  sàuio^^d'e* 
cioè  da  quel  di  Brefcia,di  Bergamo,di  Crcmona»di  Treuiib.  &  dì  M.R.Cle- 
?^f?^??  ["^  ?*H!*^  •  \^  ^"^^  oi^'^?  *^  Vicario  Foraneo  è  Sindico ,  ò  ^o,-  ' 

Sauio- 


7  0  1        Sitò  Kimìnefe  Libro  Secónio 

SinJ!co',eSi«ìodelM:>lto  R.Clero di  B:efcia,&  altri  honoratifsifni  carichi,' 
Siuir>  dil  è  tenuto  apprelTo  cucci  quelli  popoli  circoauicini,  in  tanca  repu- 
M  P.Cle  catione,  che  egli  folo  vale  ad  accommodare  molte  differenze  ,  che 
'"  •  nafcono  tra  loro,có  gran  fatisfattione  d'ambe  le  parti;  Tien  quafi 

vn  Tribunale  Ciiiile  continuamente,  perche  non  folo  in  quella 
Terra  di  Q^iinzano ,  ma  in  molte  altre  è  chiam  ito  ,  &  electo  per 
commuti  Giudice,  f-acendo  le  caufe formalmente. 
IlReueré.      Monfignor  Reuerendifsimo  Paolo  Salò  da  Rimino,  Canonico 
difs.Monr.  j;  Milaa('(Pro:hoaocario  Apoflolico  al  tempo  della  Santa  Recor 
j,J°jo„Q°dationedi  Sin  Cirio  Borromeo  Arcir>,Tcouo  di  MiIano)Scri(fe  vn 
Apoft.    '  opera  di  molta  dottrini ,  intitolata  Praxis  compendiofa  de  Vifita 
none   llampata  in  Mfiano  l'Anno  di  Noftro  Sign.  i  jpj.  la  quale 
^fifo  dedicò  d  Monlìgn.  Reuerendifs.  Cefare  Speciano  Vefcouodi 
Cremona  ^ 
Sie  Giaco     ^  IHuflre,  &  Eccelentifsimo  Signor  Giacomo  Marchifelli  Nobi 
nio  Mar-.  Ic  Ariminefe  luris  Confulto  celeberrimo ,  ferine  vn  volume  in  lu- 
chifelli  I.  re,  intitolato  la  Selua  delle  Queftioni  di  Raggione  occorréci  gior 
C.  Arim.   nalmentein  Giudicio,  di  molta  dottrina,  &  offeruanza,  ftampato 
inFrancforte,  per  Sigifmondo  Latoni  l'anno  i6o2.glireftò  an- 
cora vna  (uà  opera  fpirituale  manu  fcritta  ,  che  forfi  vn  giorno  (i 
potria  dare  alla  ftampa  a  beneficio  de' Fedeli . 
Il  Cauag.    Vie  ftato  al  medefimo  tempo  ancora  llllurtre  Signor  Cauaglier 
Pietro  Bel  Pietro  Belmonte,  perfona  molto  gentile, &  cortefe,che  fi  è  diletta- 
mente .     (o  ^\  poefia  d'ogni  forte,6<:  Hiftorie,  che  per  degni  rifpetti  non  mi 
eftenderò  a  narrar  tutte  le  fue  laude,  come  anco  di  tutti  gli  altri, 
per  non  far  troppo  gran  volume  fuor  della  mia  intentionc:  non  ta- 
cerò almeno,  CxTmeegli  ftampò  vn'opera  fua  volgare .  intitolata 
Inftituto  della  Spofa,dedicata  alla  Signora  Laudomia  fua  figliuo- 
la ftampata  in  Roma,  opera  (limata  molto  dalli  huomini  Dot- 
ti. 
_,  P     ^       Il  Signor  Capiranio  Cefare  Suuerini  Porta  da  Rimino ,  fu  per- 
fate  suue- ^°"^  ^' "^^'^^  confideratione,  perche  di  Soldato  priuato,  fi  portò 
rino  Porta  col  fuo  ualore  a  molti  gradi  nella  Militia,  è  fé  non  mancaua  nel  fi- 
ne dell'età  fua  afcendeua  a  Frincipal  dignità,  fu  Soldato  prattico 
in  Mare,  &  in  Terra, hauendoferuito  il  Serenifsimo  Dominio  Ve- 
neto,con  molta  fodisfattione  di  detto  Senato,  è  cercò  tutto quafi 
il  Leuante.è  pafl'ato  per  molti  rifichi  che  faria  longo  à  dirli  ;  Par- 
tito dal  feruitio  d'elfo  Dominio  Veneto ,  fu  condotto  dal  Serenif- 
fimo  Alefsandro  Farnefe  Duca  di  Parma  B.  M  nelle  Guerre,  della 
f  ian^Ira,  è  ^della  Francia ,  con  honorati  carichi ,  è  fi  trouò  in  moj- 

te 


•&i   T{a fiele  ^dimori.  io> 

te  fattioni,&  in  particolare  quella  d'Anuerfa,  &  ó\  moke  altre. 

Finite  quelle  Guerre,  fu  condoto  a  feruigij  del  Sereniflmo  Arci- 
duca Ferdinando  d'Auftria  a  gradi  di  Arcia,  con  piouifione  di 
cento  fiorini  al  Mefe,  per  Ingegniero ,  è  Sopraintendente  alla  for- 
tificatioae  :  E  mandato  da  quel  Prencipe  Ambafciatore  alla  San- 
tità di  Clemente  Ottano,  di  Santa  Recordationc, dalla  quale  Sao 
tita  riportò  piena  fodisfattione. 

Fu  poi  chiamato  dal  Serenifsimo  Mafsimiliano  d'Auftria,  nell*- 
Acquifto  di  Pettina  in  Coruatia  è  feguito  l'acquifto  da  quefta 
Prencipe  ,  fu  chiamato  a  Praga  dalla  Maefti  dell'Imperatore,  pur 
nel  carico  d'ingegniero  con  groflb  ftipendio,c  fortificò  molti  luo- 
ghi. 

Si  trouò  eoi  Serenifsimo  Prencipe  Giorgio  Badi,  in  molte fat- 
tioni  in  Tranfiluania,  mandatoui  dalla  Maeftà  Cefarea,&  in  parti 
colare  neiraffedio  di  Varadin. 

Fu  mandato  di  nuouo  in  Coruatia.doue  fortificò  Pettina,  dopò 
che  fiì  liberata  dall'afledio  daH'lHufèrifsimo  Signor  Giorgio  Len- 
cuuichio  Generale,  mediante  anche  l'aiuto  d'e^o  Capitano  Cefa- 
re ,  che  a  quella  liberatione ,  ui  fi  trouò  con  quattro  Fratelli ,  è  col 
gettare  un  ponte  fra  Sifach  e  Pettina ,  fu  buona  caufa  di  liberare 
quella  Piazza  dairaflcdio . 

Piantò  in  Con  aria  più  fortezze,  è  fortificò  molti  luochi  Impei 
rìalj ,  &' Arciducali, finalmente  fi  trouò  all'affedio  di  Caniflfa  l'an- 
no i6o  i .  Ingegniero  del  Campo  Ecclefiaftico,  e  ui  morì  in  Petto- 
uia  nel  ritorno ,  come  C\  dice  di  fpetie  di  contagio  nel  gouernare^ 
il  Signor  Capitanio  Antonio Tontij&  altri  Gentirhomini  Arimi- 
nefi,  fcrinTe  lltinerario  di  tutti  i  fuoi  viaggi . 

Ha  lafciati  diflTegni  di  tutte  le  Piazze  vifitare,è  fortificate,è  pia* 
tate  da  !ui,che  fonno  bellifsimi ,  &  curiofifsinai  da  efiere  vifti. 
Hi  fcritto  vn  vtilifsimo  libro ,  intitolato  il  Soldato  NoueMo  tiioì 
to  defideratodachinehà  notitia,  &  migiouacredere,chefi!laiTi- 
parà  un  giorno,  i!  quale  credo ,  che  fia  in  mano  del  Signor  Malatc- 
fta  Porta  Tuo  fratello,  petfona  molto  intendente. 

Hora  con  quefta  occafione  parlerò  del  detto  Signor  Mala tefla  i]§jg  j^|^|^ 
Porta,  Secretario  dell'llluftre  Communicà noftra ,  dotrico  di  bel-  reftfpon.i 
le  lettere  si  in  profa ,  come  in  verfi  volgari,&  latini ,  con  bu onifsi-  Secretali» 
macogniticne  delle  cofed'Aftroiogia.oltra  l'altre  tue  virtù  &  no- 
bilcoftume,  il  qua!  ha  d.ittofuora  alcune  opere,  tri  laicre,  >vna 
Tragedia  Spirituale,  intitolata  i  Santi  Innocenti  dedicata  all'IU 
iultrp  Signor  Lcdouico  Marchifelli  Nobile  Ariminefe,i'anno  mil^ 

le 


te 4.       Sito Klmìneji  Libro  Secondo 

le  feicento  e  quattro  ,  ftampatoin  Rimino,  &  dopoi  in  Vtnt»i 
tia'.  ] 

Vi  fu  ancora  il  Signor  Capitano  Antonio  Tonti  fodetto.Jilqu  al 
il  S:g.  Ca-  (jiede  gran  Tj-ggio  della  fua  perfona,  mentre  feruiua  il  Serenirsimo 
pii.Tonii.  i^ucadiSauoia.'.ìle  Guerre,  c'haueua  il  Rè  di  Spagna, con  Hen- 
rico  Quarto  Rè  di  Pranzi ,  per  efTere  perfona  d'animo  generofo,e 
molto  prudente ,  huomo  piaceuole,  ck  di  gran  giuditio,  mafsime 
nel  Diflegno,  &  Matematicajl  qual  fu  poi  in  altre  occorrenze  cò« 
dotto  dairilluilcifsimo  Signor  Flaminio  Delfino  nell  Ecclefiafti-* 
1:0  Cam  pò,  peri»  reciiperatio.;jdi  CaniffaJ'anno  i<5oi. con  buon 
ftipenùio,  doue  fornì  la  f.ia  vita  in  feruitio  della  Santa  Stdt  Apo- 
ftolica  Ingegniero  di  quel  Terzo,  per  quella  Fortezza.  Il  qual'ho- 
ra  grandemente  vien  defiderato  da  tutti  li  Cittadini  della  Citti 
tioftr3,che  lo  conofceuano,  fupponendo  egli  eflere.come  fi  è  detto 
d'animo  tanto  nobile,^  gentile,  che-in  lui  non  faria  mai  fuccedu- 
tOjCome  alcuna  uolta  in  altri  fuccede,  che  fi  trouano  in  profpeti- 
tadi ,  sì  di  grandezze ,  come  di  robba ,  che  molte  uolte  pare,  che  li 
manichi  la  uifta ,  per  feruire  li  patriotti ,  &  amici  facendo ,  come 
volgarmente  dir  fi  fuole,gli  occhi  grofsi  fingendo,  ò  per  grani  ne- 
gotij.ò  altro  non  li  uedere,òcono(cere,che  per  la  fua  mancanza, è 
morte ,  quellacafa  haueua  fittto  grandissima  perdita,  per  non  ha- 
uer  lafciato  di  lui,  fé  non  vn  fol  figliuolo  piccolo,  che  era  il  Signor 
Gio.  Battila,  ilqnale  però  conbuonifsima  afpettatione  s'incami 
naua  alla  Chierefia,  &  era  per  reufcire,  cflendo  buonifsimo  foget- 
to,  che  ftaua  all'obedienza,  &  fotto  la  cura,  &  difciplina  di  Mon- 
iìgnor  Illuftrifsimo  Cardinale  fuo  zio  ,  &  di  gii  haueua  operato, 
che  gl'era  flato  conferito  vn  Canonicato  in  queftaCitti,  &  altri 
beneficii  fenza  cura . 
Illuftrifs.     Vi  è  ancora  ITlluflirifsima  Signora  CafTandra,  forella  dell'Illu- 
Sig.Caflan  ftrifsimo  Signor  Cardinale  Tonti,  &  del  fudetto  Signor  Capitan* 
dra  T°°"»  Antonio,Signcra  veramétegentilifsima,  &  di  bellifsimoafpetto, 
fuo^ùtuace  ^  ^i  g'^^"  meriti,  la  qual  è  maritata  nel  Signor  Fabricio  Tonti ,  al 
ingegno,  è  qual  a  prego  della  Città  noftra ,  per  mezzo  delli  molto  Illuftri  Si- 
delia  gra  -  gnori  Ambafciatori  della  Illuflre  Comunità,à  Sua  Signoria  IIlu- 
tia  che  tie  ^rifsima  mandati  nel  tempo  di  complire,come  se  moftrato,  otre- 
^^^IgXxl  "C*"^)  ^^^  *"  gratia  della  Città,  la  qual  tanto  ha  fempre  amato ,  6c 
fofa.        ama  queftaDIufirifsima  Cafa  Tonti,  vedendola  in  declinatione, 
il  detto  Illuftrifsimo  Signor  Cardinale  ,  per  fua  benignità ,  è  per 
compiacere  la  Città  fteffa,  donò  la  fua  arma.e  cognome  della  Ca- 
fa Tonti ,  al  detto  Signor  Fabritio  fuo  Cognato ,  come  afierifcono 

appa 


7>i  l^affaele  tAdimàìL  /  o  / 

apparere  per  fcrittiire  autentiche,  pereffere  detto  Signor  Fabritio 
molto  meriteuole  huomo  di  bel  fpirito.di  buon  difscgno,  e  di  mol 
ta  intelligenza  Matematica,  hauendolodi  già  detto  lllullrirsimo 
Signor  Cardinale,  fatto  nobile,  per  hauctli conceduto  il  loco,che 
Sua  Signoria  Illurtrifsima  teneua  in  Confeglio,  il  qual  hebbe  l'ef- 
fetto,perche  fu  approbato  dairilluftre  Confeglio  di  quefta  Citti, 
&  fu  con  buonifsima  fatisfattione  di  tutti  li  Confeglieri;&  quefto 
fu  innanzi,  che  fufTe  proniolTa  Sua  Signoria  alla  dignità  dell'Arci- 
ucfcouato  di  Nazaret.  Sperandofi,che  quella  Cafa  Tóti  di nuouo 
habbia  à  fiorire  di  perfonevirtuofifsime,  per  hauer  detti  Signori 
Tonti  figliuoli  di  bellifsimi  ingegni,^  dì  grande  afpeitatione.che 
fia  per  fuccedere,<:ome  vogliono  i  Sauij,  che  nelle  ruine,  e  miferie  . 

hnmane,  la  correttion  di  vno  fia  generation  dell'altrOjCome  mani  xr^Ti*,    * 
fedamente  fi  vede,che  dall  arfa,e  ruuinata  Troia  nacque  la  Trion- 
fante Roma,  capo,  è  Regina  de!  mondo,  tutto  nella  fefta  Olim-Firenra  da 
pi2de,adì  2 1. d'Aprile  3P4.anni  dopo  la  deftruttion  di  Troia,deI  ^'^C"'"  ,^® 
Ji  Anni  della  Creatione  3  209.  quilea  . 

Dal  disfatto  Fiefule  venne  la  Nobilifsìma.e  Famofifsima  Città 
di  Firenze,  dalla  diftrutta  ,  è  diflblata  Acquilca,  nacque  la  gran 
Città  di  Venetia,ornamentofpIendore,&  vtilità  dell'Italia  tutta, 
andandoui  famiglie  ad  habitarla  delle  più  honorate,  &  nobil  Cit- 
tà d'Italia;  che  talmente,  è  ftata  nobilitata  sì  dalla  prouida  natu- 
ra,come  dalle  più  principali  Città  di  quefta  notlraltalia.commin 
piando  dall'Alma  Città  di  Roma,Fiorenza,nologna,Rauenna,Ri 
mino,&altre,é  particolar  dal  delitiofo  Aitino, è fue  Ville,le  quali 
dal  Poeta  afìfomigliate  fono  a  quelle  di  Baide,defiderado  egli  per 
quanto  s'afpetta uà  lui  di  lafciar  la  feruitù  dell'Imperio.è  ripofarfì 
«ella  fua  Vecchiezza  in  quelle  d'Aitino,  come  ben  dice:  EmuU  Bz- 
(anis  Mùni  littora  VULìì  . 

Le  quali  in  vna  volta,  ne  furono  numerate  ottantadue  Famiglie 
Altinatefc,  ancorché  crefce fife  in  magior  numero;  &  de  altre  Città, 
non  numerate  pur  delle  Nobili  d'Italia . 

Che  debbo  dite  del  molto  lUuftre  Signor  Conte  Marc' Anto- 
nio Ricciardelli ,  che  fu  di  Famiglia  principale  della  Città  df  Ri  Marc'Anc. 
mino,FJglinolo  del  già  Signor  Conte  Gieronimo  Ricciardelli,  Ca  {^"^'ardcl- 
uagliero  dell'Ordine  di  San  Stefano  dì  Pifa,&  della  Signora  Lau-  q^^^I\*  * 
ra  dell  Illuftrilsima  Famiglia  Malacefti .  ^  * 

Quefto  da  Fanciullo  d'Anni  otto,fù  mandato  da!  Padre  a  Firé-  st:étuiS  tfi 
ze,  doue  feruì  per  Paggio  il  Gran  Duc3,c  s'auanzò  nelle  virtù  iiri-  he^minibHs 
parar.do  à  fonare,  ballare,  caualcare  , notare ,  ficuramente  giocar/» w«/;wtfr«. 

O  o  d'arme 


log        sito  l^lmlnep  Libro  Secondo 

Paolo  nel  «^ arrne,&  altre  virtù,&:  in  particolare  molto  apprefe  nelle  Mathe- 
Epift.  alli  matsche:  Prefe  l'ordine  di  San  Stefano ,  è  fii  mandato  a  Mantoua 
Hcbrei      dalla  Gran  DuchefTa  adoprato  in  feruigio  di  lei ,  crefciuto  nauigò 
cap.nono  g^^  j^  q^ j^^^  di  Tofca na,é  su  i  Bertoni ,  per  fpatio  di  dodeci  anni, 
e  fi  trouò  a  molte  fattioni,cosi  in  mare,come  in  terra  contra  Tur- 
chi, &  Mori,  ilqual  per  efiere  d'animo  molto  generofo,  faggio;fa- 
uio,&  prudente,fù  fatto  al  fin  Capitano  d'vn  Bertone,ò  Galeone, 
I  gtorni^^P^^  ^*  ^^}^  combatendo  morì  valorofamentc  contia  Turchi  nel 
deH'huo  .  mare  Mediterraneo,  l'anno  mille  feicento  e  dieci,  Capitano  però 
nio  so  bre  virtuofo,&  molto  deuoto  del  Signore ,  &  della  Sàcifsima  Sua  Ma- 


ui,  Giob.   (jye  Maria  Vergine,neiretà  d'anni  ventifei  in  circa,giouene  di  bel 
ircrti  che  !.'^simo  afpetto,  di  gentilifsime  maniere,  è  che  porgeua  certifsimc 


Beati 


moion  nel  fperanzed'honoratifsimareufcità nell'armi,  è  mafsime nella  fpe* 
Signore,    rienza del  mare. 

Iliuftrir?,c     Habbiamoanco  pergratiadiDioalprefente  rilluftrifsimo,  & 
fim'o  sten  I^^u^reo'l^^'s'mo  Monfignor  Francefco  figliuolo  del  Eccellente  Si- 
Francefco"  S"^''  Alclsandro  Diotaleui ,  di  Piazza,  nipote  di  Monfignor  Hec- 
Diotalcui,  torc Diotaleui  Vefcotiodi  Sant'Agata,  del  Regno  di  Napoli,  che 
bora  Ve-  nella  prima  giouentù  ha  datto  tal  faggio  di  fe,che  da  tutti  i  littera 
fcouo    di  ti  di  Roma  è  tenuto  per  vn'eleuato  ingegno  molto  dotto,  e  di  bu6 
&  Nomk)  fpìJ^^o ,  il  qual  ha  fatto  [lampare  alcuni  Opufcoli  Theologici,  Ai 
io  Polonia  ^^»i  Hbeios,  in  Leone  di  Francia  molto  dotti.compofli  da  lui,  & 
dedicati  all'Uluftrifsimo  Sigrsor  Cardinale  Caponi ,  l'anno  i(5 1 1. 
bora  fatto  Vefcouo  di  S.Angelo nella  Puglia,  &  NuntioApofto- 
lico  da  Noilro  Signore,  apprcffo  il  Rè  di  Polonia, per  li  molti  me- 
riti fuoi . 

,      E  degno  di  eterna  memoria  rUluflre  Signor  Colonello  Giaco- 
Io  Giaco-  "^°  ^2llo  da  Rimino ,  il  qual'è  ftato  adoperato  dal  Sommo  Pon- 
mo  Gallo*  ^^^^^  Clemente  Ottauo,  nelle  guerre  d  Ongaria,di  Ferrara,  &  con 
moka  fotisfattione  di  Sua  Santità,&  lode  di  detto  Colonello,  per 
effereperfona  di  grand'aninK),&  eccellente  nell'Aritmetica, e  Geo 
metria,  accompagnato  con  la  intelligenza  Matematica,  &inpar- 
ricolar  de  tiri  d'artejgliarie,  èc  altri ,  che  lo  fece  fare  valent'huomo 
da  guerra',  il  quale  puoi  particolarmente  è  ftato  affettionatifsimo 
alla  fua  Patria ,  conferuandola  da  molti  inconuenienri ,  &  cattiui 
fuccefsididilturbialtempo,  chefiférmauano  i  Soldati  nella  Cit- 
tà per  andare  in  Ongaria,  &  à  Ferrara  :  Medefimamente  il  prefen- 
te  Pontefice  Paolo  Quinto,  ha  feguitato  darli  carichi  honorati,  & 
eradi  gentil  coftume,  bel  procedere,  congionro  con  unafomma 
liberalità ,  che  legaua  in  amore  chiunque  lo  pratticaua,  &  perciò, 

era 


era  ben  voluto,  ^fauorito  da  molti  Illuftrirsimi  Cardinali,  &  in 
particolare  dairillufhifsimo  Cardinale  Aldobrandino,  &  anco 
da  altri  Signori,  &  vltimaméce  di  ricorno  da  Rauenna  di  vifìta  del 
detto Illullrifsimo  Cardinal  Aldobrandino fuopjrticolar  S'^nor, 
&  patron',  &  antico,  pigliando  per  tal  viaggio  vn  mal  di  ponta, 
che  in  pochi  giorni  loleuò  di  vita  nella  fua  Citti,eirendo  Colonel 
lo  delle  militie  della  Marca  ,  con  afpettatione  di  curcodhauer 
maggior  grado  ,  &queftoè  ftato  dell'anno  161^,  lafciando  di  fé 
defiderioalii  mortali. 

Tri  l'altre cofec'hebbequefla  IllufìreCitci  noftra,  anticamen-  MagnificS 
te  del  Magaifico,&  Nobirè,che  appreiTo  gli  antichi  erano  di  gran  za.     della 
reputatione,  ella  fu  ripiena  di  molte,  grandi,  &  belle  Torri,  che^l"*"'^* 
ancora  fé  ne  vedono  molte  ;  s'acquiftò  il  nome  di  chiamarfi  Cini», 
tas  Turrita:  &  in  effetto,  innanzi  all'vfodeH'artegliaria,  le  Torri 
rendeuano  forte  le  Città,  &  difficili  adefpugnarle. 

Quefta  noflra  Città  è  fiata ,  come  a  tutti  è  noto  antichifsima  l 
&  nobile,  &fiè  mantenuta  fempre  in  tal  credito,  come  da  ruttili 
Scrittori  fé  ne  fa  piena  teftimonianza,  &  di  Famiglie  ,  delle 
quali  per  vari)  accidenti,  per  edere  luoco  di.' tanto  paffaggio  , 
Molte  fono  venute  da  nobili  Città  d'Italia, &  particolarmente  dal  ^"S-  ^'o- 
la  nobiiifsima  Città  di  Fiorenza;&  fi  conferuano  ancor?,  vna  gran  j^"^"*  ^° 
parte  ncHa  loro  nobiltà ,  &  grandezza,  fé  bene  alle  uolte  fono  de- 
gradate per  colpa  d'alcuni  temerarii  foraflieri,&  altri,  che  ftando 
in  quefta  Città,  per  effere  vili ,  &  di  niun  nome,  per  nobilitarfì  da 
fé  ftefsi  vanamence,fì  vfurpano  fcognomi,&  anco  l'arme  d'alcuna 
cafa  nobile  di  quefta  Citti,òche  fìa  uenuto  manco,  ò  quello,  che 
peggio  ancora  di  quelle,che  fono  in  e(rere,il  che  quanto  fìa  degno 
di  biafmo,&  caftigo,  ogn^uno facilmente  Io  potrà  giudicare,  far- 
cendo compararione  de  i  furti  de  i  beni  di  fortuna,  che  tanto  feue 
ramétefonocafligati,  co  quelli  della  Fama,&  Honore,ch'è  molto  Pama ,  Se 
d'importanza,  più  che  nò  fono  quelli  di  fortuna,  fi  come  l'anima,  Honore . 
è  più  nobile  del  corpo  ;  perciò  non  faria  difdiceuole,  anzi  farebbe 
cofa  giufi;a,&  honorata,  fé  il  noflro  Illuftre  Mjgifìrato,con  l'auto- 
rità delli  Signori  SuperiorijfacefTe  porre  graui  pene  alli  vfurpato- 
ri  di  fìmil  cofe,  per  mantenere  illefa  la  nobiltà  antica  della  fua  Pa- 
tria, accioche  non  venefTero  fraudate  le  Famiglie  nobili,  &  anti- 
che, con  pericolo  anco  di  riceuerne  danno  nelle  prouanze ,  che  fi 
fanno  per  acquiftare  dignità  di  Cauaglierati . 

L'altra  per  esperienza  fi  conofce,&  fi  vede  chiaramente,che  vna 
delle  caufe  principali ,  le  quali  fanno  danno ,  &  quafì  rouinano  a 

Oo    a  fatto 


Iti       Sito Ktmlnep  Libro  Secondo 

L'IUuftre  ^^^^^  '^  Farriglie ,  è  l'vfo  delle  gran  pompe,  che  fi  fanno  nel  vefti- 
Sig.  Fràce-  re  &  ornare  particolarmente  le  donne:  &  perciò  C\  vede  in  tutte  le 
fcoRigazo  Città  nobili  d'Italia,  quefto  vnifonne  defiderio  di  prouederea 
Dobil  Ari-  quefto  inconueniente;  percioche  \t\  tutte  vi  è  qualche  pragmatica 
°^'°      "     pertinente!  que^odifordine del  veftire,  sì delli  huomini,  come 
delle  donne,  m,a  in  effetto  non  pare  che  fi  podaarriuare  a  fare  vna 
Pragmatica, &  proiiifione,come  bifognarebbe,  per  frenare  l'auda- 
cia de  i  plebei  ricchi,6,:  farli  differenti  da  nobilj,&  grandi;  &  quel* 
lo,che  è  peggio,  le  Pragmatiche  fatte,con  gran  giuditio,  &  prudé- 
za  in  breue  tempo  fi  mettono  in  obliuÌQne,&  non  fi  offeruano  per 
no  effere  caligati  ne  i  principali,nei  far  tori,  ne  altra  perfona,  che 
lauora,  ò  vende  cofa  centra  la  Pragraatica,ouero  altri  tranfgreffo- 
ri  ,&  delinquenti  di  quelli . 

Si  foleuano  già  i  gioueni  della  noftra  Città  effercitare  in  Fefle 
di  Torijin  gioftrare  à  corpo,&  altri  fimili  Torneaméti  foliti  a  farfi 
nel  tempo  di  carneuale  :  ma  dopò  il  Sacro  Concilio  di  Trento  fu- 
ronoprohibiti  fimili  fpettacoli,  dou'era  pericolo  della  vita,  &  per 
confequenza  peccati  mortali;&  perciò  hoggidì  la  Nobile  Giouen 
tùRiminefa,  fi  fono  datti  totalmente  a  gioftrare  a  quintana  fer- 
ma ,  correre  all'anello,  con  bellifsime  liuree ,  che  alla  lor  vaghezza 
torna  molte  uolte  inferiore  al  mio  dire,  proponendo  perciò  qual- 
che palio ,  per  premio  de  i  vincitori ,  i  quali  non  folo  per  l'obligo 
ch*è  tra  di  loro,ma  ancora  per  tenere  il  popolo  anegro,in  tali  gior 
ni  fanno  una  publicafefta  de  balli;  &  ancora  fi  fanno  comedie, 
cercando  di  reprefentare  quelle ,  con  quel  meglior  ordine ,  che  fia 
pofsibile,  ornandole  di  bellifsimi,&  artificiofifsimi  intermedii,di 
inodo,che  per  l'occafione,  &  allegrezza  della  promotione  al  Car- 
dinalato dcirilluftrifsimo  Signor  Cardinale  di  Nazaret,  fi /ece 
vna  bellissima,  &  ingeniofifsima  comedia ,  &  intermedi)  rappre  - 
fentatiairilluftrifsimo,  &  Reuerendifsimo  Sign.  Cardinale  Gae- 
tano Legato  di  Romagna,che  le  diedero  gran  dilettatione^éc  am- 
irirationc,  &  ad  altri  foraftieri ,  da  uno ,  de  quali  fu  fatto  fotto 
nome  d'incerto  Auttore,  il  feguente  Sonetto  in  lode  di  detta  Co- 
xnedia)6c  recitanti» 

In  nobìl  Scena  in  btl  Teatro  Mornct, 
Montar  del  Culo  \  puri  Mm'i  ^Lendorìf 
E  de  l'Inferno  itenehroft  horrori, 
E  come  nafca  il  portatordet  giorno , 
lì  ion  pompa  ^egal fdan'^^fidoktGrno  , 

Ben 


Di  l{affkele  tAdlmàrì.  i  ép 

Men  "  cento  Deìtudìy  >'  i  nofìrì  Cori 
ammollir  per  Vieta  de  finti  Amori, 
^  far  à  Socchi  antichi  ìnuidia  è  fcornol 
Opere  fon  voUrey  ò  RlM^^ESI  Eroi* 
Che  nèmcn  grani  ancor  iì udì  gìocoft 
^^ìrate  di  gloria  al  primo  fegno 
M:ignammi  diporti  »  hor  che  fia  poi^ 
Quando  in  fatti  più  degni ,  é  Glorioft , 
E  ladeflraoperareteie'l  pronto  ingegnai 

Mai  fono  mancati  alla  noflra  Città  ingegni ,  che  fi  fono  affatti- 
cati  sì  nel  componere  Comedie,  Tragedie.  .  .  .  Sonetti  ,&  altre  L'jnuftr^ 
cofe  fimili,  di  virtuofifsimi  Componimenti ,  che  troppo  faria  ion'  sig.  Caua- 
go  a  volerli ,  dedurre  à  uno,  a  uno ,  ma  hora  particolarmente  vi  è  gliere  Frà- 
Mlluftre  Signor  Cauagliero  Francefco  Rigazo ,  che;  fi  diletta  di  cefco  P  Iga 
Poefia  d'ogni  forte ,  &  Hiftorie .  6c  Cofmografia ,  perfona  molto  ^^jjniJi°  i 
aftabile,  gentilc,&  benigna, in  oltra  facoltofo,&  d'animo  cofi  no- 
bile è  generofo,  che  dà  fperanza  certa  dilafciar  dopò  fé  con  la  fua 
facoltà  qualche  honorata,&  eterna  pia  memoria:  infomma,  e  di 
fi  dolce  conuerfacione ,  &  trattenimento ,  il  pratticar  con  lui ,  che 
niente  più. 

Hauendo  io  detto  della  noftra  Città  diRimino,  tutto  qnello 
c'hò  potuto  trouare  di  notabile  sì  preflb  alli  Antichi ,  come  anco 
alli  Moderni  ;  &  fapendo,  che  fecondo  i  Legifti ,  i  fuburbij  fi  met- 
tono nel  numero  delle  Città,  &  perciò  io  deuo  dire  anco  della 
Venerabile  Chiefa  di  S.Gaudenzo  noftro  Vefcouo',  &  Protetto-» 
re.fe'ben  è  fuora  del  Borgo,però  è  vicino  alla  Città:ma  perche  fen- 
za  l'aiuto  Diuino,  non  poiTo  dir  cofa,  che  appartengano  a  vn  tan- 
to Santo  Protettore,  però  prima  inuocarò  detto  aiuto,per  mezxo 
del  fodetro  Santo ,  dicendo  ; 

Ora  prò  nobis  Beate  Gaudenti 
Vt  dignì  efjciamurpromilJmibus  Chrflì .       Oremus 
*Deus^qui  ^rimimnft  Topulo  Beati  Gimdentij  Martyris  tui  ut  que  Tonti 
fieli  preconio  oriodox<&  Fidei  documenta  tradiditHy  concede propìtitss ,  vs 
sim  merìtìs  <&  ìntercfffione  à  feductorìbtis  iiberemur.  Ver  DN-  e  r    H 

Hora  vfcendo  fuori  della  Città,  &  Borgo,  per  andar  verfo  la  fo-  ^^  vefco- 
detta  Chiefa  di  San  Gaudenzo,  mi  fouien  dire,  che  tra  le  cofe  bel*  uo  di  Fja)i 
]e,notabili,&  degne  di  lode,  uifono  à  tutte  quattro  le  Porte  della  no. 
Città  bellifsime  ftrade  fpatiofe,ben*accommodate,&  ornate  in  la 
maggior  parte  dì  frondofi  alberi,  che  le'^ate  danno  refrigerio  alla 
"^       '  ■"'  viai> 


M  t  0 


SiU  Rlmkefi  LwYd  Secondo 


viandantl>&  anco  nell'inuerno  non  (\  profondano  ne  i  fianchi,  co- 
me fogliono  fare  in  molti  lochi  di  piani, &  quefta  commodici  non 
èfolo  vicino  alla  Città,  ma  molte  miglia  lontano,  ancora  quello 
non  rhò potuto  tacere,  per eflerecommodità,  e  deforaftieri,& 
de  Cittadini,  perb  qiial  commodità  fi  vede  gli  antichi  Romani 
hauer  pofto  gr jn  ftud:o,fatica,fi£  fpcfa.Per  rirornare  t  il  deter 
minato luoco della  VencrabilChiefa  di  San  Gaudenzo,.  co,  che 
giàqueftafù  vna  granChicfadi  molt'importanza,  &  mafsima- 
mcnte  per  la  deuotioQe  grande,  che  vi  era,  effendo  benifsimo  offi- 
ciata dalli  M.R. Monaci  neri  di  San  Benedetto  di  monte  Cas(ìno, 
li  quali  vi  hebbero  vnfontuofirsimo  Monafterio,&  di  molta  gran- 
dez2a,contremanediClaufl:ri  ,delli  quali  bora  fi  veggono  qual- 
che veiligjj,effcndoiii  reftatofolamentevnapicciolChiefaJa  qual 
però  e  di  grande  diuotione,  per  eflere  ftati  in  quella  fepolti  molti 
corpi  di  Santi  Martiri,  Vergini ,  &  ConfefTori ,  come  mi  sforzato 
di  metterne  qui  alcune  poche  memorie ,  che  ci  fono  rimafte  delle 
cofe  antiche;  &  prima  dirò,  che  l'importanza  di  queflo  Monade-- 
rio  &  Chiefa fi  può  confiderare dalla richezza,cheancora vie re- 
ftata,poiche  rende  grande  intrata,  la  quale  hoggidf  è  dell'Illurtrif 
{ìmOj&  Reuerendifsimo  Signor  Cardinal  Bianchetto,  Bolognefe: 
e  da  prefumere,che  quefta  intrata  fuffe  anco  maggiore,  perche  fen 
dofi  partiti  quelli  Reuerendi,che  n'erano  patroni,efacilcofa,che 
fìano andate  a  male  qualche  parte  de  i  lor  beni,è  forfi  la  maggior 
parte.  In  quamo  a  quello,che  mi  è  uenuto  alle  mani  delle  cofe  an- 
tiche di  quefta  Ven.Chiefa,dico,che  d  troua  efl'erli  ftate  eocene  da 
Sommi  Pontefici  abbondantemente  Indulgenze  perla  falutedel 
-  le  Anime  de  i  Fedeli  Defonti ,  &  in  particolare  efserui  flato  noue 
luochi  de  Station],  ò  uero  Indulgenze:  &  per  fatisfatione  di  quel- 
li che  leggeranno  quefta  opera ,  metterò  qui  de  Virbo  ad  yerbum, 
quanto  ho  potuto  trouare,  come  per  l'innanzi  leggendo  chiara- 
mente fi  potrà  vedere.' 

In  nomine  Domìni  ItSV  CHKISTI  ^mcfLj* 

Exemplar  ftue  copia  libelli  Sti^ionum  Sancii  Gndcnùi  Eccleftit 
^Kl  M  IN  I .  iHa  funt  Statimes ,  &  loca  demtifjima  Ecclcfu  ,  )eu 
Mona^ìerij  SanGll  Gaudenti^  Giorioft  Martyrìs,  &  Ep'tfcopi  atq;  fingularìs 
patroni  Ciuitatìs  ^Arimìnìf  vbi  funt  multa  fanti  a  corporai&reiiCjuìa  S:in 
&OYUW^  qu£  quidem  Eccleftaf&  loca  S aitati fjimcty  f^ftà  cun^ii  Fideii- 
hus  f^iit  meritò  vemranda,  &  in  fiogttlari  dcttotione  habend^:  prxcipuèa 


TDi  T{afaele  ^dimirl. 


Ili 


verter  Abili ,  &  deuoto  populo  eìufdem  Nobilìs  Mìm'menfti  CkltatU . 
Stitit  igìturctémpura  deuotione  magnaque  veneratìone  vìfìtanda,  venerati 
4j,  pfotegendJi  atque  magnìficandity  attento  pr^fertìm ,  quomodo ideine 
venerabili^  popitlut  eofdem  gloriofos  San^os^  QHorum  Sacrat'ùffima^ 
Corpora,  atq\  Relìquia  inpradi^a  Ecclefìarequiefcunti  habeat indubitati 
ter  in  Coeloy  coram  Deo  fpetiales  Oratìones,VatronoSf&  deffenfores;  Ideoq; 
e  fi  vAldèdignum ,  &iu(ìunì ,  vtquitantoSf  tamque  Magnificos  merue- 
rum  habere  Vatronostd  quìbus  ftngularis  Tatrocìnij  recip'iunt  beneficìa,eìs 
ytique  vice  verfa  maioris  deuotionii,  ac  veneratìonis  continua  impendant 
tbfeqtiia  .  Quomodo  Sacrattffima  CoYpora^atqiie  Kelìquìaf,fic  ìugiter  vi* 
fttando  eosqi  deuoto  ajfeÓiu  venerando  nonfolum  eorundem  San^oruni^ 
grattami  &  patroctniMmJedf  &  muitas,  &  magnai  Indulgentìas  à  Sum» 
tnìs  Pontificìbus/ibìdem  copione  conceffast  merebunturindHbitanterobti' 
nere  adlaiidem,&  honorem  Domìni  No(ìri  lefu  ChriW,  eorundèq^  Sanalo- 
rum,  &  ad  Saluationem  animarumfidslìumeandem  EccUfiam  atq\  ReU» 
quìas,  &  locjy  vbijunt,[eu  (ìationes  deuotèyVtprfifertur  vifnanttum,  qux 
quldem  loca ,  feu  ìationes  funi  nouem,  <&  funt  quA  [equmtur. 

Trlma  igitur  Slatto,  feu  locus  Indulgentìarum  e  fi  ad  Vortam  Burgi  San 
Sii  Genesi'}  anteexìtum  VortXyquae  ducit  ad  5an6lum  Gaudenttum,  rbi  efl 
quidam  Crux  marmorea  antiqua,  in  quo  loco,  feu  Sìatione  propter  quodd^ 
magnum  Mìraculum  ibidem faClum,  Epifcopm  Ciuitatis  ^riminenfts , qui 
tunc  tempo  fiserat  ob  San6lA  Crucis  reuerentiam,&  tanti  Miraculi  condì' 
gnam  perpetuam  memoriam  copiofcvs  Indulgentìas ,  quas  pYOculdubio 
obtìnec  omnes  étìmnlocum  vifnantes, & Crucem ìpfam ob reuerentìam 
Taljiorns  D.  N.  lau  Chrì(ìì ,  deuiitè  >  adorames,  &  ifìa  e/i  prima  Uatio , 
feu  locus  indalgentiarum  Sanff^s ,  &  deuotus  in eundo  ad San^um  GaU"^ 
dcntium^, 

Secunda,  Statìojeu  locus  Indulgentiamm  e  fi  ìa  medio  Campì  ,feu  Ci' 
miterij  magni, quod esìaute  EcclefiAm  San^i  Laurentij,vbì ejì qu^i&m^ 
Crux  'magna  hpidea,  &  lapis  rnagnus  ìun^us  cura  ea  ad  modum  Jiltarìs^ 
vbì  Epifcopiis  Arimintnfis  noiiìterfaClus ,  quando  primo  venit  accipets^ 
tenutam,  &  Regimen  eiufdè  Epifcopatus  depofuìt  vefiimenta  fuaparltery 
&  caicfam(nta,&  ftc  humiiitcr,  &  denoti  ìtitrat  Eccleftam  San&ì  G^ti' 
dentij  firtg'iUrìs  patroni  dl6i^  Ctuitatis  Crimini, ad  adorandum , feu  vene' 
randum  ipftus  corpus  San6iil[imnm  cxtera  corpora ,  &  Reliquias  aliorum 
San&orum,  qu<Rf(intincddem  Ecclef'u,  quibusdcuotè adoraiis  dignoque 
honore  veiicratU  rcdìt  ad  prjsdi^um  locum  ,  vbianteingreffum  EccleftS 
depcfmrat  ve(iimentum,é'  calceamentAfua,&  ibi induitur,&  caUeatut 
all'}'  panniSi  C calceammìs nouis  fìatui [ho condecentibus  tradem c\d$ 

Eulefiii   ' 


79  1 


Shò  Eimlne/e  Librò  Secondo 


Ecdeftx  Sant'i Gtttdemti  Patroni  fui  ìniumenta "ilU ,  & cakeamentau^ 
H'AX  vtditìun  eftyiepoftéeraty&'£(fi4U'nftmUieer  in  quoper  v'iam  equità* 
unatidfìndi^  afiociatus à  maioribi4S,<^  nobilioribut  Ctuitans  intrat  Ciu'tu. 
t^rrif'i^VJ.dit  ad  Epìfcopatkmjeu  Ecclaftam  Cathedralem  fnam,ìn  qua  prò 
ce(ftona{iter recpituri&  honiìrificè  'intromictitur,atquc in  fcdefua  Epifco- 
faliiCum  te  HfumUudamusytTc,  Tulfu  omnium  campanarum  foLetnni- 
ter  in  trom'^Atur,  &  ifia.  efifecunda  slatto  feu  locus  indulgentiarum  San- 
tìi  Gatédentijyrbi coceduntur  Indulge ntifi. 

Terna  Statiojeulocut  Iniulgf.nttarum.  San3i  Gauientijy  efl  in  medio 
ipfiui  Ecclefttiradusper qi*os  afcendìturxnChorum  vbiefi  quAdamCtv.x 
lAurcaypoftia  U pAuimentopUna^  Qyi  quidem  locus  eft  circundatus  Vir- 
gis ,  ferreii  grojji'^eUuaiìs  d  terra, &  dicitur  Valma  Martynj  quoniam^ 
in ìpfomet  loco  MirtyrÌTàbantur ,  &  decoiabantm  San^i  Martyres  prò 
fijey&  nomine  D.7S(.  !eiù  Cffri/ìi,  tempore  perfequutìonit  Chrisìianorum, 
&  e^ciebatur  ibidem  fuifdcri  certammis ,  velut  ^renuiy  atq;  fideles  mi- 
lites  ihrifii  f^iSiores  Glorio ftiqu^qmdem  Glorìofa  ViSloria  ftgnificatur  pef 
Taimam^&ideo  non  iMmeniòt  feddignè^  &  congrue  locus  tpfedicitut 
Septem  Tatm*  Mirtjrij.vnde  etifciendum,  qmd feptem  funt  loca  in  Vr* 
he  vniuerfat  qudt  vocantur  Valma  Martyrij ,  rbi  principaliter  primi  San» 
di  Martyrei  Mar tyrixabantur tempore  ptrfecutìonis  Chriflianomm  >  C^ 
prò  Fide  Chnfiiy  pt  dióium  efìy  decollabantur .  Quorum 
Trimus  locus ,  feu  Vrìma  Valma  Mariyrj  e  fi  /^onj<e . 
SecHndai'm  Hicri*[akm^. 
Tertiatin  Rauennx^, 

^arta.  in  di&a  Ecclefta  SanGli  Gaadfntij  de  ^rimino . 
Qiiinta, in  ^lexandriay  vbi  fuit  Manyrizata  Beata  Catherma^&  Ma- 
gna multitudo  Martyrum^, 

Sexta,efì  in  Francia, vbi  full  Martyrìz^ata  fanSiffima  legto  SanSorum 
Thebeorum  Martyrum,  prout  in  ipforum  legenda  habeiur, 

Sepiima ,  efì  in  Alemagna  in  Òuitate  Colonì(t ,  vbt  fuit  MArtyrixatéUt 
Beata  f^rfula ,  cum  tota  fua  Gloriofa  commitiua  ,  quxfuerunt  vndecifJt-a 
milita  yìrgines  j  qux  omnes  ibidem  prò  fide  Chiitii  Mirtyrixat^  fuetunt, 
quét  quidem  loca  feptem  y  feu  palmtt  Martyrij  pr^dicta  funt  loca  facratif' 
(ima irrigatay&  Confacrata  ìnnumtrabdium  Martyrum  fungnine prado- 
ftffimOtquA  cum  maxima  deuotioncytsr  reuerentia  dcbent  vi(itariy&  reuC' 
rifiy&  bonorarì  a  Cbrifii  fidelibus, ex  quìbus  feptem  Manyrì)  Valmìs  Sa- 
tìigimìs ,  vt  diSttm  efì  fupra ,  vna  efi  in  dida  Ecclefn  ian^ii  Gaudenti jt 
&  ipfa  f  fi  quarta  fìatiOpfeulockS  Induigentiarum  ciujdcm  Ealefue  San" 

UtGaudentif . 

Qu^artag 


^  Raffaele  tAdmàYÌl  ii  j 

t^arta  Statht  feu  locut  IndHlgentìarum  Sant'i  Gaudemij  etì,ficut  qins 
ìntrat Ecclefum  ipfam ad manum  f:r>i!ham,'mquadamCiipeUa  p^rua^ 
qu»  e  fi  ex  oppofito  nobili  Tums  Campanorum  apud  vnamaUam  Capd^ 
lammagnamy  ìnquaquìdemCapella  puma  ,  qvés  eHin  UloanzidoeH^^^  ^^^^^^ 
rnum  mommentum  Upìdeum  depì^um  retro  Mtaris  ipftu^  CcipelU  in^  ^^^^^  j^^^ 
^«0  monumento  efì  corpus  cuiufdam  SanSi^  FcemìnXifen  Matrona  Vene-  g.  Nomina 
rabìlis  Sororìs  SanSì  ChìHophorì,  &  intermwum  iftiusCapeUx  ,  &  m«-  ta  fuit  O- 
rum  Coriy  rbi  diciturdimnttm  Ojjìcium  efl^  quéeiam  /cala  lapidea ,  &  iti  Hua , 
eH  vntimaliudmonumer.mm  lapide um,  cuìus  pan  fubtus  diQamfcalam 
lapiieam ,  &  aliam  pan  eli  deforis  difcoperta ,  qua  pidetur  tangere  pa* 
rietem  dìàì  Chori,  in  quo  monumento  efi  corpus  Beati  LanfranchifVbi  vir- 
tute  Domini  NoHri  lefu  Chrifiiy   &  meritiseiufdem  Beati  I<iM/r<?ncfci^^p"™ 
ftunt  quotidie  miracula ,  nam  ruptt ,  [eu  crepati^  autbermoft ,  fé  eidcm^      - 
BeatoLanfrancOydcuoteraccotfiendantesipftusqueSepulchrum  ,  cuwlj 
fidey  &  detmone  vifttantes  praMis  ìnfirmitatibus ,  feu  paffionibus  fuìs 
certi(fmè  libsraKtttr ,  &  ifia  efi  quatta  Statio  >fiue  locus  Indulgentiarum 
ipfius  Eccleftx  Sancii  Gaudentij . 

Quinta  Stallo,  feu  locus  Indulgentiarum  SanSì  Gaudenti]  efi  in  CapeU 
la  SanSa  Coronai ,  qu4  efì  fuperìus  afcendendo ,  per  fupradiólam  fcalam  * 
iapideanui ,  "vbi  eQ  monumentum  Beati  Lanfranchi^  in  fine  Ecclefta  ad 
manum  fimfìram^  Mtaris  Maiorìs  Sancii  Gaudent'^y  in  qua  tapella  e/2 
aitare  Upìdeum^  &  retro  cunSum,  cum  eo  efi^  quoddam  magnumfepul 
chrum  lapideum,  in  quo  e^  corpus  Corona  Firgìn'is,  &  corpus  Sancii  At- 
duìni  Confefforii,  qui  in  eodem  Monafierio  Sancii  Gaudenti),  yixit,&  ibi-' 
dem  fanctificatHs  fiàt^  &  in  eodem  fepulcro  efi  Erachium  Sancii  Ste* 
phani  Vrotbomartyris ,  de  quo  fepulcro ,  cum  maxima  deuotione  mul* 
ti  tr aduni  t  &  dant  cum  aqua  febricitantibus  ^  &liberantury  & 
ibi  funi  conce ffa  ampli(fim£  Indulgentid ,  pcut  npparet  per  feptem^ 
priuìlegìa  antiqua^  qu*  adhucfunt  in  eodem  Monajierio ,  &  i(ia  efi  Quin- 
ta Stailo  ifiue^  kcMs  Indulgentiarum  px^ii^4t  Eccleft^  Sanai  Gauf» 
àenttj, 

Sexta  StatìOi  feu  locus  Indulgentiarum  Sancii  Gaudenti]  efi  ad  Altare   q^^ 
maius,quod  efìfuperius  in  medio  Ecclefia,  in  Capile  ipftus^  ante  CborutfL^  5.  Corona 
fuper  quo  Altari  efi,  quiciam  Ancona ,  fiue  Tabula  erecta  piena  multis  Virgin.  Se 
Heliquìji  Sanctorum ,  quorum  nomina  legantùr  prò  vira  a  parte  exteriorì^  S.Arduini. 
&  retro  eiufd^Altaris  Maioris  ejì  qpteiam  fepullura  folemnifsima  mar- 
moreafabricaiay  mote  Komano  antiquo  ex  perptoremis  >  &  ferpentis 
aliisqj  lapidi b.pulcherrimii  dìuerforum  colorum,  in  qua  efì  precioftjfimum 
torpus  Sancii  Caudentij  ClorìofiMartyris  ,  &  Epifcopi  Arminenf. 

Tp  atque 


ii4       Sito  RIminep  Libro  Secondo  . 

atque  patroni  ftngtilarU  eìufdem  tìtsitatis ,  &  in  parte  fuperìinìpftui  Sé* 
pulihri,vbì rfì Hofiiotum  feneum  funt mulu  prscìof^ Relìqua SanCio-^ 
rum,  quafiìnnumerahUeiy  (&  ibi  funt  conceffi  mult»  lniulg(snttdi,&ifì(L 
eft  fexta  ^atìo,  pnehcm  IndHlgentiarum àufdem  Ecdcpat  San€ÌiCaU'» 
(kntij .. 
i?  Sept'ma  fìatìo^  feu  locm  Indulgentiarum  San&ì  Caudentij  ejì  in  Capei- 

la  quatim  C'^ronatorum^qun  e^juperìus  infine  Ecckfjts  ad  raanu ftnifirà 
fupraUidi  ^Altaris  Maioris  San^i  Gaudenti^  ;  in  qua  tapeUa  f  f?  Mtare  la* 
pideunìy  &  retro  efi  quxdam  Arca^  feu  capfa  eleuata ,  quaftfuper  filare, 
&  iim^a  cuvi  muro  ex  lapide  marmoreo  finijjimOijeu  alabaUrino  fculpta 
iforìs  certìs  imaginìbus  i  &  certa  fcriptura  fculpta  in  medio  ejus,  in  qutLét 
funt  duo  Sacratìfpma  Corporaj  ex  quatuor  coronatis  Martynbus,  &  tritio 
corpora  San6iorum  Innocentium  t  &inhacCapeUa  fimUiterfuntmultit 
Indulgenti^,  &  ìfìa  efifeptìma  Statìo ,  [tue  locus  Indulgentiarum  pr^fat^ 
^.cclefiA  Sancii  Gaudenti]^ 

O^aua  Statìo ,  feu  locus  Indulgentiarum  S*  Gaudenti] ^  efi  in  eadem^ 

Valentini,  Ecckftafubtm  in, alio  corpore  inferiori  eiufdem  Ecclefix^quod  dicitur  con- 

ScVi£iotìsJiJlffO  in  Capella  San^orum  Martyrum  yalentìni,&  rictorìs ,  quae  e/2ifl— 

Mwtyr..     (yanda  corfefjionem  iam  dictam  ad  manum  dexteram,  rbi  efi  Mtare  la^- 

pìdeum,  &  it*xta  ipfum  retro  efi  SepuUrum  lapideum,  in  quo  funt' cor  para 

prdidictorum  Martyrum  VaUntìnii&  victorìs^qu  a fuerunt  ibidem  mirabi 

lìter  repertOi  cum  Corpore  Sancii  Gaudentij,  vt  recitaturin  Htiloria  Taf- 

fienisfuAinquodamputeOyquiefiàmanufmifìra  pr£dictiAltaris,ybìefi 

lapis  in  terra  Marmoreus,  per  reuelationem  fadam  cuidam  Honefloi ,  & 

religiofffasmin^, nomine  abortinA^qun  erat  Ceca  ànatiuitatei&  moraba* 

tur  Rauennfy  hoc  modofertur:  Quodcum  lam  dieta  ff  mina  ceca  effet  Rfl-^ 

uennSi&  quotididcum  magna  deuotione^^  fide  prò  vifUyfeuoculoruvL^ 

fumine  habcndo  Deum  exorar€t,&  rum  in  hac  prece  per  multumtempus 

ìnfiitijfef.  &  perfeueraffetyfuìt  tandem  ftbi  dictum  per  ^Angelum,  quomoio 

Deus  exaudieratpreces  eÌH$t&  ad  hoc^vt  vifum  recipere  mtrereutr,  quoi 

deberetvenìrein  Ciuitatem  crìmini,  &  ire  ad  Eccleftam  S,Caudemìjy& 

dicere  R.jAbbatì  ìpftus  MonaSìerij ,  quomodo  in  pmdìcto  loco  confefmnit 

in  Capella  iam  dieta  erat  quidam  puteus  coopertus  lapide  marmoreoìtL^ 

quo  ìaccbant  corpora  Sanctorum  Martyrum  Caudentìj, valentini,  &  Vi* 

ttcriSi  &  quod  rcluntas  Dei  erat ,  quod  inde  extraherentur ,  &  honorem 

C4ind'fgno  renerarentur,  a4dens ,  quod  cum  eadem  Sanctìfsìma  Corpora  re»- 

perir  itury&  a  dictoputeo  €XtraberSturi&  ab  ipfà  deuotione  adorarentur, 

&  deofcularentur i^uod  incotinhi  rijum  recipere  mereretur ,  bis  pramif- 

ffsprétdictoSancti^finìinAptr^ngelHmiVtpr^ferturydictiSffubiunxitf^» 


7)i  Raffaele t4dìmar\ *.  -.         ut 

IPim<f  tidem  Mgeh,  d'jcensyTufcis  Dommeiquìa  non  video,nequepeìrme 
ipfam  ad  aiujuem  Iceum ,  nìft  deducar ,  pergere  valeo:  Tunc  angelus  ac» 
€epUeam,& [libito,  (juafiinictuOf^Hli  pofm  ipfam  in  Mimino ,  intra  di- 
ctam  Ecdefiam  Sancti  Gaudenttj  in  ilio  loco ,  ybipYtudictA  SanctornnL^ 
corpora  erant.&dix'it  ei  angelus:  EccefiUa  dUecta^quia  tu  es  nunc  in  Ec 
clefta  iancti  Gaudenti j  de  Arim';no,&inCap€lla,  &  locot  vbi  prmcioftL^ 
Corpora  sanctorum  Martyrum  Gaudentiji&  VaUntinii  &  f^ictoris  funt,  SS,  Gaudi 
&  vbi tibi  dixeram,cum  effes  Rauennufyquod deberes nenire:  Nmc  autem  ^Ì^'.Xj^5J?' 
per  gè  ad  K'  Abbatemhuiui  Monafìeriji&  enarra  fibiper  ordinem  omnia,  ^qjjs,  *' 
^u£  tibi  euenerunty  prontfactafunt  vfque  nunc.  tunc  illa  Sancta  ffnùniu» 
procidens  in  terra  tota  perfufa  Uchtymìi  ^rf  nimìo  cordis gaudiO,&  agens 
Gratas  Dso,&  illi  Sanctifsimo  Angelo,  atquefe  fibi  humilUmè  rccomen- 
dans. Angelus  iìle  Sanctifùmus  ì<Juntius,qui  diuinus  volauit  in  ialttm^  illa 
vero  [urgem  ab  Oratione  pirrexit  ad  iuAbbatem,&  narratiiftbi omnib* 
quf  ei  acci der ani ,prout  Angtlm  eidem  praceperat ,  &  ofienfo  (ibiputeo^ 
ybi  dia  Sancttfsima  corpora  iactb^ti  Tunc  ifdem  R^Abbas  adhibens  pie- 
nam  fìdem  verbis illtus  sa^ctifcemime  appofuittotam  diligemiamfuaììfu* 
fuper  hac re à  Dea  ftbi commi/fa ,  &  fpeiiatiter inìur.cta ,  & conuocatis 
multis  ''eruìs  Dei,tàm'RelgiofiSy  quàm Clericii,atque  fetularibm honeHìf, 
&  congregatìs  omnibm  in  dieta  Ecclefìa  Sancti  Gaudenti],  cum  K-Abba* 
tey&  Monadi  fuii  ìfdem  R.  Abbcvs^intimamt  omnibus  omnia^quA  ìtia  San 
età  lamina  fibi  dherat,&  quo  ex  parte  Dei  ^ecìaliter  iniuxtrat ,  qidebe 
ret  extrahere  illa  SanSìiJfima  corpora  fanctomm  Marfyrum  GAudent'}j\ 
Valenùni,  tf  Victoris ,  quA  erant  ibi  in  quodamputeo  indccenterjepalfn, 
rt  inde  extractat  ^  in  loco  condecenti  repofita  condigno  yenerarcmw  ho 
nore,&  qmd  iUa  erat  caufa,qut:re  eoi  ibidem  conuocauerat,atque  congre» 
.  gauerat,idiO quodomnei  ibi  afismes  vellent^cumeopariter ad  locum^pbì 
illa  Sanctifsima  corpora  iaccbant accedere,&ìpfa  inquirere^ndeq^  extra- 
here.tunc  R^^dbbAStindutus  Tontifìcalibui^cumfMs  confocìis,&  miniftr'n, 
&  omnes  ali)  ordinati  procefsìonaliter  Cruce  pnauia ,  vtefìmoris,perrexe 
rat  valdeJGlemniter^&demtè  ad locum,  vbi  erar.t  illa  Sanctifsima  cor-^ 
pora  exiHente  ibidem  prtifente  illa  Sancta  ff  mina  caca,qudi  venerai  reue* 
lata  ipfa  ofiendente  locum  S.  Vutei ,  &  pracipiente,vt  ìpfumfiduciaOter 
aperir ent.quem  cum  aperuijìentj  &  illa  Sanctifsima  Corpora  repcrijfjent , 
eaque  mirabiliter,  &  vttra  humanum  modum  fragrttìa  extraxifìent,  &■ 
illa  Sancta  fasmina  a  natiuìtateCaca,  cum  magna  deuotione,  ^fide^  cum 
facie  fua  ea humiUimè tctigìfìct,& incontinenti  fubìto  oculos^  &  rìfum^ 
quem  nunquam  habuerat  perfectè,  &mirabilitfr  recepifìetyOmner^qui  ad- 
erant  prmmio  fÌHpore,&  admìratione  ex  tanto ,  tamque  magnìfico  mi* 

Oo    %        raculo^ 


1^ 


11$        Sì$d  Eimìnefi  Libro  Scanio 

raculo ,  coram  ì^ftsfactOiquafi  extra  [e  factt  y  &  fuper  fatìesfMs  ìnier^ 

Troflratì  adorauerunt  Deum  ipfum  laudantes ,  &  glorìficantes  in  5<tn^ 
€tU  Martyrlbus  fuìs  Gaudentìo  Valentino ,  &  yictore ,  quorum  Sacra* 
tì[p.ma Corpora reperire ,  & habere  meruerunt  impforumi  &  cotius  CìM' 
tatìs  pTfftd'tum. 

Tane  praiìctus  Venerabìlts  Vater  Ahhat  primo ,  &  pofìea  fuccefiì* 
uèomnes  ah]  qui  aderant  prffentes  cum  magna  Kcuerentiaf&deuotione 
perfuft ,  qui  kcbrymìs  ex  immenfo  cordìs  gauéo  aeccperunt  ad  yencran*^ 
durrt ,  &  deofculandum  illa  Sanctìfsìma  Corpora  ,  &  mirum  in  modum^ 
factum  effy  vt  omnes  z//f,  qui  ea  tettgerunt,  fuerint  perfette  curati ,  & 
liberati  ab  omnibus  in firmitatibus,doloribus,  C\languoribHs  (uii  ,dein» 
de  deduxetunt  ipfa  in  Sacrìftiam  eiufdem  Ecclefia  ,  cum  ingenti  gau^ 
dìo  magnoquekonorejCantantes:  Te  Denmlaudamm  ,  Etibi  fuerunt 
m  quadamcapfa  honorìficè  reconéta ,  &  a  cuncto  populo  digno  honorem 
cenerata ,  rbi  fìmìliter  fuerunt  multa  miracula  facta ,  &  ibi  Siete* 
runt  illa  Sacrati f sima  Corpora ,  per  aliquod  breuetempus ,  donecfuitfa' 
§tHm  fepulcrum  lapidenm  ,  in  qtto  ponerentur. 

Quo  factopr^icta  Sacratifùma  Corpora  Valentini ,  &  Victorìs  fue- 
runt cum  maximo  honore  j  &  Hymnis ,  €T  Cantlcis  ipiritudibus  ad 
Capellam,  vbi  prius  fuerunt  rtportat a  ^  &ibiapud  Vuteum,  rbi  ante 
ìacuerant  in  quodam  notabili  fepulcro  lapìdeo ,  y'tdelicet.  Marmoreo  mi*^ 
rabilìter  recondita ,  vbì  requiefcunt  vfque  in  dìem  Generalìs  ludìcij  Domi" 
ni  Noffri  lesa  Chriìììf  quando  venietreddeve^  vnìcuique  fecundum^ 
opera  fua-,  prò  cuìus  Sacrofancto  nomine  confitendo  prafati  Beatifsìml 
Martyres  FalentinuSf  &  Victor  fé  martìriyiri  ^  &  cecidi  permiferunt , 
expectantes  abfo  condignam  mercedem  recipercycui  eH  honor^C  gletia^ 
ìfL^fecula  feculorum»  »4metL.*'  s<> 

Sanctus  Caudentìus  repofitus  fuìt  retro  yiltarìsMaìùrìstn  pulcherrt^A^ 
mo  Sepulcro  folemnì ,  &  menfice  honore  :  illaautem  Sancta  F^minm^^ 
dt  qua  fuperius  efì  facta  mentìo  ,  quamdià  rixit  in^  ea  Ecclefttb^ 
in  feruìtìo Dei t  &  Trfidìctorum  Sanctorum  Martyrum  permanftt,& 
ìttica  CaptUéU  ,  rbi  illuminavi  promeruìt ,  ibidem  polì  mortemi 
fé  (epelire  iufsit  i  vbi  multis  plenoi^  f  &  adornata  vìrtutibus  requie'^ 
fcìt  in  Deo;  Etifìa  efì  Octaua  Statio,  ftue  locus  indulgcntiarut?L^- 
Eccl(fia  ^ancti  CyiVDE'ì{TlI  >  rbi  etiam  plurìmx  indulgen* 
tÌA  funt. 

i^ona  S tatto ,  feu  locus  Jndulgentìarum  Sancti  Gaudenti)  eBin  pr^ 
^C(oIqco  ConfeffionìS)  feti  cor^fire  Ealefioi  inferioriintroitu  admanum 

pnifirar»' 


Di  Raffaele  tédìmAti.  127 

fmfìramiin  quodam  loco fìrk co ,& augurio ,  vbì  eiìquAdavìCapdU 
paruula ,  &  deuotiffìma ,  vbtt  vt  fenWi  San&us  Gaudentìns y  cum  alijs 
€hnflianh  fjdelihui  ocadtè  orare  confueueraty  &  maxime  temi^cre^ 
perfequuf'ìonis  Clm^ìanorum ,  (jnem  locum  mule  a  denota  perfonx  cunlne» 
uerunt  per  annum  integrum  quolibet  die  v'^ filare ,  ibique  ^ecìalem ,  ^ 
deaoram  oratìonem  prò  alìquo  defm6lo  facere ,  &  aliqm  ex  ìpfisafìe' 
mnt  fé  Tidiffe  ilias  perfonas  defun&as  in  eodem  loco ,  quem  prò  illis  -pì//- 
tarunty  &vbi  proipfis  (peeìales,  &  detéotas  orationes  DeGobtulerunt^ 
&  ftatum  fttum  eis  manìfeiìauerutit ,  &  fi  pcfiem  liberarì  à  pani ,  Locus  vifl 
rei,  aut quomodo  dare  fibi  dìxerunt:  Tum  aliqui  exillis^qm.dictum^^c'^^^.° 
kcum  yi fnarunt,  vt  dìkume^y  dicumhoc  fé  vid'ffeìn  fineamiì,  alìj  ^  ""  ^  • 
infra  (res  menfes  ,  a!^  vero  infra  fex  ,  quod  cndenium  e§i  fieri  fé-- 
CHndum  ipforum  orationum  fidem,  &  demtionsm,  vel  fecundum^ 
aliortim  Defunctorum,pro  quibm  orat,Sìatum  y&  neceffuatem,alìj  ctiam 
freqiimtantesi  &  continmntes  dìctl  loci  vifitationem  ,  &  deuoiam  ora" 
tionem  dicunt  fé  ibidem  fentire ,  &  rìdere  mìracula ,  &  iR.  e  fi  nova^ , 
&vltimaStatio,fiue  locus  indHlgmìaruw  fnpradicu  EcclefU  lamti 
Gandemii, 

SmtetUm  In  dieta 'Ecclefta  Sanctl  Gaudentìj  prater  pnedìcta  loca 9 
^  Siatìones  nonnulla  etiam  demtifùma  loa^  >  &  Capellx  in  qtiìbm  locìs 
omntbui  funt  multa  Indulgenti fi^  eo  quod  funt  intra  Corpus  eìufdem  Eccle 
/f<c ,  cui  ab  antiquo  fuermt  a  Summìs  Vontìficibus  Amplifsmx  ,  & 
quafi  innumerabiles  IniulgentiA  concefid ,  &  Inter  estera  loca  e^  tn_^ 
dieta  Eccle fia  inferiori  i  qu£  dicìtur  confefsio  in  fìneipfius  apudmurum^ 
ybi  efì  quéidam  frneftra  vitrea  magna  ,  magnum  fepulchrum  lapi— 
deum  ,  feu  Urea  ,  in  qua ,  vt  fcrtur  ,  fuìt  pofttus  quidam  Sanctus 
Martyr  Nomine  Venerei ,  qui  tempore  perfecutìonìs  Chrifiianorufn^f 
prò pde Domìni  T^Jìrì  lESF  CHKISTI  fui:  Martyrìzratus  ,  <& 
per  medium  squina  fecatuSj  quam  Urcham^feu  Sepulchrum,quiha' 
bent  dolorem  squint  lumborum ,  aut  renum  deuote  ofculantes ,  &ìp* 

(am  squinam  lumbis ,  feurenìbus ,  ita  vt  funt  veSìitifideliter,  &       e  v       - 
deuotè  ofculantes ,  vel  tangemes  lìberantur  ab  eifdcm^  rciiJ  "*'" 

pafsionìbuSi  feu  infirtnitatibus  ad  Honorem  Domi»  *      ' 

nimfiri  lESy   CHKISTI, &^ 
ìpfius  Sanctìfsimi  Mmy» 
ris  Venenu- 


Mm 


ili         ShoKìmlneJi  Libre  Secondo 

Itemìn eadem  EccleCtafkntetìamalmcjuatuorCapelU^deuotitiCuitLJ 
fuU  Mtanbusìm  quìbus  etìamfunt  multA  Indulgente  j  quarum prima  efi 
Beatilfima  v'irgìnis  Manit,&  eSì  ad  manum  finiHramtCum  quii  intrat  Ec 
clcfiam:  ali»  aitiem  du^funt  ex  vtroque  latere  [cala  lapide  a  magns ,  per 
quam  afcenditur  ad  Chorum  quarum  vna  efì  SanCii  ioannis  £«a»geiif?* , 
alia  vero  efì  San^i  f^enerl],  quarta  autem  efì ,  quando  quis  intrat  Ecclefia 
ad  manum  dexteram  ,&ifia  Captila  efì  Beata  Anf?a  Matris  Beatijfima 
yirginìf  AiiirU,&  in  Mtari  iHiui  CapelU  In  lapide  magno ,  qui  e(i  defuper 
funi  in  certìs  loca  ibi  fculptispofna  multa  veneranda  He/iquia  c'mfdenLJ 
Beata  Anna,  &  in  ìpfumet  Capella  funt  dua  magna ,  &pulcherrima  €o- 
lumna  marmorea ,  qmbus  ex  parte  anteriori  fuóientatur,  &  in  ifìis  duabus 
columnis  fmtfculpturafacia^in  quibus  mimbUi,  &  occulto  modoeiìpoft' 
tum  deligao  San^fa  Crucis,  in  qua  pomìnut  No/ìer  le  fui  ChrifìuuprùfulU'> 
te  mundi  Crucifixus  fuit  ^  cumaliji  etiam  relìqui^ipreciofu^quaquidenLa 
Captila  eH  digna  magna  veneratione ,  &  honore  non  folum  ratione  vocA' 
btdiyfed  prafertim  ratione  iplarumprótciofiQimarum  Kel:quìarumyqua  ìn^ 
eafunt .  Vraterea  etiam  eiì  vnus  locus  magna  deuotionìs,  &  fmgularìs  in 
ìngreffuVortaeiufdem  EccleftaS aneti  Gaudenttj  in pauimento plano,  vbi 
tH  circulus  magnus  sfericus  »  fiue  rotundus  ex  lapilUi  minutis  diuerforum 
eohrumùnquo  loco,  vtfertur,efi  "Puteus  Magnus,in  quo  efì  muititudo  ma» 
gna  Corporum  SanClorum  Martyrum,  qui  ibidem  tempore  perfecutìonìs 
ihriSiianorum  fuerunt  ManyriT^ti,  tjsr  occìft  prò  fide,  &  nomine  D.  ^^,[, 
iChrìSih  qui  quidam  locus,  rfque  ad  palmam  martyri] ,  qua  ed  ibi  apud ip- 
fum,vbì  decollabantur,feu  decapitabantur  Sancti  Martyres,&  per  totum 
órcunum  efì  totus  perfufus ,  &  irrigatus  rofeo  atque  purpureo  ipforum^ 
Sacratipimorum  Martyrum  fanguine,  &ideodignus  veneratione ,  &  ho- 
nort^. 

Item  in  pr^diCia  Ecclefta  apud  fupradìGìum  altare  Satina  Annae^, 
quoddam  notabile  monumentum  ex pulcherrimis  h.pìdibus  marmoreis  di' 
uerforum  colorum  pofuum  infertum  in  pariete,cum  hi ofiio ferreo, magno  af 
foris,  &  crate  ferrea  ahintra^  in  quo  efì  corpus  Beati  Cregoriij  angari  Epi- 
[copi ,  quaft  totum  integrum ,  qui  quìdem  Beatus  Gregoriutfuit occifus .,  vt 
Uferiui  dicetur  non  longè  a  Ùuitate  Arimìni,  à  comìtibus  confoctjs  fuis  pe- 
regrinis,  pergentìbus  Romam,  prò  quo  Oeusofienàit quoddam  magnum^ 
&  fìupenium  miraculum^ . 

Qui  fottofeguitauail  fuccefTo  del  Beato  Gregorio,6cmedefìm34; 
mente  della  Beata  Offana  ,  che  fi  contiene  in  detto  Libello,  ma 
perche  di  [opra  io  i'hò  detto,  quando  fi  è  parlato  di  San  Giorgio 

antico 


^i  1{affkele  t/lMmarl.  tip 

antico ,  dclH  M.  Reu.  Padri  Theatini ,  &  quando  fi  è  trattato  del- 
le Reii.  Suore  di  Sata  Eufemia ,  però  rimetto  il  prudente  Lettore, 
alli  fodetti  luochi ,  per  non  far  doppia  fatica  .• 

£xplìcit  Ltbelliis  ifìe,  in  quo  contìnentur  Statìonesy  &  loca  deuotìfsima 
Ecclefte  Sanóìi  Gaudenti!  de  At'immOi  Glorioft  Martym,&  Epifcopìt  at' 
que  Vacroni  principalis  ewfdè  Cìuìtatis  ^rimm'Tyvbifunt  mulu  Sanìia  cor 
porat&  Ret'!(ju;£  San^ortiy  prom  in  hoc  preferiti  libello  latmcmmetart 
Qua  quìdem  Ecclefiay  &  loca  SaT}6iì(fima  pr^Sìa^vt  inprìnctpto  hum  li 
belli  dì^nm  efi,  &fid  cunCtU  F'idelibus  funt  meritò  veneranday&  in  ftngu 
lari  deuotione  habtndayprdcipuè  tamS  af^enerabili)&  deuoto  popklo  eiufm 
dem  nobilis  Ohitatìs  Arimin,  Smt  igitWiCum  magna  reuerentiay  &  ftngu» 
lari  deuotione  vìfttandayveneranda,  protegenday  atqi  magnificandayatten» 
topreefertìntyquod  ifdé  venerabilis  populm  eo(dem  Gloriofos  San^os^qW'» 
rum  Sacratiffima  corpora  ,  atq;  Keliquìa  in  prxdìóia  Ekclefta  requicfcunf 
habeat  in  Calo  femper  coram  Deo  principales  orantest  Vatronosy  ac  di* 
finfores  ;  Et  ideò  eiì  valde  condìgnumy&ìuftum,  rt  qui  San&osy  tamque 
Magnìficoi  Tatrtfhot  haberè  meruetuntya  quibus  continue  fingularis  patro 
èìnif  maiorarecipiat  beneficia  y  eìs  vtìque  vice  verfa  màiorii  deuottonìs,  & 
honoYts  affìdua  impendant obfequìa  ;  Quorum  Sdcratiffima  corpora  »  atqùe 
Helìqulas  fic  iugìter  vifitando,ac  venerando  nonfolum  eorumdem  SanÙo* 
rumgratiamy&patrocìnium.fedetiammultasy  &magnas  ìndulgentias  à 
Summit  Vontifìcibus, ibidem  conceffas  merebuntur  obtinere  ;  Quiqu'tdem 
Libtllmfmt  compii atw  principalìter  ad  7)eiy  ac  prudi^lorumSan^orunt 
honorem^  &  prtxfatt  yenerabÙn  pòpuii  Ariminen,  Confolationem,vt  idem 
VencrabUiSi&dcuotuspopulusyperhunc  libellumpoffet  habere  Tlenaria 
mtitiam  orfìmum^  &  contentorum ,  ac  tami}tamq;  Magnìfici ,  &  precìofi 
Thefauri  fpiritualìSyatque  ccelefìisyqui  efiinpr^Wa  Santi  a,  ac  yenerabi» 
li Ecclefta  Monafìerij Sancii  Giuienti']<,&  in aliji San^is  locifihi  contenf 
tis  ;  Quem  Libellum  fenerabilis  ìnChrliìo  Vater  Dominus  louachinus  de 
'pofientìbus deTapia  Abbas pr£diifìMiorìafièrij,fecit  comp'ilariy  vt  diSu 
èfii&fcribi ,  per  me  Donnum  Ccelefìinum  Monacum  profeffum  eiufdem 
Monafìerì'),Anno  Domini  1 44r.  ad laudemSfémmaiy  &  ìndiuidua Trini» 
tatìs}  cui efi honor ,  & gloriayvìrtmy  &  imperìum,  per  cun^a  feculoruffi^ 
fecula»  Amen^' 


Tìbi  laus  T'ihi  Gloria'  , 

7\bi  Grattarnm  A^io  in  fecula\ 

Sempiterna ,0  Beata  Tt'mtctè'^^  '•'- 


palU: 


f  iV       sili  7\lmìm/è  Lfhto  Secondi 

AllaScritturadifopra  facilmente  fi  può  vedere^ 
S  Godézo  PI  B5^^^^  quanto  foffe  U  Veneratìone,  &  la  Magnificenza 
Vefcono^c  ^  ^S^iw  ^^^^^  Venerabil  Chiefa  di  San  Godenzo  Vefco— 
Pfotcc.      ^j  fef^l''?^  J  "o  <^*  Rimino,  è  Protettore ,  &  quante  Santi fsi- 
^  *^  me  Reliquie  vi  foflero.  Chela  rendeuano  ammi' 

rabile,  &  però  dourebbe efTerc  vifitata  con  mol- 
ta reucrenza,&  deuotionc  in  ogni  tépo,  ma  par- 
tìcolarméte  ne  j  tempi  di  Quadragefima,  reftandoui  per  tradicfo- 
ne  commune  ',   particolar  deuotione  i  Venerdì  facri  del  Mefe  di 
MàUdiUut  ^^^^^>  leuandofi  i'abufodi  vietarla  con  poca  deuotione,  mafsi-»' 
Aemoquift  ^^  ^^^'^i  giouentù.  Mi  fono  affaticato  molto  in  cercare  doue  fia  - 
€it  o£M  Dii  no  flati  portati  tanti  corpi  di  Santi  Martiri,&  in  particolare  quel- 
ntiHgèttr ,  Io  di  San  Godentio  fodetto ,  &  molte  altre  Sante  Reliquie,  che  fi 
^/>r,  r,y 8.  raccontano  nelle  Scritture,  &pertraditionie{rere  (late  in  detta 
Chiefa,  quali  per  varij  accidenti  di  Guerre, 6c  efcurfioni  de  Solda- 
ti ,  li  quali  fenza  legge  è  defcrittione  mettono  ogni  cofa  in  confu* 
fione,&  perciò  alcuni  credeteroche  vn  Capitano'da  Mòte  Albod- 
do  fc  ingegnafTe  di  robarui  anco  le  cofe  fpirituali ,  &  con  commOi^ 
diti  robbaiTe  il  Gloriofo  Corpo  di  San  Godentio,  te  Santifsime 
Reliquie,  che  fi  conferuauano  fuori  della  Città  noftra  nella  Bacia 
dedicata  al  fuo  nome,  &  fé  bene  li  Signori  Priori,  è  Deputati  del- 
la Terra  di  Monte  Alboddo  Diocefe  ò\  Senegalia,  nella  Trasla-» 
tiene,  che  fecero  del  detto  Santo  Corpo  l'anno  i5P4.alli  j.d'Ago 
fio,  dicono  nel  Cap.  2.  di  un  Tuo  libretto  di  quaranta  fogli  incir- 
ca, delle  ceremonie  fatte  della  detta  Traslatione,  le  medefime  pa- 
role, era  fepolto  il  detto  Sàto  Corpo,&  Reliquie  nella  detta  Chic 
fa dellaCittà  di  Rimino ,  per  longo  tempo ,  come  piacque  à  Sua 
Diuina  Maeflà,uedendo  forfè  quelle  non  hauere  il  fuo  debito  ho* 
nere,  che  lì  fé  richiedeua,&  anco,  perche  nella  detta  Città  haueua 
riceuuto  il  Santo  Martirio,  non  li  patena  luoco  conueneuole,  nel 
quale  ui  dettero  più  longo  tempo,  altri  ne  faccia  il  giufto  Giudi- 
ciò,  cchenelpaflfaggiodiSoldatida  vn  Capitano  di  Monte  Al- 
boddo, del  cui  neme,è  cognome  ,  per  non  fé  ne  hauer  notitia,nOQ 
S'efprime  infpirato  da  Sua  Diuina  Maeftà,  &  (uo  Santifsimo  fpiri 
to,  leuate  da  detta  fepoltura,  &  Chiefa ,  furono  condotte  in  Sene- 
Peeioa  de  §^^'^'  Miracolofaméte,doue  dalla  Santa,e  Pietofa  Matrona  Theo 
Cotti .      dolinda  Regina  de  Gotti,fù  edificato  vn  bellifsimoTempio,come 
dimoftra  la  Infcrittione  fopra  fa  porta  di  efib,  &  da  Sigifmódo  Ve 
fcouo  di  Sinigalia,  fii  dacca  alle  V^nerabil  Reliquie  nobil  fepoN 

tura, 


fZ)i  l{a^aete  tAdimàfìi 


121 


tnra,  come  l'infcrittione  dell'Arca ,  doue  furono  pofle ,  ne  fichia» 
rifsima  proua ,  feri  età  nel  tenore ,  che  fegue. 

S'tgifmundus  Fp'fcvpm  Lenogallenfts  Corpus  Sant'i  Caudentij  Effcopi 
folemniter  coUocauit: 

La  qual  cofa  par  che  non  (ìa  verifimile,  poiché  rinfpirationi  di- 
ulne  vengono  i  quelli,  che  fono  in  grafia  ,  6c  netti  da  peccati ,  la 
qual  cofa  perii  più  non  fuccede  a  quelli,  che  attendono  alle  Guer- 
re fra  Chriftiani,  è  Chriftiani .-  &  perciò  fi  legge  nell'antico  Tefla- 
mento,  che  Oza  Fighuolo  d'Aminadab ,  vedendo ,  che  l'Arca  del  qz^  figlio 
Signore  nel  portarla  rtaua  per  cadere,  andò  per  tenerla, &  toccan  -  lo  d'Ami- 
dola  fubito  cafcò  morto,  perche  non  era  netto  di  peccati ,  fecon-  nadab. 
do  il  parere  de  buoni  Dottori  ;  &  di  più  (ì  può  dire ,  che  per  infpip 
ratione  diuina  niai  nefTuno  farà  molTo  à  far  cofa  di  peccato,  come 
€  il  furto,  per  la  Regola  di  Smt'Agofliiio,  che  dice:  ì^on  (unt  fet* 
c'undimaiei  ,  vt euemant bona  :  Se  bene  per  diuina  permifsionei 
noi  occulta,  li  fuccedeffe  bene  cai  furto,  mafsime,  dicendo  i  fodet - 
ti  Signori,  che  miracolofamente  fuflfe condotto  in  Sinigalia,  &  la- 
fciatoà  Theodolinda  Regina  de  Gotti ,  la  qual  cofa  non  dicono, 
comefuccedelTe  tal  Miracolo,  chepurlodoueuano  dire, fé  voieua- 
lìo,  che  per  fua  ripntatione  li  fofle  preftata  fede  :  E  ben  opinione, 
éi  infieme  traditione  d'alcuni,che  fulTe  condotto  in  su  quel  di  Se- 
negalia  de  Soldati  Ongari,li  quali  credeuano  hauer  tolto  vn  Bea- 
to Gregorio  Vefcouo  della  lor  natione,  che  era  {tato  amazzato  vi- 
cino i  Rimino  da  i  fuoi  compagni (^come  Ci  è  detto  nel  ragionarne 
to  della  Chiefa  di  San  Gregorio  antico,  de  Padri  Teatini,  )  &  mo- 
ftrata  miracolofamente  la  fua  morteiera  (lato  condotto  nella  me- 
defima  Chiefa  diS^n  Godentio,è!ìhonoratamentefepolto,come 
fi  dice,  che  parue  elfere  più  verefìmile,  altri  foldati  l'haueflero  tol- 
to incanrjbio ,  per  imbarcarlo],  &  portarfelo  al  lor  Paefe  in  Onga— 
ria  :  Ne  C\  può  credere ,  che  vn  Santo  noftro  Vefcouo  ricercato  da  Ambafcra- 
noi,  dal  Santifsimo  Pontefice,  andatelo  a  pofta  a  leuare,  fin  à  Ro  to;;  Ri(ni. 
iTìa,  e  fatti  da  lui  tanti  Miracoli  per  ftrada,  &  nell'ingreflo  della  "sfl  , 
-Città,  doue  hebbefempre infinite demoftracioni  d'Amore  .,  e  da 
lui  bene  ric.oncfciutc,per  i  buoni  portamenti  fuoi,  e  Miracoli  fat- 
ti giornalmente  in  effa  ;  che  fi  fulfe  dimenticata  la  memoria  di  ef^ 
fa,  è  fuo  caro  popolo,così  facilmente  conuercendo  l'amor  in  odio 
fi*Dza  cai}fa,non  li  foflegratifsima  iu  vita,  &  in  morte,  quefla  à  lui 
dcuora<:ittà,  mafsime  collocato  in  una  molto  più  notabt!e,  Jeiio- 
ta,&  !5anta  Chiefa  Nobilifsima  della  Città  dou?  haueua  otrenuro 
il  martirio,psr  la  Santa  Fede  di  Chtifto  Nostro  Signore;  N^  2  qua 


1 2t       Sito Klmìne/è  Libro  Secondo 

(lo  ripugna ,  che  habbi  rlceuuto  ìVi  martirio,  nella  Citti ,  poiché  il 
-j  ..  Martirio  non  li  fu  dato  da  Cittadini ,  ma  da  popolo  eftraneo,  & 
di  s.  Go-  barbaro,  quale  dubitando,che  i  Cittadini  non  gli  Io  toglieflero,  è 
dcnzo .  non  poteffeefleguire  il  diabolico  ordine,  che  hauciia,i  manigoldi, 
la  mattina  per  tépo  lo  códuflero  fiiora  della  Città  incognitaméte, 
e  l'amazzorono  nel  modo,che  raccótanol'Hiftorie  Ecclefiaftiche, 
fn  tanto  incognito  il  fatto,  che  (lette  feflant'anni,  auanti  fi  fapefTe, 
doue  fufl'e  ftato  morto ,  &  fepolto ,  ch'era  tanto  maggior  gloria  di 
detto  Santo ,  ftar  lì ,  done  ccmbattendc  per  il  fuo  Signore  haueua 
ottenuto  la  palma  della  vittoria,  contra  il  Demonio,&  il  mondo, 
come  il  tutto  è  noto.  Né  anco  fi  può,  ne  fi  deue  credere,  cheli  M^ 
R.MonaciCasfincfi  patròni  à  quel  tempo  di  detta  Abbatia  ,  che 
Tempre  fon  (lati  di  molta  fanti tà,  &  deuotione ,  non  tenelfero  dct* 
to  Santifsimo  Corpo,  &  Reliquie.con  tutti  quelli  honori,&  repu- 
tatione,  che  fi  deuono  fare  alle  Santifsime  Reliquie  de  Santi ,  noi> 
li  mancando,nè  richezzc  da  poterlo  fare,  ne  luoco,  &  deuotione, 
per  e(rere  (lato ,  &  cflTere  vna  delle  prime ,  &  principali  Religioni 
della  Chriftianità,che  fcmpre  ha  mantenuto  il  fuo  decoro,  &  repu 
catione  intuttelelorcofe. 

Ne  mi  pofìfo  dar  ad'intendcre ,  ne  credere  in  modo  alcuno ,  che 
ftando  il  detto  Santifsimo  Corpo,  &  Reliquie,  in  mano  d'altri,  & 
fotto  cura  d'altri  Religiofi,fia  per  eifere  tenuto, con  maggior  riue- 
ren2a,&  decoro:  Mafsime  in  un  luoco  di  Terra  picciola,  ne  di  paC 
faggio,rifpetto  a  vna  Città  popolata,&  di  molto  concorfo,  &  paf- 
laggio,come  queda  no  (Ira . 
Móiìg  Ca-      ^"  ^'  tempo  della  B-M.  di  Monfignor  Illuftrifsimo  Giou  Batti- 
ftelio  Ve  ^^  Caftcllo  Vefcouo  di  Rimino,  era  (lato  occulto  forfi,doue  fofle 
fcouo    di  il  Santifsimo  Corpo  di  San  Godentio ,  i!  che  fu  palefeforfi  per  la 
Rimino  .  diligenza  vfata  da  detto  Monfignor, ò  foffe  anco  per  qualche  diui- 
na  infpiratione,  fapendofi  quanto  era  di  buon  fpirito,  tf  di  buo- 
na vita,&  perciò, come  buon  Paftore, cercò, che  fufle  ritornato  det 
to  Santifsimo  Corpo  nella  fua  Città,  facendone  infianza  appreffo 
€feg.xiijJaF.M.di  Papa  Gregorio  decimoterzo;  ilqualpapa  vedendo  all'- 
hora  tutta  la  Marca  fottolòpra,  per  l'occafione  de  i  banditi,  come 
fi  sa,  dubitando  forfi  per  quefta  occafione  di  no  aggiongere  qual- 
che tumulto,  cercò  di  quietar  dttto  Monfignor  Vefcouo,  co  qual- 
che r3ggionej&  buone  parole,  Domàdandoli  fé  nella  Città  di  Ri- 
mino ui  era  redato  Reliquia  alcuna ,  ri(pondendo  detto  Monfig. 
Vefcouo  che  vi  era  reftato  il  Capo,credendo,  che  ui  fufle  tutto  in- 
tìefo;  llSantifsimo  Pontcfice,con  dolce  parole  li  difl"c,quierateui 

per 


*lyll{afaeU  tAdimdrl.  iij 

per  adelTo.poichehaueteil  Capo,  che  è  la  più  nobii  parte  del  cor- 
po,ma  non  però  ii  dilfe,  che  non  hauelTe  ragione  da  vantiggio  fo 
pra  quelle  Santifsime  Reliquie,  poiché  fl  sa  da  tutti,  che  per  iufti- 
tia  fi  concede ,  che  '^poUa:»^  dt  fido  m  pnm'n  ftc  reiUmcndtn  in  poffef" 
ftone  rei  abtatx  y  Prima,  che  fi  difputi  fedi  ragion  la  deuehaucrc, 

ò  «ò. 

Detto  Monfignor  Caftello  per  obedienza  ,  &  reuerenza  del  Só- 
mo  Pontefice ,  non  replicò  altro ,  fpertando  forfi  un'altra  meglior 
occafionedipoterconCeguireilfuo,  mafsi.Tie occupato  nella  par- 
tita per  Nontio  di  Francia,  dal  quale  luoco  Te  foife  ritornato  viuo, 
forfi  c'haueria  hauuto  l'intento  Tao .    Si  eoe  quelli  da  Monte  Al- 
boddo  non  fi  deuono  fondar  tanto  Copra  quelle  parole  del  Papa, 
ancorché  folTero  vere,  che  non  fi  puolfapere,che  fìiano  così,  quati* 
do  non  appaia  fcrittura  autentica  .  Percioche  da  quelle  parola, 
tionperquefto  s'intende  eflere  efclufo  detto  Monfig.ò  verofuo 
fucce(fore,quel  che  fi  pretende  cflere  di  quefta  lUuftre  Città  ragio- 
neuolmence,  &  Chriflianamente,  mafsimamente  non  efiendo  ve- 
to, come  anco  depingono ,  cne  qui  nella  Città  noftra  vi  fia  la  San- 
tifsima  Tefta  intiera  di  detto  Santo,  come  detti  da  Monte  Albod- 
do  aiferifconOiper  mezzo  forfi  di  Monfignor  Reuerendifsimo  Tof 
fignano  Vefcouo  di  Senegalia  di  quel  tempo ,  fcriuendo  al  noftro 
Monfignor  llluftrifsimo  Vefcouo  Salicino  Vicelegato,  deirniu- 
fìrifsimo  Cardinal  Sforza  in  Romagna,  volfchauercognitione,  Monfìg.Sa 
come  ftelfe  detta  Santifsima  Tefta,  &  quanto  ne  mancalfe,  come  [^'^'"Pj.V** 
hebbero  poi  notitia  del  tutto,  per  mezzo  di  Monfignor  Giuftinia-  ^'v,celeg*. 
no  Cattilni  all'hora  Vicario  Generale  di  Rimino  .  d'Alcmag.* 

Né  detco  Monfignor  Salicino  trouandofi  in  altri  maneggi,  fece 
di  ciò  partecipe  la  Città,come  doueua  forfi,  penfando,che  non  bi 
fognafle,&  così  quefti  Signori  da  Monte  Alboddo.quafi  afsicura- 
ti  di  non  hauer  contrarietà  alcuna ,  fotto  li  tre  d  Agofto  predetto, 
•fecero  la  Traslatione  di  detto  Santo  Corpo, &  Reliquie,  dal  luoco  . 

dou'era  in  uno  più  honorato,&  fcoperto,  mettendo  in  ftampa  dee  j^^  ^^j  q]*J 
ta  Traslarione,&altro,per  manodi  M.Pietro  Farri ftampatore di  riofo  cor- 
Hiefedel  mille  cinquecento  nonantafette,parlando  così  allalibe-  podiS-Go 
ra,come  ho  in  fcritto  i!  fecondo  Capitolo  de  -verbo  ai  rerhur/L^^ln.  ^^"^°  ^" 
drizato  airilludrifsimo ,  &  Reuerendifsimo  Cardinale  San  Gior-  ^  ^"^ 
gio,nel  qual  confelTano  in  particolare  d'hauere  quelle  Santifsime 
Reliquie. 

Ma  pare  che  la  taciturnità  di  Monfignor  Vefcouo  Salicino,  &  Mon^^g  ij 
anco  di  Monfignor  luftiniano  Cacaneo  fuo  Vicario,  per  non  ha-  vic.Ge^o!* 

Qq    a        uer 


124 


sitò  Kìminefi  Libro  Secondo 


ticr  dato  parte  allaCitti  di  tal  negotfo ,  gli  babbi  fatto  gran  pre- 
giiiditio,  per  non  hauer  potuto  fare  diligenza  alcuna  di  rihauere, 
e  recuperare  dette  Sante  Reliquie,  con  qualche  bel  modo,  &  via 
ragioneuolc:  E  quando  tal  recuperatione  non  fi  fu  ffe  potuta  ot- 
tenere airhora:  al  manco  fi  folle  potuto  proteftare  di  tempo  in  té- 
polafua  volontà.  &  Intentione  di  poterle  ricuperare»  quando  fi 
fo(Te  potuto,&  foffe  (lato  tempo  opportuno;  come  (\  fi  alla  M.  11' 
Senato  Fa  luflte^e*:  Prudentifsima  Communità  di Fano,alla quale  noneffen 
nefe,  &:  S.  do  pettata  l'offma  della  cera  fatta  al  Cloriofo  San  Patrigniano , 
Patrigna..  da  quelli  di  Fc'fsombrone,che  li  haueuano  tolto  il  detto  Santocor 
no  Titola^  pò,  fecero  voto  per  il  lorfcampo  di  darli  vna  certa  quantità  dice 
ra  ogn'anno,  per  purgare  detto  facrilegio»  6t  hauendoli  portato 
molti  anni, per  quanto  fi  dice  hauendocefTato  di  portarla,  Detti 
Signori  Fanefi  su  l' Aue  Marie  della  fera,  alle fineftre del  lor  Palaz 
2o,  con  foléne  ccremcnie  di  fuon  di  trombe,&  altri  li  fanno  i  loro 
protefti  di  volere,  che  fiano  mantenute  le  promifsioni,  che  furono 
fatte  &c  e  queftoferueanco  per  rinfrefcare  la  memoria  di  talea" 
fo,  fatisfacendo  il  detto  lot*  voto ,  con  apprefentare  i  detti  Signo- 
ri di  Fano,  la  detta  cera  obligata  al  Santo.  Et  faria  (lato  bene,  che 
il  (ìmile  haueffe  fatto  la  Città  di  Rimino ,  prima ,  che  da  quelli  dì 
Monte  Alboddofi  fo(reÌ!rpofie(ratopublicamente  ,  per  quella 
lor  Translatioue  di  detto  Santo  Corpo,  &  Reliquie:  &  cosi  crede- 
re mi  gioua»  che  fapendofi  bora  certamente,^  publicamente,  per 
lor  libro  in  ftàpa,come  (\  è  detto,che  quelli  di  Monte  Alboddo  té- 
gono  le  dette  Sàte  Reliquie  &  corpo  di  S.  Godenzo,  che  la  noflra 
Città  no  màcarà  del  debito  fuo,(e  faràno  tutta  quella  inftaza,  che 
s'afpettaapprtfTo  Sua  Beatitudine,  cheli  fiano  reftituite  tutte,  ò 
almeno  gran  parte  di  quelle,come  indebitamente  pofTedute:  maf- 
Monfign    '^r^smcnte  hauendoleflempiodi  frefco, 'diquellidi  San  Leo  di 
ReucrédiV.  Monte  Feltro  alReuerendifsimoMonfignor  Confaluo  Duranti 
Confaluo  Vefccuo ,  del  quaTeflendo  venuto  not  tia,  come  il  Corpo  di  San 
Durati  Ve  Leoneda  Arbadi  Dalmatia,  dalqual  era  (lato  edificato  la  Ca- 
Monte  FI  -^^^''^'^»  ^  l"^eo,  fotto  il  nome,  ch'era  nella  Chiefa  Parochiale  di 
tro .  Viggenza, luogo  della  Diocefi  di  Ferrara,  da  lor  Ci  è  fatta  inflanza 

di  nhauerlo,  &  così  hanno  ottenuto,  &  ha  unto  vna  gran  parte  di 
dette  Sante  Reliquie  da  Monfignor  Reuerendtisimo  Vefcouo  di 
Ferrara,  con  tellimonianze  ottenute  &  fede  certe  lotto  fcritte  da 
Sua  Signoria  Reuerendifsima,  &  (uo  Cancelliero,&  meritamente 
deuono  effere  lodati  detto  Monfignor  Reuerendifsimo  Confaluo 
giuranti,  e  fuo  popolo  di  tal  pia,  &  deuotaattione  verfo  il  fuo  Sa- 

'"'  "    to 


'Di  RaffaektÀdlmarì. 


ut 


fo  Protettore  San  Leone,  come  appare  per  una  lettera  Paflorale 
al  fuo  popolo,  fopra  la  Traslatione  delle  decre  Sante  Reliqiiic,pcr 
la  quale  celebrando  anco  il  Sinodo  Diocefanofottoli  ly.di  Mag- 
gio i5ii.ftampaco  in  Rimino.  Inuitando  anco  gl'altri  a  far  il 
medefimo,  poiché,  chi  ha  finrul  Reliquie  Sante,  ha  vn  gran  Baftio- 
ne,  Prefidio ,  6l  Fortezza  per  la  Città  loro  ,  sì  nelle  cofe  fpiritua- 
li,come  temporali  ;  &  però  fi  legge,che  da  i  Popoli  d'Antiochia  fu 
rifpofto  alllmperator  Leone,  che  lì  domandaua  il  corpo  di  San  Leone  lai 
Simeone  Stelita,  che  fi  ripofaua  nella  lor  Città,  vrbs  noJìra,mpìbui  perator . 
caret^iàfònos  Sandijlfìmiim  SimioruiCorpus  bue  tra(itixìmus,yt  nobis  loco  ^-  Simeoa 

Percioche  la  prefenza  delle  Sante  Reliquie,  feruono  perfcuta, 
per  prefidio'  &  per  riparo  da  colpi  de  nemici  Spirituali ,  &  Tem- 
porali ,  come  ben  diiTeBafilio  Santo,  che  chiama  Muri,  &  Torre 
l'oHa  facra  de  Santi  .  Auuenturati  popoli,  che  hanno  qnefti  Sa- 
cri Prefidij ,'  Beate  Città,  che  fono  cinte  di  quefti  fanti  Muri:  Con- 
forme alla  pietà, &  gentilezza  di  Monfignor  Reuerendifsimo  Ve- 
fcouo  òi  Ferrara,  è  /lato  fatto  il  fimile  nella  Eccellente  Republica 
di  San  Marino  di  Monte  Feltro,  con  li  Cittadini  d'Arba>dalli  qua 
li  fu  fatto  inftanza  con  detta  Republica,che  li  fuflfe  concefib  da  lei 
qualche  Reliquia  di  San  Marino  Originario  Cittadino  di  detta 
Città  d'Arba,è  così  da  lei  amoreuolmente  &  gratiofamente  gli  fii 
cócefla  vna  Corta  poco  tépo  fàrpoiche  era  donerò  che  anco  la  fua 
patria,  che  l'haueua  nudrito,  te  allenato,  doueiTe  participare  delle 
cofe  fue:  Il  Simile  defiderarei,  che  fuccedefle  tra  noi,e  quelli  Signo 
ri  di  Monte  Aldobbu,  che  cortefemente,  piamente fenzadifiurbo 
d'alcuno  ci  folTero  reftituite  da  loro  le  Sante  Reliquie  di  San  Go-  ^  .     . 
denzo  no<1ro  benigno  Protettore,  retenédo  anco  per  loro  qualche  ^Tr'òis^^dat 
parte conueneuole,  poichel'hanno  goduto  molto  tempo,  &con- 
feruato  debitamente .  Così  mi  è  parfo  bene  a  dire  per  honorare  il 
profsimo,  6t  non  offendere  perfona  alcuna ,  come  Ci  vedeeffcr  fat- 
to da  altri  indebicamente  :  Ritorno  ben  a  dire^che  da  poco  tempo 
jn  qua,  fi  è  hauuto  notitia,che  querto  Santifsimo  corpo  di  S.Gau'  ^:^^^«€'*'' 
denzo,  te  Reliquie  fia  a  Monte  Alboddo . 

Si  credeua  communemente  da  tutti  gli  Hìftoriografi ,  &  aliri,  e 
particolarmente  dal  M.  R.  P.  F.  Leonardo  A  lberti,ne)la  fua  Italia 
ftampatadel  155  i.chefufferoin  Rimino,fc  bene  non  fi  fa peua  il 
luoco  particolare,  doue  ripofafle.  Forfi  furono  caufa  !e  Guerre  fri 
Filippo  M.Duca  di  Milano,il  Rè  Alfonfo,  Venetiani,  Fiorentini, 
il  Duca  Sforza^ficSisifmondo  MalateHa ,  al  tempo  ùì  Nicolo  Picir 

cinino 


1  zó         sito  Rimine  fé  Lìhfó  Secondo 

Italia  Tra-  binino ,  che  detti  M.R.  Monaci  Cafsinefi  d  partilTero  da  detta  Ab- 
uagliata  .  batia  per  cfTerefuora  della  Citta,  in  luoco  di  paflTaggio,  vedendo 
tutta  1  Italia  fottofopra,  dubitando  forfi  delle foliteinfolenzc  de 
Soidaridi  pafiaggio. 

Vi  rertò  nondimeno  una  parte  del  Sacrato  Capo  di  San  Goden 
XO,cioè  l'OflTa  delle  Ciglia,&  fróte ambedue,  &  la  Nuca,i  Cauatez 
wdcliaTefta.cheftiìifse  al  Collo,  che  lì  chiama  Occiput  &  li  due 
pezzi  Hmilmenre  della  Teftaropiarocchio,&  vie  vn^Oifo,  che  fa 
nella  faccia  rilieuo  fotto  l'occhio,  Mancandoui  il  mento  della  Bar 
ba,le  Mafcelle,  &  una  parte  dell'Onfo,  che  fa  rilieuo  dalla  banda; 
il  tutto  appare  nella  Tua  Traslatione  di  Monte  Aboddo  ,&  quella 
parte, che  al  prefente  d  confèrua  in  detta  Chiefa  di  S.Godentio  c6 
vna  coperta  d'argento.  &  fuo  piede  dell'i ftelTo,  che  al  tempo  della 
fua  Fe4a,  &  altre  Scationi,  C\  pone  fopra  l'Aitar  Miggiore,có  mol 
to  concorfo  di  gente,  che  vanno  ad  honorarlo ,  &  adorarlo. 
Vi  era  ancora  in  detta  Chiefa  il  Corpo  di  Sant'Arduino  da  Ri- 
S.  Arduino  ^^\^q  protettore  della  Città ,  ma  hogei  non  fi  sa  doue  fia:  ne  tam- 
ss  Oliùa  poco  d'vnaSanta,ò  Beata Oliua,  pur  da  Rimino:  Alcuni  hanno 
viirore,&  tenuto,  cheì  Corpi  delli  Santi  Vittore,  è  Corona,  che  fono  nella 
Corona  .   Città  di  Feltro,  fulfero  di  quelli, ch'erano  in  detta  Chiefa  di  Santo 
Godenzo:  ma  per  quàto  io  pofso  cauar  dalla  Hiftoria  del  lor  Mar 
yg"g°^j^gjtirio, fi  vede  no  poter  efiere  ftato,  altri  mente  in  quefta  Chiefa  pro- 
14x0.       fetizando  detto  Martire  nel  fuo  Martirio  vltimamente,  prima.che 
detto  Santo  V  ittore  fulfe  decapitato ,  che  indi  a  tre  anni  doueua  i 
fuoj  compatriotti  leuare  il  fuo  Corpo,&  co  lurlo  alla  fua  propria 
Patria,  &  in  detto  tempo,  ò  termine,  dice,  che  andorono  in  Siria  i 
«M  ^.        fuoi  compatriotti,&  parenti,è  tolfero  li  Santifsimi  Corpi  delli  Sa- 
4.Coron"  ^^  Vitrore,è  Corona, mettendoli  ìw  una  caflfa  di  piombo,  &  li  coit» 
durone  alia  Patria  loro . 

Hiftoriadel  M.R.P.  Fri  Cefare  Vallerano  dell'Ordine  de  Men- 
dicanti di  San  Gieronimo  di  Fiefuli,  ftampato  l'Anno  1 595 .  f.  85. 
Ancora  fi  troua  in  Otricole ,  fé  mal  non  me  ricordo,  vna  Santa 
Corona, ma  non  ho  potuto  intendere cofa  alcuna  altra  di  lei, 
Onde  Ant.  Cec  nella  vita  di  Sifinio  .  ..  Primohebbeadire,  fa-- 
rannodunquelecofeno(lreficure,  quando  i  Corpi  dei  Santi,  da 
ladroni  afsicucare  non  fi  ponno;  &  perciò  i  Sommi  Pontefici  han- 
no decretato ,  che  le  Sante  Reliquie  non  fi  pclfono  trafportare  da 
vnlocoall'alcrofenzafua  licenza,  per  afsicurare  al  meglio,  che  fi 
può,  che  non  fiano  qpsl  facilmente  robbate,  come  fi  vede  eifere  Ila 
to  fatto  per  il  palfato . 


7)i  Raffaele  t/idimarl •  127 

sì  sa  ancora  di  certo,comeanco  per  Croniche  Venetìane.che  dal  §.  chriflia 
la  Città  di  Rimino,fii  Traslatato  il  Corpo  della  Beata  Santa  Chri  na. 
ftina  Vergine,  è  Martire,  fotto  pioclitiano  Imperatore  l'Anno 
ducente  otrantafette,nata  in  Tirodinobil  fangue,luocouicinoal 
lago  di  Bulfena.  Nella  Chiefadi  S.  Antonino  da  Torcello,  dou'è 
il  Monaf>erio  delle  Reu.  Monache  di  San  Marco  de  Amiano  Ve- 
fcouo  di  Torcello;  Ma  non  fi  sa  donde  foffe  leuato  detto  Corpo, 
ne  quado,  perche  nella  Citta  non  ui  è  memoria  alcuna,  che  io  fap 
pia  .  Ma  (ì  bene  di  fuori  nella fua  Diocefi  vie  una  Chiefa  partico- 
lare di  qualche  importanza,  in  vn  bel  (ito  non  molto  lontano  dal 
Monte  di  San  Marino,  c'ha  il  titolo  di  detta  Santa ,  &  è  Pieue . 

Poco  lontano,caminando  per  la  medefima  ftrada  Flaminia  ver        . 
fo  la  Catòlica ,  ^  i  è  la  Venerabil  Chiefa  di  Santa  Maria  della  Co  deUa  Co"* 
lonella,  la  quale  fu  fabricata  dall'Illuflre  Communìti  noftra  di  lonella. 
Rimino,  per  li  molti  Miracoli,  che  fi  degnò  moftrarelaBeatirsima 
Vergine  in  una  Fignretta,ch*era  in  detto  luoco  gl'anni  del  fuo  vnì 
genito  figliuolo  mille  cinquecento  incirca,  la  qual  cofa  ci  promet- 
te ferma  fperanza  ,  che  la  Santifsima  Madre  di  Dio  Noftra  Signo- 
ra fi  volgia  degnare  d'elTer  particolare  prottetrice  di  quefta  iioika 
Città,ritornandoci  per  dir  così  il  beneficio,  il  qual  ci  pareua  d  ha- 
uer  perfo^quando  partendofi  dal  noftro  Territorio,  è  Citta,  &  an- 
dòa  San  Marcilianodi  Venetia,  come  al  fùo  luoco  fi  dice,  &  ciò  ii 
può  cauare  dall'apparitione  ,  che  fece  la  Sacratifsima  Vergine  fo- 
pra  a  vna  Colonna  a  San  Giacomo  Maggiore  Apoftolo  :  Mentre  S.  Giaco"- 
etTerciraua  l'officio  di  Predicare  in  Saragofa  di  Spagna, andando-  '^°  Magg. 
fenc  di  notte  per  la  Reuiera  del  Fiume  Ebro,peramaeftrar  meglio  AP°^o^<** 
i  ruoiDifcepolr,&  occuparli  nell'orationi  ;  Gli  apparì  quefta  Sa- 
cratifsinia  Vergine  fopra  vna  Colonna  appunto,  chequiuiftaua 
accompagnata  da  gran  numero  d'Angeli, che cantauano con dol- 
cifsima  armonia  in  fua  lode,6i  l'Apoftolos'ingenocchiòa  farli  ri- 
uerenza,&  ella  gli  difsi,chc  àoutfk  far  fabrfcar  in  quell'iflefib  !uo 
co  vna  Chiefa  dedicata  al  fuo  nome,  perche  fapeua  che  quel  paefe 
di  Spagna  haiieua  da  elTere  molto  dinoto  di  lei,&  perciò  firj'a-H'ho 
ra  lo  pigliaua  fotto  la  fua  protettione.Sì  che  per  quefto  ìihlTo  for  j^j  ^.   j^ 
fi  s'è  degnata  di  far  verfo  noi,  trouandofi  a  quel  tempo  qucfliafua  ter  Gradè 
Città  in  grandifsima  afflittione,  per  la  poca  intelligenza  con  gli  Marer  Mi- 
lUuftrifsimi  Signori  Malateftì ,  come  fi  è  moftrato  in  p?rte .  fencordi^. 

[Fu  poidatta  sili  molto  Reuerendi  Padri  di  San  Gieronimodi 
Fiefuli,  hauendoui  prima  fabricato  vnMonafierio  perReligiofi, 
che  officiafl'ero  detta  Chiefa  ,  la  quale  infieme  con  il  McnaSerio 

ancora 


s  2S        sito  'Rimine fé  Libro  Secondo 

ancora  ftà  fotto  la  protretione,&  cura  dì  quefto  Illuflre  Cofeglio,' 
comefuo  ius  patronato,  facendofì  ogn'anno  tre  eletti  c'habbino 
d'hauei  cura  di  detto  Monafterio,  è  Chiefa,  nella  qua!  fi  fa  folen- 
neFefU'aili  venticinque  di  Marzo,  che  è  la  Nonciatione  della  Bea 
tifsima  Vergine  Nofèra  Signora, &  Auuocnra,con  concorfo  di  tue 
ti  i  popoli  circonuicini  a  q'.jefta  Chiefa, &  Città . 

Seguitando  innanzi  per  la  medefima  fera  da  regale  lontano  dal 
detto  Monafterio  della  Colonella  due  miglia  incirca,  fi  troua  vna 
Chiefa, con  vna  buona  fabrica  intorno,  e  che  anticamente  feruiua 
5.  Lazaro.  per  Hofpitalc,  fotto  il  titolo  di  S.Lazaro,ilquale  circa  gli  Anni  del 
"Signore...  fu  eretto  da  alcuni  Cittadini  della  Città  d*Arimini,che 
per  Diuina  ifpiratione  dado  fé  medefimi.e  tutte  le  cofe  fue  a  Chri" 
fio  Noflro  Signore,  feruiuano  diuerfi  infermi  in  quefio  Hofpirale, 
con  pietà  Chri(liana,&  mafsime  i  leprofi  fomminiftràdo  le  fpefe , 
con  loro  facoltà ,  viuendo  fotto  nome  di  Fratelli  in  habito  fecula- 
refco.ma  ri  formato,  &  con  voto;  la  qual  Sant'opera  pigliò  accrefci 
mento  in  progreffo  di  tempo,sì  nelle  perfone,  come  anco  nelle  fa- 
coltà. Diuemie  il  luoco  Illuflre,  &  ricco  del  1 3<5p.  nella  profefsio- 
ne  fatta  dal  molto  Reu.  D.  Hondideo  di  Rofelli  da  Veruchio  Pre- 
tc,&  Priore  del  detto  Hofpitale,  detto  S.  Lazaro, Territorio  di  Ri- 
mino,  furono  anco  elette  donne ,  le  quali  parimente  profeflando» 
come  gli  Huomini  viueflero  in  vna  vita  medefimi ,  6c  di  ciò  ne  fi 
fede  vn'inftrumento  autentico  di  due  Matrone,  vna  per  nome  Fio 
ta>&  l'altra  Arminia,  che  lafciorono  fé,  &  le  cofe  fue  ali  Hofpitale 
di  S.  Lazaro  ,  nell'anno  12^6.  ài  loro  fji  fatta  la  profefsione  nella 
Chiefa  di  S.  Lazaro  allaprefenzade  Monfignor  Reuerendifsimo 
Bennio  Vefcouo  di  Rimino,e  Priore  di  San  Lazaro  di  quei  tempi, 
nei  quali  era  coftume,anco  d'introdurre  Fere,  per  honorede  i  luo 
chi,&  perciò  del  13^8.  adi  5.Agofto,  fu  principiata  la  Fera  di  San 
Lazaro  nella  Città  de  Rimino,  che  duraua  dieci  giorni,  commin* 
ciandodalprimod'AgoIto,  per  tutto  il  giorno  della  Fefta  di  San 
Lorenzo. 

;Del  Mille  quattrocento  e  ventìdoi,furono  puoi  chiamati  li  molto 
Reuerendi  Canonici  Regolari  di  San  Saluatore  Lateranenfe,  dal 
Monafterio  di  Santa  Maria  del  Porto  di  Rauenna ,  al  gouerno  di 
detto  H  >fpitale,  del  che  di  fopra  ne  ho  parlato  al  fu 0  loco. 

Da  quefta  parte  io  non  ho  da  feguitare  più  auanti,  però  mi  bifo 
gnaritornareindietroncllaftrada  che  fi  parte  dalla  Porta  di  S.  Ati 
drea,  &  va  verfoil  Meridiano,  &  verfo  i  monti ,  doue  lontano  fa 
Città  vn  miglio  e  mezzo  incirca,  vie  vna  Collinetta  molta  vaga, 


ci  T{afaete  tAdìmArl.  t  tf 

«e  diletteuole  piena  de  fruttiferi  alberi,fopra  la  qual  vi  è  pofto  vo 
venerabile  Conuento  de  i  Reii. Padri  Zoccholanti,  co  vna  deuota, 
€  bella  Chiefa  intitolata  la  Madonna Santifsinna  delle  Gratie.  per 
occafione  del  qual  titolo  mi  conuien  fare  vna  digrefsione  ,  per  di- 
chiarar meglio  quello,  cheforfia  molti  è  totalmente  nafcofto, 
ina  però  degno  dafaperfi  . 

Correndo  gli  anni  d  ella  noftra  falute  mille  ducento  ottantafei, 
al  tempo  del  Ponteficatodi  Nicolao  quarto,  occorfe  in  quello  no 
ftroTerriroriodiRimino,che(ìritrouòutiPafl;oEe,che  co  fomma 
lemplicitàfaceua  la  fuavita,conformealli  precetti  di  Dio  hauen- 
do  in  fomma deuotione  la  Santifsima  Madre  di  Chrifto  Ho^ro  Si 
gnore,  per  nome  era  chiamato  Ruftico,ilqaal  u  ti  giorno  al  tempo 
di  ardentifsimo  caldo,  cercando  di  rinfrefcarfì,&  riftorarfi,  fé  riti- 
rò nel  più  fecreto  luogo  del  bofco  ,  per  dar  all'affinate  membra 
qualche  riftoro ,  doue  foleua  pafcere  il  fuo  picciolo  gregge ,  da  lui 
lafciato  in  luoco  fìcuro,vidde  vn  fterpo,ouer  legno, che  li  parueha 
uer  qualche  garbo  d'effigie  humana  da  donna,  così  produtta  dal- 
la natura;  Et  perche  eflfo^radeuotifsimo  della  Madre  di  Dio,  de- 
terminò di  uoler  formate  vna  Imagine  della  Gloriofa  Vergine  dal 
detto  legno,  ancorché  non  haueffecognitione  di  Scoltura,  nondi- 
ineno  moffo  dal  fuo  buon  defiderio  diede  principio  co  fomma  de- 
iiotione.a  intagliar  effa  Imagine, la  qual  riduffe  a  perfettione  con 
molte  deuote  &  femplicefatiche,li  reftauafolamente  a  fare  la  fac- 
cia,la  qual  riferuò  per  vltima  cofa.come  più  difficile: ma fsi me  de- 
fìderando  di  fare  vna  faccia  rifplédente,  ^he  moftrafle  del  diuino: 
la  quale  da  lui  principiatali  nemico  dell'humana  natura,mofso 
dall  inuidia  de  i  benefici),  ch'erano  per  confeguire  i  miferi  morta- 
li dalla  benigna  Madre  dell'eterno  Iddio, per  mezzo  di  qnefta  fan- 
ta  Imagine,  tutto  qucllo,che  dal  Rufticoco  molta  fatica  fi  faccua 
il  giorno,  la  notte  detto  inimico  difsipaua,  &  guaftaua ,  &  ancor 
che  più  volte  ritornafse  con  patiéza  a  rifare  quel,cheera  ftatogua 
fio.  nondimeno  ritrouandola  fempre  la  mattina  deformata  rimar 
ficua  quafi  fchernito  ,  con  tutto  ciò  non  fi  moueua  dal  fuo  buon 
propcijto,ma  vedendo  non  poter  finire quefta  opera,  quafi  difpe- 
ratodi  poterla  ridurre  àperfettione,voleua  abbandonare  l'opera 
fua,&  mentre  era  inqueftopcnfiero,  per  uoler  diuino  vennero  in- 
ranzi  a  lui  due  bellifsimi  giouenetti, mentre  ch'era  intento  a  lauo 
rare  detta  Imagine,dimandandoli  qual  foffe  il  buon  fentiero,  poi- 
che  s'erano  fmarriti  in  detta  felua,  &  fermandofi  alquanto  con  lui 
viddero  anfiofamente  affatcicatfi  aU'efpeditione  di  efla  Imagine, 

Rr  con 


j jo        Sito  T(tmìmp Libro  Secando 

con  an;iclieuol  parole  lo  pcrfuafero ,  che  fi  contenta  (Te,  eh  e  da  lor 
fude compita  tal  benedetta  Jmagine,  accioche  fi  leuafle  da  tanto 
aftanno,&  fatica,  mcftrando  haucr'di  lui  pietà  non  piccioia.-  ai 
quali  il  detto  Ruftico  con  rozze,  &  ma!  compone  voci.rifpondea 
do  djlTe  ,  come  uolete  uoi ,  che  fanciulli  fete.èd  balbucienti,  &  per 
natura  priui  d'ogni  ccgnitione^finir  tarim3gine,che  non  lo  poffo 
far  io  pili  efperto  di  voi-  &  p€rfuadendoli,che  douelTero  da  lui  pac 
tirfi,&  feguitar  il  lor  viaggio,  perii  battuto  fenticrodella  frondo-- 
fafeluadalui  moftratali  :  li  quali  giouanetti  fingendo  di  partire 
perla  ftrada  moftratagli  difparuero.  Continuando  detto  Ruftica 
con  la  fua  folita  diligenza,  e  feruore  ad  affatticarfi  per  dar  efpedi-- 
tione  al  fuo  lauoro ,  fopragiongendo  la  notte  non  potè  compire 
detto  lauoro,  del  che  contriftandofi  dubitando ,  che  non  li  fucce- 
defiequello,  chctantoaltre  volteggerà  caduto,  cioèdiritrouac 
la  mattina  guafto,&  deformato  quello,che  il  giorno  haueua  fatto, 
fi  ritirò  alla  pouera  capanuzza.con  animo  fermo  di  no  lafciar  l'ini 
prefa  cominciata  la  raactma  à  buon'hora,  aperte  a  pena  le  palpe- 
bre de  gli  occhi  fuoi  tolti  feco  li  ferri  foliti,  andò  al  Iqoco  predet- 
to, do  uè  fpera  uà  in  breue,  ftair  la  fanta  Faccia  di  effa  Imagine ,  & 
arriuato  al  luocoviddeeflere  guadata  .  Onde  ftupito,6:  pieno  di 
vari)  penfieri  non  fapeua,  che  partito  iì  pigliaffe,  faluo  che  rama- 
ricarfi,&  ftandó  in  tal  faftidio,  &  perturbatione;Che  patena  quali 
effere  fuora  di  fentiméto  per  il  gran  dolore  ,  che  haueua^li  fopra- 
Due  bellif  uennero  li  due  beJlifsimi  Giouanetti ,  veRiti  di  candida  verte ,  & 
fimi  Gio.  fuccinta  a  guifa  di  Pit:tori,è  difsero  fimili  parole  al  fopradetto  Ru 
^'[""l'^JJJ  ftico.Non  ti  dicefsimo  noihieri  vedendoti  affatticato  a  quefta  im 
«iida.vcftc.  prcfa.chc  facefsi  ancor  noi  partecipe  di  quella,&  tu,  come  oftina- 
to  non  curarti  la  nortta  offerta,che  forfi  ti  hauerefsimo  datto  buon 
aiuto,non  farefticosì  petturbato,come  parhora,chetu  (ìj.Ma  Ru- 
ftico con  turbato  volto.rifpódendodifle,  non  ui  par,  che  io  fia  af- 
fai fatollo  di  perturbatione, che  ancor  voi  mi  volete  edere  molefti. 
ma  per  allegerirmi  dal  vortro  pueril  Confeglio  andate, &  con  il  vo 
ftro  poco  fapere,  &  manco  potere  fate  quello ,  che  io  in  rrè  giorni 
continui  non  ho  potuto  fare.&  quefto  detto  li  apprefentò  i  grauif 
fimi,&  mal'atti  ferri,che  appena  dala  lor'  età  erano  foleuati  da  ter 
ra  ,  &  ambedue  accortàdofi  alla  prefata  Imagine,  talmcce  in  quel- 
la operarono,  che  in  fpatio  di  manco  d'vn  bora  formarono  la  bel- 
lifsima,&  rifplédente  Faccia  di  erta  Imagine  Benedetta,in  tal  mo- 
de,  che  fino  a  quefti  giorni  fi  ritroua  :  11  che  vifto  dal  Kuftico  Pa» 
fiore;  giudicate  s'egli doucua  reftar  attonito,  &  marauigliato,  in 

'  ""  "  '     moda 


ir^<!o,  che  accodato  fi  al  li  duci  piaceuolirsìmi  Giouanetti,  depo- 
fta  l'ira,  con  que'le  più  accodmodate  parole,  che  dir  feppe,  li  co-g^jjjyjjjj^ 
minciò  a  domandare  chi  lor  fuflTero ,  &  di  che  paefe,  &  s'erano  da  lontano 
Rimino,  &  come fulìero andati  in  quella  foiitudine  moki  varchi  molti  var- 
lontana  dalia  Cirtà;  a  qiieita  Pafloral  richieda,  li  ceicrh'  Angiolet-  ^h*   ^^^'* 
tì,chepiù  non  li  pareua  tempo  di  celarla  volontà  Diuina,  dilTero;  C'"** 
O  Ruftico  Paftore  ri  tacciamo  iatendere,come  la  Regina  de  i  Cie 
Ji.hauendogratifsu-nalafemplic^  ebuoni  volóti  tua  ì\\  voler  far* 
effafualmaginejChedaU'mfernal  Demonio, per  inuidia  erapertuc 
bata,accioche  non  ftefsi  in  tante  uarie,  &  continue  fatiche ,   ci  ha 
mandati  in  tuo  foccorfo  a  compir  quella,  te  così  ti  rendemo  certif 
lìmo;  Imponendoti.che  fubito  di  qui  ti  parti  affrettando  i  pifsi,  te 
vadidalR.Monfìgnor  Vefcouo,  &dal  Prencipe di  Rimino,  &  di-  Nauiccila 
^li  che  il  voler  della  Madre  dell'Onnipotente  Iddio,  è  chela  prc-  ^^"^^  ^®" 
fente  fmagine,  con  degna  compagnia,  di  qui  fia  portata  in  Rimi  -  "*''"°* 
no,  &  fopra  il  Porto  pofta  in  una  Nauicella  fenza  gouerno  ,  ne  al- 
tro nauigabiieinftrumento,  &  quella  andar  vedrafsi,  doue  farà  il 
voler  diuino,&  ciò  detto  immediate  li  Siti  Angeli  difparuero  dal 
cofpetto  filo .  Ali  hora  maggior  fede^  &  afsidna  deuotione  crebbe 
nel  Core  di  Ruftico  Paftore,  &  quanto  più  prefto  potè  fé  ne  ven- 
ne à  Rimino  aracconrare  tutto  il  fuccelfo  a  Monfignor  Vefcoiio» 
^a  quel  tempo  era  Monfignor  Reuerendifsimo  Vgolino  Mala- 
branca  da  Oruieto  dell'Ordine  Heremitano  di  San t'Agoftino  ce- 
leberrimo Theologo,ch£  fu  poi  Patriarca  di  Coftatinopoli.il  qua! 
intefocon  molta  ammiratione tal  cofa,  come  prudentifsimo  noti 
volfe  m  quel  fubito  far  publica  demoftratione,  per  non  far  errare 
il  popoIo:ma  cautamente  mandò  perfone  degne  di  Fede,&  di  bo- 
■nifsimaconditione,&famaJi  quali  doueffero  andare  al  detto  luo 
co  di  quella  l  magi  ne,  &  vedere  fé  la  cofa  ftaua,  come  da  Rufticoli 
era  flato  raccontato,  menando  con  lor  il  detto  Ruftico;  doue  gion 
ti  vedendo  il  Venerabile afpetto,  della  diletta  Imagine,  quella  ri- 
uerenremente  falutorono,&  non  molto  (landò  a  contemplarla  fo- 
prauennerodauarij  luochi  in  detto  dilerteuole  LJofchetro  ,  molti 
che  tal  cofa  vdito  haueuano,rrà  quali  erano  molti  infermi  d\  varie^, 
&  incurabili  malarie,  che  a  quella  protrati  ra<:cotnandatofì  furo- 
no rifa  nati. 

Ritornati  adunque  i  prefui  mefsi  al  Reuerendifsimo  Monfign. 
Vefcouo,  &  al  Signore  della  Città,  raccontatoli"  intieramente  il 
tutto,  li  ceriificorono  di  tutto  quel!o,che  da  Ruftico  era  ftato  det- 
toci] che  intefo  da  lor'infpirati  del  voler  fu  premo,  fecero  far  publi 

Rr    i  co 


/  i  i       sito  Rlmìneji  Libro  Seconio 

co  ap  parato  di  Solennifslma  Proccfstone,  Ce  con  rinteruento  dcf# 
le  lor  perfonc,&  qnafi  dì  tutto  il  R.Clero,&  popolo  Riminefe,del 
continuo  cantando  Himni  ,  &  deuotifsime  laude  della  Gloriofa 
Madre  di  Dio  N.S  fé  ne  andorono  al  Prefato  luoco,  douedifcédé^ 
do  ogn'uno  da  cauallo  a  quella  proftrati  ingenocchionr  con  soma? 
riuerenza  la  falutorono,  la  qual  era  di  tanto  mirabii'afpeetocon'» 
firuto ,  che  veramcte  pareua,  che  fìefTe  in  afpettationedi  tanto  p<y 
polo;  fu  di  propria  mano  del  R.Monfìgnor  Vcfcouò  veftita  dì 
candidifsimo  Manto,&  da  gran  moltitudine  di  SacerdotH  &  altri 
dcuotifsimi  Chriftiani  portata  fino  alla  Cittd'diRimino ,  che  mai 
toccar  terra  la  lafciarono  per  fomma  riuerenza, che  ogn'vno  li  ha- 
neuaj&  dopò  qnella  feguiuanoli  prefati  Vefcouo,Prencipe,&  tue 
to  il  rtfto  del  popolo ,  che  pareua  foflTela  Domenica  delle  Palme, 
quando  il  Sdiuator  ,  ti  Redentor  noftro ,  intrò  nella  Città  Santa, 
che  ogn'uno  gridando  Ofanna,Gli  veniua  incontro;  così  a  quefta 
Benedetta,e  Santa  Imagine  ogn'vno  fi  gittauainanziingenocchia 
Tpe  Fa-  ne  ad  alta  noce  cantando, R.^./ia  Cali  letare  alleluia  &c.  onde  gionti 
fchali  An-  con  tal  folennitial  Porto  della  Città, più  mouere,  nefoftenrarefì 
cm  e  ^v'  P*^^^  '^  preciofa  Iraagine ,  Cubito  fii  pofta  in  una  Nauicella,  come- 
^  ^  '■  dalli  Angeli,era  (lato  dettOj&elfa  Nauicella  fi  moffe  dal  porto  an« 
dando  in  alto  Mare ,  con  la  prora  innanzi  verfo  la  Città  di  Vene- 
tia,come  fé  da  ottimi  nauiganti,&  prattici  marinari  fufìTe guidata. 
Molti  deuoti,  &  defidcrofidiuedere,  doueeffa  Nauicella  capitaf- 
fe,  C\  difpcfero  di  rcguitar]a,&  con  fornirà  tranquillità  del  Mare,fe 
gui tardo  capirò  nel  Porto  di  MaL'moco,  &:  feguendo  poi  il  viag' 
gio  fuoarriuò  prefifoalla  Chlcfa  della  Mifericordia  delriuolto;. 
fanciullo  nella  quale  cHendointrara  piacque  alia  Madre  Diuina,  moftrar 
oato'mu—  Miracoli,  &  tra  l'altri  vn  Fanciulletto  nato  muto,'vifto  immediate 
tolo .  che  hebbe  f  (fa  rmagine,voltatofi  al  Padre  ch'era  cieco,diire,  com- 
minciandoa  p?.r!are,uedi  Carifsimo  mio  Padre  in  una  Nauicella, 
che  a  noi  s'approfsima  quella  fulgentifsima,&  mirabile  Matrona^, 
con  quel  fuo  Uellifsimo  Figliuolo,  che  nel  fuo  Preciofifsinio  Gre* 
bo  ritiene  fola  fenza  altra  compagnia  :  egli  è  quella  che  fubito  da" 
ire  uedutamiconccfTegratiadi  poter  parlare  ,  che  come  fai  più 
nella  vita  mia  non  ho  parlato:  Andiamo àfarli riuerenza,  &  rifew 
rirligratiedell'infinira  clemenza,  &  benigna  gratia  a  me  donata: 
alle  quali  parole  marauigliatofi  il  Padre,  &  quafi  sbigottito  ritro- 
iiandofi  priuo  di  luce  ,  &  il  Figliuolo  Muto  perla  Fede  grande,, 
che  hcbbe  nella  Gloriofa  Vergine  Maria,  volrofsi  verfo  la  tonante 
?oce  dei  figliuolo, &  chinato  i  Terra, con  ambe  le  mani  gionte  ver 

fo 


I 


^i  Raffaele  ^Adìmarì  -  i  s  j 

foil  Cielo  fi  raccomandò  a  quella  Benedetta  Tmagine,  &  Cubito  li 
fu  reftituita  la  integra  luce  ,  ringratìò  Iddio  di  tanta  Gratia  fatta 
ilui,&al  Figliuolo. 

Continuando  .il  camino  la  Nauicella  arduo  alla  Chiefa  di  San 
Marciliano  dalla  Settentrional  parte ,  dou'era  vna  fondamenta  e- 
minente  contigua  alla  detta  Chiefa,  doue  a  quel  tempo  non  erano 
edificate  molte  cafe, all'oppofito  di  efla  Chiefa,  come  fonoal  pre- 
fente ,  ma  il  mare,  con  le  fluttuante  onde  percoteua  in  efla  fonda-» 
mcnta,la  quale  al  prefente  per  rinouar  efla  Chiefa  è  fiata  guafta. 
Doue ,  che  peruenuta  efla  Miracolofa  Imagine ,  fubito  Ci  fparfe  la 
fama  per  tutta  la  Città  di  Venetia  di  tale,  &  tanto  immenfo  Mira* 
colo  i  di  modo ,  che  fopra  venendo  la  picciola  barchetta  delli  De- 
noti Riminefi,chc  l'haucuano  feguitata,  réderono  ancora  loro  co- 
degne  teftimonianza  d'ogni  ftupendo ,  &  mirabil  f«ccefl"o  di  efla 
Vetuftifsima  Imagine,  &  s'accrebbe  tanto  la  deuotione  nel  popò* 
Io  Venetiano  per  tutta  la  Città ,  che  ogn'vno  vedendo  tanto  Ec» 
celfo  Miracolo  fi  flupiua.- 

Il  molto  Reu.Piouanojcheall'hora  ffritrouaua,  duplicando  gli 
rnueteraii  pafsi ,  andò  dal  Reuerendifsimo  Mófignor  Vefcouo  da 
Cartello  certificando  S.  S  Reuerendifsima  delli  Miracoli  occorfT, 
per  il  mirabile  Auuenimento  della  Gloriola  Imagine,  conducen^ 
do  feco  li  Nobili  Ariminefi,  che  per  lor  deuotione  quella  Gran  si- 
gnora feguito,&  feruitohaueuano  comecontefl;i,  delfeguito,  ap- 
probarono  à  Sua  Sig. Reuerendifsima  ,  eflere  uere,  le  cofe  narra- 
te dal  M.  Reu.Piouanojil  quale  marauigliadofidi  ciò,commandò 
che  efla  Beatifsima  Imagine  con  efla  Nauicella  infieme  fofle  con- 
dotta con  folennità  alia  Cathedrale  ,  &  Caftellana  Chiefa  :  al  che 
udendo obedire  il  Molto  ReuerendoPiouano,con  molti  Reue- 
rendi  Ch!erici,&  prattici  Marinari  andorono  ad  efla  Nauicella,  p- 
códurla  alla  Chitfa  Epifccpale,ma  mai  la  poterò  mouere  dal  pre- 
detto luoco,  ranto  difficile,  &  immobile  Ci  faceua:di  modo  che  ri- 
tornati  a  Sua  Signoria  Reuerendifsima  gli  riferirono  la  impofibi- 
liti  di  poter  guidar  detta  Benedetta  Imagine  altroue,  fopragiun- 
gendo,  c'haueua  fermo  prefupofto,  che  fofle  uoler  di  Dio,  chela 
reftafle  nella  Chiefa  di  San  Marciliano,  per  le  demoftrationi  fatte 
fin'hora .  ' 

Onde  Sua  Signoria  Reuerendifsima  fece  intendere  tal  cofa  al  f^ndo^i""* 
Serenifsimo  Prencipe  di  Venetia  eflbrtandolo,  &  pregando- pficipc  di 
lo  ,  che  fi  degnaffe  di  uenire  ad  honorare  quella  Miracolofa  Venetia  .• 
Imag.Ì4ie  alla  detta  Chiefa ,  infieme  col  fuo  Nobilissimo  Senato.- 

onde. 


I  S4- 


SiU>  Rimine  fé  Lihfò  Secondo 


Il  qua!  Dcuotirsimc,&  Religiofifsimorifpofe.che  molto  uolotie- 
t:  da  lui  faria  fatto  il  voler  di  Sua  Signoria  Reuerendifs.  &  così  co 
uocato  tiKto  il  M.  K .  Clero  Venetiano  con  Somma  Veneratione, 
fii  coninnumerabile  mufiche  ,  vennero  alla  VenerabilChiefadi 
San  Marciliano  :  doue  con  moka  reuerenza  fi  cauò  efìa  preciofa 
Imagine  dalla  NauiceIIa,&  fu  collocata  in  detta  Chiefa;  doue  fi  ca 
tò  un  folennjfsimo  Vefpro  ,  &  alrre  degne  laude ,  &  la  bfciò  reue- 
rentenienre  in  detto  luoco  ben  preparato,  per  li  molti ,  &  vari) ,  & 
inertimabili  miracoli,che  fjceua  del  córinuo  la  Santa, &  Benedet- 
ta Imagine:  tVj  denominata  Santa  Maria  delle  Gratie  :  nella  qual 
Chiefa  ìò  eretto  vna  Cófraternirà  della  Madonna  delleGratie  ;  la 
qual  mandò  à  Roma  a  i  Piedi  del  Sommo  Pontefice  ,  per  hauer 
qualche  Indulgenze  da  Sua  Beatitudine  ;  prefente  il  Conciftoro, 
legger  fece  la  lorfupplica,  la  quale  per  efler  piena  di  tanti  mirabi- 
li Miracoli,  parfe  à  tutti  cofa  incredibile:  ma  il  Papa ,  che  forfi  di- 
na poca  fede  a  sì  Mirabili  Miracoli  raccontati  da  loro,  ne  li  conce- 
deua  Indulgézaalcuna,ancorche  vi  ritornalfero  più  volte,  del  che 
tutbatofi grandemente ipoueri  Fratelli,  C\  rifolueuano ritornare 
in  dietro  confufi,  fenza  efpeditione  alcuna  . 

La  Madre  Santifsima  non  volendo ,  che  fi  fminuifle  Tà  diuotio- 
ne  a  i  fuoi  popoli  la  notte,  in  vifione  al  Pipa  predetto ,  vertita  di 
vede  candida,con  il  Redentor  noftro  in  Grembo, &  lo  riprefe  del- 
la poca  ftitna fatta,  della  fupplica  delli  Fratelli  delia  fua  Scola,di. 
cendo  :  O  Succefibr  di  Pietro ,  perche  non  fai  le  operarioni  del  Fi»- 
gliuol  mio,&  non  conofci  elfo  Redentor  dell  Humana  Generatio- 
II  fuccef--  necficrfi  degnato  nel  mio  a  lui  indegno  Ventre  ,  per  Diuin  Verbo 
for  del  Pie  atrumere  Humana  Carne ,  &  nel  legno  della  Croce  hauer  tolerato 
cipe  del  Innocentemente  derifioni,  &  acerba  morte,che  non  pofsi  median- 
Collegio   jg  j^  inrercefsione  mia, per  uoi  miferi  Peccatori,  hauer  dimoftrato 
Apoftol.    ^^^^^f^^\  fegt^i  (iella  piefata  mia  Imagine,hauendoui  lui  del  luto 
della  Terra  formato, &  con  la  parola  fua  creato  il  Cielo,  &  la  Ter- 
ra? 

Vi  adunque  alli  detti  Denoti  miei  eccedi  quanto  djmandano, 
accioche  nò  niachila  deuotione  del  nome  mio.come  [)uona  Auuo 
cata  delli  Deuoti. 
Vifione.  Impauritoadonqueil  papa,  &  pieno  di  Notturno  tinyore,  pef 
lafudetta  vifione,  più  per  tempo  dcll'vfato  fi  leuò  la  mattina,  defi 
derofo  di  emendar  la  poca  auuertenzavfata  in  quefia  Benedetta 
Imagine,&  la  prima  caufa,  che  volfeefpedire,  fu  quefta  della  fup- 
plica delli  ptcfaii  Fratelli,  li  quali  furono  chiamati  alla  fua  prefea 

za. 


T)i  Kaffaele \tAdimdYÌ .  i ss 

lìyBc  H  raccontò  la  predetta  vifione ,  &  eflendo  informato  il  Som-  ' 
mo  Pontefice  dalli  Ariminefi  di  quefto  fatto,  &  de  tutto  il  fuceflfo, 
da  lui  fu  dimandaco,  che  fufle  di  Ruftico  Paftore,  &  li  fu  rifpofto, 
come  che  per  alcune  difgratie  fi  ritrouaua  carcerato  in  Rimino,  ec 
il  Papa  cómadò,  che  fufle  rilafciato;  &  i  detti  Fratelli  riportorono 
publiche  Indulgenze, fecondo  gli  fu  impofto  dalli  Colleghi  fuoi,è 
Fratelli, per  i  meriti  diefla  Imagine  Gloriofa;  Crefcendoadonque 
la  Oeuotione  in  efla  Chiefa,  per  e(ra  Gloriofa  Imagine  durò  molti 
anni  la  detta  Scola,  &  Fraternità,  fotto  eflb  titolo,  di  Santa  Maria 
delle  Gratie,con  molto  concorfo  di  deuotifsime  perfone,per  i  Mi- 
racolijche  moftraua  efìTa  Imagine:  ma  doue  fia  proceduto,  o  che  la 
venne  in  sì  poca  eftimatione ,  che  la  fu  eftinta,  non  fi  sa ,  quel  ch'c  ' 

peggio,  concelTa  ad  eftrani,  che  furono  alcuni  Fuftagneri,  che  fino 
del  1 5  o  4..  la  poffederono  . 

Ma  per  volontà  di  Dio  ,  venendo  in  cognitione  deirvniuerfo 
permettendoli  communemente  ,  che  tanta  deuotione  non  reftaffs 
fempre  fcordata,vo!fe,  che  correndo  gl'anni  della  falute  noflra  mil 
le  cinquecento  e  vno.dopoi  la  Creatione  del  M.Reu.Signor  D  Do 
menico  Tefta,  Meritifsimo  Rettore  di  detta  Parochia,  per  ottima 
cognitione  fua ,  per  effer  flato  fempre  deuotifsimoaquefta  Bene- 
detta Figuraj&  a  quella  da  pueritia  deuotifsimo  feruitore,  fi  ven». 
ne  in  cognitione  di  Molti  Priuileggidieffa  Scola,trà  le  quali  fu  la 
Regola,  con  la  quale  mediante  l'aiuto  fuo,  &  de  tutti  i  Venerabili 
Preti,6/  Capitolo  di  elfa  Chiefa,  &  le  operationi,&  fatiche  de  Fra 
telli  di  efla  Scola,  con  il  cófentimento  delli  Eccellentifsimi  Signo- 
ri Capi  deirjlluftrifsimo  Confeglio  di  Dieci,fù  riftaurata,&  ridoc 
ta  al  priftino  fuo  eflere.  Et  vkimaméte  del  mille  cinquecento  e  cin- 
que, così  perfuadendo  il  prefato  M. R. Rettore,  &  il  Capitolo  con- 
fentiente,&  il  Reuerendifs  Monfig.AntonioSuriano,per  Diuina 
Miferatione  Patriarca  di  Veneda ,  quella  ne  fu  ,  6d  è  ftata  in  Enfi- 
teotice,  ò  vero  lineilo  reftituita,  come  per  l'Inftrumentiappare.la 
qiial  r  AltiTsimo  augmentò.  per  fua  clementia,à  laude  della  Humi 
lifsima  Madre  fua, &  a  conuerfionedi  tutti  ifideliChriftianì,  nel 
ben'operare.caminar  nella  via  del  Signore  Nollto,che  con  noi  tue 
ti  fiainfecula  feculorum.  Amen, 

Hora  intefa  la  fopradetta  Hifloria  ritornarò  al  propofito  della  ^.  ^ 
Venerabile  Chiefa  ,  della  Santifsima  Madonna  delle  Gratie,  dico,  delU  Grl* 
ch'è  da  prefumere,anzi  da  tener  per  ccrto,che  li  fufle  datto  quello  tic . 
titolo  in  corri fpoiideiiia  di  quella ,  che  come  per  THiftoria  h  è  dee 

^"~ "  so 


136        sito  Elmlne/e  Libro  Smnio 

to  fu  data  a  quella  di  San  Marciliano  di  Veneti3,per  memoria  cht 
ella  era  ftata  fabricata  in  quefto  loco ,  nel  quale  al  tempo  della  B. 
Memoria  di  Bonifacio  ottauo ,  va  Signor  Nicolò  delle  Caminate 
fece  fabricare  vna  Cella  fopra  quefta  collinetta,  chiamata  il  Mon- 
te de  i  Palazzi,  Parochia  di  San  Lorenzo  in  monte ,  &  la  intitolò 
la  Satifsima  Madre  delle  Gratie,&  fra  poco  tépo  vi  furono  donate 
Tedici  tornadure  di  Terra  in  detto  luoco;  con  la  cui  occafionefù 
fabricato  un  Conuento  de  Minori  Conaentuali:  &  in  quel  tempo 
fu  lor  Genera  le,  il  Venerando  Padre  Henrico,  &  d  fece  il  lor  Capi 
tolo  in  Rimino,&  per  fpatio  di  venticinque  Anni,fù  pofleduto,& 
habitato  il  detto  Conuento  da  i  Minori  Conuentuali ,  cioè  dalle 
Snc  !"'  ^<^^'*P^»  ^^  S"^^  Chiefa  fu  Confecrata  dell'Anno  1455. da  Monfign. 
Reuerendifsimo  Girolamo  Vefcouo  di  Rimino,  già  Frate  Here- 
mitano  di  Sant'Agoftino  ;  Dipoi  ui  furono  introdotti  non  so  co» 
me  li  M.Reu.Padri  Zoccolanti  di  San  Bernardino; Li  quali  hoggi» 
di  lopoflTedono  j  è  Chiefa  bellifsimadi  gran  deuotione  appreflbi 
noftri  Cittadini,  e  tutto  il  popolo,  &  frequentata  aflTai  da  tutte  le 
perfone,per  eflere  quefta  Santifsima  Verginc,è  Madre  di  Dio  pia- 
mente inuocata  molto  Mifericordiofa  uerfo  di  tutti,  in  cui  laude, 
&  honore,mi  è  parfo  di  mettere  qui  fotto  alcune  lettere,che  {\  tro- 
vano effere  (late  fctitte  da  lei  in  uita  fua ,  una  a  i  Mefìnefì  di  Sici  « 
lia,&  ad  altri. 

Predicando  l'Apoftolo  S.  Paolo  in  Calabria ,  Prouincia  d'Ita- 

nus  nò  ora  ^'^>  8»""^^  la  fua  fama  nell'Ifola  di  Cecilia,  nella  Città  di  Mefsina 

Hit,  Eccle-  ^^  <Joue  lo  mandò  à  pregare,  chegli  vifìtafle.e  predicafTe  l'Euange 

Ha  Dei       lio,  vi  andò  l'Apoftolo,  è  tri  gli  altri  gli  fece  vn  fermone  dell'In» 

Paulo  non  carnatione  nominando  alcune  uolte  la  Vergine  Sacratifsìma  Ma- 

Jiabuiffet .  ^j^^  affermando ,  che  tuttauia  viueua  in  Gierufalemme,  Ci  riduffe 

il  popolo,  e  deputò  Ambafciatori,che  andafiferoa  parlargli,  fup- 

plicandola  humilmente,che  piglialTe  la  protettione  di  quella  Cit- 

•     tà,è  popolo, perche  loro  defiderauano  hauerla,  per  fua  particolare 

patrona- 

La  Vergine  Santifsima  fcrifle  ài  fuo  proprio  pugno  una  lettera 
in  lingua  Hebrea,  che  a  loro  màdò;  la  quale  fu  tradotta  in  Greco  è 
la  copia  refta  fino  a  quefto  preferite  giorno,  con  molti  Teftimoni  j 
di  Scritture  autentiche  ,  che  affermano  quefto  fatto  ;  dice  di  più 
quefto  Auttore,  che  detta  lettera  tradufle  di  Greco  in  Latino,  Co- 
fìantino  Lafcaro ,  e  nella  noftra  lingua  così  fuona . 

MARIA  VERGINE,  Figliuola  di  Giouachino,  Humi- 
le  Madre  di  Dio  Chrifto  Crocifìflb  della  Tribù  di  Giuda ,  &  della 

ftirpe 


7>/'  'Raffaele  vidmàfi  •  t  $f 

ftirpe  de  Dauid  a  tutti  gli  habitatori  di  Mesfina  defidera  falute,e 
la  Beneditione  di  Dio  Padre  Onnipotente:  in  fed  e  teftimonio  pu* 
blicojpar  che  tutti  habbiate  mandato  Ambafciatore,  confeffando 
il  Noftro  Figliuolo,pervero  Figliuolo  di  Jjio  &  vero  Huomo,chc 
dopò  la  fua  Refunettione  (ali  in  Cielo,  feguendo  il  camino  della 
verità,  per  mezzo  della  Predicatione  di  pauolo  Apertolo  eletto; 
perciò  vi  Benedicemo  ,  e  la  vofìra  Città  fia  Benedetta,  &  qui  vOi- 
gliamo  hauer  perpetua  protettionc  e  di  voi,  come  perquefta  let- 
tera C\  moftra,  la  qual'c  fatta  l'Anno  del  Noftro  Fi  gliuoloquaran 
taduencirindirione  prima  i  due  di  Giugno.  Luna  ventifette  fe- 
ria quinta,  di  Gierufalemme,  Maria  Vergine,  confermala prefcn 
te  Scrittura  di  Tua  propria  mano . 

Medefìmamente  vn'altra  fcritta  alla  Città  di  Firenze,  la  qualTo 
na  in  quefte  Parole  : 
Horemia  Deo  Domino  7{<iflro  lESV  (hriiìo  F'il'io  meo ,  &  mihì  diliga , 
tene  pdem,inJìaOratiombui ttobora  te  patkma:  ftcemmy  &fempìter' 
'iiam  falutem  apud  Deum ,  &  apud  Hommes  Cloriatn  confequerìs . 

Et  ancora  vn'altra  fcritta  a  Santo Tgnatio,qual  diceccsj,vj. 

*Dct  lESVquAà loan ne audiWy  & didìcìjì}, rera funi , Ula credas, 
ìllìi  inhereas^  &  Chriftianitatis  return  firmiterteneas,  &  mores ,  &  ri- 
tam,  roto  confìrmet;renìam  autem  cum  toanne  ff,  &  qui  tecum  funt  ri- 
dere :  f?<i  infide,  ririliter age  ,n€ te  commoueat  perfccutìonls  aufìeritas, 
fed  raleas,  vt  exultet  fpimuttum  in  Deo  falutan  tuo. 

Si  troua  ancora  efTere  ftata  gettata  vna  lettera  dal  Cielo  a  vna 
Monaca  di  S.Benedetto,  figliuola  de  vn  certo  Conte,  mentre ,  che 
-diuotamente  fi  era  dattaper  perfuafione  del  Confcffore  a  recirare 
deuoramente  il  SantifsimoRofario  della  Beatissima  Vergine  No 
flra  Signora,  vj.  del  feguente  tenore ,  cioè. 

MARIA  Madre  di  Dio  àGiouanna  figliuola  Salute. 
Dilettifsima  figli uolafeguita  a  dire  il  mio  Rofario,  il  quale  hai 
cominciato  a  dire  deuotamente,  è  fuggi  le  frequenze  delli  huomi- 
ni,  &  le  prattiche',  &  conuerfationi  delle  perfone  difsimilia  te^ 
Fuggi  rotio,&  fcaccialo  da  te,  &  getta  vialefuperfliie  maffarrtie, 
che  fono  nella  tua  camera,perte  tiene  le  Figure,  &  Imagine  di  Dio, 
6:  delli  Santi  ^  le  quali  ti  poflbno  indurre  a  deuotione ,  6c  riguar- 

Ss  dale 


7  i  *         sitò  R  imtneje  L  wYo  Secondo 

dale  fpc{Tb,fe  farai  quefte  cofe.tù  hauerai  la  gratia  del  mio  Figliui 
^  Io  :  &  io  Tempre  pregarò  per  te  ;  le  quali  due  cofe  io  ti  prometto, 

fé  tu  deuotamente  farai  le  cofe  predette:  Vale  figliuola  dilettif- 
fìrra .  Quefte  cofe  Sante  fopradette  ho  voluto  dire  per  fatisfattio- 
ne  delli  Lettori ,  che  fono  deuoti  della  Beatifsima  Vergine  Noftra 
Signora,  &  quelli,  che  non  hauefìferoquefta  deuotioneprouocar- 
Ij,  &  commouerli  a  quella .  Se  ben  forfè  ad  alcuni  fofiftici  pareri, 
che  io  fiafcapato  fuori  della  propofta  materia. 

Seguitando  per  la  medefima  ftrada  verfo  il  monte,  &  la  parte 

Monafle  -  Meridiana,  lontano  dal  fopradetto  Cóuento  vn  mezzo  miglia  in- 

rio    delli  circa,  fi  ritrouavnnobilifsimo,  &  ricco  Monafterio,  aguifadivn 

MonaciBià  bel  Cartello  delli  M.  Reu.  Monaci  Oliuetani  di  S.  Benedetto ,  allì 

chi  di  s.  Be  qu^ji  f^^j  cóceflTo  detto  luoco ,  per  Patente  dell'Ili uftrifsimo  Signor 

ncdecto .   q^^^^  Malatefta  Vicario,&  Rettore  Generale,  per  il  PonteììceRo 

mano  di  Rimino,&  tutta  Romagna,i!  quale  hauendo  auttorità  di 

eleggere  per  le  Chiefe  di  San  Gregorio  dietro  il  fiume  Conca  di  S. 

Lorenzo  in  monte,6>:  Santa  Maria  di  Scolca-,  Cerccfini  Oliuetani, 

ò  altri  di  Religione  approuata,  per  fua  particolar  deuotione,eleg- 

gè  li  Molto  Reu.  Padri  di  Monte  Oliueco ,  come  perfone  di  Santa 

Vita,&  fama,  l'anno  di  noftra  fallite  i  lyi.alli  5.  d'Ottobre  effen- 

S  Lorenzo  dofi  partici  dalla  Parochial  di  S.  Lorenzo  in  Monte ,  li  Reu.  Frati 

diffe  a!  TU  Eremiri,che  militauano  fottoil  titolo  di  S  Paolo  primo  Eremita, 

hor'mai  a°  ^  R^go^^i  ^^  S.Agoftino:hora  quefto  luoco  di  Santa  Maria  di  Scoi 

roftito     eCa,èbellirsimo  perla  fabrica  fatta  da  detti  molto  Reu. Padri,  & 

cotto  da  q  ancora  per  la  Chiefa  ben  fatta, ben  ornata, &  officiata  da  detti  Re 

(ta  banda,  uerendi  i  Si  che  tutti  l'illurtrilsimi  Cardinali,  &  altri  perfonaggi, 

voltx  l'ai-  ^j,g  paflano  per  la  noftra  Città,  per  il  più  vanno  uedere  detto  luo- 

gij^,  co.Nelqirale  ni  ftà  una  buona  Famiglia  di  detti  molto  Reu. Mona 

ei,&  ancora  vnoNouciato  di  detti  Religiofi,che  fono  a(Tai  ricchi 

poffedendo  molte  poffefsioni,  &  gran  quantità  de  beni  Emfiteo  • 

tici,  per  tutte  le  Caftella,&  Città  di  Rimino. 

In  quefto  Monafterio  ui  fi  troua  hora  il  P.  Abbate  DonHippo- 
lito  Salò  da  Rimino,  il  qual  hebbe  l'habito  nella  Religione  Oliuc 
tana, per  mezzo,&  fauore  di  S»Carlo  Borromeo,an'hora  Gardina. 
le,  al  feruitio  del  quale  vi  ftaua  MonfignorPauoIoSalòfuczio, 
che  operò  a  quefto  effetto.  Attefe  a  i  ftiidij,  il  corfo  de  quali  finì  m 
età  di  uentidoi  anni,  dando  faggio  di  ciò  nella  fua  Patria,  con  te- 
nere ducente  nonanta  fette  Conclufioni  della  Sacra  Theologia 
l'Anno  1593  nella  VenerabiI  Chiefa  di  San  Francefco  dell'Ordì. 
sie  Minor  Conuencuak  alli  ^i.  di  Ouobre ,  d^dicaieall'Illuiirifs. 
■  "'"" ^        6c. 


T)i  Raffaele  tAdlmarl  l  t  $9 

Ct  "Reuerendifsimo  Cardinal  Sfondrato  Protettore  di  quella  Reli 
gionc  Oliuetana ,  Si  diede  poi  ancora  a  i  Studi  di  Maccmatica.do 
uè  ha  fatto  buon  progrelTo,  è  afcefo  poi  alla  dignità  della  Prelatu- 
rainel  qua!  ftato  fi  vede  ch'egli  bcnirsimo  imita  quel  Sato.per  mez 
20  del  quale  hebbel'habito  con  molta  patienza  nelle  fueauuerfi- 
ti,  &  fa  vna  imprefa  conforme  alla  fua  buona  mente, ch'c  vn  com- 
paflb  aperto.,  con  il  Motto,  che  dice  ,  agitato,  fed  fìab.Li ,  Oltra  la 
Dottrina  della  Theologia,  è  perfona  molto  accorta,  &digrango- 
uerno,hàmo^rato  l'effetto,  che  nel  primo  Triennio  ha  liberato  il 
fuoMonafterio  da  molti  debiti,  nelli  quali  era  ftato  intrigato  da 
a!tri:&di  più  ha  fatto  una  fattica  &  diìigéza.che  farà  di  perpetua 
vtilità,e  ficurezza  alli  beni  ftabili  di  queir Abbacia,eflendo,che  hi 
medo  in  Pianta  con  i  (noi  ladi ,  è  confini  tutti  i  beni  del  Monafte- 
rio,perafsicurarli,  che  non  pofiTano  eflere  occupati  da  altri,  fenzi 
accorgerf«ne  da  qual  fi  voglia  loro  Officiale ,  cofa  degna  di  pcrfo* 
nauirtuofa.&dacfTereofleruata,  &  imitata , 

Dalla  quale  Religione  fiorifce  hora  il  Padre  D.  Chrifoflomo 
Rubicone  da  Rimino  MuficoEccellentifsirao,  che  hi  mefl"oalIa 
ftampa  alcuni  Concerti  Ecclefiaftici  ,  6c  altri  Madrigali  molto 
belli. 

Seguitando  pur  innanzi  alla  medefima  drittnra  lontano  da  que 
fto  fopradetto  un  quarto  di  miglio  incirca,  ch'è  ilpiù  altoluoco    Conuéto 
del  Monte  Sion,  ouero  di  Scolca,  Vi  è  vn  Conuento  affai  bello,&  '^^^'i  ^-  ?• 
-commodo  delli  M.R.Padri  di  San  Gieronimojiquali  militano  fot  ^-  ^^'?''° 
toja  Regola  del  Beato  Pietro  Gamba  curta  da  Pifa,  il  qual  diede  ?colca 
principio à  quefta  fua  Religione,  nel  Stato  d' Vrbino  in  certe fel-   B.  Pietro 
uè ,  che  fono  nel  Territorio  dell'lfola  d' Vrbino  :  il  qual  luoco  del  Gabacur- 
mille  trecéto  nonantatre,  alli  dieci  d'Aprile  al  tempo  della  buona  "  *^*^'^*  • 
Memoria  di  Papa  Bonifacio  Nono ,  fu  donato  a  detti  Molto  Rea. 
Padri  con  dodeci  tornadure  di  felua,&  altre  poche  terre,  nella  con 
tradadi  San  Lorenzo  in  Monte,  in  cima  al  detto  Monte  di  Scolca 
vicino  alle  cafe dette  il  Vefcouato:  &  ciò  fu  fatto  daH'IIluftrifsi- 
mo  Signor  Carlo  Malatefìa  Signor  ài  Rimino,  ad  un  Reu  Frate 
Angelo  del  terzo  Ordine  di  San  Francefco,  nella  qual  felua  vieta 
vn'Oratorio. 

5.   L'Anno  poi  del  1432.  alli  24.  di  Luglio,  nel  tempo  della  Felice  B.Galeot- 
.Memoria  di  Papa  Eugenio  quarto,  dal  Beato  Galeotto  Roberto  to  R»ber" 
Malatefta,  &  compagni  del  terzo  Ordine  d:  S  ui  Francefco, per  vir  ^alatcftu. 
tu  d'vn  Mandato  del   M.  Reu.  Fra  Pietro  di  spagna    Minifirodi 
^ctto  Ordine,  con  l'inceruenco  di  tutti  ì  R.  Fr'atrcapituiarmente 

Ss    2  con- 


t4^        Sito ^imlnefe Libro  Si conJo> 

congregati  a  fuono  di  Campanello,  nella  Capella,  &cafa,  del  fu 
detto  Beato  Galeotto  Roberto,  furono  donate  li  fopradette  dodc- 
ci  tornadure  di  Selu3,&  l'altre  poche  terre,al  M  R.P.Frà  Bartolo- 
meo da  Cefcna,  &  al  M.  R.P.  Fra  Giorgio  da  Patraffo,  Compagni 
del  Beato  Pietro  Gambaciirta  da  Pifa,  nel  qual  luoco  vi  era  vn'O- 
ratorio  per  lodar  Iddio  Noftro  Signore,  focto  il  titolo  di  San  Giro^ 
lamodiScolca. 

La  Chiefa ,  ^  Conuento  hoggidì  è  aflai  bello ,  &  comnoodo,  &c 
ben'officiatoda  detti  M'.Re.n.&  per  il  fico  molto  diletteucle,perer- 
fere  fuperiore  à  tutti  i  Colli  circonuicini  :  &  tra  l'altre  cofe ,  che  vi 
fono  di  deuGtione  in  detto  luoco,fi  riferbavn  mantello,  &  vn  Ci- 
licio fatto  di  cordicelle  di  fetole  di  cauallo  della  grofTezza  del  fpa 
go  a  guifa  di  maglia  di  zaccho^  che  eradella  Santa  Recordatione 
del  fodetto  Beato  Gileotto  Roberto  Malatefta;il  quale  tra  l'altre 
opere  pie, che  da  lui  s'enrercicauano,fifritroua  ch'egli  andaua  ogni 
notte  al  Matutino  dalli  detti  M.  Rcu.  Padri  di  Sm  Gieronimo  dL 
Scolca;  come  fi  légge  nella  fua  vita. 

In  qye^i virimi  anni ,  cioè  del  mille  feicento  dieci,  i  pefcatofi 
*^^^^d^lf  *  afilla  Città  di  Rimino  diedero  principio  a  vna  Chiefiola,dedicaca 
ScaU  ^.  ^   ^^^^  Santifsima  Madre  di  Dio  da  una  parte  d'vn  Baloardo,  nel  re- 
cinto del  Borgo  di  San  Giuliano,  che  confina  col  fiume  Marechia; 
perche  in  quel  luoco ,  anco  la  Santifsima  Vérgine  Noftra  Signo- 
ra ,  haueua  concefìfo  molte  gratie  a  quelli ,  che  fé  gli  erano  racco- 
mandati: &  per  effere  il  detto  luoco  v4uto  a  vna  fcala  di  pietra, che 
faliua  fopra  il  detto  Baloardo,  sìcominciò  a  chiamar  la  Madòna 
della  Scala, doue  ci  è  molta  deuotione,  &  concorfo  della  Città:  vl- 
timamente.ne  è  ftàta  prefa  cura  dalli  M.R  Padri  di  San  G  uliano, 
per  elfere  nella  giurifdittione  della  fua  Parochia ,  doue  fi  vede  cf- 
fere  Hata  acccmmodàta  vna  bella  ChiefioIa,tenuta  con  buon  ordì, 
ne,  come  fanno  le  lor  cofe. 
...  -        Li  Molto  R  Frati  Minimi  di  S.Francefco  di  Paola,efrendo  fpef- 
Franccfcó^*^  di  pafiiiggio  in  qucfla  noftra  Città,  peroccafionede  i  Monafte- 
di  Tiola.  riloro,che  hanno  nella  Lombardia, &  nella  Marca, al  prefente  an- 
no fi  fono  rifoluti  di  porgere  fupplica  al  Molto  llluftre  Confeglio 
della  noftra  Città,  e  pregarla,  che  gli  uogliadare  aiuto,  &  fauore, 
di  poter  acquiftare  un  luoco  in  quefta  Città  da  poterfene  feruire 
almeno  per  Hofpitio  de  i  lor  Pa  (faggi  eri  per  la  qual  fupplica  fi  pi- 
gliò partito  daHUluftrc  Confeglio.  alli  i5. diNouembre  lói^-di 
far  eletti,  &  furono  fatti  quattro  Gécilhuomini  a  queft'efl-'i^tto,  tra 
iquali,  fui  detto  ancor  io  per  aiutare,e  faaorire  quella. denota  Re- 
ligione 


»0»vijwj. 


Dì  l^Affkde  t/iMmari,  t^r 

I5gione,  acciò  potefTe  confeguire  il  lor  defiderio,in  honore  di  Dio, 
&  feruitio  di  quefta  Santa  Religione.  La  qual  cofa  fi  doueria  fom 
inamente  defiderare,&  abbracciare  per  poter  ritornare  in  vn  certo 
modo,fotto  la  protetcione  dei  Religiofi  Monadici,  fé  ben  quefti 
non  fonno  Monaci,  nondimeno  fanno  vita  anco  più  ftrctta  della 
Monaftica,  non  mangiando  mai  né  carne, ne  oua,nè  latticinij:  ma 
facendo  perpetua  Quadragefima,per  il  quarto  lor  voto. 

Qui  con  quefta  occafione  al  prefente  non  poflb  far  di  manco,di 
non  dolermi,  &  rammaricarmi  grandemente,  inuitando  anco  gli 
altri  a  far  ciò,  poiché  non  so  qual  difgratia ,  ò  pur  peccato  noftro, 
&  de  noftri  antecclTori  fia  ftato  caufa  ,  che  noi  fiamo  reftati  priui 
di  tanti  Monafterij  di  Religiofi  ,  &  Religiofe  ,  chefaceuano  vita 
Monaftica;  ne  i  quali  fpefib  fioriuano  animi  quafi  diuini,  &  di  fan 
tità  ripienijcheoltra  il  buon  efsempio,chedauano  nella  vita  Chri 
(liana ,  erano  grandi  propugnacoli  della  noftra  Città,  contra  gii 
auuetfari  nemici  fpirituali,&  corporali,  &  gran  Protettori  di  que- 
lla noftra  Città  apprefTo  Dio;  &  mancati  quefti  Santi  Monafterij, 
non  più  fi  trouatìo  in  queiìst  noftra  Cictà,perfone,che  diano  odor 
di  Santità,  comefifeceuaairhora:  &  tanto  è  deteriorata  la  Città 
noftra  nella  moltitudine  delli  habitatori,  &  per  confequenza  nelle 
mercantie,  &  in  tante  altre  cofe  che  fogliono  rendere  nobili  le  Cic 
tà,  mafsime  nelle  Congtegationi  de  diuerfe  genti  Oltramarinejfic 
01tramontane,che  teftificauano  qiii.che  hora  a  pena  ne  fapeuano 
qualche  cofa,  per  le  veftigie  lor  lafciate  qui,  come  altroue  de  tutti 
fi  è  moftrato ,  &  fi  vede  da  tanti  Borghi  defabitati ,  &  demoliti;  si 
che  douemo  grandemente  dolerci ,  &  aftatticarfi  per  potere  di  nuo' 
uo  intrar  in  protcttionc  di  quefta  forte  de  Santi  Religiofi  ,  nel  ntr- 
mero  de  quali  mi  par  iuftamente  poter  mettere  i  fodetti  Minimi  s,  France-- 
Frari  di  San  Francefco  di  Paoia,quale  noftro  Signore  l'anno  mil-  fcoalmo,e 
le  cinquecento  e  fette ,  hi  feruito  di  tirare  a  fé  il  Gloriofo  Patriar  -  ^^^^  '» 
ca  San  Francefcc.  9'*^®    ^* 

Li  quali  M.R.Padri  per  gratia,  &  buontàdelMlluftrifsimoSig.ftroaa^!- 
Commendatore  Gontarini  Cauagliero  molto  deuoto,è  quafi  par»  cato . 
tiale  a  detto  Santo.hanno  hauuro  per  hofpitio  mouibile  nella  Cit 
tà  noftra,  la  Lhiefa  di  San  Mlchaele  Arcangelo,  che  e  Commenda 
delli Cauaglieri  di  Malta,  i  quali  trattenendofi  lì  fifannocono- 
fcere,  fin  che  potriafuccedere  occafione  di  trouarluoco  fermo',  & 
commodG;il  che  à  Dio  N.S.  piaccia,  che  gli  pofla  fuccedere  felice» 
mente ,  come  io  defidero . 

Hora  perche  mi  pare  hauere  detto  affai  della  noftra  Città,  fic  co 

quella. 


i4i         Sitò  Rimine  fé  Lihtù  Secondo 

quella  breuità  maggiore,  che  me  è  parf  o  conuenicnte,non  hauea- 
do  animo  di  voler  fare  vna  Hiftoria  ioga,  con  tutte  le  fue  parti,  ma 
folamence  le cofe notabili;  però  hora  non  farà  fuor  di  proposto, 
fé  aggiuiìgefsi  breuemente  le  fue  membra  conuenienti  al  capo ,  le 
quali  fono  tutte  le  Calleila,  &Vi'ile  fottopofte  a  detta  Cictà;  le 
quali  però  fono  di  due  forte;  perciò  che  alcune  fono  nella  iuri(di- 
tione  della  Citcà,come  di  fopra  fi  è  detto,  è  Tem porale,  e  Spiritui 
le:alcunea!tre  per  varij  accidenti,  &  pretenfìoni  fi  fono  fmembra- 
tedallaiurifdittione  Temporale  dell  1  Città,  ma  però  non  hanno 
hauuto  forza  de  alienarfi  dalla  lurifdittione  Spirituale  della  no- 
li :  «  Città  ;  perciò  che  ancora  reftano  fogette  alla  iurifdictione  del 
nourù  ii.Q.lrifs.  &  Reuerendif  Mófig.  Vefcouo,  come  qui  di  fotto 
fi  notarà,lafciado  da  parte  l'altre  cofe  Temporali  loro,  del  le  quali 
io  non  intendo  trattare  più  particolarmente  di  quel,che  da  me  fi  è 
fatto  di  fopra;  Cominciando  dalla  Cathedrale  della  Città,  dirò 
delle  altre  non  dette:  fé  bene  non  con  quel  ordine,  che  forfi  alcuno 
defiderarebbe,  &  io  fteffo  le  ponerò  fecondo  le  polke  de  Scrotinij 
di  già  più  volte  fatte,quali  mi  fono  peruenuti  alle  mani, &  ha  vna 
Rimino  fi  Diocefi, parte fituata  neirEmilia,e  parte  nella  Flaminia;la  qual  dal 
tuatanella  la  parte  dell'Oriéte  è  interpofta  dal  Fiume  Tauollo,  e  con  la  Dio- 
Prouincia  cefi  Pefarefe   dal  mezzo  giorno,  con  la  Diocefi  d' Vrbino,  &  parte 
Romana.  ^^^  jj^  £)iocefi  Ferretrana,  la  qual  è  verfo  l'Occidente,  &  parte  ver 
fola  Diocefi  di  Cefena  :  dalla  parte  di  Settentrione,  confina  con 
lamedefima  Diocefi  di  Cefena,  &col  Mare  Adriatico;  nella  qual 
Diocefe  vifonoCafielli,  &  Terre  numero  fefianta ,  &dodecifrà 
Cartelle,  &  Terre,  le  quali  fono  immediate  foggette  alla  Sedia 
Apoftolica.  Contiene  oltre  di  CIÒ  tredeci  Cartella  del  Ducato  di 
Vrbino ,  due  della  Republica  di  San  Marino ,  due  delli  Illuftrifs. 
Marchefi^^S"^"  Marchefi  Malatefta,  due  del  Marchefeda  Bagno,  quattro 
Malatefta,  del  Conte  Rouorelli,  &  vno  del  Conte  Gottifredo  de  Ifeo  da  Ce- 
&  daBa-.  fena;  la  quale  s'ertende  in  longhezza  miglia  trentacinque  incirca, 
gno.         &  in  larghezza  miglia  quindeci  incirca,  &  in  giro  miglia  ottanta; 
u'oreni^&  &  in  querta  Diocefi  vi  fono  l'infrafcritte  Chiefe,che  cótribuifcono 
Gotiifrcdi  al  mantenimento  del  noftro  prefato  Seminario,  conforme  alle  lo- 
ro intrare. 

Et  prima  dirò  di  Monfig.  Illuftrifsimo  ,  &  Reue- 

rendifs.  Vefcouo,  che  li  tocca  L   127 

]1  Molto  Rcu.  Capitolo.  L     64  io 

La  Prepofitura.  L       ^    \6 

L'Archidiaconato.  L      i  ix'^c 

Saa 


7>i  K^ifdeU  à/iMmarì i  i^f 


Santo  Pietra 

'S  8 

Santo  Andrea . 

i 

Santo  Giacomo  Maggiore» 

5 

Santo  Filippo. 

4 

Santo  Giacomo. 

s 

San  Giouan  Euangelifta* 

4  5 

Santo  Bartolomeo . 

3  8 

Santo  Matteo. 

•  • 

3  iS 

Santo  Tomafo. 

4 

Santo  Simone,  &Iuda  \ 

s 

Santo  Tadeo . 

3 

Santo  Matthia. 

4  IO 

Le  due  Manfionarie  di  Santo  Silueftro  1, 

4  S  o 

Santo Giofeftb  nel  Domo. 

3  7* 

Santa  Catherina  nel  Domo . 

2  IO  3 

Volendo  adunque defcriuere  la  Diocefedì  Rimino,  comin-' 
cìarò  a  dar  principio  ne  i  confini  del  mare ,  &  del  Serenifsimo 
Signor  D'Jca  d' Vrbino ,  cioè  dalla  Catolica ,  &  tanto  pln  volen  « 
lieri  piglio  qui  il  principio,  poiché  la  Chiefa  di  detto  luoco,  e  fot-  chiefa  di 
to  il  Titolo  di  Santo  Apollinare,che  fu  Difcepolo  del  Précipe  del-  s,  Apolli.- 
li  Apoftoli  San  Pietrodal;  quale  egli  fu  mandato  da  Roma,  à  Ra»  nare  , 
iicnna  fua  Patria  a  predicare  l'Euangelio  di  Chrifto  Noftro  Sign. 
per  con  uertirla  a  quella  noftra  Safita  Fede  confirmata  da  lui,  poi 
con  diuerfi  Miracoli,per  mezzo  de  quali  vna  infinita  moltitudine 
di  perfone  abbracciò  la  detta  Fede  di  Chrifto  Noftro  Signore,  co- 
me fi  può  ben  vedere  nel  Legédario  de  Santi  del  M.R.P.F.  Iacopo 
Voragine,  &  alcri.ne  però  in  quella ,  come  anco  in  altre  ho  potuto 
ricrouare  la  defcritcione  della  fua  vitatucta  ,  &  viaggio  particola- 
re fatto  da  effo  Santo  Apollinare  da  RomaàRauenna,  finoalfuo- 
Martirio  ,  ancorché  da  me  fi  fia  vfata  molta  diligenza  in  Rauenna 
ifteifa,etiamne  i  ftudij  di  perfone  dotte,  &  che  fidilettanòdeHi- 
riorie,&  in  particolare  del  Signor  Camillo  Abbiofo,perfoTja  dot- 
ta di  molte  buone  qualità,  doue  credeua  trouar  occafione  di  far 
longo  r  agionarrento  fopra  detto  Santo  A pollinare,  mafsime  tro- 
uandofi  anco  per  memoria  antica ,  che  fu  fatta  vna  Chiefa  fuori 
della  Città  di  Rimino  non  molto  lontano  da  efla  Città ,  fotto  il 
Titolo,  &  deuotione  di  detto  Santo  Apollinare .  Ma  per  non  ha- 
uer  cefa  ficura,  necertadi  poter  pa(far  pììi  oltra ,  fon  sforzato- 
contriS  mia  voglia  paflTar  ciò  con  filendo  - 
^  ' '  "  "  BicO' 


. ,  J44       Sito  Klmlm/è  Libro  Secondo 

Dico  adunque,  che  detta  Chiefa  della  Catholica,  fu  datta  dalli 
M.R. Monaci  Cafsinen,  li  quali  erano  Patroni  dieffa,  alli  molto 
Reu.Padri  Carmelitani,ranno  mille  feicento  e  nouc,  la  qual  Chic 
fa  era  fottopofta ,  &  anelTa  alla  Pieue  di  San  Giouànni  in  Mari— 
gnano,  della  quale  detti  Monaci  fono  patroni ,  forfi  per  leuarfi  di 
faftidio.ò  purperfar  carità  a  quelli  poueri  Padri  Carmelitani,  li 
conceflcro  detta  Chiefa ,  con  certe  poche  Terre,  clvè  ftato  di  gran 
beneficio  alli  habitatori  di  quel  luoco;  la  qual  Pieue  gli  era  ftata 
conceflada  MonfignorTomafo  dalle  Afte  Vefcouodi  Forlì ,  del 
mille  cinquecento  e  vndcci,al  tempo  della  Felice  Memoria  di  Giù 
lio  Papa  Secondo .  Di  qui  caminando  verfo  mezzo  giorno  (ì  ero* 
uà  la 

Picue  di  San  Pietro  a  San  Giouanni  in  Marfgnano  delli  moltoRc 
Monaci  di  San  Benedetto  di  Monte  Cafsino . 
Sant'Antonio  delli  M.R.  Padri  Celeftini. 
La  Santissima  Madonna  . 
San  Giouanni  di  Brefcia  del fudetto  luoco. 
Santa  Lucia  in  Conca.delli  molto  R.  Monaci  Oleultani . 
Santa  Maria  del  Mofcole. 
Sant'Angelo  di  Morciano  . 

Vicario  Foraneo.  Pieue  di  S.  Biagio,  di  San  Lodecio.  17  i    3 
San  Bartolo  meo  delle  JM.R.Monache  di  San 

Benedetto 
San  Leone. 

San  Rocco  Confraternita  del  fudetto  luoco  11 

La  Santifsima  Nonciata  Con  fra  temiti.  1 1 

La  Venerabil  Confraternità  della  Mifericordia.      ij   io 
Santi  Anforino,  eSifto  daMontePetrorino  Ser- 
ra di  detto  luoco^.  5     4 
Santa  Maria  di  Meleto.                                     7     io  4 
San  Pietro  di  Monte  Gridolfo .                         715 

Pieue  di  San  Michaele  di  Mondaino.  4     ip 

La  Venerabil  Chiefa  di  Noftra  Signora . 
San  Michaele  Arcangelo,  con  fuoi  Anefsi. 
San  Biagio  ài  Loreto,  con  fuoi  anefsi 
San  Stefano,  e  San  Saluatore  da  Cerctc.  J     7    * 

San  Facondiao  daldecto  luoco. 

Santi 


i) j  Raffaele  tAMmdrl  i4S 

Santi  Chriftoforo,  e  Paolo  da  Monte  Spino,  coni 

fuoiancfsi.  5     14 

San  Stefano  de  Petretto  con  fuoi  aoefsi . 
San  Biagio ,  e  Theodoro .  2     i  a 

VicarioForaneo;Pieue  di  san  Paolo  di  Monte  Fiore.  10  17 
Santa  Maria  dalla  Neue  dal  fudetto  luoco,  la  cui 

colationeafpetta  al  Reuerendifsimo  Capito; 

lo  di  san  Gio.  Laterano. 
San  Martino  in  Luto. 

San  Simeone,&  luda  Apodoli  de  Sirbaldo  ", 
San  Felice. 
San  Godenzo. 
Santa  Maria  dalla  Cura^ 
Santa  Maria  dalla  Cella  del  Monte. 
Vicario  Foraneo  :  Pieue  di  san  Lorenzo  dal  Tauole- 

to  d' Vrbino. 
San  Giouanni  in  Lauditorio. 
San  Donato ,  e  san  Martino  dal  detto  luoco. 
San  Martino  in  Siluis,  vtfupra. 
San  Biagio  da  Caflel  nouo. 
San  Martino  in  Ventina  dal  fudetto  luoco ^ 
Pieue  di  santa  Colomba  dell'Inferno . 
San  Pietro  Argentario. 
Santa  Colomba  dal  detto  luoco. 
San  Saluadoredi  Pian  di  Caftelloi 
San  Giorgio  di  Valuelana,  e  fuoi  anefsì, 
San  Donato  da  Ripa  Maflana  . 
Santo  Ercolano  dal  fudetto  luoco . 
San  Giorgio  di  Valdeuelana . 

Vicario  Foraneo  :  Sant'Andrea ,  &  san  Biagio.' 
Piene  di  San  Lorenzo  Cafalorto  da  Gemano. 
San  Seuerino  dal  fodetto  luoco. 
Santo  Angelo  de  Perigliano  è  fuoi  anefsi . 
Santa  Chriflina. 
Santa  Maria  di  Frontegnano. 
San  Patrignano  da  Marazano,c  fuoi  anefsi. 
Santo  Angelo  da  Galiano. 
Sant'Andrea  dal  Gelfo . 
San  Biagio  da  Monte  Scudolo . 

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13  8 

M4à       ^'^<>  7^/wiw^y?  Libro  Secondi^ 

San  Simone,  &  luda  dal  detto  Iiioeo,oue l'EcceU 

lente  Biondo  ferine  la  fua  Italia  Illuftrata.  4    io  8 

San  Felice  da  Bareto .  »    4    6 

Santa  Maria  da  Monte  Colomba^ 

San  Martino  dal  detto  luoco  .  7     io 

San  Giorgio  in  salgaretto . 

San  Biagio  da  Valecchio^  572 

San  Pietro  in  Teriuo.  ^     13  * 

Santa  Maria  di  Valiano  delli  M  Reu.  Padri  Pre- 
dicatori di  san  Donraenico . 

5anGio.Battifta  da  Croce.  5     14  2 

San  Stefano  da  Croce ,  e  fuoi  Anefsi . 

San  Seuerinodal  fodetto  luoco  . 

San  lacomo»  &  san  Filippo  de  Ciucia , 

San  Clemente  di  san  Clemente.  5     14 

Sant'Agata  delli  M.R.Eremitani  di  S.Agoftino. 

Sant'Andrea  in  Cafale .. 

pieue  di  San  Biagio  di  Mifano..  ro    7 

-Santa  Maria  di  Scacciano.  8     7     E 

San  Giorgio  del  Agima. 

San  Martino  d'Orcìone,  oueripofa  il  Corpo  del 
Beato  Alefsio  Monaldi  de  detto  luoco,  la  cui 
Fefta  fi  celebra  la  Domenica  in  Albis . 
-  Santa  Maria  del  Fatano  delli  molto  R.Padri  Ere 
*^  •      mitani.       . 

X     SanLorenzo  in  strada.  7    3- 

Sant'Andrea  in  Patrignano.  7     3 

5?      Santa  Maria  di  Cartel  Leale.  2     6    6 

San  Rocco  di  Celli  c'hebbe  origine  l'Anno  \6io, 
I,, 

VicarÌQ  Foraneo  pieue  di  san  Sanino,  di  san  Sauinoi    8     7     8- 
San  Giouanni  di  Padano.  4     1*8 

pieue  di  santa  Maria  di  Coriano.  1 1  2- 

San  Baftiano  Parochia. 
La  santifsima  Madonna  di  detto  luoco . 

Pieue  di  san  Chriftoforo,  U  santa  Innocenti*  da 

Monte  il  Tauro  .  .    4    '  ? 

Sans 


^l  T{afdde  tAdimdrl 


'47 


SanGiouannideVezano,  3     7    » 

Santa  Maria  da  Mulazano.  6     io  io 

Pieue  di  san  Chriftoforo  da  CiarafoIe«  5    4 

Pieue  di  san  Patrignano  .  5     itf  tf 

Santa  Maira  in  Ccrete  del  M.  R.  Capitolo  di  Ri^ 

nìino. 
San  Pietro  in  Falciano  que  vocatur  san  Pietro 
Martire  delli  molto  Reu.  di  san  Domenico  de 
Predicatori.  1     ip  % 

San  Saluadore  Priorato  ,  dell'  Ordine  del  Sepol- 
cro del  Signore 
Santa  Maria  di  Cafalechio.  |    7    !• 

La  santifsima  Triniti  di  Marano  )  delli  molto  R« 

Monaci  Oliuetani . 
^an  Lazaro  delli  molto  Reu.  di  san  Marino  La« 

teranenfì. 
la  santifsima  Madonna  della  Colonella ,  delli 

molto  Reu.Padri  Girolamo  di  Fiefuli. 
San  Godenzo  Abbacia  dell'Abbate  Bianchetto  • 
San  Lorenzo  in  Coregiano.  5     9     S 

San  Martino  Monte  l'Abbate .  5     jo  6 

Santa  Maria  di  Beluerde. 
.  Santo  Fortunato  di  Couegnano  •  4    15 

Santa  Acquilina  qua?  vocatur  Vgulina.  5     144 

San  Martino  in  Venti.  518 

Santa  Maria  di  Vergiano.  6     144 

Vicario  Foraneo  :  Santa  Maria  da  Paderno  •  3     5     8 

San  Martino  in  Cerere .  878 

San  Biagio  da  santa  Hermete.  8     11  8 

San  Paolo  da  san  Paolo,  3     7    8 

Santa  Maria  di  Corpalò.  8     i 

Pieue  di  santa  Chriftina  Vergine,  &  Martire  di  Bul^ 
fcetìa  da  santa  Chriftina . 
Sant'Andrea  da  Saraualle  della  Republica  di 

San  Marino.  372 

San  Stefano ,  e  s.  Donato  in  Lutignano  ,  178 

Santo  Andrea,  &  san  Biagio  ,  3     15  4 

San  Uiagio  di  Caftiglione .  4124 

Tt    2        San 


IO 

II  14  4 


/  4^       Sìio  Kìminejè  Libro  Secondo 

SanChriftoforodaMulione,  372 

>  San  Pietro  da  Monte  nouo.  3     »     8 

San  Paolo  da  Ronefredo.doue  è  il  Fonte  Battifma 

le,  pcrcommoditàdiquelluoco. 
Santa  Maria  da  Ronefredo .  X     4    4 

Vicario  Foraneo  :  Pieue  di  Santa  Paola  da  Rone- 
fredo. 12  I  a 
San  Biagio  dal  detto  luoco.  i     15  8 
San  Giuliano  dal  fudettoluoco.  276 
San  Biagio  Parochia  .  l     15  8 
Santo  Antonio  del  Santifsìmo  Rofario ." 
Santa  Maria  da  Ripa  alta . 
San  Benedetto  de  i  M.R.  Monaci  di  Monte  Oliuc- 

to  Abbatia . 
San  Bartolomeo  delle  Reu.  Suore  di  detto  luoco . 
SanErculanoinMasrano.  2     15  4 

San  Biagio  da  Caftione.  i     15  8 

Santa  Maria  di  Cento  da  detto  luoco  z     ip  2 

San  Giuliano  Martire  da  Murano.  335 

San  Biagio  di  Cafto.  1     i5 

Santa  Agata  da  Montfano  ",  6     ip 

Sant'Antonio  Hofpitale . 
Santifsimo  Crocefiflfo  dal  detto  luoco  delli  Reu. 
P.  Zoccolanti . 
piene  di  San  Pietro  in  Compoto  di  Lonzano.  io  ip  6 

San  Theonifta  da  Lonzano  Monafterio  gii  dell'- 
Ordine Camadolcfe. 
Santo  Apollinaro  dal  Monte  dal  Gallo.  7    9    Q 

San  Girolamo  de  i  Molto  R.Padri  del  Beato  Pie- 
tro Gamba  curta  da  Fifa. 
San  Baftiano  de  i  M.R.Padri  Zoccolanti. 
San  Chriftoforo  dal  fudetto  luoco  . 

Vicario  F.  Santo  Andrea  da  Balignano  l 

Santa  Maria  dalla  MaflTa.  872 

San  Biagio  Abbadi  dd  M.R. Capitolo  di  Rimino. 
Santa  Maria  da  Gambettola. 
San  Giacomo  dalla  Mafon  ,  della  Religìon  di 

Malta. 
Santa  Maria  dal  Roncolo;  i    ^ 

Santa 


n>i  T^dffkele  tAdìtnàrìl  >  4.9 


Santa  Maria  Madalena  da  Gualdo. 

Santo  Egidio  dal  bofco.  ^64 

Santo  Angelo  Infaluto  da  GoteO;Oue  fi  dice  efTer- 

li  vno  Theforo .  6     il  % 

San  Pietro  di  Giouedia .  7 

San  Lorenzo  da  Gatteo.  7     l^ 

San  Rocco  dal  detto  luoco  ." 
Santo  Antonio  Hofpitale . 
Santa  Maria  dal  fodetto  loco  1 
Santa  Maria  dal  Pin,feu  Fiomefino  dclli  M.R.Pa'* 

dri  Anguftiniani. 
San  Mauro  di  san  Mauro.  ^    ^4  ^ 

Pieue  di  San  Giouan'in  Compoto  da  Sauegnano  \        20  x8 
San  Giouanno  Abbacia. 
-  San  Baftiano  de  i  M.R.2occolanti  Minor  Oflcc-* 

uanti. 
La  SantiCsìma  Madonna  della  Triniti  de  ì  M.  RJ 

P.  del  Beato  Pietro  da  Pifa  . 
Santa  Lucia  Pieue  Anefla  a  S.Gio;  in  Compotoì 
San  Rocco  di  Sauegnano  , 

Santa  Maria  da  Caftel  Vecchio  del  detto  luoco .      1 5   1 1 
San  Benedetto  Abbacia  deiriUudrifsimo  Cardi* 

naie  Riuerola . 
San  Vicino  da  Ciola  del  lardo . 
San  Martino  da  Bagniolo  da  Sugliano, 
San  Martino  in  Conuerfetto . 
La  Santifsima  Madonna  del  Spafmo . 
Pieue  di  San  Pietro  in  Compoto  da  Saliano  T 
Santa  Maria  Maddalena  da  zauarolo. 
San  Lorenzo  da  Sugliano . 
Santa  Croce  delli  M.  Reu.  P.  zoccolanti. 
Santo  Antonio ,  è  San  Macario  Hofpitale .' 

Vicario  Foraneo  :  Pieue  di  San  Giouanno  in  Ga- 
lilea. 5     $>    ^ 
Santa  Mudia  delli  M.  R.  Sig.  Canonici  di  Rimi- 
no. 
Santa  Maria  Maddalena  delli  Sodetti . 
San  Bartolomeo  dall'Ifola  della  Scorticata  / 

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sito  Rimine/i  Libro  Secondo 


San  Chriftoforo  dal  fodctto  luoco . 

*a a  Vicino.  548 

San  Giacomo,  &  san  Filippo  dal  detto  luoco. 
Pi^uedi  Santo  Marcino  di  Veruchio  .  7     19 

San  Pietro,  è  san  Nicolò.  J     17 

SanPatrignanoda  Cafalechio  di  Verucchio. 

San  Tomafo  PafìTarello.  878 

Santo  Andrea ,  &  san  Biagio . 

La  Satifsima  Madonna  del  Monte  di  Verucchio.   572- 

San  Vico  di  Gualdo  dal  detto  luoco. 

Santa  Maria  delli  nìolto  Reu.  Padri  de  Serui,nel- 

•   ,  la  cui  Chiefa  giace  il  Corpo  della  Beata  Bion- 
da da  quel  luoco . 

lUacrof  Monte, luoco  della  Villa  de  i  Reu. Padri 
Oflferuanti  Zoccolanti . 

Sant'Antonio  da  Verucchio  fodetto.  878 

San  Chriftoforo,  &  santa  Catherina  da  Saiaao. 

San  Chriftoforo  in  Conuerfetto  dai  Borghi.  5     11   io 

Santo  Andrea  Bagnolo  dal  fudetto  luoco  .  328 

Piene  di  San  Michaele  Archangelo ,  di  santo  Ar- 

changelo.  17 

LasantifsimaNonciata,  Confraternita . 

Santa  Agata.   .  712 

La  Beatifsima  Vergine  del  Rofatio. 
.    San  Francefco  de  Minori  Conuentuali . 

Santa  Maria  del  Ponte  ,  delli  molto  Reu.  Padri 
Capuccini. 

Santa  Croce  Cófraternità  di  S.Croce  di  Rimino. 

San  Giouanno  Canonica  dairifola  di  sant' Ar- 
changelo della  molta  Reu.  Congregatione  de 
Scopatini  di  san  Saluatore  dì  Bologna  . 

Santa  Maria  da  Càmarano. 

San  Giorgio.    • 

Sant'Andrea  dal  Poggio  de  i  Bernij  del  Serenifsi. 
mod'Vrbino. 

San  Bartolomeo  in  Trebio. 

Santa  Maria  da  Monte  A  lbano,c  Ligorciano  . 

San  Saluatore ,  &  sant'Agata . 

Sinto  Antonio  dal fudetto  luoco. 

Santa  Maria  diCiola  Corniale  .  3 

Sanca 


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1)/'  ^afaele  lAdimAU •  /  /  / 


Santa  Maria  da  Marignano 

San  Bartolomeo  da  Trebio.  2     14 

Sant'Andrea  da  Cartelo  delI'vfo,n  plufo. 

Santo  Bartolomeo  dal  fudetto  luoco . 
Fkue  delli  Santi  Vito,  Modefto,  &  Crefsentia .  1711 

Santa  Maria  da  Cafale ,  la  cui  origine  hebbe  del 
mille  cinquecento  nonanta  fette . 

Santa  luflina  . 

San  Martino  Ripa  Rotta .  11   12 

San  Martino  da  Bordonchio .  1114 

Santa  Maria  da  Bell'aria  . 

San  Giouanno  in  Prarede  . 
Vicario  Foraneo:  Santa  Maria  Maddalena  detto  volgarmente  le 

Celle  delli  M.  R.  Canonici  di  san  Giorgio  in  Alega . 
Pieuedi  san  Lorenzo  in  Monte  delli  M.  Reu.  Monaci  del  Monte 
Oliueto . 

San  Girolamo  di  Scolca,  delli  molto  ReiLPàdri  del  Beato  Pie- 
tro da  Pifa. 

Santa  Maria  dal  Monte  Sion,ouero  di  Scolca  delli  M.R  Mona 
ciOleuitanr. 

Santa  Maria  delle  Gratie,  delli  M.  R.  Padri  Zoccolanti  iMino«^ 
ri  Offeruanti  di  san  Francefco. 

Santo  Andrea  dall' Aufa,  &  la  Cella  del  CrocefifTo  in  capo  U 
flrada  della  Poluerara»  delli  molto  Reu.  Signori  Canoni- 
ci di  Rimino. 

Santa  Maria  della  Poluerara  ,  delli  fodetti  Signori  Canonici 

fabricata  d'Elemofine . 
Santo  Andrea  extra  muros  dal  Gatolo.che  così  vien  chiamato' 
dall'Acqua,  che  palla  lì  vicino, dell'Ordine  Camaldulefe. 

Poiché  fon  gionto  al  facil  guado,  è  chiaro,  e  che  vedò.cfee  fat  pra 
fa  bibtruntyclaudamJamriuos  :  Farò  fine  all'opera,  ma  non  prima, 
che  con  quella  humiltà  più  profonda  che  ad  vn  poucro  peccato- 
re fi  richiede  ringratiando  la  diuina  buontà ,  non  li  chieda  perdo- 
no de  i  difFetti  commefsi,  come  fcarfo  di  cócetti/pogliato  di  paro 
te,  Difordinato  nella  tela.  Ma  voi  mio  Dio,mio  Signore,  mio  Re- 
dentore ,  che  nella  fronte  fpecchiate  il  cuore  ,  come  voftro  folito 
nell'effetto,  ma  l'affetto  mifurare  vi  degnate.  Voi  Imperatrice 
Sacrata ,  che  nel  fronte  di  Dio ,  pur  il  mio  Cuor  mirate .  Così  voi 
iom  Glcriofi  semidei ,  che  nel  sommo  Amfiteatro  della  Celefle 

Gift. 


J/1 


StU  'R  mine  fi  Lihro  Secondò 


Gicriifalcmms  albergate  interciando  corona  alsacro  AgricHo,' 
(applicate  per  me,che  interno  mirate,che  io  non  hauendo  in  que* 
fta  nrjia  fatica  fidato  l'occhio  ad  altro  berfaglio,  è  lo  sa  Dio,  che 
aUa  fallite  dell'Anima  mia ,  è  di  chi  leggerà  ,  tralafciando  perciò 
ogiVarte  del  bel  dire,  ogni  policiaTofcana,  però  operi  laMaeft^ 
"Diuina,  e  C\  degni  concedermi  la  mercede;  Chequefte  mie  fatiche 
liane  accette  finceramente  a  laude  della  Santifsima  Trinità,  ac— 
cioche  quelli ,  che  vedranno  la  santa  vita  di  quefti  santi  Cittadi- 
ni del  Cielo,  ne  cauino  tal  fructo,che  il  maledicente  inuidiofo ,  & 
fupcrbo  diuenti  humile,  l'auaro  liberale,  il  dishonefto  cafto  ;  &  il 
Hmile  auuenga  in|tutti  gli  altri  vitij;  polche  qui  in  quefto  mio  fito 
Ariminefe,fi  trouano  elfempij  di  Santi,  come  antidoto  contra  cia- 
fcuno  di  efsi  ;  preghiamoli  ancora, che  leggendo  la  vita  di  efsi.do- 
ue  in  tanta  copia  hanno  le  Chiefe  à  loro  honore  dedicate  :  l'afflit- 
to troui  conforto ,  il  pouero  agiuto,  l'infermo  fanità ,  il  carcerato 
patienza  ,  il  perfeguitato  diffefa  in  Cielo ,  nel  vitio  lume  di  emen- 
da: &  il  morto  nel  peccato  deiroftinatione,  mezzo  per  ottenere 
la  Diuina  Gratia ,  la  qual  ci  conceda  à  tutti  la  diuina  buontà ,  pec 
fua  immenfa  mifericordia  .  Amen. 

L'Anno  della  falutemillefeicentoetredeci,  nel  Pontificato  del 
Santifsimo  Signor  Noftro  Papa  Paolo  Q^uinto ,  nell'Inditione  1 1. 
al  tempo  del  buon  gouerno  di  Monfignor  Uluftrifsimo  Cardinale 
Domenico  Riuarola  Legato  di  Romagna;  &  di  Monfignor  Con- 
te Alfonfo  Sacrato,  dignifsimo  Gouernatore  di  Rimino,  fotto la 
Paftoral  Cura  di  Monfignor  IlIudriCsimo  Gefsio  Berlinghiero  Ve 
fcouo  di  Rimino,  Noncio  Apoftolico  alla  Serenifsima  Republica 
di  Venetia,  e  delli  molto  Illuftri  Signori  Confoli  di  Rimino  infra- 
fcritti ,  &  Podefli. 

?/  Signor  Roberto  Serafino  Jfl  Sig .  ^Antonio  BuonamU 

T>  onore.  ci. 

7/  Sig.  zAttrelìorBattaglinì  JflSìg.  Gio.  Domenico Mn^ 

cauagltere .  re/calchino. 

Jl  Sig»  Gio, iAntoTìio  Neri  jfl  Sig,  Luca  Antonio  Salò, 

^IStg.Vmcenzp Lunardelli,  Jl  Sig.Gto.Battifia Vgolmi 
Jl  Stg.  Alefundro  LaglL  Dottore  F  ode  sìa  . 

A^gion» 


1)1  l^affaele  tÀdìmitrl.  ir} 

Aggìonta  al  Sito  Riminefe. 

Elebratifsimo  a  i  fuoi  rempi  fu  Monfìg.  Reueren- 
difs.  Vittore  Ve(couo  Ariminefe  nella  Chiefa  Af  V'"o''«Ve 
fricana,  famofo  nelle  lettere  Humane ,  e  Diuine ,  fi^f^Q 
e  grandezza  d'animo,  e  degno  di  gran  lode  ;  poi- 
che  fcriffe  IHiftoria  Ecclefiaflica,  circa  gli  Anni 
del  Verrinai  Parto  trecento  e  ottanta  .  Fiori  al 
tempo  del  Gran  Giuftiniano  Imperatore,  come  Ci 
legge  nelle  Vite  de  tutti  gì  Imperatori  Romani,  Compofte  dal 
Nobil  Cauagliere  Pietro  Mefsia ,  &  dal  Mag  Ludouico  tradotto. 
Che  dirò  iodellallluftrifs  &  antichifsima  Regia  Famiglia  delli    A/a'aiefti 
Signori  Malatefti.la  qual  fé  bene,  ò  di  Germania,come  il  più  del  dìRimino. 
li  Eccellentifsimi  Scrittoti  vogliono,che  venifle;  Alla  cui  opinio  *:  f"*  *^"t 
ne  volentieri  aderiria,&  aderifco  ;  &  che  dal  feruitio  della  Maeftà  S«ne . 
Cefarea  fi  partiflero,  quando  io  non  credclTe,  che  la  lor  origine 
folle  venuta  prima  di  Grecia,  della  cui  lingua  fi  vede  eflerne  ferui- 
ti  in  due  grand*  Infcrittioni  fatte  in  Tauole  di  Marmo  beretino  a 
man  deftra ,  &  finiftra,  della  facciata  del  fontuofo  Tempio  di  San 
Francefcoda  loro  eretto,  comealtrouefièdetto.  E  come  anco  fi 
legge  in  un'  Epitafio  fcritto  in  Marmo,  ad  immortai  Memoria,  fo- 
pra  la  porta  del  Studio  nel  Conuenco  di  detto  San  Francefco    vj. 
Trìncipe  Tandulpho  MaUtesia  /anguinc  Crecus ,  dum  Galevtus  erat  (pes  p     .  ir 
Vatriaqì  Pater  Dwì  Eloqutjìnterpres:  Baiottì  Icannes  fumtua  cuym^\  &  "cilene 
S'ita  hoc  B'.bl'wtheca  loco  .  i  4  >  o.  to  M 

O  fuffero  anco  venuti,  ò  di  Roma,ò  d'altre  patti  lontani,  afTai  è, 
che  fi  ellelfero  quefta  Nobilissima, Ciuile,  &  Mercantile  Città,oue 
il  fuo  Territorio  Cx  vede  Coronato  di  ricche  e  delitiofe  Ville,  &  Ca 
ftella,  per  lor  particolare  habitatione,'dalla  quale  poihebbero  no 
med*eflerAriminefi;che  nuM'altra  cofa  più  vaga. Et  facendo  mol- 
te honoratifsime  proue,perrimperatore  Romano  contra,  &c. 

Leggefì  tra  l'antiche  memorie  deirEccellentifsimo,  &  Celeber- 
rimo Dortor  Sign.Gulielmo  de  Guglielmi  da  Rimino,  cheagli   Gugliel.- 
antichi  tempi,  che  fono  da  trecento,  e  più  anni,  compillò  la  fecon  Sotc^rl^* 
dapartedelli  Statuti  di  Rimino,&  anco  commentò  fopra  il  Dige 
fio  vecchio  mciti  titoli,  &  in  particolare  la  legge  Solemmbus  Codice 
de  rei  vchà  ca(ion€,ComQ  ài  ciòattefta  Giulio  Claro  nel  paragrafo, 
Frudum  ,(ju£fl!one  49»  verCiculo  ,  Iterr.  qwd:  La  cui  opinione  fi  vede 
efier  approuatadaDoccori  Legifti,  e  particolarmente  da  Baldo, 

V  u  e  Sa- 


1 S4         Sito  Rlmine/è  Ltéro  Secondo 

Baldo ,  &  &  Saliceto ,  Dottori  graui  in  legge,  &  modernamente  dal  Reue^ 
Saliceto,  rendifsimo  Sig.Abbate  Corbolo,di  S.Godenzo  di  Rimino,nel  fuo 
trattato  Emphiteotico,  in  titolo  ,  de  caufa  priisationìSi  ob  non  petitam 
^^^^^^^Inuefii curar» ,  intra  legìtimum  tempii  numero  3  5.  La  cui  famiglia  an- 
Abbaic^.  ^^^^  ^  conferua  nella  Città  nol^ra  nobilmente,  &  eccellentemen- 
te nelle  Dottrine. 

Atto  fatto     ^^^  l'altre  fabriche,  che  rendono  magnificenza  alla  Città  no^^ 

da  Otta  -  fìr^i  >  e  quella  antichirsima  dell'arco  Trionfale  fatto  fare  da  Otta- 

uiano  II .  uiano  Imperatore,  fopra  la  muraglia  vecchia  della  Città.alla  por 

Impcrat.    ta  porta  all'Oriente,  per  andare  alla  Catholica,  che  fu  fatto  tutto 

di  pietra  marmorea,  ben  lauorato  d'ordine  Corinto, con  quattro 

Figure  d' Imagine  de  gli  Dei  delli  antichi ,  cioè  due  per  banda  ;  & 

in  mezzo  di  detto  arco,  vi  fon  due  Tede  boine,  per  menfula,  cioè 

da  ogni  lato,  vna  di  Bue, quella  che  guarda  la  campagna  per  ricor 

dare  al  popolo ,  &  auifarlo ,  i  coltiuare  la  terra ,  &  con  diligenza 

raccogliere  i  frutti,  &  quella  di  Vacca,  che  mira  la  Città ,  per  me* 

-  moria  de  facrificjj  loro . 

Le  due  Figure,r>  Tefte,  che  fono  ucrfo  la  Porta,  Gioue  dalla  de- 
ftra,&  Venere  alla  finiftra  :  Dall'altra  parte  Settentrionale,  Net- 
tuno a  man  deflra  vcrfo  il  Mare;  &  Bellona  alla  finiftra  veifo  San 
BartoIomco,nè  i  fuoi  fpechi  fatte  per  eccellente  mano,dalla  parte 
di  detto  Arco  nell'ingreflo  della  Citta,  vi  furono  pofte  per  fortez- 
za, fy.  abbellimento  due  Torre,di  forma  ottagona,  di  pietra  cotta, 
qual'  bora  fi  vedono  fpogliate  d'ogni  adornaméco  ;  fra  l'Arco,  e  le 
Torre  ui  erano  due  Statue,  fopra  i  fuoi  piedi  ftalli,  che  anco  fé  ne 
vedono  veftigij  di  vn  baffamento  di  marmo ,  il  che  Ci  rende  molto 
più  credibile,  quando  ne  appaia fenfatamente  qualche  parte,  co- 
me hoggidi  fi  vede  dalle  bande  :  su  li  quali  in  uno  vi  era  la  Statua 
l'Arciero  ^jg  yn'Arciero,  che  teneua  la  mazza  nell'vna  mano,  e  l'arco  nell'al- 
coD  laniaz  ^j.g^  g^  J2^  faretra  con  le  verecce ,  che  gli  pendeua  dalle  fpalle,  alfin- 
verYt*te'  il  contro  dall'altra  parte  la  Statua  de  va'  frombolatore,con  la  from- 
fronditore  bela  in  mano. 

coti  la  fró     In  detto  Arco  vi  fono  intagliate  lettere ,  delle  quali  al  prcfente 
da  m  ma-  yj^ ^  p^^jg  ^qj j  fg  ,^g  yg^je*  g^^. 


no. 


Celebratifslmo  nel  tempo  di  Giuftiniano  Imperatore  primo, 

&di  fingolar  Dottrine Humane,&  Diuine,  fij  Monfignor  Vittore 

Ivouo'^Rr  Vefcouo  Ariminefe  nella  Chiefa  Affricana,  il  qual  fcriife  l'Hifto- 

ttiaefc .  ''ria  Ecdcfiaftica  ,  circa  l'anno  cinquecento  e  trenta ,  come  d  iegge 

nelle 


7)i  Rafaele  tAdìmifì  i 


US 


helle  Vite  de  gli  Imperatori ,  nella  Vita  di  Giu{liniano,pcrò  fatta 

da  Pietro  Mefsia ,  &  tradotta  da  Ludouico  Dolce .  Eugenio 

La  deuotione  di  portare  la  cintura  di  Santa  Monica  Madre  di  papa  ini. 
Sant'Agoftino ,  hebbe  principio,  &  origine ,  fotto  il  Ponteficato S.  Nicolò 
di  Papa  Eugenio  Quarto,  nel  qual  tempo  fi  canonizò  San  Nico  jj*  ^°'*^"* 
lo  da  Tolentino,  fotto  il  Generalato  del  Reuereiidifsimo  Padre  ^^  da  Ri^ 
Maeflro  Gerardo  da  Rimino  :  dell  iftefTo  ordine  delli  Heremitani  „,ino  Òc- 
di  Sant'Agoftino.  ncralc. 

Sopra  lo  Studio  delli  Padri  Conuentuali  di  San  Francefco  di 
Rimino  vi  fi  legge  l'infrafcritta  infcrittione  in  Tauola  diMar*- 
mo, 

-     ^       .  Verfi  fo- 

Trincìpe  Tandhlfo  Malateita  fangmne  Cretus ,  pra  la  li-  - 

Dum  Gdeotm  erat  fpesy  Vatmq;  Tater  braria    dt 

2)/«j  Eloqui}  Inter  Tatris  Baiotti  loanneSf  ?^*J*^^^^ 

Vt  tua  cura  fit  hxc  Biblìotheca  loco .         1410.'  c"fco  !*"' 

La  Chiefa  di  Santo  Cataldo  fiiconceffaalH  Padridi  San  D0-5  ^^j^^j^^ 
menico  l'anno  1255. del  Mefe  di  Giugno  ,  dalli  Signori  Prepofto, 
6c  Canonici  della  Chiefa  Cathedrale  di  Rimino  . 

La  Chiefa  delli  Santi  Pietro  ,   &  Biagio,  già  Hofpitale  delli  „  r  •   , 
Armeni ,   fu  conferita  dalla  felice  Memoria  di  Pio  Papa  Quar  ae  gu' Ar- 
^®*  meni. 

LeCbiefedi  San  Rocco  di  Monte  Fiore,  &  di  Saludezzo,  la 
Matione  appartiene  alli  molto  Reuer.  Signori  Canonici  di  San  S.Roccodi 
Giouanni  Laterano .  ?l°&Salu.' 

Il  che  n'e  caufa  l'opera  ma  perfetta,  lafciata  dalli  Antichi,  per»  dezzo  . 
cicche  il  crudel  Nerone  Imperatore ,  che  fu  al  tempo  di  San  Pie-  Fétane  fac 
tro  Prencipe  delli  Apertoli,  &  primo  Pontefice  della  Romana 'e  da  Nero 
Chiefa, mentre  Simon  Magofaceua  vedere  gran  prodigi)  al  popò-  J^fj''  "^ 
lo  Romano,  circa  gli  anni  quarantacinque  della  noftrafalutej  ^    °^ì?^^' 
fece  fare  quelle  Fontane  di  Rimino  per  la  cui  morte  reftorono  im 
perfette,  &  Tito  Imperatore liberalifsimo  dubitando,  chel'ope-    . 
re  del  fuo  PredeceiTore ,  non  perifTero  in  breue  tempo,  in  graue?'^**  *^* 
pregiuditio  della  Città,  le  fece  rifarcire,  fi  come  ho  hauuto  parti-  ^^^^^  * 
colarmente  in  Mantoua  nello  Studio  dell'llluftre,  &  molto  Eccel- 
lente Signor  Sebaftiano  Bolis  da  Rimino,  huomo  di  belle  lettere, 
che  fcrue  l'Altezza  di  quel  Serenifsimo  Duca.lafciando  gli  acque- 
ducti  in  mala  difpoficione,  che  ha  caufato  nòefferli  mai  più  ftato 
fatto  cofa  alcuna  pertinente  alla  fua  perfectione  . 

Vu     »         Il 


j  fé         Sito  H^tmiMifi  Liiro  SccmuU 

Il  che  ff  U  morte  non  dxai  fine  2ila  Maeièi  di  qocfto  gnn  Signo* 

re, dal  qual  fu  acduro  gran  cofe  della  Tua  liberalità  intorno  a  ciò: 
_    -   .     Ma  il  corpo  della  tonrana,  ^  :  di 

^^j  jj^  Dioclct»«o  Impera  core,  pe:„ .  .  ^_ _^„  ...:..  _-2n 

peratòre.   to,  ooii  fol  s'hi  per  traditioac  aoùca ,  ma  ancora  per  gli  Annali  ài 

ì&Mainm  Me  "    .-scioc  San  Marino,  &  San  Ieooe,cb'craQO  ver 

&LCOK.  ^  rr  akraoccanone, comeaiiooluocofidice.che  . 

fiogolanisimi   &  maranigliofa.  à  quei  tempi  (  le  cui  acqoe  mai  fi 

kcmmaoo:  ma  fcmpre  ftanno  in  vn'cfifereOE   "    '    :a  rooi'b-aria 

nxiaor  Macfti ,  &  bellezza  al  preferite  ,  £e  tot.  ....    ..  fatta  per  al« 

tre  rulline  occorfegli,  nella  priilina  forma,  conforcne  ai  Di:TegtKS 
che  fi  vede,  il  qua!  fari  fen:ìpre  più  facile  aiTai  il  credere ,  ogni  vol- 
ta, che  fé  ne  vegga  qualche  parte  dauand  a  gli  occhi,  cerne  al  pre- 
fenre  fi  vede  in  forma  circolare  dioica  in  creata  f accie ,  vru  vota,  Ce 
l'altra  con  Tacqua,  di  modo  ,  che  in  quindeci  luochi  getta  acqua  , 
éc  tutta  fi  paglia  con  molta  commoditi ,  éc  gullo  :  il  cui  cir* 
colo  fofteneua  altre  fimili ,  eoo  nicchi ,  e  figure  rappre- 
fentanice*^  A^oc cofe  degne,  vimnaanente  dì 
akODoper  e£ere  rouioate,  tunooo  rifarcite ,  2c 
accooaodaae,  aiqoaaro  fopra  il  primo 
Circolo,  nel  tempo  della  Felice,  & 
Sauu  Memoria  di  Papa 
Paolo  Terzo, 

J  L    F  I  :^E. 


TA. 


I  S7 


TAVOLA 

D  E  L  L  I 

A  V  T  O  R  I. 

Da  ì  quali  fi  ha  hamto  KeUtione  di  molte  co  fé ,  che  fi  con- 
tengono nel  f  re/ente  Stto  Kimìnefe^  fenz^  le  trudiùom 
Antiche  y  (^  Annali  antkht  manisfcritte  y  ^ . 
altri  Scritture y  comedi  Bolle ^  Tri^ 
taleggi y  ^ altri, 

LRcucrendo  M.  Angelo  Maria  Porfani  Arimi- 

nefe ,  de  lakdibus  Romandiolf  . 
Annali  Lucani  HeUorum  Cimiit^ttLj . 
Alfonfo  Giaconi  dell'Ordine  de  Predicatori,  To- 
pra  le  vite  de  Sommi  Pontefici ,  &  Cardinali. 
Antichità  di  Sarfina . 

Andrea  Paladiodeili  quattro  libri  d'Architetta- 
Andrea  Arborenfe,  onero  Eborenfc.  (ra. 

Annali ,  ò  Hiftorie  di  Cornelio  Tacito. 
Annali  della  Venerabile  Confraternita  di  Santa  Croce* 
AuloGellio. 

Augurino  Gallo  Brefciano  de  Agricoltura . 
Ambrofij  Calepini  Dictionarium  . 
L'iUuftrifsimo  Baronio  Cardinale  Ampiifsimo. 
BattiHa  Platina. 

Bernardino  Corio  Nobile  Mi  lanefe  Hiftoria. 
Biondo  da  Forlì,  Italia  lUuftrata. 
Cronica  Ariminefe,  Manufcritta. 

Cronica,  feu  Annali  di  S.  Godenzo,  del  M.RcuD  Celerino. 
Calendario  Hiftorico  del  Signor  Coftanzo  Felici  d' Vrbino» 

airilluftri  Signori  Confoli  di  Rimino. 
Cronica  del  Guazzo. 

Cronica  Hiftoriale  di  S.  Saluador  Laterancnfe  da  Tremiti . 
Cronica  dell'Eccellente  Poeta  Dance,&  di  Chriftoforo  Lan. 
Uino  Tuo  Conuneaucoce . 

Ca. 


ifi 


TauoU  de  diuer/l  ^Autori 


Cathalogo  di  Monfig.  Pietro  Natale  Vcfcouo  d'Acquilcà.^ 
Fr.  Chriftoforo  Verucchino  Capuccino . 
Domenico  Farri  Guerra  d'Attila  Rè  delli  Hunni . 
Ex  Officina  Horatij  Saliuani  de  i  Signori  Titolati  de  feggi,  &  fuc- 
ceflfo  del  Regno  di  Napoli. 
ExHiftoria  Ecclefiaftica  Eiifebij  lib. primo. 
Epitonne  de  Vifito  Mauritio  de  Confulibus  Ariminenfibus. 
Flos  Saiictorum ,  Prima ,  &  Seconda  Parte . 
Giouaa  Villoni',  e  ^ratelli . 

Gio.Battifta  Pigna,Hiftoria  d'Alfonfo  Duca  di  Ferrara)  vuo^ 

le  che  Otton  terzo ,  &  il  Malatefta  Tedefco . 
Giorgio  Piloni  Belunefe  Hifloria. 
Girolamo  Bardi  Fior.  Hiftoria  delle  cofe  Notabili  della  Cic- 

tàdi  Venetia. 
Giacomo  Ant.Modefli  Arcipr.di  S.Lodezo  vita  del  B.Amato. 
Guiciardino  Hi(loria . 
Giornal  di  M.  Lodouico  Dolce. 

Gio.  Pietro  Gufani  Prete  Miianefe.  vita  di  b.  Carlo  Borro-ì 
meo  Cardinale . 
S.  Gregorio  Magno  Dottor  di  S.Chiefa  nel  RegiftroJ 
Il  M.  R.  P-  F-  Giacopo  Voragine  de  Predicatori,  Legendarfo  delle 
Hiftoria  Pontificale  di  Milano .  (vite  de  i  Santi. 

Hiftoria  di  Bologna  Parte  prima .' 
Hieronymi  Rubei  Hiftor.  Rauenatum  lib.  lol 
Hiftoria  della  Scola  di  S  Marcilianodi  Venetia." 
Hi  ftoria  delle  quattro  Città  principali  del  mondo ." 
Hiftoria  delli  Santi  Vittore,e  Corona  della  Città  di  Feltro  1 
Hiftoria  di  Gieronimo  Mutio  Giuftinopolitano . 
Hiftoriedi  Giouanni  Simonetta ,  per  Chriftoforo  Landino 

Fiorentino . 
Hiftoria  dell'origine  di  tutte  le  Religioni  di  Paolo  Morigi*^ 
Milanefe,  dell'Ordine  de  Giefuati  di  S .  Gieronimo . 
Il  M.R.PF.  Leandro  Alberti ,  Defcrittione  d'Italia. 
Leonardo  Aretino. 
Lorenzo  Anania  fabrica  del  Mondo . 
Lcdouico  Ariofto. 

Legendario  delle  vite  dei  Santi ,  del  M.R. P.F.Giacomo  di 
Voragine  dell'ordine  de  Predicatori . 
Lettera  Paftorale  deirillufttifs.Card.Auguftino  Valerio  F.M.  Ve» 
fcouo  di  Verona , 

Marco 


i 


TduoU  de  diuerfi  AuitorL 


ìJP 


Marco  Bidone,  Hifloria  di  Venetia . 

Marco  Aurelio ,  de  Prencipi. 

Mondo  Elementare,  &  Celefte,  di  Giofeppe  Rofaccio  Cof- 
mografo,  &  Dottore  Eccellente  in  Filofofia,&  Medicina. 

Martirologio  Romano,  tradotto  in  volgare  dal  M.  Reu.Sig. 
D.  Bernardino  Rocca  Piacentino. 
Nuouo  Legendario  della  Vita  di  Noftra  Signora. 

Nicolò  Herati,  Vita  di  S  Antonio  da  Lisbona  f  detto  da  Pa- 

Nicolò  Doglion  Hiftoria  Venetiana .  ^doa. 

Oratio  nelle  fue  lodi,  Foliam  Ariminenfem , 

Officina  Barbaranì . 

Origine  de  Recanati» 

Origene , 
"Petrarca. 

Platina ,  vite  de  Sommi  Pontefici. 

Plinio  Natura  delli  Animali. 

Prontuario  delle  Medaglie . 

Paolo  Ramufio  da  Rimini ,  de  Re  Militari  1 
Rafaello  Barghini,de  Pittori  Illuftrifsimi. 

Ricordo  di  Monfig.  Sabba  Caftiglione  . 
Suplemento  delle  Croniche  del  M.R.P.F.Iacobo  Filippo  Bergam.' 

Suplemento  delle  Croniche  del  Sig.  F.  Sanfouino. 

Sanfouinojdelle  Famiglie  llluftri  d'ltalÌ3,&  Antichità  di  Ve 

Selua  de  varie  lettioni.  (netia. 

Sueronio  Tranquillo. 
Il  M.  R.  Serafino  Razzi ,  delli  Huomini  llluftri,del  facro  Ordì* 
ne  de  Predicatori . 
Titoliuio  Padouano  Hìflorico . 

Tomas  Acquilenfìs  Hiftoria  Attilar  l 

Tracagnotto  Hiftoria . 
Il  M.R.D.Viccnzo  Santino  Canonico  della  CongregdiSan  GioE 
gio  in  Allega,  vita  di  S.  Giuliano  Martire. 

Vicenzo  Cirtario ,  Imagine  delli  Dei. 

Vite  di  Papa  Leon  decimo,  &  Adriano  ScRol 

Vita  di  AlefiTandro  Magno . 

Vite  di  Plutarco, 

Vita  di  S.  Marino  Prencipe  del  Monte  Tiranno  : 

Vita  di  S.Carlo  Borromeo,  di  Gio.  Pietro  Giufani  Milansfc. 


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